Gen. CARLO MONTÙ
STORIA DELLA
ARTIGLIERIA ITALIANA con prefa~ione di S. E, Benito 1\1:ussolini
PARTE III I (DAL 1870 AL 19.19)
18 SET. 1941 Xtl
VOLUME VII (DAL 1870 AL 1914j (CRONISTOR IA DEù SUPREMO CONSESSO D'.A.RTIGLIERI.A. ARGOMENTI TECNICI)
EDI'l'A A CURA DELLA RIVIS'l'A D'ARTIGLIERIA E GENIO
ROlVIA - XIX
'
PREl\JESSA AL VII VOLUME
Non ignol'o ch,c i benevoli lettori di qu~ta Storia atten· devano la narrazione l'ifetente. i alla grande guerra. È perfet · tamcnte giustificabile che, sona.Lutto in questo torno di temp,, j11 ·Cui si su.ceecl ono gnene e batta.glie di ca,ra,ttere m1;ov-0, con mezzi e metodi che venticinque anni or sono 1non el'ano ancor-a énti·ati nello !';,olgimento delle ostilitù,, dei combattimenti e dei loro ref.prti, si voglia e si desideri riandare nel prossimo pa S$ato del 1914-18, a quella, « grande guerra>> che, per la nostra vittol'ill., ha. portato 11oi :11 rango di grand e Potenza, ma ha indiscutibilmente chiuso unJepoca, ponendo fine alla guerra classi.ca sulla terra e sui mari. l'·e r noi e per il nostro P aese, se il periodo 1870-1914 non contò grandi guerre continentali, fu vicever sa il l:tsso cli tempo vera.mente glorioso per gli s,-olgimenti di quegli studi e di quei prima.Li a:ffermatj da gente nostra, S[Pecie in fatto di armi e di artiglierie. E pertanto ho ritenuto do"veroso per pa,rtc mia di soffe1·marmi ancora a co11siderare da questi punti di Yistn, tale intenallo, per trattare in questi due volumi VII ed V III, delle realizzazioni conseguite clai nostri tecnici che. nei varii rami della scienza, della, tec11ologia e delle lav,orazioni, seppero ideare e forgiare quelle armi che diedero al soldato italiano il convincimento di essere forte nei suoi armamenti, e Jo incitarono perciò ad usa,rne oon sicurezza e con coraggio.
Il VII volume, dedicato !1:lla P arte Tecnica, oompr,cnde du<~ soli capitoli : destina.to l'U'no (cap . 30°) a.a una rapida, sintetica rassegna dei lavori compiuti dal Sujpremo Consesso clell' Artiglieria, e l'altro (cap. 31°) ai va.rii argomenti specifici Inerenti alle armi e mu nizioni. -
XV-
PRE.\mSSA AL VH VOLUME
Il capitolo 30°, fr uLto cliligen t.e di esplorazioni compiut•= dal maggiore Stefanelli nei n umer,osi volumi d'Archivio conservati dall' Ispettol'ato Generale clell' Arma, è, a mio modesto giudizio, mo1to interessante e per gli al'g,omenti trattati e per il modo scrupoloso e <liligente col quale essi vennero esa,mina.ti e discussi da quei nostri antichi colleghi e superiori, .i qua.li, in o,g1ni loro dibattito, oe1·carono sempre di conteill\Pe· rnre le necessità. militari difensive del Paese col più riguardoso riS1Petto delle disponibilità :finanziarie e dei più doverosi cri· teri cli economia.. Kel successivo capitolo 31° ve.-n g,ono descritte le realizzazioni compiule nei varii campi dell'atmamento; e si può quindi dire che esso completa, il capitolo prececl.ente nel senso che descrive e precisa gli i:.volgimenti e le attua:doni conseguenti (falle discussioni e dallfl decisioni del Suptemo Consesso. A tutti i miei bravi coll aboratori debbo ancora qui rivo!· gere il più sentito ringraziamen to che estendo pertanto e viYissimo ai generali : Ubaldo Fautilli, I spettore generale del1' Arma - Luigi Sarracino, Direttore superiore dei Servizi tecnici armi e munizioa1i - ed ai loro Ufficiali; F rancesco Biondi.-Mona,, Capo dell'Uffido Storico - Enrico Ola,usettL Direttore del Museo storico del Genio ; L ucia-n o Bennati :B,rancesco Dabalà, - Alfonso }lattei - Luigi Segato - Arturo Va,cca-Maggiolini; nonchè ail colonnello Luigi Ol'escenzi, al colonnello Luigi Susa.ni, al maggiore Antonino Drago; ed a.I cav. nff. Luigi Nanni del Centro es1Perienze cli Ciri.è, che mi furono costa.ntemente larghi clel più prezioso aiuto. Un partioola,r e e fervido ringraziamento desWero poi di esprimere al generale Ubaldo Socldu, al Consigliere di Sta to colonnello Antonio Sorice ed agli. Ufficiali del Gabinetto del Ministero della Guerra per avermi facilitato in ogni modo il mio compito, ment re poi tali sentimenti di riconoscenza v.oglio con fermare al colonnello Italo Caracciolo, Dir,e ttore della Rivista d/ Artigliei··ia e Genio ed a tutti i ,suoi. dipendenti. Di fronte ai benevoli lettori io sento pertanto il bisogno di. alcune righe di giustificazione atte a prevenire qualche pos-
XVI -
l:'REMmSSA AL VII VOLUME:
;'
sibile e prevedibile apipunto per aver dato tale .sviluppo all{~ questioni tecniche ed a quelle attinenti allo studio ed alla fabbricazione di materiali d'artiglieria. In altra. parte di questa Storia, e del resto runche in questo stesso volume si accenna alla nota questione circa << il va101·<! delle M'n1i e il morale degli uomini)), rilevando l'erronea faci lità con cui tali due fattori si pongono in antitesi, mentre invece clcbbono patr'iottica,mente l'un Faltro comporsi ed in· tegrarsi. In arg·omento non mi si· può fare r improvero di aver tra, scnrato di porre in rilievo il << mora,le degli uomini )) : è stata mia, cura costante di mettere in doverosa, luce la perizia. tattica. cli tutti i comandanti, alti e bassi, dei reparti d'arti glieria, c.-0sì come in giusto gracfo ho esalta.to gli atti di valore, cli abnegazione e anche di eroismo di moltissimi artiglieri, non secondi, in queste eminenti pr·ove, ad alcun commilitone d'altrc Armi; e tutto questo lungo l':1mpia sca,la gerarchica, dal r-;emplice soldato al [Jiù alto comandante. Chi infatti non ricorda la rievoca,zione degfi eroismi di Giovamni Cavalli, di P aolo cU Saint Robert, di Gioacchino Belle7,za, di E lbano Gasperi, di P rospero Balbo, di Placidi> Balegno, di Roberto Ferrone, di P.aolo Sa.cdli e di tanti e ta·nti. altri'? e, sce1Jdcndo giù giù nella scala gerarchica., chi ha dimenticato il sacri.ficio del caporale a,rtigliere Enrico Ba,roni, e l'atto generoso del cannoniere Amendolagine? Un qua dro esist~mte al Museo cl' Artiglieria in Toriiìo ricorda il primo, ed un articolo illustfato della, Domenica clel Corriere del 1909 rilevo, il secondo : no·n sa,rebbe francamente ma.le ·eh.e urna ripr,oduzione di tale quadro ed una rinnovata stampa dell'articolo venis,s ero distribuite e diffuse nei luoghi di. ritrovo della, truppa presso le sedi delle varie unità d'artiglieria. iMa ciò detto e dcordato, devesi constatare che speciaìmente per l'Arma, d'artiglieria il « ?alore delle armi>> è un indispensabile i111tegrante del « mora1e degli uomini )), giacchè per essa. la, ipoten 7,a, dei pr,oietti e la, grande precisione del tiro sono basilare fondamento di quegli effetti tattici che condu cono al successo e che p,oi hanno non piccolf.l.. influenza sul « morale degli uomini ». -
xvn -
li caporale artigliere Antonio Baroni del 3o Reggimento da costa (Messina), in una sommossa a Gioia Tauro (Reggio Calabria) nel 1901 sacrificava la vita per salvarla a.I sottotenente Italo Ma.t teucci del 40o Reggimento Fanteria
di guarnigione a Foggia, comandato a Gioia Tauro per sedare t umulti sediziosi. (Quadro conservato al Museo Nazionale d'Artiglieria. in Torino).
Il soldato artigliere Pasquale Amendolagine da Bitonto, del 30 Reggimento da fortezza (Roma) si offri spontaneamente a discendere nel conduttore sott orraneo dell'acquedotto di Trevi. al Forte Pietralata 1>er tentare di salvare un sottufficia.!e del suo Reggimento fortuitamente caduto nel conduttore stesso. Il generoso tentativo dell'artigliere non fu coronato da successo ed egli potè a stento sortire dal conduttore sebbene ferito ·i:n più parti e completamente sfinito. (La funzione della premiazione nel cortile della Caserma, alla presenza della madre dell'artigliere Amendolagine, piangente per la commozione). (Dalla Domenica del Corriere, anno 1909).
,.
rni~MESSA AL VII VOLU ME
P er ultimo poi è a rilevare che tutte le questiooi concernenti il materiale d'artiglieria corrispon dono, nel periodo 18701914, a quel tratto di tempo nel quale, sia per valore tecnico degli ufficiali e sia per produzione di nuovi materiali nei nostri ottimi Stabilimenti di costruzione, l'Artiglieria non soltanto ma anche il nostro P aese ha nno ra_ggiunto i maggiori ed i più invidiabili titoli di primato e di ammirazione: è pertanto logico ed indispensabile che lo storico abbia ad occlljparsi e ad a,ppl'ofonclire i vadi arg,omcnti tecnici rignardanti le armi ed i materia.li. Per ultimo - e non sembri questa una .in utile digressione - voglio a'.11con1, f\OD:crrnarmi sul mnl celato e talora suh . (lolo i-;entimen to di minor c,onsiJ.erazione del « 'l'attic-0 >> per H « 'l'ecnico >>, considerando come tale, non soltanto il progettist a, costrutto1·e e spcriment·atore cli ma,teri,Lli d'artiglieria , ma anche l'aippartenente alle speciaUtù, dell'Arma « da Co sta», « da F ortezza » e « Oon lroaerea », che, pur non avend,) in genere una! grande parte nel combattimento campale propria.mente detto, sono IJ:)erò molto importanti ed esig1ono u:ffi.dali di ottima. prepa1·azione scien tifica e capnci di realizzar,~ quegli ulteriol'i. perfezionamenLi che a tali spedalità i richiedorio. Quanto rini acce1111ato è non soltanto eno111eo ma anclrn psicologicamenLe pericoloso : la grande guerra provò infatti che ufficiali tecnici trasferiti e chiamati a funzioni tattiche. dimostrarono non mino1·<'l pedzi.n, dei « Tatti.ci puri)), diedero 1pr0Ye indiscu.·se di valore e di ardimento, e nelle più gravi circosta nze si c<nnportarouo co11 sagace senso di misura e con esatto criterio l'eali.stico.
L'ufficiale d'artigl icria a qualsiasi $pecialità esso appartenga, sia in pace che in guena, è continua,mente sottoposto ,L quanto mi piace ·<''hiamare << l' inesorabile cDntrollo clel suo cannone>>; ossia al giudizio tamgibHe che i 1·is1ù tat i dànno - sul terreno o sul nemico - in riguardo della perizia di C·olui che fa i calcoli necessa,ri e poi dirige n t iro dei propri 70
~
XIX -
PUE;)HJSSA AL ·VH VOLUJ\I li;
pezzi. Soltanto questi l'isultati parlano e sopprimono q nalsiasi tentativo di va,n e discussioni. lh1ff:i.ciale d'artiglie1fa, nel campo strettamente tecnico de~ tiro, trovasi sotto la, conti!n ua sorveglianza ùei predetti risu 1tati ; perfeziona ed afferma così giorno jper giorno quell'indole mentale che è stata formata dagli studi preparatorii a base di matematiche. Ottimamente scriveva per ciò il generale Emilio 1Iattci che « le m.atematiche costituiscono lo stndio fondamentale per qualsiasi artigliere, non solo, ma an che -una scuoh dl catattere e cli disciplina mentale». l\fa v'ha di più : ~l qualsiasi combattimento, piccolo o grande, il cannone pe1· la sua gittata e per la sua potenza. spazia largamente sul campo cli battaglia,. Sovente a modesti comandanti dei mino1·i 1·eparti d'artiglieria, si offrono inizia tive imjportanti e gravide di conseguenze tattiche, che non so1110 neppure immaginabili dai pari gra.clo delle altt·e Armi. Non solo, ma per queste iniziative i predetti comandanti di artiglieda debbono conoscere e seguire costanLemeni.e lo svolgimento della situazione tattica, in una ,<sfera cli molto mag· giore 1·aggio che non quei loro pari gtado. Ritengo pertanto cli potei-e a questo pu nto concbiudere che « il valoi-e clelle armi ed il morale degli uomini )) foI'mano un tutto unico, un'unica potenza; che quindi e specialment,~ per l 'Artiglieria, risulta pienamente giustifìca,ta, una ampia, e jprofonda trattazione storica amche dei materiali, ed i-nsieme con questi, dell'·oper,1 altamente mel'itoria, silente ma non meno gloriosa e.lei nostri tecnici d' ArUglieria.
In questo VII volume si p.~rla della costituzione de·1 Ruolo tecnico, del Servizio tecnico armi e munizioni e del Corso superiore tec11ico. Ohi scrive e fu mel lontano 1910 relatore alla Camera dei Deputati del Di.segno di legge per la creazione di tale Ruolo e conseguente separazioné delle carriere, ben ricorda come .fin d'allora, fossero stati fa cilmente preveduti i vantaggi e gli inconvenienti da essa derivanti . Se separazione cleve in eluttabilmente farsi per ottenel'e quella specia,lizzazione -XX -
PREMESSA AL . VII VOLUl\IE
che oggidì si impone in tutti i campi dell'umana attività, è profondo mio eonvincimento .che se per una !Parte è indispensabile che una base ed un -substrato di istruzione . e di cultura, scientifico-tecnica vengano dati a tutti coloro che aspirano }.L diventare ufficiaU. d'artigli.eria, d' altro lato è -indispensabile pure che ad un certo numero di essi fra i più. appassionati degli studi e maggiormente inclini alle a,pplicazioni tecnologiche e costruttive venga,no impartiti quegli insegmamen ti teorici e quegli ammaestramenti di pratica applicazione a:OincM essi !l)Ossanò assolvere tutti quei compiti che si riferiscono allo studi.o, al pr,ogetto ed alla costruzione delle varie armi d'artiglieria e portatili, armi tutte che possono convenientemente essere costruite dall'indust:r:J.a pri'Vata., ma che debbono indisp011sabilmente ei:;sere studiate e realizzate da ufficiali che sieno stati combattenti e come tali, profondi conoscitori delle esigenze di praticità e rusticità che, per il loro specia.le impiego sui campi di. batta,gliaJ le armi richiedono. 1'utte le predette considerazioni tcnclono a,ncora una voltn a · giustificare l'ampio svolgimento che in questa Storia è stato dato a quanto ooncerne la, P arte tecnica dell'Arma.
*** Come soldato e come tecnico, mi permetto poi di insistere sopra un argomento particolare ma di altissima importa,n za, quale quello che concerne la, <e Scuola» per la prepara½ione degli ufficiali. d'artiglieria. Più volte in passato e da ta.J.uni anche in epoca recente si è ventilato il progetto, sovratutto per :fi:na,lità, di fa-i:doh morale, de « La, Scuola Unica)) per gli ufficiali di tutte I~ Armi: fortunatamente una tale ini½iativa non v-enne mai applicata. A sostegno di quest-0 mio asserto e ·a,d edificazione ·dei fautori di tale « vecchia novità>> ritengo dover accenl]lari; a qua,:nto fu chiaramente detto ed e~osto negli Atti di Go verno per lo sdoppiamento della R,egia Accademia militare di Torino in ~due Scuole diverse. Come è noto fino al 1.861 h Regia Accademia militare di Torino era Scuola Unica per -
XXI -
PREMESSA AL VII VOLUME
tutte le Armi ecl anche per lo Stato Maggiore, e fino al 1870 contirnuò a forma,r e gli ufficiali delle Armi dott,e e dello Stato Maggiore : ùei surricorda,ti Atti di Governo sono in forma piana, ecl esa.uriente, se pur con linguaggio semiplice e preciso, indicate le ragioni militanti in favore dello sdoppiamento. Ohi scrive esprime poi anzi modestamente la speranza che la vecchia Regia Accademia militare di Torino, rimanendo nella, gloriosa sede dove si trova,, torni a riavere il (Preesistente Corso triernuale, o meglio forse l'attuale Corso bienna,le, ma con tre anni di Corso alla Scuola d'applicazione. E ciò anche allo scopo cli pa,rificare in fatto gli studi compiuti nei corsi di ingegneria e a:cl evitar<~ poi che i élue Corsi d'Accademia, sieno so-vraccarichi. di materie; e eh-e, a sua volta,, venga reso più difficile il conseguimento della Laurea in ingegmeria pel' parte di chi ha superato soltanto i quattro anni di Corso attua,li. Al giorno d'oggi non è escluso vi possa essere chi, pur 11011 avendo alcnna tendenza o speciale passione per la carrier..1 militare, entri all' Accademh1 milita.re cli r.rorino col preciso proposito, non già di abbracciare poi la carriera delle armi., ma bensì di continuar<~ intanto gli. studi, soddisfare con.tcm poraneameinte agli. obblighi cli leva rea,lizzando · cosi una dn· plice economia cli tempo · e cli danaro tntt'altro che tra&curabile, per consegnirc 1poi un :urno prima e cioè al termine della Scuola, d'applica½ione d'a.rti.glieria e genio, la Laurea in inge gneria e quindi dedicr~rsi all?, professione civile di ingegnere. Bellagio) 4 010vembre 1940-XIX.
CARLO MON'l'Ù
COMITATO
DI
REDAZIONE
PER IL
VOLUME VII della PARTE TERZA
Prof. Ing. CARLO 1VIONTÙ GENER.,U ,E DI DIYI SIO~E
Collaboratori: A.\lATGRO Gcu. Ing. MI CJI J~LE ARGAN 'l'eu . Ool. Dott. G IOVEKALE B.A LOT1'.A Gen. :\LARIO B IWNO Col. GLOVA~NI <:HU.. KDl Geu. FELIC 8
)JAJ.NA l{l)J Oe11. OHiSEPrE MASSAJOLI Col. ITA LO :\t'CHER Col. ALBERTO
S'fl·~FANKLLI 1' Iagg. lng. El\ODO
Revisori: D.A.DALA S . K Geu. FRANCES<'O FLORES Geu. JLDEHRA:XDO
MA'l 'TEI S. E. Qçm . ALFONSO
S'l'gF_t~ELLl llagg. Ing. E)IILIO (p1·edetto)
Segretario di Redazione: FLOR ES Gen. lLDEBRA:KDO (prelletto) S'l:EFAKELLl ì\Ia,gg. lng. l~l\II LIO (predetto)
CAPI'l'OLO 'rREN'l'ESIMO
Cronistoria del Supremo Consesso d'Artiglieria Gennaio 1874 - lVIarzo 1915
§ I
Costituzione dell'unico Comitato cl' Artiglieria e Genio nel 1873: Competenze e poteri = Comitato, Uffici, Sezioni, Commissioni= Il gen. conte Luigi M.enabrea, primo Presidente e suoi successori Giacomo Longo, Emilio /'\'lattei = Lavori della Commissione per l'artiglieria da campagna circa i materiali da montagna = Proposte ed esperimenti per i sistemi cli otturazione e per gli affusti metallici = La preesi= stente Commissione di studio per i materiali da campagna = Studi relativi ai congegni di puntamento = Le prime proposte di scudi o ventiere = Cannoni, proietti e cariche per materiali da 7 • Studio di un cannone pesante da campagna = Proposte ed esperienze con bronzo fo sforoso e con cannoni tubati = Commessa alla Casa Krupp. La proposta Biancardi di una bocca da fuoco da 8,7 di ghisa cerchiata e relativo affusto • I due progetti Giovannetti = Progetto della Commissione per un cannone rinforzato in culatta = Soddisfa= centi risultati sperimentali = Trasformazione dei materiali Mod. 1844 • Studii sulle artiglierie da attacco e difesa, e da costa = Proposte per un cannone e per un obice da cm. 20, per un obice ·da 24 G. R. C. e per trasformare a retrocarica l'obice da 15 acl avancarica = Le proposte conclusive della Congrega dei Generali • Proposte d~l col. Rosset per studii ed esperienze sui vari sistemi di otturazione = Prove ed esperienze sui fondelli mobili Studio di un sistema completo di artiglierie · a retrocarica = Proposte e studii del cann one da 15 cm. = R
-
1065 -
CRONISTORIA DEL SUPREMO CON S ESSO D, ,\.R.'.l'IGLIERIA
•
1874-191~
Gli studi affidati al ten. col. Giovannetti per un obice e per un cannone = Proposte della Sezione e d~ll'Ufficio IV 0 - Proposta Giovan= netti per lo studio di un mortaio = Nuove discussioni circa g li obici da 15 • Fornitura dei cerchi d'acciaio per i cannoni -da 15 - Studi per un cannone da 10,5 - Commesse alla Casa Krupp - Adozione del cannone da 12 B. R. (Ret,) e dell'obice da cm. 21 (Ret.) - Studi per costruire materiali in acciaio nei nostri Stabilimenti = Sistemi di rigatura, - Studi di un obice-mortaio.
Nel capitolo XXV (vol. Y) furono narrate le vicende organiche del .Supremo Consesso d'Artiglieria dal 16'73 al 1873 accennando alla ,sna attività dal 1847 al 1861 e rilevando le principali questioni da esso trattate. Le successive ricerche per rintraeciare gli Atti ed i Documenti origina.li del Supremo Consesso dal 1861 al 1873 av<mdo pertanto dato risultati negativi, questo nuovo capi tolo ha dovuto iniziare . le sue moss<! soltanto dal 1874 per proseguire poi i.ninterrottamente fino al 1914. Acl. ogni modo sàppia,mo ed è opportuno ricordare -che nel 1861 esisteva e funzionava un C01vrrrATO d' At'tiglieria presieduto dal luogotenente generale Giuseppe Dabormida; che nel 1864 il Comitato stesso, presiedut-0 sempre dal Dabormida, comprendeva, 8 generali, 8 ufficiali superiori, 12 capitani e 3 subalterni, e si ripartiva in tre UFFICI: di presidenza, del personale e del materiàle. Nel 1866 nella, presidenza del Comitato succedette il luogotenente generale Leopoldo Valfré di B<mzo, e con successivi -Decreti del 1864, del 1866 e del 1870) il Comitato stesso ~ sempre ed unicamente investito dem~ sole questioni riguardanti l ' Artiglieda - ebbe fino al 1873 ripartizioni diveJ'Se dei proprii Uffici. Come già detto, tutte le più diligenti ricerche eseguite a Torino, a Firenze ed a Roma, non hanno consentito di ricostruire la storia dei lavori espletati. dal Supremo Consesso dal 1861 al 1873.
**
i!
Per effetto della Legge sull' Ordinamento dell'Eserdto, in dat a 30 settembre 1873, l ' ef:.istente Comitato d'Artigli.eri a fu sciolto, cosi come f u sciolto il Comitato del Genio, e con -
1066 -
ISTl'.rUZION lè DI UN UNICO COlll'l'A'l'O PER J/ .\R'l'IG L llillUA ED IL GEìSIO
R. D. del 4 dicembre 1873, per le ARMI D' Alt'l'IGLJElRIA m GENI!) venne creato un UNICO COMITATO che prese il nome di COMITATO d'Artiglieria e Genio, e che conservò 1o ::;tesso ca,rattere cli · alto corpo consultivo tecnico già attribuito ai due soppressi Comitati : le due Anni sorelle venivalllo così acl essere guidate nella loro diuturna, fatica da uno stesso supremo organo direttivo, ripartito in un Utlicio di presidenza, sette Uffici speciali e un Consiglio d' arnministra1,ione, mentre poi poteva essere istitui to un ottaYo Ufficio per il servizio del Ministero della Marina . I primi quat tro Uffici t rattavano le questioni riguardanti l 'Artiglieria. Il presidente del Comitato d' ArtiglieritL e Genio dipen dcnt dil'ettamente dal ministro, reggent l''Cfficio di presidenza, svolgeva un'alta, sorveglianr,a sugli Uffici speciali e sul Consiglio d'amministrazione, esercitava le attribuzioni di comandante di Corpo e cli Capo-servizio sngli. uiìlci ali generali, superiori ed inferiori e sugli irupiegnti civili addetti al Comitato, corrispoa1deva col Ministero della Guerra e con lt> · autori UL milit.nri e civili ; ecl aveva, poi fa.coHà. cli nominare e di convocare Commissioni speciali, permanenti e temporanee, per l'esame di tutte le q ucstioni che, per essere di naturn complessa, nou potevano essere deYolnte acl un o degli U:ffic:i BpeciaJi del Comitato . Ogui uffi ciale generale, membro del Comitato, era 'Direttore di uno degli Uffici speciali, aveva l' alta sorvegliamza dei servizi assegnati a,l proprio Ufficio, e pel tramite del presidente del Oomitato do,eva richiamare l'attenzione del Ministero -su tutto quanto ne assicurava i l regolare e buon anda , mento nonchè il progressivo sviluppo : all'uopo ciascuno dei predetti Direttori, per mez1,o dei va1~ii coman danti territoriaH delle due Armi, poteva richiedere ai dipendenti Oa,pi-servizio quelle informazioni che poteYano ess~re fornile senza spesa E' senza variazioni all'ordinario andamento del rispettivo servir.io; e, pr evio con senso del Mi11ister o, poteva anche recarsi prosso la sede di qualsiasi servizio delle due Armi, per even tuali constataziooi di esame e di stndio. Nè il presidente nè i cUrettori dei singoli Uffici speciali -
1067 -
CllONISTOnrA o};L SUPRIDMO CONSIJJSSO o'ARTI GLililRIA
-
]874-1915
del Comitato potevano comunque impartire ordini od istruzioni esecutorie ai diversi Capi-servizio delle due Armi allorchè si tratta.va di cose esorbitanti semplici studi, ma bisognava al rignardo rivolgere al Ministero le necessarie proposte motivate. I membri del Comitato ai quali era affidata la direzione della revisione della contabilità dei IniLteriali, per tale sel'vizio dipendevamo direttamente dal Ministero della. Guerra e corrisp()(lldevano direttamente con esso e c-0n le .Autol'ità militari e civili. Il Co~ffl'A'I'O d'Artiglieria e Genio, per l'esame delle questioni sulle quali poteva essere richiesto il suo parere, nonchè per gli studi che, per -Ol'dine del Ministero o di sna propl'ia iniziativa, doYevan~i portare a compimento, deliberava: o in Adu01arn,a generale di tutti i suoi membri; o in Adunallze pa.rziali per Sezioni, o per Uffici, od anche per Commi ssioni. Il COMITATO era diviso in due S0zro:-s1 : d'Artiglieria e del Genio. ~a . S11ì%IONE d' Arti~li.eria era, composta, di qrntttro membri, Direttori dei quattro primi UJ.i'J.i'ICI del Comitato, e tali UFFICI era,no più specialmente incaricati del servizio cle1l' Al'ma. P er lo studio di particolari questioni venivano 11ominate delle speciali COUMISSIONI permanenti e temporanee, mentre poi per la trattazione di speciali argomenti poteva essere costituito in via eccezionale un UFFICIO S'l'RAORDIXARJO (1). Ciascuna SEZIOX1ll era presieduta dal più amziano dei suoi membri. Il Presidente del OOMI'l'A'.l:o pote·,~a intervenire alle adunanze di ciascuna SmZJOXE e dei varii UFFICI) ed in tal caso ne assumeva la presi.denza. Le adunanze del OOMI'!'A'.l'O e quelle delle SEJZIONI erano convocate per ordine del Ministero o per iniziativa del presidente del COMI'l'A'.I.'O che a,veva, facoltà, tutte le volte che lo (J) Per normn dei lettori si avverte che per ovvie ragioni di srwzio, nell'intero svolgimento di questo capitolo i çliversi organi del Comitato di à r tiglleria e Genio, e cioè « Sezioni, Uffiri, Commissioni» verranno sempre indicnti in mniuscoletto, omettendo ln specificazione di n.ppartcncnr.a al Comitato. Sarnnno ìnvece specìfi.cotamente indicati quegli Enti dello stesso nome, ma non appartenenti al Comitato d'Artiglieria e Genio.
-
1068 -
LUIGI FEDEitICO :,YIJU,ABREA
riteneva opportuno, di sottoporre le deliberazi{mi dei singoli UFn'ICI all'esame delle rispettive SEZIONI) e le deliberazioni dell~ SmzrnNr a,l l'esarne del COMI'l'A'l'O. Il ministro della guefra aveva facoltà di far intervenire alle riunioni delle SBZIONI e del COMI'l'A'fO, e con voto deliberativo, i comandanti territoriali delle due Armi, cd anche alti-i ufficiali generali dell'Esercito . · Le deliben:.ziM1i, tanto 11elle ad11111anze generali, quanto in quelle delle SFJZIO~I, degli UFli'T.CI e d,elle COMMISSIONI si prendevano a maggioranza di voti, ed in caso cli parità, il v-0to del presidente aveva la prevalenza. Altre norme di secondaria importanza: regolavano H fun zionamento clel C01vrrTATO e d·egli organi dipendenti.
La presidenza del COMITATO fu affidafa ad uno scienziato autorevole, preclaro ufficia.le clel ·oenio, il generale Luigi Menalwea, ed a snoi immediati collabotatori furono chiamati nomini anch' essi di indiscui,;sa, competenza. Il COMITA'ro visse ed ·Operò fa t tivament e fino alla inetù del 1888: nella <;arica cli presidente al genera,l e Menabrea suceedettc nel 1877 il generale Giacomo Longo, ed a quest'ultimo nel 1883 il generale Emilio Ma l:tei. Luigi Federic-0 MenabrctL, :Medaglia d'Oro, nacq ne e morì a Oharnbery (1809-1896) . Si laureò al Valentino di 'l'orino in 1natematiche, a,rehitettura, <~d ingegneria. Ufficiale del Genio nell'Esercito piemontese, insegnò matematiche alla Scuola d'Applicazione ed alla R. Accademia, militare e pereor·se una rapida e brillante carriera raggiungenclo H grt1:clo di colon . 01ello nel 1849, di maggior genernl(~ nel 1859, di luogotenenti~ generale nel · 1860 ; nel 1873 f.u nominato presicl ente del COMI'l'AT0. Prese parte a tutte le campag,ne cl'inclipendenza, jn tutte segnalandosi e guadagnando rnD 1sm la, commenda dell'Ordine Militare cli Savoia e nel 1SGO ht Croce di Grande ufficiale. Per la cUfo,:;a, della valle della Dora Baltea (la lni organizzata nel 1859 fu da Sna Maestà creato Marchese e nella campagna clel 1860 ott0nne la :Medaglia d'Oro al Valor Milibn·f> << per aver -
lOG!l -
' CRONISTORIA DEL SUPREMO CONSESSO D'AR'.1.'IGLIERIA
·
1874-1915
diretto ottimamente i lavori dnrante l'assedio di Capua ed essersi distinto alla presa della città)). Ebbe anche un'importante e lunga attività politica; depu tato al parlamento subalpino clal1a prima alla sesta legislatura, senatore nel 1860, fu successivamente Ministro della
b~ig. 648 - Luigi Menabr en.
Marina, dei Lavori Pubblici e degli Esteri, ed infì.nc presi dente del Consiglio dei Ministri. Rappresentò degnamente l'Italia. in parecchie capitali estere ecl otte:nne infine la suprema onorincenza di cavaliere della SS. Annunziata. Pn primo aiutante di campo cli S. M . il Re, amba-sciatore a Parigi ed a Londra e fu collocato a dposo nel 1892. Giacomo Antonio Longo nacqU<! a Mes,s ina nel 1818 e morì. a Roma nel 1906. Ufficiale d'Artiglieria nel Regno delle Due Sicilie nel 1836, partecipò al.la rin)luzione di Palermo. Lasciata. fa Sicilia, si battè ii.1 Calabria <:ontro i Borboni nel 1848. Fatto prigioniero f n concfannato ni lavori forzati a vita e passò dieci. anni nel carcere di Gaeta. Amnistiato ed espulso ra,ggiunse Garibalcli nel 18GO : oombattè e fu ferito a -
1070 -
GfACO)fO LONGO
rn EMILIO MATTJ1:I
S . Maria Capua Vetere ed ebbe la Croce di cavaliere dell' Or dine Militare cli Savoia . Ma ggior generale del corpo volontar; italiani nel 1861, passò all'Esercito regolare nel 1862 e comandò l'Artiglieria del 5° Dipartimento militare. Fu poi membl'o del COlYCI'rATO e comandante cl' Artiglieria a Napoli.
/
Flg. 6-19 - Giacomo Longo.
Tenen te generale nel 1 70 venne nominato presidente del Conel 1877. Fu deputato di Napoli al Parlamento italiano, venne nominato se11atote nel 1S76 e la.sciò il servizio nel 1 4. Emilio M,tttei naccp1e a Saluzzo n1el 1825 e morì a Torino nel 1900. 'l\.m ente cl ' Artiglieria nel 1.'46, meritò la menzione onorevole nel lS4..S a, Peschiera, e la Medaglia al Valor Militare nel 1849 alla Sforzesca. Ebbe un'altrn )ledaglia, d' Argento ìn occasione dello scoppio della, polveriera di Borgo Dora a Torino nel 1852; fn decorato della Croce di Cavaliere dell'Ordi,ne Militare di Sa,oia all'assedio di Ancona, e promosso tenente colonnello pm~ merito di guerra nella campagna della bassa Italia, nel 1866 ebbe la Croce di D1ìiciale di deLto Orl\1I1'A'l'O
- · lOTl -·.
CRONISTORIA DEL
SUPR J•:~:ro CONSESSO D, ARTIGLllliRJA
-
1874-1915
dine iL Borgo Forte. Colonnello nel 1863, fu segretario del Comitato d'Artiglieria e com~ndò poi il 5° reggimento artiglieria da campagna. Maggior generale comandmte il presidio di Venezia nel 1871, e tenente generale comandante Ja divisione di Genova rnel 1879, fu dal 1883 presidente del 00MI1'A'ro
Fig. 650 - Emilio ìVfa ttei.
d'Artiglieria e Genio e' nel 1888 fu il primo Ispettore gene rale dell'Artiglieria. La-sciò il servizio nel 1888, rappresentò alla Camem il Collegio di Venezia distinguendosi in modo preclaro durante tutta la sua, ca,rriera per la profondità dei suoi studi, per la sua compet"€m:a prof<:ssionale e per le realizza~ioni prati-che da lui conseguite.
Presso l'Archivio dell'Ispettorato Generale d'Artiglieria in Roma, r elativamente al periodo 1874-1888, si conservano 111. 887 Deliberazioni. prese da~ COMITA'ro d'Artiglieria e Genio a SEZIONI riunite, riguardanti specialme11te questioni di : ope-
1072 -
LE DELIBEJRAZI01'I Df~L CO:\fITATO ID DELLA SEZION'E D'ARTIGLIERIA
re di fortificazione e relati ve costruzioni di ba,tterie; opere milita1·i in genere; poligoni cl'artiglieriR; laboratori piroteenki, ecc. ecc., delle qua.li abbiamo di pro,p osito omesso quai· si.asi cenno, per non esorhita,re dai limiti imposti alla no,s tra Opera. Delle Deliberazioni prese da.lla SEZIONE d'Artiglieria, (anch'esse nel :numer<> cospicuo di 548) abbiamo invece rilevato le~ ipiù importanti, richiamando, quando se ne presentava la occasione, anche quelle relative allo stesso argomento cli cui ebbe ad interessarsi il COMITATO a SmzIONI riunite; raggruppando insieTne quelle Deliberazioni che riguardavano .non soltanto la stessa specialità artiglieresca, ma, dove è stato possibile,. a,nche quelle che si riferivano allo stesso argomento, ed iniziando il nostro studio dalle artiglieri-e da, montagna. * * -: :In adesione ad alcune proposte avanzate clal soppresso Comitato d' Artiglieria, la COMMISSIONE per le artiglierie da campagna, allo scopo cli procedere alla sostituzione del cannone da montagna cla 8 U.R., aveva effettuato . cl elle esperienze con un cannone da cm. 7 al quale, per conciliare la massima lunghezza d'anima col minor peso de;lla bocca cla fuoco, era stato applicato il sistema di chiusura a vite, simile a quello adottato per i cannoni da 24 G.R. Se non che la COMMISSIONE sperimentatrice, dopo alcune prove favorevoli, nel suo verbale del 20 gennaio 1874 osservava che sebbene gli . otturatori a vite 110n avessero riportato alcuu guasto, pur tuttavia uon i:;i :poteva affermare che avessero fatto buona prova, avendo cla.to luogo a sfuggite di gas, ad impedire le quali si' era resa necessaria l'aggiunta di più dischi dì rame, i quali poi avevano resa diffì.cìle l'apertura della culatta. Di conseguenza la predetta COMMISSIONE aveva proposto di !l,bbandonare la chiusura a vite e cli co11tinuaJ:e le esperienze con due cannoni aventi chiusura a cuneo. Tale verbale unitamente ad altri tre, elaborati precedentemente dalla ,stessa COMMISSIONE furono comunicati il Il febbraio 1874 al pr esiclente del COMITATO, al quale fu anche specificato che il Ministero aveva già approvato le proposte in esso contenute. Se non che il 3° Uns1cio confutava non solo gli argomenti addotti da1la <JOMMISSIO'N'E ma anche qÌielli contenuti in un pro-memoria fatto redigere dalla PRESIDENZA del · Comitato · a favore del sistema a cuneo, insistendo con ampiezza di rilievi tecnici, affinchè la Co:,i:. MISSIONE fosse invitata a procedere atl ulteriori studH tendenti all'adozione dell'otturatore a vite anche per il cannone cla montagna, soggiungendo che soltanto nel caso in cui tutti i tentativi fossero fallìti, si sorebbe dovuto ricorrere alla chiusura a cuneo, con la condizione perù che la bocca cl.a fuoco non avesse oltrepassato n peso cli 100 kg.
-
1073 -
CRONISTORIA DIDL SUPREMO CON SIDSSO D) ARTIGLIERIA
•
1874-1915
Mu la Co1>n .ussroNE sperimentatrice con suo motivato verbale non si limitava ulla chiusura del cannone da monbugnu, wit soggiungevu ancora che la cattiva prova fatta dall'otturatore a ,·ite avrebbe dovuto dissuadere dall'applicarlo ad alt1·e bocche da fuoco, salvo cbe circostnnze speciali, come quella della cerch iatur a, avessero reso impossibile la chiusura a cuneo.
P ortata così la questione sopra un campo più vasto, la S wz roNm si rinnì nei giorni 13 e 14 maggio 1874 (DeliberazioITTc n. 15) con l'intervento dei comandanti territoriali d' Artiglieria, i quali, trovandosi a Roma. per ragioni di servizio, furono oon V·Ocati dal presidente del 0 01VIITATO, ailì.nchè avessero potuto esprimere anch'essi il loro parere su alcuni argome11ti cli speciale importanza, fra cui a,ppunto quello relativo all.L proposta del 3° U FI•'ICIO che su.ggedva, l'uso per tntte le bocche da fuoco da montagna e da, attacco e difesa. sia di bronzo <.; he di ghisa , dell'otturatore a vite che già aveva, fatto buona prova nei cannoni da cm . 24 G.R. La discussione però relativa al.le ftrtiglierie da montagna fn ben presto esaurita, avernl,, il Diret,tore cl ell'Ufi'FI(.;10 pi-nponentc dichiarato di rinunciare alla parte die si riferiva a tale bocca da fnoco in conseguenza della proposta fatta nella prima seduta, tendente a separare 1~ batterie d }1 monta,gna dai reggimenti (l'artiglieria du, for tezza e di aggregarle invece ai reggimenti da campagna. Un tale ar gomento ritornò pe1·tanto di nuovo all'esame de1la. SmzIONBJ i,l 30 mar zo 1875 (Deliberazione n . 56) a proposito della proposta di adozione cli un cannone da 1Uontagna da cm . 7 ,5 B.R. a ret roctLrica con ottu ratore a curneo. In forza di molte considerazioni tecniche snl quesito prin cipale, quello cioè relativo al {'annone da cm. 7 B.R., la SEZIONEJ decideva cli soprassedere a qualunque determiinazione in att.esa. di conoscere i risultati delle esperienze che avrchber ,> dovuto e eguirsi e.on un altro ca.nnone cla montagna di l>eonzo condensato, soc.ondo il procedi mento jJeato cl al colonnello Rosset; e ciò essenzialmente nella fiducia cli poter ottenere una bocca da fn oco che non oltrepassasse il peso di 100 kg. I ntanto si sarebbe dovuto riprendere le esperien:,,e comparative con i cannoni muniti di otturatore a vite, « per cercare di perfezionarne il sistema con t ntti quei mezzi che la provata intelligenza della COMl\IISSJO~m avrebbe saputo suggerire per -
1074 -
F ig . (li'il - Ca\mone da 7 B.R. Ret.. cla montagna.
71
1075
CRO.K'IS'l'ORIA D0L SUJ?BEJMO CONSESSO D, ,mTIGLIIDnIA
·
1874-1915
ovviare agli inconvenienti che si erano manifestati nelle prime . prove da essa, fa.tt<\ studiando nel tempo stesso l'otturazione con fo ndelli mobili, siccome aveva proposto il Direttore della, Fonderia cli· Torino, il che avrebbe facilitato cli gran lunga. la fabbricazione e quindi poi l'a conservazione del sistema)). La CoM:.ussJONE che aveva ricevuto l'ortline dal Ministero di eseguire le nuove esperiem1e compnra tive, volle nncora una volta dimos trarne l 'inut ilità proponendo senz'altro l'adozione del cannone con cj1iusura n cuneo cht essa studiato e sperimentato, e suggerendo altresì un alleggerimento di 5 kg. assottiglianlione le pareti allo scopo di neutralizzare il magg ior peso dell'otturatore a .cuneo in confronto di quello a vite.
Ma la SEZIONE, nella. seduta dell'8 luglio 1875 (Delibernzione n . S9) a conclusione di una lunga discussione) con fermaindo le sue primitive decisioni, propose di doversi invitare la COMMISSIONE per le tLrtiglierie da calllipa,gna, a compi.· lare, senza, ulteriore ritardo, il programma d('llle nuove espe, rienze secondo l'indirizzo già concretato, comprendendo in esse anche le prove col cannone munito di chiusura a cuneo, tornito ed alleggerito di 5 kg. Seguivano poi altre proposte sulla necessità di c~ondtuT(~ le esperienze con celerità, sni mezzi relativi, snllo studio di una nuova gra,nata a doppie pareti, e sul riconoscimento della polvere più adatta per i calibri da campagrnL. Sucesslvamcnte la Direzione de lln Fonderia. cli . Torino alln quale ern stato commesso l'allestimento dei cannoni da montagna da cm. 7, cla sottoporsi alle esperienze compariltive In riguardo 111 loro sistema cli chiusura ed alla loro resif,te1iza, per il tramite del Comand nnte territoriale d'Artiglieria in Torino osservò elle per aJJplicare J.'auello P iorii.owskl nl cannone munito di chiusura a vite, gìà sperimentato al campo, clovendosl aumentare il clinme,l'ro clell'otturatore, in corrispondenza della testa clell'otturatore sarebbe risultata In culatta una grosse7.za di soli ·12 mm, e elle and1e incasl'ranclo totalmente le viti di arresto cleH'anello, si sarebbe verificato un aumento nella grossezza di nppena 4 mm., lasciando per ciò In entrambi casi qnalche dubbio sulla resistenza del cannone in quel punto.
Il Ministero della Guerra rinviò la, questione all'esame della SEZIONE, la quale nella seduta del 10 settembre 1875 (Deliberazione n . 105) a<lerì alle proposte delle necessarie mo. dificazioni costruttive suggerite dall'UFFICIO straordinario che, per ragioni di competeJ1za aveva, condotto lo studio prelimi-
1076 -
S'l'U Ol l•:D J-:S PERIIDNZEJ P l•;H L'OT'l' UIU'.rORE DEL CAN:\0 1\E
DA · )fON'.rAG::SA
nare della questiorH~. In quella stessa seduta la SI.!JZIONE propose poi eh-e · si sarebbero dovuto invitare : la OoMM:rssm~1t per l<i artiglierie da campa,g na, la Ooò:fMISSIONID per le artiglierie d'attacco e difesa nonchè la Direztone della Fonderia di 'l'orino a studiare con particolare attenzione l'a,pplicazione del l'i:ùllello in questione all'otturazione a, vite, onde raccoglie1·e quel maggior n umero di dati necessari per decidere di potere vantaggiosamente applicare l'a,nello anche ai calibri maggiori. Mentre perù la E'onderia cli Torino stava iniziando la trasformazione dei cannoni da mo ntagna esistenti ap11licando la chius ura a vite, fu rilevato che la culatta presentava. per ciò un punto debole corrispondentemente alla finestra inferiore elle doveva essere praticata per l'introduzione clell':mello nell'anima : si proponeva pertanto di chiudere tale fi nestra con un pezzo cli bronzo di riporto. Dall'Un·rcro straordinario la questione passò all'esame della SEZION.t: che, sotto la Presidenza clP.l. generale Menabrea, nella seduta del l4 ottobre 1S75 (D<~liberazione n. 111) propose di sospendere la predetta trasformazione e cli utilizzare uno clei due cn nnoni già trasformati con chiusura a vite per sperimentare il passo più conveniente da dare alla vite dell'otturatore ecl alla clliocciola di culatta, riempiendo l'avùrturù praticata nella parte inferiore del cannone nel modo p1;oposto clal Direttore della Fonderia; costruendo il vitone col diametro di 132 mm. e col passo di 8 mm., !Hl attandovi poi la stessa testa di ott:uratore che aveva. servito nelle precedenti · Eisperienze cli tiro. Dall'esito di tali esperienze cli tiro, la Co1nnssI0NE cla campagna avrebbf: poi dovuto invitare la Direzione della Fonderia di Torino : ad ultimar e internamente la cula tta del cannone praticanclovi lt1 chiocciola con quel passo che sarebbe stato giudicato più conveniente ; a. costruire un cannone di bronzo ordinario con elliusura a vite e col tracciato esterno della culatta indicato dall'apposito clisegno unito alla Deliberazione n. 105; e ultimare infine il cannone da cm. 7 da montagnn, in bromm compresso, con chiusura. a '!'.·ite in tutto conforme al tracciato del nuovo crrnnone cli bronzo ordinario.
Allorchè . pertanto la CoM11nssroNE predetta ebbe condotti a termine gli studi e gli esperimenti sul nuovo materiale da montagna in riguardo aUa bocca, da fuoco, la SEZIONE nella seduta del 2 dicembre 1876 (Deliberazione n. 215) propose di adottare definitivamente per tale nuovo cannone d:a montagna, a retrocarica il tipo di chiusura a cuneo. Questi nuovi camnoni da, montagna si sarebber,o poi dovuti costruire in bronzo compresso nella Fonderia di Torino, lasciando facoltà -
1077 "--
CRONIS'.l'ORIA Dl)JL SU.PREMO CONSESSO D'ARTIGLIERIA
-
1874-1915
a1 suo Direttore di adoperare il metodo di. compressione che egli :wesse stimato più opportuno. La SEZIONE propose poi. di fornire alla :B'onderia, di Napoli un torchio idra,ulico e gìi altri attrezzi occorrenti per fabbricare in bronzo oompresso l<: bocche cla fuoco ad esRa commesse, prendendo all'uopo norma· e concerti dalla :Fonderia di Torino. Contemporaneament<~ · alle proposte relati ve alla bocca da fuoco da montag,n a, la COMMISSIONE ne aveva formulato altre riguardanti la trasformazione dell'affusto del canlllone da cm. 8 B.R. e cli alcuni tLltri materiali da servire al nuovo cannone da cm. 7 B.R. (Ret .) da essa studiato. Anche su queste proposte il Ministero chiese il parere della competente SEZIONE) la quale, ri.unitasi il 22 3!prile 1875 (Deliberazione 11. 62) propose a sua volta che .si dovessero rigettare entrambe le proposte tendenti a trasformare gli affusti da montagna allora in uso e già. sperimentati col nuovo cannone da.Ila COM· MISSIONE, e che si studiasse invece un a,ffusto in ferro; pro, pose poi ancora di inoltrare la commessa di un altro cannone da 7,5 da moota.gna in bronzo condensato col sistema Rosset e con otturazi.onc a vite, per essere sperimentato comparativamente a quello già ordina.to, pure di bronzo condensato ed a chiusura a cuneo, e che, qualora l'affusto in legno, incavalcato_dal cannone munito di otturatore a vite, avesse permesso il tiro a gramata sino alla distanza di 3.000 metri senza necessitare l'elevamento delle 01'-ecchkmi<~re, si d·ovessero sperimentare contemporaneamente le due suddette bocche da fuoco, incavalcando quella con chi.usura a vite sull'affusto cla mo.ntagna in legno [Lllora in uso, per vedere se fosse stato il ca,so di utilizzarlo sino a consumazione, è l'altra sul nuov·o affust<J in ferr-o : chè se tali prove avessero dimostra,t o · che anche col cannone COI). chiusura a vit·e, gli. affusti in legno senza alcuna trasformazione non avessero consentito l'elevar,ione necessarhl per raggiungere la distanza di 3.000 metri, si sarebbe dovuto a bbandonar,e ogni idea del lofo impiego, ed esperimentare en tra,mbe le bocche da fuoco sugli affusti irt ferro studiati· dalla COMMISSIONID.
Il progetto dell'affusto in ferro da montagna fu esaminato ed approvato dalla SEZIONR nella sedutà del 14 giugmo 1875 -
1078 -
STUDI ED .ES1'rnRf8NZE SULL' AFFUSTO METAL LICO PEJR I L CANN . DA :VION'r .
(Deliberazione n. 79) che propose auche la costruzione di un altro affusto sul tipo di quello precedente, ma in lamiera di acciaio an:dcbè di ferl.'o e con alcune variamti costrut tive. l due affusti l'uno in ferro e l'altro in acciaio, avrebbero do,·uto essere speriJllent.ati comparatin1mcnte sia sotto l'aspetto della resistemm al ti1·0 elle sotto quello della facilità di traino, di ma non-a, di someggio ecc., ccc., e per le prove ùi resistenza si sarebbe dovuto nsnfrnire delle esperienze che si dovevano intraprendere per la scelta della bocca da fuoco, incavalcundo sui predetti due affusti metallici i due cannoni in bronzo compresso, di cui l'uno con otturazione a vite e l'altro con Olturazione a cnneo, senza trnscurare quuuto era stato proposto in r iguardo dell'affusto \n legno, con la Deliberazione n. 62. 11 programma compilalo dalla Co::.r:u1ss10xE 11er le esperienze comparati,e da eseguirsi con i nuovi materiali da montagna, fu apprornto dalla SEZIONE nella seduta del 14 ottobre 1875 (Deliberazione n. 112), elle pro[)Ose ancllc di invitlue la. CoMMJSSJO N~; stessa a presentare a suo tempo un secondo progrinnma <li esperiemie riguar dan ti le prove d'i traino, cli someggio, di carico e sca1·ico, di manovra, ecc. da effettuare con tali nuovi materiali da montagna, che in seguito alle precedenti espe1·ienze si fossero r iconosciuti accettabili. Intanto pei· un guasto verificatosi In Ltn atl:usto da mont11gna in lamiera d'acciaio, sul quale era stato incavalcato un cannone òa cm. 7 in bronzo compresso con chiusura a cuneo, la SEuo:sE si riuoi il 25 gennaio 1876 (Deliberazione n. 136) e facendo sue le considerazioni srnlte in proposito clal Direttore dell'Ub'FICIO s·mAOllDIXAino, propose cli sperimentare meccanicamente la lamiera. dell'aliusto spezzatosi nel tiro, per riconoscerne le qualità. ed i difetti e quindi determinare quale bisognava impiegar e per il nuovo aITusto, e cli fare intanto ripetere l'esperimento cli tiro con un nuovo affusto in lamiera d'acciaio òi qualità più dolce preventivamente accertata con esperienze meccaniche. Per la scelta del nuovo affusto da montagna la SEZIONE si rìuoi nuovamente il 24 marzo 1877 (Deliberazione n. 228), dopo che i singoli membri aye,·nno anlto In precedenza i documenti relativi, decidendo che era convenicn Lissimo sperimentare nelle Scuole dì tiro gli affusti cli legno già costrnlti a nuovo su progetto compilato dalla CoinussIONE, e nel caso che tali esperimenti fossero r iusciti soddisfa centi e (}llalora rngioni finanziarie avessero imposto di rinunciare tcm1>oraneamente all'adozione della granata ad anelli inte rni del peso di kg. 4,300, i predetti affusti potevano adottarsi in via provvisoria. Lu, Sez1.o"'B stessa soggiungeva però che, a segui to delle esperienze giù eseguite e volendo rimanere nel limite cli peso non superiore :1 120 kg .. adoperando il ferro o l'acciaio difficilmente si sarebbe giunti a risultati pratici soddisfacenti, per cui, qualunque fosse poi stata la gr anata adottata, bisognava procedere allo studio di un affusto scomponibile e caricabile su due muli, cioè cli un sistema analogo a quello adottato per .Il
-
1079 -
CRONIS'rOnIA
01,:L SUl'RIJJMO COKS8SSO D'ARTI GLIER IA ·
187.J.-1!)15
materiale da montagna in Spagna cd in Rus::;ia. I utine, ed indjpemlentemeutc dn ogni ultra considerazione. la F;i,;zroxE, in analogia a quanto ottenuto pei: l':1rliglicria da campagna, rnccorn:indava di fare ogni sforzo per dotare anche l.'nrtiglierin. da rnontngna della gra unta ad anelli interni del peso cli 1:g. 4,300 propostu da lla Co~nussior-1:: e rn ccomauclaln nelle precedenti Dellbcraziolli dalla SEZJONE stessu.
J -~-, l
(
~ "·1~)
t--.Jv.// \
.
l•'lg. 052 - Affusto ncciaìo per cannone cla montagnf1 con cuscinetti, elastici.
Le esperienze degli affusti. da montagna in legno eseguite r,1·csso le scuole di til'o risultarono sfavorevoli, ma la SEzro1·-rm, Hella, secluta del 2G dicembre 1877 (Deliberazione n . 245) propose di no,n abbandonare ma anzi di continuare gli esperimenti stf'ssi, suggerendo l 'adozione di alcune modifiche costr uttiv('. Continuavnno pertanto gli studi per concretare un affusto da montagna in lamiera d'acciaio, e la S1::zro:-;-1J; nella tornata del 13 dicembl'e 1877 (Deliberazione n. 244) e:sn min ando nn progetto completo cli affusto in lamiera d'acciaio compilato -
1080 -
QU8ST10NI HELA'.l'IVE AL CANNONID DA CA:.VIF'AGNA DA
cm. 7
B.R.
(RffiT, )
dalla, Co:MMISSIONID1 pr,opose che dall'Arsenale di Torino si fa.. cessero costl-uire tre affusti, di cui uno finito interamente in ogni sua pa,rte doveva servire per gli esperime11ti 1 ment re la costl'Uzione degli altri due doveva essere limitata così da consentire di a.pportarvi. queHe event uali modificazioni che l'esperienza avesse suggerito. Le esperienze venner,o effettuati~ sn due tipi di affusto in lamiera d 1 acciaio1 e ln SEZIONI~ nella seduta dell'S giugno 1881 (Deliheraziùne n . 341) conchi nse proponendo la costruzione di 1:J affusti d1 acciuio con sala mobile e cuscinetti elastici, cla distribuirsi due per batteria ~Lffinchè -irenisser,o pro vati nelle diverse circostanr,e di servizio e d:impiego; e formu lando poi altre .propo,c;;te riguardanti alcune variarnti costruttive, e conseguenti relativi esperimenti. La SEZIONW si r iunì poi il 27 dicembre 1882 (Deliberazione 0-1. 379) esprimenclo parere favol'evole per la definitiva ado zione del sudcletto tipo d'a.t"l:usto con sitla mobile e cuscinetti clastici, al quale erano state ,.~pportate fa, predette modifiche proposte dalla OmvrMISSIONE.
Primp. di pass::n'e a l1'%amc~ delle quesiioni riguarda nti le rn:tiglierie da campagna e trattate nel periodo J.8i 4-1888, .o ccorre rilevare che a ll'epoca in cui si costituì il CoMITNro d'Artiglieria e Genio e cioè n el 1873 era stat·a adottata u n a nuova bocca da fuoco da cm . 7 n.R. e che l'apposita Commissione cli studio, già a llora istit uita in ' l'orino, dopo <li aver dete1;minata tn le bocca, da fuoco si stava occupando delle r1uestioni relative ai particolari seconclarii: fu cosi che a lcuni verbali delle sedute cli qu esta Commissione cli studio noncllè alcuni progetti cli Istr uzione ùa essa compilati in rigua r do del c:nrlcmnen to e dell'afl'anlellarnento del mater iale, del car i<:amento interno deg li sllravnel da cm. 7 e della fusione clelle pallett e per tale proietto, f urono poi d iscussi soltnnto nella sedu ta del 24 febbraio 1874 (Delibei·azione n. :J) dalla SEZIONE del nuo,·o Co111TATO, e qu indi rassegnati all' appxovazione del Ministero : la St:ZIO!\"E in tale oc:cnsione espr esse anche il par er e che venisse compilata nn'Istruzione per il car icamento della f ucina Mod . 1844. Due sedu te della SEZIONE vennero . poi nssorblte da questioni r igu ardanti alcun i inconvenienti rileva ti nel congegno cli p unteria, e var.ie mo(]ifielle da introdu r si negli affusti degli stessi cannoni da cm. 'i da ca!llpagna. I nfatti a seguito cli modificazioni prima appor tate · a l congegno cli punteria, quando ~
1081 -
1
CROèsISTORI.\ DEL SUPHli::\10
COXSlJlSSO 0 ,\RTIGLJERIA
·
1874-1915
il congeguo stesso era pron-isto della sua cuilia l'angolo massimo di depressione consentito dall 'o lTusto non ent che di J. graclo e mei;zo, il elle costituì.va un incom·cnientc gi·a,·e perchè in deterlllinalc condizioni limitava l'impiego della bocca da f uoco, tantochè la 00M MISS10NE, per ovviai: v1, aveva proposto che in caso di bisogno si applicasse alla suola di mira uno speciale zoccolo <11 1lli.ra.
La SEZIO-KE, riunitasi il 17 maggio 1874 (Deliberazione n. 18) ptopose pel'tanl,o : 1°) che si dovessero irnvitare le Direzioni costruttrici del ma teriale da cm. 7 a sospendere, fino a 11 uovo avdso, ht fabbricazione dei ·Congegni di pun terta ed il loro acfattamenlo alle conisponclenii parti dell'affusto; 2°) che quando fossero stat e adottate le v~1I'iwnti e modifiche da apportarsi al congegno di punteria, studiate dalla Oo~rMISSIONID oncle ottenere un angolo di clepressi.on e di almeno G gradi e po · ibilmente di 8 gradi, sacrin.cando eventualmente anche alcnni gradi nella el evazione, tali modifiche . i sarebbero dovute introdurre anche in tutti gli aO:usti già cost1·uiti; 3°) che si sarebbe intanto dovuto usal'e lo zoccolo di mii-a proposto dalla predetta Ooi\nrrsSIOKID. L,e pr-oposte di modi:ficazioui escogitate dalla 001\DHSSIONl!l all'intento cli realizzare da (ì acl 8 gradi di depressione, furono discusse cd approvate dalla SEZIONE nella seduta dell'll gingno 1874 (Deliberazione n . 18) e quindi rassegnate al Ministero affinchè, senza ritardo, fossero introdotte in tutti i congegni di. punteria già. costr uiti e da costruirsi. Sempre i!· p1·<)1)osito delle artiglierie ùa ca,tnpagna di nuova adozione av~ndo il 3° DFl•'ICIO fatto una proposta t en dente a rnnniI'e gli affusti di « -ventiera >> o scudo in ferro, atto a proteggere dalle offese nemiche i cannonieri-serventi, la SEZIO· ,:,.;]j) nel1a sua seduta del 20 giugno 1874 (Deliberazione n. 23) espresse il parere che la proposta ste:;;sa anelava, pi·esa in considerazione e che perciò si sarebbe dovuto invitare la COMMISSIONE a fare alcm1e esperienze sul.I.a scol'ta delle norm~ fissate da.ll'uFFICIO proponente. I n r iguardo pertanto alla costruzione della boera da fuoco da campagna da cm. 7, e su tutte le altre questioni conscguentl ecl lnerentl. non era ancorn stata detta l'ultima. parola. Infatti il Ministero della Guerra con dìs·paccio clel 15 marzo 1878 trasmetteva al CoMITNro un ,·erbale con annessi docnmentl avuti dalla COllOUSSlONE dn campagnn per ·earli esaminare dal-
-
1082 -
PROPOSTID PER LA MAGGIORE lllFI?lCACIA DEL CA~ XO~E DI cm .
7
B.R. (RET.J
!'UFFICIO e dalla SEZiù::"iE competenti e senti re quindi il loro parere in merito alle formulate proposte tendenti: all'adoi:ione cli un cannone di bronzo compresso cla cm. 7 (Ret.); all'adozione di granate ud anelli e di shrapnel muniti di corone di r ame e da lanciarsi con la carica di kg. 0,900 di polvere da mm. 7 ad JJ.; all'allungamento della camera dei cannoni in servizio da cm. 7 (Ret.) da campo onde renderla cariace della carica di kg. 0,850 ·ùi nolvere da mm. 7 acl 11 per lanciare i s uindicati proietti, qualora ragioni di economi>a si fossero opposte all'adozione del cannone cli bronzo compresso. Il Ministero avvertiva però che per ragioni finanziarie non potev~1 aderire alla prima di queste proposte e che tutt'al pili poteva in massima stabilire che per l'avvenire i cannoni da cm. 7 da campagna potessero essere costruiti in bronzo compresso e con la camera capace di kg. 0,850 di polvere da mm. 7 ad 11 onde sostituirli gradatamente agli attuali cli bronzo ordinario, man mano che essi fossero stati posti fuori servizio. In esecuzione delle suddette prescrizioni il Direttore del terzo UFFICIO, al quale per competenza era stato affidato l'incrtrico dell'esame preliminare della questione, espr esse l'avviso che la più adatta soluzione onde confel'ire una rilevante ed indispensabile maggiore efficacia: ai ca11noni da cm. 7 (Ret., di bronzo ordinario da cam.(>agna era quella di addivenire ad u n nuovo munizionamento dei meclesi.mi : adottando la granata ad anelli con corone di rame quale era stata proposta dalla CoMMissrOKE ; studiando ed adottando uno sllrapnel di egual peso della granata ed egualmente con corone di r 11me; e proponendo poi di far procedere acl un · allungamento della camera dei cannoni esistenti in servizio per impiegare tali proietti con la carica dl kg. O,S50 di polver e da rom. 7 ad 11. In base a tali priucipii il predetto Direttore del terzo UFFICI O proponeva inoltre che d'allora in poi i nuovi cannoni da cm. 7 da campo dovevano essere fabbricati in bronzo compresso ecl a camera allungata, e venire impiegati promiscuamente coi cannoni preei,istenti, i n sostituzione di quelli che si fossero resi fuori servizio. Proponeva poi cli adottare una scatola a mitraglia di peso pal'i a quella r egolamentare, carica cli pallette da rom. W come quella del can.none da cm. 9 (Ret.) ed in fine di estendere i nuovi proietti al can11one cli pari calibro d a montagna. Tali par eri f urono contrastati dal Direttore del 1° UFercro, il quale mettendo in dubbio la r esistenza del materiale clava parere -sfavorevole all:.1 adozione del nuovo munizionamen to mentr e il Direttore del 3° UFFioro, 1:;ulla scorta dei documenti pervenutigli, manteneva le sue proposte.
La SEZIONE riunitasi perta,n to il 19 aprile 1878 (Deliberazione 11 . 254) dedse di proporre al Ministero : l°) di far eseguire -col materiale di una delle bat terie da 7 esistenti e armate con quattro cannoni da cm. 7 (Ret .) da campagna, delle es-per~enr,e di tiro e di t raino in terreno vario analogo a quello che poteva trovarsi in campagna, e sparamel o con ogni bocca da -
J.083 -
CROJS:ISTOR.I..\ DEL S U PREMO COKSESSO
o' AR':rIGLIEHl!~
,
1874-1915
fuoco 300 colpi con la nuova granata e con la carica suddetta, disponendo gli affusti su teneno cluro e sassoso, e frenu,ncloli per una serie di 100 eolpi almeno; 2°) di incaricare la Fonderia di Torino di allestire le quattro bocche da fuoco da cm . 7 (R.et.) con camera allungata, e la F,o nderia cli Genova cli fabbric.are le granate e di confezionare le cariche; 3°) di nominare una apposita Commissione per le relative espedenze e che, qualora da esse si fosse accertata la resistenza, del materiale, :Senza perdita. di tempo si fossero tradotte in atto le proposte del 3° 'OF1<'ICI0. In px·osieguo di tempo ed in seguito alle nnmer-ose prove cui era stato &ott-opo.sto il materiale da cm. 7 da campag,na nelle varie esercita,zioni e nelle molteplici esperienze eseguite, la COMMISSIONE riconobbe la, 0onvenienza di apportare a tale materiaJc _pare-cchie varianti -che, stndiat~ prima dal 3° UFFICIO e poi sottoposte all'esame del OOMl'l'A'fO a SFJZIONI riunite, furono f1pprovate nella seduta del 5 settembre 1878 (Delibe1·azione n. 295}. Oon dispaccio poi dell'S g-enna.io 1879 il Ministero richiese il parere dell'UrrFrcio e della SEZIONFJ competenti circa la resistenza dcll'atl'usto da cm. 7 da campagna al tiro col nuo·vo munizionamento ,ii granate ad anelli, cari-che di grammi 850 cli polvere da mm. 7 ad 11. La SEZIO~E riunitasi 1'11 febbraio 1879 (Deliberazione n. 270) 0onchiuse che potevasi ritenere accertata la resistenza dell'affusto al tiro con le granate suddette e che perciò n(in occorrevano ult.eriori modificazioni alle sue parti accessorie oltre quelle già proposte con la Deliberazione 11. 295 del OOMITA'l'O. Successivamente (19 luglio 1879) il Ministero con suo dispa-0cio invia.va al OOiVnTA'rO un verbale d·e lla OONIMISSIONEl e tutti i documenti. dei reggimenti d'artiglieria, 5° e 9° rifl.ettenti gli esperimenti fatti sui cannoni da cm. 7 B.R. (Ret.) da campa,g na, col sistema cl'·o tturazione e col gra,no modificati secondo le proposte 0ontenute in un precedente verbale della OoMinssro~m stessa, perchè venissero sottoposti allo studio del competente UD'l<'ICIO ed all'esame della SmzIONE. Per l'assenza di due membri della, ShlZIOl\TE, i predetti documenti furono esaminati dal Omvrl'l.'A.TO a SmzrÒNI riunite nella seduta del 30 -
1084 -
r -·-·- :. I
,,_
f
•
I"""' - ,;
1
It,1 I
,1,
I
..
l_
I
1. !--
- --
-----
. ·-- . ..Fig. 1;5g - C'annom.' tla 7 B .R. Rd . cl~ c,1ill]).lgna .
-
108:-i -
CRONISTORIA DEL STJPRI.<:iVIO CONSESSO D'ARTIGLIERIA
-
18'74-1915
agosto 1879 (Deliberazione n. 361), che pi·opose di modificare ii congegno di chiusura dei cwnnoni cla cm. 7 B.R. (Ret.) da campagna inserendo nell'imbocco dell'anima nn anello d'acciaio con alloggi.a.mento per un anello otturatore Piorkowski, e sostituendo al piatto cavo un pia tto di acciaio pieno; applicaindo poi a tali cannoni il grano a focone di :rame . Intanto, mentre si andavano allestenclo le batterie leggere da campagna armate con cannoni da cm. 7, era allo studio un'altra bocca _da fuoco per . le batterie pesanti anch'esse da campa·gna, che avrebbe dovuto sosti tuire il cannone cla cm. 12 B.R. ad avancarica, il quale, per il suo peso, . per l'esif,'llo munizionamento che poteva trasportare ed essenzialmente per Ùt sua inesattezza di tiro, trovavasi in condizioni inferiori a quelle delle artiglierie contro le quali sarebbe s tato eYentnalmente chiamato a combattere. A r ealizzare una tale bocca da fuoco mirava appunto il colonnello Rosset Direttore della Fonderia cli Torino che domandò l'autorizzazione cli intraprendere alcune esperienze su speciali leghe di bronzo fosforoso per ottenere un cannone cla cm. S,5 di bron:,;o ordinario fornito di tubo in bronzo fosforoso. Il Rosset partiva · dal presupposto che le esperienze in corso s ui nuovi cannoni cln S,5 da campngna avrebbero con tutta probabilità avuto esito sfavorevole, uttesa la troppa cluttilitil del bronzo ordinario, e che per ciò non potentlosi, come altra volta egli aveva espresso, risolvere con tale metallo il problema riguardante la conservazione dell'anima dei cannoni da campagna di calibro maggiOl·e, conveniva per essi di ricorrere a.ll'impiego dell'a'cciaio; ma riconoscenclo che coll'adozione dell'acciaio si sarebbero incontrati altri gravi inconvenienti, egli si era deciso a. proporre la costruzione di un ca11none di bronzo gittato in pretella, fornito di tubatura di bronzo fosforoso, nella fiduciosa speràuza di potere all'uopo utilizzare la maggior durezza di quest'ultimtt lega.
La SmzroNrn riunitasi il 17 luglio 1874 "{Deliberazione n. 28) non solo aderì alla costruzione cli un tale · cannone, ma a s1u., volta propugnò anche la fabbricaz ione di nn ca,rnnone parimenti di bronzo ma con tubo di ghisa o di ferro fucinato. A prescindere da, questi tentativi, la SEZIONE occupandosi cleUe esperienze condott,.e fino a,l lora dalla COMMISSIONE sui · due tipi di cannoni di bronzo di. calibro S,5 e 9,5 da darsi aJle batterie pesanti da, campagna - esperienze tendenti n, decidere se conveniva fa.bbr.i.carle in bronw oppure in acciaio, nel qual caso si sarebbe d.ovuto ricorrere all'industria straniera almeno per le bocche cla fuoco, - nella seduta del 25 gennaio 1875 (Deliberazione n. 40), sott{) la, presidenza del -
1086 -
lL NUOVO CAN.N'O)<Jn PER Lrn BA'rl'J~HI@ i>ESAKTI DA CA)1PAGNA
generale hlenabrea coJ1chiuse : che era di somma urgenza sosti tuire all'attuale canno11 e cla ] 2 <.: m . B.R. delle battci,ie pesanti, un'altl'a bocca cln, fuoco non inferiore a, quella adoperata allo stesso scopo dalle Ar tiglierie e. tcre; e che tale bocca da fuoco andava costrui.ta in acciaio; ccl infine che la sua fabbricazione doveva affidarsi ·all a Cas,L K nipp.
Fig. G54 - Cannone da cm. 1Z Il.R. (Het).
Orient.ato cosi il problema dell'arruameuto delle bnttcrie da cam1lagna pesanti, la SEZIONE si riunl ll 24 aprile 1$75 (Deliberazioue n. 60) J)er l'esame del progrnmma compilato dalla COMM1ss10NE per le esperienze di tiro cln eseguirsi al Poligono di Dtilmcn con· tale cannone d'acchì io Krnpp dtt cm. 8,i; e in sua successirn seduta ùel 9 maggio 18i5 (Deliber:izloue n. G3) conc1·etò definitinunente li J,)rogrammn stesso per modo chi garenUre il maggior vantaggio dello Sta Lo. I risultati ùelle p1·ime cspel'ieuzc espletate a DUlmen alla J)resenzrt òi un'apposita Commissione composta eia nosLri ufilciali d'arliglieria, non corrisposero ai requisiti richiesti e stabiliti pe1· tale bocca da f uoco: dei clue cannoni presenlati dolln Casa costrn ttr ice, uno solo e cioè Quello Jle· sante 492 kg. pote,·a rilenel'si uguale nel suo traccia to esterno al disegno annesso alla con\'enz.ione stìpulata, mentre !'nitro più leggero se ne differenziava notevolmente e con esso, nei tiri eseguiti si erano avu te velocit:t inizi~li e residue sensibilmente iufcrlori a quelle stabilite dalle tavole di -
1087 -
CHO_:..'TSTOUIA
DJ<:L
SUFP.IJ:i\lO
CO); f;ES:50
liARTIGLlEHIA
-
1874-1915
tiro, mentre poi la giustezza cli tiro non aveva ma i raggiunto i dati dell<:. tavole stesse. Questi. rilieYi provccarono un 1mmeroso sc:1rnhio di carteggi tra il :M:in\stero, ln Ce:~cMISSIONE, il Comando ten itori.ali:\ d'artiglieria cli Torino nonché i vari CFFIC1 del Comituto : per ultimo i rilievi stessi formarono interessante materia dl cliscus;,ione delh :::;vroN;; che in clue seclute, tenute rispettiv:1-
Flg;. 655 - Cannone da 8,7 A.R.C. Ktupp da campagna.
mente il 14 ed il 25 giugno 1$75 (Deliberazioni n. 77 e 11. 82), conchiuse proponendo cli lasciare alla Commissione italiana di accettazione inviata a Dlilmen, piena libertà per l'esecuzione delle ulteriori esperienze sui cannoui presentati dalla Casa Krupp onde determinare il proietto e la carica che meglio con veni va adopernre per questi cannoni, e suggerendo altresì alcune norme per l'indirizzo da darsi alle esperienze stesse. Ma nell'ipotesi che le esperienze di Diilmen potessero conchiudersi con esito sfavorevole e quindi per esser e preparati ad ogni evento, la SEZIONE suggeriva di sollecitare la CoMMTSSJONE del Comitato onde imprimere una . m:iggiore celerità alle esperienze in cotso sui cannoni fabbricati in Italia con bronzo compresso e su quelli da cm. 8,5 tubati.
-
1088 -
ACQU IS'l'O DALl,A CASA KlWPP DI
400
CA~i\ONI 1~ ~\ CCI..\10 DA
mc. 8,7
Effettuati al Poligono di vVisbeck presso DiHmeo.1 gli esperimenti di tiro con due cannoni da 8,7 i.n acciaio, di cui uno cerchiato e quindi pesa,nte e l'altro leggero, la questione ritornò al vaglto della SIDZIONE che nella tornata del 14 settembre 1875 (Deliberazione (11 . 106) dando la preferenza al cannone pesante, propose di stipulare con la Casa Krnpp un contratto per l 'acquisto di 400 cannoni coWobbligo di introdurre tutte cjuelle varianti C·o struttive cli <lettaglio che il nostro Governo avesse richiesto entro 1101 dèterminato periodo di tempo . Nella predetta sua tornata la SEZIONE stabiliva poi ~Lltre condizioni sui proietti, sulle polveri, sugli affusti e sui bersa,g li per le esperienze da eseguirsi in Italia con due esemplari' di ta,li cannoni pesanti che la Casa, Krupp doveva inviare da Dùlmen. Oltre a tutto ciò la SEZIONE decideva ancora che si dovesse io::rvitare la COMMISSIONE perchè studiasse e proponesse diversi tipi di cannoni da cm. 8,7 costruibili nelle nostre Fonderie e . rispondent i ai seguenti requisiti. : capacità di utilizzare il munizionament{) dei caomoni da, e.m. 8,7 d'acciaio Krupp, o quanto meno i loro proietti; peso dell'intera vettura-pezz.o con cannone · e con armamenti e con non meno di 30 colpi !Ilell'avant reno ma affardellamento e serventi non compresi, no!t oltre i 1.!)00 kg.; studio dei loro det tagli costr uttivi per renderli per quanto possibile uguali a quelli dei cannoni di acciaio Krupp, onde permetterne la graduale sostituzione col minimo d'inconvenienti; ed infi111e potenza, forza viva iniziale e giustez;1,a di tiro, possibilmente non inferiori a quelle della bocca da fuoco da cm. 8,7 d'aeciaio K rupp. Per ultimo la SEZIONE raccomandava che il tracdato di questi differenti tipi di cannoni da cm. 8,7 si dovesse presentare in tempo utile affinchè la :Fonderia di Torino potesse mettere tali bocche da fu oco a disposizione della Co:MMISsro::s1E prima, della fine del 1876. La C:OMMISSIONB che dal Ministero era stata incaricata di studiare ;1 progetto . di Contrntto con la Casa Krupp per l'acquisto dei 400 cannoni pesimti da cawpagnn, avendo poi sollevato alcune obiezioni circa le moclifich~ introdotte nel pi:ogrmmua delle esperienze da eseguirsi a Torino, la SEZIONE
-
1089 - -
0
CRONISTORIA DEL . SUPRTIJMO CONSESSO D AR'l'IGLIERIA
-
1874-1915
::;i riunì nuovamente il 14 ot tobre 1875 (Deliberazione n. llO) ed uclito ln merito il par ere del Direttore dell'Un>rcro STRAORDINARIO si dichiarò in massirna favorevole all'accettazione delle modifiche introdotte dalla SEZIONE. Di conseguenza la SEZIONI<: propos~ elle nei cannoni da 8,7 il focone venisse praticato nell'otturatore così come nelle (lue bocche da fuoco sperimentate a Dtilmen ed inviate a 'l'orino, anzichè t rasportarlo nel corpo del c;annone così come ! 'UFFICIO s'mAonnrnA1uo a veva proposto e la SEzroNE aveva approvato, raccon:w.ndando por cli invitare r1a COMMISSIONE a studiare il mez.zo di evitare il grave inconveniente cli clover togliere l'alzo ad ·ogni colpo. La SEZIONE stessa faceva poi seguire altre pi:oposte riguardanti i proietti, le polveri ed i bersagli, conseguentemente modificatrici ed integrative di quelle formula.te con la precedente deliberazione 'del 11 settembre 1875. l!"'inal!nente allorchè la COMMISSIONE ebbe definitivamente compilato il progetto cli Convenzione con la Casa Kmpp per la provvista clei 400 cannoni, il :Ministero in data 1° dicembre 1875 t rasmise ogni cosa al Co:i.1rrATO per l'esiime clell'UFFICIO e. della SEZIO;s;E competenti, la quale ultima riunitas i il 4 dicembre 1875 (Deliberazione n. 124), pr·opose al Ministero l'approvazione del progetto stesso. La Casa Krupp avendo pii.r ò domandato cli inserire un'aggiunta in un paragrafo della Convenzione la SEZIONE si riunì nuovamente il 14 dicembre 1875 (Deliberazione n . 125) proponendone al Ministero l'accoglimento.
Sulla, denominazione più c,onveniente da dare a questa nuova bocca da fuoco, la SEZIONE nella seduta del 3 maggi•) 187G (Deliberazione n. 182), associandosi pienamente alle proposte fatte dal 4° Um.i'ICIO convenne di proporre al Ministero quella di « Ca,nnone da. cm. 9 A .Re. (Ret.) )).
Comè già fu detto, contemp()r:rneamente alle tratta tive con la Casa Krupp per l'acquisto di cannoni da 8,7 in a.cciaio, vi erano allo s tudio bocci.te da fuoco dello stesso calibro in bronzo compresso da costruire i n Italia. Prima cli accennare ai varii tipi concretati dalla Co1rM1ss10:-1,;, così cou.1e aveva ordinato il Ministero in seguito alla proposta contenuta nella Deliberazione 11. 100, occorre ricordare che anche l'allo·r a ca.~itano lliancarcli aveva ideato un tipo dì · bocca d a fuoco in ghisa cerchia ta cli ero. 8,7 con relativo affusto; che però non ebbe fortuna in quanto la SEZIONE nella seduta ciel 23 maggio 1876 (Deliberazione n. 186) pur rilevimdo cbe tale materiale rispondeva a tutti i requisiti tecnici richiesti, tenuto conto delle speciali contingenze clel momento esprimeva. par ere nettamente c?ntrado.
Invece per due distinti progetti compilati dal tenente colonnello Enrico Giovannetti, Direttore della Fonclerìa di ~
1090· -
PROG. DJDL GIOVANNE'l'l'I PBR UN CAè\N . DA cm,.
8,7
JK BRONZO co:MPRESS()
T·o rino, in mel'ito alht stessa bocca fuoeo in bronzo compresso, la SEZIONE nelh~ seduta clel 14 luglio 1876 (Deliberazione iJJ . 206) conchiuse a,pprovando in massima i progetti stessi ed a,clerendo anche alla proposta, della OoMMISSIONill concernente un terzo cannone del tipo cli quello più leggero fra, i due pre-
Fig. G5(l - GiuseppE' Bianeàrdi.
i-entati dal Giovan netti, cioè c-011 l'anello nell' aJilima ma rinforzato in culatta fino a raggiungere come limite di peso quello del cam10ne Krnpp dello stess·o cali.bro e con lo stesso ra,pporto fra la larghezza clei pien i e quella, delle righe. Dato che lo shrap,~el in esperimento stava per essere adottato, sì ammetteva la convenienza cli conservnre ii tubo mobile cli caricamento, senza del quale si' sarebbe dovuto modifica re la grnnata e sostanzialmente anche lo shrapnel, e quindi intrnprenclere nuove esperienze. La SEZIO)li,; rilevava poi che nlle faecie piane clegli zoccoli cli questi tre_ cannoni si sarebbe dovuto dare uno scostamento tale da consentire cli incavalcarli sugli affusti da cam. pagna mod. J.844; elle <lovevnsi richh1mare l'attenzìone della C0Mi,ussro1,'E sulla lunghezza da darsi alla culatta per consentire di appoggia'rsi senza inconvenienti snl congegno cli punteria in tutte le posizioni cli elevazione
72
1091 -
CRON ISTORIA
DID!.
SUPREMO CONSms so D' AU'L'fGLIERfA
-
1874-1915
• I
i I
IL__
_ _ .
Fig. ()57 - Affusto a deformazione da campagna l\:fod. Biancardi.
-
1092 -
ESPERIIDNZID CON 1 'l'IPI DI CAKNO~l I N BHONZO COMPRESSO DA
cm. 8, 7
e di depressione, e infine che i tre cannoni dovevano essere sottoposti al più presto possibile a prove comparative. Fatti costruire i tre cannoni e sottoposti ad alcune esperiemr.e preliminari, i risultati furono inviati all'esame della SEZI OKE che nella seduta del 13 dicembre 1877 (Deliberazione n. 243) . propose : di autorizzare la Co11MISsI0NE ad eseguire 900 colpi con ciascuno dei tre pezzi da cm. 9 (Ret.) cli bronzo compresso, seguendo le norme contenute nel relativo programmà ; di spinger e, nel caso di favorevoli risultati, tali prove ad oltranza co.l cannone miglìore ; e qualora poi gli otturatori in bronzo avessero dato cattiva prova od avessero lasciato fondati dubbi sulla convenienza del loro impiego si
F ig. 6i38 - Eni:ico Gi(!vaunetti. proponeva non già cli arrestare le esperienze, ma bensì di sostituire agli otturatori in bronzo altri otturatori d'acciaio; e se del caso, di allestire in tempo altri due cannoni con otturatore d'acciaio ed eseguire con essi fin dapprincipio le medesime esperienze. In seguito ai soddisfacenti risultati ottenuti nelle esperienze, la COMMISSIONE nella sua relazione al Ministero presentò alcune proposte, tra le quali quella per cui le batterie da campngna di maggior calibro della nostra Artiglieria da campo adottassero il cannone da cm. 9 (Ret.) di bronzo compresso, secondo il tipo sperimentato e< Compresso I>), nonchè quella tendente ad ottep.tire l'autorizzazione di proseguire le predette esperienze spar ando ancora un migliaio cli colpi allo scopo cli definire meglio alcuni particolari occorr enti per completare il perfezionamento di tale bocca da fuoco. Dette proposte dopo essere state vagliate dal Direttore del 3° UFFICIO,
-
1.093 '-
CRONISTORIA OBL SUP!Wll\10 C01'iSES::i0 D' ARTIGLHlHfo
-
1874-1915
passarono ali 'esame della SEzxo::,;E <:Ile nella secluta del 30 lllflrzo 187() (Delibeta'.tioue n. 279) conchiu<leva per l'autorizzazione alla Co:.n,nssroxr,; di eseguire i proposti altri mille colpi <;ol cannone « Compresso I )J ai fini indicati e doè <lurante il tiro provare l':mello otturatore (l'acciaio ed il grano a focone di speciale lllOllello, e mentre poi la CoMMrssioxE procedeva a determinare gli aèccnnati varticolal'i, la Fonderia di Torino avrebbe dovuto fondere ed allestire quattro cannoni cli tale tipo, quanti ne occorrevano per assegnarne uno per ciascuno ai Poligoni cli Colfiori to, Sassuolo, Cecim1 e Lombardore, ove i reggimenti cl'artiglieria d a campagna avrebbero dovuto sperimentarli ul ti ro e quindi assicurarsi del perfetto funzionamento del s istema cli chiusura e del grano a focone. I quattro ca nnoni in questione .si :sarebl)ero dovuti fond ere acl un titolo cli 8 a 9 % di stagno, come i cannoni speriwentati « Compresso I» e e< Compresso II >), ma con s istema cli chiusura avente l'anello nell'anima da definirsi insieme al grano a focone in base ai risultati .che si sarebbero avuti dopo i mille colpi. Intanto mentre presso la Casa Krupp si andavano allestendo i e:ommessi cannoni pesanti da campagnn, Ja· CoMllfrssIONE continuava g l i. t-t.udi concernenti gli atr.usti ed i carreggi in lamiera per i suclclet.ti cannoni · Krupp e per quelli dello stesso cu li!Jro in bronzq comp_resso d~ costruirsi in ) talia, noncbè gli studi riflettenti ln trasformazione dei materiali. da c1tn,pagn;1 Mod. 1844 per adattarli olla predetta bocca cla fuoco. Il progetto di atiusto in lamier:1, sia di ferro che cli acciaio, fu disc-usso dtllla SEZIONE che nella seduta clel J!l febbraio 187G (Deliberazione n. 156), su conforme parel'e del Direttore dell'UrncIO s1%101m18Atuo, propose : cli dover invitare la COMMISSIONE a presentare il progetto completo dell'affusto e dell'avantreno realizzando alcuni speciali requisiti ; che, una volta approvato il tracciato clelJ'at'f.usto, si procedesse alla costrnzione di quattro esemplari, di cui due con cosce e sala di ferro, e gli altri due con cosce e sala di acciaio; ment re poi clw le lamiere di acciaio grezzo si dovessero acquistare dalle Officine Krupp e; da. quelle clel Creusot precisando che la piegat ura dovesse eseguirsi a mano dai nostri Stabilimenti : in altri termini la SEZIONE occupan.dosi della costruzione degli atl'.usti metallici intendeva. di risolvere contempora neamente anche il problema. tecnologico del ripiegamento delle lamiere, per il qm1le proponeva, non soltanto cli p1:ocurarsi le necessarie informazioni dall'Estero, ma. cli invitare frattanto lu CoMMrssro::-1E a studiare la possibilità. cli ripiegmnento <-1.elle lamiEire con (lclntti stiimpi sia col torchio idraulico della Fonderia cli •rorino, O[)lrnre con un qualunque altro sistema provvisorio cli riscaldamento. Per la trasfonnazio11e dei materiali Mod. 1844 al fine di aclattarli alle batterie armate con cannoni dn cm. 8,7 denominate e< batterie di cannoni da cm. 9 A.R.C. (Ret.) », la SEzIOKE nella seduta del 6 luglio 1876 (Deliberazione 11. 201), dopo ampia discussione propose in massima l'accettazione di tutte le rnodificn:,;ioni incl!~ate fl itlla CoMMrss10NE, comprese quelle r elative al lllUnÌ7.!0U:l!llFò'\'0.
-
:).094 -
Al•'l<'USTO !:si ACCIAIO PEH IL CA~NO);!•) DA
cm. 8,7
In quanto agli affusti in hlmiera, 11vcndo il Direttore <1d 4° UFFICIO · proposto l'm:o deìl'11c,ciaio a preferenza del ferro, la Si;z10NE nella seduta del 19 aprile 1878 (Dcliùerazionc D . 25(i) facendo sue le condusioni tl el Din;ttore del 3° Gn-ic10, <·lle per rngioni di competenza era stato incaricnto dal Ministero <li rift!1·ire i11 illc)rito, deliberava (li 11roporre al Ministe1·0 stc~so ili
Fig. G59 - Cannone tla 87 B .R. (Ret.) Mod. 1880.
lasciar inva rin te le prime tre proposte contenute nella Deliberazione D. 156, e di modificare la quarta nel senso che, abolito il confronto fra l'acciaio ed il f erro, -non appena fosse stato a1mrovato il tracciato dell'affusto studiato secondo le nonne prestabilite, si dovessero· costruire due affusti con cosce e sala di acciaio, coll'avver tenza elle il prepondera nte ,del pezzo sulla coda doveva essere minore <li quello che grnvava sulla coda degli affusti Mod. 1844 modificati per cannoni cla cm . 9 A.R.C. (Ret.).
1095
CRONIS'.l'ORIA DEL SUl'l!E):IO CONSIJ:sso D' ARTIGLIERIA
•
1874-1915
Il progetto di questo materiale in acciaio fu esaminato dalla Sezione che nella sednta del 31 maggio 1878 (Deliberazione 11. 259) conchiuse per l'approvazione di massima sugge1·end.o alcune varianti costruttive. L'idea pe1·ò di costruire per il cannone da cm. 9 predetto anché affusti in ferro non f u abbandC>nata, elle a nzi in esecuzione alle propos te contenutè nel verbale n. 156 la St:ZIONE si rilml il 17 luglio 1879 (Deliberazione n. 292) per esaminare appunto clue progetti di tale affusto in ferro, e poichè i suoi Membri erano già edotti cli tutti t clocumeii ti relativi ai progetti in questione, la discussione si limitò sulla convenieuza o lllt::no dell'impiego dei cilindri di caucciù p~r otte11er<> l fl <sospensione elastica del sistema, già vantaggiosamente realizzata in Hussia. La SEzro:r,,i,; propose quindi di interessare la Direzione dell'Arsenale '.1i 'l'orino per la costruzione cli clue affusti, cli due nvantreui e di due canimunizioni secondo i progetti di massima presen tati dalla CouMrssroNE, che avrebbe dovuto fornire tutte le indicazioni necessarie e tutte quelle eventuali modificazioni che, s;enza cambia re il sistema, potevano riuscire vantaggiC>Se. Allorchè poi i suddetti materiali fossero cost ruiti, la stessa CoMM I SSIONE doveva suggerire quelle ulteriori moclifiche che le esperienze preliminari avessero indicato, e prima della definitiva adozione del nuovo waterial.e procedere quindi ad esperienze su più vasta scala . La Direzione del!' Arsenale di '.rorino cloveva a sua volta provvedere nel minor tempo possibile da llr 0/licine Creusot, 'Terrendi,r e e Saint Cbamond le otto sale d'acciaio e le lamiere d'acciaio dolce occorrenti per gli affusti, e preparare il for no e gli attrezzi necessarii per r ipiega re l'orlo dell<:! cosce col sistema seguito presso le Officine del Creusot.
In seguito tt , questa Delibera zione il Ministero della Guer·ra oon dispaccio del 4 ottobre 1880 comunicava a,l COMI 'l'A'I'O il programma delle esperienze che si dovevano eseguire ool nuovo materiale d'acciaio cla cm. 9 (Ret .), programma che doveva essere sottoposto all' esame {lella SEZIONE : ea,usa però l'aissenza di due membri della SEZIONE, l'esame di tale programma delle esperienze di. tiro e di . train o fu fatto dal Ooi\H TA'l'O a SrnzroNr riunite nella seclut•a, del 12 ottobre (Deliberazione n . 482), che lo ·approvò in mas~irna, <.:On alcu ne li<~vi varianti. Per conchiuclere in riguardo al materiale in lamiera da cm . 9 (Ret .) la SEZIONE si riunì il 21 muggio 1883 (Deliberazione n. 392) · proponendo che si addivenisse subito alla compilazione dei contratti necessari per la pr ovvista delle materie occorre nti all'allestimento del materiale stesso per un quantitativo cli 50 batterie e, successivamente, si riunì ancora il 9 gen-
-
1096 -
LE AR'.l'lGLrnJUE o' A'l'TACCO 1:: DIFBSA E DA COSTA
nnio J.884 (Delibermiione 11. 404) approvumlo le proposte della Commissione per l'accettazio1w di tali materie.
Fra le varie questioni trattate dall.1 SEZIONE nei giorui , 13 e 14 maggio 1874 (Deliberazi,one n. lG) ,c;oll'intervento dei comandanti territoriali d'artiglie1·ia, ve 11e fli una assa,i im portante riguardante le a,rtiglieri.e da attacco e difei;;a e le artiglierie da cO$ta, questione importantissima, studiata, dal Direttore del 3° UFFICIO per la fornrn.:t.ione di un completo sistema di tali artiglierie, ,s istema elle costituì il pr·ograrnmu. basilare delle boe-che da fuoco che sncc-cssivamente armaron0 tali specialità delF Arma. Secondo il Direttore del 3° UFr,·rcro, le bocche bocche da fuoco da muro allora regolamentari che entravano nella composizione dei Parchi d'assedio e servivano per la difesa delle Piazzeforti più non corrispondevano ai progressi fatti in quegli ultìmi anni nelle costruzioni delle artiglierie d'attacco e difesa, nè potevano reggere al confronto cli quelle, assai pii1 potenti ed esatte, adottate presso le maggiori Potenze estere, tantochè in riguardo di tali nostri materiali si imponeva una radicale riforwa, tantopiù utile, necessaria ed urgente, in quanto, dovendosi da noi costruire nuove opere di fortificazione, importava che esse venissero armate con bocche da fuoco dei tipi più perfezionati. A. questo proposito il predetto Direttore ricordava che quando egli era Direttore del J.0 Ufficio del preesistente Comitato d'Artiglieria disciolto nel 1873, aveva richiamato l'attenzione di quel Consesso sulla formazione dei nostri Parchi d'assedio ed avev.a espresso l'avviso elle, per soddisfare alle esigenze dei nuovi metodi di condurre gli asseclii, sarebbe stato necessario che i Parchi stessi fossero composti con i seguenti tipi cli artiglierie rigate a retrocarica : Obice t1a cm. 22 di bronzo; Cannone lungo da cm. 15 di ghisa; Cannone corto da cm. J.5 cli ghisa ; Cannone da cm. 12 cli bronzo. Però; dopo . 1iuovo e maturo esame, lo stesso Direttore opinava che all'obice da cm. 22 sarebbe stato prefet·ibile un obice da cm. 20, nella considerazione cbe conservando alla granata il peso di 70 kg. e senza oltrepa·ssare il peso di kg. 2.800 dell'obicè cla cm. 22 B.R nè compromettendo la resistenza della bocca da fuoco, si sarebbe potuto aumenta're la. · cariéa ed accrescere la lunghezza dell'anima onde ottenere 11iù lunghe. gittate e maggiore forza di penetrazione, mentr e che se si fosse voluto mantenere l'attuale calibro cli 22 cm. con l'introduzione della retrocarica, si correva il rischio di avere una bocca da fuoco troppo pesante. Altre ragioni militavano poi ancora a favore dell'obice da cm. 20, e fra l'altre quella per cui reputandosi indispensabile per la difesa delle -
1097
cno:.'US'.CORIA Dli)L SUP l!Eìl:CO CONSESSO
o)AR'l'IGLIEHIA - 1874-1915
Piazze di avere una bocca da fuoco lJiù potente cli quella da cm. 10, che stava per essere introdotta nei Parc hi, era stato proposto un cannone da cm. 20, la cui eventuale adozione nvrcbbe evidentemente consigliato, per la tanto auspicata seruplifìcnzione del munizionamento, un obice dello stesso calibro. I n conseguenza delle ul time proposte r isultava quindi che: il cannone da cm. 15 corto, già fl.lSO e che s tava per essere sperimentato, avrebbe avuto per speciale oggetto di eseguire i tiri in breccia indiretti, la cui grande utilità era stata dimostrata nella guerra franco-tedesca ; quello corto da cm. 12 in bronzo, esso pure già studiato ed in procinto cli essere provato, sarebbe s tato destinato a s nrrogarc il cannone cla 12 D.R. elle non aveva nè sufficiente forza bitlistica, nè tiro abbastmna esatto per lo scopo cui doveva servire; il cannone dn cm. 15 lungo sar ebbe s tato il vero cannone cla breccia, come quello più r.1 tto a controbattere le artiglierie della difesa, e dotato di una forza di penetrazione e di un'esattezza cli tiro r.1ssai superiori a quelle del cannone allora in servi¼io da ero. 10 G.R.; finalmente l'ob:ice da cm. 22 avr ebbe dovuto essere sostituito coll'obice da cm. 20, col quale si sa.rebbe potuto lanciare una granata-milia di effetto lllOlto potente per distruggere i parapetti cli terra, avrebbe concorso col cannone da cm. 15 corto nell'esecuzione clei tir i in breccia indiretti, cd avrebbe tenuto il posto di un cannone tedesco da cm. 21 cor to, che cla informazioni ris ul tava adottato dalla Germania per i P archi d'assedio. · Considerando però cl.te i s uddetti tipi cli bocche da fuoco non sarebbero stati s ufficienti per l'armamento delle :Piazze, per le quali occorreva un cannone più potente di quello lungo da cm. 15, il predetto Direttore del 3° UFFICIO proponeva ancora. lo studio cli un al tro cannone di calibro intermedio e che cioè poteva essei·e fissato in cm. 20. Lo stesso motivo induceva poi ancora il 3° Un>rcro a proporre un obice da ero. 24 G.R.C. da adoperarsi colla stessa grrinata del cannone da cm. 24 e con una carica da 7 ad 8 kg. di polvere. _ Infine per coroplet:tre le sue proposte e provvedere altresi ad una difesa più efficace clei fossi e dei fiancheggiaroenti di non rilevante lunghezza, H 3° UFFICIO proponeva ancora di destinare per questo ser vizio le roitrnglieni, quando le esperienze in corso avessèro indicato un modello realmente di uso pratico e non troppo costoso, od altrimenti l'obice cla cm. 15 G.L. in serviz-io, trasformandolo a retrocarica e adattandolo sopra un ceppo senza rinculo od a rinculo elastico. \7""
In conclusione le proposte d<~l 3° UFFICIO, i.n· riguardo alle artiglierie da costa e cla attacco e dife~a, accompagnate da parecchie considerazioni sui sistemi di rigatura e di otturazione, .sul peso del proietto e sulle cari.che da adottarsi per ciascuna di esse, si concreta-vano n elle seguenti bocche da, f uoco: Cannone da cm. 32 G~R C. (Ret.) da costa,; Obice cla cm. 32 o -
1098 --
1 CA LIHHl DELLID AR'l'IG LII<:RIE D' ATl'ACCO E DH' rnS,\
Il)
DA COS'l'A
29 G.RC . (Ret.) da, costa; Cannone da, cm. 24 G.R..O. (Ret .)
cla costa; Obice da cm. 24 G.n..c. (Ret.) da, pinzz:1 e da costa; Ca.nn1onc da cm. 20 G .R.0. (Ret.) da piazza, e da costa,; Obice da io B.R (Ret.) da attacco e difesa; Cannone lungo da cm. lG G.RO. (Ret.) da attacco e difesa; Oannonr. corto da cm . J5 G.RC. (Ret.) da attacco e cU.fesa; Cannone eorto da cm. 12 B .R (Ret.) da attacco e difesa.
lfig. GGO - Cann one <la 12 G.R.C. (Ret.) e cum10IH; da. 12 B.R. (Ret.) .
Dopo lunga e minuziosa, discussione dell'importamte problema-, la cui soluzione non ammetteva indugi, quella Congrega di generali - costituita dai membri della SEZIONE e dai coma,nclanti tel'ritoriali d'a,rtiglieria - , associandosi in massima alle pi·oposte d(-ll 8° U FPTCJO per la m.iglioN! sistemar,ione delle nostr e a,rt.iglierie da. costa e da attaceo e difesa, cornvennc che si dovessero .snbito infaiare gli studi riferentisi all'ado zione: di nn n uovo obke di ca.libro prossimo ai cm. 30 da sostituire quello in servizio da, cm. 22 G.R..O. per la difesa delle coste; cli nn cannone di maggiore potenza d-el cannone da cui. 16 O.R. e non molto diverso da, cm. 20, da servire per la difesa delle piazze ed eventualmente da destinare, in pie- · colo num.ero però, anche per la composizione dei Parchi d'a-si:;edio; del n novo obice pr-oposto in sostituzione di quello da cm. 22 B.R.. , nuovo ,ebke che avrebbe dovuto avere l'identico calibro del predetto cannone. 'l'ntte e tre queste 01uove bocche da fuoco dovevano essere a retrocarica con quel sist<~ma di -
1099 -
CRONISTORIA DEL
SUPBE;vro CONSESSO D) AR'.rIGLIIDRIA
·
1874-1915
otturazione che le future esperienze avrebbero dimostrato oome il più conveniente. Jì: interessante pai,sare in rassegna le principali deliberazioni prese dalla SmzIONE in merito agli studi condotti per le .bocche da fuoco da a,ttacco e difesa in armonia appunto alle proposte contenute nella, Deliberazione n. 15 testè esaminata, · e seguirne poi gli ulteriori sviluppi conseguenti dalle successive, nuove e più importanti esigenze. Le prime prove con i nuovi cannoni da cm. 12 B.R. e da cm. 15 G.R. corti furono eseguite a.} campo di San Maurizio nel' settembre del 1874 ed il relativo verbale fu esaminato dalla SEZIONE nella tornata del 10 dicembre 1874 (Deliberazione n. 34). Or a poichè in tale Verbale la COMMISSIONE per le artiglierie da attacco e difesa, rilevando il guasto della chiocciola di bronzo del cannone da cm. 12 avvenuto dopo il primo colpo, aveva tratto argomento per affermare che il sistema di otturazione a vite, mentre serviva bene per i cannoni cerchiati di grande potenza, era cli difficile applicazione per i cannoni di bronzo, la SEZIONE, dopo ponderato esame, conchiuse proponendo : di 1iparare il cannone guasto coll'applìcazione cli una chiocciola di metallo più duro onde poter continuare le esperienze; di commettere aJia Fonderia di Torino l'allestimento di un secondo cannone da cm. 12 B.R. (Ret.) con chiusura 11 vite, con tutte le modificazioni ed i perfezionamenti che avessero potuto giovare alla sua solidità, rimandando però l'applicazione della chiocciola praticata in un tubo metallico più duro, a dopo i risultati ottenuti con le prime prove ; di ordinare lo studio e la costruzione di un cnnnone da cm. 12 13.R. (Ret.) con cÌ1iùsura a cuneo da sperimentarsi comparativamente ai precedenti; di continuare le esperienze in corso di prova col cannone da cm. 15 G.R. (Ret.) corto; di far studiare dalla COMMISSIONE stessa e costruire dalla Fonderia di Torino un altro cannone da cm. 15 G.R. (Ret.) corto con chiusura a cuneo. Seguivano poi alcune proposte circa il programma delle esperienze, ed infine quella tendente ad ottenere dalla Prussia i disegni esatti dei cannoni da cm. 12 B.R. (Ret.) e da cm. 15 G.R. ecl A.R. (Ret.) corto e lungo, da servire nello studio delle nuove costruzioni.
*** Intanto, il Direttore della, Fonderia di Torino, colonnello Rosset, nel febbraio del 1875 Ìtil una sua, comunicazione, trattando della maggiore difficoltà di lavorazione e del maggior 1100 -
S'l'UDI IW J;;SPEHIE"ZE PER L 'O'l'TURA'l'ORE DEl,LE ART. D, A'l'rACCO lll Dil<'IDSA
costo del sistema cli chiusura a vite in confronto di qnello a cuneo, propose a.Ua competente C01vrn11ssI0ì\"E di 1mzmre studii ed esperienze !:>Ul metodo di otturazione con fond(~lli mo.bili, a similitudine di quelli in rame adoperati per l' ottu · razio(lle dei. cannoni Reffy-e, o di quelli adotta,ti in Austria ed in Belgio allo sc<>po di agevolare la, soluzione del proble ma che .già si dibatteva da lungo tempo circa la migliore chiusura da adottarsi per le . nostre artiglierie éltt attacco e difesa. La SEZIONE interpellata in proposito, nella sua tornata del 3 aprile 187:5 (Deliberazione n. G7) si espresse favorevolmente agli esperimenti in questione, cosicchè quondo la CoMMISSIO~E fu invituta dal :Ministero ad iniziare le prove comparative sui cannoni da cm. J2 B.R. e da Cill. J.5 G.R. corti, proposte dalla SEZIONE con la Deliber::izione n. 34, per verificare qu::ile dei due sistemi di chiusura off.riva maggiore facilità di maneggio, di conservazione e cli puli7.ia nonchè di continuazione ùel fnoco, il Direttore dell' Arsennle tli 'l'orino rilevò che tali condizioni potevano essere più facilmente r ealizzate quando con apvositi esperimenti si fosse dimostrata la bontà del_l'otturazione con fondelll mobili di rame o di tombak adoperati già cla alt.re Artiglierie estere. lD siccome contemporaneamente la s uddetta Co:-.tMISSIOl\"E era stata incaricata di compilare un progetto cli massima riguardante uu cannone a retrocarica da cm. 15 lungo, cosi essa entrando completamente nell'on1ine delle iclee manifestate dal proprio Presi(]ente, colonnello Rosset, concretò una serie cli propo;c;te rhe passarono al vaglio della SEzIOl'iE nella tornata del 20 maggio 1875 (Deliberazione n. 67), che, dopo lunga discussione, propose cli· intrapr endere esperienze in rigmudo clell'otturazioue con fondelli mòbili di rame o cli tombak per i cannoni d'attacco e difesa e da montagna aventi la chiusura a vite e cioè sulle seguenti bocche da fuoco: due cunnoni da cm. 12 B.R., cli cui l'uno da costruirsi nuovo e l'altro in corso di riparazione; un c:mnone da cm. 15 G.R. corto, da costruirsi con la chiusura a vite; due caIDJoni. da cm. 15 lunghi in progetto; e per ultimo un cannone da cm. 7,5 cla montagna anch'esso con chiusura a vite, cla gittarsi in bronzo condensato secondo il sistema Rosset. In caso poi di esito sfavorevole cli tali esperienze, su conforme proposta della CoM1111ssroNE, nei cannoni d'attacco e difesa· e da montagna, da costruirsi ex-novo con la chiusura a vite, ·si sarebbe dovuto praticare un solo alloggiamento per l'anello espansivo; e ciò trovava la sna ragion d'essere nelle r agioni a.ddotte a tal proposito ·dalla COMMISSIONE nel senso che mentre per i cannoni da costa si r endevano necessari due alloggiam!'!nti allo scopo cli evitare un'interru.zione del fuoco nei casi di tiro rapido quando per una qualche sfuggita cli gas si fosse potuto guastare l'alloggiamento ordinario, viceversa per i cannoni d'attacco e difesa il secondo alloggiamento sarebòe stato superfluo per il fatto che col tiro assai più lento
-
1101 -
CH0 .1\ISTOIOA
DEL
SUl'HEi\10
CONSI•::sso o ' AU',L'lGLIEHL \
•
1874-1915
esegui to nelle guerre d'ui;scd io l'en!utunlità di un guasto si sarebbe potulv tliflicilmeute Yerificare e che in ogni ca:;l• si sarebbe facilmente potuto 1·1parn rc sul luogo stesso ùcll':tzione. l'er le esverienze co1n11tn·a Live frn i Yarii. sh;l:cwi di otLurazione col due canuoni eia cm. 12 B.R. Jn Si,;zIONE es11resse il vurere cl.te si do\'esse inoltrare la co01messa cli tali bocche da fuoco iu conformil:ì del tracciato di lllnsslma µresentato ùalla Co:ul! 1ss10N1:: con i suoi disegni, per cui 11 primo aveva la chiusura u ritc e l'unirna lunga llllll. 2.440, ctl il secondo la chiusura n cuneo e l';mim:1 lunga mm . J..!)1:1, nvYerteudo però che il focone venisse prnticalo negli otturatori nuzichè 11el cor po del cannone. Questi ùue canno11i do,·eyano essere fusi in bronzo In pretell:i, o meglio ancora in bronzo condensato, sempre quu11clo questi metodi di fus ione non uvcssero al'l'ecato nn notevole 1·iwrdo all'c,;ccrndone delle esperìeuzc, e coll'a.vvei:tenza che nel timnone con ottnrato1·e a vite si clol'esse prali<:arc la chiocciola nel brom:o stcsi,o clel cannone fino a the gli effetti del tiro non a,·essero dimostrata la neces.;;ità di ricone1·e ad una chiocciohl cli ri11orto in metallo più duro. S i sarebl)'.! pure ,lon 1to COUJ!llcttel'e due cn m,oni da cm. 1;; cli ghisa corti, cli eui uno con chiusu ra a vile P<!I' l'imp'iego cli fondelll mobili secondo il tlisegno vniseutato clall:1 Co~r ~ussmr-r., e l' altro con chiusura a cuneo, entrnrnbi per essere pro,·all in confronto a quello già in Yin di esperimento, cssenzial01ente sotto il duplice punto cli vista deiln fa cilità di servizio •! dl.!.lla conservnzionc della bocca da fu oco. Per i cu1111oni eia 12 e da 15 cor ti la lnngl.lezza degli orecchioni e le, scostamento degli zoccoli avrebbero don,to essere tali cla poter incavtùca!'e entrambe queste bocche d:i fuoco sopra un medesimo affusto in lamiera cli ferro. Tn merito nl crmnonc cl n cm . 15 lungo, la Co~nrrss101'1" avendo, per un :r:alinteso, pro<'ccluto al rela tiYo studio nel presupposto che tale bocca dtl fnoco sarebbe st.1ta asseg11ata a difesa, mentre ben clh·crso era si.alo lo spirito della proposta contenuta nel vcrb:ile n. 15, la s~;zro1'--,;; propose cli invitare la. CoMMlSSTO:'i'f; a stuclinrc un nuovo tracciato cli cannone ct:i cm. li:> lungo, clì ghisa cerchiato con chiusura a vite da assegnarsi, oltrcchè alla difesa, SJ)ecialmente all'attacco e dotato per ciò della maggior potenza possibile compatibilmente colle condizioni di mobilità e di du rata, r ichieste dalle bocche cla fuoco del Parchi cl'aS!>Cdio. La lunghezza degli orecchioni e lo scostarocnto degli ioccoli di tale cannone clovernno determintn·si in modo da poter essere eYentualmente lnc11Yalcato sullo stesso :iffusto destinato nl cannone da cm. 16 G.R. La SEZT01'E conchiucleYa proponendo di incaricare la Fonderia di Torino di allestire due di questi cannoni cla cm. 15 lunghi per essere sperimentati dapprima coi fondelli moblll, e poi coll'otturazione ·simile a quella dei cannoni da 24 ma con un solo alloggiamento per l'anello a forzamento, qualora i fondelli mobili avessero dato esito sfavorevole. Selllpre in tema di ol:turnzione, la SEZIONF. propose anche di sperimentare il s istema a vite coll'applicazione dell'anello Piorkowskl alla testa del-
-
1102
S'.l.' UDIO DBI
ì\fAGGI01n CALI.ERI DELLE AR1'IGLIEIU E
o' A1".l'ACCO
I);
OIF'f)S.'\
l'ottu.ralore, (:0.Struendo all'uovo dué cl.i questi olturatori, u110 per il cannone da cm. 12. e l'a ltro per il cannone d a cm. 7,5 cla montagna, a seconcla delle indicazioni di massima fornite dai due di.segni r elativi, annessi a l parere del i!0 u~ncro. Le esperienze cla farsi col cannone da cm. 12 andavano subonlin ,.te · al caso di esito sfavorevole dei fondelli mobili e a\'t!Y:.tno lo scopo di p,1mgo1rnre in tal caso l'anello Piorkow.ski con quello ordina!'io. Nell 'esecuzione .di tutte· queste csperiern>.e .si dovevano tener pl'esenti le proposte contenut" nella Deliberazione n. 3<) e concernenti gli a1Iust i. Infine le granate da allestirsi pet i canuoni da cu1. J2 do,·evano esser<! dd tipo cli quello prussiano cosi come aveva µroi,osto la COò!ìlH ss10:-si,: che doveYa comµilare il ptogramma delle ~~sverienze rht sottoporre all'esarncdt!ll'Un-rc10 e della SEZIONE competent i.
Mentre s i conclu<'eYano gli s tudi e le esperienze per le bocche dii fu oco d'attacco e difesa da cm. 12 e 15 il Ministero con dispaccio del 24 f ebbraio 1875, nel cowuuicar e al presidente del Co:MITA'l'O le determina7.ioni pn1se iuton10 all'inclitizzo da clarsi allo studio degli affusti d'attacco ,~ rlifcsa, partecitJò tl'av<ir pu r e approv:ito in nrnssirua le proposte cir ca un sistema corupleto cli artiglier ia a retrocarica st abililo <lalla S1::zro:sF: competente in uuione ai coma ndanti ttirritoriali del!' Anna. con la Deliberazionù n. 15, e di corn;entire s ull'omiort unità degli studi.i da farsi per detetminar,: le bocche da fuoco componenti il sistema stesso. Passnnclo quindi acl osset·· vare come questi stndii fossero già avviati per i piccoli ed i medii calibri, e avendo già n.nche dato incarico alla Ccr:.1MrssrnKE di l)l'Ogettare il cannone lnugo da cm. 15 <li ghi:sn, ,ed essendosi d'nltra P'.ll'te già pr ovvisto per il cn libro massimo col cannone cla cm. 32, il :VIinistero invitò il presidente dd COMITATO ad interpellare la Si,;zrn:-sr,; se, tenuto conto che la Co::.i:i\rrssroxv. per le artiglierie d'nttacco e difesa g ià si occupava de'i calibri minori e dei loro affusti da servir e ver l'a rmamento delle P ia7.ze e Parchi d'assedio, non fosse stato il caso di interessare pure la Coi\rMrssroNE stessa a studiare fin cla. allora i maggiori calibri e r elatìvi affusti, invi.tandola n.· concret are delle proposte in armonia alle idee espr esse nella citata Deliberazione r1. 15 ed a formulare quelle a ltre che avesse ritenuto opportuno. L11 SEZIONE riunita-s i il 19 maggio 1875 (Deliberazione n. 69) convenne pienamente nell'utilità d<>lla proposta clel Ministero poichò era questo l'unico mezzo per riuscire allr;L deterrnfo1azione di bocche da fuoco uniformi non soltanto nel loro tracciato generale ma anche 1wi loro dettagli, · condizione quesbL e~senzialissima se· si voleva rendere il servizio d'artiglierhL ·meno diffi.cilc di quello che allora esso era. Le bocche da fuo,co che a,ncora, restavano da studiare per
-
1103 -
CRONIS'l'ORTA DEL SUPIHJMO CONSESSO D, ARTIGLIElUA
1874-1915
completare il sistema delle nostre artiglierie a retrocarica, secondo le proposte contenute nella Deliberazione u1 . 15, e che bisognava incaricare la COM.MISSIONE cli progettare, erano : un obice cla cm. 29 o 32~ o di quell'~~ltro calibro che si fosse ravvisato più accondo per la difesa delle coste; un cannone cli ghisa cerchiato del calibro di cm. 20 ·O 21 destinato essenzialmente all' arma.mento delle Piazze ed ecce--z,ionalmente anche all'attacco; ed un obice di bronzo dello stesso calibro scelto per il predetto cannone, da assegn arsi ta11 to all'attacco . che alla difesa della fortew,c, in sosti tuzione · dell'obice chl, cm . 22 B.R ad ava.ncarica. Limitandoci per ora a pnrlare del cannone e dell'obice da cm. 20 o 21 rileveremo che il cannone do,eva essere essenzialmente destinato alla difesa delle Piazzeforti per armarne i salienti t~d assicurare così la superioritii dell'artiglie.r ia dell'assediato sopra quella clell'atta.ccame, e perciò non occorreva preoccuparsi gran che del peso e della facilità clel traino, essendo ecceziona le il caso in cui una tale bocca da fuoco !::arebbe entrata a far Q.8.1'.te cli un~l'a.r.cu d'as:;_edior mentre del r esto iu t(l l caso si sarebbe p1:ovveduto con adeguati mezzi eccezionali di trasporto. Questo cnnnone avrebbe dovuto essere di ghisa c~irchiato con chiusura a viti; e con sistema d i otturazione i.clentico a quello che, in seguito alle esperienze in corso, sarebbe stato ac1ottato per il cannone da cm. 10 lungo. Il peso cl<~lla gra11ata avrebbe potuto vari.are all'incirca dai 70 agli 80 kg. e il peso della carica clai 10 ai 12 kg. L'obice avrebbe dovuto avere lo stesso calibro del cannone, cioè all'ir!circa di cm. 20 per poter lanciare la stessa granata con una carica da 4 a 5 kg.; si sarebbe dovuto costruire in bronzo, e poicbè poteva esser<~ assegnato tanto all'armamento delle fortezze che ai Parchi d'assedio, doveva essere mantenuto nei limiti di peso compatibili con tale duplice impiego; avrebbe dovuto avere pure la chiusura a vite, a meno che le espe1ienze comparative che si dovevano intr aprendere coi cannoni da cm. 12 avessero dimostrato l'inapplicabilità òi tale sistema alle bocche da fuoco in bronzo, nel qual caso sarebbe stato scelto lo stesso sistema · cli otturazione che fosse stato adottato appunto per t ali cannoni da cm. 12.
Oondudendo la SEZIONE propose che la . COMMISSIONE competente venisse incarica.ta di presentare i progetti: di un cannone da cm. 20 (o di un altro calibro pro·ssimo a questo) di ghisa cerchiato a retrocarica, da assegnarsi specialmente alFarmi:tmento delle P iazze; e di un obice di bronzo pure a ret roca,rica dello st.esso calibro del cannone che avesse lanciato
-
1101 -
Iilf PlEGO DWL CANNOJ:\0 DA
cin,.
J.5
k, l)A
C·l n.
20
O
21
la medesima granata, atto a sostituire l'obice da cm. 22 B.R. e da essere destiIÌato tanto all'attacco che alla difesa. à seguito di questa Deliberazione della SEZIONE ìl :Ministero, associandosi in massima alle proposte in essa contenute, chiese al CoMI'l'A'rO alcuni clliadmenti, fra cui quello i.n riguardo al maggior calibro per l'armamento dei l!'orti delle frontiere occidentnli e cioè se per tale destinazione doveva intenclersi proposto il cannone da cm. 1i3 lungo oppure quello in progetto ~ di calibro di 20 o 21 cm. La SEZIONE riunitasi il 20 giugno 1875 (Deliberazione n. 81) rispose facei1do rilevare che, secondo quanto si era eletto precedenteme:µte, lo stesso c~wuone da cm. 15 lungo cerchiato, proposto per i Parchi d'assedio, doveva essere pure considerato come base dell'armamento delle Piazze, mentre quello in progetto da cm. 20 o 21 doveva essere in generale riservato all' armamento delle sole Piazze priucipalì: tali cannoni dovevano essere disposti nei salienti dei Corpi cli Piazza od in quei Forti staccati nei quali, per la loro speciale importanza, posizione e dominio sul circostante terr~\no, giovava fossero installate bocche da fuoco della. massima gittata e del massimo effetto. Sicchè a tutti i nuovi Forti progettati per la difesa delle f1·ontier e occidentali, come in genere a tutti i Forti di sbarramento, quale cannone del maggior calibro dovevasi intendere destinato quello cm. 15 lungo, non essendo convenlen.te assegnare bocclle cla fuoco cosi costose e di così. difficile trasporto quali sarebbero stati i cannoni da cm. 20 o 21, a Fortezze che, per la loro natura, non saa·ebbero state chiamate a sostenere lunghi e regola1·i assedi e nelle quali quindi tali cannoni non avrebbero trovato un campo d'azione adeguato alla loro potenza.. Per le esperienze comparative fra i varii sistemi di otturazione si ;~ visto chfi la SEZIONE su proposta della CoMMlssroNE competente a.veva concluso proponendo al Ministero l'allestimen to di due cannoni da cm. 12 B.R., dei quali uno di tipo prussiano corto (mm. l.918) con otturazione a cuneo, e l'altro lungo (rnm. 2.440) con otturazione a vite. Questa proposta e.ra stata determinata dal fatto che la Co::.1MISSIONE ritenendo alquanto difficile di poter ottenere col cannone lungo 2.440 mm. una .velocità. di 400 m . e dovendosi sperimentare tre cannoni dello stesso calibro, sembrava necessario dl costruire uno df questi cannoni con una lunghezza d'anima, ridotta a soli 1.913 mm. per riuscire a determinare l'influenza dell'allungamento e la sua convenienza di f ronte al consegue.nte aumento cli peso. Le esperienze avendo però in seguito dimostrato che con la carica ùi kg. 2,200 cli polvere ad aghi col cannone da cm. 12 lungo si riusciva ad imprimere alla granata clel peso cli kg. 14,82.0 una velocità di 400 m. senza che la pressione media oltrepassasse le 1.300 atmosfere, emel'se la poca convenienza di costruire un cannone ad anima corta, visto che il vantaggi-o di 1SO kg. circa di minor peso che si realizzava col cannone corto non era paragonabile al vantaggio della maggiore potenza baJistica che si ot.teneya
da
-
1105 -
ClWK1ST0H1A Dl~L
SUl:'lU:l\10 COi\:SJ!;SSO D'AU'l'IGLII.!mlA
•
1874-1915
con il cannone lungo. La CoM1ussrn;:..'E avendo pertanto conseguentemente proposto di _c ostruire i <lue cannoni da cm. J2 13.R. entrambi ad anima lunga, la Si,;zroNE nella se(luta del 4 dicembre 1875 (Delibern;,;ione 11. 126) espresse par ere favorevole. Nella stessa tornata la SEZION"E, visto il risultato clegli slucli comp(lrativi fatti dal Direttore <lell' UF1,roro s·1'RAonon,,1Rro s ulle dimensioni e quindi s ui pesi dei prismi di culatta dei clue cannoni cla cm. 12 B.R. (Het.) ad a ni ma lunga e cla cm. 12 B.H. tipo prussiano iYiod. 187H, per cui appariva ·possibile un alleggerimento della culatta del cannone acl anima lunga, nel tracciato cli questo cannone propose cli ridurre le dimensioni del prisrutt di culatta, a meno elle 1 a questn operazione non si fosse opposta qualche difficoltà :li fabbricazione ; ma il Direttore della Fonderia di 'l'orino avendo dichiarato che a suo ·giudizio la sopradetta ridu:;r,ione non sarebbe stata conveniente, la SEZIONE nella seduta del 19 maggio 18, G (Deliberazione n . 135) aderendo alle consideruzioni svolte da quest'ultimo propose di doversi ritenere modificata in tal senso la conclusione già presa precedentemente e contenuta nel ver. buie n . 126.
Per 11 cannone da cm. · li:i lungo la S1sZIONE avendo colla. Del iberazione n. (;7 r espinto il progetto compilato dalla CoM:.nssTONE, questa nell'ottobre clel 1875, mentre concordava pienamente col clesiclerio del Ministero di defi nire sollecitamente gli studi in corso sui molteplid materiali lla difes a, osserva:va che tale desiderio era contrastato proprio llnlle conclusioni della suddetta Deliberazione, percllè lo studio di un nuovo cannone da cm. 15 G.R.C. (Ret.), da sostituire a quello non cerchiato e giil progettato, studio che era stato da 11oco teru110 alliclato al tenente colonnello Giovannetti 110n si sarebbe potuto concretare tanto presto, tantocllè per questa e per altre considerazioni la CoMMrssroxe proponeva al Ministero di autoriw:m:e ia costruzione immediata cli due od almeno cli un cannone da cm. 15 G.R. (Ret.) lungo, secondo il · giil. noto controverso progetto, e di proseguire frattanto lo studio d(~l cannone cerchiato di pari calibro.
Ad ogni modo nel -novembre dello stesso anno la UOMMISSIOi\'E presentava il proget to di un cannone da 1ri G.R.C. lungo che con lievi modificazioni riproduceva lo 1stuclio del Rosset per un a,ltro cannone di pari calibro. La complessa ed Ìntera questione fu pertanto . rinviata all'esame della SmZIONE che nelle sedute del 29 {~ BO clicembre 1875 (Deliberazione n. 130) clopo a.vere· lungamente discusso i. pareri contrasta-nti del 3° ur~Frcro e clell'UFFICJO f:.'l'RAORDINAnro, res,pi.nta la soluzione di avere due ca,nnoni lunghi da cm. 15, l'uno da, piazza, e l'altr-o da assedio, conchinse : -- 1106 -
l~S PEHiru::-l'Zl·l COL CAN1'0Nrn DA cm,.
15
G.R. C. (RID'l'.)
1°) che si dovesse sperimentare il canno!lle da cm. 15 G.R. O. costruito seoondo il trt~cciato presenta,t o dalla OmvrMISSIONm ma colla modificazione a,ggiunLivfL di constata,re il eomporta.mento di anelli di bromo permanenti e fissi agli oreccllioni e lasciando piena. libertà alla Ooi.rMrSSIO.'Fil di numcntare il peso della bocca da fuo co fino a 3.350 kg . 2°) che le esperienze dovevano essere limitate alla sola bocca_ da fuoco proposta;
...
·----,
;
,__ jJ ~
.b' ig. 661 - Cannone da 15 G.R.C. (Ret.), obice da 15 G.R.. (R.et.).
3°) che ,1:,eguendo i c.riterii suggeriti e con quel mezzo che sarebbe sta.to dalla 00MM1SSI0NIB gill(Hcato più adatt,o, si dovessero sperimentare le modificazioni. occorrenti agli affusti da difesa per cannone da, cm. 16 G.R. ornde renderH atti ad incavalcarvi il emmone da cm. 15 G.R.O. (Ret.) ·; ~1°) che come proietto princiipale del ca,nnone proposto si dovesse ritene1·e la grana ta ordinaria cl.cl cannone da cm. J?> corto, e com<~ proietto secondario, da impiegarsi nel solo ca,so d'assedio, una, palla perforante di peso maggiore della, granata. Il 1':Iinistero iwendo inter pellato il comanrlnnte tenilotiale ù'artiglicri a cli '.fol'ino s ull'cntil:il. delle somme occorrenti alla Fonderia ed all'Arsenale locali per la fabbricazione d i · due cannoni da 15 G.R.C. (Ret.) e d egli affusti rehltivi, questi non mancò di osser var e elle atteso l' urgente bisogno di a llestir e un gran n umero di cannoni da cm. 15 a r etrocarica per la difesa
73
1107 -
CR0:-11STORIA DEL
SUPLHè)fO C0."1SflJSSO D' ARTIGLIIDRIA
1874:-1915
piuttosto che per l'attacco, le com;iclerazioni cli economia e cli speditezza di fabbrica:i;ione acquistavano la massima importarn~a, tantochè si clovev.1 rilevare che col medesimo cletP.rminato assegno si sarebbero potuti costrnire . cannoni non cerchiati in numero doppio di quelli cerchiati. Il Ministero riconoscendo tutto il valore di queste considerazioni ritenne opportuno di notificarle alla Presidenza, del COMI'l'A'l'O Chiedendo in meri to il parere dell'UF1•rcro e dell'a SEZIOKt · competenti ed ancJÌe poi il parere dell'UFFICIO stesso sopra un'altra proposta del Di.rettore della Fonderia di Torino tendente a sperimentare nei clne cannoni da 15 G.R.C (Ret.), commessi a questo Stallilimento, la cerchiatura dl acciaio fuso invece di quella di ferro acciaioso.
Dello studio preliminare di tali predette questioni furono interessati il 3° Uii'FICIO e l'UFFICIO STRAORDINARIO dopo di che la SEZIONhl riunitasi il 13 aprile 1876 (Deliberazione n. 177) a conclusione di urna elevata discussione sulle varie considerazioni <li ordine tecnico ed economico inerenti, furono conf.ermate le decisioni prese con la Deliberazione n. 130 e cioè : adozione di un solo cannone da cm. 15 a retrocarica di ghisa · cerchiato ed accoglimento della pI'oposta, di sperimentare la cerchiatura d'acciaio in sostituzione cli quella in ferro acci.aioso.
Per il cannone e l'obice dn cm. 20 o 21 avendo il Ministero accolto le conclusioni contenute nella Deliberazione n. 69 e impa.r tite le opportune disposizioni al Presidente della CoMMrSSlONE competente, veniva incaricato il tenente colonnello 'Giovannetti della stessa Coinuss10NE di preparare i progetti di queste due bocche da fuoco di egual calibro e cioè : un obice di bronzo ed un cannone di ghisa cerchiato, entrambi con otturazione a vite, destinati il primo all'attacco ed alla difesa, e il secondo in via normale alla difesa, ed eccezionalmente anche all'attacco. Il 18 (iiccmllrc 1875 il Giovann<::tt.i. ))l'esentava un progetto di cannonn in ghisa rerchiato ('[a cm. 20 e quattro diversi progetti di obici di bronzo ,li ugual calibro, corrispond(:'llti :tlle combi11azioni cli due diverse ltmghezze n,~ll'ipotesi di bocche da fuoco con o senza pr eponde1:ante ; ma a.vendo rllevat ..) che con tali bocche da fuoco da lui progettate non si realizzavano tutte l,i condizioni richieste, di sua iniziativa_ preparava e presentava contemporaneamente anche i progetti di un cannone da cm. 19 G.R.C. (Ret.) e di u11 obice da cm. 21 B .R. (Ret.) . Nella seduta del 23 dicembre 1875, la CoMMIS· sror,;E prendendo in esame i lavori del tenente colonnello Giovannetti, :,,i associa.va alle <li lui conclusioni in considerazione della poca convenienzr.1
-
1108 -
IL CAi':XO;,;E
l),\
cm. 19 I•: J.' OBI CI,; DA cin. 21
di ridune ad un unico calib!'O e ad un unico proietto due bocche da ·fuoev fondamentalmentfi diverse per metallo, per destinazione e per impiego noi·male; ed amirovava quindi con qualche rìlievo di dettaglio la scelta dell'obice da cm. 21 e del cannone da cm. W.
E la SEZIONE nelle sedute del 2 e. 19 maggio (Deliberazione n. 183) proponeva: 1°) di rinunciare a,l l'unità di calibro dapprima richiesta, adottando per il cannone quello da cm. Hl e per l'obice quello da cm. 21; 2°) di sperimentare il ctmnone da cm. 19 G.R.O. (Ret.) e la rispettiva gra.nata oblunga seeondo il progetto del tenente c-0lonnello Giovannetti, modifica,to col portar.ne a 17 calibri ht lunghezza, della parte rigata del cannone; 3°) di far a,ppareechiarc dalla, 00MMISSI0Nl!J il progetto di una. palla oblunga per il cannone suddetto onde ool tempo i:,i fosse potutt1 farla r1ll.e!:>tir<~ dalla Fonderia di Genova; 4°) cli invitare la, 001\fMJSSTO?\Fi perchè e-creasse, modificando il tracciato dell'obice da cm. 21 B.R. (Ret.), di realiz· zare le segllenti condizioni: ci) di raggiungere colla gittata massima i 5.000 m.; b) di non oltr epassare iJ pe&o <li 5.000 kg . . per il com plesso della bocca da fnoco e dell'affusto; 5°) di. sperimentare per qu esto nnovo obice un proietto a pareti robuste e cari.ca. interna limitata, destinato essenzialmente a sfondare volte, blinde o qualsh1si altro simile bersaglio resistent~ · 6°) di sp,erimenta.rn del pari. contro bersagli appr,o priati fo due granate progettate l'una dal tenente colonnello Giovannetti e l'alt ra da,llr1 Omvr:MISSIOKro e destinate : a sconvolgere parapetti, terrapieni e trav<~r$e delle opere permanenti; a mettere allo scoperto con pochi. tiri le volte dei ricoveri e dei ma,gazzi.tni alla prova; a devastare prontamente le batterie · e gli altri lavori cfoll'asi;:ediantc : tali esperimenti avevano carattere comparativo per addivenire alla scelta della granata da pr-e ferirsi. Al ra,ggiungimento di tali intenti la, SEZIONE giudica.va dovessi~ m.egU.o prestarsi il tracciato della granata progettata dalla. COlVIMWSH)NE chè, a patità di peso, colll una
~
1109 -
CRONISTORIA DEL SUPREMO CONSESSO D'ARTIGLlllJRIA
-
1874-1915
carica più potente (7 kg.) conserv~Lva, una su:ffiçiente l'obustezza di pareti (rom. 27); 7°) ritenenél{> co1ue ba&e di mùnizi-0namento per l 'obice da cm. 21 il predetto proietto a pareti sottHi, si sarebbe dovuto riservare la granata progettata dn.l Giovannetti per impiego eccezionale e introdurla nella dotazione dei Parchi cl'as sedio in misura giustamente limitata dallo scopo :speciale pet· cui tale !Proietto era stato studiatoSeguivano poi alcmie proposte riguardanti gli affusti e finalmente quella di · invitare il Direttore della Fonderia di '!',orino a studiare i mezzi per sperimentare: la fu&ione in pr-e tella dell'obice da cm- 21 B .R. (Ret.) oltre a quella d-el cannone da 12 B.H._ (Ret-); la compressione del bronzo per queste due bocche da fuoco; e · quindi inoltrare le proposte meglio adatte alla sollec.i.ta attivazione di siffatte fabbrica :doni. Inoltl'e considerato che si aveva in servizio una notevole qua;ntità, di obici da cm. 22 B .R., i quali in caso di bisogno avrebbero potuto, in misura limitata sostituire il nuovo obice da cm_ 21 B-R. (Ret.), qualora non si fosse potuto contemporaneamente avviare le esperi<~nz.e sopra, le due bocche da fuoco proposte, bisognava da.re la precedenza al cannone da cm. rn ù.R.O. (Ret.). Oirc.ft il peso complessivo dell'obice da cm. 21 B .R. (Ret.) t> r elativo affusto fissato in 5.000 kg., avendo il comandante territoriale d' Artiglici;.ia di Torino richiesto se in tale peso bisognava o meno considerar-e tmche l'a,va,ntreno, la SEZIONE riunitasi il 14 luglio 1876 (Deliberazione n. 205) decise che talè pe~o si rtferiva alla bocca da fuoco ed all'affusto, nHL senza avantreno. Seguenao sempre lo sviluppo degli studii tendenti a concretare le predette bocche da fuoco da attacco e difesa, la SEZIOKE si riunì il 2 marzo 1877 (Deliberazione n. 280) per definire le seguenti questioni contenute in un verbale della COMM1ss10:-;v. : 1°) scelta del sistema di otturazion<~ per l'obice da 15 G.R. (Ret.) e per il cannone cla 12 (Ret.); 2°) studio di un cannone da 12 G.R .C. (Ret.) sospendendo intHnto la fabbricazione del cannone da 12 B.R. (Ret.);
-
111.0
~
OTTURA'.CORE A Vl'l'EJ PER CA~N . DA
12
(tU<7l'.)
Il]
OBICI DA
15
G .It . (RET ,)
3°) esperimenti per definire il tracciato dell'anima (volume della camera e passo della rigatura) dell'obice da 15 (Ret.) in base all'impiego della carica massima di kg., 1,800 di polvere da mm. 7 ad 11, con l'adozione della polvere da cannone da mm. 0,7 n 1,5 per le cariche ridotte.
La SEZIONE, udito il parel'e dell'UI!'FICIO 4°, che era stato interessato all'es.ame preliminare delle pred<~tte questioni, decise di proporre al :M:inister,o : a) l'adozione del sistema di otturazione a vi.te con anello d'acciaio per i cannoni cla, 12 (Ret.) e per gli obici da 15 (Ret.) ; b) la 0ontinna1,ione degli studi per cercare d'introdurre l 'impiego dei fondelli mobili coi sistemi di otturr1zione a vite; e) la possibilità di adozio11e di un unico vitone da servire tanto per il caninone èla 12 quanto per l'obice da 15, e pos~ibilit:1 di soppressione della testa mobile; d) di sospendere i preparativi per l'avviamento della fabbricaziome del canlllonc cla 12 B.R. .(Ret.); e) cli proseguire le esperienze~ sul cannone da, 12 in brornzo compresso, con granate ad anelli di rame; e, condizioni economiche pcnnettendo, di costruire il cannone da 12 G.R.O . progetta-to dal ten{-mte colonnello Giovannetti e di effettuare esperienze con grana.te ad anelli di rame per C(~rcare di otte· nere da queste due bocche da fuoco la massirrm giusteu;a di tir,o e la massima pote;nza compatibili con la loro conservazione. Il sistema di ottnrazione di que.s te due bocche da, fuoc-o dov<~va essere a vite, ma se la resistenza statica del cannone cli bronzo oompresso, progetta.to per chiusura a cuneo, non consentiva la riduzione a vite, nP.lle predette esperienze si d,oveva adoperare la, chiusura a cuneo; f) di adottare l'obice da cm. 15 G.R. (Ret.) a vite lasciando indeterminato finI dopo il risultato delle prove, il passo delle righe e la lunghezza della, camera, limitando all'uopo l 'aYviamento delle relative costrnzioni alla prepa,razione delle staffe e dei modelli per la fondita; g) di effettm1re in bronzo compresso la tubazione delFanima dei due obici esistenti da cm. 15 con otturatore a vite, e quìncli di fare la rigatura di nno di essi con pa,ss() · di 35 calibri e la rigatura dell'aJtro con pa,.sso di 25 calibri. -
1111 -
CRONISTORIA OillL SUPRI!lll:[Q CONSJDSSO O' AR'.rIGLIERIA
-
1874-J.915
riducendo il volume delle loro camere alla capacità di kg. 1,801J di polvere da mm. 7 a,d li; h) di eseguire delle esperienze al tiro con questi due obiei nei confronti del terw obice esistente da cm_ 15, munito di otturatore a cuneo e passo delle righe di 43 calibri. La SKZIONE rispondendo poi a va,rie j:potesi in merito ai presunti risultati degli esperimenti ava,n zava altre proposte relative al peso delle cariche di lancio, alla rigatura ed al tra<.;ciato della granata.. In r(~lazione ;t questa Deliberazione, il Ministero espr<c>l'Se Ìl clubbio che il peso dei cannoni <la ern. 12 G.R.C. (Het.), mentre ent ammissibile per bocche da· fuoco di tale calibro da impiegarsi in <letermiiiate posizioui per la difesa delle Piazze, riusciva invece eccessiYo ver cannoni destinati a for mare la riserva i.nobi.l<~ delle Piazze e ,::l ei Campi trincerati, noucllè. per artiglierie òa assegnarsi ai Parcbi d'assedio, per c;ui innce di sperimentare in concorrenza di questi cannoni un altro cannone dello stesso calibro ma d·i bronv.o e di peso poco inferiore, pareva al Ministero essere miglior partito cli studiare un cannone pure cli cm .. 12 ma cli bronzo comptesso a rcLrocarica, che avesse potuto usare gli stessi proie.tti e lo stesso (.lffusto del cannone da 12 G.R.C. (Ret.), ma di peso più leggero e per cic'.> più ad:ittn bile agli scopi sovraccennati.
La SEZJONg riunitasi però i.l 14 i:Lprile 1877 (Deliberazione n. 233), su conforme parere del 4° UFD'ICW si espresse in sensù nettamein te contrario allo studio di nn siff.atto nuov-0 cannon,~ d·a cm. 12 in hronz.o compresso, a ret rocarica ed a.nel?,'geritoAnche per l'obice da cm. 21 cli bronzo colllpressò, il Direttore della Fondel·ia di 'l'orino, tenente colonnello Giovnnnetti, convinto elle tal.e bocca da fuoco, cli cui il Ministcrn aveYa ordinato l'allestimento con dispaccio clel 2J. genna io 1877, non potesse soddisfare 11ienamente ai -due scopi ai quali era cle~tinata e cioè per il tiro in arcata Ei per il ti ro indiretto, fin dal settembre 1876 :weva presentato alla CoMMrss1c,.\E una sua proposta tendente a sostituire il detto obice da 21 cm. con due altre bocche da fuoco costruite, ciascuna,~ 11e1: uno scopo determinn to, e cioè : a) per il tiro in arcata : un mortaio rigato in hronzo compresso del peso di 3.000 a 3.200 kg., capace di lanciare a non più di 2:500 a 8.000 metri una granata cli 100 kg. con una carica intema cli 10 kg.; b) per il tiro ill<liretto: lii; cannone corto cli flCCiaio del rieso cll poco più di 3.000 kg. capace òi lanciare fino a 6.000 metri una granata di 79 kg. Nel caso voi che la predetta ultima proposta non fosse stata accettata, il tenente colonnello Giovannetti suggeriva cli conserva.re per il tiro indiretto l'obice cl:1 c-m. 21 di bronzo compn~sso già progetta to, introducendovi
1112 -
L'cmrcr,: DA cm.
21
però alcune modificazioni elle egli indicava in modo particohrreggiato, <:d incavalcandolo sopra un aliusto molto robusto a ruote . .i\'Ia la Co~onssroNi,; nella seduta del 26 gen~aio 1877, per un comph~sso di ragioni dava parere sfavorevole alla proposta relativa al mortaio e ritornando poi sopra un argomento già trattato e rammentando come l'esperienza avesse dimostrato che per ottenere un tiro indiretto di. sufficiente giustezza convenisse l'uso cli proietti con anelli cli rame anzichè cli proietti impiombati, si preoccupava della possibilità che il bronzo compresso non si dimostrasse sufficientemente resistente ad un tiro prolungato eseguito con proietti ad anelli di rame ; · e pertanto ad evitare ulteriori ritardi conseguenti da un tale inconveniente, incaricava il Direttore della Fonderia di studiare il progetto di un obice thL cm. 21 G.R.C. (Ret.) cli cui si sarebbe projJosto al Ministero l'immeèliato allestimento.
La questi.one così impostata fu inviata all'esame della SEZIONJJJ che 11iunitasi il 14 aprile 1877 (Deli~rar.ione n. 234)
fu concorde nel respiligere la proposta relativa al mortaio di calibro superiore ai 21 cm., e suggeri di accrescere l'e:fficienr.a del tiro in arcata con l'obice da cm. 21, aumentando possi bilmente il peso del pr,oietto> e di sospendere l'allestimento dell'obice da cm. 21 a retrocarica in bronzo compresso :finc hè le esperienze che si a,ndavano eseguendo coi canno11i da cm. 7, da cm. 9 e da, cm. 12 costruiti. con tale metallo, non avessero confermato le richieste qualHà di resistenza ·del metallo stesso. Lf:L SEZIONE apprezzando poi i motlYi che aYevano indotto H ca,pitano Biancardi a formulare la sua mozione per deter · minare le bocche da fuoco dei varii calibri che dovevano concorrere alla, formazione dei Parchi d'a,ssedio, si riservava di inoltrar-e le sue proposte defunitive al Ministero della Gu erra iJL merito alla mozione Biancardi non appena dagli studii e dalle esperienze in corso fossero stati stabiliti i ctLratteri delle varie bocche da :fuoco destinate ai servizi da attacco e difesa. Suì risultati otte1mti nelle esperienze eseguite con gli obici cla cm. 15 G.R. (Ret.), cli cui nella Deliberazione n. 230, il Ministero con clis11accio del 6 marzo 1878, nel provocare in proposito il 1,a'rere clell'Uh·FrCio compe·tente e quello conclusivo tlella Sr,:zroNi,;, r ichiamava la . loro speciale 11ttenzione sul volume Cile la Co;,.gnssroN1s proponeva 1)er la camera dell'obice, (~ sull'aumento proposto per il diaruetro cl egli orecchioni di · tale bo(·Ca da fuoco onde poter incavalcare anch'essa sopra un unico affusto dn servire
1113
CJW1'TSTOHIA DEL SUPHE::MO CONSESSO D, ,\J.l'l'IGLIERI..\
1874:-1()13
promiscuamente per t utte le artiglierie ad avancarica ed a retrocariea da cm. 12, da cm. J5 e da cm. 16.
Dopo che il Direttore del 3° U1,'D'ICI0 si pronunziò sull'argomento, la SEZIONE riunitasi il 3 maggio 1878 (Deliberazione 01. 257), oltre ad alcune proposte relative alle esperic117,e sulk polveri da. usarsi con t,1le bocca da fuoco e altre con,c ernenti gli affusti propose anco1·a. : che la riga,tura, . di tale obice dovesse avere il passo cli 35 calibri; che si lasciasse in vai-iabo il peso di tali obici e ·del cannone da ·cm. 12 G.R.C. (Re t.) ; e che il congegno cli chit1.sura dovesse. essere dello stesso tipo di quello che sar,ebhe stato applicato alle altre bocche da, fuo co da atta{;co e difesa allora: in studio, e ciò per non complicare 1'1struzion<~ pratica dei cannonieri. Per il cannone da. cm. 15 G.R.O. çRet.) il Mini.stero con cli·spaccio del 25 maggio 1878, trasmettenclo al Prr..sidente del COMITA'rO un verbale della, COMMISSIONE richiedeva fra l'altro il parere dell'U.l)'JnCIO e della SEZIONE competenti intorno alle conclusioni riportate in ta.le verbale relativamente all'adozione di questa bocca, da fuoco. Nella seduta del 31 maggio 1878 (Deliberazione n . 258) la SEZIONllJ conchinse per l'adozion e del cannone rigato da, cm. 15 G.R.C. (Ret .) secondo il progetto presentato e cioè con passd uniforme di ID. 8,2 pari a calibri 55, e chiusura a vite CO.ll fondello plastico. Seguivano altre .numer,ose proposte in merito ad altri particolari di costruzione, a.ne munfaioni ed n,ll' affusto col -. .l'avverténza che, prima cli adottare d.efinitivametne tale bocca. da fuoc.o con affusto ad aloni snodati in acciaio sul quale essa dov,eva, essere incavalcata, e con avantreno d'attacco e difesf1 in ferro, no.nchè con granata cla cm. 15 (Ret.), , si sarebbero dovuti incarica.re almeno cln e reggimenti d' artiglieria da for tezza. di 8perimentare tali m;1,teriali onde conf~rmare la· convenien1,a, di introdurli definitivamente in servizio. Per l'assenza di cTue membri della SEZIONE, il CoMrr,11•0 a SEZIONI riunite nella seduta del 30 agosto J8i8 (Deliberazione n. 293) esaminò il problema della provvista dei cerchi d'acciaio necessarii per la costruzione di SO cannoni da cm. J5 G.R.C. (Ret.) commessi alla Fonderia di Torino e che clalla Fonderia stessa si proponeva di acquistare a trattativa privata. Il CoMI'l'A'l'O,
-1114 -
LA CIDUCHIA'. tUllA J:'J,;R
r
CA~N . DA
15
G.R . C.
(nwr.) m
DA
12
G.R.C.
(nnr.r.)
trattandosi di materiali cbe richieclev:mo per la loro produzione delle speciali conoscenze tecnologic.:l.lc e lunga pratica la vorativa, aderì alla propost,L aggiungendo che, dute le difficoltù costruttive di tali cut·chi in acciaio .fuso di soddisfacente qualità, fosse inclispeusabile dl in\'itare per tale fornitura tutte quelle Case 1nclustriali che avevano in passato fornito tale materiale. Sogginnsu poi il CoMITA'l'O che, eliruinata l'mgcuza di allestire gli 80 cannoni in dodici mesi, per li fatto che le pr ove del relativo affusto d'attacco e difesa ad aloni snodati ideato dal magg. Bianca.rd1 erano fallite, nè !'i sarebbe potuto in cloclici mesi studia re, costruire, sperimentare cd allestire 80 ese1uplal'i di uu nuovo all:usto, non tu·a più il caso, per far più presto, di scindere la provvista delle 80 serie di cerchi d'acciaio in due lotti separati e di aflicta1·e la fornitura a due Case industl·iuil, tantochè per ovvie ragioni e.Ii omogeneità e cli economia t utta la provvista si poteva affidare nù un sola Casa. Jl CoM1'1'A'fO poi approvava tutte le altre condizioni incluse nei progetti di provvista compilati dalla Direzione d'Artiglieria e dalla Fonderia cli 'l'orino. Circa un mese dopo (25 settembre 1S7S, Deliberazione n. 301) il COMITA1'0 a SEZIONI riunite, su ricbiestu del Ministero, confermava che la provvista dei cerchi d'acciaio per gli 80 pre<let,ti cannoni avrebbe do,·uto farsi a trattatiYe private ammettendo al concorso le Ditte Yicl.ers <li Sbeflield, ~lei Crensot e di Saint Etieune come quelle cap:J'ci di fornire cerchi soddisfacenti alle condizioni richieste. Infine nella seduta del 80 ottobre 1879 (Deliberazione n. 301) la. SEZIONE fu chia mata ad esprimere il suo parern in merito agli esperimenti eseguiti sui cannoni da cw. 12 G.RC. e da cm. 12 ll.C.R. (Ret.), relativamente ai quali alcune conclusioni <lelln CoMMfSSlONE erano discordanti con quelli clel 30 LFFTC'IO.
T,e nuta presente la Deliberazione n. 233 colla quale la SFJzroNm si era pr,o nunciata contra,ria allo studi:o di un nuovo cannone da cm. 12 in bronzo compresso da destinare alla Riserva mobile delle Piazze e dei Parchi d'assedio, e il contenuto del dispacci.o ministeria,l e del 16 maggio 1877 col quale . si accettava tale conclusione salvo a riprendere questo studio in dipendenza delle esperienze sul bronzo compresso, la SmzroKr:: ::-tessa dopo ave1·e minutamente riesaminata la questione propose: che per i cannoni da cm. 12 G.R. C. (Ret.) fosse a:dottata la cerchiatura ordinaria e che la larghezza dei cerchi in opera v·e nisse det<~rmi111a.t,'1 da,l Direttore <folla Fonderia cl.i Tn1·h10 d'accordo colla COM:.\USSro~m in relazione ai dati tecnici ed economici; che la 00M1'l'fISSIOJ1iFJ e la Fooderia di Torino stu<liassero un n uovo camnone da cm. 12 G.R.C. (Ret.) con lunghezza d'anima di qua,Jche calibro in più dei due già speri-
1115 -
CR0"1IS'l'ORIA
DJ<:L
SUPHIDMO
COl\SJ.ìSSO D'AR'l'IGLrnRIA
-
1874-1915
mentati, ma di peso press'a poco eguale o di poco sui:ieriore, e che fossero poi prei:;sochè uguali le condizioni di pr·eponderante e di capacità della camera ; che il sistema di chiusura fosse munito dd congegno per facilitare l'a,p ertura dell'ottn ratore, co·ngegno già sperimentato nell'altro can none; che fosse poi applicato e sperimentato sul predetto nuovo carrnnne allungato il sistema di ottura.zi,one ::t fondeHo plastl<::ù 1·011 vitone conforme a quello giù, applicato ai cannoni erl agli
I!'ig. 662 - ()anuone da J.2 G.R.C. (Het.).
obici da cm. 15 (R.et.) e ad uno dei dne cannoni da cm. 12 (Ret.) per il quale ultimo si dovevano proseguire le prove prescritte. Seguivano altre .p ro·poste riguardanti il proietto e l'affn sto nonchè il prosieguo degli studii per l'uso del bronzo co1npresso per le artiglierie di calibro superiore a quelle da em. :.1 da campagm.a, subordinati1mcnt~~ · ai risultati che si sarebbero avuti con quest'ultima bocca da fuoco : tali studii dovevano e.seguirsi sopra un carnnone da cm. 10,5 ed all'uopo la Crn,.r.MISSIONl!J e la Fonder·ia di 'l'orino erano incaricate di sta biUrne il tracciato. In riguardo allo studio di tale ca,n none da cm. 10,5 cli bronzo oompresso pe.$ante da 1.200 a 1.300 -
1116 -
1'JSPERIEN7.I•, Cùi\" 1 C.\NJ\"(.)1'1 OA
cm. 12
B
10,5
IN BUOJ\"Z(I COMPH€SS0
kg. e da destinare alle Risel've mobili clelle l'iazze e dei Parchi . d'assedio, il òliniste1·0 con dispaccio del 12 gennaio 18SO invitò la SEZI0NJ1J a ripigli are in esa,lllc tutta la q ucstione ed a pronunzjarsi se non fosse stato più conveniente di studiare un caJI1none da, cm . 12 dello stesso melalJo, del peso non superiore ai 1.200 kg. e che spal'asse con carica lllinore di (Ju<'lla cl<.~1 cannone cla {:m. 12 G.R.C. La SmzTONE riunitasi il 12 febbraio 1880 (Deliberazione n. 306) ment1·e ad ed a speriwentare un tale tipo ùi cam~oue cla cm. 12, rnell'ipotesi però che con esso non si potessero realizzare tutte le condizioni l'ichieste, a,d evitare inutili perdite cli tempo, confermò la precedente sua proposta cli spcrimeu t,are cioè contemporaneamente al cannone da cm. 12 anche un cannorne da cm. 10,5 in bronzo compresso. Int~mto il Minii:;tero con dispaccio del 6 agosto 1880 i nvi..wa all'csallle della SEZIONIJl 1111 progetto di contratto da sti pularsi oon la Casa Krupp per la provvista di 100 cannoni d'acciaio da, cm. J 2 (Ret.) con relativi affusti ed avaintreni, .i nvitandola a delibera re sulla sua accettabili tài in ordine e tecnico e ammini-sLrativo. Il contrntto in parola fu esaminato dal C OMI'l'ATO a Smz10~r riunite che nella seduta del 14 agosto 1 ' O (Deliberazioni Jl. 441 e 11 . 442) coo.1chiuse fa.vorevolmente esprimendo anche parere favm·evole per nn contratto stipulato colla Casa, K1·upp per l'acquisto di 10.000 hrapnel per la stessa bocca da, fuoco .
*** A 11uesL"epoca si andavano intanto anche completando gli studi per il cum1001e da, cm. J2 G.R.0. (Ret .) e pe1· il cannone da cm. 12 13.R. (Ret.) in bronzo c,ompresso, e il 23 dicembre 1 ''O (Deliberazione n. 328) la SEZIONE si riunì per discutere le proposte contenute in un Verbale della 0oMM1SSI0l\l:1 circa l'adozione appunto del cannone da cm. 12 G.R. C. (Rd.) . Aderendo alle pl'oposte conclusive del 3° UFFICIO che per ragione di cori1peten1r,a avev~L preli.minarmente esaminata la ciuestione, la SF;ZTONR propo e in linea di massima l'a1dozione del cannone dai 12 G.R.C. (B et.) con la c<~rchiatnra stabilita -
]117 -
CRONIS'.l.'OHIA DEL SUPREMO CONSESSO D1 AR1'IGL1ERIA
-
187-±-1915
dal M:irnistero, e l'aèlozion,e della granata oblunga. dello stesso calibro. Succe.ssiva,rnente e doè il 30 giugno 1881 (Deliberazione n_ ;345) a seguito del dispaccio del 20 giugno col quale iJ l\finistero chiedeva il parere sulla convenienza di adottare il cannorne d:a cm. 12 13.R. (Ret.) di bronzo compresso anche senza completare il prestabilito programma delle esperien~, la SEZIO:"IE approvò .senz'altro una siffatta proposta.. · Subito dopo l'adozione di questo CfLnnone da cm. J.2 di bronzo com presso, dalla SEZIONE fu dato parer-e favorevole anche per l'adozione dell'obice da cm . 21 (Ret.) e ciò a seguito del di spaccio del 10 novembre 1881 del :Ministero che considerando abbastanza, inoltrate le esperienze su tale obice e rilevando la cònvenienza di provv<~dere in tempo i cerchi d'acciaio per le bocche da fuoco di detta specie, invitava la SmzroNm a· pronunci.arsi su va,rii quesiti relativi a tali argomenti.
lJ'ig. 6flB - Caricamento cli un obice da 210.
La SEZTONE riunitasi il 27 novembre 1881 (Deliberazione n. 357) propose che si considerai:;se fin da allora, come a1dotta,to l'obice da, cm . 21. (Ret.); che per l<~ artiglierie da atta~co e dif.esa si accettassero le proposte della Oo:MMISSIONI<J in riguar-
11.JS -
l·'ABBRICAZIOJ:'iE DEI C.\ l:'i~OM DA
cm. 1~
E
lG
IN GHI SA GO I N ACClA(O
do al tracciato di questo nuovo obice lllOdifi.cato e:,_·!l.'allungamento di ·due calibri; che infine l'impiego dell'obice i;te so clo,esse limitarsi. all'e.·ecuzione dei til"i di lancio, t:rntochè per d.etta bocca da fuoco nolfl. si dovesse studi.are nuo speci..ile ailusto da difesa . Per i cannoni da cm. 15 e da cm. 1::! G.R.C. (Ret.) il Ministero con disvaccio c1el O maggio 1882, dopo aver 1·icorchlto gli inconYenienli rilevati nell'impiego degli cst>DlJìlari fino allorn allestiti ed aver rnunnentato gli infruttuosi tcntath·i fatti per rimeòl.1ni, poneva il dilemma se si dovesse costrnirnc altri (salrn ad introdurvi il miglioramento della rigatura prog1:essi1·a qnamlo le espcric1ize aYesscro clato esito fayorevol e) oYvero se l)er l'armamento delle Piazze non convenisse adottare cannoni di ghisa non cerchiati destinati a sparare c:on cariche moderate, e ricorrer e all'acciaio per quel piccolo numero di cannoni elle ancora pote1·a110 occorrere per costituire i Par chi d'assedio e ver dotare ogni l'iazza di alcuni peni a grande portatu. Il ·lVlinisLero avverliva poi che di questi cannoni d' acciaio il bisog:Jo 110 r. era nrgente tout·ochè si sarebbe avuto tempo e agio cli stnclinrc se non fosse stato possibile in anenire c1i costruirli nelle nostre fond erie invece cli acquistarli all'Estero. Per ultimo il i\linistero motirnva con considerazioni molto impor ta.o.ti la preferenza elle, a suo giudizio, weritava la seconda cl olle soluzioni !<ovracce1mntc. ed invi ta va il COM ITATO a pronunciilrs! ln !)l'Ol)OSitO.
Il 0 0 MI'1'A'.l'0 a Si.!:ZJO~I riunite nella seduta del 22 mag. gio 1882 (Deliberazione n. 590) a,ddivenne alle seguenti conclusioni : che non conveniva aùottare carrn1oni chi cm. 12 e dtL cm. 15 a retrocarica senza ce1·chiat. ura, in sostituzione ùi quelli di ugu al calibro cerchi ati; che qnando non si credesse di accettare la pred eLta proposta, .si . dovesse prendere nuovamente in esame la questi<llne ùopo le esperienze dtii farsi coi cannoni cerchia ti a r igatura pi-ogressiva che si si.avano allesten clo; che !Ilelle nostre Fond erie si dovesse tentare la co stru7,ione dei cannoni d'acciaio, provvcdcn·do111c i blocchi per quanto possibile in Italia e ricorrendo all'Estero per il qnantit,atiì'o mancante; che si dove -se dare nei nostri Stabilimenti i ! necessario maggior s,·iluppo alla proclt1½ione elci cam.noni e degli affu sti e ciò sempre all'intento di rendersi irnlipenclenti dall'Estero. Jl 1\linislcro però con dispaccio del 12 giugno 1882 ritornnva sulla questione e, fatte alcune osservazioni sui 1mreri espl'cssi dal CoinnTo, ma111f~stavn in pri mo luogo l'intendimento dl far costn1ire clue cannoni da cm. 12
-
1119 -
Cl{OJSIS'.1.'0HIA DEL SUPREMO CONSESSO DJARTIGLIERIA
·
1874-1915
e aa cm. 15 (Ret.) non cerchiati ,Per sperimentarli comparativamente con due cannoni cli ugual calibro cerchiati al fine di stabilire (la diversità della loro potenza clistruttrice: tale confronto sperimentale poteva, riuscire particolarmente oppo1tuno nel caso che la rigatura a passo progressivo non avesse fatto buona prova oppurn fossero falliti i tentativi per costruire nei nostri Stabilimenti i cannoni cl'acciaio. Il Ministero, ammettendo poi col Co:111r1·A'to che le Piazze si doves:;ero pure dotare lii artiglierie molto potenti, e considerando che il cam1one da cm. 19 in corso di esperimento, avrebbe avuto come i cannoni cla 12 e da 15 il llifotto di logorarsi dopo un numero limitato di colpi, e che per assicurare la buona conserv11zione della bocca da fuoco non si poteva da essa esiger e tutta quella potenr,a che si era prestabilita in progetto, int~in<leva per l'armamento delle Piazz~~ di far studiare un cannone di ghisa non cerchiato atto a sparare gli stessi proietti dell'obice cla cm. 21 (Ret.), cosicchè la serie dei cannoni t'la muro si sarebbe ridottd ai calibri dì cm. 12 - 15 - 21 e 24. In armonia a tali suoi intendimenti il Ministero aggiungeva alcune considerazioni in rigua rdo agli a!Iustì e notava che quando in seguito ai risultati delle nuove prove si fosse riconosciu ta la convenienza di adottare cannonì lla cm. 12, da cm. li'i e <la cm. 2J non cerchiati, con quest'ultima bocca, da fuoco si aveva il meizo cli clare all11 difesa delle Pimize la neces·· sart:.t SUIJeriOrità stttl'atnrcco, mentre restava la possibilità cli utilizzare ìl preesistente materiale in legno e migliorar e così in più breve tmnpo e con minore spesa lo stato in cui si trovava allora l'a rmamento cli tutte le nostre Piazze : il Ministero invitava pertanto il CoMITA'l'O ad esaminare u Sr,;zroNr riunite e riferire se non fosse opportuno far costruire a titolo di prova tre ca1mo11i da cm. 12 - J.5 e 21 nou C<,?rchiati, con riserva di riprendere in esame dopo tali prove l'intera questione del sistema delle artiglierie da adottarsi per l'armamento delle Piazze.
Il COMI'l'ATO a SEZIONI riunite radunatosi il 22 giugno 1.882 (Deliberazione n: 608) propose : di far costruire al più presto t re cannoni di ghisa cla cm. 12, da cm. 15 e da cm. 21 a retrocarica non cerchiati ; · di far studiare le modificazioni. da, introdursi nel materia.l e in legno esistente, per potervi incavalcare i cannoni predetti da cm. 12 e dtL cm. 15, porh:1in· clone il ginoechiello a.ll'altc7,;1,a di 2 metri; di far' ridurre c-0nvenientemente l'affusto del cannone da cm. J9 G.R..O. per sperimentarlo incavalcandovi il cannone da cm. 21; di fare eseguire, secondo le prescl'izioni del :Minister,o, le esperiernz.e comparative tra, i c[umoni da 12 e da 15, cerchiati e non cerchia ti, per oonsta.tarne l'esattezza di tiro, la potenza demolitrice e la d nrata; di far eseguire a.naloghe esperienze ool cannone cla cm. 21 inon cerchia,to; di verificare con tali prove -
1120 -
QUESTIONI Rll!'LE'fi'E::,.i'l'I LA J.1'Al3DU . Dl•:I CAN:K'. DA c,m,.
12
E
15
IN ACCIAIO
èhe le modificazioni apportate agli affusti rispondessero allo scopo; ed infine, ultimate le prove, cli sottoporre nuovamente all'esa,me del COMITATO la questione delle artiglierie di medio calibrò.
*** lh·attanto in relazione alle precedenti Deliberazioni erano stati iniziati gli studi per costruire in acciaio, presso i nostri Stabilimenti, i cannoni da cm. J.2 e 15, e il Ministero con dispaccio del H novembre 1882, nell'esporre al prèsidente del C0Mr1'A'.l'O le direttive date alla CoilnnssrO.'IE competente per impiegare possibilmente blocchi d'acciaio prodotti dall'i ndustria nazionale, sou e,·ava (lm~ questioni : l'una, comune ai due calibri anzidetti, l'itlettente la qualità clel metallo ; l'altra speciale pel cannone da cm. 15, riguardante il tracciato della -bocca eia fuoco in relazione al peso ed ai caratteri balistici. Circa il metallo, il Ministero presumendo che la Fonderia di '.rorino incaricata delle trattative d'acquisto dai 1)roduttori nar.ionali ed esteri, avrebbe richiesto per i blocchi da cm. JG la condizione già posta P<~r quelli cla cm. 12., che cioè l'acciaio presentasse gli stessi caratteri di r esistenza e cli elasticità dell'acciaio Kru pp, osservava che il voler esigere dagli Stabilimenti nazionali, i quali appena allora tentavano la fabbricazione de_ll'acciaio, un prodotto paragonabile a quello Krupp, appariva eccessivo e prematuro cd avrebbe potu to frustr are la riusdta del . tentativo stesso. Rammentando poi che la sostituzione dell'acciaio alla ghisa nella fabbricar.ione clei corpi d i cannone non era stata motivata da difetto cli resisteI\za allo sparo, ma tencleva soltanto ad evitare o quanto meno a ritardare le corrosioni dell'm1ima clei cannoni, il Ministero riteneva che anclle sostituendo alla ghisa un acciaio meno perfetto di quello Krupp, per esempio l'acciaio Bessemer, si sarebbe potuto probabilmentEi raggiungere l'intento prefissato. Se poi, contrariamente a tale supposir.ione, s'imponeva la necessità di ricorrere a un acciaio uon inferiore a quello Krnpp, il ;yfinistero riteneva che in tal caso il tracciato del cannone da cm. 15 avrebbe dovuto determinarsi in modo da utilizzare al massimo gràclo la proprietà del metallo, o ·riducendo il peso della bocca da fuoco oppure aumentando la sua potenr.a per rispetto al cannone di ghisa cer chiato. R per :fissare le idee sulle solu zioni che si sarebbero potute ottenere seguendo l'uno o l'altro dei predetti concetti, il Ministero accennava lt du~, progetti compilati dalla Direzione deJla Fonderia di Torino, in uno dei quali il cannone d'acciaio, eguale in peso a quello di ghisa cerchiato ma coll'anima più lunga, avrebbe presentato un incremento cli potenza conisponclente all'nurnento <li circa 20 metJ:i nella velocità. iniz-iale ; mentre nell'altro progetto il cannone, cli lungher.za d'nnima e di potenza pari a quelle del cannone di ghisa cerchiato ma con una 1·esistenza tcorka pressochè doppia, sarebbe risultato cH peso cli soli 0
kg. 2.9GO.
-
1121 -
CRO:-iIS'IORIA DIDL SUPREl\jO CONSESSO D, AR'.L'IGLIIDRIA •
1874-1915
T; n terzo progetto e cioè quello di un cannone d i acciaio eguale in peso ed in potenza a quello di ghisa cerchiato, erà pure stato compilato dalla predetta Dìrezione per invito della COMMISSIONE, e tale cannone avrebbe soddisfatto alla condizione di potersi incavalcare sugli affusti per camlOni da cm. 15 G.R.C. (Ret.). A questo proposi to il .Ministero notava che lit questione dell'affusto ·era di seconda1-ia i~portanza finchè si trattava rìi affusti d'attacco e difesa e ciò perchè il numero di quelli esistenti era assai scarso; mentre tale questione avrebbe poi avnto importanza per gli affusti da difesa in conseguenza dell'esito dei divisa ti esperimenti su cannoni di ghisa non cerchiati. La soluzione che al Ministero sembrava più conveniente nel caso cli esito sfavorevole di tali esperimenti, sarebbe stata quella di costruire con acciaio d i costo li.mitato dei cannoni pari in peso ed in poten1m a quelli cerchiati ecl incavalcabili sugli stessi affusti.
In relazione a tali argomenti avendo il Ministero chiest-0 il parere della SEZIONE, dopo uno studio prelim.ina,r-e condotto dal 3° UlrFICIO) la SEZIONE stessa nelle sedute dell'll, 12, e 13 dicembre 1882 (Deliberazione n . 377) decis(~ che per la fabbricazione di cannoni d'acciaio nelle nostre . F,o nderie si sarebbe dovuto impiega.re acciaio fuso di ottima qualità, tale cioè che fosse ga,rentita l'omogeneità del metallo, e che il cannone da cm . 15 in acciaio dovesse avere una potenza non jnferiore a quella del cam1one da cm. 15 G.R.O. (Ret.) ed H minimo peso oompatibile colle altre condizioni, non eccedendu pertanto in alcun caso i kg . 3.000. A proposito dell'im piego dell'acciaio nelle costruzioni delle boe-che da fuoco da attacco e difesa, la SEZIONID si riunì il 12 aprile 1883 (Deliberazione 11. 388) per discutere la questione clell'impieg-o dei manicotti di accia.io invece dei cerchi, esprimendo parere favorevole all'impiego dei manicotti sempre quando però la. spesa rdativa non avesse oltrepassata quella cl-ella cerchiatura ordinaria. Per conchiudere in merito ai camnoni da, cm. 12 e 15 (Ret.) e per gli obici da cm. 15 e 21 (Ret.) la S f.l;ZIONE, a seguito delle esperienze comparative eseguite sulle bocche da fuoco a rigatura elicoidale e su quelle a rigatura progressiva con passo una.le assai corto, si riunì il 16 giugno 1883 (Deliberazione n. 395) proponendo : l°) di mantenere per i canno1 ni da 12 e da 15 (Ret.) e -
1122 -
SISTEMI Dl RIGATURA - S'l'UDI DI OBICI ID DI OBICI -MORTAI
per gli obici <la 1G e 21 (Ret.) la rigatura elicoidale, quale era stata per essi adottata; 2°) di continuare gli studi sulla rigatura progressiva qualora non si fossero opposte ragioni economiche e di servizio, senza trascurare di detei'minare l 'influenza che gli sca,r ti nelle velocità inizia.li avessero potuto __ e~ercitare sull'esattez·z a del tiro. La questione della rigatura nell' obice da cm. 21 (Ret.) ritornò all' esame della SEZIONE - nella séduta del 2 giugno 1887 (Deliberazione n . 524), tl'attandosi di rispondere al quesito posto dal Ministero sulla convenienza di. adottare la rigatura progressiva negli obici da 21 G.R-C. in corso di allestimento, per impiega.re con essi la grwnata-mina d'acciaio lunga sei ca.libri e carica di fulmicotone. · · E la SEzrn::,;m, poichè le esperienze avevano dimostrato che con tale proietto la rigatura elicoidale ·forniva irregolarità di tiro abba,sta,n za rilevante mentre i risultati con la rigatura progressiva erano più soddisfacenti, conchiudeva che_ gli obici ancora da allestire venissero fabbricati colla rigatura pr-ogres · siva avoote un passo finale cli 20 calibri.
*** Un a.ltr,o . studio che merita di essere ricordato riguardava ùn obice di bronzo da 15 (Ret.) ed un obice-morta.io. La convenienza di l'ealizzare tali. bocche da fuoco era stata propugnata dal C OMI'l'ATO nella Deliberazione n. 890 presa a SE:GIONI riw1ite .in dì verse s~ute del febbraio . 188G. e 1.·iguarclante i ~at~rialì pe~; . l ':H·m.aµ1ento. delle Piazze e delle coste. Il Ministero con dispaccio del 29 giugno 1886 riferendosi al~a suddetta ·Deliberazione e~primeva dei dubbii sulla convenienza di !llettere aUo ,studio un · ob!_ce , da 15 . di bronzo ; clubbii. basati sulla . poca djmipu~i.01:1e ,J:l\., peso conseguibile . con la · nuova bocca da fuoco in conf1:onto, dell'obice ,di ghis:1 di egual calibro già in serviiio uonchè sulla probabile insuffici~nte resistenza d~ll'afl,'ust_o d'assedio tla . 12 . Ìeggero nel qro <lella 1?occa . da fuoco che ·s! voleva. studiare e che su cli esso sarebbe stata incavalcat.a .. Nel caso poi, soggiungeva il Ministero, . elle . questa clefLciente r esistenza fosse co:q.ferrnata dai fatti, sì dovesse porre allo_ studio. anche UJ:1 affusto che permettesse il tlro fino a 45 gradi di elevazione tantochè_le d11e b,ocche da , fuoco . µ,ropost~ avrebbero potuto ridursi ac1 una sola giacchè sé l'obice cli bronzo .·avesse
74
CUO~IS'.l.'ORJA DEL
SUI'l! EMO CONSES SO D' ,HlTIGLiltlH .-\
-
1874-J.915
potuto t irare a 45 gradi non sarebbe stato sostai1¼ialmente. diverso dall'obicemortaio.
Lo stucli,o preliminare di tale suggestione, venne per ragio rn i di competenza affidato al 2° UFFICIO1 dopo di che la SruzroNE nelle sedute dell'l e 14 novembre 1886 (Deliberazione 11. 503) espresse il pa,r ere che era possibile reafrw;are un obice di bronzo più leggero e p~ù m-0bile di quello di ghi,sa, tale cioè lfa potersi incavalca,r e sull'affusto da assedio leggero da 12 (Ret.) e decise quindi dì proporre al Ministero di far procedere alla compilazione del relativo progetto, ed una volta approvato di pa.ssa,re alla costruzione cli questa bocca da fuoco per le esperiem;e del ca,so, pro,ponenclo essenzialmente di abbandonar<~ completàmente l'idea di far studiare una bocca da f uoco avent<· i caratteri dell'obice e del mortaio.
S 2,
Studi sulle batterie corazzate = Il tipo unico di casamatta = L'affusto ad ecclisse = Le proposte del Biancardi e del Bianchi = Gli esperimenti di Vinadio = Estensione deg li esperimenti = I quesiti sottoposti dal Ministero al Comitato = I nuovi membri del Comitato · L 'elaborata risposta del Comitato a Sezioni riu= nite • Esperienze di tiro contro Ja testuggine • Esperienze di Meppen sul cannone corazzato Krupp • Le esperienze suppletive proposte dal Comitato = Vicende delle trattative con la Casa Krupp = Contratto con la Casa Oriison = Es1)erimenti con lo scudo Rosset_ Studi sugli affusti da attacco e difesa , J lavori della Se= zione e le sue proposte per l 'unicità dei tipi = Studi e proposte = Esperienze degli aloni Biancardi • Studi ed esperienze per gli affusti da difesa = Studi per l ' intercambiabilità di bocche da fuoco e loro a ffust i • S tudi ed esperienze per affusti ad aloni rigidi , Esperimenti de lla Spezia e di Genova , Esperienze comparative fra materiale italiano e materiale Krupp , Risul, tato delle pro:ve s u affusti ad aloni snodati = Contratti con Ja Casa Krupp • Studi sugli avantreni. Esperienze comparative s u affusti tipo Schumann e ti,.,o
-
1124 -
Bi\'l:l'EIHI·: CASA)f A' l:-'.l'AT E E CO!U ZZA'l'li
Biancardi = Utilizzazione dei cannoni da 8 B .R. s u affusti a lla marinaresca = Studi ed esperienze per l'impiego dei cannoni da 9 B.R. (Ret. ) su affusti da attacco e difesa = Affusti idraulici Griison = Il freno idraulico = Studi e realizzazioni italiane.
Risalendo ai primi lavori espletati da,l OOMITA'l'O. d' Artiglieria e Genio in rigua.rdo delle ba.tterie corazzate devesi ricordare .ehe il OOMI'l'A'l'O ,stesso a .SruzIONI riunite, coll'i111tervento dei Comandanti territoriali ·delle due Armi si riunì nei giorni ·7 ed S maggio 1874 (Deliberazione n. 16) per riprendere in esame a,ppunto la questione riguardante la, costruzione delle batterie cla costa, cli quelle ca,samattate e di quelle coraz· za.te, - questione già trattata dai singoli Oomita,t i. d' Artiglieria, ,e del Genio nel ma,ggio 1871 e nel febbraio 187:3, all'intento cli cleddere qua.li, fra i prineipii giù, accettati da unti precedente C{mgrega di generali nelle sedute del 12, 13 e 17 fobbraio 18'73, richi-edeva,no di essere megli.o chiariti, e quali rLltri. si dovessero aggiungere sullo stesso argomento. Per le ba,t te1~ie casamat tate e oora½za.te vigeva allora, il prindpio cli u:n « uni:co tipo di casamatta per i eannoni cla cm. 24 e da e.in 32 )), ma, i continu i. progressi realizzati nella, corazzatura delle navi e nelle artiglierie navali. imponeva-no naturalmente n nove esig-enz,e per la difesa terrestre, ta.nto,chè era sorto il qnesito se convenisse o m0110 di continuare a regolare la costruzione delle casamatte sni due calibri predetti men tre era, unanimemente ammessa la neoessità di introdurre bocche da, fuoco cli. calibri s,empre crescenti nell'armamento clelle batterie costiere. Dopo un'esauriente discussione il OoMI'l'A'l'O convenne che per le batterie casamattate e corazza,te si sarebbe dovuto stu diare fin da allora un solo tipo di casa.matta che avesse potuto servire per il cannone da cm. 32 e per quegli altri cli maggior ca.libro fino .ai 40 cm. che preved,cvasi di dover adottare in prossimo avvenire. Venendo poi a discutere le a,lt1·e questioni di massima riguardanti le torri cora~zate e le batterie a, pozzi, il Oo:r.nTA1'0 a SEZIONI riun ite e coll'intervento dei Comandanti territoriali d'Artiglieria e del Genio, èon la Deliberazione n. 16 - - 1125 -
CRONISTORIA DEL ST; l! HID:\10 COKSIDSSO O' ,\llTIGLIEHTA
•
1874-1!)15
del maggio 1874 si assodò alle idee espresse nel Verbale redatto ·n elle seclute · ùella, Congnga dei generali. del febbraio 1873, circa : l'uso risLrettissimo delle casamatLe e delle torri corazzate attese le ingenti spese richieste per Lali costruzioni da, _limita!·si quindi a qnei pochi. casi. di assolu ta necessità; e sul partit o che si sm·ehhe potnto trarre dalle « batterie a pozzi », armate con cannoni . incavalcati su affusti ad ecclisse, ossia ad abbassamento durante il rincnlo .
I !
'
lhI
E'ìg. 6G-! - Giuseppe l!'or tnnato Bianchi.
Il preesistent e ed ormai disciolto Comitato d'Artiglieria , sia per invito del Minislero che di sna iniziativa, era tornato più volte sull'argomento dell'affusto ad ccclisse, ma, riuscite infruttuose, per le eccessive p1·etese clell'inve1n tore, le pratiche fatte per procnrnrsi qualche affusto del sistema Moncrieff, aveva dovuto limita t e gli stuaf relativi riferendosi unicamente a, taluni tipi di affusto_ iclcati da, nostri. Ufficiali, dei quali due per cannon i da ,cm . 12 pro,po~ti, l ' uno dall'allora capita110 ing. Giuseppe Bia ncavdi e l'altrò dall'allora colonnello ing-. Giu seppe Bianchi. eia Gambolò, che già c1·trno al· lestiti e pronti qui1J1Cli ìld essere speri10cnta ti. -
1126 --
II, RAPPORTO D8L GE:NERALE AN·T ONIO BnIGNONE
Se non che i risultati di queste esperiem,e, eseguite soltanto col cannone da, 12, (non potevano evidentemente ritenersi. concludenti per i calibri maggi.ori, e per ciò il surricordato Consesso di generali fin dal .1873, rilevando l'urge1iza di risolvere il problema degli affusti ad ecclisse> propose che venisse allestito e sperimentato anche un affusto per cannoni da cm. 24. Limitundoci per ora n seguire lo sviluppo degli studi riguardanti le batterie corazzate dei Forti di sbttnamento, ricorderemo che la l'resiclenza del nuovo ed unico C0Mn'.1To cl' Artiglieria e ·Genio, iu relazione ai provveclimenti da adottarsi per la difesa dello Stato, dopo gli esperimenti di tiro eseguiti a Vinadio contro cannonier e in mura turir e corazza te, t rasmetteva al Ministero un ra pvorto compifalo dol ten. gen. del Genio Antonio Bri-
Fig: 005 - Antonio F1:aucesèo llrìgnone. · gnone sui risultati delle esperienze stesse. Tale due parti distinte : nella prima erm10 enumerate eseguite, e nella seconcla erano esposte le 1101:me sultati d<~lle esperienze sarebbe ~tal.o consiglia.bile zione delle nuove . opere.
-
1127 -
, rapporto ern. diviso 'Jl e descritte le esperienze cli. principio che dai ridi seguire nella costru-
CRONISTORIA DmL SUPREMO CONSESSO o ' AR'.L'JGLIEHU
-
187-1-1915
Le eonsitlerazioni e le propM:te del predetto n 1p11orto furono apprezzate dal ):linistero il quale, rav visiindo opvor tuno che lo studio iniziato sulla corazzatur a tìchiesta per i Forti alvini venisse contiuua to per sta!Jilire le condizioni cli uria cor azzatu r a resistente al tii:o del caimone da cm. 15 (Ret.) avuto riguardo a quanto r ilevato dalla CoM~ussroNE inca ric;a ta delle precedenti esverienze, ricorcl ata la non felice proYa fatta clall'affusto snl quale era incavalc:':-1to il cannone in casamatta, e tenuto -altresì conto clel. tentativo fatto da i nostri Stabilimenti per la fa bbricazione di piastre cli gllisa i ndurita, - con dispaccio del 6 marzo 1S7S sottovoncva al COMITATO i seguenti t re qnesiti :
Fìg. G66 - Cesare Bonelli.
D'ig. ti<l7 - Luigi Giauotti.
1°) snlla (om•enienza o 1Uc110 di cambiare l'aff't1sto at1operat.o ne.gli esperilllenti fatti J\ Virw ùio, surrogandolo con nlt r!o elle, olt re. a permettere la cannonier a minima, evitasse l'inconveniente derivante dalla sporgenza di qu11si t ut ta la voltlta del cannone al di fuori_della cannoniera ; 2<>) sullit convenienza o meno cli continuare gli studi inerenti alla corazza tura in b11se alle piastre <lella R. l\farina, e di ricorrere in caso negativo al s istema di corm-:zatura con ghisa. indur ita del tipo Grtison, adotta ndolo o come semplice scudo od a nche co1J1pletamente. per l'intera casa.matta ; formulantlo in ogni c11so tutte quelle proposte reputate utili in 01·dine agli scopi da raggiungere ; H0 ) sui 11rovvedimenti cl a prendersi circa le fo rtificazioni già costrnite od in c:orso di costruzione. Nel precitato cllspaccio era inoltre prescritto che ai Membri effettivi del COM IT,1TO dovcvnno essere aggiunti: il ten. gen. Cesare Bonelli comandànte la divisione territoriale <li Verona, il magg. gcn. conte Lnigi Giauotti
-
1128 -
,\H'l'IGLIEnm I N BAJ!l;[,;'[Vl'A IDI) IN CAS Al\!AT'l'J!; COH A½½Nl'E
coll):lf)clante territoriale ciel Ge11io a Piacenza, ai quali poi su pr oposta clel Presidente il Min istero assent iva che si fosse pure agginnto il ruagg. generale Virginio Monticelli comandante territoriale dell'Artiglieria in Roma.
Il COMITATO a SEZIONI riuni.te, nei giorni 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28 e 29 marzo 1878 (Deliberazione n . 244), dopo n,mpia, e clet ta.glia,ta discussione espresse i seguenti pareri : l Q) nella costruzione cli inuovi Forti di sbarramento di valichi alpini quando la posizione scelta non era clominata o distava da alture a.ccessibili alla fan teria più che non fosse la distanza dficace del tiro di fucilerfa, oppure q uanclo gli effet ti della fucileria potevano essere convenientemente paralizzati medi.ante traverse i11 tcrrH, od a,l tri consi1nili ripa,r i tem. poranei, esclusion fatta dai blindamenti permanenti, tutte le artiglierie dell'Opera dovevano installarsi in ba,r betta. Però lungo le pareti laterali dei P orti ed :1lla gola delle Opere, ch·e potevano essere battute dal 'llemico soltanto con fucileria e a,rtigli.erie da, montagna, tanto le .bocche da fuoco di piceolo calibro quanto i fucilieri destinati alla difesa di queste parti secondarie delle fortezze dovevano essere clispo!:'ti in 01~dinarie casamatte cli muratura, specialmente quand,i 001. traverse in te.rra o con altri ripari temporanei fosse stato difficile cli sottrarre tali. parti secondarie al fuoco cl'ill1:6lata e di rovescio della, fudleria e delle batterie attaccanti; 2°) ove la posizione scelta per l'erezione del Forte fosse stata dominata dalla fucileria: nemica e qumdi riuscisse peric,olosa per i difensori collocati allo sooperto, sul fronte cl'attaeeo esposto alle offest~ ·dirette del nemico le artiglierie dell' Opera, dovevano essere insta,l late in casamatte eorazzate, mentre sulle parti laterali ed alla gola ~i dovevano costruire invece casamatte ordina.rie in muratura; 3Q) la corazza doveva ooprire l'intera fronte della casamatta, doveva essere di ghisa indurita della grossezza capace di resistere al cannone da cm. 15 (Ret.), e doveva, avere la cannoniera, ristretta; 4Q) i principii che doveva.no aversi presenti nello studio di questi Forti, e le norme da osservarsi circa il pro:6lo e le altre particolarità, tanto n1el caso dell'installa,zione delle artiglieri(~ in barbetta quanto in <1ucllo dell'installazione in ~
1129 ---
CRONIS'l'ORIA DEL
SUPRIDMO CONSESSO D'ARTIGLIERIA
-
1874-1915
casamatta, dovevano essere quali risultavano da un allegato stessa e della quale faceva che si . univa alla Deliberazfone . .. . parte integrante; 5°) la corazza descritta nel predetto a.negato, pri:r;na di essere definitivamente adottata, doveva essere sottoposta ad appositi esperimenti per constatare il modo di comportarsi all'urto dei proietti del cannone da cn1- 15, e per . deteminare più precisamente le dimensioni dei diversi conci, e segnatamente la loro grossezza; 6") nei Forti in corso di costruzione, sempre quarnfo i10n erano dominati dalla fucileria a ·distanza efficace di tiro, o era possibile ripararli da tale pericolo con tr.averse di · terra od altri facili ripieghi, e purchè lo · avesse CO!Ilsentito lo ·spazio disponibile e lo avesse permesso lo stato dei lavori, alla progettata, installazione in casamatta dovevasi sostituire 1n, disposizione delle artiglierie i!Il barbetta, mantenendo eventualmente le casamatte di muratura sulle parti laterali ed alla g·ola dell'Opera non soggette ai tiri' diretti del nemico; '7°) se i detti Forti in costruzione erano soggetti alla fucileria a distanza efficace di tiro, od altrimenti se per l'ava,n zato stato dei lav,ori non era più possibile la sostituzio · ne delle barbette alle casamatte lungo i fr.onti non esposti ai tiri del nemico, soltanto lungo i fronti esposti si dovevano fare le installazioni còra,zzate seguendo le modalità di cui al predetto comma 3°), mentre tutte le altre doveva.no essere còmpletate in semplice muratura, ordinaria; qualora poi al momento di costruire le casamatte a1on fossero state ancora ~llestite le corazze, si potevano proseg11ire i lavori fino al completamento-· dell''Oper31, la:sciand'\l' -incompleta . soltanto la pa,rte anteriore frontale delle casa.m atte da, corazzarsi ; . 8°). tanto nei Forti esistenti, quanto in quelli in corso di ·. c-0struzione · 111ei quali fosser,o· già state ter:ininate le casa-. maitte fronta_li,, bast_ava corazzare qualcuna di esse nel ru.odo sovradetto in quei punti che meglio si prestavano per . con;i.: t>attere l'av-versario, mentre tutte le altre · ·casamatte, tranne quelle non esposte ai tiri diretti, allo scopo di ridurre l'apertura . della cann_o niera alla. minima ampiezza i111 ragione . del ~a;mpo di tiro dovevano e·s sere munite di . uno scudo di ghisa -
1130 -,-
Ail'l'!OLIERIE .IN BARBn:Tl'A mo IN CASA1\'.fA'J.·r 0 CORAZZA'J.'El
indurita capace di resistere però soltanto al tiro dei cannoni da campagna . Questo scudo doveva essere sperimenta.to con temporaneamente · alla corazza ; 9") nei Forti esistenti si doveva armare il maggior numero possibile di casa.matte, munendo di scudo metallico quelle direttamente esposte ai tiri nemici, ed utilhr,zare tulti i terra,zzi colJ.ocandovi r1rtiglierie in barbetta, protette possibilmente dai tiri della fucileria entro il raggio di 800 metri mediante traverse od altri ripieghi, e ciò per compensare in certo modo con uin maggiore sviluppo cli fuoco la vulnerabi· lità delle a1·tiglierie in casamatte; 10") in tutti i Forti alpini si dovevano pn:parar·e dei posti per sviluppar e dall'interno ed in tutti i sensi un tiro cli fncil erin. contemporaneo a quello dell'artigli eria, utilizzando all'uopo le masse coprenti le casamatte coll'intagliarvi parapetti per fan tel'ia o sistemaindo a difesa le traverse dell' Opera; 11") nelle costruzioni murali che ancora rimanevano da farsi per nltimare i Forti in con,o di costruzione, ed in quelle dei Forti da costruirsi in avv~nire si doveva aver cura di costituire la faccia esterna dei muri frontali con grosse pietre collocate di punta -0 con massi regolari molto voluminosi, e, quando fosse apparso necessario, seguire nella struttura muraria il &i tema a,ò anelli concentrici in forma di volta; 12") per t utto ciò che 1·iguarcl ava i Forti in corso di costruzione e quelli già esistenti era necessario che <la uno o più Membri del COMI'l'A'Ì'O venisse eseguita una ricog1nizione locale per stabilire: in ordine ai Forti in costruzione, i n qua1i ,d i essi e d in quali loro parti le artigli.erie potevano essere sistemate in barbetta, quali modifica,zioni occorreva studiare ecl apportare ai progetti de1lc Opere per tale sistemazione delle artiglierie e per ridurre al minimo le murature esposte al fuoco ·nemico; ed in ordine ai Forti esiste111ti, quali casamatte erano da corazzarsi e quali da munirsi soltanto di scudo, nonchè il miglior modo di attuare i criterii sopraindicati per l'installazione delle ar tiglier ie; J 3°) alla OOMl\USSIONEJ per le artiglierie di attacco e difesa dovevano essere affidati gli studi cletta,gliati della co-
1131 -
CHU).!~TOHU
i) [,: L
::; ura ,,:.Mo CO/\:,rnsso u 'AH'rIGLil$lU ,\ - 187-l:- Hfl[>
1·azza e dello scudo nonchè j 1·elativi espei-imenti da fa rsi in base ad un 1wogramma propm:il.o dall a predetta COMMJSSIONW e approvato dal OoMI'l'A'l'O; 14°) con l'adozione della casamatta corazzata per i F orti alpini non era.no più nec.:essarie le torri gil·evoli corazzate alle quali perLa,n to si poteva rinunciare. A questo punto il Consesso formato dal COMI'l'A'ro a s~ZIONI riunite riteneva, poi di dover diclliarare che, sebbene pel' molteplici. ragioni, esso si era pro:nunciato favorevo le all'impiego dei materiali d'ar tiglieria allora usati od in corso di studio presso <li. noi, tuttavia non poteva discon oscer e la convenienza di non trascurare gli interessanti stndi intra,presi all'estero allo scopo di acc1·e ·cere il valore difensivo delle Oper e fortificatorie, tantochè, qualora il Ministero avesse potuto 1lis1Porre di adegnati mezzi pecuniari. e di un adeguato numero di pe1'sonali competenti, senza divagare dalle proprie iugerenze quelli allora inc,aricati di studi ed esperienze dai quali <lovcvasi attendere un immediato profitto, il Consesso st€sso opinava che si desse mano allo studio defirnitivo del nuoYo <:annone di ghi ·a accettato dalla COl\ThIISSIO:--ID e -che, pi-evic le opportmrn intelligenie 0 011 la Casa Krupp , si stu diasse anche il modo cli sopprimere il rinculo di tale bocca cla fuoco imprigionandola nella, corazzH, delle casamatte ed incavalcandola sopra nn Mfnstio simile a quello che appena allora era stato sperimentato da quella, Casa. Questi st udi ed esperimenti da far si per l'..1dozione della corazza e dello scudo di ghisa indurita per i Forti cli sbarramento non dovevano però pregiudicare quelli suggeriti nei quattordiei pnn ti espressi precedentemente. Succr.~sivamente 11 i\iinistero con clispacclo del 18 gennaio 1S7!J, dopo aver accenunto brevemente ngl! stud ii ecl ngli esperimenti fino allora compiuti P<'1' la corazzatura dei Forti alr,ini, informan1 il Co:-.cJTA1'0 di a,·er approvato in m:issinrn, - per essere preso n bnse delle trattative da iniziare con la Casn Gruson e salve quelle ul t<•rlot·i val'inr.ioni che la Casa eostruttrlce stessa avrebbe potuto proporre, - il progetto cli « testuggine di ghisa Indurita» allestito dal 4° l.'FFrc10 in conformità a precc<'lenti istruzioni avu te dn l Ministero s te,-so, e gli comunicava il progrmmnn del!<? esperienze di tiro, compilato pure clallo stesso 4° Uurrcto. Nel comunicnre questo progr amma ìl lUinlstcro fnre,·a però due oss('r-
-
1132 -
LA
« T ES'l'UGGI::,.,0
>>
GRUSON ED IL CANNO" l•J COUAZ1/.A'l'O KRUPP
vazioui: la prima 1·lgu,1rdav,1 il tiro da farsi col cannone da, cm. 15 (Ret.) con palla a carica interno, ti ro elle al Ministero pareva poco appropriato allo scopo in quanto che la carica cli scoppio non avrebbe avuto altr o effetto che di rompere il proietto ull'istante in cui si aveva maggior bisogno che esso :fosse intero, e d'allra parte la. <;arica interna non poteva aggiungere eftkacia all'urto se non nel caso, cliflìcilmellte reu lizza bile, di completa penetrazione della palla; la seconda osservazione l'ig~1ardava la distiuzione elle la Co~nussroi\'F: avevu fatto fra il diverso ruoclo di giudicare la resistenza delle varie varti delle corazzature dopo un certo numero di colpi, ammettendo cioè per le par ti laterali e superiori la possibilità di crepature pas; santi cla parte a parte, e non !llllU!Ctteodole invece per le porzioni frontali. Secondo il Ministero lo seopo che si doveva perseguire non era l'indistruttibilità della testuggine, rua bensì cbe essa r esistesse ai colpi nemici per una durata di tern po suOìcientemente rassicurante come protei,ione dei serventi, e questa t:nnata potent aversi quando vure ::l'vvenivano cr ep11ture anche nelle porzioni frontali, avendo le csperieu:<1e eseguite nel 1874 al Poligono di 'l'cgel sopra corazzaturo di ghisa indurita del tipo GrUsou dimostra to come, anclie dopo \Jttalche fess ura attraversante i blocchi da parte a pal'te, le porzioni elementari della corazzatura continuavano a rimanere frn -cli loro a contatto senza cedimento notevole, ed il sistema complessivo era capace {li resistere ad ulteriori colpi senza sfasciarsi: conseguentemente il ì\iinistel'o rite11eva che dopo un detcr mmato numero di colpi si potessero tollerare fessure od altri eventuali guasti purcbè i deterioramenti stessi non provocassero la proiezione di parti o frammenti cli cora?:0atur a nell'interno della casamatta. Dopo che il Direttore del Zo Ub'11rcw ebbe esaminato il predetto · programma. cli esperienze cli tiro, elaborato dal 4° Un-nero, il OoMI'l'ATO a SEZIONI riunite, nella seduta del 29 gennaio 187\J (Deliberazione n. 319) espresse il parere: 1°) che tnle programma di espel'ienr.e di tiro contro la. testuggine di ghisa indurita. per cannoni da cm. 15 (Ret.) era· meritevole di approva?:ione, ma però erano da mocli.ficarsi i pur'n°grafi 5° e (}' nel senso che i tiri in essi contemplati dovessero eseguirsi nella proporzione cli 1/4 C'OD palle a carica interna e 3/•1 con palle non cariche ma dello stesso peso; .~ modificare inoltre il paragrafo 10° nel senso che se il ti.ro avesse cagionato dei guusti esteriori o delle fessure attruversanti da parte a parte le piastre, a.lcun pezzo delle piastre fron tali e laterali doveva essere distaccato e proiettato nel'interno della casti matta; 2°) conseguentemente il programnìa' clè1le esperien?:e compiluto dal 4° ·UFFICIO era da sostituirsi con quello moclìficato, come prima eletto, ed annesso al rapporto del Relatore. I ntanto dopo le esperienze eseguite al Poligono cli Meppen sul cannone corazzuto, ideato. e costruito dalla Casa Krupp, e delle quali era stato r eso conto al :Ministero da upposita Co~nnsslOi\'E presieduta dal gen. Gaetano Nagle, segretario genera·l e rlcl CoM!T,ll'o, il ì.Vfinistero con dispnecio- del 17 ot-
-- 1133 -
10 progetto
t'"t.,.cT 5-,...;;&5+~-----s,;; r·( , . • I
, '
~-
r··· I l
: ......... ·~ ':'1 · ' •.
2<> progetto
Fig. GGS · C:isamatla corazzata ,;istcrna Krur,11
!-'<.'l'
nn cannone a sfera da
( ·111 .
lJ (lh:!t.) .
'.rRA'.r'l'A'.rIVB CO:K LA CASA KRUPP P lm L'ACQUISTO DEL CANN . COitAZZATO
tobre 1879 ricordava al Presidente del Co:!.nrATO come, nell'intendimento appunto di conoscere il risultato di tali . esperienze, esso avesse già precedeutemente sospeso ogni decisione riguarda nte la testuggine Grlison. Dichiarando quindi di associarsi · al parere espresso dalla citata CoMMISSIONE circa la convenienza cli spara.re contro la piastra frontale del sistema sperimentato a Meppen alcuni colpi con un cannone da cm. 15 per provare se per effetto cli tali colpi il movimento del pezzo corazzato fosse per avventura rimasto inceppato, ed in tal caso per studiare come rimediarvi, il Ministero rilevava la necessità d i entrare in trattative colla Cas;1 Krupp 01,cle eseguire le ulteriori esperienze suggerite cl.alla OoMMJSSlONt<:. La questione fu inviata all'esame del COMITATO ehe, a SEZIONI riuuitc nella seduta del 2,1 ottobre 1879 (Deliber azione n . 384), pur ammettendo la superiorità del cannone corazzato Krupp su · tutti gli altri sistemi analoghi fino allora conoseiuti, ·- sotto i va.rii punti di vista della semplicità e facilità del servizio, della celerità, precisione e potenza di tiro, nonchè dell:1 sicnrezza dei serventì, - decideva che, prima cli appigliarsi definitivamente aò un tale sistema., occorreva elle per cura del s uo inventore fossero rimos-se alcune incer tezze sorte dalle esperienze flno allor a eseguite, sicchè er:l opportuno cli inta.volar~ tra.t tative colla Casa Krupp per eseguire altr0 esperienze s uppletive elle venivano elencate nella Deliberazione s tessa. Il Ministero con dispaccio riservato del 20 ottobre rilevava e rispondeva in proposito che, quantunque 1ft riserva contenuta uella predett::i. Deliberazione del CoMrl'A'l'O tendente a rimandare ogni conclusione sull'accettabilità del sistema Kru pp allorcllè fossero conosciuti i risultati di tutte le ulteriori prove di tiro proposte, avrebbe 1iotuto costituire un osta.colo non facùe a superarsi, pur tuttavia riteneva che sulle basi della Deliberazione n. 384 s~ aprissero le volute trattativ<~ colla Casa Krupp. Da tali trattative, condotte dal generale Nagle con il rappresentant_e della Krupp in Roma, risulti> che qnes ta Casa avrebbe acconsentito all'esecuzione <li prove poco diverse da quelle indicate d àl COMIT,1To a -còndizione che, in caso di risultato favorevole, il cannone cor azzato Krupp venisse da noi adottato.
La questi.one rinviata quindi all'esame del COMITATO) que· sto, a .SEZIONI riunite, nella, seduta del 31 ottobre .1879 (Deli· bera7,jnoe n. 391), confermando con qualche lieve . variante le moda,l ità cleÙe pr;ove suppletive indicate .nella Deltberazìone Jl : 384~ · conchiudeva che, superate tali prove, il càrnnon•~ corazzato KrÙ.pp , si . doveva ritenere accettabile.·.. ·... .. Ìl MJriistero ·<:;on di~J?aCcio del .20 luglio 18.80 sott.Qponevu, pof alFe$ame dèl QÒMITA'l'O una proposta presentata dal generale Rossct per l' applicazio.nc del cannone a . sfera coraziat? Kl'l?P~, ,a lle nÒstre ..casamatte in mur~tura, apportanclovi -
1135 -'--
CH0.\11:S'rORlA
l)Jj)L
cox:-ws~o
SUl'Hl~~ro
O' AH'.J'LG LI.I.WIA
.
187,J.-l.!Jlò
alcune ruoùifich e da ln i studiute. Tali rnodifi<-he consi te-..;-ano in sostanza in 1111 robu eLo scnclo di ghisa da :fissare nel muro frontale della casamatta, appoggiato posteriormente a piastre di ferro e rincalzato dalla mm·atnra della casamatta, al quale scudo, l'infor,,,n to cla, una piastI·a fron tale cli ferro e eia tre 11/littu. /f·o"i:;rilo
.,
ll'ig. 669 · Casa,ma(ta corn7,zuta s istemn Kl'upp pel' un cannone o sfera da cm. 15 (Ret.).
cerchi, il 111aggio1·e dei quali in ferro e gli altri due di acciaio, sarebbe stato assicurato il cannone a sfera, incavalcato sull'affusto iclea,to dal Krnpp, sicchè tutti i vamtu,ggi di -celerità cli fuoco, esattezza cli tiro e sicurezza dei serventi, ine1·enti al sistema Krupp, sarebbero stati ugualmente conseguiti. Il Co:\II'.l~A'l'O a SEZIONI riunite nella seduta del 27 lu glio 1880 (Deliberazione n. 437), dopo esauriente éliscui:-sione esiprcsse il p,a.rere : che la proposta Llel generale Rosi::et. era commendevole ed opportuna, e per ciò da prendersi in considcra,zione; che il sistema di scud o tliL lui id eato ed il morlo cli sua applicazione sembrava do-
11;1G -
l'R0P0S'.l'fil l'l!lR IlACQUISTO DI CASAJ\I A'l'l'I•: CORAZZA'.l'ID GRUSON
vessero rispotndere al loro uffici.o e che per ciò era oonveniente di sottoporli ad a,ppositi esperimenti; che infine era meritevole di approvazione il progetto di contratto concordato dal generale Nag'le colla, Casa Kru.pp per l 'acquisto immediato di due ca,n noni a sfera, d'acciaio, l'uno di cm. 12 e l'altro da cm. 15, di una sfera, di ricambio e di un affusto. Intanto le trattative colla Casa Krupp per l'esecuzione clegli esperimenti suppletivi cli cui alla Deliberazione~ n. 391- da effettuarsi preventivamente, furono sospese in seguito a domanda della Casa stessa che aveva riconosciuto opportuno di eseguire prima ancora e per suo conto alcune prove oncle apportare al sistema tutte le modificazioni necessarie per rispondere al programma stabilito clal COMI'l'A'l'O nelle sue Deliberazioni n. 884 e n. 891 per le esperienze suppletive. Introdotte tali modifiche <li migliora.mento, la Krupp si rivolse al generale Nagle pc~r la ripresa delle trattative limitanclo l'impegno di acquisto per parte nostra ad un solo esemplare di cannone corazzato. La pratica fu inviata all'esame del CoMrT,l'IO che a SE:zro;,:1 riunite nella seduta del 1G settembre 1880 (Deliberazione n. 463) espresse il p3rere che non convenisse riprendere le trattati.ve collit Krupp per l'acquisto di un solo cannone cor::izzato <ln cm. 15 e che tanto meno convenisse l'acquisto di un cannone cornzzato da cm. 12, essendo quc~sto cnlibro troppo piccolo per soddisfare alla difesa di quelle posizioni che per la loro capitnle importanza avrebbero richiesto un così costoso sistema. · InUt"nto il Ministero della Guerra: - preoccupato della necessità di dover ricorrere per alcuni Forti_ di sbarramento all'impiego di d!fesc metalliche a protezione di certe speciali casaroatte; - consiclerato che occorreva molto tempo prima di poter ptendere una decisione in riguardo allo scudo Rosset, elle d'altrçnde sareb~e stato opportuno di ~1ppli~are soltanto come correttivo di casmnatte esistenti, mentre non avrebbe · rappresentat(i) la soluzione più opportuna nei ]torti da costruire cx-novo nei qua.li casi sembr11vn. più razionnle di ricorrere senz'altro alle casarna.tte metalliche; lasciata da parte per il momento la casamatta. Krupp con cannoni a sfera per l'eccessivo suo costo ; e preso in considerazione, di preferenza, il tipo di casamatta Grtison di ghisa indurita ; invitò la CoMMrssro:o.r,; incaricata clelle esperienze dello scudo Rosset a pronunciarsi sul tipo di batteria corazzata cla preferire nei Forti di sbarramento, dopo di aver sentito il rappresentante della Casa Gri.ison circa tali costruzioni da essa già eseguite per altre Potenze e circa le ultime modificazioni introdotte nel suo affusto per diminuire l:l luce delle cannoniere.
Il parere della predetta OO~IMISSIONE fu dal Ministero inviato all'esa.me del COMITATO che a SFJZIONI riunite 111ella seduta del 13 dicembre 1881 '(Deliberazione n. 534) conchiuse propo-
1137 -
CRO~!S'l'ORIA DEL SUPREMO CONSJDSSO D' AR'.l'IGLIERIA
-
1874-1915
nendo l'acquisto dalla Casa Grtison di due casamatte corazzate di ghisa indurita per sei cannoni da, cm. 15, ciascuno con i rispettivi affusti; e dovendo all'uopo aprire trattative con questa Casa, l'accettazione del contratto doveva subordinarsi alla condizione che preventivamente una . Commissione di nostri ufficiali constata,sse il buon funzionamento dell'affusto mediante alcuni tir~ da eseguir.si col caù111one da cm. Ì5, mentre per quanto riguardava le corazz~ costituenti. le casamatte, basta.va, per la loro accettazione, che esse veilissero sottoposte- e resistessero alle sole prove di collaudazione. Secondo le proposte c-onter!ute in quest'\lltima Deliberazione il Ministero determinava di acquistare dalla Casa .Gruson due batterie corazzate per cannoni da ,cm. 15 G.R.C. (Ret.) destina te a fortificazioni alpine. Il relativo progetto di contratto convenuto con la predetta Casa dal gen. Celestino Sa..chero e gen. Giovanni Grassi all'uopo delegati, · fu im,jato all'esame_ -d el COJ.\,II'l'I.\TO che a SEZIONI riunite nella seduta del 13 maggio 1882 (Deliberazione n. 581) decise la sua accettazione. Frattanto si a,ndavano condu·cendo ariche le esperienze sulle installazi:oni a sfera ideate dalla1 Casa Krupp con lo scudo Ros.set, ed il Ministero con dispaccio del 28 gennaio 1882 trasmettevl'L al Pre~iclente del COMI'l'A'l'O i documenti presentati dalla C OMMISSIONE che aveva eseguito tali .espe1·ienze a, Vinadio per sottoporli all'esame del CoMrl'A'l'O ,1 SEZIONI riunite, il qua1<~ nella _seduta -del 22 f.cbbraio 1882 (Deli.bera zio1:1_e n .· 543) esprèsse i seguenti pareri: l ") c_he era necessario e conveniente di fare al più presto po_ssibile altre esperienze (che doveyano però esser-e le ultime qualunque ne fosse stato il risultato) sopra 1o scudo di ritegno e sulla coraz;:r,àtura con cannoni da, di.fesa da cm. 12 e dà cm. 15 (Ret.) tenendo conto delle modificazioni proposte dal Com,mdo dEù Genio di Torino; · · · ' ' 2") che queste esperit.mze si dovevano eseg~1ire:: a Vin_aclio od in um altro Fort-e in una casamatta già esistente· da adattàrsi· rieI · m:òdo seguente: - internamente: la strombatu:ua-·.· doveva : ridursi ,a l puro necessario per _la irian~vrw del pezz.o,-·èd il primo strato dellà cannoni.èra cioè quello èon:- -11~8 -
Flg. 670 - Espe1~ienze eseguite al forte Vinadio nel mese di novembre lSSl. Casamatta con sistema di corazzatura per cannoni a sfera.
75
-
1139 -
CRONI S'l'O lllA DEL SUPR0MO CONSIJ1SSO D' ARTIGL18HIA •
1874-1915
tro cui si appoggiava. lo scudo doveva, essere costruito interamente in pietra da taglio; i conci che oostitnivano il gradino o zoccolo inferiore dovevano penetrare nel suolo facendo corpo con quelli del paiuolo ; - esternamente: la cann oniera doveva. essere in pietr a cla. taglio a gradini, rivestendo completamente i conci delle guamcie e del cielo con piastre metalliche ; in ciascun g1:adino la pia.stra del cielo doveva essere incastrata con qnelle che rivestivano le guance, come già era stato fatto pel' il gradino esterno della cannoniera sperimentata a Vinadio; 3") che doveva essere dato incarico alla 00i\I1\IISSIONE che aveva p1·esieduto alle precedenti esperie1nze sullo scudo di ritegno, cli compilare il programma dei tiri che dovevano eseguirsi per queste nuove esperienze, tenendo presente che non si doveva pi ù fare il tiro di demoli.1,ione, mentre il tiro cli imbocco doveva fars i a distanza minore di quella reale di c:ombattimento, e con cariche ridotte; 4°) che le ordinarie casa.matte in muratura dovevano essere proscritte in tutte quelle parti delle opere fortificate esposte a, tiri diretti di a,rtiglierie di qualunque calibro, e la. loro costruzione doveva per ciò essere limitata a quelle parti fiancheggianti posizioni occupate dalla difesa oppure protette da opere secondarie sporgenti ed arrotondate, elette « orecchioni» ; 5°) che le casamatte esposte a tiri diretti di artiglieria dovevano essere in numero limitato e protette sul fronte pro. miscuamante con corazzature alla Grlison oppure anche oon lo scudo R,osset quando questo si fosse convenientemente com}!OJ'tato nelle esperienze, riservando pertanto la definiti.va decisione sulla preferenza da darsi all'uno o all'altro dei clue sistemi, e questo anche in riguardo delle più hnportanti Opere ornove, dopo che fossero èompiute le esperienze di cui al precedente n. 1°) : che qualora intanto si fosse dovuto provvedere d'urgenza alla difesa di qualche posizione importante si cloveva adattarvi la, casamatta co1·azzata GrHson adoperando affusti speciali atti a ridurre al minimo la, luce delle can· noni.ere di ta.li casamatte ;
-
1140 -
C.-\SA~:UTTE El 'l'ORRI GIR0VOLI PER I FORTI DI Sl3ARRAl\:lE;ii'1'0
ti()) che nelle piccole opere di montagna armate con ar tiglierie da cm. 12 e d.a cm. 15, ed esposte soltanto a tiri di artiglierie da rnonta,g na e da campagna, quando si difetta.va, di spazio si potevanò ammettere para,petti in muratura di oonveniente grossezza ;:wvertendo che il ciglio esterno doveva essere arrotondato ed il pem.clio costituito con r ivestimento .:li pietra.
Poco dopo il Minis tero con dispaccio del 12 maggio 1882 manifestava al Presidente del CoMI'l'ATO l'intendimento di compiere nel triennio successivo tutte le opere di sbanamento attuabili colle disponibilità finanziarie, e quindi all'intento di dare pronto e sicuro incliriz-zo ai progetti in studio ed inolti·e per poter commettere in tempo le corazzature necessarie disponeva che, per cura dei competenti organi del COMITATO, coadiuvati dai rispettivi Comandanti territorinli d'Ar tiglieria e del Genio, si riconosces1:,~ in quali posizioni o_c correvano le corazzature ed in quale misura dovevan'> essere applicate. All'uopo il Ministero indicava i criterii che si dovevano seguire per accerta re se ed in qual modo un'Op_e ra dovesse essere in qualche sua parte corazzata, e per definire ì particolari di costruzione e d'armamento delle par ti corazzate, ravvisando in fine la' necessità che il Co1r1·r,1·ro a SEZIONI riullite deliberasse : a) se conveniva acquistare fin d'allora altre corazzature dalln Casa Griison; b) se per la semplicità del ser vizio era utile costituire ·1·arruamento delle batterie corazzate con un solo calibro di canno11l e se questo doveva essere quello da cm . 15 G.R.C. (Ret.).
Dopo uno studio preliminare compiuto in pr-oposito dal Direttore del 2'> UFFICIO, il COMITATO a, SEZIONI r iunite nella seduta del 19 maggio 1882 (Deliberazione n. 589) pr opose: l ") che si pr,ocedesse all'acquisto dalla Casa Grl1so1t delle corazza,ture (casamatte e torri girevoli) occorrenti per i. Forti di sbarramento non appena fossero state clennite le loro caratteristiche; 2()) che le casa.matte corazzate Grlison dei Forti di · sbarra.men to si dovessero armare esclusiva.mente con cannoni da cm. lr5 G.R.O. (Ret .); 3°) che nei F-0rti alpini le torri girevoli dovessero essere armate o con cannoni da cm. 15 G.R .O. (Ret.) o con ca11noni da cm. 12 (Ret.) a seconda delle esigenze della difesa e òdle condizioni lo-cali. -
1141 -
CRONIS'.l'ORIA DEL
SUPRE~O CONSESSO D 1 ARTIGLIERI A ·
1874-1915
Successivamente il Ministero con dispaccio In data 9 aprile 1884 nel ricordare le prove alle quali per la lor o accettazione dovevano essere sottoposte le piastre delle due batterie corazzate di cui alla Delibe.razione n. 58, comunicava al C0Mr1'A'I'0 come tali prove, eseguite con esito soddisfacente per una batteria, non fosser o viceversa riuscite favorevoli per l'altra, tantochè le piastre cli questa ser onda batteria essendo state r ifiutate, erano sorte al riguardo delle divergenze con la Casa Griison. Rinviata la questione all'esame clel CoMITA'I'O, esso a SEZIONI r iunite nelle seclute clel 4, 5 e G maggio 1884 (Delibe1·azione n . 802) decise che per lit seconda batteria bisognava ripetere le prove di collaudo impiegando gli stessi proietti di acciaio usati nelle prove riuscite favor evoli per la pr1ma batteria.
Parallelamente agli stucli sulle bocche da fuoro da attacco e difesa si svolgevano quelli relativi ai corrispondenti affust i. Su proposta del preesistente e soppresso Comitn to cl' .artiglieria, nel 1874 era.no stati studiat i, costruiti e sperimentatì al Campo di S. i\faul'izio tre affnsti in ferro con relati, i sottaO:usti, di cui uno da difesa per cannone da lG G.R., un altro pnre da difesa per cannone da cm. 12 G.R.., ed un terzo da attacco e difesa _per cannone da 16 G.R. col relativo avantreno pure di fen o. Sui 1·ls ultati delle prove riuscite assai favorevoli, la COMMISSIONE formu lò le s ue proposte e le sue conclusioni C'he fm·ouo poi discusse ed esaminate dalla SEzro;,.'E del nuovo Co:-.cru-ro nella, seduta del 28 dicembre 18H (Deliberazione n. 86), la quale concluse che pur trovando in massima commendevole H tloo degli a~usti suclc1etti non ravvisava vilì conveniente d:i consigliam i! . l'adozione per boéche da fuoco destinate ad essere poste fuori servizio in un prossimo UYYenire, e propoue,a quindi : cli sopr assedere ad ulteriori esperimenti e nuove costruzioni cli detti affusti fìnchè fosse giunto il momento di approfittare dei favorevoli risultati con essi ottenuti per concretare studi e proposte cli altri affusti analoghi per uso dei cannoni a retrocarica da cm. 15 lunghi e corti, e da cm. 12; di incaricare intanto la predetta Co:-.n nssroKE di progetmre anche per quest'ultima bocca da fuoco un atrusto in ferro da attacco e difesa, di tipo analogo a quello studiato per il cannone cla cm. 10 e provato con felice successo; cli avvertire poi la CoMMrssroNE di volersi attenere, per quanto possibile, tanto nel trncciato di Quest'ultimo affusto che in quelli degli altri affusti da attacco e difesa, e <la difesa, - la cui compilazione per i cannoni da cm. 15 a retrocarica si sarebbe potuto richieclere in seguito, - al principio di potervi pure all'occorrenza incavalcare i cannoni da cm. 12 e cla cm . 16 !Id avancarica . Nel caso che il Ministero avesse approv!ltO la trasformazione degli affusti da difesa con sottafCusti iJJ legno, la SEz10:>'E proponeva di ordinar e alla Dire~ionc dell'Arsenale di costruzione di Torino cli modificare, secondo il 1wogetto formulato dal magg. Cesare Zanolini, un affusto da difesa con
- 1142
. AFFUSTI PER L EJ AH.TIGLIERrn D' A'r!'ACCO E DIFESA
relativo sottaffusto per cannoni da cm. 16 G.R. ed un altro per cannoni da cm. 12, incarieando la competente CoM:.nssrn~E di sperimentarli. Dal risultato delle esperienze si sarebbe poi esaminata la convenienza e possibilità di qualche modificazione tendente a restr ingere nelle batterie lo spazio necessario al sen,izio ecl al puntamento delle bocche da fuoco. La SEZI01\'E sollecitava poi il Ministero a voler far studiare dal 3° UF· FICIO o dalla Commissione di Torino, quei miglioramenti che secondo l perfeii:iona.menti e le esigenze di servizio erano più imperiosamente richiesti e che nei limit i delle possibilità economiche si potessero apportare agli affusti di legno in servizio per adattarli I)Cr lo meno negli affusti destinati ai Parchi d'asseclìo. Non avendo nulla da osservare in rigua.rdo all'avantreno da attacco e difesa in ferro proposto dalla Co:m,nssroNE, la SEZIONE proponeva la riduzione di quelli esistenti secondo il modello proposto.
li'inalmente poichè gli studi intorno agli affusti Jn ferro da, attacco e difesa e da difesa, erano appena iniziati, la SmzroNrn coglieva l'occasi<me per insistere presso il Ministero affinchè raccomandasse a,l la COMMISSIONE delle esperienze di tener presente nei suoi studi l'utilità grandissima che sarebbe derivata, al servizio dall'avere un unico tipo di affusto da attacco e difesa, un unico tipo d'affusto da difesa, con e senza sottaffusti, un unico tipo di armamenti, di attrev1,i, di ma.cchine da maneggio, ecc. ecc., pril1cipìo questo che purtr,oppo non di rado era stato dimenticato in quegli ultimi anni, e la cui attuazione si imponeva invece siccome ntilissima e cli indiscutibile necessità. Successiva.mente nella Deliberazione n. 69 la S.EZ!OKE occupandosi clello studio cli alcune bocche {la fuoco da attacco e clifesa, e da costa a retrocarica, riferendosi a quanto era staro deciso dalla Congrega clei generali d'artiglieria nelle sedute del 13 e 14 maggio 1874 (Deliberazione n. liJ), congiuntamente alle proposte riguardanti il cannone da cm. 20 G.R.c: (Ret.) (che in seguito fu poi concretato nel calibro da cm. l9), e l'obice da cm. 20 B.R. (Ret.) (che fu poi concretato nel calibro cla cm. 21), fece anche alcune proposte riguardanti i relativi affusti, proponendo cioè la costruzione di un affusto da difesa con sottaffusto in ferro per il cannone cla cm. 20 e sul quale si fosse potuto eventualmente incavalcare anche l'obice dello stesso calibro, nonchè la costruzione di un affusto da attacco e difesa in ferro per questo stesso obice.
Subito dopo anche la questione degli affusti in ferro per cannoni a r·e tr,ocarica da cm. 15, lunghi e corti, e da cm. 12 (Deliberazione n. 36) tornò all'esame della SEZIONE nella tor-
1143 --
CRO::,/ISTORIA Dli:L SUPRIDl\10 CON SElSSO 0 1 AR'l'IGLIERIA
-
1874-1915
nata del 14 giugno 1875 (Deliberazione n. SO), la quale con chiuse approvanèlo in massima tutti i progetti dei due affusti da attacco e difesa in ferro studiali dalla Commissione di Tori.no cli cui l'rnno per cannoni da, cm. 15 lnnghi a retrocarica ed eventualmente _anche per cannoni da cm. 16 G.R., e l'altro pel' cannoni da cm. 15 corti e cla cm. 12 B.R. a retrocarica ed all'occorrenza anche per cannoni da cm. 12 ad avan carica, avvertend o però che il t racciato <lel primo andava mo· ditìcato in modo da r icevere uu cannone da cm. 15 cerchiato, salva la riserva di farvi apportare la modificazione degli alo ni snodati proposta dal capitano Biancardi quando le esperienze ne avessero dimostrata, la convenienza. La SmzroNm con. chiudeva cioè : di commettere all'Arsenale di Torino la costruzione di un affusto per ciascun tipo da sperimentarsi insieme alle corrispondenti bocche da fuo co; di incaricare la Commissione di Torino di progettare e l'Arsenale di quella ci ttà. di costruire un affusto da difesa con sottaffusto per incavalcarvi uno dei due cannoni da cm. 15 lunghi cerchiati che si doYevano sperimentare, affusto sul quale si fosse potuto incavalcare eventualmente il canno111e da cm. 16 G.R . mediante appositi manicotti e dello stesso tipo dell'affusto già stato provato con tale bocca da fuoco ed apportandovi alcune varianti suggel'ite nella Delibera,zione n. 36; cli commettere :finalmente all'Arsenale di Torino di trasformare convenientemente l 'affusto da difesa in ferro, già stato sperfmentato col cannone da cm. 12 ad avancarica, affinchè su di esso si potessero incaYalcare tanto i cannoni da cm. 12 B.R. a, retrocarica che q ueli (la cm. 15 corti. * * * Intanto 11 Ministero associandosi in massima alle proposte contenute nella Deliberazione n. 69 ckca lo studio di un cannone da cm. 20 o 21, di ghisa cerchl.ato, da servire esseuzlulmeutc a.Ila difesa delle Piazze, con dlspoccio del 14 giugno 1875 chiedeva quale affusto dovesse servire per ll· cannone da cm. 15 lungo quando si fosse voluto eccezionalmente utiliz1.are questa bocca da fuoco per lo difesa, e cioè se per tale duplìce jmpiego doveva essere destinato quello stesso affusto in corso di studio per il nuovo cannone da cm. 20 o 21, ovvero un affusto speciale da impiegarsi anche -- ] 14.4
~
AFO'US'J'I PER LID ARTIGJ',IJllRIIJJ D' t,.'1•1'ACCO IJJ DlFIJJSA
col cannone da cm. 1G G.R., nel quale ultimo caso si sarebbe venuto a creare un affusto da servire soltanto in pochissimi casi. La risposta era pertanto già contenuta nella Deliberazione n. 80 colla quale la SEZIONE aveva appunto proposto di affidare all'Arsenale di Torino la cosb:uzione di un affusto da difesa con sottaffusto speciale per il cannone da cm. 15 lttngo, e sul quale eventualmente si fosse potu to incavalcare il canno.ne da cm. 16, mentre era necessllJ:io provvedere dl un altro affusto simile, - cosi come tra suggerito nella Deliberazione n. 69, - il cannone da cm. 20 o 21 che, do,·eudo sparare un proietto del peso da 70 a 80 kg. con una carica da 10 a 12 kg., non poteva essere incavalcato sullo -stesso affusto del cannone da cm. 15 luugo cerchiato. Circa poi l'affusto in ferro con gli aloni snodati a cerniera secondo Il sistema Biancardi, avendo il gen. Ilonelli comunicato il loro favorevole esito sperimentale ottenuto col tiro del cu unone da cm. J(l G.R. al campo di San i\faul"izio, e avendo per ciò proposto, tenendo conto anche dei miglioramenti che il capitano Biancardi si riprometteva di apportare al suo aJiusto, di far costruire appun to secondo tale sistema il nuovo affus to in ferro da attacco e difesa per cannoni da cm. 12 n.R. (Ret.) e p·e r cannoni da cm. 15 corti (Het.),
La SEZIO~e riunitasi l 'll novembre 1875 (Deliberazione n. 113) s u confo rme pa,rere dell' UFFICIO STRAOllDINARIO vi aderl proponendo al Ministero che l'affusto per cannone da 12 B .R. (R et.) e per cam10ni corti da 15 G.R.. (Rct.) commesso all'Arsen ale di To1foo venisse allestito cogli aloni snodati. a cer niera e poi sottoposto ad espel•ien~ sia di tiro che di traino, onde poter decidere se tutti gli affusti da at.tacco e difesa dei cannoni a r etl'ocarka predetti si dovessero cosi costruire. P er l'affusto da ùif.esa p er cannone da cm . 15 G.R.O. (Ilet.) si prospettava amebe l'eventuale possibilità di utilizzar e l'affusto per il cannone da cm . 16 G. R.: infatti la SwZIONE osservan do nella1 Delibe1·azione n . 130 clel 29 e 30 dicembre 1875 che dal confronto del tracciato del cannone da cm. 15 G .R. 0 . · (R et.) con le tavole cli costruzione dell'affusto cla difesa per can1J1011i da cm. 16 G.R.. si poteva con poca spesa ridurre questo affusto per incavalcarvi all'occonenza il cannon e da cm. 15 G.R .O. (Ret.), aumentando lo scostamento delle sue orecchioni.ere cla mm . 550 a 570, aveva prop osto che la Ool\nnssro:Kw competente suggerisse le modificazioni occorrenti agli affusti cla difesa per cannone da cm . 16 G.R . OOlde poterli adattar e ad incavalca,rvi il predetto cannone da cm. 15 G.R. O. (Ret.). -
1145 -
CllON JS'.l'OnlA
DEL
SUl:'IlFJ)10 CONSIDSSO D' AH'l'IGLlEnIA
-
1874-1915
Ad ogmi modo per quanto riguardava il vero e proprio affusto in ferro da difesa per cannoni da cm. 15 G.R.O. (Ret.) in corso di studio, la SEZIONe riunitasi l'S gennafo 1876 (Delibe1·azione n. 133) per esaminare un Verbale della C0M1vnsSI0='<E ed il successivo parere dato dall'UFFICIO STRAORDINARIO: osscr,·ava, che pur accettando t utte le considerazioni e proposte dell' UF.1?ICI0) era opportuno che la 00MMISSI0Nlll cerc,Lsse modo di conserYare al detto affusto da difesa il ritorno· automatico in batteria sempre quando, sistemato in barbetta, fosse incavalcato dal cannone da 15, e possibilmente anche quando doYesse sei-vi.re per il cannone da cm. 16 G.R. ecl anzi che tale proprietà di ritorno automatico dovesse essere conservata anche ([lene installazioni in casamatta dovendovisi rinunciare soltanto quando ciò potesse dar luogo a serii inconvenienti. Ciò premesso, la SEZIO~E proponeva al ì\'Cinistero : che per gli affusti da difesa in casamatta si ammettesse l'uso del sottaffusto; che il ginocchiello delle cannonier e in casamatta, supponendo l'altezza della casamatta di metri 5, venisse :fissato a metri 1,70 dando ai piedritti metri 2,70 di altezza ed alla volta metri 2,30 di saetta; che per le casftmatte si ammettesse come indispensabile la condizione della cannoniera ristretta; che si incaricasse la 001vr:MISSI0Nlll di progettare e l' Ai-senale di Torino di cost ruire un affusto da difesa con sottaffusto del tipo già adottato pei. cannoni da cm. 32 G.R.C. (Ret .) col quale - anche rinunciando al ritorno a utomatico · in batteria e purcbè non ne fossero risultati notevoli inconvenienti qnando esso si fosse trovato in casamatta o collocato in. bai-betta per incavalcarvi il ca,nnone da cm. 16 G.R. - si. sarebbe dovuto soddisfare alle seguenti condizioni : a) essere adatto pel cannone da cm . 15 G.R.C. (Ret.) e tale da potervi imcavnlcare eventualmente anche il cannone da cm. 16 G.R .. facendo uso di anelli di costamento ; b) pre tarsi all'impiego promiscuo in barbetta ed in casa.mat ta; e) permet tere alla bocca, da fnoco: in barbetta un'elevazione massima non inferiore a 30 gradi e possibilmente di 35 gradi; ed in casamat. ta possibilwente un'elevaziome di 12 gradi. L'angolo di depressione in entrambi i casi avrebbe dovuto essere di 6 gra-
1146 -
AFFUSTI PEH LE A1ITIGLIER1E D'.\'l'rACCO E DIF!<:SA
cli ; d) in entrambi i casi l' affusto ed il sottaffusto avrebbero dovuto prestarsi nil traino ; e) l'afrusto avrebbe dovuto eRs1.:1·e munito di uno scudo per l'iparare il puntatore dai piccoli proietti, e per chiudere interamente la cannoniera quando si t rovava in casamatta. La SEZIOX\E pr,oponeva infine di incaricare Ja Uo~1.MISSI0· NJD di studiare e l'Arsenale di Torino di allestire un altro affusto da difesa pel cannone da cm. 12 B.R. (Ret.) e da cm. 15 G.R. (Ret.) sul quale vi fosse la possibilità di inca valcare anche i cannoni da cm. J2 B.R. e du cm . 12 G.R. ad avanca1·ica. Per quanto poi riguarùava la proposta <'O ntenuta nella Deliberazione n. 130 tendente a. ruoùi!ica1·e gli :iliusti cl:1 difesa e da :1ttncco e difesa per c:innoni da cm. 16 G.H.., all'intento di renderli atli a rice,·ere il cannone cln cm. 15 G.RC. (Uet.), il Ministero consider unclo cl.le con gli affusti per cannone da cm. lG G.R. allora esistente e con quelli d i modello vario, che si sper ava. di poter ridurre, si sarebbe fol·se raggiunto l'occorrente numero di affusti dì tale specie per tutti gli esistenLi cannoni da cm. 16 G.R., l'iteneva più conveniente che il cannone d:1 Clll . 15 G.R.C. (Ret.) venisse dota to cli a.O:usti suoi proprii sia cl a clifesa elle tla a tta'cco e difeso,, i quali soddisfacessero anche alla conclìzione di poter eventualmente servire per il cannone cla cm. 16 G.R., e che pertanto, posta. la questione in questi termini, non sarebbe stalo alleno dl far sperimentare a nche le moclifica1>.loni proposte appunto con la Deliberazione precletta : aèl ogni modo il Ministero prima. cli emanare le opportune d ispos izioni a l riguardo clcsiclerava anzitutto conoscere il parere del COMI'l'Al'O circa la re lazione di intercambiabilità che avrebbe cloYuto esistere tra 1 cannoni da cm. 1G G.H. e da cm. 15 G.R.C. (Ret.), ecl i loro afCusti.
Qu esta questione fu dapprima studiata dall'tJ!J'FICIO S'l'IU· 0n0INARIO e quindi la SEZIONE, riunitasi il 10 febbraio 1876 (Deliberazion e n. 144), precisò: che il cannone da cm. lo G.R.C. (Ret.) si doveva incavalca.r e e sull'affusto da attacco e difesa in lamiera proposto dalla C01'D1ISSIONE ed approvato da,lla SEZIONE con la Deliberazione n. 80, nonchè sull' affusto da difesa in lamiera proposto colla Deliberazione n . 133; che t anto l'affusto da clifeFìa quanto quello da attacco e difesa per cannoni da cm. 15 G.R. C. (Ret.) dovevano. essere atti a ri· cevere il ca nnone da cm. 16 G.R., munito di anelli di scostament o; che quaJora le esperienze proposte nella Delibera. zione n. 130 avessero dato buon esito, sull'affusto da difesa -
1147 -
CRONISTORlA DEL
SGPBEMO CONSESSO
O' AR'l'IGLIERIA
-
1874-1915
per cannone cla cm. 16 G .R. e apportandovi alcune modifiche si ·sarebbe avuta ìa, possibilità di incavalcare il carnnone da cm. 15 G .IL (Ret.) qualora si dovessero armare le esistenti casamatte c-0n tale bocca da fuoco, intendendosi però che la riduzione dell'affusto avrebbe dovuto eseguirsi solamente al1' occorrenza. Dopo qualche tempo la SEZIONE nelle sedute del 2 e 19 maggio 1876 (Deliberazione n . 183) coi progetti del ca,nnone da, cm. 19 G.R .O. (Ret.) e dell 'obice da cm. 21 B .R . (Ret .), esaminò anche i progetti. dei rela_tivi affusti, approvando per il cannone lo stesso tipo cle!Paffusto da difesa con sottaffusto proposto per il cannone cla cm. 15 G.R.C. (Ret.) con le necessarie partic·olaritù. richieste da tale bocca d~L fuoco e stabilite nella Deliberazione n. 133; e proponendo per l'obice l 'adozi.one del tipo di affusto a ceppo, da impiegarsi con le l'uote nel tiro a piccole elcva:doni, e senza, ruote nel tiro a grandi elevazioni, ricordando che tale a:ffnsto · doveva essere munito di apposito congegno di punteria. Per i cannoni da cm. 12 rigati sia wd avancai-ica che a retrocarica e per gli. obici. da 15 G.R. (R-Bt.) e da 15 G.L. la SF;ZIONm riunitasi il . 0 maggi.o 1878 (Delibera.zione n . 257) cornf.ermava quanto aveva espresso nella Deliberazione n. 133 e cioè che essi dovevano avere in comune un affusto da difesa con sotta:ffusto in ferro, il cui peso e resistenza dovevano proporzionarsi al loro peso ed alln loro potenza; che i cam.noni da cm. 15 G.R.0. (Ret.) e da 16 G.R. dòvevano avere pure in comune un affui:;to da difesa c-0n sottaffnsto in ferro, di identico tipo del precedente, ma ad essi proporzionato; che si rinunciasse all'idea contenuta nella, citata, Deliberazione, di avere un unico sottaJfosto per i due sudclctti affusti. Nella, successiva Deliherazione n. 258 del 31 'maggio 1878 la SJJJZIONE, oltre ad essere chiamata ad esprimere H suo parere in riguardo alì'adozione del cannone cla cm. 15 G.R .O. (Ret.), fn interessata, anche alla questione dell'affusto da attacco e difesa in acciaio da cm. 15 (Ret.) acl aloni sinodati, ed a quella dell'avantreno da attacco e difesa in ferro, e per questi nlti.mi materiali propose: di adottare in massima l'affusto per canno:J1i da cm. 15 G.R .C. (Ret.); di. autorizzare -
1148 -
Al!'~'US'l'I PER LID ARTIGLIERIE D'ATTACCO 0 DIFESA
la CoMMISSIONID a far costruire un affusto da attacco e di·fesa simile al precedente, ma in cui le cosce, invece di essere I'inforzate 0011 ferri ad angolo, lo fossero per semplice incurvamento dei loro bordi; di antorizzare il Direttore del 4° Uli'FICIO a far stabilire di concerto con le officine Creusot il t racdato de:finitiv·o delle cosce d'acciaio a bordi ripiegati, mamdando eventualmente un nostro Ufficiale sul posto; ed infine di adottare in massima l'avantreno da attacco e difesa in ferro per affusti aù aloni snodati. *** Circa l'affusto da difesa. ad aloni rigidi per cannone da cm. 15 (R.et.) sul quale si stavano conducendo gli esperimenti, e circa l'affusto da difesa per cnnnoni da cm. 12 e pe.r obici da cm. 15 ad avancarica e a retrocarica, la SEztoNE se ne occupò nuovamente nella seduta del 30 gennaio 1879 (Deliberazione n. 268) · proponendo al Ministero : di invitare la COMMISSIONE :.t proseguire le esperienze ; di a.pportare all'atì:usto ed al suo sottaffusto tutte le modificazioni indicate da tale COMMH:SlO:"IE i n riguardo dei freni e degli urtatoi; e '('!i studiare un congegno cla sostituire alla braga per impedire il soverclrio abbassamento della volata nel tiro in casamatta. La. SEZIONE indicava poi ancora altre modifiche cla ariportare al sistema per impedire le deformazioni delle lisce del sotta:Cfusto, e suggeriva. anzi cli modificare subito un affusto nel senso di portare a mm. 15 la grossezza della lamiera dei fianchi, cli prolungare la coda di cm. 30 e quindi proseguire le esperienze per constataJ:e l'effetto di tali modificazioni: dettava infine un programma tli massima perchè un'apposita Commissione intraprendesse esperienze da eseguirsi in una Piazza marittima con bocche da fuoco da cm. 15 (Ret.) e cla cm. 10 G.R. incavalcate sopra aJiusti cla difesa :Mocl. 1877 tanto in barbetta che in cnsarnatta nonchè su piazzuole in muratura. Il Ministero però con dispaccio dell'll maggio 1879 suggerì alcune varianti da apportarsi al 1n:ecletto programma di esperienze che la SEZIO::<rE approvò nella seduta del 17 maggio (Delibera?:ione n. 286). Ef(ettuate tali esperienze di tiro nella Piazza marittima cli Spezia, H Ministero con dispaccio 5 ottobre 1879 richiese al COMI'l'ATO il parere per la introduzione di tali materiali in servizio e ciò per poter eventualmente procedere alla provvista clcHe materie prime necessarie alla costruzione di 80 di tali affusti.
La SEZIONE riuni.tasi il 23 ottobre 1S79 (Deliberazio111e n . 2fl9) su conforme parere del 3° Uu'I?ICIO, conchinse favorevolmente all'adozione dell'affusto da difesa in ferro per cannone cla cm . 15 (Ret.) , previa l'eseeuzione di leggere mo -
1149 -
cnONI STOillA DmL
S UPREMO CONS IDSSO D' AHT!GLill)HIA
1874:-1915
difica,zioni, e cioè: l'aumen to di dime11sioni nel tracciato di al cune pa1·ti secondarie clel materiale; l'aumento di qualche centimetro nell'aHezza delle cannoniere, con guernitUl'a metallica; l'u so della braga di corda per impedire l'eccessivo abboccamento del pezzo malllifestatosi nel tiro con angolo di elevazione maggiore di · gradi. :N"ello stesso torno di tempo e cioè il 1° agosto 1879 il Mini. -tero con suo di~paccio trasmetteva al Presiden te del Oo~IITATO; per il relativo esame e parere dell'UFFICIO e della SEzlO:s;PJ competen ti, 1a relazione ed i documenti della COM· MISSIO'.'\E che aveYa eseguilo a Genova gli esperimen ti intesi a l'iconoscere reffLcacia del freno applicato all'affusto da clifosa per can111oni da cm. 16 G .R.C. onde limitarne il r inculo nel tiro a palla. Il OohlI'r ATO a Siszro~r riunite ra<lnnato. i il 1° settembre 1879 (Deli.berazi o11e n . 364) propose l'adozione di tale freno apportandovi le modificazioni indicate dal 3° uF'FIClO.
* ** Nella pri mavern cleJ 1879 n seguito delle esperienze eseguite dalln COM· Missro~ comJ)etente in merilo all'aclor.lone ùell'afl'usto a~1 nttacco e difesa in Inmiem nel aloni snodati per cam1oni cla cm. 15 G.R.C. (Ret.) e da cm. 10 G.R., clel rispettivo avontreno C' del paluolo n rampa, 11 Ministero aveva inte1·pellnto la S1:z10KE sulla proposta n,·nnzata dalla Co~aussJo:.\"E stessa, e ln $EZIO:.\,; riunitasi il 4 giugno 1879 (Deliben1zione n. 288) propose al iVIinistcro che per tau mater inli si clovesser o esegui re 1rncora <lelle espe1·ienze cli tiro sul se1Tizio del pezzo, sulle manopere di forza. ecc. ecc. pre.o:so due Reggimenti d'.Artlglieria da forte:i:r.a, ed inoltre a nche delle esperienze comparative con i due affnsti : moclello i tali.ano e tipo Krnpp.
Nell'autunno <lel 1879 andavamo mat urando gli studi del l'a,ffusto da, difesa. e dell'affusto da attaeco e difesa per ca,nnoni da cm . 19 G .R.C. (Ret.), e la SEZIONE, riunitasi il 10 ottobre 1879 (Deliberazion<> n. 298), affermando che il cannone da cm. 19 G.R.C. (Ret.) avrebbe dovn to far parte dei P a,rchi d'assedio in quella misura che ulteriori studi avrebbero 'determinata, riteneva J11011 solo conveniente ma necessaria la adozione di un affusto cl a attacco e difesa con avantreno atto al trafoo di questo cannone con i P archi d'assedio ed al suo -
1150 -
AU'U'USTI l?ElR Lm ARTIGLIERIID
o' ATTACCO
E DlFO:S A
trasporto nell'interno delle Piazzeforti. Essa proponeva, per ciò : di far costruire e quill1di poi di spcrin:ien tare un affusto da attacco e difesa da cm. 19 (Ret .) conforme al progetto della COMMISSIONID; di far modificare un avan treno in ferro per affusti da attacco e difesa da cm. 12 e da cm. 15 (Ret.) per adattarlo al traino dell'affusto da attacco e difesa da cm. 19 (Ret.) ; di accettare l 'affusto da difesa con sottaffnsto per ca,n none da cm. 19 (Ret.) quale c1·a stato progettato dal1' Arsenale di Torino, e di farlo sperimcnta,re contemporaneamente a quello da attacco e difesa. Il prog1·amma per sperimentare la r.esistc~nza al tiro de· gli affusti da difesa in feno e dei paiuoli dt1 cm. 19 (Ret .) fu esamio1ato dalla SEZIO~E nella tornata del 16 marzo 1880 (Deliberazione n. 310) che lo approvò. Nella seùutt~ del 30 ottobre 1879 (Deliben1zione n. 301) l n St:zror-;i=:, esumi- . nnndo gli esperimenti coIDpiuti sui cannoni do c·m . 12 G.R .C. (Ret.) e da Clll. 12 B.C.R. (Ret.), subordinatamente all'esito delle prove in corso su affusti ad nloni snodati Jler cannone da <'lll. lJ (Ret.), In riguardo ngli afCusti, decise di au torizzare la cost1·u7.io1ie di due nffusti cla attacco e cli·r.esa in lamiera di ferro, secondo il tipo ])l'Oposto dalla Co)nHssrn:-.E; e, ammesso che le predette prove riuscissero favorevoli, aftìnchè la Co::-.011ss10xE potesse cllsporre del due nuovi n~sti allorcbè fosse stato ultimato 11 nuovo cannone allungato cla cm. 12 G.R.C., proposto colla stessa Deliberazione, stabill che non appena j'ossc confermn to l'esito favorevole delle sua,ccennate pÌ·on! in corso, si dovesse disporre per il loro allestimento in via d'urgenza; qualora invece le prove avessero d ato risulta to negativo si sar ebbe dovuto subito stuellare e cost1·uil·e un affusto ad aloni interi per il cannone da cm. 12 (Ret.). La Co1n.nss10NE col ·concorso llell' Arsenale cli To1·ino av1·ebbe poi dovuto studiare un affusto in feno per can11one (la cm. 12 G.R.C. (Ret.) ad nloni interi cli circa J .000 kg. di peso. Ma le esperienze s ull'affusto nd aloni snodali per cannoni da cm. 15 G.R.C. (Ret.) . effettuate ni Poli§!onì d l Cecina e cli Gossolengo non nvendo da to gli attesi risultali, la SBzro::-m riunitasi il 31 gennnio 1830 (Deliberazione ii. 304) dopo ponderato esame dei risultntl stessi decls;e di non nccettare un tale ttpo di uffusto e propose invece di mantenere in servizio :I tipo ad aloni rigidi, la cui rostruzione più semplice ed Mi!<n i meno costosa permetteva di conciliare !I desidera to alleggerimento con la necessaria robus tez7.a.
A costituire in definitiva. l a dotazione degli affusti per le artiglierie da attacco e difesa la SEJZIO:\'E nella tornata del 19 gennaio 1881 (Delibera?..ione n. 333) approvò tre pro- · 1151 -
CRO~ISTORlA DEL SUPR E;\10 CONSESSO D' ARTIGLU:RIA •
187-!-1915
getti di contratti colla Casa Kr1ip1P per l'allestimento: di 80 affusti in ferro per cannoni da cm. 15 ed obici da cm. 21 (Ret.); di 70 a,f fusti per ca,nnoni da cm. 12 G.R.O. ed obici da cm. 15 (Ret.); e di 150 affusti per cannoni da, cm. 9 e 12 B.R. (Ret.). Relativa.mente agli affusti per cannone da
t JJ'lg. 671 - Affusto cl'attacco e difesa per cannone da ceut. 12 A.R.C., G.R.G. <Ret.), e obice da cent. 15 G.R.C. (Ret).
cm . 15 (Ret.) avendo il magg. Giovanni Toretta (comandato a
seguire le prove ad E ssen) proposto alcune lievi varianti, la SIDZIONE nella torna,ta, del 27 luglio 1881 (De1ibera zione n. 347 > vi aderì senz'altro.
*** Frattanto si andavano anche compiendo gli studi in merito all'avantreno per affus ti da attacco e difesa per artiglierie a retrocarica, ed al-
-
1152 -
L:'AVA:-.TRE:--0 l'EU IL TR ..\1:--0
DEC LI AFFCS1'l DA
12
E D..\
15
l'uo1>0 il i\.liuistet·o con dispaccio del 14 no,·embre 1882 interpdlava il Cotutti gli affusti destinati ane bocche da fuoco da attacco e difesn dì medio calibro a r etrocarica. La SEZJOXE riunitasi il 21 novembre JSS2 (Dell.berazione n. 375), su couforrue pare1:e del 3" Ui;nc10 propose di far e::;eguire altre e più concludenli iu1wro relativamente nll'aòozionc dell'avantreno Mod. 1882 per
\ ,!.1 ft ...
.
.
~-· =--··~·---"--"-- ----=-----------~ ~.-- - -~·- "--'--'--'-......- ---'-'-- ..;_'----'-' Fig. 672 - A1Insto d'atta.eco e difesa per cannone da cent. 15 G.R.C. (Ret.), e per obice da cent. 21 G.R.C. (Ret .).
esperienze per pro,nre se l'a,·antrC'JlO ).fod. 1882 potesse anche serv'ire per il traino òcglì affusti cla 12 pesnnti e leggeri, cosi come ernsi constatato il suo adaU...'lmenlo per il traino dell'affusto da 15, e qualorn esso non avesse
potuto servire l)er tu tti e tre tn li affusti lo si dovesse ado ttare per gli affusti da 15, e se ne stuellasse un altro per gli affusti cla l2. Ma tali ulteriori esperienze avendo tlato risul tati f3,ore,oli, la SEZ!O~F. nella seduta del 81 maggio 1883 (Deliberazione n. 393) emise parere favorevole alla adozione dell'a,antreno :\'!od. 188"2 pel trnino sia dei cannoni da 15 G.R.C. (Ret.) clic per quelli cla 12 (Ret.), pesanti e leggeri. Relativamente al ma teriale da cm. 15. merita di esser e ricordato ll progetto di aft'.nsto da attacco e <lifcsa ad eccentrici presentato dal capi-
-
1153
CilONIS'l'OHlA DEL SUl:'IlffiMO CONS0SSO D' AR'rIGLIEIUA
•
1874-1915
tauo Eugenio Braibanti ed esaminato dalla S1;zroNi,; nella seduta del 31 marzo 1882 (Deliberazione u. 369). Poic:hè però un tale tivo cli affusto non presentava l a convenienza cU pratica npplicaz1one a causa delle eccessive di· mensioni delle sue diverse parti, la SEZIO!\"E respinse il progetto non senza però tribu tare al capitano Braibanti un vivo encomio per gli studi intrapresi, meritevoli di incoraggiamento.
Fig. ù73 · Giovanni' Toretta.
Per l'affusto del cannone da 15 A. (Ilct.) è a rilevare che a seguito della Deliberazione n. 377 rigua rdante appunto tale bocca cla fuoco, il )linistero incaricò la COMMISSIONE cli presentare il progetto di un cannone da cm. 15 A. (Ret.) di potenza non inferiore a quella del cannone di ghisa cerchiato ed avente il minimo peso compatibile colle altre condizioni cli servizio ed in ogni caso di non oltre 3.000 kg. cli peso. Il Direttore clella Fonderia di Torino che aveva ricevuto l'i11carico di tale f ~ndio prese11tò il progetto cli due cannoni clel peso rispettivamente di kg. 3.114 e cli kg. 2.800, ed il Ministero nel febbraio 1883, mentre approva va quello del cannone leggero meglio l'isponaente alle condizioni stabili te clalln citata Deliberazione, invitava contemporaneamente la stessa CoMMrssroxE a procedere allo studio del relativo affusto, percllè il cannone progettato essendo più leggero e più potente di quello di puri calibro cli ghisa cerchiato, non si poteva essere sicuri che incuxalc:mdolo sull'affusto
1154: -
AFFUSTI PER LEJ ARTIGLJERIEJ D' A'lTACCO El DIFES A
d'assedio regolamentare iVIod. Krupp, tale ultimo affusto potesse mante· nersi. in buone condizioni di r esistenza e di servizio. Dopo uno stullio prelimi nare del 3° UFFICIO il progetto del predetto affusto leggero i'u inviato all'esame della SEZI01si:; la quale nella seduta. del .18 marzo JS84 (Deliberazione n. 412) concluse che esso non era da prendersi in considel'azione e che perciò bisognava invitare hl COMMISSIONE a studiare e presenta re uno o più progetti di affusti d' assedio per il cannone da 15 A. (Ret.) r ispondenti essenzialmente alle condizioni di sicura resistenza e di · r inculo siff':itt:.11nente liwitato, per cui il detll::imcnto dei serventi e la facilità di serviiio fossero stati meglio realizzati che con l'affusto d'assedio regolnmentt1re Kru11p, allol'a in servizio.
Oltre a quelli accennati la SEZIONE ebbe acl interessarsi anche di altri tipi di atl'usti l)er artiglierie cla attacco e difesa. La CoMMrss10NE dopo aver condotto una serie di esperienze su affusti Schumann e Bia'ncardi per torri coraziate e casamatte, in una sua relazione conchiudeva cli t1bbanclonare le esper ienze · con l'affusto Schumann perchè dal punto di vista della costruzione e del ser vizio esso si 1)resentava. pHt complicato cli quello del Biancardi che era poi anche più economico, e di continuare viceversa le esperienie con quest'ultimo procurando cli ovviare al lamentato inconveniente dell'alzamento del pezzo durante il rinculo. Per ragioni di competenza la questione fu inviata all'esame pr eliminare del 3° Unwro il quale nelle sue conclusioni ridusse a più modeste proporzioni i motivi che avevano consigliato la Co,MMISSIONE a proporre cli desistere da ogni ulteriore prova con l'affusto Schumann, in quanto che sembrava che le difficoltà di puntamento inerenti a questo sistema, a causa clell'indipen· clenza dei due movimenti degli orecchioni e ~lella culatta, potesse facilmente venir rimosso mediante l'applict1zione del congegno ideà to dal capitano Gio· vanni Ajmouino clell' Arsenale di Torino ; che l'eccessivo suo costo i n confronto di quello Iliancardi avrebbe potuto esser ridotto sino al punto di egua.gliare il prezzo di qnest'ultimo quando si fossero introdotte le varianti suggerite dal Direttore dell'Arsenale ò i 'rorino e che erano sta.te anche pro· poste dalla Commissione prussiana presentatrice del t ipo Schumann; e che finalmente lo svantaggio attribuito all'affusto Schumann in -confronto del Bia,ncarcli, di esigere cioè per il suo servizio un maggior numero cli serventi, si potesse eliminare stando àlle informazioni che si rilevt1vano nella relazione del magg: Ignazio I<"errero della. Direzione cli Torino, circa gli studl fatti in Germania, mentre per. contro era tutt'altro che accertata la possibilità di rimedit1 re i1 l grave inconveniente dell'affusto Biancardi in riguardo del sollevamento del pezzo all'atto 'Ciel rinculo. La SEzJOl'iE riunitasi il 27 gennaio 1875 (Deliheraiione n. 45) aderendo al parere llel 3" u~·Frcro propose che si continuassero le esperienze cou entrambi i tipi cli affusti aggiungendo a quello SchumaJ1n il congegno 76
-
1155 -
CilONISTORIA DEL
SUPREMO CONS1.;sso D' AHTIGLIBRIA
•
1874-J 915
idN1to dal capitano Ajmonino, e incavalcando su ambedue, mediante 1.e opportune modificazioni, il canpone da cm. 15 corto in corso pure di esperimento ; propose poi ,mcora di apportare all'affusto Schumann le varianti che erano state icleate doll'Arsenale di costruzione, ~~d in quello Biancardi di introdurre tu tte quelle modifiche che la Co.111MISSIONE credesse necessarie per correggere il difetto di innalzamento del pezzo nel rinculo, condizionatamente perè> sempre cli mantenere il ritorno automatico in batteria ecl eseguendo le altre prove per constatarne la relativa facilità di servizio.
ll'ig. 674 - ~rone Schumann.
Successivalllente, pervenulo a l Co1111·r,wo un Verbale della CoMM1ss10::-..,; per le artigli.erie d1L attacco e difesa, r igu:ndante le esperienze eseguite con tali affusti, la SEZIONE nella seduta del 2(1 luglio 1875 (Deliberazione n . !13) decideva di sospendere l'esecuzioue dei lavori e delle relative esperienze comparative, r imandando il loro completamento a tempo più opportuno e cioè :.1 quando sarebbero state determinate le condizioni cli servizio delle toni corazzate e la loro applic::tzione nella costruzione delle batterie da fortezza. In quest'epoca, allo scopo non soltanto di au mentare la difesa dei fossi delle fortifictizioni, assicurando loro un fiancheggiamento eon fuoco d'artiglieria più eflicace di quello che potesse ottenersi: dalla fucileria, ma altresl cli provvedere all'a rmamento clei piecoli Forti di montagna pei. quali occorrevano ca nnoni cli piccolo calibro, il Direttore clcl 2° Ul<'r,·rcrn propose alla Presicle11za del COMITATO : di utilizzare gli esistenti cannoni cln 8 13.R. , che si sarebbero resi disponibili pe.r la. probabile adozione del nuovo cannone
-
11.56 --
AFFUSTI PER LI~ AR'.l'IGI;I!illUJD D' A'l vl'ACCO fil DIFESA
a retrocarica da montagna in corso cli esperimento, incavalcandoli però sopra affusti alla marinaresca con sottaffusto speciale conforme a qµello adottato per la flottiglia del lago di Garda (descritto a pag. 72 del Giornale cl' .Artiglieria 18M, parte 2•); e di accrescere l 'efficacia del t iro a ;'litraglia sostituendo la scHtola. t:ontenente pallette di ferro allora iu uso con un'altra contenente pallette cli piombo. Il COMITATO a SEz10:s1 riunite (Delibe1·azione n. o9) propose elle si incaricasse la OoMMrss10.1<i,; di studiare .e sperimentare m1 affusto foggiato alla marinaresca con sottaffusto speciale pel cannone da cm. 8 13.H., e una scotola a mitr aglia con pallette cU piombo pe.r lo stesso cannone. Success iva mente la Coi,nussroKB ebbe l'incarico di studiare un af!'usto da casamatta per cannone da cm. 8 B. R., incnrico che fu aflidato al rnagg. Pietro Poggio dell'Arsenale cli Torino (Delibe1·a91ione n. 133 dell'S gennaio 1S'7G), e il Ministero <'011 dispaccio del 31 luglio 1S'80 comunicava al OoMl'l'A'l'O i documenti relativi al pl'edetto affusto studiato ctal Poggio c progettato dalla Co:11Mrssrn,,;i,: pel' essere impiegato nelle caponi ere e casamatte delle f ortifica.:doni, inviLanclolo a sottoporre la questione all' UFffrcro ed alla SEa01sE competenti. J.l OoMI'l'A'.L 'O a SEZIONI riunite r adunatosi Il 14 agosto 1880 (Delibe1·azione n. 443) espresse pa1·ere favorevole ma propose che prima cli far intra prendere la lavorazione cli un tale affusto su vasta scala, se ne dove:,sero costruire ctue esempliiri per farli., sperlmentare, secondo noi'rne prestabilite, da due Hcgglmenti cl' Artiglieria dà fortezza .
Circa un anno dopo con dispa<:cio del 20 luglio 1881, il Ministero inviava al OOi\HTATO un Verbale della COMJ\USSIONE relativ,o all' adozio11e del predetto affusto da cm. 8 B.R. e riassuntivo delle prove effettuate cla.i. due Reggimenti da for tezza con l'invito alla, S10ZIONE di emettere il proprio parere sulle proposte contenute in q uesto Verbale. Il 3° UFFICIO effettuò il relativo studio preliminare e quindi la SEZIONEJ riunitasi il 25 luglio 1881 (DeliberaziO'l1e n. 346) propose: di adottare tale a:ITusto aJ quale erano già state apportate le poc,he varianti proposte contenute 111el Verbale della 00MMISSI0NJ1J ccl accettate dal 3° U1l'lncro ; e di incari.care uno dei Reggimenti che avevano eseguito le esperienze, di compilare un'Istruzione sul servizio del cannone da cm. 8 B.R.. incavalca,to su tale affusto . Contemporaneamente si fa cevano . anche esperienze per l'impiego dei cannoni da O B.R. (Ret.) su affusti da attacco e difesa, ed infatti con dispaccio rninist<~ria le del 2 novembre JS80, la SE;>;IONE veniva invitata, dopo sentito il pare1·e clella CoMMISSIOì'fE per le artiglierie da C'ampHgna, a pro-
-
1157 --
CRONISTOHIA DEL
O
SUPRfil'.r.JO CON S l~SSO O' AllTIGL11"HIA
1874-1!)15
nunciarsi s ulla conYcnienza di allungare di 20 mm. gli orecchioni elci cannone da cm. 9 B.R. (Rct.) per poterlo impiegare int'avalcandolo sull'affusto del cannone da cm. 12 B.R. (Ret.).
I
·,
r
I
I
i j.
j
I, .
Fig. 675 - Affusto d'attacco e clife.:,a cli nuon1 adozione. Cannone da ceut. 12 B.R. (Rel) e O (Bet.) . Sentito per ciò il parere della succitata Cm,nuss1ol\E e quello del 3° lit,ncro incaricato dello studio preliminare della questione, la S11:z10Nr. riunitHsi il 26 novembt·e 1880 (Deliberazione n. 325) propose a l Ministero: 1°) cli fa r eseguire 50 spari a gr anata col cannone da cm. 9 n.R. (Ret.) e col ruassimo grado d ì elernzione permesso dn.ll'affuslo per cannone da cm. 12 G.R., porta lo al peso di l,g. 900 mediante pesi acl clizionali. allo scopo di riconoscere se gli orecchioni del cannone avevano tale resistcnz!l da permettere che esso venisse poi sparuto sull'affusto da :.1ttncco e dlfe«a pr ogettato pel cannone da cm. 12 n.R. (Ret.); 2'>) qualora la resistenza degli ot·ecchioni si fo:-se dimostrata sufficiente si dovessero aJlungare tutti gli orecchioni di tali cannoni ancora da cost.rnirsi, lasciando invece così come si t rovavano i cannoni già allestiti. Le esperienze col cannone da CUI. O B.R. (Ret.), Incavalcato su all:m,to da difP.sa lVIod . 1839 non a,·endo da to buoni risultn ti, il Ministero tou
'- 1158 -
J3A'f1'ERID C0HAZZA1'E GB C$0~ !<:O AFFUSTI IDHAULlCI
<lispaccio del 10 maggio 1881 c:hiese alla SEz10x~; se per l'impiego esclusivo di detta bocca da fuoc:o nei Forti alpini c:on,enissc mettere nllo studio uno speciale adiil.to aJl'usto cln difesa, O[ll)nrc averne uno elle potesse servil'e per il cannone d a 9 H.H. (Ret.) o per qu ello <ln cm. 12 n.R. (Ret.) di brOD7.0. La Siszio;-;E riuui t: usi l'S giugno 1881 (Dclibcrr1zione n. 342) considerando d1e non era opportuno di introdurre nn nuovo affusto da ùifesa pcl cannone du cm . 9 ll.'R. (Ret.) 11è un o prowi,;cuo peL' clett.t bocca. da fuoco e pel cnnnoue cln cm. 12 D.R. (Het.) prooose d i 1·inn ncia r c, almeno per nllorn, ·ad ogni studio e t entn t ho nl r iguardo.
l >al p1·ogresso del la tecnit-a sorgevan o intanto nuovi e più pel'fezionati materiali ed il i\.finistero, in adesione alla D e libl'nlzion e n. 534 p1·esa dal COl\fJTA'l'O a SFJZIO~I 1·iunite nella sc<1uta ciel J 8 dic-em bt<! 1S81 in r ig u ardo alle opel'e cl i difesa, meutl'e dcddcva l'acquisto ùalla Casa Griison di due battel'ic coraz7.alc>. delerminnva nn<:hc ùi acquistare, con con tratto separato, i c:onispo111le11ti .14 affusli iclranlici per cannoni dn, cm. li'i 0-.R.C. (Uet.), che costitni rn.no una specialità. di costruzione hreYettata della pl'e detta Casa. Il 1·elath-o pl'ogetto di contratto con,enuto colla CaRa Grf1son, sotto In, clnra clel 1S marzo 1 82, dagli. Ufficiali all'uopo delegati gen. Celestino Sachero e gen . Giovanni Grassi, venne clnl J\!inistel'O inviato all'esame del COl\il'l'A'l'O che, n f;EzIO:\I riunite nella seduta dPl 13 maggio l 2 (DeliberaziOJ le 11. G82) clccisc ftno reYolmen te all'a pprov~Lzione ed. alla, acc<·ttazi oll(~ del conhn.tto s Lesso, esprimen do il parere cbc nelle prove dei sutld<'tti ufl'usti, per il tiro del nostro ca111 no11c da lG (Ret-) si . arebbe clon,to impiegare la polvere progTC~Fii VfL per artiglieri e d i rneclio calibro . Quasi rontcmpornn ea mente il Min istero clccidevEL di acquistare dalla stessa Casa altri 9 affnsti idr aulici per cannoni cfa cm. 12 A. R .C . (Ret.) destinati anc h'essi all'armamento cli. Oper<~ corar.zate, ·C(l incaricava gli stessi generali Saichero e G1wssi. cli acldivenir<> alla stipulazion e ci el contratto che fn poi approvato dal COMI'l'A'fO n S&zroxr l'iunite nella seduta cl el G cli e em bre 1882 ( Dcli bera zio ne 11 . 667) . S uec:eE-sivamentc e cioè nella secln ta del 21 marzo 1883 - · 1159 - -
CRO~IS'l'OH!A DEL
SUPREMO
CONS rnsso
D' Alt'rlGLIERIA
-
1874-1015
;(Deliberazione n. 3 ..6) la Smirnxru chiamata ad esprimere il suo parere su alcune varianti da a,pportare al contratto stipulato con la Casa G1·iison per la, forni tura dei 9 a,ffusti idrau li.ci. predetti, conclncleva c he gli affusti. in qu estione fo ssero 1·idotti a 7 ed in !'.Ostituzione degli altri due, se ne fossero p1·0VTisti altrettanti per cannoni da 15 G.R. O. (Ret.) .
.lfig. 676 - Celestino S::ichero.
Il OoinTATO a SEZTOKI tiunite ncJla seduta del 27 feb brafo 1884 (Delihern:l.ioJJe n. 799) si occupò dell'acquisto dalla, Casa Gr11 soJL cli 4 affusti i<lmnli.ci p er cannoni da 120 A.R.O . (R et.) pe1· armare torri cotn.zzate. A questo momen to {: cl,1 r ileYnre che il ìlJiffisrcro con dispaccio del 1.0 febbra io J88o invit:1Yn la ColrM1fli::ro"1B per le artiglierie tla assedio e da costa a studlnre il modo di applk:ire agli aJiu!;ti cl'a!'sedio u n freno lclrnu lico assicurato a snodo nel uu punto tisso del parapetto od 11<1 un r occhio ; e con altri successiYi clisp:icci, a cccnnanclo all:i felice solm:ione di qncsto problema gih ottenu ta presso :ilt l'e Potenze, or<linava, cli provvedere in proposito prcmlenclo com~ base d egli studi i n questione un freno a ~licerina, sperimentato con ottimo successo dall'ArUglie1ia austriaca. In esecu;,:ionc a tali ordini fin dai primi mesi del 188~ venne costrnito e spcrimcnt:11·0 a Cìrii• un freno i<lrnulico per a ffus to tla 15 ana logo n quello austri a(!o, il quale in seguito tHl opportuni. ritocchi. fece buo1rn J)rovu
-
1160 -
l!'lti,;NO lOUAUl,lCO HIMLIZZATO li'\ ITAUA
nelle nu1uero::;e lJl'OHì , 1i til.'O, tlimostr:.lmlo di avere soltanto bisogno di qualc:11e modilka:i:ioue r i,•lliesta ver il tiro in d ir ezione obliqua all'asse. Se n ou elle Il Dixettor c tlel 4<> t;n-rc10 incariclllo dello studio preliruinare ùella questiouc faceva rilentrt: elle, attesa l a Iuughe:i:za del rinculo pcrwessa dal freuo austriaco (metri 1,80), la solu:i:ionc ottenuta 11011 era lil più J)erfetta, tauto più poi che il freno sperimcutato, vcr potersi adattare ancbe all'aftusto per c.tnnoni ùa 12 richiedeYa altre fondamentali modifiche. Di consegueu:rn l'attenz'lo11e clel ,1-0 Un·wrn si pula'ri:i::i:ò verso l'uµplicazion<! dl un freno atl a:i:iouc )Jl'ogres:;iYa, di cui giù :si stant sperirneutauclo uu modello per l'atiusLO da J2, e elle ::;I :;arebbc t>otuto adattarn poi unclle per l'nJiusto lla ·1;3. I n relazione a quc~la ten<len:,,a lii. l'resid crnm del CO.\HTATO, :intoriz:i:ut.i dal i\linii;Lero, si rh·olgen1 alla Compagnia degli Alti Forni di S:1int Ulmmonti per l' a c~1 ui:;lo cli un frt'11u idr,,nlko del lipo alloLtiito JJer gli attusti ùa as:scclio rlcll' Ai:tigliòè t·ia fnm ecsc, mn per le eccessive pretese ùi quùsta Dilhl, il Co)UT,no 11ro11one,·a tll liiui:slero di 1·ec<.'<lere cla qualunque traltativn e cli proseguire gli slurll s ul freno nel azione progressiva, già sottoposlo ngli esp<•dmenli LJreliw ìiitui col l'<ll'fnslo da 12, per ce_rr.H:i:c lli eisl.cnùerne l'appli<:azionc all'affusto da l5.
Uopo alcuni tcutativi intesi tL dctel'minare la forma più conveHientc deJfri ncl'Yatnrc e la <·apadtà della, camel'a, d'aria, H freno i u questione Yenin1, finalmente as ·oggetta to a numerose e tigo1·ose 1wove di tiro ta 11 to a pa,l la che a gmnata, con l'isulta ti a.-~ai sod<fo:faf'<'Hli; rnle freno , studiato e costruito in ILalia, pm prc:-;cntancl o app,u·euti analogie~ con quello francese, aveva: pertanto con esso clifferem~e fonclameintali e sostanziali tosi note roli da mostl'u1·e in moùo i n discutibile dì esse1·e l'esclusivo l'isultato di studi di nostti Uffici.ali e dei 11ost1·i organi tc1·J1ici, intlipewlentemente <fa qui1lsbsi coo10seenz,1 di soluzioni analoghe e . imilal'i realir.zatc all'Estero. La SG7iTONl!J) l'i.unUasi il :~!) magg-Lo 18, 5 (Deliberazio11e n. 452) ne /Pl'Opose l' adozione ri. ervanclosi il giudi½io definitivo per l a. sua introc1uzion0 in :,;fnizio dopo i risultati di ulte1'iori esp1~1·icnze <l~L eseguii-si presso .i Reggimenti l1'artiglicrfa da fortez;,.a.
RucceP-siYnmPnte la Si:17,rn:-,;1,; presiecl nta dal pre~iclente clel Co:vrrrATO) nella setlnta dt'l 1° dicemb1·,e 1885 (Deliberazione 11. 46.,) prenùe,·a in esame un,l 1·e)azione del Direttor e del 4" UIJ'Frcrn sugli studi ed ulteriori e~perimeinti eseguiti s nl freno idranlico acl azione p1·ogrrssiYa per adattarlo agli af-
llGl -
CRO)IISTORIA D8L
SUPR EMO CONSIDSSO O' AIITIGLIJJ:l!lA
1874-Ullò
fusti da assedio da 12 (Ret.) leggero e pesante: e la S EZIONE, per i soddisfa centi risultati ottenuti e per le consiclerazioni ampiamente svolte nella suddetta rel azione, mentre in linea di massima, approvava, le conclusioni del Direttore del 4° UFFICIO, opinava, che prima di procecl.el'e alle suggerite esperienze del caso presso i Reggim enti da for tezza, si dovessero esaminare i risultati delle p rove e eguite n ell'ultima scuola. di tiro coll'analogo freno applicato all'affnsto per cannone da cm. 15 01nde rilevare qna.lche evBntuale inconveniente che potesse consigliare oppor t une modificazioni eia apportare anche all' aff usto da 12 (Ret.) . Una V<>lta esegnit e le prove del fr eno i draulico per affusti da 15, il Ministero con dispaccio del 16 dicembre 1885, invi tò la SEZIONE a d esaminare se, in vista del buon esito ottenuto da tali pi-ove, non :sarebbe stato iL caso o cli f1dottare senz'altr.o il freno per affusto cla 12, oél a limitare al minimo indispensabile le prove da fa1·si al Campo di Ciriè, rinunciando a farlo sperimenta.re clai un Reggimcu to giacchè in questo caso l'adozione definitiva, avrebbe dovuto ritardare di cir ca un anno. La SrnzIO:-/E, riunitasi il 22 febbl'aio 1886 (Deliberazion e n. 481) concln se favorevolmente all'adozione senza l:.L neces sità cli. ulterfori prove . I ntanto eramo . an che stati ripresi gli studi per un a:ffu. sto da, assedio da servire per cannoo1i da cm . !) (Ret.) e lR, SmzrnNro se n e occupò nella, sednta cl el 5 aprile 1886 (Deliberazione n . 487) . Questa questione er a stut:1 risollevata dal i\linistero che con clispucc:io del 21 glugno 1885, nel ricbiedere il parere del Co~lTI A'!'O intorno ai materiali d'artiglieria per l'armamento delle Piazze e delle coste, a,·e,·a manifestato la sua determinazioue di ricorrere al cannone cla 9 (Ret.) per cos tituire il nerbo essenzivle dell'azione difensiva cont ro truppe tl'n ttacco, giustifìcunclo tale prefer enza sulle alt re boccbe da fuoco, a motivo della mobilità cli tali artiglierie. Tl l\:Iinistero si dhnostrnYa inoltre propenso nel impiegare nelle pinzze terrestri, 11 0n soltanto prr il cannone da 9, ma a ltresì per tutti i ca ononi ccl obici in genere, gli affusti <la nssecl io i quali avevano il ginocchiello non molto mioo1'e cli quello degli affusti da difesa, e in !'eguito all'applicazione del freno idraulico prescnta,:mo unn 1·elatiYa facilità di ser vizio. Con successivo dispaccio del 17 luglio J.88:i il Mi nistero l11vitava il
..:_ 11.f.2 ·-·
AFFUS'rO D' ASSIDDIO PER lL CANNO~f<l DA 0//b.
9
(RE'l'.)
Co:11nATO a studiare un affusto da assedio in lamiera sul quale si dovesse esclusivrunente Juc:wnlcare i cmmoni dn O (Ret.) destinati alla difesa delle Piazze. Tale studio per ragioni cli competcrnm, fu affidato al 4<' vFFrcro che, i11 esecuzione al mandato ricen1to sottopose al COMITATO un progetto compilato dall'Arsenale di '.roriuo elle la SEZlONt: cbiauiata a cl:tre il suo giuclizio, respi nse nettamente chiedendo che venisse compilato un nuo,·o progetto meglio rispondente all'impiego cui l'aITusto era deslinnlo. I nuovi progetti clell'n!Iusto e dei materiali accessori!, nella seduta del 27 settembre 1880 (Deliberazione n. 40G) tornarono all'esame della S&zIONF. la qua.le concluse per la coslrmiione e i·elative 11rore dell'affusto e del paiuolo progettnti dall'Arsenale di 'l'orino, risernrnclosi di J)resentare proJ)OStc concrete in merito ad n n progetto che doveva pervenire d all' .Arsenale stesso circa la con.venienza dr sperimentare ancl!e un affusto Mocl. lSH trasformato in aO:usto cla assedio per cannoni ùa 9 (Hct.), mediante l'a'g. giunta (lJ rlue brncc:ht a rotazione rcggi-orecrhiouiere e di un freno idraulico applicato all'affusto.
Tale progetto fu poi esaminato e, previe alcune modi:fiche, fn accettato nella sNluta clc~ll']l ottobre J SSG (Deli.bera zione n . 4.97) dalla SwZIOKE la c1uale propose che, a trasformazione av,-ennta, si do,·essero es<'g uire le relative prove di tiro e cli trnjno. Il tipo di affusto, approvato con la Deliberazione n. 496, f' 111oc1ificato in alcune parti fu nuovamente inviato all'esame della SEZIOKE che nella seduta del 21 novembre 1SS·7 (Deliberazione n . 532) concluse : che l'affusto ed il paiuolo si poteva.no accettare, e che per il traino dell'affusto stesso si poteva adotta.re l'avantreno Mocl. 1884 da cm. 9 (Ret.); che si riteneva vantaggioso munil'é l'a,ffusto di mote metalliche Arbel; che era conveniente il rinforzo dell'affusto portmdo a 10 mm. lo spessore della lamiera,; che infine, indipendentemente daJl 1Paiuolo, era, conveniente applicare all'a.0:usto un freno idrauUoo allo scopo di facilitare il servizio del pezzo e favorire la protezione dei serventi.
-
1163 -
CR0)<IS1'0 HJA D0L SUPREMO C0:-1SESSO D' AU'.L'IGLHllllA
§
•
1 '7,l,-1915
3.
Esperie n ze sul mortaio da 15 A.R. (Ret. ) = Lavori e deci• s ioni dei v arii organi de l Comita to p er i t re t ipi d a 9, 12, 2 1 • P roposte p e r la riproduz ion e di un mortaio Krupp da 15 A. e s tudi di un mortaio n on m inore di cm. 28 in bronzo c ompres , so = Acquis to di morta i d a 24 dalla Krupp • A llestimento di morta i da 9 pe r i parc hi s p ecia li d a m ontag n a P rove e m o• difiche p er il m orta io da 15 di g hisa. S is tema di arti g lie rie d a piazza e - d a costa • La lotta fra cannone e corazza = Decis ioni della Con g r ega d e i gen erali • Norme di collauda z ione • S t udi e prop oste pe r il cannone da 3 2 e p e r i relativ i affusti e sott aff usti = A ffus ti e sottaff usti p er cannoni da 24 G.R.C. (Ret.) • Proposte d el cap. Bia nca 1·di • Esperie n ze c ol cannon e da 32 G .R.C. (Ret.) a Ciriè e a lla Spezia. I g randi calib ri = La « Memoria » d e l co l. Rosse t • Il can• n one da 45 = Confron t i t r a cann on e Kr upp e cannone Armsti·on g • Propos ta di un obice d a cos ta = A rma m e nto della batteria S. Ma ria • Acquisto d i 4 cannoni Krup p d a c m. 40 e d eventu a l i prove col cannone A nns trong = P r ove cli a ccettazione dei can • n oni Kr upp. Va rii s is temi di postaz io ni , S t udi p e r le torri corazzate a lla S p ezia = Il p in n o ge n erale d i difesa del 1882 = D is cussioni circa l' uniformità d ei calibri con la R. . .Marina = Esam e compa , r ativo d ei due sistemi di ri gatura • Definizion e dell 'obice per pia zze e coste • T rasfo rma z ione d ell'obice da 22 a v . in obice d a 24 R.et. = L'obice da cm . 28 • Studi di un obice da cm . 40. Questioni rig u a rda nti le mi t rag l iere = Proposte d el II I Uf. ficio n el 1874 p er e limina r e i tipi a n t iqu ati e fa r s p er imentar e le J\'\o ntig ny=S ig l da lle compagnie d 'artig lie ria da fortezza (mon• tag n a) = Le qu estioni s tud ia te n el 1884 • Gli espe ri men ti e le proposte per i v arii tipi. Per esaurire gli stnrlì ,;nlle bo<'che da fuoco da a ttil CCO e difesa l u St:zrmrn s i occupò ancllc dei prol!lemi riguanlauli i varii mortai. In seguito al risultato delle es11erienr.e eseguite al Campo cli Cirié col mortaio da c·m. Jr; A.U. (Hct.) della Casa K n1pp, il :\Ii uisteto con dispaccio clel 15 giugno 1& l, coni::iderilll(lo che i pregi <li ouesta bocca d a fuoco, sia per l 'esntter.r.n elci tiro cl11~ l>er la leµ-gc rer.z,1, lo renclernno utile nelle Pia.zr.e. nei Forti e nei l'archi <l'asse<lio, invitò la , 'P.7.Ioxt; a pronunciarsi sulla convenicmrn cli nclottare il predetto mortaio ecl a riferire contem por:ine~1mentc, tenuto cont·o dell'urgenza di poter disporre di unn clnqu nntiua cH lali. l!occbe da fuoco. se com·enisse farle co,:t1·uir'e nelle nostre Officine pagando un cauone di pn•mio alla Krupp che ne aveva la pr iva tiva, ovYcro commettel'le direttamente nlla Casa stessa.
-
11G4 -
MORTAI HIG <\'.l'l · CLA SSilnCAZI ONE omLL1,; AR'.l'IO T.IERl E lU GA'.rJD
1l .lVlin istu·c> chì etlcnt poì se non fosse oppoi:tu no, in an alogia a lle a1tig lierie li:-;le, lli dai;sificnr<' le boct:he <l a f uoco rigate in cannoni, obici e mortai; se <:OUYenls;;c introdurre in servizio un mortaio da cm. 21 R . (Hct.); e inl ine <:l>l: l"Otto r ospcll o p iù gener:ilc :;i fosse stu dinltt la q ue,;tio11e della r iparlizione dei cn llhri e cl0lle bocclrn d a f uoco che doYc,·:1110 compo tTC r,n·mamcnto delle Piazze e <lei Parchi t1·assed io .
-·-,~~.l
'
:r=
· 11;..~
L -,...
-..
_.....
.. Fig. 677 - 3lortaio cla cm. 1,> Krnpp.
La SF.?IIOr--E) riunitasi n 27 luglio 1._·:::;1 (Deliber azione 11. 349) su confcwm e pa1·<•re cl<'l 3° U li' l:'JCIO, che a veva fatto lo studio pr elirnfoiare cli tali q ncstioni, p1·oposc : 1°) che si clornsscro ucqni tar e claJla Oa:-a K rupp mor tai rigat i c011formi n, quello spetim en1.a Lo a Cirié, nel nmuero strettam<>nle iJ1clispcnsa bile ; 2") che an ehe per le a r t iglir.rie r igate si do,·es. e adottare la c lassifì c:nzionc in cannoni, obici e moJ'tai ; !-1°) clw i mcn·tai 1·iµ;ali ed a r eil'ocarica, oltre a doversi fablwicai·e i n Jtn lia, cl o,·cssPro esser e di ti-e differenti calibri e cioè da cm. !l, cla crn. 12 e eia cilL 21; 4°) che lo studio e la costnrnione cli un pl'imo mortai o da cm . 12 0ol reln t ivo nffnsto, C(~ppo etl a Ltr ezzi, si. dovesse afilchue alla Fon clel'ia ed all' Ai-sena le di Napoli, e che tali materia li clovesse1·0 soddisfar e alle seguent i condizioni. a) mortaio cli bromm c ompresso con otturatore a vite; b) affusto cli lamiem di fen o. ceppo o painolo di legno; ·-
1Hii'; -
(:Il0)1I S'l '0BIA DBL
S UPH!i;M:O CON SlùSSO O' i\I!'.l'IGLirnRIA
-
1874-1915
e) pi-oietto shnile a. quello giù, adotta,to p el cannon e
cla ern. 12 del pei,;o di kg. 16,500 ; cl) peso del m ortaio circa kg. 2-10; peso dell'affusto kg. 240; p eso del cepp o o paiuolo kg. 500; e) cai-ica massima di sparo Kg. 0,800. 3°) che la Commissione pe1· gli esperimenti, da eseguirsi al Polig-ono cli P ersano, si dovcsRe formare con Uiftciali cl'a,r tiglieria r esjdenti a Napoli; 6°) che infine gli studi, la, costi-uzi-One e gli esperimenti dovessero conclmsi sotto l'all-u dir ezione clel Dir ettore del 3° UFl~ICIO. ncccssivamcnte, nella seclllltt del 27 dicembre 1881 (De liberazione 11. 35 ), la SEZIONE proponen1. l 'introch1zim1 e in senizio dei seguenti tipi cli ruorlai : ci) un mortaio cli bronzo compresso <la cllt. 9 (Ret .); b) 1tn morta,i.o d'accia,i o cli cm. 15 (Ret.) Krupp, cla riprod nrsi poi in Italia in bronzo cornp1·esso : e) un mortaio di bronzo compresso da cm. 24 (Ret. .); ed essendo sentit,~ la necessità, di :we1·e iin breve t empo un certo numer o di mortai da cm . 15, propone,a di ac<1uistare dalla Krupp H numero occorrente di tali mortai e d i ottenere dalla Casa cost1·11ttrice la faC'oltà di poter riproclun·e in Italia tale bocca da fuoco , sen za compenso per 1·11tilizzazion e del breveUo. La S@ZlO:'\.l!: proponeva poi c he per i suddetti moi-tai da cm. 15 e da cm. 9 si adottasse il sistema di <:hiusura a cuneo e per qn ello dn cm. 2~ il . istenrn a vite col fondello plastko ; elie pei- i l morta io dì maggiore potenza da introthn·si uei. Parchi cl'askeclio si a cccttassei-o le proposte fatte dalln Oo~\fj\JISSIOXE; c he nella composizione dei Pa,r chi d'assedi o si in clnclessc anche il mortaio <~a cm. 15 (Ret.); e che infine il Mi.niste1·0 fac cs. e studi.are un moi-taio di potenza non inferiore a qnello Krupp <la ,cm. 28, da costi- nfrsi in hro11zo co111presso e ckst iuato n 1'ompleta1·e il ma te1·iale per la di fesa delle coste. ln mei-ito al mo1·taio cla c m . 15 (Il.et .) il l\!Iini<;;tero con dispn ccio clel 28 Hprile J882 èl ereriYa all'esnmc d<.'l CoMrl'ATO a Rr:zro?\r rinnite nn progetto cli contratto conYennto colla K ru11p p er nna provvista. cli !'>O mort ai. di tale cr11ib ro in acciaio fu so coi 1·el.1tb·i acre~.sori. ed il COMITATO riunito il -
l ] (i(l -
I MOR'.l'.U PER IL PARCO D'ASSEDIO
13 maggio l u82 (Deliberazione n. 583) , considerando che col1' acquisto elci predetti mo1:tai era csaudi.to il voto ·e spresso dalla SEZIONE colla Deliberazione n. 358, e che per le con-
dizioni stabilite nel progetLo di contratto non era soltanto garentito l'esito della provvista, ·ma si otteneva anche la facoltà di l'iprod urre in Ita.lia tale mortaio senza gr1He spesa per lo sfruttamento del brevetto, espresse parere favorevole all'accettazione del contratto . I n seguito il l\rlinistero con dispaccio del 26 111ovembre 1883 chiedeva alla SmzI01'E di pronunciar i sulla convenienza cli acquista,r e dalla Casa Krupp nna diecina di mortai a retrncarica di grosso ca libro da assegnarsi ai P archi d'assedio; e che, ove il parere fosse stato favorevole iL tale acquisto, precisasse se si doveva a-0eorda,r e la preferenza al calibro da cm. 21 od a quello da cm. 24. Lo studio preliminare della questione venne fatto dal 3° Ul!'J1'JCI0 e l'esf1me sncccssiv-o fu e.0:ett uato dal C OMITATO ù SEZI01'1 riunite che, nella seduta dell'll dicembre 188.3 (Deliberazi.one n . 792), propose di acquistare dalla Casa I<rnpp 10 mortai (Ret.) di gro. so calibro da assegnarsi ai Parchi d'assedio, e elle per essi era da preferirsi il calibr,o di cm. 24. Aperte quincli le t rattative coll a K rupp per l'acquisto di 10 mortai da, cm. 24 A . (Ret.) la SmzroNm riunitasi il :u maggio 1884 (Deliberazione n . 424) approvò in massima il progetto di contratto di tali mortai coi relativi affo sti , dopo che le pro,e da eseguirsi a )fcppen fossero risultate favorevoli. La quesUone però ,non .si csam·'ì a que·s to punto perchè nella seduta del 1° aprile 1885 (Delibe1·azione n . 44J) la, SEZIONE riesaminando il contratto stesso propon eva al ~uni emendament i iintesi sovratutto a. non vinC'olarsi so,~erchiamente .colla, Casa costruttrice, e 111elln. sedn ta del 1° l u glio 1885 (Deliberazione n. 4!38) appro,ò alcune modifiche concordate tra il ten. col. Lorenzo Rappis e la Casa Krupp, -conseguenti dall'a.ffidamento dato dal Mini. tero che i mortni ·d'acciaio sarebbero stati riprod otti nei nostri Stabilimenti Jimitatamen te nel numero richiesto per l'ar mamento del Parco d'assedio. '- 1167 -
CRONI S'l'ORIA UE L
SUPRE~ ro
CONS1DS80
o' AH'l'JGLmmA
•
1874-1915
P er il mortnlo (1:1 9 B . R. (Het.) il )iinisl<'l'O co11 dispaccio rlcl 17 dicembre ) 885 nel lrnsrnetterc a l Presidente lici co ~I J'l'.11'() i 1'3l)()Orti dei Reggimenti da for tezza sulle csper ien:i;c di tìro ese~uite co n tale bocca tla fuoco, lo invitava. a. f ar conoscer e le proposte della S1~;,;1oxr. sulla. con1·cnienza di adottate o meno tale mortai o . Lo studio I)reliminare d ella questione i n aflìdnto al il 0 'Cn,·wrn che, in adempimento nll'i ucurico u\'l1lo, presentò unn n ·lnr.ione in cui era no compend iali i ri sultati cli tirn ottenuti nelle esperlenr.e <'Seguile e con-
F ig OiS • Lorcnr.o Rn [lpis.
segnenti osserv[i:i;loni in 1·ìg uard o a l tiro ccl a l trn:::por to d i tt1le mortaio. S ulla scol'ta cli qu eslì dati la St:7.101'~; nella sedula del 5 febbraio 1886 (Deliber az ione n. 480) concllim,e proponendo di sos11enderc l'alio,done di tale boccn da f uoco fino a quaudo nuove esperien¼O, da e;;eguirsi irnplega n<lo :i.Hre spolette, non ave,;sero <llmostrato la }ma :i.llitudi11e ad esegui re il 1·iro a ;;hr apncl fl'a i 200 ecl i 2.000 metri nlmeno, procedendo In caso contrario alle necessatit' modi tl<>a zioni flel t racciato e · d el passo de11e 1ighe. Succcs;;iva mcnte il Ministero con d ispaccio del 24 gennaio 1888 nel notificar e al CoMtTA'rn . tl ':i.ver 11 fiid ato alla Direzione della F o11deria d i Torino l'allestimento di 50 wortai da 9 B. R. (Ilct.), ma, seco11do quanto era stn to ptoposto, genza procedere alla loro rigatura, lo invi t ava il pronunciarsi, appena possibile, sulle mollal! tn dell a r igatura. cla adottarsi per farli ultimare al più pr esto così da poter far fronte all'urgente
-
11G
I MORTAI rErt IL PARCO D'ASSIDDIO DA :VI0l\'l'AG·NA
bisogno cli pr onederne i r~trchi d ' assetlio speciali d11 won t agrn,1 . La S1,;zro~E r iunitasi il 30 gennaio 1888 (Deliberazione n . 53H) consiclei:anclo che nelle esperienze comparative giil. e,;eguite, il lllor laio <:olla rigalura del passo cli 25 calìbri aveva dimostrato di possedere alle maggiori distanze un'esatte?1za di tir o alqu anLo suveriore a quella ciel mortaio rigato col passo cli 45 calibri , suggeriva per i mor ta i da fJ 13. lt. (Ret.) il passo di 25 calibr i. Quasi un anno pr illla mentre s i pr ocedeva 11elle esverienze sul mortaio da 15 G. H. (Het.) la SEZIONE tìl'Pndo rilevato che i 1·elativi r isultat i fino allor a ottenu ti erano, .s otto ogni rig ua1·do soddisfat:enti, nella seduta del 28 fébbraio 1S8ì (Deliberazione n . 515) aveva ritenuto dm fosse convenien te di procedere senza indugio all'esecuzione del 3° periodo delle esperienze stesse; ma vicevenm il Ministero avendo successivamente constatato elle i r isultati ottenuti con tali bocche da fuoco a lle grandi clistan,,;e non corrispondevano all' aspettativa, e visto inoltre che con tale mortaio cll gllisa no11 si poteva raggiungere la prestabilita gittata lli 4.000 metri, i11vitò la Si,:zIOKE a coucretate quelle proposte elle valesser o a rimediate a tali mancllcvolezze, e sl)ecialmente a pronunciarsi s ulla convenieu,,;a o meno cli cont.inuarc gli stucli sul mortaio cli gllisa tenendo conto della r iconosciu ta necessità cllc per ottenere unn sn1ticientc giustezza cli t iro dovevasi ridurre la carica massima e qu indi diminu ir e la gittata massima già sc·arsa. per sè stessa . La SEZIONE sulla scorta degli studi preliminari compiuti clal 4° UFi,-1cro, nella seduta del 30 gcnuai(, J88S (Delibetazione n. 538) propose rli proseguire gli stud i e le prove 11er la ricerco d i una corona d i forzamento atta acl assicurare la voluta giustezza cli tiro clei mortai da 15, suggerendo inolti:e d i csduclere assolutamente per il mortaio cla 15 G. l'esecuzione d i t iri con gnwale e shrapnel rn uniti cli corone cl i forzamento, allora in uso, proponendo p9l la moclitica clellR came1·a e della caric,t (li cletlo mortaio in modo d a otte11ere una gittata. massima di 4 000 metri.
Esaurito l'esame sommario degli studi riguardanti i materiali da atta(:co e difesa, che per i cannoni. e per gli 01Ji ei si svilupparono sulla ba,sc delle propost,e conten ute uella Deli.berazione n . 15 del 13 e 14 maggio 1874, a,cc,ennerem-0 ora. agli studi dei maggi,o ri calibri per le artiglierie da Pia,zza e da costa., prendendo ancora le mosse ch1illa, predetta De"\iberazione n . 15. Nell'elen00 delle bocche da fuoco per un sistema completo di artiglierie da costa, e da attacco e difesa, corrispondenti ....:... 1169
~
'
CRONISTORIA DDJ., SUPREMO CONSliJSSO D'AR'l'IGLIERIA •
1874-1915
alle esigenze di allora, il 3° UFFICIO aveva indicato per le artiglierie eh costa e da Pia,zza le seguenti: Cannone da, cm. 32 G.R.O. (Ret.) da costa, Obice da cm. 32 o 29 G.R.O. (Ret.) da costa, Cannone da, cm. 24 G.R.C. (Ret.) da e-osta, Obice da cm. 24 G.R.C. (Ret.) da piazza e da costa, Cannone da cm. 20 G.R.C . (Ret.) da piazza ed eventualmente anche da costa. Del cannone da cm. 20 G.R.O. (Ret.) predetto, che fu poi concretato nel cannone da cm. 19 G.R.O. (Ret.) già si è parlato, resta quindi a seguire lo sviluppo degli stud'i delle rimanenti su-elencate bocche da fuoco e di quelle altl'è la ,c ui realizzazione si impose in seguito alle mutate csigeorne della, difesa. Nella discussione avvenuta nelle sedute clel 13 e 14 maggio 187<1 (Deliberazione n. 15) fn sollevata la questione se, - di fronte alle dimensioni sempre maggiormente crescenti delle corazze ~'cl :ii perfezionati metocli di loro applicazione ai bordi clelle navi (in Inghilterra già 1.,i usavano cor azze cli 50 e 60 centimetri e si pensava alla costruzione· ,li bocche da fuoco clel peso cli 80 tonnellate) - la Congrega dei generali ritenessè che il nostro cannone da cm. 32 che s i doveva sperimentare al Campo di San Maurizio, avrebbe avuto sufficiente efficacia contro lè navi protette appunto da così formidabili difese. Notavasi però clHi, almeno per un certo periodo di tempo avvenire, ben pocbe s:nelJber o state le navi clelle flotte estere che avrebbero potuto pre::<entare una co;,i eccezionale resistenza per vincere la quale sarebbero occorse bocche da fuoco di peso straordinariamente grande e di potenza ecce1.ionalmente considerevole, tantochè mentre non sembrava il caso di introdurre nel sistema di artiglierie proposto clal 3° Ul'FICIO, un calibro superiore a quello da cm. 32, non clovevansi però perdere cli vista le innovazioni ed i continui perfezionamenti realizzati nelle costruzioni navali, ed essere quindi pronti per intraprendere gli studi di un altro cannone più p otente di quello da cm. 82. , In quanto agli obici ,'oi quali, a mezzo dei loro tiri curvi, s i agiva contro i ponti delle navi t:he si andavano anch'essi proteggendo con corazze, riconoscendo che quelli da cm. 22 G. R. C. erano insufficienti e bisognando quindi sostituirli con altri più potenti, si impose la necessità di studiare un tipo più efficace e per esattezza di tiro e per forza di penetrazione, e cioè da cm. 29 o da cm. 32 o cli quell'altro calibro che si fosse r avvisato più adatto, rinunciando a quello da cm. 24 proposto dal 3° UB'FÌCIO, elle scostandosi di poco da quello di cm. 22 non avrebbe a vnto ragione d'essere.
-
1170 -
Ll!J AR'fiGLIEIUE DA PIAZZA ID D.\ COSTA
P rendendo dunque per base dell'armamento l'esistente cannone da cm. 24 G. R. C., e come sussidiario ad esso contro bersagli molto importanti il cannone da cm. 32, e sostituendo all'obice d:1 cm. 22 G.R.C. un altro obice assai piì1 potente clu sludiarsi dal Co:..rn·ATO, la Congrega del generali opina va che 1,1et· allora la difesa delle coste fosse sufficìentemenle assicurnta, e pertanto che non si dovessero perdere ùi vista i progressi dell'arte da guerra navale, per addi'l'enire all'adozione di un altro cannone più poteute di quello da cm. o2 appena se ne fosse riconosciuta la necessità. çonchiudeudo ed associandosi iu massima tille proposte presentate dal ;;0 UHICIO, la Congrega fu <li concorde parere cbe si iniziassero senza indugio gli studi di un nuovo obice di calibro prossimo ai cm. 30 per surrogare quello in se1·vizio da cm. 22 G.U.C. Naturnlmente anche per queste bocclie da fuoco in via cli realizzazione er a allo studio il problema della retrocar ica, e già . si disse che nella seduta del 13 e 14 maggio 1874 fu sollevata la questione se per tutte le bocche da fuoco da attacco e difesa si dovesse adottar e l'otturatore a vite che già aveva fatto buona prova nei cannoni dt\ 24 G. R. Per i cannoni da cm. 24 G. R. C. la Co:i.rMrsstoNE risollevò una veccll1a questione, già esaminata genericament1:: dall'antico e disciolto Comitato d'artiglieria per le bocche da fuoco di grande potenza, questione rimasta allora in sospeso e rifer entesi alla convenienza di .complelurne la collaudazione mediante alcun.i tirl a proietto per accertare il regolare f unzionamento dei vnri meccanismi della boçcfL da fuoco, dell'atl:usto e del freno. Tale questione fu dal l\Iiltlstero rinviata all'esame della SEZIONE, cbe nella seduta del 15 marzo 18i5 (Deliberazione o. 54) fu dell'avviso che tanto i can11onl cla cm. 24 G. R. C. di nuova fabbricazione, quanto 'in genernle tutte le bocche da fuoco a retrocariCtl e specialmente se ce1·chlate, prima di i11trodurli in servizio dovessero essere assoggettati alla prova di alcuni tiri fatti col proietto di maggior peso, cona· carica di fazione nonchè con piccola e colla massima elevazione ; che per accertare la r esistenza ed il regolare funzion:.11nento cli tutte le parti degli affusti e sottaffusti dei cannoni da 24 fosse pure conven.lente eseguire alcuni tlri c"On palla oblunga e carica di fazione; che tutte tali pro,·e si dovessero per quanto possibile eseguire in prossimità degli Stabilìmenti costruttori dei materiali in collaodazione. .6.gli inizii dunque del 1875, mentre per l'allestimento dei cannoni dt1. 24 G. R. C. si l!ra già In fase di collaudo, per quelli invece da cm. 32 si era ancor a in . 1leriodo di esperienze, e difatti il Ministero con dispaccio dell'J. maggio 1875 intenogava l'Un·roro e la SEZIONE competenti per sa.pere se, allo stato èlegli esperimenti, era possibile adottare se non tutto H materiale da cm. 32 almeno la boccil da fuoco propriamente detta, e si potesse quindi intraprendere regolarmente la fabbricazione dei cannoni da cm. 32 a retroca rica. La SEZIONE riunitasi il 9 maggio 1875 (Delibe1·azione n. 64) per trattarP.
77
-
1171 -
<:RONIS'l'OR!A DEL
SUl:'R~IO CONSltSSO D' ARTIGLlJ.:R.lA
-
1874-1915
tale questione, non reputando sufficienti ~ risultati sommarii fino allora ricavati clalle espercnze, si astenne dal p1·ommcinre qualsiasi giudizio in attesa elle la Commissione di •.rorino sn invito del Ministero: avesse riferito dettagliatamente sul risultati ottenuti ed in special moclo sul comportamento delJa bocca da fuoco la cui costru.!ilone sovi·atntto urgeva e ùoveva quindi essere inizll.lta al più presto possibile; ed avesse iùtresi clichfarato se al punto in cui erano giunte le esperienze sul tiro del cannone e sulle polveri <la impiegarsi, essa potesse assìcurnre in moclo assoluto che nel proceélere delle esperienze stesse non si sarebbero_ dovute variare le dimensioni nè interne nè esterne della bocca da fuoco, tantochè essa ritenesse quincli che fin da allora fosse possibile di intraprendere su vastn scala la fabbricazione d~ questi ca1moni da 82, senza con·cre il risrbio cli dOYcre poi, come era avvenuto per il cannone cla cm. 24, alhmgare l'anima o comunque modificarne il modello. Subito dopo però il Millistero con clispnccio del 1G giugno 1870 trasmetteva ul COMI'l'J\TC• un Verbale delln Coi.n.rrssIONE per le _artiglierie da att:1cco e difesa rig-unrdaute la proposta cli adozione del cannone <la cm. S-2 G. R. C. (Het.), proposta a<:<:olllpag1rnta cla un disegno del cunnone stesso, du. una l'elazione sulle esvericnze fatte con esso, da un libretto nel quale erano rcgisrati tutti i cluli principali sulle artiglierie di grande potenza nonch~ le notizie occonenti per l'esecuzione delle esperiemrn, e fina !mente 11n'appeuclice i-elativa alle polveri spt•rimentate con tale c:rnnone. Il Ministero inYitaYa il Collrrr,uo ad esprimere il suo parere sulla predetta proposta della Co)nIJS'>TOXE 11roponendo a sua volta cli :icquistnre tlalln Casa :Krnpp 2 tonnellate di polvere prismatica della densità cli l.,70 per provr1r l:1 C'Ol cannone da cm . 32 onde ottenere un aumento nella velocità del proietto.
La S 1,;~TONB riunitasi il 26 gingno 1 7G (Dt~liber;;viione n. ~5) su conforme parere del 3° TJF1"ICIO, ehe aveva stucliato preliminarmente la, questione, propose che si aùottass·3 i11 massima il <:annone da <:m. 32 G .R. C . (R et.) e ic;e ne avviasse la fabbricazione conente marnliencndo pc•r intanto inalte1-ate le forme esterne del cannone sperimentato, salvo a deter minare poi la lunghezza clella camera e conic;eguentemente 11ella pal'te rigata dopo ulteriori nuove esperi cn1,e_ Nella nctibe1·azione seguivano poi a]tre . proposte : sullit serie clei colpi -d'esattezza da eseguirsi; snl modo di. eilettual'e la riduzione deHe righe; sulla misura delle Y<-'locità iniziali col cannone <:osi mod1ficato, impiegando la ca1·ica e la po lvere giù, nsata n ei tiri prececlenti: sulla polvere da ac_q uistare daU.1 Cnsa Kr11pp ecc. ecc. Le norme fissate dalla 00:\fi'.IISRIONR per l'esecoz1one delle prove cl'€sattezza stabilivano -
1172 -
IL c.;A::-;KO.Kl!i DA
cin. 32
G.R .C .
(Rt•Y.l' .)
che esse dovessero essere fatte prima cH procedere alla ridu zione della rigatura, che tale riduzione consistesse nel fare paralleli i fianchi convergenti delle righe, e che venisse precisata la qualità della, pohere da a,dotta,rsi definitivamente. Dopo uno .studio preliminare clell'Ur,'FICJO S·rRAORDINARIO, le predette norme nella, seduta ùel 4 dicembre 1875 (Deliberazione n . 128) furono esamirntte dalla. SEz-IO.NE 19, quale propose :
flg. GW - C an n on e da cm. t12 G.R.C. (Ret.).
1°) che pel cannone da cm. 32 si adottasse de:fiinitiva mente la polvere a grani ptLrallelepipedi di volume qna,druplo, a, dadi e della densità di 1,78, riservando (li definirne le caratteristiche per regolarne la fabbricazione · ed il c-01lauclo a,llorq uanclo Bi fossero raccolti gli opportuni elementi sopra varie partite; 2°) che, secondo le proposte della C0Ml\,f1SSI0NE1 a seguito di ·a,pr,osite esperienze si modi6.c asse possibilmente il ornmero degli anelli di rame del proietto, toglien (lo i due· anelli él i mez7,o : 3°) che i tiri di prova per Cìonstafare l 'esattezza di tiro prima e dopo la riduzione delle righe si dovessero eseguire nel modo proposto dalla Col\:I:MJSSIONE ; -
1173 -
CROlHS'l'ORIA DEL
SUPREMO CONSJDSSO D' Aft'l'IGLIERlA
1874-191[>
4°) che infine si clovessero effettuare alcuni tiri per verificare se si fosse potuto ottenere un qualche aumento nella velocità i:niziale del !Proietto oltre i 425 metri, adoperando la polvere parallelepipeda suddetta, togliendo il primo anello dèl pr-oietto ed impiegando successivamente la carica di 70 a 72 kg., ma senza oltrepassare però la pressione di 2.000 atmosfere. Sempre in riguardo ai cannoni da cm. 32 G.R.C. (Ret.) la SEZIONE si riunì il 4 marzo 1876 (DelibertLzione n. 160) per esaminare una questione riferentesi all'affusto e sottaffusto per tali bocche da fuoco. Era intendimento del Ministero di far procedere alla costruzion.e di tali affusti ed aveva per ciò ehiesto al COMITATO la convenienza o meno di apportare modificazioni al tipo che si stava sperimentando, e ciò perchè un tale affusto essendo stato costruito per cannoni da cm. 32 G.R.O. (Ret.) destinati ad armare batterie in casamatte, e d'altra parte poteindosi ritenere ·o rmai come certo di dover allestire cannoni di maggior calibro (da 40 a 46 .cm.) da c,ollocare anch'essi in casamatta, si rendevario per · ciò disponibili altrettante bocche da fuoco da · c1.u_. 32 che si sa1·ebbero dovute irnstallare in barbetta. La. SmzroNm nella predetta seduta proponeva che si commettesse all'Arsenale di Torino l'alle.stiment,o · di un determirnato numero di affusti per cannoni da 32 G.R.C. (Ret.) analoghi al tipo di quello adoperato nelle esperienze ai tiro al Campo di S. Maurizio e che si invitasse lu. Co:rvD.111SsroNE a studiare e proporre un affusto da difesa con sottaffusto per cannoni da cm. 32 G.R.C. (Ret.) da, aiclope·rnrsi nelle batterie iu barbetta e tale da, permettere un'eleva,zione cli 30 gradi. Nella stessa seduta (Delibera:zione 01 . H>l) la SEZIONE) pr,ese in esame alcune varianti e modificazioni da intr-odursi nella costrm~ione di affusti e sottaffnsti per cannoni da cm. 24 G.R.O. (Ret.,), commessi per una metà all'Arsenale di l'orino e per l 'altra metà alla Fonderia di Genova, rioo1110scend,o giuste le proposte fatte dalla COMMISSIONE ed associandosi altresì alle osservazioni ed alle proposte dell'UFFICIO STRAORDINARIO e del 3° UFl<'ICIO, propose al Ministero cli far costruire presso l? Arsenale di Torino uno di ta.Ii affusti con -
1174 -
QUES'.l'IONl RELATIVE Al MATERIALI DA
32 ID DA 24
sottaffusto apportandovi tutte le val'ianti e modifiche iudic~tte, per sottoporlo poi alle prescritte esperienze. La SEZIONlll si riunì a01cora il 3 urnggio 1 '76 (Deliberazione 11. 179) per occuparsi dei materi<11i cla 24 G.R.C. (R et.) ecl esaminò il parere del 3° U l?l?JCIO concernente la proposta fatta dalla OoMMISSIONE per l'a<lattamento di boLtoni agli orecchioni di tali cannoni e per la l"icluzione dei relativi affusti ad orec· chioncric scoperte. Dalla <.li:sumina dei documenti l·iconoscemlosi la conveniem~a cli siffatte proposte la SEZIONE unanime vi si associò. Per l'esame dei risultati ottenuti colla rigatura del cannone da cm. 32 a fìu nchi paralleli e coH'impiego elci proietti da cm. 32 e da cm. :!4 muniti di dne soli anelli <li rame, nonchè per constatare gli effetti conseguiti coll'adoperare polvere parallelepjpeda, nel cannone da cm. 24. G.R.0. (Ret.) la SID· ZIO~E si riu111ì il 14 luglio 1 76 (Delibera1.ione· n. 204) proponendo : cli abbanclomn·e l 'iclea cli acloperal'<l proietti muniti di due soli anelli tanto riel cannoni cla, ·Cm. 32 G.R.. O. (Rct.) quanto in quelli da cm . 24 G.R .C. (Ret.); di adottare pel cannone da cm. 32 Cl.Il .O. (Ret.) il sistema di rigatura a f:ìa,nchi pa,rallcli; di tralasci.are per allora di cambiare la carica di fazione del cannone da cm. 24 G.R.C. (Ret.); di eseguire regolari esperienze per accertare la possibilità, di sosti.tufre, in ca,so di bisogno, nel cannone cl a cm. 24 la polvere parallelepipeda alla polv(~1'e n claòi; di invitare la Oo:vr· :\IISSIOKE a procedere alle esperienze tendenti a ricercare se nel cam.none da cm. 32 G .RO. (Ret.) si fosse potuto ottenere un aumento di velocità 11el limite di 2.000 atmosfere di pressione, combinando un incremento cli carica con una variazione nel volume del1 a camera. Sulle modifica zioni studiate dal ca,p. Hfa.nca,r di per l'af. fusto del . can01.one da. cm. 32 G.R.C. (Ret.) onde renderlo atto al servizio nelle casam atte delle batterie corazzate del sistema Grtison, e sulla convenienza della, costrnzioine e delFesperimento dell'affusto a barbetta per gli. stessi ca,n noni, la SEZIO~E si riuinì il 29 gennaio 1877 (Deliberazione n. 225) pr,oponendo : che la Oo~nvnssTON'E definisse le diff..ercnze fra il disegno dell'affusto pel cannone da. cm. 32 G.R.C. (Ret.J -
1175 --
CRONIS'l'ORJA DT::L
SUl:'HIDMO CO.Ks1,;sso D' AWrIGLIEHI.-\
•
18H-191G
spedito dalla Casa, Gri.ison, e quello proposto dalla UOì.\L\n::; SIONE stessa; che alle modificazioni studiate dal cap. Diancardi se ne fosse a,ggiunta un'altra tendente · ,Hl as:sicura1·e all'affusto un campo cli tiro di 'iO gradi per sezione; che si approvassero le predette modificazioni e che in massima si a<lottasse UIJ.l tipo di. affusto del cannon-e da cm. 32 per casamatte Grùson dopo che adeguati esperimenti, da intrapren dersi al più presto possibile, avesirnro comprovato il perfetto funzionamento dell'apparecchio di rotazione del cannone ed avessero staùilito lu, foggia di cannoniera ristretta voluta dal sistema d'affusto; e- che infine si approvasse la costruzione e l'esperimento dell'affu sto u, barbetta proposto cla,l la COMMISSIONE per cannoni da cm. 32 G.R.C. (Het) . Intanto per la clifesu a mare del golfo cli Spezia il Ministero con dispacci del 6 e 26 aprile 1877 invitava il COMI'l'A'l'O ad esprimere il suo parere su val'ii quesiti, .sottoponendo ad un tempo a ll'esame del predetto Consesso alcuni progetti cli batterie a semplice barbetta ed a por,zo con blincla, ideati clal cap. J3iancardi per cannoni da cm. 32 G. R. C. (Ret.). Cou la Deliberazione n. 200 presa dal Co~UTA'l:O a SEZIONI riunite nella seduta del1'11 e 12 maggio 1877 si rispondeva a tutti i quesiti precedentemente formulati clal Ministel'o, lasciando insoluta soltanto l a questione riguardante la posizione da d a1·si al perno nei sot taff.us ti per cannoni da cm. 32 G. R. C. (Ret.), da · deferirsi per ulteriori . studi a lla SEZIONI~ competente. La SE· ZIONE riunitasi il 31 luglio 1877 (Deliberazione 11. 237) espresse il parere che le esperienze indicate a-I la Commissione incaricata_; di compila.re i progetti ed i programmi di tiro sarebbero s tate molto u tili ed avrebbero servito a determinare in modo definitivo t utti i pa r ticolari riguardanti il ma neggio dei pezzi da cm . 32 posti in barbetta nonchè il loro munizionamento. La SEZIONE conveniva poi nel concetto del Ministero, cli aclottn re cioè il perno centrale tubolare e di munire ogni pezzo cli un congegno <'li sollevamento laterale clei proietti, e conchiucleva affermando che tali esperienze sarebbero riuscite anche uti.lissime per meglio r isolvere le varie questioni riguardanti il futuro ca nnone di grande potenza . In riguardo ancora ai cannoni ·da cm . 32 G. R. C. (Ret.) la SF.ZION't: si ritmi il 13 dicembre 1877 (Deliberazione 11 . 242) per esamina re la proposta della COMMISSIONE l'iferentesi al nuovo tracciato da adottars i per la camera dei suddetti cannoni, e per la quale il Ministero con suo dispaccio del 10 ~licembre 1877 aveva chiesto al Co::.urno ur. sollecito parere allo scopo di poter dare le conseguenti disposizioni alln. F onderia cli '.l'orino che aveva in corso cli costruzione tali cannoni. Tale questione era sorta cla l fatto elle in seguito acl un certo numero di col pi sparati col cannone da cm. 32 al Campo cli S. Maurizio con
1176 - -
1 .ì\IA'l'EHIA Ll DA
32
PEil BA'.l".l.'IDHm IN BAUBcrrrA IJlO IN l:'O¼ZO
grosse cariche di poh·ere, di più o llleno rapida combustione, la camera del cannone si er a ùeforroata riclucenclosi concentricamente, rei in tali condizioni arendo sparato nitri colpi con cariche di 100 e òi 105 l,g., il proietto aveva acquistato una veloc:it.ù <li circa 500 metri alla bocca del vezzo, mentre nell'interno deUa camera a polver e erasi prodotta una vressione rneùia cli 2.140 atmosfere non cli molto· superiore alle 2.000 prestabilite. Da questi risultati, nella consider:izione di potersi ritenere sufficientemente dimostrato che con t,ile camera si poteva fare uso di una carica copace di ìlllprimel'e al proietto una velocità iniziale di 500 metri semrn far sopportare una pressione interna eccessiva contro le pareti della bocca da fuoco, la SEZJO;,;t: conchiude,a concordemente che si autorizz,lsse la l!'onderia di 'l'orino ad ultinrnre i c,uwoui cla Clll . 32 in corso cli costruzione, prntìcandovi la camera cosi come crasi rtdott-a tlopo i tiri quella del cannone sperimentato al Campo di S. l\Iaurizio. Succcssirnmente nella seduta del 17 mal'7.0 1879 (Deliberazione u. 278) lu ,8r,zroNt: clccise In provvista dei cerchi d'acciaio per questi cannoni e nella seduta tlel 5 agosto 1879 (Deliberazione n. 2~lù) sì occuvl> clell'adoz!oue (lei ,·arti materiali correlativi proponendo al Ministero di introdurre iu servizio l'affusto in barbetta con sottMl'usto a perno anteriore, pre,·io esperlwcuto di alcuni coli)! da elrettuarsi al Ca·mpo di Cirié. La SEZIO:'ilr,; faceva poi seguire altre pro1Joste circu: alc:une moclificnzloni da npnortare al mate1·inle io questione ; l'acquisto <lclle materìe prime per In costruzione dei materiali s tessi; le p1·0Ye tltt eseguire a lln Spezia ; ecc. ccc. Per l'esame delle osservazioni e delle proposte contenute nella r elazione clella CoUJm issone speciale c;Jle aveva 1-:~eguito le esperienze alla Spezia sul <letti materiali, la Si:zro:-.E sl riunì nuovamente 11 10 gennaio 1880 (Deliberazione n. 231) proponcmlo che si introducessero nei materiali stessi le mocl iikazioni consegu entcwente vros pr~tta te e elle, 1>rima di adottarli clefinilivamente, si eseguissero ancoru nuove ))l'OYe.
Esaminando il contenuto clella Deliberazione n. 15 rclatha alle sedut<> elci 13 e 14 maggio 1874 si è rilevato che se per allora potevA tempora neamentc ritenersi come s nrHcientcmenle assicurata la. tlifesa delle costE: col cam1onc ùa c-m, 32, si ern però rnccomanclato di non perdere di vista i progressi che si :1nclan1no realizzando nelle corazzatnrr e nell'armamento delle uavi J.)Cr essere pronti ud intraprendere teulf)esti rnrnente anche da uoi quegli sLu<li diretti a concreta,re una bocca cla fuoco Più potente atta a mantenere alla difesa una J)otenza adeguata a quella dell'attacco. Dopo appena nn anno I progressi ccl i perfezionamenti in proposito avevano roggiunlo nn tale nlto grado tantochè per armare due cornzzate clella nostra M:ariua, impostate nei nostri Cantieri, si erano commissionati alla Ditta Armstrong in Iughilterra clei cannoni da 100 tonnellate. -
1]77 -
CRONIS'l'ORIA DEL
SUPREJ1110 CONSESSO D'AR'l'IGLIEnIA
-
.1874-1915
Si imponeva per ciò lo studio di un cannone da costa capace <li contrapporsi ai nuovi grandi calibri delle marine da guerra, studio cui attese il col. Rosset presentando una «Memoria>> relativa al progetto cli un cannone di 90 tonnellate da lui proposto appunto per l'armamento delle coste e delle nostre navi .da guerra. Il Ministero con dispaccio del 20 marzo 18:75 trasmise la Memoria del Rosset al OoMI'l'ATO per l'esame preliminare del competente UFb'ICIO affinchè se ne potesse trarre partito negli studi relativi alla bocca da fuoco di grande potenza, e la SEZIONE riunitasi il 19 maggio 1875 (Delibernzione n. 74) aderendo al parere del 3° UFFICIO propose al ~Iinistero cli far procedete all'allestimento del cannone progettato con i relativi proietti. L'allestimento cli cannoni di maggior calibro, da 40 a 4G cm., era stato previsto fin dal 1876 con la Deliberazione n . 160 del 4 ma rzo, e pert:mto i relativi studi fin da allora iniziati si ' erano sviluppa.ti in modo che la SEZIO:NE, riunitasi il 12 dicembre 1880 (Delibenizione i1. 32G) per esprimere il suo parere intorno all'adozione di un materiale da cm. 45 conchiuse che, sebbene le esperienze eseguite alla Spezia avessero dalo buoni risultati, tuttavia essendo state t roppo poco numerose non s i potevano ritenere snffieienti per addivenire senz'altro all'adozione di una tale bocca da fuoco, la quale doveva per ciò essere sottoposta ad ulteriori prove di r esistenza e di durata, per le quali venivano dettate le opportune norme nonchè un dettaglialo programma per le successive esperienze di tiro. Nella seduta del l.O gennaio lSSl. (Delibera?.ione n. 331). insieme alle modifiche ai materiali aa cm. 32, alle quali g·ià s i è a.ccennato, furono discusse anche quelle- relativ<~ ai materiali da cm. 45, ecl i1?fine nelle sedute del 5 - 6 - 7 e 10 f ebbraio 1881 (Deliberazione n. 33u) la SeZIONE propose che prima èi adottare il canonne da cm. 45 G . R. O. occorresse sperimentarlo a ncora con altri 150 colpi; che dopo i primi 100 colpi da effettuarsi secondo il programma prestabilito, bisognasse procedere ad m,1a accuraJa visita delln bocca. da fuoco in tutti i suoi- particolari; e che dai risul tati di ta le ispezione la SEZIONE emettesse il pareré sulla necessità o meno di eseguire gli altri 50 colpi. La SEZIONE essenzia1mente -. richiamava l'attenzione del Minister o sulla urgente necessità di provvedere alla difesa delle coste con una bocca da f uoco più potente. A seguito per tanto dei buoni risultati ottenu ti dalle prove di tìro dei primi 100 colpi, la SEzrn;,n; riunitasi dal 18 al 2·4 maggio'- J.881 (Deliber azione n. 339) conchiudeva di non r eputare necessnrio di effettuare gli altri 50 colpi che erano stati condizionalmente proposti, ma che pertanto, malgrado i buoni risultati avuti dalle espetienze, non si dovesse procedere alla fabbricazione di tali bocche da fuoco per armare le nostre coste, e s i dovesse invece introdurre nel nostro materiale un cannone a retrocarica e di potenza perforante nei limiti cla 90 a 100 dinamocli per cm. di circonferenza del proietto, cannone da scegliersi tra quello della Casa Krnpp da cm. 40 e lungo 30 calibri, e quello commesso dalla nostra R. Marina alla Casa Armstrong nel 187H per l'armamento delle corazzate
- - 1178 - -
!··--
ilig,1twa. ,!tìi C:m11.rn:. ql { f;n- ~J
~/4:'"~l
L________·.-
! r l I
I I
. j1
·r-------------1· ! - -~- .. I
. f
i
I
~--·=":.,.c_,__,_
~- ----· ... -- !
1---·.....-·.
'ì
j
I
F ig. <'>80 . Cannone cla 40 e 46 G.R.C. (Ret.) - P r ogetti Rosset (1876)
- ·- 1J7!) -
CHONISTOltlA OIDL
S UPRIDMO CONS8SSO 0 1 All'l'IGLIEIUA
-
1874-H)J.5
«Italia» e « Lepanto». La scelta definitirn fra le due bocche cla fuoco andava 1wturalmente r i1.Uand11ta s i110 alla conclusione degli esperimenti da e~ettuarsi dall a R. ì.Vlal'lna sul cannone Armstrong, e la SEZIONI': pr oponeva poi: lo studio e la fabbr icazione cli un obice per la difesa clelle coste, capace di l:rnciru:e un pr oietto cli 250 lq:;. alla clistamm cli 8 .000 metri; l'inizio d ella fabbricazione uc lla Foncleri a cli Genova cli pr oietti
E'ig. 681 - Cannone da 45 G.R.O. <Rel.) in batteria. La costruzione fu decisa nel !tiglio 1877 in base allo studio presentato dal colonnello Rosset; la fusione avven ne nel gennaio 1878 e l'ultimazione
col suo affusto nel 1879.
d'acciaio eia cm . 32 ed in seguito anche cli pr oietti per i cannoni cli potenza maggiore; e infine che dalle somme bilanciate per la fabbricazione delle bocche dn fuoco e dei relativi accessor ii per la difesa tlelle coste, tolta la parte rid1iesta per la fabbricazione di 29 cannoni da cm. 32, ln somma residuale calcolata in 5.000.000 dovesse destinnrsi : per l'importo d\ 4 milioni all'ncqu isto di grosse artiglierie per f':muamento della batteria dì Santa M:1l'ia alla Spezia d el tipo Krnpp o clel tipo Armstrong, a seconda della scelta d efinitiva del cannone cli gi·ancle potenza fra tali clue tipi, mentre 1>oi il r esiduato milione si dovesse spendere per iniziare la fabbricazione del nuovo obice da costa e dei proietti d i acciaio per i cannoni cla cm. 32 e pei· cJnelli d ei cnn noni di maggi0re potenza.
-
1180 -
BATL'lo:HIA OA COS'l'A
·- -------- --·-----
Fig. GS2 - llatleria da costa.
-
] 181 -
CRONISTORIA DEL
SuPRIDfO CONSESSO D1 AR,TIGLrnnIA
1874-1915
A seguito -delle predette proposte il Ministero oon dispaccio urgente del 29 ag,osto 1881 sottopose all'esame della SmZIONEJ alcuni quesiti riguardanti non solo il tipo di cannone di gramde poten:7-D, destinato ::~d armare subito la batteria di S . Maria alla Spezia, ma anche quello da sc-egliersi come base di armam<;nto delle coste, e la SllJZIONE riunitasi il 5 e fi set.tembl'e 1881 (Deliberazione n . 354), propose : che all'uopo
E'ig. 683 - Esperienze col canì10ne da 40 Krupp ul poligono di :VIeppen (1879) .
si acquistassero dalla Casa Krupp 4 cannoni da cm. 40 lunghi 35 calibri colla condizione che uno di questi col rispettivo ' ·a, seguito .affusto ·dovesse sottoporsi a prove di resistenza; (',he del frworevole esito degli esperimenti fat ti cl.alla, R. Marina si acquistasse . un cannone Armstrotng del tipo corazzata « Italia)) col rispettivo affusto da bairbetta, modificando se del caso il tra.cciato ma conservando però lo stesso calibro e la stessa rigatura, e si eseguissero le necessari.e esperienze IJ.)er comprovare pienamente la resistenza e le buone condizioni di servizio tanto del cannone che del rispettivo affusto; r.lw . -
1182 -
ACQUfS'l 'O DI CAN!\ONI DA
cm. 40 KRUPP
·rilevato come il ca1111011e cla cm. 32 O .R.O. (Ret.) non raggiungesse la potenza necessa ria, per essere adottato come bocca da fuoco fondamentale per l'armamento delle coste, non si dovesse più fabbricare nei nostri Stabilimenti; che infine il cannone da servire di base per l'armamEmto delle coste, dovesse corrispondere in potenza al cannone Krnpp da cm. 40 e di 35 calibri di hmghez7.a.
J
F ig.
084 · Installazione cannone da cm. -IO.
Il Ministero con dispaccio del 3 ottobre 1881, accogliendo le predette conclusioni, approvò l'acquisto cli 4 cannoni da cm. 40 della Casa Krupp, ma prima però di iniziare le necessarie trattative pose alla CoMMISSIOKEJ il quesito per sapere se, ammessa una potenza di 110 dinamodi per centimetro di circonferenza del proietto, dovevansi ritenere come assoluti i dati di 740 kg. pel peso del proietto e di 605 metri per la velocità iniziale, ovvero si potesse, a parità di potenza, accettare una · velocità. i111iziale un po' minore con un proietto più pesante, e cioè per esempio 510 metri per la velocità e 1.050 kg. per il peso del proietto. La SEZIOKE riunitasi il 19 ottobre 1881 (Deliberazione n . 355) oonchiuse : che nelle trattative oolla Krupp si do· ,esse ottenere di istituire esperienze di confronto con tiri a -
1183 -
CROXISTOJUA DEL SUPREUO CONSt<:SSO D' AR'.tlGJ,lER.IA -
1874-1915
due diver:se distanze con un proietto pesante 740 kg. e con nn a,l tro di circa. 1.030 kg.; che al termine di tali esperienze~ comparative la SEZIONE si riservava di pronunciarsi sui risultati ottenuti; che qualorn la Casa Krupp si rifiutasse di addivenire alle predette esperienze di confronto, si procedesse senz'altro al con tratto per l'acquisto dei 4 camnoni col proietto di 740 kg. da lanciarsi con la velocità iniziale di circa 605 metri e capace di fomire una forza vivti di circa 110 dinamodi per centimetro di circonferenza del proietto. SemJl)re in armonia, alle conclusioni della SEZIONE conteinute nella Deliberazione n . 354, confei-mate e completa.te dal COMITATO a SEZIONI riunite nelle sedute del 10 e 11 dicembre 1881 (Deliberazione 11 .. 533) il Ministero determinava l'acquisto dalla Krupp. di n. 4 . cannoni da, cm. 40 in acciaio fuso hmghi 35 calibri, e con dispaccio successivo trasmetteva al COMITATO il relativo proget to di contratt-0 convenuto colla Casa, KrUI?.I> dai due delegati gen . Sachero e gen. Grassi., contratto che il COMITATO a SmzrnNr r iunite approvò il 17 mrLggio 1882 (Deliberazione n. 584). Nella seduta (lei 17 mnggio 1882 (Delibera:&ione n . (;85) il Coi\H'l'A'l'O a SEZioxr riunite, per rispondere a tutti i quesiti sollevati dal Ministero si occupò : delle prove di tiro stubilite dal contratto, prove che si riduceviwo al solo impiego dei proietti del peso di 740 kg. essendo state esclÙse le prove comparative tra due proietti di peso diverso, proposti cl alla SEZIONE colla Deliberazione n . 355 ; della scelta della polvere per !e cariche cli lancio per tali cannoni in merito alla quale il Ministero opinava che la polvere prismatica fosse pteferibile a quella progi:essivà ; di una relazione del gen . Sacbero in r iguarclo alla durata cli tali cannoni Krupp e qui ndi .sull~L convenienza o meno di mwre per essi d ue cariche distinte, l'una moderata per 11 tiro orclinario, e l'altra, pari alla massima per i tiri di muggiore potenza. Dopo aver esaminate le varie questioni, il CoMnATO tenuto presente il voto fa.vorevole dato all'approvazione del contratto, espresse il parere che le prove di accettazione e qu elle di controllo dei cannoni cla cm. 40 si dovessero fare colla polvere prismatica usata dalla Casa Kru pp, e nel caso che tale polvere venisse adottata si élovesse cercare cli attuarne ht produzione in Italia ; che ad ogni modo conveniva spedire alla Casa Krnpp una cer ta quantità ·di polvere progressiva Uf,'Uttle a quella. impiegata nel can11one da cm. 45 G. R. c . (Ret.) nell 'eventuali tà che tale Casa intendesse di sperimentarla nel suo cannone da ero. 40 lungo 35 calibri per metterne in evidenza gli effetti; elle per il cannone da cm. 40 ~
1184 -
QUMS'.l'IOKI R0C,A'1'1VE Al C,\::S:-i ONI DA
cm.
40
KRUPP
si dovesse conservare il tra.cciato risultante dal disegno annesso al contratto ; che nelle prove di accettazioue e di controllo si dovessero impiegare esclusivamente proietti di kg. 920; che si dornssero far pratiche colla Krnpp per indurla a consentire che nella prova di accettazione del primo cannone da cm. 4Q si eseguissero da 20 a 25 tiri con proietto carico; che iufine, pur ritenendo sufficientemente assicurata la durata ·di questi cannoni da cm. 40 per 400 colvi si dovessero adottar e clue cariche e cioè una moderata per il tiro ordinario e l'altra massima per quei tìri coi quali si voleva ottenere la massima forza d' urto. Su richiesta del Ministero (dispttccio del 17 ottobre 1884) la questione del peso del proietto venne riesaminata dal Co1!l'rA'ro a. Si;:zro:r-r r-iunite nella seduta. del 4 dicembre 1884 (Deliberazione n. SCiO), il quale contrariamente a quanto aveva concluso nella Deliberazione n. 585, propose cbe il proietto avesse il peso di kg. 1.050, anzichè di kg. 920, e che il proietto da impiegarsi nelle prove col primo cannone avesse lo stes.so peso di kg. 1.050. Successivamente per r ispondere ad altri ques iti posti dal Ministero· con dispnccio del 22 aprile 1885, relativamentP. alla collaudazione dei cannoni da cm. 40 Krupp, la S1<:zIOKE si riunì il 1° luglio 1885 (Deliberazione u. 450) proponendo: che [H~r le prove cli colla udazione di tale cannone si dovessero eseguire i primi 25 colpi (esclusi i tiri cli prova che la Casa avesse creduto cli eseguire per proprio conto} col proietto di 920 kg. e colla carlea capace di sviluppare una Yelocili1 iniziale di i'\50 metri pe'r constatare l'esattezzn cli tiro della boccn da fuoco ; che si dovesse invitare la Cnsa Krnpp a. dic:hiara re se in seguito alla felice riuscita di tnle esperi mento av rebbe accettato di eseguire, a totale suo rischio e dietro rimborso delle spese che la Casa stessa avrebbe dovu to sopporta re per le moclilìcnzìoni da a rrecarsi nl ca nnone e per . ìl trasporto di esso dal Poligono allo Stabilimento e YiCeYersa, altri 25 colpi col proietto cli l.050 l,g. e colln carica aumentata. in modo da ottenere possibilmente la potenza inizit, le cli 16.000 dinamodi; che, ove la Kr npp avesse aderito a tale ultima propostn, si dovesse definitivamente adottare il proietto di 1.050 kg., mentre, in cnso contrario, le prove di collaudazione Yenissero compil1te nelle precise condizioni stabilite dal contra ttG e quindi i cannoni fossero senz'alt ro spediti in Italia. Circa i 50 colpi prescritti dal contn1ti'o per l n collaudazioue clel primo dei 4 cmmoni da cm. 40 commessi alla Kru rip, il Ministero richiese il parere della SEZIONE ::;ulla convenienza cli comput:ire in tale nun)ero di 50, i colpi già. eseguiti nonchè quelli cbe fossero stati fatti per ln prova dei ; mnpioni · delle rio Iver i espressamente fabbricate d:1 l Polverificio d \ DUnerberg, e la S1:;ZIONE nella seduta del 1° ottobre J.883 (Deliberazione n. 4<ll) espresse pan,re favorevClle. Se non che dalle proYe dei 50 coÌpi sparati colla carica cli kg. ::J50 e col proietto di kg. 920, dopo altri rn colpi sparati in precedenza dalla Casa Krupp ei:;seudo risultate gravi corrosioni nell'anima della JxJcca cln fuoco, hl SEZIONI, riunitasi il 13 gennnio 188ft (Deliberazione 11. ·174) suggeri : . che a telll'I.' del contratto s i
- 1185-'--
CRON1S'.r0R1A D8L
surmnro
CONSESSO
o' AR'L'IGLIERIA
1874-1915
era in diritto cli ritiutare tale bocca da f uoco; elle quantunque si prc :vedesse elle gli altri cannoni del medesimo tipo si sarebbero guastati non meno gravemente e non meno presto del primo, pur tuttavia per moltep_li.ci ragioni era consigliabile di procedere con essi alla prova orclinaria di collauda:;,ione; elle infine si sarebbe potuto accettare anche il cannone provato per primo qualora In Krupp si fosse assunto l'incarico (li tubarlo e di rinnovare con esso una prova cli O colpi. !n merito alle trattati,1 <~ intercorse tra il Ministero e la Casa Krupp per il cannone sperimentato per primo e · guastatosi nelle prove, avendo la Krupp offerto di surrogarlo entro due anni con un nuovo cannone, la SEZIONE riunitasi il 15 marzo 1886 (Deliberazione n .. 48li) propose : elle i,;i accettasse di preferenza l'offerta della Krupp cli somministrare un nuovo cannone da cm. 40 a nzichè ritir are il predetto primo cannone sperimentato ; che la prova di tale nuovo cannone si limita·sse a quella convenuta per gli altri t re a ncora da collaudare; che si concedessero alla, K111pp i due anni di tempo t'ichiesti per dare il nuovo cannone; · e che infine si sopprimesse nel contratto l'articolo che stabiliva una penalità per eventuali ritardi nella consegna. Avendo però la Krupp notificato di essere disposttt a dare il cannone deteriorato previa ritubatura dell'anima, la' StsZIOKE nella seduta del .lA novembre l.886 (Deliberazione n. 502) propose elle in via amìchevole si insistesse per avere dalla Krupp un cannone da c1r1. 40 totalmente nuovo; che qualora essa avesse rifiutato una tale soluzione si dovesse accordarsi con essa per la riparazione del cannone deteriorato da etrettuarsi col cambio dell'intero tubo d'anima; elle il cannone nuovo o quello titubato ·s i <lovess... accettare soltnnto dopo la. riuscita della prova ordinoria <1i collaudazione di O colpi, prova da farsi a spese della Casa Krupp.
Il problema della difesa delle coste oltre che alle bocche da fuoco era connesso a nche al sistema delle postazioni o batterie nelle quali esse venivano piazzate. Tali sistemi erano quello delle batterie corazzate, quello delle torri a cupola girevoli, ed infine quello promiscuo. Sui pred~tti variì sistemi la SEZIONE fu chia,mata ad esprimere il suo parere nelle sedute del' 31 maggio e J:3 giu gno 1876 .(Delioorazi-One n . 196), nelle quali trattando speci.ficatamente della difesa del golfo di Spezia conchiuse: che si dovesse preferire il sistema, di batterie corazzate proposto dalla Casa Griison per il nostro cannone cl.a 32 G.R.C. (Ret.) incavalcato sull'affusto gi.à, accettato; cfie però il CoMrrATO 1186 -
1 DIVERSI SlS'l'IDllfI
or
BA'.l.l'IDRIID .l?El{ LA DIFESA OELLI]) COS'.l'J;)
riprendesse in esame l'intero progetto di di.fesa del golfo di Spezia onde coordinarlo e rifonderlo in ar1Uonia con le condizioni del 1uomento, iuformaudolo .cioè ai 111ìovi concetti dettati dall'alJora, 1·ecente definizione di a.Jcuni quesiti navali , quali ad esempio : il migliorato sistema di corazzatura <lclle n avi, il lancio di nuove <~ pel'fezìon11te torpedini, le 1,ocche da fuoco cli bordo sempre più potenti. nonchè la cresciuta efficacia delle offese da ma.re e l'anmentata, r·esistenza dei ripari di protezione cli Clii poteYano dispone in quell 'epoca. le navi attaccanti. Più tardi però per lu posta:1.ione dei c;,1nnoni da 40 . cm. Krupp, alle batterie corazzate si preferì sostituire le torri a cupola corazzate, e fu cosi che mentre si arnclavano clefìniendo le trattative colla Oasa Krupp per l 'aequisto dei predetti 4 Cltnn oni cla 40 cm., i gcn. Sa-chero e Grassi ebbero anche l'incarico di determinare con le Case Gri.i~on ed Armstrong un conveniente sistema cli costrnzione di toni corazzate a cupola gireYole, sistema per cui in ,ogni torre si dovevano piazzare due ùi tali canoni. Con dispaccio clel Minh,tel'o del J O novembre 1882 gli. studi compiuti dai predetti g0ne1·aU furono inviati all' esame del COMITATO cbe riunitosi. a, Sl!;ZIO~r r iunite il 14, 15 e 16 dicem~re 1882 (Deliberazione n. GG9) propose : l 'adozione del l'affusto Armstrong per due torri. cot'azzate girevoli; di affidare all a. Casa Armstrong la commessa della costruzione e della mon tatura degli affusti, delle costruzioni e del rnacehinario ·o cconcnte per le clue torri suclclette; e cli. riservare alla Casa Gri.ison la, provvista delle rispettive corazze. Mentre poi la Casa Griiso111 avrebbe dovuto studiare e proporre il modo di rendere apribile il tappo di ferr,o che chiudeva l'apertura central e dell a cupola della torre, si sarebbero dovute . esaminare le proposte che la, Casa Armstrong ed altre Ditte avessero fatto circa le modalità di corazzatura delle torri con piastre oompound oppure d'acciaio, ed iniziare infine quegli studi che seguendo i continui migliorament i. realizzati preparavano alle future occorrenze. Il Ministero nccettnndo le suddette proposte con dispaccio del 17 gennaio 1883 determi11an1 di dh·idere la fornitura del!~ due torri eorazzate
78
-
1187 -
cno:::-ISTOHIA DEI~ SUI'HE)lO CO~SESSO o ',1nTIGLIERlA
•
1874-1915
girevoli per cannoni d a cm. 40 Krut>t>, destina te alla Spezia, fra la Casa Armstrong e la Casa Griison, commettendo alla prima gli af[_usti, le costruzioni ed 11 maccllinnrio, ed aOid:rndo alla seconda Jn corazzatura . Ju puri tempo il Ministero c1elegava I generali Snchero e Grassi a pros(~guire l e trattative lulziale nel 1882 con queste due Case per la s tipulazione dei 1·ispettiYi contralti elle furono poi esamina ti e a pprovati dal CoMrr.,rn a Si::zro.:-T riunite nella setlula del 2 giugno 1883 (Deliberazione n . 712) . A seguilo perè> delle prove cli tiro esegui1·e a Iluckau nell'ottoLJre 1883 con un cannone da cm. 30,u contro una corazza laterale <li una torre a
l
l
l!' ig GS-5 - Torre corazzata per cannone da costa.
cu1)ola girevole, la Cusn Griison propose una modificazione al prestabllito tracciato delle due torri da noi comwesse per la Spezia onde assicura1·e meglio il grnclo della loro resistenr.n, ed avendo il Ministero nsscntito n tnle moclifica purcllè rimanesse ferwa l'esecuzione deJla prova di controllo prevista dal contratto, la Casa GrUson chiese che <letta prova,· unzichè cloPo la fusione della prima part.i ta di piastre, come prescriveva il contra tto, venisse fatta antecedentemente allo fusione stessa sopra una delle piastre laterali della torre per· rieonoscere se tale piastra sì comportava couYenientemente al tiro. 'l'ale questione fu inviala all'esame del Co:mTATO che a SEZJo.-.1 riunite il 30 gennaio 188-1 (Delibcrnzione n. 795) decise favorevolmente alla proposta modificazione approv:rnclo che la fusione della prima purtita di piastre fosse rinviata ctopo la prova cli controllo.
