Gen. CARLO NIONTÙ
STORIA DELLA.
ARTIGLIERIA ITALIANA con prefazione cli S. E. Benito :Mussolini
11 MAG. 1940 X\nW
1.F ARTE III D.A.L 1870 AL 1919)
VOLUME VI (DAL 1870 AL 1914)
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(GUERRE COMBATTUTE ALL'ESTERO . DOTTRINA DI n:rPrnGo . GUERRE COLONIALI · LE SCUOJ:,E D'ARTIGLIER,IA · GRAFICI DELLE TRASFORMA· z.IONI DELLE COMPAG·NIE, DELT,F, BA'l'TRRIE E DELLE BRIGATE DA C.AJ:fPAGNA, D�.\. JiONT.AGNA, A CAVALLO, DA FOWl.'E¼Z.A E DA COSTA DAL 1871 AL 1909)
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EDITA A CURA DIDLLA RIVISTA D'AR'l'IGLIERIA E GENIO
ROMA - XVIII
PREMESSA AL VI VOLUME
Con questo volume si inizi a la sLol"ia <.1t quel periodo che. e pm·e ci appare già tanto lontano, vic:eYersa è proprio quello che abbiamo attirnm.ente vissu to, che si è i;;volto sotto i nostri occhi e nel quale ciascuno della nostra generazione ha arrecato il suo apporto ed ha, avuto la sua parle, talvolta cli attore <~ tal'altra di semplice spettatore, ma sempre di osservatore! Non è quindi cl'nopo di fai· rilevare le difficoltà incontrate non soltanto per conservare al nostro lavoro storico quella og-gettività di espos~zione che fu da noi fin'ora scrnpolosarucnte osservata, astenendoci cli proposito da critiche 01·amai stedli ed inutili se pur non dannose, ma a,lt \·csi per radurmre quei materiali descrittivi ed illust1·ativi indispensabili per mantenere alla Storia dell'Artiglieria Italiana quella serietà veridico. e completa, fo1·tunatamente rilevata ed apprezzata dai nostri re- . censori e dai nostri lettori per i prececle11ti volumi. La, grande guerra ha in cel'to modo costituito una specie di profondo fossato tra il prima e il dopo, ~ le preoccupazioni di varia sorte e natuta che ne conseguirono distolsero dagli studi e dalle approfondite ricerche riguardanti ciò che per tutti era ormai diventata storia antica, tanto chè numerosi invidiati primati del genio italiano, ammirate conquiste di scienziati e di tecnici nostri, valore di Capitani ed eroismi epici di combattenti italiani non furono sempre adeguatamente ricordati e celebrati, ed anzi un prezioso patrimonio di archivio- venne distrutto. Anche per ciò non fu facile il nostro compito, e molte volte e soltanto attraverso lunghe e numerose pratiche, fu possibile riuscire nel ritrovamento di quanto da tempo si' andava cercando. Questo VI volume si compone di quattro capitoli, e di due Grafici rappresentanti le successive trasformazioni delle varie unità dell'Arma . -
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l'HE.:ìl:ffsSSA AL VI VOLUME
Poichè nel periodo considerato il nostro Paese non è fol'·· tunatamente stato ·Coinv·olto in alcuna guerra, r.,-0ntinentale <~ da noi non si sono perciò comba.ttute gnerre, cosi si è ritenuto indispensabile di na,rrare succi.ntamcnte nel. capitolo 26° lo svolgimento delle grandi guerre combattute all'estero in ta,le epoca, ed all'uopo il tenente colonndlo Gustavo Sec00 seppe considerarle essenzialmen te dal punto di vista artigliereseo: soltanto così si possono giustificare le norme cli impi.ego dell'Arma che da tali guerre man mano scaturirono, modificandosi e perfezionandosi. In questo ca.mpo la pratica degli altri ha, costituito la teoria dottrinale per ~1-0i, svolta ed insegnata man mano nelle scuole, ed applicata ai campi ed alle manovre. Il rapitolo 27° riguarda appuntò hL Dottrina di. Impiego, e la narrazione fattane dal generale Felice Grandi assume pa,rticolare e caratteristica importanza per il fatto che furono queste le norme colle quali si entrò nella gr::mde guerra. . Il capitolo successivo dedicato alle noi,tre prime Guerre Coloniali contiene pagine particolarmente gloriose per l' Artiglieria e per gli Artiglieri· nostri. Con commossa ed ammirata rievocazione di uomini e cose abbiamo rivednto vicini a, noi antichi a,mici ,e coll{~ghi che in quelle lo11ta11e t(~rre hanno immolato le · loro esistenze co11 indomito coraggio e con pr,of.onda fede nei destini della Patria; e rileva,nclo la par te precipua e l'importanza, inconfondibile dell' Artiglief'ia pur nelle Guerre Coloniali, ci siamo confermati anc,ora unà volta nella verità inoppugnabile per cui anche quando la, Fortuna ci fn matrigna e la Vittoria non coronò i nostri sforzi, l'Esercito scrisse una pagina mirabile di coraggio, di valore e d'ardimento, e l'Artiglieria non fu da meno nel. tener fede al suo motto auspicante, mettendo in luce in tali occasioni l'importanza somma del binomio << Fanteria-Artiglieria)), e la, necessiti\ della più stretta ·e della più intima ooopera½ione fra le due Arrni. lVlolti fatti ,e molti fenomeni, presentatisi per la prima volta in g ueste guerre coloniali, provocarono regole e pri.ncipii applicativi di peculiare ,rilievo perchè trovarono poi la loro conferma. · estensiva durante la grande guerra. Specialmente per le guerre Eritree del 1895-96, · pur v,olendo di proposito osservare la massima ,oggettività e prescindere dalle oontroverse dibattute versioni, abbiamo fatto -
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l?JUJ:\IESSA f\L VI \'OLrJllrn
frequente, ripetuto e fruttuoso d corso Rlla, copi osa letteratura - antica e recente - in argomento, e son-atntto .11l'Opera veralllente ·ma,gistrale e completa del oolonn. Emilio Bella.vita, consultando poi d'altra parte la, monografia cli Albe1·to Pollera e le eloquenti illustrazioni del Dr. E nzo P arona, nonchè la recente ornzione di S. E. Carlo Conti Rossini : ad essi riv-olgiamo il nostro grazie sentito estendendolo al maggiore Francesco Antenore, mentre poi rileviamo .come la collaborazione del colonn. Angelo Ravenni sia stata ·particolarmente utile e preziosa in a rgomento : egli ripetutamente se n'era occupato e i::ovratutto poi, potendo consultare e riferirsi ai materia,li documenta.rii dell'Ufficio Storico del Ministero della Gu erra, ci ha consentito di stabilire punti fermi ed in.oontro,ertibili sullo svolgimento di quelle battagli e e specialmente sull'azione della nostra Artiglieria. Il capitolo 29° dedicato alle Scuole cl ·Artigliei-ia, riporlan<loei ai nostri anni g'ioyanili e richiamando alla nostra mente sogni, spei-anr..e cd illusioni 1 ci ha ricon dotti fra le mura dei nostri I stituti }1ilibtti consa(òtate dal tclllpo e dnlJe t radizionj : ci auguriamo e spe1·i:11uo ehe un o scrittore cli forte tempra, po tendo fare assegnamento sullr1i specifica competenza del tenente oolonn. Filippo Caras~o, che diede a 1ne il più largo apporto della sua collaborazione, sappia in forma adegua,ta ed in degna veste tra.mandare ai posteri le benemerenze della Regia Accademia Militare e della, S.cnola d'Applicazione d'Artiglieria. e Genio di Torino. Noi abbiamo dovuto f.or.·zata,ruente limita.rei agli argoruenti più salienti rievocando pertanto le :ligure piì'l. insigni di antichi Comandanti, di Dirigenti, di Istruttori, di Insegnanti e di buona parte cli quegli anti.chi Accademisti ed Ufficiali-Allievi che maggiorment<~ si distinsero nella loro cartiera, nonchè di decorati di Medaglia d' Oro al valor militare. E in questo capitolo abbiamo ritenuto cloverÒso cli dedicare uno specia.le paragrafo ai Corsi Speciali cli Modena e di Casert.i dai quali ~ortirono va,lorosi e distintissimi ufficiali d'Artiglieria provenienti dai sottnfficiali e <l,tgli ufficiali cli complemento appartenenti all'Arma. : la grande e cleLeJ·minante prova cl el1:t gnerra e delle battaglie, molt,o meglio che non la metodi-c::L vita di. guarnigione, ha messo in luce i titoli e le qualità cli tali -
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PHEJ\1 11:SSA AT, Vl VOLUi\·rT,;
ufficiali, fra i quali si annoverano Medaglie d' Oro, numcr-osP a,l tl'e minori deoornzio11j aJ valore, pro1Uozioni per merito di guerra e per mcr·iti e<:cezionali, jndiscw,sc affermazioni Belle vari e specialità, e nei moUeplici er°\1-zi dell'Arma. Al pi.tziente 1,:1,Voro del colo11nello Uuiberto Dorelli si debbono i cl ne grafici. della Storia evolutiva delle trasformazioni delle compagnie, delle batterie e delle briga te da campagna, da montagna, a cavallo, da for te1-:za e da costa, tratti dalla recen te pnhblicazione clell'Uiricio Storico: «Storia e trasfo1·mazione dei Corpi ciel R . Ei:;e1·eito ». Ai Yal'ii Indid si è ritenuto di aggiungere per que:,;to pe1fodo auche 1111'.Gffernel'i<"le cronologiciL a,1.· tiglie1·.esca, : questo lavoro, lungo e minuzioso, venne scrupolosamente compiuto dal gcn . Fl otes nelle tipetn Le sue revisioni delle boz;r,e di stampa. Ai miei bravi collaborntori e sovraLutto al fraterno amico gen. Cado Jfanganoni, ul predetto gen. Flores cù al capitano Stefanelli si rivolge innanzi tutto i l mio l'ingrazia.mento sentito; e pel'tanlo a scanso di ogni. e qualsiasi inei::atta interpretazione. ritengo don!roso ripet<:!re qui che, ùi guanto deLto e contenut0 iu quc~sta Storia, io ed i·O Rolo intendo di assumer mi 1a completa (• piena l'esponsabi1ità : H mio lavoro non è stato soltanto <.li ('oordinarnento, m a talvolta adclil'ittura di totale rimaneggia mento degli. elabomti collabora.tivi, tl:!,nto che <~ della forma, e della soi-;tnnza di quanto affcrmc1to io solo dcsider,o e debbo a::;sume1·nc 1a paternità. Un viv<) i-ing1·a1-:in1Jw11io mi preme ùi estender-e alle LL . EE. i generai.i. Francesco Daba.lù, Cm· lo Fenal'io e Francesco Mai·ciani che mi fnrono ripetutamente larghi del lol'O compelent0. consiglio e del 101·0 valido aiuto, nonchè rLi Oomaudi. ccl a.i Comandanti della R. Accademia Militar-e di Torino, della Sc11ola di Applicazione d'Artiglieria e Genio, della R. Accademia di. Modena e dalla, R. Accac1emia, NaYale, e quindi poi a S . 1,~. il generale Arturo Vacca-Maggiolini, al pl'ol'essor Ptmetti presidente della R. Accademia delle Scien1-:e, al p1·ofessor Oreste Mattirolo, all'ing·. Carlo Andreoni, al professo!' Somigliana, a,l gen . Lu<lovico Marinelli, al gen. E nrico R esic), al colon n. Fi · lippo Giaccone, all'ing. Giovanni Bertoldo e quin<li a quasi tutti -
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l'R~MESSA M, VI VOLUME
i colonnelli coma,nclanti dei. varii e brillanti Reggimenti cl' Artiglieria, i quali tutti mi fornirono dati ,e notizie veramente preziose. Mi incombe del pari obbligo preciso di ringraziare le nu merose Famiglie di antichi artiglieri che cortesemente si prestarono alle mie domande ed aJle mie richieste, fornendomi informazioni e materia,li particoli:Lrrnente interessanti: nell' «Indice Bibliografico e delle Ponti>) ho reputato conveniente di ricordarle perchè se, come spero, altri si a(!cingerà, a perfezio nare e completare questo laN·Oro storioo, ::td esse dovrà indub biamente far rioorso ancora. All'Ufficio Storico del Ministero della Guerra,, al suo Capo generale Biondi Morra ed ai suoi ufficiali, al Museo Storico del ' Genio ed al suo direttor,c generale Clausetti, alla Direzione della Rivista d'Artiglieria, e Genio ed al suo direttore colonnello Michele A.ma,turo esprimo il mio gra,zie più vivo che rivolgo pure all'Istituto Geografico Militare ed al suo direttore gene. raie Orazio T,o raldo di Francia-, nonchè ai generali Giovanni Gar,0falo e Gualtiero Sarfatti, ai colonnelli Emilio Bellavita, Luigi Sus:mi e ltalo 1\tfassaioli, a-1 oomm. Nicola Vigna della Scnola cli ingegneria cli 'l'orino, al comm. ing. ]3}ugenio Mollino. al capitano avvocato Costante Giraud al quale debbonsi in gran parte le fotogra:fi.e tratte dalla sua, preziosa, èollezione, al dr. Alberto M.ahttesta, al R. podestà di Lucca ed a quel1o di Bianzè Vercellese, che tutti mi furono larghi di aiuto, di <;onsigli:o e di apporto veramente preziosi. Esprimo poi la mia gratHndi.ne alle seguenti Case Editrici, ai loro cortesi e benemeriti Dirigenti ed agli Autori preclari delle Opere a,l le quali si è fatto ricorso, per ]a cordiale concli scendenza colla quale vollero aderire alle rkh:i:este concessioni di riproduzione di testi e di illustra1.ioni : Istit uto Ita,liano Arti Grafiche di Bergamo, Ulrico Hoepli cli Milano, S. A. Edizioni. Tiber cli H,orna e per essa al dr. i\falatesta, Istituto Tipografico Aternum di Roma e per esso il cornm. G:u~tano Cicerone, A. Nlondadori cli Milano, Rizzoli Angelo di Milano, Casa Editrice Sonzogno di Milano, S . A . Alclo Garzanti gi.à, 'l'rèves F.lli di Milano, Urdone Tipogra,:ficn EcUtdce di ·rorino, ing. Antonio Va,l lardi di MiJano, dr . Francesco Valla,r di c1i Milano . ..:.... .svu -
PRIDME$SA AI, VI VOLUM:b1
Uno specialissimo grazie debbo poi rivolgere al colonnello dr. Enzo Parona che pose a mia disposizione la preziosa rac-
colta di fotografie da lui eseguite in Eritrea, ·e per le qua.l i le · vicende delle nostre prime guerre coloniali sono illustrate e servono mirabilmente a confermare le narrazioni del Bella.vita. del Gonti Rossini e del Pollera. Mèntre il lavoro storico si fa sempre più difficile, più complesso e sovratutto maggiormente delicato in confronto di uo. mini e cose, io mi illudo che questo VI volume sia veramente il principio di quella narrazione che possa giustificare l'autorevole asserto della Prefa,zione per cui questa Storia clell'Artiglieria Italia.na, materiata di fatti, va,l ga ad invogliarne la lettura anche per pa,r te dei profani, e sovratutto valga a, stabilire dei punti fermi, capaci di infiammare d'orgoglio e d'entusia,smo tutti gli Artiglieri d'Italia. Bellagio) 4 giitgno 1939-XVII.
CARLO MONTÙ
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COMITATO
DI
REDAZIONE
P]!;R IL
VOLUME VI della PARTE TERZA
Prof. lng. CARLO 1VIONTÙ GENERALE DI DIVISIONE
Collaboratori: ANTENORE Magg. FRANCESCO BORELLI Col. UMBERTO CARASSO Ten. CoL FILIPPO
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FLORrnS Oen. ILDT~JBBA ND O GRANDI Gen. F ELICE RAVENNI Col. ANGELO SECCO 'l'en. Col. GUSTAVO STEFANELLI 1° Caip. Ing. EMILIO
Revisori: BELLAVI'l'A Col. EMILIO FLORES Gen. ILDEBRANDO {predetto) MANGANONI Gen. di Divis. CARLO STEFANELLI 1° Oap. Iug. EMILIO (predetto)
Segretario di Redazione: FLORES Gen. J.LDEBRANDO (predetto)
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.CAPITOLO VENTISEIESIMO
Gli insegna1nenti derivanti dall'impiego delle nuove armi da fuoco nelle guerre combattute all'estero dal 1870 al 1914 § I.
I nuovi elementi che influiscono sulJa condotta delle operazioni - La dottrina di .l\foltke - I criteri di impiego dell'artiglieria in Prussia, in Francia e in Austria - I materiali d'artiglieria nel 1870 e l'organizzazione dell'artiglieria nei principali Eserciti d'Europa.
Il periodo 1870-1914 potrebbe a . prima vista apparire scar-so di interesse per la storia della nostra, a,rtiglieria, in quanto che l 'Italia, finalmente riunita dopo la p1·-e sa di Roma, attraversa una fase di raccogli.mento e di riordinamento in cui, se si esclude la campagna d'Africa e la spedizione in Cina, non ha modo di sperimen tare in guerra, i suoi ma,t eriaH ed i suoi ordinamenti.. Ma se si consjdera. che all'estero_ nel frattempo si . svolge tutta una serie cli guerre, durante le q:u ali l'artiglieria ed il suo_impiego hanno una evoluzione considerevole ed ininterrotta che. porterà alle dottrine con cui .l'l ta,lia, entrerà, poi nel conflitto europe·o, un tale periodo assume una speciale importanza, E
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d'altra part.e in questo periodo l'ev-oluzione clei materin.li e della tecnica del tir·o è grandissima e ad essa contribuiscono valentissimi nostri artiglieri e preclari studiosi ita,liani, ' la, cui fama. valica i confini del nostro Paese ed è altamente riconosci utn, a11'estero. Inolt1·e, i legami della storia dell' Italia con quella. degli altri Stati d'Europa, diventano in questo periodo sempre più stretti tanto che sarebbe gl'ave lacuna il non accennare, -sia pu re di sfuggita, almeno ai fatti che, sebben e avvenuti all'estero, hanno rivelato nuove possibilità dei materiali artigliereschi, hanno stretta 1·elazione col loro continuo progresso ed hann0 conseguente.mente provocato anche da noi successive evoluzioni dei criteri d'hupiego. Analogamcrnte, pur p l'efiggendoci cli esttiminare essenzialmente la cronistoria dell'impiego dell'artiglieri.a, dovremo fare frequente accenno all'evoluzione generale dei procedimenti tattici con pa1·ticolare riguardo a quelli della fanteri a pcrcbè nell' epoca che consideriamo la dottrina tattica dell'artiglieria, che è già intimamente connessa alla dottrina, tattica generale delle tre Armi, tende ad incorpomrsi sempre più nel quaùro più ampio e più completo di tutte le fo1'7& a,rmate. Infin e è ancora da considera.re che il perfezionamento dell'impiego dell'arti glieria è dovuto non solo al miglioramento dei mezzi, ma altresi alla r azionflilità della tecnica del tiro: sarà pertanto necessari.o soffermarsi di quando in qu a,n do anche. su questi argomenti. Inevi tabilmente in t utti i campi si commisero degli errori, e pertanto, se ora ri~sce facile rileva.d i, essi. verranno citati in questa cronistoria non già per un esame basat,o sul facile senno di poi, ma bensì unicamente per trarne utile insegnamento. Alla esposizione cronologica dei fatti non sarà fuori luogo il premettere e ricordare qualche considerazione sull'arte militare del tempo, sui criteri vigenti in materia di impiego di artiglieria, sui materiali esistenti e sull',organizzazione del1' Arma al principio del periodo che si considera.
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GLI ELE:.\U:KTI :-IUO\"l :"\8LLA COKDO'.J.•rA DELT,8 GUEHHE
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Al principio del 1870 i Capi Militari e gli studiosi di arte militare si trovarono di fronte ad elementi nuovi, giunti ad nn tale grado di perfezione da influire notevolmente sulla condotta delle operazioni. Essi eran.o essenzialmente questi: l'aumento ed il miglioramento delle reti stradali, lo sviluppo ere· scente delle ferrovie, le applicazioni pratiche del telegrafo, e sovratutto le nuove armi da fuoco rigate e a r etrocariea. L'aumento cd il miglioramento delle reti stradali consentivano di attnare un nuovo sistema di marce più celel'i e meno faticose, di. portare in eampo mnt eriali d' ar tiglieria più pesan ti che nel passato, e inoltre di presentarsi al combattimento in forma~doni adatte senza dover compiere l unghi percorsi fuori strada. Le fronti di marcia diventavano molto più estese che in -passato consentendo tp1indi l a ripartizione degli eserciti in grandi unità. Le ferrovie permettevano lUH1 noteYole rapidità, delle operazioni di radunata, e fav,orivano il trasporto delle artiglierie. Con l'jmpiego delle ferrovie, la base cli ·Operazioni, - intesa come cent ro di !'accolla dei rifornimenti da impiantarsi in una zona vicina alla frontiera. e protetta da piazzefol'ti, - non era più necessa,r ia perché tutto il paese retrostante diventava base di operazione dell'esercit,o operante: le ferrovie costituivano le nuove vie di comt1nicazione e di operazione delle varie aliquote della massa dell'esercito, tanto che t ramontava cosi il prin cipio napoleonico della linea di operazione unica, ma nello stesso tem.po diventava difficilissima ]a. manovra di cambiamento della linea di operazione stessa. Con le ferrovie si doveva pertanto arrivare al frazionamento delle forze su vasto fronte, ed il telegrafo riduceva di molto il rischio conseguente da un tale fra,zionamento accelerando enormemente la trasmissione delle notizie e degli ordini. lungo tutto. il fronte. L'açcresciuta efficacia delle armi cl.a fu oèo imponeva nuovi proceclimen ti tattici ed in pa,r ticolare portava a nuovi concetti nell' impiego dell'artigliel'ia: sovra.tutto l'aumentata gittata delle artiglierie (azi,one efficace :fino a 2500 metri) rispetto a - 3
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quella del fucile ,(300 metri) obbligrwa la fante-ria a manovrare sotto il fuoco clell'arLiglieria e imponeva quindi uno studio più accurato pel' favorire la cooperazione delle due Armi. Ai predetti nuovi elementi si aggiungeYano l'aumento contilrno ùelle Forze Armate di t utti i Paesi e la sempre prevedibile maggiore esteusione delle fronti di baLtaglia. Tutto ciò faceva presumere che U Comando Supremo non sarebbe più stato in grado di diJ-igere ora- per ora l'andamento della lotta, ma dovesse limitarsi a dare direttive generali. Veniva cosi ad assumere maggiore importanza il compito dei comandanti in sott'orcline e diventava più che mai necessario il sano criterio dell'inh~iativa accoppiata alla disciplina, delle intelligenze. 'l'utto questo aveva intravisto man mano il Moltke nella guerra del 1864 contro i Danesi e nella guena del 1866 contro gli Austriaci. Sulla base dell'esperienza di queste campagne, egli e1·a venuto formandosi tutta. una dottrina affermata nelle « Istrur.ioni per i grancli Comandi >>, nelle quali il Moltke premetteva che cc la dottrina deve essere semplice ma precisa e che la sua applicazione non richie.de il genio, ma bensì lo studio e l'energia». Egli passava poi ad esporre i principii fondamentali dell'arte clelfa guerra, mettendo in primo piano quelli della massa e della economia delle forze. Erano in sostanza gli stessi principii di Napoleone, ma. le masse erano orma.i divenute così grandi che il Moltke riteneva opportuno di procedere, fin che possibile, con le forze ripartite su largo spazio per riunirle poi al momento del bisogno per l'azione d.ecisiva. Anche il Moltke, come già Kapoleone, tendeva ad imporre la propria volontà al nemico in un:1; batta,g1ia generale mediante la distruzione delle forze avversarie, riconoscendo che, per ottenere questo risultato, occorreva ricc1·care informa'.:doni sulle int<>nzioni e sullf' mosse del nemico, controlJandone la fondatezza. Ma a, cliffel'cnza cli NnpoJeone che i.rn.pieg-ava la sna, cavalleria cc a ma ssa» per a sicurarsi se le informazioni. avute erano e:ilatte e se Je induzioni fatte sulla situazione del momento erano giuste, inviando tale cavalleria là ove non doveva esservi il nemico, il Moltke dava invece alla cavalleria com pito positivo e la impiega,v a sn tutta, la fronte, a <e picc·ole pattugli.e>> che
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doYevano infiltrarsi nella, copertura nemica e ,o ccultare i movimenti del proprio esercito. La dottrina del Moltke si distaccava poi ancora cla quella Napoleoni.ca in quanto che non riteneva più possibile, o almeno giudicava come estremamente pericolosa, la, manovra avvolgente, e consigliava l'azione frontale combi.na.ta con quella di fianco. Per quanto concerne i criteri d'impiego dell'artiglieria, i Prussiani a:vevano tratto larga esperienza dalle battagli.e del 1866. Essi avevano cura;to molto la tecnica, clell' Arma, sfruttando le ottime cara.tte1·istiche del l,oro materia.le. Era, stato dato grande impulso alle -eserci tazioni tattiche d'assieme delle tre Armi - fa11teria, cava1leria ed artigHeria, - con il duplice scopo cli rafforimre al massimo il cameratismo e di conseguire ln. ma,ggiore possibile cooperazi·one. Nessuna artigli,eria era destinata in «riserva.>), tanto che cli tale unità non esisteva, neppure il nome. Unità tattica dell'artiglieria era H « gruppo )). Nelle colonne di marcia, era previsto che le artigli.cric trovassero il posto più avanzato possibile compatibilmente con la loro sicurezza, e che entrassero al più presto nel combattimento ricercando l'immediata e d·ecisa, superiorità su quelle dell' avversario, senza preoccupa,rsi del consumo delle· munizioni che dovevano essere attese sul posto; al rifornimento delle munizioni avrebbero pi-ovveduto appositi reparti comandati da energici. u:fficial1 dell'esercito pel'manente e provvisti di me7,zi adeguati alle esig.enze di movimento sul campo di battaglia. Nelle manovre cd esercitazioni, nelle conferenze, nelle manovre con i. quadri sulla carta, e cioè. insomma in tutte le occasioni, ,o ltre a.I ribadire i predetti criteri, veniva dato il massimo impnlso al principio dell'ini½iativa, prescrivendo che le artiglierie dovessero accorrere ovunque si sentivn, il fragore del combattimento. Nel 1869 il Principe Rohenlohe, comandante dell' Artiglieria della Guardia prussiana,, ria,ssumend.o le varie istruzioni tattiche, enunciava i seguenti compiti spettanti all'artiglieria nell'attacco : iniziare il comba,ttimento; sostenerlo; preparare con tiri più ravvicina ti l'attacco ; deviare dalle altre truppe il -5-
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tiro dell'artiglieria, nemica; cooperare aJl'inseguim.ento: servire di protezione alle altre tl'uppe in caso di ripiegamento. L 'artiglieria non deve ritirarsi anche se la fanteria avversaria incal½a.; « meglio soccombere gloriosamente che lasciarsi distrugge.re in f-uga >>.
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L'artiglieria francese per contro, dall'esperienza della campagna del 1859 in Italia, non aveva tratto gli insegnamen· ti suggeriti dall' adozione ·a ei rnateria,li l'igati. l"u già rilevato che a Solferino, per un puro caso fortuito e spin ti dalla necessità di oolmare con bocche da fuoco un vuoto creatosi fra il Corpo di i\fac nfahon e quel.lo del Niel, i Francesi avevano realizzato unu, mas. a di. artiglierie i cui risultati era,no stati ottimi. In Francia si era però rimasti al concetto di tenere delle artiglierie in riserva, concetto che se era logico per le
lt'ig. 1 - Cannone fl'ancese da 4, rl:1 montagna, rigalo,' mocl. 18;:iS.
artiglieri~ li.scie, non lo el'a. più per le artiglierie rigate, capaci di battere numerosi obbiettivi col semplice spostamento del tiro. L'artiglieria franeese era mobile ed audace, ma, continuava ad essel'e normalmente tenu ta in coda alle colonne e ciò sempre in omaggio all'ol'mai. errato concetto di sottrarre -
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MATBJRIALI D'ARTIGLIERIA
una certa quantità di bocche da. f uoc,o dal combat timento per costituire delle riserve. 111 da notare ancora che l'artiglieria francese faceva troppo affidamento sul tiro a shrapnel, tiro che, data l'imperfezione delle « spolette a tempo )) di allora,
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Ca1111one fr::rncese da 4, da campagna, rigato, mod. 1858.
F ig. 3 - Obice fra nce~e da 12, d a camp., rigato, mod. J.858.
la, limitata distanza di tiro consentita dalle spolette ste~se (1500 a 2900 metri), e la 1or,o impossibilità di fu nzionare a per~cussione, era di effetti di gran lu nga inferiori a quelli ot-7-
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tenuti col tiro a grarntta, tenuto invece in grande onore presi:;o i prussiani. Anche la tecnica del th-o non era sufficientemente p1·op:1·edita, e ciò rilevasi dalle stesse parole del Langlois che rim proveravtt agli ufficiali france ·i cli basarsi ancora s~i criteri di tiro adatLi alle a1'tiglie1·ie Liscie, applicand,o cioè la l'egola cli tirare a.va nti a sè con la speranza <li colpire sempre qual che obbielti vo.
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In Austria, l'artiglieria era. molto ben addestrata e mobilissima. I risultati ottenuti dalla surricordata gran de batteria francese di Solferino avevan-0 suggerHo il e1·Hedo dello « impiego a massa» da effettuarsi fin dall'inizio del combattimento, e per conseguenza nessuna artiglieda doveva rimanere in riserva ; nelle marce cli avvicir1amento l'artiglieria dove.va perciò gravitare verso la testa delle colonne, pronta ad intcl'venire appern~ si. delineava l 'azione.. L'applicazione dei predetti criterii aveva consentito agli Austriaci di darci la dolorosa lezione di Oustoza, e di limitare il disastro del loro esercito in Boemia nel 1866.
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In Italia, il nostro e.sercito non poteva nppli.cu,re completamente gli insegnamenti tratti dalle guerre che ,si svolgevano all'estero, sia per la diversa disponibilità di me7,zi e sia per la natura tutta speciale dei nostri presumibili teatri di operazione. La nostra Arte militare, malgrado la continuità di pP.n· siero di Machiavelli, di Montecuccoli, del Principe Eugeni.o, di Napoleone e del F oscolo, non aveva potuto esse.re a,pplic~,ta nelle guerre dell'Indipendenza, a causa delJa eter ogeneità dei quadri, dovuta alla fusione dell'esercito Sardo-Piemontese coi -8-
MA'.L'I•:RIALI D' ARTIGLIERIA -
AUS'l 'RIA
Toscani, coi Napoletani e coi Garibaldini. Assai più che una dottrina milita,r,e vera e propria, a noi faceva difetto quella disciplina di intelligenza ripetutamente invocata ed inculcata dalla nostrf:L regolH,menta,zione, ispirata nel campo strategie-o ad una giusta via di mezzo tra l'offensiva e la d.ifensiva, e nel ca.mpo ta,tti.co ad una energica ma prudent,<~ offensi.va ben preparata, sviluppata mediante l'intima cooperazione Clelle varie Atmi, e tendente a r:1ggiungere il successo non tanto att!'averso ad effetti materiali, quanto attraverso a successi di effet t,o morale.
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Nel 1870 esisteva,no ormai ovunque artigHerie rigate a, retrocarica, ma insieme ad esse venivano a,ncora impiegate artiglierie l.iscie e ad avahcarica .
Fig. 4 - Cannone austriaco da 4.
I dati rela tivi alle artiglierie di alcuni fra i più importanti eserciti europei :figura,no nello specchio seguente :
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1870 - 1914
o
STATO
Denominazione
cP.
o ITALIA
Cannone da 9 BR mod. 68 Cannone liscio
PRUSSI A
.A.USTJUA
FRANCIA
da
.::!
...o o·=e: tl.J.i. "'o ::;ai b.O. s<:! • e .; d:: b ~ ~_g~ :;e d
·=
203:l
905
12,12 2250
1225
3000 3:WO
q,6
Annotazioni
ò
3200 Sola g ranata
12
Cannone da 4
7,85
1561
740
Cam1 one da 6
9,t5
1835
950
Le art. pru!lsiane ernno per 2/3 ri3000 gnte ec] n. r etrocari ca; proietti a camicin di piombo.
Oannono du 4
8,t2 126{)
700
3:1.00 'l'utte ad a.vanca-
· Cnnnone da 8
10,09 2091
1100
2UOO Tntte rignte.
1293
730
8:&00
12
1937
1190
3000
12,1
2200
5000
• 241nod.63 15,1
2700
5000
1.JOO
l3000
Cann one da 4 Cann. da 12
.
l"ica rignte. Lnnc.iuvuno la g ranata, lA scatola mit r . e lo shrap11el grad uabile rispetti ,,nm ente l'ino a H00-1800 m etri.
2()0
Cannone da 4 mont.1 8,6;>
.
3800
• 12 mocl. 58
òiitr. do R ofti e
8,65
1,35
Sistema'-La Ritto.
N". B . · La. cele riti\, di tiro era. in 111oclia cli d 1lO col11i al minuto. l su rl'iconlnti dati slllla gittata sono molto approssi mat.ivi, tanto elio per aYore una idea esatta del rendirnento ciel mat erial e, conYiene a<l essi so1-fituire o pre rlder e come base la diRtarnm alla qnale le artiglieri e era no Ye ramente efricaci, o cioè 2500 m.
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J\fl'.l'RAG LI ATRI CI
Le bocche cl.1 fuoco elencate n<~llo specchio erano tutte trainate da t re pariglie, ad eccezione del materiale austriaco da 4 e di quello francese da 4 che erano trainati da due sole pariglie. Particolare menzione meritava la mitragliatrice del De Reffi,e, costituita di 2:5 canne in acciaio, del calibro di mm . 13,G, avvolte · in uu manicotto di bronzo. Il funzionamento <·ra automatico e l'a1·ma aveva una gitta ta massima di 3000 metri ed una gittata utile di J800 metri; poteva sparare 125 colpi al minuto e veniva trainata, come le comuni artiglierie, mediante l'applicazione <li un avantreno. La vettura-pezzo pesrtva 1400 kg. e veniva trninata da due pa,r iglie.
Fig. 5 · Mitraglintrice Dc Reffie.
Questo materiale sul quaJe i Francesi mantenevano uno scrupoloso segreto e foncfavano molte speranr,e doveva poi dare invece parecchie de.lusi,oni nel co1·so della guerra del 1870. Occol'l'e però notal'e che questa mitragliatrice, così com~ spesso avviene per le nuove armi, non f u in gene1·e impiegata ber.e, e soltanto verso la fi11c della campagua, al momento df'lla scomparsa delle Armate del Reno e cli Cha lons, t1·ovò un im · piego r;:1zionale e conveniente. l.1a mitragliatl'ice De Reffie dal 1870 fino al 1879 fu impie: !:!;H t.'1 nelle fortificazioni per il fiancheggiamento dei fossi, e, -
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1870 - 1914
come armamento di riserva, rimase poi ancora il1 dotazione fino al 1908, epoca in cui furono messe a punto e perfe.7,ionate le mitragliatrici vere e pr-0prie. Le artiglierie da campagna pl'ussia,ue a vevano il congegno di punteria a, doppia vite secondo il sistema presentato fin ùal 1858 all' AmmiragHaio inglese da un certo i\Iallet, e con tnle ~istema, si poteva dare l'elevazione aJ per.z,o con maggiore celf'J'ità .
Fig. 6 · Cannone tedesco cln G, in s el'vizio nel 1870. Otturatore Wahrendorf - c al. 9,15. La coda differisce dal tipo francese in qua.nto le cosce sono prolungate tino al vomere in modo che la culatta del pezzo può inserirsi fra di esse e consentire pertanto maggiore settore vert icale di til'o.
La Prussia avcYa inoltre cann oni da assedio da 6 di ghiqa, da 12 cli bron7,o, da 24 corti cli ghi~a o cli bronzo, da 24 hmghi di acciaio, ed il mol'tai.o da. assedio da 21 di bron1,o. I ca libri delle predette bocche da fu-0co erano rispettivamente di 9,15 . 11,77 . 14,90 · 20,9; e gli affusti erano analoghi a quelli da campagna, ma con congegno di elevazione a vi te semplice.
P er quanto concerne l 'inquachamento organizzativo del1' Artiglieria, e cioè la sua pr oporzione rispetto alle altre Ar mi, si può ritenere che in media presso tutti gli eserciti vi P.rano dai 2 ai 3 pezzi ogni 1000 uomini.
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COS'l'l·l 'VZH)'NE Dl•:U.E GRA::-1DI U .\Tl'À
ln Italia, ogni l>ivisione · aveva dall<~ 3 alle 41 batterie. e come fu già detto Fa,rtiglieria era composta di 9 reggimenti : 1 di JrOntieri su 9 compagnie, 3 da piazza su 16 compagnie dascnno, e 5 da campagna comprendenti ciascuno, 16 batterie : il 5° reggimento aveva 14 batterie da, campagna e 2 batterie a cavallo. In Germania, ogni Divisione aveya mi gruppo di 4 batterie: 2 da 4 e 2 da G. Ogni Corpo d'Armata aveva 1 gruppo di artiglieda di Uorpo cl' Armata, identico a quello divisionale, ed nn gr nppo di artiglieria a cavallo su 2 batterie. I n totale nel Corpo d'Armata vi erano 14 batterie. In Francia: oglli Divjsìone aveva 2 batterie da 4 ed 1 batteria di mitragliatrici. Ogni Corpo d' Armata, costituit o d'a 3 oppure 4 Divisioni, aveva una riserva d'artiglieria nella quale il numero delle batterie variava da 6 ad S, e cioè 2 batterie da 12, 2 batterie da 4, e da 2 a 4 batterie a cavaUo. La grande unità Armata a.veva inoltre una riserva gen erale di artiglieria di 16 batterie, di cui 8 da, 12 e 8 da 4 a cavallo. L'Austria aveva una ol'ganizzazione analoga a quella della, Germania, ma con qualche lieve variante nella dotazione del Corpo cl' Armata,
§ 2.
La guerra fra nco-pruss iana 1870-71 - P recede nti e cause de lla guerra - Le forze contrapposte - I piani di operazione - \Veiss emburg - Wort - Spiche re n - Borny - Vionville - Saint Privat - Sédan - Assedio di ·strasburg o, di Belfort e di Metz - La batta glia della Lisaine - Assedio e caduta di Pari g·i - Conside raz ioni.
La F rancia aveva sempre aspira.to al pieno possesso del Reno e si era sempre -o pposta al formarsi di un grande S tato al di. là del fiume. Ma la P russia, co1r la sua vit toria del 1866 sugli .Austriaci, aveva, di tant o · aumentata la propria potenza sicchè costituiva una semp re pi.ù t emibile minaccia per la Frttncia,. Già nel 186H, allorchè la, Prussia trovavasi impegnata -
13 -
J 70 - ]91±
coll' A.nstl'ia si era pl'esentata alla Francia una buona, occasione per attaccare la, sua l'ivale, ma la fine diplomazia di Bismarck aveva saputo evitare un conflitto. Nel 1867 la Francia, visto che ormai le sue aspirazi.oni sulla P1·11ssia renana erano fallite, aveva, cercato di annettersi il Lussemburgo avvfando all'uopo t rattative col Re d' Olanda, ma ln Pt·u ssi}1 aveva posto il veto , ottenendo che alla conferenza di Londra il Lussemhmgo venisse ne11t.ralizzato. Per questo la delusione <lei Fra,ncesi fu grande e mentre per una parte si acuivano gli odii verso i Pr11ssiani, d'altro lato aumenta,va la sfiducia del Paese nella politica dell 'imperatore Napoleone. In sostanza, mentre in Francia la, politica imperiale po1·tava, pm·troppo alla disgregazione, in Prussia i successi cliplomatici e sovratutto gli allori delle vittot·ie conseguite ed i.1101 t re lo spirito di conqnista, in domito e latente sempre i n una, razr.a spiritualmente guerriera, cementavano sempre più l'unione fra, le varie classi. sociali per la realizzazione degli idf'ali. <'Omnni. Ben diversi eran-0 poi anche i rapporti delle due Nazioni con l' ester,o, perchè mentre la Francia con la sua politica an dava sempre più isolandosi, la Prussia si acèaparrava l'ami ci:r,ia della Russia e di altri Stati. A tutto questo si agg,iungn. che la Prussh~ desiderava una guerra sovratuUo per realfaza1·e la riunione. di tutti gli Stati tedescl1i e rinsaldare così il sentimento nazionale e di razza, fortissimo in tntti ed in ognuno: per t utti questi moventi la Francia vedeva ormai impegnato il su-0 onore ed il suo prestig-io di grande Nazione, ed evidentemente bastava una scintilla per far scoppiare un conflitto. La causa occasionale della guerra fu la candiàatma Hohenzollern al trono di Spagna. Il governo francese vi si era oppo sto ed il candidato, con l'appr,ovazione del Re di Prussia, vi aveva già anche rinunziato, ma il Bisma.rck, conscio della su. periorità prussiana in fatto di preparazione militare., volle e seppe evitare che si r aggiungesse l' accordo. Il 19 luglio la Francia era costretta a dichiarare la guerra alla Prussia. e pertanto anche dal punto di vista psicologico e morale il Bismarck aveva saputo operare in modo per cui le truppe tedesche -
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GUl>RRA b'HAJ\ CO · GER.VL\;:-;ICA
si ritenessero aggredite, sfruttando così il concetto dell'aggressione che dav:1 loro maggiore compattezza e più f.orte spirito comba,ttivo . Riportiamo a questo punto qualche dato sulle forze contrapposte. La Francia, mobilitò 670.000 uomini ·e poteva contare inoltre su 200.000 uomini di truppa territoriale. Il suo esercito di prima linea avrebbe potuto essere di 800.000 uomini se la legge del · Niel non avesse contenuto troppi temperamenti in materia di esoneri. P.er quanto c·oncerne l'artiglieria, la Francia mi<se in campo 984 pezzi dei tipi già descritti: essa aveva quindi una superiorità numerica sul nemioo, ma sia i tipi di ma,t,eriale, sia i criteri di impiego erano inferiori a quelli prussiani. I quadri erano in complesso buoni, ma non sempre sufficientemente colti ed jstruiti. · Il progresso delle armi da fuoco doveva nece.s sariament(' influire sui procedimenti tattici: in Francia, nel considerare questa · influenza, si commise l'err,ore cli ritenere che l'aumento di fuoco consentito dal fucile Chassepot, il quale po teva sparare da 7 a,d 8 colpi al minuto ed aveva una git tata di Girca 1700 metri, conferisse superiorità alla difesa, sia nel campo tattico che in quello strategico. I noltre i Francesi davano una esagerata importanza. alle opere di fortificazione e, a,nzichè considerarle come elementi ritardatori dell'avanzata nemica per guadagnare tempo per la ma,n-0vra, le riguardavano come posizioni di difesa passiva; venivano così frustrate le splendide qualità di slancio e di valoroso impeto, cara.t teristiche riconosciute ed ammirate del soldato francese. Come è noto la mobilitazione e la radunata dei Francesi avvenne.ro con lentezza e si sv·olsero c,on un po' ·a i confusione. La Prussia, in cui vigeva l'·obbligo generale al servizio militare senza temperamenti di esoneri e di sostituzione, mobilitò 800:000 uomini. Abbi.amo già visto- i dati r elativi alla sua artiglieria; aggiungiamo che la fanteria era armata di fu. cile Dre:yse che poteva spa,r are da 6 a 7 colpi al minuto ed aveva una. gittata di circa 800 metri; il suo armamento era quindi nettamente. inferiore a quello della fanteria francese. -15 -
1870 · 1914
. operazionL .!l'ig. "I -. Campagna franco- <>ermaniea. T eatro delle
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GU I':mu FllANCO· GER:.\fANIC.·\ -
PIANI DI GUERRA
Per oontro H gra-do di' adclestramento della truppa era ottimo; oomple.ta la coesione 1norale e perfetta la disciplina. I quadri erano ottimi, colti ed istruiti. La mobilitazione e la, radunata avvennero in modo perfetto e le ferrovie esistenti furono sfruttate con giusto criterio. Per quanto conceme i disegni di guerra, la Prussia inten deva di agire ,offensivamente contro la Francia con 10 Corpi d'Armata e nello stesso tempo tenere a bada l' Anstria con tre Corpi d'Armata; hL direttrice di mai·cia prevista era verso Pa,rigi, e però non già con l'intento di puntare su di un obbiet.tivo territoriale, ma bensì perchè in quella direzione sj aveva fondata presunzione di · incontrare Fesercito . a,vversario. I Francesi, per la lentezza della loro mobilitazione e per i motivi e criteri già esposti, si a ttennero alla difonsiva, mentre sa,re.bbe stato logico che essi svolgessero invece mrn · rapida e pronta offensiva. Era appunto quello che temevan o i Prussiani, tanto che, non dispone11clo essi di adeguata copertura, ar restar,ono la loro radunata sul Reno. Questo fatto costituì per essi un momento critico, di cui però non approfittarono i Francesi i quali nel fra,t tempo stavano disseminando le loro truppe su la,rga zona senza un piano ben prestabilito, ed essenziahnente c-ol solo criterio cli sbarrare ovunque il passo al nemico. Unico atto offensivo fra,ncese fu la ricognizione offensi.va di. Saarbri.iken, svolta però più che altro per dar ragione all'opinione pubblica e pertan to con n(~ssun risultato. Intanto i Prussiani, costituita la 2• Armata , colmavano con essa il Ynoto che inizialmente esi.stcva tra l(~ loro Armate l' e 3a. Il Moltke intendeva di. avanzare con la 3· Armata verso sud sconfinando attraverso la Lauter; sopraffatte le forze nemiche iYi esistenti, tale 3' Armata avr ebbe dovuto dirigersi verso ovest dove certamente avrebbero dovuto ripiegare le t ruppe francesi per unirsi al grosso del loro esercito. Questi movimenti sarebbero stati protetti : sulla destra, dalla 2· Ar rna,ta che int tmto puntava sulla Sttar; mentre la 2· Armata a sua volta era protetta dalla 1• Armata che avrebbe Hgit,o sul fianco sinistro del nemico.