-
1188 -
ACQ USTO
or
CU POL E COUAZZATE
rrm
CAN:'.'< . DA
4.0
E DA
12
A.R . C. {RE'l'. ;
Il CmIITATO clicbiar:n•u poi che se pure le proposte della Casa Grtlson ernno razionali e tali da dare i migliori afiid amcntì, ,•lceversa, stunte In lllancanza di dati s1,eriment:ili, non er a l)OSsibile alierniare che con essi s i sarebbe rn ggiunto lo scopo d i rinforza re :mOìcientcwente la corazzatura, risu ltato che s i sarebbe potuto dimostnll'e soltanto con le prove predette.
Fig. GSG - Esperlcuze s n co1·nzze Griison a Buclrn u (1883).
Il :\fini stero contemporaneamente all'acquisto delle cupole cor azzate pe1· cannoni <.'l a cm. 40 avern deter minato di acquistarne altre ti·e, delle quali ciascuna per clue cannoni da cm. J.2 A.R e . (Ret.) incaricanclo gli s tessi gen. Suchero e Grassi di definire, di concerto colln Ditta , 1 particolari lli costruzione delle cupole s tesse e cli stipularne quindi il contratto cl'acqulsto. Tale 1>rogetto cli cont ratto fu inviato all'esame del CoMITATO che a St:ZIONI riunite lo approvò nella seduta del 6 dicembre 1882 (Deliber azione n. 006), mentre viceversa per un nit ro contratto i-ela ti vo all'acquisto ùi altre due cupole corazzate per al tri cannoni cln 12 A. R. C. (Ret.), il Coii.rr,vm nella seduta del 27 f ebbraio 1884 (Dclibe.raiionc 11. 799) propose In revisione del contratto e quindi poi nelle sedute del 5 e G maggio 1884 (Deliberazione n. 802) propoi,e adcllr itturn cli non dar e più corso al relativo contratto.
-
1189 -
CROt-.IS'l'ORIA DEL SUPRE):IO CO~SIDSSO D' ARTIGLIERIA
-
1874-1915
Nelle predette sedute del maggio il CoMnATO diede il s uo parere circa alcune norme contrattuali r elative alle prove di collaudo per l'acquisto di piastre di ghisa indurita per la corazzatura di una batteria di 6 cannoni da 15 G. R. C. (Ret.) e di un'altra batteria di 8 cannoni da 15 G. R. C. (Ret.), noncllè per le prime tre torri corazzate per cannoni da 12 A. R. C. (Ret.) e per le due torri corazzate per cannoni da ero. 40. In segui to a quest'ultima Deliberazione, il Ministero non avendo accolto la domanda della Casa Grtison intesa ad ottenere che si riducessero a limiti pii1 moderati le prove di resistenza fissate nel contratto di for· nitura delle piastre cli ghisa indurita destinate alla corazzatur::i delle torri cla 40, la predetta Casa trasmetteva al Ministero una proposta di modificazione al trncciato stabilito per tali piastre, accompagnandola con un progetto di à.t!:o addizionale al con.tratto stesso, progetto che fu rinviato all'esame del COMI1'A'l'O unita mente : ad tÌna relazione del ten. col. Rappis riguardante le trattative da lui avute colle Case Grtison ed Armstrong per le modificazioni da a11portare alle predette torri; e ad un foglio con cui la Ca'sa Grtison si dichiarava disposta a sciogliere il con· tratto, per quanto rifletteva. la cupola, qualora fossero fallite le prove da eseguirsi alla Spezia. Nella seduta del 4 dicembre 1884 (Deliberazione n . 861) il CotnTATO a SEZIONI riunite decise favoreYolmente all'accettazione delle proposte della Grtison in merito alle modificazioni del tracciato delle piastre, secondo il progetto annesso ali' Atto addizionale. Ma in seguito a.vendo il Ministero deciso di installare alla Spezia una sola delle due torri corazzate per cnnlloni da cm. 40 già destinate a questa Piazza, e di installare l'altra torre a Messina, limitando così alla difesa di qnesta città un'unica torre corazzata invece delle cinque che erano comprese nel Piano Generale di Difesa compilato nel 1882; e pur prevedendosi che snccessivamente anche altl'e Piazze marittime potessero richiedere per la loro difesa tali impianti, il CoMI'l'Nl'O a SEZIONI riunite nelle sedute clel 16 e 18 febbraio 1885 (Deliberazione n. 870) decise di sospendere per il momento ogni decisione riguardante gli impianti a torre, dovendosi ancora effettuare la prova sulla resistenza della cupola GrUson. Intanto il Ministero con dispaccio del 25 maggio 1885 comunicava. al Ptesidente del COMl'l'ATO che a seguito della Deliberazione n. 861 1e trattative intercorse colla GrUson per definire l'Atto addizionale dE'l contratto non avevano dato risultato pienamente favorevole perch'è, in caso di risoluzione del contratto, non era stato possibile di ottenere che la Casa rinunciasse alla pretesa cli essere indennizzata della spesa occorrente per la pretella, che doveva servire a fondere la piastra di prova, e pertanto il Ministero posto nell'alternativa o di cedere alle esigenze della Grtison o cli troncare ogni trattativa per ritornare così ai patti stabiliti dal primitivo contratto, :weva scelto la prima soluzione cioè la stipulazione condizionale dell'Atto addizionale. Ma un tal e Atto addizionale essendo stato comunicato al Consiglio cli
-
1190 -
COLLOC ,\ l\if:;);TO DI DUE TORRI COHAZZA'1'0 PER C,\~NO:'<I DA
cm. 40
Stato per averne il parere, questi sentenziò che esso d<wesse essere preventivamente sottoposto di nuovo all'esame del Co:i.uTATO, il quale nella seduta del 1° giugno 1885 (Delibernzionc n. 8i4) clecise di approvarlo. In dipendenza delle modificazioni convenute colla Casa Griison circa il tracciato delle cupole per cannoni da cm. 40 si resero indispensabili anche alcune varianti nei particolari e quindi nel costo delle sotto-costruzioni delle cupole stesse affidate alla Casa Armstrong, per cui fu llecessario di concordare con quest'ultima un corrispondente Atto addizionale al contratto stipulato n~l J.883. 'l'ale Atto addizionale esaminato dal CollUTATO nella seduta del 29 giugno 1885 (Deliberazione n. 8i6) fu approvato con alcune aggiullte e va1·ianli, e confermato · poi con successive modilìcazioni nella secluta clel 29 ottobre 1885. Per il collocamento clelle due torri corazzate da cm. 40 il COMITATO a SEZIONI riunite, in una precedente sua seduta del 20 luglio 1885 (Deliberazione n. 881) a-veva confermato la primitiva decisione per cui entrambe le torri dovessero installarsi nella Piazza marittima di Spe:tia. Mentre si svolgevano le trattative colla Casa Krupp per la definizione dell'acquisto del 4 cannoni da cm. 40, e le trattative con lti Casa Gru.son per le relative toni coraz.zi.lte, il Ministero con dispaccio del 3 dicembre 1883 trasmetteva al CoMrrAto i r::ipporti parziali ed un Verbale conclusivo di una Comroi8sione speciale delegata ad assistere ::ii tiri di prova del primo cannone da cm. 43 (1-tet.) Armstro!1g acquistato clalla R. Marina per l'armamento della nave «Italia», ccl esprimeva il clesiderio che, esaminati tali doumenti e tenuto conto dei precedenti relativi al caimone in prova, il Co,u'rA'l'O a SEZlONI riunite riferisse se dopo le espe· rienze compiute a Spezia credeva di poter adottare senza altre pr,;ve un cannone Arrostrong conforme a quello acquist:1to dalla R. Marina, 011pure se giudicasse necessarii ul teriori esv,erimenti, e se in quest'ultimo caso ritenesse di proporre e di provare un cannone da cm. 43 (Ret.) 1ier avere un materiale uniforme a quello clella R . ifarina, ovvero fosse preferibile un cannone da cm . 40 (Ret.) che avesse 'calibro e proietti comuni coi 4 cannoni da . cm. 40 acquistati clalla Krupp. Qualora poi il CoMrrA'l'O avesse ritenuto necessarie altre ei:perienze, per le quali si sarebbe dovuto commettere alla Casa Armstrollg l'allestìmento di un cannone, il Ministero chiedeva che il CoMI'l'A'IO esprimesse ancora il suo parere sulla convenienza cli acquistare in pari tempo il corrispondente affusto da barbetta, precisasse in . tal caso le condizioni generali alle quali affusto e cannone avrebbero dovuto soddisfare, e fiss-asse cl 'altra parte il programma delle prove di collaudazione cli tali materiali Armstrong. Nello s tesso dispaccio il Ministero, consider ando che alle questioni ·sovraesposte si connetteva quella dell' uniformità del nostro ma teriale da costa col materfale della R. Marina, chiedeva che tale importante questione venisse pure particolarmente esaminata -dal COMITATO, discutendo ed
-
1191 -
CROì.XJS'l'ORIA DEL
SUl:'REMO COt-.SESSO D' ARTWLìEHIA •
1874-1915
esponendo i vantaggi elle clalla suddetta uniformità avrebbero derivare, e le ragioni che eventualmente vi si fossero opposte.
potuto
Dopo uno studio preliminare f.:i:tto da,l 3° uFl."ICIO, il OoMTrA'l'O a SIJ)ZIOi, I riunite, nella seduta del G febbraio 1884 (Deliberazione 11. 797) conchiuse proponendo: che si accettasse senza altre pr·ove il sistema di. costruzione Armstrong per il cannone da 43 (Ret.) ~perimcmtato a Spezia e per gli altri dello stesso calibro j che il calibro dei cannoni Armstrong da acquistare in avvenire per l'armamento delle coste e le condizioni di accettazi-0ne del sistema complessivo del cannone e dell'affusto si stabilisser-0, q namlo si fosse effettivamente dovuto procedere a tale acquisto, e tutto ciò indipendentemente da ogni uiterio di uniformit,\ col materiale da 43 (Ret.) della R. Marina. In riguardo agli obici sia da costa che da piazza e costa, trattancfo della Deliberazione n. 15, già fu rilcvat,o che il - COMI'l'A'l'O, scartando l'obice da 24 G .R.C. (Ret.) da piazza ed ,eventualmente a,n che da costa, che avrebbe dovuto sostituire quello da 22 G.R.C. allora in servizio, si era polariz zato verso un obice di maggior ca.libro (da cm. 29 a cm. 32) in ,considerazione dei progressi sempre crescenti della tecnica navale in rìgua,r do alla ·C.Ora,z zatura dei ponti delle lflf:Lvi. · Tuttavia gli studi furono condotti anche per l',obice cla cm. 24 G.R .C. e la SEZIONE si riunì il 31 luglio 1S82 (Deliberazione n. 3'72) per esprimçre il suo parere sulla rigatura di tale -obice per rilevare i vantaggi relativi ai due sistemi di rigatura in esso sperimentati e cioè fra la rigatura elicoidale con passo di ·30,6 calibri, e la riga.tura. a tracciato parabolico con passo finale di 15 calibri, sistemi per i quall la COMMISSIONF: si era pr·onu111cia.ta a parità di v-0ti senza dare la, preforenza all'uno od all'altro . La SmzroNJD si espresse in favol'e della rigatura elicoidale. Ma una questione più interessante fu trattata il 24 feb braio ' 1883 (Delibera7,ione n . 384) in rigrnwdo della trasformazione <dell'obice da, cm. 22 G.R.C. in obice da cm. 24 G.R.C. (Ret.). DolPO una esauriente discussione teooica la, SeZIONE decise di proporre al Ministero: che gli obici da cm. 22 G.R.C. si trasformassero a retrocarica col calibro da cm. 24 seconclo le _;_ 1192 -
' l'ltA SF0Il l\1A%IO~W DMl, L ' OBICW DA CM.
22
G .lL C.
(1uw.)
indicazioni della COM.MISSIONE competente ; che per gli obici da cm. 24 G.R.C. ottenuti media,nte l'indicata tra,sformazione si adottasse la granata-mina, del <;alibro corrispondente, con la riserva però di considerarla quale proietto secondario e di impiego li mi! ato tL casi. speciali da determinai-si dopo che <.falle esperienze eseguite conti-o bersagli rappresentainti le tolde delle navi fosse risultata l.1 convenienza, di adottare come proietto principale una grana,ta perfol'ante <.li ghisa indurita o <li acci.1io; che per gli affusti e sottaffusti e relative installazioni dell'obice <.la cm. ~4 O. R. C. (Ret.) si riducessero quelli degli obici da cm . 22 G.R.C. ; che · infine con un obice così trasformato si procedesse alle normali prove di tiro . La Si::zxoxia: si 1·1un1 voi 11 O gennaìo 1885 (Deliberazione n. 429) ed espresse il suo p:n·ere circn alcune modificazioni proposte pei materiali cln 24. G. R C. (ltct.) tenclcnti a diminuire li gìuoco fra gli n!Iusti E' sottaffusti che non doveYn raggiungere il valore cli un decimo dì grado e ciò per la necessaria esattez7.a. del puntamentì indiretti, mentre poi studiò il modo di ovYiare al sone,'amento dello bocca cla fuoco sul suo :iffusto a ll'atto dello sparo l)er evitare gli eventuali conseguenti guasti nelle contro-oreccbionierc e nei congegni di elevazione. L'obice di maggiore potenza per lu difesa costiera che aYr ebbe dovuto avere un calibro eh 29 a 32 ero . fu concretato nel calibro cli cm. 28, e dopo alcnnc esperìcnze il Ministero con dispaccio del 15 febbro io 1883 i nvitò la SEZIONE a pronunciarsi se in base acl esse non credesse abbastanza comproYatc le qualità essenziali e della bocca eia fuoco e del relativo Hrr.usto e sottaffnsto, per cui fosse eoosiglinbilc cli provvedere senz'altro I cerchi e le lamiere occone11ti per In f:J bbricnzione cli tnli ma teriali : la Si:zroxE riunitasi il 13 marzo 1883 (Deliberazione n. 385) decise favore,·olmente in proposito.
L'anno clopo (dispacci o del 19 . febbraio 1884) il Ministero invitava il Presidente del COMI TATO a sott-Oporre all'esame <l,ella SEZIONE nn Verbale della COMJ\:fISSIONE col quale, h base ai buoni 1·isultat.i ottenuti dalle esperienze, inoltrava hl ~n·oposta. di a.dozione dell'obi ce da cm. 2S G.R. C. (Rct.) e del nutterialc relativo, stndia to e sperimentato per cur,1, della detta COMMISSIONE : hL SMZIONE riua1itasi il 30 april e 1SS4 i(Deliberazione n . 415) espresse parere favorevole a ll'ado zione e dell'obice da 2, , e della sua granata e del relativo affusto e sotta.ffus to mn nito di congegno di sollevamento ai ,,ite verticale , mentre per i tiri i ndica,v..1, come carica massima ·- 11_93 -:-
CRONISTORIA DEL S U P I! .Bl)fO CONSES SO DJ AR'.l'IGLIERIA
-
1874-1915
qnella. cli kg . 20 cli polvere progressiva da mm. 20 a, 24, e per cariche che non avessero prodotto pressioni superiori alle 1.800 atmosfere suggeriva l'impiego ordinario della polvere da, 7 mm. ad 11.
!)'ig. 687 - Felice Mariani.
Per conchiudere in riguardo all',obice da cm. 28 G.R.O. (Ret.) è a ricordal'e che per l'acqufato di 12 n,ffusti idropllleumatici da assegnare a, tale bocca, da fuoco fu inviato in Inghilterra presso la Casa Armst rong il cap. Felice Ma,riani e la SEZIONID nella seduta del 30 dicembre 1886 (Deliberazione n. 508) conchiuse favorevolmente all'a<:.cettazione del relativo contratto.
*
~+
*
Mentre si a.ndavano espletando e conchiudenclo studi ed esperienze intorno agli obici da 24 e d a 2S da costa, venne ideato la costruzione di un obice ancora più potente.
,_ 1194-'--
STUDIO Dl Ui\ OBICE DA
cm. 40
Con dispaccio del 3 luglio JSS3 ìl :\Iinistero in,itava il CoMITATO ad esamlnare un Vcruale col quale lu Co:.1M1ssroN1s per le artiglierie da attacco e difesa a,·e,a maturato lo stuello di un obice cla cm. 40 G. R. O. (Ret.) da costa cnpace di realizzare una gi·an<lissim~ gittata t.'<.l una s traordinaria potenza di penetrazione , erticale. Nello stesso dispaccio il Ministero, dopo aver comunicato le informazioni avule dalla R. Marina circa i prevedibili auwent\ di grossezza delle piastre cli cor azzatu ra delle tolde delle na,·i e dopo cli a, cr rilevato come tali informazioni avvalorassero ll dubbio emesso dalla CoM1nssroN1~ circ:t l'insufficiente potenza <lel progettato obice <la cm. 40, notificava al Co::.rrTA'l 'O d'aver riclliesto il concorso della R. Marina per l'esecuzione a Spezia di speciali esperimenti di tl.ro da farsi con gli obici da 24 e da 2S (Ret.) contro un bersaglio galleggiante che avesse rappresentalo il ponte di una nave cor azzata allora moderna. Il Minis tero soggiungeva però che richicclendosi un tempo assai lungo per la prepar azione cli ciò che occorre,·a per effettuare siffatti esperimenti, sorgeva il dubbio sulla convenicuz,a dl atteudere tali risultati sperimentali per potervi all'uopo subordinare gli elementi della nuova bocca da f uoco, tantochè il Minis tero stesso, in consiclernzione del tempo pur e assai lungo richiesto per la completa costruzioue dell'obi<:\! e per lo s tudio e l'allestimento del rispettivo affusto (del cni progetto si proponeva di i ncaricare la stessa Casa Armst.rong), chiedeva ancora nl coiu'l'ATO se non apparisse opportuno di adclivenh·e senz'altro all'immediata CO· struzione della nuova bocca cln fu oco.
Il C OMITATO riunitosi il 21 ottobre 1883 (Deliberazione n. 773) dopo una esanriente discussione tecnica, decise : che a. titolo di esperimento si dovesse costruire l 'obice da cm. 40 G .R..C. (Ret. ) progettato dalla O OM)IISSIO~ E senza attendere i risultati delle esperjenze di tiro, che si sarebbero poi dodute fare contro bersagli corazzati orizzontali; e che nella costruzione dell'affusto relativo si dovessero prendere per base i tipi della costruzione della Casa Ar mstrong, qualunque fossero stati i limiti di elevazione che si volevano dare alla bocca da, fuoco.
* * * La SEZIONE nel pcrio<lo 1874-1888 ebbe anche nd occuparsi di alcune questioni r iflettenti le mitraglier e. I risultati delle prime esperienze esegnlte clalta CoMMISSIOSE su differenti tipl di t:ili armi furono esaminati in uno stuello preliminare del 3° UFFICIO il quale mentre si dlchiara,a fn,ore,·ole nel alcune proposte della CoMMrss10:'.'iE: stesso , e C'ioè cli cessare ogni ul teriore Eisperienza con le
- · 1195 -
CRONIS'.l'ORlA DEL SUPRl~l\:[Q COKSr,sso D) AR'IIGLIERIA
1874-Hll5
mitragliere fnmcesi Guttling e Eotchkiss 13radwell e cli versarle al Museo d'Artiglieria insieme a quella Montigny-Cristoplle e a quella progettata, dal Galleani cli Sainç Ambroise e costruita nel 1868 dal Laboratorio dl Precisioue, si asteneva invece cli pronunciarsi in merito ad altre proposte della Co11nussI0NE e cioè di utilizzare le esistenti 4 mitragliere Montigny-Sigl affidandole a due compagnie alpine, ciascuna delle quali avrebbe ùovuto comandare per qualche tempo un distaccamento al Campo di S. j_\,faurizio I per ricevervi le necessaJ:ie istruiioni. Su tali proposte il .Ministero con dispaccio del 28 aprile 187'! richiamò l'attenzione del COMITA't'O, e la SEZIONE riunitasi il 10 giugno (Deliberazione n. 20) mentre convenne di versare al Musco quelle mitragliere per le quali era inutile continuare le esperienze, propose elle le 4 mitragVere l\fontigny-Sigl si ailidassero alle compagnie d'artiglieria da fortezza destinate al servizio delle batterie da montagna, e che in questo caso si invitasse la COMMISSIONE a studiare il modo di migliorare il funzionamento di tali anui ed a compila re una breve Istruzione sul servizio e sull'impiego ddle armi stesse, e che si dovessero inviare a S. Maurizio un ufficiale ed alc uni sottuHiciali e caporali di ogni batteria da montagn:i, onde ricevervi le necessarie istruzioni pratiche s ul maneggio e governo delle medesime. Dopo diversi anni e cioè con dispaccio del 14 febbraio 1884 il Minis tero invitava il Co1'UTATO a sottoporre all'esame delle SEZIONI riunite un Verbale della Coi.nm,s10NE sulle e,gpe1·ienze eseguite al Campo di S. Maurizio . con mitragliere dei varii s istemi, e formulava alcune r,r<.·riostc riguardanti l'aclozione e l'impiego di un cannone-revolver Hotchkiss da mm. 37, nonchè di una mitragliera di l)iccolo calibro · di s istema Gar<.lner con <'artuccia speciale, ovvero cl.i unfl mitragliera Gattling alleggerita e .facente uso cli cartuccia Mod. 1870. Il Ministero dichia1·ava poi di non essere disposto ad accettare la mitragliera Gardner con cartuccia speciale e di avere per ciò interessato la Casa costruttrice P1•att Whitney a presentare una mitraglier!l Garclner mod ificata in modo da poter sparare la nostra cartuccia Mod. 1870, ciò che la Casa predetta aveva promesso di realìzzare senza che ne derivasse inconveniente al buon funzionamento del sistema. Il Ministero esprimeva pertanto il desiderio che il CoMrrA'L'O, disinteressandosi per allora della scelta del t ipo cli mitragliera di piccolo calibro, s i pronunciasse sull:-i questione di massima, e cioè se si poteva ammettere l'intì·oduzione in servizio di due tipi di mitragliere, l'una di grosso calìbro e l'alfra pari a quello delle armi Mocl. 1870. Il Ministero invitava poi ancora il COMI'l'ATO: a precisare le circostanze in cui si sarebbero impiegati i due predetti tipi di mitragliere (escludendo la considerazione della difesa subacquea, perchè di competenza della R. Marina); a definire, almeno in via cli mass ima, le particolari clìsposizioni per l'installaiione delle mitragliere nelle opere di fortificazione ; ad il).dicare se come mitragliera di grosso calibro si potesse adott~re il ca nnone-revolver Hotchkiss cli 37 mm. ; ed infine a
-
ll9G -
l'HOPOSTm Plm H\'J'H0DURRE IN SERVIZIO DUE l\fIT!lAG LrnH fJ
procedere ad un computo approssimativo del numero cli mitraglier~ grosse e piccole occorrenti per la difesa dei Forti, clei Parchi d'nssP.din e. ()tta nclo ne fosse stato il cnso, per rinforzo d'armawculo delle Piazzeforti e per l'iwpiego nella guena di montagna.
Il CoMI'l'A'l'O a, SmzJOKI riunite nella seduta dell'8 e 9 maggio 1884 (Dcliberazjone n. 03) dopo una lunga e dettagliata discussione concluse : che in massima si poteva am-
., 1- ;,~ 1~ .. .. ,
_ . .... ,,
- a >-.r....,._,*D---• ~ ..
{!
Fig. 688 - Carmoue revolver (mitragliera) Hotckiss.
mettere l' in trodnzio11e in sernz10 di due tipi cli mitragliere, l' nna di grosso ca-libro e l'alt1'a, del calibro del nostro fucile :ilocl . 1870 ; che come mitragliera di grosso calibro era accet rabiJe il cannonc-revoh'er Ilotchkiss ùi mm. 37; elle alla dif-est~ delle Piazze, ai .Par chi d'assedio ,e d alla, difesa degli. ~tretti i:.i dovessero asi::egnare in massima il cannone-revolve1· da mm. 37 nonchè la mitragliera piccola; che pe1;ò per la difesa, dei fossi delle fortificazioni, per la difesa, delle batterie costiere conti·o eventuali sbarchi, e per il fi iandteggia-
1197 -
CRONIS'l'ORIA Dl~L
SUPRE:VlO CONSESSO D'.·\R'l'IGLIERIA
•
1874-1915
mento lontano, si dovesse impiegare esclusiva,ment{~ il cannone-revolver; che per la guerra di montagna si dovesse in massima destinare la mitragliera piccola,; che il -cainnonerevolver da mm. 3"7, assegnato alla difesa dei fossi dovesse essere montato sn apposito affusto, ma che in tutti gli altri casi andasse incavalcato sn un affusto a ruote del genere cli quelli proposti dalla Casa . HotchkiBs; che prima però di procedere all'acquisto cli tali cannoni-reYolver bisognava accertare gli effetti cli scoppjo della granata e riconoscere se la i-ispettiva spoletta a percussione fnnzi9nasse regolarmente anche nell'urto del proietto sotto pi-ccoli angoli; che infine con una mitragliera Rotchkiss cla 40 mm. uguale a, quella adottata in Prancia si dovessero eseguire akune esperienze per comparare gli effetti del sno tiro impiegato per il fian cheggiamento dei fossi in confronto degli effetti ottenuti in eguali circosta,nze col tiro del cannone-revolver da 3"7 mm.; e che per ultimo non si dovesse considerare l'introduzione in servizio di tale mitragliP.ra se non quando essa avesse provocato effetti notevolmente superiori a quelli ottenuti col cannone-revolver. Compiute le esperien:oe sulla mitragliera Garclner della Casa, Pratt e Whitney, modificata in modo da poter impiegare le cartuccie per armi Mod. 18"70, nella seduta del 20 feb1.Jraio 1885 (Deliberazio ne n . 435), la SEzIO~E si riunì espri · mendo il suo parere essenzialmente sull'arma in se stessa, senza dar importanza ai risulta.ti non molto b1·illanti ottenuti col nostro munizionamento che in quell'epoca lasciava piuttosto a, desiderare, e conchiuse per l'a.dozione della Gardner e per il prosieguo degli studi -onde migliorare le cartucce e introdurre nei nostri Stabilimenti la f.a.bbricazione della polvere Rottweil. ' In una successiva seduta. del 1° luglio 1885 (Deliberazione n. 449) la SrnzIONE si occupò del cannone-revolver Hotchldss da 3'7 mm. e riservandosi il giudizio definitivo sull'adozione di tale a.rma a quando si sarebbero avuti dati sufficienti per ginclicarè dell'efficacia di scoppio della granata e si sa,rebbe realizza.ta una spoletta appropriata, propose che si eseguissero altre esperienze più complete e più conclu1
-
1198 -
IL CAN::-i'OI\B R~1\"0f.VER
HOTCIIKISS M LA Jl!ITRAGLIATRlCE :'i!AXD!
denti e si inYitasse la Oasa Hotchkiss a preisentare untL spoleLta immune dai difetti risco11trati con quelle usate nelle precedenti esperienze; approvò le modificazioni proposte dal 4:' UFFICIO all'affusto a ruote della Casa Hotchkiss con.·igliando che nelle ulteriori proYe di tiro cla fars i con tale affusto si spei-imentas. e anche un freno a piastre su I genere di quelli pe1· gli affus1·i da campagna, per vedere se con e~iso e mediante la pfastra a colteJlo si 'i.n ebhe potuto l'aggiungere lo sc-0po di. sopprimere interamente il rinculo; propose itnoltre clie si dovesse incal'icare il competente UFFICIO di com· pilare un nuovo progntto dell' affusLo cla casan,n,tta rispondente più esattamente ai critcrii di massima stabiliti dal COMITATO.
Finalmente nella tornata del 7 novembre 1SS7 (Deliùe1·azione n. 530) la SEZIONE si. occupò della proposta di adozione della mitragliat.rire Maxim esprimendo il parere che non era cornveniente cli i ntroclurre senz'Hltro in sel'vizio la suddetta m·ma, ma che invece se ne sarebbero clon1te acquistare altre aventi. cann e del calibro del nostro fucile di fanteria e con congegno di puntamento cambiato o modificato 'i11 rnoclo per cui fossero eliminati gli Ì[ICOnYeJ1ienti già J'ileYati al Campo di Cirié, e proseguire poi gli e~perimcnti coll'impiego della nuova cartuccia Zanolini o di quell'altra che fosse pe1· essere adottata per il nostro fucile.
§
4.
L'assegnazione dei mate riali alle varie s pecialità . I que: s iti posti da l Ministero nel 1885 per il s istematico riordina= me n to de lle bocche da fuoco = Il rapporto del gen . Rolandi . Voti e conclus ioni del Comitato circa: bocche da fuoco per piaz= ze e coste; a ffus ti; mitraglie re; fucili da ramparo ; espe rime nti , Questioni ri g uardanti il muniz ionamento • Incon venient i riscon= trati ne lle po lveri • Indirizzo degli studi sulle polveri per armi a r etr ocarica , Norme p er i collaudi = Le prop oste del Direttore del P olverificio di F,ossano • Oli s tudi per le polveri progressi ,
-
1199 -
CRONIS'.l'ORIA DlJ:L SUPREMO CONSESSO DJ ARTI GLIERIA
1874 -1915
ve = Oli ottimi risultati sperimentali = Decisioni de lla Sezione per trasformare le polveri non regolamentari e per il collaudo delle polveri progressive • Assegnazione di bocche da fuoco al Polverificio di Fossano e alla Commissione per artiglierie da attacco e difesa a scopo cli sperimentazione. S ostituzione gra= duale delle polveri prog ressive alle polveri a dadi = Norme per la nomenclatura e per il controllo = P rime prove sugli esplosivi e cariche di scoppio = Le espedenze svolte secondo il program= ma della Sezione del Genio. Studi riguardanti le spolette = Concentramento degli studi e delle esperienze nell'unica .Commissione per le polveri. = La graduazione in distanz e = Proposte per un unico tipo di spo= letta a tempo = Denominazione delle spolette a tempo = Modifiche e dispositivi di sicurezza = 1"1iglioramenti proposti dal Bazzi= cheJli = Le spolette a doppio effetto ed a percussione = Sistema= z ione della spoletta J88o = S poletta a percussione per proietti a bocchino posteriore e loro caricamento interno - Spoletta a percussione speciale per artiglierie c orte di g r osso calibro a retrocadca = Adozione della spoletta a doppio effetto ed a lunga dm·ata per bocche da fuoco di medio calibro a retrocarica = Spoletta pei- palle da 15, 24 e 32 (Ret.) = Semplificazione dei vari tipi • Norme per la collaudazione. Studi sui J>roietti = Impiego dello s hra pnel ( 1) = Varianti nei muniz ionamenti = Scatole a m itraglia = Caratteristiche = Munizionamento per artiglierie da montagna = Esperienze con shrap= nel a diaframma = S hrapnel d,i gh isa e d'acciaio = Scatola a mitraglia per medii calibri = Shrapnel per cannone da 16 O.R. e per cannone da cm. 15 = Shrapnel per artiglierie da costa = Proposte Zanolini = Espedenze comparative colle g ranate regolamentari = Granate a doppie pareti = Proposta dei capitani Bernabò,Brea e De Sauboin = Proietto del prof. Resio = Granata ad acqua dell'Abel = Orànata ad anelli per cannoni da monta= gna = Esperienze comparative fra granata · a pareti doppie e granata ad· anelli = Granata Uchatius ad anelli con corone di rame = Granata da cm. 32 = Palla -Oblunga da cm. 32 = Unificazione del bocchino e del tappo a vite = Granate speciali = Muniziona= mento del cannone da 32 . Metodo di fusione De Martino = Nor= (1) Per qua11to forse superfluo, si ritiene qui di avvertire che il nome di «shrapnel» col quale si caratteriz:,mno i proietti costituiti da u11 complesso di pallette opportunamente costipate e rivestite da un involucro metallico, lo si deve ritenere invariabile anche al plurale : tale nome è quello del suo inve11tore gen. Enrico Shrapnel dell'artiglieria inglese (1761-1842) ed evidentemente un tale appellativo, cosi come quelli di Volta, di Watt, cli Ampere, ecc. della ter mino.logia elettrotecnica, deve essere mantenuto invariabil<~.
1200 -
Clffl'ERI l'EH L' ARMA:llBNTO DEJ',LE PIAZZE E
DELLJ.J COS'.L'E
m e di collaudazion e , Acquisto di proietti perforant i da lla Krupp = Studi relativi alle car iche . interne = Norme per effettuare la carica interna dei p roietti , Uso del roccafuoco = Acquisto di palle d 'acciaio • Costn1z ione di g-ranate, mina da 15, da 21 e da 24 e di g r a nate-torpedini da 2 1 • J\'luniziona m e n to delle varie bocche da fuoc o. Passando in rassegna gli studi. compiuti per la realizzazione delle varie boccllc ùa fuoco elle con le mitragliP.1·e dovevano armare le diverse specialità clell' Arma, abbiamo accennato alla destinazione che si voleva dare loro. A conclusione di quanto si d isse tl pr oposito delle artiglierie cla piazza e da costa e delle mitragliatrici è a ricordare la Deliberazione n. 890 presa clal COMTTA'JO a SEZIONI RIV1'JTF: nelle sedute clall.'8 nl 21 febbraio e nei giorni 8 e !) nrnrzo 188G circa i criterii adottati per l'assegmtzione <lei matel:iall giit concretati per l'armamento delle piazze e delle coste, e circa ul teriori studi cli altri materiali di armamento già discussi in pr ecedenza. · J,a questione era stata, sollevata dal Ministero che con clispt1ccio del 21 giugno J.885 sottorioncva all'esame <lel CoinrATO i seguenti quesiti: 1°) quali principii conveniva seguire nell'assegnazione delle bocche da f uoco per l'armamento delle piazze e delle coste ; 2°) se i materia li a r etroearica fino allora ac1ottati rispondevano convenientemente a tale scopo e cli consci;,•11enza se quelli dimostratisi meno adatti dovessero o meno essere ancora r iprodotti; 3°) se a completare il nostro sistema cli artiglierie erano da studiarf' l. nuo,·c bocche da fuoco e quali. All'uopo premes~o cbe ad evita re nuove spese nulla si dovev:>. innorart> nell'armamento. dei For ti cli sbarramento già armati, il Ministero nelio stesso dispaccio esponeva le seguenti considerazioni : in ordine al primo quesito se lfi'sciando in sospeso · per il rnomP?1to il giudizio sul cannone da 21 ancora in esrieri rncnto, l'nrmaroen to delle piazze terrestri dovesse essere costituito da un nu mero piuttosto limitato di cannoni cla 15 ed obici da 21. (Het.) incnvalcnti su affusti da difesa, ed essenzialmente da cannoni da -9 (Ret.) incavalcati su affusti d'assedio, da mortai da 15 e c1a 24 (Ret.) e da mitragliere cli piccolo calibro, Per l'armamento delle coste, concordemente al parere già espresso dal Co::.Il'rATO in precedenti Deliberazioni, se la difesa dovevasi fondare sull'impiego cli un numero limitato di cannoni di grande .Potenza , ed essenzialmente esser,\ costituito da .·un numero piuttosto considerevole di obici r igati cli grosso calibro, e in linea ausiliaria da cannoni da 15, per offendei·e con tiri di ,, lancio le imbarcazioni, ])er opporsi a sbarchi e ])er battere il ponte delle na vi. In quanto · ai cannoni di grande potenza, il Ministero escludeva allora elle si dovessero acquistare altri cannoni cla cm. 40 consimili a quelli già commessi alla Casa Krupp, e tanto meno credeva che si dovesse r icorrere a corazzature. Quando in a.v veuire fosse occorso di arrnnre con cannoni di grosso calibro qualche batteria da costa, era d'avviso che convenisse
1201 -
Il<',/:,
CRONISTOillA OEL SUPRWMO CONSESSO
o' ARTIGLIERIA
·
187 4.1!)]5
ricorrere allo Stabilimento che la Casa Armstrong st.a'n1. per impiantare in Italia, e non era per ciò il caso di st'.1bilire fin da allora quali dovessero essere i caratLeri ed il calibro delle mtiglierie da commettersi, essendo incessanti e continui i progressi r ealizzati per siffatt~ materiali ; in ordine nl secondo quesito li :\1Iinistero crecleva che 110n fossero più da costruirsi cannoni da lii di ghisa cerchiati, e che si do\·esse atteuclere l'esito degli studi in corso per la determinazione di un cannone da 15 di flCciaio . Riteneva pure conveniente di abbando11ure il cannone da 12, sia lii ghisa cerchiato che d'acciaio o di bronzo, connone r iconosciuto insufficiente a distruggere le Opere in tena dell'att.accante, e quindi per ngi re contro materiali e truppe dell'attaccante di soslituil'e a tale cannone da 12 Il cannone <la 9 (Ret.) incavalcato su affusto cla asse<lio, salvo ad usare il cannone da 12 di bronzo, che col proprio affusto superava di poco il peso di 2.000 kg., in quei casi che il CoMI'!'A'l'O avrebbe ind icato. ll Ministero ritene,·a parimenti che, completati il Pnrco d'ass<.'<lio e gli n1·maroenti più urgenti, come quelli dei Forti cli sban-ameuto e della Piazz11 di Roma, fosse da tralascia1·si la costruzione di altri obici da J5 (Ret.) poco emcaci contro osta'coli reslstenti, nonchè abbandonare la fabbricazione dei mortai da 15 e da 24 di accialo ; in ordine finalmente al terzo quesito il :.\Iinistero ritene,a che per le batterie da costa, prescindendo clni cannoni cli grande potenza <lei qunli si sarebbero fissati i carnttcri quanòo occorresse di farn e acquisto, 11ell'urmamento costiero convenisse a·ssociare all'obice da. 2S, destinato normalmente pel tiro curvo, un altro obice da studiarsi <lal Co~Hl'A'l'O, più potente e di maggiore gittata per poter offendere alle più grandi distanze anche le navi protette dalle più 1·obuste corazzature orizzontali; e che per l'nrmamento delle P inzze terrestr i dovessero ado ttarsi due mortai cla cm. J5 e da cm. 24 cli ghisa, dello studio dei quali e dei relativi n!'Custi e paiuoll già era stato incaricato il Onfl'l'Nl'O. Il Ministero con lo stesso dispaccio del 21 giugno 1883 invitn.a poi ancora il CollHl'ATO : ad occuparsi degli affusti e cioè esaroin,n·e se in conseguemm. della determinazione di fn r largo impiego clel cannone da 9 (Ret.) nell'armamento delle Opere, conveniva i ncavalcarlo sull'::iffusto da assedio per cannone dn 12 (Ret.) leggero facendo uso deì manicotti, oppure se per eviture l'impiego dei manicotti credernsi di modificare tale affusto da 12 coll'nggiunta cl i due false or~chioniere, oppure se nllrimenti ern da adottarsi un nuovo affusto esclusivo per il cnnuone da O; a tr attare poi in modo generale il quesito relativo agli affusti per i cannoni da 15 e per gli obici da 21, e cioè se per tali nl'tiglierie erano da preferirsi gli nffusti da difesa o quelli da assedio. l'er qu anto riguardava le mitrngliere, delle quali si riteneva doversi esclusivamente usare quelle del Citlibro del fucile Mod. l870, il :?l'.linistero lascla,·a facoltà al CoMITA'l'O di riprendere in esame la questione del tipo più conveniente, e tli giudicare se per ulteriori pron-i.ste <li tali armi era da prendersi in considerazione il tipo Gattling ultimamente modificato OP·
-
1202 -
AHMA)·[l;;NTO DJDLLE PIAZZEJ TIJ)HRBSTRI
1mrre riprodurre esclu.sivamente quelle a llora acquist ate dalla Casa Pràtt e Witney.
Il Direttore del 3° UFr,'ICIO gen. Girolamo Rolandi, incal'icato di riferire al COMITATO sulle questioni esposte nel sud· detto dispa<.:cio ministeriale, in data 25 · novembre 1885 presentò un rapporto nel quale svolgeva le proprie osservazioni t considerazioni. Il OOMI'l'A'l'O, dopo maturo esame del rapporto R,ola.ndi e dopo una lunga discussione, così conchiuse : A ~ A_,r niarn€m,to deUe pia.~ze terrestri : l") doveva essere impiegato il cannone da 15 (unanimità); 2°) doveva essere conservato il cannone allora in uso da 15 G.R.O. (Ret.) con carica di fazione di 9 kg. (a maggi_?· . ranza di 5 voti contro 3 che volevano un cannone di potenza ridotta non cerchiato e con velocità iniziale di 400 m.) ; 3°) doveva studhtrsi di migliorare il CfLnnone allora in uso da 15 G.R.O. (Ret.) per aume([ltarne la durata, (a mag- . giorarn,a di 7 voti contro J) ; 4°) il c:11111.one da 15 G.R.C. (Ret .) doveva considerarsi come calibro massimo (a parità di voti, 4 contro 4, . prevalen do il v,oto del Presidente) ; 5°) come obice di maggiore potem:1 doveva essere adottato quello allora in uso da cm. 21 (unanimità); 6°) per · agire contr-o le seconde batterie d'attacco era da escludersi il cannorne da 12 perchè di !J)Oca efficacia contro le masse coprenti; contr·o tali batterie doveva invece essere impiegato l 'obi.ce da rn, e per t iri di minore importanza il cannone da 9 (R,et.) ; nelle Piazze di secondaria, importanza ed in quelle parti di fortHi.cazione contro le quali, per le condizioni locali, il n emico non poteva opporre batterie oonvenientemente pr,o tette o di grosso calibro, doveva. farsi ricorso al cannone. da 12 per essere impiegato invece del cannone da 15 (a maggioranza di 5 contro 3); 7") data la situazione numerica dei vari materiali allora in uso, ll)er cui. si aveva un numero abbastamza ragguardevole di cannoni da cm. 12, si doveva diminuire il numero di questi cannoni aUora ho.piegati come medio calibro nei varii armamenti già stabiliti e compensare tale diminuzione '--' 1203 79
CRONIS'l'ORIA DEL SUPRIDMO CONSIDSSO D'ARTIGLIIDRIA -
1874-1915
sostituendoli co1J1. obici da cm. 15, cosicchè senza dover per allora fabbricare nuovi cannoni da 12, ne sarebbero rimasti disponibili un certo numero coi quali si poteva, continua.re a valersi di tale calibro nell'armamento delle Piazze (a maggi<iranza di 5 voti contro 3) ; 8°) per dare maggiore mobilità all'obice da 15 si doveva studiare un obice di bronzo dello stesso calibro, e la pos. sibilità di irncavalcarlo sull'affusto leggero da 12 (a maggioranza di 5 voti contro 3) ; 9°) per l'esecuzione dei tiri curvi, oltre gli ,obici dovevano essere impiegati anche i mortai (unanimità); 10°) sarebbe stato utile avere una bocca da fuoco che a_vesse le qualità dell',obice e del mortaio, ed era perciò da farsene lo studio (a maggioranza di 7 voti contro 1); 11°) si doveva studiare pure il modo di aumentare l 'efficacia di scoppio dei proietti nel tiro arca;to, migliorando sia la forma di tali 1Proietti, sia la carica interna mediante potenti esplosivi (unanimità); 12") risultando necessario l'impiego dei morta.i nella di.fesa, si doveva,no adottare in massima i calibri di cm. 9 e di cm. 15 ·ed uno superiore da stucliarsi (1manimità); 13°) si attendevano i risultati delle esperienze clel mor~a,io da 15 G.R. per decidere se i mortai dovevano costruirsi d'acciaio, o di bronzo oppure ·d i ghisa (una,n imità); H - A.rmamen'to delle çoste : 14°) lasciata in sospeso la questione dei cannoni di grande potenza, allorchè si dovesse addivenire all'installazione di taluino di essi, la loro determinazione doveva essere fatta in precedenza a:filnchè non venissero a m:mcare ai compilatori clei progetti dell'Opera. gli elementi dello studio relativo (unamimità) ; _ ' 15°) circa l'impieg.o dell'"obice da cm. 28 e l'adozione di un altro di calibro maggiore da studiai·si, si attendevano i risultati delle esiperienze di tiro col detto obice da ·28 in corso di esecuzione a Spezia, avvertendo chè, se possibile, in tale circostanza sarebbe stat-0 altresì. 0onveniente eseguire tiri in ·a,rcat::i. col cannollle da, cm. 32 per sperimentare l'efficacia del-
-
1204 -
,.
l !'ig . 689 - P1·oye <;Ol cannone (]a 321 al Ua n ivo <li Lomba rdore.
-
1205 -
CRONISTOillA DEL SUPREMO CONSl!:SSO
o' ARTIGLIERIA
-
18'74-1915
r urto
della granata di tale cailibro sopra bersaglio orizzontale (unanimità,) ; H.>'') per la difesa 0ontr-o imbarcazioni e delle spiaggie con b~1ttel'ie permanenti, si sarebbe dovuto impi,egare come · bocca da fuoco ausilia,ria il cannone da 15, e si cl:ovevano studiare per tutti i cannoni di grosso calibro degli shrapnel efficaci contr<> le torpedinie1·e e le~ imbarcazioni, ed inoltre, co me riserva nell'Opera fortificata, si dovevwno avere altre bocche da fuoco di piccolo calibro come il .cannone da 9 ed il cannone a tiro rapido, per trasportarle fuori. ed occupare posizioni eventunli (unarn hnità) ; U -
A.rtìglie1·ù:: adotta,te : 17") doveva essere continuata la fabbricazione: dei can-
noni da 15 G.R.C. (Ret.) migliorati per pr·o lungarne la durata; degli obici. da, 21 G.R.C. (Rct.) e da 15, studiando però per q nesti ultimi di costruirli in br,o nzò; dei cannoni da 9 B.R. '(Ret.) . Si doY·evano attendere i risultati delle esperien Z<~ in corso per cleci.detsi circa 1a, fabbl'i.ca,z ionc dei mortai; e si doveva cessare la fabbricazione cl.ci ,cannoni da, 12 (unanimità); JJ - kffusti : 1S per le bOC·Che da fuoco nelle Piazze dovevano essere impiegati : gli affusti da difesa per i cannoni in posizione stabi.le; gli a,ffusti da .assedio per gli altri (unanimità); 19°) per la determinazi.one dell'affusto s ul quale .conve niva, incavalcare il canì1one da 9 si doveva.no attendere i risultati degli studi in oorso presso la SE~IONrn (unanimità) ; E - M itraglìere : 20") si dovevano eseguire n uove esperienze .com(Parative con le mitragliere Gardner già adottate, e quella Gattling ultimo tipo., per dedde1:si sulla rilitragliera cli picèolo, calibro da adottarsi definitivamente (unanimità); 21°) si doveva, a(l:ottare per la ·d ifosa delle Ph1,;,;ze e delle coste, _previi i ne<:essari esperimenti, Il cannone a, tiro rapido o mi tra,gliero, Nordenfelt del calibro cli 57 mm. (unanimità); I<' - IPucìle da 1·a11iparo : 22°) si doveva. studiare parim enti un fucile cla ramparo per difesa delle pia;,;ze (unanimità,) : 0
)
.,_ 1206 -
LI:] DE.KSl'.1.'.À. GRAVIMETRICI:Ifil lll J,T:) VIDLOCIT..\ INIZIALI DELLE POLVERI
G -
Sùniilacri cf rtsse(lio :
23") si dovevano fare simula{;ri d'assedio con maggiore frequenza che per il passato (ùnanimità); H ~ Esperi1nenU comvaratfoi cli tir o: 2-1:°) indipendentemente dalle iesercitazioni, qualora · il Ministero non avesse creduto di accettare per allora tali proposte, si d0vévano fare esperimenti compairativi degli effetti eh.e si potevano ottenere col cainnone da 12 e con l'obice da 15 (unanimità) .
Bsaminando sommariamente le principali Deliberazioni ri · guardanti le bocche da fuoco si sono anche ri!J)ortate quelle notizie che potevano interessare il relativo munizionam0.11to; accenneremo ora ad un gruppo di Deliberazioni esclusivamente relative ad alcune questioni riguardanti le polveri, i proietti, le spolette, ecc. ecc. Per trattare delle polveri la SEZIONE si riunì il 2 giugno 1874 (Deliberazione n. l!.l) per discutere una questione che r ignar<ltiYn il limite delle densità gravimetriche e le velocità iniziali ottenute nelle 1wove cli collauclazione colle polveri da fucileria e (la cannone fabbricate col dosamento inglese. Adottf1to per le nostre polveri jJ dosam13nto inglese, mantenendo inalterata la densità e la granitura e conserva:ndo quelli clH~ erano i metodi <li fabbricazione, si era manifestato l'inconveni<:mte per cui i granelli · risultavano meno · duri e nelle prove cli collauclazione le velocità iniziali erano troppo :Eorti, per qua,nto si cercasse di tenere le densità gravimetriche cli dette polveri molto prossime ai limiti superiori ammessi dai Regolamenti di collaudazione. La Direzione clel Polverificio cli Fossano per r imediare a tale inconveni.e nte, non volendosi moclfficare i limiti di densità e cli granitura, propose di introd1ure nel sh,tema di fabbricazione la pratica cli un secondo lisciamento, ma la SEZIONE su confor me par ere òel 3° UFFICIO, non ritenne cli aderirvi gi)Jdicando miglior partito quello cli rialzare i limiti cli densità gravimetrica e di velocità. iniziale.
la da da di
In relazione al miglior indirizzo da dare agli studi per determinazione della polvere da impiegarsi nelle bocche fuoco a retrocarica i n genere e particolarmente in quelle campa,g na e da montagna ed in quelle da attacco e difesa, cui erano state incarica,te fo rispettive 001.fMISSIONI , la, -
1207 -
CR0~1S'l '0RIA DE:L S1Jl:'HED10 CONSESSO
n' AH'l'IOLIEHIA
-
1874-1915
si rinnì il ~G maggio 1875 (Delibera½ione n . 6S) per discutere le p1·0UJoste aU'uopo formulate dal Direttore del 3° U.1nnc10, oonchiuclendo : che gli studi, stessi çlovevano tendere allo scopo di riuscire a fabbricare una sola specie di polvere a, dosameuto inglese per t utte le predette bocche da fuoco a, retrocarica ; qualora però le esperienze non avessero consentito tale possibHi.tù, bisognava indirizzare lo studio verso due specie di polveri a closa,mento inglese, l'una . per le bocche da fuoco ti retrocinica da ca,mpagua e montagna, e l'altra per quelle da attacco e difesa. S EZIONE
Seguiva no poi altre proposte sn ll'i!lclirizzo e sulle modalità di tali studi e cli tllli esperienze, e fra di esse quella specifica d i in iziar e <legli esperimenti comparat ivi fra la polvere n dosmnento inglese di densità. 1,65 e co11 gra nitura da. 3 a (j m111. impiegat a coi cannoni tubati éla 8,5, e la polver e ndoperat n d alla Casa Kr\lpp coi cannoni <la 8,7 A.R.C . (Ret,) . , I n rela?:ion e a qu esti studi il Ministero con dispaccio del 9 luglio 1875 t r asmetteva al Coirn,1-ro lè noti?:ie fornite dalla CoM.MI$SJONE da campag1rn c:irca la polver<~ cbe si snr cbhe dovut a impi<~garc coi cannoni tubati e le notizie fornite dalla Direzione del Polverificio di l!'ossano riguardanti i risultati otten uti col c~umone cla cm. 7 l\.R. (Het. ) con polver e <la G ,1 10 mm. e d i densittt l,G5, noncllè u no specchio di risultati ottenu ti da lla CO)!MISST0N1,; del le polHiri nelle espcrie!lze comparative su· diverse specie di polver e col cannone cla cm. 8,5 tu bato.
La S1•;zroNm rinnitasi il 2fi lugJi.o 1S75 (Deliberazione n . 94)
propose che, ferme restando tutte le precedenti considerazioni e prqposte sull'indirizw da darsi agli studi ed alle esperienze per la. ricer.ca della · pol vBJ'e ,)a impiegarsi colle predette hoc,che da fuoco a retrocarica, pel tiro d'esperienza, coi cannoni tuhati •:la cm. S,5 si clov-esse impiegare la polv-e re da 6 a 10 mm. a dosamento iJ1glese con clemsità, 1 ,65. P ropose inoltre cli lasciar<~ pfona facoltà alla Om,cMrssroNrn da campa gna di regolare la carica con cui dovevasi -e segùire l'eS[)erimento, tenendo pre&:ente cJ1,e nel t iro i ca,nnoni tubat i da em. 8,5 non doveva.n o sottoporsi ad un t ormento maggiore di quello cui andavano sottoposti i cannoni Krupp da cm 8,7 d'acciaio. Kella seduta, in cert:q modo fomlnrne11tnle, del 2<1 maggio 1875 l a SEZIOXE aveva anche trattato la questione d ell'impiego della polYere ordinaria a dosamento inglese n elle horche da fnoco acl ava ncariea (Delibera?:ione n. 70).
1208
COLLAUDAZIONBJ OrnLLill POLVIDln .-\ DOSAMENTO INGJ,IDSE
pen:hè il i\:linistero . cou clisvaccio del 19 aprile 1S75 uyeva sollevato tal<~ qnestlo11e appoggiantlosi sul fatto elle fra le considerazioni che avevano motivato l'aclozioue del ilosamento iuglese per le 11ostr~ polveri ordinarie da cannone e da fucileria, vi era pure quella (conteuuta :nella Deliben.1zion0 n. 1598 dell' antico e disciolto Oo!Jlitato d'Artiglieria) che le !Jlctfosime si sarebbero votute impiegare anche nei fucili e nelle bocche cla f uoco esl;;tenti senza dover variare 'gli alzi dei fucili nè le tavole di tiro delle art~glierie, e quindi esprimendo J'jntendimento di pubblicare nella Ptu-te I del Gio1·nale ù'Artiglieria e Genio una Nota per dichiarare esplicitameutc la possibilità cli usare promiscuamente con le bocche da fuoco ad avanca.i:ic,1 tanto la polvere ordinaria lt dosa mento illltico quanto quella con dosDmento inglese, e ei<'J allo scopo cli evitare dubbii ed incertezze per parte delle Direzioni incaricate di ricevere in dotazione la nuova polvere ed event ualmente cli acloperarla . La S1:zro1·rE propose che, profittando clelle esperienze che già ,ernno state approvate dal Ministero, per procedere alla determinazione di alcuni dati essenziali che mancavano nelle tavole di tiro, per risolvere la questione solleva ta dal Ministero stesso si invitasse lo stesso personale incaricato dell'esecuz;ione di tali tavole, a sparare un <lato numero di colpi con polvere a dostimeuto inglese con quelle bocche da fuoco ad avaJ1carica regola'mentari, che meglio si i;;tirrrnssero adatte.
Il 31 luglio 1875 (Deliberazione n . 95) su invito del Prei-;iclente del co1v11'.rATO ed in seguito tL richiesta clel Dir·e ttore del 3" Uii'FICTO, hi Srnzro,'<rn avendo preso conoscenza del parere del predetto 3" UFli'ICIO circa, la collandazione delle polveri. da fucileria e da cannone a dosa.mento inglese, e della relativa Nota che il predetto DiI'ettore proponeva di inserire nella Parte I del Giornale d'Artiglieria e Genio, dichiaravu, di riconoscere la convenienza delle proposte fatte dal 3" UFFICIO alle quali vi si associava, rite01endo però più opportuno che la suaccennata Nota, previa a,p1Provazione del Ministero dovesse essere pubblicata soltanto dopo tr·e mesi della sna pratica applicazione, ma che viceversa · doveva essere al più presto comunicata alle Direzioni dei Polverifici. di Fossa:110 e di Scafati, invitandol~ a metterla snbito in esecuzi.one e quindi trasmettere al COl\fI'l 'ATO quindicinalmente e per tutto il trimestre prefissato i risultati delle loro collaudaziotni accom.pa.gnati dalle ·osservazioni e pr,oposte che i rispettivi Direttori avessero creduto di fare p~r meglio assicurare nna perfetta ed uniforme produzione. -
12Ml -
CR0N1S'.L'01UA DEL
SU l'REJi\:fO CONSJ.,;SSO D, AH'.L'IGLIERIA -
1874-1915
Circa la collaudazione delle polveri la St:ZIO.'IE nella seduta. del 14 ottobre 1875 (Deliberazione ·n. 109) prese in esame é.'<l approvò una proposta fatta dal Direttore del Polverificio di .l!'ossano tendente ad introdurre nella collaudazione delle polveri anche la misma delle tensioni prodotte all'atto in cui se ne sarebbe dovuto misurare la vclociti.l. iniziale, fissandone il limite massimo. Successivamente nella seduta del 25 novembre 1875 (Delibernzione n. 120) la SEZIONE esaminò ed approvò un'altra proposta del D_irettore del Polve· rìiicio di ll'ossano tendente ad unire alla (< Nota di aggiunte e varianti all'Istruzione provvisorht per la prova delle polveri l) in corso c1i pubblicazione, la disposizione colla quale fosse stabilito che la misura delle velocità iniziali, tanto col cannone quanto col fucile, s i f osse esegui ta soltanto per mezzo del cronografo Le-Boulengé. La SEZlONt~ proponeva inoltre che nelle annuali Scuole di tiro la prima muta di ogni Reggirneuto dovesse eseguire le ricerche delle velocità iniziali delle polYeri da ado11ernrsi n(~i rispettivi Poligoni, estendendo possibilmente acl altre mute n mpiego del cronografo in questione, e fissando inolt re la località <la assegnare ad ogni Direzione tenitoriale per eseguire col cronografo quelle esperienze di cui potesse essere incaricato. Intanto il 3° UFFICIO - avendo preso in esame un Verbille della Co:.-.1MISSJONE per le a rtiglierie da attacco e difesa nel quale, dopo aver trattato delle esperienze eseguite durante l'anno 1875 sul tiro indiretto, la COMMISSIONE proponeva che la fabbricazione della pohrere da cannone a closamento inglese venisse avviata comprimendo la stacciata in cassette, e che venisse adottato il nuovo moclo di collauclazione col cannoue da cm. 7 B.R. (H.et.) ripresenfava una variante alla Nota proposta nel luglio 1875 riguardante la sos.tituzione c1ei cronografi Le-Boulengé ai pendoli balistici éla fucili, esistenti presso le Direzioni territoriali. II Ministero annuendo poi alla proposta fatta dal 3° UFD'!CJO aveva sottoposto un Verbale della ÒOMMISS10'.Nhl per le artiglierie da calllpagna all'esame della COMM1ss10Nt: per le polveri e spolette, invitandola a pronunciare il suo giudizio sull'argomento in esso svolto circa l'impiego della polvere a grani irregolari (da mm. 7 ad 11 e densità 1,(i7) in t utte le bocche da f-noco da attacco e difesa per le quali non fosse stato riconosciuto conveniente di adoperare la polvere a dadi. La ÒOMllUssroNE 1)er le polveri e spolette si associò alle conclusioni alle quali era pervenuta la CoMMrssroN.F. per le a rtiglierie da cam11agna e aggiunse altre proposte riferentesi alla collaudazioue della polvere :mediante il tiro col cam1one da 8,7. Il Ministero con clispaccio del 17 maggio 1876 richiese poi il g'iudizio della ?Ez10m; sopra, le questioni trattate nei yerbali delle due Coi'>n.irssIOm soggiungendo che presso i Polverifici dello Stato essendo già avviata la trasformazione cleila polvere cla guerra in polvere ordinaria da Cimnone a closamento inglese, le proposte del COMITATO circa il cam~iamento della forma e della, grossezza dei . grani clella polvere per le boccbe da fuoco di medio e di piccolo calibro, avi·ebbero ostacolato la lavorazione già in corso
-
1210 -
POL VIJJRI PROGRESSIVE
per sosti tuirvi i procedimenti necessari per ottenere una polvere di granitura diversa e assai dit\erente, mentre 11oi per esegnire la proposta nuova t rasformazione sulle polveri esistenti nei magazzeni (nel quantitativo ùi drca 8 milioni di .kilogrammi) potevano occorrere da 5 a 6 a nni. Dopo uno studio p1:eliminare clel 3° u ~·n cxo, la SEZIONE nella seduta del 10 giugno 1876 (D.eHberaziol)e n. 191) ,,c.onchiuse con una lunga serie di motivate proposte, sostanzialmente conciliative fra le esigenze tecniche, le necessità belliche e .sovratutto le condizioni economiclle dello Stato. La SEZIONE nella seduta del 4 dicembre 1875 (Deliberazione n. 128) aveva proposw che per il can1101,e da clll. 82 G.R.C. si fosse adottata la polvere a gr anì parallelepipedi cli volume quadruplo di quella a dadi e cli densità prossima a 1,78, r iser vandosi di definire i limiti di densità e cli velocità a.llorchè si fossero raccolti gli elementi necessari, per regolar e la fabbricazione ed il colla udo. Intanto il Polverificio di Fossano, continuando gli studi sulle polveri progressive, compose dapprima una polvere della densità cli 1,783 a grani cilinò rici cavi formati mediante farina cernaria con 1'agglomerazione di piccol:i grani irregolari tli mm. da ·8 a 6, che provata eol cannone da cm. 82 s i diplOStrò troppo clilaniatrice tat1tochè Fossano ne fabbricò un'altra s imilmente composta, ma a grani pieni, la quale, sperimentata verso la metà del 187G dalla R. Marina, diede eccellenti risnltati sia per la velocità impressa come per il limite in cui si mantennero le tensioni interne. Questa nuova polvere tn-cva grani enbici di 22 mm. di lato e de11sità cl! 1,8023; il numero dei grani nel kilogr a~mo era in media di 50, ed eseguite n uove prove con un proietto di 850 kg. e cariche cli 60, 68, ·70 , e 72 kg., dagli ultillli due colpi con carica cli 72 kg. risultò una velocità iniziale cli 454 metri e tensioni .cne<lie frH un minimo cli J .080 e un massimo· di 2.080 atmosfere, con un aumento cioè di circa 10 % di lavoro di cui si poteva usufruire per accrescer(! la forza viva del proietto, e tutto questo senza sensibile accrescimento de)la tensione interna in confronto dei risultati ottenuti colla polvere p.:u-allepipeda. Incoraggia.ta cla questo successo, la CoM~usslONE per le a1tiglierie da attacco. e difesa, do!llanclò al Ministero di poter proseguire le esperienze : la SEz10:-1i: all'uopo interpellata, nella seduta clel 2 dicembre 1876 (Deliberazione n. 2Hi) propose : cli accordare alla COMMISSIONE l'invoeata facoltà dandole comunica?.ione clello. Deliberazione con invito di tenerne C()Uto sia per effettuare le ricerche sopra la più C()nveniente densità di caricamento e s ia pfi.r le ulteriori proposte da farsi dalla COMMISSIONE stessa guanclo i favorevol i risultati delle esperienze fatte col cannone da cm. 32 avessero consigJia to cli estenderle al cannone cla 24. Le esperienze fatte dalla R . Marina eon la polvere progressiva cla mm. 20 a 24 per ricercare una polvere adatta pei cannoni a retrocarica di medio calibro, diedero risultati favorevoli, e pertanto il Ministero rite11eudo per il momento risolto il problemtl di una polvere ca.pace cli imprimere for ti velocità ai proietti dei cannoni a retrocarica <la Cill. 12, 15 e 10, men-
-
1211
~
CHON!S'.I:ORIA DEL SUPREMO CO.K'SESSO D, ARTIGLIERIA ·
1874-1915
tre le tensioni intel'ne si conservavano nei limiti voluti, con dispaccio del 22 gennaio 1878 rich1ese al Presidente del COMITATO cli voler provocare in proposito il parere clell'UFnoro e della S1s:GIOKE competenti.
11.
La SEZIO'.'lE riunn.::1.si il 2 febbraio 1878 (Deliberazione 250) su. conforme_parere del 3° U1nncro conchiuse favorevol-
mente all'adozione della polvere in questione da destinarsi in provvisoria alle predette bocche da fuoco proponendo poi : di fare ulteriori es1)erienze per vedere se tale polvere· si potesse im1piegare anche nelle stesse bocche , da fuoco con cariche ridotte; di rimandare viceversa ogni studi<> sull'impiego della polvere progressiva da, mm. 20 a 24 con cannoni ed obici ad avancarica a dopo che si sarebbero definitivamente aclottati o respinti i cc tnra.Yento >) per i proietti di queste ultime artiglierie ; e di esegtiire esperienze sulla possibilità di trasfor mare polveri non regolamentar-i in polvere progressiva da mm. 20 a 24 per constatare se la polvere cosi trasformata ,poteva, senza inconvenienti, essere impiegata anche nei ca,n noni a retroci:~rica. vi.a
Per gli studi relativi 1111a determinazione definitiva delle qualità balistiche della polvere progressiva doveva essere consegnato al Polverificio cli Fossano un cannone da 15 G.R.C. (Ret.) da. servire poi s uccessiv,aroentc pel' la collaudazione delle partite di polvere fabbricate. I n merito alla determinazione della. carica di polvere progressiva cla cm. 32 equivalente alla carica di kg. 28 di polvere a dadi, e da sostituire appunto quest'ultima. nel tiro col cannone da cm. 24 G.R .C. (Ret.), in un rapporto compilato sui r isultati delle esperien:i;e eseguite in proposito, li Direttore del 4° UFFJCTO rilevava che la carica cli kg. 28 di polvere a cladi 11011 poteva venir sostituita da un'unica cal'iCa. di polvere progressiva da cm. 32, ma che probabilmente ne occorrevano 4 èilstinte, e che quindi la questione consisteva nel definire se meglio convenisse un'u nica carica di polvere progressiva da cm. 32 rifacendo per essa le tavole di tiro dei cannoni cla cm. 24, ovvero lasciare invariate le dette tavole e determinare il numero di cariche cli polvere progressiva da cm. 32 che avrebbero 11otuto occorrere per riuscire equivalenti nel loro complesso alla carica. di kg. 28 di polvere a dadi. La SEzroisi:: riunitasi il 25 luglio 1878 (Ddibenizione n. 260) conchiuse : che si addive11isse a suo tempo alla determinazione clel numero delle cariche di polvere progressiva da cm. 32 per sostituire la carica unica di kg. 28 cti polvere a dadi per i cannoiri da cm. 24 (Ret.) ; che detta polvere progressiva si dovesse i mr;>iegare nei cannoni cta cm . 24 (Ret.) come succedaneo alla polvere a clacti, sempre quando quest'ultima fosse venuta a scarse~giare in
-
1212 -
HEGOL.-\ r.l@);'.ro PrnR LA PROVA DIDLLE POLVERI DA IJ'UOCO
una Piazza armata contemporaneamente da cannoni d i cm. 32 e di cm. 24, usando in ta l caso le tavole di tiro in uso pei cannoni da cm . 24; cbe s i dovesse consegnare alla Co1nuss10NE per le artiglierie cla attacco e difesa un cannone da cm. 24 (Ret:.) lungo perchè se ne servisse per la deten n inazione · delle cari<:he predette.
Un progetto d'Istruzione sulla collau<.laz,ione delle polveri da sostituire alle Norme provvisorie in vigore, ricompilate <111,lla Dir,ezione del Polverificio ,di Fossano, nella seduta, del :~ febbraio 1881 (Deliberazione n . · 334) fu discusso dalla SE7.ION!t che rne propose l'approvazione col titolo « R,eg-olamento per :a prova delle polveri da fuoco )). ln merito poi a lla sos tituzione della polvere a dadi con quella progress ivtt per i cannoni da cm . 24, essendo stato constatato che, assorbendo umidità la polvere a dadi aveva perduto gran parte della sua potenza balistica e che mediante il soleggiamento acquistava grande forza dilttniatrice, il Ministero sullo scorcio del 1888 determinava: che per i cannoni da cm. 24 lungo e çor to invece della. carica cli 28 kg. s i fosse adottata quella cli i::O kg. ; che per il cannone da cm. 32 si studiasse di sostituire la polYel·e a cl adi colla polvere progressiva.; che venisse proibito il soleggiamento della polvere a dadi umida ; che si cessasse la fabbricazione delle polYeri a da.di.
Le prove, in relazione 11lla cletermiuazione di sostituire la polvere a dadi colla polvere IJ)Ngressiva per il cannone da 32, riuscirono favorevoli, per cui la SEZIONE riunitasi 1'11 marw 1876 (Deliberazione n . 484) concludeva : che nel più breve tempo possibile si sostituisse tutta, la polvere a dacli. con quella progressiva pel eu-nnone da cm. 32 e~ pei ca111noni da 24 G.RC. (Ret.) lungo e corto attuando la sostituzione nel modo :fissato dal 1VIi.nist-ero e tenendo conto delle ciroostanze indiea,t e dal 4° U tflt'ICIO _; che inoltre si traducessero in a,tto tutte le pro1poste del predetto UFFICIO riguardanti il peso delle eal'id1e, gli. alzi, i sa-cchetti e le tavole di tir·o, F inalmente la SEzIO N~; con successive Deliberazioni u. 499 <.l el 25 ottobre 188<) e n. 514 dd 31 gennaio 1S87 si interessò della. noroenclntura delle polveri, ed essendo poi state r iscontrate- alcu ne differenze tra le polveri prodotte dal P.olverificiç> di Fossrino e quelle fabbricate a Scafati precisò nlcune norme per il controllo sulle polV<~ri progressive.
-
] 218 -
CROl\UiJ'OIOA DEL SUl'HI•;J\lU
C()):Sl!)S:$0
O' AH'l'ICL I1',"11J1\
•
1874-1915
Jn rigua rdo agli studi ell alle esperienze sulle sostanze esploslve per la carica intern a lh:i pr oietti cavi la SEzro~t; se ne occupò nella seduta ùel 20 sett embre JS77 (Deliber,1z:one n. 240). AYendo la pasta esplosiva in:se11sibiliz:i:ula d el Nol>el clai-o l'a ttivi l'lsull'ati, il Ministero a veva ullldato ul COMJTATo lo sludi o e l'l's:tllH! cli vur ii composti che uvr ebbero potuto essere utihneurc si;crlmentali ecl usati n tale scopo, con speciale riguar do :sull'impiego del ful111icolone in polvere comp ressa imbevuto <li acqun, propos1·0 . cl::il prof. Abel. ,
L a , 'r:ZIO?\E 11nopoi5e c·lw per cura della Oo:MMISSIONlll del le ai-tiglicrie da a lh1e;<·o e difesa si dovessero continuare le ~.eguenti. esperie11zc : col fnlmicotone in polvere compressa dell'Abcl, imheYuto clal 20 al 30 % d'acqua ed innescato con f1polette a percus ione cai-icbe di fulminato di mercurio; con h1 compoi:-izion·e fulminante preparata a Fa.versham in Inghilterra, col fulmicotone in polvere e con il nitrato di bario secondo il rn eto1lo di }fackie cd innei:;ca,ta allo stesso modo; che infine bisog-na,va, c0Jtrnnica.1·e alla OOMMISSIONI!J predetta,, in via riservata, i documenti relativi alle esperien1,e e eguite dalla R. }forinn con g1·anate cariche di fulmicotone. In seguito il ,ì1Ii11istero ton clispaccio del 29 marzo 1881 trasmett~va ul Co111rr,1·1'0 i r esoc·onli delle predette esperie11ze e le r elazioni compilate dnlle due Cm nnss10x1 che presso due n eggi ment! del genio a,,ev11no proceduto agli csperimc11ti col fulmicotone compresso della Fnbbrica Wolff cli Wnlsrodc in confronto rnlln dinamite g ià in uso presso il nostto T!lsercito. Con tempora neamcute il Ministero comunlca,a nl CoMl'J'ATO un opusc-olo della fabbri ca di Wnlsro<lc ecl una lettera di un'altra Casa costru ttrice tedesca cli (ulmicot onc, 11er averi:' il suo parere su tutte le questioni relati\'C ::ii s uccitati composti esplosivi, s11t provvedimenti che nl rigu n1·<lo sar ebbero :<:tnti oppor tu ni e sull'inclir i7,zo che sarebbe stato con,eniente di cln r c acl u lterior i e,·cntuali esperien.ue sni preclettl composti o con 11110 di CS!':i, t enu to conto clello stnto attuale delle cose e di tutte le esigenze tecniche e finnn:i:iarie.
Il
o SEZIONI riunite 1J1ella seduta del 22 aprile 1881 (D,;li};)erazione n. 518) p ropose che si dovessero IPl'Oseguire jn modo comparatfro gli. e~perirnent i sulla dinamite gelatinosa e sul fulmicotone compresso della Fabbrica Wolff di Walsrode e della Casa Kmpp seguendo il progra.mma di pro00':II.l'.l' A'l'O
-
1214 -
·----·-- . - - - - -~ - - -- - - ----1
Fig. 690 - VecliH::i generale clello l:ltabilirucnto cli Avigliana ('l'orino) della « Società Dinamite Nobel >>.
(;1(0:"\ISTOHIA Db:L SUI'HBMO
co:--::;E:-;:-;o
D'AH'l'l C LIEHIA •
1874-191:3
ve approvalo dalla Sezione del genio oon sua Deliberazioue n. 351.
Dopo parecchi anni essendo necessa,tio ed urgente di procedere all'a.cquisto del :fulmicotone !Per il caricamento delle granate da 15 e da 21, il :Mini. tei-o co11 dispaccio del 28 novembre 1887 chiedeya alla 8'-'lZIO~E d'Artiglieria se allo slato delle nostre industrie s:i poteva con piena si-curezza, affidare la provvisLn del fulmicotone alla li\tbbricf~ di Avigliana , oppure se si dovesse 1·iconere ancora alla Casa di '\Valsrode. Il Direttore del 4° UFFICIO incaricato dell'esame prelimi111are dellai questione presenta.va, un rn pporto che nella se<luta del i3 dicembre 1887 (Deliberazione n. 533) fn esaminato daJla Sm ZlONE che concl use di potersi affidare senz'altro alla Fabbrica di Avigliana, la, commessa del fulmicoto11e in dischi occorrente per il caricamento della granata-mi.na dn 15 e da 21.
Dopo avei· sonunai:iarnente accennato agli studi sulle polvel'i di lancio e sugli esplosivi di sr,orppio riferiremo alcune Deliberazioni della SF.ZlOXF, rigua rdao1ti le spolette, i cui stn di fur·ono pe1· un cerlo tempo affidati a1la stessa. CoiorrssIONF. istituita per le polveri, mentre p1'ima se ne interessavano le l'ispettive due 001.nvnssroNr per le artiglierie da campagna e montagna e quella per le artiglinie da, attacco e difesa e da, costa. Colla Deliberazione n. 2.4: presa nell a seduta del 26 ghigno 1874 la SrczIONiç esaminò i risultati delle ei,,perienze eseguite con lo shrapnel cla c:m. , , ,proponendo: cli approvare ed in via, provvisoria cli. fl pplica.re uno spe<'chio iiidicativo per 1n, graduazione della, spoletta a tempo Mod. 1873, per shrapnel da cm. 7 da campagna : nella fabbric.:'l½ione cli eletta spoletta di impiegare una miccia della dnrata di 44 secondi lunga cm. 40 ed una toll.eranm cli 4 ùecimi di secondo in più od in meno; di limitRire solamente all.:L verific,L delle forme e delle dimensioni le norme cli collauclazione delle ~oletLc; di antorizzare il Lnboratorio di PreciF<ione a provvedersi <li nno strn JUPnto atto a misurare con la n:1assirna esattezza ln, clnrata, cl i -
1216 -
LO S'.l'1JD10 SULLJD SPOLE'lvn:; All'l•'IOA'.l'O AL LA C0~H1I:5SJ01'i,; PillR Llll l'OLV!tRI
combustione ùella spole tta, in riposo; di mettere a disposizione della, Col\:I:MISSIONE per il materiale da campagna 200 shrapnel onde collo spa,ro di alcuni si verifi.casse nuovamente la graduazione; ed infine cli effettuare la pubblicazione nella, Parte II del Giornale d'Artiglieria e Genio i r isultati delle ultime esperierrne fatte con gli shrapnel da cm. 7 per renderli noti agli Ufficiali clell' Arma. Degli studi sulle spoiette erano state incaricate la Co1'nussroìS"B per le artiglierie da campagna e montagna e la COMMISSIONE per le a rtiglierie da attacco e difesa e da costa e pertanto il 3<> u~·F1crn con sua comunicn¼ione del 9 agosto 1875, esprimeva il convincimento che tali studi dovessero per loro natura affidarsi ad una CoMM:rssroNE uuica, afilucbè riuscissero coordinati a concetti pii1 uniformi diretti allo scopo di adottare il minor numero possibile di differenti tipi di spolette per le varie specie di bocche da fuoco in servizio, e quindi essere compiuti colla maggiore sollecitudine. Ma anzìchè formare all'uopo una nuova . CoMMlSSIU'i'iE per le spolette, proponeva cli affidare tale incarico alla CoMMrssroNE per le pol veri, dando facoltà al Comandante territoriale d'Artiglieria cli Torino di aumentare cli qualche rnelllbro il numero dei suoi componenti : la qnestione f u discussa ed approvata dalla 8EZIOr>E nella seduta del 19 agosto 1875 (Delibera11ione Jl.
99).
Gli studi sulJe spolette vennero quindi affidati alla CoM~ussro::-:J:: per le polveri, e la S1,zroNE nella seduta del 10 f ebbraio 18·76 (Deliberazione n. HG) sulla scorta : di un Verbale della CO:\!Mrssro;s1s per le artiglierie da campagna; del I Verbale compilato dalla CoMMISST.O~E delle polveri e inerente all'argomento delle spolette; e finalmente del parere del 3" UF1trc10, si occupò <lei risultati delle esperi.e112e e-O'ettnate su spolelte a tempo e ad accensione automatica per sllrapnel da cm. 7, 9 e 12 nonchii su spolette a percussione per granate cl-a cm. 7, S, O, 12 e 16, e in adesione al suespresso parere del 3° UFFICIO propose che cla tali risnl.tati spe.rimentali si traesse una dèttagliata rela½ione da. pubblicarsi a scopo istruttivo sul Giornale d'Artiglieria e Genio omettendo la 1farte desc1:ittiva della « spoletta IlE>-<,solo », ideata dall'antico capitano d'artiglieria Alessandro Bessolo, qualora· non fosse stato dato il necessario permesso.
La
proponeva !POi : (.1,) di eomrnettere al Labora.torio cli Precisione l'allestimento di 20Q spolette a, tempo e ad accensione automatica per shrapnel da cm. 9 e 12 munite di molla a spirale anzichè di spina di sicurer,r,a,, con l'incarico alla COMMISSIOKE cli impiegarle a, reWfica,r e Je tavole di tiro, ed eventualmente spel'imentarle nei trasporti ; SEZIONE
-
1217 -
CHONISTOHiA OEL S UP!l l•)J\10 CONSIJ:SSO D' AH'l'IGLJE!(JA
-
187,1,-1915
b) di invitare il Laboratorio Pirotecnico di Torino aù allestire 1.000 inneschi per spo1ette a percussione, dell'ultimo tipo sperimenta to e cioè a molla, con incarico alla OOMMIS · SIONE delle polveri e spolette cli sperimentarli coi caninoni da i B .R. (Ret.); 8,7 A.R.C. (ReL.); 9 B.R.; 12 B.R. ; 16 G.R. .: o) di commissionare allo st esso Laboratori-O Pirotecnico 200 spolette a percussione per granate da cm. 9 e· ~ secondo il modello contenuto nelle tavole annesse al Verbale àeìla UOMMISSIONIJJ da campagna coll'avvertenza, che il canale del r,ercuotitoio anebbe dovuto essere leggerment e allargato verso la sua estremità in Cerio re ; à) <li. autorizzai-e la OoMMISSIONID per le polveri e spo lette di far eseguire dallo st:esso Laboratorio PirotcC111ico numero 100 esemplari di spoletta a ipercussione per granata da c-m. 16 ideata ùal ca,pitano Bazzi.chelli, per effettuare le necessarie esperienze -ed jutrodurvi le aventuali modifiche; e) infine di commettere al Laboratorio di Precisione la costruzione di 500 spolette a tempo jper shrapnel da cm. 7 ad accensione autorrrn,tica, dell'ultimo modello sperimentato dalla Col\ncrssw;..'E da. cam pagna,, apportamdovi le modificazioni pr-0poste dalla 00MM1SSI0NE [JCr le polveri e spolette, per eseguire quindi le prescritte prove a.ne varie distanze di tiro . La SEZIONE prescriveva per ultimo che un certo numero di tutte queste spolette avrebbe dovu to ei:;sere sottoposto anche ad esperi-enze cli traino per ri0onoscere il modo di comportarsi delle diverse parti delle spolette stesse e specialmente della molla a ~irale che sostituiva la spina di sicurezza.. Nella tornata del febbraio 1870 (Delibernr.ione n . 147) la St:zrnNE s i occupò anclle della spoletla a doppio elTetto proposta dal ten. col. dell'Esercito r usso Alessandro Ko,·aco, ma tenuto conto dello stato in cui si trovavano presso di noi gli studi sulle spolette respinse l'ot'fertu pur trlbutando '. merìtati elogi all'Inventore. La stessa sorte toccnn1 a due tipi <li sl)oletta a percui::sione, 1'110::i ideata cl:tll'ing. Aliredo Carlo Lenr. di Vienna, e l'altra presentata dal capitano Hcrget clell'.Artiglieri:1 austriaca, entrambe r espinte nella tornata del febbraio con le Delibern7.iOJJi nn. 152 e 1;34.
P er la graduazione delle spolette da shrapnel per i canHoni da. cm. 8,7 A.R. O. (Ret.) la SEZIONE si riuni il 2 aprile J876 (Dc)ibei-azione n. 174) concludendo favorevolmente per -
12]8 -
SPOLE'ivl'A A TMJ\fPO DI BRONZO AD ACCEl\SIONJt AUTOMA'L'[CA
fare la graduazione in distanze1 sebbene tale spoletta fosse dello stesso tipo di quelle da shra,pnel per i ca,nnoni da 9 e cla 12 ad avancarica, gradua.te a millimetri, ed anzi propose che anche le spolette per shrapnel da cm. 9 si dovessero grad nare in distanze.
Fig. 691 - H<Jberto BttZ.!.iChelli.
Per l'esame di un unico t~po di spoletta a tempo proposta dalla Coinvnssrn:'IE per le polveri e spolette, la, SEZIONE si r iunì il 23 maggio 1.876 1(:0.eliberazio111e n . 188) e, constatandone l'utilità e l'importanza, si ai:;sociò pienamente al pa~ rere del Direttore del 3° U1,'FICI0 proponendo di sottoporre al Ministero l'adozione della spoletta a tempo cli bronzo a,cl aiecensione automatica allora sperimentata e provvista, cli una graduazione amovibile riportata so1pra, una, lamina di stagnola. La graduazione doveva essere fatta. a millimetri nelle spolette di tutte le boe-che da fuoco escluse quelle cl.a campagna e montagna da graduare in distanza. Per la . denominazione di tali spolette, per quelle cl€stinate in genere a tutte le bocche da fuoco da attacco e difesa, da asBedio e da costa, la 80
-- 1219 -
CII01'IS'.l'01UA DBL
SUPR6lMO CO.\ S l~SSO D'AR'l'IGL!EBIA
]874-1915
spoletta graduab1 in millimetri si doveva denominare cc .-poletta a tempo 1876 )), mentre la spoletta a, tempo destinata agli shrapnel da carnpagua e <la montagna, nella quale la graduazione andava fatta a, distaa1ze, la denominazione precedente doveva essere accoIDjpagnata - fra pa,r entesi - dall'indicazione del calibro delJa corrispondente bocca da fuooo : così ad esempio si- doveva dire per la, spo]etta dello shrapnel per cannone da cm. 7 « spoktta a tempo l\fod. 1876 (da cm. 7) >); la spolett a per lo shrapnel del ca,nnone da, cm. 9 A.Re . (Ret.) s; doveva denominare « spoletta a, tempo ì\i.f..od. 187G (da cm. 9 (Ret.)) )), IJ)er dis tingu erla. da quella dello shrapnel del t.m 1n-0ne da cm . 9 B.R. Mod. 1863 che doveva denominai-si « spoletta a t empo Mocl. 1876 (da cm . 9) >>. Per la spoletta dello shrapnel dei <:annon i da 9 B.R Modello 1863 si doveva usai-e la graduazione a distam,e od a millimetri secondo che gli shra,pnel venivano destinati al munizio namento delle batterie di milizia mobile oppure a quello delle artiglierie destinate a,l la difesa o all'attacco, ed in conseguenza la tavola di tiro a shrapnel cli questa bocca da fuoco doveva essere compilata secondo il tipo cli quelle delle altre bocche da fuoco da attacco e difesa per tale specie di tiro . La SJ.iJZIONE raccomandava inoltre la sollecita prosecnzio111e delle esperienze dirette a conseguire la possibilità dell'impiego delle ~ olette di bronzo ad accensione automatica :::wche con gli shrapnel da 7, e di fai· incidere sulle lastrine graduate in distanze l'indicazione del calibro cui andava.no destina.te. In seguito allo scoppio di un avant1·eno durante una marcia di manovro, la SF.ZIO!'iE si occupò dl una proposta tendente ad alcune modifiche nelle spolette a tempo Mocl. 1873 e 1876, ·, per conchiudere nella SE-'duta del 29 aprile 1879 (Delibera·zione n. 285) che, prima di pronunciarsi in merito, conveniva che le spolette modificate si fossero provate per una quindicin,1 di giorni anche in m1ssnggi difficili (sn lti cli plccoli fossi e marcie su terr eni sassosi e frastagllati), per decidere se ad impedire la caduta clel percuotltoio porta-capsula sulla punta dello spillo era sumciente il traversiné; con la spina· nelle spolette Mod. 1873 ed il traversino con In molla nelle altre spolette Mod. 1870, oppure se era più conveniente impiegare, pe1· entrambi i modelli, ti·:n·ersino, spina e molla. Eseguite queste esperiem>.e la questione ri tornò nella seduta del 7 ogosto 1879 (DelibPrazione n. 297) nella quale le indicate modHiche vennero a pprovate,
-
1220 -
Sl'OLm'fi'A A DOPPIO E F·F E'fTO
Per gli shra1,mel a di a.f ramma eia campagua e tla moulagna, la SB:l·IO:"IE si riunì il 28 marzo 1885 (Deliberazione n. 44S) pronunciandosi in massima favo1·ev0Imente all'adozione delle spolette a doppio effetto, riservandosi per ò il giudizio definitivo per la loro introduzio ne in ser vizio, qu a ndo f ossero stati ultìmati gli ;;tudi in corso sugli shrapnel a cUaframma con bossolo di acci aio e fossero stati rimossi gli inconvenienti che p r esentavano quelli di ghisa, e quando sovratut to si fosse realizzata una buona spoletta a doppio effetto scevrR da quei difetti numerosi rilevati dai R eggiment i d'artiglieria da campagna nelle molteplici esperienze eseguite nel 1884.
Ultimate queste esperienze la questione ritornò all'esame, della SEZIONE che 01ella seduta del 2 maggio 1886 (Deliberazioné n. 4HO), senza eseguire ulteriori esperienze di tiro, e subordinatamente soltanto al buon esito delle prove di traino in corso di esecuzione, per Fartiglieria da campagna e da montagna propose l'adozione e l' introduzi.one in servizio della, spoletta a doppio effetto ad accensione automatica munita di piuolo di sicurezza situato in corrispondenza della graduazione da darsi per il tiro degli .shrapnel da cm. 7 e da cm. 9 impiegati come mitraglia. La spoletta in questione, essendosi palesata l'impossibilità di valersi di un'unica spoletta per i cannoni da campagna. e pe1· il mortaio da 9, ern stata modificata. secondo le proposte avanza.te nel febbraio del 1886 dall'allora rnagg. Hazzichelli., per modo che mentre la sua costituzione riusciva assai semplificata e quindi il suo costo veniva abbassato, non· diminuiva d'altra parte la sicurezza del suo ftmzioname11 to. La spoletta a dop1pio effetto da, campag,na così rnodi.fica ti:L venne presentata al .Ministero e poi esaminata dalla SE7'IONM che con Deliberazione n. 490, già ricordata, ne pr-oponeva la _ adozione subordinatamente all'esperimen to pratico per con statarne la sicurezza, nei trasportL n i\1fa1istero accogliendo il parere suespresso ordinò che I.a, spoletta. venisse sottoposta non solamente alle iprove di traino ma anche a quelle. di tiro; e, ad csperiem,e ultimate, ln questione ritornò all'esame della SPJZION.m che nella seduta del l4 novembre 1886 (D<~libcrazione n. 504) si espresse favo re,olmente all'adozione della spoletta da ca,mpagna, a fusto grosso con piuolo disposto in modo da ma,ntenerla graduata per la mass.ima. distanza del tiro a tempo, colla rigatura del -:- 1221 -:--
CROK!STORlA DEL
1
SUPRIDIO CONSESSO D ARTIGLIERIA
·
1874-1915
Fanello girevole alquan to più estesa, e con la graduazione della lastrina crescente <la, destra a sinistra.
*** In merit o alle spolette a percussione la Sr?ZI01\ID si era riu nita il 6 aprile 1880 '(Deliberazione n. 314) iper esaminare a sensi del dispaccio ministeriale del 30 marzo 1 80, la conve11iem;a di adottare le spolette a percussione per granate oblunghe di bocche da fuoco ad avancarica ed a retrocarica da mu ro, proposte dalla Col\I:mssro.:-:m d'ai-tiglieria da attacco e difesa in seguito i:till'esito delle esperienze che allora erano state <.·~eguite. Senza discussione lr1 SEZIONg unanime condivise le idee sYolte nel rapporto compilato dal l° "GFFlCIO cbe a,eva studiato la questione, e facendo sue le conclusioni del relatore conchiuse favorevolmente al1 1adozione della spoletta a percussione pei- i cannoni ad avancarica da cm. 9 e 12 R. , di l1n'altru s,poletta pure a percu. sione per i cannoni da cm. 16 <}.R. e per gli obici (]a cm. 22 R. no.nchè per tutte le bocche da fnoco a retrocarica da ruuro: spolette tutte munite di bottone <l'innesco )fod. 1879 cbe era quello «normale» da impiegarsi con le suddette bocche da fuoco in tutti i tiri di lancio ed in quei tit'i inélil'etti ed i11 arcata nei quali la velocità inizialP del proietto non fosse risultata al disotto di un dato limitl' da determinarsi per ciascuna bocca da fuoco . P er le due spolette ~nmmenzionate si sarebbe poi <lovuto .1dottare un secondo bottone di jnnesco più sensibile, detto di 1t ripiego », da impiegarsi in quei tiri indir-etti ed in arcata in c·ni le velocità iniziali <lei proietti fos sero risultate al disotto del predetto l)restabilito limite. Si . arebbe inoltre dovuto ndotta.rc la « codctta )) cla a1p plicarsi alle spolette da cm . lG €' da cm . 22 ed in gene1'a,le a.J.1e spolette aventi un o speciale bocchino, indicato nel Verbale della CD:..\:rl\IISSI0KE1 allorchè occorreva ritardare lo scoppio delle spolette stesse. La SEZIONDJ raccoma,ndava infine <li precisal'e esattamente i lim iti di velocità e di gittata al disotto dei quali si doYeva far uso con cini:;Clrna bocca, da fuoco, del bottone d'innesco più sensibile cli << ripiego )>. -
1222 -
LE SPOI,ET'l'E A PERCUSSIO)IE
Il Ministero accogliendo le predette conclusioni adottò le spolette grandi e piccole Mod. 1880 ed ordinò gli esperimenti per riconoiscere i casi nei qua.li avrebbe dovuto essere impiegato lo !iipecia,le bottone di ripiego. 'Contemporaneamente 1:urono ordinate esperienze con la spoletta Hotchkiss a percussione che, costruita dai nostri Stabilìmenti, avrebbe costato forse molto meno di quella Mod. ISSO. Per l'esame dei risultati di queste esperienze, 1'8 giugno 18Sl (Deliberazione n . 340) si riunl la SEZIONJ,; che r ilevando come essi fossero negativi propose cli abbandona1·e ogni studio t! qualsiasi tentativo per Ja sostituzione totale o parziale <lella nostr a spoletta colla spoletta Hotchkiss, e di regolare la siste111azione della spoletta Modello 1880 nel seguente lllOdo: a) per i cannoni a retrocarica : innesco ordinario senza codctta; b) per i cannoni ad a.vancarica: i nnesco speciale senza codetta, assegnando l'innesco ordinario al solo cannone da cm. lG G.R.C. attesa la sua potente carica. di fazione ; o) per gli ,obici destinati all'armamento delle coste e dei Parchi di assedio : innesco speciale e codettrr; 1Z) per gli obici destinati all'armamento delle Piazze : spoletta con innesco speciale e tappo a vite, oltre un ricambio del 10 % di cadette. Successiva mente la SE7:rn~E si riunì il 1<> dicembre 1882 (Deliberozione n. 376) proponendo l'adozione del cannello di innesco a vite; e si riunì nuovmncnte il 18 dkembre {Delibei:azione 11. 378) conchiudendo che tutti i cannoni da muro rigati, sia ad avancarica che a retroca rica, dovevano essere ùotati della spoletta a percussione Mod. 1880 con l'innesco ordinario, e che gli obici ed i mortai r igati dovevano essere dotati della stessa spolettn con innesco speciale, cd anzi per queste bocche da fuoco dl calibro superiore ai cm. 12, la spoletta u percussione anda va munita di codetta. Le sedute della SEzIO:s;E del 20 e $O apri1e 1884 (Deliberazione n. 420) furono assorbite ùnlla c1uestione rigunrdante la spoletta a percussione per proiettì da costa a bocchino poster ior e sper imentnta nl Campo di S. Maur izio, e dalla questione relativa. nl caricamento interno del proietti stessi. La SE7-lOKE propose che tutti i proietti perforanti da eosta dovessero essere muniti cli cnrica interna introdotta ln un sacchetto dl lana, e prnvvedut1 di spoletta arnrnta di petardo ; ma elle prima d i adottare delìnitivamentc la spoletta pr oposta per i proietti da costa dalla COMMISSIONE per le artiglierie da attacco e dif esa, J;,1. si dovesse sottopone ad ulteriori esperimenti onde ricercare se l'aggiunta dell'apparecchio di ritardazione potesse in qunlche modo nuocere nei casi cli tiro contro parti non corazzate delle navì. li Minh,tero approvando le prec1ette conclusioni il 81 luglio 1884 affidava alla Presidenza clel CoMrT,1To l'incarico delle nuove esverienze elle, menttre <liedero risultati ·soddisfacenti nel tiro di h1ncio dei cannoni, lasciarono invece molto a dr~siderare nel tiro :ircnto <1egli obici per Il quantitativo cli scoppi! mancati.
,1223 -
CHO~IS'l'ORJA DEL S Ul.'I! E::\!O CO~ SffiSSO OJARTIGLIEl{J.\
·
lt>7J -191J
La SezIOXE nella, sedu ta clcl 26 luglio 1S85 c. pr esse pal'el'e sfavoi-evole all'adozione di tale spoletta a. per cussione, e, tenendo conto delle osser,azion i conLeuu te nella Delibel'azione s tessa propose cli con tinna1·e gli stu.cl i pet· r ealizza re una sp oletta a percussione che r ispondesse alL1·ettanto bene per il tiro di lancio dei cannoni quan to per quello cuno degli obici. Qualora poi n on si fosse riuscito nell'iutcn to, :Propose cli adott are la spoletta a percussione per i proiet ti da illlpicgarsi nel tir o di lan cio dei cannoni , e di porre allo st udio una spol etta speciale per le granate da 2", r icone11do even t ualmen te a nche ad una spoletta a, t empo a lnng:1 durata. Sempr e i n r igna1·tlo clelle artiglied e da cos La il }linh,tcto j l 25 luglio 1884 in d tù il P residen te del CO:.\II'fA'l'O a far esa minare dal competen te Ul?FICIO un Verbale delfa U OMi\:fISSIO.:-IE p er le ar tiglierie da n,ssedio e da costa, l'iguardan te l'aclozi oa1c ' di una spoletta a p ercussione speciale per le artiglierie cor te di grosso calibro a ret rocarica, ed a 1·ichieder e quindi in pl'Oposito il parere della SEZIONBJ, la · quale riunitasi il 29 -0t tobre 1884 (Deliberazione n . 426) propose l'adozione di tale spoletta prescrivendone l'uso in tutti i t iri a granata ùel l ' obice da 21 G.R. O. (Ret.) ecl in quelli dell ' obice da 24 G .R. C. (Ret .) per i quali si era in via provvisoria stabilito 1'.uso del hL spoletta, gr a,n de a percussione Mod . J.880, con innesco spe- . c:iale. Anche per questa spoletta sp eciale p er art iglierie cor te di. grosse calibro t L r etrocarica bisognava prescrivere l 'impie g(', delle coclet te per i til·i a granata deWobice da 21 G.R .O. :(Ret.)·, e rimandare invece la decisione r iguardante l'impiego delle codette 1p er i t iri dell'obice da 2-J. G.R. O. (R et.) finchè non si fos sero ultimat e le esperien ze cl.i tfro ; si coa1fermava in flnc che per il mortaio da, 15 A .R . si doYeva mantenere l' uso della spolet ta a percussione Mod. 1S O gr ande, munita d 'in ne co speciale. Il M:inii:itero per ò prima ,cl i. far introdurre defi nitivamente ii, servizio tale spoletta speciale dispose per altre esperienze che furono eseguite dai R eggiment i d'ar t iglier ia da forte:1.r,a nelle Scuole di tiro dell'anno 1.885. E snll a scorta dei li noni. ri sulta ti otten ut i la S EZIONFJ inella setlu ta del 1° fe bbraio 1886 -
122-1 -
SPOLE'l~l'A A .PERCUSSIONE E SPOLETTA A DOPPIO EFFETTO
(Delibera.zione n. 478) ne prqposc l'a<fozione, prescrivendone l'uso in tutti i tiri a granata dell'obice da 24 G.R.0. (Ret.), del mortaio di egnal calibro ed in quelli dell'·obice da 21 G.R.C. :(Ret.), per i quali erasi precedentemente stabilito in via provvisoria l'us·o della, SiPOletta fu percussione Mod. 1880 con innesco specìa,le. In estensione poi di quanto si era stabilito nel 1883 re· lativamente alla codetta delle spolette a percussione Mod. 1880, ln1 SEZIONE propose la. prescrizione della codetta ainche per questa ~poletta spedale per i seguenti tiri: a granata col mortaio da 24, coll'obice da 24 G·.R .O. (Ret.) e normalmente anche per i tiri a granata coll'obice da 21 G.RO. (Ret.). Per il mortaio poi da lf> A .R. (Ret.) si sarebbe dovuto inantène1·c la vigente prescrizione relativa, all'uso della spoletta a percussione :ò:lod. 1880 grande, munita di inne8co speciale. Con altro dispaccio del 9 ,o ttobre 1884, il ìv!iinistero avendo chiesto il parer.e della SEZIONR circa l'adozione della spoletta a doppio effetto ed a lunga dm~a.ta per le boe.che da fuo co a retrocarica di medio calibro, nella seduta del 2 novembre 1884 (Deliberazione n . 427) questa conchiuse che la spoletta in questione a,vrebbe dovuto all'uopo preventivamente · e su vasta scala sperimentarsi ndle varie circostanze d'impiego .. Queste esperienze furono eseguite dai cinque Reggimenti d'artiglieria da fortezza durante le Scuole di tiro dell'anno 1885, ed in conseguenza la SEZIONE nella seduta del 3 maggio 1886 (Deliberazione n. 493) conchiuse favorevolmente suggerendo però alcune modifì.cazioni. La predetta spoletta avrebbe dovuto ·sostituire quella a tempo l\focl. 1876 e con essa si doveva impiegare l'innesco or-dinario o l'innesco speciale· seguendo norme analoghe a quelle già prescritte fin dal 1883. · Per t utte le artiglierie da assedio, a retrocarica e ad avancarica, per le quali era stato adottato lo shrapnel con bocchino grande, bisognava determinare le tavole di tiro relative a tale proietto munito della, nuova s[)oletta a doppio effetto entro i limiti di distanza consentiti dalla durata del- . la miccia.
-
1225 -
.CRONISTORIA DEL SUPREMO CONSESSO DJARTIGLIERlA
-
1874-1915
Jl Ministero nel dicembre 1883 nppl·ovando in massima le conclusioni delln SEZIONE contenute nella Deliberazione n. 403 esprimeva la. riserva di informare la Presiflenza del CoMI'fA't'O sui risnltati che si sarebbero ottenuti negli studi sul caricamento i11te1·no delie palle d' acciaio da 15 (Ret.), e con dispaccio di pali data incaricava la CoM1nssJoNE per le artiglierie da assedi.o e da e-osta di s tudiar e una. spoletta per le palle d'acciaio da. l.5 (Ret.) che avesse forma e cost.ruzioue analoghe alla spoletta, allora. in corso di esperimento, per le palle da 24 e · da 32 (Ret.), ed avesse pure un'avvitatura con diametro e passo ideJ1ticL
le
Costruita. una tale spoletta ,ecl eseguite relative esperienze, la SEZIONB nella seduta del 25 febbraio 1885 (Deliherazione n . 437) conchiuse per la sua a,dozione. Sopra una questione sorta da, una visita fatta dal Presi dente del COMI'.1:A'fO nell'estate del 1SSf> al Laboratorio di Pre<:isione, e relativa, alla semplificazione delle varie spolette già ndottate ed in via di adozione, la SEZIONE riunita,'3i il 25 aprile 1887 (Deliberazio1n e n . 522), propose: l'a,bolizione della spo letta a percussi-one Mocl. 1880 grande e dell'innesco speciale Mod. 18SO; la prescrizione della sipoletta a percussione Modello 1885 nell'impieg,o, oltre che per la grana,ta da 21 e per la, granata-mina da 24, anche per IP. gra,nate da, 32, 24, 22, 16, 15 e 12 (Ret .) e per la granata-mina da 22; la prescrizione di impiegare normalmente colla spoletta a percussione Modello 1880, piccola, l'innesco Mod. 1885; di utilizzare le spo lette a percussione M-od. 1880, grandi, esistenti per le granate ·d a 22 e da 16 e~ iper la granata-mina da 22; l'utilizzazione degli inneschi speciali Mod . 1880 impiegandoli con le spolette a percussione Mod. 1880 grandi e picoole, 010n solo nei tiri indiretti, ma anche in quelli a cari.ca di fazione; l'abolizione della spoletta a percussione per palla da 32 e da 24 allora in servizio, -e l'adozione in sua v,~ce cli una spoletta a percussione per palle ·d a 32, 24 e 15 simile a, quell11 già sta.ta sperimentata 1Per le palle da 15, ma con l'avvita.mento di mm. 3,62 e munita -d i peta.rdi; l'impiego esclusivo dell'innesco . l\fod. 1886. Successivamente, nella seduta del 5 dicembre 1887 (Deliberazione n. 534) a causa cli' uno ~coppio prematuro cli una granata da 28 munita cli spoletta a tempo unico, la SEZIONE propose 1a cessazione dei tentativi per l'impieg,o di tale spoletta e di studiare invece una spoletta a percussione 1Per lo -
1226 -
~·
I
LE :KOU:ME DI COLLAUDO DELLG SPOUJ'.l:'l'E A PERCUSSIO~E
stesso proietto. Hiunitasi poi il 14 maggio 1888 (Deliberazione n . 547) per discutere la proposta, di adozione della spoletta a, tempo per mortai da 9 e da 15, conchiuse favorevolmente. Circa le norme per la coUaudazioue clelle spolette ,1 percussione Modello 1S79 e i\:lod. 1880, il Ministero cgn dispaccio clel 18 giugno J.SS5 esprimendo il desiderio di pubblicar e tali norme nel Giornale d'Artiglieria r Genio incat·icò il CoMrrATO di trasmettergli il testo delle proposte in proposito per la preventiva ,ipprovazione. All' uopo il COMlTA'l'O invitò il Laboratorio di Precisione a presentare il testo delle norme con cui venivano collaudate le spolette allestite cla quello Stabilimento, ma allorquanclo, ::i sensi del successivo dispaccio ministeriale del 2 agosto 1SS5, la SEZIO:'<E ebbe a riunirsi nei giorni 3, 4, G, 6 e 22 marzo lSS6 (Deliberazione n. 482) allo scopo cli stabilir e i principli direttivi generali per il collaudo e controllo del nrnnufatti prodotti dagli Stabilimenti d'ar tiglieria, per quanto concerneva le spolette, propose in linea fondamentale che : a) le visite e prove di collauclo dovessero avere di mira l'accertamento più del modo regolare di fu nzionare delle spolette elle della precisiom~ geometrica delle loro varie parti ; b) si dovesse concretare, in seguito ad apposite prove, il modo di verificar e la sensìbiliti:I. degli inneschi. Queste proposte vennero approvate dal Ministero che il J.<> giugno 188G ordinava la ricompila'zione di tutti i regolamenti cli collaudazione, · cla farsi in massima. sulla base dei criterii generali stabiliti nel ma.1·zo dalla SEZIONE, Compiute pertanto presso i Labora torii di Precis ione e Pirotecnico le prove imlicate in b), il Direttore del 4° Un1c10 nel suo rapporto riferiva i risultati ottenu ti con la scorta tfoi quali potè completare le norme richieste dal Ministero, norme che ricompilate tenendo anche conto dei principii generali surriportatì, furono esaminate nella seduta del 13 gennaio 1887 (Deliberazione 11. 509) dalla SEZIONE che propose : l'°) di appr ovare le norme di collauclazione per le spolette a percussione Mocl. J.879 e ìVIocl. 1880 presentate dal Direttore del ,1<> UFFICIO, riducendo però da 1.500 a 1.000 metri la distanza a cui ·dovevano essere eseguiti i tiri per la collaudazione · del funzio11amento degli innescbi; 2o) di incaricare il Laboratorio di Precisione degli studi e prove occorrenti per rendere più sensibili gli innescbi tlelle spolette a percussione senza punto alterare la sicurezza che allora essi presentavano. Gli studi sugli inneschi furono dal Mnistero affidati al Laboratorio di Precisione e quindi trasmessi all'esame della Si,;zro"i,; che nella seduta dell'll giugno 1887 (Deliberazione n . 525) proponeva : che cogli inneschi Modelli 1879-80, aventi capsule modificate, si dovessero eseguire esperienze preliminari intese ad ottenere sempre lo scoppio del proietto nel tiro a 500 metri su strada battuta e pinna ; elle allo scopo 1m~detto si dovessero spnr arc alcuni colpi (8 o 10) munendo i proietti di inneschi in cui . il fondo clella c:apsuletta di stagnola avesse lo spessore cli mm. 0,1, ed al trettanti con
-
1227 -
CRONIS'.l.'ORlA DEL
SUPREMO CO~SESSO o ',\lt'1'1GLI1filIA
•
1874-1915
CO!)Sule ùi tafEetiL inveruic:iato; che lnHne \'CUisse poi riferito s ui risult:1ti dl questi esperimenti preliminari atlìnchè in base acl essi si potesse de<:iderc sulle ulteriori es[Jerienze da farsi.
* {~ * Dopo aver somma1·iamente riferilo gli studi riguardantl le spolette accenneremo a quelli r elativi agli shrapnel ed alle scalole a mitra.glia, e successivamenle poi alle granate ed alle palle. Il 3<> l.i~·Frc10 clell'autico tli:sc:iolto Comilato cl' à1tiglieria a\·eva proposto l'introduzione in servizio degli sllrapnel per cannoni dri cm. 9 e tl:1 cm . 12 B.R. da c:unpag11a ed il i\linl:;tcro con dispaccio del O gennaio 187-1 - osserrnndo che il materiale dn cm. 9 si sarebbe dovuto ritirare distribuendo in sua sostituzione queJ!o nuovo da cui 7 .IJ.H. (Ill•t.) e <Jnello d:1 cm. 12 B.R., mentre i;oltanto una parte del materiale da O do,·en1 essere conservato in riserYa per !"esercito di 2"' liuea, e ri tenendo di non essere più il caso di addivenire alraclozioue (lello s hrapnel cla cru. O, - Invitò la SF.ZJON 1•: d'artiglieria del nuovo UO"hllT.1'l'O crartiglieria e ge11io a limitare le sue proposte circa il materiale da cm. 12, ricordandole i poco fa,·orevoli risultati che si ei·ano ottenuti nelle esperienze eseguite con lo shra,pnel, e come anche il cannone del calibro cli 12 cm. era manLcnulo iu distribuzioue soltauto in via provvisorla essendo :ii::;;ai probabile che nel lermine di due o t1·c au ni ven il:'se életluito e llistribui1·0 ai l!cggirncuti il uuovo cannone da calllpagna pe::ante che si scu,·a studiando in ~ostiluzlone del cannone da l2; per tntl'l i predetti motivi il :.linistcro faceva rilevare cowe anche per quest'ultima bocca da fnoco 1'osse assai <lnbbiosa la convenienza cli adottare lo shrapnel sperimentato.
La razione
riunitasi all'uopo il 21. giugno 1874 (Delibe1) conside1·ando :
SEZIONI~ r1.
1°) che t1na ntmHJt1C i rh;ultati ottenuli con gll shrapnel da cm. 12 e da cm. O fossero inferiori all'aspettazione, non erano tuttavia al disotlo cli quelli ài altri shrapnel di egual calibro in uso presso altre artiglierie, e che· wediante una vlù accnraru fabbricazione ern lecito ripromettersi risultati più soddisfacenti; 2>) che il cnnnoue da campagua da cm. l2, oltre acl eotrar'e per alcuni :umi ancora 11ellt1 formnzione delle batterie di 1a li.nea, faccYa ed an'ebbe continuato per un tempo assai conslderevole a far parte dei Porchi da assedio ed !1vrebl>e potuto essere utllmentc impiegato nello. difesa delle Piazze, tantocllè era sommamente a clesidcrnrsi di poler nvvanlaggiare gli effetti dei suoi tiri a shrapnel; 3°) che l'eOìcacia delle scatole n mitraglia era molto diminuita colla i11troduzioue delle :1rwi rigate P. che per couscguenr.a sarebbe stnto conve-
-
1228 -
1-'ROPOS'l'fi; PER J,' ,\ D0ZI0Kfil DELLO SI:lRAPrsEJL DA C'l1'1t.
12
B. R.
niente nella massima parte dei casi cli sostituire a<l esse il tiro degli shrapnel; •.!") che infine non si trattava di avvortare migliorie e modificazioni al proietto sperimentato, ma semplicemente di accettare quello proposto, il quale sebbene non rispondesse cowpletmncntc a tutte le esigenze, metteva tnLtavia la bocca da fuoco in condi?.ioni · migliori ;
propose l'adozione dello shrapnel da cm. J.2 B.R. e circa. la. o:iroporzi,one in cui essi a.vrebbero dovuto entrare nel muniziouamcinto delle battede limitò le sue proposte. col ripartire i 9G colpi per ogni pez7.o in 12 shrapnel, 4 scatole a mitraglia ed SO granate ordinari·e, soggiungendo· e proponendo poi che qni:t.1.01·a. il Ministero intendesse di adottare a,n che per il cannone da cm. 9 B.R il relativ<) shrapnel, il munizionamento, per rispetto al numero delle granate, non dovesse cambiare e si dovessero soltanto sostituire 24 shra'Pnel t1icl altrettante scat ole a mi.traglia riducendo così. a, 12 il quantitativo di 36 che entravano nel munizionamento stesso. Il Ministero mcmtre a,ppr.f>v,tva le proposte rifiettenti lo shrapnel da cm. 12 ·consentiva cli far eseguire nuove esp-erienze per lo shrapnel da cm. 9 riserva,n dosi poi di decidere in merito in segui.to ai risultati sperimentali. Espletate tali esperienze la SJiJZWNE si rtunt il 20 :febbraio 1875 (Deliberazione n. 48) ed esaminato un Verbale della CoMl\US8IoNm per le ar1Jglierie da campagna riflettente gli ottenuti risultati SJPerimentali, propose : cli elevare f:L 16 il numero degli shra!Pnel nel munizionamento del cannone da cm. 12 ; cli adottate Lo shrapnel da cm . 9 B.R., e che, a modificazione deJle .precedenti proposte, i 200 colpi di cui ·e ra fornito ciascun p P.7,zo da cm. 9 dovessero es~ere riparti.ti in 160 granate, 32 shrapnel ed S scatole a mit raglia . Tali riropostc della Sr,;zroNE cirea il munizionamento delle batterie campali in riguardo agli shrapnel da cm. 12 e da cm. 9 furono approvate dal Ministero, e' pertanto conseguiva la necessità di dover provveder e questi proietti per i cannoni da cm. 12 facenti parte dei Parchi d'assedio e dell'armamento delle Pi.azze, nonèhè per i cannoni da cm. 9 che trovavansi nelle varie Fort,~ze e specialmente nei 1!'oi:ti di montagna o che potevano in seguito esservi destinati. A. questo proposito il 2<> U FFICIO pl'opose che per i cannoni da. ·c:m, 9 13.R., da cm. 1·2 B.R. e da cm. 12 G.R. destinati all'armamento delle Opere cli 1:ortifiemiione, fermo restiu1clo il numero delle scatole a mitraglia fissa'to cla
-
i229 -
CRONIS'l'ORIA DEL SUPREMO CO~ S8SSO
o' ARTIGLIERIA
•
1874-1915
precedenti cllsposizioni, venisse ridotto di 1/5 il pl'estabilito nu mero delle gt'anate oblunghe sostituendovi un egual numero di shrapnel; ed in quanto al cannoue da cm. 12 B.R. facente pitr te clei P archi d'assedio, rcstanclo anclle inalterato il piccolissimo numero delle scatole a mitraglia (2~ in un mlnuzion:imento totale di 925 colpi) si riducesse il prestabilito numero delle granate (900) ln motlo che 1(10 di queste granate fosse rimpiazzato con altrettanti shrapnel da cm. 12.
La S ri;zIONJJJ nella sedu ta. del 19 a,gosto 1875 (Deliberazione n . 101) concordando completamente nei criterii espressi dal 2° U F I<'ICJO ne approYava le rela tive proposte. La St:z1oxE nella seduta del 1° febbraio 18i6 (Deliberazione n . 142) esami nò un progetto di shrapnel ùa cm. 8,7 presentato dalla Co)rn.1ssIONE e. udito il parere dell'U~-~·rcio .sT1lAOH0D1AJ1IO, ne propose la fabbricazione di un cer to quantitativo per gli esperimeuti dd caso, e nell'espletamento di tali esperienze la Co~rM1ss10Ni,; avendone modificato in clue diverse guise il trac clato otteuenclo con entrambe le modifiche migliori effetti d i f unzionamento, il Direttore del 4° U..r1c10 opinò che le due modificazioni separatament,, apportate si . dovessero conglobnre per ottenere risultati plù sodclisfacent l. Tale questione toruò quindi all'esome della St:z10Nt: che nella seduta clel 14 ottobre 187G (Deliberazione n. 211) pro11ose al .8Iiuistero : di respingere la pro11osta, presentnla d alla Coll!Mtssto.'1E per l'aclozioue dello sllrapnel da cm. tJ a caric·ri centni le ; di completar e le esperienze per assocl:u·e l'entità della maggior precisione cli tiro dello shr apnel consider ato come proietto pìeno, munendolo di un'ogiva più snf!lla e trns portando il centro cli gravltit verso il !.>occhi no; cli dover pone min10 allo studio cli un nuoYo shrapnel che avesse soddisfatto alle seguenti condizioni di massima: a,) essere del genere di quelli eletti a (liaf ra wma, cioè colla camer a dl scoppio situaln posteriormente; b) avere un peso di kg. 6.800 ; .o) contenere n . JOO pallette di mm. 4; <O contenere una camel'a di scoppio non inferiore alla capacità di 50 grammi; e) avere altri particolari <li costruzione tendenti ad ottenere elle per lo scoppio della car ica posteriore avYenisse l'immediato e facile distacco rlell'ogiva insieme al tu bo centrale, 1,m· lasc;inndo alle varie parti una ro· bus tezzn sufficiente per resi.slere all 'urto <li par tenza clel proietto dal cannone; f ) avere la posizione degli anelli di guida. disposti coi;ì che la capacltlt clella camer a risultasse la stessa. che si aveva nel tiro n granata.
Sempr e in riguardo al munizionamento per le artiglierie da campagna la SID7.TONE si riunì il 3 ma.ggio 1876 (Deliberazione !Il. 180) per esaminare un parere dell'UFFICIO STRAORDI· -
1230 -
SHHAP,NEP DA
7
ill DA
9 ·
SCA'L'OLID A 11:fl'l'RAGLIA
l:\AIUO concernente la proposta, di aumentare la proporzione degli shrapnel nel munizionamento del cannone da cm. 7 B.R. (Ret.), ed associandosi alle eonsiderazioni clell'UFFICIO i:;tesso deliberò di pro[)orre al Mini.stero un tale aumento in modo che i mo colpi trai:;portati da ogni pezzo risultassero così ripartiti : 84 granate; 70 shràpnel; 6 sea,tole a mitraglia.
P er l'esnme dei risulta.ti ottenuti dalle esperienze con unò shrapnel da cm. 9 (Ret.) a carica posteriore, e per lo studio comparativo di due shrapnel da cm. 7 con corone cli rame, l'uno a carica centrale e l'altro a carica posteriore, la SEZIONE si riunì il J.3 marzo 1879 (Deliberazione n. 277) proponendo pel nuovo munizionamento delle batterie da 7 da campagna lo shrapnel a carica centrale. Successivamente nella seduta del 30 marzo 1879 ( Delil)erazione n. 280) la SEZIONE vrese in esame gli esperimenti eseguiti dalla CoMMISSlONE con· gli shrapnel da cm. n (Ret.) proponendo che, pe,· nllora, non venisse fatta alcuna modificazione nel munizionamento clegli shrapnel per le batterie ùa ero. 9 (Ret.), e cl.te venisse sperimentato lo shrapnel da cm. 9 (Ret.) a diaframma nllo scopo di riconoscerne lit couvenienza sotto il punto di vista del pratico iwpiego.
In riguardo a lle scatole a mitraglia, nella seduta del 27 gennaio 1877 (Deliberazione 11. 2:!2) la Si::zIONE 11rese in esame quella per il cannone cla ero. 9 A.R.C. (Het.), e sulla scorta dei risultati ottenuti dalle esperienze esegnite su quattro tipi diversi, <lelibe;·ò di proporrn al Ministero l'adozione dl una scatoln, a mitraglia indicata col n. 4 d:;illa CO:l.!i\CISSIONE, portando però il suo peso a 7 kg. mediante l'aggilmt:.\ di uno strato di altre 19 pallottole. Le ·caratteristiche di queste scMole a mitraglia. consisteva110 nell'avere le pallottole più piccole e gli anelli di zinco interrotti in corrispondenza della generatrice di unione del boss olo aflìnchè nel tiro ne venisse facilitato lo sfasciamento. Nella stessa seòuta la SE7-IOKB si pronunciò sfavorevolmente alla proposta della CoMMISSIO)<E tendente a sopprimere il tiro a mitraglia. nelle esercitazioni. delle Scuole cli tiro ai Poligoni, mentr e su parere del 4° UF· FICIO, propose di fa,re esperienze anche con scatole a mitraglia. da cm. 7, caricate però con pallottole cli piombo ed antimo11io del peso dì grammi 23;3 e identiche a quelle usate nelle scatole a mitraglia da cm. 9 (Ret.) e negli shrapnel cla cm. 12, e ciò sia per ottenere unn semplificazione clei materiali e sitt per accrescere gli effetti della scatola a mitraglia dei piccoli calibri.
-
1231 -
C'ROXIS1'0RL\ DEL SUl'RK~IO COXSESSO O' ARTICLIEHIA
·
1874:-1915
RelatirnmenLe al cambio del munizionamento per le artiglierie da montagna, a seguito di t1ilcuni. quesiti proposti dal Ministero e del parel'e del 3° UFI•'ICIO, la SEZIOi\F. si riunì il 21 gennaio 1882 (Deliberazione n. 359) ed approvò di eatende1·e al cannone cla cm. 7 (Ret.) da montagna l'uso ·delle nuove munizioni cfa ca,mpagnu, variante che non ,liPIPOl'tava alcuna differenza nella dotazjone dei proietti assegnati alle batterie da monla,gna e provocava soltanto un amnento cli peso di poco superiore ai 2 kg. in ogni cofanu. La SEZIONE propose inoltre di a urncn tare la pr-oporzione numerica degli shrapnel h1 confronto delle granate senza attendere l'adozione di una, spoletta u, dotppio effelLo e conservando la vigente pl'opoezione delle Rcatole a, mitraglia. In tal modo per le batteri.e t1i manovra, si sarebbe a vnto un munizio namento del 58,2 % di. slnapuel e cli. 38,8 % di g·ranatc, per arrivare poi, quando ~arebbe slata i.n u~o la spoletta a doppio effetto, al 67,!) % di granate e 29,1 % di shrapnel. Intanto nelle .Scnole cli tfro del 1884 essendosi eseguite le esperienze con gli shrapnel a diaframma per le artiglieri e da ca1niPagna e da montagna, il ·Ministero con dispaccio del 17 gcm1aio 1885 ordjnava che Ja, SE7.TO.Nlj ne esami.nasse i risultati. ed essa nella sednta del 2S marzo 1 sj (Deliberazione n. 448) decideva favorevolrnent,e all'aclozi.011<~ di massima dello shrap11el a diaframma riservandosi il giudizio definitiYo per la, sua introduzione in servizio a quando fossero ultimati gli studi in corso sugli shrapnel a diaframma, con bossolo d'acciaio e fossero rimossi gli inconveniellti che presentavano quelli di ghisa già sperimentati : a tale epoca si rima,ndava anche il giudizio circa la proporzione dR adottal'e per introdurre gli shrapnel a diaframma nel munizionamento delle batterie da campagna da, 7 e da 9, ed in quello delle batterie da, montagna. La SEZIONE proponeva poi di !J)roseguire le esperienze in corso sugli shra,pnel con bossolo d 'acciaio e sulle spolette a doppio effetto, ed esaminare se 010n conveni.va eseguire appositi esperimenti per vedere se con lo shrapnel a diaframma era opportuno di introdurre anche l'ill1Jl)iego dell e cariche ridotte per battere bersagli coperti.
,_ 1232 -
8HRAPNEL DI GHISA ID D'ACCIAIO
A segui to di queste Delibel'azio11i il ~:Hnistero, a proposito degli shrap. nel, con dispaccio del 4 dicembre lSSJ fece osservare : che nelle anzidette esperienze lo shrapnel di ghisa, a diaframma a ca1·ica posteriore di scoppio, si era dimostrato decisawente superiore allo shrapnel regolamentai·e a carica centra.le ; che anzi contro truppe lo shrapnel a carica posteriore era risultato anche alquanto più eflica.ce della granata, allora regolamentare nel tiro a percussione; e che infìne i pochi inconvenienti rilevati per tale shrapnel a carica posteriore, e cioè poca resistenza delle sue pareti, diflìcoltù di caricamento, poca clisgregazionc delle pallottole, erano difetti ben lievi di fronte ai vantaggi di tale proietto. Il Ministero riconosceva poi che cogli shrapnel d'acciaio si sarebbero ottenuti vantaggi ancora maggiori, ma poichè non era ancora provato che si potesse intniprend!::re con buon risultato la loro fabbricazione su vasta scala nei nostri Stabilimenti, e poichè essenzialmente il costo di produzione di trlli proietti avrebbe richiesto una spesa pil1 che doppia, ptu-eva opportuno di limitarsi per allora a prendere in consiòerazione lo shrapnel a diaframma cli ghisa. In conseguenza il Ministero chiedeva che la SEZIO::<E avesse giudicato se dovevasi adottare senz'altro gli shra pnel a diaframma di gh"isa per i due calibri da 7 e da O, colla spoletta a doppio effetto spe. rimentata, ed in caso affermativo quale rap11orto si doveva adottare fra il numero degli shrapnel e quello delle granate, sia per le batterie da montagna che per quelle da campagna . La Sl!:ZIONE riunitasi il 2 ruaggio 1886 (Delibetazione n. 490), in riguardo ai predetti shr apnel conchiuse : di sospenderne per allora l'adozione fino a quando non si :t'osse potuto constatare' la loro assoluta r esistenza allo sfasciamento dell'anima del pezzo per l'impulso della carica cli sparo; d~ riprendere e di proseguire con alacrità gli studi e le esperienze . sugli shrapnel da 7 e da 9 a bossolo d'acciaio, procurando cli realizzare un tipo di costruzione più semplice E.'Cl economico di quello fino allora sperimentato e che, nel tempo stesso, fosse stato atto a surrogare utilmente anche la granata nel t iro a percussione e nel tiro di demolizione ; di rimandare alla conclusione dei s uclcktti esperimenti la risoluzione della questione r elativa alla proporzione del munizionamento cla eamvagna, ri tenendo per nm:ma il desiderio generale di ridurre il munizionamento ad un tipo unico di proietto. La SF.ZIONB aggiungeva poi che si dovessero eseguire esperienze per riconoscere se occorreva realmente di incurvare la traiettoria degli shrapnel da campagna per battere bersagli coperti, ed in tal caso esamin:ire il mezzo praticamente preferibile e cfoè se impiegare cariche r idotte oppure adottar<! shrapnel di peso superiore a. quelli i n servizio da 7 e da 9. Con successiva Deliberaz.ione n. 504 del 14 novembre 1886 la SEZIONE trattando dello shrapnel a diaframma da cm. 7 e da cm. 9 da campagna, rilevando come fosse della massima urgenza prendere una decisione intorno al munizionamento delle batterie da campagna esprimeva il parere di ~·imandare ogni decisione sulla loro adozione soltanto quando fossero terminate le prove preliminari in corso coi proietti ad involucro d'acciaio.
1233 - -
CRONISTORIA DEL · SUPREMO CONSESSO D' ARTIGLIER[A
18'74-1915
Il Ministero allo scopo di non lasciare per un tempo in<le~erminato le batterie da. campagna con un munizioi:n amento cli troppo inferiore a quello in uso presso le altre P,otenze, con dispaccio del 29 aprile J 887 interpellò il CoMrrA'fO sull'o1pportunità di aclottare senz'altro lo shrapnel a diaframma di ghisa, e la SEZIONg, riunitasi il 9 maggio 1887 (Deliberazione n. 523), decise favorevolmente all' adozione Bd introduzione in servizio dello shrapnel in questione ·d a cm. 7 e da cm. 9, in sostituzione degli shrapnel in servizi-O a carica centrale, e nelle attuali proporzioni, racoomandando però che venissero proseguiti con alacrità gli studi intesi a determinare gli shra,pnel d'acciaio da campa,g na, di efficacia notevolmente maggiore di quella degli shrapnel cli ghisa che allora si adottavano . Per alcune artiglierie da attrrcco e difesa il ì\finistero con dispaccio del 25 agosto 1881 (Deliber:izione n. 352), a.veva trasmesso al Coiu1>,1To una proposta della Co:t.fMISSIONE inoltrata dal Dir ettore clel 4° Unrc10, tendente all'adozione di una scatola a mitraglia da cm. 12 (Ret.) e di un'altra da cm. 1:3 (Ret.), proposta corredata dai risultati ottenuti 11!:Ùle esperienze di tiro nonchè dalle tavole di costruzione delle due scatole a mitraglia. Dopo Io studio preliminare compiuto dal 3° UFFICIO, nella seduta clel 1° settembre 1881 (Deliberazione n. H52) la SEZIONE espresse parere favorevole alla adozione della scatola a mitraglia da cm. 12 (Ret.) formata con lamiera di zinco della grossezza cli mm . 2,5. Il Direttore del 2° UFncro fin dal 1876 aveva proposto di fa r costruire e sperimentare un modello cli shrapnel per cannone da cm. 16 G.R., e la s~;zroNE avenclo esaminato una tale proposta il 27 gennaio 1877 (Deliberazione n. 224), cosi conchit~se : che ancora per un tempo non breve il cannone da cm. lG G.R. si sarebbe dovuto considerare come la bocca da fuoco di maggiore potenza impiegatn · nella difesa delle . Pia?lze interne, sia perchè il nu~ero cli tali cannoni attualmente in servizio era ingente e sia perchè i nuovi cannoni a retrocarica di calibro affine non si sarebbero avuti che fra qualche tempo, e sia poi ancora perchè di questi ultimi si dovevano dotare innanzi tutto 1 P~rchi d'assedio; che il munizionamento di cui erano provvisti i cannoni da cm. Hl G.R. era oltremodo esiguo ed insufficiente all'impiego che in via normale dovevasi fare di tale bocca da fuoco·, e che quindi dovendolo aumentare, conveniva farlo assegnando loro in congrua proporzione i proietti più eflicacì nella. difesa e nell'offesa contro truppe; elle l'esattezza di tiro cli tale bocca da fuoco era tale tla lasciar sperare soddisfacenti risultati dal nuovo genere cli proietto di cui la si voleva dotare. T·utto ciò premesso la SEZIOKJ·; fece sna la proposta del 2° UFFJClo
-
1234 -
SllllAP!\EiL DA
16
E PER Ll!l ARTIGLllilRIUJ DA COS'l 'A
aderendo quindi allo , studio ed alla costruzione dello sl!rapnel in questiom: da far si con cu.r3ttere di sollecitudine.
Eseguite le esiperienz.e ·cli tiro col predetto p1·,oietto la SE· ZIONE sì riuni Pll f.ehbraio 1879 (Deliberazione 0.1. 271) per esaminare un Verbale della COMMISS10Nlll competente relativamente ai risultati ottenuti, e concordando pienamente colle considerazioni espresse dal Di.rettore clcl 3° UFFTCIO che aveva condotto lo studio preliminare in p1·oposito, ùeliberò favorevolmente all'adozione dello shrapnel da cm. 16, prescrivendo che nella relativa fabbricazione le alette venissero fuse col proietto. Anche pel' il ca1mone da cm. 45, ad onta che la Co~Doss10NE per le artiglierie da attacco e difesa si fosse dichiarata contraria, Il Ministero con dispaccio del 31 luglio 1880 invitò la SEZJOXE n pronunciarsi sulla convenienza di s tudiare e di 11dottore in seguito un tale shrapnel, considerandù che siffatto proietto poteva riuscire cli qualche utilitit contro navi imbo;:r,zate. Per l'assenza di uno dei membri della SEzroxi:, il Oo~tt'l'ATO a SEZIONI riunite nella seduta ciel 13 agosto 1880 (Deliberazione n. 4-10) decise di proporre al Ministero di stnb\lire per Il cannone cln cm. 45 un solo proietto e cioè la palla perforante ritenendo non conveniente cli stuellare ed a<.lottnre per esso un qualslusi t ipo di shrnvnel. Per le altre a1·tiglierie da costa venne deferito al Direttore del 4° Ub'· Frcro l'incarico cli concretal'e i rela ti Yl sbrapuel, e questi in cl3ta ll settembre 1886 pl'esentò una serie di pl'oposte che fu rono esominate clalla SE:ZIONE nelle sedute clel 1° e 14 settembre dello stesso 1,rnno (Deliberazione u. 505) decidendo per allora di fa r costruire d ue tipi cli s llrapnel da cm. 32 concretati dal -1° UPFICIO e rnppt·esentati dai relalivi disegni annessi nlle relazioni, e di farli sperimenta r! a Ciriè ccl alla Spe1.ia.
Per esaurire le questioni sul munizionamento delle artigliel'ie occone accenna re allo principali deliberazioni riguardan ti le granate e le palle. La SEZIONE si riunì ll 27 gennaio 1875 (Deliberazione n. 44) per esaminare i risultati delle prime esperiem:e eseguite colla granata da. cm. 7 proposta dal · wagg. Zanolini. In merito a tali prove la Dire:i;ione delle :Rsperienzo itl Cnrupo cli Clriè, visto che tall granate nel loro scoppio non avevano prodotto un numero cli schegge maggiore di ()nello forn ito dalle granate regolamentari, per economia a,·e,·a J>roposto di prescindere dalle successi,e esperienze, mentre il · 3° UFFICIO era d'a,viso che si doYessero p1·oscguire trnhisci3nclo però la secqucla parte del programma sperimentale avente 11et· oggetto cli verificare 81
-
1235 -
C((ONISTOHIA UEL SUf'UEhlO CONSESSO O'AUTIGLlERIA
-
1$7,1:-1915
l'esnttezza del tiro delle granate Zanolinl in confronto di quelle in uso, rua eseguendo vice,·ersa la terza parte del programmn stesso clestinata ::. paragonare gli effetti con un tiro a proietto scoppiante contro tre filé rli bersagli: la Si::z10NE si associò alle proposte éler 3° UFFICIO. Corupiute le predeterminate nuo,e prove, la questione delle granate Zanollnl insieme ad una proposta del cap. Carlo Pozzi per s1~eriment:lrc una nuova granata da cm. 7, ritornò all'esame della SEZIO.NE nella seduta del 27 giugno 1875 (Delibe1·azione n. 86), dopo sentito 11 pare1·e clel 3° Ub'· Flero, e poicili! le esJ)erienze con le granale Zanolini non a,evano dato alcun buon risult:.1to, mentre avc\'nno anc:l!e fornito snflicienti criterii per constature la poca eflicnciu degli effetti · pro(lotti <ht llo scoppio delle granate regolumeutari, la Sl'.:ZTOJ\'t: propo:<c: cli aumentare la proporzione degli shrapnel nel munizionnmento del cannone da ero 7 Il.R. (Ret.) appena che clai risultati <lelle Scuole di tiro fosse risultato che le battetìe avesSt!l'O acquislata suflicientc pratica nell'impiego di questo Pl'Oictto; ùi sospendere la fabbricazioue delle grunate regolamentari da Clll. 7 che si stavano allestendo JJCr le 20 batterie di riserrn; di comruettere alla Fonderia di Geuorn l'nllestimcnto di 200 gran::ite cla cm. 'i a pateti tloppie e del peso di kg. 4,500 conforme al disegno anuesso al Verbale col quale lit Co:-.1M1ss10NE avevn comunicato il risultato delle esperienze predette; di far sperimentare tali g1·anate dalla COMlHSSIONE nel modo che avesse creduto meglio di provone, impiegnnclo la polvere che sarebbe stata .a dottata rier il cannone cla cm. 8,7 d'acciaio. 11 programma di queste esper,ienze, che }We,-a per scopo di paragomu:e le granate regol::unentari del peso di kg. 3,720 con quelle a par eti doppie di kg. 4,500, fu clal J\finistero inviato al COMl'l'ATO l'll. agosto 187G ed esami1rn.to dalla SF.z!Oè\r~ il 19 (Deliberuzione n. 102) che lo troYò perfettamente risJJonclente e per ciò accettabile. A proposito di granate da camp:lgna a doppie poretì il ì\Iinistero In datn 14 ottobre 1875 1·icbiese al CoMtl'Nl'O 11 parere circa la proposta di tmn. g ranata di tale ti(JO, e la SF.zroxE nella seduta del 18 novembre 1875 (Deliberazione n. 117) la respinse clichiar:mdoYisi nettamente contraria.
Una volta però .eseguite le esperienze comparative colle granate r eg-o lamentari e con quelle a clop1Pie pareti da cm. 7, ln SF.:ZIOKE si riunì il 16 febbrai-O 1876 {Deliberazione n. 153) per eBaminarc il Verbale redatto dalla COMMISSIONE in merito a tali esperienz.e, non che alcuinc proposte dell'U1nncro STR A· ORDIKARIO sulle stesse granate a pareti doppie da cm_ 7 e da ('Jll. 8,7. SuUa scorta dei favorevoli risultati sperimentali la SEZIONE ammise la convenienza di sostituire con granate a doppie pareti da cm. 7 quelle regolamentari formanti il munizionamento del cannone òa campagna. All'intento poi di determinare un modello ipiù vantaggioso della granata a dop-
1~86 -
LE GRA);ATE A PARID'l'I DOPPIE E AD AKELLI
pia, parete da adottarsi, propose che venisse concessa alla OOi\fi\Hssmxm la facoltà di sperimentare altre 200 granate da cm. 7 a doppie pareti (sistema Krupp) modificate secondo un disegno unito al Verbale deJla suddetta OOMMISSIONm, a.lla quale si doveva, poi dare incarico di studiare i tracciati di una granata, ad anelli sistema, Uchatius del calibro di cm. 7 e di un'altra del calibro di cm. 8,7. Infine la SEZIOi\'E propose la. costruzione di 200 granate dei tre tipi Jpredetti e cioè : da cm. 7 a doppie pareti sistema Krupp modificato; da cm. 7 ad anelli sistema Uchatius; e da cm. 8;7 ad anelli sistema Uchatius; dettando le norme delle relative esperienze. La SEZlO).'E si riunì il 2 aprile 1876 (Deliberazione n. 169) per esaminare una granata cla cm. 8,7 a pareti dopt)ie e ad anelli proposta dai capitani d 'axtiglieria 13ernabò-Brea Luigi e De Sauboin Egidio, ed associandosi al parere del 3° UFFrcro proposte al Ministero di far costruire dalla ]'onderia di Genova n. 100 granate di tale tipo e di invitare la COMMISSIONE ad eseguire le relative esperienze sia sotto il punto <li vista del tiro che dello scoppio, e nel caso di favorevole riuscita. di far allestire altri proiett.i di eguale tipo per prove cli tiro contro bersagli in legno ed in muratura, co · municando poi agli i(leatori i rilievi che sarebbero stati fatti dalla Co::i1Mrssro:>iE sperimentatrice in mode che sulla scorta di tali osservazioni cercassero di avvicina1·si alle conclizioni ·di peso e di tracciato del proietto Krupp che nelle prove fatte a. Dtilmen aveva dato soddisfacenti risultati.
I ntanto il Comandante territoriale d'artiglieria di To rino avendo presentato la relazione delle esperienze di tiro contro murature, eseguite a Trana colle granate da cm. 8,7 e da cm. 7 con un Verbale della 001\:IMISSIONE, il Ministero in data 20 maggio 1876 rimetteva ogni cosa al 00i.\1ITATO ricMeclendo l'esame dell'UFFICIO e della SEZIONE competenti e quindi. il parere in merito alla 101:0 adozione. · Dopo lo studio preliminare del 4° UFB'ICIO, la SEZIONE Ri riunì il 10 giugno 1876 (Deliberàzione n. 192) e pro(Pose l'ado zione della granata da cm. 8,7 incaricando la COMMISSIONE sperimentatrice di presentare anche .proposte definitive circa l'adozione della granata ad anelli da cm. 7 e le modifìca,zioni da introdursi nel ca11mone di quef:;to calibro e nel suo munir.ionamento in conseguenza della de-cfsione presa colla Deliberazione n. 191 per l'a,dozione della nuova polvere da cannone da mm . 7 ad 11. -
1237 -
CRO:'.'<ISTORIA DEL SUPRIDMO CONSIDSSO
o' ARTIGLIIDRIA
-
1874-1915
Mentre si andavano espletando gli studi per le granate a pareti doppie e ad anelli la SEZIONE fu anche incaricata di esprimere il suo giudizio in riguardo ad un proietto ideato dal prof. Carlo Resio, insegnante di fisica industriale nel R . Istituto Tecnico di Genova e di analisi infinitesimale nella R. Scuola Superiore Navale, ed in merito alle interessanti esperienze _che allora si andavano fa<;endo in Inghilterra per cura del prof. Abel sullo scoppio delle granate pie1~e d'acqua.
Fig. 6i)2 - Prof. Carlo Resio.
Il prof. Resio preclaro insegnante di fisica e di elettrotecnica prim:i alla R. Scuola Navale cli Genova e poi nella R. Accademia Navale di Livorno, si era proposto di ottenere gittate più grandi ed effetti di penetrazione assai superiori a quelli chti si avevano coi proietti in uso, mediante un proietto for mato da un involucro esterno e da un proietto ·centrale convenientemente disposti in modo che, in un determinato punto della traiettoria le due parti separ andosi per l'esplosione cli una certa quantità di polvere racchiusa nell'involucro esterno, la velocità ,clel proietto centrale venisse aumentata in ruaniera da eguagliare ed anche superare la velocità iniziale. 'l'ale concetto 110n era origiualmente nuovo e la SEZIONE nella seduta del 20 giugno 1876 (Deliberazione n . 199) su conforme parere del 4° UFFICIO che aveva posto in rilievo le diflìcolUt che esso presentava per la soluzione definitiva e pratica cli un tale problemn , conchiuse che allo
-
1238
PROIE'lv.rr RESIO 1':0 ABEL - GRA1'..\'l'8 AD A::-l@LLI
stato delle cose la propost~t òel prof. Rcsio, Pc'r quanto interessantissima, non poteva pren~ersi in considerazione. Circa poi le ~;spt~rienze del prof. Abel con le granate piene d'acqua che, mediante un adeguato dosamento di fulmicotone onde era composta la loro carica òi scoppio si dovevano spezzare in scllegge cli grnnde vulnerabilità, affenn:rnclo così la notevole efficacia di un ri trovato contro il quale fino allora si obbiettava la piccolezza delle schegge stesse e quindi la deficienza dei loro effetti, la SEZIONE nella St!.!sSa seduta del 10 gi ugno 1876 (Delibera¼ione n. 200) decise che per allora non fosse il caso di intraprendere esperienze con tali proietti, e ciò per le segunti cons iderazioni : a) elle h~ granata Abel importava l'int roduzione in servizio del fulmicotone, sulla cui conservazione nei maga:1,zini e nei t raspor ti era allora lecito avere qualche dubbio; ù) che bisognava attendere risultati più chi(lri e convincenti dalle espet·ienze elle si andn.vano facendo in Inglliltenu; o) che i nfine l'adozione cli simile proietto sembra va pregiudicata ([al fatto che secondo le conclusioni clel ruagg. De Grand1·y, esposte nel « Bulletin de lu réu uion des ofilciers )), lo scoppio d t una granata ott<muto pe;: mez1.o del fulmicotone 11011 produceva quasi nè luce nè fumo taJ.1tochè riuscivano pressochè impossibili l'ossen ·a:1,ione e la conez"ione del Liro.
Dopo questa parentesi sui p1·oietti Rcsio ed Abel, seguendo gli studi relativi alle granate per le artiglierie da campagna e da montagma compiuti dal COMITATO è a rilevare che la SmzIONE il 14· ottobre 1S7G con la J)elibera,zione n. 211 già ricordata a [)roposito degli shrapnel da cm. 9, conchiudeva di far continuare la fa,bhrkazione delle granate ad anelli da cm. 9, anche quando fosse stato completato il mnnizioname111· to stabilito per tale cannone. Nella seduta, poi del 2 dicembre 1876 (Deliberazione numero ·215) la SEZIONE, interessandosi di questioni relative al cannone da montagna, propose al Mirnistero di voler adottare definitivamente e di mettere in servizio al più presto possibile le granate acl anelU in sostituzione di quelle regolamenta,r i per le batteri.e cla cm. 7 B.R. da campagna, e di far mettere a.Ilo studi.o una granata ad a,ncJli per il cannone da montagna della quale si sa,rebbe proposta l'adozi.on e ap,plicandovi utilmente le corone cli rame, come in quelle per cannone da 9 A. (Ret.), e che uiVrebbe dovuto possibilment,c sostituire la granata con incamicia tura. cli piorn bo allora in servizio. La SEZIONE aggiungm·a poi ehc eo,n nuovi esperimenti di -
123H -
cnONISTORlA DE L surrmi\fo COXSESSO
o' AH'l'IGLrnn1A
-
1874-1915
tiro su uno o due cannoni da campagna da 7 B.R. (Ret.) bisognava accertare se era possibile di sparal'e granate con corone di rame entro bocche da fuoco di lwonzo gettato in pret-ella non compresso, mentre si sarebbero potuti trarre utili ammaestramenti e comtatare la [)Ossibilità di adottare pel' il cannone da cm. 7 B.R . da campagm1, un siffatto proietto che procurava il vantaggio di una maggiore esattezza di tiro ed eliminava l'inconveniente dell'impiombamento delle righe. Tnlimto con autorizzazione clel :.'iiinistel'O, la COM~HSSIO:'>"F. nell'intt!nlo di surroga.re le granate in uso per il cannone cla cm. 7 B.R. (Ret.) sperimentuva compnratirnmcnte due tipi di granate, l'unn :i pareti ùoppie <.lei peso cli kg. 4,400 e l'ultrn ud anelli sistema Ucllatius: da queste esperienze risul tò vantaggioso l'uso della granata ad anelli sistema "Cchatlus, e pertanto nasceva il quesito se il cambio del munizionamento andasse effettuato senz'altro con granate acl incamiciatura di piombo, oppure se si potesse soprassedere a tale misura e proseguire gli studi fìnchè le dispo nibili tù fin anziarie a,esscro consentito di adottare u11 cannone da cm. 7 di bronzo compresso e quindi di rulgl!orare con esso li funzionnmento ed il tiro anche in mnggior misura di quanlo si sarebbe potuto ottenere sostituendo soltanto alla grunata ordinaria una grnuata ad anelli ad in,olucro di piombo.
La SmzIONffi riun itasi il 29 gennaio 1877 (Deliberazione n . 227) deliberava favorevollllcnte all1adozione di massima della granata ad anelli (Gchatins) del peso di kg. 4,300 circa, da lanciare con la, carica di circa 20 grammi cli polvere da mm. 7 ad 11 e quindi colla velocità iniziale di circa 410 metri, ma contemporaneamente propone,a pei-ò di sperimentarr la stessa granata munita di corone di rame in cl.ne cannoni nuovi di bronzo compresso, cli cui uno fuso in pretella, e l'altro in sabbia, e qualora le bocche da fuoco non avessero subito un eccessivo logoramento si cloves$e immediatamente a<lottare la granata 0011 corona cli ra111e per i cannoni da cam1pagna fo1 uso, ed a maggior ragione aclottal'C per i cannoni cli bronzo compresso allorchè essi poi a 101·0 ,·olta, sarebbero stati ndottati. La SF.ZIONE proPQnen1 poi che le predette esperienze andai::sero estese anche a cariche maggiori in modo da avere velocità inii:ialì di circa 43:; metri, e quindi si avesse modo di t·icnvare i dati necessari onde verificare se ìl bronzo corupresso tllventan1 :'l!';Sol utawcnte inclh;pcnsabile per ottenere
-
1240 -
GRANA'.l:E E PALL I!J P lm LE ARTIGLIERIE
o' A'I'TACCO
l~ DIFIDSA B DA COSTA
un cannone cli potenza ug11ale al cannone austriaco, e per giudicare il comportamento degli affusti con bocche da fuoco in bronzo compresso. Se i11vecé il risultii.to delle esperienze tivesse provato che il cannone da cm. i U.R. (Ret.) ln servizio non resisteva senza troppo logoramento al tiro della grauata ad anelli (Uchatius) con corone di r:1me e con velocità iniziale di 410 metri, allora la granata stessa si sarebbe dovu to muni re d'incamiciatura di piombo ed adottarla immediatamente per i nostri cannoni in 8ervizio da cm. 'i I3 .R. (Het.) da campagna. !'..ll ogni modo tale granata andava costil11ita in modo che all'uopo si fosse 1 potuto sostituire in essa la incamiciatura di piombo colle eoroue cli rame al fine cli utilizza-,·e il nnmizionamento per · un f uturo cannone da cm. i di bronzo compresso. Relativamente ad alcune questioni riguardanti le granate e le palle per il munizionamento delle ar tiglierie da attacco e difesa e cla costa è a rilevare che la SEZIONt: nella seduta del 23 luglio 1879 (Deliberazione n. 293), in esecuzione al dispaccio del Ministero del 15 luglio, esaminò il parere del 3° UFFFIOIO del Co:.1m1:ro in merito al tracciato di una granata da cm. 32, ancora da· sperimentare, tra.cciato proposto dalla F·oncleria cli Genova in base ai dati forniti dal 4° UFFICIO, e ritenendo che soltanto l'esperienza poteva fornire gli ei(•menti essenziali per giudicare sulla bontà. del tracciato stesso,. conchiuse proponeuclo cli autorizzare la costruzione di un certo numero di tali grnuate da sperimentare secondo le norme dettate nella predetta Deliberazione. Sempre per il cannone da cm. 32 il Ministero con dispaccio del 29 agosto 1880 restituendo al Presiòente del CoMI'fA'l'O il progetto per la costruzione della palla oblunga e richiamaudone l'attenzione sni documenti precedentemente comunicati al CoMITA'ro sugli studi e sugli esperimenti già fatti in proposito dal 4° U,·erc10 le invitò ad interpellare la SEllIONE sulla convenienza di adottare clefinitivamel;).te il tracciato di tale proietto : il Co11n1·N1-0 a SEZIOi'<"l riuni te nella seduta. del 31 agosto 1880 (Deliberazione n . 456) espresse parere favorevole ed approvò un tale tracciato. Successivamente il Ministero con àis1rnccio del 9 settembr e 1880 invitò il Presidente del CoMrrATO a voler provocare il parere della SEZIONE : sulla convenienza che nelle palle da cm. 45. (Ret.) ed in quelle da cm. 24 (Ret.), da allestirsi !n avvenire, il tracciato clel bocchino fosse eguale a quello della palla da cm. 32 (Ret), al quale potesse quindi adattarsi la spoletta della R. Marina ; e sul tracciato ' del sacchetto di lana per ca.rica interna delle _palle da cm. 24 (Ret.), del quale trasmetteva il disegno ed il progetto costruttivo compilati dal 4° UFl'ICIO. Per _l'assenza cli due membri della SEZIONE, U Co:11nr,v1-0. a SEzro::s-1 riunite nella sedu ta del 18 settembre 1880 (Deliberazione n. 472) conchiuse : che per le palle perfor anti da cm. 40 (Ret.) e da cm. 24 (Ret.), di nuova costruzione, il tracciato del boccbino doveva essere eguale a quello adottato pel tracciato delle palle da cm. 32 (Ret.) ; che conseguentemente · l'uso del tappo a vite di ferro con relativa rosetta di rame, già approvato per le
-
1241
~
CHONIS'.l'ORlA Dl!:L SUPHEll\10 CONS l~S SO D' AH'.l'IGLJl,JRIA
•
18'74-1915
palle di quest'ultimo calibro, venisse esteso a11che alle palle da cm. 45 e da cm. 24 (Ret.); e elle fosse adottato il sa.cchetto di lana per carica interna delle palle da cm. 24 (Ret.) quale appariva nel disegno. Il Ministero poi con dispaccio del 3 ottobre 1880 informò il COMITATO circa gli studi fatti dalla COMMISSIONE per le ar tiglierie da attacco e difesa sopra una granata per il cannone da cm. 32 G.R .C. (Ret.) con ogi,a indurita, per la quale pertanto il prezzo troppo ele,,ato e di poco inferiore a 9-uello della palla perforante non sembrava valesse a giustiJìcare ~l piccolo maggiore effetto che con essa si poteva ottenère; il Ministero informò pure il CoMIT,vro circa gli studi fatti sopra una granata di gbisa ordinaria di minor coSt(l ma altresi di più lim~tato effetto, la quale non avrebbe per ciò potuto impiegar si che contro navi in legno e per battere ponti od Opere non corazzate.
Il COMI'l'ATO a SEZIOKI riunite nella seduta del 12 otto bre 1880 -(Deliberazione n. 483) eonchiuse favorevolmei:nte all'a,dozione sia. d-ella palla. perforante che della granata di ghisa, ordinaria, proponenclo che si dovesse prescrivere l'uso della granata ordinaria solamente alle grandi distanze per le quali la palla non avrebbe più dato effetti perforanti efficaci, e che iin oltre il munizionamento dei cannoni cla cm . . 32 G.R.O. (Het.) si cloYesse stabiliJ·e in 120 colpi ,per pezzo, dei quali 100 a palla e 20 a. granata ordinaria. Un'altra questione degna di essere rìlevata. e che passò all'esame della f"u quella riguanlante gli esperimenti cli tiro contro bersagli corazzati con palle verforanti cla cm. 24 (Ret..) ci cla cm. 15 (Ret.). Il ;"\Hnistero trasmettendo al C0Mrri1-ro i risultati spe1·irneutali ottenuti lo invitò ad esamì.nare le questioni relative all'adozione cli massima. della carica interna per le palle pedorantì, ed ove questa .fosse stata ammessa, di pronunziarsi sulla convenienza cli adottare una spoletta per tali proietti, mentre poi richiamava altresì l'attenzione sopra le dimensioni dei bocchini delle palle da cm. 24, già costruite in numero considerevole, e delle palle da cnl. 82 e 45, nel caso che, come sembrava èonvcniente, si fosse adottata la spoletta a percussione in uso presso la R . Marina. , Si,;zrONE
Dopo lo studio pr-elimina,re fatto clal Direttore del 3° UFr,'JCIO, la Smzro.NE riunitasi il 23 maggio 1879 (Deliberazione
287) decise cli proporre al Ministero : cli stabilire come normale l'im.pi.eg,o della carica interna di polvere da cannone nelle palle perforanti di qnalu.nque calibro; di adottare definitivamente la spoletta a percussione della R. Marina per le palle [>erfora,n ti cla cm. 24, 32 e 45 a,ncora da costruire; cli non ap11.
-
1242 -
PH0IE1'J'I rEJRFOHAN'.l'I
portare al cuna modificn, al bocchino delle pa,He perforauti da cm. 24 r(Ret.) gi.ì., costruite; di non ammettere l'indurimento deUe palle col processo a secco, e pertanto di contin uate nell'indurimento delle palle di qualunqne ,calil>1·0 col sistema, per via umida. A propos ito de!la fabbric,'lzi.one dei proietti perforauli il capitano Vincenzo De l\iarti110, addetto nel 1870 al Co:urrN!'O, essendo venu to a conoscenza c:he nelle ultime esperienie eseguite a i'\luggiano (Spezia) i proietti di ghisrt inclurila fabbricati nelle officine clella 1t. i\farin:1 si frantumo.vano all'atto dell'urto contro piastre cor azzate, presentò una sua proposta riguardante uno speciale metodo di fusione, mediante il quale la parte cilindrica deì proietti pcrfo1·a11t1 avrebbe acquìsito una tenucilà maggiore òi quella che si otteneva col metodo cli fabbricm:lone u,llora in uso. Tale metodo esseniialmente consisteva nello spingere una forte corrente d'ari:1 nella caillern del [)roietto all'atto Clelia sua fusione, correute d'ari:t che mantenuta per qualche ora modificava per un certo spe$SOrc la s truttura del met.lllo e aumentava così la tenacità della parte cilindrica del .J)roietto stesso. Presso la Fonderia di Genon1 ove Il De ìUurti110 :wern prestato servi;,,io, c;on questo metodo si erano ottenuti buoni risultati i n confronto del JJroietLi fusi con a.ltri sislemi e non sol1 unto nelle proYe (linamiche al rompitoio, ma ancbe In quelle di til'o. L:.t Si,;zrois1, riunilusi il 5 ,1ovembre 1879 (Delìben1;,,ione n. 802) su conform e parere del 2<> UFFICIO deliberò favore volmente sull'o11portunit:\ di spe1·imentare il metodo proposto dal De Martino e propose di far allestir e dalla lfouclerirt tli Genova alcuni cli questi proietti del cal ibro della bocca da fuoco cbe sarebbe stati'! clesigni'lta dalli'l R. Marlna per gli esperimenti. Sempre In tema dì proiett.i perforanti, dietro proposta del Direttor e della Fonderia cli Geno\·a, Il Ministero con cUspacclo del- 2G ottobre 1880 disponeva clie le norme cli collauclazione dùllé palle e dei proietti nerf or anll ,enissero prese in esame clall' UFFICIO e dalla SF:zrosE c:ompeteull in un rolle proposte a\·amrn.te dal predetto Direttore. Tio studio preliminare cli questo problenrn venne, per rngioni di competernm, affidato al 3° UFFICIO dopo cli che la SEZIONE nella seduta clel 2.3 dicembre 1880 (Deliberazione n. 327) indicava i 11uovi limiti cli tolleranza per i dif.etli esterni cli fomli tn nelle palle da cm. 24, e dettava le aggiunte e v:nianli <la apportare all'Is truzione snllu colla udazio11e dei J)l'Oietti oblunghi. Sempre in riguardo ai proietti perforanti delle artiglierie di grande potemm. il Ministero in clata. 25 ottobre JSS/l invitava la SEZIO'..'IE a pronunzia.rsi sull'acquisto cli tali proietti per cannoni da 40 (Ret.), n dichiarare se si doveva ricorrere alla çasa Kru pp, e quali dovevano essere le condi· zionl princlpnli cla. 1:lchledersl nel contratto. La SEzroxr: riunitasi il 3 novembre 188::: (Deliberar.ione n. ·402) J)l'Opose
-
1243 -
CRONIS1'0HIA DEL SUPRE)I0 COJKSESSO o'.IBTlGLIEHlA
-
1874:-1!)15
che si ricorresse alla Gusa Krupp per la pron-lsta di -100 proietti perforanti da cm. -10 e che nella 1;tipula1,ione del contratto si dovessero introdurre fra le altre le seguenti condizioni: ridurre al winimo la tolleranza in peso, cliwensione e posizione del centro di gravità; provvedere possibilmente il proietto di due fori tll maneggio all'altez;,;a del centro di gravità; indune la Cusa costru ttrice a fare alcune prove col cannone da cm. -10 nel suo Poligono contro pìastre metalliche di dln~rso spessore; introdurre nelle condizioni del contratto le 11rovc meccanicllc; esuminare se nella detenninazione del tracciato non con\·cniva variare l'altezza della camera per aumentarne ln grosse;,;;,;a.. delle pareti dell'ogiva. In riguardo poi alle cariche interne del proietti pcrfotanti il Ministero con dispaccio del 23 settembre 1883 formulò ulcuni quesiti comunicando una lette1·a del tcn. col. RalJtlis contenente alcune informa;,;ioni assunte all'estero sullo stato delle ,arie questioni riguarclnnti i proietti tlerforanti, Il loro impiego, la carica di scoppio e le spolette. La CoM1rrss10NE per le artiglierie da attacco e difesa, esaminati i quesiti min!steriall propose : che tutti i proietti sia da costa che cla assedio fossero provvisti di carica. interna e di spoletta, e che per quellì du costa la carica Ye1lisse racclliusa in un sacchetto di lana; che la spoletta fosse quelln in corso di prova per i proietti a bocchino posteriore e fosse munita di apparecchio di ritaniazionc; che Infine la spoletta dn. assedio fosse simile a quella da costa, ma più leggera e ad mdone ritnrdat.t.
Dopo che il Direttore del 2° UPFICIO ebbe studiate le varie questioni, nella stessa, seduta del 3 novembre 1883 (Deliberazione n . 402) la SEz10:,;E propose: che i proietti perforanti da. costa e da assedio cloYessel'o essere mnniti cli carica interna ; che per le palle da 24 e da 32 e [Per le grama te da 28 tale carica andava introdotta entro un sacchetto di lana, mentre per le palle da cm. 13 ed i proietti da cm. 40 bisognava ricercat'e e adottare un sistema di caricamento valevole a rimuovere ogni pericolo di scoppi.o sia nell'anima dei pezzi, sia prematuramente all'urto sul bersaglio; che ai proietti perfoi-anti da assedio si doveva -applicare un'awosita spoletta priYa di apparecchio di rita1·dazione, ed a quelli da costa si doveYa applicare pure un'apposita spoletta, allà quale non si doveva aggiungere l'apparecchio di ritardaziooe che nel caso in cui l' esperienza ne avesse comprovata la necessità; che il bocchino delle palle da 24 di -vecchia costruzione doveva essere pa.rincato a. q nello delle palle da cm . 32 e delle gra,n ate da cm. 28.
-
J.2±4 -
LI~ CARICHE INTViltNE DEI PROlET'l 'I
In tema ùi cariche interne dei proietti è du ricordare che il .:IIinistero nel maggio 1883 incaricaYa il -1° un,1c10 di stabilire norme ben determinate sul modo di caL·ictire le granate per bocche da fuoco a r etrocarica e sull'impiego del rocwfuoco da farsi in tale operazione, esprimenclo però il parere che in ruasslma l'uso del roccafuoco si l'lovesse limitare per tiri a ma re e I)er quelli areati di bombardamento e quindi soltanto per le bocclle da fuoco dei Parchi da assedio e delle batterie a mare, percbè non occorrendo negli altri casi di produrre effetti incendiari!, sembrava utile che, per avere mnggiori effetti di scopvio, la carica interna si dovesse riempire completamente di polvere. Da Co:,nnss10NE però si er a dichiarata contraria al caricamento delle granate con polYere e roccafuoco, nella convinzione che per produrre incendi i proietti carichi cli sola polvere non sar ebbero stati inferiori a quelli carichi con polvere e roccafuoco, giacchè i cilindretti del roccafuoco sl frantuma.vano nell'atto stesso dello sparo e perdevano cosi ogni effetto che da essi si poteva sperare ; esprlmeYa pertanto il parere che si potevano ottenere effetti migliori quando nel caricamento si fossero impiegati cilindretti incendiarli speciali, simili a quelli adottnti in Frn.ncia e clcscrlttl nell' « Aide-Memoire >> del 15 aprile 1881.
Dopo lo studio preliminare fatto dal 3° U Fl)'tCIO su Lale <111estione, nella seduta del 30 gennaio 1884 (Delibera,zione 11. 407), la SEZIOKE propose che, ~Lllo scopo di accertare <prnle era il miglior sistema di caricamento delle granate per bocche da fuoco a retrocarica onde ottenere effetti incendiarii, bi sognava fa,1'e esperienz..e fra granate cariche di : sola polve1·e - polvere e cilindretti di roccafuoco- polvere e cilindretti incendiarii secondo il si stema francese ed il sistema germanir o - ipolvere e cilindretti di roccafuoco rinforzati in modo che non si frantumassero nello scoppio della grrun ata; ehe bi sognava proscrivere l'uso del petrolio ; e che quando si fo se constatat o utile l 'uso del rocca.fuoco a cilindr etti per le grarnate incendiarie, bisognava, limitai:ne l'impiego : nei tiri contro le Jla,vi, nei t iri di bombardamento fatti da.ne batterie da assedio, nei t iri coi cannoni da 12 (R.et .) delle sezioni o batterie che potevano essere a~segnate ai Corpi d'armata, nei tiri che eventualm ente avrebbero potu t o farsi da. una piazza per distrnggere grossi agglomeramenti di ma,teriali o di fabbricati che si t rovassero nella zona di t iro. Riprendendo l'argomento dei proietti perforn nti è a r i.cordare che il Ministero sullo scorcio ùel 1882, ncll'lutenclimento cli clot:irc i cannonl da -
1245 -
CHONIJ:;'.l.'OHLA
01•,L
J:;1)1-'l!l~MO
C0NS 1':S80
1
0 ARTIGL1EHlA
-
1874-1915
cm. 15 (Ret.) del P arco d'assedio di un proietto che avesse uu·elìicacia. adeguat:i. alla r esis tenza dei ber sagli corazza ti cli cui nndava:;l estendenclo l'impiego nelle fortifkazioni terre:slr i e conLro i qu~\li la palla di ghisa indurita ritcne,·asi cli poco o ne:ssuo erfetto, clispom:,·u perchè sl sperimentassero delle palle ù'ncciaio. L e proYe onlin,1i,e vennero fatte nei successivi anni 1881:: - 84 - 86 e 8(; contro viastre cli tl iYersa nutu r a ed impiegunclo 11roietti d i va.ria forma e provenienza. T ale questìone ru lungumente discussa dalla S1::z1o~t: nelle sedute clel 13 e 20 dic:ewbre 1SSU (D eliberazione n. 50, ) cbe dopo aver svolto ampie considerazioni su yai·ii quesili ad essa ineren ti, - nalLu·u del metallo, forum. della palla, aYYILalùra del bocchlno, carica 1nte1:na, - conchiuse elle -se il bisogno cli pro, ,·edere li.' palle d'acciaio da cm. U era c:onsiclerato cli tale urgenza da n on ammettere ritarùo, si potcrn r iconcre alla Cnsa Krnpp ecl a quella di 'l'crnitr., <;owwettenclo loro (ltJel nuw ero di palle r itenuto strettamente ncc·essario . 'l'ali palle, eia acquislarsi subito, clove,·ano e:si:;erc cli forw:1 cilindrica col vas:so delravvitatura cli mm. 3,(;2 e ricorrendo alla Casa Krupp sì tloYeva stabilire d1c l'acciaio cla im piegarsi nella fabbricazione con cHte cloveva essere qu ello giit u sato nella fabbricazione del 1883. Le palle poi da ero. li:i, la c:ui proYYisln poteYa ,·enir clitterita, clove,-a110 im·ece essere acquistate <la Case nazionali.
11 contratLo colla, Casa J.f r upp per l'acquisto di 1.SOO fPUl le d'acciaio eia 15 (Uet.) fu esaminato e approvato dalla S1J:ZIOK0 nella seùuta de.I 2-5 giuguo .lu87 i(Deliberazione n . 520). Per le granate-mina da 15 e cla, 21 (Ret.) la S0Z10KE si l'iunì il 13 settembre 1887 (J)elibentzione n. 3:2S) p1·,o nunciandosi fa vorevolmente alla loro adozione ed esprimendo il pa,1·ere che si <.lovesse1·0 fare colla masi:;ima sollecitudine le ,occorrenti commesse per l'acquisto dei necessari quantitativi di ma selli e di fulmi cotone, e pel' ruettere in lavorazione tali proietti nel modo ch,c sarebbe stato l'iconosci.uto più opportun o onde avere al 1Più p1·csto 1111 conveniente qnanLitativo di tali potenti mezzi cli offesa . A vendo poi il Ministero :.trpprova.to anche la p roposta che tutte le grainate -min a. da, 24 destinate agli obic;i di la.l calib1·0 dovessero essere c~triche di fnlmicotone e che, in pari tempo, si dovesse climinui1·e il numero dei colpi. assegnati in dotazione a qnesti obici, la SlllzIONJ:l nella seduta clel 5 dicembre 1887 (Deliberaziolle n. 53:3) propoi-e che le granate-mina costituenti j : 111,u11izio11amento degli obi <.;i cla 24 avrebùero dovuto esse1·e tn tte c:.1,richc cli fulmko tonc e che il qu aintitntivo di tali. gro.-
l~ig. 603 - Esperienze contro cor azze Kn1pp (1884).
CRONISTORIA DEL SUPREMO CONSESSO D' ARTIGLJJ::RIA •
1874-1913
nate assegnate come munizionamento a tali bocche da fuoco dovesse essere in media di 200 colpi per pezzo. I n una successiva seduta, (30 gennaio 1888 - Deliberazione n. 537) la SEZIONE si -0ccu1Pò ·della granata-torpedine da 21 lunga. E poichè nelle esperienze di tiro si erano ottenuti buoni risultati, la SEZIONE, mentre ne proponeva l' adozione, raccomandava che dalle esperienze eseguite per determinate le tavole di tiro e da quelle fa tte per riconoscere gli effetti delle granate-torpedini cariche, si dovesse anche verificare attentamente Ìl funzionamento del materiale per giudicare della sua resistenza. Intanto il Mini stero della guerra avendo a,.pprovato le conclusioni della Deliberazione n. 535 della .SEZIONE, riflettente il munizionamento degli obici da 24 con granate cariche di fulmico tone, la invitò ad espl'imere il iproprio parere in proposito anche per gli obici da 28, e la SEZIONE nella seduta del 30 gennaio 1888 (Deliberazione n. 540) conchiuse che la grmrcrta-mina, costituente il munizionamento degli obici da 28, si dovesse caricare co111 fulmicotone e che il quantitativo di tali granate assegnate come munizionamento a tali bocche da fuoco _dovesse in medi.a essere di 250 colpi per pezzo.
§ 5.
Norme per i tiri di combatti mento da eseguirsi a lle Scuole di ti ro = P ropos te del 1 Ufficio = Amp ia discussione in propo, s ito • Proposte della Commissione da campag·na = Estensione della graduazione de lle s polette e defla tavola di tiro per can , none da 7 · Tavola d i tiro pe r scatola a mitraglia da 9 A.R.C. (Ret.) = Progetto di Istruzione per il tiro di combattimento . Propos te conseguenti dalle Scuole di tiro del 1874 • La proposta d i una Scuola Normale di tiro = Jl ti ro indiretto = Revisione esten s iva delle tavole di tiro • L'interven to di Fra ncesco S iacci a lle esperienze relative • Compilazione delle . nuove tavole di tiro • Progetti di nuovi affu sti e sottaffusti • Es perie nze della R. Marina a S. Bartolomeo , Adozione dell'alzo Saint Bon ,
-
1248 -
N01D1E PER I TIR.I DI CO:\:IBA'l'Tlìl:fE:'.'<T(J
Impiego del telemetro Amici = Il puntamento indiretto per le artiglierie da campagna = Sistema speciale proposto dal mag= giore Luigi Castagnola per. puntamento e tiro per l'artiglieria da campagna = Proposte, studi ed esperimenti per accelerare la condotta di fuoco, il servizio del pezzo, l'apertura del fuoco e ottenere maggior visibilità dallo scoppio dei proietti. Strumento a cannocchiale proposto dal magg. Silvani Sperimentazione dei metodi e congegni Siacci = Prove della piastra circolare in confronto dell'apparecchio Carpani = Altri esperimenti fatti dal z 0 e dal 5Q Reggimento da campagna = Nuova proposta per la creazione di una Scuola Centrale di tiro. Il puntamento indiretto per le artiglierie da assedio = Ado, zione degli attrezzi Siacci = P untamento indiretto per :le arti= glierie da costa . Studi e proposte del capitan-0 Braccialini e del capitano Parravicino , Prove ed esperienze alla Palmaria. Studi s ui telemetri per l 'artiglieria da campagna • Pr-0po= ste e prove comparative sui v.arii tipi = P rove definitive tra i tipi Amici, Gautier e Salm-0iraghi. Studi sui telemetri per le artiglierie da costa = Le espe, rienze comparative tra diversi tipi a base orizzontale ed a base verticale = Le defini tiYe proposte del Comitato per l 'adozione del telemetro Amici. = Esperienze sul tele metro Braccialini e sui telemetri Amici=Sollier e Braccialini=Sollier = Esperienze di Venezia sui telemetri a base orizzontale = Esperienze varie su altri tipi. La proposta Armst.-ong e la proposta Guppy = Creazione delle Officine Armstrong a Pozzuoli = Rig etto della proposta di rilievo e gestione della Fonderia e dell'Arsenale di NapolL
P er quanto ha tratto al puntamento e tiro delle artiglie· rie accenneremo qui a{l alcune fr.a, le più importanti questioni esaminate d:ci:lla SEZI0:1\E d'artiglieria, in riguardo dei cong<~gni ed attrezzi di puntamento sovratutto riferentesi a..i telemetri, che· per merito del genio italiano ebbero particolare e grande sviluppo di perfezionamento. La SF-7.IONE d'a.rtiglieria del CoMrrATO d'artiglieri a e genio nella seòuta. d el 2 marzo · 1.874 (Deliberazione n . 5) esaminò ·un progetto provvisorio di Norm e pe.r li tiro _di combattimento da eseguirsi durante le Scuole annuali di tiro dalle compagnie da fortezza incaricatB in modo per'm anente anche del servizio delle batterie cla montagna, nonch è gli Specchi dei tiri che dovevano esser e fatti sia da i graduati che dai cannonieri, ar gomenti e mnteri e studiati dal 1° UFFICIO in evasione del contenu to clel dispaccio ministerinle del 10 febbraio 1874.
-
1249 -
CRO!S"ISTORXA DEL SUPRIDll:(O CONSmsso D'ARTIGLIEnIA
J
•
1874-1915
Tali Specclli erano stati compilati in base a quelli approvati per i graduati ed i cannonieri delle batterie da battaglia con dispaccio ministeriale del 28 febbraio 1872 e pubblicati nel Giornale d'Artiglieria. Visto però il carattere di provvisorietà che avr ebbero dovuto avere tanto gli Specchi -dei tiri come le Norme 11er il til'o di combattimento, poichè il 1° Un·rcro era già stato interessato per preparare il progetto di una nuova Istnrnione e nuove 'l'abelle dei tiri da farsi nello svolgimento clelle Scuole di tiro in sostitu?:ione delle Norme del 1832 tuttora in vigore, la SezroxE decise cli trasmettere al Ministero tutto quello che. in proposito era stato compilato dal 1° Dfl,IC10. Ma in riguardo delle Scuole annuali di tiro, nelle tornate del 13 e 14 maggio 1874 (Deliberae:ion<:> n. 15) essendo stati chiamati ed avendo partecipato alle riunioni della St:ZJONE anche i Comandanti territoriali d'artiglieria, si ebbe una discussione molto ampia sull'argomento specialmente per l'organi?:?:a?:ione e lo svolgimento delle Scuole annuali di tiro. L'argomento, quanto mai complesso, venne qnindl nelle predette tornate del maggio esaminato in tutti i suoi particolari e cioè in riguardo : dell'aumento delle mute e del maggior tempo di permanenza delle mute stesse ai Poligoni per le esercitazioni (subordinatamente alla sistemazione di alcuni Poligoni esistenti ed alla creazione ed organizzazion,e di altri nuovi Poligoni) per evitare dannose perdite cli tempo conseguenti dalle marcie di trasferimento dalle loro sedi; dell'indirizzo più pr atico -da darsi aJle Scuole di tiro coll'introduzione delle esercitazioni cli th·o contro bersagli mobili, maggiore s viluppo ai lavori in terra, costrnzione cli batterie con relativo armamento, servizio e tiro contro Opere -di fortificnzione costruite nei Poligoni stessi e consistenti in teste cli ponti, rivellini, bastioni, batterie a1mate da bocche da f uoco fuori servizio, ecc. ecc. ; della convenienza del tiro in breccia indiretto; della convenienza di esercitarsi per il puntamento di notte; della convenienza di iniziare delle Scuole di tìro a mare; delle innovazioni da introdursi nell'esecuzione dei tiri di battaglia onde renderli per quanto possibili simili ai tiri che si sarebbero dovuti poi eseguire in guerra vera, stabiliendo sovratutto che le distan?:e alle quali si tirava non fossero previamente misurate e non fossero neppure note a chi dirigeva il tiro; della opportunità cli esaminare se tali tiri di battaglia non dovessero essere eseguiti più di una. volta all'am10 ed in località diverse ; della convenienza di prescrivere che le truppe per recarsi ai Poligoni dovessero fare diversi giorni di marcie a tappe in pieno assetto di guerra-· pet· abituare uomini e cavalli a tali esercitazioni ; della convenien?:a di comandare un ufficiale inferio1·e, appartenente al CoMI'l'ATO od alle 0011;:.rrssrom sperimentali, a seguire ed assistere a.llo intero svolgimento delle Scuole di tiro per raccogliere le osservazioni fatte sul puntamento e sul tiro delle diverse bocche da fuoco e sul comportamento dei va.rii materiali, affinchè, indipendentemente tla! soliti rapporti reggimentali, tale ufficiale potesse poi dare notizie precise sull'andamento di tutto quanto avvenuto; ù ella convenienza cli una marcata ·c1efini?:ione ·delle
- .1250 -
IS'.fRu~IONE PER, II, '.rrno DI COMBA'.l".L'llVH;K:ro
diverse esercitazioni da svolgersi dalle varie specialità dell'Arma; ed infine dell'opportunità di lasciare per un certo tempo ai Reggimenti i testi delle Istruzioni pratiche compilati dalle CO)fMISSIOi, r affincbè le appHcasseto alla Scuola di tiro annotandovi tulte le eventuali osservazioni scaturite cl alle v,nie prove; e tutto questo affinchè si potesse poi procedere alle eventuali modifiche dei predelti testi e quindi addivenire con piena conoscemrn, di causa all'adozione delle varie Istruzioni pratiche definitive.
Circa l'Istruzione sui tiri di combattimento il 1° Ul!'l)'ICIO al quale era stato devolut-0 l'esame del progetto compilato dalla OOMivIISSIONE) mentre approvava, in massima le, norme, in esso contenute .preferiva, però <li attene!'Si al progetto provvisorio da esso redatto introdtrnendovi pertainto alcune varianti conseguenti dallo studio scrupoloso e dettagliato compiuto dalla COMMISSI0"'1E stessa. La SEZIONE; riunitasi. poi il 1° giugno 1874 (Deliberazione n . 16) approvava ed accettava il progetto del 1° uFl•'ICIO suggerendo di apportarvi ancont alcune modificazioni indic,1te nella, Deliberazione stessa. Intanto con dispaccio del 26 dicembre 1874 il Ministero nel trasmettere al CoMnATO un Verbale della COMMISSIONE da campagna, concernente alcune proposte -di 11ggiunte e varianti alle Istruzioni pratiche per il cannone da, cm. 7, noncbè quelle di gi·aduare in distanze l'alzo per questa bocca da f uoco e di incidere un segno _convenzionale sul vola ntino clel congegno di punteria per facilitare il puntamento colla vite di mira, chiedeva che con qualche sollecitudine le s i facesse conoscere se non vi era no osservazioni da opporre alle predette ultime due proposte onde poter dare al più presto le occorrenti clisposiiioni per la loro. attuazione, ai R<~ggimenti d'nrtiglieria e agli Stabilmenti.
In proposito la, S1~z10x0 nella seduta, dell'll gennaio 1875 (Deliberazione n. 38) propose : di adottare per i cannoni da cm. 7 la graduazione dell'alzo in distanze; di dare tutta quella maggiore estensione al tiro a shrapnel concessa dalla spoletta a tempo 1873 quando fosse verarmcnte esistita la pos sibilità di una, maggiore latitudine, ed in ogni ca,so di estendere le tavole di tiro e per conseguenza, anche la graduazione dell'alzo, tanto in millimetri che in di.stanz.e, fino alla maggiore distanza permessa dalla spoletta e che era di 2.300 metri; che per l'oggetto di cui alla precl,etta proposta si dovesse hlvitar<~ la predetta COMMISSIONE a fat·e al più presto quel numero di tiri che avesse creduto sufficiente per la deter82
1251 -
CRONIS'l'OIHA DEL ::;Ul:'REMO CONSfilSSO D' AR'l 'JGLIEUIA
1874-1915
minazione de11c ta,·ole di tiro a shrapnel ùa 200 metl'i in a,vauti; di far incidere in modo appariscente una freccia sul volaHtino del congegno di punteria di ciascun affust o. La S EZIONE infine ruent,i-e in,i:n·a il diseg;no dell'alzo per i cannoni cla, cm . 7 e qnello del volantino si riserva, a di restituire il Ve1·bale della co~1M1SSIO~rn e gli altri docnrnenti che aucora do,·cyan-0 e ere e. aminati. 0
L:1
SEZION I, nel conE<iglinre di c:;tcnderc le tavole d i tir o n shrapnel ilu (Delibcr mlionc n. 38) almeno sino alla distamr.a cli 2.300 metri crn stata mossa dall'ide.'1 che, siccome l'Istruzione sul puntamento e tiro cli t ale cimnoue, compila ta dalla prc(let ta CoMMrssrn:si:;, lasciaY:1 facoltà di spingere il tiro contro colonne cli truppe profonde fino a 2.300 metri, così era O\'Vio che si fornisse alle I.Jatterie il mezzo cli poterlo eseguire. Però dalle consider azioni svolte a questo proposito dalla Co1nnss1oxE da cawpagn.ì sembrava che essa dubitasse assaì a ella convenienza cli valersi cli tale fncoltit gincchè nl tiguardo asseriva che la maggiore graduazione della spolet ta era stata operata non soltanlo in una proporzione noteYolmentc ampia, ma aH resì e SOYratntt·o allo fiCOPO tli J)Oten·i :lJl[)Ortare, con ,mlliC'ic11te approssiillazione, le opport une C'on czioni riuaudo conveniva s11:1rar c n.lln massinw clistuuzn per m(';:;,a dalla tnvola <li t ito. S iccome 1icrò fra le molte aggiunte e varianli nlla prcOetta Istnrnionc sul puntamento e Liro col cannone da cm . i allora proposte dalla Qo)D1Iss1o:-.i,:, e giit In eorso cli pul.Jbllcazionc, non fignrnYa la soppressione della. facoltil tli po(er Lirnre n sbravnel in vin eccezionale fì no a lla clistauzn cli 2.3on mclri, <·o:sì rncle,ano tutti i dubbi ;,ollernti
c:rn. i
Consegncntemen te la. St1½JO~E 11€'Jla seduta. 24 fel>bra,i.o 1873 (DPl.illerazione 111. 47) propoi,;e l'estensione della tavola fino a, ~.300 metri prolung:rn do la graclnazionc delle spolet t e non ancora distribuite fino a 2.400 metri, e segnando l'estensione cle lln ta,vola di. t il-o sull'aho del cannon e. In ima sednta pr ec-eclo:nte del 20 f ebbraio 1875 (Deliber azione n . 4.8) la Sru½IOKI\ occupandosj degli s hrapnel per cannoni da cm. 9 e é!a cm. 12 ad avancarica, rr~L le diverse proposte aveva. fatto anche quella riguardante l'approva zione de1le tavol e di tir o e quella concernente le nonne d' impfogo dello sh rapnel, formulate dalla O OMlVllS SIONJJ;. A proposito di t avole di t iro è a rico1·clare anche che la SEzJ0::--1:J interessandosi dell'a dozione della, scatola a mit r aglia, per il cannone da, cm. 9 A.R.O . (Ret.), 11ella seduta clel 27 genn aio 1877 (Deliberazione n. 222) fra. le diYcr i;;e propoi;;te -
1252 -
ISTRUZIONE n ,R IL 'l'IRO DI COMBA'l 'TU\iE.l\TO
aveva fatto anche quelle : di incaricare la OoinvIJSSIO.\~ ad eseguire, -colla, scatola a mitraglia modificata, il numero dei colpi necessari per determinare la relati va tavola di tiro ; e per le batterie di queBti cannoni di mantenere invariata nel tiro di combattimento i'esecuzione del tiro a. mitraglia quale era presci-ittQ nell'Istruzione ·a,llora in vigore. In riguardo poi alla, risel'va accennata nella 1Jeliberazio111e n. 38 la, SEZIONl!l si riuniYa il 25 gennaio 1875 (Delibel'azione n. §1:2) e rassegnava all'approvazione del Ministero lo Specchio dei tiri che dovevano eseguirsi nelle Scuole di tiro da,i Reggimenti cla campagna, e trasmettevr~ contemporaneamente il parere del 1° UFFICIO in pr oposito, a,l quale essa si . associava. · I nfine la SEZIONE per ass·olvere il mandato afliclatole dal Mi~1istero col dispa cd .o clcl 26 dicembre, si riunì il 6 feb bra,io 1875 (Deliberazione n. 46) per esa-mina,r e il progetto d'Istruzione per il tiro di combattimento compilato dal 1° Unrcxo e riconoscendolo informato alle direttive espresse dal Ministero col dispaccio del 1° agosto 1874, ed in a,rmonia a,l le idee manifestate nella Deliberazione n. 16 lo trasmise senza osservaziomi all'a,pprovazione del Ministero stesso. Lo Specchio clei t iri t r asmesso al Ministero colla Delibei·azione n . 42 veniva intanto restit uito con dispaccio <lel !) febbraio 1875 pcrchè in armonia ad alcune considerazioni esposte nel clis11accio stesso lo si r ivedesse, ed in questa circostanza il Ministero ricordava inoltre che richiedeva una sollecita decisione l'altra questione, già in esame presso il Co.MITATO e relativa ai cannoni da cm. 7 da impiegars i nelle Scuole di tirn, per stabilire se tutte le batterie indistintamente cloveva110, adoperare apJ)O· siti cannoni specialmente destinati per i tiri d'esercitazione, come praticavasi per i cannoni cla cm. 9 B.R., oppure impiegare le stesse bocche cla fuoco normalmente in distribuzione .a ciascuna batteria. Il 1° UFFIOIO cui èra stato deferito il preventivo esa me delle proposte ministernli compilò un n uovo Specchio dei tiri in base olle ossenazioni fatte dal Ministero ad eccezione di alcune leggere c1ì.CTerern:e rnot~ivate nel · pn.r ere che accompagnava lo ·specchio stesso, ed in quanto alle bocche da fuoco da usarsi nei Poligoni dalle botterie da cm. 7 espresse l'avviso che per i tiri da . eseguirsi a lle Scuole cli tiro dalla truppa ·avrebbero clovuto impiegarsi quelle stesse in consegna alle bat terie, mentre! per le escrcitai;ioni dei grud~tati s i sar ebbero dovuti adoverare invece cannoni speciali.
-
1253 -
·-'RONIS'l'ORL\
DEL SUPHi:;:.UO CO~SESSO U' ARTIGL l eflIA
lSH-1915
La 8i,;z10NE 1·iunitasi il lo man:o 1Si5 (Deliberazione u. 51) ::;i assodò pani<"e del 1° Cn-rcIO deliberando di rassegnare i docmneuti relati\·i a lla superiore appro,·azione. I sunti · r iepilogativi dei rnppor ti sulle Scuole cli tiro eseguite nel 1874, compihlti dal 1° UtffJCJO ecl il suo p:trer e in_ merito · furono esaminati il 21 aprile 187u (Deliburaziouc n. Gl) dalla St:uoi,;r:: la quale, assodandosi alle oservazioni e cousiderazioni dell' Urucro stesso ecl ossen::wùo che quelle rirefentisi al nuorn mate1·iale da campagna da cm. 7 ecl a quello da montagna da cru. 8 era no già state oggetto di precedenti counrnicazioni, r accomandò a lla superiorn approvazione una serie di proposte, delle quali le più impor tanti erano le seguenti: incaricare la Qo.i.111rss10:-;•: da campagna di procurarsi i ùati llei tiri in areala e cli lancio ùel euunone da cm. 9 B.R. ed aggiungerli nelle tavole indicando per le singole g ittate le d istanze alle quali bisogu:1va punta re lateralmente al bersaglio, come già si praticava vei: il tiro ficcnnte clella stessa bocc:t da fuoco, e:ssendo climostrnto che l'inclinazionè dell'alzo con il braccio fisso correggeYa troppo imper fettamente le dt>rintzloni, specialmente nel tiro areato ; abolire l'alzo attua le (lei caarnoni èl tt cm. J2 Il.H. li quale nell'uso pra tico aveva sempre dato luogo a molte e gr avi lagnanze per gli errori che ineritabilmeute si commettc>vano nell'esecuzione e nella corre11io11e del puntamento, e sostituirlo con un altro a lzo tkllo stesso sistema ui quello stato aclottuto per i cannoni da cm. 7; onde facilitare Il puntaruent.o aggiungere all'affusto da attacco e clifesa in ferro per obici da cm. 22 B .R un predellino ecl un congegno di puuteria simili a quelli applicaU all'.tfl'usto da difesa dell'obice da 22 G.R.C.; adottare il sistema di misurar e le cariche a peso anzicllè a r olume; proVYeclcrC' per cura di apposita Commisslone ml alcuni tiri ul Poligono di Bre,4zo di llcrlero con l'obice da cm. 20 G.L. onde r cttifi<:arue la t:n-ola di tiro in arcata rile,·ando che tale bocca da fuoco in tali tiri a H ) Vn clato risulta ti poco soddisfacenti; infine istit uire una Scuola Noruwle di 'l'iro pei; l'Artiglieria . Que.c,t'ultirun proposta della Scuola Kòrruale non era che l'espressione di un ripetuto e vivo des iderio dl tutti gli utliciali e del resto cli 1m bisogno già d n parecchi a nni u11ivc1·sulmeute sentito, cosicchè la S1::z10:-.E raccoma ndava caloro;;:1mcnte la proposta stessa nlla m:iggiorc attenzione del Ministero. u1
Lo studio dell'alzo e delle linee di mira del cann one da 12 L .R. essendo stato dal Ministero affidato alh~ OO:r.fNJISSJONEJ da _campagna, questa 1'8 gennaio del 187G t rasmetteva una relazione in proposito che, comunicata agli U FFICI 1° e 3° per l'esame preliminare unitarucnte ai pareri e1uessi dai predetti U FFICI nella sednta del 2 aprile 1876 (Deliberar,ione n. 175), fu esaminata dalla SEzIONlll, la quale conchinse che non si dovesse provvedere ad alcuna moclifì cazione de~fo -
1254 -
ISTRUZ.C01'ID RBJLl\'.L'IVA ALI,E SCUOLT0 DI '.l'!HO
linee cli mira del cannone da cm. 12 B.R., ma soltanto correggere la testa, dell'alzo) sostituendo al cuneo di pressione destinato a :fissare il regolo orizzontale un rocchetto simile a quello dell'alzo del cannone da cm. 7. P er la nuova Istruzione riguardante l'esecuzione delle Scuole di tiro la SEzIOKE si riunì n 10 febbraio 1876 (Delihera,zione 11 . 145), ed esaminati tutti i documenti inerenti alla que$tione, si persuase pienamente della convenienza delle proposte fatte clall'UFFIC'IO riferente, e apprezza,ndo tutte le considerazioni da, esso esposte per couva,lidare l'opportunità 11011 soltanto dei principii generali ai quali l'UFP.ICIO stesso si era attenùto nella compilazione della nuova, Istruzione per l'esecuzione delle Scuole di tiro, ma anche di alcune 1n otevoli innovazioni apporta,te all'Istruzione allora in vigore, ritenendo che la proposta nuova Istru1,fone era redatta in guisa da ai:;sicinare perfettamente quei vantaggi che si volevano ritrarre dalla sua pratica attuazione, decise di rassegm.arla all'aipprovazione del Miriistero. Se non ehe avendo il Ministero suggerito alcune modificazioni che furon-0 eseguite clal 1° UFFICIO) il progetto di tale importante Istruzione ritornò all'esame della Smzrol'm il 2 dicembre 1876 (Deliberazione n . 214) e quindi con alcune ulteriori ptoposte di mo difiche aggiuntive venne nuovamente l'fowinto al :M:inistero per la sua definitiva f1ppr-0vazione. -:f
*
·X·
l;11'altra l)Uestione di cui ebbe ad in teressarsi l.t Sr-;zrosf; fu quella riguardante il t iro i11dÌl'ùtto <li nkunc bocch.e d a fuoco. Il Ministero <-on dispaccio del J8 ma r?.o J.87u in seguito :t proposta del C01trr,1To invitava la C(>MMI SSTOì'\E pùr le artiglierie da attacco e d ifesa: l<>) a compilare coi1 sollecitudine le tavole pel tiro indiretto dei cannoni cla cm . 1G G.R. e da cm. J.2 Il.Il., esùguendo eventualmente · anche alcune esperienze con polvere da cannone a closamento antico; 2°) acl aggiungere alla tavole cli tii:o Per le nrtiglierie regolamentari le indicazioni degli nngoli di caduta e delle loro tangenti, delle velocità iniziali e finali , degli spa,•,ii battuti, delle deviazioni medie ver ticuli, longit udinali e laterali, e delln rispettiv(l e,;(ltte?.7.a cli tiro. Occorr endo si poteYa eseguire qlwlche s1rnro per procurarsi qu ei dnti che non rìsultnssero d:.i esperienze anteriori :
-
1255 -
CHONIS'l:OHIA DEL SUPREMO CONSESSO D, AR'l'JG!..rnlUA
·
1874-1915
3°) ~ preparare ctue disti11te edizioni delle Lavo1e cli tiro : una destinata agli ufficiali e contenente tutti i dati s u::iccennati, l'altra destinata ai gradui1ti di truppa. e contenente le sole indicazioni necessarie per il puntamento· delle bocche cla fuoco nei cli versi generi cli tiro. Il Ministero prescriveva altresì che la COMMI3SIONE per l'esecuzione delle suddette esperienze poteva valersi del concorso del personale della Scuola d'Applicazione cl' Artiglieria e Genio, e difatti fu invitato a prendere parte a quei lavori il cap. Francesco Siacci a quell'epoca insegnante dì balistica, affi.dandoglì la redazione del progumma delle . esperienze.
Sulle oonclusioni formulate dalla COJ.v.ClVIISSIONB per le artiglierie da attacco e difesa, e sul parere e&presso dal 1° UFFICIO in merito a tale argomento, la SEZIOr\E riunitasi il 31 luglio 1875 (Deliber·azione n. 97), conchiuse proponendo : ci) la compilazio!J.le delle tavole di tiro indiretto conforme al pr,ogra.mma. redatt,o dalla COMMISSIONE per le seguenti boccl1e da fuoco: cannoni da cm. 16 G.R., cl a cm. 12 li.R.. e da cm. 12 G.R.; obice da cm. 22 B.R. coll'impiego 1,,ia della granata ordin arja (di 70 kg. cli peso) che della granata-mina; b) cli accettare in t utte le sue parti il precitato programma ministel'iale aggiungendovi la compilazfone ,aene tavole per il tiro indir-etto dell'obice cli:t cm. 22 B.R. colla granata oblunga del peso di 70 kg.; e) di impiegare nelle su ddette esper ienze la polvere da cannone a dosamento inglese considerandola come polvere regolamentare ;, d) alle indicazioni prescritte u_)er la redazione delle tav,ole cli tiro, di aggiungere in apposita colonna i rinculi del pezzo disposto rispettivamente su painol-0 o su terreno naturale secondo che trattasi cli bocche da fuoco da attacco e difesa oppure da, campagna e montagna; tali rinculi dovevan-0 essere ;misurati per le diverse cariche e pe.r i di'fferenti angoli. di proiezione 0011 cùi s i eseguiva, il tiro ; · e) allo scopo di poter presto pubblical'e la nuova Istruzione sul puntamento, cli completai-e il pi.ù sollecitame1ite possibile la revisione delle t3:vole di tiro in uso, e per ciò la COMMISSIONE per le artiglierie da atta:cco e difesa doveva . sollecitare la trasmissione clel relativo programma cli esperienze e quindi la loro esecuzione: -
1256 -
JL T IRO 1:-orn IDTTO
.IJf~'.½; f) _., di
invita re il Comandante territoriale d'a1·tigliel'ia di rr orino cli far allestire il nuovo alzo per cannone da 12 B .Il. e consegnarlo a lla OoMMISSIOJ\m sperimentat1·ice perchè lo avesse impiegato nella esperi enza di tir-o di cui al comma a) . Sulla scelta dell'epoca di esecuzione delle esperienze sul til'o indiretto, avuto riguardo a Ile n uoYe condizioni d i colla udaziooe proposte per le polveri cla cmmone e da fuc:ilcria (Deliberazione n . . 951 del 31 luglio 1875), l a S1sz10.NE si riunì il 13 agosto cli quello stesso nnno (Delibernzione n. 98) .vroponendo elle bisognava tr asmettere senza ritardo alla Direzione del PoJ,-e1ilicio cli Fossano la Kota allegata alla Deliberazione n. 9ii con inYito cli applicarla subito e di riferire quindi in merito al più presto posf(Jbile facenclo conoscere l e sue considerazioni al rignarclo e diclliarando esplicita mente se per la prima quindicina del prossimo settembre pote,·a allestire qualcbe miglia io di kilogrammi di polvere d u cannone fubbricata col nno,o wctoclo, pokerc elle per le s ue proprietà balistiche si poteva ri tenere come prototipo deJla polvere cli futura f abbricazione : a seconda delle risposte della Direzione del Polveri5cio di Fossano si sarebbe scelta la data più propria. per l'esecuzione delle esperienze sul tiro indil'etto. Success ivn mente il Ministero cou tlisvaccio clcl 10 marzo 18'6 trasmetteva al CoMI'L'ATo un Ver bale tiella CuMMrss rn):1, per le artiglierie da attacco e difesa richie<lenclo ìl parere della Si.,;zroNE circa l a convenienza di pubblicare e mettere possibìlmenle in applica;r,ione nelle Scuole <li t ir o di quello stesso anno le ttn·ole di Liro indir etto del cannone da cm. 16 G .R. e dell'obice da cm. 2i B.R. compilate per cura di qnella CoMMrssroxE ecl annesse nlla r elazioue s ugli studi esperienze eseguite in propos ito.
ed
Dopo lo studio prelirnina1·e del.la questione svolto dal Dil'cttore del l° Uf.'FIC101 la Sn:zrn~E nella sedntlL del 10 giugno 1876 (Ddibernzi.011e n . 194) decise di proporre al Mini stero : l' a-dozionè del tiro indiretto avente per scopo di colpire colla. maggiore for za d'urto bersagli riparati dietro ostacoli 1·esistenti; di app1·0,·are ed i11~erire le tavole cli tiro pel' i ti ri indir-etti nella, nuova. edizione generale delle tavole cli tiro in corso cli compilazione ; di annunziare l'adozione di questa nuova specie di tiro pubblicando nella l3 parte del Giornale d'Artiglieria e Genio la K-0ta al legata alla presente Deliberazione n . 194; cli pubblicare nella 2" pa:ete del Giornale stesso la relazione degli studi e degli esperimenti eseguiti per la detel'lninazione delle tavole del nuovo tiro col ca nrnone aa cm. l(i G.R. e con l 'obice cla. cm. 22 B.R.; infine, qualora· -
1257 -
Cl!Ot-I::i'l.'ORL\ DEL SUl:'REì\10 COXSIDSSO D, ARTIGLllliRL\
-
1874-1915
il n uoyo tiro fosse stato praticamen te eseguito nelle Scuole di tiro cli quell'anno, cli invitare i Dil'ettori delle Scuole stesse a t rasmettere particolareggiate e distinte informazioni circa l'impiego delle nuove tavole di tiro e del muovo strumento (scostatore) destinato ad agevolare il puntamento. Per il cannone da 24 G.U.C. la SEzIONt: nell'inoltrare al :.Uinistero alcune Pl'OPoste relative ull'aclozione della palln oblunga di ghisa indmita, ed alla ripresa delle esi>crienze pC'r la com 1>iluzione delle t:wole di tiro per tale cannone, soggiungeva (Deliberazione n. 14 del J7 m:1ggio J874) elle dai Verbali della eo~cM1SSIONE per le artiglierie da attacco e difesa non risultando che essa s i fosse occupatn del tiro in arcata colla granata, or<liuaria, era necessario di invitarla a supplire ad una tale lacu11u . Dopo d'allora il 3° Ct,Frcro essendo stato cbinmato ad esprimere il suo parere circa il miglior modo di effettuare le esperienze per Ju delct'minazione delle tavole di tiro in tllscol'i:iO, esso - dopo aver arupìameute climostrato come, avuto particolar e riguardo alle eccezionali nostre cil'costunze cli n rmamento e di difesa cl elle coste, fosse necessnl'io di eseg uire coi cannoni di grande potenza anche il til'o areato onde colpire l<> tolde delle\ navi da guel'l'a fin dalle rr)aggiori clist:inzc alle qnn.li 1"IUscivn efilcnce il ti ro perforante, ed osservato che l'applicazione della coraz7.il e cli altri mezzi clifensivi alle tolde stesse :mclflv imo sempre muggiormentc estendendosi, - pl'Opose che le tavole per il tiro in arcaw dovessero riferirsi non solo alla grnnntn, ordinari :i, eome dapprima l'DFncro e con esso anche la SEzIO!';E nvevano stabilito, ma altresì alla pana oblunga, e ciò per poter ricol'rere all'occorrenzn anche :il til'o con quest'ultimo pr oietto. Scendendo quindi a più minuti tiarticolari e oonendo per ba:::e elle i tiri cli lancio della granata ordinaria e della palla JJCrforanle cl0\·en1no ritenersi di quasi ncssuu valore rispettivameute ul di là di 1.000 metri pe1' la prima <-'cl oHTe i 3.000 metri per la seconda, l' U~nCio stabiliva che alle predette distanr,e doYesse rispeltiYamente corn:nci:ir e il tiro arcnto per entrambi i proietti che doveva ces:sarc poi a quelle maggiori distanze alle quali (il tiro dì lan<:io diventando esso stesso per l'ampiezza dell'angolo di caduta un vero tiro areato) :si san•bbe (]ovulo riprendere il tiro colla carica di fazione e con a11g0Ii <li elevazione sempre crescenti fino ai no g radi all'incirco, s<~nz1t però inlt'IT(llt11Je1·e tH::1· il codisponclenlc intervallo le tavole del til·o cli lancio che anebbero potuto sempr e riuscire giovevoli quando si fosse presentata l'occ1.1sionc cli dover battere nnvi in legno ed imbarcazioni leggere. L'UFFICIO conveniva inoltre nel doversi escludere il tiro nel angolo costa11te cli ,15 grncli con cariche ,-ariabili per ogni distanza, e rilevando elle cont ro bersagli mobili l'unico tiro areato eff.ettuabile el'a quello n cariche fisse per gruppi di distanze e ad a ngoli variabili, conchiudc,·a che 1n Corumissionc cli Torino :fosse invitota n stucliaJ:c le moflific.17.ioni da :wrec:1rsi
-
1258 -
IL Tin0 IN ARCAT A
agli afti.1sti e sottaffusti esistenti J)cr permettere 11 tiro sopra imlicato ed, ove fosse stato necessa1·io, progettare anche per quelli da costruirsi in :wn:nire uu nuo,·o tipo di affusto e sottuffnsto suscettibili di conse11tire nu1via.mente l 'esecuzione del tiro preùetto, sos1)endcndosi fino alla adozione del nuovo tiJ)O la costruzione èlegli affusti Llcl modello allora in servl½io. Il J\Jinistero si associò in massima a siffatte proposte, ma prima di far eseguire le csperiernr.e nl>eessarie a dctermina1·e le ta,·ole per il tiro in aJ·cata tauto con cuunone lungo quanto con quello cotto da 24, volendo a ssicurars i della vossibll1 th ed opportunità cli mod ificare gli affusti e sottaffnsti esistenti, in<;aricò la COMMJSSO:-<E per le artiglieri e da attacco e difesa di formulm·e le pro11osle relntil·e.
La relazione della. COM.MISS!ONl!l in pr·oposito fu esaminata clalla Sl!lZIONl!l neJliL seduta del 13 mtLrzo 1S7.5 (Deliberazione n. 33) che eouchin~e a!Ssocinndosi al parer e emesso du.l 3° UFli'J('TOy pal'ere col quale le proposte della CO:\OCJSSIO:'-IF. cli e:hiaravansi insu1fi.C'icnti a ra.ggiu111gere l'int<~nto desiderato, mentr-c poi ooncowlava, pienamente colhi OoMMI~FllONE per il modo da cguir e ne]]a compilazione delle taYole di t iro. In armonia alle 11ropo~tc contenute in mie D()liben1zione n. 5~ cd a seguito degli ordini 1·icevuti d al ìH111istero, la Co~nuss10N~: presentò due pr ogetti cli i1Jiusti per ca nnoni da rw. 24 G.R.C., sopra l quali tanto i l C!lllllOUe lungo <:ile quello (·orto poternno assumere l'elcn1zione di 3:3 grndì, <:be dal So t:rnc10 era slata indic,1t:1 come quclJa clesi<lerablle a conseguirsi per poter spluger e il t iro colla cnr1ea di faz ione alle ornssime distanze. L a Si,;zroxE 1·innitasi il 15 giugno 187(3 (Delibcrnzione n. 92) per esnminnrc tnll progetti rorreclati dal Verbale della Co~nnssxo;\"r. stessn e dal patere del 3° lJ1,nc10, dopo unn lunga cliscussione <;onchiuse: che gli aITusti e sottn.ffusti da difesa pe1· <·nlllloni <l a cm. 24 G.R.C. (Ret .) do\·evauo cs:sere suscettibili cli consentire un'elevazione massinrn d i 30 gracli alla bocca cla fuoco lunga o corta ('be vi fosse incavalc:1t:1 , e che per cousegn cn½a bisognan1 mod!fic:ire in tal sei.1so Il progetto cli costrnr.ione dei nuovi affusti; che per gli nITusti esistenti, da senit·e soltanto per i cnnnoni COl' ti e da Lrnsformare poi in avvenire, si poteni. adoltare 1111 progetto J>t·cse ntato c'lnlla Coin nss.1 0Ni;; col tJtw le si rcalizr.nva gii1. 1111 angolo cli flO gtncl i; cbe bisogn(lva i1ÌYitare la CO:\L\!Tf;SJO;>;t~ :i fa r costrnlrn un i1llì1sto nuo,·o oppure ,l far ridurre uno degli esistenti, per inc:a,·alcar,i un cannone lungo e quindi sperimentarlo nl tiro n elle C'On<!izioni p\i1 sfa,orernli; che bisognava oppol'tun amcnte mocliflcar c uno degli arrusu esistenli per 11sarlo con u n cannone corto, seco.nclo un altro progetto anch'esso proposto dalla Coirn rss10;,;i:.: e provarlo al tiro; rhe le ta 1'ole per il li l'O in nrrata si rlo,·c,·ano com1lilnr1> in conformità delle norme chiaramente s1>ecific:i te nella D<.'ii!Jer a?:iom• n. 53; r bc per conoscere il minimo angolo di rn<luta sotto il qua.le tanto le g l'nnate cbc le valle perforanti polevnno
-
1259 -
<:RONIS'.J.'ORlA DitL SUl:'HlilMO CONSESSO O' AKl'IGLlll1UlA -
1874-1915
perforare le tolde cor azzate delle navi e penetrare nel loro interno in modo .da danneggiurle gnm<.Lernen te, la C0Murss10Ni,: doveva presentare un progetto cll bersaglio ol'izzontale c:ostituilo per quanto possibile così da rip1·odurre le condizioni di resistenza delle navi più moderne di allorn come l'« Int1exiblc >> , il « Duilio », il «Dandolo » ; che bisognava <lomandnre al nostro Addetto della R. lVla tina aJI' Ambasciata di Londra i risultaU delle esperienze eseguite in Inghilterra, per accertare sotto quale minimo angolo di caduta i proietti delle artiglierie di grande potenza davano ancora la sicurez,m di perforare le tolde corazzate delle navi, ed i nvi tarlo a procurarsi intorno a tale questione i maggiori dati possibili ; che allo scopo di complicare il meno posslbìle il munizionamento ed il servizio delle batterie, bisognava c,vvertire 111 Commssione s perimentatrice di regola1·e il tiro in arcata dei cannoni da 24 in modo da non esigere l'impiego cli più di quattro o <.:inque cariche da forma rsi con due sole qualità di cru'toccìo. Successivamente, anmclo il Ministero inviato al COMITt\'l'O due L'elazioni coi corrispondenti Specchi e disegni r iflettenti le esperienze di tiro eseguite clalla R. Marina nl Poligono di S. Bartolomeo alla Spezia contro bersagli r appresentanli la tolda delle navi corazzate, lo invitò a prendere in esame i risultati di queste esperienze per r iferire sull'e,·entuale influenza che potessero avere sulle proposte conten ute nella Deliberazione n. 92. All'uopo la SEzrom,: riunitasi il 13 novembre 1875 (Deliberazione n. 115) confermò innanzi tutto la proposta già contenuta nella Deliberazione predetta, di doversi cioè invltu re la Co:uMrssroNi,; coJll.petente a concretare un progetto di bersaglio orizzonta.le eguale per quanto [Jossibllc ad una. nave. moderna di allora, e di compilare quindi il programma clelle esperienze di Liro contro tale ber saglio per determinare le tavole cli tiro in arcata per entrambi i proietU lanciati coi cannoni da cm. 24 G.R. O. (Ret.) lunghi e corti; $Oggiunsc poi elle si dovessero fare le necessarie pratiche presso il liinistero della :.\farina onde ottenere lo scafo di una nave corazzata f nori servir.io per eseguire contro di esso tutte quelle esper!enzEi di tiro che si ravvisassero utili tanto nell'interesse della Marina stessa che tlcll'Artiglieria terrestre; ccl i11!lnE' stabili che si comunicassero alla Coi\ouss10xi:: per le ar tiglierie cln att acco e difesa i risultati ottenuti dalla R. ~farina nelle esperienze al Poligono di S. Ilarlolomeo. :O-l'ella · sedu ta del 27 dicembre 1876 (Deliberar.Ione n. 21 0) la S1:z10:-i:: ebl.Jc ancora ad occupar si del tiro in arc:i1tn col cannone da 24 lungo (' <:orto, e r itenuto: a) clJe l}Cr l'eHicacia ciel tiro in questione non fosse necessario un angolo cli caduta mi nimo cli 25 gradi, mentre invece per rccnre danni d'impor tanza a qualsiasi nave era sufficiente un angolo dl cttduta s uperiore ai 15 gradi ; 11) clw il tiro in arcata, tanto delln palla quanto clella grana ta oblunga, bastava elle incominciasse da 3.000 metri circa, ossia quando il Uro di lancio perforante cessava di essere utile <Xl efficace in . qunlsiasì cnso, propose : che col cannone cln cm. 24, lungo YCnissero eseguite esperiem:e di tiro in :ucnta con nugoli varia,bill fra il
-
1260 -
IL '1' 1110 IX ABC.\TA
wassirno di 1,roieziouc concesso du lrarruslo n<l alon i ria hrnti ed \l minimo cli caduta _i li 1;; gl'acli, allo scopo <li clet<!rminure praticarneut<! le condizioni del tiro stesso e coutemporanearnente verificare se per la sua esecuzione nelle iIJclicare conclizioui erano necessarie tult<! e tre le cariche ritlo tte o se invece ,·i si potes,;e soclclisforc con un nu wero winore, ed 'in gueso caso quale o quo li erano le cariche ridotte che più conveniva scartare nell'intento tli conciliare le neccssili\ dell"ofl'esa contro il n:i,·iglio nttacc:mlc con la tlesidcrnta seinp.lific:azione ciel scn ·izio; elle tt giudizio dell:i IJomrnis.-sione sperilllentatrice si do,·esse :rnclle sparare un cer to numero di colpi coll 'e:lernllioIJc media lli 25 gradi o colla carica di 20 kg. onde ncceita re gli effetti utili ('Onsegnihili cou un tal. genere di tiri ; elle h1fine col c:inIJone <la cm. 24 hmgo bisogrnw:i proseguire la detennin:izione clelle tavole di tiro {H ln.ncio colla cnrica cli 2S kg. sino alle urnggiori dislanze concesse dngli affusti ad aloni rialzat i. Il ì\'Iiuistero prlm:i di prcuclere un n decisione conseguente a tali coudusioni ritenue 011portnno di fnr eseguire con questo crmnone un esverirnento preliminare fra i limiti di angoli e cli distanze indica.ti iu a) e b), allo scopo (]i dedurne i p:uametri d'esntte1,zn (li tiro e cli probabilità di col11irc, per confrontarli eon gli stessi pnr:unetri reliltivi al tiro cli l:.incio; e c:on dispaccio del 2,1, gennnio 1878, clono fl\'Cl' accennato ai risullati ottennti con questo espt'rimeiito e c·on altri che la Coinrrsi.;ro:-,,,i:: per le a rtiglierie da atlncco _e difesa era stata 11utorizz:ita a fare con tiro in :irca.t:i n 5.000 metri rli di$L:rnza e-on flngolo (li c::iduta di 2ii gradi, e con tiro di lancio alla distanza stessn, facendo r ilevare che l'esatte:r.za à el ti~·o in arcata era minore cli qnella d<•l tiro cli lancio nel senso longitudinale, e viceversa maggiore nel ~enso tras,·ersnle, ma che in complesso il risultato sembran1 soddisfacente, e tenuto il <lebito conto degli inconvenienti che s m:chbero tleri vn ti in praticn dall'impiego cli ph't cariche r iclolte per il tiro in a rcnln, esprime,·o l'opinione che sarebbe forse st:ita sufficiente ln ricerra cli un'unica corica ridotta colln quale si potesse eseguire convenientemente \l tiro iiJ. a rcata n partire dal la dista nza cli metri 2.500 o 3.000 sino a quella in . cui l':mgolo cli caclutn del tiro cli lancio fosse stato s ulficiente per ottenere in pcrfornzione tielle tolde delle nnvi, soggiungendo quindi elle il i::ervi zio pratico sa rebbe per ciò. rinrnsto Remplificato nveuèlosi nei munizionnmcnti clue sole carlc:lle clh·erse.
L n. S1~7,IONE riunitasi 1'11 febbl'aio 1878 (Deliberazione 251) propose: di ad ottare il tiro in arcaita. con angoli va1-iabili per ogni distanza pc1· i cannoni da cm. 24- G.R.O. (Ret.) lunghi e corti., e tanto colla palla che colla grana.ta, cl-Ovendosi i·itenel'e come secondario l'impiego delle palle i.n questo genere di t iro; che per amheòne i can noni cla 24 G .R.0. (Ret.) e per entrambi i proietti le tavole di tiro in arcata dovevano cominciare cla circa 3.000 metri ed arreF-tarsi a 6.000 ; ll.
-· l2G1 - -
CHONIS1.'0LHA l)l•lL SUl'HEMO CO:S SESSO D' AR'l'!OLH:JUA
-
1874-1915
che pl'ima di ini½i.are la colllpila;i;ione delle tavole cli tiro in arcata, bisognava pos ·ibilmente ricercat e di eseguire detto tiro fra i limiti di distam~ sopl'accennati, impiegando una sola carica ridotta: coll'avvertenza che l'angolo di caduta ciel proietto doveva sempl'e essere superior<~ ai 15 gra<,li, ed in caso negativo bisognava determinare dne differenti Gariche r-idotte; che infine pe1· entl'ambi i iipi di cannone da cm. 24 bisognava prosegnire la compilazione delle tavole di tiro di lancio (che per la, palla si arrestava.no allo1·a a 4-000 metri 1:; per la granata a G.000 metri) fino alla massima gitta,ta concessa dall'affusto ad aloni r ial7.a ti per ca111noni da crn. 24 lunghi, ossia in altri termini che bisognava spingere le dette tavole cli t ÌL'o cli lancio pe1· entrawbi i proietLi :fin o al tiro con eleva;i;ione di 30 grndL P er il punta.menlo e tfro delle al' ligÌiel'ie da costa in genere, il Milllistero con dispaccio del 13 giugno 1 O richia ma,v a l'attenzione dellu, SEZIO"iE sopra talune proposte inoltrate dalla 0 0lVLv.rrssIONl1l per le artiglierie da attaceo e difesa <' dalla Commissione speciale incaricata cli. eseguire a Spezia le esperienze. tendenti a far jnciclere le graduazioni in <listamze, per il tiro a palla ed a granata, sulle facce laterali clel1'alzo ordinario. La Smz10:-srn nella seduta del 7 lnglio 1SSO (Ddiberazione n. 322) : riconoscendo plausibili i motid pei quaJi il Direttore clel 1° UFFICIO era stato favorevole alh~ predetb1 proposta motivi conse~nenti dal fatto c:he efi'ctti\-amen lc in cel'ti casi l'alr,0 ordinal'io poteva e doveva servire eccezionalmente Hnche per il t iro preparato pel qnale cr,t necessario puntare e tfrr.n·e colJn. rna ssirna vet.ocit:?i, pel' colpire bersagli mobili sul mare, cosa c·lw non si V{'rificHva con le altre artiglierie eia mm·o per i.l p1mtamento e ti1·0 delle quali non el'a indi.speminbile nn'egn a]e· prontc:1.;i;a tm l'ii-;tlrnte in cui veniva Regnalato il bersaglio con la relativa clislanza. ccl il momento in cui si doveva eseguire il t il'o; rkonoscendo come appunto per tale necessità venivano grad1rnti a distanze gli alzi delle bocche da fn oco da campagna; e constatando inolt t·e che le compl:icazioni clcri.Yanti cla, tali. graclua;i;ioni non avrebbero <:ostituito nna gramde complicanza in confront,o del perso-
1262 -
GHADlJ ..\½IOJ\E DEGLI ALZI PE!: LE BA'l~rF.lU!<l DA COS'.l'A
Hale adibito e speda,lizzato per il servizio del1c batterie da costa e per ciò continuamente istruito ed esercitato a, ma,neg giare i cli1Iercnti attrc,w;i cli puntamento, tantochè cloveva,si giustamente supporre che i temuti juconvenienti sarebbero stati di poco moment,o per l'ispetto dei vantaggi preaccennati; si pronunciò favorevole all'ntilità e convenienza delle graduazioni in distanza sugli alzi ordinari delle artiglierie da costa.
h'ig . 691 · Simone Pacoret cli Saint l3on.
Relativamente alle altre iproposte, la, SEZIONE esprimeva, : parere favorevole all'adozione dell'alzo Saint Bon in certi determi;nati limiti per i cannoni cla cm. 24 per il tiro di lancid a palla, stabilemlo però che prima di far allestire tali alzi si doveva costruire e provare al più presto un nuovo esemplare, perfezio11ato in conseguenza delle esperienze eseguite e non munito di cannocchiale; che il tiro preparato contro berBagli mobili doveva essere limitato alla distanza di 6.000 -
1263
~
CRO.KIS'l'ORIA DEL
s UPin:ìl!O CO.KSF;sso
r/ ARTIGLIERIA
·
1874-1915
metri ed eseguito con la v,oluta-qm~drante e a,doperamlo il telemetro Amici; che all'alzo Sa,i nt Bon bisognava unire la voluta-quadrante formando un prolungamento dello stesso alzo e graduarla per il tiro a palla, mentre sullo stesso si doveva applicare un'adatta piastrina, graduata pel tiro a granata; che bisògnava autorir,zare la costruzione di una ,,o.
Fig. G9ii · Giovan Battis ta Amid-Grassi. /
Iuta-quadrante secondo le preeeclenti proposte onde definire il modello e sperimentarla poi con alclÌni ttri per constatare il regolare funzionamento · delle modificazioni sopra accennate; che bisognava, n,bbandonare lo studio del puntamento prell)arato cl.oppio, com.e pure lo studio del quadrante di. elevazione a suoneria, ta,nto ll)er i cannoni da 24 che per gli obici da cm. 22; che per mamcam,a o guasto· dell'a}w Saint Bon con la. voluta-quaidrante venisse adottato quale ripiego per le brevi clista,nze il sistema cli tiro preparato col telemetro Amici aclopm·ando l'alzo orcHnario, il quale doveva, -
1264 -
NOR111E f~ER IL TJRO PR.l•}PARA'l'O
essere graduato in distanze sopra le facce laterali, e cioè una pel tiro . a palla e l'altra pel tiro a - granata; che ad evitare inconvenienti ,nel puntamento il rmrmo dell'alzo ordina,ri-0 si doyeva munire di una cuffia .con cui rico prirlo quando si adoperava la · linea di mira dell'alzo . Sa.int
I r l !
Fig. 096 - Telemetr o Amici.
Bon : che prima di cominciare il tiro hisognavç1, segnare sulle rotaie ima qualsiasi graduazione .i,n gradi al solo S"copo di i1ndicare quale d<>veva essere il bersaglio da colpire coll'ang,ofo azi.mutale dato dal telemetro; che bisognava riprendere lo studio di un buon cronometro a secondi con suoneria, abbastamr,a robusto, per uso del telemetro nel tiro l)Jreparato dei cannoni da cm . 24 ed in quello degli obici da cm. 22; che essendo già in corso al Campo di Ciriè le s<~rie di tiri necessarie per la rettificazione delle ta-
1265 -
CHONIS'l'OH l A DEL _S UPRE)10 CONS J:)SSO D'..Uì'l'lGLlERIA -
1874-1915
vole di ti.ro col cannone da cu:i.. 24 lungo e corto per i tiri a pulla -ed a granata> non si dovevaillo più eseguire a,naloghi tiri a mare allo stesso scopo ; che nel tiro preparato, per il puntamento degli obici da cui.. 22 si doveva continua.re ad adoperare l' alzo -q riadrante con le modificazioni suggerite dalle esperienze; che essendo già in corso al Poligono di Cirié l 'esecuzione dei tiri per le nuove tavole di tiro dell'obice da cm . 22, non era più il caso di eseguire il tiro a- mare a tale scopo. Per q1wstio11i ancora riguardanti i tele1rn~tri e per . il puntamento e tiro delle artiglierie da, costa, la SmzIO~l!l si riunì il 25 luglio 1881 (Delihera,zione n. 348) per l'esa,me cli un Verbale della. 00-MYIISSIO)!UJ per le artiglierie di.L attacco e difesa e quindi delle relative proposte, e propose al Ministero: 1°) l'adozione dell'alzo Saint Bon per i cannoni <la 24 e da 45 secondo l'ultimo modello sperimentato e quindi modificato ; 2°) di limitare la graduazione della voluta-ailz-0 alla distanza · indicata dalla Nota sulle esperiem,e de,i telemetri del 1879; 3°) di ad.o ttare reg,o larmente il tir-o preparato sperimentato impiegando il telemetro Amici con ventaglio di 2 metri. e dell'ampiezza di 100 metri; 4°) di adottare la voluta-quadrante pel tiro f~ pa,lla, e la lastra, graduata àmovibiJe pel tiro a granata; G <li adottare quale ripiego il puntamento coll'alz,o ol"Clinario graduato in distanze; G'') di prescrivere la graduazione in distanze per tutti gli alzi dei cannoni da costa ; , 7°) di adottare per unità neU.a graduazione dei bracci d'alzo Saint Bon, invece del millimetro la fra,zione di mm. I/L, I ed L essendo rispettivamente le lunghezze delle linee di mira dell'alzo Saint Bon e dell' alzo -o rdinario; 8°) di abolire nell'Istruzione provvisoria sul puntamento la denominaziooe di « puntamento simultaneo al puntamento fatto con l'alzo)), sostituendovi quella di « puntamento preparato con l'alz.o >>; 0
)
-
1266 -
1·
I t L ~
s-~-,,
_
...
-~~
- -
>· . e ~-
83
-~
12ù'7-
...!:L.;.,_.:.c-.__
,g ...,.;
CllONl::il'OHL \ DWL SUPUl~MO CO:-SSESSO D, ARTIGLrnHlA
]874-1915
9°) di a,dottare le cuffie da m1rmo pei cannoni da 24; 10°) di noH adottare tali cuffie pei cannorni da 32 e da 45, ed in quest'ultimo di abolire la linea di mira ordinaria di sinistra ; 11°) di adottare le tabelle degli scostament i quali erano state impiegate, apporta,ndovi le indicate varianti . La SEZIONE faceva poi seguire alfre :numerose proposte tigua1·danti gli apparecchi per il servizio di _batteria duran te il tiro, la verifica delle rispettive tavole di iir,o, l 'organizz:1zio01e del servizio di batteria, ecc. ecc.
Con dispaccio del "leinistero del !) fcbb1·aio 1$82 fu inviata all'esame della SEZJOXE la J)roposta di un sisteurn speciale af puntamento e tiro per l'artiglieria tla campagna ìn 1"eneni coperti (lovut~L nl magg, Luigi Castagnola, e In SF:ZIONt: nella se<luta del 13 marzo 1882 (Deliberazione n. 36:3) <·onchiuse proponendo di sperimentare tu le metodo nei Poligoni nei quaH si potevano trovare posir,ioni iu cui collocare i pezzi per colpire bersagli invisibili dalla batteria stessa. Un'allra questione, degna di nota per la sua importanza, rigu:1rdava In condotta di fuoco delle batterie dn c::11upagna, ucl senso cioè di abbreviare il periodo cli aggiustamento del tiro, almeno a cominciar e da quelle distanze entro cui le batterie sarebbero risultate sottoposte al fuoco efficace delle fanterie. La Si,;z10NE, chiamata ad esprimere il suo parere, prnpose in linea di massima Io stuélio e l'adozione t1i un metodo di condotta di fuoco più celere di quello regolamenta.r e e c~oè, menti-e giudicava da escludersi Il sistema proposto dal :Ministero e sperimentato l'am10 precetlente, suggeriva elle nelle Scuole <li tiro dei Reggimenti da campagna venissero sottoposti ad opportune prove anche altri metodi proposti <la. alcuni ufficiali dell'Arma, e dava aJI'uopo speciali norme per gli esperimenti relativi. La SEZIONi,; proponeva Inoltre la costruzione dl un congegno suggerito dal Ministero e l'esecuzione delle relatìYC prove in confronto ad altri appm·ecchl congeneri che si riteneva conveniente di far sperimcntore per facilitare le correr,ioni del puntamento mediante fa vite di mira. La stessa S.:zroNl:: riteneva poi che bisognava invitare i Reggimenti a studiare e proporre opportv.ne modificazioni alle Istruzioni .iu vigore per occelera.re il servi,1io dei per,zi e abbreviare il tempo occorrente per l'apertura del fuoco, e d'altra parte iniziare gli studi per colorh·e e r endere più appaD.IScente lii nuvoletta di fumo prodotta. dallo scoppio dei proietti. 'lutti i predetti esperimenti furono fatti eseguire dai Reggimenti d'artiglieria da canl])agna. nelle Scuole di tiro deJI'anno 1885 e il Direttore ~
12G8 -
LA COND0T1'A OI FUOCO
d~l 3° U1' b'ICI0, dopo aveme esam in:1to i relativi rnpporti, riferendo iu data 4 d'icembre 1885 le proprie osserva17,ioni sull'argomento, conchiuse proponendo di r espingere tutti i metodi sperimentati e di continuare . ad adottare queUo regolamentare, provando anche il puntamento colla vite cli mira nel modo suggerito dalla 'l'eoria per ìl caso speciale del bersaglio in moto, coll'aggiunta della clau::,ola cli fermare la forcella all'aper-
F ig. 698 - Luigi Castagnola.
tura di 100 metri ogni qualvolta dovevasi poi passare al tiro a tempo. E la SEzIO'KE nella seduta del 7 gennaio 1886 (Deliberazione n. 473) coll'intervento del Presidente del COMITA;ro conchiuse à sua volta che nelle Scuole cli tiro di quell'anno si sarebbero dov uti proseguire gli esperimenti per la condotta del fuoco alle piccole distanze, impiegando il metodo regolamentare colle modifiche proposte dal 3° UFFICIO , nonchè il metodo del Uro a tempo a shrapnel coll'uso della spoletta a doppio effetto già in corso di adozione. Parallelamente vi era allo studio un altro problema riguardnnte il puntamento delle artiglieriEi da ca1npagna e che poteva dividersi in due parti distinte: l'una si riferiva ai congegni intesi a determinare la soluzione più pratica e semplice del puntamento indiretto, e l'altra riguardava i mezzi proposti per eseguire con celerità ed esattezza le correzioni dell'eleva17,ione dei pezzi nel puntamento ordinario. -
12G9 -
CRONISTORIA 01<:L SUF'f! l~ìl:CO COXSES SO o' AR'rI GLIIDJUA
-
1874-1!)15
Si trattava cioè cli ùccidere :::e conveoiva adottare seor.'altro qualcuno dei va.rii sistemi già sperimentati o semplicemente proposti, sia per eseguir e il puntamento indlt-ctto· che per rendere più perfette e sbrigative le norme allora in vigore per il puntamento ordinario, oppure se era Il cn~1> cli eseguire alt1·e esperienze allo scoi)o cli far meglio risaltare I pr·«i ed i difetti dei ,·ari! sistemi.
lflg. G99 - Rodolfo Sìlvani.
La SF.ZtoNE r iunitasi il 27 marzo 188,j (Delil.Jcrnr.ione n. 443) propose cli non ammettere acl ulterìosi ~perimenti per il puntamento indiretto dei cannoni dn caml)ngna L,1 nto lo .strumento a cannocchiale proposto dal ten. col. Rodolfo Silvani del Laborntorìo cli Precisione, quanto quello annlogo modificato dalla CoMM1ss1ox1: da ca111pagna, ma cli sperimentare nelle grandi nrn novre tli quell'nnno i metodi cli puutamento indi retto cd i relativi congegni ideati dal magg. F ra ncesco Siaccl, distrìbuenclo a ciascunn delle batterie par tecipauti alle grandi manone i neccsi'iari strumenti per eseguire il puntamento _iucliretto con tutti i pezzi. Nelle Scuole <li tiro cli alcuni Reggimenti da campagna s i dovevano poi spei·lmeutarc c·ompnralivaruente la piastra cir colnre proposta dal 4° ·c n,1c10 e l'npp:lreccblo ideato dal caµ. Giuseppe Carpani, tendeuti a modilicore l'elevazione dei per.r.l già punta.ti senza tlover riconere all'impiego clell'alr.o, per decider e Quale tli es;;i ern <la preferirsi.
-
1270 -
.ME'l'ODI DIVEHSI l'Ell IL rUl\'.L'AMEl\'.l;O i:: 'l'IRO DELLE BATrrmn: DA CAMPAGNA
Il l\:Iinistern fece quindi spel'imeutare nel 1885 dal 2° Reggimento d'artiglieria da campagna durante la Scuol.L di tiro al P oligono di Por to Corsini, in confro11to col metodo regolamentare, tre diversi metodi per accelerare il puntamento ed il tiro delle bocch·e cla fuoco da campagna. Ognuno dei tre metodi richiese apparecchi speciali e cli ciascuno di · essi venner o costruiti sei esemplari ed applicati ad alt.retttmti cannoni da cm. 7 (Ret.) da campagna e cioè: 6 esemplari dell'apparecchio ideato clal cap. Carpanì, composto di una guida graduata applicata alla culatta del cannone e cli un arco fissato inferiormente itlla coscia dell'affusto, durante il tiro, e portante un cursore destinato a servire da indice per regolar e . i movimenti della culatta allorchè, senza rinnovare il puntamento, occorreva variare la clìstanza cli tiro; 6 esemplari cli un altro apparecchio fondato sullo stesso princi1!io, wa colle gr,atluazioni illlpre.s se sull'arco collegato all'af· fusto e elle serviva da alzo, e rn.unito inoltre di un'asta che portava anteriormente il mirino e posteriormente il braccio d'alzo; 6 esempiari di un terzo apparecchio a piast.rn circolare gn1duata in distanze, con scanitlatura a spirale entro la qi.rnle era allogato · un indice scorrevole che serviva a regolare i giri .della vite di mira a seconda delle correzioni da introdursi n elle clist:mze lii uro, Dopo che il 4° vn1cro ebbe esDwinato il rapporto del Comandante del 20 Reggin1ento artiglieria ed i risultati cle( tiri eseguiti, il 1° e 22 feb: ' braio 1SS6 (Delibernzione 11. J'ifi) si' r iunì la $1,zro::se elle· dopo aver studiato i pn,•detti documenti ed il i.wrere <lei 4" lfrncro concliiusc proponemlo la ripetizione delle esperienze comparative coi . seguenti ap1,wreechi · e applicando i relativi metod~ intesi ad a,ccelernre i~ puntalllento ed il tiro. .delle artiglierie da eaw_pagna : a.) aJ~parecehio Carpani; 1!) a 1>1.rnrecchio a piastr a circolare; e) metodo regolmnenta re ; et) metodo regoh.1UJeotaJ·e modificato coll a ·varirinte per cui il servente puntatore, dopo aver eseguito il pimtamenlo, doveva estrarre l'alzo e r imanere presso la culatta tenenclos1 pronto it variare l'alzo ed a rinnovare il · puntal!lento a seconda delle ln<lica;:;ioni clate dal Oowandante la batteria. Queste ed altre . J}l'.Oposte integrative rig uardanti tali esperienze fmyno accettate dal Niinister o che dispose per la loro ntt1rnzione. Dal 5° Ìtcggilllento artiglieria da calllpagna e secondo un programma dettato dal 4° U1w1cro e applicando le conseguenti va rinnti alle Istruzioni sul puntnmfmto e sul servizio dei cannoni da campagna proposte clal Direttore clell'UFf'ICIO stesso, furono nel 1880 eseguite le prove comparative d i punt:imento fra : il congegno a p~n~trn circolare . applicato al lllateriale da. cm. 7 da campagna., al materiale da cm. 7 per batteria. a cavallo ed al materiale da cm . 9 in lamiera; il congegno Carpirni applicato agli stessi materiali ; il congegno ad alzo circolare applieato al cannone da C'm . 7 da campagna.
Sui risultati ottenuti la S E7,TONE 1rnlla seduta del 1° no.vembre 188(; (Deliterazione n . 500) propose che non si rlovei-\~e -
1271
~
CUONIS'f081A
D0L SUPH0ì\CO CO.:-ISESSO O'Alt'l'IGLHWIA •
1874-1915
più mettere in prova il congeg110 del ten. col. Silvani, nè proseguire gli espedmen ti ad alr,o circolare e che si dovesse1·0 introdurre provvisoriamente nelle Istruzioni sul servizio del pezzo alcune varianti indicate uel programma delle esiperienze; che non si dovessero introdune in servizio gli apparecchi a piastra circolat·e, applicabili agli affusti per batterie a cavallo e da 9 in lamiera, fino a quando non si fosse riuscito a concretare per le batterie da 7 da campagna un oongegno dello stesso tipo ed egualmente buono; che si incari· casse il Laboratorio di Precisione di studiare il modo di migliorare i congegni a pia,stra circolare ruedi1:1,nte l'abolizione della vite di pressione dell'indice, e di · concretare un congegno, pure a p.iasti-a, circolare, ap1Plicn.bile a,g li affu1'lti da cm. 7 da campagna avente una spirale di piccolo sviluppo. Infine la SEZIONE stessa, in considerazione della poca attendi· bilità dei risultati che si ottenevano nelle esperienze affidate ai Reggimenti, reputò opportuno cli insistere nuovamente sulla necessità di creare uina Scuola centrale di tiro . In merito all'altra parte del problem,1, quella cioè riguardante il puntamernto indiretto delle artiglierie da, campagna la SEZIONE riunitasi il 5 lugli.o 188·7 (Deliberazione n. 527) dopo l'esame dei rappori cli dieci Reggimenti d'artiglieria da campagma in merit-0 alle prove eseguite con gli strumenti Siacci modi:ficf1ti, propose : 1°) di rinunciare defi,n itivaroente all'impiego degli strumenti Siacci; 2°) cli stabilire che nel puntamen to indiretto ogni pezr,o avesse a puntare in un falso scopo collocato immediatamente avanti a sè, press'a ipoco in direzione del bersaglio ed a distanza di 30 o 40 metri almeno ; aggiungendo poi altre norme sul modo di condurre tali operazioni di pun tamento indiretto .
* * * Per Il puntnmento indiretto delle nrtiglicrle da assedio n Ministero con dispaccio del 21 dicembre l884 mentre trasmetteva al Presidente del CoMI1'A1'0 copia dei rapporti inoltrati dui Comundanti del Reggimenti da fortezza intorno olle esperienze comparative eseguite con 1 due
-
1272 -
IL PU1''l'AMBJ\"TO DELLE AH'l'IGLlillRIE D'ASSEDIO .E DA CO S'.L'A
diversi sistemi, lo invitava a far definire dal competente Ut,·ncro le n;iodificazioni da introdursi nei congegni ·sperirnen.tati, ed a sottoporli quin,di all'esame della, SÌ,;zroKE per sentire quali avrebbero dovuto essere adottati nonchè per averne il parere sul sistema di puntamento indiretto da preféril:si. Dopo lo studio prelillliuare effettuato dal 2° UFFICIO, la Si,;ZIONE riunitnsi il 27 febbraio 1885 (Deliberazione n. 488), per le bocche da fuoco cla assedio a retrocarica propose: elle le batterie ricevessero in dotazlone gli attrezzi ideati dall' allora magg. Siacci, opportunamente modificati, già sperimentati dai Reggimenti d'artiglieria cla fortezza durante le Scuole di tiro clell'anno precedente; e che prirna di dotare (I.egli analoghi attrezzi le bocche da fuoco nc1 avancarica bisognava far correggere gli attre-.i;zi stessi dal Labor atorio di Precisione nel senso di modificare alquanto il micrometro e di rendere più stabile la sua unione al braccio d'alzo, e quindi sperimentarli nelle Scuole di tiro. 'l'ale proposta fu accettata dal Ministero e gli strumenti, modificati appunto dal Laboratorio di Precisione col diretto concorso dello stesso magg. Slacci, f11rono sperimentati da cinque Reggimenti da fortezza nelle Scuole di tiro clel 1885.
Sui risultati ottenuti fu interpeilata la SEZIONE che nella seduta del 1° febbraio 1886 (Deliberazione 11. 479) con.chiuse cli adottare per le artiglierie rigate ad avancarica il sistema di puntamento indiretto proposto dal magg·. Siacci ed i relativi attrezzi cosi come erano stati sperimentati nelle Scuole di tir-O del 1885. Circa il puntamento indiretto degli obici da costa, nel divisamento di adottare. per tali batterie dei parapetti talmente alti da conseguire la massima protezione del materiale e clel personale, · il Ministero con dispaccio dei 20 dicembre 1881 invitava la CoMMTSSIONE per le artiglierie da attacco e difesa a studiare se, con un sistema di puntnrnento indiretto o con qualC'lte apparecchio ùi riflessione, non si fosse potuto prov"Ì'edere al puntamento degli obiC'i mettendo il puntatore nelle condizioni di poter · seguire continuaIQe~te .Jl bersaglio in movimento. Le proposte della .co;:,n.nssroNE dorio essern state f:>saminate clal 4° UFFICIO furono con dispnccio del 10 marzo 1883 deferite al giudizio del Co:i.lrrA'l'O a SEZTONI ritrnitc, cbe, nella. seduta clell'll aprile 1883 (Deliberazione n. 703), sulla scorta clello studio preliminare della questione. .fatto dal 30 UF~'lCIO, propo~e: di far eseguirù gli esperimenti sul puntamento preparato doppio, SEiconclo il contenuto dell'allegato al Verbale della predetta COMMISSIONE; cli accordare alla COMllUSSIONE stessa la facoltà di eseguire qualche prova preliminare al Campo di Cirié col sistema dell'alidada unica, quando il metodo di trasmissione clel telemetrografo Braccialini avesse dato risultati soddisfacenti ; di interpellare il col. Gustavo Parra-
-
1273 -
<'HONISTORI,\ Dl•:I, SUPRE..'10 COXSESSO O, ARTIGLIBlllA
·
1874-1915
Yicluo sul sistema cli puntamento invero geniale ed inte1·essante da lul ideato; di comunicare all'Ollicina Gnlileo di Firenze e<l alhl COMMJSS10NE il p rogetto di un appnrecchio riflettore, percbè la detta OUicina si pronunciasse sulla possibilità della relativa attuazione in quanto riguar· dava la parte ottica, o la CoM:.nssroNB esprimesse il' :suo parere s ulla possibilità e sul modo cll rendere tnli apparecchi realmente applic11bili In
Flg. 700 • Gustavo Parravlcino.
servizio; cli -invilnre infine In CoMJ\llssroi-:E a co11cretare ed a presentare un progetto ben definito di pnrapetto con gallerie e cli J)untnmento affinchè l' uno e l 'altro s i potessero csamiua1·e sotto tutti i diversi aspetti.
S ulle proposte IPI'esentnte ùalla Oo~:anssro::--EJ convocata a Spezia nei mesi di giugno e luglio 1884 per eseguire le esperienze sul pun tamento indiretto con obici da costa, il Ministe~'O con dispaccio d,el 20 ottoore chiese n parere del COMITATO a S EZIONI riunite clic nelle sedute del 3 e 4 dicembre (Deliberazione n . S5D), ad una serie di quesiti posti dal Ministero rispose conchiudendo: che nelle batterie cli obici da costa si doveva, normalmente adottare il puntamento in -
127-1 -
JL f'C1.X'l'A)fEKTO DIRETTO ED I.\' OJRETTO DEGLI 013ICI DA COS'J'A
diretto ; che soltan t<> in casi particolari (che il OOMl'l'A'ro si riservava di esamil1are volta per volta), poteva ammettersi il tiro diretto ; che nel . tiro degli obici'· cla.. costa trattandosi di materiale nuovo, il settor e clcgli angoli di proiezione dovev~ in inassi rua essere corn1preso fra 45 e 75 gradi, sta,biliendo così a 45 gradi iJ minimo di tali angoli; che per gli obici d a 2 il predetto >et'tor~ doveva essere compreso fra 45 e 60 gradi, i1 massimo cioè permesso allora, da qucll'n:O'.usto, e tra 45 e 75 gradi se con opportune moclifìcazioni all' affu sto era po. sibile raggim1g,e re tale lin1ite; che per l'obice da 24 l'a,ngolo minimo di proiezione doYPYa e~se1·e t'i!;sato a 30 gradi, adotta:ndo per il settore degli angoli cli proiezione quello compreso fra 30 e 41 g1·adi, il massimo permesso dal mr.Ltcriale esistente; che bisogna.a fare alcune IPl'OYC tanto per i til·i coll'obice da 28 che per quelli coll'ohice cln 24 <~ riconoscere se, a motiYo delle l'Ìstrette zone battute che si potevano ottenere colla stessa carie:.L C' per il tempo allora iulfPiegato da tma n:we n pcrconcl'e le dette z.one, era possibile eseguire ntilmentc il tiro; che il si.stenrn di punta-mento indiretto da preferirsi era, <Juello preparato semplice, a falso scopo n1obile, con congegno a cannochiale e traguardo; ehe comreniva, pure i1tlottare, come r~pi.ego, il pun ia me11 Lo con rotaie gradnate e grafometro port'a1ilc a traguardi. Con t1ispa,ocio del 27 ottob1·e L 5 il Ministero invitava il Prcsi<lente del COMI'.l'ATO a fare ei:;uminare dal]a, Sll}ZJOi\TFl : i risultali delle esperfonze comparathe eseguite (con sola polvere) a lfa, ra,l maria snl t iro degli obici da 24 (Ret.) col l' angolo di proiezi-One fisso cli 35 gradi, in confronto del tiro con gittate compenetrantesi; e, considerati i vantaggi e gli svantaggi dei due sistemi, deliberare, senza bisogno di nuove esperienze, quale dei due sistemi era cla adottare. La SE· ZIO:-IE riunitasi il 10 novembre '. (Heliberazione n. 463) conchiudeva che per l'obice da 24 (Ret .) si doveva rinunciare a,1 tir o ad angolo fisso cli 35 gla<li e cariche variabili, ccl adottare per tale obice la tavola cli t iro a gittate compenetri:~ntesi con cinque cariche, sistema già sperimentato con bi1on sucesso nelle 1Predetw prove. Successivamente i risnltati delle esperienze, eseguite con -
1275 -
CUOXI STOR IA DEL SUPRB:.\10 CONS0SSO
o' ARTIGLIERIA
-
187-:1:-1915
una. ba tteria di obici da 28 alla Spezia, dopo l'esame del 4° UFFICIO furono ill1viati al giudizio della SEZION!ll che nella seduta del 24 novembre 1886 (Delibe1·azione n. 506), a proposito del puntamento indiretto concbiuse che bisognava abbandon are il congegno a. falso scopo mobile e adottare invece in massima il sistema a rotaie graduate ed a grafometl.'o, concretando questo strumento e :fissand-0ne la posizione nel modo indicato dal 4° UFFICIO, noncliè di adottare per le batterie di cannoni e di obici da 24 il sistema di segnala.zione a cassetta piana. In seguito il Ministero cou dispaccio del 7 mHrzo 1887 Invia.va all'esame del OOMUATO una r elazione del 14° Reggimento artiglieria dn fortezza rigua\'Clante un sistema cli -puntamento indir1?.tto per glj obici da 24 con elevazioni da 80 a 41 gradi, studiato da tale Reggimento su invito del Ministero stesso allo scopo di poter rialzare tl parapetto delle batterie a puntamento diretto in modo da offrire sufficiente protezione dei serventi contl'O le pallot1A1lc> Jegl1 slll'lipnel. La S1<:ZIONE rl unitnsl il 21 m:irzo 1887 (Delibernzione n. ul6) concbiudeva cbe non era oppor tuno uclotture senz'altro un tale metodo, che per provvedere senza ulteriori esperimenti ul vuntamento indiretto degli obici da costa conveniva ado ttare il grafometro gill proposto colla. Deliberazione n. 506, e per gli obici cla 24 e du 28 impiegnre le rot:1te per cui le prove erano state compiute nel 1884 e nel 1886. Soggiungeva poi di doversi definitivamente stabilire che il puntamento indiretto degli obici cla 24 unclarn fatto colle stesse cariche e cogli stessi angoli già pre9Critti per ll puntamento i ndiretto, e che infine quando per qualche ba,tteri:1 cl'obici da · 24 si riconoscevn il bisogno cli coprire IIlaggiormente i sen·enti contro le pallottole delle mitragliere. e degli shrapnel, se ne doveva r ialzare il pnrapctto in modo annlogo a qua nto er a Indicato nella relazione del 4° UHrc10, della quantità permessa dal minimo angolo cll tiro.
* * * Anche gli studi sui telemetri ebbero nel periodo 18741888 il più a mpio sviluippo e la SEZIONE fn d.i volta, in volta chiamata ad esprimere il suo parere sull e diverse questioni inerenti, sottoposte al su.o esame. Iniziando tale trnttazlone per i telemetri per artiglieria da campagna , rilevasi che in seguito alle esperienze effettuate al Campo cli S. Maurizio clalla OoAr.-.crssroNE da campagna con diversi sistemi di telemetri, il 3° UFf·rcrn incaricato dello studio preliminare .crella questione, su conforme
-
1276 -
I '.l'f~LEllf.E'.l'JU l'EU L'Altl'WLll-:B!A DA CA~U 'A(;:-; A
parere della CoM)USSIONE stessa conchiudern che s~ adottasse tletinith·amente il telemetro Gautier introdnccuclovi, qualora ne fosse stata riconosciuta la conve11ienza, quelle uwclilìcazìoui che erano state vroposte dnlla Ditta Tave.rnìer-Gra.vier. A differenza però clell'opluioue emessa dalla COMM1ss10.i\"E, il 3° vffICIO, nel caso In cui le esperienze intra prese in l!'r:u1cia col telemetro lVlariage avessero dato i risultati sod1:lisfaceuti cbe se ne n.ttendevano e che couseguivuuo dalle informazioni a n1te dal nostro Addetto militare u Pnrigi, sosteneva l'opportunità di intraprende1·e anche presso cli noi delle esperienze con qucsLo telcwetro sia perchè il telemetro Ga:utier, malgrado la sua grnnde superiorità i-11 tutti g li altri tino nl lorit sperimentati, non presenl:Jwa tuttì i requisti desiderabili in un telemetro da c11mpagnn, e sia anche perchè si giudicava non tanto lie,·c il difetto, comune d'nltronde a tutti gli strumenti a riJ'Jessioue, cli ricllh~ere per il sno impiego una luce piuttosto viYa e di essere quindi lll un uso ubbnstauza difficile in da te eir costarnr.e atmosferiche ed lu alcune determinate ore del giorno.
La, .SEZIO~E riunitasi H 3 maggio 1875 (Deliberazione \35), dopo avere attentamente esaminato il Verbale della COMMISSIONE e tutti gli altri documenti inerenti alla questione, ritenen do provata la convenienza cli non continuare le esperienze sul telemetro Gautier nè sugli a utostadiometri e distanziometri P lebani, condivise il parere che si dovesse sperimentare il telemetro Mariage qualora la Commissione rrancese di Calais si fosse dichiarata favorevole all'adozione dj quel telemetro. In riguardo al te1emetro Lc-Boulengé, la SEZIOì\'E approvò la proposta della COMMISSIONE e che cioè alcuni uf:Jiciali d'artiglieria mnniti di un Gautier e di due Le-Boulengé di maggiore formato dovessero seguire nelle manovre una bri. gata d'artiglieria IJ)er riconoscere le ciroostao1ze in cui il telemetro Le-Boulengé potesse venire ul".ilmente impiegato, e farsi un'idea sull'esattezza che poteva fornire tale str umento parag,onato al telemetro Gautier. Circa l'opportunità di adottare sin d'allora il p1·edetto telemetro Ga11tier, la SEZIONE lasciava a.Ile supe1~iori Autorità di decidere su tale a,clozione e procedere in seguito, quarnlo ne ·fosse stato il caso, anche a,ll'a-doziollle clel telemetro Mx'lriage, 1·iservando l'uso di quest'ultimo per quelle cfrcostanze in cui il Gautier non poteva essere iml))iegato. 11.
-
1277 -··
CHOl\l~'.fOHIA DKI. SUPHJ,!M O CO~SESSO
o' ART!Gl,IEIUA
-
1 1-:1:-1915
Gli studi sui telemetri da campagna (lurante 1':111110 l87G interessarono a più riprese la SEZION~: tl'a r tiglìcria . Il 10 feb\Jrnio 1S7G (Dcliben1zionc n. 149) essa presP. in esame il purere espresso <lnl 3° TJ1,Frcro in merito ad nn telemetro da campagn'll' proposto dal cap. <i-artiglieria Glonmni nattista Amici, e mentre si nssocia,·a alle considerazioni del predetto Ob-fiCIO proponeva che la relazìone con am1essa appendice presentata dall'im-enLore venissero pubblicate nella Pa r te 2" d Pl Giomale <l'Artiglieria e Genio, e che fosse trasmesso alla COMM1ss10Ni,; l'esempl:.1re del telemetro con annessa rela7.ione, per le espericu7.e cl('] carn.
~
~'
- - JL__J_~.>;:1_V · ,,,,, "'· r ,~
,...__ _ . r --.-·
Fig. 701 - Antostu<liomctro L-'lebrmi.
?lllnor fortuna ebQe invece il telemetrq per bntterie eia campagm1 ideato dal ten. Gaspai-e Freddi clel 1° Reggimento ar tiglieria, perchè la SEz1o~t; nella i;e<lnta del ltl fel>braio lSiG (Deliben17.ione 11. J:iO} sn · conforme parere elci B0 rrrrc10, J)Ur rilevi1n<lo che I'invent~rc ,ion nYc,·a risparmiato studi e spese per la risoluzione dell'importante problema, motivando il s no p(lrere con 11 lcuni rilicYi te('nici. uon riteune <·Ile un esemplare cli questo lclemetro Ycnisse costruito f1 spese clello Stato. Intanto il :Ministero con cl'ìspaccio del 20 gennaio 1876 comunicò nl COMITATO che · il ten. cli fanteriu )laringe <lell'Bser<:ilo francese, in i;eguito 111le c::<petleuze eseguite a Calnis l'anno precedente aveYa inoclificato il telemetro cli &u:1 im·enziune e ne otl"rin1 due modelli, uno per la fanteria per la misura <lelle clistmt7.e Jìno a 3.000 m~trl, e !'nitro per l'artiglieria
1278 -
I TJ~LID:\n:nn r tt B L ' AH'J'lG Lil<mIA DA CAMPAG~A
per distanze lllaggiorl, rilevando a questo proposito che il nostro Addetto milita re a P arigi, per il cui tramite erano 1)ervenutc le informazioni e le oJl:erte predette, non era stato avaro di lodi per questo nuo,·o strumento, tantochè il Mi nistero su p1·oposta ciel Comando clel Corpo di s. M. chiedeva il parere del CoMl'l'A'l'O s ulla convenienza o meno di acquistare un esemplare di ciascuno dei clue modelli su accennati.
In questa· drèostanza il Ministero domandava poi anche una concreta proposta per la scelta denitiva del telemetl'o da assegnare alle batterie cla campa,gnni. La questione <lopo l'esame prdiminar~ del 3" UF1ncro passò al giudizio della SBZIO:-.IE (Deliberazione n: 165) la quale all'unanimità propose al Ministero: che non si a clcli% nisse all'a.cquisto cli alcuni esemplari del telemetro Mariage essencloYi fondato motivo per ri tenere che esso non poteva competere cogli a.ltri giù, ~perimenta ti ; che se si fosse pe1· il moment,o soprasseduto a lla scelta del telemetro per l'artiglieria cla campagna , ~i invitasse invece l'appo ·ita Commissione a completare $ollecitamente gli esperimenti comparativi per decidere sul tipo da adottarsi, e nell'ipotesi che tale scelta non foi:.se caduta .·ul t ipo Le- Boulengé convenisse di a,vere in dotazione almeno qualche escrniplare di quest'ultimo tipo. Nel frattempo il Ministero della Guerrn con · dispaccio clel 2G gennaio 187G avendo chiesto 11 va rere ·c1e1 CoM1'l'.1To sopra una moclifici1zione proposta dal cap. Luigi Faltn del 1l" Reggimento artiglieria per il telemetro Gau tier, la Questione (topo · lo studio preliminare del 3° UFncro, f.u defe1·ita al giudizio dell a S1,:7,1oxE. Ln mocliflcn progettata dnl cap. lJ'alta consisteva nel sostituire :lll'obbielth·o del tel...me, ro Gautler formato cli un unico prisma cli vetro, un alt.ro obbietlh·o formato da clue prismi, pnre cli vetro ma cli grossezza minore la cui rifrazione fosse metà di. quella del prisma unico, e disposti in modo da 11oter rotarc l'uno in senso opposto all'allro sino D descrivere e:ioscuno mezza e:irconfen~nza attorno all'asse dello st r umento. I vantaggi c:osì ren li¼za t i erano, '-Ccondo l'Ideatore, di vai-ia natum, ma la SEZTOXE nella sedutn del 2 :,i,prile 1876 (DeHber:izione n. 172), su conforme p(lrere dd 3° Un·1c10 decise che tale proposta non s i clovesse prcndm·e in .c:ons1dcrazio11e suggerendo pc1·ò nel contempo cli inviare al cap. Falt!l. una parola di incoragi;riamento e dt encomio per l'intelligenza e l'operosità cln lui spiegata in tnlc studio.
l <'ina,lmente in riguardo dei telemetri per artiglieria da campagna, nella seduta del 27 dicembre 1876 (Deliberazione 1279 -
CH0.'.\1:-,'l'OH I,\
DEL ::;rJl'HJIJ~10 CO~ S li:SSO o 1..rn'l'lGL11'llUA
•
1874-1915
n. 218) giusta il voto espresso nella Delibe1·azione n. 165 di addivenil'e ci:oè alla scelta cle.finitiva di un tale apparecchio quando fossero stati 0<mcltiusi gli studi comparativi fra il telemetro Gautier e gli al tri che ancorR, rim anevano da esaminare, su confol'rne parere della Sottocommissione nomi11ata. dal Comrundante territoriale d'artiglieria di Torino coll' in carico di eseguil"e p1·oye compa l'atiYe Ll'a il Lelemet1·0 Gau-
l•' ig. i02 - Angelo 8almoir:1 glli.
Uet, il te1elllet r·o Amid e <prello p1·opo~to dall'ing. Sa1moi1·agbi, su confol'me parere del 3° URFrcro, incaricato dello studio preliminare delfa questione, la, SEzIO:--;P. propose al Miriistel'o · di non tfar seguito alla proposta formulata nella
Delibera:1,ione n. 165 tendente ad introclnrre in servizio per le batterie campali qualche esemplare del telemetro Le-Boulengé; cli tributar-è al cap. Amici un vivo elogio per l'operoRità, e l 'intelligenza dimostrate nello studio dei telemetri da, campagna; di non insistere ul teriormente sulle prove col -
1280 -
I 'l 'l!lLIDl\:1ETHI PER L'ARTIGLIERIA D 1\ COS'l'A
telemetro dell'ing. Salmoiraghi, benchè degno pur esso della maggiore considerazione, e di adotta,r e definitivamente per le batterie campali il telemetro Gautier. Parallelamente agli studi sui telemetri per l'artiglieria da campagna -.s i conducevano quelli riguardanti i telemetri per l' artiglieria da costa. La SEZIONE si · riunì il 2 aprile 1876 (Deliberazione n. 170) .<~ sulla scorta di un Verbale della COMMISSIONE per le artiglierie da attacco e difesa portò il sno primo esame sui risultati delle esperienze eseguite coi seguenti telemetri. da costa : l") a base orizzontale: Siemens e Halske; Ma<lsen; Nola-n-Pozzi; 2°) a base verticale : vVatkin; Plc-\ba,n i; Parravicino. Aderendo in massima alle conclusioni del 3° UFFICIO che pei ragioni di competenza aveva compiuto i primi studi sulfa. questione, la SrnzIONE pr,opose essenzialmente al Ministero : cli adottare il telemetro J\fadsen come determinatore cli posizione e provvedere di tale strumento ogni forte;i;za marittima; di incaricare il Laboratorio di Precisione di costruire un .esemplare del telem.etro Parravicino invitando l'inventore a fissare il limite massi.mo della, distanza la cui mbmra.zione doveva essere con cessa,· dallo strumento stmza spingere questo limite a.I punto di compromettere la buona riuscita delle operazioni nè la faciliUL di impiego dello strumento stes· so; di far costruire dal t aboratorio 'di Precisione col tele metro P ana-vicino anche lo squadr,o calcolatore pro[)osk dallo stesso inventore per la rapida correzione degli. errori risultanti dalla sfericità della terra nelle indicazioni date dal telemetro; di incaricare n Laboratm·io di Precisione di trattare colla Ditta Salmoira,ghi di Milano (1) per l'acquisto del (1) È doveroso ricordaTe qui le benemerenze della « Ditta Salmoiraghi ,i (li Milano e del suo illustre fondatore, ing. Angelo Salmoiraghi, per cui alla. risoluzione strumentale del problema telemetrico costiero l'talia si affermò brillantemente fin dal 1S73, perfezionando poi continuamente in seguito studi e realizzazioni in questo campo.
-
1281 -
CR0~1ST0H1..\ DEL SUPREMO CONSESSO D' AR'.rIGLIERIA •
187-:1:-1915
telemetro da essa presentato, stabilienclo come condizioni. alcuni requisiti da esigere dallo strumeHto; di invitare la Co.t1Bnss10KE a sperimenta.re compa1·ativamente i due telemetri P arra.vicino e Salmofraghi, autorizzando gli inventori ad assistere alle p1:ove; di inca ricare il Labo1·atorio di Precisione di ricavare i disegmi chiari ed esatti cli tutti i t<~lcmetri da e.osta sperimenta ti iì.no allora perchè potessero allegarsi alle relazioni sulk esperienze con essi eseguite. relazioni da pubblica,r e nclln, P arte 2" del Giornale .d' Arti:dieria e Genio; di riattare gli esemplari del telem~tro Siemen~ e Halske e di qu ello· Plebani, e se ,possibile ancbe tli quello vVatkin, e di tenerli a disposizione per eventuali esperienze, nonchè della Scnola d'applicazione per l'i. trnzione degli allievi, ed in genere delle Scuole e Stabilimenti miJitad che ne avessero fatto richiesta ; di montare nn secondo tele· metro Madsen servendosi dei pezzi disponibili dei dne grafometri del telemetro Nolan -P ozzi e di. tenerlo a disposizion e comp i precedenti . In prosieguo di tempo e cioè dopo qualche anno fra le , arie esperienze che si tlol"evano :1ncorn esL•gnire alln Spezla In riguardo· cli varii problemi attinenli alle artiglierie da cosh1, ,·1 erano nu0Yi\me11le comprese quelle riflettenti i telemetri, tan tochè u11a serie di proposte concretate in un Verb:lle della C())rM1ss10::-E per le artiglierie da. attacco e difes:1 onde precisnre il progranunn cli tall esJ)~:rienze, a St\guito clel dispaccio mi11isterinle del 10 m::iggio 1879 furono in,inte all'esame della S&zroxi,; elle se ne. occupò nellfl seduta del 9 gi ugno successivo (lklibcrnzioue u. 2S!J) : le proposte contenu te uel preventivo stuello effettu:1 to tlnl 3° TJFfTcro f urono completoUJ<mte approvate dnlla S1,zroNE: che in questa occasione , olle tribut~1re parole cli lode all;-. suddetta coiorrs:;1ox.: per il Iaxoro da essa nntcriormente sempre espletato.
I n merito ai risultati cl elle p1·edette esperienze fatte n Spezia nel 1 79 la SRZIOi\'l!l si ri unì il 7 lng-lio 18,.0 (Deliberazione n. 322) e in 1·iguardo ai telemetri per le ba tte1·ie da costa, armate sia di cannoni che di obici, propose l'adozione del telemetro Amid prescrivendo pc1·ò che prima cli fa,1.' allestire tali appn,recchi bisognava sperimentare il nitovo tipo cli telemetro Ami ci costruito sulla scorta delle modifiche e dei perfezionamenti suggeriti dallH pron~ già e-ffettnate. Tali ci::perimen ti. dovevano esegnil'~i a Spezia oltre ·Cbe in occnsio~1·e -
1282 -
:-i ' -' --1_;;:;_.t_ •
-$--
i' ; y u.,..___f._..L.
s· ......r,,.
~'
• , , •.• -.: , .:.;.:.:,:·· -·--·· I
'·-·-!.I. ........_~~~~
I
·-.l7~ - '_ .. ~
-.
.~..-!!!!--1':
!,, _ • _ ,1._.,:,,_ __
.. .,
l,t,''
---~--------.------~-· .::;i
Fig. 708 · Telemetl'ografo Siemens Halske. Apparecchio :M:adsen. Telemetro Nolan·PozzL
CHONIS'l'ORL\ DEI, SUPRE:'I.CO CONS l~SSO D' ARTIGLIERIA
-
187-1:-1915
dei tfri di controllo anche in un tiro esclusivamente dedicato per constatare i vanta.g-gi realizzati coi perfezionamenti
·- -------
...
;,I
·•.
..._ ,--- ---·--~._,_.. ·a,~~
~
- --· .... \,..__
-~
-~. -
IJ'ig. 704 - Telemetro Watkin.
Fig. 705 - Telemetro Parravicino.
introdotli ed omettendo gli altri esperimenti di tiro per la ricerca dei limiti di altezza delle batterie nelle quali il telemetro stesso aYesse potuto trovare utile impiego. Si sareb- 1284 -
I '.l.'E T,8)1E'.l:HI S AL:.UOIH .\ GJil ED A)llt,:1 PER L ' ARTIGLIEUIA DA COSTA
bero poi dovuti preparare i micrometri Amici seguendo le 010rme stabilite, munendo di ventaglio lineare quelli per le batterie di cannoni, e cli ventaglio an golare quelli per le batterie di obici. una Yolta poì espletate le suddette l)rove col secondo esemplar e A.miei bisognava concretare i p:nLicolari di costnrnione dei casotti-ricoYeri cowpilando il progetto del loro imJ,)ianto nelle varie batterie da costa. Occorreva inoltre riparnre .;econ(lo i sugget·imenti <lettati dall'esperienza gli esistenti telemetri Salmolragbi semplici, così come aveva proposto la Commissione sperimentatr ice, per utilizzarli in qualche batteria cli minore impo1tanza oppure per atlo perarli come grafometri per '.P. batterie molto b:.1sse nelle quali si d oveva ricorrer e al metodo Madsen. IDfì.ne per conchiudere in riguardo dei telemetri, la Sr-z10:'<E propose di procedere allo studio sperimentale cli quei telemetri a base orizzontale dai quali si potesse spera.re un uso pratico socldìsfacen te per le batterle situate a poca altezza snl livello del ma re.
Per l'esame dei risultati delle nuove esperienze col secondo esemplare del telemetro Amici, la SEZIONE) aderendo aì desiderio del Ministero di veder risolnht la questione senza ulteriori esperimenti, nella seduta del 25 lngli,o 1881 (Deliberazione 111. 348) propose l'adozione del Rolo telemetro Amici suggerendo alcune leggere modificazioni indicate nel Verbale della Com missione s,perimcntatrice, e proponendo cli incaricare l'Officin11 Galileo di l!.,irenze (1) d.i costruire colla massima sollecitudine il numero degli esemplari occorrenti; mentre poi escluse, anche in via di ripiego, il telemetr-0 Salmoiraghi. (1) Accennando alle ben note « Officine Galileo 1> si impone cli rileva.re qui come e quanto lodevolmente esse abbiano contribuito e cooperato alla costruzione ed ai su<.:cessivi perfer.ionninenti degli strumenti ottici in genere e di quelli telemetrici in pal'Ucolare. Alle Oflicine Galileo si deve in grande parte lo sviluppo assunto dalla telemetria in !talla e<l è doveroso ricordare come la gt!nialità inventiva del llraccialini abbia trovato nei dirigenti e nei personali della Galileo i più appassionati realizzatori delle sue iclee : a tale titolo va ricorda to l'ing. raolo T riulzi, che, in quel lontani primi tempi (1880) , r ealizzò i migliora.menti ottici e meccanici degli strumenti proposti <lai Braccialini, e con lui devono essere citati i nomi clcll'lng. Santarelli, del prof. Pasqualinl e dell'ing. l\lartine-~ che iu prosieguo di tempo diedero le loro migliori energie alla sempre piì1 m:trcatu affermazione cli tali costruzioni ottlche.
-
]285 -
1
CRONIS'.l.'CmI A DEL SUPRE)lO CON S I·'.SSO D ,\RTlGLIERIA -
1874-1915
Successivamente tl\·endo il Prcsiclente del Col!ITATO chiesto al i\lìuistero cli far sperimentare un telemetro cla costa ideato dnll'ing. Fautrier, con dispaccio del 19 gennaìo J8S5 il .Ministero accoglieva in massima ln richiesta. e con successivo <li!-paccio del G febbraio im·1tava il suddetto P resiclente. a sottopone nll'esome dellit SEZIONI, i disegni e la descrizione cli tale telemetro, e la Si;z10NE riunitasi il 28 marzo sucessh•o (Deliber azione n. 447) dopo lunga I:! dettagliata qiscussione tecnica propose di far costruir e e sperimentare un esC'mpla.re di tale telemetro a base orizzontale.
F ig. 706 - Priolo 'l'r iulzi.
L'anno dopo la s ~~zIONE fn chiamata ancor a una volta ad esprimere il suo parel'e in riguardo alla questione riferentesi ai telemetri per le batterie cla costa. Erano allora state compiu te le definit i ve esperienze col telemetro Bràccialini a l,ase verticale ed il 1\Iiniste1·0 con dispaccio del 7 marzo 1886 t rasmelteva alla P residenza del Coi\IITATO il Verbale ed il eap porto ·della Coi\1MISSIOXE sperimentatrice affinchè fossero esaminati dalla S EZIONE. Lo studio preliminare s ui ri,rnlta ti di tali esperienze fu affidato nl 4° °GFPICIO d01PO di che' la SEZTONE si ritml -
1286 -
I '.l'gLl))~ IETRI. B!UCClAT,ll\I ED ,Ù\IICI - $0LLIF..R PCR L' ART.lGLIIDRIA DA COST,\
nella tornata del 12 aprile e dell'S giugno del 1886 (Deliberazione n. 489) per esprimere il propri.o parere. Ma nel periodo di tempo intercorso fra le due predette sedute, esRendo stata presentata anche li:L relazione sulle prove eseguite
I
_)
F ig. 707 - T elemetro I3raccialin i a base verticale.
ool telemetro esterno Amici. -Sollier, la SEZIONE si pr,o nunziò su entrambe le relazioni d.ella Comniissione e sui pareri del 4" UFrrrcro prolJ.)001endo al Ministero : a) di introdurre in servizio il telemetro a base verti cale presentato dal ca,p . Braccia:lini, del tipo a vetrino piano, colle modificazioni proposte dal 14° R.egg. art. ; b) di modificare second,o tale tipo i telemetri Amici esistenti, asseg,nati alle batterie nelle quali l'osservatorio telemetrico era, situato nella batteria stessa ; -
]287 -
CRONISTORIA DEL
SUPIUJM.O CONSESSO
o' ART IGL!Ef!IA
·
1874-1915
e) di incaricare il 14° R,egg. art. di compilare la necessaria Istruzio11e sull'uso di questo strumento; d) di provare il telemetro esterno o telegoniometro Arnici-Sollier;
I
I l
Fig. 708 - Telemetro Awicl-Sollier.
e) cli far costruire a tal fine il telegoniometro. Il :Ministero con dispaccio del 15 luglio 1S86 mentre i riservn,va di far conoscere le sue determinazioni 'circa le predette proiposte sui telemetri e telegoniometri a base verticale, trasmetteva all'esame del OO)IITATO una nuo,·a :.\Iemoria del cap. Braccialini riguardante un telegoniometro Braccialini Sollier. E J.a, SEZIONE riunitaf<i per ciò il 30 luglio 1 6 (Deliberazione n. 495) conchinse proponendo : che come telemetro a base verticale si scegliesse il tipo n, vetrino incunato colle modi:Qche proposte (lal 14° Rcgg.; C' lic si . perimentassero i
-- 1283 -
1 1.'1,LE(;ONIOil ll•~L'l(I ,HlI('l·SOl,LIEH E BlUCCIAL fNJ · :C-OLLIEH
due tipi di telegoniometr o Amici-Sollier e Braccialini-Sollier ; che le nuove batterie da CO!;trnirsi fossero provviste di stazioni telemetriche foterne.
I. I
I l~ig. i09 - Telcgoniornetro Brnccialiui-Sollier.
E ssendo intanto state compiute a Venezia le esperienze coi telemetri da costa a base orizzontale, il Ministero con diSjpaecio del 20 ottobre 1886, mentre trasmetteva all a Presidenza del 00::.\HTA'I'O il rapporto sulle esperienze stesse affinchè la SmZIONEJ lo esaminasse ed esprimesse il suo parel'e, raccomandava la maggiore sollecitudine urgendo provvedere di telemetri le batterie basse da costa. La SEZIONE riunitasi nella tornata del 1° e 14 novembre 1886 · (Deliberazione n. 501) dopo ampie discussioni propose : 1°) di adottare iper le batterie basse, quali ad esempio -
J2, 9 -
CROKISTORTA DEL SUPRlt llfO CONSl',SSO D' AH'l'IGLIER.l,\
-
1874-1915
<1uelle di , , enezia, il telemetro Braccialini a vetrino con scala semplice ed a, trasmissione telefonica; 2°) di incaricare la Direzione territoriale del genio delle rispettive Piazze di costruire nelle batterie gli appositi casotti telemetrici analoghi a quelli delle batterie alte, coll'avvertenza che i casotti stessi avrebbero dovuto avere un diametro interno tale da rendere agevole il maneggio dello strument-0 ricettore ; 3°) cli incaricr-1ire le · Direzioni territoriali d'artiglieria e del genio cli concretare di comune accordo le località dove dovevano essere stabilite le stazioni seconda.rie corrispondenti alle singole ba:tterie, i ca,s otti di colloca.mento dei tra· smettitori e lo stendimento delle linee telefoniche fra le stazioni; 4°) di incaricare il cap. Braccia.lini di concretare coll' Officina Galile·o le leggere modificazioni da apportarsi al telemetro, fra le quali quella dell'introduzione della saracinesca per regolare la luce, nonchè di studiare le cuffie alle quali dovevano apiplicarsi i telefoni Ader per la maggiore tomodità del servizio di trasmissione; 5°) fin alm ente di informare il ten . di vascello della Ma· rìna Ii'rancese, Le Goarant · de Tromelin, dei buoni risultati forniti clal suo telemetro, che non veni.va adottato, non già per difetti riscontrativi, ma soltanto perchè si erano sperimenta.ti altri telemetri più semplici e non meno sicuri.
A completare la vita labqriosa, fattiva ed oculata del CoMl'rA'ro d'artig'ieria e genio dal 1873 ,,1 1888 sono da ricorda.re due,, Delibérazìoni riguardanti gli Stabilimenti_ d'artiglieria. Con dispaccio del 20 febbraio 18S.5 il Ministero aveva invitato il Presidente del CoMI'!'A'l'O a sottoporre all'esame deUa SEZIONE una copia del contratto sti1mlato fra, la Casa Armstrong . ed il Mirùstero della R. Marina per l'impianto c1i un Opificio nelle vicinanze di Napoli destinato alla costruzione di artiglierie e di tutti gli altri materiali artigliereschi, affinchè la SEZIONE stessa avesse manifestato il suo parere circa il contratto in genere e più particolarmente in riguardo ai vantaggi che dall'impianto di tale Opificio ne potesse ricavare l'Amministrazione della Guerra.
-
J.290 -
LO S'.1'..\IlILL\IE:-1'0 AR.\! STROXG A POZZUOLI
La SEZIO~E nella seduta. ciel 24 mal'zo 1885. (Deliberazione n . 4.40) a,derendo alle considerazioni esposte dal r ela tore nel su o rapporto CQJnchiu deva : che il ~finisterò della :Marina aveva concepito un atto çli saggia e previdente ammi-
Fig. ilO - Yeduta generale dello Stabilimento Armstrong a Pozzuoli.
nistrazione che, mentre reca.va, gioYamento all'industria privata nazionale, i-isolveva nel miglior modo il problema di potere, in caso di bisogno, fabbricare in Italia t utti quei materiali d'artiglieria per i ciuaH le Amministrazioni sia della Guerra che della Marina erano costrette a ricorrere all' industria stntniera. -
1291 -
CRONIS'.l'ORlA DEI, Sti l:' IU~M:O CO); Sl,SSO D' AllTIGLin:HI /\
•
1874-1915
Anche la seduta del 10 dicembre 1SS.'5 (Deliberazione n . 467) fu particolarmc.llte importante per l'avvenil"e della Fonderia e dell'Arsenale di Napoli. Si trattuvn di esprimere un parere in me1ito alla proposta fatta dalla Società Guppy tendente a rilcrnre e gestire per un certo nnmei·o di anni quei due antichj e gloriosi Stabilimenti. Il Direttore <lel 2° u~·Frcro che aveva avuto incarico di studiare tale questione sulla scorta di numerose considc1·a:r.ioni tecniche ecl economiche si mostrò nettamente contrario e nello stesso senso si esp1·esse la SEZIONE .
§
6.
Il nuovo Is p ettorato Gene rale dell'Arma d ' artiglieria creato il 14 lug lio 1887 e cos tituito nel 1888 = Attribuzioni e poteri dell' Ispettore Generale e dei s ingoli generali Ispettori , Cenni biografici dei varii Is pettori dal 1888 al 1894 = Fusione dei due Is pe ttorat i da campagna n el 1892 • Soppressione dell' lspet, torato Generale nel 1894 e creazione dei nuovi Ispettorati nel 1895 • Istituzione del Consiglio Superiore d'artiglieria. Lavori del Consiglio Superiore = Studio di un cannone da 1.5 e di un mortaio da 24 = Studi s ugli affusti e relative installa, z ioni • Applicazione dei cingoli Bonagente ed esperimenti re, lativi , Esperienze sui carrelli , La difesa di Vinadio e lo stu, dio delle modifiche delle cannoniere a s fera , Proposta di va, riazione nella dotazione di muniziona m e nto dei For t i , Que• stioni riflettenti un nuovo sistema di rigatura e di corone dei proietti secondo le 1>roposte del inagg. Felice Campanelli , Stu , dio di una grnnata, torpedine per cannone da 9 B.R. (Ret.) Studio di apparecchi elettrici da segnalazione proposti dal Brac• cialini. Modificazioni del 15 settembre 1897 , Abolizione del Con, siglio Superior e , L'Is pettorato Generale ripristinato di fatto se non di nome , Lav ori del nuovo Consesso , Esame comparativo di telegoniometri presentati dal capitano S. Martino, dal te, nente di vascello Pass ino e dal vice,ammiraglio Magnaghi. Cenni biog rafici dei vari Is pettori dal 1897 al 1902 , Ri, costituzione dell 'Ispetto rato Ge nerale e dei vari Ispettorati nel 1902 • I varii Ispettori dal 1902 al 1908 • Il generale Giovanni Bertoldo Ispettore Gene .-ale del genio incaricato delle funzioni
-
1202 -
IL :'1" 0 0\·o T!'-rl-n'TOllATO GE:-Ell.\LE D'AHTIGLIERIA
di Ispettore Generale d'arti g lieria = L'Ispettorato delle costru• z ioni d'artig lieria posto a lle dipe ndenze dell'Ispettorato Ge nerale del genio , Il generale Moni succede al generale Bertoldo nel 1909 e riprende carica e funz ioni di Is pettore Genera le d'arti glieria • La legge del 191 0 , il R. D. del 191 1 e la circola re ministe riale s uccessiva • I varii Is pettori dal 19 10 a l 19 14 .
Nel 1 7-88 venne sciolto il preesistente Comitato d'artiglieria e genio e cre~,.to l'!SPE'F.fOHATO GRNEUAL!D dell'Arma cli artiglieria. Il testo unico del 14 luglio 1SS7 n. 4-.75S riflettente le leggi di ordinamento del R. Esei·ci~o e dei servizi dipendenti dall'Amministl'azione della Gnerra, contemplava per la prima volta un tale E nte e ne stabiliva la. seguen te composizione 01·ganica: a) un I spettore Genel'ale (tenente generale) ; b) un l siPettore del1e armi e delle FabbriC'he d'armi (tenente generale o mn ggior generale); o) un I spettore delle Commissioni d'esperienze, Comandante la Scuola Oentl'ale d' artiglieria '(tenente generale o ruag gjor generale) ; d) due I spettori dell'artip:lieria da campagn,1 ed a ca vallo (tenenti generu li ,o maggiori generali.); e) un Ispettol'e dell'artiglieria da, forte7,za, delle Direzioni e degli Stabilimenti cl' arti.glieria (tenente generale o 0 maO'O'ior · · 00 O ·o.neralc) > f) Uffici degli. Ispettori. Questo Ordinamento non fn però attuato che l'anno dopo in forza di un decreto emanato il 7 giugno L SS col qun)e a -partii-e dal 1° luglio cessaYano di. esistere il Comitato d'arti glieria e genio ed i Comandi territoriali d'arligliel'in, e con un altro decreto d.i pari data andava in ·vigore l'ordinamento stabilito colla legge dell'anno precedente. Una speciale Istruzione determinava, le attribuzioni fSpettanti all'Ispettore Generale ed ai singoli generali Ispettori d'artigliel'ia, come segue : l'Ispettore Generale, alla diretta dipendenza del Mini stro della, Guerra, doveva sovraintendere a.i. servizi tecnici dell'artig-lieria, esercitando altresì l'alta direzione degli stn-
129:; -
CRONISTORIA DEL
SUPRl:D:IO CONSESSO 0 , 1\RTIGLIElHA
1874-1915
cli e delle esperienze che si riferivano ali' Arma, al suo impiego in guerra, ai materiali varii . ad essa in dotazione, ed all'armamènto delle fortez1.e del I-legno. A lui spettava anche , l'iniziativa delle proposte aventi un ca,ra,t tere generale, e cioè cli quelle che andava,no oltre i limiti delle attribuzioni concesse ai singoli generali Ispettori dell'Arma stessa : per incarico rkevuto dal Ministro o per a,utorizzazione cl.el medesimo doveva inoltre eseguire le i~pezioni in qualsiasi ramo del servizio. Infine l'Ispettore Generale in unione ai generali Ispettori ed all'occorrenza coll'intervento dei Comancla.nti di artiglieria e dei Comandanti di Cor!Po, si pronunziava sulla idoneità degli ufficia-li all'avanzam:ento e sull'attitudine degli ufficiali superiori ai varii servizi dell'Arma : doveva a.J.tresi (,ompilare a,nnualmente gli specchi Mod. O riguardanti i generali Ispettori. I generali Ispettori d'artiglieria, anch'essi alla diretta clipendenza del Ministro della. Guerra, esercitavano, ciascuno nel proprio settore, l'alta direzione nonchè la vigihtn½a su tutti i servizi dell'Arma a.no scopo di assicurarne il regolare andamento e di favorirne i possibili progressi. Essi dovevano esplicare il loro mrunclato con ispezioni di ca,r attere generale e con visite speciali, iper ,effettuare le quali dovevano essere autorizzati o<l incaricati dal Ministro del1a Guerra. Prima di c,ffettuare qualsiasi ispezione · avevano l'obbligo di presentarsi nll'Ispet~,ore Generale per ricevere, in armonia alle istru,r,ioni d'indole generale già, ricevute dal Ministro, quelle altre istruzioni speciali che l'Ispettore Generale reputasse opportune per il migliore svolgimento dell'ispezione stessa. Per ogni ispezione e per ogni visita sipeciale compiute, dovevano compilare i loro rapporti diretti al Ministro comprendendovi tutte le proposte che credessero utili al servizio. Le ispezio'ni poi dovevano avere un carattère- essenzialmente tecnico mentre per In parte amministrativa e contabile, salvo qualche speciale incarico che potessero ricevere dal Ministro, si clovevano limi tare~ alle ricognizioni necessarie per riferire sull'operosità del [)ersonale. Ai generali Ispettori d'artiglieria, era data facoltà, di poter 0orrispondere in genere dfr.ettarnente coi Corpi ed Uffici -
1294 -
Llil ATTR1BUZI0~I DELL/JSPJ..vl".l'ORE GBNBRALI~ E DE:I GE.N'WI1ALI ISPEJ'l'TORI
dell'Arma limitatamente però soltanto per tutto quello che potesse rigual'dare la parte tecnica dell'Arma stessa. Oltre alle predette attribuzioni di ca1·attere generale, n.i generali I spettori erano conferite anche attribuzioni di carattere speciale e così dei due generali Ispettori dell'artiglieria da campagna, uno aveva l'ispezione dei Reggimenti cla campagna dei primi cinque Corpi d'Armata, del Reggimento a cavallo e di quello da montagna, l'altro l'ispezione dei Reggimenti da campagna aventi sede negli altri sette Corpi d'Armata. E nt1·ambi ()_nesti genel'ali Ispettori doveva.no esercit~re sui Reggimenti dipendenti una speciale vigilanza, si dovernno mantenere in contatto oon essi, ne dovevano conoscere e riconoscere le condizioni ed i bisogni, dovevano assistere .alle loro Scuole di tiro ecc. ecc. Era pure di loro competenza l'esame dei Regolamenti di serYizio e delle I struzioni pratiche delle tru[Ppe di artiglieria da campagna, a cavallo e da montagna. Il generale Ispettore dell'artiglieria da fortezza, delle Direzioni e degli Stabilimenti d'artiglieria, aveva per i Reggimenti delJa, propri a specia,l ità le stesse attribuzioni conferite ui genel'ali Ispettori dell'artiglieria da campagna: doveva inoltre vigi_lare sul servizio tecnico delle Direzioni territoriali, delle Fonderie e degli Arsenali di. costruzione; doveva esami. 01are e studiare le questioni di indole tecnica relative ai matc~riali cli ogni genere che si allestivano negli Stabili.menti suindicati, ed infine doYeva esaminare i progetti d' armamento delle fortezze cla tr::ui:mettersi al l\finistro per n tramite del]'Ispettor·e Generale. Il gene1·ale I spettore delle armi e delle Fabbriche cl' a rmi doveva esercitare un'alta, vigilanza sul servizio tecnico delle Fabbriche d'armi e dovern- eseguire ispe1,ioni generali delle armi e dei materiali in ca,rico ai Reggimenti delle varie Armi ed ai DistreW militari: gli ~ettava poi anche la collaucla zione delle armi portatili secondo l e prescrizioni allo1·a Yi . genti nonchè il controllo sulle tariffe proposte clal1e Fabbriche d'armi. Il generah~ I spettore delle Commissioni <l'esperienzc, Co mandante della Scuola centrale d'artiglieria, doveva atten-
129,5 -
CRONIS'.I.'ORIA DEL
SU PRE~10 CONSl~SSO D'Alt'.I.'IGLIERIA
•
1874-1915
dere agli studi e dirigere gli esperimenti dei nuo,i materiali. secondo l' indirizzo scientifico-tecnico dato dall' I spettore Generale in armonia alle istruzioni che quest' ultimo riceveva del Ministro della Guerra . Erano di sua c-0mpetenza le ispezioni e la vigilanza del servizio tecnico dei Polverifici, del Laboratorio di precisione e dei Laboratorii pirotecnici, nonchè lo studio e l'esame delle questioni d'indole tecnica relatiYa ai materiali di produzione dei suddetti Stabilimentj. Per tutte quelle questioni poi che il Mi1niste1·0 avesse giudicato opportuno di sottoporre ad un voto collegiale, sotto la Presidenza dell'I spettore Generale sarebbe stata, convocata una Commissione consultiva, della, quale potevano far pa,r te : tutti o soltanto alcuni dei generali I spettori; i Comandanti d'artiglieria che pet ragi-0ni di servi.zio si fossero trovati presenti alla capitale o che vi fossero stati appositamente chiamati, e quegli altri ufficiali che il Ministero avesse creduto di. desi gnare. Per disposfaione ministm·iale si potevano all'occorrenza · oostitui:re IPOÌ delle Commissioni speciali per lo studio di altre questioni che si dovessero esamin are e che in qualche modo esulavano dalle specifiche attribuzioni dei singoli generali Ispettori. Infine per lo studio di quelle questioni cli carattere generale interessanti tamtQ l'Arma d'artiglieria come quella del genio sarebber o state dal Ministro costituite apposite Commissioni. Da tale ordinamento e dalle attribuzioni inerenti emerge subit o l'alta importanza . della figura dell'Ispettore Genel'ale e le alte qualità scientifiche, tecniche e professionali che egli doveva possedere per poter sovraintendel'e alla complessa mole di tutte le questioni riguardanti le varie Unità e Specialità dell'Arma, degli Stabilimenti di produzione <~ dei Centri di studio e di eswerienze. Tale alta importanza trovava netta corrispondenza nei fatti e nelle persone, e gli Ispettori d'artiglieria che si succedettero nell'altissima, carica, per studi, profondità di dottrina., capacità scientifica e competenza tecnica e professionale rappresentarono sempre eminenti P e1·sonalità che onora-
-
1296 -
GLl ISPETTORI GENERALI ED I GlllNERALI ISPETTORI
rono l'Arma, l'Eserdto e spesso, anche in altri campt, il nostro Paese. E111trato in vigore il nuovo ord ina.mento, le alte cariche dell'Arma furono successivamente occu1Pate clalle seguenti personalità : 1° Ispettore Generale d'.artiglieria fu il t enente generale Emilio Mattei, che come si è visto fin dal 1883 aveva coperto la ca,rica di Presidente del disciolto Comitato cl' Artiglieria, e Genio, ma nella i;uwva carica egli rimase per un pe-
li'ig. 711 · Gerolamo Rolancli.
lI'ig. 712 • Carlo Pm;tore.
rioclo di tempo molto breve e cioè dal 24 giugno al 27 dicembre 1S88. A lui succedette il tenente geinerale Girolamo Ro landi che fu Ispettore Generale clal 14 aprile 1889 al 2 ago- sto 1892, ed a quest'ultimo segni il tenente generale Carlo Past ore dall'S agosto 1892 al 20 dicembre 1894. Ispettori delle armi e Fabbriche d'à.rmi fur ono: il maggiore generale Nicola Qua.g lia (1888 -1890), il maggiore generale Alessandro Oliol.iFasola (1890-1SD3) , ed il maggiore generale Achille A.fan de Rivera (1893-1894) . Ispettori gelle Commissioni di esperienze furono : il maggiore generale Enrico Giovannetti (1888-1889) ed il maggiore generale poi tenente genera,l e Orazio Ga,l leani di Saint Ambrofae. -
12<)7 -
CHONI STORIA DEL
SUPHl•:l\IO CON::òl!:SSO
D' AR'l 'IGL!LCRIA
•
1874-191{,
I spettori d'artiglieria da campagna per il 1° grUJPpo fu. rono : il tenente gener ale Gil'olamo Rolandi, divenuto subito dopo Ispettore Generale ed il tenente gene1·ale Carlo P astore, assunto anch' egli alla carica di lspet.tore Gencrc1lc succedendo al generale Rolanéli (1889;1 02) ; pel' il 2° gruppo, nel 1888
.:.:a
Fig. 713 . - ~lcola Quuglia.
il predetto generale P astore, nel 1889 il maggiore generale Alfredo Sterpone e dal 1889 al 1892 il maggiol'e generale Gio vànni Boido. Nel 1~92 però i due I spettOl'ati d'artiglieria da éampagna furono riuniti in uno solo colla nomina tt,cl I!.iQ)ettore d'artiglieria da campagna, del maggiore generale, poi tenen te generale Luig·i A.daini che rimase in carica. fino a tutto / il 1894. Ispettori d'artiglieria da fortezza furono dal l u ' al 1 "93 il tenente generale Carlo Beltrami, e dal 1893 all'anno su<' cessiv,o il maggiore generale Francesco Fallanca.. -
12i:IS -
OF.HOL ,\:IIO ROLANOI
Gerolamo Rola.ndi nacque ad Albenga e morì a I{omu (1827-1899) . Sottotenente d'artiglieria nel 1848 pal'tecipò alle campagne del 1849 e del 1859 ed a quella di Crimea. Dopo essere stato Direttore di artiglieritL a, Genova, fu promo. so nel 1870 colonnello e comandò 1'11° Reggimento da campa,g1na.
Fig. iH - GiciYanni Boido.
Maggior gencl'ale nel 1877 comandò l'artiglieria a, Torino e fu chiam ato a far parte deff antico Comitato d'artiglieria e genio. Tenente generale nel 1884 fu Ispettore d'artiglieria da campagna e poi fapettore Generale dell'Arma. Lasciò il ser85
-
1299 -
0
CROXIS1'0R1A DhlL ::;UPREi\IO CONSESSO D ART1GLm11IA
.
JS'i-1:-1916
vizio nel l 92, fu Deputato per Genorn al Parlamento nazionale \Tlelle legislature 1G· e 17•, e nel 1892 venne nominato se11atore del regno. Carlo Pastore, figlio, nipote e pronipote di illust~·i artiglieri !lla.cque e mori a Torino ·(.1.S32-1910). Tenente d'artiglieria nel 1851 partecipò alla campagna del 59 : colonnello nel 1875 comandò il 14: Reggimento da costa, fu poi Direttore del Lr~boratorio di precisione e dopo essere stato Comandante in seconda della R. Accademia militare di Torino, fu Comandante territoriale d'artiglieria pure a Torino. Maggior genier-a.le nel 1882 fu addetto al Comitato d'artigliel'ia e genio, e 1Promosso tenente generale nel 1887, nel 1 88 fu nominato Ispettore d'artiglieria <la campagna e nel 1892 I spettore Ge nerale dell'Arma nella quale carica rimase tino al 1894, nel quale anno lasciò il servizio. L'ordinamento del 1888 rimase integralmente in vigore fi no al 1894 ; ma alla fine del 1894 il suddetto ordinamento, in conseguenza di ripetuti inconvenienti sorti per interferenze e conflitti di competenza fra l'Ispettorato Generale e la Direzione Generale d'artiglieria del }1inistero della Guerra, venne notevolmente modificato e cioè con R. Decreto del 23 dicembre venne soppresso l'Ispettorato Generale d'al'tiglieria e con altro R. Decreto del 13 gennaio 1805 vennero soppressi gli I spettorati stabiliti colla Legge 14 luglio 1887, e creati i seguenLi nuÒvi organi: n) un I spettorato d'artiglieria da campagna; b) un Ispettorato d'artiglieria da fortezza,; e) un Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria; d) un Ispettorato delle arll1i e dei materiali dei Corpi ; e) una Direzione superiore delle esperienze d'artiglieria. Con R. Decreto del 7 marzo 1895, una speciale Istruzione detel'mi111ò le attribuzioni generiche · e· specifiche elci singoli I spettori e del Direttore superiore delle esperienze, mentre per le questioni generali relative ali' Arma venne i tituito un Consiglio Superiore d'a,rtiglieria. A tale riguardo il R. Decreto 7 marzo si eSII)rimeva testualmente cosi : « per le questioni relative all'Arma d'at·tiglieria, che il Ministero giudi· . chi conveniente cli sottoporre ad nn voto collegiale, è istituito 0
-
1300 -
JL COKSIGL10 SUPEIUOREJ D' ARTIGLiillRlA
:--:1.~·_;, I
pe1·manemteruente un Consiglio Supe1'iore d'artiglieria ·· del quale fann o parte tutti gli Ispettori clell' Arma. Il Consiglio è presieduto dal più anziano degli I spettori. Per ordine o per autorizzazione del Ministero potranno ~ventualmente essere chiamati a farne parte il Direttore superiore delle esperienze, i Comandamti cl'artiglierfa ed altri Ufficiali)).
/4 \ l!"'ig. 715 - Luigi .A.darui.
In conseguenza di quanto sopra, negli anni ..d.a,l 1894 al_ 1897, fino a quando cioè l'()rdinamento fu di nuovo modificato, all' I s;pettorato Generale dell'Arma fu sostituito il Consiglio Superiore d'artiglieria ed il Presidente di tale Con§:i~ . Qperiorc non fu più un predesignato genera.le dell' Arma, ma. bensì il più anziano degli Ispettori in carica, il quale ultimo pertanto divenne di fatto il Capo dell'artiglieria. ita.lia,na. Durante talè periodo di tempo Q.8 94-18~ gli Ispettorati cli cui sopra furono temuti dagli u:fficia1i generali seguenti : 12:.e§iden.te__g_el Con$iglio S ~i o1·e : tenente _generale Luigi Ad.ami I spettore delJe costruzioni d'artiglieria; Isipettori d'artiglieria da campagna: · t enente genera.le -
1301 -
CRO"'lSTOrtIA DEL SUPRTilMO CONSESSO D'ARTIGLIERIA ·
1874-1915
Gustavo Parravicino 1894-1896; maggior generale Carlo Nievo 1896; maggior g,e nerale poi tenente generale Francesco R.ogier 1896-1898; Ispettore d'a,rtiglieria da, fortezza continnò ad essere fino al 1897 il generale Fallanca già generale Ispettore della specialità dal 1893;
Fig. 716 - Ladislao -Malaspina.
Fig. 717 - Gustavo Parravicino.
Ispettori delle armi e dei materiali dei Corpi: dal 1894 al 1896 il maggior generale .A.fan de Rivera già generale Ispett ore delle a,rmi e Fabbrkhe d'armi; nel 1896 il maggior generale Ladislao ì\falaspina in primo tempo, qui01di nuovamente il mao'o·ior e quindi poi il mab0 ·ofor t,t, 0o·enerale •\fan de· Rivera .b generale poi tenente genèrale Carlo Nievo che rimase in carica fino al rno1. Luigi Adami, figlio di Francesco Giuliano Adami, capitano di fanteria caduto eroicamente a Novara, ·111acque a T..Q.rino e morì a i)forazzano (1834-1913) . Sottotenente d'artiglieria nel 1~54 parteci!Pò a.na campa,g na, del 1859 guada,g nandosi a S. :Martino 1a medaglia d'argento al val.or militare. l"u A
.
•
'
-
1302 -
IL PRESIDENTE DIDL CONSIGLIO S UPEIUOR f: D' AR'l' . ED I GENERALI ISPE'rrOR{
quindi insegnamte a,l la Scuola, Complementare d'artiglieritL e genio e vice-Diretfore della F-onderia. di 'l'orino. Partecipò come maggiore alla, guerra del 1866, poi tornò alla, Fonderia cli 'l'orino della quale divenne Direttore nel 1883. Promosso maggior generale nel 1S86 ebbe il comando territoriale d'artlglieria a Napoli e quindi . quello d'a,r tiglieria da campagma a Roma, e nel 1889 fu ·nominato aiuta.11te di campo generale di
Fig. 718 - Luigi l!"nmcesco Rogier.
S. M. il R-e. Raggiunse il grado di tooente generale nel ·1892 e coprì le cariche di Ispettore d'artiglieria da campagna,, Ispettore delle costruzioni d' artiglieria ed infirn~ quella di Ispettore Gooerale dell'Arma. Nel 1899 lasciò il servizio a,t tivo e la città di Cuneo lo elesse deputato al Parlamento nazionale per le legislature 15a -e 17a. Per il !Periodo 1888-189·7 esistono solamente dieci verbali del Consiglio Superi-o re d'art iglieria rela,tivi all'anno 1896, numerati dall'l al 10: e cioè mancano le traccie ed i documenti d'archivio riferentesi ai lavori compiuti dall' Ispettoraco Generale e dai singoli I spettorati dal 1888 al 1896 : P er le relaziooi personali e cli servizio cla noi avute con -
1303
~
CRONISTORIA DEL SUPRl~.M:O CONSESSO D 7 ARTtGLlERii\ •
1874-1915
gli Ispettori Generali e coi singoli generali I spettori ricordiamo invece con precisione come i lavori da essi compiuti in quel periodo di tempo sieno stati molti ed importantissimi (e del resto ne fa fede il richiamo <:.he a tali la,vori dell'Ispettorato Generale viene talvolta fatto dai predetti dif\Ci verbali del Gonsiglio Su1periore), tantochè siamo fermamente convinti che al macero distruttore debhasi imputa,re la constatata impossibilità di ricostruire le attività del Supremo Consesso in questo lasso di tempo impedendo di lumeggiare adeguatament(' l' opera, fattiva ed illuminata dei preclari artiglieri che vi Hppartennero. I)e:t il predetto brevissimo !Periodo biennale siamo pertanto poi pro:pensi a ritenere che non siano stati compilati altd verbaJi, sia perchè tutte le ·nostre più diligenti ricerche in proposito a Roma, a Torino ed a Firenze sono rimaste infruttuose e sia perchè nei verbali dei periodi successivi al 1897 non abbiamo t1·ovato akun riferimento a questioni diverse da quelle appunto trattate in questi dieci v-erb;:i1i, ed alle quali 1 • a-ccenneremo brevemente. Il Consiglio Superiore, d'artiglieria 'si riunì il ? gennaio 1896 (Verbale n, 1) per discutere in merito all'opportunità di mettere allo studio un cannone di medio calibro. e di grande potenza per la difesa delle piazze. Alla seduta, oltre i membri ordinarii, intervennero il Direttore superiore delle esperienze, i Comandanti d'artiglieria ·dà fortezza e i Direttori dell'Arsenale e della Fonderia di Torino, La prov~sta era : stata Jnoltratn dall'Ispettore dell'artiglieria da fortezza, ed il Ministro con dispaccio clell'l.1 luglio 1895 aveva invitato il Consiglio Superiore ad esprimere il suo parere in merito alla proposta stessa ed a pronunziarsi sui requisiti essenzia1i della nuova bocca da fuoco in relazione alle séguenti questioni : gittata massim:;; specie di tiro, possibilità di inviare tale bocea cla fuoco in posizione esterna, e prossima alle Opere di forti.fì.cazione, e quindi peso piassimo di ess-a; dati balistici ed esame della convenienza di costruire un tale cannone in ghisa cerchiato od in acciaio; :6.nalmtmte necessità cli studiare un tale cannone subordinata.mente olla possibilità cli incavalcarlo sopra un affusto da assedio oppure sopra· un affusto cla d ifesa, Il Consiglio Superiore, dopo esauriente discussione decise: che tale cannone si dovesse costruire in acciaio con peso non superioPe ai 5.000 kg. ; che con esso si dovessero eseguire con cariche .varie i tiri a granata carica di potente esv.losivo, nonchè i tiri a shrapnel; che . ad entrarnbt i proietti si dovesse nssegnnre un eguale peso di kg. 50 onde ottenere la maggior -
1304 -
STUDIO DI UK CA~NOKE DI >lEOIO CALIBRO 8 DI GRANDE POTENZA
gittata con la minore forza viva iniziale, senza però prescinclere dal tiro curvo per utilizzare anche · a questo scopo la ùuova bocca da fuoco; che infine il calibt·o del cannone si dovesse fissare a 15 cm. e si dovesse incavalcare esclusivamente sopr a un affusto da difesa. Nelle successive sedute dei giorni 4 e· 7 gennaio 1896 (Verbale n. 2) il Consiglio Superiore si occupò invece .dello studio cli un nuovo mortaio da 24, specialmente destinato ai Par chi da assedio da montagna. Lo studio di un mortaio più potente e più leggero di quello regolamentare era stato autorizzato dal Ministero, il quale però si era riservato di prendere le sue decisioni dopo l'esame del 1frogetto o dei progetti che gli sarebbero stati presentati. Se nou che le proposte inoltr ate dal Direttore superiore delle esperienze non erano in relazione colle direttive che per lo studio stesso erano state date a suo tempo dal soppresso Ispettorato delle esperienze ed infatti la nuova bocca da fuoco era sensibilmente più leggera, il peso del proietto era minore mentre ei:a promesso un notevole aumento nell_a gittata massima òel morta.io, ed esseÙzialmente era off~rta · la possibilità di costruire questo mort(l.io in un sol pezzo evitando cosi tutti gli inconvenienti delle artiglierie scomponibili. In complesso se.mbra.va pertanto elle qualcl:e vantaggio fosse statq raggiunto tanto · per rispetto al mortaio regolamentare quanto in confronto al tipo di bocca da fuoco suggerito dal preesistente Ispettorato delle esperienze: malgrtldo i predetti rilevati vantaggi. il Ministero prima di prendere definitive decisioni volle conoscere il parere del Consiglio Superiore. d'artiglieria richiamando l'attenzione clell'alto Consesso sulla necessità di del;erminare se la gittata e l'efficacia del tiro del mortaio, cosi concretato, rispondevano effettivamente a tutte le esigenze, e sovi-atutto poi se i pesi della bocca da fuoco e delle sue munizioni erano rispettivamente tali cla garentire tutta la richiesta mobilità per là guerra di montagna. Ed il Consiglio · Superiore dopo ampia discussione deliberò : 1°) che non era il caso di prendere in considerazione i progetti di mortai e relative insta llazioni proposti dalla Direzione superiore delle esperienze ; 2°) che nell'impiego del mortaio <la 21 A. regolamentare si dovesse utilizzare la maggiore efficacia che le nuove polveri potevano conferire a tale bocca da fuoco; 3°) che si dovesse porre allo studio il mortaio cli grande potenza . capace di lanciare a non meno di 8.000 metri un proietto di lunghezza inferiore ai tre calibri e mezzo e contenente all'incirca 70 kg. di potente esplosivo; 4°) che per l'impiego al quale tale mortaio doveva essere destinato, non potendosi prescindere dalla scomponibilità del inateriale nei trasporU, _ bisognava tener v.resente di non poter oltrepassare i 300 · kg. per ogni si.~gola: parte; 5°) che infine circa l'instal!ttzione si dovesse studiare il modo per ~
1305 -
CROKISTORlA Dl~I, SUPRK\:IO CONSESSO O-'AUTIGLIERL\
-
1874-1915
cui il materiale r isultasse nou soltauto scompouibile ma altresì adatto per l'impiego in montagna.
In tema di ma,t,eriale per le artiglierie da assedio ricorderemo un'altra questione esaminata dal Consiglio ~uperiore nella, seduta del 6 gennaio 1896 (Vei·ba.le 01. 5) riguardante l'affusto da assedio e relativo paiuolo per cannone da 15 A. lungo e per ·obice da 21 G.R.C_ (Ret.)- Su richiesta del Minister,o si trattava di decidere, sulla scorta dei rapporti inoltrati dai Reggimenti d'artiglieria 27°, 28° e 29°, nonchè da,l Comando d'artiglieria da fort€zza. di Napoli e dall' l ~ettore d'artiglieria da fortezza, se tale 1nateriale rispondeva al principale requisito indispensabile, di [)restarsi cioè alla guerra d'assedio in montagna,. Do1Po ampia ed esauriente discussione il Consiglio propose: 1°) che si dovesse procedere all'allestimento del mate1fale in esame nel quantitativo che il Ministero avesse ritenuto strettamente indispeo1sabile per sopperire alle esigenze del momento ; ' 2°) che si dovessero porre allo studio due nuove distinte installazioni, l'una pel cannone da ·15 A. lungo e l'altra per l',obice da 21 G.R.0. (Ret.), tenendo presenti quelle direttive dj massima indicate nel Verbale n . 5, nonchè tutte quelle modifiche che fossero consigliabili nell'intento di pervenire in breve tempo ad un materiale perfettamente rispondente al ser, vizio cui era destinat:é> ; 3°) che infine q:>er il trasporto della bocca da f ~lOCO , e per quello del paiuolo si dovessero studiare due appositi carritrasporto che avessero i requisiti vo1uti inerenti alla natura, del carico. ' Il :Ministero, accogliendo le proposte avute dall'Ispettorato delle costl'uzioni in riguardo agli studi da farsi per concretare un tipo d'affusto e relativa installa:>.ioue cl1e si fossero prestati all'impiego del cannone cla 15 A. lungo e dell'obice (la 21 nei. Parchi d'assedio, in data 4 novembre 1896 prescriveva. al Consiglio Snperiore cli dover proseguire gli studi e gli esperimeuti intesi a constatnre se l'affusto da assedio già costruito e fino allora impiegato nelle prove di . tiro col cannone da 15 A., potesse servire allo scopo qualora all'affnsto stesso si fossero anche per il tiro applicate le rotaie a cingolo l\:focl. . Bo1rngente. Se l''esito· cli ta.li
-
1306 -
0
I PROGETTI PER L AFFUi-'l'O DEL CA);:'.\0:SI;: D..\
15
A.
stu<li fosse stnto favorc,·ole, si sarebbe doYuto a(lottare ed inlroclurre in ser\'izlo il tipo d'affusto già concretato, munito di rotaie, tralasciando ogni altro studio di aO:usto per le boccll.e dn fuoco iu questione. Qualora im·ece le rotaie a cingolo non :l\'essero potuto du1·unte il tiro assicurare il facile senizio di entrambe le predette bocche da fuoco, si ùo,essc porre nllo studio un nuovo nf(L1sto e r elativa in:stnllazione elle rispondessero a tutte le esigenze del servir.io nei Parchi da asi,edio e specialmente nelatti per l'impiego in montagna. Allo scopo poi cli affreth1 re tnle studio, Dn d'allora il Consigllo Superiore an-ebbe dovuto esaminare i quattro progetti già concretali e scegliere quello che, a suo avviso, sarebbe stato conYeuiente di allestire e di sperimental'e, e nel caso che nessnn progetto fosse strtto trovato rispondente alle pÌ·escrilte esigenze il Conslglio stesso dovesse indicare le modlficazionJ da a11portarsi a quel progetto ritenuto l)iù rispondente allo scopo, oppure tracciare le direttive ller un nuoYo studio. Infine il Consiglio avrebbe anche cloYuto pronunziarsi: sulla possibilità di incavalca,r e le bocche da fuoco in questione sun·atrn,;to ad aloni snodati e sulla èonvenienza cli studiar e un affusto da difesa per cannone da lu A. e per obice da 21 cla impiegarsi nella difesa delle Piazze in quelle postazioni fisse nelle qunli 110n fosse stn.to conveniente di impiegare l'affusto dn assedio.
Lo studio 1preliminate della questione, per ragioni di competenza fu affidato all'I spettore d'artiglieria. da, fortezza, dopo cli. che il Consiglio Superiore, riunitosi il 20 ·novembre J 96 (Verbale n . 10), a seguito di una dettagliata discu:::sione conchiuse indicando i due progetti d'affusto da prescegliere tra i quattro presentati, iproponend o cbe si sarebbe dovuto lasciare all'esperimento pratico di decidere a quale di questi due tipi si doveva dare la preferenza; che inoltre [lel concretare i varii particolari di costruzione dei due accennati progetti, si dov~sse tener conto cl elle proposte contenute nel Verbale n. 5 ; e infine che si dovesse porre allo studio anche un affusto da difesa per il carnnone da 15 A. lungo e per l'obice da 21 seguendo quelle direttive di massima, esse pure tracciate nello stesso Verbale. Si è visto come il Ministero nel suo dispaccio del 4 novembre 1896, n proposito dell'affusto da assedio ()(?r il cnnnone da Ui A. e per l'obice< cln 21 aC'cennasse all'uso delle rotaie a cingolo Mod. Bonangente: unn, tale questione, connessa con quella dei carrelli 11 cingolo,_ ideati dallo stesso cnp_ Bonagente per il trasporto in montagna delle artiglierie ad installazione cla assecllo, stava appunto in quell'epoca per essere risolta
-
1307 -
CRONIS1'0RI A OlllL SUPREMO COl\"SESSO
o' ARTIGLIERIA
•
1874-1915
nella sua pratica ed importaJltissima realizzazione. Gli studi ed i tenta· tivl in rigua rdo delle rotaie Bonangente erano stati inizio.ti fin dal 1803 e proseguiti negli anni successivi, tutta.via le Yere e proprie prove appli· cative del nuovo principio di traino furono eseguite soltanto durante le Scuole di tiro del 1896 ai Poligoni d Bracciano, di Cecina e di S. Maurizio con tre coppie di rotaie : dopo cli che la questione fu rinviata al giudizio del Consiglio Superiore che, in armonia agli intendimenti del ~Iinistero, avrebbe don1to esaminare tutti quei dati emersi dalle esperienze e decidere In riguardo all'intro<luzione del materiale Bonagente in servizio.
Flg. 719 · Pro'l'e di traino e cli tir o di materiali muniti di cingoli Bonagente.
Il Consiglio Superiore si rinnì il 1!) dicembre 1896 ·(Yerbale n . 8) ed in merito alle 1·otaie a. cingolo Q)ropose c;.he si dovesse affidare senza ritardo alla Direzione Superiore delle esperienze l'incarico di sottoporre le coppie di rota.ie già esistenti a tutte quelle maggioti prove di traino e di t iro che fossero state possibili, utilizzando all'uopo non solo i tiri da eseguire per alt ri scopi, ma, appositi tiri a palla da 15 e a granata -torjpe-dine da 21 corta, onde cimentare siffatto mater iale a t utte quelle circ-ostanze d'impiego cui avrebbe dovuto corrispondere, in modo da poterne concretare tutte quelle più utili modificazioni che fossero apparse necessarie dalle risultanze degli esperimenti eseguiti. Per tali prove la DireziOllle Superiore delle esperienze si sarebbe dovuto valere dell'opera -
1308 -
l CIKGOLI BOKAGEK'.l.'E
tlello stc~so capitano Bonagente e dì t utti i. 1·a.ppol'ti delle varie Commissioni chP già avevano avuto agio di siperimentarc tali lllttteriali. :Non appena poi che la Direzione Superiore avesse ultimate le pro,e e determi:na,te le eventuali modificazioni, si snrcbbe dovuto -approntare un certo numero di coppie di i:otaie per gli affusti da assedio, pesanti e leggeri,
Fig. 720 - Applir:17,ione dei cinp:oli Donagente.
da 15 e da 21 da illlpiegare uell<~ Scuole di tiro del 1897 e negli sbarramenti, nel senso che tutti i til'i si sarebbero clovuti effettuare colle bocche da ftioco inciwalcate su affusti muniti di ·rotaie a cingolo. Il Consiglio Snpei·iore confil..'la,a fondata.mente sulla piena riuscita cli questi esperimenti eseguiti su vasta sca,l a, in conseguenza di. che U ,primo passo verso l'adozione dèi mate. 1·iali Bonagente sarebbe cosi stato compiuto. Quanto poi al~
1809 -
CHO:-llSTOHl.-\ DEL ;:,UPHEilfO CO:\SESSO D'Anél.'lGLHJRI.\
187±-1915
l'estendere l 'uso dei cingoli .:Jl traino anche sulle strade ordinarie, lasciandoli permanentemente a,ttaccati alle ruote, il C,onsiglio espresse il parere che per allo1·a, non era, il caso di occuparsene. Per il secondo argom·ento in discussionù, queUò cioè riflettente i carrelli a cingolo per il trasporto in montagna delle artigliere e delle installazioni da r1ssedio., il Consiglio, S\l,1la scorta di dati già allora in possesso al riguardo, propose : l°) che si dovessero comunicare al capitano Bonagente tutti i rap1porti sulle esperienze compiute coi carrelli a:ffinchè, sulla scorta dei rilievi in essi contenuti, egli potesse accingersi a concretare i conseguenti perfezionamenti ai suoi mat·eria.li; 2°) che una volta compi uti tali perfezionamenti si do vesse allestire qnel arnmero cli carrelli necessari per i nostri sbarramenti, e che infine, fo attesa di decidere sulla definitiva udozi.one dei_ca.rrelli a cingolo, si dovesse sospendere ogni ulteriore acquisto di materiale Legrand.
*
·>:·
*
11 Cousiglio Superiore ò'artigliei·ia il 5 geunaio 1896 (Verbale n. 4) esm:l'linò e studiò una questione interessante la batteria a sfera da 15 dello sbanamento cli Vinadio. '.l'ra le va rie proposte contenute nel progetto cli difesa di Vinadio vi era anche quella d i modificare le cannoniere a sfera della batteria da 15, e cli inclinare opportunamente le piazimole allo scopo di conferire alla batteria stessa la possibilità di azione sulla posizione di Serra delle P ianche. Nella consider azione ,però che tali modifiche avrebbero aumentato la. vulnerabilità dei pezzi e compromesso il buon funzionamento del materiale, il Ministero sottopose la questione all'esame di un'apposita Commissione speciale che in massil{la si pronunziò favorevolmente alle proposte modi1ìcazioni. Siccome pe.rò 1 la,vori che all'uopo si sarebbero dovuti eseguire avrebbero messo in forse la · resistenza dei congegui cli unione del pezzo alla corazza, per <leterminare · i quali occorrevano lunghe serie di studi (~ (li esperimenti, il Ministero stabilì di abbandonare definitivamente l'idea cli apportar e le proposte modifiche. ~a il Comando del 2° Corpo d'Armata avendo domandato l'autorizzazione di far eseguire alcune esperienze per riconoscere se pur senza modificare la batteria fosse stato possibile di eseguire il t iro sulla posizione prece.dentemente inclièata impiegando all'uopo speciali cariche di fili te iu piastrelle, il )1inistcro, stante l'importanza della qnestìone, volle elle essa ·
-· 1310
ì
Fig. i 21 - Interno cas:uuatte Forte di Vinadio.
-
1311
~
0
CRONISTORIA DEL
SUPRE)lO CO~SES:50 D .\RTIGLtEBI.\
-
1874-1913
venisse sottoposta alres~me , del Consiglio Superiore d'nr tiglieria ìl quale nella seduta del 5 gennaio decise : 1°) che fosse necessario di eseguire le prove cli verifica quali 1·ièhieste dal Comando clel 2° Corpo d' Armata; 2°) clte nelle prove stesse si dovesse procedere soltan to con aumenti di carica progressivamente crescenti, partendo da quel peso di filite che, <iuanto a potenza, corrispondevo. allo. carica di fazione di polvere nera, e visitando accura tamente dopo ogni colpo le parti di colleg,11nento del cannone alla corazza per essere· sicuri della loro resistenza; ·
Fig. 722 - Pompeo Grillo.
3°) che della Commissione iucaricuta di tali c;:pericnze doYessero far parte 11 Direttore della. Fonderia di Torino e 11 col. Pompeo Grillo che
era stato l'deatore dì una slffetta soluzione sper imentale proposta dal Comando del 2° Corpo d'Armata. A proposito di sbnrrament1, tra le proposte concretnte nella compilazione dei progetti di difesa riguarù:mti gli sbarrnmenti di Tenda e di Vinadio vi era quella di cambia1·e la proporzione allora esistente tra H numero cli granate (450) e 11 numero di shra pnel (140) di quelle due Piazze, aumentando 11 numero degli shrapnel sino a 2/3 del totale. Tale proPostn, per ragione di competenza fu passato. all'esame preliminai·p
-
1812 -
II, M UNIZIONUlENTO DEI FOR'rI DI SBARRAMENTO
dell'Ispettore d'artiglieria àa fortezza il quale, non solo espresse parere favorevole, ma propose che l'accennato provvedimento fosse esteso a tutte le Piazze di frontiera ed alle batteiie da costa.
La questione assumeva pertanto così str31ordina,r ia importanza perchè, a.dottando il n uovo munizionamento proposto, sì veniva implicitamente a ri0onoscere la necessità di variare profondamente il modo d'impiego delle artiglierie da difesa; e d'altra parte un tale provvedimento portava con sè la necessità di affrontare una com:iderevole spesa per sistemare il munizionamento delle piazze, spesa che, nelle limitate condizioni finanziarie di allora e per l o scrupoloso criterio economico seguito nell'amministrazione del pubblico dena,ro, non si poteva incontrare se non se ne riconosceva la indiscutibile ed improrogabile necessità. Prima perciò di accogliere la !Pl'Oposta dell'Ispett ore d'a,r tiglieria da fortezza, il Ministero volle conosèere il parere del Gonsiglio Superiore d'attiglieria il quale nella seduta del 7 gennaio 1896 (Verbale n. 7) decise: 1°) che per il munizionamento dei Forti di sbarramento ~ delle batterie costiere aventi nell'a-r mamento artiglierie di uieclio calibro si d-ovesse sta.bilire la proporzione di 2.'3 di shrapnel e di 1/3 di grainate ; 2°) che tale ripartizione, da considerarsi come la più opportuna, !Per conferire alla difesa tutta la possibile efficacia, non dovesse realizzarsi di colpo e in modo generale, ma si dovesse raggiut11gere graclualmentt e progressivamente in quel minimo di tempo che sa.rebbe stato consentito dai mezzi fìnanziarii. Merita di essere anche ricordata una questione riflettente un nuovo sistema di rigatura delle artiglierie e ài corone per proietti, sistema ilieato clal magg. Felice Campanelli, del quale, per ordine del Ministero, ebbe ad · occuparsi il Consiglio Superiore d'artiglieria nella seduta del 5 gennn.io 1896 (Verbale n. 8). ·· La memoria presentata dal Campanelli si poteva riassumere nelle seguenti proposte dalle quali il proponente si riprometteva i vantaggi cli una maggiore conservazione clella boccn da fuoco nonchè quelli conseguenti dalla invariabilìtà della posizione iniziale del proietto: 1°) stabilire la posizione della corona di forza~ento in corrispondenza clel centro di gravità del proietto;
~ , 1313 -
CRONISTORIA DEL SUPREMO CO~SESSO
o' ARTIGLIERIA
-
1874-1915
proietti di una corona posteriore otturatrice ad espansione; 3°) nella bocca da fuoco spostare l'origine delle riglle all'innanzi oltre la posizione r aggiunta nel caricamento dttlla corona anteriore del proietto. Nella discussione che segni in seno al Consiglio Superiore furono mosse diverse e fondate o!Jiezioni alio studio ed alle ' proposte ed alle presunzioui del Campanellì, ma ciò m~tlgrado, attesa l'importanza di un siffatto studio fu espresso il parere elle esso andasse preso in, considerazione nel senso di autorizzare quella serie cli esperienze elle, seguendo le modalitìt indicate dal Consiglio, fossero necessarie per accerta.re la possibilità e la convenienza di limitare la lunghezza della rigaturà, e cioè che le prove stes$e do vevano essere dirette, a stabilire un confronto fra li! camera a proietto rigata e la camera a proietto lisciil, e, ove la parziale soppressione di rigatura si fosse dimostrata favorevole, si fosse potuto in seguito portarne l'origine in avanti per ricercare sino a qual punto nelle bocche da fuoC'o potesse convenire di diminuire la 1 lunghezza clella parte rigata. .A. proposito di proietti 1:ie(lrden,mo anC'ora elle il Consiglio Supf~ . riore d 'artiglieria nella seduta del 20 novembre 1896 (Verbale n. 9) si occupò cli una granata-torpedine per cannone da 9 B.R. (Ret.) cla ca,rripagna. Il Ministero nel partecipare al Consiglio di aver determinato la sos:pensio.n e delle esperienze relative inll'imp1ego della g!ranata-tor,pecline regolamentare per mortaio tla 9 nel c:rnnòne da 9 B.R (Ret.) da campagna, stante la deficiente esattezza di tiro C'onstatata nelle prove, comunicava essere suo intenclimento che, prima di rinunciare ai vantaggi cll,~ si sa'rebbero potuti ottenere lanciando col suddetto cannone una granata carica di potente esplosivo, il Consiglio Superiore dovesse decidere lo stuclio di una granata-torpedine speciale per tale cannone da 9 da campagna e, nel caso di parere favorevole per tale reali7,zazione, cli fissarne anche le dij:ettive. Ed il Co:ns.iglio dopt, \ ilnpia discussione propose : 1°) ehe la Direzione Superiore delle esperienze procedesse subiro aUe prove occorrenti per determinare gli effetti elle si sarebbero ottenuti contro bersagli di varia natura (parapetti in terrf.l, sabbia, muratunt, ecc.) con proietti carichi di pertite, nell'intento di. accertare se la carica stabilta pel nuovo. proietto avrebbe potuto sviluÌ)p,are la necessaria azione ; ' 2°) che la Direzion_e _!:,uperiore stessa dovesse contemporaneamente determinare il tracciato clella granata-torpcliue attenendosi alle sottoindica te dirett ive e cioè : a) proietto interamente cl'ac::ciaio, della lunghe;,,za cli circa 3 calibri e della massima. capacità interna; b) ogiva facente corpo colla parte cilindrica. della granata · priva di bocchino per la spoletta, e r afforzata in tu(}clo cla gnrentire la. necessaria · penetrazione del proietto ;
-
1314 -
OLl APPAREJCCHI ELETrRlCL IDIDA'l'I ID PROPOSTI O.\L BRACC!ALI:,iI
e) fondello anitato al bossolo e pron-isto dl bocchino per la spoletta ; a) dis ta nze delle corone che meglio rnlessero ad assicurare la voluta rotazione del proietto ; e) spoletta di sicuro funzionamento e che si potesse trasportare unita al proietto, senza pericolo di scoppio. • • * Accenneremo per ultimo ad una questione di c-ui si occupò il Consiglìo Superiore d'artiglieria nella tornata del , ed 8 gennaio 1896 (Verbale n. 7) 1·iflettente gli_ appa recchi elettrici s tudiali e provosti dal Braccialini poo.· le segnalazioni dei dati nelle bnttel'ie da costa. A quell'evoca un tale sei·vizio delle segnalazioni si espletava nei seguenti modi : a) con cassette portatili regol:unentari lli segnalazione, che nel loro impiego non avevano mai dato luogo nd incom·enienti di sorta; ò) con berretti telefonici per la trasmissione clegli angoli di direzione, berretti che in seguito all'aclor.ione dei nuovi microfoni ed alle modificazioni a pportate ai carrettini porta-proietti per attutire il loro rumore scorrendo sulle piazzuole, dav:mo affidamento di poter soddisfare a tutte le esigenze ; e) con tabelle di segnalazione a fili, che però non rispondevano se non imi,erfettamente allo scopo ; à) con apparecchi Braccialini per la trasruissioue e ricezione dei soli angoli di direzione, apparecchi ln esperimento da sette anni ma ai quali si attribuivano diversi difetti. Il Ministero invitò per ciò il Consiglio Superiore d'artiglieria a pronunziarsi in modo esplicito s ulla. convenienza. o meno di adottare il nuovo appa recchio elettrico proposto dal Braccialini, oppure se bisognava accontentarsi clci bP.rrettt_ telefonici, od altrimenti seguire qualche alt1·a via per sistema re prontamente l'importantissimo servizio cli batteria. Il Consiglio dopo pondera to esame di tutti i documenti e di quanto il Ministero aveva notificato circa la sistemazione del servizio telegonlometrico, compreso della iml)ortunza di sHf.attn Questione, decise di soprassedere ad ogni decisione proponendo che venisse nominata un'apposita spe, ciale Commissione competente che avesse condotto uno studio dettagliato ed esauriente dell'importantissimo problema.
*** Nel 1897 le alte cariche del Supremo Consesso dell'Arma vennero nuovamente modificate· e nella loro denominazione e nelle mansioni delle rispettive loro competenze. 86
-· 1315 -
Clt0.Nl:5'l'Olt1A DEL
SUl'HE)I0 C0.1':S l•:Sso f'.\llTfGLIERIA
.
187-:1:-1915
Oon R. Dec1·eto del J 5 settembre 1S9'7 · vc1me abolito iì Consiglio S0perio1·e d'artigli<>l'ia e con apposita I struzione vennero determinate le attribuzioni dei varii Ispettori d'artiglieria e del DfreLtor-e Supel'iore delle esperienze. I quaLtro I sipettorati vennero così denominati : IRpettorato d'artiglieria da campagna - Ispettorato d'ar tigli.eria da costa e da for tezza - I spettorato delle costruzioni d'artiglieria - Ispettol'ato delle armi e dei materiali -dei Corpi. Dei quattl·(.I generali bpeLtori il più elevato in grado od il più anziano ebbe il t itolo di Ispettore Generale dell'artiglieria e le soe a,ttr-ibnzioni essenziali fnrono così definite : << l'Ispettore Generale clell'artiglier·ia, sotto la dipendenza: dir etta del Ministero della Guerra, sovraintende a tutti i servizi tecnici dell'Arma ed e~ncitn, l'n.lta sorYeglianza sulle i . Lru zioni, sugli studi e sulle r,ostruzioni che si eseguiscono dal· l'arti.glìe1fa )). Il R. Decreto di cui sop1·n, stabiliYa anche che l'Ispettore Generale doveva tenere il carteggio dell'I spettorato Genera,le separato da quello dell'I spettorato speciale cli cui pure era, titolare, sicchè col Decreto stesso Yeniw1, di fatto ripristinato l' Isipettorato Generale dell'Arma. Soppresso quindi il Consiglio Supe1·iore d'artiglieria in seguito a tale ordinament<), in riguardo a,i. lavori svolti clalle · Oo.mmissioni speciali convocate presso l'Ispettora to Generale dell'Arma, esiste un solo Yerbale l'eda tto nelle sedute dei giorni 13 e 17 dicembre 1897 (Verbale n. l) riguardante la sistema,zione del servizio telenwtrico nelle batterie e nei gn1ppi cli batterie da co&ta. La qnestione era st ata sollevata dal 11iniste1·0 che con dispaccio del 12 ottobre 1897, comunicando all' Ispettorato Genera.le d'artiglieria che :1llì1, Spezia si era.no eseguite esperienze com(Parative con un telcgoniometro del capitano cl'artjglieria, San 1fartino di S trambi110, un telegoniometro del t enente di va.scall-0 Passino ed un telegoniomctro del vice-a,mmiraglio Magnaghi, esperienze che non avevano a.p prodato a conclusioni dcfu1itive, incal'icava l'Ispettorato Generale del1' Ari:na, di convocare apposita Commissione di ufficiali generali e superiori dell'Arma, allo scopo cli esaminare la que-
1316 -
I TELEGONlOMETRl PEI: Llli BA'.l''rEJU (J) DA COS'l'A
stione ecl esprimere un parere sulla convenienza o meno di proseguire gli esperimooti. Il Ministero ricordava ipoi ancora a tale proposito che, in seguito a precedenti {~sperienze aveva determinato cli sospendere l'allestimento dei telegoniometri del sistema Braccia,l ini-Sollier, per·chè riconosciuti cli impiego pratico meno facile di quelli proposti dal San Martino e dal Passino, ed avvertiva come fosse sempre insoluta la questione della sistemazione dei grup1Pi di batterie cla costa e l'orgaìlliz-
,,--..
Fig. 723 - Antonio Passino.
l!"'ig. 724 - Giovan Battista Maguaghi.
zazione delle sta,zioni dei relativi Capi-gruppo, perchè il preesistente Consiglio Superiore nel .Verbale dell'8 gennaio 1896 non si era pronunciato in merito ritenendo che tale questione avrebbe dovuto essere preliminarmente studiata e risoluta da una Commissione cli ufficiali di particolare competenza nel servizio d'artiglieria da costa. In seguito al predetto invito del Ministero l'Ispettore Generale d'artiglieria convocò in 'Roma, una Commissione che cl,opò va.rie Ùdut.e cosi conchiuse : 1°) che 1PUr conservando al Oomancl8Jllte del gruppo la -
1317 -
CRON(S'.l.'O!UA DBL
SUPRlìJMO COKSESSO D' ARTIGLIERIA
·
1874-1915
piena azione direttiva sulle batterie e sull'impiego del fuoco, l'esecuzione del fuoco stesso si dovesse riservare ai singoli Comandanti delle rispettive batterie, e che per la concentrazione di f"Q.oco non occorrevano telegoniometri ; 20) che si dovesse ,o rga,nizza,r e la stazione del Capo-gruppo al di fuori delle batterie, dotandola di uno strumento telemetrico e. relativi accessori pel suo funzionamento; 3°) che non occorreva proseguire gli esperimenti con gli strumenti Magnaghi, considerati come tel,egoniometri; 4°) che l'apparecchio proposto dal Magmaghi e conside rato come telemetro di batteria si dovesse Sll)erimentare nei due casi o di quote molto basse, o di tiro a grandi distanze; 5°) che si proseguissero gli esperimenti comparativi fra i telegoniometri del San .::LVfartino e del Passino constatando che soddisfacessero alle esigenze del tiro a grande distanza; 6°) che in via cl'urgenza, si sarebbe pot uto fomire a qualche batteria il telemetro .Passino sempre che si fosse tratta.to di misura.re distanze superiori agli 8.000 metri. 'i·:- **
L'ordinamento del 1897 rima-se in vigore fino al 1902. Du.rante tale periodo di tempo le alte gerarchie dell'Arma furono oosì costituite: assunse la carica di Ispettore Generale, man\ tenendo anche quella di generale Ispettore delle costruzioni, U f Q. tenente geinerale Luigi -Adami ch·e complessivamente quindi l I " rimase a capo dell'Arma per più di quattro anni, e come , •· • I ~pettore Generale da,l 20 ottobre 1897 al 19 febbraio 1899. ·@ Al generale Adami succedette nel 1899 il tenente generale Achillle Afan de Rivera, che, assumendo anche la carica di generale Ispettore delle costruzioni, rimase come Ispettore Generale dal 26 febbraio 1899 al 15 dfoembre 1901. Ispettore clell'artiglieria da campagna fu il tenente generale Francesco Rogier fino al 1898; in quell'anno g·li succedette il maggior generale poi tenente generale Giovam.ni Guerini (1898-1902). ' Ispettore dell'artiglieria da costa e fortezza dal 1897 al 1900 fu il maggior generale poi tenente generale Ladisla,0 Ma-
t ..
-
1318 -
GLI ISPETTORI GE::-l'EllALI ED I GENERALI ISPE'.l"l'ORI
laspina che per breve tempo era stato già Ispettore delle armi e materiali dei Corpi, e dal 1900 al 1903 il tenente generale Luigi de Maria. Incaricato dall'Ispettorato delle costruzioni d'a,rtiglieria dopo il generale Afam de Rivera, nel 1901 e jper il pertodo di \ln a.nno circa, fu il tenente generale a disposizione Giovanni
Fig. 725 - .Acllille Af.an De Rivera.
Fig. 72ù - AJ1tonio Mangiagal li.
1'oretta; sempre nel 1901 assurn;e . la carica di Ispettore delle armi e materiali il maggior genera1e poi t enente generale Ao1tonio l\fangiagaUi. Achille Afa.n de Rivera nacque a; S. Maria Capua, Vetere e. morì a Napoli (1842-1904). Alunno alfiere d'artiglieria nell'Esercito delle Due Sic.ilie (1856) si distinse come capitano alla difesa di Gaeta ed entrato poi a far parte dell'Esercit<) italiano nel 1861, partecipò alla campagna del 1866 affermando in più :fatti d'arme la [>ropria perizia artiglieresca e{l il pr0p1·i0 70,fo:-e personale per cui ottenne la croce dell'Ordine militare di Savoia. Promosso colonnello nel 1883 rkopd. la carica di Segretario-ca-po dell'all{)ra, Comitato d'artiglieria e genio e quella di Direttore presso la Direzione d'artiglieria, di Napoli. Maggior generale ·nel 1891 ebbe il comando d'art.i- 1319
CROi.'\IS'l'ORIA DEL- SUPRE)10 COìS"SESSO D'AH'.l.'IGLIEHI.\
·
1874-J.!:)15
glieria da fort,ez½a di 'r.o rino, e nel 1899 col grado di tenente generale raggi unse l'alta. carica di Ispettore· Generale d'artiglieria, carica clH~ con:servò :fino a, che nel 1902 fn collocato: a smL domanda in posizione ausiliaria. Fu deputato al Parlamento nazionale per il C-Ollegio di Napoli nella 17" e 21" Legislatura ed in tale 1periodo fu Sottosegretario di Stato alla guerra (189G-1898) e Ministro dei Lavori Pnbblici (giugno 1898) lasciando ovunque tm'-0rma profonda della versatilità, del suo ingegno e cl.elle sue lnngimiranti ì'eclute sui più importanti problemi del massimo interesse na,z:i:onale, quale quello riguàr·d ante le Concessioni delle acque pubbliche. Per tutte le sue benemerenze nel 1898 venine da S. M . il Re insigJ ito di un titolo nobiliare. Nell'anno 1902 si apre un nuovo ca,pitolo nella storia dell'I spettorato dell'artiglieria. Con R. Decreto del 14 ottobre 1902 gli Ispettorati delr Arma vennero così costituiti e denominati : Ispettorato Genera.le d'artiglieria - Ispettorato dell'artiglieria. da campagna - Ispettorato· dell'artiglieria da costa e fortezza ~ Ispettorato delle costruzioni d'arti.glieria; mentre viceversa l'ISJpettorato delle armi e materiali dei Oorpi fn soppres:so. Nell' Istruzione sulle attribuzioni degli Ispettori d'artiglieria e del Direttore Superior<~ delle esperiem,e d'artiglieria, annessa al predetto De<:.reto, le attribuzioni dell'Ispettorato Generale vennero note:yolrnente amplificate e nettamente armonizzate nel loro complesso. L'Ispettore Generale, alla, dipendenza diretta del Ministr,o, sovraintendeva a tutti i servizi dell'Arma ed aveva 1a direzione degli studi e delle. esprienze intese a IJ)rornuovere i ,progressi tecnici; · mansioo1i estesissime che esè,tcitava specialmente per mezzo degli Ispettori. Oltre che gli· Ispettori dell'Arma, dipendevano dirett}1mente dall'Ispettore Generate anche la Direzione Superiore delle esperienze, la Scuola, Oen-. trale di tiro cl'arti.glieria e la Commissione delle armi portatili. Per il contesto del secondo comma, delle predette disposizioni e dal ()nale risultava la notevole importanza dei compHi affidati all'Ispett,ore Generale, egli acquistava. sempre mag -
1320 -
LA COSTl'l' l.iZlO.KE DEL .KUOVO ISL'E'l"l'OBA'f O GP.KEHALE D'AB'.l'IGLIBHIA
giormen te la (Possibilità di studiare, ma sovratutto di procetlel'e ad esperienze dirette in tutti i campi: in qnello tecnico cli ideazione e di costruzione delle bocche drL fuoco e delle armi portatili, in quello baliRtico cli wiglioramento dei metodi cli til'o, in quello professionale della organicità. e delFuddestramento dei reparti clipéndenti, e in quello tattico della, prepa1·azione e della, condotta del fuoco. Per di più l'IRpettorc Generale avenclo alla, sua dipenùer1zu, la, Scuola Centrale di t iro d'a1-tiglieria poteva efficacemente contribuire con !Precisa unitù, cli indii-izr-o al completamento dell'istruzione sul tiro degli Ufficia.li delF Arm~L e poteva a1fic1a;'e al Oomand~1iute della Scuola stessa importanti studi ed esperienze sui materiali in dotazione e sonatntlo su quelli di nuova adozione. Nel pel'iodo che !ìi inizia coll'entra ta in vigol'e di tali diRposizioni. furono I spettori Generali il tenente g<mera.le l<'rancesco Rogier dal 1° febbraio . mo~ al 17 maggio 1906 '( dal 1° febbraio 1902 al 31 ottob1'c dello stesso anno ~ome generale Ispettore cl'artigliel'ia, da ca111pag1na ma, con titolo e fu1rnioni di Ispetto1·e Generale, e per il rimanente periodo come I spettore Generale); in seguito dal 17 maggio 190G al 2 luglio 1908 il tenente generale Antonio Mangiaga.UL Nell' I spettorato dell'artiglieria cl.a, campagna, dopo il bl'eve iperiodo nel quale tenne tale carica il generale Rogier, dal 1903 al 1903 si succedettero il maggiore generale Enrico Caire, dal 1906 al 1907 il maggior generale Giovanni Guicciardi., e ùal 1.907 al J.909 il maggior generale Giulio Ma,nzoli. Nell'fapettorat-0 d'artiglieria, cla costa e da fortezza si succedettero : il maggior generale Antonio Mangiagalli (1.903J 906), il maggior generale Giovr~nni Guicciardi (1906), il maggior generale Giovanni Battista Russo (1906-1907), il maggior generale Carlo Amaretti (1907-1908)_ I spettori delle costruzioni d'ar tiglieria furono: il maggior generale P.ornpeo Grillo clal 1902 al 1905; il maggior genera,le Pietro Oddono nel J 900 ; il ma.ggior generale Lorenzo Sollier da,l 1905 al 1906; il maggior generale Ugo Allason nel 1906; ed il maggior generale Aldo Rossi dal 1906 al 1908. Francesco Luigi Rogier nacque · a Cagliari e morì a 'rorino (1841-1916). Sottotenente di fanteria nel 1859 passò poco -
132.'\. -
CHONISTORIA DEL SUPRIDMO CONSESSO D'ARTIGLIERJA
·
1874-1915
dopo in artiglieria e pa.r tecipò alle campa.gne del 1866 e del 1870 guadagna.ndosi alla presa di Ro,ma, la medaglia d'a rgento al valor ;militare. Colonnello nel 1884 comandò il Collegio militar e di Milano e poì il 23° Reggimento da campagna; maggior geinerale nel 1893 comandò l'artiglieria da campagna a Piacenza; dal 1894 l' Ac<:ademia militare e la Scuola d'.Ap!l)licazi,one d'artiglie1·ia e genio, e nel 1896 fu nominato f spetto-
re dell'artiglieria da ~ampagna. Tenente generale in detta ca,-
r-
Fig. 727 - ..Aldo Ross(
l
F ig. 728 · Lorenzo Sollier.
r ica nel 1898, ebbe pochi mesi dopo il comando della '.Divisione militare di Cagliari; fu poi 1Ispettore Generale d'artiglieria nel 1902, passò nel J906 a comandare 1'11° Corpo d'Armata e nel 1908 andò in posizione ausiliaria : collocato nella Riserva nel 1912, venne richiamato in servizio nel 1915 ed assunse il comando del Corpo d'Armata territoria,le di Torino. Antonio Mangiagalli nacque a Mortara e morì a Novara, (1841-1912). Sottotenente d'a,.rtiglieria nel 1860 partecipò aUa campagna del 1866 e divenne colonnello nel 1890. Fu Direttore della FondeÌ'ia di Narpoli, Capo-divisione al Ministero, Co-
1322 -
GLI ISPETTORI GJ,JNERAL[ IW I GEN0RALI !SPEJT1'0RI
mandante il 27° artiglie1·ia, e Direttore di artiglieria a Roma. Maggior generale nel 1897 comandò · 1, artiglieria a Messina nel 1901, fu Ispettore delle armi e ma,teriali divenendo tenente genera.le nel 1902; Ispettore d'a,r tiglieria da costa e da fortezza nel 1903, e nel 1906 Ispettore Generale dell'Arma. Andò in posizione ausiliaria nel 1908 e poco dopo passò nella, Ri· serva.