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GUERRA l•'RANCO-GI~n::v[ANICA -
LE PRiìlIE Azro::-;r
Nella esecuzione degli ol'din'i, l'estrema destra della 3" Armata tedesc,L andò ad. urtare contro la Di visione francese Douaj che il 2 a,gosto e cioè due giomi prima, per ordine di Mac Ma.11011, aveva occupato vVeissemburg. Contrariamente alle previsioni di ~foltke il generale Douaj, pel' quanto s·orpreso dall'azione dell'artiglieria nemica che aveva a,perto il fuo: co sui suoi accampamenti, invece di ripiegare ver-so ,ovest cercò di resistere. La prima azione della battagli.a fu un duello tra la batteria, dell'avanguardia del II Corpo tedesco che, giunta inosservata, a breve distanza, aveva ~1perto il fooco cli sorpresa su. gli acca.m.pamenti fr;mcesi e sull'artiglieria francese . In soccorso cli questa, batteria d'avanguardia giunse ben presto un'altra ba,tteria bavarese, ma queste due batterie dovettero dopo poco tempo ritirarsi, non tanto per il fuoco dell'artiglieria francese, poco ben regolato, quanto per quello di fucileria dei tiragliatori algerini. Intanto entrava in azione unn batteria del V Oorp.-o tedesco che, presa solleci.tamente posizione, appoggiò efficacemente l'avanzata e l'attacco effettuato dalle proprie truppe verso la stazione di vVeissemburg; succ-essivamcnte entrarono jn azione tutte le artiglierie che marciavano in testa al gross,o del V Corpo, costituite in ben 8 batterie, delle quali. 5 si postarono sulle alture cli \'ìVindhorf, ·e 3 rimasero in posizione di attesa sul terg,o delle alture ,stesse. L'azione cl elle predette qatterie fu efficacissima contro le a-rti.glierie e le fanterie francesi appostate verso il· castello cli Geissberg e la regione Schafbusch . · 'A llorchè i Prussiani ebbero conquistata l'altura dei Tre Pi.o ppi, tmchc le tre bfLtterie che erano rimaste in posizione di , attesa dietro vVindhorf poterono entra re in azione . I risultati conseguiti da queste artiglierie, unitamente agli effetti .ottenuti dalle artiglierie dell'Xl Corpo operanti d'a sud, decisero le sorti clella bahaglia. Si è prima rilevato che il Donaj invece di ripiegare aveva ct~rca to non soltanto di resistere, ma anche cli contrattaccare cercando di avvolgert~ la destra nemica, ma poichè tutti i Corpi pi:u1,siiu1i erano prontamente accorsi alla v,oce del can-
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Schweige~ 1,
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Oij~
Francesi
lii
Prussiani
GU I~HIU PHANCO· GER~Hr\lC.-\ -
BA'.r'l'Aça,lA DI WOHTH
none, la situazione del Doua,j era diventata così disperata da indurlo a dare ordini .di ripiegamento. In questo momento egli veniva colpito a, ,morte e la ritirata, delle sue truppe si effettuava, nel massimo disordine, I Prussiani non inseguirono: la -loro vHtoria aveva scarso valore militare, m:L viceversa le conseguenze morali di questa prima battaglia erano assai gravi per i Francesi. La battaglia di -w eissemburg da,v a a capire chiaramente al Mac Mahon che la mobilitazione pr_ussian.1, era compiuta, ed il risnlta,to di questo primo scontro lo induceva a chiama1·e a sè le forze francesi dislocate in Alsazia,, concentrandole a W6rtb. Il Principe ereditario di Prussia, comandante la 3• Arma.tu. prussiana, non essendo sta.to informato da,l la sua cavalleria circa questo movimento delle truppe francesi d' Alsazia, continua.va Ja, <~l-lecuzione degli ,o rdini ricevuti precedentemente avanzando in direzione sud-ovest , Ne segui uno scon tro imprevedut o da a,mbo le parti, nel quale la fortuna arrise ai Prussia.ni perchè nel m.-omento in cui si accese la battaglia, e oioè nella mattina,ta del 6 agosto, le truppe francesi non erano 'ancora tutte riunite e pertanto i primi ebbero il vantaggio della superiorità. numerica. Mentre la voce del cannone chiama>Va i Prussiani a, rac(~olta, i Fi·ancesi si difendevano strenua,mente ma, malgrado la eroica resistenza degli zuavi e dei tfrag]fatori algerini, fnrono sconfitti. La battaglia di ·worth fu una vera e propria battaglia di incontro: in -essa nulla vi fu di Napoleonico perchè i Prussiani non manovrarono ed i Francesi ba,sa,rono la loro clif.ensiva sul fuoco. Anche in questa battaglia l'arti.g lieria prussiana, fu m'o lto be~1 impiegata: il segnale di battaglia fu dat o da una batteria, dell'a,yanguardia del V Corpo che, presa posizione sul ciglio dell'altipiano di Di-effenbach, aprì il fuoco sulle truppe francesi. Nel settore nord .del teatro di battaglia si ebbe scarso impiego di artiglieri.a perchè il terreno in qnelJa parte era molto favorevole alla difesa e non si prestava ad un'efficace intervento dell'artiglieria dell'attacco. Al centro invece, verso le ore 10, le J.4 batterie del V Corpo erano già in posizione sul ·- 21 -
F r ancesi
~---'
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Prussiani
' b·.ittaglia c11· ~" north. ·· Fio. .,,. 10 - Schizzo clella .
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GUERRA FRANCO -GERMANICA ....:.. DUELLO D, AllTlGLIEillE
ciglio delFaltipiano -ed entravano in azione sotto un unico comando. Esse furono contr-oba.ttute da 7 batterie francesi appostate a 2550 metri di distanza, ma ne ebbero ben presto ragione per la loro superiorità tecnica e numerica. Tra le batteri,e francesi ve ne erano alcune di mitrngliatrici che però riuscirono innocue e furono poste ben presto fuori combattime11to. Nel · settore sud .4 batterie dell'XI Corpo, schierate sull'altipiano tra Spa.cbach e Gunstedt, prolungavano la predetta linBa di batterie e controbattevano le artìg-lierie francesi della Divisione · De Lartigue costituite da due batterie di cannoni ,ed una, batteria di mitragliatrici. ~l'utto questo schieramento .d i artiglierie, · se non era an c-ora sufficiente per spuntare la resistenza dei. Francesi, era però già tale d·a, impedire loro di aggredire le fanterie prussi.ane che, di fronte a forze superiori e nella impossibilità di avere un pronto rincalzo, erano state formate in fondo al vallone. Fu questo un bellissimo esempio di quella azione ttffidata all'artigl~eria, a,zione che verrà poi definita << protezione >>. Al centro verso mezzogiorno avveniva un accanito duello tra le artiglierie prussiane e quelle fntncesi che il Mac .Mahon aveva rinforzato aggiungendo alle ba.tterie della Di visione Raoul le tre · batterie della Di.visione Pellié e 2 batterie della riserv.a : ma ciò malgrado i Francesi non riuscirono ad avere ragione delle, artiglierie avversa,rie. Successivamente a sud il comanda,n te dell'XI Corpo d' Armata tedesco, generale Bose, avuto l'ordine dal genera,le Kirkbach di attaccare, rinforzava con 8 batt~rie d' artigHeria le 4 già esistenti, ed il c-omplesso di tali 12 batterie, ben appostate, preparava, ed appogg·iava efficacemente l'attacco dell'XI Corpo che aveva così non soltanto ragione della Divisione Lartiguc, ma,, riuscendo a,nche a stroncare iui. contrattacc-0 avversario, permetteva alle fanterie pr·ussiane di superare il vallone e raggiungere il cigìio cle1l'altipiano opposto, ove però venivano arrestate perchè la loro artiglieria non era più in grad'o di appoggiarle. Ma -le predette artiglierie prussiane si erano jntan to già messe in marcia,, e poco dopo le batterie della. 22a Di.visione e quelle dell'XI Corpo prendevano posfaione dinanzi -23 -
1870 - 191.J.
ai. villaggi cli Elsnsshausen e di Frti. chw·iller. Queste artiglierie, oostituile in 8 batterie, avevano rapidamente ra,gi.one delle resi stenze francesi. e, dopo varie vicend e, i d11e villaggi venivano successivamente occupati. Soltanto nell' ultima fase della battaglia il Mac :Ma hon a,yeva fotto schierare le sne artigliel'ie tenute in ri erva , dimosl,rando cc sì di aver dimenticato i probanti im,egnamenti della massa òi ai-Ligliel'i e faW.vamente costituita a Solfel'ino, insegnamenti di cui gli avversari. aveva no invece fatto tesoro . N[entre u, ·wol't;h si svolgnHno i su ac('enn ati avvenimenti, a Spicheren si accendeva un'altra battaglin . . La ·2" Al'mata tedesca coma ndata dallo Steinmet:r,, come da ordini ticevuti continuando il suo moYimento per schierarsi: urtan, con la s11a destra s ull'ala sinistra della 1• Armata, e pertan to, avuto ol'dine dal Comauci.o S11 pt·cm o di lasciarle il passo, . i sposta,a, a snd e andava cos't acl incontral'si con il ll Go1·po d'Armata fra,ncese d~l Frossard che aveva preso posizione sulle altnre di SpichPl'en . Anche qui i Prnssiani nttaccarono r isoluta,mente, e, p111· ,offren do all'avversario alcune favorevoli occasioni di cont1·0ITensha, n on ne ebbero dan no perchè i Fran cesi non ne approfittarono. Il Frossard, dopo aver chiesto inutilmente rinfo1·:r,i ed aiuto al Ba:r,aine, dovette ritirarsi, rinunciando così ad una. vittoria che gli avrebbe cert11mente a,rriso e che avrebbe rialzato non poco le sor(,i. drlla gnerra. In questa battagUa l'arti glieria ebbe nna, parte importa.11 te: l'avanguardia dell,L 14· Divisione prussia11a, nell'attraversare Saal'hrucken, fu pre.sn s-otto il fuoco delle a.r tigli.eJ'ie fran cesi in posizione sul Rot herbe1·g, ma i P russiani , messa l'apidamente in posizione la loro ar tiglieria divisionale, ini:r,ia,rono un duello nel qun1e ebbero presto ragione dell 'avversario , perchè la cfo:ta nza cli t iro cli cil'ca 1900 metri mal si prestava per l'impiego degli shrapne]s òi cui cra,no esclusivamente dotati i F ra.ncesi. Altre due batterie prussiane interveniv::mo intanto nel combattimento e, dopo una, errata presa di posizione i:m l Reprrtsberg - percbè il coman dfrnte cli batteria non n,·eya eseguito la p1·escri tta preventiva ricognizione - , si schieravano s ul ·winterberg dal qunle batteva.n o molto -effi cacemente -24-
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Francesi
1870 · 1.()14 -
GUERRA F RANCO·GERìVIAN.t CA
il Rotherberg, costringendo le batterie francesi a tacere
P.
quindi a ritirarsi. Qu.estò successo .indusse i P l'ussiani a compiere un'impruden te tcntativ-o per impossessarsi del Rot he"berg·, per cui malgrado l'anivo delle loro ar tiglierie di rinforzo, essi si trovarono ben presto in una critica situazione, gia.cchè contemporaneamente anche le for ze francesi avevano !i:P"· rato sotto ; ad ogni modo è a r ilf~vare che le fanterie prussiane dovettero in questa occasione la propria salvezza alla prote1.ione delle loro· artiglierie. Verso le ore 1 ie 4 batterie della 14a Divisione prussiana si riunirono sulle alture della, Folster , ove furono ben presto 1·inforzate da, alt1·e 4 batt<~rie e formando così una poderosa linea di fuo co che fe1'mò tutti i contrattacchi avversari. :lla poichè l'artiglieria fr,mcese, schierata avanti a Stiring Wendel, infli.ggeva gravi perdite ai Tedeschi, una br~tteria pl'u ssiana fece un nuoy,o sbalzo avanti e con pronta ed efficace azione 1·idusse. al sil<m½i.o le 11 batterie nemiche che, sebbe1ie in tale notevole quantità, non potevano reagire efficaoemente pe1·chè lo shrapnel cli. cui' era,no dotate non aveva azione a cost. piccol a distanza. In seguito ai p1·edetti avvenimenti, l 'I mperatore dei Francesi avrebbe volut-o ripiegare su Ohalons per concentrare le pr-0prie forze e proteggere P arigi, ma il ministro Ollivier essendosi opposto a questa saggia misura parenclogli atto impolitico abbandonare la, Lorena prima di una battaglia decisiva, Napoleone rjnunciò al suo pr,oposito e ordinò alle forze dislocate h1 Lorernt cli. ritiral'si su Mefa . Per ta11 to nel giorno 9 tLgosto la situazione è la seguente : l'Armata francese di Lorena è in difensiva, davanti a Metz : alle 3 Armate prussiane riunite sotto la direzione del Moltke, questi che si è ormai formata una chi a,r a idea della situazione nemica, ordina di muovere verso Metz, ed all'uopo la loro fronte già volta a sud-ovest deve spostarsi e convergere verso ovest. Ma intanto il BrLzaine si sposta ad ,ovest di Mctz con l'intento (cosi almeno comunica all'Imperatore) di dar battaglia, infliggere al nemico uno scacco e successivamente prosegu ire vorso la capitale. In realtà egli si schiera fronte. nd ovest, fra Roncourt e la Mosella. -
26 -
Worl/J o
Fra.ncesi Prussiani ., >t ;1 , •.
Fig. 12 - Schizzo della battaglia di Metz.
;,. . ;:J : J1.~
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BOllKY · VJ.O~ VJLLE· SAI~1' PIUVA'r
Il Moltke, decis,o a tagliare la ritirata all'avversario dà ordini per la manovra .aggirante) che rea.lizza facendo fare alle sue armàte una conve.r sione prima, verso nord e successi vamente verso est. Queste conversioni portano ai seguenti combattimenti : 1. Combattimento cli. Borny d,ovuto all'impazienza del Von clcr ·ooltz che, avendo visto truppe francesi in ritira1a, decide di attaccarle ma, ne è respinto, ed anzi, çontrattaccato, è eostretto a ritirarsi. In questa battaglia l'a.rtiglieria tedesca eorrisponde mil'abHm<~nte ai suoi Capi eél ai proprii. scopi : 24 ba.tte1.'ie, effettuando un' avanzata generale riescono a sostenere fino a notte l'azione di soli 31 batta,glioni prussiani contro forze francesi nume1.·icamente molto superiori. 2°) Combattimento di Vionville, in cui una batteria prussiana, presR posizione sopra un'altura, sorprende le truppe nemiche provocandone lo soompi.glio. All'azione di questa batte1·ia si unisoono tutte le batterie presenti, ma le truppe francesi si rjordinano, reagiscono ed attaccano il fianco sinistro tedesco, riuscenéi.o a far)o retrocedere malgrado le violenti cariche di cavalleria ordinate dal generale Alvensleben . 1\fa il Comandante dell'Artiglieria del III Corpo fa avauzare rapidament,e e mettere in posizione l e sue artiglierie divisiona,l i e di Corpo, mardanti con la 6a Di.visione, per modo che tutta qucstf:L massa di bocche da fuoco giunge tempestivamente per concorrere alla, conquista; di Vi.onville. L'azjone delle ba,tterie prussiane a Vion ville è f_orse la più violenta della. campagna : esse c,onsumano munizioni in quantità s uperiore a qualsiasi previsione e dovunque riescono ad imporre alle artiglierie francesi la loro superiorità. tecnica,. Alle ore 20 la, lotta va gradatamente languendo e cessando, e pertanto se il suo esito tattico è indeciso, viceversa, i Pru:$siani ha,nno conseguito iI risuJta,to strategico di l'i ta.rclare di un giorno la ritirata dei Francesi. 3°) Combattimento cli Saint Privat in cui i Prussiani riescono a soprf:Lffare l 'ala destra francese obbligando l'avver s::~rio a ritirarsi nella piazza di l\fetz. In questa battaglia le artiglierie prussiane $Ì spinsero tanto a.vanti sulla lor,o sinistra che finirono per essere pr,ese di infilata da batterie, mi0
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Fig. l3 - B attn glin di Snint rrivat.
Fnmcesi
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tragliatrici e fanterie francesi' dislocate ad Amanviller, ma essendo arrivate ben presto in linea le necessarie truppe tedesche tli rinforzo, dopo Rilterna vicenda,, i Prussiani verso le ore 17 rinscirono a costituire una lunga li.nea di artiglierie di ben · 19 batterie. Intanto a, sud i Gorpi VII ,ed VIII schierano le loro 29 batterie d'artiglieria che hanno efficace azione sulle linee ne· , micµe e riescono quindi a sloggia re le fantede fra ncesi dislocate sul ci.glione della Mance. Questo risnlta,to suggerisce al comanda,nte della 1" Armata un attaeco a fondo che però ba, ·(~sit o disastroso, sia per l'e:fficada del fucile :francese e sia per-ehè, l'artiglieria frances.e in· terviene questa volta in Ull modo efficacissimo. Le a,rtiglierie prussia,n e che si. sono spostate in avan ti subiscono pcrclite gravissime, pagando così a ca,ro pre?:zo l'errore commesso per avere avanzato senza adeguata preparazione di fanteria . Verso sera, in seguito alParrivo dei rinforzi ed in conseguenza dei movimen ti effettnati, la fronte di bàttaglia, che si estende dalla, Mosella all'Orne è segnata da, uno schieramento quasi ininter·ro tto di artiglierie. Il comandante clella Guardia prussiana, volendo ad ogni costo r aggiungere gli obbiettivi prima di sera, si impegna senz'altro nella lotta, ma mancando di un adeguato a,ppoggio d'artiglieria subisce perdite disastrose. Per contro è degno di nota il giuclfaioso impiego ài artig1i:eria da pa,rte del XII Corpo Sasso11e che riesce a tra,vol gere l'estrema destra francese che è costretta a ripiegare ·abbandonando Roncourt. Caduta questa località, il XII Corpo e la Gnard.ia si rivolg-ono su Saint P rivat che dopo una strenua ed er,oica difesa dei l!'rancesi è esso p nre abbandonat o. Dopo questa battaglia l'Armata francese si rinchiudeva in Metz; il Bazaine aveva così fatto il giuoco dell'a,vversario ed in comlizioni tali per cui il Comando tedesco calcolava che ad investire la pi.azzaforte bastassero 6 Corpi d'Armata. Chiuso in Metz il Bazain.e, il Moltke, risulta,ndogli che a Chàlons si era formata una nuova Armata, francese costituita con i fuggiaschi deH' Alsazia, col XII Corpo e altre unità di nuova, formazione, decise di procedere in direzione di Chàlons -
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GUERRA FRANCO· GlèU'iVf..\:'\lCA -
:\:fETZ
con i Corpi ddla 3a Armata già avanzati alla l\fosa, rinforzati dai 3 Corpi costituenti lo scagUone di sinistra della 2" Arma.ta. 1\f.a intanto, mentre Mac Mahon per sottrarsi all'urto dei Prussiani marcianti su Parigi e minacciare così il :fia,n oo destro dell'esercito nemico, si è spostato a Reims, Napoleone III gli ordina cli. ac0orrere alla libera:done di Bazaine, col quale sono stati presi accordi per tenta,r e una tempestiva uscita darlla piazza. La sera del 25 i.1,g,osto il Moltke che dalla sua, cavalleria era già stato informat,o che i Francesi Meva,110 la,sciato OhtLlons, daUa stessa stampa parigina viene a conoscenza degli intendimenti. dell'avversari.o e conseguentemente . decicl.e cli tagliare la strada a1le truppe francesi in marcia verso nord -est. I Corpi del Moltke vanno così a cozzare contro il V Corpo francese del De Failly, che, per proteggere il :fianco destro dell'Armata francese ha preso posizione a Be:wmont. Ancora una v,o lta il segnale di battagli.a è d'ato dal cannone che, sorpresi i Fra,ncesi nell'a-ccampamento, apre su di essi il fuoco ad una distanza, di meno di 1000 metri. Il V Corpo è annientato, ma, l'eroico sacrificio di alcuni valorosi reparti consente a,neo1·a all'Armata francese di attraversare la Mosa e di dar,si a rinserrare tra la Mosa stessa ed il c-on:fìne del Belgio. Essa potrebbe ancora, tentare di sfuggire verso sud-est, ma nulla fa per sot trarsi alfa manovra nemica di a,ccerchiamento. Il Ma.e Mahon, ferito, è rimpiazzato da1 Ducrot e poi dal De Wimpfen il quale ultimo, facendo valere dei di.ritti di comando, decide di prendere l'offensiva verso sud-,ovest. Intanto il cerchio di fuoco si va chiudendo iilesorabilmente : 540 bocche da .fuoco te-clescbe ava,nzano concentrieamente coprendo di proietti l'a.ngusta plaga in cui si è ridotta l'Armata frM1cese che invano si difende con furiose cariche di cavalleria ed epici eroici. assa,l ti alla baionetta. Alle ,ore 17 Napoleone, dopo avere invano cercato la morte, ordina la, resa e la capitolazi.one. Il 3 settembre le folle di Parigi proclàmavano là caduta dell'Impero e veniva quìndi costituito il Governo della difesa nazionale. Fallite le trattative di pace per le gravi pretese del Bismarck, il Governo francese si accinse a costituire nuove
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GTH:P.R..\ I•'P.AXCO- GEftMA:-l l CA
forze attorno al XIII Corpo d'Armata che per l'energia del generale Vinoy era riuscito a sfuggire alla battagli.a di Sédan. Il Governo francese inten deva essenzialmente : difendere la capitale con un adeguato presidio; liberare Parigi formando n uove Arm ate nelle regioni nord, ovest, sud e sud-ovest del la Francia; agire contro le linee di comunicazione del nemico. Ma le iruprovvi,s ate truppe della difesa nazionale mancavano di coesione e di disciplina , ed il loro ardente entusiasmo era fatalmente neutl'ali.zz:at-0 cl a facile scoraggiamento. Lo stesso giorno della battaglia di Sédan il Bazaine aveva tentato di uscil'e da M.etz e trovand-osi nelle favorevolissime condizioni pe1· cui di fronte alla sua Armata riunita non aveva. che 3 J)ivisioni pt'ussiane, riusci ad impossessarsi di Noissevillc. In un primo tempo gli aveva arriso la fortuna, ma il pront o accorrere delle t r uppe tedesche e specialmente delle loro artiglierie che c-o ncentrarono il fu oco di 114 pezzi sul villaggio, obbligava il Ba,zaine a, sloggiare e rientrare in Metz. Contro questa piazzaforte ·i Tedeschi concentrarono 50 bocche da fuoco da assedio, ma non le im.pi.egarono tutte quante, ben sapendo che la scarsità di munizioni e di viveri del nemico avrebbe costretto Ja piazza a capitolare ben presto. Il 27 ottobre la piazza si arrendeva. Già il 27 settembre la fortez7,a, di Strasbu l'go che, dopo la battagli a di Weissemburg era, stata accerchiata da truppe del· la 3a Armata, lweva dovuto capitolare dopo essere sta ta bombardata per 3 giorni, dal 23 al 26 settembre, da J 8 batterie campali e 288 pezzi d'assedio. _ Soltanto Belfort, al comando del colonnello cl el Genio Denfert resisteva ancora, epperò contro Belfort si concentra vano le t ruppe e le artiglierie tedesche rimaste libere in seguito alla capit olazione di Schlettstad (24 ottoòre) ed alla caduta di Neu Brissae (10 novembre). Dapprima i Tedeschi si accanirono contro i forti circostanti, ma, con scarsi. risultat i ; successivamente per poter agire contro il nucleo centrale, il 25 novembre si impossessavano di Le M-ont ed il 28 occupavano il villaggio di Bavillers, riuscendo cosi a mettere in posizione contro la. piaz7,a di Belfort 12 batterie di 51 bocche da fuo co, ma ciò malgrado l'azione di -
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SI,;DAN -
BELFOI!T
attacco proseguiva. senza risultati fino al 25 dicembre. Per poter stringere la piazza più da vicino i Tedeschi si imposses,savano a,ncora del villaggio cli Danjoutin, e già cominciavano a conseguire i risulta.ti della loro metodica azione allorchè per la valle del Doùbs venne in soccorso della pia,zza,f orte l'Armata francese dell'est . Questa Armata. agli ordini del generale Bourbaki il 9 gennaio a Villersexel aveva battuto il genera.le Wc1'der, il quale aveva ripiegato sulla Lisaine sisteinand.ovisi a difesa essenzialmente allo sc1opo di far perdere tempo all'avversario e attendere così l'Armata :M:anteuffel. Il ~~iorno 15 gennaio venne dedicato all'avvicinamento ed il giorno 16 i Francesi attaccarono con successo ma non sfruttarono i risultati ottenuti, mentre intapto la guarnigione di Belfort :assisteva passivamente all'azione. Il giorno 17 i Francesi obbligavano gli avversari. a ritil'arsi, ma le loro trnppe erano or·mai stanche e dovevano sospendere l'attacco perchè sulla loro ~inistra si delineava la minaccia, del Manteuff.el. Il Werder aveva così. ottenuto il suo scopo. Non solo, ma insegui ed in-calzò l'avversario in ritirata, e con l'ai uto di Manteuffel Io ~nise definitivam.f~nte fuori ca.usa:. L'assedi.o di Belfort venrn~ ripreso e dopo varie vicende verso la metà,. di febbraio, circa 100 pezziriuniti in 28 batterie erano in grad,o di b3:tt.ere l'ultimo baluardo della pi~zzaforte, men tre altri 50 pezzi stavano per aggiungersi alle batterie rl'assedio. Il generale 'l'rescown iiwitò il Denfert . alla resa e 'q uesti, con l'autorizzazione clel -0.overno, firmò la capitola½ione il 16 febbraio, cioè clne settimane dopo che la Francia -aveva cfovuto penosamente piegare la testa. Infatti Parigi, fin dal 20 settembre, a prezzo di :fiere battagli.e, era stata accer-chiata dai varii Corpi tedeschi ed il 5 gennaio 1871 il Moltke aveva ordinato l'inizio del bombarda,,rnento. Il hòmbardarnten·to della Capi~11e fu effettuato da tre lati : n, sud della, città sn un fronte di 5 km erano in posizione 17 batterie con 98 cannoni, i q1rn1i per la superiorità t ecnica del1'artiglieria tedesca si contrapponevano efficacemente ai 230 pezzi francesi; sul lato orientale lungo nn fronte di 11 km. vi erano 11 batterie con 60 cannoni; sul lato settentrionale -su un fronte di 9 km . vi. erano l2 ha.tt<~rie. Il giorno 19 i Fran4
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ormtoCA F ltAXCO· GEHMANIC.-\
cesi tentar·ono uno sblocco che, dopo qualche successo iniziale, fu nettamente ancstato pcrchè le loro artiglierie arrivarono in rita.i·clo e n.on seppero appoggiare una ulteriore avanzata. .Anzi le t ruppe francesi dovettero ripiegare ru.ent1·e il bombardamento continuava implacabile. Il 21 gennaio 12 bat· terie tedesche di medio calibro, appostate fra Bom'get e lo stagno di l<}nghien, cominciarono a battere i fo1·ti della cintura a nord della piazza, e in tre giorni l'artiglieria. della.
S'c/Jema delle linee tedesc/le
·e dello sc/J1eramenlr:> o'/ a r//91/er/a
,oer il .bomòaro'amen/o
di
Pa_r ig /
Fig. 14 - Bombardamento di Par igi.
difesa postata a Su-int Dcnis fu ridotta, al si.lenzfo. Il 28 gennaio altre 24 batterie prussia,ne intervenivano nel Iato nord mentre aJ.tre ancora continuava-n o ad arrivare. Il Governo di Parigi chiese un armistizio e a mezzanotte dello stesso giorno aveva :fine la guerra.
* * • Molte . sono le considerazioni che si possono fare sulla guerra franco-prussiana del 1870 e molti sono gli insegna~ -34
C01'SIDEf:AZI0l\I C0)1P LESSIV E
menti .che se ne possono trarre, specialmente in riguardo dell'azione dell'artiglieria giacchè essa. è cosi intima.mente connessa alle ·varie fasi della battaglia per cui lo storico che vuol illustrare i fasti e le vicende di questa Arma è costretto a dare, sia pure in sintesi, la cronistoria di tutti gli. avvenimenti; senza la loro cornice di insieme non apparirebbe iorse abbastanza evidente l 'influenza che l'Arma, ha ormai s'ulie ,~icende del combattimento. l'renclendo in esame l'impiego dell'artiglieria nelle varie battaglie vediamo sempre che la sua azfone si può scindere in due fasi: in un primo tempo, duello di artiglierie, mentl'e la fan teria rimane inerte spetta,t rice : ·· in un secondo teinpo, proter,ione dell'avan7,a,ta della propria. fanteria. Queste due fasi dell'azione artiglieresca corrisposero allot·.a agli obbiettivi che successiva.mente si opponevano all'avanzata, d,ella fanteria : si ebbe cioè una successione e non una concomitanza degli sforzi. I risultati conseguiti nella guetra franco -prussiana da tale impiego dell'artiglieria erano tutta,v ia stati così grandi-osi tanto che tutti quanti furono indotti ad adottare sen7,a discussione le prescrizioni che un ta,l e · impiego aveva informa.to e regola.to. Non si considerò pertanto che l'artiglieria fran cese ,si era prestata al giuoco· dell'artiglieria tedesca accetta,ndo il duello in condizioni di inferiorità tecnica e materiale, e non si c:onsiderò del pari che il continuo aumento di. gittata del fucile nonchè l 'impiego sempre più largo qella fortificazione modificavano le condizi·o ni di lotta, sicehè in conclusione ancla.rono conseguentemente generalizzandosi delle idee, dei criteri e per taluno addirittura dei dogmi assiomatici 6he dovevano poi completamente fallire nelle guerre successive.
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§
3.
La guert'a di secessione d 'America - Preceden t i e cause - Oli avvenimenti - Cartiglieria nelle a zioni n avali e nella cooperaz ione tra forze navali e terr estri - L 'assedio di Wicksburg - La p resa d i Wilmington e di Charlestown - La battaglia di Richmo nd - Cons iderazioni sull'artig lieria.
La, guerra del 1870 ed i metodi con cui essa, è stata svolta attiral'ono l'atten7.ione degli studiosi militari fino al punto di impedire loro di prestare il dovuto interesse ad ui1a guerra che pure meritava di essere presa in considerazione : quella, di secessione cl' America, svolta.si dal J861 al 1865. Gli Stati che formava.no la li"'ederazione degli Stati Uniti, dopo avere conquistata, l 'indipendenza furono minacciati da una corrente di separatismo che ne compt'omise l'esistenzit. Per -ovviare ad un tal e perico lo A lt>ssandro Hamilton, amico di Giol'gio Washington, propose di riformal'e la Oostituzfone, riuscendo così ad assicurnre n,l la Repubblica l'unità, statale e la, sovranità, mentre nello stesso tempo era rispettata la più ampia autonomia di ogni singolo Stato; l'unità sta.tale veniva rafforzata dall'ingrandimento territoriale e sovratutto dall'aumento della popola7,ione, i~ quale ultimo fenomeno essendo sensi bilissimo nella seconda metà dell'ottocento, in seguito alla forte immigrazione europea, concorreva nel miglior modo alla fortun a del nuovo Stato Federale. L'accennato sviluppo degli Stati Uniti fu turbato dalla guerra di se<',essione combattuta tra gli Stati del nord della Federazione abolizionisti, e gli Stati del sud schiavisti. Tale contrasto era, specia.lmente dovuto alfa diversa attività economica delle due regioni: in quella, del nord avevano grande sviluppo l'industria ed il commercio, mrntre negli Stati del sud tutta la ricche7,7,a, era. agricola, e le grandi piantagioni di cotone, di canna da zucchero e di tabacco erano coltivate da numerosissimi schiavi. A queste ragioni di natura economica, si aggiun gevano interessi polWci, r agioni ideali nonchè sentimenti di fra tellanM, cristiana perseguiti da anime gene-
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TEXAS
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, Fig. 15 - Carta d'insieme della guerra di secessione d' America.
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GUEHl!A DJ
$1•:CESSIO)lli: O' .-\.\1 i.:HTCA
J·ose per k quali Ja schiaNitù dell'uomo costituiva un obb1·0h1·io ed un delitto. Tn un grand,e contradditodo eon uno schiavista, Abramo Lincol11 esclamava « cl1e se la, schiiwitù non era un ma.le, nel mondo nQn esisteva alciun male ! >); n el 1860 egli riusciva eletto l'residente degli Sh1ti Uniti, avendo per caposaldo del suo programma l'abolizio11e della schiavi.tù. Gli Stati del snd dirlliararono allorn ln secessi.one e ri cliiarnaJtdo dal QQngresso i loro rappresentanti, elei,sero a, Presidente il J effeDsoii Davis. Ebbe alJora principio la guerr a cli secessione che durò dall'aprile 1861 al maggio 1865; guena, asprissi.m,t che costò molto snngn e e molti sacrifici. In principio essa fu però incruenta e mite. Gli Stati nell'atto di sep:u·a1·si ,IY<>Vano ordinato alle loto l\lilizie di occupn:1'e i fol'ti e gli c•cli:fici pubblici. I solclat.i sudisti delle Caroline si im.padronil'o110 a Cbarlei;;town d<'i (orti. Pinkncy e Moultrie, cretti a, clifesa della rn,cla, e il ruaggiorn Ander:on , comall(l:n1te di tali dne forlezzl' dogli Stat1 nol'disti , si l'Wrò coi loro presidi nel forte Smuter. Il generale smli.sta J3enur eg-ard dopo ave1·lo invitato alla resa., il 1:2 aprile cominciò il fnoco. (> <lopo trentaquattro 01·e cli hom bnr<lilmcnto, esscwlo SHltata i.n ìl.J'Ìa nna, poh·cr1era e nven<lo sma11tellato il fortP. c0s.t1'inse l' Anclerso~1 a d arrendersi pur con cedendogli t l.tti gli onori di guerra. 11 giorno dopo Li.ncoln chiamò sotto le armi 75.000 uomini, ed j a tanto una cornpagnia di soldnM fu .Rnbi.to fatta parti.re <lu Boston alla volta di Waf-hington. Risposc1'0 it ta.le chi.a111ata 77.000 cittadini e la, loro bandiera fu ancora qnella d<>1la conciliazion<' : « L a Costituzione qun I è. l'Unione qnal era )). Lincoht richi amò poi la f'lottn cHspcr:-::a nell'Atlantico, e il 19 aprilC' handì il blocco tli tutti i porti degli Stati sudisti ~€>para l.isli. Hiievando poi che gli Stati del sud avcva,110 fatto app,:lìo a l!"i{l.000 u0mi11i, Lin cùln i.l 3 maggio chiamò i,Otto le a,rl.lli c12.000 volontHri per una ferma di tre anni prolungabile per · tntto, hL clm·Hta ,J.0lla, g nerr·:t, a umen tò di oltre 22.000 Unità 1 .qnndti dell'esercito di terra, e di 18.000 uf'ficiali ql1elli di mare. -
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LA l'IUMA lU'l'l'AG LJA
Infa.nto gli Sta.ti che si erano separati crebbero fino ad JJ l'Arkansas, l'.Alabama, la Carolina meridi onale, la Florida, la Georgia, la Luisiana, il Mif,;sissipì, il r.rexas, la Carolina se.ttentrionnle, il Tenessee, e la, Virginia, mentre il Mi ssurì e il Kentnky si dichiaral'ono neutral i. Gli Stu;ti separatisti diressero Le loro t1'11ppe sn W'ìtshington , ma poichè la metropoli mediante lavori fol'tificatori e rinfol'zi di truppe fu in breve tempo messa al sicnl'o da ogni tentativo avverf.\ario, essi si rivolsero contro i posti militari che i federali nol'disti tenevano ancora nei territorii del sud . .Assalirono così J'arsenal e di Harper's Ferry il 18 apri1e e se ne impadronirono, e quindi si impadronirono dell'arsenale marittimo di Gosport presso Norfolk, del quale i F ederali prima di ablJa.ndomtrlo avevano suso molte costruzioni mentre poi avevano distrutto le navi che non erano riu sciti a. mettere in salvamento. Queste ed a,ltl'e sca,ramuccc preh1 devano la grossa ba,ttaglia. Il 21 luglio J861 i due eserciti si scontrarono sulle sponde del piccolo torl'ente Bull's Rnn, n ffJ uente del J 'otomac. I separatisti del ,s nd in numero cli 40.000 erano guidati dal generale Bcauregard, di origin e francese, e clal generale ,J-Ohnston: i federali nordisti in numero di soli 18.000 . erano comandati dal genel'ale Mac Dowell e seppero non solo tener testa ai 27.000 uomini del Beauregard ma he11 a nco ad averne ragioJJe. A mezzodì la vittol'Ìai pareva, arricl r 1:c ai nordisti, ma ad un tratto il generale J ohnston coi suoi 16.000 uomini, delud endo la vigilamm del generale nordista P atterson, dal quale egli avrebbe dovuto essere tcn nto n. badn., con nn a :finta dimostrativa arrivò in aiuto dei sudii:;ti del Beuregnrd, e in sieme ad essi scbia,cciò per la grande superiorità nmnerica l'esercito federale di Mac DoweJl che lasciò sul terreno 480 mor ti, 1000 feriti oltre a 1200 prigionieri. Secondo le relazioni uffi.ciali i confed.erati sudisti ebbero essi pure 400 morti e circa 1500 feriti, ma profittando delJa vittoria conseguita essi incalzarono dappresso gli avversari fn ggenti ~inngendo per taJ n:1-0do fino a un tiro di cannone dn Wflishington. Abramo Lincoln non si scoraggiò r>er questo rovescio: or· dinò nuovi ]avori fortiii.catori attorno a. Wasllington e fece un -
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GUEIIIIA DI SECEssro:-E
I?' A'.\!I.mlCA
mwvo appello alle anni. Da l canto loro i sudisti coHfedcrat.i, fa tti arditi da questo primo succe~so, cercava110 di guadagnar e alla l oro causa il Missnrì che si eru dichiara to neutrale. I l territorio di qne~to Sta to fn )'aren11 dove dal principi o cli lug lio a·11a fine di dicem.lJre del 1861 i du e eserciti avversari combattetono ostina tamente c-0n alterna vic<•nda. Uno dc~i . fatti degni di citazione è la difosa cli Lexington nella quale 2700 fellera li nordisti resistettero per hen tre giorni con tr o 26 .000 uomini sudisti coma,ndati da,l generale :Price , e no1t i-:i arresero se non costretti dalla sete. Alla fine del_l'a nno il 1Iissurì era stato tutto i-:gorn b1·ato dai sndisti, i quali aveva110 in tanto perdu to pure Port R oyal nella Georgia, che è nna rada che si presta opport unamente ad operazioni dì gn erra fi:a, floj;te cont1·appost e . . Fin almeJite l'esercito federale che difend eva Washington potè avan7,are alquanto respingendo la linea dei confederati sudisti che stringevano da vicino la città ove risiedeva il Go ...-erno federale. I ntanto però continuava l'alterna vicenda delle battagli,e : il 21 ottobre le trnppe del nord furono sconfitt& a Ball's Bln.ff dal generale E vans, mentre poi il 20 dicembre al comando del generale Ord. furono invece vittoriose a Dranesville. Le forze rispettive dei due eserciti erano le seguenti : i federali del nord alla fin e del 1861 avevano sotto le a,rmi 640.000 uomini, oltre l'esercito r egolare di 20.000 soldati e la milizia volontaria costituita da 77.000 volon lai1·i, chiamat i in a.prilee congedati dopo t re mesi di ,servi¼io; i confederati del sud contavano in luglio 210.000 uomini e i.l Presidente Da vis . aveva facoltà cli chiamare altri 400.000 volontari. Il 1862 cominciò con vari trionfi dei Federali. Il generale nordista, lVIac-Gl<'llan si proponeva d1 formare at torno ai ribelli un gran cerchio che restringendosi a poco a, poco soffocasse la rivolta : · il 19 gennaio il generale 'fhomas incontrò a Mill Spring un Corpo d 'eserci.to dei su disti confederali e lo sbaragli ò completamente . Il 6 febbraio il capitano nordista. F oote con alcune cannoniere si impadron ì del forte Eenry nel Tenessee e ne fece prigioniero il presidio ; il generale Grant.
LA COMPAUS;~ DELLrn N'An COR AZZ ATE
il 15 febbraio ass·a u il forte Donolson che si arrese il giorno dopo, con 16.000 uomini. La ba,ttaglia più aspra fn quella di Newport-News che durò nei due giorni 9 e 10. marzo, e nella, quale comparvero per la, prima volta le navi corazzate. Dir,e il Romussi nella sua cc Storia degli Stati. Uniti d'America: cc-6 bastimenti del sud e 8 del nord si. trovarono di fronte, ma fra i primi si vedeva al di sopra delle onde un tetto di ferro riluc,ente, sormonta,to da un basso camino. Era questo il re Merri.mac )), che \ nel primo· gi.orno s'avanzò contro ff cc Cumberland )), magnifico vascello foderale, per piantargli il suo formidabile sperone d'acciaio nel fianco. Il . cc Curnbcrland )) gli fece fuoco addosso con tutte le batterie : mf:L le p:;i:llc colpivano il tetto inclinato del cc Merrimac >>, scivolavano e andavano a morire ndl'acgua. Dopo aver cacciato il suo lungo sperone nel « Oumbcrla,n d >> rinculò tranquillo ed illeso, m<mtre la fregata che conti.nuava_ a fargli fuoco addosso, veniva ingoiata lentamente dalle onde e spariva. Intanto il mostro marino (sudista) si volgeva contro il « ùongress )) e lo costringeva ad a,rrendersi. N·ella mattina seguente il C( Merrima,c )) tornò ba.ldanzo~o contro la, flotta nemica, crBdendo di rinnovare le gesta del giorno precedente; ma le navi fe.derali si divisero e lasciarono uscire contro la, corazzata sudista un nuovo mostro. Era una specie di piatto di ferro oblungo, che pa,reva scivolasse a ·:fior d'acqua, con una torre rotonda nel mezzo. Il C( Merrimac )) si slanciò contro il rivale chiamato cc Monitor>> e l'urtò violentemente con il suo lung-0 sperone : a,1 coizo poderoso il <e Monitor>> sparì, come fosse colato a, fondo, ma d'improvviso ricomparve in mezzo alle onde: nella torre si aperse una can,, nonier~.1,: e c-0minciò a tirare senza posa sulla nave nemica. Due palle entrarono ne.lle cannoniere del cc Merrimac >> e lo costrinsero a ritirarsi: gli ingegneri ·ael /:lUd erano vinti, perchè quelli del nord avevano aggiunto alla corazza una torre con due cannoni di grosso calibro ». Alla predetta battaglia navale di Newport-News fece riscontro quella di Pittsburg·Landing presso Corinto che durò del pari due giorni e. fu a,ncora più sanguinosa,. I Confederati sudisti avevano 100.000 uomini schierati in campo sotto gli · -41 -
GUERHJ\ DI smcE sSIONo; DJ Al\1 li1RICA
ordini del vescovo Polk, di Nathan-Evans, e di J ohnst,on, dil'etti dal Generale Beauregard; i soldatj degli Stati federali nordisti erano condotti da Grant e nel p1·imo giorno della battaglia erano in numero inferiore. La battaglia comi nciò il 6 a.prile ,all e ore 2 del mattino e durò per tutta la giornata fino a notte. [ Feclera1i sopraffatti da] numero furono c·o stretti ad indietreggiare fino alla l'ìva del Tenessee, e sarebbero stati disfatti ed annientati completam.ente se due cannoniere non li avessero protetti, tenendo lon tane le forze dei confederati. Nella notte successiva, a rinforzare i ·F ederali. gìnn.sero 2 Divi~ioni del generale Bu els; alle ore 7 del 7 aprile si riaccese più feroce la pugna; per ben 8 ore i due esercit.i si contesero la vittoria, ma fìnalmente alle ore 15 il genl-!rale . Grant, alla testn delle sue truppe si . slanciò contro i confederati, n e rnppe gli ordini, li scompigliò e li costrinse a l'itìrarsi in f ng·a disordinata entro Co rinto, lasciando sul terreno cil'ca ] 2.000 uomini. Non meno felice per i federa.l i fu la spedizion e navale: nna flotta di 45 navi con 280 cannoni, dil'etta dal caposquadm F erragut, passò con 14 vascern. in mezzo ai. forti, sa,l ì il fiume Missi.ssipì fino a Nuova Orleans e se ne impadronì. I due forti ,Jack:-;on e San Filippo dello Stato del :Mississipi, che in 10 giorni avevano ricevuto 25.000 colpi di ca.nnoné, do,·ettero arrendersi al li'el'J'agut, il quale in se.guito si diresse su vVicksburg, ultima fortezza che i confederati sudisti avevano sul 'Mississipi. · Questi ultimi, il 4 maggio, abbandonaron.o Yorkton e si concentrarono in Richmond. Successivamente. avendo c,onstatato che in seguito ad uno spostamento dei federali le forze del Generale Ba,nk venivano ridotte a. soli 5.000 uomini, lo assalirono in 50.000, gli inflissero una disfatta, ed inseguirono per lungo tratto i fuggiaschi; successivame11te in sei giorni con assalti ripetuti e continuati attaccarono i federali ingaggiando con essi ben sei battaglie. Nell'ultim<> di tali scon tri , a Turkey's Grove, i Confederati sudisti aveva.no 180.000 uomini contro soli 100.000 Federali, i quali. pertanto essendo appoggiati dalla loro artiglieria, più potente di quella sudista, riuscirono a, tener testa ai secessionisti ed a respingerli.
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IL GENEi:!AL LEI') E I SUOI AVVEllSAIU
Nei primi giorni di settembre il generale Lee ·comandante in capo dei Confederati varcò il fiume Potomac con un grosso esercito per inva.dere il Maryland e la, Pe.nsilvania, ma il 14 settembre scontratosi con le truppe nordiste del generale Mac Olellan fu sconfitto a Sou Mountain, e inseguito e costretto pur nella ritirata ad accettare combattimento, il giorno 19 fu obbligato a ripa.i-;sa,re il fiume. Ma dopo questa vittoria MacClellan, senza alcun motivo apparente, si fermò perdendo un mese e mezz,o nell'inazione; per questa sua, con ç1ottfl, il Governo :federale, in 'principio di novembre, lo destituì e aJ:l:ì.dò l'esercito del Potomac al generale Rnmsycle, ma senza miglior for tuna· perchè anche questi dopo ave.r assalito indarno i confederati nella inespugnabile posizione di. Fredericksburg e avendo perduto circa 10.000 uomiii.i tra morti e feriti, nella notte del 14 dicembre si ritirò. Lincoln intanto non pe1,deva di vi.sta la sua alta missione umanitaria per l'emancipazione cl.ella schiavitù, ben sapendo che per trionfar-e bisognava innanzitutto vincer<~ H pregiudizio degli americani ve.rso le razze di colore. Perseguendo un ta,le piano egli cominciò col riconoscere uflìcialmente la Repubblica di « 11eri )) i11t.itolata Liberia, e strinse relazioni con l'altra Repubblica di <<neri>> chiamata . Haiti, e posci.a nel fervore della guerra, al principio del 1862, annunciò che egli avrebb<~ punito gli Stati sec-essionisti. ribelli col liberare gli schiavi dei loro tenitorii, ed a,nzi. il 22 settembre 1862 pr-oclamò solennemente che tutti gli scl1iavi de.i territori sudisti diventavano, senza restrizioni e senz1,1, eccezfoni, liberi cittadini degli Stati Uniti. Ma, i Confederati separatisti, come non ·s i lascia,v ano persuadere dai eorwetti uma,nitari di Lincoln, così. guidati drtl Pavvednt o generale Lee, non si lasciavano vincere dai generali dell'Unione federale. I ntant-o al Burnsyde nel comando dell'esercito federale e1.::a, subentra.to il generale Hooker che non fu però più fortùnato dei suoi. predecessori perchè il Lee che mirava ad impadronirsi di vVashington sconvolse compk· tamente i suoi pia,ni.. A salvare l'Unione da così grave per1 · colo fu scelto il generale Meaae · che distese tutto l'esercito federale sulle colline della città di Gettysbur.g nella Pensil _
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GUERRA DI SECESSIONE D' A)H:HICA
vania, dove il 2 luglio 18.63 fu assalito da Lee il quale aveva disposto i suoi soldati in doppia linea a tanaglia proponendosi di poter stringere i Federali coine in una morsa di ferro . Ma Meade, conformando i suoi piani e le azioni delle sue truppe alla particolare disposizione adottata, dal Lee, seppe tenersi nel mB7izo della tainaglia, rinforzando di volta in volta con nuovi contingenti i punti che con maggiore furore venivano attaccati dal nemico. Nel giorno 3 luglio i separatif,ti, sfondate le linee dei federali, f.Lrrivarono trionfanti sulle col- line già occupate .da,l Mea.cle, ma le batterie federali di quest'ultimo, abilmente n,pposta,te, aprirono sugli attaccanti un fuoc-0 cosi micidiale sicchè i Oonfederati, già momentanea. mente vincitori, furono costret ti a ritirarsi a precipizio, lasciando numerosi morti sul terreno. Il Lee dovette tornare indietro ripassando il Potomac, ma il Mea,de venne però accusato di non a,ver sa,puto a,pprofittare della vittoria per ste1·minare l'es·e rcito dei ribelli. Lincoln inca.l'icò allora il Grant di impadronirsi ad ogni costo della fortezza, sudista di Wicksbnrg·, che era la chiave del Fiume Rosso e del Missisi:d.pì, vere arterie di rifomimento per i C-0nfederati. F u quest;o uno degli assedi più importanti della guerra, percbè la fortezza di Wicksburg ·o ltre ad essere difesa cl.alle acque era situata in luog,o così formidabile .sicchè non era. facì.le costruire delle ope.re ossidionali perchè tutte sarebbero state sotto Jl tir,o dei cannoni dei Confederati che prontamente le avrebbero clistrutte. Fu in questa, contingenza, ehe si afferrnar,ono l'ingegno cal colatore e la iSerenità fiduciosa cli giudizio del genera,l e Grant, il quale, giustamente <~onscio dcll,e sue possibilità di resisten za., non dubitò un istante che Wicksburg non dovesse cedere al suo incrollabHe tenace volere cd al va,lore cl.ellé proprie truppe; la fortezza fu difatti costretta ad arrendersi e quindi U Gra,nt potè corre.re a Ohatta.noga dove verso la, ·:fine clel 1863 sconfisse nuovamente i confederati secessionisti. L'Unione Pederalc del · nord fort('\ delle vittorie conseguite nella guerra, offri la pace agli Sta,ti separatisti, procla,mando per bocca di Lincoln amnistia piena <~d incondizionata per tutti quelli che avessero deposte le armi. MR, la Confederazione
GnA;:.;'l' I': LE:E A W IT,DEHKES:;
del sud respinse tali proposte e il generale Lee attaccò contempora neamente le schiere nemiche in pm·<'cchi punti ricon quistando così la fiducia dei propri soldati nei qnali rinacque la speranza di rivincita e di vittoria decisiva . In questo fran gente Lincoln affidò il cornarn~o supremo delle fo1~ze foderali ad Ulisse Grant, e poichè tal<' nomin a fn accol ta. con giubilo dai soldati e dal popolo, Lincoln ne trasse par tito per ordinare una nuova leva di 200.000 nomini. La prima volta che gli eserciti nemici rispettivamente comandati dal generale Grant e dal generale Lee, si scontrarono fn il 7 maggio in un luogo chiamato la Valle Sf'lvaggia, (Wildemess) talmente coperto da folti boschi che gli avversari non soHanto non riuscirono a va lutare le forze contrapposte ma addii:ittura non potevano neanch e riuscire, n vecl ersi, ta,n to che si combatteva alla cieca persino ad nrma bianca. Se pure si usarono e cannoni e fucili, la lotta non si svolse comunque in vere e proprie fo1·mazioni cli battaglia, ma ben sì con scaramucce e guerriglie. Questa lotta slegata ed imprevista, se pure ostinata e gigrrntesca, durò per ben sette giorni e soltanto nell'otta,vo avvenne la baittaglfa, decisiva che finì colla vittoria di_Grant : contemporaneamen te il generale Sherman cacciava i Confederati dalla Georgia. Rimaneva pertanto ancora da prendere Richmond : alla sua, volta si diresse il Generale Grant dopo di aver sconfitto i sudisti a. P etersburg, in ripetute sanguinose battaglie e dopo di aver fiacca,to la lor,o resistenza nella valle di. Shenandoah, c-onquistand-0 12 bandi.ere e facend-0 2.500 prigionieri. Nella notte dal 25 al 26 novemb11e essendo scoppia to nn incendio in parecchi punti della città di Nuova York, gli abitanti attribuirono il sinistro a vendetta dei Confederati, e se pure il fuoco fu domato senza arrecare gravi danni, il fatto accrebbe le ire dei nordisti ed aumentò il fur-ore dei federali. In tanto il Generale Thomas, nella battaglia del J5 e del J 6 dicembre a Nashville, sconfiggeva i separatisti comanda.ti dal Generale Hoocl inseguendoli nella loro ritirata, mentre il ·sherman assediava, la fiorente città cli Savanna,h impadronen dosene il 24 dicembre e con quistando 150 pezzi di grossa arti.glieria e un a grande quantità, cli munizioni. - 45 -
GUEllRA . DI SE<:1':SSIONE
o' All:(l<:i:ICA
Successivamente poco mancò che la flotta federale fosse fatta prigioniera e bloccata nel Reù-River, a causa . dell'impl'ovviso abbassamento delle acque; ma il Beylley fece pronta,mente costruir e una diga attraverso il :fiume 0d innalzando il livello delle acque permise che la flo t,tn uscisse e si mettesse in salvo. L 'ammiraglio P orter ed j] generale Butler dopo un bombardamento cli due giorni e (]ue notti p1'esero Wilmi.ngton; a · Nashville i.I generale 'rhornas dopo due giorni di battaglia ruppe le schiere del generale Bood fa.rendo 5.000 prigionieri. Le fortezze dei Confederati caclevano così l'una dopo l'altra nelle mani dei Federali ed il Sherman stringeva dappresso Oharlestown circondando i nemici con un formidabile cerchio di fuoco. Le truppe ribelli, impotenti a resistere, abbandonarono la città. la sera del 17 febbraio , e nel giorno seguente vi entrarono i Federali fra le acclamazioni della popolazione nera. Il Grant ordinò quindi al Sherman di mettersi subito in cammino per impedil'e che le truppe sud.iste comandate dal Lec si unissero agli altri Corpi confederati; e intanto il generale Shel'idan nella Valle -del Shenandoah s01·pren deva Cbar1,otteville, e si impadroniva della città e della sua guarnigione. Si a,rriva, così alla battagli.a di Richmond , per la quale il 25 marzo comin ciarono le scaramucce, preludio della prossima gr ande lotta. Nella mattina del 25 il Grimt costrinse gli avamposti dei confederati a battere in ritiri:tta, prendendo così contf:~tto colle truppe del Lee. Nel giorno 31 quest'ultimo prese egli stesso !'·offensiva, ma fu respinto; riguadagnò più tardi il terreno perduto, ma assalito con furore dal Sherman dovette. r itirarsi. Nel retrocedere le truppe sudiste continuavano a combattere c-ontrastando per ben due giorni palmo a palmo il terreno all'avversario, fìnchè il 2 aprile i Federali, dopo 9 giorni di combattimento, rinscirono a sconfiggere completamente i nemici facendo 12.000 prigionieri. Abbandonato così Richmond il generale Lee si gettò al, l'aperta campagna sperando di poter visi sostenere e di riuscire a raggiungere il generale J ohnston nella Carolina setteri, trionale per ristabilfre la fortuna cl.elle proprie armi, ma il G1·ant mantenne il co1\tatto con l'avvet'sa.ri.o, lo · inseg,1ì da - 46 -
CONSIDERAZIO~I COMPLESSIVE
v1crno e senza dargli tregua per ben tre giorni nella ritirata, lo costrinse i~d arrestarsi e :.ul accettare ba.ttaglia presso Bnrkesville impegnando in quest'ultima, lotta tutto l'esercito che ancora gJi rimaneva. La. pugna fu per il Lee una nuova disàstrosa scon:fitta, ta,nto che a,vendogli il Grant proposto di arrendersi a patti onorevoli il Lee comprendendo che era inutile crudeltà. sacrificare altre vite umane per una, causa oramai peràuta si arrese il 9 aprile. Intanto il generale Weitzel il giorno 2 aprile era entmto a Richmond alla testa delle sue truppe. Si chiudeva cos1 la, guerra di R('Cessione, alla quale avevano preso pa,r te ch.·ca, 2.760.000 nonrnn ed in cui erano caduti circa 280.000 fra morti e feriti.
Fu ·c ertamente grave errore per pacl'te degli studiosi di scienze mm.tari. d'Europa quello di non aver seguito con atterni;ione l e vfoende di questo coùflitto che, per le sue caratteristi.chc~ di guerra di trincea .e di ·logoramento non soltanto delle forze mili.tari ma di tutte. le risorse che possono alimentarne la resistenza., costituì 1111 indizio antesignano dei tempi nuovi. Questa nostra succinta narrazione ha voluto mettere in evidenza, nel quadro giga,ntesco della guerra la parte assunta dall'artiglieria. Il bombarda,ment-0 del forte Sulter, l'azione delle cannoniere sul forte Henry, e la battaglia navale di Newport-News dimostrano l'importanza grandissinut dell'nrtig·lieria in tutti i. combattimenti. A Pittshurg-Landing il 6 aprile del 1862 è l'oculato irnpieg,o delle at·tìglieric cli due cannonie.re che salva la situazione dei Federali; Nuova Orleans coi forti Jackown e San Filippo cadono in mano dei Federali per effetto dei fn. dosi bombardamenti sferrati dalle loro .artiglierie. A Turkey's Grove, la superiorità di artiglieria: consente a 100.000 federali di far fronte vittoriosamente a ben 180.000 confederati. Quasi il doppio! Il 2 1ugli:o J 863 sulla collina di Gettysburg le -
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1870 · 1014
batterie federali abHmente H,ppostate strappano di mano ai separatisti la, vittoria che ·ormai pareva loro assicurata. All'assedio di vVickshurg il Grant non può più ricorrere alle ope. re ossidionali perchè il fuoco delle artigherie dei Confederati le distrugge inesorabilmente. I 1'inalmente la formidabile cer.chia dei cannoni dei federaJi, il 17 febbraio 1865 provoca la caduta di Cha,rlestown. Sempre ed ovunque è pertanto evidente la parte prepondet·ante ehe compete all'artiglieria sul campo di battaglia e nella condotta delle guerre, specialmente quando queste assumono carattere di « guerra di posizione )).
§
4.
La g uerra russo-turca del 1877-78 - Precedenti e cause - Plewna - La pace e la revisione dei trattati - Il fallimento delle teorie tedesche in materia di impiego d'artiglieria - Gli insegnamenti della guerra russo-turca.
S.e dopo la fondazione dell'unità italiana e la, riunione cle.2·Ji Stati tedeschi, la questione della nazionalità si poteva considerare come definita · nell'Europa occidentale e centrale, altrettanto non si poteva .d ire per l'Europa, ,o rientale. Quantunque i Rumeni fin dal 1866 avessero chiamato e portato al . trono Carlo di Hoheniollern disconoscendo così la sovr anità del Sultano, gli odìi di razz:t e cli religione tr a cristiani e turchi continua.va,no implacabili mentre la, Russia alla conferenza di Londra del 1871 otteneva. la restit<t1¾ione della libertà di azione snl Mar Nero e sulla via di Costantinopoli. Nel 1876 i Principi di Serbia e del Montene2;ro, costituita fra loro· un'alleanza;, assalirono i Turchi suscitando sempre ·più viva la questione d'oriente. In questo conflitto il Montenegro usciva vittorioso, ma, la Serbia rimaneva sconfitta e nell'ottobre Belgrado cadeva in mano al nemìoo.
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GUERRA RUSSO - TURCA 1877-1678
MINORE
Fig. 16 . Cartina d'insieme della guerra russo-turca.
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C LTJ::flHA HU SSO·'l't.'flCA
La Russia non poteva rimanere impassibile cli fronte ad un simile avvenimento; il potente partito panslavista r usso che mirava ad estendere l'influen7,a moscovita in tu tto l'oriente, a,d assicnrare il trionfo degli ortodossi sni mussulmani ed a liberare i cristiani dalla cl,ominazione turca, ot.tenne che lo Zar Alessandro II prendesse le armi contro i TUl'chi a favore dei Serbi. Le altre Nazioni d'Europa non si opposero n q11esto paRso : l'Italia non aveva alcun interesse nella questione; alla Germania. non dispiaceva vedere la Rui-sia impegnata con la Turchia; l'Austria desìòf~rava a, sua volta. 11110 smembramento della Turchia perchè sperava così di ottenere il dominio cli qualche nuovo territorio. L'unica grande potenza che avesse interesse all' integrità delln, Turchiu, era l'In ghilterra che però per il momento non in tervenne e rimase in attesa degli avvenimenti. La Rumenia, spinta da l desiderio di aumentare i prop1·ii territori e di conseguire l'indipendenza assoluta, si alleò addirittura con )a, Russia. La Russia mobilitò 9 Corpi d'Armata e 2 Divisioni di cavalleria, il tutto raggruppato in 3 Armate, dislocate all'inizio delle ostilità come segue : Armata cl cl Danubio, in Bessarabia nei p1~essi di Kiskino,v al comando del Granduca Nicola: 4 Corpi d'Armata di 160.000 uomini; Armata delle coste, in Dobrugia al comando del generale Simcka. : 2 Corpi cl'arma.ta di 73.000 uomini; Armata di riserva a nord di Dnieper: 3 Corpi d'armata di. 100.000 uomini. TAL Rn mcnia mobilitò 2 Corpi d'armata agli ordini del P rincipe Carlo. La 'l'mchia mobilitò 275.000 uomini agli ordini di Abdul Kerin . Queste forze era,no c-osì ripartite : 140.000 uomini nel quaàrila,tero bulgaro - R.u stciuk, Varna, Silisttia. - agli ,o rdini di M:ehmet Alì; 40.000 nomini dietro il Danubio t ra Viddino e Nicopoli, agli ordini di Osrnan Pascià;
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r/oFFENSIVA UUSSA
35.000 uomini in Bosnia; 15.000 uomm1 in 'l'racia e 25.000 uomini a, Costa.ntinopoli in riserva.
La Russia per la sua offensiva disponeva di due direttrici principali : quella della Dobrugia, che imponeva il passag· gio del Danubio a valle di Brail.a e che al vantaggio della brevità accoppiava però i seguenti sva,ntaggi: di dover passare il fiume in un tràtto di grande larghezza; di essere esposte a.Ile difese turche dal mare e del quadrilatero . bulgaro; infine di .dover attrave1:sare una regione acquitrinosa e perciò malsana. L'altra direttrice di offensiva, era quella di Sistow, Tirnov, passo di Scj.pka, valle della Maritza, che permetteva di passare il fiume a nord di Rustciuk. I Russi scelsero quest'ultima, ed intanto i Turchi decisero di attenersi alla difensiva, sfruttando il Danubio ed i monti Balcani d1e costituiva.no per i russi due gra"i ostacoli da superare. Per tale progett,o-base la già esposta dislocazione delle loro forze si prestava perfettamente. 11 periodo dal 24 aprile al 20 giugno .1877 fu impiegato dai Russi per ammfl!ssare le loro truppe sul Danubio. Il 23 giugno, dopo aver gettato un ponte di 2.300 metri a Braila presso Gala.tz, una fra,zione d.ell' Armata delle coste passò il :fiume e penetrò in Dobrugia allo scopo di pr,oteggere il fianco sinistro del grosso che; fa.tte alcune dimostrazioni per 5ngannare ll nemieo ·circa il punto prescelto per la traversata del .Danubio, il 1° lugli<> iniziava il passaggio del fiume. a Simn'itza ·ove era stato costruito un ponte di 1.400 metri. I Russi, passato il Danubio, con la massima parte delle forze marciarono verso il passo . di Scipka, mentre per protfggere i loro :fianchi distaccarono una maissa contro le forteize tlel quadrilatero ed un'altra verso Nic.opoli e Plewna agli or· dini del generale Krudener. · Questa Armata delle coste, preceduta da una avanguardia comandata dal generale Gurko, il 7 luglio occupò 'l'irnov e, costituitavi una base di operazioni, si spinse verso il passo di Scipka che, dopo vivaci sèohtri, riuscì a superare il 17 luglio. :ri:ta contrattaccat,o dalle truppe di Suleima,n Pascià provenienti dalla Bosnia,, il Gurko fu costretto a ripiegare fino al passo rimanendo però padrone di esso. -
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GUERRA RUSSO - TURCA 1877-1878
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Mar di Màrmara
Russi Fig. 17 · Inizio della guerra russo-turca.
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Turchi
]" 8 ~• I3A'fTACLTA DI PLEWKA
Nel frattempo il Gra,n duca Nicola avanzava verso il quadrilatero e,. interrotta la ferrovia Jtustciuk-Varna, alla fine di luglio investi con un Corpo d'armata la fortezza di Rustciuk. La massa del generale Krndner, distaccata verso Nicopoli, procedeva intanto avanzando e il 16 luglio, dopo b1·eve battaglia, occupava questa città proseguendo quindi su Plmvna, ove Oman Pascià aveva conccH ITato le sue forze. Il 20 luglio la 5• T>ivir:<ione russa , fol'h\ di 10.000 uomini attaccò la pia¼zafor te, ma. l'attacco. - pcrchè in snflkientemenfo preparato dall'artiglieria, e perchè poi svolto senza cooperazione tra fanteria e a,rtig1i eria, - falli completamente. I Russi. perdettero oltre 2500 nomini, ed Oman P ascià, avrebbe pot nto proficuamente inscg-nire il nemioo, ma non s~ppe viceversa approfittare cl.ella vittodn. Non a torto Jzzet Fnad definì qnei:;ta campa,g na, : « la guena delle occasioni p<~rdut,e >). Il Comando Sup1'emo rn sRo, preoccnpato per la minaccia che Plewua. costituiva sul fi:rn co del sn o esercito, prr effettuare un sec-onclo a,t tacco della piazza, decise di porta1·e le forze del Gm·ko a 31).000 uomini, ma anche quesLo secoBdo n.ttacco non ebbe magg·io1· fortnna de1 primo percbè dai Rn ssi furono ripetuti gli ste. si errol'Ì. L(~ due J)ivisioni 5a e 31 a Lcnn<>ro in riserva, ·e qninèli inope1·ose le artiglierie di una batteria da 9 e di sei batterie da 4 libbre; il p1·incipe Schakowski, clel1e. sei batterie ai ~oi ordini, ne impiegò i::olta,n to due; il generale Krudner a sua volta aveva tenuto 5 batterie in riserva, tantochè soltanto un a metà circa delle artiglierie disponibili intervennero alla, battaglia,. I Tnrcbi viceversa fecero un buon impiego della loro artiglieria : i loro pezzi, ben ripnrati da l:wori cli fortifi cazi.one campale e hen mirncherati alla vista d{') nemico, sv,olsero una effi cacissima ar.ione di fuoco sull'artiglieria russa che era invece rimasfa Rllo sr,operto. Nel peri.o do dal luglio al settembre i Tnr,chi tentar,ono una controffensiva col segnente disegno di operazioni: · una maAsR agli -ordini di Sn l<>ima,n Pa scià doveva agire dalla Tracia contro il passo di Scipka; una massa agli ordini di Mehmet A.lì èloveva agire dal qnticlrilatero verso il fianco sinistro russo:
GUEHRA RUSSO· TUHCA
una t-érza massa agli ·Ordini di Os])lan P aiscià doveva agire da Plewna eontro il f:hu 100 d<~stro russo. Queste tre offensive fallirono completamente: Osman Pascià rientrò in Plewna e rinforzò ulteriormente la piar,za. I R ussi., dopo un laborioso avvicinamento durato 4 giorni ed una lunga preparazione di artiglieria, 1'11 settembre tentarono terzo attaicco contro que-
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Turchi
Fig. 18 - La terza battnglia cli Plewna.
sta piazza.forte, ma anco1·a invano perchè il giorno 12 furono costretti da un violen to contrattacc,o turco a ripiegare dopo aver perduto ben 16.000 uomini. I ntanto però i R ussi riceveva.no nuovi rinforzi e avendo richiamato in Bulgaria anche l'esercito rumeno; con tutto tale complesso di forze investivano da ogni parte la fortezza di Plewna isolandola da . Sofia e dalle linee di comunicazione coi monti Balcani. In un primo tempo i R usBo -r umeni_cercarono cli prendere la piazza cli vi.va forza facendo assegnamento sulle loro artiglierie cam-
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LA CAPI'JOLAZJO;-;E DI P T.1,; W~A
pali che quésta volta erano appoggiate da pezzi di assedio provenienti . da Zimnitza. B in ter-nssante l',ord.ine per la prima a zione da svolgersi da tale nrtigHeria: « tutte le nrtiglie.rie t1ebbono aprfre il fuoco all'alba e sparare :ininterrottamente fino all e 9; dalle 9 alle 11, pansa.; dalle 11 all'l pomeridiana, violenta ripresa <li fu oco; poi un'ora di pausa; da]) e 2 alle 3 nuovo bombardamen to. Alle 3 ::id un segnale dat-o da tre salve spil,]·ate da tutti i pezzi, la fa nteria attaccherà, simultaneamente le posizioni t mche dal sud, dall'est e dal nord » (1). Spunta qui in embrione il concetto della «preparazione », ma manca ancora quasi del tutto quello inteso e tend ente alla cooperazione delle va1·ie Armi. I Dopo 5 giorni di aspra sanguinosa battaglia i R usso -rumeni debbono rinunziare aJ.la presa di Plewnn cli vi.va forza, e sono costretti a porre l'assedio r egolare e Ristep1i:1itico alla piazza. Dopo tre mesi di eroica difesa, il comandante della pia,zza Osman l'ascià ridotto se117,a viveri e pressochè senza munizioni , nel dicembre 1877, cl·opo un ultimo tentativo di rompere l'a~sedio. tentativo in cui egli rimaneva fel'ito, capitolava coi suoi 40.000 uomini. In tauto le forze rnsse rimicendo 1~ l'ioccupar,e K a,rs ed a, chiudere i Turchi in Erzerum , potevano avanzare sulla via di CostantinOfOli e, non ·ostante i rigori dell'inverno e le difficoltà della ma1·cia, giungev:rno il 31 gennaiio in vista cl,ella città. Con temporaneamente tutti i popoli cristiani che erano ,:;otto il dominio della Turchia si sollevnvano . Allo1·chè clopo tutti i prcclc~tti rovesci. semhrnva che la. Tm·chia stei,se per soccombere, l'Inghiltena interessata a che l'Imr>ero Ottomano conse.rvasse la, propria integrità, a sua prote7'ione concen trò la flo tta lwitannfoa davanti a Costantinopoli. Qnesto inter vento non impedì pertanto che il Sultano nel mar'ZO 187 dovesse piega.rsi ed accettare il t ra tta t o di San to Rtefano, impostogli dalla Hnssia. Con esso la Turchia riconosceva l'indipen denza del Mon tenegro, della Serbia e della Rumenia, dòè dei tre Stat i cristiani alleati dcHo Zar; acconsent iva inol -
(1) Gen. I z7. ET FUAD: Les occci.si1m 1 11errlites.
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GUERRA RUSS0 ·1'URCA
tre alla costitu7,ione di un nuovo Stato formato dalla Bulgaria, dnlla Macedonia e dalla I··t.umelia, che sotto il n-ome di Principato di Bulgaria era vassallo della Sublime Porta; infine il ·tra.ttato stesso cedeva, allo Zar di Russia alcuni distretti del, l'Armenia fra cui Batum e Kars. In definitiva la Turchia coni-;ervava in _Europa, alcuni residui del suo impero ridotto alla Bosnia, all'Albania, OostantinoJ)oli, Salonicco e la penisola Oàlcidica; e per tal mo<lo, nella penisola b~lcanica l'autoL'ità. della Russia si sostituiv~t a quella turca, mentre la stessa Tur, cl.da, grav1;1,ta da una forte indennità di guerra, rimaneva alla mercè della Russia. Da un siffatto nuovo stato di cose si preoccupar-o no: l' Austria, · gelosa dei suoi interessi sul Danubio; l'Inghilterra che vedeva turbato l'equilibrio in Oriente, nonchè la ·Germania eJ1e attraverso aU' Austria vedeva, chiusa la strada verso orienteper quella vagheggiata espansione germanica definita dal << drang nach osten )). Ne risultò una vera coalizione, di fronte alla quale la Russia fu costretta ad accettare la re-visione del trattato di Santo Stefano. Questa revi.si.onc fu fatta attra,verso al Congresso di Berlino, ove furono riconosciute l'indipendenza della Serbia, della Rumenia e del Montenegro ingrandito cfalla annessione. di Antivari; la Rumenia, fu costretta a cedere alia Turchia la Bessarabia ma ne ebbe in ci:tmbio la D.obrugfa : e il Principato di Bulga,ria, vassaUo della Tnùiliia,· f u li~itatn al territorio situato a nord: dei monti Balcani; nella parte sucl del territorio bulgaro fu costituita una provincia, della Rumelia, soggetta alla P orta, ma amministrata da una commissionE>europea e da un gov~rnatore cristiano; infine la, Macedonia fu restituita alla Turchia che però cedette l'Armenia occiden tale alla Russia. Così, mentre' la Russia ed i suoi alleati vedeva,no limitato il frutto delle loro vittorie, l'impero Ot,tomano non salvava la sua integrità, tanto pi:ù che l'Inghilterra si faceva cedere l'isola di Oip1.··o ; l'Austria per porre argine allo sla,vismo invadente aveva dal Congresso il diritto di occupare la Bosnia e l'F.kzegovina, e poco dopo anche Novi Ba7,ar; la ·Grecia col patrocinio. della Francia otteneva di allargare le sue frontier e alla 'ressag1ia, ed all' Epiro. -- 5G -
CONSID l•:RA,,10:-11 COM:l:'LIDSSIVE
** * La guerra russo -turca,, .in materia di impiego d'artiglieria segna il fallimento delle clottrine tedesche, sorte <~ da tutti adottate dopo il conflitto franco -tedesco del 1870_ L'aumento di gittata dei fucili ed il la,r go impiego della, fortificazione campale avevano fatto sì che per rend ere possibile l'attacco delle fanterie non era più sufficiente la. lotta delle arti.gliel'ie fra Joro . In questa campagna il Suwaroff, non avendo curato una adeguata coopel'azione d~lle varie Armi nel c-ombattimento ha invano insistito nell'alternare violenti bombardamenti d'artiglieria contro truppe riparate, con va1ol'osi ' attacchi sferrati dalle, fanterie; tali at tacchi riuscirono steri.li perchè andarono a,d infrangersi t,anguinosamente contro il tiro dei dife.nsori che adeguatamente riparati era.no poco scossi dalla precedentf' a:;done dell'artiglieria. Risultò poi evidente che i bombarda menti a zorn1, eseguiti al solo scopo di frugare il terreno, non compensano il conseguente enorme sciupio di munfiioni, e che pertanto è preferibHe l'impiego della massa di fuoco contr,) determinati obbiett'i<ri. Risultò inoltre : che l'artigli.eria deve csser,e dotata cli bocche da fuoco leggel'e a tiro curvo pet poter battere la fanteda protetta da ripari, e di bocche da fuoco potenti e cli granate torpedini per agirei efficacemente contro gli ostacoli resistenti; che per avanza.re la, fanteria non deve aspettare l 'esito ,lei bombardamenti eseguiti dalla sua artiglieria, ma approfittarne per serrare sotto il più possibile. L'impiego dell'artiglieria nell'offensiva deve passare cìoè per le seguenti fasi : lotta contro le artiglierie nemiche e cont,e mporanea avanzata delle pr·o prie fant~rie per indurre l'avversario a ~coprirsi e poterlo così battere; preparazione dell'attacc9 delle fanterie effettuata col fuoco dellc> fanterie stesse e con quello dell'artiglieria; atta.eco manovrato della fanteria accompagnato daJ fu oco dell'artiglieria. -
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L)AR'I'IGLmRJA ALLA F'INE: DEL s~:COLO XIX
Nella difensiva l'artiglieria de.ve provocare anzitutto ]o · schier11mento prematuro delle fanterie avversarie e quindi ostacolarne l'avvicinamento. L'artiglieria non deve più essere assegnata tutta quanta alle Divisioni, ma una, parte di essa deve rimanere alle · dipendenze del Corpo d'armata per dargli mod-o di intervenir-e efficacemente nella battaglia. Purtroppo, come spesso avviene, gli il1segnamenti emergenti da questa guerra o non furono giustamente interpretati o non furono sempre ricordati e tenuti presenti nei periodi successivi: si vedrà così come nella gilerra anglo-boera sia.no stati completamente dimenticati i contetti sovraesposti. Ricorderemo che, come conseguenza di questa guerra, i russi attribuendo i loro parziali insuccessi alla, scarsa potenza delle loro bocche da fuoco cercarono di aumentarla adottando un cannone da campagna da 10,7.
§ 5.
I progressi dei materiali di artiglieria nella seconda metà del secolo XIX - La rigatura . - La retrocarica ed i sistemi di chiusura - I primi materiali a deformazione - I materiali tedeschi, francesi, inglesi, russi ed austriaci.
Agli a.vvenimenti che abbiamo espost,o succede un periodo di tranquillità per tutta l'Europa. I vHrii StH,ti, mentre gli studiosi di arte militare cercano di trarre gli insegnamenti _delle ultime gu-erre e specialmente della guerra franco -prussiana, ne. approfittano per rioròinare i loro eserciti, migliorarne l'organizzazione rendendo i varii ar.mamenti sempre più atti alle esigenze del tempo. Grandissima è pertanto l'evoluzione dei materia.Ii d'artiglieria: la rigatura e la retrocarica si affermano in modo definitivo offrendo possibilità sempre maggi-0ri di. potenza, di gittata e di celerità di tiro. -58-
BOCCHE D,\ F UOCO F. AFF"GS'l'!
· ·' accenna,to · · al tru,. parte (1· · t e. II - \ ,rol. "l',..r) Abbiamo g1a m . Jn,r a questi progressi tecnici; riepiloghiamo succintamente l'importante evoluzione, rimancl.ando il lettore, per alcune delle figure, aila citata pa.rte II. Alla rigatura La Ritte, usata dai Francesi nella guerra del '59, si sostituise:e dapprima la rigatura ad usura . di alette del proietto e quindi quella Volwich. Gli Austriaci adottano il sistema a spirale Lenk in cui la superficie dell'anima è generata da un a,rco di spirale, e quella cl.el proietto è generata da un arco della stessa spirale ma più breve. Il Withtworth introduce· il sistema poligonale ed i Prussiani perfeiiònano le incamicia· ture di piombo dei pr-o ietti, già adotta te nella guerra del '70. Si studiano le rigature a passo costante ed a, passo variabile; di pari passo proseguono gli studi dei sistemi di chiusura e si creano gJi otturator.i fl, vite, quelli a euneo, e infine quelli a vite ,e.on, sÌ~grnenti cçcentrici ti.po Velin; si studia la, chiusura ermetica ·ed il for:;r,amento iniziale, ed il ne Bange introduce H forzame11to automatico per compr·essione. Si stud ia inoltre il forzamento misto in cui il forzamento inizia le è dato cla1l'-0t- . tÙN~tore all'atto della\ f hiusura della culatta ed il fo1;zamento automatico è provocato dai gas della carica di lancio. Abbiamo cos:ì : l'anello Kreiner di r ame, l'anello Broaclw·ell di acdaio, e l'anello Piorkowski; mentre intanto il de H,effie inventa il bossolo metallico. Anche gli affusti vengono perfezionati : ai primi tentativi di a,ffusti a deformazione fatti dal Biancardi-in- Italia seguono quelli di va.rii altri: numer-0se, lunghe e vivaci. sono le discussioni in merito a questo tipo di materiale e· sui nuovi criteri di impiego che derivano dalla sua adozione. Gli artiglieri di tutta Europa, er.,c:ett11ati i France:::i, sono portati a co\1serva,r e gli affnsti rigidi che, essendo stati perfezfona.ti negli ult.irni anni consentono una certa celerità cli tiro, ritenuta allora sufficiente. Queste continue evoluzioni cli ordine tecnico-costruttivo, nonchè i molteplici e diversi criteri cl.'impiegò d'artiglieri,a non sempre rispondenti alla realtà dell'esperienza perchè basati su deduzioni teoriche tra,tt<~ in modo non sempre esatto dagli insegnamenti delle guerre precedenti e perciò tal volta errati, -
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1870 · 1914
indu cono i varii Stati a modificare continuamente i loro materiali.
*** In Germania nel 1873 viene adottato un nuovo materiale che si definisce « un calibro solo >> (cla 9) per le :n·tiglieric da campagna, od un pezr..o speciale da 8 per fo bat.t,crie a cavallo. Questi pezzi , costruiti dalla cafia Krupp, avevano le seguenti ca,r atterjstiche : cannone di acciaio rigato a retrocarica del cali bro cli 88 mm. e peso al traino kg. rnoo; cann·o11e (li acciaio riga,to a retr·ocarica del calibro di mm . 78,5, e pe.so al traino kg. 1, 00; e le loro munizioni erano : la grana fa, a fra.ttnnli prefitabilita; lo shrapnel analogo a quello adottato dall' ftAUa pe1· i ,ca,n noni da, 7 e da 9; infine la scatola a metra.glia. Le predette artiglierie avevano, rispetto alle precedenti, rnnggiore velocità iniziale ed un proietto più pesante. I cassoni erano all'in circa di peso uguale a quello dei pe1.zi e ciuesto segnava nn v<wo miglioramento s ni ca,ssoni d'el 11-i70 che, essendo più pesanti, :finivano per limita.r e la mobilità, delle batterie di manovra. I ntanto molti stncliosi si dedicano alla ricerca di mezzi per diminuire il rinculo del pezzo allo sparo. Al Krupp che fin dal 1 56 aNeva preso in ei:-ame tale questione si aggiunge nel 1876 E ngelhar dt : entrambi ricercano la solnzione interponendo mer.zi elastici tra, cannone ed' affusto, oppure ricorrendo a d affnsti con piattafot'm a, inclinata in avanti, con o senza conc-01·so di molle dei::tinate a comprimersi all'atto dello spa.ro. Malgrado però t utt i gli studii ed i nnmerosi esperimenti effettuati, nel 1897 fa, Germania adottò ancora nn nuovo tjpo cli materia,J.e rigi.do . Nel 1902 in nna Rsposizionc a Dusseldorff la. Casa Krnpp espoi:;e due materiali nd affusto l.'igido con vomero elastico, due materiali a deformazione, nonchè due obici campali, uno da 10 cm. ed uno da 1J cm . clei qnali il primo ave.va il vomel'o elastico, ed il secon do era a deforroa1.ione. Finalmente al principi.o del XX secolo la Germn,nia, adottar il cannone da 77 a deforma,zion e, mentre viene m<~sso allo studio -
GO -
:.u., ·n ~t:TALI o':rn1'1GJ. llml..\ Fllr\:SC'E SI
un tipo di lu,nciabombe pesante <la 250 mm . adotato i n grande segreto nel 1911, ed a-1 _quale nel 1913 foce seguito un tipo medio da 170 mm . Presso le grandi officine del Reinischcn Mct.al waren ·und Mascbinen Fabrik di Dusseldorff vengon o costl'u iti 44 esemplari pesanti e 116 i:li tipo medio, e tali materiali vengono assegnati alle forma,zioni di assedio per l'attacco ~lelJe piaz½ef.orti.