F ig. 729
Giovanni Bertoldo.
Nel luglio del 1908 a.llorchè il generale Màngiagalli lasciò ii servizio, essendo in quel momento Ispet tore Generale d'artiglieria , egli no!ll venne sostituito, e per determinazione ministeriale l'nfilcio dell 'Ispettore Generale d'artiglieria passò alla dipendenza dell' I spettore Generale del genio che era allora il tenente generale Gioyanni Bertoldo. Gli I spettorati ed Enti d'artiglieria continuarooo a funzionar-e precisamente come per lo innanzi saho l'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria che, con R.. Decreto del 14 gi ugno 1908, passò temporaneamente alle dipendenze dell'Ispettor a,t o Generale del genio, al -
1323
~
CRONIS'.tOR l A DEL
SU.1:'lUì:.VlO CONSES SO Ii ARTIGLIERIA
-
1874:-lf)15
lo scopo - diceva il menzionato Decl'eto- « di porre sotto un'unica direzione quanto ht1. tratto alle costruzioni militari cosi d'artiglieria come del genio, in quanto esse devono integrarsi ed armonizzare a vicenda, specialmente nello studio e nell'esecuzione dei lavori che riguardano la difesa del paese : in conseguenza tutto il sel'vizio délle costruzioni d'artiglieria, in fatto di svolgimento di studi e di direttive tecniche, devoluto all'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria, è posto sotto l'alta direzione dell'Ispettorato Generale del genio >). Il 1° ma.i·zo 1909 al gen. Bertoldo succedeva nella carica di Is1Pettore· ·Generale del geni.o il tenente generale Onorato Moni, che permaneva in tale carica fino al 1° agosto dello _stesso anno, venendo quindi a tale data nominato Ispettore Generale d'artiglieria, .tantochè devesi ì·ilevare che la dipendenza degli Enti dirigenti d'Mtiglieria dall'Ispettorato Generale def genio durò poco più di un anno. In tale periodo di tempo (luglio l90S-agosto 1909) fil Ispettore d'artiglieria <la campagna duran te il 1909, dopo il gooer ale Giulio l\fanzoli, il maggior generale Giorgio R.ecli: I spettore d'artiglieria da costa e da forterbza, passando a questo hpettora,t o da. quello clelle costruzi.oni, il maggtor generale Aldo Rossi (1903-1910) : ed Ispettore delle costruzioni d'artiglieria il maggior -generale Augusto Ghirardini che rimase in tale carica dal l90S al 1914. Il l° agosto 1909 j.l ten. gen. Onorato Moni · nomina,to Ispettore Generale dell'artiglieria fu eso!llerato dalla carica di Ispettore Generale del genio. Essendo Ispettorf~ Generale il generale Moni, nell',o rdina- mento clell'Arma si verificò l'ultima. variazione prima dello seoppio della guerra mondiale, e -cioè con Leggè , n . 515 del l7 luglio 1910, nei rigrnH'di delle alte gerarchie dell'Arma si · stabilirono : a) un hpettorato Generale d'artiglieria cui erano addetti gli ufficiali generali l~pettori che presiedevano agli studii refativi alle varie specialità dell'Arma e del servizio ; b) un Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria. I generali I spettori d'a1·tiglicl'ia, collegialmente riuniti,
-
1324 -
LA CO)IMISSlON1r, Pl<:BUAN l~~·rrn DffiGLI ISl'l<:'J:TORI
o' ARTlGLIER LA
costituivano la Commissione .Perman e11te degli lspettol'i ù'artip:liel'ia. Le attribuzioni dell'Ispettore Generale Yenhano IJ.)oi stabilite con R. D. lG febbraio lVJJ che eosì espl'imevasi: « l'If,pettorc Generale d'tntiglieria, sovrHin tc-m de all'istruzione e ai servizi dell'artiglieria, agli studi ·ed alle esperienze relative alle Yarie specialità clell'.Arurn e del ser,izio, alla definizione di nuovi materiali e di tutto <J nanto i:;i r ifcl'isce ai progressi tecnici che possono ill tcJ"essare l'artiglieria. Dipendono dall' I spettorato Generale : a) gli 11fJi.cia1i. gt>ue1·ali JRpcittol'i, a-ddetti all' I spettorato Generale; b) l'IspP.ttore delle costruzioni cl'artiglieria per quanto si rifcl'isce allo studio cli nuovi rnateri.Lli e al.le modificazioni di quelli in servizio ; e) i Comandanti d'artiglieria ,per l'istrnzione tecnica delle truppe e pet il servi7..io tecnico e amministrativo del materiale; d) la CommissionE' delle armi po1·tatili, in quanto riflette la rispond enza cli queste al loro pratico impiego: e) le Scuole Centrali cl'a,rtigli.erin. A complemento delle attribuzioni di cui sopra, la circolare ministeriale .n. 2c.3 del 19 giugno 1911, stabiliva aucora che << l 'Ispettorato Generale dell'artiglieria si compone dei seguenti uffici e reparti : a) 'Gfficio clell'IspettoN• Generale: b) Repar to caimipagna; o) Reparto fortezza; mentre dall'Ispettorato Generale dipende poi ancora. in moilo 'ùiretto l'I spettorato delle costl-uzioni. L'Ispettore Oene1·ale espli ca il sno mandato mediante istruzioni e norme che impartisce agli I spettori addetti. ai Gomancli ecl. Uffici dell'Arma d'artiglieria, mediamte l'esame di proposte e progetti cbe cla questi gli pe1·vengono, mediante studi che fa compilare dal personale dipendente, ed jnfine mediante vi8ite ed ispezioni. I generali IspettOl'i. addetti all'Ispettorato Generale di artiglieria. sono posti a capo dei Reparti in cui è suddiviso -
1325 -
CRONIS'l'OHIA DIDL SUPH O:MO CONSESSO o'AH'l 'JGLmnJA
-
187-:1:-1915
Flspetwrato Generale: Repa.rto campagna pel' le specialità da campa,g na (legger a e pesan te), da wontagna, cd a, ca.vallo ; Reparto fortezza [)er le specialità da costa, da, fortezza. e da assedio. Essi presiedono agli studi relativi alle corrispondent i specialità él'arnHL e di servizio, al fine di assicur arne il regolare andamen to e di promuoverne il progresso_ I/Ispettore delle costruzioni d'artiglieria so,raintende al servizio tecnico dell' Al'lna inerente alle costruzioni. Dipende direttamente dall'Ispetto1·e Generale per quanto si riferisce allo studio ed alla, definizione di nuovo materiale, alle modificazioni di quelli in servizio, ai progressi tecnici dei servizi di costruzione : ne riceve le direttive, gli presenta - o di propria iniziati,a o in conseguenza degli incarichi 1·icevuti, - le relath-e [)ropo:te : risponde delle qualità tecnico-costruttive dei materiali.- spettando all'Ispettore Generale . di ~ccertarne la rispondenza alle esigenze di pratico impiego.
Xd periodo Lli te~11po che va dal 1910 al 19L4, coprì inin terrottamente la, carica di I spettore Gm1era1c dell'Arma il tenente generale Onora to )fo11i (l° agosto 1909-2 agosto 1914). Tennero la carica di Ispettore addet.to al R eparto campagna successiva1111?nte : il nmggfo1· generale Adolfo 'l'ett oni (1910 · J 911) , il maggior ge11crale Hoberto Raflicati cli Marmorito (1911-191'.l) ed il maggioi- generale Giovanni Gigli-Cervi (J912-19J5).
Fmono I spettori addetti al R eparto fortez:w sn cc:essi,amente: il maggior generale Alfreùo Dallolio (1910-1911), ed il maggior genc1:ale Pieti-o ranizzardi (1!}11-1915). , Fu I~ettore delle costrnzioni d'artiglieria il maggior ge 11erale Augusto Ghirar-cHni, al quale nel 1914 succedette il nrn.g gior generale Raffaele Yite))i (1914-1 GlS). Onorato Moni nacque a Livorno e morì a R oma ·(18481914) . Sottotenente d'artiglieria nel 186S, colom1ello nel 1892, fn Direttore in :2a dell' Istituto Geografico militare. ~el 1898 fn promosso maggior genera.le e comandò la. brigata Forlì ; tenente generale nel J90:i comainclò prima la T>ivisione di Pe-
-- rn2,; -
I GIDNBRALI ISPIDTTORl
,/
I
"'
\\
i ', \
Fig. , 31 · Adolfo 'rettoui.
Fig. 732 • Roberto Radicati cli Marmorito.
-
132'7 -
\;
!
t
.I
Fig. 730 - Giovanni Gigli-Cervi.
\
Fig. 733 · Raffaele Vitelli.
CRONISTOH TA
DE L
co;ç sESSO
;-; uPHE:'110
o'AH'l'IGLil<:UlA
.
187J-1V1 5
rugia e nel 1908 <1nel1a di Ales~tLnclria. ~el 1909 fn Ispettore Generale clel geni.o e clopo q nalchc mese Generale d'artigli eria nella quale cal'ica rimase fin o te avvenuta, in Roma per improvviso malore il del 1914.
nominato Ispettor<~ alla mor2 agosto
- -- ·-- - -......
•
l'
Fig. 735 - Pietro Panizzarùi
Flg. 734 - Alfredo Dallolìo.
Ta le data fu quella della dichiarazione di guen·a fra la FraJJ1cia e la Geri:nania, quella cioè dell'inizio della, grande conflagrazione europea e tale coincidenza colla morte di Onorato :\Ioni f'- Ì vuol rilevare qui per venire ad una1 considera zione, doverosa, sovratutto per parte di chi ebbe con lui, negli anni precedenti, dimistichezza cli r apporti e di relazioni in riguardo delle varie Leggi concernenti il R. Esercito e !Più specialmente l'Artiglieria : è con qu esti ricordi persona1i cli ammh·azione e cli r impianto che si rievoca qui la memoria dell' illustre scomparso. Anima eletta, ingegno fervidissimo, lavoratore instaincabile, il gen . Moni aveva dedicato tutto se stesso all'Arma, alla quale era a capo e della, qnale era meritamente Capo: indubbiamente le gravisf'-ime fatiche alle quali egli si sotto pose fin dai primi sintomi di possibilità ~i g-nerra nella quale poteva essere coinvolto anche il nostro Paese, unitamente alle -
1328 -
ONOHATO ìl:COKI
preoccupazioni non meno gravi della situazione del momento, furono le cause originali della sua immat ura morte: gli arti-
Fig. 736 - Onorato Moni.
glieri possono quindi in piena coscienza riconoscere in Lui il [Primo caiduto nella grande guerra per la gloria e fe fortune cFita1ia. ~
~
7.
Nomenclatura delle artiglierie. nel 1901 = I 184 Verbali eia= borati dal 1901 al 1914. Questioni riguardanti la specialità da montagna = Jmpiegl) dell 'artiglieria in montagna = Batterie someggiate e batterie trainate = Equipaggiamento dei soldati delle batterie da mon, tagna = Granata carica di alto esplosivo . Studi di una granata, torpedine = Esperienze di tiro = Munizionamento delle batterie da 70 A Mont. = Il nuovo materiale da 65 Mont. Questioni riguardanti la specialità da campagna · Ordina= mento e rifornimento = Soppressione della scatola a mitraglia da 75 A = Gli scudi e le formazioni da assumersi dalle unità armate di cannone a tiro rapido = Arrivo in posizione coi pezzi carichi e disponibilità di colpi in batteria = Spoletta a percus , sione per granate=torpedini • Graduazione delle spolette a dop,
-
1329 -
CRONISTORIA DEL
SUPRIDMO CONSESSO D'ARTIGL18RIA
•
1874-1915
pio effetto • Impiego del freno a corde per affusto da 75 A = materiali a cannone scorrevole = Le trattative colla Casa Krµpp = Elaborate discussioni sui nuovi materiali, sulla formazione, munizionamento e · scaglionamento delle batterie = Esperimenti fra materiale da 75 A e materiale Krupp = II nuovo materiale da 73 = Esperienze di Essen e di Meppen = Decisione della Com= missione permanente nel 1906 per l'adozione del 75 Krupp • I rilievi della Commissione d'Inchiesta Parlamentare = Conse, guenti lavori dell'Ispettorato = Prove coi materiali degli obici da 105 = Altre prove sui materiali da 75 Mod. 906 = Le discus= sioni per i materiali Déport = Relazione sui risultati delle espe, rienze comparative fra materiali Oéport, Schneider e Krupp. Primi studi del 1890 sui materiali pesanti campali = Stu= dio di un obice da I 05 e da 150 = Risultati delle esperienze com= parative fra i due calibri da 105 e da 120 = Studio di un obice da campo pesante = I precedenti lavori della Commissione Per= manente • Prove coll'obice da 149 A = Studi di un nuovo ma= teriale secondo· le proposte della Direzione Superiore delle espe= rienze ·= Commissioni speciali i_n missione presso. Cas.e estere = Decisioni definitive = Materiali di prova della Casa Krupp = Le prove coll'obice da 105 = Scelta del M-0d. 906 per l'obice <!a 149 = Prove a Nettuno = Riunione degli Ispettori sotto la Presidenza del gen. Bertoldo nel 1908 = Completa interruzione negli studi di tale materiale dal 1908 al 1912 = Incarico alle Case Ansaldo_ e Déport per studiare materiali campali pesanti = Vicende del contratto colla Krupp per l'acquisto di 28 batterie da 149. Come premessa all'esame sommai-io dei lavori svolti dal Supremo Consesso d'artiglieria nel periodo 1901-1914, per dare un quadro sintetico di tutte le nostre bocche da fuoco in servizio all'inizio del secolo XX, accenneremo innanzi tutto , al Verbale n. 9 reòatto nella seduta del 10 ottobre 1901 relativo alla nomenclatura delle artiglierie. La questione era stata sollevata dal Ministero con dispaccio del 6 maggio 1901 e lo studio preliminare relativo, affidato all'Ispettore d'artiglieria da costa e fortezza, condusse alle seguenti conclusioni proposte dalla Commissione Permanente degli Ispettori : a) l'utilità di semplificare le nomenclature delle ' nostre artiglierie, sopprimendovi quanto- riguardava la rigatura, la cerchiatura eò il sistema di caricamento; b) la convenienza di esprimere il calibro in millimetri anzichè in centimetri, in uniformità a quanto già si praticava in linea generale dai principali costruttori di artiglierie nonchè dalla R. Marina. In base a tali criterii fu approvato ad unanimità lo Specchio qui riprodotto e di conseguenza dovevano correggersi le nomenclature e le scritturazioni relative a tùtti i materiali riferentisi alle sopra indicate artiglierie.
-
1330 -
SPECCHIO DELLE BOCCHE DA FUOCO IN SERVIZIO ALL'INIZIO DEL SECOLO XX
NOMENCLATURA
N01l ENOLATURA IN USO
cannone Cannone Cannone Cannone lungo Cannone corto
da da da da
45 G.R.C. ret. Cannone da 450
40 A.R.C. ret. Cannone da 400 32 G .R.C. ret. Cannoue da 321 24 G.R.C. ret. Cannone da 240 lungo
da 24 G.R.C. ret. Cannone da 240 cor to
Obice da 28 G.R.C. lungo Obice da 28 G.R.C. cortò Obice da 24 G.R.C. Obice da 21 G.R.C. (R.P.) Obice da 21 G.R.C. (R.E.) Obice da 15 G.R.C.
ret. Obice da 280 corto ret. Obice da 24-0 ret. Obice da 210 d'assedio r et. Obice c1a 210 da difesa ret. Obice da 149
da da da da da da a :a da
Mortaio Mortaio :Mortaio Mortaio
da 24 A.R. ret. da 21 A.R.C. ret. d a 15 A.R. ret. da 9 n.R. ret.
Cannone da camp. Cannone da mont.
15 15 15 12 12 12 9 9
ret. Obice da 280 lungo
Cannone Cannone Cannone Cannone Crrnnone Cannone Cannone Caunone
87
PROP0S'1'A
A.L./36 A.R.C. r et. G.R.C. ret. A.R.C. ret. G.R.C. ret. Il.R. ret. A.R.C. ret . n.R. r et.
Cannone Cannone (:annone Cannone Cannone C:mnone . Cannone Cannone
da 149 da 149 da 149 da 120 da 120 da 120 da 87 da S7
Morta.io da Mortaio da Mortaio da Mortaio cla
A. lungo A. G. A. G. B. A. B.
240 210 149 87
7 B.R. r et.
Cannone da 75 B. camp.
7 B.R. r et.
Cannone da 75 B. mont.
-
1331 '-
ANNOTt,ZIONI
Per il cannone d:1 16 G.R. non si proponeva alcuna variante, essendo tale bocca da fuoco d estinata a scompadre.
CRONISTOHL\ DEL SUPREUO CONSESSO D' AR'rIGLIERIA
•
1874-1915
La Commissone suggeri inoltre, elle qualora sil'fntt.e no111enclatur·e fossero adottate, cloveudo in conseguenza essere corrette gran parte delle Istruzioni e dei R egolamenti d'artiglieria allora in uso, sarebbe bastato fa1·ne cenno sul Giornale Militare mostrando anche l'omiortunìtà cli semplificare la nomenclatura di tutti gli altri rnftteriali d'artiglieria,' per ridurre quanto p iì;l possibile le indicazioni ù~ii numerosi materiali della i:;te:ssa specie, come spolette, ruote, accessori, ecc. ecc.
~el predetto periodo 1901-1914 le varie importa,n t.i questioni trattate e discusse dall' Ispettorato fur-01J10 compendiate in 184 Verbali, che, per chiarezza di esiposizione, f:!eguendo il metodo usf1to per le Deliberazioni dei periodi pre.cedenti, abbiamo suddiviso e raggruppato per ogni singola Spedalità dell'Arma, e, dove è stato possibile, per materia : inizieremo pertanto il nostro esame su quei Verbali riguardafilti le artiglierie a.ella Specialità da montagna. Nel Verbale n. l elaborato il 9 marzo 1901, la Commissio(lle Perma,nente degli Ispetto1·i deliberò sui criterii. direttivi che dovevano reg,ola,r e l'impiego in montagna clell'artiglieria sia trainata che someggiata. . Per le controverse 01p inj oni apparse in argomento e discusse in alcune pubblica,zioni, la, questione si presentava di interesse· palpitamte, tantochè il Capo cli S. 1\1. nell'intento di definirla suggerì. al ,Ministero cli interpellare il competente Ispettorato: portata quindi all'esame della Commissione Permanente, nella, torna,t a clel 9 marzo, dopo breve discussione fur,ono accettati i corn~etti esposti dall'Ispettore da ca,mpagna,. :in relazio111e ai quali fu stabilito : 1°) che unico ed uniforme indirizzo -era qu_ello che allora prevaleva nel IJ.)ersonale d'artiglieria circa il normale impiego delle batterie da montagna, cioè quello seoondo il quale i Reparti d'artiglieria dovevano considerarsi c-ome a<ldetti ed annessi ai grossi nuclei di truppa chiamati a,d operare nelle wne montane, e pertanto s-enza po.sto prcllssato e senza incarichi predeterminati, dovendo il loro impiego essere precisato in ogni singolo caso dal Comandante supremo, in relazione alle operazioni che si sarebbero dovute svolgere ed -
1332 -
PT:OVEJ DI TRAINO E DI SOMEGGIO D0L CANKONE DA
-..,------·' -·-. - -·- - ---
..
70 MOK'r.
·--· ___________ ..--. .----. --·. ------· ·--.,,
Fig. 737 - Prove di traino e di someggio del cannone da 70 mont. alla presenza di S.A .R. il Duca d'Aosta.
1333 -
CRONIS'l'ORIA DEL SU PREMO CO~SESSO D, ARTIGLIERIA •
1?74-1915
al concorso che, subordinatamente alle altre circosta1111.tc, l',11·tiglieria someggiata poteva ripromettersi dall'artiglieria trainata. Con ciò non rimaneva escluso che in casi particolari e specialmente nel primo periodo delle ,operazioni e anche prillla, durante la mobilitazione dell'Esercito, un Reparto d'artiglieria da m()(lltagna si potesse unire a,d un oongruo Reparto dì alpir1i per operazioni speciali coordinate a quelle del grosso, come aggiramenti di posizione, manovre suU.e retrovie nemiche, ecc. ecc. ; 2°) che a far sorgere il dubbio, ritenuto dalla Commissione infop.dato, circa un diverso orientamento delle idee del momento sull'irnipiego .dell'artiglieria da, montagna, avevano influito, oltre che le varie opinioni personali espresse da taluni ufficiali d'artiglieria-; e l'esposizione di tali idee fatta in qualche pubblicazione da ufficiali di fanteria, anche il fatto che l'indirizzo dato da alcune Istruzioni poteva, essere generalizzato e quiincli a,pparire come tendente ad accomunare l 'impiego delle due Specialità, d'artiglieria, trainata e someggiata; 3°) che a rimettere ogni cosa nel suo giusto posto avrebbero potuto giovare le manovre di grossi Reparti in montagna; 4°) che infine, abbandonata l'idea di una speciale artiglieria d.a. m-011tagna trainata, che la Commissione Permrunente, iper varie ragioni ~riteneva non conveniente, si fosse approfittato degli studi e dègli esperimenti in corso, per addivenire alla sollecita adozione cli un materiale da montagna soµieggiato, di potenza ragg·uardevole anche eventualment<:. a scapi to di qualche poco nella sua mobilità.
'
Il Verbale n. 3 elaborato il 24 maggio 1901, trattò alcune proposte
tendenti i:td alleggerire l'equipoggiamento in generale, noncllè questioni n guardanti le marcie e l'equipaggia-mento di guerra del soldato delle batterie da montagna: cli queste proposte olcune furono respinte ed altre accet· tate. Più interessnnte fu il Verbale n. 18 del 16 ottobre 1002 riguardante l'introduzione in servizio di una granata carica cli alto esplosivo nel munbiionamento delle nuove batterie da mon tagna, per cui la Comm1ss10ne pur approvandone la convenienza, ne limitava però la dotazione, dovendo lo shrnpnel rimanere quale proietto principale. Tn base a tale
-
1334 -
LA GHANATA TORPEDINE PBL CANNONI!) DA
70
M:ONT,
deliberazione venne affidato alla Direzione Superiore delle esperienze, lo studio di una granata-torpedine pel munizionamento delle batterie da 70 A., che avrebbero dovulo avere Io scopo dt abbattere ostacoli di r esistenza non elevatissima, e produrre piuttosto il danno clei difensori che non la sistematica distruzione dei ripari di molta. entità e di notevole resistenza. 'l'ale studio dove.:1 essere condotto sulla traccia e colle no1·me tli quello allora in corso per le granate cla 75 A camp., colla carico. interna di circa 480 grammi di balistite. La Direzione Superiore delle esperìenze concretò dapprima un proietto alquanto più lungo clello shrapnel e cioè di calibri 3,84 invece di calibri 3,47, ma alquanto più leggero e cioè cli kg. 4,820 invece di kg. 4,000, colla suddetta carica interna . Tale proietto avrebbe però richiesto per il suo trasporto un cofano di climensioni diverse cla quello già concretato per lo shrapnel impedendo cosi la pe1·mutabilitù dei cofani stessi. L'Ispettore Generale ordinò pert:mto ch~i si procedesse ad un nuovo studio partendo dal concetto che ti;.nto lo shrapnel quanto la granata avessero ln stessa altezza. Inoltre il peso del proietto da studiarsi doveva differire 11 meno posibile dal peso clello shrapnel, ciò che doveva ottenersi variando opportunamente le dimensioni dc.lle pareti ecl I pesi della carica di balistite, del tubo di carica e dei cl11ndretti cli po!Vere. Queste norme condussero a concretare un proietto cli pareti più grosse cli quelle del preced<:'nte, ma contenente soltanto 310 grammi cli esplosivo. Le p1·ove compa1·ative dimostrarono che 1a granata lunga era bensì più potente di quella corta, mu la maggiore potenza era così lìeve <la potersi trnscurare di fronte al va!)tnggio dell'omogeneità clei cofani che quest'ultima offriva, tantochè l'Ispettorato Generale, in uase a questi risultati fu indotto a prescegliere il tipo di granata corta e ad ordinare cbe ne fosse allestito un certo numero onde procedere a prove più ampie, u.Uo scopo di ricuvare dati concr eti sull'efficacia di tale proietto. munito cli spoletta senza r itardo, contro le varie spe<:ie di bersa'glio. Infine fu anche autorizzato l'allestimento dì 100 granate economicl!e per la compilazione della relativa tavola di tiro. Dai risultati delle prove si trasse la convinzione che la gra11ata corta costituiva per l'artiglieria da montagna un notevole accrescimento di potenza. Allo scopo poi di constatare se fosse stato possibile di impiegar e colla granatatorpedine cla 70 A l\font. la stessa spoletta adottata pel cannone da 75 A, cioè colla molla a crociera anteriore avente In resistenzu di 50 kg., fu disposto il tiro di un certo numero di colpi ùa cui si l'iconobbe il perfetto funzionamento della spoletta !-tessa.
La Commissione P ermanente degli. Ispettori riunitasi il 17 ottobre 1903 {Vfi·ba,le n. 46) decise l' aclozione di tale proietto munito della spoletta a percussione da 75 A. esprimendo il voto che si eseguissero esperieD?;e sia colla, granata -
]335
CROKI STOIUA DEL
SUl?RE.HO COKSESSO D'ARTIGLIERIA
·
1874-1915
torpedine da campagna che con quella cla, montagna, )Per muniile di un congegno ritardatore atto ad ottenere dalle grallUte stesse il massimo. effetto.
Flg. 738 - Il vezzo da G5/17 mont.
L\ncora sotto ln. d:ita del 17 ottobrt'! 190r: (Verbale n . -H) la Commiss ioue degli h;pcttori si interessò (lell n. quest ione relntiv.1 a ll'aclo:.1lone di un proietto ecouoU1ico cln 70 A. :.-.runt.. tla ai.lottarsi nelle ~cuole <lì tiro: all'uopo l'Officina di costruzione di T orino ne :ffe,n concretati due tipi uguali, per forma <'Sterna e J)<'r peso, allo shra pnel d'acciaio. In base ai ris11J1·nt.i rlelle e::;perienr,e eseg11ite In Commissione propose l'Jut ro<lnzione in ser·.izio de l pr oietti) economico lipo s hn\1)uel n carica ~entrale, munito dell:1 spoletta n doppio effetto l\Iod. rnoo. Circa fa questioni' dcll:1 proporzione frn granate e sl!rapnel nel munizionamento delle batterie da 70 A U ont. ed alla loro suddivisione frn i tre organi della batteria, In Comm issione Permanente deglì Ispettori se ne occupò nella sed uta del :J flPrile l!J0-1 (Verbale n. GO), tii,snndo a circa 1/6 la proporzione rlelle l?l'HI·ate 1,el muuizionamento totale delle batterie da 70 A i\:Cont. e suddh-idcndole frn: i diversi organi nel modo i;;cgnente: balterin cli comùntt.imen(o 20 per J'J l?7.7.0; colonn;i. m unr,i on i 20 ]Jer pezzo; p:uco <li bntt0rin 20 per J)ez,i:o.
P er conchiudetc in riguat'flo n.11 'artiglieria da mon tagna .accenneremo al Ycrb,tle n. 170 ela,boraLo nella i:;ed uta del 21 ~
J3R6 -
J,' ADOZI0:,{ EJ DEL l\iA'J'ElRIALE DA
65
MOX'l'.
marzo 1911 in cui gli ufficiali generali appa,r tenenti all'Ispettorato Generale ed ali' Ispettorato delle costruzioni si riunì· rono sotto la presidenza dell'Ispettore Generale per esaminare e discutere le Vlirie questioni rif.el'entisi a,l materiale da montagna destinato all'armalìlento cli 12 batterie . · Dopo a.mpia, e dettàgliala discussione furono posti i seguenti due quesiti e cioè : se il materiale da 63 mont., a cannone scorrevole sull' affusto, allora, :,;peri111entato , era dr~ prescegliersi JPCr l'annamento <lelle 12 nuove batLel'ie alle quali . urgeva pronedere; se !Potevasi dispone immediatamente la la,voraz1onc del preùeLto rna tel'iale nell.e sue pai-li essenziali, mentre sarebbero continuati gli esperimenti onde definire ulteriormente le questioni iueut>uti a,l l'otturatore, al funziouamento del freno e aù altri particolari di minore eutità. Ad entrambi i predetti quesiti fu. l'isposto affermativamente.
P assiamo ora ai VerbaJi c·he tratta rono le qnestioni più interessanti riflettenti le artiglierie chL campftgna. La ·Oonnnissione Permanente degli Ispettori nella seduta del 10 ottobre 1901 (Verbale 11. 7) si i11 tc1·essò dclln. questione relatirn. all'ordinamento e ;1·ifornimeuto dell'al'trgìieria da campagna. Dopo ·am1pia cliscn:::sione furo no approvate a pieni voti le seguenti proposte : a) forma,zione d< lle nuove batteriP su G pe;,,zi e 10 cassoni; b) aboli7,ione dei Parchi divisionali, eccettuato pe1· le Divisioni di cava.Ue1'ia r.he a vrebhcro dovuto h1tsporta1·e 48 colpi per pezzo ; e) la sezione cli Parco cli Corpo cl 'Armata con 48 ·colpi per ogni [pezzo del Corpo cl' Armata, i,;ezione divisa in tre gruppi e cioè due gruppi divisionali ed un gruppo delle truppe suppleti,e; · d) 2• e 3• ser.ione del P arco stesso con f>S colpi per ogni pezzo ; 0
-
1337 -
CRONISTORIA DEL SUPREMO CONSESSO D'ARTIGLIERIA -
1874-1915
e) Parco d'Armata con 50 co~pi per ogni pezzo del -
l'Armata; !) Deposito centrale con 150 colpi. In merito poi all'idea di riunire i Reggimenti d'artigliel'ia due a due sotto un unico comando di brigata di Reggimenti d':u:tiglieria, la Commissione non ritenne di fare alcmia proposta concreta. Col Verbale 11. 25 elaborato nella seduta del 6 dicembre 1002 la Commissione Permanente degli Ispettori ricercando un allegger imento degli affusti in base ai dati. ed ai risultati riguardanti il tiro a mitraglia, in considerazione della difficoltà <li sistewazione delle scatole a mitraglia sull'affusto, dei facili guasti delle cassette porta-scatole e del peso complessivo per ciò risultante, e d'altra parte anche informandosi all'esempio di -altr e Nn;,,ion~ che avevano in tutti i modi alleggerito i loro materiali da campagna, decise la so1)pressione della scatola a mitra.glia nel munizionamento campale da 75 A.
Importanti questioni furono tra.ttate nella seduta del 9 febbraio 1903 (Verbale n. 28) in rigua,r do all'adozione degli scudi protettori ed alle formazioni à.a prendersi in batteria dalle unità d'artiglieria da campa,gna munite di cannone a tiro rapido. Dopo esauriente discussione la, Commissione Permanente concluse unanime che lo studio ,degli scudi per la protezione dei serventi si sarebbe dovuto proseguire separatamente da quelli in oorso per il mater~a.le a tiro. rapido, e che si sarebbe dovuto indirizzare a-1 fine di raggiungere la 1Protezione efficace di tutto il personale addetto al servizio dei pezzi, utilizzando all'uopo anche i ca~soni.., e . di doversi per ciò eseguire degli esperimenti atti a definire il grado di protezione che, si sarebbe potuto attendere da.gli scudi. Sul seC{)Ud,o quesito proposto dall' I spettore Generale e cioè quello di :fissare le formazioni da assumersi, in atto di far fuoco, dalle batterie armate con ma,t eriale a deformazione dotato di scudi, dopo aver. esaminati a scopo comparativo gli ordini dell'artiglieria illl batteria, la Commissione decise di soprassedere da ogni discussione e oonclusione fino a quando il iprimo quesito, relativo all'adozione degli scudi, lllon sareb· be stato definitivamente risolto. Nella seduta del 14 marzo 1903 (Verbale n. 30) la Commissione Permanente si occupò della convenienza o meno che 1338 -
..
SULLA CONVElNIIDNZA 0 1 ARRIVARE IN POSIZIONE CON I P EZZI DA
·75
A. CARICHI
le batterie da 75 A. arrivassero alle posizioni da occupare per far fuoco, coi pezzi carichi ed avessero poi, nel prendere po- . siziòne, due colpi ad immediata disposizione di og,ni pezzo. L'esa.me, condotto tenendo conto del grado di sicurezza che offrivano i proietti in uso e le relative spolette, portò alle seguenti conclusioni: che col cannone da 75 A.. caill[) . . si sarebbe potut,o mantenere la prescrizioITTe, allora vigente, di andare in posizione coi pezzi carichi a percussione, e che ragioni di sicurezza consentivamo amche di andare in posizione con i pezzi carichi colle sipolette graduate a tempo, lasciando tuttavia impregiudicata la q uestio111c se ciò rif,pondeva effettivamente a nece~sità ·d i impiego; che hloltre, per le batterie che andavano in posizione era 01pportuno di avere disponibile, oltre il colpo caricato nel !Pezzo, anche un altro colpo da non trasportarsi però nell'abolita cassetta porta-scat ola a mitraglia per evita.re i noti illlconvenienti riscontrati per la cassetta stessa. Contemporaueameu!~ il coman<lrJ del Reggimento cl'artiglier;a a cavallo faceva presente come anche per i. pezzi da 75 A di quellP batterie fosse utile avere qualche colpo ad immediata disposizione, in tmalogia a quanto era già stato disposto nel soppresso materiale da 75 B. All'uopo fu dato incarico alla Direzione Superiore delle esperienze di studiare un mezzo acconcio percbè un servente avesse potuto facilmente, ma non in modo permanente, tr,asportare un colpo (mezzo che doveva essere privo degli inconvenienti inerenti alle tasche-munizioni) e di realizzare cioè per i materiali delle batterie a, cavallo un cassettìno porta-shrapnel. Tutti i predetti studi dovevano· essere posti in correlazione fra loro per avere una pronta disponibilità di colpi jn batteria e pei:tanto· la sÒln. zone che sarebbe risultata migliore avrebbe potuto ·essere adottata per le batterie delle due Specialità da campagna e1l a cavallo, qualora la soJu .. zione stessa avesse corrisposto alle esigenze dell'una e dell'altra. Su proposta della Direzione delle esperienze furono per ciò allestiti e sperimentati un cassettino porta-shrapnel da applicarsi all'affusto delle batterie a cavallo ed un cassettino port:r-shrar,>nel da unirsi a tutti gli avantreni dei pezzi e dei cassoni tanto del materiale da campagna, ·quanto di quello delle batterie a cavallo. A seguito delle relative esperienze la Commissione Permanente degli Ispettori, riunitasi il 21 febbraio 1905 (Verbale n. 74), dopo aver esaminate le conclusioni del comando del Reggimento d'artiglieria u. cavallo, del comando della Scuola Centrale :11 · tiro e dell'Ispettorato d'artiglieria da campagna, deliberava di tralascian•
-
1339 -
CRONISTORIA DEL SUPREMO . CONSESSO D' AR'l'IGLlEUIA
1874-1915
qualsiasi studio tendente alla ricerca di un mezzo atto a trasporture uu colpo ad ilmuC::cliata disposizione di ciascun pezzo delle batterie campali, e cli adotta re invece ver le batterie a cavallo il cassettino porta-shrapnPì cosi come erv stato studiato, . definito e modificato dall'Arsenale cli costruzio:µe di Torino, ap1~liurndolo a ciascuna delle due parti dell'affusto speciale di dette batter ie.
SulFadozione della spoletta a percussione [)er granat.etorpeclini da campagna, la Commissione degli Ispettori nella seduta del 22 apl'ile 1903 (Verbale n. 33) clopo aver esaminato l'ingegnoso artificio proposto dalla Direzione Superiore delle esperienze, e tenuto oonto delle numerose prove di tiro eseguite e degli altri. esperimenti cui era stato assoggettato sottQ1Ponenclolo ad urti di caduta, · a scosse -ecl ·a, traballamenti, deliberò favorevolmente all,1 sua, adozione. La Corrunissione Permanente nella seduta, del 7 agosto 1903 (Verbale n. 39) si occupò poi di una questione riguardante l'opportunità d i conservare o meno la graduazione da incidersi sulle spolette a doppio effett{) Mod. 1900, deliberando favorevolmente alla co11serva2ione della. g_raduazione in uso incisa sui graduatori delle spolette da usare per istr uzione, e conseguentemente, per distinguerli da quelle da impiegare per il tiro, di c:ontrassegnarli in modo ben visibile Nella tornata del 25 agosto 1903 (Verbale n . 42) la Commissione degli Ispettori si int13ressò della questione relativa all'impiego del freno a corde con l'alt.Uf;to da 75 A Oarup. La questio11e era stata sollevata dall' !spetto. rato <lcll'artiglieria da. campagna· sin dall'agosto del 1901, il quale, avendo rilevato· che - nell'Istr uzione i,-ul servizio del pezzo da 75 A, in corso di compilazione presso l::t Scuola Centrale di tiro, era stato disposto che. i: tiro col nuovo cannone venisse normalmente fatto senza alcun freno f' che l'tiso ·del vomero o l'impiego del fre110 a corde fossero limitati a determinate cir costarnr.e, ri tenendo che una siffatta disposizione potesse all'atto pratico essere causa di inconvenienti e di svantaggi, opinava fosse invece opportuno di prescrivere il norlllale impiego del freno a corde nel tiro alle dista112e inferiori a 25 ettometri, e di . riservare l'uso del vomero nei casi eccezionali i n cui convenisse raggiungere nel tiro stess0 la massima rapidità. La questione tlopo essere passata attraverso al vaglio della Direzione Superiore delle esperienze, dell'Ispettorato Generale e della Scuola Centrale di tiro, arrivò completa di dati e di esperienze alla Commissione Permanente degli Ispettori che nella suaccennata seduta propose che si dovesse spiegare · ch~ilrnmente u.i Reggimenti il fu11zionalllento dei dm' freni e lasciare ai comandanti di batteria la facoltà di ordinarne l'uso
-
1340 -
lL CAK:\0K0 DA
75
A. KRUPP
in relazione :i lla natura del t en eno ed alle nitre speciali circostauze, quincli. in conformitit lu r e lativn fatrnr.io11ù ~ul servizio
rnoclific rimlo cle.l Jler.7.o .
... .
F ig. 73\) - Canuone cl a
'i[J
A. Krnpp.
Interessanti sotto ogni aspetto i:iono i lù rnri svolti d;;1,l la, Commissione Permanente d·cgli. L-pettori nelle sedute del 27 e 28 ott{Jhrc i903 (Ve1·bale n . 49) 1·elntivi .11 1mtteriale da campagna. i.~ C'arn none scorrevole, E~d alle trattatiYc che si erano svolte colla Casa, Krupp allo seopo di a,cqu istare il diritto di valersi, in tutto od in 'patte, delle caratteris tiche del suo più perfezionato materiale a cannone scorrevole, per cletermirn.LI·e qMllo da ad-ottarsi per la nostm ;wti.glieria. · I n ùltri termini, a, seguito delle trattative corse colla· Casa. K r upp , dn:p1prima collo scopo di svincolare la nost1·a ,Amminist razione militare dal gravame delle privative di bre-
1341 -
CRONISTORIA omL
SUPREMO CONSES SO .D' ARTIGLIERIA
•
1874-1915
vetto possedute dalla Casa Kl'npp per la costruziorne di affusti da campagna a cannone scorrevole, e successivamente . per stabilire le modalità di presentazione e di sperimentazione' di un ma,t eriale del Upo più recente, ed anche in esecuzione agli ordini contenuti in un di~accio del Ministero che, allargando la questione, aveva in-vitato la Commissione Permanente degli Ispettori ad esaminare l'affusto a deformazione ..-·· ...,........,_..,_._.,~-...-·
~~
.-
i
.I
!
.,
1
_F ig. 740 - ModelJo di ca1rnone da 75 A. cla camp. con sc:"udi a deformazione.
. nei riguardi sia, tecnici ' che t3:ttici, fa ·Gommissione Permanente nei sui.indicati giorni, coll'intervento del Direttore Superiore delle esperienze delibera-va : 1<>) che era necessa,rio addivenire all'adozione di un materiale da campagna a cannone scorrevole; 2°) che era c-0nvenieute di munire il_ materiaÌe in questione, cli ripari metallici · a protezione di tutto il personale della batteri.a; 3°) che si riconosceva la, convenienza di armare al più presto le batterie da campagna col nuovo materiale a cannone scorrevole, ma che si ravvisa.va come condizione indispe11sa.bile per un buon risultato, che la fabbricazione fosse av-
1342 -
I L MATEHIALE DA CAM PA GNA
A
OEFOft:.\lAZIONr,.; DELLA CA~A K RUPP
viata colla necessaria poudel'atezza prescindendo da quegli affrettamenti, quasi semlJ)re dannosi specialmente all'inizio di una fabbricazione in grande ; 4°) che non bisognava, ammettet'e il contemporaneo impiego di due tipi di artiglierie (rigido ed a deformazione) se non per il tempo occorrente alla fabbricazi_o ne ed alla graduale distl'ibuzione alle batterie del materiale a cannone scorrevole; 5°) che il cam1one da incavalcare sul nuovo affusto a déformazione avrebbe dovuto essere. il cannone da 75 A. , opportunamente modificato nelle par ti esterne; G che per poter meglio esaminare il materiale Krupp e decidere sulla convenienza di acquistare il diritto di riproduzione, sarebbe stato OWJortuno di far eseguire i r elativi cspel'imenti in Ita.lia senza però escludere che se la Casa Krupp non avesse- accettato tale. condizione, gli esperimenti stessi avrebbero potuto eseguirsi anche in altra sede; 7°) che infine, esamina ti i criterii espressi nella relazione del comm. Benedetto Rogn ctta (già ufficiale della nostra artiglieria e allora rappresentante della Casa Krupp in Italia), essi erano rispondenti a. quanto si desiderava, salvo per quanto riguardava gli e~erimenti pl'atici, per i quali la Commissione a mmet teva di potersi servire del cannone Krupp, ferma restand o la riserva cli cui alFar ti. 5°) e cioè che sul nuovo affusto a deformazione avrebbe dovuto essere inca,valcato il nostro cannone da 75 A., debitamente modificato. 0
)
In riguai·do agli eITetti tattici la Commissione Permanente degli Ispettori, in merito al quesito se dovevasi o meno dotare cli scudi il materale da campagna, confermava la deliberazione già presa nel Verbale n. 28, e cioè, rimandando ogni decisione a prove ultimate. In merito poi alla questione riflettente la formazione della batteria, del munizionamento e del suo scaglionamento t.ra gli organi di rifornimento, la Commissione ·Permanente si riser vava di esaminarla in una successiva seduta. In.fine, avendo il Direttore Superiore delle espet·ieuze suggerito di approfittare del tempo che sarebbe interceduto da quella data fino a quando non sarebbe stato costruito e proYato il materiale Krupp, all'intento di spingere avanti alacremente gli studi e gli esperimenti coi mater iali a cannone scorrevole ideati da nostri artiglieri e costruiti dai nostri Stabilimenti d 'ar tiglier ia, fu deciso di proporre l'istituzione cll una Commissione speciale avente l'incarico cli studiare e concretare un tiPo unico
-
134-3 -
CH0l\1ST 0HIA DEL
sUPRE)l O CO~ SESSO o ' AHT!C,LH:nTA
1 74-1915 I
j;
di materiale a clefonnar.ione elle avesse riunito tutti i pregi rlscontratl nei tre tipi già costruiti: tale tipo unico si sarebbe dornto mettere a confronto col materiale allestito dalla Casa Kr upp, sempre però elle tale tipo unico risultante fosse stato pronto nei limiti cl i temvo entro i quali sarebbe stato prescntnto ìl materiale Krupp.
Così come era stato deciso nelle precedenti sedute clell'ottobl'e (Verbale n. 4H) , con Verba,le n. 50 elabora to il 30 novembre J 903 ful'ono l'ipl'cse iJ1 esanw le Yarie questioni lasciate a,l101·a. in sospeso e relative : all'organizzazi one dell.1 batteria, da, campag;na a cannone sconcvole, nJla, sua fo1°mazione all'atto di far fuoco, al nttmizionùmento ed al suo scagliona meuto fra, gJi organi. di rifornimento . Dopo l rnuga ecl esamJente cliscussione la Commissione I-'ermanente così stabilì : 1°) che dal pnnto di vi.sta tccnioo-tattico la bt1Lteria chL campagna a canuone scorre,ole avrebbe dovuto 01·~.mizzarsi su 4 pezzi, con rifel'imento al l'aggruppamento dei pezzi stessi .uell'Unità che consenti va la loro rna,ggiore ntili¼zazioo1e. Da questa deliberazione non doveva (Però dedursi in aknn modo che si potesse addivenire ad un a diminnzi<mc del numei·o complessivo dei pezzi per Corpo cl' Armata; 2°) che la bntte1·ia, cosi organizzat a, avrebbe <lovuto e. sere provvista di ripari per tutto il personale, e che per tale ragioue e per rendere ag,evole l'alimeu tazione del tiro rapido, sempre che possibile, si sarebbe n-0rma:lmente dovuto dispol're, per far fuoco, coi cassoni a:ffiamca.ti ai pezzi. ~rale formazione non escludeva quegli a-ltri orcli11i che an ebbero permesso di sfruttare convenientemente i ·vanta,gg:i cli copertura offerti dal terreno, col ricorr-cre ad nn l argo impiego di tiri a puntament0 indiretto ; 3°) di prendel'e il o:rnmero di 800 colpi indicato clal Capo di S. M. cleJl'Esercito c-ome base per il mnnizionamento to ta,le di ciascun pezzo d'artiglieria da campagna a cannone scorrevole, suddiviclenclolo nei va,rii oegani cli rifornimento come segue: 285 colpi colla batteria cli manona, od a sua portata nella gi-Ornata; 285 colpi scaglionati fra gli organi retro· stanti, in modo da averne disiponibile nna, parte per il gi.orno successivo; 230 colpi al Deposito centrale. -
1344 '-
CARA1vl'ER.1S1'1CliE. DI MOBILIT..\ OEJL NUOVO MATElRIALEl DA CAMPAGNA
Sempre in merito ai nuovi ma.teriali cla campagna, nella seduta dell'S e 9 febbrruo 1904, la Commissione Permanente degli Ispettori, coll'intervento del Direttore Superiore delle esperienze, si interessò delle caratteristiche cli mobilità relazione al loro impiego in un'azione eminentemente mobile e manovrata colle altre Armi , esprimendo (Verbale n. 55) il paxere che· i lllùterìali da 75 .A. a cannone scorrevole (sia quelli in allestimento nei nostri Stabilimenti, cù.e quelli Krupp cla servire come termine di confronto, riunendo essi le migliorT condizioni r ealizzate tino allora iu un materiale campale di tale calibro e di tale potenza.) rispondevano allf, condizioni tattiche richieste, e cioè per un impiego delle batterie imvrontato a mobilitit nei terreni · us uali ecl in/ armonia con i movimenti delh, altre truppe. Tali. condizioni erano anche avvalornte dall'esame dei requisiti di pe::;o e di mobilità in cui si trovavano le artiglierie campali di altre Nazioni. La Commissione Permanente espr esse inoltre il parere che tali cal'a tteristiche cli mobilità potevano essere più largamente realizzate diminuendo il numero dei colpi contenuti nell'anvantreno, purchè non si fosse sceso aJ. disotto del limite minimo di 24, nella. considerazione che tale lieve di.minuziouc non poteva recare pregiudizio perchè le munizioni dell'avantreno .::ostituivano l'ultima fonte di riforp.imento alla quale si sarebbe in linea gc11erale fatto ricorso soltanto nelle ultime fasi della lotta. La Commissione ritenne poi che SE\ i materiali sovr a accenanti si prestavano ad un impiego manovrato dell'arti.~lieria negli orclinarii terreni, essi non erano altrettanto adatti per la celere azione richiesta alle batterie a cavallo ec1 alle batterie da campagna da i)npiegare in speciali condizioni di terreno e tenuto conto delle car atteristiche cli alcune nostre produzioni equine (Sardegna e Sicilia), ·e pertanto espresso il convincimellto che per f<Oddisfarc alle predette condizioni sarebbe stato opportuno lo studio cli un materiale speciale il qu_ale a sufficiente potenza (t iro a shrapnel efficace fino a 4.500 metri almeno). avesse accoppia,to il massimo grado possibile di mobilità. Questa tendenza verso un materiaie campale più leggero f11 accolta favorevolmente dal Ministero e claJ. Capo dì S. ìVI. dell'IDsercito, per cui nelle sedute del 19 e 20 -luglio 1904 (Verbale n . 68) la Commissione Permanente degli Ispettori riunitasi nuovamente, dopo aver esaminato un progetto di materiale Jèggcro da 70 da campagna, deliberò: 1°) che stabilite l_ e pr incipali caratteristiche e risolte le più importanti questioni inerenti al materiale in questione, dovevasi procedere alla costrm:ione di una vettur~-pezzo, cli un carro-muni:7.-ioni · completo e cli un carro per le parti cli 1·icambio; , 20) che frattanto non dovevasi sospendere lo studio ùel materiale da 75 A a cannone scorrevole ; 3°) che infine non ùovevasi escludere la possibilità di un e.same comparativo fra il materiale cla 75 A a cannone scorrevole (prima che se ne
in
-- JB45 -
CRONISTORIA DJ;}L SUPREMO CONSESSO D' AR'.1:IGLIERIA
-
1874-1915
fosse cominciato l'allestimento), ed il materiale da 70 Camp. qualora il primo esemplare di quest'ultimo materia.le avesse dato buoni risultati. In progresso di tempo, il Ministero della Guerra, esaminata Ja relàzione sugli esperimenti comparativi eseguiti a Cirié fra i materiali da 75 A a cannone scorrevole costruì.ti nei · nostri Stabilimenti, ed i materiali costruiti nelle Officine Krupp, accettò le conclusioni della Commissione sperimentatrice approvando cioè l'indirizzo verso un materiale più leggero, maneggevole e dotato cli un'efficacia poco discosta da quella del c-.1libro da 75, requisiti che avrebbe potuto offrire un materiale da 73, materiale da -concretare d'accordo tra una Commissione speciale di Ufficiali d'artiglieria pr esieduta dall'Ispettore delle costrmiioni, ed i tecnici della Casa Krupp . . Per le trattative poi che avrebbero dovuto portare alla stipulazione dell'apposito contratto, il Ministero aveva già stabilito le norme d'ordine amministrativo, e per quanto riguardava la parte tecnica aveva espresso il desiderio che i deliberati della predetta Commissione speciale venis<Jel'O sanciti dalla Commissione Permanente degli Ispettori che doveva riesaminare e completare i dati che avrebbero dovuto poi stabilire le caratteristiche del nuovo materiale da 73. L'esame di co,si complessa ed importante- questio·mr rtwrnò pertanto alla Commissione Permanente degli Ispettori che nella tornata a·e1 2 dicembre 1904 (Verbale n. 69), approvò le seguenti deliberazioni: 1°) che_ gli uffici competenti avessero stabilito quelle condizioni etie permettevano il (!Ompleto allestimento del materiale nei nostri Stabili· menti militari ; i 0 ) ,che si fosse provveduto ad una maggiore protezione dei serventi, i quali nelle condizioni presenti di allora non venivano sufficientemente protetti dagli scudi ; 3°) che i proietti fossero stati tutti provveduti di corona di isolamento di rame; 4°) che si foss.e conse~:vato alle grauate il tipo italiano; 5°) che gli shr apnel avessero avuto (!arica intema non inferiore a 95 grammi, e le pallette avessero assicurato la maggior effièacia alle più grandi distanze di tiro; 6°) che in via cli esperimento si fossero allestiti alcuni shrapnel con pallette rivestite di /lCCiaio ; ' si indicavano infine e s~. approvavano altri particolari di costruzione. La Relazionf' stesa da.Jl'apposita Commissione che si era recata ad Essen per le prove di collaudo del materiale Krupp da 73 Camp. fu comunicata ai singoli Ispettori d 'artiglieria, i quali si riunirono il 30 dicembre l.905 (Verbaie n . 83) per di,scutere e stabilire il programma particolareggiato delle esperienze di tiro e di traino da esegui~si in Italia collo stesso materiale Krupp, a tenore dell'art. 4 della convenzione stabilita con quella Casa. In aJ:monia agli intendimenti del Ministero rivolti ad ottenere che
-
1346 -
TilSPERIE.NZE CON I MATERIALI DA CAMPAGNA DA 73 lll DA 75
gli esperimenti si iniziassero sollecitamente a Nettuno, la Commissione Permanente degli Ispettori deliberò che al suo arrivo dalla Germania il materiale da 73, costituente la batteria cli esperimento, dovesse essere aJ:lidato al personale di una delle batterie clistàccate alla Scuola Centrale, che all'uopo sar ebbe stata opportunamente rinforzata in uomini e cavalli. Stabìli poi che quando per pa):te degli ufficiali e del personale fosse stata presa sommaria. conoscenza. del materiale, si dovessero iniziare al più presto le prove di traino, da limitare però in un primo periodo, nd un tranquillo carreggiamento cli tutto il materiale sulle strade nei dintomi cli Nettuno, mentre gli Ufficiali avrebbero potuto studiare il materiale stesso in ogni sua particolarità, ed ìl personale di truppa sar ebbe stato istruito nel servizio di tale bocca da fuoco e nel maneggio cli questo nuovo materiale, ~econdo le istruzioni di massima che la Casa Krupp doveva fornire. Una volta effettuato un percorso di 500 kilometri cli marcia nelle condizioni prima dette, si sarebbe dovuto eseguire una prima triplice ripresa di tiri che.,. dovevano essere così ripartiti: un tiro cli esattezza a clistanza di circa 20 ettometri, e due tiri di efficacia a tempo, rispettivamente alle distanze di circa 30 e 45 ettometri. Per dirigere e presetlzia.re questi esperimenti doveva essere incaricata un'apposita Commissione, alla dipendenza della Commissione Perma·nente degli J'spettorl dell' Armu . Eseguito il primo periodo cli tiro e di traino, secondo le predette direttive, la Commissione Permanente si riunì il 12 :narzo 1906 (Verbale n. 85) per deliberare intorno al programma. da svolgersi nel seèonclo periodo cli prove, e per esaminare in linea geuerale alcune questioni aventi r elazione col materiale a tiro rapido '<.la campagna. E poichè frattanto il Ministero aveva determinato che alla presenza di alte Autorità militari avessero luogo a Nettuno esperimenti di tiro coi materiali Krupp rispettivamente da 73 e da 75 (l'uno Mod. 1904 con velocità iniziale 500 m/s e l'altro ; Mod. 1905 c9n velocità iniziale 525 m/s) invia.ti appositamente da Essen, si dovette limitare il secondo periodo delle prove relative alla butteria da 73. già in esperimento a Nettuno, ad una durata di soli otto giorni, affi11chè le prove comparative 01'di11ate dal Ministero fra i. due materiali da 73 e da 75 si potessero eseguire non appena che il materiale da 7[; fosse stato composto e fossero statEallestite . le relative cariche. La Commissione Permanente degli Ispettori poi, - dopo aver presa conoscenza della cliscnssione tecuica avvenuta fra la Commissione dei nostri Ufficiali che si erano recati per le prove ad Essen, e la Casa Krupp per determinare alcuni particolari di co~truzione del materiale da 73, e rilevando come in conseguenza fosse statà imposta ed accetta.ta Hl condizione di un sistema di unione dei due treni analogo a quello italiano da 75 A, ed nssodando cbe ta,le sistema di unione si era alla prova dimostrato non perfettamente rispondente alle esigenze del traino per cui si imponevano alcune modifiche, - deliberava: che in vista del tempo piut-
88
-
1347 -
CRONISTORIA DEL SUPRIJ::MO CONSESSO D, ARTIGLI@IA
-
18'74-1915
tosto lungo occorrl:!nte per far eseguire le elette modifiche, bisognava prescrivere alla Oolllmissic,ue sperimentatrice di impiegare nei passaggi diflìcili la corona di fune come usavasi col materinle da 75 A, e che una vettura-pezzo cli questo nostro materiale da 75 A avesse seguito la batteria da 73 nelle prove successive, per servire cosi come termine di paragone'. La Commissione Permanente si riservava di prendere in ulteriore esame la questione dell'unione dei treni, a quando cioè si sa.rebbe dovuto definitivamente fissare il tipo del nuovo materiale. E per la stessa ragione, una volta concretato ·u programma-itinerario per il secondo periodo delle prove di tra.ino, hL Commissione stessa mentre deliberava in merito ad altre questionf che, in base ai risultat.i delle esperienze fino allora compiute, potevano in tesi ge1Ìerale essere definite, si riservava di esaminare i particolari di attuazione : espresse per ciò porere favorevole perchè nel materiale R tiro r::ipic'lo si adottassero : il proietto unito al bossolo; il congegno di punteria a linea di mira indipendente ; il vomero fisso ; e stabili infine che l'allestimento dei nuovi proietti fosse fatto sul tracciato di quelli allestiti dalla Casa Krupp, cioè sen7,a· la corona di rame di. centramento che veniva conservata nei proietti del nostro tipo cla 75, decidendo all'uopo che di questi proietti, quelli già carichi si. dovessero impiegare nei tiri, mentre quelli scnrichi si cl0'vessero sottoporre all'operazione di ridurre i diametri esterni delle corone cli centramento alle stesse dimensioni del ctiamdro esterno del rigonfiamento dei proietti tipo Krupp cioè a mm. 72,7, operazione questa che si sarebbe potuta compiere anche presso la Se7,ione staccata di Nettu!1o.
La Commissione Permanente si riunì poi nei giorni l" è 3 aprile 1906 (Verbale n. 87) per definire la scelta di un tipo di materiale per l'armamento delle batterie campali. Ciascun membro ·della, Oommissi-0111e Permanente aveva preventivamente ricevuto comunicazione <lella relazione redatta dalla Commissione sperimentatrice in riguardo ai materiali da 73 ed ai risultati ,ottenuti nelle varie prove di t_iro singole e comparative eseguite a Nettuno con i materiali Krupp, così come precedentemente a,veva avuto conoscenza dei risultati ottenuti nelle prove eseguite a Meppen,. I singoli pareri espressi per iscritto dai commissari sperimentatori, furemo riassunti · dall'I spettore Generale nelle seguenti conclusioni: l'armamento delle batterie campali destinate a sostituire quelle da 87 B. si sarebbe dovuto costituire adott3111do un materiale da 75 Krupp, sul ti.po di quellò l';\perimentato nel 1904 colFintroduzi.one di alcune piccole aggiunte e modifiche nei particolari -consiglia.te dalla pratica delle allora recenti -
1348
l!JSPERIENZit COL MATERIALI!: DA 75 A. SCHl\VilDER
- --~
I I
F ig. 741 - iVfateri:1le da 75 A. trasformato Schneider.
Fig . 742 - rnft'etto d i un colpo sparato col cannone da 7/3 A. Schneider contro
batterìa scudata. -
1349 -
CUONIS'l'OllL\ DEL SUPUIDMO CONSB; SSO D' ..\R'l'IGLIERIA
-
1874-1915
prove, -e di conseguenza era, il caso di variare la Convenzione intervenuta con la .Casa Krupp relativamente al materiale da 73, nel senso di far allestire la seconda batteria, che la Casa aveva l'obbligo di presentare, col calibro da 75 anzichè da 73. Passata poi a discutere i. provvedimenti di immediata attuazione !Per la completa s-olrndone <lella questione riflettente rarmamento dell'artiglieria c,a,mpale , la Commissione Permanente affermò la necessità di adùiveinire a suo tempo alla trasf.ormazi.one del materi_a le da 75 A. in materiale a tiro rapido, mentre per gli scopi per cui era, stato iDtrodotto lo stu dio del materia.le da 70., scopi che eventua,bil.ente potevano {'SSerc allargati, si ritenne che avrebber<> dovuto essere condotti. a termine gli studi e gli esperi.menti già iniziati per definire il materiale da 70 leggero. Una volta definiti i nuovi materiali da campagna, in base alle nuove esigenze sorte dOPo la loro introduzìone la Commissione dei ge;1. Ispettorì si riunì il gìomo 3 settembre 1906 (Verbale n . 97) per esaminare ·le seguenti questioui relative al munizionamento : 1°) proietto unico, agente a tempo come shrapnel ed a percussione come granata-dirompente; 2°) nel caso che si fosse dov uto urn ntenere il doppio muniziona-. mento, stabilire : aì la proporzione fra granate e shrapnel ; IJ) la. rìpartizione delle granate e degli shrapnel nelle diverse vetture della batteria. In precedenza tutti i membri avev:mo avuto in comunicazione una breve relazione nella quale sugli argomenti suaccennati erano state raccolte le notizie più recenti, siccll.è (lopo minuziosa discussione si àrrivò concordemente alle seguenti conclusioni: 1°) d(1to lo stato al qua.le eri, allora giunta la questione dello studio di un proietto unico per il . munizionamento dell'artiglieria campale, ed esaminati i risultati ottenuti da alcune prove eseguite con un proietto unico da 75 tipo Krupp in presenza delle Commissioni speciali inviate ad Essen, risultati che facevano intravedere come possibile una soluzione del . problema, si riteneva che sarebbe stato grandemente u tile e consiglia, bile di eseguire' in Italia ·1arghe ed esaurienti prove con tale proietto in confronto ai proietti di t ipo ·uormale, allo scopo di raccogliere maggiori dati ed clementi cli gìudizìo pc~r un esame esauriente della complessn questione. Tali esperin~enti dovevano eseguirsi nel minor tempo possibile per evitare ritardi nell'allestimento delle munizioni per il nuovo materiale. 2°) esaminate le conclizioni nelle quali sarebbe venuta a trovarsi l'artiglieria campale di fronte essenzialmente ai mezzi cli protezione offerti dai materiali allora moderni, si riteneva necessario l'aumento della pro-
- - ]350 -
QUl•JSTIO~l RELA'l'IV8 AL l\IU.xl%I0i':.·\'.\H;N'1'0 m:L MATEnIALE DA
75
MOD .
906
porzione percentuale cli granate, e s i proponeva elle nel munizionamento del nuovo materiale a cannone scorrevole tale percentuale venisse portata al 20%. 3°) circa la ripa r tizione delle granate e clegli sllrnt1nel nelle varie vetture <lella batteria, la Commi::;sionc Perm,}nente degli Ispettori si riservava tli discnrere più aDlpiamente la questione c1unndo s i fossero
I!'ig. 743 - Commissione cl'esperienze al Poligono di Ciriè. (dall'alto in basso e da sinist ra a destra: tenente Chiodo, tenente Baratierl, tenente Palcanl, capitano Mascaretti, tenente m edico. capitano S aletta, tenente Rober to, ce.pita no Bassignana, cr.pi tano Frisciotta, tenente colonnello Parodi).
avuti maggiori 1~Jementi di giudi;,;io elle l'fapettore da campagna avrebbe potuto raccogliere in<'nricanclonc la Scuola Centrale di tiro, giacchè importava essenzialmente cli conoscere se e qunli inconvenienti avesse potuto . o meno portare in battéri:1 il sistema della promiscuità delle due specie di munizioni nei "Ofani, e come nei d ue cnsi il loro rifornimento potesse procedere regolarmente. Se non che fatto presente al Ministero : a.) il parere espresso dalla Commissione Permanente circa l'utilitit di eseguire este,;i esperimenti comparativi fra il nuovo tipo di proietto
-
1351 -
CRONISTORIA DEL su1•U[!;J\!O CONSESSO o ' ART.I GLrnnIA
·
1874-1915
unico, proposto dalla Casa Krupl.J, ed i proietti normali del nuovo materiale ùa campagna; b) le ris1)oste couJuuiciite dalla Casa Krupp ai varii quesiti fatti per avere più pal'ticolar egglate infonunzio.ul; o) le considerazioni di ordine finanziario; ed avendo 11 Ministero risvosto osservando elle parlare cli proietto unico equivaleva a far ri tenere come non ancorn risolti\ la questione dell'artiglieria da C(UUpagna, llleutre già erasi pubblicamente cliclllarato elle tale problema doveva ritenersi completamente definito e risolto, la Commissione (legli Ispettori, uella. sedutu clel 10 ottobre 1906 (Verbale n. 98) rinunciò tilla. precedente ::ma proposta. cli addivenire a nuove prove. Sempre in dipendenza dell'ilitroduzione in servizio del matel'iale du 75 della Casa Krupp a cannone scorrevole, che prese il nome di cannone da 75 Mod. 906 lo. Co111miS$ìOllt' Permanente tl'nttò altre questioni ad esso inerenti elle r iassumeremo brevemente. La seduta del 2 febbraio 1908 (Verbale n. 124) fu assorbita dall'esame dei provvedimenti da attuarsi in seguito ai rilievi fatti dalla Commissione Parlamentnre d'Inchic~sta per l'Esercito durante le prove di trai no cli tale materiale. Il Presidente della Commissione Permaueote degli Ispettori, in via di massima, espresse il parere elle, data l i, natura cli taluni degli iuconvenienti rilevati, non era possibile pronunciarsi snl uiodo cli porvi 1·i· paro senza ricorrere ad ulteriori pro\'e e senza avere i mezzi necessai:ii a tale scopo, e elle per éiò conveniva per il ruomeuto limital·sl a proporre le eventuali roodifiche da int1·odursi nel materiale, tenendo presente anche le proposte della Casa costruttrice nia r imandando viceversa ogni deliberaziou<:> ad espericuze esaurite. Gli fspettori si associarono :il parere dell'Ispettol·e Presidente e delibera rono di 9assare all'esame dei varii argomenti trattati uella leLtera dell11 Commissione di Inchiesta. Il 10 marzo ciel 1908 (Verbale n. J25) la Commissione degli Ispettori si riun\ nuoYinnente e discusse i Pl'O\'\'edimenli da prendersi relati,amente ad alcuni particolnri di costruzione, e tJiù spec:i~lmente: sul modo cli attacco delle parlglìe, sulla resisternr.a. del timoni e sull' unione dei treni, particolari di costruzione elle fmono voi discussi ancorn e definiti nella secluta del· 1'8 aprile 1908 (Verbale n. 130) . Sul freno del retrotreno dei cassoni la Commissione degli Ispettori deliberò nel unanimità di sospendere l'applicazione del freno Krupp in nttesa 1:lel risultato delle prove da. fnrsi, e sul problema riflettente l'inTolonclamento clello spigolo postet·iore della Cli· mera del cannone propuse di dare incarico nll'Ispettorato delle costruzioni di far compiere dall 'Officina. di Torino le esperienze relative elle potevano svolgersi preliminnrmente senza intrnlclnre gli studi e le prove cla intra· prendersi ln seguito. Infine in riguardo all'applicazione ni proietti cli una seconda corona di centr amento anteriore a quella di rame, la Commissione espresse concorde parere elle in )inNi di 111nsslma non er:t nece;,snria, e pert:mto elle qualora
-
1352
PROVE D8FlNITIVlll CON GLI OBICI DA
105. E
COI l\:CA'.rERIALI DA
75
MOD .
90{3
la si fosse voluta a<!ottare, essa dovessa applicai-si a tutti i proietti ancora da allestire. Pochi giorni dopo e cioè il H aprile 1908 (Verbale n . 1-31) la Co~umissìone degli Ispettori si interessò delle prove defini tive da eseguirsi coi materiali degli obici cnmpali da 105 e delle prove dì traino da eseguirsi col materiali da 75 J\ior1. 900, e della scelta di un tipo di treppiede
l!~ig. 7,14 - Cannone da 75 Mod. 906.
per il goniometro in dotazione al coma ndo di batteria cla i5 Mod. 906, e approva ndo il programma per tali prove deliberò di lasciare ai costruttori piena libertà cli scelta del sistema di unione clei treni e naturalmente anche completa. r esponsatilitù in proposito ri ~crvandosi pot di sceglier e il sistema preferibile. Circa il t reppiede per il goniometro, tenuto conto del giudizio espresso dal Comanda nte della Scuola Centrnle di tiro' cli Nettuno sui due tipi speriment ati, la Commissione deliberò di da.re incarico al Comando della . Scuola stessa di procedere alla scelta di un treppi<~cle cli sostegno, in modo da farlo sperimentare subito pra ticamente dalla batteria del 13° artiglieria che a.llor a s i · trovava a Nettuno, e quindi, sulla scorta dei risulta ti, procedere all'adozione definitiva.
1353 -
CRONISTORlA DEL SUPREMO C0)IS1JlSSO OJ ,\nTlGLlEUlA
-
18'74-1915
Nella seduta del 12 giugno 1908 (Verbale n. 136) la Commls:.,ione degli Ispettori fra i varli argomeuti ne discusse unconi alcuni rltlettenti il materiale da 75/ 906 e cioè : a.) ripartizione delle grunate nei va1·ii scaglioni, modo dì allogare le munizioni nelle varie vetture, e questìoni 1'iguardanti il 1·ifornimento delle munizioni stesse; li) opportunità di eseguire estese esperienze con un proietto unico da campagna proposto (]alla Casa Erli::trdt ; e) scelta del tivo di un grnduatore per spolette a doppio effetlo. Circa la ripartizione delle granate mentr e si convenne cli adottare In proporzione di 1/:J, per decidere deJìnitlvamentc della loro rii>nrtizione e del loro allogamento nelle vetture si s tabilì cli eseguire prima un esperimento per conoscere gli effetli tlel tiro a granata contro un retrotreno di cassone corazzato contenente grana.te. In quanto ul proietto unico, la Commissione decise di non accogliere la proposta della Casa Erhardt esprimendo però il pat·ere di seguire gli studi e le prove che i_n proposito si facevano all'estero. Inl!ue pe1· l due tipi cli graduatori sperimentati la CommisRione declse per l'adozione del gracluatore cli tipo italiano. Per conchiudere relativamente al materiale cla 75j90H è a. rilevare che nella seduta del 11 giugno HJOS (Verbale n. JS8), la Commissione degli Ispettori si interessò nncora una volta dei provvedimenti da prendersi relativamente ad alcuni particolari di costruzione e cioè: sistema <li unione del t1·eni; timoui; , freno cli via dell'afl'usto; freno di via del cassone; chiavist·ello di coda di cassone ecl anclll cli caucciù pct· ogive cli proietto. Sul sistema di unione dei treni la Commissione conchiuse : che nelle 30 batterle giù fornite dalla Casa. Krupp si mantenesse l'unione libera dei treni avvic!nanclo n gancio nlln. sala e sostituendo Il timone di legno a quello d'acciaio; che nei materiali uncora in allestimento si dovesse adottare l'unione a contrasto elastico per ottenere un ampio abbassamento del t imone (20 grncli almeno) ; che infine in cnsi eccez!onalì per disgiungere i treni si riconesse alla corona cli corda adottando n timone di legno. In riguardo nl freno di via òell'aff:usto, la Commissione propose <li rinforzare soltanto le braccia e le parti cli unione dell'affusto e di applicare al tirante una molla di resistenza oppo1·tunamente determinata; per il freno del cassone propose l'ndozione del tipo Krnpp applicando più . In alto Il man ubrio posteriore e riportando la vite di richiamo con una cuffia. Infine tanto per il chiavistello cli snodo della coda cli retrotreno, quanto per gli anelli r eggi-ogiva fu òeclso di mantenere lnvarintl quelli del tipo Krupp.
A. completa,r e questo rapido cenno sui lavori e~letati dalla Commissione P ermanente degli I spettori i n merito alle
-
1354 -
ESP l•:Rm::s:z1: COj\ f P.·\RATIVE FRA DIVl•:RSI )!ATERL\U CA)IPALI
artiglierie da campa,gna, ricorderemo alcuni Verbali riflettenti il materiale da 75 /911.
lfig. 745 - Cannone da 75 A. Mod. Ansaldo (1906) .
La discussione per l'esame di alcune questioni riflettenti tale materiale, avvenuca nelJa seduta · del 24: mar>uo rnn CV.erba.le n. 171), fu quaillto mai arnpfa,, appa,ssionata ed interessante, ed a conclusione furono posti . i seguenti due quesiti : a) se dalle prove eseguite a Oiriè si poteva. dedurre che il materiale Déport possedesse davvero ca.ratteristiche così spiccate ed importanti da farlo ritenere un deciso progresso nei eonfronti" degli altri. materiali campfLli fino ~Lllo1:a, co struiti; b) se nell'interesse dell'11rmamento delle iilostre batterie campali la Commissione ritenesse di addivenire prontamente a nuovi esperimenti dello stesso materiale opportunamente modificato nei modi indica.ti dalla, Commissione sperime1,1tatrice, sottopoo1endolo a,d esaurienti ,prove tecniche alle qua,li sarebbero poi immediatamente seguite analoghe prove d'hnpiego. -
1355 -
CRONISTORIA DEL SUPREMO CONSESSO D'ARTIGLIERIA
-
1874-1915
Al' primo quesito risposero affermativamente i generali Dallolio, Vitelli, Ghirardini e ~foni, mentre il generale Tettoni conchiuse che le prove fatte a Ciriè non lo mettevano in grad-0 di rispondere ·affermativamente. Al secondo quesito, con alcune riserve e speciali condi· zioni, i Commissarii risposero tutti affermativamente. La Oommissfone P.ermanente degli Ispettori si riunì nuovamente il 15 febbraio 1912 (Verbale 11. 174) per la scelta alP· punto di un nuovo materiale campale . Alla seduta assistette con voto consultiv,o il generale Alfeo Olava,rino, Capo dell'Uf :ficio studi dell'I~ettorato delle costruzioni d'artiglieria. I membri erano già a conoscenza della rela,z1one :lìnale riassuntiva compilata dalla Commissione sperimentatrice dei varii materiali da campagna e cioè <lel giudizio risultante dalle prove tecniche fra materiali Déport e matedali Schneider e dei risultati delle prove comparative di tre batterie armate risipettiva.mente con matel'iale Déport, con materiale Schneidcr e 0011 materiale Krupp. Il Presidente comunicò poi che avendo p1'ovocato dal Coma.ndo d'artiglieria del Corpo cl' Armata speciale operante in 'l'ripolitania un rapporto sul mod-0 di comportarsi del materiale da 75 Mod. 906 durante la campagna in corso, da, esso si rilevava, la bontà del materiale stesso jper quanto riguardava puntamento, esecuzione e precisione di tiro, rna che viceversa, si facev31Ilo delle riserve sulla sua mobilità in quei terreni ·o ndulati e sabbiosi. Furono posti ai voti i seguenti quesiti : ci) se ciascun tipo di ma,teriale esaminato rispondeva a, tutte le esig,enze di guerra in modo da potersi adottare con sicu~o buon rendimento; b) se taluno di tali tipi si differe.nziava dagli altri per peculiari e nuove caratteristiche in mod,o da se~nare un progresso nell'armamento, e tale da offrire quei vantaggi che con gli altri non si potevano ottenere; e) a qua.le materiale dovevasi dare la preferenza; d) se il tipo Déport 1poteYa adottarsi così come era stato sperimentatq, oppure si rendeva 1I1ecessario ,o d utile di introdurvi qualche modificazione. Al primo quesito a) risposero affermativamente tutti i -
1356 -
-.
Fig. 74G - Il materiale da 75/0ll (Déoort).
-
1357 -
CRO!\ISTORIA DEL
SUPREMO CONSESSO D'.-H:TtGLIERIA
·
1874-1915
membri, e pertanto il generale Radicati di Marmorito volle segnalare la sua preferenza, per il materiale Krupp, mentreil genera,lc Ghirarclini 1p1:ecisò la propria per quello Déport; in risposta al se0ondo quesito b) tutti i membri indicarono unamimementc il Déport, e così in risposta al terzo quesito o), fatta, eccezione del gen. Radicati che indicò il Krnpp essenzialmente !Per la p1·eòccupazione e nell'intento di evitare la complicazj.one di avere jn servizio due mater:iah diversi. I nfine la Commissione Permanente mise in rilievo la necessità di abolire , il funzi,onamento semiautomatico dell',otturator-e col1a correzione dell'otturatore stesso, l'utilità, di cambia.re il si.sterna di otturazione, e la couv,enienza di introdurre alcune a,ltre modificazioni cli poco conto. Di conseguenza il Presidente incaricò l'Ispettore delle costi'nzioni di presentare. - sull a base della relazione della Commissione sperimen-
tatrice, clei documenti annessi e della discussione avvenuta, - le proposte e le richieste da sottoporre all'ideatore clel materiale Déport per ottenere le modificazioni ed i miglioramenti ritenuti necessarii, utili ocl oppoÙuni. Successivamente avendo l'Ispettorato <leJle costn1zioni concretato e presentato le sue proposte~ in base ai risultati delle prove eseguite, ed avendo il Ministero con dispaccio clel 30 marzo 1912 partecipato le sue decisioni cli provvedere cioè alla sostituzione delle batterie campalì da 75 A acl affusto rigido dando la preferenza al materiale Déport che si snrebbe denominato << Materiale cla' 75 Mocl. 1911 ll, gli Ispettori si riunirono il 3 apl'ile 1912 (Verbale n. 176) per cliscutere le modificazioni al sistema di otturazione, all'affusto, ai freni e ricuperatori, agli scu'l'.li, ai congegni cli puntamento, all'avantreno e all'unione dei,. treni. ln relazione poi all'allestimento ed al montaggio di tale materiale, la Commissione degli Ispettori nella seduta del 1° febbraio 1014 (Verbale n. 178) trattò altre diverse e svuriate questioni e nel formulare tutte le sue proposte, basandosi sulla imprescindibile necessità cli non ritardare il montaggio e la consegna delle batterie, si attenne al concetto di principio per cui I.e modificazioni non assolutamente necessa1·ie non erano' da prendersi in considerazione, e quelle accettate si dovevano applicare innanzi tutto ai materiai.i delle batterie 11011 aJ1cora montati e cioè alle batterie non ancora consegnati, e soltanto in seguito si dovevano ariplicare ai materiali già montati e cioè alle ba.tterie eventualmente già pronte. Relativamente a tale materiale da 75/911 è da ricordare anche che nella seduta dal 14 f~bbraio 1914 (Verbale n. 179) fu esaminata la relazione redatta e presentata il 10 gennaio dalla Commissione sperimentatrice presieduta dal gen. Giovanni Gigli-Cervi sulle esperienze eseguite con i primi tre pezzi Déport frabbricati in Italia. Nella: riunione alla quale
-
1358
ll'ig. Hi - rro,·e ed esperienze col nrnt<>t·iale Dé1>0t·t.
CRONIS'.l'Oi1IA Dl~L
SUPHE:\:fO
COXS!!:8$0
D' AWl'lGLIKRlA
-
1874-1915
interveune pure il geu. Gigli-Cervi fu rilevato che la Commissione sperimentatrice aveva adempiuto al suo compito in modo lodevole e che le r isultanze delle prove e. le conclusioni alle quali essa era pervenuta, etano in massima ,lccettabili, ma che in merito a èaìnne questioni occoneva pure tener p1·esenti le motivate considerazioni che la Commissione Permanente degli Ispettori esponeva in quello stesso Verbale : e pertanto in complesso tali considerazioni avendo car attere essenzialmente tecnico er ano di competenza dei tecnici ai qua,li erano demandate per il loro studio e per le provvidenze del caso, ma che in alcun modo esse non infirmavano il risultato degli esperimenti effettuati dalla Commissione sperimentatrice con i tre pezzi costruiti in Italia, perchè anzi er a consentito di affermar e eh(• detti esperi menti erano stati soddisfacenti sotto ogni rapporto e tali quindi da dare la più ampia sicure1,za sulla bontà del materiale Déport M:od. 1911.. La Commissione Permanente chiuse allora i suoi lavori associandosi pienamente allà Commissione sperimentatrice· nel fare voti che venissero continuati colla maggior e possibile intensità gli studi e gli esperimenti relathi ai varii nuovi esplosivi.
In riguardo delle a.rtigllerie pesanti cnmpali, i primi studi relativi alla determinazion~ ui un materiale per obice da campo, al quale in linea di massima era stato assegnato il calibro di 120 rum. per poter soddisfare ai criterii allora stabiliti dal Capo cli S. M. dell'Esercito, datavano dal 1890. Le var ie fasi, mantenute sem1lre nel campo teorico, ebbero diverse alternative e furono oggetto di discussioni, di osser va7,.i oni e di proposte tra il Ministero e gli Ullici consulenti d i cowpetenza, fino a che nel 1898 l'Ispettore da campagna presentò al Miuistero un progetto concreto che il Ministero a sua volta, prima di prcmdere una decisione qualsiasi passò al Capo di S. )1. dell'Esercito per conoscere se nello studio di un obice del genere bisognava. sempre riferirsi ai cr iteri informativi del 1890. Ed il Capo di S. M. nel gennaio del 1899 rilevato come la questione r elativa ad una bocca da fuoco' del genere. òa impiegarsi contro opere cli fortificazione campale, avesse avnto svolgimento incerto a seconda dei concetti successivamente prevaJenti ed a seconda dei caratteri speciali che tali artiglierie avr ebbero dovu to possedere (di artiglieria leggera o da assedio o cfa campagna), e premesso che allo stato degli studi e delle esperienze sovratutto compiu te all'estero, doveva studial'si un obice che r ispondesse bene a tutte le esigenze della guerra campal<.>, come ausiliario dei cauuoni e capa'ce di completarne l'azione, stabiliva le seguenti direttive che . avr ebbero dovuto guidarnP la costruzione : 1°) capacità cli distruggere le opere di fortificazione campale e gli ostacoli di maggiore resistenza ; 2°) capacità d i battere efficacemente tr uppe coperte da trinceramenti, da osta.coli naturali e cla ondulazioni del terreno ;
-
1360
~
CRl'.l'EilI PER LA DEFINIZIONID DEGLI OBICI CAMPALI
3°) capacità di concorrere con le batterie dei cannoni da campagna a battere truppe scoperte in qualunque fase del combattimento, affinchè la loro presenza sul campo di battaglia fosse sempre stata ntile e mai di dannoso ingombro. In relazione ai suddetti compiti ìl Capo di S. M., in armonia a considerazioni costruttive, di efiìcacia e di tiro polarìzzò la sua attenzione verso il calibro di mm. J.05 già adottato dalla Germania, e pertanto il Ministero nel notificare all'Ispettorato da campagna nel febbraio 1899 i suddetti criterii del Capo di S. M., espresse i suoi dubbii sull'efficacia conseguibile con un tale obice, parendogli per ciò conveniente di" porre contemporaneamente allo .c:tudio a·nche un altro materiale cli maggior calibro, il cui peso, pur nella considerazione di un proietto considerevolmente maggiore, dovesse mantenersi nei limiti da 2.J.00 a 2.200 kilogrammi, consentiti dalla condizione essenziale di poter essere trainato al seguito delle truppe mobili. Ad esperimentì compiuti, soggiungeva il Ministero, si sarebbe poi dedotto quale.. dei due materiali potesse meglio soddisfare alle esigenze ricllieste od anche se event1rnlmente non si dimostrasse poi maggiormente consigliabile un calibro intermedio. Il Ministero diede per tal mod.o incarico di studiare contemporaneamente due materiali da 105 e da 150 mm., aggiungendo alle indicazioni clel Capo di S. M. quelle : di limitare il numero delle caricbe a 3; di definire il progetto dello sllrapnel tanto a 'carica centrale ouanto a diaframma con pallette di peso piuttosto rilevante. Compilati i pr ogetti la Direzione Superiore delle esperienze nel dicembre· 1899 riferiva che mentre il calibro di mm. 105 rispondeva pienamente agli spiccati caratteri di un materiale da campagna, altrettanto non poteva. dirsi del caUbro di 150 mm. e per il peso del proietto e per l'esiguo numero dei colpi trasportabili, e che per ciò la soluzione migliore sarebbe stata quella di costruire un calibro da )20, col qua'le si sarebbe potuto utilizz:ne convenientemente un proietto di ·Circa 20 kg. Il Ministero rimetteva tale questione (lll'esmne ed alle decisioni dell'Ispettore da campagna e di quello delle costruzioni, i quali vennero concordemente alla conclusione di abbandonare lo studio dell'obice da 150 e di far studiare e costruire invece un obice da 120. I progetti definitivi e le costruzioni dei primi esemplari dei materiali da 105 e da 120 proseguirono con lentezza, essendo i varii Uffici occupati in quel periodo a definire i nuovi materiali da campagna: e d::i, montagna. ; cosicchè soltanto nel marzo J.903 fu possibile eseguire le prove coll'obice da 105, mentre le prove coll'obice da 120 si effettuarono solamente nell'ar,rile del successivo anno l.904. Dagli esperimenti essendo risult,ato che l'efficacia dello shrapnel contro truppe r ipar ate dietro una massa coperta era assai scarso, e che la granata-torpedine, anche del· C(llibro da 120, non riusciva a distruggere i ricoveri occasionali d i opère di fortificazione campale, l'Ispettorato Generale propose al Ministero di considerare esaurita la questione degli obici da
-
1361 --
CltO:KI STORL-\. Dl•,L SUPRE~10 CO~SESSO D1 .\RTIGLirnR!A
1874,1915
campo leggeri, l'itencudo che ciò conispoudesse pure ai criterii dello stesso ivlinistero e del Ca po cli S. M., che d'altra pa1·te proprio in quel torno di tempo avevano sollecitato Io studio di un obice da campo pesante. Il Ministero fu però dell'avviso elle, sulla base dei risultati ottenuti, si dovesse decidere sulla convenienza di ultimare lo studio dei èlue obi.ci leggeri gfa sperimentati, notificando poi nell'aprile 1005 che anclle il Capo di S. .M. trattando delle condizioni generali dell'armamento, er a ritornato sulla, questione clell'obke da campo leggero, necessario per completare l'azione dei cannoni <la campagna ed appoggiando del resto la s ua tesi s ull'e, sempio della Francia e clell' Austria che ne possedevano numerose batterie: in conseguenza il Ministero ordin<> che la questione venisse ripresa, in esame dalla Commissione Permanente. Per quanto ha tratto allo studio dell'obice pesante campale è da ricordare che il problema si anelava dibattendo già da qualche tempo e la Commissione Permanente degli Ispettori nelle sedute dei giorni 12, 14 e 16 dicembre 1902 (Verbale n . 24), discutendo in riguardo al riordinamento del Parco d'assedio trattò anche tale questione ma si astenne dal pronunci:wsi i11 favore cli una qualsiasi bocca da fuoco lasciando facoltà al Capo di S. M. di scegliere f ra le quattro artiglierie pro1~oste appunto per la costituzione del P arco d'assedio e qualora nessuna di esse, sovratutto per ragioni di mobilità avesse soddisfatto si snrebbe potuto trovare la soluzione suggerita dal Direttore Superiore delle esperienze e cioè quella di concr eta):e uno s peciale affusto leggero per l'obice da 149 A, limitando il tiro alla seconda carica. Il Capo ili S. lVl. con s ua lettera del 28 febbraio 1903 dava la preferenza al predetto materiale da 149 .t\ ritenendolo sufficiente ai · bisogni della guerra e dichiarando clic, tanto pel' ìl peso quanto per la gitttita, la soluzione proposta offriva una bocca cla fuoco che, alla stregua di quelle analoghe adottate dalle altre Na7,io1ù nulla aveva da invidiare. ID pertanto mentre riteneva pienamente accettabile la ·costituzione delle batterie pesanti ca~pali su 4 pezrhi e 20 cassoni co11. un munizionamento di 150 colpi per pe7.ZO, non si associava alla proposta di nssegnare le rotaie a cingolo a tutti i pezzi ed alle varie vetture che pet i trasferimenti dovevano essere trasportati su appositi carri mentre le rotaie dovevano essere impiegate soltanto ·i n caso di bisogno, e ciò perchè l'aggiunta delle rotaie avrebbe implicato uu consiclercvole aumento di peso che avrebbe finito per tradursi in un uon lieve imbarazzo logistico. 11 Capo cli S. M. chit~leva quindi di far riprendere in esame la questione per el)minare il peso delle ro taie a cingolo ocl almeno per limitarlo al puro inclispensa.bile. Intanto in principio cli settembre 1903 per le batterie pesanti veniva clal Ministero approvato l'allestimento di un esemplare di affusto per obice da 140 A studiato e concretato dall'Arsenale di Napoli che, completato in ogni sun parte e armato con la bocca da fuoco, alla .fine dell'anno passò alle prove di ti1·0 le quali perb non diedero i risulta.ti che si speravano. Il materiale dunque così costruito non risolveva la questione e la Dire-
1362 -
CIHTERI I'IDR LA Dl!)B'l~ fZIQ.Ng DIDLL'omcE CAMPALE L0GQlllRO
zione Superiore delle esperienze con una relazione densa di contenuto tecnico, indicò quttle era a suo modo di vedere la via da seguire. L'Ispettorato Generale nel riferire a sua volta al Ministero i risultati ottenuti dalle prove sul 149 A e le nuove proposte della predetta Direzione soggiuneva che una volta svincolati tlal criteri.o <li un obice comune, sia per le batterie campali cbe per quelle da assedio, il problema poteva essere considerato sotto l'aspetto più generale neì senso cioè di determinare un materiale pesante campale cli ca libro 1)rossimo ai 150 mm. comruis urnndone la potenza ad un peso del pezzo in batteria non superio~·e al 2.200 kg.. Il Ministero ritenne giusti i {)].'~\detti eone-etti e riconobbe la necessit1t cli ricominciare lo studio basnto su nuove direttive da darsi dalla C(llnmissione Permanente degli Ispettori in armonia alle idee espresse in proposito dal Capo di S. M. ln conseguenza nella seduta del 7 febbraio 1905 (Verbale n. 73) dopo ampia e dettagliata discussione, la Commissione Permanente affidò al Dfrettore Sup••riore delle esperienze il compito di proseguire gli studi già fatti, all'intento di definire quanto altro avesse potuto occon-ere affinchè il materiale da determinarsi sulle indicate dit"ettive rispondesse pienamente allo scopo. Fru le decisioni precedentemente n,dottate vi era nnche quella che ammetteva l'unicilh pel vroietto sia per gli spE>ciali obbiettivi di t iro coll'obice pesante campale e sia pe1· la grande cflkacfa clc1la granata-torpedine dotata di forte carica di lllto es]llosiYO, e sia poi ancor:i ver il munizionamento relativamente scarso dato il grande peso d ei suoi elementi; tale criterio verò non venne condiviso dal Capo di S. M. nè dal Ministero, per cui la Commissione Permanente si r iuni di nuovo 11 5 maggio 1905 (Verbale n. 78) per discutere oltre questo argomento anche In scelta e la definizione ,clelle caratteristiche fra i due , obici da 105 e da 120, ed infine · la convenienza o meno di ricorrere a Case estere per ottenere con sollecitudine i due tipi dì obice, campale leggero e campale pesante. In riguardo poi alla questione dei proietti la Commissione Permanente pur ritenendo che la granata-torpedine fosse il proietto principale dell'obice pesante campale, ammise che in talune circostanze lo shrapnel sarebbe stat0 utile per rnggiungere qualche scopo speciale, e che in base a tale concetto generale, dato il peso rilevante del proietto da 149 A, la proporzione numerica dello shrapnel nel munizionamento s~nebbe stata forzatamente limitata, ma che comunque si riservava di stabilirla dopo gli esperimenti di t iro con tale proietto. Venne pertanto conseguentemente stabilito di fai). bricare lo shrapnel in ncciaio, più leggero della gnrna.ta a carica posteriore, con pallette di peso tale da conservare la forza viva <li 19 kilogrammetri a 100 metri da! punto di scoppio, e da impiegare fino a 6 kilometri.
Snlla scelta poi dell'obi.e-e campale legger-o essend.o t utti i membri della Oommissiome Perma-n ente al corrente delle ragioni che avevano ,portato alla determinazione dei materiali da 105 e da 120, dopo esauriente discussione tecnica si oon89
-
1363 -
CRONIS'.L'OHIA · Dl!:L SUPREMO CONS lllSSO
D, AitT.IGLJJ;;RJA
·
1874-1915
chiuse confermando cli adottare come obice più leggero quello da 105 tenendo però conto · che per soddisfare i oompiti di maggiore importanza contro opere di fortificazione campale si poteva ricorrere al materiale da campo pesante da 149 A., e che pertanto gli obici leggeri dovendo eventualmente svolgere un'azione conoorde con i cannoni da campagma, dovevano essere dotàti di un munizionamento tale da poter essere imipiegati . coi cannoni stessi. · Stabilita la scelta deil'·obicè leggero da campo, la Commissione Perma;nente pa,ssò a discutere le caratteristiche da asseg11arsi a tale materiale ed in base a varie considerazioni espresse la convenienza cli ricorrere a Case estere per far determinare e costruire sollecitamente i campioni élei due tipi di materiale da sottoporre alle prove, stabiliendo che i quantitativi di tali campioni dovessero essere : di una batteria completa di 4 obici leggeri. con 4 cassoni, e di una sezione di .:! ,obici pesanti con 1 cassone. Nella stessa tornata il Presidente, nell'eventualità che qualche componente · della Commissione avesse ragioni da addurre in favore di un materiale ancor più leggero dell'obice cfa 105, comunicò uno .s tudio di massima effettuato in proiposito dal Direttore Superiore delle esperienz-e per un obice da, 90 mm. , ma la Commissione pur riconoscendo le qualità e sovratutto i requisiti di mobilità di un tale materiale, ritenne di non doversi discendere al disotto del calibro di 105 mm. A conclusione definitiva di quanto sovra esposto fu nominata una speciale Commissione di. ufficiali d'artiglieria che dopo aver compiuto una visita a parecche Case estere, indicò la Schneider e la Krupp come le Ditte costruttrici più idonee alla fabbricazione dei materiali sovraindicati. Successivamente fu nomtnata una nuova Commissione incaxicztta d i fare una nuova visita alle due predette Case ed alla Reinische ìVIetalvaaren col seguente preciso mandato : « di visitare e di provare ampiamente i materiali per obici campali presentati dalle singole Case, e di concretare, a visita ultimata, definitive proposte in merito alla preferenza tecnica da- darsi all'uno piuttosto che all'altro materiale, dichiarando se quello prescelto, pur essendo il migliore fra i materiali spe11rnentati, avesse o meno soddisfatto ad ogni esigenza e quindi suggerendo lP. modificazioni che sarebbe stato u tile di introdurre .
-
1364 -
SCELTA OELL'Ol31C8 t'AMrAJ.E l'ESA::-ITI!:
A la,ori ultimati, la. pred etta seconda Commissione speciale p1·esèntò un'elaborata relazione che dopo essere stata studiata, dai sirngoli Ispettori fu poi discussa nella seduta, collegiale del 25 agosto 1!)06 (Ve1·bale 11. 95) e portò all'adozione di un ·Obice campale cla, 105 a lungo rinculo costante, costruito dalla, Casa Krupp: nel con ternipo furono a,pp.rovate rnrie proposte rigna1·clanti alcune pàrLicolarità, costruttive cla apporta1·si al materiale prescelto .
-,
.iìiill . ;.->•sa~--• . .
I
j
I!'lg. 748 - Esperienze al poligouo cli Harfleur. col. Corvetw, ten. col. Parodi, maggiore TozZi, capitano Scalettarls.
Il giorno 28 dello stesso mese di agosto (Verbale n . 96) la Commissione Permanente degli lspettol"i si riunì per discu tere sulla scelta dell'obice campale pesante, rilevando che i due materia.l i visitati e sperimeutati. non corrisp0ndevano alle direttive ed H,i criterii eSJ)ressi. prcceclentemente, e cioè che il materia.le Sehneicler da, 150 mm . non presentava la. deside-
1365 -
t'llOKI STORlA
m,:r. S!Jl'Hf':)10 ·COKSl~XXO 0 1 AltT!GLIElUA · 1874-)915
r ata pote1J1za etl t-ra poi già, costruito cl11 parecchi anni, mentre viceYersa il materiale Krupp da, 149, pur rispondendo alle condizioni richieste, iweva però l'affui-::t:o a rinculo vari.abile in confronto ckl sistema del lungo l'inculo costante da noi p1·rferito in analogia H quanto er::i, stato fissato per l'obice da JO!'i mm. A condnsioue dell'ei;;arnc dell e carattnistiche dei due materi.a.li predetti, Ja Commii;;sione Perm (tnenf.c degli I spettori
L'ig. 7-1!> · E sperienze al po li!!On o tli Tangerhlitte.
stabilì di dare ln, p1·eferenz11 a quello con aff11sto a lungo rin culo costan te e 1propose cli ricorrere alla Casa Krupp per acquistarlo. P eri:lltro non essendo !stato fino allora cost ruito alcun esemplare cli obice cb 149 con nn siffatto sistema di affusto, la. stipuJa,1io11e del contratto, (suboi·<linata al risultato degli espedmenti che un'apposita Commissione avrebbe eseguito in Itali.a coll'esemplare éli materiale e;he la Ca~a Krupp aYeva in <:ostruzione), si sarebbP fatta in base ai prez-
13GG -
CAHA'JVrEHIS'l'lCH I•: DELL'OBICE CAMPA LE DA
149
zi d·omandati e c:olle modificazi-oni che la Commissione Permanente avrebbe creduto di introdurvi.. Sin da allora però furono espressi i11 . genere i segue.n ti 1desideràta: aUeggerime-nto del ·matel'iale permes8o dall'applicazione del freno a lungo rintulo costante; ma,ggiore facilità, di t1·a,i no e di maneggevolezza in batteria in conseguenza dell'alleggeriment-0; necessità di ovviare a1Pi01.è-0nveniente deila rottti'ra clei bossoli allargando1ie convenient<-miente la, bocca,: si doveva IPOÌ far presente alla Casa Krupp che il materiale stesso sarebbè stato suscettibile cli ulteriore alleggerimento qualora si fossero introdotti i dispositivi di spostamento laterale sulla sala del ricnperatore ad aria, dispositivi ai quali la maggio ranza dei ..commissarii, riferendosi ai risultati ,wcertati dalla Commissione sperimentatrice, si era dichia,r ata, favorevole. La C,isa Krupp, i11caricatn clell'a.llestiruento dei materialì in questione, mentre assicura,·a ebe i suggerimenti <lella Corumissione Permanente degli Ispettori avrebbero formnto oggetto cli approfondito esame, e<l il cui esito sa rebbe stato comnnicato a breve scadenza, notificava in riguardo all'obìc<~ tla 105 mm. che la consegna delle batterie non sarebbe cominciata che verso la fine del 1908, tenuto conto clel tempo necessario per la costr uzione, spedir.ione, prove cli tiro P. provr. dì. traino del ruater iale: conseguentemente la Krupp riroponeva. elle per stringere i tempi le v:uie prove si eseguissero in Italia, nlla preseur.a della Commissione Permanente degli Isp(~ttori, sull'obice tla 105 già esistente, e sul (]Uale si sarebbero snbito apJ)ortatc le più impor1la'nti fra. le modifiche richieste, mentre le alt re modificazioni essendo di natura tale cla nou influ ire inenomamente sullfi condir.ioni di tiro avrebbero potuto essere e sarebl)ero state introdotte nella successiva lavoi,Ùzione det ruateriale. In quanto al carreggio, <li tipo i<leutico a quello da 7i3 lla campagna, <10110 le prove eseguite su quest'ul timo non vi erano più cluhhii sul modo del s uo comport,nnento. Infine In Cnsil Kruvp, qu:1 lorn <1uPste ~trn proposte fossero state acce·,: tate, chiedeva cli poter esaminare il progr:unma delle prove cla farsi per ,lìspon e la prepai-ar.ionc delle mu nizioni necessa rie. Con successiv.a sua comunicazione la Casa Kru pp <;]anelo a naloglle assicurar.ioni in l.'isposta ai suggerimenti espressi dalla Commissione l:'1'.rm:1nente degli Ispettor i circa alcuni f)artieolari cli costr uzione riflettenti l'obice cla 149 rum., lloman.dava :1nclH~ per quest'ul timo materiale di poter esaminare il programma <lelle prove di tiro stabilito dalla Commissione stessa onclc disporre conseguentemente pe.r la fabbricazione delle munizioni necessarie. Le proposte e le richie,:;te clclla Casa Krnpp passarono :li vaglio della Commissione Permanente tlùlla sednta dei JO ottobre l!)OG (Verb:1le n . !JS) .
-
1367 -
CROl\18'.fORL-\ DEL SUPRE)I0 -CONSESSO D'AR'l'IGLmRIA ·
L874-1915
ed ammessa unanirn:.imente lr.' necessità di guadagnar: tem1)0 pe.r l'apprestamento delle batterie da 105 mm. si diede incar ico · all'Ispettore delle costruzioni di preparare il pr ogramma delle prove di tiro da eseguire in Italia, prove destinate essenzialmente _a ricpnoscere l'ellìeaci,a della boc~a da fuoco contro diversi bersagli a varie -distanze, omettendo quelle già eseguite con successo in German'ia alla presenza della nostra Commissione speciale. In ruodo perfettamente analogo fu deciso per le prove cla eseguirsi coÌl'obice da 149. In questa stessa seduta della Commissione Permanente fu anche accennato al problema dei proietto unico I)er l'artiglieria campale, leggera e pe. sante, ma rilevando che tale questione era già stata superata e <:lefinita per l'artiglieria da campagna, si conchinse di non procedere acl altre prove in proposito.
Gli studi compiuti da,lla, ca,sa Krupp in_ relazione allB modifiche richieste per i materi.ali da 105 e da 149 furono ei;aminati dalla Commissione Permanente degli Ispettori nel la seduta clel 22 dicembre 1906 (Verbale n. 100) che deliberò nei seguenti termini: l°) Ricuperatore: nulia da ,o sservare avendo la Casa Krupp accettato di costruire il ricuperatore del tipo richiesto, cioè a molle telescopiche; 2°) Ripa,ro per il 0ongegno compensativo a molla, a .spirale e la, doppi-a vite di mi~·a : o:rnlla da osservare avendo la Krupp accettato di costruire un tale riparo, con riserva però dì decidere, dopo l'esame e le prove del materiaJe, la conve11ienza di introdurlo nel tipo definitivo del materiale stesso; 3°) Congegno di direzione : adesione alla !Proposta della Casa, Krupp di sostituirlo con nn oongegno più sempti.ce e doè con u01 volantino atto a mettere direttamente in a,zione la vite di puntamento in direzione, salvo a decidere in merito dopo l'esame del materiale e relative prove; 4, Congegno di puntamento con apparecchi.o pa,noramico : nulla da, eccepire a.vendo la Casa Krupp acconse11tito alla richiesta coli'aipp li caziotne a,l pezzo cli prova, del congegno di puntamento a tu,mhuro, con apparecchio panoramico; 5°) Grossezza degli scudi : ammissione del ma,ggior peso di 16 kg., malgrado il raccorciamento apportato allo scudo inferiore <~ deriva,nte dall'aumento da 3 a 4 mm . nella grossez:r.a degli scudi; 0
)
-
1368
~
<.:AHATTl,HISTI Cliill OELL'OHICill c .nrP.\L~ 0.-\
149
6°) Avan treno e 1·etrotl'eno di cassone : nulla da osscl'vare avendo la C.1sa Krupp ,tiderito a,lla relat ~va richiesta; '7°) Concessione di una minore stabilità al tiro sotto i piccoli angoli, se necessaria per far rimanere il_peso del pezzo in- batteria e della- veLtura-pezzo nei limiti stabiliti : ammissione nel [Pezzo di prova, della condizione di immobilità soltanto a parlire dal sesto gtado, salvo a decidere in merito dopo le prove nelle quali sarebbe stata constatata l'entità degli spostamenti del pezzo ·durante il tiro sotto amgoli miuori ; S P eso del pì'oietto : adesione alla proposta di un proietto più. pei::anic e cioè di kg. 16, con riserva di ogni denlltitiva determinazione a p rove compiute; ' 9°) Organizzazione dello shrapnel in modo da evitare la rottura del bossolo all'atto clello scoppio : nullt~ da eccepire cù.e allo shrapnel venga conservata l'organizzazione allora esistente, avendo la Ca,sa Krupp osservato che la, r ottura del bossolo, lungi dall'essere uno svantaggio, assicurava un maggior ren dimen to del proietto per· le schegge che produceva, e per il fatto che, malgrado la rottura, del bossolo si verificava un aumento di forza viva dcl1 e pallette. 0
)
Circa l'esplosiYO da impiegarsi nelle pro,c, per quanto surPbbe stato llcsidernbi le di impiegn re la nosLra balistite, - ed a tale scopo si erano :rnzi iniziati slucli e 1>ro,e presso il Poh·erificlo del Lìri sugli elementi di corica e loro sistenrn1.lone nel bossolo, - la Commissione Permanente n1lutando le ragioni addotte dalla Casa Krupp aderl alla proposta che le prove da farsi u Nettuno nn·enisscro con 1>olverc fornita dalla stessa Casa Krupp. Infine la Commissione rermanente accettò altre proposte riflettenti gli esperimenti da eseguirsi a Nettuuo in rli::-trn rdo dei bersngli e delle varie condizioni di terreno.
Sulle modifiche riguardanti l'obice da 149 mm., la Commissione Permanente decise nei seguenti t ermini : 1°) Alleagerimento del mate1fale : nulla da osserval'e per l'alleggerimento di 50 kg. conseguito coll'affusto a lungo rinculo costante: 2°) Mj gliori condizioni cli traino: nulb da eccepire sul pl'ogetto di una 1-uota di nuovo tipo con cerchione largo
-
1369 -
~ Jt0 1'1 ST0HIA 0 1n., SUl'HEMO CO~S&SSO o 'ARTIG LIERIA
-
1874-1915
mm . 130, ruota che pur aumentando lo sforzo sulle strade risultava vantaggiosa mei terreni molli ; 3°) Leggere modificazioni al tracciato dello shrapnel !Per ovviare alla rott ura del bossolo all.'atto dello scpppio ; il tracciato dello shrapnel non doveva essere mutato e ciò per le stesse considerazioni esposte in rigunrdo dell'obice da 105 mm. ; 4°) Dispositivo di punta rn,ent-0 in direuone : ave11do la Casa Kr upp asserito che il sistema di puntamento in dir ezione con sconimento dell'affusto sulla sala dava luogo a serii inconvenienti, si decise che esso non venisse applicato all'esemplare in allestimento, salvo a (Prende1·e una decisione de:6.nitiYa dopo l e prove. In riguartlo all'esplosivo da impiegarsi nelle prove, così come per l'obice cla 105, la Commissione accettò di ilJ'JJ)iegare quello della Cnsa costrutlrlce, riservandosi cli pr endere poi le definitive decisioni dopo n,·er completati gli studi in corso per determinare l'esplosivo per tale obice da 149 A. Per ultimo la Commlssione Permanente degli Ispettori approvò le modtt lità delle prove da eseguirsi a Nettuno sul materiale da 149 A, nouchè il progr amma delle prove complementari proposto dalla Casn Krupp e nnalogo alle prove prestabilite per l'obice da 105. Le proYe dell'obice da 105 furono eseguite n Xettuno dall'S maggio al Jo giugno 1007 11a apposita Commissione sperimentatrice: le osservazioni fatte e le proposte avanzate dalla suddetta Commissione nonehè le controrisposte d ate dalla Cacn Kr npp furono esamina te cl alla Commissione Permanente nella seduta del 19 agosto e le deliberazioni vcrmero consecrate nel Verbale n. 111. 'l'ali deliberazioni riguardavano : il tipo e l'imJ)iego clello shr a pnel; la. granata clirompente ; i proietti uniti al bossolo; nonchè le mo(!ificazionl proposte dalla. Commissioue sperimentatrice riflettenti i seguenti argomenti : co11geguo di mira; congegni cli direzione; congegno di puntamento ad al.7,0 con cannocchiale panoramico; f reno del cassone; bilancini e timoni ; graclo di stabilità dell'affusto sotto piccoli angoli ; introcluzione del bossolo nell'nnima ; opplicazione di maniglie di presa per i serventi durante il trnino; unione dei due treni ; allogamento delle granate-mina nei cofani; spcletta a doppio efi'etto; dispositivo di sicurezza nella spoletta a percussione. L'anno dopo nei giorni J1 e 12 D1arzo 1908 (Verbale n. 126), la Commissione Permimente, riunitasi per esaminare il programm a delle esper ienze clefiniti, e proposte dalla Casa Krupp per l'obice da 105 nel quale erano state introdotte le moòìficnzioni contenute nel Verbale n. lll, decise di ìnvitare la. Casa fornitr ice a formulare un nuovo programma introducendo varie prove di tiro con granate-mina e con shrapnel, ed esnurienti prove ù i ~
1370 -
P AR'l'ICOL ARI COS'l'RU'l 'J;I VI E 11:IUNIZ.TO OBICill CAMP,\LID DA
149
l\:COD,
906
t raino per constatare n perfetto funzionaweuto dell'unione dei due treni <~ dei tlmoni ; e infine stabilì poi anche ùi iniziare e condurre con sollecitudine gli · studi per la determinazione della balistite da impiegarsi nelle cariche di lancio degli obici sia da 105 che du J.49. Nella stessa seduta, fra ·clue tipi di obice da·· 149 che erano ' stati sperimentati, la Co1111J1issione Perruanente a maggioranza cli voti diede la preferenza al M.od. 006 e discusse su alcuni ,;,articolari di costruzione qualì : il freno di via dell'afl'.usto, le ruote, gli scudi d'afl'usto, gli orecchioni d'affustino, ìl fr~uo .-di sprqio,t H· ricupàratore, hc 'èùlla, i.I dispositivo per mettere l'obice in 1iosizione di via, gli , appa recchi di puntam ento, e final111ente le mmtlzioni: shrapnel, granata-mina e granata dirompente. Si deliberò anche di interessare la Casa Krupp: a risolvere d'urg~inza il problell1a delle munizioni, . sia in ordine all'organizzazione clei proietti che in ordine alla specie di esplosivo vet le cariche interne; ed a formulare ìl programma per le definitive esperienze di tiro, tendenti a decidere l'accettazione delle munizioni. Qualora poi i l buon esito di tali nuove prove sulle munizioni avesse indotto a suo· teillpo l'Ispettorato a proporre l'adozione del materiale da 140, ed il Ministero l;l dare quindi . la commessa del materiale stesso, la Commissione Permanente del iberò di invitare la Casa Krupv : a presentare le offerte di ribasso sui pre:(;zi già esposti in co,s iderazione del diminuito costo delle materie prime; ad inélicl1re il tempo occorrente per concretare le modificazioni richieste ; a precisare il tem po• necessario per l'allestimentù completo della commessa che avrebbe impottato 12 batterie formate da 4 vetture-pezzo, 6 cassoni ordinari ecl un munizionamento di 300 proietti per pezzo ; a presentare uno schema di convenzione con a nnesso programma delle condizioni di collaudo generico di t utti i materiali da forn ire ; ad esibire un programma di prove speciali di collaudo, sia di tiro elle cli t raino, 11i un ()Semplare di obice , scelto fra l'intera commessa ; a presentare un elenco di documenti atti a stabilire t utte le condizioni ne~essarie per assicurare un conveniente collaudo dei materiali; e infine a r ilasciare un'ampia diehiarazione per autorizzare la riproduzione di tali materiali in Italia. 11 programma per le prove dell'obice da 105, elaborato dalla Casa costtuttrice in conformità alle richieste della Commissione Per manente contenute nel Verbale n. 126, fu esaminato nella sedutit del 14 aprile 1008 (Verbale n. 131) : all'una ni mità fu approvato il programma per le prove di tiro, mentre per le prove cli traino, avendo la Krupp obbiettato cli non r itenere consigliabile l'adozione di un sistema cli unione dei tr eni diversa da quella libera, la. Commissione, previo oppor tuno aclattamento di fi nimenti della ll1uta, deliberò <Il lascia re ai eostruttori. piena liber tà di scelta circa il sistema ct1 unione dei treni, rnn in pari tempo anche pieun responsabilità sul buon funzionamento del materiale, riservandosi cli giudicare la bontà clel sistema adottato, soltanto dopo i risultati delle prove.
Oom1Piute le esperienze a Nettuno, l'apposita Commissiono sperimentatrice compil ò una relazione che il Ministero in- 1371 -
CHOXIS'l'OHIA 01,:r, 8UPUE1\:l(J CO:\::;I•:ssu o' AR'l'Hx L U.:l:IA
-
1874-1915
viò à'll'esame della Com.inissio'n e Pern1ane11te FS agosto H)Qj. La· Còmiuissio:ne Pèr~anentè, alla · qua~è.. d'.o rdine , del _lVfil~i stero era stato aggiunto in qualità di membro, il Capo -ufficio dell'Ispettorato Generale, si riunì il giorno 14 di settembre 1908 (Verb~ùe n. 141) convocata dal generale Bertoldo, Ispettore Generale del genio, che in quel momento a,c cumulava anche le funzioi1i di Ispettore Generale cl' artiglieria. Sulla scorta del la rela.zfone él.elfa "commissione sperimeùtatrice si trattava, di decidere sulla conv,enie.nza dell'adoz.ione dell'obice da 105 campale, ma il Presidente prima dell'espletamento di tale compito ritenne. utile un esame generico della questioùe onde rilevare se ed ili quale misura l'obice da 105 possedesse i. requisiti necessarii per soddisfare alle speciali esigenze 1per l<~ quali si voleva, adottare: Ln altri termini, prescindendo dal fatto che colle :mocliflc.a.zi-oni introdotte 11elle munizioni e nel materiale si era portata tale bocca da, fuoco al suo massimo 1·endimento, ed · indipendentemente pertanto dall'esa,n'l.e e da,l giudizio sul materiale e ne.l suo e,omplesso e sulle sue· Vl:Lrie parti, ma considerando soltanto l'efficacia della bocca da fuoco stessa, i.l genel'ale Bertoldo volle logicamente che si esaminasse U quesito base e cioè se !',obice da 105 poteva rispon dere ai compiti indicati dal Capo di S. M. in data 24 gennaio 1899, compiti per i qua.li ta.lc materiale era stato studiato e 1Pressochè definito . Già in precedenza vennei,'o precisati i compiti che il Capo qi. S. M. nel' 1899 assegnava all'obice campale : fra, di essi i più importanti erano i primi due, perchè il terzo non presentava di.:i:fiooltà a,d essere soddisfatto !PUrchè questo nuovo materiale avesse· sufficiente mobilitù,, snffici.ente numero di rrrnnir,ioni ad immediata disposizione, sufficiente rapid ità di. tiro <-: sufficiente protezione. La discussione in seno alla: Commissione si. [)olarizzò sui due primi qu esiti, per i qua,l i furono richiamati tutti i precedenti sulle esperienze esegutte a Ciriè nel 1903-1904 e suocessivaruente nel Hl06-1907 e 1908 colle relative cotnclusioni C·onsa,c ra,te nei Verbali dell'epoca. Da sif fatto esame scaturì. la conclusione che l'obice da 105 non soddisfaceva ai quesW. base, come del resto non avrebbe potuto soddisfarvi alcun altro materiale di cali.bro alquanto supe·-- 1372 -
OBIC I•: DA
1.J!J/ 1:!
-------- ··-- ---
I!'ig. 750 Obice cla 1.49/12.
-
1373 -
CHOKISTOilIA O.IDL SUPHE:VIO COKSl•:sso o ' Mt'J;JGLrnHIA
-
1874:-1!}15
l'iore, subonli111ato alla condizione di :nere un peso contenuto in limiti non molto discosti dal peso dei materinli dei can11oni da campagna. Ed in base a,i risultati delle esperienze si tit.enne anche che l'obice da 105 della Ca,sa Krupp 110n soddisfaceva, in misura sufficiente ai t;Ompiti stabiliti, essen-
,~-=-·
,_,,-,--··oes·- - -
··- - - -- ~ --..-----,.....
l!'ig. 751 - Ol>ic:e da cam!)ugnn cla 105 Lfl.6 Krur,p.
ziaJmente per la difTicoltà di 1·egolarne il tiro che esigeva ingente spreco cli munizioni, mentre 1poi unanimemente si riconobbe che nelle condizioni di allora qualunque altro obice da J05 non avrebbe potuto dare ma.ggiore rendimento di qu el lo sperimentato. -
1374 -
Rll'IIESA Dl•:GLI STUDI PER LA R@AT.J,',ZAZIONE Dt )JA'l'l':lilAJ,I!) CA~P. DA
105
* * * Esauri ta così cou esito completamente 11egath·o la questione relativa all'armamento c6n mnteriale cla 105, essa non fu ripresa cbe nssai pit'1 tnrcli e doè ugli inizi del J012 quando il C:1po cli S. M. propose di abbandon,u·e gli studi del cannone da 120 e di iniziare quelli per un calibro da 105 circa. L'Ispettorato GcnE-rale nel dare le clirettive relative 11 tale materiall>. seconclanclo gli intencliruenti più volte mao.ifestati dal ì\Cinislero, a,·eva racco01andn lo che per risolvere un tale problema e realìz7.arlo era d 'uopo rivolgersi a Cas'! italiane. Se non che 14? Ditte italiane consociate, fino a tutto il l 91S' erano tutte impegnate per l'Hllestiruento del materiale da c::unp:-igna Mod. 911, e. non rimaneva per ciò cliSJ)Onib!le che l.1 Diltn Ansalclo-Armslrong che poten1 disporre <li un'officina pei· materiale d'artiglieria, adeguatamente attl'ez.z ata. P ane quind'i che fosse il caso cli ricoi:r<~re senz'nlt.ro a questa Ditta im·itandola a presentare sollecil:1mente un modello costru ito secondo le diretti\·e glìt stncliate in pnssato <lall' Jspettorflto . e questo fil fatto ancbe pcrchè allorquando J)Cr i nnovi mnterial'l da camvngna si era adottato 1l tipo Déport . la Dilta Ansaldo si era lamentata ·c he fin <la principio non le fosse stnto esprnsso li desi<lcrio <li esaminare anche nn suo materiale a grnndi settori di tiro, ecl aveva assicurnto che anch'essa an cbbe potuto J)resentar·e alle prove un materiale tipo Schnelcler :.l\'ente caratteristic'lle siwili al Déport e !nle cln voter sostenere ll confronto con esso. Questa cliclliarazlone poteva far s111)porrc che presso la Casa Schneider gli studi ver un siffatto tipo di lllaterln lc avessero ormnt raggiunto un consiclcre,·ole sviluppo, ma ,·icevci·sa il tempo lmpieg:1lo in seguilo cla tnle Cnsa per <'oropilare 1 suoi progetti cli mate.riule a g-t·nnde settore', dimostrò che tale presum:ione non r ispondeva alla realt:ì delle cose. Il progetto Schneicler presentalo dalla Casa Ansaldo J)<:1· un materiale pesante campale, pur a pp:ll'cn<lo nelle sue linee generali meritevole di consider:izlone e cli attento esame, <~ra sempre e soltanto uno studio non ancora completmnente sl'iluppato t:1ntochè trattandosi di un concetto nuovo che non aveva. nncor n ottenuto pra tica nttuazione, 11011 si poteva su cli esso dare un fondato giudizio, nè a,·erne un sicuro affidnmento. Sarebbe staro per ciò om10rtuno cli tnctterlo in confronto cou altro tipo e specialmente con un congenere materiale Déport che precedentemente nelle espericn7.e fatte per la definizione del materiale da cami>ngna leggero l\Cod. 911 avcrn cfato ottime prove sotto tutti i ra1n1orti. Per queste ragioni la Commissione ùegli l s1:>ettori si rlu1ù il :3 ottobre J912 (Verbale n. 177) cleliberanc1o cli aill.d!.lre alle <lue C.1se Ansaldo e Déport lo studio del materiale campale da 105 mm. in base a prestabiHtc carntteristiche generali, stabiliendo cbe lo sviluppo completo degli studi P. la. presentazione del materiale ane prove <love::i:::ero avvenire entro l'anno lflla. aggiungendo inollre elle ciascuna Casa avrebbe dovuto presentare a11e prove 11 n:1 sezione completa di 2 vcttt1re-pezzo e 2 cani-nmnizione, e infine
-
1375 -
/
CRO~IS'l'OHIA DEL
SUPUGMO CO.K::;1,;sso D' An'l'lGLIEHlA
-
1874-1915
Imponendo la couclizioue cbe gli orga11i ùi mira di tale materiale da 10;; dm·e,-ano e::.sere congegnati iu modo ùn poter impiegare lo stesso goniometro, lo stesso cannocclJlole panoramico e gli stessi i;lsLemi (li puntamento adottati per le batterie di obici campali e tu genere per le lJocche da fuoco di medio calibro. Le trattative parallelameute <:ontloUc colla Casa Krupp per acquistare al più J)rcsto un eomplesso cli 28 batterie tli obici campali cla HfJ su '1 pezzi, furono portate a compimento : dati i p1·ecedenti colla Casa Krupf>, colla quale esistenmo impegni per la pron-istn. di tali materiali era interesse del.l'Alllllllnistraziouc militare di abbìn:ue in un'unica t rnttutiva il contratto per la fornitura dE>l materiali degli olYici campali da 140, col contratto per l:l fornitura dei materiali da 75 Mod. 906, necessarii per completare in tempo utile la sostituzioni! dei ma teriali da 87 B . Il Ministero però, trovan<lo:si di fronte alla r isetva espressa dalla Commissione Permanente nelle $Cdute 11 e 12 u1:11·zo 1908 (Vetbale n . 126) circn l'adozione dell'obice da 140 già sperimentato, adozione subordinata all'accettazione delle lllnnizioni m di11enùenza dei risultati cli nuove prove, invitò la Commissione stessa a riesaminare la questione e delibentre sull'opportuni tà di togliere una tale i·estrizione per cni l'adozione clel materiale degli obici da 149 era subordinata all'esito faYorevole dì . nuove proYe <li tiro. In. argomento la Commiss ione degli Ispettori si era giù pronunziata favor evolmente s ulla bocca da :fuoco e sull'affus t·o noncl.lì~ s ulla granuta-mina, ma non avCYa nncora esp1·esso giuclir.lo definitivo circa due. al tri tipi cli proietto, e cioè sulla grnunta dirompente destinata n battere bersagli resistenti, e sullo shrapnel cla impieg,usi contro bersngli animnti. Il Ministero ritenenclo pertanto ehc st sarelJbr. 11ot1ito adottnre clefiniti vntlltmte l'obice d; 149 Krupp, oncbc senr.a attendere l'esito delle espc1·ienze da eseguir e in Germania colle nuove munlzloni confezionate clalla Casa costruttrice, interpellò la Commissione Permanente ap])unto 1ier decidere se, prescindendo claJle predette fu l:me prove si poteva trattare senz'altro e concbiudere collo. E:rupp per l':illestimento delle 2S batterie da 149.
La Commissione Permanente degli I spettori riunitasi il 10 dicembre J908 (V<!rbale n. 145), <lopo aver riesaminati i precedenti conchiuse che si poteva enz' altro trattare colla Krupp per la provvista delle 28 ba tterie di obici da 149 da, campo del t ipo già speri:m,en tato e dotate di g1~a:ru~te-min a, con l'isena 1pe1·ò cli apportare ai materiali quelle varianti sol',;tanziali che eventualmente fossero state richieste dopo le prove acl 0Jtl'a11za cui dovevasi sottopone la batteria foi:·nita per pi-ima, ed introdurre in seguito nel munizionamento anche lo shrapnel e la. granata diromp<'ntf' l',;e le varie ei-:perienze ne avessei·o <limostl'nito Ja convenien;,;a. -
J37G -
Fig. 752 - Cunnoni AnsaJdo da 105/28 -
1377 -
l!R0~1s-i:0RIA
OEL
SGPHEMO co~sF;sso
D)ARTIGLil!:ltlA
-
1874-1915
Sulla questione delle esperienze di prossima eliettuazione riguardanti sia lo shrapnel (per il quale era stato r lcbiesto soltanto un migllorameuto che consentisse un ruaggior r endimento ed una più regolare distribuzione di effetti), e sia la granata dirompente (giudicata lnsufliciente contro bersagli r esistenLi a cìirnttere permanente, e per la quale si era chiesto alla Casn Krupp un nuovo tipo di mnggiore effica cia alla penetrazione ed all'azione di scoppio), la Commissione Permanente degli Ispettori si ritmi nuovamente il 12 dicembre 1908 (Verbale n. 147), per es:uuinare il programma presentato dalla Krupp in merito alle prossime esperienze da eseguirsi a 'l'engerlJiitte. Da un tale programma risultò che le proposte prove cli tiro collo shrnpnel erano sufficienti per riconoscere reflicacla ed li modo di funzionare di tale proietto, ma viceversa in riguardo alla granata dirompente le esperienze progettate, mentre consentivano di determinare li valore relati,o dei variì tipi presentati e fra. di loro e in confronto alla granatamina, e per ciò basttn·!lno per la scelta clel tipo col quale eseguire esaurienti esperiemie, non erano però sut!icieuti per adclivenire acl una decisione circa l'adozione o meno di tale specie cli proietto nel munizionamento <lcll'obice da. l.49 da campo. Si convenne ad og:ul modo (li accett:ne Integralmente il programma delle esperienze presentato dalla Casn Krupp coll"esplicita intesa che la Commissione sperimentatrice cla inviarsi in Gemianltl per assistei·e alle prove, avi-ebbe dovuto ln seguito : 1°) Indicare il tipo preferibile di granata dirompente, fra quelli presentati alle esperienze; 2<>) riconoscere se il nuovo tipo cli shrapnel consentiva la voluta regolarità cli funzionamento, la necessaria. distribuzione delle pallette, ed un sutliciente 1·endlmento·; 3°) ricono~cere se le modificazioni introdotte nel materiale nvessero corrisposto ai migliori1 meuti richiesti dalla Commissione Permanente degli Ispettori dopo le esperienze eseguite in I talia nel 1907; mentre poi si raCC'omanrlava i1Ila stessa Commissione sperimentatrice di prestm·e tutta la maggio1·e attenzione sul comportamento dei materiali sottoposti alle prove, per rendersi esatto conto delle loro qualità intrinseche, ìn modo da poter fornire nll'Ispel:torato tu tti quei dati ritennti necessari, a completHe quelli già raccolti nelle precedenti esperienze. Passando poi ad esaminare In necessità <li stabilire flu da 11llora il programma per le prove ad oltranza, alle guaii avrebbe dovuto essere sottoposta la prima batterla fornita dalla Casa Krupp, la Commissione sperimentatrice deliberò (li proporre ull'Ist1ctto1·ato Generale del genio la compilazione del relatiYO programma e presentarlo all'esame <li ciascuno degli Ispettori d'ar tiglieria ln modo da concrctn·re una se1·ic esauriente di prove cli traino e di ti ro della C'Oroplessivu durntn di <lue mesi, secondo Ie seguenti direttive: a) nssop;irettarc il m:,teriale nd un percorso di non llleno (]l 800 km. su strade di vnria natura aventi tutte le diverse caratteristiche del terreno. e non egcJudendosi 11ltresì speciali prove cli mobilit:ì;
-
1378 -
PHOV0 DI '.l'IRO COL 1>1A'l'BH!ALE CA}IPALE DA
149
b) fu r eseguire all'intera, batteria delle prove di tiro, iruplcgnndo tnuni,1ioni cla guena dei varii LiVi (grana te-mina, granate <liromL)enti e ,shra pnel) disposte nelle relative vetture, per acccrtnre il buon fuu:i1io11a mento dei varii materiali, 11 servizio delle munizioni e sonn tutto il fun.zom11nento delle munizioni stesse; e) nssoggetlare un pezzo a proYc di tiro ad oltranza per stabilire la resistenza dello. bocca cla fuoco e dell'affusto Impiegando proietti economici, <lei quali surebbc bastato fame allestire mille. Il 3 luglio J909 (Verbale n. 157) i gen. fapettori d'a rtiglieria si riunirono llell'uflicio dell'Js11ettore Generale del genio e sii'tto la sua presidem,a per -deliberare 1..w punto sull'opportunitù di sotloporre la batteria dl obici campali da 110 Kru pp che per pr ima sarebbe giunta in Italia nell'n utunno <li quell'anno insieme ad un pezzo (il quale ul timo doveva essere cimentato -ad oltrnnzu), 11 tutte le J)rove conteu1plate nel prograillDHt pre~entato -dall'Ispettornto delle costruzioni cl':ntiglieria per lo svolgimento delle espe. :rienze stabllite in linea cli n.rnssiwu dai gen. Ispettori nella loro riunione <lel 12 dic&mbre dell'anno prececleute, onde riconoscere se il m'aterlale e le muulzioni sochlisfaccvano alle esìgenz~ del loro impiego. Alla riunione :issi~tctte unclle con i,olo voto consultivo l'Ispettore de tlc -costn1zioni ciel genio per quanto pote,·a riferirsi ai bersagli da utilizzare, -<:la adattare o òa allestire vcr i tiri cln farsi. Prima però di prendere in esnrue e discutere il programma. delle esP<l· 11:ienze, il Presidente crecietle or.inortuno cli richiamare tutti i precedenti .sull'argomento nonrhè la relnzione dell n Commissione sperimentatrice che -si ern, recata a ~L'angerlllitte comunicata ai gen. Tspettori il 30 gnennio 1909, -e dalla qua le rlsult:wu conveniente : a) fra i varii tipi cli granata dirompente sperimentati, cli dare la preferenza a (Juella u bocchino posteriore, ctl eseguire con tnle tipo ulteriori prove contro bersagli di calcestruzzo cli buona qualità per accertnre se :gli effetti di demolizione er ano tali da gi ustificarne l'adozione; ò) di sperimentare esaurientemente lo shrapnel con pnllette di 13 :gra.mmi, pei· accel'tar e se per ottenere un maggior rendimento era cla pre1'erirsi n quello con pallette di 16 grnmml; o) cli provare il bossolo ullungato iu confronto di quello ordi11ario; à) di accertarsi, in modo completo ed assoluto, del regolnre fun1,ion11mento e della sicurezza d'impiego delle S!lOlette. Fu così anche rieguminato il programma cl.i esperienze presentato tt sufJ 'tempo dall'Ispettore delle costruzioni d 'artiglieria in base al programma di m assima che allora. era stato stabilito, nel qunle dovevasi tener conto delle 'Condizioni cli faU·o inten·enule in ~eguito e cioè elle: ci) irli shrapnel ('Ommessi erano tntti con pallette di 16 gr. ; li) i bossoli commessi erano tutti del tipo corto ; e) le C'ommesse r ariche cli sc•oppìo clellc granate erano cli trot.YI an'¼lchè <li nclflo 11icrico;
- 1:nn -
CftONISTOHIA 1)1,;L
::lU!:-'Hf.::uo COKSESSO D) AR'l'IGLIEHL·\
-
1874-1915
d) uno dei 4 obici ùella batteria di J)rov" era r iservato all'impiega. esclusivo di cariche di balistite allestite in Italia . Dopo l'esame di tutti tali pr ecedenti, all'unanimità fu stabilito il pro-. gramma delle esverienze che effettivamente si eseguirono poi tt Uirié dall'aprile al settembre del 1910, e dalle quali emerse il difettoso funzionamento. del fl'eno fii sparo con ricuperatore a molla, mentre tale organo non aveva dato luogo ad inconvenienti nelle precedenti espe1·ienze eseguite dalle vaJ:ie. Commissioni sperimenta trici e ai Poligoni della Casa Krupp in Germania e nei nostri Poligoni in Italia. Dalla relazione sulle . esperienze allora compiute e come confermava e spiegava il Direttore delle ei:;perienze stesse risultava . che il freno con ricuperatore a" molla non conse~tiva un tiro continuo a celerità ordinaria che si prolungasse oltre tre ore sparando circa 180 eolpi, e ciò avveniva in. dipendenza di varie cause per alcuni inconvenienti rilevati nella guarnitura di cuoio. Acl ovviarvi si confidava in un migliore funzionamento del freno. con ricuperatore ad aria, già imp.iega.to con successo iu precedenti esperienzee che anche in queste ultime ave,,a dimostrato cli funzionare più regolarmente di quello con ricuperatore a molla, e ciò nonostante l'imperfetta. chiusura delle parti del freno che, non essendo stato costruito appositamente per il materiale -da 149 in prova, aveva dovuto esservi adattato con. mezzi di ripiego. In conseguenza si er a richiesto alla Krupp ,e per la , prima quindicina. di dicembre cli quell'anno si attendeva un obice da 149 munito. di freno idro-pneumat~co espressamente concretato per tale materiale,, cbe ppteva così essere esaur ientemente e definitiVamente sperimentato. Ma se per il freno fii sparo la questione doveva necessariamente rimaneresospesa , per il fatto che l'Amministrazione militare era impegnata ad acquistare le 28 batterie e cbe l'acquisto di tale materiale aveva carattere di. urgenza , la Commissione Perma nente degli Ispettori si riunì ancora il 15 novembre 1910 (Verbale 11.. 169) per deliberare s u tutti gli aJtri particolari dk costruzione di questo materiale, lilentre per sua parte la Casa Krupp si impegnò di procedere ugualmente nelle lavorazioni ecl a non alterare i: termini di resa dei varii lotti 'purchè si fossero a.I più presto definiti t utti i materiali, rimandando al termine delle nuove esperienze soltanto la definì-. zione del sistema del freno da adottare. La Commissione Per manente deliberò quindi aucora su varie questioni dii minor importanza riguardanti: l'impiego <'!i cavalli di grande resiste117,a in: relazione al peso notevole delle vetture; le bardature ; la disposizioue del materiale per il t raino; il seggio lo per il frenatore; la stabilità del pezzo. durante il tiro; gli scudi; l'alzo con cannocchiale panoramico ; l'otturatore~ occupandosi infine delle questioni riflettenti il mu11izionamento : granata-mina,, grannta dirompente e shrapnel.
- 1380 --
\ STUD IO DI U ); CAN);'O);E DA
§
15
l'.\ ACCIAIO
8.
Questioni rigua rdanti le artiglierie da assedio , Materiali da 15 A.L./36 = I primi studi = Esperienz e del 1896 a Ciriè · Prove d'impiego del 1899 = AJJplicazione delle rotaie a cingolo = Munizionamento delle varie artiglierie del Parco = Studi per il riordinamento del Parco d'assedio , Le proposte pe r Parchi d'assedio mobili = Studi e proposte del gen. Grillo = Le diret• tive del·' Ministero della guerra per lo studio delle nuove bocche da fuoco = Proposte conclusive della Commissione Permanente degli Ispettori d'artiglieria Conseguenze dell'adozione delle · polveri infumi = Nuovi studi per il riordinamento del Parco d i assedio = Ricorso all'industria pdvata = Studi e proposte per il tipo di otturatore = Mantenimento dell'affusto rigido = Studio di un nuovo affusto pe r il mortaio da 2 1 o = Ri 1Jresa delle esperien= ze per lo shrapnel d'acciaio da 210 = Studi per un mortaio di grande potenza e decisioni per il suo allestimento = Preferenza per il mortaio Krupp da 254 = Vicende delle trattative e nuove proposte della Krupp per un tipo di maggior calibro = Il con= corso del 1910 = Il mortaio Schneider da 260 = Trattative, eco= nomie e maggiori spese = Altri materiali da studi.arsi per il ri= ordinamento del Parco = Studi e progetti per l'affusto del mor= taio da 210' = Studi per materiali m<fderni da sostituire quelli inv iati in Libia nel 1911 =12 = Costruzione di nuove batterie affi= data alla Casa Krupp = Mans ioni di competenza dell'Ufficio ' studi dell'lspettprato delle. costruzioni d'artiglieria = Esperien• ze sul materiale da 210 Schneider = Prove di una sez ione di cannoni da 149 K.A.L. / 36 S = Prove sul mortaio da 260.
Per ciò che ha tratto alle artiglierie da assedio la Commissione Permanente degli I spettori nella seduta, del 27 novembre 1901 (Verbale n. 13) si ,occupò dei materiali da 15 AL/36. • Circa i pr ecedenti è a rilevare che lo stuclio di un cannone da 15 d'acciaio era stato injziato .tin dr1l 1i:ts,1 allo scopo essenziale di avere una boeca. da fuoco di più lunga durata del cannone da 15 G, ma in seguito si pensò anche di approfittare clella maggiore resistenza dell'acciaio e della maggiore potenza delle polveri infumi per clot11re il Parco d'assedio di urnt bocca da tuoco più potente clel pre<'letto cannone cla 15 G. A base di un tale studio iniziato nel 1800, fu indicnbt una velocità iniziale di 700 metri circa da ottenersi colla granata ordinaria del peso clt 30 kg. usata col cannone da 15 G.R.C., senza oltrepassare la tensione massima di 2.000 atmosfere.
-- 1381 - -
CHONIS'J'ORIA
DEL
~Ul-'REJMO
COJ'i'SJ<JSSO D' Alt'l'[GLHJRIA
1874-1915
Le prove preliminari, eseguite con cannoni d'acciaio della stessa fom1a del cannone cln, 15 G llla allungati a 30 e 33 calibri, avevano lo scopo di determinare l'esplosivo da impiegarsi, le dinwnsioni da darsi alla camera, la rigatura, e la lunghezza dell'anima. Le prime prove col cannone lungo 30 c:alibri dimostl'arono che la rigatura 3. vasso costante non el'a conveniente, di modo che nel cannone allungato a 35 calibri fu adottata la rigatura progressiva, la quale però co11 la realizzata velocità iniziale superiore ai 600 metri p1·oyocava. il rasamenlo delle corone. Comunque, una volta stabilito l'esplosivo da impiegarsi e teuuto conto -dei risultati degli esperimenti preliminari e dei criterii concretati in couseguenza dalla Commissione sperimentatrice, alla ll'onc:leria cli 'l'orino fu dato incarico di compìlare il progetto e quindi di costruire la nuova bocca da fuoco alla quale fu dato il nome ()i cannone da 15 AL/36. Le relative esperienze iniziate a Cirié nell'estate del 1896 diedero risultati abbastanza buoni e cioè su llicicnte esattezza senza rasatura delle corone, tantochè si ritenne la rigatura come perfettamente definita ; ma siccome la gittata massima era però appena cli 11.150 metri c-irc:a sicchè mancava la possibilità di esegnil'e un tiro aggiustato a 11 km., si pensò di aumentare la gitttata massima aumentando la carica, e aumentauclo pa,rallelamente il volume della camera per non avere una pressione eccessiva. Si cost1·uì per ciò un cannone colla camera allungata di 90 mm., ed impiegando una carica di ll:g. 5,400 si ottenne una ·velocità iniziale cli G52 metri con una pressione di 2.200 atmosfere. Ma tutto questo a prezzo di una minore esattezza di tiro, per cui si abbandonò lo studio del cannone it cmnern a.llnngata e si adottò la camera normale ottenendo colla grnnata ordinaria e colla caa:ica · ,u kg. 4,950 una velociUt iniziale cli 630 m . Pnrallelitmente furono condotti gli studi relativi: a.l congegno cli chiusur a, ai · proietti, alle spolette ed alle polveri. A seguito dei risultati ottenu ti nelle prove con tale bocca da fuoco, il Ministero con dispaccio del ,giugno 1897, data l'urgenza cli allestire per il Parco d'assedio 3 batterie da 15 AL/36, mentre determinava di adottare i materiali già concreta.ti, -dava disposizioni per ulteriori studi dir etti ad aumentare la velocità iniziale, ed in. generaJ.e a perfezionare i materiali stessi, rimanendo però i nteso che le nuove modificazioni sarebbero state eventualmente applicate ai pezzi delle prime 3. batterie soltanto quando non avessero. a pportato alcun ritardo al loro allestimento. ' In seguito a tale determinaz!one si studiarono e si concretarono definitivamente anche gli tH'lll:rn1enti, l'affusto, il carro da trasporto, ecc. ecc-. Intanto mentre si andava no allestendo tali materiali per le prime batterie <lel Parco d'assedio e si studiavano i perfezionamenti da a pportare alle varie parti del materiale, nell'aprile del 1897 al Poligono di Cirié avvenne lo scop11io cli un ·cannone da 15 AL/36 dovuto ad una granata carica di pertite, sicchè mentr e per una parte si eseguivano espet·imenti esplora tivi per determinare le cause dello scoppio, contemporaneamente si facevano prorn per applicare all'affusto da 15 AL/36 le rotaie a cingolo : in conse-
-
1382 -
PROPOS'l'ID PER ADOZIONE OBL ).IAT. DA
15
A . • RO'l'AIF.: B CA RRT:JLLl A CINGOLO
gu<inza i nuii mntcriali dn l1i .àL/36 già precedentemente concretali, nelle manovre tl"ussedio eseguile nel 1S9U a ltorno alla Piazza cli Su:sa ,·,mnero nssogg<'t"tnli anche u prove pratiche cli impiego.
I l"isulfati di tutte le jpredette pI"oYe vennero riassunti nella seduta della Commission e Permanente ciel 27 novcm b1·e 1901 che <'.lecise cli p1·opone al Ministero l'adozione dei seguenti materiali: 14 ) il cannone, identico a quello già costruito per Je pi-ime b;1tterie del Paroo a,l quale l,;j propoo1c,1 a di dare la denominazione di Cannone da 15 A lungo; 2°) l'affusto d'assedio l'elativo, colla denominazione cli affusto perru:mente da 15 A. lt1ngo e per obice da 21. L'affusto doveva impiega.re nel tiro le rotaie a cingolo, e do,eva quimdi avere le lllodificazioni concretate per l 'impiego di ta,li rotaie, e, se del caso a-lcun e al tr·e Yarhwti al le ruote. Segui vano poi a.ltre proposte rigun.nlanti le m nnizioni : shra1Pnel, palla e granata. Il lO aprile 1002 (Verbale n. 16) ln, Colllillisslone I'ermuuente degli Ispettori si riunì per decidere se, tenuto conto <:ùe tutte le bocche da fuoco del Pa1·co incavalcate su al!usti d 'nssedio sarebbero state munite di rotaie a cingolo e dotate di un suflicicnt.e 11umero di canelli n cingolo, si dtenesse conveniente di conservare pure unu, certa quantità di altri meni di trasporto e di installazione, come paiuoll, slitte e ferro,, ie, per usarne come ripiego in qualche speciale circostanza, ed in caso affcrwnlìfo in Quali pro. por?:ioni e se carreggiate o no. La Collllllissione Permanente aòerì alle seguenti proposte : di assegnare al Parco un certo quan titativo di parti di ricambio pct· rotaie n cingolo, la cui dotazione andava fissata in base a dati sperimentali da. ricavarsi durante le annua.l i esercitazioni cli tiro e di traino; di conservare a ciascuna batteria la slitta del u. 2; <li com1;rcudere nelle dotazioni, oltre alcunì st1·umcnti per l'ilnplanto eventuale di Laboratorii, nnclle alcune parli da i;iervire alla costt·u?:ione cli slitte occasionali; stabilicndo influe che 11 Ula.teriale Legrancl avrebbe dovuto formare grnJ)l)o a sè, essere in quantita tivo superiore a quello allora disponibile, e non avere carregglo proprio percbè cl0Ycn1 essere trasportato per ferroYia ocl eYentunlmente con mezzi di requisizione. Tenuto poi conto che ll munizionamento c1elle vm·Je bocche da fuoco, quale risultava dallo Spccc:hio inserito a pngg. 16 e 17 dell'Istruzione Riservata dei Parchi <l'assedio d'artlglleria (mnrzo 1896) non rispondeva più alle uuove esigenze clelle prime operazionì cl' nssedio contro le fortificazioni nlJJlne d'oltre fronticrn,; es11rei:.sc il voto che dal l'arco d'nsseòio si
-W 3 -
CHO!\ ISTORIA DEL
SUPHEJMO CONSESSO D' Af{'l.'!GLIJ::RIA
-
,1874-1915
. fossero radiati il mortaio cla 15 ed il mortaio da fJ mentre il munizionamento per tutte le rilllauenti bocche da fuoco si sarebbe dovuto fissare come segue:
Cannone da 15 AL/36 : 1.400 colpi: 100 palle, 650 gra,nate, oJO shrapnel ; Oanno111e cla 15 G : 1.300 colpi : 50 palle, 500 grana,te, 7GO . shrapnel ; Cannone da 12 A e B : 1-100 colpi : 300 granate, 800 shrapnel; Obice da 21: 1.200 colpi: 350 granate orcUnarie, 450 tor \pedini, 400 shrapnel ; Obice da 15 : 1.200 colpi : 300 granate ordinarie, 350 granate-torpedini, 550 shralI)nel; IVfortaio da 21: 1.200 colpi : 350 grarnLte ordinarie, 450 granate-torpedini 1 400 shrapnel; Mortaio da 15 : 1.000 colpi : 300 granate ordina,rie, 350 granate-torpediti, 350 shrapnel (qualora questo mortaio non fosse stato abolito) ; Mortaio da 9: 700 colpi : tutte granate-torpedini (qualora questo mortaio non fosse stato abolito). Al seguito immeclia,to delle batterie dowwano essere trasportate mnnizioni per due giornate di fuoco, come segue : Cannone da. 15 AL/36: mo colpi : 50 gr,mate, · n o shrapnel; Cannone da 15 G : 160 colpi : 50 grana.te, 110 shrapnel; Cannone da 12 A:. e B : 180 colpi : 40 granate, 140 shrapnel ; Obice cla 21: 100 colpi: 30 granate, 50 grana,te torpedini corte, 20 shrapnel ; Obice da 15: 130 colpi: 40 granate, 40 ·gra,n ate torpedini, 50 shrapnel; ·Mortaio cla 21 : 100 colip i : 30 granate, 50 granate torpedini corte, 20 shra,pncl ; Mortaio da 15 : 130 colpi : 40 gra,nate, 40 granate torpedini. 50 shra,pnel (qualora non fosse stato abolito); :Mortaio da 9 : 140 colpi: tutte granate torpedini (qualora non fos8e stato abolito) _
-
1384
~
<)RG.-\NIZZAZIOl'im Mt.:t'iIZI0Ni\Th1l!JNTO E IIIOHOIX.UrEXTO 01·:L l',\RCO D'ASSJ•:010
Irntanto il Ministe1·0 in seguito all'adozione della granata -cl'a<:ciaii-0 a,veva determinato e,he H mnnizi-o nament o Llcl mortaio da 210 A fosse limitalo ai dne proietti : granata cl'a<:cia-io . ·del p eso di kg. 103 a, pal'-e ti sottili, e shraip11el di ghi.sa, Pntrambi muniti cli corona cli forzamento aclat.ta per l'im:p ieg-o delle polveri infumi, co:-;icchè ne derivò la necessità <ii riesainirn are le deliberazioni consacrate nel Verbale n. 16 del 10 aprile J.902, allo scopo cli i;:istcmarc il mnni:donamento ·clclle batterie di mortai da 2] O A facenti parte cl<Cl Parco ,d'assedio, e determinare la [Ji·oporzione cli granate d'acciaio ·~ di shrapnel di ghisa. Di conseguen za In Commissione Pernrnnente si. 1·iu1HÌ ùi nnovo il 3 uoyembrtì 1902 (Verbale n. 22) l)er discutere appunto snHc ·qnestioni accennate, deliberando -che per quanto rignarclarn il mortaio in parola le relative ·deliberazioni del prcdtato Verbale n. 1(; dovevano essere v:u·iatc come segue : Morta,io cla 210 A: 1.200 colpi: 800 granate d'acciaio, 400 shrapnel, <:ome dotazione complessiva; Mortaio da, 21 O A: 100 colpi : 80 granu,te cl'acdaio, '20 shrapnel, corue dotazione al seguito immediato. Se pcrtrunto era importante la nuovf~ organfazazione del muni7.ionamento del Parco d'assedio, più importante ancora <era il riordina,m en to cl<~] P a.1~co stesso, la cui costituzione qua le :risultava, dall'Istruzioue R isenata -del 1896, ei·a la 'eguente : 10 batterie cli can n. da l •b9 G su 4 pezzi ciascuna, 6 batterie cli cann . da 120 A su 4 !Pezzi ciascuna 12 batterie cli carnn. cla 120 H sn 4 pezzi ciascuna S batterie cli cann. da 7 B su 4 pezzi ciascuna. 6 batterie -di cann. da 42 A su 6 pezzi ciascuna 11 batterie di obici da 210 G su 4 pezzi ciascuna J O batterie cìi obici cla 149 G Sll 4 pezzi ciaRcuna 2 batterie di mortai da, 240 A sn ,~ pezzi cia scuna S bà.tterie di mortai da- ~1 O A su 4 pezzi ciaRctma J7 bn,t terie cli mortai da J49 A su 4 pe1,zi cia:scnna 7 ba tteri(' di mortai da ,.7 B ~u pezzi ciascuna. Lo stn<Ho cl<~l rio1·clinnrnento clel Parco cl'a,ssedi o. affidato ~ll'I sp<'ttorato rlelle costrm~ioni <l'artiglieria fin dal 1S97. fu i mpostato nei segnenti termini : :fi.ssare i calibri e le specie -
1385 -
CRO~ISTORIA DEL SUI'HE i\10 CO~Sl, S SO D' ARTlGLU<:RlA
-
1874-1915
d·eHe diverse :ntiglier-ie cli cui occorreva dotare il Parco d'assetho per renderlo idoneo a soddisfare a tutte le esigenze~ e fissare criterii di massima da seguirsi nello studi-o delle artiglierie stesse, specialmente JPer quanto concerneva un nuovo cannone cla 120 A ed un nuovo obice da 150 A. Dalla «.Memoria» pr esentata nell'agosto del 1898 dal predetto Ispettore. si rilevava la deficienza di potenza dei cannoni da 120 A e B e da 87 B~ e la deficienza cli potenza del cannone da 149 G in relazione al suo peso. Peril cannone da 149 A (che non figuravl). nel predetto Parco, ma che era già stato messo fin da allora in fabbricazione) si osservava che mentre possedeva. la desiderata potenza, viceversa per il suo grande peso (3.700 kg. i1 solo cannone; e o·.200 kg. cannone ed affusto) mal si prestava all' impiego. in un assedio di opere in montagna. Se lle deduceva per ciò la uecessitit di lllettere allo studio un cannone molto più mobile, ma abbastanza, potente. che fino a JO km. potesse lanciare un proietto di 35 kg., ed all'uopo si pen. sava ad un cannone <la 135 mm . del peso di 2.000 a 2.200 kg., che con. proietti di 35 kg. e ,,elocità iniziale di 500 a 520 metr{ avrebbe potuto sod, disfare allo scopo. Salvo qualche riserva, il Capo di S. M. dell'Esercito conveniva sulla scelta cli una tale bocqa da fuoco, ma, considerato il bisogno di spingere colla massima celerità. eventuali operazioni di guerra destinate, per mezzo. di Parchi d'assedio speciali (Gruppi mobili), ad aprire il varco alle nostre truppe mobili attraverso fortificazioni nemiche, riteneva necessario di: dotare i Parchi stessi di un cannone più leggero (da 120 mm. od anche meno). specialmente per tirare a shrapnel a grandi distanze ossia almeno a 7.000, metri. L'Ispettore d'artiglieria da costtL e da fortezza, tenuto presente la poca. mobilità del cannone da 14.9 A conveniva anch'egli sull'adozione di un can-. none da 135 mm., ma poicllè' il suo peso (da 2.000 a 2.200 kg.) lo avrebbe reso poco adatto ad un largo uso in monta·gna, si pronunciava o per un cannone più leggero di calibro poco inferiore a 135 mm. oppure per un, potente cannone da 120, che però non · avesse escluso quello da 135 mm. A sua volta l'Ispettore delle costruzioni tenendo co~to dei preclettì pareri, riconosceva l'opportunità di studiare due cannoni ' l~spoudenti ri, spettivamente alle accennate esigenze (da mm. 135 e da mm. 120) e, pren, dendo a base i dati di costruzione del crumone da 149 A, calcolava che il cannom! eia 135 mm. avrebbe avuto un peso di 2.750 kg. ed avrebbe, lanciato un proiettò di ·31 kg. sviluppando una, forz'a viva •iniziale cli 626. clinamocli, mentre un cannone da 11.0 mm. avrebbe avuto un peso (li 1.500 kg., avrebbe lanciato un proietto di 17 kg. fino a 9.800 metri e sarebbe stato. capace cli spingere il tiro a shra.pnel anche oltre gli S.000 metri: osservava quindi che i risultati a cui si giungeva prendendo come t ipo il cannone dlll 149 A . si sarebbero modificati assai, allontanandosene ; e .sovratutto che~
1386
P.fORDI~A;\l t,;X'IO OEL PARCO D'ASSEDIO
aumentando la densità trasversale dei p1·oiett1, si otteneYa un'elevata forztt viva alla distanza utile fra i 3.000 e 4.000 metr i. P1·eso invece come tipo il cannone da 78 mm. progettato dall'Oflici11a di Torino per il materiale da campagna, rilevava elle, conformandosi nel esso il callllone da 135 aYrebbe avuto un peso cli 2.075 kg. e avrebbe lanc:iato un proietto di kg. 36,300 fino a 10.000 metri sviluppando una forza viva iniziale di 545 d inamodi, mentre il cannone dn 110 rum. avrebbe avu to il peso di 1.100 kg., avrebbe lanciato ~n proietto di kg. 19,200 fino a 9.500 metri s,·Huppando una forza viva ini2inle dl 2S8 clinumodi. L'Ispelto1·e clelle costrur.loni concludeva per ciò che le bocche da fuoco a tiro teso da assedio avrebbero dovuto essere 3 e cioè : un cannone da 149 A (kg. 3.700), uno da 135 ù (kg. 2.200) ed uno da 110 (kg. 1.200); ossia: un calibro ecce-tionale, un calibro pesante ed un calibro leggero.
Il Ministel·o a sua volta, coJl dispaccio del 30 luglio 1900, mentre faceva pone allo studio, oltre ad un obice da J49 A, un cannone cl a 135 A e un cannone da 110 A, comunicav:-1( ù'aver disposto anche per il riordinamento del P arco, hL cui costituzi.one quale risultava dall'apposita arnorn Istruzione Riservata in corso cli stampa, era la seguente : 3 batterie di ca,nnoui da 149 A su 4 pezzi ciascuna 10 batterie di cannoni da J.49 G su 4 pez7,i ciascuna J O batterie cli canno,n i da,, 120 A. su {~ pezzi ci.a.senna 16 ba tterie di cannoni da 120 B su 4 pezzi ciascuna, 11 batterie di obici da 210 G su 4 pezzi ciascuna 10 bat terie di obici da 149 G su 4 pezzi ciascuna 8 ba,tterie di mortai da 210 A su 4 IJ?ezzi ciascuna 10 batterie cli mortai da, 149 A su 4 pezzi ciascuna 7 batterie di mortai da 87 B su S pezzi ciascuna. Dal c-0nfronto di questi dati con quelli indicati precedentemente appare che nella costituzione del nuovo P arco erano stati eliminati i cannoni da 8'7 B, da 42 A cd il mortaio cla 240 A, e si el'D, aggiunto invece il ca,nnone da 149 A . . Gli Stnùilimenti cli 'l'orino e cli Na poli cl::il 1!)00 at tesero allo studio delle nuove bocche da fuoco dnndo la precedenza all'obice d a H9 A che importavn definire per primo e del qu~le riuscirono a trasmettere i prngctti sul principio del 1902. TI gen. Pompeo Grillo, allorn Direttore Superiore delle espcriem.e, tenuto conto d ell'infl uem:a cbe 11ella risolt17.ione clel Problema in esame per il cannone da 149 A an-ebbe !\Yuto l'uso delle rotaie a cingoli, esprimev'l. il parere che, mutate per questo fatto le condizioni cli mobilità, non era
-
1387
CltONIS'.rORIA DEL ::iUPHI,MO CONSESSO D' AHT!GLI@IA
•
1874-191;:i
tiiù cousigliablle lo studio di un cannone ùi calibro nlquauto più piccolo quale sarebbe staro quello da 135 rum., e cli conseguemm cad!.!vu anche la convenienza di un secondo calibro sensibilmente minore come sarebbe staro quello da 110, e pertnnlo sempre ricorrendo alle rotaie a cingolo propendeva 1>er d ù per un c:urnoue ua 120 (siruilc a quello eia 149), il quule con una velocità iniziale di 550 metri circa ancbbe lanciato a 10.000 metri un proietto di 2;:; kg. : in definitin1, secondo il geu. Grillo, il Parco d'assedio avrebbe. dovuto constare di caunoni (111 149 e da 120, (11 obici cl n 130, e cli mortai da 210. Il ::\linistero con di!;pacci 2 aprile e 23 maggio 1902 deferiYa alla Commissio11e Peru1:111e11te tlegli Ispettori l'esame della questione i nvitandola a decidere sul tipo di obice da orescegliersi e sul tipo di cannone da porre allo studio, e pertanto si pronunzia,a pl·ecisando che lutti i nuovi cannoni d:1 concretarsi fossero a tiro rapido. Lo stesso Ministero poi, il 17 ottobrn 1902 comunicuva che il Capo cli S. 1\1. non sollanto era favore,·ole ad un largo impiego di cannoni da 149 A, ma che tale bocca da f\1oco era da considerarsi non più cli uso eccezionale ed avrebbe dovuto costituire il nerbo clei futuri I'urclli d'assedio, per cui ritenenclo soverchiamente leggeri I calibri da 120 e cla 110, riteneva razionale ed 01mortuno di elernrue i limiti di polemm collo <( studio di una bocca da f uoco che, pur conser vu nclo un considerevole grntlo di mobilità, :1vesse :;u perato in potenr.a le analoghe bocche da fuoco degli altri eserciti ». In sostanza il Capo cli S. ì\!. domandaYa una bocctl da fuoco del peso di 2.000 kg. capace di lanciare un proietto dì ~10 o 3;:; kg. a distanze auche superiori a 10.000 metri. In riguardo poi alle bocche da fuoco a tiro curYo, nella « i\Ieruoria » del 1898 si proponeva di radiare clnl Parchi tutti gli obici e tutti i mortai esistenti, eccettuato il mol"tai.o cla 210 A, e ciò nella considerazione che, alcun,, per il peso rilevante, altre per la scarsa potenza ed :1ltre infine per difficoltà d'installazione, non rispondevano più alle nuove esigenze d'impiego. Accanto però nl mortaio da 210 A, da conservarsi nel Parco per la sua consitlerevole P-Otenza distruttrice che esso poteva spiegare nel bombardnmento delle Opere (aumentandone però l'eflicacla coll'adottare una granata torpecllne di acciaio con una curica di polvere infume cl!~ avesse spinto il tiro fino ad 8.000 metri e col migliorarne le condizioni d'Impiego In modo da rendere più semplice e più trasportabile l'installazione) si proponeva un obice da 140 A molto leggero (2.200 lcg. colì':iffusto) avente unn gittata massima <li 7.000 metri. Il Capo di S. M. dell'Esercito desiderava Poi che a queste 2 bocche da fuoco (mortaio da 210 A e obice da. 140 A) si fossei:o aggiunti un obice, ed un mortaio molto leggero, possibilmente someggiabile e c1uincH scomponibile, capace cli lanciare proietti di 13 a 20 kg. a distanze da 4.000 a 5.000 metri. · Come è stato accennato il Ministero con dispaccio dèl 30 luglio 1900 ponem allo studio l'obice da 140 A contemporaneamente ai cannoni da 120 A
-138
H!OHOViAn!E~TO 01·:L
r,,nco
l)ASSl::010
e dn llO .\ . L e cliretth·e tlate clall'Ispettorato delle costruzioni per lo studio dell'oùice eia 140 A erano le seguenti : calibro e proietti identici a quelli del ca nnone dù HO A coll'aggiunta di unn granata t orpedine a c,u·ictt interna molto gra ncle e, se necessario, ùirorupentc; v"so della bocca da l'noco col r elatlYo affusto non superior e ,l 2.200 kg.; gittata massima 7.000 metri alla quale con·isponclcYn una velocità iniziak- mm,sima cli circa 500 metr i; ~ come già :si clis:se, i progetti di questa bocca cla fuoco e del r elatxo affusto furono compilal'i clnglì Stubhimenti cl i •.i:oriuo e di Napoli.
La Comrnissiollle Pel'manente degli Ispettori dell'Arma riunita i nei giorni 12, 14 e 16 dicembre 1902 1(Verbale n. 24) , dopo ampia discussione s u .tutte le quest ioni accennate e s u tutte quelle acl esse annesse e emme ·e o comunque da esse ùerirnnti, p1·opo. e : 1°) di l'acliare dal Parco d'assedio di nuova form,tzione : i <:arnnoni <la 149 G ; i cannoni da 120 A e B; gli obici da 210 G ; gli obici da 149 G; i mortai da 149 A ; i mortai da 87 B ; 2°) di costituire il nuovo Parco formandolo con : 1G batterie cli can noni da 149 A, cla sLudiarsi; 24 battcl'ie di cannoni da 120 A ; 24 batterie di obici da 149 A, tipo Direzi-0ne Supel'iore esperienze; J 6 batterie di mo1·tai da 210 A; 3°) di abbandonare l'ini7'iato studio dei cannoni da 13.3 A e da JlO A ; 4°) nello studio del nuovo cannone cla 120 A di attem.ersi al tipo di congegno di chiusura !Proposto per l'obice da 149 A clalla J>irezione Superiore cl elle espctienze ; c'ol quale si rencleva il Liro più facile e più spedito; 5°) di impiegare per l' obice da 149 A gli stessi proietti d'acciai.o del ca,nm one di pari calibro, coll'aggiunta di una gr.a11ata torpedine a carica inter na molto grande; 6°) di ~iugere gli stucli e le esperienze per definire lo shra!Pnel d'acciaio e l'affusto a ruote per mortaio da 210 A; 7°) di traluscia1·e 1o studio della bocca da . fuoco leggera a tiro cur vo, scomponibile e someggi.abile ; 8°) di lasciare che il Capo di S. M. decidesse quale delle bocche chL fuoco assegnate al Parco conv~nis:se meglio per le batLerie pesanti da campagna, é 1J1el ca-so che si fosse voluto a,d divenfre all'adozione di una bocca da fuoco più leggera del proposto obice da 149 A, di studiare per essa uno specia.le affusto leggero per tiri da, fa,l'si con la, 2a carica; -
1389 -
CHO~IS'l 'ORIA Olt L
SUP RE )fO CONSESSO D' Al:t'l'IGLllllrt!A •
1874-1915
9°) di as cgnare alle p redette batterie pesanti da campagna, un munizionamen to, t1·a~1[)0l'tabile colle colounc munizioni, cli 1.50 col p i pe1· pezzo, r ipartiti s u 5 can i ; 10°) di assegnare le r otaie a cingolo per tutti i pezzi e per t utte le vetture che seguiYano la batteria, trasportandoli su appositi cal'l'i ed impicganùoli soltanto in caso di bisogno. In esecuzione alle succitate de11berazionì, tra le n1rie ùisposizioni emanate dall'Ispettorato Generale d'ilrtiglieria vi fu anche quella di far completare dalla Direzione Superiore delle esperienze gli studi relativi al nuovo obice da 140 A. Ed in proposito poichè la Commissione Permanente degli Ispettori, - dopo a,·er ampiamente discusso sull'opportunità o meno di adottnre per il detto obice gli stessi proietii del cannone da 140 A o non piuttosto proietti a pareti f)iù soltili ed a cariche interne più gr andi, a,·en deliberato dt impiegare per l'obice da 140 A gli stessi proietti del cannone di pari calibro d'acciaio, coll'aggiunta di unu granata torpcdinti a cat'k a inteJ:na molto grande, la Direzioue Superìore delle esperienze nell'intrnprendere lo studio di questa nuova granata si trovò clt fronte a qualche cliflìcoltà di attuazione, e cioè, considerato che detto pr oietto doveva essenzialmente ave1·e la resistenza necessaria per penetrar e nei mezzi molto resistenti, l'assottigliumento <lelle paJ:eti del proietto non era da consigliarsi, tantopiù che sostunzialmentc l'aumento della carica risultava insignificante, e di conseguenza la soluzione si sarebbe dovuta cer care nell'allungamento del proietto stesso. In tuie ipotesi, anmentm1clo la carica inter na di 1 kg. e cioè porl:alldola da kg. 3,800 circa a kg. 4,800, un calcolo approssimath·o dava un allungamento ciel proietto di poco più di mezzo calibro con un peso totale prossimo al 50 kg., e di conseguenza mentre l'allungumento del proietto sarebbe andato a scapilo dell'esatte;,.:m del tll'o, il !.llaggior peso avrebbe diminuito di 150 metri la gittata· massima. Per questi motivi la Commissione Permanente si riunì 1'11 luglio 1903 (Verbale n. 37) e deliberò di tralasciare lo studio della granata torpedine a carica interna molto grande per l'obice da 140 A. A seguito delle deliberazioni pr ese dalla Commissione Permanente degli Ispettori In merito alla costituzione ciel Parco d'assedio, il Capo di S. M. dell'E se1·cilo con un suo foglio del 28 marno 1003, mentre nulla obbiettava circa le propost:e radiazioni delle bocce da fuoco citate a.ll'ar,t. 1°) essendo le proposte stesse pienamente conformt alle idee altre volte manifestate al riguardo, Yiceversa rifer endosi alla formazione del Par co d'assedio francese ec1 analizzando le ragioni della sua. costitu:,;ionc ri teneva degni d i pende· razione nlcuni critariì per esso adottnti e per I quali glt sembrava conveniente di modificare alquanto le aliquote delle vn rle specie cli bocche da fuoco assegnate alle diverse batterie che entravano a for mare Il nostro Parco.
Sn tale questione n ella seduta del 25 agos to 1903 (Verbale n. 43) la Commissione Pel'm aneute degli Ispettori, sentit a -
1390 -
L,\ C0:\1POS1ZI0N0 DEL l'AHCO O' ASSEl)lO
la l'elazione premni'na,1·,e dell' I~eitorato d'arLiglieria da costa e <la fortezza, dopo ampia discussione aderì a variare le proporzioni stabilite ttll'a1't. 2°) del Verbale n . 24, ma soltanto e limitatamente ai cannoni, lasciando immutate- le propoi-zioni delle altre spe ·ie. La colllposiz'onc del P a1·co d'assedio venne quindi approvata nella seguen e composizione : ' "' 20 batterie di ~moni da 149 A :LO batterie d · ca n.non i, da J 20 A 24 batterie i obim da 149 A lG batteri di mortai da 210 A . Con riferimnc,6 poi ttlla nuova o~anizza7,ionc del LUuniziomt01ento per le batterie cl'asseclio risultante clal Verbale n. lG del 10 aprile 1002, il Capo cli S. M. dell'Esercito eon suo foglio dell'S fébbrnio 1903 richiamava l'attenzione del ,Ministero sui quantitativi elci diversi proletti i quali, a suo avvlso, sembravano alquanto deficienti ln confronto al probabile consumo che si sarebbe verificato nelle future guene d'assedio. Era stato appunto in vista di tuie probabilità avVt!lllre che nel sucldetto Verbale l'Jspettorc dn costn e da fortezzit affcrnMva In necessità di elevare a circa 1.400 la cifra complessiva da assegna rsi ad ogni pezzo, non ritenendo più sufficienti ai bisogni i 1.000 e l.100 colpi assegnati clalla vecchia Istruzione del IS9G; ma tale parere non aveva allora troY:tto consenzienti gli altri membri della Commissione, glacchè la surriferita cifra di 1.400 era stata considerevol mente r·idotta per tutte le bocche du. fuoco del Parco, eccezion fatta pel cannone da 149 A. Su tale argomento il Comando clel Corpo di S. l\'.I. col suo foglio dell'8 febbraio 1903 osservava come le (lcliberazioni della Commissione degli Ispettor i in proposito, sembra vano ispirate allo stato delle fortificazioni al di là della nostra frontiera nord-ovest, la maggior parte delle quali non aveva quel grado di robustezza. che si andava assegnando alle opere di p\ù recente co· struzione, e si fondavano poi sul presuppasto che, per l'efficacia delle armi moderne gli asscciii nelle guerre future assai probnbihnente avrebbero avuto una minore durata che per il passato. Enumerando quindi una serie di r,rgioni fa,orevoli alle sue tesi, il Capo di S. .M. richiedeva che la questione del munizionamento del Parchi cl'osscdio ·venisse rimessa allo studio, se 110n immediatamente, almeno quondo snrebbero state concretate le nuoYe bocche cla fuoco che dovevano far parte clei Parchi stessi.
La Commissio1n e esaminò dettagliatamente anche questo argomento nella, seduta del 25 agosto 1903 (Verbale n. 43) deliberando di mantenere inalterato il munizionamen to 0omplessivo già a segnato a ciascuna bocca da {uoco, ma, cli accogliere -- 1391 -
...,,..
CRONISTO.UV. DI::L
SUPIW.\ 10 COKSESSO D' ARTIGLlERIA
-
1874-1915
i criterii dell'Ispettore delle costruzioni e · cioè di aumentare il numero delle granate !Per il -c annone da 149 A diminuendo quello degli shrapnel, e cli dotare il cannone da 120 A di. un
forte quantitativ,o di shrapnel. Venne quindi approvato all'unanimità, il seguente munizionamento per le bocche da fuoco del :Parco d'assedio: Oanno·n e da 149 A : lùO pa,lle, GOO shrapnel, 800 granate, e cioè in totale 1.400 colpi; Cannone cla 120 A : 1.000 shrapnc~l, 400 gra,nate, e cioè in totale 1.400 colpi; Obice da 149 A : 500 shrapnel, 700 granate, e cioè in totale 1.200 colpi. P riuw però cli cowplctare l'organi27,a2ione del mnnii,ion:uneuto cosl s tabilita dall'Is pettorato, il :ò:Iinistero, tenu to conto della presumibile minore tlurnta delle boccile da fuoco per l'impiego delle polveri infumi, ritenne fosse 11 cuso : di sottopone all'apprcr.zaruento delle competenti auto, rità tecniche d·artiglieria l'ùppor tunità di ridurre alquanto i proietti d'acciaio per i cannoni Cla 149 A e per l mortai da 210 ; di assegnare anchealle altre bocche òa fuoco del l 'tu·c:o 1111 munizionamento alquanto ridotto, nella consicle1·a2ione che tratt,mdosi cli numerose urtiglieriE· cli gilisa e di bronz.o esistenti nelle Piazze, il quantitativo per completare in caso •H. bisogno la clotaz-ione delle munizioni, poteva ·sempre durante le operazioni di guerra tra!'Si dalle 011ere esistenti sulla frontiera non minacciata ; di adeguare ai quantitativi esistenti il munizionamento delle granate torpedini aa 2l0, da 149 e da 87, non essendo opportuno nllestirne altre, dato H loro tipo ormai antiquato.
In relazione a questi criterii la Commissione Permanente. degli Ispettori riunitasi il 24 gennaio 1907 (Verbale 11. 103) d-opo esauriente discussione eS[)resse i Begue1.11ti pareri: che per i cannoni da 149 A, tanto del Parco d'assedio che delle Opere di fortifica zione . nonchè per i mortai da 210 del Parco. d'assedio sj doveva cercare di raggiungere al più presto possibile il totale mnnizi-où amento stabilito; che, eccezion fatta. per i cann-0tni d11 149 A ed i mortai da 210, in via provvisoria si. sarebbe potuto ritenere ,sufficiente la dotazione mecliia, proposta dal Ministero nel ·numero di granate, di shrapnel e di palle, 1Pnrchè le batterie dei Gruppi mobili avessero continuato a.d avere la completa clota.zione _stabilita,, e che. le deficienze nelle altre venissero marri mano ridotte col -
1392 ~ -
UUMS'l'IU:-1 BEL.\'l'l\"E .-\L )1USIZI O:S..\)1E.);T0 DEL r.-\Ill'ù 0°AS::;ED10
las<:iare nel Parco le munizioni delle batterie che si sareb lJei-o doYnle eliminare; e che infine venisse provveduto affinchè tali <le:ficienze si potessero colmare all'atto della mobilitazione trae11do ie munizioni dalle Piazze mon minacciate, od altrimenti allestendone prontamente. Su riserva del Presider1te cli far esaminare la questione del cambio della carica interna delle granate torpedini esi-tenti da 210 e da 149, la Commissione P ermanente concordò nel parere che per allora non conveniva allestire altri proietti cli tale specie, e che per ciò era per essi da ammettersi il munizionamento 1·idotto indicato dal Ministero, purchè le g1·anate to1·pedini mancanti per l'ispetto allo stabilito munizionamento totale si fo ssero sostituite con granate 01·di11ade man mano che se ne fosse presentata la 11ecessità, ed in ogni caso traendole dalle Piazze non minacciate o allestendole nll 'atto della mobilitazfonc. Per i mortai da 87 la Commissione faceva voti di sostitnirne il munizionamento con tutte~ granate tol'peclini, come era stato presta.bilito, giacchè il munizi.onamento ridotto non pote,a corrispon dere che ad una situazione pi'onisori~1. Come si è visto n Ministero a proposito c1ell'opportunltìL di riclurre i proietti d'acciaio per i cannoni da 140 A e per t mortai cln 210 già aveva accennato alla presumibile minor durala di tali bocche d.i Cuoco in con·seguenza dell'impiego delle poh·eri infumi. Ora fiu dal 18!J7 datavano gli studi e le prove tendenti a determinare pe1· le bocche cla fuoco di meòio calibro le ciniche di polvere iufume in sostituzione cli quelle u polvere i1era, mn fino nll'anno 1907 essenzialmente 11cr ragioni finanziarle tale problema non aYeva ancora tro,·ato la sua pratica soluzione. Però dai risultati ottenuti nelle prove eseguite si poteva ritenere che tale sostituzione sarebbe stata attuabile per tu tte le ar tiglierie esistenti in se1-v-lzlo, apportnndo bene Inteso le modificazioni alle 1>arti di chiusura delle bocclle da fuoco che le prove praticlle avessero dimostra to inclispen1:ablll, e sostituendo in tutti i proietti le corone di forzamento con altre corone cli rame nclatte nl nuovo esplosivo, oppure con corone di ferro. A,endo per ciò la Commissione d'Inchiesta Parlamentare per l'e!'.crcito richiamata l'attenzione del Ministero sull'opvor tunità cli acldi,enire senza indugio nelle nrtiglleric d'assedio alla flOStituzionc della polvere ·f1,1migena con polvere senza fumo, il Ministero riconoscendo che ln maggior parte delle artiglierie allora regolamentari :nTebbero durato ancora per un tempo certamente non breve ed intendendo vlce,·ersa che nl più presto possibile si fosse aclcllvcnuto ad una pratica sohrnione dell'importante · problema, ordinò - - l~fl~ -
CHONISTOHI.\ 08L
SUl'HE110 CO:'.\ Sl!:SSO D' AWl'JG LJEHIA •
1814-1915
lo studio dei lllt!ZZI per utilizzare nel miglior modo le artiglierie da a:ssedlo, allora in sen·izio tanto nei rarclli quanto nelle fortez?:e, sia adottando event ualmente la poh·ere infume, e sia auwcntando la potenza distruttiva del prOit!tti: il l\iiuistero r imaneYil pertanto in attesa di ricevere : concrete proi>oste cli carattere tecnico atte a metterc il Parco d'assedio d'allora nelle migliori condizioni cli ser,·i7.io; llll progetto completo lli carattere fi nanziarlo che indicasse le spese alle quali l'erario on-ebbe dovuto sopperire per l'attuazione delle suddette proposte tecniche ; noncbè l'inclicazione delle modalità di atl·ouzionEi di tn li pro]]ostc e del temno riclliesto per n~alizzarlo. Lo stesso Minis tero richiamava poi alcuni studi preliminari precedentemente compiuti iu proposito pcrchè se ne 1>otcsse eventuahncote tener conto.
La Commissione P ermanenLe degli I~pettori 1·iunitasi il 4 settembre Hl08 (Verbale n . 140) udita, la rclaiione esplicativa spedalmente i1J1 rigua1·do : nl perfezionamenlo <lei proietti ed all'aumento de)]a loro efficacia coll'adozione <li un a,lto esplosivo; all'a cci-c:s:cimento del r11.1·co d'assecli.o e all e spese occorrenti per gli studi relativi agli esperimenti per r allestimento delle c·a1·iche; ed alle conseguenti modificazioni da apportarsi ai pi-oict.ti ed alle bocche da fuoco, deliberò: 1°) di 1·iten ere preferiLile cl are maggiore e più sollecilo i ncremento n Ila preparnzione ùei un<n·i materiali, anzichè illlpiegare polvere infume nelle ai-tiglierie del P arco allora in servizio; 2°) q 11n lor.a il Ministero intendesse d 'im piegifre al più presto pohere infumr in tntle le artiglied e del P arco, eh limitarne l'uso ai cannoni da 149 G e da 120, stabiliendo contem1p oranea,11Jente una nuov[~ costituzione t ran sitoria del P arco, per n10do da eliminare t utte le bocche da fuo co di Yeccbio tipo meno importanti e surrogarle in par te con quelle 1nuove artiglierie che mari mano si anelavano allestendo ; 3°) di ritenere opportuno per le artiglierie cli. medio calibro, esistenti nelle foi-tezz-e, di sostituire le polveri nere con polveri infumi li mit atamente per i cannoni da 149 G e da 120. Pi'nalment,e la Gomrnissione I'c1·manente rilcvrundo che il riordinamento del P arco d'assedio, tan to in fase prepara t oria che in qnella eseentiYa, richiedeva tale una massa enorme cli lavoro da far dnbitar e rhe coi soli nostl'i mezzi potesse essere con dotta a. termine nei. volnti limiti di tempo, IJ)nr ri co-
139+ -
LA
U'OH:M:AZI0)11,: DiiJL
l'J\RCO O' AS SEUlO ID1'TRO
LA
b' I::-.E
Dl~LL ' ANI\O
1913
lllOScendo che nei nostri StabHimenti non mancava la dovuta competenza e la comprovata attività per risolvere celcremen te tutti i quesiti ine1·enti alla determinazione dei nuovi mate riali oc0orrenti , approvò il criterio di mas ima di l'iYolgcrsi per tale seopo a 'ase incfo. triali, ricol'l'endo specialmente a quelle che già esisteva110 o che stavano impiautancloiù in Italia . I n pl'ogresso cli tempo ,1,vendo il i\Ji.uistero eon circolare del 4 dicembre 190. c-ornu nkato le sue decisioni in merito al Parco d'as.sP<lio, la cui c:ostitrnr.ione, cla completa1·si entro la, fì11e clel 1!)13 n nebbe dovut.o es8:eve cli : 10 batter-ic cli crunnoni da 149 A ; S batLerie cli mor tai da 210 ; e 6 battel'ie di. mortai di g-ranùe potenzcL ; la Commissione P ermanente ch~gli I ~ettori si 1·i1rni il 27 gen naio 1909 (Verbale H. 150) per stuc1ia,1·e e stabilire i mezzi più convenien ti per aclcli vcnirc nel tempo fissato aJlr1 fol'mazione prescritta,. L:1 cliscussionc si iniziò coll'esame della que tione riflettente i cannoni da 149, ecl in p1·oposito il P l'esidente ricordò elle delle 10 ùatte1·ie da 149 A ne esistevano gi:1 G e ·Che per ciò occoereva, clecidel'e in merito al loro rimode1·MLmen to da attuare nella, CO$truzione delle rimanenti 4 batterie, e consisLen Le essenzhdmen te n~ella t rasfo1·mazione dell'ottura tol'e in modo da l'endere più celeri le operazioni inerenti aJl,L carica . Tn (J uc11 ·e1>oca tJr c,::;o romctna d i Torino ,·i c1·u in c:ostrur.ione un ottur atore acl anello pla;,tl<:o, ma i risultati tino allora c·o11scgoi1'i n on cssemlo s tati llel l'lltto l':OddisJ'occnti Yenivnuo continuati gli studi per migliorarlo; mc11n:c cl'altrn pn r te era stato llnto incarico nll'Ofiìtina di ~ aP<Jli di studiare un allro ottuJ'ntore n bos;:olo metnllico, rmalogo n qu ello i<lento ·clall'Officiua stessa per il <·a nnone da 120 A. Si t1::1ttnYa qu intli cli clecicler c s ull'opport unità o meno di far con linu:ire gli studi e gli esperimenti r elali,i all'otturatore acl a1wllo plastico coll'in<lir ir.zo fluo allora f;cgnHo, e per tanto f u acc:oltn la Pl'OJIOsta dell' TspE-tt ore delle costrnzioni e cioè che, claln. l'urgcnr.:: cli giunger e ad un:1 soluzione defi11ith-a e tenuto conio d<'llo stato nrnnr.nto ne~li studi e nelle proYe cldl'otturatorc ad n nello plns tico condotti clall '0.fficina di T orino, cOn\'enivn J)l'Osei::nirli e concr ctnrli a l piit presto : quindi 1101 se reslto clellt• pro, e er a fa rnrcvol<' il pr oblema pote,·a l:Ollf'icler a rsi risolto. mentre in caso conlrario ~i snrel>bn r\cor~o ~cu¼'altro all'ottnrntore con bossolo ructallico, cli cui bisogmwa sollecitare i r ctntiYi studi pr esso l'Oflicinn cli .Kar,ol i.
91
CRONISTORIA DEL
SUPB~MO CONSESSO D' AR'l'IGLIERIA
·
1874:-1915
In riguardo poi alla sostituzione dell'a,ffusto rigido con quello a deformazione per _le bocche da. fuoco del Parco, tenendo presente l'avvis,o espresso dal Ca1Po di S. M. in data 31 dicemhre 1908, e cioè che per considerazioni di tempo si dovesse senz'altro spingere l'allestimento delle batterie ad affusto rigido senza aspettare il risultato degli studi sul nuovo H,ffusto, la Commissione unanime deliberò che le 10 batterie di cannoni da 149 A del Parco d'assedio dovessero rimanere su a,ffusto rigido mentre d'altra parte si dovevano continuare gli studi del nuovo materiale p,er le batterie da costruirsi in avvenire. Connessa alla questione dell'affm,to scorrevole vi era anche quella tendente ad aumentare la potenza della, bocca da fuoco con un maggior peso del pr·oietto 1 e su di essa la Commissione ,espresse p.a-r ere favorevole :,a derendo a~trèsi alla pro[)osta, di. affidare ai !llostri Stabilimenti la fabbricazione di un tale materiale. Anche per il mortaio da 210, in conseguenza dei progressi realizzati nelle costruzioni, s'imponeva un affusto a ruote colla bocca da fuoco scorrevole sull'affusto, e in proposito essendo sorta la questi,one per decidere H, chi bisognava affidare l'allestimento Idi questo materiale, la Commissione Permanente stabilì che ' ]a Direzione ·S uperiore .a.elle esperienze dovesse fare lo stndio rela,t ivo all'affusto e quello del nuovo otturatore, valendosi quindi poi dell'industria nazionale privata per l'allestimento. In merito poi alle esperienze con uno shr1:1ipnel d'acciaio da 210, inizia,te nel 1904 e quindi sospese per ragioni di economia,, fu a,pprovata la propo~ta di riprendere le esperienze stesse. Finalment.e in riguardo .al mortai.o di gra.nd~ potenza è a, ric~rdare che la necessità di questa bocca da fuoco essendo stata, segnalata alla Oommissi.one Permanente degli Ispettori, la Direzione SU1Periore delle esperienze aveva proposto di porre allo studio un mortaio da 254 atto a lanciare un voluminoso proietto lungo calibri 3,65, capace di una carica di ~.coppio di kg. 28,500 di pertite, e del peso di circa 204 kg .
-1396 -
::l'.l.'CDl VI Ul'> )101l'.l'AI0 DI GHANDEl PQ'.1.'EN¼A
,he11do il i\Iiuistero adei.·1to ullu e:ostruziollt! di turn tale bo<:<:a cln fuoco, nella seduLa del 2, gennaio J909 fu posto nlla Couuuissioue l'erurnnente il quesito se prelimina.1·llJente si dovevano inlerpcl lure le Ca><c industri:.1~ nazionali ed cster·e per conoscere se già esse a .,.esiscro definiti o comunque stuellati muteriali del genere, od alLrirneuti se convenirn invece comunicare alle Case i dati priucipali di poternm e di peso d,i uoi desiderati, all'intento o cl i avere progetti cli materiali clic vi col'l'isponllessero, oppure di ricevere proposte di wateriali già ùa esse costruiti ed :tYenti requisiti <:orl'i:-poudenti a i dati stc:..si. In armonia une J)l'Qposle fatte dalla Direzione Superiore delle es1)t!dem:e, tu Conunissionc Permanente degli Ts1Jetlorl fu dell'nn·iso che Yeuissero stabiliti i dati principali di tale bocc:a cln. fuoco e che l'nllestimento delle G batterie da acquistare venisse allidato a quella Ditta che presentasse le pr oposte pii1 conveuienli impegnandosi 'Cli fol'n ire il ma lCl'ialc nei limiti ùi teinpo da noi jndicato. Una volta interpellale le VllriC Ditte, la Couuuissione l:'el'maucnte riunitasi il 16 Jugllo 1900 (Verbale n. 150) dopo aver di:sl:usso una memoria riassnptivn compilata ùall'lspettorc delle costrnzioni rehlttrnmente all'esame comparativo dei variì materiali on'erti, diellc In strn prefernmm nl ma teriale con affusto a ruote anzichè a quello cou affusto a Jliattaforma. In rigua rdo poi alla potenza 1.lclla bOc<'a da fno<:o, voichè tra i Hlttterinli in eisame s;>ic<'arnno due tipi nettaw<!nle distinti e r-ioè tm caliùro di 280 mm. circa di moggiore potcrn1a erl un cnlibro <li 2::i4 mm. <:ì1:ca tli potenza minore, clopo ampia dis<·nssione sulle cUmcm;ioni lici hcn;agl1 contro cui una tale bocca cln fuoco ancbbe rlon1to esscl'e impicgMn e su i dati balistici dei diversi materiali su affusti a rnotc. Ln.1 i qm11i mortai Clel tipo Déport e quelli della Rheinic:he )Cetnl waren. la Commissione l'erwanente pohn·ir.r,ò Jn sun prel'ercnzu sul mor taio da 2ii,J K rupr, riconoscenclo che esso posseclcrn tutte quelle cm·atteristiclle rispondenti an·impiego che se ne voleva fare. La Commissione propose anche di fornire tale materiale di rotaie a cingolo, e clovenclosi per esso adottare il tmlno meccanl<:o decise che non occorreva richiedere alla Casa Kn1pp i carri da l1·ns11orl o, wa si <lovevano invece provvedere in T.tnlia gli autocani necessari, i,ogginu~enclo che quamlo per la natura del terreno si fosse dovuto abba nclonore il trn lno meccanico, ro si dovesse sostituire con carrelli a cingolo, con slitte e con altri materiali atti nl tras1Jorto in terreno var'io. Circa i proietti da usare con questa bocca da fuoco, si deliùerò di escluder e lo shrapnel e cli adottare i proietti l)roposti dalla Krupp; e s ull 'opportunità o meno di pron redere di scudi questo materiale si decise tli adottarli stabiliendo cli t r aspor tarli sulle vettu re cli minor peso della batteria 1u modo completamente separato dagli affusti. Infine prima cli <lare l'orùinar,ione alla Casa KrUI)P, la Commissione incnricò l'Tspettorato delle costruzioni di interpellare subito tutte le Cn~e costruttrici perchè facessero conoscere le ,-,,ndizioni di prezzo e di temJ)O
-
1397 -
CRONIS'l'OHIA OJl:L
SUPREMO COKSESSO D' AH'l'IGLHJP,IA
•
1874-1915
per la provvista e ia consegna delle 6 batterie occon euti cli tah materiali, riservandosi cli prendere una decisione definitiva dopo la raccolta di tali dati. Furono qui11di interpellate tu tte le Case costrut trici, ma la Krupp che era stata l'unica a presentare un progetto per un mor taio cla_254, asserendo che nelle condizioni della tecnica d'allora era necessario ricorrere ad un matel'iale più potente come quello per esempio da 230, 11011 Yolle presentar<' più alcuna proposta relativa al materiale cla 254. P er queste rngioui il Minis tero decise cli comunicare alle Ditte costruttrici, che avevano partecipato alla precé>dente gara del JOOO, che nessuno clei progetti presentati avendo corrisposto ai nostri desiùerii, esse erano invita.te~ a presentare 1111 nuovo progetto compilato sulla base clelle esplicite condizioni stabilite in seguito alle varie decisioni prese d all'Ispettorato d'artiglieria.
Nel febbraio 1910 pervennero i !Progetti delle Case : Vickers-Terni, Armstrong, Chatillon-Oornmentr.y, Ehrhardt, Krupp e Sclineider, e nel mese di maggio quello della, Ditta Saint Oha.mond: essi furono esaminati con scrupolosa attenzione e la, Commissione Permanente degli I spettori nella seduta del 24 maggio 1910 (Verbale 111. 165), dopo aver discusso una elaborata relazione compi:1.,rativa dei risultati rilevati, concluse deliberarnfo : di proporre l'adozione del mortaio eia 260 Upo Sch neider; eh dare incarico all' I spettore clelle co struzioni di definire colla Casa oostruttl'ice l'applieazione dei dngoli; cli apportare alcu1ne modificazioni che era,no state ogg,e tto cli cli.scussione ; e cli applicare a tale m.ateria,1e il cer(~hio di punta,mento i\fod. Cortese. Allo stesso gen. I spettore delle costruzioni fu dato anche l'incarico di studiar,e la q uestione del train,o meccanico, ed al gen . Ispettore d'artiglieria da e-osta e da fortezza di studi.are e prol])orre la proporzione da adottarsi nel munizionamento tra- gra1n ate perfora,nti e grana:te-min a,. Le decisioni della Com.missione P ermanente degli Ispettori furono condivise dal Capo di S. ì,f. dell'Esercito (c-omunicttzione clel 15 giugno J910) in modo che furono iniziate trattative colla Oa~a, Schneider per la fornitura di 6 ba,t teri.f\ di mortai cli grande potenza da mm . 2GO da effettuarsi pe1.· la fine del 1912 : ogni batteria sn 4 pezzi doveva, essere dotata di 250 col1p i per pezzo. Successive trattative di carattere alll111inistrativo c;ondussero poi alle seguenti conclusioni :
-
1398 -
fL )10R'.l'AI0 SCHc'lf:lDJm DA
260
ci) consegua entro l'a nuo 191::! d i 4 batterie su 4 pe1,1,i, con mm1izion,1111ento di 200 colpi per pezzo; b) consegna della 5"' e -della G" batteria, collo stesso mnnizionamento; più un complemento di J.50 colpi l)f~r l)t~zzo per tutte li! G batterie, a lla fine cli giugno clel J.OJB; e) in corresrionsiòile cli questa lieve proroga nei termini cli consegna e dell'accresciuto numero cli vroietti, si otteueva un ribasso di L. 50 per ogni pr oietto semipe~·fornnte, di L. 40 per ogni gra nata-mina, nonchè uno scont() generale di L. 210.000.
Fig. 7/\ìl - Mortaio Sclmeicler da 260.
In cowvh1sso si veuiva così a realizzare un r ibasso di oltre L. ii00.000 sui preizi-base. indicati nel progetto e giudkati molto conveniEmt'i in rapporto a · quelli delle altre Case. Intanto poichè a lla resa dei conti la spesa colllplessiva di tale materiale iruport,wn la somma di L. 10.200.000, e cioè un'eccedenza di L. 1.200.00(l sul preventivo cli 9.000.000, impost·ato nel progralllma dei lavori straorclinarii da compiersi entro il J.Oltl, qua lora si fosse voluto contenerti tal<~ spesa entro la cifra cli 9.000~6-00 o<:correva ridurre a 2:30 i col pi per pezzo, ecl in conseguenza la Casa. Schneicler non avrebbe eonccsso le suaccennate riduzioni: rli fronte a questo dilemma il Ministero per poter mantenere integro il munizionamento del 111or tt1io elfi l!GO, s ugg~!riva che almeno in via provvisona s i limitt1sse il muniiionamento delle 7 installazioni da 120 A allor:1 adottate, riducenclolo a 700 colpi per pezzo.
-
1399 --·
CHON.l:S'L'OBlA OEJL
co~s1.;::;::;o o' /\Tl'l'lGLil::R1A
::;Ut'HViMO
•
1874-1913
~ottoposto tale quesito alla C-Ommissione Pcrwunente degli lspettori, uella seclutu del 10 luglio 1910 (Verbale n. lG1). essn alrnnanim\Lù cleliberò cli adottare per t mortai cla 2GO il munir.ion:;uucnlo cli i:luO c::òltJi vcr pcr.zo, accettando ccl approvnudo tutLi proHecl imcu l ì all'uopo proposti cln l Ministero. Come fu accennalo, fn1 i rualeriali da studiarsi per il riordinamento dl'l Pnrco d'assedio (Verbale n. HO) Yi era compreso lo studio dcll':iffusto a ruole cd a bocca tlu fuoco scorrevole per 11 morta io tlu 210, il cui progetto a llestito dalla Dlrczione Superiore delle esperienze uou era stato attuato per ragioni finanzinrie, per cui col \'erbale n. 1:;o del 21 geuualo 1909 la :;tes:sa Direzione era stata incaricata di definire un Lale studio, ,·alendosi poi eventualmente clell'inclustrin privata per l'alles~hneuto di questo aliu:sto. Le direttive elaborate dalla DireiliOne Suvcriore nel ging1Jo J.000 e sulle quali cloveYa essere impostato il complet:.1mento. cli tuie stncllo, dopo essere state discusse cd in qnalcllc parte modilicate, servirono cli norme all'Tspelloruto delle costn1ilioni per corupilare nel l!l11ggio uno i progetti cli IDassim., per tule affusto, dei quull uno era :Hl affustino. e l'altro n scorri uwuto della coda sul piastrone clel voUJel"o pc1· i l!lovime11ti in clircziouc. F.ssenclo però sorte alcune di\·('rgenze tr,1 l'lspettorat o delle costruzioni e l'Ispettorato d'artiglieria <la , costa e d11 fortezza, e d'altn1 ():trle essendo stato c:;ambiato l'Ispettore da fortezza, l'Ispettorato Generale ritenne di dovere nuovt1l!lent0. i:Junirc la Comruis,;ione l'ernwnenle per riesaminare a fondo la questione e anche per eonoscere il parere del nuovo capo dell'Ispettora to d:t costa e da fortezza . La Commissione Pcnuanpnte si riuni il J.2 no,·cu1bre J910 (Verbale n. 168) tlssamlo le cHrettive da seguire pe1· l:l costruzione elci 32 affusti destinati ))et· tale mortaio cla 210, e cloè: cornun icnre il <lisegno clel mortaio coi dati necessaril e colle caratleristielle prlnC'ip:ili clelraftusto a quelle Case iudustrlali che ave,·ano sh1bilimenti impiantati in J Lalia, atlinchè la lavorazioue non fosse uscita dal uostri confini; richie!lt•re un pre,·entivo di spesa tanto per un eseillpliire cl'afl'nsto, ehu per t ntt:1 la serie ; rlc:hiedere 111 l)recisnzione dei lhnìtì cli tewpo per 111 consegnfl; -"Celta del l)rogetto più rnntaggioso in relazione ai t re elementi: tecnica. spesa e tempo; dare commessa del priruo esempl:ne e con questo eseguire le pro,·e; determina re C'onscguentemente le ulteriori moclificazionì; e c111imli afticln re I n definitiva l:worazion~. Se non <'be in considerazione c:he il foudo di 600.000 L. stanziato in bilancio appnriYa insuflìcl(•nte e cioè tale cfa poter co1Jrire soltanto meti1 della spesa, la ComIDissione ::ippro,·ò il critel'iO <li :1cco11Lentarsi vcr il momento solamt•nte cli Hl buoni 11n:nsU. Fissate poi nello stesRo Verbale le caratteri1<t-l(·he cli orcllne generico cla seguire nella cost,:uzione degli affusti, le quattro Case costruttrici : VlckersTerni, Armstrong, Ansaldo-Scl.J.ueicler e Chantill()u-Coumientry, aderendo all'!Hvito dell'Ispettorato delle costnrnioni nresentnrono i loro progetti l quali ins ieme ai doclllnenti c.Rpllc:1tivi, nlle clescrir.ioni <' disegni <l<'i varii nffu·
-
1400
~
.AFU:,S'l'l 1:-'i,;I{ I MORTAI OA
210
ED I CAKNO.NI DA
149 :\
sli, alla relazione àelrisoettornto stesso ed al r iepilogo ùelle principali carutterlsticl1e di ta ll affusti, cla1>prima furono esaminati dai singoli Ispettori e quindi poi furono <;liscussi dalla Commissione l:'ermanente nella seduta clcl 30 mur?:o l!Jll (Yerbalc u. 172). La prcfei·enza si concrt!tò sull'affus to tipo Schneider, lllU s~ ri tenne utile !Jl'Opòrrc cli far allestire e cli provare contemporaneamente un esemplare clell'atTusto sistema Dépor t della Casa CIJ.alìllon-Commentry. E poicl!è la Casa Schneiùer av.!va presentato due dlstiutl progetti, la Commissione si pronun.ziò fuvore,·olmentc all"affusto che raggiungeva la stabilità per J I. gradi cli elevazione, per quanto un tale tipo dovesse m;sere inviato in officina per essere riclotto ad un solo corpo conico e natur almente non dovesse dopo uua tale operazione, r isultii rc comuuque menomata la resifiteuza della bocca da fu0<:o. Inrnnto il i\linistt•ro clella guerra con cllspaccio del 16 giugno 1911 comunicava elle alle cou<lizioui poste dulia Cai;a Scilneicler, con i fondL <11sponibìll non era possibile eseguire la sostituzione di tutti gli afl;usti a piaU.aror ma <lt!lle S batterie cli mortai tla 210 tlel Parco d ':usseclio con altrettnnti affusti a ruote a bocca da fuoco scorrevole, ccl 'invita.v a pertanto l'lspctlornto Geueralc cl':ntiglieria ad esaminare se non era più conYen icnte (li spernlere tuli fonti! per do tare il P:nco d'nssctlio cli alcnnc batterìe costituite da bocche da fuoco Yeralllente moder ne.
La Comrnissi o11e P ermanente degli Ispettori riunitasi per <:iò il ~O giug110 1911 (\'e1·bale n . 173) fu chiamata a rispon· clere sulle seguenti clne soluzioni relative a tale quei:,tione : 1°) o sostituir e gli affusti per mortai da 210 in numero limitato in mgioue dei fo11Cli disponibili; 2°) oppure con gli stessi fondi provvedere degli affusti a Locca, da fuoco scorrevole per cannoni da 149 A cl el P arco. Dalle considerazioni esposte dai singoli gen . I spettori, il Pre:i:>idente riassumendo le proposte fatte presentò tte cliffo. renti solu zioni della questio11e, e cioè : a) acquistare 6 nuove bat te1·ie cla 149 A, ecl in tal modo il Parco d' assedio, sarebbe risultato u;,er il 1913 costituito da : 10 ba tterie cla 149, delJe qua,l i 6 . u affusto soorre YOle e 4 SU affu sto rigiclo ; 8 batterie cli mortai da 2J O su affusti a piattaforma; 6 batterie di mortai cla 260 ; inoltre sarebbero rimaste cli:i:>ponibili 6 batterie di cannoni da "149 A su affusto rigido, ma senza munizionamento; b) acquistal'e 6 nuove batterie di mortai da 210, ed in
-
14:01 -
CROX1S'l'01!1A DEL
SUPIUJ:ilO COl\SESSO D'A1tTIG_L IERIA •
1874-1915
tal modo il P arco d'assedio sarebbe risultato per il 1913 costituito da : lO batterie di carnwni · da 149 A su affusto rigido ; 8 batterie di mortai da 210 delle quali :· U su affusti a tuote a bocca da fuoc-0 scon;evole, e 2 su affusti a piattafo rma; 6 batterie di mor·tai da 2(i0 ; inoltre sarebbero poi ancora r imaste disponibili. G batterie di mortai da 210 su affusti a piattaforma, ma senza 1.11unizionamento ; o) acquistare 4 nuove batterie da 149 A e 2 nuove batterie di mortai da 210, ed in t al modo il Pare.o d'assedio sa1·ehbe risultato per il 1913 costituito da : 10 batterie di cannoni da 149 .A delle guali 4 su affusti a bocca da fuoco scorrevole e G su affusti rigidi; S batterie di mortai. da 2J O, delle qua,l i 2 s u affusti a. r uote a, bocca da fuoco scorrevole e 6 su affusti a. pi.atta.forma; 6 batterie di morta,i da, 2GO; i noltre sarebbero rimaste ain cora disponibili 4 batterie di cannoni da, 149 A su affusti r igidi e 2 batterie cli mortai da 210 su affusti a piattaforma, tutte per ò sen za rnnni zionamento. P er la prima soluzione a) f.L maggioranza di voti fu es.presso 1parere fav-orevole, ,mentre per 'le altre due soluzioni fu dato parere sfavorevole . L'Ispettorato Generale d'a rtiglietia ecl il Ministero nel luglio e nel S(~ttembr<~ 1911, a semplice titolo informativo invitarono le Case Schneider e K!·upp a fornire clati cli prezzo e cli tempo per un'eventuale proHista d i affusti a <le-formazione per i nostri cannoni dli 149 A cla, sostitui re agli affusti rigidi. Mentre queste informazioni giunsero verso li,t fine del mese di gennaio 1912, il Ministe.ro frattnnto all'intento d i c;omiu<:iare e quindi cli continua re a sostiture con materiali moderni quelli inviati e cla invia rsi in Tripolitania, con clispaccio <lei 18 dicembre l!lll invitava l'Ispettorato Generale a voler inoltrare con la maggiore sollecitudine proposte per la fab bricazione di ·2 batterie di cnnnoni da 14!) A su 4 pe7,7,i ciascuna con affusto cl:J asseclio e cannone scorrevole. L'Ispettorato delle costrm'.,ioni a n·uopo incar irato, il t10 dello stesso mese di clicemtire r iferì che in . quel momento i soli materh1li d',1ssedio cli me·
-
1402 -
GLI AFPUSTl PER I t:A.NNON,I DA ]-1.!) A
dio calibro, su ufl'.usto n deformazione di fabbricaziol.le reccnle giil d efiniti <• pronti al tiro, erano i due LiJ)i cln 150 mm., a llestiti cli1lla Di tta Krupp e dalla Ditta l:idineicler e presentati entrambi ai Go,crui Russo e Spagnuolo n ei com:or s i da essi indetti pe r la ricostituzione elci rispettivi l oro l'archi d'assedio. L'I s11cttorato delle costruzioni forniva i11 seguilo iu una apposita Lubella i dati cu rntleristici e;;:scnziali reln ti1·i ai 11rcdetti materi ali da 150 uuu., 1101H:bè g li a na loghi dati forni ti dalle stesse Case costru ttri ~i in ris))osta alle nostre richieste -del )911 iti riguardo ad affusti a d eformar.ione da so;;tituire a quelli rigicli :sui quali era iucavn lcato il ca1mone da 149 A r egol aruentnrc. Dato ])Oi che il no:slro cannone <la 1:19 a1·e1·a una potenza considereYolmente muggiore <li qu ella dei predetti cannoni da 100, l' Jspettornto delle Costrur.iolli riteneva <:he la wiglior c :solnzjoue sar ebbe stata quella di far allestire uno <lei due mntel'iali gii't ])rogcttali per il nostro cannone da H9 A <-l1e clavm10 fondato nfliclamen to d i buona riuscita. In seguito voi acl ulteriori conisponclemic colle tlne 1:,reclctte Cnsc, alle quali si el'à no PL'ecisale le concli?.ioni cla noi richieste per il cnnn oue e cioè: pr ofi lo "i ntcnw hlentico nl nostro t ipo regol,1111entm:c; ugun ll carntteristichc balistiche; otturntor e a Yitone e aù nnello plastico, ad un solo DlOYimento; peso del cannouc. otturntore compr eso, inferiore al peso <lcl cannone itaJinno; le Case clichi:nnrono dl impegnorsi a f.ornin~ .le 2 batter ie occorrenti: la Scbnelder in quiudici mesi al pr er.zo di L. 841.000; la E'rnpp In undici me:::i al 1wezzo tll L. 8l(i.3G7, dnlla clnta ctell'orclilln?.!one e beni nteso senza il IDn nizio11amcu to. Considerato poi che i due IDnteriali si cquh·alevano e tenuto 1irese11tc elle il Minist ero a YCYa L'nccomanclulo cli evitare tutto ciò che pote,·a trndul'si i11 una proba bile perditn di tempo l 'T,:pctt or nl'o delle costruzioni propose di :lflìdare l'allestimento delle 2 batterle alla Casa Krupp colla speranza di ottenere anche tma sensibile riclnzione cli pr ezzo.
Se non che il Uinislero a,·endo con dispaccio del 26 feb bn1io 1912 ·notifi cato all' I spettorat o eh<~ le preventivate 2 battel'ie dovevano essere 110n meno cli 6, poichè trattavasi cli incontrar·e per tale provvista una notevole nuova speS{t, l'lspettorato Generale espr esse l' opportua1ità, . che tale qu<~stione fosse collegialmente e arninata daJla Commissione P erinaneute degli fapettol'i. :rnssa si riuni per ciò il 5 marzo J912 (Verbale n. 175), e tntti i membri. associandosi alle e:onclu si:oni dell'fa1pettore delle cost 1:uzioni deliberarono cli proporre al ,M inistero di commeLtere alla Casa Krnpp 6 batterie da 149 A su {ttrnsto a bocca cla fu oco sconevole, munito di scudi, con cannone ti po itali ano. I n seguito poi ad nn lungo scambio di idee e generalir.-
1403 -
CHO~ISTOHfA DEL
SU.PHEMO CONSrnsso D' All'l'IGLIKHIA
•
1874-1915
~amlo la questione in esallle e l'iferenc1osi all'esperienza del pas!Sato, la Commissione Penm.wentc ritenn e oppor-tuno cli ricl.tiarnal'e l'attenzione delle Superiori Autorità sn lla necessità che dei val'ii tipi di materiale di cui in un·epoca più o meno lon tana si fosse ipot uto p1·esumere il bisogno, ess~li non doveva essere chiamata solamente al semplice esame ed al pnl'O studio de11e caJ'attel'istiche generiche che emergevano dai progetti di massima. e dai disegni prese11tati dalle Case costrnttrici, ma che trattandosi cli maLeriali dotali di caratteri speciali e del tutto nnovi, sa,rebbe sta,to opportuno che in tempo utile Yenisse acquistato un modello definito e completo sul qua,l c poter eff'ettuare studi ed esperienze per rnodifical'lo, perfezio1iarlo, eventualmente aggiornarlo coi successivi più recenti progressi, e a,vedi così pronti allorchè fosse st[ito necessario di introdurre i11 servi.?.io J1uove artiglierie. L'Ufficio studi istituito presso l'Ispettorato delle costruzioni., avrebbe cosi avuto moclq di esplica,re effettivamente e fa ttivamente uno clei suoi principali compiti, di tenersi cioè sempre a contatto di ogni progresso e di [Potere con s~curo t:: provato giudizio indi.care all'·o ccorrenza il ti.po più moderno di mate1-iale l'isponclente [L determ.i.natc necessità. l'er il materiale nel nJiusto a defonnaziouc da 210 S commesso ::ùln Casa Schnei<kr, la Commissione Permanente degli Ispettori i;i r iuuì il 2 marzo l.014 (Verbale 11. 1SO) I)er esaminare i risultnti delle espe1·ienze s,·oltesi al Poligono di Cirié e qutndi cleciclcre in conseguenza. Prima cli iniziare l'esame dei documenti il Pr esidente - avendo rilevato che la Commissione s t1erimentatricc aveva anche ::;ollevu to la questione dell'opportunità di munire la bocca da fuoco di un ottur:itore meno antiquato, cosa che non sarebbe stata possibile senza studlnre cx-novo un'altra bocca do. .Cuoco e quindi rlmunclare a temr,o Indeterminato l'allestimento del materiale ln questione, mcntl·e viceversa urgeva provvcdeni nl più presto, - fece presente che la questione non era nuo,,a e che essa era già stntn discussa e risoluta in precedenza (Verbale n. 173) nel senso cioè che nei materiali già esistenti im·cce di sostituire le parti più costose e di trasformare le nitre, sistema per cui il mn teriale r isultante finiva per costare qn nsl quanto quello nuovo senza perultro conseguil'ne l'eflìcienza e senza permettere alcuna utilizzazione del vecchio materiale cosi sostituito, era indiscutibilmente più convenient e cli provvedere sewpre m~teriali completamente nuovi. Il Presidente a,:rgiu nse che pertanto speciali ragioni contingenti . non
-
1404 -
l'HOrO::i'L'l-: l' J,;tt L' ,\D0:1:JQr,;E DU.:I M,\TEHL..\f,I OA
210
S.
pcnnellev:rno in quel momento cli accettar e il sun-ico1·clato parere e <Juimli non era possibile di- uniformarvisi in guesl~1 sl)cciale circos ta nza.
EsawiHata qui ndi la diligenLe r ehl.zio11{~ della Comm is sione sipe1·iruentatrice e tutti i documenti allegati, la Commissione l 'er1Uaa1ente ùegli lspettorj 1·itcnue che le pl'ove sYolte nel cori;;o delle espcri·em~e ,wcvano cl iruostrato come il materiale da 210 S soclclisfacern alle condizioni pratiche cli stabilit.'1, n el tiro, e ùi J'esisteuza sia i,1,l til'o che a,l traino. Il matcdale ,·enne quindi dichiarato adottabile e ful'ono accettflte le segu en ti pr oposte clell' l spettote ùellc costru½ioni: di notificare alla Ca a Sch.ueide1· le modificazioni relatiYe all'affusto; a1l'Officirn1 cli 'l'ol"iuo le modificazioni reh1,tive alla bocca cltL fno00; ed 11,ll' Arsenale di 1'orino le moclifica1.io11 i 1·eJative al caneggio. l'uron o pure accettate le proposte dell 'lspettore d' a1·tig)icriu, da, costa e da fo!"te1.za, di segnala1·c cioè al :Ministe1·0 la necesi;;ità cli ,procedere subito alla costruzione di quelle parli per le qua.Ji Hon si erano i111di-catc modificazioni. Successivamente il 18 giugno 1914 la Commissione P ermanente cl,egli I spettori. si r iunt nuovamente (Vel'bale n . 181) per esamfarnre i doc:nmenti relatiYi alle prorn di una sezione di cannoni da 149 K.A.L. /36 su affusto a l'uote a clefol'ma zione, pro1'e che e1·nno &tate svolte clal J 3 gennaio al 19 maggio di qnell'anno. I vn ri a 1·gome111:i t l'attati in tale Verbale ric hie!lcYa110 cliverse :;;pecie di prov,·edimenti, e pote,·ano cosi 1·nggruppnrsi : A) quei,:: tioni che, portando vn r in nti a i p:,tti contrattuali, er:1110 rli strett:1 cc,mpctenza del liinistero; fl) inconvenienti d i g l'nve enti tà cli c o<'coneva eliminare, e clell,1 cui ellminnzione era necessario assi<'urarRi con opportune proYe di tiro e di traino ; C!'J incom·cnienti cli lieYe entilù, alla cui <!liminM:ione la Casa Krupp ()òtevn pr ovvedere clirettnmente. P er quanto concerne,·a le ciueslioni r elntivc ni materiali elencati a l comma A), nel eccezione d i quella che si riferiva all'ordinazione del numero cl<>i cannoni di ricambio, tutte le nitre non r ivestiv3'l.)O caratter e cli pa r tlcolnrc import:inza trnttmtdosi di poC' h~ e non costo~i mnteriali <1.t adottarsi in quantità con'l'cnientc per a~!'llC'urare i l buon servi;,,io delle batterie. Tn cinanto alle quci;Uoni relntive ns;:li inconvenienti dei materiali. eleo-
-
140:i ·-
CUO);ISTOHIA l: II L
:olJPBEhlO CONSESW U'AR'UGLI EHL\
-
1874-19}5
cate nel comma U) la Commissione degli Ispettor i esJ)resse il parere che le prove relative potevano in _parte essere eseguite a gssen sotto la sorve. glianza della Commissione coHaudatrice italia na alla quale avrebbe don1to essere aggregato un membro tiella Commissione SJ)erimentatrice che doveva a suo tempo contiuuare le J)rove in Italia sovratutto in ordine al traino meccanico, prove che nelle precedenti esper ienze avevano avuto poco sviluvpo, e completare le altre relative all'impiego del ma teriale in montagna. Infi ne per gli incom enienti di lieve entità elencati al comlll:i G), ln Commissione cl egli lspettori aveva piena fiducia che essi sarebbero stati elilllinati dallrt Casa costruttrice dura nte le lavorazioni, e elle ad assic ur arsene er a sufficiente l'opera invigilatrice (lella Counuissine di collaudo inviata pn~sso hl Casa Kr upp, ta ntoc:hè qui ndi non occonevano ulterior i prove specifiche da fnrsi in Italia al r iguardo. Una l<i(le fu voi tri butata alla Commissione sperimentatrice per l'attivi tà, lo zelo e la competenza con cui era no stllte condotte le prove, <! specialmente al geu. Luciano Bennati ed al col. Andrea Caorsi che Je aveva no dirètte. Il 3 settembre 1914 la Oomn1issio11e degli Tsvettori si riunì per esnminare l'esito clellc vroYe eseguite <:ol mortaio da 260 S e a ta le secluta prese par te :.inche il gen. nennat i. Discusse e vagliate t utte le questioni sulle guali interloguir<lno i va rii Ispettori: constatato che fra le clivetse opinioni mti nifestate non esistevano divergenze sostanzin li, rilevati i motivi pei: cui non era possibile ar1clivenire alla rescissione clel contratto, consideri1to che era clel maggior interesse nrnnit·e nel pili breve tempo 11ossibile il P arc:o d'assedio cli uu J.Uor taio cl i granr1e 11otemrn., mentre per concretarne uno cli tipo nuovo sarebbe occorso molto tempo, e considerato ancora cli non poter trasc urate le C<)11seguenze fi nanziarie derivanti dagli impegni assunti in proposito, la Commissione Pennnne11te clegli Ispettori deliberò che. quantuuque il materiale non soddisfacesse appieno alle condizioni contrattuali, esso poteva essere ·proficuamente emendato e guindi ripr esentato a nuove prove, sicchè <lgni • giudizio definitivo venh·a riservato all'esito finale delle prove stesse. Inoltre la Commissione cleliberav.a èhe a clistan,1-a dl t re mesi dalla data ùi comun icnione dei rilievi contenuti nel Verbale n. J82, la Casa Schneider dovesse presentare il imovo esemplare cli mortaio, modificato in tutte le sue parti compresi i cingoli, e che, una volta accettato il materiale modific:·1to in seguito n nuove esperienze è1a effettuarsi in Italia, la Casa J)redetta· si impegnasse a consegnare 2 batterie ogni tre mesi a partire dal giorno dell'accettazione del materiale. Se non clt<~ a seguito di un colloquio provocato dal Ministero della Guerra tra il gen. Presidente <lelln Commissione Permanente degli Ispettori, il sig. Da\1 ies rappresentante della Casa Scltneicler, ed il cornrn. Pio .Penone rnppresentante della Ditta Ansaldo, il sig. Davies rilasciò una dichiarazione scritta colla quale, a conferrna delle proposte verbalmente enunciate, la Casa Schneider si. dichiarava pronta a consegnare nel
.:.... 1406 -
"(l'i g . 7~,-1 - ,~•.,-11,•ll<llle cl:t J-10 K . A.
-
l -!07 -
14:::fi.
CJ:O.'.\'l::lTOHT,\
DEI.
~Ul'HE ;\[O
CO SS1~8~ 0
D' ,\H'l'I G Lli·:lUA
1874.-1915
più bre ,·c termi ne vossibilc le '1 bnttcri e che era no in cor so di Ja vor:.1zlon(,) i11 Fr:rnciit, ma senza :11Jpor ta1·1·i mod iticazloni tnntocht: tali wateriail sarebbero stati cons<•gnati nelle stesse con clhdoni in cui s i trovavano i urnteriall già provati; lllentrc a s ua ,·olta lit Casa Ansu lclo s·i impegu'.'l euLro il 15 dicembr<' di quell'anno a sostitu ire nell'esclll))lare che er a stn to pro,ato: le nwte, ln snla e le pialt,1formc a cnnale (lebitameute irrnbustHc, e t1 d overnre surc•ci;siY;tmentc tali sostituzioni uci materinli delle bntterie ma11 mauo t he ques l('. sar ebbero ,-tnte <'onsegnn te dalla Ca sa Sclrneider.
- --,
~ '
'
J.1uvostn t·a la t,tuestione iù questi ter mini. la Colllmi,-sione ùegli Ispettori si riunì li 2(3 ottobr e 1914 per decldel'e ln meritò, e dopo un a dettagliata disamina cli tutti gli argolllcnt'i, (Verlml$) n . 1s::) ud un:rnin1ità cli pareri giiu:;;e alla <:onclusion c di accettare l e proposte clt'lla Casa Sclmeider, .fissando il 11e1·iodo di te1111Jo necessario al completnu,enlo ed :ilh1 consegna delle bat t<•ri e nei limiti seguenti : la J• battel'ia tti pr imi d i gen11:1io 1915 la 2a · bn tteria all n Une di gen11;1io 1915 la 3• bnt t.cria ver so 1::i metà di lll!l 1'1/.0 lffl 5
la -l" batteri a al principio del me,;c di aprile 1915.
luoltre ,·em1e deciso: che olh·e 11Jlè :::2 rn otc ed all<: 10 sole cbe sarebbero l'' i,I~. , c,.; - l'io Pen om'. f-t,1lc rinforzate in H a lia dnlla Cas,l Anl'alclo e clnJl:t Ditta :Macchi si sarebbero clon1le allestin• e co.o:;cgnat·e a lmeno 2 ruote ed 1 saln d i riserva per butteria; elle durante la costruzione delle 4 batterie nl Creusot si sarebbero <lonlle a [lr;ort-:i.1rc le possiblli mocl i.ficazioni secondo alcune 1iroposte contenute nella r elaz ione della Commissione speriiuentalrice, 1J11rchè però ta le opcr azioue n on fosse stata causa cli ritardi nclln consegna delle 4 batterle ; che infine, se e qu arnl o l ' Ai111Uinistrazio11e mili ta re l 'avesse i iudicu to opJ)ortuno, le b:1tte1·ie stc;:se snr ebber o s tate r icouscgnalc alla Casa Schneicler 11cr f;1n·1 apJ;ort:1 r e 1·ntte k ul terlori modificnzion i, compr esn l'npplicnzion e (l\'i cingoli nlle rnote . La fornitura dei 1m•cìetli rnort:1i <ln 2GO S. era In prima ordinn7.ione che n iniYa fa!'tn nlla C:rna Schnei<IN' dopo gli· accordi concllin,:i. dnl fratelli l\fa rio e Pio l'en om• della Casa Ansaltlo co11 la l)itta s unnominata. Il
1408 -
ACCE1vJ'AZI0:s'E DEl :MA'l'EnIALr DA
21 Ù
S 11 DA
14!)
K
L/3(j
1Iu1is ter o tlella Quena sot:111ziahuente csigev:1 un certo alleggerimento dell'affnsto per poter J>ortarc tali artigliel'ie in montagna. Il signor Da,ies rap11resenta.'.1le della Schneicler 1'cce osRe1·v:ue che l.:'tle a llegge1:huento avrebbe, all'alto dello sparo, camsato un salto dell'arma, a\'vertcndo quindi che tale richic,;la modific11:,;io11e veni.va accettata soltanlo a concli?:ionc cbe nel contnltto si rinunziasse alla clausola della 1icdetta stabilità deJl'arma: e cosi fu fntto . Se noncllè alle prime prove di collamlo essendosi con:statato uno spostamento . àell'nffnsto fu cla tal uno J)roposto di rifiutare l'intera fornitura, ciù che la Schnciller a vrebbe atcettnto per passare tali lllateriali al proprio paese. lntcnenne aJlora per;;onalmcnte 11 Cano <li S.M. generale Cadorna, e fu cosi che la fornitura venne accetrnta e tali mo1tai poterono in guerra rendere segnala Li :servigi.
Compiuti i pi-estabiliti n uovi esperimenti relati.vi ai materiali per cannoni da 149 A Kru pp ed ai mortai da 260 Schneicler, la Commissione Permamente degli Ispettori sotto la data del 16 mar zo 1915 (Verbale n. 184) si riunì nuovamente per esaminal'c e decidere sul risultato degli esperimenti stessi. In riguardo al materia,l e da 149 A, dopo bl'eve cliscu ssione, considerato che esso già nei iprecedenti espedmenti aveva dato ottimi risultati, e cbe in merito al risultato degli ultimi nulla vi era da osservare, la Commissione espresse Favviso che le modificazioni introdotte rispondevano allo !'lcopo e che quin di tale materiale ern da accettarsi colle modificazioni concreta,te ed introdotte nella sezione di prova. Per n materiale da 260, dopo ampia discussione la Oommis ione Permanente ammise concordemente che se le prime esperienze aveva,no posto in luce difetti non lievi, queste ultime avevano dimostrato che taluno dei difetti stessi per effetto delle modi:ficazioni in seguito apportate, o erano stati eliminati (saJa) o riuscivano molto ridotti (ruote d'affusto e piattaforme a crunale) sicchè era da, ritenersi che gli incon ,erlienti, rilevati in queste ultime prove di tiro e di traino erano da attribuirsi 1P°iù all'impiego di cariche eccezionali che a deficienze intrinseche del materiale stesso, tantochè se nel suo complesso un tale materiale non presentava quell'insieme armonico ed omogeneo che era desiderabile e che si sa' rebbe potuto e dovuto pretendere in un materiale di grande potenza studiato a nuovo: esso era tuttavia tale da soddisfare -
]409
~
CRO~ I S'.l'OHIA DEL
SUPBEM.O CO~SE~SO D'AHTIGLIERIA
•
18'74-1915
abbasta,nza, bene alle esigenze dell'impiego pratico che gli era riser·yato, sempre quando si tenesse conto delle raccomandazioni form ulate nello stesso Verbale n . 184. l•; pertanto in ùase l:L tali considerazioni la Commissione ritenne di proporre l'a.cc-e tt,:i zione dd materiale ' da 260 alle eondizioni seguenti. : 1°) -che negli allestimenti. in corso la Casa costruttric<1 avesse per . quanto possibile eliminato gli inconYenienti lamentati e ~eginalati nel precitato Verbale n. 184, senza iperò addivenire ad altri e.sperimenti e modifì.ca.zioni, e quindi evi tando qualsiasi ritardo nella corn~egna; 2°) che nell'impiego del matedale stesso si clov,esse far ricorso il meno possibile aJle cari.che massime, le quali provocando un maggiore tormento erano causa di def.ormazi.one permainente; e che, laddove fosse sta to possibile, a r endere gli effetti di tali tormenti meno sensibili e per ciò meno dan nosi, conveniva, astenersi dall' impiegare il materiale in terreni di eccesshra durezza,, preferendo quelli più adatt i e dotati di una conveniente elasticità, a favorire la qua,le bi$og01a,va ~ervirBi cli ad eguati mezzi di circostanza.
f
,,
(.
1
I § 9.
Questioni riguardaNti le artiglierie da difesa = .Modifiche dei materiali esistenti e studi di materiali nuovi nel 1901 = Organizzazione difensiva della frontiera ovest = Studi e pro= getti di scudi di protezione per parte dell'Àrsenale di Torino e della Direzione Superiore delle esperienze = .Modificaz ioni nei sottaffusti da difesa in barbetta = Adozione di ripari in lamiera e di dispositivi per protezion-e di ~ffusti ridotti a perno centra= le = Studi e progetti dell'Arsenale di Napoli = Studio per ripari in lamiera destinati al materiale da l,70 montagna = Estensione degli studi per il materiale da 87 B e da 75 A = Studio di un casotto di riparo per ufficiali = Osservatorio corazzato del co= lonnello del genio Giovanni Zanotti = I casotti corazzati. Proposta di armamento dello Chaberton con cannoni da 152 A = Progetto di un cannone da 1 55 A = A rmt-tmento della
- - 1410 -
I
I
!
~
LE :MOOili'I CAZ!O:Sl E GLI STUDI Pl!; R I MNI.'J,;RI AL I D'ART I GLIERIA
batteria Paradiso con cannone da 149 A in pozzo = Studi e pro, getti del gen . Grillo , Esperimenti eseguiti a Ciriè sull 'esempla, re con copertura pesante = Lo studio dell'lspettore da costa e da fortezza sugli effetti dei tiri obliqui = Le proposte di acquisto di cupole dalle Acciaierie di Terni , Trattative colla Casa Arm= strong per adattare l'installazione alpina da 149 A in opere in pozzo = Riunione della Commissione Permanente presieduta dal Ministro della guerra sen. ing. Casana , Le commesse agli Sta= bilimenti d'artiglieria, alle Case industriali per gli aumentati armamenti = Ventilatori e scudi = Commesse alle Acciai.erie di Terni ed alla Ditta Armstrong = Le nuove proposte della Casa Schneider. Studi e proposte per l'armamento di M. Ercole e di Col Pie= colo , Proposta Bisso per freno automatico = Tipo di installazio= ne in pozzo studiato dall'Ispettorato delle costruzioni , Studio di un secondo progetto perfezionato , Installazione per canno= ne da 120 A.L. = Proposte della Oitl:a Armstrong. Artiglierie da 87 B in posizione difensiva ~ Studi per l'ado zibne della granàta torpedine , Installazione dei cannoni da 87 B e da 75 A in 'p ozzo ed in casamatta. 0
Per quanto rigua rda le •.1rtiglierie da difesa, prescindendo dalle antiche e primordiali questioni sorte in loro confr()nto e limitando il n()stro esame al periodo 1901-191.4, è a ricordare che la Commissi()ne Permanente degli Ispett~rl llella seduta dell'll ottobre J.901 C()l Verbale n. Jl si occup<> di alcune ìuocti.ficazioni ai materiali d'artiglieria esistenti e .degli studi di quelli nuovi. Si trattava di risolvere alcuni problemi· affiorati daglì studi fatti dù una speciale· Commisi-i()ne relativamente all'organizzazione difensiva della frontiera ovest nel tenitorio dipendente dal I Corpo d'Armata, problemi che il Ministero in data G maggio 1001 sottopose al giudizio della Commissione degli Ispettori M i scguellti t.ermini : 1<>) determinazione cli speciali installazioni per cannoni destinati ad arma re batterie in caverna; 2<>) necessità di avere un affusto per mortaio da 21 permettente un gran settore cli tiro, e cli un affusto a ruote da impiegarsi con rotaie :1 cingolo; 3<>) necessità cli speciali installazioni per quei cannoni che non consentivano cli essere incavalcati su affusti o~renti la protezione dei serventi; 4<>) necessità di un osservatorio corazznto in tutte le batterie armate con torri corazzate.
La Commissione degli Ispettori dopo aver esaminato i precedenti del complesso pr,oblema e discussi i singoli punti del questionario ministeriale, fece le seguenti proposte :
-1411 Jl2
.
CHON'ISTORJ..\ DE'L SUPUI•:MO CONSESSO D' AR'l'IGI,IElUA
1874-ll:115
a) per l'installa.zione dei cannoni destina.ti ad armare
batterie in caverna r·ivolgersi alla Casa Grilson (Buckan) la quale poteva essere in grado di soddisfare f:L tutte le esigenze: del momento ; " b) per consentire ai mortai da 21 un grandè settore di tiro, oome provvedimento ,d'urgenza continuare gli· studi e sollecitare i lavori per definire al 'più presto l'affusto con sottaffusto a molla già progettato daUa Direziòne dell' Arser1ale di Torino per la batteria del M:. Po; continua.re poi nello stesso tempo e spingere innanzi alacremente gli studi per dotare il mortaio da. 21 di un affusto a ruote, al quale si potessero applicare le rotaie a cingolo ; e) circa la, protezione dei serventi dei cannoni che non si potevano incavalcare su affosti soddisfacenti a tale condizione, la Commissione J:>.c rmanente sospese pel' il momento ogni decisione in attesa ,che si completassero gli stl,di in corso e si concreta,ssero progetti definitivi al riguardo. In proposito devesi ricordare dm colle artiglierie da assedio di medio calibro allor a in servizio, col tiro a shrapnel dell'attaccante anclie da grandi dista nze si potevano raggiungere l"is ultati tali da far sorger~ 11.1 necessiUt <li provyedere al riparo dei serventi delle bocche da fuoco della difesa installate in batterie in barbetta , per evitare cl1e fin dai primi istanti non venisse paralizzatr, l'azione della difesa stessa . ln base a ta le concetto il Ministero avendo alcuni anni prima dis posto elle presso alcuni Stabilimenti d'artiglieria e dalla Direzione Superiore delle esperienze si effettuasse 19 studio e la compilazione di progetti tli affusti cla difesa per cannoni cla 15 A.L./ 36, suggeri ch<~ fra le va r ie, caratteristiche si includesse anche quella <'li una coP-venicnte protezione del materiulP. e dei serventi. Se noncllè tali 11rogetti esaminati a suo tempo dall'Ispettorato d'artiglieria da costa e cla fortezza nouchè dall'Jspettorn.to delle costruzioni es. seuzialmente in relazione al problema della protezione, r~on furono rico·~osciuti rlspoudenti allo . scopo non riscon.tran<'losi in essi nna prontn e pratica soluzione. Intauto le manovre di Susa del 1899. avendo dimostrato l'urgenza cli addivenire ad una definizione in . proposito·, nlroeno per qua nto rifletteva le nostr e batterie in barbetta armate cli cannoni incavalcati su affusti eia difesa, èd a tale concetto e$sendosi nÙiformate quasi tutte le speciali Coll)missioni locali che avevano atteso ngli studi per concretare l'qttunzione · dei criterii direttivi per la difesa dello Stato stabiliti dalla Commissione Suprema cli difesa, il Ministero con precedente dispaccio del 4 maggio HJ-01 aveva. sottoposto all'esame della Commissione Permanente clegli
-- 14J2 -
LA I'l<O'.l:EZIOX!': PEH L!ti ARTl GLlERlE DA DH'ESA
.Ispettori ìl seguente doppio quesito: dec idere per prima cosa. sull'effettivo bisogno di ottenere uua tale prutfizione, .e deterrninore <Juincli poi l'estensione ed 1 limit i cla darle, ed infine il modo più conveniente per attua rla. Ma prima ancora che il Ministero nel maggio del H>Ol sottoponesse ripetutamente sil'l'atto problema all'f!S,.tlll<; della Connuissione Permanente degli Ispettori, l'Ispettorato · Genero le <l'artiglieria su invito dell'Ispettore Generale del genio. aveva fatto eseguire lo studio cli scudi da applicarsi ad una batteria dello sbarramento di Val Cesana, ecl erano ol riguardo stati compilati due progetti: uno dall'Arsenale cli Torino e l'altro dalla Direr,iene Superiore delle esperienze. Il primo tipo ideato dal Direttore dell 'Arsenale di Torino col. Lorenzo Sollier presentava qnalche complicazione; ma, a parere clell'Ispettore da costa e fortezza, offriva pure . una protezione quasi completa del personale senza aumentare notevoln1ente la super.6.cie del ma teriale e!<posto ai tir.i , mentre due t ipi ideati dnlla Direr,ione Superiore delle espcricnr,e, e poco d il'Eerenti l 'uno daffaltro, se appariva no cli più facile attuazione non si presentavano però immuni da varii difetti.
In relazion e pertanto a tale questione la Commissione Permanente degli Ispettori si era, già, riulllita 1'11 ottobre 1900 '(Verbale n . 10) deliberando cli proporre al Ministero che, in ba.se ai dati già , 11)ossedut.i ed ~1 quelli che si potessero rac,cog·liere cirea le esperienze ·esegui te in proposito all'estero , venisse determinata la qualità e lo spessore delle lamiere più adatte a f.ormar,e ripari contro il tir;0 .a shrapnel e che, una volta definita la làmiera da adoperare, i due succitati sistemi di protezione si applicassero entr~tmbi a 2 affusti da 15 per sottoporli a, prove ipratiche di servizio sia per pezzo, che per batteria. Ultimate poi ta1i prove e modificati eventualmente i clue sistemi secondo le esig,enze del servizio, si doveva passare alle prove di un vero e proprio tiro a shra.pnel contro cli essi, per giudicare delJa resistenza delle la.miere e della maggiore o minore efficacia della protezione dei serventi, rappresentati da sagome cli legno . Àp1Punto in riferim{~nto a questi studi ed a, tali prove la Commissione P ermane·n te degli Ispettori in una successi.:.va seduta (Verbale n. 11) aveva, proposto che studi e prove ve.n issero spinti ava,nti alacremènte in modo da. definirli nel più breve tempo, .e d aneora nelle sedute del maggio 1901 aveva confe:r.mato tali sollecita7,ioni. In riguardo poi alla questione con templata all'art. 4°) del -
1413 -
c.;UONIS'l'OnIA 01.sL
SUPI0.:1110
COXSESRO
D'AU'l '!OLIEIU.\
•
1874-1915
dispaccio ministeriale del 6 u111ggi.o 1901 riflettente la necessità di un osservatorio corazzato per le batterie armate con torri corazzate, la Commissione P ermanente decise che essa • dovesse essere risolta, caso per caso, in base alle confuioni speciali in cui si sa,r ebbe trova,ta ogni batteria per riSII)etto al terreno cir costante ed all'azio11e che avrebbe dovuto esercitare su di esso. Ritornando sulla questione riguardante la tlrotezione dei serventi, è n rile,are anconi che la Direzione Superiore delle esperienze, seguendo h~ direttive della Corurulssione Permanente, continu<) gli studi relatlvi e dopo ripetute prove sin da ll'ottob1·e 1902 prescelse la lamiera d'acciaio al nickel, dello spessore di 6 mm. : con questa lamiera si costruirono i ripari applicandoli a 2 nffusti da difesa da 149 G., uno del tìp0 Direzione Superior ~ delle esperienze e l'altro del tipo Arsenale di Torino con maschera in lamiera applicata alla parte superiore del pnrapetto. Con tali affusti, installati nella batteria Duca d'Aosta al Campo di Ciriè, verso la metà di· uprile 1003 si prO<'edette alle pro,·e in servizio dei pe-..1zi allo scopo di constatare i possibili int:o nvenienti cui poteva dar luogo la J~resen;r,a degli scudi sugli affusti, e, dni risult:1ti delle espc1·lenzc trasmessi all'Ispettorato Generale nel maggio 100:!. si 1,otè dedurre che entrambi i sistemi rispondevano abb:i~tanza bene allo scopo e presentavano degli speciali vantaggi: quello della , Direzione Superiore per pi ù lìPiccati requisiti in fa,ore della semplicità del servizio, e quello dell'Arsenale per una efficace protezione dei serventi : sia~ l'uno che l'altro pres,mtavauo però clei pil'c:oli clìfetti facilmente eliminnbill e che furono poi effettivamnte elirninat L Si passò cosi al secondo periodo di esperienze eseguendo dei tiri a shrapnel a vnrie clistnnze non solaruc nte contro i 2 aL'Custi muniti di riparo, ma per ritgione di confronto anche contro 1 affusto da difesa d:1 120 senza riparo: da tali esperienze ln Direzione Superiore mentre ne ò1!dusse ebe il tipo d'affnsto concretato dnll'Arsenale cli 'l'orino offriva maggiore protezione e con esso si raggiungeva lo scopo cli mettere completamente al sicuro i serventi, trnnne il puntatore che però rlninneva esposto al tiro soltnnto per brevissimo tempo, rilevò che questo lieve inconveniente non poteva in alcun modo essere eliminato. L'Ispettorato d'nrtiglieria da costa e cln for ter.za rilev<) pert:a.nto che i tiri eseguiti non ernno troppo concludenti e propose quindi che se ne facesse un'altra serie n grandi distanr.e allo scopo- cli arrh·are· a risultati più :::icuri, ma l'Ispettorato Generale, mentre scartava la proposta cli ulteriori Uti·, ordinò alla Direzione Superiore delle esperienze cli riprendere in esame il diario delle. esperie117,e di tiro già effettuate, e dn un tale esame, coi nlllggiori dati raccolti , ed illustnlti, si potè conclude1·e e confermare che per i due tiri alle maggiori dis tunze (3.500 metri e 5.000 melri) con traiellorie piuttosto cun·e. l'nffusto tipo Arsenale · risulta,a il migliore non avendo
-
1414 -
LA_ P ROTE%l01' 1~ Pl<)I! LE .\lt'.l'IGLlBHirn llA Dll<'ESA
avuto ak uua s agoma colpit a, tantoellè la Counuissionc P ermanente deglì Ispettori riuni tas i il 2T giugno 1904 (Verbale u. ùtì) ne propose sen'altro l'adozione. Successivamente (diéembre J.!:JOj) l'Isvcttore. Generale (] 'artiglieria incar icava l'Ispettore de lle c·qstruzioni di. f,al' metter e a llo studio presso l'Arsenale~ cli Napoli le modificazioni da introdursi nei sottaITusti da d if er;;a in barbetta e n ei r elativi paiuoli in mur atura per ridurre a perno centrale le ·1nst:Ùlazion i in que l le 0JJcrci ndle quali interes,::avn non soltanto di est en d er e il settor e orizzu ut,ile di tiro, m a a ltresì cli i·estringer e le piazzuole clan -
Fig. i i3G - Espel'ienze al Campo cli Ciriè contro scud i di lamier e d\tcc:iaio.
do alle trn verse uu andn rn ento concentrico- all'insta li azione e rnccorchlùdole col pnr:.1fJetto in modo da fot·ma ni come un 1)07.ZO, allo sc:opo .di · accrescere la pr otezione del ·personale . Coropi1;1t o il progetto il Ministe\·o su proposta del!' Ispettorato Generale ((]ispaccio del 26 apl'ile l!JOG) ::tpl)rovò le modific:1zioni ideate, le quali, u na volta attrwte in un sott:1ffusl·o in barbett a del n. 8 e sottoposte a pr ove di tiro, dic~c:l ero fa YoreYoll l'isultati. Risolto il problema rlclln. riduzione. a perno centrale degl i affusti ·da
l4Hi
CHONlS'l'OlUA DE:L
SUl:'Rll)ì\JO CONSESSO D' AU'rIGLlElUA
-
1874-1915
difesa in barbetta, interessava di apvlicure agli affusti così trasformati un sistema cli ripari in lamiera e di dispositivi cli protezione, analoghi a quelli adottati per gli affusti dello stesso modello JJ1a . a perno a nteriore (Verbale n. 66), per avere un'installae.ione pi.ù economica cli quella in pozzo con cupola girevole, e tale da potersi destinare alle nuove fo rtificazioni ,allorquando bastasse di essere riparati dai ti ri a shrapnel e cli fucileria. Dal progetto compilato in proposito dall.' Al'senale di Kapoli risultò che i ripari e le varianti n,i cong<.'g ni, adottati nell'affusto a perno anteriore (Verbale n. 66) avev;mo potuto . integralmente introd~1rsi nell'atl:u:;;to a perno cent rale, eccezion fatta per il congegno di direzione c~e a veva dovuto applicarsi alle rotelle anteriori del sottaffusto, a nzichè a quelle posteriori.
La Commissione Permanente degli Ispettori riunitasi il 14 dicembre Hl07 (Verbale n. 121.) espresse par{~re favorevole
circa l'a dozione delle modificazioo.1i concretatf~ per ridurre a perno centrale l'a,ffusto da difesa per_ ca,nnoni da 14~ G in barbet ta ; approvò il progetto di ·massim[L dei ripari e dei dispositivi da ap1plicare a tale affusto una volta ridotto a perno centrale : e finalment-e espresse il parere che la lamiera d'aèciaio al niekel ùi tali ripari dovesse avere lo spessore di. 6 mm. così come si era stabilito per i ripa,r i da applicare agli affusti a perno antei:iore (Verbale n . 66). Anche per i cannoni da 70 mont. in ap1Postamenti difensivi -e ra stato dato incarico alla Direzione Superiore delle eSfI)erienze di studia.re un riparo in lamiera, ma poicbè una volta costruito e sperimentato venne rilevato che esso non poteva usarsi che in terreni relativamente piani, la, Direzione Superi.ore ne ideò e costruì un altro tipo composto di due la miere distinte (spessore della lamiera 5 mm.) , da disporsi a guisa cli mantelletti sul davanti clel p,ezzo, distanti fra loro cm. 40 e sostenute mediante puntelli. Per riparare poi il personale ed il materiale in corrispondenza. él.el [Jredetto intervallo di circa 40 cm. si provvide coll'aggiunta di due altre lami ere larghe 50 cm. -e munite superioi·mente di ganci per poterle appendere ai · mantenetti e coprire così il vano esi stente : tale riparo opportuna1nente speri mentato comprovò che 1per esso il person.:;Lle durante il servizio del pezzo era abbastanza bene defilato. Contemporaneamente la,, Direzion e Superiore delle esperienze era stata incaricata cli studiare un antLlogo riparo p€r -
1416 -
LA l:'IW1'EZ10:\ E l'I•:R L E ARTIGL JEIUE DA DIFESA
n cannone da, 87 B, ma dal relativo progetto, del tutto simile a quello da 70 mont., emerse che esso mentre non era di suflkiente riparo ai serventi, rendeva t roppo visibile la, posi · zì,one dei pezzi. Da pa rte della Direzione Superiore si impose [Jer ciò la compilazione Ùi un nnovo progetto di ripari, di dimensioni alquanto minori di quello precedentemente ideato. La Commissione Permanente degli Ispettori riunitasi il 13· giugno 1908 (Verbale n. 139) si dichiarò favorevole all'a.do,1io11e tanto del seconcl,o modello di riparo ooncretato per cannoni cfa 70 mont ., <ruanto del secondo modello concretato per il cannone clai 87 B, proponendo per q uest'ultirno una sola varia1ite suggel'ita dall'Ispettore delle costruziQni. In qnesta, seduta la, Commissione Permanente propose poi ancora che anche per il ca1T1none da 75 A in a,PIPosta,menti clifonsivi si prQgett.asse e si CQStruisse al più ll)resto un riparo in lamiera a nalogo a quello da 87 B.
Parallelamente agli studi sui ripari in la miera per affu 1:ti cla difesa in barbetta, si era riconosciuta la convenienza, cli iniziare e di conclurre amche quelli riflettenti un casot to in lamiera, per riparo. degli ufficiali, ma all'epoca in cui tale proposta, era stata fatta (Verbale n . 66 del 27 giugno 1904) il ,progetto del casotto, in elaborazione presso l'Arsenale di Torino, non era stato ancora completato, e solamente due anni dopo '(28 giugmo 1906 Verbale n . 94), dopo essere stato esami, na to dai. singoli Ispettori dell' A rrn.a, il progetto stesso potè essere discusso cl.alla, Oommi.ssione Permanente degli I spettori. ehe lo approvò 8uggerendo alcune poche modificazioni. Anche iu quell'Eipoca (luglio lHO(>) venivn sottoposto :,tll'esame degli Ispettori d'artiglietia un ti po cli osservatorio <:orazzato girevole icleato da l t·enente oolonnello del g<inio Giovanni Zanotti e cbe l' Ispettorato Generali'? rlel genio propone,·a cli sperimentare nell'allora costruen<la Opera a cupole corazza te di :.f. Ercole. Ln propos ta in linea <Ìi massima fu riconosciuta OLJPOrtuna, crl il vrogetto che l'Ispettora to del genio aveva fatto compil1:1re suggerendo alcune modifiche nei Jinrtieolari per rendere più agevole e sicuro il funz ion:irnento
-
1417 -
CUO~ISTOIIIA DEL SUPRE~lO COXS ESSO D'AHT!G LIERIA
•
1874-1915
degli osserrntorii, fu portato all'esame della Uommissione Permanente degli Ispettori d'artiglieria nella seclula del 14 marzo 1007 (Verbale n. 108). :Kel progetto in esume la postazione del casotto girevole era s tata stabili tu nella considera,1ione che esso <lo\·esse esseu:>,ialmente sen·ire quale posto di comando un7.ichè come un vero u pi:oprio osservatorio 11er il tiro ed era :rnzi fatlo rilevare che agli osse1Tatorii propri:imente detti si sarebbe poi provved uto ullorchù fossero corupiuli gll studi per l'organi7.zaiione del ti1·0 preparalo : tenuto conto di quesla particolare destinazione del casotto ideato dal col. Zanotti e clella speciale conformazione del terreno circostante all'Opt?rn cli ì\I. Ercole era stato proposto cli collocare tale osservotorlo girevole in prossimitù clcll'OJJcra stessn. Ma sulla opportunità clell'ubicuzione predetta crnno state sollenlle eccezioni, prima dal Coruanclo clel genio nel rapporto che accorupagunvu il pl'ogetto, e poi dagli Ispettori d'artiglieria In seguilo all'esnrue preliminare clel pro~etto stesso : tali rilievi r iflettevano la facilith con cui l'osservatorio poteva essere colpito dal tiri diretti al bersaglio Jlrlncip::ile e quin<'li la possibilitil di essere ben presto llles:;o Juori servizio per ltt sua ll'.linore resistenza, nonché la ristretlezza del campo d'o:>i:en•azioue secondo s1,cciali detcrmim1te <lirezioni.
Dopo una, breve di.scus::.;ione la Commissione degli I sp~ttoti d'artiglieria decise : che nelle batLerie da difesa con in13tallazioni in pozzo -occorreva pel' il comando UIJ1 posto protetto ma possibilmente vidn.o alla batteri.a cd in direzione del fronte, pel'chè se tale posto cli comando el'H forzatamente lontano, esso doveva coJlegarsi telefonicamente co1la ba,ttcria f::tessa. ed essete sempre in un a ubicazione tale da con.sentire al Oornandi.tntc di recMsi alfa, batteria facilmente e 1·elatiYamente al copc1·to ; che non l"itcneva necessario il p1·oposto esperimento con un esemplare di casotto girevole; e che meg-li.o conveniva l'impiwnto <.l i un casotto fiss o, simile aquelli già in setvizio per le batterie cla costa, i quali fin o aJlont avevano dato buona prova. P er il caso [Parti.colar e poi di 1M. Ercole mentre l'ubica zione dell'osservatorio, come 1·isult.ava dal progetto, avrebbe avuto .il vaintaggio di 1Permettcl'e al Comandante della batteria di i-ima.nere in vicinanza dei suoi pezzi, aveva, però lo svantaggio di un limitato campo d'osserva.zione, ed in conseguenza la, Commissione P crma,nente deliberò che convenisse cercare un'altra dislocazione per impiantarvi il posto di. <:omanclo, protetto. Infi ne la Commissione oltre a non riconoscere l'osserva1418 -
CASOTTI CORAZZ!\'Il
torio girevole adatto per il post,o di comando deliberò sfavor{ivolmente anche alla, proposta di sperimentarlo c0me st&.· zione-os8<~rvatorio esterna, lontana dalla batteria. A [)roposito di ca,sotti corazzati. la Commissione Perruaue.nte degli Ispettori ri.1iilitasi it 14 aprile 1508 (Verbale n. 133) discusse sulla scelta di un tipo di casotto per instal· larvi un telemetro Barr and .Stroud di cu.i. si era giù, stabilito di fare i relativi esperimenti a Spezia. Sul tipo di questo casotto vi erano state due proposte fatte rispettivamente ùall'Ispettore delle cos truzioni <l'artiglieria e (]all'Ispettore d'artiglieria da costa e da fortezza, ma difficilmente conciliabili fra loro. Il primo provoneva un casotto a cupola, girevole solìtlalmente con lo strumento; il secondo presentava un casotto fisso a grande feritoia · affinchè lo strumento riuscisse assolutamente libero nei suoi movimenti. Il Presidente fece notare <:be i tipi proposti <l:1ll'Is1Jettore delle costl'n· zloni, oltre ad imvortare una spesa elevata, vrcsentavnno l'inconveniente comune alle L01Ti girevoli e cioè <lì inutilizz,u·e lo stntDw11to se durante il tit:o qualche scheggia nemica si fosse interposta' t ra · corazza ecl avancornzza. Dopo una breve discussione durante la quale interloquirono sia l'Ispettore delle costruzioni che l'Isp~ttore da costa e da fortezza, esponendo ciaseuno il proprio punto di vista, la Commissione ·degli Ispettori, tenuto presente che il telcmttro ern ancorn in costruzione e che perciò mancavano molti <hl.ti di gindi7.io per tioter decidere quftle cornpfro esso avrebbe avuto in batteri(!, e cioè se di solo strnroento a usiliario OPJmre di sostituto dei telemetri già in uso, ,.stabili di rin:wnclare la scdtrt c1i un corrispoudente adeguato tiJlO di cnsotto.
Successivamente e cioè il giorno 10 dicembre 190S (Ver· ba.le 111. 146) la, Commissione Permanente d'artigli.eria si riun.ì. presso l'Ispettorato Generale del g,enio, presente anche r Ispettore delle costruzioni del genio, gen. Lorenzo Bona,zzi, per djscntere quale tipo di casotto corazzato dovevasi f:Ldottare per il posto cli comando nelle O[per<:i di difesa, oon installazione i.n pozzo. Esposte le fasi per le qua,li la, questiotne era, passata fnrono pr,esi in esame varii tipi di casotti corazzati, studif.Lti dall'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria e dall'Ispettorato delle costruzioni del genio. Dopo breve discussione essendo emerso che nessuno dei progettati e proposti casotti sodclisfacevtL IJ)ienamente allo scopo7 ma che in ogni caso er::L da. . preferirsi quello fisso a feritoie 7 venne deciso di incaricare -
14-19 -
C:IlOl\IS'fOHJA DEL
:.UL'HEMO COK :,msso D' ART!O LH:rtlA
•
1874-1915
l"Ispet t-Orato delle. costn1.zioa1i d'artiglieria d'introdurre le necessar~e modificazioni nel progetto cli t,Lle ti.po cl a, esso presentato e i cleci. e anche che prima cli. proceqere all'all estime11to cli tut ti gli <)tcou enti l'asoLti cora7,zati., se ne ~ar ebbc
1'1~. ;;;; - Lor enzo Roua zzi.
dovuto costruire un sempla re da mettersi subito in opera per giudicar e praticam ente se rispondeva veramente a t utti i req nisi t i r ichiesti.
* * * tn due seclutc t euutc dagli Ispetlori d'a r liglier i:i e dagli Ispettori del genio 1'11 gennaio ed il -! nprile dt>l 1902 (Verbali n . 5 e n. 10 della serie (lelle sedute p len a rie) si decise di propor re al ) i inlstero di ar mar e la batteria dello Chnbcr ton con e:1nnoui dn 152 A. , da acq uistarsi causa l'ul'genz11 dalla Casa Anristroug, ma il Ministero 011de prevenir e possibill ritn rdi nella for nitura, ovvia re alla possibilitil che gli studi non ave.<;sero dati
-1420 -
Af(MAì\H;NTO DI ALCUi'i:E OPER~ DI DIJ)'ESA
clei risulta ti soclclisfacenti, ed inline neutralizzare l'eventualità chi? non ,;,i fossero potute accettare le condizioni fat te dalla Ditta per la fornitura di tali mat~riali, r accomandò di far intraprendere <:ontempor:rnealllente analoghi stùdi dall'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria a.f:linchè in ogni caso s i potesse provve.dere al suddetto armawcnto indipendentemente dal coucorso dell'industria 11rivata. È utile r icordare che nel Verbale· n. 10 innanzi accennato, l'Ispettore dell~ costru:ilioni, dopo aver paragon.1to le quali tà balistiche clel cannone da 152 Arwstrong con quelle del nostro cannone da J.49 A., pur non esitando a · riconoscere i nrnggiori pregi clel primo sul secondo, aveva espresso l'opinione di ritenere possibile presso i nostri Stnbilimenti d'artiglieria la costruzione cli un ca.uuone da 149 ancor,1 più votente di quello cli pnri calibro già esisteute e quindi iu grado, occorrendo, c1i sostituire con vantaggio il cannone Armstrong cla 152.
Lo stesso Isipettore delle oostruzioni però nel procedere in seguito allo studio del nuovo cannone, r avviStLnclo la convenienza cli eonsidera,re la questione · clal pnnto di vista più genera,l e, in r elazione ci.oè ai. bisogni delle fnture fortifica~doni ,e dell' opportunità cli meglio assicurare l' azione difensiva con un potente armamento, invece di un cannone da 149 A rinfor:,mto cone.r etò un progetto di massima di un cannone da, 155 A che, es,rn1inarto <~ discusso cla,11.a Commissione Permanente degli I spettori nella, sed uta. clel 21 marzo 1903 (Verbale n. 31) venne favorevolmen te giudicato approvandone la, sua pratica esecuzione. Nello stesso anno 1003, in <lipenclern~a ·del pnrere espresso nelln scduttt plenaria degli Ispettori -<:l'artiglieria e. degli Ispettori elci genio riunitisi il 20 dicembre 1902 (Verbale n. 28 clella serie delle s.edute plenarie) per discutere sull'armamento della batteria del Paradiso nl Moncenisio, ern stata messa allo studio l'installazione da 14H A. in pozzo, il cui progetto f u eseguito dal generale Grillo allora Ispettore delle costruzioni d'artiglieria, il quale studiò e progettò all'uopo due · tipi di installazione: uno con. copertura pesante dello spessore cli J.40 mm. capace di resistere nJle artiglierie di medi.o calibro, e l'altro con coperturn leggera capace di neutralizzare gli effetti degli shrapnel. Per 1:ugio.ni cli economia il Ministero . in data 28 aprile 1903 in dipendenza del _parere espresso clalla Commissione Penrn1nente degli Ispettori clell' Arma col Verbale n. 31 decise cli costituire solt:111to un eserri11lnre ~li prova di tale installazione con copertura pesnntc e rti impiantnrlo nl Cnm110 di Ciriè. Tmprevisti ritardi nella consegnn clelle part,i metnlliche, difficoltà <.li la\'Orazione e tli posa in opera fecero protrarre il completnmento dell'installazione fino nl principio clel 1906 e conseguentm.uente soltanto a tale data f u possibile proeedere al collaudo ctefinitivo, i cui criteri nello stabi-
-
1421 -
CIIOXISTORIA DEL SUPHEl\10 CO'.';SESSO O'AR'l'IGLIERIA
·
1 74:-1915
lire le mocli1Iità delle proYe ebber o lo scopo esscnzinle di poter a ccertare prn ticumente il modo di fuur.io11are delle singole sue parti e In r esistenza ai tiri di ognuna di esse; meticolosità scru11olosn. adottata all'intento cli realir.r.u re in avreuil'e econorula di tempo e di spesa, e cli averne intanto norrua per le c,·entuali modificnzioui clu in trod ur s i nei;(l i nit ri e:,empl:n·i da costruire.
Fig, 75S - Proietto pesuute contro svccd1i o di (·npo la da
1 4f).
Le prove stesse cla csplelnre poi in dut· pe1·lodi fu1·ono c·osì tllstintl': a) Uri con varie cariche e con cl i verse elevnr. ìoni <le>! c:nmone · cln 149 A. inst:ilhtlo ncll:t torre, allo scopo (li ritonoscC're il mo1lo di funr.ionare <lelle varie p:irti del niaterinle ed cs1=:enr.i nlmente clel freno e dei ricuperatorl; IJ) ti ri coutro l'installar.ione da eseguirsi con cannone <l:1 149 A. n palla ccl n g-nm nl a, pe r e~.11ui n11 r e i I com portn ment·o clcll 'in~t·1tlh1zio11e sotto l'ar.io-
-
1422 -
COLLAUDO DI UN'1KS1'ALLAZL0l\"ID DA
149
A. lK POZZO
ne dei colpi, in riguardo a.Ila resistenza ed :ù fu11ziona11.ie11to delle varie parti dell'installazione. e dei congegni di manovra.
Il collaudo dell'installazione avvenne nei giorni 19, 21 <: 24 dell'aprile 1906 alla presenza dei gen . Ispettori dcll' Arma e la Commissione P~rmanent-e si riunì il giorno 28 dello stesso mese (Verbale 11. 88) per discutere in merito aU'a.do· zione dell'installazione stessa. Il Prei:iidente dol))o un'ampia e1-;posizione sulle prove eseguite, rilevando che clurante i tiri preliminari non si erano verificati inconvenienti di sorta e che tenuto conto degli effetti ipressochè 111ulli dei ti.ri di collaudo con i qua.li non si era riuscito a danneggiare la torre e tfmto meno a menomarne il regolare funzionamento, ritenne senz'altro di propor111e l'adozione. Alle conclusioni predette l'Ispettore da costa e da fortezza non aderì ritenendo non del tutto esaurienti le prove eseguite; ma. la Gommissi.o(lle a, maggioranza decise invece che il programma delle prove di tiro già svolto ,offriva dati sufficienti per stabilire che le installazioni del genere di quella collaudata a, Cirié potevàno essere adottate, senza bisogno di riprendere le prove -per riconoscere quali danni avrebber-0 [)Otuto derivare alfa torre sotto Fazione dei tiri in arcata,. · Però tale discussione, bencllè conchiusasi favorevo'imente all'adozione di un tale. tipo d'installazione aveva lasciato il dubbio clic i tiri di collaudo eseguiti a Ciriè avessero fornito risultati non piena.mente esaurienti, tantochè l'Ispettorato Generale d'artiglieria, tenuto anche conto della preferenza che la R. Marina clava alle piastre di cora·zza cementate col sistema. Krupp, volle col concorso dei varii Ispettorati riesaminare a fondo la questione della costituzione e della resistenza delle cupole, e studiare quindi quali norme di collaudo convenisse stabilire nei contratti per la provvista delle coperture dene numerose installazioni in pozzo occorrenti per le nuove opere di fortificazione. VIspettorato <lelle costruzioni d'artiglieria fece rilevare elle, mentre per ]e navi ht questione del peso aveva importanza capitale e per Ciò COil· veùivano· per esse le cor azze tipo Krùpp le quali assicuravano la voluta resistenza col minor peso, nel caso invece di installazioni ·da difesa conveniv'à cercare la necessaria resisteD?:a colla minima spesa, la questione del peso· non avendo entro certi limiti notevole influenza. Invero una cupola costituita da piastre tipo .Krupp della . gl'OSSezza di 115 mm.' Circa, SOsfenuta da iamiere di 25 mm. della stessa resistenza di quelle della cupola sperimentata a Ciriè av'rebbe costato (a quell'epocà) quai,i nn terzo di più,
-
1423 -
CHOKl STOH I.-\ DEL SUJ:'l!EJIIO CO:SSESSO D' AU'.L'IGLrn1nA
-
1874-1915
mentre la cllmi~uzione (li peso non sarebbe st,1ta tale (la influire molto sulla più rapida e più agevole manonabilità, e qualora poi si fosse voluto ricorrer e alle piastre sh,terua Kru pp, manten~ndo lo spes:sore di 140 mm., le cupole avrebbero <:osta to addiri tlm::1 oltre la metà di più . In conseguenza l'Ispettore delle rostrnzioni escludeva la convenienza di ricorrere alle 11iasti-e sistema Kr upp di resi:stenza eguale n quelle pro,-atP. a Ciriè, ed escludeva anche la necessità di accrescere tale resistenza, òlmostrnndo con C:hiti ricavati da nole formule tli perforazione che, sta nte la forma sferica delle <:upole, la componente utile della velocità residua dei proietti laudati dai più tiotenti cannoni c1·assedio, .mcile postati in posizioni dominanti ed alle minime clistanze nlle quali si pote,-a supporre fossero riuscite a collocar,::i le batterie d'atLacco, sarebbe sta ta sempre inferiore a quella uecc:s:,mritt per la perforazione òelle piastre da 140 mm . sistema Terni, con sottostn1ttura cli 2.:; llllll. tli spessore, Circa poi gli effetti dei tiri di sfondo, pur non a,endosi dati sperimentali attendibili, lo stesso Ispettore delle costru zioni r ilernva come non fosse il caso di preoccuparsene eccessivameute, per il fa tto che tier la 1Hccolena clel bersagllo e ]ler la poca precisione del tiro, per ottenere elfetti ·positivi l'avversar io 1nTcbbe dovuto sviluppare un'azione cli fuoco clel tutto sproporzionata nl risultato che potent ripromettersi, aYendo i proietti degli obici e dei morta i cli medio cnlibro, per la loro stes:;a struttura e per le piccole vcloeltà residue, una scnn,;a potenza perforante contro i bersagli corazzati. Appunto pc1· ciò la H. i\larina, per la protezione dei tiri in a rcata, cioè per i cicli delle torri òi bordo e pc1· 1 ponti delle navi adoperava in genera1e nncll'essa lamiere di acciaio al n ickel, di spessore limitato. lnfinc per la vrovn di tiro Intes a a controllare lu resistenza delle piastre, essendo in discussione se ei::eg-uirla contro spe:i;zom cli corazze così c·ome pr opooernno le Acciaierie di 'l'crni, o im·ece contro scgment.1 inter i cli cupola, l'Ispettor ato delle costr uzioni d'ar tiglieria per va rii motivi si pronunciò fuvor evolmentc alla primu soluzione sovrntutto ])Oi anche per eliminare tempo e maggiori s pese occorrenti per le eventunll sostìtu:i;ionl dei segmenti cbc venissero guastati clurnntc il collaudo : gli spezzoni si doYevnno JJert:mto speri1Ucntare senza sottostruttura, perchè se f ossero stati l'ìvestiti posteriormente con lamiera d'acciaio, durante le prove si sarebbe reso più dHliclle il dist;ncco dei menischi e quindi s i sarebbero prestabilite delle condizioni di favore per il forn itore. L' Ispettore cla costa e da forle-aa com-enendo colrTspettore delle co~tr uzioni. lll('ntre arumetten1 esso 1mre che per la solur.ione del problem:1. llclla cor:ir.:w(urn per le ·fortifi c:\zioni terrestri si poteva astrarre dalle pnrticolari conf;i<ler.tziou! fatte dalla IL l\1arina per p1·ef.erire la coraz:i;a Krn1•P, presentò i risultati cli un interessantissimo studio da lui fatto partendo dalla formula cli 11erforazione di -Jacob de Marre, adottata dalla ReA"ia l Carin:i, pei; consl~l~rnre le rnrie funzioni relative a cliversi vnlori <lell'angolo di iueiclenzn tla introclur::;i nel caso cli urti obll(lui : trnclucc~ndo
1424 -
CUPOLE CORAZZ ATI!:
monognlficamente le relazioni dalle quali si ricavava la velocità residua necessaria alla perforazione della cupola coi varii proietti e con diverse obliquità, tanto nel caso di una cupola di 1.40 ·mm. d'a.cciaio al nickelio cou sottostruttura di 25 umi. quanto nel caso di una cupola -di 140 mm. cli acciaio sistema Krupp con la st~!ssa sotto.struttura, egli veniva alla conclusione che la resistenza delle corazze d'acciaio al nickelio si poteva ritenere sufliciente contro i tiri di qualunque bocca da fuoco da assedio· allora conosciuta, ed anche contro quelli di ,artiglierie che potessero essere adottate dall'avversario in un prossimo avveni re, purchè la cupola non. fosse stata colpita ripetutamente negli stessi punti. Dall'esame cli quest'ultimo caso, invero probabile nella pratica per <:ui la sovrapposizione dei colpi è quasi sicura, lo stesso Ispettore da costa e fort_e;i;za, mentre lamentava la mancanza di dati sufficienti per dedurre . il conseguente preciso comportamento delle cupole, basandosi sui da ti empirici del Leitbner (1895) ricavati. (lai risultati delle esperienze eseguite al Campo r omeno di Cotroceni contro una cupola Grlison, conchiudeva: a.) che la cupola clel tipo di quella sperimentata a Clriè presentavn una resistenza tale da permettere di resistere ai tiri cli numerose bocche da fJloco, talchè in molti casi ed a seconda delle condizioni del terreno e dello scopo dell'Opera, la. protezione di <:orazze cli 140 mm. d'acciaio al nickelio con sottostruttura di 25 mm. poteva ritenersi sutTiclente; b) che nel caso generale di guerra d'assedio non era da escludersi che una cupola venisse sottoposta a prove più severe sicchè in tali casi sarebbe stato pe1· lo meno dubbio che una cupola costituita tanto con piastre di acciaio al nickelio di 140 mm. di spessore quanto con piastre d'acciaio Krupp della stessa · resistenza, avrebbe potuto r esistere a tiri ripetu ti e numerosi di artiglierie già allora jn servizio oppure a tiri di bocche da fuoco più potenti che in futuro si sarebbero potute studiare ed adottare; in proposito difatti egli rilevava che il Krnpp già fabbricava le sue cnpole alquanto più robuste e cioè spesse J.50 mm. di acciaio Krupp con una sottostruttura cli 50 mm. ; o) che l'importanza di un'Opera a cupola, il suo costo e la sua clurata. erano tali da indurre a.cl accettare un leggero aumento della grossezza della corazzatura, quando ciò fosse stato veramente richiesto per assicurare all'Opera la sua piena efficienza; d) che per decidere poi quale spessore si dovesse adottare per le cupole affincbè potessero rispondere bene a tutte le esigenze imposte da una eventuale guerra, si imponevano esperienze di tiro ad oltranza, eseguite preferibilmente contro. un'i ntera cupola o quanto meno contro uno dei suoi segmenti; e) relativamente poi alle norme di collaudazione da inserirsi nei contratti per la provvista cli cupole, che le prove avvenissero contro segmenti interi (cli. cupole) preferibilmente muniti di sot.tostruttura cli rivestimento. L'Ispettore d'artiglieria da campagna perveniva alle stesse conclusioni dell'Ispettorato. delle costruzioni pér tutto quanto concerneva le qualità del-
-
14-25 -
CRONIS'.r0IUA DEL
SUPHEMO CON'SESSO D'ART!GLIEIHA •
1874-1915
l'acciaio e la resistenza delle piastre, mentre si associava all'Ispettore da costa e fortezza per quanto riguardava le prove cli collaudo impiegando segmenti interi rivestiti con sottostruttura.
La Cornmi,ssione Permanente degli Ispettori riunita~i il 9 febbraio 1907 (Verbale 11. 105), dopo la riepilogazione di tutti i precedenti del problema e dopo ampia discussione, propose che le cupole che si stavano . a,équista,n do dalle Accia,ierie di 'l'erni, a somiglianza dell'esemplare di pr,ova già collaudato a Cirié, dovessel'O essere costituiti da pi.astr,e d'a.cciaio al ni· àelio dello spessore di 140 mm., [Pia,stre indurite alla superficie col sistema delle Acciaierie stesse e munite di sòttostruttura cli 25 mm., A titolo poi di studio e per trarre da.lla pratica le norme per future provviste, la Obmmissione Permamente suggeriva esperienze di perforazione non appena si potesse avere a disposizione qualche segmento intero di cupola .
*
%
*
Pn:.-cedentemente il Ministero della guerra con dispaccio del 21 novembre 190G ordinava cli iniziare trattative colla Casa Armstrong per conoscere se essa era o meno disposta ad assumersi l'incarico di moclifkare l'installazione alpina pc~r cannone da 149 A., già studiata per la batteria dello Chaberton, per modo che l'installazione modificata si potesse impiegarè nelle Opere in pozzo con eupola pesante. La Casa Armstrong aderendo all'invito presentò un primo progetto di illOdificazione dell'installazione predetta per adattnrla in Opera in pozzo, progetto che la Cornmissiòne degli Ispettori in seduta del 31 marzo 1906 '.lccolse favorevolmente suggerendo però l'amplìamento del settore cli tiro in modo da poter utilizzare le maggiori gittate del cannone, ma si riservò di decidere sulla convenienz.a· finanziaria della proposta stessa mancandole gli elementi di giudizio e cli confronto. Lo studio tlel progetto modificato dalla Arrns trong passò all'esame dell'Ispettore delle costruzioni d'artiglieria e dell'Ispettore d'artiglieria da costa e ·da fortezza i quali, salvo iÌ suggerimento per l'introduzione di speciali dispositivi atti ad accelerare il movimento dì rotazione. del pezzo, espressero [)arere favorevole alla sua adozione.
La Commissione P ermanente degli Ispettori,
riunitasi
il 28 ·giugno 1906 (Verbale n. · 93), doipo un breve scambio di
idee approvò il progetto modificato Armstrong, e in riguardo dei due mocìelli di scudi presentati dalla Armstrong diede la -
14.26 -
I'.'<STALLAZIONI
CORAZZA'l'l1J
ARl\'.CSTROK G
El
GRILLO
preferenza a quello fisso, suggerend·o che all'atto della stipulazione del contratto si dovesse invitare la Casa costruttrice a dotare l'installazione di un secondo sistema di ingranaggio capace, in determinate circòstanze, di consentire la r,otazione della cupola, con la velocità massima raggiungibile per lo sforz·o manuale dei serventi posti in azione al congegno di brandeggio. Dopo oltre due anni, data l'urgenza di addivenire all'armamento delle nuove for tificazioni di frontiera e quindi di decidere quale delle due installazioni che erano state presentate dalla Casa Armstrong e dal gen. Grillo conveniva di ad<>tta.re per le nuove Opere di difesa in costruzione, la Commissione Permanente degli I si,pettori si riunì il giorno 16 novembre 1908 (Verbale n. 143) sotto la presidenza dell'ing. Severino Casana (1), allora primo Ministro borghese della (1) Poichè qui si accenna all'opera clel Seuatore ing. Severino ca·s ana, primo :Ministro clella Guerra borghese, noi che nei lontani anni qui cousiderati abbiamo avuto motivo e ragioni di avvicinarlo e cli intrattenerci ripetutamente con lui per dovere del suo e del nostro ufficio, riteniamo doveroso ricordare le benemerenze di questo ìllustre cittadino piemontese e mettere in rilievo come egli, essendo Capo del Dicastero della Guerra, proprio in quel torno di tempo in cui si maturarono i destini per h trasformazione ed il rinnovamento della nostra artiglieria, diècle all'impo1·tante e vitale problema tutte le sue energie, tutte le sue migliori attivi.tà. Nato in Torino nel. 1842 e laureato al Valentino nel 1864, vi iusegnò per oltre un clecennio. Fu Sincla·co di Torino, Deputato al Parlamento, Senatore del Regno, e dal 1907 membro della Commissione d'inchiesta sull'Esercito. Dalla fine clel 1907 all'aprile 1909 fu Ministro della Guerra, e ·coine tale si prefisse la risoluzione dell'annoso e travagliato problema del materiale d'artiglieria per uscire finalmente dalle inconcludenti intermina,b ili discussioni, e nel frequenti contatti avuti perciò col Capo di S. M. dell'Esercito, gen. Alberto Pollio, coll'Ispettore Generale d'artiglieria gen. Mangiagallì, con gli Ispettori d'artiglieria da campagna gen. Manzoli e gen. Recli, con gii Ispettori delle costruzioni gen. Grillo e gen. Ghirardini, nonchè coi P·a'J:lamentari che particolarmente si occupa.vano di questioni militari - Onorevoli Di Saluzzo, Marazzi, Masi, Montil, Pistoia - emerse come il Ministro Casana, ingegnere progettista e costruttore a,pprczzato, di vasta coltura, tecnico studioso e competente, si fosse formato un esatto criterio del problema per risolverlo sì e come la pratica esperienza imponeva. · Per le molteplici sue benemerenze iS. ·M. il Re gli conferì il titolo nobiliare cli conte. Severino Casana morì il 9 ottobre 1912.
93'
-- 1427·~ -
CltOi\"JS'l 'OlUA DEL SUPR IDl\IO COXSESSO D' AWC'IGLIERIA
-
1874-1915
guerra, e dopo un lucido e dettagliato co111fronto dei due progetti in esame, esposto dall'Ispettore delle costruzioni, decise unanimemente di prescegliere l'installazìone Armstrong.
Flg. 7GO - Ing. Severino Casana.
Rispondendo poi a due quesiti posti dul Presidente della riunione, venne deciso che l'Ispettorato delle costru:r.ioni d'artiglieria tlovessc al più presto procur arsi, dalle principaU Ditte costruttrici, i dati e le necessarie informa:r.ioni su installazioni del genere da esse eYentua1mente già studiate, afilnchè la Commisslo11e Permanente avesse così mo<lo di riferirsi a tali notizie prima dì definire le trattative in corso colla Casa. Armstrong. In riferimento poi alle conclusioni alle quali erano precedentemente già pervenuti gli Ispettor i di art!glie1·ia in una riunione tenuta presso 11 Capo di S. M. dell'Esercito il O agosto 1908, fu anche deciso che alle prove comparative di tiro contro l'installazione Armstrong, - cla eseguire impieganclo le tre bocche da fuoco : cannone da 141> A.., obice cla 149 A. Krupp e mo rtaio da 210, - bisognava dare carattere d'u rgenzn facendo al più presto uredisporre i lnvori per parte del genio militare per piazr.nre l'lnst:illnzione e quindi eseguire le prove stesse. Il Ministro della guerra, lng. sen . Casnna, in ar moni:i al deliberati consacrati nel pr ecedente Verbale n. 143, il 4 gcnaio 1909 convocò lu Commissione degli Isuettori (Verbale n . 148) invitandolfl a riprendere in esame la quc-
- 1428 -
PROGE1vl'I 1H INS'.J:.·\ LL~ZlONID IN CUPOLA
st.ione del tipo d'i11stallazione per cannone da 149 A. da adottarsi per le Opere di difesa alla frontiera, e,. tenendo presenti a1Jpunto le informazioni raccolte presso le varie Case, a decidere se o meno era da confermarsi la preferenza data all'installazio11e tipo Armstrong. Siccome per tanto fino a quell'epoca fra le Case interpellate aveva risposto solamente la Ditta Armstrong che aveva dichiarato di accordare anche una lieve riduzione sui prezzi fino allora da essa praticati, me11tre viceversa per quanto riguarda.v a le cupole, le Acciaierie di 'l'erni chiedevano un au me11to del 10 % sul prezzo di quelle precedentemente da esse fornite, la Còmmissione Permanente rilevando che le cupole er ano state studi~Lte dall'Ispettorato delle costruzioni, e quindi per la loro fabbricazione non erano soggette a vincoli di brevetti od a gravami di prin1tive, s tabilì che primri. di accettare comunque le condizioni imposte dalle Acciaierie di Terni potevasi interpella-re liberamente qualsiasi altra Casa costruttrice, e pertanto confermò quanto già aveva deliberato col Verbale n. 143, e cioè in altri termini si adottava l'installazione t ipo Armstrong, mentre per la cupola si lasciava la più ampia libertà nella scelta della Casa Industriale cui affidare l'allestimento della cupola stessa. Se non çbe in prosieguo di tempo, le deliberaz-ioni prese dalla Commissione Permanente degli Ispettori col Verbale n . 143 Jlon poterono eseguirsi in causa dell'avvenuto au mento nel programma degli armamenti, per cui i nostri Stabilimenti cl'artiglìeria Yennero a trovarsi nella pratica impossibilith di fornire in tempo utile tutti quei materiali che erano stati affidati alle loro possibilità produttive 1101·mali. Sorgeva quindi il dilemma se convenlv!'l rimaneggiare e modificare tutto il programma di ordinazioni date in pr ecedenza ai nostri Sta.bilimenti statali d'artiglieria affidando all'industria privata, naziomile ed estera, una parte delle lavorazioni già assegnate agli Sta bilimenti stessi e qu·i ndi addivenire per tal modo ad una nuova generale ripartizione delle commesse, oppure laseiare imrontati i primitivi programmi di lavori affidati ai nostri Stabilimenti e r icorrere all'industria privata per provvedere tutti quei uuovi materinli che susseguentemente si erano resi necessari.
La 'Commissione Permanente degli Ispettori, riunitasi il 25 marzo 1909 \(Verba.Ie n. 152) fu innanzi tutto chi.amata ad esprimere il suo pa,rere se .tra i progetti di installazione in cupola, presentati dal.le varie Case industriali, ve ne fosse stato qua,l cuno che presentasse congegni, sistemazioni o (Particolari di ta,l e pregio da consigliarne l'intr,oduzi.one nel tipo da noi indicato. L'Ispettore delle costruzioni del genio intervenuto a tale seduta, rilevamdo come in alcuni dei progetti esaminati fossero speèialmente degni di nota i ventila tori di aerazione nonché gli scudi adotta.ti per la chiusura della cannoniera~ -
1429 -
CRONISTORI.\ DEL SUPIHilMO CONSESSO D' ARTIGLH;HIA
-
18'74-1915
dimostrò come entrambi tah dispositivi fossero indispensabili per il buon funzionamento dell'installazione. Dopo breve di· scussione in proposito si incaricò l'Isipettore delle costruzioni d'artiglieria di fornire le necessarie indicazioni all'Isipettorato delle costruzioni del genio affinchè esso potesse non solo progettare i ve:ntilatori occorrenti, ma perchè anche nelle costruzioni in corso venisse lasciata la ma,s sima disponibilità di spazio per dare posto ai ventilatori ed agli scudi senza pertanto diminuire la resistenza, di tutto il complesso della installa,zione. Sul quesito posto p.oi dalla Commissione degli Ispettori per precisare se fra i pr,o getti suaccennati ve ne fosse qualcuno che ipossedesse le volute caratteristiche per poter essere da 1110i adottato, in S(!guito all'esecuzione di adeguate prove si convenne che il progetto di installazione offerto da.na Casa Schneider per cannone da 149 A, lung.o 36 calibri (primo tipo), corrispondeva bene alle 'r ichieste esigenze tecniche, salvo alcune lievi modi1kazioni che la Ditta, avrebbe facilmente apportato, mentre poi si rile-vò che il prezzo domandato per tali installazioni non pareva, esagerato. La Oommisione per i-.agioni di indole politico-militari, e del resto a,nche IJ.)er l'elevatezza, del prez?',O non ritenne vic;eversa, conveniente di acquistare dalla stessa Oasa, Schneider anche le munizioni. Infine nella ferrea necessi.tà. di attuare entro il 1913 tutto il programma prestabilito, venne posto il quesito se .anche per quel richiesto maggior numero di installazioni in cupola dovevacsi riprodurre il tipo da noi adottato affidando all'industria privata l'allestimento di quel numero di cannoni da, 149 A che l'Offidna di costruzione di Torino ,n on poteva ultimare in tempo utile, oppure se si riteneva _a)iù opportuno di-acquistare un egual_ numero di installazioni complete : dopo breve dischssione nella qua.le fu affermata la necessità di favorire nel maggior modo l'industria naziona.le in confronto di quella estera, si decise che l'Ispettorato delle costruzi0ni d'artiglieria avrebbe dovuto interpellare subito la Ditta Arrn strong per conoscere entro quali limiti di tempo ed a qnali prezzi era disposta a fornire, oltre alle installazioni propriamente dette. a11rhe i canoni ·da, 149 A e le altre [)arti di instal-
]430 -
IN S1'ALLAZ-.NI ARMSTRONG ID CUPOLlD CORAZZATE DELLE ACCIAll.tnIE DI TERNI
lazioni, nel numero e specie precisati dall'Ispettorato, mentre i;.i doveva d'altra parte interpellare le Acciai~rie di Terni per c0111oscere in quamto teml){? si impegnav.a.no ·a, fornire t utte le occorrenti cnp'ole corazzate. Prima di sciogliere la riunione l'Ispettore- delle costruzioni del genio interpellò poi i colleghi cl'mtlglieria r>cr sapere se ritenevano necessaHo che l'!ns t.allazlone dovesse permettere la ma nov ra di cambiare il cannone senza scoperchiare ll pozz-o, e ciò percllè nel progettnre le costruzioni di competenza del genio, 11 dover soddisfare n tale condizione importava un indebolimento nelln costruzione stessa . Dopo breve discussione fu riaffermata l'unportanza di poter eseguire il cambio della bocca <ln fuoco senza muovere la CUJ)ç>la, e polcht• dnll'esame dei disegni apparve che con OPllOttune modiil· cazloui alln J)luttaforma si sarebbe agevolata tnlc ol)ernzione, fu stabilito che l'Jspettornto delle costrnzloni d'artlglier in esnminasse se tali modifiche erano verllmente possibili ecl in tal <'USO disponesse 11er le opportune ,arianti della piattaforma. In esecuzione lll mandato nflidatogll col predetto Verhnlc n . 152 l'Jspet~ torato clellE: costruzioni d'artiglieria, ottenute dalla Ditta Armstrong e dalle Acciaierie di Terni le necessarie notizie le comunicò all'Ispettorato clel genio per essere quindi poi esaminate clalla Commissione Permanente clegli Ispettori d'artiglieria che si riuni poscia presso l'Ispettorato Generale del genio il 5 moggio l!JO!l (Verbale n. 158). In sostanza le proposte della Ditta Annslrong in riguardo delle date di consegna enmo accettabili, mentre 1Jer la parte finanzinria, sebbene il prezzo richicst·o superasse per ogni bocca da fllO"O di circa L. 10.000 quello stabilito dall'OOicina rll 'J:orino, tuttovia si rilcYò che le installazi.oni complete, tenuto conto dei prezzi fatti dalle Acciaierie di 'l'ernl per le cupole, e delle spese <li dogana e cli trasporto inevitabili per i materiali provenienti dall'estero, sarebbero venute a costare all'Aromtnistrnzione della guerra circn. L. 15.000 meno (li (}nello che sarebbero <'Osta te provvcdenclole dalla Casa Sclineidcr. Però dalle informazioui an1te dalle Acciaierie di Terni circa le cupole in allestimento e circa le relati\·e ditte di conseina. risult~wa che si sarebbero avute: per il 1909 tutte le cur>olc corrispon(lenti agli impegni del contrntto gia in corso, più nltre 4 cnpole di un grup1)0 di 10 per le quali ernn,, in corso le trnttatiYe contrattu ali, e cioè in totale 20 cupole; per il 1010 tutte le altre cupole in corso di allestimento comprese nel prlmitfro contratto già stipulato. più le altt·e 12 del predetto gruppo cli 16 in corso di contratto, e cioè in tot:ilc 24 cupole ; e prima . della fine elci 1912 le altre 78 cupole pesanti (39 a !l'anno) e le 6 cupole leggere occorrenti per le altre Opere di difesa cbe d0Ye,·a110 essere armate prima della fine del 1918. A conclusione della relatim discussione, nYendo 11 Presidente della Commissione Permanente osservato che non era possibile prendere defin itive decisioni senza avere dalle Acciaierie cli Terni più esplicite dichiarazioni sul modo con cui esse
-
1431 "--
cnOXIS'.tORIA DEL S UPUEjWQ COt,SESSO D' ,\UTIGLI8UIA
-
1874-1.!)lG
intendevano di impegnars i per la consegua dei ,,in-i lotti speèificando c10e le va rie date di consegna, venne stabilito che l'Ispettorato delle costruzioni dovesse nuovamente interpellare le Acciaierie di Terni e sollecita re d'urgenzu una r isposta in proriosito.
Fig. ·, (50 - Esperienze di tiro contro cupola corazzata.
La riunione iniziata il 5 maggio fn J)erc:iò sospesa e ripresa l'll dello stesso mese di maggio 1909 pe1: discutere le nuove comunicazioni delle Accin ierie di Terni che nel t riennio si impegnavano a fornire 94 cupole, comprese quelle già commesse ed in corso cli contr atto, così ripartite: 22 cupole nell' anno 1909; 36 nel 1910 e le rima nenti 36 nel Hlll. ' La Terni si impegnav.a inoltre a fornire nell'a nno 1911 anche le 6 cupole legger e, mentre le 28 cupole pesanti che manca vnno a completare il fabbi sogno, sarebbero stnte fornite entro i primi otto mesi dell'anno 1912. A maggiora nza di voti la Commissione .Permanente confermò quindi la proposta che t utta la commess3 venisse aflìdata alle Acciaierie dì 'l'erni, se non che tale decisione non veriue condivisa dal Capo di S. M. dell'Esercito che conrnnicù al Minis tero che, pur apprezzando t utte le buone r agioni svolte nel Verbale 11. 153, non poteva fa re a meno di associarsi al parere espresso dall'Ispettore delle cost:ruzioui nel senso di affidare l'allestimento di -
1432 -
INS'.l.'ALLAZIONI SCHNEJIDER · ARi\·IAi\ilJlN'l'O OI'IDRE ALLA FUONTIERA NORO·ElST
una parte delle lnstallazionì alla Ditta Schneider e ciò non soltanto allo scopo di meglio garantire la più sollecita pl'ovvista. cH tutti i materiali occorrenti, ma anche perchè era suo intento cbe essi fossero certamente stati allestiti tutti quanti cnLro il 1912, onde avere sufficiente margine sia per coprire gli eventuali ri tardi e sia per poter provvcclere ad allri allestimenti cbe si fossero resi eventualmente 11ecessarii in più di quelli. fino allora prestabiliti. Nel frattempo il rappresentante della Ditta Scbneider aveva comunicato di poter prevedere non soltanto un acceleramento nella. consegua dei materiali, ma anche una eventunle possibilità di (liroinuire i pre70,i prestabiliti qualora l'entità della commessa l'avesse consentito.
La Commissione Permamente degli !spett.ori d'a,r tiglieria1 esaminate tali proposte, nella seduta del 18 maggio 1909 (Verbale n. 15G) mentre confermava le considerazioni espresse nel Verbale n. 153 ilil confronto delle Acciaierie di Terni, in vista della necessità di accelel'are l'apipresta,mento degli armamenti, così come manifestato dal Capo di S. M., concordemente e riferendosi al contenuto del Verbale n. 152, dichiarava che dal lato tecnico nulla si opponeva che alla Ditta Schneider venisse affidata la commessa di un certo numero di installazioni in cupola, purchè però fossero soddisfatte le condizioni di collaudo indicate nel surricordaLo Verbale, e all',ocoorrenza completate dall'Ispettora.to delle costruzioni d'artiglieria.
Mentre delle installazioni in pozzo per cannoni da 149 A. con copertura di 140 mm. la Commis!:ione l'ermanente degli Ispettori con Verbale n. 88 aveva proposto l'adozione, l'Ispettorato delle costruzioni aveva concretato a sua volta: un'installazione in poz.zo per cannoni da 1.40 G. con copertura di 40 mm.; ed un'installazione in pozw per cannoni da 120 G pure con copertura di 4-0 mm. L'installazione. per t cannoni da 149 G era stata prescelta per l'armamento di alcune Opere della frontiera nord-est fra. le quali ernno state dichiarate di prima urgenza quella di M. Ercole (medio Tagliamento) e la batteria di Col Piccolo (Cadore), ciascuna per la postazione di 4 cannoni: er3si clisposto che dopo nn primo esemplare di prova, per non ritardare la costruzione già avviata delle ~uclclette due Opere si sar ebbero dovute allestire nitre 7 instalìazionl. Viceversa per ulteriore determinazione del Ministero su proposta del Comanòo del Corpo di S. ili., all'Opera di M. Ercole furono assegnati 4 dei cannoni da 149 A con relative Installazioni, già in corso cli provvista e clestinatl alla, batteria dello Chabert:011, sicchè avanzavano le parti già allestite di 4 esemplari, mentre successivamente fu poi interro tto
CH0N1S'l '0RI.-\ DEL
SUPR0:\10 CONSESSO D' ART!GLIEJRIA
•
1874-1915
anche . l'allestimento degli altri 4 csempltu·i destinati aJ Col Piccolo in conseguenza della decisione presa di mettere 4 cannoni da 149 G con copertura di 140 mm., invece di altrettanti cannoni della stessa specie con coper tura leggera cU 40 mm. Quanto poi alle installazioni da 120 G. con copertura di 40 mm., occorrendone 4 soli esemplari destinati tutti per l'Opera cli Chiusaforte (Val Fella) illchiarata anch'essa di prima urgenza, venne disposto per l'allesti· mento di un primo esemplare di prova e s uccessivamente degli altrl 3. Gli esemplari 'di prova da 149 G e da 120 G furono sistemati provvisoriamente nella batteria Ramaglìetta in Napoli ed ivi sperimenta.ti da app(lsita Commissione speciale di ufficiali, presieduta dal gene1·ale Comandante l'ar tiglieria di Napoli. Nell'installazione da 149 G., il congegno per frena're automaticamente il ritorno del pezzo in batteria era del modello pr oposto dal illsegnatore sig. Bisso, mentre nell'installazione da 120 G tale congegno era del modello concretato daJI' Arsenale di Napoli. Le conclusioni della Commissione collaudatrice furono favor evoli alla intx·oduzione in servizio di tali materiali, salvo alcuni ritocchi ai f reni, agli scudi ed al quadrante a livello dei quali fu tenuto conto con opportune modifiche.
La questione del freno automatico fu portata .alla Com.. missione P erma,nente degli I spettori che nella seduta del 14 dicembre 1907 (Verbale n. 120) co.ncluse per l'adozione dell'installazione in poz1,0 da 149 G col regolatore di ritorno in batteria del modello integrale Bisso, e di quella da 120 G col r eg-o latore del modello Bisso nel meccanismo interno e del modello Arsenale di Napoli nel meccanismo esterno, mentre poi entramoo le installazioni dovevano avere l'aggiunta delle lamiere e parascheggfe ai lati della cannoniera. L'Ispettorato tlelle costruzioni d'artiglieria iDcaricato di definire le installazioni in p_ozzo con copertura r obusta per cannoni da 14!) G. occorrenti l)er l'armamento cli qualche Opera di cui era prevista. la costruzione sulla frontiera nord-est, presentò dnpprimn un progetto derivato dalla congenere installazione tipo Grillo per cannone da 149 G con copertura leggera (Vet·ba1e n. 120) ma dotato cli una copertura affine a quella d ell'installazione tipo Grillo per cannone da 149 A., collaudata a Clriè (Verbale n. 88). Però in questo progetto: il congegno cli rotazione non era applicato alla eupoln come nell'lnstallazione di Ciriè, ma bensì analogo a quello dell'installazione leggera e applicato all'affusto; la trasmissione poi del movimento dell'affusto alla cupola, al fine di diminuire lo sforzo all'uopo necessario, si ottenevà non già mediante i prolungamenti superiori clegli aloni dell'affusto come nella instaJlazionc leggera, mn invece col dare forma allungata alla parte
-
J434 -
Ll<l INSTALLA½IONI IN CUPOLA ALLA FRON'l'IEnA NORD-EST
anteriore del co1·po <léll'afl'usto e appHeando alla cupola \ 1ue urtatoi e1a•sticL:, In complesso l'installazione, pur essendo derivata da quello del tipo Grillo · presentava i seguenti perfezion~menti: la ventiera non più applicata alla cupola, l'unione dell'affusto alla cupola fatta con sistema più pratico, un congegno di ro,tazione di · più .f acile .manovra. Inoltre seguendo le direttive ricevute ·10 stesso Ispettorato delle costruzioni aveva trovato modo di conservare i medesimi modelli di rocchio, di chiavarde e suole cli fondazione, nonchè di rotaie d'afl;usto delle installazioni da 149 G. con copertura leggera, raggiungendo così l'intento economico di utilizzare parte dei materiali clelle installazioni già destinate alle Opere di M:. Ercole e di Col Piccolo e poscia rimaste disponibili. Nel progetto così studiato dall'Ispettorato delle costruzioni il valore della saetta massima della cupola er;i stato ridotto al minimo in relazione al settore verticale Ji tiro da - 8 gradi a + 42 gradi che si volèva ottenere col cannone da 149 G. : ne risultava per ciò una cupola di curvatura diversa da quella delle installazioni già adottate, e pit precisamente cli una curvatura un po' inferiore alla cupola per installazioni da 149 A. in pozzo tipo Armstrong !)er settore da -8 .a + 42 gradi (Verbale n. 93), e superiore a quella per cannone da 149 A. tipo Grillo per settore da -3 gradi a + 25 gradi (Verbale n. 88). Nella considerazione però che l'aumento di pochi centimetri nel valore della saetta della cupola 11011 avrebbe. acc1·esciuto in modo sensibile le dimensioni del bersaglio offer to, e cbe per · contro se si riusciva acl impiegare nelle installazioni da 149 G., con copertnra robusta, le cupole e le avancorazze delle installazioni tipo Annstrong, si sarebbero realìzzati rilevan~i vantaggi economici di tempo e di semplicità nel materiale, il predetto Ispettorato con lodevole iniziativa intraprese nuovi studi all'uopo e presentò un secondo progetto che differiva dal precedente, oltre che nella cupola e nella av.ancorazza, anche nel congegno <li brandeggio sistemato a sinistra come nelle installazioni leggere, e nel quale il sistema cli. trasmissione del movimento era stato modificato col sostituire alla catena cli Gall un albero inclinato e delle coppie di ruote dentate coniche: in tal modo si realizzavano diversi miglioramenti per il servizio de1 pezzo e quindi per le opera- zioni cli tiro. L'avancorazza era identica a quella delle installazioni Armstrong mentre la cupola ne differiva soltanto per le dimensioni della cannoniera, per la posizione della finestra per il cannocchiale, e per la forma dei bracci conduttori dell'affusto. Queste di~erenze non richiedevano alcun cambio· di attrezzamento e quindi le Acciaierie di 'J:erni avevano dichiarato che erano disposte · a fornire, senza speciale compenso, alcune cupole per cannoni da 149 G. alle stesse condizioni stipulate per la provvista cli 28 cupole per installazioni tipo Armstrong (Verbale n . 105). L tt nuova soluz.ione rappresentata cla questo secondo progetto perfezionato offfrl,a anche il vantaggio che se in avvenire agli affusti ed ai cannoni da 149 G si fosse ravvisata la convenienza di sos tituire il materiale
-
1435 -
-;R0"-1S'l'OUIA DEL SUPHE~lO CONSESSO D' AR'l.'lGLIERIA
•
187.J:-1915
Arm1:;trong da 149 A., la sostituzione non avrebbe presentato grnvi oltlìcoltà sia nei riguardi tecnici che in quelli economici. Di installazioni da 140 G. ln pozzo con copertu.ra robusta ne occorrevano 7 per le Opere in co~trnzione, e cioè 4 per l'Opera cli Col Piccolo già preparata e pronta per ric~vere l'armamento di 4 cannoni da 140 G. con copertura leggera ma che, come si è detto, era stato poi deciso cli p1·oteggere con cupole robuste; e altre 3 installazioni da 140 li occorrevano per la batteria di Casa Ratti nelle quali le parti di fondazione potevano essere messe in opera nell'estate del 1008. In conseguenza l'Ispettorato Generale d'artiglieria nell'eveutuaJ.itù che la Commissione permanente degli Ispettori avesse approvato il progetto di installazione da 140 G con copertura robusta, aveva fatto studiare dall'Ispettorato delle costruzioni le disposizioni d,L darsi per apprestare prontamente i materìali per le suilllOUJinate due Opere, prelevando le cupole per ciò necessarie dalle 28 cli cui al contratto del febbraio 1007 colle Acci.tierie di Terni. L'Ispettore delle costruzioni d'ar tiglle1ia faceva in proposito present.! che buona parte del predetto materiale era a disposizione perchè per unn certa qua,ntità già in opera a Col Piccolo e per il resto ancorn in costruzione presso gli Stabìlimenti, e ciò provenivu dal fatto elle tali materiali erano stati prepa1·11ti per le Opere cli M. Ercole e di Col Piccolo che dapprima dovevano essere r.tJ.'tuate con cannoni da 149 G. in pozzo con copertura leggera: restavano da allestirsi alcune altre parti, mentre le 7 cupole occorrenti e le corris11onclentl i·otaie inferiori coi relativi cuscineLti. sarebbero state prelevate dai materiali in corso di provvista dalle Acciaierie di Terni (Verbale n. 105) . L'apprestamento dei materiali mancanti sarebbe stato attìdato agli St:tbilim~nti militari, meno i corpi d'aO:usto, per i quali, a cura dell'Arsenale di Napoli erano state inte1·pellate le set più note Ditte Industriali capaci dl eseguire tali lavorazioni. La Società Ing. E . Breda di i\Iilano, la Società Ansaldo cll Cornigliano Ligure, e le Acciaierie di Terni 1·isposero che, pe1· altri precedenti gravi impegni non potevano m;sumere Il lavoro, mentre 11 ltre tre Case fecero le seguenti offerte: Società Annstrnug di Pozzuoli: L. S:750 per affusto e consegna clopo dieci mesi dall'ordinazione; Società De Luca-Daimler : L. 2,55 per kg. e consegua dopo cinque mesi; Società Pnttìson : L. 3 per l,g. e consegna dopo sci o sette mc~i.
La Commissione degli Ispettori riunitasi il 21 dicemLre 1907 (Verbale n. J 22) confermò la proposta di insta11azione di cannoni. da 149 G i11 pozzo con copertura robusta, e decise di a.ffidare a,l la Casa Al"Instrong la fornitura dei 7 0orpi d'affusto .
-
1436 -
IKSTAL.L AZI0NI IN CUPOLA NELLE O.PERE OI COL PICCOr,o E CASA RAT'.rl
Intanto a seguito tlelle comunicazioni avute clall'Ispettonrto Generale del genio, l'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria aveva compilato un progetto di massil))a cli installazione pèr cannone da 120 A.L. con copertura leggera, nel quale per economia venivano utilizzate le cupole, le rotaie inferiori e le · avancoràzz~ delle installazioni da 149 G.· rimaste disponibbili per la sostituzione della ~opertura pesante a quella legger a nelle Opere cli Col Piccolo e di Ca:sa Ratti·; e su proposta dell'Ispettorato Generale del genio era stato richiesto alla Casa Armstrong un analogo pl'Ogetto. Nel confronto tra questi due pr ogetti il Comando del Corpo di S. M. ritenne preferibile quello dell'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria che quinclì si accinse a compilare un progetto defintivo presentato poi all'esame della Commissione Permanente il giorno 22 giugno 1910 (Verbale n. lù3). L'Ispettore delle costruzioni facendo rilevare cf1e l'installazione da esso progettata presentavi\ tutti i vantaggi e tutti gl'inconvenienti dell'installazione da 149 A. tipo Grlllo perchè ad essa · perfettamente nnaloga, notava come la scelta dell'installazione tipo Grillo era stata auteriore alla decisione colla quale per tutte le future installazioni da 149 A. si ùoveva adottare il tipo Armstrong: confermando quindi il parere espresso allorchè si erano discusse le installazioni cla 149 A. proponeva che si pone.s se subito alla studio un progetto di installazione tipo Armstrong per cannone da 120 A.L ., soggiungendo che tale studio poteva esser fatto in tutta calma perchè il cnnnone era ancora in esperimento. L'Ispettore d'artiglieria da costa e da forte?:za osservò invece che porre in studio una nuova in:itallazione prima che il cannone fosse concretato, richiedeva un tempo non breve, eventualmente tale da ritardare l'aumento delle Opere alle quali le installazioni erano destinate. Il P1·esidente dellit Comrnisione Permanente, a,ppreso dall'Ispettore Generale del genio che per il tempestivo svolgimento dei lavori di fondazione. ~!cune parti della progettata installa?:ione occorrevano per il principio del lOll e forse anc:he per l:1 fine della stagione lavorativa del 1910, mentre l'Ispettore delle costruzioni d'artiglieria confermava lH non poter precisare la data in cui si sarebbe potuto fare sicnro assegnamento di avere la bocca da fuoco da 120 A.L., espresse parere analogo a quello dell'Ispettore cla costa e da fortezzà nel senso di dover avere prima il cannone e quindi poi di procedere a.Ila. fabbricazione dell'installazione: attesa pertanto l'urgenza soggiunse di: non potersi prncedere nell'incertezza che avrebbe potuto dare sgradite sorprese, e propose di interpellare subito la Ditta Armstl'ong per sapere se era in grado cli allestire nel tempo indicato clall'Ispettorn to Generale del Genio le 7 instal!('lzioni ed i relativi occorrenti cannoni da J20. Dopo esauriente d iscussione la proposta conclusiva del Presidente venne approvata. L'Ispettore delle costruzioni d'artiglieria. incaricnto di espletare le conseguenti pratiche colla Ditt:1 Armstrong pose la duplice condizione: di poter utilizzare le coperture metalliche leggere e le avancoraize che in primo tempo dovevano servire per le installa?:ioni da 149 G. e che erano ora di-
1437 -
ClWNISTORIA DEL
SUPRIDMO CONSESSO D' AR1'1GL1EHIA
-
18'74-1915
sponibili; · e P,!lr l'inizio della stagione lavorativa ùel 1912 di voter ricevere le 7 nuove installazioni. ,. L' Armstrong nel febbraio del 1910, annuendo alle suddette condizioni pose allo studio e propose un'Installazione del tipo cli quella da 140 A. ·e da essa differente soltanto per alcuni particolari costruttivi e principalmente per il congegno di elevazione e per il congegno di accensione elettrica. La Ditta Armstrong propose poi un cannone tipo Marina con una velocità iniziale di 900 metri, ma l'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria fece rilevare che esso non rispondeva all'impiego che se ne voleva fare e precisò i seguenti dati approssimativi : velocità iniziale 600 metri; pressione di regime 1.800 atmosfere; peso della bocca da fuoco kg. 1.800 circa. La Casa ,.Armstrong di rimando, conservando l'installazione proposta, propose quindi un cannone del peso di 2.286 kg. con una pressione cli regime di 2.438 atmosfere, cannone che evidentemente non rispondeva ai dati sovraespressi e che faceva ritenere che la Cat<a non si era preoccupata cli risolvere il problema in modo conforme ai dati ricevuti ma aveva presentato una bocca cla fuoco stucliata per altri scopi : di conseguenza nè col primo nè col secondo progetto di installazione da 120 la Casa Arm~trong a.veva comunquè risposto alle richieste deU' Amministrazione militare. Questo seconclo progetto della Casa Armstrdng iìnpoitava una spesa cli -L. 22.GOO per Il solo c:mnone e (li L. 37.800 per l'install1.17,i.one ; i .proietti sarebbero stati gli stessi da 120 A. da campo pesante.
La 0-0mmissione degli Ispettori riunitasi il 6 luglio 1910 (Verbale n. 166) data l'urgenza e considerando che le proposte della Ditta Armstrong miglioravano l 'efficienza delle. Opere, decise di adottare l'installa,zione proposta da tale Casa apiportandovi le modificazioni i'ndicate dall'Ispettore delle costruzioni d' a,r tiglieria.
rnsaurito l'argomento delle installazioni in pozzo sono da esaminare brevemente alcune questioni riguardanti le artiglierie cla S7 ,J3 in postazione difensiva. La Commissione Permanente degli Ispettori si riunì l'll marzo 1904 (Verbale n. 5S) per esaminare se per i cannoni assegnati alla. clifesa delle Piazze conveniva cli adottare una speciale granata torpecline da 87 B. carica cli balistite in grani del n. 2 compre.ssa, e munita cli spoletta a percussione senza ritnrclo e con dispositivo cli sicurezza. Alcuni anni prima era stata posta allo studio una granata torpedine d'acciaio da 87 B., munita cli spoletta a percussione con speciale ritardo, cbe fu definita fin dal 1001 dopo esser stata sottoposta a numerose ed a ~
1438
LA GIUNAT.\ 'fUl(l:'f,)l)lN1'J IN ACl'lAIO
n:n
I L CA J:\NO:,;/ I<) DA
87
B.
esau rienti prove. Già era stata <'Ompiluta la relallrn tavola di tiro a carica di fazione, al101·quando lo studio di una sp~letta per la grauuta torpedine da 75 A. portò alla radicale moditìcuzioue cli sopprlruere il ritardo sostituendolo con uno speciale dispositlrn che, una volta completamente definito, si volle adatta re anche alla granata torpedine da 87 B. Frattanto coll'adozione del materiale da 75 A che doYeva sostituire subito quello <la 75 B, e a non lontana sca<lenza quello da Si D., si affacciava Il quesito della convenienza cli aclottare e di iutro(lurre in servizio la nnovu granata torvedine per il munizionamento delle batterie da Si B. ) fod . 80/ 9$. Il Ministero con dispaccio del 9 agosto rno2 nuche per rngioni economiche decise negativamente, ma, rinunciondo alla grana ta torpedine da 87 B. per le b:1tterie cumpali, st.abUJ che bisognava ultiwarne lo studio per comprenderlo u n\cru.nente nel mu nizionamento ùelle bocche do. fuoco destinate all'ar mamento delle P iazze. La questione fu demnndota oll'.[8pcttorato d'artiglieria da costa e da fortezza il quale prima di ·ogni altra cosa, per giudic,1re gli eJiettl che uu tale proietto era capace di produrre esruuinò i risul tati clclle prove di efficacia con esso ottenuti. Dal comple8so cli tuJi r isul tati ùecl nsse che l'eflicacia del nuovo proietto era massima conr.ro bersagli in muratura, cbe la sua azione contro posizioni ordinate a difesa poteva ancbe essere importante, m ti ch,i non sarebbe stato pertaJ.1to consigliabile n tiro a torpedine contro trincee interrate e ripari d'iutigllcrìa. Inoltre la lillllta tu zona d'azione della granata torpedine, quale proietto dirompente, ne delimita va e localizzava talmente gli cD'etti che, per le inevitabili dispersioni di colpi, anche nel caso di un tiro prolungato e ben regolato la. sua effica cia risultava ll f'f atto irrisoria. Al)plicando per ciò tali conclusioni all'impiego che :wrebbero dovuto aver e in guen·a i <'ilnnoni da S7 I3 assegnati alla difesa delle pin1.ze, er:1 facile venire alln deduzione che tale J)roietto onche d al punto di vista economico non conveniva per l'impiego che Si voleva fare cli tali cannoni. Con!!eguentemente la Commissione Permanente de;di Ispettori nella seduta del marzo 1904, J)ei· toli rnot!Yi espresse pn rere contra rio all' aclozione clella granata in questione. Successivamente il :Ministero con dispaccio del 26 luglio 1904 comunicava che in seguito, al parere concorde del Capo di S. M. e dell'Ispettorato Generale d'artiglieria a,·e,·a deliberato di introclun e in servizio 11elle batterie da campo la. granata tor pedine da 87 D. in proporzione di 1/ 9 clel munlzioniimento totale loro assegnato. Ne conseguiva che allorquando i cannoni cla 87 B., che allora. costituivano le batterie do campo, sarebbero stati so8tituiti con quelli di nuovo tipo e sa1·ebbero quinclì stati messi a disposizione per il servizio clelle fortezze, tale passaggio sarebbe av,,enuto col relativo munizionamento . di grana te torpedini. In seguito a questo . fu turo avvenimento il Ministero invitava. a studiare ln questione dell'impiego di dette granate per i cannoni da S7 B cla a'dlblrsi in ovvenlre alle fortificazioni e cli concretar e le modifi cnzioni che di conseguenza doYe,nno s ubire le conclusioni del Yerbole n. nS.
-
14:39 -
CHO:NJS'l'OHIA DEL
SUl'Hl~)10 !.:0 NS 8SS0 O'AHTIGLII::UIA
1874-1915
·
La Oommissio11e Pe1·manente degli I spettori riunitasi il 21 febbrai o 1905 (Verbale n . 75) approvava l'in troduzione ùella granata torpedine da 8'7 B Mod. 80/98 nel munizionamento dei ca,rnnoni assegnati alla difesa delle Piazze, specificando che tale pr,oietto poteva t1·ovare utile impiego : a) contro batterie campali munite di scudi; b) contro colonne di caneggfo e specialmente carri da munizioni {anche se blindati) ; o) per· sconv·olge1'e e disturbare la,·ori di installazione <li illl/pia,nti, cli parchi telegrafici, aereo tatici, osser va tol'ii, ecc. ; d) oontr,o caseggiati (coperti al tito delle artiglierie dei forti principali), in cui poten1no essere conc,entrati nuclei di truppe ; e) infine contro tutti i. larnl'i di assedio e posizioni ordinate a difesa in speciali condizioni, purchè tali bersagli offrissero sufficiente rilievo sul teneno, ,isibilità ed ampiezza,, in mod o che la i.or o maggio1·e estensione potesse compensare la poca esattezza di tiro e la limitata azione dirompente del iproietto. Circa poi l' adozione dei cannoni da 87 B e da 75 A nelle installazioni speciali da difesa in pozzo ed in casamatta allorchè dall' Arsenn.le di Todno furono compilati i progetti di massima la Commissione degli Ispettori si riunì il 28 marza l!l08 (Verbal e n . 127) approvandoli.
§ IO.
' Le conclusioni della S ottocommiss ione t:entrale mista della Commissione S uprema di difesa . Tipi dei cannoni da cos ta • Studio e conclusioni dell'Is pettore da costa e da fortezza . Can• noni di grande potenza e a tiro rapido • Le decisioni di massima e particolari della Commissione Permanente • Le decisioni circa il cannone Krupp , Ins tallazioJ1i di obici ne lle batterie basse • Le caratte r.istiche difensive delle'. ' moderne nav i da battag lia • Le osse rvazioni della R. Marina per l 'arma mento de lle Piazze
-
144-0 -
SOMMARIO DEL P ARAGRAF O
J.0
di Taranto e di Venezia • Conclusioni dell'Ispettorato Stu,di e proposte per l'armamento di Venezia • Munizionamento del= l'obice da 280 = Fissazione delle cariche e calcolazione ddle Tavole di tiro • Decisioni adottate nella riunione presenziata da S. M. il Re per il rafforzamento del fronte a mare di Venezia , I materiali presentati dalle Case costruttrici • Artiglierie, instal, :!azioni, corazzature, munizionamento = Proposte della Commis= sione Speciale presieduta dal colonnello Dallolio = II problema degli obici = L'obice da 305 • II tipo proposto dalla Casa Arm= strong. Armamento con artiglierie di medio calibro = Cannoni offerti dalla R. Marina per la Piazza di Ancona = Altre artiglierie ce= dute dalla R. Marina = Proposte radicali dell'Ispettore da costa e da fortezza = Studi conseguenti all'armamento ausiliario. Questioni riguardanti l'organizzazione del munizionamento delle artiglierie nelle fortificazioni = Le proposte dell'Ispettore Generale del genio = Adozione dei criterii per l'allontanamento del polveriere dalle Opere = Decisioni definitive della Commis= sipne Per.manente = Nuove discussioni e nuovi criterii = Conser= vazione degli esplosivi e sistemazione delle munizioni = Spec= chio di classificazione, ripartizione e conservazione degli espio= sivi. Questioni relative alle spolette = Prove colla · spoletta a per= cussione a bocchino posteriore = Dec.isioni della Commissione permanente circa l'abolizione del ritardo • Rinnovo di un bre= vetto austriaco = Inconve nienti nel funzionamento del fulmico= tone umido = Esperienze coi nuovi esplosivi • Inconvenienti di . funzionamento dei detonatori = Necessità di prove e difficoltà finanziarie per la loro esecuzione • Studi · e proposte per l'impiego di cariche innescate senza bossolo = Scaricam~nto dei pezzi e mi= sure di sicurezza dopo gli scatti a vuoto = Il pistoletto e l'ordì= gno di svitamento dei cannelli. Questioni riguardanti gli artifizii di guerra = Le castagnole a filite = La pistola Vitiello • Nuove prescrizioni e nuove prov= videnze di costituzione e di sicurezza delle castagnole = Casta= gnola a balistite concretata dal Laboratorio pirotecnico di Bo= logna. Studio di bombe per fanteria = La bomba tipo italiano stu• diata dalla Direzione Superiore delle esperienze = Prove ed espe• rienze.
P er completare l'esa,me sommario delle principali questioni riflettenti le artiglierie delle diverse specie trattate dalla,· Commissione Per~anente degli Ispettori nel periodo -1441 -
CRONISTORIA DIU,
SUPREMO CONSESSO D' AH'l'IGLIEIHA
-
1874-1915
1900-1914, aecenneremo infine a quelle che _interessano le artiglierie [Per la difesa delle coste, riferendoci per primo allo stlidio elaborato nel 1900 in riguardo ai cannoni da adottare appunto per tali difese. La Sottocommissione centrale mista della Commissione Suprema di difesa, convoùata, per de(inire l'assetto dif.ensivo delle Piazze marittime, dovendo in tesi generale pronunciarsi sul tipo di camlOni di grande potenza ed a tiro rapido da adottarsi per la difesa costiera, nel Verbale riassuntivo delle proposte formulate nelle sedute dell' otbobre-novembre 1900, addivenne alla conclusione che i predetti cannoni avrebbero dovuto in massima appartenere ai due tipi seguenti : a) uno di medio calibro coruvreso fra i 15 e 20 cru. ma, per soddisfare alle ordinarie esigeD?:e, · prossimo al limite superiore ; avente unu celerità tli tiro non inferiore n 4 colpi per minuto primo e provvisto Ji una granata perforante di acciaio, capace di una ril°évante carica interna costituita pr eferibilmente da un potente esplosivo ma anche da polvere nera quando fosse imposta. da esigenze di sicurezza del tiro, allo scopo di anecare danni rilevanti alle soprastrntture delle navi, alle grandi e alle medie distanze. Tali cannoni avrebbero dovuto esser e specialmente destinati a completare nlle predette distanze l'azione clelle 11ostre batterie di obici e ad impedire alle navi nemiche di stazionare in vicinanza delle locali tà che si proponevano di offendere; b) uno di grosso calìbro e di grande esattezza avente una celer ità di tiro 11011 inferiore ad un colpo al minuto primo ed un proietto capal'e di mettere fuori combattimento una nave -colpita ad una dis tanz-a non superiore a. 5 o 6 k ilometri, e di tale efficacia da perforarne le parti corazzate più robuste fino _alla- clist:rnza di circa 3 kilometri. Questo secondo cannone era in massima da impiegarsi per impedire alle 1iavi cli approssimarsi tanto alle coste da poter col loro fuoco preponderante · a,·er ragione delle Opere difensive erette sulla costa stessa, per interdire alla tfotta nemica di accedere e di stazionare in determinate zone ncguee di cui il difensore volesse conservare il possesso. Eventualmente poi si sàrf bbe potuto · unche ~ssegnare ad una tale pecca da fu oco il compito cli battere navi al largo, aUorchè par ticolari circostanze avessero reso necessario di agire con fuoco molto potente su di una zona acquea pos ta o ragguardevole distanza dalle Ope1·e destina.te a difenderla. Circa al quantitath•o delle bocche da fuoco occorrenti, la Sottocommissione stessa stabilì che si dovessero provvede.re : 1°) Cannoni di grande potenza per le seguenti batterie : Molo Luceclio (Genova) 1~. 6 cannoni, Torre R:rnieri (Napoli) n. 4 cannoni;
1442 -
ASSID'l'TO DlFE'NSIVO DEJLLE PIAZZB MARIT'l'IlVIE
2°) Cannoni di medio calibro fra i J.5 e i 20 cn1. per le batterie : Marginetto (Maddalena) n. 6 cannoni, Punta Ilattistone (Maddalena) n. 6 cannoni, Palmaria (Spezia) n. 4 cannoni, Nisida (Napoli) n. 4 cannoni, Camaldoli (Napoli) n . 4 cannoni; 3°) Cannoni da 152 mm. per le batterie : Scuola (Gcno,'a) n. 6 cannoni, Capo S. Vito ('l 'aranto) n. 6 cannoni. Ciò premesso l'Ispettore d'ar tiglieria da costa e da fortezza incarìeato dello studio preliminare della questione, in una sua relazione osservava che per soddisfare alle condizioni di celerità cli tiro stabilite come norma dalla Sottocommissione centrale mista (1 colpo al minuto) conveniva, alla stato in cui si trovava l'industria, rinunciare ai calibri superiori ai 25 cm. quand'anche il servizio dei pezzi fosse stato fatto con mezzi meccanici, 0 notava come nelle batteri~i cla costa destinate ad agire contro bersagli assai mobili e veloci, il requisito della celerità di tiro aveva tale e tanta importanza da far preferire in via di massima una bocca cl.a f uoco dotata di grande celerità di tiro ad un'altra che, pur avendo una potenza di perforazione alrJuanto superiore, non avesse permesso un t iro egualmente rapido. La condizione poi di perforare a 3.000 metri anche le parti piit robustamente corazzate delle navi, non sarebbe stata facilmente raggiungibile nè sembrava d'altra parte indispensabile di procurarsela a co::ito cli enormi spese, vista la limitata probabilità ai colpire una nave piuttosto in un punto che in un altro e cli colpirla proprio con quell'angolo di incidenza che sarebbe stato necessario per la perforazione. L'unica tattica possibile delle batterie da costa era infatti allora quella di mirare alla prora e di far fuoco a salve qua ndo la nave fosse giunta alla dis tanza prestabilita e cioè alla distanza di fn9co . L'Ispettore eia costa e fortezza riteneva. pertanto che, per quanto si riferiva alla perfora?:ione alla distanza di 3.000 metri conveniva riunciare alla pretesa cli forare le parti piìt robustamente corazzate delle navi da battaglia òi allora recente costruzione, e li.mitarsi a bocche da fuoco cli tale poten?:a che a quella distanza avessero garentito di forar e le sole corazze cli cintura: notava per ciò a tale riguardo che anche tenendosi al disotto ciel ·calibro cli 25 cm., ciò che avrebbe permesso cli realizza.re una considerevole economia nelle spese di impianto, si sarebbero avu te delle artiglierie di tale efficacia da soddisfare in gran parte alle condizioni stabilite dalla Sottocommissione mista : che se poi si fosse voluto insistere nella condizione cli perforare a 3.000 metri anche le par ti più robustamente corazzate, riteneva che il problema avrebbe presentato difficoltà forse inE:uperabili. Dopo aver accennato al sistema cli corazzatura delle~ navi allor a più potenti e più moderne, in relazione -an•a·dozione dell'acciaio indurito, lo ~
9!
1443 -
CRONISTORIA DEL
SUPHBMO COKS IJ;SSO D' AU'.L'IGLIERIA
-
1874-1915
stesso Isvettore osservava elle la perforazione di alcune parti clepe navi (ridotte, toni, ecc.) non sar ebbe sempre stata possibile neanclle con cannoni da 40 cm. ed a distanze inferiori ai 1.000 metri: a suo parere risultava cli conseguenza l'oppor·tunità cli ·accontentarsi cli un cannone di calibro tale che, pur limitando la sua potenza di perforazione alle cinture corazzate a distanza di 3.000 metri, r ispondesse pienamente ai voluti requisiti di esattezza ·e di celerità di tiro. A tali predette esigenze l'Ispettore da costa e da fortezza ritenev;:, potessero quindi rispondere egualmente bene i seguenti tipi di cannoni: a) un cannone come quello a tiro rapido cla 240 mm. L/40 Mod. 97 (leggero) della Casa Krupp. In effetti questo cannone, con un · peso di kg. 22.100 ed un proietto cli kg. 170 aveva una velocità iniziale di 790 metri, e seco11do alcuni dati attendibili r isultava che poteva perforare una corazza Harwey di 25 cm. alla distanza di 3.200 metri. Dicevasi anzi che di tale cannone esistesse già in Austria un modello 1809 dello stesse peso e dotato dello stesso proietto ma con una velociUt iniziale di 855 metri (Almanacco della Marina da guena austriaca, 1901); b) un cannone della Casa Armstroug che fra le pili r ecenti sue costruzioni aveva · concretato un cannone da 234 mm. L/42 del peso (li kg. 26.000 che hrnciava un proietto cli kg. 176 con una velocità iniziale cli 694 metri. Le predette artiglierie, co11cbiucleva · l'Ispettore da costa e fortezza, avrebbero potuto r ispondere abbastanza bene allo scopo, ma prima di dare un giudizio definitivo sulla conveuienz,a di adottare l'una piuttosto che l'altra, sarebbe stato oppor tuno conoscere la struttura degli affusti e delle installazioni, ed avere dalle Case costruttrici informazioni più dettagliate sulle qualità balistiche delle bocche da fuoco in questione. Ammesso quindi che il cannone di g1·ancle potenza clovesse appartenere al t ipo cli quelli sopraindicati, egli opinava che pel cannone di medio calibro di cui era cenno nelle conclusioni formulate dalla Sottocommissione ·centrale mista, avrebbe potÙto bastare il calibro di 152 mm. già tassativamente designato per le batterie « Scuola>> e « Capo S. Vito », e come tale sarebbe stato specialmente indicato il cannone da 152 mm. del tipo a.Horn più recentemente defini to dalla Casa Armstro ng. Questo cannone (Mod. 1808) anche quando non si fossero potuti impiegare mezzi meccanici per il movimento dei proietti d'a'lle riservette ai pezzi, ad un~ celerità cli tiro ragguardevole accoppiava un'cflicacia rispondente ai desicleri , espressi dalla Sottocommission~; infatti con un proietto del peso di kg. 45,4 con tale l>occa da fuoco si aveva una velocità iniziale cli 823 metri còn una radenza di tiro tale che, alla distanza cli 10.000 metri, l'inclinazione era di soli 13 gradi circa. Secondo alcuni dati raccolti presso il Ministero della Marina, con questo cannone si sarebbe potuto r aggiungere una celerità massima di tiro cli 7 colpi al minuto primo, e quindi una celerità meclia ordinaria d i 4 colui al minuto primo, mentre a 8.000 metri il proietto avrebbe avuto
-
1444 -
RJCHil!JS'l',\ DI DA'.l'l SUI CANKON! DA COS'1\ \ Df Gl{ANDE POTENZA
ancora la. potenza di perforare una piastra di acciaio da 15 a 17 cm. di spessore. Non constava però che tale cannone fosse già in servizfo presiso qualche potenza estera e volendo conoscere maggiori particolari in proposito, occorreva rivolgersi alla Casa costruttrice. Un'altra bocca. da fuoco che rispondeva bene alle esigenze · volute f.! poteva quindi soddisfare era il cannone Krupp da 15 cm. L/50 l\:1od. 99 pesante; difatti secondo alcuni dati contenuti nell'Almanacco della Marin[l austriaca, tale cannone presentava le seguenti caratteristiche: peso dellti. bocca cla fuoco kg. 7.500, peso dei proietti perforanti: granata kg. 41; palla kg. 51; velocità iniziale: colla ·granata metri 1.004; colla palla metri 900; celerità di fuoco: 5 o 6 colpi al minuto primo.
Pertanto pofohè urgeva provvedere 10 cannoni di grande potenza., di cui 6 per armare subito la batteria clel Molo Lu <:edio (Genova,) e 6 cf111noni a tiro 1·wpido per armare la batteria Punta Battiston<:~ (1\faddalena), il Ministero con dispaccio del 22 marzo 1901 deferiva tutta questa, oomplessa quesione all'esame della Commissione Permanente degli I sipetto· l'i, che riunitasi il rn maggio 1901 (Verbale n. 6) delibera,va che: a) prima di prendere una decisione circa il calibro da a,dottare per H camnone da costa di gra,n òt~ potenza conveniva interpellare Je principali Case costruttrici (Krupp, Armstrong. ecc.) perchè fornissero tutti i dati necessari sulle installazioni e sui caomoni di lor,o prod nzione di calibro non superiore ai 25 em. che consentissero una celerità di tiro non inferiore ad 1 colpo al minuto primo e avesser,o una tale 1POtenza cfa perforare almeno fino a, 3.000 m.etri una corazza di acciaio della migliore qualità, e di spessore non inferiore ai. 25 cm., facendo presente alle C\:'ìse st.esse che tali cannoni do vevano servil'e per una batteria a livello del mare e dovevano essere installati in modo da proteggere efficacemente i serventi dal tiro delle navi nemiche; · 7J) bisognava in pal'i t<~rnpo domandare alle Ca,se costruttrici s~ già avessero pronti ocl in corso di studio o di costru zione dei cannoni di calibro superiore ai 25 cm. tali da soddisfare ugualmente bene alle condizioni suesposte; e) in riferimento alla seconda questione riguardante i. cannoni a tiro rapido che· si invitassero le stesse Ditte a fornire -
14,45 -
CR01'ISTORIA DEL SUPREMO CONSESSO D'ARTIGLIERIA
-
18'74-1915
tutti i dati necessari sulle installazioni e sui cannoni di calibro prossimo ai 150 mm. di loro [lH'oduzione, che avessero soddifatto alle condizioni di celerità di tiro non inferiore ai 4 colpi al minuto primo e di potenza tale cla potere, alle medie ed alle grandi distanze, arrecare danni rilevanti alle soprastrutture delle moderne grosse navi; d) finalmeinte si doYessero richiedere a.nche dati su boc che da fuoco di calibro prossimo ai 20 cm. che avessero al l'incirca soddisfatto alle stesse predette condizioni . Circa poi i varii quesiti specific,atamente posti dal Ministero col succitato di.spaccio, la Commissione Perm~mente pr,oponeva di rivolgersi all'industria [)rivata per l'acquisto dei 6 cannoni di grande potenza, da, provveder(~ subito per il molo Luceélio, me.ntre per gli altri 4, l'esperienza dei sei primi .avrebbe indicato la via da seguire; nello stesso tempo la. Commissione faceva v,o ti perchè per l'avvenire si fosse possibilmente disposto in modo che lo studio e le lavorazioni di tali artiglierie si potessero eseguire da noi senza dover ricor· rere all'estero. Risoluto così il caso 1pa,rticola.rc dell'acquisto di 6 cannoni del gruppo dei 10 subito occorrenti, per quanto riguardava la scelfa generica del ca,111none di grande potenza b Commissione Perma,nente decideva di rima,n dare ,ogni risoluzione a quamdo si fossero avute dalle Case costruttrici le notizie inf.ormative che .si dovevano richiedere. In rigua,r do ,poi al programma degli studi ,e degli esperimenti da farsi per conc(etare il cannone a tiro rapido, ed in quanto al tempo ed alla, spesa necessa,r i per l'attuazione di tale progTamma, vista l'urgenza. e la necessità di avere subito 6 di tali cam1oni. per armare la batteria Punta Battistone (Maddalena), la Commissione P,ermane~t-<~ 1Propose di acquistarli senz'alt,ro dalle Ca.se costruttrici ottenendone il diritto di riproduzione . Anche in ri.gnarclo della scelta, generi.ca di tale bocca da fuoco la Commissione Permanente rimandò ogni decisione a quando si sarebbe · potuto esaminare e discutere le notizie richieste alle Case costruttrici circa, artiglierie del genere da esse ·già, fabbricatè. Per ultimo la Commissione Permanente si pronun:iiò in merito: alle modalità di impiego di queste nuove a,r tiglierie; -
1446 -
CAUA'.l'TER JS'l 'fCH8 01~1 CA~N01'1 DA C0S'1' A Dl GRANDltl POTENZA
aj mezzi di puntamento e telemetrici :fino allora realizza.ti; ai mezzi speciali per sfruttare, finchè possibile, la celerità di tiro del nuovo cwnnane di medio calibro; a,lle norme secondo cui &i dovevano svolgere gli studi relativi a nuovi e più perfezionati mezzi di pun tamento e telemetrici. Le Case costruttrici Armstrong, Krupp e Vickers-Maxim, interpellate in riguardo di tali mater'inli cli grande potenza ed a tiro rapido si limitarono a fornire sol tanto poche informazioni cli carattere generale Ei però i nostri uflìciali analizzando e interpretando tali informazioni riuscirono a calcolare ecl a dedurne diversi altri dati caratteristiei indispensabili per impiantare gli studi occorrenti, tantochè in seguito al (lispaccio del Minis tero del 15 agosto 1901, la Commissione Permanente degli Ispettori riunitasi il 26 novembre 1001 (Verbale n. 12) potè in piena conoscemm cli causa esaminare e discutere sulle caratteristiche fondamentali, sulla potenza perforatrice e sulle altre qualità baJisticbe clei seguenti tipi cli cnnnoni cli grande potenza offerti dalle predette Ditte e cioè : 1°) cannoni di gr ande potenza del calibro s uperiore a 25 cm., 2'>) cannoni cli grande potenza clel calibro cln 254 a 233 mm. (il tipo da 254 mm. era stato incluso perchè quantunque di calibro un po' superiore a 25 ero. aveva carntter istiche prosi.siruc a quelle richieste per tale categoria), 8°) cannoni di medio calibro sensibilmente superiore ai J.50 mm., 4<>) cannoni di me<lio calibro prossimo ai 150 111m. Relativamente alle bocche da fuoco comprese nella prhna categoria (grnncle potenza e calibro superiore a 25 cm.) la Casa Krupp ofCriva cannoni da 305 mm. e cln 280 mm., lunghi entrambi 50 calibri, il primo pesanti? 63 tonnellate, ed il secondo 49 ton nellate. La Casa vickers otl'.riva un cannone cla 305 mm . lungo 40 calibri e del peso <li 52 tonnellate. Queste bocche da fuoco nei loro risultati balistiC'i superavnno la richiesta potenza di perforazione in n11a coraz1m cli 25 cm. cli spessore tipo Krnpv o tipo Terni. Relativamente alle bocche cla fnoco clelht fleconcla categoria (grande potenza ma calibro prossimo a 25 cm.) , l' Armstrong e la Vickers offrivano cannoni da 250 mm. lunghi 40 calibri circa, e cannoni cla 233 mm. lunglli 45 o 4S calibri, mentre la Casa Krupp offriva cannoni da 2-40 mm . lunghi 40 o 5.0 calibri.
Considerati t utti i va.rii da,ti ed elementi caratteristici delle suddette bocche cl a fuo co, nppa.riva evidente su tutti gli altri tipi la suiperiorità dei risultati balistici del cannone Krupp da 240 L. /50. I n relazione agli a ltri quesiti sottoposti all'esame della Oonunissio·ne Perman ente e riguardanti : 1a costruzione dei. 1Ù7-
CHONIS'lORfA DEL SUPRi,:Mo COKSESSO D' AltTIGLrnRIA
•
1874-1915
cannoni; i ·Congegni di {:hiusura ; le insta-llazi,o ni; le cora,zze ed i varii congegni e mccc~nismi ,; dopo mùtmpia, e clettagliat~~ discussione in merito .a lla dilig-ente ,esposizione fatta dall'Ispettore delle e-ost ruzioni, la Oommissione Permanente degli Ispettori d'artiglieria, ritenendo esa.tti i dati forniti dalla Uasa Krupp decise : lQ) che H cannone Krnpp da 240 L. /50 rispondeva bene alle direttive ed agli scopi richiesti; . 2") di interrogare la Gasa Krupp per conoscere il numero di colpi che si sarebbe dovuto spa,rM'e senza che il ca,n none avesse presentato defo1;mazioni ta.li che ne pregi.uclicas sero l'esattezza del tiro ·Oltre i limiti ammessi, e compromettessero naturalmènte in seguito a,nche la resistenza della bocca ·da fuooo ;· 3°) che iusieme alle bocche da, fuoco ed ai · proietti si . acquistasse anche un :numero adeguato cli cariche composte coll'esplosivo della Casa Krupp; 4°) che la stessa Casa Krup1p fornisse i cannoni e le . relative insta1Ia.ziO'ni; ·5°) di Interessare la, Casa Krupp perchè per il suo can . none da 240 L ./50 presentasse un'installazione maggforme:nte protetta., pur conservand,o le caratteristiche di celerità di ti ro e di manovra a mano ; 6") cli informare la 0 Rsa Armstrong che i eannoni cla. essa presentati non avevano riscosso il favore della Commis sione Permanente degli Ispettori, ed interessarla a migliorare le quaUtà balistiche cli qua.lche sua bocca da fuoco cli calibro prossimamente .superiore ai 233 mm. in modo che e-on una installazione opportunamente alleggerita, fosse consentita, la. richiesta ra[>idità di. tiro di 1 colpo al minuto, cot11 manovra a mano; . 7°) che avute le predette infomiazioni si inviassero uno o due nostri ufficiali d'artiglieria presso le Case interessate con l'incarico di esaminare i materiali ,e di assumere tutte quelle maggiori informa0ioni che non era possibile di avere per lettera, sicchè in seguito a.lla rela,zione dei predetti uffieiah la Comrn i$sione Perma,nent.e potesse defìni.ti.vamente ,de-
-- 1J4.S -
IL CAXKOKE l)A
152
l,. /50 KIWPP - L'om, :1,J DA
280
L.
cidere ·sui materiali ùa adot ta,re e sulle conseguenti commesse da dare. In relazione al rna,t eriale di medio calibro la Commissione Permanente degli Ispettori decise : l") di prcscegliere il cam10ne da 152 L./50 Krupp con le medesime risene e condizioni espresse . per il ca,nnone da 240 L./ùO relatiYe alla resistenza ed alla durata della, bocca da fuoco dopo un determinato numero di colpi; 2°) cli interessare la, Gasa, Kru1pp a rendere maggiormffil:te protetta l 'installa,zione da essa offerta, ·ovvero a presentarne altre del tipo a piedistallo ; 3°) di attendere i rappo1·ti ed i referti dçi nostri ufficiali in11iati iJl missione presso le Case costruttrici, per prendere le definitive decisioni sui materiali di medio calibro. In prosieguo di tempo oltre alle questioni suaccennate i1 :Ministero con i dispacci del 22 e 27 settembre 1904 ne aggiunse delle altre tra le quali le . due seguenti , e cioè: l") studio del modo più op1portnno d'installare in alcune batterie basse gli obici da 280 L. ricorrendo al puntamento diret1;o anzichè a, quello iJHlirc~tto ; 2°) funzionamento delle batterie basse così armate in relazione agli strumenti telemetrici allora, a disposizione. Tutto ci<i riguarda~ra essenzialmente il rap:orzamento della difesa della Piazza di Venezia, dove per la poca elevazione del suolo e per i bassi fondali dello specchio d'acqua antistante, per gli obici da 280 L potevano tornare opportune delle installazioni di.verse da quelle prescritte dalle · norme allora vigenti sull a ..:ostruzione clelle batterie cla costa. Per ragioni cli competenza tale studio particolareggiato venne affidato all'Ispettore da _ costa e da fortezza, e trattandosi di questlonl inerenti a nuove .batterie fu segnalato al detto Ispettore di tener presente· quanto a proposito era contenuto nel Verbale 11. 57 della riunione plenaria degli Ispettori d'artiglieria e degli Ispettori del genio, circa i nuovi tif)i di batforia cla costa per obici da 280 L.
S,1lla scorta di tale studi.o la Commissione Permanente degli Ispettori cl' artiglieria 11 ella seduta del 26 gennaio .1905 (Verbale n. 72), dopo esauriente discussione riconobbe che per gli obici cla 280 r.,. cla installarsi. nelle batterie basse e per i 1 servizio cl elle relative batterie· era, opportuno adotta.re il -
1449 '-
CRONlS'J'ORIA DEL
SUl' RE ::\!O
co~smsso o' Af!TIGLlrnRIA - 1874-1915
puntamento indiretto e che, in attest~ di potei· disporre di mi - · glio1·i e più recenti stn unent i t elemetrici, tale 1PUntamento indiretto dovevasi effettual'e con gli strnmen ti regolamentari i quali, se impiegati con personale espert o, davano l'isultat i assai soddisfacent i. I Pl'Ogetti per queste batterie furono corupilati dn ll'Ispettoruto del genio, oo il Ministero con dispaccio del 20 aprile 1905 li t rasmise in esame alla Commiss ione I'el'manente degli Ispettor i d'artiglieria oncle riconosce1·e se i ,arti par ticolari dessero affidamento per la buona organlzzazioné del servizio di batteria, essenzialmente nei riguar di delle munizioni. Kell'esame di questi progetti si presentava l'opportuni tà dl tener presente u1rn questione già t rntta ta inciclentalmen te nelle riunioni plenat·ie degli Ispettori delle due Armi in rìg uur do all'armamento clel1e batterie cli obici cla 280 L da costrnirsi al Lido ed al Cavallino in Venezia, questione che essendo controversa era bene venisse sottoposta ad un'esauriente discussione e r isolta in modo definit ivo dalla Commissìoi;,.e Permanente. La questione consis teva nello s tabilire quale fosse la formazione più conYeuiente per una batteria d i obici da coslu per rispetto al numero delle sue bocche da fuoco, e poichè a quell'epoca vi erano batterie annate con obici da 280 L , t rattnvasì di precisa1·e se in linea genernle erano cla preCerirsi quelle cli G oppure quelli?. di 8 bocche da fuoco.