* * • In }i""'rancia verso la :fine della. guerrn del '70-71 le truppe repubblicane avevano sperimentato un cannone di bronzo a retroca,rica cla 85 De Reffie che pesava 2080 kg. al traino, ma aveva, maggiore gitta,ta, maggiore efficacia e permetteva sovratutto maggiore celerità di tiro in confronto ai cannoni precedenti. \:
Fig. 19 - Cannone francese da 95, mod . 1s,.:;.
Nel dopoguerra questo materiale fu adottato per t utta la artiglieria francese da ca,mpa.gna, mentre per l'artiglieria a cavallo veniva. adottato un cannone da, 75. Ma poicbè il predetto ca.nnone cla 85 De Reffie veniva ritenuto ancora, di potenza non sufficiente, nel 1875 veniva provato e adotta to come cannone da campagna, un nuov-0 cannone
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1870 - Hl1.J
di acciaio. da 95, il cui peso al traino era, di kg - 2290, peso in batteria, 1400 kg., gittata 8000 metri; però a, causa del suo peso eccessivo tale cannone da 95 veniva successivamente destinato ad armare una parte delle artiglierie di Corpo d'armata. Dopo numerose esperienze, nel 1877 per l'a.rtiglieria da campagna vengono adottati in Francia i seguenti due tipi di cannoni : quello da· 90 per le batterie ippotrainate, e quello da 80 per le batterie a cavallo. I due materiali non differivano tra loro che per il ca.libro: erano rigati a retrocarica, con otturatore plastico sistema De Bange e con traiettoria, molt,o tesa : essi lanciavano granate, shrapnel e scatola a mitraglia-
Fig. . 20 - Cannone francese da 80 mont. mod. 1878.
Nel 1878 venne adotta,to il cannone da 80 ~ònt. con peso di kg. 300, gittata 4000 m. e materiale someggiabile in tre carichi. I materiali dà piazza e da assedio erm1-o ana.loghi a quelli da 80, da, 90 e da, 95 e comprendevano bocche da fuoco da 120, 155, 220 e 270_
A tutti questi materia,li se ne aggiunsero poi gradatame11te degli altri, tanto clrn nel 1890 la Francia. possedeva · le arti, glierie di cui al seguente specchio:
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ARTIGLIERIA FRANCESE
o
Denominazione rlél materiale
::"' d
o
Cannone da 80 mod. 18i7.
. . . . .
80 rnont:. (1)
~
':-'
~ :§ ,.o -,
~13 ~
d
:-:i ·r<
Peso del ptoietto
Peso
Git.tata rnass'ilna Granata. Shrapnel Kg. Kg.
80
28,5
5.600
80
15
5.600
in bà.t.ter ia Kg.
I vet.tu ra ){Z'1.0 I g
5.970
'7.700
920
1.595
5.600
4.300
264
-
7.950
8.160
'7.600
1.240
2.010
18.300
18.800
9.200
2.784
3.214
27
40.000
41.000
9.550
5.684
6.329
41.000
6.400
2.474
3;028
{
90 mocl. 1877 .
90
lungo da 120 mod. 1878
120
25/l 27
.
lungo da 155 mod. 1877
155
•
corto da 155 mod.. 1881
1.55
15,4
40.000
·220
9
98.000
-
5.200
4.125
4.699
.t.8.85 .
2j0
9,o
147.500
-
'?
1.0.725
15.100
Cannone da 1.9 mod. 1875.
1.94
2113
75.550
-
?
'?
'?
Mortaio da 220 mod. 1880.
.
• 270
. . . •
> ·»
•
»
\
1.9
>
1.878.
1_94
21,6
75.550
-
.9.600
?
'?
24
.
1876.
24:0
2'2,3
120.000
-
11.300
22.830
'?
. , 240
27,9
153.000
-
12.500
20.610
19,6
180.000
-
10.000
-
-
-320
20,5
286.500
-
1.0.000
-
-
270
1.2,4
147.000
6.800
-
-
• 240
.
27 mod. 1870 .
»·
32
•
1870.81
i\:lort.aio da 2'70 da costa
274,4
-
I
-
Note: (1) E J)ortato da 3 1_nuli diviso come segue: bocca a fuoco; affusto; coda e ruote.
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G3 -
1870 · 1914
Nel 1889 venne sperimentato il primo « freno di bocca» ideato dal ca,pitano di caval leria De Piace; nel 1890 venne adotta,t,o il mor taio da assedio da 270 munito di un freno idraulico sistemato fra affustQ e piattaforma, e venne anche adottato il mortaio De Bange da 90 cm., già pronto a Calais nel 1884,
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Fig. 21 - l!°'r coo di bocca el ci t•npita no (l i <.: an1ller i:1 de .Place.
lungo 7 calibri, peso in ba tteria kg. 135 e gittata 1930 metri. Successivamente venne adotta to il cann one da, 120 corto modello 1890 detto « 120 leggero)), avente gittata di 5600 m., e,cl il cann one da 155 mod. J 90 detto « 155 leggero)> e sostituito poi nel 1904 dal cannone da 155 Ri malho.
Fig. 22 - Cannone òa 120, mod. 1890, corto, detto « 120 leggero)).
Sempre in Francia venn ero frattan to studiati e sperimentati numerosi tipi di affusti a1 deformazione : per brevità ci te-
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:'IIA'J.'EUL-\1,J
CAMPAI,! l!'fUNCESI
temo soltanto quelli del MoureeL, quelli del Buinte Claire Deville, quelli del Baquet e quelli del Defrat, ma molti sono stati i tipi sperimentati in Francia in questo tempo, e tutti veramente geniali, ingegnosi e clegni di essere pl'esi in consid erazione. Nel 1897 venne adottato il pezzo da 75 creato in collaborazione da valenti artiglieri franeesi qnali il generale Mattieu, Deloye, La Ritte ,e Ladvocat. E doveroso qui ricordare che uno dei più grandi fautori del materiale a deformazione era stat-0 l'artigliere Ippolito Langlois, nabo a Besançon (1839-1912), allievo della Scuola Politecnica, te,ente colonnello insegnante alla Scuola cli Guerra nel 1885, generale di Dfrisione comandante la, Scnola cli Guerra neJ. J 898.
Fig. 23 - Cnnnoue da 75, mocl. 1S97.
Nel 1892 il Langlois in un suo Trattato d'impiego affermava con autorevole competenza la necessità <li fa,r ricorso al mnteriale a deformazione per le nuove prevcclibil~ necessità de~le ~uerre future. Egli diceva che i più importanti perfezionamenti tecnici. cl:opo il ' 70 erano stati : lo shrapnel, cbe poteva portare con precisione e celerità a grandi distanze quel tiro -a metraglia che Napoleone riserYava per i momenti più importanti; e le polveri infumi che rendeva.no possibile l'occultamento . Aggiungeva poi che la tecnic.a, era. ormai in grado di -
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1870 - Hl14
fornil't~ un nrnterialc che sparando a shrapnel potesse agire
.« par rafales commc une chargc de -c avalerie, nu1,i s une cha,rµ:e que rien 11 ':uTct<:-l et qui peu t tout br·6yer sur son passage )) : egli preconizzava, e proponeva p<~rtant o un materiale cli piccolo calibro a tiro rapido, da tenere al coperto e da impiegare di sor1wèsa essenzialm< nte contro tn1ppe allo scoperto. Il Langlois insisteva infin<~ sulla necessità, di un alto grado di addestramento tattioo e· tecnico degli u:ffici.ali, sulla ripartizione del campo di batta,glia in <c zone di sorveglianza)) tra i gruppi e le artiglierie disponibili, sull'econom.ia delle munizioni per impiegarle nel momento e nel punto decisivo, e sulla necessità. delle rkognizioni preventive per poter sfrutta.re nel miglior moclo il terreno. L~ pm·c cloveroso rieorda,rc l'artigliere francese Giuseppe Alberto Déport (1846-1926) come primo reali.r,r,atore del cannone. da 75 a tiro rapido. Come tenente d'artiglieria era stato ferit0, e clecorato nel 1870; fu direttore degli stabilimenti. di I'ut-eaux nel 1887, e ritir-atosi còl grado di tenente c:olonnel1o nel J894 entrò alla, Compagnia di Chàtillon Cornmcntry ·et NeuvesiVl.a;isons ove conti.nnò a dare splendide ~tffermazioni della sua. genialità inventiva e della sua eompetenza co~tr11ttiva. 0
Come fu d<~tto altrowi precedentemente, l'Inghiltel'l'a :fin dal 1858 aveva adottato il materiale a. retrocarica. Nel .1o70 gli Inglesi iwevano i seguenti tipi cli materiali : cannoni Armsti·011g da 12 (cn1. 76 mm .) ad avn,ncnrica, rig-a,ti; pr,oictto di . 5 kg. con camicia di forzamento cli piombo e gi tta.t::L 6000 m. ; / cannoni ArmstJ'ong da 12 (cal. 76 mm.) a retrocarica con otturatore a vite riga,t o, proietti di 5 kg. con camicia di forzamento di piombo e gittata 6500 m. ; cannoni ad avancarica Withworth da, 3 a<l anima esagonale che lanciava.no un proietto di kg. 1,35 aUa distanza di 5000 m.; cannoni a retrocarica. vVith,vorth cla 9 cm., otturatore a, blocco orizzontale, con pr,oietto di 4 kg. e gittata di 6000 m .. -
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F ig. 24 - Cannone Ar mf<tr ong atl avnn ca ri ca (cal. 70).
Fig. 25 · Cunnon e Armstroug a r etrocarica da 12 (ca l. 70).
Fig. 20 - Cnnµon c Withwor t b acl uvancarica, da 3.
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Fig. 27 - .Cunnone Withworth a retrocurica, da 9.
Fig. 28 .- Cannone Vavasseur da 6.
lJ"'ig. 29 - Cannone da 18 libbre. -
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)HTIJ;IUAL1 INGLESI . ID AUS'l 'IHACl
'l'ntti i predetti proiet ti erano rastremati a,l la base. Nel 1870-71 gli Inglesi fornirono alla difesa nazionale francese varii esemplari dei predetti materiali d'artiglieria. In seguito l' Inghilterra adottò il cannone Vavasseur da 6 (ca.I. 60 mm.) a retrocarica con otturatore a cuneo orizzonta.le e gittata 4000 m. Successivamente però dopo serii studi.i comparativi l'Inghilter-ra ritornò ai materfali ad avancarica e li conservò fino al 1884 per poi far ritorno nuovamente ai materiali a rètrocadca; ·verso la fine del secolo studiò un materiale a deformazione e creò il cannone da 18 libre (83,8) lungo calibri 29,38, peso iu batteria kg. 1.482, peso al traino kg. 2208, proietto da kg. 8,380 e gittata di m. 8320.
** * L' A.ustria conservò per lungo tempo quelle artiglierie del. le quali abbiamo ri.c01·.d ato 1e cara.tteristiche all'inir,io di questo capitolo, artiglierie che avevano dato brillanti successi nella campagna di Boemia del 1866. Nel 1880 J'lmpero AustroUngarico aidottò tutta una serie di bocche da fuoco ad affusto rigido e cioè : cannone c~a 12 con proietto di kg. 20, peso in batteria kg. 3720 e gittata 8000 m. _; cannone da 15 eon proietto di kg. 38, peso in batteria kg. 5615 e gittata 8500 m.; cannone da 18 con pr,oiet'bo di kg. 58, peso in ba,tte.:ria kg. 4475; mortaio da 15 con proietto da kg. 38, peso in batteri.a kg. 1250 e gittata 4500 m .. Tutte queste bocch e. da fuoco a,vevano un solo tipo di avantr,eno del peso di circa 400 kg .. Nel 1898 l'Austria adottò il mortaio da, 24 di bronzo compresso, con fren-o iclranlico e ricuperatore per il ritorno in batteria. Per il traino il mortaio si scomponeva in due vetture di cui la più pesante risultava di drea 4500 kg.; la manovra, di messa in batteria ri.chiedeva poco più di UI) quarto d'ora ed il proiet t<> pesava 153 kg .. Nel 1899 l'Austria adottò il per,zo da montagna di. calibro 7,25, peso del proietto kg. 4,85 e gittatn. 4800 m .. Successivamente gli i;;tndi m·tigliereschi. perseguiti in Au-
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stria non rimasero indietro ri~petto a, quelli degli altri Paesi. ed è noto che le offiei1w Skoda prodnccvano numerosi esemphui di materiali ingegnosi e indovina,tissimi che, adottati tra la, fine del secolo XIX ed il principio del secolo XX portarono l'Impero A ust.ro-Ungarico alla testa delle altre nazioni in fatto di materiali. d'artiglieria_ * .;;.
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Come abbiamo visto la, Russia dopo la. guerra del 1878 ad0ttò un Cf:lJmc.rne da campagna da, 10,7. S11ccessi.vamente passò al mate1-iale da 86,9 per le artiglie1·ie da campagna, e a,nalo . go tipo raccorci.a.to , en ne di.stribnito a.ne artiglierie a cavallo; il peso dell,1, vettura,-pezzo ·cr·n, di soli kg. HHO. 1 La Rnssia aèl,oUò inolt1·e un material<~ da montagna da 63,5 ill acciai.o con affusto scomponibile in dne parti, avente gittatft rn.assima, di m. 4620 e peso in hfttterfa di kg. 312. L':trtigli eria: cla campa.g na ·e ra poi armata cl.i ba,tt<~rie cli mortai d'acciaio cla, 1G2,(ì. In:fille nel 1900 fu adottato il m.ateri.ale a cl.<>fornrn,jone Putiloff .da. 7G,2, pesante kg. 1.04-8 in bntteria 1nentl'c Ja vcttnrapezr.o pesava, kg. 1.884. A questo modello succedette infine un tipo scuclato <piasi. analogo, che venne poi. · adottato nel 1904.
§
6.
La guerra anglo-boera del 1899-1900 - Precedenti e cause della g uerra - Le fo rze contrapposte - I disegni d'operazione_ - Blocco di Mafekin g·, Kimberley e Ladysmith - Battaglie di Colenso e della Modder - Battaglia in N\aggersfontein e di Stormberg - Arrivo del R.obe1·ts - La liberazione delle città bloccate e l'in gresso in Pretoria - La guerri g lia - La pace - Gli insegnamen ti della guerra in materia di . impieg o d'artiglieria.
La seconda metà del secolo XIX è caratterizzafa da una notevole ei:.pansione coloni.a,le dei più importanti Stati d'Europa. Le più ricche coloni(~ furono occupate dagl'Inglesi, che già pa-
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GUERRA
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GUEHRA AJ\GLO-BOBf:A
droni fin dal 1W6 della Colonia del Capo, tolta all'Olanda dul'ante la rivolrn,ione franc-ese, incontrarono però molta resi'Stenza nei Boeri, antichi c,oloni olandesi, .fieri e laboriosi, i quali, sottrattisi cla1la dominazio11e inglese, si ritirarono nell'interno del continente ove fondarono la Repubblica d' Orang-e, la Repubblica del T-ranswaal e la Colonia del Natal. Gli Inglesi, pretendendo che i Boeri d5.pendessero dal Governo del Ca,po, oercarono di l'iclurli. con la forza,, ma i Boeri resistettero sempre er,oicamente, tant.o che gli Inglesi dovettero desistere dallr1 lotta e nel 1854 riconobbero l'indipendenza delle due 1·epu bb1iche. Ma intanto, essendosi scoperte nella, regione delh~ rkche miniere~, si ini½iò una numerosa immigrazione cli avventurjeri, per- lo più ingl-csi ed americani. in cerca, di rapida fortuna,, sicchè accanto f:Lgli antichi coloni olandesi, dediti alla agricoltura ed alfa. pasim·izia, sorse una nuova popolazione cl~. intraprm1d<~nti. · sfruttatori di miniere, gent.e a,v ida di guada,gno e ùi piaceri. I dissidii fra questi due conglomerati di popolazioni erano inevitabili ed anzi sorse1·0 e i:.i. 1.tcuirono ben presto per le pr(~tese dei minatori i qua.li, con l'appoggi:o clell'Inghi.lterra., ottennero varie conoessioÌ.]i e faci.litaz'iouL La situazione parve per un momento facilitata e risolta, ma in rea,l tà i dis,s idii tra gli antichi col,oni ed i nuovi minat ori continuarono in modo più o meno palese con gravi conseguenze per la tra,nquillità . generale. Nel 1866 furono scoperte nuove mi.niere ed essena.o· pcrdò -accresciuta Ja schiera degli speculatori stranieri, pretenziosi e prepotenti, la tranquillità del pa,es(~ venne seriamente turbata fìnchè nel 1895 scoppiarono gravi disordini.. Di fronte a ta,li avvenimenti: Jameson, segreta.rio del governatore della Città del Capo Cecil R.hodes, a,l firn~ di rista· bilire l'ordine si inoltrò nel 'rranswaal alla testa di una co lonna inglese di. circa, 800 uomini, colonna che fn però ben presto circondata dai Boeri, comandati du.l Cronje ·e fatta prigioniera. L'Inghilterra sconfessò tale iniziativa del Ja.meson e in -
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conseguenza il Kruger presidente del 'l'ra.nswaal consegnò all ' Inghilterra il ,Jameson comandant e della .c olonna ,ed i componenti della colonna stessa affinchè, come pattuito, essi fossero adeguatamente puniti. Ma poichè le punizioni non furono dall' I nghilterra inflitte, il Kruger si convinse clie a più o meno iuuga, scadenza era inevitabile unc1 guerra ed · incominciò qui!1di a prepa,ra,r visi facendo innanzitutto completare il tronco ferroviario Pretoria-Delagoa, ohe gli dava uno sbocco all'Oceano India,no · in territori,o non di~ pendente dall'Inghilterra. Nel 1899, avuto sentore che l'Inghilterra aveva sbarcato 15.000 uomini alla Città del Capo, il Kruger inviò al governo inglese un « ultimatum >> chi,e dendone il timpatl'io, e poichè non ne ebbe alcuna risposta, si alleò con la Repubblica cleJl'Oran ge ed il 20 ottobre dichiarò la guerra. La, moùilita.zìone dei Boeri fu rapidissima; essi non avevano un esercito regolar€, ma in caso di guerra tutti i cittadini dài 18 ai 60 anni dovevano prendere le armi e presentarsi con cavallo, fucile, viveri per una settimana e 30 cartucce. Il territ<>rio era diviso in Distretti, ciascuno dei quali doveva costituire un reparto armato di forza variabile ed elegg.ere un capo del reparto stesso. Con questo tipico sistema di « nazione arma,t a )) il Transwaal e l'Orange, che complessivamente contavano una popo lazione cli appena 300.000 uomini, riuscir ono a raggiungere una. forza di circa 40.000 soldati, resistenti ane fatiche, t emprati al clima, ottimi tiratori .èèl abili cavalieri. La fanteria era arma,ta · di fucile e di carabine l\fauser a, ripetizione senza baionetta, e cli mitragliatrici l\faxim: l'artiglieria aveva materia.le modernissimo, tanto che in complesso · l'armamento era migliore di quello inglese. Al com~ndo delle truppe fu nominato il generale Pietro .Toub€rt originario dd Nata 1. Gli Inglesi all'inizio della guerra avevano sul teatro di operazioni 20.000 uominj dislocati in gran parte nel NataL Lungo la fr.ontiera della Colonia del Capo erano dislocate truppe di copertura ; a Mafeking ed a Kimberly vi erano dei presicUi fissi di t ruppe regolari inglesi. A tutte queste predette
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truppe regolari si aggiunsero ben presto dei contigenti di truppe irregolari reclutati nelle colonie inglesi, e successivamente, a vari scaglioni, truppe proveriienti dalla madre patria, per modo che durf.Lnte la, guerra la forza inglese giunse fino ai 300.000 uomini. Le truppe regolari erano ben inquadra.te e perciò ottime. sotto tutti gli aspetti e solidissime. La fanteria inglese era clotata di fucile Lee ..Meetf.ord e di mitragliatrici Maxim; l'artiglieria era armata con cannoni rigati a retrucurica di -vario calibro. . Al comando delle truppe ingksi fu inizialmente nominato il genera.le Buller, :finchè nel febbraio del 1900 ess.end-o giunte a,ltre numerose truppe agli ordini di Lor-d R.oberts, quest' ulti1uo a,ssunse iJ. comando in Capo. Ji'in dal principio delle ostili.tà i Boeri compresero che le truppe inglesi inizialmente scar8e sarebbero state successivamente aumentate, e_ perciò progettarono di pr,e ndere subito l'offensiva ripa.i-tendo le loro forze. come s~·g-ue: 9000 uomini a.l blocco di Mafeking e di Kirn berley ; 6000 uomini dovevano agir-e oltre l'Orange verso sud e far sollevare i Boeri rimasti nella Colonia del C:tpo; 15.000 uomini ripartiti in tre colonne dov,evano invadere il Natal e puntare su La<1ysmith; 2000 uomini furono destinati aUa sorveglianza del Linpop,o a, circa 300 km. a nord di Pretoria. 'l'ale pia,no ebbe immediata attuazione : Mafeking e Kimberley furono subito hlocca,te e poco dopo anche Ladysmith subiva, la stessa sorte.
Gli Inglesi intendevano a loro volta di : preparare d'nr,. genza un co·rpo di spedizione di 60.000 uomini e nel frattempo, tenendo contegno difensivo, coprire il territorio inglese con le i-;carse truppe in posto; sbarcare i. 60.000 uomini nei tre porti di Città del Capo, Port-Elisabcth ,ed Jijast-London e portarli per ferrovia alla ba,se di De Aar -Molteno; con le forze riunìte ..t cavallo della ferrovia che congiungeva Bloemfontain a Pre-
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toria, procedere offensivamente da ta.le base in modo da separa,1·e le forze boere operanti nel Ni:Ltal cla quelle che bloccavano l\fafeking e Kimberley; minacciare le due capitali per richiamare verso il centro le truppe boere impegnate nel blocco an zidetto. Qut~sto pi.ano inglese era rùzionalc, ma l'opinione pubbli.· ca, allarmata dall'assedio delle piazzefo1-ti di Mafeking, di Kimberley e. di Ladysmith, ne chiese l'immeclia,ta, liberazione, tant10 che il Governo inglese dovette fare p1:essioni sul Buller per indurlo a modificare il suo progetto. Il corpo di spedizi.one del Huller, forte di circa 43.000 nomini, H 31 ottobre illiziava, le operazi:011i cU sbarco, e le forze inglesi venivano qufodi cosi ripartite: una colonna sbarcata ·a Pç,rt Natal agli ordini dd Bullcr stesso mosse verso Laclysmith; una seconda colonna agli ordini del generale Methuen sbarcata nei porti . del sucl puntò su Kimberley; una ter½a 00lorma agli ordini del generale Gitta.ere, pure sbarcata nei porti del sud, mosse verso Bloemfontein. Gosì, all'ottimo conce.tto iniziale di marciare con le forZt' riunite, il Buller aveva dovuto sostituire quello di tre colonne separate tra, loro da distanze tra, i 200 ed i 400 chilometri di terreno difficile, tanto che le colonne st,c~ss,~ erano nellà assoluta impossibilità di darsi recipr·Oco appoggio. La colonna Bulle1· durante la su8 iwanzata su Ladysmith si incontrò Oolenso con ,i Boeri che, per coprire da sud l'assedio di questa località, si erano sistemati a difesa a cavallo della ferrovia che unisce P,o rt Natal a J oannesburg, a, nord del 'l'ngela. · Il 15 ·dicembre 1899 gli Inglesi, costituiti in dense forma ½ioni, attaccarono frontalmente ],e posizioni nemiche avanzan~lo allo scoperto, ma,, snbtmdo gravi. perdite, furono costrettt' a retrocedere sotto il fuoco preciso delle fanterie boere, sulJe quali l'artiglieria inglese av,~va scarsa, azione. Intanto la colonna Methuen nella sua, avanzata su Kimberley aveva continui. scontri c-0n i Boeri che, pur ritirandosi grn,clatamente le infliggevano gravi perdite; e particolarmente sang:uinosa fu la batta,gila data dagli Inglesi per scacciare i
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PRDH SCACCHI INGLMSJ
Boeri che si erimo rafforza.ti dietro il fiume J\fodder e che fu. rono costretti a rHirarsi. a Maggersfontein. Il giorno 11 dicembre gli Inglesi. attaccarono le forti posizioni di Ma,g gersfontein, ma il loro attacco fu respin to ed i Boeri li costrinsero a ritirarsi sulla 11\foélder. L'intenso e lungo bomhar<lamento eseguito da.lle artiglierie inglesi era rimasto .s terile di risultati sia per l'abile sfruttamento della, fortificazione campa,le fatto dai Boeri, e sia perehè alla p1:epara,1;ione d'artiglieria non segui o quanto meno fu eseguita in modo imperfetto l'azi.one di appoggio dell'artigliel'ia ir:1g]ese alla, propria fanteria. Ana,loga, sorte t occava alla colonna Gatacre che, nella sua marcia da Molteno verso Bloemfontain, i1 10 dicembre veniva sorpresa a Stormberg da così violento fuoco dei Boeri per cui era costretta a, ripiegare laseiando in mano all'avversario varii prigionieri e numerosi. mat<~l'ialL 'l'nlti questi avvenimenti ebbe,ro grav<~ ripercussione in I nghilterra. Il governo vide per essi compromesso l'onore na,donale e dispose .quindi per l'immediata mobilitn½ione di altre forz-e che, inviate d'urgnnza nel Sud Africa1, furono poste agli ordini cli. Lord Roberts il quale, giunto in sito, rjscontrò la necessità di riprendere il piano inizh1le del Bnller ehe, come già fu detto, prevedeva un'a,1,fone a massa da svolgersi a ca,. vallo della ferrovia che congiungeva le due capitali. Il, Roberts pe1·ò, a,l l'a.ttacco frontale è:he :fino a,l lora era stato applicato, sostituiva il principio e l'azione della manovra. Al Buller fu lasciato il comando delJe f.orze inglesi nel Nata.I, e gli venne inoltre da,ta una Divisione di rinforzo con la quale nel gennaio-febbraio del rnoo egli invano tentò di passare il 'l'ugela,. Intanto il 12 febbraio jJ Roberts l1ll!OVe\~a con 40.000 uomini dal :f:ìmne 'Ried ver,so le posizioni di :Maggersfontein, e mentre le truppe del M:ethucn muovendo dall~1 i\fodder attaccavano frontalmente i Boeri, egli e-ol grosi,;o dell'esercito, preceduto dalb cavalleria di Lord French, passava il Ried più ad oriente mina.cciando di a,ggira.mento il :fianco sinistro dei Boeri ed in-
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GU l~RRA Ar;GLO-nOERA
ducendoli consegiientemente non solo a rit.i.rarsi versò la capitale, ma a.ltresì a fai· loro interrompere. anche l'assedio che a,vevano post o a, Kimberley. La ritirata dei Boeri su Bloemfontein fu lenta e laboriosa per la difikoJtà di movimento del loro carreggio trainato da buoi, e pertanto la tava.l]eria di Lord Frencl1 · riuscì a tagliare loro la ritirata. ed il 27 febbraio 19ÒO con 4-000 uomini potè circondare ed immobilizzare il Cronj.e a Petersburg. Oramai Lord Roherts aveva, la via libera e di.fatti in pochi g·iorni egli ebbe il sopra,vvento sulla difesa dei Boeri, liberò Kimbedcy e mosse su Blo·e mfontain ove arrivò nella giornata del 31 marzo. Le successive noti.zie di questi avvenimenti fecero sì che i boeri del Na.tal rinunciarono all'assedio di Laclysmith, dove il Buller entrò il 28 febbraio. Gi.unto a Blo,emfontain, Lord Roberts ordinò una sosta per dordinare le proprie truppe, preparare i mezzi per l'avanzn.ta .nel Transwaàt e garantirsi Ie comunicazioni, e soltanto il 3 maggio riprese la marcia s11 Pretoria vincendo le successive resistenze dei Boeri mediante attacchi frontali accompagnati da aggiramenti alle ali, e riuscendo ad' entrare in Pretoria, il 5 giugno . fot partita non poteva però ancora dirsi definitivamente vinta perchè per ben due a,nni i Boeri continuarono una fe. roce guerriglia, .durata :fin,o a quandò gli Inglesi riuscirono ad ~saurirli con fa, distrur,ione sistematica dei raccolti e delle fattorie, e con l'imprigfonamento della .popola,7,ione non combattente. Finalmente il 31 maggio 1902 fil . conclusa la pace e per essa le due repubhliehe d'Orange e del '.rransw.aal vennero sottomesse all'Inghilterra che in cambio impiegò larghi capitali per fa, ricostruzione delle fattorie, ed istituì nel 1907 un Governo rappresentativo con due Assemblee legislative. Successiva.mente nel 1910 le Colonie dell'Orange, del Transwaal, del Capo e del Natal furono fuse in un unico Stato che si chiamò « Unione Sud . Africana )), dominio Britannico soggetto alla sovranità inglese.
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. CO!\SIDEHAZIONI ARTIGLIERI$Tl CH I~
Durante <inesta guerra· i Boer_i si attennero essenzialmente alla difesa passiva, sfruttando abilmente il fuoco da posizioni organizzate e senza muovere al contrattacco che riusciva loro pressochè proibitivo · per il fatto di non essere dotati di baionetta, In un primo tempo questa tattica dei Boeri ebbe facile ragione degli Inglesi che muovevano verso di loro da posizioni · scoperte, senza appoggio di artiglieria e senza1 collega.menti nè preventivi a-ccordi con quest'ultima. Mancava, quasi del tut to, in tal modo, la coopera-zione fra le t re Armi. I giu~ti prind pìi dell'offensiva e della manovra, logicam(~nte appìi<'ati cla Lord Roberts, nonchè la notevole superiorità numerica degli Inglesi ebbero ben presto ragione sui metodi dei Boeri e dimostrarono che la tattica difensiva di questi ultimi,_pur avendo avuto in principio qualche successo, risultava sostanzialmente inefficace. Già. la guerra russo-turca aveva dimostrato eh~ i concetti dell'impiego dell'artiglieria a massa nonchè del duello delle a,rtiglierie dovevano essere opportunamente coordinati e connessi con l'azione della fanterja. In base alle esperienze di questa guer1;a, l'impiego delle due Armi, fanteria e artiglieria/ avrebbe dovuto passare per le seguenti fasi: duello di artiglieria e contemporanea avanzata della fanteria per far scoprire 1'a.vve1·sario e batterlo; preparazione dell'attacco della fanteria da eseguirsi con fuoco ·della fanteria stessa e dell'artiglieria; accompagnamento della fanteria all'attacco per parte dell'artiglieria. Nella prima fa,se della guerra gli Inglesi non si attennero a questi insegname:nti e si perdettero in lunghi bombardamenti senza effettuare contemporaneamente l'ava,n zata della fanteria. La scarsa e poco potente a.rtiglieria inglese, che a,giva senza il bèneficio della sorpresa contro ~un nemico che dava largo sviluppo alfa. fortifìca,zione campale, non poteva conseguire i voluti risultati, mentre viceversa l 'artiglieria boera, ben apposta,ta, agendo a, tiro indiretto da, posfaioni defilate e sfruttand·O ·i benefici delle polveri infumi che la rendevano più difficile ad essere individuata -, potè facilmente Rfuggire al -
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fuoco dell'artiglieria inglese, che invece non sfruttavà là co pertura del terreno pe1· (lissimularsL Soltanto nelh se.conda pa.1:te della ca.ip.pagna gli Inglesi compresero la necessità di addi.venfoe e di ottenere una più stretta cooperazione delle due Armi, e nelle ultime battaglie fecero intervenire delle artiglierie pi ù potenti di quelle leggere. Fu questo uno dei primi -e sempi cli impiego di a,rtig1ierie cosidette « pesanti-campali )), la cui presenza sui campi di batta,glia, dfventava ormai indispensabile per contr~Lpporsi all'impiego sempre più largo della, fortificazione can.ipale in cui i Boeri si erano di.mostrati maestri e per la costruzione e per lo sfruttamento . È da, rilevare pure che in questa seconda fase della, g-urrra gli Inglesi. impiegarono per la prima volta delle cc batterie di accompagnamento )). In complesso, l'impiego dell'a,rtiglieri.a inglese nella seconda parte della · campagna. fu ottimo e perciò ricco di insegnamenti positivi. Il contrasto tra, i criteri che dall'artiglieria inglese furono seguiti nella prima parte della guerra, e quelli applica;ti nel secondo peri.odo delle ostilità, mette maggiorment<~ in evi.denza gli insegnamenti dedotti. cla,ll'esperienza e dimostra tutta l'importanza che fin da all ora v,eniva ad assuInf!re il ra7,fonale e tempesfo,,o impiego dell'artiglieria nell'a,rtc della guerra.
§
7.
L o sviluppo del Giappone - La guèrra tr:l;l Giapp,one e Cina t.-attati di pace e l'intromettenza delle nazioni europee' - La riv oluzione d ei Boxers nel 1900 - L'assedio di Tien-Tsin e delle leg azioni europee in . Pek.ino - La liberazione - La spedizione europea in C ina - Le O()erazi<1ni verso Tu-Liu e l'~)CCU()azione dei forti La spedizione su Pau-Ting-Fu e l'avve ntura di Cu-Nan-Sien - Le trattative di pace· - Considerazioni.
Nella seconda metà del secolo XIX, mentre gli E ur·opei andavano sempre più espandendosi , in Asia, sull'Oceano Pa.cifìco -
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Fig . 31 - Cnrta cl'in
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CL\0 -G J.·\ PPO!'\ESE
cresceva un Impero asiatico al qna.le erano ri.servati i più alti destini; esso era di origine antichissima, ma poco noto in Europa perchè ìl suo territorio era sta,to fino allora, severamente chiuso a tutti gli stranieri. Nel 1851 gli S taU Uniti d'America riuscirono ad -ottenere libertà di commercio in uno dei porti. de.ll'I mpero e successivamente varie concessioni furono fatte ad altre P-otenze · euro pee con l'apertura dei. porti di Nagasa-ki, Hakoclate e Yedclo, ed il contatto così ottenuto con gli Europei favorì il risveglio delle possenti energie cU que1la, nazione che in breve tempo divenne una delle più progredite del mondo. Il feudalismo, fino allora a.rbi tro dei destini del Paese, f u a,bolit o daJ. Mikado, il quale di.ede a,nche a1lo Stato una costi tuzione di tipo prettamente europeo, per la qua,le il popolo seppe dimostrarsi perfettamente ma,turo. La coscienza na,zionafo ebbe tale nno sviluppo sicchè nel 1894 il Giappone, approfittando di una insurrezione scoppiata in Corea,, scese in guerra contro la Ci na che va,ntava diritti di sovt·anità sn.l regno Coren n0. L' ese.r cito gfa,pponese, agli ordini d:el g~nerale Yamagata, occupò la Corea, si spinse fi. no a Seoul, fece prigfoniero il Re, ed a Ping-Yang distrusse l'esercito nemico, mentre hL flotta giapponese, agli ordini dell' ammiraglio Ito, alle foci del Ya-Lu ~nnientò la flotta cinese ed in conseguenza la ~fa.nciuria, fu aperta al vincitore. Un contingente giapponese, agli ordini del maresciallo Oyama ; entrato nella penisola mancese. di Liao-'rung nel dicembre 1894 conquistò la fortezza di Port Arthur , -e successi:vamente Wei Hai-vVei tanto che la Cina fu costretta a chiedere la pace. Col trattato cli Simonosaki dell'aprile 1895 la Oi_n a, oltr e a pagare una ingente indennità di guerra., dovette riconoscere l'indipendenza, ddla Corea e cedere al Giappone l'isola di Formosa ed il territorio della penisola di Liao-T ung con Port Arthur. 1\fa lH, F rancia, la Germania e la Russia non videro di buon -occhio lo stabilirsi del Giappone sul continente asiatico e -chiesero perciò la, revisione del trattato di pace, ottenendo che l'occupazione della penisola di Liao-Tung da pal'te dei Giapponesi avei:ise solamente carattere temporaneo, da durare -
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CONSlDP:.UAZtONI l'OUT lCHI~
cioè soltanto fino a quando la Cina avesse finito di pagare il tributo di guerra. Inoltre, sia per premunirsi da eventuali pericoli nel mar Giallo, sia per procurarsi vantaggi commerciali nella regione., la. Francia ottenne dalla Cina nn Trattato per il quale due porti del Kuang- Si venivano aperti al traffico francese, mentre le miniere dei territori meridionali dell'Impero. offrivano alcuni privilegi agli ingegneri francesi. La Germania a su.a v-0lta ottenne per circa nn secolo il porto di Kiau-Oeu col territorio circostante ·e, oltre il diritto cli escavazione in alcune importanti miniere, ebbe la facoltà di costruire strade ferrate nel Ciang-'J'ung. La Russia ·Ottenne per 25 anni Port Arthur e Ta-Lie-Van, col diritto di costruire opere f orti:fi.catc e un tronco ferroviario attraverso la penisola mancese di Lia-0 -Tung, tronco da allacciarsi con la Transiberiana, e nel 1898 ottenne a nche di insediare delle proprie truppe in :Manciuria per sorvegl\1t-re la strada ferrata. L'Inghilterra., avuta la facoltà, di installare dei propri Consolati in varie località della Cina, ebbe la promessa che le vallate del Yang-Tse-Kia ng non sarebbero stato alienate a beneficio di alcuno ; ottenne inoltre che la direzione delle dogane imperiali cinesi fosse affidata ad un cittadino inglese , e nel 1898 ottenne anche la padronanza su Wei-Hai-We.i per la durata di 25 a,nni. Fu allora che i porti. di Fu-Ning-Fu, Yo-Oeu e Cin-Uang, nonché tutti i corsi d'acqua della Cina furono aperti al commerci.o generale di tutte le Nazioni d'Europa. Le predette numerose concessioni, sollevar-ono un vivo malcontento in tutto il P aese e pa:r ticolarment-e tra le varie società segrete che in tutti i tempi erano sorte in Cina con caratteri e :finalità diverse di essenza politica, religiosa e tal volta anche a, delinquere; società segrete che conseguiva120 dallo spirito di associazione molto sviluppato fra le popolazioni cinesi. L'associazione degli I -Ho-Oiuam (denominazione che tra-. dotta letteralmente significa « pugno della giusta a,r monia )>) chiamata dagli Inglesi « setta dei Boxers >>, protetta dal governo e dalle a.utQl·ità religiose cinesi, era, una delle più acca-
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B0Xf;;H8
nite contro gli Europei ai quali veniva attribuita la causa della miseri.a e di tutti i mali che trava.gliu,n mo il popolo cinese. L' occupar,ione cli Kiau Ceu da parte dei Tedeschi ed il falli mento del tentativo italia,no di. avere la eoncessione di SanNum, unitamenlie alle accuse di eccessiva invadenr,a mosse ai missionari cristiani, acuitono gli odii del popolo contro gli stranieri e contro il giovane Imperatore della Cina Kuang-Su favorevole agli Europei. Un a,ndace colpo di stato ,ordito dalla vecchia ecl astuta hnperatrice 'rseu-Hi tolse il tr,ono all'Imperatore aumentando per tal modo l'influenr,a e hl libertà. d'azione dei Boxers sicchè, subitò dopo l'avv(~nto della nuova impera,trice, questi organizza.rono e perpetrarono tutta, una serie di aggressfoni <:ontro gli Europei di ogni nazionalità,, tanto da indurre i rappresentanti del1e varie potenze a richiedere ai propri governi di far sbarcare cla,Ue navi d11 guerra d.c~i distaccamenti di marinai per la, pY.'·otezione delle rispettive lega,zioni.. Intanto i Boxers si acca,nivano contro i missionari e contro gli indigeni cristi.ani, commettendo nefandezze di ogni specie, e poichè le proteste dell'Inghilterra per l'uccisione di un suo missionario e le conseguenti richi.este britanniche per ottenere lo scioglimento delle sette rimasero sem:a effetto, sovra.tutto perchè il 'nuovo principe 'l'uan nominato dalla Tseu Hi era egli stesso l'anima istigatrice d(~i Boxers, gli Europei resh'Lenti a Pekiuo domandarono alle rispettive Potenze _nuovi distaccamenti di marinai di rinforzo . Seguì quindi un momento cli tregua, ma subito dopo i Boxers ripresero la, loro attività mentre d'altra, parte truppe r egohtri cinesi si impadronirono della, ferrovia, di Pckino e cominciarono a minare la rada di Ta-Ku per impedire i movimenti delle navi europee. Di fronte a qtrnste osti.lità i capi delle forze navali interalleate decisero di a-gire, e tra il 16 ed il 17 giugno una nutrita a,zione di bombardamento distrusse i forti cinesi esistenti all'·c ntrata della, baia . A questa azione militare, non voluta nè riehiesta dai diplomatiei, H governo cinese rispose chiedendo l'immediato ,sgombro dei diplomati.ci stessi, e dopo una, seri.e di massacri, di cui le prime vittime ftw,ono i missionari, dichiarò la guerra, alle potenze europee. 7
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I Pt.U i\CI A'l"l'ACCHI DEI HIB J1JLJ'.!