La Commissione Perm anente degli Ispettori rinnita. i il 3 maggio 1905 (Verbale n . 7!>) dopo una l ungai e dettagli ata discussiorw espresi;;e il pa i-crc che q nalora le condizioni clel ter reno ed event ualmente alt re caui:;c non si opponessero, le batterie di. obici potevaiio convenientemente essere co. tituitc con 8 pezzi. Esaurltn così la questione dell'armamento la Commlssione pussò ad esaminare diverse questioni riflettenti i varil titli cli battèrie basse per obici da 280 L a puntamento indiretto, quali : g li spazi disl)Onlbilì per l'installazione . delle bocche eia f uoco, il munizionament·o cl \ sicurezza, il modo di s istemazione del servi1.io t:eleIUetrlco, e l'orgnnizzazione dei ser vizio cli batteria e delle munizioni : e per ognuna cli esse furono a va nzate adegu ate proposte. In r iguardo a11corn alla questione r elatl\·a all'ordinamento delle batterie da costa, li Capo di S. M. in dn tn 16 gennnio 1000 comunicava all'Ispettor ato Generale d'nrtlglieria unn Nota tr:ismessu clal Ministero della Marina a l ì\linistero t1<'11a Guerr n in data 22 novembre 1905. e demandando all'esame degli Ispettori competenti le questioni trattate in tale Nota e rel:itive all'orcl innmento delle batterie costiere, faceva rilevare l'importa nza delle considerazioni espresse in propos ito clal Ministero della 11'.l arinR
-
1-J50 -
Lfl RATTERIE COSTIERE 1.:-1 RAPJ:'OHTO ALL !D ::-iA VI DA JJA'l 'TAGL!A
specialmente in ra11vorto alle principali car aUerlsticllc di difesa clic pre, sentavano le navi do. battaglia allora dl r ecentissima costruzione possedute dalla maggio1· parte delle Miu·ine da gnerra estere. Kella Nota del l\Iìnis tero della :'llariua tali curatlel'i:sticbe erano così riassunte : <t) estesa corazzatura ,·er ti ca le del galleggiamento e delle murate, costituita cla pias tre a supel'ficie inclu-1·ita dello spessore cli 20 a 25 cm.; b) protezione orizzontale costituita cla un ponte corazzato con spessori cli piastre d'acciaio al nickel da 50 a 80 mm.; mentre super iormente al predetto ponte era no disposti altrj due o tre ponci (hal'tl stcel) ; o) cor azzatura con pinstre d'acciaio a s uperfiçie lnclui:ita di circa 25 cm. di spessore, delle torri nelle quali erano sistemate le artiglierie. (A tale proposito notavasì come le medie ar tiglierie anda,·ano scompar endo dall' armamento delle navi, e veniva110 sostitu ite quasi completamente cla cannoni di grosso cnlìbro in torri, mentre ern cl a tener presente elle i rifo1·nimenti delle munir.ioni ,·enh·ano fatti entro c:orazza, cd anche le var ie trasmissioni erano tutte efilc:.1cemente protette); <l) speciali slskmazloni strultut· nli (coffl,H'<lams e carboniere) erano destinate a concorrere alla protezione tielle parti vitali della nave. Relati\Tamente poi ai mezzi di oll'esa posseduti dalle n:wi, la Nota del Minister o della Marina r ile,·arn che L'armamento <L'artiglieria delle nuove navi <'la b[l ttaglla veniva per la nrnssima J)U l'te costituito <la cannoni di calibro non inferiore, e in generale superiore ai 20 cm. ; che i mcclii calibri erano esclusi o cousern1ti in misu ra molto sc:1rs11 per eSSt!l'C priUcipalmentc impiegati con le piccole arLiglierie c:ont1·0 il m1,·iglio silurante. L'azione clelle batterie cla C()sta cont1:o navi dn battaglia presen tanti le suaccennate caraUeristiche, qualora si fosse s,·olta coi c:r iterii esposti nella l\Iemor ia clegli Ispettorati Generali (] ·artiglieria e clel genio annessa al Verbale n. Gl clella Commissione plenari a degli Ispettori delle due Armi, non avrebbe, a giudizio clel ·:\finistero cLella i\:Inrina , risoosto pienamente allo scopo. Anzi a questo riguardo il . :i\Iiuistero della '.\Carina faceva presente cbe, per qunnto eletti criterii fossero per In maggior parte quelli ai quaJl si era attcnutn la Comruissione Suprema d i difesa ( 1809-!JOO) nel concretare le sue proposte r elati\'e all'assestamento clelle vnr!e Pia1.1.e maritt ime, e subordinate anche ad imprescinclibili esigenze di ordine finanziru:io, pur tu ttavia era do,·ero50 constatare e rilevare come dall'epoca ln cui la Commissione Supremf!. aveva forlllulnto i .suoi c1el1 berati, le costruzioni nnvnli avevano subilo tali roo(l ificnzioni e fatto lilli progressi per cui nello studio di nuo,·e Opere costiere era piil <·be giustificata l'11ttuazim1e cli nuo,..i c:riterii, parte dei q1rnli potevnno essere utilmente attinti agli lmportantis::;imi mrnn aestr:i lllenti che giù era ledto c1edunc con slcurez?:a clnlla recente guerrn russo-glappo11e~e. Non ultimo tn1 i eletti nmmaestrawenti, <'Osi come rìsult:wa cla attendibili informnzioni confermate da una visita coru piut:1 dall' Acl eletto navri lc italiano a Tokio sulla nave russa << Po!Jiecln. >>, emergeva qnello clei limi tn1"i effetti pratic:nnen te raggiunti nel
1451
CHO)llS'l'OHIA 01,L SUl'HlilliO <.:Oi\ ::!I:;::;so o'AH'l'lCLLl])IlIA
.
1874-H!l5
tiro di bornbal'damento eseguito clai Giap1,1onesi con gli obici tla 280 contro le na,·i russe ancorate nella rada di rort Arthur, essendosi iu generale verlficato elle lo scopvio delle granate avveniva primu del loro anlvo al ponte cor azza,to delle navi. I nuoYi criterii che, sempre l:leconclo il :.Uinislero della :.Uariua, avrebbero dovuto presiedere all'armamento tielle batterie tla costu, si vott:v:rno pertanto co::;l riassumere:
1°) gli -Obici non erano da considerarsi come il mezzo più efficace per tener lon tano da un determinato tratto di costa le navi da battaglia libere di manoVl'are al largo a forti distanze; il loro imjpiego doveva essenzialmente ritenersi utile 11ella protezione di passi e di ristretti specchi d' acqua, in vista anche della, notev,ole economia che a tale impiego si connetteva; 2°) i cannoni di medio calibro ~rano da abbandonarsi per quelle batt-ei-ie costiere che avevano lo scopo di battere 01,wi eia battaglia al largo, o di proteggere le torpediui di blocco; tali cam1oni dovevano essere riser vati alle batterie destinate a<l un'azione ravvicinata contro bersagli non fortemente difesi, ossia alle batterie poste alla t-lifesa. di passi od a protezione di sbarramenti fissi; 3°) i cannoni di grande potenza, destinati sovratutto a portare grandi fo1·ze-vive d'urto a grandi distanze, erano le sole ar tiglierie che pote,ano vincere i mezzi di !Protezione vertica,l e dei quali le maggiori recenti na,vi erano fornite, ed apportare a d esse danni di grave entità . In conseguenza dei ptedètti concetti generali, il Ministero della Mal"ina faceva nella sua Nota rileva,re l'opport unità di. sostituire alcune batterie cli obici da 280 e di cannoni di medio calibro nelle piazze di 'r aranto e di Venezia con batterie di camnoni di grosso calibro, ed offri,ya, all'uopo per la piazza di Venezia alcui cannoni da 254 B. tolti dalle RR. Navi. Confrontando i criterii direttivi dell'ordinamento delle difese costiere proposti dal Ministero della }\farin a, con quelli seguiti in passato, l' I spettore Generale d'artiglieria aveva in jprecedenza formulato apposito q uestio11ario e lo aveva trasmess? ai varii generali I spettori a:f:rìlTlchè ognuno di essi p,o-
-
1452 -
tesse p~·esentarsi alla riunione all'uopo stabilita, con risposte ben meditate e scritte. InfaLti nelle secl ute dell'8 e 9 feb braio 1906 /(Verbale n. 84) dopo l'esame e la discussione dei diYersi quesiti si peryennc alle seguenti conclusioni : 1°) si riteneva che l'impiego degli obici illl concorso 0011 i cannoni di gtandc poten;r,a potesse riuscire utile per tenere lontane da un determinato tratto di costa le navi da battaglia libere (li 111,mov1·are al largo. La grana ta d'acciaio delPobice da 280 L., cal'ica di pertite, ancorchè non riuscisse a sfond are il ponte col'a.zzato delle allora m.oderll e navi da, battaglia, fa. si l'iteneva. eùpaee di effetti 1·aggnardevoli trai i iponti soprastanli e sulle soprastrutture delle navi stesse, e di effetti completi di sfondo contro le navi meno protette. Era cl:esiclerabile cli porre allo studio un altro obice, co11 proietto pesa111te capace di sfondare i ponti cora;r,zati delle navi, possibilmen te ,L tutte le distanze fra, i 5 e 10 kilometri; 2°) l'impiego dei caunoni di medio <.:alibr,o era da, riservarsi agli obiettivi che si presentavano nel raggio di azione t., di efficacia dei loro proietti : le loro caratteristiche er:1110 : tiro celere, graincle radenza ·di traiettoria, IProkt to d' accia.io carico cli potente esplosivo, ealibro non sufperiore a 25 cm. circa; 3°} ammettevasi che i cannoni di gnLllcle potenza, erano le sole bocche ·1la. fuoco capace di portare gran di forze-vive d'urto fino alle gran di distanze pe1· da nneggi are i mezzi di protezio11e Yerticale. Oltre a, que~t'azione principale, sulla quale no11 con veni va <.: on tare al cli- lù, del limite cli. distanza tlel vero combattimento (da 9 a 10 kilometri) , si ammetteva p ure una azion e eventuale ed intermittente, oltre la gittata degli obici e fino alle grandissime cl istan ze, per molestare le 11avi maggiori ed impedire che potessero stazionare. Per questa e,·entualc azione poteva convenfre un iprofotto più leggero o d una seconcln ca rica allo scopo cli. aYere traiettorie meno tese nel ramo discendente; 4°} l'azio11 e delle batterie da <.:osta avrebbe dovuto in massima. l', Yilupparsi coi seguenti c1·iterii: contro navi avanzanti dal largo si s:uebbe don1to agil'e dapprima con tiri in-
1453 -
CHONl :S'l'OllIA
OIU,
SÙ1?H0MO
CO:-I SES SO
O' AH'l 'I OLIERIA
·
1874-1915
tcrmittcnti eseguiti con cannoni potenti cli. grosso calib1·0 per molestare le mtvi da battaglia allorchè i loro tiri cominciassero a diYentare efficaci ; doveva quindi sdlupparsi pteYalentemente l'azione degli obici in mollo da l'iservare ai cannoni di grande potenza la possibilità di entrare in azione quando i I lor-o fuoc'O potesse e!-sere 1Più utile e spiegare quindi una a,zione energica, e co11 tin uati va, tl <1nelle distanze di com batti rnento alle quali i colpi si potevano ritenere di sicura efficacia; i cannoni di medio calib.r o a tiro rapido avl'ebbero dovuto ba ttere quegli obiettivi che si fosse1·0 loro offerti e oontro i quali il tiro poteva l'iuscire etficace; 5°) per i conceUi stessi manifestati dal Ministero della Marina e condivisi dalla Commissiorn~. degli Ispettori d'artiglieria cil·ca la fumionc dei gros:si calibri nella difesa delle coste, la Commissione P ermanente esprimeva p,H·ere sfavorevole all'accettazione d·ei 4 cannoni da 254 B. offerti dalla Marina, ritenendo più conveniente di acquistare artiglierie nnove e di ma,ggfote potenza. ti: a l'ilernre cbe mentre la Commissione plenaria degli Ispettori delle due Armi nella suu riunione del 9 feb!Jrnio 1905 (Verbale n. 59) aveva in linea di massima accettato l'otl'erla dei 4 cannoni ùa 254 li alla condi?.ione che essi fossero in buono stato e facilmente adattabili, ed anzi aveva espresso parere favorevole s ull'op1)orlunil:à di accettare ed uti1i7,;r,nrc tutti i materiali rela Uvi ai predetti 4 cannoni, la Commissione Permanente degli Ispettori d'artiglieria aveva fatto in proposito tutte .le maggio1i riserve e declinando l'ofl'er ta del l\:llnistero della :i\forina avcvn disposto perchè i caononi, e le loro installazioni noncbò i proietti relativi formnsscro op;gctto tli nuo,·o e 1>H1 profondo esame. Ad ogni modo l'Jspcllorato Generale d'artiglieria intendeva ln linea di principio che le conclusioni adottate dalla Oon1missione Permnnente col Verb1.1lc n. 84 r1 vessero carnttcre generale e fondamentale. Il Direttore d'a rtiglieria di Venezia lncnricuto di esaminare t.ntti mnterialc da 254 B constatò che le bocche cfa fuoco erano In ottìmo stato, ma viceversa che g-li affusti ldraulìc·I non co1wenivnno alle batterie da costa per Tarle difficoltit d'impianto, cli trasformazione e cli ma neggio noncbè per le rilevanti spese che si rendcvn110 necessarie 1,er gli impianti accessor ii e per la loro manul·enzionc. Esclusa la convenìcn;r,a cli aclottare tau affusti 0 cli l.rasformarlì, il predetto Dirctto1·e propose di ricorrere ad una install!J7.ione Vavnsseur manovrabile a mnno e con ritorno automatico In batterlo, del l·ipo cli ()nella lmpi:rntntn sul pontone « Robusto,,, ma siccome l'affusto consenth·u un'elcrn;r,ione di soli 1G gradi, suggeri cli farne studiare
-
1454 -
I CANNONl DA
25-b
B . DIDLLA Il . MAR[ N:A
un altro dello stesso tipo dalla Casa A.rmstrong rua con aloni rialzati per raggiungere la gittata di 14 1,llometri; fu anche proposto di acquistare apposite i nstnllazioni, pure di tipo Arms trong, con piattafon na a rulli e con aloni 1·!alzati net· consentire un'elevazione cli 22 gl'Clcli, e infine si progettò pure cli ricorrere ad apposite installazioni a scomparsa. La Commissione Permanente riunitasi il 14 aprile 1900 esaminò tutte le predette soluzioni, ma le sca rtò tutte quante perchè, anche a prescindere da altre consicler azloni, le sves(~ di acquisto, di im1)lanto e cli adattamento sur ebbero state troppo rllev:rnti e assolutamente sproporzionate alla se-arsa potenza ed alla limitata efficacia ùci cannoni ùa 2.54 B che il 1Iinistero <!ella R. l\lat·ina aveYa proposto di cedere ali' Amministrnzlone della guena. In segui to si presero pure in esame : la proposta presentata dal cap. Edoardo De Vouderweicl tendente nel utilizzare 11cr i snclcletti cannont da 254 l3 degli affusti cla difesa di c~innoni cla 240, opportunamente modificati ; ed un'altra proposta consislente nel f.u· <·ostruire nei noslri Stabilimenti militari un'installazione completnlllente nuova mu anuloga a quella dei ca nnoni da 240. La prima di ques te i:>roposte, per quan to meritamente apprez:e:ata incontrò 11 parere s·l'o'vorcvole sia dell'Officina di Genovn che dell'Ispettorato delle costruzioni, mentre la seconda, tradotta in progetto dalla stessa Officina di Genova, incontrò pure pare1·e sfavorevole dell'Ispettorato delle costruzioni, il quale ul tilllo propose a s ua volta elle, rinun:r.1undo a quanto era s tato deciso all'art. u0 del Verbale n. 84, sl rifJrendessero in esame le installazioni della R. Marina. cer<la'nclo di avere da essa delle installazioni clel tipo «Fieramosca» per sisteman-i i 4 cannoni da 254 B. La Commissione Permanente degli Jspéttori riunitasi il 10 giugno 190\j (Verbale n. 01) : tenu t~ conto dei numerosi inconvenienti che conseguivano d all'adozione delle instrillazioni offerte dalla lt. i\far ina, ci;presse unanimemente il parere che non conveniva ncccttnrle e tanto meno trasfor1unrlc; r espingeva In proposta cli far studiare dall'Officina di Genova un altro aliusto speciale per i c11nnoni <la 2i'i4 13 rammentando che 11 parere fnYore,,ole espresso dalla Commissione plenaria nel 'febbraio 1005 per l'accetta:e:ione di tali cannoni ern stata subordinata :ill':iccertamento del loro buon stato di conserrnzione, ed alla facilità di adaltamento dei mnteriali relnt!vi; rllevam:lo poi che la vitalità di questi cannoni era cli soli SO colpi a carica massima e che fino allora noµ sì er a potuto ll:ovnre un'installazione che si prestasse ad un conveniClnte ed economico impian to, adatto ner una batteria da costa ed adeguato alla poteuz11 dei cannoni, concludevo. ad unanimità rlnffermando la snn decisione del febbraio 1900 nel senso dì declinare de· tìnitivamentc l'offerta della R. M11rina. Finalmente poichè la Commissione s peciale costituita clall'Ainro. Bettolo e dall'Ispettore Generale del genio geu. Crescenlino Oavcglia, per il rafl'or:r.amcnto del fronte a m11l'e di Vene1.la aveYa proposto l'Impianto di varie altre batterie di potenti cannoni moderni, in più di quella che si era pensato dì arma re con i •J cannoni cln 254 B della R. M:uina, In Commissione Permanente degli Ispettori cl'artiglicria ritenne che senzn i n-
-
1455 -
CROl\IS'l'ORIA DEL SUPRb~~IO COXSE~SO D'ARTIGLll:JRU
-
18'74-1915
convenientì si potesse rinundare complétamcnte a quest'ultima batteria chP., in seguito alle nuove proposte della Commissione speciale avrebbe apportato un aumento di efficienza oJiensiva nssai limitato.
Fig. 761 - Giovanni Bettola.
JJ'ig. ',()2
Crescentino , Caveglia.
L'obice da 280 rimaneva quindi per allora la bocca da fuoco principal<! cleÌla nosl-ra difesa cost.ier::i, e pP.rtanto si imponeva cli commisurarP. il suo munizionamento alle necessità ac;la difesa. *
$
*
In quell'epoca il muniiionamento degli obici da 280 lunglli e corti era stabilito in 250 colpi per ogni bocca da fuoco, ma effettivamente il nulllero dei proietti di ghisa e d'acctaio allestiti .fino al principio del 1907 non raggiungeva ancora l'intero fabbisogno tantochè l'aliquota disponibile pei· ogni bocca da fuoco si poteva ritenere in massima di 200 colpi. ' Considerato poi che in quel periodo gli Stabilimenti attrezzat i per la fabbricazione di tali proietti erano impegnati in altre produzioni, Ei tenuto presente il proposito di conferire un reale aumento di efficacia all'obice da 280 L dotandolo di un proietto più pesante della granata allora in uso coll'unificare all'uopo il suo munizionamento con soli proietti d'aeciaio per cui venivano acl essere òisponibili le granate di ghisa ò a assegnnre agli obici corti, occorreva esaminare se per i clue obici hrnghi e corti, poteva ritenen,i suffici<>nte il munizionamento di 200 colpi per pezzo, nel qual
-
1Mifì -
ELEM{l)NTI DI CARICA E 'l'AVOLE DI TIRO PER L'OllIC0 DA
280
L.
caso gli obici corti sarebbe,ro stati dotati cli altrettanti proietti di ghisa mentre gli obici lunghi avrebbero avuto 1.15 granate di ghisa e 85 granate d'acciaio.
La Commissione Permanente cl,egli Ispettori, nella seduta, del 26 gen111aio 1907 (Verbale n. 104) adottò tale criterio ritenendo sufficiente un munizionamento di 200 colpi per [>ezz.o. La Commissione Permanente degli Ispettori si occnp<) poi ancora deglì obici da 280 L nella seduta del 7 novembre 1907 (Verbale n. 114) in riguardo agli elementi di carica ed alle Tavole di tiro per tale bocca da fuoco sistemata in batteria a livello del mare con un a11golo di tiro minimo dl 20 gradi. Nelle batterie a livello del mare per obici da 2SO L, in costruzione nella Piazza cli Venezia, essendo stato adottato il tipo di batteria a puntamento indiretto (Verbale n. 72) che consentiva di sparare eoll'inclinazione minima cli 20 gradi, si rendeva necessario di ritoccare le cal'iche di polvere nera stabilite· nelle Tavole di tiro, perchè con tali cariche si riscontrava che I.a voluta compenetrazione dei tiri nelle zone contigue battute dalle cariche successive, o era troppo piccola o mancava addirtitura. A questo proposìto l'Ispettorato da costa e cla fortezza aveva .proposto di cogliere l'occasione per risolvere il problema clegli elementi d~ carica per eletta bocca da f-uoco, ma mentre l'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria, per le cariche di polvere a grana grossa suggeriva di adottare un elemento fondamentale uguale alla carica minima ed alcuni elementi. complementari coni~pondenti alk òifferenze fra le cariche successive, l'Ispettorato da costa e da fortezza, preoccupato per le prevedibili clifilcoltà che sarebbero derivate nel servizio delle munizioni per l'esistenza cli più elementi di carica di cliverso peso, osservava che a suo parere la soluzione doveva invece ricercarsi coll'adozione di una sola carica fondamentale, sussidiata da un unico elemento complementare, e cioè da una sola carica additiva di peso unico.
I n tale senso furono condotte lnnghe esperienze a seguito delle quali la questione fu inviata all'esa,me .della, Comm~ssio111e Permanente la qnale, dopo aver espresso all'unanimità il parere di troncare definitivamente ogni studio in riguardo degli elementi di ca,r ica per gli obici dà 280 L., si trovava concorde nel parere di lasciare alla, Direzione Superiore delle esperienze l'incarico di determinare la nuova progressione delle cariche di polvere nera partendo dalle proposte di massima de, essa già presentate e attenendosi ai seguenti criterii: gittata minima con 20 gradi non maggiore di 2.000 metri; oomipenetrazione non minore di 400 metri alle piceole distan]457
~
CRONISTORIA DEL SUPHIDMO CONSESSO D'ARTIGLI0RIA
•
1874-1915
?:-e, ·e di 700 metri alle gl'andi distanze; prestabilite queste condizioni constataPe la pos:.,;i.bilità, di ridurre a 6 il numero delle cariche di polvere a gra,na grossa. Circa poi le . '!'avole di tiro la Commissione espresse unaJJime il parere che dov,enclosi ricompilare per intero le '!'avole di tiro relative a bocche da fuoco piazzate a livello del mare, e dovendo&i per ciò modificare alcune delle cariche, sarebbe stato -opportuno di variare nello stesso modo le cariche per le batterie alte di obici da 280 L. esistenti, e di ricalcola,r e le relative 'l'avole di ti.ro nonchè le Tabelle di séostamem.to. Intanto, sempre in dipendenza delle conclusioni della Commissione degli Ispettori dell'Anna consacrate nel Verbale n. 84 circa la necessità che nella difesa <!elle Piazze marittime all'azione degli obici da 280 si aggiungesse quella di poteu ti cannoni da costa, di tipo e di calìbro da stabilirs i cnso per caso, l'Ispettore Generale cl'vrtiglieria il 14 febbrnio 1906 invitò l(i principali Case costru ttrici a voler comunicare i dati relativi ai cannoni e alle installazioni da costa dei varii calibr i e dei modelli allora più recenti da esse costruiti o studiati, al ii.ne di potedi sottoporre all'esame clella Commissione degli Ispettori pcrcllè a sua volta potesse pronuncia rsi snlla scdta del materiale più ada t to per le nuove batterie cli cannoni dn costa di g rosso calibro da costruirsi nella Piazza cli Venezia ed eventualmente in altre Piazze marittime: e rnentre si era in attesa cleJle chieste informl1zioni, la questione del 1:afforzamento del fronte a mare della Piazza di Veuer.ia venne defi nita in una seduta 1iresenziatl1 da S. M. il Re, alln quale oltre al Capo di S. M. intervennero i Ministri della Guerra e clella Ma.rina nonchè gli Ispettori Generali d'ar tiglieria e del genio. I n seguito il Ministro delln Guerra con dispaccio clell'S marr.o 1906 partecipava itll'Ispettorato Generale d'artiglieria che l'armamento principale del fro11te n mare nella P iaw:a cli Yene-bia era stato stabilito in mooo definitivo e doveva essere costituito da 3 batterie cli obici da 2SO L su (l pezzi, e da 3 batterie di cannoni da 254 su 4 pezzi, ed in conseguenzH incaricava !'.Ispettor ato _stesso di iniziare sollecitamente trvttative per l'acquisto di 8 crmnoni eia 254 L/45 e delle relative installazioni, dovendo la terza batteria ess_e re armata con cunnoni da 254 B , della R. Marina. In esecuzione n siffatte precise ed esplicite determinazioni l'Ispettorato Generale sollecitò le Case costru ttrici percllè nel tusmetterc le cllieste informazioni dessero la precedenza a t~1tto quanto si riferiva ai ca nnoni cla 254 L/4';, e alle relative installazioni e munizioni.
Benchè i dati forniti dalle Case Armstrong, K r nplP e Vick<=rs-Terni su tali cannoni non fossero completi ed esa.uri:enti, fo rouo subito comunicati ai varii. Ispettori. i quali -
1458 -
•
IL CAl\:-lONE DA
254 L/45
DIDLLA CASA KRUPP
rirnnitisi il 4 maggio 1906 (Verbale n. 89) dopo una dettagliata e minuzfosà disamina si t rovarono eoncorcli nel giudicare che c·ome potenzt~ di hocca da fnooo il cannone Kr1~pp era superiore agli altri.
Fig. 763 · S. :c\:C. il Re Vittorio Emanuele III.
Passando quindi alla questi.-One della relativa installazione, la, Commissione aceordò aincora il sno favore al tipo Krupp a perno centra,Je an7,ichù a sc-omparsa, preferendo l'installazione 1per un canuone solo, invece che per cannoilli gemelli. Esaurita. così la cfo,cussione sui cannoni da 254 L. /45, ana,lizzanclo il problema, della difesa di Venezia da un p unto dì vista più generale la Commissione Permanente rite1me ad unanimith che conveniva armare le batterie di Venezia colla boèca da fuoco più potente.-che esistesse, e cioè con cannoni cla 305 L ./50, eventualmen te anche a costo di ridurre il nu 95
1459 -
ccwx1:-;:rourA D~L :-;UPRl:l:\10 cox::;1,;sso o' ,\nT1CLIE1nA .
lSTJ-1915
meto al minimo nccessarjo pnrchè tali cannoni fossero stati piazzati nelle posizioni più com·enient,i. Per la provvista, dei predetti materiali l'isposero all' irn vi t·o soltanto le Ditte Armstrong, Krupp e Vickers-'.l'emi [)l'e entando offerte e inviando disegni e dati illustrativi, sulla scorta dei quali l'Ispettore delle costruzioni d' artigliet·in, e l' Ispettore cfa costa e da fortezza ebbero mod o di. poter compilare, cfascuno per proporio conto, una relazione di confronLi fra, i vru·ii mate1fali proposti mettendone in luce pregi e difetti: e la Commissione Perma.nen te degli Ispettori, riun itasi nei giorni 19 e 20 fehb1·aio 190'7 (Verbale n. 106) per decidere ajppunto sui 'cannoni cl.a. 305 designati per l'arma.mento della. piazza. di Venezia, - .fissato il principio che cannoni ed 111stallazioni anebbero dovuto essere provvisti da una stessa Casa costn1ttrice, e premesso il criterio f.onclaruentale per la, scdta del cannone, di tener conto sovratutto della sua massi ma forza perforante alle maggiori distanze compatibilmente co01 una sufficiente durata clelJa bocca cla fuoco tessa, - con chiuse che il cannone KrulJ.)p cl.a 305 L. /50, con proietto pesante, pre. eutaYa sugli altl'i tipi similori una marcata ~UIJ.)C· 1·iorità, ma che però prima di proporne l 'adozione, rite neva nece:a-sario cli avere dalla Casa : :serie gar;111zie sullu cl 11rata della bocca da fuoco e suJla rela,tiva consel'vazione in1<.:J1c dopo uQ1 cc1'to numero di <:olpi; precisazioni sulle sue qualità balistiche; progetti e disegni degli otturatori dei due tipi a cuneo ecl a vite per potei· scegliere il modello più co11Yeniente . La Commissione P ermanente riteneYa Q)Oi auche opportuno che, prima di scartare definitivamente i. t ipi di canno:ni presenta.ti. dalle al tl'e clue Case er a ,opportuno cli invi tarle a fai~ conoscere se e fino [~ quale grado esse potevaùo migJiorare la potenza balistica delle bocehe cla. fnoco offei-te semm che tale perfezionamento tonnasRe a soverchio scapito della loro durata. Stan,~o poi ai òati ed ai clisegni presentati dalle tre snm10mina te Ca ·e in riguardo delle installar.ioni, Je t re proposte vennero g-indic.ate all'incirca equivalenti, anzi ftt rilevata una leggera inferiorità in que.11a della Krnipp per la minore cele-
1460 -
I M'A'l'EHIALI DA
I
305 L/50
rità di tiro da essa consentita, inferiorità alla quale però <!vi<lentemente non si diede soverchia importanza bastamdo la celel'ità, di un colpo al minuto pr-imo che la Casa Krupp garantiva. In linea generale era del resto ovvio che qualunque tipo di cannone . fosse stato adotta.to, si poteva senza inconYenienti ac<;ettare la relativa installazione previo accertamento che i meccanismi di manovrt~ avessero o si potessero facilmente ridurre ad avere i necessarii requisiti. La Commissione Permanente espresse a,nche parere favo revole all'adozione della corazzatura Krnpp che avrebbe dovuto avere frontalmente la grossezza, di 15 cm. di acciaio Krupp in modo da poter· resistere ai proietti di calibro fino ai 152 mm., o quella maggior grossezza equivalente se di accia,i,o più econ~mico, mentre per il cielo e per i p1·olunga,m enti. . laterali sa,rebhe basta,t a la grossezza di 5 cm. ; la Oommtssione .Permarn,nte decise anche che non occorreYa che la co pertnfa fosse chiusa posteriormente, ma però i. prolungamenti ed il cielo dovevano protender8i all'indietro in modo da, proteggere bene i serventi nonchè gli organi l])e1· il .c aricamento e per il puntamento del pezzo. Per il munizionamento la Commissione propose cli :fhsare per allora 100 colpi per pezzo, salvo poi acl .accrescerlo a 150 Mlpi quando se ·ne avessero avuti. i mezzi e si fossero ottenute serie garanzie sulla resistenza dei cannoni, sulla loro conservazione e sulla loro vita sovratuttò in riguardo della perdita nella [)recisione del tiro e nella forza viva del proietto . Anzi ;:i, tProposito del munizi@amento si propose di chiedere alle (Jase costruttrici un proietto semiperforante carico di potente esplosivo ,e, in attesa della risposta, di soprassedere dallo stabilire la proporzione fra le diverse spede cli proietti. Infine la Commissione espresse parere favorevole per l'acquist,o di almeno una parte del munizionamento dalla stessri Casa fornitrice dei can noni e delle installa,,.;ioni, ottenendo però da essa la facoltà di riprodurre l'esplosivo impiegato nelle cariche di lancio; e si riservò di decidere poi a suo tempo s11l modo più 0onveniente per completare il munizionamento. In relazione alle suddette conclusioni furono presentati alle Case costruttrici nuovi quesiti · intesi a,d a,ccertare fino -
H61 -
CHO~ISTORIA DEL
SUPREJMO . CONSESSO D'ARTIGLIERIA
-
1874-1915
a qual punto esse fossero in grado di migliorare le qnalitù, dei materiali presenta..ti, e tendooti acl avere informazioni per quanto possibile, dettagliate, complete e comparabili fra lo1·0: questi stessi. nuovi. quesiti vennero pure notificati. alla Ca,sa. Schneider che .aveva manifestato il desiderio di entrare in gara benchè non avesse potuto riS(J)ondere al primo invito . Aderendo alla richiesta le quattro Ca.se costruttrici entro il limite di tempo prefisso fecero pervenire i lor,o progetti perfezionati, i quali eon · criterii comparativi furono prima esaminati separatamente dai singoli Ispettori e dal Direttore Superiore delle esperienze e quindi passarono al vaglio della Commissione Permanente che, riunitasi il 5 agosto 1907 (Ver bal e n. 109), dopo un dettagliato esame meccanico e balistico di confronto fra i cannoni, fra le installazioni, e fra i com1plessi clei materi.ah completi a maggioranza si pronunziò favorev·olmente al materiale Schneider, sa,lvo alcune eccezioni circa la robustezza e il funziona.mento del congegno di caric:.amento. Essendo poi nel desiderio e nell'intendimento di tutti, di snbordina,re la scelta definitiva d€1 ma,t eriale al prindpio di J'av,o rire l'industria nazionale, la Oommisroone unanime si accordò nella proposta, che la costruzione di 4 c::Ln noni da 305 L : /50 e a.elle rispetti ve installazioni si dovesse affida.re alla Casa Armstrong di Pozzuoli tenuto conto che la predetta Ca-sa somministrava già analoghi materiali a,l la nostra Marh1a, e d'altra pf.1rte clei vantaggi che derivavano dall'avere il. materiale fàbbricato in Italia: la Commissione P erma,nente soggiungeva in proposito che quest'ultima condi?Jio111e doveva ,essere espli citament~ imposta nel contratto da stipulare colla CM,a estera dalla .quale si sarebbe arequistato tale materiale.
'
Il l'l:[inistro della Guena al quale la Direzione Generale d'artiglieria aveva riferito il parere dato dalla Commissione Permanente degli Ispettori, prima di prende.re una decisione chiese che si fossero chiariti e precisati i dubbi genericamente espressi nel Verbale succitato circa la robustezza clell'install a7.ione Schneider e ci.rea il furn,;ionamento dello speciale congegno automatico di caricamento: all'uopo l'Ispettorato Generale si rivolse al Ministero della Marina il quale in clatà 12 settembre HJ07, non solo confermò quei dubbii, ma aggiunse che purtroppo era da temersi con fonda mento che l'installa:,;ione Schneider non avrebbe sopportato i maggiori -
1462 --
I l\[Al'ERIALI DA
305 L/50
tol'menti der ivanti da qualcuna di quelle lievi e non improbabili avarie che si manifestassero nel funzionawento delle valvole nei cilindri di rinculo, ·e dalla ·concl'czione che avrebbero potuto produrl'e i proietti nemici. Se non che in data 11 settembre 1907 la Ditta Schneidet' comunicò alcune variunti al suo progetto oD:i-endo un congegno cli caricamento da sostituirsi a quello automatieo sul cui fu112ionamento erano sorti "dei dubbii, e proponendo delle - mocliflcbe per cui i. dati balistici del cannone pl'oposto venivano notevolmente migliorati senza però r·aggi nngere la potenza del cannone proposto dalla Krupp. L'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria e 11 Ministero della Marina, esaminato il nuovo congegno di caficamento non lo tl'ovarono immune da difetti, ma ciò malgrado l'Isricttorato Generale d'artiglieria lo ritenne migliore degli analoglli congegni impiegati nei materiali Krupp, Arµ1strong e Vicl,e1·s pur giudicandolo infel'iore al primitivo congegno !)l'esentato dalla Sc1rneic1er ; il pl'edetto Ispettorato Genei·alc era ad ogni modo convinto che anche quest'ultimo congegno cli caricamento avrebbe potuto servire egregiamente tanto più che lo si poteva ancora semplific,ar e. ]frattan to il Ministero della Marina aveva condotto pratiche colla Casa An nsi:rong tendenti ad ottenere una riduzione cli pyezzo s ui materiali da 305 : .Ja Casa vi si era .rifiutata soggiungendo però che sal'ebbe stata disposta ad accordare una certa riduzione qualora la · commessa fosse stata lJiù estesa. Il Ministero. della guerra, al quale l'Ispettor:tto Generale aveva in precedenza vcl'balmente chiesto il suo parel'e in merito alla questi.one dell'iustallaz.ione e del costo di tali materiali, nel comunicare l'esito delle trattati ve trn l' Al'mi::tr ong ed il Ministero della .Marina, coglieva l'occasione per· dichiarare che la questione poteva avere le clue segu enti soluzioni: 1°) prendendo occasione dalla dichiarazione della Ditta Armstrong, continuare con essa le trattative, e, fa;cendole osservare che non sarebbe stato oppor tuno nli amministrntivamente corretto impegnare l'avvenire commettendole subito o dandole formale aflìdarnento cli nuove commesse dl materiali cla 305 oltre quelli che si doveva110 in quel momento provvedcl'e, invitarla a far conoscere se ciò malgrado essa fosse disposta a studiare una sensibile r iduzione dei prezzi stabiliti, ovvero se rinunciasse definitivamente alla fornitura ; 2'>) troncare ogni tl'attativa con la Ditta Armstrong· e comunicare ana Ditta Schneider le obier.ioni state mosse alle installazioni cla essa studiate, chiedendole se e come intendeva di eliminai:Je.
La Commissione Permanente degli Ispettori., ri unitasi. il 2 dicembre 1907 (V.erba.le (CL 119), dopo aver vagliati, discussi <:: commentati tutti i prec~edenti, dichia,rò che il [Progetto Bchneicler non era da a,clottarsi e confermando le conclusioni del Verbale n. 109 propose ancora una volta di affidare alla. -
1463 -
CRONISTORIA DEL S U PREMO CONSESSO D' AR'.l.' rGLIEUIA
-
J.874:-1913
Ditta Armstroug la, e-ostruzione dei 4 canflloni da 305 mm_ t> relative installi:Lzi.,oni occorrenti per la piazza di Venezia. In conseguenza fu istituita un'apposita Commissione, presieduta dall'allora colonnello Alfredo Dalloli.,o, coll'incarico di mettersi i111 contatto con la Casa Armstrong per definire i particolari di costruzione del material.e da 305 il cni progetto cli massima presentato dalla Casa era stato esaminato dalla Gommissione degli Ispettori (Verbale n . 109)- Questa speciale Commissione si recò due volte a Pozzuoli e quindi la Commissione degli Is{Pettori si riunì il 4 maggio 1908 · (Verbale n. 134:) per l'esame cli un Verbale redatto dalla Commissione Bpeciale in data, l'° febbraio 1908 e per l'esame del programma riguardante le modificazioni proposte alla Ditta Armstl'O(ng in base alle direttive stabilite. La Commissione Permanente discusse quindi esaurientemente il quesito postole dal Presidente, e cioè « s-e qualora la Ditta Armstrong non fosse stata -i11 grado di aumentare per il ' cainnone da essa, progettato la, potenza in misura tale cla giustificare l'aumento della sua lunghezza, del suo peso e del suo costo, convenisse accettare il cannone lung:o 46 calibri studiato dalla stessa Ditta Armstrong per la R. MaJ.'ina, cannone che a.:veva una velocità iniziale di 900 metri, u111 peso di 8 tonnela.te di meno, e che :1 8.500 metri poteva ancora attraversare nell'urto normale una piastra di acciaio K :C . di 261 mm. con un proietto pesante circa kg. 404,6 >>. La Gommissio111e ' Permanente rispose affermativamente, fermo restando però il deliberato precedente di a,~ere cioè un cannone lung-o 50 calibri, e se possibile con una potenza pro porzionata.mente maggiore di quella del cannone lungo 46 calibri studiato dalla R. Marina. La Commissione spe·ciaJ.e presieduta dal colÒ11nello Dallolio, in possesso di queste direttive, si recò nuovamente a Pozzuoli ed ave!ldo ottenuto dalla, Ditta Armstrong l'assicurazione che il cannone da 305 lungo 50 caHbri poteva essere costrùito in modo da soddisfare alle condizioni richieste, la Commissione Permanente degli Ispettori riunitasi il 1'7 ma,g gio 1908 (Verbale n . 135) riconobbe che il cannone da 305 avente le caratteristiche cli quello considerato nel Verbale -
1464 -
PO'.L'IDJS'TJ BOCCHID DA FCOCO A 'l'IRO CURYO PER ALCUN~, 13AT.l'liJ{lJ,; D.-\ COSTA
109 e modificato come risultava dai ùuovi dati forniti dalla Commissione 1p1·esiednta cfal colonnello Dallolio, rispondeva aUe condizioni tecniche d'impiego che, a parere della stess"' Commissione, potevano 1·ichieden:i per Farmamento della batteria Oaivalliuo, e che per ciò conveniva definirne il contratto e nel tempo stesso invitare la Ditta Armstrong a presentare il progetto particolarf!gghtto entro il termine cli due mesi. Di conseguenza propose di far compili~re cla,l gen io militare il progetto dell' Opera in cui i crunnoni dovevano insta,1larsi al Cavallino, ed a provvedere infine i me7,zi occorrenti a,l trasporto del materiale da Pozzuoli a Venezia e quelli necessarii per l'arma.mento della batteria. Le decisioni poi circa il modo cU collocare il materiale al Cavallino e quelli .~·igu ardanti il servrn10 telemetrico più <'Onvenient<-> forouo rimwndate ad altra sednta.
lll.
Parallelamente agli studi riguarda nti l'armamento di talune batterie da costa con cannoni di grande potenza si .andavano svolgedlo anche quelli riguardanti lo stesso armamento con potenti bocche da fuoco a tiro curvo, e ciò in ndesione una coruui1icM1ione del Capo di S. M. diretta al Ministero in data 19 gennaio 1906 ed in conseguenza alle conclusioni di una parte del Verbale n. 84 della Commissione '.Permanente degli Ispettori, conclusioni che delucidavano 11 compito spettante agli obici da costa nell'azione contro le navi. A questo proposito nel dicembre 190H l'Ispettorato Generale d'artiglieria ·aveva compilato una Memoria riguardante : l'effi- · cacia da conferire all'obice da 280 L in servizio, mediante l'adozione della polvere infume e di un proietto pesante· circa 345 kilogr~.mmi da assegnarsi alle batterie di obici in aggiunta alla granata regolamentare d'acciaio del peso di kg. 216 ; nonchè le caratteristiche essenziali ~li un futuro obice da costa. Successivamente anche l'Ispe( ~orato Generale del genio (Servizio d'Artiglieria) compilò un Promemoria nel quale era detto che il Capo di S. M. dell'Esercito in data 18 settembre 1008 aveva fatto conoscere : che per l'armamento delle Opere costiere, previste nel progrnmma minimo difensivo da compiersi eutro il 1913, occorrevano 50 obici da 280 L; e che mentre l'indicazione cli tale bocca da fuoco andava i.nterpretata come spec:ie d'artiglieria nel senso che malgrado le note deficienze òegli obici per rispetto ai cannoni l'efficacia degli obici era allora ritenuta sufficiente per le Opere nelle quali essi sarebbero stati sistemati, tecnicamente però sorgeva anzitutto la necessità di risolvere in via pregiudiziale il qnesito
nel
-
1465
~
C!W~IS'l'OHIA DEL
SUPH0ìl10 CONSESSO D'.·\ll'l'lGLIEBIA
-
1874-1915
se il materiale clegli obici da 2SO L possedeva l'eflicacia voluta. per sodclisfarè non soltanto alle esigenze Jll·esenti, ma altresì a quelle future. In alt:ri termini, poi<:hè il massiruo coefficiente di una bocca cla fuoco a tiro curvo è funzione clel peso del proietto, si trattava essenzialmente di determinare se il peso di un proietto da 280, quale poteva progettarsi nei limiti cli una conveniente esattezza, era capace di sfondare le protezioni orizzontali delle navi coraz7,ate più moderne di allora, e di quelle che si sarebbero costruite in avvenire.
La Commissione degli Ispettori riunìta&i il 1° dicembre 1908 (Verbale n . 144) deliberò che in merito all'armamento delle batterie costiere, per le quali .era, richiesta una, potente bocca da fuoco tL tiro curvo, non ritenevasi sufficiente u01 obice da 2so· rum. e che pertanto occorreva un obice di calibl'o maggiore e tale elle il suo proietto avesse l'efficacia, non solo di sfonclal'e le protezioni or-izz-ontali delle allora più moderne grandi navi, ma foSf:if~ anche dotato di nn eccesso cli potenza, per tener conto dei futuri presumibili e certi aumenti di resistenza cli tali [H'otezioni. Questo obice avr,ebbe 11ui01-di dovuto avere: un ca.Ubro non inferiore ai 305 mm. con tendenza, 11nzi ad un calibro supeJ'iore; due p1·-0ietti, cli cui uno pesante ed il più possibile in 1·apporto al calibro ed in relazi,one alla stabilità sulla trai,e1·toria; un'insta.Jlazione che avesse penuesso il tiro nei due settori da O a 70 gra,di ; i1J1fme nna potenza di perforazione ,·a.pace di vjncere i.e maggiori protezi,oni orizzontaii delle navi l,Jiù potenti., con · a,ng,oli del settore .inferiore, da 3.000 metri ~a oltre. . Sulla convenienza poi di far definire il 11u0Yo rnate1'iale dai nostri Stabilimenti d'artiglieria o di ricorrere alle Case industriali, la Commissione degli Ispettori, tenuto conto della Quantità di materiali nuovi in corso di studio, di prova e cli lavoraz.i one presso i suùdetti Stabllimenti nonchè della brevità del tempo che sl. poteva accorda re per costruire i materiali degli . obici in questione, pur avendo piena ed illimitata fiducia . nei materiali che i nostri Stabilimenti avrebbero saputo definire, r itenne conveniente di proporre che si dovesse r icorrere a Case costrnttrlci dell'industria privata per far studiare, definire e costruire il materiale stesso. In consegueuza cli queste deliberazioni, a richiesta dell'Ispettorato Generale del genio, all' uopo interessato dal Comando clel Corpo di S. JH. (2S dicembre 1908) a raccogliere i dati di progetto, cli costruzione e cli costo relatiYi ad un obice da 305 mm . del ti110 I)ropos to nel suddetto Verbale
-
14.66 -
L'OBICE DA
305 DELLA
CASA Ain\IS'.rRO.\G
n. 144, le Case costruttl'ici Annstrong, Krupp, Sclmeider, Vìckers-'l'erni e Suint Chamo11d inviarono i relativi . progetti, sulla storta dei quali l'Ispettore clelle costr uzioni d'artiglieria compilò una relaziOlle che il 5 luglio 1900 (Verbale n . 158), coll'intervento dell'Ispettore delle cost1·u7,ioni del genio, fu esaminata dalla Commii:;sione Permanente degli Jspettori d'artiglieria .
Dopo dettagìiata discussione la Commissione ritenne uinanimem~nt~ che l'obice offerto dalla, Ditta Armstrcrng, sia per bontà di costruziclle c:he ~r potenza ba,listica, era eta consi· derarsi superiore a tutti gli altri e quindi si riconoscevano , giuste le condusioni alle quali era pervenuto l' I spettore delle costruzioni . cl'a.rtiglieria. Prevedendosi però il caso che Lq, Ditta .Armstrong rr1on potesse entro il tempo prescritto co sti·uire tutte le installazioni ocùorrenti, la Commissione Permanente, escludendo la Ditta Krupp perchè non si ritcnev,1 accettabile il sistema· di chiusura a cuneo con bossolo metal lico di cui em munito l'obice da essa pr,o gettato, [Prevedendo di dover far ricorso amche ad altre Oasc per completare il fabbisogno stabilì per le altre Ditte partecipanti alla gara, la seguente graduatoria, :· Schneider e Sai.n t Ohamond. Circa poi le modificazioni da suggerire alla Ditta . Armstro11g affinchè il suo materiale potesse soddisfare completaniente alle . nosti·e esigenz,e, la Gommissione propose di inteteressarla a studiare h~ seguenti questiofJ.1i: a) possibilità. di aumentare la gittat~L massima dell'obice in1jpieg::vndo un proietto pesante di 445 kg.; b) possibi.lità di avere anche un proietto leggero contenente una .carica, di scopip io notevolmente superiore a quella, f!ontem'tta nel proietto pesante; e) pòssibiliti\ di abolire il congegno di gru per il rifor nimento proietti, ed adottare un ca,r rettino a cucchiaia; d) modalità per garen tire dalle schegge il personale di servizio, mediante coipertura metallica leggera. In aJ:monia a queste cleliherazioni la Commissione Permanente i ncarico l'Ispettor e delle costr nzioni d'ai-tiglieria di t.i:attare colla Ditta Annstrong e di farsi indicare il nmrn:,ro massimo cli installazioni elle essa avrebbe potuto fornire nei successivi periodi dopo la consegna delle prime quattro.
-
1467 -
I, 11;
!' ·1
J
I
Sr.hiU/J d ,... C11!la.
$()/;7m<7à()
---
·t,-. .
:,, .. Slitta (, .. S,•.rQt:/u;O ar/4
t d111prd.1Ja,,
·t.~ lrt','lt' , Urt111//Ìt1 f'... A(/u.J!P
I
I,
.
·
7.· J'ùf/Jfurm; h.· t;ru,e
i.• 'Kot.1,',,
11
!I
!
d 'I I
if l F ig. 764 - Studio comparativo sugli obici da 305 da costa .
-
1468 -
J; "'éc-~;~ ""I" . .,
,i
I ~~~ ,..
l.J •"' •• s 1• e
~ ~· -:}{""'"'·cv'u,I ,o't',;,.
t,
,-vv;
C... J e }
11
1
~ i ) ~ '~
1
t l O;" J~ , d w Où ;, ;
r.~ (.t.·•,
40,
"\ ·..,t Y 1 .. ,y,(,,
(!':$
'I\HI '-V¼\\.(!!
A,
0 /, ;.,.,_ J"' : ·Cit.' l
.I"
"""(L,, ,:,. ~i,., "''"'-"",;.,..lrl., A>•YC'• ' .,,,....fi.•,~A,.l n , . \.. •·•',~ ••'.(o<J -:.i.A- C·"""""' ,~~.. ""' .tr','{· ,u-t- ., '"'·\ '.rt •,vy)v• W.(fk,~ :u... ,..1 Mtl•(.o. ·~f 1. ,. ......,,c.-,4.4,{p.1 ,.. '"~' 1" ,,.,,, ,. M,rt,4 h,,..,~~•l\t• 1 ,..,..,l"".,:.,.,.t, {,~\.4. ; ' t ._t'.-,.,"""'"'-A,• ,,t.,.uL,.,' ~~~ ,i,i ,!....vt)! J
•u <-1 '\.
J...
.:-'"1.:)icl5~ ~ _ ,-
] -
•I
'l"\i • , 11
·,
~
t
Jo, ·"'I"' .<l~ 5o5
rvt.:. . ; ~ (\ 1,,V'u t~"
J
.-:,:,; . I,
II
'"u"~tl\ <,.S.,\t\~\\'...
1, .. ~\.'/.)f\
fv,,Qo,.
111.,.. t<,•t,
~, \.e J :;:,,, '
lo ..., .. , , , .
#4
,, ...... ...,
:.-,y,...,Y"., . , \.'•,J ! -,,.,... ·- '""'h·•l1,•Ju:, !I,_.......~
t
1.1"-"-',) • >"'- tnf{{' t •ll1.~: W;t(,JI..,,, ~""\.t.,HrA"'"\t,.\l'/ •r ...,J "H• ~,t~,. 1... .U\ : ~ , :
~~()
., ... ,,v,111~... . , ,,1,..,.IH' """''"'l./'...toJ ,,t.1,~.""'tfA l e-' l 4••••;•·,.~,·Q t,• ~" '.1 , , ' ., ,t., ...,,~-.i.~ù.\\1( .-1.A --t w, ~,~.,4'.t o.j(,'tUtf\..
""l "\,'.lH,:.L\, v•l(\~i)., ,1"
'J,""J,"'t·•w f i\.jfu.'~ L "; v .. ti.A( .J!,, ,,1\t
~f, '1!....tv,.f". ' ,,I(...,..;; ..,.; , •o'.t~v;.~-~ ;, «Jl"1'i" (..~·' ~·~,W.. ·~..., ' Ht'~ >19'h',.{ ,;.~,..«>· ,,t, ,. ,~\ v;~.. ., ·n"". rlA. r1,.Vt'" :'4'\-r.!:.. d w,v \ lo'\. ~.V;O\~(.{ 1111,, ~" .,.. -...~ ~"'1(,. ,J "'"'- ,>. 1WV..\< , .. (' ·,'l.<!~•r•utt ~ 1111 ..Jrr,.-,.(,('(a.V, ,~1·(C,'tM,1v./'\t!• '-'""""l,)H1\,(I,.""' .J ,.~t. .. \1 1.., ' I ~a. ..6.--:.I\ r,. ,-.~· ....r,1.0.. 4 ... ,t~ ! .... ·\; . . ~ù.):,, <L' • "' fàt~J.......141,t.. • I .... 1\-~,,,t, tt ,.,.~u.• '!". 9\, """"' 1 i,< i.t, _., ., l.,.. ·~- ·~·•À1.., ...._f ./., ,u•,A, , . ..,.''"",I, ,,,.41, ,""°'" ,"'(.· ,•~tol-\{(\, ,_.~.,,.l'tul.l.{'\ 1• _.,,,.t'fl }-.&(t..\J l ,: q,b<\. ~- r."'-'"'' 1,\ 1, !~tv..- ~J.~ .. ~". t· h~i'- ..., t'o.,, • w4,~,. , "'. .._. o4i.o .L,..,.u\t~ ~M.fo/t:'1..1.-\."-'• ,, ~ ~,..,., !;4 _.À.t l l'#ff,...,,1..c , (~? t,n ,. •(•••t,•'t4.1tlll\ t,'.. H,\,J,,ft, ' • vi,, ~ ..,..d.~\;<'\.1.f. 9..t-r~M,,l(. ·t~tt1-'e·.•H';, v ~M-~~M-~Hfl\) .:l:. t,,.v.w. J.t,~~V> , •:i ~~ 1 • ' 't"'·ltiiY./44 ~~tlt,-\!•\MWH~Jti f/ ~ )w w ;,{_-0..,Vf ,~~~t 4<.1'"'-f.V"' H"-~ J.,,~,l.t, ~\"h !j •' .,J J J'",,, ~f · ...-. •y~\>'" /.,, ,J,. ,.,',1,C';,t\t, ")u !.,,vt.1, t..l&~ .t,• r,N.,.c!A<(<-1. m J ..f/l ...vt,".t-1,1J; 1 /• -..,. 'I /. '.,,.11., .(t'.~"'0: ·~· •<,\~,-. •.,,\-( tt.,,w.o ~ 1.,_,..l;~f\ 2'""'Vl"'l.,_!e., . • • .l'A.:.,. .l... !1\1,A,...,,..,.\!.,
.•\.H ~t~~
~
("'t}!;, , .'"'',
;
1··~(.h\~
•
{.t..
j
Ilf l
I
1
j
iW _H, ~
,.1_
"..,_,J,, /
'-
t;,f
t.-
,,,.\.·,.,.-.~,t. utU<'i.tM-'A ._J,t, """""'"' •'-;"'-' "'°' 1t '-~") ')'·' (#...._ ,w,...(o.l\A<' 1# '- h t H - •• t(._ ~w».., .,{. ..,....t~"'° ",.,,.,,J._~t (µl,f<,(t;.vJ.,,,.tui,. ,.,...~~ f.6"- A,,, ~ l4..J;, ft<->U :~.(; ....,dA... ,. • ..,.J"l...,."""' M,;:LcA.~ Nt~?:- <...JJ..... t,;.{ n ~O(J~ $1.,'lllH[.;..,.'\,~.{tLf'Nl,~ X'.q.
-:...d ·,0:
' j! L..J
I
~~ \
,,--. \
l' ,:.;t!..:
'ti c(.-4,j '')' . 'h'~ ,,,.,, ,...,u.l),A.V..L ' .. ~ · /)~'-
....,..,,//''
...
.
-, .,-·r ·;,
'
~·~-.--b i\,·v ',.,,., , . vJ~ "..J -~ ... ,,u.t,. . o i, 0 -M\~4',,• l4 ~,k,t... ,)..i_,{.., l1à,11N (',o}_~ ...,.tr_,! 1",f..,k , , li') a,,.., L •f -'V <d,,tG,. J_J •
'
r;c,.
"),
·"""' ( .t,"'l,,\,~\J'H,t,
J i,,,,._,..,.,,ft, -".-v'•~'°t.~.,..,
,,1,• .,..\lt,¼ <MH'~
J-..t.-t-i..t, ~~
LoG-"-ti
.. . k"" \,~U(t,
J\(
.,,
! 1
1'
•
., i,11(.,v., ,o,1,t, '1'
',,1> 1"'.w,/'P t Q Ì
t<W,,
V~ <\-"\,('.('.(> v.(\\\(., (..l'l"l,i,
.,(,,\t., d:,~ ·
t.1-(4. 'vt~d,,; ~{{o.., 1)'1-\{(; \.J<l\"-'°'U- ·
1 •1~+<1.•.td,,..-!~ .. ,""u.J.~1t-fv..t;..~ r,',....., ' ~ l ""'v,L... ,, t. ,t</~le i~" d<~e. ~ lf~ i ._.j._,.. ; 1''!..,.. ,.;,1.., {• ..U,v"-t.,,.., " _ '""·'-"- ''14,..' 1l>t t v-lt~..z,~ ~ .... t~.où.tl ~4';'
c.h, ,,_.~t'.•¼l(\
v , ,,i , ...,...,
i,/M. 'WI-\- '1.W°.:t~~
<",: "'
lt ('\ /...,,.t ~_.""'-'-' ~-
:t ~. ~~. .
i.
,.\.U'
~ i
Mo1i ~1tott\.(,\
.,__.,lj,"'\""'-t)..l~C,1." 1o("V "-<(.c)...;t
t .,~ \tJ.t°'.... ~ """vV\ I V<(\t~ /A-"N..,1'W \'{ >\'••'4-<',.\.( \ \<..~i J, 1 )'""' J,t.-' • (t ,,.,l)*'_,.-"l(ì,\lt-\(u.\\, 4Ji., ~.,,..... , <C....\ \ 1'),'t,,\\4, ,.,f,.... •: {4" l,.,.,w y,(1o1f,11 Q. 1).1,1,\.,v>J;VN dtlt...... <M~tft\- ~ -'}f,..,.,,f.,, J. _11•1()1,1-1•v-Ao d.,:. ~~"' i\.'1 (0'f' 1-.. . vub~"f' . , j f;,. ,>~"" ..t,{\, V'l i\l.11,,(.ftt- -.f i"~"(fw'I &,. ~u,W .{\.\Al<, r,t.l.,t ~ w .t.,& ;\w f.~ vM ~ t ~ \\A ,i t,'\"t.l,>#.J,. (A(r-"( )Ho>Ul-1 ,,(\,~< t , t••jllf ft.t {,,v(.tk,, \, ----' Appl..c.(\>;!~ ot/.'t ,v,1'\~,:'"~.A, ~tf.ct..,'1.0--to_..n. a,.,_ ~ c.°"'., ..v1~.,.. ··" ~<',·(tA'<~~"'~
•t\\ofit \ !
!
""''!"e '•(..~,..,,Jo~ ..., ~....,(.,Jt _....J.
t4'! '\.o.'\~
.. ~.·.i: i,o·~< ....W~r- 1'..t, ,,,,'!= ·
~.l "{{..,.J;, ,;41>l'l",.,1" ..~~.1L~i ~
r,J..,"" .,.,.. "~~. 1! ""',(l.,tt.,.""'-{t. t t,~ J.c;
1-v \•\ ~1 ) f \ l ~ ~ ~
14 ~t"f, 1
.,.,Ueo ..A.N'\o\Y,O ~
• O"ll\1H1-1,<k: '1-f,'(,oy...,),.
i_.,.(M.,(l.!,..\'\,t~l,,
-.01,,.-,. t
'
t.f..wt".'
V
,
'"·Y.\"" ,,.1,,\•"'· . . , 11, (.,~.,c...·, n t ,-,,l<, .,., fwINW w r M t~""v 1t1,,«,,\,..t.: Jwrc,v-..o,l-W
{,_.,~
I:
t(~m.,
I
~""~-CC""·(.
( h t ..{ .
S c/1 1uo .s:1m::1,1ri t' .;, •
Culi,/
;,. ..
/o",~eur· n <u,JJrr,1/ .1N '/le>tv,;-: ~,. .·,•er.i,, q .1nr,•r.,1f,{'
; !
Pct/, ; n,; J'o /J ,-:!11u, ,l1re:u1,,,
li
S t ,.:.i~ ,.; , ,;,,~."'lutn ..~ """11/..(('7...-:t :h •
g-
~Vl,(,,. ~H
r ~.1.c· : ~~~,!,.,. ~».<°'<'>,9tJJ
--
ç/,,-,i;::n :r
S</11 :u' JQ/l/m,NM .,, ,. (11n1~1 11c tJ~r~,:1e/fC /J • i~vlla1.'" rr.N
e, .. Fron,; 1d..,..JM/lt1
,r.·
t. f'
'!
!lcf,J,J Jn( N t'Cl'I! (.•rref-l·iu1 ,:;rr ;u·.;Ùt li 8/r..;ru, ..1."'rt1/Jre
CcrJ:t~,; o.".."J/..J~ JPJ,ltu!.:,·~,vll,
Stl.1~-: .;.• S1.•111m"'"r1.;, ,/ .• 1''1,7JIIJl'I ;J/~.Sfi'r.d e!Jjlll J.•
""
..
t /èTJ.tf.Jllt'
.: . ~ ()r ur per pr.tulli d ... '!?ùup t'!'Jlv,..., t' .. ~...e,,;;o
1·
,'dr.tu/,',,,
l } , t /~((Jf'II/.;
7,. · ( 11/J,1
Fig. i0i3 - St nlliO co mpara tivo s t1 g li obi<:l da 3(lC. cla costa.
-
1-1:6!) -
C'ROJ\"lS'l'OllIA DEL SUPRE:.:S10 CONSWSSO D' AR'l'IG;LIERIA
·
1874 -1915
Ad ogni illOclo nclia, vr evisìonc elle il Minii;:tero, tenuto conto della quantità totale delle installazioni occorrenti e del teillpo entro il quale ésse avr ebbero dovuto essere allestite, avesse in avvenire ritenuto necessario <li ricorrere alla cooperazione <li alt re Ditte, l' l spettouto delle costruzioni d'artiglieria er a fin d'allorn a utorizzato a tratta1·e colle due Case Schncider e Saint Cllaruoncl pe1· concret11re i miglioramenti da int rod'une nei materiali da esse progettati per poter soddisfare alle nostre esigenze. Per quanto riguardaYa la dotazione cli mu nizioni per tale ollic:e da il05 la Commissione Permanente s i l'isenava cli stabilirne la quantità. e la qualità dopo elle la Ditta Armstrong avesse fatto conoscere quale proietto leggero poteva fornire. L'Ispettorato Generale e l'Ispettorato delle costruzioni d'artiglieria, in torza delle precedenti co11clusioni ed allo scopo cli comvletare in ogni 101·0 parte i va'J:ii progetti tlcgli obici da C:05 mm. richiesero alle diven,e Case costruttrici altri dati complementari che le Case stesse integrarono con ulteriori elementi ; con essi l' Ispeltornto delle costruzioni compilò una relazione nella quale, a conclusione cli un dettagliato e:;aroe critico-comparativo sui progccti presentati e così illustrati dalle Ditte Arrnstrong e Scbneicler potè precisare che la bocca da fuoco proposta dalla Ditta Schneidcr era balistic;umente un po' s uvcriore a quella della Ditta Armstrong, mentre le installazioni <li tali due Case si potevano ritenere equivalenti.
La Commissione degli Ispettori dopo aver esaminato tale r-ela.zione, nella seduta deJ 27 oLtobre 1909 (Verba,k n. 160) l'itennc però che conveniva continuare le t rattative colla, Ditta Armstrong e dava. all'uopo incarico all'Ispettore delle costruzioo.1i di definire colla Ditta stessa le scguen ti modificazioni ai materiali progettati : (L) adozione di un proietto leggero, capace cli grande e;al'ica interna, cli potente esplosiv,o, e che. avesse permesso di raggiungei-e una gittata, sensibilmente superiore a quella del pr,oietto pesante ; b) adozione di un sistema. di sollevamento dei iproietti. che avesse permesso nna più sicura. e più sollecita esecuzione del ,ea,ricameo1to e dei varii servizi in genere; ' o) aclozi.one cli una. più pratica copertura, dell' installazi.one.
Ci.rea. l'arma,rnento di aknne batterie eh coi:.t~L con a.rti glierie di m.edio calibro, il Capo di S . M. clell'Esercit~ inte· -
1470
I CANNONI DA
152
B. E C . E DA
120
A. OE[,LA R . ..\HRINA
1·essò la Commissione Permanente degli Ispettori ad esami nare la convenienz1:~ .tec.(llica di accettare alcuni cannoni da 152 B . e O. e dn 120 A. che la R. Marina offriva per l'armamento di alcune batterie nella, piar.za di Ancona destinate ad impedire che le · navi nemiche sottili o siluranti potessero recare danno ~1lle 1:nostre torpediniere che in quella, piazza ave,,ano una base di rifor11imento . La Commissione P,e rma,n ente rinnita,s i !Per ciò nei giorni 21 e 22 genn.:1io 1907 (Verbale n . 101), dopo dettaglia,ta di scussione sni dati e snlle ca,ratteristiche relative a tali can noni della Marina, decise : 1°) che per l'armamento della batteria, dell'ex-forte Savio di Ancona erano convenienti i cannoni da 152 O. offerti dalla R. ìviarina, e che pertanto i 1neces8ari lavori di impianto dovevano essere limitati a,l puro indispensabile, tenendo present,B .che, a costitufre in parte la, massa coprente, servivano gli scudi di proter.ione del ma,t eriale; 2°) che per l'armamento della località presso la ex-batteria di S . Giuseppe inferiore, era.no convenienti i canno111i da 152 della, R . ,Marina dello stesso modello di quelli della batteria !Precedente; 3") che per la costruzione dì una terza, batteria, alla Punta, del iYfol,o nord o alla ex-batteria Molo, località entrambe molto esposte, ocoorreva preventivamente decidere sul !PO.sto se non era il caso di cercare un'ubicazione più conveniente; 4-0) che alla terza batt(iria proposta, nelht piazza di Ancona, conveniva destinare i cannoni da 120 A. offerti pure dalla R. Marina., mentre jnveee per la, batteria di Malces.i ne (lago dt Garda) era opportuno acquistare materia.li nuovi con in~tallazioni adatte; 5°) che in conclusione, cli t utti · i materi.ali ,offerti da.na R. Marina, si potevano accetta.re per la piar.,za, di Ancona le seguenti bocche da fuoco coi relativi affusti) attrezzi, armamenti e ricambi: 5 cannoni da 152 C. esistenti a Spezia, 4 cannoni da 152 C. esistenti a Venezia, 4 ca,nnoni cla 120 A. esistenti a Venezia. La Commissione Permanente dettava poi le speciali di-
1471 -
CHOX1ST0RIA DEL SUPRE:"11'.0 COJ:\SESSO 'D'ARTIGLIERIA
-
1874-U)l5
rettive rigua,rda111ti l'impiego dei suddetti matel'iali da 152 O. e da 120 A.., afilnchè se1·vissero di norma agli uffici del genio incarica.ti della compilazione dei prog,etti delle batterie, ed infine stabiliva. che le dot..1:t.ioni di munizioni per i cannoni da 152 e cla, 120 dovevano _.es~ere rispettivamente di 200 e di 300 eolpi per pezzo. Inta.n to poicllè col predetto Verbale n. 101 la Commissione Permanente degli Ispettori, proponendo l'accetta1.ioue dei suin<li<:ati cannoni, aveva anc!Je deliberato che in quelli da 152 C, a cura <lella R. Marina si sarebbe dovu to sostituire il s istema di chiusura a coppa con quello ad anello plastico, mentre in riguardo al urnni;1,iow1lilento s i era riservata di indicare la propotzione tra le varie spede cli proietti e di cariche allorcllè fossero conosciute la (]Ualità e la quantità di muuii ioni cli cui poteva dispone la R. Marina, dalle iufonuazioni richieste in proposito al Ministero competente risultò: 1°) che il Ministero <lella Marina no n intendeva di sostenere nè l'ingente spesa. nè il considerevole lavoro d'officina occoneuti per la trasformazione cleì congegni di chiusura dei 9 can noni da. 132 e ; 2<>) che lo stesso :i.\'.Iinistero proponeva la clotazioue cli 200 colpi per i cannoni da 1:32 C e cli 300 per quelli da 120 A, stabiliendo anche la propor- · zione fra. i diversi proietti; o"°) elle tutti i proietti cariclli sarebbero stati ceduti con le rispettive spolette regolamentari; che le cariche di lancio, costituite da cartòcci cli balistite .i n sttiscie del Polveritic-io sul Liri, sarebbero state accompagnate dai relativi cannelli ; elle le -cariche da 120 sarebbero state racclliuse nei propri bossoli, e che per ogni !)e2zo da 120 sarebbero state ceclute 20G cariche colle corrisponclenti grnnate cli gllisa indurita ; 4°) che la· R. Marina avrebbe ceduto i mntcriuli con munizioni ed attrezzi nello st::ito d'uso e' cli regolare funzionamento in cui t rovavansi; ed avrebbe. pure ceduto gli accessori, gli atttezzi e le ria rti di r icambio, ma soltanto nella specie e quanti tà che tali attiglierie· aveYano in dotazione sulle navi dalle quali erano state sbarcate.
A seguito cli tali C'omunicazioni, la Commissioue degli J spettori riunitasi il 14 _marzo 1907 (Verbale n. 1Ò7) confermò
l'accettazione dei. materiali suddetti. e delle relative dotazioni cli munizioni · così come era stato precisato da,l Ministero della Marina, rinnnzia.ndo alla trasformazione dei congegni di chiusura nei cannoni da 152 O. Espresse però l'avviso che in avvenire si dovesse per principio rinunciare ad altri prelevamenti · di materi.ali usati e di tipi antiquati, i quali, studiati. per l'impiego a bordo - - 1-172 --
I CANNONI DA
149
B . DI ...LLA IL MARI:s'.-\
delle navi, non potevano se nQIIl in via, di ripiego e con spese non indifferen ti, adattar·si all'a,rma:iµ~nto delle batterie terrestri. In rigua,rdo poi ai 7 cannoni da 152 B. offer ti amch'essi dt1lla R. Marina, e cioè 6 da servire all'armamento della ba,tteria di S. Stefano della pia,zza di Venezia, ed il settimo già scartato :fin dal 1906 (Verbale n. 101), la Commissione Per manente degli Ispettori riunitasi il 28 marzo 1908 ~Verbale 11 . 128) decise di accettare i 6 ca,nnoni destinati alla batteria S . Stefano proponendo che, tenuto conto che tale batteria aveva larga azione sol mare e ve1'so la costa, 1a, dotazione · delle munizioni non dovesse essere inferiore a 350 colpi per pezzo, di cui 300 granate pos&ibilmente tutte di acciaio, e 50 shrapnel. In riguardo ancora ad al<:une artiglierie cli medio calibro offerte <lalla ·R. Marina per armare b11tterie da costa, il 12 giugno Hl06 (Verbale n. 92) la Commissione degli Isl)ettori d'artiglieria si pronunciò favorevolmente anclle all'accettazione cli J3 cannoni da 14H B con relativi affusti a cassone Mod. Si a perno centrale muniti cli scudo, proponendo di installarne 8 sulla cottina del fronte nord-est di Venezia e 5 sul for te cli. Margher a, subordinando però l'accetta7,ione all'accertamento delle buone condizioni d'uso del materiale, mentre in riguardo alle munizioni, dopo di aver escluso i proietti perforanti (palle, granate perforanti e granate indurite di ghisa) e le gt·anatemina cariche di fulm icotone, propose di accettare gli shrapnel dando la preferenza a quelli eon carica anteriore, purchè pe:·ò il loro quantitativo bnsta·s se a costituire la chtazione di almeno una delle due batterie, perchè alle munizioni mnncanti si sarebbe provveduto con' Quelle dei 149 A del R. Esercito. In relazione a siffatte propost~, l'Ispettorato Generale d'artiglieria prese accordi col Ministero della Marina per visita re alla Spezia i suddetti materia.li, e mentre rimaneva in attesa cli conoscerne l'esito, a cura clei compencenti nfilci del genio veniva compilato il progetto per la sistemazione della batteria ·. cln ar marsi con S cannoni. 'l'ale progetto non essendo però stato approvato dan·rspettorato da. costa e fortez,m, l'Ispettore Generale d'artiglieria ri tenne opportuno cli fare nuova mente discutere la questione della Commissione Permanente degli Ispettori dell'Arma, la quale riunitasi i.l 22 genm1io 1907 (Verbale n. 102) e tenuto presente: 1<>) che la R. Marina non aveva shrapnel disponibili per i suddetti cannoni e che bisognava quindi costituire l'intero mnni7,ionamento con materiali dc~ R. Esercito ; 2<>) che il numero dei cannoni r iconosciu ti nccettabili si r iduceva ad 1l ;_ 3°) che per le condizioni del terreno e per le speciali esigenze delle
14-73 -
CRON1S'.f0R1A DEL SUl>RllJMO CONSESSO D' ARTIGLmRlA
-.
1874-1915
installazioni del tìpo R. Marina occorrevano per la sola batteria del fronte nord-est àei lavori cli impianto per una spesa di oltre L. 200.000 e non meno di clne anni cli tempo, mentre si imponeva una sistemazione semplice, di sollecita costruzione ed economica; 40) clJ.e per i lavori di rafforzamento del forte Marghera non erano state assegnate somme in bilancio e cbe per ci<'> tali lavori non si potevano attuare se non utilizzando materiali esistenti e che non richiedessero spese per la loro messa in opera, così come era stato proposto dall'Ispettore da costa e àa for tezza ; decise cli far sna in, proposta del predetto Ispettore da costa e da fortez¼a e cioè di installare sul fronte nord-est di Marghera cannoni da 149 G su affusto tla difesa, riconoscendo quindi che er a per ciò venuto a mancare lo scopo per il qu ale era stata proposta l'accettazione dei cannonl cht 149 B offer ti dalla R. Marina. Il problema dell'armamento ausiliario delle battei·ie da costa anda~,a per tanto risolto senza ripieghi, ed in proposito l'Ispettore da costa e da fortezza, nel Verbale n . 101, tr~cdando un quadro esatto delle condizioni critiche in cui si trovava a quell'epoca n nostro materiale da costa in rapporto ai progressi fatti altrove ed alle nuove esigenze della guerra, accennava alla necessiti! di evitai·e clJ.e un tale stato di cose si. prolungasse coll'aggiunta di altri materiali di modello antiquato, i quali essendo poco conosciuti per non clire scon,oscinti dagli artiglieri da costa, non avrebbero fatto altro che complicare senza alcun vantaggio, le varie istruzioni. Seguendo per ciò un tale ordine di idee, mentre in via transitoria si accettavano o si respingevano i diversi materiali offerti dalla R. Marina, continuavano secondo il progr amma stabilito gli stucli adeguati per la scelta del materiale piil conveniente da adibirsi all'armamento ausiliario di talune batterie da costa, e in argomento la Commissione degli Ispettori nella seduta del 1° febbraio 1008 (Verbale n. 123) si riunì per discutere i diversi progetti del ma teriale da 152 L/50 presentati dalle Case Kru pp, Armstrong e Vickers-Terni. Non si trattava di !ìCegliere il calibro più conveniente, che era~ gi1l stato dEifinito e stabilito da una Commissione Superiore runitasi iil Venezia ed approvato dal Capo cli S. M. dell'Esercito, ma bensì di assodaJ:e se dalle informazioni, dai disegni e clai dati forniti dalle Case si potesse desumere, nelle bocche da fuoco progettate dalle due Ditte Armstrong e Vickers-Terni esistenti· in Italia, un cer to progresso nei confronti -dei pari calibri già adottati od in costruzione all'estero in q1Ìell'epoca. La Commissione r ispose negativamente a tale quesito, ma fu favorevole alla proposta. tli far interpellare le due predetti.~ Case per sentìre se erano in grado cli costruire una bocca da fuoco da · 152 capa.ce di Innciare un proietto a 15 kilornetri di distnnza ed avere a 4.000 metri una potenza balistica, almeno nell'urto normale, sufficiente ad àttraversnre piastre di acciaio cementato Krupp dello spessore di 200 mm., riservandosi di pren-
-
1474
~
I llfA'l'EHIAL I DA
152
L/
5()
,clere in esame il progetto Krupp nel caso elle e~trambe le alt re due Case {tvessero risposto negativamente. Aderendo all' invito loro rivolto le clue Ditte costruttrici interpellate ..inviarono successivame11te due distint.i progetti, l'ultimo dei quali, a parere -degli Ispettori d'artiglieria, sodclisfaceva alle volute condizioni cli potenza . .Prima però cli procedere alla scelta definitiva, l'Ispettore Generale d'arti.glieria su proposta di quello del genio, im·itò le Ditte a presenta re un pro.getto d' installazione iu pozzo con copertura leggera, e s uccessinuneute l'Is pettorato Generale del genio richiese alle Ditte stesse nn progetto ,cl'installazione in pozzo con copertura pesante.
La Conunissiorne Permanente degli Ispettori riunit asi il {; novemb1·-e 1908 (Verbale 11. 142), dopo un riassunt o generale ,<lei dati relativi ai dne materiali proposti e cioè in riguardo: .alla pote11za balistic~L; ai dati relativi a lla. boeca da fuoco; .alla sua dura.tu,; ai prezzi; ed al ten1po occorrente per la provvista, dei materiali stessi; deli.berò quanto segue: 1°) la couuuessa del mateT'iale cla 1:52 L. / 50 poteva, per :i riguardi tecnid, essere indifferen ternen te afrldata alla Casa Arrnstrong oppure alla, Vickers-Terni perchè dalle ·offerte delle due Ditte pot-eva rite:n ersi l'eq ui valenzt1 tecnica dei rna,teJ'ia,li da ~sse presentati; 2°) pe_r i cannoni da 152 L./50 da destinarsi al .OaNallino ·e ra necessario adottare l'installazione a CU1Pola pesante di .acciaio a.l nickelio, della grossezza cli 150 mm.; ~ ) per i cannoni da 152 L . /50 cla destinarsi al Lido era. -conveniente adottare l'installazione a candeliere con scudo di ~wciaio cementato Krupp1 di forma. analoga allo scudo di prote;done delle installazioni cla 305 mm. e ei-oè di grossezza di 150 mm. sul fronte, e di J.00 mm. ai :fianchi ; 4°) riserv::t di stabilire la dotaziorne di munizionamento ,e le specie di proietti quando le Ditte twessero fornito quelle maggiori indicazioni che ft1n o allora non avevano potuto dare avenélo in cors,o gli esperimenti per determinare gli esplosivi r,iù convenienti per la cari.ca interna di scoppio delle gra· nate.
** * 'l'erminata la discussione circa il materiale da 152 L/50, ìl Presidente, tlopo a'ver richiamatri la decisione presa nella seduta del 31 otto·Jre 1907
-
14-75 --
Cl:OX I S'l'OHl.-\ DE I,
::; D i'HE .\!U COi'iSE::;::;u
u' AU'IIGT, IJ.:IU.\
-
1874.-1!)15
(Yerbale n. 113) in merito :.1gli appa r ecclH elettri<.:i e telefonici occorrenti per l'a r tiglier ia da cost~1, e::;pose il risulta to di una -Relazione in da ta 25 giugno 1908 col la quale il uostro Lu bornlorio tll pr ecisione riferiva circa la lllissione ullitlata a l suo Dir ettore, allor a col. L uciano ilennati, in conseguenza d ella decìsìone surricordn,ta. Da tale relazione risultava cl!e le Ditte Vickers-i\Iaxim e Baxr and St rouà potevano forni.re gli apparecchi occonenti alle batterie da costa per la trasmissione degli ordini e dei dati di tiro - escluso però l'angolo dì direzione ~ acl un prezzo inferiore a quello degli analog hi appareccl.Ji t ipo L:.tboratorio tli precisione. Il Presidente osset·,·av:.1 però cl.te per la t rasmissione continua degli angoli dì ùirw.ione ::;e pure le Ditte iuterpellnle non a ,·en1n o fatto · offerte in proposllo, porern ,·iceYersa. rìLeuersi cl.te tra ttandos i di appar ecchi molto semplici, le lJiLLè stesse 110 11 avr ebllero tl'ovato d illicoltà a costruirli con una spesa ptobnbihueute inferiore a quella degli analoghi appU1·eccbi in costruzione pr esso il nostr o Laboratorio di precisione. Circa poi gli app:1t·1•<:cl1i telcfo11ici, dalle 1iro,·e eseguite alla Spezia nei confronti dell'npparecchio alliso11:1nlc )fa.rzi, era risullato che il tipo proposto da'l cup. del genio GaetaHO AnzaJoHe ruppreseutavn un tipo perfezionato, ma cbe però non si era :.1ilcora potuto stablllre quale crn da pr eferirsi per gli usi che se n e do,·eya fare nelle batterie da costa.
Si trattava quindi di stabilire quali a1Ppa,1'ecchi elettrici e telefonici <.:onveiniva, di fai· spe1·imenta.re, e su tale argomento dopo breve discussione la Commissione Permanente deliberò: 1°) di propone l' acquisto di appa1·eccbi Harr and Stroud e di apparecchi Vickers-Mr~xim., limitandoli a quelli occorrenti per la trasmissione dei dati del telemetro o del telegoniometro ad una piazzuola ; 2°) di sperimcnt:,1,re compu.rat ivamente tali apparecchi in una batteria di oùici a, p11ntamento indiretto; 3") di inter pellare le Ditte Ha n and Stroud e VickersMaxi m per sapere .. e avesse1·0 potn t o offrire apparecchi. elettrici per la tr.asmissione continua degli angoli cli direzione a pn:zzi inferi·o ri a, quelli ti.po La bora tol'io, ed in , caso affermat ivo proporre l'acquisto di due esemplari per ciascuna Ditta. ~erimentandoli colle stesse modaliti?i indicate ai precedenti articoli 1°) e 2°). Tn caso negativo, occorreva far nltima,re dal J,abora.torio di precisione dne soli cli t::i,li apparecchi e qna,n to occorreva per farli fun7,ionare _; 4°) di. sperimentare, 8Ceondo un programm~L da stabilir8i dal competente Ispettore d'artigHeria d.a costa, e da f.or~ -
14'76 -
Arr.mrt CCH J DI l'H.-\<:i.\lI~SlO~E . SCl-:L'.l'.·\ DE L ,r.U'EHIAL ls DA
152
L / 50
tezza, gli apparecchi telefonici Marzi e Anzi:ilone in una batteria di obici. a pmntamento indiretto, servendosi per · la preparazione del tiro sia del telemetro che del goniometro ; 5°) di stabilire, in base ai ri1mltati degli es1perimenti, n sistema più conveniente per assiemare il servizio della trasmissione dei dati nelle batterie da costa, scegliendo gli apparecchi atti ad assicurare il miglior funzion amento del sistema.
*** In seguito alle deliberazioni -consacrate nel Verbale r1. 142 del G novembre 1908 il Ministero con dispaccio del 26 gen11.aio H>09 rinviò all'esame dell'Ispettore Generale d'artiglieria alcune questioni relative alla scelta, definitiva del materiale da J 52 L. /50 per cui la Commissione P ermanente riunitasi il 27 gennaio 1909 (Verbale n. 149), dopo aver preso visione dei documenti allegati al clispa,ccio ministeriale e confro nta.ti i dati risultanti dalle nuove offorte della Vickers1'erni e-on quelli. riassunti nel predetto Verbale 11. 142, espresse il giudizio in riguardo ai due tipi. cli installazione a scudo offerti dalla Ditta Vickers-Terni, ed alla convenienza che l'installazione fosse prnvvista, di due aip pa,recehi di puntamento . Infine poi in arruonia, fL quanto era già, sta;to affermato nello stesso Verbale n. 142 drca l 'equivalenza tecnica, dei materiali Vicker~ ed .Armstrong e tenendo conto che, per le ragioni indicate nel snccitato dispa<;cio ministeriale, era conveniente di. a-:ffièlare aa' una stessa Ditta tutte le installa,zioni occorrenti, espresse il parere che si poteva dare la preferenza al\a Ditta Vickers la qua.le, jn complesso, esclusio111 fatta per .l e munizioni, faceva ,condizioni di prezzo più convenienti e ~i · impegnava come la Ditta Armstrong 1 cli costruire tali materiali in Italia.
*** Pnssando in raJ)ida rnssegna i principali problemi riguardanti i diversi materiali cl'nrtiglieria, tr!ll'tati e r isoluti dalla Commissione Permanente
1477 -
Cl:O.NISTOlllA
l))!:L
::,UPHl!lMO CO.N::;i:;sso D' AHTlGLH:RIA
-
18 i J,-1915
degli Ispettori nel periodo 1901-1014, qua e lù vennero riportate aneli.e alcune notizie riguardanti il munizionamento 1·elativo ai materiali stessi: vengono ora ricordate alcune questioni d'indole generale inereuti all'organh:zazioue del omnizionawento, ed alcuni problemi di carattere particolare. ln riferimento al Verbale 11. 4, steso nella seduta del 24 maggio 1901 e riflettente le varianti eta apportarsi al serv1z10 di munizionamento nelle nuove Opere di fortificazione in conseguenza delle modifiche che si proponeHi cli introdurre nelle Opere stesse, devesi ricordare che l' Ispettore Geuerale del genio preoccupato per i gravi pericoli che, massime dopo l'adozione cli proietti carichi di potente esplosivo, potevano derivare alle Opere di fortificazione per la presenza cli polveriere e di laboratorii adibiti alla confe:done delle mu1ùzioni, fin dal 19 dicembre 18flfl aveva esposto all'Ispettore Generale d'artiglieria alcune sue idee circa un nuovo orclinamento cla dursi al servizio delle munizioni nelle fortificazioni e circa le norme da seguirsi nello studio delle nuove Opere. Con ~uo foglio del dicembre 1890 proponeva cioè ehe nello stuclio dei progetti di nuove Opere di fortificazione, si fosse stabilito in linea cli massima : a) cli · sistemare le polveriere <:,'{] i laboratorii di caricamento proietti e confezionamento cartocci al cli fuori delle Opere e delle batterie, organizzando le une e gli altri per gruppi di Forti o di batterie : soltanto quanclo si fosse trattato cli Opere o cli batterie autonome, l'organizzazione era da farsi per ciascun E'orte o per ogni batteria ; b) cli conserva1·e nell'interno cli ciascun Itorte o batteria fin dal tempo di pace, in analogia a quanto si praticava a bordo delle navi, già pronte e confezionate le munizioni occorrenti all'armamento dell'Opera,; o) di determinare per ciascuna bocca da fuoco, in base a criterii balistici, un elemento di carica tale che con la riunione di un diverso numero di elementi si potessero confe-.donare al momento tutte le cariche, dalla minima i1lla massima : e ciò allo scopo di provveder e alle esigenze del. tiro dei cannoni con cariche ridotte, nonchè al tiro areato degli obici e dei mortai. Seguendo tali norme, mentre si semplificava al massimo l'ordinamento delle Opere, si riduceva al minimo la loro vulnerabilità, mentre poi si sarebbe raggiunto anche il vantaggio economico di ridurre al minimo il numero dei locali da costruirsi .alla prova, potendosi d'altra. pài;te nella pluralità dei casi sistemare le polveriere in lontananza e<l in opere in caverna, e stabilire invece i locali di rifornimento in costruzioni leggere e di poco costo purchè poste in posizioni ben defilate dai tiri nemici. A siffatti concetti fondamentali, sulla convenienza . della cui applicazione non poteva sorgere dubbio cli sorta sempre d1e se ne fosse dimostrata la possibilità 11ratica di esecuzione, si erano associati in massima l'Ispettore Generale d'artiglieria e l'Ispettore da costa e da fortezza . Sicchè, come appare nel Verbale 30 aprile 1900, in una riunione plenaria degli Ispettori d'artiglieria e degli Ispettori del genio, convocata e presieduta
-
1478 -
1'0LVEHIEH8, L ABOH ·\TOJU E RIS8RVE'l~l.'E P.ER LR .11iUNIZI01'I
dall'Ispettore Generale del genio, mentre si stabiliva la massima che << le polveriere ed i laboratori di munizioni <lovessero nelle nuove fortificazioni essere selllpre il più vossihile fuori delle Opere l>, si faceva pur constatare che l'adozione di tale provvedimenlo avrebbe dovuto s ubOl'Clinarsi alle :sottoindicate condizioni : 1°) le riservette a lla prova delle Opere e cklle ba.tterie di nuova costruzione dovevano essere capaci di contenere: due giorna te cli fuoco cioè circa 200 colpi per pezzo se si trattava di Overe o di batterie elle non potevano essere rifornite che saltuariamente a.d intervalli più o meno lunghi; e contenere solamente 100 colpi per pezzo se il r ifornimento si poteva sempre fare con celer ità e sicurezza ; .2") le polveriere ed i laboratori dovevano in linea d i m.:issima organfazarsi per gruppi di Opere o cli batterie ; naturalmente per ciascun Forte o per ciascuna batteria allotchè si tr attava cli Opere o di batterie auLonome ovve1·0 distanti fra di loro. Jn og11i caso si dovevano far disporre i mezzi di comuniciizione ft·a i laboratorii e le batterie in modo che il rifornimento delle munizioni riuscisse facile e pronto, e per quanto possibile sicuro sotto l'azione del f.uoco nemico; 3°) per tutte le bocche cl.:t fuoco elle facevano uso cli cariche variabili doveva. essere con,;ta.tuta la possibilità di disporre di locali adatti e protetti nei quali si potessero confezionare gli elementi di carica ; 4°) con un esperilllento, pr otra.tlo per almeno cìnque anni, doveva essere accertata la possibilità di conservare· in perfetto stato tanto proietti caricJJi quanto k i car iche e gJ-i elementi di carica giil. confe,dona.ti. A clistanr.a d i qualche tempo, dato elle erano allo studio varii progetti di nuove Opere, ed interessando cli poter decidere se tali progetti dovevano essere compil ati colle norme fino allora seguite, o se invece si doveva tener conto delle nuove idee circa l'ordinamento del setvizio delle munizioni, il Ministero con dispaccio del 20 febbraio 1901 invitò l'Ispettorato Generale d'artiglieria ad esaminare la questione ed a far couoscere se, in dipendenza del nuovo ordinamento proposto dall'Ispettorato del genio poteva ritenersi che l'esplicazion(~ e lo svolgimento dei varii servizi non avrebbero incontrato difficoltà, e se quindi si potern fin d'allora stabilire che gli stncli in corso per le nuove Opere dovessero essere infor mati a tale ordina.mento, opvure se . invece conveniva. ;;opprassedere a qualunque decisione :fino a quando accurati studi e, se necessario, appositi esperimenti non avessero dimostrato la possibiliUt ed indicato le modalità fl~\l' r isolvere nel miglior modo i varii problemi emergenti e 'interessanti le v::irie esigemr.e di servizio.
La Commissione P ermanente degli Ispettori d'artiglieria ri unitasi all'uojpo, dopo un'ampia e particolareggiata. esposizione fatta dal PreRidente in riguardo delle cautt~le da osserYarsi nell'applicazione delle nuove idee proposte per la com-
-
1479 -
C1Wi\ISTO IUA
DEL
Sl.il'It (.;~10 CONSESSO
o' Al(TlGLlBRfA
-
1874-1915
pilazione dei pl'ogeti di nuove Opere di for tificazione, 11onchè in merito : alle proposte di studi preliminari relativi alle cariche ridotte; alla confezione e determinazione degli demen ti di carica; ai ritocchi eventualmente necessari alle 'l'avole di tiro; all'infl.uenz:1 che poteva avere sul tiro la costituzione delle cariche ·f ormate c~on elementi di carica in confronto delh~ cariche allora in uso; approvò alFunamimità i .seguenti conoetti : 1°) i progetti delle nuove Opere di fortificazione dovevano essere informati, sempre quando era possibile, al pr·inci.pio di sta.bilire polveriere e laboraLorii fuori delle Opere ' stesse; 2°) caso per caso, a seconda ddle condizioni topografi' che del te1·re110 e di quelle dell'Opera, e per rapporto ai probabili attaccl1i del ,nemico, si doveva studhtre un sistema di comunicazioni tra l' Oper-a stessa colle IPOlvel'iere e -coi labo · ratorii che valessero ad assicural'e in modo certo il rifornimento dell(~ munizioni in quella ' misura e con quella frequen za richieste e dal quantitatiYo massimo di munbdoni che si J)otevano conservare già, allestite fin dal tempo di .pr1ce, e dei quantitativo che tutte le artiglierie dell'intera Opera pote vano consumare in un determinato periodo di tempo. Circa la ·<1uantità, ma,ssima di munizioni da tenere allestite, l'icordando -che già. essa poteva, allor,1 raggiungere cli regola i GO colpi per peu,o, ~i faceva rilevare che 1n on si andava incontro ad in0on venienti molto rn,1ggi-ori portando tale numero a 100 <:olpi per pe½zo; 3')) in base a,l le condizioni. del terreno e:ircostante si <loveva fin da allora, studiM'e per ogni Opera quali era,no le cariche ridotte aUe quali si d·ov,eva nei · primordi dell'a,t. ' tacco far ricorso : bisogmava ricordare che in t:;1,li primordi le distanze di tiro ~rano in genere le maggiori; che alle gran·di distanze la cUl'vatura del ramo discendente della traiettoria era già abhasta,nza sentita a.nche colle forti cariche, e lo era tanto più quanto più grande era il dominio dell'Opera; <:he le cariche _ridotte da impiegarsi inei primordi dell'attacco doveva,no ,essere in piccolo numero e da scegliersi fra quelle I
-
1480-
POLVERIERE, LABORATORI ),] m s 1,;1(VE'LTJ;; l:'ER Lm )1UN1Z10NI
di peso massimo. Uiò premesso poi(;hè non era possibile 1p re-
vedere e quindi tener pronte fin dal tempo di pace quel numero di cariche ridutte di peso vario, quale soltanto le circostanze del momento avrebbero indicato conveniente, il problema della possibi.lità di avere un locale per la costituzione <legli elementi di carica doveva, assolutamente trovare una adatta soluzione; 4°) sin da allora si dovevì:L pertanto mettere allo studio i l problema della costituzione degli elementi di carica,, te nendo presente che tali elementi <lùvevano possibilmente sod<lisfare alle seguenti (;onclizfoni : a) potersi costituire dal personale cli truppa così come i cartocci, senza, bisogno di dover ritonere tL personale spedalizzato; b) essere conf{!7..iona ti così da permetterne il facile di-sfacimento; mentre poi i locali pe1· le manipolazioni delle polveri e delle cariche dovevamo permettere di potersi procedere a visi.te periodiche della !Polvere clei cartocci, manteinuti confezi-onati fin da,l tempo di pace e consentire il loro facile e pronto rifacimento ; 5°) si doveva studiare se e quali ritocchi sarebbero stati necessari alle Tavole cli tiro affinchè le cariche ridotte con template da tali Tavole, oltre a soddisfare alle ViLric esigenze per cui le ca.l'iche 8tessc venivano adottate, soddisfacessero .anche a quella per cui la loro formazione non si dovesse ri correre alla preparazione di un numero eccessivo di elementi <li <:arica di peso diverso, ed evita.re quindi che le ca,riche ridotte risultassero forma.te da un numero troppo grande di -elementi; 6°) si d·oveva sperimentare che la, costituzione delle cariche con elementi di carica nO!n avesse acl influenzare la re:golarità del tiro. Col criterio cli allontanare le polveriere dulle Opere furono emessi dalla 'Commissione plenarhl i pareri contenuti hel Verbale n. 11 per l'Opera dello 'Chaberton, e nel -Verbale n . 24 per quellrt di al tr i Forti del confine occi-<lentale, nelle alte valli cli Cuneo. Larga aHt>licazione dell'accennato 1~i:incipio ,nffe1'mato dall'Ispettore
-
1481 -
ClW~ISTOHJ..\ Df;;L
SU P RKMO co:-.s 1•;SSO U' All'.J'I.(; LlEHI A -
1874-1915
Generale del genio nella seduta del BO aprile 1900, fu fatta nel progetl:(À d d la batteria del Paradiso, per la quale la Commissione plenaria, riconoscendo l'oppoJ:tuni tà d i rinun<.:iar e allo scavo in caverna per a.llogar vi le J..!Olverier e ed i la bora torii, amm ise d i poter sistemnre nell' Opera tutte. quelle 111uniz-ioni, giit vronte per l'impiego, cl.te potevano trova re atlatto. c:ollocamenlo nei nu merosi loc:1Ji sottostant i al piano delle casematte. :::,.:er caso della ba tteria llel Paradiso gli J;;pettori d'artiglieria si. pronuuciarono in senso f avon ,vole a lla progettata sistemazione <lelle munizioni, c<l indubbialllenle fut ono a ciò indotti : da lla larg hezza di locali. che nella batleria stessa, era no disponibili; dai caratteri di sicurezza ai. qu ali essi socldisfacevano; dal f atto che la bat teri a sarebbe stnta armata con cannoni da 149 A, e per ciò i proiett i d'acciaio caJ:iclli cli pertite. potevano esser e conservati; dalla dura ta del tewpo occorrente per ultimare la batteria, tempo ver ciò sulliciente a definire le questioni elle erano. state acceruiate nei Verbali del 30 aprile rnoo e del 24 maggio 1901. 'l'ali. considerazioni era no confon ua te dalla di chiarazione J'att a d all'Ispettore da costa e da fo1·t ezza n el Verbu l.e della seclu ta d el 31 mrzo 1903, e specialmente da ll a dichiarazione collettiva degli Ts11ettori d'artiglieria espr essa a l n . 5 di detto Verbale, e che suonava precisamente così: cc gli lspettor i d'artiglieria, meutrn danno il loro parere favo re vole al progetto, pe1' quanto rigu ard a il munizionamento osservano che U progetto stesso si presta aU'allogamento cli 200 colpi per pezzo ed anche a quello di 850, e permette l'eventuale aggiunta cli mm polveriera per il tempo di guerra, msicchè non sono pregiudicate le tlefinitive decisioni che al riguardo clo-. vessero essere chiamat i ad emetter e)). Dalla discussione generale poi che ebbe luogo nella. seduta del 4 febbraio. in occasione dell'esa me d ei progetti r ela tivi alle Opere di Messina, di 'l'enda, di Casalé Ersel.H e di 1\1. Moro (Verl)ali della Commissione plen:1r ia nn. 32, 33, 34 e 35) si rileva come il 11rincipio d i immagazzlrnn:e nellt}. Opere tutte le munizioni i;>ronte per l'im piego· u,vesse assunto u n grnclo <li maturitit invero non appoggiato ancora 11 dati d i fa tto, e cbe pel' pnrteclegli Ispettori d'artiglieria ve.niva sempre consideni.to subordinatament(}. a ll a soluzione dei quesiti posti fin dal 1900, i qnali se pure avevnno pre$O. un primo incominciamento applicativo, erano ver ò nncora lungi tlall'essere. risol t i.
La Commissione P ermanente degli Isipettori d'artiglieria, riunita.si nei giorni. 9 e 29 maggio e 1° giugno 1903 (Verbale. n . 35), prirua, di passare all' esame dei singoli progetti delle Opere indicate nei Verbali delle sedute plenarie nn. 32, a3, 34 e 35, noncbè dei progetti precedenti e di cui ai Verbali nn. 11 e 24 della stessa serie, dovendo dare un esplicito parere sul serivizio del muniziona,mento relativo alle Opere stesse, di, -
LJ.82
~
POLVlslllEUE, LABOHA'l'ORI "1 J\lSERYETT El .l:'ER LE M rJ);IZIO~l
scusse lungamente la, questione dei cl'iterii <.li mal:isima che con veni va !Stabilii·<~ sia pc1· le opere esistenti che per. quelle c1u. costruirsi, e pel've:rn1e alle seguenLi conclusioni : 1°) si riconosceva ,non opportuno, quanto meno allo stato delle cose, ùi immagazzirnll'e nell'int~rmo delle Opere, sia terl'estri che llla1·ittim e, :fìn dal tempo cli pace o<.1 all'atto della mobilitazione tutte le munizi·o ni pronte pe1· l'impiego; si a,mmetteva perta.nto un 'eccezione per i proietti carichi cli 1Pertitc (votazione unanime); 2°) _,p er le Opel'e nuoYe si ammettevano i segtieuti critcr·i (li massima : a) le polveriere a setoncln, delle circostanze d,ovevano e"sere 01·ganizzate all'esterno per ogni :singola ~era od anche per gl'uppi di Opere, con comunfoazioni facili e sicure colle Ope1·e stesse e coi laboratorii desti.nati alla manipolazione delle cariche e d€lle polveri (votazione unanime) ; b) i laborato1·ii per il cai-icamento proietti e per il <.:onfezionamenlo delle cnriehe dovevano essere parimenti 01·ganfaza,t i fuo1·i delle Opere, in costruzioni protette o de:filate dal tiro nemico, c001 comunicazioni facili e sicure coll' Qpeta e colla polvel'iera (a maggiora,n za di 3 voti conti·o 1; il voto contrario venne dato dall' I spettore clell' Arma iJ quale rite11eva che iu linea di massima convenisse tenere tutti i laboratori nell'interno dell'Opera, sia per le ragioni da lui già c.·poste in passato, ed anche pel'chè giudicava più pericoloso il trasporto di IPl'Oi.etti carichi dai labor.atori esterni ·nelJ'interno dell'Opera, cli quello che sal'cbbe sta1ta l'operazione del caricamento fatto nell'Opera i;;tessa; egli. non escludeva però che in qualche c·aso spedale le condizioni topografiche e di Mìc nrezza. dell'Opc1•a, potessero consiglim·e l'organizzazi,one di tali laboratorii fuori dell' Opera); o) fimo a, quando non fo. e stato . ta bilito l'elemento fon damentale di carica, in ogni Op~ra due piccoli locali cloveYano essere destinati al confe7,fonamento delle ·Cariche ridotte (a maggioranza di 3 voti contro 1) ; d ) il munizionamento di sicurezza doveva essere ridotto al minimo possibil e · (:,O c.:.olpi per pezzo, tanto per le Opere
-
1483 -
CHOKIS'fOUIA DBL S1:l'f(E)f0 CO!\'S t<;SSO D' AR'l 'lGLilmlA -
18'74-1915
tel'restri c:omc iper quelle costiere); all'atto della mobilitaziolll.e il munizionamento delle Opere terrestri doveva essere por tato al fabbisogno di due giornate di 1'.noco, cioè da 100 a · 200 colpi pe1· ,pezzo a seconda (tella maggiore o minore faci lità di rifornimento . (,lutùora condizioni di sicurezza di qualche F orte di sbarra,mento consigliassero di aumentare alquanto i 200 colpi per pezzo, ciò avrebbe potuto farsi ma, solo in seguito a dkhiara,zione ·esplicita, dell'Ispettorato d'artiglieria (a ma,g gioranza di 3 voti contro 1; il voto oontrario venne dàto dall' Ispettore dell'Arma il quale era del parere clrn anzichè . limitare il munizionamento di sicurezza delle Opere terrestri a 50 col1pi per pezzo, conveniva per le ragioni accennate, di tener pronto fìn dal tempo di pace il mulÌ1izionamento d.a 100 a 200 colpi per pezzo occorrente per due giornate di fuoco).; 3°) per le Opere esistenti si ammetteva poi il seguente criterio : premesso che pe1· ta,l i Opere non era necessario e tneppur D1Pportuno di attei:nersi strett,1mente ai concetti prima espressi per le Opere di n'uova costruzione, nel fare gli studi per il rioi'dinamento del ~ervizio mu nizioni in queste Opere esistenti conveniva esaminare, caso per caso, la sit uazione di. ognuna cli esse, e dipendentemente adottare i mezzi strettamente indispensabili per rendere facile ·e sicuro il servizio delle munizioni (votazione unanime) . P assando poi all',esame dei progetti delle singole Opere in relazione al relativo &ervizio di rnunizio111amento, la Gorn- . missione permanente esipresse i seguenti pareri : a) per la sistemazione del servizio munizioni delle batterie da costa della piazza di Messina) secondo i concetti sovraespressi non ocoorrevam.o altri lavori oltre · la costruzione, fuori di ciascuna Opera, delle seguenti polveriere , alla prova o defilate da-i tiri nemici: 4 sulla ·costa ,S icula per ognuna delle ba,tterie Serra la Or,oce, ·}.II. Ga.llo, S. Luchiddu e Polve.riera (Rh;ellino), ed 1 sulla costa Calabra per le bat terie Arghilla e òatona; b) per la sistemazi-One di tale servizio nelle Opere dello sbarramento di ':l'enda conveniva far riesaminare dalla lo-
-
1484 -
l:'OL\"J:;HJ.EflE,
LABOlL-\TOfU 1,; !tISlWVE'lvrE PER L E M (J :"\lZIOJS"l
cale Uommissione H progetto 11 agosto 1902 per quelle leggere varianti ritenute necessarie per· eouferirle al )Più presto possibile hL massima efficienza ; e) nella batteria da, costa di Oas,tle Erselli conveniva far comprendere nel progretto pa,rtieolareggi.ato clell' Opera (che amcora si doveva compilare) una polveri.era, esterrn1 alla pr-ovtL o defilata dai tiri nemici ed i labora.torii per le muni½ioni; d) ndla batteriì:1, da costa di M. Moro conveniva far comprendere nel progetto particolareggiato · delF Opera. (che an(;ora si clovcva -com1pilare) nna polvel'ie1·a esterna, alla prova ·O defilata dai tiri Hemi.ci, ed i laboratorii per le munizioni; e) [Per la sistemazione . cl.el servizio munizioni nelle nuove batterie delle Opere progettate nelle alte va.lli cli Cuneo i-i ritenevano snflicient.i i h1Yorj proposti clalhi, Sotto Direzione del genio cli Cuneo a,yv.ertenclo di <fare alle riservette la capae.ità, di 200 eolpi per pezzo; t) per la sistema1iione del servizio delle munizioni nella batteria, in co~trtrnione ,aJ Cha.berton si riteneva che non occorresse alcuna va,r ia,nte al progetto della Direzione del genio cli Torino giù, a,pprovato da,l la Oommisisone 1plenaria degli Ispettori d'artiglieria e genio. Tn prosieguo cli 1'empo si riconobbe però che anche per le Opere di fortificazione in progetto l'applicazione cli talune dùlle norme sancite dal Verbale n. 35 della Commissione Permanente, non doveva ritenersi eccessivamente rigida, ma doveva invece <~ssere fatta tenend·o conto massimo della posizione topogrnfica dei punti da fortificarsi, nonchè delle condizioni di visibilità delle varie parti delle Opere per parte del nemico. L'Ispettore d'artìglieria da costa e da fortezza venne per ciò incaricato di riprendere i n esame tutta questa questione onde, colla scorta degli elementi. raccolti in pratica, 11recisare maggiormente le suaccennate· norme per l'organizzazione del munizionamento.
La Commissione Permanente degli Ispettori riunitasi fl 5 aprìle 1904 (Verbale 11. 61) ed udita la relaz~one dell'Ispettore d'artiglieria cla oosta e fortezta deliberò .ad. unanimità ·che le norme riguardanti i laboratorii per il caricamento proietti e per il confezionament o delle cariche dovevano es-
-
.1485 -
CRO:S:I S'.l'ORJ A DEL SUl'Rl~l\IO COI\SESSO D'AR'l :lG-L ie!HA
•
]874-1915
sere variate coi seguenti criterii : sempre quando si fosse pot uto riteùere assicurato il pronto rifornimento delle riservette e che il trasporto dei JJroietti carichi fosse [POSSi.bile senza dover ricorrere a mezzi speciali, tali laboratori dovevano organiz7,arsi esternamen te l:1lle Opere in costruzione protetti o defilati dal tiro nemico e comunicanti in modo facile e sicuro (;Oll'Opera e con la polveriera; in caso contrario e ci-oè se le comunicazioni predette non fosser,o state facili e siem·e, i laboratorii cfovevano essere stabiliti nell'int@no dell'Opera. La questione relativa all' ordinamento del servizio delle munizioni nelle Piazr..eforti. fu rimessa nuo,ra.mente in discussione in seguito ad una lette1·a dell'Ispettorato Generale del genio del 6 dicembre 1904, nella quale, ricordati i precedenti, Yeniva rilevato che uno dei principali motivi per cui dagli Is1pettori d'artiglieria non era, stato ammesso il concetto genetale d'intr,o durre nelle Opere fin dal t.<-m1po di pace, come sarebbe stato desiderabile, od almeno all'atto della mobilita.zione l'intera dotazione delle munizioni pronte, come si praticava a bordo delle navi, deriva.va dall'avere gli stessi I spettori ritenuto che fosse necessa,1fo di risolvere preventivamente i due ,problemi della determin azione degli elementi cli carica, e della conserva.zione deJle munfaioni. L' Ispettore Generale del genio 110n condivideva questa opinione e nella sua lettera ·ne spiegava i motivi con a,mpie consiclera,zioni sul seà faio del m.unizionamento. La Commissione Permanente cl.egli I spettori riunitasi il 26 gennaio 1905 (Verbale n . 71) dopo aver esaminate e discusse lunga.mente le ragioni. a,dclotte da,l l'I sipettore Generale del genio, confermò che l'ordina.meinto del s,ervizio delle munizioni nelle Opere cli fortificazione doveva in màssima essere regolato secondo le conclnsioni. ge11erali riportate nei VerbaU 11.
35 e n . 61.
'[11 merito all'organizzazione del servizio del munizionamento un'altra questione degna cli essere ricorclata e di cui ebbe ad occnparsi la Com. missione Permanente degli Ispettori clell'Arma, rignarcln.va la conservazione cleglì esplosivi e la ,;istemaz.ione delle munizioni nelle polveriere.
-
l.:fè1(1 -
CO.\'SERVAZIOKE DEGLI ESPLOSIVI E S ISTEMAZIONE DELLO MUNIZIONI
Secondo le prescrizioni vigenti in quell'epoca la sistemazione clelle polveriere incontrava talvolta ostacoli difficili a superarsi, (lerivanti ·essenzialmente dalla proibizione di conservare balistiti insieme alle poln :ri nere, e pertanto il Ministero aveva urgenza di poter decidere su va,r ie proposte inerenti a tali sistemazioni,- le qlLali rimm1evano in sospeso nell'attesa (li conoscere se ecl in quanto potevano essere variate le norme allora vigenti in riguardo della ripartizione delle materie esplosive nelle polveriere. I n seguito al disnstro di Vigna Pia, la Commissione d'Inchiesta all'uopo nominata., in data 19 giugno 1891 aveva compilato un Verbale in cui si indi.cavnno norme speciali, inserite poi nella « Istruzione sulla c.:onservazione del materiale d'artiglieria», dalle quali emergeva la proibizione cli conservare le polveri infumi insieme alle polveri ordinarie. Se non che nell'apJJlicazione pratica dì tali norme si erano s pesso incontrate non poche dillicoltà, che talvolta non si potevano :,:upcrare neppure con spese rileYanti, tantocllè anche dopo oltre un decennio sorgevano spesso tielle incer tezze circa l'assegnnzione di a lcune specie cli munizioni all'uno od all'altro gruppo di Opere. Nella considerazione però che in tutto il periodo di tempo trascorso dall'epoca del suddetto disastro, oltre all'introduzione di notevoli perfezionamenti nella fabbricazi one delle polveri infumi, vi era stato modo di fare larghe esperienze circ-a la loro stabilità, il Ministero con dispaccio del 26 gennaio 1903 invi!:<> l'Isp~\ttorato d'artiglieria ad esaminare se non era il caso di apportare alcune varianti a.Ue norme allora in vigore, sia per evitm·e delle sµese e sia per facilitare la sistemazione delle polveriere nei vnrii P residii.
Lo studio prelimi'Tlare della questione che comprendeva l a manipolazione, la ·stabilità,, l'allogamento e le probabi.ìi -cause di alterazione delle polveri infumi, fu affidato all' Ispet tore d'artiglieria da costa e da fortezza, e quindi poi esaminato e discusso <falla Commissione Permanente degli I spettori nella seduta del 24 aprile 1903 .(VerbaJe n. 34). · Durante la discussione fu data comunicazione cl.el Verbale reda,tto dalla Commissione di Inchiesta del disastro di Vigna Pia nonchè delle conclusioni contenute nella relazione presentata, lllel giugno 1901 dalla speciale Commissione incaricata dello studio delle questioni concernenti le cartucce, relazione dalla gua1<~ si poteva rilevare che a datare dal 1890 gli e~losivi si erano c,o mportati in modo pienamente soddisfacente . La Commissione cl egli Ispettori rispose pertanto all'unanimità, negativamente al quesito sottopostole per stabilire : « se di fronte all'affermazione dei tecnici che non esclu -
-
H87 -
· CHONl ST OHlA DlsL SUPREMO CONSESSO D'ARTIG LIERIA
·
1874-1915
cleYano la posi-Jibilitài di accensione spontanea della ba.listite, dovuta a decomposizione, si fosse potuto ammettere in modo completo ed assoluto la p1·omiscuità della nostra polvere infume con la polvere nera in locali comuni>>. La Commissione Perma,n ente ammise però che in via eccezionale con la adozione di ·OIJ)portuni provvedimenti, con una continua ed oculata sorveglianza e previa twtol'izzazione da ottenersi volta, per volta, la, promiscuità in questione poteva consentirsi, ma soltanto per piccole quantità, di um.1, specie di polvere rispetto all'altra. Infine il Prei:,idente allo scopo di facilitare per quanto era possibile l'a,lloganHmto e ·1a con servaziorne degli esplosivi, pro1pose di far dvedere lo studio sulla loro classificazione e di · far rinno:vare la classificazione stessa con criterii più pratici e più larghi, intesi ad un maggiore raggruppamento di elementi e quindi ud una diminuzione di categorie divei-se. L'Isi)ettore delle costruzioni d'artiglieria a sua volta pro. pose di affida-r e tale studio all'Officina di costruzione di T·orino, e la Commissione Perma.nente accogliendo la proposta incaricò l'Ispettore d t:L costa e da, fortezza, deU a successiva revisione di tale stu dio, per inoltrrwlo al Ministero a com. plemento delle conclusioni stabilite uel Vel'bale II1. 34 redatto in tale seduta. La questione dell'ammissibilità o meno dell'allogamento [Promiscuo della balistite colla polvere nera tornò all'esame della Comm.issione Permanente degJi Ispettori nena seduta del 25 agosto 1903 (Verbale n. 41) per il caso partioolare del deposito di esplosivi m.ella, piazza di F errara. Il relativo st udio preliminare era stato fatto dall'Ispet. tore da costa e da fortezza, il quale, coerentemente alle sue ' . seduta del convinzioni, mantenne quanto aveva esposto nella 24 aprile 1903 (Verbale n . 34) insistendo nel par.ere che per il depositb degli esplosivi mella ipiazza, di Ferrara poteva, ammettersi la promiscuità della bali::;tite e della polvere nera. Siccome però la Commissione Permanente deg-li Ispettori si era in linea genernle dichiarata sfavorevolQ a tale organizza. zi.o ne, salvo casi eccezionali e colle dovute misnre restrittive
- . 1488 -
CONSERVAZIONE DEGLI ESPLOSI\I.[
e prec,:rnzionali, così la questione si riduceva· a sta,bilfre se la quantità di l.500 kg. di polvere nera da allogn,re e conserva,re 1nello stesso loca.le con 5.300 kg. circa di filite, poteva ritenersi piccola rispetto a quest'ultima. La Commissione ritenne perta;nto che il ca,so della piazza di F errara, non presentava ,particolari condizioni di eccezionale necessità per cui, in armonia a.i principii fa:sati 1nel Ve1·bale n . 34, espresse an cora una volta parere sfavorevole alla promiscnità della balistite colla polvere nel'a. La proposta poi di doversi procedere a,cl una nuova da,ssificazio11e degli esplosivi, sancita anch'essa nel Verbale n. 34, fu approvata dal Ministero con dispaccio dell'll maggio 190;-;, il quale richiese conteID1Pora111ea,mente che nelle loro linee generali venissero fì.ssa;ti i casi ecceziona,Ii nei quali si sarebbe potuto conservare in ·uno stesso ambiente la balistite e la polvere ordinaria, e che si stabilissero in ogni loro particolare gli acoorgimenti speciali da osserval'e nel~attuazisone pratica di tale provvedimento. Oome si era stabilito la nuova classifica,zione degli esplosivi fn compilata dù.ll'Officina di 'l'ol'ino e la revisione fu eseguita dall'fapettorato d'artiglieria da costa e fortezza, che ebbe 1:H1che il mandato di compilare una « Memoria sulla conservazione promiscua, cleJla balistite e della. polvere or dinaria, )) . L::L Commissione Perman ente degli Ispettorj d'artiglieria riunitasi nei giorni 16, 17, 18 e 19 luglio (Verbale n. 67) , dopo una discussione minuzfosa ed accurata su ogni punto, da cui risultarono aggiunte, varianti, trasposizioni e nuovi raggruppamenti delle , materie trattate, approvò all'unanimità l'allegato S1pccchio di clas~.ificazione degli esplosivi e relative 1I1orme di r i.partizione, di conservazione, ecc. ecc.
-
1:.189
~
SPECCHIO DI OLASSIFICAZIOKE, DI OONSI
CLASSE 1a.
CLASSE 2"
Cartucce per a rmi po rtatili e per mltrogllotrlci Mnterinli destinati n comunica re Cartocci a proietto per cannoni li fuoco alla carica da 4? e da 5i, e per proietti e artifici dn g11erra carichi di poh•ere nera
GLASSE 3•
CLASSJ;; 4•
Esplosivi difficilmente infiammabili
Polvere ordinarla Bulistlte e Solenite
Car tucce con bossolo F'ulmicotone ecl altre A) Polvere ordin:1 Cannelli fulminanti. (nera ·o bru metallico a pa not- nitrocellulose conteC,rnnelli a vite. sciolta od in e: nenti acqua o non tola, a roetraglia e Cannelli od inneschi tocci). da salve, cariche di lltellO del 18 % di elettrici senza cap- polv. ordinaria, bafuhnicotone secco. sula detonante. listite o solenite. Pertite e ni.trocleriva ti Cassnle fullllin .ti p~r Cartocci a proietto ... 11e esplodono sol- n) Balistite e se cartucce o per in- con bossolo metallita.nco sotto l'azione nite (sciolte neschi. di un dc~tonatore. in cartocci, e co per crrnnoni cl:t I\OfiSOli da cartucce o 4 ;J e m (senza spo- Custodie cli 7.inco cao senza boss da cannoni inneletta ovvero con spo- rkhe cl i fulmicotone metall. innesca! sc:a ti. letta priva di innein dischi umido. sco). Tnneschi per c1utoccio Custodie di cartone a bossolo. Proietti ca1ichi cli polcnricbe cli pertite. vere ordì: wria. Inneschi per spolette. Bos8oli cli acciaio per Spolette a percussione spolette a percussiosen,-,:L cassula cletone, caric:lle rli pertinn nte. te 1mlvcrulenta compressa. Spolette a tempo ed a doppio effetto. Coclette di spolette. ·Proietti carichi di fulCastagnole a polvere micotone umido (sennera ed a balistite. za spoletta). Proietti carichi di peri:'itc~ (senza spoletta) . Miccie per spolette. Proietti cariclli d i baMiccia 110n innescata listite (sen7,a spoletper mina (senza ta o con spoletta cassnla detonante) . priva di innesco). Stoppini. Roccafuoco . Haz.z.i da segnali r egolnmentari. Cartucce a stella ver pistola Very e Vitiello. N . B. -
I mate1·iali delle Classi l" e 3• sono divisi in specie di grupvi disti dità sarà bene conservare i ,uversi gru ppi in ambienti . sepnrat1 arn
-
1,H\I) -
VAZIONE E RIPAR1'IZI0~E DEGLI ESPLOSIVI
CLASSE 5• Dlnamltl e Fulmicotone secco
I Dinamiti,
cioè miscugli di nitroglicerina a base attiva od inerte. /}elatina esplosiva. Fulmicotone secco (1). 13ossoli d'acciaio per spolette a percussione carichi di fulmicotone secco in cilindretti.
(1) F anno pnrte a i tale cntegorln. tutte le nitrocellulose cont.e ncnti al>· qua ineno del 18 % di nitroeellulosa, qt'' l l prodotti di lavorazione che ~ ottengono al ·Poi voriflcio sul I,iri .
t
CLASSE (la Cassule detonanti Spolette complete per proietti carichi di potente esplosivo
CLASSE 7• Cartocci a proietto per bocche da fuoco da campagna e da montagna
Cassule detonanti di spolette a · A) Cartocci a proietpercussione per proietti carichi to con proietti cadi potente esplosivo. richi di polvere orCassule cletonanti per gelatina dinaria. esplosiva o per micce. Cassule detonanti per castagnole B) Cartocci a proieta balistite. to con proietti caCannelli od inneschi elettrici con richi di potente cletonante. esplosivo. Corpi di spolette per granate cariche di potente esplosivo, con cassule fulminanti (1). Spolette complete per proietti carichi di potente esplosivo a bocchino posteriore. Spolette complete per proietti carichi di potente esplosivo a bocchino anteriore (senza innesco) (L).
(1) Qualora esigc rrno ili sei-vizio richiedessero di ave.re .l'iunite in 1111 ~oJo arnb.ie11t,0 tutto le parti occorrenti per cosf.i.
trtire le spoleU.cJ com1Jleto, $Ì potranno c<rnSOJ·va.r e 1u:1 it,m nente alle s pol ette, ma i n cas~e sepn.rate, a.ucho i 1·obitivi bossoli <li acùinio c:tri(.~hi, ecl inneschi.
fra loro dagli spazi in bianco lasciati nelle colonne. Qualora vi sia possibilità e como'tU imo steS$0 locale.
-
1.J!ll -
UW~ISTORIA DEL
SUPREi\10 CO~SESSO D' AH'l'!GLI EJRIA
-
18'74-1915
*** Passaudo ad esaminar e le varie questioni riguardanti le spolette ricorderemo qnelle concerneuti l'adozione di urHt spoletta a percussione pel" proietti a bocchino posteriore con dispositivo di sicurezza, e soppressione del ritardo nelle granate di aceiaio, tanto di medio ciùibro quanto da ca!llpagna e da montagna . In proposito dalla Direzione Superiore delle esperienze erano state~orupilate due relazioni, l'una in data del dicembre 1903 estendentesi dai primi tentativi fatti al rigtrnrclo fino alle prove iniziali effettuate col tipo di spoletta a percussione definitivamente concretata, prove che diedero soddisfacenti risultati; l'aitra in data 12 febbraio 1904 sulle esperienze eseguite nel frattempo su più vasta scala. ln tutti i tiri cli prova tali spolette furono impiegate conti:o una batteria in calcestruzzo e si com, portarono in modo pienamente soclclisfacente, non a vendo dato luogo nè a. scoppi prematuri nè a scoppi mancati od incompleti : queste prove intese a consuitare la stabilità dell'esplosivo si erano eseguite sparando varie serie di colpi col cannone da 149 A rinforzato e col mortaio da 210, in diverse condizioni di distanza, di carica, cli pressione e di velocità, e per i risultati osservati rlmase accertato il regolare funzionamento del dispositivo di sicurezza, noncllè il regolare funzionamento all'urto anche con cariche riclotte. Tale comportamento fu verificato anche per le cariche minime colle due predette bocche da fuoeo ecl il risultato si ritenne ugualmente soddisfacente ; ma colla carica minima del mortaio da 21 O (kg. 0,520 di :filìte1 x 2 x 2) e con proietti inerti si ottenne un risultato quasi del tutto negativo, sicchè, qualora l'lspeÙora.to Generale d'artiglieria. avesse approvata l'aboHzioue ·c1ell'ultima carica del mortaio dn. 210, tutte le prove si potevano considerare esaurite e quindi si poteva procede.re all'adozione definit iva della spoletta.
La Commissione P.erma,11ente llegli I spetto1·i riunitasi il 28 aprile 1904 (Verbale n . 63) dopo aver dettagliata,mente di'scusso tutti gli argomenti prospettati dalla, Direzione Superiore delle eS1perie11ze deli.ber·ò cJ1e : , 1°) tenuto c-onto d,elle esperi<inze di tiro ~seguite nel 1901 con spolette con ritardo, e nel 1903-1904 con spolette senza ritardo per cui i risultati .erano stati pressochè identici in entrambe, per le bocehe da fuoco di medio calibro non sì ritenevano necessarie le spolette munite di ritardo; 2°) tenuto conto dcll,e pr,ove col cannone da 149 A. rinfotzato, la. sistemazione degli organi della, spoletta con dispo, 1492
Sl'ùLli:'l "l'A A v 1,:nculjs10;,;1,;
sitiYo di sic.;urezza a valvola e p1·iva di ritarùo costituirn un complesso che dava affidamento cli poter essere adottato; 3°) pel mortaio da 210 si doveva QJ1·ocedere alla .·oppressioue della carica minirua, riducendone eosì H nurnero a 10, anzichè manteueda ri<:01Tendo al ripiego di diminuire la re~istenza della rn oJla a ci-ocient della spoletta. ll~iine il P residente, pre11de11do a1·gomento cldle precedenti deliberazioni per cui per le bocche da fuoco di medio Ct~libro si riteneva 110n Hecessario il 1·ita rclo delle spolette, dichiarava sembrargli conYeniente che lo stesso cri terio si dovcs. e intendere esteso ai. cannoni da ca.mpa,gna e da montagna, perchè, data la lim itata consiste.112,a della maggior parte dei bersagli che si sai-ebbero dovuti battere con granate campali, il lJl"Oietto e_ou spoletta munito di rita1·do attri.wersandoli con facilità, sarebbe scoppiato a qualche dj stanza da essi e pl'\f ciò con e1l'et.ti limitati : e poichè la maggior parte degli Ispettori si. pronunziò a favore di taH suggestioni, il P residente soggiunse <: he 11011 era qnia1di più il caso cli insistere pet ] 'esecuzion e di espedenze cornparative fra spolette di granate torpedini tl,1 carnl])agna con e senza, congegno di ritardo, a,ccen nate n el Verba] e n . 46, ma ~he per granate torpedini cla. cam[f)agna e c}a monLag1m dovern intendel'Si defini tivamen te adottata la. spoletta a pennssione i=;cnza ritardo. \
Cn'alt r:1 que:stiouc riguardante le ~po lette f n cliscussn nella :seclnta clel 2ti novembre 1905 (Verbale 11 . 82) J)!ir cleC'idcre, ,m am1 log-a riehie:;tu fa ttn dal Ministero i.1 n dello ,.;tes;:;o mese. Sl' fo;;se conveniente di riJ1110,·:1re la licenza del bre,·ctto anstria<'O relatho alla spoletta a pet·cussione munita di congegno di s icure-.tza, preso a nome del col. Cesare Conetto Direttore d cll' Arsenale di ~'orino per conto dell'Amministrazione militare, e che scadeva alla fine cli quel mese. Ln rinnova?:ione della licen?:a cli tale bre,etto, per le diSPosizoni della legislazione allora Yigente nell'impero austro-,mgorico non riusrivn cli alcun utile all'Amminis trazione militare italiana perch è l'Austria, nell' inter0,,i::e tielle F orr.c armate o per nltra ragione contingente era autori,:u1ta acl esproprlnre in qualunque momento in tutto oò in parte, le 11:itenti da e!'<!'<:l coucel'<i:e uonchè il diritto di utilizzare un'invenzione. In conseguen¼O la Commlf':sione Permanente riconobbe quindi a ,-oto unanime: -
] ,(!)::) -·-
Cit0)1ISTORIA DEL SCJP!ÌE1110 CONSESSO D'ARTIGLI0RIA
-
1874-1915
l!,) che, date le disposizioni della legisla:r,ione austriaca in materia -di brevetti non era conveniente alla nostta Al?Jministrazione militai"~ di rinnovare la licenza cli un tale brevetto; 2<>) che clausole <lel genere, esistenti ne11e legislazioui estere, costituivano a favore dello Stato un diritto che sarebbe stato assai desiderabile <li poter vedere introdotto nella legislazione i taliana; 3°) restava pertanto aécorélata al col. Corvetto piena libert:i di s fru ttare il ln·evetto in questione qualora. egli a\lesse creduto di rinnovare la licenza. Un'altra questione importante che intel·essa va anche le s1)olette fu trattata dalla Commissione Perman ente degli Ispettori il giorno 6 agC'sto 1007 (Verbale n . 110). Da oltre un ventennio nelle dotazioni delle batterie costiere erano compresi riroietti clte avevano due requisiti negativi: per una parte. il f ulmicotone umiclo in grani, costituente il loro caricamento interno non <leflagrava, o quanto meno clava luogo a scoppi incompleti; mentre ù'altro lato il fulmicotone secco del detonatore costituiva un pericolo di scoppio <lel proietto nell'anima del pew.r,o. A quest'ultimo inconveniente si er a ovviato sostituendo nel , detonatore il fulmicotone secco colla pertite pnlver uleuta, con che nelle granate da 280 (a bocchino posteriore) si otteneva anche la cer tez:r,a di avere scoppi completi ; ma viceversa tutti i tentativi fatti per far deflagnre il fnlmìcoto.ne umido dei proietti a bocchino anteriore erano riusci ti vani. Sotto l'incubo della res11onsabilità conservizio dei proietti aventi tali difetti e presenseguente clal mantenere tanti siffatt i inconvenienti, malgrado le dillicoltà finanziarie che fin dal 1905 avevano fatto soprassc'<lere il Minfatero cla qualsiasi decisione, si volle affrontare la questione per mettersi sulla via di una soluzione radicale quale sarebbe risultata òalle decisioni della Commissione Permanente degli Ispettori. Dall'Ispettore Gener~le d'artiglieria il Ministero fece per ciò compilare un breve riassunto della questione precisando i quesiti ai quali la Commissione Permanente sarebbe stata chiamata a rispondere, e pertanto all'intento di semplificare il problema, in un primo tempo . sembri, che fosse il caso di eliminare quanto riferivasi alla granata-mina da 240, ma in seguito all'intervento dell'Ispettore da costa e da. fortezza che ri teneva necessario di mantenere un caricamento di alto esplosiv,o auche in questi proietti, ai quesiti già formulati fu aggiunto anche quelJo relativo alle granate-mina da 240. Nel frattempo p.resso la Sezione esperienze di Cirié venivano compiute le esperienze preliminari coi nuovi esplosivi, il trini tritoluolo detto più brevemente trotyl, e il plastrot:vl (trinitritoluolo impastato col 25% di trementina) ; e poichè tali esperienze diedero buoni risultati e i nuovi esplosivi sperimentati si dimostrarono appena leggermente meno potenti del· l'acido picrico e pari al ,fulmicotone, così da ft1r presumere d i poterli adottare con ,·antaggio per i nostri proietti di ghisa. di grosso e cli medio
in
--· 1494: -
ESPEJUrnNZEJ SUGLI ESFLOSIVI,
SULLE Sl:'OLEt.l'TJ:,,
SUI
DE'IO:s'ATORI.,
ÉCC.
ca1ibro, l'Ispettore Genera:le d'artiglieria nel compilare il programma da sottoporre . all'esame e alla discussione della Commissione Permanente, vi comprese una serie di più vaste, numerose e decisive prove, durante le quali si sarebbero dovuti determinare convenienti tipi di spolette e · adeguati detonatori, cet'cando poi anche di poter impiegare uno speciale tipo di spoletta Krupp, nella quale dal detonatore era eliminato il fulmicotone di mercurio; mentre ulteriormente si sarebbe anche provato se con un tale tipo di spoletta Krupp si poteY:t ottenere lo scoppio completo delle granate da 321 e delle granate-mina da 240 cariche <li fulrnicoto11e in grani. Oltre a tutto quanto detto,. ~'i era poi anche un'altra circostanza per la quale era, necessario di riaprire il periodo delle esperienze sugli esplosivi, sulle spolette, sui detonatori ecc. : dalle prove eseguite sia dall' Artiglieria terrestre che dalla R. Marina era risultato elle il lungo tubo metallico contenente il detonatore, all'atto dell'urto contro mezzi resistenti (cor azze, calcestruzzo) talvolta facilmente si staccava,, si sftlava o addirittura si rompeva, il che costituivft un'altra causa di mancati scoppìi; e polchè daJlè ricerche fatte era apparso che quando si erano definiti i caricamenti di alto esplosivo e ·le relatìve spolette, non erano stati eseguiti i necessarii esperimenti riguardanti il comportamento del tubo contenente il detonatore, cosi era indispe11sabile di effettuarli e di rendersi perfetto conto del fenomeno. Allo stato cl.elle cose non era pertanto più possibile di prendere al riguardo delle cleterminazioni particolareggia te per coi'l'eggerne le cause, ma soltanto di .stabilire delle norme cli massima per evitare o quanto meno limitare i lamentJati difetti. Il Direttore Superiore delle esperienze fornì ampie clelucida·zionl sugli esperimenti che, per i varii scopi prestabiliti, si sarebbero dovuti intraprendere e pertanto la Commissione Permanel)te degli Ispettori, approvando il programma degli esperimenti stessi, deliberò all'unanimità di rimanda):e ogni decisione a quando essi sarebbero stati compiuti e sarebbero quindi stati noti i risultati conseguiti ed i rìlievi fatti. Analogamente, in merito alla . discussione sui proietti carichi di fulmicotone in dischi, data la correlazione, per quanto l'iguardava spoletta · e detonatore, fra questi proietti e quelli carichi di fulmicotone 'Ìn grani, la Commissione deliberò pure all'unanimità di soprassedere per allora ad ogni determinazione in attesa dei risultati delle nuove esperienze. Fra gli ulteriori esperimenti da eseguire era compreso quello inteso a consta.tare il comportamento delle spolette a15plicate ai proietti all'atto dell'urto contro i mezzi resistenti sui quali presumibilmente i proietti stessi erano destinati a battere. Tali prove all'urto non dovevano però essere dirette all'intento di accertare l'effieacia dei proietti, - ciò che veramente erl'\, ed è lo scopo principale della · potc~nza delle artiglierie, e ciò che si sarebbe dovuto fare qualora si fosse trattato cli adottare nuove bocche da fuoco o nuove specie di proietti, - ma allo scopo più ristretto, sebbene pure di alta importammo, cli controllal'e ;;e, nell'urto contro
CIW:S1STOHI.-\
Dl':L SU PHEMO CONSE8SO D'A.H'l'lGLlERIA
-
1874-191.5
presumibili bersagli veri, le spolette effettivamente resistevano, e ciò perchè trattavasi di proietti ,già facep.ti parte del munizionamento e sni quali quindi nou era più necessario cli fare alcun esperimento. Allor cbè i proietti portavano nelhi loro cavità interna il semplice caricamento di polvere neta, la S1JOletta necessaria per l'accensione della, carica era tin arti1iz-io cli limitata Ii.mghezz" pressochè tutto racchiuso fra la grossc,z:,m delle paTeti o dell'ogiva o del fondello, da tali pareti quindi sostenuto e salvaguardato, e conseguentemente un tale artifi?:io era di sicuro effetto : è per ciò che, nelle prove di tiro che in passato venivano fatte per l'atiozione delle spolette stesse, era sufficiente a comprovarne la sensibilità il lanciare i proietti semplicemente sul terreno ; 111a quando per l'aòozione del fnlll1icotone si cominciò con esso a costituire le cariche interne dei proietti con alti esplosivi, per la cleiiagrazione di taU nuovi -esplosivi occorsero mezzi assai più potenti, tantochè si dovette far ricorso ad un'aggiunta applicata alle spolette stesse e costitùita tfa un lnngo d etonatore che si internava fra la massa dell'esplosivo, -costituente il cari,ciimento interno, per avvicinare il centro di· deconazione delle sostanze piriche ;;1cl alto potenziale esplosivo al centro della massa del caric;a10ento interno. La Sezione esperiern1e di Cirié sprovvista cli mezzi resistenti :1datti a provare il modo di compor tarsi dei nuovi dispositivi introdotti per l'ac,censione della carica aveva dovuto Ìimitarsi ad eseguire soltanto esperimenti di scoppio in riposo, e cli lancio contro il terreno di proietti carichi con spoletta attiva e detonatore, ed era per questo che in occasione cli tali prove non era risultato il fatto rilevato poi in seguito durante le esperienze ,eseguite tanto presso la R.. 1farina quanto presso l'Artiglieria terrestre, per -cui erasi i'ilevato che all'urto dei proietti contro mezzi fortemente resistenti (masse cli calcestrnzzo, corazze ecc.) i detonatori si svezzavano nel punto <l'miione e si staccavano dalla spoletta, tantochè il proietto o non scoppiava o scoppia.va 'in . modo incompleto. 'l'ale inconveniente se era grave per i proietti perforanti <.L ella H. M-arinn _perchè toglieva loro l'effetto dello scoppio snsseguente a quello della l)erforazione, era gravissimo per i proietti clell' Artiglieria terrestre ai quali toglieva pressocbè ogni efficacia, com,istendo questa più nell'efl'etfo <li scoppio che non in quello di perforazione, da ta la resistenza che allora avevano le protezioni verticali ed orizzontali delle navi e tenuto conto ~he la maggior pa'rte ùei nostri proietti d'artiglieria era d i ghisa . L'Ispettorato Generale d'artiglieria preoccupato cli tùtto questo invitò la Direzione Snperior·e d'elle esperienze affinchè nell'orga.1ii.zzazìone delle prove stabilite per chiarire tutte queste questioni volesse definire e chi.e{lere il fahbisogno necessario per determinare un cletorn1tore atto ad ottenere lo scoppio completo dei proietti càrichi cli fulll1icotone e per rilevare l'e!lìcacia e la sicurezza del trotyl eh~} avrebbe potuto eventualmente sm·rogare il fulmi cotone ed essere pure impiegato nei proietti cli ghisa (li medio calibro del Parco d'assedio e della difesa. proietti che a quell'epoca ave-
-
149(i -
S ULU; SPUL IYlv.CI.J,
ESPERIIDNZID SU GLI ES PLOSI VI,
SUl
DET ONA'fORI,
~:e,~.
' vano ancora, la carica Interna cli 11olvere uera,
assoluta mente
insuffi-
-ciente contro gli obiettivi. i,resumibili e più r e<:enti di allor a .
Per l'effettuazione di tali ricerche la Direzione Superiore presentò quindi la richiesta dei materiali a<:cessorii alla co struzione di bersagli in calcestruzzo e per la provvista cli CO· .razze, ma essendo sorte delle difficoltà, cli ordine :finanziario per la pr9vvista di tali corazze. la Direzione Superiore ne .avvisò l'Ispettorato Generale, il quale, conscio delle responsabilità alle quali si andava· incontro qualora si fosse dovuto passare ano stato di guerra, con [Jr oietti che per le predette eause sminuivano la gi,1 non sufficiente potenza di bocche cb fuoco di un a1·mame11to antiquato, prima di riv()lgersi direttamente al Ministero, volle essere confortato dall'autorevole parere collegiale della Commissione Permanente che nella seduta del 28 ottobre 1907 (Verbale n. 112) ritenne i1:ndispensahile che si eseguis.sero le pr estabilite prove di tiro, intese ad .accertare il funzionamento delle spolette all' atto dell'urto del proietto, carico cli alto esplosi.vo, cont ro mezzi. r,e sistenti; e più precisament e, al fine di essere certi di ottenere lo scoppi·o dei IJ)roietti, ed assicurarsi se in tale momento i detonatori lllOn si distaccassero dalle spolette. Circa le cora.zze metalliche da adoperi1re co;rne bersaglio, ·dopo · 1unga di.scusione la Commissione allo scopo di diminuire le spese, deliberò di udire il pa,tere della Direzione . Superior~ delle esperienze circa. l'opportunità, di valersi cli uno dei segmenti della cupola dell'insta.Unzione da 149 A. in pozzo im·ipiantata a Oiriè, invece delle corazze curve . cementate Krupp. La Direzione Superiore riferì in proposito che mentre per ragioni di economia conveniva rinunziare alla provvista di lastre curve e limitare quindi le prove contro corazze piane, d'altra pa,r te non sembrava utile :nè di pratica attuazione valersi dei segmenti dell'instn,llazione in po7,zo esistente a Oiriè r,erchè quei segmenti avevano dimensioni tali che non si pre:stavano ad essere facilmente utilizzati all'uopo. La Commissione degli I spettori riunitasi nuovamente per discut~re tale argomento, il 30 lllOvemhre 1907 (Verbale n. 118) .aderì al c,oncetto della Direzione Superiore decidendo che per le prove suddette si impiegassero lastre piane. -
1497:.....
CRONIS'fORIA DEL SUPREMO COKST::SSO D' ARTIGLIERIA
-
18'74-1915
La Commissione Permanente ùegli Ispettori ebbe anche ad interes~ sarsi di questioni riguardanti le cariche e fra le altre quella relativa alla. convenienza di proseguire gli stuéli e le prove col congegno Benedetti per l'impiego di cariche innescate senza bossolo. Fin dal 1899 il col. d'artiglieria Antonio Benedetti aveva. ideato iL congegno di otturazione a bossolo fisso, cbe poi concretò ed applicò ad un cannone da 74 A che aveva servi to per le esperienze preliminari dei nuovi
:B'ig. 766 - Antonio Benedetti.
materiali da ca.mpagna e che trova.vasi presso il Polverificio di l'ontana I.Ari, del quale il col. Benedetti era allora Direttore. Il concetto che lo. aveva guidato nel suo studio per realizzare un tale congegno era quellQ. di sostituire con un bossolo perma nente cli acciaio adattato al cannone, l'uso dei bossoli d'ottone eh~,.- volta per volta occorreva di introdurre unitamente al car toccio per ottenere la chisura. ermetica nelle aUora moderne bocche da fuoco. Se nonchè nel corso di esperienze di applicazione pratica emerse la necessità di dover assicurare la chinsi1ra cli detto bossolo, anteriormente con un controbossolo e posteriormente con un altro anello di acciai.o, cosicchè ne risultò un complesso tale da potersi definire un. sistema di otturazione a tre anelli cli espansione. La carica era contenuta entro un involucro o bossolo ricavato da un foglio di balistite contenente. due inneschi a frizione del tipo degli antichi artifì.zii similari. L'otturatore. a vite era di un tipo speciale, foggiato con una testa che, per un appropriato contatto col bossolo e coll'anell6 mediano serviva a precludere 1~
-
1498 -
II, CONGEJG.KO BEKBOfYI".rI PEH CARICHEJ IN.KESCATE SENZA BOSSOLO
via ai gas della carica ; esso era poi munito di un eongegno cli percussione a strappamento. 'J.'utto l'insieme venne dall'inventore denominato « congegno· per l'imµi ego di cariche mnescate senza bossolo ll . Dagli esperimenti prelilllina.ri iniziati a Fontana Liri e proseguiti a Cirié nell'agosto 1902 risultò, che per quanto riguardava la chiusura ermetica, il funzionamento di tale congegno di chius ura era buono, ma viceversa dopo una serie di un cer to numero di colpi venne nota.ta qualche difficoltà nell'aprire e chiudere l'otturatore, e ciò dipendentemente dal modo di funzionare clell'anello triplo; fu notato inoltre che il movimento di aper tura e di chiusura esigeva tre tempi, mentre poi esistevano anche altri inconvenienti i quali però potevano essere ru:nediati, tantochè sugger endo all'inventor e alcune di1·ettive da seguire nei suoi studi di perfeziona.mento, dietro autorizzazione· del Ministero gli esperimenti vennero continuati. Stante però la ristrettezza degli assegni all'nopo concessi per cui non era possibile il cambio del congegno di chiusura, si convenne cli limita,re per allora gli studi aJ. fine di sostituire il sistema di accensione a strappamento con quello a. percussione e cli unire il proietto nl bossolo combustibile, rimandando a più ta1·di le modificazioni intese ad ottenere una maggiore semplicità . Il nuovo congegno a percussione elle esigeva un percussore a chiusura ermetica riuscì però poco meno complicato del primitivo a strappamento, mentre nelle nuove prove di tiro eseguite a Cirié nell'ottobre del 1903 si riscontrarono altri nuovi inconvenienti. La questione fu per ciò deferita alla Commissione P ermanente degli Ispettori elle nella seduta del 26 novembre 1903 (Verbale n . 51), pur astenendosi dal pronunciare un qualsiasi giudizio sul concetto informativo del sistema Benedetti per l'impiego cli cariche innescate senza bossolo, prendendo in esame l'applicazione fattan:e ed il r isultato degli esperimenti, nella considerazione della notevole spesa e del lungo tempo che avrebbero richies to nuove prove per raggiungere un intento che allo stato delle cose appariva : assai incerto, unanimamente ritenne che all'Amministrazione militare conveniva disinteressarsene.
***
La Commissione P ermanente degli Ispettori si occupò anche cli questioni relative allo scaricamento dei pezzi in seguito acl eventuali scatti a vuoto. Gli studi ,preliminari su tali questioni erano stati compiuti dall'Ispettore da costa e fortezza e dall'Ispettore d a cau1pagna, ciascuno · per la parte dì sua competenza, e in seguito la Commissione Permanente riunitasi nei giorni 17 e 26 maggio 1902 (Verbale n. 17) ai diversi quesiti posti dal Ministero con dispaccio dell'8 marzo dello stesso anno rispondeva come segue .
-
1:1-9!) -
CROKISTOR!A DEL SUPREMO CONSESSO D'ARTIGLIERIA
1874-1915
1°) lo scarlc:aruento dei pezzi cli qnaluuque specialità d'artiglieria si poteva sempre eseguire tanto coi proietti scarichi quanto con quelli carichi : quando i proietti erano scarichi lo scaricamento dei pezzi era dn considerarsi normale; mentre quando invece i proietti erano earichi era da considerarsi normale lo sparo dei pezzi caricati ; 2°) nel pr ocedere allo scaricamento dei pezzi, nessuna nuova avvertenza era comunque da aggiungersi a quelle esistenti neùe va1·ie Istruzioni delle diverse specialità dell'Arma; 3°) nei casi di scatto a vuoto, prima di procedere al emnbio del cannello, si sarebbe dovuto lasciar trascorrere il tempo qui cli seguito specificato : ci) pochi istanti per le artiglierie da campagna; IJ) due minuti primi per le artiglierie da assedio e difesa; e) tutto l'intervallo di tempo fra una salva e l'altra, pe.r le artiglierie da costa; 4°) quando per ripetuti scatti a vuoto si fosse resa necessaria l'aper·· tura della culatta per rendersi mgione delht mancata esplosione della carica: nelle artiglierie da campagi1a bastava attendere pochi . istanti per togliere il cannello e aprire l'otturatore ; nelle artiglierie , cla. assedio e dife:sa e dn costa si sarebbe dovuto aprire l'ottùratore dopò un'ora almeno d'aver tolto il cannello. In base ai suddetti pareri l'Ispettore d'artiglieria da costa e fortezza, dopo aver osservato che le prescrizioni contenute nell'Istruzione sul Servizio delle artiglierie d'assedio non avevano bisogno di essere modificate, perchè rispondevano pienamente ai concetti sopra enunciati, propose eh~ alle Norme provvisorie sul Servizio delle artiglierie da costa si dovessero invece apportare le relative varianti che la Commissio11e approvò all'unanimità. Le Deliberazioni cli cui agli art. S-0) e 4°), elenca.te nel Verbale n. 17 testè esaminato, non er ano state. sanzionate da alcuna esperienza fuorchè quelle riferentesi alle artiglierie . d:i campagna, per le quali er11110 state fatte in precedenza alcune serie cli prove a Nettuno e dalle quali era emerso che coi cartocci confezionati con sacchetti cli filaticcio non si riscontrava àlcun pericolo aprendo l'otturatore dopo un brevissimo periodo cli tempo. Occorreva quindi, anche per le artiglierie da assedio e da costa, cli confortare con prove di fatto le deliberazioni a'dottate, al ~ne cli determinare il tempo minimo che dovevasi lasciar trascorrere pri1;11a di aprire l'otturatore in seguito ad· uno scatto a vuoto. Il Ministero con suo dispaccio del 14 febbraio 19-03, per il tramite dell'Ispettorato Generale affidava alla Direzione Superiore delle esperienze l'l11carico di tali prove . per le artiglierie da assedio e da costa, prove che eseguite a Cirié -confermarono i risultati della Scuola. Centrale di tlro nel senso che coi cartocci confe?.ionati con sa.cchetti cli tela, per evitare con certe7,7,a possibili disgrazie l'apertura dell'otturatore avrebbe dovuto effettuarsi una o due ore dopo avvenuto lo scatto a vuoto, e
-
1500 -
LO SCARlCA 1\il•:l\:rO l>E l P i:;221 IN' SWG UlTO AO J::VJ!)l\'l'UALl l:;CATTl A VGOTu
pertanto per elimina.re l'inconveniente cli doYer attenclere tanto tempo prima. cli aprire l'otturatore, la Direzione Su1,eriore clelle esperienze s uggeriva l'uso dei sacchetti di filaticcio per tutte le artiglierie, così come sperimentati per le artiglierie da campagna, csservando però che ·considerazioni di indole economica si opponevano ad una tale soluzione. Ad ovviar e pertanto alle difficoltà ed agli inconvenienti rilevati la Direzione Superiore aveva compilato il progetto d'un pistoletto d'acciaio da azionare per ottenere l'accensione della carica dopo uno scatto a vuoto. La Commissione Permanente riunitasi il 17 ottobre 100G (Verbale n. 45) dopo ampia e dettagliata discussione 111 argomento pr opose : l ") di lasci.:ire immutate le prescl'izioni stabilite al paragrafo 245 dell'Istruzione sul Servizio delle a rtiglierie da costa circa il cambio del cannello e l'apertura dell'otturatore nel caso cli scatti n vuoto, e di estendere tali prescrizioni anche alle artiglierie da assedio; 2°) di far costruir e una ventina di ·pistoletti sul tipo tli quelli con· cretfl.ti dalla Direzione Superiore delle esperienze e ·ai farli sperimentar e dm·ante le Scuole di tiro da fortez.za e da costa che si ·sarebbero tenute l'anno · (.)o[)o. Analoglli esperimenti si sarebbero dovuti fare presso la Sezione esperienze di Cirié. Qualora Je sucldette esperienze avessero dato buoni risultati cosi da consigliare !',adozione tlel pistoletto, si sareb!Jc~ dovuto assegnare in caricnmento a tutte le batterie cli grosso e di medio calibro un [)istoletto per ogni pezzo; S0 ) di far concretare da'lla Direzione Superiore delle esperienze l'ordigno specinle da essa suggerito per svitare ed avvitare il cannello e il pistoletto, e sottoporre l'ordigno stesso a prove pratiche d 'impiego. Coll'approvazione del Ministero fu quindi disposto per l'allestimento dei pistoletti e fu dato Jncaric:o , alla Direzione Superiore delle esperienze .di concreta re l'OTdigno per avvitare e svitare i cannelli. Dopo una serie òi esperienze al riguardo la. Commissione degli Ispettori, riunitasi 'il Bl marzo l.906 (Verbale n. 86), propose l'aclozione ,:lel pistoletto cli innescomento per le artiglierie da costa e eia fortezza, e l'adozione cli due ti pi di dli::!Vi di sicurezza, una ad asta corta ed un,.altra ad asta lunga.
*** La Commissione degli Ispettori nel periodo considerato si int~ressò anche di c1uestioni riguardanti gli artifizi da guerra e cioè le modificazioni da ~pportare a.Ila castagnola a filite per s imulare .lo sparo di artiglierie, e la sostituzione della pistola Very con quella Vitiello per le segua lazioni luminose. Nell'autunno del 1901, in una manovra di presidio a Firenze s i en1 avuto lo scoppio di una castagnola a filite fatta brillare da una batteria del 19° Reggimento a rtiglieria per segnare una posizione : esaminate le cnstagnole in dotazione a quel Reggimento si constatò che i paletti usati erano di antico modello e cioè corti e le cordicelle ave,, ano soltanto BO metri
-1501
CR01'1STORIA DEL SUPRJ!,M:O CONSESSO D1 ARTlGLIERlA
1874-1915
di lunghezza, mentre i paletti di ferro di nuovo modello erano lunghi e le cor dicelle dovevano essere di 35 metri. L'incidente fece però nascere il dubbio che anche coi paletti e colle cordicelle di maggior lunghezza di nuova prescrizione si potessero ver ificare disgrazie, e quindi se non fosse meglio prescri vere altre norrue speciali per proteggere in modo sicuro tanto l'individuo incaricato dello sparo quanto le persone che per avventura si fossero trovate in vicinanza del punto -ii scoppio della cascagnola : difatti da speciali informazioni, assunte dall' Ispettor ato d'artiglieria da campagna presso i dipendenti Reggimenti, apparve che non soltanto le norme allora in vigore non erano sempre bastevoli a sah,agnardare in moòo assoluto chi era incaricato cli far brillare le castagnole, ma risultò anche l'insuflìeienza, di tali artifizi per simulare acleguata.mente lo sparo di artiglierie ullorchè la distanza fo,s se alquanti) rilevante, per cui sì r itenne opportuno di far iniziare subito appositi studi tendenti a migliorare il funziouamento di dette castagnole, rendeudone il brillamento scevro di pericoli per il personale incaricato di tali funzioni, e più rispondente allo scopo per cui erano impiegate, Il Ministero accolse favorevolmente la proposta ed incaricò l'Ispettor ato d'artiglieria da ciirnpagna di prendere accordi coll'Ispettore delle costrmr,ioni aflìnchè .tale s~1ulio fosse affidato ai: due Labor atorii pirotecnici di Bologna e cli Capua, l!'atti gli opportuni esperimenti e concretati i nuovi . tipi di castagnole, la Commissoine Permanente degli Ispettori riunitasi il 5 dicembre 1902 (Verbale n. 23) propose : che le castagnole a fìlite da costruirsi per i bisogni dell'istruzione nell'anno 1903 dovevano essere tutte del tipo concretato dal Laboratorio pirotecnico di Bologna ; che i Reggimen ti se ne dovevano fornire rivolgendo le richieste a eletto Stabilimento; che essi avrebbero dovuto riferire in merito al competente Ispettorato entro il 1° ottobre del '1903, In altri termini la Commissione Permanente voleva sperimentare su più grande scala tale tipo di castagnola, ma il Ministero, per ragioni cli economia, limitò le prove ai seguenti otto Reggimenti - 2<>, 30, 40, 7°, n•, 19°, 20° e 21J0 - che clovevirno fornirsi cli castagnole per il previsto loro consumo annuo, .
La Commissione Permanente degli I spettori riunitasi il 30 novembre 1903 (Verbale n_ 52) dopo aver esaminato i risultati delle prove effettuate da.gli otto Reggimenti pred etti. constatati i buoni risultati ott011uti propose ad u11animità la adozione e l'introduzione in &ervi.1.i.-0 della, casta.gnola a :filite concretata dal Pirotecnico di Bologna. Circa la sostituzione della, pistola Very con quella Vitiello, il Ministero della guerra nel mese di marzo del 1903 era venuto a conoscenza che la R. Marina aveva adottato una, nuova pistola 1per segnala,zioni luminose f:itudiata. clal 1502 -
LA PIS'l'OLA VITIELLO PER S EGNALAZIO!\I • 130MBID A MANO
capotecnico Vitiello allo scopo di eliminar<; gli inconvenienti dovuti a quella, Very esistente in servizio. I pregi che si attribuivano alla pistola Vitiello erano · molteplici. e pertanto il :Ministero della, guerra prei;crisse di esaminare comparativa,mente i du,e ti.pi per consta.tare 'se gli inconvenienti attribuiti a,lla pistola Very erano reali e se sarebbe stato vantaggioso sostituirla con quella Vitiello adottata dalla Marina . .L'esame della pistola Vitiello venne fatto clapjprima dalla Pabbrica d'armi di Brescia,, quindi dalla ]'abbrica d'armi di '!'emi e poscia furono eseguiti esperimenti presi:,o il 1° Reggimento artiglieria cla fortezza che· diedero esito favorevole, ma l'Ispet tora,t o d'artiglieria da costa e da fortezza ritenendo che tali risultati non fossero esaurienti f.ect eseguire nuove prove e ulteriori esperienze presso i Reggimenti da fortezza 2· e. 3°. I risulta.ti furono esaminati dalla Commissione Permrunente degli Ispettori nella seduta del 9 febbraio 1904 '(Verbale n. 56) la quale ad unanimità espresse parere fa,vorevole all'adozione della· pistola Vitiello.
Chiuderemo que~to paragrafo ricordando una questione sovratutto interessante per lo sviluppo che essa ebbe poi nel campo prntico e parecchio tempo dopo, e, cioè quella relativa allo studio di bombe da lanciarsi dalla Fanteria nell'azione vicina. La Commissione Permanente degli Ispettori ebbe per la prima volta. ad · occuparsene nella seduta del . 14 maggio J.906 •Verbale n. 90). Era noto che nella guerra russo-giapponese, la. Fanteria giapponese ~egli ultimi momenti dell'attacco, e precisamente quando trovavasi a meno _ di 300 metri dal nemico aveva fatto sovente uso di bombe lanciate · per me11,zo di fionde o di mortai ·leggeri facilmente trasportabili da uno o da due uomini. Tali bombe erano state impiegate quando, per la vicinanza \n cui venivano a trovarsi gli avversarii, riusciva pressochè impossibile all'artiglie1;ia di continuare a battere la Fanteria avversaria. Il buon risultato ottenuto dai Giapponesi per gli etl:etti morali e materialì conseguiti colle bombe aveva indotto le Autorità militari Russe ad occuparsi della questione eseguendo in proposito studi ed esperimenti che diedero risultati abbastanza favorevoli. Il . nostro Addetto militare a Pietroburgo avendo nel ·febbraio 1905 inviato interessanti particolari tecnici sull'argomento, l'Ispettore Generale d'artiglieria ritenne cli far iniziare studi analoghi presso di noi affl-
1503
CRON1S'.r0nIA DEL SUPRE:\iO CONS ESSO o'AflTIGLIEHIA
-
1874-1915
dandone l'incarico alla Dir ezione Superiore delle esperienze, la quale riusci a detì.ni.J.·e un tipo di bomba sterica di ghis:i, del diametro esterno dì 76 mm. con spessore di pareti di 12 mm. e colla carica di 115 grammi di pertite. L'ordigno in questioDc nveva un peso medio di kg . 1,320 e poteva essere munito di spoletta a tempo, cli cui si erano studiati due tipi: una per il lancio :1 mano, e l'altra per il lancio <·ol mortaio.
Dqpo alc une pl'ove, pel' q1 1a,nto limita,te, .la, Oommission~ Permanente .degli !ispettori nella seùutu del 14 maggio 1905 riconobbe L'opportunità di far procec.lc1'e all'allestimen to cli un cel'to numero di tali bombr, delle qnali alcune si sarebbero dovute impiegare posF-ibilmente alle Scuole cli til'o cli qnello i:;tcsso anno nej F -o rti cli sbanamento, tanto per accertarne c:on preciilioue gli effetti, quanto pc1· deter-minarne il miglior modo di impiego.
. § I I.
Telemetri, telegoniometri, apparecchi di puntamento = Rh presa de lle esperienze comparative coi telegoniometri Passino e San Martino e col telemetro Magnag hi = Studio del te nente colonnell o Como = Grafici di convergenza del cap. Ricci • Tele= metri m odificati dall'Officina Galileo di Firenze = Esperienze e decisioni conseguenti = Conclusioni della Commissione Perma= nente = Esperienze con gli apparecchi B raccialini, Righi, Barr and Stroud e apparecchi g ià in servizio = Acquisto di nuov i ap= parecchi. Esperienze eseg uite fin da l 1895 s u varie s pecie di qua= drnnti a li vello e di livellette • La riga a livello del capitano Bonagente = Prove comparative fra il tipo propos to dalla Dire, z ione d'artig lieria di Roma e il tipo de l magg iore Bellini • Dii= ficoltà incontrate per realizzare le modificazioni proposte • Varii tipi di quadrante presentati dal Laboratorio di precisione • Espe·, rienze presso i reparti da fortez2a e da costa • Adozione del tipo Labo ratorio di precisione in sostituzione di quello regola• me ntare • Adozione delle graduazioni in milles imi = Vantaggi. Categ orie di g raduazioni da trasformare Esperienze di nuov i strumenti pe r artiglierie di medio calibro = Adoz ione del cerc hio di puntamento Mod. Cortese.
-
1504
'l'EL I,;"mTRI 0 'J:ELEGONI01!0TJU - ~lODJFlCHE AL TEL!i;\11::TRO A B.V. ì\fOD.
86
Questioni di tiro = Organizzazione del tiro preparato nelle fortezze = Vantaggi delle vecchie Norme = Giudizio e proposte del colonnello Pedrazz oli = S tudi e proposte per una nuov a Istruzione sul tiro preparato = Le conclusioni della Commissione Permanente. Questioni riguardanti · le mitragliatrici = I quesiti e le cor, rispondenti risposte dell'Ispettorato da campagna . = Le conclu= sioni della Commissione permane nte e s ua iniziativa s ollecita = toria del 1902 = Decisioni del Ministero = Esperienz e al Campo di Ciriè = Nuove esperienze = Adozione della mitrag liatrice Pe= rino = Assegnazione alle varie Armi , Si stemazione delle mitra• gliatrici in casamatte. In questo paragrafo vengono accennati i lavori svolti dal Supremo Consesso dell'Arma in riguardo a varie questioni riguardanti i telemetri, i telegoniometri ed altri apparecchi di puntamento. In conformità alle conclusioni formulate col Verbale in data 17 dicembre 1897 da apposita Commissione d i ufficiali generali e superiori d'Artiglier~a, presieduta dall'Ispettore Gener ale dell'At·ma, il Ministero della Guerra con dispaccio n. 4735 del 3 maggio 1898 notificava essere suo intendimento che fosser o riprese e condotte a · termine le esperienze compar ative coi telegoniometri del comandan te P assino e del capitano d'artiglieria San Mar tino di Strambino e col telemetro del comandante Magnaghi, già iniziate nell'anno pn:cedente e qui ndi sospese Ì)er · clare agio agli inventori di apportare ai loro strumenti alcune modifiche riconosciute necessarie. Nel frattempo, in base acl uno studio eseguito dal tenente colonnello d'nrtiglieria Giovanni 'corno, l'Ispettore d'artiglieria da costa e da fortezza proponeva al Ministero che '11er cura, del Laboratorio di precisione fossero apportate le seguenti modifiche acl un t'elemetro a base ver ticale Mod. RG per aumentarne i limiti di impiego : sostitui re al cannocchiale cli .sinistra un altro cannocchiale cli maggiorEi portata con relativo vetrino simile a quello regolamentare; migliornre la stabilità <fol sistemo. per diminuire gli errori di livellazione ; e provvederlo di un livello a bolla d'aria più sensibile di quello allora usato : lo st<:sso Ispettore pro1)oneva pure che venisse alle, stito un riduttore cli coordinate a contatori, [)rogettato dallo stesso colonnell,1 Como, elle perllHittesse di im11iegnre il telemetro J\fotl. 86, modificato o non, da una stnzione esterna r ispetto alla batteria per la quale il telemetro stesso (loveYa serv1re, provvec!endo poi a suo tem110 a far sperimentare tali strumenti in confronto di quelli priÙ1a indicati. Il Ministero accolse tali pr oposte e ordinò che dal progrnmmn già compilato per lo svolgim~!nto della prima serie cli esprrirnenti fosse tolto quanto riguarclavn il telegoniometro clel c:1pitano Sm1 Martino, elle, in seguito n domanda inoltrata dall'inventore, doveva essere escluso cllJI nuovi esperirn~nti : disponeva infine r.be tale prima serie cli esperienze fosse iniziata •senza ulteriori ritardi, con In rjservn <lt ultimarle · e completarle, con ùn,1
- n or:; -
CROKISTORL-\
DEL
SUPH.Gl\10 CO.'.\:,msso
D' AR'rlGLlEHIA
•
1874-1916
seconda serie di prove da farsi a suo tempo col telemetro Moù. 86 in corso di modificazione, e col riduttore di coordinate Mod. Coino. La Commissione sperimentatrice presieduta dal generale Luigi De Maria comandante d'artiglieria in Genova, convocata alla SJ.Jezia nel novembre 1899, in seguito ad una seduta preliminare riconobbe l'opportunità che prìma ùi dar principio agli esperimenti si clovessei:o compiere aleuni lavori per installare convenientemente gli strumenti nella batte1·ia Torrione, riconosciuta la più adatta pei· eseguirvi le prove di esattezza; e il Ministero avendo autorizzato l'esecuzione di tali lavori, le prove vennero poi iniziate nel mese cli giugno 1900 sotto la presidenza del generale Emilio Peiroleri succeduto al generale De Maria, e con le norme indicate nel programma definitivo ap· provato dal Ministero stesso. l!'rattanto in seguito ad offerta inoltrata dnll'Officina Galileo di Firenze e, sentito il parere degli !spett.ori competenti, il Ministero approvava che pe.r cura di tale Stabilimento fossero trasformati, allestiti eçl esperimentati altri clue telemetri a lrnse verticale Mod. 86, di cui l'uno con modi.fiche analoghe e que~le attuate dal. Laboratorio di precisione, e i'altro con più complessi perfezionaroenti slucliati dall'Officina predetta. In1ìne il Ministero, in seguito a parere dell'Ispettore da costa e da fortezza, approvava pure elle fossero preparati e sperimentati alcuni grafici di convergenza proposti dal ca.pitauo d'artiglieria Giuliano Ricci, ed aventi lo ~tesso scopo ùei riduttori di coordinate, e cioè iIUello di t rasformare 1e distanze e gli angoli di direzione, fornìti (la una stazione telem~trica esterna rispetto ad una data . batteria cla costa, nelle distanze ed angoli occorrenti per eseguire il tiro a puntamento indiretto coi pezzi (lella batteria stessa. In segui to a dispaccio ministeriale n. 6789 del 14 luglio 1900, la Presidenza della Commissione sperimentatrice veniva assunta e tenuta fino alla fine degli esperimenti dal generale Giovanni Toretta succeduto al generale Peiroleri. Le esperienze venivano poi ancora sospese alla fine del mese di agosto per attendere l'ultimazione dei telemetri modifica.ti palrOflìcilia Galileo e l'allestiJllento di alcuni vetrini telemetrici con scala a ··.ziz-zag· (o tlconica) atti a facilitare la lettura delle maggiori distanze, da sperimentarsi in seguito a proposta formulata dalla Cornmissioue sperimentatrice ecl approvata dnl Ministero. Gli esperimenti vennero pertamo ripresi nell'ottobre del 1900 e co11dotti a termine nel mese successivo. Ultimato il suo compito, la Commissione compilò il rel'ativo Verbale port:mte la data del 30 novembre 1900, correclanclolo di tutti gli Specchi e cM vari diagrammi dimostrativi delle misurazioni eseguite. Da tau documenti r isultava: che erano state .regolarmente svolte tutte le prove prescritte dal programma riguardaJJti gli strumenti Passino e Magnagbi in confrouto col telemetro a base verticale ì\:fod. 86 regolnmentare ; che tale telemetro Modello 86 aveva concorso altresì nelle prove ulteriori, impiegandolo quale telemetro esterno, col sussidio del riduttore cli coordinate Mod. Como e servendosi dei grnficl di ·co1worgenza Mocl. Ricci; che 'infine erano stnte
-
1506 -
ESl'ER . TRA IL '.l'ELJ·:GONI0::11ETHO PASSI1'0 0 I TffiLB;M . ::IIAG"'AGHI Lè )LOD.
8(i
regolarmente eseguite delle serie di esperienze colllpnratise coi telemètr1 modificati clal Laboratorio cli precisione e dall'Officina Galileo, nonchè col telemetro regolamentare lllnnito cli vetrino a scala tico11ica,.
.A seguito del cli.spaceio ministeriale del l " febbraio 1901, le conclusioni emergenti dal Verbale del :30 novembre 1900 e riassunte dall' Ispettore d'artiglieria. da costa e da fortezza, furono sottoposte all'esame della Commissione Permanente degli I spettori d'artiglieria (Verbale n. 2) la qmLle deliberò come segue : 1°) JPer le hatteùe di quota prossima o superiore a,i 100 metri il telemetr,o a base verticale ìVfod . 86 regolamenta.re era da, preferirsi al telemetro Magna.ghi ed al telego!lliometro Pa'8sino impiegato come telemetro; 2°) il sistema di impiegare uno speciale strumento riduttore di coordimLte oppure cli ricorrere a grafici di coff~'ergenza per trasmettere cla, nna stazione esterna provvista, di telemetro, i dati di puntamento a,d una batteria, non si era dimostrato atto allo scopo: e quindi nelle stazioni esterne avreboero dovuto installa,r si i soli. telegoniometri nei quali la 1·iduzione delle distanze e degli angoli era data dallo stru mento stesso; 3~) il telegoniometro al quale avrebbe dovuto darsi la preferenza, era quello del Comandante Passino, racchiudente in sè gli organi per la riduzioine continua delle coordinate; 4°) il limite d'impiego del telegoniometro Passino poteva considerarsi uguale a quello del telemetro a base verti . cale Mo<L 86 (riconoseiuto praticamcmte ugua,l e a, circa 150 V 50 iJ) e l'esattezza. dello strnmento poteva ritenersi 'indipendente dalla distanr.a in tercedente fra la batteria e la stazioa1e telegoniometrica ; 5°) nelle batterie bu,ss~, in sussidio al telemetro a, b:;u;;e orizzontale od in sostituzione del telemetro a base verticale Mod. 86, non conveniva, adottare i.l telemetro ·Magnaghi nè il telegoniometro Passino impiega,to (~Ome telemetro; 6°) per le batterie di quota inferiore ai 100 metri si sarebbe dovuto aclottare il telemetro Mod. 86 colle modificazioni studiate dal Laboratorio di precisione, e con altri parziali miglioramenti nella forma e nelle dimensioni di alcune 98
-
1507 -
CHONISTOHIA DEL
SUPREMO
cm~smsso
D' ARTIGLI0RIA
-
18'7-!-1915
parti per meglio assicurarne la sta,bilità, e facilitame H maneggio, applicandovi poi un cannocchiale del tipo concretato dall'Officina Galileo di Fire1m-:l : con ta,l i modifka,zioni il limite di impiego si spingeva, a circa 180 50 B.; 7<>) Jl)er le batterie di quota prossima ai 100 metri (:fino a quando le artiglierie di cui esse erano armate non sarebbero state sostituite con altre cli maggiore gittata) e per le batterie di quota superiore si sa,rebbe dovuto conservare il telemetro in uso, senza modificarlo; 8°) nei vetrini telemetrici alla scala graduata rettilinea, allora in uso, per maggiore precisione e facilità di lettura si sarebbe dovuto sostituire una sca.la a zig-zag (o ticonica), incominciando dal termine clel1e divisioni cli 25 metri; nelFallestimento clei vetrini si sarebbero in oltre dovuti intro durre alcuni altri parziali miglioramenti per renderli più chiari e. più precisi, e fra gli altri quello di limitare la sel'ie delle divisioni costituenti la scala (o parte di scala) rettilinea alle distanze in eui l'intervallo a,ppa,rente fra dne tratti successivi sarebbe divenuto minore di 1 mm .
·v
In seguito cd in relazione alla sisternazioue telemetrica pe1; le batterie basse da costa, fn acquistato un esempla.re clel goniostadiometro del Braccialini, per cui furono fatti esperimenti a Venezia nel 1!)03 ed a Taranto nel 1006, mentre nel 1908 a Venezia furono eseguiti esperimenti col telemetro a base ol'izzonta1c Mocl. 86 con la trasmissione semiautomatica proposta dal tenente colonnello d'artiglieria Eugenio Righi. Le conclusioni delle Yarie Commissioni sperimentatrici si possono riassumere così : l") il goniostadiometro Braccialini, per 1·obnste:,,;za, sicurezza, esattezza e facilità di impiego era lo strumento che, fra. quelli allora in servizio e fino allora sperimentati presso {Il noi, riuniva i migliori requisiti per il servizio delle batterie basse da costa, sebbene fosse di costo elevato e richieclesse un collegamento elettrico e telefonico colla batteria , alla quale doveva fornire i dati ; 2o) la modificazivne apportata dal tenente colonnello Righi al telemetro a base orizzontale Mocl. 86 nell'intento di rendere semiautomatica la tr·1smissione degli angoli, · in pratica aveva dato i migliori risultati tantochè le condizioni d'impiego dei telemetri di quel tipo allora in uso regolamentare era110 migliorate assai. l!'-rattanto erano in corso a Spezia gli espet'iruenti che col Verbale n. 133 del 14 aprile 1908 si era stabilito di fare per accertar si {lell'esatte7.za del telemetro monosta.tico Barr ancl Stroucl avente la base cli metri 4,57, mentre
-
1508 -
Fig. 767 - Gouiostadiometro Braccia lini (a base orizzontal e) .
Ji'ig. 768 - Gouiostaéliomet r o Braccialini (a base verticale).
CRO:SISTORIA
Dl);L
SUPR 0:11:CO COè\ SESSO D'ARTIGLTO:UlA
-
1874-1915
presso il Laboratorio di pre<:isione secouuo le proposte ùel tenente colonuello Righi, si staYano apportando alcune altre modifica?.ioni ad un telemetro a base 01·iz7.ontale Mocl. 91, colle quali si sperava di poter facilitare e rendere ancora più esatto l'impiego ùeglì struU1cnti a base. orizzontale già in sen·izio, e di conseguire d'altra parte auclle il va ntnggio lii limitare l'altezza delle stazioni telemetriche e gr:ifometriche mediante l'abolizione ùel veu·ino. Infine Yi era <la osserrnre che i telemetri B.1rr 11nd Stroud eù i tel~metri n. base 01·iz7.ontule trasformati costavauo molto meno dei goniostadiometri, e però la questione della spesa non doveva naturalmente essere l'unico criterio per risoh·C're la questìone.
Commissione Petrnanente degli Ispettori riunitasi i.l 11. 151), dopo l'es(Posizione fatta dal Presidente su tutto quanto era stato eseguito, esaminato e 1·isullato in riguardo ai Ynrii apparecchi di puntamento, a seguito di detLa,gliata disc:ussiorn e, a ma.p;gi.oranza di voti (essendo il Presidente di parere contl'al'io) si pronunziò nel senso che com·enh-a Aspetta re i risultati degli esperimenti del telemetro Barr and Stroud p1·ima di iniziare trattative per l'acquisto cli fali strumenti. Essa, esp1:csse invece ad unamimit à, il parere che si. potevano inizia,r e trattative per l'ttcquisto cli goniostadiometri Braccialini !Per lp batterie ~1rmate con materiali allora moderni, da costruirsi o già costruite, e per quelle il cni settore odzzontaJ<~ di til'o rimaneva, in parte i nesplorato dai telernet1·i interni, aY.vertencfo però di incaricare una speciale Commi ione di ufficiali competenti a stabilire quali modificazioni si sarebbe doYu to apportare al gonio tadiometro ehc già tl'ovarnsi a Taranto, specialmente nelle pal?ti a trasmissione elettrica, perchè esso risponcl<'~se perfetlamente allo scopo rper il quale era &tato costruito. L tL
14 febbraio 1909 (Verbale
In l'ignardo n_gll nitri apparecchi di puntamento ed ni problemi ad essi connessi, la Commissione Permanente de1:;li Ispettori nella seduta del 24 maggio JOOl (Verbnle n. 5) si occupò dell'ndozione di un 1rnovo quadrarn:e a liTello ver artiglierie da costa e da fortezza, 1 cui precedenti risalivano al 1894. In tale anno l'Ispettore Generale d'artiglieria dell'epoca, in seguito alle conclusionl cui e1:n pervenuta lu Commissione incaricata cli pro11orrc la specie e le dotazioni di quadranti a livello e livellette da assegnarsi alle arti-
-
1510 -
I DU0 TIPI DI QUADRANTE A LIVIDLLO ID LA RlG _.\ A LIVELLO
· glierie da assedio e da costa, sottoponeva all'appro,·azione del :Ministero un programma di esverienze comparative da farsi con un quadr ante a livello, costruito dal Laborntorio cli precisione, in confronto cli un altro tipo proposto dal maggiore cl'artiglieria Arturo Belli11i., e di una. riga a livello icleata d al ca pitano Crispino Bonagente. Il i\iinistero approvò tale programma che fu qui ndi svolto nell'anno successivo dal 200 Reggimento d'a rtiglieria da fortezza du ra nte la Scuola di tir o a S. Maurizio ; da tali prove r isultò che fra. tutti i tipi sperimentati era da preferirsi il quad rante Bellini al quale però era necessario apportaa·e aleune modificazioni. Contemporaneamente a queste esperienze, rtltre venivano eseguite presso il 27° Reggimento artiglieria da foi:tezza per confrontare un ti po di quadrante a livello, prnvosto dalla Direzione cl'artiglieria di Roma, con quello regolamenta re ; ed il risultato fu favorevole per il quadrante della Direzione di Roma, salvo ad apportarvi alcune modifiche. In seguito l'Ispettorato d'a rtiglieria da costa e da fortezr,a propose al Ministero che si eiseguissero nuove esperienze cli confronto fra l due quad ranti tipo Direzione di Roma e tipo maggiore Bellini opportunamente modificati; e tale provosta essendo stata approvata, le esperienze si effettuar ono clappi:ima e cioè nel 1896 presso la 2« Brigata cl'artiglieria da fortezza in Mantova, e quindi nel successivo anno 1897 presso la (la Brigata da fortezza, in Torino. Da qµeste nuove esperiem:e risultò che si doveva <lare la preferenza al quadra nte della Direzione di Roma apportandovi però ancora altre modificazioni, fra cui quella diretta a fa r sì che lo stesso quadrante ser visse pure a misurare l'inclina7.ione dell'asse degli orecchioni. Mentre si allestiva il nuovo quadrante, tipo Direzione di Hon1a, con livelletta t rasversale atta a misura re l'inclinazione dell'asse degli orecchioni (per cui si incontrarono 11011 poche difficoltà per la provvista di un ri:datto tubo cli vetro, giacchè in commercio non si trov:wa,110 t ubi per livelli di curvatura conveniente), sorse la questione se, tenuto conto che la profondità della striscia del cannone da 15 A.L./36 era assai minore di quella <lel cannone d a 15 G., specie alle distanze piccole e metlie, non conveniva far in modo che il quadrante· a livello fornisse un'approssimazione superiore a quella <li 1/10 <li grado, fi no allorH ritenuta sufficiente. Su tale ultima questione venne richi am ata. l'attenzione delle speciali Commissioni che nel 1898, l)resso 1~ 2" e la (la Brigata cfa fortezza dovevano sperimc:mtare il quadrante th!lla Direzione di Roma modificato per la misura clel-l'inclinazioue dell'asse degli orecchioni, e le Commissioni stesse, dopo aver riconosciuto che, salvo l'inconveniente ·<klla poca precisione della livelletta trasversale (dovuta alle va riazioni cli volume della bolla della livelletta stessa), le nuove modificazioni apportate rendevano lo strumento rispondente alle varie esigen7.e di servizio, convennero nella necessità che tale tipo di appareed 1io venisse · r eso atto a fornire un'approssimazione eguale almeno ad 1/20 di grado.
-
1511 -
CRON!S'l'ORL\ DEL
SUJ:>RE.11'10 CONSESSO D' AR'l 'IOLIERIA
-
1874-1915
In conseguenza nel successivo anno 1899 il Laboratorio di precisione venne incaricato (li studiai-e nuove illOdificazioni al quadrante proposto dalla Direzione di Roma, secondo i seg11enti concetti : 1°) tenuto conto delle gravi diliicoltà di costruzione della livelletta trasversale, e della sua poca precisione si doveva rinunciarvi salvo a studia1·e in seguito il moclo migliore per misurare l'inclinazione dell'asse degii orecchioni ; 2°) poichè nel quadrante sperimentato le diml.!nsioni del nollio erano tali (la rendere molto difficile l'apprezzamento ad occhio dell'l/20 di grado, qualora si fosse a tale scopo modificata la sua graduazione si doveva ricorrere a qualche sistema micrometrico diverso dal nonio, col quale si· potesse ottenere un'approssimazione anche maggiore. Il Laboratorio di precisione rilevava pertimto che la maggiore approssimazione riclliesta non si sarebbe potuta ottenere senza allontanarsi dal tipo di quadrante proposto (!alla Direzione d'a,rtiglieria di Roma e presentava quindi a sua volta tre nuovi tipi di quadrante in cui, per la lettura delle frazioni cli grado, si ricorreva ud una speciale vite micrometrica. msaminati tali tipi studiati dal Laboratorio di precisione, l'Ispettorato 1 J'aitiglieria da <;asta e da fortezza rilevò come, stante la loro delicatezza e la complicazione meccanica dei loro orgimi, non conveniva distaccarsi dal sistema del nonio, e pertanto richiedeva all'Ispettore delle costruzioni d'artiglieria di voler studiare se, attenenclosi al t ipo di quadrante proposto dalla Dire'Liione di Roma fosse possibile di mo(lificarne il nonio in maniera che si potesse ottenere l'approssimazione dell'lt20 cli grado. Il Laboratorio cli precisione, interpellato in proposito, riconosceva che per raggiuugere lo scopo voluto non era conveniente, nè tecnicamente nè economicamente, di modificare il quadrante a livello proposto dalla Direrezione di Roma, e pertanto presentò un altro nuovo tipo di quadrante con nouio a ventesimi di grado, quale precisamente si anelava cercando e del quale si sarebbe proposta la definitiva adozione. Questo nuovo tipo di qundrante venne sperimentato nell'ottobre 189!J dalla 10• Brigata di fortezza, la quale riconobbe e rilevò: che il nuovo quadrante, in confronto di quello regolamentare, presentava i vantaggi di una maggiore precisione e cli una più organica robustezza, di un rmrneggio più comodo e di un impiego più pratic~ e sicuro, rna elle viceversa negli esperimenti fatti aveva richiesto un temvo maggiore nell'esecuzione di ciascun puntamento, cosa però che si doveva in parte nttribuire alla poca. p~at,ica del personale nel maneggio del nuovo strumento. Gli esperimenti continuarono nel dicembre dello stesso anno 1899 presso l'Sa Brigata da fortezza che verme alle stesse condusioni dianzi accennate aggit1ngendo però: che pareva necessario aumentare la lunghezza -dell'arco graduato (che raggiungeva i 75 gradi) di circa altri 10 gradi per poter graduare il quadrante almeno fino a 60 gradi, valore questo che poteva essere r aggiunto dall'inclinazione d ei pezzi nel tiro in montagnn., dove si verifica-
-
1512
PROPOSTA DI ADOZIONE DEL QUADRA2'1'1'E A. LIVELLO TIPO LAB. DI PRECIS .
vano forti angoli di sito ; e che, per facilitare la lettura della graduazione si riteneva necessario -che l'arco graduato fosse colorito. L'Ispettore cl' artiglieria da costa e da fortezza riferendo al Ministero della Guerra l'esito delle prove effettua te col quadrante tipo Laboratorio di precisione propose · che a titolo dl esperimento fossero costruiti 6 esemplari cli tale quadrante colla graduazione dell'arco fino a 75 gradi, come nel tipo originarìo, per le artiglierie da fortezza, ed un settimo esemplare' con graduazione aumentata fino ad 85 gradi per le artiglierie da costa, e ciò perchè serobravagli che per le artiglierie cla assedio si potesse ritenere sufficiente che il quadrante consentisse di misnr;:tre uua inclinazione massima di 50 gradi quale era concessa dal tipo presentato, mentre riteneva necessario un aumento cli graduazione per le batterie da costa armate con obici da 28, a puntamento indiretto. Il Ministero avendo aderito a tali proposte, il Laboratorio cli precisione provvide ad allestire i suddetti 7 esemplari del nuovo quadrante a livello che vennero poi rispettivamente sperimentati durante le Scuole cli tiro dell'anno 1900 con l'obice da 28 dalla 11• Brigata da costa, e dalle Brigate da costa e da fortezza con le artiglierie d'assedio.
Dal complesso di queste ultime prove rimase confermato quanto era già emerso da quelle precedenti, e cioè : a) che gli errori. di lettura col 111onio a ventesimi nou dovevano ritenersi più frequenti. di quelli fatti. col nonio a decimi, come era quello dei quadranti allora regolamentari; b) che il nuovo quadrante ·Cra assai più robusto dell'antico, di maggi-Or esattezza e più stabile; e) che la difficoltà alquantv ma,ggiore di centramento della bolla, dovuta alla sua, ma,ggiorc sensibilità,, poteva venir superata colla pratica; d) che era opportuno estendere la graduazione dell'arco graduato ad 85 gradi anche per le artiglierie da assedio, con che si otteneva pure il vantaggio di avere in servizio un unico ti1Po di quadrante a livello. I n seguito a tali risultati l'Ispettot'e d'artiglieria da costa e da fortezza, convinto che il nuovo quadrante tipo Laboratorio di precisione soddisfaceva a tutte le esigenze di servizio, 111e propose l'adozione, e la Commi.ssi.one Permanente dopo breve discussione propose a sua volta al Ministero l'adozione del nuovo quadrante a livello in sostituzione di quello regolamentare allora in servizio.
-
1513 -
.
CROXISTORIA DI•:L SUPREMO CO);SESSO D' AR':rIGLIERIA -
*
•X•
1874-1915
*
Importante per lo sviluppo che ebbe poi nelle pratiche applicazioni fu la questione esawina ta dalla Commissione Permanente degli Ispettori nella riunione del 2S maggio 1905 (Verbale n . Ti) e relatirn all'ado7.ion,e delle graduazioni in millesimi negli strumenti destina ti a misure angolari. In occasione della rista mpa dell'Ist ruzione sul tiro delle artiglierie d' ussedio l'Ispettorato d'artiglieria cla costa e da forte,,1z.a aveva richiesto che in tutti gli strumenti destinati a misurare angoli venisse adotta ta la graduazione in millesimi, ecl il Laborato rio di precisione per mezzo dell'Ispettorato delle costrnzioni aveva in conseguenza mosso il quesi to circa il valore (;!Satto da darsi all'uopo alle grnduazioni cleglì strumenti in stuclio. Tale questione rivestl\·a speciale e gra nde illllì<Jrtanza perchè interessava non soltauto l'allestimento dei congegni e la moclificrt dei documenti di ptmtamento, ma alt resi l'impiego lol'o, tantocllè :Hulava risolu ta con molta ponderatezza, in modo da non anda re incontro ad inconvenienti o a<l eccessive spese, sovratntto in consideNl'zione che esistevano molti strumenti diversamf>,nte grncluati. Viceversa l' utilità clella graduaztone in millesimi si imponeva specialmente in pratica : per l'apprczzainento e la correzione delle altezze di scoppio ; nonchè per la valutazione angolare : delle ampie½r.e delle fronti, delle deviazioni dei colpi l~teralmente ecl in altezza, degli scarti angolari fra obiettivi e falsi scopi, degli angoli di sito ecc.; 011erazioni tu tte che detta gradna½ione in millesimi ·Consentiva di eseguire con facilità, riferendosi alle sole ampiezze angolari e indipendentemente dalle distim½~. Inoltre quando fossero conosciute le distanze in millesimi la gradurt7.ione facilitava il passaggio ai valori lineari corrispondenti, mentrf! permettevn invers amente di rican1rc in moclo assai semplice le distanze in millesimi allorchè fossero noti i valori lineari. Appunto per tutti i pr edetti vantaggi le gradua7.ioui in millesimi erano stnte introdotte in alcu11i stl'mnenti di puntamento e quindi s.i tendeva a. generalizzarne l'uso. P1:escinclenclo dalle graduazioni in distanze e dalle altre graduazioni speciali cùe non avevang attinenza colla presente questione, le graduazioni per le qtrnli si t1·a tta va di decidere, se e come conveniva di ridurre in millesimi, si potevano raggruJip-.u-e nelle seguenti due categorie : ci) grnòuazìoni in millimetri dei regoll orizzontali e ,delle . aste di alzi impiegati in bocche da -fuoco con linea di mira diversa cla· I ruetro-; b) graduazioni in gradi sessagesimali come quelle dei quadranti a livello, dei livelli degli alzi-quadranti da 75 A., degli eclimetri a. livello per batterie da. montagna, dei goniometri, dei cerchi e viastre di direzione, clei telemetri e telegoniometri, dei congegni di direzione delle torri e delle torrette corazzate, degli archi graduati di elevazione e delle rotaie graduate per obici da costa, ecc. ecc. Era indiscutibile elle clal punt<> di vistii clelln semplicità, per Ie r agioni
- - H'>14 - -
\ \
l GRADUAZIONEJ IN
MI LLESI.i\:II l'\EGLI
STRIJ:.\1ENTI
PER
MISUHEJ
ANGOLALH
già accennate conveniva ridurre queste graduazioni ad un solo tipo e cioè a millesimi, ma un provveclime11to cli carattere generale, esteso in tal senso a tutti i congegni e materiali già esistenti, mentre avrebbe importato un onere .finanziario gravissimo, non avrebbe d'altra 1imte trovato un reale compenso in corrispondenti vantaggi d'impiego. Per ci<>, in riguardo agli strumenti già esistenti, ogni singolo Ispettol'e, per la parte di propria competenza doveva fare le proposte clel cuso in armonia colle decisioni rli massima che si sarebbero prese per i nuovi strnrnenti e (lopo aver raccolto gli elementi per determinare le spese cla, incontrarsi e il tempo occo'rrente per la relativa trasformazioue: le stesse norme erano da seguire in riguardo di quegli strumenti ancora da allestirsi e che nel loro impiego erano vincolati ad altri strumenti preesistenti non graduati a millesimi, i quali per qualche motivo non fosse stato conveniente èli modificare.
La Commissione J:'ermanente cl-egli Ispettori ri;nnitasi 111ella suddetta seduta del 28 ma,ggio 1905 : 1°) a.fferrnò in via di massima l'opportunità, cli generalizzare l 'uso delle gradua7,ioni in millesimi negli strnmenti di puntament o destinati a misure angola,r i; 2°) proposP che dette graduazioni venissero senz'altro introdotte negli strumenti di nuovo modello da adol])erarsi nelle operaziOJ1i inerenti al tiro, sempre quando il loro impiego non fosse stato subordinato a qnello di altri strumenti o documenti di puntaanento gradua.ti in altra- foggia, e che lilon conveniva modifkare; 3°) stabili che per le dota,zioni di ma,teriali già in servizio, gli Ispettori delle varie specia,l ità avl'ebbero a. tempo opportuno dovuto inoltrare propost<~ particola,reggiate sulla possibilità e sul modo di conciliare la, tendenza: so(Praccennata, alle limitazioni imposte dalle difficoltà d'ordine economico o di altra natura; 4°) propose l'adozion e dell'urnità 1/6400 cU -circonferem,a, per le grailuazioni tanto degli archi circolari quanto delle circonferenze complete; ferme restando le grad uazioni sulle ta,ngenti espresse in millesimi esatti nelle t< ste ed aste rettiliinee deg)j alzi, e nei micrometri degli strumenti ottici; . 5~) affermò in linea, di massima l'opportunità, cli estendere con tutta, la possibile celerità, l' uso di numerare in un sol senso le grarluazioni cli a,m piezza limitata. 0
~
1515 -
CRONISTORIA DEL
SUPREMO COt-!SESSO D'ARTIGLIERIA
1874-1915
*** Intanto fin da tale arnno 1905 era stato proposto di so;>erimentare nuovi strumenti di puntamento per artiglierie di medio calibro., e al principio del rnos si pro-cedette alla nomina di un'apposita Commissione incaricata di esami111.are i rapporti compilati in proposito dalle varie Autorità dell'Arma e di . avanzare quelle varianti suggerite dalle eso;>er.ienze. La Commissione Permanente degli Ispettori chiamata ·a decidere sulle , proposte della predetta Commissione Speciale, nella seduta del 13 giugno 1908 (Verbale n. 13'7) deliberò : 1°) cli adottare il goniometr·o d'assedio colla relativa cassetta eccezion fatta per n cannocchiale di cui si sarebbe dovuto costruire preventivamente un modello da S[)erimentare; rn massima venivano approvate le modifiche proposte; 2°) di adottare il cavalletto per ·goniometro oolle modificazioni iproposte dalla Com.missione ; 3'J) di far allestir,e qua,ttro dei nuovi Cerchi di puntamento: due dal Laboratorio di precisione e due dall'industria privata, per poterne stabilire il confronto sia dal lato tecnico che da quello economico; e di farli sottoporre quindi alle prove del caso dalla stessa, Commissione che li aveva pro1Posti; 4°) di far allestire quattro sopporti d'{irecchione da sperimentarsi unitamente ai Cerchi di puntamento dalla Commissione stessa ; 5°) di far studiare e concretare dalla Oomm.issione proponente un modello di sopporto d'affusto) che, se conveniente, si sarebbe poi fatto costruire e sperimentare; 6") di adottare il Livello a dòppia graduazione così come era sta,to proposto ; '7°) cli adotta.re il proposto Rapportatore; ' , 8") di adottare la Riga graduata colla variante proposta; 9°) di adottare il I<"ailso scopo di batteria; 10°) di adottare il S0p1Porto per Falso scopo di batteria. L'Ispettore d'artiglieria da c<>sta e da fortezza ritenne poi che: in riguardo ai Cerchi di puntamento costruiti dal Laboratorio di precisione e dalla Ditta Ing. A. Salmoi.raghi di Milano, essi si corrispondessero si.a per la precisione con essi con-
1516 -
CERCHI DI PU1'TAMillN'f0 ~IOD. CORTESID
I!'ig. 709 - Cerchi cli puntaruento Mod. Cortese.
-
1517 -
CROXISTORIA Dl,) L
SUPREllIO CONSESSO D' AHTJGLJEH IA
·
1874-1915
seguita, nelle mismar,doni e si.a per la loro robustezza e maneggevolezza; che dei due Cerchi, costruì.ti dal Laboratorio di precisione, l'uno in acciaio e l'altro in bron7.o, era preferibile quello in acciaio perchè più leggero e perchè offriva maggiori gara,nzie di durata e di buona conservazione; che infine il Cerchio di 1pnntamento così. mocli:6.cato poteva, senz'altro essere a.dotta.to per le batterie da, assedio.
'
··-·-
- -·-···-·· - · - - - - ·- -- -
I
I
l l 1
E'ig. 770 - Giuseppe Cortese.
La Commisiom~ Permanente degli Ispettori riunittLsi il 22 genna.io 1910 (Verbale n . 162) dopo esauriente discussione, per le a,r tiglierie di medio calibro da assedio prç,pose l'adozione del Ce1·chio di puntamento Mod . Cortese, scegliendo tra i modelli presentati quello cli acciaio.
La Commissione Permnnente si ùCCupò pur e a più riprese cli questioni cli tiro e fra l'altro col Verbale n. 14 riguardante la seduta del 27 no-
-
1518 -
L'OIW·A~lZZAZfOM;
DEL
TIRO
PIH:f'.\H ..\TO
J\J::LLE
FOR'.rEZZhl
verobre 1901 discusse le modificazioni che si volev:ino apportare alle norme, allora in vigore, per l'organizzazione del tiro preparato nelle fortezze. L'organizzazione cle~ tiro preparato nelle Piazzeforti veniva regolata dall'Istruzione riservata dell'anno 1899, ed era basata su alcuni princip'ii generalì · riguardanti le stazioni cli o;;servazione, i comandi di gruppi t) di batterié, i mezzi a loro disposizione, le reti telefoniche di colleg:l· mento, ecc. ecc. Dalla data ·della pubblicazione di tale Istruzione fino al 1901 e cioè per un biennio le norme contenute nell'Istruzione stessa non avevano s ublto sostanziali modificazioni percbè nella lunga pra tiea elle se ne el'a fatta, esse avevano sempre dato buoni r isultati e corrisposto adeguatamente aJlo seopo, tantocllè l'organizzazione del tiro preparato nelle Opere di sbarramento della frontiera occidentale era stata in quel periodo spinta alacremente innanzi in modo che nel 1901 poteYa dirsi quasi completata. Ciò premesso non si voleva però affermare che tale sistema cli tiro tosse perfetto e quindi non suscettibile di semplificazioni i n qualclle suo particolare, ma poichè nelht pratica esso aveva dato sempre buoni risultati così era doveroso per molti titoll di non abbandonarlo fincbè da nuovi studi e da nuove esperienze non fosse :illìorato il sistema non sol· tanto nuovo, ma tale da ,1llìclare cli essere rea,lmente più perfezionato e più semplice: erano pure questi gli intendimenti del Ministero manifestati nel dispaceio in tlata 31 gennaio 1900, col quale, a proposito di nuove proposte fatte al riguardo dai capitani d'artiglieria Giuseppe Staffa e Geremia Giordano, comunicava alle Autorità consultive competenti che le decisioni in proposito non si dovevano soltanto subordinare ai risultati degli esperime11ti ed ai pareri che in meri to erano emessi dagli sperimentatori, ma essenzialmente e scrupolosamente riferirsi ai vantaggi che suffragavano la convenienza cli cambiare il sistema di tiro allora in vigore. I buoni risultati che si ottenevano col sistema in uso erano infatti confor ta.ti da molti giudizi espressi ·nei rapporti riguardanti le ~~sercitazioni che annualmente si svolgevano aglì sMnamenti nel periodo estivo e pervenivano a ll'Jspettorato Generale dell' Arnrn dni vari Comandi interessa ti. Fra. le vaJ:ie opinioni circa il buon f.unzionain<~nto cli tale vecehio sistema cli tiro vi era anche quella. autorevole del colonnello Ugo Pedrazzoli il qua.le nella « Relazione sulle esercitazioni cli tiro eseguite allo sbarriimento cli Nava dal J5 al 30 :1gosto 1900 » at'!:ermavn come, malgrado alcune ·1nes:1ttezze, il ti ro prepnrato svol to secondo le~ Nonne dell'Istruzione del 1899 e condotto alla perfezione nei suoì varii organi aveva funzionato soddisfaeenternente. Il colonnello Pedrazzoli però nella sua riconosciuta con1peten11a affacciava la possibilità di sostituire siffatto vecchio sistema con altro più semplice, più pratlco, più speditivo e meno eostoso, tenuto conto che per tal modo si sarebbero potuti meglio sfruttare anche altri fattori, quali : che le compagnie da fortezza che si recavano tutti gli anni allo stesso sbarramento arquistavano S))C:\Ciale pra.tìca nel tiro; elle ìl terreno era conosciuto nei suoi minimi dettagli topogratki ; ebe la difesa mobile
1519 -
CRONISTORIA DEL SUPRTDll:fO CONSESSO D1 ,Ut'r1G-LTERIA
-
1874-1915
poteva convenientemente essere favo1)ta dall'applic11zione dei cìngoli Bonagente agli affusti da assedio ; che le segnalazioni potevano essere facilitate ricorrendo ,ù telefono ed all'eliog-rafo Faini. Malgrado che tale proposta. fosse stata appoggiata anche da pareri favorevoli del Comandante l'artiglieria d i Genova e del Comanclante del IV Corpo d 'Armata, l'Ispettorato Génerale d'a rtiglieria, pur non intendendo che il sistema di tiro in uso si dovesse considenu:e intangìbile, ·~ che quindi sl dovessero trascurare gli studi diretti a migliorarlo e semplificarlo, riteneva però di dover procedere a rngion veduta per qualunque
·-- -----
- -- 1
!
I
l!'lg .
:771 - Gaetano Falni.
innovazione, ed an:,;i all'uopo da val'io tempo l'Ispettor ato anelava. sistematicamente raccogliendo ed esaminando quei dati atte,1clibili e quelle proposte concrete che provenivano da tutti coloro che si interess,nlano al problema della preparazione del tiro. Comunque, in seguito alla questione sollevata dal colonnello Pedrazzoli, il Ministero con dispaccio clel 25 giugno 1901 prescrisse che un tale problema fosse affr ontato e risolto in tutta la sua intere:,;:,;a. L'Ispettorato Generale si accinse quindi ad aderire nel :µitglior modo agli ordini del Minister o, ma poichè gli elementi fino allora raccolti se pur nu merosi non erano però sufficienti per la compilazione cli un pr ogetto,' anche sommario, che riunisse in sè tutti i desiderata espressi dal predetto Ministero
-
1520
L'ORGAN1ZZAZI0NID
DEL
TIRO
PRIDPARA'1:0
NELLE
FORTEZZrn
e risolvesse esaurientemente tutti i lati del problema, diede incarico allo stesso colonnello Pedrazzoli di assumer e informazioni e di dare tutti i chiarimenti .all' uopo : ma questi declinò Ùn tale lminghiero mandato facendo rilevare in una sua dettagliata e coscienziosa lettera diretta all'Ispettore delle costruzioni, come i di lui concetti in ordine alle mansioni conferitegli erano per il momento uncora indeterminati, tantochè per l'ispon<lcre in
l
Fig. 772 - S.A.H. Emanuele Filiberto di Savoh1-Aostu, Com1rndante l' Ar tiglieria di Torino.
modo completo ed adeguato alle domande rivoltegli, e son·u.tutto per corrispondervi, si r ichiedevano un tempo non breve e un lavoro imprevedibilmente lungo prima di essere tradotti In pratica attuazione. L'Ispetto·r ato però, nello stesso tempo che al colonnello Padrazzoli, si era pure rivolto ai Comandanti d'artiglìeria di 1rorino e di Alessandr ia ed a varii uflìcialì delle dipendenti Brigate da forte?;za, specializzati e: competenti in materia, e dalle rela?:ioni da essi inviate, fra le quali degna di nota quella compilata da S.A.R. il Principe Emanuele Filiberto · Duca d'Aosta allora generale Comandante l'artiglieria di Torino, venne dimostr ato come i concetti temporeggiativi esposti dall'Ispettorato Generale d'artiglieria er ano in mnssiwa condivisi non solo dalla maggioranza clegli
-
i521 -
CR0)1IST0R1A DIDL SUPREMO CONSr.;sso D'ARTIGLIERIA
-
1874-1915
ufficiali, ma altrcsì dai Comandi superiori, i quali ~utti si limita vano a far rilevare, per il momento, soltanto l'oppor tunità cti poche modificazioni e di alcuni pochi perfezionamenti, che non intaccavano· l'essenza del sistema vigente, ma ·wiglioravauo soltanto alcuni suoi p~u·ticolrtri.
La Commissione Permanente cl.·egli Ispettori sulla scorta quindi dei dati raccolti e basandosi sopra uno studio preliminare rispose ai. (fuesiti sollevati dal Ministero nei seguenti termini: l°) che non si dovessero apportare modifi.cazfoni di sorta al sistemr:L di tiro lf)repara.to regolamentare, per quelle Piazze ove la. sua organizzazione era giù, ultimata ·O stava per esserlo; 2°) che ciò nullam.eno si dovessero raccogliere t utti gli elementi. necessarii. per stabilire se coll'andare del tempo <: 1per gradi poteva essere apporta.tr1 qualche seruplifi.ca,zionc :l detto sistema, senza però alterarne le basi; 3°) che per quelle PiaZ?;cforti nelle quali i lavori pet' l'organizzar,i:one del tir·o preparato o 010n erano stati iniziati o lo erano apjpena, si incaricavano le speci.ali Commissioni locali di studiare se e quali. semplificazioni sa,rebbc stato possibile di apportare al sistema di tiro preparato 1·egolamentare, colla sc:-orta dei dati e delle proposte raccolte dall'Ispetto rato d'a.rtiglieria . da costa e cla fortezza.
Per .finire accenneremo acl alcune questioni riguarda nti le mitragliatrici, riferendoci innanzi tutto allo studio s ull'impiego di tali a.rmi con le truppe mobili, questioni che il Ministero con dispaccio del 14 giugno 1901. aveva sottoposto all'esame della Commissione Permanentfi degli Ispettori d'artiglieria, e che essa discusse nella tornata del 10 ottobre 1901 (Verba,le n. 8). Tale studio pe1· ragioni di competenza nella sua fase preliminare era stato condotto dall'Ispettorato d'mtiglieria da campagnÌì. il quale per svilupparlo e poter giungeré a qualche conclusione, vìsto che si presentava sotto una forma complessa e poco ben ct'efinita., aveva creduto opportuno di scinderlo ln varii argomenti principali che si potevano riassumere nei seguenti enunciati: 1°) casi iu cui le mitragliatrici avrebbero potuto trovare effettivamente u tile impiego nelia guerra campale; 2°) genere cli mitragliatrice cla prescegliersi allorchè fosse stato fissato il compito speciale da espletare ;
1522
QUESTIQNI RIGUARDANTI L0 MlTRAGLIA'l'R!CI
3°) in relazione all'impiego, quale avrebbe dovuto essere il posto più conveniente da assegna.rsi alle mitragliatrici nel combattimento e conseguentemente a quale delle tre Armi si sarebbe dovuto affidarne il servizio; 4_0 ) quale avrebbe dovuto essere la costituzione più indicata da darsi ai repar ti armati di mitragliatl'ici; 5°) se coi tipi allora più recenti e perfezionati di mitragliatrici si poteva ritenere cli aver risolto il problema del loro impiego nella guen& campale, nel senso di averne tutto l'utile che dal loro concorso poteva.~i ripromettere. Tutti questi quesiti, oppor tunamente commentati ed illustrati avevano portato alle seguenti conclusioni : 1°) che le mitragliatrici potevano concorrere efficacemente nella guerra campale in unione alle truppe mobili; 2°) che il loro impiego poteva, sotto questo punto di vista estendersi : - sia in sussidio alla Cavalleria, nelle oper azioni di avanscoperta nei casi in cui era prescritto che quest'Arma appiedusse per utllizzare il !uoco dei propri moschetti; - sia in concorso colla lì'anteria : nella difensiva di posizioni prestabilite; nell'attacco quando ciò era richiesto dal bisogno di r endere preponderante il fuoco per soverchiare quello nemico nel punto prescelto per l'assalto definitivo; o quando le posizioni erano ristrette, come a:vveniva nelle guerre · di montagna ; - eccezionalmente infine le mitragliatrici potevano venir adibite al· l'Artiglieria, ma soltanto come scorta e mai in sussidio al fuoco dei cannoni; So) che per rispondere agli anzidetti concetti, senza eccedere nell'assegnazione di ti1li arl))i alle t ruppe campali si dovevano costituire dei reparti autonomi dot:1t i di tali armi e assegnarli alle Grandi Unità a disposizione dei relativi Comandanti a'ffinchè questi potessero, a seconda del casi, destinarli contemporaneamente e nella proporzione riconosciuta necessaria all'una od all'altra delle tre Armi combattenti, tenendo presente che non _sarebbe mai convenuto di tenere . le mitragliatrici in riserva perchè la loro azione sarebbe stata in genere richiesta cla contingenze r apidamente formatesi e subordinata ad azioni momentanee delle quali si poteva tra'rre profitto soltanto quando queste armi erano. già pronte a far fuoco; 4°) che mentre questi reparti autonomi per la loro costituzione organica e sovratutto per l'affinità di servizio delle loro armi, sembrava, potessero assegnarsi in tempo di pace all'Artiglieria, non si poteva escludere che essi venissero invece affidati direttamente all'Arma che più di tutto aveva con esse analogia di impiego, cioè alla Fanteria; che pertanto solamente apposite esperienze avrebbero potuto condurre ad una soluzione definitiva di tale· ql_1esito. In ogni modo tali reparti avrebbero dovuto essere costituiti sulla base del numero di mitrngliatrici assegnate ad ogni Grande Unità, del loro modo di trasporto e del quantitativo di personale richiesto per il loro servizio;
99
-
1523 -
CHONIS'l'OBIA DEL
SUPBE:MO CO~SESSO D' ,\R'l'IGLiù:RIA
-
.L87J -1915
5°) che anche per il modo di trasporto ch i preferirsi conveniva rimettersi all'esito cli apposite prove, potelldosi fin da allora solamente assicnnne che per le truppe destinate ad operare in montagna si doveva adottare senz'altro il someggio cli tali armi ;
l<'ig . 773 - Vari tipi di mitragliatrici. (da sinistra a destra: Maxim, Gardner, Mitragliatrice a due canne, Carcano, Perino, Cristophe) .
6°) che il personale da adibirsi al loro' servizio doveva essere scelto in modo oppor tuno nel senso che l'illlIJiego delle rnib:agliatrici, talvolta isolato, risultasse sempre diretto cla uomini intelligenti, · pronti, che sapessero trarre dalle armi loro .atlichtte tutto il profitto possibile, evitando un inutile spreco _d i munizioni ; 7°) che nella scelta del tipo d~ mitragliatrice da adottare si dovevano teuer presenti i seguenti caratteri principali: a) avere il calibro della f1,1ci leria ; Il) essere ad una sola canna ; e) funzionare automaticamente ; <l) avere un riforni mento di munizioni facile e cli sicuro effetto; e) essere potente ecl esatta, e, per quanto possibile, semplice, di facile e sicuro maneggio; f) essere facilmente trasportabile sia tr aina ta è sia a soma, a seconda delle circostanze.
La Commissione P ermanente degli Ispettori nella suddetta r iunione del 10 ottobre 1901 cl:opo cli aver esa,mi111ata e cliscusstL la relazione dell'Ispettorato d'artiglieria cfa ca,mpa,gna, su proposta del Presid<:!nte si associò unanime al1e suddette consicle-
1524. -
QUESTIONI lUGUARDAN'.l'I LI~ i\:II'.l'HAGLIATHICI
razioni, riservandosi di concretare le sue proposte definitive quando sarebbe stato prescelt o il tipo di mitragliatrice da,' adottare, e se ne sarebbero potuti conoscere i caratteri essenziali · in seguito al risultato delle prove che ht R . Marina, e la Direzione Superiore delle esperienze stav~mo già eseguendo. Frattanto, poichè a quell'epoca in alcuni I<Jserci ti stranieri er ano già state introdotte del1e unità arnrnte di mitragliatrici, mentre da noi, per il modo col quale si svolgevano le Ilrove era presumibile che si dovesse ancora attendere lungo tempo prima di arrivare ad analoga realizzazione, nell'agosto del ]()02 l'Ispettorato Generale d'artiglieria ritenne opportuno di segnalare al Ministero l'urgenza di prendere un qualche provvedimento per risoll'ere prontamente la questione. Il Ministero aderendo a tali sollecitazioni invitò l'Ispettorato a presentare proposte concrete atte ad affrettare una soluzione in proposito indipendentemente dalle prove in corso, e ad acquistare dalle piì1 accreditate Case Estere quei tipi di rnitrngliatrici che si r itenevano più adatti. In conseguenza l'Ispettorato propose al Ministero che si spel'imentassero ·comparativamente i due tipi di mitragliatrici automatiche VickersMaxim e Berg111an che allora erano ritenuti i più perfezionati, non escludendo che potesse esser e presa in C'Onsiderazione anche la mitragliatrice ideata dal capotecnico Giuseppe Perino del Laboratorio di precisione. Il Miuistero con dispr.tccio del 17 ottobre 1902 autorizzò l'acquisto di un esemplare delle due armi predette dalle rispettive Ditte costruttrici consentendo che fossero state fornite loro le canne allestite d alla Fabbrica cl' Armi di Terni, aggiungendo che frattanto si invitasse il Perino ad affrettare ! 'ultimazione (folla sua rnitraglhitriee.
Sorvola.ndo su tutti i dettagli . che accompagnarono le 1prove al Campo di Cirié, prove che non erano però state svolte in modo completo ed esaurient e, la O.om.missione lìermamente riunitasi il 25 luglio 1901'5 (Verbale n. 81), per decidere sulla scelta dei tipi di mitragliatrici da ammettersi alle prove definit ive deliberò : 1°) di limitare l'esame definitivo e comparativo alle due mitragliatrici Maxim e Perino, e · nel caso che quest' ultima non fosse stata pron ta, di limitare le prove definitive alla · ' sola Maxim ; 2°) di approvare il progra,mma deUe prove proposto dalla Direzi-One Superiore delle eslJ)erienze, coll'aggi.unta di un'ultima prova da eseguirsi sparando 500 colpi al minuto primo: -
1525 -
CRONISTORIA DEL
SUPRl1llli0 CONS IDSSO D' AR'J:fGLIIDRlA
•
1874-1915
3°) di dare incarico al Presirlente cli indicare al Ministero i norui di coloro che av:i:ebbero dovuto formare la- Commissione speciale per assistere alle predette prove; 4°) di acquistare, allorchè fosse stato prescelto il tipo d'arma da adottare, dalla rispettivu, Casa costruttrice tutte ie mitragliatrici ,occorenti. Ln Commissione speciale all'uopo
nolllinata,
dopo
aver eseguito nel
1905 le prove colla m1t1·aglialrice Maxiru, e cli avere quindi poi assai più tilt'Òi sottoposta a prove similari la mi traglialrìce Perino, concbiuse per la adozione di c1uest'ultlwa cbe a,·e,·a sulla l\Iaxim i seguenti Yantaggi: maggior e celerità di tiro in serie p1·olungato oltre i 250 colpi ; facilità cli ricu.rubio dell'acqua nel r efr igerante, che poteva farsi anche durante il tiro; e fini1lmente maggiore sawplicità dei congegni e quindi più facile
impiego.
La Commissione Permanente degli Ispettori riunitasi il 12 giugno 1908 (Verbale n. 13G) cosi decideva : a) deliberava fa. vorcvolmente all' adozione della ruilragliatrice P erino ; b) con-
fermava la necessità di costruire immediatamente 4 mitragliatrici, da sperimentar si al ipiù p1'csto in una Sezione someggiata addetta alla Fanteria, ed in una Sezione someggiata data alla Cavalleria; Q) dichiarim.L infine conveniente di limitare J.'allestimento delle miragliatrici Perino al minimo numero per cui già si erano assunti i relativi impegni col costruttore. Sempre a proposito clelle mitragliatrici, la Commissione Permanente degli Ispettori si riunì 1'11 maggio 1909 (Verbale n. 155) per esaminare la questione relativa alla sistemazione delle mitragliatrici in casamatte. A.11' unanimità ven!Ile approvato il progetto compilato all'uopo dall' I spettorato delle costruzioni d'ar tiglieria introducendovi la modificazione II)er cui. fossero facilitati i movimenti in direzione, a mano con un volantino, ed ·esprimendo Ja conveni.enza, che iù ,ogni Opera venisse stabilita una dotazione di parti inferiori ai treppiedi da campo pari al numero delle mitragliatrici e istenti, per poterle eventualmente impiegare anche in posizioni. esterne all'Opera.
15~6
Notizia bibliograrica e delle fonti « CRONISTORIA
PER JL CAPITOLO XXX° DEL SUP REMO 00N'SESS0 D' ARTIGLIERIA
»
1870-1915
Enciclopedia Militare (~iilano, Oa,s a Editrice « Popolo d ' Italia», 1927-33). Giornale d'Artiglieria e Ge11,io (Roma, Carlo Voghera, 1874-97). Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei JJeoret·i del Regno d'Italia (Roma, Libreria dello Stato, 1873-1915).
FON'l'I ARCHIVIO
dell'Ispettorat o Genera.le d'Artiglieria, in Roma: Comitato d'Artiglieria e Genio : Deli benvt;ioni del Comitato (23 genna.io 1874-17 maggio 1888). Comitato d'Artiglieria e Genio: Deliberazioni della Sezione d'Artiglieria (21 gennaio 1874-11 giugno 1888). Consiglio Superiore d'Artiglieria : Verbali (3 gennaio 1896-17 dicembre 1897), Commissione Perma,nente degli Ispettori d'Artiglieria : Verba.li (9 marzo 1!)01-16 marzo 1915).
-
1527 -
'
FRANOBSOO SIAOOI
''
'
CAPI TOLO 'I'REN'i 'UNE.SIM:O
Parte tecnica 1870 - 1915 Preambolo biografico. 1, - Studi, Invenzioni, Innovazioni, ·scoperte, · Primati. 2 .. - Balistica interna ed esterna. 3. - Polveri ed esplosivi. 4. - Materiali: bocche da fuoco, affusti, carreggio, installazioni. § 5. - Munizioni d'artiglieria. § 6. - Strumenti di puntamento d'artiglieria. § 7. - Sistemi di puntamento e metodi di tiro. § 8. - Armi portatili e loro munizioni. § § § §
PREAMBOLO BIOGRAFICO GIUSEPPE BIANCARDI = UGO ALLASON = POMPEO GRlbLO LORENZO SOLLIBR = CRISPINO BONAGENTE SCIPIONE BR.ACCIAbINI
Come f u già accennato a più riprese, dopo ed in conseguenza degli studi, delle r ealizzazioni e delle gran di scoperte dei (< nostri ar tiglieri >) Giovanni Cava.Ui e P aolo di Sa,int Rohert, fu pr oprio in ques to periodo che ovunque l' Artiglieria e le a,rtiglierie fecero i loro più grandi progressi ed an darono sempre maggiormente affermando la ioro immensa importanza. Non solta.nt o furono molti coloro che in campi diversi rivolsero la loro attività agli st udi dei va,rii problemi inerenti -
1529 -
PAR'.l.'I'l 'L'EC.'11CA
1870 -J.915
e conseguenti, in qualche modo ammssi e connessi alle artiglierie ed all'Artiglieria,, che anzi, poichè, come fu rilevato in principio di quest'Op<~ra,, la nostra Arma è la .sintesi armonica di tutte k scienze, di tutta la tecnica, di ciascuna e di tutte le .attività, umane, così. appare chiaro che in ta1e periodo sono stati numerosissimi color-o che a,l perfeziona-mento delle armi e dell'Arma nostra hanno dafo cospicuo apporto di stndi, di proposte, di progressi e di concrete ref~lizzazioni per il raggiungimento di quei risultati che noi const;1tiamo e sfruttiamo con ammirato riconoscente pensiero per quei nostri predecessori, e poichè in tutti i tempi il genio italico non fu mai sec-0ndo ad alcuno, così fa. schiera dei nostri Grandi Maestri si presenta numer,o sa e compatta, sicchè volendo di cial:lcuno di essi dire qui adeguatamente, questo Capitolo soverchierebbe non soltanto i limiti impostici, ma addir-ittura, tutte le altre tra.ttazioni: questo Preambolo è stato quindi ristretto a poche perso11alità le cui biogra:tìe si potevano fadhnente sta-ccare dalle rispettive loro opm·e, mentre per la maggior pa,rte di altri nostri sommi rLrtiglieri, a cominciare da, l i'rancesco Sia.cci, i cenni biografici furono ricordati e mantenuti nel corpo stesso dei testi, dedicati alle lor·o specifiche attività ed alle particolari conqui~te <la essi realizzate_ Nella selezione attuata non vi poteva essere e non vi fu altra ragione di demarcazione, e pertanto ad ognuno di tali nostri maggiori, insegnanti professionali e altresì. maestri di vita, vada il nostro profonclo.senso di riconoscente ammirazi,one. * * *
Daremo per primo un breve cenno biografico di Giuseppe Bia,ncardi, precursore delle artiglierie da cn,mpagna a tiro ra, pl·a.o. Egli nacque a l\1ifano 1'8 agosto 1839 da :famigli.:1 origina,rb <li Menaggio snl lago di Como, e, laureando in ingegneria,, nel 1859 si arruolò volontario nell'Esercito piemontese, prendendo parte .alla battaglia, di S. Martino quale cannoniere volontario della 7" batteria del reggimento d'Artiglieria da campa,gna. Un episodio di guerra al quale assistette g'li lasciò un ricordo indelebile che contribuì a fargli concepire il suo futuro ~
1530 -
GI U S IDPPB BIANCARDI
cannone scudato da ca.mpagna. Durante il combatti mento la 7" batteria subì pel'dite notcv<Hissime, e tra, gh altri cadde gravemente ferito il suo ca.po -pezzo, sergente Francesco Vigna che, pur con un hra,ccio sfracellato, continuò ad incita,re i suoi cannonif!ri alla lotta danclo l'·e stremo ordine di << mitragli:1 )) '. l<'inita la campagna il Biancardi tornò agli studi laureandosi rn~l 1860 in iugegncria -civile ed architettura,, ma, pochi . mesi dopo si a,nuolò, nuovamente volontario, nel 2° reggimento
] ' ig. 774 - Giuseppe Ilimicardi, tenente ù' Artiglieri a .
d'artiglieria, e il 1~ ottobre dello stesso anno fu nominato sottotenente nello S. :M:. clell' Arma. Prese quindi parte alla campagna del 1866 e sur.cessivamente fu assegnato al « Comitato d 1 Artiglieria )) dove 0ome capitano e come maggiore rimase oltre quindici am1i fino al 1881, prestando successivamente servizio nei reggimenti 9°, 12", 16° ed 11.0 ccl alla Direzione d'Artiglieria cl' Ancona . · Dal 1888 al 1895 comandò il 13° A.rtiglieria dfl, campagna. e- promosso generale nel 1895 fu comandante d'Artiglieria, da fortezza a Napoli e poi coma,n dante cl' Artiglieria da campagna a, Bologna; ma nel 1899, già, pr·ossimo alla pr-0mozione, :fu collocato a disposizione, e suc-cessivamente nel 1901. in posi__: 1531 -
\
·PARTID TECNICA
1870-1915
zione ausiliaria_ Augustiato da tale provvedimento chiese ed· ottenne il colloca.mento a, ripos·o, e fu poi prom9si,;o tenente generale nella Riser·va nel 1904. Nel 1898 fa FrancifL già aveva adottato il suo ottimo materiale da campagna ~t tiro rapido da 75 Mod. 1897, oggi ancora in servizio, ed altre Nazioni l'avevano dopo pochi anni imitata. Ma questo trionfo dei principii da l ui affermati tenacemente da oltre vent'anni, non potè certamente allietare il Biancardi, perchè proprio in Italia tali principii incontravano ancora le più vive opposizioni, e soltanto nel 1906 pochi mesi prima della sua morte, egli poteva fin almente essere soddisfatto constatando che la nostra Artiglieria adottando il cannone da 75/906 riconosceva. i pregi di un materiale da campagna a tiro rapido. La per dita del Biancardi destò il più viv,o rimpianto non solo tra gli artiglieri italiani, ma anche negli ambienti politici e giorna,listici nazionali che avevano partecipato al dibattimento per l'tLdozione del cannone da ca.mpa,gna a tiro rapido. Dall' estero tra gli altri, manifestò il suo , commosso cordoglio il colonnello Déport, l'illustre ideatore del materiale da, campagna francese Mod. 1897, ... .. e forse nessun omaggio giunse più significativo a.ll'eletto spirito di Giuseppe Bhwcardi, che, meno fortunato del Cavalli di cui era e si professava id(~a,l mente discepolo, a compenso delle amarezze incontrate e delle lotte sostenute non trasse in vita nè guadagni nè tampoco onori. nè soddisfazioni morali di alcuna specie; chè se pure universalmente stimato per il coraggio delle sue prof.onde convin zioni ed ammirato per l'alto intelletto, trovò però all'opera sna più opposizioni che consensi : valoroso soldato, studioso a ustero, nomo d'un sol pezzo di tempra ferrea, schivo da facili onori, da favori e da, rapida carriera, e religiosame_nte osservante dell'inflessibile legge clel Dovere, Giuseppe Biancardi fu tecnico di rarissima valentia e di grande v~rsatilità; tanto che oltre ai problemi rigirn.rdanti le costruzioni d'artiglieria si occupò di va,r i altri argomenti. Artigliere appassionato difese le proprie idee con ardore e con stil<~ vigoroso ed incisivo, ricco più di dati di fatto che di sottigliezze polemiche. Non lasciò Memorie di gran mole, ma il suo pensiero venne espresso, iJlustr ato e commentato in numerosi articoli di giorna,li tee-
1532 -
GIUSmPPEJ 13IANCARDI - UGO ALLASON
nici e politici, di Riviste italiane ed estere, e sovratutto nella nostra Rivista d'.1rtiglieria e Genio_ Come già fu accennato nel Vol. V di questa Storia, uno dei primi studi del Biancardi, allora capitano, fu inteso a riconoscere la convenienza pratica delle artiglierie a proietto discoidale., inventate da un altro nostro grande artigliere Paolo di Saint Robert. A questo studio che, come si disse, non portò a risultati positivi (1), si aggiunse nello stesso anno 1868, la pri~a, e -originale sua crear.,done consistente in up. affusto ~d eclisse con frenatura, e ricuperazione idropneumatica, il cui progetto fu da lui presentato nel genna,io 1870 e cioè varii mesi prima che il maggiore Moncrie:ff emettesse l'idea di un affusto del genere. Il Biancardi si indirizzava così fin d'allora a quel problema della frenatura e soppressione del rinculo cui doveva dedicare l(~ migliori forze del suo ingegno. Nel 1782 fu inviato .in Inghilterra per studii relativi a.ne a1·tiglierie e specialmente alle bocche da fuoco costiere. Fece poi parte della, Commissione per la definizione dei nuovi cannoni da oosta da sostituirsi ai cannoni da 16 ad avancari.ca, ed a lui si deve, in buona parte, l'adozione delle artiglierie costiere che prestarono servizio_fino al.la grand(~ guerra : obice da 28 G.R.C. Ret.; obice da 24 G.R.C. Ret.; cannone da 45 G.R.C. Ret.; è anzi doveroso aggiungere e rilevare in proposito che la colossale installazione della predetta ultima bocca da fooço fu ideata da Giuseppe Biancardi.
Ugo Allason, nato nel 1844 da distinta famiglia piemontese, entrò alla R . Accademia militare di 'rorino nel 1863 e ne 1.1scì, ·2° classificato del suo Corso nel 1866, avendo oosì la ventura di partecipare alla terza guerra di indipendenza : a · (1) Al riguardo è interessante accennare che, dopo il lliancardi, si occupb ancora della questione dei proietti discoidali il Capitano Chapel, france.se, che nel 1880 e nel 1883 propose particolari apparecchi per il lancio di bili proietti, apparecchi che però non dieèero risultati soddisfacenti.
-
1533 -
PAP.TE TmCNlCA
1870-1915
guèrra, :finita fu chiamato a frequenta.re la ScuohL d' Appplica- · zione; uscendone due anni dopo col grado di luogotenente, l' classificato del suo Corso. Destinato al reggimento Pontieri partecipò e-on la. sua, <:.om pagnia alla spedizione cli Roma nel 1870 ; nel 1371 fu ammesso a frequentare la Scuola di Gnerra, donde due anni dopo uscì uuovamente 1° classificato del prop1·io . Corso; ma, insofferente di un'attività che giudicava scarsa,mente aclel'ente i.tlla realtà., ed amante romantico ecl a,ppnssionato della propria Arma, n@
Fig. 775 - Ugo AÙason, capitano cl 'Artiglieria.
volle passare nel Corpo di Stato l\faggiorc, rientrando quindi al reggimento .Pontieri donde fu trasferito poi. al Comitato di Artiglierfa per lo studio dei nuovi materiali. , A tale .Comitato l' Allason appartenne per parecchi anni quale segretario, e come tale partecipò ai lavori della Commissione incaricata di esaminare il primo materiale scudato da campagna presentato dal Biancardi. Nel 1877 con l'opuscolo << Nuovo cannone da montagna>> l'Allason iniziò la sua op'er-:1 ili scrittore eclettico, competente ed avvincent,e dei più i;:vn 1fati argomenti militari, opera che con lena infaticabile doveva -
1534 -
UGO
ALLASON
poi pro. eguire qnasi fino ai suoi ultimi anni. Kel 1880 pubblicò il volume « Vita, ed opere cli Giovanni Cavalli)), monografia pregevolissima del grande m·tigliere, del quale l' Allason era stato discepolo devoto e del quale rimase sempre ammiratore entusiasta,. Nel 1884 promosso capitano assun se iÌ comando della. 5• batteri:1 da montagna, comando che tenne con passione e con pal'tic.olare competenza pei- tre anni, fino a che fu chi.amato alla Scuola, a' Applicazion e ad in~cgnare Impiego d' Artiglieria, e Geogl'afia Milital'e. Le sue lezioni costituiYano un vero godimento intellettuale per i sottotenenti-allievi: el'ano da essi seguite con particolare interesse, mentre poi per opera del suo degno Aggiunto, allora tenente Alfredo Torretta, l'insegnamento. clell' Allason venfra brilJantemente integrato in colloquii ed in interrogaLorii. Negli anni del suo jnsegnaruento l' Allason pubblicò le due maggiori sue opere : « Impiego dell' Artiglietia in guena » (1889), e « Geografia Militare)) (1893). Di pal'ticolare importanza è il 'rrattato su l' « I mpiego dell'artiglieria in guerra i) <:he si pnò dire collocò 1' Allason , anche a giudir.io ùej più i1l ustri scrittol'i militari. esteri del tempo, al primo posto fra, gli studiosi italiani di tattica d' Artigli erh~. Con tale opcrr1 FA.llason, cli fronte alle questioni che già, dvacemente si dibattevano, assunse per la prima volta qL1elJ'a,tteggiamcnto, per così dire « conservatore )) che doveva poi sempre rigida,mentc mantenere. Nel 1894, allora tenente colonnello, venne trasferito come Vicedirettore all'Arsenale di costruzioni d'a,rtiglieria cli Torino dove rimase .fino al 1897 a.llorchè assunse il comando del reggimento d'artiglieria da monw gna : in questi anni si occupò di questiOll i cli Organica, pubblicando un importante opuscolo tt Verità utili sulla questione delle Armi Speciali>>, e numerosi i1rticoH su riviste e giornali per denunziare lo stato penoso e le condizioni deplorevoli. in cui si lasciavano in quegli anni d<-'cade1·e i nostri istituti militari. Della impreparazione che dolorosamente doveva condurci ad Adua l' Allason ebbe chi.ara visione, e in un artioolo intitolato « Ruit hora )), che ebbe vivaci ripercussioni, il 27 febbraio -
1535 -
PARTE TECt-lCA
U:l70-1915
1896 prediceva qtia.nto purtroppo doveva avverarsi due gior11i dopo. Al reggimento <li arti.glieria da montagn~ che allora comprendeva tutta la specialità ossia quindici batterie, l'Allason si dedicò C·On sapiente entu:--iastica pasi:,ione, e furono quelli, i11 tutta la sua brillante carriera, gli anni più -ricchi per lui di notevoli, numerose e meritate soddisfazioni. ·Nel frattempo, ripresasi ed a~centuatasi la polemica attorno alla questione dell'artiglieria da campagna a tiro rapido, l'Alla,s on vi partecipò in primissi.ma linf~a fra gli avversari dei nuovi materiali: gli articoli da lui scritti in proposito nel 1901 e nel 1902 avevano singolare ec-0 non soltanto in Italia, e qui pure in ambienti politici, ma anche all'Estero dove contemporaneamente fervevano analoghe polemiche. Intfm.to nel 1902 l'Allason veniva promosso generale a scelta eccezionale ed assegnato al Comando d'artiglieria in Napoli. Nel 1903 con l'opuscolo << Considera.zioni sull'impiego dell' artiglieria da campagna>> egli torrnwa a ribadire le proprie teorie a sostegno del cosi detto impiego dell'artiglieria, « classico>>· Nel 1906 :fina,l mente oon l'ultima sua pubblicazione cc La nostrìL artiglieria da, campagna)), uscita quando le artiglierie da campagna a tiro rapido avevano ormai causa, vinta anehe in Italia ed in Germania, l' Allason, pur inchinandosi alla realtà, ,iifese ancora una volta, i principii che gli eranò stati più cari. Colpito dai lìmiti di età, lasciava il servizio attivo nel ì 906 dopo essere stato per tre mesi Ispetto1·e delle costruzioni delle artiglierie. Lasciata la carriera, Ugo Allason si occupò ::moora assiduamente di questioni artiglieresche, ed a lui si deve essenzialmente la pubblica,zione clell' « Opera ,omnia >> di Giovanni Cavalli, documento di altissimo valore' storico e scienMoo. ' Più tardi gli venne .affidato Finc:arieo di Conservatore del Museo Nazionale di artiglieria in Torino, incarico che mantenne uno ana morte, sopra,v venuta il 21 , novembre 1920. Ufficiale appassionato e coltissimo, scrittore facile e brillante, l' Allason fu :figura di primo piano tra gli artiglieri del suo tempo. In cline a considerare i problemi tattici in se stessi -
1536 -
UGO ALLA SON - POMPEO GRILLO
più che ad inq1rndrarli nella, nuova realtà che i progressi tee. rii ci imponevano, per forma, mentale, per tradizione di famiglia, pm· p1~eparazione culturale e per un certo suo caratteristico rmnanticismo di vecchio artigliere sabaudo, si trovò ad essere alla testa, clella corrente - d'altra parte autorevole e per numero e per qualità éli aderenti - che vivacemente si ,oppose all'adozione dei nuovi materiali. ~l'uttavia parecchie delle sue osservazioni, acu te e talora profonde, sono ancora oggi meritevoli cli. essere medi.tate, e non tutte 1:;ono state smentite dal krnpo.
Pompeo Grillo 1mto a Pinerolo nel 18,~3, uscì dall'Accademia, milita-r e col grado di sottotenente d'artiglieria nel 1862, e partecipò alb campagna del 1866. Dedicatosi con passione ed alta, competenza alle questioni freniche dell' Arrn~L, lasciò traccia indimenticabile della sua opera negli studii e 11elle rea,lizzazioni costruttive. Come già venne ricordato, nel 1886 il Governo giapponese richiese la c-01labora,zione éli Ufficiali i tal_iani per la riforma dell'Arsenale Militare cli Osa.ka e per la riproduzione di nostri materiali di artiglieria . Il maggiore Grillo fo prescelto ad assolvere tale compito e l'·opera. sua, si rivelò così preziosa da destare l'entusiasmo delle autorità. giapponesi per la di lui persona, e la fondata ammirazi011e per il nostro Paese e per l'Arma nostra. Il Gri.llo organizzò colà la costruzione ch'llle artiglierie di tutte le specialità, dalle campa,Ji a.Ile costiere, ·e fra di esse vi furo no quelle che nel HIOG distrussero la flotta r assa, nena rada di Port Arthur, decidendo de]h 1·esa1 della piazza,. Ri,e ntrato in Italia, dal rn91 al 1897 tenne la Direzione della Fonderia di Torino, e<l in cp1esti anni attese aUo studio del mortaio da 210, bocea cla, fuoco eccellente ed ancora oggi in servizi,o. Come colonnello dal 1897 al 1900 comandò il 6° artiglieria da campagna, e promosso generale. e nomi.nato Direttore Su periore delle Esperienze1 si dedicò in modo particolare agii studi delle insta.Jlaz:i:oni a pozzo da 149/A e da 120/G per opere 100
-
1537 -
PARTE TECKICA
1870-1915
fortifica,te (installazioni adottate poi nel 1905), mentre già avev11 in passtLtO preso anche viva parte agli studi relativi a,l rinnovamento della nostra artiglieria da campagna. Nonùnato nel 1902 Ispettore delle Costruzioni di f.Lrtiglieria, spettò al generale Grillo il grnve e delicato compito di presiedere, dal punto di vista tecnico, agli studi, alle prove ed alle trattative inerenti alla, definizione ed alla fornitura, del nuovo materiale.
Fig. 776 - Pompeo Grillo, colonnello <l'Artiglieria.
da campagna a, deformazione, mentre dovette anche occuparsi degli studi relativi ai materiali pesanti campali che, dopo la esperienza della guerra, russo-giapponese, erano stati rioonosciuti indispensabili. Si può pertanto conchiuclere che egli ebbè parte eminente nel tinnovamento dei nostri materiali d'artiglieria operatosi tra il 1895 ed il 1905. Collocato in posizione ausiliaria, nel 1905 lasciò il servizio a,tttvo, ma, fu richiamato quasi subito per sovraintendere alle prove delle installazioni da 149/A, prestando poi anche durante la grande guerra la CJompetente sua opera. Promosso tenente generale nel 1909, mori a Roma nel 1922.
-
1538 -
LOR0l\ZO
*
SO.T,LIER
·:t
*
Altr-o llOS tro illnstre artigliere fn Lorenzo Sollier che nato nel 1844 a Vinadio, nel 1864 uscì dall'Accademia militare col gi·ado · di ~ottotenente d'artiglieria. Prese parte alla campagna del 1866, e dedkatosi quindi ben presto ai problemi tecnici dell'Arma, diede eflìca<":e contributo a,ll'organi½zazione della difesa, <:ostiera, ecl al perfezionamento del ti.ro clu, costa : a lui si deve la realizzazione del primo tipo cli telemetro esterno e clel primo
l!'ig. Tii - Lorenzo Solliet·, ca11it,rno <l'Artiglieria .
tipo .di telegoniometro, adotta,to nel 1887. Nel 1870 consegui alla Scuola del Va.lentino la laurea di ingegneria e p(~r pa,recchi mesi prese parte ai. lavori ferroviari del ]'réjus. Dopo aver prestato servizio in diverse specialità dell'Arma, come ten<~nte colonnello fu Direttore delle Esperienze, e promosso colonnello nel 1896, fu nomina,to Direttore dell'Arsenale di costruzione d'artiglieria, di 1'orino, ca,rica che tenne con alta competenza fino la 1902. Jl Sollier che nella questione del rinnovament<) dell'arti· -
153!) -
PARTE 'l'J);Cl'UCA
1870-1915
glie1·ia, da campagna non era stato favorevole ai materiali a til'o pa.pido, quale Dirett,ore dell'Arsenale di: eostruzioni di 'l'orino fu chiamato a concorrere allo stndio di un affusto cla campagna « a tiro accelerato )), e a lui si deve inoltre il progetto del cannone da 70 mont. adottato nel 1902, ottimo materiale a tiro accelerato che rese eccellenti servi.zi in colonia ed anche durante la guerra mondiale. Nel 1902 promosso generale fu nomina,to Direttore supe riore delle Esperienze cl'a,rtiglieria, ed in tale veste ebbe parte importantissima negli studi rela.tivi ai materiali da campagna, a deforma,zione. Assertore dell'opportunità che l'artiglieria, eh campagna venisse al'mata di due calibri, e cioè uno maggiore per le normali esi.genze ed uno minore per le batterie a CfLva.1101 per le isole ed a,l tri terreni particolari, il Sollier studiò e defini un materiale da 70 da ca,mpagna a deformazione, che sebbene favorevolmente giudicato non venne però adottato, essendo prevalso il concetto del cali.bro unico. N orninato I spettore d<~lle <:ostruzioni d'artiglieria nel 1905, tmne brevemente tale alta carica nel periodo in cui più fer ve,iano gli esperimenti e le trattative che portarono . all'adozjone del materiale Krupp da 75 nfod . 906. Collocato in posizione ausiliaria nel 19.0G fu promosso tenente general,e nella Riserva nel 1911 e morì a Torino nel 1922. -:'<"
->:·
*
Il generale Crispino Bonagente, nato a Viterbo nel 1859: usci nel 1880 daU' A·ccademia di Torino col grado cli sottote· nente d'artiglierià . Tecni.co appassionato e valente, fin da capita.no esplicò iinporta,n ti funzi,o ni presf:ìo l 'lspettoritto Generale d'artiglieria. Nel 1899 fu destirn1to all'Arsenale cli ·Costrnz1,oni d'artiglieria di Tori.no dove rimase due anrìi, e trasferito al campo cl'esperienze d'artiglieria di Oiriè, verso il 1904 portò a termine lo studio d<~lle « rotaie n: cingolo >>, genialissima so luzione del p.r-oblerna del traino e della, sistemazione per il tiro delle artiglierie di medio calibro; invenzione che costituì un vero primato italiano e che procurò al Bonn.gente rinomanza, mondiale. ~
1540 -
crnsrrno
BOKAGENTE - S C1PI01'El BRA CCIALINI
Nel 1907 promosso tenente colonnello a scelta fu incarica,to delle fullzioni di Direttore deJl'Arsenale di costrnziolli d ' artiglieria di Napoli, e passato nel Rnolo 'rccnico t.:ien: A rrnn nel 1911! e cioè all'atto della, sua, eostituzione, fu destinato alla Direzione clell' Arsenale cli costruzioni d'artiglieria cli 'l'orino che resse con alta compctem;a per oltre nove anni clul ~ennaio 1911 al mai·1.o 1920, rima,nendovi anche dopo la promo-
l"ig. ·778 - Crispino Bonagente, maggiore d'Artiglieria.
zione a gern~rale oonseguita nel 1915. Collocato in posizione ausiliaria fu pr,omosso nel 1926 tenente generale d' artiglieri.a e morì poi il 1° dicembre 1934 a Bologna, dove si era ri.til'ato lasci.anelo il servizio attivo . Parco di parole, incomparabilmente modesto e cli cristallina rettitudine Crispino Bonagente ,ebbe eu,o re e earattere pari nlla mente: fn tecnico e soldato nel senso più nobile <~d anstero delle parole. ·:+
*
~+
· Scipione Braecialini nacque ad La.ola del Giglio nel J850 nel 1870 uscì col grado di sottoteneute d'a rt iglieria dal.l' Ac cademia militare di Torino. l'
-
1541 -
P AH'.l'I.; TEC~lCA
18'70-J.915
Distlntosi ben presto per il vivi.do ingegno e le particolari attitudini a.lle scienze esatte, già cltL tenente fu incaricato dell'insegnam(mto della cinematica e nominato professore aggi.unto di meccanica applicata e balistica presso l'Accademia mi. litare. :Fu verso il l8SO che il Bra.ccialini iniziò i s11oi studi sui telemetri da costa, cui doveva dedicare la, ma,ssima parte della sua attività di artigliere e di tecnico, e la prima realizza,zione da lui conseguita in tale ordine di studi consistette nelIn trasfor·mazione dei telemetri studiati e Mncretati dal capitano d'artiglieria Giovanni Battista A.miei, che allora venivamo impi.ega,ti, in teJ.cmctri a, base vertica,l e a visi,one diretta. A que- ' sta prima affermazion e del Braceia,lini seguirono gli studi di un telern.etro estern:o a base orizzontale, tipi d1e vennero su bito a,dottati. Nello stesso tempo egli si dedicava con passione alla baJisi:ica esterna e per primo introduceva, nella, teoria del Siacci il concetto di « fattore di tiro )), innovazione geniale sovratutto perch.è' semplificava notevolmente l'applicazione pratica delle ù formule del tiro >). Kel ]890, dietro richiesta. del Governo giapponese, il maggiore Braccialini venne inviato a, Tokio per organizzare la difesa. ed il servizio telemetrico delle batterie da costa, nonchè per tenere Corsi di balistica agli Ufficiali d'artiglieria giapponesi; e dopo una sua permanenza cli circa tre anni .e dopo aver assolto nel modo più lodev,ole tale, duplice e delicata missione, tornato in Italia, iclt~ò _per il Govemo giapponese una serie ' c-.ompleta cli telemetri da costa; apparecchi che costruiti in Italia died(~I"O modo aUa. .nostra industria di àssicurtLrsi un primato nelle costruzioni ·o ttico -meccaniche di alta precisione. In questa, · sna, missione i l Braeeialini tenne · alto j~ prestigio dell' Artigli~ria italiana tanto che ave~1c}o dovuto rimpa,triare per ra,g ioni di salute, il Ministro della guerra giapponese, l\fa,resciallo Conte Oyama, gli indirizzò una let tera di ringra,zfamento che è vera.mente un inno di plauso altissimo per l'opera. sapientemente svolta, e per gli eminenti servigi prestati. Ritiratosi nel 1895 dal s,e rvizio attivo per ragioni di salute, il Bracdalini contirn1<ì in qnesti suoi. studi precliletti riuscendo -
154-2 -
SCIPI01'E
tmACCI,\ LlNl
a definir e nuovi tipi di telc~rnetri da costa sempre più pcl'fezionati, fra i quali specialmente importanti i goniostadiometri, da lui proposti 1tel 189(; e largamente adottati oltre che ili Italia, anche in Giappone, in Spo,gna, ed in Brasile. Nel 1915 avendo chiesto cd ottenuto di essere richiamato iri servizio, r esse col grado di colonnello hL ca l'icii cli Presiclentf della Commissione cli colla uclo della Liguria e poi quella cli. Direttore del laboratorio di pl'ecisionc: nel 1917 fn promosso
E'lg . 77!'.l · Scl pionP. ilnt(·Ci a li11i, eapit1tno d' A r t ig lh·l'ia.
gt·nerale pc1· meri ti eccezionali e nel :1021 fu r icoJlocato a riposo . Con lena instan cabile e mente lucidissima riprese e conti nuò fino alla più tarda, età p;li studi p rediletti, tanto che più che ottan tenne con cretò nn 11u0Yo teJegoniomelr o a base Ye1'ti calc che fu a clot tato clalla nos Lra ar tiglieria, e nel 193'7 poco prima di mol'ire id eò ancora un telemetl'o monostatico calcolatore, avente lo scopo di rendere più semplici, rapide ed esatt,.:! h! operazioni nece~sa1·ic per il puntam ento e tir o <lelle artiglie1·ic con troaeree.
l'AR'.rEJ TECNICA
1870-1915
Alla, corupilazi<me di questa Storia dell' Arma Scipione Braicciali111i si era, ripetutamente interessato promettendo al suo modesto autore - di Lui antico subordinato, discepolo ed ibmmiratore, - non soltanto il suo appoggio consultivo, ma ad.dirittura la sua collaborazione diretta e fattiva specie in riguardo della Storia della specialità dell'artiglieria da costa, manifestando il suo compiacimento di po tere in proposito lavora1·e congiuntamente al suo colleg·a ed amico generale Luciano Benna.ti, altro artigliere illustre e competentissimo. La vita di Scipio11.(: Braccialini fu lunga, ed -operosa e purt1·oppo non sempre adeguatamente tranquilla e meritatamente compensata anche soltanto in linea mora1c; ciò malgrado, ·f> pure ferito nel suo giusto amor proprio, non se ne aclontò e [)iù ch e ottantenne continuò ad occnparsi con l'ara competenza della telemetria da costa, concreta,nd.o un teleg<i niometro esterno a base verticale aiclottato clal go,'el'no italiano. Il Braccia.lini lamentava .spesso coi suoi intimi, e non tl torto, che i suoi studi e specialmente quelli di balistica non fossero abbastanza conosciuti, ricordati ed apprezzati; ma in questa s ua dignitosa lame11tela egli non inso1·se assolutamente mai, limitandosi a, farne partecipi i suoi più affezionati antichi allievi e vecchi amici. E pertanto aUorchè nel 1924 il Ministero della guerra autorizzò la stampa delle nuove « tavole dei fattori di tiro >>, compilate dal col. prof. Giovanni B.rnno, aJlc quali si aecompagnaYa una pl'efazione in cui si !Ponevano be!l bene in luce l'importmiza e la pate1·nità di tali funzioni ba · listiclw, il Bracdalini già più che ottuagenal'io, così ebbe a scrive.re al col. Rl'u no: « La ringntzio vivamente di aver resuscitato il mio nome laddove, in Italia, era rnol'LO d.a moUo t empo. Ora giustiz1a <~ stata fatta e que~ta giustizia io la debbo a Lei; ed io ne serberò un sentiment o cli gratitudine pel poco tempo che ancorn mi resta da vivf\1·c ». Commoventi parole che non hanno bisogno di commento ! Scipione Braccialini chiuse la sua giornata terrena il 9 marzo 1937. 1faestro di tecnica e cli -rita, Sdpione Bracc:ialini ebbe <lel Saint R ohert l'indomito amore allo stuclio c<l al hn·o1·0, del Cavalli la genialità inventiva, del Sia<:ci la pnsf-ione per le -
1544 -
,
PROGRESSI OELL ' AHT IGLIERIA NE'LLA SECONDA
ME".l:.À. D0L
SECOLO XIX
matematiche, e tenne per ciò un alto posto in quella genera½ione ùi artiglieri e di tecnici, allievi del Cavalli e contempo nmei del Siacci, che pnr fu cosi ricca di nobili ingegni e di foi ·ti <;aratteri.
§ ).
STUDI , INVENZIONI , INNOVAZIONI , PRIMATI , SCOPERTE
I progressi dell'artiglieria nella seconda metà del secolo XIX, in relazione al progresso della tecnica ed alle esigenze della tat, tica , Il cannone a tiro rapido da campagna , Il materiale proposto dal Biancardi , Polemica circa il cannone a tiro rapido , Progressi della tecnica metallurgica: forno elettrico del maggiore Stassa, no , Materiali di costruzione degli affusti , Tecnica costruttiva delle bocche da fuoco: metallo, cerchiatura, autoforzamento , Per= fezionamento dei mezzi di traino: i cingoli Bonagente , Tecnica costruttiva del munizionamento: l'opera del generale Luigi Stam, pacchia.
JÌ} i11 questo periodo -che vengono portate alle definitive realiz½a%ioni le intni½ioni dei grandi scienziati e ]e geniali applkazioni di inventori origina.l i e di tecnici studiosi della prima metà clel secolo XIX : l'a1~tiglieria raggiunge sosta,n zialmente ht sua forma attuale. Questo insperato 1·isultato è reso possibile sovratutto dal mirabile sviluppo delle indust rie mecea.nichc e chimiche per cui si rendono reali½zabili i più delicati perfeziona.menti e fo più ardite innova,7,ioni nei materiali : a questo sviluppo dell'in dustria, anche maggiormente che per il passato, la tecnica arti.glieresea. dà, contributo di pensiero, cli incitantento ed, in alcuni campi come quello della chimica esplosivistica e dell'ottica di precisione, altresì di deciso indirizzo. Si continua eosi e si rafforza sempre più la stretta collaborazione della ~eie11r,a e della tecnica artiglieresca, con la scienza e con la
-
1545 -
P AWrEJ 'I RC:'IICA
1870-1915
tecnica civile, e questo rafforzamento si compie non soltanto i1•. profondi tà, ma ::mche iu esten si one. D 'altra parte ill qnesto periodo sovra tn tto pel' oper a lH un gi-ande artigliere e scienziato italiano, quale f u Francesco Siacci, riceve assetto or ama,i defi nitivo la, bafo:t ica est ema, quest::L primogenita delle ~cienze artigliexesche, questa elegantissima bra11ca. delle meccaniche a pplic:Lte, delta da talnno « la sorella minore dell'astr onomia,», e .-enza la quale, anche col raggiunto sviluppo delle indu str ie~ rnc-ccanicll e e cll.imiclie, non i-;arebbe stato possibile il progresso dell'artiglieria. Ugualmen te n ec~sa,ria al progr esso delle costr uzioni artiglieresche, tm il 1870 ed il 1910 raggiunse notevol e svilu ppo :mcli.e la balistica. i nterna, svolgendoRi sulla traccia indicata dal Saint Rober t . T ra i più insigni slndio~i <li questa emergt1 il colonnello ingegnere Giov~tnni Bianchi, illustre insegnante alla ScuohL cl' Applicazione d'ar tiglieria e genio in Tor ino. Non b1·eve e non facile è ]a. strada che la balistica i nterna dovrà ancora percorrere pel' conseguire il mirabile assetto teoretico clelh~ balistica. ester na, sua sorella n:ia.ggiol'C, ma anche nelh1. forma, finor a ra.ggi uuta essa, adempie bene a l ~no compito pr atico ehe è quello di inclirizza1'e il p rogettista e lo sperimentatore nello stndio cli qn ella sempli.ce e pnr così complessa mac- . china ter mica che è u na bocca da fuoco . Lo sviluppo delle in dustrie meccaniche e chimiche e il pr ogresso delle disciplin e bali stiche, fnrono le condizioni che l'csero possibili i progressi. r eali zzati nelle costr uzioni d'artiglieria dal 1870 al 1914 : devesi in proposito anzi notare che 11na discipli na completamente 11nova, quale la, « Chimica, degli esplosivi)), limitata, in passa,to all o !'itudi.o dell a p olvere nera, si aggiunge i.n questo periodo alle altre scienze tecniche artigliere, che, e anche di questa scien za, com-o fu detto nel Vol. V, uno dei più illustri crea.t ori fo il t or inese A.scanio Sohrero . Prima del CaYalli e durante alcuni sec:oli, il pl'ogre . o tecnico arti gliere~co era consi:-., tito in un con ti11110 perfezion amen to dei pa,l 'ticolori élei materiali e dei metodi eostruttivi dei rncde~imi, lasciandone sostn11zialme11te immutate ]e cara tteris~iche essen ziali. Uol Cavalli l'ar t iglieria su bisce una, vera e p1·op1·ia r-iv0I11zio11e, c. pel' il solo effetto clel nnoYo principio -
J546 -
PROGHBSSI
!)EL(/ ARTIGLIEHLA NELLA SB:CO.NOA MB'LÌ. DIDL
SECOLO XIX
« 1'ig(Ltura) prniotto oblungo», essa acquiista un impressionaut,~ iucremento di potenz,L pur seu;,;u, sostanziali progressi nelle modalità dei processi costruttivi. I ca,nnoni rigati del 1860, a, parità di calilwo e cli peso del materiale, in confronto dei canJ1 oni. li sci. del primo tl'enterrnio del secolo, lanciano proietti di peso ull'indrut doppio a distanze presso che raddoppia te aJLch'esse. A qncsto primo balzo in avanti succede la fase dei perfeziomuneu Li dei mùteriali in ,o gni loro particolai·e e nella loro teeuica cosLrnttivn., e cioè, per cosi dire lo sfruttamento del 11110,·o pl'i11cipio in profondità; e pertanto l'eYoluzioue art.iglic1·esca, anzichè apparire conrn nel precedente periodo, 18151870, quale uu bloc:co unico pressochè orientato verso un u nico problellla, 1·iacqnista quella molteplicità di aspetti e presen ta quella varietà cli problemi che eran o .tate su<i caratteristiche nel pa,s~u.to, pl'Ocedcn <lo però ora con ritmo incornpa:rnbilmeù.te più rapido, e con più armon ica organicità di indirizzo. Gli insegna menti della gncrra fran co-prus iana del 1, 70-71 d ib-ero notevole imp orta,nza per l'ultcl'iore sviluppo d.ell'ar ti.glieria, sotto entrambi gli aspetti della tecn ica e dell:t tattica, fra <li loro slrettamen te conn e si ed in terdipendenti. A nzi t. 11 tto co11 l'eviden za dei fatti la guerra del 70 mostrò J:1 snperiorità della retrocarica sul1'iwancarica, anche per le ai·tiglierie <:arnpali, mentre poi appa,ne e si confermò la 11ece. :;:itù, cli perfe1,i ouare i materiali, Hon solta,uto nei r iguardi dell u. bocca <la, fuoco in se stessa, 10a ancl1e in ogni altro elemento <·he permettesse di realizza 1:e e io;frnttare appieno la potenza di. cui era cap,1ice l'a:rtiglieria rigata. DivennC1··0 pertanto oggetto <li studio appassi.ona.to C-! di profondo rinnovamento : a) i proietti) come for ma , peso e costituzione, ia ai fini pura.mente balistici clclla migliore lot·o penetrazione nell'aria e clella loro stabilità lungo la, tra,iettoria, e sia a,i fini. dell' effi cacia contro i bersagli ai quali erano destinati. Fu in questa epoca, tra il J ~ 70 e il 1S85, che Yennero eseguite la, maggior pa,r te dell e espcr·ien½e sfruttate cla1 Siaeci per b determina zione della sua, dai-;sica tavola balistiea generale : b) le spolette) sia a tempo eh<! a pcrcnio;sione ed a doppio effetto, perchè da esse dipencle in gran pn.rtc la regolarità , la sicurezza e l'<'fflcacia clel til'o;
l'AUTE TEC:\'LCA
1870-.1915
e) gli st1·iw1,an4.·i di punta.111.ent:o, pcn :hè le accresciute git tale portavano ad escludere i primordial i sistemi in uso tino allora; d) ut·i a.j/tts/,i pc1· adegu a1·11c la r esistenza alle alte vclodtà iniziali cd al pe:o dei pl'oictti che, a parità, cli calibro , veniva accresciuto: clementi questi entrambi sfavorevoli alla 1·esistenza dell 'affusto, e per cui l'aumento di tale resist,enza doveva, perL,Htto co11segnfrsi scn:1,a scapito della mobilità, cli cui la guena aveva, confe1·mato l'importanza per le artiglierie da campagna; e) le volveri) infine, in qua,nto che l'aumento delle velocità, iniziali, attivtuncnte rice1·cato per accrescere la potenza. delle armi, uon poteva ottenersi, cosl come del l'esto aveva i11dicato il Cavalli, e non adottan_clo poh·eri molto lente, ta li cioè che fornissel'O unf!, elevata pressione media lungo il p<.\1· corso del pl'oietto nell 'anima del pezzo, nonchè una pressio11é massima relutiYameu le rnoclcrat.a. Tra il 1,:75 ed il 1885 tutti gli Stati rinnovarono in <.:011scguenza i pl'opri materiali, che ebbero quindi le seguenti canttteris tichc principali : A) l'impiego generale della retrocarica, talvolta, acron1 pagnata da ~istemi di accensione applicai.i all'otturatore ÌJJY1•1·e del classico sistema a focone praticato nella superfi.cie snperiore della cu latta; B) i l largo impiego : dell'acciaio (specialmente in Francia ed in Prnssi.a), e del bronzo compresso (sovra.tutto in Italia ed h1 Austrin) per la costruzione delle bocche cl a fuoco di piccolo e medio calibro; mentre l' uso della ghisa, per 1o più con cerchiatura d'acciaio, restò in genere riser-vato alle bocche da fuoco dei maggk>ri calibc-i, da piazza e <la costa; O) l'adozione genera.l e cli affusti in lamiera cli ferro percui scompaiono del tutto gli affusti in legno usa ti per le artiglierie campali quasi esclusivamente pc1· oltre cinque secoli; D) l'adozione di spolette a tempo, a, doppio effetto ed a percussione, notevolmente perfezionate. Sovratutto vengono ~tbolite le rudimentali spolette a tempo a due sole clistanr,e che Hella gucrl'a del '70 avevano fatto cattiva pro,a presso l'artigJi.eria fr::mccse. Come già detto nel Vol. V l'a.rtiglieria ita-
115-!8 -
l'ROGRESSI DELL' AHTIG LJERIA
:-;ELLA fiECOXOA iIETi\. DEL
SECOLO XIX
lia,na, per merito sopratutto del maggiore Roberto Bazzichelli., fo una delle prime a 1·ealizim.re, specie per le spolette a tempo e a doppi.o effetto, i radi.cali perfezionamenti che fecero passare tali essenziali artifi½i dallo stadio del tntto rudimentale a tipi
sostam,ialmente analoghi a quelli attuali; E) l'impiego di proie ttj che rh;pctto a, quelli del periodo p1·ececlente risoltai·ono migliorati come forma esterna e, a pal'itài di ca.libro, di peso maggiore ; F ) il complesso delle p1·edette caratteristiche congiunta mente: all'adozione di « poheri lente)), poh·eri nere opportu namente gra.uite; alla i·ealir.zazi one di bocche da fuoco e di affusti più r esisten ti nonchè capaci di maggiore settore vertica,le, consentirono on notevole aumento delle velocità i·niziali eà, in misura anch e maggiore, delle gittate. Ve1me così elirniuata Ja notevole dimin nzionc delle Yelo cità ini?.iali proYocata, in nn primo tempo, dall'adozione della, rigatura, e la p.otem~a. dell e artiglicl'ie risnllò quindi nlterior mcn te accresciuta. A tale riguu.rclo è ai:;sai i::ig-ni:fica Livo il c-on fronto pubblicato a pag. 2153 del Vol. V t ra le caratteristiche del rnate1·in,Je frantc~e cla, 120 'Mocl. 1878 ecl alcuni precedenti. tipi dello stesso cali bro. Si può acldirittw a asserire che, specie per le ar tig1ie1·je da, ·Campagna,, i matcrinli a,dottati verso il 1 -. O realizzaTono i maggiori progressi che mai si fosséo ragginnti i n quanto a gittata. ed a caratterist iche balistiche dipendenti dalla fol'mi.L e clal peso dei proietti, ed afferma.re al tresì che i successivi miglioramenti attuati tra il J.895 cd il 1915 non aggiunsero r eln tivamen t,c gra,n che a ta,l e rigua,rclo. Contemporaneamente si compì anche un primo passo de · cisivo ve1·so il perfezionamento degli strnmeuti cli puntamento ricorren do all'impiego degli alzi ad asta, reLtilinea ed a quadrante. In conclusion e deYesi per tanto rilevare che analogamente a quanto si era veriJi cato per i rnat.eriali rigati. ad avancarica adottati ,erso il l 60, anche i materiali adottati verso H 1880 1:appresent:uono nn n, sol.11;1,ione tr~msi~oria, specialmente per quanto l'ignanhL l 'artiglieria cla campagna ; e cioè en tl'ambe tali gamme <li materiali non rimasero infatti in servizio che una V<~ntina cl'imni o poco più. Ad im.peclire che fin <la queRt'epocn i ma tc1·iali o qnnnto meno gli studi relativi si -
154-9 -
•
f'ART0 '.L'EC~lCA
1870-1915 .
orientassero decisaruente verso la -completa 1-eaHzzazione delle possibilità implicite 11el principio della rigatm·a e della 1·etrocal'ica- non contribuirono soltanto diffico-ltà, tecniche, ma anche la circostanza derivante dal fatto che i c1·iteri.i d'impiego, sia dal punto di vista della tecnica del tiro che da quello delb, tattica dell'Arma, rimasero per un certo tempo in anetrato i-ispetto ai prog-rnssi tecni.ci cost1·ntti.vi. In altri termini non di rado i tattici in quest'ultimo ventennio del secìolo scorso i-icbiesero ai tecnici meno di quanto questi ultimi potes1Scro e voles. ero (lare, tanto che l'evoluzione della tecni.ca si impose imponenclo alla tatti.ca la conseguente necessaria sua eY-0luzione, e tutto ciò non sempre senza notevoli difficoltà ed attriti. Un fenomeno del genere era, del resto già stato osservato all'epoca della guerra austr,o -prnssirLna del 1866, e basta alh10po ricol'dal'e ciò <:he il genei-ale Principe cli Rohenlohe scrin~va aìlora nelle sne famose « Lettere snll' Artiglieria)) (1) : « i c:muoni rigati di recenle im·en:1.ione tro,·:ivauo an·crsari accaniti tra i più Yecchi ed ascoltnti generali dell'Arma. 1,:rano giudicati troppo complicati, t rop po artHlciali, ctl eru questo il giuclir.io (li uomini la cui esperienza militare rimontava :.ille guerre del 1813 <' 1815 » :
<: più oltre : « Come mer avigliari;ì che si tenesse gr nn con to clel tlubbi e clelJc esitazioni degli eroi che cinelln grande epoca ci aveva trnmanclnti e che i generali clell' Arma esitassero a trn rre dall'invenzione della rigatura tutte le conseguenie dì cui era capace?>> .
Di q nesto misoneismo particolarmente diffuso tra, i tattici, e n on tra esi-;i soltanto, vedremo gli. effetti nel trattare delllL questione elci <:annoni a tir-o rapido, e pertanto è doveroso cli 11otare fin d'o1·c.L che in definitiva le resii:;tcnze incontrate non 1·inscirono jn tutto a danno del progresso tecnico. La potenza di 1m'a1-tiglieria può in nn certo senso essere misurata dal nnmero di colpi efficad che in media, possono cla essa cssel'c lanciati nell'unità di tempo contl'o un bersaglio Cl) L11;,;ow1s: I/ A.r/illcrfo dc cam1w1r11<1 c 11 Tiai,qon avec le.~ 0·11tre,q arme.<J (Paris J8!l2, I, png. 322).
-
1550 -
PROGRESSI OBLL ' Alt'.L'JGLIERIA NELLA
SECONDA MlllTÀ DEL
SECOLO XIX
di date . caratteristiche : fa.le poternm aumenta coll'aumentare della gittata m.-1ssima, della, rapidità di tiro è della precisione di cui l'arma. è capa,ce, 11011 chè con l'a,ppropriata costituzione del proietto e della relativa spoletta. B chiaro che in pratica tale potenza aumenta ancora col grado di addestramento del personale, mentre per contro diminuisce con la sua vulnera,bilità e con quella dei snoi serventi. Sinteticamente e teorica,rnente un numero rappr<isentativo della potenza, di unà bocca da fuoc,o potrebbe pertanto essere da,t o dal prodotto deila gittata. per il peso di schegge efficaci lancia,te nell'unità cli tempo. La nozione di potenza: intesa nel senso qni sopra indicato, può ritenersi eome l'indice della attitudine di un'artiglieria ai compiti per cui. venne costruita, sempre che, na,turalmente, vi si aecompagni la, <}om,iderazione dell'elemento, altrettanto' importante, della mobilità, elemento relativo a,nch'esso a,lla natura dei comi)iti assegnati. Nella realtà pratica ciò ehe per tanto conta non è però tt11nto la, potenza del pezzo singolo, quanto hl, potenza della massa di pezzi di una data specie, destina.ti ad assolvere un determinato compito tattico. :m evidente che, così concepita, la potenza di nna massa di artiglieria ossia di un complesso di artiglierie non equivale in genere alla ~emplice somma aritmetica delle potenr.,e dei singoli pezzi, ma t'- anche influenza,ta: dalla oostituzione organica delle sue unità ei.ementari e cioè delle batterie; dalla possibilità di rifornimento delle munizioni; dalle moaalità di collegamento dei vari Comandi d'artiglieria, trn.. loro ,e con le Unità delle altre Armi; dai sist<~mi adottati per l'osserv~1zione del tiro; dalle possibilità di rapido i ntervento, sia sotto forma di effettivo e materiale spostamento dei pezzi, cioè di cambiamento di posizione durante l'azione tattica, e sia, ,sotto forma di mutame,n to di bersaglio, ferma restando la posizione dei pezzi. Il problema della potenza di un' artiglieria così concepito viene a, comprendere anche quello della mobilità, abbracciando in tutta la loro complessità i num erosissimi fattori t ecnici, organici e tattici da cui dipende la ca,pacità di azione dell'Arma; fattori complessi e complicati perchè di non facile perfettibilità in se stessi e sovratutto poi ancora perchè interdipendenti fra loro. ~
-
1551 -
PARTG 'fECNICA
1870-1915
Ad ogni moclo il complieato problema delFartiglieria non si potrebbe sintetiz:,;are meglio d.i. <pianto a,IJÙia fatto Napoko1,e I nel celebre hrano del cc Memoriale di Sant'Rlena )) (to rno VII, pa\g- 342) già riportato a, pa,g ina 2174 tlel VoL V ·e che qui gfova ripetere: « Il ajoutait que l'artillerie fa isait aujonrcl'hni la véritable clestinée des anuées et des peuples; qu'on se battait il. c:oups cle canons comme à coups de poings et qu'en btltaille, cornme à un siège, l'.ar t consistait à present ìt fnirc converger un grane! nombre de feux sur un rnéme point; qne la mèlée u ne foix étatilie, qui avait l'aclresse de faire a.rriver subitement et 11 l 'insu de l'ennemi snr un cle ces poi11 ts une nrnsse inopinée d'artillerie, était sur <le l'importer il.
non <~ pertanto solamente il glorioso motto dell'Arma nostra., ma è il preciso en11ndato dei suoi compiti, l'espressione di quella . sua potenziale onnipresenza sul campo di battaglia cbe il geJ1erale Langlois, nella classica opel'a: « L'arti.llerie de campagne en liaison avec les autres ·Ar mes )) sinteti:,;za col dire : <e l'artillerie est toujours disponihle )J . If predetto sguardo d'insieme dato alle ca,ratteristiche tattiche e tecniche rkhieste all'artiglieria non sembra. inutile per la comprensione dell'evoluzione subita dall'Arma dal 1890 in poi., particolarmente per quanto si riferisce alla creazione dei matedali da, ca,mpagna a tiro rapido. L'adozione della. rigatura e della, retrocarica, a parità di calibro e di peso del n!ateriale, non rendeva soltanto possibile l'a umento delle gittate ,e del peso del proiett,o, ma la retrocarica, permettendo n.nche un più spedito servizio del pezzo, pémetteva, la soppressione o quanto meno la, riduzione .clel rineulo che altrimenti, per quanto specificn,tamente si riferisce all'artiglieria cla campag.ua, sarebbe stata di poc~ o nessuna utilità pra.tica. Ma retrocarica e soppressione del rinculo avrebbero influito soltanto in modo relativo sulla, celerità, di tiro :;;e non fosse stato eliminato un a.ltro precipuo dupliee elemento di lentezza nell'esecuzione del fuoco, se cioè non fosse stato soppresso l 'a.bbonda,nte fumo prodotto dalla polvere nera all'atto dello spar·o, nonchè fossero stati eliminati gli abbondanti residui solidi (feecc) che la polvere stessa hLsciava nell'anima della bocca da fuoco. SEMPRE El DOVUNQUE
-
1552 -
IL CANNONE A 'l:IRO RAPIDO OA CAò1PAGNA
Da tutto quanto premesso consegue d1e per poter accrescere deaisamente la celerità di tiro o.c correva che la polvere nera venisse sostituita da polveri infumi e prive _di apprezzabili residui solidi, .e pertanto volendo influire sul fattore « tempo )), cbe assieme alla gittata ed al peso utile (1) del proietto determina la potenza del pezzo singolo, bisogna,va che, oltre alla rigatura ed alla retrocarica, venissero apportate all'artiglieria due innovazioni sostanziali : la soppressione del rinculo e la adozione di polveri infumi. l3J evidente poi che soltanto ad nn materiale a rinculo soppresso, o come altrimenti di.cesi, a deformazione posso·no applicarsi con profitto degli scudi, atti a proteggere il personale. Ne consegue che l 'affusto scnclato è « un corollario del can11one a tiro rapido>) collie ebbe ad affermare il .genera.l e Langlois; .f ervente apostolo della moclcma artiglieria da campa,g na. Gome già venne aceennato. nel Vol. V il primo tentativo cli sfru ttare le possibi.lità ·Offerte cfalla rigatura e dalla retrocarica per realizzare m1 materiale da campagna atto a rispondere ai postulati tattici fissati da Napoleone I venne effettuato <fol generale Giovanni Cava,lli eon la sua. « artiglieria cacciatori)> o come altrimenti fu detta « artiglieria stanhope )), tentativo tecnicame11te e storicamente interessa,ntissimo sebbene non seguito da applicazioni. pratiche. Il Cavalli con tale proposta si era messo sulla, via, della, crea½ione di una artiglieria sufficientemente poten te e mobilissima onde consentire, mediante rapido spostamento dei pezzi, la tempestiva formazione della << massa n suggerita, da, Napoleone I, se non che la possibilità di riclurre o addirittura di eliminare n rinculo nelle artjglierie da campagna mediante l'applk4,zione di freni simili a quelli già in uso prci;:so le artiglierie 11avf1li e da costa, indiclirizzò ben presto gli studi riguardanti le artiglierie campali ver130 la ricerca della, celerità di tiro, fa,ttore cli potenza che 11 011 era ancora ·notevolmente progredi to e che viceversa era di importanza capitale per le :-ntiglierie da battaglia. Alla ricerca pertanto dell a maggiore possibile mobilità si sostit uì . o (1) Peso utile di un Jlroietto è. il peso delle schegge utili, in rela1-.ione . a lle caratteristiche del bP.rsiiglio df-1 battere.
101
-
1."5?>H -
l'AR'.l'E TEC.::~It:A
1870-1915
meglio si accoppiò la ricerca della celerità di tiro, procurando t uttavia che non ne scapitasse la mobilità stessa e non ne risultai-se comunque scemata ln. potenza dell'arma. Il primo che si pose su g nesta via fu un altro artigliere Halia.no, Giuseppe Bia-ncardi che :fin dal 1877 realizzò un materiale scudato da campagna a tiro rapido: per vario tempo le idee del Bianca.rdi non trovarono accoglimento, ma una quindicina di annj dopo esse si erano talmente diffuse da provoca,re, in Italia e fuori, uno dei più memorabili dibattiti, forse il più lungo e vivace che la, storia dell'artiglieria ricordi. Alla :fine il <:annone da campagna scudato a tiro rapido si impose, ma purtroppo fu la F rnncia e non l'Italia la prima Nazi:one ad adottarlo. Essenzialmente fu la, soluzion<~ del problema delle polveri ii1fumi effettm1tasi nel frattempo, che rese opportuna e possibile la realizzazione del cannone da campagna a tiro rapido. A sua volta la sua adozione impose ed accelerò l 'ulteriore progresso della tecnic:t delle spolett e, dei proietti e sovrat utto degli strumenti cli puntamento, i quali ultimi subirO'llo una evoluzione di grande importanza rendendosi atti all'esecuzione del puntamento indirett o mediELntc l'uso di dispositivi goniometrici e di apparecchi ottici. Qualche anno dopo l'adozione dei materiali a tiro rapido per parte di tutti gli Eserciti, e cioè quasi all'aprirsi del confli tto mondiale si generalizzava pure l 'impiego di un piccolo terribile ordigno di guerra « la mit ragliatrice>>, quell'arma insidiatrice, tJ·a.ditrice e terribile che « fu forse sovratutto )), come ebbe a dire il generalè Giulio Douhet, « quelh~ che valol'izzando l'ostaeolo passivo e moltiplicando la possibilità di aziQne delle enormi masse di armati, impose qnella guerra di posizione che doveya caratterizzare ~'immane coÌ1flitto )). D'altra parte le straordinarie possibili fa tattich~ q ualita tive e quantitative dell'industria moderna fu rono tutte mobi litate, cosicchè una collaborazione nuova , destinata a durare anche in tempo di p::tce, si istituì tra la tecnica. artiglieresca e la tecnica. civile. L'obbligo generale dei cittadini alle armi, già clfL tempo praticato, si integrò con l 'obbligo della pacrtecipnzionc di og11i attività alla clifeRa del paese. E tutto qu<'Rto .,_ 1554 -
PAR'.l' EC1l:'AZI0Nli; 1'.l'ALl.-\"<A
ALL'EVOLUZIONE
OI~LLE
AftTIGLIElU!lJ
non impose soltanto nnove fonne a.il' Arte della guerra, ma, impresse ben anche alla stessa vita: sociale e polit ica dei popoli, caratteri e indirblzi tutt'affatto nuovi. Per quanto. in particolare riguarda l'arte bellica assunse importanti proporzioni il fenomeno· che si · usa indicare con l\1ppellativ-0 cli « tecnicismo >> della guerra moderna, fenomeno che esaminato talv<)lta con insufficiente serenità ha da,to luogo l~ discussioni, per lo più vane, ciN:a, la preminenza o meno dei mezzi ossia sovratutto delle armi in conff.onto dei valori moL'ali. Non spetta a n oi l'entra.re in merito alla questione che del resto poggia in gran parte sull'equivoco : è infatti evidente èhe se i due elementi - mezzi e valori morali - debbono in certo senso compenetnusi e si compenetra.no in un tutto unic<., JLella CìOmplessa per-soBali.tà, del combattente, non possono tuttavia sostituirsi gli uni con gli altri se non entro certi limi ti per lo più non troppo ampii, eosì che una not<:wole eventuale deficienza di · uno dei due elementi porta in genere ad uno squilibrio non compensabile con un'eccedenia dell'altro, e ciò in analogia, a quanto sì osserva nell'indi vidno umano norma-l e nei rapporti fra le sue forz.e fisiche e le sue forze spirituali. Si vedrà più innanzi come polemiche del genere si accesero già ·nel_ periodo che qui ci interei:.sa, tra, il 1890 e il 1905, allo1·cht~ si trattò dell'adozione dell'artiglieda da campagna :-1 ti1·0 rn,pido. A.nche nel periotlo di cui trattiamo la partecipazione italiana, all'evoluzione delle artiglierie e con essa agli svolgimenti dell'arte bellica ed a:i. progressi della stessa tecnica, industriale fu essenzia,le ed importantissima : partecipazione anzitutto di . singoli intelletti rappresent anti le più elette -energie della giovane Artiglieria Italiana, nella qnale si fondevano e si perpe tuavano le tradizioni di scienza e di gloria dell'eroica Artiglieria Sarda e delle Artiglierie valorose degli altri antichi Stati della penisola. L'artigliere Francesco Siacci, ba,Iistico e a,nalista sommo; massima gloria, dell'Artiglieria, Italiana in questo periodo, fondò una Scuola fec-onda che ne continuò e completò la grande opera, , mentre fra i suoi allievi prediletti e continuatori pre~
-
1555 -
PAR'm TEC:NlCA
1870-1915
clari debbono, fra gli nltri, essere ricordati gli artiglieri Carlo Pat.odi, Ettore Ca,valli, Seipione Brncéialini, Giovanni Bianchi ed Alfonso 1'fattei. In altro campo l'a1·tig1kre Giuseppe Biancardi, in una solitudine che quasi ne a.ccrebùe l'altl1 statura spirituale, si irnpo:-.;e per le sue m1·e doti di artiglier(\ di tecnico e di precur~ore. Innovatori nel campo _importantissimo della tecnica degli strumenti di puntamento furono gli artiglieri Scipione Braccia.lini, Ugo Peclrazzoli, lo stesso Fr:1nces00 Siacci e nurne1·osi altri valentissimi ufficiali clell'Arma, ai quali si accennerù, a suo tempo. Nel campo dei traini di artiglieria fu d'importanza capitale l'opern dell'ai'l:igliere Crispino Bonagente mercè la realizzar.io11e delle sue fa.ruoi-;n << rotaie a cingolo )) che risolvevano nel modo più brillante uno dei più ardui pr-oblemi di quella tPc1lica del traino degli affnst:i che ta,nto aveva appassionato gli antichi artiglieri, dal Gribeauval al Cavalli. All'infuori, ·O quarito meno ai margini delle scienze pura mente artiglieresche -e mersero tra gli altri gli a,rtiglieri Claudio Cherubini coltissimo e profondo in tutte le branche del servizio e specialista stimato per i perfezionamenti da lui portati nelle realizzar.ioni cartografiche a rilievo; Ernesto Stassano, ufficiale di alto e originale intelletto, in'l.1ovatore nel campo della {\lettro-metallurgia . B all'apporto personale dei. singoli si aggiunse, non meno · interessante clal punto di vista storico, f]liello per così dire ufficiale ,e c<,Hettivo degli Enti dell'Arma, sia direttivi (Ispettorati) che esecutivi (Sta,bilimenti, Ceintri di. Esperienze, ecc.). Chiamati ad assolvere compiti d'ampiena tec·n ica ed economica :fino allora inusitati, questi Enti vennero n trovarsi nella necessità cli ammodemn,rsi nella, organizzazione e nelle attrezza. ture, per cui tra l' altro conseguì la riforma che nel 1911 portò a . creare il Ruolo Tecnico -dell' .A1·ma, riforma delicata ed importante a.lla quale fu già aecennato e clella qual-e tratteremo anc-o ra a suo tempo.·
-
155(; -
LE
ARTIGLIERIE
.-\
'J'IRO
RAPIDO
Nei riguardi dellu. 1·calizzazione clell 'artiglieria a tiro rapi ùo - esplicazione piena. dei progre::-si in siti nei principii della 1·igatura e c1e1ln. r etrocarica - , come gi.1 fu accennato, accadde in ltalin qualche cosa, (li siJ11ile a qnanto si era verifi<·ato per l' adozione delle artiglierie rigate. 1>ivinnte clall'ingegnu itali::mo quc·F-te m1ov<' artiglicriC' Yc1111c1·0 per l.l prima. volta,
Fig. iSO
i'\fatcriule da Si ;;cuclato m nncu r clì. .
ndottate nll'estero, e anche q11e::- ti1 volta in Francia, mentre })l'esso di noi la loro adozione avvenne solta11to con grande ritardo e dopo 11 11 travaglio penoso di virnc.:i opposizioni. N el 1, '74 l'allora capitano GiiJseppe Hiimcarùi ideò un mat.el'iale scnclato tlil cumpagna cla 87 mm., e 11el 1877 lo presentò 11lle esperien ze: un esemplare di tale materiale trova si attual men te custodito pres"o il )fusco cli Ar tigli eria in Tol·ino. - - 1557 -
PM'J'J)] 'r.11:CNJCA
1870-1915
Presentando il sno materiale ai colleghi dell'Arma, il Biancardi così seriveva : « Bo inteso d i c:ornporre un atrusto dn campagna , corazzato e prh•o •li rinculo, il quale, senza cccedel'e il Jilullc ordinario di peso, presenta al cannonieri un riparo sicuro ed ampio C'Ontro i colpi della fucileria nemica, oltre a tu tle le ngevolezze possibili d i servizio e tli traino, in modo da aumentare l'efficacia e, al momento opportuno, anche la rntiiclità dell'artiglieria ..... ».
Di qui si vede che il concetto essenziale del Biancardi era quello della corazzatura in relazio11e alle ,offese che i pezzi da campagna potevano facilmente ricevere dal fuoco di fucileria avversaria, così come si era constatato nelle guerre del 186G e del 1870. A quanto poi sembra, la soppressione del rincùlo era concepita sovratutto quale mezr,o, d'altronde indispensabile, per rendere praticamente efficace la protezione offerta dallo scudo. mentre l'aumento della celerità di tiro (del resto dipendente anche da altri elemcntj e doè : specie della polvere, sistema di confezionamento del cartoccio, modalità di puntamento, ecc... ) non pare che fosse <:onsiderata come precipua caratteristica del nuovo materiale. Il cannone del Biancardi era provvisto di affusto in lamiera, e il freno idmulico era applicato anteriormente fra la massa rinculante e la massa cbe rimaneva, fissa all'atto dello sparo. Lo scudo molto ampio era applicato alla parte non rinculante ed era studiato in mocl.o da proteggere, almeno parzialmente, i serventi non soltanto da tiri frontali, ma anche da offese latérali, ed in una certa misura persino da offese dall'alto. La lamiera anteriore dello scudo era però pl'·Ovvista di ampia cannoniera per dare passaggio alla, volata. del]a bocca da fuoco all'atto del l'inculo : le ruote d'aff nsto ei>ano di g-rande diametro, per conferii'e stabilità al materiale sia al ttaino che al tiro, e forse sovr atu tto per opporre una massa ,non indifferente alla tendenza dell'affusto acl impennarsi. D'ordine cl el Ministero il materiale Biancardi venne preso i11 esame nel 1878 dalla Commissi.onc per l 'artiglieria da campagna di cui facevano parte il generale Enrico Giovannetti e il. colonnello Ca,r lo Po1.zi, artiglieri entrambi distintissimi, e -
1558 --
!L
M.ATl~HlAf,'0 SCUDA'.rO 13IANCA1t0I
della Commissione era segretario l'allora capitano Ugo Allarson. quanto afferma l' Allason il Ministero aveva vietato alla Commissione di sperimentare l'a.ffusto : essa avrebbe dovuto pronunciarsi « esclusivamente nel riguardo teoric-0, esaminando il materiale e prendendo conoscenza di ciò che era ayvenuto nelle poche pr-0ve di tiro che l' inventore era stato autorizzato ad eseguire al campo di Ciriè, ma astenendosi assolutamente éJ.al fare prove per conto suo >>. Ne derivò che la C-Ommissione << non fu mai presente a nessuna esperienza di tir o » e dovette pronunciare il suo giudizio « soltanto sui partkolari e sull'in· sieme del sistema e sulle questioni di principio che la corazzatura interessa>). « Con argomenti di schiacciante importanza», c-0n tinna l' Allason, « la Commissione da campagna con· dannò l'affusto Biancardi ». Purtroppo non siamo a conoscenza degli argomenti a,ddotti dalla Commisi::ione per giustificare il proprio giudizio negativo. :m mol to probabile, per non dire certo, che essi si siano rivolti alla critica del « principio >> della corazzatura e della i-oppressione del rinculo più ancora che a quella della particolare realizzazione che del principio stesso il Biancardi aveva fat to. Non ~i può ·obbiettivamente negare cbe i tempi non erano maturi per il ma teriale da campagna a rinculo soppresso, poichè ad esso non poteva ancora andare accoppiata la celerità cli til'o , caratteristica. che ~ovratutto giustifìcà l'adozione di ma. teriali del genere, menre d'altra parte la corazzatura dovette ~Lppa,rire sopratutto come un inutile ed anzi dannoso appesantimento. Il generale R-0hne, illustre artigliere tedesco, nel su-0 opu scolo « I pl'ogressi dell'artiglieria da, campagna», ripetendo un'os:serviLzione del genera.le Von Muller, notò che : A
« in tem po di pnce non si nv ver tc l'eJietto balistico, mentre per contro gli i nco1w enicnti del peso si f:inno assai SA't'ndeYolrueJJ t.e sentire durante le m:rnovre e le esercltaz1001 >>, <'
per ciò,
« clurnnte un lungo periodo cli pace si clii. purticolarc importanza all a mobilità)),
-
1559 -
l'AI!'1'0 TEC;çJCA
1870-1915
Tale a,uto1·evo1c osservaziollc può con tutèa probabilità spiegal'e in parte il giudizio negativo pronn.11ciato da,l la Commissione da campagna circa il materiale Biancardi. Nel 1883 in uno studio pubblicato sulla, llivista M·il-itare Italiana il Biancardi tornava sulla quesLione del cannòne scudato sostenendo la necessità per l'artiglieria. di aumentare l'efficacia, del tiro a shrapnel e di proteggere ·n pl"-Oprio personale adottando « una corazza d':icciaio, grossa 4 mm., <JUl.luto basta cioè per arrestare le 1mllottole dei fucili e degli shrapnel, nonchè le schegge minute delle granate scoppianti, e di ampiezza sufficiente per proteggere i serventi delle batterie dai tiri di fronte e di sbieco)>.
Tale scritto del Biancardi aprì in Italia nna polemica che dnrò, se pur <:on saltuarie interruzioni, oltre vent'anni. L'aumento ingiustificato di peso che gli scndi avrebbero provocato fu uno dei principali e dei più frcqnenti argomenti adottati contl'-0 le a1-tiglierie da campagna scudate, e l'allora, capitano Ugo P edrazzoli, illnsti·e a,rtiglier·e anch'esso, notoriamente studioso e realizzatore di perfezionati strumenti di puntamento, se ne fece eco autorevole con nn al'ticolo sulla Rivista di Artiglieria e Genio nel maggio 1884, asserendo che « il peso della cora7.za sarebbe stato molto meglio di impiegàrlo -ac.1 accrescere la potenza balistica dei pezzi e la loro mobil!tà ».
È ovvio che, a parità. di ogni n1tra condi½ione, l'applicazione degli scudi produce in geiier:tle un aumento di peso del materiale, eccetto che nel caso in cui, nell'ipotesi che si tratti di materiale a deformazione, lo scudo è applicato alla massa rinculante anziché alla 1>arte che resta immobile all'atto dello sparo : infatti in questo caso il nrn,ggio1' peso della massa rinculante verrebbe largamente compensato dall'alleggerimento che in conseguenza sar ebbe possibile di apportare all'affusto. Trattasi tuttavia di una eventualità prevalentemente tecnica, poiché per evidenti motivi lo scudo è sempl'e applicato all'affusto, salvo qualche rara e par¼ia1e eccezione, come per esempio il pavese centrale del ca nnone dit 75/27 Mod. 911 attua,Imente in servizio nella nostra artiglieria. Il Biancardi replicò al Pedraz7,oli con l'articolo << L 'arti-
-
1560 ,_
L' AR'l'IGLIIWIA DA C,\ò.11':\G~A
COU AZZATA
glieria da, campagna corazzata» pubbli cato pure sulla Rivista <1,i A1·Ugl'ieria e Oenfo nell'ottob1·e 1884, scrivendo : « L'aO:usto corazzato uon impedirebbe menomall'.lente di ottenere vagheggiati effctli del fuoco concentrico delle masse di artiglieria nè sarebbe d'ostacolo all'esecuzione del tiro di infilata o di qualunque altra manovra. Esso tenderebbe anzi acl ngevolar e tntte le imor.ese di tal genere, per la 1u-otezione considereYole che o1Irirebbe al serventi e perchè le sue conclizioui di mobilità non sarebbero punto inferiori a quelle degli affusti ordinari » ;
e soggiungeva: « L'applkazione degli scudi agli ufCusti tla campngna renderà ancora tanto più libera la manov ra clell'artiglierla in quanto cbe questa, col portar seco i propri 1·ipari, riterrà ottima quùlsi.a si posizione. e 1~ ba?terà, . di raggiungerla per trovarsi in $icurn 11arlronanza, sia pure sotto il più rnole~to fuoco, e si t rovasse pur Ioutauo ancora Il sussidio · dellé altre truppe ll .
Come risulta da questo brano il Bianèardi attrilrni.v~1, alla <:orazzatura dei materiali da ca.rnpagna, nna efficacia protettfv~ che ancor oggi apparirebbe assai ottimistica., e maggiormente doveva sembrarlo nel 1884 quando appena da pochi anni si erano adottati i niateriali rigidi a: retrocarica con alzi' a qua<lrnnte.
I n quanto alla perfetta idon eità dei uiatcl'iali sc11clat i ad <:dfettuare la « manovra di fuoco>>, da lni chiamat a « fuoco concentrico delle masse d'artiglieria », il Biancardi aveva piem1mente ragione se si riferiva alle caratteristiche inerenti 11011 alla corazzatura per se stessa, ma alla sop1,re8sione del rincul0 ed alla conseguente possibilità del tiro a puntamento indil'etto. Re non che se ciò era allo stato embrionale nelle :finalità perS(•gnite dal Biancardi, esula.va in modo assoluto dalle idee dei suoi contradittorii, mentre d'alt ra parte occorre rilevare che ciò sovra.tutto non era. consentito dalle pratiche possibiUtà di tp1 el mom ento. Il capitano Ug,o Allason en trando proprio allora e per la pl'ima Yolta in tale polemica, così ne riassumeva i termini {l) : « Ln questione è di snpere se l' artiglieria si t rovi nelle stesse contlizioni In cni altrn volta si trovava, rispetto alle possibilitlt di sYiluppare la 11otem:.'l (J.)
Capitano Uoo Au,c1so:q: -Le condiz ioni !leU'art·i ol:ieria cii «R ivista Artiglieria e Genio l> . 1885.
'fronte a.lla fant:eria.
-
1561 -
carn11ci11rta ri i
l'AH'.J'E TEC:-ìlCA
1870-1915
del suo fuoco; la questiouc i.> cli sapere se la ch·coshwza che durante il tempo in cui si reca iu posizione, si apparecchia a far fuoco ed aggiusta il suo tiro ed anche duraute un primo periodo del s uo f uoc:o, li fucile pnò rnggiuugerla cla distanze che gli erano prima inarrival.Jili, non abbia profondameutc alterate le condizioni relative delle due Armi. Ciò deYe essere..... La fucileria . può oggi col tiro a massa spingere le sue offese fino alle distanze di 1500 a lliOO U)etri 011 un'artiglieril~ che si collocasse all'infuori di queste distunze per non esser e offesa, non si potrebbe dire seril1mente impegnata a conc:orrere allo scopo per cui si c-ombuttc..... Gli studi i degli artiglieri si riYolsero quindi al ruodo di proteggere i serventi dei pezzi..... e li indussero u tentare la sotm1ione consistenLe nell'nnit·e in modo stabile la corazza all'affusto ..... ,>.
Questa soluzione però, secondo l' Allason , porta con sè incoi1venienti tali che « sono sufficienti a far condannare il sistema >> e ciò perchè : « 1°1 l'ampiezzn del riparo si fu troppo piccola perchè la corazza deve stare necessariamente fra le ruote; 2<>) a parità di culìbro e delle altre condizioni si aumenta il peso dell' affusto e quello della vettura-pezzo di tutto il pei;o della corazza; 3°) la protezione deJla corazza, già pie-cola per la limitata sua estensione, di,enta anche minor e per poco che il pezzo rinculi , e finora non si conoscono mezzi sicuri di sopprimere completnmente il t·inculo nei pe7.zi da carupngna ».
Da quanto sovra, appare chiaro che la questione della CO· razzatura dei mate1'iali àUi campagna era essenzialmente cont:dderata in funzione della accresciu ta potenza di fuoco della fan teria, derivante dall'aumento delle gittate e dalla eeleritù, di tiro dei fucili recentemente a dottati in quell'epoca. È da osservare altresì come l' Allason riconoscesse implicitamente lo stretto nesso esistente tra tale predetta questione e quella - assai più generale ed importante e, nel contempo, meno mrLtura - della soppressione del rinculo. F u proprio nel l'articolo ora, accenna to che l' Allason, nell'intento di realizzare l'artiglieria cla campagna idonea a risolvere i nuovi problemi tattici tornò a proporre l'a rtiglieria cacciatori del Cavalli. Anzitutto questa avrehbe risolto in modo soddisfacente il problema della protezione poicbè non le si sa.rebbero potuto muovere le « oble-1::ioni fatte per la corazza applicata ad un nffusto degli ordinari sistemi, e cìoè: non quella del peso C'omplessivo giacc:hè questo r>e1· l'aggiunta delln cornz,m non è portato oltre i llmitì concessi dall ii natura s peciale del
-
1562 -
l'ROPO S'!'l<l
DE[,L' ALLASON
SUL
RINNOYA:}fffiN'!'O
DELL'ART .
DA CAl\'CPAGNh
veicolo; non quelln clelln protezione insufficiente in qua nto il solo cannoruerc occorrente al scn ·izio del vezzo è completamente coperto, e non occonono serventi che portino munizioni, essendo queste !11 numero signìficuute portatti dal pezzo medesimo; nou quella finalmente che la protezione della corazza si fa illusoria a cngione del rinculo elle obbliga a tenere distanti i serventi, in quanto nell'artiglieria cacciatori la parte coperta fa sli:itema con la parte co1)l·entc e, se riuculn, rincula con essa ».
Inoltre con l' artiglieria cacciatori si sarebbe conseguita « massima potenza congiunta allu massim1.1 leggerezza ed alla massima mobilità ....., massima celerità d'im piego..... , massima indipendenza dell'Artiglieria dalle altre Armi ... .. ». « )lei concretare oggidì la sua idea (del Cavalli) noi cre<llamo cl)e essa potrebbe ricevere un notevole perfezionamento quando al cannone acl una sola canoa venisse sostituito un cannone revolver, o meglio ancora un c:.illllone a tiro r::ipldo, clel genere per esempio di quello di Hotcllkiss, cioè di un calibro abbt1stanza gr :.inde per potet· conserrnre al tiro il pregio cli potersi regolare s ui propri risultilti, cioè s ull'osservazione dei punti cll scoppio..... Un cannone revolver del cnllbro tra i 00 e 55 mm. con una rapidità di tiro massima cli 10 a lii colpi ragglungereboe, n parer nostro, perfettamente Io scopo».
L' Allason con le sue predette a,ffermazioni preconizzava Fimpiego ·di una bocca da fuoco a tiro rapido ; e per rendersi conto del piccolo calibro da lui proposto occorre riflettere che a quel tempo il tiro d'artiglieria. era essenzialmente concepit-0 come tir-0 contro bersagli animati (fossero questi truppe di fanteria ·O serventi di pezzi o . qu adrupedi), mentre poi come proietto maggiormente idoneo, anzi s~condo akuni addirittura, « unico» per l 'artiglieria da campagna, era preconizzato lo i:;hrapnel. Circa le proposte dell' Allason è a ·O~servare che soltanto in parte la sua asserzione che un'artiglieria cacciatori sul tipo ài quella del Cavalli fosse esente dagli inconvenienti cui potcva,no dar luogo i materiali scu dati, aveva real e fondamento, e ciò pe1·chè evidentemente lo scudo applica,to a.i pezzo non poteva proteggere i qua drupedi della pariglia, che al tiro funzio nava.no in certo senso da freno di sparo, nè il relativo condn C.<'nte : consegne che auche con un materiale stanhope la protezione offerta dallo scudo risnltava praticamente in snfficiente. Come si vede, nè le proposte del mancardi per quanto geniaH e nutrite di profonda, cultura tecnica, nè quelle del-
] 563 -
PARTF: '.rECKI CA
J.870-1915
J'Alla son suggerite da considerazioni prevalente men te tattiche,
ntirontavano il pl'oblema del rim1oya,mento dell'artiglieria da campagna nella sua. interer.za., con armonica visione dei m.oltepllci e complessi problemi interdipendenti che dovevansi àll'nopo dsolvere; ma occone soggiungere che del resto i tempi non 1:rano maturi. Tm la :fine del J 8~5 ed i priwi cli gennaio 1 SG l'ingegnere francese Paolo Vidlle faceva sottopone alle prime prove d 'impiego nelfo a1·tiglierie la polvere colloida,le, cos.ì detta polve1·f\ D., da lui studiata e sperimentata presso il Laboratorio centrale cc des ponùres et salpètres )) di Parigi. Veniva, così :i ,·el'ificarsi la prima delle due condizioni essenziali da cni, come isi è visto, doveva dipend ere la. realir.r.azione del moderno materiale scudato da campagna. Come molti anni più tardi ebbe ad affermare il ge11e1·ale Rohne: « l'invenzione clella polvere senza fumo proYocò una ri\'oluzione completa degli armamenti. 11 nuovo eo:plosivo di lancio gocleva delle cluu seguenti proprietà importunti: lu sua combustione lenta forni\·a un laYoro balistico cousiderevole con p1:essioni poco elevate, e br_u<.:iava poi quasi senza fumo. La prirua propri('tà permette di accrescere Il rnlore balistico dell'arma e (:\oè: diminuzione clel calibro, aumento della velocità iniziale e del coefficiente balistico ed, in couseguenza , ti·aiettoria più tesa e gittata mnggìore; mentre la seconda proprietà permette cll puntare durante un tiro rapido ».
Se a ciò si aggiunge l'assenza di residui solidi doè di fecce, facilmente s'indovina come l'adozione cl elle polveri infumi rende,a possibile non solo la realizzazione delle a,rtiglieri.e a deformazione e dei fucili a ripet.ir.ionc, ma anche quella delle moderne a1·mi automatiche. · Dappertutto si passò quindi assai ra.pida mcnte all'adozione delle polveri infumi per le artiglierie da campagna,, mentre più lentamente se ne estese l'impiego nelle bocche da fuoco cli maggior calibro. Altrettanto e forse ancora più rapida fu la 'fioritura. di proposte e di stndi intesi al rinnovamento dell'artiglieriì.L da campagl1a, sfruttando le possibilità che la n uova polvere faceva, prevedere, e procurando di realizza.re quei progressi che senza di essa si erano per il passato potuti vaghegghiare, ma che non i;;i erano mai potuti attuare. In Francia si -
1564 -
PROPOS'l'D DIDLL' ALLA SON
'
SUL
RINNOVAMENTO
DIDLL' AftT.
OA
CA:.'11PAGNA
tominciò subito, metodicamen~e e nel massimo segreto, a mettere a11o studio un ·nu ovo materiale da campagna a tiro rapido scuda·to, e fin dall'agosto 1887 il Ministero francese della guerra impartiva al l'iguarùo le direttive ai dipendenti organi tecnici. In Italia, come del resto anche presso altre Potenze fra le quali la Ge1·mania, la questione del rinnovè;l,mento delle ar tiglierie da campag1ut l'estò anoora per varii anni quasi del tutto limitata alle trattazioni teoriche degli studiosi - tecnici e tattici - , e soltauto in quei Paesi dove esistevano appropriate industrie prb·ate di materiali d'ar tiglieria, i loro dirigenti J>resero delle iniziative e· concrettLrono studii e l'ealizzazioni al riguardo, presentando proposte e materia.li da essi fabbricati. A completamento di una sua precedente opera « I mpiego dell'artiglieria in guena )) il maggiore Ugo Allason allora ins1::gnante alla Scuola tl' Applicl:Lzione d'artiglieria e genio, nel 1S90 pubblicava un opuscolo sulla « P olvere senza fumo, le nuove armi e la ta,ttica )) che ebbe noternle diffusione anche all'estero, essendo stato t rad otto in francese e quasi contemporaneamente anche in russo a cura dell'allora capitano Belaie:ff, ministi-o della g uerra, all'atto dello scoppio della, rivoluzione bolscevica-. Il predetto opuseolo presenta notevole importanza, pet·chè l' Allason godeva nel mondo militare italiano <li una posizione analoga a quella del Langlois in Francia e del Rohne in Germania : egli era cioè il più autorevole o quan · to meno il più brillante scrittore ed ascoltato studioso di questioni d'impiego e di tattica dell'artiglieria. Con tàJ.e suo opuscolo l' Allason afferma « nnzltutto che la po!Yct·c infume r ende beusi possibile un ulteriore :rnmento delle velocità iniziali e quindi tiella gittata e della potenza de! materiali campali, ma ciò non si polrà sfruttnrn elle pnrzialmente perchè imporrebbe un aumento di vcso dei m::itcriali, incompatibile con le esigenze di mobilità di tali artiglierie. Tu secondo luogo qu:ind'nnche coi pezzi da cnmpagna si potessero raggiungere le gittate, fin d'allora da taluno preconizzate, di 8 e 10 kilomctri, ciò non avrebbe nessuna imporLanza pmtica per ln ral{iOn<! perentoria per cui « oltrepiH,sando 2 o 3 J;:ilometri..... non si fa· un buon impiego del fuoco ..... Esistono anche per l'ar tiglierio, limiti elle non si possono oltrepassare..... Vi sono delle condizioni cui non possiamo soddisfare e cioè la possibilità, per l'ar tiglieria da compagna, cl'impiegnre strumenti ottici che dovrebbero essere Yolmninosi e . complicati per e!lsere esatti, nonchè
-
1565 -
P.1R'.l'E 'l'EC:,SlC'A
1870-1!)15
la 1>ossibilità di instulladi sul campo di battaglia e ùi ser vircene per osservare s ia il newi<:o che i risultati clel tiro >l.
E più oltre scriveva l' Allason : « Il punturuento in(lirello deve continua re acl cs:;cre considernto come un espediente, cui l'artiglieria si rassegnerà a ri correre quando uon potrit 1iro1n·i0 farne a meno. ~ è ln celeri tà di tiro di <:ui sar ebbero capaci le artiglierh: da camvugna a tit'o rapido, deve trarre in inganno ; iufatli a tale celeritìt i.<ì accoppierebbe la rid uzione clel calibro in mi:mt·a così sent ita da r en<le1:e scu rsumente eilicacc ed ossei;Yabile il tiro a shrapnel. Ino)tr e, tali.! celerità sarebbe più a pparente che reale perchè, in effetti, le uecessit1t di nna conetta cotHlottu di fuoco e la perdi la cli tempo imposta dal rinculo del pezzo>>
(r·incnlo non completamente sopprimibile secondo l' A.lla,son) cc finirebbero pel' ridurla noteH>huente. Tutto ciò a nche u prescindere <lul fatto che Il cannone cl n campag na a tll'O rnt>iclo, a purltit lll ogni altrn condizione, riuscirebbe più pesante di un pezzo rigitlo dello stesso calibro, e; ]lur volendo ritenere sopportabile l'cccessin1 complicazione di uu materiale clel gener e, che contr aster ebbe c:011 la rnsticitit genera Imente riconoi,ci u tu ne-
cessaria».
:Kella, redsa affermazione cleU'impossibilitù, <.li impiegare praticamente mezzi vtlici per il p untamento delle artiglierie ed adottare correntemente il puntamento i1ndiretto, e-osi com'.! nelle prc-occupazioni relative al soverchi-o peso e quindi alla sc:arsa mobilità che avrebbero avuto i materiali da ca,mpagna a tiro ra.pido, si celaYn 1mtb scarsa -fiducia, nelle possibilità di peogresso delle nostre i11d111:;t1·ie ottiche e meccaniche, spiegabile con lo stardio in eui tali industrie si t1·ovavano ancora verso il J."'90. L' affermata inutilità di ottenel'e grandi gittate qu an cl'anche tecnicamente conseguibili, uon teneva poi conto del fu tto essenziale pe1· cui occorre~ avere artigliei-ie non soltanto iHfel'iori ma possihilmente superiori. in gittata tb quelle dell'avYersario, a:ffinchè questi non sia. in grado di smontare le nostre ba.tterie ed offende1·e le nostre fanterie mantenendosi fuori del raggio d'azione dei nostri pezzi, così come era avvenuto nelfa guerra del 1859 in cui le al'tiglierie austriache avevano fatto triste esperienza in confron to dei pezzi rigati francesi a più lunghe gittate. 1~ doveroso pertanto rilevare che l' Allason nelle critiche alla celerità di tiro noi-malmente ottenibile con artiglie1fa da rampag-na n. tiro rapido non si inga1mava del -
1566 -
PROrOS'l'ill DEL;L' ALLASO:K
SUL
Rl~NOVAM@NTO
DEILL' ART.
DA
CAMPAGNA
tutto, perchè anoor oggi la necessità, di l'isparmiare munizioni, nonchè pratiche esigenze di condotta e di disciplina del fuoco, fanno sì che la celerità massima cli tiro cli cui sarebbero capaci le bocche da fuoco, sia soltanto sfruttata raramente . .A tale riguardo tuttavia ·11 A1lason non teneva sufficiente conto della circostanza assai importante per cui allorchè si deve gareggiare con altri, e specialmente poi qua,nclo si tratta di gara cruenta, non basta possedere mezzi che forniscano normalmente all' incirca le stesse prestazioni che normalmente possono dare i mezzi similari dell'ayversario, ma occone che anche le prestazioni massime degli uni e degli altri mezzi si equivalgano, perchè altrimenti si rischia di non essere in grado cli compiel'e ii massimo sforzo allorcbè questo sia richiesto dalle contingE:nze della battaglia. In questo i nteressantissimo studio clell' Allason non mancano del r esto osse!'va.zioni acute ed espressioni simpatiche di vecchio ufficiale piemontese : egli per esempio not~ che « la nuova polvere rappresent.an<lo un auLUento della potenza (ii fuoco migliora la situazione del difensore più ùl quanto non giovi all'attaccante : è un fatto stubillto che il difensore può fare uso pil':1 completo tlella suu arma e che ogni perfezionamento tecnico che migliori il tiro renclcuùolo più rnpido, più teso e più esatto, gli è più vantaggioso, di norma, di quanto non lo sia all 'a ttaccante».
E poi da rilevare che l' Allason, consicleranclo l'evoluzione della tattica in conseguenztt dell'adozione delle polveri infumi e dei presumibili pl'ogressi tec11ici delle armi, nega che. nelfo future guerre si possa. generalizzare l'impiego della fortifica. zione campa.le e pertanto contesta, ,che si debba, tornare, per lo meno in larga rnisurn,, all'impiego di obici campali, e cioè sostanzialmente alla duplicità dei calibri per l'artiglieria da <;ampa,gna : ·com'è noto queste previsioni dell.' Allason, del resto condivise dalla, maggioranza. dei tattici del suo tempo, sono state contraddette dagli avvenimenti posteriori e dai conseguenti armamenti. Resta pertanto confel'mato che così come fu accennato, con l'adozione delle polveri infumi nei materiali esistenti si era ~onseguito un accrescimento di potenza 1·eaJizzando un aumento della velocità iniziale od un aumento del peso del proietto, .._ 1567 -
PARTffi TECNICA
1870-1915
mentre d'altl'a parte si era attuata. una delle condizioni indispensabili affinchè riuscisse possibile ed opportuna la realizzazione di mate1fali scudati da campagna a tiro rapido. . ·verso il 1890 apparve pertanto chiara a tutti la neeessità cli rinnovare i materiali esistenti che erano stati adottati verso il 1880, onde fruire delle possibilità di aumento di potenza delle bocche da fuoco, possibilità derivanti sia dall'impiego delle polveri infumi e sia anche dall'impiego di acciai ad alta resisten;i;a che potevano essere prodotti in conseguenza dei notevoli progressi compiuti dalle industrie metallurgiche. Se non chè mentre gli uni - come l' Alla.son, il Pedrazzoli ecl il Sollier in Italia, il Rohne in Germania, il ~ioch in America - ritenevano necessario e sufficiente di studiare materiali a tiro accelerato e cioè a rinculo solo pa.rzialment.e soppresso, non scnda,ti, cli calibro all'incirca di 80 mm. , di fattura rustica, e della maggiore possibile mobilità; altri - come il Biancarcli in Italia, il Lan.glois in Francia, il Wille in Gèrmania - au~picavano l'adozione di materiali scudati a tiro 1'3.pido, ad alta velocità iniziale e con grande celerità di tiro. E anche le principali Case costruttrici aderirono all'uno od a,l l'altro indirizzo: le Case francesi - Saint Ohamond, Schnei· der, Canet - si orientarono ben presto verso i materiali à deformazione, e così pure fecero quelle Ditte, come la No1·denfelt, la Gruson , la. Rotcbiss, che già erano specializzate nella costruzione di bocche da fuoco a tiro rapido per le artiglierie navali, costiere e da fortezza; mentre le principali Case tedesehe invece, come la Krupp e la Erhardt, si dedicarono tanto allo studio di artiglierie a ti.ro accelerato che a tiro rapido, attenendosi anzi nel decennio 1890-1900 specialmente a quelle a tiro a ccelerato, in correlazione del resto con le tendenze prevalenti nelle sfere ufficiali dell'esercito germanico. In Italia l'industria, poco più che nascente, non potè apportare notevoli contributi allo studio dei nuovi mat eriali. Ciò nonostante ed anzi sovratntto per ciò deve essere ricordata a. titolo d'onore una coraggiosa iniziativa dell'ingegnere Ernesto Rreda, illustre pioniere della, grande industria meccanica in Italia, e messa in meritato rilievo l'-0pera appassionata ·C di11tnrna dell'ing. ·VHtori-o Fraca,sso, tecnico valoroso rlella Ca~a -
1568 -
IL CANNONE IlRfCDA DA
57 mm.
Breda, che alla realizzazione di qnesta prima coraggiosa rn1~dativa e delle successive fabbricazioni artiglieresche della Casa t-tessa diede largo contribn to di studi e f~ttiva. ussistenza sperimentale : i nomi di Ernesto Breda e di Vittorio Fracasso vanno qui associati a quello di Giuseppe Biai1cardi. Nel J891 la Ditta Ing. E . Breda & C. presentava ttll'Esposizione Na-
1~1g. 781 - .Rrnesto Breda.
zionale di Palermo un cannone del calibro di 57 mm. che la nciava un proietto del peso di kilogrammi 2,700, can none preventivamente sperimentato alla, Spezia. Evidentemonte per deficien za di potenza una simile bocca da fuoco non poteva convenire come materiale da campagna; essa, presentaYa però ca1.·at teristiche non prive di r eale interesse. « La bocca da fuoco era rigidamente incava lcata sull'affusto non scncluto e In riduzione <lei rinculo veniva ottenuta mediunte un freno-ricuperatore interposto tr a la sala, folle rispetto all'affusto, e lu coda d'affusto. All'atto dello sparo le ruote, che erano rese solidali colla sala rnecllante manovelle, nel girare sollecitavano lo stelo dello stantuffo clel freno a sfilarsi dal et-
102
-
1569 -
PARTID TEC~ICA
1870-1915
lindro, provocando con ciò la tensione delle molle ricuperatt·ici contenute nel cilindro strss?, mentre inoltre et·a sfruttato Il passaggio della glicerina, esistente nel cilindro, dalla parte unteriore alla parte posteriore dello stantuffo attraverso luci pratica te nello stantuffo stesso. Alla Lìne della ·corsa di · rinculo le molle ricuperntrici dist11ndendosi sollecitavano Io stelo a rientrare nel cilindro, provocando così la rem1ione delle ruote in senso inverso, e quindi il ritorno in batteria. Come appare da quanto sopra non si trattava di un materiale a cleformazioue vero e proprio, polchè non era ·in esso ottenuta l'immobilità dell'affusto all'atto dello sparo, rna si trattava piuttosto cli un materiale a tiro accelerato. La coda, sprovvista di voroero, era munita di un disco dentato mediante il quale era possiblle cli dare al pezzo dei piccoli spostamenti In direzione. L'otturatore, a blocco girevole attorno ad un asse verticale, era i1tto all'impiego cli cartocci a proietto, e pertanto si prestav:1 all'uso cli carica uuica ».
Questo tentativo della Breda costituì un primo passo della 11ostra industria verso la risohrnione dell'impo1tante problema, (' l 'ingegnere Breda verso il 1S94 pose difatti allo stodio 1m tipo migliore del ~uddetto materiale ed ottenne che esso venisse sperimentato a Ciriè. Ma pe1·chè la nostra -industria, potesse di proposito a,pplicar1:,i alla soluzione del problema, del materi ale da, campagna a tiro rapido, sarebbe stato necessario che il problema stesso le venisse ptecisamente posto ed impostato nei suoi termini tecnici e .tattici: invece le nostre Autorità tecniche. co11vi1 1te com'enm o deUa in opportunità di adottare per l' a,rti glieria da ca,mpagrn1 dei materiali a tiro rapido, indirizzarono gli sforzi dell'industria verso altra, vin. Ad ogni modo la Breda, studiò anche e fece sperimentare a Oiriè un tipo cli -cannone a quattl'o ruote <fosti.nato a sparar(' con l'avantreno unito al retrotreno ed cventnalmente nncbe con le padglie attaccate. P er rewl ersi conto delle difficoltà. incout.ni,1:e <lai creatori dei moderni m,atnia.li da ·Cawpagna e per nppt·cr,¼a1·e eq uam ente gli a-rgomenti dei loro oppositori occorre esaminare ht·evernente i <.lati tecnici del problema. Un materiale da campagna a rin cnlo totalmente soppres ~o, quale è necessario se si vuole una grande celerità di tiro u più ancora se si vogliono applicare degli scndi, verrebbe a trov~rsi in condizioni analogbe a quelle di una boeea. da fnoco in posta.zione fìssa. Qnalora i:;i volesse spin ~erc tale analogia. -
]!570 -
IDSAME Dfill DA'.rI TJ])CNj CI D©L MATERIALE DA CA:'11PA0NA A TIRO RAPIDO
:fino all'identità occorrerebbe ancorare rigidamente il pezzo al teneno, ma per tale fatto il ma teriale verrebbe ad esser~ sottoposto ad un tormento tale che non potrebbe essere sopportato che mediante un appesa,ntimenlio del materiale stesso, assolutamente incompatibile colle esigenze di peso dell'artiglieria campale. Per ciò e per le complicazioni che Dl! deriverebbero alla.
Particolare de11 ·otturatore.
Flg. 782 - Cannone a tir o celere presentato dalla Ditta Ing. E. Breda e C. a ll'Esposizione di Pale rmo 1891.
messa in bat teria, nessuno ha mai pensato ad una simile soluzione integrale e pertanto non si risolve praticamente il problema che consentendo aù una parte (lel materiale un cel'to • rinculo ed ottenendone, con idonei dispositivi, il ritorno :tnto · matico in ba tteria. Si tratta in altri termini di ricorrere ad una concezio110 analoga a quella att uata daJ Cavalli nel suo affusto per ea,n-
] 571 -
PAilTill TIDCNICA
1870-1915
noni rigati a, retr,ocarica, ed in un certo senso, anche nel famoso · affusto da campagna mod. 44. La parte dell'affusto che rimane ferma all'atto dello sparo (almeno dopo il primo colpo) è solitamente fissata al tel'l'wo a mezz.o di un « ·vomero >>, ed evidentemente tale vomero Hon può rimanere immobile se non a patto di esercitare sul t~r1·e110
Fig. 783 - Cannone presentato dalla Ditt:;1. Ing. E. Breda e C. al concorso , del 1897.
una pressione eompatibile oolla resisterrna del terreno stesso che in generale è assai limitata, tanto che praticamentè è necessario che il vomero sia assoggettato ad uno sforzo relativamente mo- · desto. I noltre, siccome le ruote non sono assicurate al terreno, potrebbe darsi che all'atto dello sparo subissero un no1evole impennamento, sicchè, in generale, tornando in batteri.:-.~ 1ion riprenderebbero esattamente la primitiva posizione, e pertanto f-i verificherebbe una notevole a,lterazione del puntamen to. Trattandosi di rnateriah rigidi questo impen naggio non preoc -
1572 -
esA::-(0 DF:1 DA'l'l TEC:'> ICI D~L MATERIAT~E DA CAMPAGNA
A TIRO RAPIDO
cupava molto sia percltè l'estremità delJa coda non essend o fissata al terreno la possibilità clell'impennamento stesso eriL più limitata, e sia so,Tatutto perchè il riporto del pezzo in batteria era affidato ai ser venti , ed era quindi l'iconosdnta la illdispenstLbilità cli effettua re il pun tamen to dopo ogni singolo colpo. Invece in un materiale a deformazione è necessario che il puntament o, esclusion fa tta pcl' i primi c-olpi, non si alteri sensibilmente per i colpi s uccessivi, tan to clic nei materiali a defol'mazione assume quindi grande importanza l a stabilità lt,ngitudinale- del pezzo all'atto dello sparo. A:ffi11 chè t ale stabilità. sia asskma.ta, occorre che il pef'-o totalf\ clel pezzo in batteria, nonchè il peso della parte rincu · lante di esso, non siano inferiori a, determi nati valori, varian t i fra l 'altro con l,'altezza <lel ginocchiello, con la l unghezza della. coda e con lo sforzo sul freno, che si ritengorno a,mmissibili, e ciò indipendentemente clal peso che il materiale debba a,7 ere per le in trinseehe esigenze cli r esistenza alle soJlecitazioni cu i esso è sottoposto. I n defi nitiva la c·.onclizi onc <li stabilità ten de per sè stessa ad appesantire il materia le, o qn anto meno ne impe· disce l'alleggerimento oltre certi limiti. In alcuni materiali si tentò l'in terposizione di mezzi elas tici, costituiti in genere da sistemi cli molle disposti tra il vomel'o ed il resto <lell'MJ'usto; in altri si ricorse ·a ll'intc1,posi· zione cli mezzi elast.ici tra la sala e la testata d' affu to; ed in altri ancora i d ue pr ecfot.ti dispositivi vennero adottati con· ginntamen te. Con tali dispositivi però la co1·.s a di rinculo par. ziale dell'affusto ri spetto al vomero oppure rispetto alla sala non poten do ei-sere che assai limita t:1, il t·i nculo complessivo del pezzo rispetto al terreno, an che frena,n do energica.mente 11: ruote all' atto dello sparo, n on poteva risnltarc eliminato del t utto, mentre d'altra parte la stabilità longitudinale non ve. niva n,ssicurata,. F11 roa10 questi i materiali « a tiro accelerato » od « ad impennata». A:ffinchè lo sfor zo del v,o mero con t J'o il terreno fosse cosi limitato da assicurare l'immobilità del vomero stesso, special · men te nel tiro con picco.li a,n goli d 'inclinazione, occorreva che fa parte rinculante potesse effettuare una. corsa di gran lunga niuggiore, ed a questo in ten to si pensò pertanto di interporre -
1573 -
PAl!TE TECNICA
1870-19.15
tra la bocca da. fuoc-o e l'affusto . un freno idraulico, simile a. t( uelli già in uso pei- artiglierie da costa e navali, in modo da <.:oncedere alla bocc-a di.L fuoeo, parallelamente al proprio asse, una cor:sa di rinculo di lunghezza adeguata., e poichè la forzt1 viva. di .rinculo della bocca, da fuoco si estingueva così lungo una Cìorsa rclativamen te notevole, lo .sf.oi-zo del freno risultava n,bbastanza limitato. In altri termini si t1·attava di far eompiere al freno n11 lavoro (dato dal p1·odotto ùelh1 re~istenza <>i-:;sia, dello sforzo d<~l freno moltiplicato per ht lunghezza del 1·incnl-0) pari alla, fo1·za viva che per effetto dello ~pm·o veniva ~H:qnisita dall a boc.;ca <la fuo co. Su questo principio venne studiato il cannone francese da 75 l\fod. 1897, ch e -come si-è accennato fu il pl'imo cannone da campagna, a deformazione, adottat<> ufficialmente. Però tale soluzione francese, che esse1rnialmente differiva da quella del Bi:1nca,r di del 187"7 solo in qunnto il rinculo della bocca da fuoco si verifica.va parallelamente al suo asse, era tutt'altro ehe priva di difficoltà. e cli ine011vell icnti, a nche a pre~<:indet·e da considerazioni puramente tattiche. A padtù, cli ogni altra drco.sfanza esso por·tava anzitutto un aumento di peso rispetto ad nn materiale rigido dello stesso calibro : infatti il peso degli organi frenallti, costituiti non solo dal freno vero e pl'oprio ma anche dal rkuperatore e dal freno di ritorno in batteria uonchè dalle parti accessorie, non concorre per sè stesso alla resistenza dell'affusto, ma è invece una specie di peso aggiuntiv-0. In secondo luogo a causa della, lunga. <:orsa, di r inculo, il settore verticale d;i tiro risultava. assai limita,to con oonseguente limitazione della gittata e.d incmnpleto sfruttamento delle possibilità balistiche della bocca da flioco. Volendo poi applicare gli scndi ad un materiale del genere si veniva t~.d aggiungere un altro peso che però non concorreva aUa · r esistenza. g a rilevare che se le -esigenze derivanti dalle tre cause suddette e ci-oè - condi~ione di stabilità - dispositivi frenanti f':cndi - , non si sommavano perchè venivano ,i n parte soddidisfat te con gli stessi organi, non era perciò meno innegabile clw in gene.rale ed a parità di ogni altra. circostanza, la sop . pressione del rincu)o apportava nn aumento clel peso del materiale, non elimirrn,bile ehe parzialmente anche aa-0ttando per
TEORIA D0L LA:KOL-OlS IN REJLAZI0NE AL MATEHIALm OA CAMPAGKA
la costruzione della boeca da fuo co e dèll'affusto degli acciai d.i alta resistenza elle erano anc:ora assai 0ostosi, tanto che ne conseg uì una tendenzfL alla diminuzione del calibro, d'altra. parte suggerita anche da considerazioni di ordine tattico. · I nfine poichè per realizzare la voluta celerità, di tiro :si riteneva necessario l' impiego del bossolo metallico unilio al p1,oietto, ment re da una parte si appesantiva il munizionamen to, d'alt1·0 lato si era costretti n<l impiegal'e una, unica ·Carica di lancio che per ovvie ragioni era la massima compatibile con la resistenza clel materiale, e questo provoc:ava un notevole logorio della bocca da fuoco, e rendeva impossibile l'effettuazione di tiri più o meno chrvi a seconda, delle esigenze tattiche. Nel 1892 l'allora colouuello La11~lois pubblicava l~t sua già citata opera « L' A1-tillerie de campagne en liaison avec lés . nutres armes », e in e~sa veniva for.·e per la prima volta si stematicamente delineata la teoria della nuova artiglieria da campagna. Dal punto cli vista tattico il Langlois par tiva dal p1}ncipio, pl'essochè universalrnent(~ ammesso, che lo shrapnel fosse il proietto rispondente a quasi t utte le esige11ze della, guerra camp:1le : a quell'epoca, si ri.teneva che lo shrapnel, dato il grande angolo di caònta delle pallette, avesse in generale una efficacia soddisfacente non solo cont ro le truppe scoper te ma altresl contro truppe trincerate, ed anzi persino per il tiro di controbatteria si riteneva particolarmente conveniente lo shrapnel, tennto conto dell 'azi one morale che i snoi effetti. avrebbero esercitato i:::oprn i serventi. Siccome poi gli ~hrapnel dL qnnlsiasi calibro erano studiati in modo che le pr11lette, ad altezza ed interntllo dì scoppio norma,li, avessero for1.a vi va idonea ad abbattere i bersagli a.11imati, quasi come immediato corolla1·io ne derivava che i1 massimo effetto doYesse ottenersi col lancio del maggior numero possibile cli pal1ette nell'unità di tempo. Ciò posto, si tratt.nva di ricerca.re se ciò meglio si. ottenesse con shrapnel di cali bro relativa10ente elevato e celerità di tjro moderate, oppure invece con i,;hrapnel di calibro minore eù elevate celeJ1tà di tiro . Orbene, basandosi. sn prove d'efficacia dl'ettua,te con sbrapuel belga. e .con shrnpnel itaJin11i da 7 B. R/ Ret. e da 9 B. R/Ret . il Langloi.s dimostra che -
1575 -
PAR'l'm '.rnCNICA
1870-1915
« alla gittata in cui due proietti dl calibro different~ possiedono la stessa velocità residua nonc!Jè alle gittate inferiori ulla predetta, relativamente al proprio peso il proietto più leggero produce un maggior effetto >>.
Ne deriva che se nell' unità. di tempo si lancia un peso di proietti cl el calibro minore pari al peso di proietti che può essere lanciato dalla bocca da fuoco di maggior calibro, si otterrà un effetto maggiore 001 calibro minore anzichè col maggiore dei due calibri : se la differenza fra i clne calibri non è eccessiva questo risultato non esigerù. per parte del calibro minore umi celerità di tiro esagerata, che ~e poi si potrà: r ealizzare una maggiore celerità di tiro, l'effetto del tir o crescerà ulteriormente purchè, naturalmente, tale celedtà non impedisca una buon a condotta del fuoco. Dato che il ma.ggiòr peso ,Lmmissibile per una vettura da campagna è pressochè un dato :fisso, tra 1600 e 1800 kg. circa, cui corrisponde un peso clel pezzo in batteria di circa 1000 kg. , ne deriva che il miglior modo cli ntilizzare tale ultimo peso consisterà. nel creare mi a hocca da fn oeo cbe, c-0mpatibilmente con esso, fornisca il massimo effetto, inteso nel senso suddetto : 11:1turalmente questa bocca da fuoco non sarà la bocca da fuo<',0 di maggior calibro tra qnelle teoricamente compatibili col peso assegnato, nè quella ca.pace della maggiore velocità iniziale, ma sa,r à invece qnella con la qnale nell'unità di tempo si possa efficacemente lan ciare il maggior peso di proietto. A tal :fine una parte del peso del materiale dovrà essere spesa non già a resistel'e alle sollecita7.ioni dello spar·o, ma ad ottel_lere la 11ecessa1fa celerità cli tiro dipendeute fra l'altro dal peso degli organi frenanti, clal peso dei dispositivi di pnntarucnto, ecl evcntuaJmente dal peso occorrente ad assicurare ln, stabilitlt del pezzo; e quindi poi siccome praticamente la potenza, di un'arma è anche funzione della, sua vulnerabilità, così si. clovrà pure impiegare un a par te del peso disponibile per munire il pezzo di scudi. In succinto questa era l'impostazione della teoria, del Lan glois, ammirevole per coerenza logica a nche se non clel tntto accettabile, ma ad ogni modo storicamente importantissima. Fu infatti il Langlois il creatore di quella teoria/ dell'offensiva. « a testa. bassa >) che dominò in Fra.ncia negli anni immedia-
In76 -
.IL CANNO NE DA
70 mmi.
PROPOSTO DAL GE~GRALW WlLLID
ta.me11te anteriori al 1914, ed ebbe al'ti·e:;i ripercussione anche u.ltl'ove. Di questa dottJ'ina, era, parte non sol.o integrante ma addirittura necessaria ed essenziale la tattic;,t dell'artiglieria. precipuamente basata sul tiro celere a. shrapnel., sca.glionato in . profondità -0 in direzione (falciu,mento) ed anche a zone. Tale tiro, che era ritenuto il più efficace contl'o truppe poco visibili percbè avanzanti al coperto, presupponeva evidentemente l'impiego di artiglierie a tiro rapido, ed in generale l ' uso del puntamento indiretto. ~ el 1S92 in Germania il generale Wille proponeva un « can· 110IJ.e dell'avvenire>> clel calibro cli 70 mm. che secondo l 'antore doveva làndare un prniet.to di kg. 6,G con velocità iniziale di circa 800 metri al secondo, ma unanim emente la stamp,t militare di tutti i paesi accolise una tale proposta con un diluvin cii critiche, e fra i critici sfavorevoli intervenne auterevolissimo il Rohne che però doveva poi più tardi convertirsi alle teorie degli innovatori. In Italia, tra gli altri scritti compal'iva su Il !11a.f:tir.o di Napoli del 4 giugno 1892 un articolo firmato «Caporale>) (che allora si finse di non sapere quale illuminato e competente ufficiale dell'Arma si nascondesse sotto tale pseudonimo) degno d'essere cita.to perchè con molta saggezza, osservava: « ... .. è un fatto che la soluzione cli un problema di questo genere non è facile gìncehè gli elementi <li una bo<;ta cla fu oco sono intimamente legati gli uni agll altri in moclo che spesso si cade in un circolo vizioso. Invece cli molti calcoli e molti disegni conviene costruire addi rittura il cannone con dati anche apJirosslmativi >i .
Sulla questione tornava dal canto sno l' AUason con tre opuscoli : « I cannoni a tiro rapido e l 'artiglieria campale (1890) »; « Vartiglieria da campagna, il cannone a tiro accelerato e la tattica (1897) »; e « L'artiglieria da campagna e i nuovi materiali (1899) ». Sul pl'imo scritto è superfluo soffermarsi perchè poco aggiunge a quanto l ' Allason aveva già, espost,o nel precedente studio « Polvere senza :fumo, le nuove armi e la tattica >), ed è soltanto da nota,r e che qui l' Allason parte dall'esame dei primi mocleJli di peq,µi a tiro r apido cla campagna effettivamente costruiti e provati al tiro da Case estere, quali la Nordenfelt, la Hotckiss, la, Gruson, la Maxim e la -
1577 - -
l'AH'l'li: TIDCN ICA
1870-1915
Krupp che avevano presentato materiali, per una pa.rte di ealibro evidentemente troppo piecolo (42, 47, 57, e GO mru.); e per altro lato di peso relativamente eccessivo: questo duplice rilievo m.eHtre spiega la ,critica 1:1favorevole dcll' Allason mostrn come fosse molto diffici1 e cli trovare una sol uzione soddisfacente. Gli a]tri due scl'itti dell'Allason meritano di essere ricordati perchè in ·essi il cannon e da campagna a tiro rapido appare definitivamente res.pinto dal campo delle possibilità, mentre f' soltanto 1·iconosciuta l'opportunità dell'adoz~one di un mate1·iale a tiro limita ta mente accelerato . L' Allason preconizzava pertanto ciò che doveva avvenire in Italia e difatti nel 189G venne da noi bandito un concorso. per il rinn ova.mento della nostra artiglieria dr. campagna ecl il program.11ta relativo vietò e~plicitamente e la corazza e il freno idraulico. Ciò malgrado nel successivo anno 1897 Giuseppe Biancardi presentaYa un progetto di ma.teriale a tiro rapido avente le seguenti caratteristiche : cannone scorrevole sull'affusto, nel rinculo; freno a molla a, spirale; traino semplificat.o a due ruote senr.a avantreno con attaeco << alla buttera» e cioè a tre cavalli di fronte. Le Autorità tecniche ammisero alle prove soltanto l' attacco alla buttera che fu ritenuto applicabile al traino delle munizioni ma non a quello dei pezzi ! Nonostante tutte le difficoltà cli realizzazion e ùei materiali a tiro ra,piclo da. earnpagna, nonostante i loro inconvenienti congeniti ed inevitabili, è innegabile che fu g1:ave e non giusi:ifì.c abile errore quello da noi commesso con lo interdire persino la possibilità dello stndio di. un'artiglieria òel genere : devesi. però ricordare che identico error e fu commesso anche dalla Germania che poco prima, e cioè nel 1896, .aveva adottato un cannone a til'o accelerato cla 77 mm ., mentre anche altrove l' errore stesso fn fatto. Ma tale . errore fu t uttavia tanto più doloroso e tanto più grave per noi che anche i n questo campo, per merito de] Biancarcli avevamo detto al mondo la prima concreta parola, e che per lo ~tato della nostra . industria e per ragioni finanziarie difficilmente potevamo e ::wremmo po tuto far fronte ad un nu ovo cambiamento di materiale a breve scadenza. se, come accadde, si fosse poi dopo pochi mesi im-
1n7S -
NUOVO MA'.l.'8HIALE DA CAMP . PROPOSTO DALLA CO)..fi\fISSIONE CONSULTI VA
posta l'adozione delle artiglierie da, campagna a tiro rapido. E ancora più grave fu pqi la condanua della soluzione precouizza,ta dal Biancardi proprio nel momento in cui la Francia adottava ufficialmente il ~no materiale scudato a deformazione. Nella 1nonograJia « L'artiglieria <la campagna e i nuovi ma teriali ·,(1899) >> l' Allaso11 r iafferma più ancora, nettamen te che noH nel precedente studio il proprio punto di vista che nel frattempo era di venuto in Italia il punto di vista ufficiale, e si sofferma quasi esclusivamente su considerazioni di indole tattica ri.hwamlo che la rapidità del tiro è elemento cli secondaria importanza ed in un certo · senso elemento perturbatore pcrchè può éssere d'-0stacolo ad mm regola.re e ben Of::servata (•Ondotta del fuO(;O noncbè a d un diligente servizio del peZ7,0. « È sulla buona condotta clel fuoco e non sulla ratiidità clel t iro che l'artiglitiria deve fare assegnamento».
Nel novembre del 1896 .la Commissione consultiva permanente per hntiglieria da eampagna determinò le caratteristiche che aYrebbe dovuto aYere il nnovo materiale col quale si doveva sostituire, anzitutto, il vecchio cannone da 75 B. R/ Ret. che rimontava al 1870, ecl in secondo tempo il cannone da 87 B. R/Ret . E sclusi, come fn detto, i freni idraulici. e gli scudi, la Com missione propose un calibro cla 75 mm. ,circa, ma. il }Iinistero ritenne di prescrivere: nn calibro di circa 80 mm., una velocità iniziale di 600 metri secondo, una forza viva alla bocca di 100 dinamodi, ed un p(~So della vettura-pezzo cli. kg. 1600: condi½ioni queste severissime che presupponevano una notevolissim~L pote1iza a:ccoppiata ad un peso assai limitato. Siccom<! il cannone da 75 B. R./ RP.t. forniva con la, granata, una. velocità iniziale di 432 metri al minuto secondo, e con lo shrapnel una velocità di 419 metri al secondo, una forza viva iniziale di circa 40 dina.modi, ed il peso della vettura-pezzo era di kg. 1280, cosi col pl'ogettato fu t uro materiale si trattava di anmentare di. due volte e mezzo la forza viva alla bocca accrescendo soltant o di un quarto il peso del materiale. Si spiega pertanto come e perchè il concorso effettuato nel gennaio 1898 non diede alcun esito positivo . -
1579 -·
.
PAR'l'ID TECNICA
1870-1915
Pu allora {;he la CacSa, Maxim Nor<lenfelt d'accordo con la, Saillt Chamond e la Casa Skocla cli Pilsen si ,offersero di presentare i loro materiali a freno icll'a,ulico, ma, il Ministero respinse tali proposte cosi come aveva respinto quelle del Biancardi, riservandosi di ~perim.e ntare eventualmente siffatti matel'iali, ma soltanto dopo di aver prov~to quelli che rispondessero alle condizioni cli concorso. Presenta.rono .pertanto materiali di loi·o· costruzione : i due Arsenali e. le· due Officine di costruzione d'artiglieria ùi Torino e di Napoli, le Ditte Krupp, Armstrong, Maxim, Nordenfelt e l'Elvetica di Milano .. La Commissione esperimentatrice limitò le prove ai soli materiali A.rmstrong, Krupp, Napoli e Torino, oome quelli che maggiormente si avvicinavano alle condizioni stabilite dal concorso: Il ca,n none giudicato :migliore fu H Krupp, ed il migliore affusto fu ritenuto quello Armstrong. Tuttavia, la Commissione concluse che poichè nessun materiale realizzava i requisiti richiesti, occorreva transigere su di essi o diminuendo il calibro oppure aumentando il peso del materiale; e pertanto consigliò nuovi studi. i:i.l rigua.rclo, ma, il Direttore Generale di Artiglieria,, generale Giovanni 'roretta, ritenendo che il materiale Krupp fosse nel complesso il migli.ore, propose al Ministero di affid;ue alla Casa Krupp lo studio di un tipo cli cannone atto ad esser,~ riprodotto su la1·ga scala. Il 1Ministero della guerra dopo parec:d1ie vicende il 12 gennai.o 1899 stipulava una convenzione colla quale la Casa: Krupp si impegnava dt fornire una sezione completa di materiale da campagna a tiro accelerato di calibro compreso tra 72 e 73 mm., concedendone il diritto di riproduzione negli Stabilimenti militari italiani, con facoltà, ai medesimi di.- valersi del concorso di Stabilimenti italiani clell'industria. privata. Verso la, fine~ del 1899 la, Krupp presentaN~L la ' sezione che le era stata, commessa, ~e fa du(~ Offieine di •rorino e 'di. Napoli presentavano le due bocche da fuoco che, continuando gli studi, a.vevano concretato, mentre poi contemporanea.mente I due Al'sena,l i di Torino e di Napoli consegnavano i rispettivi due affusti. I nostri materia.Ii fabbricati a Torino ed a Napoli, prova.ti
-
1580 -
Cannone d a 75 (Officina di Torin o) ed all'usto dell 'Arsenale di Torin o.
Cannone da montagna da 73 (Officina di Torlno).
Cannone d a 72 su aJiusto (Officina di Napoli).
Cannone da 74 da campagna.
omnibus
Cannone da 74 da campagna.
Fig. 784 - Prove dei nuovi materiali ideati e costruil'i dnt nostri Stnbllimentl.
PAHTEl TECXICA
1870-1915
a Nettuno in c-0nfronto col materiale Krupp, risultarono a d esso superiori, ed infatti il Miltistero cosl scriveva: « Il tipo di bocca da fuoco giudicato dalla Commissione di prova 11referibile fu quello. clell'Oftlcina di '.rorino, L)ur ttnendo conto di gualcile pregio trovato in quella di Napoli; ed il tipo d'af[usto giudicato migliore fu quello dell'At·senale di Napoli. Senonchè essendo stati riconosciuti pregi nell'uffuslo Krupp si ordinò di tenerne conto nell'allestimento del tipo definitivo».
Il materiale prescelto e a.dottato poi con la. denominazione di cannone da 75 A. ca,mp ., fu dunque essE?nzia1mente itali ano e frutto degH stndi dei nostri gloriosi Stabilimenti militari; e fu anche ventura che alla definizione di ~sso contribuissero in egualè misura l'Ofilciua cli Torino e l'Arsenale di Napoli quasi a significare la fusione - nella giovane Artiglieria Italiana delle nobilissime t rad izioni tecniche dell'Artiglieria Sa1·da e dell'Artiglieria, Napoletana. È stato pertanlio a torto che fu affermato che in sostanza il cannone da 75 A. non fosse aHro che il materiale Krupp riprodotto in Ita1ia,, perchè anzi poco cropo Ì'adozi<JJre del predetto cannone da 75 A. camp., per so· stituire il 75 B. da montagna essendosi adottato il cannone da 70 mont. a tiro accelerato, anch'esso venne stuclhito presso i nostri Stabilimenti e più precisarnentè dal generale Solli.er. « Nell'affusto stuellato <inll'Arsennle cli Napoli per il cannone dn 75 A. la rrnuzione del rinculo venivu ottenuta mediante l'impiego di un « freno ,1 i sparo a corda e suola d'attrito» e mediante un « congeguo-vomero )). Il freno di sparo a corda era del t ipo Lemoine, e in sostanza esso, come tutti gli al tri dispositivi del genere, agiva automuticnmente all'atto dello sparo provocando la progresi;ìva simult1rnen frennturn delle due ruote. Eviclentement:e con ciò non si immobilizzava il 1>ezzo, ma si conver tiva soltanto l'attrito dì rotolamento fra ruote e terreno in attrito radente assai maggiore. Il congegno-vomero consisteva poi essenzialmente in un vomero collegato ullu cod:t d'afl.' usto con l'interposizione di un dispositivo a molle. Ad aliusto JilJero ll rinculo del 75 A. er a in media di circa 4 metri e si riduceva n 'Soli metri 1,60 mediante l'impiego del freno a corda. Il cannone cla 75 A. ern poi munito cli un af.fustino capace cli rotare rispe tto alla testata d'affusto, e con esso senza muovere la coda si otteneva un settore orizzontale dì G gradi e cioè di 3 gradi per parte. « Invece nel cannone da 70 mont. si otteneva una modesta riduzione òel rinculo .o meglio del tormento dell'affosto ricorrendo ad un congegno elastico tipo E nghelart costituito da un cuscinetto di gorumn e cla una traversn scorrevole, interposti tra ln testata d'affusto e ln snla ».