I primi a ttacchi ci nesi furono rivolti contro la città di 'l'ien -Tsin dove vi erano le cosidette concessioni delle potenze europee. La città fu ripetutamente bombardata, la ferrovia che la c·ollegava a. P ckino fu interrotta e lungo le stesse vie ·~
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:b' ig . 32 · Sotlotenente cli vnscello Ermanno Carlotto. Meclaglia d'oro. (da una fotografia della R. Accademia Navale)
cit tadine avvenne1·0 sanguinosi 0ombuttimen ti, in uno dei quali veniva colpito a mo1'te il sottotenente di vascello Ermanno Oarlotto da Ceva (Cuneo) comandanle di u n distarecamento di marinai i taliani della Ra nave J!}lba, 1nentre impavido dirigeva il tiro di due pezzi d'a1·t iglieria. -
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LA SITUAZIONE DELLE CONC I•:ssIONl A TrnN -'l'Sil\
La situazione delle concessioni europee si aggravò ben pr-e: sto tanto che il comando delle forze militari il 13 luglio 1900 ordinò l'assalto alle batterie cinesi dislocate sul canale Lu-Tal e nella omonima città cinese proprfamente detta. Dopo sanguinoso combattimento la città rimase in pieno possesso degli E uropei, ma la situa,zione non era risolta perehè nulla si sapeva della sorte delle legazioni sedenti a Pekino, mentre una colonna interalleata, che al comando dell'ammiraglio inglese Seymour si era spinta da ~I.1ien-Tsin verso la capitale, aveva trovato tali resistenze · da essere costretta a rientrare a 'l'ien-'l'sin, ove poco dopo giunse un corriere di Sir 1\:Caic Dona:ld, rappresentante i nglese a P ekino, recante un messaggio dal quale risultava chtla situa,zione delle legazioni era disperata. F u a,l lora decisa la costituzione di un oorpo di spedizione di truppe di terra e di mare con 70 pezzi di. artiglieria,. La situazione delle legazioni ent effettivamente molto critica perchè le forze delle J l legazioni eran9 molto esigue e costituite cioè oomplessiva,mente da : 72 Inglesi, 79 Russi, 51 Tedeschi, 45 Francesi, 32 Austl'iad e 28 Ita1iani, mentre poi l'unica a,r tiglieria, era rappresentata. da un cannone da 37 italiano. Ciò- malgrado l a resistenza, opposta da queste poche forze fu così energica che un vi-0lento attacco sferrato dai Cinesi il 29 giugno rim::tse senza successo. Dopo di ciò il governo ci· nese con sua lettera del 14 lngUo invitò gli assediati ad uscire. dalle legazioni per 1~ecarsi a,l pf:~lazr,o del governo a discutere le modalità, di rimpatrio, ma il decano del corpo diplomatico, Sir l\fac nonald, temendo per giustificata prudenza,_ un a possibile e non improbabile insidht r,espinse tale proposta. sebbene in quel momento i Cinesi aves,sero cessato ogni atto offensivo. In seguito si seppe1 infatti, che l'intenzione dei Cinesi ·e ra quella, di far uscire gli. assediati per poi massa-crarli. Il 29 luglio furono riprese le ·ostilità e per parte degli assediati si rinnovarono molteplici atti di valore fìnchè :finalmente nella, notte dal 13 al 14: agosto ebbero :finalmente Ja gioia, di. sentire che al rumore di un furioso attacco cinese si sovrapponeva la voce del cannone amico. Mentre gli I nglesi penetravano facilmente dal fato est della città di P ekino, i Russi ed i Giapponesi con le loro artiglie-
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In\ Hl\'OL'l'A OEl 130XERS
rie a,privano nelle mura varie brecce e, pel' quanto violentemente cont1·obatinti, riuscivano ud avere ragione delle r esistenze avversari.e. Furono così liberate le legazioni e la catte· drale cli P ekino, ove 1rn forte nucleo cli religiosi francesi e di cl'istiani indigeni , protetti da 30 matiuai. francesi e 11 italiani, areYano subito un assedio 11011 meno grave di qncllo delle le· gazioni. In tutte queste azi,;mi. i Cin esi, malgrado la ~oro enorme superiol'itù, numerica e la clisponibili.tà di numerose a,rtiglierie, non riuscirono ad avel'e ragione degli Europei. Ciò fu dÒvuto oltre che al pessimo grado cli addestramento dell'artiglieria cin e ·e, i cui colpi caddero quasi tutti a vuoto, essenzi almente al disperato valore d,egli Europei fra i qnali gli lti.Lliani , - mililari e civili, nomini e clonn e. - fnrono vera.mente all'altezza della sitnazione e, ga1·eggianclo con gli. altri a,ssediati, ebbero gravi perdite, tanto che su 28 nomini che contava il nostro distacca.mento si ebbero 7 mor ti e 14 feriti. Gli avvenfo1enti. a,i quaH abbiamo élCCennato ebbero una va~ta 1·ipcrc11ssione in Europa, e t utte le potenze compresero la necei,;sità cli proceclne immediatamente all'invio in Oi.na cli un a spedizione cli forze adeguate. L'Inghilterra., impegnatf.l, nel TnrnswaaJ, L1·asse il propl'i.o co11tingente quasi hotalmentc dalle sue truppe dell'Indin,, e t ra la fine cli giugno ed i primi di. luglio pa,rt.irono cla Ca,l cutta 19.300 uomini e l.300 carnlli con 19 pezzi e 11 mit ~·agliatrici, ch e a.l. comando clel generale Sir Ga selec forrnarono un a divisione su 2 br·i~a te. Snccessivamentc partl per la Cina una brigata di cava.Ueria anglo -iupiana st1 2 reggimenti cd una batterta. ru artiglieria, mentre poi fu ancora ordinata la mobili ta.zione di una sec,011cla divisione che iniziò il sno i-barco a H ong-Kong nel mese cli settembre. T.,a, Francia spedì una brigata cli trnppe cli. tena ccl una b~igata di marina agli. ordini del general e Voyron: le truppe di mare comprendevano 5.f"\00 nomini con 4 battel'ie cln cam pagna e 4 batterie cla mon tagna; le truppe cle.ll'eserci to erano costituite cl a nn reggimento cli fa nteria, un r eggimento di zuad, due . quadroni. cli cacci;1 tori cl' Africa, due ba,tt(~rie cla 75 <"
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I CON'.L'INGE;\''l'T ìl:fTLI'l'AHI DF:LLE P()Tl':N1/.J<)
due batterie da 95 oltre le tru}:)pl'~ supplettive : oom.plessivamente la, predetta forza era di 8.500 uomini. La Russia che aveva già numerose truppe su] posto, J'i chieste per la sorveglianza della oostrnzione della fe1'rovia transmanciuriana i cui lav-0ri erano frequentemente osta.c.-0lati da forti nuclei di truppe cinesi, con successivi rinforzi inviati dalla, madre patria riusci a mobilit~tre in Manciuria circa 100.000 uomini e 156 pezzi d'artiglieria, formanti 21 batterie, a.gli ordini, del vice ammiraglio Alexei<~ff. La Germania mandò in varie riprese circa, 20 .000 uomini con 70 pezzi, a,g li ordini del generale Von Lewel. n Giappone per la sua vicina,nza ed avendo forti interessi sul posto diede un la,r go contributo. Mtmcano dati precisi sulle varie forze giapponesi sbarcate in phY riprese in parecchi punti della Cina, ma si ca1cola che il Gi.appone abbia mobi litato due Divisioni con circa 22.000 nomini che furono poste agli ordini del generale Yamagashi. Gli Stati Uniti d'America mandarono in più riprese circa G.700 uomini agli ordini del generale Chaff.es, e, se pure mancano dati preci.si sull'artiglieria, risulta che a,Ua batteria regolare, inviata col primo contingente, nel mese di agosto si aggiunse tut.ta ·l'artiglieria leggera delle Filippine. V Austria, scarsamente interessata nella questione, cqntl'ibui soltanto con due contingenti di marina agli ordini del contrammiraglio Carlo Montecuccoli, costituiti : il primo da dne ca.ccia ,e due torpediniere, ed il secondo da un incrociatore. L'Italia i.nviò un battaglione di fanteria,, un battaglione di bersaglieri, una batteria di mitragliatrici formata in gran parte con personale di a1~tiglieria, da montagna e di artiglieria da fortezza, un distaccamento misto del geni-0 e rela,tive aliquote di servizi. Oomplcssh·amente eranvi circa 100 uffici.a,li., J.900 uomini, 180 quadrupedi agl i ordini del colon11e1lo Vincen?:O Garioni. Per ovvie ragioni, tutti i predetti cor1tingenti avrebbero dovuto dipendere da un unico comando, ed all' uopo in un primo tempo si pensò ad un consiglio di guerra intera.Ueato, ma poi, dopo varie difficoltà derivanti da reciproca diffidenza dei partecipanti, per iniziativa dell'imperatore di Germania, che si era procura,to la adesione singola dì va.rii Sta,ti, -
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G·U l~lOIA DEI BOX l!:n ~
fu nomi11ato comandante in capo il F elcl-Maresciallo conte di Waldersee, assistit-0 da uno stato ma,ggiore composto cla ufficiali delle varie potenze.
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Fig. 33 - Colonnello Vincenzo G:nio.ni. Comandante delle h·up11e italiane in Cina. (da una fo tografia a vu ta dalla famiglia ).
Le prime trnppe dei varii contingenti si stabilirono dapprima nella zona, di Tien-Tsin ove sostarono per riorclina,r si i n attesa dell' arrivo dei s11ccessivi scaglioni, e pertanto già duran l1e qnesta sosta. furono compiute alcune operazioni, fra le quali ricorderemo qni le principali. -
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LA SPI.;01:l!ONE DJ 'l' U· T,ÌU 8 DI P AO·TI'.'<G·lè()
Dal generale inglese Dorward con truppe di vari contingenti, fu effettuata la spedizione su Tu-Liu allo scopo di attaccare grosse bande di Boxers concentrate in Tu-Liu, cospicuo villaggio situato circa 36 chilometri, a, sud -ovest da Tien Tsin . Le truppe interaHeate il giorno 8 settembre mossero su tre colonne fra le quali era ripa,r tita l'artiglieria , ma poichè i Boxers avevano già sgombrato la località, esse si limitarono a distruggere l'abita.to per evita.re che in avvenire potesse offrire asilo ai. ribelli che tentassero una eventuale sorpresa su Ti.en-Tsin. Dal generale Stakelberg, con truppe russe rinforzate da reparti tedèschi ed austriaci, fu effettuata poi Foccupazione dei forti cli Pei-Tang, dopo che ben presto tali truppe interalleate ebbero ragione delle truppe regolari cinesi poste da,l la Cina a presidi,o dei forti. Fu quindi in seguito effettuata l'occupazione dei forti di Oha,n-ai-kuan, P ei-ta1-ho e Sciu-kuan-tao situati sulla costa lung,o là ferrovia che da Tien-Tsin porta a Mukdei1 toccando I,~ miniere clella Manciuria. Tale spedfaione fu decisa ed eseguita nell'intento di occupare un tratto della costa ,e favorire così gli sbarchi delle truppe in arriv,o durante la stagione in· vern.a.le in cui le foci del Pei-ho sono gelate. I t re forti vennero ,o ccupati senza difficoltà dalle truppe alleate, perchè le truppe regolari cinesi che vi stavano a, presidio, li sgomberarono il 2 ottobre alla prima intimazione cli resa, abbandonand:o non soltanto moderne artiglierie di tipo Armstrong e Krupp, ma altresi materiali di ogni specie. Il 12 ottobre fu poi effettuata la spedizione di Pao-'1.'ing-fu, per punire i colpevoli dei massacri di missionari e di· cristiani ivi avvenuti, e per ristabilire l'ordfae in qnella città ove risultavano c-0ncentrati grossi nuclei di truppe regolari cinesi e di B-0xers. I Cinesi non oppose1·0 alcuna resistenza all'occupazione della città e focero anzi ampio atto ,H sottomissione, ma ciò malgrado la commissione interalleata · di inchiesta, per il · lament.a,to eccidio di Pao-Ting-J?u, fece distruggere un tratto delle mui'a della città e quattro pagode, e fece giustizia,r e tre al- . ti fuhzi.onari cinesi, indiziati quali istigatori dei massacri. Durante la marcia di ritorno da Pao -Ting .Fn una colon-
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LA HI\"OL'l'A DBI HOX ~RH
na di Italiani e 'l'edeschi, agli otdini del colonnello Garioni avend,o avuto il compito cli attaccare e dispel'clere un for te nucleo di truppe imperiali cinesi raccolto nella città di Ou-NanSicn, giunta di notte in vista d{~1ht citt;:t, si frazionò in vari repa.rti per poter prcnde1·e possesso delle diverse porte e dei val'ii :-::obbo1·ghi. In alcuni punti vi fu una vera e forte 1·esisten-
Fig. 3.J · Mitraglli1tric{! Nordcnfelt pr esa nei for ti <:inesi dalle truppe italia ne nel 1001.
za e mentre le truppe italo-germaniche sostenneto vittoriosamente ulcui1i combattimenti parziali , la porta principale della cit tà fu presa d'assa,lto dai bc1'saglieri italiani. Uno dei tre capi milital'i cinesi della città, rimasto sulla porta pd ncipnle di una caserma promise la con. egna delle armi, ma poi uscendo con delle truppe attraverso nn altro passn,ggio dell'edifido, attaccò i bersaglieri che stavano alla porta pl'incipale. Ne fu sa nguinosamente respinto e subì gl'avi perdite. -
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LA SPm.HZI0)1I•: DI KALGt\"1
Il colonnello Garioni, cli fronte a questi episodH cli malafede, decise di far avanzare la propria riserva e la bléLtteria d'artiglieria, di cui disponeva, ma, non ebbe bisogno di ric0r rervi perchè il mattino seguente le truppe cinesi consegnarono tu tte le armi e si dispm'sero per lH, ci-impagna. Mentre si svolgevano gli avv,e nimenti a1 quali abbi.amo succintamente accennato, i vari contingenti interalleati si trasfe dvano a Pekino, ed ivi nel mese di dic-embre fu istitnito un comando interna,zionale col compito cli risolvere tutte le questioni riflettenti. l'ordinamento della città stessa.Nel mese di. novembre il comando internazionale, venuto a oonoscenza che tra. Tsn,-'l'au e Kalgan erano conoentrate ingenti truppe regolari cinesi, decise di fare una spedizione in q1H>J]a. direzione ed a,lJ'uopo fu costituita, 11na colonna ('he a,l comando del colonnello tedesco conte York Von vVartemburg parti il 12 novembl'e da Peki.no e, toccate le località di Tsa'l'a,n, di Hwai.-Lai. e di Tscn ,Tva.-Fu, ra,ggiunse KaJgan. Duran te la marcia, lunga e faticosa ed ostacola,ta da, un freddo intensissimo non vi furono azioni miUtari, tranne che a Hwai .Lai dove un distaccamento d i marinai italian i superand·o brillantemente la tenace difesa delhwversario e infliggendogli gravi perdite riuscì ad impadronfrsi a forza cli un :fortino pr·estcliato dai Hoxers . La città, di Kalgan fn poi raggiunta senza incontrare altre rc~sistenze e ad ef::sa, gli alleati imposero contribnti cli gnerra. Succes:$ivamente le truppe interalleate presero la via del ritorno, e pertanto essendo morto per un disgraziato 'incidente il colon nello tedesco York, H comando della colonna fu assunto dal tenente colonnello italiano Tomaso SaJ1S<'1 . Lungo il percoiso ta.li truppe interalleate, dopo aver attaccato di s-0rpresa la, città di Yung-Ming arrestandovi tre capi sospetti che furono perciò giustiziati, fecer,o inoltre una ricognizione verso Yang-Fang senza però trovarvi traccia, dei Boxers, T,e truppe essendo qnindi rientrate a Pekino, il giorno 11 dicembre il maresciallo Waldersee ripa'.r tì il territorio esterno di l\•kino fra i . varii contingenti interalleati. assegnando a ciascun contingente ìl 'compito di mantenere l'ordine del proprio settore e di eseguire ricognizioni per garentire la sicm·,~z0
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LA tl l VOL'l'A DEI BOXERS
za dell{! comunicazioni stradali ~ ferro':_iarie. Mentre queste ricogmz10ni, svolte attraverso difficoltà di ogni specie, non diedero luogo ad episodi militari di particolare importanza, nella
.~. Fig. 35 - Tenente Colonnello 'l'ommnso Salsa.
capitale si svolgevano i negoziaLi di pace tra i plenipotenzùtri eur<>pei ed il governo cinese che, ol'mai stanco anch'esso delle gesta dei Boxers ridott.e a veri atti di . brigantaggio, anelavano più a, dauno degli indigeni che non degli str a,ni.eri, non vedeva l'ora di venire a trattative coll e potenze tanto più che sapeva -
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CONSIDERA½J()NI ARTIG Ll f.:Rl STI (;1-fl,;
cli non poter fare grande affidamento sulle proprie truppe regolari. Le trattative durarono fino a,l settembre 1901, cioè per ben nove mesi durante i quali le truppe interalleate non fecero che qua.lche ricognizione per reprimere atti di briganta.ggio. Il 7 settembre 1901 fu :firmato il trattato di pace . .,. * *
Gli insegnamenti militari di questa campagna non sono molti, specialmente per quanto concerne l'artiglieria. Possiamo tuttavia mettere in rilievo lo scarso effetto delle "artiglierie cinesi, il che stà a dimostrare che i cannoni servono a ben poco se chi li. impiega non ha il dovuto grado di addestramento. Ottimo fu invece l'impiego delle artiglierie inglesi, russe e giapponesi nella liberazione di Pekino. Nel.lè varie successive spedizioni, l' artiglieria fu giudiziosarnrmte ri.pa,rtiLa nelle colonne, ma non venne quasi mai impieµ:ata, perchè non si rese necessario il suo intervento. Gli ammne!'-itramentì di. questa campagna hanno più che altro carattere logii;;tico. Essa ha essenzialmente dimostrato come in vista <klle diffi.tolt~L dì rif.ornimento in paese straniero e lontano. e SOYl'atutto poi per neutralizr.are l'inevitabile confronto con truppe di altr-e nazioni sia necessario cli largheggiare nei rifornimenti e nelle distribuzioni di ,ogni specie. Per quanto con· eernr. le armi è da, tener presente l'importa,n te considerazione del noi:itr-o Ufficio Storico (.1) che giustamente osserva che, se in tnli lonta11e spedizioni si distribuiscono armi di recente creazione, si ha anche il va.nta;ggio di. sperimentarle in condizioni più realistiche e. quindi maggiormente probanti c]1e non nei poìigoni e nei campi di esperienze.
(1) MnnsTERO GUERRA/ - S. M. R. Esercito · Ufficio Stol'ico - La Specli· zi<me 'itaJi.amcr. in Cina (1900-1901} · Roma 192G.
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u1mnr1
HURSO· GIAPPONIDSE
§
8.
La g ue rra russo-giapponese - Pre cede nti e ca use - Le forze contra pposte e i loro armament i - I disegni di ope razione - Le o perazioni navali ini z ia li - Battaglia de llo Yah'.1 - B a tta g lia di NanS han - Ba ttag lia di W a-Fang -Ya n g e ripresa offensiva dei Russi - L'assedio e la caduta di P ort-Arthur - La ba ttag lia di .M ukde n - La battaglia nava le di T s us cima - Cons ide razioni - L'evoluz ione de i c riterii di impiego della a rtiglieria .
Lù nazione che t1·assc i maggiori vantaggi dalla. guerra Li-a U Giappone e la Cina e dalla successiva !spedizione europea
per sedare la l'ivoJta dei Boxers, fu la Russin: . La sua con tinua espansione e la . ua a:-r.ione diploma,tica , la, quale ult,im.a a Simonosaki aveva fatto pe1·clcre al Giappone buona parte dei frutti della sua vittoria sull1.1i Cina,, provocarono Ja guerra 1·usso-gfappo11 (•se. Una delle principali cause di questa guerr a fu l'occupazione della Mancimia per p::1,1·te elci Russi, effettua,t a dapprima col pretesto della costruzione della ferrovia n ttra · verso qu esta regione, e poi col p retesto di sorvegliarla; un'al tra causa devesi poi 1·icercare nel fatto per cui, come fu già detto, la Russia aveva nominalmente « affittato » il territorio del Knang--Tung- comprendente Port-Arthur , ma in realtà qnesto affitto si poteva prevedere e definire come una vera e propl'ia presa, di. possesso ; men tre poi :finalmente una t erza; causa della guerra derivava dalla continua, penetrazione dei Russi nella Corea . Era pertanto logico che il Giappone non vedesse cli buon occhi.o questa len ta ma continua. infiltrazione dei Russi, sia per l'innato suo odio verso gli occidentali, e sia perchè -esso vede· va per· tal modo minacciato il territorio sul quale aveva assoln ta Hecessità di espandere la sua n umerosa e sempre crescente popolazione. Queste due politiche di espansione prov-ocarono un così grave contrasto di interessi per cui si rese inevitabile u n con· flitto. I nfat ti il Giappone, incitato dall' Inghilterra che, per la !':icurezza del suo I mpero india,no., era preoccupata dall'espan-- 92 -
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Plrn~m,TI
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A[O\f,\:\n)NTO BUS~O
sione russa in Asia, c hier,;e alla. Russia lo sgombro della 1tfan ciul'ia - La R us8ia fece molte pr.omesse, 111:1 invece cli man ten er le continuò la sua J)Olitica di penetra7,i.onc• otten endo nel 1903 val'ie concei::;sioni in Corea, tanto che i) Giappone <l e l11 so ed insoddisfatto, il 6 febbraio 1904 richiamò il sn o ambasciatore da Pi etroburgo ·Ccl inizi ò senz' altro le ostili tà. In quel momento in estremo Ol'iente non erano pl'esenti che G0.000 R ussi e pertnnto gli jnvii effettuati prontn nwnte clallfL R nssia furon o t ali per cui 11ell'aprile del 1904 le forze r usse al comando del generale Km'opatki ne snl teatro cli oper azioni era.1H> : r r C orpo cl 'al'mata cli 50.000 ttorn ini clislocati nei pi-essi cli. Li11 0-Yang; III Corpo cl'arrnatn di 40.000 uomini dislocati attorno a P ort -Art hnr; I Co1·po d'armata di J0.000 uomini. lnngo la ff>1·rovi::i, atti'aversantc la, Mancinria : dista ceain.ento de ll 'est di 20.000 uomini snl :fin111c Ya1ù ; truppe varie cli forzn imprecisata a dif PRa di Vlndivostok. Ogni C'ol'po cl' Ai-mata rnsso comprencleYa : dnc Dfrisioni di fanteria , eiascnnn cli. due lwigate cli cpw t.tr<) reg-p;imenti ~u qnn ttro ba,ttagli.oni ; mezza :;:otnia cli cosacchi pel' ogni comando di Didsionc e d i C'ol·po cl'annata,; due brigate cli a rti~iieria cnmpalc, una di otto e l 'altl':l di sei batterie su otto pe1,zi, e cioè in lotalc :112 p ezzi; un batta,glione zappatori di tre com pagnie con clne pai-chi leggeri da ponte e una compap;nia telegrafisti su tre sezioni; un reparto tr eno comprendente : 11 na colonna di vettovagli amento; dne brigate di parchi d'adip:li.el'ia, ciascuna sn tl·e colonne mnnizioni; nna se7,ione da, pareo ca mpale de1 geni,o_ l soldati russi erano ottimi. ma avevano scarso spirito aggr·cssivo perchè si bnttevano per una cansa che n on comprend.evnno. Il loro addestramento tattico era piuttosto defìcir.n te percltè non sapevan o sfruttal'e il terreno ed erano abituati a ma11ovrare in formazioni dense. L~1 fan teria era a,rmata col fucile Moschin di calibro 7,65, a11 tiq uato rispetto al f ucile giapponese. L'artiglierin da ca.mpngna. era bene arma ta perchè di recente era stato introdotto il cannone P ntiloff sn affusto a deformazione. ma . mentre i R ussi non sapevano sfruttare i va,ntaggi che tale materiale offriva l'ispelto a quello gfapponcse cbe er n allco1·n del t ipo ri-
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GUERRA RU SSO-GIAPP ONESE
gido, deYcsi anche rilevare che il materiale Putiloff non era in quantità sufficiente per armare tutte le batterie mobilitate. Vi fu promiscuit à di calibri e di materiali. in genere, tanto che durante la guerra i R ussi ebbero in servizio ed impiegarono : il cannone leggeeo da 86,9 in acciaio, con affus~o tipo EngeJhardt (gittata, m. 3400 a tempo e m. G400 a percussione) ~ il cannone l)ntiJoff cla, 76,2, materiale piuttosto pesante (vettura-pezzo kg. 1884, pe7,zo in batteria kg. 1048, gittata, m. 5500 a, tempo e m. 6400 a percussione); l'artigJieria a cavallo era armata col cannone da, 86,9 accorciato (pe::::.o cl cJla, vettura pc~zzo kg. 1640): l'artiglieria cla montagna era :-trmata. col c~ nnone da 63,5 in f1Cciaio, con affusto scomponibil e in due pai-l'i (gittata, massima m. 4620, peso in batteria kg. 312). Finalmente, la flo tta russa in estremo oriente, al comando dell'ammiraglio Makaroff, comprendeva, 7 corazzate, 14 incrociatori e 51 navi minori; complessivamen te essa era inferiore a. quclfa gfapponese sotto tutti gli aspetti e. cioè per quant ità, qua]i.tà. aclcle~tr nmenfo del personale ecc. . · Il Giappone mobilitò 13 Divisioni attive e 26 brigate di riserva, co111p1·endcnti 500.000 uomini e J .400 pe7,zi, a.gli ordini del generale Oyama . Ogni Divisione comprend eva: 2 bt·igate cli fan tel'ia cli 2 reggimen ti su 3 battaglioni; 1 reggimento di cavalleria su 3 S<JUf.Ldl'oni ; l rt'ggimento artiglieria da campagna su 2 gr11ppi cli 3 batterie: 1 bnttag1ione tren o di. 2 compagnie. Il gl'ado di. adde, iramento della truppa era ottimo : la fa,ntcl'ia sapevi agi.re in or dine sparso sfrutta.u do abilmente il terreno; essa, era armata, col fucile Arisaka, calibro 6,5 mocl. 97, e le unità territoriali avevano il fucile 11:nrata mod. 87, calibr,o 8. L'artigJieria aveva ancora in dotazione il cannone Arisaka tht 75 a,d affusto tigido , materiale quindi antiquato rispetto a quello dei Russi, ma però l'affus to era stato ingegnosamente modificato in modo da consent ire un t iro sufficientemente r apìdo essendo nello stesFJo tempo molto leggero e mobile. I pezzi cla montagn a e da, assedio erano più mo,derni di. quelli russi e ment re il. cannon e Arisaka da 75 da campagna aveva un a git-
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I .PlAl\"I DEI BF.:LLlGERAKTI
tata massima di m. 6200, quello da montagna arrivava a m. 4300. L'artiglieria d'assedio aveva materiale da cm. 10, da cm. 12 e da cm. 15 nonchè obici da 280 tipo italiano. L a cavalleria giapponese era indiscutibilmente inferiore a quella russa; viceversa la flotta del Giappone agli ordini del1' Ammiraglio 1'ogo, costituita cl'a 134 navi di vario tipo t ra cui 8 corazzate e 24 incr ociatori, dava il massimo affidamento sovratutto per l'ottimo grado di addestramento delle truppe di mare. Il piano giapponese isi basava sulla superiorità che all'inizio delle ,operazioni il Giappone. avrebbe certamente avuto sul l'a,vversario qualora fosse riuscito ad assicurarsi l'immediata conquista del dominio del ma,re. Conseguito il dominio .del mare, un'.Armata avrebbe dovuto sbarcare in Corea <~ costituirvi una ba.se dt operazione, mentre un'altra Armata sbarcando nella penisola di Liao-Tung dbveva ·occupare Port-Arthur. In seguito altre truppe nipponiche sarebbero sbarcate sulle coste della Manciuria e avrebbero avanzato contro la massa avversaria assieme ed in accordo con le forze sbarcate in Corea e con quelle provenienti da Port-Arthur. Il pian.o russo partiva dal presupposto che il nemico fa. cesse azioni dimostra tive su Vladivostok e tentasse di jmpadronirsi dello Li3Jo-'l'ung, ma non prevedeva, assolutamente che l'avversario si prefiggesse innanzitutto la ra.pida conqui.sta del dominio del mare. Il Kuropatkine decise pertanto cli fronteggiare. le azioni dell'avversario c,ontro Vladivostok con un distaccamento, e di trattenere i.l rimanente delle forze avversarie sullo Yalù con azione cli avanguardia, mentre il grosso delle forze russe si sare.bbe concentrato tra Liao-Yang ed Haiceng. Da queste po-sizioni l'esercito russo avrebbe potuto minacciare sul fìa,nco il nemico che tentasse di avanzare sia verso Port-Arthur e sia verso il nord . Qualora poi il nemico fosse riuscito a,d assicurarsi il dominio del mare, le truppe russe arVrebbero abbandonato Port-Arthur e si sar,ebbero ritirate su Karbin. Il Kuropatkine prevedeva inoltre una grande azione offensiva c,ontro il gr,osso dell' esercito giapponese da effettuarsi non appena egli -
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GUF:RHA Rt:TilSO ·GlArPONERE
avesse riecvuto i rinfoi-7,i sufficienti. :È da, rilevare che questo piano del Kmopn tkine per varii motid non fu attuato, e questo n,vvenne non soltant o per inflncnze politiche ma alti;esì per le pressioni dell'ammiraglio Alexcieff, vicei-è dei possedimenti ,-us. i in estr emo oi-icntc. 'Il 9 fe bbraio 1!)04 nna Dfri:,;ione navale agli ordini clell'arnmiraglio Uriu :;;corttrv:i fi110 a ('em t1lpo a sud di Cinampo un primo continµ:ente di truppe gfapponesi (J2" divistone) eJ avenno sorpreso alcune navi n1sse ivi ancora.te, le colava a picco. Intanto la fl otta ginppon e. e, che aveva salp;;Lt o ·u 6 febbrai.o drL J"ambo nella notte del giomo 7, a.v eva attaccato la flotta. nemic:1 che si trovava nella ra,da esternn di Port-Ar thur e, incon tranclo li.evi. perclitc, era, riuscita. a danneggiare graYemeute cl ue corazza te ecl nn incrociator-e 1·ussi, mentre poi :weva potuto minare tutto l'ingresso della baia. Nel 1wrioclo tra il 9 ecl il 2l febbrnio, a segnito di un combattimento navale, i Giapponesi rinsci,ano a pren det e il sopr.1,vvento sulle .fol'ze rnsse e Rbarcavano a Oemulpo nna divisione che, dopo 15 tappe faticosissime, giungeva. alla ½Ona SeoulP cn-Yang a sud di Oinampo; a, qnestc truppe si ngp;iungevano pooo dopo altre due Divii,ioni sbarcate nel marzo n, Cinampo, e potevtL così costituirsi la J • Ar ma.fa che ngli ordini del sessantem1e gene1·alc Knroki e {',omposta della, Divisione Guardie e drlle Divisioni 2.. e J2"', si spingeva vcrso il fiume Yalù. La flotta r ussa menom ata, dalle perdite subite, non solt anto llOll riusciva ,ormai più ad impedire i _ movimenti clei convogli giapponesi, ma il rn aprile avendo pe,r dut o, al l'itomo da una crociei-o, la, prop1·ia nave a,mmirnglia col comandante Makarotf, causa l'ul'tò contro una mina,, si dovette rit irare in Port-Arthur, Jnscianclo così ni Giapponesi il pi eno eél incontra,stato dominio del mare. Intanto la 1" Armata giapponeRe, continuando la s ua fat icosa marcia-, gi11ngeva il 1° maggio al finme Y:1l ù difeso dal generale Zassulitc a ll:1 testa di. 1:5.000 Ru ssi. I Gi a pponesi at taccarono risolutamente impegnnndo iì fronte n emico con clne divisi,oni, mentre un'altra, aivisìone, la 12•, aYenao con due batte1·ie da n1.ontagna ridotto al silenzio l 'artiglieria nrmica iniziavn, il passaggio del fiume a monte, venendo coi:.ì n minac-
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LA YA[,U
]jJ
LA :lfARCIA
sn
PORT· AR'l' HUR
èia.re di aggi1;ament6 la sinistra avversaria, tanto che i Russi per evitare un completo accerchiamento, 'fu{·ono costretti a battere in ritirata olt re Fénguanceng. In questa battaglia l 'artiglieria russa fece del suo meglio distruggencfo con bèn aggiustati oolpi i ponti · che l' avversario gittava senza tregua , ma nello stesso tempo fornì ai Giapponesi una· preziosa informa,zione facendo loro cònoscere, con gli stessi tiri delle sue artiglierie, che i Russi non disponevano di. pezzi pesanti campali. · Iù questa, ha,ttaglia, fu notevole il vi,olento duello tra 16 pezzi 1;ussi, appostati parte a, Sfribaschima e parte a l\1acau, contro 5G pezzi giapponesi (36 cannoni da ca,mpagna e 20 obici . da, 12) sit uati parte nell'isola di Kiutci e parte a nord di Viciu. Nel .corso della, battagfoL i Russi p_e1·dettero ben 72 ufficiali e· 2400 uomiui più 21. ca.nnoni su 24, che aveva.no impegnat-0; i Giapponesi però non inseguirono e si limita,rono a mandtLre. avanti la loro cavalleria, con scopi di sola ricognizione. Il 5 nia.ggfo, e ci oè appena qua,ttro giorni dopo, la 2" Armata, giapponese formata dalle .divisioni ia, 3"' e 4", agli ,ordini del generale Oku, sotto la protezione della flotta, giungeva a Pitscvo -e, inviato nn distacc,imcn to ad interr,ompere il binario ferroviario, si didgeva su Port -Arthur: tale 2"' Armata era fort(~ di ben 54 ba,ttaglion( 20 squadroni, 2 batteri.e .d i mitragli.atrici, 42 ba,tterie cla· campagna. (~on 252 pezzi, _u n pa rco legger,o d_a a·ssedi.o di 5 compa.gnic:: 3 battaglioni del g~ io 1 un distaccamento di forroYieri e 3 sezioni cli telegrafisti. ç omp1essivamente cioè 74.000 uomini. Di:àante il suo movimento verso J:>ort-Ar thur , all'istmo di Nansha,n , la 2"' Armata, giapponese incontrò una Divisione russa forÙ!: .d i 12.000 uomini che si era rafforzata sulle posizi<)ni con imponenti la,vori. cH fortificazione~ campali., e che con 40 pezzi da eampa,gna e circa 50 pezzi. cli artiglieria da difesa, svolgeva efficace protezione sulle proprie linee. I Russi, per non dover ridurre l' armamento dei forti della pia,zza, i.wèvan o fat to ricorso alle dotazioni cinesi d'artiglieria che si t rovavano in Port-ArtlÌur, utilizza,ndo così mortai- da 15. cannoni. da, 15,5 e da 10,'5 oltre cannoni. da campagna da 87,5 montati su affusti da difesa. 8
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GUIJJ(UtA RUSflO · GlA Pror,; r,: sE
Nella notte dal 25 al 26 maggio i Giapponesi appoggiati dalla flotta, mossero all'attacco con 3 divisfoni attive e 1 bri_gata d'artiglieria indipendente : e poichè non disponevano di artiglierie pesanti., perchè esse non avevano ancora potuto essere sbarcate, vi sopperiJ·ono sostituendovi le artiglierie delle navi cannoniere e cioè con bocche da fuoco da cm. 25, da cm. 21 e da cm. 12 che ne costituivano l' armamento di bordo. I Giapponesi impegnar:ono l 'avver~rio frontalmente, mentre una 1oro Divisione a,ppt·ofittando della bassa marea passava a guado la baia di Chinciù e tentava di aggir are la sinistra dell'esercito russo che impressionato da tale minaccia si ritirò su Port-Arthur. Per questa btLttaglia l'intera artiglieria giapponese fu messa in posizione sulle alture di fronte a quelle di Nanshan (M.te Sampson) a distanza di 3500 - 4000 metri da quelle nemiche. I risultati non fu rono troppo buoni, ma vennero compensati da;I'a,nimoso sla,ncio delle fa.nterie giapponesi che mossero eroicamente all' at tacco sfid ando il fuo co nemico . I Russi perdettero quasi tutte le artiglierie da essi impiegate, ma è da presumere che ad essi poco importasse il salvarle trat tandosi di materiale cinese ,o rmai antiquato e vecchio. La piazza di Port-Arthur, comandata dal generale Stoessel, fu investita dalla 3• Armata gfapponese del genera,l e Nogi, sbarcata a Dalny nella baia di Talievan che i Giapponesi frattanto avevano occupato. Questa Armata comprendeva le divisioni 9a e 11• aUe quali si aggiunsero, per formare il corpo d'assedio, la 1" divisione della 2" Armata. Intanto la 2" Armata giapponese composta delle divisioni 3" e 4a e rinforzata successivamente dalla 5" Divisione sbarcata a Dalny; marciava verso nord dove si andava delineando un movimento offensivo dell 'esercito russo tendente a liberare PDrt-Arthur dall'assedio. I noltre alla fine di maggio la 4" Armata giapponese comandata da.! generale Nodzu sbarcava a Tacuscia,n e avanza,v a verso Sh>jan. Vista la situazione, il Kuropatkine proponeva giustamente di ritirare t utte le forze su Liaojàng e di nttendere ivi i rinforzi, ma, un telegramma ricevuto ,d al governo ru sso il giorno 4 giugno gli imponeva invece di correre prontamente in aiuto -
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L A BA'l'TAGLIA DI U AFA.!~GÒ
dì Port-Arthur allo scopo di rialza,r e il prestigio delle armi russe. Per svolgere questa azione di soccorso il Kuropatkjne ebbe i n rinforzo 2 Corpi d'armata di cui uno a,g li ordini del generale Stakelberg fu inviato verso Port-Artur. Queste truppe pa,r tite da Lfaojang verso sud, il 15 giugno si scontrarono a Ua,f angò con la za Armata gfa.pj)·oi1ése che avanzava su tre colonne verso nord agli ordini del generale Oku. Dopo ·un vano tentativo di aggirare la destra giapponese, i Russi vennero invece a loro volta aggirati sul fianco destro daj Giapponesi e, dovendosi per ciò ritirare e-on gravi perdite, furono costretti a dnunciare all'offensiva. I Giapponesi attribuirono questo loro successo aH'abilità ma.novriera delle pro. prie truppe, mentre i Russi imputar,ono invece la loro sconfitta: alle notizie e segnalazioni fornite ai Giapponesi da spie ci.nesi circa le mosse. delle truppe ru.sse; all'artiglieria. giapponese che oltre ad essere numericamente superiore, aveva avuto un razionale schieramento ,dei proprii pezzi postati a largo intervallo di non meno di 30 metri tra pezzo e pezzo sicchè erasi realizzata la massa di fuoco pur evitando una Yulnernbile a,gglomerazione di pezzi; infine poi all' ottimo servizio esplicato e sfruttato dai Giapponesi per l 'osservazione dei loro colpi e quindi per la rettifica. e l'efficacia del tiro delle loro artiglierie. :m assodato che i Giapponesi alFinizio delle azìoni facevano spara,re poche batterie da posizioni lontane per costringere i russi a svelare la posizione dei propri pezzi sui quali essi agivano poi con tutte le loro batterie, a,llungando quindi poi il tiro in modo da, interdire il rifornimento delle munizioni ane batterie nemiche. I n tale battaglia le perdite dei Russi furono di 113 ufficiali e 3363 uomini di truppa; quelle dei Giapponesi di 50 ufficiali e 1163 uomini di truppa. Questo nuovo insuccesso troncava il tenta,tivo offensivo '1ei Russi consentiva a,l le tre Armate giapponesi che ormai si trovavano in Manciuria, di ~arcia,r e contro il grosso dell'esercito russo di Liaojang, mentre le truppe giapponesi che cingevano d'assedio P,ort-Arthur potevano continua.re indisturbate le loro operazioni. Ai primi di luglio si iniziò l'avanzata convergente dei -
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GU[))RftA lt U::iSO· GIAl:'l'ONES!•:
Giapponesi su Liaojang e ptecisamente : la ia ·Armata a destI;a mal'cia,va su M:on tienlin g, ed aveva avuto dal 'generale Oyarua il compito ai aggirare )a, sini. ·ha clei Russi pel' tagliare loro la l'itira ta ver1-o uord; Ja 4a Armata al centr,o puntava su Afceng; e la 2• Armata a si11isLra a,va,nzavr~ nella, pianu·r a,. L' effettuazione di tali movimenti, ai primi di ag-osto portarono le Armnte 2" e .J.• a riunirsi ad Aiceng. In questa prima fas_e cl ell'azi.o ne è cfa. 1·icorclare la battaglia di Tachiciao in cui. i R,hssi, · amm aestrati d,tne battaglie precedenti, schierHrono le loro batteri e sn ampia fronte e fecer o largo uso del tiro indiretto. Le perdite perciò _infli~t<~ ai Giapponesi furono gravi, ma i Russi, essendo nelle in tenzioni di Knropatki.ne di trattenere soltanto l'.tYversario senza fare resistenza prolungata, ripiega1·ono. -Per ciò cl.H' concc1·ne l'impiego deJl' nrtiglieria è da rilevare che ormai i R ussi, mentre comincia,ano a conoscere bene l' impiego del lorn materiale, per questa battaglia, avevm10 preparato in pre(;cdenza sulla carta tutti i dati occorrenti per bat tere i punti più importanti. del terreno antistante. Agli effe1.ti art.iglirrescùi <-:. pa rticolarmente interesr-;ante r ilevare la constafa,7,ion e. fatta, c:il'ca, Ja scarsa efficacin cl.elle granate dirompenti gia-pponesi che, pur producendo grande effetto morale per la violenr.a dello scoppio, non a.vev:-i.no viceversa il voluto effetto materiale perch0 l'esplosivo Shimose, d'i cui erano ca,r iche) ì:>roéluceva schegge ti,oppo minnte, mentre per contro i gas p1·0dotti dall'esplosione r endevano l'ada irrespirabile. In questa battaglia il consumo di munizioni f1l enorme. Una brLtteria russa in 15 ore sparò oltre !500 colpi. I ntanto mentre la 1• Armata giapponese continuava la sua avan7,ata e giungeva, a Yau-Tsu -Ling, i Russi, avuti in rinfol'zo altri tre 001·pi cl' Armata e cioè 1·aggiungenclo una forza di olt re 200.000 ·uomini, si schiera rono acl arco intorno a Liaojang ·su tre linee successi.ve di difesa mettendo in prima linea ben 3 Corpi cl'Annata e t en'enilon e al tri 3 in riserva. Riepilogando, il 20 agosto le forze russe che si trovava.n o attorno a Liao;jang erano : 172 battaglioni di fanteria, 147 .squadroni di cavall eria, e Co~acclii. 60 batterie da campagna, 8 batterie a cavallo, 8 batterie .éla montagna, l compagnia. di
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GUERRA
SCHIZZO DEL ·F'
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BA'l'TAGLL\ DI Lit\0.TAì\G
artigliel"ia d'assedio con parno, 2 batterie di mortai da campagna, 23 compagr1ie di zappatori, 1 battaglione di pontje1·i, 1 compagnia mirn:vtori, 1 battaglione di aerostieri e 1 di te,leg;r·a:fisti. Dietrq queste truppe, lungo ]a ]inea di operazioni. si trovavano altri 64 · ba,ttaglioni con ~4 batterie da cr:vm.pagl)a, pr,onti ad agire in caso di ritirata dal campo trincerato di Lia oja11g verso il nord. Le posizioni russe rafforzate da numerosi Jav-ori. campali appari.vano solidissime. Il 21 a,gosto, attraverso un terreno reso impraticabile <la continue pioggie, i Giapponesi, che disponevano di S Diyisioni, 2 brigate di cavalleria- e 2 brigate di artiglieria indipendenti, e cioè in tota.le di 96 battaglioni, 24 squadroni, 48 batterie da campagna e da, montt:vgna oltre 16 squad roni delle 2 b1·igate di cavalleria e 36 batterie delle due brigate di artiglieria indipendenti, inizia,rono l'att::i:cco. Da un caloolo approssimativo risulterebbe che le f.orz-c giapponesi di l " e 2" linea partecipa,n ti alla battagli.a fossero di 124.000 fanti, 4800 ca,vali-e ri e circa, 600 pezzi d'artiglieria. Le forze di fanteria era-no dalle due par ti pressochè eguali, rnà mentre i R ussi contavano un ma,ggi.-or quantitativo di t ruppe di cavalleria, i Giappon esi contavano un ma.ggior numero di pe-zzi d' aid,igliHi,:. Dopo quattro giorni di lotta la l " Armata giapponese agli ordini del generale Knroki costrinse l'ala sinistra. russa a ri-. tirarsi, provocando il crollo di tutta la prima linea che dovette ripiegare sulla seconda, e dopo altri dne giorni i Gia,pponesi, impegnando ]e loro Arm:;1,te 2a e 4a, attaccarono ed ebber.o ragione della seconda, linea russa. Intanto la 1a Armata continuava la sua pressione sulla sinistra russa, e se pure la tenace resistenza del g-enerale Bilderling faceva falli.re la manovra cli aggiramento tentata dai Giapponesi, questi ultimi conseguirono il loro scopo perchè il 3 settembre il generale Kuropatkine, preoccupato da questa mina,ccia, -ordinò la ritirata su Mukden, abba,n donando Liaojang ai Giapponesi. Da ambo le parti le perdite furono sanguinosissime. In questa battaglia l'impieg-o dell'a,r tiglieria e della fan- · teria che da ambo h~ parti venne fatto nel settore occidentale -101 -
GUIWRA R GS SO·GIA1?P01'Is$E
del campo in cui si svolse la lotta, fu notevole e ricco di insegnamenti. I n taJ.e settore il 1° Corpo d'armata russo occnpava, una linea di alture separa te tra loro da colli, ed è a notal'e. che tale settore era forte al centro e ad ovest, ma debole viceversa ad est perchè ivi si cli.ramavano, quasi perpendicolarmente verso sud, molte alture che consentivano a,i Giapponesi. una certf.L coper tura e favo1~jvano i loro sbalzi successivi. Lo schieramento clell'a,rtiglieria. russa venne fatto diet ro le alture del centro e della parte occidentale del settore, ment re una solà batteria era in riserva diet1'0 l'ala sinistra acl est. Le artiglierie giapponesi che agivano in questo settore appartenevano alla 2° Armata (gen. Okn) ed erano schiera te come segue: sulJe alture dietro le creste di fronte alla parte orientale del settol'e russo, le bntterie da montagna della 5° divisione, rinforzate da una parte delle artigUeri e della 4• Armata.; nella pianura, a circa, 4000 metri dnlle posizioni russe, eranvi le ba.tterie giapponesi delle divisioni 3~ e 4", maschernte dal gaolian, veg,cta,zi.one che in quella i:.tagione raggiunge circa i 3 metri ,d i altezza; dietr-0 le alture, snlla òestra giapponese, erano schierate le artiglierie pesanti giapponesi, costit uite da 4 cannoni da 15 presi ai r11ssi a Na,nsb an, da mortai ·d i bronzo da 9 cm. di vecchio modello, e da canno11i da 10,5. Il fuooo venne inizinto clai Giapponesi la sera clel 28 agosto e durò tutto il giorno 30 fino al mattino del 31. Il loro tir,o a tempo fu efficacissimo contro le artiglierie russe rapidamente individuate, ma il tiro a granata fu invece poco efficace in causa, della frantumazione troppo minuta, dei proj etti aventi la carica interna di scoppio costituita dal già citato esplosivo Shimose. L'a1·tiglieria russa, dopo un laborioso aggius~amento del tiro, potè agire efficacemente s11lle artiglierie nemiche situate sul rovescio delle alture, ma non potè individuare le batterie giapponesi nbilmente schiera te nella· pianura e sfruttanti il mascheramento naturale offerto claJ gaolian . Il tiro di alcn ni mo1'tai russi da campagna, che pare formasser,o 2 batterie costituite con materiale antiquato, fu efficacissimo con tro le trincee ed i r ipari che i Giapponesi cost ruivano ·Continuamente <.lurante la loro avanzata, ma i Giapponesi, · avendo ,scoperto che -102 -
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BA'J"l',\GLIA DI M UKDEN
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\npunto debole deHo schierament,o russo era dalla parte orien ta,l e del settore, attaccarono in tale punto con le .f,mterie delle divisioni 4" e 5", l,e quali con ostinati assalti se pure riuscirono a progredire malgrado il tiro efficacissimo delle fanterie e delle mitragliatrici russe, non realizzarono però un'avanzata veramente decisiva perchè molte trincee russe non furono occupate che dopo la ritirata. I Russi ritiratisi allora su Mukden ricevettero in rinforzo a,ltri 2 Corpi d'armata, ed il Kuropatkine decise quindi di prencler,e l'offensiva verso Liiwjang. Il suo dis-egno di manovra era: a ttaccare frontalmente l'esercito nemico c,on una massa a ca vallo della ferrovia, Mukclen-Liaojang; aggirare la destra giapponese operando con un'altra massa attraverso i monti; collegare con una riserva le due predette masse. Il compito dell'attacco frontale fu affidato al generale Bilderling : queUo dell'aggira.mento al generale S takelberg. Le truppe si mossero a,i primi di ottobre, ma il generale Oyama, venuto a conoscenza, degli intendimenti dei Russi, contrappose alla massa cl.ello Stakelberg la sua l" Armata che, agli ordini del generale Kuroki, per qua,nto numericamente inferiore, arrestò il mo,,imento cl.ei Russi, mentre nelle giornate dal 10 al 12 ottobre le altre cl.ue A.rmate giapponesi, 2" e 4,": contrattaccarono le truppe del Bilderling respingendole. Il Kuropatkine, di fronte al completo fallimento del suo disegno, il 13 ottobre ordinò la riti.rata delle truppe russe verso il :fiume Sciaò, ma il loro moviment-0 non fu facile perchè i giapponesi incaharono ed ·atta,ecarono ripetutamente i Russi a, sud del fì.ume costringencloli a retrocedere, fino a che il 18 ottobre i due eserciti avversari si fermarono sulle due sponde mantenendosi a, conta,tto fra loro. Mentre si sv,olgevano questi a,vvenimenti, la 3· Armata giapponese forte di circa 100.000 uomini, agli ordini del generale Nogi, mett eva, l'assedio a P·oJ;'t-Arthur presidiato e difeso da 50.000 R ussi comandati dal generale Stoessel. L'impresa non era davvero facile per i Giapponesi, perchè la piazzaforte era protetta da una cintura di forti permanenti disposti. sulle alture contornan ti la baia lungo una linea clifensiva di circa 20 km., linea rafforzata da 300 pezzi di piceo-
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l.l U ElllU RU SSO·GJ.-\PPON!i:f;I·:
lo cali bro e da 150 pezzi di medio e g1·osso calibro ai quali e1·ano stati aggiunti ci.rea 100 pezzi di marina sbarcati dalle navi russe.
.l!' ig. 37 - Muggior e d'Artiglieria Pompeo Grillo. (da una fotograrta eseguita. ad Osaka nel 1885, avuta. dalla famiglia).
Il generale Nogi, oltre alle artiglierie campali della 3a Armata, disponeva di un parco d'asse.dio costituito da obici e da, morta.i cli medio e grosso çalibro, fra i quali fì.guravano gli
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I
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ASSEDIO DI l'ORT· AH'.l'HUR
\ obici. da 280 italiani , \
fni-i ad Osaka dall'allora maggiore dell'art.~glieria it~liana P.ompeo Grillo (1). 1i generale N ogi tBntò inizialmente cli impadr·o nirsi della pia½?,H. n viva ~orzn., ma i suoi tentativi. essend·o falli.ti. ,e gli do-
(J)· Se ·pure nel J)rÒsiegu,o cli questa Storia si clovrà a11c~ra e 1·ipetutamente parlare della persona doll'opera di Pompeo Grìllo, pÒichè si accenna qui a;ira·z1~i1e cl.a ,lui svçilta .in Giar>vone, riesce doveroso di accennare a qurmto ègli, fece èoià à conferma del valore degli artiglieri italiani. ,. ·: · Pompeo Grillo;.· nato .a Pinerolo nel l84S, ~upern.ti i corsi clell'Acca.demia militare e delia Scuofa d'applìcazione fu pr·omosso tenente d'artiglìeria e nel1!Arma percorse tutta lt!, sua carriera. Prese parte ;tlle campagne del- 66. e del 70 conseguendo ricompense a1 valor militare, allora clisti\b~ite con molta parsiruonia. Alternò costantemente gli studi artigUereschi col governo delle truppe alle quali rimase costantemente vicino ed nlfezionato. Ufficiale ardito, colto e brillante, uel 1886 col grado cli maggiore lasciava l'Italia per una lunga missione al Giappone colà inviato ver la. riforma clell'ar.senale militar e cli Osaka e per intraprendere la riproduzione del nostro materia.le cl'artiglicria da montagna, cla campagna, d'assedio e da costa : Pompeo Grillo portava così nell'estremo Oriente la scienza. artiglieresca d'Italia ch(i, si deve altarnente affermare e non sarà mai abbastanza r ipetuto, era in quel momento giudicata la prima del mondo per le gloriose tradizioni Jaseiate clal Cavalli, (lal Saint Robert e da altri sommi artiglieri, e per il lustro che le derivava dall'annoverare in quell'epoca fra le sue ·file F rancesco Siacci, il creatore della scienza balistica. A provare come ·l'opera cli Pompeo Grillo sia stata giudicata e in Giappone e in Italìa e quale iruportanza abbia avuto la missione da lui compiuta nell'interesse clel nostro Paese, è opportuno ricordare che il ministro della guerra giapponese, conte Oyama, così scriveva al Grillo : « . .. ... Vous laissez ici des amis ficlèles et dévoués et avec In conscience que votre oeuvre, qui reste lei, est un mònument élevé aussi à l'honneur dè l'Armée cl'Italie, et qui cimente nos sentiments envers votre Patrie.>>; mentre d'altra parte S. E. l'artigliere, soldato e generale Alfredo Dallolio così scriveva alla famiglia nel gioino della morte (li Pompeo Grillo: « . . . . . . la morte clel generale Grillo è un _lutto per l' Art.iglieria italiana, alla quale egli diede sempre tutte le sue energie, tutte le sue attività, tutta la sua larga e geniale intelligenza, e diede al Paese tutto il suo amoi,e. Io comprendo e sento tutto il loro cordoglio hanno veramente ragione di piangere - , ma debbono avere l'orgoglio del loro dolore». Anche durante la grande guena Pompeo Grillo fu in ogni istante pronto a rispondere 4d ogni .J!J)pello, è la sua grande coltura tecnica era continuamente messa alla provÙ, percliè tecnico frà i te·c nici dell'Artiglieria, godeva cli tu tti la più fondata ficluda e la più affettuosa e devota simpatia cli stima. Questo fu Pompeo Grillo, soldato Pd utliciale, a.rtigliere completo.
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F ig. 38 - Le nl'tiglierie t ipo italiano costruite sotto la direzione del Maggiore Pompeo Grillo all'Arsenale dl Osaka (Giappone).
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LA CADU TA DI POR'l'-AH'l'HUR
vette risolversi a.U'assedio regolare a base di lavori di zappa e di mina porta,ndo le trincee d'attacco fin sotto i fortL Dopo violenti bombardamenti e fragorose esplosioni di potenti mine, seguiti da immediati vigorosi attacchi di fanteria, i Giapponesi riuscirono. a mettere piede in due forti clella linea difensiva, da,i quali riusciva loro di poter battere di r·ovescio gli altri forti della cintura, nonchè la flotta a,n corata nella baiaDa, ambo le pa,r ti le perdite furono gravissime: si ca,lcola che l'assedio e la presa cli Port-Arthur costarono 40.000 uomjni ai Giapponesi e 24,-000 ai Russi, ossia circa la- metà delle for r,e combattenti che vi parteciparono. Il 1° gennaio 1905 il generale Stoeissel si arrese ed in conseguenza cadevano nelle mani dei Gia,pponesi 12 genera.li, 5 arrnuiragli, 22.000 uomfoi di truppa e 5.000 marinai Russi. Nella strenua difesa della pia,zza di Port-Arthur, i Russi impiegar·ono mezzi e materia,l i modernissimi : reticolati. di .6Jo di forro che, se pure per scarsità di materiale avevano appena una pr,o fondità di 2 metri, non potevano però ,essere sconvolti dall'artiglieria giapponese, mentre poi i reticolati stessi si facevano tal voltfL percorrere da corrente elettrica; proiettori potentissimi; razzi illuminanti eçc .. I Giapponesi a loro v,o lta per stronca,r e i fili dei reticolati ricorsero i:L grosse cesoie, ed anch,e a canne di bambù che, ripiene di potente esplosivo e po1·tate audacemente fin sotto i reticolati, scoppiavano <~ riuscivano così a, schianta,rli ed a farli saltare in aria. Spesso poi truppe giapponesi protette da ampi scudi avanz~wono in pieno giorno sotto n tiro d<~lla fucUe Tia russa giungendo fino ai retieoJati per ta,gliarli. Non si. può dire che la piazza di Port-Arthur fosse altrettanto modernamente attrezzata per quanto concerne le artiglierie e le loro sistemazioni : i pezzi, i:;ituati in cresta, e quindi privi di ,ogni de:f.ìlamento, erano facilmente battuti cla quelli avversa.rii, che, pur essendo relativamente scarsi e poco potenti avevano buon gioco su di esse. La caduta .d i Port-Arthur non· segnò pertanto la fine della guerra perchè, mentre per i Giapponesi si rendeva disponibile la 3"' Armata, cui si aggiungeva poco dopo la, 5" forte di dne
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G1; n:1rnA RU SSO·GIAPPO)IESE
Divisioni agli ordini del generale Cavamnra, i R ui:;si ricevevano in rinf<)l'½O altri 2 Corpi d'a,rmata. Ali.a :fiue di febbraio la sit uazione dei bel1igeranti el'a ln, seguente : i Russi avevano complessivamente ci.rea 300.000 uo~ mini e 1.200 pezzi costituenti 3 Armate, delle qua li: la l " a . sinistra lungo i monti; la 3' al centro lungo lo Sciaò; la . 2.. a destl.'a i~ cavallo del fiume Ungò nella pi.auura.; mentre la riser va, ed il Quartier Generale erano a Mukden. I Giappone,si avevano cinque Armate e cioè : due all'ala clesf.rn.: dne all 'ala, ~in istra. ed una al centro . Le loro t ruppe erano schiei-ate ad arco su una fronte cli circa 80 km. e contavano in totale cirra, 320.000 uomini e 980 pez.zi. In qt1este condizion i si a ccese lf.l, gl'nnde battag-lia di M:ukden , in cui il generale Oyama, dopo aver minacciata l'ala sillistra, russa, attaccò a fondo la destra. Il Kul.'opatkine cbe a sna volta i:;i proponeva di aggirare la sini stra giapponese fu p1·evenuto dal nemico perchè dovend o parare l'aggiramento minacciato sulla sua sinistra dalle Armate nemiche 5" e l" fu <'O· st1·etto ad indebolire il centro del proprio schieramento che a sLm volta fu quindi attaccato dalle Armate gi apponesi 4" e 3•. La .3• Armftta gia,pponesc, passato l'Ifongò, si inoltrò su Mukcleu prefiggendosi di aggira.re la destra r ussa, ma per quanto in prosieguo di tempo la sinistra della, predetta 3· Arma,ta giapponese f.osse prolungata dalla 2• Armata , per i.l saggio impiego della propria. riserva fatta dal Kuropatkine, il pl'·Ogettato aggira.mento non le riuscì. Complessivamente pt>rò la situazione si faceva, ormai dispc1·ata per i Russi., tant o che il 7 marzo il Kuropatki11e ordinò la ritirata delle truppe russe dietro lo Hungò e successivamente su Karbin 1 sfuggendo per tal modo all'aggiramento ma lasciando ai Giapponesi libero il passo su Mukden ove entrarono il 10 marzo. In tale ultima azione i Russi avevano perduto 60.000 nomini e avevano lascia to 30.000 prigionieri in mano al nemico, mentre i Giapponesi H,veva,no perduto 40.000 uomini. Anche in questa battaglia l'azione dell'arti glieria fu molto importante e taJe da fornire preziosi ins~gnamenti per l'avvenire .
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]}; degno anzitutto di es!'ìere rico1·dato qua n lo il generale Okn prescl"iveva in l"iguanlo c.lell' m· tiglietia nella no tevole isti·nzione da lui dira,mata all,~ vigilia òcll:1 battaglia di Mukden. Egli", oUre ad esaltare i l'tl,i tori morali e ad illsistere sulla, necP~r-:i t.\ della_.dist.t·uzion r dell'esercito nemico così si esprimeva : « Il fnoco dell'artiglie1·in è na tnralmentc il migliore 111.czz.o per ]'.)l'eparare l'attacco. Ma a11chn in caso di bom bn,r clrrnwnto con · grossi ca nnoni, l'atto isolato c'lcl mnnclare proic,tti sulle li11ee nemiche è compllratframentc inutile se non si nLilizza il bombarda,mento con l'azione della fante1·ia. La fa,nte1·fa. deve twa,:nza,1.'e ; n,cm importa se 1ft sua a.vanza,ta è lenta. Se l'ava1l½ata della fantèria è impossibile, l'artiglierirL cleve attendere il momento in cui cessi ques1o stato cli cose. avanzn,tn, e hombal'flament·o clebhono essere iJ1 annoni.H )) . Dopo la battag~ia tli }1ukclen Yi fu una sosta nelle ope1·azioni. ll K111·opa,tkinc, SO:$titnito nel comando snprcmo èlel1e forze russe clal gen<~l'ale Linievitc, con nobile gesto di solcla,to, chiese ed otlenne di d .manere in sott'orcline a l eomnndo della 1• Annata. Il 27 maggi.o 1900. mentre stavano per essere riprese le oper11,zioni guenPsche, dopo lungo e truNaglfoto viagg'io gi.ungf~va in estre,mo oriente la, flotta rnssa clel Baltico composbt dj 8 corazzate, 9 inerociatod cor nzzaU, 5 incrociatori leggeri e altre nn.vi. minori. Em su questa flo1ta che in Russia i:-i fond avano le più ficlnci·osc speranze per nnn, rivincita ! Ma purtroppo fì.. ducia, ~pernnze e Yoti andnrono delusi perchè allo stretto di 'l'suscina-, tale flotta russa fn attacca ta e quasi completamente distrutta cla]Ja. flotla giapponese . I ntanto . gli Stati Uniti cl' America, prendevano l'iniziati.va di fa-r in bwolare trattative cli pace. Il 1° settembre 1905 fu concl11so un nru1'istìzio, ed il 5 dello stesso mese a P ,ortsmouth fu fil'mata la pn.ce alle seguenti condizioni: riconoscimento clei diritti del Giappone snlla Corea; sgombero delJa Manciuria da p:n·te dei l>ellig-eranti; cessi.on e a l Giappone della. ferrovia T1·asmin1cese, cl<:l Liao-'fung, cli r o1·t-Arthnr e clclln parte meridionale dell'iRola di Salrnline.
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GUJ; RRA RUSSO-GIAPPONIDSID
Esami.nando il piano e lo svolgimento delle operazioni nella guerra russo-giapponese si osserva che i Giapponesi hanno costantemente seguito il sistema, di :fissa.r e il nemic-0 frontalmente col ma,g gior nudeo delle forze, e di aggira.do su di un·ala col nucleo minore. È questo un meto:do che ricorda quello napoleonico. ·ma da esso differisce, in quanto Napoleone irnpegnn,v a l'avversa.rio frontalmente ool nucleo minore ed effettuava l'avvolgimento d:ala ·col grosso delle forze. È da rilevare che nella maggi.or parte dei ca~i, le manovre aggiranti dei Giapponesi sono riusc:ite essenzialmente perchè i Russi : già anche prima che la lotta venisse ingaggiata intendevano cli non dover accettare bn.ttaglia,, P er quanto a-1 principio di quest.o nostro secolo i materiali d'artiglieria non si possano anc~m1 dire perfetti - in quanto i Giapponesi a.vevano ancora ca,nnoni sn affusto rigido, i Rnssi era.no soltanto parr.ialmenic dotati di materiale a deformazione non troppo perfezionato, ecl entrambi poi i bellig~ranti disponevano cli materia.)i a11tìq11c1,ti e pnciò pesanti e poco mobili -, si riscontrano già, in queRta guerra, sia pur tal volta soltanto i.n embrione, pa,r ecchi crH.èri di impiego che verranno poi seguiti nelJa grande guerra europea. Un'Istruzione apparsa, in rnappone amante la guerra russo-giapponese, :fissn,v a c:,ome segue i oompiti clell' Artiglieria. : « l'artfglieria dedica in primo tempo la maggior parte dei suoi mezzi alla, controbatt~ria; ottenuto un notevole risultato sull'artiglieria nemica, dedica il grosso dei suoi mezzi all'obbiettiyo di aLtacc-0, svol~endo la preparazione mentre il rimanente delle batteri.e continua a battere l'artiglieria nemica ; al momento dell'attacco la, fanteria e l'a,rtigli.eri.a debbono regolare reciprocamente la loro azione: 111 momento dell'assalto l'a l' tig-lieria cessa di battere l'obbiettivo della fanteria e allunga il tiro, oppure riprende il fuoco contro l'artiglieria avversaria. fortificazione campale a,s surse a grande importanza e fu essa che permise ai Russi di guadagnare tempo in attesa dei L:.L
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CONSlDEllAZIONI D'ARTIGLIERIA
rinforzi. Ne consep;uì la,. necessità di impiegare potenti mezzi di offesa, ed · infatti i Giapponesi portarono in campo artiglierie campali a tiro curvo nonchè artiglierie pesanti. Si venne così a, creare una spedalità, di .Lotta in cui lo shrapnel perdeva molto della sua ·efficacia, e l'impiego che in molte battaglie i R1;1ssi ne fecero da. posizim1i scoperte, portò ben presto al sopru:vvento della arti!]:li<:ria gia,pponese che, stando a1 coperto, sparava a grana.fa con ottimi risulta.ti, per quan~o il pr.oietto fosse cli costituzione ìmperfetta e poco efficace nei suoi effetti a causa delFesplnsivo di scoppio. Questa, gnerra mise in rilievo l'importanza del mascheramento delle posir.ioni d'artiglieria e le benefiche sue conseguenze: c,ome fu d•~tto, nella battaglia di :Mukden gli osservatori 1·ussi non riu::,cirono ad individuare le batterie avversarie schie- , rate nella pianura tra iì gaolian, le quali quindi poterono in disturbate continuare il til·o agginstandolo nel miglior modo. Fu poi inoltre nornto che la, fortificazione ca.mpale così come è indispensabile a chi ~i difende, serve altrettanto bene all'attaccante fa.cilitanclogli l'avvicinamento, l'organizzazione delle basi di partenzf.L fH:'1' l'a.ttacco e gli sbocchi offensivi. Da questa guerra russo-giapponese em erse anche che, per un complesso di ragio:ni.,e di cause conc,omitanti i fronti di battaglia tendono ad estPnclersi ,e ad a.vere più linee fortificate. Ma, questa maggior estensione e tale molteplicità, di linee fortificate non debbono impedfre ad un comando ben organizzato di tenere alla mano le unità dipendenti, di seguire e poter condurre le operazioni. Mnkden costituisce una prova, di questo principio perchè, su una fronte di quasi 100 chilometri, i due comandi avversari focero sentir·c fa loro azionf~ anche durante il corso delhL battaglia. Tn:fine, e sopratutto, la guerra r usso-giapponese dimostrò che la decisione del1e operazioni è data dallo .spirito offensivo, che consenu, cli snpel'a.re anche quelle difficoltà che a prima vista appaiono insormontabHi.,
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1 TO - 1914:
La g uerra balcan ica del 19 1 2 - P recedenti e c ause - Forze contrappos te - Disegni di ope razione - Le ope raz i.oni: Kirk ilisse ; Loie Burg as; Ciatalgia - L'a rmistiz io e la ripres a delle operazioni - L a pace - I dissidi fra i vinc itori e la coaliz ione cont ro la Bulgaria - Cons ideraz ioni.
11 trattato di B,~!'lino del JS7,. aveva lasciato alla. Turcbi,L : l:.L Maced,oni.a, l' AJ b;.UJ ia e la •.rracia ; av(~vn. concesso all' A u-
stria l'aulod zzazi one aù. occupare ed amministr are la Bosnia 1?rzegovjJ1a; .a,veva l'iconoscinto l'indipcnclem~a della Romani.a, della Serbia e r]el M,m tenegyo ed aveva iùfìn e costituito il Principato p,utonomo di Hnlgada._ Tra la Bulgaria e la Serbia ~orsel'o ben presto dei dissidi pe1· Ja co~unc aspirazione a.a. occupare la Macedonia sulla quale la Bulgaria, accampava ù iJ·itt i. essencl o questa r egione popolata quasi interàmente da Bulgari, mentre i Serbi a loro volta voleYano im11n1lronirsi cfolJa ì\Ta('.cdonia on de costituirvi uno sbocco sul mare Rgeo. Già nel 1885 i Serbi cd i B ulga,r i erano perciò venuti n conflitlo e poichè a questi ultimi arrise la sorte cl.ellt> armi, ,essi {lCCup~trono la Rumelia ingrand'endo cosi notcYolmentc il loro t~nitorio. }\fa gli Stati bakanir.i non eran o tran quilli, e nel 1897 scoppiò nna guerra tl'a le 'r urcbi a e la. Grecia che aspirava a.a annettersi l'Epir0, ln. 'l'essn.glia e la Ma<.:cdonia per ricostruire così l' antica JHagna G1·ccin. La T urchi a nscl vittoriosa cl a qnest,o confii Lto e, im b.a ldanzita dal successo, accentuò ]e sue persecuzioni coritro i popolì cristiani sogget ti al suo clominio e in particolare contro qncJli clclla l\facedonia., ove il « l?nirtito dei Gi.ovani T urclJi )) da. poco salito nl potere commjsc ogni sorta di angherie. Serbi, ì\fonteneg-rini, Greci e Bulga,ri, indi gnati da questo contegno dei Turchi. e spinti da (;Omu ni interessi concertarono un'azione comune contro la 'l'ul'chia e nel 1912, approfittando del fatto che questa era indebolita dalla guerra ch e cont ro rrta,lia doveva sostenere in Africa, cominciarono ad armarsi nella p1·obabile eventual ità di un confli tto . P er tali preparr1,t1vi -- 112 -
FORZE 11-fONTENEGRINE E SERBE
militari la Turchia protestò, ma la Bulgaria rispose chiedendo a :sua v,o lta delle garanzie che la Turchia naturalmente non diede . l'lLottobre 1912 il Montenegr-0 dichiarava la guerra alla Turchia e subito dopo si univano ad esso gli altri tre stati : Serbia, Grecia e Bulgaria,. Il Montenegro metteva in campo i seguenti gruppi di armati a.gli --o rdini di Re Nicola: gruppo del. nord di 10.000 U:0min:1, verso il Sangiaccato cli Novi Bazar; gruppo del (!-entro cli. 13.000 uomini a Pod-g-0riza; gruppo del sud di 11.000 uomini acl Antivari : ìn t,otale· 34.000 uomini a.gli o~·dini del vecchio Re -assistito dal P rincipe Mirko qualè Capo di Stato maggiorn. 'L'artiglieria comprendeva. un campionario di materiali, in prevalenza italiani e russi in buona, parte cli mocfolli antiquati, ·mentre l'addestramento del personale era mediocre. Le forze serbe comprencl,evano : 1~ Armata cli 5 divisioni con 100.000 uomini nella, z.ona di Vrania; 2"' Armata di 1 divisione 'Con 20.000 nomini a. Kostendil: 3" Armata cli 3 divisioni con ·"50.000 uomini pr-esso Nish; 4" Armata di 1 divisione con 20.000 uomini lungo la fronti era del Sa,ngiacca,to- di Novi Baza,r : in totale · 190.000 uomini agli ordini di Re Pietro. L'artiglieria -serba. era l'a,rma. di speciali tradizi,oni e ad essa appartenevano i migliori lrllìd.ali; i reggimenti di artiglieria da campagna ~rano su 3 gi·uppi di 3 batterie, ciascuna delle quali contava R ufficiali, 70 uomini, 60 cavalli, 4 pezzi. Numero 47 batterie da -campagna erano costituite con materiale tipo Schnei.der modernissiJùo da 75 mod. 1!)07. Il Minif-ltero serbo aveva in passa,to u,cquistato _dalla casa Orensot 4-0 batte1:ie mod. 1909, ma, una -parte di tale materiale, e cfoè 13 batterie, furono fermate dai Turchi a, Salonicco prima, dello s0oppiÒ della guerra,. Il regp:i · mento cli artiglieria pes::i.nte di Nish av-e va jn d-otazfone : 21 ·o bici Schneid.er da 120 mod. 97 ad affusto rigido mod. 1897: 1. batteria c}i mortai cla 150 Schneicler mod. 1897 ed una quindi-cir:ia di cannoni da 120 . L . francesi. La Serbia per preceder!ti -ordinazioni fatte in Francia attenclcva la consegna di 5 batterie. di obici a tiro rapido mocl. 909 da 120 mm. e 2 batterie dì obici a tiro rapido cla 150 mm .. Furono questi i mate; iaJi che la Serbia ii:nprestò poi ai Bulgari per l'a;sseclio di Adi·ia,nopoli. L'artiglieria, serta era bene addestrata al tiro in·- 113 -
GUERRA BALCANICA
diretto èhe costituiva per essa la. regola, mentre il tiro a pun-. tamento diretto era l'eccezione; e cioè precisamente il contrario di quanto si praticaNa nell'esercito turco . In relazione al terreno molto accidentato l'~rtiglieria da montagna ser.b a er-a molto scarsa perchè non conta va. che 9 batterie a tìro rapido Sclmeider-Oreusot da 70 mm.. Eravi ane:ora l. reggimento d'artiglieria da fortezza formato su 8 compa,gnie, mentre poi la Serbi.a aveva anche disponibili 64 p e:7,7,j i>e Bange da, campagna da cm. 9 mod . 1885, coi quali furono costituHe. delle batter~e , da posizione pia.zzate lungo il confine; e 54 pezzi da montagna pure De Bange da cm. 8 che in parte vennero utilizzate per formare .nuove batterie. Le forze bulga,re comprendevano : P Armata di 3 divisioni con 70.000 uomini tra Nova Zag,ora e ,Tam.boli;· 2" Armata di 3 divisioni con 75.000 uomini tra .Oiaskova e 'ri.rnov; 3"' !~rmata, di 2 .d ivisioni con 50.000 .uomini. tra ,Tamboli e Burgas; 2.. divisione con 25.000 uomini a Stanimaka ; 7• divisione con -25.000 uomini a, Kustendil: in totale 250.000 uomini. agli. ordini dì Re Ferdinando . L'artiglieria, çla, campagna era ordinata in reggimenti di 3 gruppi su .2 batt erie cd i reggi.i11 enti di artiglieri.a da montagna. avevano 2 gruppi su 2 batterie. Il materiale da campagna era lo Schneider-Canet a tiro r apido del · calibro 75 mm . mod. 1904 scuclato, con affusto a deformazione~ materiale complessivament e meno buono del materi.a.le serbo; i pezzi da montagna er8-!nO del ti.po Krupp mocl. 1904 e ciel .tipo Schne.i der mocl. 1907, entrambi del calibro di 75 mm.; l' artiglieria pesn,nt<~ campaJe era dotata cli obici SehneiclerCanet da 120 mm. · mod. 1909 a tiro rapido; l 'artiglieria da fortezza era arrùa ta di bocche chi, fno co cli vari,ò tipo cln, 120 a 150 mni. .. La scarsa clispò11ibilità di mezzi.. fin anzi~ri aveva limitato l'acquisto di artig-lierie moderne per parte della Bulgal'ia alla quaile si imponevni q,ni mli cli sfruttare anche il vecchio materiale posseduto, mentre la Serbia ·e la Grecia in_confrouto della, Bulgaria, avevano un a mil1Me qui!,ntità relativa di . artii?;lierie ma però quasi t-µtte cli tipo moderno. All'atto della mobilitazione l'artiglieria cla campagna bulgara potè triplicare il numero dei pezzi : ciascun gruppo permanente formò una ter,za batteria ed in-01.tre ogni deposito di reggimento dà cnmpa-: -114 -
FOH½E l3ULG.-\l!f-: E GRECHE
gna costttui un nuovo reggimento su 2 gruppi di 3 ba;tterie ciascuna su 6 pezzi., armate col vecchio materiale Krupp . da, 87 mm. in acciai.o, ad affusbo rigido mod . 1873 .con gittata di ·4700 metri. In definitiva ogni Divisione mobilitata ebbe in assegnazione 36 pezzi da campagna ii. tiro t·apido e. 36 pezzi ·R;rupp antiquati. L'artiglieria da campagna bulgara era numerosa .: 23 batterie moderne e 9 antiqua,t e (56 pezzi da montagna Krupp mòd. 904 a tiro rapirlo, 18 pezzi da montagna. Schneider rigidi mod. 1897, 3fl pezzi. cla monta.gna Schrn~ider a tiro rapido, e-c1 inoltre 36 pezzi anti.quati Krupp mod. 1886 e mod. 1891) . Tutti i pezzi erano d~l ca.libro 75 mm .. Le 3 batterie-quadro di obici campali si trasformai·on o in gruppi ternari; l'artiglieria ~'a,ssedio formò 2 raggrnppamenti. L<:~ forze g:r-eche compnmdeva!}o : .1 gruppo di Armate, detto della 'l'essaglia,, ngli ordini del principe Costantirn>, forte di 7 divisiòni <>on 86.000 uomini nella regione di" Larissa; 1 Ar mata detta, deµ'Epiro, agli ordini del generale Sapundaski con 14.00D uomini nella regione di Arta : e cioè in totale 110.000 uomini. Per quant-0 concerne l'artiglieria greca, al momento della, dichiarazione di guerra. la casa Sclmeicler-Canet non aveva ancora consegnato tutto il materiale oomrnesso per armare 36 batterie da campagna: erano cioè pronte circa 28 batte1·ie da campagna e 10 batterie da montagna. L'artig].ieda da campagna aveva il cannone .S chneider da 75 mm. mod . 907, scu dato, a · til~o rapido; l'artiglieria da montagna em dotata di pez7,i [li tiro rapiclo Schneider-Dang'lis cl.a 75 1nm., un . pò pesanti, ma di. discreta .potenza ché lanciavano gli stessi proietti dell'artigli:eria da campagna il che rappresentava una notevole semplincazforn~ p<~r il rnunizionamento. Il fp·uppo · pesante aveva 1nateriale Krupp cli tipo antiquato. . Tii·ando le somme gli Alleat i contavano oomplessivamente ùen 584.000 J/omini, mentre tutt<~ le loro artiglierie ammontavano ii1 totale a circa 1500 pezzi. A queste forr,e i Turcbi contrapp,one,;ano 400.000 uomini agli ordini di Nazin Pascià ripartiti come segue: 1 gruppo occideùtale agli ordini di Alì' RiZ?;a P ascià, comprendente 01 ° tre 200.000 ùomini dfrisi tra : l'Armata" del Vardar di 3 Cor-
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GUERRA BAL.CANLCA
. pi d'armata con 116.000 uomini; l' .Arma,ta di Tessagiia con 30.000 uomini; l'Armata dell'Epiro, dislocata pr·esso Giannina con 25.000 uomini; l'Armata della Struma, in Macedonia, nella zona di Strumiza, con 30.QOO uomini; e le truppe irregolari del Sangiaccato di Novi Bazar con 24.000 uomini, . 1 gruppo orientale agli ordini di Abdulla,h Pascià, comprendente 173.000 uomini divisi tra: l' Arma.ta dell'Arda con 13.000 .uomini destinati a proteggere le C·omunicazioni; il preRidi.o di Adrianopoli con 60.000 uomini;· l'Armata della Traci.a, costituita su 4 Corpi d'armàta e forte di 100.000 uomini. Ogni Divisione aveva 1 reggimento di artiglieri.a da campagna su 2 oppme 3 gruppi di 3 batterie. I 27 reggimenti della P ,e 2• Ispezione avevano ·il cam1one Krupp ~1. tiro rapido. calibro mm. 75, scùdato con gittata di 5600 ~netri. Gli altri reggimenti avevano anc·o ra in dotazione ·il vecchio materiale Krupp ad affusto rigjdo, in acciaio, calibro · 87 mm . con · gitta.ta di 4.200 metri. Pe.r l'artiglieria da montagna t.nrea er.R prevista la formaziom~ di 22 gruppi autonomi dei quali 6 per Ja, Macedonia: per essa i veceht cannoni Krupp da 69 mm. ad a,ffusto rigido mod . .1873. si stavano sostituendo 00n ·nuovi pezzi Krupp da 75 mm., a <leformazione, mod. 1905. I gruppi sta,nziati in Europa ~;,r.evano già quest'ultimo nuovo materin,le ed erano su 2 batterie; quelli ·s tanzfati in Asfa avevano 3 batterie armate con materiale anti.<wato. L'artiglferia pesa,nte campa,l e comprende,~a 72 obici Krupp: antiquati, mod. 1892, calibro 120 mm . : 5 gruppi erano in Europa .ed 1 in Asia; erano inoltre disponibili 18 cannoni Krupp da 105 mm. mod . 1905 e 18 obici Krl~pp da 150 · mm. mod. 1905, assegnati ad Adrianopoli. L'artiglieria .d a for tezza era ordinata su 13 reggimenti: 2 per le forti:fi.caztoni del Bosforo, 3 per le dif.ese dei Da,rdanelli, 5 per la piazza di Adrianopoli, -1 a Gia.nnina, 1 a Sèutari ed 1 ad Erzerum. Le forze turche erano numericamente inferiori a quelle degli attaccanti, ma atteso che gli avversari non avevano un unico e ben prestabilito. piano di operazfoni, e ciascuno de~di alleati mirava ad obbiettivi . rispondenti alle ·sue particolari . aspirazioni, si offriva al comand~ turco la possibilità di ma-
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DIS!W1'I DI OPm:AZIO"E
·novrare per linee interne. In conseguenza i Turchi intendevano di rimanere inizia.lmente sulla cUfensiva :fintanto che gfongess~ro i rinforzi dall'Asia, per. poi· agir e in forze separata'mente c,ontro la Grecia, contro i Serbi ed. infirn~ contro i Bul, gari muovendo contro questi ulti1111 da.I fronte .AdrianopoliKirkilisse. Gli a.Ueati non aveva.no fra di loro che dei semplici l:).ccordi. I Bulgari ai quali spettava lo ~forzo principale intendevano di fare una dimostrazione sopra A.drianopoli e poi agire· contro l'Armata turca della- Traeia. Inoltre, a favorire l'oècupazione della ·Macedonia, la 7" Divisione bulgara di Kustei1dil avrebbe concorso alla conquista di Salonicco, e la 2" Divisione di .Stanimaca avrebbe agito contro l'Armata turca dell'Arda. I Montenegrini si propon_e,,a110 di agire con una ma-ssa verso il San giaccato, e con le altre due verso Scutari. I Serbi intendevano di operare c,ol grosso delle 101·0 forze contro l' Armata del Va;rdar verso Salonicco, mentr e la 1-0ro 4" Arma.ta doveva dirigersi verso i porti turchi dell'Adriatico, attrf:werso il · Sangiaccato. I Greci intendevano di occupare l'Epiro con l'Armata, -dell'Epiro e puntare su Salonicco con l'Armata di Tessaglia. Iniziate le ostilità, mentre i Montenegrini penetravano rn~l Sangiaccato col loro gruppo del nor-cl unenclosi così ai Serbi che già 1o occupavano con la loro 4a Armata,, la 2a Armata Bulgara impegna,va, le forze turche del presidio di Adrianopoli., e le Armate bulgare l" e 3a puntavano su Kirldliss,e attraverso i Balcani venendo il 22 ottobre a dura battag'lia coi Turchi che s0onfitti furono eostretti a ritirarsi.su Lole Burgas. In questa battaglia caddero 7.000 Blilgari e 10.000 Turchi, e però se pure questi ultimi perdettero nella lotta, immensi ma,teriali di artiglieria, ·essi non avevan,o impegnato nel combattimento che una parte dei lo.ro mezzi, ed anzi. a,i primi colpi di cf.lnnone una parte delle truppe turche si era ordinatamente r itirBta. I lunghi turni di abbandono in cui in Turchia .era sfato lasciato l'esercito, l'imperfetto funzionamento dei servizi logistici e talune deficienze nella, formazione d'ei quadri e .nell'a,ddestramento de.Ile truppe avevano fatto rapidamente decadere le belle virtù del soldato turco!