-
1582 -
''lit -
Fig. 7$5 - Nuovo materia le da
-
CUlllJJi1g na
1583 -
d n 7i3 A. Krupp.
PARTID TECNICA
1870-1915
Quanto prima. detto esprime ciò che in princ1p10 di questo secolo avveniva in Italia, e precisamente come nel 1901 era in cor·so presso di noi il rinn ovamento dell'artiglieria da campagna e da montagna coi nuovi materiali a tiro accelerato. Tale soluzione, caratteristicamente di essenza int,ermedia, 11011 poteva però nat ural mente accontentare chi, come il Hi ancardi, era. fervente a.postolo dei materiali a t iro rapido scndati, e ciò tanto più perchè nella stessa Germania, sem pre autorevole, ascoltata e seguita in fatto di q ue8tioni militari, il cannone da 77 rigido stava per esse1·e sostit uito da nn pe1,7,0 u deformazioJ1e della Casa K rupp. Nel gemrnio 1900 Giuseppe Bian c:.ardi iniziava su « Z/ Italia MWtare e .ilforinci >> una serie di articoli a~sai importa nt i, perc:hè chiariYano esattamente il suo pensiero dal punto di vista tattico, pa,r tcndo anzitutto dal conc<.>t.to che le perdi te cni vanno soggetti i sel'venti dei pezzi, specie per parte dE>Jla focileria nemica, sono tali da impedire all'artiglieda di svolgere <'filcacmnente il proprio oompito, massime allorchè essa debba agil'e alle brevi distanze: egli con c.:hiudeva che la corazzatura, .si ÌIO· poneYa e con essa 1iaturalmente si imponeva l 'abolizione del rinculo. I n seeondo luogo il Bi,.1,ncardi affermando che la nuova artiglieria, non dovesse (~ssere di calibro troppo piccolo conchiudeva ritenendo opportuno un calibro sngli 87 mm.; e poscia, osservando che, così come era avvenuto nella guerra del Transvaal, anche nelle guene future le fanterie avrebbero fatto largo ricorso a ripari campali, egli pensava che contro t ruppe così protette il proietto più e.file.ace sarebbe stato lo shrapnel u, condizione che le pallette avessero notevole capacità di pc· netrazione e .grande angolo di caduta, il che poteva ottenersi con uno shrapnel , di peso e quindi a,ncbe di calibro relativamente elevati, shrapnel lanciato con modesta, velocità iniziale ; per ultimo egli precisava che soltanto con granate di calibro relativamente elevato si sarebbe potuto battere con la voluta c:i.r:kada le posizioni cnmpali più forti. Ciò posto il Biancn rcli precisa.va i seguenti <) nattr,o punti, a suo parere di capitale importa nza : «l) Metodo cli tiro convergente e cioè« !llanovra di fuoco» qunle è con· sentita dalle grandi gittate delle artiglierie moderne, e che del resto è l'nt·
-
1584 -
CON'.l.'ftASTI D'IDEE SUL M ATIDRIALIJ: DA CA"MP. SCODATO ED A DEFORMAZIONE
tuazione del classico « impiego a massa» napoleonico mediante spostamento delle traiettorie anzichè dei pezzi. « 2) Mobilìtà delle batterie conseguita con carreggio a due ruote e col metodo di attacco alla buttera, ìl che costituisce un ritorno ad alcuni dei concetti fondamentali dell'artiglieria cacciatori del Cavalli, per cui, coll'abolizione degli avantreni, si sarebbe ridotto il peso delle vetture, e parte del peso così risvarmiato si sarebbe potuto impiegare per aumentare il calibro. « 3) Costruzione di cannoni cli bronzo compresso, problema cbe il nostro generale d'artiglieria barone Giuseppe Rosset aveva studiato e risolto con alta competenza, tanto che già da tempo tale costruzione veniva effettuata anche in Italia. << 4) Affusti da campagna a t iro rapido scuclati 11.
Da quanto sovra a,ppare d1e il pezzo da, campagna a uspi cato dal Bi.ancardi era, un cannone corto od obice lungo a t iro rapido scuclato, di calibro elevato e velocità, inizial e relativa mente moderata; materiale che nello stesso tempo doveva avere notevole mobilità èla ot tenersi essenzialmente mediante l'abolizione dell'avantreno. I n queste idee del Biancard i è p<~rtanto doveroso di rik vare e di scorgere una notevole anticipazione di concetti di cui. l'esperienza della grande gnena, ha mostrato tutta l'importhnza specie per l'impieg·o di obici campali; e nel ·Contempo di. constatar e l'influenza esercitata sul Biancarcli dagli studi del Cavalli., influenza che-\ del resto il Biancardi affermava con nobile orgogli-o specialmente per quanto ha trat to f1ll'artiglieria cacciatori, che se fu l' unica invenzione del Cavalli non attua ta, viceversa, a ben con,siderarla, fu una delle più feconde e più importan ti per la storia del pensiero artiglieresco. Adottatosi nfilc:if:Llmente il cannone da, 75 A., il Bia,n cardi sorse con un articolo « La moderna artiglieria da campagna >> a far rilevare l'anacronismo di una simile soluzi.one mentre Fartiglieria. da campagna, corazzata, pr.o pngna,t a da oltre mezzo secolo in Italia da Giovanni Cavalli si imponeva a tutte le Potenze militari, e . mentre la R ussia stava allestendo a nuovo il suo materiale, e la Getma,nia si preparava parimenti a r.1:a · sformare il suo materiale appena ultirri.:1to .nel 1900. Sempre su << L'Italia Militare e ,Marina >> rispondeva a tale articolo il generale An tonio Federici, al qnale il Bianc~~J'(~i rc~plicava 103
-
1585 -
PAR'.rID '.rEJCNICA
1870-1915
(( che quanto al nesso logico tra l'artiglieria. tecnica e le sue nppllcazloui tattiche e strategiche ))
si richiamava cc all'eccezioria.le esempio del generale Cavalli, percllè egli tale nesso illustrava brillantemente colle sue ardite costruzioni militari· e coi s uoi. geniali concetti cli gtferra. Erano questi ultimi elle naturnlmente imponevano il progresso cli quella; perchè il genio militare è cosa innata, mentre !'rute costruttiva viene acquisita, e senza un concetto prnciso della guerra non ~i concreta uu materiale servibile )l.
Queste parole del Bia,nearcli sono verarnene degne cli meditav.ione pc~rchè troppo spesso nell'amplissimo campo ò.dl<• scienze artiglierescbe - elle sol o e forse soltanto un Oaval}j poteva completamente abbraccia,re - si aimentica ·O non si ricorda abbastanza lo strettissimo nesso tra tecnica, ~ftttica e strategia . Ad un nnov,o a,rticolo pubblicato dal generai<~ Allason snlln N iwva, Antologia) il Biancardi rispondeva oon uno studio l'imasto cefobre, pubblicato nel ·marz() 1902 snlla stessa predet.ta N1wva Antologia dal titolo « La moderna artiglieria da cam pagna)), ool quale all' Allason che gli obbiettava che « alla guerra si va per mol'ire e non per vincere)),
il Biancardi giustamente ribatteva che <c l'eserci.to dovrebbe andare alla guerra preunmito per vincere, piuttosto che per esaurirsi in sacrifici che per quanto gloriosi, non consolano delle sconfitte)).
Replicò ancora l' Allason c<m uno stud1o intitolato pure moderna artiglieria da campagna (1902) )) in cui, a prescidere da spunti polemici e da.lla ripetizione del suo punt o di vista circa la « vexata quaestio )), sono assai notevoli alcune o~servazioni. << La
c< Il materiale f rancese a deform azione)),
notava giustamente l' Allason, <c doveva ritenersi un tutto uuico inscindibile con le dottrine di impiego che ne avevano suggerito l'aclozione )) ;
e pertanto aggiungeva, : -
1586 -
CO~THAS'l'( D'rom-: SUL MATIWIALE DA CAMP. SCUDA'l'O ED A DEFOR:liAZIONra
« si pensi però ben bene do\·e si n10l andare, e si badi doYe si \'a perchè nella · sistewazio11ei francese le cose e le conclizloni sono legate e Jogico meut<! ll'gate, e non cr<'<lO cùe vi sia utilitit o vantaggio alcuno copiandone una parte o l'altn.1. Secollclo il tuio moclo cli \'edere bisogna o tutto accettare, incominciando clnlle vremesse e andando fluo alle conseguenze, o tutto respingere,,.
Ric0Hlan1 poi F _-\llaso11 come anche il colonnello P edruzzoli fosse anCOl'l.L contmrio alla cle:fonnazione e più alla coraz~m.tu~·a (e con lui, aggiungiamo noi, erano in quell'epoca uguaJmente corntra1·i al t.ri nostri insigni rwtiglicri qua.U il Sollier, il F cclerici, il Rogicr) . All'opuscolo delF Allason replicò nn altro distintissimo a1· tiglie1·e il maggio i-e Giovanni Battista P istoj mentre ne prcn- . deva viceversa le clifese il ca.pita110 cli Sta,to Ma,ggio1·e Giuseppti Pennella, e mentre poi anche uomini politici si schierarono dalla pai-te dell' Allason, mentre altri appoggiavano il Biancardi. Nella chin~.a, del suo opuscolo l'Allason faceva nn quadro · un po' rHrica.turale della teoria del Langloil'- sul tiro rapido a zone e a puntamPn to indiretto, e con chi 11dev:1 con la not:.L frase del generale J1osq net spettatore della carie.a della brigata l('ggera cli Lord Raglan a Balaklava: « O'est beau, mai ce n'est pas la, guerre! >). Invece, si.a, pu re con quakhe temperamento, era propl'io l:t gnei-ra,, anche se non era bello!, come si potè constat are durante il confl itto mondiale. Un.o degli aspetti caratteristici della storia militare cl ell'ultimo quarantennio è appunto questo : n con trasto t ra la classica visione della guena con le sue eroiche battaglie, e la nuova fisionomia del fenomeno hellfoo : contrasto sconcertante, come quello che è indice di un mutamento profondo opei-a.ntesi, pa,raJlelamente al genet'ale mutamen to della vita sociale, nelJe mirabobnti conquiste della r-;cicnza e nei perfczionamen ti della tecnica. Al precedente scritto l ' Alla8on. ne fece seguire un altro : << Considerazioni sull' impiego dell' artiglieri.a da campagna » nel qua.le dichiara tra l'altro di essersi convertit o all'idea del puntamento indiretto tecnicamente realizzato nel frattempo, ma, resta invece nettamente contrario alla corazzat ura. Qui è tempo cli dite che il Biancocdi e l' Allason, ed in -
1587 -
PARTEJ TECNICA
1870-1915
generale i loro rispettivi seguaci sopntvalutavano la scudatura dei pezzi., gli uni ric.:onoscenclo ad essa, una efficacia protetti va esagerata, e gli altri attribuend ole un esa,g eraio appesantimen Lo clel materiale. Ciò che tuttavia si sarebbe dovuto dedurre da ta]e polemica, dibattutasi tr~1, artiglieri di altissimo valore, sarebbe statn, la convenienza di applieare gli scudi soltanto quanclo essi pof>sono riuscir-e realmente efficaci, ed invece, come si. vedrà più innanzi, gli scuùi V<'nne1·0 adottati i1inchc per ma.teri.ali di medio e groi,:;so calibro a lunga gittata., pei quali non solo riuscirono di peso notevole e cli alto costo, ma, in rapporto aHa Ha.tura delle offese cui tali pezzi erano generalmente esposti, furono anche cli picc-0la, od a,cldi.rittm a di ncsi:mna ntilità. Ad ogni m.odo dal 1902 in poi anche in Italia la, concreta. realizzazione del maleria1e da campagna a tiro rapido prende 1:ìnalmente il sopravvento suJlr1, polemica ancora sporadicamente viva, e difatti con foglio del 14 gennaio 1902 il :\:finistero della guerra a,ffidava alla Dil'c:done Superiore delle Esperienze gli studi relativi a ll'adozione di t1n pezzo a bocca da fuoco scor revole. Dello studio dell'affusto a deformazione furono incaricati l'Arsenale di Torino e la Direzione Superiore delle Esperienze. mentre nel contempo l' A.r·senalc di Napoli fu incaricato di studiare la possibilità, di trasformare cc a deformazione» l'affusto cla 75- A., ed· un'apposita Commissione presieduta dal l'Ispettore delle costruzioni d;artiglieria, generale Pompeo Grillo, nel novembre 1902 .fi~sc) le caratteristiche da realizzare <lete1·minando in 1050 kg . il peso massimo ammissibile per iJ pezzo in batteria. Intanto però la Germania aveva provveduto alla sostitu zione del suo materiale da 77 Mod. 1806 a tiro accelerato oon altro a deforn:1azione, e la Ditta Krnpp aveva completato i. propri studi relativi ad artiglierie del genere brevettando tra Faltro f:ìn dal settembre 1901 un freno idraulico oon T'icuperatore a molle. L' Al'8enale di Torino nell'effettuare l o studio a,ffidatogli., pur ignorando il brevetto di cui sopra, pervenne alla realizzazione di un freno con ricuperafore simile a quello Kt·upp ; -
1588 -
TRATTATIVE CON LA KRUPP PEn IL :MATERIALID DA CAlllP. A DlllFOR:M:AZIONE
cosa del tutto spiegabile consiclctando che pe1· talnni problemi tc>cnici le !':Oluzioni praticamente escogitabili sono in numero assai limitato e pertanto in generale le varie realizzazioni differiscono tra, loro più nei dettagli che non n el principio. Per di più, uno studio clel genere eta stalo compiuto fin dal 1 92 presso la nost1·a artiglieria tanto che se mai a questo prececlente stu dio anzichè al l'ecente brevetto Krupp l' Arse11ale di 'forino poteva eventualmente esser si ispirato. Ad ogni modo Fl spcttorato delle costrnzioni d'rLrtiglicria riteneva necessario di far conoscere a11' Arsenale di Torino il pericolo di cventu11 li riven dicazioni. per part<> della Krupp 1 e contemporaneamente Flspettorato Generale d'Artiglieria procedeva ad inflagini te<> niche e legali per stabilire se e quale fondamento ~i potesse riconosce1:c a tali rivenclicazi<mi, nonchè per accertare am.: he in linea più gene1·ale, quali principali brevetti fo s:,ero sta ti presi dalle più importanti Ditte in tema dj organi frenan ti per artiglierie da campagna. Come e1·a prevedibile, da tutte t a li indagini J'isultò che Pon si. potevano del tutto escludere eventuali rivendicazioni clelhL Krupp, ment l'e d'altta parte oramai i quattro o cinqu.,, tj pi di dispositivi frenanti, praticamente concepibili, erano o si poteYano fondatamen te ritenere coperti tutti q11anti da Brevetto da parte delle va:i;ie Ca.se estere, che da p iù di 11 r1,!. diecina di anni si occupavano di materiali del genere. Ciò posto, l 'I spettorato Generale cl' Artiglieria con fogl i0 del 4 febbraio 1903, p ur sostenendo che una rivendica.zione del la Krupp non avrebbe avuto sufficiente fondamento, propone·va al Ministero di t ratta,re snbi.to CQn detta Ca.sa onde evitare su(: eventuali pretese cl!e avrehber,o potuto ritardare l'urgente rin noYa.mento della nostra artiglieria . Con dispaccio del 16 f ehbraio 1903 il Ministero della guerra accettò la, proposta dell"Ispettorato Gen el'ale d'Ar tiglieria, dand,ogli formalc incf1rico di trattare con la Krupp a mezzo del comm . Benedetto Rognetta di Torino, già ufficia.le d'artiglieria e poi rappresentante della Casa Krupp in Italia. Qnanto poi a,-vvenne e ciot=- che l'Italfa, - patria del Ca.valli e del Biancardi - si sia rivolta. all'estero p e1· l'acqui~to del suo primo materiale a deformazione non è che il corollario, forse non preveduto, del snrrico1 di~to -
J!589 -I .
PARTE TEC!S"ICA
1870-1915
dispaccio del 1903. J~ ù0Ye1·oso n otare che la. s uddetta dec;isione ministeriale fu c-.onseguen za della pl'oibizione fatta ai nostri ufficiali cd ai nostri tecnici di st udial'e un prol>lema che, qualtmq_ue fo s:se in definitiva lai sua pratica por-tata,, doveva, ei::sere esaminato a fondo 110n fos:-5'a.l tro perc;hè esso era studiato dagli organi tecnici autorevoli e competen ti di una graudc Potcnzn, str:1niera, e per·chè la questione aveva. attirato la rua ssi~na attenzione dei tecnici anc:he non militari, 11oncbè clei princir,a.li industriali. di tutti i Paesi i quali ultimi non banno l'a,hitu ùine di perdere molto t empo e immobilizzare molto dernu·o a llo studio cli problemi che non presentino la, più geande probrLbi1i tù, di sfruttamento. È doYel'oso ad ogni modo di riJernre C'he. il materiale in <l<~finitiva da noi adotta t o e d oè il can none clu 75 ì\foél. I !)OG, se. pure cli tipo Krn pp, venne p er gran parte all estito nei nostl'i Stabilimenti militari e dalle nostre ot~ime maestranze che alla mode tia. dei mezzi seppero sempre supplii-e con l'intellig·,,nza e l 'abnegazione, retn,ggio geloso e privilegfo invidiato del popolo italiano : e le modifiche <;b.e si resero in seguito ncces s1.1rie furo 11 0 definite da nosLl'i uffi.ciali d'artiglie1fa e specia lmente dall'allora tenente colonnello Carlo Parodi, discepolo e successore sulJa cattedra di Francesco Siacci. Devesi infine osservare <:he la prenf:<mpazi.one di eventuali' contestazioni per priorità cli bl'evetti, ch e fn l'incentivo che provocò l'inizio delle tratta tfre con la Ditta Krnpp, in dirizzò fr trattati ve stesse su · una via incons11eta, e certa.mente non consigliabile in linea generale . J~ consn ctudine cbe quando uno Stato non intende provvedere roi propri mezzi a llo stndio ccl alJo allestimento di nn nuovo material e, apre nna gara t r:i più Ditte nazionali od estere; e cosi infatti si ern proceduto nel JS98, mentre invece nel 1903 F:i ricorse a cl nn'uni.ca. Ditta. s traniera, costituendola così in posizion e cH rn o11 opolio. Ohe ,·e poi ciò nonostante la scelta del materfa.le <la 75/ 90G fn ottima, ciò 11011 significa, che .·ot to il duplice punto di vista e tecnico ed e<:onomico n prooccli.mento seguito sì,1 f<ta.to il più razionale. Dopo l unghe trattative, il 9 giugn o J904 venne fi rmata una convenzione con la Casa Krn pp per <!ni essa si impegnava, a fornire un esemplare d i cannone cl a 7~, e l 'Amministrazione -
l:i90 -
MATERIALl DA CAllf P. A DWFOltMAZ. CONCRIJYl'ATl N@I NOSTRI STABILIMEKT!
della guerra avrebbe potuto :1, determinate condizioni a cquistare la licenr,a d'uso delle privative. Nel frattempo auche la RJ1einiche :Metal waren a\'eva avanr.ato proposte che pe1· altro 11011 fnrouo aecettate, mentr e fin dall'ag,osto 1903 i nostri Stabilimenti militari avevano concretato tre esemplari cli pezzi a deformazione che provati al Po ligono di Ciriè avevn.no fornito risultati i:;oddisfacenti nei ri· guardi del fu11zio11a1Dento del freno e della stabilità, mentre viceversa si erano dimost1·ati imperfetti in quanto a strumenti di ptmtamcnto ed in l'igwm]o a, peso del pezzo in batteria, il quale ultimo risulta:vfL d spettivamente di kg. 1166, kg. J.140 e kg. 1205 a11zi.c hè <li kg. 1030 come era stato sta.b ilito dall' I spettorato delle costruzioni d'artiglieria. A qnesto propoi:;ito pert:a11 to non è inutile rilevate che in Fl.',1ncia uno degJi escmpJari spel'ime11tali del cannone da 75, colù. realir.zato nel 1894 dopo varii anni di prove, in batteria e senza scudi pesava kg. 1100, tuntochè con gli scudi il peso anmenta.va a circa kg. 1200; e giova poi anche soggiungere c1lc n ei successivi tre anni, in cui durarono le esperienze, tale peso non potè essere sensibilmente ridotto. Nel seLtemùre J.904 i t te pezzi conc1·ctati dai nostl'i Stabilimenti militari, a sensi della convenr,ionc stipulata con la, Casa Krupp, furono sottoposti a prove di tiro e cli traino in confr,o nt o col can11011 e cla 75 da essa fornito. La Commissione sperimentatrice composta dei generali Fl'ancesco R og'ie1· Ispcttol'e generale d'artigli eria, Pompoo Grillo Ispettore delle costrnr.ioni, JJ;nrico Caire, l•jdoardo BcrtaJ'clli, Lorenzo Rollier, e cld colonneJli Luigi Ollfreri e Vincenzo Lanza.vecchia; giudicò « il matel'iale italiano non rispondente ai reqnisiti ricliiesti e .non adatto cpiale armamento delle nostre batterie da campagna a tho rapido». Al tiro i nostri rnatel'iali , come già nelle prove del 1D03, avevano dimostrato buon fu11ziona,111cnto degli organi frenanti, ma risultavano però, oltrechè troppo pesanti, ben ]ontani dalla perfezione di costruzione notata nel materiale Krnpp, il quale 1tltimo, dal canto suo, fu giudicato rispondente ai l'eq nisiti richiesti, ma ciò nonostante non fu ritenuto di su1Jkitmte rnobihilità per poter essere senz'altro adottitto. P er tal modo la -
]:591 -
PARTl!l T ECNJ CA
1870-1915
Oommissione veniva evidentemente a r imettere in disell ssione gli stessi requisiti fissati dall'Ispettorato delle costruzioni, e pe.1·tanto i n conseguenza dei rilievi fat ti proponeva, ed H Ministero accettava, che si affidasse alla Casa, Krnpp lo studio di un nuovo materiale a deformazione un po' meno potente ma. ir. compenso maggiormente mobile, materiale cioè eh.e avrebbe dornto rispondere ai segue>nti requisiti : calibro 73 mm.; peso nou superiore a kg. 900 per il pezzo in batteri::t ed a kg. HiOO i,cr la, vettina-pezzo: contemporaneamente venne anche proposto di far studiare uno speciale materiale da 70 mont. Affinchè poi gli studi e le conseguenti realizzazioni fossero conci-eta ti al più presto possibile, così come si imponeva, per i I fatto di aver tarcla.to ben dodici anni a prendere una decisione, i nostri Stabilimenti non furono più chiamati a concor1·<'re, e pertanto in a.ttu azione delle cleeisio ni e delle proposte della Com mis 'ione sperim cntat1·ice del 1904, nell'aprile ùell'an110 successivo 1905 venne stipulato un nuovo co11tratto con la Casa, Kr upp per la forn itura di due baitterie da 73. Allestita la prima di tali dne batterie, essa ,·enne provata. alla fin e cfol 1905 a,l Poligono di Meppen da apposita Commissi011 e costituita dal colonnello Cesare Corvctto, dal maggiol'e Carlo P arodi e dal capitano Domenico Dal Monte, ma tali prove eseguite in confronto col materiale da 75 Krupp sperimentato ntil 1904, diedero risultato poco soddisfacente, tantochè e per tali c0nstatazi.oni e per il fat to che il l\'Iiinistro gen erale Mainoni di I ntignan o e l'I spettorato general e erano d'avviso di tornare al calibl'o di 75 mm., l'allestim ento del pezzo cla 73 fu sospeso e le relative prove non ebbero seguito. Finalmente il 3 novembre 1906 si stipulò con la, Casa Krupp un terzo cm1 t1·a tto, col qu n,le e con snccessi vo atto addizion ale del 22 febbraio 1907 la Ditta si obbligava a fornire 39 batterie da, campag_na e 9 a cavallo al prezzo unitario di L. 336.256 per le prime e L. 241.639 per le seconde, ment.re poi la stessa Casa Kru pp, cou tro determinati compensi, doveva provvedere par ti abbozzate da servire per la costruzione cli altre 68 batterie, la cui finitura di lavora,zione e defìntiva composizione di mon~aggio restavano affidate a gli Stabilimenti milita,ri italiani, i quali era.no anche autorizzati a farsi c9a.diuvare dall'industria -
15!)2 -
I
ACQUHJTO omL MATlnRIAI,11) DA CA~PAGNA A ONFORMAZION!ll l!ItUPP
nazionale privata . Col predetto terzo contratto del 1906, integrato dall'atto addizionale 1907, · l' Amministrazione milita1·e italiana veniva pertanto aù essere esonerata da ogni ult<:rfore pretesa o rivendicazione della asa Krnpp nei riguardi della riproduzione del materiale adoUato, ·
Fig. 786 · La Commissione sperimentatrice del cannone da 70 montagna. (da sinistra a destra: cap. Giuseppe Regazzl, col. Ugo Allason, cap. Domenico Dalmonte, t en. P rospero Tara ntola, gen . Pompeo Grillo, ten. col. Alberto Zola).
•
P rima, di tali stipulazioni 1906-907, e cioè mentre ancora sembrava che venisse adottato il cannone da 73 , il Biancardi insorse pubblic::mdo un articolo « L'esercito senza artiglieria Nuova Antologia) novembre 1905 >>, che ebbe la,rghissimc ripercnssioni, non tanto per l' importanza delle con~iderazioni tecnkhe in esso svolte dall'autore, quanto per le critiche assai gT"avi, ed in buona parte non ingiustifkate, che egli mnoveva
PARTE TJ1JCNICA
1870-1!)15
alla procedura seguita per il rinnovamento deìla nostra artiglieria da campa,g na. A lui fecero eco teenici milita,ri, uomini politici e pubbli cìsti, e però proprio mentre il problema della nostra artiglieria da ca.mpagna stava avvian<.1osi a]Ja soluzione, la polemica. era OI'mai sterile ai fini pratici ·C si risolveva essenzialmente in un processo al passato. Al· Biancardi rispondeva ancora una. volta l' Allason co1t nn ,opuscolo intitolato « La nostra artiglieria da campagrn1 · Carlo Voghera, 1906 )) . Più ampio e meno str·ettarriente polemico cli quello del Biancardi, lo studio dell' Allasm1 costituisce per una parte uiia difesa, dell'operato dell'I spettorato generuI,e di. artiglieria e clell'Ispettoratò delle costruzioni, e dall'altr-a un riconosdmento della opportunità di adottare un materia.ìe a. deformazione. Il cenno da.to di questi ultimi scritti polemici dei due illustri antagonisti- ci dispensa <lnl .citare i r~umerosi articoli ed opuscoli seritti dai sostenitori deU'm1{) o dell'altro. Ricorde1·emo soltanto che a difendere l'onerato degli organi tccni.d . dcll' Arma, si levò tra gli altri anche il generf\ile Sollier mentre ad appoggiare la tesi del Bi.ancardi intervenne con particolare . vivacità il capitano Fabio Ranzi, noto pubblicista militare ~ldl'epoca. Cmi l'adozione ufficiale del cannone da 75/ 906 non dovev-ano però esaurirsi. i relativi studi, nè poteva Mnsid<~rarsi concl usa, la fa.se di rinnovamento della nostra artiglieria da cam- . pagna e da montagna. Le vicende relative all'acquisto clel modello Krupp furono una, delle cause della nomina, di una Commissione pH.rlamentare d'inchiesta per 1'Esercito, istituita con Legge 6 giugno JH07, e la cui opera fu particolarmente ampia per quanto si riferisce all'artig-lieria-: nei riguardi dell'artiglieria: da ca,m pagnà, per merito sovra:tutto del tenente colonnello Carlo Parodi messo dal Ministero della guerra a disposizione della Cominissione d'inchiesta, questa non si. limitò ad un esame critico del passato ma portò anche un notevole contributo al migliora111ento del materiale. A presc:indere dalle circostanze economiche dell'acquisto, l'adozione del materia,l e da 75/906 era cri,_ lfi94 -
Fig. 787 - 11 generale Sollier con
di 'l'or ino (1906).
lllliciali della Dir ezione Esperienze di Ciriè e della Direzione Superiore
.
(da slnistrn a. destra e d11ll'alto in basso : fila superiore: sotto ten. Vincenzo Glancottl, ten. Vittorio Pallleri, ten. Umberto Agostoni, ten. Teodoro Ferrari d 'Orsarn, cap. Camillo Burgos, ten. di cavalleria, ten. Leone Roberto: fila inferiore: cap. Luigi Sale tta, magg. Crispino Bon agente, gen . Lorenzo So!lier, cap. Cesare Frisciotti, cap. cam!Uo Bassignana, cap. Elodlo Conso).
PAWL'El TIDC~J CA
1870-1!)]5
ticata per la scarsa documentazione sperimentale da cui era E:tata preceduta, pe1· la rap~da rama tura riscontratasi nella bocca da fuoco, per la scarsa efficacia- che si attribuiva allo sln·apnel, ed infine per insufficienza nel sistema di unione dei t.1·em. On de soppel'ire con estese esperienze alle prove effettuatesi in modo insufficiente prima dell'a<lozione, nonchè per accertare la su:::sistenza o meno delle cr·itiche cui si è accennato, il Parodi, oltre all'esplicazione~ dei particolari compiti conseguentj dal mandato assegnato alla Commissione, istituì anche unn serie notevolissima e 1·a,zio11ale di esperimenti di tiro e di traillO, raccogliendo in proposito dd dati di alto interesse tecnico. Da tali espedmenti emer:--e che la, balh;tite delhi Ditta Nobel di Avigliana era preferibile all'esplosivo Krupp costituito da, balistite in cli.i-:chi al 40 % di nitroglicerina, esplosivo che dava lnog·o a norevole ramatura e marcato logo1·io della bocca da fuoco. Lo shrapnel da 75/ 906 fu riconosciuto d'effi. cacia. pal'i a qn ella òa 7fi A. perehè « H maggior numero del1e pnJlette esistenti nello shrapnel 1\10<.l. 190G che ne contiene 360, nello sbrapnel cla 75 A. che ne contiene soltanLo 307 è compensato dalJa. maggiore forza viva delle pallette stesse)). Si osservò inoltre che « il peso di 9 grammi delle pallette dello shrapnel Mod. J906 è un limite al disotto del quale non conviene discendere)), e infine si riscontrò che « la granata-torpedine dei cam1oni da campagna, aJlorcht~ sia usata come mina, 11:.1 effetti c-0sì limitati per cui è da sconsigliare il suo impiego C'ontro ripari di terra i quali possono essere efficacemente batt.uti soltanto C·Ol tiro a gTauata degli obici campali, e· specialmente col tiro degli obici di maggior calibro». E quest'ultimo rilievo è importantissimo perchè da sè solo, tenuto conto delle condizioni nelle quali si è svoltù, la grande guerra è si sv·olge1·anno del resto anche le g11erre future, più o meno direttamente rendeva necessa ria per l 'artiglieria campale quella mol· teplicità di calibri contro la, cui a,dozione nella storia dell' Arm:1 11ostra tante volte Hi era cercato di reagire. In quanto alla mobilità del materiale ed in particolare aì.1'unione dei treni e alfa frenatnra delle vetture le esaurienti
-
l!ifl(ì -
---. ----,.ç.... .
I '
~
~..
...
.., .· ~
Fig. 788 • UOiciali della Dire-1.ione Esperienze di Ciriè e della Dire-i.ione Super iore dì 'l'orino (190i). (da sinistra a destra e dall'alto in basso : fila posteriore: ten . m edico, ca p. Cami!lo Burgos, cap. Cesare Frisciotti, cap. F,·ancesco Mascaretti, ten. Vittorio Pallieri, cap. Elodlo Conso, t en. Leone Rober to; fila anteriore: ca p. Luigi SaleLta, cap. Camillo Basslgnana, cap. Antonio Callchloptùo. magg. Ettore Cavalli, ten. col. Carlo Parocti, gen. Arturo Campanelli, magg, Crispino Bonagente, ien. Giov. Batt. Pagano, ten. Umberto Agostoni, sotto ten. Vincenzo Giaucotti).
l'AR'r!i! 'XlèC.K'ICA
1870-J.915
prove di traino eseguite suggerirono opportuni. miglioranie,1ti, :11.tuati quindi. poi pre$so i nostri Stabilimenti milital'i. La, Gommisskme fece poi eseguire apposite prove comparn tive C(?n pezzi da 75/906 Krupp in confronto di materiali estei-ì di altre Case, eonfronto che per essere stato favorevole al ma t<:riale da 75/ 906 valse ad eliminare definit ivamente i dn bhi che taluno nutriva circa Ja bontà del mafariale adottato.
Fig. 789 - Affusto· a deformazione per cannone da 65(l7 da montagna.
Esclusivamente in Italia e sopratntto per opera dell'allora tenente Umberto Agostoni, poi generale del Servi.zio 'l'ecnico dell'Arma, venne studiato ·E: rea}jzzato il cannone da mçrntagna, da sostituirsi al materiale da, '70 urnnt . : fn questo l'ottimo cannone da 65 mont. tuttora in servizio con la denominazione cli cannone da 65/ 17, e che arm.ò le nostre batterie cla montagna durante la grancl é gueÌTa. . I nfiiie nel 1911 ad integrare l'ar mamento delle nostre IJattf'.rie da campagna fu adottato il cannone da 7~/911, sj s t<~rnil I>éport, allestito però in Italia dai nostri Stabilimenti mili.tari e dall' industria privata nazionale: Ja no8 tra artiglieria cla eampagna è tuttora parzialmente arma,ta co11 tale .matetiale. « Il materiale Déport è munito cli bocca da fuoco balisticnmente identica a quella da 75/906 e però differisce nettamente dal materiale Kru pp JOOG per quanto ha tratto , nll'atrusto, il quale ultimo consente . amJJii settori di tìro verticali ed or izzontali, ed è dotato di doppio f reno (tra bocca da fuoco e slitta, e tra slitta ed at'f.usto) ottenendosi . così un notevole accorciamento del r inculo riSJ)etto all'affuso, e quindi possibilità di notevoli inclinazioui senza per alt1:o assoggettare i freni ad uno sforzo so.ver chio ».
-
1598 -
D'ig. 790 - Prove di tralno, di someggio e di tiro col cannone cla 05/17 .
.I
PA!tTlil Tl!ìCtsICA
1870-1915
Alla vigilia della grande guerra veniva così a, conchiudersi il riunovamento della nostra .artiglieda da campagna. Nel contempo sorgeva, sia pure con effettivi assai modesti, una nuova specialità: l'artiglieria pesante campale rappresentata presso di noi da due materiali anch'essi a deformazi-01w adottati poco prima dello scoppio della guerra : il cannone da. 105 A. camp. (ora denominato 105i 28) di brevetto Schneider e l'obi ce da 149 A. ca,mp . (ora detto obice da. 149/12) acquistat•> dttlh1 Ditta Kl'upp . L' adozione di tali matel'iali fu a.11ch'essa preceduta da discussioni essenzialmente ispirate a considerazioni tattiche. Jn sostanza la Sc\1ola fra.ncesc, rappresentata sovratntto dal Langlois, nella supposizione cli una guena di movimento, accorùanclo grande fiducia all'effkacia del tiro rapido a tempo e da11do molta importanza all,~ mobilità del materiafo campaJe, riteneva di massima inutili od anche ingombl'ant.i i materiali di limitata mobilità anche se di notevole potenza.. La Scuola tedesca invece, dando grande importanza alla possibilità di distruggere fo opere <li fortificazione campale, anche se discretn mente robuste, propugnava l 'adozione di obici campali oltre a éannoui a lunga gittata. In genere la Scuola italiana non 'fu molto frworevole allu ad.ozione di questi 1111-ovi mat~riali, sostenendo col Biancardi che un c:1nnone di calibro elevato e cioè di circa 90 mm . po tesse clisimpegllare tntti i compiti dell-'a-rtiglieria, campale in guerra, e preoccupand osi con l'Allai::on, degli inconvenienti derivanti dal ritorno aHa molteplicità dei ca.libri nelle artiglierie campali. Tuttavia, dopo la guerra russo-giapponese tutti riconobbero la necessità di a1·mai-~i anche di queste nuove bocche da fuoco, senonché tanto in Italia che in Francia si preferi di lasciare all'artiglieria àa campagna l'unicità di calibro, creandP una nuova specialità campale meno mobile ed assai più potente, mentre invece in Germania ed in Austria non solo si adottarono materiali pesanti campali, ma si tornò anche largamente alla, duplicità. di calibro per la vera e propria arti glieria da ca.mpa,g na armandola con un obice da 100 mm. oltreehè con cannoni <fa 77 mm .. tantochè per tolc fatto presso -
1600 -
CO~FRONTO I'RA I i\IA'l'EBfAL( RIGIDI fii QU I,LLI A T lRl H1\l'IDO ED
i\
08FORM .
quesle due Potc uze centra.li l'artiglieria da campagna , come gi à nel passa to, t ornav,L a possedere dne bo<:che da fuo co, una a tiro cm·vo ccl una a til.·o r adcmte. A conclusione di quanto esposto circa gli tudi che. con(lnssero a 1l' aclozione elci moclel'lli mutcriali da, campagna ritel1i.amo non in11 tile mettere a, rnffron.to 11ella unita, tabcll,L le
Fig. Wl · Il ruatel'iale Déport.
pdn-cipa li. cara tLeristiclic dei materiali aclott~Lti Yerr.o il 1S80 r:on quelle dei pezzi a tiro aceelera to ed a defornrn,½ione che i.;uccessivamentc li sostituirono. D all'cf::ame di tal e t abel1a. appare chiaro: 1°) che a pnritù cli -calil.>1·0 e di a,ngolo <.li inclinazion e, l'ad ozi<me elci materiali a defo1·ma½ioue non comportò aumento di gittata, o cli peso del proietto, 'in confronto ai materiali a tiro accelerato. Comportò invece, non oi-tan te l'impiego. cli a-e104
-
1601
=--
;;
DEL
I .s~
<la Cuoco
"'e ~.,, = o..
"
~
Kg.
"'""·
- --
Kg.
Kg.
-
!I II
CAN NONE eia 75 B cnmp. (su ntfnsto
l!98
i5
(di IJt·o nzo
per lrntteJ'ie 1, C:ì·
Specie
Cl)
I e "
o! -a~ ., ... "'li.s ~ ~
'"<
Kg.
mfs.
{/J
g rannt1:l
<,
m.
m~sirna
"' C)
'""<
I
4800
-11~'
rnllo).
,.liO
-
87
(di l> 1·onzo compresso)
557
1027
CA.N'.N0 "1E cl
IJ/50
70
A
-
(ncct"io spcc lnlo)
-1110(1 .
(iJ3 l
S,15
7ij
l
(i;\
6i()
(ncclnio speciale)
903
984.
mod . 911
;r,
I
toso
(acclnio specinle)
I
01
771
J(Y•
I
I
I
1,6
-
J.2
cinque n. se i colpi nl minuto
1800
l.~
I
I I
I+10..1 - 1<>'
5800
quin(li ci co lpi al minuto
'J
I
UI
I - -- -- - I
I
I~l
e,
id .
circn
Khrapuel
1 ~~~
I
I
(HO
c.:.. .:;
I
C i l'(HI
l I·lJ 6200 I
I 0700 I 480 I -
6000
~~ ..:!
I
I
I
I I s h rnpn ol
10,G
I I N. D. -
~lll'npno l
l
I 805
I
I
I CA.:N"NONE dli 75
I
.,. 21•15600
455
6760
- 10"
I
I
I
--
CANNONE dn 75
I I I
I
I
I
I
~ r,tuata
~~
~~~ o~ o
I
I
I
CA~ONE tlu Si B
-
ili minuto
I
It I -~
(UJII.
<lne a tre colpi
com rn·e:-:.so}
- -
~
ttt
I
+ 20"
,132
4280
E: o
§ ·:;.
o= ><
I 778
::
,li tiro
::.>~ ~
o
.; ;,..
Cl)
e o .~
,,. 7.
.; .,,
Ceiorih\
o"' .,- :::!: o ... "' :1::: fo ;: o"' ~., ~"" Cl)" =~
·z
e
"'
I
:=.~ ;..-
'.!i
C)
proietto
eil,
I ., s,.,_
.s
-"'
Kg.
480
::! :§
c..
ùel
(J
MATERI\LE
--
o
.; ., o o
-=-
bocca
8
18'i0-J.!)Jij
~:: ",,,o -; ~ ~ "o-:c..~ ~~ ~ ., .s::::g ,o,3 o!= e "'o ·<>T.=o,e w ::
Poso
!: ~
DBNO,'IIINAZIONE
P A RTM TECN I CA
510
+ 651
8-:iOO
- 15"1 c i1·cn
id.
----
2-100
I
II
t.t>
I
Dtu·nntc la guerr:l mond ial e allo scopo di dimi1111ire l'nsurn dt'lfa hocca d11 fuoco o per ottenor o trnit> ttoric
mono teso la velocità iuizlnlo d ei cnnnoni <ln 75/900 o da ·7oi911 ,•enno ridotta (eccetto cito per il tiro cont,rn.eJ·eo) cln. 510 m / ui. a 460 tn/tn. cl 1·cn; con consegue nte diminuzion e clolle g ittate).
-
1602 -
CONI<'RON'l'O l<'HA l ìlIA'l'IDIUALI R IGIDI J?J QU0LLI A TIRI HAPIDO ED A DEI~ORìl:[.
dai speciali anche per alcune parti di affusto, un aumento del peso dell'affusto da a.ttribniri;i specialmente agli scudi: per contro si ottenne u11 notevofo,i,;imo vantaggio nella celerità cli tiro e nella sua disciplina, -nonchè nelle possibilità di impiego ta ttico del fuoco (puntamento iridir-e.too . centrale gonio.metrica di batteria). - r---·- ·- __,..,._ ___.,,,.,,.,__.-,.
- ~.... _____..........("". . . . . . . . . . ......,..,,,~--
I,'ig. 792 - La Comwissione Sperimentatr ice c1el materiale Déport durante
una prova. (da sinistra a dest ra : cap. Mario _ Palcani, ten . co l. Giacinto Sachero, ten. Vittorio Filippi d i Baldissero, cap. Attilio F ra n chini, cap. Lamber to Ca.pecchi, m agg. Joseph Albert Déport, rappresentante la Casa Déport, sig. Roberto Soldati, gen. Raffaele Vitelli).
2° a parità di calibro, nel passaggio dai materiali rigidi a quelli a tirò accelerato si ottenne invece un sensibile aumento del peso del proietto e un acdescimento d(~lla velocità inizia le e quindi anche delle gi ttate. 'l'ali progressi furono conseguiti principalmente dall'aver consentito un non i11differente aument-0 di peso del materiale, 0 per altra parte dai progressi conseguiti nella forma e nella costituzione dei proietti, noncbè dalla, migliore qualità dei metalli impiegati per la costrnzione delle bocche da fuoc.o e -
1603 --
PARTEl TECXICA
1870-1915
degli affusti. In particolare appaiono· ott~me le caratteristiche balistiche del nostro cannone da 75 A., bocca da, fuoco veramente 11otevolissi1Ua per potenza c.o ngiunta a limitato p~so (pari a, quello della bocca da flloco 75/ H06) ecl a velocità iniziale non esagerata, tantochè è da rammarica.re che1 nonos tante i ·molti tentativi fatti, non sìa, stato possibile definire un affusto :.1 deformazione per questa,. -o ttima bocca da fuoco. Le consider azioni cU cui sopra, spiegano in parte le oppo sizioni incontrate al loro apparire dai materiali a defo'r mazione da campagna1 mostra.nel.o come gli oppositori non fossero in tutto animati da i,emplice mii,oneismo o da incomprensione delle possibilità, ·offerte i.lai progres1::i della tecn.iea.
w
* *
Il quarantennio compreso tra il 1870 ed il 1910 vie.te ìl pieno sviluppo della Metallurgia come scienza, com<~ tecnica e come industria; sviluppo aJfiancato e condizionato da.i conternpora-rn~i progressi aelle scienze fisiche e chimiche nonchè cltL . qiielli meravigliosi dell'elettroteenica. Dopo avere già ripetutamente accennato all'apporto notevolhisìmo ed essenziale recato dalla teenica militare a.l progl'esso metallurgko, basterà; aggiungere qui che in questo periodo, anche e più -che nel precédente1 la lotta trit cannone e corazza, dolllinante nelle costrniioni navali .ed in quelle ì·elati.ve alle rH'tiglierie da fortezza e <:.ostiere, diede impulso notevolissimo agli :::;for:tii della tecnica intesi a.cl ottenei·e acciai di alta resistenza, tantochè si può dire che i massimi ,consumatori degli << a,c ciai speeiaU. >> sono stati (• sono- tuttora i costruttori delle artiglierie terrestri e navali. Nel predetto periodo· i principali elementi· ,del progreS.$0· metallurgibo furono, per quanto d interessa: . il ' perfezionamento dei processi di produzione dell'acciaio, finalm ente definiti in cicli raziot1ali ed economici; l 'introduzione della tecni.-ca degli accfa.i ternari e quaternari ; e l'invenzione del forno elettdco. Soltanto molto timidamente cornÌncia ad acquistare importanza· la metallurgia dell'alluminio, non ancora sfruttato uelle oostruzionì militari, che pert:wto solamente più tardi ac-
1604 -
SVIJ,UPl'O DELLA :lfETALLD RGIA FRA IL
1870
ED IL
1910
qnistetà alto interesse con l'apparii-e delle costruzioni aero1mutiche. Come è noto l'acciaio comune è una lega di ferro e di cu1·borlio con basso tenore di. c·.arbonio e cioè in genere t1i 110,n oltre l'l % cii-ca. Negli accia.i comuni. le ca1·atteristicbe di resistenza meecan ica, alla tra1.ione, di tenacità, di ·durezza , di fragilità, cli 11uilleabilità, di rcBiste11za ad urti o a<.1 altre sollecitazioni ripetute nonchè all'm,ura provocata da agenti fisici e chimici, non possono vari.ne oltre certi limiti, talvol ta tLbbastanz:1 l'istretti anche se il 1Hateriale è stato sottoposto alle più svariatt~ operazioni metallmgiche quali : tempra, rinvenimento, cementazione, ecc. ecc. P1·eceduta da profonde ricerche alla cui base sta la classi<·u. cc legge delle fa.f::i >) di Gibbs, appunto tra il 1870 ed il 1890 i--i. sviluppò la teoria. delle leghe metalÌiche, interpretate in pa1·te oome quakhe oosa di simile alle comnni so.luzioni.; e cla tale teo1'ia emerse evidente la grandissima importanza cbè potevth as~nmer(' l'aggitmta di altri elementi chimici alle leghe già note. In gcnera,1e tale aggiunta produce un duplice ·Ordine di. efktti : anzitutto il nuovo elemento impartisce ·alla lega delle carn.ttel'isti.chc con sone alle proprietà dell'elemento ste~so, in 1·el azione ben inteso ai 1·apporti fisici e chimici che veng{>no acl intercedere fra. cli esso e gli. aHti compon enti; cosicchè per e:-empio il silicio introdotto nell'a<'ciaio gli confer·isce maggior 1·esjstenza alla trazione e minore tenad tà ; iJ manganese invece aumenta la tenacità senz,L diminuire sensibilmente la resistenza, alla tra,zione, ed è per ciò che gli acciai p Cl' molle tenaci e resistentissime sono ma.n gano-siliciosi; il cromo aumenta, gran. clemente la durezza e diminuisce l'ossidabilità, ecc. ecc. In secondo luogo, il nuovo elemento chimico agginnto a)] a lega fe1:1·0-ca1~bonio, èom<' del resto in generale ad nna lega qualsiasi, altera la legge secondo cui la, costituzione i ntima della, lega stessa si trasforma nel passare dalle alte temperature di fnsione alla tempera,t nra._normale : cosicchè per esempio coll'aggiunta del nichelfo e del manganese in certe determina te propoi·zioni, si ,ottengono accia.i che a temperatura ordinaria -
1605 --
PAU'.J.'0 TI::C:-;rcA
1 ì0-1915
ha nno hl stessa costitu1.ione che llOl'malmen te avrebbero soltanto a d elevate tcmpel'ature . Coud uclentlo l' impiego di leghe ternarie o qnaternade, come esse dieonsi u seconda che gli elementi ;1gginnti :sieno uno oppure dne, può fal' conseguire caratteristiche che l'acciaio tomune, comunque t rattato, non potrebbe forni.re. Come già si è acce1111ato e 0ome ancora si Yeclr ù. in seguito gli acciai speciali, en trati nell' uso pratico poco dopo il 1890, furono impiegati assai presto nelle tostruzioni dell e ar tiglierie. Ma nella tecnka metaJlurgica si con segui u n progresso non minore eon l'adozioue dei fo1:ni elettriei. Gli altifomi comuni ed i forni a carbone od a naftu, quali per es. i forni Mal'tin-Siemem, di cui è cenno 11 pag. 2181 del Yol. V di questa Storia, mettono il minerale di feno o la, lega ferr-o:cal'l>onio a contatto di elementi chimici estranei, i n condizioni di temperatura. a tte a. faYod re le reazioni chimiche tr.1 detti elementi ed i. componenti della leg~., e pertan to il trattamento delle leghe fen o-carbonio, ossi:1 di acciaio e ghisa, a mezzo di tali altiforni non è solta,n to un t l'a,t tal)len to p uramente tel'mico di ri ·ca.Ido e di fusione, ma è alfresì nn Yero e proprio trat tamento chimico, che tah '·Olta pnò es.·cre cli va,n taggio, ma t alora può essere invece cli preciso danno per lo :scopo che r;i vuol consegui re. Soltanto i forni al crogi1wlo fanno eccezione al riguardo perch è con essi il materiale da tra.ttare termicamente è contenuto in un reç-ipiente rhi.uso, avviluppato soltanto esternamente dalle fiamme prodotte dal fol'no, ma un tale met odo è però solamente adatto alla produzione di limitate quantità, cli acciaio ; esso è lento, costoso e di esito incerto in quanto ad assoluta nnifonnità, e co. tante omogeneità del prodotto . I 11oltre tali for ni per produrre il calore sfruttano combustibi.li di cni è povero il nostro Paese, e pertanto non fayoriscono la inclipencl-enza. e lo sviluppo della ·nostra industi:-ia . Spettò ad Ernesto Stassano, nfficiaJe della nostra Artiglieria, il farsi precursore di una, innova1.ione di capita]e imr.or tanza che doYe,·a in larga misma oniare ai predetti incon"'·~·nienti, aprendo n uovi orizzonti alla tecnica metallurgica e m1 ove possibilità all' indu. -trja, italiana. Ernesto Btassa,no na,cque il 26 magg-io 185!) e dopo i cinque -
1GOG -
ER~IDSTO $TASSANO
iumi di corso della Regia Accademia militare e della Scuola cli applicazione di 1'orino fu nel 18SO nominato tenente d'artiglieria : promosso capitano nel 1886 fu destinato .alla F abbrica d'armi di T erni passando in seguito al Laboratori-O di precisione di Roma dove rimase fino al 1898, anno in cui lasciò il servizio attivo. Nel 189] , anticipando di quasi quarant'anni gli indirizzi della, moderna unificazione i ndustriale, propose
Fig. 703 - Ernesto Stassano.
alla Società degli ingegneri e architetti italiani una esatta classificazicme dei prodotti ferrosi, e propugnò la creazione di uno speciale I stitu tio, inteso a precisa,i·e t11tt i i cn,rattel'i fisici e chimici dei varii tipi di acciù.io. Nel 1896 eseguì esperienze nei forni di Font Saint Martin per la produ zione del carburo di calcio ed in tale occasione concepì l'idea di trattare i mi11erali di ferro al forno elettrico. Nel 1898 in una modesta ,officina a RomtL Ernesto Sta~sa11\) sperimen tava per la prima Y-Olta la possibilità di ottene1·e per yj a elet;trica, degli a,cciai direttamente dal minerale, e con t ale processo riusciva, effet tivamente acl a.vere una specie cli spugna di ferro : lo Stassano aveva p~rta.11to realizzato l'altoforno eJet-
1607 -
PARTE 'l'ECNI<.:A
1870-1915
trico che però solamente dopo parecchi anni diwntò di not·ma.le impiego ! In tanto· con successive modifiche il primitivo modesto forno sperimentale divenne il primo tipo industriale di forno elettrico, e n~l marzo 189S l'invento1·e lo copriva cou r(~golari brevetti. Il forno Stassano è un forno a-0 arco elettrico nel quale l'arco si forma riell'int erno del forno tm due elett1:odi situati al disopra del bagno metallico da trattare; e lo Stassano ebbe
Fig. 794 - b,orno termoelettrico Stassano.
la soddisfazione che nno dei suoi primi forni venisse installa,to nella R. Fonderia cli Toriuo, mentre un a ltro è tuttora religiosamente -con serva t o a Milano presso le Fon derie Vanzetti : omaggio al precursore snl campo stesso del lavoro, cui egli diede un mirabile, nuovo steumento clt potenza e cli ascesa,. n tipo originale Stassano non si usa ormai più, ma, i forni ~lett rici ad arco e cioè derivati dal pr incipio da lui applicato sono ancor oggi i più adopera.ti. Correlativamente ai progressi della. metallurgia,, in questo periodo, per la costruzione dei materi ali d artiglieria si est.ende f' si afferma, l'impiego clegli acciai. In q1111nto a,g li affu sti, già ~
l60R -
SISTE)l,\ STIH.:1·ru H.-\LE C0)IPQS11'0 N0LLE .\l(T!GLlElUE :MONOBLOCCHE
fin dall'inizio cli qnesto periodo scompare l 'impiego del legno, sostituito da famierc cli ferro, dapprima rinforzate con ferri ad angoli chiodati , e qni ncl i poi preferibilmente foggiati di stampaggio a fon-o ad u o a ferro a 'l' oncl e, in rela.zione alle sollecitazioni da sopportare, ottenere, con mm1m1 pesi, massimi valori elci momenti d'iner~ia. e quindi della resistenza nieccanica:. I continui e notevoli progressi consegu.i ti su ccessivamente nell'industria metallurgica ed in genc1·e nelle industrie meccaniche, segna.r ono pure nn perfozionnment-0 nella tecnologia della bocca da fuoco la, cui costruzio11e, sia per le maggiori potenze balistiche richieste e sia per la crescente complessità, dei suoi meccanismi, richiese nnovi e sempre più complessi mezzi di laYorazione uonchè la necessità di esercitare oculata vigilanza, i: : ull'esecuzione clei Jav-01·i e di effettua.re saggi e controlli sui prodotti la ~·ora ti. In tale periodo alle a,rtiglierie monoblocche costituite cli getto o per fudnazione, oppure con entea mbe le operazioni, si sost,itnì senz'altJ·o il sistema strnttnrale composito, formato cioè con elementi ·snecessiYi e c-oncentrici, sovra,pposti a forzamento : sistema che mentre consentfra un aumento di resiRtenza, con la l''iduzione delle climensi.oni delle varie parti da lan>rare permet teva di impiegare pani di metallo più piccoli tantochè ~pecic per le artiglierie cli grande mole, si a:veva una maggiore ga:ranzia che il meta.no ùttennto in piccoli blocchi fosse sano, omogeneo ed uniforme; e · d'altra pa,rte poi tale sistema, compoRito aveva il <luplice vantaggio di facilitare t~ a<.:celerare la fabbricazione in qnantochè era, diminuita pro. porzionalmente la potenza delle macchi.ne utensili occorrenti per la. la-rorazi.one delle varie pa,rti. Senzn, l'anzidetto sistema cli fabbricazione sarebbe forse sta to impossibile di costruire le formidabili a1·tiglierie a,ssolutamcnte indi pensabili a controbattere i continui aumenti di grossezza,· e di conseguente resistenza delle corazze destinate a proteggere i fianchi delle navi e delle batterie da costa. In quell'epoca, in ,o rdjne alle loro proprietà, i metalli riconosciuti convepienti ed impiegati per la costruzione delle bocche da f uoco er ano ancora : acciaio, feno, bronzo e ghisa. -- 1609 -
PAHTE TECNICA
1870-J..VJ,5
usati o isolata.mente oppure accoppiati, e cioè acciaio con ferro ed acciaio con ghisa; e fra gli ac;cennati metalli si' riconosceva già che l 'acciaio era senza dubbio il miglior meta1lo da cannone a causa delle sue eccellenti proprietà che, a seconda degli usi cui è destinato e con adatti processi di fabbricazione, possono convenientemènte modificarsi: elastico, tenace, duro e resistente all'azione corrosiva dei gas, l'acciaio presentava però serie difficoltà di fusione e di fu<:inaiione, difficoltà che solo era dato superare con lunghi studi e nnmerosi esperimentL Dopo l 'acciaio, come meta.no cla cannone era da classifi- · carsi il ferro che, convenien temente lavorato, possiede pure, sebbene in minor grado, le già accenna.te proprietà; richiedeva pur esso potenti mezzi di fucinazi.one, ma, presentava forse minori difficoltà di lav,orazione, ed il suo costo era sensibilmente inferiore. Da molto tempo dmavano le di8enssioni relative all'im-. piego del ferro e dell'a-cdaio: a quest'ultimo meta.no si rimproverava essenzialmente cli presentare maggiore probabilità di scoppio in causa della sua maggiore durezza e della sua fragilità,, mentre poi nella fusione non si era sempre sicuri di éYitare caverne e -s offiat ure, le quali anche con energica fucinazione non spa,rivano complet:unente e potevano essere ,oausa, cli debolezza, specialmente. se situate i n prossimità aJk pareti interne dell'anima. P er contro il ferro, oltre a, poss~dere in minor grado le doti essenziali di elasticità, t,enacità e du rezza, presentava esso pure non poche difficoltà di lavorazione dando luogo tL saldature imperfette, a bruciature, ècc., che costituivano altrettante cause di debolezza nel punto in cui si rinvenivano, e poteva no anche provocare rotture o scoppi, ta.ntochè se era a,vvenuto lo scoppio di CJUalche cannone di fori·o, non era però men vero che lo stesso caso si era veritièato · in cannoni d'acciaio. P erò superando tutte le discm,sioni e tutte le titubanze, indubbiamente il primo posto spettò all'accia.io ed · a questa incontestata preminenza, valser·o molto le decise applicazioni della tecnica artigli.eresca - francese, tedesca e spa,g nuola ehe orient~1rono decisamente verso l'àcciaio le loro a,t trezzature di fabbricazi-one. -
1610 -- ·
Lrn BOCC[U: D.\ F UOCO DI BROJSZO W DI GHISA COSTHCITE ::SE:! ::SOSTRI S'.rAB.
Verso il 1880 il nostro Paese non p ossedendo officine atte a produrre bocche da fu oco in ferro o in acciaio dovette rin uncia1·e a,d una pronta messa a pu nto dei nuovi materiali e costretto a t rane il miglior partito dalle proprie risorse, fu ridotto a vaJ ei-si dei soli meta,l li che esso poteva hLvorare nelle pr,o prie officine, riuscen do a perfezionarsi e producendo eccellenti bocche da fuoco di bronzo e di ghisa. Buona parte delle n ostre artiglierie da campo e talun e di quelle di rneclio calibr,.> furono in questo periodo costruite col primo metallo, mentre col secondo, impiegrtto da solo o l'inforzato con cerchiat ura d'acciaio, si costruil·ono pressocllè tutte quelle occorrenti per l 'attacco e la difesa delle piazze, e si t entò, con buon esito, an che la fahbricazioue delle bocche da fuoco per la difesa delle coste, dipeuùenclo solamente dall'estero p er l 'acquisto dei cerchi di accia.io. Per q uanlo si r iferi sce a11e innovazi-0ni introdotte nel cmnpo degli stndi e delle esperienr.e per n « saggio >) del comportamento resistente dei materiali da costruzione, deve r ico1·darsi che •)l1esto settore cli applicazione f u assai curato in quell'epoca anche con geniali realir.za,zioni cli ver o primato inY<'ntivo, tjuale deve c011siderarsi ]a macchina. Cavalli di cui a pag. 2J86 del vol: V della p arte II della presente Storia. Altro jmportantissimo lavoro fu quello srnlto dalla F onderia di Torino e, per essa , dal suo Direttore colonnello Giuseppe Ros15et con un razionale ciclo di esperienze meccaniche per studiare la r e1'istellza dei principali metalli impiegati in qnell'epoca p(~1· la, fabbricazion e di bocche da fuoco. Il R osset diede rela1,ione di tali suoi studi in una magistrale pubblica,zione : « E ~perien zc mecca,ni.che sulla rEisistenza dei principali metalli da bocche da fnoco (1874) >>, e da essa si rileva che i metalli sui quali fu (;on dotto tale studio furo no : acciai.o, ghisa,, <; bronzo ; ed i riU cvi cl ell e esperienze possono così essere sin. tctizzati: -
l'accia io può sopportare !.'forzi che raggiungono e sorpasf:ano a nche
cli JJoC'O il limite clella sua elasticità, !'enza che dopo In cessa:l.ione degli sforzi
rle:,;ca d iminuita la sua re::;i::;(enzn elastica ; - il coefficiente di elnsti<'itì1. in mio al .limite el:u;tico, sembra c-res cere
-
]61] ~
PAR'l'E TEC.KICA
18'70-HH5
a misura che gli sfor¼i si ripetono, in modo d.:i r:wvicint1 re sempre il limite elas tico a quello di rottura; - il bronzo si snerva, entro c:er ti limiti. sotto l':nione di sforzi riJ)etuti ed interottl, clonùe risulta elle dopo un ciclo di prove la resistenza ana · rottura è sempre minore cli quella elle il wetnllo presenta quando lo si sottomette con continuità progressiva fino a rottura ; - è mess:) in evidenza la superiorità della resistenza dei bronzi fusi in conchiglia e raffreddati prontawent<?, rispetto a quelli cola ti in tena e raITrecldati lentamente; - è mostrata la con,enicm:a di colllprimerc le fibre interne delle bocche da fu oco di bronzo onde aumentnrne la 1·esistemm alla rottura; - è presentato tutto uno studio 1Uctii llognitif'O s ui fcmomcui cli liquazione delle leghe metalliche e sulle proniclenze per diminuirli.
Cqme si rileva, già, a, quell'epoca e per mei-ito del Rosset, uostro preclare artigliere, era aYanzato lo studio in riguardo alla fatica dei metalli, agli effetti delle sollecitazioni ripetute, ed al limite di scotrirnento : concetti che ripresi in seguito ed affinati con più pet·fezionati metodi di prova hanno portato al le concezioni tutte moclel'ne sulla vH:a elci materiali. Lo studio di Giuseppe Rosset fu assai apprezzato in tu tti i P aesi e largamente elogiato daUa cc Académie des sci.enccs )l ù.i P arigi, ove venne commentato dai commissarii Philips, Ber1 helot, R ésal e Morin (Compte 1·endu des séa.nces n. 4, tome LXXXII). A seguito degli studi del R osset, pcJ? la costruzione delle artiglierie di piccolo calibro Yennc ufficialmente adottato il bronzo com.presso, ed a tal fine il tit olo di stfl,g no c he per il bronzo d'artiglicda nel J.863 era, stato :fissato dal 10 al 12 % parti di rame, venn e ridotto a11'8 o 9 %. Le hoc:.che da fuoco in bronzo co111pres~o, quali il 75 B. e 1'87 B., dapprima venivano fuse piene in pretelle ossia in forme di ghisa, e successivamente veniva.n-0 forate internamente :fino nd un diametro, notevolmente però inferiore a quello :finn.le. Ne1l'anima e nella camera a polvere, aventi tali diametri ridotti, si introducevano quindi successivamente dei coni compressori di acciaio temperato e di diametro via via cr escente : tali coni, dopo di avere unto l 'interno dell'anima con un grasso speciale, erano introdotti nella culatta e quindi spinti per mez7,o di respintori cilindrici di gbisa azionati da torchi iclranli.ci. L'ultimo cono, -
1612 -
BOCCHE DA
~-uoco
.DI GÌIISA E DI BRO:-IZO C0ò1PRESS0
onde compensare il ritorno ela t.ico del J.Uctallo, aYen1, diametro leggermente superiore ,il calibro oc<.:orrente pe1· la la,vo. razione finale di maechina. Così, ad esempio,· per il cannone da 9 B. R ./Ret. cfonomi.J1ato poi cannone da 87 B., ranima era dapprima, forata al diamèt1·0 di 75 mm., e la successiva compressLone veni.va poi eseguita mediante quattro coni coo1pressol'i clcl diametro cli mm. SO - S3 - S3 e S6,6: come si vede e come del 1·esto è in tuitivo, il diametro dei eoni compressori cre:-;ccYa tanto più lentamente quanto più si procedeva n ella, compressione. Data la difficoltà che ancora, si incontrav.i, presso di noi per la, ptoùnzìorn.: llell'acciaio, l ' nso del bro1no compresso riuscì per lunghi turni ai:-sai rnntagg'ioso. Anche a prcsciuclere dalla minore 1·esisteuza alla trazi,one oHel'ta ùal bronzo rispetto all'a.ceiaio, a can~tL ciel maggiot peso specifico del materiale le bocche da fuoco di beonzo compre~so riuscivano i.n genera)e più pesanti cli quelle cl'acdaio, ma c:iò risultava uu in converùente soltanto fino ad un <·erto punto, e difatti oc<:orre tener presente che, a pi-u·itù, <li oµ:ni altra condizione, ad ima bocc~L cla fuoco più pesante corrisponde un affusto più leggero per chè soggetto a minor tornH!nto all';:1,tto dello sparo, tantochè per questa ragione in ruoli i materiali, anche 1·eccn ti, si è costretti ad aggiungete alla, bo<.:ca da fuoco dei pesi che non hanno funzion e di r e~istenza nè akun altro corupito particolare, tranne! quello di u,mncntare Ja massa, rinc~ulant,<~ . Delle b0<:<:he da fnoco a retrocarica adottate verso il L' ·o erano in bronzo compresso t utte quelle cla {:tlm.pagna e cioè: cannoni da. ccnt. 12 D. R. , cannoni da cent. 9 D. R. e da, cent. 7 B . H.., noncl1è mortai da cent. 9 Ret., mortai da cent. 15 Ret . e mortai da cent. 24 Rel.; era in ghisa l'obice da cent. 15 G. R., ed in ghisa cerchiate di acciaio erano p oi. le altre bocche da fnoco e cioè : canuoni da 45 G.R.0., da 32 G.R.O., dtL J5 G.R.C. , da 24 G.RO. e cla 12 G.R.O., nonchè gli obici da 28 G.R.C., da 24 O .R.O. e cla 21 G.R. O. ; e cioè, come si vede e colJJe clel resto fu già accennato, l'impiego della ghisa era fatto sn larga. scala. Alla prod uzjone cli Qt.tima ghisa per le fu sioni delle bocche cfa fuoco era no per ciò dedicate grandissime cure. A tl11 :fine -
1613 -
PAH'n: 'l'EC:'.\ICA
1870-1915
venirnno imp~egate .miscele oontenen ti da l/4 a.d 1/ 2 e ciQè in genere ad 1/3 circa di ghisa nazionale (proveniente <lall'al toforno di Allione in Val Oamouica, della Ditta Gregorini) in pani di prima fusione del pe o medio di kg. 200; a tali miscele si aggiungeva 1/2 cirNt cli tronchi di bocche da fuoco in ghisa fuori servizio, compi-cnùcndovi in genere anche una certa percentuale di ghisa di bocche da fuoco sYeclesi o fra11cesi : la miscela era poi corupletata (la 1·ottami di materoz7,e e residui di precedenti fusioni uclla proporzione da 1/ 7 ad 1/ 4 del totale. •M ediamente si può pe1·tanto dire che la precletta miscela comprendeva, all'incirca: 2/ 6 di ghisa na;1,ionale (Allione) di prima f usione, 3/6 cli tronchi di .bocche cla fuoco. foori servizio, ed 1/ 6, di materozze e re. idui: le varie inisceJe variavano però notevolmehte caso per caso, e i due Stabilimenti - Fonderia di TQl·ino e Fonde1fa di .:Napoli - alloni, incaricali della p l'O · cluzione di bocche da fuoco, ponevimo la mas:ima diligem1;a. nel p1·ovveclere alla dosatura delle miscele stesse. La maggior pul'te della, ghisa cli Allione impiegatf1 era ghisa gi-eggia all alto tenore cli c;arbonio e peso spe<:ifico compreso tra 7,)5 e 7,30: molto più raramente si us~wano qualità cli ghi:sti, Allfone meno carburate e di densità più elevata. tra 7,30 e 71 50. Oomunryuc le miscele iJupiegn.te per bocche da fuoco aYevano densità da 7,19 a 7,32 c_irca, eù erano tali per cui il « cannone cli saggio » dovr.va fornire da 57 a 73 spari p1·ima cli scoppiare. Secondo il regolam<:mto del 1872 il prescritto « <.:annone di saggio» era del calibl'o cli 102 mm. e aYeva forme e dimensioni identiche a quelle clelFantico cannone da 8 libbre della Marina francese scelto dal ben n oto scienziato Gaspnre Monge, :fin dall'epoca della riYoluzione, come bocca da fuoco tipo per l'artiglieria, francese ·e prescritto poi anche come èannon e ili saggio in Spagna e nel Relgio. Colla miscela da coJlauclare si fondeva un cannone cli ~aggio del tipo suddetto e con es. o si effettuavano le seguenti prove di tiro ad oltranza, con le corrispondenti suindicate norme: a) 20 -colpi con proietto sferico del peso di kg. 4 e carica di polvere nera cle1 peso cli kg. 1,333 ; - 161,1.-
IL CAi\NQ)IJll DI SAGGIO - LE GfIISID DA CANNONJll
b) 20 colpi con proietto cilindrico del peso di kg. S e
carica di kg. 2; e) 10 colpi con proietto cilindrico del peso di kg. 12 ::: cal"ica di kg. 2; d ) 5 colpi con due cilindri del peso di kg. 12 ciAscuno e carica, di" kg. 4; e) 1 oolpo con 4 cilindri del peso di kg. 12 ciascuno più un pr-0ietto sferic-0 di kg. 4 (ossia in totale kg. 52 di proietti) e cal"ica di kg. S; con quest'ultimo caricamenlo si proteùeva fino aJlo scoppio, ·Cd afilnchè una miscela venisse accettata occorreva che il cannone di saggio resistesse almeno fillo al 5G0 colpo compreso. La densità della ghisa da provare era misnra.ta. prendendo . la densità media tra quella del bottone di culatta e quella dell'estremità della volata del cannone di saggio. Dalle accuratissime esperienze e[cttuate dal colonnello Rosset risultò che la resistenza u,lJa. rottura per trazione clellc miscele di ghisa usate per le artiglierie era in media di circa kg. 24 per millimetro quadrato, superiore cioè a quella dei bronzi gettati in forme di terra, ma inferiore a quella dei bronzi fusi in forme cli ghisa o .P1·etella, nonchè naturalmente inferio1·e a quella degli accia.i. Comunque, in rignardo delle nostre ghise cla cannone, il cui studio era stato iniziato dal Cavalli fin da.l 1850 circa, si poteva fondatamente dire che esse non erano seconde a CJ.uelle delle migliori a.rUglicr·ic estere. Le artiglierie di ghisa di maggior calibro veni vano gittate con nocciolo centrale, mentre le altre, dal calibro di 15 cm . circa ai calibri minol'i., venivano gitta.te massicce. Ta,gliata, la rnaterozza, il getto veniva trapanato in temamente in più passate e con utensili diversi fino a portarlo al calibro esatto, e l! uindi si procedeva, alla cerchiatura ecl. infine ·alla rigatura con le apposite macchine a, riga.re. La costruzione cleJle artiglierie di ghisa cl.i minor calibro Yeniva effettuata con procedimento analogo salvo la cl.iYersità del sistema eseguito nel getto. I cerchi d'acciaio per le bocche da fuoco cerchiate, fin oltre -
1615 .,_
PAUTE TF:CNICA
1870-1915
i! 1880 eri1no pron1eduti da Ditte estel'e qna,li la, Kl'UJ>P, l,1 P éti n Gandet, e la, Oockerill; essi erano c1ì comun e a cciaio al carbonio oltenulo al eonYertìtore Ile ·semer o al forno l\:fartinSientens con cari:Ltteristid1e che ora apparirebbel'o alq1lilll t o 1uodestc e cioè : limite cli elasticità 25 kg. per mm. quadrato, carico di rottura pe1· trazione ;:;o · kg . per mm. quadrato all'incirca. Dalla. sopracitata lllonografia clel colonnello Rosset :i ri leYa, che fin dal 1874 prei:;so la Fonderia di Tol'ino ve1111eeo ~1pel'imentati cerchi di ·t'erro acci.aioso ·C di acciaio fo miti cblla ])i tta Gregorini e dalla Ditta Bozza, e da tali prove risultò elle alcuni. campioni presentati dalla Gregorini posseclevan,o camtteristiche non infet'iol'i ed anzi sotto a,lcuni aspetti anche impe_riori a quelle dei cerebi della Ca. a francese P élin GtLndet. Per ciascuna bocca da fuoco _i cerchi erano as,mi. nn merosi (~ così per es . per il cannone cla cent. 24 il loro nulllCl'O eta di ben 19, e ciò perchè la tecnica metallurgica non permetteva n11cora: cli ottenere masAelli e quindi cerchi di· grosse dimensioni _che dessero :rnl:lìciente afficlamt'nto cii omogeneità. di struttura. L'info1·iorità del nostro Paese i.n fatto <li pro(l nzioni. sidcrnrgiche cont inuava in quegli .anni 1870-80 acl essere cleprelala dai tecnici militati i quaH sping·evano le com.petenti Autori(;:\ a seguire ed attuar·e i perfeziona,mneti adottati <lall'indnstria degli altri Paesi, lamentando poi sovratutto che non esistesse da noi una gra,ndiosa officina atta alla pt'od t]7,io11e ed alla, lavorazione dell' acciaio, cd in condizioni cli provvedere i non pochi mate1·iali per i quali lo Stato doveva spenclel'e rilevantissime somme all'estero. TaH tecnici militari facevano voti che, come già era stat,i fotto presso altre Na?ii.oni , anche da noi si giu ngei:;se a<l im· piantare un adatto stabilimento statale od anche pri.va,to 1n.-i sovvenzionato dallo Stato, che potesse renderci completamen te indipendenti dall'estero. A prescindere da altre considerazi.oni, la con venienza economica di accondiscendere a tali voti impiegando i minerali cfoll'Elba e in minor quantità queJli. delle Prealpi lomba.rde e delle Calabri<\ così come si pot eva dimostrare ed era stato ·- 1616 -
HALISTICA ID 1\H!,'TALLOGRAINA
dimostrato dall'ingegnere Luigi Orlando, effettivamente non 1:mrebbe mancata., ma, il timore di vedere in breve tempo esaul'ite quelle miniere e sovratutto quello di arrischiare ingentisi;dmi capitali nella fonda,zione di un grti,nde stabilimento metallurgico, nell'epoca, qui e,o nsiderata, e · earar.terir,r,itta da una p1·mhmziale ferrea politica di economi.a,, impedirono che un tale va,gheggiato prog,etto venisse comunque completato per la sua eventuale attuazione, e del resto le predetti gravi considerazioni fecero sempre rimandare q·u alsiasi iniziativa del genere. Era pertanto evi.clente che i vantaggi che sarebbero ridondati al Paese da, un impianto siffatto sarebbf~ro stati così importanti dal punto di vista delle costruzioni militari, sicchè permaneva viva la speranza che le incertezze avessero a svanire e si desse quindi vi.fa, ad nn'inclustria. tanto necessaria, e senza la quale U nostro potenziale · militare avrebbe potuto eventualmente trovarRi forteme nte impacciato nel suo sviluppo. Fin dal secolo scorso era assiom.a:ti.camente ritenuta h precisazione tecnica per cui il perfer,ionarnento delle a.rtiglic~rie è_in gran parte affidato al progressivo avanzare dello studiù dei metalli : balistica e metallogrn.fia hanno sempre costituito f• costituiranno sempre 1111 connubio cli inscindibile armonia . Anche negli ormai Lontani anni clel periodo considerato :-:i. n,mmoniva: « Gi·on1 ricordare i progrei;;si e;he da alcuni anni si vanno facendo nella mctanurgia, dell'acciaio, perchè tali studi non sono estranei alb professione militare, che se è diffìdle ai metallurgisti. di riuscire artiglieri, è però fattibiJe a, questi ultimi di diventare metallurgisti, ed è anche desiclera,bilc che ciò avvenga per h maggiore luce e per . il .maggior incre- · mento che ne a..vrà la scienza che, militando, essi professano·)). Intanto il progresso incaJzava, l'industria italiana. cominciava ad a.ffermarsi, la produzione dell'acciaio si diffondeva e la sua fabbr.icar,ioue si a,ffinava : e finalmente il tanto conclamato desiderio vmiva, soddisfatto perchè a Napoli si impiantava il primo stabilimento siderurgico e meccanico d.1 artiglieria per la fabbricazione delle bocche da fuoco di calibr-0 medio e grosso, essenzia,lmente per le necessità della R :rifarina: sorgevano così le Officine · Armstrong che nel 1SS5 la Casa madr() 105
-
Hil7 -
PARTE TEC~ICA
1870-1915
di Elswick aveva deciso di installare a P oz.zuoli in posizioue industrialmente assai razionale e servita da mare con pontile ad a mpi fondali. Tale impianto che rappresentò per quell'epoca l'espressione di un lodevole progetto di ingegneria rneccanfoo -i11 dustriale, realizzò il voto dei tecni.c i artiglieri che tanto avevano s<~mpre desiderato di emancipare i.l Paese dalle costose importazioni strani{~re. L-o stabilimen.t o A1:rnstrong a P{)zzuoli si impiantò a .ciclo (X)lllplet o (( acciaieria:, fud natnra degìi elementi e lavorazione meccanica >>, con rpezzi e progetti provenienti t utti dalla Casa madre inglese, e rappresentanti sempre le successive perfe,zio nate realizzazioni nel campo artiglieresco. Con l e prime costruzioni cli Pozzuoli l'affermazione 't ecnologica dell'acciaio n ella fabbricazione delle ar tiglierie fu assolu ta e, non soltanto nel cam,po dei oomples1i. per la R. Marina, ma essenzialmente aJtresì per i bisog11i dell'Esercito, perchè fin dalla fondazione n Cantiere Armstrong di Poz:;moli visse in piena, collaborazione t&enicH, di lavoro con la R. Fond ei-ia e Arsenale di costruzioni <l'a,rtiglieria di Napoli, sicchè l'eRperienza dei nuovi metodi di fabbricazione potè penetrare ed innestarsi. anche nelle Ol'ganizzazioni industriali dell'Esercito . Nella, stessa epoea sorgevano le altre grandi acciaierie naziona.li) quale le (< Acciaierie Terni )) - « Accciaforie Ilva >>, ed insieme ard esse prendeva.no SYiluppo i << Ca ntieri Ansaldo n a G<mova, ed (< Oclero )) a La, Spezia .
Nel campo del trafoo delle artiglierie il capita.no Crispino Bonagente, poi generale .e Direttore dell'Arsenale cli eo~trn zione di 1'orino, diede uri contributo notevolissimo ai progressi per esso realizzati. I n generale nel primo decennio di questo periodo 1870-191 ~1 fo artiglie1:ie d' assedio di medio calibro, ineavalcate sn affusto rigido a r uote; per il t iro dovevano essere messe in batteri n. sn appositi paiuoli formati da un tavolato costituito da. robusti tavoloni riuniti assieme da chiavarde,. ed inoltre, ad impedire -
1618 -
LE R01'AII;; A CI"GOLO MOD: BOKAGEKTl<J
che nel rinculo il pezzo ·potesse fuoruscire dal paiuolo e si rendesse necessaria una penosa rnànovra di rimessa in batteria, verso il J.880 furono adottati dei freni idraulici, il cui stan tuffo era applicato alla testata d'affusto mentre il cilindro era, assicurato ad un robusto rocehio, fissato anteriormente al r,a,iuolo : per queste ragioni la messa in batteria, delle artiglietie di assedio divenfaLva di assai lunga durata. Il traino poi di tali artigli.erie fuori delle strade ordina.rie era assai penoso e talvolta pressoehè impossibile, perchè il. peso notevole del .pezzo ripartito soltanto sulla piccola superfide d'appoggio concessa dalla limitata larghezza del cerchione delle l'tJOte, s u terreno non perfottamente compatto ne favoriva l' a;.ffondament.o, al che si dove-va sopperire, quando era· possibile, sottopouendo alle ruote dei tavoloni o dei graticci, mentre poi su terreno vario tali mareria.li, per superare pendenze anche modeste od ostacoli anche picooli, richiedev-ono faticoi:;e e lunghe ma no'vre di forza : tutto ciò riduceva e11or.rrremente la mobilità delle artiglierie cl'assedio su a.ffnsto rigido a ruote, e, mentre ne lim.ita..va l'a,utonomia fuori delle strade, comprometteva la possibilità di. tempestivo intervento tattico. Ad eliminare tali inconvenienti provvide il capita.no Bo11agente con la geniale invenzione delle sue « rotaie a, ci.ngolo )) che risolvevano con elegante semplicità 1m difficile problema cli traino, d'interesse non solo mili.tare ma anche civile. La, rotaia, a cingolo l\fod. Bona.gente è eostituita da un poligono equilatero articolato che circonda la ruota. Nella parte superiore tale poligono è circoscritt.o alla ruota, meùtre soltanto uno dei lati. della parte inferiore dél poligono, e cioè il lato che poggia, sul terreno, è invece tangente al cerchione della ruota, dimodochè durante il traino gli altri lati della parte inferiore della rotaia rim.ang-0no normalmente alquanto staci::n,tì da.Ila ruota. I n sostanza il suddetto poligono; oltre ad ·avere uno sviluppo alquanto maggiore di quello che sa.rebbe necessario per costituire un vero e proprio poligono circoscritto a,l cerchione della ruota, gode delle segnenti proprietà: 1°) i suoi lati ossia «segmenti)), essendo uniti tra loro mediante perni e camerelle, possono alquanto allontanarsi od -
1619 -
PAl('l.'E 'l'EC;-.;JCA
lSì0-1915
a.vvicina.rsi l'uno all'altl'o, e pe1· ciò con tale di.:positivo mentre tt ruota .s i mnov,e si ottiene l' eliminazione di qualsiasi movimento della pal'te supcl'iol'e della rolaia risp etto alla, rnota. In altri terrni.n'i, mentre hL ruota avanza, la pa1-te s uperiore della rotaia si <:ornpo1·ta come nn poligono rigiùamente fissa,to al cerch'ione, tantochè qualsiasi attrito della, parte superiore della. r·otaia ri:spetto alla ruota resta. eliminato;
F ig.
,o.:, -
Bnotn nmnita <li cingolo Ronngente.
2°) Jp cs11·emità dei !ii<'gme nti 80110 sinnssat~ in modo che allorqnanclo du(' scgm.e nti adiacen ti vengono a tr-0,"al'Si nell a posizione più. HlvYidna 1.,L frn lol'o, le loro estremità contigue vengono a presentare nna.. cunatu1·a concentrica al cerchione della ruota. Orbene la ruota, prima di aver percorso completamente il segmento de poggfa sul suolo, vn ad nrtare il se~mei1to che è ancota sollevato, e per tan to affinrh<'- la ru oh1: possa, continuare nel movimento, oc:conc <:be tutto il poli.gouo, cioè t 1Jttn. la. ro tiiia possa 1·not:ue 'ili modo che il segmento seg1wntc si uhbassi e si disponga in continna,done del p recedentt\ il che si. ottiene appunto e.on la i:;mn8sa tm·a delle c~tremitù, dei segmenti. In definitiva, per 3/ 4° nll'inci1·ca clel t~mpo è la ruota che viene a rnotal'e 8nl segmento più hu sRo, ,ci nd frattempo la parte superior e della. rotaia i comporta ,1ll 'i11 citra c·ornf• se -
1620 -
lfig . 79()_ - Prove cli traino e di tiro con cingoli.
-
1621
.PART.GJ TECNICA
1870-1915
fosse rigidamente fissata al cerchione: nel restante tempo è invece la rotaia, che in certo modo ruota {nel senso del moto dell'affusto) att-0rno al proprio segmento più basso; duran te . taii predetti tempi le ruote hanno delle br~vi panse d'arresto. Ìn corrispondenza· delle mÌioni · dei segmenti tra loro, anzi sui niedésimi pernì, sono incernierate altrettante '{( piattaforme )) le quali possono rotare con un certo attrito a'ttorllo ai per1ii stessi. · · Tali piattaforme che hanno anzitutto lo scopo di costituite una larga base d'appoggio, di gran lunga maggiore cli queUa, offorta da1 cerchione della ruota, si comporta.no in sostanza come tavoloni successivamente interposti tra ruota e terreno, ed hanno a.itresi lo scopò di evitare che la ruota si present.i risp-etto al terreno con profilo poligo11ale, il che darebbe evidentemente luogo ad inco1wenienti. Coll'impiego di si.ffatte ro taie. a cingolo gli affnsti rigidi. a ruote per artiglierie di medio calibro possono agevolmente essere hainati su terreni anehe notevolmente rotti -c) cedevoli ·o con sensibili pendenze, ed inoltre) rotaie a ci.ngolo del tntto a.naloghe, ma eon elemepti (segmenti e piatta.forme) più piccoli, possono appliearsi acY appositi , carrelli rendendo così relativamente facile il traino in montagna cl.elle suddette artigliel'ie o cli altri materiali. L'impiego dei cingoli· Do11agente, rapidamente adottati non soltanto . dalla nostra artiglieria ma altresì largamente all'este- · ro, semplificò anche enormemente le O})erazioni di. messa in batteria delle artiglierie· d'as_sedio di . medio calibro. Completate . cla, due robu.:sti cunei-freni, che durante il tiro vengono collocati a terra in direzione delle -ruote ed alquanto indietro alle medesime, nonchè da un pancone di coda, in cui si alloga l'estremità della coda d'affusto, le rot~Je a eingolo· permettono di eliminare i pai.u.oli ed i relativi freni. Siccome poi durante il traino i cunei-freno ed il paneone di cod3, vengono . trasportati dall'affusto stesso, dal quale è possibile riurno,rerli con la maggiore facilità, la messa in bat teria risulta quanto mai semplice e. rapida; {~ cioè anche per artiglierie di calibro notevole, quale per es. il nostro ottimo cannone da 149 A., tale manovra riesce pressochè comparabile a ·quella, di un pezzo da campagna. ~
1622 -
I P1UJCUUS0Hl DI~( l\10Dll:RNI CARRI ARMATI
Ma l'importanza dei cingoli Bouagente, {;he res'ero servizi stra,orclinariamente preziosi durante la grande guerra, è note"olissima ancora per· altri motivi. Oorue ebbe acutamente ad osservare un altro nostro illustre a1tiglìere, il generale Luciano Bennati « se si prende a considerare la costitu,i;ione di uu moderno carro armato, a prescindere dalla sua corazzatura e dal suo armamento, noi vediamo che in esso l 'applicar.ione ùei « cingoli >> che uniscono le ruot<~ anteriori alle posterjori, costituiste l'elemento essenziale che gli conferisce quella carat teristica sna facoltà di manovrare in qualunque terreno e cli ~operare ostacoli d'ogni sorta, cosicchè ~i pnò dire che il <:ano a1·lllat-0 torse non esisterebbe ancora se non fossero stati inventati i cingoli; e pe1: ciò ltt sna lli:tScita l'ipete le sue· origini lla una i11vem'.;ione prettamente italiana>>. I cingoli fu1·,ono im-entati dal Bonageute verso il 1904 e suscitarono subito granùe iutercsi-e in tutto n mondo militare, tantochè l'imperato1·c ùi Oermani:.L essen done stato i.nforma,to, chiese ed ottenne dalle Antorità militari i taliane l'invio di un rnoùello di rotai<~ a eingolo, cù il Giappone se ne ervì. nella campagna contro la Husi,;ia- del 1D04-03, rnentl'e poi anche tntte le altre principali P-0tenw li adottarono l>en presto . .Alt1·0 precursore dei moderni <:a,rri armati fu il ca,pitano d'artiglierh~ .Luigi Gusi,alli di Brescia cbe nel 1917 ne costruì a Novara un tipo u!Ssai intetessaute. Ne accenniamo qui per <}01111essione cl'a1·g;omellto sebbene si tratti di studio che ero· nologieamentc esorbita dai limiti del periodo considerato. 11 car1·0 cl'assalt<> Gnsimlli. era essenzialmente costitu ito eh, una tonetta blindata, cla un motore situato posteriormente nl veico1o e da due paia di pattinj che, per l'azione del motore, si muovevano uno <lopo l'altro in modo che quando uno posava snl terreno, l'alti·o ~i porta;va in avanti. Un apposito rnanoYelli smo, snl quale appoggiavn il c,01·po ceHtralc con torretta, rc•nclcva inclipencl ente questa parte clel cano dal movimento ondulatorio dei pattini e 1o facent procedere con movimento 1·cgola1·e. l l wicolo era pnrticolarmente stuclia.to per terreni. molli anr.khè pe1· tene11i a fol'ti pe11clenze, mentre poi pn,rticohll'i al·to1·gin1en ti lo l'en<levnno atto a fom;i.011t'lr<~ an che f.;e pm·zia,lmen te iuunerso nell'acqua . -
Hi23 -
PARTEJ Tll:CXICA
1870-1915
Benchè le pl'ove eseguite abbiano dato risultati soddi~fa centi, tuttavia non si adclive1rne all'adozione ufficiale di tale carro Gussalli, e pertanto devesi rilevare che, con concetti analoghi a quelli da lui sfruttati, in Germania e negli Stati Unitì vennero poi studiati e costruiti degli autocarri e dei trattori agricou. * * *
Nel periodo 11ui com,idera.to, per opera del generale d'artiglieria Luigi Starupacchia furono. introdotti notevoli miglioramenti nei processi di allestimento del munizionamento per a1·mi portatili. Nato a Lecce nel 1858, superati i corsi di studio degli Istituti d'a rtiglieria di Torino, promosso ca,pita.no nel 1888 fu nell'a.nno successivo trasferito al Laboratorio P irotecnic-o di Bologna, iniziando così. un'intensa ed intelligente attivitl <~he doveva farlo annovare tra i migliori tecnici della nostra Arma. In questo ste$SO a nno 1889, re&osi necessario l' urgente allestiment o di cartucce Mod. 70/ 9 cariche di balistite, lo Stampacchia ideava uno speciu,l e « caricatoio a volume)), merli.ante il quale i due Pfrotecnici cli Bologna e di Capua poteNmo in breve tempo allestire 200 milioni di cartncce. Ooll'impiego di 58 congegni di tale tipo, presso il Pirotecni co di Bologna i poté raggiungere una produr,io11c di 600.000 cartucce circa in sole 12 ore di la,or o, e oltre l'alta proclnzione giova notare che un t·a le cari.catoio permetteva di consegnire notevoli economie, e sovra tutto garantiYa l a esatta <lo~at.ma della carica en tro i limiti di tolleranza presel'itti. Cambiato nuornmente il munizionamento -COJI l 'adozione del fucile Mod . 91, il capit ano Stampaccbìa costruì un cc caricatore multiplo automatico >> dc venne adottat o dai due P irotecnici, e di tale caricatoi-e vennero utilizzati numerosi esernpfari durante la grande guerra, il che contribnì. notevolmente a far salire la produzione giornaJiera di cartucce a circa 6 milioni, come richiesto dall e esigenze del munizionamento di fant eria. Dopo un periodo di se1:vizio presso il 15° artiglieria da . -
1624 -
LUIGI
STAMPACCHIA
campagna, il capitano Stampacchia, fn promosso maggiore nel 1904 e destinato quaJe vice Direttore al Labora,t orio Pi.rotecnico di Capua rimanendoyi fino al 1910. Durante tale sessennio egli apportò numerosi perfeziona,menti a,lla lavorazione depe cartucce per armi p-0rtatili, dedicandosi contemporanea.mente, tra i primi in Ita]ia, allo studi.o della metallogra:6a, scienza aUora in formazione, ed a tal fine costituì il primo gabinetto microfot,ogra:fico impiantatosi · in Italia.
Fig. 797 - Luigi Stampacchia.
Nel mio il colonnello Stampacchia fu destirnLto a ll'Officin-a. di costruzione di Genova, rimanendovi anche nel 19Jl allorchè fu 't rasferito nel Ruolo Tecnico d'Artiglieria. Nominato Direttore dell'Officina stessa vi rimase anche dopo la promo zione a generale fino al 1919, anno in cui fu destinato all'Offi· cina cli -costruzioni. d'artiglieria in Roma, : venne poi successivamente trasferito all'Arsenale di costruzioni d'arti.gliel'ia di Torre Annunziata e nel 1921 lasciò il servizio a,ttivo. Dn,ra:nte il periodo be1lieo l'allora eolonnello Stampac:chia escogitò un metodo di decarburazione chimica della ghisa che -
]6~"' --
PAR'l'E 'l'EC.KH.:A
1870-1915
consentì di ottenere ghisa acciaiosa cli alta qualità, partendo dalla ghisa comune e senza dovei· riconere a rottami di acciaio. Nel 191G definì. unu, nuova inst.1llazi.one per obici. da 305/ 17, installazione di cui Yenuero allei:;titi alcnni esemplari e che era particolarmente notevole per l'assenza di qualsiasi specia,le ca rreggio per il trnsporto, nond1è pe1· la maggior e mobilità che era possibile di conseguil·e relativamente al cospicuo peso di tale materiale clevan tesi n circa 25 ton nella.te.
Notizia bibliogré!.fica e delle fonti P ER
IL
SOT'l'OCA!'ITOLO
Prn11IATI
« STU DI, » o e:r.
1NVE:s'ZI0Kl,
CAl'I'l'OLO
1 N:\'0VAZ10)1I,
XXXI -
§
, COPI.::HTL!l,
1.
(1870-1914)
ALLASON
id. id. i d. id. id.
id. id. id.
TJ. : If. nuovo cannone dn 11ionta,9na. clo, oent. 7 B. R. (Ret.; (Homa, 1877). : L'artiglieria, cla c.am,vagna (1878) . I,a vita e le overe cli G-·iov(i'n?l'i C(Lvcilli (Roma , 1880). : Annamento delle nuove batterie "· ca.rallo (Roma, 1883). 1 1i1wvi materiali cla campagna in lci111 iem nell' drt iglieria Jta,liana (Roma, 1884). Le co'1uJ,faioni llelZ,cirtiglieria da canivarr1w d i frn11 le <1/lri fanteria (Estl'a.tto cla.Jla, Riv . A.rt iglieria e Oen'io, 1885) . <.)ueslio11'i 1·iffette11ti l,Mtiglieria da 111011tayna (Estrai to Riv. A.1·ti glieria e Genio, 1887). 1 cam1011'i a tiro rnviclo (l'i}stratto Ri u. Artiglieria e 0.enio, 1890) '&ti polvere sen.za umo (1890).
t
-
Hi26 -
ri0TI7,IA BIBLIOGRAFI CA
U.: La 7ìo11rlre sans fumée, les noziveUes armes et la taoliq'tt<J (Pal'is, 1893). itl . ·verità utili sulla questione delle anni speoicili ('l'orino, 1895) . id . Artiglieria da mo11tagna (E stratto /liv. Artiglieria. e Ge n'io, 1895) . id . L'artiglieria da cmnvagna,, il camio11 e c1, tfro accelemto e la tatt'ica (Roma, 1897). id. Artiglieria da. camvagna ed ì nuovi ·m ateriali (Estra,t to Riv . .tirtiglieria e Gewio, 1899) . id. L ' A1·tiglieria. ·italiana, le s1w condizfoni e ·il sno ordinmnento (Torino, 1900) . id. La 1noderna artiglieria da ca1nvagna ('l'ol'iuo, 1902). id . Une opinion ilal-ienne et 1me opinion alleniande sur le <:a.110 11, à tir m7Jide (Estratto .Rvv. A.rl'igl·ierici e Genio, 1902). id. Oo·11sidern.z for, ,i snll'ùnpìego dell'artigl-ier-ia · da cam.va911a (Roma, 1D03) . i.cl . : La n ostra, a1·tigtieria, da camvagna, (Roma-, 1906). AMA'l'UI<ù : .Scien.èe J1 i/.itari (:i\Jilano, 1939). B1;;NNA'1 'I J,.: Un J)reonrsore (Ri'1 J'is ta A1·tiglieria e Gewio, 1904). id . Il tene11 I e ge11ercde Po niveo Grillo ( Rivista A.rtiglie1·ia e Gc·11 io, l nglio -ngosto 1922). id. Il generale Soipio11e Bra ccialini (1-U vista Art-iylieria · e Oen·io, a.prile-maggio 1937) . BHXCAr.Dr G.: La moderna artiglieri(L da ca,mpagna (Niiovci Antolo!]ia, ma1·zo 1902) . icl . T/Esei-cito senza wrtiglie1·ia (N-nova, Antologia, non~mbre, 1905). BRAVE1'TA: L'art-igl-ieria, e le si,e 1nerciv,i ghe (Mil:ino, 1918) . CAXNONI a t-iro celere Krupp (R'i'v-i sta A.rt·igUeria e Genio, 1892). C HA LLÉA'l' J. : J-T i8to'i-re t echn·i qw: de l' a;rt-illerie d e te1Te en France ve11da11t 1w siècle (I'a1·is, 1935). id. Jlécan,iqne do8 ci_O'nts ( Pal'is, 1908) . CIXGOLI : Rails à cei11t11-re ('l'orino, Doyen, 192G). C 0Ml\Uss10N rn cl'ù1ch-iesta Jl e1· l' Esernito - H, elciz-ion e .s1d miovi •11iatcriali cl'ai-tig-lieri:1 (Roma. JVOS). DEPORT : Oanon rr tir 1·a71ide (I'al'is).
ALLASOX
-
162"7 -
r'ARTliJ TECNICA
1870-1915
Corso di materiale d' ar tiglieria (1872) . G urcgARD C. : Traité <le tll écanique (P a1·is, 192-:l) . BNCICLOPEDIA militare (I stituto editori ale scientifico, Mila.no) . IL CANNONID da camvagna dell'<wvenire del generale Wille (Riv-ista Artiglieria e Genio, 1892) . J ACB1x1 C AnLO : Teoria dei COll;moni (Milano, 1935):
E LLENA
CLA,'ARI:KO :
L'a1·tillerie de ca1itl)agne en liaison a,vec les a1utres armes (Paris, 1892). Lmssrco militare italiano (Va lla,rdi , Milano, I , 16). 1'!ADASCBI G. : Sm1.to descritti'vo del materio,le cl'art-igl-ieria ita Uano (Tori no, 1916). id. ?-l o.z ion,;, genemli sul materiale d'artiglieria (Toi-ino, 1915). AfAiè\'A1101 : Co rso di costrnzioni cl-i art'igUeria (Dispense litografate, 1930-1931). À!ATTEI .i\.r.Foxso: Raccolta dei. pri11ci7)(Jfi dati sulle a1·Uglierie a, 1·etrocarica (Scuola Artiglieria, e Genio, ann0 1:-:u1 -J~0'..!J . lllocB : A.1·tillerie actuelle (1895) . P ETRA DI CAcccnr O.: Il generale G. Binncardi (Rivista A rti glierià e Gewio, 1926). RBLAZJON1~ della Comm'issione pe1· le Tnd'nst1"ie M eccaniche e N<J1Vali (Roma, · 1885). RoaxE : [,es progrès dc l'a1·tillr31·ie cle ccimpagne 11Ìorlerne (Paris). R os sET G.: ÈsperienzP, meccaniche snlla, resistenza dei principali ·m-ela ll i da bocche cl<1, fuoco (Tol"ino, 1 74).
L ANGLOIS:
FON'l'l
Delle A.rtiglierie riua te 'itnlùine : (Fascicolo litografato esistente presso la, Biblioteca clell' Ar seuale H.. J0. 'l'Ol"inoJ. DrnEZIONE A .nse:--ALJ·: Cos·rRGZIONI A RTIGT,IERIA NAI'OLI : M onografin dell'afjitsto cZa C(l,111pagna da m / 1n 7?. (Gennaio 1901). MINISTERO DELLA G UEI<HA : J.11armale <l, A.rUgl'ieria . (1889) . Su,lla faòbri ca,zione clelle Artiglierie : (Fascicolo litogntfato esistent e presso la Biblioteca ùe11' Arsenale R. E . Torino) .
-
lG.28 ,_
§ 2.
BALl STICA INTERNA E BALISTICA ESTERNA BALISTICA INTERNA 1870=19 14
Conseguenze della generale adozione della retrocarica e delle polveri infumi = Regolarità di effetti balistici = Progressi vitali delle polveri = Nuovi orientamenti nello studio della balistica in= terna = li prob.l ema principale ed i varii problemi secondari = Le ipotesi per lo studio del fenomeno dello sparo = Le tre equazioni fondamentali = stt,di degli artiglieri Sarrau, . Mata, Charbonnier, Siacci e Giovanni Bianchi.
Il periodo che va dal 1870 al 1914 segna nt~l progresso deUe armi, ,e quindi in quello della, ba,l istica interna che ne studia gli effetti immediati, una vera, rivoluzione i cui risulta.ti permangono tuttora. fonda,menta,l niente immutati. Dal 1870, armi pol'tatili ed ,a rtiglierie a retl·-ocarit:a diven tano rapidamente di acfo:r.ion<~ generale in tutti gli. Es<~rciti: il sistema di -chiusura a bossolo metallico si at tua, e si estende sino ai cannoni di. piccolo ca,l ibro ; i proietti cilinclr·o-ogivali t{mclono ad allungal'si. mentre l.a rigatura e gli effetti che ne conseguono vengono r:rnionalmente sfrnttati nelle loro rea,liz:r.azi.oni dando luogo a molt eplici stuclii. Ma. per ciò che interf·Ssa la balistica, interna il progresso decisivo è dato dalla, adozione delle polveri infumi. Come ampiamente dettò nello speciale capitolo riguardante gli esplosivi, le polveri infumi, che nel periodo considerato . vengono gradata mente adottate in modo generale nelle armi portatili e nelle artiglierie,. si possono classificare in due tipi carattc~ristid e cioè : a) le miscele nitroglicerina -nitrocellulosa quali le nostre balistiti; b) le polveri alla nitr.ocellulosa. pura, quale acl esempio la polvere B franeesP.. -
1629 -
PAHT1·:
·r nc:-.rcA 1870-1915
Ennambi tali tipi hanno per caratteristica, comune quella di bruciare senza lasciare residui solidi e senza produrre pratica.mente del fumo, duplice notevole proprietà che li differenzia completamente dalle polveri nere, e per cui con le polveri infumi fu possibile di ottenere nelle vatie armi da fuoco quella rapidità e quella pote117.;a, di tiro che oggi.di possono di.rsi rag- · gi unte in altissimo g1·aclo. Oltre a ciò le polveri infumi han no conRentito di otler.ere una regola,r itù, di effetti balistici prima. completamente sconosciuta in confronto alle poh-cri nere. Tale L"cgolnrit.1 di effetti balistici dipende . da]b omogeneità e dalla costanza fisico-chimica della materia, costit ne11 te la polvere, nonchè dalla forma, regolare degli eleme11ti o grani della polvere i:;tessa, forma- che e'· facile -0tte1wre med iante Jnmim1zione se tratta..:.i di balistite, o mediante trafil.1tum se t rattai::i di 1ii trocellnlosa pura : è 11nesta r·egolarità di effetti balistici che perwette di graduare in modo rapidam<~ntc e~mtto qnelht che chi.ama si la prog1·essiYità di una polvci-e da f-paro. Suppostt~ eostante ln veJ.ocitù, di com bw;tionc cli. nna polvere, in senso genel'i<·.o <lic:esi progressività della, polvere stessa. H potere che essa ha cli emettere, brntianclo, ,·ol".lmi più o meno grandi di prodotti gasi::osi nell' unità di tempo. Si chiamerà polvere « ptogressiva >> quella c he; nelle condizioni su esposte a pitr tire dal momento dell'infiammazione, nelle successive unit:1i di tempo emette vol umi crescenti cli gas ; a << combustione costante >> quella polvere che nelle successive unitù, di tempo .emette volumi eguali di gas; « degressiva, >) quell:l, che emette volumi decrescenti. Tale emissione gassosa ·va postn in i-elazione con gli spostamenti elle sotto l 'azione clella, pressione clei gas il proietto compie nell'anima, sposta menti che a umentano successivamentH- la ca.pacità volumetric11 in cui fa polYere brucia dietro il proietto, capacità v,o lnmctriche cresc-cnti ·nelle successive unità e.li tempo propo1·zionalmente alla velocità. che il proietto va acquistando nel suo moto. J~J chiaro che quanto maggiori sono i vnlori che tale velocità tend e a ragginngere, - ciò che si traduce in potenza dell'arma, - tanto più rapidamente aumenta dietro il proietto la capadtù, volumetrka di combustione, tanto -
16~0
~
LA
BALISTICA
IN'l'IDRNA
RAZI0)1ALE
che conver rà che la polvere da impiega,rsi sia il più progressiv11 possibile. La necessità di rendere la, polvere progressiva a,l massimo possibile si era già fatta, sentire anche prima della definitiva, adozione delle polveri infumi. Gli è appunto perseguendo tale finalità, che si ebbero le nostre polveri nere a grana g1:,ossa nonchè quelle agglutinate e compresse in dadi di dimensioni più o meno grandi, polveri nere che furono perciò chiamate progressive. Gli è però anche da rileva.re che le varie i rregolarità inevitabili · nella, formazione e composizione Dei grani élementari, aventi specialmente intluenza sul comportamento di tali polveri durante la combustione, non consentivano qnelln. perfetta costa.nza di effett,i che si otte:nnero poi soltanto in / seguito con le polveri infumi. · La balistica interna, rimastr1 fino -allora strettamente legata a metodi di calcolo e a formule empiriche fondate essenzialmente su dati sperimentali, coll'intr-0duzione delle polveri infumi, per la reg,ofo,rità, e per la, cost[Lnza dei loro effetti venne dagli studiosi ·o rientata verso una soluzione razionale del problema, ciò che prima non sarebbe stato consentito di fare se non ,e ntro limiti di appossima.zione troppo vasti ed incerti. Questo nuovo ,o rientamento non si impose però che allorquando le polveri infumi divennero di adozione generale e cioè tra il 1890 ed il 1900 : fino a ·tale epoca gli studiosi di balistica interna cercarono più che altro di a.dattare alle nuove polvei·j· quei metodi di calcolo e quelle formnle empiriche eh~ già tlno allora er ano stati usati per l e polveri nere. Fra i cultori di ba.listka interna sono da ricordare nel predetto period-0 il Sa,r rau, l' Heydenreich ed altri all'estero: da noi, oltre al Siacci ed al Parodi, molti altri distinti irfficiali d'artiglieria. si dedicarono all'insegnamento· di tale materia presso h Scuola d'Applicazione di artiglier ia e ·genio eseguendo e seguendo in proposito numerose esperienze aJ campo di Oiriè. Fra tutti è doveroso ricordare l'allora ten. Alfonso Mattei che professò questo _i111segnamento nel 1892-93 dandogli un'impronta di marcata origini:t.lità. Solamente verso il 1890 gli studiosi di balistica inter:iuL comincia.rono ad · inquadrare il fenomeno :fisico-chimie-0 dello -
1631 -
PARTE TECNI CA
1870-1915
sparo cli un 'arma eia fno c:o media n te ipotesi fonclamentali razionali ùalle qu ali si potessero tra rre formule analitiche risolu tive di quello che si c hiama il « Problerni.1: pri11cipalc cli balistica interna ». Tale problema principale con siste uella determinazione della pressione che .si sviluppl:L in un'arma durante lo sparo per effetto della deflagrazione della polvere cli lancio, e conseg nenteruente u ella cletern'iinaziQne t1ella velocità, o forza YÌ vn eb.e il proietto sotto l'azi one della pr essio11e stessa acquista durante i.l suo rnol·o nell'interno e C'i.oè nell' iwima, dell' arm a consiclei-ata. I nsieme al problema lJrin cipaJ e s11ssisto110 e clehhono essei-e ri solti svariati problemi scc:on dari che rifl etl-0110 essenzi.tL.lmente tutte quelle perdite di energia che nel fenomeno dello sparo :::;i ve1·ificano, indipcnclentc.mentc dall' azione specifica, della deflagr azione della p olYcre e dal moto intrinseco del proiettò elle JLe deriva, e doè : -energia spesa nel r inculo dell'arma, sforzi ell attriti di varia 11atura in reht:i:ione alfo corone cli forr,amento del proiett.o, alla rigatura., ec:c . ecc. Lo stu.d io dei probl emi secon dari eo::,titnisce quellu, che s i può cbiaruar-e la « me::;sa a pnnto » della solnzione generale unalitica del prolJl.erna principale già, acce11n:1to scnzi:L a..l.terare la form a e la razionale s ucces~ione delle form nlc ri. olutive. Le i potesi <.:hc l'ad-ozione delle polveri infumi lm permesi:-o di fol'mnlare per iwJnaclra.r-e il fenolUeno clello i:;paro sono le seguenti : 1) In tesi gene1·alc il fenomeno della deflagrazion e di UJHL polvere può considera,1·s i ~nel cli viso in due periodi; 2) Le polveri infu111i brnciano per strati paralleli. e quindi dato 1tn gra110 di polvere di una de terminata forma geo.metrica, ta,l e grano conserva la stessa forma ilm·ante tutta la combustione; 3) La velocità di emissione gaso~a , cioè il volume di carica combusto nell'unità cli tempo, è in una polvere infume p roporzionale ad un certo esponente della pressione; 4) L 'i nfìammar,i one cfoè l'accensi,one iniziale della carica, si suppone che a,v. Ycnga istan taneamente per tutti. gli elementi o gr ani della ~a rica stes$a, e contemporaneamente su tu tta la, snp erfì eie cli <'ia,s cun grano.
-
1632 -
IL PROBLEMA Pltl.KC1PAL8 DI BALISTICA IN'r~HNA
Per la prima ipotesi si debbono considerare : il periodo di combustione ed il periodo di espansione. Il periodo di comùustione è quello durante il qnale l'esplosivo solido si converte in gas. All'inizio di questo periodo H proietto è formo ed inizia il suo moto solamente quando dietro a,d esso è combusta una· frazione di carica tale per cui il gas cla essa sviluppato esercita una pressione sufficiente tt vincere la resistenza delle corom~ (pressione di forzamento) . Per un certo tempo più o meno grande dietro al 1n·-0ietto in movimento continua la combustione della polvere; ma l'emissfo1ie gassosa o volume di gas proclotti nell'unità cli tempo supera nei primi i~tanti il volume corrispondentemente generato dal pr,oietto 1tel moto stess,o, e quindi la pressione. aumenta. Quando, coll' a{:celerarsi del moto del proietto, il volume di gas pr·o dotti . cd il volume generato, come fn eletto, vengono a,d equilibrarsi, cessa ogni a,umento di pressione, tanto ehe in questo istante !:ii raggiunge la pressione massima. Da questo momento, pur continuando la, combustione della polvere, i volumi di gas emessi sono inferiori ai volumi g<'nerati nel moto e la pressione conseguentemente diminuisce : ad un ~erto istante, chè genm~almente in pratica si verifica p'ima che il proietto abbandoni l'arma,, la combustione della polvere finisce; e-essa l'emissione gassosa e da questo momento ln, massa del gas prodotto, 01.·mr1i c,ostantc, inizia il secondo periodo clcl fenom<'no o periodo di espa-usione 11 pa,r tire da una cc·rta pressione di fine combustione, che può variare da caso a cas·o · 110t evolmen te. Comnnque, la, pressione massima si verifica sempre nel periodo di combustione: essa sarà tanto più vicina alla fine combustione qna:nto più progressiva è la poJvere impiegata, cio<~ quanto più le conclfaioni geometriche (forma, del grano) {'. fìi:;iche della polvere stessa consent,ono di mantenere il volu me gassoso di emissione crescente durante t utta la combu stione : in detel'minati casi-limite la, pressione massima può coincidere colla pressione di :fine combustione . .Il dia,g!'amma chiarisce il comportamento che può a,vere 106
-
1633 -
PARTE TEC~JCA
18'70-J.915
l'effetto dell~1 combustione cioè la pressione sviluppata, ad ognì i::;tante, secondo la maggiore o minore progressività della polvere. _ Prendendo per ordinate i valori della pressione svilup· pata, e per ascisse quelli dei volnmi V) o ciò che è lo stesso degli spazi S generati dal proietto nel suo moto avremo : 1) una pressione di partenza detta pressi-one di forzamento Po per V== O ·Oppure S = O; 2) una pressione massima P corrispondente ·ad un certo volume generato V o spazio percorso S; 3) una pressione .J>1 di :fine combustione corrispondente ad un certo v,olume generato V1 o spazio percorso S1Le tre curve rapprese11 h.bte nel · diagramma si riferiseouo all'andamento delle pressioni in tre casi di polveri diverse, supponendo costante la vivacità fisica di combusti-011e. La curva I rappresenta il ca,so di una polvere decisamente degressiva con pressione massima P elev~tta e vieina all'origine del moto, e pressione Pi alquanto più bassa di J> e da. questa spostata ""' sensibilmente in ava,nti verso al volata. La. curva II esprime il caso di una polvere poco degressiva ocl a combnstione co. stante per cui la pressione J> è inforiore al ca,so precedente t più spostata in avanti verso la volata, mentre la pressione P, è più elevata di prima., e poco oltre la pressione massima. L,L curva III rappresenta il caso di una, polvere decisa,mente progressiva e cioè pressione continuamente crescente fino a..l valore P1 di fine c·ombustione. In questo caso P=P, ·C l'ascissa comune riesce spostata ancora, verso la vobta. . Il periodo di espansione è quello in cui, a partire dall 'istante nel quale la polvere finisce di bruciare, la massa gassosa. ormai costante si espande secondo nna legge politropica de:fi.n ita dall'indice di espansione : le pressioni diminuiscono secondo la legge stessa :fino all'istante in cni il' proietto abbandona l'arma, : la pressione <lelln, massa gassosa i.n questo istante è chiamata << pressione di bocca)). Il periodo di espansione varia colla lunghezza. dell'arma in rapporto alla velocità ossia alla maggiore o minore durata di ùombustione della polvere: esso può .in determi1n ati casi essere nullo quando la combustione termina nell'ista,n te in cui il
-
1634 -
IL Pf:OBLE?\L\ PHINCIPALE DI BALISTI CA I N'rl".HNA
tH·oietto abbarnlona. l'n,nna, n onchè qnando la combustione n oo1 ~da 11ltimata. nel predetto istante. 1~ però possibile dirno~ti·a r e ·che, a pnrità c1i ·Ogni a,Hn1 condi:1,io11e, il mnssimo di energia comnnicato al proietto in corrispond<·n½a, a lla, boc.;ca dell'nl'rna,. si h n: qm1nclo l::t, cornbn F;tionc• clclln polYere termina poc·o prima che esso abbandon i la volata.
p
I I
P.
m lI
I
I
I
1
I I I I
Pbocell I.
o
s l:'ig·. 7HS
.
Y1Y,
·v
,V,
s.s. · 5=S,
Cun' c ck•ll"auclamcuto clellc l)l'essioni.
Le cariche a combustione incompleta della ma sono oggidì completa.mente a,bhan(lonate : pa,rticolare, teoricamente la, ,pressione massima cioè non esiste ; in pra tica essa si identi fica cli bocca. w*
s
polvere~ nell'arin questo cnso è immaginaria, ~olla pressione
*
La seconda ipotesi pe1· cui le polveri infumi bruciano per strati paralleli, si verifica in pratica con grande app1·ossima-
1635 -
PAH'l'ill 'l'ECNit:A
.1870-1915
zioue, tanto maggiore quanto meglio è curata l' infiammazione oò accensione iniziale della carica, come si dirà. in seguito. Ne viene di conseguenza la .possil>ilità di stabilire una legge di combustione fon.data sulle eondizioni geometriche di forma del grano, condizioni che, mantenendosi costanti durante il fenomeno, definiscono la, legge di variazione di volume che regola la tr,asf.ormazione del grano solitlo di esplosivo in gas. Tale legge è analiticamen te tradott:a nella « funzione di forma)), elem~nto variabile secondo la forma geometrica d~l grano, ma perfettamente definito per ogni forma a dottata, e che consente di stabilire in ogni istante del periodo di combustione le condizioni di equilibrio fra: la massa gassosa, prodottasi fmo a quell'istante, e gli effetti statici (pressione) e gli effetti dinamici (energia trasmessa i.tl proietto) che ne derivano.
La terza, ipotesi relativa alla velocità di emissione gassosa può tru.-clursi in una.. legge d 1e si esprime .analiticamente con u = w . P" o,·c w rappl'csenta teoricamente 1:1. velociVt di emissione alla pressione unitaria (per P = l ·e -n=w) . I n pra.Lica w <~ l 'indice di vivncitù, :fisico-c.himica della polvel'<' e diventa un elemento spel'imentale che pnò ei:-i:;el'c ricaY,1to <la C'onvenicnti prove di la.,boratorio .e éli tiro. L'indice espone1rniafo n effettixn1rn.mte dovrebbe rwere valol'i diversi secondo i. vari tipi cli polveri infumi. Ma poichè esso si scosta poeo clal1' 11nità, ginst·a, quanto si r icava da apposite esperienze, cosi i vari autori cli balistica in terna ritengono tutti. quanti n = 1, ciò che per·mette cli togliere di mezzo un esp-0nente fraziona,rio che l'enclerebbe i calcoli a,ncora più complessi di quanto già non lo sia.no forzat amente. **•i:
La quarta ipotesi. · relntiv·a all'accensione iniziale della carica, è queJla che più si scosta clalJ::t rea,l tà, pratica ; ma poiebè, anche r~ costo cli nna grande complicazione nei calcoli; -
1636 -
Li<l EQUAZIO)<I
~'O~DAME]';'l'ALI DEL
n:l\OìlfENO
Dl!~LLO
SPARO
(· difficile di tener conto dei ritai·di di acc-ensione, d'altra. parte anche male accertabili sperimentalmente, così teoricamente si deve forzare il presupposto e considerare erroneamente il fenomeno come se fossé perfett o, cel'canclo poi in pra,:tiça, di ottenere condizioni cli infiammazione 'p rossime per quanto possibile alle ipotesi fatte, con<lizioni d1e l'esperienza ha dèl 1·4;:'sto ampiamente dimostrato essere fa.v,o revoli al raggiungiment o delle migliori condtzioni di regime in u11a data arma. In pratica si cerca di ottenere enel'gie elevate con pressioni rel.µ.ivamente basse, ed }1 ciò si 1mwvede e.:on adatti sistemi di ~recensione usa,nd,o un incen divo iniziale di. combustione assai più rapido cli quella delb polvere che si vnol in.fiammare, nonchè rinforzando e distrHmendo opportunamente l'incendivo stesso nena: ma ssa della cal.'ica, con l'uso di pctardetti. cl'innei,;cc1mento.
* * -:.:. Il fenomeno dello spa,r o inq uaclra to così nelle sue linee generali entro ipotesi fonclamentalmentA; razionali, · può essere trndott.o in equazioni basilari il cni sviluppo analitico consente ·cli ricavare g]i elementi dei qu ali si abbisogna. per la soluzione cJel pr·ohlema prindpale cli balistica interna, e cioè : pressione dei gas e velocità del pr.oietto ad ogni istante clel suo mot o nell'arma, spazi perc~orsi negli stessi i~tanti, energi(~ in atto, ecc. ecc. Le ·e quazioni foncl am~ntali in questione sono tre: 1) Equa,zione generale cli inerzia del moto del pr,o ietto (fo cd
IJ.-J'
dove
clv rlt
=p
•n
è l 'accelerazione, P la pressione generica unitaria,
n
la sezione retta clell'anirn{L ossia l'area -su cui la pressione agisce,· p. la massa del proiett o sot to forma, di « massa :fittizia)) C'he permette di tener · conto di t utte le resistenze passive al -
1G37 -
l':\RTE TìsCNICA
1870-1915
moto, da determinarsi oolla :;oluzione dei problemi se0onélari giù, accennati. 2) Legge di combustione della carica
!i
= A · P ·· X(q}
ove q è la frazione di cari.c a combusta nell'istante che si considera,;
~~i
la vada:1.ionc nel tempo, della frazione or,1 det·
ta; A un coeffieiente numerico indicante la maggiore o minol'e rapiditù, di eombnstione della ca,rica che si considera, coefficiente chiamat10 « vivacità generica della cari.ca>); X (q) una funzione della frazione di carica combusta che tien eonto del modo con ·Cui la combustione 'procede per ·effetto della forma del grano, funzione che è in altri termini la << funzione di for nrn >> c ui già. è stato fatto cenno. 3) Legge di equival ern~a termodinamica (Résal. e Sarrau): Pn (s
0 + z) + 9. e: · v 2 = f · w <J
·
q
ove i simboli .non ancora definiti ra,ppresentano : s lo spazio generico percorso dal proietto nell'iRtant<~ che si considera; z alter,r,a, del volume libero ridotto, o volume :ùni:dale di espan. sione dei gas ridotto ::i,lla sezione dell'anima dell'arma ; 0 l'indi: ce di espansione dei gf:~s . della carica che definisce il tipo di eurva politropica d'espansione che noi attribuiam o ai ga,s della polvere che si considera; f un coeif:ìciente numerico detto e< forza dell'esplosiv,o )), a,p pellativo improprio e che pertanto può considerarsi come l'indice della ener-gia potenziale contenuta nell'esplosivo; w H ,peso della carica cli polver,e che si consi.dera.
Le suesposte tre equazioni ra,ppresentanti il fenomeno del sparo nell(~ sue linee genera,li sono universalmen te accettate da t ntti i balistici come formule foncfamentali. Il loro sviluppo
1(1
-
1638 -
LA TEOHl,1 1tAZI0NAf,E DIDL Ii'01'0Ml~NO DWLLO SPARO
u.na,litico, quando si voglia tener conto di tutte le particolari infineiw,e che sul fenomeno stesso manHestu,no i vari elementi
in giuoc,o, influenze che son o state studiate e v.agliate nei problemi secondari cui è fatto -ce11no, è alquanto complesso perc:hè richiede ealcoli lunghi e pazienti, tabelle numeriche numerose, e artifici di calcolo, tanto che, per essere ridotto in forma p l'atica che Cd11sent a eakoli n111Uerici s11fficie11femente l'apidi . e precisi, è non soltanto necessario ma in clispeusabile di riconerc ad opportHne · semp liCicazioni. J,o svilnppa1·si deJla teoria 1·azionale cli cui <1ui si è cerc·.ato <li dare un'iLlea di. ma1s8ima, è stato pcr eiò lenf.amente prog1·essi_v,o nel tempo e soltanto oggidì dopo ,o t to lnst t·i dai pi-imi studi in pl'oposito, si può asscdr e c he la balistica interrn:t Jm or1nai anch' eissa mu~ solnzi o11e cla::;Rica dm, nttra verso i vari autori e cultori della materia, diffel'i.sce ·soltanto i11 pochi JJarticolad di applicazione. Il primo artigliere che emise e pubblicò nnai teoria razìorn.11le completa <l c-!Ha- materia pnò esse1·e conRi.cl erato il colon11ello ,l'artiglieria l\fat.;1, dell'ef;crci.to :-;png-11uolo il qllfLJe nel 1 !>2 formulò e p11 bùlicò tale prima modern a teoria cli balistica intern a ispirandosi ,1 p1incipii scinntifici cd alle leggi. foncla1nent.aJ i cli termodinami ca già impostate dal noi::tro Paolo Ba,1lada cli Saint Robcrt e dal Sanan di cui già, si è fa tto ecrmo . Essa si. svilnppn. nel campo appli.cativo 0 011 fonnule semplici e raziona li nelle ql]ali per 1a. prima volta. entra: il conc,,tto ~i combustione tegolare dei grani a sero11cla della, loro ccsi:i . t nzione fisico-chimica, della lor-o fol'l1rn, geomet rica, e del re gime di. pressione in cni la loro corn.bnstion c avviene. L a t eoria del Ma:ta trnscnm però lo stnùio risolnti.vo di. 1Uc.lt1 problemi secon<lari amme ttendo delle ipotesi semplificatirc rwn troppo acle.renti a lla r ealtù,, quali il considerare nulla. ln. P"fS· sione cli forzam ento o cli pal'tenzn. del proietto , ( P o= 0J . <cl il supporre il":oterrnica l'e~pan!3ione elci gas (O = 0) civt.: trarnurando, <111rm1te il fenomeno, le pcrrlite di energia calol' i.<i(::t, i.n prat ir.a tutt'altro che Jievi. I n com:;eguc11za le formule del Ma t a danno nna approssimnzio11e piu t to~ to ~e,usn. nei ris ultati a, meno cli non ricorrere n I la scelta, dei valori di dete1·minati pn.r:-1,metri in base a i dati
-
•
163!) -
Ì'AH'l'E 'rfi:CNH'A
J:870-19]5
cli nna serie abbastanza. estesa cli esperienze. Si viene così a dcadcre in pai-te nell'empirismo, e ri-e pure ciò è inevitabile in ogni applkazione praLiea cli teorie razionali comunque st.abi · lite per rappresentare nn determinato fenomeno, viceversa è tuttavia opportm10 cli limitare nelle formule l 'impiego di elementi o di p arametri puramente sperimcutali specialmente se n.on ben llefiuiti nella. loro cara.tterisLica, influenza e nel significa to teorico che essi hanno nel c-omple:sso sviluppo della teoi-ia raziona.le alla quale si affianc:ano. In oi-dine ai prccletti co11cetti si oi-ien tal'ono successivamente gli studi cli. bafo;tica intel'lla, in FrancirL pet parte del· l'ing. generale Ch11rbo11niel' ed ill Halia, per opera del nostro compianto colonnello d'artiglieria ing . . Giovanni Bianchi. Da.La una solnzion e generale tcoriea al problema principale della balistica interna, solm<1ione che analiticamente può eonsicletai-si pcrfettameute Ct) niYn.lcn te, i dne preclari autori :;i sono . pinti innanzi nello stu<lio dei fenomeni ,·eeonclari e JJella, valutazione cl.egli nlemcnti e,o ncorrenti a] fenomeno , riui-c·endo per tal modo a rnggiungere nna prima soddisfacente messa a pnniio della teoria. La clitrerenzrL sostauziale che sns:,iste tra il sistema CharlJonnier e qn ello· Bia11ehi è la. divertila valutazione degli clementi clJc entrano nella. legg;e cli combnstione tl ella carica, lt·gge p1·e<:ecle11tcmcnte dcfi11itn da
dq dt
=
A.. P.X(q).
Il Clrn.thomtier laRda al complei-;so 11 il carattere di coefficiente sperimentale che definisce globalmente lf.L «vivacità)) della. poh·cre che si rnol considerare. 11 Bi.anc:lli sci11àc invece il complesso A nei suoi clementi.
· 1·1 e p olle !.l = - al to- , o,·c: a e' c-:n·att<!1·1st1ea · · f·oncl a.men t a 1e r,m·zia .
1
.
della forma ùel grnno, cla, ricavare in base a considerazioni puramente geometriche e può ehiam arsi « in dice cli vivacità. geometrica»; l, è la semi di men. ione minima del grano, cioè lo spazio lineare, jn senso J1orm a.1e alla . i:;nperficie del grano, lungo il quale la combnstione deYe procedere per annullare il grano stesso (fine cornbusti:orni), e tale semi dimensione potremo chiamarla, cc vh-acit~ì, dimensionale )) ; m infine è l'indice -
1640 -
•
LA TEOH IA RAZIOr-ALE DEL ~'E'.\O~m:--o 08LLO SPARO
di vivadtù, :fisico-c:himica, della. poher e che si vuol c onsiderare c,1 è a, fortio1·i clenumto sperimentale pnr senza perùerc il suo significato teol'ico . Le du e eonce½i.oni Rono i11 <ionGasto più appal'ente che reale: non si pnò negare la maggiore generali,1,,1,~1zione cle] criterio Obarbonnier in C0!1fronto a quello più restrit tivo clel
l!'ig. 700 - Col. Jng . Giurnnni Hit111chi d ei Cou li <li l, i11·agna .
Bianchi ; ma Yiceversa nel criterio del Bianchi, la Yalutazione p1·ecisa cli d ue elemen ti perfettamente definiti e cioè a e Z1 .che entrrnno nel complesso A) limita l'elemento sperimentale da introdurre nelle formnlc e sovra tutto ne restringe i.I campo pra tic-0 di variazione fino a· dargli il cnTatter e di oostante ca,r atteristica della compozione :fìsic-0-chimica, della polvere che si vuol c-0nsidcrare. 'Cn altro cleinento cl1e il Chnrbonni<'r lascia sotto forma indefinita nella legg-3 di com bm:;tione è la fun zi one di form11 X (q) e, in analogia ul con cetto già più ::.opra €F;posto, <li ri-
1G41 .,_
P ,\l{TJ·; 'l'F.C1' TCA
1870-191;>
teneré come seconclttl'ia l'influernm della. forma del grano nella legge di combustione : egli consiglia per essa ad e empio la semplice fol'rnaX(q)=(l- q)'I , die corr'isponcle alla comlrnstio11c teorica dei fili o baechette a sezione circolare o quachata di lunghezza indefinita,, o delle piastrelle doppie. Gli errori, conseguenti dall'applica1·e la formula sernplice predetta al caso di polveri a form.u, diYersa di grano, si asi,omlllano nell'elemento i:;perirn entale l l che accentua cosi il suo caratte1·e cm pil'ico . Il Bianchi pone invece X(q) = (1 - Qq)' I, ove (J è una quantità, miHorc cli uno per le polvel'i degressive, è eguale a<l 1 pet· le: polveri a combnsti,o nc costante, è maggiore di 1 per le polvel'i p1·ogressi.ve ; e tale q II an Lità, _Q s.i ricu va a Ltrave1·so eonsiclerazioni puramente geometriche, e caratterizza la forma di grano della, polvere che si consièl<~ra. Il metodo del Ohurbonnier, nel quale l 'elemen to sperimentale co11serva uh'inituenzn, prepondern.nte, può quali.ficarsi oome più elastico nel senso cli essere facilmente adattabile ai ...-ari tipi di polvere in URO, se p1n·e nei risnltati la sua buona approssimazione si limiti ai campi rela.tivamente ristl·etti cli pratica, applica½ione : H rnetodo del Bianchi risulta hwece più rigido e cioè tc~oricamente più pi·eciso, m,L praticamente più complesso. 'l'ali due metodi son() pertanto entrambi pregevoli per la g<•nialità. delle concezioni e degli sviluppi analiti.ci, orientati sonatutto all'intento cli ottenere dei risultati n on soltanto pratici ma nel contempo di sicura attendibilità, corrispolldenternente al tipo di polvere adottato rispettivamente da ciascuna <lelle clu.e :Nazi-011i alle qu ali gli autori ·appal'ten.gono. Il metodo Oharbonnier fu dal suo autore specificatamente studiato per le polveri di tipo francese a base di nitr,ocellulos:i. pnra, polveri che sono nei loro effetti meno regolari <..lelle n'ostrc balistiti. Il metodo stesso consente perciò una certa cl.-1Rticità, e poichè d 'altra parte il tipo cU polvere alla Hittocellnlosa è clivennto di impiego pressocbè universa.le, così il mc.torio Oharbomiier ebbe nella pratica una g-rancle diffusion e <li notoi:i.età e di a.pplicazi.one. P resso di noi, per il R egi.o Esercito sono Rt.,1te sil'-ternati-
1642 -
GIOVAl'i!s"I
IHA XCH\
camente prcfel'i.te le p olYeri tL ba~c di 11it1·oglicPtin:J o balistite, i cni effetti ·ouo iuclisrnti bilmcn1·e più H'!golari di quelli prodotli. ùa Ile p oh c1·i f n1.nceRi ; acl es:::e perdò meglio si applica H metodo di cakolo l'igoro~o ed csntto p1·oposto dal B ianchi. La, Hostra R egia Marina i11 vc<:.e i~vern1o abbandouato ben presto le halisliti per adotta1·e le <·orditi, p olYei-i infumi a ùase tli nHroceJlu1os~L, ritorse natm·almente :Ll metodo di calcolo del Chal'bon11icr più atto a riprodunc con sufficiente esattezza i da ti balistici 1·elati.vi ni c:annoni 11avc1lì carica.ti con tali polvel'i. Se però g.li studi del Charbonnier e del Bianchi ebbero inir,io n egli 11ltirn i airnl clt>l secolo XIX, le loro pubblicazion i complete e Yeramente m:-igistrali non appar,·ero che pochi mrni p rima flella p;nen:1 moll()falc e più precisa lllente nel 190~ per par te clel Oh:1rbon11ie1·, UH'Htre le opere del Bianchi non ù h·enner o cli pn hblko llominio c he 11el 1914. Ji; pertanto clo\'C~l'o:-o cli dare qui il Yolnto e dovuto l'isalto a ll a, lmni1tosa figma di al'tigliP1·e e di scienziato che fu Glov.111n i Birinclii, Yél'O Jm,tro <lèll' artiglieria italiana, le cui ope1·e chbn·o larga notorie{;\ e F11ro1to altnmPnte a,ppr ezr.at e a nche fnm·j dei confini clelJ a Pat.r ia. Di lui e della i:,.na opcrn. non nppaia qnindi pleonasti ctL ripetizione il parlnre qui e più oltre u.ncora. L igure cli orig:iiw l'u sottotencnt·e cli . artiglieria n el 1883 e:-,scnclosi lanreato in ingeg-neria al Vnl entino cli Torino n el1'82: nel 1892 capitano d'artigUeria- da montagna fu de tinato qna.le irn:;egnantc di rn0cc:anica. applicata alla Scnola cl' Applicazion e d'ar tiglieria di Torino e nel 1897 trasferito all'Ispettorato cl ell e costrnzioni d' :wtiglforia . Dnl 1903 al J 912 insegnò balistica e materiale d'artiglieria, pasl.'<anclo poi all'A1·senale cli eostrur.i.one di Napoli e qnindi nel 1Hl5 alla Scuola Cent ra le d'artiglieria di. Ne.tt.11110 a p1·esiedcre la OommiS$ÌOl1e p ei materiali da, 102 e 1or; mm. , ed atte11clete alla soluzion e dei più pres!'-nnti p r oblemi snl tiro controaerei, n<>i rig uardi e dPlle artigliel'ie e delle a nni portatili. Yel 19Hì benrhè gii\ mi11a.to dal male che clove,·a condurlo alla tomba fn tra i:-ferito ali' ;h~enale di costruzi:one di 'l'orino ove p.otè, almeno in p arte, completar e gli importa.ntissiroi studi balistici a i quali da tempo i-.i declieava con diuturno fel'Vorc : -
1643 -
J>ARTIJJ TECNICA
1870-1!)15
1,nrtroppo però nel 1917 le sue sofferen ze, aumentate ed a.cuite, lo costringevano a- ritirarsi dal servizio attivo e poco dopo si spegneva per semp~·e la s ua- nobile esistenza, interamente dedicata, all'Arma., cd a ·quegli studi che all'Arma, stessa dovevano npporta re pel'feziooi a mento, progr esso ed importanza. Giova.uni Bia,nchi portò alJa scienza del tiro un contributo i 11.tportantissinw; alla p1·ofondità tlella · clottri11a. egli seppe 1tnire una ehiarezza ed una, precisione invero nou com.mii ; all a sua mente acnta, ed illominat a anche le questioni più ardue e più complesse appai-ivano semplici e chiare. La, sua opera scientifica si 8YOlse pri]l(:ipalmente co11 articoli pubbli <;ati sulla Ri1Jista cl),frti!Jl'ie-r'ia, e Genio e coi suoi libri tli insegnamen to C"hc f01'mano ksto fm gli strnHosi di materie ba-
- listichc . Ricordel'emo come 1wl lflOl nn sno a1·ticolo su « I/azione degli e~1plosivi nelle armi sN·ondo il colonnello Mata. )), gli procurò gnrnde notorietà 11cll'artiglieria spagnuola per il com mento che lo Htesso -colonu0llo ì\fata nell':tgosto drl 190~ ne faceva, nel J[cmorial dc a,1·t>ill eJ"ia.) col titolo « Avance en ba listica interi01· de Giovn n ni Binn c.hi », dichiar ando che il « ..... 1.raùajo l'ele...-a profuudos conodmientos cle balistica in t erior y nna sagacidad anali tica ciel' ta mente envidiable )). Dal 1910 al 19J 4, oltt·e a vnrie sne pubblicazioni di carattere scientifi co-tee11ico , ~ono notevoli: « Una modificazione nlle fo1·mnle della, baJistic::i: i nterna)) ; « Contributo &d nnn. soluzione rnpi<fa e• 1·ig-ot·osa. clel prob.lem.a, principale della, bali!!:lica in terna )); « L'infiammazione prog1·essiva, delJa carica e la sua inflneH?:a s ull a legge clell'esplosio11 e )) ;
« L 'importanza,
della dila,tazione radiale nel calcolo delle artiglierie )>; « L'in:fi nemia <.l cllo sfor·zo longi.t nclina le sulla resistenza clastica del1(' ai-tiglierie ». ' Tutte le opere del Bia nchi, . importantissime nei campi della scienza balistica, ebbero diverse eclizi.oni rivedute, corr ette e largamente acc1'esciute, e tntt.o ra fanno t esto le « Nozioni fondamentali cli balistica jnterirn, », la « Teoria. della reà stcnza delle artiglierie )), ecc. ccc. Da, quant o esposto appa,r e la molteplke attività di (tiova.nni RiancJii che fu veramente un insig ne artigliere ecl un -
1644 -
L'OPERA DI GIOVANNI BIA1'CHI NEL PROGRESSO DELLA BALlS'.l'ICA INTERNA
pr<>fondo scienziato : in tutti i suoi lavori si trova un'impronta originale ed emerge un acuto senso pratico cli realizzazione. Come il Oharbonnier in Prancia., cosi il Bianchi in Italii.t, d(•ve essere considerato e,ome un maestro in balistica interna alla. quale seppe dare .solide basi teoriche e rigoroso fondttmento i:;cienti:fico : purtroppo rapito immaturamente egli non potè giungere alla eornpleta e pra.tica applicazione dei princ~i pii da lui affermati, mentre il Oharbonnier potè abbastanza presto superare quelle ostilità che tutti gli innovatori trovano sempre. sui loro primi passi: . in Francia il Oharbonuier ebbe ln, collaborazione preziosa cli altri va1orosi scienziati e sovratutto del Sngot, mentre il nostro Bianehi nel campo della balistica. interna non .ebbe pnrtroppo-quel seguito. di studiosi che avrebbero pot uto c,onsegnil'e il - co.mplet.o sviluppo delle sne teorie e dei f:.noi i,;isterni di calcolo per dare loro quella pr:>1itieità, e semplicità di applicilr.ione che ne avrebbero determinata la meritf:Lta diffusione nel campo tecnieo. , Fino alla gn erra nrnncliale la cc Bali~tica interna, )) del Bi:mchi rimase pertanto un. clocnmento di studio incontrastabilmente pregiato, ma vir:eversa non t.ennto nel gim,to conto dagli artiglieri abituati alle (:,()mode e semplici formule empirich~ che, per quanto grossolane, era11 0 (h ben più facile maneggio die :non i eaJc.oli rigorosi ma inevita bilmente più complessi del suo sistema.. E dò spiega e giustifica come i tecnici cle1Ja nostril, }\farina abbiano preferito a.dottare il sistema francese Oh.arh(mnier-Sngot, che qu.est'nltimo f:Lveva, ·saputo portM'e nel campo pratico permettenclonc comode e sempJ}ci applicazioni. Fu solamente più tardi d1e il sistema Bianchi, ripreso in esame di attento studio ed opportuna mente perfezionato cla qnakhe suo allievo, potè en.tJ'are nel campo pratico e a.vere così. la, sanzione precisa, della. sua applicazione : da tali sue. cessivi studii emerse il perfetto para,llelismo del sistema Oharbonnier-Sugot col sist_ema Bianchi, il qnale ultimo conserva, però sostanzialmente intatte ]e sn e originali caratteristiche fondamentali. Resta pertanto a Giovanni Bianchi il merito precipuo di avere per pri.mo in Ita.lia posto ]e basi razionali della, balif'ltica intcrnn, e.on particolal'i carattcri~tiche di originalità italiana. -
1645 -
l'AH'J'I~ TECNlC.\
1870-1015
Notizia bibljografì.ca e delle fonti PER IL SOTTOCAPI '.1'01,0 (( BA LJSTICA l:S'l'Efi::-IA )) DEL C APITOLO
XXXI . § 2
(1~70-1014) A.nNAU U;
Gonrs <J/ortilleri(} · Ba/.is lìquc 'Ìnterfonre .
BIANCBI G1ov. : Bah'stfra 'interna. Cn..rnuo::sxn:n : Balisliqur: intcrieure . .l,e.zion'i di r esistenz a, e cnlcolo boccht3 da f1toco . OossoT L ION\'J LLE : Balistigue inte1·ien1·c . l\:fAI NARDI Grus . : Ba,Ustica ùiternci (Scuol a cl' A ppHcazio11e artiglie-
CORONEJ, J uLIANI N EG Hl~'l''l'O:
r ia e genio, 1932) . B alisMca i.?1t e1·io1·. M N1•r0r ALFONSO: D'ispenso (J.i 7)(ilistica i11tcr11a. SAccm : Ba Ustfoa interna. MATA:
BALI STICA ESTER NA 1870• 19 14
Grande sviluppo de g li s tudi rela tivi , L'9pe ra ed il genio di Francesco S iacci , L'evolu:Lione della balistica nell 'ope ra di Siac~ ci , Gli scritti scien tifici di Francesco Siacd , Il Corso di balì= stica • Le formule de l tiro , Le tavole balistiche del Siacci e que lle pubblicate all 'estero = Principali applicazioni de l metodo Siacci = L'opera di Enrico Giovannetti , La complessa atti v ità scientifica del Siacci , S ua opera nel campo de lla mate matica e della meccani, ca , Cenni biografici di Francesco Siacci: il soldato e lo scien= ziato - I continuatori dell 'opera di S iacci = Carlo Parodi, i s uoi lavori e le s ue ope re , li contributo di Ettore Cavalli agli s tudi di balistica este rna = La g rande importanza della produz ione scientifica e delle realizzaz.i oni tecniche di Giovanni Bianchi . L'ope ra di S cipione Bracc ialini ne i campi della balis tica e sterna, nei c ongeg ni e sistemi di pun tamento per l'Artig lie ria da costa.
In quc ·lo intcl'vallo i-torico la balistica esterna si afferma in modo pecnlia,1'e ovnnqne, e marcata.mente in Italia per oper·a di un grall(le artigliere che seppe p er la genialità dei - · 164,6 -
. L'OPEHA DI FJ:A.I\CESCO SIACCI ~EL PROGHESSO DELLA BALIS'l'IC.-\ ES'.L'ERNA
suoi sLudii port.ne ta.lc ~cic11zu. ud llll grado ùi pel'fezi011e tut t'ora iu:supcl'uto. Così coJUe pel periodo prece<lenLe ii 1wstrn l 1aolu Hallmla <li Ba:inL Robert aveva per primo affrontato i p1·oblemi <lella. balistica dei proietti oblunghi, e11uncia11 do e dimostrando per .la pl'i1m1 v,o lta, i teoremi relativi alle proprietà, geometriche e meccaniche della. tmietl,oria indipendentemente di:1ll,1 fot' Wc.l: della resistenza, così in questo periodo sorgeva un altro sden·ziato che coi suoi lavori riuscivi1i a stahilil'c i ca.pis;.1,ldi sui quali si 01·ienta1·0110 e dov1·anno anche iu futuro orien Larsi gli studi per ulteriol'i pel'fezioname11ti. Fu questi F rancesco Siacci, anafo;ta potente ed ufficia-le cl'artig.lieria che alla huJistica esterna dedicò tutte le sue energie e t utta la sua attività, crea.udo nuovi metodi, ri olvendo _ nuovi problemi e insegna,nclo per oltre un ventennio alla, Sc:uola, d'Applicazione d'artiglieria e genio in 'l'orino, ove potè formarsi una eletta. schiera di discepoli. Uomo eminentemente pratico, il Siacci ebbe semp1·e di mira la, semplicità che sepp•~ 1·aggiungerc in modo brillante escogitando un suo metodo origina1c col quale la, soluzione ùi tutti i problemi di tiro si riduceva all' uso di una semplice tabella numerica che egli chia-. mò « Tavola balistica», ed all'impiego di poche formule indipendenti da qualsiasi forma assunta ad esprimere la resistenza t.lell'aria. Il periodo dal 1870 al 1914 fu dominato dall'opera e dal genio clel Siaeci 'Che ai suoi discepoli e continuatori tracciò la Yia maestra, 't anto che il narra.re una storia fedele e completa delJa sua produzione scientifica è -compito difficile ed arduo, ,. pertanto ciò che costantemente emerge da t utta la sua va.sta opera l'ivela come il Sia-cci dun1nte un quara.ntennio di fec·ondo larnro sia stato continua.mente guidato dall'intento di rendere di facile applicazione i metodi che . egli andava mo11 mano elabo1·ando.
Lo studio e l'esame degli sc1·itti scientifici di Francesco Siacci, raccolti e ri uniti -in tre vol umi pubblicati sotto gli ~
1647 -
PAl{'l'E: TE:C!\ICA
1870-1915
auspici dello Sta to,. pong;cmo in piena luce lu, fecondità di un a r ~onico connubio fra teoria e pratica., tra scienza pura 1:: i-cienza applicata. Pm· volendo accennare qui soltanto alle prin cipali pubblicazioni del Siacci, ci rifei-ir emo a quelle che costituiscono la base dei suoi studi preferiti e. che hanno tracc:iato orme profonde , oggidì a ncora seguite, e suscettibili di nlteriori sviluppi.
Fig. 800 - Fraucesco Siacci.
Uno dei s11oi pr imi lavo1·i data ùal 1870 ed. è il volume ... della pf1rte teorie-a <kl CO tR O ili bulistic-a. da l ui svolto alla !:-:cnola di T orino, c: ui più tat'di nel 1875 fece S!~p;nito il sec:01Hlo vòl ume della pa1'te pratica, complE>tato successivamente n el 1884 con un terzo volnrne di p:nte f.l npplèrnenta1·e. Il primo volnmc c:omprc11cle un a Introd ur,ione e due Ser,ioni : l'Introdnzione lratta del movimento nel vuoto e della i1pplicazi,o ne delle formule t r ovate ; la Sezione pi-ima relativa fll movimento dei proietti sferici comp1·ende undici capitoli ; la Sezione seconcln rel.itiq1 al movimento dei proietti oblungh i c.:omprende sette <·api toli, <l1;e note sn1iplementari ecl un'appendice. -
1648 -
GLI SCHI'lvl'I DI BAL[S'l'ICA ES'.l'El1NA DI l•' IUNCESCO SUCCI
Il secondo volume è dhiso in due Sezioni: la Sezioll(.: prima, relativa al tiro comprende dodici capitoli; la Sezione seconda riguarùante la prohabilitù, del tiro comprende quattl'O <;apitoli. Questo secondo volume è compleLato da mia nota ~ ,da alcune tabelle. Il terzo volume clel 1884 cos tituisce cffetLivamenLe la parte -~nipple1rnmtare ai primi <lne volumi e contiene ,o tto note che tratlano atgomenti rndi. roichè poco dopo, nel 1888, il Siacci rifuse tutta l'abbon · dante materia, contenuta e trattata nei predetti tl'e volumi, -co11dcnsandohL in un volume unico intito]afo « Balistica, l f edizione>>, a quest'ultimo limite1·emo l'esame !:.-torico del -contributo che il Riaeci a1Tecò nel campo della balistica teoricor,ratica. (~nest'ope1·a èlel Siacci è · veramente magistrale, ricca cl i metodi originali e di risnltati nuoti ed importanti, universalmente a,dottati per la risoluzion e dei varii problemi del tiro. Compilando quest'opera il Siacci avverte nella prefazione cli non aver voluto scrivere un tra,ttato di scien r,a pnra , ma, un l i bro di immediata utilità, ed all ' uopo così si esprime: « Fino a qnalcbe anno fa la balistica era considerata dagli artiglieri, -t non senza ragione, come una i,cienza di lusso riservata ai t eorici. Io mi studiai di renderla una scienza pratica, atta ,cioè a risolvere le questioni del tiro con prontezza, con facilità, colla, maggiore esattezza, con economia di tempo e di denaro». Il carattei-e e la tonalità dell'opera rispondono a,lla pre-deLta premessa,, e pertanto in questo libro del 1888 è riassunta rattività balistica di Francesco Siacci durante un ventennio 'Cli fertile la,voro. Infatti il suo primo stu,dio « Della resistenza -dell'a.1·ia, sopra, i proietti oblunghi e della , lor.o traiettoria)> è del J 68 allorchè egli iniziò la sna missione di insegnante come l_)rofessore aggiunto alla Scuola cl'Applicar,ione d'artiglieria, mentre il volume unico « Balistica » del 1888 risponde al programma delle lezioni da lui svolte negli ultimi due anni (1886, 1887), programma figlio di altri venti programmi precedent i, -successivamente modifirati, ampliati e perfezionati così come -consigliavano i progressi della scienza, le prove dei poligoni I'\ l'esperienza dell'insegnamento. 107
-
16-!9 -
PARTE TECt-.l CA
1870-19] 5
(,!nesto Trattato del 188S l'Omprende una Introduzione e quattro Sezioni, alle quali fanno seguito alcune Note ed 1fna serie di 'l\wole nnmeriche e gra:fkhe. Nell'Introduzione, dopo avei· dato le definizioni e notazioni degli elementi principali delta. trai,ettoria, il Siacci premette alcune nozioni fondamell tali per lo studio della resistenza dell'a.ria, e passa qnindi H, J,arlare delle numerose esperienze sino allora eseguite nei va.rii Stati d'Europa per determinare una legge esprimente la resistenza dell'aria al movimento cfoi. proietti -o blunghi. La Sezioue prima -c he è la più importante, è dedicata allo studi-o delle <p1estioni essenziali della balistica, teorico-pratica, e quindi si estende: clal problema nel vuoto alle proprietà geometriche e meccaniche della, traiettoria, nell'aria; dai casi d 'integrabili.ti\. ai problemi del ~iro; da.ne varit~zioni ai parametri della tràiettoria ai pr-oblemi secondari, quali la resistenza obliqua, la derivazione, le deviazioni dovute iLl vertto, la penetrazione nei mezzi solidi, ecc. Il capitolo primo è deélica,1;o al movimento nel vuoto, e le leggi che ne conseguono sono semplici e fadli a ritenersi, mentre da.imo i limiti dai quaJi si scosta,no od ai qna,li convergono certe quantità, a seconda che la resistenza è più o meno considet·evole: forniscono spesso indicazioni molto utili, e possono in certi casi a,nche servire ad nna prima approssimazione. Kel capitolo secondo, Fitabilite le e<Jnazi-oni clifferenr,iali del movimento di un proietto lanciato nell'aria in determinate condizioni ecl in presta,biHte ipotesi, enunzia e dimostra -i teoremi relativi alle proprietà generall della traiettoria, teorem ì noti sotto il nome di Sa-int Robert. L'ordine seguito dal Sia.cci · in questa discussione è alquanto diverso da <1uello del Saint Robert, mentre alcune delle dim.-ostrazioni risultano ' anche mo, difìcate e talv-olta sempiitìrate. Nel capitolo terzo veng·ono presi in esame alcuni casi in cni. è possibile l'integrazione delle equazioTii differenziali del moto : vengono èosì considerati i casi speciali dovuti al D' A.lembert e nei q11ali si suppone che la resistenza sull' unità <li massa sia esprimibile con le seguenti formule : f(v)
=a + y
. v" -
f(v) 1650 -
=a + y
. log 1;
IL METODO S!ACCI
essendo a) y , n delle costanti qualunque. Considerando poi che, se può riuscir<:! vantaggioso e.li studiare il movimento del proiett,o fa,cenclo nstrazione completa dalla rcsistenz11, può anche es. ere utile di studial'e un tu.le movimento supponendo una, resistenza, minima, e cioè tale che rispetto a<l essa se ne possono trasenrare il qnadrato e le potenze superiori, il Siacci espone un sno metoc]o d'integra,½iOnt~ nel caso di una resistenuL infini tamente piccola, e ::<ogginnge che l' ntilità pra,tica cli tale studi~ appa,drà più a ,·unti quanclo, facendo la ste ·sa ipotesi determinerà: 1°) il va1ore da attribuire ad una certa quantità (1 a,ffin ebè J,1 gittata, e. pressa. iu furndone della velocità iniziale V e dell'angolo di proiezio11e <p coincida col Yalore esatto di X; 2") i {;asi nei quali l'angolo di gittata massima risulta minore di 45° ·C quelli i:n cui risulta maggiore. I1 capitolo «) narto, intitolato « Formule del tiro )), è una sintesi del metodo che porta il nome del Siacci e che rappresenta, il più ricco, il più originale ed il più pratico contributo realizzato nella ba,l istica esterna, contribnto fecondo e geniale che tuLt'ora non ha esaurito la sua vitalità. Ulteriori perfezionamenti vennero in seguito apportati a tale metodo, e l'anno 1, 96 segna, la fine· degli studi e delle inda,gini intorno a questo lavo1·0 iniziato dal Siacci nel 1880. Il Siacci "intuenùo come non fosse possiliile una soluzione 1·igorosamente esatta del problema principnlc della balisti<'a esterna volse · i suoi .studi alb ricerca di un metodo che i;i avvicinasse indefinitamente a quei risultati numerici che si otterrebbero dalle in tep;1·azioni esatte delle equazioni differenziali del movimento. I suoi studi.i, il suo profondo acume nelle indag'ini dell'an3,lisi lo portarono n:d una soluz~one adattabile a qnalunque forma cli rc~isteuza, valevole cioè per tutte J.e possibili forme o tabelle di resistenza che gli sperimentatori potessero via, via produrre e perfezionare. Le soluzioni empiriche sino allora adottate miravano }J, raggruppare in varie formule parecchi risultati sperimentali senza preoccuparsi delle clipenclem,e che tali formule dovrebbero teoricamente avere fra di loro nonchè dalla 1·esistenza dell'n.ria. Qu esto modo di consicl.et·a,re il pr,oblema ba,lii:;t.ico non -
1651 -
PAR'.1:ID '.I:ECN1CA
1870-1915
poteva evidentemente fornire risultati e metodi duraturi gìacchè l'empirismo ha vita breve ed i risultati sperimenta,li obbligano man n:ia,no a modificare le formule empiriche. Il Siacci, sottraendo la balistica esterna dall'empirismo del passato, ideò il suo metodo che lo portò all'adozione di formule razionali molto semplici, indipendenti cla qualsiasi ipotesi circa la forma della funzione resistente, formule che si: prestano a risolvere con f~cilità i problemi del tiro pratico ,~ quelli relativi a studii e progetti artigliereschi. Vintegra7,ione approssimata delle eqna,zioni del moto, ideata dal Sia,cci, consiste essenzialmente in una opportuna ;1ltern7,ione della funzione r esistente J:1(v) e nella jntroduztone cli un certo parametro -~ che nelle appli<:azioni si ritiene costante. Per tale metodo si ammette come espressione della resistenza sull'unità di massa, altrimenti detta « ritarda,zione >), la, nota formula teorico-sperimentale f(v) =
~
F'(v)
ove O è un
coefficiente dipendente dalle dimensioni e dal peso del · proietto
J~ a
~ vah U= 10
essendo p il peso in chilogra.mmi, a il ca-
2 ,
libro in metri, i un coefficiente dipendente essenzialmente dalla forma esterna de1 proietto, ~ la, densità dell'aria, .ed F'(v) una funzione della sola velocità. Ora la / (v) varia non solo 001 variare della, velocità v . ma anche in dipendenza del1a o che varia lungo la traiettoria con la ordinata y. . Il Siacci pose perciò !'a.iterazione della F'(v) sotto la forma ~ 11
,
F(v}
=
cos2 @ cos 0
~o . ~ . F(u} - -'
' un parametro variabile che fa sussistere l'eguaglianza; a1, è la densità dell'aria relativ,a all'ordinata y)· 0 è la densità all'·o rigine della traiettoria corrispondente all'angolo di proiezione c:p; 0 è l 'inclinazione della tangente nel punto yj e la u, detta, anche « pseudo-velociU1 )), è de:fi.nita dall'espressione . ove:
~è
a
V . COS
0
U= - - -COS qJ
-
1652 -
IL :ll8TOOO S l i\CCI
La scelta della pseuclo-velocità quale YadabiJ e indipendente è parte essenziale del metodo : ess11 gode delle pa,rticolari propl'ietà di cli.Yentare eguale alla velocità inizia.le V nell'origine ùella t raietto1·ia e cli. diminuire ,continnamentc, così come la velocità, oriz;i:ontalc 1;. cos O. lungo t ntta la traiettoria . ]uti-orlotte le espl'essioni cl<'l ~ e delh~ i i nelle ccprnzi.oni di:ffetenziali del moto, e nell'effettuare le integrazion i assumendo pet· ~ nn Ya1ore mcùio, il Si~~<~ci è pervenuto al segnente sistema cli form11le relatiYC ad nn punto qualsiasi clella traiettoria : X -
O'., ( D {1,1,) - D( V)
y ·- X t;g ,:p -
(I)
tg 0 ~
= tg- ?
-
O',, _ eo~ :p
-~e--2
I
j A(ii) -
-
D(u) -
O'o
-
A(l') ~ -
D ( \1)
- -2- 1' J,(ii) - J ( 1')
i cos cp
--
,T(1') }
l
t -= ~ I T(ii) - TWJ} cos cp 'M COS f V = - -COS 0
In queste equazioni O'z, O'v, 0' 0 , O'" rappresent.ano quattro valori mcdii fra <1ue1li che la qu antità. O' =
_!!,__, assume
Ò0 i p nei limiti d'integrazione. Tali quantità clifferisc:ono fra loro e corrispondono a. ...-alori <liversi del parametro ~ cJef-inito precedentemc11te; ma fa, differenza fra tali valori di p7 essendo relativamellle piccola , ne] Je soluzioni prati che dei problemi del tiro, si può scegliere per i quattro valori cli O' un unico va.lore comune e cioè '}nello più conveniente per la solnzione dei principali problemi del tiro che si riassumono nel seguente enunciato : « Date ti·e delle quattro qua.ntità: 'V (velocità iniziale), cp (angolo cli proiezione), .X (g-itlatn) e coefficiente O', detennirnire la quurta ».
-
1Gr'i3 -
1870-1915
P.-\R'l'm TECNICA
Per questi ptoblemi il Sia.{:Ci determinò una « tabella a doppia entrata» contenente i valori del f3 in funzione di X e rp . 11 valore co m une che si dà per tal modo alle quattro quaJ:tità 0',,, G' u, 0'0 . 0' 0 e che si ritiene costante per ciascuna
traiettoria, si chif1ma « -coeffì.ciente balistko ridot to >> e viene
~~presso dalla formula (," =
ao ~ r3
.
Nelle formule clel . tiro compaiono anche qm~ttro funzioni dipendenti dalla F'(u) definite da
D(u,) :=
A (ii)
=
. _f =f -
Jr - F(1,i) 'U· dii
J(ii) -
f
T (ii)
J'(u) · dD(ii)
2 [I
it ·
clu,
·
F(
u 11
,
d(ii) F(u,}
le quali nell'ori.gine e cioè per it,= V diventano
D('V)
=
f
A(V)
=
I
-
'V · dV F(V)
J (V)
= J
J ( V) . dD(1')
,
1'(V)
r-
9.
aT1
g . u, . V· F( V) ' <J
=f .-
d11 F(V) .
'
I va.lori delle funzio1ii così definite sono date da una « tabella a semplice entrata >) che si chiama << 'l'avola, balistica generale >>· Il gruppo cli formule [1], riferit.e a.l punto di caduta, si trasforma, nel. seguente : X = O' { D(u) - DCV) }
-
1654
~
IL l\f[J;TODO SlACCI
R
9.
"en ,., r.p
t()·
"'
=
c,J ,,,
T
l
O' \ A.(ii) - .A.(V) - J(1' ) 1 JJ(i,) - JJ( V) ~
to·
rf) -
"' ·
-
C' ~ 2 cos2 r.p
=~I
cos :p \
'l'(ii) -
u = i, . cosi' cos w
1 1· J(·u) -
J( V) .:
T(V)'
J
e
C' = ~ - - ~o . i . ~
nelle quali il ~ e le funzioni della u e della V sono date da.lle tabelle sopra.citate. Le equazi.oni precedenti, dette anche cc F ormule del tiro », <:. tutte quelle da esse clerinite vennero subito adottate ed impiegate presso le Artiglierie di tutto il mondo, sovra tutto per Ja loro semplicità e quindi per il loro facile e comodo impiego. Poiché tali formule sono indipendenti dalla forma della funzione che rappresenta la resistenza. dell'al'ia, esse rimarranno invariate qualunque po~sano esse1·e i progressi ed i perfezionamenti nello studio del problema fisico 1·elativo aUa resistenza dell'aria : i predetti successivi sviluppi di studio potranno eventualmente influire sulla tabella delle quattro funzioni di D(1i), J(u,), A.(u), T(11,), ma mai sulle formule del th'o. In altri termini il procedimento di ealcolo numerico ne<::essario per l'impiego delle e< formule del tiro >) sarà sempre lo stesso qualunque sia per essere la tabella di i·esistenza dell'aria che si voglia adottare; basterà per Je applicazioni pratiche costruire nna v-olta t:,,nto la ta,vola dei valori numerici òelle funzioni D(ir,), J(1t), A (ii), T(11.) relativi alla legge di re' sistenza prescelta,. Questo metodo del Siacci, che segnò uno dei più grandi J.Jrogressi che siano stati fatti nella balistica esterna costituisce un vero metodo generale applicabile anche acl altri rami delle scienze fisiche. Esso fu favorevolincnte acoolto ovunque e il Si.acci compiacendosi di questo universale consenso poteva af. -
1655 -
PARTE TEC1'ICA
1870-1915
fermare con giusto orgoglio ~d intima soddisfazione: « questi\ volta h1 balistica e ht pratita si sono date fraternamente la mano. Se le teorie balistiche furono :finora•così poco utilizza,te,_ dò dipende da, un vizio ,c:.he, l'artigliere, dal suo punto di vista, tr,o va in esse ed è la veste troppo scientifica onde quelle vanno ricoperte nei trattati. Dinna.nzi a veste sì elegante ,e sfarzosa. l'artigliere resta perplesso e disarmato, quantunquenon ignori quanto di buono e di sicuro sotto quella ve:,.te si nasconda )). Col s uo metodo il Sia.cci, sotto forma di ta,belle numericheaccessibili a tutti, offrì. agli A.rtiglieri tutto ciò che di più pratic-o e di più :sicuro può chre la, balistica. 'ra,nto in Europa, quanto in America vennero oostruite numerose tavole dellefunzioni Sia.cci; col procedere di tempo le tav,ole balistiche si perfezionarono e furono talvolti.ii dedotte I.la diverse formule. di resistenza -e da differenti espei-ienze, ma tutte quante continuarono ad essere basate sul metodo Siacci. Oltre la ta,vola, originale del Siacci pubblicata nel 1880 col suo « Nuovo metodo per risolver.e i problemi del tiro >), · in breve volgere di tempo venner,o. alla luce ben diciotto Tavole. balistiche delle~ quattro funzioni : 1) 'l'avola Mitchan ufficiale degli Stati Uniti (1SS1) ; 2) 1.'avola lìuran y Loriga clell' Artiglieria spagnuola (1882); 3) Tavola I ng.al1s ufficia.Je degli St::Lti Uniti (1883); 4) Tavola Ingalls per i proietti sferici (1883) ; 5) Tavola De La Llave dell'Artiglieria spagnuola (1883) ~ 6) Ta..v-ola Krupp (Ballistische Formeln von Mayewsky rnvèh Siacci) (1883) ; 7) 'ravo]a Hojel dell'Artiglieria olandese (1883); 8) Ta;vola Pouchelon dell' Artiglie:da .francese , (1885) ; 9) Tavola Duran. ·y · Loriga dell' Artigli.eria spagnuola (1886);
' 10) 'l;av,ola Hadcock dell'Artiglieria inglese (1887) ; 11) 'l'avola Madsen dell'Artiglieria danese (1888); 12) Nuova tavola Ingalls dell'Artiglieria degli Stati Uni~ ti. (1889); 13) Tavola Ollero dell'Artiglieria spagnuola (1890) ; -
1656 -
LE 'l'A\.OLE 8 .\LISTICHE SIACCI
14) Nuova tavola Kl'llpp · Essen (1S90) ; 15) N uova tavola De la Lla,e dell' }1..rtiglie1fa pag·nuola
(1893); Hi) rra vola Vallier ddl' Artig1iel'ia france:-:e (le 9-:1:) ;
17) TaYola Holemberg dell' Artiglierja svedese (1 95) ; l ") 'l'avola Zabouski dell' Artiglierfa russa, (1S95) ; Nel J 80 il Sia.cci sernmclosi ùei risultati delle esperienze russe ed inglesi , eseguite negli anni 1808-1 G9, e cli alcune formule
discontinue
per
la.
fun zione
K (v) ==
Fsv)
del
i\layewsky, ca.lcolò h1 prima tavola bahstica, con argomen to 'U variabile cli metro in met1·0 . Successivamente, avendo consta· tato che tale intel'ValJo l'iusc:iYa eccessivo spec:iah uente in corri ·pomlenza delle piccole velocità,, per cui le altre funzioni etesceva110 troppo rapidamente, pc11sò cli assomere come argomento la D(n) fissanclmw l'intenall o co~ta11te cl i 10 metri · 1·: ciò egli fece anc.lw nella considerazione elle per la costruzione delle ta.vol c di tiro l'nrgomento naturale è la gittata e non la velocità residua. La tavola quinta della balistica (1 888) con argomento D(u) ven ne dedotta claIJa p1·imitiva per opera del tenente d'artiglieria 'l'ommaso Berardinelli (Rfoi<;ta 1frtigUeria e Genlio) 1886); essa si esten de da D(u) = O, (u=700), sino a D(1t.) = 12730 (1t==l00) .
Nel quarto capitolo clell' opcra. che st iamo esaminan do è indicato il procedimento d'integrazione numerica da seguire per la costruzione di una tavola delle funzioni D(u), J(it), A (11,), T(u).
Nel 1 96 il Siacci, che <la q nattro anni aveva dovuto lasciar e il servizio attivo, cercò per primo cli riunire t utte le esperienze eseguite sino a tale data pl'e8so le varie Artiglierie europee per la. mi nrn. della 1·esisten za deH'aria, e di rappre· sentarne i risultati con una, sola formula : questo intento egli potè raggiungere studiando direttamente la resistenza vera e cioè effettiva a.irnicbè il suo ra,pporto al quadrat o della velocità:. Seguenc1o questa via ·nuova ri.prei,e jn esa,me tutte le espe· ricnze sino allora es<'gui1 e e riconobbe che cercando di co-
-
]657 -
PAHTE TECl\ l CA
1870-1915
struire il diagramm a della funzione F'(11) si otteneva una curva la cui forma si avvicinava a, quella di una iperbole. Seguend<) nn analogo procediment o il maggiore Cha.pel dell'Artiglieria francese sin dal 1875 aveva tratta l',osservazione molto import,mte che per v~locitiì. sup,eriori ai 300 m/s b resistenza dell'aria potevasi rappresentare con una funzione lineare della velocità. In base all' osservazione fatta dal Chapel il Siacci intravvide la ,possibilità di rappresentare la resistenza con una iper bole che è la più .semplice fra le curve assintoti.ch'e. Il Siacci nella considerazione che col s uo metodo non era necessa,r ia alcuna formula, ma bensì semplicemente una tabella dei valori numerici della resistenza in funzione della velocità, si propose la ricerca di una legge, comunque rappresentata, che fornisse i valori sperimentali, senza preoccuparsi in alcun modo se tale legge introdotta nelle equazioni differenziali del n:,oto le rendesse o non integrabili. Seguendo questa via, cbe era quella, più giusta e più pratica; prese in esame tutte le più importanti esperienze eseguite per la misura della resistenza clell'aria e le suddivise in tre gruppi : esperienze russe ed inglesi (lVCayewsky e Bashforth) ; tsperienz.e olancle:,i (Hojel) ; esperienze di Mei>pen (Ditta K rupp). Adottando come punto di parteuza le esperienze del primo gruppo ricavò l' equazi:~m e di una curva iperbolica che rappresentava non soltanto tutte le esperienze russe ed inglesi, ma ancora,, e meglio, i risultati delle esperien ze olandesi e di lVIeppen moltiplicando semplicemente le ordinate, cioè le resistenze, per uno stesso coefficiente il cui valore era 0,896. Questo coefficiente poteva pertanto essere considerato, come il coefficiente medi-o di forma dei ·proiet ti del secondo e del terzo gruppo, essendo 1 il coefficiente medio relativo al primo gruppo . L'-equazione dell'iperbole ricavata dal Siacci è la seguente : '
. F(V } -- O, 9.009. "'
V
- 48 o:--
: O
"' i(O lE:'48 ·.
+ \ , ) -
V
- 4" 95)2
1658 -
(,
96
+ , .+
0,0442-v (v- 300) n
.'1 +
3
(
V
)10
200
LI!: '1"A VOL© BALIS'l'ICB!ll SIACCI
Con questa formnla. egli ealcolò i valori di F(v) che raccolse in una tAibella in funzione della velocità v variabile di metro in metro a partil'e da v =O sino a '0=1200 . Nella stessa tavola sono pure riportati i valori della funzione K (v) = F(t2' )
•
V
Questa tabella è tutt'o1·a in uso per le applicazioni di balistica; essa ba pienamente corrisposto alle esigenze della ·p ratica e tal<'\ si mantcrr:\ siino a quantl:o nuovi strumenti, di prt>cisione bene accertata, e supcriol'e ,L quella dei cronografi ekttrici attualmente impiegati da tutte le A1·tiglierie, non vengm10 a modificare sensibilmente i risulta.ti ottenuti nelle esperfom;e sulle quali è fondata l'attuale tavola qui indicata:
F'(t·)
106 • K(v)
700
159,62
326
701
159,98
702
160,/34
703
160,7.l
326 325 3,r -O
704
161,07
325
705
161,43
325
La nuova tavola balistica delle funzioni D(it), ,T(u), A.(-tb). ~l'(u) riportata n ei varii trattati cli balistica pubblicati dal 1896 in poi, deriva dalla precedente tabella. E ssa è stata cal-colata dal Siacci stesso nell'anno 1896 c-ol metodo delle qua·d rature e si estende dalla. velocità ii=1500 i:.ino a, quella {ij 96,9. -- 1659 -
PAHTB TE0:1CA
1870 -1915
La seguente tabella riproduce un frammento della tavola originale:
.D(u)
,T(u,)
Differenze
A('u)
Differenze
T(u)
Differenze
ii
Differenze
I 10.000 1,61491.
4374,18 512
10 l,62003
4390,35 513
20 J,62516
24,163
4422,86
40 1,63545 517 50 1,64042
24,2l4 16,38
518 60 1,64580
l94i0 51
24,522
..
3 193,7
2
52
16,64 4538,25
2
52
16,59
523
194,2
24,4'71
4521,61
2
51
16,54
.522 90 1,66141
3 194,4
24,419
4505,02
24,574
2
1.94,'7 52
16,48
520 80 1,65619
l94,9
24,368
4488,48
3
51
16,43
519 70 1,6p099
195,2
24,Rl.6
44-72,00
2
51. 24,265
4455,57
3 195,4
51
16,33 4439,19
2 195)7
52
lG,28
515
10.100 1,66664
24,111
4406,58
1/53030
195,9
51
16,23
514 30
24,060 16,17
193,5 .'
Il metodo che si compendia nella ta,vol a balistica delle e, quattr·o funzioni Siacci >> non rappresenta,v a ancora la s,olu-
zione completa del problema balistico. Nell'ottava nota de.l1' Appendice dell'edizione francese della su a Balistica, il Si.acci osserva che la Tavola balistica con le formule del tiro. non ~ · 1660 -
LE '.l:A l'OLID BALIS·T ICI1E SIA CCI
1·apprescnta tuttr1 la soluzione del p1·oblema balì tico : essa ne è tutta.via una g!'ande par te, sufficiente nel maggior numero dei casi pratici. P er completarla occonerebbe determ:rnare le funzioni ~ ehe <.mtr:lino in quelle formule e pertanto egli in proposito soggiungeva : « non è invero questione facile ma ~ una questione di analisi, e l'analisi, che nelle scienze naturali ha risoUo problemi ben più ardui e complessi, risolverà anche questo purchè non si badi a,ll'economia dei calcoli. La lunghezza <lei calcoli conta, poco; basta che ai pratici se ne offrano i risulta,ti sotto forma di tabelle, dalle quali essi possano attingere i numeri che loro occonano pel' la risoluzione dei p1·oblemi del tiro ». Le fomrnle del tiro, come fu detto, contengono la fun zione ~ ehe nei va1·ii problemi assume valori. diversi sebbene poco differenti fra, loJ'·O, e che in ogni modo si possono calcolare con t utta la desiderata appro~simazione. I n pratica però tutti tali diffe1·e11ti rnlm·i cli ~ ~i riclncon,o a,cl uno ~olo che si designa con il simbolo f ccl <'- q nel YtLlore che meglio conviene .alla soluzione dei problemi principali del tiro espressi dal seguente enunciato: « Date due delile tre quantità: 11 (velo cità inizia.le), X (gittafa,), e <.p (angolo di pl'oiezione), deter minare la terza . Per il valore di 1 il Siacei aAsume l'espressione seguente :
- ·- 2 · sen 23g, · F (V ltr F (V coscos0 q,) (1+ -otgto-- 0) -cosde-0 2
~ -~-~-~~-
0)
o
0
2
qi
ove F rappresenta la funzione resistente e ilo la velocità che nel vuoto darebbe la gittata X con l'angolo di proiezione cp • Nella Balistica del Siacci sono esposte le considerazioni bU cui è fondata tale espressione, ed è indicato anche come essa possa essere t radotta in una ta bella 111umerica comodissima per i calcoli. Nel 1897 in un suo ar ticolo intitolato « Nuova Tavola della funzione f3 >> j] Sia-cci prei:;enta una tabella dei valori di ~ fondata. sulle nuova formula da lui trovata per la resistenza dell'aria. La tabella è a doppia entrata con argomenti X e <.p , l:1 X va,r iabile di 1000 in 1000 metri sino a. 20000, l'angolo :p variabile di grado in grado sino a 45°. -
1661 -
P.-\Wl'0 T!~Cè\lCA ]
870-1915
EC"co qui nn saggio cli tale tn bella : X qi
10_000
I 11.000 I 12 000 I 13.000 I 1-:1:.000 I ....
31 °
O,R2
0,8G
0,HO
O,H3
0,9(i
32° 3:30
0,81 0.81
0,85
0,8·
o, 3
:340
0,80 0,80
0,86 0,8-:1: 0,82
0,91 0,90
0,94 0,93 0,92
.... .. .. ... . ....
0,90
.. ..
35°
0,8t
O,tsO
0,8 0,87
l'rima, di questa t,wola il Siacci ne c1veva calcolate altre tre, ad essa analoghe, che vennero succ<~ssivamente pubblicate : la prima, nella << Balistica edizione 1888 »; la seconda in una memo'r ia « Sulla sol uzione rigorosa del problema balistioo · Nota I » comparsa sulla Rivista, d) Artiglieria e Genio nel 1889; la, terza in un successivo articolo dallo stesso titolo in <( Nota II)) comparso sulla, stessa Rivisttt nel 1890. Nel conclnclere le sue considerazioni snl problema della. ,leterminazione del valore « vero » del f3 per mezzo cli uno sviluppo in serie il Siacci soggiungeva: « questo sviluppo è un problema ormai ri1solto, e ci sia lecito aggiungere che tra li· nostre modeste contribuzioni alla balistica razionale, quelle di cui ci compiadamo di più sono proprio quella iniziativa: e quella serie, sebbene dal punto di vista pratico esse abbi.ano min ore importanza del metodo che si compenclht nella, tavola delle funzioni D(u), J('lt), A(u), T('l.t). Se la tavola balistica poteva considerarsi come il primo passo n ~rso -la soluzione g·eneml e clel problenrn balistico, la nnova, tavola, cle] j3 è il secondo lìflRRo, ed essa può essere con- · -
1662 -
LJ.; TAVOLE
or :rrno
~iderata come ciò ,che di meglio offre .la balistica razionale. In casi estremi, più teol'ici che pratici, e cioè di angoli assai grandi e di velocità grandissime, il Siacci suggerisce di passare ad una seconda app rossimazione calcolando il secondo termine della serie del ~ pl'inc.ipale. Nel 1896 il Siacci si riprometteva di dare in seguito le fo rmule esplicite per traclm·re il predetto secondo termine in una tavola perfettamente simile a quella allora pubblica.ta. 'l'ali formule vennero determinate da Ettore Cavalli t root'an ni più tardi.
Il Jnetodo Siacci per la s na semplicità e per la, sua p rati cità nonchè per la sua str uttura è accessibile a tutti, ·e me· glio di ogni altro si pre~ta per ciò alla compila1,:i:one rnpida ed esatta di qu alsia si tavola <li tiro, alla risoluzione dei problemi di balistica applicata. Anteriormente al Sia.cci, i met odi impiegati per la costruzione delle tavole di tiro erano parecchi, n on essendo in proposito ben precisate le idee dei cult ori dc lla balistica applicata. Alcnni preferivano i vecchi sistemi, ai-sol utamente empirici, i quaU consistevano nello sparare molti colpi fatti in condizioni diverse di tempo, di materiale e di densità dell'aria per avvjcina1·si, si diceva, alle condizioni rnecHe cl el tiro ; si mismavHno direttamente come meglio si p-ot.eva: elevazioni, scostamen ti, angoli di caduta, tempi e strisce 1L molte distanze, e qnincli poi si cooedirnwano t ntte le pred<~tte qua,nt ità, ('.On altrettan t i. di n.gra,mmi senza p reoccupa rsi menomamen te delle r clnz.ioni esii;;;tenti fra le quantità. 8l<!si::e. Altri 8perimentatori consi gli.av~1no metodi men o empirici , i qnali consistevano n ello sparare molti colpi in condizioni egnali, ocl altriment i rid ott.<~ ad essere tnJi, di mat<~riale, velodtà. ini,1,iale, dc11sità clcll'arifl : dai ri snltati di tali colpi ricavavano gli angoli di proiezion e e le al t re quantità indispen hili quali gU scostamenti, le striscie Jatern.li e le striscie Jongitn dina lj ~ coordinavano poi rispettivamente le predette qnan tit:\ 0011 q1iattro curve od f'qn::i r,ioni ernpfriche, e per mezzo di relazioni balistiche de<lncevano (fnegli al t ri dati che l'esperienr,a non a vrebbe potnf'o fon1ire che imperfettamente. 1
-
1663 -
PAH'.l'EJ '.l'ECNICA
18'70-1915
Dopo l'apparizione del metodo Siacd, i metocU empirici e quelli semi empiri.ci, che ra.ppresentavarw ad ,ogni niodo uno spreco di tempo, di fatica e di denaro, cui non corrispondeva neppure una, soddisfacente esattezza, vennero abbandonati per adottare i metolh razionali che consistono nel giova,rsi quanto più è possibiie. delle formule della balh,tica ra,zionale per qnanto riguarda gli elementi principali del tiro e cioè a ngoli di proiezi:one, angoli di caduta, vdocitù, e tempi; e di valersi poi dei risultati acquisiti con buone e sistematiche esperienze, per qna,nto rigua,rda, le striscie e gli scostament i.
*
·i+ -:+
Ecco in suc:einto come si procede in pratic::L per la cos1·1·uzio1,-è di una tavola cli tiro second o i l metodo Sia-cci. Con mi dderminato proietto ed impiegando quella carica c ui corri~ponde una, determinata, velocità iniziale, nelle migliori con di½ioni possibiJ.i si. <~seg11iscono tre o <111attr,o serie d'esattezza dI 10 a 20 colpi cadaun a, misurando esatta1:i1ente per ogni colpo la gittata, e l' angolo di tiro. Si ottengono cosi tre o qnattro g1·uppi cli dati (V) CfJ, X) che si corrispondono, i quali sostit11iti nelle prime due formule del tiro
X := 0' !t D(tb) - D(1') Jl
9.
sen'"' CfJ
'
_, -
0' I A(u,} - À(V) - Ji( V)l
Ì D (1,i)
- D(V)
j
consentono di ricavar,e tre ,o quattro val:ori del co,e:ffi.ciente ha,l istico ridotto O' e quindi di i (3, gia,cchè si conoscono il . t e 1)a,1·1st1co . coeffi c1en
JJ . a 2 e l a clens1"t a, ' d· el'l 'aria . u}0 • 1000 Questi tre o qu:;ttro valori di i~ si collegano, con una curva ai corrispondenti valori cli X o (li Cfl e da essa ·si ricavano i valori di i (3 corrispondeni a qualunque valore di X o di cp per i qua.li si abbia da sviluppare i calcoli. ri t,
=
Ove si rifletta che pBr una data velocità inizia-le le gittate possono varial'e da O a 10, a, 20 e più chilometri , si vede dle bisogna calcolare centinaia, di valori dell'an •!·olo di proiezione qi , dell'angolo di caduta w, (folla dnrata 7' <' della velocità di caduta U / e se, come frequentemente avYirne, la bocca da -
1664 -
lL
CO~'l'I UBUTO DEL
ME'.rooo
SIACCI
ALLA
BALIS'.rICA
IDSTERNA
fuo co impiega parecchie cariche (4 o 5 u.Jmeno) questo calcolo dovrebbe essere ripetuto per quattro -0 cinque volte e comporterebbe un faticoso lavoro anche se limitato a, valori di X variabili di 500 in 500 metri, ù di 1000 in 1000 metri come si. fa abitualmente, l'ìcorrendo poi all'interpolazione grafica pel' le distanze intel'medie. D[L ciò emerge l'importanza che le formule cla impiegar~ siano di facile applicazione ed a,l la portata di ca.lcolatori di media coltura, che non debbano essere distratti da. preoccupazioni analitiche e di calcolo di carattere più elevato, c:ome sal'ebbe per eserupio il caso se si dovesse ogni volta partite daHe equazioni ùiffel'cnziali del moto integ1·andole con metodi approsisimati. 11 metodo Siacci delle quattro funzioni e le sue pra,tiche aipplicazioni ntppresentano indiscu tibilmente il più valido contributo upportilto alla balistica,. nel pe1·iodo sLorico -1870-1914.
Nei due capitoli sucees:sivi il Siacci tratta il problema della rid ur,ione delle formule del tiro in funzione dell'ascissa che l'ica.va ed applica al caso della. re istenza ennesima. Considera poi il problema della, resistenza quadratica e introèluee Ja teoria. clei fattori di tiro c he fa seguire da alcuni problemi. sul tiro indil'etto. Questa teoria era, stata trattata per la pl'ima volta dal ca.pitan o Chapel clcll' Artiglieria fran· cese che pubblicò una ta bella dei fattOl'i di tfr o per il caso della resistenr,a, cubiea. Il Siacci applicò qnest:1 stessa teoria al ca so della resisten r,a quadmtica , evidentemente più importante <Ji quella cubica, pcrchè allorc1u a.ndo la. velocità iniziale non supera i 240 a 250 m/ s la, resistenr.a cl eH'aria. lung,o tutta la traiettoria è sempre propor zionale al quadrato della velocità, ecl inoltre p~rchè in ·Questo caso i fattori di tiro godono della particolare proprietà di e8sere ind ipendenti dalla velocità inizia-le ma funzione della, sola distanza, proprietà questa assai imp01·tante perchè per essa è facilitata la risoluzione dei probl emi del tiro. Il capitolo successivo, brevissimo, è dal Siacci dedicato alla teoria della similitudine delle traiettorie. 108
-
1665 -
PAR'.L'D TECNJCA
1870-1915
Nei rimanenti quattro capitoli della, Sezione prima viene trnttato il problema- d:èlle deviazioni ·dovute a variazioni dei parametri della traiettoria ed all'a½ione del vento; viene preso ìn esame il problema deJla resistenza obliqua,, ed in modo fa. cile è spiegato il fenomeno della << derivazione>). · La &ezione seconda, costituita da sette . .capitoli, è interamente dedicata alla questi01ie delle tavole di t iro ed alle esperienze necessarie per la loro costruzione. Premesse alcune definizioni e notazioni sono stabilite le relazioni esatte e pratiche : - fra alzo ed elevazione; fra scosta.mento e derivazione; fra le varia½ioni in gitta,ta, verticali e laterali, - e le corrispondenti variazioni nei dati di tiro. Si [)a,r la in seguito delle esperienze di tiro, della misura dell'angolo di rilevamento, della velocità inizia,le, del coe:ffidente cli forma e della resistenza dell'aria. Il Siacci tratta in i;eguito del tfro al hersa,glio e indica le nvverteirne che si debbono avere nella esecuzione dei tiri di esattezza, occorrenti per la compila7,io:ne delle tavole di tiro; fa vedere come si opera la determinazione del centro dei tiri e delle striseie, e come si debbano fare le corre7,ioni ai dati cli puntamento nonchè le riduzioni a,l l'orizzonte, alla densità media, ed alla, velocità iniziale.
:f~ <lover,os-o qui di dire che il capitolo dedicato al « tiro a,l bersaglio >> e quello successivo riguardante la « costru7,ione delle tavole di tiro)) sono quasi completamente ricavati da un trattato di ba,l istica dovuto al noto generale d'artiglieria Enrico Giovanetti ·Che precedette il Siacci nell'in~egnamento della ba,listica. Questo t~·attato del Giovanetti restò sèmpre inedito ma, di esso largamente si servirnno i successivi insegnanti della materia a.Ua Scuola d'Applicazione.. · Il generale Giovanetti fu · maestro valentissimo non soltanto in balistica ma, altresì. in impiego d'artiglieria, in costruzione di batterie cd in materiale d'artigUeri.a , tanto che i-e pure egli non volle di. proposito dare alle sta.mpe i suoi lavori, viceversa i suoi stuclii servirono di base per la, compi-
1666 -
r:oPERA
DI
ENRlCO
GIO\"AN:Sli:T1'1
lnzioue cli Opere e Trattati $Cgni\"i nello svolgimento Llei corsi alla Scuola di Torino. E<l il Giovanetti non fu oltanto uno $Ludioso ed un ufficiale di grande Yalore tecnico , ma altresì va,l oroso combattente nella campagna del J 866 : fn insegnante alla Scuola Superiore di guerra, fece parte e colla borò attiva-
I
I·
I
~ .
.
.
__;, ~;#~
":(t7f~ I:,,
I
f
F'ig. S01 • E1nìco Giovauoett!.
mente ai lav-01·i del Comihtto d'artiglieria, diresse con pa rticolare competenza, la Regia, Pondcl'ia di Torino, fu ·Ispettore delle esperienze d'artiglieria Gomandanie la Scuola Centrale di t iro.
e
*** Nei capitoli succc.Rsn·1 delJa Sezione seconda, il Sia{:ci mette in evidenza il va,ntaggio pratieo che si può trarr e dal l'impiego del suo metodo nella, costruzione delle tavole di tiro per cui basta effettua.re poche serie d'esattezza. La Sezione terza è dedicata agU effetti del tiro : in tre capitoli è esposta la probabilità del tiro, sono enum..i.ati j -
1067
~
PAR'J:.0 '.l.'EC,:-,ICA
1870-1915
principali teoremi del calcolo delle probabilità, è svoltn la, teoria, degli erroi'i; e dei principii trovati vien fatta l'appli cazione al t iro . La Sezione qua,rta clestinata all' « esecuzione del tiro >> comprende ciiique capitoli nei quali sono date le norme per l 'esecuzione pratica clel t ir,o. Si tratta il problema del puntamento e sono indicati i varii modi. per fare il puntamed ,11 del primo colpo e dei colpi succes::.ivi, si accenna all' in:tluf:u:w dell'indinazione dell'a:,;se degli oreC'-chi.oni, si indica il mo<lo · di stabilire il pia.no di direzione e di misurare l'a.ngo1o di sito, ~ viene infine presentata la, teorfa delle correzioni no nch,) 1 criterii che regolano la correzione clel tiro di guerra. La. Se1,ione {1uarta si chiude con un sunto dei tiri cli campag·na e di quelli d'assedio . L'opera del -Siaicci è completata da una serie di Note sostanzialmente originali nelle quali egli affronta lo studio cli al cuni problemi interessanti, cli essenza. non soltanto teol'iea ma altresì suscettibili di applicazione pl'atica. In qner,te :N oh~ 1-0110 studiate questioni c,o rnplicate che rivelano la profow1ità sdentifica del Maest ro. · Nella, prima Notti, il Siacci ri1-,olve il seguente proilli!llJU.: (( Dato un certo numero di gittate corrispondenti ad al+,rettanti a ngoli di proiezione, e supposta la r esiste1rna (lelFaria d ir,~tLtmente opposta al movhuento e proporzionàle ad una 1>otcn~a incognita della velocità, deteJ'minare il co-e:fficiente (' ì'espo uente )). Determinati, con la regola, clei minjmi. qn'.ìdr,Lti, _ i _ coeffi.eienti dell' equazione empirica tra gittat e ed angoli di proiezione, il problema viene risolto facilmente per metzo cliuna tavola numerica posta in fine al libro: per mezzo. poi di · formule razionali vien fatto rilevare come si possano d,eterminàre i valori della velocità, del tempo, dell'-o rdin~ttL e della inclinazione r elativi ad un'ascissa, qualunqne. L'esponente ott<mnto contiene parecchie cifre <lecima:li che si. possono ridorre ad una sola od anche far scompa,rire, C',orr<~ggenclo convenien temente il coefficiente cl.e lla resistenza, e ci:ò senza scapito sensibilè dell'approssimazion e delle formule. Tale riduzione viene effettuata mediante due tavole numeriche, l'uso delle quali è iJ1dicato nelltl Nota seconda . -
1668 -
LE NOTl1l IlALISTICilL~ DEL SIACCI
Nella Nota terza ve11gono sta,bilite proposizioni analoghe a quelle delJe Note prima e seconda, nell'ipotesi della resistenza binomia,, quadratic~t e biquadratica. Le Note qnnrta e quinta sono dedicate alln, resistenza obli qua: nella quarta, ~upposto il ul()to di semplice trasla1.ione e la r esistenza elementare proporzionale ad una potenza della velocità, sono dimostrati alcuni too1·emi per mezzo dei quali si p11ò calc:olm·e . facilmente la, forza deviatrice; nella Nota quinta, per mezzo di ~emplici derìYazi-0ni cli un solo b1tegrale da lui chiamato « potenziale della resistenza » iJ Si.acci trova le ·espressioni della resistenza qualmique ne sia . h forma elementare, e i;;enza fal'c alcuna ipotesi nò su l movimento, lllè sulla fo1·ma del proietto. Quest' ultima teoria è pertanto originate cd affatto nuova; h • formule sillo allora conosciute si limitnNa,110 al caso di un p1·oietto cli rivoluzione 1·otante esattamente attorno al pr-0pl'io asse cli figura: su quest,' ultima. ipotesi, non rispondente alla 1·eaHù, erano basati gli studii del Saint Robert, del Mayewsky F clcl De Spane sul moto dei proietti .oblnnghi. L:1 :Xota J'ìesta, è dedicata alla deterrnina.zione dell'angolo di massima gittata : si lratta cioè dello stesso p1·oblema già discnsso nel capitolo ter½o dellH, Sezione pl'ima, ma che qui il Sia cci sv.olgc in modo più generitle ed elc vnto . N'ella Nota, settima egli ritorna sull'::u·g;ouwnto della. re. istenza obliqua, accenna agli studii del Saint Robert, del ~fayewsky e clel De Sparre, e clim.ostra che la fo1'1.i1 deviatrice è . direttamente JJ1·opor1.i.onale alla veloeità angolare ed inversnmente alla Yelocitù, di. trnslazione. 1
I/« Edizione francese della Balistica del Siacci » non deve e~sere consicle1·ata come una semplice traduzione cli C{11ella, italiana, del 1888. Oltre le Note del comanda,nte Chapel e dell'ingegnere Laurent, traduttore dell'opera, il Sia.cci stesso vi apportò numerosissime aggiunte. Fra quest.e è molto importante la Sota ottava ove è indicato il modo di sviluppare ih serie, secondo le potenze inverse del coefficiente balistico, la fnn-
1669 -·
l'Awr1-0 ,r,,:ci-neA 1870-1915
zione ~ che forma parlc intep:,·ante ciel rnetodo che si compendia nelle formule del t iro. Il Siacci afferma d1e nella pratiea si può fa re ~ = J, salvo a .re ttificarlo nel caso di t iro con forti angoli '; ma dal pu nto di vista teorico, ]a. sol ll%ione complettL del problema balistico esige la, determina7,ione di questa fumcione ;3, deter minazione <;be deve potersi adatta l'e, precisamente come la « tavola ba lif,tica, )), a, qualsiasi forma di r esistenza. La serie che il Siacci svilnppa 11 elJ[1, Nota ottava soddisfa a qneste condizioni: egli ne C'akola il primo terminl' e co s truisce la tabella ch e fornisc:e i Yalori num erici. del [3 prindpale per -0g·ni caso pratico, a:O'erman clo che: cc se la, tavola balistiea. è il pl'imo passo Yerso la solu;~ione generale del p1· 0 . blem.1 balistico, la nuova tavoln. cld ~ è il secondo ·passo . Una t(•rza tavola che fornisca il coeffkien te del ~ec·ondo termine della serie sarà il terzo passo, e così di seg uilo. In questa s uccessione cli termini e cli t~1,belle, ci serubta di vedere la solur.i one completa, teorica e 1watica nello f:ltcsso tempo, del problema nella sua pitì gra11/1 e genel'alità >>-
La dato il servizio etfottho e nominato Senatore del RegHo nel 1892, il Sinrci non dimentkò i su oi. studi, le s ne l'icerehe e le sue indagini cui aveva dedicato t u tta Ja sna pasione di sciemr,iato, tutte le migliori energie d~lla s ua vita : co111ti1111ò gli studi di baHstica, cd n1c'une delle sue a pplicazioni più irnp o1'tanti sono poste1·iori al J892. Dopo le magistrali sue pubblicazioni del 1 96 e del 1897 a-lle quali è stato prima largamente a ccennato, egli pubblicò nel '98 d ue memori.e i:ini parametri complementari delhL ba listica razionale ; nel J 90J affrontò e risoli:;e nrl modo più generale il problema relat ivo alla ,·elocilù, mi:nimn nel m oto dei p roietli, e pu re nclJ o sLesi:;o a nno 1901, r iprendend o H pr oblema del D ' Alem bert , troYò ben 14 nuow fo1'me di resistenza colle <J.nali il p1·oblema balistioo viene ridotto alle quadrature. ì\f.a, ci par0. <1overoso di fate pure nn cern1 0 s ull'oper a del Sfacci all'infn ori · del rnmpo dC'lla balistica : altre~ì nei <·nmpi -
1<l70 -
L'OPERA SCIBN'.l'IFICA DIJiL SJACCI
della matemtLtica e cl.ella meccanica egli si affermò con studiì, con lavori e con pubblicazioni cli grande valore. Egli iniziò la sna carriera scientifica con akuni studii di geometria analitica, sulla teoril1 delle forme e quella dei determinanti; si dedicò quindi quasi esclusivamente a questioni di meccanica ra½ionale tant.i() che nell'anno accedemico 1871-72 l'Università di Torino affidò al Sia.cci l'insegnamento della meccanica superiore prima, ·e quindi poi anche quello della · meccanica razionale. Tenne Vinisegnamento della balistica alla Bcuola cli Applicazio·ne d'artiglieria, e genio per ·Oltre un ventennio e trasferito a., Na.p oli nel 1893 ebbe in qnella Università l'insegnamento delb meccai1.ica raz.ionri.le e della meccanica superiore. I suoi discepoli. tutt'ora sopr:wivcnti lo ricordano con ammirazione maestro assiduo e scrnpoloso, va,l entissimo per limpidezza di pensiero, vastità di coltura, solidità, di dottrina, precisioue ed eleganza, di esposiziorn~. In un precedente volume di questa. Storia: già fu somma.rfaincnte riportato un cenno biografico e bibliografico di Francesco Siacci: riteniamo pert.a nto doveroso di aggiungere ancora qui qualche parol:1 che maggiormente valga .a fissare la eletta :figura di Lui, chè, se non gli manca,rono l' alta stima e l'indiscussa, ammirazione dei conwmpornnei., non possono assolutamerite manea.rgli quelle dei po~;ter.i. gia,cehè le sue opere ed i snoi lavori gli aR1:;icm:·ano un posto cli primissimo piano nella, Storia della Scienza in genere e clelb Artiglieria. in ispeeie.
Pochi. mesi or sono e eioè proprio quando questo sesto voli11ne delfa Storia dell' Artiglforia Halin.na sta,va in elaborazio1te, si. compì il primo centenario delln, nascita cli Francesco Siàcci eh<~ f u 11110 di quegli ufficiali di cni l 'Arma nostra ha il diritto di essere giustamente fiera ed orgogliosa,, uno cli
cpielli che lrnnno ma.ggior1nent.e ,c ontribuito a darle fama, e lu· !ilt.1·0 i.n Italia ed all'Estero. Francesco Sia.cci nac,Jue in Roma il 20 · a,pril.e 1839 ila -
1671 -
I'AH'l'E 'l'EC~I CA
1870-1915
l\Jatteo, soldato Corso, e da. Beatrice Badaloni romama. Nel 18GO conseguì la laurea in matematiche alla «Sapienza» in Roma, nrn. in Gammato anch'esso da· patriottico ardore e <lu spirito liberale anelante all'unità ed all'indipendenza della Patria, come tant.i altri suoi amici e condiscepoli anche il Siac:ci andò ad arr110Ja1·si rn~ll'-eserdto regolare e per i suoi titoli di stud1o potè ottenere subito la nomina a sottotenente cl'artiglieria, ed esser-e ammesso il 15 ditembre 1861 alla, Scu ola à' Applicazione d'artiglieria f~ genio in 'rorino. Da, allora egli percorse la sua carriera ne1l ' A1·ma d'Artiglieria . ..1.: el 186G ptc· Si: parte ;.:i.Ila campagna ùome tenente dei pontieri nel Corpo del generale Cialdini dimostranùosi · non i::;oltanto 11.1-Jicfale intelligente ma altresì ai·clito cd at.tiYissimo, animatore del più nobile spirito militare, coraggioso e pronto al sacrificio. Du ran te la ca,mpagna, compi. a,udaoemente e -felicemente una ricognizione notturna sulla sinist1:a cfol P.o, ma prima uneora elle hi guerra. ten11inassc fn ùestinato alla Scuola d' Applica:.i;io 11e come professore di balistica. Capitano nel 1871, professore titolu,i>e nel 1872, maggiol'c uel 1883, tenente colonnello n el 1888, venne colloca,to a riposo a sua domanda nel 1892 dopo oJtre trent'anni di servfaio effettivo durante i quali si dedicò in gran pal'te :1Ho studio (!Ù all' inseg1mme'n to della, balistica, che pe1· merito iiino acquistò il primato nel mondo. In vent.iciuqne anni di insegnamento oltte ruilleduecento ufficiali d 'artiglieria ebbero i l raro e fo1· tun::i,t.o privilegio di .avc~rlo come l\1aestr<> per li.i materia ha silnre della, {·oltura m'tiglieresca. Il contributo scient.ifico del Siacci nei varii campi df!lla. matematica superiore gli pl'OCnrò 1rnmerosi e meritati onori per cui fu chia,m,1to a far parte delle pil\ ,cel ebrate Accademi<! scientifi.chc dcll'Italht e dell'Estero, ed ovnnq11e i S'noi hwori segnarono un nuovo e notevole progresso, tanto che i suoi studii Yenivano tLccolti in Italia e fuori come nn insegnamento fcooudo, come un cfl:posaldo per i· progressi fntnri. M,o desto e schivo da vani passeggeri onori si dedicava esclusiva.mente al suo ser vizio, ai suoi studi, alla propria fa. miglia, ed a chi gli chiese una volta quale fosse il sno incarico JH'esso la Scuola cl' Applicazione, potè argutamente 1·:i:spondere : -
1672 -
FfCA I\ CESCO SIACCI
<t insegno mauopere di forza, e poi. .... faccio anche lezioni di balistica)). Buono, faceto ed al'guto è da l'icordare un all.ro aneddo to conosciuto da po-chi e riferentesi allo « scostatore )) introdotto negli attrezr.i da Lui ideati per il puntamento. Per l'impiego di tali attrezzi occorrern unire un listello di legno al paiuolo della bo-cca da, fuoco mediante alcuni chiodi. Ur~ mernùro della Ooromi.ssioue sperimentatrice, volendo p1·oba.bilmenle far dello spirito, chiese al Siacci con che c:o!'ia si poternno pianta.re i chiodi : « col martello che è nel cofano pe1· attrezzi>>. Ma se manc~1 il martello? « Colla chiave ingk se>>. E se non c:è nemmeno lr1 chh1ve? « Con un ciottolo)). 1-: se non v'è nemmeno il ciottolo "? « Allora non rimane che battere con h~ p1·opria testa dun.1: », rispose il Siacci. Deputato al P arlamento e quindi poi Sena.tor-e del Regno 11011 si lasciò -assorùire dalla politica, ma portò costantemente 11ei due rami del P arlamento j L contributo della sua intelli;enza e del suo cara ttel'e ; fece pa1·te cli importanti Commii,;. sioni e del Uonsiglio F3uperiore dell'I sti·1rnione Pubblica. · I suoi numerosi e splendidi titoli scientifici, i servizi da J,ni r ealmente resi a,ll' A1·tiglieria ed alla P atria non soltanto non . a.ccclerui-0110 la, sm1 carriel'a militare, chè anzi l'applicaizio11e rigida, tli Leggi e di Regolamenti, pel' cui l'organioo non nmmetteva che i professori :Lvesscro gra,do supetiore a quello di tenente colonnello, indussero il Siacci a lasciare il servizio. In propo~ito il <.:ompianto generale A.lfreclo T,o rretta, che nd 1SH2 ci·u, Ml Sia eci alla, Scuola, cl' Applicazione, ra,cconta. va : « erayamo in quell'anno rimasti noi due soli al Comando deJla Scuola in Torino, essendo l.utti gli altri ufficiali al campo cli San l\ifl..udzio. Un giorno , il tenente colonnello Siacci mi chiamò e mi disse : « Torretta io so che lei mi vuol bene e, che è un gioYane di):;<:iplinato e riservato. Le voglio raccontare cbe in questi giomi è ·passato per le mie mani il mio Libretto Pers.onale e che vi ho letto il gindizio su me dato dalla, <)ommissione <.:ompilatrice delle note caratteristiche: pur ri conoscendo gli incontestabili meriti scientifici del tenente col onnello Sfacci, la Commissione giu_clica che egli non sia atto nè a comanclal'e un Reggimento, nè a dirigere uno Stabilimento -
] 673 -
PA!(T8 '.1:1,;CJ\'ICA
18'70-l9U,
o una Direzione. Oiono1J:Ostante, in 1·ico111pensa delle .s ue benemerenze, si ammette che gli possa essere a,ffidata una Dil'ezione_ Lei comprende elle in queste condizioni io non posso più rima,nere in servizio. ·Mi ritirerò {; andrò a Napoli a fare ii professore>>. E così fn . · · Quantunque egli avesse lasciato le file dell'Esercito attivo, conservò senq)l'e itffezione vivissima all'Arma ed alla, balistica, ed a,nche parecchi anni dopo il suo collocamento a riposo si. sentiva sempre soldato; e mentre el'a, . lieto di rit1·,o varsi fra i suoi antichi compa,gni, di tra,t tarli e di esserne trattato da camerata, era poi sovrat ntto grandemente felice incontrandosi con antichi suoi allievi: gli piaceva pa,rlare con essi di questioni inilitari come di cose · lli interesse comune, e nel sno eloquio diceva sovell ti e volentieri « noi soldatL.. >). Oltre a, continuare i suoi stnclH prediletti. cli ball.stica,, sulla resistenza dell'ari.a, ~uìle nnove tavole delle fuuzioni Siacci e del 13 pi·incip,ilc, s11i parnrnetri f·omplementari, sulla, · -velocità minima, egli aveva nel 1901 preparata una nuova edii,ione della sua, « Balistica, )), nella quale <.:onta,v.a di introdnrre molte semplificazioni ed aggiunte, in modo da, essere aggiorna.ta -con gH ultimi progressi. Per qnanto ta,le pubblicazione venisse ripetutamente sollecitata presso una importa,nte Casa, editrice torinese, tale nuova edizione non vicle mai la luce. Fino alla; fin e egli senti la più forte passione per i suoi stndii cli balistica, tanto -che a,cl un 8UO antico e precbro discepolo, allora maggiol'e cl'artiglicl'ia ecl oggi genera,le Giu liano Ricci, -che lo aveva interpellato per clelucicla,re una questione cli ba.listica, scrivevu. : « ella mi parla cli balistica, cli q uelb balistica c he mi è stata eompa,g na nei miei più begli anni- Pensanclo a questa mia eornpagnu fedele e carissima, mi par di ringiovanire e scrivendo di essa mi pare di ' bene inaugurare l'anno 1906 >>. Francesco Siacci la.sciò forse talvolta. trasparire il Selltimento che egli. avevtt cli se stesso e del suo valore; mi.t cli ciò che egli valeva non fece mai nè mostra nè pompa, ta.11to che si può dire di Lui, come del suo co1lega e grande amico Galileo l<'erraris) che essi amarono la scienza per la verità, e la bellezzn, che ha in se· steBsn, e non pen~n:rono mai di farsene -
1674 -
f,'HANC~SCO S!ACt~l
conrnnque scalino, otl altrimenti di ttar ne un utile matcl'iuJe clil'etto. Scrupolosissim:o nell'adempimento del proprio dovere, benchè già, sofferente di insufficienza. ca rdiaca egli continuò nelle sne occupa,zioni fin quasi alfa, morte, intrattenendosi, fino agli u.Himi istanti, di qnestioni iue1·enti ai suoi insegnamenti. Alla memoria di .Jfl'ancesco Siacci vada l'omaggio ammirato e l'iconosceu te <lell' Arma cl' Al'tiglit~ria che tanto gli deve, ehe molto egli aruò e<l allu, quale consacrò i miglioti anni della su.t vita, le più belle e11e1·gie delJa Slm meHte. J/antote di questa. Storiri cleH)_4.rtigUeric,, lta,l·ianct) a lln, qua.le con lni. collaborano alcuni altri vecchi ufficiali che ebbero la somron rnntura di. es ere allieYi di Francesco Siaeei, ,;i lusinga che questo modesto postmno 01mtggio sia per l'iuscire gradito al 11 ostro gr-nnde Maestro :::.icth(~ i l suo Spirito a bbiù, ad esultarne.
*** Con l'insegnamento ininterrotto di oltre un ventennio, <! specialmente dopo il 18"0 il Siac:ci si era formata, una. eletta sehiel'fL di discepoli fra i quali eiteremo Carlo Parodi., E ttore Ca-ml.li, GioYanni Bianc:bi, Scipione Braccia.lini e Giuliano Hi('CÌ.
E ssi, segnendo l<.; ·Ol'me del l.or,o impareggiabile Ma.estro contribuirono semp1·e più, e con l'insegnamento e con nuovi studii, al migliornmcnto e perfezionamento del suo metodo. Il primo a raccogliei·e eome insegna,nte, l 'ercditù, lasciata da l Si acci nel 18fl2 fn l 'n.Hora capitano Carlo Parodi, il quale come suo aggiunto ebbe a coadiuvarlo nell'insegnamento e nella compilazione della « Balistica, edizione 1888 )). Il P ar odi fu collaboraitore apprezzato del iacci, continuatore fo. dele ecl anto1·e,ole del pen. iero clel i\faestro sovratutto per r endere semplici e prn:tiche le solu1,ioni dei varii problemi della bn 1.istka a,pplicata. Prima n..ncora di succedergli nell'insegnamento, il Parodi si era già nffermato con la. pubblica;r,ione di a.lcnne Memorie che lo fecero presto conoscere dotato cli ottima ciilt nra ma,tematica ,c~d abile calcolf1tor e. L'attività òel Pa1·odi si svols~ principalmente con nume-
.,_ 1675 -
PARTE) 'l'I<:CNJCA
1870-U)] 5
rosi studii pubblicati sulla IUv,ista, cf 1lrtiglie·ria e Genio} ·con Jp sinossi delle sne le:doni di balistiea esterna e con 1'inS€g11ume11to alla Scuola d'Applicazione, che egli svolse dal 1893 aJ 1897. Fra le sue pubblicazioni so110 da ricordare le seguenti : <~ Nota sulla peo1etrazio11e clei proietti )) (R,i1rista, d) 111:tigl-ieria e Genio, 1887) n ella quale propone una, formula che ·viene tut-
E'ig. SÒ2 - Caxlo Parodi.
Fora riporta,f a nei llO$tri tn1ttati di balistica esterna; << Relazione fra cariche e velocitù, )) (Ri-visf;a Artiglieria e Genio) 1887) per la, quale alle formule empiriche, che legavano fra, '1.oro cariche e velocità, riesce a ·sostituire una formula da, l ui stucUata, che, con una relazione molto semplice, riproduceva con un'esattezza sorpreudente i rhrnltati sperimentali. Il metodo così indicato dal P arodi consiste praticamente nella, costruzione di un dia.g ramma fra cariche e qua,drati delle velocità inizia.li, ed il metodo stesso è tutt'ora impiegato nelle pratiche applica,zioni di ba.listi.ca, esterna e di balistica int,erna. -
1676 -
GLI SCUl'.L'Tl Df BALISTI CA ESTERNA DI · CARLO P ,\RODI
~el 1889 e sempre sulla Rivista a:Artigl-ieria e Genio il Pa1'odi con la Memoria << Qualche ~roprietà della t~·aiettoria nell'aria>> dimostra alcune nuove proprietà che si possono considera,r e come un complemento a quel.le rilevate dal Saint Robe1't nel 1855. I teoremi da lui trovati in argomento sono i seguenti : l") Per punti posti alla stessa altezza la velocità verticale è maggio1·e nel ramo ascendente che nel discendente ; 2°) Il tempo impiegato per salire un Lra.tto qua.lunq ue del ramo ascendente è sempre minore del tempo impiegato per cli.scendere il trat to corrispondente del r a,mo ·discendente; 3°) P <~r punLi posti alla ste sa aHezza (e 0<01 ) il raggio di curvatu ra è maggiore nel ramo ascendent~ che nel discendente . . Nella Memoria « Sull'approssimazio11e delle forruule balistiche >> (Rivista à'1frtigl.ìeria e Genio, 1 S-7) verifica l'approssimazione di valori del ~ ,o ttenuti dal Sia,cci nei casi particolari della resistenza cubica e quadratica. ' Particolarmente impor ta nte è lo studio effettuato con le due Memorie pnbbli cate nel 188S dalla Rùiista d)Artiglieria e Genio: « Sulla condotta del fnoco per le artiglierie da campagna)), e « .Applicazioni clelltL ta.Yola balist ic::L)), colle quali · vengono risolti alcuni dei. più importanti p1•oblemi clel tiro pratico r iducendo al minimo il numero dei tentativi e sempli ficando al massimo le operazioni numeri che da effettua. re. Il procedimento trovato dal Parodi si fon da sul metodo delle tangenti o di Newton per la risolu¼ione delle eq uazioni ad una in cognita; esso è qu.clJo stesso che viene t utt'·o ra riportato nei uostri trattati di balistica. Con la Memoria del 1,. 9 « Sul tiro areato a carica fissa» il P arodi risolve l'irnportnnte probl ema della, ·c orrezione dei da ti iniziali di tiro nel caso di forte tlislivello fra batteria e bersaglio, ed all'uopo determina un certo coefficiente di correzione C2, che, largamente sperimentato, venne adottato ed. introdotto nelle I struzioni e nelle Tavole di tiro regolamentari. La formula data all' uopo dal P arodi era soltarnto approssimata, ma per i casi pratk i e per le artiglierie di quei tempi essa forniva un'aipprossimazione sufficiente. P rima cli allora, nel tiro c-ontro bersagli fu-ori delForizzontc del pezzo l'unica regola era quella del « t h·o teso)), tanto che il progresso cos tituito -
1677 -
J,>J\R'l'E '.fJ;;CNICA
1870-H.Jlo
dalla nuova formnla, Parodi fu gra,ndissimo ed essa,. fn impiegata 1:;ino all'inizio della grand{~ gnerra. Nel 1890 sulla R1i vistct d)A.rtigUerici e Genio il Parodi stuJia,nclo le « Vn,riazioni in gittata, per il tiro a grandi altitudlni. >> trovò una regola .molto semplice e sufficientemente esatta per determinare i dati di punta.mento allorchè si deve eseguire il Uro da una località, mol to elevata sul livello clel mare ed ove quindi la clcn:;:ità dell'aria è sensibihuente minore di quella supposta nelle tav,ole di tiro. Ta,l e reg,ola proposta dal P a rodi è quella, regolarme11te adottata, con la, denominazione <, correzione per la quota della batteria media11te il coeftìcien1
fo 01 )) .
).Tell-0 stesso anno 1890, oonstatanclo i progressi co11seguiti per il tiro a percussione in confronto del tiro :~ tempo, · il Pa,rodi oon la l\iemoda. « Sul tiro a tempo>> si propose di colmare tale lacuna, mendiante una ~olu,.;ione sufildentemente approssimata per i bi&ogni della, pratica. La formula da lui trovata fu la seg11<~nte
. , . , = e. . . t.(1 -:-.~ 4y G- V,)
G-
G0
r'
10 •
con la qllale, data la traiettoria ed il punto cli scoppio. si. può calcolare la, graduaziom~ O delh1 spoletta. Le quantità t (durata di scoppio), Y (ordinata del vertice), Ys (altezza di <scoppio) sono date ovvero si possono cakolare; · le _q uantità e e Go sono delle costanti, ro ed r ' si declncono, per ,ogni spoletta; da una tabel1a in frnnzione della. pressione ed altitudine. In questo stesso studio il J>arodi. determina pure la correzione da apportare alla graduazion e della spoletta aUorchè si deve eseguire il tiro a, quota diversa, cla <prnlla considerata nelle tavole di tiro : tale correzi<)'l)e si eseguisce med iante il coefficieì1te 03 a,dottàoto per le tavole cli tiro. I nteressa.nte e di vera. portata pratica è la proposta fatta nel 1891 dal Parodi con l'articolo della, .Rivùrta d) Artiglieria e Gcnfo « Cannoni 1movi e cannoni logori nelle batterie da campagna >) : rilevato come ad una stessa batteria possano essere destinate bocche da fuoco in condi½ioni diverse e per cui nel -
1678 -
GLI ::; C!UT1'I 01 13ALISTICA ES1'1•:HNA 01 CARLO PAP.001
tiro tlieno gitta te diver.·e, il Patodi propone cli eliminare la. \\ rctLifìca.zione tlel tir-o » e di so~Lituirvi q 11ella che già in sua precedente proposta egli aveva chiamato « rettificazione dei • pezzi)), per la quale uWma avendo eseguito alcune serie di. u.lmeno dieci colpi per ciascun pezzo, se ne determinavano le gittate e conseguentemente si potevano cla sificarc i pezzi in ordine di gittata. Con « La N uova Istruzione snl t iro delle artiglierie d'ass,!dio >> nel 1891 esamina nei suoi parti<;olari tale nuova Istru.zione e, comment~ndola. opportunamente, la spiega e la illustra a chi voglia rendersi 1·a gione delle principali innovazio11 i. in essa introdotte. Nel 1894 t rattando « Sulla densità dell'aria)) propone una formula per calcolarla e poicbè da essa risulta che la densità., pet nn dato valore dello stato igrometrico, è funzione u11icai11ente della pressione e della temperatura,, ne dà i valori in una tabella a doppia entrata avente per argomenti tali quan tità,; dà le conezioni da a,pportare q uanclo lo stato igt·ometrico ?- cli.verso da q 11ello medio, e, ba,sanclosi poi sn alcune osserrnzioni fatte dal Glaisher in aerostato, calcola una tabella dei rnlori della densilà media dell'aria pei- quote ·variabili di cento iu cento metri sino a 3000 metri. Con la Memoria « 'J;avole dei fattori di. tir-o )) inserita n el 1895 nella Rivista ci)1-1?-tigiieria, e Genio) il Parodi fornisce alcune tavole a doppia entrata con argomenti TI (velocità iniziale) ed /o=
~
che contengon o i valori dei fattori f, log. /1,
log. /2, log. f3, log. /1, log. /s, e log. /G. Queste tabelle sono state calcola te dal Parodi traendole dalla tavola balistica gencr·ale delle funzioni Sia.cci calcolah1 dal tenente Bera.rdinclli '<' prolungata ·clal Sia.cci: esse riescono molto comode nei casi in cui non occorre grande esattezza e specialmente per avere nna prima soluzione approssimata dei problemi di tiro. Kel 1896 con lo studio sul « Calcolo di traiettorie per ar l'.hi » si propone di verificare l'a.pprossima,z ioue dei valori del pa1·ametro ~ del Siacci mediante il calcolo ùi alcune traiettorie determinate col metodo degli archi successivi. Dai risultati ottenuti egli 1·ileva cl1e i valori clel [3 della tavola, Siacci non -
1679 -
l:'AR'l'Iil TECNICA
1870-1915
sono sempre sufficientemente approssimati e ritiene che stLrebbe conveniente di calcolare valori più esatti tenendo conto · del secondo termine della serie che esprime tale parametro. ~empre servendosi delle traiettol'ie calcolate per archi successivi, determina gli err.ori che si commettono sugli element,i secondari w (ang.olo di caduta), T (dnrata), U (velocità, di . caduta), quando essi vengono calcolati impiegando lo stesso ~ del problema principale. Rileva che tali errori non sono sempre viccoli e suggerisce che sarebbe desiderabile maggiore esattezza nel calcolo della durata T perchè da questa si deduee la graduazione della spoletta~la quale non deve essere meno approssimata dell'angolo di proiezione. Determina ìn seguito l'approssimazione ch·e si pnò ottenere nel cakolo delht traiettoria quando si debba neeess::n·iarnente 1·icorrei·e ai valori ;;tpp1·ossimati del ~ della tavola Sia.cci: i:ri tal caso si seguono due metodi, e cioè o si ritiene f costante per tutti i punti della tnifottoria ed eguale al valore che. nella, ttLvola corrisponde alla, gittata ed all'angolo cli proiezione, oppure si applicano k relazioni fra, traiettorie cliYerse. Col prii.no metodo constata che gli errori in generale sono piccoli menti·e soltanto con forti velocità iniziali si possono verificare errori notevoli; col secondo metodo egli rileva che gli errori sono pressapoco c~guali ai precedenti sicchè con cl ude il suo studio facendo notare come questi due metodi di calcolo si possono rite11ere equivalenti. Il Parodi nel 1897 per oolmare una la.cuna che si ern formata con la pubblicazione della nuova tavola halistiea generale del Sia.cci d.el 1896, caloolò e pubblicò le << Tavole balir-;Lièhe seeondarie )) intese a facilitate la risolrndone dei varii problemi di tiro : tali tabelle erano cinque ed avevano come al solito per argomenti la velocità iniziale V e là quantità
f..=
t,
e contenevano i Yalori del fattore f ecl i logaritmi.
volgari dei fattori f 1, /2, fa ed f ,. Ricorderemo per ultimo la pubblicazione di << Balistica Lezioni litografate del capitano Carlo Parodi)). Questa p11bblica7,fone pur s·o tto la veste volutamente modesta. di << Sinossi litografate)) può e deve .essere considerata per le sue doti di -
1680 -
G.Ll SCHlTTI DI BALISTICA ESTER:-IA DI CARLO PARODI
chiare7,za e ùi praticità, come Testo-base cli tutte le i,ucces. ive 1,ubblicazioni di balistica esterna che, per opera ùei va,rii in segnanti, vennero in seguito alla luce. Le lezioni d~:l P a1·odi tr-atte in gi-an parte dalla « Bali tica (1 ' '8) » del suo illustre p1·edecessore, non ba nno ìa pretesa cli rappresentare u n vero <; propl'io libro cli testo, ma neppure debbono essere consiùe1·a te come una semplice esposizione di argomenti già noti : in tali le½ioni il rnetoclo Siacci e le sue applicazioni sono ampiamente svil uppaLi con l'aggiunta. di ulcuiii perfezionamenti che facilitano 111 risoluzione dei • prin cipali problemi del til'o . Del resto alculli capitoli sono di creazione originale ùel P a.rocli : cosi quello relativo alla gu1dnazio·n e della spoletta~ quello relativo al c1·onografo Le Boulengé ed alle val'ie esperienze per la mL<rnra, della velocità iniziale, della r esistenza dell' a1fa e del coeflicien t.e cli forma. Sono riportati e ricordati tutti i lavori del P al'odi ed nn particoalre sviluppo è dato alla parte che tratta delle tarnle di tiro ed alle esperienze occorrenti pel' la loro compih1,1,ionc. Completano il libro una, sel'ie cli tabelle numeriche, calcolate in gran parte claH'autore. Questo corso di lezioni è es!:ienzialmente ispirato ~1d 1rna. piana ,esposizione e ad nn criterio di praticità veramente note,oli, ecl in esso hanno ampio sviluppo esempi pratici ed applicazioni numeriche. La praticità clell'incl irizzo segulto dal P arodi nei suoi scritti e nei suoi insegnamenti è una lodevol e cal'aticristi.<:a costantem en te · da lui adottata, sicchè si può affermare che egli non si è mai lasciato attrarre da indagini o da studi puramente teorici. E gli, così come il suo Maestro F l'ancesco Sfacci, credeva, con maturata- convinzioue che al progresso di una scienza, giovi molto di più la sempli:fica zi.one , di una teoria ·che non la costruzione cli 11n elevato capitolo ricava to, con astruso linguaggio, dalla teoria stessa. Tutta la prodnzione del Parodi ha, trovato semp re convenfonte e pratica applica,1,ione, e gli arUglieri debbono essergli g1·ati perchè a lui vanno debitori di molti ed utili inseg-namcnti, di molte delle l'egole pratiche ch e per tanti anni, e so'\Tatutt o durante la grande guerra, vennero ·vantaggiosamente impiegate nell~1i esecu,,ione del tiro: 109
-
1681 -
... PAR'l'B '.rECNICA
1870-J.l.)15
Uarlo r •arodi nacque :1 Genova il 22 settembre 1S56, e dOì)O aYer conseguito la licen7,a, tecnica, attratto dalla: vita militare si. arruolò volontario in un reggimento Alpini e nel 1877 divenne sottotenente di complemento; ma, :i nnamoratosi sempre più de.l mestiere delle armi, in pochi mesi si preparò per l'am missione all'Accademia rrtilitare di Torirno, si climi$e da u:ffi-
)
.
\
·) , I
~
I I
I
i
I r
Fig. 803 - Carlo Parodi, sottotenente degli alpini.
ciàle di complemento7 e superati brillantemente gli esami diventò Accademista, Capo-classe del suo corso. Sottotenente di artiglieria nel 1880, ,renne promosso capitano nel 18S7 e dopo di e~sere stato insegrn.rnte aggiunto di balistica, col Siacci, gli succedette come titolare clal 1892 al 1897. Come insegnante viene ricordato per la -~hiarezza di ooncetti e per la praticità delle sue lezioni. Nel 1898 iniziò ·la sua caniera tecnica, presso l'Officina di costruzioni d'artiglieria,, passò quindi all'Ispettorato e nel 1906 promosso a scelta eccezionale fu destinato alla Direzione Superiore delle esperien7,e. Diresse per qualche -
Hi82
~
II \
~
I
\
..
C.·\I1LO PA1i0DI • 8'.l:'fOHE CAVALLI
a nno la Sezione l!~speriem,e d'Artiglieria cli Oiriè attendendo con ral'a competenza alle prime pro,7 e sul materiale Krupp da 75/ 90G; designato dalla Commissione cFinchiesta ebbe la direzione delle esperienze e dei tfri di confronto fra il materiale da 7:i A. rigido e quello Krupp del 1906. La Commissio11e d'inchiesta ebbe per l'-opel'a svolta dal Parodi le espressiolli del maggiore elogio e, segnala,nclone il nome, concluse la sua relazione dichiai-ando che « alla somma perizia ed a,l senno del Parodi si deve se la Uommissione ha potuto supe1·are tutte le difficoltà, del terna e porsi in grado di fomulare un giudizio coscienzioso )). Nel 1911 entrò a far parte del Servizio 'l'ecnico e desti uato alla direzione dell 'Officina di 'l'ori.110, per la sua matura esperienza e per le Yaste e profonde cognizioni rese ai P aese i più segna.lati servizi organizzando nuove lavol'ai,ioHi e rin· nornnùo poi materiali di ogni genere durante il difficile pei-iodo della grande gueu a. I problemi sulle bocche da fuoco, sugli affusti e sni pr-o ietti erano da lui semp1·e risolti con rara competenza e con i migliori risultati pratici : ebbe importanti incm·ichi cli :fiducia e fece parte di missiO'Ili militari all'e,'tero, c<l ovunque egli era noto e !-timato per gli studi e le esperienze rig uardanti p1·oblemi' di balistica esterna. Il Parodi, aitante <li per. ona,, di ai:;petto imponente ma nel contempo bonario e e,ortese, rifuggiva aneh' egli da qualsiasi forma, di oste11 tazione e di esibizionismo; dedso ed energico in servizio, fermo nella. disdplina ma sempre giusto e scrupoloso; paternamente buono coi propri discepoli egli fu meritamente amato e perciò vivamente compianto. allorchè 1'8 gennaio J 938 fu appresa dal mondo artiglierei:;C'o la notizia fe. 1:ale delJa sua scompa.rsa.
*** F1·a i successori e prosecutori di Francei-co Siacci va meritamente segna-lato l'artigliere Ettore Cavalli che fin cla1 1892, quale capitano, veniYa dal Siacei indicato per F-ncceclergH nell'in~egnamento della balistica,. Il Cavalli però ebbe que-
1683 -
" PAil'l'E '.l'EC1'1CA
1870-19)5
sta cattedra soltanto nel 1897 succedendo a 10a.rlo Parodi, e durante quattr.o anni di insegnamento seppe rivelarsi dotato di solida e profonda cultura matematica. Volgarizzatore pratico e rigoroso egli S3.J?CVa prcser,tare le questi.o ni più ardue
Fig. 804 - .rettore Cava lli.
~
più complesse in moclo semplice e sotto forma accessibile, ma poichè la niassima sua attività scientiJì..ca si sviluppò essenzialmente dopo il 191.4, così si dirà di. lui con maggiore tempestività t rattand,o d,el periodo dal 1914 in poi.
' Un altro illustre continua.tore della Scuola che fa capo al Sia.cci è Giovanni Bianchi che fn c-01 Parodi e col Cavalli tra i migliori suoi allievi. Gran parte degli ntlida,li d'Artiglieria lo ricordano loro inseg·nante valoroso di meccanica, applicata, dj costruzi.o-J1i d' artiglieria e balistica esterna, e sanno quale importante e personale cont ributo egli a,bbia portato in questi tre campi. Anche negli st udi delb halisticn, interna il Bianchi -
168,t -
GLI SCRITTI DI BALIS'l'IC:\ ES'f-EU::<A DI GlOVANNI BIANCHI
si affermò nel modo più uu1rcato, mentre nel campo della balistica esterna la sua attivWL si manifestò con lo studio di numerosi ed importanti problemi, e con la pnbblicazione del suo Corso teorico-pratico di balistica esterna che ebbe due edizioni l'una del 1910 e l'altra postuma del 1922. Per lunghi a nni egli :En di balistica. esterna insegnante pl'ovetto, chia,N> ed Incisivo riscuotendo affetto e venerazione rl ai numerosissimi St}Oi allievi. Con tre Memori.e pubblicate sulla Rivistci d, Artiglforici e Oenfo dal 1898 al rnoo il Bianchi riassume cd espone alcune questioni sul tiro pra,t ko presso Yarie Nazioni estere; lllel 1910 con uno studio << Sulla costru1,ione delle tavole di tiro )) si propone di far rilevare i çlifetti dei procedimenti sino allora seguiti per la costrm:ione delle tavole di tiro ed esamina il rnoclo · col quale conviene procedere per ottenere, col minor c,onsumo di munizioni., tavole di tiro più esatte e più ra:r,ionali. Sempre nc~l 1910 e sulla Ri'visfo d, ilrtigl'ieria, e Genfo pubblica le due monografie : « Snl calcolo · della traiettoria per punti )), e << Le formule clel tiro Siacci e le nuove formule)). Con hL pl'im.a presenta una va.ria1~te aJ 1{ietòclo del calcolo clellù, traiettoria per archi proposto dal Parodi, all'intento cli renderlo più semplice, pitì fa(;ile· ed egna.lmente a,pprossimato. Con la seeonda prende in esame alcune formule del tiro di. laudo del noto balisticO francese c<>manèlante Charbonnier per riconoscere se esse rappresentino realmente una, soluzione preferibile a, quelle del Siacci, e, confrontate fo due :::olnzioni sotto i. loro vari aspetti, eond11cle aff.e1'manclo che Je formule del Cha,r bonnier non ·Consentono rea li Yan tnggi r ispetto a qnelle clel Sia.cci, le quali nltime costit uiscono qn indi n.ncora il me1,zo migliore cli cakolo cli eni disponga la hiqisti.cn applieata. B del 1911 la pnbblicmi;ione dell'articolo « Una modificazione a.Ile fo1·mule di Siacr,i per la risoluzione (li problemi speciali. )), nel quale il Bianchi rileva che tali formule si presta.no meglio di tutte le altre alla fadle risoluzione dei problemi clel · tiro ecl ai calcoli della bali.stica pratica allorcb!' si consid<'rano traiettorie ·estese sino al pnn to di c:rt.clnta, oppnre fi1J10 ad un punto cli arrivo non molto dista nte da,l punto di -eadnta. Rifere ndosi .a problemi. speciali, in cui . origine e punto cFanivo -
1685 -
1-'AHTE '.l'l·:c :rn: A
1870-1915
sono situati sullo stesso ramo della traiettoria, dimostra ch(i l'applicazione delle fo1·mnle Siacci non danno l'approssimazione desidernbL e pertanto come con una leggera varia,n te al pi·ocedimento Siacci si possono ottenere formule mocli.ficate e perfettame11te l'ispondeuti : il Bi:mcbi riciLva quindi delle for mule modificate con le qnali fa rilevare il vantaggio che esse pre. entano r ispetto alle formule Sia,cci.
t l
I•
i
1·
Fig. SOii - Gi ovan ni Ilianc·hi.
Nel l9J4 pubblicò un suo studio su « Il calcolo. delle la -vole cli tiro pe1· le artiglierie a tiro teso·)), col quale suggerisc,~ un sno ptocellimento speciale fondato snl calcolo della t raiettoria. per archi a.llorchè ·si abbinno da compilare ta.vole di tiro molto prc~dse per ca1moni di medio e grosso calibro ad alto regime cli velocità : bènchè tale sistema sia però eccessh·amente lungo e laborioso, esso rnppresenta qu anto cli più esa tto si possa ottener e dalla balistica. Nei ·successi.vi anni dal 1914 .11 1918, e cioè durante la grande guel'l'a, pubblicò sulla Ri1:-ista d) :11·tiglieria e Genio studi di bali. tica esterna di gr..rn<Hssima importanza che val.ser-o a farlo C'onoscere etl ·appr-ezzare all'es t<iro : di <~S!::Ì. si clil'à. -
168G -
(,LI SC1tI1' rI 01 BAL1Sl'IC.-\ E S'.rER::-IA DI GIOVAKKI B!AXCHJ
nella trattazione del periodo storico snccessivo, mentre quì devesi i..1,ccennare al << Corso teorico -pratico di bulistict~ csterJW, )) che, pubblicato .in due edizioni, <:ompleta e riassume la lunga e preziosa attivi tà, del Bianchi. La, prima edizione pubblica,ta nel 1910 ebbe per iscopo cli <:oordinare fra cli loro le val'ie lezioni e pubblicazioni dei suoi predecessori nelrini:;egnnmento, in mod,o da da.re un' esposizione completa del metodo . Siacci e delle sue più importanti applicazioni. L 'intento del Bianc:hi era essenzialmente pratico, e quindi il Corso contiene un pa1't.icolare motevole sviluppo cli applicazioni numeriche, mentre speciale attenzione viene data, alla parte << Puntamento e tiro >> in <~ui sono raccolte le note fonda.mentali costituenti come tm'in troquzione alle varie Istrnzioni pratiche. Prima a,n cora c:he foi;;se <!sanrita la prima edizione il Bianchi aveva in animo di proeeclere alla compilazione di un altro 'l'rattato che comprendesse tutte le ricerche teoriche e sperimentali da lui condotte per lunghi anni e COlll cura assi<Ìlrn nel campo della halisti.c..1i esterna. A questo lavoro cli riorclinam ento, cli aggioruamen t,o e di integrazione· egli tendeva, con febbrile attività, ma la morte non gli concesse di completare la sua ,o pera chè il suo manoscritto dovette arrestarsi al 13° capitolo. L'edizione postnma del 1922 riproduce fedelmente quanto il Bianchi lasciò scritto di suo pugno nei primi tredici ca,pi1:oli da lui interamente rifatti, intr:0duc,endovi molte varianti, rnolte aggiunte e molti perfezionamenti in oonfronto ai corrispondenti capitoli della prima edizione. In tale seconda edizione .sono poi riportati in apposita Appendice i <lue ultimi studi de\ Bianchi i <piali dovevano costituire le · basi snlle quali <~gli internleva cli rinnova,r e la baiist.ica esterna.
*
«- -;:-
Giovanni Bianchi dei eo·nti di Lavagna, era nato a Chiavari il 16 lugJio 1861 l:'\ dopo essersi lamento a,lln, Scnola del "Valentino. nel 1882 e compiuto l'anno di volontariato milita.re venne nominato sottoteneute effettivo d'Artiglieria nel 1883. -
16S7 -
I'Al!T0 '.rEC:-l l CA
1870-1915
8uccecle'l1do ad Ettore Cavalli egli fn nominato successivamente professore di meccanica, poi di balistica esterna, di balistica interna, esplosivi e costruzioni di artiglieria, e per; circa venti anni la sua- attività ed il suo sapere furono quasi completamente assorbiti da,i vari insegnamentL Nel 1913 passò all'Arsenale di coi,truzioni di Napoli ove rimase. fino al pri'ncipfo del 1917, epoca in eui dovette essere collocato in aspettativa per infermità. Richiamato in servizio presso l'Officina eh T0rino, purtroppo e_gli ma ncò pochi mesi dopo nell'aprile 1917, e si può ben dire di Lui che per la sua scomparSi:L si fece un duplice vuoto, non fadlmente colmabile e nella Scienza e in Artiglieria. Di cultura vastissima, poliglotta di sorprendente assimilazione egli poteva man mano teneri;;i al corrente dei vari progressi tentati., effettua.ti e compiuti nei vari Paesi e nei diversi eserciti del mondo; apparentemente burbero, ma viceversa schiettamente buono e sinceramente cortese, egli sapeva vh1cere qualunque aprioristica diffidenza, e modestissimo sempre non cercava mai di prevalere o comunque di imporsi nella discussione. Ebbe molti incarichi di :fiducia all'estero e fu soldato nel più profondo dell'anima e nell a più grande altezza dj spirito : alfo più lusinghiere e rimuneratrici prop,oste della grande Casa Ansaldo cli Genova per assumerne l'alta direzione tecnica,, Giovanni Bianchi sc~bbene adorasse sua madrn domici.liata r1 Genova, non aderì a lia proposta Ansaldo : alla fab hrica:r,ione industriale delle artiglierie egli preferJ l'Arma di Artiglieria e ad essa rimase fedele fino alJa morte. Nei duri momenti del 1917 bent:hè cla l U'nga data stanco ed ammalato, si trovasse da pochi giorni jn aspettf1tiva, no·n curandosi della malattia che lo minava nè tanto meno delle esorta,zioni dei medici e delle pressioni dei fa,m ihari, volle riprendere servizio; ma la sua Yolont:\, la, sua, passione, il sno cnol'e (' la, sua mente furono vinte e clovettel'o cedere alla fragilità del suo oorpo, alle esigenze del sno fisico anche maggiormente tormentato e di:::;fatto dalle fatiche che il suo spirito di dovere ed i1 suo patriottismo gli avevnno duramente imposto .
-
1688-
....,,. ,,,
,.
,..l _#
GU SCRIT TI DI llALTSTlCA ESTtH1'A Di SCif'JONB Blt.-\CCIALIN1
Un altro illustre artigli<~re, contimrn tore della tradizione Siacci nel periodo ]8'70-1914 fu Sdpione Braccialini, la cui a,ttività se pur pkcola quantitativamente, fn viceversa, ricca ed abbondante in frutti ecl in risultati. prati.ci. Nel 1883, tre anni dopo la comparsa clel•. metod-0 Siacci per
Fig. 80li - Sc:iJ2iOne J31·accialini.
la risoluzi.oue dei problemi del tiro mediante la tavola balistica, tocca.va, a:ll' allor,i capitano Scipione Brac:cialini di perfezionare l'opera del maestro introçlucendo nei nostri trattati di ba.listi.ca. est~r11a, alcune funriicmi derivate da quelh~ principali del Sfacci, funzioni. ch e vennero chiamate « 'fattori di tiro )). Il Braccialini avendo osservato che varie quantità comparenti nelle formule del tiro Siacci risultavano tutte dipendenti
unica1!1ente dalla velocità, iniziale
Ve dal rapporto
~
, ebbe
per primo l'idea di calcolare certe funzioni che i.n seguito ven nero raccolte i.n tabelle a, doppia entrnta, aventi per argomenti V ed
X
7F . ..,., -;)?. ~
• "C!)
.1h,.,,
,
·, .~ -;#1"'
PAl{'.l'm 'l'ECJ\lCA
J.870 -1915
Coll'introduzione di que8te nuove funzioni, le formufo del ti.ro Siacci potevano più succintamente scriversi: X= aO , sen 2<p = AO
in
'
tO'o w = B " to· (!J o.
7' = _-T'O _ _
sen 2 m A'=---T
}i= J (u)
A(u) ·- A(V D(ii)-D(V)
cos (f'
X
CllÌ
, A(·u} -A(V) a=Dtu,)-D(V), A= D(1-i)-D(V)
T'
·= T(u) -
J(V),
B"=
A.
T(V} , A' = ~
o..
A
.
Sotto questa nuova veste le formule del tiro non perdeva.no nulla della 101·0 originalità étovuta al classico metodo di Siacci, e pertanto queste fuzioni secondarie, chiamate « fattor i di tiro >>, no·n debbono essere comunque considerate come un metodo a sè, ma eselusivamente come un mezzo di calcolo più rapido e più semplice per risolvere i problemi del tiro. Generalmente all'estero e talvolta anche in Italia si attribuì err,oneamente la paternitù, dei fattod di tiro non già al loro vero ed unic<> crea,tore, ma bensì a tuttt coloro che rispettivamente ebbero a calcolarne alcune speciali tabelle od altrimenti a completare quelle già, esistenti: si spiega perciò come purtroppo sia stato ben presto dimentkato il nome del Braccialini che ne fu il vero e geniale inventore. Come fu già rilevato, nel 1897 il Par odi, pubblicò alcune tabelle dei fattori di tiro rappresepta,ti con nuovi simboli f: 1\ doveroso rile,"al'e che tali fattot;j di tiro del Parudi sono qu elli stessi ideati dal Braceialini ai quali vennero sòltanto tipportate alcune leggere varian ti che non ne hanno alterata n0 la sostanza, nè tanto meno lo scopo: al Bra~cialini 'spetta dunque il merito di aver i deato per primo i fattori di tiro, ricorrendo a.i qua.l i si riduce alla massima semplicità e ad una grande rapidità la r·i:::oluzione dei problemi principali del tiro. Come è noto le benemerenze di quest'illustre artigliere 11011
, ..'1
1
-
1690 -
'{
'POLVERI
IW
ESPLOSI VI
si limitarono a questa importante ed originale innova,zione nella balistica_pratica, ma come altrove è cloverosi1mente elett o, egli raccolse altri ·numerosi _e ben meritati allori in altri campi della scienza e della tecnica a,rtiglieresca. ·
Notizia bibliografica e delle fonti P ER IL S0'.l'l'0CAP1TOLO
« BAL IS'.L'l CA
f<JS'.tEHNA }) DEL CAPITOLO
XXXI - § 2
(1870 -1914)
Oo1·so teorico -pratico di balist-ica esterna {Arti grafiche « Castello >>, Torino, 1934) . C AVALLI ETTOR8 : Bal'istica esterna (Torino, S .'l'.E .~. , 1928). 1\1.ARCOLOKGO Ro,mnTo: Oommemora.zfone di Jt'. Sfacci. tenuta nella Regia Universit à di Napoli. R1cc1 G IULIANO: Commemorazione di JJ'. Siacc·i (Riv·ista di Artigz.ierùi e G-enio, 1907 - Vol. II). Succr FRANCESCO : S critti so'ientifici pub1Jlicat'i sotto gli a;nsp·ici del Gove-rno Nazionale (P roHeclitora.to 9enerale dello Stato, 1928). BR UNO GIOVANNI:
POL VER.I ED ESPLOS IVI 1870,i914
Periodo di radicali innovazioni = Progressi nella confezione delle polveri nere . La polve re a dadi . U lteriori progressi = Le ultime polve ri nere impiegate nelle bocche da fuoco · Particolari di fabbricazione delle polveri progressi ve e prismatiche • Le polveri senza fumo . I primi tentativi eseguiti all'estero = La polvere B . La polvere alla nitroglicerina = I primi studi e le prin1e applicazioni nella nos tra artig lieria . La balistite italia• na . Graduale adozione della balistite nelle nostre bocche da -
l(l91 -
l'AH'l'J•: 'l'EC1'H' A ]
870-191G
fuoco • La fabbricaz ione de lla balistite • La solenite • Prove, studi, perfezionamenti ri g uardanti le nuove polveri infumi - Nuovi espio • s ivi di scoppio dei proietti d 'arti g lie ria = Il fu lmicotone • La per• tite = Il trotyl . La balis tite adoperata nelle cariche di scoppio di alcuqe nos tre granate • Cariche di rinforzo e cariche di infiammazione = La gelatina esplosi va a servizio delle artiglie rie . Le s ostanze innescanti.
Negli ultimi de<'enn ii del secolo XIX, per quanto ba tratto olle materie esplosi.ve ver gli usi mili.tari, si 1·calizzarono sostanziali progressi. La, himira, specialmente qnella organi.ca, olla qnale fnrono npel'ti nuovi vasl'.i ori½zonti, si fa pot<mte alleata dell'arte della guerra, riuscendo a preparare, per gli usi guerreschi, degli esplosi vi cli lancio a g1·ande potenziale balistico,. non chè esplosivi di i:;coppio l:L grande effetto dilaniator e e disti-nttore sui bersa.gli dell'artiglieria. In questo scol'cio cli secolo i-:i approntano le polveri senztL fumo che, cou sen. ibilisi:;imi Yantaggi, g!'adnalmente si -sostituiscono alle polveri. ner·e nelle a1·rni <la fuoco. E h1 questo ~1tesso scorcio di secolo !'-i in t1·oducono, sempre a sostituire le Yecchie polveri ordiwu·ic, i nu ovi a !ti esplosi vi nelle grantLte scoppianti e nelle camel'e da mina. ~ el periodo dle stiamo per prendere in e:a,me, in fatto di esplosivi, tanto in Italia crna,n to a11' 13:stero si effettua una vcm rh'oluzione. Kei periodi SUC('C, sivi, qnali qnello della guenn mon diale e quello del <lopo-gncrra, in tale vHstissimo campo cli applicazioni t cc11ico-milital'i si ('Onsegnono notevoli perfer.ionnmenti, ma che per e. sere tali ci autorhzano ad a.fl'ermare che il period o che sta a cayal] o dei d ne set·oli è quello di vere profonde, SO!"(anzinli inno,a,r.ioni.
-.
. I
'
l
,I
I
•
'~
Lu. « polve1·e a dadi>> è la prima polvere nera clcll' Artiglieria Italiana confe zio11a ta. a g1'ani piuttosto grossi e regolari, e destinata, a bocche da fnooo dg-ate cli grande potenza. Il i:;u.o rlosamento era di 75 pm·ti. di nitro, 15 parti di. carhone e 10 pnrti di zolfo: tale dos,unen to er a conosciuto sotto il nome di « <losamcnto inglese >> e con esso YcniYo cliruinuJta la per___ 1 (H)2 -
'i, t
LA POLVEHE A DADI
cent~tale <li ½Olfo per attenuare, all'atto delPesplosione, la produzioue di fumo nonchè la for mazione di fecce. I grani cli tak polvere a dadi ;;wevano form0, pre:Jsocbè parallelepipeclcl, ad amgoli e spigoli smussati. medi.ante lisciamen to : i lati erano lunghi da 9 a 11 mru. ed ogni chilogrammo di tale polwre c-0nteneva in media 500 grani, con una toller a11za di 15 gT,mi. in più od in meno: un ettolitr,o di polvere pesava da 118 a 125 chilogrammi, e la de11sit.ù, dei gl'ani variava da 1,78 a 1,, O.
La polvere a dadi veniva fabbrkata, col metod-0 delle botti e dello strettoio . Le prime opcrazi.oni di . fabbricazione, qunli la trit11r-azione, il mescolamento e la. comp1·essione, si e:ffet.tnavano in mol1o pl'essochè identico a quello menzionato a proposito <lelle vecchie polveri ù11 cannoH<~; viceversa la granitu ra, veniva esegui.La in modo t n tt'a,ifatto parti.colare con una macchina cc taglia -dadi >>. Con tale macchina si tagliavano le sUacciate in liste la rgl1e 11 mm., e poi tali liste in dadi : con ogni taglia-dadi si ottenevano, in 10 ore, circa 400 chilogrammi di dadi. Qu esti dadi venivano poi lisciati in botti lisciatoie, e i nfine essiccati. analogamente a quanto veniva effettuato per le altre polveri. All'inizio del 11el'iodo che stjamo esaruinan c1<> b polvere a dadi venne adottata per i cannoni dft c'en t. 24 G.R. C. k prime esp<~rienze eseguite ,::on t.'1.le bocca da fuoco dimostrarono che questa polvere era balislicamente convenien te e p rovarono anche che l'imbrattamento deU'anima, clov'uto ai residui solidi dell'esplosione, era mino1:e che con la comune polvere da cannone. Nella collanda1.ione, la polvere a dadi dovevlL consentire alla pana. oblunga dn 24 una velocità, iniziale da 395 a 415 metri, e doYeva sviluppare una pressione rru:u:;sima da lGOO a 1700 atmosfere. Poc-0 dùpo, la stes~a polvere venne anche adottata per il cannone da cent. 16 G.R. O. .. ,. *
ù on la polvere a dadi la nostra Arti~lieria fece però sol.tanto nn primo passo verso l'impiego di quelle polveri che, con granitura. e composizione 0onvenienti: dov,evano per 1·ego -
1G93 -
PA RTI!, '.l'ECKI C ..\
1870-19U\
larità, e p rogres$ività ada tti.1irsi alle nnove caraLterist.id tc dell e bocche da fuoco : rigatura, retrocarica, proietto oblungo~ rilcYante lunghezza d'anima, rilevante calibro e notevole peso di proietto. La, polvere a dadi venne pertant o riservata a qualche artiglieria di allora 1'ccente adozione : nelle al tre bocche da fuoco si continuò ad impiegal'c la. polvere da cannone gfa prima in uso. . Si constatò pertanto che due sole specie di polve1·i no11 uastaYano : il progresso delle armi era in c<rntinuo accrescimento, ccl ai varii per-fezionamcnt i conseguiti dovev;;Lnsi accompagmue poh-eri a Yen ti par ticolari e specifiche propriet.1. Le caratteristiehe delle varie a rtiglierie sono diverse a se.conda, del lor o calibro e dell a loro llmghezza d'anima : n, d ascun tipo di arma è c01wcniente cli adattare quella polve1·e e.be conceclr.L il massimo effetto u tile e che, nel contempo, eserciti unn forza dilaniatricc che non cimenti soYerchiamente le pareti dell'arma stessa. L:;i; grussezza e la compression e dei gra,ni, fo rse più che il closamento, infi uiscono sensibilmente sul compor tamento delle armi e ~mgli effet t i che da, esse si vogliono conseguire : a tali caratteri.stiche si rivolsero per ciò particolarmente gli studii e gli ei:;perimen ti. Nelle artig'lie1-ie di maggi.ore poteJ1za (anima l unga ·O pr oietto molto pesan te) i gra ni grossi, a combustione piutt.osto lenta, ha.mio tempo sufficiente per bruciare completamente prima che il proietto, uscendo clall'aniurn, sfugga alla loro a7,ione; e la lentezza dell a combnstione fa sì che le sollecitazioni meccaniche sulle pareti delle armi riesca.no meno in~ense <' meno repent ine: in a,ltri t ermini con polveri a, lenta com bnstion e si consegue lo scopo di provocare una forza dilaniatrice l'elativamente limitata. I grani grossi, poi., corrisponcl,ono meglio che non i piccoli, alla condbdonc cli « maggior progressività », o per meglio dire, cli « minor clegressività )) della combustione clella pol . vere. La, forte compressione, a sua volta, fa anch'essa ritardare la combustione, ed inolt re impedisce che i grani possano rompersi nell'animr~ per effetto delle pressioni sviluppate dai primi gas dell' esplosione. · -
1694 -
l
I
I
t
I
LE l'O(AElU PROGRESSIVE
In Italia gli studii po1'ta1·ono così .1ll'.1dozio11c delle t< pol,·eri progrc~siYe ». Il dosamcnto cli queste polYel'i cm scrnp1·c tinello di 75 parti cli nitro, 15 di carbone e 10 cli zolfo; ma la f;1bbricazione dei grani si effettuava in maniera completamente particolare, consistente nel mescolare poh-ere già. granulata <:On nuoYa farh1a temal'ia e comprimendo e lavorando poi un tale miscugfio i:n mocl.o da prod urre grani molto d nri, cli <lel:er1ninata grossezza e di prestabilita densità. Le polveri progrcssb-e risultarono così a gmni conglomel'a ti, formati da granelli elementari molto den, i (noccio.Li) cementati -c.:on farina ternaria. All'atto dell'accensione la fiamwa, penet.1·ando negli interstizi fra i granelli elementari, brudani, la fal'ina ternaria determinando così la scomposizione del grano conglome1·.1,to nei suoi granelli elementari : ne conseguiva un ,wmento gntduale della, superficie di infiammazione e un aumento nello sviluppo dei gas. 1:: a rilevare che l' Artiglieria SYccle~e·riconcva in proposito ad una, soluzione analoga a quell,a, adottata ùall' :\rtiglieria Ita1ia11u.. Le polveri progressive aclottate per le nostre artiglierie fnrono qudle « del N. 1 >> e « del N. :! » : la prima composta con noccioli di mm . l,:'l a 3, di fol'ma quasi parallelepipeda, a,veva densità, 1,71 a, l,80 e 8i impiegò inizialmente nei cannoni da, 12 e da, J 5 (ret) e nell'obine da 2S (l'et) pel' cariche supe riori ~i, quella di kg. 14,GOO. La l'leconda, composta con noccioli di mm. 3 a G di forma quasi cubica e densità da 1,77 a 1,80, venne impiegata inizi almente nei camwni. da 24 e da 32 (ret.). Unn speciale po.Lvere progressiva vernw impiegata nei can11oni da 45 : i. suoi grani avevano la stessa: form a cubica di quelli della pohere p1·ogressiva N. 2, ma dimensioni più grandi. Le stesse polveri progressive del N. l vennero in seguito impiega te nelle cariche cli lancio, massim e, cli altre artiglierie, quali mortai da 210, obici da 210, obici da 149; mentre quelle del N . 3 si usarono per tutti i tiri dei cannoni ùa 321 e 240, e per i tiri a, cai'ica, massima, cleWobice da 280 lungo. · P er le cariche cli lancio dei cannoni di pic0olo calibro, per quelle degli obici e dei mortai di medio calibro, per le cariche mino1·i degli obici di grosso ca.libro l lArtig·lieria Italiana, negli ultimi decerrnii di vita della polvere nera, i.m-
1695 -
PARTI·\ 'l'l~CKICA
U:S70-] 915
piegò nna poh-erc che, pur essendo meno dilaniatrice e più regolare che ITTon la v,e cchia polYerc cla eannone, non raggiunge·vn, però la lente11.1.:1, e l.1 p1·ogressività delle polvel'i progressive sudesci-itte : tale polvete era la cosidetla « poh-ere a grana grossa)), avente closamento iclentieo a quello rlelle polveri progressive, ma costituita. da g1·ani più pi ccoli, a, forrn;1 polied rica, cli densità da 1,66 a J ,6S, e fabb ric-ata col solito metodo delle botti e st1'cttoio e con compressione della farina ternaria Una spcciaJe polvere rn~ra di maggiore lentez½.1 e di mag· gior potenziale ri~pcito a tntte le altre era la « polvere prismatiea )) che l'Artiglieria J taliana adottò nell'ultimo decennio clello scorso secolo. )1~ssa trovav11 iillpiego nei ·Cannoni da 400 (toni corazzate di Spezia e di Taranto), artiglierie cli gmn -· dissima potenza in quell'epoca. 'l\tle poh'e1·e, a clo:samenlo O di nitro, 17 di carbone e 3 cli zolfo era confozionata, in grani di forma prfamatica tetta, a bai:;e esagonale l'egolare (altez1.a del prisma mm. 26,3, e lato dell'esagono mm. 19) con densità 1,89. Lungo ['asse era ptaticato un canaletto di mm. 9 cli ·diametro . La maggior · lentezzH cli c:om b11 stionc <li taile polvere, necessaria per artiglierie di così gn1 nde calibl'o, si otteneva aumentando la quantità p ercentuale di nitro che, come si è detto, era di SO anzichè cli 7f>, e diminuendo la prop01'1.ione di zolfo che da 10 era ridotta a 3. La particolare forma dei grani, la loro grossezza e JfL loro densità. influivano poi anche sulla lentezza di combustione di tale polvere; mentre d'altra pa1'tc il canaletto assiale, permettendo e facilitando l 'infiammazione degli strati interni di ciasc:un guino verso quelli esterni oHre che dall'esterno verso l'interno, con correva a pr,ovocare un conveniente graduale aumento della superficie d'emitsione dei gns. Sempre allo scopo di conseguire la m.1ggiore lente7,1.a cli combustione, ·nella fabbricn.11.iorn~ della pol vere prismatica, si ricorreva ad un carbone speciale poco combustibile, conten ente una piccola percentuale cli carbonio e viceversa una grande quantità di materie voJatili.: un tale carbon e era ottenuto clu.lla torrefazione o della paglia di segala, oppure di legni molto dolci e leggeri: così fabbl'icata, la polvere prendeva il nome di « polvere prismatica bl'nna )>. Veniva anche fabbricata una (( polvere prismatica nera)) con <"arbonc comune, di foJ·ma -
1B9C -
I
I
f '
,
.I' Alt'l'ICOLAIU 01 FABllHICAZ. fJl%LE PUl,VERI PROGRl~SSlVEJ E PRISl\iATICH!~
(
identica a quella bruna ma <li densità molto più piccola : essi~ ·-entrava in piccolissime quantità •nel cartoccio per ca,nnone da, ~wo, e 1;,erviva a facilitar-è l'accensjone della polvere prismatica .!Jruna. In contrapposto alle pol'ireri più lente qua,l i le prismatiche, nelle armi di minor calibro, in quelle di piccola lunghezza, -d'anima, e nel caricmnento di proietti scoppiamti e di artitìzi fa nostra. Artiglieria impiega,v:1 polv-eri piuttosto vive. qua.l i le polveri << a, grana fina del N . l, del N. 2 e del N . 3 )) : esse · ,erano costituite di grani la,mellari, angolosi, di dimensioni .molto piccole. Infine e fino all'anrento definitivo delle moderni polveri iufumi e ·dei moderni esplosivi <Ji scoppio furono anche impie;gate « poì veri di modello vario )) ch,c l 'Artiglieria Italiana .adottò per usi clivél'si, in sostituzfone cli altre polveri, per tiri a salYc, brillamento di mine, ecc.
Nei polvcri.tki cli Fossano e di Scafati che nel periodo :storit:o in esame continnavano a eonfeziona,re le polveri nere, i rnet<)di di fabbricazione di q neste ultime e.ontinuarono sern))rf' ad -essere quelli di ·Clli si è fatto cenno nel periodo ante'('.Cdente, ai quali pertanto si andava.no man ma.no apportando t utti i posf:;iibili p(~rfezi.onamenti. Particolari operazion i veù11.ero poi eseguite per la fabbrica:&ionc delle polveri" progressive •e prismr:1itiche in riguardo -essenzialmente alla compresssione ·del miscuglio ed a,l la confezione dei gra,ni. Per le polveri progressive il miscuglio era, nelle dovute J)ropor7,ioni, formato da, un noce.iolo a, grnma fina con farina 'ternari.a; la stiacciàta che risulta,va dalla, compressione veniva ·poi tagliata da nn taglitL-clacli , costituito da, un coltello di ' brornw muoventesi in un piano verticale con moto alternativo -di andivieni : si formavano · eosì. dapprima delle striscie e ,quindi poi i grani. Entro apposite botti. veiiivano poi es~guite fr ,operazfoni cli lisciamento. · Per la preparà.zionc della polvere prismatica si procetleva · ~ particolari triturazioni · sia del carbone,~ che della farina . 1.10
-
1HD7 -
PAHTlè TECNICA
18'70-1915
terual"ia e ta,le ti·iturar.ione avyeniva entro macine. Il metodo di fabbrica:zioue era perciò quello delle « botti, macine e strettoio )). Premesso e l'icordato che nella tecnica delle polveri aUorchè si pal'la, di « miscugli binari)) si vuol accennare ai miscugli elementari formati da.l carbone e,on un<t, degli altri due elementi fondamentali, e cioè ai. misctigli costituiti da carbone e nitro, oppur-e da ca.rbone e zolfo, per la preparazione della polvere prismatica, il ·ca,r·bone prima di essere passato alle botti binarie, veniva triturato nelle rna,cine, le .quali, dotate di moto rotatorio, dovevano effettuare la triturazione durante duecento giri; in seguito la, farina ternaria, era, a sua volta, sottoposta all'azio·n e <l-elle macine per la durata di duemila giri. Il mi-, scuglio definitivo, eonvenientemente inaffia,t o, veniva com. presso allo strettoio, e la. successiva granitura era effettuata entro stampi speciali. Per -ciascun tipo di polvere si procedeva a particolari oollaudazioni, precisate da apposite e specia,l i norme. Come già fn ricordato nei precedenti vohirni :fin dal 1852 e sovratutto pe1· opera del nostro Paolo Saint Rohert furono effettuati in Italia molti studi conseguendo impo1'tanti perfe. zionamenti nella fabbricazione delle polveri per artiglierie : soltanto più tardi vennero all':rnstero conseguiti ulteriori miglioramenti dal Doremus (1862), dal Bodman. (1859 e 1860), dal Ro tten e cla, altri. · · Allo studio e alla definizione di polveri progressive va particolarmente legato il nome del nostro u~dale. d'artiglieria Luigi Vittorio De Maria che -concretò quelle polveri progressive note eoi nomi « 4 a 5 )) e « ,20 a 24 ». · Il De Maria, era nafo a Garba,s00 (Pavia) il 18 settembre 1838 e compiuti gli stndi -classici fu allievo della scuola del Valentino in Torino, dove poi conseguì la laurea in ingegneria. · Alliev-o ingegnere entrò all'Accademia militare ~ nel 1862 fu promosso tenente d'artiglieria nel Reggimento P.ontieri: come tale si distinse nella ca.mpagna del 1866, e passato quindì al Polverificio di F-ossano iniziò oon succ-esso i suoi stnéli sperimentali sulle polveri dtL fno<:o. Prestò ripetutamente S<~rvizio alle~ truppe e come tenente -
1608 -
LUIGI \"l1'T0RI0 DE :11.\ltIA
<:olonnello ebbe la dil'ezione tlel Poherifi<.:io cli Fossano. Disimpegnò lode,·olmente yarie missioni all'Ester-0, e dopo aver appa,r tenuto al Ministe1·0 dclht Guerra, comandò il 26° Artiglieria da costa a Genova. Promo so fiel 1 '95 genetulc cornau<lante cl' Artiglieda cli Tol'ino, fu mandato in Eritrea per un'ispezione : promosso tenente g<.merale fu successivu:mente .~ Piacenz.tL cd a Genova ·e per ultimo nomirn1to Ispetto1·e da fortc1.1,a e du costa. Morì. a Roma il 5 gennaio ]909. ·» .;;. -,:.
.Kella nostra Artiglieria,, come del resto neJle Artiglieri~ degli altl'i Paesi il passaggio dalle polveri 11e1·c alle polYeri · senza fumo, da usm·si per le cariche cli la,ncio, si effettuò soltanLo gnulualmente. La polve1·e nera adoperata a costituire le cariche di lancio delle armi da fuoco presentava notevoli inconvenienti, quali: uno scarso re11climenio ba,listieo e cioè un;_1, li.mltata velocità. iniziale dei proietti; una gran<le forzR clilanirttrice sulle pareti delle arml; una scarsa regolarità negli effett.i e quindi nel tir-o; una rilevarnte produzi-0ne di fecce, ossia di residu~Lti. solidi della ci:.plosione, che intaccavano le armi, le imbrattava no e :ne diminuivano l'effetto baJistico per sottrazione di calore ai. prodotti gasosi.. 1\la. oltre a tuW i predetti inconvenienti, ta,li polvel'i. nere ne presentavano uno cai-.atteristico .e gra,visi:.imo per le operazioJ1i di guerra, quale quello per cui all'attv dello sparo i:.i pro<lnc:cva una rilevante (lnantità di fumo, fnm() che svefava la posizione delle armi in azione, od altrimen ti ed ancora ingombrava i locali chiusi o limitati nei qua,l i ct·iwo eventualmente installate le a1·tiglierie per eseguire il tiro da, opere fortificate, od anche dH piazzuole e batterie preordinare. Aggiungasi poi che ]fii polvere nera era, facilmente soggetta a d avarie ed alt erazioni per Ja. sna ecceziom1:Je igroscopicit?,. men tre d'altra pa,r te essa doveva comprendersi fra gli esplosivi più pericolosi per la sua notevole sensibilità agli urti.. I perfezionament,i introdotti negli ultimi anni nella. sua falibricazi one erano essenzialmente intesi a conseiruire .~ ' con la -
1699 t
P AHTE TECt-"ICA
1870-1915
gra,ni.tnra, degli effetti più redditizi e più regolari, e però ovviavano solo parzia.lmente ai sopra accennati incom•enienti , ,e non consentivano di corrispondere alle nuove esig,-nze che ;la condotta della guerra reclamava. 'l'ra le cause che alterano il.a, fisionomia 1lelle gu<~rre e delle battaglie, le innov;.:1,zioni. r i perfeziona,menti dei mezzi tecnici hanno ur1'import:mza di ;primo ordine : basta la . clivutgazione di un rudimentale tentativo di un inventore o la notizia della realizzazione applicativa -d i uno studio:,;o perchè subito lo stratega e il tattico vj_ portino .la propria, attenzione, vi appoggino le proprie speram,e, ne auspichino e ne assecondino gli sviluppi ed i perfezionamenti, allo scopo di realizzare, mei·cè l'ausilio di nuovi mezzi, quelle nuove forme ehe ad essi è dato di prevedere o di concepire, ,e ehe meglio si adattino al rinnoi'ftt.o spirito ed alla nuova mentalità dei popoli. La Chimica, assurgend,o nello scorso secolo dall'empirismo in cui era rimasta nei secoli amtecedenti a, vera scienza su basi razionali e positive, permeiteva per le sue affermazioni nei vari ,c ampi di studii e di ricerche e con le sue applicazioni nelle diverse branche tecnologiche, che le armi e i proietti disponessero di nuovi esplosi.vi di gran lunga più efficaci che non quelli del passa.to. GJi « esplosivi nitrici )), derivanti ~alla combinazione di . sostanze organiche 0011 l'acido nitrico dovevano in. partioola,r modo con~entire i più decisivi progressi. Per effet to di una tale combinazione, detta «nitrazione)), uno o più atomi della molecola _ di sostanza organica, sono s-ostituiti da gruppi cli azoto ed ossigeno dell'addo nitrico: il nuovo composto che ne deriva ha caratteristiche di spstanza esplosiva, se il grado di nitrazione, ossia se la percentuale di awto ha raggiunto un determinato limite; la maggiore o minore potenza. del composto stesso è in relazione al maggiore o minore grado di nitrazione col quale esso è stato fabbricat:o. L' a,dozione delle « polveri senza fumo )) per le cariche di la,ncio delle artiglierie è troppo legata agli studii ed alle applicazioni riguardanti gli esplosivi nitrocomposti perchè non se ne faccia qui cenno prima di riferire sull'evoluzione delle polveri nell'Artiglieria Ita,liana. · Già, nel 18,16 lo Scllonbein di Ba,silea effcttuavu, la nitra0
-
1700 -
GLI 1,SPLOSI Vl KITHOCO)II'OS'.1:I E LE POLVBRI H\l,''UMI
zione della cellu),osa in una miscela di acido nitrico e di acido soJforioo (1). Ne clerivò · una << nH.rocellulosa )) alla quale fu dato il nome di << cotone fulrnina,n te )) ·O << fulmicotone )). Fu questo H primo esplosivo nitroeomposto cli cni si tentò l'jmpiego nelle a,r tiglierie per le cariche cli. la.ntio osshL di propulsione dei proietti. Studii ed espel'ienze vennero éffettuati su vasta scala un po' dovunque, ma specialmente ·in Franeia, in Inghilterra ed in Anstri.a : i tentativi del generale Lenk e del generale Francesco Uchatins dimostrarono come ,con la nuova sostanza, oltre la, soppressione del fumo, si potessero 1·eali;1,zare cospicue velocità di partenza dei proietti dalle bocche cla fuoco . ìVfa. non furono pochi e trascur~bili i disastri che purtroppo accompagnarono e fecero seguito all'impiego di tali sostanze. Il fulmicotone è per se stesso dotato di potere dirompente più che cli potere propulsivo: la pressione che esso esercitava Rulle pareti delle bocche da fuoc·o era cosi' elevata che ne determinava, la rottura all'a,tto dello sparo, e ciò naturalmente cori le più funeste e letali conseguenze. Aggiungasi poi che la insuffici~nte stabilità di quel primo e necessariamente primitivo prodotto, dovuta all'imperfezione dei primi pr,ocessi di preparazione ed all'irn.purità, delle materie prime impiegate, provocò fortuite esplosioni anche nelle varie fasi e nei diversi momenti di fabbricazione clel composto. -I n seguito a, mnner-0se catastrofi. e disgrazie di ogni genere, la fabbricazione cl.el fulmicotone. venne per alcuni anni quasi completamente sospesa. Più tardi la prepara.zione di un tale esplosivo venne ripresa adottando . tutti i possibili perfozionamenti ed operando sovra.tutto colle maggiori cautele e. coi massimi riguardi. Gli è così. che . l'inglese Abel, adoperando materie prime più pure, eliminanclo nel miglior moclo possibile le tracce d'acidità con(1) La cellulosa o cellulosio è il principale costituente delle cellule delle piante ed è una sostanza bianca e fibrosv,. La . sua graJl(lew:a molecolare non è ancora perfettarn<~nte stabilita e la sua pu.rezza -è più o meno grande secondo i vegeta.li nei quali essa è contenuta. Nel cotone idrofilo la cellulosa è quasi chimicamente pura; e, come· è noto, essa è materia-prima essenziale nella fabbrici;izione della carta.
-
1701 L
PAHTE TECKICA
1870-1915
~euuenti all'opera½fone di uitra½ione, e oomprimendo fortemen te il prodotto, pi-eparanL un fulmicotone più stabile e quindi meno perkoloso. Ma. tuttavia, J.'impiego del fulmicotone fu limitato soltanto per gli usi di scoppio e eioè al caricamento interno dei proietti e delle mine; meùtre l'impiego per le carithe di lancio dei proietti con le artiglierie fu 0ompletamen te abbandonato. Cosi. stando le cose il problema cl.ell'esplosivo balistico non er a a,ncora, risolto : pr<;8SO le Artiglierie di t utto il ~nondo li:L polvere nera continuava a regnare sovrana. N<'ll 1SG7 il colonnello prussia.no Schultze p reparò una speeiale polvere che dal suo nome si chia,mò << polvere Schultze >> a base di un cotone nitrato ottenuto mescolando dei pez7,etti -di. legno, convenientemente preparati, con acido nitrico e solfori.Co. La polvere Schultze consentiva un poh.n·e balistico quasi doppi.o di quello della polvere nera, non lasciava, fecce e non produceva che un leggerissimo fumo; essa eJ'iL però sempre fortemente dilaniatri.ce tanto che ben presto il suo impiego s i dimostrò non conveniente per gli usi. di lancio nelle armi da guerra. Nel d·e<~ennio 1870-1880, le esperienze di due grandi guerre - e d .oè prima la franco-tedesca e poi la turco -russa, - imposero nuovi problemi all'attenzione dei militari e dei tecnici, iriportamdo in onore quelle vecchie questioni rimaste :fino allora senza una favorevole soluzione. L'argomento degli esplosi.vi di lamcio fu tra i primi di questi p1~·oblemi., lega.to come esso -e ra ·intimamente a, queHo della potem;a delle a,rmi. da fuoco. Forse più che per le a,rtiglierie propriamente dette, la ne<::cssità, di una mttggiore potenza l'!i manife~tò per le armi por. ' tatili , allo l'! Copo di rid1)rre alquanto il ealibro per aumentare la dotazione di munizi<mamento, e cioè, in conseguenza della diminuzione del calibro ottenere un rnino1· peso della ca,rtucda. l~ opportuno chiarire questo concetto ricordando che la (\ne1-gia d'urto cli un proietto contr,o un bersaglio dipende da,l suo peso e clalla velocità di c11i esso è dotato a1l'att.<> dell'urto, P. ch e <p1iucli, a pa,rità di energia, ad una diminuzione del peso <leve corri1'pondere un adeguato aumento di velocità. :ID que-
1702 -
LA POLV1,;ran 11
st'ultima, a sua volta, cresce ool crescere della potenza dell'arma. Si re-clamavano, in sostanza, polveri cosi potenti per · cui con piccole cariche di lancio si l'iuscisse ad imprimere i:~ pallottole leggere una gra,nde velocità: al tempo stesso tali polveri rLVrebbero dovuto esercitar-e, sulle pareti delle armi, delle pressioni non eccessive e quindi non dannose alla loro resistenza. La soluzione pratica e definitiva, cli cos1 assilla11te problema si ebbe nel decennio snccessivo, dal 188Ò a1l 1890. Nel 1884 in Francia l'ing. -Paolo Vieille, occupa,nélosi di problemi artigliereschi -col suo collega, ing. Giacomo Sarrau, entrambi antichi allievi della celebrata Scnola Politecnica di Parigi, prepara-va la prima polvere infume che fu chiamata « polvere B. )). Il Vieille ammetteva l'esistenza, di 12 nitrocellulose (serie dode.-ca-nitrica), alcune delle quali soltanto, e cioè quelle aventi una percent uale d'azoto dà:11'11 al 13 %, avevano importanza pratica quaU. sostanze esplosive. Fra queste ultime poi, quelle -contenenti una maggiore pcrc-cntna1e d'azoto, mescolate fra, lor,o, costituiva-no il «fulmicotone)); quelle a percentuale minore, pure mescolate fra loro, costituivano il << ootone collo<lio _>>. Quest'ultimo sostanzialmente. non era · che una, nitroeellulosa ottennta con un grado cli nitrazione inferiore a quello del fulmicotone. Lo stesso Vieilh\ basandosi sulla proprietà del « cotone eollodio >>, per cui esso è perfettamc11te solubile in una miscela di alcool e di etere, preparava la sua, « polvere B >> impiegando il eotone collodio come « base >> e la suddetta miscela, come <(solvente)). Un simile trattamento della nitrocellulosa, trattamento cbiamaiio « gelatinfazazione >), tra,sformavf:L la nitrocellulosa in una sostanza gelatinosa, pa,8tosa, elastica ed omo genea, ma sovra.tutto ne ca,mbiava la ca,ratteristica fonda,mentale per cui l'azione dilaniatrice della nitrocellulosa si mutava in azione pr-ogresstva, qua,le si voleva ottenere nelle nuove armi. Alle esperienze di tiro la nuova polvere si presentava indiscutibilmente conv~miente, poichè essa consentiva velocità iniziali rilevanti, esercitava, pressioni moderate sulle armj, e non produceva nè fumo, nè fecce.
-
1703 -
l'AH'IE Tl•èCl\JCA
1870-1915
La, polvere del Vieille sin ·d al 1886 fu prepara,ta, ed adop<~ra.ta, in I<'rancia su vasta scala, da principio nel fucile L€bel ed in seguito nelle artiglierie da, campagna e d'assedio. Qualche autore ;;1,fforma, che nella, prima nuova polverefrancese adoperata nel fucile Lebel entrasse a far parte anche , l'acido picrico : di quest'ultimo esplosivo si parlerà a pro-. posito degli esplosivi cl-elle « cariche di scoppio >> delle gra.nate~ , Quello che è certo si è che furono fabbricate diverse specie di "e polvere B.)): alla miscela di cotone collodio e di miscuglio solvente (alcool ed etere) Veniva poi a,nche aggiunta una, opportuna aliquota di fulmicot one. L-€ notizie relative a questa nuova polvere ne esaltavano. i :µ:ieravigliosi risultati ottenuti e inducevano quindi tutti gli Eserciti a · prendere in serio esame la questione delle polveri senza fumo . Nello stesso decennio, pe1·segncndo gli stessi scopi lo svedese Nobel concepiva e· metteva jn atto una soluzione del problema alquanto diversa da quella realizzata dal Vièille. Già · nel 1875 il Nobel, scoprendo che il cotone collodio era, solubilenella nitroglicerina,, aveva preparato -con questi due esplosivi k· moderne dinamiti a base attiva e doè le « gelatine esplosi ve )). A questo punto è . dover,oso per noi di ricordare ciò che. già fu el etto nel Quinto Volume a proposit o degli studi è delle. scoperte del nostro Asca,nio Sobrero. La nit:voglicerìna o trini-. troglicerina ottenuta per nitrazione della glicerina: fu scoperta nel 1846 a, Torino dal Sobrero, in seguito a ricerche sull'azion,~ dell'acido nitrico - sulle sostamze organiche. La nitroglicerina. è una sostanza liquida, oleosa, dotata di elevato po,tere ei;;plosiv.o : essa è molto sensibile agli urti, e la- sua esplosione av .. viene con estrema violenza, con effetto dirompente.· Questa sua. grande potenza esplosiva co11segue dal fatto che all'atto della esplosione gran parte dei suoi elementi so:no completam<mte trasformati in sostanze gasose: ciò avviene in virtù dell'ossigeno che nella nitroglicerina è in quantità s;ufficiente per· produrre l'osRidazione completa,. Per la, sua eccessiva sensibi-
-- liM -
Le POLVERI ALT.,A XI'l'HOGLICEl{!NA
lità,, essa non è impiegata isolatamente quale esplosivo pratico,
ma viene mescolata ad altre sostanze. E già nel 1867 lo stesso ~ ,obel, mescolandola con sosta,n ze inerti preparò le prime dinamiti « a base inerte >), in confron to di quelle « ~1 base attiva>>, ottenute quest~ ultime dalla combilrn:,,,ione della nitroglicerina con una sostanza attiva come il cotone collodio od altri cor1pi. Le « gelatine esplosive >> preparate dal Nobel erano costituite da una forte percentuale di nitroglicerina e da una piccola II)ercentua.J.e cli cotone collodio, risultando perciò dotate di eleva.to potere dirompente. La predetta · proprietà del cotone collodio, - q nella cioè di $ciogliersi nella nitrog,licerina, ~ venne praticamente sfruttata da,l Nobel per la preparazione della polvere senza fumo : nella costituzione ·della relativa miscela la [)ercentuale di nitroglicerina doveva però essere molto più piccola perchè la polvere risultrunte doveva possedere essenzialmente un notevole potere balistico ed avere invece un limitato potere dirompente. ~ oosì che nel 1888 comparve la prima, « balistite )). Dapprincipio quest1:L nuova polvere conteneva, 70 parti di nitroglicerina, e 30 parti di cotone collodio : la pereentua.Je della prima era ancora troppo forte, e la sostanza co1loidal0 derivante dalla gelati.nizza,zione risultava troppo molle e quindi facilmente deformabile: la, pohrere era poi troppo dil aniatrice e riscaldava eccessivamente le armi. In sostanza, tanto la polvere fra,neese del Vieille quanto quella del Nobel avevano come base il cotone collodio: esse però differivano per la sostanz~L impiegata come solvente : nella prima il solvente era una miseela di alcool e di etere ; neHa polvere del Nobel lma sostanza per se stessa esplosiva e cioè la, nitroglicerina. · Dalle due concezioni dovevano naturalmente derivare ri snltati pratici alquanto diversi e pertanto non è in questa narrazione a, caratt('\re storico che si acldic;e di addentrarci in p:1rtie-0lari tecnici emergenti dal confronto dei. cl ue metodi ndottati. Basti qui ricordare soltanto che da ta.Ji due metodj derivarono dne soluzioni del problema,, due realizzàziO'ni che dovevano essere decii::ive, e che in tnf;ti gli Eserciti 1a prima e
- · 1705 --
l:'.\H'rE n:cKIC.\
1870-1!)15
la seconda metodica vcnnei-o adottate o separatamente oppute anche tatrnlta congiuntamente. Il problema della po1Yere senza, fnmo, o pe1· meglio dfre, il p1·oblema delle pohc1·i moclel'ue, veniva così dc6nitiYao1ente ecl in doppio ruodo risoluto.
In Itali.a, nello st·eRso deceHJtio dal 1880 al 1890, fervevano gli studii e gli espe1·imenti pe1· sostituire nuove moderne polveri l~lle vecchie polve1·t ordinarie. Il prof. Parrozzani, abruzzese, preparò 11.na polvere, chiamata « cotone picric,o )), seguendo i criteri adottati dal Vieille nella prepai-azione della polvere B. per fucile Lebel: ll(~]la composizione effettuata daJ. Parrozzani entrava a far parte anche una picoola percentuale di acido picl'ico. La polvere risultante aveva form a di piccoli oonfetti di colore giallognolo dovuto al1a presenza dell'acido picrico; era dotata di potere propulsivo maggiore di quello della polvere nera, non procln<;eva, che una piccolissima qunmtità. di fumo, e non lasciava fecce neJle armi. Lo studio e l'esame sperimentale della polvere vennero effettuati presso il Polverificio di Fossano. Le esperienze però dim.ostrarono che, in contrapposizione alle buoine qualità balistiche, la polvere r arrozzani esercitava sulle _ar.rni una forza dilaniatrice piuttosto forte. Si continuarono pel'ciò gli studii pe1· attenuarne i perniciosi effetti sulle armi e anche per eliminare la piccola, c1uantità di fumo che nell'esplosione tale polvere produceva. Intanto mentre pr,ocedevano questi studii, un'altra pol vere venne presenta.ta dal chimico Serafino P arone, Direttore del Gabinetto di chimica del Laboratorio cli precisione di Torino. Questa tPOlvere fu sperimentata. nel fucile Mod. 18'7087, e dalle prove furono rilevate le seguenti favorevoli caratteristiche : grande potere balistico, assenza di fumo e di fecce, piccola forza dilaniatrice. Intanto la Società Dinamite Nobel <:li. Aviglia,na, sotto la direzione cli Alfredo Nobel1 verso il 1890 stava prepamnclo una sna ·polvere sostanzialmente costituita cla.Ua miscela di cotone collodio e di nitroglicerina, miscela fondamentalmente concepita dallo stesso Nobel. -
1706 -
'
LA BALISTI'.l'EJ l'.l'ALIAK:\
.Dapprincipio le pereentua,l i delle due sostanze erano però diverse, finchè, a seguito dei risultati ,osservati nelle esperienze venne definito e precisato un tipo ad eguale percen· tuale di nitrocellulo~a e di solvente : sorse cosi la « balistite italiana >> formata in parti eguali cli nitroglicerina e di co tone collodio. La Societ,\ cli A vigJiana presentò al Governo italiano la sua, polvere, ecl il Governo ordinò esperienze comparative fra la polvere di Avigliana e quella del Parone clel La,boratorio ùi 1'orino. Le esperienze misero in 1'isalto la superiorità della prima sulla seconda, specialmente e in rigua,rdo d<~Ua regolarHà di effetti nel tiro, ~1onchè sotto il duplice aspetto e della buom~ C·onservazi.one del prodotto per se stesso e delle armi in cui tale polvere veniva impic~gata. La, com pleta e poderosa attrezzatura dello Stabilime11to cli Avigliana era poi anche soli.da garam'\ia per le Auforitù, Governati.ve di rapida e accurata fabbrica,zione. Sovratutto si imponeva la massim~L rapidità giacchè il nostro ESerdto non poteva trovarsi, in fatto di polveri, in conclizio11j di inferiorità rispetto agli altri Paesi, presso i quali i tipi della nuova polvere senza, fumo erano già definiti; adottati e sostituiti alle polveri antiche. Il Governo· italiano stipulò quindi snbit.o nn contratto co11 la, Sodetà Nobel per la, provvista, di un qnantit~1tivo cli pol'Vere occorren te per il cambio del rnnnizionamcnto dei fncili Mocl. 1870-87, e questa fu per l'Italia-, la soluzione definitiva .. L'Artiglieria Italiana, si orientava così verso la, « polvere alla nitroglicerina>>, e a,d essì:L rimase fedele nel futuro, eccezion fatta per qualche caso singole, e cioè precisamente durante la grande guerra 1914-1918, in cui, per esigenze diverse, furono da noi impiegate transitoriamente le polveri francesi tipo B, e qualche polve1·e americana, alla sola nitroce1lu1osa. La bali.stite ifalia,n a si <limostrò fin cla, principio una poivere cli elevato rendimento, di gran lunga, superiore a quello della polvere nera; si può ritene1:e che, a, paTith di <~ffetti, bastasse impiegare un peso di earica di balistite pari alla terza parte della carica cli polvere ordinaria. Il Governo italiano si decise perciò a predisporre la, fa,hhricazione di un così ef ficace esplosivo su . vasta scala per introdurlo poi gradualmen-
1707 -
{.
,
l' AR'l'llì 'l'l~CNICA
1870-1915
te in tutte le artiglierie e in tutte le armi, riservandosi a,nzi di far costruire a tale intento un grande Stabilimento Statale, 01011 appena il Parlamento avesse votato i fondi necessari. Quando, subito dopo il 1890, sorse il R. Polverificio di F-ontana Liri, venne in esso iniziata la fabbricazione della balistite che poi procedette con ritmo sempre più celere : vi presiedettero ufficiali di alto valore scientifico e tecni00, vi iavora.rono tecnici e ma.estranze di notev,ole capacità, tanto che perfezionandosi sempre più, questo polverificio della no stra Artiglieria diventò · uno degli Stabilimenti del genere, meglio attrezzati e più intensa,mente produttivi.
Le principali caratteristiche della «balistite)) si riferiscono ai suoi effetti nel tiro, alla sua conservazione ed alla sua azione logorat rice sulle armi. Ricordato che il « potenziale .di un esplosivo)) all'atto del.lo . sparo è ]'equivalente meccanico del calore svolto da,]. unità di peso dell'esplosivo stesso, per la sua 0ompos1z1one chimica la balistite è un esplosivo di « grande potenziale )) ; e cioè, in altri termini, è grande il laNoro che l'unità di peso di ca,r ica produce nelle armi, nelle quali. si sfrutta a,ppunto un tale lavoro. Le prime esperienze ebbero perciò lo scopo di definire le velocità iniziali dei pr·oiet ti, oonsèguenti dalla potenza della poh;ere, ed i risultati furono meravigliosi. Inoltre, in conseguenza dell'omogeneità dell'impasto dei componenti e della facilità di oonfèzionamento in, forme e dimensioni (regolarità di granitura), la nuova polvere consentiva, nell'impiego delle armi, una grande regolarità cli effetti, fornendo, a parità di graJ;Jitnra e di peso di carica, dsultati ba- ' listici praticamente costanti. La combustione si effettuava con conveniente lentezza e cioè con grande regolarità, per strati pa,raUeli; in altri termini, così come fu constatato anchè speriinenta.lmente esaminando residui solta,n to parzialmente combusti, si ·Osservò che essi non avevano cambiato la loro forma primitiva,, ma erano soltanto diminuiti nelle rispettiv·e dimensioni. Quei::;to fatto -
1708 -
CARA'l'Tl~UtS'l 'lCHE
00LLA
BAL!STI'.l'Èl
provava che la combus tione ayveniva oosì da dare una conveni-cnte pr,o gressività negli impulsi forniti al proietto . La balistite conferm:ava poi le proprieU1, essenziali di non lasciare residui solidi, e di non produrre fumo. Per la sua scarsa sensibilità a,gli urti e per la sua poca igroscopicità, la conservazione della nuova polvere riusciva più facile che non quella della vec<:hia polvere nera, sensibilissima e fortemente jgroscopica. Fra le varie prove effettua.te, si fece anche quella di lasciare un campione di balistite per tre mesi nell'a,cqua: asciugato e provato al tiro, tale campione forni gli , stessi risult_a ti balistici che tre mesi prima a.veva fornito la balistite dalla q_uale il campione. era stato prelevato. Si riscontrò però che l'azi-one logorat rice sulle pareti delle armi era piuttosto notev-ole, e pertanto che tale azione, più che alle pressioni esercitate sulle pareti s tesse e cioè più che alla forza dilaniatrice, era dovuta all'elevata temperatura dei gas dell'esplosione : e che, a sua · voita questa elevata temperatura consegniva dalla presenza della nitroglicerina nella miscela. Questa, stessa elevata t emperatura dei gas era causa, di eccessivo riscaldamento del metallo delle arm.i. Si vedrà in seguito come nell'Artiglieria t aliana .si cercò di attenuare se non di eliminare le predette cause di logorìo. Nè è a credersi che la forza dilaniatrice della nuova pol~ere fosse trascurabile, perchè anzi, a pa,rità di peso di carica, la pressione da essa esercitatia sulle pareti delle armi era più grande cli quella esercitata dal1a polvere nera. Ma è da osservarsi che, per conseguire gli stessi effetti balistici, bastavano quruntità di balistite molto minori di quelle di polvere nera: fii comprende quindi come, in definitiva, l'azione dilaniatrice della, balistite in un'arma. sia sempre inferi-ore a . quella provocata dalla vecchia polvere e possa, comunque, essere sempre contenuta entro limiti tollerabili. L'adozione della balistite nelle armi portatili e nelle artig-lierie italia,ne avvenrn~ gradualmente, e non è qui luogo di riesurna,re un'arida e monotona esposizione di date per ricordare le successive adozioni della balistite in questa o in quella bocca da fuoco. -
1709 -
P,\RTID T EC~IC..\
1870-Hllo
E noto Cìome alla fine del periodo che stiamo esaminando, e cioè nel 1914 alla vigilia, della nostra entrata in guerra, qualche nostra artiglieria impiegasse wncora la polvere nera. come esplosivo di lancio_ Ma fu un'ultima sopravvivenza: pra. sto essa scomparve e la polvere senza fumo sostituì anche in tali ultime bocche da fuoeo la, vecchia polvere nera. Qui è opportuno ricord are come alle nuove polveri <lo· vessero corrispondere artiglierie nuo ve, cioè <:ostruite con tracciati nuovi che ben si a,dattassero ane leggi di combustione e di pressio·ne cui le nuove polveri obbcdi.va,no. Senza addent rarci in particolarità teenfoo-scientifiche molto dettagliate, basti osservare che, mentre per la polvere nel·a le pressioni, crescendo rapidamente raggiungev,1110 il massimo nelle vicinanze della camera a polvere, per la. balistite le pres. sioni sono relativamente più piccole nella camera a polvere e vanno facendosi gradata.mente più grandi lung,o l'anima della bocca da fuo co. E nece.ssa.rio quindi che il traccia,to di que. st'ultima, e cipè lo spessore delle pareti per tutta la lunghezza sia ·in r·ela:r,ione a quel diagrrm1ma delle pressioni al quale prima si è fatto cenno. Soltanto procedendo così nella costru . zione delle armi, si ipossono ra,zionalmente sfruttare i vruntag. gi di potenza che la nuova polvere consentiva, tanto che le prhne esperienze sulla balistite, oltre a · ricercarne il poten. ziale balistico, furono rivolte anche a dètermill)ar.ne la legge cli. variazione _della pressione lungo il percorso del proietto nell'anima dellè bocche da, fuoco, dalla camera a, polvere alla volata. Dopo ;iuanto è stato detto, si comprende oome l'impiego della nuova polvere in a,rtiglierie già costruite per la polvere nera, altro non potesse essere se non un ripiego, e come tal. volta un tale ripiego non riuscisse possibile: l'Artiglieria Italiana, con ripetuti ·e · profondi studii, con accurate' e nume. rose esperienze, e quasi sempre ·variando le granitur-e della, nuova, polvere e cioè, come suol dirsi, giuocando sulle grani. ture - che sono le supreme reg,o latrici del fenomeno termomeccanico mell'interno delle arrn1, - brillantemente risolvette il problema di tale adattamento ad armi g'ià costruite per le Yecchie polveri nere fumogene_ -
1710 ,_
GIL-\DU.-\LE ,-\1)07.IOJ\ E DELLA BALI STI'H: );J;;T.T.lI: I\OS'.J'RF, BOCC}JE O,\
FUOCO
La prima balistite fu riservata alle a1·mi portatili, come fucili e pistole : per il fueile ::~focl. 70-8'7 essa ebbe fo rma di piccoli cubi con lati ùi mm. 0.9, costituenti i e< grani del N 1 )) ; per le cartucce cl,elle pistole Mocl. '74 e 'lVfocl. 89 si impiegarono i « grani del N. 2 )), anch'essi di forma cubica di mm. 0.5 di lato. Più tardi, per le cariche delle pistole autom~tiche e delle pistole mitra.glia.trici, si adoperarono « piastrel1~ne gra,fitate )) aventi lo spessore di un decimo di millimet1~0. Le prime artiglierie per le quali si adottò la baJistite fn ro110 quelle cli _piecolo calibro, artiglierie già in servizio e che impiegavano la polvere nera. La, gra,nitura era in « !ìli J); e pertanto, per quest o impiego la balistite prese il nome partiticolare di « filitc )). I fili erano a sezione quadrata, cli la.rgher,za e di lunghezza, variabili Recondo la, bocca da, fuoco 11<:lla quale dovevano ventre adoperati. · P er i cartocci dei ciurnoni cla 42 si impiegarono fili largili 1 mm. e lunghi 148 mm.; pel' i ca,rtocci dei cannoni da 75 montagna si impiegarono ftli brghi o,ri mm. e lunghi '71 mm.; per i cartocci dei cannoni da '75 B .R.Ret. da campagna i fili erano larghi 1 mm. e lu:nghi J78 mm.; per i ca,rtocd dei cannoni cla, 87 B. si adopera1·,ono fili larghi l mm. e lunghi 220 mm., <~ per quelli dei can noni da 87 B . Moa . 80/98 · gli stessi fi.li ma cli lmtghezza di soli mm . 207. P c.;r le stesse predette ai·tiglierie fu anehe adoperata una forma éli grani di ba,Ustite ~n « ca,ppelletti >>, foggiati cioè come un cappello a, tubo cilindrico, senza, fondo e con tese, ri.piega,t e : per c:onfe:;,ionhre i t nhi e i risvolti di questi cappelletti la balistJ.te veniva. già, prepai·ata in fogli, di forma. par allelepipeda di · piccola altezza, (da, mm. 0.7 a mm . 1,5). e vieeversa di grande lunghezza, e di no tevole larghezza. Per i ca,rtocci da, salve per tutte le sudclMte artiglierie si fabbrieavano anche fili a St'\zione quadrata, cli lato molto piccolo e cioè di una frazio1rn di minimetro : gli stessi fili tagliuzzati di l unghezzf:L di ·pochi millimetri servivano ad allestire le formell<~ per cartocci a, salve cli bocche da fuoco di successiva · costruzione, come i cannoni da 75 A., i .c annoni da 70 montagna, i cannoni da '75 1\fod. 1906. Per il cal'icamento delle cartucce da salve nelle armi por-
1711 -
P ,\ll'l'E 'l'tCKlCA
1870-1915
tatili si preparò una « balistite in trucdoli >>, e tali trucciolii,, grossi circa mm. 0,02 e larghi cla 2 a 4 mm., si ricavavano al tornio da striscie di balistite. Le bocche da, fuoco leggere, da montagna, e .aa campagna, quali il cannone da 75 A. , il cannone da 70 mont., il cannone eia, 75 Mocl. 1906, il carmone da 65 mont., che successivamente, dopo il 1900 vennero introdotte in servizio, non aùoperarono più la filite, ma bensì la (( balistite in placche)). Le placche era.no fogli parallepipedi cli vatie dimensiord., che, avvoltolate, formavano il cartoccio; i fogli erano forme di gra,nitura che permettevano una combustione molto regolare tanto che furono perciò chiamate <( forme a combustione costante >>. Le placche da 75 A. avevano spessore cli mm. 1,5, la,rghezr,a, mm. 145, hm · ghezza da mm. 618 a 620; q nelle da 70 mont. avevano spessore mm. 1, larghezr.a mm. SO, lunghezza mm. 655; quelle da 73 11:fod . l906 spesso1·e rnm . 1.,3, larghezza mm. 210, lunghezza mm. da 518 a 524; quelle da 65 mont. spessore 1 mm., larghezza mm. 144, lunghezza, mm. 3,15. Oia,scun cartoccio era formato da due clelle snddette phLcchc~. È a rilevai:,e che le artiglierie leggere adopera vano una sola carica; soltanto più tardi, anche per tali artiglierie si addivenne aìl'aclozione cli diverse cariche. È infine da rioordnre che il cannone Deport da 75 Mod. 1911 adoperò pure per (] uakhe tempo la balistite in placche. · Anche nelle bocche da fuoc~o pesanti caiilpali 1~ noBtra Artiglieria adoperò la balistite con la, granitura in placche. Pri::na della fine del periodo storico che stiamo esaminando venne i1:1troclotta in Ita-lia, con l'obi0e da 149 A. camp., la priina artiglieria pesante campale. QuestJobice acquistato nel 1910 dalla Casa K rUIPP, prese poi il nome di obice da 149 Modello 1914: prima della grande guerra la nostra krtiglieria disponeva di sole 28 batterie cli tali obici, e però fin dall'inizio della guerra, oltre ad aumentare considerevolmen te il numero degli ·obici si provvide anche all'adozione di cannoni di eletta specialità. In questa prima artiglieria pesa,nte campale si impiegava nn'apposita balistite in placche per costitufr,e sei cariche diverse, formate da un certo numero di elementi: la prima ca -
17]2 -
QRADU;\I,1,; ADOZIONE DELLA BALl$1~I'1'8 :\'E:LLE l\OS'.l:RE BOCCHE DA
~'UOCO
... era formata dal primo elemento di 360 grammi di peso; la seconda carka dal primo elem.e11to e da un secondo ele1nento di diverso peso, e c.osì via via, per successive altre quattro (:ariche. I fogli delle placche avevano forma, parallelepipeda de.Ho spessore di mm. 1,2, e di lunghezza e larghezza diverse secondo l'elemento di cari.ca per il quale i fogli dov<~vano ser vire. Tntte le variç ca,riche erano contenute in un .bossolo di ottone. Più tardi, gradualmente ed anche più lentamente che non nelle a,rtiglierie campa.li, la balistite si int1•odusse nell'uso <lelle nostre bocche da fuoco di medio e di grosso calibro delle .artiglierie da fortezza e da costa. .Allorquando la balistite venne introdotta in servizio erano già in uso molte artiglierie da assedio e da difesa che erano state ·c ostruite per la polvere nera: così avveniva, per i cannoni da 120, i camnoni da 149 G., gli obici da, 149 e cla 210, mentre il mortaio da 210 costruito nei nostri stabi.limenti. militari era ultimato nel lSHl. Soltanto il cannone da H,9 A. che 11el1'ani10 1895 non era ancora definitivamente progettato, potè essere costruito per l'impiego delle polveri senza fumo . Consegue che, durante gli anni in cui avven~1e la successiva graduale sostituzione della nuov11 polvere i'nfume alle polveri nere, le suddette bo<.:che da fuoco, eccenzion fatta per il efmnone da 149 A., dovettero forzatamente acloperare promiscuamente polvere ne1·a .per alcune . cariche, e polvere nuova <Jssia, balistite per al!:r-e carich<~; e ciò finchè più tardi la so-sti.tuzione avvcnrH~ poi uel modo più Cìompleto. Comunque, alla fine del periodo storico in esame, la polvere nera, era definitivamente scompa.rrn nelle cariche di lancio delle suddette artiglierie. Per J.e bocche da fuoco cli medio calibro la granitura di balistite più conveniente si dimostrò essere quella delle « pia:strelle >), aventi piccolo spessore e superficie quadrata; e le piastrell~ più usate fùrono quelle « cfoppie )) e queÌle « decuple )) : nelle prime il lato del quadrato era doppio dello spes~ore (p . es. : piastrelle 2 per 4 per 4, ossia, parallelepipedo a base quadrata cli 4, mm . e altezza di 2 mm.) : nelle seconde il lato del quadrato era decuplo dello spessore (p . es. : piastrelle 1·ieu,
111
:- 1718 -
l'AR'.l'EJ TECNICA
J870-1915
3 pei- 30 pet 30, oJSsia parullelepipeclo a base quactra.ta dì ·30 mm. di lato e di 3 mm . di altezza). Per· le cariche minori dei cannoui da. 14!) A, e per le carie che intermedie del mortaio da 210 si impiegarono prima le piastrelle 2 . 4 . 4 i.ncli quelle 2 : 20 . 20. Per le cariche maggiori del cannone cl.a 149 A. e per la. massima carica del mortaio da 210 si adoperaron<> le pia,s trelle 3 . 30 . 30. Per le cariche mi.riol"i del mortaio da 210 si impiegorono le piastrelle 0,5 . 5 . 5,. che servivano anche per le cal'iche più piccole del cannone da, 120 G., del cannone da 149 G. e clegli olJici -cla, 149 e 210. L{~ piastrelle 1,5 . · 15 . '.1.5> si impiegarono per le carich-e maggiori del cannone dtL 149 G.~ e quelle 1 . 10 . 10, per le cari.che rna,ggiori dei cannoni da, 120· B. e-G. e degli obici da 14,9 e da 210. Anche nelle bocche da fuoco da 0osta la nostra Artiglieria . introdusse gradualmente le cariche di lancio costituite con polve1·e infume. La, maggior parte di queste artiglierie già cost1·uite prima che venisse adottata la balistite, impiegarono le polveri nere, progressi.ve e prismatiche meglio adatte a bocche da fuoco di grande potenza, quali in genere devono considerarsi le armi costiere. E oggi ancora, alcune di queste nostre vecchie artiglierie di tale specialità. conti.nua,no, :finchè restano in servfaio, ad impiegare la polvere nera per tutte le cal'iche da esse adoperate. Del pari non troviamo mai adottata la pol vere senz.a fumo rwi vecchi cannoni da 240, lunghi e corti, introdotti in servizio nel 1871, nè nei cannoni da 321 introdotti in servizio nel 1875. Per · altre artiglierie si àddivenne inv.ece alla graduale sostitnz.ione delle polveri senza, fumo alla polvere nera,. Così nei cannoni. cla i;:;2 n. e da 152 O., rispettivamente in servizio nella Regia Marina fin dal 1SS7 e. ariche prima, e c~oè già costruiti in epoc.a · anteriore a, (]Uella dell'adozione delle balistite, venne impiegata la balistite in piastrelle cla mm. 3,5 . 35 . 35. La, balistite venne p nre impiegata nel ca,nnone da 254 B. della Regia ~farina, bocca da fuoco costruita nel 1882 e cioè in epoca anteriore a qne1la, delle polveri senza fumo. Nel 1899 l'Armstr,ong costruì per l'artiglieria costiera, dell' Esercito un nuovo ca,nnone da 152 che fu chiamato cl.a -
1714 -
QR,·IDUA LE AD01.1l01\E lJKLLA BALlS'.rlTE )<gLLI!: NOS'l'HE
BOCCBE DA
Il'UOCCt
152 R. M. perehè .sebbene destinato all' Ese1·cito fu eseguito su disegni della Regia l\farina. 'rale artiglieria impiegò senz'altro la polvere senza fumo, e cioè « balistite in. strisce)) : per le cariche minori si adoperavano le strisce da mm. 5 . 15 . 650 (spessore . la,rghez,m, . lunghezza.) : per le cariche nu1ig giori si adoperavano invece le strise.:e 7 . 21 . 320. I diversi obici da 280 della, nostra, Aritiglieria da costa e cioè obic·e cla 280 O., obice da 280 L., obici · da, 280 A ., da 280 B., da 280 K. (questi tre ultimi .appartenenti a ba't terie costiere già senite dalla ·Regia Marina e in seguito passate all'Esercito) impiega,vano tutti la polvere nera, : l'obice da 280 L. che era il più recente e cioè dell'anno 1893, venne adattato all'impiego d<~11a, polvere ::;eJJztL fumo rncdian te apposita tubatni-a. È però da ricordare d.1e gli obie.:i da. 280, già impi<~gati nell'artiglieria costiera, furono quasi tutti per contingenti necessità impiegati nella gr:mde guerra come artiglierie d'assedio sui fronti terrestri : per ta,l e impiego essi usarono caric1rn di lancio costituite da balistite. I cannoni poi da 400 delle torri coraz.zate della Spezia e di Taranto, alla. vigilia del ,n ostro intervento nella gnena mondiale, sostituirono la, polvere infume alla, vecchia polv(~re prismatica, conseguendo per ta,l modo l'aumento di alcuni chilometri nel .valor<~ della loro gitta,t a massima. I ma,teriali più recenti della nostra Artiglieria da costa, già adotta.ti ve1·so la :fine del periodo storioo che stiamo (~Saminando, furono i cmmoni da ,3.0;3 /50, gli ·obici cb 30::i/ 17, { cannoni da 152/50, materiali tutti fabbrieati allorchè l€ pol veri senza fumo erano già state introdotte in servizio da parecchi anni. Per le moderne bocche da fuoco oostic~re di rnaggfore potenr.a (cannoni) si sostituì alla balistite ùostituita col 50 % di nitroglicerina, Ja, «·polvere 02 )) , la quale ultima fn la polvere senza fumo largamente impiegata nelle artiglierie della Regia Marina. Quest'ultima polvere, con granitma a <, forma cl.i corda)), e la cui composizione centesimale era di 70 parti di nitì·ocellul,osa, 24 parti di nitroglicerina , 5 pa,r ti di vasellina e l parte cli bicarbonato sodico, conteneva essenzialmente una percentuale di nitroglicerina inferiore a quella aella balistite e svilnppa,va, perciò nna, minore temperatura -
J715 -
PAR'l'Ill T ECNICA
1870-1015
òi esplosione; essa adtlicevasi perciò nel miglior modo alle for ti cariche clellc bocche da, fuoco a<.1 a nima, l unga facilmente logorabili. La polvere 02, di ,o rigine inglese, venne fabbricata in Italia nel 1910 dalla Società, Dinamite N-0bel di Avigliana, per concessione della fabbricai inglese Ohilwort . Nel nostro cannone costiero da 305/50, acquistato nel 1911 dalla Casa Armstrong di Pozzuoli, la carica massima di pol vere 02, così come r ilevasi d·a lla Tavola di tfro del cannoJLe da 305 per batterie di quota m. 10,14, edizione 1914, era cli k g . 160, divisa in 4 elementi di kg. 40 ciascu no : le cariche da esercita7,ione, più piccole, poteva,no indifferentemente essere a~polvere C2 oppure di balistite in :stl'isce. Anche col cannone da 152/ 50 (Viche:rs-Terni) venne impiegata la polvere 02 per alcnne cariche e per alcuni proietti : nello stesso cannone fu poi anche impiegata. la ba,li stite in piastrelle. L 'obice da costa da 305/17, costruito dalla Casa Armstrong di P ozzuoli, venne spel'imentato nel 1913 e nel 1914 e a dottato nel 1914. Le prime esperienze di tfro vennero eseguite alla Batteria Umberto I presso la Direzione delle Esperienze di Artiglieria in Oiriè. Le prove continua,rono nel 1914, ::i,nno in <'lii il materiafo fu i ntrodotto in Rt•rdzio, e r·hi scrh-e ritiene doveroso di ricordare qni la bella ed ill~stre figura del generale Pollio, allora Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il quale prese parte attivissima alla clcfinizi,one e sperimentazion e cli questo moderno materiale della nostra difesa costiera : come è noto, il fato voleva che per dolorosa coincidenza Alberto Pollio, a ntico artigliere e quindi Capo di Stato Maggiot'e del R. E sercito, morisse in Tor ino i·n quel 1914 poco dopo aver assistito ad alcune importanti esperienze di tiro ,del predet to e bice da costa al Campo di Ciriè. Per le cariche più piccol e dell'obice da costa da 305/17 sj adoperò l a comune balistite : per le cariche maggiori si d.o vette impiegare una, polvere un po' meno calda e si adottò quindi la balistite al 42 % di nitroglicerina e al 58 % di cotone collodio, polvere però che rimase esclusivament,e in uso per tale obice.
-
171G -
LA FABHRIC.\ZI0ì:\f:J DDJLLA I3AL1S'.l'1TE
Per la preparazione del composto chimico costituente i:esplosivo «balistite)), gli stabilimenti di produzione procedevano inizialmente alla fabbricazione clei componenti e cioè della « nitrocellulosa, )) e della « nitroglicerina )). I n siIH,esi, le operazioni che si eseguiva,no per la fa,bbricazio11e della nitrocellulosa ·e rano : 1) preparazione e pnrifica,zione della cellulosa; 2) nitrazione; 3) eliminazione dei residui acidi. Il primo metod·o di fabbricazione che praticamente a,ssicurava la stabilità del prodotto, fu quello ideato clall' Abel in Inghilterra; esso, non appena si iniziò in Italia la fabbricazione della polvere senza fumo, venne adottato dapprima .presso la Società di Avigliana ,e poi al Polverificio di Fontana, Liri. La prima operazione preparatoria si effettuava spoglia,n do il cotone greggio da ogni. materin, grassa mediante lavaggi in una soluzione alcalina, lo si cardava in seguito aflinchè venissero tolti i residui legnosi e le altre eventuali impurità., e infine lo si essiceava per eliminare nel miglior modo possibile l'umidità. Così preparato, il cotone stesso veniva assoggettato all'operazione di nitrazione immergendolo in un miscuglio di · acido nitrico e di acido solforico : il gra,do di concentrazione del miscuglfo e le proporzioni fra i due acidi venivano prestabiliti in relazione al grado .d i ·nitrazione da ra,gginngere per ricava.re rispettivamente o cotone collodio oppure fulmicotone. Per la, nitrazione sarebbe stato jnvero sufficiente l'acido nitrico, ma si aggiungeva l'acido solforico per assorbire l'acqua che si formava nella reazione. Per .o ttenere il cotone c.ollodio, che in modo particolare interessa la fabbricazione della ba1i.stite, il miscuglio era formato <li parti eguali cli addo nitrico a 44'-' Baumé e di acido solforico a 66° Baumé : il -cotone si lasciava un'·o ra nel bagno acido. Per la, fabbricazione del ~fulmicotone, il miscuglio acido era invece formato cli tre pa,r ti di acido solforico a 66"' Baumé e di. una parte di acido nitrico da . 48° a 50° Ba,umé : per tale ~
1717 -
l'AHTE Ti::C~ I (.:.\
/
1810-UllJ
fabbrkuzio11 e il colo ne si lasd,wa nel bagno acido da G ad }; ore. Il cotone collocliu, dopo flrnmersi,o nc nel predetto mi scuglio Yeniva, quindi d,eù,c:i.clificaLo, cioè spogliato dell'acido, residuato dalla niti-azio ue : una carattel"istica del metodo Abe1 <:onsisteva nel fat.to che la nit.razione e la, deacidificazione si <:ompivano in recipienti diversi e do<; la nitrnzione in apposite bac:h1cl1e, e la deacidHicazione in -i.droestrattori a forza centrifuga aYenti forma cli tamburo girevole a pa r eti fittamente trafol'ate. Dopo tale prima cleacidifica½ione, il cotone f'; U !Jiva, poi aneo1'a, successivi la vaggi, neeessari pe1· espellere le tracce di .acido che esso p otesse ancora oontene1·e. Questi lavaggi veniYano eseguiti pi-ima con acqna fredda nelle « olamdesi (hol l ancler) )), e poi in t ini cli bollitura con a,equa, calda, e carbo11al10 cli so<la per fa1· 1Precipita,re i soli calcai-ci. Ai predetti l avaggi succ-ede,a il « polpaggio >), -0pel'ar.ione suggerita dal1' Abel p er i-idnrre il cotone in polpa morbidissima : essa, si compiva, n e.Il<! «ola ncl.esi di polpaggio >>, costituite da vasche in cui il cotone veniva spappolato fra n111 cilindro rotante, arm ato cli lame affilatissime di. aC'cia io, e un piano inclinato munito anch'esso di lame taglienti. Così l'i<lotto; i1 eotone in NtH:·c-esf::ivi e dpeti,ti lavaggi po t eva essere clefìnitintUtentc liberato da ogni. tracc·in di aci,l it.\ ·the c,ent1ialmentc i:-i fosse a nnidata nei tubi capillari <folle :fìb1·e : la completa eliminazione cl,egli acidi <~ra con dizione indispensa bile per la bnona stn bilità diim.ica e <1uindi pe1· la buona, co11spnazione del prodotto della fabbricazione. Pur rnan te1~endo i triteri informatori F-up;geriti c1all'Abel, i n ostri Rtabilinwllti, come del resto quelli cl i altri P aesi , adottaron o in seg11ito il procedimento « Thornson >>, più perfezionato e nel qna le venivano compiut(~ contemporaneamente in nna sola va!':ca le opera-zioni : di nitra,zione; cli eliminazione degli acicli .in ec-0esso; ed i primi lavaggi. Il complesso delle tre p1·edctte Ol)eI~azioni si effettnava prov,ocando il lento spostam ento del miscuglio acido mediante un rubinetto cli scarico, mentre <lal l'altr o si introdueeYn acq ua in (lnnntitù corrispon-
-
l718 -
'
LA
lìAI.\BRLCAZl O:S- J:: IJGLL.\
l.l,\ LT S'fl'[r.
dente all'acido uscito; e tale spostaU1ento del miscuglio si facern clm·.11·e :fu10 a larnggio ultimato. La fabbrica?:ione della « nitJ:oglieerina », altro componente della balistite, costituiva, un 'ope1'azione di estrema delicatezza, e do,eva perciò essere compiuta con particolari cautele. Sostanzialmente il processo, molto sempliee, adoperato nel 1S:l:"i dal nostro Sobrero, 1·imase immuta1io : si modificarono però gli appu,recchi ed i ma,ce.hi11al'i omle evitare pericoli nella fabbricazione cd assicurare, al ma-s simo possibile, la stabilit.1 del prodotto industrial e. L'operazione principale era quella <lella. <<nitrazione)), opera?:ione invero molto semplice, mentre invece le operazioni secondarie che servivano a separare· e purilicare la, nitroglicerina emuo molto più complesse. Il primo pr,oces ·o industriale, a{lottato anche ]a, noi, fu quello Nobel secondo il quale la glicei·ina, già, dep urata, si fa. ceva sgocciolare sul miscuglio di acido ·nitrico e di addo sol fol'ico in appositi apparecchi nitratori di piombo immersi in tini cli legno, nei (]nali circolava aequa fredda : e sempre a scopo di raffredda,ill <:mto, nell'iutcrno della maRsn ren,gcn Le si immergevano serpentini di piombo a perfetta tenuta nei quali drcolava acqua fredda. La temperatura alla quale si effettuava l'operazion e veniva perciò tenuta molto bassa onde eliininare il pericolo cli esplosioni causate da eccessivo calore. Nelle prime fa bbricazioni, per mantenere nell'interno elci nitratori la massa emulsionata :-:i applicaYa nn agibttorc mec-canic-o acl elica : in seguito l 'agit azion e per il rimescolamento d ella massa si provocava con una corrente d'aria oompressa. Alla nitrazione propriamente detta seguiva quin di il pro-cesso di separazione degli aeic1i dalla nitroglicerina formatasi nella prima fase dell'opera?:ione. S i e:itettiu1,vano infine ripetuti ~ accurati lavaggi del prodotto, prima con acqua fredda e poi -con acqua e carbonato sodico, allo scopo cli rendere il prodotto stesso neutro e stabile. Le opera-zioni principali per la fabbricazione della balistite -erano : l'impasto dei due componenti , e la laminazione del proòotto plastico ot tenuto dall'impasto. L'impasto, col quale il ·Cotone collodio veniva imbevuto di nitroglicerina, si effettuava, per la presenza dell'acqua, in -
1719 -
P ,\ R'J'Ul TECNlCA
J.870-1915
tini di legno l'ivestiti di piom bo e muniti di agilatori ad aria corp.pres1-<a.. Ke risultava così urnL massa g1·anulosa e spugnosa1 · detta « ga,l let ta, », che veniva poi-tata in loculi cli stagionatura. per renderla suscettibile di essere convenientemente laminata. ciò che non si poteva ottenere con galletta troppo fresca. La galletta stessa veni va poi centrifugata con idroestrattori a forza centrifuga per eli111inare la maggior parte dell'acqna contenuta mella massa, e q uindi era, sottoposta a, successi.ve lamina,zioni sotto « calandl'e », costituite da cilind ri lamin atoi nel cui interno circolava vapor d'acqua a temperatura di circa 115°. Si otteneva così una so tanza plastica, omogenea che veniva poii granulatlL secondo la v,o luta granitura. Così fini ta, la balistite veniva definitivamente essicata per· qualche giorno in essicatoi a.cl aria calda e temperatura non superiore ai 40°. Quella intima e prof.onda trasformazione del éotone, 1lovuta al solvente e conosciuta col nome di « gelatiniz. zazione » si jnizhtTa già, duran te la stagi?natura e veniva poi completata dopo la pritna laminazione con un « bagno di gelatinizzaz~one )) medfante immersioni della galletta in acqua calda, per qualche minuto. Negli stessi Stabilimenti che la pro~ ducevano, la polvere cosi fabbricata veniva sottoposta alle prescritte collaudazioni iniziali.
,,. * * Kelle armi portatili, con le quali, più che con le artiglierie si cercò sempre di raggiungere notevoli celerità, di tiro, la balistite pr,oduceva riscaldamenti eccessivi e determinava un logoramento piuttosto rapido. Il R. Polverificio di Fontana, Liri affrontò la soluzione de] problema di confezionare una polvere per. le a,rmi portatili che, pur conservandò pressochèinalterate le caratteristiche baltstiche della b'alistite, provocasse un piccolo aumento di temperatura e cioè riscaldasse meno della balistH.e la ca,n na deJle armi, e cioè che in de:finitiva ne provocasse più lentamente il deterioramento. Fu cosi che nel 1896 Fontana Liri preparò per il fucile Mod. l e 91 la «solenite)), che rima,rrà poi in seguito ed incontrastata la polvere delle cariche di lancio delle armi portatili -
1720 -
'
·r,,\
SOLE~I'.l.'E
italiane. La solenite, frutto di diuturni studii di nostri u:fficiali d'Artiglieria specialisti in materia, è va,n to · della nostra Arma, afferm.azi:one <lella nostra industria militare, benemerenza del nostro .massimo Polverificio governativo. Poichè l'eccessivo riscaldamento delle armi conseguiva dall'elevata temperatura, dell'esplosione provocata dalla nit roglicerina, nella composizione della nuova polvere si stabilì di diminuire la percentuale della nitroglicerina stessa : conseguenwmente nel nuovo composto doveva perciò entrare una maggi,o re percentuale cli nitrocellulosa. Ma, con la diminuzione del titolo di nitroglkelina, che è sostanza molto ricca cli ossigeno, si veniva a ri durre la quantità di ·Ossigeno disponibile nella miscela e si sarebbe perciò ottenuta una polvere meno potente e quindi meìto e:ffkace della balistite. Per compensare tale perdita cli ossigeno, il Polverificio del Liri, nel confezionare la nuovrL miseela, sostituì una parte della nitrocellulosa~ ot tenuta a pir...colo grado cli. nitrazione quale il ootone collodio, con nitrocellulosa a, maggior grado di nitr azione e cioè col fulmicotone . 1t da rilevare che col fulmicotone si deve impiegare un solvente adatto, quale l' « acetone)). Per moderare poi ancora maggiormente la temperatura cli deflagrazione delle cariche, all'impasto venne aggiunto un idr,ocarburo liquido quale l'olio minerale. In de:6.nitiva si deve ritenere che m~ntre la balistite era composta cli nitroglicerina, e di nitro-cellulosa in parti uguali, la solenite risultava 0omposta di : 36 parti di nitroglicerina, 61 parti di nitrocellulosa, ,e 3 parti di olio minerale: la nitrocellulosa che entrava in tale nuovo proclotto era un miscuglio di quattro quinti di cotone collodio e di un quj nto di fulmicotone. La solenite, così denominata p<-lr la sua forma elicoidale a solenoide, venne eonfeziona.ta, in piccoli tubetti cilindrici, di color biondo eupo, fo1·ati lungo l'asse: l'altezza dei tubetti era di m.m . 2; il cliameti:-o esterno di mm.. 2; il diametro interno di mm. 0,7·. I n un gra.mmo erano contenuti da 120 a 140 tubetti. E ssenzialmente le caratteristiche balistiche era1w pressochè le stesse di quelle della balistite : per quanto ha, tratto all'effet to balistico, la superio·r itù, della balistite non era mol-
1721 -
P AR'.l'E TECNICA
1870-1915
to grande, e cwe p . es. nel fucile Mod . ~ll mentre la eai'ica di solenite consentiva una velocità iniziale, misurata col cro nografo, di 706 metri al secondo, quella consentita dal1a ba,listite . era. di 713 metr-i, e doè solta.nto dell'l · % · più grande: viceversa per la. diminuzione della nitroglicerina in essa w ntenuta, la solenite ,e ra notevolmente meno calda della, balistite, e cioè mentre la temperatura di ei:;1Jfo.:1i0Re della solenite, quale risultava dai calcoli e da. determinazioni sperimentali, era di circa 266.0 centigradi, quella délla balistite era di èir{:a 3000 centigradi; in altri termini la diminuzione di temperatura ottenuta con la solenite· era di oltre 1'11 %· Il processo di fa bbrknzione della soleni te che veniva seguito presso il Polverificio di Fontana. Liri, differiva . da] pro<:esso di fabbricazio11e dPlla balistite essenzialmente per le div~rs~ razioni richieste dall 'in trod nii-one del fulmicotone nella miscela. Dopo l'imbibizione dì nitroglicerina, pe1· parte del miscugli-o « cotone collodio e fulmicotone·)), si procedeva alla stagionatura ed alfa centrifugazione. Aveva quindi luogo l'impasto della galletta, cosi ottenuta, col solvente acetone, e l'impa sto si effettu ava, in nna impastat rice, nella qua.le si introducevano alternativa1rnmte la galletta, l'acetone e l'olio minera.Je. Il prodotto plast::e-0 che ne risultava, veniva poi trafilato in lunghj tubetti cilindrici che ve11ivm10 infine tagliati 11ei voluti. piccoli tubettini :' seguiva poi il necessario essicamento per ottenere l'diminaz.ione pressochè totale degli eventuali r esidui cli solven t<~-
Attesa la grande importanza che nel considerato periodo 1870-1914 avevamo preso gli studi a,rtigliere.schi pèr ~1 !)erfozi onamento delle armi, la nostra Artiglieria istituì · nuove ricerche, nuovi tentativi e nuove realizzazioni in riguardo della preparazione e dell'impiego degli esplosivi testè scoperti e adatti per le cariche di la.ne.io . Tutto questo ininterrotto e tra.vagliato lavoro :si esplicò in continue ricerche di laboratorio e in esperimenti di tiro nei poligoni d'espericmze : e poichè lo studio della. polvere è intimamente collegato allo studio delle -
1722 -
STUDI HIG G .-\HOANTI LE NUOVE POLVERI I~b' UMl
armi che debl.>0110 impi(~garle1 così in un 'a,rmonie;a fusione di intelligenze e cli attività 1 e sempr~ in perfetto sincronismo si studiarono e si ri~ohettero i problemi relativi alle polveri in paraHelo c:on quelli della balistic:a interna ed esterna, nonchè_ con quelli della resistenza. meccanica delk artiglierie e degli affusti . Si pr·oceclette pertanto, e con sistemi !3empre meno empirici, alle e;olla udazioni delle polveri fornite da Stabilimenti governativi e dall'industria privata 1 si esegnirono accurate analisi chimich<:\ si saggiarono le ca.rattel'istiche :fisiche delle polveri, si studiarono e si sperimental.'ono poi nuove gra.niture,· specialmente per- f:L clattare vecchie armi all'impiego clel111 nuova polvere senza fumo. Lo studio teorico -sperimentale delle reazioni esplosi ve .delle polveri, reazioni vnria,bili ·col variare della densità cli cari. camento, permctteYa di dettrminare le principali. canLtteristtche bali.sticlw, quali ìl potenziale balistico, il volume dei gas prodotti, la temperatura elci gas stessi, nonchè la pressione meccanica esercitH,ta sulle pareti delle armi, mentre le leggi della chimica, della termochimica e della termodinamica erano di valido ausilio ad uno .sLndio che .si anela.va facendo sempre più rigor,oso e più Ta,zionale. Di capitale importam a si presentavano intanto gli studi per la buO'na e lurÌga conservazione delle nuove polveri, sia per evitare sinistri, si:1 per evitare che col tempo j earatteri balistici potessero alterarsi. . Era stato tonstatn.to che, col tempo, nelle polvel'i derivanti dalla sola nitrocellulosa si veri:6.cava una lenta clenitrazione del composto, per la, qul\le si distaccavano gruppi di azoto ed ossigeno; con sviluppo di va.pori nitrosi : tale decomposi7,ione era in gran parte provoca.ta -d a impurità derivanti e residuate dalla fabbricazione, e in parte favorita eia agenti eskrni fra i quali principalmente da] ,calore consegnente dalJe e'ventuali sopraelevazioni della temperatura ambie!Jlte. Le polveri. alla nitroglicerina però, qnali fa., balistite e la solenite, ernno meno soggette a questà decomposi.7,ione, e cioè· es.se erano più stabili che non le polveri a,l la sola nitrocellul<)sa. Ad ogni moclo per la buona e durevole conservazicme delle nnove pol.ve1·i era necessario di prendere in Rerio esame la sta,bilità chirniea delle -
1723 -
PARTl!J '.l:ECNICA
1870-1915
nuoYe polveri nitl'iehe, le quali, per essere soggette 11 fenoruen.i di lenta decomposizione non possedevano in genere un graùo di stabilità molto elevato, quale era richiesto al fine di non dare preoccupazioni per la loro conservazione. Nei nostri Stabiliruenti, nei · 11ost1·i Depositi, nelle nostre Opere armate si procedeva, pe1·ciò a pe1·iodiche e saltuarie verifiche della stabilità della polvere, cd all'uopo si introdnceva il « saggio Abel», ritenuto fra i .saggi più precisi e più 1·a,pidi per verificare la resistenza ·d~lla polve1·e all'azione esterna del calore. Col saggio Abel, l'ir,izio della decomposizion e della pol vere, scaldata a bagnomaria, veniYa rivelato da una cartina amido-jodurata (carta da filtr o imbevuta da salda d'amido e joduro potassico) che, per lo sviluppo dei vapori nitrosi, ~i colorava in bruno : l'indice di sta,bilitù, era rappresentate dal tempo ,nécessario perchè la cartina, soggetta alla tempel'atura di saggio, assumesse una colorazione di intensità uguale a quella di una cartina di paragone. P iù tardi e in modo particolare dul'ante la gra11de guel'l'a, si introdussero nuovi saggi specialmente riguardanti la ricerca dell'acidità delle polveri, altra causa di decomposizione. Nella nostra Artiglieria nel 1918 venne i ntrocl:otto ed adoperato uno speciale saggio d'aci dità, dovuto al professor Angeli. l!artic·olare oggetto di studi, ricerche ed esperienze fu quello i:nteso a determinare l'abbassamento della temperatura dei gas dell'esplosione delle cariche di lancio costituite con la nuova polvere infume. QueFto proble1U11 era di particolare irnte1·essc per l'Artiglieria italiana che impiegava la balistite, polvere alla nitroglicerina avente un~ temperatura di esplosion e molto elevata. Già. è stato eletto che siffatta elevata, lit:\m peratura era particolarmente <lovuta alla, nitroglicerina e come essa riuscisse da,n nosa alle armi. Le polveri alla sola nitr ocenuios:1 quali le «B.>> fr:,nccsi e altre pol,·el'i estere, erano indubbiamente << più. fredde » cte non quelle adopc1·t1te in Ita.lia, e pertanto la nostra balistite era da ritenersi come una « polvere calda>>, tanto che vi fu chi in Italia p1·opngnò l'impiego delle po1'·eri alla nitrocellu losa e l'abbandono della balististe. Ma l' Artigfairia Italiana fu tradizionalmente e sentim entalmente legata alla sua bali-
1724
~
STUDI RIG UARDAN'l'J LE :-IUOVE POLVElU INIJ'Ull:[I
stite, e giova notare che uon furono soltanto. la tradizione e i1 sentimento che la tennero avvinta e fedele alla sua polvere, - chè co11 genialità realistica di artiglieri italiani avrebbero saputo, in problemi cosi delicatf e così pratici> superare le traidizioni e vincere i sentimenti, - - ma bensì essenzialmente lv, provata conferma delle br.illanti qualità della nostra hali·Stite, per cui in confronto a, tutte le altre polveri estere, il -suo inconveniente sopra lamentato dell'elevata temperatura di .esplosione p11ò passa,re in seconda linea, risultando esso ineontrastal;>ilmente l'inconv,eniente nnieo: sostanzialmente la balistite era una polvere potentissima, efficacissima, regolarissima negli effetti, ·nonchè relativa.mente stabile nel tempo e perciò pi.ù sicura delle altre polveri. Ad ,ovviare al predetto unico suo difetto si cerco rnvcce, con opportuni espedienti, di renderla meno calda a.ffinchè tale unico inconveniente venisse s,e non eliminato, guanto meno convenientemente a,ttenuato . E·èl a tale intento i nostri ufficiali tl'artiglieria,, i nostri ter.nici ed i nostri Stabilimenti produttori intensificarono studii ed esperienze sovratutto negli anni immediatamente successivi al 1900. Una delle conseguenze più dannose dell'elevata temperatura di esplosione de11n, polvere era quella di eontribnire in misura piuttosto notevole alla formazione di « corrosioni >) .nelle pa.reti dell'anima delle bocche da fuooo, per cui esse erano logorate e poste quindi fnori servizio con nna certa rapidità. Le corrosioni rilevate erano delle solcature, che diventavano poi gradualmente più profonde, e di solito si manifestavano in JI).aggior copia in corrispondenza del racco"rdament,o fra la .camera a proietto e la camera a polvere, cioè all'origine della rigatura o poco più avanti. Con l 'intensificarsi del fenomeno 'deJla oorrosione, oltre all'alteraz1m1e della struttura del metallo delle armi, si determinava. nna sensibile variazi,one nell'avanzamento <fol proietto rispetto al primitivo avanzanient6 normale, corrispondente alla bocca da fu oco allorchè essa era rrnova. Come è noto, nelle artiglierie l'avanzamento, del proietto è misuriito dalla distam,a in millimetri fra il fondello del proietto, spinto :i:1el1a, sua sede di caricamento, ed il vivo di <::ulatta. Col oonsuma,r si del metallo all'origine delle righe, -
1725 -
P .-\R'l 'E TEC~l<.:A
1870-1915
Favanzamento tende evidentemente a farsi più grande : per l'aecrescimento di t1:1le avanzamento varia e cresce il volume che i gas lrnnno a clisposìzionc per espa,nclersi e eonsegue quin di una va1fazione delle ,,elocilà iniziali e delle pressioni svil uppa te dall'esplosione della polvere. I n Francia il Vicille aveva eseguito interess.111ti espe1'ienze per misul'ai-e il ·« potere erosivo )) del!(~ polveri : cfa tali esperienze era appunto l'isultato c4e il · po tere erosivo è in ragione diretta della tempetatnra dell'esplosione della pol vere e che, in certi limiti, l'erosione prodotta, da1 un dato peso di carica e1·esce col ci-escer e della pl'essione IDassi.ma. Ad attenuare le corrosio11i si cercò di c011t1·ibu ire, oltre che con l 'abbassamento della tempe1·a tura d'esplosione degli c~plo~ivi di Ja:1cio, _ ~lll_che co~1 r a_dozione di_ meta.lli ~i ù i-esistenti o c011 d1spos1t1v1, quali le fasce d'amianto speruncntate 1tel 1912, atti ad evitare sfuggite di gas fra corona ed anima. Il problema della durata delle artiglierie si sta, in questi ulti mi a1111i, risoivendo .rnercè i nuovi oi-i,entamenti in fatto di custn1r,io11 e (li borcl1e <la fuo co, <~d nna, hr-illa11te soluzione è quelb del le anime ricam biabili per cui l'anima rigata si sostitnisce soltanto HeHa pa,r te deteriorata dall' uso, evitando cioè cì i '1 ove1· sostituire l' i.ntera bocea. da fuoco . Devesi poi rammentare elle, sempre per effetto dell' elevata temll)eratura di esplosione della, polvere, ,oltre che la corrosione dell'anima, i. produceva anche il rammollimento e Ja parziale fu sione clcl rame costituen te la coro11a, di fol'za,menl;o del proietto . Qnesto rame cos'i fuso, depositandosi sulle pa reti ùell'anima, ne determinava la « ramatura)), la quale, trascura bile all'inizio della, sua formazione, poteva in seguito causare in convenienti molto gra.vi, come inceppa.menti clel. proietto o · scoppi della bocca da fuoco. In tutti gli Eserciti furono perciò escogitati, sperimentati e adottati diversi. processi ·meccanici, chi mici e(l elettr olitici proposti per la « cleramatura, )) delle bocche da. fnoco. In eone) usione, le soluzioni studiate dagli ufficiali della 11ostra Artiglieria nonchè clai tecnici degli Stabilimenti mili.tari e privati per prf parare nna polvere meno calda, fu rono essenzialnwnf·<i due, e cioè qnella di introdurre nella miscela -
172(; -
ST UDI HIGCARD.-\'X'l'l LE ); U OVG POLVE RI l .\"FC )II
ei-;plosivn, delle « sosta,nze refrigeranti)), e quella <li fabbricare (( balistiti a-ttenua,te )). Secondo la prima soluzione all'atto della, fa bbricazione si introducevano nella miscela delle sostanze molto ricche di carhonio atte a. bruciare a spese dell'ossigeno sviluppato dalla · reazione esplosiva,, coh conseguente abbassamento della temperatura di esplosione. In genere si ricorreva ~1 sostamr.e •prive di ossigeno o 1eggermente ossigenate, 13;, cui. funzione chimica era quella di trasformar e in ossido di ca,r bonio la totalità · od una notevole parte dell'anidride carbonica $Voltasi nell'esplosione. P er tale trasformazione veniva dimi nuita la quantità di calore svolto all'atto dell'esplosione, e ciò perchè. il calore di fornm½ion e rnoleoolare deJl'.ossido di carbonio <.:be è di 26,1 grandi calo1ie, è minore del calore di formazione molecolare dell'anidride carboni.ca, pari a 94,3 grandi calorie. Alla diminuzione di. calore svolto corri.sponde naturalmente una diminuzione cli temperat ura dei gas. Nel 1904 il capitano cl' Arti.1,;Ueri tt Luciano Monni del Polverificio di ] 'ontana, Liri prnpose di aggiungere alla balistite quale sostanza refrigerante una ·<:erta: quantità cli carbone, e ne risultò oosì la « balistite al ea1·bone )). Il Monni pr,oponev<1 di aggiungere una quantità di carbone ta.le per cui tutta ·l ' ani· dricìe carbonica svoltasi nella, de:11.agrazione della balistite si trasformasse tn ossido di carbonio : ogni molecola di anidride si sarebbe cioè trasformata in clne molecole di ossido; l'aumento di volume dei g·as così ,o ttenuto avrebbe cioè i'Il certo qual modo dovuto compensar<:~ la pl'ovoca ta perdita di calore, e cioè il pe1·segui.to abbassan1en to cli tempcri1tura, per il qu al~ inevitabilmente si era prov,ocati.1; una diminn zione cli effetto balistico. Nel 1906 ebbe luogo a H.oma il VI CongTeSf':O internazionale cli Ohim.ica applicata e il )ionni presentò una . <lotta .comunicn zione in rigna,rclo della sua proposta . Allo stesso Congresso, una seconda cmnnnicazione sullo ;;:tesso argomento venne fatta dal d-0ttor Recchi della Regfa Marina· Italiana; il .quale, sempre a, scopo refrigerante, proponeva di aggiungere alla balistite nna certa quantità di « nitroguaniclina )) preparata dalla Società Dinamite No~l cli Avigliana. La, nitroguaniclina, deriva dalla nitrazkme della cc gua-
1727 -
PARTD 'l'ECXICA
1870-1915
nidina )) che a sua volta deriva dal trattamento della cianamide, nota sostanza fertilizzante, 0011 ammoniaca. La nitroguanidina t: una, sostanza esplosiva a bassa temper·atura d'esplosione, cioè circa 900" : essa venne per-ciò sperimentata qnale correttivo dell'elevata teruperatnra di esplosione della balistite. Il dottor Recchi così concludeva la sna interessante relazione: ,< le proprietà della n itroguani.clina, nnite alla forza che possicd·~ per la sua elevatissima percentuale di a:~oto (53,84 %), sembrano giustificare la 8pernnza che, col suo impiego, il problenrn della correzione dei potere erosivo di talnite polveri nitrocomposte siasi aVYiato ad una felice soluzione)). La, Società Dina,mit<~ Nobel preparò e sperimentò in quel . l'epoca la balistite alla nitroguanidina : i metodi indust riali adottati clall~ia per la fabbricazione della ·n itrognanidina, per se stessa costosa., cloyevano permetterne la, produzionè a prez7,o conveniente, tanto che le proposte ed i tentativi in nrgomento continuaro110. Successivamente il dottor Giovam1i Spica, altro chimi00 della R l\farina i taliana, propose qùale sostarn~a. refrigerante i1 cc fenantrene ))1 ich·ocarbui-.o della serie aromatica, molt'o dcc<) in carbonio e <::apa,ce di trasforma1·e in ossido di ca,r bonio Fanici ride carbonica dell'esplosione. Lo Spica, aggiungeva circa il 2,5 % di fenantrene nelJa miscela, di nitroglicerina e nitr·O· cellulosa; .e fu cosi che venne costituita la ·cc. balistite al fena,ntrene )). Troppo lungo sai'ebbe ennrnera,re tutti i tentativi fatti all'uopo in Italia ed all'Estéro, e ci limiteremo pertanto ad accennare a quanto fu fatto in Germania, al duplice intento di diminuire non soltanto il potere er,osivo della polvere, ma, altresì la vampa allo sparo. I Tedeschi a tale S<.;opo impiegarono la cc ce11t1~alite )) (dimetildifenilurea), che essemlo sostanza povera d'ossigeno si decomponeva facilmente producendo un gran volume di gas a temperatura nori alta, e quindi provocava una diminuzione di potere er·osivo, e contemporaneamente poichè l'a,bbassa.mento della temperatura d'esplosione delle polverì porta con sè anche una · diminu7,;.lme di vampa alla bocca delle armi, l'impiego
-
172R -
ST UDI RIGUARDAè\Tl LE l\ U(}VE POLVEHl IXB'UJ\!I
·d ella centralitc vP-niva fatto sfruttarnlola anehe come sostanza -<( antivampa ». In linea generale si pnò dire che le sostanze refrigeranti _proposte furono sempre idroearburi, quali vasellina, ,olio mi.nerale, bicarbonati, cianuri, ecc., aventi in definitiva sempre .Ja funzione chimica cui. si è sopra accennato. Jt pertanto da .J:ilevare che tutte tali sostanze refrigeranti, per il semplice fatto che determina,vano un abba:,;samento del numero di ca,lorie svolte all'atto dell'esplos~one, abbassavano automaticamente la potenza delle polveri alle <1uali venivano applicate, e ·d oè ne diminuivano l'effetto balistko; in altri temini il va,n"taggio di avere la polvere ineno calda non compensava adegua·tamente la perdita di rendimento che ne conseguiva. Il problema non era, del rest-0 di soluzione tanto facile, tanto che gli -s tudi per risolverlo, faeendo ricorso all' aggiunta cli sostanze .r-efr~geranti, continuarono ancora per lungo tempo . La seconda soluzione per avere polveri meno calde ricorrendo alle << bafo,titi attenuate )), eonsi!'itett<-! nel . fabbricare bal istiti a titolo attenuato cli niroglicBrina, infel'iore cioè alla :percentui1le normale aella, balistite italiana ordimn·ia che, com<'~ ·ru detto, era dd 50 %. Ma un abbassamento tr,oppo sensibile ·della titola½ione in nitroglicerina avrebbe pertanto avuto una i:roppo sensibile diminuzione di. effetto balistico : necessitava ·perciò di introdurre corrispondentemente nella miscela altre ~.ostanze1 la cui funzione chimica, riuscisse a compensare con venientemente la, ridnzioue di nitroglicerina. In certo qual mo<'Lo la << solenite )) e la « polvere 02 >), delle ·(1uali già si è fatto cenno, così come la balistite al 42 % di nitroglicerina p{~r l',obice da 305/1'7 rispondevano alle predette ·conclizio11i, ma, esse non erano delle vere balistiti attenuate, giacchò in esse non vi era l'aggiunta di alcnna sostam;a compensatrice, mentre le balistiti attenuate avevano la caratteri,-stica specifica per cui il titolo molto ba,sso cli · nitroglicerina, ·e r~t compensato cl a una ter½a. i-;ost.rnza. Qnesta terza, . sosta;11za, era, generalmente un nitr-oderivato ··d ella serie aromatica, in genere un << binitritoluene )> oppure nn « trinitrotoluene)). Ognuna, di queste sostri;'nze gelatinizzava ·in. nitrocellulosa e veni,a così a sostituirsi ad una parte della :t.12
-
1729 -
P..\H1'1'l
TEC:\'H',\
18,0-1DlG
nit,i-ogliccl'ina. Di tali sostanze ~i fan\ ce11no in seguito pa1·, lau do degli esplosi.vi di .·coppi.o. Kel 1911, al .Poligono L1i Cit-iè, la ~ociet..ì Dinamite Nobel ùj Avigliana spei-imentò una strn prima r ealizzazione di balistite attennata, alla quale fccel'o seguito molte altre che la stessa Ditta preparò e sperimen tò successivamente IJ?rima, durante e dopo la grande guerra mondia.le . 'l'utte queste balistit i attenuate avevano sempre umt potcn;,,a, alquanto inferio1·e a quella della balistite comune, lllH·, tenu to con to del complesso delle loro <;aratteristiche e elci loro pregi, potevano riuscire. cli utile e con,eniente impiego.