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Intanto i gruppi mont;enegrini clel centro e del sud convergevano su Scutari e vi ponevano l'assedio, e le Arma,te serbe 1a e 2.. si scontravano con i Turchi a Kurnanovo batte~doli e costringendoli a ritirarsi in direzione di Monastir . Dopo que$1:a batt:agli.a, i Serbi inviavano in Tracia la za Armata ed 1 Divisione della in per appoggiare i Bulgari che il 2 novembre battevano per la seconda volta il nemico a Lole Burgas, nonc hè per impedire ai Turchi di spostare clell<~ forze nella, va.ne ~VM~-
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Nella ba,ttaglia di' Lole Burgas la fanteria bulgara fu ·ammirevole; viceversa l'azione dell'aJ:tigli.eria i10n fu all'alterna del suo coiupito sovratutto perchè ostacolata dal terreno fan g,·oso e costretta. a piazzarsi allo scoperto, non · prestò sempre alle fanterie quell'a,ppoggio che sarebbe stato indispensabile: fu cosi che la _sem del 17 ottobre, delle 48 batt erie del centro e dell'ala destra, 2 sole a,vevanù superato il Karaga,c e sparava.no dalle vicinanze della stazione di. Lole Ilnrg·as, mentre i'<0Ì· . tanto durant~ una fase .d ella battagJia 2 vecchi.e batterie dn. montagna av(~vano efficacemente accompngnato i fanti della <!" clhrisione oltr.e il :fium(~. Dice il Gfo.nni Baj-Macario nella sua Onera « Bakrini t912-13 >> : « La lU Armata ha consumato 40.038 proietti (in medfr1 160 colpi per pe1,zo). la I Armata 9.457 colpi (in me<lia qua.s i 8G colpi per pe½½O}. In media i pez1.i da campag·na a tiro t·apido ha,nno lanciato un: numerp di colpi qnattr,o volte supe1'iore ai pezzi antiquati, dimostrazione eloquente che la qualità del materiale prevale decisamente sulla quantità. Le veccli'le batterie Krupp portate in campo dai Bulgm;i sparavano a polvere nera1 lancia.vano proietti cli mediocre poten½a., hanno assorbito quadl'i, rnigliaia, di uomini e di quadrupedi, consuma to cataste di foraggi, com.plicato i rifornimeliti: appesantito le colonne, se111.a dare nn aclegnato r,e ndimento tattico. DiRtrilmendo più razionalmerite le batterie da ca!rn.pagna , e da monta~na in relazi one al tencno dove erano destina.te ad operare ìe sinp;ole nniiù,. clo~anclo le assegnazioni secondo l'importanza del (_:ompi.to, il Comancl:o avrebbe potuto accrescer(i la dota1:ione di n,rfiglieri.a · da campagna, moderna. della l"' e cle1Ja 3a Armafo e lasciare ·in paese la, ferragJia ingom brnnte ». -- 118 --
LE OPERAZIONI DOPO LOT,E BUHGAS
Mentre ·si svolgeva la battaglia di Lole Burgas, ta 3 Arnrnta serba cla Nisch sboccàva sull'a,ltipiano di. Kosso'vo, ·e ceduta una divtsione alla 1• .Armata pro~eguhra lnr1go il Drin; vinte 'le successivè resistenze dei Turchi, questa 3" Armata serba rag giungeva le città di · Alessio e ·cli Dura ~zo. occupandole. La l " Armata serba, rinforzata com<~ si è detto cla una clivis'ione ò.f>lla, 3" Armata, proseguiva le opera?.i.oni contro l' Armata turca del V.arcla.r e ba,ttutala il 1°5 nov(•mbre nei pressi di Monastir, si impa,clr,oniva cli questa città riuscendo ·così a collegarsi con le truppe greche. Queste ultime e1·aJ10 però costituite da uria sola · divi~ione perchè il grosso dell'Armata greca di Tessaglia dopo cli essersi impadronita facilm ente, i::ovrat11tto per le sue for7,e preponderanti, di Elassana il giorno 10 ottobre, invece cli prosegnire su l\fonaistir in aiuto dei Serbi aveva pun ·. tato su Salonicco. e dopo di avere ~eonnUo l'Arma ta turca di Te~saglia, che copriva questa città,,. l'aveva occupata. 11J da no.tare anche che l'unica, divisione greca invia ta su Monastir l'\ra stata precedentemente battuta dai Tur chi dell'Armata del Var dar , e aveva potuto entrare nella città solamente in seguito e per effetto della vittoria riportata dai Serbi il 15 novembre. La, situa,zi.one dei Turchi andava 'pertanto facendosi sempre più grave, tanto che dovendo essi sei;inmenk preoccuparsi della pr,otezion<~ della loro ca,pitale, sch 'erarono ln loro Armatn, della rrrac.ia sulle posizioni di Oiatàlgia. n 40 chilometri da 0ostantinopoli. Qu-csiie posizio~ii. che sbarrano la penisoìa a,dducente a Oosta,ntinopoli e che :fin dal 1877 ·e rano già state dai Turd1i adeguatamente 'fortificate con numerose linee difensive, ·vennero quiilch completate C·On lavori di fortificazione campale f' armate e-on artigli.eri.e moderne. Cor1tro queste forti posizioni tm·che si infransero inutilmente i valorosi attacchì. dei bnlgari. logorati dalle epidemie e dn,]Je peno~e marce attrMersÒ . terreni poco praticàbili, mentre poi le loro scarse dotazioni cÙ artiglierie pesanti non · consentivano ope1:azioi1i del gen ere. F11 COS:Ì. che il 18 novembre, dopo lll1tt. acicanita lotta di attacco in ~ui vennero sàcrificati ben 12.000 uomini, i Bulgari furono CO· str{~tti a sospendere l'offensiva,. Nel frat tempo la 2• Armata bulga,r a poneva· l'assedio ad 11
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GUERRA BALCANICA
Adrianopoli, e la '7" divisione avanzanao da Kusten.d il, dopo avere facilmente :respinta l'Armata turca dello Strum, raggiungeva Salonicco 1'11 novembrl~ nne.ndosi così alle truppe greche. La, 2" divisione .ava,nzanclo da Stanimaka occupava, la valle dell'Arda . costringendo l'Armata turca . dell'Arda, a ritirarsi dietro la l\faritza. · Il 3 dicembre a Oiata.lgia i Bulgari conclusero un armistizio coi ':Purchi condizionato a che le truppe bulgare rimanessero sulle posizioni occupa,te e che gli assediati non ricevessero rifornimenti, ma a questo armistizio non adérirono i Greci che, non essendo riusciti ad impadronirsi della città di Giannina,. con la, lorù Armata dell'Epir,o l'ave.vano stretta d'assedio. Alklrquando in seguito già si stavano iniziando le trattative di pace, Enver Be.y alla testa, del partito dei Gi,ovani Tur. chi ottenne che fa Turchia continuasse la guerra. Le operazìç,ni militari furono riprese il giorno 3 febbraio 1913, e il 19 febbraio i greci ini.ziavano 1,e. operazioni per l'espugna,zione di Gianni-. na. Mentre le colonne muoveva.no seoondo ·n piano stabilitD~ l'artiglieria greca, ben appostata e ma.,l controbattuta, da quél~ la turca, mai·tellava le posizioni turche <li Bizani; dopo una notte di sosta, il mattino clel gi.orno 20 l'artiglieria greca riprendeva .il bombnrdamento · contr,o Bizani che ri.i:;pon<leva però clebolinente sovra,tutto perchè annichilit.o n on solo materialmente ma anche mo1·ahnente dalla tempesta fnrfosa dì 30.000 colpi, cifra pe.r allora veramente notevole : e d'altra par~ te ta.le intenso fuoco degli attaccanti impediva persi11'l ana fanteria t urca di presidiare le trincee. Alla i:;era Bizani era neutralizzato e quasi corhpletamente ·isolato. A un ce'eto momen~ t o del giorno 20 l,e ·batteriè turche piazzate sulla quota 750 avevano tenfato di controbattere il bersaglio vulnerabilissimo co' stituito dall'artiglieria .pesa.nte greca -ammassata pre&so HanFteljas, m.a il loro tentativo era rima sto sen za risultato. lJu~ rante · la notte seguente, l'artiglieria greca t eneva, sotto il fno.co Bizani ove -0rmai la situazione dei 'l'ui·chi era insostenibilé,. .tanto ché verso le ore 3 del 21 febbraio due parlamentari turchi giungevano a,l Quartiere Generale greco presentando for~ male domanda per la cessazione delle ostilità e d.i chiarando cbe
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Essad Pascià era pronto a trattare la: resa di -Giannina, ove i greci entra,rono il 22 febbraio. Senza v,olere comunque sminuire il merito delle fanterie greche., bisogna riconoscere c-he senza la poderosa azione del· l'artiglieria su1 Bizani gli attacchi delle colonne greche .sarebbero falliti come erano fa.lliti quelli dei preccclcnti tentativi. Intanto i Bulgari, viste le difficoltà che presentava la pre· sa di Oiatalgia si riv.olsero verso Adrbnopoli ed il 26 marzo se ne impossessarono, mentre i Mo:q.tenegrini dopo le a,c canite battaglie .che già si erano svolte intorno a Scutari contirmarono l'a,sseçlio deJla cit tà impadronendosene il t2 .a prile. Fra, le predette battaglie è degna, di essere ricordata quella sv,o ltasi tra il 26 ed il 28 gennaio in cui lVfontenegrini e Serbi. av,evano gareggiato in bravura e. vi erano stati bellissimi esempi di impiego di artiglieria non solo per parte degli attacca1iti, ma altresì per parte dei difensori; i risult ati della, battaglia erano però stati nulli, e la pia,7,7,aforte si ·dov,e va soltanto arrendere per fame e sovra.tutto per mancanza di munizioni. Il 5 maggio vennero riprese le trattative di pace e questH, venne conclusa a Londra il 30 dello stesso mese. La 'l'urchia dovette ced ere ai vincitori tutti i territori ad ovest della linea Enos-Midia, ecce7,ion 'fatta per 1:' Albania che fu eretta a Stato indipendente, e per l'isola di Creta che fu d'autorità annessa alla Gre.c ia. Era però facile prevedere che tra i vincitori sarebbero sorti dissidi per .la. ripartizione dei terreni conquistati, e difatti il 30 giugno 1913 il Montenegro, la Serbia, e la Gre:cia pr,esero le a,rmi contrçi la Bulgaria, e 1'11 luglio si schierarono a fianco degli alleati anche la Romania nonchè la, Turchia. Le Armate bulgare presero arditamente l'offensiva ,ottenendo qualche successo iniziale, ma furono ben presto soverchiate da,11e preponderanti forze avversari.e. Il 31 luglio la Bulgaria dovette accettare u.n armistizio al qua.le, il 10 agosto, fece seguito la pace .di Bnkarest. La l\ifa. cedonia fu ripartita in gran parte tra Serbia e Grecia; la Romania ebbe la Dobrugia; la 'l'urchia. riebbe la Tracia ed Ad'r ia-
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GUEililA BALCANICA
nopoli. In tal modo la Bulgaria, umiliata e privata, dei fruiti delle sue pl'ecedenti vittorie, veniva ad accosta,r si all' Aust,r ia . mentre. la Serbi.a, ingrandita ed i.nsuperbita, erigendosi· a pala,dina dei popoli slavi dei Balcani accentna,va la sua politica anLiaustriaca. preparando e maturando quella situazione che doveva poi essere una delle cause deJla guerra. mondiale.
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L'esperienza di questa guerra balcanica, in materia di condotta delle opera~doni e in particolnire per quanto ba, tratto al l'impiego di artiglieria 0onfer1na gli insegnamenti dedotti duil la guerra ru sso-giapponese. Ancora una volta emerse l'importanza della fortificazione campale e la conseguente necessità di portare in campo delle artigli.cJ'ic campali a tiro curvo e delle artiglierie pesanti; fu posta, sempre più i.n evidenza la indi spensabile necessità di un'intima coopel'azione trn. fanteria cd artiglieria, men~re gli esempi di controbatteria furono numerosi, interessainti e conclusivi, sebbene questa speciale azione di fuoco fosse ancora in una fase em brionalc perchè, anzichè a]ln, neutralizzazione dell'avversario ottenuta impedendo ai serventi di funzionare, mirava alla distru zione dei pezzi, ben più di{fi.cile e dispendiosa. I n ogni ca,so i risultati furono di indubhio valore morale e mat,eriale sul nemico.
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CAPITOLO V]~NTI SE'l''l1 ESIMO
Dottrina dell'impiego dell'artiglieria e considerazioni sulla ·sua applicazione
1870-1914
§ I.
Sguardo generale al periodo 1870-1914 - Influenza esercitata dalla guerra del 1870-7 J presso tutte le nazioni in fatto di impiego di artiglieria. - Adozione in Germania, in Italia ed in Francia di nuovi materiali - Influenza della guerra del 1877-78. - Le nuove idee del Langlois, e loro influenza sull'orientamento deI1e nuove dottrine. - Nuovi criteri di impiego derivati.
Sguardo generale al periodo 1870-1914. Il clamoroso successo ottenuto dai P russiani · sull'esercito .francese nel 1870 divenne l'oggetto di ogni studio militare. Come di~ il· F erra.rio : « Tutto si volle · copiare ; da ogni esempio si vollero trarre norme>>. _Ta,l e naturale fenomeno ebbe maggior rilievo nel campo dell'artiglieria, alla quale giustamente si attribuiva una ben co·spicua parte dei ,successi ottenuti. E poichè la condotta dell'artiglieria in quella guerra era sta.ta appunto « quale le istruzioni -125 -·
DOTTHINA
n'DH'u:co
DELL'AR'l'JGLIERIA
l'aYemno prevista >J, quelle ist1·uzioni ful'ono ribadite e divennero il Ycrbo per l'impiego dell'artigJied.1 stessa. Le norme ehe si erano seguite furono allora riconfenn:~te come oppo1·tune 11ell'ese1·cito tedesco : le altre Artiglierie di Europa si plasmarono su quella, confoJHlend-0 gli inevitabili errori insieme a,l le ,s icure virtù. I matei:iuli furono rinnova,ti, e si l'incorse ovunque la potem:a a clanno della mobilità: così iu rn1ssia ed in Francia, e poscia onmque. ln Uennani.a 11el J87a si aclottò un nuovo ma,teriale : nn calibro solo, tln, 9, per le artiglierie da cn,mpttgna, ed uno specin le, da 8, per le battel'ie a cavallo. I cannoni erano Krupp in aeciai-0, rigati, a retrocarica : calitn:o 88 mm. , peso al traino kg. 1900; eaUbro 78,5 mm., peso al traino kg. 1800. I proietti adottati erano : la granata a frattura prestabilita, lo shrapnel analogo a quello italiano adottato per i ca,1moni da 7 e da 9, e la sc.:ito)a, a mitra,glia. Furono a umentate le velocità iniziali ed i proietti furono resi più pesanti e più potenti. Era que to un tri onfo della potenza snlla mobilità.. In Francia, durante la. campagna -era stato adottato ed aveva fatto buona prova un cannone di bronzo i1 retrocarica da 85, sistema De Reffie, pesante al traino kg. 2080, ma realizzante un anmento di gittata, di efficacia, e di rapidità di tiro notevoli. 'l'ale matel'iu.le fu adottato snbi.to dopo la guerra per tutta, ]'a i·tiglierfa da campagna. Per quella a cavallo fu invece adottato uno speciale cannone da 75. Ma, sempre perseguendo l'intento dc.Ila potem~a, anche n cannone cl a 8:5 non ·soddisfece, tantochè nel 1875 per armare una parte delle artiglierie di Corpo d'Armata si adottò un nuovo cannone in acciaio, da 95, pesante a,l tra,i no kg. 2290. In Italia dopo il 18fi9 la prima, idea era stata di adottare $enz'altro un cannone simile a, quello rigato fran cese, ma ragioni economiche e l'obbligo di mantenere l'esercito sn e< piede pronto )), avevano consigliato la via cli mezzo e cioè di rigare n <'annone liscio da 8,8" (9,6) . La campagna del 1860-61 e le scuole di tiro dimostraronO' -
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POTENZA E MOilILIT,\
però come, oon taJ.e boe-ca da fuoco, l'affusto mod. 44 esistente in grande quantità soffrisse per l'azione di rinculo. Si studiò allora, una nuova bocca da fuoco, a proietto più leggero, cbe meglio potesse adattarsi a quel ma,t eriale; e fu concretato ed adottato nel 1863 il cannone da 9 B.R. ; e con que,sto cannone venne fatta la campagna. del 1866. Dopo la campagna del 18G6 tutte le colpe della inoperosità della nost,t·~1 artiglieria si adct.ossarono a.lla scarsa mobilità del nostro materiale: si sperimentò il sistema ~lattei-Rossi, calibro 6,5, leggerissimo in ferro e legno, trainato da due pariglie, ma essendo stato giudicato di potenza troppo limitata, venne modificato. Seguì il materiale da 7 in lamiera che con quello da 9 a sua volta montato su affusto in lamiera, costituirono il nostro materiale da èampagna fino all'a,prirsi del nuovo secolo. A maggiormente deviare gli artiglieri dai sani concetti · cbè . vorrebbero essere posti alla preparazione dell'artiglieria da campagna, venne la guerra òel 1877-78. · Gli insuccessi dei Russi davanti a Plewna ~ dovuti essen· zialmente alla tattica errata del Suwaroff, che insisteva a voler al~ernare, senza l'opportuna cooperazione, inutili bombardamenti contr.o truppe ripara.te, nonchè va.lorosissimi ma disastrosi attacchi contro le truppe stes,se nel momento in cui si se:,oprivano, - furono invece attribuiti alla scarsa potenza delle bocche da fuoco, tant<)c;hè in Russia, .si giunse ad un cannon e da campagna da, 10,7. Meno illogiche furono però altre deduzioni che spinsero alla 1·iccrca di azioni potenti. e di :u~ioni. ficcanti sul campo di batta.glia. I nuovi desideri, invogliati dai progressi tecnici realiz¼ati in quell'{!poca, ne1le costruzi.oni di p1:oietti e di spolette a tempo, ed aiutati.. dalla oomparsf:L dei nuovi potenti esplosivi, condussero a.Il'adozione cli speciali bocche da fuoco a tiro curvo (mortaio in R.Hssia), cd a speciali- pr,oietti come le granate torpedini anche per le artiglierie da,.campagna. Si vedrà in seguito quale speciale influenza queste idee abbiano a,vu to ii1 Italia . ' A questo punto, a porre un. limite alle · esagerazioni ed a gnidare l'applicazione raziona.le dei nuovi progressi realizzati, venne il Langlois a cletta,re nuove norme che nettamente si im-127 -
DOT'l'P.IxA D'l.\!PIEGO DELL' All'l'!GLIEUIA
posero per quasi tutto il resto del periodo che qni consideriamo. Fin dal 1886 il .La.nglois, colonnello dell'artiglieria. francese, con scritti e con parole, si era fatto sostenitore di nn nuovo materiale carreggiato che doveva portare . una radicale trasformazione nell'artiglieria da campagna. E le sue idee chiare, preci,se, evidenti trovarono larga eco nell'artiglieria francese, per quanto allora la tecnica non fosse ancor giunta al corrispondente desiderato perfezionamento . . Ma nel 1892 il Langlois pubblicò nn completo trattato di impiego d 'artiglie'ria, ed in esso l'illustre nfficiale tornò a. riaffermare la convenienza di addivenil'e ad nn mn.teriale a deformazione, e di adottare il cannone a tiro rapido a shrapnel. Bgli ne indicava: la soluzion e tecnica, espo~rnnd,o e definendo con mano sicura le m10ve conseguenti modiflca7,ioni a'Jla tattica dell'Arma. A dire del Langlois i perfe7,ionamenti tecnici che d-0po 'il 1870 magg-iol'mente inflnit'ono sull'impiego dell' .{\rma furono due: qne11o che portò lo .shrapnel al suo preciso funzionamento, e la adozione delle polveri infumi. Il primo perfezionamento fece sì che lo shrapnel diventò il proietto normale dell'artiglieria da campagna, e conseguendo precisione e celerità di tiro permise di portare a grandi distanze quel tiro· a mitraglia che Napoleone riservava per i momenti più importanti e che otte~eva col concentramento delle artiglierie dinnanzi al punto di assalto. Il secomlo perfezionamento, sopprimendo il fumo rivelatore ·ar -0gni azione, rendeva possibil~ di ingannare l'avversa.rio e di elevare perciò grandemente il coefficiente di efficacia della manovra. Cioè, come diceva il Langl-0is : << il favorise donc l'abilitè a.u detriment du nom.bre )). Ciò premesso, n Langfois ··diceva : « Pour nons; la forme .dn combat de l'artilJerie à shrà.pnel est la, snivante : ré- glage large, prompt et sùre, suivi d'un tir echdonné a, toute vitesse. L'artillerie doit agir avec son feu, par rafales comme une charge de cavalerie, inais une charge qui rien n'arrète et qui peut tont br,oyer sur son passage ». L 'azione clclJe nuove artiglierie da lui prop ngnate, emer-
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:geva da queste parole perfettamente definUa . Il Langlois traeva da tali principi, le seguenti. norme : 1°) necessità di ricerc:are nel materiale la massima r a t>idità di effetti concorrendo allo scopo con la, condotta del fuoco ; 2°) necessità delle ricogniz1oni d'arUglieria per la mi gliore utilizzazione del tBrreno; 3°) necessità di coprirsi per ogni manovra e possibilmente per ogni a?'ione; 4°) ne0essità, di economizzare le munizioni impiegandole -per il massimo rendimen to; 5°) necessità, che a,l le nuove azioni fulmin ee corrispontla la, disciplinata iniziativa di chi le deve eseguire; G.<1) h1 riassnnto : straordinari a, importanza, che per l 'artiglieria acq nistavano le istruzioni tat tiche sul teneno ed ì n unione alle a,ltre Armi. Dalle predette norme il Langlois traeva corrispondentemente le seg1wnti deduzioni : a) il nuovo ma teriale da, campa,g na, restando nei limiti 'Cli una grande mobilità, dovrà essere di piccolo caJibr,o, a t iro rapido a shrapnel; b) si. dovranno istruire gli u:fficiali alle ricognizioni òel t erreno per azioni rapide e di sorpresa; o) si. dovri'ìr agire, sempre che possibile., di nascosto e l)er agg-uati: cl) si dovrà venire per l'azione alle normali ripartizio ni dei campi di tfro in zorn~ di. sorvegli an7,a fra i gruppi e le batterie disponibili: e) si erigerà a principi.o : << ne tirer que sur un objectif "Ìmportant, a bonne portée et dans un but tacti.quc détermin(\ '(sauf exceptions rar<~s) )) ; f) infine ed essenzialmente si dovrà porre ogni cura 11ell'istruzi-one tattica e pratica degli ufficiali. di artiglieria. * * *
Quanta infl 11en7,a, nbbia,no avuto le idee del Langlois in \ li'rancfa, e nelle altre Nazioni, è noto . l'!; certo che, sulla so:--129 -
D0'l"l'Itl1'A o'l.vIPl ECO DELl.'ARTI GJ,IERIA
lida. base della teoria sostenuta dal Langloi.s, in Fran(:ia fn cl'eato quel materiale da campagna cbe mi se tale ~a¼ione, e la mantenne per molto tempo, in condi¼ioni di indiscussa superio1ità rispetto a tutte le alt1·e Artiglierie d'Europa. Grandi furono le discussi,oni sollevate da una così radicale trasf.ormazi.one e lunghi i dibattiti elle fecero st-guito prt~sso le Artiglierie di ogni Paese (1). In questa sede noi non ci indugeremo su questi dibattiti nè su queste discussioni; ma nel paragrafo seguente aecenneremo però alla partioolare fofluenza che le nuove idee ebbel'o in Italia, e, come, i11 armonia a, tali nuove idee ed in relazione a11e successive modificazioni dell'organico del nostro Esercito, sia stata sncce:::sivamente ritoccata e<l accresciuta l'efficacia dell'Arma , onde a1Iacciarsi acleguatamente allr~ guerra mondiale.
§ 2,
Influe nza delle nuove idee in Italia nel periodo 1870-1914. Rifo rme apportate all'ordinament,o dell'Artiglie ria. - Manchevolezze riscontrate e successivi ri tocchi. - Cresciuta importanza tattica dell 'artiglieria dopo la g uerra del 1877-78. - Nuovo ordinamento dell'Arti g lieria nel 1882. - Ordinamento del 190 1. - Success i vo o rdinamento apportato a ll'Arma nel 1912 con il quale s i iniziò la guerra mondiale .
In Haìia, la. breve campagna, del 1870 aveva._ chiuso il ciclo delle gnene te11denti all'unità d'Italia,. Importanti lem bi di terre i taliane rimanevano bensì in potere dello straniero sui due mari e lungo le due frontiere, ma,, raggiunto il gra,nde obbiettivo di Roma, il nu ovo Regno, economicamente esausto e politicamente inesperto e debole per la sua . stessa giovinezia, cl,oveva, per forna cli cose, sosta.re a lungo (1) Veòi U. Ar,usoN. Nuova Antolo.oia. Kovembre 1901, puntnta 2•.
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OH1>IXA:;\Ù'.;s''.C0 DELL ' ARTIGLIEntA !'1:.-\LJ..\); A :SEL
1870
prima di sentirsi atto a riprendere l'avventuroso cammin<:> che in 22 anni di guerra quasi cou tinuata, lo aveva portato così innanzi verso il conseguimento della sua unità statale. Dal 18'70 si inizià così per l'Italia nn periodo di rifonne intese sovratutto a pr,omnovere lo sviluppo delle forze pro duttive dello Stato ed a, raffor,,,arlo eoonomica,m ente in guisa cla met ter lo in grado di competere con le altre Nazioni nelle uobili gare del lavoro. In i'elazione alle precedenti considerazioni nacqne quin di una tendenza generale a non considE'rare una nuova guerra come cli prossima, eventualità; e di questa tendenr.a ne risentì in modo sfav,ol'evolc l'Esercito, i cui. primi succ;essivi ordinamenti risultarono non ancora proporzionati alla nuova importanza assunta da.11.'Ita-lia nel consesso delle f:Lltre Potenze. Per quanto rigua,rcla l'Artiglieria, agli i nizi del 18'70 fu approvato un nuov,o ordinamento che ripristinava nei reggimenti la promiscuità dei servizi.. L'Arma ria,ssorbiva il Corpo ,del treno, ed era, ordina,t a mm più. in 9, ma bensì in 11 reggimenti, dei quali : il l° composto di uno stato maggiore, 9 compagnie pontieri, 2 compagnie treno ed 1 comp!J,gnia, deposito; e ciascuno degli altri 10: di uno stato maggiore, 5 compagnie da piazza, 8 batterie da battaglia, 3 compagnie treno ed 1 battaglione deposito. Rispetto al passa.to si ha quindi un accrescimento di forze, ,ma la struttura, organica dell'Arma non risulta ancora sufficientemente subordinata a quella genera.le dell'Esercito, come l'esempio del l'ordinamento prussiano poteva, ·giù, fin da allora consiglil:u·e. L 'ordinamento nostro · inoltre non oorrisponcleva al crescente affermarsi del tecnicismo, il quale, più che in passato, imponeva una specializzazione dei servizi secondo la diversa loro natura, a:nzichè la loro mescolanza negli stessi reggimenti. Coll'affermarsi ed il dìffonde1·si dei grandi ammaestramenti emersi dalla guerra del 18'70, nell',ottobre successivo furono quindi apportati alcuni ritocchi ed inoltre non tarda-r.ono ben presto a, prevalere criteri più logici. Create nel 1872 le prime compagnie alpine, colle leggi sull'ordina.mento dell'esercito del' 30 settembre 1873 il loro -131-
DOTTnINA n'IMPIIWO DELL' Alrl'IG LrnRIA
)rnmero viene portato da 15 a 24. Iu pari tempo l'Arma d'a,r ·tiglieria, mentre logicamente cede lt quella ielel genio la spe·cialità, pontieri, viene costituita su 14 reggimenti, dei quali 10 da campagna, su 10 batterie e 3 compagnie tre.no cias!5U ·no, e 4 da f.orte?.za sn 15 compagnie cia,scuno. Si lascia indeter.minato il nnmcr,o delle compagnie da ùosta,, di vèterani e di :operai d'artiglieria, mentre il scrvfaio delle fortezze, dei ma,gazzini delle armi e delle munizioni viene ripartito tra 12 Direzioni t.erritoriali; ed infine a tutto il servi?.io tecnico dell'Arma sono preposti 6 Comandi territoriali d'artiglieria.
* * ., Si giunse così alla guerra del 1S77-78; e se questa, come abbiamo accennnto nel preced.-cnte paragra.fo, condusse a,d erronee concezioni tattiche di taluni Genera.l i, pur indubbiamente insigni, e ciò specia,lment,e nell'esercito russo, pure dal complesso dei · due conflitti - conflitti preliminari turcoserbico e turco-montenegrino, e la grande guerra risolutiva turco-russa - , emerse già, in modo indiscut.ibHe la decisa prevalenza, nel campo tattico, dell'a,zione di fuoco su que1la, d'urto, e ciò per l'enorme accrescimento di potenza oonferita all'azione lontana dalla generale adozione di armi rig::ite a retrocarica, rispondenti ·ormai a tutte le esigenze di un pratico impiego. L'importanza, ta,ttica dell'Artiglieria risultava così enormemente 'accresciuta; essendo quest'Arma divenuta «uno strumeìì.to d'azione continua durante la lotta)). Essa cioè non · era più soltanto l'Arma che nelle guerre della fine del XVIII e della, prima metà del XIX secolo, .appoggiava con' molta, efficacia, ed in determinati momenti della battaglia · l'azione · della fanteria, e che col fuoco, poco prima dell'urto, a~iva massa sul punto decisivo; ma, nelle grandi battaglie d'in: oontro della campagna del 1870, come nelle lunghe azioni pre. parate attorno a Plewna ed a Scipca, il ,s.uo intervento era oramai ininterrotto sul campo tattic,o; andava doè svilnppandosi colla protezione continua delle masse contrapposte
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nella loro marcia d'avvicinamento, nello schieramento e nell'av,rn½ata, poi colla preparazione dell'attacc,o, ed in ultimo coll'inseguimento. * * *
Per l'accresciuta. potenza delle nuove armi, a,nche la fi gura classi.ca della btttteria, napoleonica, perduraui; nelle guerre europee p-er qua,si un secolo, si era radicalmente tra.s formata. Alla lin ea continua sostituita la, catena, si era, sensibilmente a,ccentu a,to 1<> scaglionamento delle f.orze in profon dità; la gittata, delle artiglierie più che triplicnta obbliga.va ad inizi.a,re lo schieramento a dista,nza molto maggi.ore che per il passato. La durata della lotta tendeva a protra.rsi, ed in tutte le fasi preparatorie, anche nella difensiva, l'azione di fuoco clell' Artiglieria, risn ltava decisamente prevalen t<~ su quella ·delle altre Armi. Di quì la, tern'len:r,a organica acl accrescere negli eserciti il rapporto tra, cannoni e ·fanti, ed i primi indizi dell'impiego, sul cf.~mpo di battaglia, di artiglierie più potenti delle arti.glierie campa1L Come conseguenza di questo crescente affeJ'marsi della potenza del fuoco, la difesa si era vista costretta. a ricorrere largamente al sussidio della fortificazione c:.nnpa,l e che, contro le a,rmi prevalentemente a tiro teso allora in uso sul campo di. battaglia,, :weva rivelata una insospettata effica.cia protettiva (PJewna,, Scipca) . Si giunse perta,n to, come g·ià si disse, alla introduzione cli bocche da, fuoco a tiro · curvo nella, serie delle a,rtiglicrie campali, ed altresì alla f:lclozione di granate torpedini.
Si arrivò così. a,l J SS2, anno nel quale venne pr,omulgata la legge del 29 giugno c-0lla q nale anche all' .A.rtiglieria vennero apporta.ti importanti ritocchi. Difatti mentre con tale legge si porta da 40 a 48 il numero delle brigate di fanteria, da lO a 12 quello clei reggimenti. bersag~ieri, da J O a 20 i battaglioni -133 -
D0T1'l!l.'\.-\ n' n rPrnGO Dl•:tr/ M:TJGLIEHIA
nlpi11i or,d inati sn 6 reggimenti, da 20 a 22 i reggim enti di . cavalleria, per l'Arma d'artiglieria, fe1;mo lasciando il prece<len te ordinamento del suo Rervizi,o territoriale (Comandi e Direzioni) e degli Stabilimenti di Costruzioni, si stabiliva ehe il numero dei reggimenti da campagna fosse portato da 10 a 12, quello dei reggimenti da fortezza da 4, a 5; che fos sero costi.tuite 2 brigate a cavallo aggrega.te a reggimenti da campagna, e 2 brigate cl.a montagna, aggregate a, reggimen ti da fortezza. Complessivamen te le unità combattenti dell' Arma d'artiglieria ritSultava.no cosi di 120 batterie da campagna, 60 compagnie da fort ezza ·e da costa, 4 batterie a cavall<> e 8 batterie da mont agna. Ma. un più deciso incremento nll' Arma ,ed una migliore coordinazione sua all'ordinamento <lell'Rsercito SlL 12 Corpi d'Armata, doveva.no essere dati al primo afferma,rsi della politica di Franeesco Otispi colla legge 23 gi ngno 1887, csse11do Ministro clelht Gue1Ta i l (JencraJe Luigi PeUoux. Questa, legge, olt1·echè istituire gli Ispettorati cl' Artiglieria (1 fapettore generale e 5 Ispettori per le varie specialità), portò i l'eg~im<~nti da campagna da 12 a, 24 (12 divisionali e 12 di Corpo cl.' arma,t.a) su S batterie ciascuno, istituì il reggi.me.nto cli a.r ti.glieria a (:avall<> (3 brigate a 2 batterie) ·e quello d'artiglieria da montagna (3 briga,t e su 3 ba,tterie), fH.~r modo ·che com plessivamente si ebbero così come unità combattenti : 186 batterie campali, 6 batterie a ca,va,llo e 9 da montagna. Qnesto ·o rdinamento, che pe1· la sua, a,rmonia eon qnel) o generale dell'Esercito par,e va do-vesse avere un certo grado di stabilità se ·u,on nel numero .dei t·eparti rilmeno nelJe sue li· nee fondamentali, per un malinteso spirito di economia, p:1,r " eee modifiticolarmente r i.volto a, danno dell'Anna, venne inv. cato dopo pochi anni essendo Ministro della,. guerra H gene rale Moeenni. Infatti con R. D. 6 novembre J8H4 si l'i,or cli narono gli Ispettorati riducendone il numero, e si sopp1·eRsero i comandi .dei r eggi.men t i cH a r tigHel'ia. da fo:etezza e da costa raggruppando i servfai delle brigate di quelle - specialità e delle Direzioni d'Artiglieria nei Comandi locali di nuova istitur,ione. Col n uovo ordinamento, l'Arma risultò costituita di : 4 Ispettorati, 1 Direzione s uperiore delle esperienze -
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IL . NUOVO ORDJNAJ\fI1:N'.l'O OMLJ/ Alt'l'IOJ,IEP.IA -
18.94
che ·aveva alla sua dipen1demm. com e organo attivo. la 1>ezione staccata, di Ciriè, 4 Comandi di artig-lierfa da camp1t· gna, e 2 da ·fortezza. 12 Oomn11(li locnli di artiglieria alla cui dipendemr.a erano poste 22 bl'ig-ate cli artigli eria da costa e fortezza, 24 reggimenti cl'artigli.eria da, campagna, 1 reggimento a ca,vallo e 1 aa, monlAgna. con 1111 totale di J86 ba.t· terie campali, 6 a caval10 1 1n da mo11tagn::ii e 76 compagnie ~la fortezza e da costa. Dopo una triennale esperienza resisi però manifesti i rlanni prodotti dalla eterog<'neità dei servi7,i affidati ai Co mandi locali, con R D . 22. lnglio J8!l7; essi vennero i:-oppressi e fm·ono ricostituite le JA, Direzioni tel'rito1fali. Le hrip:n.te di artiglieria da fortezza e da costa rimasero tntbn-ia autonome, e dovettero trascorrere parecehi anni rwima che :;;i ri-pristinassero i soppressi reg-ghne11t.i di. qnclla, specialità, eliminando finalmente :n:ehe i grnvii:;simi clannj cli carattere tecnico, amminil'ìtT·ativo e disciplinare, ni. gnaH l 'antonomin del le brigate avevn. dato luogo. Difatti si d,ovetle giunger(~ ~lla leg:ge 21 luglio Hl02 per ricostituire finalmente i regg-imenti da costn e da fortR.zza, formando 6 reggimenti di 4 brigate ciascuno, più la brigata autonoma della S:wdegna : ridonnndo contempormwamente l'autonomia alla brigata da montagna del Veneto. · I bisogni dell;Esercito ed i bila.nei militari diventavano inta.nto sempre maggiore atgomento di discnssioni nel P ar· lamento e nella stampa, tantoeh('> l'On. Giolitti, con la legge '6 giugno 1907, nominò una Comrni Rsione pnrlamentare per indaga.re e fornire oonclusioni anclw nei riguardi del mate1·iaJe d'a.rtiglieria che allora col problema dell'ordinamento dell'Arma, costituiva le qneRtione più irnporl:n,nte da risolve1·e : tale provve.dimento procln sse 1111 benefico influ RRO 11el1'0. pinionc pubblica interessata a Rollecitare la Roluzione cli annose questioni milita.ri. Il Ministro della Guerra Severin o Cai:;a.na p1·csentò an ~h'egli un progetto di riordinamento dell'esercito, e siffatto progetto rjpreso con qualche modificazione dal i::uo successore 'Generale Spin gardi, diede vita alla legge del 15 I11 gJfo J909
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UO'l•rr: 1~.\
r/01 l'IJ,;, : ~1 111,;r,1:'.-\!:T! GLIEHI.\
che portava le batteri e da montagna da 15 a 24, ripartendole in due reggimenti. Si giunge così alla legge del 17 luglio 1910 la ·quale pure porta un aumento dell'artiglieria che viene per tal modo a comprendei-e: l'Ispettorato generale composto dei vari ispett ori; 36 reggimenti clu campagna (12 di corpo d'armata su 6 ba,tterie e 24: divisional i Rn 5 batterie ed 1 deposito); rico.·titu~ione delle 7 batterie già tra!.formate in batterie di:~ montagw.b; 24 batterie deposito per fornire gli elementi alle batte1·ie di milizia mobile; aumento di 2 lw tterie a ca\·allo , ridotte tutte da 6 a, 4pezzi; 2 reggimenti cli artiglieria pesant e da campo (20 ùntterie in toLa Le) ; 10 reggimenti da, fortezza (J più partico·1arrncnte pe1· il servizio d'assedio, con aum<'nlo di 15 nuove compagnie) . L'n,rtiglieriu, da montagna viene posta n11a dipend enza dell'I spetlorato delle truppe da montagna al fine di con~eguire maggiore r1ffiaL,bmcnto fra tutte le truppe alpine. Jl pl'ecletto ordim1ment.o rimane immutat,o sino all'inizio della, guen·a mondiale, salvo le varia,r,ioni dovute a,1la crea, zion e di ·nuove unità per sostitnfre. in patria, quelle destinate a pl'esidhm~ la TripolitanifL <~ la Cirennica, e cfoè : 2 g1·11ppi di a.rtigliel'ia cfa campagna (ciascuno di 3 batterie); 4 gr·nppi di artigJieri:.11 da mon tagna (ciascuno di 3 batterie); 4 gruppi di artiglieria, da fortezza (ciascuno di 3 compagnie) . Quest,o ordinamento portato dalla legge del 27 giugno 1912 e eh essere attuato gradualmente, non era però ancora completawente applicato nell'agos to 1914, alla quale ~poca mancavano alla formazione di pace : 5 reggimenti da campa, gna, 1 comando .di gr uppo e 3 batterie per cia!=icnno dei 3
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GLI IKS ECN.Hrn::-:·rr DEl,LI·: GuEirnl~ M ,L'I•: wrmw
reggimenti pesanti carupali; inoltre non tutte le batterie costituite e1'a.no J)l'OVtiste. dei rispettivi mi~teria.li.
...... P er quanto ha tratto all'impiego dell'Arma, gi.ova a nche qui ricordare che nel P<~rioclo r,J1e consideriamo, per qna nto si riferi!,Ce all'artigliel'in , dopo la gncrra rUS!,O-tmca del 77-78 gli insegnameu ti ricava ti da1le guerre combattute sulla flue del XIX secolo furon.o sca rsi. Come già fu detto le principali di taH gnerre furono cronologicamente quelle: del JS79 - degli Inglesi contro lo Zululand; del :1882 - Anglo-Egi:;r,ian a ; del 188~1-83-86 - Franco-Cinese; del 1885 - Rerbo-Hnlgara ; del 1894-95 - Cino-Giapponese; del 1897 - Grec,o -Turca; del ]898 - Ispano-America na; del 1899-90~ - Anglo-Boera, ; e del 1900 - Spedizione clei Boxeni. L a rilernta infruttuosità cli insegnamenti conseguì sia per le speciali condizioni dei t<~ntJ·i di operazione e dei belligeranti, sia per ln, manc·rrnza, totale o parziale dei mtiteriali più urgen ti., e sovratutto per l'assenza di opportuni criteri di impiego. La guena, Il.ns!So-Gia,ppon ese (l904-J905) è la primn,, ma,J· grado la manca11za di mnteriali moderni perfezionati, acl offrfrci utili insegnamenti , per le condizioni nelJe quali essa si svolse: sia pe1· l'nso delle polve1·i infumi., sia per l'accnrati.ssima pl'eparazione e p er l'appli cazione cli ogni perfezionnmento tecnico. I n l:l'nlia l'opem ill.mninatn. e tennce dei generali 'l'ancredi Saletta e Alberto rollio per l'istruzione dei quadri e per la preparazione clcll'Esercito alla gueITa e alla difesa della frontiera, ebbe rii:;u)tati provvidenziali, ma.lgra.clo gli ostacoli che allora venivano frnpposti dalle miopi e troppo grette preoccupazioni p er il bilancio, nonchè dal1a n ota av-
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D01''.l'RINA D'IMPrnGo DELL' AR'l'lGLIERIA
versione dei partiti estremi alle spese chiamate improduttive; avversione confortn,ta purtroppo talvolta dalla incosciente indifferenza e dalFegoismo di parecchi, anche dei partiti cl'o~dine. Criteri più razionali furono applicati nelle grandi manovre e nelle grandi esercitazioni speciali per l'Artiglieria. Al generale Porno si d·eve una nuova regolamentazione tatti· ca per l'impiego delle artiglierie onde ne derivasse il miglior affiatamento tra Fanteria, ed Artiglieria, con la imprescrittibile rn~cessità di una costante, incessante cooperazione fra l,e · due Armi in tutte le fasi del e-ombattimento. Si comprese anche fa necessità di coltivare e di sviluppare maggiormente negJi ufficiali di artiglieriu., specialmente campa,le, la c,o ltma tattica e pratica, e si riaffacciarono le anti.che discussioni sulla necei;;sità o meno cli una speciale preparazione scientifica 1wr gli ufficiali d'artiglieria destinati a prestare servizio nelle batt<~.r-i'e cla, campagna. Non è inutile rkordRl'e a questo proposito, che una analoga .discussione era sorta jn Francia, e che · il Generale Langlois così. si esprimeva in proposito : cc L'artillerie de campagne doit donc devenir rnoins technique; ce qui n'impliqu e nullement l'ideé d'uÙ,e instrnction première moins scient iiìque )). Le discussioni aUe_ quali. abhimno creduto opportuno nccennare portarono alla.: conclusione che più che mai l' Artiglieria deve esser,e un'a,1·ma es,csenzialmente tecnico-scienti:6ca. Non è inutile dunque ricordare che anche noi adottammo i mezr.i adegua.ti per aumentare la coltura pratica e profes~io na,le degli ufficiali d'artiglieria, e per meglio disciplinarne ed uniformarne là dottdna. Sorsero così le ScuoJe Centrali di tiro d'artiglieria di Nettuno e di Bracciano, istituti. inte· grativi della vecchia gloriosa Accademia. Militare di Torino e della. Scuola di applicazione cli Artiglieria e Genio. ù superfluo a,g giungere ·qui quale e quanto contributo i predetti antichi istituti sabaudi abbiano dato all'i,struzione pratica, tatti.ca e professionale degli ufficia.li d'artiglieria per opera di eletti Dirigenti. e di chiarissimi Insegnanti. Pochi a,n ni prima della grande guerra fu poi costituito -
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con uno speciale disegno d:Ì legge il Ruolo tecnico degli uft'ìciali d'ar tiglieria e per esso venne a f.ormarsi un corpo di ufficiali che pur continuando ad appartenere all'Arma ed , avena.o ser.vlto nelle varie speeiaJ.ità, per la loro spiccata tendenza ed in segui to ad adeguati corsi di perfezionamento, erano particolarmente indicati, quttlifìcati e competenti per risolvere i grandi pr-oblemi tecnici riferentisi a,1 contin no · evolversi e progredire dei va-ri materiali artigliereschi. Adeguato sviluppo fu anche cla.to alle Riviste militari in genere, e anche dalle riviste non specializzate -fu conces,s a lar ga diffusione alle questioni riflettenti l'artiglieria, spe_cialmente per quanto riguardava l'impiego dell'Arma e la sua cooperazione con la FanteJ'ia. Nuovo e ·rigoroso impulso ebbe la Rivista, di Artiglieria e Genio che tanta benefica influenza eserdtò sulla cultura scientifica degli ufficiali, accoglien,do monografie ed articoli di peeulinre importanza scritti dalle più insigni personalità dell' .Arma, che della Rivista diventarono collaboratori perma,nenti e fedeli per la parte riflettente l'artiglieria. 1'utto questo nuovo vigore dato agli studi clcll' Arma, so stenuto dagli Ispettori generali che si succedettero jn questo periodo di tempo - Francesco Rogier, Antonio Mangfagalli, Onorato 1\foni - non chè la restituzione all'Arma della vecchia e gloriosa bandiera. tolta dalla Reale Arrneri.a, di Torino dove era conservata, fin dal 1860, furono ooronate d:~lla istituzione. e dal riordinamento del Museo Nazionale di Artiglieria in 1:'orino e dalla sua accresciuta, importam;a per l' opera illumin ata e sagace cli clue illustri conserva.tori : il Maggiore Angelo Angelucci, erudito e profondo studioso della Storia delle armi cla fuoc-o (1861-1882), ecl il OoJ.onnello Enrico Gonella, appassionato e valoroso artigliere (1907-1914).