~
*** La scomparsa definitiva della polvere nera quale carica di scoppio nell'interno dei proietti scoppianti avvenne ancora più tardi che n0n quella della st essa polvere nera adoperata oomeeBplosivo di lancio nelle varie c1rmi. Alla fine del periodo sto, rico in esame, e del 1·esto per molti mesi ancora durante la grancle guerra, alcune g1·a,na,te, essenzialmente cl i gr,osso e me, elio calibro, furono caricate con polvere nera, mentre la poherencl'a addirittm·a non scomparve per il caricamento interno de, g:li s hrapnel, per il caricamento special e, fumogen o o da istru, zionc di alcune gr anate, pei- incendivi e. artinzi di divers~ genere. Le palle regola111cntal'i, le gn111ate ordirnu·ie, le granate tb frattura prestabilita e le granate perforant i dei materia,li men<> recenti. di tntti i calibri, contene-vano carid 1c di polvere n era a. grana fin a, di peso proponionato al calib1·0 e al tipo di proietto adoperato . Le polveri. a1 più viva combustione e cioè a grani di picc ::,Jedimensioni hanno maggior potere dirompente e vennero a pr-eferenzn, impiegate per le cariche cli scoppio delle grana,tc da campagna, delle gnrnate di cannoni a, caricamento rapido n ondiè per il caricamento degli shrapnel. Viceversa per il caricamen to delle granate d'acciaio di' maleria1i più recenti, qnali le g-rl'\,nate t orpedini, le grana te-
17~0 -
Ul.l
ESPLU:,T \'J
DI
Sl'Ol'PJO X[ l PROlE'ITI
D' AH'l'lCLIERI.\
mina, e le gra:nat(~ dirompenti si adotta1·0110 senz'altro i nuovi alti esplosivi. L'ii1conveniente principale conna.Lunito all'impiego della polvei-e nera. nel ca1·ic:a1He11to interno delle gnrnute a grn,ml~ cf"fetto esplosivo cl'a. qu ello cli 11110 scal'::;o pote1·e dirompente .. Affinchl\ sni ùcl'sagli più resistenti si consegnano sensibili effetti distrHttiYi, è nec·cssario che g-li csplosi\'i costit uenti le cm·ic-llc di ::-l'oppio llell<~ granale e::;e1Titi11<J ptessioni rileYanti, me11trc i1wece gli esplosivi balis tici costituenti le carfche ùi lancio ùt.'hhono ess<~l'e dotati di ;i lto potere propnlsivo semm, esercitare pressiolli eccessive sulle pareti delle i1rmi. "In altri terrni11i negli esplosivi di lancio la reazione esplo·fra c1eYe Yerifkarsi piuttosto le11ta e progn~ssiYa, mentre negli esplosivi <.:ostituen1.i le cariche inLe1·ne di scoppio delle granate hl, 1·ea7.i011e deve essere molto rapida, e violenta. Un altro i11c01weniente presentato dalla. pohere nera usata per il ca1·icarnento interno di scoppio dei p1·oietti era quello cosicletto dello cc an·occamento )) : per esso, all'atto dello sparo con fo1·li ,·elocità di partenza la polvere che durante l'operazione di caricamento del proietto non avesse eventualmente potuto esser~ fortemente compressa a mano, veniva automaticamente ad intasa,r si verso il fondello del proietto e :'-pesso, bencfaè la spoletta f11117.ionasse 1·eg0Jarmente, non si accendeva e quindi il proietto o non seoppia,va, ·o ppure consegnivano man cati scoppii sui bcl'f,agli. Anche pc1· l'impiego degli esplosiYi ndle cariche interne di scoppio dei proietti come pure pe1· i lavori di mina, fa Chimica che in tutti (]nesti airni andava, realiz1r.ando le più g1·andi e decisfrc sue conqniste, scop1·ì, inununiz7,ò e (]nindi additò per gli usi pratici tutta la teoria numerosa cli quei prodotti nitroc.omposti, per cui l'Artiglieria per una parte e la tecnic:t delle grandi costruzioni stmclali ed idrauliche d'altro lato poterono él.isporre di ca1·iche cli SC{>ppio a, grancli.ssima efficacia distrn tti va.. Il fulmicotone cl.te, per la s ua grande forza dilanintrice. si era dimostra,to assolutamente cla scarta1·e come esploi:;i.vo cli lancio nelle armi, potè invece essere proficuamente impiegato come esplosivo cli scoppio nel caricamento dei proietti. e in ~ - l7B1 -
,,
l'AHTB '.l' ECX ICA
18TO-Hll5
modo generale esso venne adopera.to in molti Eserciti ed in quasi tutte le Marine militari per caricare le granate torpedini t le grana.te mina,. li'ra i nH)derni -esplosivi ad alto potere dholllpente, il tl:'uhnicoto11e fu i1 primo che sostituì la vecchia polvere nera m~l ca1·icamento delle granate. Il fulmicotone, quale risultava dalla fabbricazione, era .1111 espl·osiYo estrema.mente sensibile agli urti. Questa sua ~ai-attcristica negativa oltl'e .::i, l'enderl<l pericoloso per la con:servazione e nei trasporti, non era certo favorevole per im piegarlo a costituire le -cariche interne di scoppio, che essendo soggette a violento impulso balistico prodotto dall'es~J.osione . delle cariehe cli lancio nelyt,ocche da fuoco, debbono esser.e relativamente poco sensibi1i a, scosse violente. Ma, in confronto a questo suo inconveni<mte, il fulmicotone è dotato di una proprie tà positiva, veramente prezi,osa, qua.le _quella di poter assorbire, senza, a,l terarsi, una f.ort(~ percentuale di acqua,, variabile dal 30 al 35 1~; · acqua che non rigonfia le fi.bre del fulmicotone, dè a:nzi per eva,porazione scompare poi del tutto in se6 1lit10 ad aumento di temperatura. P er tale s ua favorevole caratteristica il fulmicotone poteva essere conservato e impiegato in un conveniente stato di umidità per cui ne veniva diminuita, la eccessiva sensibilità. N'egli nsi pra,tid, come nel caricamento delle granate, il fulmicotone venne impiegato allo « stato umido )), ordinaria.mente con una percentuale d'acqua dal 18 al 20 % : esso era all'uopo confezionato nelle forme più diverse o in blocchi, o in dischi, o in grani od in altre sagome ancora. Inizialmente nelle granate mina, da 24 e da 28 la nostra Arti.glieria impiegò il fulmicotone formato i n grani; esso era confezionato in dischi per le granate torpedini dà 15 e da 21. Nelle granate mina, l'esplosivo introdotto nella, cavità interna del proietto, lo si manteneva fermo versandovi una miscela fusa, cli paraffina e cera vegetale : nelle granate torpedini ad ogiva avvitabile, esso si disponeva entro custodie di zinco che venivano introdotte nelle granate stesse dal bocchino . . Alla << stato secco )) e cioè con una quantità di acqua variabile dall'l al 2 %, il fulmicotone è sensibilissimo e veniva -
1732 -
IL F U L)IIC01'0)<E
adoperato in piccole q nan tità. e soltanto per innesca te il fulmieotoue umido : così nelle nostre granate cariche di fulmicotone umido, si aggiungeva nn innnesco cli fulmicotone secco in immediata vicinanza della spoletta, e cioè veniva applicato il principio clell' « innescamento graduale)) o « innescamento multiplo >>. P er la, completa esplosione llel fulmicotone umido, diventato relativamente poco sensibile, si sarebbe richiesta una forte quantità· di fulminato di mereurio nell'innesco della spoletta: viceversa, per cuntenere il fulminato di mercnrio - seni:-:.ihilissimo e pericoloi:;o - entro piccoli limiti cli peso, si ricorreva ad un innesco ~nt<~rmedio di fulmicotone seeco, a,1ente 8ensihilità pratica.mente intumedia fra il fulmicotone di mer.<~urio della spoletta · e H fulmicoton e umido costituente la ver::1, carica cli seoppio : in altri termini, il fulminato cli. mercurio era l'innesco << principale >>, etl il fulmicotone secco fungeva da innesco « sussidiario )). Lo ~-tesso prineipio si applicò anche per altri esplosivi nel caricamento delle granate (spolette e detonatori) e nel brillamento delle mine. · Interessanti esperienze furono e~cguite in Italia in questo periodo per saggiare la, seni:;ihili.tà del fulmicotone agli urti, e da tali ·esperienze risultò che alla temperatura normale di 18° o~corre un lavoro d'urto di circa. 24 chilogrammetri !Per far esplodere il fnlrniootone asciut to chiuso fra due lastre di ferro: racchiudendo il fulmicotone a.nziehè fra lastre metalliche, fra dischi di legno, l'e.splosione non avevn, luogo pur facendo ricorso a, lavori d'nrto cl1 gran lunga superiori a quello sopracitato di 24 ehilogrammetri. Il fulmicotone saturo d'acqua non esploè.lcva nemmeno se racchiuso fra lastre metalliche. Gon pallottole d'arma portatile si fecero poi a.nelle clell<>. prove di resistenza all'urto : col fncile Mod. 1870-87 tirando a G metri di dista117,a, risultò rhe il fulmicoto11<~ asciutto si accendeva ed anche esplodeva, specialmente se chiuso in reeipienti resistenti, mentre inVEce il fulmic,otone umido non esplodeva affatto. Ma, come esplosivo di scoppio per le cariche interne dei proietti, il fulmicotone non ebbe un grande avvenire : la chimica e l'industria fornirono ben presto esplosivi più adatti, tan to che l'impiego «:lel fulmicotone ne.lle granate non segnò
'
,, -- 1733 -
i '.\l!Tl:; TECXl t".\
J,'TU-1!) 13
c:llc una IJreve transizione tra la Yccchia pohere nera cd i più moùe1·ni esplosivi. Del resto, anche nei Jarnl'i di mina il fulmicotone, che pur tro,ò buon i mpiego pel' il suo . elevato potel'e dirompente, non si dilllostrò viceYersa conYenieute atteso che uJl'att.o dell'esplosione si svilupp11vano fo1·ti qua,ntttà di ossido cli carbonio, no<:ho all'organismo umano. Fra gli esplo.s.ivi cli scoppio più adatti deveBi citare per p1·imo in otdine cronologico l' (< acido pkrico >>. Sottoponendo il « fenolo >> alla nitrazione, cioè trattandolo con acido nitri<:o e con acido solfoi-ico, si ottennero dei « nitrofen oli >>, e piiì. particolal'm.e11t1:, secondo il gl'aclo di nitra:1.i-0ne : << mononit1·ofenoli )) 1 « binitrofeno.li >> e « trinitrofenoli >>. Fra questi ultimi il più importan,tc è l'acido picrico, che è uu esplosiYo dotato <.li alto poter(, dirompente: l'acido picri.co ~ quindi un nit1·oderivato del fenolo, ed il fenolo è a sua volta un deriva.to del benzene o benzolo, serie aromatica della ehimica organica. Il feno lo poteva essere ricavato dal cattame di carbon fossiJ.c, m.,~ q nello aclopemto per la nitrazione, dovendo cssel'e più pmo di quello ·ottenuto dal cat rame, veniva preparato sintet.icamente dal benzene. Giù, negli u Llimi decenni del secolo À'VIl I l' acido picrico era stato scoperto, ma non era, stato impiegato come sostanza ~ plosiva. ~el 1788 l'Hansmann lo -aveva ottenuto trnttando Findaco oon l'acido nitrico, e nel 1799 fu anche ottenuto trattando la seta cou lo stesso acido e fu allora c:.hiamato « giallo amaro>>; la sua. esatta ·composizione fu però conosciuta soltanto più tardi e cioè verso la metà del secolo XIX: e così pure soltanto più tardi fn ott·enuto l'acido picrico per nitrazione dal fen-010. Dapprincipio e in seguito nei primi tentativi della tecnica deg·li esplosivi, esso venne combinato a sostanze -0ssidanti, finchè nel J 73 il dottor Sprengel -Osservò ehe l'acido picrico conteneva in se stesso sufficienti quantità di ossigeno per costituire da sè solo un vero e p1·oprio esplosivo. Soltanto nel 1885 per opera del Tnrpin l'acido picl'ico cominciò acl essere praticaimente impiegato quale esplosivo di scoppio per gli usi militari, e particolarmente per le cal'iche in terne dei proietti d'artiglieria . -
1734: -
LA P.BR'l'ITE
Il Turpin constatò che l' addo picrico allo stato fuso era meno sensibile agli urti e più stabile di quello allo stato cristaHino, e propose perciò di impiegare nelle gra,nate l'esplosivo .fuso. In Francia, nel 1886 l'a.cido picrioo entrò a far parte delle cariche interne dei proietti e venne denominato « melinite >> : dapprima l 'acido picrico si impiegò in unione con nitrocellulosa, ma in seguito fu adoperato da i;olo. La melinite <lestinata al caricamento dei proietti era allo stato fuso ment re quella destinata alla carica delle mine era allo stat o polverulento. Anche l' I nghilterra nel 1888 per le cariche delle granate e ddle torpedini adottò la cosidetta « lyddite >) che era for mata per la ma,ggior pari:e eon a.ciclo picrico, e anche la lyd<lite fu impiegata allo stato fuso; e nella guerra anglo-boera, oostituì la, sostanza gene1'almente impiega ta per le cariche cli ~coppio delle granat e dell'Artiglieria inglese. Gra,dualmente l' acido picrico venne acloftato cla <p1asi tutti gli Eserciti: gli Stati Uniti impiegarono la cc emrnensite >) e il Gia-p pone la <e shimose >), tutti quanti esplosivi di scoppio essenzialment e costituiti da acid-o picrico. L'Art iglieria i taliana adoperò l'addo picrico puro dandogli il nome di cc pertite )) e lo adottò come carica cli scoppio nelle nuove granate d'accia.io a grande efficacia distruttiva . La pertite venne così adoperatiy : nella granata torpedine, con ogiva avvitata, del mortaio da 87; nelle granate d'acciaio, con bocchino po-steriore, dell'obice da 280 L. ; in quelle del mortaio .aa 210 e in quelle del cannone da, 149 A. ; mentre poco dopo -venne pure impiegata nella granata dirompente del cannone <la 75 Mod. 906. La pertite si presenta gencralrncmte sotto forma, di piccoli -cristalli di colore giallo chiaro (gitLllo picrico) ; ha la proprietà di fondere a temperatura cli 122°, e adoperata allo stato fuso nell'interno delle granate è meno sensibile e quind i più :sicura . Appunto perchè meno sensibile, la pcrtite fusa, per pot er ·esplodere completamente, r ich iede un detonatore ossia un innesco sussidiario a quello della spoletta costituito da fnlmi-
-
1735 -
PARTfil T ECNICA
1870-1915
nato; tale innesco srn:;!-ìidiario e1·a forma to da pel'lite cl'istallinll pçl_v(;lrulcnta, eomprc>.ssa in 1rn bossolo cl'aedaio. Nell'uso tlell'adclo picrko si rilevò pertan to nn imonve, niente elle, pu1· essendo l'i11co11 rnniente unioo, non pel'Ciò era. meno gr,n·e e clerfra.va dnlla proprietù, chimica <li int.1ccare la. maggior parte dei metalli, fol'ilWndo dei sali cbc prendono il nome di picrati. Questi pie.rati sono anch'essi csplosiYi, ma tutti quanti sono sem;ilJilissimi agli urti e pcl'ciò molto peri0olosi. I metalli più fa cilmente i.11taccati sono il piombo ed il ferro, i cui picrati sono qnindi i più sen~ilJili : in misura alquanto minoresono intaccati il rame e l'ath,minio, mentre poi in misura. molto rhlotta sono in1.aceati lo stagno ed il nichelio. Occoneperciò evitare il contatto diretto del~cido pic1·ico col metallo. delle granate : all'uopo per gli U&'l della nostra Artigli.eria le cariche di pertite vernwro contenute in custodie di cartone. introdotte nei proietti. e deve!':i rilcnn·e che questo sistema di isolamento è preferibile a quello, usato in Artiglierie estere,. cli stagna,re o verniciare le pareti interne dell e grana.te. Pertanto anche da noi, -ma solo nella granat~ torpedine del mor, taio da 87 la pcrtitc veniva fnsa direttamente nel proietto,. ma que1't'ultimo .aveva però lo, sua cavi.tà interna opportum.1,, mente verniciata. L'affinità chimica. dell'acido picrico per i metalli costi, tuisce un tale perk:-010 per cui debbono essere osservate speciali. cautele nd maneggio-, nella conservazione, nei trasporti e nel l'impiego in genere di questo esplosivo che per tanto è dotato, di brillanti caratteristiche, fra le quaJi prin cipalissima quella del suo elevato potere dir,ompente. In Italia la. fabbricazione dell'acido picrico venne affidata all'industria privata, ed all'uopo come prima operazione il fenolo veniva tratt3ito con aci.clo· solforico concentrato e quindi poi il prodotto così ottenuto era trattato con una quantità. tripla cli a.ciclo nitrico. Tale opera,zione di niti·a,zione veniva, eseguita, in recipienti di grès allo scopo di evitare la forma -. zione di picrati, e con riscaldamento a vapore : col raffreddamento l'acido picrico cristallizzava; i cristaHi veniva.no quindi. sepa,r ati. per centrifuga,1.,ione e poscia erano essicati.
-
17~G -
IL 'fH01'YL
*** L 'acido pi c1·i<:o aYeva appena iniz.into ln s.na funzion8 pratica di esplosivo uelle cai-iche cli scoppio dei proietti, e già, un irnovo alto esplosivo - il « trotyl )) - si imponeva, all'attenzioue dei tecnici per le sne peculiari caratteristiche cli efficacia e di conservazione. Dalla nitra,zione clel « toluene >>, i.<.lrocarbnro delh1, serie aromatica e uno dei sottoprodotti <lella distUlazionc del carbonfossile, clerinrno i << nitrotolucni » e più particolarmente, secondo il grado <li nitntzionc: i « mononitrotol 11 eni >>, i << binitrotolncni >>, ed i. << trinitrotoln en i )). Jl t.rotyl, ùetto in seguito anche « trHol-0 >> è il più impo1·tante fra i nitrotolueni conosciuti, ed è un esplosivo di seoppio dotato dell e iniglio1·i f!lltL· lità. Esso fu prepai·a to fin dal l 63 clal vVilbrand , ma soltanto in segnito e cioè 11el1' 11ltima decade del secolo XIX ebbe una prntirn. applicazi.one come esplosivo. Nel 1891 la Germania iniziò la fabbricazione del tritolo su Yastn. scala, producendolo, per merito cli C. llii.ussermann, <.:on criteri e metodi inùnstl'iali e perciò economicamente conYeniente. Nel 1!)02 il trotyl veune adottato in Germania come e:-plosivo di scoppio nelle granate, e nel 1907 oominciò ad essere adoperc1.to pnre ndl' Artiglieria italiana, con la, stessa destinazioue : il trotyl fu in Sl~gnito a(lot.tato in Spagna, in Russia e succcssiYamente in altri Paesi. Alla caratteristiea di un alto potere dirompente, pressoché ngnale a quello dell'acido pictico, il trotyl nnisce quello di nna stabilità chimica praticamen te soddisfacente. A differenza dell'addo picrico, esso non intacca i metalli nè gli ossidi metallici, ed è poi meno sensibil e del1'addo picrico alle azioni d'urto. Se si esclude una crrt.a suscettibilità di alterar si all'azione della luce, si può affe1·mare cbe il trotyl conserva a lung,o le sue buone caratteristiche, e non risentendo poi l'azione dell'mniditù, esso sostituì vantaggiosamente il fulmicotone nelle mine suba,cque e nei siluri. Si <~omprendc pertanto come, per tali sue preziose qualità, il trotyl dovesi:ie ...-enir preferito all'acido picrico che, qnantun-- ] 7R7 --·
P.\ltTI;; 'J:f:C .\'IC.\
1870-HJJ5
tiue dotato di elevato p-0tere dirompente, era sostanzialmente più pe1'icoloso. :Nelle A rtiglieric dei cli,1 ersi Stati, come t~nchf\ nella nosh'a, i:;i impiegarono per dfretsi anni contemporaneamente i due esplosivi , fin chè il trotyl non sostituì definitivamente e completamente l'acido picrico. Difficoltà cli pr,oll 1rnione ed elevatezza di costo possono eventua,lmente impedire Urnpicgo i n tutte le granate dell'artiglieria, di un esplosiv-0 così eccellente quale è il trotyl : anche per hL nostra Artiglieria,, dopo l'esperienza della guerra 19151918 doveva imp01·si nna limitnzione $9.R-Seguente clalla scarsità di materie prime. Durante la gucP-f-a, di fronte ad un fabbi· sogno di circa 2500 tonnellate mensili, l'industria nazionale non poteva fornirne che 900, e pel'tanto dopo la guerra è stato necessario di orientarsi vetso l'impiego di esplosivi di scoppio di più facile produzione na,z ionale: in conseguenza il trotyl venne perciò riservato a proietti di speciale efficacia. Nella nostra Artiglieria j1 primo impiego del trotyl fu fatto in granate torpedini di piccolo calibro -con ogiva avvi tabile a bocchino antel'iore: troviamo cosi le gra,nate torpedini da 75 A., da 87 Mod. 98, da 70 mont. , da 75 Mod. 906, nelle quali il trotyl venne adoperato allo stato fuso. L'impiego del tr-0tyl venne gradualmente esteso a granate di alto potere dirompente di medii e di grossi calibri ,; e, nelle granate delle bocche da fuoco adottate negli ultimi anni del periodo qui con sjderato, - quale il cannone da 65 mont., il cannone da 75 l\fod . 911, l'obice da H9 pesante campale, e il mor taio cht 260, il trotyl fu il principale esplosivo di scoppio da noi impiegato. Non avendo affinità chimica ooi metalli, il trotyl si poteva introdurre direttamente nei proietti senza alcun inv.olucr-0 protettore : pertanto per gli usi nelle nostre granate si prefer, di intr-0dmre il t1·ot.yl in cns todie di car tone, e ciò essenzialmente per comodità di caricamento. Il trotyl si presentava sotto forma di cristalli aghiformi, cli color giallo pa,Uido; fondeva a temperatura oscillante attorno agli 80°; la sostanza fusa poteva essere compressa du rante la sua solidificazione e diventava così una massa com patta, dura ed a frattura omogenea, in certo m-0clo simile a quella della porcellana. Adoperato nelle granate allo stato -
1738 -
LA
13.-\LI;:;'l 'lTEì COi\H'H I,;SS.-\
fuso, il trotyl richiedeva un innesco sussidiario ossia un deto · . natore intermedio, per lo più formato di t rotyl allo stato cristallino. La, fabbrica,zion e del tMtyl venne in Italia, effet tuata a cura di DittB private, quali la Società Italiama Prodotti esplo den ti, la Soeietà Bombrini P arodi Delfino ed altre. L a nitrazione del toluene poteva avvenire in una, in due ·Od in tre · fasi, secondo che lo si p11ssava direttamente a l trinitrotoluene oppure lo si pàssa-va prima attraver&o :11 binit r-0toluene, oppure altrimenti lo si passava prima al mononitrotoluene ed al binitrotoluene. Oomunque ottenuto, il trinitrotoluene doveva, essere puritlcato, e tale purifkazione si effetttrnva 0011 cristallizzazionf' mediante alcool, che è il miglior solvente del t rinitrotoluene.
La balistite per le sue caratteristiche balistiche era un esplosivo generalmente adoperato nelle cariche di lancio delle bocche da fuoco, ma poichè essa, confe½ionata in gra,ni di dimensioni molto piccole e usata con forti densità di caricamento, poteva produrre effetti dirompenti dovuti all'aumento di pressione realizzata con tali modalità, di confezione e di impiego, nel period~ st,orico -che stiamo esaminando le cariche di scoppio di itlcune granate di piccolo calibro della nostra, Artiglieria furono formate con cc balistite compressa J). Tali erano le cariche interne delle granate torpedini da 70 mont., da 75 A., e di1 87 B. Mod. 80/98, cariche costituite con balistite a differenza delle cariche di ,scoppio degli stessi. predetti materiali che, come fu detto, era no formate con tr,otyl. La balistite, usata pel'. _ questo impic~go, era quella, in grami del N . 2 ed era foggiata in formelle : essa veni va racchiusa in sacchetti di flanella, e sul fondo della formella inferiore era investito un cappelletto di cartone. La compressione della balistite serviva a d ottenere densità di ca rica.meno molto forti. I n ,prosieguo di t&tnpo) con l'adozione degli alti esplosivi questo impiego della « balistite compressa, ll nelle grana.te venne però presto abbandonato . Co me esplosivo di scoppio, in grani piccoli e con forti densità di caricamento, Ja balistite poteva, anche essere im piegata nelle -
1 739 -
PARTE TEC.NICA
1870-1915
mi11e ell in modo particolare in lavod di earaltere militare aventi lo scopo di predisporre detenninate interruzioni strn<lali. Infine nelle eal'iche di l'iuforzo e ùi infiarnmazioue di a1cu11e nostre granate venne adoperata una speciale polvel'e al quanto ilitl'c1·en te dalla balistile nella composizione chi mica . Queste cariche funzionavano da detonatore intermedio tra gli inneschi delle spolette -e le cariche di scoppio vei-e e proprie costituite da pertite, o da ti·,otyl o da, balistite delle granate torpedini cli piccolo calibro, già precedentemente citate. Le cariche di rinforzo erano formate da bossoletti cl)l<cìaio; qnelJe di infiawrnazione da tubi cli ottone : ed entn.1:n'l'bc contenevano una conveniente qua11ti.tà. cli esplosivo polverulento, composto di 40 % di nitroglicerina e GO % cli nitrocellnlo a, compre sa.
Come già fu detto in precedente volume di questo Storia, nel 1875 il Nobel, scoprendo la solubilit~L del cotone co]Jodio Il.ella nitroglicerina, [:>reparò nna dinamite formata di 93 pèLl'ti di nitroglicerina e di sette patti di cotone oollodio, e la denominò « gelatina esplosiva>>· Qncst'ultima appa1·ticne al grnppo delle « dinumiti a base attiva>> : ]a base era, il cotone collodio, sostanza che partecipa attivamente alla reazione chimica dni-ante l'esplosione del composto. La gelatina esplosiva diventò regolamentare in Italia per usi milita1·i, e l'Artiglieria la, impiegò per rompere le bocche da fuoco cbe si volevano re11de1·e inservibili, no1tchè per frantuma.re i proietti carichi che non erano scoppiati. Nei primi tempi per gli speciali usi su accennati, oltre che la predetta gelatina esplosiva, si adoperò anc:he nna « gelatina eRplosiva canforata>>, composta, di 88 parti di nitrogli cerina, cli 7 parti cli cotone collodio e cli 5 parti cli canfora, la c11 i aggiunta conferiva al prodotto una minore sensibilità all'azione élegli urti. Col tempo però la gelatina canforata, che richiedeva un innesco molto energico e si alterava molto facilmente, cedette completamente il posto a11a gelatina pura, meno alterabile e 1·ichieden te un innesco meno 'forte. ~
l'iJO -
LA G GLA'l.'INA EJ!'- l'LOSIVA •
LE ROSTANZE lNNESCA~T!
L?L gela t ina esplosiYa era. una sostanza pla t ica, gommosa , bia1wo-giallast1·a, dotiLta cli el~vato potere cliro.w.pente . A tempe1·atllt'e piuttosto basse e cioè inferiori a 7°, essa congelava indurendosi e assumendo una colorazione più chiai·a : poteva però essere facilmente disgelata, e ciò costituiva un titolo positiYo perchè allo stato cli congelamer.to la gelatina diventava più sensibile agli urti e quindi più pcl'icolosa. La nostra Artiglieria adoperò hl, gelatina esplosiva confezionata in cartucce cilindriche del peso medio di 100 grammi, di diametro m.w.. 30 e di lunghezza mm. 100, avvolte in car ta impermeabile imbevuta cli paraffina; tali cartucce venivano innescate da capsule cli fulmin ato cli mercurio con cletonariori s ussidi ari cli fulmicotone secco. J:>a1-ticolari norme dovevano essere osservate per la conservazion e, per il trasporto e per l 'impiego di un esplosÌ\ 0 così delicato e ta nto sensibile, e già nel 18 '4 un pnrticolare cenno i11 proposito venh·a pubblicato nella parte 1a del Giornale M i7
Utare. Là gelatina esplosiva fu oggetto cli cont inui studii e di molteplici esperimenti atti a saggiarne la sensibilità, la stabilità e la potenza . P.er h~ rotturf:~ dei proietti inesplosi il numero ~:1clle cartucce cli gelatina da impiega,r si era proporzionato al calibro dei proietti stessi; per la frantumazione delle bocche da fuoco il quantitativo di esplosivo era :fissato da regole pratiche, -ed empiricamene si riteneva che fosse necessario un grammo cli gelatina esplosiva per ogni chilogrammo di peso della bocca. da fuoco, od altrimenti che occorresse un grammo cli gelatina per ogni. 10 centimetri eubici cli anima. Lai gelatina esplosiva, venne fabbricata in Italia dalla Società Dinamite Nobel di Avigliana.
*** I1 fulm inalio di me1:·curio, al quale già si ·è fatto r.enno tl·attanclo del periodo storico 1815-70, continuò a'.a essere impiegato come sostanza innes<:'ante nel periodo in esame 18701914, in cassnle da. servire ai diversi usi. Non lo Eli impiegò qua.si mn,i da solo, ma. generalmente in intima mescolanza con -
1741 -
l'ARUl TJ.;C:-;ICA
1870-19] 5
cloralo di potassio, c,on solftn'O di antimonio e con altre SO· stam,e. iian mano Yennero però pubblicate nuovè norme spe· ciahucnte in riferimen to alla conservazione ed ai trasporti di un esplosivo t osi pericolosq. Nel Giornale Militare del 1897 vennero pubblicate speciali rigorosissime norme per l'imballaggio da adott.al'si nei trasporti sia per ferrovia, che per via ordinaria : essenzialmente queste miscele fnlmi nan ti non do,·ev;rno mai essc1·e trasportate già con. fezionate, rna bensì essere p1·epal'ate in posto e cioè nel luogo dove doYevano c~sete impiegate; i componenti delle mb,cele dovevano tasRativamente essere ti·a-s porlati separat a~te. L'a,vvenfre pertaJJto 111011 fn esel nsivam<~nte 7-5crvato al fulminato di mcrcu1'io : in prosieguo di tempo si studiaron o, si spcrirucnturono e ·si adottarono anche n uove ·ostanze detonanti, più energiche e più sicure: ma per diversi anni ancora, e durante la gr ande guerra e durante il periodo immediata. mente snccessiv-0, il fulminato di mercurio e le miscele f ulmilllanti continuarono a 1·endere prezioso servizio come innescanti, come trasmettitori di forza viva alle potenti cariche di lancio delle bocche da fuoco, ed a.ltrfs1 come trasmettitori di forza YiYa alle cariche di scoppio delle granate a grande effet to.
Notizia bibliografica e delle fonti PER IL S Ol".l'OCAPITOLO (( P OI,VERI ED ESP LO SI VI 01':L CAPITOLO
XXXI .
(1 70-1914-)
A11IATUno AMA'l'URO
§
»
3
'
L e.zioni di esplos-iv·i (Bona, 'l'orino, 1921) . MicBELE : 2'eoria degli esplosivi (Bona, Torino, 1927). CLAVARINO .A.NTONI O : Porza e votenza della polver e da fuoco (Voghera,, Roma, 1880). G mA MICBELE : Ohiniica delle sostanz e esplosive (Hoepli, Milano, 1919). M rcUELID:
-
1742 -
GEKEfULl'l',\
lzzo
.\.'.l'TII,IO :
SULL'EVOLTJZlO:'.\"E
DELLE
AR1'10LlElUE
G-h esz,losivi e le sosta·nze agyress'i,ve nelle loro applio(u:ioni 1nilita,1··i ('J.'ipografia clel Genio, Pavia, 1929).
MoLINARI
QuAn1'1Il:RI: Notizie sugU esploclenti in Italia (Hoe~li, Milano, 1913). MOLIKA Rooowo : l!Jsvlo<lent-i e .loro fab1wicazione (Roepli, Milano, 1930). R EGI! SALLusno : Pol·ve·1·,i, ea esplos·ivi e loro effetti (Dir. Sup. Costr. <l' Art igL, Ròma, 1923) . FJ
FO~TI I stri1,.~:-ion·i e disvosizioni regola1nen ta,ri. Rivista· d, Artigl-ier·ia e G-enfo : A..rtfooli ·miri s·u,gh esplosi1;'i. Scuola d) Applicazione d) A1·t·iglieria e Genio : Sinossi diverse delle lezioni di niaterie esplosive.
§ 4
BOCCHE DA FUOCO = AFFUSTI . INSTALLAZION I . CARREGGIO 1870• 19 I 4
Generalità • L'evoluzione delle artiglierie per ciascuna spe, cialità dell'Arma · Artiglieda da montagna . Artiglieria da cam= pagna ed a cavallo , Artiglieria campale pesante = Artiglieria da assedio . Artiglieria da fortezza = Artiglieria da costa = Arti= g lieria controaerei. Conclus ione , Situazione ne ll 'anno 1915.
Nel 1° paragrafo di que8to stesso capitolo sono sta.ti dettagliatamente esposti i gra.ndi progressi realizzati nella tecnica dell'artiglieria nell'ultimo trentennio del XIX .secolo. Questi grandi progressi accoppia.ti ai graduali perfezionamenti a:pportati a.Ua polvere nera dagli studi del Berthelot, dell' Abel, del Sarra,u, ·del Piobert, del Saint Robert e del Roclurann, permisero il largo impiego delle polveri a, lenta com-
1743 -
PARn: 'l 'EC::S:I CA
1870-1915
bustione e progres:-sive, favorendo il i:;otgere ed il razionale sfruttamento delle artiglierie acl anima molto lunga,, specialmente cli medio e di grosso calibro, alle quali dopo il 1870 si era dovuto ovunque ricorrer-e per poter lottare emc~Lcemente contro la crescente potenza della corazzatura delle navi e delle prime fortezze terrestri coraz~mte. Riferendoci a quanto sopra devesi rioorcl::Lre che in Italia l'ottima ghisa prodotta dai nostri Arsenali fu ancora larg~.mente utilizzata per le artiglierie di maggior calibro che ì®-t--_... nero st udiate e fabbrica,te nel deeennio successivo al 1880. Devesi anche ricordare che per gli affusti da ca,mpagna e da assedio sorsero nuove esigenze di mobilità, di protezione dei serventi e di maggiore resistenza, esigem~e che indussero a diminuire il ginocchiello e la carreggiata,, ad affusolare la coda, a moclHi care l'unione dei treni, ed a perfezionare gli organi di puntamento onde accelera.re e rendere più preciso il tiro . Negli affusti da difesa invece, dopo un 11011 lnngo periodo durante il quale prevalg,ono ancora le antiche forme a cassa, destinate tan to alle instalh1zio11i in barbetta quanto a qnelle in casamatta, in torno al 1880 sorsero forme e disposizioni totalmente nuove e fra loro diverse, in relazione al generaliz,,;a,rsi daJla corazzatura. Già è stato largamente accennato alle decisive tendenze che si cletennina.rono verso la fine del secolo scorso per apportare successive radicali trasformazioni ai materfaJi da campagna, nell'intento di accelerare il tiro; e fu a,nche accennato alle due soluzioni tecniche che si contesero il eampo: l'una consistente nell'aclozi,one di << affusti elastici ed a, cannone fisso )) in cui il rinculo è scmp1icement(~ ridotto, l'altra caratterizzata dall'adozione di << affusti a cannone sc1orrevole >>, nei quali il rinculo è totalmente soppresso. Essenzialm(;nte importa ricordare che gli organi -principa,l i dei due tipi di materitLli considerati erano : per il primo: v·omeri dritti, freni idauJici dapprima coin ricuperatore idropneuma,ti.co e 1più tardi con ricuperatori a molle; e per il secondo: affnstino disgiunto dall' affusto, v,omero, freni di ruota e cuscinetti elastici; mentre poi con tale secondo tipo di affusti a cannone seont~rnle si appro-
-· 1744 -
:fittò della immobilità conseguita, eon tali matel'iali per munire !di affusti di seudi atti a, oroteggere i serventi in batteria. Le p rime soluzioni ,1dottate dall 'Artiglie1·ia ita] ittna all 'inizio cli que::;to periodo cli rinnovamento elci mat(~1-iali da c:am r,agna furono le radical i modificazioni apportate nel 1898 al ea11none da, 87 H. per renderlo atto alle cariche di balistite e per accelerarne il tiro; Faclozione del cwmo11c cla 70 mont. ,: del can none da 75 A. mod . J900, di clisegno e costruzione italiana. Le già, descritte rotaie a cingolo, inventate <hl Hostro Bo -. nagente per il traino delle gtosse a-rtiglierie diedel'o una mag11ifiea risolnzionc nl problema dello svolgimento a utomatico delle rotaie col traino del :c:iu:-ro, t,wtochè la loro diffusione fu 1·apicli~si.ma pres~o t utti gli e.~i~l'eiti, e larghe ne furono p ure le applicazioni inclu stl'iali di md.o genere. ~acque1·0 in ()_nesto pe1·ioélo i. più importanti t ipi cli affusti da, difesa adottati dall' A i-tiglieria., italiana : . affusti e sottaffusti éln, difesa per installazioni. in barbetta ed in casamatta, cli boc~·he da fuoco di medi.o calibro e da {:osta,; affust.i e sottaffnj,,,ti per in stallazioni spednli a cannoniera minima, a sfera, a scomparsa, con o senza leggere corar.;1;atm·e, per t ol'ri e torrette ùorazzate . Bd è anehe in q1rnsto pc1·iodo che nacque la specia,Utù, di artiglicrfa pesant<' campale. Devesi ricordare -che tali ùltimc bocche eh fuoco sorsero essemialmente p e:· ~fruttare i Yantaggi offerti dalle polveri infumi e dai progressi C'onsegui.ti e raggiunti dalla tecnica per qua,nto aveva tratto alla costr uzione clella bocca éla fuoco e del proietto, onde avere : eele1·ità cli tiro e q uincli. rinculo soppresso; ra,p idi sistemi di caricamento ; nuovi cong,egni di puntamento; riduzione del peso del materiale per accrescern~ l,1 mobilità rinunzi.anelo all'uopo ài -c alibri troppo grandi e . organfar,ando il traino ed i rnrii elementi della batteda in modo df:J; renderne gli spostaTJlcnU relativamente facili e spediti. Verso la, fine del. periodo qui consiclerat<>, e cioè alla vi gilia della grande gnerm, sorse l'artiglieria con traerei. che in <1ùell'epoca non fignrava, ancora. çome una specialità a, sè
113
-
1745 -
PARTE TECNICA
1870-1915
stante; di essa parleremo in ultimo indicando le bocche da fuoco che per tale specialità furono adottate in un primo tempo. ** *
In relazione a quanto esposto, l 'evoluzione delle artiglierie in I talia può essere precisata e riassunta come segue. ) :Nel 1870 la situazione delle artiglierie regolamentari risulta dallo specchio rip01·tato nel precedente volume V alle pagine 2338 e 2339. All'inizio cioè del periodo qiti co11si éterato, le artiglierie, per rispetto al loro servizio, erano allora classi ficate in artiglierie da camipagna, da montagna, da assedio, da piazza e da costa. Ciascuna di queste specie di artiglierie rispondeva ai suoi particolari caratteri, e precisamente : le artiglierie da campagna dovevano agire sulle truppe, sul materiale e su tutte le difese e gli ostacoli che presumibilmente si sarebber<J incontrati nella guerra campale; le artiglierie da lllontagna rispondevano agli speciali ca,ratteri necessari per Ja gu erra di montagna, ècl era tassativamente imposta, per esse la condizione che un cannone da montagna non eccedesse nel peso i 100 kg. circa; le artiglierie d'a sedio e da piazza avevauo per scopo di eseguire bombardamenti a.. grn.ncli distanze, demolire i para~tti e le costru?.ioni interne clelle piazze, smontare le bocche da fuoco del difensore, e praticare brecci<' nelle murature; le artiglierie da costa avevano il compito di colpire l<" navi offendendole nelle parti più vitali, ocl almeno mettere le macchine fuori servjzio, r ovinare le artiglierie di bordo, o decima,r e gli equipaggi. Nel 1890, e cioè all' incirca a metà del periodo consiclel'ato, le ar tiglierie v,c niva,no ancora raggruppate nelle specialità. da campagna, da montagna,, da assedio, da difesa e da· costa, ed erano in esperimento alcuni tipi cli cannoni a tiro rapido. Da- quanto già fu detto ncl 1° paragrafo di questo capitolo e da quanto verrà detto in seguito circa le varie specialità di a1·tiglierie, nonchè dagli specchi relativi, verrà reso possibile di farsi un. esatto concetto dell'evoluzione &nbita _,: 1746 -
IL l\IA'l'IDRIALEJ DA
7 B.R. (1m.r .) DA MON'rAGNA
<1aHa nostra artiglieria clal 1890 fino al termine del periodo considerato . Nel 1914-15, cioè appunto alla fine <li questo periodo, le artiglierie, per rispetto alla loro destinazione ed allo speciale impiego cui erano chiamate, venivano classificate in : arti glieria cla montagna, artiglieria da campagna, artiglieria, a cavallo, a1·tiglieria pesante campale, artiglieria da assedio, artiglieria da fortezza, artiglieria da costa.
*** Per quanto tigua1'dfL l'artiglieria da montagna; il 1870 la trovò ancora col cannone ml avn ucal'iC:l cli libllrn J,1/3, ossia cli cnlib1·0 mm. 86,5; rigatura frt1ncese; peso kg. 100; inc,n·nl<:ato su affusto <li legno ll!Od. JS~~. someggiabile in due carichi, con la gittata massima, concessa dall'affusto, cli soli m. 2000 a 14 gradi di ele,azlone.
Ma già nel 1872, dopo i primi favorev.oli esperimenti con il cannone da 7 B. campagna, si decise <li cosLruire un cannone da montagna a retrocarica con lo stesso calibro del canrnone da campagna e impiegante gli stes~i proietti : e ciò non soltan to per avere unità di munizionamento con · risparmio cli spesa e di tempo, ma anche pet ottenere una, bocca da fuoco con camttere di tiro curvo pa,r ticolarmente adatto coi forti angoli morti quali si presentano normalmente in montagna, ed altresì poi an cora per avere un proietto di g1·ande dlìcacia. Come primo tentath·o fu stabilito anche di fon• tale c:umone da montagna dello stesso peso clel cannone ad nrnncarica, cd anzi di impiegare lo l'ltcsso affusto di legno ; e dapprincipio si crede~te conveniente di applicare nl pezzo la chiusura a vite, colla quale si sperava di realizzare una migliore utìlizzazione del peso complessiYO e della lunghezza della bocca da fuoco relativamente alla sua potenza, mentre poi d'altra parte si sperava che la piccolezza della carica potesse evitare gli inconvenienti che già si eranQ rilevati col cannone da cam1>agna,. e cioè: difficoltà di caricamento; dittic<'ltà cli pulizia dell'alloggiamento ; e, per avere la voluta resistenza, necessità di parti in acciaio e cioè o addirittura lo stesso otturatore od una ghiera .li alloggiamento. Le J)rove praticlie all'uopo eseguite procedettero producendo rnrii guasti e provocando inconvenienti piuttosto gravi.
-
1747 -
PAH'r0 'l'l•:C~It':\
1870-1!:IJ.5
Sovratu lto il co11geg110 cli chiusurn, c·onferru:indo i pl·c,·eduti irn:onYcnicnti, non diede ri:,ultnt·i sotldisfncenti, e pr esentò Inoltre d elle d ifiicoltà ,li ma nona allor chè il materiale era per fettamente a sciutto, ment r e YiceYers :1, se il materiale era eccc:ssiY;imeu!·e i11grassnto, l'a pertura avYenh·:1 spon taneamenle. Si iniziarono qui ndi subito delle pro,·e col congeg no (li ch iu1:11l'a a cuneo, elle diede risultati tleci:;:1meute ruigliol'i, pu r ol>blig:mdo :Hl :1umc11tare il peso dclln bocca cl a fuot:o tino u lorl l,g. Furono anchti pron1t! clcgll
\
l!'lg . :SO, - ( ':1n11 c. 11e <l:1 i B H . HC' I' . d :1 wonta1rnn.
ati:usti cli legno di v:11·io tipo con aloni cli ri11orto, <!Cl anche affusti lii lawier a cli · acciaio e di lamiera di feno con l' applicazione di cuscinetti ~li gomm a vulcunh1zutu tipo Engelhar clt. Si sverinwllLarono nllorn nnclle , 1 cannone di brou7,0 compresso, nouchè n1rii congegui cli chiusura a \'ite, ::i cuneo, e cli a 1tri tipi. Tutte quest·c pron ~ ccl es perienze por t:1rono le cose In lungo; e solt:rnt·o nel 1SSO si adcli\·en ne a1l'ndozione d i un modello clefiu lth'o in bronzo _compresso con: uu congeg.no cli chiu f<llFa a l·nneo pris matico, pure <li b rouzcl ; anl.!llo perfezionato l 'iorkowski d'ae<:inio ; caruera u nica eccentricn . ' Per l'affusto . ern stato prova to un moclcìlo in lamiera cli fcn o (lei peso cli cirt:a 140 kl!:, c:be fu però ritenuto eccpi;siYo sebb<'ne s i fosse escogtl:1to :I
-
17 13~
IL hlA'l'EHIALI•) DA
7 )3 .JL (RET.)
DA )lOÌ\'l'AGNA
sistellla cli t r:·1sportnre l e ruote sepnratmnente dall'atl'usto, i·iconendo cioè ad un terzo quad ruvede che veniva caricato con le due r uote· a i lati e con un cofano per a ttrezzi al cen(ro. Ma anche qu esto sistem a non d iecle pien:i. soclclisfazione, ta ntochè lo studio defini tivo dell'affusto ven.u<~ rimandato ntl 'llt r a e1foea, e fn tem por:inenrnente i,clott.nto ancorn r affusto di legno modificato con du e :lloui a c:arnllelto <li feno, con i quali si raggiungeva un !'-Ufficieute a ngolo cli t iro Yerticalc. L'affusto in lamiera cli acciaio n on fu a clottato che nel 1882, ccl aveva !e seguenti earatteristiche: <lne cosce di lamiera d'acciaio a borcli ripiegati iii dentro; sala a sezione qunclra tn ,correYole e <'ollcg:11::t w ccliante i tinl JJti cl i· sala ad un cuscinet to <.l i gomma vulcani¼7.:1ta sist emnto nel c:isset.tino •1i :,frusto, cuscinetto col quale si r:1ggi ungcrn. lo scoi)O <li attnlire l'ur to che affn tto dello s paro si vrovoe,na s ul comi1lesso clelL1ffusto in con:;eg11e 1,ia del l'inculo; congegno di punteri a :.1 ,·it<? doppia a ccman<lo int~!riuitt cnte, con snola di m ira. Il mah?ria le era nnrni to d i n 110 speciale freno cli ,;paro :1 corde, costituito d oè d a cl ue fmri Cli ritegno r,ggancia t f' con una estremi tà a ll n waniglia cli r.ocl >1 e munite all'altra esti·emit/1 cli u n ga ncio a T , il quale si .11Jl)liCfl\'H n eJrango!O 1TH d ue l':l?:7.e (' 0 11;.-(:!C U ti H \ (]OpO Che le fu ni erano State 1·is vetti,·::1111entc a n·oJ te, cìall'inclietro a Jr :i vanti e cl::11 basso a 11'al to, nella gola d ei illO¼zi clelle r uote, 111 moclo ,1:1 lasci,1r e ,11le ru o1e ste:;se In poss:bilità cli compiere una pic::coln ro t:.1;r,io11e pJ'ima (li essere arrestate d alla tcn!'.ioue cl.elle funi medesi me.
In complesso <l ue::-1-o rnat<~riale f u a.:,;sai appre1,1,a,to e foce r, ~iuo tempo bnona, e glori,o sa, p1·ova nelle nostre prime uuo pagne coloniali, adattandosi inoltre be11 issim o al munizi onamento co11 corone cli i,Ùne in sosti t uzione dei proietti ad in cnmiciatura di p iombo. Il carn10ne conservò l'alzo rettiHneo ud asta pentagonale anche quando i ('annoni da, campagna. adottar·ono l 'al;1,n-qùtllìrnnt<-~ modello ·11edi-az;1,oli. Il someggio del muteriale si facev a con t r<:' muli : e per il traino si adattava al mat<•r·iale una t imoH el la a. due ~ta11ghe ed una, traversa a telaio che $i applicnva. alla coda del pezzo mediante appositi attacchi , rnentr<! poi per il someggio la, timonella si trasportant daì mulo porta-cannone. L.:1, eorre11te favorev,o le alltt ccl<~l'itù, di tiro cd alla pro · tc-zione dei serYenti, che tantn inftue11za aveYa avut o per la artiglieria cln earnpagna , si. feee ané:he scntil'e ne1l'r1rtip;lim'ia da rnontag-11,1 do\'e però ,1.veva tJ'.c)vato ostaco]i. anche m,•ggiol'i COH$1::gne11li dnlla con$icforazione che: le difficol Ut di l'i.fond rnPn to clelle mn11i½ioni si sal'ebhern i11 questa ::,pecialitiì fdte -
17 ..rn
-
PAU'l'0 '.l'EC~!CA
1870-1915
sentire anch e maggiormente. M·~.L c,o ll'andare del tempo 1a necessità di un migliora ment-0 del materiale rimaneYa pu e i-t•m pre e,ridentc, ed in consegn en1,a nel 1900 vennerr) 1·eali~zati un nuovo cannone ed nn nuovo affusto da monta~na eon le seguenti caratteristiche fondamentali : cannone d'acciaio di calibro 70 a nossolo metallico, dello stesso peso del cannone di b1·onzo, e con otturatore a rapida manovra. Si otteneva cosi una \ potenza molto superiore a quella (lel sorpassato cullbro 75 percbè la velocità era aumentata da 250 metri-secondo (m/s) a 850 m/s circa, m:tlgrado la èlmlnuzionc del peso del proietto da kg 0,800 a kg. 4,500, mcDtre poi si aveva anche un altro vantaggio clerin111te (lnll'aclozione cli esplo$1Vi di scoppio pit1 potenti. Questo risultato non pote,·a pertanto essere ottenuto se non aumentando il peso del pezzo e quindi diYidcnclo in due parti l'all'ust·o vcr ottenem e maggiore resistenza e maggiore stahiliUt.
Siffatto matei-iulc fu intT<idotto in sc1:v1z10 nel 1902, Yen ne denomirnato cannone dri 70 A montci_(Jna (cla 70/13) cd ebbe le seguenti caratteristiche: bocca da fuoco di acciaio nl nichelio, semplice: orecchioni con zoccoli cilindrici ca,·i con risalto anulare cli sistemazione nelle orecehionlere; rigatura elicoicla le; camera unica 11er bossolo metallico, ma :ilquanto piÌl lunga del bossolo sl:c~so ; congegno cli cl.tinsura con manona e congegno tli 1;Jl:U'O perfettamente simili a quelli del cannone da 75 .\. Come si è eletto, l'affusto di lawiera d'acciaio ern d'lviso in Clue parti, testata e cocln . unentisi per me-1.zo cli un robusto nrpione i:porgente in arnn~i dalla coda, che si illlpegmt,·a facilm ente in nna finestra clella tcstnta nella quale veniva fissato con un chiavistello superiore. La testata portaYa la sala a sezione rett:ingolnre, scorrevole in staffoni chiusi Inferiormente da robusti nott"olini facìhncnte apribili pe1· effettuare un rapido smontaggio. La sa'Ja contrastava anteriormente con cuscinetti di gomma vulcanizzata che serrirnno, analogamente a quelli del cannone da 75 di bronzo, ad attutire l'urto del rinr nlo. Il congegno di pun teria n vite doppia, a couumclo continuo, era manovrato rueclinnte un umnubrio sporgente Clal fianco sinistro. I freni dì sparo erano ad a.ttrlto, e coi:;tìtniti <la zoccoli i.n legno incastrati in staffe di ferro, facenti corpo con dei r obusti tiranti; detti tiranti erano imperniati a due occhi sporgenti in alto clalla sala e venivano abbattuti - av::inti e indietro secondo i. casi - con le suole a contrasto dei cerchioni delle ruote imperniate sul mozzi di sala. L'eccentricità dell'attacco del tiranti rlspetto ai mozzi clelle ruote determinavano una resistenza d'attrito crescente mnn mano cbe sì VNificava 11 rinculo : i due tirn.nti, mediante catenelle tivestite cli pell<'. erano ,·incol:lti in modo da non potersi spostare fuor i dalle ruote. -
1100 -
I 1\1/\'l'LmIALI DA
70/ 15
E DA
65/17
DA MON'J:AGNA
n mr.neriale, senza le muni7.ioni, ern someggiato in quatL1·0 cn1·khi, e cioè : cannone; testata d'affusto; coda d'affusto e attrezzi vari; sala e ruote. I pezzi, accoppiaU in serie a due per volta, pote,ano ,·enir trainati da due muli disposti in pariglia, riconenclo ad un timone spezzato cbe veniva a1)plicato alla coda di uno dei due pezzi unitamente ad una stanga di batteria messa in trn,erso ed !tlla quale si attacca,ano le til·ene elci due muli, agganciate anteriormente alle fibbie dei riscontri del 11ettorale, e postertonnenr.e alla stanga; il l)ezzo postel'iore er a uni to a quello ::interiore medi:rnlt un1 ca~cna <li trnino applicala al suo occhione di coda e agganciata al gancio di traino del pezzo unleriore. Le munizioni (granata-torpedine e shrnpnel a carica posteriore), furono studiate sulla base di quelle da 75 A., e munite delle stesse spolette, a pe:-cu~sìone ecl a dopvio ell'etto. Il cannone da 70f15, ottimo materiale sotto tutti i punti di vista, e stutliuto a similiL1.1cline del suo fratello maggiore, il ca!lllone da 75 A., dovetr~ seguire il progressivo svolgimento dei tempi ed es.sere in bre,·e sostitnito coi1 un materiale a deforma7.lone, il quale, essendo stato coucepito in prececlen7,:1 dei tempi e cioè molto temvo prima c:he fosse possibile la sua adozione, allorchè venne n<lollato non ratil)resentava giù più l'ultima parola in fatto cli materiale da montagnn, speclalmenle per quanto riguarda i settori di tiro verticale ecl orizzontale. Ad ogni modo questo nuovo materiale da monta.gna., co nosciuto col nome cli cannone cla 65/ 1'7, fu apprezzatissimo e fece, come è noto, ottima prova nella gra.nde guerra. Le sne caratteristiche sono: ,bocca da fuoco di acciaio al nichelio, semplice, con un ingrossamento in culatta per fn1· posto all'alloggiamento del congegno cli cbinsura ; fascia di ,·olat..1; sporgenza per l'unione alla slitta; camera unica per bossolo unito al proietto; rigatura elicoiclnle. Congegno (li chiusura II vite conica leggermente eccentrica a scopo cli sicurezza contr•1 lo sparo 1>rematuro ; sostegno dell'otturatore a sportello a gomito con mozzo. La manovra dell'otturatore si compie in due movimenti, e cioi:!: rotazione del vitone per 1/6 di giro, e rotazione dello spor tello (manovra ottenuta però 111 un unico tempo, mediante len1 di maneggio e tiranti semplici). Congegno di sparo -con percussore a stelo, mollone di sparo e molla antagonista; leva cli sparo con molla di ripetizione automatica a maniglia, ri piegabile. Estrattore con unghia .agente con leva mediante rotazione dello sportello a des tra. Congegni cli sicurezza : contro l'apertura acciclentalfi': contro Io sparo prematuro; contro lo sparo accidentale, e per i ri ta rdi di accensione : dispositiYO questo che impedisce l'aperturn immediata dell'otturatore se il cannone non ha debitamente rinculato. L'affusto ha testata e coda separate e collegate con sistema analogo a quello clel cannone 70f1.5 . La testata è orizzontnle, e l:i coda è invece in òirezione lnclinatn secontlo l'angolo mnssimo che può essere concesso dall'al'l'u1<to. La testata è sopportnta anteriormente dalla sala elle può essere
-
17:'il -
l'.\l!TB TEC:-(ICA
1870-) 915
anche sfifata per il t 1·11s11ort.o ,1 soma . Sulln testata è e:istelllnta la culla, illlperuiata per l'clern,,lonc ad nn :1ffustino posteriore, e ,1ppoggiatn. anter iormente nl c:ongcguo di elenizlouc sostenuto in Ylc:iuanza della sala; l'affustino posteriore è a sua Yolt:1 storre\·oJe la t('ralruentc per il [nrnta meuto in (l irczione, ccl i:- com,1 udalo. COUlt' al solito, cl:1 un si~tellln di Yite perpetu a i11gTa nim l·e in unn clC' ntier a arcuntn. La coda è munita di cassettino cl'affnsto, cli rnmer o n perno r igi do, ri11ieg.1ùl le e <:on eleni e (l I roccia.
\
FiA". SOS - C::urnone da G5/li cl a mon t:1g-11a .
11 freno cli s1:aro è form :1to da 1111 robus1·0 cili11 d1·0 t Lle <:ostttniscc anc Ll~ culla cJe.l sir<tenta. ed è tissato aJratfustlno: es!;O conti ene rast·:i del freno che i111·ece è co lleg-nta 11ostcr iormcntc ::il c:1nnom·. climodo<:hè. contrnrinmente a quanto iu gener:1le si Yc•rifìcn 1wgli :iffu"t'i .1 dd'ol'JJJ:H:011e, è l'asta clel freno, anzichè il rl linclro llel freno. c:hc fa corpo cou la parte rinculai1t.c; e ciò .wvicne a causa del le piccole <.ì irneusi o.ui clclle varie ])ur ti, men i-re poi la \'Oluta stabilità. richiesta dalla uoteYole rt•sistcnzn che deve nverc il freno è ottcnut.1 cl a un.1 mn ggiore ltmghC'zz::i rel:tliYa rlel ri1wulo e tlcl peso clel complesso che è spin to pìuttof<to in av:tnti. I l cil in<lro llel freno è u nito all 'affnstiJ1 0 cd è munito cli rlue :rnide laterali lnniro I<' qu.1li rincula \ma lunga slitta sa.lclaJ1Jeulc collega t·a eon il <::mnoue r inculante. Tutte le JJarti cli rni ;. ccmpost·o ratrusto sono colleg:1te frn di loro con organ i ruolt'o 11crn11liri e tali da permettC're nlle ,·arie p:1rti la rnpicla effct-
-
1752
~
IL
).l A'l'fmIALJ,J D.-\
7
li . I{.
( u w1·:)
DA (.;.-\ ) !PAG.'s:\
tuazione di tutti i necessari rnovirnenti, mentre poi gli organi stessi souo anche combinati in modo da renckre impossibile la partenza di un colpo se essi non sono sistema ti n(~lle condizioni volute. Il materiale . si someggia in cinque carichi: (:annone ; testata d'affusto ; coda e i:uote; freno u culla e slitta; scudi e tutti i cofani per le 1mmizioni. Gli scudi sono cli lilmiera di 111111. 4, divisi iu tl'e parti ; le dne parti laterali sono .fissate con nrpioni alla sala e disposti a cavaJlo delle n1ote; lo scudo centrale, ripiegai.o con i suoi bordi laternli !Hl angolo retto, è scorrevole sugli scudi later ali e con la .sua cannoniera si appoggia a sna Yolta sul freno a culla pel' mezzo. cli rulli, ll imodoc!J.è lo scudo centrale segue continuamente l'angolo di inclinazione clel la bocc:1 da f uoco. Le munizioni, analogamente al urntel'iale da 75/27, sono costìtuite da granate-torpedini e shrapnel, (:on le spolette dd lo stesso materiale eia 75.
Come grn si è detto, il primo materiale introd,o tto in servizio nell'Artiglieria, italiana dopo il 1870 fu un materiale da, ,costa, ma m(mtre q1wsl;o anda,va perfezionandosi, era già in avanzato progetto un cannone da campagna detto Cannone da 7 B .R.ret. (brom'° riga.to a retrocarica), che venne poi. regolarmente adottato e introdotto in sc~rvir.io nel 1874. A questo materiale fu già aecennato nel volume V (pag . . 2343); e da tale accenno prenderemo le rn,osi;e per trattare tutta, l'evoluzione ddFart'(qlieria da C(im>pag11(r, ed a ca.1;a.Uo nelle sue vaPie vicende. Il oa·11no11c <la i JJ.R . r et . dapprima f u in bronzo, ecl in seguito i.n brom:o co111presso; congegno cli chiusura a cuneo con cilindro pris matico, con anello e piatto otturatore di acciaio e anello fisso nell'anima, nonchè dischi di r~mc cli spessore vario per regolare il fonmmento. Il fo rzamento ern. effe ttuato per mezzo <'li una vlte d'acciaio a spire, coi fi letti rasati secondo un piano tnngentf:' al f usto, impegnantisi in :1ltrettaute scanalntm·e elicoiclali praticate nella parete superiore dell'a.lloggiarnento ciliuclrico del cuneo : tale dispositivo nveva lo scopo di dare alla · vite la resistenza necessn ria senz.i richiedere un tempo troppo lungo per l'avvitnmcnto, giaccbè tu tta la vite poteva essere introclotta al suo posto per ·semplice scorri mento e avvitata quincli con nn solo mezzo giro. Ln corsa del cunc:i nell'apertura era lirnitnt11 da una vite di ritegno; e, p.?.r evitare apertu re aceidentali, il milnubrio era tissnto cla un dente di nrresto a molln. L'affusto era cli lnmiern di ferro, costituito da due cosce a orli ripiega.ti in clentro nel angolo retto ; orecch ioniere ripor htte; occhione cli coda .
1753
PAR'rÈJ TEC!XlC A
1870-1915
.sala cilinddca; l'Uote di legno con U\07.ZO metallico; seggioli Lli Jnmiera; congegno di punteria a Yile doppia. con comando continuo a ,·olanlino, e suola di punteria a cnvnlletto.
Il cannone da, 7 B. l'appr<•senta.va, giù, un seco ndo passo 11ei tentativ-i di evoluz,ione delle artiglierie leggere, perch è il pl'imo passo era stato fatto col cann one l\fattci-Rossi ad avancarica, di calibl'o 65 mm ., con affusto di lamiera, di ferro,
·~·
L ____ _ _ _ _ __.. ._ _ _____ _ _ _ ___ _ lNg. 800 - Cannoni di piccolo calibro e loro congegni di chiusura.
(cannon e da 9 B.R. Ret. B.R. Ret. da campagnJ. -
cannone da 9 A.R.C. Ret. cannone da 7 cannone da 7 B.R. RP.t. da montagna).
trai110 a tre cavalli alla buttera ; materiale destinato a. costituire un armamento particolarmente adatto per i terreni caratteristici delle zone d'operazione dei nostri confini che richiedono speciale mobilità e maneggevolez~a. Ma quest,) materiale, accolto aa.pprima con grande favore e certamente rispo11dente alle caratteristiche per le quali era stato studiato, prog-ettato e realizzato, e ricco d'altra part e di particolari
IL
M.\ l'J>:Blr\l,l:) Oi\
7
B.lL
(lll>:T . )
DA
(:A.\ll'AGNA
molto inte1·essanti, a prescindere dall'avancarica che era stata preferita per ln, fobia della complicazione, non po Lè evidentemente reggere al confroillto col cannone a retrocm·ica eh 75 mm ., che [)l'esenta.va evidenti vantaggi di potenza e di semplificazioni di servizio, senza eccedere soverchiamente nel peso consentito. Il. cannone cl,1 7:5 B. appare concepito appunto come un mi-
.~.
F ig . 810 . Cuunoue da 7 U.R Het. da <·am1111gna.
glio~·amento del rannopc da 65 Av., del quale 1ùtimo esso usufruì, per la ~ua 1·cali1,zazione, di. molti parti colari, tra i quali essen r,iale l'affusto metallico costruito snllo stesso tipo. È a rilevare pertanto che come ma teriale cli costrnzione della bocca da fuoco fu con1'e1·vato j) bro nzo , e eiò fu fatto. come già è stato eletto nel paragr flifo 1°, in consi derazione del costo dei materiali d,'acciaj,o, nonchè per la prevenzio11e, allora in parte giustificnta, contro gli in convenienti che avrebbero po· tuto event ualmente verifl c:arsi nel servjzio e nella manutenzione di tale bocca, da fuoco i.n con!';eguemm, della temuta -
175n -
PAIIT8 ' L'l,X; ;>;IC:\
J870-UJ15
fragilitù dell'aceiaio e quin t1i dei possibili peril'oli lli scoppio; 1; tutto que:::to mnlgl'a<.l o elle fosse 11olo e noto1·io -L:ome all'cste1'0 le a1·tiglieric di acciaio di qual:,;ia~i t alibro .wc:sero <.luto ottimi 1·isultnti. Il matPl'ialc Y<mne stnd ia to <.:OH tlll co ngeg110 a cn nco di lipu Iùupp, ma con Y:-t1·ic i11110,a:,,,ioni caratteristicamente italiane: ln Dit.ta ted esca avcn1 giù allora fa tto una largn. espe· riew~a iu tali. <:ost1·uzi.oni cli olturato1·c a em1eo, e devesi 1· i(;c nos('Cl'e ehc fn allora sag·gfo consiglio l' appogghnsi su !ali esperie,117,e dell'est ero a nr.ic: hè i11ca11rn1inarsi per 11n11lnng-n, ed a1·<lua sll'ltcla cli cspe1·ie11ze d i1·ettc : i HciRt1··i .A 1·ti_g liel'i, i 110 .. tri tec·nici, e.cl i nost r i S t.abilillH' nti , a Ycva 11 0 ripet utamente dato prorn della loPo abil ità. e darnno quindi si<·m·o afficlarncuto c:li c, sMto la guida clcl ri.ost1·0 massiruo arti · gliet<', (ii.orn nni Cantlli, essi 11 n ebbc ro pot ut o e sap uto realizza l'e l'cliC'emcnte, e forse m H· hc {)l'Onta men te, ottimi <' socl c!isfa cen ti rn<ltcl'ia]i ; ma il tempo stl'i11gp,·u , ed i n o~tl'i mezzi fi na11zin1·ii 11 011 con senl i.,,..rno lnssi del ge1w1·e ; 11011 si poteva più olt1·e tcnel'c un'art iglieria da can1.p:1gna con (:a nnoni ucl arn11n11"ic·a e ciò ta nto pitì pel'(·hè si ri c: ot·da,·a che allra volta, in 1rn n ou lon tano paRsa to, g-li 11n-cni111vnti politici avevano <·ostretto a parlfr e i11 te111pest irnrne11te. <'tl .wernno obblig-n.to tli nC'con tell(a1·si , plll' di aY1! 1·e qnnlche C' Osa , di artigliet·ie acl a ,·an <:a1·i<-a de1J e qnali noi , si t:ndò a l'ilernre le man c:hevolezze. Il <:n 1111one cla 75 D. 1·hrnltò tale tla po ter cornpetere con le nnuloglic <"ORtl'nzioni dell'cste1·0. erl csse11zialrne11 te con quelb ,uluttatt> i n <: ernu11iia ed i11 Aui.;t l'ia. :Kon 11 w 11c·,u·o11 0 però le r ritic he. che .11,dm·ono anzi cresee1Hlo rna 11 rnm10 <·hc Ri. Yen11e :i conos<·cnr.a~ i l'a pidi prog 1·eR~·i. (' OtlS('g'lliti all'cste1·0 . . • O\Tntu tto Si ]au,en-tavan·o : ]a pie<·ol ezza del c·alilll'O e la <:onscgneutc scarsezza "\~'efficacia dr I ])l'oi ctto: la, clelic·n ({' Z½.l de} congt>gno di d iiusura ;\ In SCD.l"· /:.a mobilitù del p<>i,zo per la ma11canza cl i i:;tabilit.ì, a1 traiino i n rnns:t ù(•Jla piccoler.za della C'ancggia ta. per c ni 1 1=:i ct'a dovuto :tncl1c rirhnTe il diaruetro delle ruote ; ecc . ecc. )foll e clelle cri tiche ehe si muovevano a r1uesto nuovo nostro matel'i nlc ernno pe1·ò don1te a cl esagerazioni misoneistiche -
175G -
<'b coloro che non Yolevano r innnciare aUa scwplicitù. ccl alla, 1·usticità dei rua tc1·iali ad a rnncarica, e di legno, cbc iu parte continuavano ancpi-a ad esisteJ:c, e figuruYano tut t'ora in servizio <·oi ]ol'u varii. tipi. Ad ogni modo, allorchè si doYetre constatare ciò che era, stato fatto alFeste1·0, e si affaedarono al nostro Paese le inderogabili lH,"{:essiti'L impellenti pet la nostra di fesa, s i dovette pronedere d 'ur genza seguendo la strada già iniziala. Alla qm,slion e del caimone ch.L campagrnt 1-eggero si aggiunse snbito quella del cannone pesante per sostituire il cannone da, 12 al fine di oomplelare un sistema moderno di vrtiglierie c:arupa.li, ~:istcma che . i. concepiYa costituito cfa clne mat<'t'Ìali: uno ruoJto molJilc e cli limitata potenr,a quale il 75 B.; e un se{:onclo per il qual e la potenza, nei limiti ammissibili cli peso, fos:-;e la c.1,1·a.ttc1·i:,, Lka pl'etl,o minante al fine cli poter battel'e bersng:li campali di una c:erta l'esistem,a . Si pensò anch e a miglionu·c il cann one da '75, aumentando l'angolo di depr<~sRione 1lc~ll'affusto mediante l'applicazione di nn tallone di mfra per lcuer . olleYata ruaggiormente la Cll· latta, e corn scntire un a11golo cli - G g-radi, e poF-sibilmcnLc ài - , gra1li. inYece cli - 1,5 g1·adi, c-ome el'a, in o!'igine. In quell 'epoca Yennc anche a,anzata in Italia nn'altra nuont proposta, che a nticipa.va, cli mollo la grande inven½ione tendente al riparo dei . er,·enti , con~isi.ente negli scncli di protezione : si tntttan, nllora di scll(li metnllici mobili da giustaporsi in vicinanza e d'innanzi nl pezzo a difesa dei serventi; ma per il momento 1n proposta. non ebbe seguito. 11 nuovo can11one pesrmte el'a stato concepit,o col calibro da S5 a 95 rum., sempre con preferenr,a per il bronzo, cscogi. tanto pcrtnnto ,arii e dhersi sistemi di costruzione della bocca da fuoco : iu ln'·OH7'0 tnbato t1i ghisa pel' av,e re. nwt maggiore durezza dell'anima i in bronzo fuso in pretella sempre al predetto scopo; ir1 bronzo fosforo ·o, d11rissimo ma piuttosto fragile. · l\fentre si stavano compiendo tutti questi studi, venn~ prescmtato a1le nostre autorità competenti un matel'iale Kru pp di a.cciafo da. 87 mm. , tuba,to, con congegno di ehi.nsm·n analogo a quello da 75 B. Data l'urgenza, del problema , fu <lecii-o di -
1757 -
l'AHTE TECNICA
1870-1915
vrovame subito due esemplari differenti · fra- loro soltallto per. il peso: le prove ·furono eseguite al poligono tedesco di Diilmen nel 187G, col tipo più pesante, e cioè di 492 kg. che lanciava nntL granata, di kg. 6,800; e come affusto, poicbè non si era rinunziato mai alla c1:eazione di un materiale italiano con aff~1sto meta1lko, venne scelto provvisoriamente l'affusto Cavalli mod. 18'14 iu legno. P -e r intanto, per far f.rontf alle prime necessità, fu stabilito l'acquiRto di 400 ei-emplari di tale cannone, denominato ufficialmente (lapprirna cannone da ~ A., e quindi carnnone da 87 A..R.C .r-et. da campagna. A.ll'a.ffosto vennero pertanto apportate varie 1nodi1id.1e ~econdarie, principalmente: al congegno di punteria, a-i lSeggfoli~ al · freno di via, nonchè . ai cofani dell'avantreno e del ca.ssone. Con tale materiale vennel'{> armate qnattro .batterie di ogni Reggimento , e phY precisa,mente le batterie 3", 6· e 9" 'ebbero tale ma.teriale in sostitu7,inne di ca,nnoni (.fa. 12, men . tre la 10" batteria Febbe in sostittrnione del cannone da 75 B. Il predetto cannone !la 87 ,1 era cli acciaio, a tubo interno con corpo di artiglieria portnnte il congdgT,è) cli , chiusura; ·era. rinfOl·zato da quattr) cerchi in culatta forma.nti grndino, aveva gli orecchioni a zoccolo quadro, e doppia camera liscia. Cougegno di chiusura a cuneo cilindrico prismatico come queìlo da 75; anelli e piatto otturatore PiorkowskL Manovra come quella del cannone da 7ii, nrn c·0n vite di forzamento alla parete posteriore. Per misura di sicurezza il focone ern disposto obliquamente nella vite di ritegno e attraversavn il cuneo con parti di rame.
Da noi vennero intanto attivamente continuati gli studi ed i lavori per avere un nrnteriale pretta,mente italiano, e fu -stabilito che esso avrebbe dovuto essere cli bronzo, del calibro &7 e di poten½a 1ion inferiore a quella realizzata, col cannone da 87 A. Krupp, cercando poi naturalmente· di utilizzare nella maggior misur·a, i progressi COl).seguiti nel frattempo nel munizionamento, fra, cui quello particolarmente \mportante dell'adozione della, cor-ona di rame in luogo dell'iJ: camiciatura cli piombo. S_i aveva intanto avuto campo di sperimentare i vantaggi che si conseguivano col bronzo compresso, impiega1f secondo procedimento applicato e sperimentato in A.t,1'.la da] co-
H
-
1758 -
..
l CAKN. DA
75
B. E
87
G. COSTRUJTI SIXONOO IL PROCBOD!E::STO CCHATIUS
lonnello Ucha tius . Tale procedimento consisteva nel {ondcre e forare il cann011e ad un calibro leggermen te inferiore a quello definitivo, e quindi poi portarlo a misnra esatta mediante il forzamento nell'interno dell' anima di spiJ1e d'acciaio leggermente coniche e cli dirunetro iniziale gradatamente crescente, spine che venivano spi11te sotto l'azione di compressori idra.ulici. Si otteneva così. una deformazione permanente colla quale, in base ad un principio di meccanica, allora resosi not-0 ,
1"lg. 811 · Cannone da 87 A.R.C. Ret. da campagna.
il materia,le acquistava nna, .resistenza elastica alla clilacazione, pari a quella con la quale si era ottenuta la deformazione permanente. Gon questo sistema venne costruito il cannon e da 7 n., ecl anche nn nnov-0 cannone da 75 B. da campagna, col q nale ultimo tntti gli antkbi esemplari esistenti del vecchio tipo vennero aboliti e sostituiti con tali cannoni di bronzo compresso. g clo,eroso ricordare che il concet.t-0 del forzamen to delle artiglierie dall'interno era già sfa~to proposto :fin dal 1864 dal ~
] 759 -
l'.\l:'rn Tl·:C'::ocA J8TC-1913
l'allora tcn . col. i11g. Giuseppe Bianchi da Gambolò, al lorchè era direttore della Fonclei-ia di Napoli, con procedi me11ti alquanto diversi, ma che pe1·ò · preconizzavano quelJi che Yenn ero poi escogitati dagli a rtig:lie1·i e dai tecnici per ln costtnr.ione delle artiglie1Jc antofol'zate.
r ,I' . l :
},'ig. 812 · Affusto d::t campagna
11e1·
c:iunone da 9 B .R. R et.
ll ca1111one cla Si /3. er a rli bron¼o co111vre;sso; orecchioni con zoccol1 a l>:tse qu::idrata; cilindro <li culnlttt con Jll'ism:1; <:amera doppia lis<:ia; focone ::illa l\fantis ; co nµ-cg no cli ch iusu r a a em ico pr iswatico con :tnelJ,j otturn torc tipo riorkowskl in ::inello lisso dell':mirna , :., n-ilnto; pi nLto ottnrutore conten uto in 111Jop.p.-iameuto della fi\('d:1 anteriore clel cu neo, con l'nggi un!a cli clìsrhi di v:n io spessore per ot teuer e il volu to forzamento inizi nle; vite di forz:1nu?nto n ispire tal':tte; fornamento in me;,;zo ~iro; manovr a diretta cnu m:wubrio, ('O n dente di arre><1 o e molla cli bronzo, ,. arreslo :.i vite di ri te:;no ; tubo ili ('fl ri c:tmento ;;corrern lc. Affusto cli lamiern d ' uccioio; cosce n profilo reLtilint'O con oècbioue cli coda; s::ila d ' a·ccinio cilincl ri N1 e tir:tnti 1nn-c r1·:1t'C'i:1 io; freno <i'i Yi :ì n 1 stanga, a ,ile ; COil/!('1;110 cli elcYn zi o~1e :t Ylre dop1ii11 e coni a ml o \ n vi te con tinu a, con nrn nul>rio: suola d i mirn: pnnl:imcn!o llapprima <'On nlzo
'''""' " "
e
,,.;,.,11 ,,,; "" "':":;~:,,:: p,,,,,.,,,,,11 .
)
IL CAKNON.0 DA
8'7
Il . l'l'ALIANO
Il ccinnonq. da 87 B. rta.Zia110 venne adottato nel 1880 <:on un congegn,) di chiusura a cuneo, dì bronzo, prismatico; ma l'affnslo non era ancora stato ben definito, tantochè si arri vò fino al J.888 prima cli poter radiare definitivamente l'affusto Cavalli ciel J.844 in legno, quel glorioso cimelio che aveva combattuto tutte le guerre del nostro Risorgimento.
l•'ig. 813 • 0annone tla O R .R. Itet.
A tale epoca, e precisamente Y-e rso il 1S90, cioè a metà, circa., èl.el pc~riodo che qni. consideriamo, la sitmLzione delle artigli.erie da campagna e da montagna r·isulta dagli al! AgfLti specchi A. e B che si riportano (1) allo seopo di preeisare una · situazione i.ntermedia fra quella già indicata nel volume V (pag. 233S e 2339) dove! tisnlta.no le artiglierie regolamentari in servizio nelFanno 1870, e la sitm1.zione che apparirà più avanti in altri speechi. indicanti qnali erano le artiglierie in servizio nel 1915. (l) .AruGNO - Mat<ffial<J 1taiicino
114
(Torino, 1899).
-- 1.7(i] --
Anno · 1890 -
Bocche d,o, fuoco in servizio (da campagna e da montagna)
I Congegno
BOCCA. D.A ]'UOCO
di chiusura
la cuneo
cilindrico prismatico con H • CA.N:XONE da 7 B. R. Ret. nollo otturatore di u.ooia>io (t.ipo Pior· (da oampagnn) kowski) cl i sposto nell'anima. cuneo prismnt:ico, con a.nello oUm:a.CANNONE cla 9 B . R. Ret. tore cli acciaio di(da campagna) sposto nell'anima (tipo Piork owski ). 11
cuneo pris m1:1tioo, cou anello othuaC.A.'N NONE da 7 B. R. R et. rn.tore disposto n el (da. montagna) piatto (tipo Piorkowski).
rn
Cl)
Ie
Cl)
S _peoie
o k
di
~
tiro
o I,m.ni.
e:
d
Proietto
2
g? ~ P-t g
1n. ,
1/1,.
k(J.
k
.
{
:1:000 5800 J)erc. 5300 • I d i ll shnipnel a fornpo 4200 • 87 <>OO lancio n metraglia a sh nipnel (ca.rioa contrale) 2800 A
a gtaonta di lnncio
I 298
I
granata
{
it
Annotazioni
.D
granata
3800 3400 a pere. 4400 • a s hrnpnel a tempo 3900 • di 75 500 • lunc"io a met.raglia a shnlpnel (carica cen1 fralc) . 2600 •
I
.so-od
~ o:: ii,
o •-< o
iL
75
A
o Gi ttata <> massimn. .,...o ~;::! - ........
o ::; e:!
SPECCHIO
n shrapnel
f
a
. . .
i!OOO 381;0 a por o. :.woo a tempo il51 0 •
metraglia 3ijQ n shrapnPI (carica cen tl'alo) 2000
•
it
•
...
P er otten ere gif.ta. te s uperiol'i, occo1·470 reva i ntC'n·a.rc le coda.
97,50
S!'ECCHIO
Anno 1890 -
B
Materiali da campagna, e dei 1nontagn.a (Affusti) .
Settore · v erUcale di tiro
e:!
~
P eso medio dell' affusto
"&)
DENOMINAZIONE
èJ)
o
d)
DELL' AFFU S'1'0
'-<
8 I
1~
~
,z p...~ ~
.:. . o
o r./1
g·t 03
2
o e :a: o,., o
,.
Vuoto
;:.-;
I
·~ w ·;:::e _o
I
gradi gradi
Freno
"'g~~p., "d)Ss
.,:,
"o
d)
do
o~"<>I Tcg.
kg.
367
700
Affusto da campagna per
cannone da 7 B. R. Ret.
1,966
19
7
a, leva CO n
dentiera Affusto da campagna pei· cannone da 7 B. R . R et. per batterie a cavallo
1..MO
22
rn
4?0
787
a v ite
Affusto da campagna per cannone da 9 B. R. Ret.
1,540
21
10
557
1060
a. vite
Affusto eh campagn.1, 1\-f.ocl . 1844 per cannone da 9 .. Ret. (1)
1,540
20
15
595
1114
a vite
Affusto da monlag:na di lam:ieta. per cannoni da 7 B. R. Ret. (2)
0,710
20
10
140
24B
f m~e di ritegno per i
\ traino
(1) Serviva per le ba.t.terie da 9 di Milizia Mobilè. (2) E m in dotazione non alle batterie, ma alle opere prov vedute di ca~ noùi da, montagna. . ·
1763
PAH'.l'E '.l:EC~lCA
*
-?>:·
1870-1915
.;;.
Il nostro affusto si mostrò degno succedaneo del suo modello, dal quale a ,·eya tratto le cara tteristiche costruttive fon damentali, e tale ::;i (limostrò successiYamente allorchè, senza è1pportani mocliffrhe so$tanr.i,1li, esso ,enne acloLtato per le ba tterie ..L cavallo, colle quali, per qunnL-0 esse a.vesser·O un c:annone più leggero e doè quello da 75, in c::n1sa delle celeri andature in tenc110 rnl'io iJ matei-iale ent molto più tormentato. :e pi.ù aneon1 le qnaliliL ecl i pregi del n ostro affusto si 1·esero palesi nel 1 9, , quando gli eventi indn s ..ero gli artigli el'i a tr.:isfo1·marc il matc1·.iale èlu 87 H. in 1m model.lo a tiro accelerato, ,·cnenclo così H sottoporlo :-L sollecitazioni assai più Yiolentc di quelle pel' <·ni esi::o era stato stndiato. Prim.n, pertaJ1to delb suac·t;ennat:1 trnsfo1·n1azion e clel cannone da 8 7 B., eHtnuubi i mate1·iali deJla, nostra artiglieria da campagna ebht•ro a ,mbìre due modificazioni molto importanLi che però non alterarono menomarnentc le 101·0 caratteristiche costruttive. e cioè : Fadozione deLL1b:o-q11ncl1·antc modello P edrn7.zoli e l'aflo1.ionc delle~ pol\·eri infumi. Di queste i.nnova zion i vien e particolarrnl'nte tmLtato nei ri ·pettivi paragrafi degli stn1rnenti cli puntamento e delle polYeri ed e. plosivi, e pertanto q ni ba.sterà rilc,·are l'importanz:.L delle innontzio11i stesse che prelnclono a ILa completa trnsfonnazione dei materiali <l'artiglieria e conseguentemente alla possibilit,\ di nuovi procedimen ti tec11ic:i del tiro, e <li n ri-ove co ncezioni tat . tielle del combattimento. f,~ da quest'epoea che si inizin110 le p:1·ancli discussioni e gli n,ppassi.anati cl i.battiti in rignarclo di tali nuove concezion i , che anclaYirno pe1·ta11Lo ruatmando e riUettcnclosi !'-iempre più sulle norme cl i imf)iego clelJc artigliei-ie, sui problemi r'i.gua,rcl}Lnti. la celerità cli t ir,o, il p un tamento fodirctto, la protezi.01,e clei senenti, ecc . eC'c .: concetti tntti che ori gi1mriamente derivavano ancora. e sempre clnl nostro sommo Cavalli e dalla
!'-iUa Artiglieria Cacciatori. Mentl'C nel 1° pan1g1·afo cli <I nesto capitolo già. è stato ampiamente tral'tato un t ale comp1e8so argomento dalla sua origine alla sua eone] usione, qui Yogliamo doverositmente rie-
176+ -
I
lf, !'tni\Il'l'lVO l'!lOC:l~TTO Dl.;f, i\Ir\'l'f-:1a..\Li,; Bl.\:-CAHOI
vocare in qnalche particolare l'operato del nostro artigliere Giuseppe Bianca1·cli che fn in contesta bilmcnte il primo ideatore del materiale scuùato a. deformazione l',eco]l(lo nn concetto che dapprima, fll trascnnLto e quindi acca nitarnente osteggiato, ma che inYece Ye11t'anni dopo e ..... fnori d' Itali a doveva .
f
Pig. SH - Cannone da O H.R. Ret. da .campa1:ma {mocl. JSS0/!J8).
tealizzato con gli opport nni miglioramenti meccanici e coi perfezionamenti costruttivi raggiunti, assurgere a mode.Il o prototipo dei 1noderni materi.ali d 'a1-tiglic1:in. Il primit.ivo progetto del materiale Bia.nca1·cli, concretato nel 1874, è eosì sommariamente descritto dallo stc.·Ro inventore nell'introdm1ionc ad un albnm di fotografie inedite : « cannone di ghisa, ccrchìnto di acd:1io. Chin!Sura di culatta a cuneo dcu·
tato. Peso clel cannone co1npleto kg. GOO. Affusto cli lamiera di acciaio con aloni gil·evoll e freno idnrnlico per sop1n·imere il rinculo, e munito di cor::izz:1 cl'acciaio spessa mm. 7, :1lta m. l ,85, e scodalo nella parle supe1·ior e. L'af(usto ha un con!!egno cli elevazione che agisce alla volata mediante liranti, ecl un altro congegno a 1·ite applicato all'orcccbionc dcl'ltro per cl nrc 1:i di rezione nl pezzo s~~nza
~ 1765
PARTI> TE~NJCA
1870.-1915
muovere la coda. Ha l)lll'e due seclioll con cofanetti per attrezzi e munizioni, due semplici fusi di sa la amovibili e un freno a nastro per ciascuna ruola. Completo esso pesa kg. GOO. Avantreno di legno con due cofani ad arm:idio, contenenti 36 colpi : i proietti ecl i car tocci sono collegati t re a tre. Traino a sei cava.lli e attacco con bilancia clastica al centro della sala. Unione liber a dei due treni alla Gl·ibea uval. Ruote col mozzo di f erro a 18 rozze. Car reggiata di m. 1,54. Se1Tenti: numero 2 al pezzo e numero 2 per trasporto delle munizioni, oltre 1 di guardia ai cofani, e il capo-pezzo».
Il lungo . dibattito sul tipo cli materiale da prescegliere per l'arti.glieria da campagna terminò in Italia, seguendo l'esempi-0 della Germania, 001l'ad-ozione dell'affusto rigid-0 al quale però, mediante varii provvedlni.enti, fu conferita la possibilità di conseguire un certo a0eeler aÌnento nella cadenza di tfro. In conseguenzn d i tale deeisione la bocea da fuoco e l'affusto del cannone da 87 R subirono rnrie moclifiche : la bocca da fuoco fu resa adatta all'impiego ùel bossolo metallico corto; I'ottnral ore, in dil:ezlone dell'asse dell'anima, ,·enne 1irovvisto cl i percussore a stelo con mollone di sparo e molla an tagonista, su cui sì agiva con un gancio m:movrato con una cordicella cla sparo, che, in caso cli scalto a vuoto, doveva essere semplicemente riagg:inciata : siffatto congegno, molto. :;emplicc, poteva essere chiamato « a ripetizione non automatica », perèhè, contrariamente a qnello cbe s i veriflcav:i. nel congegni di sparo clelle prillle artiglierie a retrocarica con bossolo mefallico, permetteva cli ripetere lo spuro senza aprire l'otturatore. Fu poi inoltre applicato il necessu.rio congegno cli estrn1.ione, e l'es1)Ulsionc del bossolo sparato era reali1.2ata putc con mezzi molto semplici e senza a lterar-'! la sh·uttur a ed il funzionamento del!'ottn ratorc, ed avveniva• medi'nute due ganci a leva azionati all'atlo dello scorrimento del cuneo, cln <lne noci a molla. Per sopprimer e elasticamente Il rinculo fu applicato all'affusto un vomero montato su un robusto perno con una r obusta serie di molle a calotta eci un ampio piastrone :11largato di coda . Con ciò s i evitava il movilllento cli r inculo e la conseguente perdita di tempo per ripor tar e il pe?:r.o nella posizione primitiva cli sparo. ma si incorrevi, in un incom·enieute~l eri van te_ cln ll'cla.slicità ~lel vomc~·o clw, ~ister1de~do~i dopo di ~ver . esam1 . l'enerir,a del rinr.u10, r 1portaYa il l)C¼ZO rn a,·aut1 dt rlmbulzo, 1rupnmen ogll u n mo,·imcnto di lmpcnnagglo l'he ;;olleva va il pezzo e lo lnsciiwa ricadere sul terreno con un tormento non lndill'erente. Seguenclo i predetti couc:etll elle avevano presieduto alle modifiche apportate al mr,teriale d n 87 li . si pensò alla costr uzione d i \JU nuo\'O materiale, fondato s ugli stessi principiì clel cannone da 87 B., mn u tilizzando tutti quei mlglioraUJenti che permettessero di ottenere, ricorrendo all'acciaio invece che al bronzo, ma con un calibro inferiore e cioè di soli 75 mm., una potenza superiore a quella del cnnnonc cl:i 7:1 l3. e<l anzi uguale alla potcn¼a del
-- 176G -
.,
-l
Pezzo con gli aloni sollevati alla pos.ìzlone estrema del rinculo .
. Pezzo in bat.:erla colla corazza alzata e il cannone puntato coll'elevazione tn,u,simu.
Fig. 815 - Materiale scudato a dc.formazione progettato da Giuseppe Bian curdi.
PAH'ff:: 'l'O:C XICA
1870-1.915
1'87 11. Questo 11t10Yo cannone, che ebbe il nome di ca1111011c <in 75 1l. c<un· compan-e nel 1900, e fu di ldear.ione e di f:1bb1·icn7.ione completamente
11ag11a,
italiane, eseguile nelle Olllcine cli CO$tnrnione di 'l'orino e cli );:l])oli. 'J':1le bocca da fuoco, del. calibro di 75 mm., è di ace;i:iio .::iJ nichelio, e cowposlu cli un lubo-animn di spessore uniforme, 1·infornatu da un tubo Ili culatta col congegno cli chlnsura, e rla un anello di unione avviLnto. Il congegno di chiusura è u Yi te tronco-conk:1 SO!';tenuto da uno sportello ad anello im perni:it·o n destra tklla ('ulnLLa e rn.inovrnto mediante un blocco
-r
Fig-. 81G - Cannone cla 75 A.
)UOél.
1900 (con affusto rigido).
a ma11ubrio Yerticale c:onte11t•nte nnd1e un c:ung-eg"no di sp:1ro ; ì: a manovr:t rapWn, bnstnndo soltanto un quarlo di giro e il sus~eguenle moYimento <ti rot:nione clello sportello per opernre la chius ura e l'aperturn dell'ottutatore. 10strn7.ioue <lel bossolo melnlli<:o con eslrattore a gancio npplicalo allo sportello. Il congegno lll spa1·0, C'ontcm1to nel blocco eentrale, è a ve1·cnssorc a stelo con molla di sparo e molla antagonisl:1, ed è aziona to mediante cordicella cli sparo cbe agisce per mezzo cli uno scttÌto a gancio, che ftll17. ionn :i ripetJzione non automatica come quclln del e;:nmone (la 8, n., ma del qualè però c,ita nlcuni incouvenicnti fr:1 c-nl quello llel rìngganciaruento della cordicella. L'affusto, cli laruio2:ra d'acc-inio, è cli conformazione 11orU1nle, a cocla un'icu, ma con sistemazione acl alfnslino centrale per il puntamento indiretto. La snla <:ilinclrica passiinte 11ttr:.1versn in tcstat:, tut te e due le cosce, e su cli essa. per me-.1:zo <'li nn grosso perno Yerticnle è montalo un robusto affustino -
]7(5~ -
IL ~l..\TEHBLI:J 0.1
75
A.
a forchetta snl quale è iu<.:avnlcnlo il c:rnnonc, che vo tu\·a co,;ì essere spostalo iu clire:.1ioue cli tm certo settore pet· parte, senlla essere obbligati ad agire alla coda del 1,ez?:o. Alla <:oda stessa è a pplicato, aualogmncnte al cannone d n. 87, un voiuero ti:iso elastico, ma assai più rol>usLo e<l ampio per asslcun1re l'arresto e per rendere pH1 cJlicace il 1·imbalzo; era poi stato aggiunto uno speciale freno di sparo a corde, col quale, agendo con freni a molla sui mo;,;7,i tielle ruote, l'arresto del frcualllento era l"eso 11iù graduale ed elastico. Tl \'Olll1:ro è costituito da una specie dl stnfCa u bl'acd elastici, con molle elicoidnli robu:sle ; usso è applicato con un robusto peruo al clh;otto della cotla, e può essere ribaltato e sospeso con catenelle. L'uuionc elci trel1i era a gnn<.:io con contl"aslo verticale :serui-ehH,;Lico, e cioè il gancio cli traino ern portato dn una piastra all'estremità di un'asta irupcr11iata solla sala e appoggiata su una lt·avèJ.·sa sospesa d:1 due r obu-· ste molle.
Nel 1903 si pcllsò allclte di mnni1·e il p e;,,zo cli. swd i mo bili da a.ppoRtar~i op po1·t nnam eute iii vitin.,1111.a clel pezzo, ma da: esso se-parati ed indipendenti, e cioè stndin ti ed applicati sec-onclo i I concetto cni già si è accennato parlando del can none <la 75 D.; concetto l-Jernplicist.a c·lle però 11cn1111e110 questa rnlta ebbe alcun seguito . Come si rileva, coi predetti mez;,,i si cerc:an.t cli avv1c1 narsi allo sc:,opo finale ed esseuzialmente : di ac<·eleral'c alquanto il ti1·0, diminuendo per una par te i tempi che i cloYeYano impiegare per compiere le Yarie opera;,,ioni e cl 'altro lato esegnen clo più operazioni contemporau~amen tc; d i provveclere alla. protezio11 e elci serventi ; ccl i nfin e <li diminuire il tor111<rnLo del materiale. Alle mnggfori fatiche che si 1·ichiecl.eYano, ecl al tempo che per cs.' e andant pcrdnto, non si daYa eccessha importanza, pur cli evitare le comp1kazi:oni che saiebber o conseg ui.te alla, crca½ion e ecl a,ll' impiego cli un mate1·iaJc a, deform:t1.i.one. Questo materfale l'igido, adottato ufficia,lmentc nel J 900, con tutto il relutiYO munizionamento di shrapnel e di gr a natetorpedini, con spolette a, tempo appo::-ita,rnen.te stu,liatc, e con bossolo -contenente tutta la ca rica ma separato dal p r oietto, sostituì n cannone da, 75 B. sfa per le batterie da campagna C'he per quelle a cavallo, eù altrcsì sostituì anche il ca11none
da 87 B ., venendo così a costit uire l'armament o unico della nostra a,rtig1ieria da campagna. -
1769
l:'ARTIJi TECNICA
1870-l!H5
Ma la tendenza verso l'affusto a deformazione integrale, l'ealizzato ed adottato in !<'rancia nel 1897, studiato e costruito anche cla numerose Case estere, ed adot tato altresì. dalla Germania, che aveva all'uopo rinunciato al suo affusto rigido mod. 1896, aveva intanto fin ito per prevalere anche press0 di noi sècoodo il principio fondamentale del Biancar di, nel senso cioè di un materia.le che, per rispetto alla, parte dell'affusto che doveva, appoggiare a, teua, permettesse alla. .bocca da fu oco il rinculo ed il 1·itorno in posizione di sparo senza, impennamenl,o o sc,orrimento, ossia restando praticamente immobile, e consentisse così non soltanto l'abolizione cl el movimento a btaccia per riportare il pezzo in batteri.a e conseguenLemente una maggiore celel'ità, di tiro pet' la contempor·anea esecuzione di va.rie operazioni del servizio, quali il puntamento ed il caricamen to, che altrimenti avrebbero dovnto eseguirsi successivamente, ma altresi consentisse l'applicazione al pezzo di scudi per la protezione dei serventi. Per la realizzazione di questi concetti, l'a:ffusto doveva avere una adatta costruzione che permettesse lo scorrimento della bocca da fuoco avanti ed indietro, e. fosse munito di speciali organi capa-ci cli funzio nare opportuna.mente anche alle massime elevazioni. 'l'ali org-ani erano : a) un freno di sparo che limitasse il rinculo senza urti e senza ·scosse; b) un i-icupetatore elastic-0 che, oltre a conoorrere alla limita,zione ciel rinculo, agisse poi in senso inverso per riportare la bocca da fuoco in posizione di sparo, l'ilevancl o all'uopo che da se solo il ricuperatore non avrebbe potuto servire ~llo soopo perchè l'ela.sticità del ricnperatore stesso avrebbe riportato il pezzo in avanti con la stcsst~ ene1'.gi a colla quale esso era stato compresso, e quindi il cannòne sarebl)e giunto in batteria con la stessa energia e quindi colla stessa velocità con cui ne era partito, producendo per ciò, in ultima analisi, nn urto all'arrivo in batteria invece che alla partenza ; e) per evitare il predetto inconveniente era necessario che la bocca da fuoco torn a..sse in batteria dolcemente, e poicbè il ricuperatorn dcYe possedere un certo ec,cesso di energia per garantire il ritorno vincendo le massime resistenze -
1770 -
\
Pl!OHJ 1.;o ESPERrnN½E 1•1.m LA RK-\!,J7,ZAZI0:-E) l>ELL' AFPUSTO .\ OEFOR'.\{AZ.
del sistemo. e- doven do anzi riuscire a bloccRrlo in tale posizione Lli sparo, il freno, oltre a,d avere nua, notevole r c::- istenza, vicevcl'sa n el rinculo deve avere u na resiste11:1.a prcssochè nulla. n on ~oltan to n el ritorno, ma, <leve essel'c munito di un sistema di [renam eHto di ritorno che, per potc1· raggiungere lo scopo, abbia ad in tervcnil-c solamente alla, fine ùi questo_ movimento; d ) in fine poicbè, dato il moùo di rin culo, la pressione della c·oda sol tencno è relativa.mente piccola e quindi è relativa-mene fo<:ilitato lo sconimento cl clla ooda snl terT'cno stesso, pe1· opporsi :.illo scorrimento ch e altrimen t i si sarebbe r,1·ovocato v ei- effetto della 1·esisten,,;a, del freno e del ricupe1·atore, i quali si scaricavano alla loro volla su lla l.wse clell 'affnsLo, si r endeva neeessa,rio un uppoggio st11bi le d ella coda sul te1-re11-0. "Gn tale ·sconimcn to avvenne appun to nelle pl'ime p1·ove <;on affu sti n clefo.l':mazionc, mobili e senza YOmcro r i.gido, c-ioè libe1·amentc appoggiati e seoncvoli sul teneno, per i quali si v<>rificuva,n o su.I tencno clei 1·i11culi p1·essochè u guali a quelli degli a ffusti rigidi. Prima, di giungere a, sist<~rnare opportimame ntc 1111 ol'ganismo così coru1)Jic-alo, le pro,·e e le esperien 7.e d ovettero net essal'iamen te · passare pe1· di vrrsi stadi i. In 1111 primo ternpo si pensò di ntilizza1·c il sistema a, deformazione gfa a,pplicato nel affn sti da p osizi one o<l in stallazion e fissa, consis tente nel far d nc11b 1·e la boera cla fuoco montala su cli una specie <li affnsilno rjclotto alle minime dimensioni, ridotto ci-oè a due oi-ecchionic1·e montate su pattir1i se;orrevoli .·opra le lisce del1'affu sto, i11c]inate in modo da oppone un :.i, -tcrt:L r csistenz::L. e costituire nello stesso temp ò una specie di ricuperatore che fad li tassc il ritorno in battel'ia; il tutto con l'eventuale concorso cli freni iclrnulici o ad attrito . Q uesto sistema cli affusto da poi:;tazione fissa, ch e aveva p1·eso il nome di cc affusto a lisce e a freni laterali)), non si dimostrò atto all'applicazione all'art iglieria campal e es enzialmente perchè, per ottenere la stabilitù, cle.lraffusto, era necessaria una, rc8istenza del freno molto piccola, e conseguen temente si richiedeva una grande lnnghezza. c-lel rinculo e una, grantle estensione delle 1.isce eh~ divenivano per ciò troppo ingombranti e troppo pesanti, e quindi 11011 applicahi.li acl un materiale per il qoale la legge·-
1771. -
PAR'.L'El TECNICA
1870-1915
rezza era un a ,:;aratlcristkH, esse117,ia,le. Per queste ragioni le sistemazioni di questo tipo in pratica non fu rono applica te con affu sti a. rnote, se non per -c:a nnonj di pieco1 o ca.libro ; e in Halfo si eùbc effettivamente un cannone a ruote per a1·tiglie1·ie da GT uun ., da impiegarsi pe1· batterie mobili dell e for tezze. Qualche tentatiYo fu anche fatto dai nostri Stabilimenti milit.fri per cel'care di ntili;1,zarc H caunone <la ·75 A ., ma con J.n, s udcl escritta siste111azione a,p plicata agli. affusti si i-ilevò <·he la bocca <la, fuoc.:o, scorrendo sulle lisce aventi un'inclinazione :fissa e ben clctermi.nata, non rincula secondo la direr.~one_ <.lelle lisce stesse tantochè le lisce sono sottoposte a tali sfoni di fle~sione pe1· cui occorre costituirle particolar mcute rcsisteuti . Il tipo ùi afl'usto a deformazione uni vei-rsahnente adottato fu quindi quello studiato dal llla,ggio1·e clell' Artiglieria francese Dépo1·t, cioè l'affusto cosidetto « a, culla >>. Lu bocca da fuoc-o è Yincolata scon:evolmente s u una costr nzione metallica di Yaria forma , detta c11lla, imperniata con dnc orecchioni rsulle 01·e<:chi011ie1·e dell'affusto, che servono come perno per a.ssnmere la, m~cessal'ia ind inazione pct il t ito : sulla culla 1:-tes:sa sono sistemate delle lisce per racililare lo <:orrimentu della bocc.,L da fuoco, e n ella, culla stessa,, in svariatissime di sposizioni e combinazioni, sono contenuti, in forma cl i cilimlri, gli organi del freno che di solito è un freno idra,ulico, noncl1è gli orgaiii clel ricuperato1·e; alia coda è fi ssato il vome1·0 rip;iclo con nn largo piastrone d'appoggio. L o scudo, che fn. parte integnmte clel siFitema pcrch è col sno pe:.:;o sel'Ve ad a,umental'lle la, stabilit;ì . è fi s,.,ato i::tabilmente alla pari e fissa del l'affnsto . I 1 er poter e!'.rgnÌl'<' il pnntawen to in clirer,ione senza t1,gire all,l coda, l'affu. to aere i nolte essere sistemato o con la sistemazior1e tompfrssiva ad . affustino girevole sulla testata clell'affni-:to come nel ca11none cla 75 A . ; oppure, con a pposito ingninaggi o. mediante !'.postamento trasversal e di tntto l'affu. sto lungo 1n P-ala . Ru tale sclwmn gcne1·a l0, le t 1nsc cosh·utlTici. c1·caron o sval'iatissimi modelli attorno nl calibro di 75 mm ., modelli natnn1huen te tutti mm1iti di !-:Cudi e con munizionamen to a -
l ì 72 -
IL CANNO~ill DA
75/ 27
MQD .
906
bossolo lungo, a proietto unico, e contenente tutta la carica . J va,1·ii modelli differivano soltanto p er le modalità. costruttive dei freni e dei ricuperatori ; le cUverse Ca.se Schn eider, Krupp, Bkoda, Vickers, Cf.met) Ehrhardt studiaroILo varie soluzioni pe1· combinare tra lol'o nd modo più conveniente i diversi elementi ai q nali è i:.ta.to acc:ennato . In Italia , dopo una sede <li ilOélll'n,tr 1n·oye cornpa.i·atin! fra i varii mo<lelli, fn scelto un modello Krupp da 73 mru. , ma intanto presso cli noi proseguivano slndii e progetti per costi·nil'c a 11che nn mocl ello prettamente Ha.Jiano cercando di utilizzare l'uWma bocca, da fuoco da 75 A . Alle p1·ime prove, eseguite neJ. 190-~, a,ppnr,e il dubbio cbe ii peso fosse alqm111 to ecC"essirn e ,si jnvitò la Ditta Krupp di c-0struire 11111 esempl.lre di ugna le mode1lo m.a cli calib1·0 73 w111.. ment1·e si metteva poi a,m;be allo stutlio un cannone dello :;tesso tipo di calibro 70 n11n. per le batterie a cavallo. Le p1·ove succcsRive pol'tm·,ono però ancora n pl'cferire il calibro da 75 n'lm., che venne adottato n el 1906. Nello stesso tempo fl~ anche presa la decisione di continnal'e lo studio del materiale italiano da 7fi mm . con la trasformai,ione del 75 A., e cli proseguire per la real.iz~mzione ex-11o i;o del cannone da 70 rum. I modelli italiani clel '15 mm. clieclero buoni risultati, è specialmente qneJlo pl'escntato clall'O.fficina cli Costrmdoni cli Napoli fu giudicato buono; ma .essi però non riuscirono a ~upernrc il modello Krnpp, e perciò -rennero in scgoito abbandonati, come n,ILch e venne abbandonato il cannone da - 70. 'l'utta l'atLiglieria ca,mpu,Je italiaua fu in tal moclo nl'mata coi cannoni K1·11pp 75/ 27 ruocl. 906, costruiti però quasi totalm<~nte in Sta.bi1imenti ita.liani. Pe1' le batteri e a cavallo fn cr eato ne] l!l12 un modello speciale ngunle a 1 7,> nwc1. !)06 ma con qualche modificuzi onc. Il c:amw11e aa 75/ 27 Mod . 900 risul tù 11cl suo 1.'.0Ulplcsso sistemalo co-
me segue: llocca cln Juoc·o : acciaio al nic:hcl, t.ubo-auima, cou urnui<:olto (li cerchia tura che porta l'ottur:itore e si e:::leu<le fino i1 met:ì d ell:i lu nghezza, doYe è collegaro ul tubo-a niwa con 1u1 nlH•llo a\·vì t n~o. che· i,orra anche le guide a zalllJ)à per la guida sulla culla. All l'e gnicll'? n ¼nmpa i-poL"gono a uche dalla cnlntta im,iewe al l'atlacc·o ciel frello e cklln \'Ol:tln. Congegno cli chiusura: cuneo oriz?.out:ihi :ipreutesi ,·N-:;:o dc:::t1·:1 . :\fanovrn
,_ 1773 -
PAR'rID TECNICA
1870-1915
r apiclu con leva di maneggio esterna e manovella ad angolo retto interna, con bottone' scorrevole ìll scanalatura del cuneo; estrattore a forchetta che funziona anche d'arresto dcll'otturn tore. Congegno dì sparo a percussione con molla cli ripetizione automatica lncHpendente dal mollone cli sparo. Levn cli sparo con muniglla sporgente a destra, e con dispositivo di sparo. anche a sinistra. Sicurezza per l'apertura accidentale e per lo sparo fortuito, manovrnblle con leva esterna a destra. AJiusto : a coda unica, n cassetta, con por ta-culla imperniata sulla sala, e muuito di perllo anteriore per la culla per il puntamento in direzione; lungo rinculo costante ; piccoli settori di tiro. Corpo d'affusto di lamiera d'accinio con vomcro rigido fisso e piastrone d 'appoggio ; sa.la cilìndr'.ca fissata superiormen te n lla testata.
Fig. $17 - Cannone da 75 mod. 1906.
Il porta-culla appoggia posteriormente sul congegno cli elevazione. L tt culla è a cassetta con larga liscia di scorrimento s uperiore e con mnschio a metà lunghezza irnp(ignato nella borcolu del porta-culla; per il puntamento in direzione la culla è scorrevole posteriormente sulla piastra allargata del porta-culla stesso. Cannone scorrevole sulla lisci:1 del porta-culla ; e aissicurnto posteriormente con la sua appendice al cilindro del freno, cbc è pure scorrevole nella culla. Questa dlsposizione è favor~vole nei riguardi delln stabilità dell'affusto, poichè in tal modo si appesantisce la massa che rincula e con ciò si rende pit'I piccola la velocità iniziale del rinculo e 111 resistenza del freno, contribuendo così a diminuire la sollecitazione all'im1>0nnuggio dell'intero sistema.
- - 1774 -
LA QUIDSTlONEl OELL1 0BICJD CAMPAL11J LEGGERO
Congegno di elevazione per alzo a linea di mira indipendente e perciò munito di doppio comando, uno a destra e l'allro a sinistra, i quali permettono di clare l'elevazione inclipen(lentemt)nte · dall'angolo di sito. Congegno di direzione a vite a chiocciola fra la culla e il porta culla. Freno di sparo a vnlvola rotante con valvola n farfnlla per il rilorno. Il cilindro, cowe lt1 detto, rincula enlro la culla mentre l'asta clel freno è fissatn alla testntn (li questa. Ricuperatore a molla, avvolta all'esterno del cilinclro con vite tenditrice verso la parte an teriore. Sistema cli puntamento con alzo a linea ùi mira indipendente e cannocchiale panoramico a doppia graduazione. L'asta clell'alzo, munita cli livello e cli cannocchiale panoramico, è di grande raggio e collegata mediante ingrannggio con il rongegno di punteria, in modo da segnar e sulle rispettive graduazioni l'angolo di sito e l'angolo cli elevazione. Indicatore cli elevazione discoidale, con graduazione a distanze, fisso alla culla e comandato direttamente dalln vite-maschio. Scudo dsso all'affusto, con cannoni.er a e con la parte inferiore ripiegabile. 'l'raino a cavalli; avantreno a cassa; unione dei treni libera a gancio, oppure a contrasto verticale semi-elastico; freno di via a compensazione ; a stn nghc indlpenclenli e comando a. vite con volantino nntcriore e posteriore; timone di legno; ruote di legno; avantreno ad armaclio ribaltabile; cano per munizioni con cofani cli lamiera. Per adattarlo nlle bntterle a cavallo questo materiale venne in scguit. modificato con l'abolizione dei segg!oli 1>er ser venti, con aumento ciel ginocchiello mediante aumento tlel raggio delle ruote, con l'applicazione cli un vomero ribaltabile, e con l'olleggerimento del pezzo in batteria. Quest 'ultimo materiale fu denominato cannone da campa911a 75/ 27 Mod. 12.
Per completare l'intera gamma di artiglierie da campa gna rimaneva ancora da risolvere la questione dell'obice ca.m[)ale leggero, questione che già si era affa.cciata verso il 1876, ma che per varie e molteplici ragioni era sempre stata rimandata. E del resto an che nell'attuale rnomento CS$a si prospettava alquanto incerta ed assai complessa. per la definizione del calibr,o, mentre poi proprio ora sorgevano delle speciali difficoltà anche per la realizr.azione dell'affnsto nei rignardi della granrle lunghezza del rinculo e dell'ampiezza dei settori di tiro. Negli affusti campali la. necessità di evitare all'atto del rinculo qua1siasi movimen to e specialmente l'impennaggio, come già fu detto, obbliga, a da,re al fre110 di sparo una piccola rei;istenza e conseguentemente ad avere nna lunga corsa -
177fi -
P.-\R'l'l.; '!EC.:SICA
1870-1915
cli rinculo ; c:iò eviùcHternente non pt'eRent,L inconvenienti per j piccoli angoli cli inclinazione a-nchc se l'affusto è ùi costituzione normale e con gli. orecchioni della culla i11 corrispon denza del cenlro di gradtà della bocca da fuoco ed anche se H giuoechie11o no11 è molto allo, perchè con i pi.ccoli angoli. cli inclinazione la bocca da fuo co nel rincnlo non può andare n battere ('Onlro il ter1·pno; ma quando invece gli . a11goli di inclin azione possono supei-are certi limit-i , come è neccssa,rio pei· gli obici: bisogHa ptonecl e1·e ad eYitai-e nn tale inconYenic>nte . All'uopo un p1·imo mezzo consiste n el fis::;are , in c1;s~ru r,ione, la posizione degli orecchioni della culla all'altezza della culatta, clella bocca eia fuoco, e ~i.stcmare le orecchionieFe all~, Pstreruitù antel'iorc della testata, cosiccbè ne)Ja po·s izione di ::-p,1,ro Jn boc·c·a da fuoco 1·isuli.i corn e posLn,ta, hl avant.i e gli orecchioni indietro, in modo che il freno, p ur ~wendo piccola. 1·esistcrnm e~ ;rnnd e l unghezza di rinculo, la lJocca da fuoco non v..tcla mai tld urtai-e co11Ll'o il tnreno. In <1nesto caso ~·i osserva, inolil-e che, coll'aumentare dell'angolo di incli11azio11e, climinnh::ce la, sollccita:done a.ll'impennata e si aumenta la pressione dell'affusto sul · terreno, ciò che a umenta la stabilità <lel materiùl<' e n on pol'1a quin di alcun inconveniente. L'in· ' <:onvenj cnte iHYece che pi-esenta questo sistema, detto « a lungo rinculo costante>>, è il forte prep onderante verso la volata, della bocca da fuoco r-ispetto agli orecchioni, tantochè si rende neccssai-io di applicare alla cnlla delle forti molle equili1,ratrici, che ser vono appunto ad equilib!'are tale prepondel'ante e couc-orrer e allo sforzo del senente per facilitare, ed anzi rendere possil1ili, i rapidi carnbiamenti di inclinazione. Queste corn;idei-azioni hanno p o1·tato allo studio di un altro tipo di affusto nel quale la. disposizione generale delle parti è norma le, ma riel quale è introdotta un a modifica atta a variare appunto la r esistenza secondo gli angoli d'inclinar.ione mcclianf:e un a, regolazion e <lelle lnci cli efil nsso del freno iclraulit:o, collegate pe1· mezzo cli semplici ingnrnaggi. od fo altro modo qualsia ·i con gli orecchioni, renden do cosi la l unghezza clel rinculo auton1aticamente variabile con l'inclina,1,ione. I n ta.l modo la resistenr.A del freno e la lunghezza del -
1776 :-
LA QUESTIONE OELL'OBICID CAMPALE> LIDGGERO
rinculo possono essere D1antenute in r<~lazione al necessario peroorso della, ùocca da fuoco dalla posizione di sparo fino al terreno, ed evitare quindi l'urto cl.ella culatta contJ'O il suolo. La complicazione che pe1· questo ooll.egamento deriva a.gli or . gani. del freno, così come appare dall'esperienza, è in pratic ..t perfettamente superabile, tantochè i due sistemi del lungo rinculo costante e del rinculo variabile sono, si può clil'e, ugualmente applicati nella realizzazione· clei va.rii materiali. ]}; poi ancbe stato usato un terzo sistema, cioè qnello del doppio ginocchiello, ossia con la sala spostabile sull'affusto in modo da poterla applicare in posizione alta quando si 1prevede il tiro a, grandi inclinnr.ioni, ed in posizione bassa per il tiro ad incli nazioni. piccole: questo ·ìstema non a,gisce però automaticamente, ed essendo gra,voso e pesante non ha avuto che scarse applicazioni. La possibilità di avere grnndi inclini1zioni presenta poi ancora qualche maggiore difficoltà allorchè si tratta di dover sparare, oltre che a grandi inclinazioni, anche con forti variazioni di angolo di direzione, difficoltà, che richiede la oosidetta sistemazione di all'usto a grandi. settori cli tiro orizzontale e verticale. Già si è visto quali sono i si tenù applicati per realizzare comodamente nn certo settore Ol'izzontale cli tiro, e cioè l'affustino centrale oppure lo scorrimento di tutto l'aiffusto sulla sala: nel primo caso, affinchè si possano raggiungere forti angoli di inclina7,ione, è necessario che l'affusto presenti nella coda un a certa :finestra di notevole ampiezza laterale per cfar posto alla culatta, che deve abbassarsi tra le due cosce dell'affu$to, e se questo settore di tiro deve essere abbastanza gmncle, le due cosce dernno essere molto distanziate e sagoma te oon clivergenza dalla, testata verso la coda per poi andarsi a congiungere verso l'orecchione, il che ge nera una certa debolezza del corpo dell'a,D'usto cbe deve per ciò el'- ere studiato con particolare robustezza; nel secondo caso invece, per la sistemazione a scol'J'imento sulla sala, la predetta di:tlìooltà non si presenta, ma la- sistemazione per se stessa non è scevra da inconvenienti, essenzialmente per il peso che si deve tra,s portare e far . correre su1la sala.
115
-
1777 -
l' .\l('l'J:; Tl::Dll'.\
1870-1915
Lt~ questione dell'ol>ice campale leggero :-:i era g1a presentata :fi11 (Ja-1 J890; ma, ment1·e a q uell'epoca gli ·studi in proposito erano stati limi lati e sempre ccl unicamente r ife1·entisi alle soh1½ioni otteiwte con materiuJe tigido, vennero ripresi poi verso la fille del secolo sco1·:so. Le Ca:se costruttrici aYevano inl,a,nto studinto e 1·eal i½zato varii mo(lelli cli calibro <h~ 100 a 120 mm. e la discussione, clic Yer teva principalmente sulle questioni ;_opratcenn a te, YeniYa trattata insiewe ai dibattiti più specificatamente r·iguui-danti gli obici pesanti campHli elle p1·esenl.tYa110 le stes!Sc difficoltà, e facevano en tnLre nella discu:-siouc stcsi::n an che la considerazione del calibro da a,s egnarc all'obice da <·ampagna per il ca.so che, per semplicità cli stnclio e p<fr fn d litù e celerità di rifornimento, ~i . timas. e co1weuie11te di unificare i cali bri degli obici pesante e leggero. Questa, qnestione non tu risolta in Italia : prima dell'ini7,jo cl cl]a g1·:mde guen a u11 esemplare cli obiee cla 105 mm. fu presentato dalla Ditta Ansaldo in colJabol'azione della Schnei der fra,ncese ; rna anc·he pl'ima che t ale predetto· escmplal'e fosse defì11ito si scatenarono contro L1i esso nnmerose ostilità, iantoc-hè, 1·ill t101eiando cli 1·isohere in tegralmente il ptol>lerua, si l'icorse a:d un rlJ}_nego a dottando altri dispositivi tenden ti ad ottenere 1111a cei·ta curvatnra dell::l, traiettoria anche <:on le m·tiglie1·ic campali , curvatura che si ren deva sem pre più necessal'ia per la conF;iglia ta ricerca (folle posizioni co,p el'LC. Fu eosl che dnra 11 te ]a guenn, fm·ono all'uopo sperimentale le cosiclette « r osette rita rclatrici », colle qnali, alte1·.ancl o il profilo dell' ogiva, si otteneva n11 cel'lo effetto eo l l'aumentar e la resistenza dell'al'ia ; ma. poicbè l'eftett,o stessi) erar iuolto inegoht1'e, così questo sistema non foce in complesso troppo buona p1·ova e Yenne quindi abbandonato. L 'obice campale leggero non trovò favo1.·è neppure in l 1'rancia,, sebbene :fin dal 1890 fosse ia;ta lo colà stndiato nn obice da 120 mm., che però non fu oggetto cli gra,nd·e inte· resse per parte degli artiglieri francesi, sonatutto pe1·chè in Fl'n.nda si ::weva gra,ncle :fiducia nel proprio materiale di artiglieria, ed era gm.ndementc stimato il cannone cln, campagna allora in servizio, che era ritenuto atto a risolvere t utti -
1778 -
LA QliES'l'WNIJl i:mt GRANDI SW'J:TOR! l)l TiltO P0H LE AH'rIG-LI0lU8 CAMPALI
..
i compiti dell'artiglieria carupalc. fovece Ju Ge1·mania e l' Au stria ebber,o entrambe, prirn tL della gnerra, l'obice . campale leggero: la Germania adottò il calibro 103 e l 'Austria il ca· libro 100 ; quest'ultimo, ottimo modello Skocla, dopo la guerra, passò a noi come preda bellicrL e fu destina to alla nostra artiglietia divi~ionale. In Italia, per le r1rtiglicrie campali , la questione dei gran· di settori eh tiro verso il 1910-]2 non .·oltanto con tinuava a<l essere sempre viva, ma aequistava auzi nuova. e maggiore importanza pcrchè si doveva riconoscere che gli affusti a cleforlllazione in servizio per i cannoni campa.li non si prestavano t1 tutte le esigenz.e richieste da Ila manovra di fuoco, shL per la deficienza dei settori di tiro, e sia anche perchè si rilevava la necessità di ave1·e una gra,nde libertà, deDa manovra stessa altre.sì in elevazione, volendosi cioè realizza1·e la, possibilità di spal'are con grandi angoli cli sii o, i:;pecialmente nella sperarnr,,t di potet agire eflkacmnente contro i ben,agl i a.erei cbe cominciavano a fal'e la loro prima. n,ppa dzirnne nella campagna italiana. contro la Tul'chia. Fn in questo torno di terupo che comparve il rµateriale ideato dal colonn. Dépor t, materiale che rispondeva pienamente alle predette necessità, e che, esaurientemente speri.menta.to, venne assnnto in scrrfaio . pel' ln nostra ar tiglieri,1, cla <:ampagna col nome di can11011e cla 75/27 mocl. 911, e che aveva le seguenti caratteristiche -<~ssenziali. nocca da fuoco : d'acciaio al nichelio; tubo-aniuia senza otturntore, e m:mlcotto di cerchiatura che porta inYece il congegno ùi chiusura e si estende tino a mcth lunglleilza, fissato con un anello a vv italo nl l,ubo-anirun. L'c:;tremitit della culatta presenta un !ugro~i;:nmento <·ilinù1·ico r<:centrico in basso che contiene nna cllioccio![1 o Yìte 1)er il liloc<'o otturatore Livo Nor denfclt. TI L1.1bo-a11irna sbocca nella parte superiore delln chio<:ciol:1 . .All'esterno l'ingrossamrnto cìJil1(lrico presenta un'ar,penclice supel'iore cou due attacclli rispettivomente per il freno e per il ricupcratorn, e lungo tuttn la culatta è riÌc\'ata una lunga guida a 'l' per lo scorrime11lo <lel cannoue nella sua culla. Il co11geg110 cli cblusum è un bloeco cilinclrico :i \'ite sistemato nella chioccioh1 della culath1; esso presenta unu larga finestra svasata che, con un semplice mez~w giro del blocco, può essei·e portat:i in corrispondenza d<!llo sbocco dell'anima per il co1·icaruen(o. o Yicevcrsa :ibbassatn in posizione opposta in modo dn, dare appoggio pl'!rfetto al bossolo con proietto che fosse stato introdotto nella camera. Jl movimento di rotazione del blocco è effet-
-
1779 -
PAR'.r.ID TECì:\ICJ\
1870-l!)J.5
tuai:o a mezzo di un manubrio fissato radialme1ite al blocco mediante una piastra, ed è arrestato nella precisa posizione di apertura o di chiusura dell'otturatore dall'urto di due talloni, sporgenti in fuori dall'orlo clél blocco, contro una nottola imperniata in posizione opportuna sulla superficie cilindrica della culatta e che può essere ribaltata indietro. L'estrazione del bossolo è effettuata da un estrattore a forchetta Yel'ticale, imperniato sopra un perno che attraversa la culattn ; l'estrattore presenta. un piede obliquo sporgente in fuori con un dente a piano inclinato dentro una lnrga scanalaturll ("
I.
Fig. 818 · Cannone da 75/27 rnocl. l!lll (sistema Déport).
arcuata ricavata nella faccia anteriore del blocco, dentè che quando il blocco giunge in posizione di apertura, mta contro l'estremità della scanalatura stessa e viene quindi con violenza fatto rotare all'indietro. Lo sparo è effettuato con un percussore a stelo, con . punta ricambiabile, allogato in un alloggiamento ricavato nel blocco in conispondenza dell'asse dell';nipia. quando il blocco è in chiusura ; il i)ercussore è munito cli mollone di sparo e di molla antagonista,. nonchè di una, molla di armamento a scatto, eletta anche grilletto, sulla quale si agiscè con una leva di sparo ad angolo, munita di cordicella cli sparo, e con essa si può .imprimere un rapido movimento di rotazione all'indietro, agendo sia da destra: che da sinistra, in modo da determinare l'armamento del mollone e il successivo scatto mediante una molla di ripetizione convenientemente sistemata. Nella leva di sparo è situato un chiavistello girevole con bottone di manovra semi-cilindrico il quale puè>
- 1·,so
~
JL CA:\'NONE DA
7(:i/27
11:fOD.
1911
(SISTEMA DfoPOR'l')
essere disposto in 11osizione di sparo, ossia ln modo da non ostacolare 'Il movimento della leva, oprmre mediante una semplice rntazione essere clisposto in moclo cla immobilizzare la leva stesstl ed impedire così lo sparo accidentale. Anche l'apertura accidentale dell'otturatore può essel'e assicurata con un congegno molto semplice contenuto nel mannbrìo clel blocco otturatore. Ar1'usto: la <:onf.onnazione generale clel cornp.lesso dell'affusto, eletto appumo « a doppia coda >), risulta dulia sistemazione di due code imperniate sulla sala per wezzo cli due giunti sferici, acl un::t certa distamrn. dal centro; In questo tratto è sistemata una scatola centrale che presenta un perno sul quale è girevole una lunga cnssetta, detta << culla tlell'afiusto >> , dentro la
Fig. 819 - Cannone DéPort.
quale è scorr evole uo sistema di freno e di ricuperatore, elle porta alla sua estremità vosteriore due grosi;i aloni ricurvi all'indietro ed in nlto; su tali aloni è incavalcata una seconda culla, ùetta ci culla del cannone l>, sistemata in modo da ricevere il cum1onc con gli org.1oi rcl}ltivi per il 1·lnc11lo. Dato questo schema di costruzione, le due code, in<li1)endentemente l'una dall'altra, posso110 essere divaricate ed appoggiate ,·omu11<111e con le loro estren)ltil sul teneno, mentre la culla dell'a1Iusto può essere disposta orizzontale e 111 direzione del ber saglio, nel cui piano vel'ticnle, ossia nel pinno cli tiro, la culla del cannone può assumere la Yoluta inC'linazione.
-
1781 -
I'AR1'E TEC1'ICA ]
870-1915
La pa rticolari tà di tal~~ ntatcri,1le sta nel siste10a di cowanclo llel complesso e(l è catatterizzata da clue settori triangolari di punta mento che sono sistemati e coutenuti nelle tesli1te delle due code, le quali sono costituite cla due cassette tubohu·i di lamiera cla mm. 2, che termiuano au.t etiorment<i con gli anelli di attacco al giunto sferico clella sala, e postetioi·mente con una cassa pentagonale girerole che ha una· femlitura a 'l' per l'applicazione
Fig. 820 - Cannone . Dévort mocl. 1911.
del vomero a colpi di mazza. Ogui setton' cli puntamento è imperniato sul giunto della sala, interu:unente nll'a nello della coda , con un analogo anello che costituisce il vertice d'a.t.tacco del triangolo; un secondo vel·tice, all'estremità del lato rivolto in basso,. è pure sagomato ad anello e sporge dalla coda ; esso è unito ad una delle due estremità sferiche cli una sbarra, detta <( traversa oscillante >), che nlla sua parte centrale è imperniata ad un giunto anch'esso sferico, s porgente in basso dnlla scntola della saln, ed unisce così la snla ni due settori. Kel ter7.o lato di ogni settore, e cioè in quello rivolto i ndietro, contenuta nella coda rispettiva e terminante con un terzo giunto .sfl'ri.co, è sistell.1al'a una clliocciola in cui è nvvitata una lunga vite munita di nn manubrio di rualiovra all'estremità snperion~, che gira in un cuscinetto
-
1782 -
IL CA;>;t-Oì'\1,; DA
..
75/ 27
MO)).
l!:Jll
(::; l S'l'Et\!A OWPOR'l')
tisso alla coda. Girando la vite, la chiocciola di ogni settore è fatta scorrere 111 alto ctl in basso, cd il settore slesso, girando ,1ttomo alla sala, sposta ln rispettint estremità della trnYersa oscillante e la fissa in una data posizione: così unitamente all'azione dell'altro settore si fissuno le due cocle, la tu.versa e la sala, e per conseguenza si !issu anche la culla dell'affusto fa un sistema rigidamente <:Onllesso e salclauiente appoggiato al terreno, qualunque sia la couforrua2ione <lcl terreno stesso. Il gioco delle viti e delle rispettive chiocciole consente cli disporre ht culla del cannone · a varie inclinazioni tra - 15 e + 15 gradi. La 1·ol.azio11e (lelln culla clcll'affuslo ,mila sala attoi·no al suo perno è comandata mediante un congegno di ,·ite peq,etua fissata alla culla stessa c ingranante <.lenll'o un arco clcntato fi ssato invece alla scatola <lella sala. La culla dell'a.ffusto è costituita da una lunga cassettn a sezione rettaugolal'e, nella quale, con l'aiuto di l'Ulli, è S<.;orrc11 ole una slitta costituita a sua volta da un complesso cli due c.:ilinùri disposti l'uno sopra l'altro. Kel cilìndro inferiore è conteJ1uto un ricupcrntore a molla, e in quello superiore è allogato invece un freno idra.ulico. La culla tlel cannone è. costituita : da un largo anello che porta s uperiormente una rotaia in cui è destinata a scorrere la guitla a T di cui è munito il cannone ; e cla due cilindri nHiancati, in uno tlei quali è sistemato un freno idraulico e nell'altro un ricuperatore a molla, le· cui aste sono collegate posteriormente agli attac:clli sporgenti clall'avvenclice tiella culatta tlell'otturntore. Come è stato detto, la culla clel cannone è incavalcata con clue ore<X:biolli negli aloni della slitta, scotTe,'Ole nella culla clell'aù:usto, ed è nm1Jita anche tli un arco tlentato imbullonato sulla destra di un lungo braccio col qua.le lngrnu,1 un congegno di elcnizione applicato alla culla 'dell'affusto stesso e che permette cli dt1t·e nlla culla ciel <:annone la voluta inclinazione. Con questa slstemnzione si è ottenuto cli aclitttare il sistema del lungo rinculo con quello dei grau(li settori di ti ro, ed alla sistemazione stessa venne, nel suo complesso, dato il nome di « rinculo combinato». La bocca da fuoco per i:;c stessa rincula sempre secondo l'inclinar.ione cbe le è stata data col congegno di elevazione, ma nello stesso tempo la culla del cannone, incavalcata sulla slitta dell'::tffusto, rincula nella direzione della slitta stessn per quanto è concesso dal freno e dal ricuperntore tlell'aJrusto. Si banno cosi due t·inculi di lunghezza diversa secondo le resistenze che, in costruzione, sono state fissate ai rispetth·i freni. Il ri nculo del cannone è di soli 25 cm., mentre il rinculo cleJla slitta è iuvece di 1 m.; quest'ultimo, datn la disposizione della slitta, avviene sempre in dirC't:ione pressochè orizzontale; ma, date le dimeusionl cleJle vn rie parti, nuc he quanclo la slittà ha l'inclinmi:lone di+ 15 gra.cli, il rinculo di 25 cm. consentito dal cannone, al termine del 1·inculo di 1 m. consentito dalla slitta, non sarà mai tale da consentire l'urto delliA culatta contro il terreno. I freni idraulici di sparo sono del tipo a « contro asta » con un manicotto sconevole che fa funzionare OJ)portunamente le luci di elllusso nel
-
17 3 -
PAlt'l'J!j 'l 'ECNICA
J.870-1915
senso corrispondente al movimento, sia nella corsa cli rinculo cbe nella corsa di ritorno. I freni sono muniti di riempitore automatico a molla. l ricuve· r atori indipendenti ~lai freni, sono a molle in più elementi ed in due ordini, l'uno dentro l'altro, con viti tenditrici avvitate nell'interno delle aste. Il congegno di direzione è costituito da un robusto a1·cci dentato., fissato alla sala attorno alla scatola e con esso ingrana una vite elicoidale, portata dall'estremità posteriore della culla d'affusto. La vite perpetua è comandata da un rocchetto imperniato alla base di un albero verticale, applicato alla estremità posteriore della culla d'affusto, e alla cui sommità è sistemato tutto il .congegno cli mira, e porta un altro r occhetto, collegato con quello inferiore mediante una catena alla Gall, e comandato da un volantino con manubrio. Per dare l'angolo di sito si può agire acl uno dei settori di puntamento e si ottiene cosi di spostare la sala e la culla d'aJiusto. I settori cli puntamento per indicare la loro posizione normale sono entrambi m1.1niti di un livello a bolla d'aria fisso : quando i due livelli sono centrati contemporaneamente, la culla d'affusto è perfettamente orizzontale. Per l'elevazione si agisce invece mediante ·ingranaggi con volantino cli comando applicato ad un braccio orizzontale spol'gente indietro dalla. culla dell'affnsto sull'arco dentato fo;so all'estremità posteriore destra della culla del cannone, il quale por ta segnate le graduazioni di sito e di elevazion'3. Lo scudo <'l'acciaio di mm. 4 è composto di tre parti: due laterali simmetriche fisse alla sala sopra i seggioli e completate inferiormente da una lamiera sospesa di traverso per tutta la larghezza tra le ruote. Il terzo scudo è invece fisso alla culla del cannone opportunamente conformato con la lamiera anteriore di traverso, risultando cosl. disposto in modo da èhiuclere il vano tra: le due lamiere laterali, qualunque sieuo le inclinazioni della bocca da fuoco .
Il cannone da 75/27 rnod. 911, sebbene al suo apparire avesse sollevato quaJche dubbio sulla sua sta,bilità e sulla ·s ua rigidezza, nella pratica si dimostrò perfetta,mente preciso al tiro. La C01!1plicazione del d,oppio rinculo sembrerebbe invero non assolutamente necessa,ria perchè il grande- settore di tiro verticale può essere ottenuto anche con altro sistema: sta di . ' fatto che durante la grande guerra il tipo cli cannon~ a doppia coda fu imitato in Francia con un cannone da 155 mm. con affusto del tipo ad a.ffustino centraJe, e in seguito divenne n pr,ototipo delle costruzioni del genere. ·D; pertanto stato un merito iJ1contestabile d~ll'Italia quello di ~Lvere :6.n da oltre · trenVanni prima, per gli studi e per le realizzazioni del no· stro Biancardi, preoonizzato questo tipo di materiaJ.e, e di averlo quindi poi coraggiosamente accettato ed aidotta,to su-
1784 -
L' All'.l'lGLlERIA
CAMPALE l ' llJSAN'.rlil
peranclo, fin cla quando esso era ancora in progetto, i dubbi e le prevenzioni che si era.no sollevate al suo apparire: tale matel'iale ha in sè le caratteri,s tiche geniali della concezione latina ed è difatto non a,lb:o che un completamento ed un pei-fezionamento di on'invenzio:11e italiana.
P er quanto si dfer1sce a,l l'artiolie1·fo campale p esa,nte ricorderemo ancora che la qnestione di un t ale materiale (che attualmente con la nuova nomenclatura viene chiamato (< artiglieria cli corpo d'armata))), era già sorta :fin dal 1890 con lo studio di un obice da mm. 120, naturalmente con affusto rigido. Appunto in quell'a.nno la Francia adottò un obice da 120, ma in Italia la discussione in proposito andò per le lunghe tra le contrasta;J1ti concezioni dello Stato Maggiore, del Ministero e dell'I spettorato d' A1·iiglieria, che vertevano sovratutto fra i calibri di 105, 120, ed anche 150 mm ., sempre, natu1·almente, parlando esclusivamente di obici, perchè di cannoni non si tenne parola fi1110 all'epoca dell'inizio della, guerra mondiale nel 1914. 'l'f\,le questione era d'a.Jtra, parte tenuta pure in sospeso dal fatto che vi si inframmetteva quella riguardante la definizione dell'obice ca-mpale leggero, alla quale si è già precedentemente accennato. Ma nel 1913 il problema dell'obice campale pesante diveu tò impellente e fu quindi allora accettata la proposta della Casa Krupp per la costruzione di un obice da 149 con affusto 1t deformazione, materiale già largamente provato dalla Casa 5tessa. La bocca da fuoco era di acciaio speciale Krupp, lunga 12 _calibri, composta da un tubo-all'ima senza otturatore esteso fino alla volata, e per circa metà della lunghezza rinforzato in culatta con un mnnicotto di forma esterna tronco-<!onica, e con un ingrossamento all'estremo. culatta per l'alloggiamento dell'otturatore a cuneo. Il tubo era rinforzato da altri clue manicotti, uno a metà lunghezza ci.rea per dare appoggio a due lunghe guide a za.'rnpa per Io scorrimento della bocca da fuoco sulla culla, e un altro vicino alla volata. Per lo stesso scopo dl guida, l'ingrossamento della culatta aveva pure inferiormente delle guide a za.mpa per completare la tenuta dell'obice sulla culla; inoltre tra le due guide a zampa della culatta si trovava l'appendice con
-
1785 -
PARTii: '.CECl\lCA
1870-1915
l'attacco per il freno e per il ricuperatore. Xell'interuo il tracciato dell'obice era a camera unica per bossolo metallico corto, e rigatura progressiva. 11 congegno cli clllusuru era lclentico nella sistenwzionci geuernle, nel funzionamento ccl anche in quasi tutti i par ticolari, a quello del cannone da TJ/27 Mod. 906; le difrcrenze consistevano essenzialmente : nella manca,nza del congegno per lo sparo dalla sinistra ; nella sistemazione della molla a ripetizione che agil·a sulln cocc :rnziehè clin•tt:nnentc sull'albero della leya di spfll'O; iu un pm:ticolarc c1ell'ei::Lrntl'ore ; e inoltre uell'avplic:izione cli un dente
U'ig. 821 - Obice da 149/12 mod. 14.
a molla sporgente nel canale cli carkaruento e destina to ad impedire lo sclvola,111ento indietr o del proietto e la conseguente caduta a terra, allor(]Uitndo essendo l'obice a forte inclinazione, si doveva abbandonare l'otturatore aperto per l'introduzione del bossolo. Affusto a eoda unica, sistemato ad a~ustino girevole sul corpo dell'aJiu· sto per 11 puntamento in dil'ezione; sala a gomiti ; culla a cassetta con orecchioni alla estremità posteriore, in corrispondenr,a dei quali si trova il vivo cli culatta dell'obice (orecchioni anetra tl). Lungo rinculo costante, di m. 1,80; freno di sparo e ricupera tore idropneumatlco riuniti in un unleo blocco rinculante insieme alla bocca da fuoco. Congegno di elevazione a v'ite doppia e manov1·a continua, con equilibratori a molle ad azione diretta sotto la culla. Congegno di direzione a vite a chiocciola agente nel piano sull'estreml tà dell'aJfustino. Vomero 1·lgido ripiegabile sotto la coda per il traino, e con due posizioni di tiro, più o meno sporgente secondo la durezza del terreno. Il corpo d'affusto è costituito da due cosce di lamiera d'acciaio stampata dello spessore di mm. 4,5; le cosce hanno profilo rettilineo per tutta la lun-
1786 -
L ' OBICE DA
l-J.!)/ 1:.!
)t0D.
H
gl.J.ezzu, e traccinto p:wnllelo verso la tcstota, poi dh·ergcnce per ciL·ca l
in.
cli lunghezza, e infine com·ergeutc Ye1·so la C'Od:1 dove sono riunite da un
largo pia:strone di <:oda. La sala è eonformata a gomiti, 1.1 !10 scopo tli otteneru un ginoccbiello relativamente basso, senza diminuire tro1,po il diaDletro delle rnote, favore· vole :11 traino. La sala è pn:ssaute attraverso le cosce e termina lateralmente con due fusi di sah, con inet1valcalura. Le ruole 11unno diuDletro di m. 1,30 e cerchione largo 1nru. l:JO. Mono rnetallieo <:ou bronzine, doclici razze e sei ga\·elli cli costruzione s1,ecialmeutc ela:sl·i<:a e robusta. Il vomero è di lamiera di acciaio con r inforzo, e foggi11to "inferiormente a pun~a molt·o rolmsta. Le clue posi11ioni, clel vowero, alta e bassa, per adattarsi alla durezza ciel Lerreno. sono ottenute per rotnzione clel vomero stesso :i.ttorno ad un perno eccentrico trasversale, girevole entro In cocla. L'affusllno consta cli tlue fl:rnc:h i, tt tl'iangolo scaleno, con i vertici alla estremità superiore e posteriore, nei quali sono ricavate le orecehioniere con sopra-orecchioniere a cerniera. Sull'affnstino è incnvalcata hl culla mediante gli orecchioni clel porta-culla. Culla e porta-cull::i sono inchiodati l'una all'n llro. Il porta-culla è mtmilo cli due orecchioui e abbraccia la parte posteriore clella culla stessa, che ha hl forma (li una lunga scatola di ln· miera d'acciaio a sc:'zione QuadJ:al'n. All'esterno s up('rionuente sono rilevate clne guide per lo scorrimento clell'obiee mediante le guide u zampa che sporgono clul corpo, e internamente presenta altrettante guide interne per soste· nere e sorreggere glì orgaul elle <:ontcngono 11 freno ed il ricu perntol'ù. All'af't'ust'ino sono applicnti i congegni di punterit1 iu eleqzione e in di· t·ezioue. Col congeguo di eleYazione fanno sistema anche gli equilibratori che consistono in due robuste e lunghe molle ad elica, appoggiote s ul 'fondo di due bossoli sostenuti sotto l'affustino e ùietro al congegno di elevazione per me?:zo dl un'alta staffa . Le clue molle, investite sopra tubl interni, appoggiano superiorDlente i:opra dei blocchi fissati sotto la culla, cosicchè <)nesta è continuamente spinta in allo, cd è quindi reso più agevole l'eseguire il moYiruent·o dl elcvazlo11e per il puntamento a mano con la semplice rotnzione clel volantino. Il congegno di (lirezioue è co:;:lltulto eia un sistema cli vite a chiocciola disposto sul piano del calastrello s uperiore clell'at'fusto, esternamente a sini· stra ctell'affustino. L'umpiezzn del movimento è cli 45 millesimi per pa,rte. Gli organi del freno cli. spnro e del ricuperatore sono tutti contenuti in un grande cllind1·0 scorrevole dentro la culla e colleg:1to posteriormente all'appeuclice dell'obice e rinculnnte con esso. Xel grande cilindro, ermeticamente chiuso, sono sistemati e fissati pn_rallelamente altri tre cilindri minori, di cui quello superiore coutiene il s istema del f remo, mentre quello inferiore unitamente nl terzo cillndro laternle, più corto e aperto posteriormente, costituiscono il ricuperatore. Fa parte del ricuperatore ancbe tutta la cavità interna del granùe cilinclro ebe per una cer ta cleterminnta pornione è riempita di glicerina. I due cilinclri (lP.1 rieuperntore e del freno contengono le aste dei rispettivi sistemi, aste che anteriormente, pnssando :1ttraverso rlei dadi ~
J.787 --
PART0 TECNICA
1870-1915
premistoppa dei rispettivi cilindri, si congiungono con speciali avvitamenti agli attacchi fissati all'interno della cuffia della culla. Il sistema del freno contiene tr e elementi e cioè : 1°) il freno di spa1·0 11 resistenza costanLc, ·costituito da scanalature nel cilindro, che, con lo ,scorrimento dell'embolo, chiude grndatamente le luci di efflusso, riducendole a zero quando il r inculo ha raggiunto la sua lunghezza massima di m. 1,ao; 2°) il freno cli ritorno a contro-asta il quale, al contrario offre le massime aperture delle l uci L1i efilusso dapprincipio per il ritorno del liquido, e va poi man mano chiudendole quando il pezz.o si avvicina alla .fine del movimento; 3°) l'ammortizzatore del r itorno, .a molle, nell'embolo del :freno di sparo. Il ricuperato1·e ba il suo cllindrn percorso da uno stantuffo, il quale, man mano che il rinculo procede, caccia il liquido verso Iu por te anter iore del cilindro lungo comunicante col cilindro laterale, e da questo nella cavità interna del grande cilindro, n quale contiene glicerina in misura tale da tenere l'orifizio posteriore clel cllinclro laterale semore immerso. In till moclo diruinuendo il volume della parte vuota cli questo cilind1·0, la pressione aumènta fino a elle r aggiunge il valore necessario per riportare il pezzo in battm·ia, e r aggiunto tale valore respinge lo stantuffo nella sua posiziona normale attraverso l'apertura cli comunicazione tra il cilindro inferiore, che contiene l'asta., e il cilind ro laterale. Il traino, all'epoca dell'adozione di un tale materiale, era previsto con avantreno e con muta di sei cavalli. Per il traino l'obice doveva essere disposto con tutte le i:;ue parti convenientemente n.ncorate per evitare gli inevitabili urti e sbattimenti. Il freno di via era un :freno, a stanghe indi1w.nclentl, manovrate da un unico congegno a vite elle poteva essere fatto funzionare, sia durante ll tiro stando dietro allo scudo, e sia in marcia stando dalla parte anteriore dietro la sala.
Kel l913, alla vigilia dcll'enfrata in guerra, fu adott ato
il cannone cla 105/28, e tale materiale fu fornit o dalla Casa, Am;alcl-0 che, informand-osi :-:i.cl una realizzazione della Casa Sclmeider, l 'aveva costruito sostanzialmente eguale al materiale reg-0lamentare francese mo.a . 913. I due modelli, ita,l iam) e francese, sono qua~i perfett,amente uguali, sal vo un par ticolare molto i mporta.nte relativo al congegno ndotta,to nel modello italiano per l'esecuzione del p nntamen to in direzione. Il puntamento è in ambedue i materiali ottenuto con lo corri.men to dell'affusto sulla s,11a, ma men tre il modello francese ha la sa,la rettilinea e IJ)assante n,ttraYerso la testata dell'affusto, ii mat eri:lle Hali.ano ha, i.nvece la, sala l'icurva, con costitu zione a cremagli.era del tutto particola1·e, allo scopo di rende1·e più a,gevole il movim ento cli spostamento delle ruote sul - · 17RR -
IL CANNONE DA
105/ 28
terreno, ruovimeJ1to che col sistema. fran cese (nel guale un tale spostamento doveva coinpier.·i per rohLzioue di tntt,o l'affusto attomo al vomero) richiecleva naturalmente una rota11,ione c1.eJla sala ste&sa at tomo ad un punto mediano, e quindi un avanu1mento od un anetramento delle r uote rispetto alla. posizione primitirn,; a tutti questi movimenti, richiesti dal modello francese, si opponeva naturalmente l'att rito delle ruo· 1.t! su l terreno, attrito tanto più gl'.avc e fatkoso a Yinccrsi guanto più il terreno era molle e quin di le ruote erano affondate . Anche nel modello italiano, e cioè a cremagliera, rimancYa però serupre da vincere la resistenza che il vomero, costitue11do perno ùi 1·otazione, oppone"a, allo spo,s tam.e nto dei le ruote. Il materiale era stato allora costruito per il traino animale con sei c·a,alJi su tre pariglie, e con un avantreno senza munizioni. Il pezw aveva la costituzione solita, di un affusto a, ruote, a cocl,L nnfoa, scorrevole sulla sala, per il puntamento in direzione, e portamte la culla incavalcata sugli orecchioni, i~ sulla quale era scorrevole il cannone montato con slitta e munito di un sistema di freno a l ungo rinculo e ricuperatore idropneumatico. La bocca da fuoco è costituita da un corpo di artigliei·ia con un tubo interno, completo dalla volata alla culatta, portante 11 congegno di clliusura, rinfor?:ato J)er metà circa di tutta la lunghezza da un manicotto messo a forzamento e collegato col tubo interno mediante un 'avvitatura a grossi filetti. All'estremità anterio1·e questo manicotto presenta un attacco longitudin::tle a gancio, e posteriormente <:inque filetti a vite interrotti per l'adattamento sulla slitta che dura.nte il rinculo segue la bocca da fuoco. L'interno presenta una riga tura a [)asso costante, camera unica per bossolo, contenente tutta la carica ma sep:u·ato dal proietto. Ln figura esterna del cannone è caratterizzata da un notevole ingr ossamento della culatta, avente lo scopo di equilibrare il peso del cannone e di cbre posto all'nlloggiamento dell'otturatore. Il congegno di chiusurn è del tipo Schneider a vite cilindrica , con quattro segmenti, <lue lisci e cluc fil ettati, con svasatul'u e smussatura sulla par te . dli ncll'ica òel vitone e precisamente sui segmenti lisci, in modo da poter e,itarc lo scorrimento longitudinale dell'otturatore ed ottenere cosi ln roauovra di apertura in due soli tempi. A scopo cli sicm·ezza contro gli spari premaluri, l'asse del Yitone è 11:>ggermente eccentrico rispetto all'asse dell'anima. La particolare conform nzione del vitone consente cl i ottenere la
-
1789 -
1·A1n'0 TEC:-;icA
LS70-l!>l 5
ma11ona di :11,erlura e cli chiusura fncenclo ruot;i re Il vitouc sollanto dl un qnm:to cli g-iro e cli f:n· s0guirc irornecliatalilenLe a tale rnovilne11to restrnzioiw o la introcluzlone del Yitone nel suo alloggiameut,) della cuJattn pee mezzo ùi semplice rotazione dello ~portello cbe sorregge il Yitonc attorno ad un usse Jnterale, <:om'(\llientcmente s ituato. Lo sportello reggi-otturatore ba la forma di un brac·cio n g"omito imperniato alla sua estremi tà tlestra su un albero vel'licale sonpol'tato da du<.' alic rl<:aY:He neJJ'lngross,1meuto clella culn lta. La m.111ovrn del vitone è ottenuta mediante una leva a gomito cbc
]!'ig. S22 - Caunone ùn 10:,; 2S.
si adatra alla form a del ùr:tt·<:io dello spor tello e che porta, scorrevole sm braccio del sostegno, una cremagliera, la (Juale ,·e1·so sinistra ingrana in unn dentiera cil·colare rica,·ata s ulla testnta dello sportello. La crewaglicra, alla sua e:streu1ità de:stra, presenta un intaglio normale alla cremagliel'u stessa, nel quale giuoca un piuolo ~porgente in bn~o <lalla le,·a. cli waocggio, e cbe fa scorrere hl cremagliera vel'SO destra e quindi fa complete al vitone il qua rto di giro necessario per s,·incolntlo llnl suo alloggi:.imento. Ulthunt.v questo movimento, l'ultel'iorc rotazione rlella lent cli 1uaneggio fa ruotare nuche lo sportello e completa il moviment·o di u,pert ura. i\:Cccliantc congcg1ù semplici cd opportunamente sistcnrntl, quan(IO la cnlntta e complctawentc aperta si opera il bloccaggio del Yitone rispetto allo spor lello e clello sportello stesso rispetto nlln culatta, per modo che i succe,;sivi movimenti per ottener1: -la chlusura della culatta si compiono senza. pericolo cli inceppamenti; mn perè> J)er chiudere la culatta. è necessario cli compiere p1·eYentirnmcnte una operazione cli sbloccaggio, e questa si ottiene agendo con la mano nl manubrio della len1 di mane:?gio. Coll'npcrturn della culatta si proyoca i:mcbe la
-
1790 - -
!I, CANMNlll DA
105/28
espul:;io11e del bo:ssolo ruecl iante l'azione clclla stessa leva cli maneggio sopt·:1 un esh·attol'e ad unghia. Il congegno ùi sparo è <)Ostltuito cla un percussore a stelo, <lalla mas,,a battente e dal m:utello. li percussore e la massa battente sono contenuti nella cavità del mozzo della mensola e nella p,wte anteriore del vitone, la quale è chiusa anterlonnentc da un grano avvitato avente un foro di passaggio per la punta del percussore. Il pel'cussorc poi ha nna J)lolla antagoDìsta che si appoggia sul fondo di uu bossoletto e tiene <Juincli la testa d!!l percussore costantemente indietro e con la punta an-ctrata. La J.llassn battente è allogata nel mozzo della mensola ed è costi tuita <la un fusto cilindrico che ba anteriormente una larga testa contrastante con la te~ta del percussor e. Il martello è una leva a gomito cli cui una della estremità è la testa del martello, mentre l'altt·a · ba un manicotto a sezione semicilindric.i sul quale la leva. è calettata acl un albe1·0 orlw;ontale e trasversale. Per la r otazione dell'albero il martello ruota dal basso in alto in un piano verticale passante per l'asse dell'otturatore, e con la sua testa va a ba.ttere contro la cadetta deJla massa battente spingendoln violentemente avanti. La massa battente urta contro il percussore e comprimendo la molla an tagonista sporge con 1n punta nel grano e detennina io sparo. A.ppena il martello, per il proprio peso, ruota indietro e in basso, la molla antagonista l'iporta tutto il sistema nella posizione i11iziale. Lo sp:uo può quindi essere ripetuto quante volte è necessario, e può essere ottenuto in due modi, o agendo dil·ettamente al mal'tello con una cordicella <li sparo n mano, oppure indirettamente con un sistema costituito cla dispositivi agenti con· la interposizione di parti appartenenti alla culla. li congegno cli chiusura è clotato di varii dispositivi di sicurezza, e cioè: contro l'apertul'a accidentale dell'otturatore; contro lo sparo fortuito; contro lo spa.ro prematuro; ed infine contro i ritardi cli accensione. Esiste anche un sistema di congegno cli cal'icameuto destinato ad agevolal'e l'introduzione clel proietto nella camera : tale congegno è costituito da una cucchìara che, quando si chiude l'ottura tore, si poi:tn, automaticamente in continuazione dell'apl;!rtura cli caricamento ed impedisce cbe H proietto urti contro gli spigoli del vitone. Il congegno cli chlmmra è munito anche di un riteguo del proietto avente lo stesso scopo di quello descriUo per l'obice da J49, mn conformato però in moclo nlquanto diverso. L'affusto è costituito : da due cosce i:iunitc in una coda unica; dalla culla incavalcata sull'affusto mediante orecchioni avanzati, e provvista superiormente di lisce e di attacco anteriore per le aste del freno e del ricur1eratore; dalla slitta scorre,·ole nella culla e contenente i cilindri del freno e del ricuperatore, e portante il cannone rigidamenLe fissato. Congegno di direzione per scorrimento dell'affusto sulla sala, foggiata ad arco di circolo e munltn. clt dentiera; congegno dt elev:.1zionc a dentiera; freno cl~ rinculo o contro-:istn cc.ntrnle, sagomata e sistelllata anche per iJ freno del ritorno in bll tterin; r icu1Jera tore idropncumntico.
-
1791 -
l'Art'l'ID TlllCNICA
1870-1915
Lo scudo, fisso all'affusto, ha la parte inferiore ribaltabile e presenta una cannoniera opportunamente sagomata per il passaggio dell'insieme culla-cannone e per permettere l'elevaz;lone consentita. dai congegni; lo scudo passa davanti alle ruote. 4 L'affusto nel suo complesso presenta le seguenti cru:atteristiche : angolo di coda relativamente piccolo e cioè cli circa 20 gradi; massa del cannone e della slitta spostata in avanti per opporsi allo sforzo di impennamento; lungo rinculo costante; in conseguenza dello spostamento della massa cannone e slitta in avanti, essendo gli oreccllloni della culla arretrati 1·ispetto al cannone, è stato necessario di fare la culla allungata indiet1·0 e di munirla di un contrappeso all'estremità per controbilancia1·e il preponderante in volata senza bisogno di 1·icorrere ad un equilibratore, quale !u necessario per l'obice da 149. La sala arcuata. e a dentiera per lo sconimento dell'affusto per il puntamento in direzione è una notevole caratteristica cli questo materiale, ma è però di costl'uzione alquanto complicata. L'inconveniente del lungo rinculo costante, di m. 1,310, è compensato dagli orecchioni arretrati, con che sl ottiene un settore dl inclinazione abbastanza grande e cioè di circa 37 gradì. La posizione delle orecchioulere, collocate quasi in corrispondenza dei fusi di sala, garantisce al traino una sufficiente pressione della coda sul terreno senza che occorra mettere il cannone in una clcterminata posizione arreh·ata. La sala è di costruzione particolare, ricaviita per lavorazione da un blocco unico ecl ha la forma geuerulc cli una grande scatola con la parete frontale costituita da due fondi cll acciaio molto robusti, e da due pareti laterali dalle quali sporgono due fusi di sala. Internamente alla scatola, sulle pareti superiore etl Inferiore, sono ricavati due intagli, tra i quali è situata la dentiera della sala che ha sufliciente ampiezza per permettere lo spostamento dell'affur;to cli 14 gradi. Le ruote !';ODO di legno con mozzi cli acciaio e bronzina a piastra circolare fissa. II corpo d'affusto è costittdto da clue cosce di lo.miei·a cl',Lcciaio di mm. 3,5 cli spessore : tali cosce hanno un tracciato panillelo pe1· eh-ca la metà della loro lunghezza e poi sono convergenti per riunirsi in una unica coda. Anteriormente, in alto, portano le oreccbioniere con sopra-orecchioni ; in basso invece porlano in avanti una robusta mensola per l'appoggio della sala.
Nella primavera del 1874 il Supremo Conse.~so competente stabiliva il piano generale che doveva servire di norma per la costituzion e delle artiglie1·ie d'a.<ssedio e da difesa; e cioè del 1792 -
l
L' AH'rIGJ.IIDlllA D'ASS EDIO
nuov·o sistema di bocche da fuoco a, retrocarica, da destinarsi al doppio compit o dell'assedio e della difesa delle p iazzeforti.. ln questo piano si determinò (l) anzitutto che il tipo ed il calibro delle nuove bocche da, fuoco, pur soddisfacendo singolarmente alle esigenze del loro differente impiego, presentasse1·0 fra di loro le minori variamti possibili, a..llo scopo di facilitare l 'istn1Zi.one del personale e di ridurre i tipi dei vari materiali di r icambio. In quanto al metallo delle bocche da fuoco era, dett o che, poichè la nostra . industria siderurgica non permet teva ancora di impiega-r e l'acciaio, si facesse ricorso. al bronzo ordinario ecl nlla ghisa, cerchia ta oppure no. D'alt ronde i buoni risultati che si erano ottenut i col cannone da 24 G.R.C. ret. davano afft.damento che la ghisa ccrchkLta si potesse impiegare con succ:esso per le ar tiglierie che aves1:;ero dovuto sopporta.re le più grandi tensioni interne; mentre per le altre artiglierie sarebbero stati suftìcienti la, ghisa semplice ed il bronzo. J!er la determinazione del calibr,o e della potenza delle booche da fuoco, si partiva dai risultati ricavati dalla guerr;1. del 1870-71 e dalle innovazioni che, in seguito ad essa, l'artiglieria prussiana, che era giudicat a hL più competente in materia, aveva deciso di introdurre nel suo materiale. Fu pertan to sta bilito di costit uire l'artiglieria d'assedio con le seguenti bocche da fuoco a retrocarica: un canmone da cent. 12 B .R. ; un obice da cent. 15 G. R. ; un cannone da cent. 15 G.R .O.; e un obice da cent. 20 B.R., o d i ca.libro poco dh-erso . .Per la difesa delle piazzeforti ed eccezionalmente anche per l 'assedio, a queste quattro bocche da f uoco si doveva aggiungere un cannone di calibro uguale a quello del maggiore dei clne predetti obici. I cannoni d'assedio da cent. 12 e da cent. 15 erano destinati a prendere rispettivamente il posto dei cannoni da cent. 12 e da cent . 16 ad avancarica, e dovevano lancia re : il primo una granata di kg. 14 con velocità di m. 400; il secondo una granata di peso doppio con veloci tà di m. 460 . (1)
.
Le nuove artigllerie di medio calibro a retrocarica i> . Giornale à' Arti{JUet'ta e Gc11io , 1881, pa1·te 2a, pag. 376. 116
<<
-
1793 -
PARTB TECNICA
1870-1915
Il cwnnone da 15 avrebbe dovuto in oltre lanciare una palla perfo1·ante di gbiRa indurita del peso di circa 40 kg., con che si ritenevano soddisfatte le esigenze sia del tiro di smonto, sh~ del tiro oontro bersagli l'esiste1J1ti, compresi in questi ultimi le costruzioni metalliche, cioè le batterie e torri cor azzate, ma di non eccessiva resistenza. Invece l'obice da cent. 15 era destinato all'esecuzione dei tiri di demolizione e cli breccia,,. colmando una lacuna precedentemente esistente . nell'artiglieria, a~assedio, ed avrebbe a tale scopo dovuto lanciare la stessa granata del cannone di ugual calibro, con carica massima, di kg. 1,500. L'Òbice da cent. 20 doveva lanci:1re una granata pesante da 70 ad 80 kg., con una carica di 4 a 5 kg. Quest'obice, che doveva prendere il posto di quello da cent. 22, oltrechè servire per i tiri di sfondo, doveva pel'mettere un potente tiro indiretto di demolizione :;i,nche in quei casi in cui, ri chiedendosi un angolo di caduta piuttosto grande e per conseguenza piccola velocità del proietto, il tiro fatto con le bocche da fuoco di minor C}1libr,o fosse .riusc:ito cli insufficien te efficn.eia.. Nel piano generale dei nuovi materiali da a clottarsi non si faceva pertanto parola di mortai, ammettendo implicit a mente che, agli scopi per i quali a,l tra volta si destina.vano i gr,ossi mortai li.sci, avrebbe potuto servire l 'obice eia cent. 20 ; opinione questa n on dissimile da quella che già si era avut,t· in passato nei riguardi dell'obice da, cent. 22 a<l avancarica, e che si presta a far rilevare oome siffatta concezione fo sse influenzata da, quanto avveniva in quell'epoca nell'Artiglieria prussiana, la q ua.Je, avendo adotta.to il mortai.o rigato da 21, dopo l'esperienza del cannone corto da cent . 21, aveva, cousta.ta.to come fosse da deplorarsi la già avvenuta n,clozione del mortaio cli pari calibro che, a parità cli peso , appariva 1:>e1· val'i e ragioni e per parecchi motivi inferiore ali:obice (1) . Delle accennate bocche da fuoco, il carnionc cla, cen t. J2 {' l'obic:e da cent.· 15 furono le prime che vennero sperimentate in Italia n ell' estat e clel 1874. (1) B. M uLLER : Storia dello svil1tppo delZ'A.rtif1lie1,ia, vn,,s.~iana à'asse1815 al 1875 - Berlino, 187G.
dio e da fortezza <lai
-=- 179-J.
~
IL CANNONE DA
cm. 12
E L'OIHCID DA
cui. 15
Ovvie r agioni di uniformità avevano consigliato <.li applicare ad. esse il congegno di chi usura a ,-rite sta lo giiì adottato per le artiglierie da costa ; ma,, U'n cedimento nei pani cl ella chiocciola di culatta, e la rott ura del vitone prodottasi in un cannone da cent . 12 al suo primo tfro, fecero sorgere dubbi s ulla applicabilità del congegno a vite n elle artiglierie di bronzo. Successive esperienze di confron to, eseguite tra gli otturatori a vite e quelli a cuneo, dimostl'aron o che un semplice accrescimento del diametro del vit011e era . ufiiciente per <}onferire e al vitone e alla relativa chiocciola H n ccessal'io grado di resistenza. P er tale motivo, per la maggior facilità e prontezza d'impiego, per il minor peso a parità di altre condizio11i, e per la maggior facilità di laYorazion e, per le a. rtiglierie d'assedio e da difesa fu definitivamente prescelto l 'otturatore a vite. A queste n uo-ve bo<:che da fuo<'o, a tito] o <l'esperimento, si applicò il sistema di rigatura a soppression e di vento mediant e l'incamiciatura cli p iombo sottile applicata ai proietti. Ma poichè già si era imposta all'estero, ed anche cla, noi nel tiro con i cannoni da costa da cent. 24 si er:1 con statata la convenienza di sostituire le corone di rame all'incamiciatura, così fu deciso di int rodurre tale in novazione an che nei proietti delle nuove artiglierie. :Per il cannone da 12 esisteva però un ostacolo derivante clal fa tto che il brom~o onli11al'io, anche se fuso in pretellu, era troppo molle in confronto della compattezza del rame : per questa bocca da fuoco si pensò quindi cli ricorrere ad un metallo più duro, e poicM a quelFepoca gli studi sulla compl'essione del bronzo, quant unq ue . a,Ssai avanzati, non erano · giunti ancora al p unto ùa far ritenere di sicura riuscita l'applicazione di un tal procedimento per la costruzione di un cannone del calibro di cen t. 12, si credette opportuno di accoppia1·c al già iniziato studio del can n one di brom;o compresso, anche que1lo di un cannone di ghisa cerchiato di acdaio, e ciò t anto più perchè n el 187G già sapevasi che il Krupp era 1·iuscito a fabbricare un cannone da cent. 12 di accia,io cerchiato che, con yelocità di. 475 m. lanciava un proietto pesante 15 kg. Venne <:osi ndottato il 1.:annone da 12 di ghisa , cerchiato. -
1795 -
P.-\lt'l'E TECNI CA
1870-J.915
Le esperienze con i nuovi cannoni: da, cent . 12 furono riprese nel 1 78, e furono eseguite con fi nalità di confronto adoperando un cannone di bi·onzo e due cli ghisa , se non che, siccome quello di bronzo non tr ovava.si in 0011dizioni uguali alle condizioni dei cannoni di ghisa, sia nei d guar di della lunghezza d'anima,, e sia per H sistema di chi.mmra della culatta, giacellè il cannone di ln·onzo p 1·a più corto ed aveva il congegno cli chius ura a cuneo invece che a vite, tali esperienze · non riuscitono conclusive ai fi ni compara tivi, tantochè seguirono altre t ergiversazioni , essem~ialmente nei riguardi .ael calibro e clcl pe.~o, finchè il Comitato deliberò lo stucli-0 e l'esperimento cli un cannone t1i b1·011zo compresso da. cent.. l 2, il quale non oltrepa.ssa!Sse il peso di kg. 1200 e che lanciasse gli stessi proieLti del ca nnone di g hi:sa cerchiato di par·i cal ibro ma con cari<:a rninore. Di pari passo con le prove dei cftnnoni da cent . 12 procedettero quelle relative all' obice da cent. 15 ; e ad esse si accompagnarono più tardi quelle del cannone da. cent. 15 cerchiato. La strnttura dei materiali era perfettam ente analoga : un corpo d'artiglier ia con culatta cilindrica partante l'otturatore a vite, con listello di volata poco sporgente e la volata leggermen te couica; la culatta era r inforzata da uno slr ato di cerchiatura che si estendeva fino avanti agli orecchioni ed era collegato al corpo in varie maniere, ma generalmente col sìstema dell'anello prigioniero in due parti, sistemate entro una scanalatura anulare e coperte poi da uno dei cerchi di rinforzo. r cr il cannone da 15, la cerchialura consta~·a di numerosi cerchi di piccola altezza, mentre per il cannone da .12 e gli obici da 21 si aveva un tubo abbastanza lungo, tenuto a sito da un aggrapparoento a spalletta. L'obice da 15 era invece semplice. 'l'utte le bocche da fuoco avevano gli orP.cchiont muniti dei bottoni di maneggio per le manovre, e davanti ad ambedue gli orecchioni era dispasto un mirino, a ciascuno dei qu nli corrispondevano due zoccoli per gli alzi, uno a destra e l'altro a sinistr a dell'apertura di caricumenlo in culatta. La rigatura fu tenu ta ad a11damento perfettamente elicoidale a passo costante cll 55 calibri. Però l'obice da 21 a titolo di esperimento ebbe la riga tura progressiva. La cameratura venne tenu ta a doppia. camera cilindrica per il proietto e per il cartoccio, ma la camera clel proietto riga ta fu tenuta di diametro alquunto maggiore u quello clcll'anima, ossia con le r ighe meno profonde (righe bastarde) per non creare difficoltà al caric1.1mento, dato che le polveri nere del tempo imbrnttav11no notevolmente l' anima .
1796 -
LA STRUT'l'UHA DEI CANKON{ UA
T cougegni cli chiusura otturatore cilindrico a vite ternati da tre setto1i lisci, lo svitamento dell'otturntore
cm. 12
E
15
E D8LL'OBICE DA
(;111,.
15
vennero studiali perfettamente simili, e cioè segmentata, ossia con tre settori filettati aiper modo tfa poter titl:cttuare l'avvitamento e dando soltanto 1m sesto cli giro. La manovra
'. I
Fig. 82~ - Congegno di chiusura delle artiglierie di medio calibro. si compiva in tre movimenti : 1°) svitamento del vitone in modo da portare i segmenti filetta ti dell'otturatore in corrispondenza dei segmenti lisci dell'alloggiamento; 2°) estrazione del vltone longiluclinale ver clisvorre l'otturatore sopra un sostegno ad anello imperniato sulla destra dell'apertura dì caricamento; 3°) rotazione dello sportello con annesso vitone verso destra per a prire completamente l'apertura di caricamento. Per la chiusura , i dovevano compiere analoghi moyiJnenti in i:enso inverso.
-
1797 -
P ARTI,) T!!!C"'ICA
1870-1915
Il sostegno del vitone era un robusto anello di bronzo opportunamente sagomato, e nella ::;ua parte iuferiol'e portava uu rocclletto ù'acchiio con un lungo manubrio elle ingrana n1 con una corona dentata fissata m<!diante chiodatura all'estremità posteriore del vitone. Superiormente il sostegno aveva una \'ite tli riteguo elle con la punta scon el'a iu una scanalatur.1 praticata luogo il segmento liscio del vltone per tutta la lunghezza di questo e per un 1.1.mpio arco anulti,re ricavato in altra par te liscia della estremità del Yitone. Tale scanalatura ser,ha di arresto del ,·itone nelle posizioni estreme all'atto clell11 chiusura e all'a tto clell'apertura. Quando <I vitone era aper to, uno scatto n cont1·appcso lo fissava allo sportello in moclo da evitare movimenti accidentali. Una particolarità cli questo sistema di chiusura consisten1 neli'ampìC'.i:za della rotazione del vitone cl1e si doveva compiere per operare lo svitamento e l'avvitamento, e cioè : mentre per questa operazione sarebbe bastato u n solo sesto di giro, l'ingranaggio costituito dalla dentiera c:ircolnre e dal rocchetto dello sportello ne faceva compiere beo cinque se::;Li, e ciò per necessità derivan ti c1a purtlcolarità del congegno cli chiusura ermeticn.
Nei riguardi clella chiu sura ermetica è doveroso l'icor dare di. quan to hmghe ed n..ppa,ssionate ricerche essa, fu oggetto durante le numerose .e laboriose esperienze allora eseguite. Inizialmente, per ottenere la chiusul'a ermetica . si eru pensato al sistema degli ane\11 d'acciaio i quali er ano già :otnti applicati ai cannoni da costa; ma , essendosi _avuto notizia di esperienze che allora ernno eseguite in Austria con tondelll otturatori mobili di r:, me e di tombai, elle se fossero riusci ti. idonei allo scopo avrebbero ccrtamenLc confrrito molta semplicità al congegno, anche cla noi, pnrallelameute agli anelli di acciaio, furono sperimentati tali fondelli otturatori: mu :;iccome i risultati non J'urono buoni, così il si· stema dei fondelli ,enne senz'altl'O abbandonnto.
Intanto si venha a co110Rcellza che pL'eRRO l'artip;Jicr in, francese, nella co:.;tr-n½ione tlei nuo,·i ca1rnoni da cnmpa,g na , in sostituzione del bo:sl'.:olo metal li r o· flei c:a.nnoni Reffye era stato aclotta.to u n ottmatore proposto cla-1 De n ange , col qnale la chiusura ermetira el'a, ottenu ta mediante nn anello di materia, plastica, miscugli o cli amianto e cli gTai-;so. cl1e all'atto dello sparo rimaneva com presso fra ln test::i, mobile del Yitone t> la fa.ccin anteriore cli e:o;so: in ba se a. t a le conoscenza . e dopo alcnni ten tatb·i, Ja Fonderia di T·orino rinsci.rn a con cretare un sistema lli otlm·azionc• con a nello plastico il quale, lLpplicato la pl'irna Yolta nel 1877 aJl'obke da J5 G .R., e per l 798 -
S'fUDI E D ESPl,,;Ilrn:-lZE PER LA R0ALIZ7,AZI0Nlll Oll:LLA CH!U~URA I:.:R~1ETl(; ,\
fezionato in seguito mediante aJwne varia.nti apportate a.ile parti accessorie, venne esteso anche alle altre artigliel'ie a.llora in studio, e più tarùi adottato definitivamente. Questo dispositivo di chiusura ermetica. ad anello plastico, inventato dal De Bangc, è il sistema tipico tuttora in .uso per gli otturatori a vite, ed è CO$tit.uito da un sacchetto anulare di tela olo,n a riempito con una mi!;Cela di sego ed amianto compressa a pressione aHissi ma e rivestito sulle due facce, • anteriore e posteriore, con ùischi di stagno rinfo1·zati a,gli orli interni ed esterni mecliante anelli di ottone. I due dischi metaJ.lici lasciavano sulla ~upedìcic laterale cilindrica una zona anulare scoperta che veniva ·q nindi a trovarsi a contatto diretto con la superficie cilindrica dell'alloggia.mt'\nto. L'aneUo plastico e1·a tennto aderente alla .faccia anteriore dell'ot tumtore mediante la cosidetta « testa a fungo», che, con un suo lnngo gambo passava in un foro del vitone e sboccava posteriormente in una cavità comunicante ç,olla testata posteriore, dove era tenuto fissat.o medianle un anello snodato a molla. 11 piatto di questa te ta a fnngo appoggiava esattamente contro la faccia an teriore dell'anello pl:1stico e, data l'esistenza del gamho 1 l':nca con cui la testa stava a, c<mtaito con l' anello era notevolmente inferiore all'area della faccia della. testa stessa espost.:i. alla pressione dei gas nell'anima: data questa disposizione, la pressione unitaria dei gas nell'anima, sulla testa a f \mgo era i nferiore alla pressione unita1'ia con cni la, testa a fnngo stessa era premu ta radialmente contro la superficie dell'anima, ed in tal modo era impossibile che i gas dell'anima, potessero sfuggire tra l'anello mobile e l' anima stessa. P.oichè la superficie cilindrica, dell'anello plastico era qnasi perfettamente cilindrica, durante la manovra di estrazione del vitone, qualora questa fosse avvenuta bi-uscamente, si sarebbero potuti verificare dei logoramenti eccessivi nelle superfici anulari scoperte del sacchetto, ed .allora si sarebbero potute verificare anche delle sfuggite. Per questo motivo era necei-sario che prima dell'estrazione del vitone, fosse pr-0v-0cato uno spostamen t,o iniziale, e questo si otteneva, appunto e-on quella. rotazione di cinque sestì di giro per ottenere lo svitamento, al quale natnra.lrnente corri-
]799 -
PAR'l'0 TECJSICA
1870-1V15
spon deva uno spostamento longitudinale cli cinque sesti di passo del vitone, con che veniva eliminato il temu to inconveuien te. Per il caricamento del proi~tto e clcl cartoccio, allo scopo di evitare dei guasti sia, al vitone e sia alle corone del proietto, ed inolt re per sostenere e guidare convenientemente 'il proietto, dopo che l'apertura di caricamento era stata svelata, • dalla rotazione verso destra di tutto il sistema di chiusura: si introduceva nell'anima il tubo di ca.ricamento, cioè un tubo di ottone sagomato opport una.mente e mu nito di una suola, i11 direzione dell'anima,, sulla quale si deponeva il proietto <: successivamente il ca1-tocdo per sostenerli entrambi all'at to cli spingerli in avanti a mezzo del cakatoio. Lo sparo era effettuato pe1· mezzo cli un cann ello che con l 'andar del tempo _divenne un cannello a vite che si avvitava all'estremità posteriore del focone pratica to lungo l'asse del gambo della testa a fungo, e che sb()('.c:wa ru.ella camera del cartoccio. P er avere la sicurer.za che non si potesse applicare il cannello aJ. focon e St1 l' otturatore non era perfettamente chiu so, all'estremità del gambo della testa a fungo era sospeso un dischetto pendolare mediaute un piccolo perno eccentrico, ir. modo che il focone rima neva scoperto soltanto quando l'otturatore aveva compiu to i cinque sesti di giro. Quest'ultima. sistemazi,one alquanto imperfetta fn in seguito sostituita con altra più perfezionata e più logica . •X• ~:· +:·
Lo studio degli affnsti d/asseclio e da difesa sui quali incavalcare le nuove ar tiglierie, si trovò per ragion di tempo collegato a quegli studi che già, fin da.l 1867 erano stati iniziati e perseguiti allo scopo di sostituire gli affusti di lamiera a quelli di legno allora esistenti. E d è qui il caso di ricordare che, oltre a d altre ragioni che fin dal 1867 si ,e rano imposte dalla natura cl.elle cose e dal progresso dei tempi , f u movente occasionale di una ta,l e determinazione ministeriale il deplorevole stato di deterioramento in cui, all'aprirsi della, cam,ipagna d,el 1866, si trovarono i materiali. d'a,r tiglieria costruiti in legno, -
1~00 -
S'.l'UDI S UGLI M•'FUSTI PEH LE) AHl'IGT.,lEUHJ DA ASS8D.((l
e le non lievi cliffioolt;ì, a,llori,i, inconh'aw per eseguire in tempo debito le dovute ripa1·azioni occorrenti. Gli studi che allora si in tntprescro fm·ono anche estesi a,d affust i di cosh' ozione specfolc, e cioè a<l alcuni sistemi << ad eclisse >> per il tiro in barbetta, e ad nJtri cc a cannoniera ri· stretta>> per il tiro in torri ed in cn.s:unatte; ma le diflìcoltì'L molteplici e gravi che a1lol'a, si presentnrono per l o studio di tali speciali problemi ne fecel'o rimandal'e la, risohrnione ad altra epoca. Nel compila re i primi progetti di affusti d'assedio mettLllici delle 01·diJ1arie forme, furono seguiti principii analoghi a quelli <:he era.no sfati studiati e concretati per progetta1·e l'affusto dell' obice d~ cent. 22 B.R. [tid avan carica , l'adozione del quale rimonta alla stessa epoca (vedi volume .V, pag. 2293). Più tardi, e <'ioè nel 1871; Yenne1·0 presi a. modello gli affusti d'assedio prussfani-, e cioè alle cosce si sovrapposer!> ~ si fissarono degli aloni aventi forma di cavalletto, con che l'asse delle oreccllioniere risultò a m. l,85 da tf'rrn, altezza d i poco superiore a quello cli m. 1,835 degli analoghi affu sti prussia,ni. Allo scopo poi di facilitare le operazioni per portare Ja bocca da fuoco dalla posizione di via a quella di sparo e viceversa, H nostro J1ianca1·di pensò cli sostituire agli aloni a cavalletti fissi, deg1i aloni snoda.ti <la manovrarsi per mezzo di un paranco applicato alle cosce stesse dell'affusto . In tal modo il Biancarcli si. ripromet teva an che di rialzare vantaggiosamente anc-ora di più l 'asse delle oreccbioniere da terra, porta.ndolo addirittura a 2 m., precisamente come negli affusti da difesa con sottaffusto che allora erano in studio. Dal 1876 al 1879 furono difatti sperimentati parecchi esemplari di a:ffm~ti del sistema Biancardi, sia per <·annoni da 12 R et. che per· cannoni da 15 Ret., ma. poichè le sterili discussioni critiche ed iper~ritiche non facevano altro che generare incertezze e ritardi nella prat ica realfazaziO'lle, il Ministero, allo scop() di avere al più presto g)i affusti d'assedio per le nuove artiglierie, decideva di abbandona,re definitivamente le ricerche, gli studi e gli esperimenti sugli affusti ad aloni snodati.
1801 --
PAUTID TE:CKIC,\
18 70-19]5
TuttaYia, non essendo allora, possibile di iniziare subito pr-es.so di noi la fab br-icazi.one cli affusti ad aloni rigidi, anche p1°enùendo a modello i sistemi già altrove in uso , e ciò perchè i nostri Stabilimenti erano in quell'epoca. sovraccarichi ùi ttltri urgenti e numerosi lavol'i, nel settembre del 1880 fl1 t.ommessa alla Ca a Kru pp una p1·irna ordinazione di affusti pér cannoni cla. 12 G.R.U.Ret. e dei relat ivi avan treni, seguita, a,l principio del febbraio del 1881, da altra commessa cli affusti come i precedenti, e cli altri affusti per cannoni da 15 G .R.C.Ret. e per cannoni da 12 B .R. Llet ., fino a tanto che la fab bricazione degli a.ffusti d'assedio sul tipo di quelli ac quistati cla,1 Krupp non fu infai ata e regolarmente avviata nei nostl'i Arsenali. Di tali affusti furono costl'uiti due tipi: uno più robusto per il cannone da 149 G. e per l'obice da 210 G.; l'altro per i l cannone da 120 G. e per l' obice da 149. Tali aft'usti cousistefano del corpo cli lam1cru d'acciaio 1·ipiegnta in dentro e con le cosce ad uJti aloni sagomati, con oreccbioniere e sopraoreccbioniere cli ripor to, e sostenuto anl·<'l'iormeute dalla sala cilindrica fis.s ata con stafl'oni cli ferro; posteriormente le cosce si ravvicinavano ed appoggiavano sul terreno mediante m1 pinstrone, con braccioli di maneggio _ per l'applicazione di manovelle per il pm1tamento in direzione. Le clue cosce erano naturalmente tì.ssnte solidamente tra di loro medh,nte traYerse e calastrelli, tr n i qunlì ern cla notarsi unn pedana orizzontale sulla quale lllontnva il sernmte· per il servi?.iO del cannone. Per Il puntamento in elevazione, l'affusto cm munito di un congegno di punteria in elevazione a chiocciola oscillante con suola di punteria, e a comando acl azione intermittente mediante un volantino a braccioli applicato alla vite femmina. P er il tiro l'affusto do,·eva appoggiare su nn paiuolo forwato cla un tavola to di legno a tavole trasversali. del tipo già visto per il periodo precedente, appogginto sopra tre dormienti longitudinali e un altro trave battente di testata, a i guaii le tavole erano fissa te median te viti , e lamiere l n corrispondenza ai dormienti laten1 li, e che servivano cli gllindamento .. Gli affusti erano poi fìsi::a t i ai paiuoli mediante freni idraulìci che avevuno Il cilinrlro del freno ussi<'urnto nl tt'ave anteriore e l'asta del freno assìcurnta \m·e<'e ad UM stnJia sotto la saln per i cannoni da 120; o sotto la pe<lnna ner !I cannone (la t4H. CJ!tre a questo dispositivo, per limitare IJ rinculo sul paiuolo, si disponevano tlei cunei-freno nel una certa distanza ;1osteriorme ute alle 1·uote, in iuotlo da. lasciare al pe-.Gzo un certo trnttc, tli rinculo senzn altro ostacolo che quello offerto dal freno idraulico. Il
-
1802 -·
,WFUSTI O' ASSEDW I' ER CA NJSONI
Tt O OBICI
vuntnmento si eseguiva mccli:mte un quadnmte a livello, e più normalmente mediante l'alzo r<~I tiliueo che si applica va ad uDo dei cl ue talloni per alzo fissati alla c11lnHn, e valendosi del rispetlivo mirino clell'oreccllione. Per il traino, se si trattava di tratti moito brevi, i cannoni 110LevnJJo essere trns1>ortati sulle stesse Ol'ecchioll'lerc di spuro, ma se i trn tti da percorrel'c erano piuttosto lunghi , le boccbe da fuoco si trosporta,·ano sulle oreccllioniere cli vin, che erano lamiere sagomate fissale sulle cosce verso la coda e sulle quali si disponcvnno le bocche cla fuoco inca.vnlcate sui pro11ri orecchioni, fa crnclo appoggiare ln culatta sonrn. un cusc:inelto di
Fig. 1'24 - Affusto ò'a;:sedio pel' cnn11cnc eia J:i
G.n.c..
Rct.
legno fissa to nll'estremilà clell,t codn . Per costituire un carro a <1uallro 1·note l'uffui:;lo, col cannone in posizione cli via, sì attaccava ad uD avantreno comune ai vati a1'!:ustl, nvilntreno tli lamiera di ferro, con Yolticella, masC'hio, s nltt cli acciaio, ruote cli legno campnnate e cou incavallatura. L'unione dei treni era fatta investendo un occhio della coda dell'afl't1sto e facendo appoggiare la coda stessa sulla volticella, e assicurando noi il maschio con la ca l.en:1 di imbracaturn. L'a1l'usto era muni to cli un sistema di freno di trnino n stnnghe con suole d 'attrito di legno, che eru manovral o mediante u na vite con manubrio_
Nel 1882 per il pa1,co d' a,s sedio, oontempora:neamente al can111one da 149 G., fu creato anche un cann one leggero da -
] 80~ -
PAH'l'J~ 'l'ECNTCA
1870-1915
120 B-, di brom,0 compresso, di costitu1.ione semplice, e collo stesso tracciato dall'altro cannone da 120 di ghisa, ma incàvalcato su di un affusto speciale) cioè l'affusto da 120 leggero,
più leggero di quello già ·accennar.o, ma completamente dello stesso tipo. I nsieme a quc.~to cannone, come artiglierie da. parco d'assedi-O leggerei furono s,perimentati anche un cannone da J 05 e un cannone da 87 allungato, tutti e due di bronzo compresso ; ma pl'im a anco ra ch e ta li artiglierie fossero totalmente denni.te e progettate vennero abbandonate. Un po' tardi, per ver.ità, ma fortunatamente ancora in tempo, veni.a intanto accolta l'idea di estendere gli studi anche ai mortai; idea che, come già si è visto, la nostra artiglieria aveva abbandonato :fin da.Jl'epoca dell'adozione dell'obice da cent. 22 B.R. perchè si riteneva che il tiro dei mortai non dove!=;se riuscire di snfficiente esattezza. Ma le esperienze che il Krupp fece eseguire a Meppen nell'estate del 1879 con un mortnio da cent. 15 d'accia.io a retrocarica,, esperie11ze alle quali furono invitati ad assistere anche uffi ciali dcll' Artiglieria ita,liana, valsero a dimostrare quanto poco fondata fosse una tale opinione, e quanti fos~ero invece rilevanti i vantaggi che potevano trarsi dall'impiego dei mortai rigati, i quali, nel nuovo sistema delle artiglierie, avevano la .stessa ragion d'essere che nel passato a,evano avu to i mortai ad anima lisci.a. Oom,t~ltate al poligono di Oiriè le buone qualità, del mortaio da cent. 15 A.R.O. del Kr11pp, sotto il duplice aspetto del tiro e della sua fadle installazione in batteria,, venne stipulato un contratto per l'acquisto cli un certo n umero <'li. tali mortai e dei r elativi affusti e ceppi, coi quali provvedere subito all'esigenza della dife~a di alcune fra le nost.re nuove opere cli fortificazione. ' Il principio informatore dell'adozione dei mortai rigati fom1ò ancora in seguit-0 oggett o di più estesi ·studi, dai quali conseguì la propo.sta di introdurre nel sistema delle nuove bocche da fuoco d'assedio e da fort ezza altri due mortai: l'uno da cent. 9 e l'a.itro da cent. 24. Il primo era destinato alla guerra d'assedio ed eventualmente anche alla guerra, campale e da montagna; il secondo era più particolarmente adatto al -
1804 -
I ;\!ORTA! D..\
1-19 ..\.
ID D..\
240 ..\,
tiro di sfondo da eseguirsi nell'attacco delle pia,zze -fOl' ti, e da impiegarsi eventualmente per l'inforzarc ln, difesa dellt t:o · sLe. Questi mortai costruiti dapprima in bronzo com presso, furono nel J 8S4 inizialmente sperimentati, ma poi, in seguito ai 1·isultaLi negativi delle esperienze SL<~s~e, furono costruiti in acciaio, e, mentre in un certo numero veirncro acquistati all'estero, in parte furono anche fabbrkat j in Jtaliu. Nel 1885, in relazione a quanto .f:u eletto ecl al1o scopo cli conc1·etare quanto era sta,t o sta,bilito, fu sollecitamente effe ttnato l'acquisto cli varie bocche da fuoco all'estero; tali bocche da fuoco erano essenzialmente destinate a,ll'armarnento cli installazioni fisse, ma si poteva•no eventualmente anche utilizzare per il parco d'assedio. Fignrava tra queste artiglierie, oltre ai mortai da 15 e da 24, anche nn cannone da 120 A . fornito dalla Casa Krupp che fu effettivamente impiegato in insta,llazioni fisse ma che si poteva anche ugualm ente adatta,re all'affusto pesante da 120, ecl aveva il tracciato e la conforruaziO!lle analogl.Ji al cn1mone da 120 G. Il mortaio cla 14B .A. (1) ed H m.ol'taio ila 240 .A.., di costruzione Krnpp, a,ycva110 nna conformazione ccl nna, costruzione presso a poco si.mili, cliffetendo naturnlmente per di mensioni e per alcnni. particolari. Il morta.lo cla 149 A. era cli acciaio a costruzione seml)licc, ossia senza alcun strato di cerchiatura, mentre quello da 240 era invece costruito a tubo-anima, ossia con un tubo interno che unduva dall'otturiltore alla vo- . lata e non aveva otturatore, mentre la parte munita di otturatore im·estini il tubo intei·no e costituiva la par te maggiormente resistente della bocca da fuoco. Questo sistema di costruzione non eru quello cinattcristico delle artiglierie Krupp, che di solito erano sempre costituite n <e corpo d'artiglieria l>, ossia con il tubo interno munito di otturatore e r inforzato da altri cerchi o tubi applicati all'eRterno. ' Queste bocche da fuoco erano munite cli orecchioni con r,repon<lerante in volato, e di collari in volata e piastre in culatta l)er l'àpr,Hca~one di nna dentiera per il puntamento. Avevano ottura tol'e a cuneo con pia tto ed anello Broadwell ; il cuneo era di acciaio prismatico, n spigoli posteriori arrotonàn.ti e inclinazione piccolissima, cioè di soli 2 a 3 gradi. Il congegno di ·chiusura era munito di una vite di forzamento alla testata sinistra, elle · per resistere allo sforzo era in modo particolare rinforzata da un coslcletto (1) Una: disposizione ministeriale emanata In ouesto J)el'ioclo <li tempo stabill che le bocche eia fuoco fossero designate col numero dei millimetri Indicante il calibro, seguito dalla. lettera maiuscola Iniziale del metallo.
-
1805 -
l'Al{'l'ID 'l'IJ:C.:,(I CA
]870-1915
tltcgno a e:hion·iol:1 :wentc lo stesso l)rincivio degli ottm·a Lori a cuneo g i:) clescritli. Tl mauubrio di questi orturntori era amoYibilc e dO\"C\'a essere tolto pl'ima di chn·e l'inclinazione al pezzo per 11ermettel'c l'abbassamento della <·11 latta tra le cos1:c clell'nITust'o. 11. [oc:one vcr lo s1>a1.·o era pratic:ito
P ig. S25 • Mortaio da 2:1. A.R. Ret. con affusto <lcl n. 17 nttravcrso lo spessor e clel cuneo in direzione clcll'ùsse clell'nnima ud ottm:utore chiuso, e ad esso si applicarn un caùncllo a vite. Il congegno di sparo era munito anche cli un òlsposilivo di sicurezza costituito da un chia,·istello scorrevole a mollu che, contrastuuclo cont:ro l'eocrtura dl . caricalllento, lasciava nperto il focone per l'uppl1cazione clel caunello sol tan to quando l'ottu ratore era per!cltamentc chiuso. Gli affusti dei due mortai erano perfettmncnte Sillllll nelle loro linee generali; nel complesso <':rano affusti a cassa .con fianchi cli ferro pe1· 11 149 A., d'acciaio per il 240 : montati e sistemati sòpra una piattaforma ùl grossi e robusti tavoloni di legno sui q;rnli gli affusti stessi erano vincol::iti e girevoli attorno ad un perno centrale. Gli afl'usti erano composti cli clue cosce rìnCorzate cla calastrelli e lra'ver se, clelle quali alcune erano disposte . diagonalmente secondo le clirezion1 degli sforzi di rinculo preponderanti: esisteva poi un robusto fondo che portava il perno di rotazione. Il 1·lnculo ern completamente soppresso e l'affusto ero. vincolato alla piattaforma mediante due robusti archi circolari o rotale sotto le quali eran o impegnati i .bordi arcuati del fondo dell'affusto stesso. A.ncbe la J)lnttaformo. e1;a guernita tlrt grosse lamiere superiormente, anteriormente e posteriormente, ed appoggiava su travi tras,·ersali molto resistenti.
-
1806
\ I
L EJ 130CCEI E DA F UOCO DEI MATERJ.-\Ll D' ASSEDIO
L·a:ffusto eru prov,·isto di r obuste sopra-orecchloniere e di uu congegno di elevazione a clentiera; la dentiera era un arco semicircolare collegata ul mori.aio mediante alie a collare cli cui già si è parlato. Il congegno cli punteria, mecltante ingrani1ggi intermedi, era comandato da un volantino montato sopra un albe1·0 s11orgente dnl fianco destro dell'affusto, e munito ,li un clisposltivo di arresto a vite di pressione. Per la direzione, l'affusto del 149 A. non aveva alcuna sistemazione speciale, e la direr,;ione si dava mediante una semplice leva applicata posteriormente all'nffusto. Invece i.I mortaio da 240 A., sulla pia.tta.fm:ma posteriormente all'affusto e montato sopra un perno, portava un rocchetto dentato in cui ingrana va una vite perrictua ed era montato sullo stesso albero di una ruota dentata sulla qnale ~i avvolgeva una catena all a Gall che si attaccava laLeralmentc all'afEusto per modo che, agendo alla ruot:i dentata si determinava lo scorrimento della c:itena cd il conseguen te s11ostamento clell'nffusto sulln piaUufor ma.
In conclusione verso il 1890 la, situazione delle artiglierie era quella ri-sultante dall'allegato Specchio O.
d'asi:ieclio
s ..i::cctt1 0 Anno 1890 - M cder'iali cl'a8sedi-0 - Bocche da fuoco
e
===-========-== =-=;:===-·-==== ·-== =-=:===--:::;:==:::;==-== ==== ~
-I ~ ~ ·-"- ~ i t~~~}! °? =i'- .g::= ~"' I o..:..i
BOCCA D.A FUOCO
·;
P eso medio
::i "'O
Congog110 di chiusut·a
ai
E!
bocca da
.:i
m.1,i.
B ocche ,lei
/11 000
Co:nnoue du .t.2 B. R. Ret. Obice dn 2J G . .R. C. Rei. cl 'nsseclio . . .
1-1-11,1
I
120 a v ite intenot- 120 ta con anello otturato1·e pla210 stico
10
I
210
Obice da t5 G. H. R et.
149,1 J
.
Mortaio rln 15 A . H.. Bot.. Mortaio clii O B. R. R e t.
cuneo prisJ11n.· tico, con anello 240 òt,L11ral,01·e d i- 140,1 a
sposto nell'u n ima.
-
69
3300
1807'-
87
1400
6
Obice cla 21 G. R . C. R et.
}Jol'fuio dn 24 .A. .R. H ct.
kg.
d'a,ssedio
Cannone tla lo G·. R. C. Uot. Cannone du 12 .à.. R. C. R,ot.
fuoco
1rg.
fi6
1206
167
2967
167
2967
6H
1442
L97
1750
4.i
365
J3,2
10{i
l'AR'.l'E TECNICA
1870-1915 segiie 8P1tCCHI0 C
Anno 1890 -- Aff'i1;sti
DENO}'lJNAZIONE DELL' APFTJSTO
Bocche da. fuoco che vi si inca,;alcauo
Freno 'l/1.•
Affosto d' assedio per cannnone da 15 G. R. C. R et.
kg.
l
freno i cha u.· 1,~80 1800 lico per il f.iro, avite por il traino.
Affusto d' assedio per Cannone da 12 A e G Cfurnonc cl a 12 Re t. ~ Obice da 15 G. R. pesante
l
1,480
umo
idem.
Affusto cl' assedio 11er . cannone da 12 Ret. ( Cannone da .1.2 B. ~ Cannone da 9 B. leggero
1,-!80 1140
idem.
Affusto d'assedio ridotto per OlJice da i>.1 G. R. C. R et.
Obici da 21
freno itlrauLi c o e d a 1,516 2480 sca rpa
Affusto d'assedio ridotto per carmone da 9 B . R.Ret.
Cannone da 9 B.
1,520
740
Affusto d' assedio per Ì Cannone da 12 G. R. cannone da 12 G . R. ) Obice da 15 0-. L.
1,520
795 a scarpa
Affusto d' assedio per cannone da 16 G. R .
l,520 1303
Cannone da 15 Obice da 21
Cannone da
rn
G. R.
Affusto per lVIo1faio da 24 A. R. R et. con sott'affusto del N. 17
1600
Affusto per Mortaio da .1.5 A. ù .. Ret. con sott'a.f fusto del N . 13 1 Mortaio da 15
440
Affuslo per Mortaio da 9 B. R. Ret.
125
lVfottaio da 9
-
1808
~
idem.
idem.
IL :\IORT.\IO DA
210
A.
Si gitrnge così al pniodo in cui l'industda italiana è in grado di costruire coi prop1vi me½zi artiglierie d'u.cciafo 1 e si ini½ia quindi anche presso cli noi la cost1·nzio11e di tali materiali, cominciaudo da un mortaio da 210 d'a,cchLio del quale già erano sta.te progett ate e fissate le car a..tteristiche essenziali di potenza e di peso, ma nelle qua.li si comprendeva anche la condizione di ra,ggiunger,e una gittata molto superi~re, nonchè settori di tiro molto più ampi di quelli che si potevano r ealizzal'e con gli obici da 21 allora in sei-vizio. Il complesso del materiale del mortctfo elci 210 A . è rappresentato da una bocca da fuoco di acciaio incavalcata sopra un affusto sco1Tevole su un sottnffusto, appoggialo e girevole su cli nna piattaforma. Nel rinculo l'affusto è frenato da freni naturali e ritorna in batteria per eccetto dell'incli· nazione clelle lisce del sottaffusto col concorso di robuste molle a car toccio. La bocca <la fuoco è d'acciaio, composta di corpo d'artiglieria con otturntore e rinforzala esternamente da una serie di tubi d'acciaio collegatì col corpo medianle cerchi anteriori messi ad incastro ; ha gli oreccbloni con zoccoli a base quadrata portati cla uno dei cerchi di rinforzo, e congegno di chiusura a vite cilindrica segmentata, perfettamente simile a quella degli obici e delle altre bocche da fuoco da 149 G. L'affusto iniiinlwente ideato era costituito dall'affusto proprìmnente detto con fiancbi di lnmlent d'acciaio, con orecchioniere e sopra-orecebioniere, riuniti cla un fondo e da truverse e calastrelli come quelli dei mortai da 149 e da 240; apvogginva mediante rotaie e roteJle cli scorrimento sopra il sottaffusto, costituito da due lisce inclinate del 9 % e collegate tra di loro .mediante un fondo che appoggiava sopra una piattaforma di robuste travi cli legno longitudin[lll, attraversate da altre travi trasversali e ricoper te di lamiera di ferro. Il fondo del sottaO:usto all'estremità an~eriore e posteriore era sagomato ad arco cli circolo e munito al centro di un perno attorno al quale era girevole per il puntamento in di1·ezione. Come fu detto l'affusto era :,correvole sulle lisce del sottafl:usto ec1 il suo 1·inculo veniva a,~mortizzato da robuste moJle a cartoccio noncbè da freni ad attrito cJ1e potP.vano sen-arsi mediante viti sulle lisce del sottal'fusto : il ritorno in batteria er:i ottenuto J>er effetto della sola inclinazione delle lisce stesse. Per dare l'inclinazione, l'nffusto era mu nite>- di un congegno a dentiet·a, applicato all'asse di simmetria del mortaio mediante collari e piastre ad alle, e veniva comandato per me7.r.o cli varii ingranaggi analoghi a quelli degli altri mortai, da un volantino e relntivo freno ad attrito disposti sul perno :,porgente dal fianco destro dell'ati:usto. Invece per la direzione il bordo anterìore del sottaffusto era munito di una den tiera nella quale ingranava un rocchetto montato sotto un perno verticale fissato sulla piattaforma e munito di un rocchetto conico con fori
117
1809 -
PARTFJ TECNICA
1870-1915
obliqui, ai quali poteva essere r1pplicata una leva di punteria per ottenere la rotazione del sottaffusto sulla piattaforma. Questa forma primitiva del complesso fu in seguito modificata coll'abolizione delle molle di rinculo é. dei relativi freni a striscio che vennero sostituiti con freni idraulici sistemati later.almente i, Be · lisce del sotfoffusto e sui quali agivano i fianchi dell'afl'usto: a tal fine mediante una robns~a traversa di acciaio erano r esi solidali all'affusto e con esso scorrevano sulle lisce clel sottaffusto.
Fig. 82G - Mortaio da 21 A.R.C. Ret.
Anche questa couforrrwzione ebbe due forme diverse per migliorare ki condizioni di funzionamento clel sistema di freuamento : la prima soluzione era rea.liz~mta con freni di breve lunghezza, mentre invece la seconda, più perfezionata, ebbe i freni molto lunghi ed estendentisi ver tutta Ìa )unghezza delle lisce. Il mortaio da 210 tolto dalla piattaforma, ma sempre in un unico .iusieme di afi'ust:o e sottaffusto, poteva adattarsi al traino con una sola vett:ma mediante un avantreno d'assedio del tipo giit descritto. All'affusto veniva a'l)plicata una sala d'acciaio con ruote cli legno, sistemata in staffe sporgenti anteriormente clall'atl'.usto stesso; posteriormente ad esso veniva invece applicata una stanga di traino che ii.lnzionova da coda per l'unione aÌl'avantreno. La piattaforma del mortaio veniva trasportata a parte su un carro cl:i trasporto.
- 1810 -
lL CANXO.:-E DA
149
A.
Il secondo materiale d'accia,i,o di fabbricazione italiana, 1·ealizza.to dalle Officine di Napoli e di Torino, fu il cannone da 149 A. che in origine ebbe il nome di cannone da 15 A.L. /3G. F.,sso però, sebbene gli studi per la sua realizzazione fossero cominciati gi à nel 1892, comparve de:finitivamentie soltanto nel 1905 e ciò in causa delle vicissitudini che accompagnar,o no gli studi stessi, dei ritardi generati dai varii progetti che si interposero durante la fabbricazione, nonché in conseguenza di altri motivi che portarono lè cose _ molto in lungo. Una delle più importanti ca,nse ritardn,trici fu la discussio111e sorta chca la convenienza di creare un materiale alquanto più leggero di quello che si presumeva dovesse l'isultal'e ta-le cannone da 149 A., ed anzi la convenienza di adottare per il parco d'a-ssedio due calibri_invece che uno solo, e cioè un cannone da 135 come bocca, da fuoco di impiego ordi1JJ.a1fo, ed un cannone ·da 110 come bocca da fuoco leggera; vi furono poi anche molto discussioni relath-e al muniziona.mento e ad altre questioni. Tale cannone oggi chiamai.o ca11none da 149 /35, qn ale dopo le accennate vicissitudini venne effettivamente realizzato nel 1905 ed jntrodot.to in servizio, ha, come complesso, la conformazione generale analoga a quella degli altri materiaJi a ruote già descritti; ma però tutti i particolari del suo mate· l'ia-le, e come bocca da fuoco e come affusto, furono sta,biliti (; quindi studiati e proporziontiti in relazione alla maggiore potenza che c-0n esso fu possibile 1·eal izzare. La bocc!l ei a fuoco ha costituzione a corpo cli at·tiglieria, con nno strato di cerchiatura a lungo manicotto che anteriormente si estende fino oltre metà lunghe:r.za, porta gli oreccbioul sul secondo cercllio e dava11Li ad es1:>o comprende ancora altri clue cerchi .di fissaggio, sagomati a grndino; posteriormente, per consolidare la costituzione di tutta l'arma, il lungo t.11bo di cer ch1atura è terminato con un altro cerch'io dì fissaggio in cnlutta sagomllto a gradini. La cameratura è a camet·a doppia, liscia per la cat·ica e rigata per il proietto; la rigatura è mista, e cioè progressiva nel tratto iniziale e nel tratto finale della pal'te rigata, intrnmew;ata cfa t1n lungo tratto dl rigatura a passo costante. Il congegno cli chiusura è perfettamente uguale a quello delle altre bocche da fuoco già dC'scritte. L'affusto è anche di strutt.1.na analoga all'affusto clel caunoue cla HO G., ma è d'acciaio ed ha maggiore lunghezza, mentre poi gli aloni sono sp!uti
-
1811-
PAR'l'0 '.l'ECN f CA
1870-1915
m.olto in avanti, tantochè l'asse delle orecchioniere cade anteriormente all'asse della sala, il che è fatto per ottenere 1111 maggiore equilibrio del complesso, data la grande lunghezza della bocca da fuoco. Un'altra particolarità che distingue la costituzione dell'affusto da 149 A. dagli altri affusti, sta nel congegno clì elevazione che è costituito a dentiera; la dentiera ad arco di circolo è fissata mediante una staffa per una estremità ad un collare fissato a sua v,olta alla parte cilindrica della- culatta, mentre l'altra estreinitù è lìbera. Con la dentiera ad arco di circolo ingrana una
Fig. 827 - Cannone da 140/35.
ruota dentata conica cou la quaie iugnui.a a sua volta un rocchetto dentato conico, portato da un lungo albero longitudina.Je che corre lnngo le cosce e sotto la pedana, ed è comandato con un albero trasversale Òìunito di ingranaggi conici di collegarnent<t con l'albero longitudinale, e, all'esterno delle cosce è munito cli due volantini e cli due piatti discoidali destinati a fissar e la posizione dell'albero stesso. Questo affusto venne costruito essenzialmente per il t.raino con le rotaie a cingolo Donageute, che richiedono qualche va1·lante ·nella contormazione degli organi di frenamento : tali rotaie si adattarono in seguito anche a tutti gli altri. affusti già descritti. L'applicazione delle rotaie n cingolo raggiunse anche lo scopo cli evitare l'impiego di un pniuo]o per il tiro, perchè le ruote riuscendo per tali r otaie
1.812 --
1
IL CANNON I•) DA
149
A.
cir<.:ontlate da una ::;erie di segmenti e cli piattaforme, vengono acl a,·ere •a base d'appoggio allargala e conscgucnterneutc è impedito l'affontlameuto del pezw nel Lerreno. Le ruote del pe,tzo sono perciò di costruzione speciale, di legno con largo cerchione, motto r·obuste, a doppia campanatura e rir1f0rzatc poi anche da sei tiranti cl':1<.:ciaio che collegano il eercbioM col mozzo di feno . Alle ruote è fissata una bnulleJla o puleggia circol~u·e spo1·gente verso l' interno, sulla quale agisce per attrito tm sistema cli freno di traino.
Fig . S2S - 1!1·imc prove dei cingoli Bonagcnte coi materiali da 140 A. (1805) . Questo sistema è costituito cla due stanghe di ilCciaio cbe, , munite di suole (Il legno, serrano la bandella ngcndo come le morse di una ganas<:ia, e sono sostenute da due brncc·loli, destro e sinistro, muniti cli staffe lungo le quali possono avpunto sconere le due stanghe : Queste ultime sono abbracciate al loro centro da un congegno a vite con manubrio, per mezzo del quale le stnnglle. stesse possono esssere serrate l'una contro l'altra . Per il tir o, con le rotaie a. cingolo, deve essere npplicato all' nffnsto un cuneo-freno molto pii1 ampio e più lungo di quello pre,·isto per l'impiego dei paiuoli, e Inoltre la coda deve appoggiare su un ampio pancone di legno ayente rinforzì di ferro e munito [lOStcrìorrncnte di un puntello. Il freno i<kaulico è soppresso, e all'atto del rinculo tutto il sistema - affusto, pancone di coda e punteno - rinculano insieme, frena ti soltanto dalla forte inclinnzione elci cuneo-f reno.
-
1813
l'Al<'rE '.l:EC.\'ICA
18T0-1U15
* ** L'evoluzione dell'artiglieria chif1mat.L in passato da for. t ezza, ed ora arti glie1"ia da clifesa) per qna,nto rigna,rd a l-J bocche da fuoco, segu e :fino ad un certo pnnto e passo passu Pevolu~ione dell'ar tiglieria d'assedio, e ciò perchè i materiali da clifosa i n linea genera,l e sono costituiti dalle steflsc bocche da fuoco, incavalcate però e sii-tcmat ~ s11 :tffrn,t i , installazion i. od impianti cli modelli svaria ti, che perni ettono lli sfruttare tutti i Yantaggi della fortificazione. I pr ogre~si in qn esLo campo vanno qui ndi esa,minati ei-senzialmente per ciò che ha tratto agli affusti in rela,zione alla fortificazione e principalmente ai mezzi di facilitate l' offe~a e di offrire la, massima proter.ionc al personale ed al mate riale. Quindi nel pel'iocl-o ,che qui csamini,lm o, t1i1.:canto a.gli affusti da difesa orclina,ri, sistemati allo scoperto o[)pure in ~asama.t.ta, gi.1 conoscinli nelle epoche precedenti, compaiono fin da, prh1cipio affusti a scomp.a1·sa costruiti col concetto di tenel'e n materiale cl 'o.ffesa espost<> sol tanto per il tempo JJ C· cessario ad eseguire lo sparo, e permetLerc di compiere td cope1·to t utte le altTe opera1.ioni cli caric·arncnto ecl anc:he di puntamento; compaion o co§:ì afC11sti : a cannoniera, m,inim.a ~ cioè disposti in casa maUa ma costruiti in modo cln., poter ri . dune la ca,unoni<~ra alle dimensioni minime fa-cenclo i materiali atti a ruotare attorno al centro della, cannoniei-a stessa sia per il pun tamento in direzione che in quello in elevazione; af/iist,i a sfera che hr111110 la bocca, dà fuoco foggiata con una gros. a, sfera aclla volata, sfera imprigi.onata nella, corar.r.atura fron tale e per cui quindi la cannoniera è ridotta alla semplice bocca del cannone; mentre in fo 1e venn ero realizzate le fo. staZlazioni in pozzo nelle quali i materiali d'artiglieria sono completamente sistemati in pozr.i ricavati nella massa cemen tizia dell'opera e protetti superiormente cla cupole o casa.matte girevoli sull'orlo del pozzo stesso, e collegate iueccanicct· mente coll'a;l'fusto prop1'iamente detto per poterle seguire nel puntamento in direzione. Naturalmente in tutte queste in stallazioni si C'erca di sfruttare al massimo i sistemi di pun-
- 1814 -
LID J30CCH E DA FUOCO UEI ~ AT1'in.IAL I IJA Dil!' i,;SA
tamento indiret to e tutti gli altri mezzi che offre la fortificazione per agevolare il servizio ed il rifornimento delle mu · nizioni. Negli allegati specchi D ed E, similmente a quanto venne fatto in pre<:edenza, si ripor ta la situa,zione delle ar tiglierie da difesa nell'anno 1890, cioè alla metà circa del periodo qui considerato. SPECCHIO D
Anno 1890 -
JJfotcr iale dei difesa - Bocche da fuoco
Congegno (l i
BOCC-~ DA Fl.;000
I Cnnnoue clii 15 G. n. R ot. (1) eo,n uone d a 1:.·~ 1\. • R .. Rei. (1) . . . .
c. ·
e
l
I I
• 1
.
Ca nnone da 12 G. R. C. Rct.
l
I
Cannone da 9 A. R. C. Het. Cmrnone cla 15 A. R . C. Het. a ,-fora
f
chiusnrn
a T°ile interrol• . tu, con anell o otturotore pla· stico.
.140,1
120
cu 1100 cilin- 120 tlrico prismati87 co con auP.Jlo otLomtoro cl'acciaio. 149,1
11
10
OH
3015
6
55
1470
4
56
1495
6
34,25
136
I
492
~600
Cannone cla 16 G. R . (avnnc.)
165
3076
Cannone du 12 O. R (an1nc.)
121.il
1364
Obice da 15 G. L. (aYnnc.)
151
800
(1) Per batte rie n cannoniera minima.
Gli affusti da difern. or dinari sono composti dell'affusto propr ia men te det to, a cassa con due fianchi di lamiera di fe rro, e di un sotta:ffusto a lisce inclinate pure di ferro, munito di un freno cli rinculo idraulico e sosten nto da rotelle ,_ 1815 -
PAR'rE TEC.r--l CA
1870-1915
di ghisa; il tutto è cli conformazione generale simile a quella dei vecchi materiali di legno e dell'affusto metallico per cannoni da 22 ad avancarica di cui è cenno nel volume V, pa gina 2302. SPRCCIIIO
Anno 1890
E
Affusti da difesa . o
g~ e __
Bocch e da fuoco che vi si incavalcano
DEN'OMI~ AZIO:SE DELù'AFFUSTO
P osizione dol perno
·- -=
Ò<.>
·m .
I ( Obice d a, 21 R. P. otl R. E . A ffusto da difosa p er can) Cannone da 15 none da 15 G. R. C. R et. ,, Cmmone cla. lO (aYa nc.)
I 2,000 1,700
Perno ant. e p orno a vanzato (a second a ùol sotttLf-
fus to) Affusto da difostt per can- ~ Cn.nnone tla 12 A . e O. none da 12 R e t. ,
? Obico
da 15 Hct.
2,000 'idem.
1,700
Affusto dn difosn J)er cannone tfa 15 G . R. O, R ei. per batteri e a cannoniera minima.
Cannone da 15 p er batter ie a cmrnonicrn, J11i·
.,\ .ffus to cln, difcsu p er cannoni da 12 A.. R. C. R ot. p er ba t.t erie a cannonio· rn minima
Cannone d t1, 12 pet bat . ferie a cann oniera minima.
IIÙU!t
perno avam:.
idom.
)
Affusto per can110110 d ,1 J5 A ., a sCcr !J,
Cannon e da 15 A. a s
.A.ffnsto c1n dife;;n l\lod. 18!30 per cannone d a 16 G. R.
Cannone dn 16 (aYnnc.J
l,OO 1,20
..A.Ifusto cla difesa )Iocl.1889 p el· cann one da 12 G . R
Caunone da 1:.l (aYauc.) Obice da, 15 (avanc.)
1,75 1,90 (20
I
a
idem. 1.75
-
1816 -
l~ pe rJl O ant.
l
idem.
l DUE 'l'lPl 0 1 AFFUSTI
D :\
Dl fi'ESA
Di questi affusti da difesu, furono costr uiti due t ipi lJCrfet ta,mente simili tra di loro e differenti unicamen te per le dimensioni e per qualche particolare : uno cont ra.distinto col nome di affusto per cannone da, 15 ser viva anche pel' gli obici da 21; l'altro, chiamato afl: usto da difesa per cannone da 120, ser viva anche per l 'obice ùa 15. E ntr ambi questi affusti potevano essere montati con sottaffosti da barbetta, detti rispettivamente del n. 8 e del n. J O, oppure con sottaffusti da casamatta detti del n. 9 e del n. 11, e tali sottaO'usti non differiva1no poi tra di 101'0 che per la fo rma delle casse appoggian ti sulle rotelle, e per le loro dhuensioni. L'affusto a ctlssa era compoi:;to cli due fianchi tra pezoidali di lamiera di ferro, con i bordi rinforzati da ferri a<l angolo, collegati da un fondo noncllè da calastrelli e da t raverse ; i fi ancbi avevano le orecchioniere senza sopr a-or ecchioni, ma mu nite di staffe che si impegnavano sui bottoni di maneggio fissati agli orecchioni ; congegno di punteria a vite doppia con chiocciola oscillante, e movimento a comando continuo per mezzo di un aJ bero sporgente dal fi anco destro, mosso da un manubrio amO\'ibile. L'affusto era munito di quatti·o rotelle di ghisa : due anteriori montate su un'unica sala rettilinea, due poster iori moutatc su gomiti di una sala calettata eccentricamente. Nel rinculo le rotelle restavano sollevate dalle lisce e l'affusto, con le suole dei suoi fianchi guernite di lastrine o suole di bron20, strisciava ;;cmplicemente sulle Usce del sottail'..usto; le ro telle ser vivano solta nto per agevola.re il 1·itorno in batteria, pcl quale scopo, mediante una semplice manona effettuata con leva a manubrio, facencTo nppoggiare sulle lisce in sala eccenti·ica delle ro telle posteriori, venivano ad ap poggiarsi ancbe le r otelle anteriori. Il sottaffusto per il cannone da 15 era costituito da clue travi di ferro a T, e q11ello per ìl canno11e da 120 da due travi di ferro a. U, inclinate ,1el 7,8 % e collegate tra di loro cla un fondo e cla varie traverse : esse appoggiavano sulla piazzuola mediante quattro rotelle di ghis:t montate con perni orlzi ontali sopr a casse pure di ghisa foggiate a forchetta, le quali a loro volta, mediante altrettanti gr ossi maschi verticali, si adattavano entro controcasse ))\ire di ghisa, fissate con bulloni lateralmente alle estremit à. anteriori e posteriori delle due lisce. Le contr ocasse erano munite di varU fori per poter montare 1 maschi delle casse nelle diverse posizioni occorrentì e corrispondenti alle varie destinazioni di impiego assegnate ui sottaliusti, e cioè : o in barbetta, o in casamatta o. per i traini. Queste varie destina7.ioni si ottenevano sen7.a che sul materiale fosse stato previsto qualsiasi lavoro spccin.le, ma soltanto cambiando o variando la diSPoSi1.ione relativa cli alcune delle par ti, cioè delle casse e delle rotelle. in dipendenza della necessità di variare il ceutro di rotazione da darsi ~
-
1817 -
P.\RTE ·mc:--rcA
1870-1915
t utto il sistema per il puntamento ln direzione: per la sistemazione in barbetta, dala In disposizione dell11 murntura, . la rotazione per il puntamento in direzione doYeYa av,·c11it't' attorno t1cl uu perno anteriore, cioè situato verso la parte anteriore elci soltaffusto; mentre per la sistemazione in casumatt!t lo rotazioue doveva avYenir e attorno ad un perno a-ronzato, cioè situn to in conispouden-.a della verticale della Cimnoniera. E aflincbè per ognuna dì queste due sislewazi(\ui le rotelle pot<'ssero convientemente rotare
Fig. 82:J - Affusto da difcs:a pct· cannone da 15 G.R.C. Het. · con sottaJl'usto elci n . s.
ern necessario cbe i lot'o perni a,·esscro nn orientamento opporluno, cioè fossero diretti verso 11 centro di 1·otazione. Im·ece per ìl trnino le rotelle dovcnmo essere parallele all'asse clel sottaffus to: JJcr quest'ultimo motivo e ver permettere la variazione di orientamento che le casse dovevano assumere nelle va rie posizioni, le controcassse presentavano <lei fori dove dovevano :illogarsi 1 grossi maschi delle casse, e varii fori per le caviglie cou le Qtrn li i maschi venivano fissnti nelle vosizioni 0[1portune. Le cnssc delle rotelle e le rotelle stesse ernno differenti secondocbè il pezzo doveva essere UHmtoto in casamatta oppure in barbetta: per il montaggio in barbetta le casse e le rotelle dovevano essere piuttosto alte perchl: cli solito il parapetto per dare una buona protezione ai serventi era molto alto; per le lnstalla?.ioni ln casamatta tutto questo non era necessario, e le rotelle el'ano di minori dimensioni sia per e,;tare un angolo di coda molto
-
1818 -
G cr AFl~IJST! IN BAnm;r.rA EO 11' CAS .\:\IA'l'l',\
grande, e siu anche per di minuire la sollec-itazione del wateriule all'impen· namento. Per le iustallnzioni in barbett~1 il perno dl 1·ota7.ione [)er il puntal.Uen~o i n direzione era costituito da uu rocchio nrnssiccio cli ghisa con una pinstr:.t di base a rotaia circolar e, murnta nel pavimeul·o, con un'nppencliç:e verticule conica avente un foro 1:;uperio re nel quale, per stribilire un solido attacco del sott::iJI1Jslo, si introcluccnt un maschio: a tale costruzione piramidale cli lamiere di fono veni\'a doto il nome cli « m1rucccllo ». Sulla pi.\strn. del
F ig. 830 - Congegno cli nbbocc:uuenlO per affusto cla dife::;a in casamatta.
l'Occhio scorrernno le rotelle anteriori, e nella .mur atura stessa della piaz· zuola eruno fissati gli archi cli rotaia oer le rotelle posteriori. Per le piazzuole di terra battuta gli archi di rotaia erano fissati su robuste tavole di legno collegate tra cli loro e ri unite al rocchio mediante altre tavole disposte a r aggiera. Per le install:lzioni in casamatta il perno cli rotazione era costituito clu un robusto gancio, murato. in una ('avìtù del muro f rontale e al quale la parte ante1·iore clell'aJiusto era :1ttaccata medhrnte un robusto saettone di ferr(l o di accia io; le rotale erano murate nel puvilnento cementizio della piaizuoln. Data la minore alte--,11,a del ginocchiello, e quincli la minore sollecitazione all'impennamento del materiale, non er a necessario nlcuu vincolo specinle alla parte anteriore del sottaffusto, qua le im·ece era richiesto per le sistemazioni in bn1·betta.
-
]819 -
P AR'l'E '.l'ECNICA
1870-1915
Per la sistemazione in casamatta, il comple.sso doveva essere munito cli un congegno s pcciaJe eletto di « abboccamenlo )), atto ad impedire che durante il i·ìncull) con elevazioni un po' grandi, la volata del cannone venisse ad urtare contro il ciclo della cannoniera . P er questo .congegno di r,bboccamento, ideato anch'esso dalla fervida genialità costruttiva del nostro Giuseppe Bìaucarcli, al sottaffusLo erano applicate delle rotale d'accia io inclinate ~ curve sulle quali scorrevano elci ritti con rotelle, mantenuti verticali da parallelogrammi snodati, sistemati internamenlc ai fianchi dell'affusto; i ritti con le loro sommità conispondcvano a denti sporgenti, uniti ad una staO:a ·fissata con viti nella prnte po~teriore d ella culatta della bocca da f uocù ; l'inclinazione e la curv{ttura delle rotaie erano studiate così che, fin dal primo inizio del rinculo, i ritti si solle\·avano e solleva,·ano anche la culatta abbassando cli consegue.mm ln volala, cd evitando quindi l'inconveniente previsto. Siccome però l'urto del i:itti tloteva essere abbascanzn forte per provocnre la r otazione della bocca eia fuoco abbassandone la volata fino a farla baltere contro il fondo della cannoniera, nell'affusto era sislemnto un clisposith·o di molle a cattoc<:io alle quali si univa no le estremità cli una bnrra che, dispos l11 soprn ln culatta clel pezzo, la ma11tern.!Ya bloccata sulla vite cli lllirn evitando cosl che essn polesse solleya1·si liberamente.
Nel 1910 al tipo di u,ffnsto in bf-1:rbetta. prim;;~ clescritLo, per proteggere i S<'JTenti dalle pallette cli shrapnel e dalle sc:heggie cli granata furono applicati dei 1·ipari o scudi; tali 1·ipari consistevano in lamiei-e cl 'a·cciaio di mm . 4, di varia form a, appli.cate ai vari punti degli affusti e dei sottaffusti, r~l coperto dei quali i seneJ1 ti cloYeva110 disporsi per compiere le n1.l'ie fum,ioni del servizio del per.z.o. Si ebbero così varii tipi cli scudi di proter.ione, e doè : rnl1:.1,mpia lamiera a forma d1 cuffia , fissata per i suoi bordi a i fian chi dell'affusto in modo da cop1·ire completamente il vano dell'affusto stesso, meno queJla, porzione necessui·ia, pel' il passa,ggio del cannone e p cl' il suo puntnmento i Llne scudi luteraJi in fom1a di nicchia, sospesi alle controcasse ed alle ca>Sse delle l'Otelle ln.terall11ente ec1 all'infnori rnetliu,nte bracci snodati. l'cr facilitare il p untament o in clirc,,ione da, nnn posizione antel'i ore all'affu sto ste$SO furono poi applicati clegli speciali or digni : cia scuna delle due rotelle posteriori veniva all'uopo munita di dentiera cil'eolare al la periferin,; con le dentiere i11granavano dei rocchetti conici coman<lati da alberi ~bliqni che, mediante alt ri ingranaggi conici, snl piano di simmetria del sottaffusto
-
1820 -
M00IFICAZ10NI
API'OHTA'rllJ 'NEL
1910
ALL' Ali'll'VS'J:O li\
BARl.ll'rl".CA
si. congiungevano ooll'estremitài posteri-ore di un lungo albero longitndiua,le, .fissato anteriormente alla testata del sottaJfusto munito di un volamte a, ma11ubrio sul quale i serventi potevano agire stando al riparo del Pi!rapetto. Pe1· l'elevazione, l 'asse cli comando del congegno di elevazione, mediante un ingra.11aggio conico, era ripiegato in avanti e munito di nu volantino sul qualB un altro scrvenLe, i:-tanclo sempre al riparo ùel parrupeLto, poteva comandare il congegno di punteria. 1>el' sollevare da terra al piano di se1Tizio dell'affusto il c.u· toccio e il proietto, era stata soppressa la grne del fianco sini st1·0 del sottaffusto perchè cccessivame11te espo!,;('a,, ccl in sua soi:;titu zione era stata sistemata una cnnetta scorrevole a, si11 ist1·t~ dell'affusto stesso, clt e permctteYtlt di sollevare e di porgete le munizioni a,l servente destinato ad effettuare la cal'ica. La. cunetta era sei-vita, da, fonitelle 1Jessibili e, p1:~r mezzo di tma finestra protetta da uno scudetto inchiodato, comunicava, mantenendosi al 1·iparo, con lo spazio anteriore al pezzo prot.etto dal parapetto. Con questi affusti da difesa., per aumentare al massimo la protezione dei sc1·veuti, fu studiato ancora un altro sistema; si pensò cioè di diminuire per q uanto possibile la larg;he1/..za della piazzuola trasformando ìl sottaffusto a perno antel'iore in nn sottaffosto a perno cent rale, f. poichè si doveva per ciò modificare convenientemente la mu n1,tura delle piazzuo lc e veniva soppl'esso l'aggrnppamento ottenuto col pal'uccello an teriore, la ttasformazione fu ottenuta sollevando il livello delle r otelle posteriori e dimi11uendonc il diametro per evitare l' impennamento del pezzo. Al centro del pa.iuolo si costruì un grndino cfrcolare per le rotelle p-0steri01·i e venne fissato nn rocchio al quale era.. agg1·appato il sottaffusto; l'impenna-mento fu essenzialme11te evitato pe1· effetto della piccolezzft dell'angolo di coda che era stato molto riclotto . L:nggt appamento del sottaffusto al terreno era ot tenuto, non soltamo per effetto del maschio atta-c.ca,to al rocchio, ma anche mediante nna rotaia circolare con orlo piegato in fuori, fissata co·n bulloni alla pi astra del rocchio e sotto la quale faceva presa una linguetta ad L fissa,ta al sottaffusto se.orrevole sotto i.I. bordo ripiegato della rotaia.
-
1821 -
l'AR'rn TF:CNJCA
1870-1915
Le installa.zioni a, cannoniera mi·n 1>ma t'n rono a<lottate per cannoni da 149 G. e per cannopi da 120 A ., i q11ali ultimi eramo di costruzione Krupp. Le installazioni · erano di costruzione tipo Gruson destinate per l'a,rrna,mento di opere ùa mon tagna in casamattà,, cosi costruite per tenerle al coperto dai tiri effettuati da posizioni più elevate. Le ca-samatte avevano una parete frontale curva costituita eia una grossa piastra. di ghisa nella quale era aper ta la cannoniera. Le installazioni dei due p1·edet.Li calibri erano perfettamente le stesse, e le bocche cla fuoco avevano h t stesi::a struttura di quella ùelle altre artig'lierie dello stesso .nome, gii't esaminata, ma in queste ultime era da rilc'rnre l'applica½ione ::,.1;gginn tiva cli cluc cercLi messi a forzamento l'uno immediatamente dietro gli 01·cccbioni e l'altro verso l a volata, alla. distm17,a di l m. per cann one da 149, e ùi 780 unn. per il cH1mone cla 120. 'J.'ra i due cerchi era tlssata in basso una sbarra c1i bronzo molto robusta con una sc:walalura a T, che serviYa per l'instnllazione <lcl. pcz?.:O; inoJtn, (]Uesti cannoni sul loro cerchio anteriore ave,·ano ap1llicat! due zoccoli per alzo; più ava nti verso lu volnta portavano due mire; e più a r,mti ancorn nd una Yentlna cli centimetri dalla bocca, clnlla quale era i::t.ato rasato 11 listello, era s lato ilJYcre applicato un ultlmo cerchio destinato ad allogarsi nella cannoniera e chi,mrnto per C'iò « cerchio para-schegge 1) . Jl r esto delle d ue bocche eia· fuoco era rimasto inalterato. Gli ufl'usti erano .mchc perfe ttame nte s imili fm di loro, e(I erano costi. tuili da un nffusto propriamente eletto, composto òa òue flanthi di lamiern tli f erro con diverse nggiunte di g hisn, e cla due basamenti e ùa due pezzi nel arco òi circolo, con <lue guitle C<'ntrnii rettilinee che servivano per i\ passaggio di due bracci cli una sella di acciaio, sulla quale appoggiava UJJ 8 luÌ1ga trave a T, inJìlata nella isc:u1ulatura della sbarra di bronzo. I due fianchi clell':iffusto sconcvnno sulle .lisre clel sotta1Iusto, il quale, nbbastanzn complicato llel suo complesso, era coslituilo da due tni.vi a T, con due tra,·erse, di cui quella nnteriore era muni ta di clue 1·u11i conlei, e quella postc1·iore pronTJsta cli rotelle pur e coniche; tali rotelle sconev:mo s u rotnle arenate, wurat:e sul fourlo della .casnma tta. Il perno cli rotazione clell'installazione era un asticolo cli accinlo sistemato !n un blocco di ghisa cUrettamentc sotto la cannoniera, la quale, come fu detto, era r icn\"ata dentro un blocco assai robusto cli ghisa. o cli ferro, ed aveva cavità sferoidale verso ll!. parte posteriore e cavità conica ,erso la pnrte anteriore per permettere al cannone tutti i necessa1·t movimenti cli rotazione. Il perno cli rotazione era collP.gato coll'estremit,ù anteriore del sottaffusto mediante un cavalletto sagomato, che infer iormente presentava Il tirantP. orizzontale di ::i.ttacco del perno con In tnwersn clel 11ottaffnsto e aveva uno
-
1822 -
LE ll'iSTLLAZIOl'il A CA::-.1\0NIERA i\Ul'iHlA
sperone elle, spingendosi in nito nella cavità sferlcn clellu cannoniera, porw va un attacco trasversale. col quale si agganciava alla sbarra cli acciaio. che si iufiluva dentro la sbarra a 'l' fissa al cannone. 'l'utta questa costruzione serviva allo scopo per cui, dura nte la inclinazione per il puntu1uento, il cannone doveva compiere una rotaidone tale da adatuirsi J)erfettamente alla forma della canuonlera lnsci:unlo un mi,nimo vano che poteva quasi "ompleta mente essere c·biuso dal cerchio paraschegge. Ln boccn da fuoco.
Fluco , ta1atro
Fig. S;:a - ,\ [usto da (lifesn per c:mnoni da 111i11iwa.
Jij
pe1· baLterie a cannoniera
1·incula11do, Lrascinava con sò raffusto il quale scorreva lungo le lisce. ctcl sottaft'usto, ma la guida a ·.r del cannone, Yincol:lla com'era dal cavnlletto, impr imeva al cannone un movlmenlo di rotnzione verso l'nlto in modo che la volata si sfilava gradatamente ·dalla cannoniera senza incontrare alcun ostacolo, ecl alla stessa guisa, al ritorno, vi si rinfilava in posizione di sparo. P er dare l'inclinazione al e:nmone occorrc,·a spostare tutta la mas;::a della bocca da. fuoco attorno allr,, volata, e all' novo serviva un elevatore idraulico contenuto in un blocco di ghisa facente parte della testatit del sottaffusto: in questo blocco trovavnsi ll llfl. poru[)a a glicerina che attraverso ad una tu batura di rume veniva pompata da un serbatoio, contenuto nel blocco stesso, in un c:ilindro telescopico, che spingent un'asta cava finale lungo un tubo paralldo alle due scanalature Inclinate elci fiancbi di ghisa delle .fiancate dell'affusto, e poteni così sollen1re od abbassare la sella su cui ·appoggiava la sbarrn :1 T cli occiaio scorrevole nella guida clel r annone.
.,- 1823
. PAR'l'E TECNICA
1870-1915.
La manovra della pompa per sollevare la culatta era eseguita mediante . una. manovella applicata al fianco sinistro dell'affusto; mentre invece, per abbassare la culatta, si doveva a,prire con' apposita maniglia una valvola di scarico che dal cilindro dell'elevatore1 faceva ritornare ~a glicerina nel serbatoio. Il puutamento in direzione era ottenuto agendo con ·ma.novelle di ferro sulle rotelle posteriori. 11 rinculo dell'affusto sul sottafEusto era regolato da due freni idraulici disposti esternamente alle lisce, e le aste degli stantuffi erano collegatì ai :fianchi dell'a:t'Custo. Questo materiale, per certe sue particolarità, aveva molte analogie coll'affusto idropneumatlco dell'obice da 280 corto, al quale si accennerà parlando delle artiglierie da costa.
Per quanto ha tratto agli af/'1,1,sti a sferri è a rilevare che i cannoni da 120 A. e da 149 A . ebbero un'installazione sped ale all.orchè venivano installati in montagmL: tali installazioni, come già si è detto, erano <:-0stituite · dal ca,nn-0ne stesso, che avendo la v-01.ata munita di una grossa sf.era, avvitata. a caldo, poteva per il puntamento rotare, sia i'n elevazione che in direzione, attorno e lungo la cavità pure sferica della c-01·a,zza frontale in cui era impi·igionata la sfera del cannone, sfera che costituiva per ciò la cannoniera stessa. L'instaUazione era quindi costituita da un semplice cavalletto che sopportava, posteriormente il cann~ne, e che non era sottoposto ad alcun - tormento perchè tutta l'energia di rinculo che veniva, completamente soppresso, era trasmessa per mezzo della sfei-a alla cora.zzatura ,che a sua volta la disperdeva, nella ma,ssa della r,ora,zza steRsa. Il cannone da 120 A., a sfera, era simile, come tracciato e come pttrtìcolari, al cannone cla J20 A. di cui abbiamo già parlato; e il cannone da 149 A., a sfera, era di tracciato eguale a quello degli altri cannoni da HO, ma aveva un congegno cli chiusura a vite analogo a quello dei mortai da 149 che già abbiamo esaminato. ' .U roveIl cavalletto elle sosteneva 11 cannone era una cost'ì'uzione ad sciato, ~opportata da due rotelle a gola scanalata scorrenti su una rotaia a sezione rotonda, e con tracciato circolare avente il suo centro nella sfera del cannone. Il cannone era appoggiato sor;ra una robusta sta~a di acciaio che presentava due incastri in cui si adattavano gli orecchioni, e tale staffa appoggiava a sua volta sopra una robustissima dentier-a rettilinea in cui ingranava un rocchetto che per mezzo cli vari ingranaggi demoltiplicatori, erano comandati da un grande volantino con manubrii che ne permettevano l'abbassamento o l'innalzamento. L'ingranaggio era anche munito di un con-
-
1824 --
GLI AFFUSTI A Sl•'ERA I•; GLI AFb'USTl AR,:CCOL A'l 'I
gc.c:no cl'arresto o. dentiern nella quale ngi\'n un clem e d'ctrresto clic arJ:c· st:na il 1110\'imeulo iu qualsiasi posizione; e<l era naturalmente poi mUlllw di un sistema cli svlneolo a coutraJJpeso. La misura clell'inclinazionc della boe;ca clu fuoco era data da un indicatore ctiscoidnle, il cui indice era com.iudaLo d a l movimento tlel <.'tumoue stesso, riportato su cli una dentiera rettilinea, scorrernle Juugo il fianco sinistro del <::Walletto. La direzione era daLa alla rotella sinistra clcl cavalletto meclinnle varii ingranaggi comnndati cla un volnntino applicato pure nll n sinistra del cavnllett.o. Per arrestare istantaneamente il mo,·itncnto. clata la gronde masS3 che si doveva spostare e ln scorrevolezzn cli cui era clotnto Il sistemn, esso era munito nnclle di un freno a st.1ffa, che scorrc,·a sotto le r otaie lungo una fenditura del p:tvi· mento, e sul qu ale si agiva median te un ,olantino.
Gli. affusti a1·ticolati non furono mai adottati per bocch~ da fu oco in ùotazio:ne all'Esercito, ma: però l' A1·tiglicria terrestre ebbe in un certo momento dall'Artiglieria, della R egia :i\cfarinn alcuni esemplari del genere che "Vennero installati nelle opere c ostiere. Tali affnsti, cli m.o,d ello antiquato e cost.i,:uiti poco dopo H 1870, era no impiegat i in btLtterie costiere arm ate con cannoni Armstrong dcnomim1ti eia 149 ' .: que. te artiglierie erano. di ar:ciaio <·on ·Ott11rato1·c ,L vite cililldrica, e cltinsnra ermeticiL ad anello e-spansi.vo d'acciaio, la cui manovra si cffettuaYa in tre tempi e tre movimenti : gli affnsti, per il loro caratteris tico modo di funzionamento, veun P.ro chia mati « a scompai·sa. )> od ancbe « ad eclis e». La cor.forrnazione ienerale di questo materiale r!su Ua,·a cla un comJ)lesso dl un' ampia piattnforma a tambu ro, sull:L quale eran.o disposti i fianchi di un affusto a cassa, muniti cli robusti aloni 1;:1gonrnti. sui quali era ilicnvalcato il cannone mecli:rnte largbe 01:cccllioniere. Ai l_'ei.-:tl'emith posteriore i! cannone venhu sorretto dii clne aste illlt:>ernlate sui fianchi dell'affusto ,_. fissate in posizione tale (lo costil uire, insieme agli aloni, cluc par allclog1:a mmi snodati : le Yarie parti clell'affuslo er:ino poi così congcj?nate JlCL' cui, con ingrnnaggi com:mclati <la m1 unico Yolnntiuo, era possibile cll poter d:u-e nl cnnnone un'lncl:n:izione qu3lsiasl. Col cannone in J>Oslzione cli sparo i rlue ,1lo11i erano tenuti in pos!zion~ sollevata cla un robusto torchio iclrnnlico, e 1111·:1cto del rinculo tali aloni. cosl come le due nstc di puntamento. ruolnYano all' indietro e co11lJH'irueva110 verso il basso l'asta clel torcllio lclrnulfco per cui il liquido in esso contenuw veniva caccinto attraverso a ,·alvole opportunalllente caricate e defluiva in un serbatolo. Per tal modo il cannone rin~nla,·a disponendosi press'a poco orizzontale ecl era trattenuto in questa posizione perc!Ìè le predette valvole non si potevano ria f)rirc che agendo ad un n pompa che faceva rienfrnre il liquido nel torchio idraulico. In sis temi del genere, J)iù perfezionati Yenh>:, aggiunto 118
·- t 25 -
P,\UT0 TEC:-llCA
1870-1!)15
uno spedale ricuperatore idraulico a pressione automatica che, senza bisoguo di agire alla pompa, riportava il pezzo in· batteria. La piatt.tlforma sulla quale veniva sistemata tuttu. quanta l'installazione era girevole attorno ad un perno centrale e sitirn ta sul fondo cll una piazzuola circolare, protett:1 dall'alto cla uno scudo circolare in cui em praticata una larga feritoia per il passaggio del cannone, e per permettere che in posizione cll spar o esso potesse venil'e a sporgere sopra il ciglio del p:uapetto assumendo così In voluta inclinazione per il tiro. Per il puntamento in direzione si fncevn gkare tutta la piattaforma attorno al perno centrale mecli:mte lngrnnaggi e congegni · di puntamento µianonati dal puntatore che, per compiere questa 011erazionc, sali.va sopra lo scudo di protc;,;lone ml:'ntre tutti gli altri personali di servi;,;io er:mo tenutì al coperto.
Presero il nome di affusti corazzaU certe installazioni comparse verso il 18"0, di ideazione e costruzione straniera, a,lla, Gruson , in cui il cannone ed il relativo affusto erano situati in un pozzo ricavato nell'Opera e al quale si accedeva dall'interno delP Opera stessa. Le pareli clcl poz.w erano in parte protette da un tamburo cli ferro e l'orlo periferico da un largo auc~llo di ghisa ~L spic~chi :fissati ·nella massa cementizia . In servizio si ebbero due tipi di tali affusti : uno per il cannone da 120 e l 'altro per il cannone da, 57. 11 cannone da .120 era uguale ul canuouc dello :s!es:so calibro e dello stesso metallo dell'artiglieria d'assedio, salvo qualche clifferenza nello lunghezza., conseguente dalle necessità cli adattamento alle insta.llazionl: anche ff congegno di chiusura era perfettame11te identico. Oiò che si poteva essenzialmente cltiamare nrrusto della im::tallazlonc era costituito: cln una colonna cava cli ferro, del dlnmetl'O ùi ci rcn 20 cm., disposta lungo l'asse e appoggiata inferiormente me<liante un basamento a vite sul fondo del pozzo, mentre superiormente alla colonna era girevole Il gambo cavo cli una grossa forcella di Jnmiera di ferro ; da un fondo e due fianci1te laterali verticali fn1 le qua.li ern sistemato li cannone che, a me:i.zo di dne guide, sporgenti in profonde ed ampie scnnnlature arcuate ricavate sulle fiancate, scorreva lungo le fiancate stesse. Sopra le fiancntc era appoggiata una cupola di ferro clello spessore di circa l5 cm., rivestita intcrmunente di un'altra lamiera, pure cli ferro ma molto più leggera. Nell n cupola, in vicinanza della base era pmticata una cannoniera ud asse orizzonlale ma di piccolo diametro, appena sufficiente u dare passaggio nlln volata del cannone e permetterle alcune piccole rotazioni: all'uopo le guide arcuate delle finncate avevano il loro centro situato nel punto di mei:zo della. cannoniera cd il cannone era sistemato tra le tìnncate stesse ìn moclo
-
1826 -
120
L' Jl\STAL l,.\ ZIO~l:l COBAZZATA l'Jm JL CANNONE DA
da poter ruotare attorno all a c:aunonicra per un settore da - 7 a + 25 gradi. 11 cannol1e er a guidato ndle scanalature delle .trnucate da quattro sporgenze rilevate sui fianchi d~ un manicotto d'acciaio diviso da un piano orizzontale in due parti, che erano riunite mediante bulloni e che lruprigiona\·ano anche gli orccchionl. Questo manicotto ei·a munito anteriormente di uni\
F
! T'"1 -~-· -I . I .
.,I
1·
J
I
Fig. 832 - AJiusto corazzato girevole per cannone da 12 .\.R.C. Ret.
cremagliera ad arco dentato, sostenuta <la una puleggia e ingranante .con un rocchetto pure dentato che seniva a guidarla ed a sostenerla durante iJ movimento dì rotazione. La cr eru ngliera alla su::i cst~·emit1t era unita ad una larga t1·eccia <li cuoio che, avvolg1mdosi superiormente sulla puleggia, la quale ultima pure concorreva a sostenere la cr emagliera, scendeva poi vertlcalmente lungo l'nsse della colonna cava e, mediante una trnversa passa.nte in feri toie della colonna stessa, portava un contrappeso costituito <'la :ç.umerosi dischi di ghisa capaci di far equilibrio n tutto il peso del cannone e clel manicotto; tntto ciò facilitava ln possibilità di c:lnre alla bocca da fuoco il voluto angolo di i nclinazione mediante un semplice congegno (li elevazione. Per poter dare la òirezlone all'affusto, la grosi::n treccia di cuoio era
-
1827 -
l'AHTI~ TECKl CA
1.870-1915
attaccnta al cont.rappeso mediante un giunto gll'eYole elle permetteva it lla t reccia di poter seguirr. i movimenti cl1 rotar.ione della cupol:i, ruen trc il contrappeso con la sua traYersa rimauernno fissi nella colonna caYa. La tra,·ersn stessa sostenent elasticamente il contrappeso mediante robuste molle a cartoccio. II pozzo, a circa metà della sua alt ezza, era attnn·en;:1to da 11n"impaka· tura cli legno sorretta da tra Yi a T; òi queste t r,1,·i le due centrali sorrt•g. gev:mo un sostegno d'acciaio nel quale era infila to e scorrevole il gambo centrale della rorchelta che reggern il cannone e rn~l quale ernno sistemati i congegni pe1: dare la direzione e la inclinazione al cannone. Pe r disporre il ca1111011e ìu posizione di spnro era necessario com11lµre la urn novra di soUevnmento, e cioè lilla m,u1ovra atta a sollevare 1t1 cu11ola e qu indi naturalmente tutta qunnta nnstallnzioue del canuone, di quanto era necessario per poterle permettere cli rol:.lre con una corta libertà, tenuto conto che nella LJOsiziouc cli ri poso la cu11ola :1ppoggi:n·n completuruenlc sull'orlo clell',w ello o gbiern di ghisa elle guerniva l'orlo del pozzo. In tal moclo. nelln posi:lione òi spa ro tutto quan to n complesso era unica wcnte appoggiato sulla colonna ca va di fen-o e l'urto del rinculo crn clalla cupola trasmesso dfrett:11neute alla struttura. per mezzo della cupola stes.,;;a nel suo pnnto c1 ·11 ppoggio. Katur:1lmeu1c ll sollenunento clella cupol21 dnll"orJo dell'anello di ghis n do,·e,·a essere cli piccoliss ima enlitù, ed r. rn ottenuto mecfowte uu congègno a1:plicnlo al basamento tlella colonua cnYa. la cui estremitil. inferiore era costituita cla una robusta vite. ed il basameuto fornwto da uu'ultrettanto robusta chioccio.la. a,·eut·e la base inferiore foggln ì:a a ruota denta tn elicoidale iu cui ingr:111nY:1. nu:1 Yite l":rn!::ente munita di uu lungo nlbero che 1>ortaYil affestremità clestrn un sist('lll:l di clue roccbelti clc1\l:ati in se nso contrario e deuti a scatto, 11or t:1ti da una lunga Je,·a tli uwm'gg-io, collr1 quale s i potev:i agire sulla yi(e per petua sia in un seuso che ncl['.altro, p1:r ott1rnere il ~ollenimeuto oppure !"abbassamento cli tutto · il sistema. Qu:1 11do ln <; npola era abbnssnta, j) t'tt nnone a\"<.'D :I la bocca sporgente dalla cannoniern, ma uon potc,·a evidentemente assumere alcun 1110,imcnto in direzione perchè il movimento stesso era bloccato clnlla cupola ; ()1rnndo invece la cupola era sollevata, tutta l'installn:~lone 11otern ruot:Hc e n:1Lt1· rnlmeotc s i polen1 quindi anche elitre nl pezzo qualsiasi inclìnnzione. Per dar e la direzione si disponeva cli un volantino npplicato alla fiancata della forcella, e con essa si metteva In mo\"iwe nto un tocchetlo dentato C'he ing ranava In una dentiera circolare orii:zontale, .portnta a1)[lllnto cl11 l sosleirno d'acciaio poggiante sul pavimento intermedio del poz7.o. Per dare l 'elen1zione si clisponeYa cli un altro volant·ino applicato nlln fiancata sinistrn, il qnnle portn va un albero che attraYersa,a tntta la forchettn ed ingranava poi. con un altro albero secondario sul quale era calettata la puleggia 3vvolta d(illa treccia attaccat":1 all'estremità cleli:1 dentiC'r<1 nrciwta del cannone. Poichè il s is tema cnnnone e1·a perfettamente equilibr:ito uon occorreni nro sforzo ruolto grande per ottenere l"inclina7,ione con un:1
-
18~8 -
1.'1x::;1'ALL.\ IIIO);E C0BAZ7,ATA DA
5'i
<:er ta fa<:ilità . Il con;.:egno d-i ùirezione, tenuto conto della consiclen!\'Ole mas:;a rn 1110,·imento, era ,iud.1e munito cli un sistema di freno per poter n1Tcstm·e prontamente la mauon-a; sul basal.llento Ciel piano intermedio vi era poi anche uua gt·atluazione circolaee con inclice scorrevole, couvenieutewente orientato. sul caposaldo, nonchò una graduazione circolare fissata sull'orlo della cupola, con che si 1:otcva puntare l'installazione al punto voluto.
L 'affusto co1·a7,11ato del cannone eia 57, costruito da-lla Ditta, <Jl'nson, avevrL c~lratte1iistichc analoghe. Il cnnnone da ;:ii era d'acciaio, con costruzione a tubo-anima ossia con lungo tubo unico iuterno senza otturatore, e rinforzato in culaLt:1 ch1 un nrnrtello, con congegi10 di chiusura a etrneo verticale, per bossolo metallico lungo ed unito al proietto. L n. manovr a del congegno cl\ chiusura ern otle· uula mecl ìante una leva sporgente all'esterno della cuhllta e portante nell'interno un brnc·cio <:on bottone, il quale, s<.'Orrendo in una scanalatura laterale ciel tuueo, annlogal.lleute a quanto si verificava ,1el omnoue cl.1 i5/2i Mo<l. UOll, t)rovoca v:1 l'nbbassame11to ecl il sollevamento dell'otturatore. L'otturatore porta ,·a sntit>t·ìormente 1111a s,·aslltura seroicircolnre elle, qu.:rnclo esso era abba:;sato, las<:iava nperh1 completamente r:rniroa, ed invece la l'i.cllinde,·:1 qunncto el·a alzato. ll bossolo niuin1 espubo mecll:llltc due n:1selli a leva con molla. Lo sparo era ottcnnlo con uu JJt•rcu!'isorc con mollone, contenu to nel blocco ottur:1tore. Il 1;cr<:us~ore a s11;:lo s i armava durante l'fl).JCrtlll·a dell'otturatore mediante un sistewa a<l :irmaruento fallo fllnv.ionare dalla len1 stessa di wnnona e mantenuto in posi:doue tli armn.1.11cnto da uno scatto; libcrnnclo lo scatto si pro<IÙ<'eva senz'altro lo sparo. Lu liberazione dello 1:cn t to er:i co1L1amlata da una leva sveciale sporgente in basso sotto 1:t culattn.
L11 sislemnzionc mm·,n·ja per il funzionamento di questo ranno·ne in tonctta cora7.7.a ta era analoga. n qnelht del ca,n no.n e cl a 120 in poz:w; con gnarnizione di ghi su, all'orlo e protezione i11 terna <li lamie n1. 11 fondo era chiuso da tm'impalcatura cli legno, e luft'riormC'nlc ad essa esisteva un'altra camern sulln qnale appoggiaYa tutta l:i sisterna1,ionc del cannone. Lu cupola cm costit nila dà un corrio cilin<lrico e chiusu s uperiormente tl,1 una vol(a curva: 11elln parte cilindrica ern praticata la cannouièrn, e la sistemnzloue ern disposta in wodo elle per eseguire il tiro era necessario sollevare completnmcntc tutto il complesso e spingere il cannone fuori clclln cannonicrn al clisoprn del tetto dell'Opera: effettuato il tiro, il cannone <lovevn e;;:scre ritratto all'.lnterno e. 1n cupola doveva essere ablrnssata, in modo che in posizione cli riposo nulla apparii::se sul tetto dell'Opera . Anche in questo ruatet'irile si aveva una colonna cli ferro, scofrevole in alto f! iu b:ll'~O, che sopportava la parte gire,·ole per il pun tamento in direzione. L,1 C•Jlo11u:1 cli fon o era fath1 :1 !1,tue ed abb rissare tl:1. una gros;;n leva con
.._ 18:W -
PAllTI!: TEC.KI CA
1870-1915
contx·appeso, situato in una cavità laterale del pozzo, e cbe, mediante un tirante, si manovrava anche dall'intemo della installazione. Sopra la colonna cava di ferro era appoggiato un basalllento di glllsa sul quale poggiavano anclle i due tìauclli dell'affusto, che in busso era110 poggiati al basamento e supel'iormente si estendevano in due fiancate sulle quali appoggiavano delle bal'l'e di bronzo, disposte pure nella stessa direzione delle Jiancute e nelle quali venivano ricavate delle gp.ide orizzontali. Sulle guide t>oteva scorrere un aliustino o t raversa r eggi-cannone, che, quando la cupola era alzata, poteva essere soostata in avanti per porlare H 11ezzo in posizione di sparo;' oppure esser e fatta scorrere indietro per far rientrare il pezzo se, dopo cessato il tu·o, si doveva far rientrare il cannone. In posizione cli sparo la traYersa r eggi-c:rnnone era tenuta sisteni:itn in ani ntl da un r obusto chiavistello verticale elle si disponeva òavanli a Ila traYet sa .stessn. Per dare Ja direr.ione alla cupola e quincH anche al cannone, il servente si clisponcY:i. n cavallo di un seggiuolo porlato dalla colonna girc,·ole, e con i piedi agh·u sui raggi di un ,·olantino che ingrana,·:, con una cremagliera disposta s ulla piattaforma di guisa fissa ·sulla colonn::i carn centr:1 le. Per l'lnclinar,ione si ricorreva a.d u no spe<:i:lle congegno di pnutel'ia a vite doppia elle agiva lra l'affus to e il cannone. Il rinculo era completamente SO!lllt'c:.so blocc11nùo tutto il sistema me· diante due chiavistelli verticali collegati col seggiuolo del Urotore, cou che veniva assicurata l'immobilità dell'aff'u sllno.
Il concetto fortifi.calorio che ha dato ongllle ail tipo cli installazioo1i in IJ.)ozzo, compa1·se nelle no. ti·e Opere permanenti nel 1904, è identico al con{:eLto info1·rnatore degli aff usti cora,1,zati da 120 e da f>7, nei quaH pertanto fu introdotto quaJche miglioramento, e cioè : rinforzata ln protezione dell ' orlo del pozzo, costituito in . acciaio anzichè di ghisa ; mentre negli affusti corazzati il materiale a,rtiglieresco era di tipo antiquato a rinculo ,soppre~so, i n queste nuove insta.llazioni a pozzo il materiale stesso venne perfezionato adottando un affusto a deforma.zione ùel tipo a culla e cot·to rinculo, e cioè modrncato e nena· bocca da fno.co e nell' a.ffusto, Tutti questi materiali avevano strutture a naloghe. Il pozzo intorno all'orlo era gnernilo con una avancorazza d~ acciaio di sagoma speciale prei:,entante all'interno un gradino abbastanza ampio per c<m tcnere l'orlo della cupola, sorr etta. da un tamburo portato <.f a nna coronn, cli sfere o di rulli. La cupola constava di tre sep;menti rive. titi internamente da una fodera cli 2 cm. , e, s<.~co11do i tipi, era pesante o leggera : quella pesante aveva lo spessore cli 15 cm. , mentre quella -
1830 -
TIPI 01 1:-.S'l'ALLAZIO:-I J;- l'OZZO AD0'1'TA'l'0 D.-\L ]
9QJ
AL
1914
leggera erc:L di soli 4 cm. Nella cupola era rica"ata la canno11iera attraverso la quale passava il cannone, montato sopra 1111 a,f fusto a, culla, fissato su piattafor ma gitcvole disposta o sn un basam ento oppure sopra un 1·occhio. L 'accesso al pozzo avveniva att1·avcrso un corridoio ricayato nella massa cement izia dell' OJPei·a e comunicava con una ga,l lcd a interna parallela alla fronte . Da,l 1904 al UlJ.4 furono adottati i seguen ti sci mod elli cli materiale cl i tu le genere : 1°) I nstallazione t ipo A (Arm s -
l!'ig. 8::~: · rnstall:1zionP in J}ozzo tipo ,L:lf. (per ('an none da 1-19/ 3.5).
trong) per iJ <·mrnone cla 14!) A. ; 2°) lnsta lh1:,.ione tipo G (G rillo) per cannone cla 119 A. ; 3°) I nstallazione tipo I (Ispettorato) per cannone cla. 14!) G. ; 4°) I11stal1azio11e tipo I (Ispett,orato) per canuone da 120 G. ; 5°) Ins tallazione tipo R per cannone da 149 S (Sr,hneider) ; 6°) Installazione t ipo A . per cannone cla 120/40 (Armstrong). In tale epoé:a fu p;1re adottata un'a1tra insta,llazi one , de nomina ta A.lH. (Arrnstrong-,ì\fon tngua) destinata a speciali Opere permn1Uenti di alta montagnn. che non cloveva,no temere 0H~se provenien ti dall'alto : tale installnzion C' pcl'ò costrutti-
1831 -
l 'rlln'E '.J'E:C.KICA
18'70-1915
varuente non era analoga al tipo ora descritto, ma costituiva una semplice copertura, a 0ora,zza leggem, del materiale di a1·tigUeria in essa allogato, e che compo11evasi cli un cannone -e-on relatiYo affusto sii;;temat,o . sopra una torrtitta anzichè in un pozzo. I cannoni da J.M) A., da. 149 G., e da 120 G., sistemati in ins taJlazioni in poz;,,o, sono quelli stessi esaminati fra le arti glierie d' assedio, per q mmt(l riguarda h1 struttura ed il tracciato interno; n:u1 tali boc:che da fnoco furono invece modifica te all'esterno per adattarle agli affusti a tleformazione, sop primenclo gli orecd1ioni, e sisteman do la: cerchiatura con guide e risalti per permettere lo scorrimento lnngo le scanalature dc~lla, cn.lla. Inoltre nel cerchio cli culatta venne aggiunta una. ampia appendice per l'attacco delle aRte clel fre no e del ri<:nperatore. Pn· accelerare per qnan to possibile il senizio, vennero poi ::i;pportate altte importanti modifiche ai cannoni desti.nati f,. tali installazioni, e cioè : la tni,sformazione dell'otturatore in un sistema accelerato; l'aggiunta di un congegno di sparo a, percussiom~; l'adozione di una, suola cli cal'icamento riba1 tabile, imperniata sulla culatta. L'accelenunento della .manovra, oolla C·0Stru7,ione di nuovi otturatori·, fn ottenuto essenzial mente richtc,enclo il movimento di svi.tamento dell 'otturatore stesso ad un sesto cli giro : il congegno di sparo a per cussione fu pure il risultato di un'applicazione di nuovi clispositivi al gamb<) della testa a fungo al quale venne a,pplicato un percussore con molla: a, lami.na e con un martelletto i mperniato sul gambo dell a testa a fungo, sul quale si agiva per mezzo cli una cord icella di sparo. Naturalment e si erano nello stesso tempo previsti adeguati dispositi vi cli sicurezza per evitare 1o sparo prematuro o actidenta.Je, e per accelerare il Cf1mbio del cannelJo . In tutte queste installa.zioni la culla , di acciaio fuso, aveva la forma di un ca,nal<~ semidl indrico, chiuso anteriormente in alto ,,a una braca per trattenere e guidare il cannone, ed era munita internamente di scanala,tnre con guerniture cli bronzo indurito per a,gevola,r e lo scorrimento dei risalti spor-. genti dalla culatta della bocca da fuoco. Della culla facevano -
1832 -
J'H' l 1/l IN:::ì'L',\LLAJ.110!\J lè\ l'OZZO Al)ù' l' l 'r\T E IML
190J
AL
1Hl4.
pinte gli oreechioni ehc si im·uyaJcn,a,no :,.;nllc ot·crchioniei-t, i·iC'a,Ya.te nei fornchi dell'affn i:ito . Inoltre solto le c nl1e erano fissa ti i cHincl1·i del freno; messo cl i solito al centro, e q nelli elci l'icupcratol'i latei·a]i. Le asle di. questi tre elementi sporp:cYano all'indit>ho ed erano coJlegate l1ircltumenfo ed in direta..,..i..,«o.'to, O.... ..
¾...
1t•tu
J~
A
l ~- ~!
Fig. 83-1 - Iusrnllazione iu pozzo tipo A. (per e:muoni dn 140; 3.:i A.).
tamente., pel' mc·r.zo cli nna tnn·c1·sa 1 alL1ppenclic:e de lla culatta. Gli ,11Justi p1·op1-iamenle e.l etti erano di tipo <.liver:so scco11dochè s i trntt.n-:1 cli installazioni. A\ (.:\..1·rn~trong) oppur·c cli jnstalla7.ioni G (Grill o) e di insi-:illn zion i I (I spettorato). Le installnzioni Li110 A n,·e.:1110 traeeinto quadrangola re Ilei erano costito it1.: lla ln 111ìcre cli accinio con bonlì l'ivoltali, colleg:1Le da c:i lnstrclli e fissate con chioclnture acl una piattnforma a t:J111buro, riufo1·¼11to da lmnier e ti·as,·ersali; 1a piactnfor nM era munit:t inferiormente di una r otnìa circolare
che. appogginvn sopra una \:Or ona (]i l'ulli couici, la Qunle, :t sua volt11, nppoggiava sopra una controrotain, :fii c:cnte pa1·tc della slruttura di fondazione e mu r:ita nella massa cementizia costìtueule il fondo del 110Y.zo. L a piatta.forma circohlre è ng-grappal:t nlln c·omroro1:1in per mezzo cll stalle n1mropdn te. Per le installazioni di ti(Jo · ç e di ti po T, l'aO'usto nYe\'a un corl)O d'affus to costitu ito th1 una c:o~truzione di Jnmìcre di ac:ci:ho couformata in due finnclli, era mol to spinto in nv:.inti e, meclinnte d ue rotelle, appoggiato con la sua lamier a centinata iinterior c soprn un ~raclino, rl('nvaf·o a metì, ultezzn
-
1833 -
t=-
PARTI)) TECNICA
1370-1915
del pozzo, e costitu.ita da conci r infornati da 1·otaie. Alla lamiera centi11at>1 anteriore ei:ano· anche fissate delle linguette ad L impegnantesi i11 iina scanalatura. circolare per impedire la tendenza all'irnpermaruento cli tutto ·il complesso. Per di più, l'affusto di tipo G. aveva h1 struttura con affustino gi'revole che era stata idf:?ata allo scopo di crenre la possibilità cli r ettificare il puntamento in direzone; ma ·l'esperienzn nvendo in:::egna to che ùi tale r ettifica non si pn~sentava mai. la -necessità , l'nff.ui;tino vem1e l'igiclmuente ,•incolato
Fig. 835 · li1stallazione in pozzo tipo G. (Grillo).
aU' aJfosto. Gli affusti di tipo G e cli tipo r avevano la coda, stendentesi inclietro verso l'asse clel pozzo, costituita con un fondo piano i~ · struttura circolare munita inferiormente, come quella clel tipo A, cli una rotn ia .poggiante su una -corona di rulli e controrotaia, e quest'ultima faceva parte cli un rocchio di ghisa. massiccia con piastra infetiorn fissata con chiavarde nella massa cementizia del fondo. Dal centro del rocchio sporgeva un grosso màschio sul quale era investito un mozzo ricavato sul fondo clell'affusto stesso, che restava così saldamente aggra11pt1to al rocchio; l'affusto era poi munito di una pedana di servizio e di ringhiera con scaletta cli accesso. In tutte le installazioni i congegni di elevnzione erano a dentiera; in quelle del tipo A la dentiera ern rigiclanrente applicata al lato sinistro
-
1834- -
l.t:: r:-:<T.\l,LAZlO)l;I 'l'll'O A.G. l. E
1-:1:9/ 3;}
S.
della cuna e ingran:wa <:on ll rocchetto finale cli una ,;crìe cli rotismi Co· mandati da un ,ol:lncino apvlicato al fianco sinistro clcll'nffuslo, e cli questi rotismi faceva 1wrte anche un congegno cli rcttifìca dell'eleva½ione; ment re im·ecc nelle installazioni cli tipo G e cli tipo J la den1 iera era aP1>licat:1 ad un perno fissitto sotlo il cilindro del 'freno di sparo ecl ingran:wa con una serie di rotismi il cui ,·o:_a!lt!no di com:mtlo sporgeva n destra elci .fianco destro dell'affusto. Tu tutte le lnstalla½loni, llt·r dnre la clirezione, si a veva. una robustn dentiera cil'colare che pel'mctte,·a mm rotazione <li 3GO gradi; ma J)erò 1,1 disposizione cli questa duntiern era d in~rsn da installazione ad installazio· ne : per il tipo A la clentier,1 era fi ssata con chìavnrdc sulla base della struttux·a cli fondazione e ingranan1 con un rocehetto dentato ad asse ,er· ticale, portato clall' alru ~to e manovrr,to da un volanLino sporgente snlln piattaforma a sinistra del fianco sinistro; imece per l"installozione tipo G la rotaia el·a applicata sul tnruburo d'ap11oggio della cupola e in tale dentier:L ingranavano due rocc!Jetti éle11tati nel asse ver ticale, applicati allà parete cilindrica clel pozzo, Jatc1·,llmente alla vorta <l'ingresso, e comandati cla ùue volu.otini inclipenclenti c!Je potevano agire sia incUvid ualmente e s ia insieme; finalmente nelle i11stallazioui tipo I la dentiera era applicata alle pareti del pozzo press'a poco all'altezza della scanalatura cli aggrnppamento e del graclloo cli np11oggio, e in tale dentiera. clrcoltrrc ingruuavano clei rocchetti clentnti comandati per wezzo di rotismi, mossi da YOlanti11i facenti pnrte delle riughierc e della pc<lanu dell'affusto. In conclusione, sah·o che nel tipo G, 1l congegno cli clirezìone agiva sull'nffusto, il quale trascinava la cupola mediante brace-i con nttacchi elastici; nel tipo G, invece, si avev:1 una cll~posizione inl'ersn. A comt>letare questi cenni sulle install::izionl tipo A. G ed I, devesi rilevare , che i freni cli ,;naro erano tut ti a cor to rinculo, e cioè al massimo di 50 cm., wentre i ricuperatori erano tutti n molle multiple. l congegni cli puntamento erano essenzialmente org:inizzatl per il puntame nto indiretto medinnte rotaie · <li direzione a S60 grn.cli, ed archi graduati per i congegui <li cle,·azione. L'installazione tipo A per cannone da 149 era anche dotata òi un alzo a ca nnocchiale per puntamento diretto.
L' irstallazione tipo 149/35 S. era completamente di costruzione Schneider, e hencb è tanto il cannone qu~Lnto l'in st3rllazione avessero le caratteristiche principali analoghe in aJcune parti a.ne install azioni <'lei tipi A.. G. ed I. , ne differivano però completamente per la costrnzione della bocca da fuoco e per numerosi partieola.ri costruttivi e di funzion a.men, to dell'installazione propr;am ente detta . Jl cannone cl'nccialo era composto ed aYeYa le stesse caratteristiche del cannone da 1'10/35 A. li congegno cli chiusura . n ,·ite còn anello plastico,
-
J 35 -
PAJ:'l'J!l 'J'l\:C!\l\.',\
ll:ì70-UJ15
ern a ma1101Ta rnpidu, cou cougegno cli stmro a percus:;ione a nrnrtello del tipo cli quello descriao per il e:mmoue eta 10;; pesanre campale. L'i n:;tallùzione era fo11clamc11talille11te :ì vozzo, con copertura ruetullict1 pesante, spessa HO mm., e del diMnetro cli m. ;; ; l'affusto, ad aloni ,, cullu, gireYOlc su pialtafonna u tarulmro rnccliaute coroue di rulli su basamento metallico rialzato sul fondo, del tipo già ,·isto per Jnstallazioue da 140 tipo A; orecclJioniere molto avanzate ,erso l:1 cannoniem; cupola poggiante e gire,ole su corona di rulli mediante un tamburo cli acciaio molto alto in confronto di quelli delle allre irnstallazionl; congegno di elevazioue a dentiera per ,1lzo indiJJenclenle; congegno di direzione ad ingranaggi frn pinttaforma e basamento: freno idraulico e ricuperatori a molla disposti sotto lu culla ; congegno <li mira e:on cnnnocchiale. La bocca da fuoco, come fu detto, era a profilo interno come Il H9/35 A : ma il numero delle riglrn ern cli 4S ì1tvece cli 3(i; peso ciel cannone con otturatore 3850 kg. Tale bocca da fuoco era di ,1cciaio spee:iale SclJneiclcr al nichelio, e consl:lYt1 : del corpo del ca1.111one 11ort:mte l'ottnratore ; e di uo ordine cli ccrchintu1·a che si estenclcv11 clnl ,i,·o di culatta al vivo di volata ed era costituito da tre lunghi muuicoll·i, messi n fori,;amento sul corpo. Il manicotto posteriore era collegato col corpo mediante risalti anulari in culatta; il manicotto anterlore era colleguto iuecliante una serie di gradini decrescenti ,·erso la ,·olata; il manlt•otto di me,-,1;z;o ern collegato col manicollo lJOsterlore mediante un cerchlo cli collegameuto tt\Tilato ecl aggrappato we<liante risalto. T.lloltre sopra la e:ulatla era avl"itato, con filettaturn. molto nrupin, un cerchio smontnbile cli fot·mn parnllelepipe<:lh avente l'ufficio di fornire gli attacchi per il freno e per n ricu11cr:itore, ed essendo cli massa noteYole 1Serviva anche per equilibrare 11 peso del pezzo e aumentare la massa. rinculante, allo scopo cli diwlnuire la ,·elocità cli rinculo e lo sforzo del f reno. Questo manicotto portn.,a varii attacchi e rnrii incastri per lo sportello reggi-ottur:1tore, per le aste del freno e ciel ricuperatore, pm: l'npparccchio scac<'ia-f'mno, nonchè per i congegni di sparo, cli caricamento e cli arresto del proietto. Il congegno otturatore, perCettamente sirnile a quello del cannone da 105. ern del tipo Scbneicler, a vite, con m[lnovrn in due soll movi menti cd in un solo lempo; il movimento di scorrimento longltudinnle veniva evitato mcdlnut·e incavature e smu:;sature prnticate e nell'otturatore e nel suo alloggiamento; In chiusura ermetica er~\ ad anello plastico cli forma conica. T.l congegno cli sparo, a percussione f.1 martello e a i·ipeti11ionc, funiionaYa per gravità: tale rongcgno era anche munito cli un sistema scaccinfumo che agiva 11utoornticnmente per immettere nell'anima un getto cl'arla compressa e per scacciarnela verso la volata, impedendo che nel movimento cli apertura clell"otttn·fltore il 'Cumo si d iffondesse nell'i.uteruo della c upola. Questo congegno e1:a regolabile per una durabt di immissione aclcguata alle circostanze del momento, ed essenzial.ruente alla direzione ciel tiro rii:;petto al vento atmosferico. Inoltre vi ernno poi un congegno cli caricomento nnalog-o u quello del cannone da 10;,, ed un congegno di nrrcsto del -
J ·36 -
L ' INS'l'ALLAZIOK:E 'rll:'O
149/ 35
S.
proietto l)er imveclirne lo sciYolamento all'inclietto, ed eYe11lual11Jc.mte la callutn, allorchè per le gr:rndi elernzioni il pezzo r i:,ult:wa mol to in(")i natn.
Per quanto concerne la descrizione dell'ottt?-ratore, della sua manona, e del congegno di sparo, va,le quanto fu detto a suo tempo per il camwne c1a lOG, limitandoci qui a. trattare delle p1~ovvidenze di sicurezza aclottat{~ per ovviai·e a,i seguenti possibili inconvenienti : ~ contro l'a,pertura 1 .1,eci:dentale dell'otturatore fu progettato gancio a molla contenuto nell'estremità dellr:L leva di maneggio e oomandato da una leva ad angolo contenuta nel ma,n ubrio; qnando l'ott uratore {~ra per.fettamente chiuso il gancio si impeglnava in un intaglio ddlo sportello e impe diva qualsiasi movimento clelhi leva se il manubrio non era impegnato a dovere; - contro lo spato fortuito fu u,pplicata, una ghiera co11 nasello di maneggi.o girevole snlla toppa attorno all'alloggia mento del percussore che, sporgendo · indietro col suo orlo, impediva che il martello potesse battere sul pereussore se quest'ultimo n on era disposto con un su o intaglio in corrispondenza, del martello stesso : - c-0ntro lo sparo prematuro si adottarono due dispositivi e cioè : il primo m11rn:mdo il martelletto cli un'a:ppenclice la cui estremità anteriore, qua,nclo il marteUetto era sollevato . penetr ava in un foro dello sportello e veniva a conta.tto cl.e lla faccia posteriore del vitone ; in qnesta faccia era praticato un irfcastrQ che veniva a corrispondere a,1 foro dello sportello soltanto qn and,o il vitone era perfetta.mente avvitato e quindi l'a,ppendice poteva trovare posto per permettere al ·martello ò a,r rivare a battere sullo stelo; col seconcl o dispositivo; a,nalogo a quello adottat,o per il cannone da 105, se il cannone non era perfettam<~nte o sufficientemente r ientrato e tornato in batteria, l'asticolo del eongegno cli sparo, a.pplicato alla culla, non poteva, arrivare ad agire .sulla rm~novella dell'a,lbeJ'O d€l martelletto ; ~ per evitare i ritardi di accensione si ricorse a1tl un ehiavistello di sicurezza a molla che attraversava obliqua,ment:e la culatta e sporgev[L nell'alloggiamento dell'otturatore; quando l'otturatore era chiuso, la moll a sollecitava il rhia·
un
-
1837 -
P.\Rl'Ji; '.l'EC~H.:A
1870-1915
vistello a penetrare con la sua punta in un foro del Yitone, e in tal caso quest' nì.timo 11011 poteva essere svitato. Come fu detto, era poi stafo adottato uno speciale apparecchio scaccia-fumo, studiato e orga,nizzato in modo da ripal'tire un getto d'ària cornpressa uniformemente in tutta l'anima e di renderne regolabile il comando a ntomatico dui-ante l'a,pertma della culatta in modo da far durare l'immissione d'aria per nn tempo più o meno l nngo, . a seconda della direzione del vento a.tmosforico. La valvola t1i immissione era munita di un i-iduttore della pressione pei- moùochè l'arin, arri.vasse sempre nell'anima con la, pres!Sione costitnte di 40 at mosfei-e: tale aria arrirnva, nell'ani.ma da un serbatoio portato cl:1ll'afl'n.sto e a ttravc1·so una, tu ba.tura special.e che nell'anima tenuina,·a con un anello circolare caYo, di~:posto imruedia.tameu te dietl.'o alla cl1insu1·a ermetica dell 'anello plastico, il quale portaYa numerosi fori di ef:llnsso. 'rali fori, rica,Yati obliqnarnente tn a vanti. ve1·so l'interno, erano <.li. <hametro ci-cscentc man mano elle si allon tanava.no dallo sbocco del canale di ai-riYo dal serbatoio. Nel sistem a ern. poi n,nche · inclusa la valvola (:hc: comancluta. ùall'alhero di manona dell'otturato1·e, regolaYa la, clmata dell'~mmissione. L'installazione del cannone 149/35 tipo S ., propriamente detta, consta.Ya del basa.mento, della piattafo1·ma circolare, .dell'affusto e dèlla copertura. Il basamento era costituito da un robusto tamburo di grossa lamiera cl'acclaio, ancorato con <:lliavarde in fondo al pozzo, UlUnito dì rotnla, c:U corona cli rulli, noncbè di una lilrga sporgenza cilindica centrale che costituiva rocchio o maschio pet· la plaltaforma e serviva ad aumentare la solidità del collegamento della piattaforma col basamento, e per sopportare la massima parte dello sforzo esercitr1to dalla resistenza del freno e del ricuperatore sull'nffusto. La piutt.'lforma circolare a tamburo, appoggiava sulla cot·ona dei rulli, ed el'il unita al busameuto mediante piastroni a zampa che sl :,1ggrappavaJ.10 ad un orlo sporgente in fuori della rotaia del basamento stl'SSO. La piattaforma, al centro, presentava una larga boccola investila sul maschio clel basamento. L'a1Tusto era costituito da due fianchi a triangolo scaleno, d'acciaio stampato con rinfo1"2i e costole, e fissato rigidamente alla piattaforma; al vertice, disposto molto in avanti, portava le orecchionlere ;ricavate direttamente sugli aloni e con sopraorecchiont ad inc~stro. La copertura constava ,u due porzioni divise diametralmente, ed all'interno
-
1838 -
J,'1:,;s·rALL AZ10~1' TIPO
149/ 35
s.
era munita òi una doppia copertura di collegamento, fissata in senso normale alla di,·isione lrn le <lue parti del1a copertura. stessa. All'interno dell'orlo, la cupola era munita cli un tamburo costitulto cla varii segmenti cl'acclalo stampato. Il tambmo el'(1. munito tutt'intorno di una rotaia, a\'ente sezione ad angolo retto, che appoggiava so1>ra una coron.1 cli rulli girevoli su uno. ro ta ta fissata ari nn graclino clel pozzo, protetto
Fi
7
S:-\6 · fu:::tallazìoue in pozzo tipo S. (per cannone da 149135 S.).
clall'avuncor az7,n che In questa instnllazione consentiva una cavità molto !)ìù aumia elle nelle altre. Qoesta sistemazione 11rcsentuva maggiori garanzie di resiste117,a e di sicure?.za di quelle fornite dall'appoggio a sfere delle altre installazioni. La cannoniera era. ricavata in nna sporgenza semicilindrica avente l'asse sull'asse degli orecchioni e poteva essere chiusa completamènte cla uno scudo cilindrico appl icalo alla culla del pezzo. Il tamburo era ruunito al-, l'interno cli <lue bracci elastici che lo collegavano coll'afrusto ; h, culla e:rt1 a 1Danlcotto con freno e ricuperatore appliaati inferiormente; il freno idraulico a controasta centrale era del tipo Schneider. I ricupera tori a moJla era no disposti in cilindri laterali al freno; ogni ricuperatore ern costituito da due orclini cli tre molle; e l'asta di ciascuno cli essi era posteriormente foggiata a chiocciola ed in essa ingranava la vite tenditrice colla quale fa ceva corpo il rlaclo di unione ciel cerchio smontabile di culatta ciel cannone.
-
1839 -
PAR'.CE '.l'ECNICA
1870-J.915
Il congegno cli elevttzione era a clentier::f, laterale alla culla, ed ern cornnnclato da uu Yolantino con vite· perpema e ruota dentata elicoidale, contenente un congegno di frizione. Il congegno di direzione era invece a dé.ntiera · circolare disposta internamente alla rotàia <lel basamento. con rocchetto sull'a.lbero verticale sostenuto da colonna della piattaforma <i comandato da volantino lll<~di::rnte un ingranaggio conico: il congegno tli direzione era poi munito di un congegno di freno automutiC'o a forza centrifuga, avente lo scopo cli limitare gli dfetti di rotazione del sisi:ema provocati da eventuali ur ti cli proietti nemici caduti sulla cupola. Per il puntamento si disponeva di un apparecchio cli mira ad alzo indipenclente ed a linea di mira indiriendeure.
Il materiale per l'installazione a pozzo tipo A. del can1n one da 120/40 era stato adottato per l'armamento di alcune opere terrestri con material~ fabbricato ed acquistato dalhL Oa1sa Armstrong cli P,ozzuoli nel 1912. La costitut'li:one gene rale dell'installazione era simile a,l l'installazione tipo A. del cannone da, 149 salvo, naturalmente, le dimensioni delle varie parti. La cupola n,veva il dia,mètro di metri 4,500 ed era, cli lamiera semplice dello spessore cli 4 mm. GompletarrH!111te diver!'ìo dalle a,l tre bocche da fuoco era. invece il cannone che, essendo di costruzione Armstr,ong, rispecchiavrt completamente i sistemi di costruzione ed i particolari pro[Prii di tale Ditta_ Limitandoci pel'tanto :1 descrivere qualcbe particolare della bocca da fuoco. si rileva che e;;:sa era di acciaio al nichelio, costituita da un tuboanima che si estende.v a dalla faccia. ante1iore dell'otturatore fino alla volata , rinforzato cla cliversi ordini di cerchiatura, e cioè : tre · in culatta ; due nella parte centruie, ed uno solo in volata . L'ordinè interno della cerchiatura posteriore era costituito da un tnbo messo a forzamento sul tuboanima e portante In culatta una boccola dt acciaio avvitata interna.mente, costituente l'alloggiamento dell'otturatore; l'ordine medilmo era costituito da cerchiatura a nastro; ed il terzo ordine composto aucora ·dzt un altro tubo <li acciaio messo a forzaJnent.o sopra la cerchiatura a nastro . e sopra la parte posteriore della cerchiatura :;interiore. Il terzo ordine era costituito da un lungo mnnicotto estenden tesi fino alla volata, e per la parte corrispondente ricopriva anche il tubo-anima collegato col tubo di culattà mediante un anello avvitato. In culatt:i, sopra il tubo dì cerchiatura esterno, era poi ancora applicato l'anello di culatta aYvitato esternamente e provvisto inferiormente di un'appendice con l'attacco per l'asta del frrno e del ricuperatore:
-
1.840 -
IL C'ANJ:\01'1•: DA
120/40
Allìl:f:;'.l.'ROl\G
Riassumendo, si constata che questo c;annone cb 120/40 ...Armstrong, aveva 1um stl'nttura piuttosto complic:ata. 11 con.;gegno di chiusura era molto perfezionato, ma anch'esso pi.uttosto complicato e pertamto cli ottimo fnnzi-ona,mento come del resto avveniva. negli altri tipi similari, di calibro molto mag.;gfore, adottati per le artiglierie da costa. : il congegno era a. vite cilindro-tronco-conica con sei segmenti altemati lisci
filettati, disposti a scacchiera nelle due zone costituenti la superficie del ·v itone ; la zona anteriore era conica, e quella posteriore cilindrica : con tale disposizione si evitava che nella manovra avvenisse un qualsiasi scor-rimento longitudinale. L a chiusura ermetìca era ottenuta rnctliante un anello plastico di ·torma tronco-conica, tenuto a posto da una testa a fungo munita di una :i:·obnsta molla per l'azione della quale l'anello plastico er a sempre tenui.o -sotto pressione e quaudo si apriva la culatta veniva provocato u n certo -sforzo elastico. Jl sostegno dell'otturatore era ntppresentato da un braccio ~1. gomito -con anello imperniato con un albero alle alìc~ sporgenti sulla de..stra della culatta. La manovra era ottenuta mediante una leva di maneggio pure a gomito, imperniata sullo stesso albero del sostegno del vitone ,, portante una biella con cursore c:he produceva si1ccessivarnente lo svita.mento del vitone e subito dopo la rotazione del sostegno del vitone e quindi l'apertura della culatta . Il congegno cli sparo era fissuto al sostegno del ·vitone e collegato con l'estremità posteriore della testa a fnngo . I meccani·-smi varii con i quali si provocava lo sparo erano piuttosto compli·~ ati e contenuti in un organismo scorrevole sopra il sostegno del vitone, ·organismo che con linguaggio mari1~aresco chiamavasi <e toppa dell'otturatore » ; esso conteneva H percussoni con relativo mollone e poteva scorrere a destra ed a sinistra per permettere l'introduzione del cannello, ecl i n ·easo di .:;catto u vuoto' era miche organizimto per il rapido r icambio del -.cannello sparato, ricambio elle si otteneva facendo sconere a destra ed a s inistra un cursore manovrato con cordicella da sparo. Questo congegno ·<li chiusura era munito di vRrii disposiitvì di sicurezza contro l'apertura -{ICCidentale, contro lo sparo prematuro, ed anche per i ritardi cli accen,s ione, Si aveva poi anche un congegno scacciafnmo che funzionava press'a poco come quello esaminato per il cannone da 149 S. , ma molto meno -<:omplicato. Il congegno del freno di rinculo e del ricuperatore erano disposti ri-s pettivamente sotto la culla e dava nti ad essa. L'asta clello stan!;uffo del freno sporgeva posteriormente dal premist:orir>a del cilindro ed era collegata -all'appendice del cannone. Il ricuperatore era a molla, costituito da due -.elementi separati infilati soprn un'nsta cava centrale, assicurr1 ta con avvit aturn al cilindro del freno. Il riucnlo complessivo permesso da un tale sistema era di 40 cm. ·<(:)
ì.Hl
-
184:1 -
PAllTE 'l' ECNICA
1870-1915
l <.:ougegui di direzione e di elevazioue erano mialoghi u quelli delle, altre instalh1zioni, ma verù il cougegno di elevazione conteneva .rncbe una speciale sistemazione attu. a permettere una manovra tendente ad accelerare il passaggio dalla posizione e.li caricaroeuto a quella di s.varo: la. culla veniva cosi disimpegnata dal congegno di elevazione a dentiera, e per· l'azione di una leva la culla stessa veniva a disporsi orizzontale per il caricamento, e quimli riportata nell'e::iatta posizione di sparo che aveva precedentemente.
Nelle opere di fortifkazio11e permanente furono anche. impiegati in instana.zìoni fisse, dei c.:anuoni da 57/22 e da 42/ 30, di modello ,mtiquato, :su ajfui;t'i a, pied·istallo~ per i'arma.mento tli frouti secouda.i;ie, etl inoltre, per l'eventua,le impiego. .. in posizioni esteu1e alle ope1'e ste:sse, vennero talv,o lta dislocu,ti nell'iutcrno delle mede8irne, dei ca,ninoni da 57 /22 e da 42/30, incavalcati su uffusti a 1·uote. 11 cannone da 57j22 aveva costituzione e funzionamento uguali a. quelli tlello stesso calibro già descritti per l'a.ffusto corazzato. L'affusto a piedistallo era pe1!fettamente analogo e per molt.i riguardi addil'ittur9identico a quello per cannone da 42/30. 11 cannone da 42/30 era di acciaio, in uu sol pezzo, con cbiusura !l. blocco tipo Norclenfeldt per bossolo metallico lungo unito al proietto ; camera del proietto rigata ; rigatura progressiva. li congegno di chiusura era costituito da un blocco parallelepipedo CO!l svasatura esterna che, per mezzo cli una leva con manubrio a destra, p·o teYa, mediante alti'i organi interni, essere dotato di un movimento di sconimento in Dito per chiudere la culatta e di un movimento succ(~ssivo. di rotazione in avanti per l'introduzione della ca-rica nell'anima. CoiuJ;>iendo. questo movimento cli chiusura si effettuava automaticamente anche l'armamèuto del congegno d i sparo che si metteva in posir,ione di fuoco meclia11te. uu grilletto, col quale si ·agiva a mano sopra uno scatto che liberava , il percussore a stelo, solleeitato tla una molla a lamina. Nel movimento cli a pertura, per la rotazione del blocco all'indietro, si 'metteva in azione. l'estrattore che provvedeva all'espulsione del bossolo. ' ·veniva li cannone, munito di orecchioni cilindrici con zoccoli prismatici,, incaYalcato sull'affusto a piedistallo elle era costituito clall'im;ieme cli quat.. tro gambe o aste a 'J; cli acciaio, fissate inferiorroente con chiodatura ad un solido anello di bronzo che a sna volta veniva. infe1'iormente fissato · sulla. piazzuola cli cemeuto, meJitre superJorlllente le galllbe sostenevano un b!Ol:èo. circolàre nel cui centro sporgeva un codolo cavo nel qunle era fissato un perno di rotazione. Su tale perno era girevole l'aJfustino fornito superior•. mente di due lisce inclina te sulle quàli scorreva. un blocco cli clue cilindri. collegnti frn. loro cl::i una tr :n-er;;a e muniti posteriormente di clue orecchionierc i:cr gli orecchioni del cmrnonc. I <lue cilindri erano percorsi cla clùe,
-
1S42 --
GI.l .-\FLmsn .\ PIEDl:'.1'ALLo PEU I CA :X:XOSI O.\
37/ 22
i::
42/ 30
aste passanti, unite i,oster ion nentc alle due orecc-l1ioniere elle, all'atto dello spn ro, r inculaucto, tl'oscinava110 le predette due aste, alle quali erano uniti iu due stantutl'i cosU tuenti il frcuo di 1·inculo. Alla tr:n·ersa dell'ntrustino storrevole era colleg~llo poi a11cora un terzo LulJo contenente una molla n. spira le elle, agendo come un r icuperatore, cm ck;;Onata a facllitare il ri!om o del cannone nello posizione di sparo. In altri termini il sistema er a un sistema di aITusto a lisce, u piccolissiwo rinculo cli soli l•i cm . circa. La vnriabililù clell<i lt1c1 di eJUm;so era determinata tlnlla variabilità cli due spine di altezza clccrescemc, lungo le qu.ili scorrevnno due intagli ricnv:iti s ulla periferin cl'i uuo s ta ut. uft'o !issato sull'asta passante che allravers:wa il J'on<lo an te1·iore del cìlinclro. Al tlisopra di questo eilind.ro, nella massa clell':1ffustiuo sco1-re,·ole, era r icarnto un alt1·0 cannle porallelo che :;erviva per fnr po>'to alle cYeJ1Ll1:1li vnrìuzioni voluwct1·iche clella glirerina. Il congegno cli ele,·nzione elci cannone ern costi tulto cla un sis tema di vile doppia applicato :ill'estrcmit/t di unn coda ù'acchtio fissa ta nl r affustino scorrevole. Pel' la clìrezione si aveva inv<ice uno corona dentata elicoidale fìssnta al cappello superiore clell'a1Iusto, nella quale ingrana.v a una vi te perpetua portata çla un sostegno .a forcella fi ssato sull'orlo dell 'affusto gire,·ole. J!afinsto n pieclish11lo per can none cla 57/ 22 era di costituzione :maloga a quello !Jer c:rnnone da 42/30. L'affusto a ruote [)er cannone da 42/ 30 era stato originariamente concepito come un uf[us t·o cla montagna ed aveva quincli sostanzinlmcnte la costituzione di un affusto <la montagna . Il corpo d':iffusto, costitui to da ùue cosce parellele cli lam iera d'acciaio, aveva in testata fissato un perno verticale su cni era girevole un afCustino a forceJla con orcccbioniere suJle quali veniva incavalcata la bocca da fuoco, con orecchioni e so1>raort-ccbioniere. Sotto tale affusti no era fissata, pnss:inle attri11·erso le CO!'<C·e, la sala di t1cci:.1ìo con clu,i fus i di snla in cni si adatta,·ano i wozzl di due ruote tli legno cerchiate cl i ferro. TI corpo d'a.ffuslo era Qniucli cl i un i;ol pezzo, con calastrelli n.trii, un cnssettino d'affus to ed nn piastrouc di (•oda con cleute cli roccia . Inoltre, il copercllio elci cassettino d'affusto era ribaltabile all'indietro e munito cli due 1m11tclli eh~! lo trasfo1·mav r1110 in un scggluolo per il tira to re elle qui ncli, clnraute il tiro, col p1oprìo 11eso assicurava una relativa i mmobilità clell'nffusto. Il congegno cli direzione era cosl:ituH·o da una chiocciola. orizzontale in cui ,·eni\•a i mpegnata una lunga Yite per1)etua sostenuta cla rane fissate alle clnc cosce dell'affusto con YOlantino a sinìs trn , col qu ale si poteva. sposi.are il tiro· lateralmente di 10 gr acli per par te. Per il pnnl amento in elc,·azionc er aYi nn sistema di vi te doppia la cui chlocciola. faceva corpo colla chiocciola orizr.on tale del congegno cli direzione, mentr e la testa della vite maschio, foggiata a sfera, si impegnava in una al)J;>endice del ca nnone che permette,,n elevazioul da - 21 a + 10 g1·adi, per consentire al cannone una !;Cn>'il)ile de11ressionc tale cln facili tare i p:irticol:ni com[)lli dema ndati in monta~nn a (]11csto mater iale.
- - 1843 -
P.-\H'l'lll 'l'ECKICA
1 '70-l!Jl5
l freni di sparo e1·tino costituiti cla suole di legno fissate entro staff~ tacenti parte di ti.rami cli ferro sistemati alle estremità della sala e agenti analogam ente a 11uelli dell'affusto da mon tagna 70/15. L'affusto a ruote per cannone da 57/22 fu un primo tentativo di affusto .a cleformaz!one ed ebbe conformazione di affusto a lìsce, cioè il corpo dell'affusto portan1 ln testnta due lisce, lungo le quali scorreva un blocco o .:tliustino portante il cannone, frenato nel rinculo da freni di sparo idraulici, noncllè cla l'icuJ)eratore a molla . In l)ar ticolare, l'affusto per cannoni ifa 57 ~ra costituito du due cosce di acciaio a bordi ripiegati cbe anteriormente appoggiavano sopi·a una sala c!lìndrica d'ncciaio e superiormente erano foggiate a due gradini: il gradino anteriore più alto porta-va un perno verticale .all'estremità antcrioi·e, e su tale perno era gircYole uua lamiera d'acciaio J)iuttosto robusta che si adaltnva perfettnruente ni gradini delle cosce o ~tabiliYa quindi un piauo di scorrimento per la par te mobile dell'affusto. Questa parte mobile, costituita da un affuslino cli bronzo, era composta di ([ue fianchi collegnti posteriormente da una traversn appoggianle sul gradino inferiore posteriore mentre anteriormente a ,·eva il piano sollevato in modo da aclattars1 al gradino anteriore. All a base di questa parte anteriore dell'affustino sporgevano lateralmente due nervature orizzoutali scorrenti entro due guide sistemate laternlrnente sui lembi della. lmniera d'acciaio. Con tale disposizione tutta la parte fi ssa dell'affusto, ossia il corpo dell'affusto, r imanen1 poggiata iì terra, mentre invece la parte su1,eriorc girevole attorno al perno vcrticnle, pass:rnte per la testata clell'all;tisto, poteva. rnotare latcralmenle, e per di più la par te scorì·c,·ole sopra la 1a·m1cra di acciaio, ossia l'affustino, potc,·a rinculare di quel tanto permesso dalla sistemazione, menlre la bocca cla fuoco durante il r inculo poteva mantener~ l'inclinazione che le era stata data dal congegno di 1>unteria. Il rinculo elle nnturalmente si verificava semore ver l'affustino scorrevole sulla lamiera di acciaio inclinata, viceversa, qualunque fosse l'inclinazione della bocca da fuoco, era limitato da un freno e cla 1111 ricuperatore come negli altri affusti a deformazione. Gli elementi del freuo erano allogati in due cilindri ricaYaLi nei fìanclli dell' all;usti110 ed erano del tipo a scanalature, esistenti nello stantuffo, ed a nervature, rileYate sulle pareti dei cilindri ; le molle del 1icuperatore erano infila.te su <li un'asta centrale del cilind ro cenh·ale ; le aste dei freni e dei 1·icuperntori erano attaccate posteriormente alla traversa cbe univa i due fianclli dell'affustino. Il congegno di elevazione era costituito da un sistema cli vite qoppi:t con chiocciola fissn YCrticale, portato mediante un castello clull'affnstino predetto, e manovrato dn un albero trasversale con manubr io a destra, col quale a mezzo di un r occhetto conico si azionava la ruotn denta ta della chiocciola. La lamiera cli acciaio presentava una spaccatura longitudinale per dar posto al rinculo del congegno di elevazione. Il congegno cli direzione , era invece costituito da una chiocciola portata in·feriormente dalla lamiera di accittlo ':!
-
184-J -
~1A'l$nIALI D'ASSEDIO
I,J
• oA DH'l·:SA IN SEH.VIZIO AL PRI::-ICIP.10 DJ•:L
1915
nella quale era avvitata un'altra lunga vite perpetua il cui albero sporgeva a destra con un volantino di manovra. L'affusto era munito alla coda di nn occhione con piastra di appoggio, e cli un dente di roccia con ritegno a molla per costituire un vomero elastico incaricato di attutire l'urto del rinculo: l'afiusto aveva purti un sistema di freno cli traino con suola d'attrito fissata all'estremità di. una stanga di legno scorrevole.
Gonchiudem1o, al termine del periodo considerato e cioè a.l principio del H)15 si avevano in servizio i seguenti materiali d'assedio e da difesa.
A.1·ti.r;lierie : a) incavalcate su affusti. d'assedio e da difesa ordinari: Cannoni d_a, 149 G. eèl A., da 120 G., B., A . ; Obici. da 210, da 210 R.P. (rigatura progressiva), da 149; b) incavalcate su affusti a piattf:Lforma ordinari: ì\fortai da, 210 e da 149 ; e) di piccolo calibro assegnate all'assedio e alla difesa : Cannone da 87 mod. 80/98, da 75 A ., da 57 su a,ffusto a can deliere, da, 42 su affusto ,h ruote e a candeliere; . d) in postazioni speda.li di non recente adozione: Oan01one da 149 A. a &fera, da 149 G. per batteria a, cannoniera minima, da 120 A. · a sfera, da 120 A. per batterie ~L cannoniera. minima, da 120 A. per torri corazzate, dtL 57 per torrette corazzate ; e) in istallazioni in poz7,o: da 149 A., cla 149 G., da 120 G., da 149 .S., da 120/40, da 87 mocl . 80/98 e da 75 A. in pozzo; /) f-U affusto a piedistallo : Cannone da 149 A. ; g) di ree-ente adozione di vario tipo: Mortai da 2GO e cla 210 su affusti a rnote; Obice cla 305/17. Affiisti d'lisseclio orclin(Lri : a') per cannone da 149 G. e per obice da 210; b') per cannone da, 120 pesante (serviva per i cannoni <la 120 A. e G., e per obici èla. 1.49); -
184:i - -
PAR'.l'l'.l TECNICA
1870-1915
o') per cannone da 120 leggero (serviva per il can111one da da 120 B.); d') ridotto per obice da 210 (serviva per l'obice da 210 e per il cannone da 149 G.) ; e') per cannone da 149 A.. (serviva per il cannone da 149 A., per l'obice e per il cannone cla, 149 G.).
A.(fiist'i e 8ottaff'usti da clifesa, onlina·r i : S0ttaff11.sti
t!ffusti
in bnrbetta clel N. 8 )) del N. 8 da difesa per can- (trasformato a pernoni da 149 G. no centrale) del N. 9 . cann. da 149 G. in casamatta ed obice da 210 in barbetta delN.21 )) da ~lifesa per candel N. 21 49 da ~ G.". co,~ (trasformato a perriparo m senen,.1 110 centrale)
lJ
n?m,
<~a difesa da
lJ
del N. 10 clel N. 11
f cann.
120 A. e G. f in \ obice da 149 \ in
barbetta casamatta
I caratteri specifici, sia delle. boe:dte da foocb che degli affusti, di buona parte. delle suindicate artiglierie, sono già stati ampiamente trattati, e pertanto per completare la. trattazione dei materiali cl'u,ssedio e da difesa a(~cenneremo qui ai caratteri essenziali di quelli non ancora descritti. Alle artiglierie d' assedio e da, difesa eràno anche assegnate bocche da fuoco di piccolo calibro, e precisa~--ente: il cainnone da 87 ~focl. 80/98 ed il cannone da 75 A., g'ià dèscritti fra le .artiglierie della speciau.tà da campagna ; e per speciali esigenze anche cannoni da 57 /22 e da 4-2/30 su affusti a piedistallo ed l'L ruote, pure già descritti. L'installazi.o ne per cannone da 75 A. in casamatta, che serviva, a nche per il cannone da 87/98, era costituita dalle segù.ooti parti : -
1846 -
.lNS'l'AJ,T,Ml.lOXI DA DIFESA OA
75
A. E IJ.\
8i/ 98
E '1'11'0 BORDO DA
119 .\.
:u sostegno, s imile al piecllstallo llull'uffuslo a c:unclelieru, era formato cla ,quattl'O sbarre di àcciaio collegate infcriorJJJente da un anello di bro111.o .fissato al terreno, e superior mente <la una piattaforrua circolare che portava: alla perife ria una corona dentata, e s uperiormente un wozzo ecl ,rn -t·Isulto a uula ru. L'affustino, foggiato in(eriormcnte a <:aw]Jmlfl, i;i invustiva s ul mozzo ·del sostegno; superiormente era acl aloni con or <.>CCbioniere per gli orecchioni della culla; un'appenclice po::;teriore :;en·iva per sostenere i congegni <.Il ,punto.mento; e<l una chiavunlu, pènctrundo nel fol'<, del mozzo, assicurava J.'a~ustino al sostegno; lu culla, courormuta in moclo da ricevei-e la slitta, {WeYn due orecchioni e 11ortarn inferiormente tre cilindri, elci freno e dei ~icu pel'utori; la !'litla scorreva i;ulla culla e su cli cs;m s i aclagiaYa il c:rn.none assicuruto ttlln slilta mediante stulioni; la l-il itta :t1·cn1 due guide laterali sporgenti iuferiorment~i che si impegnavano iJJ due controguide della -<:ulla; e posteriormente aveva un'appeudke sporgente in llasso che serviva p er l'unìone clella slitta stessa alle aste del freno e clei ricu peratori. Il congegno di elernzione era a vite cloppia e chiocciola oseill:mte, portate ùall'appencltcc ctell':1ft'm,Uno; volantino a sinistra, vite muschio ass1<:nrato alla culla . Il congegno di di.J:ezione crn ad albero obliquo por tato dall',rppenclice dell'att;ustino, con ,·olaulino e ,·tte per petua che iugra11an1 e-on la corona dentnta '()el soslegno; il fren o ciel movimento era a nastro. Eranvi poi due scucll, ·e cioè uno .scudo de1l'a:O'.ustino portato clall'affus tiuo stesso e avente uuu -cannoniera per Il passaggio della slitta e del cannone; un altro scudo, applicato alla cullo, se1·viva a chiudere la cannouicru. Nelle install11zioni a p<Y.:zo per ca nnoni cla , ::; A. e da 87/08, l'affusto ~ra n piedistallo, clel tipo già descrilto, e situa to sull' asse di un po1,1,o profondo metri 1,37 ; gli aloni clell'ot'f111<Uno ernno Però spinti molto avanti 1n modo da a,·vicinar e gli orecchioni al 11ara11etto. Il congegno di direzione era a dentiera fissata all'aYancorn1,:,;a; roccbetto ·dentato, ingrannggio, lungo albero e Yolnntino erauo portu,tl dall'affustino -e dalla coper tura. La copertura era in la miera con tetto a suverficie curva, ~cl era sostenuta al di fuorl dall'a vn ncorazza clfl quattro bracci portntl -òall'affustino e da otto girelle im perniate nell'interno dcll'nvancora1,za :stessa. Nell'installazione da difeso (tipo bor~lo) per cannone da 140 A.,. il cnuìlone era quello modificato per l'adattnmento all'affusto a culla, e l'appen'<iice era rivolta in alto; l'ntI-l1sto era a pieclistallo II culla, simile a quello 1.52 R .M., dal quale però differiva pet· i seguenti Pill'ticolari: la culla elltn-òrica portava superior mente I cilindri clel freno e dei ricuperatori, consentendo quincli un angolo massimo di lncllna1,ione cli 42 gracli; mancava ll -circuito per l'accensione elettrica della carica, mentre poi l'affusto ern ·pt·otetto da un ampio scudo, costituito cla una parte fìssatn nll'affusti oo, "for mata da quattro lamiere, e <hl una parte fissa alla culla che chiucle,·n la cannoniera.
184-7
l'A H'.l.'ffi 'l'ECNICA
18'i0-lH15
);€gli ultimi anni del periodo qui considcl'uto Ye11ner 0> poi a,clottnte aktme artiglierie di vado tipo, che qui debbono. essere breYcme11te ricordate. 11 mort.1io da 200 era una bocca da fuoco d'acciaio, formata ùa un.. corpo d'arliglicria portanLu l'otturn !ore a Yite e che andaYa a formare la volata; la bocca ùa fuoco ern rinfor¼atn ùa un manicotto esterno collegato. al corpo do. un'avvitatura e cla un gradino in culatta. Jl manicotto, in, b:.isso ed a ntetiormente, 11or t.1va clei segmenti filetluti pei: ll collegamento. alla slitta, cd in alto presentaYa uu iugrossamcuto al quale era unito,. mediante Ylti, un blocco cli acciaio <:Ile serviva ad uumentare il peso della. p,arte rinculante. Sulla parte destra della culatta eravi uu foro J)cr il perno dello sportello, ed un foro a chiocciola per ln vite di ritegno del perno stesso. Sullt\, faccia posteriote cli culatta , in alto a sinistra, sporgeva un <lente :.LL quale,. a culatta clliusa, veniva ad agganciat·si il manubrio dell'otturatore. Per la manovra di incavalcamcnto, alltl voluta eravi un risalto ad. anello per il gancio della fu ne del Yci:ricello, ed un collare con clne totelleappoggiantesi sulla slitta. Per la formazione clell,l vettura-mortaio la bocca da fuoco presentava ~ alla culattn un alloggiamento per lu stanga cli truiuo che univa lo. bocca da fuoco all'avantreno; ecl alla volata uo collare, fissa to con clliuvnrcle,. c~e sosteneva la stanga del freno di ,·ia. Il congegno cli chiusura era simile a quello clel cannone cla 149 S., dal quo.le però differ iva nel sistema d'i maneggio. In questo mortaio la manovella di maneggio non ern collegata direttamente al tir ante u dentiera, ma il perno era munito di settore dentato che ingranava in una dentiera del tirnnte, il (Jnale ultimo aveva una seconcla clenticrn che si ingranava nel settore clentato del vttone; lo sportello era poi muuito di un ,1pposilo perno~ par allelo al ]lerno della lern di maneggio. La toppa era munitn cli u n, ritegno 11 molla che, nei movimenti cli introduzione e cli estrazione della_ ca1tuccia-irmcsco, eru destin(Lto a limitare la sua corsa. Il mar telletto clet ~ongegno cli percussione aveva un chiavistello d'an-esto disposto a.11:L sua destra, destinato ad immobilizzar e il mar telletto qua ndo 11011 si faceva f11oc0,. e l'ottura to re era chiuso. L'affusto era a ruote, a deformazione, a culla, a lungo rinculo, e sì componern clelle seguenti pnrti principali : affusto infer iore ; affusto supe-. r ìore o uJiustino 1)er il puntumento in direzione; cu1Ìa impe1'niàta all' affustino per il puntamento In elcn1zione; slitta contenente gli organi del freno di rinculo e dei ricuperatori, ed era collegata al mortaio col qualerinculava; vomero rigido :'.i'u:iovibile sul quale poteYil scorrere la coùn cl'af. fusto, aumentando per tal modo il settore orizzontale cli ti ro. Il freno idraulico era doppio, molto simile al freno del cannone da149 S. Il ricupera tore ad cn·ia compressa era costituito : da un cilincl.ro ciel, ricuperatore, ripieno cli liqnlclo, con stantuffo ; e da quatlro serbatoi con-
-
18:l-8 - -·
I J\JOUTAI DA
260
EJ
210 ·
L'OBICE DA
305/ 1'7
tenenti liquit'lo ad a.ria compr essa: lo stantuffo aveva il gambo cli acciaio fisso alla culla, e la testa a tenuta cli liquido; il cilindro, mediante larghi fori posti in alto, comunìcava coi due piccoli seroatoi centrali e coi due grandi serbatoi laterali. Il pezzo in batteria appoggiava colle r note sopra clue pii1tta.for111e cn lamiera d'acciaio; per il tiro, mediante due chiavistelli, erano applicati alla culla degli scudi. che venivano disgiunti da essa per 'il traino. Per il trainò il mortaio si scomvoneva in vettura-pezzo e vettma.-affusto. L'avantreno d':1ffusto era costituito da un telaio formato da due fia'nchi riuniti mediante lamiera ; nella sua parte superiore e posteriore vi era un maschio per l'occhione dell'affusto; nella parte centrale una volticella per il piede di sostegno dell'affusto estesso. Anteriormt'nte il telaio portiwa una camera rettangolare per il timone se l'attacco era a cavalli, per la sbarra d'unione se il traino era meccanico. Una sala. applicata al telaio portava le du<~ ruote, e due tiranti, i quali era110 riuniti al telaio da nna traversa che formava bilancia. La parte centrale del vomero veniva trasportata cla uu apposito avautreno. L'avantreno della vettura-pezzo era simile all'avantreno della vettura-nffusto. Il retrotreno della ,·ettn ra pezzo si <~omponeva di una sala al cui centro notavasi un'nppenclice circolare portante una piastrn d'acciaio cor; filetti che si adattavano ai fi letti della parte inferiore del mort,1io: clne bracci disposti nella parte superiore della sala, manovt'ati da apposita leva, con manubrio e molla, impedivano 1o spostamento della bocca da fuoco: la sala portava nel suo mezzo un manicotto elle servi va per il freno di via. Una stanga ricurva: ed opportunamente sagomata e fissata alla culatta del mortaio, present.tiva all'altra estremità un occhione cli unione all'nvantreno. Le munizioni impiegate erano : una granata semi-perforante ed una granata torpedine. Il mortaio da 210 incavalcato su · affusto a ruote era tmco1·a il mortaio installato su affusto a piatt;,forma ordinaria, modificato però nella. su n ìJar~ esterna per · adattarlo alla slitta dell'affusto. L'a.ffusto a ruote, m'lle sue• parti' principali, era simile all'affusto del mortaio da 260. , L'obice da 305i 17 veniva sistemato in installa11:ione mobile J1er >bicf da 305, era lungo H calibri, pesava kg. 12.700, era costituito di accinio al nichel ed avevn struttura simile a quella del cannone da 120j40. Il ~cerchio di culatta aveva superiormente~ delle appendici per l'attacco delle aste del freno e del ricuperatore. L'anima era solèata -c1a 72 righe acl eliéa del J)ìlSSO di 25 calibri; il congegno cli chiusura era .. a vite cilindrica con anello plastico sistema Dè Bange. Il vitone portava s<1i segmenti. lisci e sei filettati: quando era svitato presentava due segmenti lisci in corrispondenza del diametro orizzontale; lungo la generatrice cli mezzo del segmento liscio di. destra vi era una dentiera rettilinea. Una testa a fungo fis$ava l'anello plastico al vitone, ed era collegata
-
1849 --
PARTD 1'ECNICA
1870-1915
al vitone c.:ome nell'otturatore da 149 S. La manovra dell'otturatore :si compieva con tre movimenti : rotazione dell'otturatore di un tloclicesimo di giro; estrazione Iongit11clinale; spostamento laternle a (lestra del sopporto per liberare l'apertura- di caricamento. Questi tre movimenti erano ottenuti in modo continuo per mezzo cli un congegno manovrato a mano. L'otturatore, quando era estratto, veniva sostenuto da una mensola ad anello, di bronzo, imperniata a destra. Il perno portava.: superiormente un eccentrico; al centro un rocchetto; ed inferiormente una ruota dentata elicoidale. Il congegno di ritegno dell'otturatore era tale per cui la corsa clell'ot-·turatore nell'apertura era limitata dai due risa.lti dello sportello che contrastavanò contro l'estremità di due scanalature dell'otturatore: un altro congegno era pure applicato allo stesso scopo. Nella chiusura della culatta i movimenti avvenivano in ordine e senso opposti. La rotazione del perno er a ottenuta mediante una vite perpetua che ingrana.va colla ruota dentata inferiore del perno e con un rotismo manovrato da un volantino a mano. L'accensione della carica avveniva per mezzo di un cannello a percussione allogato in apposito alloggiamento della testa a fungo. Il percussore si armava soltanto all'atto dello sparo, quando il vitone era avvitato. Il congegno a percussione era a ripetizione, ed era portato da una toppa elle durante la rotazione del vitone scorreva lungo una piastra di sostegno tacente parte del ritegno della testa a fungo ed incastrata nello sportello. Svitando l'otturatore, un estrattore a forchetta espelleva il cannello. In caso di scatto a vuoto, si poteva sostituire il cannello senza bisogno cli aprire l'otturatore e nemmeno di portarsi dietro la culatta. Durante l' apertura tlella: culatta, per espellere i residui solidi e gasosi della. carica, vi era uno speciale congegno scaccia-fumo costìtuìto essenzialmente da un tubo il quale partendo da un serbatoio d'aria compressa. facente parte dell'installazione, sboccava nell'alloggiamento dell'otturatore, immediatamente dietro l'alloggiamento dell'anello plastico. Il tubo era. chiuso da due valvole : una a vite che si maneggiava quando si voleva iniziare il tiro, ed un'altra · che agiva automaticamente quando si iniziava l'estrazione longitudinale del vitone, permettendo così all'aria compressa di passare e di agire 1ier una. certa durata di tempo. Come dispositivi di sicurezza si. aveva nell'otturatore soltanto quello contro l'accensione prematura della carica, costituito dallo , scorrimento della toppa. L'installazione, formata nel &110 complesso da un affusto ad aloni a cuna a corto rinculo, comprendeva: un aft;usto; una culla d'accia.io con freno idraulìco di rinculo e ricuperatore acl aria ; un congegno di direzione; una cucchiara di caricamento ; ed un paiuolo. L'affusto era costituito da due fia.nchi, composti ciascuno da un'ossatura in ferro rinfornata da bandelloni, riuniti poi da calastrelli in testata ~~1 in coda, e da una piastra di sostegno del congegno principale di E>levazione.
-
1850
l
li, JO;>; NO\'Al\LEC\TO DELL!i: AH'l'I G LlGHli,; VA COS'l'.\
Lu <;ulla crn a manit:otto, con orc<:<;bioni ri1;01tuti, per la sua uuioue all'aJtusto; ll\'en, un <;Ongegno di bl<><:caggio elle :ren·iya a tis,mrla nella posir.ione di ,;paro, e a questo scnµo es:;a porta,·a in basso due castagne che nuclavano: una a Jissar::;l all'alYeo s iuistro thill'affusto tlurnute le opcrazioul cli caric:ameuto; e l 'altra atl ullogarsi iu apposito foro dei bracci del cougegno p1·!ncipale di elenrnione <Juau<io si riportava l'obke nella posizione di sparo. J~ due castagne erano cowamhltc du una levu, fissa al congegno imsilhtrio (li elen,zione, che Lrnsmetter a il mo,·imento alle castagne per mer,r,o <li m1 tira nte n di una coppia di settor i dentali trusmetteuti il mo,·!wcnto ad un albero verticale che comandava uua pal mola agente a sua \"Oltn sopra le due castagne. La culla ern munita di un freno Idraulico co:::tituito da una len1 eccentrica striscia nte sopra un rullo fisso sull'alone cli sinistra, e da un respintore idraulico nel essa collegato per assorbire la forza viva acquistata nei suoi rapidi ruovlmeuti di rotazione. 11 freno di 1·1nc·ulo ern a glicerinn. e il riC'uperatore ad 1H'la, ed erano costiluiti da tre cilindri ricavati da un unico lilocco d'acciaio applic11to alla culla : nel cilindro <1i <lestra si uvcva ii fl:eno. Il(?! cilinclro cli sinistl·a il ricuperatore, e nel cilindro superiore la cmncra aù aria rlcl ricuperatore. Nou vi ern un vero e proprio congeJ?UO cli direzione. mn la direzione venh·a data con un paranco Weston opportunamente montato :ùla coda dell 'nffusto. J,a cucclliarn t1i caricamento era costituita: du un albero girevole sul quale era calettato un braccio che portava la cuccltiara; da due supporti dell'albero con cuscinetti n sfera applicati al finnco sinistro dell'affusto. La cncchiara a,·c,·a due anesti a molla, uno pc1· la posir,io11c . di caricamento, e l'altro per bloccarla nella su n vosizione lttterale. Tl paiuolo era un grosso cassone munito di piastroni , l'anteriore del quali aYe,·a un rocchio. TI traino elci materiale si eseguiYa esclusin,meote a trnr,ione meccanica, ed il t1·asporto s ì faceva con tr e appositi carri e cioè : uno porta-obice, uno port11-affusto ed uno porta-cassone. L'obice aa 30fi/ l7 lanciava la granata pesaute e la 1,,'Tan:ita leggera, entl'llmbe cariche di alto csplc,sivo: la C'arica . era tli balistite in piastrelle 3,5x:::5x35: le munizioni vcni,·ano trnsportate al pezzo da piccoli carrelll muniti di grn.
*** Il rinnovamen to delle artir1lier-ie da costa si iniziò immediatamente dopo il 1870. Già dal 1864, come si è accennato nel precedente Vol11me V (pag. 228!1) , le prime prove di cerchiatura con cerchi P étin e Gaudct avevano condotto all'adozione del c:wnone cla 16 G.R. O. a.vancarica, e più tardi del cannoM -
1851 -
PARTI,; '.J.'b:CNICA
1870-1915
da 2:l, d'acciaio fu.so, che fu presto abolito per insufficiente resistenza, e successivamente dell'obice da 22 G.RO. (18G9) . P er quanto concerne i eannoui, come è sta,t o ampiamente trattato, i succcs&ivi perfezionamenti delle ghise e l'a,pplicazione del metodo Rodmann, nel 1 71, resero possibili l'adozione del cannone da 24 G.RO. Ret., che pertanto subì successivamen te le seguenti inte1·essanti modificazioni: il tipo inizia.le fu corto, [POi lungo co111 cbe si ottenne maggior velocità; l'otturatore di tipo francese fu dapprima senza ingranaggio, e poi con ingranaggio; il proietto ad alette e cioè con vento, fu poi ad inc11mkiatura di piombo, e in 11ltimo D., corone 0011 camera, unica e~centrica. e righ e restringentisi nel cannone, come in quello da 75 H. àa campagna e cla montagna; la pol,ere fn dapprima a òadi e poi progressiva del cannone da 32; l'affn. sto pi-ima basso venne quindi rialzato per poter fare il tiro areato e per ottenere un aumento cli gittata,; il freno prima a pettine fn poscia idraulieo ad azione costante; il ginocchiello da m. 1,75 fn pol'tato a m. 2 per affusto basso, ed a m. 2,30 per affusto rialzato; la palla. fu dapprima se11za spoletta e venne poi munita di spoletta. Anche e sovra.tutto pe1· le artiglierie da costa si iniziò ben presto la classica lotta fra cotazza e cannone, e pokhè già nd 1870 lo spessore delle corazze delle navi era di ben cm. 35, tale lotta ebbe per primo effetto l'adozione cli un cann001e Biancardi da 32 G.R.0.Ret., nel 1875. Anche per quest'ultima bocca da fuooo furono interessanti le modificazioni successivamente apportate: la palla ,enne sostituita da una granata, ::1.11aloga a qnella, da 24, ca,. 1·icata dapprima, con p-0lvere ·ordjna.ria e poi anche con fnlmicotone in grani; la rigat ura, chlpprima eunei.f.ormc, f 11 persemplicità modificata a larghezza costante: la polvere, ini½ialmente a da<li, fu sostitnita con qnclla cli tipo francese a parallelepipedi più grossi e piatti, e quindi con a,l tra di tipo svedese e cioè p1·ogressiva da 32; la ca,mera, prima, eccentrica,. venne poscia t1'a.sformata in concentrica doppia, liscia; la fusione fu dapprima eseguita colla cnlatta in alto, e poì colla, culatta in basso per concorrere aò evitare le lamentate rotture cli culatta ; l'insta,lhtzione e l'impiego della bocca da -
1852 -
lL RI)INOVA:MJ•;NTO DELLE AHTIGT~mnm D.,\ COSTA
fuoco furono da;pprima i.n tone o easamc1,tta con congegno di abboocamento, e quindi in barl'ietta con ginoe·chiello di m. 2,80. J! rattanto, poichè le corazze delle navi aumentavano considerevolmente il lor,o spessore, e da cm. 35 salirono a, cm. 50 e persino a cm. 60, all'-estero i cannoni costieri. raggiunsero il calibro dai 40 fino ai 45 cm., con pesi variabili dalle Sf, aUe 100 tonnellate, e anche da 1noi nel 1879 fu adottato un cannone Rosset-Giovannetti, da 45 cm. chiamato << cannone da 45 G .RC. Ret. da 100 tonnellate >) le cui principali caratteristiche era.no: cerehiatura di acciaio fuso; palla di 1000 kg.; affusto a cassetta manovrato dapprima meccamicamente a mezzo di motore ad aria calda, e poi a mano; carica di 220 kg. di polvere progressiva da 45. Questo nostro cannone non fu però riprodotto, perchè) essendo nel fra ttempo sorti altri criteri circa l'armamento delle batterie da, costa., le prove ini½iate nel 1880 furono sospese. Essendosi pertanto rioonoseiuta la, necessità di adottare potenti bocche da, fuoco capaci di eseguire tiri curvi ed atte quindi ad offendere la corazzatura dei ponti delle navi, furono emanate direttive per la costrur,ione di. artiglierie che :fino alla distanr,a di 8 km. garentisser,o un effetto sicuro contro le navi a,n che maggiormente protette, ed avessero un calibro di ci.rea 28 cm. Date queste diretti.ve, mentre esse si stavano traducendo in atto si ebbe nell'anno 1883 una soluzione transitoria, se pur insufficiente, del problema, soluzione che consistette nella tr,asforma,zione degli ,obici da 22 avancarica in obici da 24 G.R.O. R,et., a.venti le seguenti particola.rità: ~amera doppia e quella del proietto rigata; rigatura elicoidale sostituita . a quella a passo variabile che aveva 1:'lato risultati poco favorevoli; polvere da 7 ad .11; otturatore (meno lungo di quello del cannone di pari calibro) modificato per evitare lo sganciamento della mensola; l'affusto, che in questo studio aveva dato le maggiori preoccupazioni, fu a ritorno automatico; lisce con inclinazione del 10,f> % ; gru di manovra.
Fu soltanto nel 1885 che a,l predetto obice da 24, cm. si aggiunse l'obice da 28, del quale si costruir,ono molti esemplari e che ebbe le seguenti caratteristkhe : -
1653 -
PARTD TmCNICA
1870-1915
rigatura elicoidale adottata per la poco favorevole prova fatta dalla riga. tura progressiva ; granata perforante ad ogiva indurita e bocchino posteriore; carica di polvere ordinaria o di fulmicotone in grani; all'usto ad appoggio diretto del sottatl'usto sul paiuolo (tipo Krupp); freno idraulico; ritorno automatico; lisce inclina te del 12 %; vite verticale a rotelle, manovelle eccentriche di sollevamento, sostituite pi ù tltrcli da sospensione elastica con molle.
In complesso, v<~rso il 1890 e cioè a metà circa del periodo da noi considerato, la situazione delle nostre a.rtiglierie da costa era quella r:Lsultante dagli allegati specchi F e G. SPECCHXO
F
Anno 1890 - Materiale da costei (Bocche da fuoco) Peso merlio
Denominazione <le.lla bocca da fuoco
Coagegno di chiusura
::l o
della
_o .S
bocca da fuoco
~ ~
'a ~ '<:i _ _ __
_
_ _ _ _ _ _ __
.
. : __ __ _ _ _ _'..__
I
__,__ _....!__
, mm. I
_
kg.
..!,__
I
_
_
kg.
Cannone <la 40 A . R. C. Ret. ' a cuneo, con a.nel- I 400 lo Broacl w cll
12
3760
121.000
Cannone cla 32 G. R. C. Ret. a v ite int.errott-a, con anello espansivo di acciaio
321
·13
569
37 .660
I
Cannone cla 24 G. R. C. Ret. lungo
idem.
240
9
211
17.488 ·
Cannone cla 24 G·. R. C. Ret. corto
iclem.
240
9
211
15 .188·
Obice tla 28 G . R . C. Ret..
idem.
280
6
260
10 .533
Obice da 28 G-. R. C. Ret. per a Uusto iclropnemnatfoo
idem.
280
6
260
'10 .549
Obice. da. 24 G. R. C. Ret.
iclem.
· 240 ·
6
.192
Cannone tla 45 G . R. C. .Ret. (1)
4.246 '
idem.
7
1 1200
9!).850
I 450 I
(1) D i modello vario; no esisteva un solo esemplare, in bat.teria a.Ila sode
di S. Maria (Spezia).
-
1854 -
'"I
SPECCllJ.0
Anno 1890 -
.ZII cderiale da
costei · (Affusti e Sottaffusti)
~
o o ...., ..., _, ~
D enominazione dell'affnsto
o
w
G
...."' ~
6~
o ,.. o
·=Ae
Ò
Posizione
Freni
del perno
m,.
Affust,o da difesa per caJ1nonc da 32 G. R. C. R et..
N. 7
2,80
anteriore
Affusto cla difesa per cannone da 24 G. R. C. Ret. rialzato
N. 1
2,30
iclom.
llll
Affusto cla difesa, per cannone cla 24 G. R. C. R et. basso
N. 5
2,00
idem.
nn freno idra u
du.e freni iclrau lici f1·eno idnm lic0
lico Affusto éla diI:esa. 1rnr obke cla 28 G. R . c. Ret.
N. 15 1,60
Affusto idropneumat.ico per obice cla 28 G. R. c. R et. ..A.ffusto da difesa per obice cla 24 H. R. O. Ret.
-
1,60
N. 12 1,50
Affusto da. difesa, per ca1n1one da. 45 G·. R. c. Ret.
-
2,60
centrale
d ne freni idra.n lici
iclem.
due freni idropneumatici
anteriore
due freni ad a.t.trito (a s!a.l:fa)
centrale
tre freni idraulici
P er quanto rigmn·da le boc,e,he da fuoco da costa a.. tiro cnrvo, nel J.S93 si consegui un notevole progresso con la definizione dell'obice da 28 lungo (calibri 16,6), il quale realizzava una gittata di 12 km. , aveva la rigatura a passo variabile; lanciava lit granata perforante ordinaria nonchè l.1i gra.nata torpedine di acciaio a fondello a,vvitato · con carica, interna di scoppio di pertite; ed aveva la carica di lancio dapprima di volvere ·o rdinaria, e quindi poi di balistite. Contemporaneamente poi all'ado½ione clell'obiee da 24, era, stata costruita, a La Spezia la Torre Umberto I all'isola Palrnaria, che fu armata con <'ine cannoni da cm. 40 (tipo -
1855 -
PARTE 'l'ECKH',\
1870-JDlo
Krupp), in esecuzione del programma. rigua,r dante i cannoni <la oosta di gran calibro, programm:L per il quale era stato creato il cannone da 45. Il nuovo cannone da 1!0 aveva, sul ~uo fratello maggiore da 45, notevoli vantaggi balistici e tecnici, prio1cipali fra questi : una velocità iniziale di m. 550 invece di in. 450, che conferiva al proietto d'a.cciaio di kg. 920, in confronto a.i 1000 kg. Llel proietto di ghisa da 45, un'energia. alla bocca molto superiore; più grande tensione e maggior ra{lenza, della ti·aiettoria; maggior forza cli penetrazione; vantaggi derivanti dalle migliori qualità, balistiche clel proietto più l1101go e cla,l la maggiore carica cli lancio. Successivamente, gli {mormi progressi reali.zr,ati nella pro tezione delle navi e nella costrur.ione delle artiglierie nava.li imposero lo studio e l'a,dozione di nuovi tipi di artiglierie da e.osta,, talvolta anche cli calibro minore e perciò di ma,ggiore maneggevolezza, nelle gnali fossero meglio sfruttate la r~sistenza dei modei-ni acciai perfezionati, le qualità delle nuove polveri, le forme cli affu,sto a candeliere, o quant-0 meno a, soppressione di rinculo, le maschere di pt'otezione; e che permetwssero grandi settori di tiro; rapida manovra con comando elettrico, idnwlico od a mano; e che avessero otturatori . :t movimento continuo, pi-oietti co111 cappuccio. Negli anni successivi molte bocche cla fuoco della R. Marina pa,s sarono alla specialit.."ì, clcll'ai-Liglieria da. costa clel R. Esercito, e per tale trasferimento .si produ sse nna molteplicità cli bocche cla fuoco, taholta anche di uguale specie e di uguale calibro, ma, presentanti modifiche e varianti conseguenti appunto o cla migliorie apportate :~llo scopo di provvedere ad un a nmento della gittata (<·annoni da 240, obici cla 280 corti e lunghi); o dall'a dattamento di una stessa bocca da fuo co su diversi tipi di aff nsto (obice cla, 280 corto); o cla pas'saggfo all'Esercito cli batterie già armate e i:;en1te dalla R . )farina (obici da 280 A., B. , K. ). I n .s ostanza, a,l termi.ne del periodo considerato, l'art i.glieria cla. costa av~va una parte delle sue batterie armate con bocche <'la fuoco appartenen ti al R. Esercito ed una parte con bocche cla fnoco già della R. }V[a.rina. Le artiglierie in servizio. nel 1915 risultano dagli allegati H ed I. -
1856 -
SPECCHI O
1:1
Materiale da costa · Grossi calibri
Anno 1915 -
(Art.igliel'io. Affusti, SottaUust,i, lnstu,lla zioni, Proietti)
Affust.i. e sottaffnsti
ProiE' Ui
Polveri d el cartoccio
A1·tiglierù~ di urosso caltbro Cannone da 400
Palla
Tnstalh1:don e in to1'1'e
I Prism.
COlTilZZlltH
Canno11e da 321 »
305
•
2ii4 B. (R. ;\f.)
Affusto e sotfa,r!·u,;fo (del 'X. 7) da 8~1
I,\ I.A
I
I P11 Jla-grnnu ta
bn1-
na e ne ra e polvei·o infume
.Pol,ore n era
ICordite
l'fnsto a . culla ad aloni
.Pnlla · gru nata
liscio. a freni latendi
l'nll,,1. · G· 1·u.na t n. Balistite perfo1·nnto -G ranata mina
»
240 codo Affusto e so ttrd'l'u,;to (del N . 5) òa;;so pc>r cannone cla 2W
• 240 hmgo .\.ffustn e s0Unl'1'11sto (c1el N. 7) l'inlzato p er C'Hnn. eia 2Jc0 Obice da 305
• 280 <:orto
Affus to a )o·ni
Lt
cnlla
ad
Affusto ordinado e sotrarrus to (dol K. 13) cl a 280 corto
I
• • 280 corto p er Affu;;to a b locco e affnsto idropnenma- ::;otta!rnsto idrot,ic:o pneunH\lico (del N . 18) da 280 corto Obice da 280 1ungo
»
•
Fa.I la ·./l,T1urnta
idem.
Polver e> nera iclem
G ran. pe r·f. · Gra- Balistilo nnta t.01·p. G ran. p E'rf. ghisa Polver e nera e balistite idem.
idem.
,.\ ffusto e sottaifusto (O ran. pE'rf. ghi,;a. Balistite e (del :S. 20) da 280 G ran. torp. m:ciaio, polvere ne· lungo G m n. accia io pes. l"a
•
280 A (R.:.\I.) .Affusto e sottaffnsto per obice da 280 A
»
280 B (R ..:\f.) Affnsl-0 a blocco e sottarrusto idropoeu matico (del N. 18) da 280 corto
• 280 K (R.:ll.) Affusto e sottnffusto 110r obice cla 280 K
Gran. porf. ghisa Prism. bruna e ne rn e balistite idem. Polve1e ner a e balistite
Gran. ped. ghisa, Prism. bru· Gr. aocinio pes. na e nera e balistite
120
PAR'.l'E '.l'l~Cì'\lC,\
1870-1!)15 SPECCHIO
Anno 1.915 -
I
M ateriale da costa . Mecli e piccoli calibri
(.Artiglierie, Affusti, Sottaffusti, Installazioni. Proietti) .Afl'n sti, soUa,f.ful'ti
Bocche da fuoco
Pl'oi ett.i
Polveri d el cart.occio
ed installazioni ,frtiglierie cli mecUo ca/.ibro
}dl'nsto a })iedista.Llo Palla Shn1p11el Balistite Gn1.na.ta perf. ace .. cht 1ii2 G ran. mi,1rt ghisa
Cannone da 152 (R.M.)
•
.
" 152 B (R.M.) » 152 e (B.. -:\'L)
l
Affost, '
u"' ' ,,., .
n_i lafenl.Ji della Ma· Granata.· Shrapnel
1·rna
Ins lal· } piedistallo, !azioni pozzo
1.52/50
Palla Grana.l a Shrapnel
., Cordite
f .A.ff'nst.o articola i.o a »
149
o
)
(R.M.J
.
\
\
120 -~
(R. }1.)
p,o·,o
" "tml,
Affusto artic_ol?'to si· s terna. A lbi m Affu~to da difesa con sottaffnsto da 149
Palla - Shrapnel GraHa,ta ghisa, Polvere 110· ra e ha.liacciaio MitragUa stite
Al'fusto a cassone Grnna la· S hl'll p n el 1:'olve re Mod . 188(1 · -:VI itr. ra
110·
Artiglierie cli piccolo cali-bni Cannone da 75 B (R.M.)
Cannone da. 57 H (R.M.)
Oa.nnone da 57 H (R. lf.)
A ffusto. sottaffusto e Grn nata · Shrapnel Ba.Jist.it e sostegno pel· canne· Mitr. rie da 75 B Affusto d el tipo s pe' cia.le, sott.a.J'fu\t,o a s ostegno peJ' cau. none 57 H Granata accia.io e Balisii1e Af'fust,o sistema ghisa (bossolo eon proiet to) Armst.rong. sotta.f fusto a sost egno per cannone 57 H Affusto, sottaffusto a Palla. - G1·a11a ta. sostegno per cannone 57 H
-
1858 -
"
lL C•.\::--No::-;1:: OA
321
Fra le 1 rtiglierie da costa, figuravarno anche i cannoni di ìironzo da 75 e da, 87, cbe, a scopo economico di istruzione, servivano per l'esecuzione dei tiri ridotH : per ta.li tiri ridotti questi cano10ni .si iutroduc·evano e si centr:wano : quelli da 75 nell'anima dei cannoni da 321 e da 240 nonchè nell'anima deg-li obici da 280 A., B. , e K . ; quelli da 87 nell'anima degli obici da 280 L . e O.; per il cannone da 400 si impiegavf:L il cannone da 42 sistemato sulla, volata, esternamente alla torre; per il canno11e da 305 si usava, u,11 ca,nnone da 76 mm. di a,c.cia1io; e per i cam10ni cfa 149, da 152 e da 254 un cannone da, 25 mm. di acciaio .
Fig. 83, - Cannone da 321 (già cla 32 G.R.G. Ret.)..
Per procedere alla, descrizione sommaria delle caratteristiche delle singole bocche da fuo co, loro affusti ed installazioni, cominceremo qui colle artig1iei-e' incavalcate su affusti ordinari e spedali. Il cannone cla 321 era cli ghisa, con due ordini cli cerchi di acciair> e cerchio ad orecchioni; culatta uniforlllelllente cilindrica; due linee cli mira, a destra per l'alzo ordinario, a sinistra per quello automatico; tallone di punteria. sulla destra della culatta. Il congegno di chiusura era a chiusura ermetica che si determinnva fra un anello espansivo ,l'acciaio
-
1859 -
PAB'J' R 'l' IJ;(;j';JCA
1870-191;5
e 11 corrispondente alloggiamento tronco-cor;ic:o cldl"aniruu; l'anello era disposto alht testatu. anteriore <ld Yitone cli chinsurn della culatta , e fissato tra un ritegno cìrcolarc e la fiH'cìn :mleriore di una testa a coclolo, il cui gambo era infilato nel foro centr ale del Yitone e trattenuto posteriormente da un dado esagonale a vite; u n gr auo cl'ucciaio a focone, :tYYitato al ritegno predetto, attraversava tu tta la testa a co<lolo secondo l'asse, e posteriormente presentnn1 l'alloggi;1111e11to clel cannello a vite; il vitonc cilindrico di ghisa ed Il suo 11llo~gi:mw1110 presenr:w:mo tre segmenti lis~i
--------·-
1 I.
Congegno <li ch iU l;lll'H delle nt t ig lie r ie ll i gros;;o calibi:o (cannone da 321) .
FJg. 83S
'
e tre a vile; l'avvitamento e lo svit:uneuto si ottenenrno con un sesto di gil"o <lato ad una Jcrn applic:.it.1 all:r. faccia posteriore del ntone normalmente all'asse, ed all'uopo l'estt·cruità della leva pol'ta,·a un manubrio, due rocchetti c(l una ruota dentata lnterme<lln. Uno clei. rocchetti ern messo in movimento dul manubrio mentre !"altro iugrauavu in una ùenliera 11d arco applicata superiormente nel vh·o di culatta. Per l'anello ottnralore esistevano due alloggiamenti: il posteriore i,;i utilìzzava quando l'altro era guasto dalle corrosioni, ma per ta.le u t'ilizzazione si r icbietlen 1 un anello ottur:itore dì clia,uetro maggiore al quale c0r-
-
Uì60 -
1 DUE i;ANNO.l'\l l) A
:2-!Q COHTO
8 L UNUO - L'OJHCE DA
::!-80
CORTO
r ispoucleq1. u u 'altrn tc:;La a coùolo con altrv r itegno cl,1 npplicars i a lrottu· rator e. Alcuni disclli e 1·osette d i rume, 11osli trn viloue e testa a codolo e fra vitone e dado c:sagouule, r egolavano il fornumento dell'anello otturatore. Il vitone:, a llorchè ven iva estratto, ..;,poggia va sov ra nno. mensola cli bron r.o im perniatn u clestru sul vivo d Ì culatta . P er ottenere il distacco dell'anello otlt:!·:itorc d,11 suo alloggiamento, clopo il sesto cli gir o clel vitone, quc:sto vrcseut,1v:1 in busso, a lltt base posterior e, un tallone con uua semi-clliocciola, nella qual e agiva una vile estrattrice, portata dalla mcu:;ola e gira ta cl,1 nu manubrio poster iore. Apposito congeguo a :;a liscendi man teucva l:1 wcnso ln fer ma con tro il ,·i,·o cli culatUt quanclo si cstrae,·a r ottur.itor e. eù ngh·a anche sopra un ritegno elle ti ~s:1.n1 il ,·itone sulla men,:ola do1 10 l:1 sua estrar.ione clolla culatta. A cnlatla aperta, nu altr o saliscen<h latcrn le se1·1"iva per fer mare la mensola al vivo cli cn larta dall:1 11ur lc destr:1. Il vilone a1·,:ffa nua 111:111i~lh1 <i i n1:1negglo ecl un coprifoconc cl i sicur&t.r.'.l n leva. Sul Yivo di culatta, " cr so r estremìtil. destra della denti era, e;;Isternno due segui li111ili cli chiusurn, entro i quali do,eYa corrispondere la leva cl'ottur::itorc, a ('Ulatta clJi usa. Al vivo ùi cula tta, e l'< immetrì<':1mcnlc ,tlla. prececlcule, er:1 appl ic-,1ta nna scc-oncla wensola tl:'ggi-proietto. elle diffcrh·a clall·a1tra [)er a,·er e unn cu netta e per C-"-"er e prirn. di vite cstrnttrice e d el ritegno f crnrn-vitone. I clue cauuoni cl:1 2-10 corto e da 2-10 lungo ,Hrrerivano fra cli loro soltanto i,cr l :1 lnngl1ezz:t e per il pe:::o, e s i <lifl'ercn11ian111 0 \l :t l C(nmon e cln 321 csse117,inl111ente per i .«egmenli part kola ri : 111 ani ro11i di bronzo agli or ecch ioni; piastra con perno pel· la dentier:1 di mira ilffece del tallone cli puuteri::i; due liuce di mira a i,in islTn; lc\'a del vilone con un solo rocchetto ingrnuante <lir eUa111<•ote uclla dentiera, a IJlllical a in alto a destra nel vil·o di c:ulatt:1; mensola unica rcggi -ottunito1·1{ senz:1 vi te estr attrice, nè s:iliscencli Jaternlc .
L'obice lla \!SO corto (J)er affusto ord i11:1rk,) e1·:1 cli ghisa ed nveva: cer chiatura di :1('ciaio f<u dne str:i i i; nn <·<'l'<·ltio portn-or<'cc:il ioni con botton i di n1:1neggio ; cl ue JllMtre acl alin <lis1)0iotc iuferinnucute in arnnU e dietro agli orcccllio11i per l' nttac<'O clella clentiern di mira; supe riorm ente un piano pet· il quad r ante. All'or ercbione s inis1 r o venh•a app licu to un indicatore dc"ne inclina11i oni. Il cong~~gn o di chi us ura rr::i come qu ello dei cannoni da 240, con u na :sola mensoht r e;rµ:i -01turato1·('. ed aq•1·a µ:li st N,sl org;:mi cli qu ello del cannone da il2l, ru:i con ounlcbe cEffer enza d i costruzione. L 'obiC'c da 280 <·orto, per :iffnl<to n blo;-eo. quanto : i bot to ni cl'orecchi onc erano cili11clri!'i nare co me pi<'coli orecchioni cli appoggio m~lla all'nsse degli or ecchioni stessi, ed all'uo110 u n
1861 -
dlfferin1 dai pr ecedenti in nllo scopo di poter fu nziorotnzione dell'obice in torno congegn o elastico sosteneva
P.rnTE
·mc;:.;rc., 1 70-J Hl5
i piccoli oreccllioui; al bottone cli destra yeulrn appllc:1to un iuclicntorn delle inclim1zioni, e le due piastre di nttocco dell'arco d'luclin:u:!oue erano applicate in basso anzichè sul piano di silllllleh·ìa. L'obice da 2SO lungo difier iYa da quello cor to ))er l:J dell'anima, del ,·itone, della test:1 a codolo e del grano, ~ ei congegni cli chiusurn dcgll obici dn 280 C. e L., scopo 111 accelerare il ser\'izio, e rano st·nte ap11or tate ai 1mrn11bri clell'otturfltore. al snllsceu<li cli me7.7.0. nll:1 n l copri-focone di ~ic111·e7.r.n.
maggiore lungbe:1.za nouchè 1>cr il peso. essenzialmente allo delle u>oclificnzion! vite esrrattrice cd
-
..... .. ti _ _,.. _ _
l•'ig. S3!l • Obice <In :ZS9 ('orlo (1:ii1 obi<:e <la 28 (:.H.C. Het.).
Gli obici dn 280 ~,. e da 280 B . 1n·ovenin1no dalla trasfo1·ma?:ionc cli bocche tla fu oc::o ad n,·uncarica della H. Mari n:i che aYe,·ano In origine appartc-uuto n batterie rostierc serYite dalla H. :.\Iarlua ed er:1uo iu seguito pnssate nll'..\r tigllcri:1 da costa del R . Escrrito. Jxe,nno un tubo interno d'acciaio con <1unttro :::lrn.ti cli ('erebi cli ferro, e bottoni cilin(lrtc; di m:rncggio nitli oreccllloui. Nell'obice eia 280 .\., l'indicatore clell'ineliu.izione era fissato al bottone di s inistra. ; :tYc,·tt due mire e due fori per l'nlzo, a destm e<l a sinistn1. L'obice da 2SO B. a Ye,·n Il Yitone cl'n<·<.:ialo. Eutmtnbi questi obi<:! lla 2SO A. e Il. non aYc,·:1110 poi nitre uote,·oli <liffer er.z(' iu confronto clell'ot-ice <1:1 2SO corto. L'obice da 2SO K (Kru pp) proYenlente clnlle nrtiglierie clella di fcl'a C'OStiera della '.\Cncldal<:'nn già ser,·ite clalla R. M:ii·in:i, era cli acciaio cer<'hiat·o fin oltre gli orecchioni poit nntl II n 11rn11ic:otto cr oLtone ; l'lnclicfltore delle inelinnzionl er:i all"orf'crhiouC' s inistro; le piastre d'attacco della dentier a di mi r n N·nno sitn:lle nel piano cU simruetri:1; il mi rino ,1 t:1lloue <l'alzo
-
1862 -
(;T.I AIWlJS'.rI E I SOTT,\FFUS'l'I O.\ COSTA OHOIXAUl
l:rovn\·.u:;i a ;:;luistra; il cougcguo cli chiusura ern n cuneo cou anello olturatorc Broad\Yell; il cuuco cilindo-1wismal lco ave,·n una piastrn cli testala, un piatto e Il grnno a foC'one d'nccinlo, dis1>osto seçondo l'nsse dell'anima. con nlloggiamento per il cn 111Hillo :1 Yile ; lu Yite di foni:nuento e il tUtllllcotto tt risaHI erano quelli elci mortaio da 149. ~ulla faccia superiore del cuuèo crn disposta una \·ite estrattrice a lungo passo, che ingl'ana,·a In un semi-collare :1p11lic:1to superiormente nell'aperturn trns\·crsale cli cnl:rtta ; agendo con lo stesso manubrio clell:r Yit~ cli fo rirnmen to, Infilato però sull'albe ro ci<'lla Yitt• estrattrice, ser\'iYn pcr lo sconirnen to tlell'otturntore.
I'cr aeC'ennare agli affu ti e<l ai sottaITusti da. <·o...:ta Ot'di nari e spcciali, rile,e1·<!J110 per pl'imo cbc gli affosti e sotiaf. fusf'i <lei eann oni tla 32.l e cla 240 aYcvnuo carattel'i gcne1·ali hl massinrn analoghi a. quelli. cla ba.rbctta giù. ùcscritti coi nrntcriali cla difesa, ma con le ric·hiestc modifiche consegu enti dalln, maggio1·e mole clclla bocca, cln, fuoco da, in cavalcare, dalla 11<-'CC~i::if,à cli .were mez;,,i spedali sia per i l solleva,uicmto delle mnnizi0ni fino alFaJte:1.za, della culatta, e sia per il punta.111.ento in elevazione e in direzione contro bersagli. molto mobili. Oli obici da 280 facernno nso di aITn~ti con sottaffusto a pel'J1o centrale; eccettuato l 'af'Cnslo a blocco con sottaffusto idropnenmatico, che c1·a di co trnzione tutta special<'. gli altri affusti e soUaffosti aYcvano in generale la conformazione dei tipi prece<leBti per e::i.nnoni, ma, con la, particolare diffel·em~n, p er c·ui, durante Ja, ca1·ica ed il puntame11to, H sottaffnsto a.ppop:giaYa sul paiuolo per mezzo cli rotelle a sosp ensione ela, stica, mentr<' all'atto dello sparo Fappoggio era fatto direttamente fra lisce e roUde del p a.i.t10lo stesso. Gli affusti per obici !J.)Ortayano poi nn arco g1·aduato per l'indicatore delle inclinazioni, applicato ad uno degli orecchioni. l,'affusto e sottnff.11sto (cl<:'l n. 7) da 321 erauo costrniti così cl.Je l'affu~to fianchi pnrallch cli lamiera di ferro, rli forma trap('7.in, con suoli! cli hro m:o, cnh1slrclli. traverse. sae ttoni e lamiera rlì fondo; qu nttro guid·:! inte rne, e cioè d ue ante1·iori e due po!>teriori. :ruldanmo e h·attencnrno l'Mfusto sulle lisce; le orec~ilionierc erano gueroite cli sottoreccilioni cli bronzo. Per Il sollevamento della corln cmvi. unn snln posteriore con due rot<:'lle a fusi ecC'cntt·ìci sulle quali si ii,::-irn per rnezzo (U lunghe ruanoYelle infilat e sui f usi. Une speciali rltenitori del rinculo e due altrl elci ritorno In batteria . comprenae,·ano ln t rn,ersa clei fl·eni. aYC\',ì
-
1863
PAR'l'E 'l'~CNI CA
1870-1915
Il congegno di punteria era formato cla. una vite verticale, intilata i,~ uu tubo a clliocciola ·di bronzo, applicato contro l'interno clel fianco clestro e fatto girare mediante ingranaggio, comandato da un volante ester no a manubri: la vite si sollevant senza girnre, e :;-ulla sua testa si appoggiava il tallone cli punteria del cannone. Il 1wt:taJJ:uslo, costituito da due lisce cli ferro collegate da calastrelli, travers,i 1!cl impnlcata, !JYeva anteriormente il parruccello del perno di rotazione, ell era sorretto : aa una ruota centrale anteriore posta dinnanzi al perno e :,;corrente sul rocchio ; cla due rotelle meclinne munite cli corona
•·
/ --------·
-
F i.g. 840 - .Affusto da difesa per cannone da 321 (con sottaffusto del n. 7).
clentata nlla faccia anteriore; e da due rotelle postetiori. Le quattro r9telle scorrev:mo su rotaie, ed alle casse delle rotelle posteriori era unito un arco graduato con indice per il puntamento indiretto. La direzione era data per mezzo di un congegno ad ingranaggio centrale ::igente sulla corona. dentata e veniva mosso cla un albero attr aversitnte le lisce e munito di due manuhrii esterni. Il rinculo dell'affusto era moderato dall'inclinazione delle .nsee e da due freni idraulici ; i tubi erano fi ssi l:ll sottl:lffusto e le aste degli stantum erano collegate chl una traversa, guidata dal bordo superior e deìle lisce : nel movimento la traversa veniva urta ta dai riteni tori dell'affusto: I freni erano ad azione progressiva come negli affusti da difesa, col1'::tggitmta cli due valvole acl orecchie con molle, applicate anteriormentP.
-
1864 ._
~.-
L'AI-'l?USTO E SOTTAFUSTO BASSO Pl~R IL CANNONE DA
240
all'embolo. Nel 1·inculo il liquido, attraversando i due intagli dell'embolo, faceva april'e le valvole che, nel ritorno in batteria, si abbattevano copren· rlo gli intagli. Per 1:icevere ed attutire l'urto dell'affusto durante il rinculo ed il ritorno i11 batteria, alle estremità interne delle lisce erano applicati quattro respintori con molle a coppa. Per sollevare il proietto a)l'altezza della culatta eranvi un congeguo c\J gru ed un congegno ascensore : normalmente si adoperava il primo, applicato al sottaffusto esternnmente alla liscia sini1itra all'altezza della culatta, e com.posto di una colonna vertic-ale con un braccio girevole al quale era sospeso un paranco, il cui tirante, mediante carrucole di rimando, si avvolgeva aù un verricello situato posteriormente . nl sottaffusto e manovrato da manubrii; il congegno ascensore, disposto centralmente fra le lisce, veniva usato soltanto in via eccezionale.
"
L'affusto e sottaffusto (del n. 5) basso per il cannone <ht 240 era quello sul quale normalmente vi si incavalcava il cannone corto, e solo eccezionalmente anche quello lungo. Questi materi.ali clifferivano dai precedenti cla 321, oltre cl.le nelle dimen,o::;ioni e nel peso, essenzialmente anche per i seguenti particolari. L'affusto non aveva sala a fnsi eccentrici nè rotelle, ma alle estremità posteriori dei fianchi presentava clue naselli sui quali, , mediante due manovelle cli ferro a rotella, si faceva leva per ottenere il sollevamento della cocla sulle lisce. Il congegno cli punteria. era forrn1.1to: cla una dentiera ad arco collegata col perno a piastra del cannone, e da un ingranaggio 1:1,pplicato interna.mente al :fianco destro dell'affusto, mosso da albero motore munito cli manubrio d'arresto. Il sottaffusto appoggiava su quattro rotelle, delle quali le due ante- · riori sconevano sul rocchi.o clel paiuolo, e le due posteriori avevano posteriorm~\nte una corona dentata. La direzione veniva data con dne rocchetti che ingranavano nelle coro· ne dentate delle rotelle posteriori clel sottaffusto, e, col rispettivo albero e manubrio a crociera, erano sostenuti da bracci applicati alle casse delle rotelle. Esisteva un solo freno idraulico, il cui tubo era portato dall'affusto; Pestremità dell'asta dello stantuf(o era collegata colla testata clel sottaffusto. n freno era a luci di etHnsso costante : nel ritorno in · batteria una valvola a molla chiudeva in parte le luci di efflusso. I respintori posteriori, muniti di molle a coppa, erano disposti sopra. le lisce ; su quelli anteriori battevano due urtatoi applicati all'affusto. Per il sollevamento del proietto eravi una gru applicata alla, liscia sinistra con un fusto girevole che , portava due girelle. per lo scorrimento di una funicella metallica con ii;ancio: la funicella si avvolgeva attorno a<l
-
1865 -
1-'AH'l'E TECNICA
1870-1915
uu verricello situaw presso la base clel fusto <li gru, messo in ruo1·ime1rlu apposito ingranaggio a manubrio. Quando si voleva. ritrarre l'affusto all'indietro, 11ll'estremitil, delle lisce si poteva applicare un verricello ad ingrauaggi amovibile.
ùn
L'affusto ecl il sottaffusto (del n. i) rialzato per cannoni da 240, venuero r ealizzati per ottenere una maggiore. eleva.1;ione. Normalmente vi , i incaYalcava il cannone luugo, ma eccezionalmente nnche quello corto. Tali materiali ditierivauo dal materiale basso, oltrecllè per la maggiore altezzn clell'aJiusto e per il peso, anche per alcuni particolari. Come nel materiale da 321, alln coda dell'aJfusto era applicato un sistema costituito da una sala a fusi ecccutrici cou rotelle e manovelle 1)er il sollevamento. 11 tubo del freno era applicato al sottaffusto, wcntre r estremità clell'asta dello stantuffo era collegata ad una. traversa. sulla quale, nel rinculo, agi vano le due guide posterior.i cleJl'aJiusto, mentre nel rii:Orllo iu brittcria l'asta veniva 'spinta dalla forchetta cli una Ùiastra applieata al fonclo dell'aft'usto. L'affusto ordinario e sottaffusto (del n. 15) per obice da 280 corto aveva un at.1'usto cli :forma trapezia con fianchi parnlleli a cassetta, e (JUattro rotelle di cui le due voster iori su fusi di sala eccentrici con mano,·ellc cli ma neggio, quattro guide e due urtatoi anteriori per respintori. Il congegno di punteria ern ad ingranaggi, disposti nella parte anteriore dell'aff.usto e agenti sulla dentiera arcuata dell'obice; tali. ingranaggi erano mnnovrati estcrnttlll('nte ai finnchi da élue vohrntini a manubrii, cùc si fissavano con clue ma nubrii doppi. L'arco graduato con cursore ed indice per l'indicatore clell'eleva.1;ione stavano sul fianco sinist1:o, sul quale si poteva iipplicflre uno :,,occolo port:imira di direzione ed un porta-mirino con mirino. Il sottaffusto era a perno centrale e appoggia va sulle rot.ilie clel paiuolo per me;r,zo di quattro rotelle ; le casse cli queste rotelle portav,1110 un fusto verticnle che attraversnva una cassa fissa alla liscia e contenente sei coppie di molle a calotta. La sporgenza d e lle rotelle sotto il piano ir.fei:iore delle lisce si poteva 1·egolare in modo che fale phrno riuscisse sollevato di 2 mm. al disopra delle rotaie e, all'lltto dello sparo, potesse trovare ap11oggio sulle rotaie ste::;sc. T.Jn solo freno. iclraulico, identico a quello da R21, era applicnto al sottaITnsto; nel t'inculo l'nsta con trnversa. ern trascinata indietro cbll' affusto e veniva riportata avanti nel r itorno i n batteria. Alle lisce erano applicati quattro respintori con molle a caloHa ; i respintori posteriori stav:rno al clisopra delle lisce, e gli :i nteriori internnmente. Il congegno cli direzione era costit uito da un sistema di ruote dentr,ite, alberi e roccll<!tti, con clue volnnti laterali. n manubi:io, ed era r-itm1to dietro al . ~ottaffm;to. Un roC'chetto cnlettato sopra un albero Yerticale in-
-
186(5 -
1/,WF l'S' J\ ) ,\ HLO('t'O
nm
O!IICE UA
~80
COH'L'O 1,; I),\
280
Ll.
gnm:iva nel l"a r<:o clentalo fi:;:~alo a l vaiuolo. L'alber o uJ olor e tle l cougegnn di direzloue se1·1·ln1 anche, me(ìia1tle 1111 C'ongegno cli sgr:iu nmcnto, per agit'I:! sopra un cougegno prè<lls11osto J)et· rilil':)r e il J)C7.7.0 da ll:1 su:1 normale no·
sizione iu batteria. ('n:i gru eou collo gh·ernle. la cui fm1e si an·olgern .tel u n verri cello mosso ad 1ngrun,1gp;ìo ap plll:a t·o alln liscia cli sinis1Ta , se1·vn·:1 per il solle,am<'»lo del proietto. L'nfl'usto u bloeeo e sotta t'f'u s lo iclro1111eum at'ic·o (del 11 . JS) per obici.! da 280 corto e dn 280 Il.. costruiti dalla Dilta Armstrong, costìtuivano un 1
Fig. s;1.·1 • .'..ffu;.·to \l:1 cli feisa per (•bice cln 280 (con sotrn l'l'n;-to dd n . 1;,) ,
specie di affusl v :i d cform:izouc n lis<'c: il ricn1Jeratore non ng;i,·a pcrt1 antomalicamente. ma per opera di manon-a compiu ta dai sel'\·enti. P er lo sparo l' affusto s i rroY,11·n in t)Osizione . sollev:itn snl1:i sommiUt del sottaffusto; all'atto (l~}Jlo sparo r incu larn ~1gerulo sopr(t i freni iLlropÌ1cunwti<:i; per le opcrnzio11ì delhl en rka era maute nuto in posi zione b:issa , e qnindi 1·isollernto in alto per 1'~17.ione degli apparecchi iclropneumatici. Due hlocc lii d':iccia1 o <·ostitniv:1110 i Jinnchi tlell'a ffusto cd er:wn iufe· riormcnte collegali d:i un caln:::t t·e llo; un'appentllc:c a siu lstrn f<en •irn per sostenere le pa rti clel cougegno cli elenizione. Clnscnn blocco presentan1: un alloggiumeuto posteriore per l'estremità clello .stantun:o del freno idropneumatico; un'orecchio11iera per contenere i grandi oreccllìoni; un allogginmcnt o per i piccoli Ol'PCchioni rr1<h•nut i da 1111 n;sci nt>lto con una s1:dc <li ,;ettc molle :i rn lott:t'. Xorma lwente l'obice :1pJJOgp; inn. e rnulaY:1 x11 i piC'co ll or ecchioni, ma al l'nt.to dello s1,:1ro. com1wimenùosi le molle a calotta. l':ippogglo avveniva s ui grnnlli orecC'hioni ., ri,;pettivc or cC'chionicr e . 1 tlu e bloceh i, riYestiti inferiormente tli bronzo, abbrn cciant11 0 i bnrùi delle lis<·e sullt' quali ;;co1Tevano.
-
18(57 -
P ,U:Tls TJ.:('NJC.-\
}870-1915
Il sotlnITusto si componcn1. lli un r eggi-affusto, cli dne freni !clropueumatici, d i una tromba . d'abbassamento, di una piatt,tfonna giI·c,·oJe, e di una corona circolar e ron rulli. Il r eggi-affusto, cli lamier a <l'acciaio, aveva due fian clli paralleli foggiati a t riangolo r·.ettangolo. I fianeh1 erano collegati fra loro e fi ssati s ulla piattaforma gire,·ole che .. con unu contr orotai.1 periferica, appoggia,·a sui rulli tronco-conici contC'nuti fra le due fasce metalliche concentriche costi-
l•'ig. 8-1:! • .\ffuslo da clifesa a hlocco per obice da :!SO (con sottaffusto iclropneumaLico del n. 18).
tuenti la corona cinolare . J rulli a loro ,·olta appOf!'f!'i:lrnno sulla r otaia circolal'C del paiuolo. Sulla parte infe r iore delle lisce, e pnrullelari:len te a lle meclesìwe, si tron1van o fissati du e f reni idropn euma t'ici. i cui fus li-~tantuffi crn no s uperiormente collegati coi blocchi clell'aJfusto. Il corpo cli ogni freno. d i br on7,0, consliwa cli due cilindri ca,·i disposti l'uno clenti·o l'altro, e cl.tiusi alla base inferi ore dallo stesso fondo; nel tubo inl'erno scorre11 a con leg-gcro sfregamento il fu sto-stant uffo; l'i1ltro
·- 1~68
L' AFFUS'l'O IOBOP~EU:'l{A'.L'ICO PER OBlC@ O..\ 280 COHTc.>
i,:
l•A
280 ll.
I
tubo, chiuso anche suverionneute, f unzionava da <.:amera:serbatoio della glicerina e dell'aria compressa. Verso l 'es~remità inferiore un foro praticato nel cilindro iuterno llH' !·· teva i n comunicazione i clue t ubi ed era chiuso cla una valvola con lllOlln a spirale, detta v,11\'oht di rj.nculo, percllè all'atto dello s1,1a ro lo stantuffo. scorrendo in ·basso, a ttnwerso la val\·ola. spingeva la glicer ina nella camerit· serbatoio. Quando. la forza di rinculo e1,a stata colllpletameute assor bita., la. . molla a spirale faceYa richiudere la valvola e l'obice si a rrestava. Se l'obice non si fosse completamente abbassato (il che avveni n1 specialm·c nte con le piccole cariche), si faceva funz iona re una t romba cl'abbassalllento che non era che una polllpa aspiranle e premente, dis riosta sotto la. piattaforma girevole dalla parte sinistra, e collegala con due tubi cli r ame al freno di sinistra. La parte aspirante comunica va colla ca mera dello stantuffo, e quella pr emen te con la cnmei·acserbatoio; la gli.cerina e l'a ria compressa. della prima erano così t rasportate nella seconda, e l'obice, per il proprio peso, si abbassava completawente prendendo la posizione di caricamento. Il sollevamento della. bocca da fu oco nella posizione di svnro si otteneva per mezzo della Yalvola eletta cli sollevamento, s ituata in un foro lon· gitudinale della stessa. valvola cli r inculo del freno di destra, e veniva ma novrata dall'esterno con un manubrio. Girando questo manubrio nel senso inclicn to da apposite is<:rizioni, di a perto o di chiuso, la valvola rli solleva men to apriYa o chiudeva. la comunicazione interna fra i clue tubi ; la glicerina e l'aria compressa passavano o non da una par te all'altra, e rispettivamente agendo o non agendo s ullo stantuffo spingevano oppure fermavano la bocca da fuoco i n allo. Per s tabilire _l'equilibrio cli rire;;sione fra i due freni, essi erano fra loro . in comunicazione per mezzo di tre tu bi, cli cui due grandi ecl uno piccolo. Uno (lei t ubi grandi riuniva i fondi delle <·111uere-serbatoio ; l'altro tub, grande riuniva i foncli nelle camete degli stantum; ed il t ubo piccolo riuniva le camer e-serbatoio, n clue terzi di. altezz:1 dal fondo. L'aria comprcss11 e la glicerina si pottwuno intro<lurre con u na tromba por tatile ad ai·ia {l'art!·t si poteva introdnrre anche per mezzo cli cifindri No rdenreldt) atlattando nd un r ubinetto cli l'iernpimeu1"o, colloca to nella rmrte inferiore llel freno de· stro, u n tubo ò'immii;;;;ione. Per f ar sfuggire l'aria e la glicerina bnstaYn ::iprire appositi rnbinetti allogati s ui cilindri esterni. Il congegno d'elevazione agiva sulla clentiern arenata fissata all'obice e çpnsisteva in un sistema cl'ing1·an(lggi applic:iti in 1ivrte sul fianco sinistro . dell'affus to ed in parte sul reggi-affusto, ma in modo elle nel rinculo .li contatto delle parti fosse mantenuto senza ]ll.'odune guasti agli elementi di ingranaggio _: la vite senza fine ern scorrevole sopra l'albero di t rasmiss ione, e la ruota dentata, sulla quale agiva la . vite senza fine, portava un apparecctrio di frizione. Il congegno di elevazione si manovrava con un volante a rnanubrii collocato alla clcstra del reggi affusto. L'inclinni1ione era
~ -1869 -
PAUTE 'l'E:CKICA
1870-1915 i.., •
.
segu:ita <lall'apposito indicatore applicato all'orccc:hione de:;;tro lu corrispondenza dell'arco graduato fissato al tiauc:o dell'111Iusto. Il congegno cll clirezione era sostenuto lhllla piattaforma sulla parte destra 0 faceva girare la piattuforn1a »rcs,m su a ppositi rulli. Un albero verticale, disposto entro ad un viedistallo eurn, porta va inferionuente un rocchetto c:be agirn sulla d<>ntiera circohn·e del JJiliuolo, e supel'iormenw era mes o in mo,lmento da ingranaggi. mauo,rati da un ,olante con manubrio. La piatl:ufornw gireYole aveva un indice clelle direzioni che nel puntamento indi.retto segnava sulla rotaia grud uala gli angoli di riferimento. A.ila piattaforma, alla parte sinistra posteriore, era applicata una gru ., fusto girevole al quale era sospeso un pari1nc:o. 11 sollcn1menco del proietto veniva fntlo agendo a mano :ml tirante lleJ rmranco stesso.
L'affusto e il sottaiiu si.o (del n. ~O) cla, 280 lungo differivano da quelli da 280 corto soltanto per le dimensioni e per il peso, nonchè per a.lcu11i particola.ri di secondaria. importanza. L'aJiusto e sottull:usto per obice da 2SO A.. (R .:.U.) colllpreudeYa un affusto di forma t rapczia, con fianchi paralleli di lamiera rinforzali con ossature ecl aveva l'a.lloggiamento dei piccolt orecchiont con molle a calotb per la rotazione della bocca da :Cuoco, In quale nello spal'o appoggiava coi granclì orecchioni sulle orecchloniere : a,·eya poi due guide, due suole ,1i bronzo, due r otelle m1teriori e clue posteriori. Il congegno di punteria er(I. a clentiern arcuata ; il freno cl'uttl'lto era acl ingranaggi lllùllOvt·ati da un volantino piazzato sul J1anco sinistro, e sul fianco stesso erano applicati l'arco graduato per l' inclid-1tore delle inclinazioni, nonchè i due zoccoli Porta-mira e porta-mirino. Il sottaJinsto cm a perno centra.le, siwile al sottaJiusto ordln:..rio da 280 corto. Per frena re il rinculo l'ntiusto portavu i tubi di tlue freni idraulici conmnicnnti fra di loro con un tubicino, mentre le nste erano fisse al sottaJiusto. ~el rinculo l'azione del freno era progrcssh·a ed il ritorno in batterin era moderato cla tlll pistone cillnclrico cavo, applicato al focdo clel tubo ·e penetrante ucll'estremilì1 cava posteriore dell'asta dello stantuffo. Per il ritorno in batteria il sollevamento della coda d'affusto era automatico, e ciò aYYeulrn perchè nel rinculo ciascuna rotella PQSterìore dell"ali.u,;10, u1unt:111do su1m, una trnve metallica parallela ecl articol:1la estcrn:1men te alle lisc:e, faceYn nhb11ssare e retro<.:<..'<lere la trave comprimendo l"Olltempor:rneamenl e una r obusta molla a spira le articolata alla trave còn biella, e, tcssato li rinculo, la molla distendendosi faceva risollevare !:1 u·aye, e c:on essa la coda clell'a.O:usto. Il congegno cli direzione, s ituato dietro al sottaliusto, coilstuva cli in~ranag-g-1, dl :.ilberi motori e di trasmissioni che, mci::i,i in movimento da
-
1870 -
~
I .
I !
jI I
D.\TI l'Hl:s'L'll'AL l
SUUL I AFFvSTI COX SO'l"l',\l<'l?USTO DA C0S'l'.\
un mnnubri.o clis1}osto sull:1 sinistra , faceY:1110 iagr:1nare il rocchetto ùi un nlbero n :rt·i<:ale con l'nrco d enta to. fisso all:1 rotaia clC'l paiuolo. Gli a ngoli cli direzione s i lcggev:1no n mezzo di un inclice por tnto dal $<11"tnffusto e scon ente soprn un arco g r:1duato tisso al paiuolo . Alla liscia cli clestr:1 eru applicalo un congeg no cli gru ad iJ1granaggi per il sollernrncnto del pi-oietto.
SPECC HI O
L
D ati principcili sn9li affu.sti con sotta,ffu.sto da costa,
~ .S a:~ ·'.i ,.!::
.:;:O _.
I
~ ~ ~
·=
I
l'orizzonte O'J"ad i
'llt,
?YI,,
::,
I
.A frusto eon sotlnffnsto ca11-
321
o :::l :: <:> ..= :>
S ett.01·r cli tiro soprn sotto
o·-
<:>o - "':> -< -rli ro <:> ....
11 0 11 0
b o
3,:WO
I
g ra d i
P eso
I ..:. o o :: :;;gg ~, W'-' o ,; -U; :=~o s. :; t:l Q? o ....
,e,
<: -
: : :J)
.
k 1,
k{/,
I 2,80
300
60
!iiiOO
l5180
150
2800
3()!)8
2750
6285
5 135
7676
t;ann on.
corto
A l'tus lo con sot Iaffusto cnn· none 240 hnsso
2,-!65
:l ,00
::200
Affus to con sott nSfnsf.o cun· none 240 ri itlzato
~,785
2,30
H.lO
so
Affusto 01·dinu1·io con sol· tnStnsto obico :280 <.!Ori<'
1,075
1,GO
750
60
.A.Jfnsto ordinari o con sottaf[usto obice 280 l ungo
2,563
-
51°
uo
7570
8600
Af'l'oi;to con sottn rfnsto itlro· pn eumatico da 280
1,930
1,60
65°
'·oo
969
9~)21
Affusto ordi 111ll'io con sol.· taffm,to obìce 280 A.
1,800
-
45o
50
93:16
Affni;to orcliual'io con sol· !affusto obice 280 K
1,730
-
60°
50
13200
I
-
1871 -
I
P,\U'l'0 '1'1.:C)<lCA
1870-1915
Kell'afl'usto e sotta~usto pet· obice da 280 K (R.)L) l'affusto en1 cli forma tr::ipczia foggiato nell'insieme come quello ordinarlo da 280 ed uvevu : quattro rotelle di cui le due posteriori a fusi eccentrici, due guide e due 1·espi ntorì posteriori a calotta. 11 congegno di pun teria cm ad iugrauaggi, con due freni ad attrìto, con dentiern arcuata, e ,·olante :1 ma nubt·ii dìsposto esternamente al fianco i;i· ntstro. Dalla parte sinistra eranvi poi ancora : un ureo grncluato pet· l'iucHcatorc delle inclinazioni ; talloni porta-mira e porta-mirino. Il sotta!Iusto era formato da due lisce e calastrelii, era sostenuto cla quattro rotelle ed :wevn un appo reccltio elastico come nel sottaJfosto da 280 <>t·dinario. Come nel predetto materiale, aveva due tubi cli freno idrnulico e qual tro urtatoi cli respintori. All'atto del rinculo l'appoggio sulle rotaie della piattaforrua-1>aiuolo era dnto da otto so1morti, dei quali quattro cllsposLì presso le 1·otelle e quattro cenlruli a1,plicati inferiormente nlle lisce. Alla liscia di destra ern unJ to il congegno di gru come nel sottafrusto ot·dinnrio (lel n. 15. Il congegno di direzione era ad ingranaggi, manon·alo con ùue manubri! laterali poste1·iori, comuni<:nnti il movjmcnto ad un albero verticale a me7,zo di un roccllelto ingr:mant.e con uuu catena una Gall dh;posla sulla pialtafor wa. L'arco graduato e munito di indice degli angoli cli dll'e.zione, era applicato al sopporto posteriore cli sinistra io corrispondenza dell'arco gmtluaco del paiuolo. ! l pezzo si poten1 rìtirare dalla voslazionc tll ùalteria servendosi oppot·h111amnete dello stc. so congegno cli cllrezìone, ìmp!egandolo cioè a far glrnri• ùnc r uote dentate a mezzo d i clue paranchi disposti uno per fianco.
Passando om ad esarninal'e i nu1,teriali d' arti_qlieria da costa in postazioni speciali , ricordiamo che le. a 1·tiglierie così insta.l Jate erano le segu<:mti : Cannone da 4.00 in torre corazza,t a; Cannone dn, 305; Obice da 30:5; Oam10ne da 250 B. (R.:M. ); Cannone da 1:52 L . 50; Cannone da 152 (R.'M .) ; Canno:ne da J52 H. e C. (R.i\I. ); Canuone da 149 C. (R.iVI.) ; Cannone da 120 A . (R.M. ); Cannone da 75 B. (R.M.) ; Cannone da 57 R . (R. M.) ; Cannone da 37 H (R. M.) . La torre per l'instnllazione del cannone da 400 in torre corazzata era ùel tipo Gruson, forma ta dn un tamburo di lamiera appoggiante inferiormente sopra ,ma coroun . li cannone, di tipo Krnpp, era costituito da un tubo di ncciu\o con cercltioturn di 11CC'iaio su cinque str ati: il t)ri mo stra to porturn l'otturatore
- .1872
~
I
IL CANNONE DA
400
'l'IPO KIWPP
e si estendeva fino alla volata, e gli altri strati terminavano posterionneI;te all'apertura tras~'ersale di culatta.; la bocca d;i. fu0<:o non aveVft oreccµioni, ma "'.:1l1a cerclliatura di culatta, presentava alcune fasce sporgenti di cut ..,ei complete e tre . interrotte, colle quali si adattava sull'affusto . e elle davano presa agli staffoni che collegavano il cannone . all'affusto. stesso. La rigatura, volgente a sinistra, era progressiva fin verso la bocca, e a passo costante per 11 tratto rima.nen.te ; la camer a da proietto era tronco-couic,1 rigata, mentre quella della cnrica era invece liscia con strozzatura posteriore. Il congegno di chiusura era a cuneo cilindro-prismatico sul tipo di quello dell'obice da 280 K ad anello I3roadwf•ll. Siccome nella stessa torre ·erano installati in èoppia due cannoni, per ragioni di semplificazione di servizio, per i.l cami.one di destra l'ottuì:atore si estraeva verso la destra, ·rrientre c:i estraeva ver&? sinistra · per il cannone di sinistra. Sul perno della vite di forzamento, sporgente dalla piastra ai· testàta del cu1\eo, era investito un · roèchetto elle ingrana va col congegno ' pei: .1 maneggio idraulico dell'otturatore; se invece la manovra · dell'6tttlfatoi:e si faceva a mano si operava mediante -apposito manubrio. ' ,,,: L'affusto ed tl sottaffosto e~ano di tipo Armstrong : 'l'affusto 'slitttl["l~i'a formato cla un l•locco d'acci'aio a fianchi bassi, collégati d·a· due .. csfdsèr'èlli a sella, e su cli esso era fortemente fermato il cannone. L'affusto' sc.orreva sul . sottaffusto costituito da due lisce collegate · da calastrelh ..e munite di respintorL Ant( 'riormeute . le lisce erano foggiate a rostro, ecl ·· imperniate al tamburo della t\ 1rre in modo da permettere i soli movh.nenti di elevazione e di depressione fi ·a + 13 e - 5 gradi. .L 'asse di · rotazione corrìspondeva alla verticale passrn1te per il centro della cannoniera. L'incliuazione s, . comunieava con due elevatori idraulici sostenuti da travi arcuate clel t11mburo, e ciasc·m d'essi agiva a metà circa· di ogni liscia. Per limitare il rinculo, fra le lisce era disposto un cilindro del freno che serviva per mantenere il pezzo in 'batteria e per ritrarnelo: · Il congegno idraulico per il maneggio dell'otturatore faceva uscire dalla sua cabina. il carrello scorrevole reggi'.otturatore ; agiva . sugli ingranaggi per eliminare il forzamento ed effettuava il ritorno del carrello nella · sua . cabina : tutte queste operazioni sì otteneva.no manovrando · apposit~· leve eh~, coll'interruedìario di cliversi tubi di presa e di scarico, comatidavano le valvole di distribuzione .ver regolare la pressione nei due cilindri. Appositi elevatori idraulici sollevavano proietti e cartocci dal piano so':i:ostante al tamburo portandoli in corrispondenza del forò dj caricamento dei pezzi; essi erano poi spinti . nell'anima da un calcatoio idraulico·-·costituito da cilindri sviluppantisi a guisa di cannocchiale. Ancbe la lavatura tell'anima era: fatta da un apparecchiù' che lanciava dell'acqua con opportuna pressione. Per tutte le operazioni sopra indicate, alcune pompe a vapore, sostituite eventualmente in caso di ripiego da pompe a mano, spi11gevano l'acqua da
·a
121.
-
1873 ·-
J.>All'l'FJ TECNICA
1870-1915
un &erba.toio entro cilìndri verticali d1 accumulatori idraulici, e da. essi nella tubolatura generah~ dei ·vari congegni. Naturalmente, per il funzionamento d.e i val'i servizi facevano parte dell'installazione caldnie a vapore, rcotori, condensatori, distillatori, ecc. Per il puntamento impiegavasi una volutar1uadrante, . e le munizioni adope1·ate erano le palle di l,g. 820 e di kg. 910 con cariche di polvere prismatica e polvere infume. Nella installazione del cannone da 305/50 il cannone era di acciaio al nichelio, di costruzione analoga a quella dell'obice da 305i17; ed il congegno di chiusura era anche simile a quello di tale bocca da fuoco. L'impianto era sistemato entro un pozzo, con un orlo protetto da una avancorazza : sopra un largo gradino del pozzo era fissato uri grosso anello di fondazione con rotaia, dentiera circolare e corona di rulli; nel fondo del pozzo sboccavano lateralmente le gallerie di comunicazione con le riservette delle munizioni. .L'impianto, che appoggiava e girava sulla corona dei rulli, si componeva della ~iattaforma, della camera di maJJovra e del pozzo per l'elevatore delle munizioni. Sulla corona di rulli appoggiava ed era girevole la piattaforma anteriore, sulla cui faccia circolare superiore, risultante a livello dell'orlo, erano rigidamente sistemati: l'affusto ad aloni, a culla, a corto rinculo, nonchè la casamatta corazzata che proteggeva quanto si trovava fuori del pozzo. Sotto alla piattaforma era fissata la camera di manovra costituita da un secondo tamburo di diametro minore contenente i diversi congegni per la manovra dell'impianto·. Il pozzo dell'elevatore delle munizioni attraversava obliquamente i due tamburi · sboccando &'l1periormente a sinistra dell'affusto e giungendo inferiormente sino al fondo del pozzo, sul quale si appoggiava con un perno situato sull'asse del pozzo contenente i contatti per le condutture elett1·iche noncllè i giunti a sru>do per le condutture ad aria compressa . . Le varié manovre 'per il servizio erano: puntamento in direzione e !ii elevaziòne; sollevamento delle munizioni; caricamento. Esse venivano tutte normalmente eseguite per mezzo di corrente elettrica prodotta da tre generatori mossi da motori Diesel, e che, opportu,namente trasformata per l'intérmedi'ario cli trasformatori, arrivava ai congegni di manovra, e, a seconda dei rapporti di trasformazione, permetteva di far agire i congegni a diverse velocità: tutti i- predetti congegni sr potevano però anche azio· nai:e a ·mano. Il freno del l'inculo era a glicerina, e<l i ricuperato1.·i pneumatici erano indi:pend'e nti dal freno. La' culla ave'va orecchioni grandi e piccoli : per mezzo dei piccoli, dui·ant~ il servizio essa era ~ostenuta elasticamente ; con quelli grandi appoggiava inYece sulle orecchioi1iere dell'affusto durante lo ·sparo. Il cilindro del freno ed i cilindri dei Ticupera tori erano fissati al disotto òel porta-guide clel cannone.
-
1874 -
l~S'l'ALLAZIONE IN POZZO PER CANNONE DA
305/50
Il freno idraulico era a luci variabili, ed agiva anche nel controrinculo , ~ ediante una valvola regolatrice disposta nella testa dello stantuffo. L'asta usciva dalle due parti del cilindro; posteriormente era fissata all'appendice del cannone, e anteriormente portava una traversa che la collegava alla . parte mobile e cioè al tubo interno di ciascun ricuperatore ad aria compressa. Il congegno di elevazione era ad arco dentato fissato sotto il cìlinclro del freno; il congegno cinematico eta fissato alla piattaforma, e poteva essere · azionato o elettricamente mecliante motore eletti:ico sostenuto sotto la piattaforma, oppure a mano agendo ad un ··volant~ .a manubrio disposto su
I
Fig. 843
Installazioue in pozzo del cannone da 305/50.
un sostegno, fissato al fianco destro dell'affusto, a portata del puntatore il quale, agendo ad una l~va, poteva disporre le cose per effettuare la- manovra elettrica o per eseguire quella a mano. Il congegno di direzione era analogo a quello cli elevazione e costituito da una dentiera circolare .fissata all'anello di fondazione e da un rocchetto calettato su un albero verticale; ingranaggio azionabile o elettricamente o· a mano. Per la manovra a mano si agiva ad una manovella allogata nella camera di manovra. I proietti o le cariche erano trasportati ai piedi del pozzo dell'elevatore per mezzo di carrelli : i proietti per mezx,o di porta-proietti venivano dispo-
-
1875 -
PAR'l'B '.l'EC~ICA
1870-1915
sti sopra un banco di caricamento, e le ca:riche sopra due mensole sovrastanti a tale banco; proietti e cariche venivano successivamente trasferiti entro la gabbia dell'elevatore che, mediante fune metallica, venicello e motore el~ttrico allogati nella camer'à cli manovra, era fatta salìre fin sopra la piattaforllla lungo il pozzo elevatore delle munizioni. Il sollevamento delle munizioni poteva farsi anche a mano manovrando un verricello a mano c!J.e comandava il movimento di due tubi cili.ndrìci verticali. Le munizioni dalla gabbia dell'elevator'e, per mezzo cli un calcatoio triplo, formato da- tre calcatoi a catena di cui uno per proietto e due per le due mezze cariche, mosso da motore elettrico, venivano passate in una gabbia di caricamento sit uata sulla piattaforma: ' la gabbia di caricamento era quindi fatta scorrere fin dietro alla culatta del pezzo, e le munizioni venivano spinte nell'anima per mezzo ·c11 un cnlcatoio semplice a catena, manovrato da un motore elettrico, disposto sulla piattaforma in corrispondenza dell':isse del pezzo1 che. doveva: essere disposto con una elevazione di 2 gradi. Il calca.toio a catena constava di una grossa catena, tipo alla Gall, avvolta sopra un .albero e ingranante con un rocchetto dentato. fatto ruotare per mezzo di un ingranaggio mosso con motorino elettrico. L'estremità libera della catena era rivolta in avanti e portava una testa di bronzo; le m:iglie della catena erano fatte ìn moclo che, · quando la catena si svolgeva non _potesse comunque incurvarsi in basso, Per il tiro ridotto . s'impiegava un cannone da 76, lungo 50 calibri, su affusto a culla a piedistallo, installato sul tetto delia casamatta e collegato mediante sistemi cli leve al cannone da 305 in modo da ricevere automaticamente l'elevazione corrispondente a quella ch·e si dava al cannone da 305. . 'l\tle cannone da 76 aveva otturatore a cuneo verticale semi-automatico, e come munizioni impiegava la palla e la granata perforante, con carica di cordite in tubi divisi in quattro elementi. Il cannone da · 254 n. (R..M:.) era quello da 254 n. ceduto dalla Regia ,Marina colla installazione (tipo Fieramosca). Esso era costituito da un tubo cli acciaio con cerchiatura d'acciaio su tre strati alla culatta e due alla volata; il secondo strato, che portavu glì orecchioni, in corrispondenza della camera era :i nastro. II congegno cli chiusura era con otturatore a vite,. cilindrico, e, qua.ndo era estratto, veniva sostenuto ·da una mensola imnerniata a destra. La chiusura ermetica, con coppa otturatrice d'acciaio, era applicata anteriormente al vitone ed aveva un anello cli rame incastrato nell'orlo della c:imera. L'accensione della carica avveniva o con cannello a ,-ite a frizione, oppure con cannello azion:ito elettricamente; il cnnnello era applicato nella parte poste1iore del grano a focone, o perno (lella coppn otturatrice: era vi poi un coprifocone di sicurezza.
-
18715 --
IL CANNONE DA
254
B.
(:t.M.)
A culatta apet'tu il ·manubrio c1ell'otturatore era rivolto in alto e venivn m~uovr ato con un ottavo di git'O; a culatta chiusa il manubrio si abbatteva in basso, fi ssando in tal modo il vitone In questa posizione. L'affusto ed il sottaffusto costituivano nel loro complesso un affus to a lisce e freni laterali, a perno centrale. In linea generale un tale affusto si componeYa di un sottaffusto i cui fianchi portavano superiormente le lisce, sulle quali scorreva l'affusto costìtufro in genere dai clue cilindri del freno, muniti di orecchiouiere per gli orecchioni del cannone. Il congegno di elevazione, a dentiera, era sempre composto di una parte fissa e dl una parte l'inculante. Il congegno di direzione era costituilo da una dentiera circolare fissata aù una piattaforma fissa , e da ingrnnaggi portati dall'affusto. Alla pia¼¼uola ernno fiss ati un rocchio con mora o e la 1·01.aia circolare dentata del congegno di direzione. Alla periferia la piazzuola avev,l una superficie Cil"('olare sporgenl·e, e sotto di essa mordevano le staffe dl aggr app:1mento portate dal sottuffusto. 11 sottaffusto si componeva cli due fia nchi, uniti da calastrellì e: traverse, e superiormente conformati . a lisce inclinate di 10 gradi: anteriormente dalla liscia cli destra e posteriormente da quella cli sinistra, sporgeva un montante : a cìnscuno cli. tali montanti era nssicurnta l'asta del freno corrispondente. 1 fianch i appoggiavano al centro so1)l'a una tra,ersa centrale portante un foro per il passaggio clel llloz¼o del roccllio, e alle loro estremità erano imperniate le ctlssc, ciascuua cl elle quali porta rn due rulli tronco-conici che, per la rotazione del sottaffusto, appoggiavano sul rocchio. L'affusto era composto di clue cilindri-freno cli acciaio cUsposti sulle lisce (lei sol tnffusto costitnite da lamiere dì tn·onzo. ~ el puntamento la bocca da fuoco, medianle piccoli orecchioni, era sostenuta elasticamente; nello sparo l'aJ)Poggio n.vveniva. coi grossi orecchioni. I freni del rinculo erano del sistema Vavasseur, cioè disposti in modo che dm:al)te il rinculo l'nst·a di nno degli stantufli, e precisamente di quello di sinistra, si infùO \':l nel cilindro, mentre l'altra e cioè quella di destra, ,eniY:1 cstratl:1 : l'nccesso clel liquido del cìlinclro di sinistr a, - corrispondente cioè :il volume genera lo dal percorso dell'asta entrando nel cilincll'O, - aD-Jul,a al l'ilinch·o cli cleslra Yincendo la. pr essione di una vah·ola di passaggio che chiadeq1 un tubo cli comunicazione tra i due cilindri. Una valvola rotativa , applicatn alla destra cli cir1scun stantuffo, durante i1 rinculo assume\'a mo,imento elicoidale e regolr.l'a il passaggio del liquido cla una pa_rte ·all'nltra dei cilindri. A rinculo utimato, il pez:i:o· si . forn1nva, e, manovrando convenientemente un rubinetto npplicato ad un r amo del predetto tubo di comunicazione tra i due cilindri, si faceva ritorn nre il pezzo in batteria, regolandone la velocità. Le pa1·U metalliche cli prote:i:lone er!lno costituite: d1>. una carnera di
-
1877 -
1870-1915 ,. pmiteFia applicata dietro l'affusto; da uno $C'Udo superiore ripiegato anteriormente e coprent~ utto l'impianto dalla camera di punteria agli aloni; da due scudi laterali verticali applica.t i ai fiancbi. Le munizioni impiegate da questo cannone da 254 B. (R.M.) erano : palla, granata. perforante di acciaio, granata mina di acciaio; la carica, divisa in due elementi, era di balistite. PAR'l'ID '.J:~Cl\ICA
11 cannone da 152/ 50 (R.M.) con all'usto a pieclistallo era un cannone d'acciàio costitutito da un tubo interno con due ordini di manicotti ; un cerchio in cùlatta aveva un'appendice inferiore per l'unione al freno. ll cannone 11011 aveva oreccbioni, <:.>d era munito di due guide superiori ,.,d inferiori per lo sconirnento nella culla. L'otturatqre era a vitone cilindrotronco-conico, con tre segmenti lisci e tre a vite, alternati nelle due parti cilindrica e tronco-conica, co1Tisponclentemente ad analoghi segmenti del~ l'alloggiamento di culatta. Il vitone era sostenuto da u na mensola cli bronzo a mozzo. Per l'aper tura di culatta (circa GO gradi), la rotazione del vitone intorno all'asse, non elle la sua estrazione dalla culatta, si ottenevano con un solo movimento allontanando dalla culatta tina leva di maneggio a manubrio, leva imperniata alla mensola e che a sua volta portava imperniata una bielletta. Questa bielletta, all'inizio del movimento, facava ruota.re il vitone intorno all'asse, e <·ontinuanclo poi a spostare indietro a destra la leva di maneggio, il vitone veniva estratto e girato a destra insieme alla mensola. Il semplice movimento inverso della leva determina;va la chiusura della culatta. L'accensione della carica era normalmente provocata elettricamente, e solo in via eccezionale era ottenuta a percussione ; in entrambi i casi, essa si otteneva mediante uil percussore o stelo a molla a spirale, alloggiato nel foro praticato . secondo l'asse nella spo1·genza cilindrica della mensola e del vitone; il percussore, qnanclo la culatta era chiusa, si trovava sempre colla sua punta a contatto della capsula dell'innesco del cartoccio a bossolo. La corrente elettrica er a generata. da pile a: secco portate dall'affusto, ed il circuito era normalmente formato cla clue fili cbe ai loro estremi erano rispettivamente collegati uno all'estremità posteriore dello stelo elettricamente isolato, e l'altro elettricamente connesso all'afl:u·sto. Premendo sul grilletto di un'impugnatura a pistola portata dall'affusto, si chiudeva il circuito e, rendendo incandescente il filo di platino · immerso 11ella miscela detonante Clell'in11esco, si determinava l'accensio11e della ca1ica. Per l'accensione .a percu~sio11e, bispgnava armare a manci lo stelo e PQi agire al suo grilletto per mezzo di una cordicella da sparo. Nell'aprire la culatta, per mezzo cli un estrattore ad unghia attraversante la parte destra della culatta, si provocava l'estrazione del bossolo. Per sostenere il proietto dura11te la carica vi era. una suola di caricamento impen1iata ad un albero orizzontale sostenuto cla un'appendice ;;po:·-
187S
IKS'l'ALAZI0N0 A .f'.n:OIS'l'ALLO P l.at CA~KONG OA
J.52/ 50
gente dai cardini della mensola reggi-otturatore: a culatta chiusa l a suola era inclinata in basso, e neh'aprire la culatta, per eO'etto del movimenti) della mensola, la suola si sollevava in corrispondenza dell':alloggiamento del vitone. J Nel r inculo e nel ritòrno 'in batt1?ria il cannone $éoi:·r-eva eritro una culla d'acciaio, imperniata con due orecchioni ad un corpo cli afl;usto a piedistallo. La culla., al clisotto e parallelamente al caimone, portava· un cilindro ·<!"entrale idraulico da rinculo, e due cilindri laterali con ·aste contenenti
Fig. 844 - Installa~'.ione a piedistallo per cannone da 152/50.
' molle a spirale ricuperatrici per il ri tomo iil batteria. Il gambo dello stantuffo del cilindro idraulico e le due aste dei ricupera.tori erano collegate posteriormente da una tra,·ersa sulla quale, nel rinculo e nel ritorno . in batteria, agiva l'appendice del cannone, perchè fermato al gambo dello stantuffo. Il freno idr:wlico er·a congegnato in modo da rendere moderata e regolabile la velocità di ritorno in batteria. Il corpo d'affusto d'acciaio era foggiato a forchetta ; aveva superiormente due aloni per imperniare la culla, e inferiormente un grosso perno verticale che penetrava nella buccola del piedistallo e con la faccia inferiore del perno appoggiava su dieci sfere di acciaio. Il pieclisfallo, d 'acciaio, òi forma tronco-conica, con opportuni tiranti
-
1879 -
l'AR'l'El Tl!]C.NICA
1870-1915
¾,,
era fissato alla placca di fondazione ed alla piazzuola. .All'orlo superiore aveva 'una ruota dentata orizzontale ingranante con la vite perpetua del congegno di direzione, -il quale era, mosso da .,u~.. volanti110 . a manubrio che comandava· ingrana-ggf '.'· ipplicaÙ ;,af-- corpo d'afl'tù,t o. L'elevazione er a data da apposito congegno ad ingranaggi portato dall'alone sinistro del coqJO d'affusto e ti.lanovrato da u:ù volantino sulla sinistra .agente sull'arco ·ade.ntato applicato alla culla. Il suddetto alone portava ittiche •,:un .riJ)aro di ottone, :una spallìera -. pel'° 0·il ·puntlitore, e le par ti occorrenti per l'accensione elettrica. Il corpo d'affusto, mediante due calastrelli elastici, sosteneva uno scudo cilindrico circolare d'acciaio dello spe,c;sore di 16 mm. munito· di cannoniera; lo scudo accompagnava il movimento del corpo d'affusto e chiudeva così completamente la cannoniera della casamatta. Agli appositi supporti della culla si adattava un congegno di mira ad asta e tamburo. Le munizioni impiegate er ano la palla, lo shrapnel,. la granata d'acciaio, la granata di ghisa e la granata-mina; i proietti erano divisi dal cartoccio a bossolo e la carièa era costil1.1ita da balistite. Il cannone da 152/50 (Vichers) pesava 8.130 kg., era cl~ acciaio al · nichelio e constava cli u n tubo-anima e di una cerchiatura in tre strati ; il primo strato era un unico manicotto estendentesi dal vivo di volata i1.I vivo di culatta e portante l'all0ggiamento per l'otturatore; il secondo ~i estendeva pure fino alla volata ed era, in parte, a filo cli acciaio, mentre poi il terzo strato detto « giacchetta ll, portava un cerchio per l'unio11e all'asta del freno. L'otturatore era del sist<~ma Welin a gradini, e il vitone era diviso in tre sezioni a tre gradini cim;cuna, dimoclochè bastava un nono gii:o per ottenere la completa avvitatura. Il movimento di a1Jertur a e cli chiusura della culatta si otteneva con un solo movimento della leva._cli maneggio con che si cleterruinava la rotazione cli una piastra a coda. L 'affusto· a piedistallo per cannone da 152/50 (Vichers-Terni) aveva costituzione generale analoga a quella del cannone da 152 R.:M. Le differenze principali riguardavano : i congegni di puntamento di elevazione e di direzione; il ginocchiello, che era maggiore che per l'installazione in barbetta; le linee cli mira che er ano dne, e cioè una di sinistra per !'inclinazioni: e la clirerhione, ed una cli destra per la direzione;° lo scudo ampio a superficie cllinclrica verticale, portato dalla forchetta mediante calast.relli, ,t spessore' massimo cli 152 mm. nella parte_ mediana anteriore; il completamento d·ello scudo con una lamiera superiore. Il cannone poteva anche essere incavalcato sopra un affusto simile all'affusto per installazione in pozzo tipo A. Le munizioni impiegate erano la pn.lla, la granata-torpedine e lo shrapnel, con carica di cordite.
-
1880 -
I CANNONI DA
152
B.
I])
C.
(R, M ,)
I cannoni da 152 B. e C. (R.M.) vennero ceduti all'Esercito dalla R. Marina. Premesso che il secondo era dì modello più antiquato, è n rilevare che entrnmbi questi cannoni erano di acciaio, con tubo e doppio ordine di manicotti ad orecchioni, e presentavano fra loro piccole differ enze di costruzione. Avevano due linee di mira laterali, analoghe a quelle dello artiglierie di medio calibro d'assedio; chiusura ermetica con cartoccio · a bossolo nel primo; e coppa d'acciaio, analoga a quella del cannone da 254 B., nel secondo. L'otturatore aveva nelle due bocche da fu oco tre segmenti lisci e tre a vite; ma, mentre nel primo ave,·a forma cilindrico-tronco-conica sostenuto dal mozzo della mensola penetrante nel vitone come nel 152/ 50, nel secondo era invece cilinclrko e appoggiava su una mensola imperniata a destra. L'accensione clella carica nel 152 n. nvYenin1 a percussione con pel'cu.,sore a stelo, molla a spirale, leva di armamento, scatto e grilletto, cord!· cella da sparo; nel 152 C avveuiva invece con cannello a vite a frizionE:. La cbiusura della culatta si otteneva con un sesto di giro del mauubrio dell'otturatore che poi si ·abbatteva in bas!:<>, e per tnl modo, a culatta clliusa, venisse fissato il vitone. 11 152 O. aveva un coprifocone di s1curez,rn. Nel 1.;2 Il. i'csh·azione del bossolo av,·enirn come nel 152 R.M., ed in esso eravi anche la mensola cli caricnmento. Ciascuno di h1li cannoni, sotto la culatta, portava applic·ato µn arco dentnto per il congegno cli puntamento in elevazione. L'a([usto era a cassone, a lisce e fl'eni laternll ; alla piazzuola er a fissata mm piattn:f'orrn n di bi:onzo munita di dentiera circòlare, 1:, esternamente allu denlicra eravl una roluia; al centro clella piattaforma sporgev!l un mozzo con chiocciola pet· il perno di rotazione. Il sottnffusto apvoggiava sulla rotaia anteriormente per mezzo di due rotelle coniche, e posteriormente mediante due talloni. I cilind1i clei freni idraulici di rinculo sostenevano il cannone, e funzlonanclo da aITusto scorrevano sulle lisce inclinate ; ciascun cilindro avcvn superiormente un tubo con camera acl aria. Le nste degli stantuffi attra,·ersavuno completamente i cilindri /.Jorgendo anteriormente e posteriormente, e Yenirnno fissate a due rialzi delle estremità delle lisce ; un tubo t11etteva r·1oi in comunicazione i due cilindri. Sul fianco destro del sottaffusto era applicato il congegno di elevazione ad ingranaggi che agivn sull'arco dentato del cannone; il congegno eri.I rnnnovrato da un vola11tino, e mentre aveva una sua parte fissata al sottaffusto, un'aHrn 11:1 rte mobile, nel rinculo, retrocedenl col cannone Sul fianco sinistro era clisvosto il congegno per il puntamento in dlrezione, costituito da ingranaggi atti ad ottenere la rotu.zione della piattaforma. 'Gn altro congegno acl ingl'anaggi sel'\'int, quaùclo non si fac~rn. fuoco, per mettere o togliere il pezzo dalla posizione di batterla. Uno scut1o n cnsnmatta proteggeva poi e muteriale e personale.
-
1881 -
l '70-) 915
1-'AR'l'W \\ECKICA
Pel' il cannone acciaio, la grana ta 152 C., la granata entrambe le bocrlle
cla 152 B. le munizioni erano la granata pcrfor:wle di inclurita di 'gb1sa, e lo shrapnel; per il cannone ùa indur·ita, quella comune di ghisa e lo shrapnel. Per da fuoco la carica era cli balistit~.
*
¼
*
Al termine del periodo considerato, e cioè a,l l'affacciarsi dalla grande guerra,, l'artiglie1"ia con,troaerea non costit uiva .ancora una vera e propria specialità dell'Arma. I più accreditati testi allora vigenti, e fra questi quello del Madaschi - « Nozioni generali sul materiale d'artig.Jieria >), Tor ino, 1915 - nella cla..--sificazione delle bocche da fuoco per rispetto alle particolarità del loro servizio, non comprendevano ancora sillatta specia-lità controaerei. Il l\fa,daschi si esprimeva a,l l'iguardo nei seguenti termini: « L'ìmpiego s u grande scala degli areoplani e dei dirigibili impone rn adozione di una nuova ca tegoria di bocche da fuoco per controbatte1·e ques ti pericolosi mezzi di guerra : la nuova categoria è ~ostituita dai cannoni tm tiacrei, i quali debbono avere come cnratteristìche, velocità iniziali r il~va nti per ottenere una grande radenza di traiettoria, e qui ndi lungbezzil d'anima conslclerevole, calibri in rE>lazionc al tipo di affusto, gr andi> rapidità di ma novra per avere la possibilità rli eseguire nn ti ro rnpiclissiwo, ùo\·endo battere uu bersaglio molto veloce, e quindi otturatori a manona semi-automatica,. I cannoni an tiaerei comparsi flnoi·a hanno calibri variabili fra 6-5 e 75 inm., e lunghe,-.za d'anima fra 30 e 35 calibri».
'l'uttavia in Itali a, subito dopo la, guerra i talo-t urca , erano stati compiuti st udi allo scopo di provvedere alle nuove accennate neéessit.à., e l'attenzione dei tecnici si era rj volta ad una hocc.a da fuoco ca mpale i cui rcqni siti maggiormente si avvicinavano a quelli richiesti per le artiglierie cont roaerei : questa bocca da fuoco fu H cannone da 75 Mod. 1D06. alla quale, per creare la prima ar tiglieria controaerei i mpiegata poi durante la guerra, furono a,pportate al cune modificazioni. . lì'u così che compa,r ve il cannone da 7n/ 27 M:od. O.K. Qnesta bocca da fnoco f u si,s temata sopra Ulll :1utocarro P- con essa si costit uirono alcune batterie autocampali da 75/27 C.K. che furono lf: nostre prime unità controaerei. -
1882 -
L' AR'l'JGLIEUIA CO~'l'JlOAEUEA
Durante la grande guerra la nostra Artiglieria fu poi. costretta a, sopperire alle nuove emergenti necessità della guerra aei·ea ricorrendo anche ad altre bocche d.a fuoco, adattandole mediante sistemazioni di circostanza a tale .nuovo speciaJe compito. Il cannone dii: 75/27 C.K. e1·a un materiale. di ·::rrtigHeria controaerei, autocampale, su affutsto a piedistallo sistemato sopra un autocarro. La bocca
l.!'ig. 845° · Prime prove di sisternazi(('ne del1'87 B. per ti ri contraerei.
<la fuoco era la stessa <lel cannone da 75/27 }[od . HJOG già esaminato fr't le artiglierie d:1 campagna, con l'aggiunta di un manicotto di bron:to ~n cula tta. Il congegno cli chiusura era analogo a quello del cannone da 75/27 Mod. 1006, a manovra automatica; l' avertura clell'ottm:atore era ottenuta mediante il contrasto cli un piuolo a molla della leva di maneggio contro l'orlo opportunamente sagomato di tma piastra, ribaltabile, fissa alla culla; la leva di maneggio veniva solle<:ìfota a tornnre nella posizione di otturatorn
-
1883 -
u PAR'riil -TE9N1CA
1870-1915
rlliuso da li lla molla di ricupero a spirale, an-olta l'arresto dell'otturatore era ottenuto mediante dentl l'estrattore a forchetta; la chiusura deil'ùtturntor e lntroduzion~ del cartoccio a bossolo. Il congegno di snaro era il'leutico a quello Mod. 1906.
attorno al suo albero; di arresto portati dalavveniva all'~tto della clel cannone da 75/ 27
E'ig. S-!G - Cannone autoc:unpale contraerei cla 75/27 C.K.
L'n'ffnsto era n piedista.llo cou uffuslino a forchclta ed er:.'. fissato sulla plattaforma ùi uu telnlo tino ltal:1 X, telaio che duranlc il tiro veniva ancorato al terreno mediante puntelli, ribaltabili durante la marcia; una particolare sistemazione permetteva di ottenere la verticalità dell'asse del piedistallo; la culla era a manicotto e portava Inferiormente il cilindro del .freno e s uperiormente quello del ricuperatore. Il piedistallo era n lamiera di accinio ripiegata. a forma tronco-conica; portava superiormente una coppa con ravitit emisferica, nella quale era alloga~o un portit-affu_stino costìtuito ·da un CCPl)O e elfi. un gambo cavo; sul ceppo appoggl:wa l"affustìno a forchetta il cui gambo era sistemato nel gambo cavo: questo poL"tnva inferiormente, fissnta a sn<do, una viti?
-
18S4 -
Jf. CAì'.NONE AUTOCA)!PALE CON'l'RAE:r.r-:r OA
75/ 27
C.K.
con vòl:mtino hnvegnata in una chiocciola sorret.ta da unii traversa a fondo curvo, e terminava inferiormente con Ulla suola scorrevole nel fondo della traversa stessa per effetto della predetta vite a chiocciola. La traversa era a sua volta scorrevole in senso normale al movimento del gambo, in una guida ad arco por tata dal piedistallo, ed era comandata da un sistema cli vite (fissa al piedistallo) e clliocciola (portata dalla traversa) :. con tale. clispositirn si poteva ottenere la verticalità del piano cli rotazìone clell'ilf(ustino. Il congegno cli direzione era costituito da una vite 11erpetua portata d~ll'affustino, e da una corona dentata · portata dal_ gambo cavo. La manovra: poteva essere effettuata in modo · rapido, oppure lentHmente. Il congegno di ele\'azione era sistemato a linea di mira indipendente ed era . costituito da un arco dentato eol quale si clava l'angolo di sito, incavalcato sulle oreccllioniere clell'affustino a mezzo di orecchioni cavi in cui si allogavano gli orecchioni della culla : l'arco dentato era comandato da un n ,cchetto fisso all'affustino; la culla era a sua volta munita cli un arco dentato cli eleYazione, comandato da un rocclletto fissato all'arco dentato predetto.
Negli allegati specchi .tf) N e . P sono stati riassunti i dati principali riguardanti artiglierie ed i materiali relativi in servizio del R. Esercito, al principio del 191:5.
le
1885· -
1915 -
Specchio riassuntivo dette artiglierie (elfi, monta.gnn, somegginbile, a cava.Jlo, da
BOCCHE o.., lClassificazione Classificazione rispetto rispetto c.> al servizio al tir-o mm.
DA
Montagna
Cannone da 65
65
a ruote a deformazio• ne-scomponi bile
Batterie someggiabili
Cannone da 70
70
Can1pa~na
Cannone da 75 906
A vite tron·eo-con ica- a b osso- in un temeccentrica tipo Italia- lo PO no percussore A vite t ronco-coniCA in due tipo Italiano per.c us· tempi sore A cuneo - tipo Krupp In un temp ercussore po
a ruote a deformazio· ne a grandi settori
= '"
cggera
I
F UOCO
Tipo di otturatore
75
1
Cannone da 75/911
Campagna Obice da 149 A c. p. pesant~
Assedio
Cannone da 120 Be
I
149
A cu neo • tipo Krupp percussore
»
A blocco - tipo Ca net -
»
I
120
I
149
Cann. da 149 A
semi - automatico . percussore A vite cillndrlca Upo » Sehneid~r percuss<Y re A vile cilinélrica ordi- anello narla plastico
149
. .
149
.
1
Obice da 149 G I
I Obice da 210 Obi ce da 305
Mortaio dn 149
Mortaio da 210
210 305
Ì
»
A vite cilindrica tipo Armstrong percussore
»
.
»
. »
A cuneo - vecchio ti- anello po Krupr, Broadwel
149
210
A vite cilindrica
260
A vite cilindrica percussore
I Mortaio da 260
»
A vite eccentrica tipo Nordenfeld percussore a martello
cl'
Cann. da 149 G
.
75
I
I
Manovra dcll'otturatore
. . .
I
Cannone da 105,281
. .
Chiusura ermeticn
anello plastico »
Tipo
a ruote rig ido scomponlbile a ruote a deformazione
a ruote a deformazione • orecchioni alla cula tta a piedistallo a defor· ma.z lone
In un tcrn· po oaut<Y matico in un tem· po
a ruote a deformazione
tre tempi
a ruotel),rlgldo • freno idraulico di uni<>ne al paiolo oppure rotaic a cingolo
.
»
»
a ruote rigido su rotale a ci ngolo
»
affusto del 120
»
affusto del 149 G affusto a culla ad aloni con sospensione elastica a rotelle
manovra continua
due tempi
t re t empi in un tempo
f
l
a
affusto a cassa rigido con piattaforma - rinculq soppresso affusto a cassa con sott'affusto e piattafor· ma • freni l<lraulici affusto a ruote a dcformazione culla e slitta a ruote a deformazione - culla e slitta
I
N. B. -
Le artiglierie da campagna, scomponendole In parti, e con:ripleghl al traino possono essere
-
1886 -
SPECCHIO
21{
in~8er-vizio nell 'E8ercito 'italimw ,campagna, da campt1gna pesante, d'assedio) A •F FUS TO Organi della de· formazione. Freno e rkùperatore
MUNIZIONI Congegno di direzione
Congegno di elevazione
freno idraulico ri· a vite doppia cuperatore a mol· la freno a staffa con· gegno eh:stlco ti· po Enghellart frer.o idraulico ri· a vite doppia cuperatore a mol- a linea di mi• la ra indipend. freni idraulici eri· a dentiera cup_eratori conlu· gah
Proietto
Carica
ad affusti· shrapnel a granata torpe· J)O diaframma di · dine ·acciaio
balistite in fogli - bossolo uni· to al proietto balistite in fogli - bossolo se, parato balistite in fo. gli bossolo uni· to al proietto balistite in fogr - bossolo unito al -.proietto
ad affusti· no (porta• culla) culla d'ai· fusto ro· tante in un telaio del· la sala freno idraulico e •. vite doppia ad affusti· granata mina balistite in fo· ricuperatore a:d molle equili• no gli - bossolo searia bratrici parato freno idraulico e a dentiera granata torpe· balistite attericuperatore a dine nuata - bossolo molla separato freno idraulico e a dentiera affusto ricuperatore ad scorrevole aritt sulla sala a vHe doppia shrapnel a dia- granata ordì· scatola mitra- polvere nera iramma di naria traglia ballsL in pia· ghisa strelle decuple » scatola mitraglia palla shrapnel a dia- granata torpe· palla framma <L'a c- dine ciaio . shrapnel a dia• granata ordi· framma ghisa naria
balistite in pia· strelle decu1>le polvere nera balistite in pia strelle decuple
»
freno idraulico e :a vita doppia paranco ricuperatore ad congegno di aria rapido solle· varne.nto
a
d~ntiera a dentiera
freno idraulico e ricuperntore ad aria freno idraulico e ricuperator<' ad aria
granata torpe· !franata torpe• balistite in pia · dine pesante .dine leggera strelle <lecuple
shrapnel a dia-i granata ordì· iramma di: naria ghisa a dent. fra granata torpt· 'sottaffusto dine e J>iattafor. ad !fusti• no
poi vere nera • balistite in pia strelle decuple balìstlte in pia strcllc decuple
I doppia den· tiera • conge· gno rapido di sollevamento à dentiera
granata semi perforante
triir.01fale anche in terreni mont uosi, ed in terreni priv(di strade,
-
1887 .-
\.
\ Specchio delle artiglierie in ser1.,~1{zio
· 1915 BOCCH E Classificazione ri- Classificazione spetto al rispetto al tiro servizio
...
(d ...,
(d
e
"·-
Tipo otturatore
:9 .;
u
=
AFFUSTCi·\
FUOCO
DA
.s ~
u..e;:.,
Manovra dell'ottu• ratore
Organi della deformazione Freno e ricuperatore
Tipo
I
I Difesa
42
Cannone da 42 1
bossolò
a blcoco
un tempo
!
a ruote rigido a candelie~e
~ a ruote a deforma-
.
»
»
»
mod. 98
57 a cuneo verticale
57
87 a cuneo
87
75
Cann. da 75 A
» 120G ' 120 » 120A » 149 G 149
» » »
»
.
l
120A
a sfera Cénn. da 120 A per batt. cannone minimo Cann. da 149 G, idem Cann. da 120 A per torri co•
l' ~,,.
»
»
anello plastico
tre tempi
»
»
»
.
120
.
1'1-<l
»
i torretta corazz. rinculo soppresso
1
»
a vite ciilr1.
»
»
»
affusto a cavalletto rinculo soppresso
ciale con sottaf!usto e freni idr~uJici
-
»
»
affusto. speciale rin-
-
~~·
120
»
»
»
affus.to a aloni
149
»
»
»
»
Cann. da 120;40
120
a vite tronco conica· tipo Armstrong 149 a cuneo tipo Krupp 149 a vite cilindr. tipo Schneider 149 a vite cilindrica
»
un tempo
»
culla ad freno idraulico - ricuperatore a molla »
'
»
»
1<19 S
» 149 A
eerordo.istall. di »
Obice da 149 G
»
149
I N. B. -
-
culo soppresso
·
» 149A
-
l'""" ' , .
.
»
Cann. da 120 G per istallazioni in pozzo Cann. da 149 A e G , idem.
sfera
-
In pozzo a candelie- fre110 idraulico re a deformazione - ricuperatore a molla ~ afiusto a cassa con freno idraulico sottaffusto
»
»
»
-
120
razzate
»
»
»
'
-
zione - a lisce a candeliere
\ a ruote rigido ad impennata do e tempi instali. in pozzo a freno idraulico can~eliere a defor- - ricuperatore a molla . maz10ne ,tg<do . ,, impennata
»
a vite tronco conica
120
.
»
- ·· freno idraulico ricuperatore a molla
.
' due tempi anello Broadwel un tempo anello plastico
"
tre tempi
»
»
affusto a cavalletto a rinculo soppr. freno idraulico affusto a culla ad rlcup. molla aloni affusto a culla a:piedlstallo
»
a cassa sopra sottaffu- freno idraulico sto e freno idraul. fra affusto e sottaffusto
Alcune bocche da fuoco da difesa, cambiando il paiolo, possono essere impiegate per
PECCHrO
N
pres_so l'Esercito italimw (da Difesa} CARICA
PR OIE TTO
I
Congegno di elcva2ione
Congegno di direzione
.E .;
Granata
Shrapnel
I a vite dop· vi le - chiocciola vite perpetua e pia ruote elicoidali
. »
.
(
I
a cliafranuna ncciaio
.
ad affustino vite perp etua e ruote elicoidali a ruota dentata e rocchetU - ruota tutto l'affusto
-
»
»
. a diaframma ghisa
I
-
a frattura prc· stal,ilita
. .
a diaframma accia io
vite perpetua
»
a diaframma ghisa
.
»
a dentiera coniegno alla rotel a dell'affusto
,.
"
dentiera a dentiera appl. alcontrappe· fusto so a dentiera congegno a den· tiera appli cato all' installazione
a
»
»
-
»
-
I
-
"
-
1
-
-- i
torpedine
congegno alla ro· !ella dell'affusto a dentiera afiplicato all'instal azione
"
a
»
-1 -1
,.
l'assedio con opportuni ripieghi al traino.
»
I
" -
per i
?
I I
i I -_,1
polv. prog res . N. 1
polv. grana grossa
.
( ,,, ..,, i.~ gress1va . 1
120 e \ - 1149 G »
balistite a pia· slrelle decuple
. .
(Y
polvere progressiva N. 1 balistite a piastrelle decuple
.
diaframma ordina rin di ghisa
122
piastrelle de· cuple »
a diaframma ordinarla ghisa a diaframma torpedine acciaio »
in fili ed in piash'clle doppi e
polv. nera a grana grossa
in fogli
ordinaria
diaframma torpedine di acciaio
a ruote elicoidali fra Il rCfl/{i"culla e il pied1s allo
a vite dop· pia
I
. .
I 149 G e A
a
-
1
diaframma ordinaria J>er di ghisa per i i 120 e 1 O 120 e 1~9 O- torpedine xer di acci.a lo per 149 G ed
"
balistite in fili
-
"
,.
.
Polvere nera
I
-
»
,.
idraulico
Polvere infume I
I
vite perpetu.1 vite a chiocciola
Metraglia
I)..
.
-i
polvere a g ra• na grossu
S1Jecchio riasswitivo delle ·arti9lierie in servizio
1915 -
.,_ BOC C HE
È oo
N-·-
B!~ =f/}....._
Q
~;~
o <="' Costa
e
Classificazione rispetto al tiro
- - -
'"
(.)
I
FUOCO
AFFUST O
I
I I
Chiusura
Tipo cli otturatore
I
Cannone .da 152 R. M.
152
:9
D A
ermetica
i
Manovra dell o olturatorc
m,,.,.1 I"" ""'P'
152 • olt, '"'"'" ,O~O,o tipo ~ rmstron• lico J<'·Comca
I
c.
152 a vite cilindri- coppa ottura· tre tempi ca trice di acciaio
.
152
152.50
152 a vite cilindri· anello plastico un tempo ca~dlnltl· po elin
240
bossolo metal· lìco
a vìte cilindri· coppa ottura· tre tempi ca trice di acciaio
25<1 B
254
.
305
305
.
321
321
.
400
400
a cuneo
. I
.
a nello plastico movimcn· to conti· nuo
Icop1>a trice
ottura- Ire tempi
II
Organi della deformazione Freno e ricuperato re
I
I
a pi~distalio a clefor· freno idraulico 1naz1one ricuperatore a molla
a cassone • a lisce e freni Idraulici freni laterali
.
152 B.
lungo 240l corto
Tipo
.
.
a piedistallo a defor- freno idratùico mazione - ad aloni a - ricuperatore piattaforma a defor· a molla mazionc a cassa con sottaffusto con freni Idraulici
I
-
a cassone • a lìsce e freni Idraulici freni laterali
ad aloni - pia1.tafor- l lreno idraulico ma - a deformazione e ricuperatore ad aria
I
a cassa con sottaffusto • freni idraulici
I
due tempi I ulfusto icl m ulico anello Broacl· manovra wel idraul.
I
-
I
id raulico
I I
Obici da: 280 e i>- · - 280 L 280 A 280 B
280 K
l 280 ~
a vite cilindri· coppa otfu ra· ca trice di accia io tre tempi
I
280 a cuneo
anello Broad- due tempi
a cassa con sot!affusto a sospensione elastica
I'""'
I
-
l'molt,i
.
-
l wel 305
N. B. -
305
I
a vile cilindri· anello plaslico movirnenca , to continuo
111 a loni • a piatlafor- freni Id raulici ma - deformazione
e ricuperatori
Alcune bocche dtt fuoco llfl costa, con trasformazione del paioli, possono essere impiegate
-
1890
I
SPECCHIO
p
presso l'Esercito italiano (d,l co$ta)
------ --- ------ ---- - =======~=====--==:-:-..=-===:---=-======= ------ - PROIETTO CARICA Congegno di elevazione
o
Congegno cli direzione
a dentlera
I
.
I
e
I
a dia,ra~a acc1a10
1 »
.
Granata
Polvere infume
e
.;
Polvere nera
~
I I I
- - - - ..!.--I
I ac- acciaio
-
perforante ciaio ghisa indurita • mina
balistite in pia- I s trelle decuple
-
I polvere proI gressiva N. t
-
l .
torpedine
. . .
ordinaria
ghisa
-
perforante - acciaio - ghisa indurita - mina
acciaio
-
P.e r.iorante a cc1a10
•
ghisa indurita • ordinaria
. I »
ti,
.5 ~ c..
;;l
a dentiera
"
~
CO.
perforante - acciaio - ghisa indurifa
-
I
cordite in bac-1 ehette
I "
. .
dentiera applica ta all e ruote posteriori
-
a dentìera
-
I
a dentiera (gira tutta l'instalfazione}
-
I I
a vitcscm- 1 a dentiera applfcata all e ruoplice te centrali
-
I
a dentiera
-
I
a dentiera (gi-
rn tutta l'instalfazione)
I a dentiera
a dentiera
.
.
•
,.
-
ordinaria
-
ghisa
-
acciaio
perforante ; il 280 L ha torp. a~ciaio e torpe· dme pesante
-
I
balistite in pia- polvere pro· s trelle g ressiva N. 2
balistite stri·
scie e piastrelle
cordite In tub i
balistite in pia· progressiva s trelle N. 2
-
I -
balistite in bac- prismatica chette
1 balistite in pia· strelle decuple
progressiva
N. 2
,i
perforante acciaio • ghisa perforante acciaio e torpedl· ne
piastrelle decu..
I pie
1 anche nell'assedio, trasportandole con ripieghi al traino e con trattrici meccaniche.
-1.S!H -
18'70-1915
PART E T ECl\lCA
Notizia bibliografica e delle fonti PER . I L
SOTTOCAPITOLO
« l\rA'l 'lmL\J,l
:
BOCC'DI~ DA
XXXI .
INSTALLAZIONI )) DEL CAPITOLO
AFFUS'l 'I,
FUOCO,
PAllAOH .
4P
(1~'70-1914) V .: Da l-i -~al materiale d·i artigl'ieria, lo 1°) - ('.L' orino, 1889). CLAVARTNO A .: Il materiale a r etroccwica dell<1, (Tol'ino, 1 , J) . E LLENA G.: Oorso di rnaloriale cli art-igl•ie1·ia. :ì\1 ADASCHI G . : :Nozioni genernU s u l 11iate1'iale r ino, 1915). lVlAO ASCHI G . : Nozioni genernli s 1il m,at eriale i-ino, 1916). A RAGNO
·itaHano
(Fasèico -
arliglieria italiana ('f orino, 18'72) . di arti_glieria (To cli art'iglie1'ia
(To -
i\JANGAl\ONI C. : 111-Nglie,rie su affusto a mote ed in installazion~ mob-ile {'l'o1·i n o, 1928) . ?liAKG A~ONJ C. : A1·ti9lier ie -in in-~t;cillazione :fì.<1sa (T o1·ino, 1928) . SCUOLA
D'APPLICAZIQ)IE D'AHTIG~IERIA
E
GID:'.',!O :
Materiale di arti-
glier ia (Tor i 110, 1909-J 910) .
§ 5.
PROJETTI , SPOLETTE = BOMBE , INCENDIVI VARII 1870, 19 14 Gene ralità s ulle evoluzioni progress ive n ell'intero p eriodo , 870=19, 4 • Le mate rie prime impie gate n ella fabb ricazione dei proiet ti = S tudii ed esperien ze co i v arii tipi di a ccia io , Carica= menti inte rni , Gli esplosivi m ode rni , Le spole tte , Gli innesc hi , I ca nnelli • I fuochi per segnalazioni notturne. Periodo d a l 1 870 a lla fine de l secolo XIX: proie tti p er le arti, g lie r ie i ta liane a d a vancarica ; s polette; a cce ssori ; proietti usati n el 1890 ; spolette e d in neschi rela tiv i. P eriodo dal 1 900 al 19 , 4: pro ietti e cariche in uso; palle, gra=
-
1892 ._
GwNltlULI'.l'.4.. SULL1 GV0LU ZI0NG DEL MUNJ ZIONAMEN'.l'O
(1870-1914)
nate, shrapnel; spolette a percussione, a ~empo, a doppio effetto; cannelli, inneschi ed altri artifizi; cariche, cartocci e sacchetti.
Col pro-cedere del progresso delle artiglierie riga.te e con c.sso delle gittate -e ·-delle pr-essioni nella camera a polvere, il proietto dovevà, naturalmente evolversi. Nel 1870 il materiale che di prevalenza. C{lStituiva il corpo del proietto era la ghisa (o ferraccio) sia, che il proietto fosse dirompei1te ·oppure perforante, ma. fin da allora si sentì il bisogno di differen ziare le qua.lità .della-.ghisa., di sottoporle ad l1pportnni trattamenti specie per affinarle e per indurirle Per un periodo di circa vent'anni si cercò pertanto di risolvere i varH problemi inerenti ai proietti, istituendo studii e procedendo ad esperienze che tendeva.no a . miglioraTe le caratteristiche delle varie· ghise a seconda dei diversi scopi. ai qnali i proietti erano destinati. Poichè la, ghisa ha caratteristiche mecca,niche basse, occorreva fare proietti a pareti molto spe~i:.e affinchè resistessero alle solledtazioni alle quali veniva.no sottoposti all'atto dello sparo, e pok.hè pareti molto spe.sse la,sciano poco spazio per il earicamento interno e d'a,l tra, partè i proietti risultavano per' tal modo troppo pesanti, e poichò d'alt.ra parte ancora · col procedere degli studii · sulle corazze, la ghisa, si dimostrava poco atta ad ottenere buoni proietti perforanti., così mentre per un certo p<~i-iodo di tempo si era collltinnata esclusivamente la [Produzione di proietti di ghisa, migliorando11e la qualitfL, dopo il 1890 si a,pprofondirono gli studii per sostituire acciai fucinati alla ghisa e si iniziò così la costruzione di proietti a, pareti sottili. P(•r un'altra, ventina d'anni gli studii proseguirono sem pre tendendo alla, soppr<~ssione lenta ma continua degli hwo lncri di ghisa man mano che anelavano migliorando le qualità ba,listide dei cannoni. Si a1·riYò così a,lla vigilia éfella grande guerra in cni pur essendovi ancora in uso un buon numero di proietti con involucro di ghisa, si sanci in modo definitivo e preciso che essi erano adatti per· bocche da, fuooo a, ba.ssi regimi di pr<~ssione, mentre tan to per la, granata dirompente qna,nto per lo shra,pnel e sovra,tntto per il tipo perfora111te era -
1893 _ .
PARTI;) TECN'ICA
1870-1915
necess,1 rio di ricorrere all'impiego delraccia.io in tutte le sue. svari.a.te oomposizioni. Premesso questo cenno sintetico sull'evoluzione dell'impiego delle materie prime per la costitu:i\ione del pr,oietto sono da rilevare le variazioni che in tale periodo vennero apportate alle forme, alle capacità, ai pesi ·ed a.i pa,r ticolari costn1ttivi dei J>roietti stessi. · Già prima del 1870 la basa Krupp aveva presentato proietti con cinture o corone di rame a.g.enti a forzamento per intaglio nelle righe, sostituendo cosi i vecchi tipi .di ci.nture di zinco, di piombo o di altro metallo tenero ad inca,mici.at.ura totale o parziale dei proietti o ad alette riportate : la cintura di rame presentata dal Krupp avev'a però ttlcnni inconvenienti quali : la forte ràinatm;a delle righe, nna certa cliffiooltà di applicar.ione, e l'eve1n tuale penlitf-1, cl'elle corone durante il tiro, tanto che tale sistema t rovò dapprincipio mut certa, ostilità negli artiglieri. Il sistema Krupp :Ani però in segnito col prevalere specialmente quando seompa.rirono le bocche da fuO·CO cli bronzo fus,o, le quali ne risentivano forte logorio. Le .corone -0 cinture di rame che vennero quindi applicate . ai proietti furono di num ero, di. altezza e cli profilo diversi e svariatissimi. Salv,o che per i proietti della. R. l\:Iarina, da noi il pa.ssa,ggio alle oorone di rarue si fece dapprima a.dotta.nclo - tre. corone çli rame, di cui una a:nteriore snbito al di sotto clen a parte ogivale e che serviva piuttosto come fasci a di centra- · mento del proietto nel moto di r otazione, e due cli forzamentò disposte una pressod1è al centro e l'altra verso il fondello. 'l'a li ùorone aveva,no in genere cliametd crescenti dall'avanti all'i11clietro con profonde sca,na,l ature per la funzione rispettiva.mente di tura-vento e cli guid a del proietto nella ·rotazione. Per aJ.cuùi anni si applica,r-0no ai proietti tre corone piuttosto grandi, poscia se ne adottarono qnattro ma più piccole i1n troducendo molte varianti di spessore e di altezza, e tendendo sovratutto ad assottigliare ed anzi a far seomparire la prima corona cli centra.mento col sostituire a,cl essa una zona o fascia levigata, ottenuta snl corpo del proietto stesso, e di diametro leggermente maggiore del corpo ma mi11ore del diametro della corona o cintura. In tal 1nodo il concetto ·c1i in.tu,. -
1894 -
i\[ATERID PRiè\IE IMPIIW ATE ~ELLA U'ABBHICAZIONE DEI PROlET:rl
glio e cli leggero forza.mento amteriore scompariva mentre alla parte anteriore del proietto si veniva ad affidare unicamente · la funzione di guida centrante. Oontèmporanemnenté gli artiglieri erano assillati dal problema della pot enza intrinseca del proietto sul bersaglio : a parità di peso di proietto ocoorreva cioè .portare sul punto colpito una maggiore quantità di esplosivo, men'tre poi i pro~eW perforanti dovevlùD O avere una più grande potenza di pene-· · trazione. S,orsero cosi nel 1890 per opera del Galey i primi stridii per la punzonatura dei proietti . a caldo che venivano per tal modo ricavati dal ferro o dall'a,cciaio dolce in forma di bossolo 0 bicchiere : co111 tale procedimento aumei1tava la loro capacità interna, mentre cresceva pure h1 rèsistenza cl.elle pareti. Iui.mediata~ente i proietti as~unsero pei·dò una forma più snella ed allungata ; si potè così con un· ugual peso di proietto avere sul bersaglio il doppio e qualche volta' il ·triplo di esplosivo e per t al modo evidentemente si otté~nnero effetti di. scoppio J1otevol1110nte piiì. p otenti. · Per i proietti perforanti lo Rtudio si approfondi nello stesso senso e l'uso degli accia-i rese più fa.cile l'applicazione dei cappucci tipo Makaroff. Da noi per proietti di grosso calibro fu adottato anche un altro particolare appliCfLndo nel loro fondello degli anelli per n sollevamento, il trasporto e la manovra del proietto : ta,l i · anelli erano a fusto se compresi nella fusione stessa del fon - · dello, oppnrè a vite se semplicemente avvitati. Siéc-ome però questi anelli davano luogo a,d inoonvenienti nelle manovre, e sovratutto provocavano i.mprecisio1I1i nel tiro, essi vennero più tardi soppressi a.Jlorchè si a<lottarono mezzi migliori di sollevamento. Fin dal 1890 si studiarono da no~ dei tipi di ghisa tenace a<latta per i proietti dirompenti mentre d'al.tra parte si cercò di indurire le ogive dei proietti perforanti. e seguendo gli studi.i . dell'Osmond, dell'l:Iowe, del Robert-Austen, del Charpy, del Moissan, del Mrunnesman ·e del Ledebour i quali tutti ponevano in rilievo la gra.nde importa11za ecl i grandi · vantt1.ggi conseguibili dall'introduzione degli acciai nel muni-
1895 -
PARTE TECNICA
1870-1915
zì,onamento, anche da noi fn decisamente impostato lo studio per la sostituzione dei proietti di ghisa con proietti di accia.io. L 'acciaio doveva essere compatto, tenace, omogeneo se ott,enut.o . di f:usion~,.. e d'altra parte sufficientemente malleabile per te ' lavorazioni · a freddo-: per ]e· fusioni si dovevano usare miscele di ferro, di carbonfo •-e di silicio con aggiunta di alluminio, mentre per i .proietti· da,·-ricavarsi ·di··fucina si dovevano im..p ie b0 ·ah~-di ferro -du:bonio oppur~. \ eb0 ·he di ferro-carbo • .. léhe o nio-mang·ainese. Per .Je granate-torpedini, illuminanti ed incendive nonchè per gli sbraprn~l si doveva impiegare acciaio duttile e malleabile per la lavorazione, acciaio che con un eventuale trattamento termioo doveva acquistare una conveniente tenacità e, come si diceva· allora, una. adeguata rigidità. Si pensava che i migliori acciai per qnesti proietti da, ricavarsi di fucinazione fossero quelli al carboni.o-manganese, e che hl alcuni casi e per speci ali tipi di proietti fosse opportuno effettuare un'aggiunta di cromo, nichel, rame, boro e va,na<lio. La, seguente tabella, riproduce le diciture e le cara.tteristiche degli a,cciai a.I carboo1io comunemente impiegati in quell'epoca, : .,
Specie dell'acciaio
'Perc,e ntuale cl'i' tarbonio
' R es:isfemw, alla. trazione in
kgni/mm.2
A.lhmgamen t.~ percentuale ..
Dolcissimo
Ò.15 %
40
Dolce
0,30 %
50
% 20 %
Semi-duro
0,50 %
60
15 %
Duro
0,70 %
70
10 %
Dnris.simo
1,00 %
80
5%
25
Nel 1898 in Italia il 1Primo proietto di accia10 fucinato fu la, granata torpedine da 87, e man ma-n o in seguito gli acciai
vennero adottati per tntti i varii calibri. Non è inutile ric-0rdare qui e.he :fin da,l -
18!)(i -
rno3
il maggiore
l
lL PROF1LO INTEUNO. 1m
GS'l'ERNO DEI P norn:rr.1·1
d'artiglieria Ettore Rubadi riferendosi a studi pr·eeedente mente iniziati. aveva proposto e propugnato l'impianto di una acciaieria militare che avrebbe dovuto essenzialmente e pur in ~.9deste proporzioni servire da stabilimento-pilotq.. ~lFindustria:,privata per impartire direttive tempestive ed es11tte per la fal)'lJri~azione di quegli speciali acchi.i da. servire ai fii1i.-,'-fililitari. 'l'ale ·inizìa.tiva~ìron ebbe seguito, e pertanto essa prova quanto grande sia sta.to l'interessamento nei -.~ostri art·rglieri per il problema <lena. prodÙziòne dell'acciaio pèr gli usi artiglieresc.hi. Per qnanto riguarda, il profilo interno dei proietti, in un primo tempo nei proietti di ghi.sa a grande cavità si costituì un risalto o rinforzo in corrispondenza del luogo ove si ricavava, la, scanalatura, sede della corona di rame o di zinc-0. Compar vero quindi i proietti con nuclei interni e con solcature per ottenere una frattura prestabilita,, e per essi si aumentava il numero delle schegge utili. che all'atto dello scoppio della carica, interna si producevano per la r,o tt ura del proietto. È pertanto da rilevare che verso la, fine del periodo qui considerato, la ghisa veniva quasi esclusivamente ùsata in pr-oietti da esercitazioni, in p1\oietti economici per scuole di tiro . ed in. alcuni tipi di grande calfbro . . Nell'evolversi della, forma dei pr oietti, p~r le granate e per gli shrapnel si andò man mano a,bbandonand-0 il tipo mo11oblocco ossia del proietto fuso tutto di un sol pezzo colla RUa ogiva, e .tale abbandono era,.dovuto pe:i; mm: parte all'adozi,one degli acciai e dall'altro lato all'impie.go dei 1I1uovi esplosivi che, non e-ssendo più poherc · n'era in gràM., aveva.no bisogno di assestamento interno e facile ·possibilità di introduzione da fori o bocchini più. larghi : nel 1907 si hamno granate di accia.i.o costitnite da un proietto fucinato al qua-le si avvita un fondello pure d'acciaio, e parecchi anni prima gli shrapnel già avevano una ogiva avvitata. Il profilo esterno dei proietti. tende ad allungarsi, e cioè mentre dal 1870 al 1880 la lunghezza media del p1'.oietto si poteva considerare di circa 1,9 a, 3 volte il calibro, dal 1900 al 1915 tale lnnghezza è in g-enerale da 3 a, 4 volte il calibro. -
1897 -
PAR'l'0 '.l'EC::-IICA
1870-1915
X cl 1908 sì costr uì un Yero prototipo di proietto perforan te con una sola corona col quale si prevedeva anche l'impiego di un anello di amianto imbevuto di gra.sso per la lubrificazione della bocca cla fuoco, mentre :fino a quell'epoca nulla era stato previsto per impedire le eventuali in filtrazioni di ga-s nel bocchino posteriore. St oostruirono in tale periodo di tempo anche proietti a, grande capacità di esplosivo : essi erano di aeciaio ed in certo · modo ·preludevano al concetto che fu poi applicato su va-sta scala nella fabbricazione e costituzione delle bombe impiega,te nelle bombarde moderne. · Alla :fine del secolo scorso le scatole a metraglia costruite secondo una, tecnica più moderna erano meglio confezionate e quindi maggforme11te resistenti alle nuove sollecitazioni alle qua.li venivano sottoposte : ma nella seconda metà del periodo qui considerato andarono man mano scomparendo perchè vantaggiosamente sostituite nei loro effetti con l'impiego dello sh1·apnel gradua.to a ½ero.
r P er qmrnto ha tratto ai progressi e miglioramenti delle spolette è dov,eroso per noi rilevare che dopo il bu on esito ottenuto con la spoletta studiata e realizzata dal Bazzichelli (1), (1) Robet to J3a?:zichelli nacque in Viterbo 1'11 luglio 1839 e fin da giovanetto diede prova del suo caldo patriottismo e ùel s u~ · carattere risoluto perfettamente rispondente all'aitanza della persona. Nel 1860 insofferente del giogo papale, vestitò da campagnuolo fuggi a rerugia dove riprese gli studi di matemntica che conchiuse laureandosi poi all'Università cli l'isn. Si onuolò quindi come cannoniere volontario a Torino e dopo di over frequentato con successo la Scuola cl' Applicazione d'a rtiglieria e genio, fece le campagne del JSGG e 1670. Addetto al Laborato1·io cli precisione si affermò · nei suoi studi sperimentali )nventando e concretando le_ ben note spolette che lo fecero conoscere in tutte le Artiglìcrie europee e che segnarono uno. vera innovazione ed un peculia re progresso in materia. Nel 1885 divenne Direttore del Laboratorio stesso e nel 94 fu nominato Direttore del P oi\·~ rificlo cli Fontana Liri. à Roberto. Bazzicbelli furono success1'"~1meute affidate molte ed importanti missioni e fi n dal lS!l2 egli fu incarical o clello stndlo del 1wecletto Polverificio sulle rive del. Liri: fn in quC'sta occasione elle rnag-
-
1898 -
GLI S,COI'l Cl:IE OnIE);'l'AHOKO GLI S'l'UDI SUT, LE SPOLETTO
tutti gli studi, le prove e le modifiche che man ma.no vennero fatti ed introdotti nei varii successivi tipi, si limitava.no ed erano orientati onde ottenere i seguenti scopi : a) Sicurezza di impiego e cioè assenza .di scoppi prematuri nell'interno della bocca da fuoeo e lungo il percorso della ·tra.iettoria; sicurezza nelle manovre di montaggio, di" trasporto, 'cli innescamento, di caricamento, ecc. ecc., e cioè
, Fig. 347 - Roberto Bnzichelli.
che non avvenissero scoppii od a.rma,m enti prematuri degli organi cl i concnssionè intei-na. A tale scopo si predisposero ca,psule mobili, ritardi di miccia, molle, ritegni, ghiere di sicurezza o di arma.mento; b) Funzionamento sempre più regolare equilibrando le masse :ùnterne, aggiunge11do delle molle contrapposte, pre<ligiormente rifulse lo spirito di organiz,mto1:e e di animatore di Rober to Bazzichelli. Alto, robusto e pieno di energia, .Purtr oppo Rober to Bazzichelli non . potè vedere completa e complcçata la s1w opera perchè a soli 55 anni <li età una fulminea paralisi cardiaca lo spense a Roma il 27 febbraio 189G. Chi ha avuto con lui dimi.stichez.z a di studio, di lavoro e relnzione di amicizia può ben uft'ernrn re che Roucrro Bazzichelli fn un ufilci::ile d'artiglieria veramente completo.
-
1899
P,IR'l'F, TECN ICA
1870-1915
sp_on endo opportuni organi di 1·it.ardo, e d'altra parte, onde evitare rotture nelle parti più sollecita.te, modificando le forme e le qua.lità. del metallo impiega.to, sia façendolo più robusto nella s~zione, i:.ia cambiando le leghe; mentre poi con adeguati esperimenti si èercaYa di nivere esatte combustioni, 'buo_ ne a<:ccnsioni, ecc. ecc. ; .v) Sicurezza di buona conservazione per lunga . durata di tempo e contro l'azione degli agenti atmosferici, sicurezza che si ottenev~t, con stagnatura ·e nichelatura, delle parti ossi dabili, con efficace protezione delle polveri, delle capsule, ecc. Ciò premesso si pnò arguire quali e quante siano state le illumerose trasfo1·mazioni e le molteplici prove effettuate per conseguire risultati sempl'e migliori. A ciò si aggiunga il nuovo problema dell'innescamento· in conseguenza degli esplosivi moderni, i quali, essendo più st.abili e più sicuri, si dimostra-r ono però anche più sordi all'effetto esplosivo di detonazione. Per ognuno di essi si dovette stndiare il sistema più opportuno di catena incendiva di scoppio a:ffinchè potesse essere sfruttata la massima par te cli potem~a esplosiva senza tuttavia perdere mai di vista le varie indispensabili condizioni di praticità, di semplicità e di sicurezza dell'innescam<c.'01to stesso e delle sue parti detonaJ1ti, perchè altrim enti sarebbero . stati frustra.ti i vantaggi raggiunti con· 1a adozione cli esplosh'i più sicuri. Le spolette vennero qu indi in modo generale classificate a. seconda :del loro .impiego, del tipo di proietto e del tipo cl i hocchi!llo del proietto stesso. Gli inneschi fur-0110 del tipo : interni o fissi, oppure e.sterni o amovibili. P er quanto r iguarda i cannelli oltre a quéHi ordina1·i, a frizione, con tubetto di pem1a d'oca, furono usati ()nelli lisci a percussione, quelli a capsula ed a111che tipi moderni come quello elettrico, mentre cfa.lla R. Marina venne impiegato an che un cannello . specia.le con innesoo auiovibilè a molla, elettrico ed a percussione. P er le segnalazioni nottmme si usavano fuochi di 8egnale che cl avai1o colomzioni di.verse : rosso, bianco e verde . P er
··-
l!)!JO -
PRO I L.:L"l'I I X l."SU ~EL
J.t!7Q
ottenere il bian co la miscela era compo -ta di zolfo, antimonio, ossido cli piombo, solfuro ùi arseuico e nitrato di potassa cou gommtL lacca. Per a.vere il colore rosso, ()ltre la, solita gomma lacca si usava 1111 composto di ossalato di stronziana, znccheJ'O di latte, :nerofumo e clorato cli potassio. Per aYere il colore verde si nsav,1 cloruro cli mercnrio e clo l'ato di barite. Si usa,ano poi anco1·a le segnalazioni con fontane comu·n i, con razzi e con fuochi Yery ottenendo per tal modo colorazioni verdi, rosse e gitLllo -oro, nonchù il segnale bia.nco a stelle : la durata dello sple11(lore era, di cfr.ca 5 minuti secondi co n visibHità a <"irci:t 9 chilomet1·i di dh:tanzn.
Kel 18,0 esistevano in serv1z10 dell e artiglierie italiane di modello regolamentare e delle a1·tiglierie cli modello vari.o, fL consumazione. Queste ultime venivano classificate i01 : ar tiglierie italiani.! ci.i modello vario' ;1.rtin·Uerie piemontesi artio·lierie napoletane t:, . ' ::, ~ ' artiglierie austriache e artiglierie· pontificie. P er le artiglierie italiane di modello regolame11ta re ad avancarica si nsavano i seg uenti proietti : le palle, le granate tanto sferiche che oblunghe, nonchè lé bombe che venivano 0ontraòistinte con l'indicazione del calibro e della loro forma, n cioè se sferic he oppu re oblun ghe. E si!'ìtevano così : una granata oblunga da cent. per il cannone da S B.R., cla centimetri 9 per il cannone da 9 B.R. e da, centimetri 12 per il cannone da 12 B .R. e per qu ello da 12 G.R. , mentre poi esi ~tevano frno a consumazione delle granMe oblnngbe cl a cm. 12 e da cm. Hì, granate con alette cli vec<'hia forma mocl. 1862, oppure con alette del mocl. 1SG2 t ra.sf.orma,t e per renderle simili aJla forma più l'ecente. P el' le artiglierie ad avancarica si avevano poi ancora : una granata oblunga da cm . 16 per i cannoni da 16 G.R. e da 1G G.R. 0. ; una gra nata. oblun ga da cm. 22 pesante per obici da 22 G.R.C. e una granata oblunga da cm. 22 B.R. Ne) seguente specchio sono indicate le dim ensio11i · prirnci -
-
1901 -
PAR'l'0 '.l'ECNICA
1870-Hl15
pali, peso e carica interna delle granate oblunghe ad alette per artiglierie ad avancarica : Granate oblunghe da centimetri
s I Diametro medio delle granate parte cilindrica mili. Altezza totale della granata
.. .
Vento medio tra la granata e l'anima della bocca da fuoco Peso normale del proietto carico mnuito di spoletta kg.
84,l
I ~ Iw I ~ I ~
0
03 118,1 160,6 216,8 216,8
13'7,5
170
230
314
420
510
2,5
3,1
3,1
4,6
6,'7
6,7
t'
2,950 4,500 11,146 29,60 70,000 93,000
I
-
·r '
La forma dei pr,o ietti per le a,r tiglierie a retrocarica era diversa dalle precedenti- Esistevano pertrunto i seguenti. tipi: granata -oblunga da cm. 7 per il camnone da 7 B.R. avente una costituzione interna rispondente allo scopo di otfenere la, frattura del proietto in schegge numerose e di peso pressapoco uguale; granata oblunga perforante da cm_ 24 di ghisa indurita e pesante kg. 150. Con le a,rtiglierie a retr<>carica si usavamo anche gra.nate sferiche già adoperate per artiglierie ad avancarica ed ad,o tta,te nelle bocche da fuoco ad' anima liscia : <li tali granate sferiche ne esistevano tipi. da cm_ 22 e tipi da cm. 15, mentre poi si' iiupiegavano anche granate sferiche a mano da cm. 8 e pesa,n ti circa kg_ 1,700, da lanciarsi a mano oppurè a mezzo di mortai di. calibro superiore ai. cm. 15. Verso .ii 1870 era poi anche in servizio la palla oblunga da, cm. 16 destinata esclusivamente ai cannoni da 16 G_R.o . : essa era, in acciaio fucinato e leggermoo.te temprato a forma -
1902 -
'I
'J~AV.
1
2
5
3
r·'----
-
-
-----J.c
.
4
. I
! 'J
=,,,,,___ _,f
Fig. 848. · 1.
Grn natn oblunga da cm. 8 ·- 2. Granata oblunga da. ero. 7 - 3. Palla oblunga da cm. J.C - 4. Scatola a mitraglia da c. ·12 - G. Scatola a mitraglia dn cm. 1C - 6. Granata oblunga perforante da cm. 24.
PAR'.rE TWCNICA
1870-1915
cilindr·o-ogivale a, punta acuta, ricavata dalla pa.Ua oblunga mo<l. 1865 a testa piatta.
*** Per ultimo le artiglierie lanciavano come in passato delle
«.Scatole a metraglia >> e pertanto ne esistevano per cannoni da cm. 16, da cm. 12, da cm. 9, da cm. 7 e per cannoncini da cm. o, i quali ultimi lanciavano solamente questo unico proietto. Eranvi poi ancor a scatole a metraglia per obici da 22 B.R., per obici <la 22 G.L. e per obici da 22 B.L.
*** Le spolette venivano suddivise e distinte in spolette ordinarie. spolette a tempo e spolette a percussione. Quelle ordfo1arie venivano comunèmente chiamate anche ad « nn solo tempo » appunto perchè procuraNM10 l'accensione della ca.r ica alla fine di nn solo e determinato tempo. Il corpo di spoletta era di legno, e cioè noce o acero o pomo, od altrimenti di metallo. Verso il 1870 le bocche da fuoco regolamentari usavano spolette ordinarie di legno, costruite in modo diverso a secooda che erario destinate a proietti sferici cavi (,ppurc alle granate oblu nghe ad alette. P er proietti sferici avevano una forma cilindrica ed erano contrMlistinte a !Oeconda del calibr-0 cui dovevono servire; in più esisteva una. spoletta per granata sferica da cm. 27. Le · i;;polette prima cli essere sistemate nelle granate venivamo tag'liate nella loro parte inferiore allo scopo di portare la carica interna della granata a contatto della mistura pirica della spoletta. Le spolette per granate oblunghe ad alette erano in legno, avevano amcb'esse la forma e la costituzione delle precedenti ed erano contradistinte in due cla,ssi a seconda àei calibri cui dovevano servire. Tutte tali spolette ordinarie essendo ad un solo tempo u.vevano una durata di combustione superiore al tempo impiegato dal proietto a percorrere la, traiettoria, di maggi.or· durata,. -
1904 -
I ·1
1
I
'.rA.v. II
l
. <t'
I
I
:I
4
5
3
5
.
. I
'
,·
I
;~
.
•
I
'
I
·W&ì!P4?) 6 Fig. 819. 1.. Spoletta per granate oblunghe - 2. Spoletta a percussione per granate oblunghe òa cm. 7 (1872) - 3. Curtoccio a pr oietto - 4. Cannelli fulminanti di rame - 5. Granata da cm. 9 per artiglieria da campagna Il. Shrapnel da cm. 7 e 9 a diaframma.
12H
PAR'.m TECNICA
1870-1915
Per determinare l'accensione tlella spoletta si utilizza,ya la vampa prodotta dalla carica di lancio la quale investiva an, teriormente il proietto att1·averso il « vento >) esistente fra proietto ed anima. Prima cli ca,1·icare il pezzo, il servente strappava, dalla spoletta la copertura in carta pergamenata che proteggeva gli stoppini intrisi di polverino e disposti nel calice superioredella spoletta. Per le spolette a più foconi il servelllte prima di effettuarela cal'ica soopriva, solamente il focone corrispondente aippr,o s, sirna,tivamente alla, dutata, della traiettoria.
Mentre in Eserciti stranieri e sovratutto nelle Artiglieriefrancese e prussiana, le spolette a, tempo ed a percussione fossero non soltanto definite teorkamente ma anche realizzate ed usate praticarru:mte, in Italia si continuava ad essere in periodo di prove e di esperimenti. Un esempio cli spoletta a percussione, cli metallo, entrata ìn s~1·vizio. nella nostra Artiglieria nel 1872 :t scopo di studio è la spoletta a percussione. per gr:rnate oblunghe da ·cm. 7, H cui funzioname·u to si può sintetica.mente. descrivere nel seguentf\ modo: la spoletta ha una cavità centrale nella qualeè disposto a leggero forzmnento uu bossoletto cavo di ottone munito dt percuotitore; nella parte superiore della spoletta è avvitato un innesco cheporta nella sua cavità interna una capsula di polvere fulminante : fra per~ cuotitoio ed innesco è disposto un traversino di ottone funzionante come. organo di sicurezza durante i trasporti ed i movimenti : all'atto clello sparo, in conseguenza del movimento di rotazione del proietto, il traversino, si sfila ecl allorcbè la granatfl nrtn il terreno, il bossoletto portasplllo perinerzia · va avanti arriv:mclo cosi a colpire la capsula e determinando in tal modo l'accensione della carica cli scoppio, Tale spoletta era stuellata e costruita ad imitazione di nn tipo che trovavasi in servizi~ nell'Esercito. prussiano : da essa derivò la spoletta a percussione italiana mod. 1879,
Come già fu accenùato nel volume precedente, ai proietti propriamente detti andavano annessi degli accessori quali i cercini, tacchi, bocconi, coceoni ·e corbelli. I cercini ed 1906 -
ACcgs:a;onr DP.I PllOIWJ'Tl - CAR'l'OCCJO ,\ PUOIETTO - l:'il\8SCH1
i tacchi era.1110 dispositivi atti ad evitare che le palle sferiche subissero movimenti di rotazione nell'interno dell' anima all 'att-0 dello sparo : i cercini erano fatti con corda logoro ed crauo tenuti a posto mecliante na1,tri ùi canapa detti stringhe; i tacchi invece erano <li legno forte lavo-
rali al tornio. I l.Jocconl erauo involti cilindrici <.li stoffa, paglia e fi eno da collocarsi fra il cartoccio ecl il proietto nel tiro a palla s't'erica coi cannoni ad nnlrna liscia: venivano impiegat.l auche per trattenere le palle sferiche afliuchè nel U1·0 con angoli negativi esse non rotolassero fuori delle bocd.1c da fu oco, e :si cacciavano nell' anima dd pe?.7.0 clopo a,-en ·i introdotta la palla. I cocconi erano dischi circolari di legno da usnrn nei mortai allorchè con essi si lancian1uo parecchie granate a mano o pn llette ùi mitraglia sciolte, ed avevano Io scopo di offrire una superfì<'!ic di appoggio al comple;;i,o ùei proietti impicgat.l. I corbeJ'i erano specie di cesti in vimini od in lamina da usarsi coroc i cocconi, e pertanto i corbelli, tenendo fortewcute r iuni te le pallet-re o le gr:nrnte a wano mentre avveniva lo sparo dell'artiglieriil, concorrevano a rendere il tiro maggiormente regolare.
In questo turno di tempo compare un primo esempi o di cartoccio a p1·oietto costituente le muni;r.ioni del cannone da. G,5 B.R. : fra il cartoccio a polvere e la gra,n ata era, collocata una scatola di latta ripiena di olio, che in conseguenza clella sua fumr,ion e era detta lubrificatrice, mentre poi al fondo era applicato 11n fondello di corda Per comunicare il fuoco alla carica di lancio si adoperavano gli inne~ehi cb e venivano distinti in ordinari e fnhninanti : i primi compl'endevano la miccfa: e lo st-0ppirno, mentre secondi erano co·s tituiti dai cannelli fulminanti. Lo stop11ino er a costituito cla 1111 fasdo di fili di cotone non ritorto, del diametro di 2-3 rum.· imbevuto e ricoperto di polverino impastato : n seconda della lunghezza, e cioè m. O,f>O - m. 0,,10 - m. 0,30, si a,·evano stoppini di innescnmcuto lunghi, mezzani e corti. Lo stoppino veniva intro<lotto nel f ocone della bocca da ·euoco ed acceso mediante la micclu, costituita <la cordicella di llno o di canapa non piegata : b1le miccia veniva completata all'estremità da un bastoncello detto buttafuoco.
Come già fu rilevato gli stoppini avevano diverse qualità negative qn ali : il richiedere la vicina,m~a ai pezzi di materie -
1907 -
P.~H'.1:8 'l'ECNI C,\
1870-1915
accese, di non consentire la partenza immediata del colpo, di speg1nersi allorchè non erano perfett.11uente asciutti, di pro flurre molto fumo e conseguenteme.n te di svelare al nemico iì momento in cui il colpo stava per partire. Questo spiega come e perchè gli stoppini furono ben presto totalmente sostituiti dai cannelli. fulminant i di rame, detti anche cannelli a sfregamento. All'inizio del periodo che qui si considera venivano ancora adoperati per uso incendiario degli speciali artifizi otte11uti caricando proietti ca.vi, sferici od oblu111ghi, con cilindretti di. roccafuoco e cioè composti di zolfo, salnitro, polvere da :fucile, a.ntimonio e stoppino sminuzzato.
Fra il 1880 ed il 1890 effettuandosi nel nostro Paese la sostituzione di tutto il materiale ad avancarica con altro a retr-0carica, può ritenersi terminato un laborioso periodo che ebbe fa1izio nel 1871 e che fu inteso a dotare le batterie dell'Esercito permanente e de1la milizia mobile di materiali mo<1erni e rispondenti alle necessità delle Vftrie specialità del1' Arrna . Nel 1890 queste varie Specialità erano le seguenti '. Artiglieria da campagna armata coo. cannoni da 7 B.R. Ret. , da 9 B.R. Ret., da 9 B.R.C. Ret.; artiglieria da montagna armata con cam.none da 7 B.R., Ret .. su affusto speciale da monta.gna someggiabile; arti.glieria dei parchi d'assedio a.i quali erano assegnate bocche da fuoco di calibri diversi, comprendenti cannoni, obici e mortai a retrocarica in bronzo, ghisa ed acciaio ; artiglieria per la difesa delle fortezze ; artiglieria da costa. ' ·Q uanto ai proietti usati dall'arti.gli.eria cla campagna si rileva che i tre can:noni da campagna lanciavano ognuno la granata, lo shrapnel a carica centrale, lo shrapnel a diaframma e la scatola a mitraglia. La granata era a frattura prestabilita sistema Uchatius ottenuto sospendendo all'interno del bicchiere un nocciolo di anelli dentati cli ghisa, "erniciati con petrolio e nerof1.m10, e colan<lo sn (]nesto nocciolo la ghisa.
-
1908 -
PHOIEl'TI IMPIEG:\'.rl DALLE AR'.rJGLIIDlHE DA C..\l\JPAGNA ID o' ASSEDIO
La granata da 7 a veva nove anelli eon otto denti ciascuno; la granata cla 9 aveva dodici anelli con dieci clenti ciascuno. Lo shrapnel a ca riea centrale era costituito eia u n involucro esterno cli ghisa, da un tubo cli carica cli ottone e da uu nocciolo interno formato di pallette immerse in colofonia J'usa. Lo shratmcl a diaframma, che yerso il 1890 era di recente adozione, fu destinato a sostituire lo slm.tpnel a carica centrale. Esso era caratterizzato eia un ùiafl'aruma di ferro appoggiato a risalti interni del bicchiere e per tal modo isolav::i la carica di scoppio che comunicava con la spoletta a ttraverso ìl tubo centrale in feno, contenente la carica di seoppio. Le scatole a mitraglia erano ancora del tipo in uso (la molti anni ed erano essenzialmente costituite ei a un t ubo di lamiera cli zinco con un fon dello ecl un coperchio di zinco fuso; ester11:.m1ente vi erano uno o due cerchi di lamiera di zinco, e nell'interno venivano alloga te le palletLe tenute insieme (la colofonia fusa. 1·'
Il cannor1e da, 7 B .R. Ret . incavalca,to su affusto da,. montagn a usava gli st e~si proietti clel cannone c1a. 7 B .R Ret. da
campagna. P el' qua,nto riguarda i proietti usati. dalle artiglierie dei pa,rchi d'assedio, il seguente specchio indica pt~r eiascuna bocca da fuoco i proietti açloperati : Proietti
Bocche da fuoco Cannone da 12 A .R e . Ret.
Palla oblunga-grnnata-shrapnelsca to1a a ru itraglia
Cannone da J2
Granata-s llrn 1mel-:;cat. a mitr.
cannone da 12 B.R Ret.
Grtnrnta-sbrapnel-seat. a mitr.
ObiC(! da 21 G.R.C. Ret. d'assedio
Granata-granata tor p. lunga-s brapnl:'l
Obice da 15 G.R. Ret.
Grnnata-gtanaLiì torpedine-sbrapnels ca tola a mitraglia
:Mor taio da 9 ll.R. Ret.
Ctranata-granata tor pedine-shrapnel
Mortaio da l ii A.R. Ret.
Gr anata-granata torpedine-s hrapnel
Mortaio da 24 A.R. Ret.
G1:1.1natn mina-granata torpedine.
Le granate d a 21, da 15 e da 12 era no di ghisa ed avevano un'altezza di circa calibri 2,8, con profilo esterno simile a quello delle granate da campagna, e cavità interna co11 profilo s imile al profilo esterno. Esternamente vi
-
190!.J -
PAR'.rE TEJCNlCA
1$70-1915
erano due corone dì ram<) a 1·enti tispetti Y:unenl:e fun:ilione : quella posterior,~ '<li forzamento, e quella anteriore <li é(~ntramento del proietto. Tanto l'una che l'altra erano incassate a coda cli rondine nella. ghisa del proietto: qucll,, di .forzinnento a,·cnt tre s~lca ture a fondo semicircolar e ; quella anteriore di centramento era liscia ecl aYe,·n minore altezza e minore sporgenza della
2 Fig.
l
3
s;;o.
1. Granala mina da cm. 24 - 2. Slu:ap nel a diaframma per bocca · da fuoco elci pa rchi d'assedio - 3. Palla cli ghisa indurita da cm. 24 · e 32.
corona di forzamento, la quale ultima forzandosi nel cono di r accordo fra le due camer e della bocca da i'uoco funzionava i nizialmente nn~hc da corona turavento. Il caricamento interno cl'i queste gnwate poteva essere esegui to in modo ord inario e cioè con sola polvere, od altrimeutì eseguito a sco1,o incendiario e cìoè costituito con polvere e con u,n. certo numero di C'ilindretti incendiari a lunga finmmn . Le granate cl.i calibro 21 cm. o superiore avevano sul fondello avvitati due anelli a ,·ite che servivano essenzialmente per il maneggio delle gra· nate stesse. Ln granata mina da 24 era così detta per distinguerla dalla grnrrn ta cla
-
1910 -
l?ROIIYr'r.1 I'.MPIEG·A'l'I DALLE ARTI.GLJEHil<J DA COS'l:A
·'.24 per <:annoni da coSt!!, ma· sostanzialmente non cliffori va in alcuu modo '(!alle granate precedent i : essa poteva essere caricata in tre modi clivei.·si ·€ cioè con carica orcli11ariii, con carica incendi:,iria, cd ancora con carièa -ùi fulmicotone in grnni sistei.na Walsr ode. Lo shrapnel era cli ghisa come le granate, dalle quali pert:,into cliJ'J'eri,a . ·per le seguenti modalità : ester namente la pal'te ogh·ale era di a ltezza u n ':P-0' minore rispetto alla parte cilindrica, tanto che l'altezza totale dello ,shrapnel era un po' . inferiore a quella delle granate ; internamente lo shrapnel ·-aveva un risalto sul quale prendeva appoggio u n cliafranuua di ghisa che -aveva forma di calotta conica con foro centrale per il t ubo d i carica, tubo ·che era esso pure di ghisa. La scatola a mitraglia non (Ht'feriva n ella s ua costituzione da quelle d ;1 ·campagna da 7 , se non per l'nggiunl'a di u n controfondel:lo interno d i ferro, ,incassato nel fondello d i zinco e trnttenuto dalle bullette lii fissaggio ' delle -maniglie. La palla oblunga da 15 era cli ghisa indurita e nou d ifferiva chl lla grn'natlt che per una maggiore grossez7,a di pareti, mentre poi aveva le seguenti lparticola ri caratteristiche : la testa ogivale non er a tronca ma terminava a p unta conica, e per tanto il bocchino s i troYava alla par te posteriore ed -era munito di una filettatura . 11 munizionamento delle bocche cla fuoco impiegnte nella difesa delle fortezze era analogo a quello dei parchi d'assedio.
Per le bocche cla fuoco da costa, le muinizioni impiegate -risultano clal seguente specchio:
Proietti
nocche da fuoco Cannone da 40 A .Re. Ret.
Palla oblunga da 40
Cannone da 32 G.R.C. Ret.
Palla obluuga ria 32-granata da 32
Cannone da 24 G.R.C. Ret. lungo
Pa.llv oblu nga
Cannone
aa:
24
da 24-granata da 24
Palla oblunga da 24-granatn da 24
G.R.C. Ret . corto
Obice da 28 G.R.C. R et.
Gnnrntn dn 28
Obice cl.a 28 per aff. iclropneumatico
Gran ata da 28
Obice da 24 G.R.C. Ret.
Granata rniun da
Cannone d a 16 G.R.C.
Gli stessi proietti usa ti col cannone da l 6 non cerchiato . Palla oblunga
24
rln 1().
Palla oblu nga da 45
Cannone da 45 G.R.C. Ret .
-
1911 -
l',\Il'.l'ID TECNICA
1870-1915
Le grnnate da 24 e da 82 .erano di gilisa ordinaria e, tanlo inter::rnmcnte quanto esternamente, perfettamente simili alle granate d'assedio : le corone di ra me nella granata da 24 erano Jìertnuto tre invece di due ecl essendo tutte e t.re di eguale diametro esterno fu nzionavuuo tutte e tre come corone cli forzamento; nella granata cla 1::2 due cli tali corone erano cli forzamento e però con diverso diametro este1110, mentr e la terza era di isolamento. Il caricamento Interno cli scoppio cli tali granate era fatto solamente con polvere. La gr anata da 28 dìl'f'criva dalle vrecedenti per essere di ghisa indurita come le palle oblunghe, per aver e come queste ultime . il bocchino praticato posteriormente e pe1· essere munita di due sole corone di rame, delle quali la posteriore di forzamento e quella anteriore di centrnmento e cli isolamento. L., corona di for zamento differiva dalle analoghe col'One degli altri proietl:1 pet' essere esternamente non gli\ cilindrica, ma bensl conica e costituita di due. trntti: quello anteriore a leggera conicità e con quattro solcatur e; quello posteriore più basso ma cli conicità più accentuata onde meglio pron-cdcrealla iniziale otturazione del vento. Le palle cla 24 e da 82 erano di ghisa indurita con testa ogivo-con lca ~ le corone esterne erano eguali a quelle delle gnrnate dei rispettivi stessi calibri.
** * Fra il 1880 ed il 1890 tutte le antiche spolette di legno erano state sostituite con moderne spolette metalliche, a percussione ed a telll[)o. Nel seguente specchio sono elencate le va,r ie spolette che erano in servizio presso la nostra artiglieria verso il 1890 e che furono conservate in uso fino al principio del seoolo XX. È da avvertire che ·o ltre ai tipi di spolette elencate qui in seguito, erano poi ancora in servizio, :fino a consumazione,. alcune spolette di modello meno recente quali la spoletta a percussione mod. 1880, molto simile al mod. 1885, nonchè la ·spoletta a tempo mod. 1876. La spoletta a percussione Mod. 1879 con innesco Mod. 1879 è derivato dal tipo speri mentale Bazzlchelli, a doppia concussione, ed è costituita dalle, seguenti parti principali: un bossoletto cli ottone contenuto nella cavltà centrale della SJ)Oletta, nel quale è sistemato un percuotitolo porta-spillo. pure cli ottone; una molla a .spirale biconica cli filo di ottone che serve a mantenere a posto il porta-spillo nel bossoletto; un innesco da avvitarsi' · anteriormente e nel quale è sistemata, in apposito porta-capsula, una capsula. a doppio involncro di stagno e di rame.
-
1912 -
LEJ SPOLE'J;TE USATE DALLE NOSTRI!l ARTIGLIERIE VERSO IL
1890
Spoletta corrisponllcntc
Proietti Per granate da camp. e cla mont.
Spol. a percuss. :I.Iocl. nesco Mod. 18TH
Per tutte le gran. obl. a bocchino anteriore, e per la gran. mina da 2·!
Spol. a percuss. ;\,focl. 1885 con innesco i\:fod. 1885
Per la gr an. mina d a 24 se caricata con fulmicotone.
Spol. a percuss. Mocl. 1885 modificata per l'uso del fulmicotone, con innesco Mod . 1880
Per tutte le granate
Spol. a percuss. Mod. 1885 pe1; gran. torp., con innesco Mocl. 1885
Per tutte · le palle oblunghe (da 4;3-
Spol. a percuss. per palle d'assedio e da costa
40-32-24-15)
)87()
con in-
P er s hrapnel da camp. e cla mont. a diaframma
Spol. a doppio eff.etto Mocl. 1887 dà camp. e da mont.
Per tutti gli s hr apnel cli medio e grosso calibro per cannoni ed obici
Spoletta a doppio effetto d'assedio Mocl. J886 con innesco i\:lod. 1885
P er lo shrapnel ·c1a O per mortaio, per lo shrapnel da 15 per mortaio, nel tiro con carica infer. ad l kg.
Spoletta a tempo speciale per mortaio da 9 e cla 15
La capsula neJJa sua posizione iniziale è aisposta così che se anche il percuotìtoio avesse eventualmente ad avanzare non riescirebbe a colpirla.
All'atto dello sparo la capsula per inerzia, vinta la resistenza cli una molla a crociera, retrocede e si viene a disporre nella nuova posizione, effettuando per tal modo una prima concussione o concussione iniziale. Allorquando poi la spoletta urta contro il terreno od un altro qualsìasi ostacolo, il vercuotitoio continua acl avanzare, ed effettuando cioè la seconda concussione va a colpire la capsula e determina Io scoppio del proietto. La spoletta a pereussione Mod. 1385 con innesco Mod. 1885 è pur essa a doppia concussione ed ha un fnnziouai.benlo analogo a quello della spo· letta Mod. 1879. Essa è costituita da un corpo cilindrico filettato esternamente, e nella sua cavitù. interna è sistemato il porta-spillo il quale però non è più trattenuto da alcuna molla, ma ha una c:orsa limitata dalla lunghezza della cavWt libera . La capsula è portata dall'i nnesco ed è inizialmente trattenuta cla una molla a crociera i n posizione avanzata rispetto al porta-spillo, e quindi in posizione di sicurezzf.l.
-
1913 -
'l'.w. IV
3
]j"'ig. 851..
1. Spoletta a percussione mod. 1870 con illllesco mocl. 187H - 2. Spoletta li percussione mod. 1885 con innesco mod. 1885 - 3. Spoletta a tempo moti. 187(] - ,1. Spoletta a doppio effetto mod. 1887 - 5. Spoletta a doppio et't'etto d'assedio mod. 188() con i nnesco mod. 1885 6. Cannello a vite.
:SPOLETTE :
:\IOD.
1876 -
ìl:COD.
1885 -
ìlIOD .
188'i
All'atto dello sparo, per inerzia, vinta la resistenza della molla a crocier a, la capsula si porttt nella posizione di sparo e cioè effettua la prima concussione, mentre poi all'atto étell'urto, il percuotitoio avanza e determina la seconda ,concussione e cioè lo scoppio del proietto. La predetta spoletta Mod. 1885 a\'(mdo un porta-capsula dj peso notevolmente maggiore del por ta-capsnia clella spoletta precedente i\1ocl . 1879, .riusciva molto più sensibile di quest'ultiillil . e poteva quindi essere usata -anche c:011 cariche molto ridotte, cosa che non si poteva fare con la spoletta 1879. La spoletta a tempo Mod. 1876 ba continuato per molti anni ad essere adoperata in servizio anche dopo eh<~ essa era stata sostitui ta dalla spoletta -a doppio eJ'fetto Mod. 1887 per le bocche da fuoco <la campagna e da mo;1tagna. Essa era una ::;polctra a gallerin con miccia sistclila J3nz11icllelli ad -accensione automatica, ed era. composta di un corpo di spoletta e di una testa girevol<~ sovl'apposta al predetto corpo. I due elementi di tale spoletta era no tenuti i nsieme mediante tre viti ·che, sistemate alla base della testa girevole, si· allogavano in .1pvosite uca.n alature del corpo della spoletta, scanalature sufficientemente ampie per .permcttt~re la necessaria rota7.ione clella teRta della spoletta onde assumere la determinata graclua7.ione della spoletta stessa. Nella testa snl)eriore gireYole e vrccisamente nella parte centrale el'a sistemata la ca ps ula .Culminante suscettibile cli muoversi, e tenuta a posto da un -coperehietto avvitato. Dal centro del corpo inferiore della spoletta sporgeva uno spillo che era fisso al corpo stesso e c:ioè uon poteva comurn1ue 1n°anzare: spillo e capsula erano tenuti fra loro distanti da una molla . All'at.to dello spnro la capsula. per ineri,ia vinceva la resisten,,a clella molla ed urtando lo spillo determinaYa l'accensione del polverino della -capsula stessa con che l'accensione si comnnicava all'anello di miccia sottostante. L a durata della combustione della miccia riusciva qnincli maggiore -o minore a seconda del come ern stata graduata la Rpolfitta.
D01a tale spoletta aveva rappresentato al suo apparire e per quei tempi una vera e grande innovazione di perfezionamento, e pertanto con tale spoletta, a, tempo non era possibile · di eseguire il tiro « a zero )) ,ossia contro bersaglio a brevissi ma distanza dalla bor,ea da fuoco : la minima distanza cli scoppio ottenibile wn tale spoletta a, t empo era, di 4 ettometri per il cannone da 7 e di 5 ettometri per il cannon e da 9. Un tale inconveniente venne pertanto eliminato co:i1 la, spoletta, a. <foppio effetto mod. J887. Questa spoletta a doppio effetto :\•Iorl. 1SS7 lrn le s uè parti principali ùi ottone, porta l'appareccl~io a percussione nella parte centr ale secondo
-
1915 -
PAR'.l.'El '.l.'ECNICA
1870-1915
l'asse, ed all'atto del caricamcuto del)a bocca da fuoco essa viene atmata avvitandovi un innesco nella parte superiore. La miccia è ad involucro di stagno a sezione quadrata. Per ottenere il funzionamento a tempo si . toglie un piuolo a maniglia il quale comanda un percuotito~o interno perimetrale aft'.acciato ad una capsula di materia fulminante; si gradua a mano la spoletta girando un anello mobile finchè la su~t faccia conisponda alla graduazione indicante la distanza alla quale si tira, e quindi si introduce il proietto nella bocca da fuoco. Alla partenza del colpo, il porta capsula dell'innesco perimetrale per effetto di 'inerzia retrocede, e battendo sulla punta fissa del percuotitoio perimetrale determina l'accensione della materia fulminante · della capsula e quindi successivamente l'accensione della miccia circolare, la quale abbruciando per tutto il tempo corrispondente aIla dis tanza prestabilita, al termine di tale tempo fa comunical'e il fu oco alla carica 'intern:t del proietto. La durata massima di combustione della miccia perimeti·ale era di 15 minuti secondi. La spoletta a doppio effetto d'assedio Mod . 1886 era costituita da un corpo di spoletta in ottone nel quale era110 sistemati tre giri perimefrali di miccia a sezione quadra ta coute11uta in un involucl'O di stagno. L'anello mobile era in bronzo massiccio, di forma tronco-conica con sporgenza cilindrica, e l'alloggiamento per il percuotitoio del congegno a tempo era perimetrale come nella spoletta l\fod. 1887. Il funzionamento a percussione cli questa spoletta era assicurato da uno spillo di acciaio centrale che all'atto della partenza del colpo veniva opportunamente. liberato, mentre aJlorquando il proietto urtava contro un corpo resistente, tale predetto spillo di acciaio anelava a colpire la capsula fulminante di un innesco Mod. 1885. L·a durata massima di combustione della miccia era di 32 minuti secondi.
L'antico cannello fulminante era in quest'epoca an cora adoperato come cannello d'innescamento, ma unicaµi ente per le artiglierie da campagna, da montagna e per le a1iti.glierie ad avancarica. Tutte le altre artiglierie impiegavano ·ormai il << cannello a vite>> di più sicuro funzionamento, più robusto, e nel quale, all'atto dello sparo la seghetta funzionante da sfregatoio rimaneva unita al cannello perchè opportunamente trattenutavi dà appo·sito dispositivo conico.
-
1916 -
CLASSIP.ICAZIONE DELLE AR'l'IGLIERlE ALLA FIKF: DEL
~t
1914
**
Al princ1p10 del secolo XX per quanto r.igua,rda il muni zionamento delle artiglierie si notano notevoli progressi determinati dai seguenti fattori essenziali: il generalizzarsi dell'uso di esplosivi di scoppio moderni quali il fulmicotone, il trotyl, le miscele di trotyl, la pertite, nonchè dell'impiego della balistite quale esplosivo di lancio; il generalizza,r si dell'impiego dell 'acdaio e degli acciai speciali per la costrnzione delle bocche cla fuoco e dei · proietti~ noncbè l'uso del cwppuccio per fo palle; la possibili.tà cli ottenere la chiusura ermetica della culatta mediante un bossolo metallico od altrimenti con un a.nello plastico; finalmeinte il generalizzarsi dei materiali nei quali la ststemazione delle bocche da fuoco era fatta sn affusti n deformazione. Naturalmente non potendosi per ovvie ragioni di economia eliminare d'un colpo e completamente i vecchi materiali d'artiglieria in nso per il passato e quindi ormai sorpassati, si verificava che mentre già erano in servizio materiali moderni con proietti moderni, con spolette a percussione ed a doppio effetto cli tipo recentis8imo, continuavano ad impiegarsi nella pratica, e promiscuamente, perchè orga,nica,men te a,,;;segnate ai reparti dell'Arma, delle bocche da fuoco di modello a,ntiquato a<l affutto rigido, con proietti di ghisa, con spolette a tempo graduate ancora a .mano, con cariche di lancio e cariche di scoppio costituite da, polvere nera,. Alla :fine del periodo qui considerato e cioè alla fine del . 1914 il materiale i taliano d'artiglieria era classificato oome segue: artigli.erie da montagna, e someggiate; artiglierie da, campagna ed a cava,l lo; artiglierie d'assedio; artiglierie da difesa: artiglierie da, e-osta. I proi.etti e le cariche nsati · da, t.ali artiglierie sono riassunte nel seguente specchio : -
1917 -
SPECIA-
BOCCA. DA
LI'l'À
FUOCO
Mont.
r
Cannone da 65
Shr apnel a diaframma d'acciaio
-
granata torpeéline
idem
idem
Cannoni da 75/906
idem
idem
-
· Cannoni da 7G/9Jll
ickru
ldem:
-
Batterie !Cannone da 70 somegg. Camp. legg.
e
RO I E T 'l' O
I
granata mina
Assedio
Cannone cla 120 A. B e G
granata ordinarìa
Scatoln a mitraglia
idem
' Scatola a mitraglia
GI
idem
I
Can none cl.a 149 .A Shrapnel a d iaframma d'itcciaio
gr anata torpecline
Obice clfl 14$! G
granata ord inaria
Obice cla 210
Shrapn el a diaframma di ghisa
I
idem
Obice da 305
I
-
Mortaio da 149
Shrapnel a d iaframma cli ghisa
Mo1·talo da 210 Mortaio da 260
I
l
iclem
A
Balistite ill fogli - Bos,;olo unito nl proietto
I
Balistite in fogl_i - Bo;; solo un ito al proietto
IBalistite
in fogli - Bos solo unito a l proietto
I
Obice da 149 A c.p. Shrapnel a d iafn1mma d'acciaio
Cannone da 149
e
Balistite in fogli - Bo,;-. solo separato
Camp. pes.
Shrapnel a diaframma di ghisa.
A R l
-
palla
Polvere nera - Balistit in piastrelle decuple
idem
I Ha listi te in piastrelle decuple
--
I
Balistite in fogli - Bo~ solo separ ato
-
P.olYere ner a - Balistit in piastr elle decuple
I
idem
lgran. torp. lgrnn. ,torp. , Balistite in p iastrelle pesante legger a decuple
idem
-
granata ordinaria
-
lgr an1ita torpedine
-
idem
'
I
I
gr an. semi-
perforante
-
1918 -
Pot,·ere nera o balistit in pi:-istrelle decuple
I decuple Balistite
in piastrelle idem
I
Sl'ECI.A.LITA
BOCCA DA FUOCO
PH OIET ' l'O
I
e
A R
I
e
A
I
Difesa
Shrapnel a diaf ramma d'acciaio
Cannone cla 42
Cannone d:1. 57
grnn . a frat- gran. semi- n a listite in .fili
t ura prest.
perf.ornnte
idem
/scatola a mitraglia
Shrapnel a diaframma di ghisa.
granata torpedine
idem
Cannone <la 75 A Shiapnel a diaframma d 'acciaio
grana ta torpedine
-
Canu. d(l. 120 G Cann. da 120 A Cann. da 140 G
Shrapnel a diaframma di gbisa
granai-a ordinaria
scatola a mitraglia
Caun. dst 120 A a sfera
l
idem
iclem
I
Cannone da 87 Mod. 98
iclem
I
Igrossa Polvere
nera
a
grana
Balistite in fili ed in piastrelle doppie Balist ite in fogli
-
1:'iastrelle decuple oppure Polver e pi·ogressiva del N. 1 oppure Polvere a graun gr ossa
-
idem 1
Cann. d a 120 A e cla 149 G r>er batt. a cannoniera min.
idem
idc~m
Cann. da 120 A per toni corazz.
. idem
idem
I
I
Shrnpnel n per installaz. in d ia,-nnnroa tli ghisa pozzo
granata ordiÌiaria
Shrapnel a diaframma d'acciaio
grunatn torpedine
l,
Cann. da l49 A a sfera
Shrapnel a dinframma di ghisa
s
Shrnpnel tt diaframma d'acciaio
Q(IIlH .
da )4()
Cann. da 149 A per install. tipo di bordo Obice da J.4!) G
I idem
Polver e progressiva del X. J ~
Cam1. cla 120 G
Cann. da 149 A e Cann. da 120/40
I
idem
idem
gr,tuata
ordinaria gtanata torpecliue iclem
Shrapnel a \granata diaframma ordinaria di ghisn I
I
l
idem
idem
I
scatola a mitraglia
-
1·~catol.a a mitraglia
-
idem
-
Balistite a piastrelle decu1)!e nnlistite a phtstrelle decuple Polvere progressiva del N. l Balistite a piastrelle decuple idem
P olvere a grana grossa
SPECIA-
BOCCA DA
LITÀ
FUOCO
Costa
e .\
l'HOTETTO
Cann. da 152 R.M. Shrapnel a gran. per f. palla diaframma ace. - gran . d'acciaio · ~his. indur. d'acciaio gr an. mina Cann. da 152
c
idem
gra nata tJalla ghisa indur. d 'acc·iaio gran.
Cann. d a 152 B
idem
Cann. cla 152/50
idem
-
Cann. clu 240 L Cam~. da 240 e
Ol'd.
grau. perf. ace. - Gran. gllis. Ind ur.
idem
tor ped i11c
iùeru
R I
e
A
Balistit e a piastrelle tlecuple
Balistite a piastrelle de cuple o Polvere progr cs s iva del N. 1
-- -
13alistìle: a piastretle •.!ecuplc
Cot·clitc in bacchette
- -
- - g,:annta ordinaria
palln tll ghisa
BalisliLe a piastrelle o Poh·erc progre:;sl va de I X. 2
Cann. cla 254 B
-
Caim. da 305
-
I
-
Cann. da 321
S?;ra11. pcrf. palla d'acciaio - d'acciaio grana t a ghis . Indur. , gran. mina
I
irlem
gran . Pt!rf. d 'acciaio
I
-;r anata ordinaria
Jfm!la di ghisa
Balistite piastr elle
ICordite
Obici 280 280 280 2SO
II
-
da:
e
L A D
Obice cla 305
I
palla d'nccinio
gran. perf. ghisa - L'ob. cla 280 I, ha una granat,1 ltorp. ncc. e
in tubi
I
2
J3alistite in bacchette o Polver e n era vrismatica
-
Balistile a viastrelle d ecuple o Polvere progres Ri·v a del N. 2
-
idem
una granata
I Obice òn 280 K
I
I
-
strisc!e e i n
Balist ite a piastrelle o Polvere progressiva de1 X.
Cann. da 400
ù
tor(). pes.
-
jgran. perf: ace. o ghisa gr an. ))P.r f . d 'acciaio gran. to r p.
,'
I
-
I
Pias trelle decuple
I.E GfUNATlì: DI DIVJ.CRS ~; SI'ECH.:
Si avevano in servi7.io palle di ghisa cla 4GO, da 400, da 321 e da 240, :molto simìli fra loro e per forma esterna e J)cr costituzione intenia : tali ,l)alle avevano l'ogiva con punta conica indur itn, lunghezza inferiore tli tre calibri, e cavità interna a pera ; avevano gli anelli <li maneggio al fon-dello, incavi di maneggio all'ogiva e dt.w e;orone estcnw, cli cui una di forzamento e l'alt ra di centraruento. La car ica interna di scoppio era co-'Stituita da polvere nera a grana fina. , Vi erano poi anche in servizio palle 'Cli acciaio di un sol pezi10 da 400, '(}a 240, da 152, da 149 A. e G. nonchè da l49 C. , fra cli loro tutte simili per forma e per costituzione. Esse er nnç di i1ccinio temperato con ogiva temperata, e tutte quante, ad eccezione clelìa palla cla 14!-) C ., por tavano applicato il cappuccio F i rth : avevano una lunghezza fra tre calibr i e tre ,e mezzo, una corona di forzamento ed una di eentramento; la carica interna poteva essere cli polvere nera a grana fina, opriure altrimenti costituit,a con sabbia e quindi inerte. Esistevano per ultimo le palle di acciaio con fohclello avvitato da 1!05, <la 152/1/ 50, da 140 A, da 37 H.
Le granate erano di diversa specie e cioè precisa,mente : - Granate ordinarie aventi. pareti semplici di ghisa, boc~hino anteriore e c:1;rica interna di polvere nera : nel 1915 tali :granate costituivano u,n munizionament,o antiquato, 1·imasto in servizio soltanto per bocche da fuoco di medio cali.bro di modello vecchio. - Granate a frattura prestabilita che erano del tipo già ,de.scritto per il periodo 1880-19Q0 ed anch'esse nel 1915 erano -di tipo antiquato ed in servizio sol tanto per bocche da fuo-co -antiquate e -cio<:, da, 87 B. e A. , e da 75 B. - Grainate torpedini, clest.ina.t.e acl agi.re essenzialmente per effetto esplosivo e quindi tonnate con pareti sot tili ma r esistenti, e munite di grande carica interna : si avevano per tal modo notevoli effetti contro bersagli costituiti da masse ·<li terra.; gli effotti erano scarsi contro bersa,gli. resistenti, e '8oltainto in un raggio limitn.to potc~vimo impiegarsi contro bersagli animati. Nel 1915 esistevano in servizio granate torpedini di modello antiq ua,t o ed altre di modello recente, e queste ultime erano rappresentate : dalle granate torpedini pl~r canno·ni da 75 A. e 70 A., ed ~wcvano cari<'-he inte1~ne di balistite 12:1
-
1921 -
TAV.
V-
5 6
Fig. 852. 1. Palla cla 450 - 2 . . Granata torpedine da 149 S - 3. Granata dirompent;e. <la 75/906 - 4. Granata perforante per cannone da 305 - 6. Shrapnel di acciaio da 7G/906 - 6. Shrapllcl di ghisa da 120.
LE GRANA'l'E DI DIVEHSr•: SP~:c 1E
compressa o di troty l ; e dalle granate torpediilli per cannoni. da 65 e 75/906 con cariche interne di tr<>tyl. - Simili alle granate torpedini erano le granate dirompeinti che avevano le pm·eti. di maggiore spessore ed erano perciò idonee ad agire con le loro schegge contro bersagli animati ed anche contro busagli legge-:·mente blindati. Le granate perforanti erano sostanzialmente delle granate ordiilrnrie o delle granate torpedini foggiate con punta a<:mninata e destinate perciò a penetrare in hersa.g li leggermente corazzati, ed agire quindi in seguito con potere dirompente_ Esse érano di ghisa indurita o di a<:ciaio, e la loro carica interna. era, di t rotyl per quelle di modello recente, e cli. polvere nei·a, per quelle di tipo antiquato: l 'impiego d<>lle gnL11ate perfornnt:ii éra limitato agli obici ed ai cannoni da costa,. Le granate perforanti per cannone da 254 e da 305 erano dotate di cappuccio Firth, - Si avevano poi per ultimo le grana.te mina, che erano . sostanzialmente granate ordinarie o granate torpedini destinate a penetrare entro bersagli non molto resistenti e quindi itn seguito sconvolgerli per l'azione della loro carica inttrna. Le granate mina avèv.ano spoletta posteriore ritardata ccl il loro impiego era limitato agli obici di. medio cahbro. Per quanto il nome di « granata, mina)) fosse cla.to a molti proietti, soltanto quello cla 149 A pesante campale ne aveva in modo preciso ·tutte le caratteristiche. Nel 1915 .e rano in serviziò anche gli shrapnel : essi erano del tipo a clia.framma,, ma me,11tre quelli cli modello antico erano cli ghisa con ogiva ricavata di getto, quelli di modello più recente erano in ghisa con ogiva avvitata : questi ultimi avevano le pareti notevolmente più sottili di quem di ghisa; in tutti gli shrapnel le pa11ette el'ano costituite da una lega di piombo e antimonio ed il loro diametro cresceva col calibro. I n alcnmi tipi cli shrapnel si ponevano tal volta delle pa]Jette di diametro diverso e ciò allo scopo di accrescere la oona battuta e di favorire lo stivamento delle 1Pallette nel bicchiere. Nel seguente specchio sono indicate le ca.ratteristiche delle pallette. di alcuni shrapnel in servizio nel 1915: I
-
)923 -
PARTE TECNICA
1870-1915 PALLETTE
BOCCHE DA FUOCO Diametro
I
Peso
I
Ntlmero
210
16
23
901
152
25
31
590
149 ghisa
16
23
353
16,3
23,5
5'7,"',
140 obice C.P.
14
1b~
1260
J20 acciaio
14
16
2,~2
7~ A .
12.8 1(95
11 10
122
65
12,1.l
11
216
57
13
12,5
140
acciaio
180
·70
Nel seguente elenco si.ntetico si possono riassumere tutte le spolette che erano in servizio fra il 1900 ed il 1915, e per dascun tipo viene indicato con quali proietti esse erano impiegate, se er ano munite di bocchino anteriore oppure poste. riore, e :finalmente se venivano impiegate con proietti carichi (li polvere nera oppure con altro esplosivo : Le spolette a .Percussione per proietti carìchi con polvere nera erano: spolette Mocl. 79 per granate cla 87 e ·cta 75 B. ; spoletta Mod. 85/ 903 per granate da 321, cla 240, ·d a 210, da 149 e da 120; spoletta Moè,. 89/ 904 per granate da 57 e cla 42. Queste spolette erano a bocchino antm:iore con innesco i11terno, e pertanto erano in servizio miche delle spolette a boe-chino posteriore . per la granata perforante da 280 e per le ptille di modello antiquato da 450, cla 400, cla 321, 'Cla 240 e cla 140. Le spolette a percussione per proietti carichi cli alto esplosivo erano : s11oletta ~fod. 99 per granate torpedini da 210 e cla 149 aventi carica di scoppio di. tulmicotone; spoletta Mocl. 05/ 99 per grannte torpedini da 87 aventi carica cli scoppio di pertitt;?; spoletta Mod. 902 per granata torpedine ·da 87, da 70 e da ·75 con C!lrica di scoppio dì bnlistite; spoletta lVfod. 90fl J)er grnnata dti 75/ 906 dirompente ; spoletta Mocl. 910 per granata torpe-
-
1924 -
'l'AV.
Fig. 853. l . Spoletta a bocchino anteriore mocl. 85/903 con innesco rnod. 85 - 2. Spo letta a boccllino posteriore per palle cariche dì polvere nera - 3. Spoletta a percussione a bocchino anteriore mod . 910 per proietti carichi di nlto e.srilosivo - 4. Spoletta a bocchino posteriore mocl. 9ll per granate cariche <li alto esplosivo - 5. Spoletta a bocchino posteriore per la g-r:rnnta da 280 carica cli polvere nera - ù. S11oletta a bocchi110 posteriore
per g-rnnat~ mirn,1 da 1'19 c. p.
VI
l'ART0 TECNICA
1870-1915
diuc cla 75/ UO!l e da G::i. Tutte queste stiolette ernno a bocchiuo anteriore, ma uc esiste,·ano anche alc:uui ti11i n bo<:cl1ino postc1iore e 11recisamente : spoletta a boc:cliino poisteriore :\I0tl. !/();{ per grnnnra torpccllne da 210 e <l u 140 A. con c11 rìca cli 1,ertlte; spoletta a bocclllno posteriore per granata <la 280 con curica di fulw lcotone 01>pure di vel'Lite; spoletta ìVIocl. OYI a bocch ino posteriore per cnrlche ili trot.vl; spoletta }Iocl. !li-! e spoletta Mod. da 30-3. La spoletta a tempo Mocl. 7G, gii1 prececlentcwcnte descritta ern ancora in servizio e veniva usata 11er gli slu npnel da 120, dn 87 e dn 75 B. Brano invece cli uso più largo e generale le rnrie specie di spolette n doppio effetto. e eioè precisamente : le spolette ad tm solo giro di miccia Mo<l. 87 e ?.Iod. !lO, le quali ave,·ano ancora l'innesco separato dalla spolel·ta; le s uolette n due o pin giri <li miccia i\fo(l. 000, l\focl. OOG, da 65 e da J.4!} le (]nali nvevano l'innesco fa cente par te 'lnLegu1le clell,1 spoletta; le spolette <:ou ruicc·ia ad cli<:a Mccl. SG e iYiocl. !JfJ. entrambe molto simili eomè costituzio11e e come funzionamento, e pertanto entrambe di modello .1nth1nato e con l'innesco separato dnlla spoletln.
In rife1·irnento a.Ile figure qui riprodotte si riLicne opportuuo cli p1·cci!':1n·c i.1 l' u11zioname11to clei va,1'i prototipi.. Per le spolette a percussione a bocchino anteriore. riferendosi al modello 85/903 si rilern d.1e essa è costituita da un eorpo di spoletta in <>ttone nella cui cavWt interna è sistenrnto un percuotitoio con spillo, scorr evole longitucllnalmente. Lo s11illo è- tenu to a posto da una molla a spirale <: la eoncussione iniziale nvviene nell'innesco allorchè alla partenza del <:olpo, la capsula fulminante. per inerzia, vintn la resistenza cli una molla a crociera r etrocede e si arresta nelln posizione Lii scopJ)iO, menlrt' JJOi ~ll'111to sul I erreno, lo spillo ed il nortaspi\lo, vinta la resistenza della mollo a spirnle, avanzano e colpiscono la capsul:1 dell'innesro tleterminanclo l'nccensione della carica di scoppio. Anc·he le spolette del tipo a bocchino posteriore con innesco interno. per proietti earic·hl cli polYere nera. avevano fu n:r.ionamento irlentico nl precectente. Per quanto l'igunrda le spolette mm te per proietti a uorchino anteriore <:ni:Jcali con nito esplosivo, I ·due tipi Mod. 99 e 1\fod. · 95/!)9 hanno f unzionamento e eosllluzione analoghi a quelli del tipo l\fod. S.5/003. precedentemente deserittl. I tre tipi Mocl. 902, Mo<1. OOG e :\:Iocl. 010 sono molto simili frn cli loro, e pertanto riferendosi al tipo Mocl. fJlO nsnta con inne;;eo i\'Iocl. !l10 si rileva <:Ile (';;;;a è costituita ctn un eot·po cli ;;poletta cavo cli bronzo a,ente internnmente un prreuotitoio mobile con spillo opportunamente separato dal1'1.nuesco da nnn ghiera mobile che nella 11osi:r.ione cli sicurez7,a non 1mò r etrnceclere nercllè trattenllla cla nnn molla ad nlette. All'atto dello sp11ro
1926 -
IL ~'UNZIONAMENTO 0 ItLL 8
VARlE SPOU 7l'TID
la ghiera, per iuerziu, si innesta sul percuotiLoio facendo corpo col medesimo e compie così la concussione iniziale mentre una speciale val vola cli sicurezza tronco-conica, posta sul fondo della spoletta, elimina la possibilità ò i scoppi' prematuri. Al momento dell'ur to sul terreno, il percuotitoio, appes anti to dalla ghiera procede in avanti per inernia e cioè effettua la secondil <:orfcussione determinando così l'accensione della carica cli scoppio : è evidente elle allorquando il percuot.it:oio avanza I si apre 1:J valvola di si<:unizza. I vari tipi cli spolette a boccbi.no postc~riore per proie tti carichi di alto esplosivo erano molto simili fra dì loro ed il loro f unzionamento analogo a ,quello della spoletta Mocl. 910 su descritto. Un po' diversa dalle altre è la spoletta a bocchino posteriore per gra.nata mina cla 149, spoletta che è provYìsta cli un congegno cli s kurezza -co11tro gli scoppi. del proietto nell'anima, congegno elle agisce per fol'?m <:entrif uga e per la pressione dei gas della carica, mentre poi la spoletta stessa è anche provvista cli un congegno atto ad ottenere un r itarclo fa-coltativo nello scoppio. Le varie parti sono contenute in un corpo di spoletta ocl involucro, clliuso anteriormeulc da un tavpo a vite con foro centrale e da un disco di polvere nera sottostante. Il · corpo cli spoletta lla una testa tronco-conica con le lettere S (subito) ecl R (rit!trdo). Nell'involucro può girare la spoletta propriamente eletta eh!.! consta cli -due partì, avvitate l'una all'altra e costituenti l'Ulla il fondello e l'al tra H bossolo. Il fondello o parte inferiore ha una cavità interna in cui entra la . .parte posteriore del portacapsula ed il percuotitoio. Attorno a quest'ultimo sono fissati cinque perni sui quali sono imperniati altrettanti nottolini tenuti a posto da un cliaframma a vite con apposito foro per il passaggio ·del percuotìtoìo portacapsula:. Il percuotitoio si appoggia superiormente al -diaframma per mezzo d'i una ghiera ad esso avvitata e costituente la maggiore massa : una freccia sull'orlo del fondellÒ serve per predisporre la spoletta col ritardo oppure senza ritardo. Il bossolo, la cui cavità interna comunica all'esterno con due fori, dei ,quali uno later ale ampio ed obliquo e l'altro assiale a chiocciola, porta .avvitato inferiormente un por taspillo con spillo e due fori obliqui, mentre :superiormente ha un tappetto con quattro forellini. Il foro obliquo sbocca .nella faccia anteriore del bossolo, nella quale vi è · \mche un alloggiamento per una sfera con molla a spirale. 'l'ra il bossolo ed il tappo a vi te dell'involucro della spoletta vi è un anello con un foro che può farsi corri:spondere al foro obliquo del bossolo; l'anello è reso solidale con l'involucro -da una copiglia. Giràndo la. spoletta proprìu mente detta sì può farle pren'<lere due posizioni diametralmente opposte, S od R e quindi far sì che il passaggio dei gas prodotti dalla capsula. clel per cuotitoio avvenga in modo ,i:apido con conseguente azione immediata, od altrimenti far passare ì gas -soltanto attraverso ai forellini dello spillo ed avere quindi un funzionamento ritardato. I 11ottolini cli sìcurezr,a sono imperniati sui loro perni ed
-
1927 -
T ,w. VU'.
Fig. 854
1. Spoletta a doppio en:etto mod. 90 - 2. Spoletta a doppio effetto mocl. 900. - 3. Spoletta a . doppio effetto mod. 900 - 4. Spoletta a doppio effetto. da 149 c. p. - 5. Spoletta a doppio effetto da 65.
IL FUNZIONA';'.fENTO DELLE \.ARIE Sl'OLE,T'l'E
banno normalmente la punta rivolta in dentro, riuscendo così a trattenere il percuotitoio. Uno di tali nottolini e precisamente il primo è trattenuto da un chiavistello a gancio; il successivo e cioè il secondo notcoli.110 non può r otare vercbè trattenuto dal ])rimo, il terzo è trattenmo dal seconclo, e
così via via. Allorcllè p:irte il colpo, il vrìmo nottolino viene liberato clal chiavistello giacchè questo chiavistello è spinto a 1•.mti dai gas della carica, ed allorcbè la Yelocilà cli rot,1 zione del proietto è abbastanza grande il LJrimo nottolino ruota in f uori e libera il sec·onclo che a s ua YOlta liber,t il terzo e cosi. via ViiJ fino a tanto che il percuotitoio, libero cli ava:ozar e; votrà col1:>ire lo spillo all'atto -dell'urto del proietto sul teneuo. Fra le spolette a tloppio el1etto, la spoletta i\llocl. f.l.0 ali un solo giro di miccia è del Lutto simile alla spoletta. Mocl. 87 _ già descri tta. I tipi Mocl. 000, :i)fod. 906, da 65 e cla 149 c. p. a due giri cli miccia, posS<>'lO dividersi in due gruppi clistinti : il Pl'imo comprende11te le spolette i\locl. 000 e cla 65 molto simili fra cli lol'o, il secondo le spolette Mod. fiOG e da 149 c. p. elle b:.nrno cm:atteris tiche :malogh·e. La spoletta a doppio effetto cla 65 è costituita cla 1111 corpo cli spoletta cli alluruinio che porta superiormente un ·fusto ca\·o; sul fusto sono investiti due anelli, uno fisso e l'altro mobile, nei cui interni sono ricavati gli alveoli nei quali è sistemato il polverino compresso che funzion a da miccia. Nell'anello superiore all'origine della miccia è ricavaxo un focorni che mette in comunicazione il capo iniziale della miccia con la cavità superiore rlelln. spoletta 11ella quale è contenuto il congegno di fllnzionumento a tempo. 11 congegno cli fnnzion amentò a percussione è contenuto invece nella c11vità inferiore della spoletta, ed è costituito, come per le spolette a percussione, da un percuotitoio sul quale per concussione iniziale si investe una ghiera che ne aumenta il peso in modo da garantire it fum,ionamento della spoletta all'atto dell'urto sul teneuo. Le spolette a doppio efCetto MCHl. 906 e da J.49 c. p. sono analoghe nel fmnionamento ma clìtl:eriscono nella loro forma esterna sovratntto perehè la spoletta éla 149 ha Io miccia contenuta in tre a11elli mentre nella spoletta Mo<1 . 906 la miccia è allogata in due soli anelli. La spoletta Mo<l. 906 è costituita dn un corrio cli alluminio con fusto a vite forato internamente. Esternamente al corpo cli spoletta è avvitata una corona sporgente cli bronzo compresso che sulla s uperficie esterna ba due incavi per il dente clel graduatore eù un indice per la graduazione. Allorchè · 11uesto indice coincwe con la croce cléll':.rnello 11\obile, la spolettn è in posizione normale e pronta. per funzionare unicamente a percussione. L'ariparecchio a percussione è contenuto in un bossoletto ,ti acciaio, avvitato internamente nella parte inferiore del corpo di spoletta, e consta cli uno spillo che fa parte superiormente del bossolo, di una molla a spirale·, di uua molla ad alette cli sieurezza e di un porttt-c:t))Rula: il portacapsula porta superiormente una capsula tenuta a posto cla un tappetto a vite.
-
1929
PAH'.r[i; '.l'ECNlCA
1870-1915
L'appar ecchio a tempo si compone di un porta-capsula con u na capsula, una molla ad alette di sicurezza. cli una 11iccola molla a spirale e di uno spillo portato superiormente cd esternamente dal bossolo. L' anell0 inferiore mobile, investito sul corpo tiella svolctta, Ila sulla sua superficie esterno. : un incavo ve1· il dente clcl graclualore ; una croce per segna1·e la posizione a percussione, ed uno sfogntoio 1·icoperto da una piastrina ài stagno, in corrispondenza dell'origine della miccia inferiore. L'anello superiore fisso, investito a l di · soJH'H del precctleute, è as1;icurato a l cor1Jo cli spoletta con piuoli prigionieri. Gli anelli comunicano fra tli loro meèiante foconi e nell'interno dì ogni anello sono ricavate le gallerie per la miccia. Le miccie, superiore ed inferiore, sono formate di po!Yere nern a gnrna ftna compressa; esse pertanto non sono !ungile quanto l'intero giro degli anelli, ma finiscono ad una determinata dist:mza dalla loro origine costituendo dei punti morti: fra 11 termine e l'origine delle ruicde intel'ccde il pieno del metallo degli anelli rispetth'i, i quali eYiclentcrnenlt! in tali tratti non sono scanalati. Il funzionamento n percussione cd il funzionamento a tempo sono rispettivamente analogbi a quelli della. spolétta da Gn già descrilti. 11 funzionamento con graduazione a zero si ha allorqua11clo tutti i foconi degli anelli si. corriSJlOndono : in questa posizione Il fuoco si comunica subito sew.;a intenuzione alla carneru di scoppio della spoletta e quindi poi a quella del proietto. Dato il tempo cbe la vampa impiega per raggiungere la carìca iulerna del proietto, lo scoppio del proietto stesso avviene a circa. 60 metri dalla bocca del pezzo.
<li
Gli inneschi per spolette usati nel periodo 1900-1915, oltre ai tipi mod. 79, mod . S5 e mocl. 89 già descritti, erano : innesco mod. 902 per la spoletta a percussione mod. 902; in111.esco mod. 906 per l a spoletta a percussione mod. 906 ; e innesco mod. 910 per la spoletta a percussione mod. 910. Fra le spolette a tempo soltanto quelle di modello antiquato conservavano l'innesco separato che era sempre del tipo mod. 85.
*** Quali arti:fizi per comunicare il fuoco alle cariche di lancio contirnuavano ad essere in servizio i vecchi cannelli a frizione, a vite ed a percussione, mentre poi si erano anche aggiunti inneschi eletttrici, inneschi per bossoli a percussione, nonchè un ca,n nello per bossoli, elettrico e a percussione. -
1930
'.rw. VIII
3
2
5
6
4 Fig. 855. l . Cartuccia innesco a percussione per bocche da fuoco di medio calibro. -
2. I nnesco mod. 910 - 3. Innesco mod. 902 - 4. Cartuccia innesco a percussione ed elettrico - 5. Inneschi per bossoli da 57, da 70 e 75 A. ~ 6. Inneschi ver bossoli rrrod. 912 e mocl. 913 - 7. Petardetto d'innescamento.
PARTE TECNICA
1870-1915
Il cannello a vite di tipo Ol'dinario era co;;t.ituito da un corpo cli ottone con avvitamento estel'no ecl · una testa ver dar presa all'apposita chiave : conteneva una miscela fulmin ante entro un tubicino di C::ll'ta ed una piccola Cal'ica cli polvere a gnrna fin a, none:hè un :fregatoio con rosetta tl'onco-conica che sotto l'azione della cordicella da sparo si forzava nella corrispondente parte tronco-eonica clel fondo longitudinale del c.1nnello, impedendo qualsiasi sfuggita di gas. Questo cannello a vite ordinario era in servizio per tutte le bocche da fuoco d'assedi<), da difesa e da costa le quali avevano apposito alloggiamento a vite nel focone clell'ottnratore, Era poi in servizio il cannello a percussione eletto anche cartucciainnesco, usato per tutte le artiglierie a percussione o trasfonnate a per, cussione non facenti uso cli bossolo metallico. Tale cannello era costituito cla un bossolo tubolare cou fondello e porta-cap,mln, capsula fulminante, iuc:udinetta e carica cli polvere nera a grana fìna , cilindretto fora to e clischetto di carta lucida. Il cannello o cartuccia-innesco elettrico cd a percnssiowi cera utilizzato per cannoni ed obici da 305 e per il cannone cla -i52ii30. BHso conleneva un congegno per il fu11zioname11to a percussione composto di capsula, incuclinetta, cilindretti cli polYere nera, nonc:llè lli un congegno per il contemporaneo funzi onamento elettrico, costituito essenzialmente da 1111 filo di platino immerso in una carica cli fulmi<.:olone. .Allorchè il vercussore balte contro il porta-capsula si produce la chiu, sura clel circuito elettrico e si ha qul>ncli l':u1·ov<:mtamento del filo di platino ed in conseguenza la cont~,mpor:,1nca esplosione della capsula . Per completar e voi la trasmissione della vampa, provocata dal cannello a vite, alla carica di lancio, si usava nelle artiglier ie di medio calibro un petardetto d'innescamento delle cariehe cli balistite : esso era composto cli un sacchetto circol::m ,• cli pe-rcalle contenente polvere a grana fina e sul quale era investito un tubdto cli celluloicle che veniva infilato nel focone anteriormente alla testa a fungo.
Si usavano poi ancorfy degli inneschi per bossoli. da 77, da 75, da 7G/90ù, da fi5 e per obice da 149 c. p. Tutti i pr<::detti inneschi erano fra loro poco dissimili ed il loro funzio-. namento era analogo a quello del caninello a percussione.
'
Per quanto si riferisce t~llé cariche di lancio è a rilevare che alcune bocche da fuoc<> avevano un'unica, cari.ca, mentre altre adoperavano cariche diverse a, seconda dei proietti la,n,
-
1932 -
,, CARICHE DI LA!\ClO
da ti ed a second a dei bersagli da, b1:~tlere. In linea generale si può osservare che adoperavano un'uni.ca earica i cannoni che, lanciando soltanto dei proietti d'urto, erano destinati ad agire su bersagli resistenti verticali, mentre poi, per ovvie (agioni logistiche e .tattiche, f:1:vevano una sola carica di lamcio i cannoni da campagna e da montagna. Viceversa i cannoni d'assedio e difesa, gli obici da. camlJf:1,gna e da assedio n,onchè i mortai aveva.no iir1 genere una ca1·ica massima, e altre diverse cariche ridotte corrispondentemente ad ogni specie di· proietti. Le ca,riche ridotte per alcune bocche da fuoco erano in generale confezionate con gra,niture più vivaci Olllde ottènere notev,oli pressioni. P er la formazione delle cariche di lancio erano usate tanto polveri nere ordinarie, quanto polveri infumi : di queste ultime ,e rano impiegate l,J balistite in fili, pi.a,~trelle, striscie e fogli., nonchè la cordite e la, balistite attenuata. I cartocci costituenti la carica di lancio er,1110 a sacchetto, oppure a bossolo, od aa1cbe a cartoceio-proietto. I sa,cchetti eraino conf.eziona,ti ·con filaticcio e cioè tessuto di cascami di seta, oppure con filaticcio-garza più racl:o e più leggero dd precedente, od altrimenti ancora con tela di lino e di ca,napa, liseiviat a,, o con tela forte di canapa grezza a. :fili incrocia,ti, o con tela di juta. Nei cartocci costituiti co111 polveri infumi il tessuto impiegato doveva, essere perfettamente nen tro . I cartocci a sacchetto a veva,no per lo più forma, cilindrica , con clue fondelli. od anche c-on un fondello solo, ed in tal ca,so portavano untL legatura d alla parte opposta. L11 carica poteva, e$ser-e costituita. da un unico cartoccio, oppure da due o più cartocci i quali prendevamo il nome di elementi di carica: il cann.one da 4,00 a:veva per esempio una ca,r ica composta di sei elementi di polvere nera oppur·e di quattro elementi di balistite, e così a,vevarno cariche composte i ca11noni di grosso cali.bro cl.a 321, da 305 e da 254. I 'er le polveri infnmi e per le polveri prismatiche, allo scopo di reg,oJ are l'Ì.nfiamma:done, il cartoccio unico od aJtrimenti alcuni degli elementi delle, cariche composte, erano mu-
-
1933 -
PAR'l'I•; 1'1,CNlCA
1870-1915
niti di una carichetta di trasmissione costituita da polvere nera. Alcuni cartocci di balistite non usavamo viceversa carichette di tra,smissione perc;hè a,doperavano il petard etto di innescamento. X•'acevano uso ùi cartocci a bossolo i cannoni da 87, da 75 A., da 70, da 149 c. p. , da 152 R.M. e da 152 B.: ta li cartocci a bossolo erano costituiti da,l cartoccio e cla un bossolo di cartone con innesco : la carica di balistite era preventiva,. mente posta, nel relativo sacchetto di filaticcio. Usavano per ultimo cal'tocci a proietto i cannoni da 75/906, da 65, da 57, da 37 H. , da 42 e ùa i37 Il.: avevano ca,rica senza sa:ccltetto i cannoni da 75/ flOG, da 65, da 57 e cla 42; avevano cal'ica con sae.chetto i cannoni cln, 37 B:. e da 57 H . Il proietto era fissato al bossolo e l'innesco era collocato sul fondo.
Notizia bibliografica e delle fonti PER IL S0T'l'0CAPI1'0LO PROlETTI ·
SPOLl!,'Tl'llJ • BO:vIBEl ·
DEL CAPI'l'OLO
XXXI ·
§
INClsNDIVI VARU
5.
(1870-1914)
UGO: L'a-rt'igZieria da campagna (Conferenze al presidio di Torino · Torino, Tip . Vercellino, 1878). C<>LONNETTI G. : Proiettili (Milano, Hoep1i, 1919) D@Fl'lR A. : Note sw· la fabrications des oòus en fonte acièrée (Paris, Gauthiers et Villars, 1917). ELLEt-A Grusn:PPID : Co1·so ma,teria.le d'artiglieria (1.' oriu o, Scuola. Applicazione Artiglieria e Genio, 1872). Guccr Lurnr: Oorso armi portatili (Tod no, Regia Accademia Militare, 1912). ALLASON
-
1934 -
KOTIZIA J3IJ3LIOGRAF1CA
GrnsEPPl~: il:lateriale (l'artiglfor'ia (Torino, Scuola A.pplica,zioue A1·tigiiei-ia, e Genio, 1912-13). ETTORE : Acciaio per profott'i (Roma, Riv·ista d'Artiglieria e Genio, 1903).
MAD,\SCRI
R U BADI
FON'l'I
Atlante (l' A1·tiglieria, ('l'esto e desc1-izioni allegate alle 'l'avole). Dati statistici sugli Stab-il·irnenti e Direzioni di a'l'tigl:ieria (luglio 1914-ottobre 1918). Uartificie1·e d'artiglieria (Laboratol'io ca,riearnento proietti di Piacenza, 1936). La rnetallurgie (Parigi, varie annate). Man·ufaotitre of 1lrt-illery A rn1ni1tn'ition - of the A1nerioa1i 1llachinist - Mo Graw - Hill Book, Company (New York, 1917). MINISTERO ARMI ID l\:IUNIZIONI ; Note sur la fa,òr-ication (les obits en fonte acièrée (Roma, Laboratorio fotolitogtafìco, 1917). l\1IKISTIDno GumRRA : Dis1Josizioni genera.li s11,U'artiglieria e Fogli dfordine dei vari anni. id . I stnizione sulle rn1.tni.~ioni n. 114 (Roma, 1913). id . Re,golmnento sulle oollaud.a.~ioni, visite e m,atr-icola delle artiglierie (Roma, 1897 e 1900). id . Pro-ntitaPio per la ooinp-'ilazione i!,elle richieste per '(Yl'O't;v,ista, clti m,at<:Wiale n . 112 (Roma,, 1912). hl. Regolcwiento per la collMulazfone dei manufatti cl-i 1rw,e8tranze . Ri-vista, d/ .,frti 1;lforio, e Oenio (Roma,, varie a,n id. na.te) . 1\11r-;1sT1::nr~ n,,: LA Gumnnm : La Remie d' Artiller'ie (Paris, varie ISPETTORA'l 'O DELLT<J COSTRU ZJONI D' Alt'.l'IGLlERIA ;
annate). Ttacoolta cU dati sulle A.rt'igli01·,ie della, Regici niarina
'l'ipogrn,fia Sordomuti. J 901).
-
1935 -
(Genova,
PAH1'E TEC~ I('A
1870-1915
§ 6.
CONGEGNI E A PPARECCHI DI PUNT AJ\'\ENTO • TELE METRI ALZI • CRONOGRAFI • T AVOLE DI TIRO
Generalità • Congegni punteria in elevazione • La vite doppia • CongPg n o ad archi dentati = Realizzazione della linea di mira indi• pendente • Disp os iz ioni s peciali pe r i cannoni a sfera e d a cannoniera minima • Il congegno di abboccamento • Il disposit ivo Biancardi. Con gegni di punteria in direzione = Va rii tipi ed esemplari. Imp iego de ll'alzo = Alzi rettilinei = Impiego del quadrante = Gli alzi- qua drante e g li alzi a g uaina - Alzo P edrazzoli - Alzi- quadranti a guaina = Alzi compensatori: vantaggi ed inconvenienti. L'alidada a traguardi - Principii basilari del mode rno puntamento indiretto. Sistemi di p untamento d elle a rtiglierie d 'a ssedio = Impiego degli attrezzi Siacci • Metodi di puntamento indiretto • Alzo automatico Saint Bon. Le con seg uenz e e riper c ussioni dei g r a ndi progressi tecnici = Il puntame nto indiretto integrale - I g oniometri = Cannocchia li prismi di Ignaz io Porro. Congegni per materia li a defo rmazione - Cannocchiali p a noramici da campagna e da m ontagna • Apparecchio Cortese~F a lcon e = Il cerchio di puntamento Cortese 1>e r a rtiglierie di m edio calibro. Cost ituzione fondam entale dei goniometri = Goniometro Buffa • Goniometro Bennati = Goniom etr o Mod. 19 12 = Livelli a doppia graduazion e. Tele metri - Telegoniometri • Goniostadiometri • Esperienze del 1874 a S. Maurizio e del 1875 a Genova • Telemetri interni ed esterni - Telem etri a base orizzontale ed a base verticale • Telemetri a due ed a tre stazioni = E sperienze a Spezia nel 1887 ~- Apparecchi di trasmissione - Cassette di segnalazione dei Comandi = Strumenti a contatore del Passino. Telem etri terrestri - Tipo Gaut ier = Cr onografi e lettrici • Tipo Le Boulengé. Tavole di t iro ~ I nuovi e raz i.onali criteri di fo rmazione • La g raduazione sessagesimale - Tavole di tiro g rafiche - Tavole s peciali. Jì; soltanto jn questo perioclo elle il conr·etto di p nnteria,
vago
<'
trascma,to nei tempi p.L'ec:edenti, si è maturato ccl evo -
1936 -
GENGRALIT,Ì. S UI
COKGU:G.)II D( PUJ'\TIDRIA
luto, .s uperando n1,pidamente e con ritmo sempre più affrett,1to le successive posizioni del suo graduale progresso, trasforman<.losi e plasmandosi al pensiero artiglieresoo moderno tanto che tutti gli sviluppi ed i perfozionamenti d'oggidì erano già rnggiunti prima dello scoppio della guerra europea nel 1914. In seguito sono state elaborate .soltanto poche moclificazi,o ni di perfezfor1amento o cli adattamento, senza, che alcun concetto essenzialmene nuovo venisse f:Lggiunto a quel cospicuo pr1trimonio che in materia era stato intera.mente realizza,to verso la fine del peri.odo che esaminiamo : esso conseguiva {1al fatto che la sensibilità della tecnica era stata acuta e pronta ad a,deguarsi al grancl{'\ progresso che sul finire del secolo scorso avevano fatto le gittate in conseguenza della rigatura e della retrocarica e coll'a,pparire delle polveri infumi, mentre crescevano le celeritù di tiro per la comparsa sul campo di ba,t taglia del freno ·idraulico che trasfo1·mava l'affusto <:ampale in una vera e propria installazione fissa. Grandi. gitta,te, puntamento ·otti.co, sempre maggior importanza di conoscere fa, distanza clel bersaglio, .sempre mr1ggior difficoltà nel misurarla, gra,udi eelerità di tir·o, congegni di punteria, r aipiclissimi e manovrabili senza sforzo, artiglierie, proietti ed esplosivi cli sempre maggiore potenza, necessità sempre crescente di occultarsi, cli coprirsi, cli potersi distac<;are dalla pro,pria linea cli mira avulsa dai pezzi ed impiantata a rHevante distanza da essi, necessità cli poter mirare se<:,ondo tutte le direzio ni e tutte le inclina,ziooi, erano i molteplici fattori, le svariate condizioni, talvolta fra loro contràstanti, che si i.mponeva1no e 00:mplica,vano il problema per· trova,re i :migliori sistemi di punta.ment,o ·ed i più perfezionati -congegni di punteria. 1
Considerand o i (( congegni di punteria in elevazione >> os .:servia,mo che la, ve<~ehia vite cli mira domina tutto questo periodo e continuerà a,d essere aipplicata. anche in seguito, in -cui però, per raggiungere maggiore rapidità di funzio namento, -essa si evolve trasformandosi i n vite doppia. 'l'rovfa.mo perciò ancora la vecchia, chi:occiola, fissa, ma nella sua avvitatura ruota,, alzanclùsi od abbassandosi, una vite cava (femmina,) che -
1937 -
,.
PAR'.l'ls TECNICA
1870-1915
poria, nella sua superfìce inte1·na una seconda avvitatura di.. senso opposto all'avvitatura, esterna. Nel cavo della vite femmina è allogata un'al tra vite (maschia.) la quale, non potendo 1·11otare perchè solidale alla parteinferiore dell a culatta, risponde alle rotazioni della vite femmi,
Fig. 85G - ·Vite doppia.
na con innalzamenti od abbassamenti, ed in ial modo somma .i suoi moti nella vite femmina con i moti di quest'ultima nella chiocciola : la chiocciola pel'ta.nto 010n si muove, eccezion fatta per la lieve oscillazione che essa effet t ua sopra opportune ralleonde adeguarsi alle diverse inclina,zioni assunte dall'intero. congegno nel seguire le rotazioni della bocca da fuoco e non. subire perciò pericolose inflessioni sotto le forti pressioni della massa oscillante. Dapprima il volantino era applicato direttamente alla vitefemmina, ma in tal modo esso partecipava ai movimenti della. vite femmina in alto ecl in basso tanto che poteva giungere-
1938 -
LA VITE DOPPlA
ta.l Yo1ta a pos1z1011i incomode per il servente: inoltre tale volantino era disposto intorno alla vite e doveva perciò essere manovrato con azione intermittente, cfovendo la mano del servente cambiare conti01namenu~ il punto di presa: tutto ciò c-0stitniva una, cagione di lentezza, e pertanto tale congegno venne aip plicato ai nostri materia1i da 75 B. mont. , da 149 G.> da, 120 leggero e pesa,nte.
Fig. 857 - Cavalletto di puntamento.
~ei tipi successivi la vite femmina, fu circondata da una corooa dentata che le dava, mediante chiavetta sulla corona e sca.nalatura sulla, vite, il movimento rotatorio sotto la spinta di 'un rocchetto manonafo da un manubrio esterno alla vite, e quindi ad azione continua e più rapida: ed un ta.Ie congegno fu adottato per i nostri materiali da 87 B ., 75 A ., 70 mo([lt., 120 da difesa, 149 G. da difesa, 450, ecc. ecc. Rileviamo per tanto che in quest'ultima: sua disposizione la vite doppia è giunta fino ai giorni nostri. Merita menzione il primo tent,a.tivo fatto ed applicat o nel materiale per ca,nnone da 75 B. camp. allo scopo cli ottenere l 'aziorne cont inua della vite doppia. I n esso la culatta non a:ppoggia,va, direttamente sulla vite maschia, ma riposava invece sul cosidet to « cavalletto di puntamento >>, imperniato -
1939 -
P.\l!'l ' E J'EC:1'1C:A
1870-1915
presso le 01·ec-chionierc e sostenuto dal fondo inferiore della vite m.aschia, : in tal modo il volantino calettato all'estremo superiol'e della, vi.fi i femmina, presso hL chiocciola, poteva avere azione continua : tale tentativo fu però presto e con vantaggio sostituito dalla coppia ,d i corona dentata e rocchetto. La vite doppia rimase nei materiali destinati alle bocche da, fuo co a tir.o radente e cioè per i cannoni, dati i loro piccoli amgoli di inclinazione; ma. per le bocche da fuoco a tiro curvo essa non sarebbe stata conveniente, ,s ia perchè nelle grandi inclina1,ioni e rnei ritorni alla posizione di caricamento, la ma.novra del pezzo, sebbene abbreviata. per quanto possibile, riusciva sempre ai non grande rapidità e quindi troppo lunga, e . ia per il grande spostamento longiLudinale del pu01to d'appoggio della culatta : per queste nltime artiglierie e cioè pe1· gli obici e sovratutto per i mortai occorreva un sistema più rapido ed agente sotto tutte le inclina.zioni della bocca da fuoco. Un tale sistema consiste in uno o due archi dentati applicati alla bocca da fuoco, aventi il centro sull' asse deg'li orecchioni, accoppiati a rocchetti sistemati nell'affusto e comandati da ruote o volantini; sistema però reversibile, che esigeva congegni di frenatura, e quindi conve11iente soltanto per batterie a tiro lento e cioè per materiali destinati per obici da1 149/ 35 con arco eccentrico sull'affusto, per obici da 240 da difesa, per obici da 280 da difesa, nonchè per mortaio da 149, mortaio da 87, mortaio da 210, mortaio da 240 . .Il congegno ad a-r chi dentati continuò pertanto a diffondersi nei periodi successivi ed in:6 ne nelle nuove e-ostruzioni odierne, nelle quali prende il posto della vite di mira anche per i materfaJi dei cannoni e dei piccoli calibri, giacchè tali artiglierie utilizzano l'intero settore verticale, eseguiscono frequentemente il tiro nel settore superiore, ed hanno invariabilmente preponderanti in volata. Nel peri,odo che consideriamo gli ultimi congegni di pU(l1.· teria in elevazione apparvero sugli affusti a deformazione ed in quelli da campagna, e furono desti.nati a realizzare la cosidetta « linea, di mira indipendente ». Questa, indipendenza tra la linea. di mira e la, posizione -
1940 -
RlllALIZZAZlONE DEU,A LINEA DI :VIfRA J.KOJPEJNDENTID
che la bocca da fuoco assume a seconda della distanza del bersaglio, era necessaria nei nuovi materia,l i a deformazione, capa.ci di grandi celerità di tiro, per ottenere che il puntamellto rimanesse invariato durante tutti i cambiamenti di alzi conseguenti alle successive forcelle dell'a,ggiust.a.mento del tiro.
Fig. 858 - Archi dentati.
P erciò il congegno cli punteria in elevazione ebbe una nuova.funzione e cioè: di inclinare tutta la massa oscillante, compreso lo strumento di puntamento, fino ad a,ssumere l'ang,olo di sito; quindi, lasciando immobile lo strumento cli puntamento, di inclimu·e ulteriormente il cannone dell'angolo di elevazione dovuto alla dista:nza dell'o,b biettiv-o da battere. Però negli affusti da montagna a deformazione da 65/17, materiali di minuscole dimensioni e destinati àd essere scomposti per il someggio, ·non fu applicata la linea di mirà, indipendente. I n tali materiali il congegno di punteria in elevazione era del solito tipo a vite d·o ppia·, ma per la necessità -
194.1 -
P .\l:'l'E l'ECN f C.\
1870 -1915
òi adattarsi ad un matel'iale a pl'eponclcrante anteriore. il ~ongcgno stesso era molto avanzato e portato contro la sa,la. · Con questa dispùsizione gli oreccllioni della massa O.'Cill ante risul taYano all estremo posteriore, e tutta la massa po tevu. I"inculare anche alle grandi ele~,azioni sen7,a affondare nell' affusto, affusto che era ancora clel tipo a coscic rani-
dnate. Anche l'affusto a deforma7,ionc da 149/ 12 Mod. 14 non con~edeva l'indipendenza dell a l~nea di mira, dato il tiro relativamente lento di questa bocca da fuoco ; e, come il prece<lente, era incavnkato con orecchioni completamente arretrati .affinehè, nelle gr:mdi eleva7,ioni, 1a culatta non risulta ·se troppo bassa e fosse <Jui01cli eventnalrncnte soggetta èl!Ò. urtai'e eontro il suolo : i1I consegueJ1za il preponderante della ma. sa <>scillante era completamente anteriore, e perciò il congegno di punteria in elevazione, del tipo a vi te doppia, era molto spostato a.vanti fin presso alla sala, e comandato con oppor tuni i-irnancli : anzi il prepondcl'ante di quest-0 medio calibro <:ampale era così fo1·te da non permettere l'azione clcl congegno di pm1teria, e pertanto il movimento di qucst'nllimo era i111tegrato ùa, dne equilibratori, primo eserupio del genere nei nostri ma.lei-i.ali, e cbe in i;.eguito divenne comune anche nei materiali da montag·na. Gli eqnilibratori erano due robuste molle ad elica contenute in bossoli d'ac.ciaio, le quali , interposte fra culla ed affustino, col quale uWmo giravano duralllte i movimenti di direzione, sostenevano la maggior parte del preponderante, rendendo cosi facile e rapido il fnnziona,m.ento dello, vite cloppia. L'azione degli equilibratori ern continua, poichè la resistenza di uina molla a,cl elica aumenta, con la compressfone; e perciò diminuendo l'eleva7,ione, anmenta,~a il preponderante ed insieme ad esso la resistenza degli eqnilibratorf, le cui molle si comprimevano: aumentando l 'elevazfone avveniva evidentemente il contrario. Gome abbia!ILO accennato, l'indipendenza della linea di mira fu introdotta, nei materiali da campagna capaci di grandi celerità di til'o, e si ottenne sdoppiando il congegno di pun-
19!:? -
I!'ig . 859 - Congegni d i elevnione e dire;,;ione da 65/17.
)I
l'.\RTF TECNICA
18i0-191:5
tel'ia, in elernzione in due movimenti distin ti, comandati separatamente. Questi due movimenti, ottenuti con due vohrntini di.stinti, vennero realizzati nel materia,le da 75/ 27 Mod. 906 a, vite doppia, applicando: un comando alliL vite femmina che spo. stava tutta la massa oscillante, compveso lo strument-0 dì puntamento, fino acl a~snm ere l'angolo di si to; ed un altro
Fig . 860 - Congegni di elernzione e direzione da 149/12.
comando alla vite maschia, che, mentre inclinava ul teriormen, te la ma-ssa oscillante dell'angolo di elevazione, per mezzo di una trasmissione cardanica comunicava un movimento uguale e contra,rio allo strumooto di puntamento che perciò rimaneva. immobile e puntato, così come era stato disposto dal movimento della vite femmina. Invece nel materiale da 7F>/ 27 Mod. 911 i due movimenti distinti furono realizza ti più semplicemente, in quanto che,. come è noto, il cann.one fu incavalcato su una slitta ad aloni~ -
1944 -
F'ig. 861 - Congegno di elevazione da 75 mod. H06.
PA RT-0 '.L'ECKI CA
1870-1915
unita all'assale per mezzo della culla. L' apparecchio di puu teria in elevaz:iJone risultò quindi duplice e congegnato secondo l'anzidetto concetto. Inferiormente alle testate delle code vi era1110 due settori
j
\I
o
o
'
l!'ig. 862 - Congegno di elevazione da 75 mod. 911.
che sostenevano una traversa di. posta sotto la mas a oscillante. Due manubrii, alzando ,od abbassando i settori, potevano cosi per mezzo della trave1·sa far assumere alla massa o~cillante ed allo strumento di puntamento l'angolo di sito : -
1946 -
i
!!'
CO KGIWNI
oer
CANN'ONI A Sl•'l•;[{A ED A CAN NON'IERA MINIM A
ìl cannone poi per mezzo di una coppia di arco dentato e rocchetto, inclinandosi per ~uo conto rispetto alla slitta, assumeva esso soltanto l'angolo di elevazione, senza che il rimanente della massa oscilla,1lte, compres-o lo strumento di pun· tamento, subisse alcun movimento. Non si possono chiudere questi brevi note sui congeg'Ili di punteria in elevazione del periodo 1870-1914, senza accennare a quegli speciali congegni applicati ai can:noni a sfera ed a cam1oniera, minima. . Questi cannoni, appunto per mantenere '. molto rWotte le dimensioni della cannoniera, per i movimenti in eleva,zione avevano l'asse di rotazio·ne situato nella volata o quasi; conseguentemente il preponderante delfa culatta, era fortissimo, nè sotto alla culatta era possibile allogare un con gegno a vite, sia pure doppia,, od a.ltrimenti e peggio un eoltlgegno ad a rchi dentati. Per ciò nell' affusto a sfera t roviamo unà robustissima asta verticale a dentiera che sostiene la, culatta ed è comandata. da un vohtnte a, manubrii di un metro di diametì·o e con movimento dernoltiplieato ottenuto mediante tre ruote e tre rocchetti cle:ntati con rapporto da 28 ad J ; vale a dire che per spostare di un dente l' asta a dentiera occorreva, far ruotare di 28 den ti il rocchetto motore; e pokhè quest'ultimo aveva 14 denti, occorrevano due giri del vola,n te cli comando per far sa.lire o discendere di un dente l'asta a dentiera, e con essa la. culatta. I nvece negli affusti a, cant11oniera minima, per il congegno di punteria non bastò più neppure il rotismo a grande demoltiplicar.i.one, ma fu necessario acldi.rittura un elevatore idraulico· sotto forma: di un grosso stantuffo in cui la pressione era comunica,ta per mezzo di tnbazizyni dall'esterno c-0n nn dispositivo usato anche nelle torri costiere da 400; mentre per gli affusti in torre corazzata si impiegò un contrappeso di dischi di ghisa,, che per mezz-0 di una treccia metallica :flessi.bile poggiata su una puleggia di rimando agiva all'estremità dell'arco dentato del congegno di punteria, equilibramdo e facilitando cosl l'azione del rocchetto esegi+tta a mano con un v,ola,nte che agiva sulla dentiera dell'arco medesimo. · Fra, i congegni di punteria può annoverarsi ù111 meccani-
1947 -
,.,
> ~
>-3 E::
,-;
*z >-1
(')
>
,_.
_,
00
I-'
o
~
,_.
tO
I-
(O
O\
I<' ig.
863 - congeguo di elevazione degli affusti a sfcn1.
CONGEGNO DI ABBOCCAMEì:\TO
smo caratteristico di quasi tutti gli a.ffusti da, difesa, di questo periodo, dett-0 « congegno di abboccamento >>. Nelle installazioni in casanrn,tta, in cui la volata si protendeva fuori della ca,nnoniera, interessa.va che durante il rinculo la volata, stessa si abbassasse dalla, posiz~one di eleva,zione in cui il pezzo aveva sparato, per non battere nella volta della cannoniera e per non dover dare alla camnoniera stessa delle dimensioni eccessive: a tale scopo sotto la culatta erano sistemate due sbarre verticali scorrevoli che sporgevano inferiormente da,l l'a,ffusto ed appoggiavano coll'estremità inferiore a rotella su due rotaie a profilo speciale che risalivano lungo i lungheroni del sottaffusto: avveniva così che durante il rinculo le sbarre, seguendo il profilo delle rotaie si sollevavano e 00n esse si sollevava la culatta, mentre conseguentemente la volata si abbassava o, come si diceva allora, si abboccava. Questo congegno fu ideato dal generale d'artiglieria Giuseppe Biancal'cli, il cui ricordo si impone alla nostra devota ammirazione ogni qualvolta si trattino questioni cli materiali d'artiglieria. Come già fu ricordato Giuseppe Biancardi, originario di Menaggio sul Lago di Como, era nato a Milano l'S agosto 1839 e (lopo aver fatto come volontario le campagne del '59 e del '60 era entrato nell'Arma d'Artiglieria nella quale pe1·corse tu tti i gradi fino a tenente generale, conchinclenclo la sua vita laboriosa: nel 1906. Mente versatile e geniale, attivissimo e fecondo studioso cli ogni questione artiglìeresea, per le sue proposte e pe1· le sue realizzazioni lasci<> tracce marcate del suo passaggio nell'Arma nostra, fra cui. gli affusti ad aloni snodati, l'installazione del carn1one da 450 da costa ed un affusto ad eclisse con sistema di frenatura e ricnperazione idropneumatica, anteriore di ben due anni al famoso e· notorio sistema del maggiore Moncrieff, che vi giungeva dopo di avere successivamente abbandonato i sistemi a contrappeso ed a molle. Ma la gloria del generale Bia.neardi è l'affusto da cainpagna scudato a deformazione, del quale già fu a lungo parlato e che ègli con singola.1·e chiaroveggenza ideò, costnil e presentò vent'anni . prima che in Francia Venisse presentato il materiale Deport. È doveroso ricordare ancora qui che il Biancarcli, con la tenacia e la forza d'animo' dei grandi ingegni, per tutt:1 la vita difese il suo materiale, ne presentò altri modelli, e discutendo e polemizzando dimostrò, con la sicurezza dell'uomo convinto e con la convinzione dell'uomo sicuro, uno spirito . aperto, preparato dallo studio e clall 'esperienza alla certa previsione della nuova via per cui d·oveva compiersi l'evoluzione del materiale da canrna1rna. ! E il tempo assicurò il trionfo delle sue idee : egli moriva nel
-
1949 -
l!'·ig. 804 · Congegni <li olevai.1lonc pec· n.ffusti a c:amwnicra miuima .
PARTE TEC~ICA
1870-1915
Fig. S65 · Congegni di elevazione per affusti in torre corazzata.
t
-
1951 -
.. , ... -- - - -. - - ; I
- -- --'
Fig. 866 • Congegno ùi abboe:c:imento.
(;0XGEG1'1
or
PUi\TEl:L\ 11' OfHE½IOXE
J.006 nllorchè andte l'Italia, seguendo I·e!;empio delle altre Nazioni, adottnYu un materiale scu<lato a deformazioue. ma costruito da una Casa straniera.
Venendo Ol'a a parlélre dei « congegni di puntel'ia, in direzione>), rileviamo che nel pcl'iod-0 1870-1914, quale n uovo. elemento nell'evoluzione dell'afl'nsto, compaiono i primi congegni di punteria in ùirer,ionc. Dapprincipio essi fur.,ono det,;Unati al « movimento in dir·er,ione >> clei g1.·ossi e pesanti a,Jiusti da clifesa, di quelli in casa.matta. e degli affu sti per mol'tai, riposanti su robuste ed immobili piatlaforme di legno; ma sul nnil'c del periodo 18701914, anche gli affusti cl.1 campagna, in conseguenza delle continue necessHà provocate e ri<:hi estc dalle c1·cscenti cclc~rità. di tiro, Yennero pron·isti di un c:ougegno di punteria in direzione. Tale congegno 11011 era pertanto destinato per i grandl movimenti, per i qnali data la leggere½ut degli affusti da campagma, continuarono e continueranno a r imanere in uso quali congegni primordiali e ru dimentali la forza muscolare dei serventi e le manovelle o leve di puntamento , ma venne invece adotta,to per potere r apid a.mente e senza incertezza ultima,1·e e rifinire il puntamento, i~1iziato grossolanamente con lo spostamento dell'intero affusto. Nei sottaff.nsti cla difesa, le ruassic(;e rotelle cli ghisa rotolanti su rotaie -circolari furono dappri ma munite cli fori sul cerchione 11er l'introduzione òelle manovelle per ottenerne In rotnzlone, e quindi poi cl.i corone dentnte presso la periferia comandate da rocrh<'tli e manubri : sistema quest'ultimo ehc produceva la rotazione delle rotelle e quindi il movimento dell'affusto in moclo piit 11otevolc e preciso che non quello ottenuto con le manovelle. Gli affusti per mortai presentavnno invece uon. base circolare, appoggiata su grosse piattaforme in legname e contenutn fra due i·otaie a zampe. ~nch'esse circolar!, ira le quali la base circolare poteva assumere i necessari spostamenti ln dire:1.ionc. Il roo,imeuto era rlnto o con manovella, come per il mor taio èla J4!J; oppure pe1· mezzo di una coppia di rocchetto e dentiern l;ircolare, e precisllmentc rocchetto applicato alla piattaforma e dent iera ndattata all'affusto per il mortaio da 210; o viceversa 1·occhetto applicato all'affusto e dentiera ad:1ttatn alla piattaforma per l'obice da 280 ; -oppure anche mediante catene di Gall a!>sicurnte all'affusto e i ngrananti -con un rocchetto fisso alla ])iattafornrn come ricr il mor taio da 240. Infine >nelle torri corm~zate si avevn una m ota dentata centrale impiantata sul 'fondo della torre, mentre u n roc:c·h<'llo con coppia conica, - assicurato nll'nffusto, a sua volta soliclale alfa cupola, - cl:.iva il movimento al com·1)\esso affusto-cupola .
126
-· 1953 -
rARTE TECNICA
1870-1015
lt'ig. 867 - Rotelle con fori di direzione per sottatiusti da difesa .
1/
.. 1/.
Fi~.
6S - Rotelle a corona <lPntata di direzione J)er sotta~usti da difesa.
-
1954 -
CONGEGNO DI DIRIDZIONE DA
75 A.
Fu pertanto nei materiali per artiglieria da campagna che il congegno di punteria in direzfone rappresentò un vero progresso, in quamto che modificò l'affusto nella sua caratteristica essenza classica introducendovi una parte mobile meccanicamente, e concorse ad accrescere quella celerità di tiro che un complesso di altri fattori, qua,li l'affusto a deformazione, l'invariabilità del puntamento, il cartoccio a proietto,. , l 'otturatore ad un sol movimento ed il graduatore automatico tendevamo a r aggiungere, e che in seguito realizzarono conse guendo una celerità di tiro di circa 30 colpi al minuto. Il primo di tali congegni di punteria jn direzione apparve nel materiale da 75 A., in cui l'affusto era attraversato in testata da un am1}io foro verticale nel quale poteva ruotare il grosso perno del cosidetto affustino mobile che al dl sopra del perno si innalzava con due brevi aloni muniti di orecchionier e. Du chiocciola della vite di mira era provvista di due lungi.li orecchioni e poteva spostarsi trasversalmente nell'interno dell'affusto secondo i 1·ichiallli di 1111:t vite orizzontale con volantino, vite che si avvitava oppure si svitava nell'orecchione di sinistra della chiocciola : tale chiocciola era collegata con tiranti all'aJl'ustino e gli comunicava i suoi movimenti, cosicchè il cannone, che ri posava cogli orecchioni sull'affustino e con la cnlalta sulla vite di mira, poteva spostarsi a destra od a sinistra iIL.,;ieme con i propri appoggi, e con possibilità di movimento verticale in qualsiasi punto del settore orizzoutale. Naturalmente questo settore non poteva essere molto esteso e ciò per . ragioni di stabilità conseguente dalla costitu1>:io11e dell'affusto ad una sola coda ce11trale; tale settore era infatti cli soli 3 gradi a destra e cli altri 3 gradi a sinist1·a, sufficieri'terneute ampio però per il r apido completamento del puut.n mimto anche clopo, la ricaduta dell'impe1rnata nella quale il vomero elastico trasforma.va il rinculo dell'affusto rigido del cannone cla 75 A. L 'atl'ustino si trovava anche nel materiale a deforma.1,ione da montagna da 65/17; però in questo tipo, . allo scopo già accennato di ottenere forti eleva:>;ioni. tino a 20 grndi senza dover aprire le fiancate dell'affusto per far posto nel rinculo alla culatta, la massa osclllante, e cioè cannone e culla, portava gli orecchioni sulla sua estremità posteriore : e per conseguenza, l'affustino con orecchioniere era sistemato sull;affusto in post i:io11e molto arretrata, e sull'affusto stesso poteva assumere un movimento secondo un arco cli circolo avente il suo centro nella vite di mira, che situata presso la s:i.la sosteneva il preponderante d.i tutta Ja parte anteriore della massa oscillante. I movimenti dcll'aJJ\1stino in dire1>:ione e cioè di 4 gradi a destra e di 4 gradi a sinistra erano comandati da un volnntino azionante una coppia
-
]!155 -
PARTE 'l'ECì'-' [ C.\
1870-1!)15
Fig. 809 - Coni,:egno cli direzione da ,.,
A.
- - - --9- -
Flg. 870 - Congegno dl tUrcr,ionc eia 75 mod. 906.
-
195G -
CO .\"Gl-)G~l 01 DlHEZl0);1,; O:\
i"i)/ ;27
)I00.
90Ei
E -'10D.
911
ill OA
149 / 12
tra.:;;Yersnle costituita da una Yite disposta nell'affusto e (la una chiocciola a!Jogata nell'llfiustino. ·Aualogo al congegno da 75 A. per pi:epomlerante posteriore, era il congeg110 del cannone cla. 75j'27 Mod. 906 nel quale per?> U congegno di punteria in elentzione non partecipava agli spostamenti in direzio11e, in quanto che sosteneva il porta-ci111a sul (rtiak con un perno verticale era imperniato il complesso culla-cannone, ed il movimento era <lato cla um~ coppia trasversale vite-chiocciola, assicura ta la prima alla culla e la seconda al porta-culla. Altro esemvlare del per iodo che ci i nteressa è n congegno Llel cannone da 75/21 l\:Iotl. Ull uncora 111 servir.io, e nel quale la massa bran(leggHrnte 1,mò t uotare iu u n telaio \'Crllcale rican1to s nlla sala stessa : il congegno · cli punteria è per<:i~ molto semplice, separato ed indipendente cla'g li altri, il che costituisce la crmtlteristica peculiare di tutti i congegni applicati a questo materia.le. 11 telaio della sala porca un ampio arco clentato orizzontale, sul quale ingrnua nna vit~~ tangente assicurata alla parte posteriore della massa brundeggia11te. Oua catena cli Gall t rasmette alla vite tangente, cbe troYasi nella va rte interiore dell'aiì'usto, gli impulsi di un volantino superiore: il settol'e orizzontale, da t:i la stn1ttura organica dell'at1:usto del ti.po a dne cocle, è estesissimo e supera i i°i'l gradi. Ultimo esemplare di congegno' di JJunteri:1 in <lirezione del periodo 1870-1!:JH è quello del materiale per l'obice campale vesante da 149/12 M.od. J.4. Anche in questo materiale le orecchiouiere erano arretrate del tutto per la necessità di non avere parti della urnssa oscillante che, nelk grandi elcvnzioni, n inissero a t rovarsi troppo vicine al suolo, e che conseg\lentemente e anche .v cr il fatto che il freno adottnto in questo materiale era a lungo rinculo costante, all'atto elci rinculo non vi fossero parti della massa oscll\ante che anelassero aclclil'lttura ad urtare nel suolo. Per ta le ragione l'affustino presentava il perno molto arre1'rat.o, ecl il congegno rootol'e di direzione, coslituito cla vile e chiocciola e che concedeva circa g rndi 2,5 per parte, era applic:nto alla par te anteriore élell'a11'ustino al quale appositi rimandi t n1smetteva no l'azione del volantino sistemato in posiziorn~ arretrata più comoda per il puntatore.
Il periodo dal 1S·,o al 1914 è quello in cui si afferma l'impiego indiscnsso dell'alzo, e ciò perchè il punb1n1ent.o, ,col continuo crescere cl:ella gi.tta,t a - e cioè di quel gran parametro i::uscita.tore di. ricerca e di. progresso in ogni. ramo della tecnica artiglieresca - diventa complicato e difficile , e pertanto l'alzo si evolve, sj. perfeziona, assurge a forme e dimensioni imprevecl.nte. e cJiwmta elemento di primissima, importanza. ]957 -
PAR'l'ID 'l'ECJS"ICA
18'70-1915
Fig. S71 - Congegno di òir e-;;ione da 75 moò. 911.
GLI ALZI
Su di esso, studiato e modernizzato, specia,l mente sulla fine del periodo qui consid(~rato, appare possibile di fondare le più arrischiate speranze tecniche tanto che la tattica e le norme di impiego dell'Arma ne vengono fondamentalmente sconvolte. Gli ·alzi rettilinei, muniti di ·bra,eci e regoli orizzontal i a tacca di mira scorrevole trasversalmente, conservarono ancora per diversi anni quelle forme e quelle caratteristiche con cui €ra1110 giunti dal periodo precedente, ma in breve la tecnica, in continua ascesa, colÌlindò a risentirne gli inconvenienti e · l'insufficien 1,~1 . Fino a che i cannoni. avevalllo sparato poco oltre la di:stanza di punto in bianco, gli alzi erano rimasti di dimensioni tollerabili; ma oolle aumentate gittate e per le conseguenti i nclinazioni, le loro lunghezze diventavano eccessive : appunto per ciò gli obici ed i mortai, per i loro grandi angoli di tiro, non avevano mai ricevuto · l'alzo, ma, av,evano sempre impiegato il quadrante. Gli alzi mi11acciavano perta,nto di assumere lunghezze impensate: mentre alle picoole elevazioni essi sporgevaino al di :sotto del tallone fino ad urtare l'affusto, corrispondentemente ai grandi a ngoli, a,n che nelle artiglierie campali, non resistevano a,l tormento cl.ello sparo. A.cl ovviar-Ei a tali i010onvenienti una prima idea fu quella, di costruire gli alzi incurvati) aventi i l loro centro cli curvatura sul mirino e furono chiamati cc alzi ,quadrante»; una seconda soluzione fu pr·o posta subito dopo per costruire gli a.Jzi in due pezzi, rientranti l'unò nell)altro :a guisa di telescopio e chiama.ti cc alzi a guaina)). Con gli << alzi quadrante>) si realizzava anche l'invariabilità della hm:ghe;i;za della linea di. mira, in quanto che la tacca, a swstamento nullo, si spostava, sopra una circonferenza avente per ·c entro i,l mirino; con gli << alzi a guaiina >> si otteneva la comp ensazione delle variazioni di alzo conseguenti a- variazioni -di gradua1,ione per comportamento anormale delle spolette. Il primo modello di aho a, gua,ina fu l'a,lzo Pedrazwli per cannone da campagna da 87 B. Mod. 80/98, che si compon eva di una guaina nella quale scorreYa a cremagliera un'asta, la cui testa sosteneva la tacca di mira ecl un livello· l.ongitu-
1959 -
l '.·\ll'.l:W TECXICA
1870-lfll;i
din,1le: il tutto avenle un:uni<:a cnnalnra, con centro snl midno. Sull'asta erano incise le graduazioni in ettometri, gradnazioni elle colltinuavano sulla grn,tinn. :Nelle piccole elevazioni si i-;posta:rn la ·ola a::;ta nella guainu che rimaneva immobile; nelle grarn!li elevazioni allo spostamento dell'asta si a,gginngen1- andic lo spoR(:nnento delhl, guaina lungo il foro
Fig. 872 - Alzo r e<.1ra7,:-:oli da 87 B.
del tallone di culatta in cui la gua,ina stessa era allogata : in ogni caso era eliminata la sovet('hia sporgenza dell'alzo al di sotto del tallone. Su questo alr,0 Pechazirnli troviamo pei- la prima, volta un livello a bolla d'aria. Qnesto piccolo, modesto e rudimentale. livello fu rnclle nostl'c artiglierie campali il primo passo. sulla via dei moclel'lli e perfezionati pr,o dotti ùella tecnica artiglieresca che si afferma1·ono in seguito e che furono pertanto tutti. fondati sul pri11cipio di un piano orizzontale de. terminato da una bolla d'al'ia, e clie, con l'indipendenza delle linee di mira e degli alzi, poi-tarono il puntamento ottico e panoramico all'odierna perfor.ione. . Per Ja prima volta col livello si poteva eseguire il punta, merito indiretto; ma poicbè l'alzo era a posizione fissa, e sprov-
1960 -
ALZO P EDRAZZOL!
visto di graduazione di sito, ei-a :neccssal'io che l' angolo di sito venisse anch'e!i>~O tra,d otto in alzo ed aggiunto all' alzo effettivo dovu to alla distanza: in t al moclo, segnata sullo strumento una divisione che cong1obava elevazione e sito, si cent ra,ya la bolla agendo alla vite di mira, ed il cannone assumeva così il necessario angolo cli t fro.
Fig. 873 - Ugo Pedraz.zoli.
L'alzo Pedrazzoli permetteva, poi la: cosicletta « compen sazione delle variazioni d'alzo >). Al riguardo devesi ricordare che ta,nto l'alzo quanto la spoletta erano graduati in ettometri e mezzi ettometri, ed era regola fondamentale di oond-0tta del fuoco che la gradua,zione d'alzo e quella della spoletta dovessero in variahilmente essere uguali, per poterle indicare con un solo comando. Ora se a tiro perfettamente aggius tato a percussione, cioè ad alz-0 perfettamente determinato, si fossero verificati scoppi a tempo troppo alti o troppo bassi, si sarebbe dovuto variare la sola spoletta e cosi si sarebbe avuta sconcorda,nza fra alzo t: spolet ta : si decise perciò che, in omaggio al principio della eguaglianza di dati, si dovesse variare anche l'alzo spostando -
1961 -
PAP.'.J:l:l 'l'ECNICJ\
1870-1915
l'asta; ma che poi si spostasse, di eguale qua,ntità ed in senso opposto, la guaina nel sno tallone, compensando cosi il movimento dell'asta. In tal modo la lunghezza d'alw - complessiva cioè di asta, e di guaina - non si sarebbe alterata, e perciò la traiettoria sarebbe 1·ima,<,ta, invariata, mentre la, graduazione avrebbe ricevuto la necessaria correzio111e, e la concordanza fra alzo e spoletta, sarebbe stata rispettata. Per la compensa.zi011e, sulla guaina era incisa una graduazione simmetrica rispetto al proprio zero, di punti jn alto e punti in basso, ciascuno dei quali, alle normali distamze di combattimento, compensava mezzo ettometro sull'al7,o; il quale mezzo ettometro sulla spoletta, spostava lo scoppio di mezza altezza (1). Questa questione della compensazione si era già presentata anche negli alzi rettilinei e senza guaina. Nella parte superiore di essi scorreva un tubo che portava la C31POC· chia ed il regolo orizzon tak Il tubo in posizione normale sporgeva dall'asta dell'alzo di 25 rom. In tal modo la tacca di mira, una volta fìssato l'alzo, poteva assumere dei movimenti di compensazione per 25 mm. in alto o in ba,sso con g'li identici effetti sovra accennati. Naturalmente anche il mirino avrebbe dovuto essere sollevato di 25 mm. ; e pertanto questo alzo detto « alzo compensatore )), non ebbe seguito perchè fu superato dall'avvento degli « alzi quad1·amti a, guaina ». Anche la compensazione non doveva però avere lunga vita, poichè era di esecuzione abbastanza complicata e clava luogo a frequenti errori: mentl'e d'a.itra parte era poi neppure del tutto logica, percbè, pretendendo di far andare d'accordo l'alzo con la spoletta, si otteneva, tal volta che l'accordo stesso non si a<:.corda,a con la distanza reale, e questo era veramente un ia1c-0nveniente molto grave e praticamente inconcepibile. P et· ciò nell'afao da 75 A. che seguì quello Padrazzoli, trovfamo a,n cora la forma quad1·ante e la guaina, ma non più la compensazione dell'al?',o, giacchè in questo materiale si era,
(1) Esempio: alzo 22, spoletta 22, - Scoppi a tre altezze, pun ti in basso 4, spolett a 24. - Scoppi giusti.
-
1962 -
Alzo 24,
ALZO DA
75
A.
adottato un graduatore a ma no sul quale fn facile introdurre, oltre la graduazione in ettometri, a,n che una sec-onda graduazione correttrice, che, in: caso di anormale funzionamento della spoletta,, spostasse il dente di presa senza alterare la graduazione in ettometri nè sul graduatore, nè in conseguenza sull'alzo.
Fig. 874 · Alzo da 75 A.
(~uest'alzo cla 75 A . portava inoltre permanentemente unito il livello cli sito, coma,ndato da un bottone e provvisto di apposita graduazione. Si era così ormai sulla vera via del progresso perchè era possibile di fissare separatamente sullo strumento sia il sito, sia l'elevazio(Oe. Il puntamento indiretto, uni-ca forma, possibile ed a.derente alla, futura tattica delle batterie campali e che dominerà incontrastato la tecnica moderna ed imporrà i più complicati ed ingegnosi strumenti, diveniva sempre più agevole e sempre più frequente : maturavano per tal modo i germi della moderna punteria. Ed ecco vicino a quest'alzo che non poteva, anoora da solo provveder-e alle esigenze di un punta.mento indiretto integrale, - quale pertanto ormai i tempi reclamavano e l'eeo d'ol-
1963 -
PARTI-: 'l'EC~ICA
1870-1915
tra.lpe i-ipctcrn di contiuno, .,_ so1·gere u11 altro nuovo st1·umento atto a completarlo dandogli modo di svincolarsi dalla linea di mira natul'ale, da cui solanto il conseguente succes sivo puntamento ottico potrà liberal'lo. Questo nuovo strumento integratore fn l' « alidada, a tra.g uardi >> disposta s ulle culatte <lei pezzi e sul « cerchio di clh-ezionc )) del comandante di battc1·ia. Quest'alidada poteva impemiarsi e rotare snl centro di un cetchio graduato in gradi, ricaYato sulla parte superiore della 1!ul,Ltta : e uua volta fissatala t~lla divisione ordiw1ta si poteva, tragu11rclanclo per due l'itti, impia11lati alle estremit,\ clcll'a.lillada, e porta,nti l'uno una feritoia e l'a.ltro un filo verticale, puntare a q nulsiasi fah;oscopo, facendo a,ssumere al pezzo la necessaria direzione per il tiro a puo1tamento indiretto. Il Yalore dell'angolo di dfrc;,.ione era ricaYato con analoga alidada sul cerchio cli puntamento clel comandante di batteria, cei-chio del tutto simile a quello dei pezzi ma graduato in senso inverso. Coll'alzo si dava poi l'inclinazione centrando la bolla dopo aver (lato sito ed elevazione sulle rispetti ve graduazioni. 0011 ciò il puntamento indiretto era pertanto a ncora affidato a due st1·nmenti separati, ed a loro volta ancora imper· fetti. Spccia,lmente imperfetto era quello per la direzione e ciò a causa della vicina,nza del filo e del traguardo dell' alidada distanti fra loi-o di soli 20 centim. circa : pertanto i principii basilari del moclel'no pu n tarncnto ind iretto già erano tutti sfruttati, ed era ·c-0sì possibile cli puntare a qualsiasi falso. scopo sul completo giro dell'orizzonte e stabilire quindi i dati di tiro, come ron i mode11nissimi istrumenti, per ap·pro:fittare di qualsiasi coper tura dietro la quale venisse appostata la batteria, per sottrarla alla vista del nemico. Il livello a bolla d'aria del l'alzo PedrazzoH ed il cerchio di culatta del cannone clfli 75 A. hmrno nella storia del puntamento dell'Artiglieria ltHliana un'enorme importanza, giacchè essi rappresentano la prima pietra miliare della nuova via, in cui la sensibilità. sempre desta ed acuta nei nostri studioi::i, nei nostri inventori e nei nostri tecni ci. sping-eva, 11 -
1964 -
I
Pnli\"CIPII OEr, sIODERNO
PV.IS''l 'A::\JENTO
INOIHl-:'L·1'()
puutamento in una sempre più jntima aderenza al pensir1·0 tattico che si andava man mano evohendo. ln qu esti due rudimentali strnmcnti era già contenuta l 'essenza, del divenire del puntamento d'artiglieria: nulla più
Fig. 875 - Alidada u traguardi da 75 A..
poteva esservi aggiunto, nè lo 'fu. Nei tempi successivi si ebbero perfezionamenti, modificazioni, applicazioni nuove, ma null'altro di nuovo fu introdotto nel campo ormai brillantemente chiuso dalle colllcezioni scienti:lìcbe e tecniche che sue-
1965 -
l'ARW '.l.' lsC~ICA
1870-1915
cessivaruente avevano proùotto e perfezionato le prime r~zzazioni dell'alzo Pedrazzoli e del cerchio di culatta. Anche oggi i più ammirevoli strumenti d'artiglieria non sono fondati che sulla livellazione di un cerchio sul quale 1·uota un piano di mi.ra. : livello e cerchio.
In questo periodo , nelle artiglierie d'assedio già da tempo si praticava e si con tinuava a impiegare un sistema di puntamento parzialmente indiretto, ma che sostanzialmene e secondo i moderni criterH non poteva considerarsi tale in qua,nto che esso el'a basato su un puntamento ini¼iale eseguito in modo diretto, ed effet tuato su un falso scopo artificiale disposto nel piano di direzione o quasi, e distante dai 15 ai 45 metri dalla batteria, incontrando così tutti gli inconvenien ti che conseguivano dal ricorr,e re a falsiscopi tanto ravvicinati. Questo sistema di puntamento parziailmente indiretto tendeva sovratutto ad ottenei-e le seguenti finalità: la maggior celerità e precisione clcl puntamento; la possibilità di continuare duralllte la notte il tiro sul bersaglio battuto durante il giorno; la sicurezza del puntatore che poteva maggiormente addossarsi al parapetto delle battede normali, giacchè egli operava presso l 'orecchione anzichè dietro alla culatta. 'l'ale metodo era insomma un vero riporto di puntamento derivante -dal bersaglio a.nzichè da un f.alsoscopo preventivamente stabilito, ed essenzialmente esso serviva soltanto nel tiro contro bersagli fissi. Per eseguire un siffatto puntamento si adoperava la serie degli « attrezzi Siacci >>, regolamentari per artiglierie a retrocarica e ad avancarica, serie di attrezzi che possiamo annoverare tra gli strumenti di puntamento dell'epoca,. La serie Siacci comprendeva : l' « alzo di culatta >> dal quale spol'geva in fnori un bra.c-cio con micrometro inclinato di 4l> gradi verso il basso o verso l'alt.o ; l ' « alzo di orecchio01 e )), a,pplicato ad un orecchione e guardante verso la culatta per modo che a, tale alzo poteva operare il puntatore salend o fra affusto e rnota, e volgendo le spalle alla volata; il « fal -
]966 -
e ):===-=-=--=-.----- - -- - - ~v ,____)
C)
C?
o o
IN "' e
"t o
C)
C?
\J
_,,--C)- . /
PAR'l'l!l 'l'ECNlCA
1870-1915
soscopo )>, tavolettUi qua<.lta con ba,rHozzo che di noUe veniva sostituito cla una lantc1·na.; lo « scol:>iHtore )), regolo pentagonale portante sulJe facce cinque graduazioni, in eia cuna delle quali le divisioni avevano un intervuUo diverso, e precisamente di 17, o di 20, o cli 25, o cli 30, o <li 40 mm ., nonchè un cur ·ol'e a tallone, scorrevole sullo scostatore. Con questo sistema di p1111tamento la linea di mira er<1 ancora vincolata alla bocca da fuoco, e perta.nto l'unioo fal soscopo irnpiegalJile non poteva, essere che artifLciale e vicino; 110111 si a.vevano ancora in quclFcpoca installazioni a cleforma½ione, che a.ssicm·assero l 'inYHl'Ìabilib'~ <lel pun tamento, ruent1·c poi gli affusti d'assedio l'i.gidi, dopo avere all' atto Llello spa1·0 rincnla.to sn I paiuolo, ritorna rn.no in ba;tteria_ scendendo dai cunei-freno, urn, come è ovYio, non riprenclenrno in generale mai l'identica, posizione clH~ ave vano prima dello sparo. QuesLa l1ifferenza fra le dne posizioni dell' affusto , data la prossimtià del falsoscopo alla batteria, dava luogo a<l cnori angolairi cli puntamento cbe potenrno ,~ssnme1·e valori rilevanti e peniò inammissibili. Due fnrono pertau1to le soluzioni escogitate per ovviarvi: o riportare H ppzzo esattamente nella posizione d.:.t esso occu pata precedentemente allo sparo, ma tale manovra riusch·a all'atto pratico troppo lnnga e fatico~a ;. oppure misurare di quanto il pezzo si era spostato clil lla posizione primitiva e tenerne conto sulla. gra<luazione di scostamento. Quest'ultima soltrnione si rendeva, possi.bjl.e coll' impiego deg'li « attrezzi Siacci )). All'nopo il puntatore rmntava il nczzo sul bersaglio con l'al?:o tli culattu, nel moclo nom1:.tlc; ultimato il puntamento e prima di fa r partire il colpo. si recnva all'nl7,o cli orecchione e, trnguardando attr:werso il forellino fli qucst'nlzo ed Il micrometi:o clell'alzo cli culatta, puntav.ì esattamente al barllozzo t1cl falsoscopo, .ftssnnao u tnl uopo un conveniente alzo e scostamento sull'alzo cli culatta, - alzo e scostamento che per la loro natura erano e venivano per ciò clenominnti « fittizi )), - w0ntre poi opcrnnclo ani,logamentc sull'alzo cli orecchione veniva n fissare sull'u17.0 ste:;:so un alzo e uno scostamento detti « contr:111.0 e <'ontroscostamento i>. ~ da notare che Il falsos('OJ)O nmh·a si tuuto dietro al pezzo a nnn clist:,nza d:ill'alzo di culatta JJUl'i a l7, 20, 25, i:10 o 40 volte la distanza frn gli alzi cli culatta e cli orecchione. a seconda clei casi e deJlo spazio ùisponibile; e pertanto
-
1968 -
PUNT1UIENTO CON r}IMPIIiJGO DlllG LI
ATTRJDZZI . SIACCI
tanti erano i pezzi e oltrettantì clonwano essere i falsiscopi. · ,'1 seconda della clist:rnza elle si scegliev11 per pone il falsoscopo, si impiegavo. la faccia tlello scoslatorc che arn,a le di,isioni intcnallate di un analogv nurucrn cli millimetri, e s u tale .faccia si fì:i;saYa il cursore in corrispondenza alla divisione uguale nl m1111ero di milllruet1·i del cont.roscostamento che per tal modo risultiwa. Disponendo quindi l'estremftà dello scostatorc contr.o il g1\\'ello piìt biisso di 1111a ruota, si inchiodaYa sul paiuolo un lislello jn COl'l'ispondenza del cursore. Tutte queste operazioni eviclentcmente erano effettuate semm omo,ere comunque la bocca eia fuoco che già inizialmente ero stata rmntatn al bersaglio. In tal lllodo n pezzo, prima di spai-are, si trorarn scostnto clnl listello inchiodato sul paiuolo, cli tante divisioni di scostatore quanti erano i milliuwtri cld controscostamento segnati sull'alzo cli orecch ione ed ottenuti nell'opernzìone di 1nmtamento nl falsoscono. Partito il col))o e ritorna to il pcz;,,o in batteria, si misu ra va nuoYa· mente con Io scostatore l'intenallo fra ruota e listello, ed in base al nuovo numero così letto sI chi va un identico controscostamento: in tnl modo, puntando.. nuonimenle nl falsoscopo si ,·eniYa a tener conto del fatto per cui il 1iezzo dopo lo sporo non era tornato esattamente nella posizione dl prima. Questa corre7,ionc si otteneva cosJ pcrchè un mill/ ruetro di controscos wmcnto spostnnt il puntamento sul falsoscopo cli un numero di mil!! mctrì p:Hi al rapporto fra la distanza. del ftllsoscopo dall'alzo di culatbt e la distanza dell'alzo d'orecchione dallo stesso alzo di culatta: rappor to che co1Tisponòe,·a all'interrnllo in millimetri della faccia corrispondenté dello scostatore (1).
Il procedimento da seguirsi in tutte le varie operazioni permetteva così di cl ivi clel'e le oorrezioni clovute allo spostamento del pezzo nel ritorno in batteria da quelle dipendenti (J) l!}scmpio: falsoscopo distante drill'alzo di culatta 20 volte la distanza fra i due nlzi; contros<"ostamento prima dello spnro S millimetri e perci•) sco~Latore grncluato a 8 sulla faccia a divisioni intervallate di 2Q mm.; inchiodatura del listello in conlspondenza del C'nrsore dello scostatore ; sparo della bocca eia fuoco; ritomo clell'aO'usto in batteria; nuova misura con lo scostator4;! s ul quale si legge l'indicazione l'isultante. Supponendo che tale i ndicazione ·dello scol'<ta tore segni D, poichè prima dello s paro il controscostamento era cli S mm . ciò significa che il pe,;1zo si è spostato sul pajuolo di 11 meno 8 ossia di 3 divisioni di 20 mm. ciascuna, cioè di 60 mm., cli cui bisogna correggere il puntamento sul falsoscopo. Ma siccome il l'apporto fra la distanza clel falsoscopo e quella fra i due alzi è stato assu nto pari a 20, cosi un millimetro cli controscostamento cor reggerà 20 mm. sul fal· soscopo, cioè una divisione cl i scostatore : si dovrà perciò correggere li controscostamento di tanti millimetri quante sono le divisioni di cui ha ··:iriuto lo scostatore, e si dovrà quindi poi puntare r·1ovamcnt!o, al falsoS<"Opo col nuovo contros('ostamento che sar à 11.
127
1969
PAHTB '.l' ECNH..:A ]
"i0-1V15
dalle osservate deviazioni del tiro : le prime si facevano, come si è visto, sul oontroscostamooto; le seconde, in gittata ed in direzione, variando in conseguenza, l'alzo e lo scostamento fittizi segnati sull'alzo di culatta. Cambiando bersaglio oc:co1·ren1 puntare direttamente su di es.so e poi, a pezzo punta,to, collocare il falsoscopo, determinare alzo e scostamento nttizi, contralzo e controscostamento, ed eseguire la. misurazione collo scostatore. Un a,lt.ro metodo di puntamento indiretto, praticamente laborioso e lento, ei-a quello che col pianta,mento di paline si eseguiva con lo squadro-pl'isma ol'<linal'io, e cioè costituito da ·un prisma tagliato a qual'to di ottag,ono, che permetteva di misurare angoli retti e cli tra,cciare allineamenti O!'togonali. l\fa il sistema non serviva che in caso di coperture basse e poco e~tese perchè tracciato un a.Uincamento Yerso il bersa,gJio, fuori della copertm:a, con succe::-:sive battute ortogonali doven1, essere possibile di costituire altrettanti allineamenti passanti per ciascu110 elci pezzi. da puntare, e paralleli a-1 pl'imo : su di essi si disponernno delle pa.Jine e le risultanti pa,· rallassi si correggevàno con lo sL:ostamento. Ogni pezt,o puntava qnindt : alla conispo ndente sua palina in dfrezione, e col livello in cleva;1,ion e. Dopo il rinculo i pezzi , se da campagna, doYevano essere riportati c. attamente nella posizione occupata prima dello sparo, ed all'uopo p1·ima delhL pal'ten;1,a del col po si segnava sul terreno l'impronta delle rno te e dell:1 cocla. 'rrattandosi di a,r tigliel'ie d'assedio, i clati cli puntamento ricevevano nna correzione sul oontroscostamen to corrispondente allo spostamento lat,era1e misurato con lo scostatore. Non pnò :finalmente passal'si sotto silenzio una forma di afao tutta particolare, intr<)dotta, per il puntamento diretto su una superficie di. livello, quale è quella, del mare : vogliamo cioè parlare dell'a,lzo rrntomatico. Questo « al7,0 automatico » fu i.deato dall'ammiraglio Sim-011c Pacoret di Saint Bon da Ohambery ed .iipplicato a talune installazioni da costa,, spe· <:ialme11te per il tiro 11 palla. Esso era congegnato i111 modo -
1970 -
ALZO SAI N'.l' BON
tale pe1· eui pet puntare ad un oggetto sulla superficie del mare, ba,stin-a muovere soltanto la bocca da fuoco per mettere iu movimento pezzo ed alzo, sicchè quando la linea di mira passava per il be1·sRglio, la bocca. da fuoco aveva. assunto l' inci-iltazione (11Ccessaria pet colpirlo, senza che si fosse cl:ovuto c:omuinque graduare preventivamente l'alzo, e senza che f.osse quindi neces~al"io di conoscere la distanza del bersaglio; questa dista11za veniva viceversa in cl icata, clallo strumento stesso, che perdò in un certo senso fmnionava come un telemetro a base Yetticale. Quest'alzo del Saint llon era fondato sul principio che, data una batteria postata a una certa altezza sul livello del mare, ogni a ngolo di sito non può p1·odursi che ad una determinata distanza, e soltanto a quella, e viceversa; e perciò Ria, l'angolo di sito che l'angolo cli el evazione SQno funzioni tuticamente della distanza. I n conseguenza per una bou :i_t da fuoco postata, ad una determinata quota sul livello del mare, :--i può i-itenere a priori che qu alunqn,e sia l'inclinazim1e che l'ssa pi-ende, tale inclinazione risulta composta clelFangolo di sito, conispon<lente ad nn punto clella . nperfioo del mare ad 1111a determinata dista.mm, nonchè clell' ang,olo di. eleva,zione necessal"io pe1· colpire quel punto : nè con tale inclin ..1zione della bocca da fuoco considerata è possibile colpire punti a òistauza diversa. Risulta perciò che a, ciascuna inclinazione corrisponde un a determinata distanza, e sicoome per tale distanza si conosce l'elevazione conispondente, basta disporre di uno strumento capace di far assumere a,ll'alzo l'elevazione relativa alla di.starnza che conisponclc· all'inclina,zione presa dalla bocca da fuoco. I n tal modo, avendo la bocca da fuoco assunto una posizione che t ien conto dell'angolo di sito e di quello cli elevazione, se l'alzo assumei-à l'elevazione i-elativa, la linea di mira risulterà diretta a quel punto per cui il pezw ha già, assunto l'angolo di tiro, diretta cioè a quel punto che sarù, colpito. In altre parole, muove,ndo la bocca da fuoco per puntare per ~sempio ad una nave, l'alzo automatico si sposterà contemporaneamente e l'estremità della, linea di mira, correnclo innanzi sul mare, passerà per tanti successivi punti, pe1· i qua.li nei medesimi istanti il can111one assume l'inclina-
Hl71 -
l'AR'J:E TECNICA
1870-1915
zione neces al'ia per colpiJ:li ; al101·q uando la linea <li mìra avrà. raggiunto la nave da colpire, la linea di mira dovrà essere arrestata e pertanto in tale istante anche la bocca da fuoco dovrà esser~ fermata, a,endo assunto l'inclinazione necessaria per coljpire la nave (1) . P e1· l'uso dell'alzo automati.co nelle artiglierie da costa, imperniato sulla cuhl,tta,, si a,·cva un disco con bordo « a voluta>>, ùi~co che ingranando con una dentie1·a fissata a,l l'affusto rotava, maH mano che il pezzo. s.i inclina.va. Il tra.cdato della voluta era tale per cui l'alzo che Yi appoggia,Ya sopra veniva a spo tarsi a seconda dei movimenti della bocca da fuoco, rea1i,,,za11clo oontinna.mente la perfetta corrispondenza fra elevazione sull'alzo ed inclinazione sul pezzo, e manteneva il puntament-0 sul punto che il pezr.o era stato posto in condizioni cli colpire. Naturalmente le volnte-tLlzo erano diYersc a seconda d<'ll~ bocche da fuoco, della loro carica di la ncio (che pèrò era sempre la ma,ssima) e tlelhl, quota delle batterie sul livello d·el mai-e.
* .... In questo periodo di tempo, e proprio a caYallo del secolo scorso e dell'attu4lc, si delinea il momento in cui più mar · cata.mente, per i giganteschi passi della scienr.a, si compiono le maggiori evolnziorii della tecnica. e specialmente della chimica, dell'elettrotecnica, della rnetallnrgia e delle (:,ostruzioni (1) Esempio : quota della battet·in 100 metri sul Ji,·ello del mnre; 1: perciò dota una ipotetica bocca da fuoco, HYl'ClDO: alle distanze 1000 2000 4000' 3000 600'.J _2500 -2000 sito -10000 - 5{)<>0 -3300 inclinazione +7600 + 500 +6500 +t52oo +21700 elevaziO!lC tab. +2400 +5JOO + 9Soo + 12700 +J97<>o Basterà perciò che l' alzo ai.1tomatico assuma. un angolo d'elcvnzionc di 24ov qua ndo il pezzo hn un'inclinazione cli - 76-0°, perchè tanto In linen di mirn qua nto il proietto ,adano n colpire un punto del mnre distante 1000 metri clalla batteria; e così via cli seguito per le altre cl istanze, e per t utte qnelle interm0clle.
-
1972 -
lL
PUNT.UIEN'l'O l:'\J)IHl,::ero
I)l'l'EGHALE
meccaniche. Quest i continui progressi della tecnica genera.le incalzavano e di e::;si non poteva non valersi anche l' Artiglie. l'ia che di tutto si serve, che a tutto e tutti serve nei campi più svariati della $CÌenza, dell'arte, delle a,rmi ed altresì delle pacifiche costruzioni; i . nuovi tratt amenti ·dell'acciaio accom-. pagnandosi ad una più esMta teorica della scieùza delle oostruzioni e della resistenza dei materiali, concedevano omoge. neità, resistenza e leggere7,za alle bocche da, :fuoco, ai proiett i ed ai materiali artigliereschi in genere; le polveri i nfumi ad azione progressiva scemava,no le corrosioni ck\lle armi ed a ccrescevano le velocità iniziali; mentre poi le armi portatili di pari passo &eguivano il ritmo clelle a.rtiglierie . Contemporaneamente e conseguentemente le forn1azioni della fanteria, per riclmre la loro vulrnera,bilità, $i diradavano, si ·aprivano e tendevano u, celarsi, tanto che occorreva poterle raggiungere sempre più lontano ed e:f:Jìca,cemente colpirle a distamze sempi'e ma,g.g iori. Le batterie d'artiglieria a lwo volta, non potev..n10 più esporsi con1e in passato senza correre il rischio <li esser,e in poco tempo distrutte; anch'esse dovevano quindi celarsi dietro coperture nat ura.li clel terreno, o quanto meno sfruttare i con seguiti accrescimenti delle gittate per aprire H fuoco a distanze tali per cui -esse 1ion presentassero facile b(~rsaglio al nemico e fossero 1 per quanto possibile, poco o 1pm1to visibili ad occhio nudo . Era venuto pertanto il momento del « pnntarnento indiretto integrale })' del quale il livello da 87 B . ed il cerchio di . cuhLtta cla 75 .A. già eramo stati i parziali precursori. L'av vento clelFaffnsto a deformazione ch·e assicurava l'inva1;ia,bilità del puntamento, diede l'ultima spinta, a siffatta realizzazione. I pezzi in batteria non vedevano più il bersaglio, in altri termini per rispetto ai bersagli essi erano on11ai diventati eiechi, e · pertanto era non soltanto logico ma necessario che .non potessero conservare su di essi le linee cli mira, le quali vennero perciò disl-0cate a distanza dai pezzi stessi, in luoghi donde · si vedessero i bersagli, coneentr:mdole nel cc goni,ometr-o )), piceolo ed invisibile strumeinto dal quale partiva quindi l'unica e vera linea di mira· cli tntta la batt eda. -
1973 -
l'AIITE 1'FCè\TCA
1870-1.915
Conseguentemente alzi, cannocchiali dei pezzi, falsi:scopi ecc. non servirono che a collegare i pezzi a qncsta: linea cli mira divaricata dalla batteria; tacehe cli mira e mirini fu. rono abbandonati e sostituiti da cano1,occhiali a pr-i:smi dovuti al nostro Ignazio Spiri to Porro da P inerolo (1.), ufficiale del genio militare particolarmente competente in questi011j di fisica 0 cli ottica, che fin òal 1850 aveva proposto e costruito tali appai-ecchi che permettevano 1a rotazione degli assi ottici su di un -sol punto, rotazione che non era stata mai raggi unta colle linee di mira a due punti distinti. Tali ca,nnocchia.Ji a prismi c1'a,n o panor.amici e l'isolvcvano il problema ottico di permettei-e la visione normale per tntte le posizioni dell'obiettivo a giro cl'orlzzònte, senza che dovesse perciò muoversi l'oculare, evitando per tal modo al puntatore cli dover si muovere per girar e insieme col cannocchiale. Quei-to risultato veniva ottenuto molto scmplicemeilte con l'interposizione fra il sistema obbiettivo e quello oculare di un (1) Ignn1.ìo Spirito Porro no<:que u Pinerolo uel 1801 e morì a Milano nel 1S7ii. U!liciale del genio militar e nell'Esercito piemontese fino al JS42 i-i occupò cli. ìmportanti Ia,·ori geocletico-topogrnfici, propose vari! metoclì ai rilievo, iàeò e costruì alcnni dispositivi struJ11entalt interessanti varil camp; dell'ingegnc1·la. D:il J842 al 1861 svolse, prima a ~roriuo poi a Pal·igi uuu geniale atti,ità cli costruttore cli apparec<:lli e congegni ottici. Tornato in Italia nel lS6l Insegnò celeri mensura prìma a Firenze e poscia a )lilano dove fondò il (< 'l'<'cnontnsi.o Itnlia:O:o ». Im·entò il « c:rnnoccl1iale stereogonico », modiiìcnzione geniale de\ di· stam:iometro Montanari-Creen-Rcichembach, e costruì un primo modello cli cc tacheometro»; modificò uoi il cannocchiale stereogonico In alti·o anallatic\,, e nel 1855 riuscì n dividere in quattromilo ))arti un cerchio di :35 mm. di 1·::iggio. Acl illustrare i suoi studi e le sne reali1.zazionl egll pubblicò nel 1S.'i4 a 'l'orino 1ma memoria sn e< Ln 'racheometri~ » ed un'altra su le « Applica, ?:ioni della celerimensurn gcnert1lc parcellarin ecl altimetrica in Italia)>; PCl a Fircn7~ nel 18G2 un'altra memotin ;;u la « Crenzione del. gran libro fondiar io». Nel campo clegll npparati b:ti::imensori si deve al Por ro l'aJ)J)arato a una sola sprangn con collegamento . ottico meclinnte cannocchiale panfocale, adoperato poi clal Padre Secchi. A. lui si deve il « principio mctrofotograflco » eQ. il primo modello del « fotog-oniomctro ». nonchè l'introduzione -del « mez,10 ottico a pt·i;;mi )> 11er rnccorcinre i rannocrhiali e quindi il · prismo-squ aclro, il pogliontometro, ecc. ccc. -
] !)74 -
CAKNOCCfIIAL! A PlUSlliI
prisma t1·apezioiclale isoseele )), a piano cli simme~ria orizzon tale, d·e tto raill1ri7,zatore o a tetto; questo prisma era girevole intorno all'asse verticale, sul quale rotava l'obiettivo, e descriveva, angoli metà di quelli descritti dall'obiettiv<> stesso, sicchè quando ~'·obiettivo aveva compiuto un intero giro, il raddrizzator·e aveva. rotato solamente di me7,ZO giro. Il rap- · porto ·Costa1nte fra, i preclf.'tti angoli di rotazione faceva, sì _che, qualnnque fosse la posizione dell',obiettivo, il raggio entrato
<<
F ig. S,, · Ignazio Spirito Porro.
superiormente useivfL dall' oculare superiormente, quello entrato a destra usciva a destra, ecc. eoc. senza che si avessero inversioni o ca.pov,olgimenti. L' artiglieria da campagna con studii ed esperimenti numerosi éercò subito di · applicare tali sistemi di puntamento i1ndiretto e di utilizzare all'uopo gli strumenti ottici che ne 0onsentiva11-0 la. realizzazione, e pertanto sl ipuò constatare che l'artiglieria da campagna si a,ffermò risol utamente per l'adozione di tali nuovi 'metodi di punta mento, mentre le artiglierie d'assedio e da difesa, .tolte dalle loro batterie fisse e dalle ca,Bamatte delle fortificazioni., e lancia.te anch'esse sul campo di battaglia andarono evolvendosi con cerchi di puntamento e goniometri d'a,ssedio. A questo punto devesi rilevare ehe ormai. l' Artiglieri.a italiana, anelando man nrnno adottando mRteriali moderni e -
1975 --
l ' AHTE
1'1-:c:-rc.\ 1870-l!JJ 5
semp1·c rium ovantesi, andava anche fatalmente per dendo la possibilità. di man tenere in servizio stm me11 ti, congegni e sistemi di puntamento che in passato, e _pel' periodi di tempo abbastanza lnngbi, avevano costi t uito tipi regoh1mentari d'ordi'nanza. I nuovi materiali <.l' artiglieria acqnistRti all'estero e riprodot ti in Italia avevano caratteristiche, congegni e strumenti molto disparati fra loro, ment1·e il ritmo :1ccelel'aLc del progresso non consentiva di tenere per lungo tempo in l-(E-1·vizio meccanismi e dispositivi che andavano rapidamente invecchianclo. Ognu1110 dei materiali successivamente acquistato pol'lftva con sè l 'nltirna espresi:.ione de1le conquiste tecniche r,on.stg1iite dalla scienza, dalla tecnica e dall'indu sb'ia, e per ta nlo uun era nè possibHe uè opportuno che tali mat,eriali pe1:Ll'½iollati r. v-autaggiosi potessero in qualche modo essere arr<'t rati .1.el loro impiego pe1· allinearsi coi materiali precedenti. Da que · sto momen to ll On ci sarà quin lli più possiùile cli t rattare ge11ericamente le questioni degli strumenti e dei congegni di puntament,o, mentre invece occonerà esaminare sia pur brevemente ma singolarmente ciascun materiale adoperato. Nel materiale da 75/27 lVlod. 000 e negli altri « mater iali a deforma?.ione a<.l affusto immobile 11, l'alzo abbandonò la bocca da fuoco e venne tr asferl !.o sulla culla, alla quale cl'ora innnnzi troviamo applicati strnmentl e congegni di puntamento. L'alzo da 75/27 Mod. 900 era del « tipo quadrante » in un sol pezzo, con dentiera e rocche! LO motore ; tale rocchetto era. manovrato dal volantino che contemporaneamente imprimeva alla massa oscillante gli angolì di elevazione e li r egistraYa sulla piastra-alzo gra.d uata in clistanv.e. La t esta dell'alzo, foggiata I)eJ.' ricever e Il cannocchiale, portava la gr adua-zionc di scostamento con moltiplicatore, e poteva assumerne gli angoli (che in segnito furono chiamati di parallelismo) e però non a giro completo d'orizzonte, ma bensì soltanto per un'am piezza di 1000 mìllesiml a destra e di 1000 millesimi a sinistra. Sn una faccia l'alzo portava il dispositivo cli sito, colllposto cli livello oscillante con gr:icluazionl, e l'intero strumento poteYa nssumere una ll-0s!zione ver ticale costimte, controllata da un livello fisso, per correggere gll eventuali sbandamenti cl~ll'asse degli orecchioni. La scatola d'alzo, inrli nata :1 destra, corregg<ffa aulomaticnmente la « clerivazione ». Questa cllsposifiione era già in uso per le artiglierie ad avancarica. L'ind innzione che cleve aYcre la scatola (guida) dell'alzo si determina me<linnte gli scostamenti delln tavola di tiro. Il cnnnocchiale panorau1ico, n testa girevole a completo giro d'orizzonte,
-
197G -
CA~N'OCCHIALE PAKOR,\:\I1CO 08LL' ALZO DA
75
MOD .
906
port.avn la gl'acluazione di . direzione con moltiplicatore; tale grntluazione nei primi modelli era composta di clue mezze graduazioni estendentesi ciascuna da O u 32 cttogracli, e <li queste. si impiegava l'una o l'altr a a seconda che il fulsoscopo e.ra ava nti OI.JJnue indietro alla batteria, clistinzione clfe ancora si faceva nel pun tamento cla cnmpagna, ma che efl'ettivn-
. lJ'i~. 8i8 - Alio cla 75 mod. 906. 1. Custodia. fissa esterna con alloggiamento per vite tangenziale. 2. Asticolo con n asello ferma cannocchiale panoramico. - 3. Vi te tangen- · ziale con bottone di presa e moltiplicatore degli a.ngoli di scostamento. 4. Testa d'alzo con gradu11zlone degli ettogradi di scostamento (1) . - 5. Asta d'alzo. - 6. Dispositivo per l'angoio di sito. - 7. Vite tangenzia.Je con bottone di presa e moltiplicatore 1:er gli angoli di sito.
LEGGENDA. -
(1) La graduazione cli scostamento è fissa, dà gli angoli in senso opposto; l' indice è mob!le, perciò la. graduazione cresce in senso opposto al mo.v imento delle lancette dell'orologio.
mente era superflua . Il rocchetto cli direzione el'a sgrnnabi!E) ed il prisma obbiettivo poteva inclinarsi in nito od in basso a seconda della declinazion" del falsoscopo. Nel materiale da 75/27 lliod. 911, attualmente ancora in servizio, non esiste più l'alzo nelle forme consuete, mn sull' arco dentato con rocchetto
-
1977 -
P.\HT1-: n:c.:m·A
1870-HH5
che imprime al cannone gli angoli di elernzione, t1·0,;arno incisa la graduazione d'alzo in clistauze, grntluazioue che passa clinnnazi ad un indice man mano che il cannone si inclina. 11 cannocchiale panoramico, idenlico a quello da 75/27 Mod. 900, è J)Orta to da un bicchiere unito nlla slìtta. Il bicchiere può assumere gli angoli di scostamen to su un settore limitato di 100()00 per parte ed è a posizione ver ticale costante, controllata tla un liYello flsso: porta inoltrn un livello cli sito con graduazione, e con un movimento cli rotazione conCeri-
Fig. 87f.J - Alzo da 75 mocl. 011.
tagli ù a una coppia di biella e controbiella corregge automatlcttmenle la deri,·a;,;ione in funzione dell'inclintt?:io11c del cannone. 11 sito può essere dato in due modi: o facendolo assumer e a tutta la massa oscillante oppure al solo cannone: nel primo caso biista coi roanubrii dei settori di puntamento centrare la bolla del livello del cannocchiale opportùnamente graduato ; nel secondo caso occorre disporre in posizione orizzontale tanto la culla quanto la slitta, - ciò che si ottiene o col predetto livello graduato all'origine, oppure centrando la bolla del livello fisso portato dal braccio tubolar e a ciò destinato, - e qui.udi poi, siccome l'inclice d'alzo I)Uò scorrer e su una seconcla graduazione che è precisamente ,1uella
-
1978 -
11
Fig. SSO - Alzo n c::mnocchlalc panot·alllico da 75 moli. 906 e motl. Hll. cannocchiale panoramico. - 2. Obiettivo e prisma obiettivo del 3. Vite tangenziale con bottone a cannocchiale (posizione no1'male). molla d'arresLO ciel prisma obiettivo (posizione normale). - 4. Collimatore otiico (posizione normale). - 5. Custorlia fissa esterna con alloggiamento per vlte t angenziale. - 6. Asticolo con nasello ferma cannocchiale panoramico. - 7. Svincolo per vite tangenziale ciel cexchio di direzione ( 1) (posizione normale). - 9. Vi te tangen ziale con bottone cli presa e moltiplicatore a tamburo degli angoli di direzione. 10. Porta oculare del cannocchiale. - 11. Vite tangenziale con bottone di presa e moltiplicatore d!')gll angoli di scostam en-Lo. 12. Testa d'alzo.
LEGGE NDA. -
(1) La graduazione cli direzione è moblle coll'asse ottico del cannocclliale, dà gli angoli in senso inverso; l 'indice è fisso, perciò la graduazione cresce nel senso del movlmcn to delle lancette dell 'orologio. La graduazione degli scostamcn t1 è fissa e dè. gli angoli in senso inverso; l'indice è mob ile. perciò la gradu azione cresce in senso opposto a q uelle delle lancette dell'orolo1r10.
l'.U!'rI,; TEL'X l.C..\ 1610-] lJ15
del sito, bisogna spostare tale ill(lice tino alla gradnnzlone di .sito prescPlta: eseguite le preclettc OJ)Crailloni, allotd1è si da rh l'elevazione :i l cannone, questa sa rà afl'.etta da un errore elle ra pprescma a1munto il sito. che 1,ertanto sarà assunto dal :,,olo c:uwone senza che il rimanente della massa oscilJantc abbia comunque s ubito uu qual8iasl movimento.
Date le esigue diiueusioni deJ ma,teria le da 65/17 mont., peÌ' il relativo alzo non fu adoLta.ta la forma quadrante, ma, bensì quella « a tamburo )). I noltl'e e Bem.pl'e IJ.)er le predette ragioni ed anche per non complicare i congegni di punteria di un mat€1·iale che doveYa scompor si per il someggio, nell'alzo da G5/ 17 111011t. non i avcYa neppure la linea cli mira indipen<lente, che fi no allont non si era ancol'a pensato di realizzare direttamente sullo stl'umento di puntament o. L'alzo era costituito é!a un t11Jcllo verticale .a ùentiern di 8 cent. di diametro che si assicurava sul fianco sinistro delln culla . Una grossa vite tangenzinle che sostcneYa l'intera colonna dello strumento poteva spostn'l:si avanti e indietro sulla parle superiore della periferia dell'anello, permettendo alla colonna <li o,;C'illnre inclina'lldosi avnnti od indietro. La vite tangeU?:iale terminava all'eslerno con u n bottone cli maneggio ed un gambo grnclnato a spirale in ettometri, che controllaYa gli angoli di elevazione assunti dalla colomrn. Questa colonna vortani un livello clt sito con bottone e graduazione, il Hnillo di sbandamento, gli org:rni ottici e le graduazioni, il cannocchiale panon1ruico del lipo gi1\ descritto, una gr:1<luazione di direzione coruvostn cl i due rneil¾e grncl1rnzion! da 0°0 a 32°0 , ed una Umitata graduazione di paral!C'lismo c·oi relatiYi moltiplicatori. li cannocchiale era pennonentemente unito oll'alzo; l'ocu)n r e non enL 01:izzontale ma inclinn to verso l'alto 11cr evilare al senente cli doversi chinure in modo soverchio sull'all'uslo troppo basso, e per facilitare il puntamento l'oculare stesso ern girevole per u11 certo tratto. Un livello trasversale comandato cln una cllhwe permetteYa <li correggere lo sbandamento dell'asse degli orcccllioni : la derivazione era <'Orrettu dalle rotazioni dell'ai,$e 'Ittico, prodotte :rntoruatic:unente in funzio1J0 dell'l•lcvazione -dalla penclcn?:a dell'intero strn1J1ento Yerso destra.
Nei t re cannocchiali panoramici dn campagna e da, m001ta,gna, oltre le graduazioni di scosta mento e di direzione, ne esisteva nna terza , hl seguito abolita, detta « graduazione speciale)), destinata a, fornire ra,pidamen te, nel calcolo speditivo dello scostamento sca lare, il comput-0 delFobliquità della direzione del fals0scopo . -
1980 -
Fìg S8l- Alzo e cannocchiale pimoramieo da 65fl7. LEGGENDA. - 1. Vite tangenziale del prisma obiettivo. 2. Obiettivo del cannocchiale panoramico (obiettivo spostato verso il basso). 3. Coll1matore ottico. - 4. Indice del moltiplicatore a tamburo degli angoli di direzione (angolo 19.90) . 5. Cerchio di direzione con graduazione speciale. . 6. Indice degli ettogradi di direzione. · - 7. Nasello di sv.incolo della direzione. - 8. Oculare girevole .del cannocchiale. - 9. Indice pel moltiplicatore degli a ngoli d i scostamento (angoio (7.20). - 10. Livello del sito. - 11. Moltiplicatore a tamburo degli angoli di scostamento. · 12. Vite di rettifica della bolla del sito. - 13. Indice degli ettometri d'alzo (distanza 2400). 14 I n dice pel moltiplicatore degli angoli di sito (angolo 8.05). - 15. Indice degli ettogradi d i sito. - 16. Gaietto per lo sban damento. - 17. Svincolo di unione dell'alzo.
-
1981 -
l',IH'l'E 'l'ECNlCA
1S70-1915
) cl caS-O ili cui la dire-1.ione del fa Jsosco])o s ia uormale al fronte della batteiiu, ma soltanto iu tale wso, questo fattore rt,mlta clal r apporto fra l'inten·allo mecllo dei pezzi espresso in metri e In distanzu (lei falsoscopo espressa in chilometri: man mnno <:Ile quei;ta direzione si allontana dalla predetta normule, lo _ i;costnmento scalal'e tlimiunisce in fu11zione del seno dell'angolo fra direzione del falsoscopo e fronte della batteria. La graduazione speciale mism·u,·a appunto questi a ngoli in ogni quaùr:rnte, e per ciascuno di csi;i ])ortant scritto H Vttlore corrispondente del «seno» ; ec1 anzi, per :ll'erc numeri interi 1>iù comodi per i calcoli e più fa cili n: ritenersi, le cifre della gl'nduaztone intlicavouo il decuplo del seno. Questa graduazione speciale era composta da una serie tli divisioni, da · O a 10 e nume.rata progressh·amente: lo O conlsponde,·a all'angolo di seno O, cioè fo lsoscovo sul prolung.nmento ciel fronte della batteria; l'l all'angolo cli seno 0,1; il 2 all'augolo di 1,cno 0,2 ecc., il 10 all'angolo cli seno 1, cioè falsoscopo ::mila normitle della bnttel'ia. Quindi dovo di a,er nwsso un pezr.o « iu fronte» doè colla sala parallela alla fronte della batteria . d c,,Uima,·a al falsosc·o1)0 facendo giJ'are la testa del cannocchiale, che quindi ruotava dell'angolo di cui la graduazione speciale forniva Il dec·uplo del sC'no clell'nngolo stesf:o. Jn ogni caso per colcolore lo scostameuto scalare b:1stn,·a pertm1lo molti1)licare l'inter,allo meclio eO:ettirn frn i pezzi per il nu1ucro cli gradnazioDE! spednlc risultante, e 'dividere per l:1 clist:rnza del falsoscopo : questa distanza clovevu evinentcmeute essere espressa in cHometrl rù1:t.ichè in chilometri avendo introdotto nel calcolo il dec·uplo del seno auzi.chè il reale suo valor e.
P er l:1 necessità di <;on Lenere jl peso del materiale da J49/12 n ei limiti _p iù rist.J'ett i, i conp;egni di punteria acl esso applicati non con-cedevano l'indipendenza, della linea di mirn, o perciò l'alzo cla 149/ 12 i-isultò della « forma qnaclrantc )) a piccolo 1·aggio, con liYcllo di ,sito con bottone e gra,duazione, liw~llo di sbandamento e cannoechiale pa111oramico. Quest'ultimo fu del tipo a ghiera Oortese -F:'alcone, una vertL novità, rispetto a1 pl·ecedenti perchè gli sco~fa,menti o parallelismi non ve1ni vano i:;egn ati sull 'alzo, ma dfrettaroen te sul cannocchia,le pa.nol'amico e per l'intero set tore di 3G0°. Il principio sul qunle s i fonda rn questo strumento era quello di alteral'e l'origine delle graduazioni di dirc:t.ione col segnare gli scostamenti voluti sulle proprie ~raduazioni : in tal modo segnando poi i dati cli direzione, questi si sommavnno o si sotttaevano con l'altcraz.ione a ngolare sublta .clagli Indici, e l'obbiettiYo del cannocchiale veniva cosi a l'lsenl;ire l'effetto e dello scostamento e della direzione. A tale scoJJO sl aveva 1m collare graclun to portante supel'io1·mente le graduazioni di scostamento e inlC'riòrmente (]ÙeJll' di direzione, i cui indici
-
1982 -
CANNOCCHL\LE
PA~l)HAl\fI CO
)10D.
COHT~SE-~'ALCONE
erano impressi rispettivument,~ uno sulla testa del collare e l'altro sul corpo del cannocchiale : in <'OllS<'.guenza_ girando la ghiera per far segnare il parallelismo si trascinava nel m0viniento tutta la graduazione cli direzione ; e riportandola col b<Jttone alla direzione primitiva, la testa risentiva anche dello scostamento. Questo 11cr gli ettogradi ; per le singole di vis.ioni, il moltiplic~ttore clel congegno d i scostamento, nel muoversi, spostava l'indice clel moltiplicatore del congegno di dire'.tione intorno alla graduazione, e cosi anche questa, nel dover inseguire il proprio indice, risentiva dello scostamento. L'intero strumento era controllato da una bl)lla di sbandamento, ma 11 0 11 concedeva la correzione autoruatìca della derivazione, a causa della
3
ll'ig. 882 - Cannocchiale pru1orarnico mo<l. Cortese-F alcone. 1. Tubo verticale del gambo. 2. · Oculare. - 3. Finestrella per l'illuminazione del m icrometro. 4. Congegno d i direzione con moltipli. catore a tamburo. 5. Co.n gegno di parallelism o, con moltiplicatore a t amburo. - 6. Arresto a nio!la con indice d i lettura dei m!llesimi di parallelismo. - 7. An ello mobile porta i ndice degli ettogradi di direzione. 8. Anello mobile porta indice dei m ill esimi d i direzione. 9. Testa girevole del cannocchiale. - 10. Pa rasole. - 11. Ghiera- graduata d i dir ez ione e paraHelismo. 12. Indice d i lettura d egli ettogradi d i p arallelismo. ·13. Bottone a vite vert icale, con m olt iplicatore a. tamb uro . - 14. Molla f.i arresto d~l bottone, con indice d i lettura dei m illesimi d'inclinazione del prisma. - 15. Coilimatore.
LEGGENDA . . -
-
1983 -
, .
l '.\ HTE
n :1.::--;rc·.~ 1870-1915
u,olleplicità delle cnriche di ln1cio us.uè 1.'Cll questa bocca eia fuoC'o: per qucina stessa rn gio11e la gL·ndunzionc cli elernzione crn iu w illesillli. p:rimo esempio nelle artiglierie campali itn liane; (lelln der i\·nzione si teneva cont1J sulla graduazione cli dir ezione, secondo i dilli delle tavole di lìro.
Per le artiglierie di m.eclio cali.bro ad affusto rigido fu a dottato il « cerchio tli puntamento » mocl . Cortese, che è tutt' ora in servizio : csRo si a.pplic11va all'ot'ecchion~ destro e si doveva perciò togli ere ad ogni colpo. Questo cerchio di puntamento constaYa di un t·amburo s ul quale oscillava rnecliante Yìte perpetua tutta la colouua tkllo strumeL1f·o : s ul fi anco del tamburo era incisa la ~radunz!one di iuclinazione, su!ln quale si se-
F ig. SS3 - Cerchio cti puntamento
11.10<1.
Cortese.
l. Zoccolo con settore dentato. 2. Supporto d'orecchione. 3. Cilindro cavo. - 4. Vite tangenziale del congegno eclitnetrlco. - 5. Congegno correttore dello sbandamento. - 6. Lastrina graduata. - 7. Fascia a collare. - 8. In d ice dl lettura dei m illesimi di inclinazione. - 9. Livelle. - 10. Congegno di direzione con molt.lplicatore a tamburo. - 11. Collo. 12. Graduazione di direzione. - 13. Congegno di parallelismo con m ol tipllcatore a tamburo. 14. Testa. 15. Grad uazion e di parallelismo. - 16. Vite tan·g enz la le a bot.tor-e. - 17. c annocchiale a p r ismi. · 18. Indice cercatore.
LEGGENDA.
GO~IOMETRO l\l0D. BCFli'A
gnarn globalmente l'eleYazione data dalle tavole cli tiro nonchè il sito, sulla colonna erano incise le clue graduazoini con rispettivi moltiplicatori di parallelismo e cli direzione; ed infine alla· :sommità della colonna era vi il cannoccù.iale, non pa_noramico, inclinabile rispetto alla colonna a seconda delle , arie declinazioni del falsoscopo. Quest'alzo era. già costruito col moderno criterio cli avere le grarluazioni cli parallcllsm9 e cl i direzione i ndipendenti fra loro ed esteuclentlsi ambcclL1e per l'intero giro d'orizzonte : il cannocchiale invece non conredeva l'immobilitit dell'oculare, ma quest'ultimo si spostava insieme con la linea ùi mira, ed il puntato re doveva seguime i mo,imenti, il elle non riusch·a nè cli intralcio al servizio nè disagiato per il serven te, dato che questi tipi <li 11rtiglierle cli medio caliùro ad affusto rigido u,·evano rilevauti dimensioni, erano p1·iye cli scudi ed u tiro lento, ma vicevci·sn la necessità di dovei- seguir e i movimenti clell'ocularc era inammissibile per le nrtiglierie scudate di piccolo calibro.
Na,turale complemento cli questi alzi a cannocchiale ideati e costruiti per il puntamento indirett-0 integrale, fu il « goniometro )), la cui forma, embrionale fu il primo cerchio di direzione da, 75 A ., e che già nel periodo che esaminiamo raggiunse le forme e le struttUl'e con cui è pervenuto oggidì a noi. Per le funziorni che ad esso sono demandate, il goniometro si p uò ben dire l ' anima vivente e pulsan te della batteria fra le mani del suo comandante : colla sua doppia gradnazione azimutale e zenitale, il goniometro domina l o spazio , mentre il suo pic0olo occhio, aperto snl nemico, schier a, dirige; i nclina le bocche da fuoco della batt eria, celate ed ignol'ate :fino alla conclnsio!l1e terrHi cante del t iro. Qncsti goniometri erano tutti congegnati in modo analo~o: un piatto livellabile per ~li angoli nzimul;ali; un cannoccl1inle n prismi, inclinabile sul piatto pel· la collimazione e gli an~oli 7,enitall; ùue gradunzioni di direzione e <ll sito, completate cla nouii centesi mali pe1· poter eseguire la lettura dei miJ1imi angoli espressi in llliUeslmi. Un orlent:itore nwgnetlco completavn. pof ancoro lo stmmento per consentire la collimazione magnetica al caposaldo polare.
All e bat terie da campagna e da monta.gna venne in quest'epoca distribuito il « goniometro mod. Buffa». Per seruplìcttà il pitttto orizzontale veniva livellato approssimatlvmneute e fissato con morsa n ganai:cè, mentre l'unlco li\'ello cru unito al cannocchiale e ne m isurnYu l'in<:linazione fornendo il sito. La grnduazione clt!l piatto era scissa in due mezze graclun.zioni identiche. rispettivamente per fa lslscopi avanti o indietro. Una finestra Jnl erale scoriri rn 1111 trn t.to clella 128
-· 1985 -
PAil1'E TEC:S-ICA
1870-1915
graduazione speciale, identica a quella del cannocchiale panor:imico, e destinata alla misura delle parallassi ocl a quella. preventiva degli scosto.menti dei pezzi. Il supporlo tubol:u·e portava applicato, e pa1·allelo :1 U'asse ottico del cannocchiale, l'orientatore costituìto da un tubo orizzontale contenente un l ungo ago magnetico che poten1 essere centrato in confronto di una graduazione trasparente portata dal fondo ciel tu bo clen·orientatore stesso, il quale ultimo non par tecipa rn ai wovirocnti zenitn li riel cannocchiale. 'l'reppiec1e, base, cannocchiale ec1 or ienlatore pote,·a110 essere separati per il più comodo loro trasvorto.
l!~lg. S84 - Gonio111ctro rnoll. Rul'fa. LEGGENDA. - 1. Piatto n t.amburo. - 2. Collare cilindrico. - 3. Congegno micrometrico. 4. Vite tangen te d el con gegno di direzion e . 5·. Indice cli lettura secondario degli ettograd i cli direzione. 6. Cerchio graduato del disco azimutale. - 7. Zoccolo. - 8. Vite ta ngente della culla . - 9. Mensoletta per l'Unione d ell'orien tatore. 10. Culla. 11. Arresto a m olll\ d el cannocchiale. - 12. Cannocchiale. - 13. Finestrella per l'lllumlnazione del micrometro. 14. Anello esterno del congegno clel si to. 15. Vit e tangente d el con gegno d el sito. - 16. I n dlce cli lettum dei millesimi del sito. - 17. Livella del sito, con indice di lettura. 18. Orlentatore m agnetico. - 19. Testa del treppiede. - 20. Supp or to t u bolare . - 21 Giunto sferico. 22. Vite cli pressione del SllPJ>orto . 23. Ghiera d 'arresto . 25. Freno a leva. 24. Gamba. -
-
1986 -
1 GOXlOìlfl<:'.rRI D'ASSEDIO
Per il materiale d'assedio il primo tipo dei goniometri fu goniometro a cannocchiale con eclimetro )), apparecchio che pertanto era più uno strumento di carattere topografico che non di essenza. militare.
11
<<
Fig. 885 - Vittorio Bu.Cfa -cli Perrero.
· Il çannoccllinlc u lenti, lungo ed ingowbrnntc, era del tipo astronomiCv e dava quindi le .jmmagini rovesciate: portava su un. fianco un settore eclimetrico, e tanto l'.eclimetro quanto il piaLto orizzontale erano graduati ln gradi sessagesimali . Lo strumento era livellabile sul ceppo mediante tre viti cd era sprovvisto di orientatorc magnc~tico.
Per il materiale d'assedio rappresentò un deciso progresso rispetto al precedente il « goniometro cl'3Jssedio, modello Bennati )). Esso aveva il cannocchinle a prismi, inclinabile su zoccolo a culla auzichè incavalcato su due alie fissate al piatto. 11 pia,tto era ancora a grande raggio, con completa graduazione azimutale e portava l'orienfo'tore magnetico clel ti110 a scatola rotonda; lo strumento era livellabile a. mezzo di tre viti poggianti sui piattelli del treppiede di sostegno.
-
1987 -
{8
f!
20 ------......___
... "i
-I?
i
1~
f
i2
!
H
I
1~
19
7 j
6 4
--
24 3
'25
22.
2?,--L
Fig. 886 - Gonjometro mod. Bennati. 1. Testa cava dél sostegno. 2. Braccio del sostegno. - 3. Vite di Hveuo. 4. Ghiera d 'arres to. 5. Pia tto circolare. 6. Congegno micrometrico del piatto. - 7. Congeiino di direzione. - 8. Indice di lettura principale d egli ettogradi d i direzione. 9. Indice di lettura del mille·S lml di direzione. - 10. Cerchio graduato del disco a i 1mutale. - 11. Ponticello. - 12. Testa del supporto. - ·13. Indice dl lettu ra d egli ettogradi ·di sito. - 14. Indice di lettura dei :nillesimt d i sito. - 16. Vite tangente del congegno eclimet:rico. - 16. Culla . - 17. Arresto a m olla del cannocchiale. - 18. Cann occhiale a prismi. - 19. Finestrella per l'illuminazione del m:crometro. 20. Indici cercatori. 21. Orientatore magnetico. 22. Testa del t reppiede. - 23. Gambe. - 24. Gancio a molla. - 25. Piattelli per viti di livello. - 26. SCat-0la porta pila . - 27. Cordoncino a doppio cond u ttore. - 28. Por talampadlna . - 29. Bo ttone regola tore della luce. 30. Interruttore.
LEGGENDA. -
GONIOME'l'HO D'AS S EDIO
:uoo. l!.Jl2
Fu quindi in seguito adottato il « goniometro d'assedio mod. 1912 >> che è attualmente ancora in servizio in tutte le specialità e che fu destinato alle batterie a deformazione del parco d'assedio ed a quelle pesanti campali. Ques to goniometro è analogo al tipo Benna ti, s e non che il l)iatto è ridotto ad un diametro pr essochè uguale al dia metro della colonna dello strumento, mentre del pari sono ridotte la luugllezza delle zampe portanti le vitì di livello e la larghezza del ceppo di base su cui poggia lo strumento.
I
__I "
F ig. S87 · Goniometro mod. 912.
LEGGENDA. - 1. Cilindro ca vo. - 2. Piatto a tamburo. - 3. Gh iera d'arresto. -4. Congeg:no rriicromet rico . 5. Vite tangente del congegno di direzione. - 6. I ndice di lettura principale degli e ttogracli di d irezione. - 7. Indice di lettura seconda.rio degli ettogradi d i d irezione. - · B. Cerchio graduato del disco azimutale. 9. Zoccolo. 10. Indice di lettura degli ettogradi di si to. 11. Indice di le ttura dei millesimi di sito. 12. Li· vena con vite· di re ttifica. 13. Vite tangen te del congegno eclimetrico. 14. Culla. .15. Arresto a molla del cannocchiale. 16. Cannocchiale a prismi. -- _17. Finestrella per l'illuminazione del micrometro. 18. Indici cercat ori. 19. Orientatore magnetico. - 20. Supporto del goniometro. - 21. Ritegno a molla d el cilindro cavo. - 22. Perno a vite con dado acl a n ello. - 23. Vi te cli livello. 24. Gambl\.
·- 1989 -
PAUT!ll '.rECKICA
1870-1915
L'ol'ientatore è clel tipo tubolare e portato sul piatto a tamburo da uno zoccolo. Le dimensioni dell'intero struIDento riescono cosi wolto ridotte -! quindi la sua trasJlortabilità è assai facìlitnla anche se si tratta cli portarlo a cavallo.
Si impieg-arano pnl'e « livelli a doppia graduazione » i quali non erano più del << tipo quadrM1te >> derivato da,gli antichi modelli, ma erano costituiti da una base sulla quale po· teva oscilla.re un livello a, bolla d'aria. Le varie posizioni della livella si ottenenrno mediante due distinti bottoni, uno portante la graduazione di elevazione, e l',1ltro la graduazione del sito. Dello stes::;o ruodellu ernuo tanto il tipo ùa campagna quan to quello d'assedio, e si impiegavano con le artiglierie moderne a linea dì mira indipencleute SJJC<'ial111 c n te nllorcl.tè non si dh;:ponevn del normnle :ipparecclrio di puntamento.
Il bisogmo di conoscere esattamente la, distanza <:I.egli obiettivi da colpire, bisogno sconosciuto ai tempi napoleonici., è sorto, come lamti altri elementi demandati ai moderni sistemi cli puntamento, col c1·cscel'e continuo e sempre più af · freLta to delle gittate : fu questo bisogno che provocò la com pal'sa dei « telemetri>) ., Le a,rtiglie1·ie della prima, metà clel secolo XIX, alle brevi. dista11ze del combattimento di allora, potevano supplire alla esatta. conoscenza della distanza del bersaglio approfittando della radenza del tiro e facendo assegnamento sui rilevanti spazii battuti dai proietti pieni, nonchè affi.cla,nc1osi alla grande pr.atica acquistata clail personale nella stima, delle distanze a vista, pratica e giustezza nell'a,pprezzaruento delle dista;11ze 'che le lunghisshne fei-me di aUora permettevano di portare ad un grado di pel'fezione ignoto ai giorni no -tri. Ma sul fi~ire del secolo scoi-so, la 1·igatnra, la retrocarica, le polveri infumi, l'impiego di acciai speciali anche nella costruzione delle bocche da fuoco , ,wcvano fatto a umental'e sifF.attamente le gitta.te, sicchè la stima delle distanze alle .quali si doveva tirare per colpire i -
J!)!IO -
S'l'DIA DELf,E l)!S'.l'A'.\ZE
bersagli diveniva per lo meno quasi sempre problematica, dif ficile e pressochè impossibile anche per parte di personale esercita,to. D'altra parte gli immwncabili errori nella stima delle disanze non avrebbero potuto essere compensati dalla tensione della traiettoria, sia per la, sua maggiore curvatura . dovuta alle maggiori distanze, e sia perchè si :impi.ega,-vano ormai esclusivamente proietti scoppia,nti, che non avevano più azione lumgo ampi spazi battuti oome quelli pieni, ma, costituivano . unicamente un circ~>seritto centro di scoppio nell'unico p1rnto del loro arrivo.
Flg. SSS
Lhello a dovpia gradua:,,ione (d::i cnmp::igua).
1. Grad uazione fissa deglì angoli dì sito in millesim i (angolo 20.00, posizion e normale). - 2. Gracluazione mo bile degli angoli di elevazione in millesimi (posizione n ormale, angolo O). - 3. Graduazione In distanze. 4 . Vi te della graduazione fissa con tamburo centesimale. - 5. Vite di graduazione mob ile , con tamburo centesimale. - 6. Scatola d i livello.
L EGGENDA. -
Le grandi gittate vennero dapprima impiegate sul mare, e ciò perchè, contrariamente a quello che avveniva in terra ferma, sul mare la, manciunza di ostaooli nat urali non permetteva al 11emico di avvicinarsi alla costa stando al coperto e quindi con probi~bilità, di non poter essere colpito, mentre poi le sue navi · fin dal loro 11ppa,r ire all' orizzonte e cfoè a grandissima distanza veniva-no avvistate dalle batterie costiere. Per queste ragi-01ni si comprende oome e perchè furono le batterie -
1991 -
PARTE TECNICA
1870-J 015
da costa a sentire per prime il bisogno cli telemetri, non tanto, come succederà in seguito per le b.attel'ie campali per avere una sufficiente conoscenza delle distanze pe1; iniziare il tirQ di a,g:gi ustamento, quanto -.pcr conoscere u,ù ogni istante la distanza del bersaglio navale, sul quale, a causa, de1Ja sua notevole velocHà,, non era. possibile eseguire, !-'aggiustamento metoè!ico come sui bersagli fe1·mi o movcntesi a piccola velodtà. ~ella costituzione e nell'impiego cli tali telemetri le batterie cla. costa erano pertanto favorite dal Joro <.:an1.ttere di inamoYibil ità che permetteYa cli sfruttare l'orga~1izzazione telemetrica del terreno circostante, e delle ampie basi su di 1;sso stabilite, l'i caY,lte e misurate nel modo più pretiso. Come ogni altro telemetro, i « telemetri clt1 costa>> r isolY0110 a1.1 to1m1l.icamente il problema, classico del triangolo per cui, clalla conoscenza cli nn suo lato chiamalo « base » e ùi due suoi angoìi, si l'icava il valore di 11110 degli .altri lati , che rapptcsenta la distam:a r ice1·cafa fra batteria e bersaglio. Dapprincipio, quaindo le gittate erano ancora limi.tate e non vi era quindi bisogno di fal' ricorso fl, basi molto estese, si sfruttò la gincitura, ol'izzontale della superficie marina prendendo delle basi verticali e riducendo quindi per ,-cmplicità il problema col i-ifcrfrsi ad un tri.ang,olo rettangolo avente doè la, forma più semplice sia /Per la realizr.azione meccanica dello strumento e sia per i ca.lcoli cli risoluzione geometrica del problema. Ma, queste basi verticali raramente raggiunsero i 500 metri, e perciò, anmE>ntate le gittate e con esse le distan~ da telemetra1·e, le ba-s i verticali più non ba,s taron o a mantenere l'a,pprossimazionc entro i lhniti 1necessari : comparver,o così i « telemetri a bai;,é orizzontale», i quali abhnndonaton o, è vero, la, com oda risoluzione del tria,ngolo rettangolo e subirono l'in conveniente delle sta¼ioni secondarie e dei necessari collegamenti, ma poterono disporre di basi pratic::tmente illimita.te e tA:li cla forn il'e oppm·tun e approssi rn ar.ion i anche alle maggiori diEtan¼e, per esempio di circa 30 chilometri. · Non si ta,rdò poi a dover rilevare che i « telemetri di. batteria» cioè installati irn batteria avevano molte probabilità di -
1992 -
TEJLE::llhl'l~HO DA COSTA
interruzioni nel loro funzionamento, dovute sia al tirQ avversario, sia al fumo delle esplosioni all'atto dello· sparo dei proprii pezzi e sia alle nebbie per le batterie alte cioè dei forti di montagna. Furono appunto queste considerazioni che condussero i.l maggiore cl'artiglieria SolUer a proporre di mettere il telemetro fuori della batteria, e c1oe a promuovere la comparsa di << telemetri estemi )). Egli così scriveva: « Tanto per le batterie basse, quirnto per le elevate occorre un telem~tro a base verticale da situarsi fuori della batteria, in località. sicura, lontana e molto elevata. E da tale stazione lontana si dovranno tr asmettere alla batteria tu tti i dati di tiro. Per ciò il nuovo telemetro, non deve ricavare la distanza· che lo separa dal. bersaglio, bensì deve dare automaticamente senza alcun calcolo e senza perdita di tempo, la distanza e la direzione del bers:iglio rispetto :illa batteria a. cui egli serve. Perciò · mi sono · proposto il seguente problema : costrurre uno str umento che, essendv collocato lungi clalla batteria, in posizionEi elevata, dia automaticamente e celermente le stesse indicazioni relative alla distnnza, al moto laterale e alla dire::;ione clel bersaglio, che si avrebbero con un telemetro collocato nella batteria, cosicchè sia possibìle· diriger e <lnlla stazione lontana tanto il puntamento preparato diretto, quanto il puntmne11to . preparato indiretto. Ed ali' instrumento che soddisfa a tali condizioni ho dato il nome di « telegoniometro >>.
Si ebbero così « telemetri esterni a base verti.ca,le )) e << telemetri esterni a base ori~zontale )), i quali tutti funzionando lontano dalla batteria, doveva'l10 fornire alla batteria. non soltanto la distanza, dalla batteria, al bersaglio, ma per quelle a puntamento indiretto anche l'a-ngolo di direzione : tali strumenti furono perciò detti rispet tiYamente << telegoniometri >> e cc goniostaidiometri )). Si può dire ehe la telemetria, regolamentare da costa ab· bia · a;vuto inizio colle celebri esperienze eseguite nel 1874 al campo eh San Maurizio ed a Genova, nel 1875, esperienze in cui vennero lungamente sperimenta,ti per una scelta definitiva, i principali strumenti già in uso a,l l'estero, quali il telemetro inglese vVatkin, il telemetr-ogra.fo tedesco Siemens e Halske, il telemetro Nolan-Pozzi, Fantostadiometro Plebani, i telemetri francesi Audouard e _T romelin, quelli ita,l iani .Parravicino .e Salmoìraghi, e finalmente il telemetro Maclsen 1 il quale a.ven · -
rn9:5 --
PAR·T W TECNI CA
1870-1915
do dato ottimi' risultati, divenne e rimase regolamentare ftno all'adozione dei « telemetri Braccialini a base orizzontale)). Il « telemetro Madsen )) era a base orizzontale e comprendeva una stazione principale in batteriil con una .ta,voletta ed un grafometro, ed una stazione secondaria ester.na.
·. '\.. ... ,: . Fig. 889 - Telemetro Madsen. Sulla tavolettn, parallelamente ad un lato, erano ·imperniate due alidade; sul lembo esterno de1la tavoletta era no segnate due grucluazioni angolu ri concentriche, una per ciascun perno delle due alidncle. I gratometri erano strumenti a. cannocchiale atti a misurare gli angoli azimutali. Un grafometrista si disponeva presso la tavoletta cd un nltro nlla stazione secondaria esterna. Ad un determinato segnale essi pnnt:aYano entr ambi contemporaneamente i rispettivi gra Co metri u I bersaglio e leggevnno gli angoli cosi determinati. Il telemeh·lsta disponey:i :iilorn le due alidade in modo da far loro segnare rispettivamente· gli angoli dati dal gr afometristi : il punto di incontro delle due alidnde l11clìC'nn1 la posizione della nave.
Nel 1877 il capitano d'artiglieria, G. B. Amici propose un n uovo telemetro E~ base verticale che da lui si chiamò « telemetro Amici >), e che rappresentò un progresso gigantesco in confronto di t utti gli. strumenti fino a llora, studiati a qu esto F-copo ·e dai quali esso si se-ostava completamente sia pc1· il principio su cui si basava ,e sia jper la s;oluzione meccanicil i-ea,li zzata. Dal telemetro Amici deri.va,r-011 0 i tel emetri attnal-
1994 -
Tll:LE~HlTRO AMICI A BASE VEJRT!CALD
mente r egolamentari presso cli noi, ed è da rilevare che questo strumento permise l' impiego di un solo operatore, il quale puntando al bersaglio, poteva , senza, muovere la testa, leggere nello stesso tempo la. distanza: l'apparecch~o venne perciò detto « a visione diretta ecl a lcttuia immediata )).
,,
,. ...'.
~ - - -- - -.--
-'
l!:ig. 890 - Telemetro Amici. Lo strumento proposto dall'Amici si componeva di uua base divisa che si poteva disporre orizzontale mediante tre . viti, e sulla quale si dri:,;zavano due colonne rettangolari. Sulla parl'e superior e e tra le · ·due colonne era imperniato un ·cannocchiale che in corrispondenza (lell'asse d egli orecchioni portava un prisma a doppia riflessione, e perpendicolarmente al disotto ili esso un microscopio ad asse verticale. Fra le colonne si trovava un telaio 01·izzonta.le portante la scala graclunta. che era ricavata sopra un vetro argentato in modo che solamente i tratti d ella graduazioue 1'isultassero tr.1sparenti e quindi opportunamente illumiuati dai raggi riflessi' (la uno specchio disposto a 45 gradi. I raggi provenienti direttam ente dall'obiettivo, ed i raggi provenienti per riflessione del prisma dal microscopio <-i sovrapponevano davanti all'oculare e quindi l'occhio cleJl'operatore vedeva contemporaneamente il bersaglio e la scala graduata.
1995 -
PAilTH 'l'ECNICA
1870-1915
Dopo la morte del suo inveHtore quest o strumento venne modificato portanèlo il pl'isma fuori dell' obiettivo e ricavando Ia sca la per mezzo della fotografia; nella sua costituzione primitiva esso rimase in dotazione regolamentare fino al 1888, e pe1-tamto il principio della sua essenza, la genialità della sua realizzarbione e la semplicità, del suo funzionamento rimasero nei tipi che seguirono . · Il fecondo e geniale innovatore e perferbionatore della telemetria da <;osta fu Scipione Braccia,l ini, ufficia,l e d'a.rtiglieria distintissimo, del quale già, si è ripetutamente parlato e che dotò dei suoi telemetri ed apparecchi non soltanto la nostra Artiglieria., ma alt1·csì. l'Esercito gia,pponese che tenne giustamente il Braccialini in gra-udissima considerazione e lo chiamò a svolge1·e in Giawone corsi di balistica e ad organfazare la difesa di quelle coste. In tutti gli apparecchi di puntamento egli lasciò l'orma del suo spirito ac11to, della sua versatilità geniale, della sua praticità di 1·ealizzazionc,_ e pertanto si pu'ò ben dire che sono suoi tutti i telemetri, i telegoniometri, i gO'Tliostadiometri e gli apparecchi elettromagnetici, per la tra,smissione cl-ei comandi e dei dati di puntamento e di tiro, in servizi.o non soltanto nel periodo 1870-19]4, ma altresi nell'epoca successiva. Passando ai cc telemel-1·i di batteria a base ve1·ticale )) si nwt·ua. rnuauzitutto che per la loro sistemazione si provvide u
ò.etermJna1·e esattmnente, in piamo ed i n quota, il punto di sitazione dell'istrumento . Conoscendosi cosi di tale punto la quota sul livello del mare e la, sua proiezione sulla superficie orizzontale clcl mare, misurando l 'angolo di sito dell'obiettivo cla colpire, q11esti telemetri era.no in grado di l'isolvere il tria1J1golo rettangolo : angolo di sito - altit udine della batteria - distanza orizzontale clella batteria dal bersa,gJio, e cioè di poter ricavare quest'ultimo elemento incognito. Gli errori dovuti a.Ua sfericità della terra ed alla rifraziùne del· l'aria venivamo eliminati all'occorrenza con l'uso di opportuni coefficienti di correzione . Questi telemetri erano co:;tìtuiti cla nn largo piatto orizzontale gircYOle, che rue<l laute supporti impiantati alla periferia sosteneva un cannoc-
-
1996 --
TmI,JDME!.rtU DI BA'.r'.l'ERIA A B . V. DA COSTA
chiale diametrale, il quale ultimo dovendo assumere soltanto inclinazioni negative, era imperniÌlto in conispondenza del suo obbiettivo, wentre l'ocu iare poteva essere spostato in alto od in basso mediante un piccolo nrco dentato ed un rocchetto. Il cu nnocchiale. presso l'Òeul nrt-, e precisawente in corrispondenza al·
- - - - - -- ·- -- - - '
l!'ig. 891 - Telemetro a base verticale, a vetrino piano,. da costa. l'origine della clistnnza focale vrincipùle tlell'obbiettivo, era attraversato dall'alto al basso da un lungo vetrino rettilineo scorrevole, il quale durante gli spostamenti zenitali del cannocchiale era obbligato a scorrere col suo 11iede iu una . scanalatura orizzontale; aflinchè poi tale vetrino potesse mantenersi sempre perpendicolare all'nsse del cannocchiale, il piede doveva scorrere verso 'i-'ìnclietro quundo l'oculare si sollevava, e scorrere invece verso·. l'avanti qu~ndo l'oculare si abbassava. In tal modo il vetrino, vincolnto alla sc:malatnra orizzontale, nor. l)O· teva seguire gH ~postamenti dell'oculare, e perciò durante il moto dell'oculare stesso si producevano degli scorrimenti del vetrino nel canno('chiale perpendicolarmente all'asse di quest'ultimo. E poiehè ad ogni posi·zione del cannocchiale corrispondeva umi ed una sola distanza sul J.H&re, nonchè uno ed un solo punto del vetrino in corrispondenza dell'asse del cannocchiale, così si otteneva che ogni punto clel vetrino corrispondeva ad
-
1997 -
l'AHTE 'l'l-'.C~ ICA
1870-19] 5
una e ad una sola distanza sul mal'e, che er a quella del pun to al quale in quel momento <'O llìmava il cannoccbinle. Era PCt'Ciò facile cl ì gradunre il vetr ino corrispondentemente alle distanze di tali punti, ottenendo cosi per trasparenza la visione diretta della graduazione <li distnnza del punto clel bersaglio telemetrato dall'operatore, e per tale operazione 'e conseguente
Pig. 89~ - Telemetro a base ver ticale, a vetrino curvo, da costa. ossennzione ,·eniva determinata la cosiclett:1 « linea ùi galleggiamento>>. Il calcolo della grndunzione delln lnstrill(l cle.l vetrino era poi f acilissima, pcrch~ il tria ngolo : vetrìuo - scanalatura orizzontale - asse del cannocchiale punt:ito al bersaglio ; cd il triangolo : visuale al bersaglio clìstumr.a orir.r.ontalc clel bersaglio clalln batterla -- nltitucHnc del tele1netro; sono clue t1·iangoli s1mili. In questo tipo, detto « a vetrino piano», non tardarono pertanto a verific:.trsi alcuni inconvenienti tlovuti al logorio delle parti scorrevoli nella i;canalatura ed ·attraverso al cannocchiale, sicchè si pa'ssò ad un se<:ondo tipo del tutto nnalogo al JJrececlente mn « a vetrino curvo » ; questo vetl'ino,
-
1998
I TEL.EGONIOMDTRI
foggiato a superfice cilindrica con l'asse sul perno di rotazione del can·nocchiale, pur rimanendo immobile ed unito al piatto, durante i movimenti zenitali del, cannocchiale era. sempre incontrato radialmente dall'asse del cannocchiale stesso, e cioè l'asse ottico scorreva successiv,arnente sulle divisioni del vetrino. Tale disposizione semplificò notevolmente la costruzione e l'impiego clel telemetro che d'altra parte non avendo più organi mobili e perciò facilmente logorabili presentò maggior garanzia di durata e di vrecisione.
I « telemetri esterni a base vertie1-1le >> detti a,nche « telegoniometri >> sono, come già si disse, impiantati a distanza dalle batterie, più in alto o più in bas,so, a seconda, dei casi, e forniscono l'angolo di dtrezione e la distamza del bersaglio dalla batteri.a . Gli elementi per la loro sistemazione sono le coordinate in piano e in quota del telemetro e della batteria; dell'uno e dell'altra sorno perciò conosciute le rispettive posir.i.oni .s ul livel1o del mare e la dista.nza ossia l'intervallo orizzontale fra telemetro e batteria. Geometricamente lo strumento così come i telemetri cli batteria, r isolve un priino triangolo verticale, ricavando cioè la d istanza orizzontale del tele- . metro clal bersaglio; successivamente misura l'allgolo formato da quest'ultima con la congiungente orizzontale, cli lunghezza nota, fra teleinetro e batteria, e poichè gue.sti tre elementi fanno parte cli un secondo triangolo orizzontale, adagiato cioè sulla superfice del mare, ne ricava 'il tenio lato che è la distanza <( batteria-bersaglio l> nonchè l'angolo di questa congiuugfmte con la congiungente oriziontale cc batteria-telemetro », angolo che rappresenta l'angolo cli dire7.ione della batteria orientata sull'intervallo fra batteria e telemetro. Naturalmente se l'orientamento è diverso, l'angolo di direzione risulta variato in conseguenza. Meccanicamente il telemetro è congegnato come i telemetri di batteria a vetrino curvo, con la variante che il vetrino si muove dinnanzi all'oculare con un movime11to trasversale in r·elazione funzionale dei movimenti azimutali del pi.atto. B eia. tener presente che, come è richicslo dalla speditezza delle operazioni, il vetrino porta incisa la graclua7.ione che dà le distanze çl<~l bersaglio dalla batteria e non dal telernclro, tanto che se supponiamo di avere il telemetro puntato in una certa direzione, per le varie inclinazioni assunte dal cannocclliale collimante a vari punti del mare situati sempre iu quella medesima direzione, si potrà avere un vetri no ·indicante con le sue graduazioni le distanze di tutti gli anzidetti punti del mare dalla. batteria. Se ripetiamo l'operazione spostando la direzione del telemetro, ad esempio cli 10 in 10 gradi, e facciamo per ognuna di ·queste direzioni assumere. al cannocchiale le medesime inclinazioni, otterremo tanti vetrini gra-
19!19 -
l' AHl'E '.l.'EC~ICA
1870-1915
duali, ma con graduazioni diffel'enti fra loro perchè le distanze dei predetti va riì punti del mare élnlla batteria saranno andate di minuendo od aumenta ndo, secondo che 11 telemetro, pel' r is petto alla batteria, avrà rotato azi-
Fig. 893 • Telegonio1Uetro. mutui.mente av,·icinandosi ad essa oppure ulloutananclosenc. Sm:à quillcli poi po:ssibile di riuni1·e, uno a fianco dell'altro, tutti questi Yetr ini graduati in modo dQ. costitulre un unico vetr ino ohe collegato meccanicamente con il congegno di rotazione del piatto potrà assumere un movimento trnsversale diunanzi all'oculare in modo che n seconda della clh-czlone assunta dal telemetro passi, cl11vanti all'oeularc, 111·01ir,io quella graduazione che fu calcolata per i punti disposti linearmente in quella detel'minata dirczioHe. Questo concetto qui esvosto è teorico: in pratica tutte le graduazioni dei singoli vetrini rela t ive ad una stessa distanza vengono collegate con curve continue in moòo che li vetrino present-a renlmcntc u n fascio di curve, da-
-· 2000 -
I 'l'EL0M~:l'HI DA COSTA A
B. O.
i;cuna relativa acl u na distanza, e tale fascio va spost andosi t rasversalmente di unan7.i all'oc\1lare mnno mano ehe il. telemetr o cambia direzione, tanto che il fascio stesso fornisce perciò in · modo continuo la d istanza fra il p unto telemetrato, cioè il bel'saglio, t~ l a batteria, la qua le si t rova a distanza clal telemelro.
l\ia il telemetro esterno dava poi ancora gli angoli .di direzione delln batteria rispetto n,d un d,ito orientamento : ripetendo un ragionamento analogo a quello fatto per la misura d elle distan7.e t ra batteria e bersaglio sul mare, per ogni a7.1mu t del telemetro , si potrà ottenere uu vetrino graduato in corrispondenza degli angoli d i direzione della batteri:L su i varii punti del mare telemetrat i a var ie inclinaz ioni,. ma unicau11:nte secondo qucll' aziruut. Collegando con curve continue i punti indicanti le divisioni conispondenti acl eguali angoli cli direzione, d ivisioni segnate. sui singoli Yetrini ottenut i a i varii azimut del telemetro, . s i ottcnù un fas<:io cti curve che, per rispetto ad u n orientamento prefissato danno in mollo co11tinuo l'angolo di direfiione della biitteria su i vnrii pomi telemetrati.
Nella prrttica, rea1izzazi-0ne del congegno il vetrino . del . teiemet r-0 porta fotografati per traspa,reinza i due predetti fasci di curve intersecantisi fra loro : dirigendo il telemetro ad un bersaglio, li:L sua immagine viene attraversata da due curve, muL di distanza ecl una d'angolo di direzione, relative alla batteria alla quale il congegno è d~stinato : l 'operatore. _non avrà quio1di da far altro che leggere e rilevare i valori- indicati dalle curve. :, .,:.-.1~,' Naturalmente se la batteri,1 eseguisse il tiro a puntamento diretto basterebbe usare un vetrino che ·portasse soltanto .il fascio delle curve relative alle di.stanze. U telemetro del tipo « a base verticale)) era utilizzabile i-;oltanto per batterie a,lt~, installate cioè ad una certa altezza sul mare, mentre per poter essere impiegato per batterie basse occorreva che queste avessero nei dintorni un'altura sufficiente per l'impia111to di un telemetro esterno. Ma sulle coste basse . ed uniformi, quali ad eiempio quelle della cordonata di isole dinna,nzi a Venezia, le sole basi disponibili erano quelle oriz~ontali; e perciò si dovette .ricorrere ai « telemetri a base OI"izzontale )), che perta,nto presentava.no gli inevitabili inconvenienti della stazione secondaria e dei necessari collegamenti. 129
-
2001 -
PARTE 'rECNICA
1870-1915
Ma mentl·e in proposito si deve ricordare che i collegamenti E:rano anche stati già introdotti nell'impiego dei telemetri esterni a ba.se verticale, è da l'ilevare che i telemetri a base orizzontale avevano caratteristi.che e proprietà importantissime quali il capitale vantaggio di un'approssimazione spinta a,l massimo, nonchè la non trascurabile facoltà di potersi impiegar.e per telemetrare anche punti terrestri cioè per batterie e-on « fronte a terra », a differenza del telemetro a base verticale, il cui impiego è legato esclnsivarnente a punti della i:mperfide marina. Gli. elementi per la sistemazione di un telemetro di batteria a base orizzontale sono le coordinate in piamo e in quota del telemetro, situato in batteria, e quelle di un g,oniometro : il telemetro, costituente 1~ staziooe principale, ed H goniometro, costituente hl, sta0ione secondaria, sono situati agli estremi della base, il cui valore orizzontale è quindi perfettamente conosc.iuto. Il complesso telemetrico risolve il triangolo formato dalla base e daUe due visuali dirette dagli estremi di tale base al bersa.glio, in funzione del valore della base e degli angoli formati dagli a-ssi del cannocchiale del telemetro e del cannocchiale del goniometro con la base stessa; si viene così a detérminare il lato : « telemetro-bersagJio )) ossia « batteriabersaglfo )). È da ([lOta:re c4e la difficoltà quasi insuperabile esistente durante lo svolgersi di un comba,ttimento terrestre per riuscire a collimare ad un unico bersaglio adoperando due strumenti distanti fra loro, non esiste nell'impiego costiero in quanto che i bersagli non sono [lUmerosi, si presentano scoperti ed hanno generalmente dimensioni tali per cui riescono facilmente i'r1dividuabili nei loro lineamenti caratteristici, e d'altra pa.rte soo.o in gene1:a1e già conosciuti fin dal t empo di pace. Il telemetro a base orlz?.Ontnle è formato da due pìapi : in quello superiore trovasi il piatto orizzontale girevole che sostiene il cannocchiale ; in quello inferiore trovans! due alidade orlzzoutuli. Dì queste ultime, !a principale collegata rigidamente al piatto si mantiene sempre nel piano verticale del cnnnocchiulc del telemetro, seguendolo nel suoi movimenli
-
2002 -
,I
I
,'·,
I I I
,, ,, I
I
I
/
,,
.,,,,,
/
\
\
I
I
,I
I
,I
\
I
,. .. \
- -
'
\
_ _ _ _ _ _ _ _ _ _ J ___•
- -=====,:-==e-::..r-_ ____ __ _ I
Fig. 894 - 'l'demetri a base orizz-0ntale, da costa.
-
2003 -
,
PAHTE 'J.'F,CKJCA
1$70-1915
azimutali e rotando intorno ad un perno centrale liLti;,:io che coincide cou uu estremo della base. L'altrn alidada, secondaria, t: imperniata sul busameuto del telemetro in un punto situato sulla base orizzontale e distante clal perno centrale dell'ulidacla prini.:ipale di una lunghezza che sia in un determinato r apporto con la lunghezza della base: in generale questo rappor to si assume òi J a 50.000, e perciò per una hase cli u chilometri la clistauz:1 fra i pcrni ùclle alidade dovrà essere cli JO centimetri. L'estt·eruo dell'alidada secondaria corre su di un aTco dentato periferko, e l'alilbd a stessa viene uwntenuta parallela alla visuale diretta dal goniometro rtl bersaglio cla un operatore che mediante appositi or~ani di lettura e di comando fu ossurnere all'nlid::icla gli angoli eomuuicatigli telefonicamente dulia stazioue secondaria in cui è ins'tallato il goniometro. In tal guisn le due alidade, comanchlte una · dal movimenLo del telcme· tro e l'nltra dall'operatore anzidetto, dipenclenLerncnLe dalla distnw.1:u fra i loro perni riptoducono a Ila scala <li l a 50.000 il gi:ancle ttiangolo reale costituito da: « visuale del telemetro - visuale del goniometro - - ùase orizzont:1 le)>. Per ciò la distanza cercata <!::i I telemetro al bersaglio sar11 data in scala 1 : u0.000 dalla lunghezza ciel trntto dell'alidada principale c0D1preso fra li suo perno fitti¼io ecl il punto d'incrocio delle duo alidade. Questo punto d'incrocio è mnlerinlizzato da cursore doppio che collega le due alidade e che scorre a seconcln dei movimenti delle medesime : su questo cursore è .fissnta l\i!'l tremitil. dl nn vetrino orizzontale dis11osto snll'ulicladn priocipale e grnduato in distanze alla sc::iln cli 1 : 50.000 con . lo zero sull'incrocio delle due alidade. La distanza del bersaglio dal telemet1·0 ossia clalln batteria si leggerà perciò in corrispondenza della posizione assunta dal perno dall'alidada principale, posh1ione <letta « punto cli lettura». Infatti mano !llo no che l'incrocio delle alidade si allontana dalla base, anche il cursore doppio !.i allontana dal perno clell'nliclada principale 11ort11udo con sè il vetrino e facendo perciò passare in corrispondenza del punto di lettura numeri sempre crescenti; !l vice,ersn. avvieue allorchè l'incrocio delle alidade si avvicina alltt base. La lettura del Yetrino, che si trova al piano inferiore dello slrn mento ed è m uminn.l"o dal disotto da una lampadina elettrica, avviene direttamente nel cannocchiale del telemetro attrn,erso un foro del pintto superiore. Il cannocchinle è i mperniu.to colla sua partci nnleriore sul centrn del piatto ed è provvisto di due obiettivi : uno anteriore t·i,olto al bersaglio, ed uno inferiore rivolto al « punto di lettura>> del vetrino, la cui immagine è rimandata all'oculare mediante un prisma triangolare : in tal modo il telemetrista ,ede contemporaneamente il bersaglio e la divisione del vetrino che ne illdica la distanza proiettata sul bersaglio stesso.
,m
Il telemetro cli ba,tteria, a base orizzontale ora descrit to ha l'inconveniente di non poter fornire lo stesso grado di ap prossim.azi.on e in t utto il settore di .180 graidi dinnanzi alla -
2004 -
!L TELE)[E'l'RO DA COSTA A B. O, A DUE ED A TRE STAZIONI .
sua base, giacchè nei due settori adiacenti alla base ed aventi ciascùno praticamente un'ampiezza di . circa 30 gradi, angolo fra le due visna,Ii ossia fra le due alidade, alle medie distanze diviene troppo acuto; in altri termini l'impieg-0 del telemetro resta praticamente limitato al settore centrale di 120 gradi. Escludendo altri due a:naloghi settori nel settore di 180 gradi rivolto fronte a terra, si può ooncludere che il tele,metro a base orizzontale non -p uò essere impiegato su tutto il giro dell'oriz7..onte, ma soltanto in due settori di 120 gra,di opposti fra loro, mentre altri due settori di 60 gradi ciascuno, alternati ortogonalmente coi primi, non possono con sufficiente ap prossimazione essere esplorati da,llo strumento. Si pensò allora di stabilire non più un'unica base orizzontale, ma bensì dJ1e, perpendiè.ohLri fra loro, concorrenti nel telemetro e provviste ciascuna di un goniometro installato a,l l'a,J tr-o estremo · della rispettiva base. Le basi, come è evidente, pos&ono però fare fra loro un angolo che può wndare dai 90 gradi fino a,i 60 gra,di : in tal modo i settori inesplorati dall'una delle due basi coincidono -con quelH esplorati dall'altra,, e viceversa; si può perciò impiegare il telemetro e due goniometri ed in tal modo il sistema diventa « a, tre stazioni)) ed il telemetro deve pur esso diventare suscettibile di essere impiegato « a tre stàzioni >>. 1 .1.'a le telemetro è costituito come quello tt due stazioni: ma anzichè una sola aliclacla ha. perciò due alidade secondarie, e l'operatore fa segna1·e gli angoli che riceve telefoni<:amenl:l'' soltanto a qnell'aliclada che si riferisce al corrispondente goniometro in a,,:ione. Nutur~1hrientc il cnrsore che collega. le tre alida<le nel punto d'incrocio, allorchè si muove perchè az:ionato clall'operatore, fa rotare anche l'alidada del goniometro che in quell'istante non è in azione, sicchè questo è pronto anch'esso, se del caso, acl intervenire in qualsiasi momento. Fra questo telemetro a tre stazioni e quello a due stazioni si nota qualche ditl'erenza di costrm:ione : nel telemetro per l'impiego a tre stazioni l'alidada principale nel punto· d'incrocio èi compresa fra le due alidade secondarie e perciò non può portare il portavctrino il quale trovasi superiormente, parallelamente all'alidada stessa e capace di seguire tutti i movimenti del cursore in<:.~Hante clue lunghe viti parallele, collegate dà rotismo cli rimando.
-
2005 -
- ._ '
·,.
/~)-
:
:
/
I
I
',
/
/
/
.....
1/
I
'
'
F1g. . 89",) - '.l'elemetri a base orizzontale, a tre stazfom, . da costa.
_
2006 -
APPARECCHI ACCE:SSCm'L n;u I '.l'li)Lll:M'.HY.mI DA COSTA
Per ovvie ra.gioni la precisione e la rapidità delle misure ottenute coi predetti strumenti, talvolta situati a notevole distanza dalle batterie, dovevano non soltanto essere garentite . i,n ogni momento, ma non· dove,'.ano essere comunque pregiudicate o diminuite da trasmissioni eventualmente incerte, lente, malsicure, quali per molte cause potevano riuscire quelle provenienti dai goniometri o dai telemetri esterni e lontani dalle batterie. Era pertanto necessario che la trasmissione degli aJJ1goli e dei dati di puntamento nonchè dei oonseguenti comandi fosse automatica man mano che tali elementi venivano a formal'Si sugli strumenti, e quindi poi che tale trasmissione· f.osse permanente, cioè visibile e non fugace ed eventua,l mente oonfusa come viceversa possono tal volta riuscire tutte le comnnicazi-0ni verbali del tipo acustico. Dopo le conclusive espel'ienze del 1887 presso la Batteria Pianelloni di Spezia venne adottato a questo intento un genia.le congegno elettroma.g,netico di comando a distanza ideato a,nche dal Braccialini ed applica,to ad « apparecchi accessori » destinati appunto a, cm1seguire la maggiore rapidità e la più grande sicurezza delle trasmissioni. Coìlegati elettricamente col telemetro si ebbero perciò i « ricettori degli angoli di direzione )), aipplicati 'a ciaRenn pe¼io e muniti di un « indicatore o contatore a qua<lro )> ne'l qua.tè in i.nodo continuo appa,r·ivano le cifre indicanti gli angoli di direzione che il telemetro, nel suo moto azimu.tale, andava via via determimando in confronto della batteria. Altri a,pparecchi accessori; adibiti a queste trasmissioni elet troautomatiche furono le << cassette cli segnalazione dei comandi e dei dati di pnnta.mento >) anch'esse collegate elettricamente con la centrale di comando, e nelle quali apparivano in apposite fimestrc le parole o le cifre, relative ai comandi ed ai dati di p1mtament,o: le cassette di segnalazione impiegate per batterie di cannoni a puntamento diretto fornivano i comandi, la distanza e lo scosta,me01to; quelle per batterie di obici · a puntamento diretto davano i comandi, la carica e l' elevazione; i11fine quelle destinate per obici a puntamento indiretto indicavano i comandi, la carica, l'elevazione e la converg,enza. -
2007 -
PAil'l'M 'l' ECì'iICA
1870-1915
In tal modo i comancli, i dati e gli angoli r isnltavano indicati in modo continuo e permanente su i predetti io1dicatori e; sulle cassette di segnalazione applica ti ai pezzi, e bastava gettare un'occhiata, su tali apparecchi accessori per ricavare i dati del momento che veniYano contemporaneamente determina,t i da, ,s trumenti situati amche tal volta a varii chilometri di distanza dalle batterie. Si dovl'ebbe per uldù10 parlare ora dei « telemetri esterni a base orizzonJ;a,le )), detti anche goniostadiomet :·i ; ma poichè la produzione e l'adozione di tali telemetri riguardano la :fine del periodo di tempo qui considerato, e d'altra parte il loro impiego ha effettivamente r isentito delle idee e delle dottrine posteriori, così considereremo tali strnmenti come appartenenti al periodo successivo 1914-l 918 rimandandone perciò la descl'izi.one a,lla parte di <111csta Storia che tratterà tale ultimo periodo. Nell'uso dei telemetri mm1iti cli veLL"ino si ebbe presto a notare la difficoltà. che ossi presentavano nella. lettu ra delle enne isotelemetriche ed isoangolari, che alle volte, pi ù cbe una semplice lettura richieclcvano UJHl vera e proprir1 in terpolazione, cosiccbc'! era h1clispeusaùile cli dover far ri corso ad 1111 pel'sonale non oltanto intelligen te e molto pratico, ma a,l tresì is tr ui t o ed esercitn.to in letture cli tal genere. E poichè in guerra la necessità. di un tale personale sarebbe stata indispensabile e sarebbe quindi sorta immediatamente la difficoltà cli potern e disporre, vell'ne e:scogitato un nuovo t ipo cli t ele· goniometro di più facile impiego e tale da poter es ere adoperato bene anche da personale di minore abilità, e sovratutto di impiego facile e suscettibile cli. esser e usato dopo brevissimo tempo cli istruzione. Fnrono que,s ti gli strumen ti del tipo detto « i1 conta.tori», giacchè in essi le distanr,e e gli angoli non si leggevamo sulle cnrve proiettantisi sull'oculare, ma apparivano in tutte cifre 1iellc :finestrelle di appositi r egistrat ori. Un telegoniometro cli questo tipo, il « telegoniometro Passino >), nelle esperienze eseguite alla Maddalena, ed alla Speid a diede ·ottimi risul tati e per esatte11za e per- faci lità d 'im· piego. -
2008 -
IL TK~EGONIOMETRO PASSINO
Tale « telegoniometro a conta.tori>> risolve meccanicamen te il problema di determinare la distanza, dal telegoniometro al bersaglio, e consta di una lunga asta alla, quale è solidale il cannocchiale che perciò accompagna l'asta allorchè essa si inclina, più o meno a seconda, che un sostegno compie degli. spostamenti a-va:nti o indietro lungo una scl':\,la gra,duata . in distanze. Il .sostegn-0 può muoversi rettilineamente lnngo una vite di gran de l unghezza comandata da un volantino, manovrando il quale per dirigere il ca,n nocchiarle sul bersaglio, si sposta, avanti o indietro il sostegno e quindi si fa contemporanea1ùente inclinare i•n un senso o nell'~Lltro il crmn-0cchiale. Con tale strumento ><i delenninano prontamente l'angolo di direzione e la distanza rispetto al telemetro esterno. All'uopo una coppia cli alidade, di cui la prima solidale in direzione col cannocchiale, e la. seconda imperniata in un punto omologo alla posizione della batteria 1·ispetto al telemetrt.J esterno, · rimangono permanentemente incrociate nell'estremo clel segmento che rappr esenta la distanza cc telemetro-bersaglio>>. Con un tale dispositivo la seconda alidada assume sempre l'angolo di direzione della batteria. mentre la lunghezza della sua porzione che va clal perno al punto cli incrocio delle ali<lade rappresenta la distnnza del bersaglio dal telemetro esterno. Angolo e distan7,a predetti sono in modo continuo indicati da due contatori. Il telegoniometro Passino consta poi ancora di una grande corona inferiore di ghisa elle porta un rocchio ed una rotaia . Sul rocchio è imperniato lo strumento che ruota mediante r otella sulla rotaia, comportandosi come un sott:.1ffusto da difesa. Un vohrntino inferiore ingranando su una corona dentata orizzontale, dà il moto orizzontale al complesso. Il cannocchiale superiore, solidale alla predetta lunga asta, è incavalcato con due pic('()li orecchioni in corrispondenza del centro del. rocchio inferiore, men· tre il sostegno anteriore, come fn detto, mediante un cursore può scorrere avanti ed indietro. lungo la lunga vite ori¼:wntale. Il cursore mobile r appresenta la posizione del bersaglio, e perciò tale cursore sostiene cla una parte anche la seconda alidada, cli cui già si clisse, che dall'altra parte è impP.rniata in un punto distante dal centro del rocchio di una lunghezza proporzionalmente conispondente alla distanza « batteria-telemetro >>. Mediante opportuni rotismi quest'alidada mette in inoto il cont:atorè degli angoli e quello delle distanze r elative alln batteria. L'ingrandimento del eannocchiale era cli 16 diametri : la. scala delle distanze tli 1 a 12.500; la distanza. mnssirna che si poteva misur·a re con c1ue:sto strumento, impiegato come telemetro, era di 19 chilometri; mentre la distanza massima misurabile impiegando lo strumento come telegoniometro era di metri 17.400. -
200H -
PARTID 'l'ECNICA
1870-Hl15
Questo tipo di telegonioruetro intendeva risolvere il problema senza gli inconvenienti che si rimproveravano ag·li strumenti che richiedevano il ricorso a,d una stazione secondaria : esso presentava, cioè una soluzione mouostati.ca, ed invèro appariva d'impiego vantag·gfoso, non tanto perchè con una tale soluzione si elimina.v a la difficoltà di far comprendere all'o-
Fig. 896 . Telegoniometro Passino.
peratore della stazione secondaria, senza tema di equivoco, il .bersaglio da, battere, quaiito perchè si escludeva l'altra difficoltà anche più grave, per cui era possibile di indicare al puntatore il « punto esa,tto » ove egli doveva eseguii-e il puntamento, il che doveva avvenire sotto pena, in caso diverso, di corp.mettere gravissimi errori eventua,lmente causa di sinistri, di disgrazie e di danni.
-
2010 -
JL 'l'RLEi\H:'.l'ftO DA CAMPAGKA GAUTH:n -¼( '
·X·
+:·
In qu esto periodo furono anche impiegati i « telemetr·i ter·restri >) che però furono cli pochi tipi e non vennero rego larmente aiclottati. Per le artiglierie da campagna si ebbe un telemetro mo dello Gautier, il quale fu però fortemente avversato dalle batterie di tale specialità, è non già per partito preso o per misoneistico conservatorismo retrogra,do, ma bensì proprio perchè realmente il suo impiego non rispondeva alle necessità delle batterie da campagna e perchè poi contr,o bersagli mobili su terreno vario il miglior telemetro continuava ad essere ed era ancora e sempre il cannone. Il telemetro Gautier constava cli u.n tubo avente acl una estremità un cannocchialetto ed all'altra un prisma cli cristallo, portat-0 da un'armilla girevole attorno all'asse del tubo. Sull'esterno dell'armilla vi era una gra1 dove e varìava . da 0° a s~ duazione corrispondente ai valori· cli e quinc;U __1._ variava cl:l oo n 2.0. Una freccia sul tubo costitutv:.i. l'insen O diee della graduazione. '.renendo il tubo orizzontale eon la freccia in alto, quando il segno corrispondeva alla freccia, lo spigolo del prisma 1·is~lltava verticale e alla destra dell'osservatore, onde gli oggetti, osservati attraverso al prìsma, 1<i vedevano spostati di 1°,5 a destra dell'asse del tubo. Se 11oi si girava l'armilla, le direzioni delle immagini deviavano verso l'a·sse del tubo di un angolo C che si desumeva dalla graduazione, mentre la:· rotazione dell'armilla era 60 volte maggiore della corrispondente devh1zione d'immagini. Nel mez.zo del tubo vi era un sistema. di due· specchi verticali, facenti fra loro nella posizione normale _un angolo cli 45°, ed alti tanto da non impedire l'osservàzione attraverso a1 prisma. Lo specchio anteriore era fisso, mentre quello posteriore era coJlegato all'estremità di u na vite colla · quale si poteva far variare di poco l'angolo degli specchi. Nel tubo, alla destra ed in corrispo_ndenza degli specchi, vi ·era una finestra che permetteva di vedere per doppia riflessione gli oggetti collocati alla destra dell'osservatore, mentre contemporaneumente si vedevano gli oggetti anteriori attraverso· il prisma. Da una finestrella, opposta a quella sopra accennata, si scorgevano appositi segni che indicavano quando gli specchi erano a 45°. Suppo11gasi un osservatore in lJ coll'asse del tubo r ivolto verso nn oggetto A, il segno oo in cbincidenza colla freccia e la finestra a destra: esso vedrà l'immagine cli A. attraverso al prisma, ed anC'he l'imnrnp:ine di un nltro oggetto O riflessa dagli speccbi. allorquando l'angolo
=
-
20tl --
PAH'l'D '.rf.:CNICA
1$70-1915
AJJO sia doppio dell'angolo fatto dai due specchi. Se l'osserYatore si vorta
in li' sulla linea A B, e se quindi dispone lo strumento in· modo da vede-
re O per cloppia r ifleissione, non s<:orgerù più attraverso al prisma l'oggetto A., ma bensi gli oggetti che si trovnsser o lnugo la linea B'A' elle fa con B' C un angolo uguule od ABO..- per fa r collimure di nuovo l'immagine di A con quella di O, occorrerù pr,rciò cli girare il prisma in moclo da c1eYiare le immagini. ,is te attravers" ol prisma stesso, per un angolo A /J' A'
., ___L .I __
J_-----.-·
Fig. 897 - Telemetro Gautier.
eguale all'angolo JJCB'. Ottenuta quindi tale collimazione, si leggerà sull'armilla il rnlore ~ C , corl'lsporn:lente al punto di essa ,·enuto in coinsen ciclenza colla freccia.
___!:_e per In lnngller,,(,a
BB~ asr:;untu come base, e che sen perciò si do\'l'à misurare, si otterrà il valore della dìstanzn OB'. Infatti dal triangolo CB B', rettangolo o pressocbè tnle in lt, si 1·ne,·a: 1 'BB' == OB' . sen O; cl'oncle Oll'= TIJJ' scn e
11Ioltiplicanclo
*** In questo periodo storico la comparsa dei cronogra,fi eletfri ci apportò un importante progresso nella tecnica artiglieresca -
2012 -
IL
CRONOGRAFO ELET'l'nICO LID BOULIDNGÉ
grncchè per essi il vcc·chio pr·oblema della misura delle -velocità dei proietti ebbe la sua. completa ed esatta soluzione. Il pendolo ba.listico, impiegato nelle prime esperienze sulla resistenzn dell'.:Lria, presentava l'inconveniente di arr{~Starc il proietto nel punto in cui si v,oleva misurare la, velocità, quindi per determinare la rcsistern,a dell' aria che richiedeva la misurn delJa velocità in d ne punti della stessa traiettoria, bisognava fare due colpi e considerare i due punti d'imbatto come appartenenti a.Ua stes~a, traiettoria. Invece coi cronografi elettrici, ancora oggidì usati normalmente presso tutti i poligoni di esperienza, l'inconveniente dell'arresto del proietto è evitato, e quindi servendosi di due cronografi è possibile di misurare la velocità dello stesso proietto effet tivamente in due punti della stessa traiettoria. V ideatore del cronografo elettrico fu il capitano belga Le Eoulengé e presso i nostri . poligoni d'artiglieria un tale strumento vemne vantaggiosamente adottato ecl utilmente impiegato per la misura, della, velocità dei proietti, per la determinazione del coefficiente di forma e per la valutazione della resistenza dell'aria. Il funziouamento scllematico del cronografo è il seguente : il proietto uscendo dalla bocca da fuoco inten:oIDpc due circuiti posti dinnnnzi ad essa cd a distamr.e note : l'interruzione successiva dei due circuiti, facenti capo a due elettromagneti del cronografo, provoca la caduta successiva tli dne aste verticali appese agli elettromagneti; delle due aste la prima cacle libernmente, mentre invece la seconda cade sopra uno scatto a coltello che incide un segno sulla prima asta mentre tale prima asta sta ancora cndcnclo. Quanto maggiore sarà il tempo intercedente fra le interruzioni dei due circuiti, cioè qua nto minore su rà la velocità del proietto e tanto maggiore :Sarà stato il tempo per cui la prima astn avrà potuto continuare il suo moto cli caduta priIDa di essere colpita dallo scntto aziounto clalla caduta della seconda ast11, e conseguentemente la tacca provocata dalla sccond11 asta risulterà tanto più veri,o la varte snpei:iore clella prima asta. Dall11 posizione della tacca s:irà perciò possibile, tEmcuclo conto cli altri elementi di cui si di rà iu appresso, · IDisurare il tempo brevissimo impiegato dal proietto a perconere Io spazio, noto, fra i punti di rottura dei dne circuiti. Il 1:a.pporto fra guesto spazio ecl il tempo trascorso per percorrerlo clai proietto dà un valore clella velocità, valore intermedio fra tutti qnelE assunti dal proietto rn?l tratto fra i due telai. Sopra una cassetta base, livellabile con tre viti, è impiantata una
-
2013 -
t'AHTE 'l'ECNICA
1870-UJ15
colonna verticale che ad altezz,e differenti porta due elettromagneti: questi, quando in essi circola una con·cnte elettrica, trattengo110, la!;ci:rndole pendere verticalmente, due aste metalliche tli diversa lunghezza, e precisament.l'elettromagnetc più alto trattiene l'asta più lunga, detta e< cronometro ». ,
·,
l1'ig. 898 - Uronogrufo Le Boulengé.
mentre l'elettromagnete più basso tra ttiene l'asta vH1 corta detta cc registratore». Al di sotto del cronometro, rivestito di zinco tenero, sta una lunga cavità, nella quale all'atto dell'interruzione della corrente, il cron,•:netr,) stesso può cadere l'lberamente, menl-re sotto il registr atore sta invece u n piattello che abbassùmlosi s0tto l'urto del registratore fa giocare una Iev~ che sgancia un coltello a molla, il quale, scattando in senso orizz,rntale, va a colpire il cro!.lOrnetro mentre esso sta cadendo, e vi incide una tacca. I due circuiti. elettrici che -aziou:rno gli elettromagneti escono dallo stl'U mento e ciascun d'essi Yiene prolungato tino a passare per un corrispon dente telaio r eticolnto composto di tantl tratti di filo collegati parallelamente e vicinissimi, in modo <:be il proietto, nel passare attraverso ai telai, debba certameute spezzar e almeno uno del tratti di conduttorE' elettrico e quindi interrompere prima l'uno e poi l'altro dei circuiti degli elet-
-
2014- -
IL c no.r-0GRAFO ELETTRICO L JD BOU LIDNGB
tromagneti, provocando quindi successivamente la caduta del cronometro e poscia del registratore. Il telaio più vicino alla bocca da fuoco è inserito nel circuito dell'elettromagnete più alto cl.le sorregge il cronometro, menb.'P. il telaio più lontano fa parte del circuito del registratore, Per evitare che il cronometro cada prima che il proietto arrivi ai primo telaio, la pr atica ha suggel'ito -di mettere un tale primo telaio a non meno cli 10 o 20 metri dalla bocca del pezzo, a seconda del calibro, se si tira con artiglierie ; a non meno di 2 metri se si th·a con armi port~tjli. o
I o
t.
lii
,, ' ili
llll
_..
Fig. 899 - Telai.o reticolato. La distanza fra i due telai si fa eguale a circa uno o due decimi del valore pre~umibile del!!). v(•lo<iità da misnrarsi. Partito il colpo, il proietto interrompe il primo circuito ed il c;ronometro comincia a cadere : poi interrompe il secondo circui to ed il registratore comi~cia a cadere. j).fa la tacca sul cronometro non viene impressa in questo istante, ma bensì con ui:1 cer to ritardo dovuto al tempo impiegato successivamente: dal registratore per giungere sul piattello, dal piattello per abbassarsi e preinere sulla leva a gancio, dalla . molla del coltello per distender e . e colpire col coltello il cronometro ca.dente. Per queste ragioni segnando sul cronometro e chiamando origine quel punto del cronometro che quando esso è ancora appeso si trova · all'altezza del c,oltello, la tacca segnata dal coltello sul cro1iometro si t rova ad una distanza dall'origine corrispondente ad un tempo maggiore di quello effettivai:nente impiegato dal proietto per passare dall'uno aJl'•a'ltro telaio, per chè accresciuto appunto di tutti i « tempi morti >> dovuti al ,funzionamento delle varie parti messe in azione dal registratore. Per poter leggere sul cronometro il vero valore del tempo ·interceduto per il pi;i'.ssaggio dal primo al secondo telaio la tncca dovrebbe vel1ir impressa n,ell'i.,,;tante in cui il registratore si distacca dal suo elettromagnete, ciò che, come si è visto, pr at:icamente. non · avviene. Occorre quindi determinare il valore globale di
-
2015 -
l'A lìTI') 'l'lJ:CN l l ' A
1870-1015
tali tempi morti, JI elle riescti facile giacchè se dal tempo. totah~ T d~:sunto dal cronometro si toglie il tempo t c1c;corso nl proietto per passurc dal pri mo al secondo telaio, risulta come differenza apr,mnto il valore del ' complessivo tempo mmto . E se riduciamo a zero il t~~mpo t, ossia se .f.lr. ciaruo 1.1vvicinnre i due telai fino a toc<'nrsi, o ciò che è lo stesso, provo-
Fig. 000 · Congegno
fi i
scatto dd coltello del cronografo Le lloulengé.
F'ig. 901 - DisgitJntore. chiamo in un moclo qualunque la contemporanea rottura dei clue circuiti, il tempo totale. rappresentE'l'à il tempo morto, cioè la tacca elle venà impressa sul cronometro r appr esenterà . appunto questo tempo morto di cui si potrà tener conto nelle misurazioni effettive da es~guire in seguito. A questo scopo si impicgn_ un interruttore doppio, chiamato <e disgiuntslre 1> nel quale si fanno passare i due circuiti : una molla scattando ii
-
2016 -
IL
CRONOGRAFO IDLIJYlvl'RICO LE HOULEl:WI-;;
interrompe ambedue nello stesso istante. Al cronometro sì può poi applicare
in modo invarittbile u n regolo gtaduato e munito di cursore a nonio, e con tale r egolo misurare la posizione dell'attacco : sul regolo lo .zero di otiginc -si pone in corrispondenza di quel punto del cronometro che verrebbe col-
pito dal coltello quando esso fosse ancora appeso ; quindi vi (leve essere un tratto del regolo corrispondente al tempo morto; su tale tempo morto <leve essere regolato lo strnmento alzando od abbassanùo il pìattello sul '1t1ale è destinato a cadere il registratore, fino ad ottenere che la tacca -di clisgiunziom~ dell'interruttore doppio avvenga in corrispondenza dell'estremo del tratto del regolo relativo al tempo morto: oltre questo tratto comincia la vera graduazione effettuata direttamente in velocità e cioè }n Jitetri/secondo, e sulla quale, a seconda della posizione della tacca ottenuta <:on lo sparo, si legge la velocità cercata corrispondentemente alla prefissata ,(!istanza fra i due reticolati in 100 oppure in 50 metri.
Fig. 902 - Regolo misuratore.
Per evita re il distacco prematnro clelle aste occorre non trascurare al~une avvertem;e, quali : l'ubicazione dello strumento a distanza tale dalln bocca cla fuoco onde esso; all'atto dello sparo, non sia comunque disturbato; il suo esatto collocamento sopra un pila;;:trino isolato materialmen~c ·ed elettricamente ; la regolazione della for,1;a portati va degli elettromagneti -ossia. della corrente cli induzione; la regolazione cli contemporaneità di fun-zion:.unento .del clisgiuntor e. Ad ogni modo allo scopo di eliminare le sregolazioni eventualmente esistenti, a metà cli ogni gruppo di colpi si usa di 'invertire i circuiti nel disgiuntore con che gli. errori, eventualmente commessi prima in un senso, vengano quindi commessi in senso inverso ecl ln -òefìnitiva eliminati nel ct,lcolo finale risultante dalle medie dei singoli ' va lori ottenuti. La velocità ottenuta col cronografo ti esattamente la velocità orizzontale nel punto cli mezzo fra i due telai reticolati, se la resistenza dell'aria :è proporzionale al cubo della velocità. Allorcbè la resistenza non è cubica, 1a. clìCferenza fra la velocità orizr.ontale nel punto di mezzo tra i due telai ed il quoziente spazio diviso tempo, clifficllinente arriva ad un decilnetro per secondo, ossia è inferiore all'appros.:iroazione cl.le può fornir-: }o strumento ; quindi la YClocità ottenuta col cronografo si deve r iferi re =nl punto di mezzo dei due telai. Concludendo, per deterrninrtre la velocità iniziale si misura col crono-grafo la velocità orizzontale del proietto in un punto della traiettoria a pie130
-
2017 -
PAil'l'l!l T ECKICA
1870-1915
cola <li:stanza dalla bocca del J)ezzo. Dividendo ln velocità ori7,zontale otte:uuta, per il coseno dell'angolo di proiezione si otterrà la « pseucloveloci tà » V . COS
ii =
cos
0
<p
Conosciuta n e la distanza a: del punto dalla bocca del pezzo, applicand:> le formule
C'
= _O_
8.i . ~
,
D (v)
=
D(u) -
cx·
la tavola balistica darà la velocità richiesta. La densità dell'aria a si ruisura d urante l'e.s perieuza. Come valore di lì
si assume la quantità
~
= -
1-
cos
<p
11 coefficieute di form a i o è noto oppure se ne prende un valore appro8sìmato.
Xegli ultimi lnstri del pei-iodo storico precedente e cioè un po' prima del J870, le « tnvole di tiro>> tLvevano già preso forma , disposizione e con tenuto pressochè sistematici e razionali, arricchendosi, rispetto ai t ipi precedentemente compi.lati, di tutt i quegli elementi cli.e la tecnica , sempr,e più progredita, esigeni, per l'e1,ecuzione del til'o. Così. mentre al principio del perio(10 1870-1914 nelle tavole di tiro troYiamo gil'L che il contmrnto è ordinato come ne11etavole moderne e costituito di Lntti i dati , o quasi, che s.ì riscontrano nelle t avole ocliernc , in tutto il periodo che qui consid eriamo le tavole di t iro numeriche non subiscono sosta,n, ziali modifirn1.ioni tendendo pertanto sempre più ad un tipo. uinico ·d i forma e cli sostanza. , in modo da forni.re alle batterie., indipendentemente in genere, tra 11ue qualche caso eccezionale~ dalla speciaHtà e dal calibro del materiale, un documento re, g.ofa,mentar~ e tipico, facile alla con sultazione e di pratico. impiego. Ad ogni modo i rn qn esto perio(lo nella compilazione delle tav·ole di tiro si vcrificnno i due seguenti fatti importanti. Il calcolo degli elementi co~titutivi, nel ca.so il più generale della -
2018 -
'.l:AVOLE DJ TIHO NUMERICHE
ritardazione rappresentata da una fuuzione continua, viene eseguito mediamte l 'integrazione ùelle equazioni differenziali del moto nell'aria : integrazione sostanzia,lmente approssimata,, ma~ mediante l'u,rtifizi<> escogitato da Francesco Siacci, portata a,' risultati semplici e sovratntto prrLticameute socldisfacenti e sufficientemente esatti, ta,l i cioè da evitare, come avveniva nel periodo precedente, di dover considerare molteplici ri.tardazi()llli pr,o porzionali a successive potenrA~ della velodtà, e di dover dividere la, traiettoria in corrh;pondenti tronchi con altrettante tavole numeriche, e conseguenti soluzioni spezzate e clisconti,nue. L'a.ltro fatto nuovo che :wcompagnò la formazione delle tav,ole di tiro in questo pei;iodo consistette nell'in trod uziont: del « mJllesimo del raggio>> come unità di misura degli angoli, in luogo e vece dei gradi sessagesimali e loro sottomultipli. Per ciò che ha tratto al~a innovazione de « il millesimo » introdotto nella misura . degli angoli ricorderemo c_he l'unità . di misura degli archi e degli angpli fu per lungo tempo il graido sessagesimale coi suoi sottomultipli, e di essa si ebbe traccia e ripercussione nelle tavole di tiro :tino a tanto che le corrispondenti graduazioni rimas-ero incise sugli _alzi e sugli altri strumenti <li punt.amento; ed è giusto il riconosoere che nei primordi dello svilupp,o del puntamento d' artiglieria, tale unità, di , misura :un linea genera.le C·o rrispose beni,ssimo a.ne necessità contingenti cl.e] tiro, cosi come aveva sempre bene senito nelle tratt.a.z:ioni cli geometria. e di trigonometria, da cui proveniva. Ma coll'aumentare delle gittate, - ecco sempre la gmncle causa, di evoluzione di ogni materiale e di tutti gli strnmenti d'artiglieria - non fn più possibile gindiçare a tali grandi distanze con presumibile .certezza cli adeguata approssimazione l 'entità deJle djmensioni metriche lineari cli obiettivi o di punti di riferimento situati tanto lontani; e poichè l'unico elemento misurabile, . anche in questi casi, era ancora il valore a,ngolare, si senti ben presto il bisogno di un'unità che collegasse t a,l e valore angolare colle dimensioni linea,ri del ber
-
2019 -
l'AHTN TECZ..IC.\
1870-1913
suglio, ocl almeno con la s ua distanza clalla batterht o du alt ro punto cli osservazione. Si eercò cioè un n1,pporto fra l'ano •·orrispoHdente al nuovo angolo ed il raggio della circ.:011forc1nu. g~meraldce, un rapporto esptc so da un numero intero clte facilitasse i calcoli B remlesse anche Sf!mplici e spediti quelli men tali, rapporto poi cbe i-ima.nesse oostan te q 11u l.1rnq 11e fosse tale raggio, cioè p.er qualsivoglia distanza: un'unità cioè che si comportasse come il « 1·adiant,e )), unità angolal'e conispondente a quell'angolo che sopra una circo.nferenza a,vent"e per ce111tro il suo vertice intercetta un arco cli lungh ezza 11g11,de al raggio. (,-!tH.lfito rapporto fn il. numero l ().00; e l'au golo adolta.to come unità di misurn fu quello corrisponden te ad nn al' CO pari alla. millesima, parte del rnggio ,; tale angolo fu detto « millesimo )) e risultò appunto la millesima pa1·lc del 1·adiante cioè 3', 26",26. Quest' unità di a,ngolo: a. second u clell' a,mpi.ezza mi~m·atu, permise di calcolare immediatamente o la clistam,a tLI lornhè ~i C'onoscono le dimensioni di un ohietti.vo, oppure cli l'ieavare le dimensioni del bersaglio conoscendo la sna dist.anr.a. ai1 c.: he se soltanto Rpprosi:;imativamente . Cosi nn oggetto oompt·,eso in un angolo ampi o 5 millesimi stnxa acl indicare norn distanza del bel'saglio pari a mille volte il quinto della, dimcn1S.ione dell'oggetto, oppnre una dimensione del bersaglio pari a cinque volte il millesimo della distanza: cioè una distanza dal bersaglio cli 2000 metri per un oggetto avente dimensione di 10 metri, oppure nna dimensione del bersaglio di 10 metl'i pel' una distanza di 2000 metri. Qu esto « mtllesimo )) a,pplicato agli amgoli e ::Llle graduazioni zenitali, non diede luogo ad alcun inconveniente, data I.a non grande estensione dei settori vel'ticali ed atteso il fatto che tali graduazioni noo erano a giro completo, che anzi per angoli non molto grandi, con notevole giovamento d'impiego, il millesimo si iclentilkò co1le tangenti. Ma quando in seguito il millesimo fu trasportato a.ncbe sulle graduazioni azimutali, che sono a completo giro di orizzO'llte, il nnmero di 6283 milksimi contennti nella in tera circonferenza, per una parte ren-
-
2020 -
TAVOLE DI 'l'IRO NUMlsRICHID
eleva diffic,o ltosi i successivi fraziona.menti di angoli, mentre d'altro lato non perrnetleva la: perfetta s ua, divisibilità per ognuno dei quattro qua,drainti. Per queste rtv,;ioni il millesimo di. ampiezza. esatt.1 fu leggermente modificato e diminuito in modo che in una circo11ferenza 11e fossero conteu uti 6400, detti perciò « gradi ·millesima.li )) oppure «,millesimi convenzionali » : la, piccola variazione ed il piccolissimo errore da ciò co:nseguenti sono pertanto larga.men te compena,sti e dalla grande e fa.cile div.isibilità di questo numero, e dai suoi vantaggi nel campo azimutale, in cui norn occorrono calcoli di tamgenti. o di. i~1cli11azioni coi:ne nel campo zenitale. È pertanto da. rilexare il fatto per cui nel periodo che qui si CO'I1sidera i,,i ebl1e nna vera e propria clnplieità del millesimo : esatto· per le gradmtzioni zenitali, convenzionale per que1 J0. azirn ntali. Diamo qui sotto due esempi di tarnla cli tiro nnmedca del tipo più comnne nella secouda meti:1, del periodo in esame, e precisamente una tavola a gramata ed nnrL a, :::hra,pnel per il cal1'll{)ne da 14H A., doè l'attuale 149/35. Qnest,e tav·o1e, come del resto tutte le altre, era.no costruite per l'alti.tndine di metri 130 sul livello del mare e per densità unitaria, dell'aria; e portavano nel contesto del fascicolo, indicazioni complementari quali : dati relativi al canrnone, a,l le munizioni ed all'affusto; co11dizioni a cui corrispondono le ta,vole di tiro, avvertenze · di p un tamento al variare di qualche condizione, modo di calcola,re le strisce ed i percento probabili dei colpi; ta.belJe dei fattori di probabilità,; dati di efficacia. 1
-
2021 -
CANNONE DA 149 A. -
TIRO A GR ANATA
m/ ~. G3j Forza, Yiva, inizinle (½ m . l/ 2) òinn modi 8G8
Velocità inizia le (V)
Granata da 149 A'. peso kg. 42,200 Cn,riea, del n . 9 (cli ba listite 3 x 80 x 30) peso kg. 4,900
o
N
c.
I
Coefficienti
ai
q
N
Elovnzioni
:;j
,r.
o o
s --- - - C2
centes.
CCl\tes,
mille,.
mille,.
mille,.
100
-
-
-
-
200
-
-
-
8
3
0,2
800
-
-
4
4
0,3
-
-
-
10600
-12
4c1
17
10700
42
-12
10800
48
,li{
m.
400 500
-
~J;
H E
T[
C1
- -
"'"'o .d ;
i:n
D
- -
5
5
J
gradi e decimi
-
0,3
m.
0,1
N
$
P 1·o f'ondili1
~ c.,t ~ cii~ :::,
~
~
g
F' -m.
,:: !:
.. "'
<> ,;:
m.
~== :; .s
:;-:::g ~ .,,
JJ'
I%D
l~mi~e,.
-
499
28,1
li>.5
75.0
78
17
-
5.12
28,8
10,0
79,0
80
18
-
526
29,(:i
16,5
83,2
82
J
I. 0.7
([
- mille;.
m.
I
i::
N
e
i::
w
3
.s~
o
A
q
'r
D
~
l .'2 rn.
l]2 ·- -
- -- -
dioamodi ,r:.condi
m.
·-
0,2
3
579
705
0.3
200
-
0,3
·5
5i"J7
fi58
0.G
l:sOO
ii~
(319
0,7
.ioo
ii22
587
0,9
500
202 I 997
1-18
~,6
1UUOO
208
UD
3!),.i
10700
1028
2U4
150
40,2
10800
liii!
.ii.o
163
4:1,9
I 109UO
14
0.1
grndi e decimi
ar.c
8~
2!
100
o,i
0,1
C
to::::
~
~ Cl ,:: SI ;.>
o,'l...
-
0,4
b(;
.:si
~ ;a
;.. d
78:1:
-
lM
o
·a f'0 ~5 P..·'O
-:s-= o
I ·;:o
606
-
1J
~
~~
2
-
0,1
1
·- 3 j,~
-
-
7
7
I I
o
-;;:;~ ~ ig l:: ~
u
-
IN t
t'O
e;
e E
o:
Strlscle contenenti Il 50 % dei colpi
Dt~ti di puntam ento
I ·-
O,-!
7
O,ii
!)
10
4-!.0
967
u
,Id,!)
12
45.8
I
10!100
43
4-!
10
-
540
30,4
17,1
87.!J
8~
13
46,i
1061
205
11000
**
46
19
-
555
31,3
17,7
!)3,0
85
1-l
J,7,6
1096
:l67
I
I
11000
CANNONF, l>A 149 A.
~
TIRO A SRRAPN~L
Shra.pnel da 149 A. peso kg. 43,275 Carica del n. 8 (di balistite 3 x 30 x 30) peso kg. 3,000 Coe!Iioionti
... s
N
,:: o3
.... .....te
'
d!
cii
A
o o
.....,<
C1
C2
C3
·;: N
·s :::
~
"' ii
~
e$
i.
H
ccntcs. c entes. cente~
100 -
1
-
2
1
2
1
3
10600 88
58
29
24
39
61
28
25
10800 39
65
26
26
10900 40
72
-
27
200 300 400 500
10700
-
-
-
-
-
~ -~
~~ _,,, Sw :~ .§~
. lara~i e div. mille,. mille,. m1lle1. deçimi
s
o ;:jo ..... il 50 % degli scoppi
e= 6:: ~ ~ ~ o !: .... _, <> - o
:;: ==
<"C... . ....,=.'C. .
--
-
-
"',..N
I
mille,.
m.
m.
-m.
-
-
- -
-
-
-
2
m.
-
-
0,1
-
6,2
3
1,3
3
155 0,1
12
-
5
6
0,3
-!
1,li
3
152 0,1
13
7
8
0,5
u
1,3
3
1-:1:9 0,1
13
636 35,8 !371:i · 4,9
6
52 16,8
SH
663 37,3 384
5,0
6
51 17,4
87
697 B9,2 398
5,1
6
40 18,0
91
-
96
-
-
18,7
.
m111es.
-
4
-
\ '¼o D
~~
§J,
3.2
l
11,8
--.,... e:
tJJ .... o Q) ...., .... '0~ $~. . d·~ §:: oéf)'C- ·- o ..o. . "Ci ~g ~ "C o e$ i. g
:::
im
<Q ._ 'O
; .;'2;;
... ·-
<D ....
tro
;: l:,fJ
d ~
!:J.'!}s .
gradi e
m, 11es. !decimi mille•.
-
0,1
1,2
0,3
1.2
0,4
1,2
0,6
O::>. ,,.
Q) <>
o
"'d!C. 00
>"C...
P .....
,e
i5
V
t
D
::! "'
E-i d!
-s;; s= .. = lang. - - -D--J - 6
-
2
748 42,1
:.;;
Fa
2
-
I~!
P-<
3
I
~ · li ·! $-s;
....o
tD o::
Vnl'iai ioni i.!!.:!
~
O)
Ys D --1
-
1
..d
H E
F;
-- -D - -I - - --
- - - - -- - - ---m.
<>
e!> G
~
U)_
D
... ::,; o
'i: o
Strlscle contenenti
~= a. ....
Dati di puntamento
\'eloci.tù, infaiale (V) tn/s . 545 Forza virn iniziale (½ m. V 2 ) dinamoùi 655
~ secon.1 -
m.
tOO
2
534
3
;;21;
0.1
200
5
512
o.~
300
7
502
O••j
400
10
492
0,7
iiOO
23
2,4
51.0 1235 271 4J..U 10600
30
2,5
52,8 1317 2U 46,B 10700
46
2,U
54,8 l -! 18 278 48,2 10800
-
-
57.2 1:if,2 282 50,J. 10900
l:'AR'l'EJ TECNICA
1870-191:j
Uli elementi di queste tavole sono di interpretazione ovvia, e pertan to è oppottu:no p recisare il significato ùei <:.oefficienti 01, 02 <~ 03 che a,ppaiono uelle pl'irn e colonne. Il (,\ rapp1·esentav,L la, conezione di gittata pct· ogni ettometro di altitudine dell' origine, dovuta a variazioni di densità e quiHùi tli coeffi<:iente baU. tico riclot.to. P er ciò il 01 moltiplicato p er il numero di eUometri dell' altitudio1e e dimi· nuito di 1, dato che la dcrisità ol'igine è ad una altitudine di circa 1 ettometro e cioè prech;amcnte 130 metr i, esso daxa lè.lt correzione competen te all'altitudine effettiva dell'ol'igine. Il 02 1·appreseutavtL la corre,,;ioue di gil:tata p er ogn i etto metro di al tezza del segno, sopra o sotto l'orizzonte : e poichù, tale correzione era un po' diversa dalla vera, praticamente la. si compensava cercando il 02 i·n conispolldenza. 1:i.on già. delhi dista!llza vera, ma b~nsì cli quella moclifictLta, tenendo couto. del dislivello. Il C'3 nippresentaYa la ,·ariazione di distanza corrisponde1n te alla variazione di grachiazione di spoletta pel' ogni etto metro cli altituqine dell'ol'igi:ne oltr e i 130 metri. Tale vari a , zione di distanza, moltiplicata per il numero degli ettometri dell'a ltitudine sopra 130 metri., <lava. fa distanza definitiva i1~ corrisponcle1:nza, della qnale si cercava la gl'acluazione cla im , piegari:;i aWaltitucline cla.tn . Tntti questi coefficienti e1·,:1110 espressi in c:eJJteRimi p1:1poter esprimeJ'(~ le altitudini in ettometri.
*
+:·
*
Nel periodo 18'iO-l!lJ4 fecero la loro prima, comparsa le<< tcivole lli t;iro grafiche n torne òocnmento reg-olamen tarc e, . ' car atteristico, per quanto ttnche molto tempo prima Sl~ ne, fos ero avuti alcuni tipi, che però erano manifestazioni i so, la te, e clei quali perciò non si è pi·ima d'-0ra, te1111to conto. Qneste tavole di ti1,o, che veniva no desun te da, qnelle nu , mericbe, erano cos titn ite da t a11ti fasci di traiettorie quanteer ano le cariche; le traicttol'ie er ano disegnate alla scala (H. J a 25.000, con 01:igine comn ne ed aJIJgoli di proi e,,;ione ere, scenti <li l° jn 1°. -- 202-l- -
'l'A\"Of,E DI '.l.'IRO D.\ é.UlPAG~'-', DA )10.S-'.l'.\GNA E DA 0U:S'l'A
Con curve continue venivano poi riuniti tutti i punti, uno per traiettoria, che richiedevauo la stessa elevazione per esse1·e colpiti, otte'liendo cosi le linee <li uguale elevazione : mentl'e pe1· il tiro a shrapnel si ebbero anche linee di eguale graduazione di spoletta. egnando quindi sulla, tavola di tiro un obbiettivo mediante le sue coordinate, e1·a cosi possibile di determinare t utti gli elementi per colpirlo, e cioè : alzo, scostamento, graduazioni, ecc. ecc.
Poichè le artiglicl'ie delle specialità da campagrna e da mo11 tagna faceYauo uso di un'unica ca,riea di lancio, le « tar,ole di tiro da campagna e da montagna>> si riducevano per ciascnna bocca da fuoco a,d un' unica t[bvola di tiro per ciascun proietto, tavola unica che era direttamente rip-01-tata sugli strumernti cli puntamento, per modo che il tiro procedeva sen ia consultazione alcll'na delle tavole di tiro, dato l'L nche che gli alr.i e le spolette erano gra<luati in distam~e anr.ichè in angoli o tempi. Le tavole di tir o da montagna per ovvie ragioni di impiego cli tali. artiglierie furono inoltre calcolate per un'_a ltitudine di 1500 metri anzichè 130. Ri ebbe a·nche qualche esempio di « taYole di tiro a metraglia », composte cli due sole colonne: distanza e alzo. Esse, cli uso molto problematico nella. pl'a tica. non erano generalmente prolungate ol t re i 600 metri. Esiste,an o poi e< tavole di tiro specia li per batterie da costa », ba~ate :::nlla consi derazione che il bersaglio si mnove sopra tma superficie ben definita, quella del mare, e sottosta1nte all'orir.zonte · delh1i batteria. Per questa consiclera.zionè tutti gli elementi venivano riferiti non già all'orizzonte, ma alla superficie del mare. Le tavole di tiro da costa invece clell'eleva:don-e :x coritemevano l'angolo di tiro ed invece degli elemen ti cli caduta fornivano gli elementi cli arrivo !'ìnl mare. -
202;) -
PAl!'.l:D '.l'E(;N!CA
1870-1915
Per l'uso <.li tali tavole non occòrrevano coefficienti di correzione, dato che la postazione delle batterie era fissa, mentl'e poi i grossi proietti impiegati risentivano poco le variazioni di densità. Per batterie in postazione fissa, con determinat-0 . s.ettore di azione furono costruite « tavole di tiro per una determinata altitudine >>, e riferite alla quota effettiva delle batterie. I n questo periodo di. tempo vennero per ultimo anche calcolate delle speciali « tavole di tiro ad angolo fisso>> essenzialmente destinate a ta,lune postazioni fisse, batterie o po sta,zioni fortificate, le quali o non consentivano di usufruire dell'intero_settore degli angoli di inclinazione, oppure ::wendo dinnanzi a. sè rilevanti ostacoli vicio1i non potevano raccorciare il tiro- al di sotto di qnello sfiorante l'ostaoolo. In questi casi si costituirono delle batterie ad angolo .fisso · ti carica variabile, batterie che eseguivano il tiro prestab_ilendo un ang·olo di proiezione fi.S80 e va1.:_iando vi.ce-versa la carica. Nella disposizione del contenuto delle tavole di tiro per queste ba,t terie si ebbe così una, caratteristica inversione: per esse anzichè un certo numero di tavole distinte per carica, si ebbe un certo numero di tavole distinte per angolo. In ognuna di queste ultime tavole, amzichè la colonna degli amgoli di deviazione, si ebbe la colonna, delle cariche. Gli altri elementi di q neste tavole cli tiro erano invaria ti.
Notizia bibliografica e delle fon.ti Pmn IL so:rTOCAPITOLO
« CONGEGNI
DEL CAPÌTODO
llJ APPARlTICCHl 01 PUNTAMEN'.l'O
XXXI ·
§
»
6.
(1810-1914) Nozioni d/artiglieria ('l'orino, 188f>). 1 BARBIDTTA: '1 ele11fe t1·i da ca1npagna ('rorino, 1905). BÀSHF·OHTH: F'·inal report on exverùnents made with the Bashforth chronogra7)h (Londra, 1880). AnAGNO:
-
2026 -
1'01'1ZIA B!BLl()GHAF'lCA
BaMstic<i esterna ('l'oriuo, 1906). I telemetri da costa (Homa, 1919). bm FALCO : P1'isma-tele11wtro da oainpa.g11a (l<'h enze, 189.!). ELLEt'-A: Materiale d'artiglieria ('l'orino, 1 Ti ) . lvlADASCHJ: Nozion'i d'a1·ti,gl,i er·i a ('l'orino, l!Jll). MALVANI : 'l'elemetri e stereoteleniet1·i (Ilonu1, 1903). Roo~m.·1'A: Man11ale da campag11(i ad 11so deg/.i ·11,ffizial·i di artiglie1·ùi ('l'orino, 1870). ·fSA,"i i\1AWI'INO : 1'elenietrci e telegonio1netri (Homa, 1901). SIA<:cr : S1il calcolo delle tavole di tiro (Homa, 1 75). S1Accr : S1.tl calcolo delle tavole d'i t-iro (Uorna, 1879). 'l 'ormwrTA : iliaterfo,le d'CM·t·iyherfo. ('1'01·ino, 1!)07l. B IANCHI :
BHACCIALINI:
FOKTI Atlante del mate1'iale d'ai·tigl'ieria: SMiti descr·ittivi (Homa, 188687-SS) .
Atlcinte del 1nateriale d/a1·t,i glforia: SU1bti desorittiv,i (Roma, 1889$l0-DJ ) .
Atlante del materiale c(/a rtiglieria: simM. clescrittivi (Roma, 189596-97). Espe1·ienze e c<ilcoli v er la custrn,z·ione cle/.lti tavola di tiro a shra7mel del cannone da 81 8 .R. Ret. mod. 80/98 ('l'ol'ino, 1905). Giorna,le d' Art-iyl,io1·ia e Genio (Homa, 1880). Istruzione stil tiro dell'artiglieri<i da costrt: pmitcinumto (Roma, 189!)), I st1·uzione sul rnateìiale e snlle m,11,11:izioni aa 75 inod. 90G (Ho ma, 1912). illaniuile d'artiglieria, :. prtrle I, li, Il[ (Roma;1888). Ta!l)ole di tiro dei cannone lla 75 A oa-m7j, (Roma, 1912)
-
2027 -
PAnl'lil 'l'EJCN1CA
§
1870-1915
7.
S ISTEMI DI PU NTAMENTO E METODI DI TIRO Diverse modalità di punta m e nto e di tiro per artiglierie di tipo vecchio e di tipo nuovo • Puntamento diretto e indiretto = Il fa lso scopo = Alzo e scostamento fittizi • Lo scostatore Siacci • Congeg ni Bona gente. Pun tamento indiretto per artiglierie da campag na • S tudi e proposte: P e drazzoli , Pag lia ni, Marciani, P a rodi, Buffi • Procedi• menti geometrici e goniometrici = Il cerchio di direzione • Alzi a cannocchia le • Cerchi di puntamento • Varie s pecie di tiro a d angolo fisso ed a carica fi ssa , Tav ole di puntamento e tavole di efficacia. l\'\odalità del fuoco = Istruzione del 1887 = Compiti del com s.n, dante di batteria e dei comandanti di sez ione • For cella, agg iusta, mento, distribuzione e r e ttificazione del tiro = Istruzione d e l 1893 per Artig lieria da campagn a, da montagna, a ca vallo - I punti compe nsati , Dis tribuzione laterale e in profondità = Norme per tiri speciali • Ordini di fuoco = Giud iz i esteri s ulla nostra lstru, zione . Is truz ione per m ateria li da 75 A = Nuovi strumenti di puntamento • Istruzione provvisoria d el 1901 · e Istru z ione 1904 • Ordine di fuoco per serie = Istru zioni speciali 1898 e 1905 per Arti glie ria da montagna. Consegu enze dei mate riali a tiro rapido • Vantaggi consegue nti dalla celerità di t iro = Discordi pareri: Allason, Biancardi e Pi, stoj • Importan za d ella preparaz ione d el tiro • Studi e propos te Monte fin a le • Istruzion e del 19 13 • Procedime nti goni ometrici per la formazione d el fascio parallelo e per il calcolo della dire, z ione = Norme per il defilamento, l'angolo morto e il tiro sopra le proprie truppe = Il nuovo criterio di libertà e di responsabilità del capitano = L ' inquadramento del terreno = Modalità di fuoco pe r i I tiro di efficacia = Le falciate. Is truzioni sul tiro d 'Artiglie ria da fortezza = Complicazioni iniz iali • Dis pos itivo de l tenente Carlo Nullo - Nuova istruzione do_p o la scomparsa d elle arti g lierie a d avancarica • Incompletezza delle prime tavole di t iro , Rilievi di Carlo Parodi = Istruzione ' litog rafata del 1892 e Istruzione completa del 1894. Nuove r egole conseguen ti dall'adozione dei nuovi strume nti e de i procedimenti goniometrici • Istruzioni del 1905 e del 1906 • Crite ri di maggiore larg hezza • Dis tribuzione del fuoco = Ordini di fuoco • Is truz ione definitiva del 1915 • Forcella a tempo in -
2028 -
L@ DIVERSE :.\IODAL[TÀ DI PUN'l'AM!llNTO E TIRO
elevazione o in graduazione = Concetto embrionale del trasporto del tiro = L'obiettivo ausiliario. Metodi di tiro per l'Artiglieria da costa = Puntamento indi vi• duale e puntamento preparato - Formazione puntatori e teleme= tristi = Tabelle degli scostamenti = Distanza di tiro, distanza di. fuoco, distanza approssimativa = Inconvenienti del puntamento indiretto , Studi e proposte del capitano Giuseppe Nuccorini = Regolamentazione anteguerra = Puntame11to indiretto in direzione e in elevazione = Importanza del servizio telemetrico , Specie di tiri costieri • Condotta del fuoco = Le tabelle del tenente colonnello Antonio De Stefano = Le tabeJle del maggiore Enrico Corte = 11 tiro ridotto.
Negli Mmi immediatamente suc<.:essivi al 1870 e perc10 corrispondenti ad un periodo di -tra.nsizione da artiglierie liscie ad artiglierie r igate, il puntamento e il tiro dovevano necessariamente eseguirsi con modalità, diverse secondo che si trattasse cli vecchi o di nnovi materiali . J<} noto che nelle bocche da fuoco lisci.e, anche se l'a,lzo era 11ella posiziollle di origine, la linea di mira non era parallela, all'asse dell'arma, perchè il raggio cli culatta. era sempre maggi.ore del raggio di volata, intendenclosi qni per « raggio )) l'altezza cli un punto cli mira al di S·O))J'a dell'asse. Le bocche da fuoco ad anima liscia a~'eva,no quindi già un angolo di mira naturale : la differenza tra raggio di culatta e raggio di vola.ta costituiva per ogni- bocca da fuoco, come un alzo fisso. Puntao1clo con -la linea cli mira naturale Si assegnava all'asse dell'arma l'elevazio'Ile necessaria per oolpJre il bersaglio alla distanza cli « punto i n bianco)). Per eseguire il tiro ad nna, distanza maggiore di quest'ultima, .si doveva dare una eleva1.ione ma.ggiore di quella permessa, dall'angolo di mira 11aturale : dovevasi quindi ,sollevare l'alzo e dare l' alzo effettivo: la somma dell'alw eff.ettivo con la, differenza d'altezza dei due pu111ti. di mira, era l 'alzo totale. Per eseguire il tiro a.cl una, distanza mimore della distanza di << punto in bianco )>, si doveva diminuire l'angolo cli mira naturale: ciò corrispondeva , allora, a punta.re coll'alzo negativo. Vi erano anche bocche dll f uoco che st,'lva,no fra le a01ti· che e le nnove ed erano rigate; esse a.vevnno due linee di mira e cioè una, di v,olata come nelle a,rtigHerie liscie, e l'al-
2029 -
PARUJ 'l'EC:'<ICA
1870-1915
tra laterale oome nelle bocche da fuoco nuove, nonchè due mirini: uno cli volata e l'altro laterale. Per ciascuna delle due lilllee cli mira il raggio <li culatta era maggiore di quello di volata : in oonseguenza, si twevano: un ang,olo di mira natot ale di volata, ed un angolo di mira- natnrnle laterale. Alcune di queste a1·tigliel'ie, oltte all'angolo cli mira na,turale, avevano runche uno scostamento naturale, atto a correggere la derivazione del proietto alla dista11za di punto in bianco. I.JC artigli.erie ~move ebbero invece un'unica linea cli mira, e cioè quella laterale, di breve l unghe1.r.a . In conseguenza fa. cendo ricorso all'uso di tavole di tiro si evita1ra così la, possi· bile eventualità di scambiare l' alzo di volata co:n quello la· tera-le: l'alzo riusciva, di limitata. lunghezza. anche alle maggiori clistam..e, ed era, perciò di più comodo maneggio e non soggetto ad inflettersi: il siswma -di puntamento risultava pertanto notevolmente semplificato.
Tntto q nanto prima detto riguardava, il pnn t[Lmento di· retto quale si cloveva e si poteva effettuare aJlorchè il bersa. glio era visibile daJJ.e po8tazioni dei pezzi. Quando invece il beri;;aglio non era visibile dalla po-sta· zione dei pezzi si ricorreYa al punt.amento indiretto che ve. niva eseguito col noto metoclo cl e1le biffe e del piombino (piano di dil'czio1w), con modalità diverse seco11do che, cla un puinto elevato dietro i pezzi de]]a battel'ia l'ostacolo permetteva o meno di vedere il b~rsaglio. Con le bocche da fuo co lisc:ie, prima si dava la direzione e in seguito l'elevazione e questo per evitare elle, in conseguenzf:L di eventuali spostamenti laterali della, coda, un'èle· vazione preventiva1 uente data potesi;;e venir alterata e quindi non conservarsi in tatta. Con le bocche da fuoco rigate si dava invece per prima l'elevazione e quindi poi la ·direzione: si segnavano prima l'alzo e lo scostamento indicn,ti 11elle tavole di tiro e si dava alla, bocca,. cla fuo co on am.golo di tiro approssimativamente eguale a quello definitivo, e quindi poi in segnito si dava. la, -
2030 -
LE REGOLE Din, PUNl'A~U:ì'.'1'0 IND1HE'l"f0
direzione: per ultimo si ,e1·ifica,a e si precisava l'angolo cli tfro. l,a, successione delle predette operazioni era causata dallo scostamento che hl, linea di rnira delle armi rigate aveva rispetto al piano di tii'o : per tale fatto, nel ùare l'elevazione, la linea di mira, rotando attorno all'asse degli orecchioni, non si sarebbe manten nta nel giusto piwno cli direzione del tiro. L 'inclinazione dellu, bocca da fooco i:.i effettuava. col quadrante; pe1· angoli .molto piccoli, e cioè inferiori ai 4 o 5 gradi, era. a.nc:ora preYisto il metodo dei giri della vi te di mira, basa l:o sulla 1·elazione fra l'alzo ecl un giro o fra.1,i.one di giro òella vite stcs~;a. Le regole ùel « pnntumento il1diretto » o al « falso scopo» sj aipplica,a110 sia per il tiro di bocche da fuoco po te dietro ad ostacoli o imstallate in cannonier.e a contropenclenza, sia nel caso d'impossibilità di continuare il t ir-o a puntamento diretto per sopravvenuta oscurità, notturna o per comparsa di nebbfa "(puntamento per i colpi successivi al primo). La regolamentazione specifi.ca,va i casi di falso scopo situat o avanti o dietro il pezzo. Dopo aver puntato la bocca da fuoco al vero bersaglio, senza comunque smuoverla, si spostava verticalmente Paho e lateralmente lo scostamento fino a dirigere la linea di mira, al fal so scopo : il nuovo alzo e il nuovo scostamento erano rispettivamente l' « a.lzo fittizio )) e lo « scostamen to fittizio )) . Dopo il rin.c ulo, riportato il pezzo al posto primitivo, e qnindi puntando al falso scopo con l'alzo fittizio e con lo scostamento fittizio, se il pezzo avesse ripreso la precisa posizione primitiva, negli spari succe&sivi si sarebbe ottenuto nn angolo d'elevazione sempre uguale; ma poichè ciò prati camente in generale non si verifica.v a con esattezza, si. moclificava lo scostamcmto :fittizio spostando la t acca di mira nel senso dello spostamento latetale delJa bocca. da fuoco di una quantità, direttamente propor1,ionale allo spostamento laterale delle ruote e alla lnngher,za della linea di mira, e inversa,mente [Proporzionale all a dista.mm, del falso scopo dal mirino. Il computo aritmetico di questa quantità modificatrice dello scostamento fittizio si poteva fare mediante un regolo appositamente grarluato . Lo << scostatore )> ideat o dal Siacci permiRe di evHar~ ] a, variirnion c dello ~co~tanwnto fittizio ad -
20~1
PARTW TECNI CA
1870-1915
ogni sparo, e di stabilire lo scostamento fittizio totale per il colpo seguente con la, semplice lettura di un numero. P rima dell'adozione dei metodi gonìometrici (goniometro e cerchio di puntamento) il puintamento delle artiglierie di medio calibro (assedio e difesa) veniva i nforma,t o a questi criteri: i pr·ocedimeni erano diversi secondo la spede della bocca da fuoco e il tipo d'affusto sul qua,l e essa era incavr1lcata. Compiuto il puntamento per il primo colpo, veniva predi sposto quello per i colpi succ,essivi : sia che il bersaglio fosse visibile dalla batteri.a e sia che non lo fosse, il puntamento per i colpi snùcessivi al primo in massima non si , eseguiva direttamente al bersaglio, ma bensi ad un fa1so scopo posto nelle migliori c-0ndizioni possibili rispetto alla sua visibilità, alla sicurezza della posizione del pnntat ore, e· alla facilità cfol servizio. In tal senso era inteso il puntamento indiretto, che nei eannoni ed obici d'assedio veniva generalmente effettuato c-0n gli attrezzi modello Sfacci (al½o di culatta, a lzo d'orecchione, micr-0metro, scostatore) dei quali si è fatto cenno in altr,o pa.ragrafo di questo Volume. Fra. gli altri vantaggi, gli attrezzi Siacci offrivano quello cli poter separare le correzioni dovu t<~ allo spoBtamento del pezzo all'atto del suo ritorno in batteria, da quelle dipendenti dalle osserva.te deviazioni dei f:olpi, poichè le prime si fa~·eYa110 sull'alzo di orecchione mentre le seco1J1de si fa.eevano sull'alzo di cn~atta. Le artigUerie incavalcate su affusti cla difesa, non essendo soggette a, spostamento laterale, non richiedevano l'impiego dello scostatore: colloca,t<) il falso scopo a d una distanza qualsiasi, purchè sufficientemente grande, il pun,ta,me1J1to si eseguiva per tutti i colpi senza vi;triare nè il contro-alzo nè il contro-soostamento. Il puntamento. dei mortat, posti in batteria dietro nn parapett-0 o dietro un ostacolo qualsiasi, era sempre indiretto, sia per il primo colpo che per i c-0lpi successivi: le bocche da fuoco erano provviste cli. due rtste di mira, una delle quali (la posteriore) era munita cli mirino : nel piano di direzione venivano dispoi:.te clue paline, l'una a distanza doppia cl ell'al l'altra. rispetto all'asta di. mira posteriore. -
2032 -
l'Uì:\'l'A:llCi'.1:0
D: Dll!E'rl'O
Dl!J LLE
.\UTIGLIERIE
DA
CAMP/\Gì:\A
In tuLli i ca:si il puntamento in elevazione veniva elfet. tuato col quadrante a livello. Nelle piazze, ove fin ùal tempo di pace era possibile predisporre Luttc le opera1Joni inerenli al puntamento eù al tiro delle singole hocche da fuoco, si riconeva al « tiro preparato» per il quale s'impiegavano appai·ecchi speciali che permettevano di eseguire il tir,o indipendentemente da.Ll'osservazione diretta del ùer a,g lio, che poteYa anche essere non conoseiuto dalla, bntterht. Ili tali piazze alle esigenze de.l puntamento i.nùiretto risponclernno i diversi congegni regolamentari modello Bonagcnte, rispettiva.mente p er artiglierie su affusti da di.fesa in barbetta o in casamatta, per artiglierie su affusto <l'asseùio e per mortai.
Il probleurn, del puulamcnto indil'etto delle artiglieri e da campagna, fu oggetto di pa1·ticolal'i studi e di lunghe discussioni. E ciò si cornp1·encle se 1'i pensa a,lle cara,tteristiche esigenze di. i-apiditù e cli semplicità, alle (]trnli debbono corrispondere tutte le operazioni relative a, qu este speciali a1·tiglierie, il cui intel'Ven to n ella lo tta deve sempre essere informato alla maggiore possibile prontezza. Il puntamento indiret to delle .a rtiglierie campa.U ebbe in Italia effica:Ci s ostenitori, elle lo considerarono utilissimo per la par t icolare conngnrazioa1e dei nostri. probabili terreni d'opera7,ione, ondulati, frastagliati, cop erti da fitta 'Vegetazion e. Nelle Istruzioni emanate per le grandi manovre clel J 8S2, l'utilità del tiro coperto veniva pr-08pettata con le seguenti p~trole : <e Bisogna che gli ufficia.Ii d'artiglieHa 111011 perdano di vista, che, in un a gran parte dei terreni del uostro P aese, en-za, cli esso (pnntamen_to int1iretto) l'Artiglieria non può asso luta.mente entrare in azione e <liventa nn Yero imbaraz7,o per le altre Al'mi >>. A tale indto gli artiglieri itali.ani corrispos ero immediatamente proponendo proeeclimenti diYersi. Vi fu invero qualche sretiico, i::peeie all'inizio) n on certo in merito all'utilità del i::jsl<'Ina, ma per fa compli<:a7.ione degli strumenti e per la. clelka,tczza delle 01lerazioni. Il l'Pclr11zzo1i, aò -
2088 --·
l'.\H'l'f<: TEC.K!CA
1870-1!)15
esempio, ritl•1111e d.1c a 1 pll n tarne11to i11Llil'elto ùoYe~sp dc:01·rersi soltanto pc1· uatt< 1·<: a111pi ber!--agli fissi c:ome accnmpa., menti, parc:L.i, ridotLi, locaUtà. varie, e vertanto anche in tali casi 11ou si ùichiarò propenso alraclozi.one di delicati strumenti quali gonio1rn~tri, bussol<•, livelli: afao e pali.ne doveYano bnstare aH..L pm tien, app'li<·aziòne clel sh;terna (1) . P er la pnttica soluzione lkl problema del puntamento in tliretto delle tti-tiglierie cla. campo U tenente d'artiglieria Vincenzo Paglia,ni propose un siRh~rn a ba,sato Sllll'impiego della bussola : l'ago mag11etico posto sopra il canrnone, a econcla. clella, dfrczione che era <lata alla bocca d~L fuoco, segnan1 sopra 1u1 q1rnclrai11 te angoli diversi, faeilll'umte calcolabili con tlll procedimento ehe il J.>agli:mi espoi:.e in untL sua Nota snllilt R'i'L'i8ta d'Artiglieria e Oen io nel 1887 : per le relative · operazioo1i pra,ti.che occorrevnno urn.t, bussoh1, una, piccola fa.bella per clati cli puntamento e nna rnhmr.a di nastro a r,o tella . eno studio Yer amcnte pratico e completo fu quello cl ell'al101·n capitano d'artiglieria Ji'l'anc-eRc·o Ma1·,c·.i ani che n el lu , g-Iio clel 1887 lo pubblkò sulla Rtessa Rivista: il metodo, ba.·ato sul tracciamento dei piani di din,zione, permetteva di eonsegnfre la co11vel'gen½a <folle lirnee cli mira, jn un punto solo ci el bersa gli.o, c,ornli.zionr import:rntissim a per clete1~minare 'c elrrmen.te h1 cli.~tanza cli tiro : l'<'lcvazionc veniva data col qnaclran te. Lo strnlio del ì\lnrciani 1·ignarclò tutte le queF.tioni con n<~ia;i-e al pnnbt.ment.o i11<liretto, e cioè l'infl.ne-nzn. cle)l'angolo <li sito . la cliffr1·c·nza tra l'alzo e la graduazione della, 1
I
(1) In una lettera èìiretlu nl Peclrnzzoli, mt capitano d'ar tiglieria, del' quale venne celato 11 nome, gli confutò le opinioni s\11 puntamento :indiretto affermando che anche in pieno combattimento fo!':sero ncre1,i:;ari si~temi cli puntamento pre<.'is i, e svalntnnclo i !':istemi sostenuti' clal Pcclraz, zoli che non erano se non metodi di ripiego e grossoÌanl. La lettera era piuttosto pungente e il Pedrnzzoli la pubblicò sulla Rivista à'A.rti{Jlieria. '! Oenio (188:1, vol. I) ribattendo gli nrgomenti ed i rilievi dcll'avversnl'io, che. non si li mitavano alln qnest'ione del pt111tnmento indiretto, ma rigunr<lavano, anche l'impiego delle piccole ca riche per il tiro curvo dei cnnnoni campali (<:'ariche ridotte). impiego ch<' il Pedr:1zzoli l'iten<'vn svantaggioso. Fu invece :rntol'evolc i:;ostenitore dell'impiego <Iclle piccole cariche per il tiro cnrvo dei r11nno11i cnmrinli il mng-giore <l':JÌ-tiglieri:'t Antonio Clavarlno.
-
20~4- --
IJ.
)!ETODU
.\ l.\l{CL\1'I
i,;poletta pc1· uu angolo di sito di nn gra,ùo, l'altczztL degli ostacoli dietro i quali una batteria poteva, collocu,1·si senza, che i suoi pr·oietti venis-sero intercetta.ti. Il metodo poteva essere ,mc.:01·a più i:;eruplice qnalorn all'alzo onlm.1rio si fosse sostituito un alzo modificato, con graduazioni. ùi ekrnzione sull'a,sfa. iu corrispondenza delle distan7,e, e 0011 opportuni scostamenti su apposito i-egolo oriz7,ontale. Il merito del iVforcia:ni fu essenzialmente quello di coordinare e semplificare principii già noti di puntam.en to e cli tiro in modo che la lor,o applicazione risu lt,tssc venuuente agevole e pratiea, (1) . Poco dopo, e cioè nell 'a,gosto dello stesso anno, Carlo Parodi, allora tenente d'a1·tiglieria, qnegli dw doveva, poi essere uno dei nostri più iHustri balistici, proponeva ll'll rnetodò semplice e ll!clatto a qualunque terreno; metodo anch'esso basato sul tracciamento dei piani cli cli.re7..ionc: stimata la clistan7,a del bel'~a:glio, in direzione ptesso a poco normale a] fronte della battel'ia si misuravano lunghezze egu.ali a frazioni tlella distanza (1/ 20, 1/ 10, ecc.) , in modo tln, stabilhc un allineament,o pa,rallelo alFandamento generale del fronte della- batteria, sul quale alli.neamento si colloc:.avano i falsi swpi per i <ltversi pezzi: la convergenza dei pia-n i di dil'ezione sul hersagli,o si ottenc~va c<m opportuni spostamenti dei falsi scopi determinati con tm semplicissimo calcolo geometric,o in base ·a ll'interasse dei pezzi. Il metodo fu sperimentato : a dimostrazione della ra,picli.tà, e della semplicità delle operazioni il P arodi ricorda che nel secondo esperimento, eseguito con specia,li alzi provvisori, per fare i preparativi si. impiegarono soltanto undici minuti dal momento in cui si levarorw gli avant.teni e quello i·n cui parti il primo colpo. In sostanza i metodi proposti cla tanti 01ostri va.l enti artiglieri riguardavano quasi tntti il tracciamento di piaati di dire7..io- · ne, tra.cciamento ché fu poi d'uso regola,m<mta,re per molti anni,(l) Il Marcianj ideò anche un sestante speciale, misuratore di angoli, geniale strumento per il puntamento iucliretto, col quale si potevano determinnre . allineamenti paralleli o convergenti: oltre acl altri vantap:gi, l'impiego del sestante presenta.v a anche qnello della convergenza dellt: linee di mira semrn ricorrere allo scostnmento. -
2085 -
PARTE 'l'I-:CXICA
1870-l91G
prima che venisse1·0 ìntrodotti i nuovi metodi goniomet1-ici, coi quali i calcoli trigonometl'id vennero sostituiti a quelli puramente geometrici del vecchio puntamento indiretto. Le Istruzioni puhhlicate negli ultimi anni del secolo scorso per il puntamento delle artiglierie campali sancirono appunto i pr-edetti !Principii g-eometrici. Il puntamento poteva, eseguirsi a falsi scopi naturali o a falsi scopi artificiali. Se il bersaglio, non visibile dalla batteria,, era visibile da un punto retrostante la linea dei pezzi, da tal punto venivano determinati i pi.ami di direzione, coprendo con un· filo a piombo il mirimo ed il segno : in questi piani. venivano disposte h~ paline falso scopo. Se, come più generalmente poteva, verificarsi, il bersag1io era visibile soltanto da punti laterali aHa batteria, si tracciava a, vi.sta da u·n punto laterale la direzione del tiro e, valendosi dello squadro prisma, a conveniente distanza clr-t:i pezzi si tr.accia,va u:n allineamento normale a quella direzione: spostandosi su tale allineamento e traguardando nello ~trn mento, si pi~1ntavano paline falso Sùopo nei punti ove si otte11,eva. la perfetta. collirna.zioo1e dei mirini dei pezzi con altra palina dell'a.Uinea,m ento stesso. I colpi risl1ltavano così distribuiti lateralmente su di nino spazio uguale al fronte della batteria.: volendo concentrarli. in n·n p unto unico, si dm·(:Ya110 opport111namente variare gli scostamenti dei pezzi. Con l'adozione della pia.st.ra di direzione e del cerc hio di direzione si .dfode inizio a quei procedimenti goniometrici che, con l'impieg,o di più ad.atti strumenti, dovevamo in "'el!uito portare il puntamento indiretto delle a,rtiglierie al più ulto · grado di perfezione. Un'alidada a traguardi era disposta sulla piastra di direziollle dei pezzi e sul cerchio cli di-rezio11~ del comandante di batteria. Da un punto di stazione ' dirigendo al bersaglio il diametro principale del cerchio e collimando eon l'ali.dada ai pe7,zi si determinava, l'angolo di di.rezione di ciascuno di essi: se dal punto di stazione i pezzi 1wn erano visibili, si cloveva ricorrere ad una stazione sussidiaria. Im piegando il cerchio di direzione col falso scopo artificiale, la direzione dei pez7,i risultava parallela alla, visuale cli retta iLl bersaglio dal p nnto di stazione : per punti di Ètazionc late-
:?03ù
l PRCC!l:OI:MEN'.l.'I GONlO)fETHICI
l'U.li rispetto alla ha tte1fa, per po1·tare 1·asse di <:iasc n n pezzo nella dhezione del bersa,g1io era perciò 1necessa,rio cli. u,p portare agli angoli di direzioue nnu correzione corrispoucle111 e allo spostamento laterale ciel punto cli stazione. Il cerchio di direzione da 75 A . (1) fu una forma embrionale del goniometro, misuratore ùi angoli orizzontali e Yerticali, che, con a,pparecchiatma strumentale alquanto diYersa, secondo che fu da,t o a.J.le batterie da campagna opp nre a (]nelle d'•assedi-0, già alcuni anni prima della grande g11ena, in concorso con gli alzi a cannocchiale o coi cerchi di puntamento dei pezzi, risolse definHivamentc il problema del p1J1ntamento indiretto delle artiglieri e terrestri, campa.li e él'a,5seclio. I procedimenti goniometrici, che sono quelli tutt'ora in uso, permettevano cli formare innanzitutto un << fascio paral lelo >> dei piani di tiro dei pezzi secondo una p1·estabiHta dii-ezione d'oriemtamento, e di determinare poi l' « nngolo di direzione» necessario pe1· tra,spo1'tare s ttll'obiettivo il pr<'cletto fa,scio pa,1·,allelo. I « clati di parallelismo)) cla far segn,ne ai. c-ongegni di mira dei pei;,.i serYh-auo pr<•('isamente alla formazione cli tale fa.scio parallelo : per spostare poi il fascio stesso su un cl ato obiettiv.o si determinava l'angolo 11;1,imutale (di direzione) formato dall'allinea.mento tra un pezzo scelto come base e l'obiettivo, con fa, clire:i1ione d'orientamento. Puntando con tale angolo al falso scopo, per il quale ern110 sta.ti deter minati i dati di parallelismo, i piani cli tiro elci pezzi r isulta,ano così disposti parallelamente fra loro e nella <lirezione cl ell',obiettivo. Il colleg.amento parallelo elci cong<'gni di mira, tenuto invariato clnrnnte le opei·azioni cli tir.o, era necessa,rio per spostare a piacim,~nto tntto il fasdo dei piani cli tiro
(1) Nel H)04 l'allora capitano cl'nrtlglierìa Aldo Bum, per eYitare la difficoltà e la scnrsa precisione delle collimazioni dovute alla gro,;sezza del filo e alln vicinamm dei trag1iarcli nell'alidada clel cerchio di direzione, e allo scopo cli riunire in un solo strumento i mezzi adatti u dare la dlrezion~ nt pezzi. misurare l'angolo di sito, apprezzare le nltcr.ze di scoppio, misurar~ ampiezze <li fronti, ecc. ecc., all'alidada allora esistente propose di , sostituire un'alidada II cnnuoccb!ale con micrometro, li.vello e collimatore. La descrizione cl 'i un tale stru mento fn fritta dal can!t11 no Buffi sulle R'i'vi.~ta à'Artiglieria e Genio, 1004. ,ol. nr.
-
2037 -
P.\RTID TECNI CA
1870-1!)15
::;econdo le e:sigcnz(~ tlel com.battiruento: infatti ogni ntriazione iu più o in meno dell'angolo cli dir.ezioJJc spoi-b1va il fa.scio istesso vel'so clestnt o vel'~O sinistl'a cli una conispondente quantità. angolare. UJJu « con!':1.ione azimutale tli co1wergenza » serviva a tener conto dello spostamento laterale <.lei p unto di stazione ri5petto a] pezzo di ba-se. Nei tiri cli più batterie inqua drate si doYe,a vrocedere al collegamenlo parallelo dei goniometri delle battetic eol goniometro ciel comando tattico supe1·iore (collegam.ento goniometrico) : si poteva così corrispornler e tra i diversi organi con indicazioni angolar i relative ad obiettivi o ad alti-t punti clella, zow1, d'azione. Il puntamento in elevazione veniva eseg11ito coi misuratoti zenitali degìì stessi congeg-ui di mfra dei pe;-:zi oppure col quadrante ;t lh-ello.
Dopo i~ 1:-570 la terruinologia continuò per diversi anni aù essere anco1·a quella che a.veYa caratterizzato i til-i delle artiglierie negli anni pre('ecJ.cnti: til-o di «lancio )) ed in « arcata »; tiro in « breccia )> per aprfre brecce : tiro i n « ùl'eccia indiretto » contro mm-i di sca1·pa di opere fortificate; t ii-o ,, indiretto d'infil ata>) per p1·e11clere ·d'io1filata, fa. facch~ cli nn'opc1·a. Jl tiro indiretto di infil;,tta prendeva il nome di tiro <{ cli rimbalz-0 » ·e era e ·cg-nito con -artiglierie ad anima lif.;<:ia. Il tiro di hlll cio, ca 1·,1tterizzato da.ila ma$.sima. rncle11za di t1·i-.1:iettoria, trarnne che <·oi mortai, poteva. essei-e eseguito con tutte le boechc cla fu oc·o a palla , a g1·anata . a shra,pnel, i.L metraglia.. Nelle bocche da foooo liscic la cariea orcliwuia <lel tiro di lanci-o equivaleva ad un terzo del peso del proie tto e prendeva il nome cli « c-arica di fazione» : in cnsi p,nticolm·i. si adope1·avano altre due ca,l'iche, nua, eq nivaJcnh? a.IL, metà e l' ultra al qnarto del peso del proietto. Nelle artigliel'ie l'i~Hte le cariche non ayevano un r ap'()or-to uonnaJ.e col p eso elci r ela.tivi pl'oietti : per i ca.m10ni. variavano fra un qu arto ed ,111 de.c imo del pP5o del proietto, <' per gli obici ,·ariavano fra 1111 ser,;to e un decimo del peso f.;tesso. Le a 1·tiglieri.e da campagna csegnivnno il til'o di lancio a granata principalmente ('ontro trnppe l'd in ca~i eccezionali -
2038 -
VAftlJl; SPE<.:IM UI TIRO
<:·outro bel'sagli ruateriali non molto 1·c:sh;tenti: le a1·tiglierie ·da rnm·o lo eseguivano qua.s i e:sc;l usivauwute (;011t1·0 bel'sa.gli mate1-iali, quali opere <li fortifitaz.ionc, cec. Il tiro di lanciu -a palla enl p1·opl'io delle bocche da fuoco di gl'osso calibro, <·.ontro l>el'sagìi molto r esi·s tenti come mmi, cotazze, ecc. Lo s hrapnei e la scatoht ,t rnetl·aglia erano impiegati contr o
truppe. Il ti.r,o in a.rtata poteva es~el'e eseguito oon Lutte le b.oc·che da fuoco. Se il proietto clonivn peH cttai·e n ell'ostacolo con fol'te componente vertitale. si ,Hlottan.1110 in generale angoli f1ssi, va,ri.ando le cariche iseconclo le distanze (tfro a.cl nngolo fisso) : coi mottai si irnpicgaYa.no angoli èli t iro èli ù0° o ùi 45°: roi cannoni ed obici non si usavano in genere angoli snpt:riori -0. 30°, ~ia per le difficolt.à, di <lare clevar.i,oni molto forti, e .sia per il tormento che 11e sn1·cbbe detiva.to a,µ;li a.ffustL Se il proietto don n1 soltnnto scoppiare al s uo ~U'l'Ì\'O: l'a1igolo ·<li caduta. aveva due limiti. uno dovuto a,lla condizione che ' ' ff proietto non penetra::;se, l'aH.ro dovnto alla condizione che ~sso non rimba.lzassc : questi limiti dipendevano dalla natura del bersaglio: dnll,1 velocità e dal peso del p1·oietto. Vi era :perciò per ciascuna distanzfL. 11n.1 certa, ampier.r.a nella sc-elta dell'angolo di tiro e della carica : pe1· distan,.,e comprese fra certi limiti potc'rn servfre il tir o ad angolo fisso oppure quello :a, carica fissa,. La nostra regolnrnentazione prcv<!tleva in linea .generale il t iro ad a.ngolo fiRRO pe1· le artiglierie da muro, ,ed il tiro a cal'ica fissa per le poche a1·tiglier ie da campagna -che eseguivano il tiro in arcata. P er il tiro indiretto erano considcntti. i du e casi di mas'Sa coprente molto vicina al hel'Raglio. e di ma,..s;sa cop1·ente vicina alla batteria. P c1· il tito indiretto era.no compilate ;a,pposite tavole, nelle qna.li erano segnate le varie caric:he che -soddisfa.ceva,no ad un dato angolo di ele,azion e e di caduta :per le varie distanze di tiro . 1
Così, ad esempio, le tavole per il c:anuone cla ecnt. l(i G.R. ~i riferivano a quindici cariche che variarnno di 100 g-rammi òa l kg. a 2 kg; di '200 grammi da 2 kg. a kg. 2,4; di 400 grnmmi cla k~. 2.4 n kg. 3,2.
Queste tavole erano dii-:tinl-e in cl ne gruppi : « ta,v,o le d.i tiuntamento )) e cc ta,vole di efficacia >> : le prime conteneYano -
2039 -
PAH'l'@ TECNICA
1870-1915
per eiascua carica i da.ti per il puntamento e per le correzioui ùel tiro; le seconde contenen1 no le velocità, le forze vive> le striscie (J), le d ui·ate. Nel easo di ostacolo p1'0Ssimo al bersaglio, ton semplice calcolo si determinava l'angolo di caduta della, trai ettoria per il punto più al to della massa coprente e per il punto d' inconro della traiettoria col bersaglio, e per ricel'c..u·e i dati di tiro si sc~glieva.. quella tavola di puntamento nella quale, alle distanze corrispondernti ai due punti della t raiettoria considerati, si trovava l'angolo di caduta determinato. Nel caso di ostacolo vicino ai pezzi, si calcolava l 'elevazione perchè la traiettoria, sfiorando il ciglio. dell'ostacolo, am.dasse a colpire il bersaglio situ:1to alla nota dista,n za, e dalle tavole di pun tamento si ricavavano tutti gli al tri dati. Come si vede si tratta in sosti;i,nza delle note regole, san cite a,n cbe cla tutta la regolam.entazione posteriore a quella CM stiamo considerando, per il caso di tiri al di sopra di ostacoli e mercè l'impiego di tavole di tiro numeriche.
Accenniamo ora alle modalità genel'aU di esecuzione del fo.oco. I primi colpi che sì. :Sparavamo con i dati forniti dalle tavole di tiro costitniva,no « til'i di prova». La distanza, se non era misurata con telemetri, veniva apprezzata a vista (stima della distanza) . La regolamentazione forniva, norme per questo apprezza,meinto d,e lla distanza ed affermava che~ oltre i 1.:500 metri, la stima a vist.a non permetteva più l'i~ stùtati abbaRtanza attendibili : una, certa approssimazione poteva ,o ttenerRi valendosi della velocità del suono. Vi errnno norme 'per regolare il tiro in base alla misura delle deYiazioni. Se il primo colpo dava un errore in gittata nguale o superiore a due volte la dimensione della striscia contenente il 50 % dei colpi, si doveva mod.i:ficare l'alzo di: (1) Si ricorda che per « striscin >> (longitudill!lle. laterale, verticale) s t intende quella zona centrnle della « roi::n cli tiro >> delimitato da due retteequidistanti clull'osse, comprendente ll 50 °1, dei colpi sparati.
-
2040 -
XO!t:\[J,; CHE IU:(: 0 [,AVA1'0 IL
·rmo
una q uantitù, corrispondente all'erroi-e. Se i pt'11Ui due colpi erano cleYiati in gittata nello stesso senso con errori superiori alla striscia1 la conezi.one per il terzo colpo doveva farsi in base all'erroi-e metlio. Se i primi tre colpi presentavwno enori nello stesso senso, uno dei quali superiore alla striscia, la conezione p<•1· il quarto colpo doveva farsi in ba.·e all'errore medio . Se infine i p1·imi quatti-,o colpi presentavano errori nello stess·o senso, di qualsiasi entità ma sempre in:l'eJ'iori a,Jla ti-iscia, l'alzo per il quinto colpo dovern pure es ere modificato della quantità conisp0111dente all'e1Tore medio. Se poi . alcuni dei primi colpi fossero stati a;vauti e altri dietro al bersaglio la conezione si sarebbe sempre eseguita in base al1'errore medio. Tali regole pratiche Yale,·ano anche per gli el'l'Ol'i in altezza e pet· gli e1·ro1·i in direzione. Queste regole erano però applicabili in casi ecceziouali quando pot;enrnsi esattamente misurai-e gli errori. Nei casi più frequenti anche allora si applicavano regole tledotte dalla teo1fa delle probabilità, in base a,1 se11so delle deviazioni. Il tir,o a · granata era regolato in br,use « al percen1iO elci colpi corti >> e cioè in base al rapporto fra il numero dei colpi corti e di quelli lunghi, in modo da portare la traiettoria media a passare pe1· il piede del bersaglio. In base a. tale percento, con una semplicissima formula si calcolava la di· stanza del punto di caduta della traiettoria media dal piede del bersaglio: corretto l 'alzo di una quantità corri ·pendente a tr1le distamza, si pol'tava la tt·aiettoria media a passare pci:· il piede del bersaglio. Nel tiro a granata contro truppe conveniva invece che la traiettoria media rii:;ultasse acl una ce1-ta distanza davanti al bersaglio, e cioè che la, maggior parte dei colpi fossero alquanto corti affinchè le loro schegge avessero la. maggiore azione. La determinazione della predetta distanza era agevolata. cla apposita S<"ala gra.fica, e per il can1J1001e da crnt. 7 B.R. (camp.) cla una « medaglia ciondolo di tiro >>. Il tiro a shrapnel veniva iniziato con l 'alzo e la graduazione della spoletta conisponclenti alla distanza del bersaglio, determinata prcventiv::tmente con alcuni colpi a gt'M1ata. La, osserva,zione dei pnntj di scoppio· permet.teva di procedere a -
2041 -
PARTE T ECNICA
1870-1915
ra,ziona.li correzioni per giungere in fine ad altezze e intervalli di scoppio -convenienti. Bra prescritto che !Ilel tiro a shrapnel r1-0n si procedesse mai ad una correzione dopo nn sol colpo, ma si sparassero almeno due colpi con lo stesso al½o P. cou la stessa graduazione della, spoletta : ciò a motivo della doppia variazione delle altezze cli scoppi-o sia, per la dispersione in a,ltezza, comune a tutti i proiet ti., e sia per la, diversa durata di co:mbu~tione delle spolette. L'osservazione poteva. essere assiale o la.terale : nel tiro a shrapnel gli osservatori laterali erano ritenuti inclispensa,. bili per ginclicare della grandezza dell'interva,l lo di scoppio:
Una, speciale Istruzione sul tiro delle a,r tiglièr-ie da campagna fu pubblicata n_ell'anno 1887 perchè venisse sperirne:ntata nelle scuol e di tiro cli quell'ann<>. La nuova Istruzione tendeva : ad. tlJC:celerare la, determinazione della distanza col tiro; a semplifica1·e k regole cli tiro già in vigore; a :lissaté norme per i tiri di diffi.cile o impossibile osservabilità; a precisare le modalità, di tiro alle più piccole distamze e quelle per bersagli ,i n moto sia, alle piccole che a lle grandi distanze; a sviluppare infine maggiormente le nornw per il tiro di un gruppo di batterie. Nella nuoYa. Istruzio.ne apparvero le fasi fondamentali di ciascun tiro, e cioè fa, determina,zione · della forcella ,e l'aggiustamento, a:ffidati a,l comanda nte cli batteria: furono prescritte variazioni ·c l'aho cli 100 metri in fase cli forcella, e variazioni cli 50 o 25 metri in . fase di aggiustamento : la verifica delle foreelle fu obbligatoria nel caso che vi fosse qualche dubbio sulla sua giustezza, mentre in aku~i casi si poteva ·prescindere dall'a.g giustamento del tiro. Si clava però un'eecessiva importanza al colp,o giusto, tanto da ammettere cli poter prescindere dalla, formazione della forcella allorchè si fosse <;hiara.mente visto un colpo a battere nel bersaglio od a cUJdere nelle vicina,nz.e di esso. Ai comandanti cli sezion:e veniva afficla.ta la distribuzione del fuoeo, adeguata alla natura del bersaglio (artiglieria in batteria, fan teria. o cava,lleria in li(l)ea od i-n colonn;a, fanteria in ordine spar,so, truppe -
2042 -
L'IST!:G'Zlù:\'E
1~81 ,.:er.
TIHO PBf: l.'Af:TlGLU:P.I.\ DA CAMP.\Gl\A
dictI·o dpari , bersagli inanimati) e al suo ol'i enta11w11to 1·u,;petto alla tlirezione d el tito. Ai cornaudanti di !-iezio11c venue anche affidata la rettificazione del tiro ini:data contempoi-anea m ente alla d istrilrnzionc del fuoe;o: tale rettificazione era <·ostituita da pkcole conezioni, sia lo11gitudinali c he laterali, fatte sn ogni pe;1,w, pe1· ::tNYìdnn re sempre maggiormente i colpi al punto cl<>~igna t o. La rettifica era sempre basata sul rhmltato di alnw110 qm1 tt1·0 colpi : 11011 erauo arnlllessc variazioni di aho :superiori a 2G metri per YDlta Pe1· l'es<'cuzioll<' del tiro a shrapnel si detenninava not·malmente' la ùistirnzfl c·ol tho a granata. : soltanto in m:111c:rnza cli gruuate o in circostanze eccezionali la forcella si deterrninaYa con lo strs!-lo i:;Lnap11el che però. per qnau ~o p ossibile, .·i fac eYa- fllnzio11are cc a ~ni~a <li gnrnata » ossia cc an: nnllanclo l ' iJit·ervi1llo e l'altc•zzn <li St:·Oppio n. Pe1· tnle fo1·cclla si eominciaYn a graduare lo shra.p uel per la dista.n;1,a sti1nat1-1, a u rnC'ntn.ta di 50 meLri, e l'.< i p 1·oee1fova c:on nwiazioni. di gracltwzio1w atte a far giudicare co11 sicnl'ezza che lo scoppio f.ossc avvenuto al cli ()Ua ·O al di là del bersaglio. Non era pr<>,-ista la. fcm·-ellu a tempo, quale venne intesa più tardi e qnalc s'iutenclr t ut.t'oriL. Anc- he 1wl tir,o a i=.brap11el alla fol'cella seguivano l'a,g·ginstamento <lel til-o, l.1 clisti-ibn;1,ione del fuorn ed un'eventuale J·cttificazio,n c d<~l t iro. L'a,g giusta,rnento si dferh·a esr,;pnzinlmente alle altczz<> di sc·oppio perchè in lin<•a, cli massima nun si ritc>ne,~a necessario cli Yariare l'alzo che ern quello conispondente al limite inf<>riorc della forc<~lla . Ad aggiusl.unento effettuato era fa tta fa<:oltà ai comnndanti di sezione di compier e per chtscun per,½o una, retti.1ì cazio1w dell e altez7,-e rli scoppio meélinnte piccole· conezioni all'alzo, ba.!"atc sempre sui risult.a.ti cli almeno quattro co1pi per ciascrnn pezzo: polcva nncbe essere compiuta una, rettifi<·a½ione h1 clirezionc mediante piccole eaorrezioni. ano scostamento, basate sullo stesso crite1·io. Le n orme pe1· il tit'o cointro ber saglio in moto vari.avano secondo ch e . i trattava di tiro a. grande o a piccola distanza e secon<lo la direzione del movimen to: esse era,n o tuttavia n orme cli massima applicabili sempre quando n on sì poRsedessero elemc•nti sicuri circa la velocità del bersaglio, e po· -
204-3 -
PARTE '.l'ECNICA
18'70-1915
tevano perciò essere variate dal comandamtc di batteria quan do questi lo a,esse ritenuto conveniente. Se il bersaglio si avvicinava, dopo di avere con colpi a, granata, ottenufa una forcella di 200 o 400 met ri (secondo che il bersaglio era. fanteria o cavalleria) , la sezione d'ala sottovento pu1n tav11 con un alzo min ore di 100 metri della distanza inferiore dell a forcella e continuava il tiro a grana,ta con l'alzo così modificato, mentre le altre sezioni prepa;rà.vamo il tir-o a shraipnel con un alzo minore di 200 metri del limite i1nferio1·e della forèelh.1, e con la spoletta graduata in modo da tener conto della differenza tra l'alzo e la graduazione eventualmente riconosciuta necessal'ia in tiri precedenti : _dopo nn primo colpo Jnngo a gra,natrL faceva-no fu oco i pezzi carichi a shrapJ1el, men tre la sezione incaricata del tiro a granata diminuiva l' alr,o di 200 o 400- metri e continua.va il tiro : di fLltrettanto diminuivano i dati di tiro le sezioni che sparavano a sln·apnel : analogamente si procedeva dopo un nuov-0 colpo ]ungo a grana,ta, e cosi cli seguito. Id entiche norme, ma applicate in senso inverso, valevano nel caso di bersaglio che si aUontanavn. Le stesse norme valevano poi ancora ne-1 caso di bet·saglic in moto obliquo rispetto alla direzione del tiro, ma in tal caso la forcel]a, doveva costantemente essere tli 200 mctl'i, sic1 che si trattasse di fanteria che di cavalleria. Infine il tiro contro bersaglio moventesi pe1ìpendicolarmente alla clirezione del tiro era regolato come se il bersaglio fosse form o, ma. con opportune va-r ia-ziO'IJi effettuate con opportuni sposta.menti laterali della coda, clell'a-ffusto. Alle piccolissime distanze si passava al til'·O a metraglia che veniva effettuato con alzo cli 300 metri e con puntamento a circa metà altezza, del bersaglio Particolari norme erano stabilite per i casi in cui fosse diffid le giudica.re. il risultat-0 dei colpi, come per esen;tpio nel tiro contro una batteria costituente per sna natura un bersa· glio dfacontinuo, oppure qnamdo sul bersa,glio si accumulassero c-olpi di diverse batterie, ocl altrimenti si confondessero gli scoppi delle proprie gr anate con le esplosioni dei. colpi in partenza, sparati dal nemico. Dopo quattro colpi incerti si doveva variare ]'alzo di 100 metri e continuare la regolare
-
2044- -
L' lS'l'HUZIOND
1893
SUL 'l'IRO PIDit L' AR'l'lGLH::nu DA C.\MP,\GNA
determinazione <lella forcella con variazioni di questa stessa entità. Le distanze per l'artiglieria da cn,rnpagna erano distinte in grandi e pi<!cole: ~rano conside1:ate grandi distanze quelle superiori ai 1300 metri, alle quali il til'o (lel fucile non a,·eva più efficacia. Gli ordini di fuoco era,no que.lli a, comando: da un'ala, per pezzo, da u11 'ala per sezione, a salva. Nei riguardi della celerità, il tiro per pe2zo era distinto in ordinario e celere, secondo che i colpi si snccedevano rispettivamente ad intervallo di due minuti o di circa un mi nuto. All'Istruzione in <'Sperimento del 18 7 succedette nel 1 93 l'Istruzione sul tiro per l'artiglieria da campa.gna, da montagna, ed a cavallo. I criteri per l'esr,cuzione d-el tiro divennero meno restrittfri e più elastici, in modo che il comandante avesse più ampio respiro nella scelta dei dati. Si sanciva oosì il pri'l'lcipio che l 'apertura della forcella dovesse variare secondo la specie del tiro e la facilità d'osservazione, e secondo che si trattasse di bersaglio fermo oppme in moto: in quest'ultimo caso la forcella poteva tenersi ampia dai 2 ai 6 ettometri, in 1·elazion e alla, velocità di m.arcia, clel bersa,glio, alJ a, maggiore o mino1·e obliquità del movimento, e secondo che il tiro era fatto a percussione o a tempo . Si sanciva anche n principio che, a di,s tanze superiori a 15 ettometri, la prirna variazi,om.e non dovesse essere generalmente inferiore ai 2 ettomet1'i. In massima, per determinare prontamente la forcella si stabiliva la convenienza di fare « variazioni rilevanti )), salvo che si avessero dati sicuri circa la distanza del bersaglio : era quest,0 il primo pa.s so deciso verso quel concetto delle ampie forcelle che solo può assicurare nel modo più spedito l'inquad1·amento dell'obiettivo in una prima coppia di traiettorie. Ln fase cli determinazione della distanza si dava pertanto ancora ~overcMa importanza al colpo giusto, t anto da poter prescindere dalla, formazione della forcella : ma allorchè la distanza superava i 15 ettometri veniva consigliato di a.ccertarsi del risultato del colpo giusto con due colpi. sparati l'uno con 1/2 ettometro d'a.Jz;o in più e l'altr9 -
201n -
l'AHTE 'l'EC);H:A
1870-1!)15
con 1/ 2 cttollletro <l' a lzo iJJ meno della, gradnazioru e conispon. dente all a, distanza tro,ata. ~ el tfro a, shrapnel quun<lo l'osse1·vazione dei eolpi ,, percussione fosse ùifficile, eta p1·evista ht « fol'eella a tempo », eseguibile con coppie di colpi. spr1rati con dati tali Lla ottenere gli scoppi abba. tanz<1 bai.Ssi pe1· poter gi uclic,ne della loto dcyfa zione longitudinale rispetto al bersaglio: la fol'<:clla u telll· po a1on si. 1·cstl'i11gcYa però mai al di sotto di 1 ettomet1·0. Nel caso ùi til-o contro bersagJio fermo a, distanza :supel'io1·e ai 15 ettometri, ci:a rkonoscinta la c,onveni.enzH cli'. vel'ifica1·e la fo1·cella. Alla forcella segnha l'aggiu.·tamcnto del tito in gittata che, nel tiro a, grana ta ocl a pen:ussion e, si 1·aggiungeva qnan<lo, a. seconda <le11a natun1 e <lclJa formazione del be1·saglio, un numero cli colpi , v..:1ria,bUe da, un tel'Zo ai due terzi, fosse giudicato avanti l'ispctto aJ ben,aglio !-itesso. Nel tiro a tempo l'aggiustamento delle altezze di scoppio si effettuava in via normale C<mternpora11 eurnente all'aggiustamento in gittata, con conczioni eseguite pcl' mczr-o di « punti colli.pensati >) : 1n .1ltezze dovevano 1·eg-0larsi in modo che ht loto media fosse prossima all'altezza Yoluta pel' la ùislauzu (1). La dixtribuzio1n e del f uoc,o veniva fatta sia nel senso della fronte che nel senso della profondità: la distribuzione Latel'ale era , emp1·e fatta ·per iniziat,ini, dei comandanti di sezione: qn<~ll;i :Ln p1·ofo11dità cr·a. inrnce eseguita dal eomaudante cli batteria, e cioè : se il tito e1·a a- percussione con anmeinti snccessivi. d'alzo di 1/2 in 1/ 2 ettometl'o dopo ogni gruppo di G o cli. 12 colpi: rhe .·e il tiro era a t~mpo, ln cfo:1Tibuzione in
(1) Un punto clella g-unina (,·còi paragrnfo « Cong-egni e opparecclli cli puntnmento ») nllc dist:irnr.e normali di colilbnttiment<> cor1·i;;vonclcvn arl una Yat·iazione cli 1/ 2 ettometro sull'alr.o t>ropriamentc eletto : n distanze superiori ai 3.5 ettometri, esso i11\'ece nou corris1iondcvn se non acl unri vari azione d'alzo cli l / 4 di ettometro. Col sollevare o abbassar<• la gnnlna cli un punto coro pensnto (alzo Yariato in ::;t•uso opposto nlla gunìna, senzn Yariarc sensibilmente la trnlettorin medin) si spo~ta\'a ~oprn di essa il punto d i RCO])pio, sollevnntlolo ocl abbussnndolo cli una quantità, in metri, pari sicl 1/4 _cit,cR degli ettomett·i <lclla distnnza per il cnnnone cln !J. e ad lj?. circa per il cnnnone rlll 7.
-
204-6 -
1,>1·ofo11clità si etrettuarn coll sea l'iche ùi batteria. span1.te cor. da.ti ptogressiYarnc11te cresce11ti di 1 dtometr o. L 'Istruzione <lava nol'D:ie particola.1·i per tiri contro truppe poste dietro ripa1·0 o comunque copel'tc, e pel' tiri in circoistainze specia,l i, fra, i q n.11.li il tii·o oont1·0 palloni frenati, per i) quale si richiedeva l 'osservazione da parte ùi osservatori fatti an1nzare più <:hc era posRibile lateralmente a lla battel'ia : il pallor~e cloyeva <'ssere compreso iu 1rna forcella tli 2 u 3 ettolllctri di apertnta con « t'uoco tL tempo per pez½O )), e poi do,·cnt essel'c battuto per scariche di ùattel'ia co11 s<:oppi al cli sopl'a cli esso . Regole pratiche molto sernpliei pcrmettev1rno ùi tener conto <lella ca,use, che, <·ome l'altitudine della posizione della batteria .e l'eventuale etni delle spolette, iniluinLno sulla, concol'danza, fra l'alzo e la, gnuluazione della spoletta, e conseguentemente indicavano le oppo1·tune conezioni da, apportare alla guaina dell'a lzo. Gli 01·clini cli fuoco erano : .1 cornamlo (pe1· pezw, pel' sah·e cli sezio:ue o di bail'te1·ia); conti11no (pe1· pezzo o pe·1· r-;ah -c di sezione) i })€i' ~cal'iche di battel'ia, (esclusirnmente nel l'iro a t empo, 0011 fuoco du un' ala): a volontà, (.11 comn11 clo del cupo-pez,1,0, contl'o beJ'saglio minaccioso) (1). Il tfro a metragUa veni,a Ol'<lina to contro truppe ferme, a distanza cli 4 ett.ornetri o meno dalla batteria : ('Ollh'o truppe in moto veniva in iziato a distanza di 5 o cli 7 ettomet1·i , secon do che si foi:;se trattato di fanteri,L o di ciw alleria aYan · zanti verso la posizione di facile ~Lccesso . Della, nostra Istruzione clel 18!1:~ si occupai'ono molto faYure,·olmcnte i giornali tecnki e~teri. fra i qnali in modo (1) A proposito di « or clini di fuoc>o >l Yogliamc) qui ricorùare un gl ndi:&io del Parodi che, a quell'epoca non :;;i clicbiarò faYorevole a troppi ordini di fuoco, i quali inevitabilmente complicaYan? l'Istruzione sul tiro. Sc<'ondo il clotto nrt!i;liei'e, gli ordini del fuoco puramente necessari erano clue soli : il fuoco n Yolontà contro bersnglio a clistan:&a molto piccola, e il fuoco ,1 sal,e di quattro colpi, sal\·c .\lternat<' con colpi isolati di una sezione in tutti gli nitri casi. Gli altri orclini del fuoco non presentavnno vantaggi tali <la g iustificare le conseguenti ('On1PlìC/\7.loni òell'Istruzione sul tiro. (Vedi e< Sull'ordine clel fuoco nelle bntteric lln campngna )) in Rivi-~ta cZ' A1·Mr1lierin
e Genio , lSOS, ml. JJI).
-
:!0-1-7 -
PARTI:: 'XJ.::C);IC.\
18 70-1915
pal'ticolare la « Revue milita.il-e de Fétranger >) che nella pun. tata, del gennaio 1894 formulò a tal proposito giudizi a~sai lusinghieri pel' la nostra Artiglieria. Dopo aver mostrata la qualità e l'utilità tlelralzo-q uadrante Pedrawwli e dopo a,er esposto tutti ~ pal'tioola l'i dell'Istruzione, U periodico ufficio o francese eoncludeva con queste p,uole : « I particolari cbe precedono dimo:o trnno che in Italia l'aggiustamento del til:o a tempo è basato sui weclesiwi princlpii che in Germanìa. :\fa il metodo italiano si dimostra più semplice che il metodo tedesco, perchè quello italiano ha, secondo noi, il vauLaggio molto notevole cli permettere modificazioni dell'intervallo e clell'altczzn di scoppio senza cambiare l'alzo, ciò che è Impossibile col metodo tedes<:o
La « Revue mllitaire cle i:étranger >> ha spes ·o e mollo insistito sulla neees~itiL che nel tiro a tempo non venga to1;cato l'alzo ottenuto col tiro a per<.;nssìon e : non è <ruincli senza, intcre:Sse che facciamo risallare qui come l 'alzo.quad1·ante Mi cannoni da campagna italin ni ~oddisfa a q nesta necessità,. La, stessa cc R cYu e » scl'hent poi ancora c:he « nssl milando ed applic:111(]0 i lll(.:tocli lii tiro sauc-it.i dalla nuoni l strnzione, l'Al'tiglierin italinna non un ebbe in nnlla ceduto :illc altre Arllglierie europee.
Kè meno favorevoli fu1·ono i giudizi cli ùuona parte cl ella stampa tecnico-milit:ne tedesca.
Con l"adoziome del materia le da 75 A. si rendeva necesHa.l'ia la pubblicazi-0ne cli un a speciale Istruzione sul tiro per k batterie cli quel 'ma tcriale che, se per essere ancora un materiale rigid-0 non rappresentò una sostanziale inn ovazJ one rispetto ai materiali pl'eesistenti, fu però dotato di nuovi sLru menti (alzo quadrante per cannoni da 75 A. , piastra e cerchio di direzione, g1·aduatore cli. spoletta). l~ pertn,nto l' Istruzione !provvisoria, a titolo cli esperimento) del 1901 per 'il tiro con quel matc1·iale, più che apportare varianti alle regole di t iro. considerò essenzialmente l'impiego dei nnoYi strumenti nelle operazioni cli puntamen !:o. -
20-!8 -
t.1~ ISTRUZIONI SUL ·1:rno PER lL 75 A. E Pl;:R LG AR'1 'IGL10Rf0 DA MON'l'.
AlFistr1rnione provyisoria del 1901 seguì l'Istruzione del :1904 per l'artiglieria da eampa,g na, ed :1 cava,llo, che dovette -corrispondere alle esigenze del dnplke materiale in servizio c:L {1uell'epoca,, il cannone da 87 B. mod. 98 e il cannone da 75 A. L'ampiezza <li 2 et tometri diventò normale per la forcella +, per il successivo aumento degli alzi: nel tiro a granata la 1·ettificazione del tiro da farsi ooi soliti criteri segni Ya alla forcella, mentre per il tiro a tempo alla forcella, seguiva la '<.:osì detta « salva, di correzione >> allo scopo cli ~1ccertare la <.:orrezione da apportiu·e al gr::1iduatore di spolette (75 A.) per ,ottenere che la media delle altez:r.e di scoppio fosse prossima ,a, quella normale, oppure di stabilire se i punti della, guaina (87 B.), già dati al principio del tiro, fossero snflkientì per .a -vere le altezze <li scoppio eon venienti. La salva di cotrezione {l:oveva f',.,-<;ser·e eseguita con una salva cli batteria in base ai -<;ui risult.ati doveva essere decisa la con venienza cli a,pportare correzioni al gra,clnatore od ai punti della guaina. Com. :parve qui l' « ordine cli fuoco per seri.e))., che nei limiti della forcella diveutò l'ordine caratteristico per il tiro di efficacia .a tempo: ciascnn pe:r.zo doveva sparare per proprio conto il :numero dei colpi dell'ennnciato della serie, aumentando ad ,ogni colpo di un mez:r.o ettometro i dati di tiro : talvolta la ,serie era raddoppiata ed fo1 tal caso le variazioni nella, serie si dovevano fare soltanto ogni due colpi. L'artiglieria c1·a rnontagJ1a c~rninciò aò avere una propria Istruzione sul tiro nel 1898 poichè, prima cli quel tempo, le 110rme per -tale specialità, eramo comprese 11ell'Istr'uzioùe per l'artiglieria. da campa,g na. All'edizione del 1898 succedette '(JUella del 1905. I criteri geneÌ·ali per il tiro delle bocche da fuoco della spedalità da montagna furono però sempre so~tanzialmente gli . stessi di quelli sanciti per l'artiglieria da ~-ampagna. -.'<·
w
*
In conseguenza de1l'aceresciuta celerità, di tiro concessa. {lai materiali a tiro rapido, si rendeva necessario cambiare le 'l"egole di tiro e specialmente il metodo d'aggiustamento. La 132
-
2049 .:_
PAHTI•) l'ECKIC,\
\ 1870-1915
durata di quest' ultimo doveva 1-idursi adeguatamente per 110111 anarnllare i vantaggi conseguiti dai nuovi materiali. Sorgeva., anche la questione del numero di pezzi da destinare all'aggiustamento. Nei tiri a brevi distimze potevasi continuare ad impiegare tutti i pezzi d-ella, batteria, facendo amche largo us,o, di salv-e di batteria o di me-1,za batteria : ma i tiri a graindi distanze, contro obiettivi poco visibili, l 'impiego di cannoni. a tir,o rapido permetteva, durante l'aggiustamento, di non esporre al nemkv che una sola sezione, pur lasciando fra duecolpi consecutivi il solo tempo necessario all'osservazione: J~ noto che i vantaggi delle maggiori celerità di ti.ro non. fui·ono ammessi senza oontestazioni, che si riferirono sovratutto ai possibili i111convenien ti d'un forte consumo di munizioni, tale da suggerire un aumento del numero delle vetture. destinate .ad assicurare H rifornimento. Tra gli oppositori ttoviamo in Italia l'illustr-e generale Ugo Allason, che più: volte v,olle dimostrare l'inopportunità e gli inconvenienti dell'acceleramemto del tiro, dal quale faceva derivare particolart difficoltà nei procedimenti di tiro e di condotta del fuoco. La~ determJnazion<~ della, distanza con l'impiego del fuoco a salvedi batteria, quale di massima imponevasi coi: cannoni a tiro. rapido, secondo l' Allason non poteva portare che a un rapidoeo111sumo <li munizi-0ni: ed infatti, come osservava lo stesso autore, i tedeschi nell'Istruzione sulla, condotta del fuoco del JS88, dopo mat uri studi e lunghe esperienze avevano rkon-. 'fermato ff principio che il migliore ordine di fuo co fosse quello per pezzo da un'ala, impiegando il tiro a, percussione perla determinazione élell ~ dif::tanza. L' Allason invero, che condannò il tir,o rapido in faRe di determinazione di distanza e dì_ a~ginstamento, riconobbe però l'utilità, di un ée11to a<;celeJ'amento in fase di tiro d'efficacia. <( Con il cannoue ordinal'io da campagna che l)resentemente arma ancora· le principali nrtiglierie, non si possono sparare pili di due colpi al minuto, il che vuol (lire che con una bntteria cli sei pezzi si possono fare dieci '"' dodici colpi al minuto eseguendo tut te le operazioni con la massimri spe, ditezza. Questa celerità cli. fuoco però non è possibile r aggiungere quai1do. ~'incomincia il tiro contro un determi.nato bersaglio, perchè durante t primi colpi, quindici o venti nlrneno. bisogna osservare accuratamente H
-
2050 -
lL 'l'IHU HAPlDÒ
l'isultato ùel liro per <letel'mhrnrc la clistamrn e aggiustare il tiro ste:;so, Ja qual cosa nella ruagglol' parre del casi richiede cbe non si faccia pal'til"e un colpo prill.la che il proiettile :s1Jarnto nel colpo precedente sia giunto a cles tinmdonc, per il clrn, alle ot·di 11al'ie dis tanze di combattimento, occorrono da sei li sette seeondi tli tempo. Ma gua11do la. llistaoztt è éietermi11ata e il tiro è rellificato, nulla più irupedìsee di accelera1·e Il tiro nella wagglor misura consentita dt11le condizioni tecniche del rua tel'iale. Certo non bisogna esagernre, pel'chì· in n essun caso si cle,·e t r:1scurure cli osservare I ·ris ultati e il bersaglio, il quti le può cambiare forma e vosizione, UJa il tiro accelerato può es~erP iudubbiHmente uua necessità in taluni momenti i>.
Così sc1·iveva. l'a1'tigliere Allason 01 el 1897 (1) mentre in Italia e fuo1·i si dibatteva la ponderosa ']_Uestione della Lrasformazione del matel'iale· clcll' artiglie1:ia ca.mpa,l e, e quando già, qualcl1e Nazione a·rnva i ntrodotto in servizio i materiali a rinculo soppresso. In quell'epoca di trasf.o1·mazioni non poch~ preclari al'Liglicri fu1·ono però decisi sosteni tor-i del tir'-0 ru,ptdo : basta fra tutti 1·fro1·dare il Biancardi, artigliere parimenti illustre e· tecnicamente compeLentissi mo. Dei proeedimcn ti di tfro in H~ln,-;ione al tfro rapido si or.cupò il colonnc1Io (l. B. Pi stoj ehe. saggiarn<>n te vnlntando l'importnnza del tiro rapido nel ca,mpo tattico, pr opugnava speciali rnelocl i di I truzione tecni.ca appropdati. ai materiali costrniti. per tale specie cli tfro. L'irntel'ventu clell'ul'Liglierfa. nel combattimento doveva avere essen zialment e c.aratLere di sorpresa: seC'ondo il Pi.stoj tutto riuanto :1ve1·a tratto all'aggiustamento cloYcva essere impa rato dnrnnte i til'i cl'in segnam€111to (che in i:;oshrnzn couispondono ai così <letti tiri prcpara,tori. o del l° fWL'iodo clell'attna,le i-egolamentazionc), mentre nei tiri di g-11c•1·ra si cl oveya tendere all' azione immediata del fnooo, qua hmq ue fosse1·0 i mezzi impiegati. Pertanto fl Pistoj affermarnlo di non scorge1·c un inciampo qna1siasi a,ll'effettua7,ione del tiro ra,piflo nella condotta del fuoco, ne pJ'ospettava Je ca1'atteristiche e ne preve.deva acutamente la. fu nzione sul campo cli battagli~. I fatti dovevano dargli. com.pleta,ment,e ragione ! Senza indugia.rei su discn::;sioni e polemiche cli quel tempo, argomento che del resto è trattato in altro ~ottoca,pitolo
----(J) l?ivfat(I. rl'ArMr1lier1,,
e Ge'lliO, vol. I. 1807.
-
2051 -
PAH'l'E TECNICA
1870-191(5
di qut sto stesso volume, rieordia.mo · soltanto che i materiali a tiro rapido nei primi anni di questo sec:olo furono t1idottati anc:l1e cla 010i; che coi materiali a th-o rapido si crearono nqovi concetti d'Impiego c}ell' Arma, e che ai nuovi materiali ed ai nuovi con0ctti d'impiego dovettero corrispondere nnov.i _eriteri per l'esecuzione del tiro. La « preparazione del tiro )) intesa a determinare tut ti gli elementi per favorire fa rapida apertura, del fuo co, in giusta direzione, e il suo r a;pido l.l:ggiustamento, assunse una, importanza grandissima, perchè concorreva, essenzialmente a conferire al fuoco dell'artiglieria l'effetto di sorpresa e ll· conseguire rapidamente una considerevole effica,cia. - --- --~ I criteri per- la preparazione del tiro, presto sanciti per le __ artiglierie d'assedio, veniwu10 adeguatamente estesi alle brigate e batterie campali : ci piace a tal proposito ricordare come, già ne~ J.910 l'allora capitano Tito l\fontefinale, che fu poi autorevole I spettore dell'Arma., studiava le modalità cli preparazione del tiro indiretto per le batterie da campagna modello 1906 e ne r iferiva in nna Nota sulla R 'Ì!V'ista cf A1·tir)lierfa e Genfo (191,0, vol. II). Per le batterie campali. il Mcm tefinale si proponeva di ridurre ad un'espressione molto più !'lemplice i documenti (carte o grafici) usati per il tiro preparato d'a ssedio e da difesa, e concretava un dispositivo grafico tradotto in uno strumento che permettend.o diverse posizioni delle gra<luazioni si prestava a risolvere i diversi problemi di preparazione clel tiro senza tracciare ogni volta, cerchi e grad nazioni. Il dispositivo del l\fonte:finale, tradotto in una tav-o letta con una. graduazione angolare e una graduazione lineare, mir ava a determinare in casi particoJari (specie nella difesa) , i dati cli direzione con tutta esattezza,, eliminando gli errori causati dall'imperfetta conoscanza della distanza del 'bers~glio che, come è noto, influisce slil calcolo goniometrico della direzione in par.ola . L'Istruzione del 1913 .sul tiro per l'artiglieria da campagna e a cava.no dedicò tutto un ampio capit olo alla prepa.razione del . tiro comprendendovi le operazioni di postazione delle batterie, il superamento di ostacoli. la ricognizione dei --
2052 -
L'l S'l.'I!'C'ZfONE
1913
SUL 'l'IHO l"EH I/ AR'l'lGLiEiUA DA CA)IPAGNA
hersagli~ la determinazione delle distanze e dell'angolo di sito, le operazioni preparatori-e della direzione. Quell'Istruzione che fu approvata in viu di esperimento e che sostituiva quella del 1904, diveirne il « vademecum >> degli « artiglieri campagnun )) che lo impieg,nono poi con v,1sto rendim ento nella, grande guerra. ln quell'fatn1zio11e vennero per la prima volta. sanciti i procedimenti goniometrie{, ai quali già si è accennato, per la, formazione del fascio pa1·allelo e per il calcolo della direzione, caratteristici del moderno puntamento indiretto. In es~a veni v,1 anche sa ncito il principio vigente tutt'ora, che ht preparazione del tiro potesse avere maggiore o minore svi luppo in base alle ciroostam,e e so,-ratutto in base al tempo disponibile~: essa però doveva essere sempre molto accurata, sah-o che il coetfidente « tempo )) imponesse altl'imenti. Particolari norme venivano date circa n de:filamento delle batterie, la cletcnninar-ione dell'alzo minimo ehe fissava il limite più lonttrno dell'angolo morto relativo alla posizione occupata dai pezzi, il tiro al di sopra delle proprie truppe. La distanz,1 poteva essere stimata a vista o misurata con sistemi diversf, telemetrici o micrometrici : l 'a,pprezr-amento a vista doveva, però essere il sistema più comune in uso per le artiglierie c·ampali. L'angolo di 'sito doveva misurarsi da,ll'osservatorio di batteria col goniometro, con opportuna coner-ione qualora, fra os~Jerva torio e pezzi vi. fosse un sensibile dislivello. In quell'Istruzione i1 primo criterio informatore dei pr·oeedirnenti per l'esecuzione del tiro (condotta del fnoco) fu quello cli non vinc,olare il comandante di batteria a, prescri,doni tassative, di non prestiabiHrgli un formulario schematico, ma, bensì quello cli esporre i mezzi a di lui disposizione per l'asRolvimento del compito affidatogli: al capitano, naturale regolatore del fuoco dei propri. pezzi, cfoveva essere laseiata la giusta libertà cli scelta fra i metodi esposti nel Regolamento : a, tale libertà, doveva naturalmente accompag.narsi tlttta la responsabilità, su di lui incombente per il conseguimento degli scopi clel tiro nel tempo voluto e con I ',efficacia necessaria. Era questo pertanto un criterio nu ovo, a,tto a valorhzm·c l' intnito personale del comamclante, in baRe alle --
2053 -
l:'AHT0 TWC.KICA
1870-1915
esigenze della, situazione e del comb::Lttimento : tecnica e tattica dovevano sa.persi fondere e armonizzare. Il fuoco doveva passare per due fasi: aggiustamento e th-o . cl'clfieacia.. L'aggiustamento, fatto sempre con f uoco a comando, doveva eseguirsi in gittata, in direzione, in alte.zz.a, di scoppio. Heg<>le semplici ed . elastiche vennero sancite per la esecuzione deJla forcella, .specie nei riguardi della sua ampiezza, : vennero co·nclannatc~, ancor più che nella precedente r egob menLazione, le variazioni piccole, fa,tte a spizzioo e cori titubanza, tali da rendere la fonuae-ione della for cella lunga, laboriosa ed incer ta . L a: fo1·cella stessa, poteva {1.seguirsi, sempre a c:omando, per pezzo o per batteria , e poteva -essere verificata, secondo le circostanze e secondo Fap prezzarncnto personale del comandante. La forcella a tempo doveva formarsi ablx1ssando gli. scoppi sulla linea di sito, salvo che si disponesse cli osser vatori la.tetali. Nell'l!'ìtruzi.one comparivano per la pl'ima volta norme per l' « inquadramento del terreno)), inteso questo non già nel senso attn ale cli tiri sopra obiettivi ausiliari, valernli per successivi trasporti sopra obiettivi reali, ma nel senso di ricercare con aJcuni colpi, durante le panse cli fuoco, i dati cli tiro relatiYi a punti o linee clel terreno di probabile occupazione o attrn,versam ento da par·te del nemico, per poi coglierlo al momento opport uno con un tiro immediatamente efficace. Parti.colari norme venivano poi date per l'a,ggiustamcnto del tiro in clirezicme, pe1· la distribuzione del fuoco, per l'aggiustamento_ delle altezze di scoppio, per la rettificaziome in gittata nel tiro a, granata o a percussi.on<~. Il tiro cli eflìcacia poteva eseg11ir·1,i con tre divers(~ modalità cli fuoco, corriia:pond enti ad esigenze tattiche diverse, e doè medi.a nk il tiro 00n 1111 sol<> alzo, mediante il tiro' f:ti serie (soltanto per il ·t:iro a tempo) , meclia:nte il tiro per batteria. a comando. Il sistema del tiro 00n un ,solo alzo permet teva <li raggiungere la maggiore effi,c.acia, col minore c:onsumo di munizioni, ma richiedeva una forc<~lla ristretta, spesso di difficile esecuzione, e non era perciò a<la,tto a battere, con la prontezza necessaria, obiettivi mobili o fugaci : il tiro a serie, che causava inv<~ro un f.orte coinsumo di munizioni, per -
2054 -
IL 'l'!RO Ul l~l•'l<'I CAClA
la, sua, azione istantanea. e violenta c1·a molto più acltttto a -.colpire obiettivi mobili e a. cogliere l'avversario in fuggernli :.:istanti di vulnerabilità, : meno 1·apiclo del tho a serie, il tiro .pe1· batteria a comando eta a sua, volta più regolabile con Yèl · l'ia~ioni nella celerità di fuoeo e con correzioni ritenute op_po1·tune in base all'osservazione dei colpi. Non sempre il :fuoco .pot,eva c.1xere azione distrnltiva; molte volte il suo ef. fetto doveva limitarsi a, paralir,;r,are l'aYversario, obbligarlo -a sostare e a cercare rip.u:o, a i-cnùc1·Jo in altri te1·mini i11-<;a,pace di agire : la neutralizzazione clcll'avvcn,ario dovuta ,L .raffi.che violente, rapide e aggiustate dive.ntaNa, una. delle fina lità, del tiro dell'artiglieria il quale, secondo il cliYerso srnl· ,gersi dell'azione, veniva ad assumer<-! un carattere vario, ora ·d i estrema violenza, ora di tiro cadenzato con altemativa di ·.riprese e di pa,usc : quekte panse non dovevano significa.r e .inazione, ma ùensì raccoglimei111·0 e preparazi-0ne. Si comin-citwano in sostanza a sancire. q uci precetti · che oggi sono basilari nel1a nostra tecnica del tiro, 1.uttu, orientata a.i pieno ..assolvimento clelJa missione tnLtica cni l'artiglieria è chiamata. E nel tiro a, tempo le « falciate )), ottenute mercè spostamenti della direzione con movimento del volantino di di-. rezione ad ogni colpo, accrescevano in modo pal'ticolare la })otenr.ialità, d'azione nel senso Jaterale : il falciamento permetteva così cli battere il ben.;;aglio senza, alcuna lacuna e ,senza soverchia sovra,ppo•sizione <li effetti. I n ciascu ntL falciata il tiro ,1 eniva distribuito egualmente su tutta la fronte scalando convenientemente gli sc,osta-me11ti per modo che gli assi -dei pezzi risuHassero a ventaglio. Ogni pezzo sparava a cia,scuna distalflza della serie un numero cli clne o tre colpi se·condo l'ampiezza della fronte assegnatagli, variando dopo ogni -colpo la direzione della quantità corrispondente a metà o ad ·l rn terzo rispettivamente della1 detta fronte. un Manuale pratico contenente appropriate regole di tiro .:aveva per tal mod o bene corrfaposto a,i nuovi materiali a de· formazione e a tiro rapido per sfruttarne le vantaggiose ca, :ra tteristiche.
-
2055 -
l'AH'l'E 'l'EC);JCA
Hr,0-1913
La compila,zione delle li,;trnzioni sul tiro d' artigli eria d~ fortezza (a~sedio e difesa) richiese elaborazioni ancora, maggiori di quelle pet la specia.Uti1 Lla <:arupag.11a poichè quell'artiglieria illlpiegava quasi tutte le bocche cla. 1'uoco esistenti - cannoni, obici e mortai -, e faceva tiri di lancio, tiri _incliretti e tiri a1·cati, akuni a carica fissa, altri ad angolo fisso, con strumenti tli ptmta.rncnlio g1·aduati -o a. millimetri oppure a dtstanze, con spolet~ graduate anch'esse a divisioni oppure a distauze. Il tii-o indiretto veniva eseguito oltrechècon obici e mortai, pa,rticofa,rmente idonei a ta le specie di t iro, anche con canno11i (]). Soppresse definitivamente tutte le artiglierie ad avanca, rica, veHiva rielaborata, in conseguenza. l' Istruzione sul tiro. dell'a1·tigJierìa da for-t c;,,za. Le prime t ..rvole di tiro nou c001teneva-no però tutti i da.ti necessari 1Per l'esecuzione del · tiro ~ per alcuni di essi era solta.nto indicato il modo di calcolarli ~ nelle tav-ole erano poi 1·iportaLe norme ,Ltte a correggere i dati quando i dovesse spa1·a.re iu condizioni divcr e da quelle supposte nelle tavole stesse. Tali norme rigua1·davamo : la cor-. 1·ezione clello scostamento per la non orizzontalità dell'asse degli 01·ecchioni, particolarmente impo1·tante 11ei tiri areati;. le correzioni in distanza e in gra,duazione di spoletta per tener conto dell'altezza della batteria sul livello cl.cl mare; le (1) L' impiego del cannone per il tiro indin•tto fu alquauto 1llsc·ussopoicbè pei· tale s[)ecle di tiro fu ri tenuto meno adatto dl quello delle veree proprie bocche da fuoco a tiro cm·vo. Nel 1887 l'allora teneute d'nr ti, glieria Cat·lo Nullo notando che per il tiro indiretto il cannone era meno. preciso, attribuiva tale 'fatto n scarti ronggiori nella velocità iniziale ed a minore VC:l lOcità di rotRzione del proietto. Le vm'iflzioni n ella 'velocità ini, ziale erano da ascriversi per una parte al grande volume della camera del cannone rispetto al volume della cal'icn (cariche piccole), cioè alla scarsa tlensità ùi· caricamento, e cl'nltro lato anche alla qualità rlella polver e cli: quell'epoca, poco r egolare · pct· piccole densità cli caricamento. Il Nnllo proponeva uno speciale dispositivo (cilinclro d'interposizione fra otturatoree cartoccio) atto a restringere il volume della camer a del cannone in guisa. che la clc11sit:ì di <>nt·icamento si m:rntcnesse all 'lncirca costante qu::i hmQnll.'. fosse la carica .
-
205G --
Ll.:l TAVOLE DI TIRO PER LE AR'.L'IGLIEilIE DA FOR'.tEZZA
eorrezioin i in distanza. per forti dislivelli fra batteria. e be1· saglio. A proposito di dati riportati sulle tavole di tiro, il Paro<li notava (Rfoista d'Artiglieria e Genfo) 1S91, vol. .LII) ·che molto più conveniente sarebbe stato includere nelle ta,vole ::;tesse tutti i dati occ-0rrenti cosi <:ome venne poi fatto più tardi. 1'ra qu ei dati assnmevano grande importanza quei coeffìci-enti, introclotti dallo stesso P ar-0di, atti a correggere la distanza im base alla, quota della batteria e in base al disliYello fra batteria e obiettivo. La prima forceJJa per ln determinazione <lella distanza col tiro poteva essere grande a volontù del comancla,nte di batteria: l'ultima doveva essere di due striscie. L'aggiusta, m<::nto, consecutivo alla forcella, era fatto con gruppi di quattro colpi : in fa.se d'aggiustamento i colpi giusti potevano, a . giudizio del comandante, essere 001J1siderati lunghi o co1:ti. Per il tiro a shrapnel venne prescritto cli aggiustare il tiro con lo stesso shrapnel, anche quando la spoletta non fosse a cl·oppio effetto : nel c,1so di tiro a shrapnel il vecchio criterio di far forcella. e aggiusta,ment-0 con ht grarnLta fu opportuna.mente c.ondannato. All'aggiustamento seguiva hL rettificazione del t iro, fatta, dopo gruppi di co11pi sparati con nno stesso pez½o, in base ad apposita tabella di ·Correzioni, mediante correzione di una striscia o di mezza striscia, : quando, a tiro regola.t-0, il pernento dei colpi corti risultarva minore di 25, si a,mmetteva la, correzione di mezza striscia, correzione però <:he i;::arebbe stata generalmente poco conclusiva, e rispondente (1) . Ne] tiro a tempo le l'(~g~le per determina re la gradua(1.) A tiro centrato, il percento dei colpi corti è 2-5 o 75 secondo che il l:iro ste::;so è lungo od è corto di mezza striscia : quindi questi valori 2:3 e 75 i ndicano elle il tiro è lungo o corto di mezirn striscia : la correzione
di mezza striscia deve perciò fa rsi: se su 10 colpi, 8 o più di 8 colpi risultano lunghi; oppure se, sempre su 10 colpi, 2. o meno cli 2 colpi risultano corti. La tabella di cohezione per la rettificazione del tiro è dedotta <lai risultati ottenÙ ti nel calcolo della clistanza più probabile del centro dei tiri da una data fronte d'osservazione quando si ha un certo percento di colpi corti; essa suggerisce le correzioni cli mezza striscia in base al numero dei colpi corti ottenuti su 10 .colpi. La conezione di mezza striscia si <leve basare sopra un gn tppo di 10 colpi o poco meno: non conviene basarsi su tm
-
2057 --
l' AR'.n, '.l'ECNICA
1870- J 91G
zione cldla spo],ett~ onde aver-e gli scoppii ad altezZia, conveniente ebbero fondamento razionale : si doveva correggere la graduazione guancfo l a prima altezza di scoppio osservata. fosse stata snpel'iore al doppi.o della striscia verticale conte·nen te il 50 % degli scoppii : dopo quattro colpi fatti con l~L stessa graduazione si doveva. correggerla, se !'.al tezza, di scoppio meclia del gruppo fosse stata differ ente di più di una striscia dall'a.ltezza norrna,l e (2). La distribuzione del fuoc,01 infine, potevH, eseguirsi in due modi: o battendo successivamente i varii punti del bersaglio col fu.oéo accentrato di cutti i pezzi della, batteria, o ripartendo il bersaglio tra le varie sezioni della batteria stessa. Ad un'Istruzione litografata del 1892 suc-cedd.te l'Istruzione sul tir·o delle artiglierie d'a.ssedio del 1894, nella, quale, <>ltre a.Ile r-egole per la misura, delle distanze e per il pun tamento, vennero riportate t utte le norm<~ per l',esecuzi.one e per l'osservazione del tiro, nonclH~ tutte le disposizioni per le annnaJi ~sercitazioni cl:ei reparti d'artiglieria da fortezza. Gon l'adozione di nuovi strumenti e con l'intr,oduzione di pr,ocedimenti goniometrici per il pu11.1tamento, vennero a coineider·e nuove regole per il tiro delle artiglierie d'as.sedio e da fortezza. Un' Istruzione provvisoria, litografata-, del 1905 fu ·poi seguita, da qnella definitiva del 1906. Con criteri di maggior larghezza in. confr.onto cli quanto stabilito dalla precedente I struzione del 18!14, che p rescriveva di passare all'aggiusta.mento ,con l'a,l zo intermedio dei lirn.iti della forcella, la 11rnova Istruzione permetteva di operare l'aggiusta.mento con numero maggiore dì colpi perchè, prolungandosi così il tiro con u n solo pezzo, possono verificarsi cambiamenti nelle condizioni dell'atlflOSfera, mutamenti nel servizio della bocca _cla fuoco e modificazioni nel P\mtamento, cause tutte di eventuali v:uia?:ioni non trascurabili rispetto alla correzione di mezza striscia, (2) Per la correzione delle deviazioni misurate si J1.pplica cioè la regola sancita dalla teoria delle probabilità, Dopo un gruppo di n colpi converrà correggere soltanto se la media delle deviazioni misurate è eguale 2F o maggiore cli --;=- : ne risulta che per n = 4, ln correzione dovrà farsi Ì'
11,
se la deviazione media è maggiore di F.'.
-
2058 -
L'IS'l'RUZJON 1•:
190G
1:iUL TIRO PER L'ALt'.l'WL!l,;lHA O'ASSÉUIU
E;
D.\ F Ol('l'J,;ZZA
l' 1Llzo in Lcm1eclio oppui·c 0011 l'alzo cli uuo dei limiti della forcella stessai. lJ1nante la, forlllHzione tlclla foi-cclla, q ualon1 il tiro non fosse a puntamento diretto, si consiglia:n:1, ùi pro· cedere senz'altro ad una « forcelJa in ditczione », specialmente Ìlll caso di tiro da posizioni coperte. A titolo cli. esperimento veniva esposta una nuova, 1·egoht d'aggiu stamento, basata su un gruppo cli sei colpi, anzich è is u quattro colpi. Si volle ricondurre l'aggiui:.tamento di batLeria al sn·o veru scopo e eio~ quello di ottenere i dati ùa impiegar!-ìi nel tiro d'effic'a cia con la maggio:r e approssima:zione possibile, e di controllate la forcella. In altri termini, l'aggiustamento non doveva limitarsi a compren dere il be1,sa,glio fra due traiettm·ic, poiché così fa<:e11do non si fa<:eva che una seconda forcella : basandosi invece sul risultato di almeno sei ,colpi, si poten1 trarre 111orma per l'alzo più conveniente clel tiro d'efficacia dal modo oome i colpi stessi si ripartivano rh:.petto al ber~aglio (l) . La distribu½ione del fuoco ebbe più pl'ecise reg{)lc che non nelle precedenti Istruzioni. In direzione, tale distribur.ione doveva fatsi o ripm·tendo il bersaglio in zone di dimensioni qun,ùruple della striscia laterale, sulle quaJi si COIIl(;entra,vfL succcssiva,mente il fnoco di tutti i pezzi, oppure suddividendo il bersaglio stesso in tante parti quanti erano i pezzi della b;1tteria e assegnan done una, pa,r tc a ciascun per,zo. Se · battendo successivamente col tfro concentrato di tutta. la ba,tteria zone di dim(;.nsioni quach·uple cl ella striscia latera.Je (e cioè tratti relati mmcnte piccoli, data la piccolezza della striscia laterale), la riparti½ione del fuoco era ritenuta eccessiva,, tenuto anche conto d<~ll'efficada frontale dello shrapnel, era più conveniente la ripartizione basata sul criterio cli. ba,ttere il bersaglio c01ntempora(1) Risulta dalla te01ia delle probabilità d1e, per un g ruppo di sei colpi, il valore più probabile della distonza del centro dei tiri dallu linea di osservnzlone è 0,72 . J/ oppure 0,32 . P oppure è nullo, secondo che si ha nno uno. due o tre colpi dalla stessa parte del bersaglio : se si hanno \1110 o due colpi dalla stessa 1>arte, conYiene apportare una correzione cli mezza striscia per fnr diminuire la clis:t:mza del centro clel tiri dalla linea d'osservnzione: se invece tre colpi sono dalla s tessa pnrte, non si fa luogo a co1Tezioni.
-
2059 -
PARTE TECN I CA
1870-U)] 5
neawente as.·egna11<.1011e una pinte a cia:scun pezzo. l n pi-ofonclità, con analoghi criteri, il be1·:-;aglio poteYa battersi o dp.u,rbenclolo in zon e oppure stalanùo gli alzi dei pezzi (e nel tiro a tempo anche le graduazioni) : lo sca.lamento si effrttnavu per strisce. L · opportnnità òi fare il tiro a zo11e, ossia variando snccessivamentc l'alzo ùi. tutti i pezzi, pofova presenta,rsi qrnmdo si fosse aggiustato il tiro sopnt un ostMolo e non fosse !Ilota esattamente la distanza di 1p1esto da) bersaglio : in tal caso i .I t iro si fac.e va a due o tre <Hstwnz.e, fra le quali. fosse certn,mente co.rn.presa quella del bersaglio e che trn. loro ditf.e. i-Lsero di una lunghezza 11011 maggiore di quattro striscie. Oli ordini di fuoco ei-a.no : « per pezzo » (a coman do o continui) ; li per salve >> (di sezione o di batteria) ; « per sede >>. L'ordi1J1e di fuoco per pez;,;o a comando e1·a normale nell a determinazione delhL distanza e nell'aggiustamento della g1·aduazione di . polette: quello pe1· pew;o contin uo era normale nel tiro d'efilcaci.u. L'ordine !lCr salve poteva ,1,pplicarsi. in fase di detcrmin.rnionc della distanza fai caso lli difficile ossen·azione dei colpi isola.ti, oppure qua11ùo nei tiri cli gruppo non si aveni. altro mezzo per distingnere i colpi cli una batted:.b da q nclli di un 'altra. 1/orcline tli funeo per serie con dati unici e eon clati sca-lati c,011veniva nel tiro d'efficacia, allorchè el'a necesf-ario battere il be1·sag1io con la mas ·ima cele1'ità di til'o . Negli ultimi anni clel period o che stiamo esaminando l'Istruzione sul t iro per l'artiglieria da fortezza subì ancora alcune Yarianti, finchè nel HlH5 si ebbe nn'edizi01ne definith"a. L'esecuzione della forcella. a tmnpo, prop1·ia del tfro a shrapnel munito di spoletta, a tempo, fn estesa1 anche al tiro con proi.etto unmito cli spoletta a doppio effetto nei casi i n cui. fosse ri ultata. difficile l'oi:;servazione dei colpi a percnssio11e. La forcella a tempo poteva ottene1•i:;i o << in eleva.zione », C·on scoppi sulla, linea di sito (non ol tre il doppio della, striscia verti cale degli . coppi) , oppure « in graduazione)> assumen do una elf,azione unka corrispo~1dente ad una, traiettoria certamente lunga. (<la sei a dieci striscie circa) e ·va,rianclo opportnnamPntc la, graduazione cli. spoletta. per avere scoppi avan ti ed -
2060 -
I/ISTR U ZI 0K0
1915
SU L '.1:lRO Plm L' ARTIGLIERIA DA
FOHTIDZZA
Oltre la verticale del bersaglio. In tale I struzione alcune leggere varianti rigua,rdava.no le diverse fa.si del tiro . Fu abolito l'ordine di fuoco per serie e fu in trodotto quello a volontà, c-ol <1uale ultimo ogni pezzo con gli stessi dati (o talvolta scalati) e -con la massima celerità. del tiro sparava, un 11nmero indefinito di colpi fino ad altro comanclo. Cominciò a fare ca'.polino il concetto di « t ra.s porto del tiro>), che tanta importa.nza doveva, poi assumere nella tecnica, del tiro del dopognerra; ma esso non fu però c he un concet to embrionale, tradotto solament,e in regola empirica e che pertanto nulla aveva in comune con gli _attuali procedimenti ra,zio11almente istituiti .per ·otte:nere trasporti di tiro. In proposito la predetta I struzione d{~l l015 prescriveva che tfovendo con una batteria, <:he lLvess<~ poco prima regolato il suo tiro su un bersaglio, tirare contro un bersaglio posto a distanza nota, si poteYa omettere di eseguire la forcella su questo nuovo secondò bcr~aglio, iniziando s11 di e:=-so senz' altro l 'aggiust.:unento col portare ai dati Iniziali opportune correzio1n i, desunte da quelle <1<>1 tiro precedente : tali correzioni si determinavano approssimati.va.mente col variare i dati i niziali, calcolati per il nuov,o bersaglio, dello stesso I).umero di striscie di cui erano stati variati quelli relativi ,al pr_imo bersaglio per la regolazione del tir o, prendendo per valore d-01la nuova striscia quello corrispondente alla distan za del second-0 bersaglio. Il primitivo bersaglio poteva, anche essere un obiettivo ausiliario, scelto . cioè espressamente in antecedenza ' per accelerare l'aggiusta· 1nento del tiro sui veri obiettivi: in tal ca;so l'obiettivo ausili.ario doveva essere sc-elto in una direzione e ad una distanza. all'incirca .media, fra quelle a, ct1i potcwano presentarsi gli obiettivi ·reali della batteria.
La specialità d'artiglieria da costa fu sempre considerata. come quella, nella qu ale le applicazioni scientifiche erano non soltanto possibili, ma per varie molteplici ragioni, doverose: artiglieri italiani 1 studiosi illustri e geniali vi a.ppartennero segnandovi un'orma indelebile di prima,t o realizza-
2061 -
PAH'.l'llJ '.l'It CNICA
1870-1!)15
t,ore. D'altra parte pe1· le artiglierie ùa costa,, che, per la posizione stabile deHe batterie e per l 'ubicazione dei bersagli su una superfi.cie ben clefo dta, qual'è quella del mtLre, possonù impiegare strumenti di puntamento molto precisi e servirsi di pr·ocedimenti di tiro razionali, si so-no sempre adottati speciali metodi di tiro. A sua volta la mobilità dei bersagli richiede un'adeguata, preparazione del puntamento, per cui impiega ndo il tempo strettamente necessario . si riesca a. pote1· predispone opportunamente J..e bocehe da fuoco ed a determinare il moruento in cui il fuoco deve essere . effettuato. In altro sottocapitolo cli questo volume è stato detto de- . gli strumenti per il pm1tament-0 e per il tiro co,s tiero, ~pecie per quanto si ri.ferisce a.J.la nostra tclcmetriu. e telegoniornetri.a,, -che, per merito cli nostri va.l enti artiglieri, e~be il più intenso .sviluppo e le più vantaggiose applicazioni. Nella · regolauw-11tazione cli tutto il periodo storico che sffamo esa.minando il puntamento delle batterie da costa era co11siclerato sotto il suo cluplke aspetto di « puntamento i ndividuale)) e di « puntam·ento preparato )). Nel · punta.incnto individuale, mentre il pnntatore pun1tava direttamente in elev.azione e in direzione, l'asse del pez:,,,o assumeva l' inclinazione necessari,1 per colpire il bersaglio : il puntamento veni.va fatto alla prora della nave costituente il lle1n1gli.o e il fuoco veniva eseguito successivamente per p(~zzo, da un'a,la, verso l'altra: per il tiro a prdla dei ca.nnoni, il puntrLmento individuale si effettuava, soltanto con l'a,lzo a utomatico nei limiti della voluta <<alzo)). Il puntamento prepar·ato era, invece regolato dal S·i?:rvi,do telegoniometrieo, col qnalc nel computo del tempo im.piegato dallo spostamento (lel bersaglio, si teneva conto della durata, della traiettoria . Jl puntatore si occupa:va della i;ola direzione della bocca cla, fnoco, mentre l'inclinazione veniva data da altri se1·ve11ti: il fuoco veniva eseguito a, salve cli batteria, o, mezza batteria . Il puntamento incliviclm1Ie <~ra sempre diretto, mentre il puntamento prepara-to poteva essere diretto o indiretto. Il puntamento preparato << clfretto >) veniva, eseguito dalle batte. rie clj c·a-nnoni e di obici ,nelle quali il para,p<'tto permetteva -
20(l2 -
Lls J,;THU ZJù;,,;J :,CL
1'0:ST'.\"U:N·r o
F. l' ll(Q DViLLJ;: AH'l'lGLIEUl l:: DA CO::iTA
di ' vcdei·e il bersr:~glio : il tito ei·a sempre rcgola.to <.lt1il com,tndan t~ di ba Ucria col teleruetro o col lelego11iometi-o . Il p untarnen to prepa,rato «indiretto >> si eseguiva dalle batterie di obici con pa:rapetti alti, ed altresì dalle bi:~Lterie di obici e cannoni a para.petti ordinari per i titi di notte : esso poteva essere regola to dal telemetro -0 dal telegoniometro. Le n ostre I struzioni sul puntamento e su l tiro delle artiglie1·ic da costa contenernno 1101·me dettagliate per la formazione tlei 1mntatol"i, dei. t elemetristi e degli aiutanti telemetristi. P articolarmente delicata era la funzione dei telemetristi che d<>Y enmo, oltre che 1·ettifkarc gli strumenti {telemetri e telegoniornetri) in dotazione alle pia,zr,e rna,rittime, l'icercarvi gli elementi (clista.nza- del bersaglio e componenti tlella sua velocità) oc,corr,en ti per la dctcnninazio111e dei dati di pu ntamento, e d..t questi clcrne1rti clesumere i cla;ti stessi mercè apposite « tabelle degli sc-ostame11t i ». P er ogni distanza queste tabelle fornivano non soltwnto lo i,;costamento dovuto alla ded vazione èlel proietto, ma anche quello dovu to allo spostamento latei-ale del bersaglio: per distanze variabili cli 100 in 100 mct tj cont.<~nevano scoHttwienti natnrali cioè per bersa glio ferlll;.O, e scostamenti 1·elativi al moto del bersaglio secondo che questo si spo~tnsse verso destra o verso sinistra. : le tabelle eta.no cnkola:te per il tiro u, palla., ma, potevano anche servii-e p ei- il t iro a g1·anata, es endo ttascurabili Je variaziord negli scostnruenti per i clue p1·oietti . Le tabelle cli . costa.mento avev~10 per <<argomento>> l a, distanr,a ecl 'il numero n di divisioni angolari di data a.mpiezza (3 secondi) che percorreva il bersaglio in 1101 tempo abba~tanza breve (10 u::.in nt i secondi). Ai telem etdst.i era an che . affiflata. ln cletenninaz·ione della, « distanza cli tiTo >> e delh1 « diRtanza tli fuoco» (1) . La clista'llz:1 di tiro si ricawwa v.arianclo in più od in meno (secondo che il bersaglio si alJontanarn o si an-icirn1..va) la cli(1) La « cll~tanza di tiro» Il quella alla quale si vuol colpire il bersaglio, in modo da es~ere sicuri di poter compiere tutte le operazioni per il tiro prim:1. che il bersiiglio anivi a tale cli!,tanz:, : la >> cm,tanza cH fuoco >> è quella alla <Jtinle si trova il bersaglio nell'istnnte in cu i viene <lato il comando cli fuoco. -
20(iH -
l'AHTm 'l'ECNICA
1370-1915
stanza del bersaglio a fine carica. di un certo numero di. volte il percorso del ber~aglio stesso in 10 secondi : q u,esto ,coefilc:ente di variazione era in massima ugua,le a 5 per i cannoni, (~ a 10 1per gli obici, ma. in certe circostanze di distanza e di punta.men t,o pot<c;va esseie cambiato anche in base al criterio del comanclant<~ di batteria o dello stesso telemetrista, se Ufficiale. La distanza di fuoco si otteneva dalla distanza di tiro togliendone od aggiungendovi (se6onclo che il bersaglio si allontmrnva o si avvicinava) il valore del percorso del ber2 saglio in 10_seco,ndi .moltiplicato per la quantità t ~ (2) : 11uesta, quantità era letta in apposita, colomia della ta bella degli scostamenti_ Per gli obici, impieganti più cariche, era anche necessa1·io stabilire la. cal'i<:a e tradurre la distanza, cli· tiro in angolo di tiro. J>,er ottenere la carica .si determina.va la cc distanza approssimativa, >) cli. tiro aggiungendo o togli.endo alla, distanzc"L inizia le 20 volte il solito valore del perc,orso del bersaglio in 10 minuti secondi e si sceglieva,, in apposita tabella, quella carica per la qnale la clistanz::t determinata riusciva intermedia a,l le distanze limiti della carka stessa. La a.i stanza cli tiro si traduceva im angolo di tiro valendosi senq.n·e <lella tabella degli scostamenti. Tntte le o•perazioni finora descl'itte, affidate al personalP telemetrista, venivano facilitate mercè l'impiego di a,ppositi specchietti, a. for1141,., di mocleJl.o stampato, divisi in due parti, una per il caso di l:).llontanainento e l'altra, per il c.aso di avvicinamento del bersaglio. Le I str11zioni pubblicate negli ultimi clecennii deUo scorso secolo conferivano la. m~1tggfore importanza al punta.mento diretto delle artiglierie costiere: il pnntamento doveva eseguirsi direttamente sempt~. qua,ndo fosse stato possibile. Il punta-
(2) In questa quantità, t è la durata della traiettoria: essa veniva aumentata dell'intervallo fra l'istante del comando e quello di partenza del colpo, intervallo che si poteva ritenere eguale a due minuti seeoudL
- . 2064 -
r .' rs nrcz1m,~;
ll:llG
SlJL 'l'ItlO l>@LLI·: ARTLGLIERLE. DA COS'!'A
:mento indiretto el'a stato be11sì studia,lo e definito in tutte le .i:.ne pal'tic;olaritù, ma sol ta11to verso la fine del secolo scorso -e quindi poi più marcab,ime.n te nei primi anni del i:;ecolo attuale, si cercò di estenderne la, pratica effettuazione nelle ,esercitazioni annuali di tiro . L'applicazione del puntamento indiretto era stata, limitata, a1le sole batterie a,v enti un parapetto alto, e le ragioni di taJc limitazione consistevano nell'attribuire al p11ntamc11 to indhetto aku·n i inconyeni enti fra i quali principalissim-o la po8sibilità, di errori che nei Liri di istruzione era a tutto 1·ischio tlel l'Ìmoi·chia.tore del bel'i-aglio. Qnesti enori potevano dipendere da fal. e misurazioni o da fa.lse interpretazfoni o <la erronee t1·ai,;mis~iO'lli , e pertanto tali cause potevano e doYevano evicle11temente essere eliminate con uu'accm·ata isti-nzionc llcl pet.·onale e con una scruJ}olosa conserva¼iouw deg-li stromcnti cla impiega rsi. Molte Yoci 3 ,11 l orevoli i:;i levin·ono pel'(·iò in f:1 vore del puniamento indiretto. cbe presentaYa indubbiamente preci ·i van·t aggi t0<:nici non trascul'abili, oltre a quello i mportan te cli 1111,L rnfo1 ore vnlne1·a bili! à del pc1·so1ia:le operatore i.n confronto .alle offese nemiche. In 1111 ampio c011frouto i;nlle clue , pecie -<.l i puntamento l'allora ca.pitrmo Giuseppe Nu ccorini (Riv'ista (]/ Artiglieria e Gen-io) 1!)06, vol. III) analiz1,ava, le possibili -cause d'errore nel pnn tamcnto indiretto e le modalità pe1· ~vitarle, ecl illustrava tutti i Yantaggi di un tale sistema di pnntame.nto che, speeialmente nel combattimento effettivo, ~1nebbe permesso risultati incomparabilmente migliori che ·n on il puntament o diretto. 11 pnntamen t o _a,vrebbe potuto eff ettuarsi diretfa.mente soltanto per le batterie destinate alla, lotta vicina , dnrau te la quale ::i ca.usa della, velocità dei ber~n,gli J}ote·m essere difficile trasmettere gli angoli cli direzione -con nna certa, esattezza;• ma durante il combattimento non si ~a rebbe1·0 ottennti buoni ri!'lulfati se non proteggenc1o molto -efficacemente il personale ed il materiale con torri o con "asa,matte co1'a1,zate. Sta. il fa.tt-0 cl1e il p1111tnrn<:>nto incliretto costiero ebbe il "Ruo poRto d'onore. e l::i nostra. regola,mentazione dell'imme·d iato anteguerra (nn'Jst rirnionc definitiva fu pnbbli.ca,ta poi nel 191G) ~anch'n cl1e il punU1mento rlir<:>tto per le batterie -
20(-ifi -
PARTD '.l.'ECNICA
1870-] 915
da (;{)Sta, <lo;-eva. in geo1erale con~iclerarsi di limitata importau za, e piuttosto come un mezzo di ripiego da i:tversi a, c1i$po,~izione : ciò perchè i vantaggi del puntamento diretto erano di gran hmgr:L minori dei relativi inco'11venienti. Fra questi ~ltimi, principali era.no : quello di affidare la delicata operazione del puntamento ad operafori molto esposti al tiro nemk:o; quello del difficile puntamento a bersa,glio situato a gr.a,n de distanza o dalla parte del sole; e quello di richieder~ una preventivr1 operazi.01ie pel riconoscimento del bersaglio stesso, con sensibile perdita di tempo iJJ1 caso di più bersagli muoventisi rapidamente. Nella nuovtL regolamentazione si fece di-stinzione fra « puntamento indiretto in direzione >) e « puntamento iJJ1diretto in elevazione>) : il primo doveva essere effettua,t o con l'impiego di un indice e di un arco g:raduato in gradi e decimi cli gracl-0 ; il secO'Iulo doveva, eseguirsi con apparecchi a livdlazi.one (c-entra.ment,o di bolla), oppure con « lettura 'diret ta)) sopra una, graduazione 7...enitale la cui ori gine ei·a costamtemente mantenuta sopra un piano orizzontale, Col puntamento indiretto in direzione si .aveva il vantaggio di poter portare agevolmente il fuoco contro l' uno o l'altro bersa,glio senza dover richiama,r e l'attenzione del personale di servizio dei pezzi, 111onchè il vantaggio di poter disperdere ar, ti:6.cialmente il tiro quando ciò fosse stimato opportuno. In conclusione il punt;a.mento indiretto diventò il puntamento normale delle batterie costiere, anche se esse non fossero organizzate unicamente per tale genere di puntamento: ven, ne cune perciò prescritto. che i comandanti delle batterie . rassero in sommo grado l'insegnamento nel periodo d'a,ddestramento, e rle . faeess ero costante a.pplica.zione in tutte le esercitazioni sia di. tfro in bianco che di tiro effettivo. Nella nuova reg,olament.azione il fnnzionameìhto del ser, vi¼io telemetrico a,ss1~·nse la più alta importanza. 'La, preparazione del tiro fu distinta in ((periodica))' e (( continua)) ~ la prima nei tiri eon ca,mo:ni e con obici, la seconda nei tiri c-0i soH cannoni e :fino a, una certa distanza. Con la prima si. doveva permettere di eseguire il fuoco allorquaindo il bersa..: glio fosse giunto alla distanza presunta e per la qualè corrf, spondessero i da.ti di. pu111ta,men to comunicati ai pezzi dell~ ~
.
0
-
20(l(l -
T,\\ 'OLE Dl T.IHO PEH é ANl\Ol\1 E. PEH OBICI DA COS'l'A
batkria. : H tiro .si svolgeva quindi «periodicamente)) e.on salve fatte ad un intervallo di tempo, che, a tfro aggiustato, doYeva, ridursi. a,l minbDO . Uon la preparazione continua (più app1·osshnata) si voleva permettere di far fuo,co oon la ma,ssima celerità, conse11tita dal materiale: la preparazione contiorna era perciò risè·v-ata alle batterie di cannoni a forti velocità iniziali, capaci di s,para.re per lo meno quattro .salve a milinto (era110 già stati adottati, nell'immediato anteguerra, eann o.n i costieri a grandi velocità di tiro e a tiro rapido) . Le operaziolli telemetriche per la preparazione periodica riguardava.no la. scelta della carica (per gli obici ed anche per i canno11 i che adoperassero più cariche), la determinwbione a pprossimata della distanza di tiro, dello scostamento, <lella velocità assoluta della. nave, dell'elevazione, dell'ang,olo di direzione, della, c-0nv-erg-enza, del momento dd fuoco. Per la preparazione continua le operazioni era,no ridotte alla determinazione della distanza di tiro presunta, dello scostamento, e eventualme.nte dcll'clevazioo1e: non essendovi determinazione del momento del fuoco, i pezzi appena pronti, e cioè appena puntati coi dati di tiro forniti dopo quelli della salva precedente, facevano partire i colpi, a salve o isolatamente. 11 tiro ùelle artigliel'ie cla costa poteva, essere cli lancio oppure arùato : per riguardo a,i proietti poteva.. essere a: palla, a granata, a: granata-mina.; Vimpiego degli shrapne1 con artiglierie di medio e di piccolo calibro era,· previsto contro le operazioni di sha,roo. Tutti i dati occorrenti. all'esecuzione pratica del tiro era no contenuti in « tavole di til,o )), di.stinte per ca,n noni e per obici. Per questi ultimi esistevano 'l'a v,ole di tiro speciali per ogni batteria o gruppo cl5. batterie di altezza poco diversa, e ciò' per ottenere la sistemazione del tiro « a, zone compenet rantisi )), caratteristica del tiro con gli obici : tale sistemazione consentiva di avere un ampio specchio d'a,cqua battuto : per ciascu[)a zona; r€>'5ta,v a fissa la carica e variava l'el~vazi one del pezzo : per cia,scuna cari~:1, le tavole contenevano dati di puntamento e dati di efficac.in,. Per gli obici esistevano pure speciàli « Tabelle di scostamento )) calcolate oorrispondentemente alle 'ra v-ole di tiro delle rispettive batterie: Le corr(!-
2067 - -
:PAR'l'ID TECNICA
Ì870-1915
zioni iu gittata dur.a,ntc il tiro preparato dovevano farsi sempre sulla dista111za di tiro : la, dist.anza di fuoco non doveva. mf1i essete modificata. Per il carattere dei bersa.g li, il tiro da wsta fin daU.a prima salva cloveva riuscil'e efficace al ma.ggi-0r grado possibile : era perciò necessario ricorrere a qualche mezzo pr.atioo per d.et-errninare delle razionali « correzioni iniziali » applicabili ai dati delle Tavole di t iro pri.nuL di aprire il fuoco. La no stra, prima regohLmentazione, ant€Cedente alle innovazioni apportate nel materiale e nel tiro da costa poco prima della grande guerra, affida va normalmente la determinazione di tali correzioni iniziali a «,c olpi di prova)) da eseguirsi con t utti i pezzi. di ciascuna (lelle batterie, e con ogni cura prima di dar principio al tiro o all'atto di mettere una piazza in stato di difesa. Per eompenclia,re a, tal riguardo n.orme concrete, la Istrm,ione sul tiro del 18!)9 porta va, a, titolo di esemplificazione, una batteria di quattro obi.ci da 28 munita cli telemetro a ba,se verticale. Si doveva fare u~1a, salva, cli prova di 4 colpi per ognuna, delle ùue spede di. polvere impiegate da quella boCCiL da fuoco, e cioè a.cl nna, distlmza cli circa 3.000 metri con la carica, corrispondente di polvere a gNrna gr,o ssa, e di ci.rea 7.000 metri con la carica di polvere progressiva del n_ 1: i colpi dovevail1,o partire successiv.amente a oomando da un'ala all'altra, a.cl intervallo sufficiente per poteme esatt!?,mentie 1·ilevare le devia,zioni. Ultimf\,t<~ le salve, le correzioni dovevano farsi. in ba,se a norme tassative: la correzione in gitt ata, da far.si per ha,tteria alla distanza di tiro, era ra,ppresentata da una fra.zione percentuale della distanza corri.sponcloote alla media delle deviazioni rispetto aid una linea ipotetica. situata. 20 metri al dJ là del punto mirato dal telemetro: la ' <:.orrezione in direzione veniva fatta in ba,se alle devi.azioni laterali mi.sura.te col telemetro stesso. Per i pezzi che davano deviazioni medie molto differenti da quelle degli altri, si determi!nava, un a correzione individuale da aggiungere a, <Juella comune a tutti i pezzi della batteria _ La nuova regolamen tazione, pur ammettendo i colpi di prova li considerò d'impiego .eccezionale : normalmente le correr,ioni inizi.ali clùvevaino dedursi. da queiìe riconosciute ne-
2068 -
LA COKDOTTA Dt l•'UOC.D PER LEl AWl'IGLI ERlE DA COS'l'A
cessarie in altri. tiri es,eguiti in con,dizioni metereologiche per quanto possibile eguali a quelle della giornata, in cui si dovev,i eseguite il fuoco . Venne perciò prescritto che, in qual unque occasione di tiro, in apposita tabella ùa conservarsi in ba.f teria si prendesse no ta, delle condizio11i atmosferiche del mo mento, ·e della correzione con cui peT' ogn1111a. delle carichf~ impiegate, si era ottenu to il tiro giusto. L,1 condotta, del fu oco, sia. nella vecchia che nella nuova 1·egolamentazione, fn basata su regole diverse secondo che dalla batteria, si potesse oppur no giudicare l'entità, delle deviazioni in gittata : 11el primo ea,so le <~orrezioni si apportavano iu base all'a,pprezzamento cli sa.lYe : nel secomcl:o caso si do v€va procedere col sistema delle fo1·celle. Vna salva si considerava, <<giusta>> in gittata se almeno 8/ 4 dei colpi (la, nuova regolamenta.zione si i:1,cc<>1.ntentav[L della m.a ggior parte clE~i. col pi) risultavano giusti (l) : la, salva si considera.va << dispersa 1> (jncerta) se metà dei colpi risulta.vano lunghi e l'altra metù, risultavano cortL Regole speciali r·iguardnrn,n o le correzioni da, t11pportare ai dn ti delle successive salve fino a,d ottenere una, sa lva, giusta : ottenuta quest'ultima si proseguiva il tiro ma,n tenenclo inalterata, la c-0rrczione d 1e a,veva cfato luogo a quella salva fino a che si ottenesser,o due salve colJlsecutive nello stesso senso oppur~ un.a salva corta o lunga rispettivameute 80 e 120 metri. Nel caso che clalla, batteria 11011 si potesse a,pprezzare l'entità delle de'\>iaq,ioni longitudinali f'Ji giudicava il tiro in base al solo senso clc~lle deviazioni : l'a,pertura della forcella veniva fissata dal C<>rn,rncìante della, batteria, in 1•elazione alla distanza cli tiro <~ al gindizio fatto del risu]ta,to della prima salYa. In fatto c1i forcella le primitive Istl'uzioni., come quella del 1899, si limit.avano a :fissa.re norme per le successive variazioni , di 100 o più centinaia di metri, fino a (1) TI colpo era giusto in gittata qua ndo C'adeva nella zona compresa fra òue rette normali alla direzione del tiro e poste l'una 20 metri avanti al bersaglio e l'altra . 60 metri oltre. In seguito tali limit i furono ristretti, e il colpo venne ritenuto giusto qu a nd o la deviazione longitudinale da unn retta. posta a 20 metri oltr<~ la linea d' immers ione vi::dbile del bersagl io, non superava i 40 metri. ·
- · 2069
.i:'AR'm ' 'l'E<:KICA
1870-19] 5
inquadrare il bersaglio fra due salve: ' ottenuttL la forcella si diruezzava,, .fino ad ottenere una salva giusta, dopo la quale per correggere le succeJ,sive cUstanze di tiro la correzioine rit.enuta conveniente -si esprimeva in percento della, distanzI1,. La regolamentazione dell'immediato a,n tegucrra stabilì invece una 1rnova, co!l1dotta di fu,oco comprendente tre periodi su,ccessivi, corrispondenti a tre forme di.tforenti di tiro e ad un grado sempre Cl'escente cli aggiu:stamento e di concentramento del fuoeo, e cfoè : a,p ei-tura de] flloco (sa,lve forcella); aggiustamento (salve scalate); concentrazione del fuoco (salve chiuse). Speciali norme stabilivano le variazioni da apportare ai dati durante ciascuno dei tre peifocli, tendendo cli ma;ssima ad ottenere <hl 1/4 ad 1/3 cli colpi corti in fase finale cli concentrazione : quando nel complesso di salve questa p1·oporzione non fosse raggiunta, si d·oYeva fare la correzione clelPl % in più od in meno . Apposite norme regolavano poi l'a.ggi.ustamento del tiro in direzione. Il 1:1·0 di noLte era regolat,o con fo stesse norme di quello di. giOJ'110, ma con 1'avve1·tenza che esso own poteva, clare risultati ,concreti . se non quando si potes~e fare il rua,Ssim.o assegnament10 sulle « correzioni infaiali >> pe1· ottenere fin dall'inizi.o i colpi. in pr{)Ssimità del bersaglio. Dtil complesso di qnesta breve e sintetica esposizio!l1e delle operazioni riguardanti il puntamento e il tiro delle artiglierie da costa si vede qm1nt.a importanza. vi assumessero le misure telemetri.che. Le operazioni vennero grandem<'!nte a'.gevolate dall'impi<~go cli « Ta,belle telemetriche)) o « Gra,fici cli t i1:o >>. ,. atti a determinare gli elementi del tiro con la, ma,ssima, sollecitudine.· A tal riguardo vogliamo ricordare fra altre, le 'l'a. ' belle proposte fin dal 1904 da,l l'allora tenente colonnello d'artiglieria Antonio De Stefano, che ne propugnava l'aidozione !1ell'articolo « Sulle operazioni che si compiono nel ea,sotto telemetri.eo delle batterie alte>>, pubblicato sulla Rfoista d' .tirtiglieria e aenio cli quell'anno. Più tardi tali tabeJle furono adotta.te apportw.ndovi akune modificazioni in ba&e a nnove direttive per la preparazione telemetrica,. Le Tabelle introdotte in servizio, diverse per ogni -
2070 -
IL TIRO IUDO'lvl'O Ui!,LLB ,\L('l'IG LJEHli:: DA COS'.rA
ca,r ica,, contenevano in colonne fb:,se e lllObili tutti i da.ti, qua,1i le distanze, le coner.ioni percentuali, le distanze di fuoco, le elevazioni. Altre Tabelle furono studiate dal maggio1·e Emico Corte, anch'esse praticamente usate. L'Istruzione la,s ciava arbitro il comandante di batteria cli scegliere il tipo di Tabelle i n base alla s1i::1: particolare esperienza ed alla propria attitn· dine individuale a valersi di nn sistema grafico piuttosto che òi un altro. L'impiego di 'l'a.bellc telemetriche e di G1'afi.ci, oltre atl .accelerare le operazioni di puntamento e di tiro, pe:rmise an che di affidare a pe1·sonale di truppa funzioni .delicate, altrimenti riservate ad ufficiali o a sottufilcia.li lungamente e laboriosa.mente esercitati. Il comandante di batteria, a sua volta, si serviva di un libretto di tiro per dirigere il rnooo, liln·ett-0 composto di una parte a carattere permaueute con dati per l'esecuzione genera1e del fn oco (distanze fisse, altezze, distanze dall'orizzonte .appaJ'<mte, ecc.), e ùi una parte temporanea {foglietto di tiro) per racoogliervi i dati l'elativi al fooco di nn breve periodo (una giornata, o alcune giornate) e ,per includel'Vi le correzioni percentuali con le quali era stato eseguito ciascun tiro. +:· +:· w
Ricordiamo iniìne che uno speciale tiro ùelle artiglierie <la costa fu il « tiro ridotto », mediante cannoncini di piccolo ~alibro, in trodotti nell'anima dei cannoni e degli obici. Esso permetteva di esercitare largamente il personale du:rante le scuole di tiro, evitando di sottoporre le grosi,;e arti:gliel'ie aid eccessivo logorio i•n terno dell'anima. Il puintamento ,e la condotta del fuoco procedeva.no nel tiro ridotto con le ,s tesse regole adottate pe1· il tiro effettivo : coi cannoni erano però impiegate apposite « volute)) per gli alzi a,ntomatlci, e ,con gli obici erano impiega te apposite « 'l'abelle df'gli scostall1e n ti >>·
-
2071 -
PAR'l'lil TECN CA
J870-1D15
Notizia bibliografica e delle fonti PER IL SOT'H)I "APITOLO (( SIS'l'El\II DI l'UNT..\)fl,;)';T() (~ )II,:TODI Dl~L CAPITOLO
XXXI .
DI
·.rmo
>~
s 'i.
(1870-lDH) ALLASON
Uoo: L :a,i-Uglieria da oa,mvagna) il oamtone a Nro accelerato e la tatt-ica (R'iiV'iSta d' 1lriiglieria e Ge, nio, ldH, ml. I).
BIANCHI G10,·A)\KI :
Ba-lislica esterna (To.dno, Pasta,, 1922) .
Dmrll'1 Awo: ì:3'1.illa det er ·m friaz·ione 1lr:ri da,t'i di tù·o nelle 1JCitle1·iecla camva[1·11a, 001t wui nota .<sull',im,piego del cerchio di direz ione (N:iuista, d.! Artiglieria e Genio) 190-!,.
DE
vol. III). S1ille ope1·aRiowi che si co1n1Yion.o nel casotto. telemetrico delle batte,,ie a.lte (R'i'Vista d' A.1·, ti[!lic1·ia. e Genio, 190.J., Yol. I V).
STEb'AKO AN'fONI O:
1 S'J'RUZIO:S-I:
-
Sul tiro ver l e arl'iglier·ie da cainvagna ed a cavallo (edi,
-
·s11l li1·0 per
zioui 1887, 93, 97, 1901, OJ, 13).
-
l'(u-tiglieria da, 1nonta,gna (ediz. 1905). Sul ti.,ro ver le artiglierie d' a,ssedio e cla fortezza (edi:ào, ni nu·ie). Sul tiro delle a1·tiglierie da costa (ediz. 1883, 99, e stralciodel 1913).
p ,unta,niento indiretto ver llart·iglieria da camvagna (R'i'uista d' Artiglie1·ia e Genio,. · ·1887, vol. IV e 1888, vol. I ) . M ONTIDFI~ALE T1To : Tfro inàiretto àelle batterie da, ca,1npagnt1 . 1noa. 1906 (.m,v,i sta et' A.rt1gl1er·i a e Genio_. 1910,. vol. II). Nuccon1x1 GIUSEPPE: Pwntaniento delfa1·tiglieria da, costa direttood inclireuo? (Rivista d'Artiglieria e Genio,. MARCIANI FRANCESCO:
1906, vol. III) . -
2072 -
TI1ASFO.R l\(AZ10:\"J:; li:D EVOLUZIONE DELLE ARl\II POHTA'l'I LI
La 1111uiva ist,m zione 8'ltl t-iro dell'art'iglieria, d,asse.dio (IUV'ista cl, Arti,gUeriw e Gen,fo, 1891, vol. III) . PAnODI C ARLO : Sitll,ordine di f'iwco nello batterie da ca1nJJa,gna (Ri,vi8ta d, Artiglie1''Ìa e Oenfo, 1898, vol. I II). PEDRAZZOLI UGO : Riflessioni .sitl tiro indiretto e sulla coraz.za,t,ura dei pe,izi da oa.1nvo (Riv•ista d, A1·tigUe•ri a e GePARODI CARLO :
nio) 1885, vol. II) .
!i 8.
LE ARMI DA F UOCO PORTATILI DAL 1870 AL 1914 Quadro generale della trasformazione e della evoluzione delle armi portatili • Armi a retrocarica a caricamento successivo , Armi a ripetizione = Armi di piccolo calibro, a caricamento mul, tiplo; con polvere senza fumo = Prime armi automatiche • Grandi prog~es~i tecnici e balistici raggh~nti.
All'inizio di questo periodo, se pure in quasi tutti gli Eserciti euro,p ei le a1·mi da fuoco portatili fossero state o t rasformate a retr~arica o ra,dicalmente cambiate, non si era tuttavia ' ancora pervenuti ad una definitiva solnzione al riguardo, tanto che si susseguiva.no continue modificazioni, nuo vi studi. e nuovi esperimenti in proposito. Uno sguardo genera.le a llo svolgimento di questo problema in tale periodo ci fa rilevare i gran.d i progressi teca1ici e balì stici ovunque raggiunti e rna,r catamente in Italia, entrata anch'essa con serietà di intenti e con genialità di soluzioni nella grande gara intrapresa al rigua.rdo fra le varie nazioni. Questo periodo compl'ende nella sua. complessità tre importantissimi sotto-periodi nei qna,l i si compì Pevoluzioine delJe armi portatili, e cioè: 1°) il sottoperiodo delle armi a retrocarica a, caricamento successivo, sottoperiodo che può farsi decorrere dal 1866 al 1884, a qua,n do ~ioè la, Prussia a dot tò il fu cile a ripetizione, e quin di poi il sno esempio fu seguito -
2073 -
PARTill 'rillCNICA
1870-Hl15
da tutte le altre na,zioni; 2°) il sottoperi·odo delle armi a ripetizione propriamente dette (l8S4-18SG), sottoperiodo estendendesi ci-0è fino a quando la Francia introdusse il piccolo calibro t la polvere senza fumo ; 3°) il sotto,periodo delle armi di piccolo ·calibro a caricamento multiplo c9n polvere senza fumo , sottopcriodo che, infaiatosi nel 1886, si estende fino al 19l5 ed oltre, e che essenzialmente comprende anche il primo apparire delle armi automatiche od armi a ripetizione aut omatica nel l8S7. P er quanto riguarda il primo sot toperiodo delle a1·mi a retrocarica a caricamento successivo, si ricorda che, così come già è sta to rileva,to, l' es,perien za della campag111a del 186G aveva imposto a tutt e le Potenze di s-ostituire nelle armi portatili il carica.mento dalla cnlatta : tutt e le nazioni si erano cioè convinfo della necessità di a,bban<lonare le armi ad avanc:aric.a e di provvedere sollecitamente all'adozione di un buo,11 sistema di chiusura . Tuttavia, ad ecceziome della F'rancia che nello stesso anno aveva a,dottato 1o Ohassepòt, nuova arma a .retrocarica cli piccolo calibro, tutt.e le altre nazioni si limitarono a trasformare a retrocarica le a,rrni già esistenti, e del resto la stessa Francia nel 1867 trasformò a retrocarica le sue antiche armi di gr-0sso calibro. I1n Italia le antiche armi portatili ad avancarica vennero trasforma,te col sistema Carca;no. Provveduto cooì aU'immanente urgenza del problema con la trasform1;1,zione delle armi, furono dovunque proseguiti gli studi allo scopo di concretare una nuo:va arma a ret rocarica di piccolo calibro, t a,n to che si può dire che nel 1871, cioè all'inizio del periodo considerato, tutti gli Eserciti e1;ano provvisti di nuove armi a retrocarica, di ca,libro pmssimo agli 11 mm. e con cartuccia metallica. " In . tal rnoclo il valore ba.li,s tico delle armi aumentò non soltanto per la riduzione del calibro, ma anche ~r la maggior regolarità e giustez_za che il tiro acquistò in conseguenza della retrocarica, la, .q uale . permisse anche di otter.tel".e un notevole aument o ITT.ella celerità di tiro. In questo sot toperiodo la Francia, in seguito agli inconvenienti riscontrati nel suo fucile Chassepòt, nel 1874 a<lott.ò -
-
:2074 -
AOOZIO.KE OEl f!'UCILI A RIPWl:IZlOC'!E
il fucile sistema Gras, mentre l'Italia a,clottò il mod. 70, si-
stema Vetterli, da 119i già descritto. Nel secondo sottoperiodo si deve rilevare che i notevoli vantaggi tattici conseguiti dall'aumento della celerità cli tiro furono di grande impulso allo studio delle armi a ripetizione, stn<lio che <~ra sta,to tentato ecl affrontato sin dai ·primi secoli delle armi da fuoco, ma che pe1·ò Hon aveva mai fino allora, condotto a,d una, soluzione soddisfacente. In Europa i vantaggi della ripetizione si resero sovratutto 1:uanifosti dopo che nella, guerra russo-turca (1877-78) la carabina anHiriCtLna a, ripetizione VViJ1chester, a serbatoio nel fusto, adoperata, dai turchi, fec·c brilhmte prova nella difesa di Plewna in confronto al fucile russo aél un colpo. · Occorre perta1J1to notare eh~, ma:lgraclo tutti i vantaggi rilevati, il processo cli rinnovamento delle armi portatili fu lento, sia perchè connesso ad un problema ec:onomico grave e sia aJi.chc per altre questioni di carattere vari,o, fra le qnali : il timore che il Uro con 1111 fucile troppo celere potesse far conere il rischio di restare troppo prc~sto senza, munizioni lllel corso di un'a.zione ca,rnpa,le; ile inevitabili di:ffiden1,e che accom.pagnano sem.pr·e t ntte le novità, e quindi anche le nuove armi a ripetizione, ·ed infine la. maggior difficoltà di assienra.re e mantenere la disciplina del fuoco . Per tutte le suesposte ra,g ioni le vari.e Potenze furono tituba,n ti a;cl entrare nella nuova, via, ed in tale incertezza rima,sero fin tanto che la Germania, che in quel turno di tempo era ciecamente e teligioRamente seguita e i1nitata, diede coraggfosamente l'esempio adottando nel 1884 il fucile a ri:petizione sistema l\.fauser-Oommissione, risultante clalla trasfor- . mazione del proprio fnci1e mocl. 71. Alla, Germania renne dietro la, Francia col sistema Lebel mod . 1886, e successivamente seguirono le varie altre nazioni, alcune delle quali sovratutto per ragioni economiche pensarono di trasformare in armi a retroc,arica i rispettivi loro fucili in servizio in quel moment-0. Furono a,llora eseguiti numerosi tentativi per facilitare la carica e quindi accelera.re il tiro dei fucili in servizio, o ricorrendo all'uopo a meccanismi speciali per ottenere la ripe-
2075 -
PARTID TECNICA
1870-1915
tizione, quale p. e. un se1·batoio tubolare pieno di cartucce successivamente presentantesi all'otturatore che durante la propria, a,vanzatit le spingeva nella camera ; ovvero adopera,ndo dei caricatori-giberne, o ca1·tucce speciali intes,e ad a,bbreviare i movimenti. e la durata clella carH:a. Ma i risultati di tutti questi esperimenti non furo,no socldisfacentL in generale i ..sistemi a ripeti½ione, eompreso il Lebel, erano a serbatoio nel fusto; qualcuno a, se1·batoio nel ca,Jcio : tutti quanti presentavano però i seguenti principa.li inconvenienti : 1°) difficoltà di caricamento (una cartuccitL per volta), per cui, co111sumate le cartucce del serbatoio, cessava la ripeti½iot11e; 2°) maggior peso dell'arma e spostame11to del suo centrv di gravitù, il che aumentava la di:f:ficoltà di maineggio; 3°) pe1·kolo che un urto producesse lo sparo .fol'tuito delle cartucce del serbatoio, in quanto che la, punta, di eia.senna pa1fottola toccava la, cassula di quella che la precedeva. Concludendo, in questo periodo non vi furono nelle armi da fuoco veri e proprii progressi balistici, ma, soltanto perfezionamenti tecmici, in virt ù dei quali la celerità di tiro, eh~ nel precedente periodo aveva raggiunto S colpi a,l minuto, potè elevarsi a circa. 12 colpi a,l minuto. Nel terzo sottoperiodo 1886-1913, cm·atterizzato da. armi di piccolo calibro, a caricamento multiplo, con polvere senza fumo, per ovviare all'iÌico11veniente di poter eventualmente resta.re privi cli munizioni snl campo, in causa, della maggiore celerità cli tiro, si rese necessaria una n uova riduzione del calibro, per la qua,le, usando proi.etti più leggeri, si poteva aumentare il muniziona,mento incliYidu ale del s·oldato. Inol' il puntre,- poichè il fumo dei _Pl'!mi c,olpi avrebbe osta,colato ta,mento dei colpi successivi, si impos<~ la necessità di impiegare una polvere senza fumo che rendesse veramente pratico il tiro edere, e d'altra, parte che <lesse luogo al minimo residuo di fecce, al fine cli evitare eventua-le ingombro delle canne, ingombro che si riteneva dovesse a.vere tanto più dannosa influenza, quanto più piccoli eraino i calibri.
-
2076 -
IL l•' UCH,E lTALIAXO MQD.
1870-'71
SIS'l'KlliA Vl'l 'ALI
Spettò all'ingegnere fra.ncese Paolo Vieille il merito di aver fabbricato per primo una polvere che rispondesse alle nuove csigenr.e, e fu per questo .suo primato che la Francia, senza aspettare una migliore soluzi<>ne tecnica, del pr{)hlema della, ripetizione, potè adottare il piccolo calibro cnel fucile Lebcl {1886) con serbatoio 11el fusto. , Le altre nazioni segnir-ono la Fra,n cia, nella riduzione clel calibro, ma nessuna la, segui nel suo sistema di ripetizione. Fin dal 1883 l'Italia aveva iniziato i suoi st udi sulla ripetizione seguoodo pertanto una stra.da, nuova t~ più razionale di quella ba,ttuta dalla Germania -e daUa ]?rancia,. L'americano Lee aveva in quegli anni ideato i serbatoi centrali mobili; il nostro capitano d'artiglieria Giuseppe Vita.li li perfezi-onò re.nden<J.oli fissi e realizzando il caricamento rn.ultiplo per mezzo di un carica.tor-e contenente qnattro cartucce che si caricavano tutte insieme in nn tempo eguale a quello occorrente per caricnme una, ~ola. Per tali stu<li effettuati dal capitano Vitali, 1,el 1887 l'Italia tra,sformò il suo fucile modello 70 in - fucile a ripetir.ione mocl. 1870-87 sistema Vitali. In Austria il ~L~nnlicher perfezionò an cora maggiormen~e il sistema clel Vitali, costruì i caricatori simmetrici crLpaci di G o G cartucce ed adottò il carkamento a pacchetto : tale ultima soluzi011e, con modificazioni di poeo rilievo, fu poi quella generalme1~te adottata. In quamto alle polveri, l'Italia nel 1890 ad-ottò la, balistite . che con grammi 2,40 conferiva alla pallot,tola di grammi 16, competente al fucile allora, im. servizio, la velocità iniziale di metri 615. In seguito, concretati altri studi per un nuovo fucile, nel 1891 l'Italia adottò il fu cile di calibro mm. 6,5 e e.on esso, in fatto di armi portatHi, si mise alla testa delle altre nazioni. . A cavallo fra i predetti secondo e terzo sottoperiodo sorsero intanto anche le armi automatiche. La prima arma a ripetizione a,ntom.a,tica fu la mitragliatrice automatica Maxim presenta,t a irn America, dall'americano Hiram-Ma,xim fin dal 1884, ma che soltanto da.J. 1887 si può annoverare come sicura ed opportuna a-rma di gnerra . Quest'arma pesante kg. 30 era
- - :2077 -
l:'ARTEl 'l'ECNICA
1870-1915
ad una sola canna ecl ·a;veva una celerità di 400 colpi al minuto primo, regolabile; i primi tipi presentavano però parecchi inconvenienti sovra.tutto di impiego, tanto che il Ma-xim dopo ri,petuti studi e nume1·-osi tentativi soltanto nel 1887 riuscì a presentare un nuovo tipo di mitragliatrice automatica, fabbricata dalla casa inglese 'IVickers, con canna clel calibro di mm. 7, 7 e celerità di 400 colpi al minuto primo. Nel 1899 la nostra :i\'farina da guerra adottò la, pistola automatica Ma.user, del calibro cli mm. 7,64 e velodtà iniziale di m. 425 . Nel 1908 infine il Messico, per primo, a,dottò il fucile automatico sistema :Mondragon, a sottrazione di gaz, a serbatoio :fisso e-e ntrale e ca,pace di 10 cartucce. Uoncluclendo si pnò di.re che in questo sottope1fodo dal 1887 al 1915 i perfezionamenti conseguiti èlalle armi portatili furono assai rilevanti, specialmemte dal punto di vista balistico : essi conseguiYano clal piccolo calibro, dalla polvere senza fumo e dalla incamiciatura clei proietti. Come già fu notato l'incamiciatura cl(~i proietti di piombo fu imposta dalla necessità cli rivestire i proietti stessi di uno strato di metallo più resistente del JJiomho onde evitare il noto fenomeno dell'impiombamento delle canne, fenomeno conseguente dal maggiore forzamento e dal più veloce moto rotatorio che occorreva conferire ai nuovi proietti molto più lunghi l'ispetto al calibro. Mentre i. due sottoperiodi dal 1870 al 1887 si distinguon9, come fu detto, per i progressi tecnici conseguiti, il sotto{periodo 1887 -1915 è notevole p-er i progressi · balistici r-e alizzati: questi progressi evidentementè si completano a- ,,icenda, onde si può ritenere che il complesso di tali sottop-etiodi formi l'importante ed unico periodo da noi qui consfdera,fo : e possiamo con orgogli-o cli italiani ::v.Sserire che la, più alta espressione della fusione della tecnica alla balistica, fn ra,ggiunta dal fucile ita.lia-no mod. 9J, ai cui dati ,o ccorrerà sempre riferirsi per conoscere a quale graclo di perfezionamento sia ovunqy.e pervenuto in questo periodo il fucile della, fanteria.
-
2078 -
LE .·\IC\lI DA FUOCO PORTATILI ADOPEIUTE DAL
1870
AL
1884
Sottoperiodi 1870= l 884; 1884= 1887; particolarità nella costi= tuzione delle armi da fuoco = Congegni di chiusura a cilindro scorrevole = Sistemi varii italiani ed esteri = Le armi a ripeti= zione = Varii tipi di armi a ripetiz ione ordinaria = Il nostro sistema Vetterli = Arma a serbatoio fisso, mobile ed a pacchetti di rifornimento = Fucile italiano mod. 1870=87 = Pistole = . Mi= tragliatrici.
Al semplice scopo di esporre ordinatamente l'evoluzione delle armi da fuoco portatili nelVintero periodo 1870-1915, e in relazione a quarnto prima detto, divideremo il periodo stesso in due sottoperiodi 1870-1887 e 1887-1915, considerando separata-m ente le singole loro caratteristiche ed i relativi progressi in essi conseguiti. All'inizio del sottoper.ioclo 1870-1887 le diverse specie di arn1i da, fuoco portatili adopera te da.i varii eserciti, per rispetto alle loro speciali ca,r atte.ristiche cli.pendenti da,gli scopi a,ssegi1ati alle truppe alle quali lé armi erano destinate venivaino raggruppat e in due categorie : la prima: comprendeva le armi destinate a truppe la cui potenza, risiedeva essenzialmente nel fuoc-o dell'arma portatih~, e a tale categoria appartenevano quindi le carabine dei her,,a.glieri ed i fucili della fanteria; la seconda categoria, che. comprendeva le armi acl-opera.te dalle truppe speciali, per le quali l'arma da fuoco era un mezzo seconda-rio di offesa. e di difesa, era costituita dalle tre differenti specialità denominate: moschetti, pistoloni o pistole. Le canne a:vevano l'anima cilindrica e nella camera si distinguevano : l'inca,stro per l'orlo della cartucda; l'a.lloggia.mento per il bossolo ; l'alloggfamento per il proietto; due raecordamenti ti·onco-conici, UJilO fra l'a1loggiamento ·dd bossolo e quello del proietto, e l'altro fra l'alloggiamento del proietto e · l'anima. L a, rigatura era preferibilmente' elicoidale; per i fucili l'i nçJinazione delle righe era di un gra,do e mezzo neUe thie armi, di calibro compreso fra i 17 è 18 mm . ;· e di · tre gradi nelle armi di. ca] ibl'O fra, i 10 ecl i 12 mm. In:v-ece per
vec-
--· 20'i!) -
l'AR'rhl 'l'isCKICA
1870-1915
i moschetti e per le pistole l'inclinazione aumellltava, e raggiungeva i sette gradi nelle pistole. Il numero dc~lle righe variaya, da. 4 a 6 : la lu nghezza dcl_Ja <:anna variava' da 80 a .90 cm. nei fucili, da 70 a<l 80 nelle carabine, da GO a 70 11ei moschetti, mentre poi nellè pistole era. di circa 15 cm. Lo spessore clelle pareti era generalmente di 2/ 3 in culatta e di 1/ 3 in volata. I meccanismi di scatto erano : con molla a lamina, oppure c<.m molla a. spirale. I mecca~1ismi cli scatto con molla a lamina erano anche detti a percussione, e potevano essere esterni od interni, a seconda, ch:c i varii organi erano montati. sopra una cartella fissata sul fianco destro della, cassa, ovvero erano imperniati fra le pareti della scatola di culatta, nel piano di ~dmmetria clell'ai·ma. Nel primo caso il sistema conservava .il nome di acciarino, avuto nel passato. I meccanismi di scatto a percussione esterni od ac;cia.rini, erano &cfoperaH 01elle a.r mi a- retrocarica come già, in quelle a.cl avrmc~arica, ma con qualche mocU.ficazione atta, a diminuire il numero clelle parti ed a rendere più regolare il funzionamento. In generale però il cane, invece di battere direttamente sull'innesco, ancla..va ad urtare un percuotitoio che, spinto innanzi, prodtrneva l'accensione dell'innesco. · I meccanismi di scatto a percussione interni comprendevano : il mollone, il cane-noce, il grilletto-scatto, e la molla del grilletto. Talvòlta aincora il mollone funzionava da molb di scatto com e nel sistema Oomblain. La disposizfone del rnecca.nism.o nel piano di simmetria dell'arma permetteva di ridurre il ·numero delle parti, potendo il cane nel suo contorno più basso funzionare da noce, ed il grilletto potendo ,s ervire ru:nche da scatto. Tale ,disposizione, quanclo Ja conformazione . del congegno di chiusiìr~. lo permetteva, era per ciò preferita per la sua semplieità e per la maggiore regolnrità di funzionamento . sia ne]le pistole _che . nelle armi ad a.11irna hmga. I meccanismi cli scatto a molla a spira,Jc erano adoperati nelle sole, armi a retrocarica-, e comprendevano : la molla a spira,Je, il percuotitoio, lo scatto ed il grilletto. L'armamento della molla si effettuava avvicinando u n.o dei due punti d'ap-
2080 -
I CONGEGNI DI CHIU SURA KELLE ARMI A RETROCARICA
poggio all'altro, e poteva ,o richiedere un movime11to distinto, o.ppure avvenire automaticamente compiendosi cioè contemporaneamente ad uno dei movimenti necessari per il caricamento dell'arma. Nelle armi a retroca.rica, la parte· posteriore della canna era chiusa. da una pa-r te mobile co:Stituente il congegno di
Fig. 903 - 'Meccanismo cli scatto :.sistema Comblaìn.
chiu.sura e che sin da allora era detto otturatore. Secondo la loro forma i congegni di chiusura si diviclevano in con.geg1ni a, cilindro ed i congegni a blocco, intendendosi con la denominazione << blocco >> · di indicare che l'otturatore 1J1on aveva una forma geometrica ben definita,. Nei riguardi del movimento gli otturatori si dividevano in congegni a scorrimento ed in cogegni a rotazione, ed in genera.le, erano a scorrimento i co1igegni a cilindro, mentre i congegni a blocco erano a, rotazt-one. Dei 0ongegni a, cilindro scorrevoli, alcuni furano ideati per cartucce cli carta (sistemi ad ago) , altri per cartucce metalliche (sistema a percussore). I congegni a blocco a rotazione, ideati tutti per cartucce metalliche, si divideva.no in congegni a rotazione esterna e congegni a rotazi,one interna, 1.34
-
2081 -
PAH'l'l•l 'l'l~CNICA
1870-1915
secondo che Falbero di r,otazione era. colloea,to esternameute od. internamente alla scatola di cula.tta che racchiudeva il mec· ca:riis:i:no : a loro volta i congegni a rota7,ione esterna dicevansi a tabacchiera quand,o l'albero . di rotazione era parallelo al l'a.sse della canna,; a 1;ovesciamento quando l'albero di rotazione era, normale all' a.sse della canna; mentre i congegni ,t rotazione interna eran-0 detti a barile allorchè l'asse di rota zione era paralldo all'asse della cam)a, a rotazione retrograda qua,ndo l'albero era normale e posto al disoUo dell'asse, a. bHancia od altalei:na, quando l'albero era norma.le all'af;se ·ma sul prohmga.mento, o quasi, dell'a,sse stes·so.
]'ig, 904 - Sistema di chiu;;m'a Dreyse-Bech.
Il primo fra i oongegni di chiusura a cilindro sconevole, con cartuccia di carta., fu il sistema. Dreyse, già de~.critto fllel volume quinto di qµesta Storia, trattandosi appunto cli un' ar ma che, ideata fin dal 1814, fu ridotta a forma defintinl nel · 1836, e fu adottata regolarmente in Prussia, nel 1841. 'l'ra i sistemi derivati dal Dreyse, a cilindro scorrev,o1e '€ gi.revol~. <:omparvero i sistemi Ohassepòt francese ecl il Doersèh-Baumgarten adottato nel principato di Lippe-Schanmburg, sistemi tutti descritti rn el succita.to v-0lnme . . Nel 1870 ,e cioè alPini.zio del periodo qui consiclernto, il sistema Dreyse subi una modificazione intesa a meglio evitare le sfuggite cli gaz. Nacque in tal mod.o la trasformazione Bech ottenuta, asportando la, parte tronco-conica sporgente -
2082 -
I ::,I::,'.l'EMI Dl ClllU SU HA NELU: AR:Vll A RID1'.R0C.-rn1CA
avanti il gramo, e stabiliendo :nella. camera ad a.ria una testa mobile tenuta a sito da una vite di ritegno a largo giuoco : un anello di caoutchouc, interposto fra la testa e l 'otturatore, dilatandosi . all'atto dello sparo, impediva ai gas di aprirsi nn passaggio verso l'esterno. Fra i sistemi di chiusura, a cilindro scorrevole, 0011 cartuccia, metallica, ricorderemo i seguenti : sistema Gras frrnncese adottato nel 1874 dal governo francese in seguito a,g li inc-0nvenienti riscontrati col sistema Ohassepòt durante la guerra del 1870-71 tale sistema era sla,to ideato dal capitano di artiglieria e poi .generale Basilio Gras.
,1..~x-io.ne lb.ni1ha,hnc2fle / •; ,.r,./, ;l// ('l nof'I .int,r omeh/~ r.lli.t:sCfj
F ig. !)03 - F.nl:rle sistem a Grns (1874).
All'estremità postel'iore della c~rnnn era an itata un:a culntta mobile r,1·esent:ante su1wr iornH,1utc un'npertm,a longitudinale per il passaggio del manubrio dcll'ottnratorc, ecl un allargamento sulla destra per la i.ntroduzione della cartuccia e l'estra?.icne de! bossolo. L'otturatore era costituito da due parti, il cili.ndro e la testa mobile, e nell'interno dell'otturatore scorreva il r>ercussorEi avvolto clalla molla a spirale ; il percussore era unito al cane e quest'ultimo provvisto clì due tacche, una di riposo ed una cli disarmo. Allorchè era introclotta la cartuccia, spingendo l'otturatore per chiudere la culatta, ad un clato punto la. vite cli ritegno incontrava la r ampa elicoidale della scanalatura ed arrestava il movimento, ma facendo ruotare il cilindro, per l'a1'lione delle due superficie elicoidnli della spalletta e della scanalatura il movimento cli tra-- 2083 -
PARTE 'l'!.;CXlCA
1870-1915
sl.azione continuava, e la testa mobile andarn ad appoggiarsi contro il fondello della cartuccia. Cou questo sistema i movimenti per la carica <:> per lo sparo erano ridotti a quattro.
Quale derivazione del sistema Gras, la Prussia clopo 1a campagna clel 1870-71 adottò il sistema Mauser.· Anche qui vi era un tubo di culatta che presentava superiormente una apertura longitudinale allargata i.,ulln destra, eon risalto a spalletta. Per ottenere la chiusura graduale della culatta, tiinto la spalletta quanto ù1 superficie che limitava anteriormente l'àpertm:a di culatta ernno a·a andamento elieoidalc.. !
I l
Fig. 900 - Fucile sistema Mauser.
L'·esercito olauclese nelle sue nuove armi a cilindro scor rev-ole con cartucc.i u metallic:a adottò nel 1871 il sistema. De Beaumont, simile al Gras ccl al l\fauser, ma presentante IJ)erò la particolarità chè il percussore era spinto cla una molla a lamina anzichè da una molla, a spirale.' Come esempio di sistemi di chiusura a cilindro scorrevole c-0n cartuccia metallica e meccanismo di scatto a molla a spirale, deve essere pure annornrato il sistema Vetterli delle nostre armi, sistema già ricordato nel volnme qìri.nto di questa Storia percM nato sul finire del periodo precedente 1816-1870. Di questo sistema. adottato in Svizzera nel 1869 ed in Italia nel 1870, e per dò specialmente importa.,nte qui per noi, aggiungeremo i seguenti dettagli: 1
all'estremità della canna ern avvitnta la culatta mobile, <'Ollegat:, alla còdetta destinata a rinforznre la cassa. Il .mccdrnismo di chinsura enl co-
- - 208'1 -
I, SIS'.J'E ~ll DI CHIUS U [L-\ );ELLE ARJIII ,.\ laYrnOCARlCA
stituilo da un cilindro otturatore, forato per tutta la sua lungher,za per dare passaggio al percussore. L'armamento automatico della molla a spirai~ · era basato sul principio delle superfici elicoidali come uei sistemi Grns, Mauser e De Beauroont, con la differenza però che n_el Vetterli 11011 era. più il cilindro che ruotava, ma bensì la noce a manubrio : con questa disposizion.e si evitava il difetto <li simmetl'ia, proprio . delle armi con otturatore a Cilindro r uotante, per cui veniva I)rovocata una. deviazione latern le del proietto.
.j
Ii j
. _....,,._ -. · - - -··r···
. ~-- ---...
.!Vig. fJOT - Sistema di chiusura De Deaumont.
Il sistema Vctter1i poteva dirsi che rispondesse bene alle esigenze del servizio: il meecu nisnw era semplice; il colpo non poteva partire se lu, culatta, non era perfettamente chiusa; il congegno sicurezza . del quale · l'arma. era provvista, 0 ·ni suo·Ji altri co:rwe di noii tenere . il vantfwofo oo ,:, ::, ::, Presentava jn tensione la molla a spira,le, e di clare effettivamente la, voluta sicurezza all'arma. Di questo sistema Vetterli parleremo nuovam.e nte più avanti, dato che esso fn modificat o, !'da in Svizzera che da, noi, per renderlo atto al caricamento Sl/.CCessivo ed alb ripetizione. · La Russia nel 1871 adottò il sistema, .Berda,n 11 . 2 a dHndro sr.orrevole, con cartuccia met allica e con meccanismo ·di.
cli
-
2.085 -
l:'Alt'.rE ·1:L:C.K!CA
1870-1913
scatto a molla a spirale; e la Svezia e Noi'rngia, nel 1881 ,J:dottarono il fucile a ripetizione sistema J arman, clel quale parleremo più avf1nti trattandosi di un'arma essenzialmente a r~petizione. Nacquero poi. clei sistemi così detti rn.isti, nei quali lo scorrilneinto era accoppiato alla rotarhione, e si ebbe1·0 cosi · i.l sistema Oomblain, adottato nel Belgio per l 'armamento della, cavalleria e della. guardia civica; ed i sistemi Spencer ed H emy-Wiricliester, i quali pertanto, così come il Jannan, appartengono essenzi::~lmente al tipo delle armi n, ripetizione.
Jn qu<::sto sottoperiodo 1870-1887, come già fu accennato, ,naeqn<:ffo le armi a 'l'ipetfaion.e, cioè le armi che, come diceva la definizione di a1lora, permettenrno di (~ eseguire pn,reechi colpi di. seguito sem,;a,. prendere b rn1·tuccia. cla.Ua giberna >> . l::ìcopo di queste armi era Rppunto quello pe1· cui in determinate circostanze di guerra il soldato aveva, la, possibili.tà cli eseguire un tiro rapidissimo. I sistemi che si escogitarono per compone ùn'arma i:L r ipetizio_ne, si riducevano ai tre seguenti, essenr.ialmente diversi fra di l oro, e cioè : il sistema, a, più canne; il sistema H, cilindro rotante; ed il sistema a serbatoio, nel quale ultimo sistema, il scrba.toio poteva essere fisso oppure movibile. Fra, le a,rmi a, ripetizione con serbatoio fisso, i primi tipi riconosciuti adatti _per gli usi di guerra furono : il sistema Spencer e quello Renry-Winchester ai quali già si è accen-. nato : il primo eon serba,t oio 1-iel. calcio, il secondo con serbatoio nel fusto . Tl serbatoio dello Spencer era costituito da una cavità cilindrica elle par tini dal calciolo e, percorrendo il calcio e la impugnatura, veniva :1 sboccare nell'interno della scatola cli culatta. Le cartucce però non erano introdotte direttamente nel serbatoio. urn in un tubo mobile il quale, ·una volta caricato, veniva introdotto ·nel serbatoio. La ril)etir.ione ottenuta era di 8 <'OÌ[)i e cioè 7 nel serbatoio ed 1 . nella camc1:a. Nelle armi Henry-Wihchester invece, il serbatoio si componcYa di un tubo chiuso rilla parte anteriore e che poteva contenere cl:1 12 a 1.4 cal'tuccc
-
208G - -
LE AJD:fl .-\ !UI'ETI7.I0); J·: A Sl•}l{IHTOfO FISSO
-l
1 ·i
l
li'ig. 1108 - Sis tema a scrb:1toio Spencc•i-,
Fig. 000 - Sistema n. serbatoio Henry-Wiuc-llest\•J.
secondo i moclelli. Il ser batoi.o veniva caric:,to introclucendo le · cart ucc0 in una cnssctta cbe poteva sollevarsi od a bbassarsi parnllelamentc all'asse della canna; le cnrtnccc e1:ano introdotte nella Cil!:'Setta per lllC7.ZO cli una apertura prnticata suJJ a faccia llestrn clella scatola cli culal ta.
F ra i sistemi a ripetizione a, serba,toio fisso, non prontamente ricaricabile, va anche compreso i l sistema Vetterli adot. -
2087 - -
PARTD '.J:ECNIC..\
1870-1915
tato dal 1869 in Sviz7-era, e dal quale derivò il nostro Vetterli italiano. B opportuno ricordare questo punto quanto fu già fatto ossèrvare nel quinto :v'òl"nme; allorchè 's i disse che in . Italia 010n si ritenne di ·-scegliére per il 11ost ro Vetterli il sistema a ripetizidne, ma bensì invece il -sistema a ca,ri"camento successiv-o studiato dal meccanico svizr,ero Federico Vetterli, r itenendosi allora in Italia che la ripetizione non rappresen-
a
Fig. 910 - Sistema a ripetizione Vetterli (Svizzera) .
.tasse una necessità, ma viceversa potesse essere causa di sperpero di munizioni, sperpero derivamte dalla possibità data al soldato di poter eseguire a sua volontà un fuoco 1u,.olto accelerato. Le principali differenze che il tipo a ripetizione svizzero presenta va rispetto al nostro, erano essenzialmeute le seguenti : il tipo svizzero invece di una culatta mobile era provvisto di una scatola di culatta che, mentre racchiudeva i congegni di chiusura, cli scatto e di ripetizione, serviva anche a collegare le due parti della cassa, la quale era a fusto staccato. In questo sistema la cartuccia essendo ad innesco . periferico, il percussore agiva in due punti diametralmente opposti dell'innesco per mezzo cli una forchetta 11llogata in una spaccatura della .testa clell'otturatore. Il serbatoio era
-
2088 -
LJ,; ARMI A IUPE'IIZ·IO)lg A S0RBA'1'0I0
~·rnso
.collocato luugo il fusto e poteva contenere 11 car tucce; il caricamento del serbatoio si eseguiva mediante un'apertura praticata llella faccia destra della scatola di culatta.
Nella carabina della R. Marina· ' Italiana. si applicò invece nel J.882 H sistema Vetterli-Bertoldo, che non era altro che il sistema. V ctterli mod . 1870, tra,sformato a ripetizione dal capitano di S. M., proveniente da,l l'Arma del Genio, Giova.mii Bertoldo da Porno Rivara. · . ·- -.------- ·-···-··-- ·--- -·--i oc
~.
r~J.,~t/x,·()»~
/j J
·1 1 j
t"A'ioc ve Ila.
e~ ~
; ·~ ' i.
'
....O , .
•
·
,,
6 ..
JC
~~=:u::1
{
.l!'ig. !111 - Sistema a ripetizione Yetterli-Bertoldo (Italia).
Le modificazioni ·apportate al tìpo svizzero per ottenere questo sistema consistevano : nella sistemazione di un tubo di ottone posto lurigo il fusto e capace di contenere 8 cartucce; al fusto faceva seguito una cunetta nella quale si alloga-yano e si muovevano gli organi della ripetizione, consistenti in una leva ed in una sottoleva. La leva eol suo movimento di abbass·amento o di sollevamento permetteva rispettivamente di ricevere la cartuccia dal serbatoio e cli metterla i.n direzione clella canna; la sottoleva aveva lo scopo di arrestnre cli mano in mano le c:irtucce che uscivano dal serbatoio per lasci.arie sortire una alla volta. La ripetizione così ottenuta era di 9 colpi e cioè cli 8 colpi nel serbatoio eel 1 colpo nella camer a. Mecliant<:? una chinvetta era poi possibile cli trnsformare l'arllln a ripetizione in arma a · caricamento succe$sìvo.
-
2089 ·-
PAHTI•; l'EC.K'IC.-\
1870-1915
·Merita, poi cli essere ricordato il sietema, Kropatschek: id,eat() da,l Kropatschek, comandante della scuola d'arttglieda di Vienna, e applica,to nel fucile della Marina, francest1 mod. 1878, nel fucile della gendarmeria Bosniaca e nella carabina della gencla.rmeria Ungherese e della gendarmeria Corsa,, il che c-onferma come i motivi che si oppo111evano all'ado-
l!'ig. !Jl2 - Sistema a ripetizione Kropatschek (1878).
zione delle armi a ripetizione per le fanterie di linea, erano meno .sentit.i per truppe speciali come la marinn e la gendarmeria . Il fucile mod. 1878 della Marina francese aveva . il serbatoio cli ottone posto llel :C-usto e poteva contenete 7 cartucce; su di esso agiva lo spingiloio avvolto da molla a spirale; il meccanismo cli r ipetizione si componeva di una cucchiaia rotante Dttorno ad un perno, (~ cli un arrcsta-cDrtucce. La ripetizi.one era :di !) col.pi.
Il sis,terna ,Jarman, al quale git~ si è a.ccenn:;i,t.o e che fu lUlottato i11 Norvegfa nel 1881, portava avvitato alla, parte posteriore della, carnna nn tubo cli culatta nel q-q.ale scorreva l'ottura.tore. Il congegno di chiusura era a cilindro, a percussore; i l meccanismo di scatto a molla a spirale; il congegno di ripetir,ione era ottenuto da un serbatoio disposto nel f usto e costituito cla un tubo cli ottone, provvisto di spingitoio con molla a spirale, e conteneva 8 cartucce; gli organi della ripetizione consistevano in una cucchiaia, una molli.i. clella cucchiaia, ed uu arresto della ripetizione.
-
2090 -
L t,; ,\H.\il A Hil'l~'l'l½lO);~ .\ S ER!HTOIO l<' l :':i::ìO
N-el 1SS4 la GermaniU: adottò il sistema a, ripetizione Mausel', denominato Pncile ~Vfa:user mod. 18'71-S4, nel qnale il serbatoio era dispost o lungo il fusto e poteva C()ntenel'c S cartucce. Una molla a spiraie avvolta attorno ::i cl 11110 Sf)ingitoio promovevn l'uscita clel bossolo qu1J nclo si faceva il lito n ripetizione. Gli organi c!i ripetizione consisten, no in una cucchiaia con sp r:rnglrnt ta, un arresta-cai:t ncce, un arresto di l·ipeti:donc, uua molla clelln cnc<.:hiaia ecl una lllolln dell'arresto di ri11eti;1,ione.
Fi~. llH! · Fneile l\:Ianser mod. 1871-8·:I.
La Frnnc:ia. n s ua volta nel 1S8(i a.clottò il Fucile Lebel; G fo questo nn avvenimento notevole ccl importante trattaaldosi cli un' arma a ripetizione Yerc:nn~ntc pregevole . 11 cali!Jro era di mm. S, e la carka era fatt.1 con polvere infum<~. Di quest'arma, trasformata poi nel m~>cl. ·188(\-H;:l, parleremo nel sottoperioclo successivo.
Per chiudere questa rapida rassegna. di c:ongegni a r ipetizione n, serbatoio fisso, ricordiamo infine il sist.ema GrasVetterli, che era, sostanr,ialmente il sist<>.ma Gras da 111oi già descritto, ma opportunamente trasformato a ripetizione dal meccanico svfazero Pederico Vettedi. -
2091 -
1JA1('1'hl . 'l'I~CNH; ,\
1870-J.915
Jn questo sistema il serbatoio er:.i praticato nel fusto e pote,a contenere 8 cartucce; nel serbatoio vi er ano al solito una molla a spirnle ed uno spingltoio; il congegno di ripetizione ern simile al Kropatschek già descritto, con una cuccbin\a gir evole intorno ad un perno, una molla dellu cucchiaia ecl un arresta-culucce.
Fig. 914 - Sii:;tcma a ripetizione Gras-'l'ett!:!rli.
**
{t
In quest'epoea so1·sero a,n che tipi di a,1·mi a ripeti.zione a, serbatoio mobile, aventi essenzialmente lo scopo di evitare gli inconvenienti la,rucmt:1ti nelle armi a serba,toio fisso, fra i quali sovrattntto l'au mento dj peso B lo squilibrio dell'arma cm1 geniti e cons<~guenti dal serbatoio fisso. Si r icorse perciò i¼i tipi a serbatoio mobile, nei q11ali il serbatoio era unito all'arma soltanto al momento opportuno, eonteneva u 111 limitato numero di eartu cce, ed e1·n, prontamente rical'icàbil e e dcambiabile . . Un serbatoio mobile, - che non aumentasse il peso clell'-arma nei trasporti, che non richied esse nuovi e complicati orgami peciali di ripetizione, ma solamente delle piccole varianti al preesisten te svolgimento tecnologieo cli costruzione, e che mediante il ricad caruento od il ricambio del serba.toio fornisse il mezzo di eseguire il tiro a ripetizione per H periodo di tempo nccessa,r io, - a,ppariva come una soluzione ideale per effettua.re la t rasformazione di un'arma a earicamento successivo in urn 'arma a ripetizion e. -
2092-:-
LE All l\11 A Hfl-'I•:T IZIO:'\E A .SER BATOI O :M:013IJ,f;
Come già, per i -serbatoi fissi, . anche per i serbatoi mobili furono escogitati molti sistemi , e fra questi ricorderemo i si stemi Lee, Spencer -Lee, Mannlicher, Jarma.n, Loewe, Russe) Livermoore , Fosbery, Werndl, tutti con serbatoio mobile ricaricabile o ricambiabile. Fu poi anche tentato cli segnire una via di mezzo fra il sh,tema della ricaricabilità e della ricambiabilità del serbatoio mobile, ricorrendo ai cosidetti pacchetti éli rifornimento, cioè à scatole di lamiera, di forma re.ttrungo]a,re, aiperte sui due fondi, e contenenti un certo numero di ca,rtucce che si potevano versare contempo1·aneamentf! nel serb4-tojo i~llorchè era vuoto, rendend<> così più celere il ricaricamento; che a11zi. in taluni sistemi il pacchetto stesso funzionava da serbatoio. ·verso il 1887 l'D.llora, ca·p itano d'a rtigli,e ria, Giuseppe Vi.tali da Bergamo propose anch'esso un sistema per la trasformazione del f ucile mod . 1870 in fueih'\ f1 caricamento a tiro rnpiclo mediante pacchetti cli rifornimento. Il sistema fu preso in considerazione dal Governo italiano e sottoposto a,d, espel'ienze : 'Ilaeque così il fucile italiano mod . 1870-87, sistema Ve~terli-Vitali del calibro di mm. 10,35; arma per la, quale l 'Italia in questo campo delle armi portatili si portò, con indiscusso consenso, alla testa delle altre Potenze, rimanendovi finchè esse a,dot.i:à:rono i piccoli calibri. N~il fucile italir.no 1870-87 sistema Vetterli-Vitali, la canna, di accrn10 ordinario aveva lnngbezza di 800 mm. e forma e·s terna tronco-conica ; rigatura n passo costante; 4 r ighe volgenti a destr a ; alla canna era avvitata la scatola di culatta. Il meccanismo di otturazione, costtlnito dal cilindro otturatore e attraveriwto secondo il suo asse da un foro , scorreva e prendeva appoggio nella culatta mobile per mezzo di un manubrio riortato cla · u na noce a manubrio, avente clue alette di a).lpoggio e due incavi elicoidali. Il meccanismo cli percussione e di. scatto era a molla a spir ale con armamento trntomatico. Lo scatto avveniva in un sol tempo; il sistema di sicurezza era a leva, secondo il tipo pr oposto dal maggiore d'artiglieri:1 Antonio Clavarino modificato dal Vitali. Il meccanismo di ripetizìone er,1, a serbatoio fisso, centrale, a caricamento multiplo, con caricatore ad inv,)· lucro, non simmetrico, contenente 4 cartucce; cark'atore che entrava ma non rimaneva nel serbatoio. Il serbatoio era costituito da- una scatola metallica · applicata al disotto della scatola di culatta. II congegno di puntomento era del sistem:1 :i t acca di mira e mirino ; l'alzo a quadra nte, con alette e tncche di graduazione.
-
209~ -
·
l'.-\R'IE '.l'ECNIC..\
1S70-1915
Questo nostro fucile mocl. 1870-87 adoperava ini7.ialmentc una cartuccia a bossolo <li otto11e con orlo di presa, massiccio, ric:.i°n1to clal fonclello, ecl aveva un 'innesco alla Boxer. Successivamente impiegò la cartuccia ordinaria mocl. 1890 anch'essa con bossolo di ottoi1e con orlo di presa; cassula ùi sicurezza di tomback (lega cli r ame e 7.inco nella pi:oporzione cli 88 % j i rame e 12 % cli zinco) uni.ta a forzamento; carica cli gr. 2,4 d i balistite in grani; proietto con nocciolo di piombo· compresso, saldato a caldo alla incamiciatura cli ottone con corona di forzamento.
l!'ip:. !JJii ·
Fucile itn li:1110 moù. 1870-::!7 (Vetter li-Vitali) .
Nel suo complesso il fucile Vetterli-Vitali mod. 1870-87 si dimostrò resistentissimo, di.· ottime qualità balistiche e dotato di un congegno di otturf1ziotne abbastanza semplice. Il nostr,o Ei::crdto ebbe ar1che fa servizio il moschetto per truppe . speciali mocl. 1870-87, ed il moschetto per ca,r abinieri mod. 1870, armi entrn,mbi. simili al fucile Vetterli mod . 1870 t che impiegavano le medesime mnnizioni.
' \f
**
Per quanto riguarda le piBtole, riferendoei semp:re a, quanto fu già detto nel precedente volume qui1n to, dobbiamo ricordare che in Ita.lia fino al 1870 non eran.o a110ora stati adottati dei tipi perfezionati di pistole a rotazione, ma veniva .
-
2094 -
L8 PISTOJ,E A RO'l'A:ZIONE
LE ll:fl'J ltAGLIATRI(:I
distribuita soltanto la pistola a rotazione Lefaucheux a mo. Yi:rnento intermittente, e soltanto nel 1874 fu adottata la pif5tola mod. · 1874, sistema Ohamelot Delvigne, a movimento continno. 0
In questa pistola, l'armamento del cane si produceva mediante la pre=,sione sul grilletto, anzichè richiedere un movimento separato : le camere erano in numero <li 6; il meccanismo cli scatto er:1 a percussione interno, con ·1111 . ca.1~e-nocc a due tacche, un mollone, uno scatto, un grilletto, u1i:1
Fig. !il<\ - Pistola a rotar.ione rnod. 1874 Charnelot-Delvigne.
molla clello scatto ed una molla del grilletto. L'innesco er a centrale e per ciò la testa del cune era foggiata a punta. Partito il colpo, lasciado libero il grilletto, tntte le parti ripigliavano il loro posto in virtù della molla del grilletto.
Anche jn questo periodo, sia pr-0sso cli noi che presso gli altri Stati, continuarono gli studi relativi alle 1nitragUatrio,i ; e, quale frutto delle esperienze, comparve il tipo Gardner a due canne, il più perfetto dei quali fu oostruito dalla casa americama Pratt e Whitney . (~nesto tipo fu poi aclottato in -
2095 -
l:'AR'.1:0 TECNICA
1870-1915
Italia e prese il nome di Mi.tragliatrice a due canne mod. 188G, sistema Gard ner, oon calibro di mm. 10,35. La mitragliatrice Gardner appartiene alla stessa catego i-ia della mitragliatrice Gatling·, già descritta nel precedente periodo 1815-1870, benchè di . costruzione completa - · mente differente. Scopo dell'inventore essendo stato quello di avere un'arma sommamente mobile, egli limitò in consegnenza a clue il numero delle canne, ed anzi costrusse anche delle mitra.gliatrici ad uria. unica canna;
.1
Fig. 917
Mitrngliatrice it due canne mocl. 1886, sistema Garclner.
Nella mitrngliatrice G.u·dner a due ·emme 183..i, le tlue c.rnne enmo di acciaio orclinar.io, · silllili n quelle del J.UOSclletto per trnpve speciali modello 1870 ; esse era110 afli.mcate e sostenute da atii;ositi dischi. La scatola di culatta ern collegaUt . pll'involucl'o dietro le cnnne ed in essa erano collocati e si muonwano i congegni di chiusura e di spa'ro. ln ciscuna canna ,I meccanismo cli otturazi,oue era a cilindro scorrcYole, con appoggio posteriore. centrale, a cuneo, guidato da · apposito eccentrico. ll meccanismo cli scatt.) e di percussione era a molla a spirale con armamento automatico dell:1 molla all'atto cli chiu:;;nra della culatta. Il meccanismo cli ripetizione era a tramoggia mobile, verticale, centrale, esterna, superiore, contenente 40 cartucce i n due file, a cnricnrnento multìplo m~cliante unn scatola-cnricatorc contenente 20 cart11cce. La mitragltatrice veniva caricata sopra un sostegno a treppiede; la crntuccia acloperatn inizialmente ern quella mod. 1886 , con
-
2096 -
LE ARMI DA l•'UOCO P ORTATILI ADOPERATID DAL
lb/55
AL
1915
carica di gr. 4,15 di polvere ner a, con proietto di piombo incamiciato ,li rame e del peso di gr . 20. Successivamente tale mi trngliatrice adoperò i.ma cartuccia identica a quella mod. 1890, nella quale però il bossolo veniva fermato alla pallottola mediante la tripunzonatu ra. L'arma era scomponibile nelle t re parti - mil?·aglier a, sostegno e t reppiede - , ognuna delle quali poteva essere fi>,;;Hrnente trasportata da un uomo, oppure essere someggiata.
Sottoperiodo 1887=1915 = Sguard<, g-enerale = Diminuzione dei calibri = Nuovi tipi di armi, italiani ed esteri = Il fucile italiano mod. 91 = Le anni a ripetizione automatica =Pistole = Mitraglia= trici = Particolarità nella costituzione di un'arma por:tatile Muniz ioni = Cenno sulla fabbricazione delle armi da · fuoco.
Questo periodo cli' tempo ha grande importanza:· peri''Ta Storia dell'Artiglieria, come quel lo in cui tutte lé Nazioni, decisamente avviate alla trasformazione delle armi ·portatili ed all'adozione d<~lle a,r mi a ripetizione, rivolsero i loro studii ed i conseguenti esperimenti a realizza,r e la, ripetizione automatica, che appunto in quest'epoca nacque e si sviluppò. Il sottoperiodò precedoote, negli anni 1886 e 1887 s~ era difatti chiuso con la trasforrnazione delle a,rmi a carkamento success.ivo di medio ,c:alibro i.11 armi a r ipetizione, con la fabbricazione di nuovi fucili di piccol o calibro a, ripetizione ordinaria, : nel 1887 poi furoi'J.o fatti i prinii tentativi di adozione di armi automati.che. Nei riguardi della rid,u,ione del calibro, i niziatasi appui:nto sul :finire del sottoperfodo preL:edente', la, riduzione stessa si era di.mostrata necessa1'ia eome conseguenza a:ena ripetizio11e perchè la ripetizione esigendo un ma.ggior quant.itativo di . munizioni, per non accres<'.ere il peso tra.sportato dal soldato, imponeva una cartuccia più leggera, che permettesse di aumentare senza inoonvenienti il muniziona,mento i ndividuale del soldato in relazk,.ne al maggior consumo di munizioni che inevitabilmente si. sarebbe verificato. Un' ulteriore riduzione del calibro fu poi resa possibile per i progressi ottenuti nella moduzione dei metalli, nella, lavorazione delle canne e nella fabbricazion·e dei prr;ietti, nonchè per l' impiego delle nuove -
20!-)7 -
PAR'.1'0 'l'ECNl\.:A
1870-1915
polveri che, olti·e ad essere più potenti, oontribuiJ:ono a, fae acquistar·e maggior pregio alla ripetizione: si passò cosi <lalle armi di 12 e 10 mm. a quelle di 8 e fino a 6 mm., ottenendosi quindi dalla riduzione del calilJro una, maggiore N.1.denza di tiro oltre che un notevole alleggerimento delle mooizioni. In sostanza si può d unque a,ffermare che nell' intero p,eriodo da noi qui considerato 1870-915, i progressi nelle armi furono molto rapidi da, qnando si comprese che la potenza del fucile è tanto maggfore qua,n to maggiori so1110 la tensione della traiettoria, la precisione del tiro, la penetrazione del proietto: condizioni queste raggiungiùili soltanto coll'armonico complesso del proietto oblungo, della. riga:tura e della riduzione del calibro. La retrocarica, sempre più perfezionata dai ra- · pfdi e grandi progressi delle industrie meceamiche, permise essenzialmente la realizzuzione di qucr;Lo armonico complesso, migliorato poi ancora dalla comparsa, delle polreri infumi. Di modo che, riducendo il ealibro ed il [Peso del proktLo pUl' an menta,n done la densità t 1·asversale e utigliorandone la. forma, e a ccrescendo la velocità iniziale coll'uso di poln~ri meno vive e più potenti, si sono ,ottenute grado a gracl.o traiettorie molto tes.e che, con il minimo alzo, danno luogo a profonde zone inin terrottamente battute anche contro be1·s,1gli di media altezziL.
Esaminiamo ora ed in ordine cronologico i più .caratteristfci tipi di armi po1·tatili, italiani ed esteri, apparsi in questo periodo. La Germania, in seguito aJl'a<lozione del piccolo calibro da pa,rte della Francia, e dell 'Austria, e vi,sti gli incontestabili. vantaggi derivanti da.I piccolo ca.libro, iniziò i suoi studi per l'adozione di un'a.rroa nuova che sostit uisse il suo fucile mod. 1871-84. Risultato eh tali studi fu l'adozione del fucile mod. 1888, del calibro mm. 7,9. Questo fucile era del tipo Manser per ciò che riguaròa 'il congegno cli chiusura e òl scatto, e del tipo Mannltcber pel' ciò che rigual'Cla la ripetizione. Ln scatola-serbatoio portava sul fondo un elevatore destinato a spingere in
-
2098 -
DIMINUZIOKE DEI CALIBRI
a lto le cartucce; il pacchetto o caricatore era simile a quello deill:! armì austriache e conteneva 5 cartucce. Anche l'Austria nel 18&q, eseguiti gli studi per la riduzione del' calibro passò dal suo f ncne i\1H1iniicher mod. 1886 (al · quale er a stato conservato i~ calibro di ll unu. del fucile moçl. 1873), al fucile mod. 1888 del calibro di mm. s.. ~7'.'':~~,..:-··-· . ·-
. .. -·
'.,:_
FUCILE .GERMANi'co MQO. 88 .
~--~--· Fig. 918
Fncìle germanico mod. 1888.
...
·-
L'Ingllilterra nel 1889 adottò il f ucile Lce mod. 1889, arma del canoro di mm. 7,7 in cui il congegno di ripetizione era a serbatoio movibile del tipo Lee, nel quale senza eccedere nel peso, si era riusciti a sistemare il numero rilevnnte di ben S cnrtuc<'c.
PaJSsando a, quanto venne fatto iu proposito riel nostro Paese, rileveremo che fin dal 1888 l'Italia si avviò anch'es~a in modo deciso alla soluzione di un tale problema. La tra,sformazione fatta nel 1887 per passare dal fucile mod. 70 al :fucile a ripetizione ricorrendo. al sistema Vitali, malgraido · i buoni risultati ottenuti , non poteva considerarsi · che come una soluzione transitoria del probl<~ma integrale della ripetizione. La necessità, di sfruttare i vimtaggi delle polveri infumi, t' di aumentare ~l munizionamento, ad imitazione di quanto, come si è visto, avevano già. fatto la Francia, la, Germania f~ l'Austria, spingeva ad 1i:na ulteriore diminuzione di ca,l ibro. Per ciò nel 1888 il Ministero della Guerra incaricò la eompetente Commissione delle a,r mi portatili, istituita presso 2099 -
PARTE TECNICA
1870-1915
la Scuola Centrale di Tiro di fanteria in Parma, di studiare nuovo fucile. Presidente della Commissione era il generale Gustavo P arravicino, proveniente dall'artiglieria e comandante della Scuola di Parma; segr<~tario fn il maggiore d'artiglieria Anto01i.o Bénedetti. Gli studi cominciarono su canne da mm. 8 e da mm. 7,5; incU su canne costruite dalla F abbrica d'armi di Brescia clel calibro di mm. 6 e m.m. 6,5. Fra i varii modelli .un
fUCILE .lEf e
Fig .. OlfJ - Pudle Lcc rnoll. 1.889. (Inghiltena).
costruiti e presentati, la, Commissione sceh;e pcl' il mccca,nislJl'> di otturazi-one quello p1:esentuto da,ll a Fabbrica d'a,rmi . di '!'o rino e studiato cla.J valente capotccnico principale cli . iruella, Fabbrica d'armi, Salvatore Oarcà,no (1), mentre il caricatore ed (1) Salvatote Oarcano nacque a Varese nel 1827 e rin;iasto orfano del padre nel 1837 dovette abba ndonare ·la scuofo. per recarsi -al lavoro. Fu quindi tra i pri m\ ad arr uola rsi come soldato volontario e dopo aver . preso patte valot·osamente alle Ciuque giornate di ;\filano, finita la prima campagna dell'indipendemm nazionnle passò in Piemonte e nel gennaio 1849 fu assegnato alla compagnia armaiuoli del Corpo Reale d'artiglieria. Dopo poco tempo fu nominato a rtista, poi ca11orale e quindi sergente e nel 1852 venne mandato in congedo per fi ne fe11na, venendo pertanto subito assunto quale operaio alla l.Pabbrica d'armi di Torino. Dopo pocbi mesi veniva nominato maestro di 1• c:lasse, finitore e livellatore di canne e addetto a specia.li lavori di precisione. Venne c1uindi incaricato di stucliare uno · speciale
-
2100 -
Fig . \.120 - <} nstnro P,nr.wieino.
l!'ig. !J21 - Pietro Garelli-Colombo.
\
\
) li'ig. 923 - Salvatore Carcano ..
Giuseppe Vital i.
-
2101 -
PAH'l'E 'l'ECNlCA
1870-1915
il se1·batoio fu1·0110 scelti del Lipo }fa,unlicher. Dopo le ripetute esperienze allora eseguite, nella seùuta del 5 ma,rzo 1~92 fu adottato il fu cile che prese il nome di Fucile mod. 9:1 . Successiva.mente il 9 giugno 1893 fu adottato il moschetto per cavalleria, ed alla tìne del 1897 il moschetto per a rmi speciali. Il fucile italiàno ruocl. 91, cli calibro mm. ll,5, prescnt::1Yu le ·seguenli caratteristiche: canna di acciaio ordinario, lunga· mm. i80; rigatUl'à progressh•a con 4 righe volgenti a destra, r}gatura propost::i, in sostituzione della elicoidale, dal tenente colonnello cli artiglieria Pietro Garelli-Colombo che era succeduto al maggiore Benedetti quale segretario ùella Commissione. La scatola di culatta, o culatta mobile, aveva forma cilindrica ecl ern abbrunata come la canna. Il meccanismo dì chiusura era a cilindro sconc,·o:~ e girevole con appoggio anteriore, ad alette, simmetrico. Il meccanisirni Cli percussione e di scatto era a molla a spirale, con armamento .autoU'la1.ico allorchè sì apriva la cultttta. Il sistema (li sicurezza t ipo Carcam> ern a tubetto, quale già era stato applicato al fucile ad ago mod. 1866. 11 mc:ccanìsmo di ripetizione del tipo Mannllcber era a serbatoio fisso, rentrate, a caricamento e scarìcamento multiplo mediante pacchetto simmerkl1, <:ontenente 6 cartucce. La scatola-serbutolo faceva corpo col ponticello. Il con-
congegno per lo scatto degli acciarini dei fu cili, incarico che egli assolse con genialità e sovratutto con intensa passione, e ben puù dirsi che questo fn l'inizio clegll studi e delle realizzazioni che resero notor!q ed ammirato il nome di Salvatore Carcano nel cam1>0 delle armi portatili. Incoraggiato nei suoi studi e nelle sue prnposte il mncchinarìo della Fabbrica d'armi di 'l'orino venne rinnovato con tipi nuovi e perfeziouati, ed egli stesso progettò e costruì alcune maccllluc utenslll r>er lavorozioni speciali delle canne, delle baionette e dei mit·lni, eseguendo concr eti tentativi per la costruzione di fucili di piccolo cali9ro a retrocarica. Lo stesso Camillo Cavour nel JS;;.J: interessandosi personalmente aIla p:i;eparazione degli arm:unenti per lo truppe da 11rnndore ln Crimea si recò n.lln. Fabbricn d'armi, volle conoscere il Carcauo e dispose elle egli fosse messo a capo dei lavori necessari· per rigare al più presto possibile i 50.000 fucili occorrenti. Continuando nei suoi studi, nel suoi progetti e nelle sue realizza,:ionì riuscì ad introdurre ancora altre opportune modifiche semplificatìve, ecl i suoi pr odotti presentati all'Flspos1zione nazionnle del lS.'58 in •r orino f tn·ouo premiati con una medagl!n ed un Diploma d'onore che il maggiore d'artiglieria Giovanni Solari nllora Direttore della Fnbbrica d'nrmi volle consegnnrgli con speciale solennità in J)resenza dì tutto il personale, salutando il Carenno come quello che Yeramente daYa lustro a quello Stabilimento.
-
2102 -
IL FUCILI)) I'rALIANO Ì\J:OD .
1891
gegno di puntamento era del sistema a tacca di mira e mirino. La cartuccia adoperata aveva il bossolo cli ottone con scanalatura di presa a corona circolare, una carica di gr. 2,28 di solenite in tubetti ; il proietto era con nocciolo di piombo compresso,. saldato a caldo alla incamiciatura di maìllechort. L'arma cli piccolo calibro, e provvista di sciabola-baionetta corta, non riusciva eccessivamentè lunga, ecl era snella, leggera, resistentissima. Per quanto avesse il serbatoio sporgente e l'estrattore alquanto delicato, l'unione della canua alla ·cassa era perfetta, ed ottimo poi risultava il sistema di sicurezza.
Era insomma un fucile armonico in tutte le sue parti_ e di eccellenti qualità, balistiche, tanto che con esso ·l 'Italia, poteva dire di avere effettivamente un'arma molto perfezionata con la quale poteva tener testa per molto tempo al difficile problema dell'armamento del.la fanteria : devesi per ciò rilevare come, per tutti i successivi anni di questo periodo e cioè fino al 1915 non si sentì . in Italia alcun bisogno di ricorrere ad a,dozioni di altre armi a 1;ipetizione ordinaria,. Per quanto riguarda gli eserciti esteri, po,.ssiamo riassuNel 1859 fu nominato Controllore cli 3"' chrsse, nel 1860 Controllore di ?" e nel 1802 Controllare cli l" classe. Nel 1863 fu mandato in missione a Parigi ecl in altre città estere pe1· collaudo di macchine per la. fabbricazione delle canne cl' acciaio ; nel 1865 fu nominato Controllore principale di z:, classe e nel 1867 fece brevettare un- fucile di sua invenzione a retrocarica, per il qtiale il Governo gli assegnò un premio in denaro. Le sue proposte e le sue realizzazioni furono adottate non soltanto io Italia. ma altresi . all'estero ed è veramente a lamentare che egli non abbia avuto la necessaria disponibilità di uie?.7.i per continuare i suoi studi e perfezi<rnare le sue creazioni. Nel 1876 brevettò il lmovo alzo da lui ideato per fucili e carabine, 1; nel 1891 il Governo Italiano adottò il fucile di piccolo calibro « riconosciuto superiore· a tutti i tipi adottati negli altri Paesi)), assegnandogli un altro compenso in denaro. Nel 1879 'venne promosso ca.potecnico principale di ia .classe, gli furono conferite varie onòrificen?.e e nel 1896 lasciò il servizio per ragione di età morendo poi in Torino nel 1903. Salvatore Carcano ebbe una numerosa progenie di ben dodici figli e tuttn la sua vita venne da lui dedicata al lavoro ed alla famiglia. Caratter~ bonario e gioviale godette non soltanto la stima ma altresi la fiducia •i l'affetto dei superiori, colleghi ed inferiori, tantochè era doveroso ricordare qùesto lavoratore modesto e fattivo che nei perfezionamenti delle armi portàtili lasciò un'orma marcata. e profonda. - 2rn3-
PAH!rlD TECNICA
1870-l~J.5
l·T t'. ILI< ·r !'.\ LUSO · )J,11,. VI -
{C11 lih1u
1111n .
li .,,).
.'
J;"'ig. !J24 - Fucile itali ano rnocl. 91.
.,_ .
''
mere come segue qnanto fu fatto dalle diverse principali Potenze. La Francia nel 1893 modificò H suo primitivo fucile Lebel, ed adottò il fucile mod. 1886-93, del ca.libro cli mm. 8, ancora del sistema Lebel. -
2]04 -
LE ARMI ,\DOlv.rATE ALL'ESTERO
Questo fucile aveva il meccanismo di otturazione a .cilindro scorrevole e girevole, con appoggio anteriore ad alette. 11 IDeccanismo di ripetizion1 era a serbatoio fis~o del sistema Kropatscbek co11 8 cartucce. ~ doveroso ricordare che trnttavasi di un'ottima arma di guerra studiatn dal colonnello dell'a'J:tiglieria francese Nicola Lebel.
La Germania nel J.898 adottò un fucile ancora del tipe Mauser, ottenuto migliorando . il mod . .1888. Quest'arma, fu nuova.mente poi modificata, e ne derivò il fucile germanico mod. 1898-S. 905 del calibro di Inlll. 7,92, anch'esso con .cilindro scorrevole e girevole, appoggio ad alette anteriore, con meccanismo di · ripetizione a serbatoio fisso, centrale, a caricamento multiplo, contenent~ 5 cartucce, sistema Mauser.
Nel 1889 il Belgio decretava l'adozione del fucile l\fauser da mm. 7,65 in sostituzione dell' Albini-Braendlin mod. 1867 ciel calibro di mm. 11; successivamente adotta.va per i Corpi speciali della, guardia. civica il fucile Ma.user 1895 dello ste&so calibro del precedente. Nacque così il fucile belga mod. 1889 col calibro di mm. 7,G5, sistema Mauser-Lee. In sostanza quest'ar1ua era simile al l\fauser germa,nico mod. 1898-S . 1905. La 'l'urdiia nel 1890 adottò il fucile turco mod. 1890, del calibro di mm. 7,65, sistema Ma.user, analogo a quello belga. Successiva.men.te nel 1893 scelf,e il fncile J\fauser 1893, di pari è-a.libro del precedente, identico al t ipo spagnolo. Per ultimo la 'rurchia adottò poi il fucile mod. 1910 sistema l\lfa.user con calibr-o 7,65, e cioè il l\fauser mod. 1890 al · quale erano stati cambiati i congegni di caricamento, di sparo e di puntaimen-. to, · senza però variare il munizionamento. La Repubblica Argentina. nel 1891 adottò il fucile Argentino mod. 1891 sistema l\fauser-Lee, di calibro mm. 7,65, quasi 1iguale al fucile belga. mod. 89. La, Spa,g na nel .1893 adottò il fucile spagnolo mod. 1893. sistema l\fauser, del ca,\ihro di mm. 7, uguale al fucile germanico mod. 98-S. 1905. Similmente la Rumenia 11el. 1893 adottò il fucile rumeno mod. 1893, sistema .Mauser-1\Htnnlicher, con calibro di mm. 6,5. Nel 1897 il Gia,ppone adottò il fucile -giapponese modello 1897, sistema. Arisaka, con ,calibro di mm. 6,5. Questo fucile sostituì il fucile moa. 1889, tipo Murata, del .calibro <li -
2]0!'\ -
_PAR1'I:l TECNI(;A
1870-J,.915
.1.nm. 8, ed era un misto dei congegni Ma.user . e Lee con serbatoio , nel fusto, tipo Kropatschek. Successivamente in Giappone fu adottato il fucile giapponese mod. 1905, sistema Arisaka, _calibro mm . 6,5, che era ancora sostanzialmente il modello 1897 al quale, mantenendo lo stesso munizionamento; si era.no apportate alcune varianti per correggerne i difetti principali emersi dal suo impiego pratico. Gli Stati Uniti d'America nel 1903 adottarono il· fucile mod . 1903 con calibro di mm. 7-,62, sistema Spring:field, derivato dal fucile germanico. L'Inghilterra nel 1903 prescelse un f ucile . sistema LeeEnfield, di calibro mm. 7,7, simile al sistema Mauser-Lee modello 89 belga. In Russia nel 1891 si ebbe un fucile russo mod. 1891 del calibro di mm. 7,62, sistema Mossine, che sostituì il fucile Berda.n mod. 1871 del calibro di mm . 10,66, e che fondamentalmente era ,s imile al fucile Lebel mod. 1896. In Austria si adottò il fucile austriaco mod. 1890-95 si-. sterna Ma:nnlicher, con calibro di mm. 8. Nel Oanadà nel 1905 fu adottato il fucile canadese mo dello 1905 sistema Ross con calibro cli mm . 7,62, similare al tipo germanico Mauser mod. 1898-S. 905.
*** Intanto, nègli, anni a cavallo dei due secoli proseguirono intensamente-gfr. studi tendenti a svilnppa.1?e; accrescere e per fezionare sempre maggiormente le qualità caratteristiche essenziali di un'arma da fuoco moderna, cioè la potenza e la mobilità, ed il periodo 1887-1908 può dirsi veràm~te quello delle prime arrni automatiche) cioè di quelle armi nelle quali, in seguito allo sparo e per effetto di esso, vengono compiute automaticamente, cioè senza il diretto concorso del tiratore, tutte le opera½ioni relative all'apertura della culatta, alla estrazione del bos$olo, all'introdùzi-one e giustaposizione della cartuccia successiva, ecc. ecc. Troppo lungo $ar-ebbe lo enumerare tutti i tipi di ,1,rmi automatiche studia-ti e costruiti in quegli anni, sia cli mitra· -
2106 -
L.0 AR:'IU AUTO:'l'f.ATlCHlll
gliatrici, che di fucili e di pistole: i tjpi presentati ed anch<~ sperimentati furono numerosissimi e svaria.tissimi, e pertanto a seconda del diverso modo col quale· veniva sfruttata la pressione dei ga,'5, esercitata dura,nte la loro espansione all'in terno ed. all'esterno dell'anima, si addivenne alla segu~nte suddivisione delle armi : armi a canna ed otturatore rinculanti di quantità . diversa; armi a canna :fissa ed otturatore rinculante; armi a canna avanzante ed otturatore fisso; armi a canna fi-ssa con sottrazione di gas entro l'ànima; armi infine a canna fissa o mobile con utilizzazione dei gas alla, bocca. Un'altra e ·p iù semplice cla,ssificazione venne proposta dal generale svizzero Ulrico vVille per considerare le armi automa.tiche in relazione alle loro caratteristiche costruttive e r aggruppandole quindi: in armi a ca,nna scorrevole indietro od in avanti (,':listema specia,l mente ada,t to per i fucili.); in armi a canna :fissa (sistema adatto per le pistole aventi in generale un'anima corta) .; e in:6ne in armi a canna fissa, accoppiatn, con un tubo pa,r allelo destina.to per la sfuggita dei gas o per far posty all'asticolo (sistema, in genere non molto conveniente, ma viceversa sufficientemente a,d atto per le mitragliatrici e che p€~rtanto è stato anche sperimentato per alcuni fu. cili quali il · ì\Him11icher, il Mondra.gon ed il Oei-Rigotti). Nacquero . così. : il · fucile a,utomatiùo Mauser, del calibro di mm. 7,92, nel quale canna ed otturat ore rinculavano di quantità diver,sè; la carabina 1\fa,nnlicher mod . 900, dello stesso sistema ; il fucile Ma.xim a canna :fis,sa ed otturatore rinculante; il fucile 1\faxim-Bang a, canna avanzante ed otturatore fi~so ; il fucile Monclragon rnod. 1908 a canna :fissa con sottrazione dei gas .en tro l'anima. Venendo all'Ita:lia si può dire che a quest'ultima categoria, _appartiene il .nostro fuci.le Oei-Rigotti mod. 190J. Que&t'arma dovuta allo -s tudio perseverante dell'allora capitano dei bersaglieri Cei-Rigotti, vemie costruito dalla Società Siderurgica (Hisenti & C. di Brescia. L~b canna dell'arma era quella, del fucile italiano m.ocl . 1891, nella qua.le, a metà circa, della sua; lunghezza ed. in corrispondenza della generatrice inferi.ore; era stato praticato un forellino per il passaggio dei gas da immettersi nel corpo di pompa del m<:..>cca:ni,smo a gais, -
2107 -
1870-1915
l'AHTI<J 'l'EC:\ICA
portato ·aa n1t eollare fissa,t-0 alla canna. La scatola di cul rLtta et! il meccanismo cli ottul'azione avevano molte par ti simili a lJ nelle del fucile mocl. 1891. Il meccanismo di ripetizione era a serl:wtoio fisso, <:entrale, a cari<'amento multiplo e conteneva Ci ca1-tncce.
'S,!'Slt •,1 \
CU·RICOTlt
Pig. 925 - Fucile automntico italiano Cei-Rig-otl'i
(1!)01).
Oltl'e il tipo a<:c:e1mato, il Cei-Rigotti pl'e::scHtò an che un fucHe -lllitraglicra per marina, co11 serbatoio per 24 cartucce . * *
-:t
I n Italia, dopo la pi stola mod . 1.874, già, descritta, fu :i,dott[Lta la pistola, a ro tazione mocL 1889, del calibro di mm_ 10,35, sistema. a rota.zione Bodeo. La pistola el'a simile alla precedente, ma di ca,nna più corta,; il meccanismo di ripetizione era costituito dal cilindro o tamburo girevole ruotante attorno all'albero; il sistema di percussione e di scatto era a molla a lamina. Con tale pistola ·s i poteva, eseguire e il tiro intermittent~ e il tiro continuo; con essa si adoperava la cartuccia a, pallottola mod. 90-99 di ottone a. fondello con vesso, carica di gr. 0,6 di bali:,:,tite in grani.. P roseguivano inta:nto gli studi per conc1·etare varii tipi di pistole a,u~omatiche: sorse.ro così presso le ya,rie Nazioni, la p istola lVfilnnlicber mo<l. 1894 del calibro di mm. 7,8 a canna scorrevole in a,anti: la pistola, Browing mod. 1900 -
2108 -
l ,N PISTOLE AUTO:.VIATICHE
(modello piccolo) del calibro mm . 7,65 a canna, fissa ed otturatore rin culante. Da quest'nltima pistola la stessa Ca.sa costruttrice fece derivare varii tipi di pistole Br<nvning, destinate al libero comm.el'cio : notevoli la pistola 1903 del calibro di mm. 9,00 detti1 anche modello grande, e la pistola mod. i90(; del crLlibro di mm . 6,35 detta cla clip01·to.
l:'ig. 926 · Pistola a r otazi one lllOd. 1889 (.ltalia) .
Soi-se poi la pistola Ma11F<e1· ruod. 1899 del calibro cli mm. 7,63 del sistema a canna. ed otturatore rinculanti di qnantità divenm; e nel 1905 in Italia fu sperimcnt::Lta la pistola Vitali mod . 1905 del calibro di mm . 7,.65. Qnesta pistola automatica,, dovuta allo studio del colonnello cli artiglieria Giuseppe Vitali, aveva, il meccanismo di ottnra,done a, cilindro scorrevole con appoggio posteriore, ,centrale; il meccanismo di percussione era a molla a sì)irale e, soltanto in parte, distinto dal meccanismo di scatto. Il meccanismo di ripetizione era a, serbatoio :fisso, nell'armatura o ca.s tello; era a carkarnento multiplo mediante caricatore a lastrina., capace di -
2109 -
PARTIJJ 'l'ECNl ~A
1870-1915
8 caa:tucce. Questa pistola vennv succ,essivamente sperimentata dalla R. '-).1ari11a negli anni 19ll\-il; dando in massima risultati ' soddisfacenti, ma dimostraridosi però, in riguardo delle qualità balistiche, inferfore a qu1~lle realizzate col tipo regolamentare del 1910.
Fig. 927 - Pistola italiana Vitali niod. 1905.
Difatti l'Italia. po<:o dopo adottò la pistola ~od. 1910 di ealibro mm. 9, del sistema a . canna ed otturatore' rinculanti di quantità diverse . Quest'arma aveva la canna lunga· mm. 95, .di a-cciaio a volfra,mio, meccanismo di otturazione a cilindro scorrevole c-0n a,ppoggio inferior,e, centrale, ottenuto mediante apposito blocco di chiusura girev.qle, ..simmetri.co. Il meccanif:.ino di percussione e di scatto era a molla a, s:eirale e distinto dal .meccanismo di scatto. Il meccanismo di ripetizione era a serbatoio fisso nell'impugnatura, a caricamento e sea.r ica-
2110 -
PIS'1'0LA l'.l'ALIANA MOD .
1910 -
VAHI TIPI ' DI llfl'rHAGLIATRICI
mento multiplo mediante caricatore a pacchetto-a~tuccio, capace di 7 cartucce. La pistola mod. 1910 venne fabbricata ·presso la Fabbrica d'armi Glisenti di Brescia, ed il primo modello avente calibro di mm. 7,63 venne a,mmesso alle esperienze di concorso con altri tipi di pistole automatiche preisentate da Case estere
Fig. 928 - Pistola italiana mod. 1910.
ed italiane, quali: Ma.user, Bròwning, Borchardt, Lueger, Vita1i, Freddi. Decisa la sua a,dozione si . ritenne opportuno cli accrescere il calibro della canna fino a mm . 9.
I vari tipi _di 1nitragiiatrici che vengono qui esaminati come relativi a questo sottop-eriodo, appartengono tutti ~lle. mitragliatrici a, ripetizione automa.ti.ca. OrO!Il:ologicamente, i varii tipi adottati furono i seguenti: -
2111 -
l' AB'l'J•; T tC~ H '.·\
1810- UJl~
!": •'
',
...
•• -,_t
P ig. !):,/!l - i\fitrn g li a rt ice i\fo:s.iw-Vickel'S
filOll.
J.f ig . 030 - \Iitra glin t rice P er iuo m ocl. lfllO.
-
21]2 -
Hll2.
VARf '1'IP1 Dl .\H'.fl:.-'.C:LIATRICI
la mitragliatrice H-0tchkiss ruo<'l . 1900, del calibro di mm. S, del sistema, a, canna, fissa con sottrazione cli gas entro l'anima: ess::i venne adottata, prima dalla Francia, jndi dalla Spagna. L'a,rma, aveva il r~ffreddamento a, radiatore metal· li.co costituito da un manicotto, ma coll' uso si riconobbe allora che non vi era ragione per rinunciare al vantaggio de7
Fig. 9,n · Giuseppe Perino.
raffreddamento a,d acqua sovrati1tto nelle regioni ove questa si può trovare con facilità. La ·J1.itra,gliatrice Hotchkiss venne (la.ta in ~Dtazi-one alle truppe r,olonia.li. . Nel 1907 fu adottata la,. mitragliatrice Scllwarzlose mo dello 1907 del calibro di mm. 8, a camu1, fissa ed otturatore rinculante; indi nel 1908 fu impiantata la mitmgliatrice Maxim mod. 1908, or<l.i naria cli tipo pesante, · :modificata poi nel tipo Maxi.m-Vikers mod . Hlll del ti.po leggero, dalla quale derivò la mitragliatrice Maxim tipo italiano mod. 1912, adottata· dal -. l'Esercito italiano riclncendonc il calibro a, mm. 6,5. 136
-
~J lB -
rART0 '.l'EC~H.:,\ ]
870-1915
Nel 1910, il capotecnico di ,ntiglieria Giuseppe P eduo (ll del nostro Laboratorio di precisione, ideò e costr u::,se la mitr:1gliatrice P erino mod. 1910, tipo leggero, che venne sperimentata in confronto della i\1axim 190S ed adottatn, anche perdtè l'Amministrazione della. guerra ritenne che impiega,n do il nmnizionameno del fu cile mod. 1891, non vi fossero incon venienti adottandola contempo1·aneamente alla mitragli.atrice Maxim: Ne venne per ciò ordina,to un numero considerevole, anche per premia.re il brevetto e la produzione italiana . (1) Giuseppe Ferino uacque a Favria. Caniwese iu Proviucia di Torino nel 1853 e dopo aver seguìto le scuole a Rivarolo Canavese, e compiuto gli studi tecnici a Torino e aver soddisfatto ai suoi obblighi di leva, nel 1879 entrò per concorso nel Ruolo dei Capitecnici d'artiglieria e genio, e quale sottocapotecnico f u destinato al Laboratorio di precisione in Torino. li' in dall'inizio del suo ser vizio dimostrò spiccata genialità nena reali?.· zuzione di congegni meccanici e nella ingegnosa combinazione di meccanismi, e collo studio e colla lettura cercò di a1)profonclir e la propria cultura tecnica e professionale ta nto da cattiYarsi la maggiore stima e la più lusinghier,1 fiducia dei suoi succe~sivi superiori q11ali i colonnelli Carlo Pastore, Luigi Steve~on, Gregorio Bregoli, cap. Roberto Baz?.ichell!, ecc. ccc. PNmosso Capotecnico di 2• classe nel 1882 r imase al Laboratorio di precisione di Torino fino al 1890, anno ln cui venne trasferi to alla Direzione d'artiglieria di Roma, o,•e in quell'epoca aveva assunto particolare importanza il Labor atorio d'ar tiglieria fondato e man mano ampliato per iniziativa ed opera sovratutto del col. Giacomo Segre. Nel 1891 venne promosso Ca potecnlco di 111 classe e nel 1894 Capotecnico principale cli 3• classe, restando sempre alla Direzione di Roma e passando.> nel 1895 al Labora torio di precisione di Roma all' atto della sua costittrnione au. tonoma, allor qunnclo cio(• venne :t staccarsi clalln. locale Direzione d'artiglieria. Nel J898 gli Yenne concessa la Croce di cavaliere per speciali benemerenze, nel l.899 f11 promosso Cnpotecnic·o princi pale di 2" clai:;se e :nel J.009 elevato .alla l " classe continuando sempr e a prestare servi zio al Labor atorio di precisione. Nel 1910 Ye1me promosso Ci1potecnico <:ai.,o òi 2a classe e nel 1911 fu trasferito all'Arsenale di costruzione cl'nrtiglierln. in 'l'orino come Cupotecuico capo, la!;ciando poi il servizio dopo la grande guerra durante la quale fu addetto alla Ditta 'l'empini di. Brescia per il collaudo di m!tr agli11trici e morendo in seguito a Rivarolo nel 1025. Nel corso di questa Storia dell'Artiglieria già si è par lato e ancora si parlerà òi Giuseppe Per!no e delle sue r ealiz:rnzioni riguarda nti specialmente lr. armi J)Ortatill, un tipo fl i mi tragliatrice e l n macchina a cl ividPre, studi e costruzioni geniali ed importanti per le quali egli ottenne speciali elogi,· .v.r emi e r:ompen~i ed altresi. lusinghiere onorificenze n<'l Jl:sposi?.ioni na?.ionali eò estere.
-
2114 -
LA MI'.l'UAOJ,IATHI CB REVELLI ·h'IA'.J.'
Nel mio iu Italia fu poi a,nchc adottata un' arma genialmente ideata e ac,c:nratame11te fabbricata, e cioè la mitragliatrice Revelli-Fiat moa. 1910, tipo leggero, stndi.ata da,l c:Lpitano d'artiglieria Revelli Betel-Abiel e costruita dal1a Fiat, tipo dal quale derivò poi l'altro tipo mod . 1914.
· . Fig. 932 - }IitragUatrice Revelli-Fiat mcxl. 1910.
La mitragliatrice ~velli-F'iat mocl . i.910 era del tipo leggero e cioè pesante kg. lG, con raffreddamento ad a,cqua, · e tanto nelle sue parti costitutive quanto nel suo funzionamento 1 presentava una grande a,n alogia col sistema . automàtico della pistola, italiana mod. 1910. Il congegno di raffreddamento era a radiatore o-p pure a.cl acqua; il meccanismo di -ottu rn,zionc a cilindro scorrevole con appoggio infer·iore, centrale, simmetrico; il meccanismo di percussione, distinto dal meccanismo di scatto,. -era, a molla a spirale. La mitra,g liatrice era alimcnt.,'l.ta. automaticamente per mezzo di ca,r icatori a cassetta. :È pertanto doveroso rilevare che ta,l e mitragliatrice Rev~lliFiat mod. 1910 costituiva un'arma sémplice e buona. con ot ' , ti.me qualità balistiche. · Da essa, come si disse, è deriva.ta- la. mitra-gliatrice Fia.t mod. 1914, che a.i tern1ine del periodo da. noi qui considerato, era, tutt'-o ra, in via di adozione. -
2115 -
l'AltTB l'IW .KJ CA
1870-]!)13
La, mit1·agl iall'icc F iat 1914 era a, co1-to rinculo di cann a ed il suo peso, senza acqua, eta di kg. 17 ed a,cva una cele r·ità. di fu n ;,,ionameinto di 500 colpi r:1,l minu to . L a ca nna, cli aeciaio orcli11ario, lunga 100 calibri , aYcYa J righe eli coidali volgenti. a, <l~sti-a . L a, sca,tola cli cnlatta cli forma. prismatica scorren1 con la canna; l'otturatore pri slllatico era scorre,ole
lfig. 9~:;: - C,1pitano Hevell i Bettil-Abi el.
con appoggio a blocco girevole. La. molla del percussote funziona va da moll a, ricuperatrice, e lo scatto poteva essere : or élinal'io, a tiro rapido ed a tiro i ntermittente i. oppure automatico. Il congegno di alin1.e1J.1tazione era con serbntoio a cassetta, con 10 scompa1·tbne11ti ca-paci di 50 cartucce; il raffred damento er a a{l a<:qua, e tale mitraglia trice adop er ava le stesse munizioni clel fucile mod_ 91. P er completare questa disamina, devonsi r icordare anche i fucili -mitragliatrici sorti verso la, fine di questo p erioclo, e fra questi hl, mitragliatT'i ce po1·tatile Ma cl~en -Rexer mod. 1908 con ealibro di mm. 6,5. Quei-:to fucUe-mitr-agliatrice fu .ideato dall'ingegn el'e daneBe Schuboe e coi-trnito poi dalla, D itta irn-
211G -
F'ig. ~)3.J. - 71:f.itraglial-ric:c l!'iat illOL1 . J 9l4.
'.
}j'·ig. 935 - Jiuc:ile-illi t rnglia tri<:e J\iach;e n-R e x<~l'
2117
llJOtl.
1908.
PAH'l'ID 'rl!~CKICA
1870-1915
glese Rexer int roducendovi l e moélifi ca7,io11i proposte dal generale 1\faclsen. J· Un modello cli quest'arma venne per ltb prima volta introdotto in servizio pre-sso la. cavalleria danese e fu poi· anche adoperato dalla cava.Ueria russa in Mamciuria. Trattaudosi cli un'arma dalla quale derivarono altri tipi di f ucili-mitragliatrici, e tipi di illitrtigliatrici leggiere, di cui sarà trattato · nel successivo periodo dopo il J9l4, 1:irecisererno qui le segùenti s ue caratteristiche fonclamentali: il rincuio di tutto il sistema cauna-sc.:atola cli culatta-otturatore sul castello era di circa 5 mm.; il l)locco otturatore assuroen t soltanto uu ruòvimento oscillan te ; il funziorrn.m ento del congegno di caricamento P cli sparo era simile a quello cl.egli amilogbi fucili cli tale categoria; mancava il meccanismo di r affreddamento ; l'arma era sostenu ta anteriormente da mM forcella di appoggio ripiegabile, ed il calcio appoggiaYa sulla -spalla del ti· ratore. Il peso dell'arma era di kg. 7,5.
Appane infine fa. mitragliatrice portatile Hotchldss modello 1912 di calibro mm. 6,5, del t ipo leggero e cioè del pe,so cli kg. 12,400: tale arma ei-a no1:rnalmente servita da due serventi ma era però sta.ta, studiata in modo cla poter essere trasportata da m1 servente solo.
Analogamente a quanto è stato fatto per il precedente ~ottopcriodo, · accennj.amo qui sommariamente alle particolarità nella costituzione delle ai'mi portatili., quali esse era110 alla fiM di questo periodo, prima della, grande guerrrL. Le armi ·e rwno classificate in tre g1~uppi : fucili, ipistole, mitragliatrici. Queste ultime, anche se alleggerite sia per peso che pe1~ ·Organizzazi:one, pur non rispondendo ai veri caratteri . ' di un'arma portatile, venivano ugualmente classifiqtte fra di esse in quanto che delle armi portatili possecleYano le caratteristiche balistiche e rn e adnperavano il munizionamento, men tre poi, fin dal loro apparire, le mitragliatrici vennero date in armamento delle Armi di linea. Le canne delle armi portatili erano formate da una parte rigata: di diametro costante (anim a), e da una parte posteriore clel tubo (cam era) forma ta da due superfici cilindriche -
2118 -
DESCIUZIOX!J. DEL L1' U C1L l·) I'l'ALIA.KO )i0D.
1891
t·<H.:c:ordate fra loro ed all'anima ·con superfici t ro111co-coniche. ~ei riguardi del metallo, il ferro e l'acciaio avevimo, sebbene in grado molt o diverso, le proprietà per essere impiegati quali metallo o:1e1la fabbricazione delle cani1e e delle pa1·ti costituenti i molteplici congegni cli siffàtte armi da fuoco. Lo spessore delle pa,reti veniva calcolato con apposite leggi in r·ela7,ione al valore dell a pressione dei gas della carica. 11 nostro fucile mod. 91 aveva in culatta una parete dello spessore •.li mm. 8,025 (cioè di calibri 1,23), ed in volata una parete spessa mm, li/i cioè un calibro). La pressione massima ris ulatva di 8200 atmosfere. La l unghezza della canna (lunghezza totale) :si teneva in pratica· no n superiore a ci.J.·ca m. l,30 per i fucili ; a m. 1 per i moschetti, ed a m. 0,20 per le pistole. Per quanto riguarda la rigatura, si a(lottava la rigatura elicoidale e la progressiva ; e le numerose esperienze eseguite avevano fatto concludere cl1~ era opportuno cli non ritenere in modo assoluto vantaggiosa la rigatura elicoidale in confronto della rigatnra progressiva, · mentre poi il sistema di rigatura prescelto doveva essere considerato anche in rapporto al tipo d'arma, alla lunghezza clel proietto rispetto al ca'llbro, alla na tura dell'esplosivo ed alla velocità. iniziale. Relativamente ai congegni di puntamento, tralasciando quanto ha tratto al sistema della determinazione delle lince cli mira mediante l'asse ottico di un cannocchiale, la forma clel milino era svariatissima, mb. generalmente a sezion~ triangolare od ogivale smussata con sezioni di altezza decrescente verso la bocca dell'arma, coJla faccia posteriore piana e normale all'asse della canna oppure alla linea di mira naturale. Gli alzi avevano anch'essi forme svariate, e si r aggruppavano nelle se. gnenti categorie : alzi a tacche (tipo an tiq uato, quale il :Cucile cla fanteria mod . 1800, sistema Carcano) ; alzi a fogliette (anch'esso antiquato, quale il Dreyse mod. 44); alzi a lamina scorrevole (tipo anch'esso antiquato è non pitL riprodotto) ; alzi a ritto (alzo r ettilineo). Questi ultimi potevano essere con ·cursore, eo11: cursore e fogliette, con cursore e zoccolo a. gradini. Si avevano infine gli alzi a quadrnnte i quali potevano essere : con alette e tacche cli graduazione (tipo fucile italiano mod . Hl); con alette e curva cli graduazione; con cursore longitudinale e zoccolo piano. I congegni di caricamento e sparo (congegni cli chiusura della culatta) si cliYicleva!'10, secondo la loro forma, in congeg11i a cilindro cd in conge.gni a blocco. I meccanismi cli percussione e di scatto poteYa no essere : con molla a sriiralc; con molla a lamine ; di t ipo misto. Dei meccanism.i di. ri11etizione già è stato parlato accennanclo in modo spe<:iitle nlla loro evoluzione. Nel loro complesso, tali meccanismi si 1,ag-
-
2119 -
L'Alt'.['{:) 'l'EC /\IC.-\
LS,0-1915
grnppavano nei segueuti tipi : a più eanne (fis,-e o rotanti) ; a tmnburo girevole; a serbatoio. JJ rifornimento del serbatoio, ubbanclonlJ to i.l sistema antiquato del rifornimento successiYo, era fatto ·con rifornimento multiplo, e possi.bilment1:i anche con lo scaricHmcnto multiplo del serbatoio. Il r if ornimento mnlt iplo del serbatoio si otteneva preclisponenclo Je c-artncce dentro un involucro me-
l. -1 l
j t
j i
I j
I
Fig. 936 - Alzo a quadrante - .IJ'ucile itn liano mocl. ,91.
tallico elle era clliamato Ctu·ìcatore se serviva esclusivamente come mezzo per tener riunite le cartucce e rifornire il serblltoio; · involucro metallico che era chiamato pacchetto sé, oltre a tener riuni te le cartucce ecl a rifornire il serbatoio, se1·viva sia come organo del meccanismo cli ripetizione rimaneilclo · nell'interno clel serbatoio finchè conte11e;-a cartucce, e sia per lo scaricamento 111ultplo a cartucce riunite del serbatoio.
-
2120 -
)lU~IZIONI
PER LI,; ARMI DA l~UOCO POR'l 'A'rlLI
**
,t
Per quanto ha tratto alle 1n1tn·i,zfon,i per le armi da fuoco portatili, ric,ordato che col perfezionamento della, retroca.r ica, nel 1867 fu adottata la cartuccia a bossolo metallico, e ricor dato ancora che anteriormente (1844-lSGG), coll'adozione delle armi a retrocarica la cartuccia poteva contenere anche Fin· nesco, sicc.:hè :;;i ebbe allora la cartuccia completa a bossolo combustibile nella qua.le il bossolo erfL costituito da un tubo di carta, sot tile di tale qualità da offrir-e mia certa resistenza pur a,bbruciandosi durante la combustione della carica, e. in moéLo da lascia-r e pochi residui, nell'annessa figura sono riportati varii tipi di cartucce a, bossolo combustibile, nonchè qu ei tipi di ca.rtucce a bossolo metallico successivamente · a,d ottato. Circa il metallo costituente i bossoli · metallici, .era stato rico:nosciuto che il meta.no migliore era l'ottone, ma prima cli usare questo metallo fu tentato di far ricorso al rame, al tomba.e, e successivamente al ferro, · al bronzo, all'aillumi· nio ecc. ecc. In tutti i tipi n bossolo presenta.va un pro.filo a botti· glia. La cassula od innesco era un vasetto metallico che si a.p plicava al bossolo e conteneva la sostanza detonante; la cassula era generalmente applicata al centro del fond ello ed esternamente aJ esso, potendo assumere le due forme : di in· nesco ordinar-io od innesco . Berdan; o,p pure di innesco di si· curezza od innesco Boxer. · La carica era costituita, da polvere infume, detta impro· priamenre polvere, e sulla, cui varia composizione non è qui la sede per entrare in particolari. Nei riguardi dei proietti, ricordato che il proi.etto dei · fucili da guerra prendeva e cor1tinua a prendc~re il nome di pallottola,, sèb_bene esso non sia sferico ma sempre di forma oblunga, si deve rilevare che la pallottola è composta, di due parti essenziali : il nocciolo e la inca,miciatura. Il nocciolo poteva essere o di piombo, o di bronzo, o cli acciaio, e per ragioni del maggior peso e del minor costo si preferiva il noeciol~ di piombo. L'incamieiaturà,, come già, si disse, si im· -
2121 -
i
l!'ig. 937 - Car tucce a bossolo c;ornbusqbile ect"
1.L
bossolo metallico.
1. Cartuccia a bossolo com bustibile per fucile liscio ad avancarica. - 2. Cartuccia a bossolo combustibile con innesco interno per fucile rigato a retrocarica, tipo a d ago Dreyse. - 3. Cartuccia a bossolo combustibile tipo acl ago Chiissepot. - 4. Cartuccia a bossolo combu;;tibi!e con innesco interno per fucile riga to a retrocarica, tipo ad ago Carcano 186G. _ 5. Car tuccia a bossolo met allico con innesco periferico, t ipo I,oren2.. 6. Cartuccia a bossolo metallico con innesco centrale ordinario Berdan . . _ 7. Car tuccia di sic.ut·ezza (Boxer) tipo it aliano mod. 70.
LEGGENDA.
-
2122 -
.\1UXIZI01'il
l.'i,;l{
LE 1\l!MI DA ~TOCO l:'OHT.\ T l Li
pose col1"11dozione cl cl piccolo cali bro-: es!.'.a pote,·n essere o dj ottone, o di rame placcato con stagno , o cli nikcl. o di nrnillecho1-t, o<l anche di acciaio <lolce nikelato . Per qunnto ha tl'nltt:>
r
Fig. 038 - l!'or me di inncsehi.
·~ ---..... -
·- -
a· .
6
Fig . 939 - Tipi cli pallottole ammntitc od a.ITusolutc .
alla forma, della, pallottola, devesi ri<;ordare che il piccolo calibr o e la necessità ùi otten ere gramle clcrn;it.,\ trwsversale, obbligarnn o a riconere a forme moto nlllungate, mentre poi il bisogmo cli _nn noternle . gra,clo <li pen etrazione e la necessità eh ottenei·(' traiettorie molto tc.c;;e imponevano di foggiare -
2123 -
l:'AHTIIl TECNICA
18ì0-U)l5
il proietto oblungo con la p..nte ,rnteriore affnsolata e talvolta
molto acumi.na ta. Esistevano inoltre delle munizioni speciali, quali la ca,r. tnccia a metra.glia, Ia ca.rtnccia l"idotta, la eartuccia a palJottola :frangibile, la cartuccia per il tiro ridotto, la cartuccia cb salve, . la curtucein fL paHottoJ.a perforante gli. scudi, ed infine la carLn ccia dit esercitazione.
.I
..r
I l'i'ig·. 940 - C:_n·tucce per
·>=- -::•
-:+
;.u·1111 1i1od.
91.
'
Circa la fa bbricazione delle a rmi da, fuoeo portatiìi basterà clarne 1111 cenno ra,piclissìmo ricordando l'elen co sommal'io delle principali operazioni occorrenti per la fabbricazione del fucile i taliano mocl . 91, qua.li si praticavano nelle nostre Fabbriche d'armi. P er la fabbricazione della, canna, le successive operazioni eràno : provvista e colla 11 clflr,io1J1c cl elle sba,rre; lavor azione -
21~4 -
PAI3BHH.:AZI0Nl~ DELLE A[(t.11 DA
n :oco
POR'l'A'l'lLl
preliminare; trapanatura; agguagliatura e livellatura; torni· tura; levigat ura estern,t; rigatura ; levigatura interna; came . :ra; operazioni successive. . Per le fabbricazioili delle a,l trc parti in metallo, occorrev:1 prima eseguire la provvista e la colla.udazione dei metalli occorrenti e quindi si procedeva alla lavorazione cli quelle parti che venivamo precedentemente fuci.nate e di quelle parti che si ricavavano direttamente dalle verghe . La fabbricazione procedeva ql!indi per eseguire la, culatta mobile, le parti -relative al puntamento nonchè quelle clel meccanismo di otturazione, di percussione, di sca,t to e eh ripetizione; si procedeva per nltimo alla fabhrica,1,ione della c::i.ssa, e quindi a,l la montatura del fucile. La fa,bbricazio1ne delle ca,r tucce Y{~niva eseguita nel seguente ordine: allestimento della cartuccin, a pallottola comprendente: la lavora,zione d~lla cartuccia, dc1l'invoglio di cartoncino, del pacchetto, dell'invoglio cU legno e di carta per pacchi; impaccamento e incaissamento. A su a volta la lavorazione della cartucci.a a pallottoJa propriamente detta comprendeva : la lavorazio111e del bossolo, della pallottola, della cassub, del caricatore, nonchè per ultimo la composizione della cartucda. Per la fabbricazione del bossol o, le successive operazioni erano le segueuti: tagliatura e stazzatura; primo, secondo e terzo trafilamento : pri1,11a operazione del porta-cassula; quarto tra:6Iamento; pareggia.mento della bocca; seconda operazio1ie del porta-cassula; foi·are l'incudinetta e metterla a giusta misura; prima rkottma a gas ; fare i.l cono ; mettere a; giusta lunghezza il bossolo e prnti.care l'accecatura nell'interno della bocca; lavaggio di ultimazione; fa.re la scanalatura amulare per la presa dell'estrattore; s<:.,>eonda ricottura a gas. P er· la . fabbricazione della pallottola, rilevato che la pa1lottola, si componeva di un nucleo di piombo e di un rivestimento costituito da un . bossoletto di maillechort, si operava nel seguente ordine : il nucleo si ricavava da una massa di piombo ridotto in filo, il quale, mediante apposita macchina per forma,re pallottole a, compres'sione, veniva tagliato in pezzetti che poi veni.ano compre~si in modo da risultare tntti -
2125 -
i' ARTE '.J:EC:NICA
1870-1915
.r
d1 uguale peso e lunghezza_ Quest-0 sistema di compressione era appunto quello al quale già era stato a{;·cennato nel preèedeinte pexioclo, e che aveva sostituito la fabbricazione per fusione e per colata. I bossoletti si ricavavano cla bandelle di 111ai1le{;hort (leg.1 di nikel puro in proporzione cial 15 al 16 % e rame elettrolitico) med.i ante le segueùti operazioni: taglio dei dischi e stazzatura; primo tra1Ha,:mento; secondo e terzo traùfa.mento ; làvaggio ·dei bossolet ti in acqua e soda calda. Le macchine per la lavorazione dei bossoletti erano simili a qu elle tmpiegate per i bo,s soli.
Come sinte~.L conclusiva cli questo paragrafo tecnico. riguardante le Armi Portatili, è doveroso rilevare la grande importanza clìe per noi italiani. costituisce il cammino percorso nel periodo 1870-1915, cammino così intimamente legato alla nostra storia. Difatti è evidente come non si possa adeguatamente comprendere la storia delle armi da fuoco se essa non la si stndia in relazione agli altri rami dell'at tività sociale perchè il progresso delle armi non è che una delle infinite forme del progresso civile. L'eroico g,enerale Antonino Cascine nel suo notevole libro << Il tiro, · gli esplosivi, le armi)), cosi scrive: « i grandi avvenimenti del secolo scorso non si
possono studiare, . nelle cause e negli effetti, gli uni sepnratamente dagli altri. Essi sono intimamente connessi fl'a loro, procedono di pari pnsso nel fatale ca11{mino, si aiutano a vicenda, hanno un'inevitabile azione reciproca, si completano gli uni cogli altri >l.
Da quanto è stato esposto noi ·rileviamo come i'l1 circa mezzo secolo si si~ passato dai · fucili ad avancarica lisci ai fucili a. retrocarica rigati e celeri; e come l'efficacia del loro tii·o sia diventata per lo meno dieci volte maggiore. Se si confrontasse il valore balistico del fucile mod. 44 (che nelle prime gnerre d'indipendenza armò i pionieri dell'unità d'Italia) con -
2126 -
N<)'t·A Bll3LIOGRAFICA
quello del fu cile mocl. 91, e se si facesse il paragone fra i valori tecnici dei due fucili che segmano i due estremi dell.1 scaJ.a, il cammino percorso in un tempo relativamente così breve apparirebbe da.vver<> immenso. Gli è quindi con fondn.ta, ragione che il Ca.scino terminaya le sue considerazioni con le seguenti parole : · <<L'Italia, che gettò le prtme basi della ba listi ca con Nicolt> '. rattagli,l nel magnifico 500, anche ultimamente si è mostrata .grande negli stucll balistici coi Saint Robert, i Cavalli, i Siacci, per parlare solo dei ma~giori. Ed essa, che nel 1844 e nel 1860 ha copiato i fucili francesi, e nel 1870 ha adottato un fucile svizzero, nel 1891 ha munito il suo Esercito del fucile più perfeziom1to che oggi sl conosca, frutto del genio italiano rinnovellato ,,.
Queste tlivinatrici autorevoli parole del grap.cle artigliere, eletto scrittore e procfo soldato, sono giusto premio per i nostri maggiori, moni to ed incitamento per noi.
Notizia bibliografica e delle fonti PER IL S0T'J:0CAP1TOLO ((
Arnn
POR'l'A'.1.'lLI )) DEL CAPI'l'OLO
XXXI -
§
8
(1870-1914)
Il tiro, gli esplosi'l;i e le anni della fanteria (Ca,s a Editrice F.lli Treves, Milano, 1901). CLAVARIXO AL1°r.:o: Armi e ti ro (Tipogr afia G. Candeletti, '1:orino, Ediz. 1887, Ecliz. 1902). ELLENA Grnse:PPF.: Oor.so di 1na,teriale d/arti[Jlieria (Unio·n e Ti· pografica :Editrice 'l:9rinese, Torino, 1872) . Gucc1 Lu1G l: Ariwi portcitili (Stabilimento Tipografico G. U. Ca,ssone. Torino. 1912, Ediz . 1915).
OAsCINO AN'.l.'ONINO :
-- 2127 -
'
Indice dei Nomi contenuti nel Volume VII (i}
A
1287
1994 1200 - 1214 - 1238 1239 - 1701 - 1717 1718 1724 - 1743. ADAl\H L U 1GI. 1298 - 1~i:!.)J;'' · 1302 · 1318. \ A.FAN Dm RIVERA ACHILLE. 1297 - 1302 · 1318 · 1Sl!). AilEL .
-
LL
AGOSTONI
1.595 -
UMBERTO .
1591 - 1598, · AL81/\l. -
-
1321 1529 1535 1533 1534 1536 1559 1561 1562 1563 1564 1567 1565 1566 1578 1568 1577 1579 1593 1586 1587 1594 1626 .. 1627 1934 2028 2050 2051 2072. A11fARETTI Ò AHLO. 1321. AMA'.1.'URO i\IICHELE. 1627 1742. AMID~OOLAGit,;É.
-
-
ANSALDO . A.NZALONB
1477. V. -
AHAGNO
ArnSAKA. -
A.R:'IIS'l'RONG.
l::!92 · 2026. 2105 . 2106. 1436 - 1831
1833 · J.841. 1646 . AUDONARO. 1993. A .RKAU O.
2105.
ALLASON UGO.
A.N'GEU .
1288 - 1289 - :!.542 1995. 172-!. J -1:36. G.·\l'Yl'.-\ ~ O.· 1476
XVII
·
AYìlIOXI:KO
-
1155 ·
B HAJ,BO PnosP1mo. -
xv1r.
BALEGNO P LACIDO . -
XVIII.
XVII.
~107. BARATIERI. ..'._ 135.l. BARRETTA. ___. 2026. B ,rnn. - 1504 - 1510. BANG.
G. B . - 1249 - .l'!!G!,. 1278 . 1280 · 1282 · 1285 -
AMicr
GIOVANNI.
1156.
BARONI
-
Er,;ruco.
BASHFORTH. -
ai
~ XVII - xvIIc. 1658 · 2026.
(1) I numeri 1,aginali corrisr:ondenti . nomi nativi, dei quali sono riprodotte le· fotografie, sono stampati io corsi.vo.
137
-
2129 -
IX:DICE DEI N0::11I CON'.l.' ENUTI ,\Jol[,
Cnm,Lo. -
BA:5SIGX A"-A
1351 ·
1595 · 1597. H.\1;)1GAR'J.'U:N . BAZZfCEIDLLl
208:L.
l{OBER'l.'O . -
1200
1218. 1Z19 1221 · 1549 1898 · 1899 · 2]14. H rncH.
~
2082.
1565.
BELAil%'F.
-
Bc:LLEZZA
GIO.\CCHINO.
H t l, LIXI. -
1504 · 1511. CARLO. 1298 .
BElL'l.'RAMI Hl•JYEDEJ'J.vrI
.ANTONIO.
-
-
XVII.
1498
1406 · 1476 · 1544 · 1623 · 1627 · 1936 · ]987 · 1988 · 1989. B EJR ARDl~F.LLC 'l'OMì\!ASO. 1657 . 1679. BBHDAN. 2085 · 2106 · 2121 2122. lku~Aeò B nr::., . - J:.WO · 1237. B 1mTARELLI E DOARDO. ~ 1591. Hf<ll{'l' HELOT. 1612 · ]743. H E l('l'OLDO GIO\".-\NNI. 1292 1293 · 1323 · 1324 · 1330 1372 . 2089. ]3 t,;S:-iOLO Ar.1,:SS AKDRO.' 1217. BF:TTOLO. 1455 · 1456. 1lTAXC'ABDI Grns. 1065 · 1090 1091 1113 111!5 1124 1126 1144 1145 1156 1164 1175 1176 1529 l;S30 1531 1532 1533 1534 1545 1554 1556 1557 1558 1559 1560 1561 1563 1568 1569 15'78 1579 1584 1585 ] 586 1!387 1!'i89 1:593 XVI •
~
vn
1627 lì8±
139:t 1770
1628 1801
1765 · 1820 · rn:w 194J) 2028 2051. HIANCIII GIOVANNI . 1546 · 1556 · 1629 . 1640 · 1641 1642 1646 l (i,l.3 · 1644 · 1645 1675 · 1684 1685 168(; · 1687 · 1688 · 1690 2027 · 2072. BL-\M'RI Grus. FORT. _ 1124 . 1.l2(] . 1760. B.roxo1 .\l ormA l <'UANC . -
1499 · 2100 · 2102 . Hf.lK'NATI L T.:('IA NO . -
VOL Ull:U )
:XVI.
lill · 1434.
Brsso. Boon:o. -
2108. BoDM:AN. 1968. B omo Grnv. ~ 1298 - 1299.
1292 · 1306 · 1315 1317 1510 1529 1541 1556 1595 . 1597 1618 1623 1745 . 2028 2033. BON,\7,7,f. LORENZ. ~ 1419 1420. BONELLI ÙIDSARE . 1128 ]145. BoRCHARDT. 2111. B OSQUDT. 1587. BOXER . 2121 · 2122. BONAGEX'rM.
1307 1504 154.0
-
1309 1508
R RAC'('f,\UXI SCH'I0:-11!:.
1273 1288 1310 1529 1GJ4 1675 2007
.
HitAU:~OJ.l N.
]285 1289 . 1504 , 1541 1556 1689
-
1286 1290 1511 )542 1627 1690
1287 . 1292 . 1520 . 1543 . 1646. 1096 '
2027. 2105.
-
BRAIBA.'<'L'I E uGIDNIO. -:BRA Vl<;'l"TA ETTORE. -
21RO -
;1249
.1154,
1627.
INDIC0 OEl NO'.MI CONTEJNUTI NffiL VOLUMlll VII
B REDA
E. -
1,166 - 156
· 1569
2114. A. F . - 111,'ì. B nownm. - 2108 - 2109 · 2111. J3Hl!lGOLI QUEGOHIO . -
B1t1GNONE
H:i-1.4 - 1691. Dr P 1~1rnERO Vrr'1'01no. 1936 · l 9X5 · 198U 1987. Bu~·n ALoo . 202 2037 · 2072. B UHGO S 0 A'..\rll, LO . 1-595 · 1597 .
1571 . 1585 1613 · 1626
1563
JG'9 17(;4
1570.
2]27 .
1!,.w. 0AVOUH O.ùIILLO . -
B U t"FA
CEI Uao. -
J. -
1627. 1533 · 1658 · 1665 ·
Ù HALLÉA'J.' ÙHAPEL . l{i(j!)_
2095 . 1629 1640 1 C:-11 · 16:!2 · lG.J.5 . 1646 ·
CH A'..\IEJLOT. -
e
189~.
ÙHARPY. -
1591.
0HASSlllPOT. -
1895.
CAMPAN l•)LL!
AHTURO .
CA'..\[P..\XELLr
FELICE.
-
1591. J.597. 1292 ·
1313 . 1314.
L.uumnTO.
~
CHIODO. -
CIALDINI. -
1351. 1672.
1603.
XVI.
J.356 · 1628
CLAVARINO ALF EO . -
1892 · 2127 . .ANTONIO.
CLAV..\HI?\O
1521..b · 2074 · 2100
2034 · 2093 . Cor,ol'i:-mTTl G. -
· 1546 · 1548 · 1553 · 1562 -
1556.
ÙHElRUBTNI ÙLAUOlO. --:.
· 210.l · 2102 - 21 03 . 2122. CAilPA.\'I. 124.9 · J 270. CAsA:--A SEvEn1:--o. 1411 . 1427 · 1428. ÙASCINO AN'.l'ONlNO 2 l26 · 2127. CAS'l'.\Gl\"OLA L U IGI. 1249 1268 · 1269. CAVALLI ET'l'OUE. 155G · 1597 ]646 · 1663 · 1675 - J.683 1684 · ](; 8 · J.691 · 2121. CAVALLI GIOVA.\'l'-I. XVII • 1529 1535 1536 1544 1545
ÙARCAM
2082 · 2083
CLAUSETTI EKRICO . -
HOG.
CARACCJOLO ! 'l"ALO. _,, XVI.
S. -
207-!
- 2122.
0ALICHIOPULO .ANTONIO. -
ÙAI'ECCHI
-
lG~S. 1321
C,\ Ol{SI .A:.\'OHlllA . -
2102.
2J 07 . 2108.
('II..\RBO.\'NIEJ1 .
C,\Ll,Y. ~
1455
CAYEGLI.\ CnESCE-"'L'INO. -
BRUNO Grnr,,xr-.- 1. ·_
OAmE Esnrco.
1586 1751:i
-
1742 -
J.434.
2080 . 2081 . 2086. 150± · 1505 · 1506. l<JLOOtO . --:. 1595 · 1.597.
CoMBLA1:-1 . -
COMO. 00NSO
ÙORON8L
J 'uLIA.NI
NEGRE'.L".lèO.
1G46. ConTE Erm1co. ('onTESP.
2029 · 2071. 1398
GrnsmPPE.
1504, · 1518 · 1936 - J 982 19 4 - 1985. ConvE'ITO CESARE. -
1493 · 1494:
15D2. OOSSO'I' LIONVILLE: --:.
21!ll -
1646.
l.'iDIC0 DEI NOMI CON'.1.'lDNUT.t rmL VOL UM!ll VII
CRE~Cl,XZI LUIGI. -
1524.
CRISTOI'ITE. -
1554..
lJoi.:nr.;'.l' Grt.:LIO. -
X\'1.
DHAGO .ÙNTOl'iIXO. -
XV(.
208:? · 2122. Y L ORICA. ~ 165(;.
DHEYSI•;, D'GH.\X
D DABALÀ l<'RANC. -
D ABORMIDA G IUSI,;PPEJ. -
D ' ALE)WERT. DALLOLIO
-
E
XVI.
1066.
162 - 1892 193J · 2027 · 2127. EXFIELD. ~ 210G. ELLE,:./:\ GIUSEPl'I, . -
1650.
ALl~HEOO .
-
13~8 · 1356 · 1441
1326
1464
1465. DAL ì\LOX'l'E D O:\!ENICO. -
1592 ·
1593.
F
Dwn,;!-;, - 140G. Di;; BAXGE. - 1798. Dm Bl'JAUMON'.l'. - 2084 · 2085. DE FAI.C'O. 2027. DEFER A. 1934. lJi,; GRAJS'DRY. - 1239. DE LA LLA VI•:. - 1656 · 1657. DE L UCA JhL\l.LER . 14.36. Df::LVIO NE . 2095. Dru MAHIA LUIGI. - 1319 . 1506 - 1698. DE i\lAHllE J.\COB. - 1424. DE MAnTINO V. 1200 · 1243. DBPORT .JOSEPH ALBERT. 1603 1627 · 1772 · 1779. Dm SAUROIN E. - U OO - 1237. DEl SPARRE. ~ 1669. DE S1.'C:F'ANO ANTONIO. 2029 · 2070 - 2072. D0 VoND@WEID Eoo,moo. - 1455. Dr SALUZZO MAnco. - 1427. DOERSCR. ~ 2082. DOREMUS. 1698. -
1520. 19i6 - 1982.
FAIXl GAETANO. -
F' ALC:ONI~.
-
FALLANCA
FRA.:-ICE~CO . -
1298 .
1302. 1279. Ue,u:,oo. - xvi. FAUTRIEH. 12 6. FEDEHICI ANTONIO. 1585 · 1587,
FALTA LUlGI.
FAU'l'ILLI
D' 1595.
FERRAR!
On SAHA
T EODORO .
FERHAnIS GALILEO. 167-1. Frtrmimo I GMzro. - 1155. FIAT. -- 2115 · 2116 - 2117. FILIPPI DI BALDISSERO VITTORIO.
-
1603.
FRACASSO
' 2093.
FosrmRY. -
VITI'ORIO .
-
1568
156!>. FRANCHI:-II
A'l.·1·rr.ro. -
Frt800I GASPARE. FRISCIOT'.l'I ÙESARE.
2132
159?'. ~
1608. 1278 - 2111. ~ 1351 · 1595
lNDlClc DE I ::-:O.MI CONTENU'l'I ~EL VOLUME VII
G G.-\LLJ·:ANI D1 SAINT A,IBROISE ~
RAZIO.
G..umu,I COLOMBO - 2102 . . GARIBALDI
O-
129·7. PIETUO. -
210.l
1070. 152'1 - 2095 - 2096.
GIUSE I'PE.
GAHDNEJH . -
GASPERI ELBANO. -
XVII .
H
2096. G ,\U'flrn!L 1249 - 1277 - 1279 1280 - 1281 - 1936 2011 2012. G:HIHAUDINI Al:G U STO. 1324 1356 - 1358 - 1427. GlANCOTTI 'VINCENZO. 1595 .l591.
GATLTNG.
1537 · 1538 - 1588 - 1591 .1593 · 1627 - 1831 - 1.833. Gucc1 Lu1Gr. 19:34 . 2127 . G U ERfNI GIOVA~NJ. 1318. G UICCIARDI GIOVA:-.I KI. 1321. ·GUICHARD 0 . 1628. Gt.:SSALLJ L GIG I. 1623.
-
GIAN01·1·I LUIGI. -
1656. 1281 - 1282 - 1993. lL\USJ\IANN. ~ 1734. H,\ U SSERMAN :- C . 1737. HERGil:ll'l'. 1218. lIEYDDKREICH. 1631. HTRA:-.1. ~ 2077 . lI,IDOOCK . -
1-1 AL S Krn .
1550. HOJ f1L . ~ 1656 - 1658. }[OLF.:i\:IBERG. 165·7 . flOB.ENLOHID. -
1128.
G I GLI CERVI GIOVANKI. -
-
1326
.l821 . 1358 - 1360. 1742. G IORDANO GCHl1:ì\1IA. 1519. GIOVANNE'.l'TI E. 1065 1066 1090 1091 .l093 1106 1108 ll09 1110 1111 1112 1297 1558 1646 1666 1661. GLAISHim. 1679. G LISID~TI. 2107 - 2111 . 1 Grus BASILIO. - 2075 - 2.083
2113 - 2118.
F(oTCHKISS. -
GrnA MICHELE. -
RowE.
1895 .
h GALLS . 1656. Izzo A·1~rn.10. 1743.
J
2084 - 2085 - 2091 - 2092. Jl3S - 1159
J ACHl '.';I
CAHLO. -
.J ..\JL\JAK.
-
1G28. 20SG - 2090 - 2093.
GRASSI G~O\' ANNI. -
K
- 11.84 - 11.87 - 1188 - 1189.
1556. P en i PEO. - .1312 - 1321 1381 1387 lB88 l4Jl 1:1:2, - H ~J - U37 - 1529
G tUJ3EAUVAL . -
K ovACO AU}SsA:-ono . -
G 1m,Lo
K ROPAT:'; ('!H)K .
-
-
1218. 2090 - 2092 .
2105 - 2106. Kin.:l'P . - 1G5G - H357 - 1804.
2133 -
Il\DlCE DEI NOMI CONTENU'l'I NEL VOLUME VII
L
1292 · 1316 · 1317 · 1318 - 1504 1505 · 1506 · 1507. M.-H NARDI Gms. 1628 . 1646. J):[AINO!\I D'J..è'<'rIGNANO. 1592. i\1AUSPINA LADI ST,AO . 1302 · 1318. ))iALV ANI. 2027. MANGA.NONI CARLO. 1892. M ANGIAGALLI AN1'0NI0 1319 1321 - 1322 - 1323 1427. l\{ANi\'J,:SMAN . 1895. :M.XKNLICllBH. 2077 2093 2098 · 2099 2102 . 2105 2106 - 2107 · 2108. MAKZOLI GIULIO. 1321 - 1324. MAi\'½ONI. 1427. D1ARAZZI. J.427. MAHCIA NI l<'ru:--c.msco. 2028 2034 · 2035 · 2072. ìVfARCOLONGO R OBER'.l'O . 1691. .JlAIHAG(]J. 1277 - 1278 · 1279. MARI1\l\I F'ELICE. 119-',. MA R'.l'INrnz. 1285. l\fARZI. 1476 · 1477. MAf.lC.-\RIDl'Tl FUCINO. 1351 · 1597. i\fasr. ·_ J.427. MA'l'A. 1629 -1639 · .1644 1646. i\L\'l".l'EI A.WONSO . - ' XVI · 1556 1628 · 1631 . 1646. MA'lvl 'l•]I ElV1IL10 . XX · 1(165 1069 - 1071 · 10ì'~ - 1297. MAGXAGBf . -
1550 1552 · 1553 · 1565 · 1568 · 1575 · 1576 · 1587 . 1628. LANZAVECCRIA VINCl•!NZO. 159L L AUREN'l'. 1669. L1m1~1,. 2075 · 207G 2077 · 2091 - 2104 · 2105 2106. Lm BoULENGÉ. - 1277 1279 2013 1280 · 1681 · 1936 2014 - 2016. LEDEBOUH. 1895. LEn:. ~ 20'77 · 2093 · 2099 - 2100 - 2105 -2106. L ITJL<'AUCHUYUX . 2095 . L JJGRAND . 1383. LE GoARANT Dm TROMELIN. 1290. L EI'.l'NHER: 14:25. LE1'K . ~ 1701. LIDNZ ALFREDO CAHLO. 1218. LIP PID . 2082. LIVRRMOOftB. 2093. LonwE . 2093. LONGO GIACOMO . 1065 · 1069 · 1070. LORENZ. 2122. L UIDGIDR . 2111. LA NGLOIS. -
M G. - 1628 · 1882 1892 · 1935 · 2027.
MADASCRI
1281 · 1282 · 1285 1656 1993 · 1994 · 2116 2117 · 2ll.8.
M ADS !nN. -
-
ì\1AT1'EUCCI
ITALO.
-
XVIII.
2075 · 2078 · 2084 2085 2091 · 2098 · 2105 2106 · 2107 - 2109 . 2111.
i\:J:ATJSEH. -
2134 -
INDICID
omr
KOì\lI CONTENUTI NEL VOLUME VII
1657 · 1658 · 1669 . 1524 1525 2077 · 2078 · 2107 . 2112 · 2113 2114. 'MWKABREA L UIGI. - ' 1065 · 1069 1010 - 1077 - 1087. 1\illJl'PF.N . 1658. l\l!ITCHAN. 1656. l\:[OCB. _,, 1568 · 1628. MoISSAN . _. 1895. M o~c1mnFF . ~ 1533 · 1949. l\iOLINA RODOLJ,'0. 1743. MoLINARI. 1743. MONDRAGON . 2078 · 2107. iVIONGE GASPARE. 1614. MoKr OKORA'l'O. 1293 - 1324 1326 - 1328 · 1329 · 1356. l\:IONNI L U CI ANO . 1727. MON'l'AGKA . 1831. l\,IONTEFINALE Tn•o. 2028 - 2052 · 2072. MON'l'I CELLI VIRGINIO . 1129. 1\'[0NTÙ ÙAR LO . 1427. MoRIN. 1612. lVIOSSINfl. 2106. MULLER B . (VON) . 1559 · 1794. MURATA. 2105.
1.\faniwsKY. -
K uccomNI
N. NAGLE GAETANO . -
1133 · 1135
1137. NANNI LUIGI. ~ XVI. NAPOLE-CKEJ
I. -
Nmvo CARLO. NOBIDL A.LFHEOO.
1552 1553. 1302. 1704 · 1705
1706 - :!-740. Nor.AN. _. 1281 - 1282 - 1993. -
GruswPPE.
-
2029
2065 . 2072.
i\lIASIM . -
Nuu.o CARLO. - -
2028 · 2056.
o 1321. Ouor,r FAsor,A A.L1~sSA.KDRO. 1297. ()C,LEitO. 1656. OLT,IVEIU LUIGI. 1591. ORLANDO LUIGI . 1617. OsMo:-;o. - 1895. () y A)1A. 1542.
Oovox1,; PIETRO. -
p P A<.Mi'. O
Grov.
PAGL(ANJ
BATTISTA. -
VINCEKZO .
-
1591. 2028 ·
2034. PALCANI M:AIUO. _:.
1351 · .1603. 1595 · 1597.
P AL L IIDRI VI'l:l 'ORIO. ~ PANIZZARDI
PIIDTIW .
1326 ·
1328. PARODI CAHLO.
-
1351
1594 1675 1679 1683 2028 2073. .PAROKE Sc:HAFINO. 1706 P .,\f(lli\VI CINO G. 1249 1214 - 1281 . 1282 1993 - 2100 - 2101 . PARJ{OZZA!G. 1706. PASQ UALINI. 1285. PASSINO. _,. 1292 · 1316 · 1318 -1504 · 1505 ·
2135 -
1592 1590 Hi46 1631 1.677 1678 1681 . 1682 1685 1690 2047 2057
1556
1591 1676 Hi80 1684 2035 · 1707. 1273 1302 ·
1317 1506
INDI CE DEI NOMI CO~TENU'l'I KEL VOLUME VII
1507 . 1936 · 2008 - 2009 2010. PA STORE (JARLO. 1291 · 1208 ]300 · 2114. . P A1TIS0N. ~ J.l.3ù. P EOnAzzo 1.r Coo. 1505 - 1519 ]520 1521 1556 1560 1568 1587 1936 1959 · 19fì1 19U2 1960 202S · 2033 203+ 20.J.t' :'ZD73. P 8IROLEffl EMILIO. 1506. P EXNELT;..\ GIUSI-JPI'E. 15 '7. P 1,m rKo. - 1505 - 152-f. - 1525 1526 - 2112 - 2118 · 2114. P lilURONE 1'10 . 1406 · 11,08. PErtf!OXE )JF.TRA
l{OBEil'l'O. -
P HILIP S.
· 1086
·
1102 · 1103 . P ISTOIA. ~ 1427. 2028 · 2051 . P LEBANI. 1277 . 1281 · 1993. POGGIO l:'IE'l'RO. 1157. P OLLJO ALlll~RTO. 1427 Ponno I GKAZIO . - .1936 · 1975. P oucaer.o". 1656. Pozzi CARLO. ....... 123G P nATT. -
l{J,:::;ro C'ARLO. -
l 200 ·
1238 -
1:ll39. 2115 -
2116. 2116 · 2117 - 2118 . ] 50± · 1506 167,~ · J.(i75 · lGHl. Rroa1 EcGEl\10. - 1504 - 1508 -
2107 · 2108. 1895. H OBF'.illTO LEON IE. - ' 1351 · 1595 1.59?'. H ODUHANN. 1743.
1587
HIGO'.l.'l'I. .......,,
HOBIJ:RT A DST0N. -
1282
· 1716. 1974 -
1281 .
209:5.
Q 1297
H OGX0TTA B EXEDETTO. -
1298. -
1343
15 9 · 2027. FnANCEsco. 1302 1803 · 1~18 1321 1587 15!)1 . HoH:,:i-:. - l:'>59 J 564 1565 J 628. 15G8 - 1577 H OLA!\"DL ] 199 · 1203 · 129"/ 1298 · 1299 . Hoss. 2106. HOSSlilT G IUSF.PPE. 1065
HoGII~R
1993.
Q "O'AGLL\ ~!COLA. -
1612.
1510.
P lS'l'OJ GIO. B ,\'lyl'ISTA.
12B2 · 155
Uf:SAL. -
1743.
HICCI GIULIANO . -
1076
-
1.593.
HEGA½Zl G 1USEPPJ,:. HEGII SALLUS'l'lO . -
UKXEH. -
174.:3.
PIORKOWSKI.
1326 · 13Z7 · 1338. 1587. K \N7.I FABIO. 1594-. HAP:PJS LOR ENZO. 11.67 · 1168 12-'14. UECCill . ]727 - 1728. Hmcu Gro:itmo. ~ 1324 . 1427. -
R-1.GLAK . -
J.(;28.
1612.
-
P IOBERT. -
H ADicA'l.'J Dr i\Lrn:-ro111To R o1mnro.
1{1,J\"ELLI B E'l'EL A1m:L . -
:XVII.
D I C..\CCURI 0 . -
R
21 36 -
IXDICE DEI .XOìl:Cl CONTl'li\UTI NEL VOLUi\lE VII
1074
1101 lltiJ
1078 1106 1178 1615
1612 Ros~n ALDO. 1324.
1086 1135 1585 lol6 1321
1100 113(5 1611 1628.
ScHueoE. _ .2Jlo. SCI:IUL'l'ZID. 1702. SCHWAHZLOSE. 2113.
1322
SEG-A'l'O LUIGI. -
SECCHI. -
1974. XVl.
21.14. 1200. RUBADI E 'l'TOHE. 1897 . 1935. SIACCI FRANCESCO. 121:J:8 R USSEL. ~ 2093. 1249 125fi 1270 1273 Russo G. B. - 1321.. . :).530 1544 1545 1546 . 1547 1555 1556 1590 s J.629 163] 1646 1647 SACCHI :PAOLO. XVI.I · 16J6. .1648 1649 1650 1651 SACHEHO CELJ;;i,'l'INO . . 1138 1652 1653 1(554 1655 1.159 - ll(JO - 1184 - 1187 1656 1057 1658 1659 1188 - 1189. 1660 lGGJ 1662 1663 SACHERO GIACINTO . ~ 1G03 . 1664 1665 1666 1667 SAIN'l' Bor-. 1248 - 126.'!J - 193fi 1G68 1669 1670 1671 1970. 1672 1673 lf>74 1675 SAIN'l' R ,OHERT PAOLO. XVII 1G79 1G80 1681 1683 152!) 1533 1544 - 154(5 1684 1685 1686 1689 1639 - 1647 - 1650" - 1669 1691 1!)36 1966 2019 1677 - 1698 - 1743 2127. 2021 2028 2031 2032 SALE'.l' TA LUIGI. 1351 2127. 1595 1597. SIIDMIDNS. - , 1281 - 1282 - 1993. SALMOlRAGHI ANGELO . 1249 SILVANI. 1249 - l 'ììO - 1272. 1280 . 1281 - 1282 1285 S013RERO ASCANIO. 1546 - 1704 151fi - 1993. · 1719. S. )(AH'l'INO . - 1292 · 1316 SOLAIU GIOVANNI. 2102. 1317 - 1318 - 1504 - 1505 SOLDATI Hom::wro. 1603. 2027. SOLLIER LORENZO. __. 1249 1287 . SANTARELLr. 1285. 1288 1289 1317 1321 SARRACINO. liUIGI. XVI. 182~ 1413 1529 1539 SARRAU. 1629 · 1631 1639 1568 1582 1587 1591 17.03 . 1743. 1594 1595 1993. SCHAUMBURG. 2082. S01ncm A::-iT. xvr. S CBNEIDER. 1381 · 1831. SPEi\CEJR. ~ 2086 · 2087 · 2093. SCRONBEIN. 1700. SPICA GIOVANNI. 1728. RO'l'l'EN.
-
S1wrm GIACOMO. -
Hll8.
SHRAPNEL
-
2137 -
:ENRICO.
-
INDICJD DEI NOMI CON'.l.'1-0NUTI NlllL VOLUMlll VII
SPHWNGEL. SPRI NGl"IELD.
1734. 2106.
G IUS0P PE.
S TAFFA
V ALLIBll.
~
STAl\Il'ACCBIA
VBHY.
1519. 1545
-
L'qlGI .
2079 20 '::l 2093
lti24 · 1625.
Eu:msTo.
1545 1556 · l GOG · 1G07 - l GOS. STEJFAN&.LLI EM ILIO. xvr. STIDRPONID A L FREDO. 1298 . S :rmvmNSON L U IGI. _. 2114. S.A.R. E i\I . F IL. 0 1 S AVOIA·A O· S'.l.' A. 1333 - 1521. S TAS SA:-.o
S. M.
IL
Rm. - 1459. 1645.
SuoOT. SusANI
LmGl.
XVI.
T PnosP1mo. -
T ARANTOL A
T ARTAGLIA NICOLÒ. T E'.r'.l.'0 Nl ADOLFO. -
-
V!èTTEnr, 1
1593.
212'i. 1326 · 132r
V1cm:ns.
lo57. 1501 · 1502 - 150~. F E01,;n1co . 2075 2084 - 2085 2087 - 2089 . 2091 - 2092 · 209,L - 1880 - 2078 . 2112 · -
2113 . 15(;.Jc · 1703 1704 - 1706 . 1726 · 2077. \'IG:-- A l<'RAI\ CElSCO. ~ 1531. VITAL I GIUS EPPf.;. 2077 2093 · 2094 - 2099 - 2.WJ - 2109 - 2110 · 2111. VI'l'IDLLI RAFF'AELE. 132G 132, - 1356 - 1603. V I '.rIElLLO. 1441 · 1501 · 1502 Ui03. \'oGIIEnA CARLO. ~ l 59-!.
V I EILLE PAOLO. -
w
· 1356. ToRl!l'.l.TA
G I OVANNI.
1152
-
-
1154. · 1319 · 1580. T ORR l:lTl'A A U'REDO. -
1535 - 167:3
- 2027. TRIUf,ZI PAOLO. T RO:'\H:Ll_1'\. T U RPIN. -
1285 - 1286.
1993. 1734 - 1735.
1281 - 1282 · J 993. vVER'.\OL . ~ 2093. ""BIT:--EY. ~ 2095. vVILBRA1'.ì ). 1737. 'W t LLI:ì ULRICO. 1568 · 1577 162 - 2107. WINCr HlSTIDR ilENRY. 2075 20, G · 2087.
WATKIN . -
u UC HATlUS
S. -
z
1200 · 1701 ·
1759.
Z ABO USKI. -
1657. 1142 . 1200
Z ANOLINI OES ARB:. -
V
- 1235.
VACCA M AGGJOLI~ I
A RT. -
XVI.
V AL!l'Rili DI Borszo 1066.
LEOPOLDO.
Z ANOT'rl G IOVANNI. -
-
.
Z OLA ALBERTO. -
-
2138 -
1410 · 1417
1418.
1598.
Indice del settimo volume
Pciu.
Dedica
VII
Prefazione di S . E. Benito Mussolini. .
IX
Premessa a.J. VII Volume
xv
Comita,to di R.ec1a,zione .
XXIII
Capitolo XXX. Cronistoria clel Supremo Consesso il' Artiglieria. Gemmio 1874 · Marzo 1915 § 1. Costituzione dell'unico Comitato d'Artiglieria e Genio nel 1873 :
Competenze e poteri · Comitato, Uffici, Sezioni, Commissioni · Il gEin. conte Luigi i\:Cenabrea, primo Presidente e suoi suoi suc· sori Giarnmo Longo, Emilio lVIattei · Lavori della Commissioue per l'artiglieria da campagna circa i materiali da montagna · Proposte ed esperimenti per i sistemi ùi otturazione e per gli affusti metallici · La preesistente Commissione di studio per i materiali cla campagna · Studi r elativi ai . congegni cli puntamento . Le 11rime proposte di scudi o ventiere . Cannoni, proietti e cariche per materiali da 7 · Studio ~li un cannone pesante d a campagna · Proposte ed esperienze con bronzo fosforoso e con cannoni tubati · Commessa. alla Casa Krupp. La pi'oposta Bitmc:a rdi di una bocca da fuoco da 8,7 di ghisa cercbiata e relativo affusto · I due progetti Giovannetti · Progetto della Commissione per un cannone rinfor?;ato in culatta Soddisfacenti risultati sperimentali - Trasformazione dei mate· r ia1i Mod. 1844 - Stmli sulle ar tiglierie da attacco e difesa, e da costa - Proposte per un cannone e per un obice da cm. 20, per un obice da 24 G.R..C. e per trasformare a retrocarica l'obice da 15
-
2139 -
IXOICE DEL SE'lvl 'll\10
VOLUME P ap·.
a<l a ,·aiH:arica - Le pr opo:;tc conclu:;h·e della Congrega <lei Generali - l'roposte d el col. 1-tosset per :;tud i cd esperieuze sul nni sistemi di otlunizione - Prove cd es1)er icnze sui fontl<:!lli moòili Studio cli un sistema completo di arliglieric a retrotarica - Proposte e studi del cannone da l G Cill . • Glì ::;tudi nllidati al ten. col. GiovunuctU per un obice e per un cannone - rroposte della Sezione e dell'-Cfilcio l \' - Proposta GioYannetti per Io studio di un mortaio - l\uove tlise;ussiolli circa gli olJi<;i da 1;:; - Foruit ur a dei cerc·hi d'acciaio vc1· i ca 1111oni c.l.a 1,:; - i:iludi per un ca nnone cla 10,:j - Commesse alla Casa Krupp - Adozione del caunone <la J2 B .R. (Het.) e dell'obice cla cm. 21 (Ret.) · Studi per cos truire watetia!l in a cciaio Ut!i nostri Stnbililllenti - !:,i:;lcllli di rigatura - Studi di un olllce-morl:iio .
1065
§ .!. l:>tudi s ulle balrcrie c:ornzzate - Il tipo unico di casamatta
L':iffusto ad ecclissE: · Le pro11ostc del Ilhmcard i e <lcl Binud1i Gli es pt'rimeutl tl·ì Vl11aùio - Esten sio11e ucgli es peri meuli - l (Juesiti SOltolJOSti dal i\lillistcro al Comita to - l nuo,i membri del Comitato - L 'elabor ata risposta clel Comltato a Sezioni riun ite - Rspe.rieozc di Liro contro la testuggine - Fìsperienze di i\Ieppeu sul cannone corazzalo Krupp - Le esperienze snppleti,e proposte dal Comitato - Vìc:ende clelle trattu tiYt! con l a Casa Krupp - Contratto con la Casa GtUson - Esperimenti con lo scudo Rossct. Stu<ll sugli atlus tl da aLtacco e d ifesa · I l a 1•ori d ell.1.1 Se?:ione e le .s.uc pt oposte per l'unicità clei tivi - Stu<li e proposte - Bsperi..mze cle1,rli aloni Bianca rcli - , 'tudi ecl espl•rienzc per gli n1ru:;ti ll:i clifes:1 - tstucli per l'inter cmnbi nb ilità di bocche da fuoco e loro affusti . Studi t'<l esperienze per atfosti a<l aloni i-lgidi - Esper imenti. <.lelln Siwzia e tll Geuorn - F.sperieuzc comparative fra matel'iale italiano e 111:iter iale Krupp - In sul tato cl elle pro,·c su affusti :Hl a Ioni snodati · Co11tratti con l a Casa Krupp - Stuclì sugli arn n treoi. Es perienze comJJ:n·a J-ive ~u affus ti tino Sclnnn:mn r t iP.O Riaucnrcli - Utilizzazione clci cannou l <la 8 R.R . i:;u affusti alla ma rin aresta. - Studi ed esperi enze per l'impiego clei cannoni da O B .R. (Ret.) :;n atl'ui:: ti da a tta cco e difesr. - Affusti iclrnulid Griison - Tl freno iclranlico - ::;tucli e realizll:lzioni italiane . § 3. Espericuze sul mortaio da J.i A.R. (Het.) - LaYori e derisioni dei Ynril orga ul del Comitato per i tre, tipi da !l. 12. 21 - Pror oste per la ril)l'Od uzione di un morta io Kn1np d a lii A. l~ studi di un mortaio non minor e di cm. 28 in bronzo Colllpr esso Acquisto di mor tai cln 2~ clallri CaRa Kru pp - Allrstimenlo cli
-
2140 -
ll2-i
INDICE Dl!JL SET'.l'L\10 VOLUl\lE
Pag .
mortai da !J ver i varchi spec-iali ùa uwutagna - P r o,·c e LllOllifiche per il mortaio <la 15 di gllisa. Sistema d i a rtiglierie da piazza e da cosca - La lotta fra <:annone e corazza - Decisioni della Congtega dei genentli Norme per la coll,,rnclazione · Studi e proposte per il cannone da 32 e per i relativi affusti e sòttail'ust.i - Affusti e sottaffusti per cannoni da 24 G.R.C. (Ret.) - Proposte <ld cap. Biancaréli Esperienze col cannone da 32 G.H.C. (Het.) a Oiriè e alla Spezia. I grandi callbri - La « ìVIeruoria >> (lel col. Rosset - Il cannone da 45 - Confronti tra cannone Krupp e ca1mo11e Armstrong - Proposta cli un obice da costa - Armamento della batteria S. Maria - Acquisto di 4 cnunoni Krupp cìa cm. 40 ed eventuali prove col cannone Armstrong - Prove d i accettazione dei cannoni Krnpp. Varìi sistemi cli postazioui - Studi per le torri corazzate alla Spe:-1ia · Tl r>ia no generale di difesa del J882 - Discussioni circa l 'uniformità dei calibri con la R. Marina - Esaruc comparativo dei due sistemi cli rigatura - Definizione dell'obice per piazze e coste - T rasfonuazione clell'obice da 22 av. in obice da 24 Ret. - L'obice cla cm. 28 - Stucli cli u n obice da cm. 40. Questioni riguardant i le mitragliere - Proposte del III Ufficio nel 1874 per t liminare i tipi ant.iqnat i e far sperimentare le Montigny-Sigl dalle~ compagnie d'artiglieria cla fortezn (montagna) - Le questioni studiate nel 1884 - Gli esperimenti e le proposte per i varii tipi § 4. L'assegnflzione dei materiali alle varie specialità - T quesiti posti dal Ministero nd 1885 per il sistematico riordinamento
·d elle bocche da fuoco - Il raPJiorto del gen. Rolancli - Voti e conclusioni del Comitato circa : bocche da fuoco P<~r piaz:-1c e coste; affusti; mitragliere ; fucili da ramparo; esper imenti Questioni rigu:n<hmti il munizionamE>nt·o - Inconvenienti r iscontrati nelle poh,ei-i - Indirizzo <lcgli studi sulle polveri per nrrni a retrocarica - Norme per i collaudi - Le proposte del Direttore clel Polverificio cli Fossano - Gli studi per le polveri prog1:essive - Gli ottimi risultati sperimentali - Decisioni della Sezione pN· t.Fasform::1re le polveri non regofamentiJri e per il collauclo delle polveri progressive - Assegnazione di bocche da fuoco al Polverificio cli Fossano ed alla Commissione per artiglierie da attacco e difesa a scopo di sperimentazione. Sostituzione graduale deÙe polveri progressive alle polveri a dad i - Norme per la nomenclatura e per il controllo - Prime prove sugli esplosivi e cariche di scoppio - L'e esperienze svolt.e secondo il programma <iella Sèr,ione del Genio. ~tudi rigifor'cla nti · 1e · spoletfe - Concentramento degli studi
- 2141
1164
1:-iDI<.:l:J OtL :51:l'l'l'IllIO VOL U::V E
Pag.
e delle cs11erienze nell'unica Commissione per le polveri - La graduazione in distanze - Proposte per un unico tipo cli spoletta a tempo . Denominazione delle spolette a tempo - iHoctitiche e dispositivi di sicurezza - Migliorament i proposti clul Bazzichelli - Le spolette u ,!oppio effetto ed a percussione - ::ìistemazione della spoletta l8SO . Spoletta a percussione per proietti a bocchino posteriore e loro cal'icaruento iutcrno . ::ipoletta a per·cussione s pc<:iale J)Cr urtiglicrie ·corte di grosso calibro a retrocarica - Adozione clella spoletta a dot>t>iO ellctto ed u lunga durata per le bocclr<: da fuoco di medio calibro a retrocarica Spolette per palle da lj, 24 e 32 (Ret) - Semplificazione dei vni:l tipi - Nonne per la collauclazione. Studi s ui proietti · Trnpiego ,lello s J.u·avnel - Varianti nei ruunizionaruenti . Scatoie a ruitrnglia - Caratteristiche · Muniziouameuto )Jer ar tiglie1·le ùa mont:1gna - Esperienze con shrapnel a ùiafrn.mma - l:5hr:1pncl di ghisa e d 'acciaio - Scatola a mitraglia per meclii call1>1·l - Shrapnel per cannone da 16 G.R. e per cannouc da cm. · 15 - Shra1mel per artiglier e da costa l'ropostc :l:inolini . E~11erienze comparative colle granate regolamentari · Granate a doppie pareti - Proposta dei capitani Bernabò·Rl'ea e De S,1t1boin . Proietto del JJrof. Resio - Grundtn ad acqua tlell'Abel - Grn natn a([ anelli per cannoni d:i montagua - Bs1icrienze comparative fra granata. a pareti doppie e granata acl anelli - Granata Uchatius ad anelli con corone di · rame - Granata da cm. 32 · Palla oblunga da cm . 32 • Unificazione del bocchino e del ta ppo a vite - Granate speciali . Munizionamento del cannone da 32 · Metodo cli fusione De Martino - Xorme di collaudazione - Acquisto di proietti perforanti dalla Kru pp - Studi relativi alle cariche interne - ~ orme per effettuare ln carica interna dei J)roiettl . Uso del roccafuoco Acquisto cli palle d 'acciaio - Cos truzione cli granate-mina da 15, cln 21 e eia 24 e di grana te-torpedini da 21 - Munizionamento delle Yarie bocche cla fuoco . §
5. Norme 110r i tiri di combattimento da eseguirsi alle Scuole <li tiro - Pr oposte del T Ufficio - Ampia discussione in proposito . Proposte dclln Commissione da CRmpagna - Estensione della graduazione delle spolette e della taYola cll tiro per rn nnone cln 7 - Tavola òi tiro per scatola a mitr aglia da !l A.R.C. (Ret.) · P rogetto di Istruzione per il tiro di combattimento - P roposte conseguenti dalle Scuole di tiro del 1874 · La proposta òi una Scuola Xormnle di tiro - L'intervento òt Francesco Siacci nllc esperienze relatiYe . Compilazione delle nuove tavole di ti ro · Progetti di nuovi affusti e sottaffusti • Esperienze della R. i\:[arinn n S. Burtolomeo . Adozione dcll'nlzo Sa int non -
-
2142 -
ll99
I)IDICE ))EL s 1,r.rn:.vro ,·oL uME
Pau.
I mpiego del telemetl'o Amici - Il puntamento indiretto pcl' le artiglierie da campagna - Sistema speciale proposto dal maggiore Luigi Castagnola per puntamento e tiro per l'artiglieria da campagna · Proposte, studi ec1 esperimenti per accelerare la condotta di fuoco, il servizio del pezzo, l'apertura del fuoco e ottenere maggior visibilità dallo scoppio dei proietti. Strumento a cannocchiale proposto dal magg. Silvani Sperimentazione dei metodi e congegni Siacci - Prove della piastra circolare in confronto dell'apparecchio Ca rpani - Altri esperimenti fatti dal 2° e dal 5° Reggimento da campagna Nuova proposta per la creazione di una Scuola Centrale di tiro. Il puntamento indiretto per le artiglierie da assedio . Adozione degli attrezzi Siacci - Puntamento indiretto per le artiglierie da costa · Studi e proposte del capita no Braccialini e del capitano Parraviciuo - Prove ed esperiem:e alla Palmaria. Studi sui telemetri per l'artigliel'ia da campagna - Prpposte e prove comparative sui varii tipi - Prove. definitive tra i tipi Amici, Gautier e Salmoiraghi. Stucli sui telemetri per le artiglierie da costa . Le esperienze comparative tra diversi tipi a base orizzonta)() ecl a base verticale - J,e definitive proposte del Comitato .per l'adozione del telemetro Amici · Esperienze sul telemetro Braccialini . e sui telemetri Amici-Sollier e Bracdalinì-Sollier . Esperienze di Venezia sui telemetri a base orizzontale · Esperienze varie su altri tipi. La p1:oposta Armstrong e la proposta Guppy . Creazione delle Officine Armstrong a Pozzuoli - Rigetto della proposta di rilievo e gestione della Fonderia e cleli' Arsenale di Napoli §
6. Il nuovo TSMttorato Generale dell'Arma cl'rtiglieria. areato il 14 luglio 1887 e costituito nel 1888 - Attribuzioni e poteri dell'Ispettore Generalf! e t'lei singoli generali Ispettori - Cenni biografici dei varii Ispettori dal 1888 al 1894 - Fusione dei due Ispettorati da c11mpagna nel 1892 . SOJ)l)!·essione del]'Tspettorato Generale nel 1804 e creazione dei nuovi Is1wttorati nel 1895 ' Istitu:i:ione del Consiglio Su11eriorf! d',artiglic~rin. Lavori del Consiglio Superiore - Studio di un cannone cla 15 e di un mortaio da 24 - Studi sngli affusti e relntive installazioni - Applicazione dei cingoli nonagente ed esperimenti relRtivi . Esperienze sui carrelli - La difesa di Vinadio e lo studio delle modifiche delle cannoniere a sfera - Proriosta . di variazione nelln dotazione di munizionnrmmto dei Forti - Questioni riflettenti un nnovo ;::istemn di rigntnra e di corone dei proietti secondo le proposte clel magg. Felice Campanelli . Studio di mw granntn-torpeclinc 11er cannone da 9 B.R. (Ret.) .
- . 2143 ~ .
12-13
lì);0ICI-: DEL St:;'l"l'I MO VOLU'.\!E
.l'(t//.
~tuclio di appa r ecchi elettrlc:i tla segna lnzl one p rovosti dal Ilraccla lini. Modificazioni del 15 settembre 1897 - Abolizione <lel C:on::;lglio Superiore - L ' I sveLtor nto Gc uer ule r ipristl uato cli fatto se non di nome - Lavori <lei nuovo Consesso - Esame comparath·o di telegoniometri presentati òal ca pitauo S . . :\iurtino, dal tenente cli va scello P assino e clnl vice-:unm lrnglio Magnagh i. Cenni biografici dei vari ls1)eltori clul 1897 al 1902 - Ricostituzione dell'Ispettora to Genernle e dei vari Ispettorati nel 1002 - I va rii I spet tori dal J.002 a l J.908 - ll gcne rule Giovanni Der toldo Ispettore Ucuenlle del genio incat·icato delle funzioni cli l spetlore Genernle cl':1rtiglieri11 - L ' I spettorato delle costruzioni <l'artiglieria posto· a lle cli penclenze cfoll'Jspettora to Gener a le clel geni o - Il generale Moni succcùe al generale Bertoldo n el 1900 e riprend e carica e funzion i di I spettore Gener ale d'artiglle1·ia La legge del 1010, il R. D . del 1011 e ln cir colar e ministeriale successl vn - I var ii Ispettori d al 1010 al 1914 . § 7. Nomenclotura cll!lle artiglierie nel HJOl - T 1S.f Verbn li el:1\Jorn t i
d u 1 1901 al 1914. Questioni rigu:1nlnnti la specialità cln montag1w - Im piego ò ell'artlglier ia in montngn:1 - notter ic someggiai.e e butterie tr ainate • Equipnggianwnt·o clei soldati delle batterie dn montagna - Gronnta ca rica cli oltu esr, Iosh·o - Stu d i di una grnnntatorpedi11e - Esperienze cli tiro - Munizionamento delle batterie cla 70 A. Mont. - Il nuovo matcr lnle d a G5 i:Iont. Questioni rlgunrrtn nli la speclulità da campagna - Ordinamento e rifornimento - Soppressione della scatola a milrnglin da 75 A. - Gli scudi e le formazioni cl u assumersi d alle uni.tà a rmate cli ca nnouc a tiro r apido - Arrivo in posizione col pezzi carichi· e clispouibilità di colpi in batteria - SPolet t a a llercu~s ione per granate-tor pedini • Graduazione delle spolette a doppio effetto - I m piego del f r eno a corcle per af'I;usto cla 75 A. - I materi ali a can none scorrevole - Le trattatiYe colla Casa E'rupp - Elaborate discussioni sui nuovi mater iali, sulla form:17.ion e. munizion nmento e scaglionamento clelle batterie - Esperlrnent.i fra materiale cla 75 A . e mater iale Kl'Ull)) . Il nuoYo mater i ale d a 73 - Esperiel17,e di Essen e di Meppen - Decisione della Commissione permanente nel 1906 per l'acloziolle clel 7:5 Krnpp I riÌievi d ella Commlsslone d'I nchiesta Parlamentn r e - Conseguenti lavor i d ell'Ispettor :ito . Prove col materl:1li cle~li obici cln 105 - Altre prove sn l materia]! da 75 Mod. 901\ - Le ùiscussloni per i materiali. Déport - Relazione i:ml risnlt:1 tì <l <'lle esperi<'n7,e comparatiYe fra mater iali Dépor t . Schneider e Krupp.
-
2144 -
1292
!:\DICE DEL SI:.vl'l'I ì\10 \'OLU::\lE
Pctg.
P ri mi stucli del 1890 s ui ma ter iali pesanti campali -· · Studio di un obice da 105 e da 150 - R isultati delle esper ienze comparative fra i due calibri . da 105 e da 120 - Stud io di u n obic~ da campo pesante - l precedenti lavori clella Commissione Per: roanente . Prove coll'obice da HO A. - Studi di un nuovo mate-. ria le secondo le pr oposte ,1ella Direzione, Superiore delle espe-· • I r ienze - Commissioni specia li in missione presso Case estere Decisioni defi nit ive - Materiali cli prova della Casa ];::rupp - Le prove coll'obice cla 105 - Scelta del Mod. 90G per l 'obice da 149 rroHi a Nettuno - Riuniolle degli Ispettori sotto ia Presidenza del gen. Bertoldo nel 1908 - Completa interruzione negli stucli' cti tale matci·ialc dal 1908 a l 1912 - Incariéo' alle Case Ansaldo e Dépor t per studiare materiali campali j)esanti - Vicende clel cont ratto colla Krupp per l'acquisto cli 28 b·a tterie da 149 .
· 1329
§ 8. Questioni riguardanti le :ntlglierie cla assedio - Materiali da
lG A.L.j3G - I primi studi - Esper.ienze del 1896 a Clriè - Prove. d' imt!iego del 18\>9 - Applic:azione · delle rotaie fa cingolo - i\fouizionamento d elle · varie artiglierie del Parco - Stud i t)er il riordinamento del Parco d'assedio - Le pro]Joste per Par chi cli assedio mobili - Studi e proposte del generale Grillo - Le direttive del :\1Iiuistero della guerr.a. per Io studio delle nuove bocche <la fuoco - Proposte conclus ive della Commissione Permanente Conseguenze dell'adozione delle degli Ispettori d'artiglier ia polveri infumi - Nuovi studi per il riordinamento del Parco di ~1sse<:lio - R icorso all'industria pdvata - Studi e proposte· per il tipo di otturatore - Mantenimento c:lell'atiusto r igido · Studi. d i un nuovo affusto per il mortaio da 2J.O - Studi per un mor ta i.o cli grande potenza e decisioni per il suo allestimento . Preferenza per il mortaio Krupp da 254 - Vicende delle trattative e nuove .Prc>poste della Krnpp per un t ipo cli maggior calibro - Il con<::orso ·c1el 1910 - Il mortaio Schneider da 260 - 'rr atta tive, economie e maggiori spese - Altri materiali da studia rsi per il riordinamento del Parco - Studi e progetti per l 'affusto del mortaio da· 210 - S tudi . per matcriiÌli moderni da sostitu ire quelli invir1ti in Libia nel 1911-12 - C<.>Struzione cli nuove batter ie affidata àlla Casa Krupp - · ìVIansi.oni di competenza dell'Ufficio studi cleÌI'.Tspettorato · delle costruzioni d'a r tiglieria - E.sp~rienze sul mate1:iale da 210 Schnéider - Prove cli una sezione cli cannoni da J.49 K.A.L.f3G S. - Ì'rov~ sui mortaio <la 260 . § 9.
Questioni riguai'd~nti . le artiglierie ' da d ifesa - Modifiche clei materia li . esistenti e studi cli materiali nuovi nel 1901. . Orgn nizzazione · cl!fensiva d1~1Ia frontiera ovest - Studi e 1wo,zetti (li SCtl<Ìi (li l)l'Oteziòne per Ì.)aJ.' te dell'Arsena le cÌi Torino e cÌella /
138
-
2145 -
1381
1:-.0ICE IJ llJL SE'VTL'.\10 VOLUME
Pag.
Direzione Superiore delle esperienze - Modificazioni nei sottaffusti da difesa in barbetta - Adozione di ripari in lamiera e di disPositivi per protezione di affus ti ridotti a perno centrale Studi e progetti dell'Arsenale di Napoli - Studio per ripari 1n lamiera destinati al mate1·iale da 70 montagna . Estensione degli studi per 11 materlale da 87 B. e da 75 A. - Studio dl un casotto di ripru·o per ufficiali - Osservatorio corazzato del colonnello del genio Giovanni Zanotti - I casotti corazzati. Proposta di a.rmamento dello Chaberton con cannoni da 155 A. - Progetto di un cannone da 15.'5 A. - Armamento della batterla Paradiso con cannone cla 149 A. in pozzo - Studi e p1·0getti del gen. Grillo - Esperimenti eseguiti a Cil·lè sull'esemplare con coper tura pesante - Lo studio ùell'Ispettore da costa e da fortezza sugli effetU dei tiri obliqui . Le proposte di acquisto di cupole dalle Acciaierie di 'l'erni - Trattative colla Casa Armstrong per adattare l'instaJlazione alpina da 149 A. in opere in pozzo - Riunione della Commissione Permanente presieduta dal Ministro della guerra sen. ing. Casana - Le commesse agli Stabilimenti d'artiglieria e aJle Case industriali per gli aumentati armamenti - Ventilatori e scudi - Commesse alle Acciaierie di Terni ed alla Ditta ArmstJ:ong - Le nuove proposte della Casa Schnelder .. Studi e proposte per l'armamento di M. El'cole e di Col Piccolo - Proposta Bisso per freno automatico - 'l'ipo di installazione in pozzo studia to dall'Ispettor ato delle costruzioni · Stuello cli un secondo progetto perfezionato - Ins tallazione per cannone da 120 A.L. - Proposi.e della Ditta Armstl'Ong. Artiglierie da 87 B . in posizione difensiva - Studi per l'adozione della gl'tlllata to1,pedinè' .' Installazione dei cannoni da 87 B. e da 7ii A. in po7..zo ed in casamatta . :Ce conclusioni dellu Sottocommissione centrale mista clelln Commissione Suprema cli difesa - Tipi dei cannoni da costa . Studio e conclusioni dell'Ispettore da costa e cla for tezza - Call))oni di grande potenz1.1 e a tiro rapido - Le clecisionl di massima e particolari della ComUJissione Permanente . Le decisioni circa il cannone Krupp - Inst1.1llazìoni cli obici nelle batterie basse Le caratteristche difensive delle moderne navi da battaglia • Le osservazioni .della R. :\farina per l'armamento delle Piazze ' di Taranto e di Venezia - Conclnsionì dell'Ispettorato - fStucli e proposte per l':.rnmamento di Venezia - Munizionamento dell'obice da 280 - Fissazione delle carlene e calc0lazione delle Tavole di tko - Decisioni nclottate nella riu nione presenziata da S. M. il Re per il rnffo.rzauumto del fronte a mare di Venezia I materiali presenta tl <falle Ca>'€' <'O!-tru ttrlci - At•tiglierie, instn1-
§ 10.
~
214G -
1410
lNDICill DEL SE'l'1'Il1f0 VOLU):lID
l'ao. lazioui, corazzature, munizionamento - Proposte clella Commissione Speciale presieduta dal colonnello Dallolio - Il problema degli obic:i - L'obice da 305 - Il tipo proposto dalla Casa Armstrong. Armamento con artiglierie di medio calibro - Cannoni offerti dalla R. Marina per la Piazza di Anco.na - Altre artiglierie cedute dalla R. Marina. - Proposte radicali dell'Jspettore da costa e da fortezza - Studi conseguenti all 'armawento ausiliario. Questioni riguardanti l'organizzazione del muniz!onamento delle artiglierie nelle .fortificazioni - Le proposte dell'Jspettore Generale del genio - Adozione dei criteriì per l'allontaname11to delle polveriere dalle Opere - Decisioni definitive clella Conunissione Permanente - Nuove discussioni e nuovi criteril - Conservazione degli esplosivi e sistemazione delle munizioni - Specchio d i classificazione, ripartizi·one e conser vazione degli esplosivi. Questioni relative alle spolette - Prove colla spoletta a percussione a bocchino posteriore - Desisioni della Commissione permanente Circa l'abolizione del ritardo - Rinnovo cli un brevetto austriaco - Inconvenienti nel funzionamento del fulmico tone umido - Esperienze coi nuovi esplosivi - Inconvenienti di f unzionamento dei detonatori - Necessità di prove e difficoWt finanzia_rie per la loro esecuzione - Studi e proposte per l'impiego di cariche innescate senza bossolo - Scaricamento dei pezzi e misure di sicurezza dopo gli scatti a vuoto - Il pistoletto e l'o1'digno cli svitamento dei cannelli. Questioni riguardanti gli artifizii di guerra - Le castagnole a filite - La pistola Vitic~llo - Nuove prescrizioni ,e nuove provvidenze di costituzione e di · sicurezza delle castagnole - Castagnola a balistite concretata dal Laboratorio pirotecnico di Bologna. Studio di bombe per fanteria - La bomba tipo italiano studiata dalla Direzione Superiore delle esperienze Prove ed esperiem:e § 11. Telemetri, telegoniometri, apparecchi di punt~,mento - Ripresa
delle es~erienze comparative coi telegoniometri Passino e San Martino e col telemetro Magnaghi - Studio del tenen.t e colonnello Como - Grafici di convergenza clel cap. Ricci - Telemetri modificati clall'Otlìcina Galileo di Firenze - Esperienze e decisioni com;eguenti - Conclusioni clella Commissione Permanente - Esperienze con gli apparecchi Braccialini. Righi, Barr and StroU(l e apparec<'hi , già in servizio - Acquisto cli nuovi apparecchi.
-- 2147 -
1449
INDICE OEJL S E'l 'l'IMO VOLU MEl
Pag.
Esverienze eseguite fin dal 18llu i;u varie specie di qua<lrunti a livello e cli li\·ellette - La riga a lh·ello del capitano llonage nte - I'ro,·c comparntive fra il tivo proposto dalla Direzione d'artiglieria cli Roma e il tipo clel maggiore ilellini - Difficoltà incontrate per realizzare le modific:azioul proposte - Varii tipi di quadrante presentati dal Labora torio cll pr ecisione - Bsperleuze presso 1 reparti da for tc?.za e da costa - Aùo?.ione clel tipo Labora torio di precisione in sosti t uzione di quello regolaJ.Ucntare - Adozione clelle g raduazioni in millesimi - Van t11ggi Categorie cli graduazioni da trasformar e - Esperienze di nuo,·i s trument i per artiglierie di medio calibro - Adozione ciel cerchio cli punta ruento Mocl. Cortese. Questioni di tiro - Organizzazione del Uro prepar ato nelle fortez11c - Vnntaggl clelle vecchie Norme - Giudizio e prO[)OStl· del colonnello Pedran olì - Stucll e propol:!le per una nuo,·a Istruzione sul tiro preparn to - Le con('lusìoni della Conun1ssìone Permanente. Quucstionl riguardanti le mitraglìatrlci - I quesiti e le corrispondenti rii,;;postc dell'Is pettornto · da campugna - Le conclus ioni della C'ommìssione Permanente e sua inlzia tl,it sollecìtatoria del 1902 - Decisioni clel Ministero - lDsnerìenze al Cnmpo <li Clriè - Nuove esperienze - Adozione dellu mitrngliatrice Pcrino - Assegrntzione alle ,·arie Armì - Sistemazione òelle mìtraglintrM in crisnrnatte Kotizia bibliogrnlkn .
1504 1527
Ca,pitolo XXXI. Parte tecnica, (1870-1915) Preamboio Bìogra,fioo. - Gtiisevpe B i a11oanu - Urio Alia.son - Pomveo Lorenzo So ll'i<t r Ori.~111110 B ona{!ente S0i1,io11e BracG,·mo ciaUni
1529
§ 1. St udi - Twve11zio11i - ln11orazioni - Primciti - Soo11ert e.
I progressi clell'ortigllerin nella. seconda metà dei secolo XIX. i n relazione al progr esso della tecnica ecl alle csigenr.ù della ta ttica . Il cannone a tiro rnpido da campagna - Il materiale proposto dal Biancardi - Polemica circa li cannone a tiro rapido Progressi della tecnica metallurgica: fomo elettr ico del maggiore Sta.ssnno - Mnteriall di cos truzìone t1egli affustì - Tecnicn costruttiva delle bocche cl ii fuoco : metallo. cerchiàlura. a utòforzamento - Perfezionamento clei mezzi rii t rainò: i cingoli Bonagentc• - 'J'ecnicn costruttiva del muni?.ionmnento: l'opera clel generale Lui~i Stnmpacchia Notizia ùibliografica
1545 . 1626
-
2148
J.NDICE DEL SE'X'.1'1ì'IIO VOLUME
.\
s ~-
1Jali1:1Uca, (1870-1914).
Pag.
·i ntenta
e Bali1,'1,ica
estenui.
-
Ba'bistfoa
inte,rna
Consegt.Ìen~ della generale a<1ozio1Je della r etroc,uica e delle polveri infumi - Regolarità di effetti balistiei - Progressi vitali delle polveri - Nuovi orientamenti nello studio della balistica interna . Il problema principale ed i varii problemi secondari Le ipotesi per lo studio del fenomeno dello sparo . Le tre equazioni fondamentali - . Studi degli artiglieri Sarrau, Mata, Ohartionnier, Siacci e Giovam1i Bianchi Noti1,ia bibliografieit
1629 16~
Bal!ist-i,oa estel'-na (1870-1914).
Grande :sviluppo degli studi relativi - L'opera e<l il genio di Frauceseo Siacci - L'evolu1,ione della balistica nell'opera di Siacci . Gli scritti scientifici di Francesco Siacci - Il Corso di balistica - Le formule del tiro - Le tavole balistiche del Siacci e quelle pubblicate all'estero - Principali applicazioni del metodo Siacci . L'opera di Enrico Giovannetti - La complessa attività scientifica del Siacci . Sua opera nel campo della matematìca e della meccanica - Cenni biografici di Francesco Siacci : il solclato e lo scienziato - I continuatori clelropera di Siacci - Carlo Parodi, i suoi lavori e le sue opere - 1r contributo cli Ettore Cavalli agli studi di balistica esterna - La grande importanza della pro<luzione scientifica e delle realiz1,azioni tecniche di Giovanni Bianchi - L'oper a di Scipione Braccialini nei campi della balistica esterna, nei congegni e sistemi di puntamento per l'Artigl ieria da costa Notizia bibliografica
1646 1691
§ 3. Pol!veri ed esvlos'ivi (1870-1914) . .
Periodo di radicali innovazioni - Progressi nella ,~onft>:1,ione delle polveri nere - La polvere a dadi - Ulteriori progressi - Le ultime polveri nere impiegate 1;elle bocche cla fuoco - ~articclari di fabbricazione delle polveri ,p rogressiYe e p1:ismatiche - Le polvéri senza fumo - J p1·imi tentativi eseguiti aJl'estero · La polvere Il - La volvere nlìa nitroglicerina . I primi studi e le prime npplicinioni nella nostra a rtiglieria - La balistite italiana - Graduale a(lozio1w della balistite nelle nostre bocche da fuoco - La fabbr-icazione della balistite - La solenite - P rove, :>tudi, perfe1,iorrnmenti riguar,:Jnnti le nnove polveri infumi Nuovi esplosivi di sco1}pio dei proietti d'artiglieria - Il fulmicotone - La pertite - Il trotyl - La balistite adoperata nelle cariehe di scoppio di alcune nostre granate - Cariche di rin-
-
2149 -
l:S!.>H'E DEL :;J,,;'r'l'll\10 \'01, U )lt,;
Par,. forzo e cariche <lì infi:m1mazione vizio d elle art iglierie innescanti
La gelatina e)<plosint a ser -
Notizi11, bibliografica §
1691 1742
4. JJooche àa fuoco - A.fju1.1t i - 111.stallazioni . Cc1rrc[lyÌo (IS70-19U). Gener alità - L 'evoluzione delle artiglierie per ciascuna specialità dell' Arma - Artiglieri a da montagna · Artlglierh1 da campagna ecl a carnll o - Artiglieria campale pesallte - Artigiieria d a assE.'<lio - Ar tig lieria clù fortezz n - Artiglieria cla coi;ta - Artiglieria controaer ei. Couclusione - Situazione nell'anno 1015
Notizia bibliografka
1743
1892
§ 5. Proietli · S11olette - Bombe · TncencUvi ·v(llrii
(1870-101'1) . Generalità sulle evoluzioni progressive nell'intero periodo 18701014 · Le materie pr ime impiegate nella fabbricazione clei proietti - Studi ed esperienze col vari! tipi di acciàio · Caricamenti interni • Gli esplo~ivi moderni - Le spolette . Gli inneschi - T c annelli • I fuochi pci· segnalazioni notturne. . P eriodo dal 1870 alln fine del secolo XIX : proietti per · k artiglierie itÙliane ad aYnncarlca; spoletlc; accessori; proietti usati nel 1800; spolette ed inneschi relat-ivi. Periodo da l 1900 tl l 1914: proietti e car iche io u~o; palle. granate, shrnJ)ltel; spolette a percussione, a tempo, a doppio effetto; cannelli, inneschi ed altri artitìzi; cariche, car tocci e sacchetti
Not izia. bibliografica §
1892 l 93-¼
6. Oonyc{/ni e appal'evchi. di vumtamcnto · '.l'ele metr;, - A.l zi - Or onourafi • Ta,vole !li tit·o (1870-1014). Generalità - Congegni punte.ria in eleYazione · La vite doppia · Congegno acl archi dentati - Realizzazioì1e .della linèa cli mira indipendente ·. Disposizioni speciali per i cannoni a sfera ed a cannoniera minima - Il congegno cli abboceamen to ' - Il disvositivo Bian card l. Congegni cli punteria in direzione - Varli ti pi ed esem plari. Impiego dell.'111?.o • Alzi rettilinei · Im1>iego del quad r an te Gli alzi-quadran te e gli alzi a guri.in a • Alzo Pcdri.izzoli • Alziquadr anti a gu a ina - Alzi compen satori : vantaggi e<l inconvenienti. L' nlldad a a traguardi PrincipÌi basilari del moderno pùntamento indiretto.
-
2150 -
1NDIChl DIDL SW'l''.rlMO VOLUMI;;
Pag.
Sistemi di puntamento delle artiglierie d 'as;;édio - Impiego degli attrezzi Si.acci · · Metodi di puntamento indiretto - · Alzo automatico Saint Bon. Le conseguenze e ripércussioni dei grandi v1·ogressi tecnici - Il puntamento indil·etto integrale . - I gonion1Eitri - Cam1occhiali prismi di Igna:do Pono. Congeg11i per materiali a defonnazione - Cannocchiali p,L· noramici da calll1,wgnà e da montagna - Ariparecchio CorteseFalcone - Il cerchio di puntamento Cortese per artiglierie di medio calibro. Costituzione fondamentale dei goniometri - Goniometro Buffa - Goniometro Mod. 1912 . Livelli a doppia graduazione. 'l'elemetri · 'l'elcgoniometri - Goniostadiometri - Esperienze del 1874 a S. Mauri;,;io e del 1875 a Genova - Telemetri interni ed esterni - Telemet1·i a base orizzontale ed a base verticale Telemetri a due ed a tre stazioni - Esperienze a Spezia nel 1887 • Apparecchi di trasmissione · Cassette di ·s~gnaiazione ·dei Comandi - Strumenti a contatore del Passino. Tèlemetri terrestri - Tipo Gautier - Cronografi elettrici T ilJo Le Boulengé. Tavole di tiro • I nuovi e razionali <:riteri di · formazione La graduazione sessagesimale Tavole di tiro grafiche Tavole speciali Notizia bibliografica § 7. Metodi di puntci-nwnto
1986
2026
e
rnetocli d-i tfro.
Diverse modalità di .puutamento e di _tiro per artiglierie di tipo vecchio e di tipo nuovo . Puntamento diretto e indiretto. - Il falso scopo · Alzo , e scostame.nto fittizi - Lo scostatore Siacci - Cougegni Bonagente. Puntamento indiretto per artiglierie da campagna ,- Studi e proposte: Pedrazzoli, Pagliani, · Marciani, . Parodi, Buffi - Procedimenti geometrici e goniometrici - Il cerchio di direzione Alzi a cannocchiale · Cerchi di puntamento -, Varie specie di tiro ad angolo fisso ed a c/1rica fissa - Tavole di puntamento e tavole di efilcacia. Modalità del fuoco - Istruzione del 1887 - Compiti .d el comandante di batteria e dei comandanti di sezione . Forcella,, aggiustamento, distribuzione e rettificazione del tiro - Istruzione del 1898 per Artiglieria da campag'lla, da montagna, a cavallo - I punti compensati - Distribuzione laterale e in profondità - Norme per tiri speciali - Ordini di fuoco - Giudizi esteri sulla nostra Istruzl:one. Istruzione ·per materiali cla 75 A · Nuovi strumenti di pun-
-
2151 -
I)<Dlt:E DEL S0'1'1'D10 VOLUME
Pau.
tawento - Istruzione pro,·visoria del 1901 e Istruzione 1904 Ordine ùi fuoco per serie - Istruzioni speciali 1898 e 1905 per .artiglieria da montagnr1. Conseguenze dei materi:.ili a tiro rapido · Vantaggi conseguenti dalla celerità di tiro · Discordi pareri: Allason, Biancardi e Pistoj · lwportanza "della, preparazione del tiJ:o - Studi e pro1;oste ::\1ontefiuale - Istruzione del 1913 - Procedimenti goniometrici per la formazione del fascio parallelo e per il . calcolo della <llrezione - Norme per il defìlamento, l'angolo morto e il tiro sopra le proprie truppe - Il nuovo criterio di l!bertà e di responsabilità del capitano - L'inquadramento del terreno Modalità <li fuoco 1)€r ll tiro di efllcacia - Le falciate. Istruzioni sul tiro d'Ar tiglieria <la for tezza - Complicazioni Iniziali - Dispositivo del tenenete Carlo Nullo - Nuova istruzione doPo la scomparsa delle a1·tiglic.rie ad a.rnnc11 riea - Inco.mpletezza delle J)rime tavole di tiro - Rilievi cli Carlo Parodi - Istruzione litogrn fata del 1802 e Istruzione completa del 1804. Nuove regole conseguenti dall'adozioue dei uuovi strumenti e dei proce<lirueuti goniometrici - Istruzioni del 1905 e del 1906 -. Criteri di muggiore larghezza - Distribuzione del fuoco - Ordini di fuoco - Istruzione definitiva tlel 1915 - Forcella a tempo in elevazioue o in gradunzlone - Concetto embriona le <lel trasporto del tiro - L'obiettivo ausiliario. Metodi di tir o per f• Artiglieria da costa - Puntamento individuale e 1mntamento preparato - Formazione puntatori e telemetristi -. Tabelle degli scostamenti - Distanza di tiro, cllstanza di fuoco, distanza approssimativa - Inconvenienti del puntamento indiretto - Studi e proposte del capitano Giuseppe Nuccorini . Regolamentazione anteguerra · Puntamento indiretto in dlrezioue e in elevazione - Importanza clel servizio telemetrico - Specie cli tiri costieri - Condotta del fuoco - Le tabelle del tenente colonnello Antonio De Stefano - Le tabelle del maggiore Enrico Corte - Il tiro ridotto Notizia bibliografica §
2028 2072
8. Le anni ila fuoco vortatiU dai 1870 al 1914. Quadro generale. della trasformazione e della evoluzione delle armi portatili - Armi a retrocarica a caric::imento successivo Armi a rlJ)Ctizioue - Armi di piccolo calibro, n c.a r icamento multiplo, con polvere senza fumo - Prime armi automatiche Grandi progressi tecnici e balistici raggiun ti .
Sottoperiodi 1870-1884 ; 1884-1887 ; 1mrticolarità nella costituzione cl elle armi cla fuoco . Congegni cli chiusura a cilindro scorr evole - Si-
-
2152 -
2078
INDICE DEL SE'l"l'Il\JO VOLU:ìl1E
Pag.
sterni varìì italiani ed esteri - Le armi a ripetizion~ - Varii tipi di armi a r ipetizione ordinaria - Il nostro sistema Vetterli Arma a ser batoio fisso, mobile ed a pacchetti di rifornimento - Fucile italiano mod. 1870-87 - P istole - Mitraglìatrici .
2079
Sottoperiodo 1870-1915 - Sguardo generale - Diminu zione dei cr1libri - Nuovi tipi di armi, italiani ed esteri - Il fucile italiano mod ello 91 - Le armi a r ipetìzione automatica - Pistole - i\Htragliatr ìci ' - Particolarità nella costituzione. di un'arma portatile Munizioni - Cenno sulla fabbricazione delle armi da fuoco
2097
Notizia bibliografica
2127
Indice dei nomi
2129
2153 -
. :,
Indice delle illustrazioni
Pag. ; . 1·
l!'ig. 648. Luigi Menabrea )) 619. Giacomo Longo )) 650. Emilio Mattei >) 651. Cannone da 7 B.R. Ret. da montagna, » 652. Affusto acciaio per cannone da montagna con cuscinetti elastici i) 653. Cannone da 7 B .R. Ret. da campagna i) 654. Cannone da cm. 12 B.R. (Ret.) , . )) 655. Cannone da 8,7 A.R.C. Krupp da campagna )) 656. Giuseppe Biancardi . )) 657. Affusto a deformazione da campagna :i\>Iocl. Biancarcli l) 658. Enrico Giovannetti i> 659. Cannone da 87 B.R. (Ret.) Mocl. 1880 . >> 000. Cannone da 12 G.R.C. (Ret.) e cannone <.la 12 13.R. (Ret.) >) ' 661. Cannone da 15 G.R.C. (Ret.) obice da 15 G.R. (Ret.) l> 662. Cannone da 12 G.R .'C. (Ret.) )) 663. Caricamento di un obice da 21.0 » 664. Giuseppe Fortunato Bfonchi )> 605. Antonio ]'1·ancesco Brignone >) 666. Cesare Bonelli . )> ()67. Luigi GianotU. . » 668. Casamatta corazzata sistema Krupp per un cannone a sfera da cm. 15 (Ret.) . >> 669. Casamatta corazzata s istema Krupp per un cannone a sfera cla cm. 15 (Ret.) . ». 670. Esperienze eseguite al forte Vinadio nel mese di novembre 1881. Casamatta con sistema cli corazzatura per cannoni a sfera . » 671. Affusto d'attacco e difesa per cannone da cent. 12 A.R.C., G.R.C. (Ret.), e obice da cent. 15 G.R.C. (Ret.) . ~
2155 -
1070 1071 1072 1075 1080 1085 1087 1088 1091 1092 1093 1095 1099 1107 1116 1118
1126 1127
1128 1128 1134 1136
1139 1152
1.NDICE DlilLLE ILLUS'l'RA2IONI
Pag.
Fig. 672. Affusto d'attacco e difesa per cannone da cent. 15 G.R.C. (Ret.) e per obice da cent. 21 G.R.C. (Ret.) . >) 6'73. Giovanni 'l'oretta » 674. 'l'orre Schumann >> 675. Affusto d'attacco e difes a cli nuova adozione. Cannone da cent. 12 B.R. (Ret.) e 9 (Ret.) >> 676. Celestino Sachero » 677. Mortaio da cm. 15 Krupp . >> 678. Lorenzo Rappis » 679. Cannone da cm. 32 G.R.C. (Ret.) » 680. Cannone da 40 e 46 G.R.C. (Ret.). Progetti Rosset (1876,l » 681. Cannone da 45 G.R.C. (Ret.) in batteria . >) 682. Ilatteria da. costa . » · C>83. Esperie.uze col cannone da 40 Krupp al poligono di Meppen (1879). » 684. I nstallazione cannone da cm. 40 )) 085. Torre corazzata per cannone da costa. )) 086. Esperienze su corazze Grtison à Bu<:kau (188::l) )) 687. Felice Mar iani . )) 688. Cannone revolver (mitragliera) Uotckiss )) 689. Prove col cannone da 321 al . Campo di Lomba.rdore )) 690. Veduta Generale dello S.tabillmento cli Avigliana · ('l'orino) della « Società Dinamite Nobel'» )) 691. Roberto .Bazzichelli )) 692. Prof. Carlo Resio )) 693. Esperienze contro corazze Krupp (1884) )) 694. Simone Pacoret di Saint Don )) 695. Giovan Battista Amici-Grassi )) 696. Telemetro Amici )) 697. Alzò Saint Bon )) 698. Luigi Castagnola )) 699. Rodolfo Silvani )) 700. Gustavo ParraYiCino )) 701. Autostadiometro Plebani )) 702. Angelo Salmoiraghi ' . )) 703. T elemetrografo Siemens Balske. Apparecchio J\fadsen. , Telemetro Nolan-P<>zzi )) 704. Telemetro Watkin )) 705. 'l'elemetro Parravicino )) 706. Paolo Triulzi )) 707. Telemetro Braccialini a base verticale )) 708. 'l'elemetro Amici-Sollier )) 709. 'l'elegoniometro Braccialini-Sollier
-
2156 -
1158 1156 1158 1160 1165. 1168 1173 1179 11.80
1181 1182 1183 1188 1189 11{)4 1197 1205 1215 1219
1238 1247 1263 1264 1205 1267 1269 12'i0 1274 1278 1280
1283 1284 128i ]280 1287 1288 1289
l~DICl~ DIDLLBJ ILLUSTRAZ10NI
Pav.
Fig. 710. Veduta generale clello Stabilimento Ar mstrong a Pozzuoli » 711. Gerolamo R.olandi >) 712. Carlo l'astore » 713. Nicola Quaglia . >) 714. Giovanni Boido ,. )) 715. Luigi Adami )) 716. Ladislao Malaspina )) 717. Gustavo Parra vicino )) 718. Luigi Francesco Rogier >) 710. Prove di traino e di tiro di materiali muniti cli cingoli I3onagente » 720. Applicazione dei cingoli Bonageute » 721. Interno casematte .For te di Vinadio >) 722. Pompeo Grillo >) 723. Antonio Passino >> 724. Giovan Battista Magnaghi » 725. Achille Afan De Rivera >> 726. Antonio Mangiagalli » 721. Alclo Rossi 728. Lorenzo Sollier >) 72H. Giov,rnni Bertoldo » 730. Gio,·:rnni Gigli-Cervi >) 731. Adolfo Tettoni 732. Rober to Rad icati di lVlarmorito >) 733. Raffaele Vitelli >> 734. Alfredo Dallolio i, 735. Pietro Panizzardi » 736. Onorato Moni >> 737. Prove di traino e d~ someggio del cannone da 70 mont. all a presenza di S.A.R. il Duca d'Aosta )) 738. Il p ezzo da 65/17 mont. )) 739. Cannone da 75 A. Krupn )) 740. Modello di cannone da 75 A. da ·camp. con scudi a deformazione )) 741. Materiale da 75 A . tra.sformato Schneider )) 742. Effetto di un colpo sparato col cannone da 75 A. Schneider contro batteria scudata )) 743. Commissione d'esperienze al Poligono di Cirlè )) 744. Cannone · cta 75 Mod. 906 . )) 745. Cannone éla 75 A. · Mod. Ansaldo (1906) )) 746. Il materiale da 75/911 (Déport) )) 747. Prove ecl esperienz~ col materiale Déport )) 748. llJsperiernr.e' al poligono di Harfleur
i,
i,
-
2157 -
1291 1297 1297 '
129S 1299
1301 1302 1302 1303 130S 1309 1311. 1312 1317 1317 1319 1319 1322 1322 1323 J.32i 1327 1327 132i 13:18 1328 1329
1333 1336 1341
1342 13!9 1349
1351 1353 1355 1357 135:) 136:5
lNDlCID DELL0 lLLU S'rl{ AZIONl
Pag.
Fig. i.J9. Esperienze al poligono ùi Tangerhiitte >> i 50. Obice da 140/12 » 751. Obice da campagna da 10:i L1lG Krupp >> i 52. Cannone Ansaldo da 105/28 >> i 53. Mortaio Schnelder da 260 >> 754. cannone da 149 K.A. L /00 · >> 755. Pio Ferrone » i 5G. Esperienze al Campo di Ciriè contro scudi di lumiere di acciaio » i5i. Lorenzo Bonazzi >> 758. Proietto pesaute contro specchio di cupola da l'JO » 750. Ing . Severino Cas:ma » , GO. B~perienzc dl tiro contro cupola corazzata » i61. Giovanni Bettolo » iG2. Crescentino Caveglia » 763. S. M. il Re Vittorio Em·a nuelc III » i64. Studio eomparnt~vo sugli obici cln 30::i da co ta >> 705. Studio comparativo sugli obici da 305 da costa • 11 766: ;mtonto Benedetti » 767. Goniostadiometro Hraccialini (a base 01:i,,zontalù) » 708. Goniostadiometro Brnccialini (a base verticale) . » 769. Ct•rchi di punta me11to Mod. Cortese >> 770. Giuseppe Cortese >> iil. Gaetano Ji'aini >> 772. S.A.R. Emanuele E'iliberto di Savoia-Aosta, Comandante l'Artiglieria di T orino . » 773. Varii tipi di mitragliatrici » 774. Giuseppe BiancarcU, tenente d'Artiglieria >> 775. Ugo Alla son, capita no cl' Artiglieria » 77G. Pompeo Grillo, colounello cl' Artigliei:ia » 777. Lorenzo Sollier, capitano d'Artigliei:ia » 7i8. Crispino Bonagente, maggiore d'Artiglieria » i79. Scipione Braccialini, capitano d'Artiglieria » i 80. Materiale da 87 scu<lato Biancnrdi » 7Sl. Ernesto Breda >> 782. Cannone a tiro celere presentato clalla Ditta lng. E . Breda e C. all'Esposizione di Palermo 1897 >) 783. C11nnonc presentato dalla Ditta Ing. K Breda e C. al concors.i del 1897 )) 784. Prove dei nuo,i materiali ideati e costruiti dai nostri Stabilimenti )) 785. Xnovo materl:ile da campagna oo 75 A. Kr upp . )) 78G. L o Commis1<ione !<perimentatricc del cannone da 70 mont.
-
2158 ._
1360 1378 13i4 1377 1399 1407 HOS 1411'i
1420 1422 1428 1432 1456 1456 1459 146$ 1469 1498 1500 1500 1517 1518 1520 1521 lu24 1531 1534 1538 1539 1541 1543 1557 15G9 1571 .1572 lfi81 15$3 1593
11\DlCl!l DIDLLID ILLUSTRAZlONI .t'ag.
Fig. 78,. 11 generale Sollier con Ufilclali della Direzione Esperienze di Ciriè e della Direzione Superiore di Torino (1906) » 788. U.fficlali della Direzione Bsperielize di Clriè e della Direzione Superiore di Torino (1907) » 789. Affusto a deforma.zlone per cannone da 65/17 da mont. » 790. Prove di traino, dl someggio e di tiro col cannone da 65/17 » 701. Il materiale Déport . » 7!)2. La Commissione Sperimentale del materiale Déport durante una prova » 793. Ernesto Stassano >> 704. Forno termoelettrico Stassano >> 705. Ruota munita di cingoli Bonugente » 796. Prove di t raino e di tiro con cingoli l) 797. Luigi Stampacchla . )) 798. Curve dell'irndamento clelle pressioni )) 790. Col. ing. Giovanni Bianchi' dei Conti di Lavagna )) 800. Francesco Siacci )) 801. Enrico Giovannetti . )) 802. Carlo Parodi )) 803. Carlo Parodi, sottotenente degli a lplui )) 804. Ettore Cavalli . )) 805. Giovanni Bianchi )) 806. Scipione Bracciallnl )) 807. Cannone da 7 B.R. Ret da mont. >> 808. Cannone da 65/17 da mont. » 809. Cannoni di piccolo calibro e loro congegni cli chiusura » 810. Cannone da 7 B.R. Ret. da campagna >> 811. Cannone da 87 A.R.C. Ret. da campagna . >> 812. Affusto da cllmpngna per cannone da O 13.R. Ret. » 813. Cannone da 9 B.R. Ret. l> 81-1. Cllnnone da 9 B.R. Ret . da campagna (mod. 1880/98) » 81'1. Materiale scudato a deformazione progettato da Giuseppe Biancnrdi · » 8](). Cannone cla 15 A. Mocl . 1900 (con affusto rigido) >> 817. Canno n e da 75 Mocl. 1906 » 818. Cannone da 75/27 Mo<l. 1911 (sistema Déport) » 810. Cao~10ne Déport » R20. Cannone Déport Mocl. 1011 >) 821. Obice dn 14~)/12 Mod. 14 » 822. Cannone chi 105128 » 823. Congegno di chiusura delle artiglierie di medio calibro » 824. Affusto d'acciaio per cannone dn 15 G.R.O. Rat. ,> 82,'5. Mortaio <la 24 A.R. Ret. con affusto del n. 17 .
-
2159 -
1;305 1597 1598 1599 1601
1003 1607 1608 1620 1621 102;-i 103'3 1641
164'3
1667 1070 1682 1634
1680 1689 1748 1752
1734 1755 1750
1700 1761 176:\
1767 1768 1774 1780
1781 1782
17S6 1790 1797
1803 ]80!1
ll\DICG DELLE ILLUSTRAZI0.'H
Pag.
Fìg. 82G. Mortaio da 21 A.ree. Ret. » 827. Cannone da 149/35 ,i 828. Prime prove dei cingoli Bonagente col materiale da 149 A. (1895) ,, 829. Affusto da difesa per cannone da 15 G.R.C. Ret. con sottaffusto del n. 8 . ii 830. Congegno di abboccamento per a~usto cla difesa in ca.samatta » 831. Affusto da difesa per cannoni d u 15 per batterie a cannoniera minima ,i 832. Affusto c01:azzato girevole per cannone da 12 A.R.C. Ret. » 833. Installazione in pozzo tipo A.ì\L (per cannone ·c1a 149/35) » 834. Installazione in pozzo tipo A. (pei.' cannoni da 149/35 A.) » 835. Installazioni in pozzo tipo G . (Grillo) ii 836. Installazione in pozzo tipo S (per cam10ne d a 149/35 S.) ,i 837. Cannone da 321 (già cla 32 G.R.C. Ret.) . » 838. Congegno ·ai chiusura delle artiglierie cli grosso cali bro (cannone da 321) . il 839. Obice da 280 corto (giit obice da 28 G.R.C. Ret.) . ,, 840. Affusto da difesa per cannone da 321 (con sottaffusto del ll. 7) >l 841. Affusto da difesa per obice da 280 (con sott.affusto del n. 15 » 842. Affusto da difesa a blocco per obke cla 280 (con sottaffusto idropneumatìco del n. 18) >l 843. Installazione in pozzo del cannone da 30.5/50 ,, 844. Installazione a piedistallo per cannone da 152/50 ll 845. Pt·ime prove dt s istemazione de11'87 B. per tiri contraerei ,i 84G. Cannone autocampale contraerei cla 75/27 C.K. i> 847. Roberto Bazzichelli )) S48. 1. Granata oolunga da cm. S 2. Granata oblunga da cm. 7 - 3. P alla oblunga cla cm. 7 - 4. Scatola a. mitraglia, da .::m. 12 - 5. Scatola a mitraglia àa cm. 1G G. Granata oblunga perfornnte da cm. 24 , . ii 849. 1. Spoletta per granate obiunghe - 2. Spolelttt a percussione per granate oblunghe da cm. 7 (1872) - 11. Cartoccio a proietto - 4. Cannelli fulminanti cli rame - 5. Granata cla cm. 9 per artiglieria da campagna - (L Shrapnel da cm. 7 e 9 a diaframma . · >> 850. 1. GranHta mina da cm. 24 - 2. Shrapnel a cliHframma per bocca cla fuoco· 'clei parchi d'assedio - 3. Pnlla di ghisa indu,rittt 'da cm. 24 e 32 . >> 851. 1. Spolettn a. percussione mod. 1879 con inneseo mocl. · 1879
-
2160 -
1810 1812 1813 1818 1819 1823 1827 1831 1833 1834 1839 18:iil 180() 1862 1864 1867 1868 1875 lSW 1883 1884 1899
1903
190:l
1910
INOIClll ONLLE IL L USTRA2I0Nl
Pa11.
Fig.
»
>>
>>
n
»
» » >)
» » » >)
»
» 11
» >> )>
139
2. Spolett11 a percussione mod. 1885 con innesco modello 18&) - 3. Spoletta II tempo mocl. 1875 - ,J . Spoletta a doppio effclto mod. 1887 - 5. Spoletta a cloppio efl'etto d'assedio mod. 1886 con innesco mod. 1885 G. C:mnello a vite s;;2. J. l'alla da 4GO - 2. Gruuata torv.:!<line da 149 S. - 3. Grannta dirompente ,1:1 75{100 - 4. Granata perforante per cannone dn 305 - 5. Shrnpnel d i acciaio cla 75{906 G. S hrapnel cli ghisa da 120 853. 1. Spoletta n bocchino anteriore mod. 85/903 con innesco modello 8:3 - 2. SJloletta a bocchino posteriore per palle cariclle di polvere nern - 3. Spoletta a percussione a bocchino :rnteriore mod. 910 per proietti carichi di alto N;J)losivo - 4. Spoletta a bocchino posteriore mod. 911 pe1· grana te cnriclte di alto esplo;:irn - 5. Spoletta a bocchino J)osteriore per la g ranata. dn 280 carica di polYere nera - 6. Spoletta a boccbino posteriore per granata minn da 149 c. p. 854 1. · l. ~po letto. a doppio e ffetto rn ocl. 90 - 2. Spolettn a doppio effetto mod. 900 - 3. Spoletta a doppio efl'etto mod. 906 4. Spoletta a doppio effetto da 149 c. p. - 5 . SJ)Oletta a doppio efl'etto da 65 855. 1. Ourluccia innesco a percussione - 2. Innesco mod. 910 3. Innesco mod. 902 - 4. Cartuccia Innesco a percussione ed elettrico 5. Tnneschi per bossoli du 57, da 70 e 75 A. - 6. Tnneschl per bossoli mod. 912 e mod. 913 7. Petardetto d'innesca mento 856. Vite doppia 857. Cavnllctto cli puntamento 8:>8. .A.rcbl dentati 859. Congegni di elevazione e direzione da 65/17 860. Con11:egni cli elevazione e dh:ez!one da 1.49/12 861. Congegno di elevazione da 75 Mod. 906 862. Congegno di elevazione da 75 Mod. 911 863. Con11:egno di elevazrone degli affusti a s fera 864. Congegni cli elevazione per affusti a cannoniera miulma 865. Congegui di elevazione per af(usti in torre corazzata 866. Congegno di abboccamento 867. Rotelle con · :Cori cli direzione per sott.nffusti da difesa 868. Rotelle a corona dentata di {lir ezione per sottafl'.ust! da difesa S6!l. Conl);cgno cli direzione cfa 75 A. 870. Congegno cli dlrezioue elfi 75 Mod . 906
-
2161 -
1914
1922
]02;3
1928
l931 1938 1939 194.l 1943 1944 1945 1946 1948 1950 1951 1952 1954
1954 1951ì 19;56
INDICE DWLI,ID ILLUS'l'ltAZlùNl
I 'il:/.
I!'ig. 871. » 872. » 873. >> 874. » 875. >l 870. » 877. » 878. » 879. >l 880. >> 881. >> 882. » 883. >> 884. >> 885. >> 886. >> 887. »
888.
>>
889. 890.
>> >>
» ,>
'> >> >>
» >>
)>
» >> >)
»
891. 892.
893. 894. 895. 896. 897. 8H8. 809. 900. 901. 002. 003.
»
904.
»
»
f.l05. 906. 907. 908. 900. 910. 911. 912.
>>
913.
>> l> )>
>>
»
»
Congegno cli direzione da 75 l\fod. 911 Alzo Pedrazzoli da 87 I3. Ugo redrazzoli ..A.lzo da 75 A. Alidada a traguardi da 75 A . Attrezzi Siacci Ignazio Spiri to Pozzo Alzo da 75 Mocl. 006 Alzo da 75 Mod. ùll Alzo a cannoccllialc panoramico da 75 Mod. 906 e Mod. 1911 Alzo e cannocchiale panoramico cl.a 65f]7 Cannocchiale panoramico mod. Cortese-l!'alcone Cerchio di puntamento 111od. Cortese Goniometro Mocl. Buffa . Vittorio Buffa cli Perrero Goniometro :ò>Iod. Bennati Goniometro Mod. 1912 Livello doppia gradunzione (da campagna) Telemetro Madsen Telemetro Amici 'l'eleruelro a base verticnlc, a vetrino ])inno, cla costa 'l'elemetro a base verticale, a vetrino curvo, da costa Telegoniometro Telemetri a base orizzontale da costa . Telemetri a b:1se orizzontale, a tre stazioni, da costa 'l'elegoniometro Passino . '.relemetro Gautier Cronografo Le Boulengé Telaio reticolato Congegno di scatto del coltello del cronogr afo Le Boulengé. Disgiuntol'e Regolo misuratore Meccanismo di scatto sistema Comblain Sistema di chiusura Dreyse-Bech Fucile sistema Gr as (1874) Fuci.J.e sistema iVfauser . Sistema di chiusura De Beamnont Si8tema a serbatoio Speneer . Sistema a serbatoio Hemy-Wichester Sistema a ripetizione Vetterli (Svi,1zera) Sistema a ripetizione Vetterli-Ber toldo (Italia) Sistema. a ripetizione Kropatschek (1878) Fucile Mauser Mod. 1S71-84 .
a
·-
2162 -
105i:) 1960 1961 1963 1965 1967 1975 1977 1978 1979 1981 1983 1985 19811 1987 1988 1989 1991 1994 1995 1997 1998 2000 2003
2006 2010
2012 201-1 201G 2016 2016 201.7 2081 208~ 208(:
2084 20Si'i 2087
2087 2088 2089 2090 209;
1NDIC0 DI!JLLE ILLUSTRAZIONI
Par,. >)
>J
» )> >>
» » >>
» » » >J
» >>
» >>
>J
» » >)
»
» >>
» » » >>
914.' Sistema . a r ipetizione Gras-Vetterli 915. F ucìle italiano Mocl. 1870-87 (Vetterli-Vitali) 916. Pistola a rotazione Mod. 1874 Chamelot-Delvigne 917. Mitragliera a due canuc Mo<l. 1886, sistema Gardner 918. Fucile gerrn:mico Mod. 1888 . 919. Fucile Lee mod. J889 (Ingbiltena) 920. Gusta.vo Pm:ravicino 921. Pietro Garelli-Colombo 922. Giuseppe Vitali 023. Salvatore Carcano 024. Fucile italiano mod.. 91 925. ]fucile automatico italiano Cei-Rigotti (1001) 926. Pistola a rotazione Mod. 1889 (Italia) . 927. Pustola italiana· Vitali Mod . J.005 . 028. P istola italiana moà. 1910 929. Mitragliatrice Maxim-Vickers Mocl. 1912 930. Mit.raglìatrice Perino Mod. 1910 . 931. Giuseppe Perino 932. Mitragliatrice R evelli-Fiat lV!od. llllO 933. Capitano Revel Betel-Abiel · . 934. Mitragliatrice Fiat Mod. 1914 935. F ucilE:-mitragliatrice ìVIadsen-Rexer Mod. 1908 9~16. Alzo a quadrante. Fucile italiano ìVlocl. 91 937. Cartucce a bossolo combustibile ed a bosso metallico 938. Forme di innesrhi . 939. Tipi di pallottole appuntite od affusolate 940. Cartucce per armi l\1o<l. 91 .
Jì'i-nito d·i sta,invan~ il 5 a.gosto 1941-XIX.
-
2163 -
2092 209-1 209,J 209G 2099 2100 2101 2101 2101 2101 21.04 21ii3 2109 2110
2111 2112 2112 2113 2115 2U6 2117 2117 2120 2122 212.S. 2123 2124