Sottoperiodo I 870-1881. - Compiti assegnati ali' Art i glie ria in questo sottoperiodo. - Suddivisione dell'ArtigJie ria per sodd·i sfare ai suoi dive rsi compiti. - Guerra di campagna : condotta dell' Artiglieria nei combatt imenti locali. - Difesa ed attacco. - Concentra-
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IK)Tl'HlXA o ' Dll'Jr,;(;O 01.::L l.'A HTI (lLJEHI.\ DA!,
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zione di Arti g lieria. - Azione della massa d'Artiglie ria. - L' Artig lieria nella g uerra di montag na. - Guerra di assedio : serviz io e compiti dell'Artig lieria nell'attacco delle fortezze. - Classificazio ne delle batterie. - Impiego dell 'Artig lieria nella difesa delle fortezze: dotazi one di una fo rtezza; a rm ame nto di s icurezza e d armamento di difesa. - Azione dell'Artig l ie ria contro un attacco regolare.
Dopo di avere in linea generale acccn nnto all' influenza dei pl'ecedenti avvenimenti sull'o rganizza7,ioue e sull'impiP.go dell'al'tigHeri.a n el pe1-iodo consi.c1erato, possiamo ent1·are nel vivo della 11ueistione, descdv<~nclo l'cv·oluzionc c he ]a d<)ttrina clcll' i.mpiego ba fatto :dal J870 al 1914. Devesi ticorclare innanzit utto cl1e in questo perioclo l 'Ese1·cito i.tali11no non lia, eombattnto al cuna guerra , e~clusion fa ttn. per le gncne coloniali che 1·i. vestono nn carattere t ntt'affatto speciale, e nelle quali le norme cla ssich e n on trovnno la, lol'o applica.zi.onc. I n altri termini, nel periodo 18'70-:1914 la clotfrina cli Smpiego dell'ai·tiglfrria dovette for7,ntam cnte riman ere allo stato P·Ot<>nzia.]c, e cioè non fn che un successivo svolgersi e snccedersi di norme, di regole e di principi. scat1ll'iti in pìHte rla lle p;ta,n di. gnen·c C·ombattnte n.11'ester o e da eserciti stmnieri, dettami ed insegnamenti oppol'tnnamente studiati , discussi. e codifica ti. in Teol'ie., Regolamenti ed Insc~gnamenti emanati. ed impart iti nelle Scnole ed a nche nei Reggimen ti d'A r tiglieria . Ciò premesso e nella considerazione che nel p1·ccedente capitolo è sta to trattato in mod o particolare qna,nto riguarda l'hlfln enza che, da] pnnto di vi8fa al'tiglieresco, hanno avuto le guerre combattute all'estero, CJHi si accennerà ail'evoluzione della dottrina cli impiego della nostra artig·lieria sucl dividenclo l 'inte1·0 periodo in aHt·ettan ti sottoperiocli. attra. ve.rso i cr nali la clo ttrin ::t stf'ssa hn snbì.to :a:nccessivi mntn.men ti in re]a7,ione nppnn to alle gn<'l'l'e com ba ttn t1: ::tll'ester o . Ta'le sudclivisionc in sottopel'iodi ha lm ca 1·atter-t• intera· mrnte convrn7,ion ale ecl è esclushramente snggeritn cln 1111 cri t erio di opportunità ecl aUo scopo cli meglio defìnfr e crua,li i:;iano 8t3ti i più radicali muta menti attrnveri;;o i crn nli di volta in volta è pasf::atn, la dottrina cli impiego. -
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I COMPITI DEJ,L ' ARTI GJ,l ERIA
" " *
Trattanùo il sottoperiodo 1870-1 881, ri corderc~mo che dopo il 1870, gli incarichi che l' artiglieria doveva assolvere in guena, erano : nella guerra di campagna : l 'impiego dei propri pezzi ed il rifomimento delle munizioni a se stesso ed alle al tre · truppe; nella guena d'a,ssedi.o : il collocamento e<l il servizio delle bocche da fuoco, nonchè H munizionamento delle medesime; lfL costruzione ed il riattamento pelle batterie, ed i vari lavori in tena che occonono per l ' impiego e la conservazione del propl'io ruateriale. I noltre, in ambo le specie di guerra e segnatamente in quella di ca,mpagna l'Artiglieria doveva provvedere al gittamento dei ponti, e, in genere, alla :preparazione dei vari mezzi adatti a permettere il pai,::;saggio delle acque. Ai compiti 1:maccennati l'artiglieria vi pron,edeva mediante nn 01~d.inamento distinto in ba,tteri.e, parcl1i ed equi paggi da ponte. · La batteria rappresen ta,v a l'unità. tattica dell'artigHeria,, ed oltre ai pezzi a veYa una clot.a7,ionc cli munizioni per i medesimi, nonchè ma,tedali di rica,mhio, qu adrupedi e personale, necessari al suo senizio. Essa era organizzata in . modo da poter seguire le trnppe colle quali doveva manovrare :-:ul campo di ioattaglia ; e a seconda del terr eno di azione, si avevano batterie <la campagna e batteri.e da montagna : le prime da a donernrsi n Pi teneni dove il train·o era possibil e, le seconde in quelli cl ove, non essen<'lo possibil e il traino, il mate. riale clovev:1 necessariamen te essere someggiato. I parchi erano, si può dire, dei depositi mobili di munizioni, da:i quali le batterie e le altre t ruppe combattenti t raevano alimento a mano a man-0 che si presentasse il bisogno. Oltre al materi a,lc cli. ricambio ed al personale necessario. i parchi erano dotati di tutto ciò che poteva essere necessario per sopperire agli eventuali bi sogni delle batterie. -Hl-
OO'l"CIHNA o 'H-l PlEGO DELr. ' ,, ?:·: ,cLilml,\ IJ.-\L
18i0
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Gli equipaggi da ponte comprendevano i materiali necessari alla, costruzione <ld ponti ed al passaggio delle acque: tutti tnli materiali (ir a110 1:,istem ati su apposito carreggio. La, uatura stessa della guerra d'assedio escludeva l'opportunità. di effettuare l'impiego di unità tattiche organizzate. Difatti. l'artiglieria agendo da posizioni occupate in mod,c> perma11e11te.. coordina.vai il raggruppamento delle sue bocche da fuoco in modo cli verso secondo i vari casi particolari e secondo il particolare scopo che doveva conseguirsi. Per tali compiti l'artiglieria ri chiedeva un personale abile nel servi zio delle varie specie di bocche .d a fuoco adoperate e pratico nella esecuzione dei lavol'i di h~rra occorrenti. per l'impiego <li tali ·arLiglierie. Quanto al trafiporto dei vari materi.ali, non era necessario che esso fosse eseguito contemporaneamente al loro impiego, n è subOl'dina to a movimenti tattici delle altre truppe : e pertanto il trasp-0rto si effetLuava per scaglioni successivi nno al lnogo che i matel'iali stessi dovevano permanentemente occupa,1·e, e vi si provvedeva con un (]Uantitativo relativamente li mitato di personale e di quadrupedi. P er sopperii-e agli accenna ti c-0mpiti che le erano richie. sti, l'artiglieria era suddivisa nelle 5 distinte categorie: l artiglieria. da campagna che comprendeva complessivamente per sonale e quadrnpedi formanti le batterie da campagna ; 2°) artiglieria d:L pia7,7,a il cui personale era principalmente adibito al servi7,io .d elle bocche da fu oco da muro. E ssa era inoltre anche impiegata per il servfaio delle batterie da montagna, il someggio delle quali era fatto da muli; 3°) pontieri che comprendeva il personale specialmente addetto ::Llla costruzione d,ei ponti e degli altri mew;i per il passaggio delle acque; ' · 4°) treno che provvedeva al trasporto dei parchi, degli equipaggi da ponte, nonchè al . trasporto delle artiglierie e degli. nltt·i materiali d'assedio i n tutte quelle circosta,nr,e nelle quali. non conveniva o non era possibile di valersi dei mezzi di t1·asporto offer ti dal commercio. Vi provvedeva pertanto col personale e con i quadrup~di dai qùali era costituito e vt>ni.Ya sfruttato nei vari e clivc•L'l'ii servizi dell'esercito in cam, 0
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0111.)[!'\,\1\m:-1'.l'O I)J,.;I REl'A l(TI -
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pagrin <JuaJi : trasporti di effetti dei Quartieri genera.l i, cli ambulanze, di carri di intendenza, militare e di sussistenza .milita,r e. Gli è appunto per queste ultime mansioni affida,t e al treno d'artiglieria che esso cont:innò per parecchio tempo a, chiamarsi Ja e< Provianda >>. 5°) operai : in questa categoria si compr·endevano le varie specie di artefìei e di operai, elci quali si fornivano distaccamenti presso i parchi ,~ pres~o le diverse frazioni del· l'artiglieria impiegata negli assedì. * * *
Volendo esaminare più particolarmente quanto riguarda l'ordinamento di ciascuna delle cinque predette categorie, rilevel'emo che : per l'artiglieria da campagna si avevano batterie da cent. 9 e da cent. 12 avancarica, nel 1875 era già, in servizi.o il cann. da 7 B. R. Ret . e poi il cann. da 9 A. R . Ret e ancora, era in servizio il cann. da 12 B. R . avancarica, doè si avevano da · noi due specie di batterie da campagna, differenti l'una da ll'al · tra per il loro a,r mamento. Entrambe le specie di batterie avevano i serventi a,ppiedati: talvolta però .i serventi venivano trasportati o seduti sni cofani dei carri, oppure talvolta anche montati sui cavalli sottomano allorchè ,occorreva a<.!celerare l 'andatura e nelle rapide prese cli posizione. (:D.:: bene perta,nto precisare che questo ordinamento e questo armamento della nostra arti.glieria si riferiscono a,gli anni 1S74-75 e che pertanto nel periodo 1870-1881 che t1Ui c:onsideriamo, era noto e notorio - così com<~ scri~e il Leitenitz nelle~ sne « Nozioni sul servi-. zio dell'artiglie1fa in guerra)), ediz. 1874 - che tra breve l'artig-li.eria italiana sarebbe stata fornita di nn nuovo materiali~ cl~ mm. 75, materiale che avrebbe dovuto sostituire le batterie da oent. 9. A tali nuove ba,t terie sarebbe stato dato il nome specifica,tivo di batterie da campagna da cent. 7 >>. E sempre in tema di muta.menti si prevedeva che con tutta probabilità sarebbe stato Rnche adottato un · altro cannone di calibro maggiore in sostituzione del cannone da cent. 12 B. R.); -143 -
DOTTRIKA D' IMPH:GO D~:r_,L' AUTfGT,lEHIA DAL
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per l'artiglieria, da montagna, in analogia alla nomencfatura adottata per le batterie da campagna ed in relazione al calibro del ca.nnone che costituiva il loro armamento, ern· no chiamate batterie cla montagna da cent. 8 : in tali batterie i serventi erano sempre appiedati : per l'artiglieria da piazza, così oom·e anche per i Pontieri, nonchè per il p(~r:sonale ed i quadrupedi del Treno, l'organizzazione e riparti½ione erano fatte in « compagnie >); per quanto riguardava gli Operai, anch'essi erano orga,nizzati in compa,gnie, -ognuna cl-elle quali era formata di operai della stessa specialità, od anche , di individui di sp<~cialità, diverse, ma che pertanto concor+evano alla completa es<~cuzione di una unica, determinata lavorazione. L 'ordinamento dell'Artiglieria in questo peri-Odo era pertanto iJ seguente: 90 batterie da campagna da, cent. 9, 40 · compagnie da piazza, 9 compagnie Pontied, 32 compagnie del Treno, 5 compagnie opera,i (due di maestranza, dne di artificieri~ una di armaiuoli) . 1 compagnia, V,e terani. Non si avevano batterie da montagna, nè batterie da cent. 12 ,o rganizzate in modo permanente : soltanto al momento del bisogno il materiale delle batterie da montagna si distribuiva all'artiglieria da piazza che avrebbe d·ovuto usarlo, e solamente all'atto della mobilitazione si distribuivano le batterie da cent. 12 all'artiglieria da campagna. Nella compagnia Veterani erano riuniti tutti gli individui d'artiglieria g.i.udicati . inabili al servizio attivo. Ad ecoezfone pertanto delle compagnie operai e delle compagnie veterani, tutte le compagnie e batterie erano incorporate in undici Reggimenti così costituiti: . il l° Regg:to: 9 compagnie pontieri e 2 comp. Treno; · gli a,ltri dieci reggimenti: 9 batterie da. campagna, 4 compagnie da piazza, 3 compagnie treno.
OBDJ!':.-\~U;);'l 'O DI CAl\lPAG::-IA
•:•:• * -:.G11,erra di ocirnpcigna. - Secondo le disposjzioni allora vigenti, l'arti.glieria forn iva all'esercito in campagna : f
ba,tterie divisionali batterie di corpo d'arma,ta batkrk cli riserva
A) Batterie
I (
_I!)
Parchi
' Parc.:hi cl' artiglieria .d i Divisione Parchi d'artiglieria di Corpo d'esercito Co.Lon11e cli riserva ( Parchi d'artiglieria, da esercito \
O)
Equipaggi da ponte
I
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Bquipao·o·i . 09 da ponfo da Corpo d'esercito Equipa,ggi da ponte da Esercito.
Le Qatterie di visionali erano quelle ad det te alle Divisio 'Ili attive, con le quali concorrevano a tutte le opera.zioni di .g 'uerra. Tali batterie erano da cm. 9 e in nmn ero di 3 per ·'Ogni Divisione. · . Le batterie cli Corpo d'esercito erano quelle assegnate in modo permanente a eiascun Cè)l:po cl'e~ercit o, inclipen.dèntémente cl.alle batterie divisionali del Corpo stesso. Tali bat·teT'ie ern.no a.d esclusivf~ <lisposizi.one del Comandante gene·rale del C01~po di ,esel'Cito, per impiegarle dove e quttndo meglio lo riteneva. opportuno per le opera,zioni che i.l proprio ·Corpo doveva eseguire. Esse potevano essere secondo i casi ·da cm. 9 ·O da, cm. 12 : il loro nnmero asoendeva norma]m1ma 3 per ùgni Corpo, d ~stitui.to da 2 Divisioni, ed a 4 o 5 :allo1~chè il Co1·po comprendeva 3 Divisioni. Le ba,tterie che preventivamente si assegnavano in più di :quelle normalmente destinate a ciascuna Divisione ecl 'eia·-scun Corpo cli. esercito, formavano una, riserva indipendente, e per tale motivo erano distinte con il nome di « batterie -d.i r iserva )) . Queste ba tterie - di cui · akune da cm. 9, altre cla cm. 1.2, ed -altre cla rn·ontagna - rima,nevano a disposizione del 'Comando superiore per essere adoperate per determina.ti sco'
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DÒ'.l'TRI~A D'IMPII;;GO DEL!} Alt'.rlGLrnRIA DAl,
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pi lung,o il oorso deJla, c.1.mpagna, e per essere all'occorrenza distribuite temporaneamente a qualcuna fra le singole Armate od a taluno dei Corpi ,d 'armata. Le 3 batterie di ogni Divisione formavano brigata, ed analogamente formavano brigata le batterie assegnate a ciascun Corpo cli esercito . PE'r le altre battede era, anche osserva,t a la ripartir.ione in brigate, oomposte ciascuna di un gruppo di 2, di 3 ed anche di 4 batterie. Circa il numero dei pezzi e la composizione delle batterie da campagna, la loro formazione su completo piede di guerra era stabilita su 8 pezzi per ie batterie da cm. 9, e su 6 pezzi per quelle cla cm. 12. Tuttavia, in tempo di pace analogamente a quanto veniva praticato lper tutte .le · unità elementari delle va,r ie Armi, l'effettivo delle batterie e delle compagnie dei reggimenti di artiglieria si teneva ridotto alle minime proporzioni : conseguelitemente ~ra stabilito che le batterie da -campagna sul piede di pace avessero soltanto 4 pezzi ed un nurn.ero di carri per munizioni inferiore a quello corrispondente al loro primo munizionamento . . Ad evitare poi confusione ed inconvenienti all'atto della mobilitazione, appunto per il passaggio dal pi.ed.e di pace al pied·e di guerra, l'ordinamento allora in vigore per l'artiglieria stabiliva per ognuna delle due specie di batterie cla campagna, ben 3 diverse formazi:oni e conseguenti norme ~r l'attuazione delle med~sime. Di queste 3 formazfoni la prima eorrisponcleva . al primo stadi,o di mobilitazione e limitava a 4 il numero dei pezzi per ciascuna, batteria; con la terza formazione la batterfa veniva a trovarsi · provvista di tutto l'armamento e d.el munizionamento che Jc spettava . secondo la formazione sul piede cli guerra; Ja seconda fOI;m,azione si riduceva pertanto ad essere uno sta<lio transitorio dalla prima alla terza. Con tali norme e . seguendo questi criteri si era, ce1·cat:o di rendere · più facile e più vronta la mohilitazi.one delle ba,tterie. L'inquadramento dell'artiglierh1i nella guerra, di campn, gna, era naturalmente diverso a seconda che si trattasse dèl. l'impiego di nna Divi.sìone, o quello di più Divisioni_ riirnite per fol'mare .. un Corpo d'esercito. -
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DISPO SlZfO~I l'I~R LA l\ f AHCI.·\
Riferendoci alla Divisione isolata,, aUorchè essa marciava su una, sola; 0olonna,, una delle sue batterie veniva as1segnata all'avanguardia; lè tLltre batterie rimanevano col grosso ed era consuetudine di alternare, a turno giornaliero, il servizio di avanguardia fra le Yarie batterie. La batteria d'avanguardia distacca,va generalmente una Sezione al · seguito delle prime truppe di avai1gua,r dia e teneva riunite al centro del nucleo principale dell'avanguardia. stessa. le altre sezioni. Le altr,e batterie marciavan-o, secondo il presumibile loro impiego, o tutte al1a testa del grosso della Divisione, o parte alla testa e parte al centro, o tutte al centro del grosso. Per rendere le batterie più manoniere era prescritto che l'estrema sezione dell'a,yanguardia non portasse al suo seguito i cassoni i quali, insieme ai carri munizioni delle a,l tre sezioni della batteria di avanguardia, erano riuniti in un solo gruppo e marciavano insieme alle altre batterie della Divi sione. Le riserve delle vade batteri.e e cioè fucine, carri da batteria, eec. e<:c. mareia-vano insieme in coda al. grosso deJla Divisione. Nelle marcie in ritirn,t a, eseguite allfL p'resenza del 11cmico, si assegnava, alla, retroguardia una batter-ia cl1e si reg-olavà in modo analogo a quanto si è detto per la batteria di avanguardia. In modo analogo a quanto si praticava per le batterie cli avanguardia, anche alla retroguardia, per turno giornaliero si destinava una delle batterie della Divisione. Se la Divisione marciava su colonne parallele per e:;;eguire una marcia, cli fianco . si assegnavano generalmente 2 batterie alla colonna più esposta. Di .queste 2 batterie, una stava con l'avanguardia e l'altra con la retr.oguardia deUa oolonnH, stessa, frazionate in modo analogo a quanto si' è .visto in prec-edenza.. · Il resto ò,ell'artiglieria di cui disponeva la Divisione, marciava ordinariamente "tll centro ossia insieme alle truppe del gr-osso della c-0lonna centrale. . Quando la Divisione procedeva simultaneamente per più stI:ade al solo - scopo di facilitare la marcia, era, permesso di
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O()'l'TUI:'.'IA D'D1Pm(JO OliJLL' AH'l'lGLlI.mL\ DAL
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i-ipartire le batterie fra le ,·arie colonne se11;1,a però fra~donarle. In tal caso dascuna b}1t!.eri.a clfLvn alla rispettiva colonna una sezione di avanguardia o di refroguarclia, ed il 1·csto della batteria stava ver:-:o la testa oppure verso la co1fa del grosso della 0olonna, secondo che la, marcia era verso n 11emico oppure in ritirata. R iferendoci a più Divisioni riunite e formirnti un Corpo d'esercito, nel caso che esso marciasse su un'unica colonna, l'artiglieria d'avanguardia era 0ostitu ita di al cune od anch<' di tutte le batterie della Divisione di testa, clliamate cioè a fornire l'avanguardia. Una cli tali batterie veniva spinta in estrema avanguardia ponendosi dfotl'o nl battaglione più avanzato ed attenendosi alle stesse norme già viste per la batteria di a.vanguardia di una Divisione isolata. Le altre ba.tterie marciavano col grosso dell'avangua,rcli.a e verso la testa . I n ciascuna delle Divisio11i che venivano in seguito, le ris:pettiV(! ba.ti:erie marciavano frammiste alle alti-e truppe ed or·ùinariamcnte verso la metà della colonna. Q11a11to poi all'artiglieria che non dipendeva dalle singolfi Divisioni. e cioè per quanto riguarda le batterie di ('orpo d'esercito, il loro posto nell'or.dine di marcia variava in dipendenza delle circostanze e cioè secondo cb.e il loro ìmpiego Bi prevedeva più o meno sollecito . Ad ogni modo que~te battel'ie di Corpo d' esercito marciavan o riunite e dove1tdo sempre essere alla mano del coman.d ante del Corpo stesso, precedeva.no Je truppe di riserva del Corpo d'esercito. Nel caso tutta.via che vi fosse probabilità di impiego fin dall'inizio dell'azione, tali batterie si facevano marciare in tutto -0d in parte alla testa del gr-0sso del C-Orpo d'esercit,q, od anche con le batterie clell'a,vanguardia. Allorquando le Divisioni di un Corpo d'esercito marcia.vano su colonne diverse, in ciascuna colonna l 'ordine di ma,rcia della propria artiglieria era regolato dalle norme già date nel parlare della Divisione isola.ta. Le batterie di C01·po d'esercito si tenevano all-0ra, secondo le circostanze del luogo e del momento, o al seguito della Divisione che tr,ovavasi più esposta ad immediati attacchi nemici, o con hL più ·- :IJS -
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LA SCE I/J'A DF.LLB POS I ZIO-'<I
centrale dclht colonna di marcia con le quali pr,occcleva il Oo1·po d·'csercito.
.. .... Per Ja, scelta delie posizioni inter-e ssanti norme venivano dettate nei riguardi della. posizione del nemico contro cui si combatteva. La posizione delle batteric1 difatti, oltre ad essere scelta tenend-0 conto sim11lta11earnente delle due importanti condizioni 1·iguardantì ht eonformazione del terreno 1 e la posi1.i<rne delle truppe contro le quali la batteria dovern, combattere~, veniva scelta anche a seconda della posi.½ione ('he occupava · il nemico. A questo riguardo il Leitenitz (l) cosi si esprimeva : e< 1n rispetto alla posj;,-,ione del llemi co contro cui si com batte, la località da -0ccupa,r-e con i pe,,;zi vuol essere scelta per maniera che il tiro possa dirigersi. nel senso secondo il quale il bersaglio presenta la massima ampic1.z11:. P(~rciò, con viene il tiro di fronte contro fanteria in colonna o mai,:sc! profonde, ed il tiro obliquo SH fanteria in linea ·O spi.cga.ta , sn quadra.ti e su c-olonne poco profonde. Contro ca,valleria. ,,a. ranno sempre più convenienti le posizioni di faccia,, o q uasi; perchè la rapidità propria de' movimenti cl'nna tal Arma. le concede di sottrarsi assai presto a tiri ehe la, prendano di 8bieco o d'infìlata . Contro artiglieria, le migli-o ri posizioni sono quelle ·Oblique: per-chè, in ta.le dfrezione, il bersaglio risulta più compatto. Circa poi a' limiti cli vicinn,nza fra la, posi.zh,11e ed il bersaglio, posi:;ono valer da, massime genera]i le seguenti. : di fronte a fanteria (a meno di circoF<tanze speeia,li e<1 imperiose), convirne di non avvicinarsi oltre i 700 metri. per non mettersi gra tuitarnente sotto l'a~done micidiale del fu-oco efficace di fuci.lel'ia, il qua-le può decimare fo brev'ora serventi e cavalli : di fronte a cava,lleria, di cui si. debba respingere un attacco, ·~arebbe imprudente avanzarsi a meno di 700 o 600 . metr1,' tale essendo all'incirca la distanza ' (1) A . LET1'E='<T'r7.. 21·oz'ion·i gu.l ser·vizio (leii' ~frt·(g1'ieria 'in Gu.erra. (Tor ino, 1874).
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0 01•J'P.J'.\"A
o ' DIPIEG O om,r/
All'l'IG UERlA DM,
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urdi1taria di carica; co11tr'al'tiglicria di ca libro superiore, il partito migliol'e è qu ello d'avvicina rsi risolutamente fi11' al punto dove le concli.zioni di. tiro riescan,o meno diverse Jwr amhe le parti (scrnm spingcl'si , benin teso, nel campo del tiro n metragli~) e dove rim ane perciò neutra,Jizzato il · vantaggio dell 'a vveri::ario. Fi nalmente, in quan to dipende dr~lla posizione delle trnp· pe a c·.ni una batteria. i:;i t rovi unita per combattere, vuol si ben e aver in mente ch e l'a1-tigli el'ia non deve, mai e per vc1·unn ragione, impacciare i movimenti e le manovre delle alt1·e Armi. Per questo motivo appnnto, le posizioni più oppor· tune per i pezzi son quelle laterali a' reparti di fanteria, o di cavalleri a assieme a' quali deve combattere;. il collocar can noni snl din anzi delle altre h'nppe va sempre evitato, ed è ~oJ tanto in casi affatto i:;pecia.Ji che può convenire cli postarli direttamente dietro alla lh1ca de' combattenti. Stabilit e lateralmente aJle a ltre t ruppe, lr. batterie lasciano a que!': te maggiore liber tà di movimenti, mentl'e assicurano a sè ste~Re ma ggio1· latitndine nella sceHa deUe proprie posizioni ed allon tanano qu el momento in cui , mascherate da combatten ti del proprio partito, son cosLt·ette a cercare altr' obbiettivo pc' loro fuoc lli o, qua,nto meno, a mutar di posizione: il colloca· mc1ito dc' pezzi snl cli dietro .delle nltre truppe può t ornare proficuo sol qnantlo vi si trovino località dalle quali si domini acldil'ittnm il terreno ·a cl combattimento (ecl allora posRonsi dh,porre an clie più 01·<iini <li fuoco sovrapposti, cioè s1:a,glionati a differen ti altezze); infine, il pone cannoni snl <li· Hanzi delle altre truppe non concl nrrebbe a-cl altro risultato, fuori quello da nnosissimo di far raecoglicre a, queste i frutti. cl e' til'i nemici diretti contro i pe7,7,i e fnllit i per eccedenza di gittata. Quanto poi alla maggiore o minor e vicinanza fra, Je posi½ioni che u11a ba tteria pu ò occupare · e quelle sull e qu ali Rtann o o mnovono le truppe che operano di concerto coll a bn,tteria., sliessa e che debbon o all'uopo servirle di sostegno, la c,0sa vuol esscl'e r egolata per maniera che la protezione loro su' pezzi possa, in ogni evenienza, aver effetto con suffidente p1·on tezza:; e che, d'a.ltron,de, codeste truppe non trovinsi. COi:ìÌ aclclossate alla batteria, da riportar sicmi danni -
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);OlfME l'ER IL COMJ\AT'l T:\H:NTO
nel caso di scoppio di qu.a,lch'avantreno o di qnaJche càs&one. Le quali consi.dera,z ioni inducono a, far comunemente ritenere . che l'intervallo fra una batteria ,e le truppe incaricate di sostenerla poss'oscillare fra i 60 metrf ed i 400 metri, se queste sono di fanteria; e possa pur oltrepassare d'alcnnchè il superiore di tali due limiti, quand,o le truppe fi.ancheggia,nti ~ie1io di cavalleria>>.
Nelle norme per il combattimento) speciale cura si aveva, n:1turalmente, nei riguardi della scelta del tiro, in relazione alla natura,, all'estensione ed a,l la, distanza del bersaglio contro il qua,l e si doveva agire, e che determina.vano la specie del tiro da impiegare. In massima., f~ra prescritto che nel.la maggior parte dei casi non si aprisse mai il fu oco prima cli tr,ovarsi « a buona portata>> dal nemico, poichè, si diceva, << i cannoneggiamenti a grandi dista,nze va,nno evitati con cura1 come quelli che il più ·sovente porterebbero ad un i.nutile sprec-o di munizioni)). Si 1.,asse~·iva che ne!le. c~rcosta:11,e. più freq.uenti, il. vero <.;ampo d'az10ne dell'a..rt1gher1a conunernsse nl d1 qu.à dei 2500 metri poichè, a, distanze maggiori, l'osservazione dei risultati riuscendo difficile, ma,ncava il dat o principale per la rE>ttifìca del t\ro, e si rischiava tropJ}o facilmente di non produrre sul bersaglio .effetti apprezzabili. Sia nell'attacco che .nella difesa, i proietti che più spesso si adoperavano nella guerra dj campagna, a grandi ·e a pic<;0Je distanze, erano la granata ordinaria e lo shrapnel : la prima contro bersagli di va.ria, natura, il s·econdo soltanto contro bersagli animati. Nel caso particolare poi che, doven do battere un bersaglio animato, questo fosse molto vicino e .c be convenisse colpirlo simultaneamente in più punti della sua fronte, si sostituiva all'uno od all'altro dei proietti, la metraglia. Occorre notare a questo ri~m1rdo che la metraglfa, non essendo realméute efficace ·che a di.stanze minime, asisumeva, quale protetto, un ca,rattere spiccatamente difensivo, -
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DOTI'Rl:-IA
o' D1PIWO ~mr,r)
.\H1'1CL1EHTA 0.-\1,
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e costituiva , si pnò dire, H mezzo più valid-0 che l'artiglieria · possedesse per 1:1, diCesa, vicina. 11 tiro a granata ordinaria, per specificare, si soleva fa re: di lan cio, i11 arc<1ta, o fìcca11te. Gencralme11t-c la, granata si adoperava di lancio cont ro bersagli visibili; in arcata contro truppe che si tl'ovavano a r idosso di al t ure, di pieghe del terreno ,o di a.Itri simili ostacoli che lE> coprivano . Il tiro fke,arite era dservato per danneggiare materiali dispos:ti sn Ile facce di opere campali o dietro trin ceramenti e serviva , anC'he, a danneggiare le truppe riparn.te lun go i parapetti. Jl tfro a shrapnel rappresentava nn tiro a metraglia portato a grn ndi dista nze; ed era. principRlmente destina,to a prodnne effetti sinrnJ tanei e i,parpagliati in una zona ph1ttosto estesa, sia di fr onte che in profondità, ed era pn lo riù adope1'nto contro truppe i-:chierate in linee su ccessive. Accennato a quan to era necessario ricordare nei rigna,·di del t fro, vediamo le sncces:i:iive norm e per il combattimento. Allorcb è una batreria riceveva ordine di portarsi. in nna data. posizione, l'u:fficia,l e che la comnndav~1, fatta.la s;offerrna.re in luogo non esposto ad offese nemiche, opp11re ordinandole di <;cmtimrnre la marcia nella direzione della snD, azione. sì .s:pingcva celeremente i11 avanti per la ricognizion e della loc::i Htài e p e1· fMmari::i u n ra,pido ed esatto criterio sul modo migliore di stabilir.isi. (Ricogni?:ione della strada, ecc.). P er la occupa,zi.one <lelJ a poi::izion e, e qnest:o è in t eressante ricordal'e, si pref.criva generalme11 te che i pezzi di una bf-tt teria ava11za ssero schi era.ti in battag'lia. Se qnesto però 110n era possibile, ed era H caso pi.ù fre quente, a causa della spe cie delle strade da percorrc1'e e dellfl na,tnrn del terreno che poteva.no non prei:;tnr:-:;i. per giungere sulla posizion e con lo schieramento in battaglia già, effettuato, si accedeva snlla posizione · stessa, in colonna per pezzo per poi eseguire lo 1schieramento. Le: altl'<" vettu re seguivano la b:1tteti :1 fìn chè ~inng:evi!nC> all'altezza del posto loro assegnato, oppure, se necessario,. percorrevano altra st,rada che face sse capo n quest'ultim o. L'andatura, sìa per i pezzi che per le altre vetture, P.ra
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LA PRESA DI f'0SIZI0l):E
più o 11_1,cno celere a seeonda delle eomlizioni ~le11a strada d:t perconere e delle eontingenzc del combattimento. Al giungere della batteria, il comandante indicava ai suoi e;api · sezione il luogo l)rescelto per i singoli pez¼i, e le operazioni proc·edevano coli le solite · norme. ·N'ei movin1.e11ti 1:,ul campo di battaglia, nel procedere di unu batt-eria ill orcli11e di. battaglia,, l'ordine più conv,enieJite per ìa marcia e per l'economia dello spazio occupato dalla ba,ttel'ia, wHichè per la maggiore coesione dei s.uoi elementi. sai:<::bbe stato quello ad intervalli serrati. Ma, nat11raJme11te, le . coi1 dizi.<mi più frequenti ò.el terreno di manovra, ed il pePic:ol o ù.egli effrttì dd fuoco n.vversari.o, rend·evano a.ssol11tamo1 te poco eonvcnienle la forma.½ione ad i.nl:ervalli serra.ti. 8i. rinnnzia,va allor,1 ad · ogni spiegamento, e ci si atteneva. nl le• formazioni più maneggevoli, cioè a qu<~lle in colimna per se~ione o per pezzo. Nel caso particolare, infi.ne, che una batteria a,vesse dovnto spostarsi; sh1 in avanti che in ritirata,, ed avesse voluto riserva,rsi la possibilità di non cessare il suo fuoco durante il movin1cnto, raggiungeva tale scopo procedendo a sca.glioni: e questi, secondo i casi., si eseguivano per mezza-batteria od anche pe.r sezione. · Nei riguardi del suo possibile frazionamento, durante i combattimenti, l'artiglieria generalmente non veniva impiegata per reparti minori della batteria. Ciò allo scopo di eYi tare il frazionamento delle singole ba.tterie che a,vrebbe anrhe pregiudicato l'efficacia del suo fuoco che poteva ottenersi soltanto con l'azione coneorcle dei. suoi pezzi, agenti sotto im comàÌldo unico. Si faceva eccezione soltanto in qualche caso speciale nl lorchè dovevansi rag·giungere scopi locali di secondaria importanza, quali: abbattimento di barricate, porte, ree.; oppure dar molesl;ia al nemico con piccoli dista,c camenti di J'i. cognizione, ecc. In ogni circos tanza, si. riteneva come prescrizione assoluta quella di · considerare la sezione come il minimo reparto lJ0'-1-iibHe di artiglieria; e l'impiego di un solo pezzo veniva proscritto _come cosa assurda. -
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DO'.l.'TBINA D'IMPlEGO omr.L'Al('J'J(lLlEHJA O.\I,
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r caro biarucn ti di posfaio:ne, necessa1·i naturalmente per seguire i movimenti delJe altre truppe, sia per avanzare come pt·1· 1·e1Toceclere, costituendo pe1· l'artiglieria un periodo as sai criLico (durante il quale il fnoco ri sulta naturalmen te :in· r.errotto, :tlmeuo in parte, ed i pezzi vengono ad essere ber · saglio possìhìle pe1· i tiri nemici) , dovevano essere effettun.ti con la massima parsimonia e ridotti al puro necessario. Era stabilito pertan to che fosse cosa veramente riprovevol(! quel· h di cambiare posizione per avanzare soltanto di poche CéTI · tinaia di metri, per il fatto che alle distanze or.d inarie di ti· ro dell'artiglie1fa, l'avanzare per meno di 700 o di SQO me· tri non avrebbe :tvuto, il più delle voJte, adeguato compenso uegli effetti del tiro. Nei movimenti in ritirata, invece, la cosa era ncecssariamente diversa, dato il fatto che erano le eh-costanze quelle che il più delle volte imponevano o quanto meno r endevano opportuno lo spostamento. Allora le successive posizioni da occupairsi da,ll'a,l'ti.glicria riuscivano determinate dalle circo stanze locali e da quelle momentanee del combattimento, nnn· chè dalle condizioni morali delle truppe che e1·ano in rHi.rata. In linea generale, una batteria, che proteggeva un mnvi· mento in avanti doveva rimanere sulla prima posir.ione occupata fino a tanto che l'all~mtanarsi delle truppe nemiche non avesse reso inefficace il tiro dei su oi cannoni, in conseguenza dell'aumento dell a distan za, interposta tra qu esti cd il bersaglio. Quando gi.ungeva tale momento, la batteria. si portava, a distanza decisiva di tiro, cioè in una nn,ova posi.· zione dalla quale le sue condizioni di efficacia ave!'.scro potu · to prolungarsi presumibilmente per un periodo pinttosto ~ n~.
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I cambiamenti di fronte erano esep;uiti tenendo i pezzi in batteria se la batteria si trovava a l perno della linea di trop· pe che cambiava la fronte; e rimettendo gli avantreni se era al centro od all'ala marciante delle truppe stesse. Circa la condotta dell'a.r tiglieria nei combattimenti locali erano date delle 1iorme da seguirsi nella difesa e nell'at· tacco dei trinceramenti. - 154 -
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Nella difesa,, in linea di massima, ol tre alle bocche da, fuoco cla usarsi nei t1·jnceramenti, si adoperavano altre arti glierie da stabilirsi all'esterno delle op,~l'e per fiancheggiatne le ali. I noltre si tenev::L in J'iserva, un certo numero di batterie, pronte a d agire offensivamente in sostegno dei pun ti più minacciati. Le prime si spostavano essenzialmcnw sulle opere di ma,ggiore estensione che d'ordinario costituivano il cent r-0 del trinceramento. Alle piccole opere, come denti e simili, non si davano bocche da fuo co, tantochè la loro difesa immediata rimaneva interamente a,ffid ata alla fan teria,. Di solito le ar tiglierie si disponevano in barbetta sui salienti -0 sulle fae-ce. I pezzi destinati invece ai rientrànti od ai fian chi, ed in /!e· nere quelli che nel tiro dovevano essere portati V·CrS-O una direzi,one detel'minata,, si sistemavano in cannoniera. 11 carreggio si teneva fuori delle opere e lo si proteggeva con -0~portune provvidenze. Nell'occupare poi il t rinceramento e met terlo in istato di. difesa, si prendevan o tutte quelle misure che dovevano es.sen- , zialmente assicurare il servizi.o delle a,r tiglierie nel momento dell'azione : all'uopo i pezzi che dovevano tirare in barbetta venivano difesi con graticci, gabbioni e bonet ti laterali, mentre d'altra parte si effettuavano le misurazioni èlelle clistanr.e fra i punti più importanti del terreno circostante. La difesa era regolata nel seguente modo : in linea generale era stabilito di tenere in batteria i soli pezzi dei fianchi, e di lasciare gli altri pezzi al riparo lungo i parapetti o le rampe nno al momento nel quale l'avversario fosse giunto a distanza, utile di ti ro . Talvolta anzi si consig-li Hva cli aspetta.re a, sma,scherare le cannoniere :fino al momento di aprire il fuoco. Nel caso che l '·opera, come accadeva più sovente, fosse soggetta a tent-ativi di sorpresa, si la,sciava in batteria la massima par te dei pezzi sia durante il giorno che durante la notte. E se si temevano attacchi notturni, le bocche da fuoco situate nei :fianchi si lasciavano ca rica/,e a mitraglia. All'avvicinarsi della fanteria nemica, le bocche da fuoco che si trovavano in posizioni opport une per batterla aprivano -
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il loro tiro, ma senza lasciarsi trascil1m·e a combaLtim e11to con l 'a1·tiglieria dell'attaccante giaccb è il co11troba.ttere tale ~rtiglieria e ra compito essenziak delle batterie di riserva. In tale azioue con tro le truppe Hemiclie i peizi dell'opera, ~rano c:fficacemcn te coadiuvati dalle batterie esterne che fìa n-
chegp:iavano l'opera f<tessa e che incrocia.vano j loro fu od1i sul dinnanzi. lJal momento nel quaJe ]'avversario svelava le snc batterie era buona . regola dell'artiglieria della difesa. di l'itirare i suoi pe,1,11,i da quei punti sui qu ali l':ntiglieria dell':ivversal'io fosse riuscita ad ave1·e una certa prevalem;a. Allorehè poi la 1l ifes:1 scorgeva Ja fanteria, nemica cl1e avanzavn per tenta.re l'assa,lto, p1.'ovvccleYa l'apiclamen te a riportare al proprio po sto i pezzi g'ià riti1·aH e con csf<i riprendeva il , uo fuoco 1·avvivanclol.o speciahuente nei momenti nei quali le t ruppe avver. sarie tentavano di superare le difese accessorie sistema te Òfl · vanti al trincernmento. VH:done contin nava i11 qnesto modo fìnchè il nemico non giungeva all ' orlo dei fossi: in tal caso si rHiravano tuW i pezzi ad eccezion e di qnelJi sui fianchi i quali rimanevano in posizione allo l'; CO po cli contrastare ·con il loro tiro a mitra glin questo ultimo attacco e impedil'e così il pa ssaggio di f.orza,. Se l'attacco veniva respinto, le bocche da fuoco si rip0rtavano r apiclamcnt,.e jn batteria. per molestat'e senza tregua lE> trnppe che si ritiravano,, e vi rimaneva1H? fino a che l' artig-lieria dell'aggressore non fosse riuscita a riacquistare il soprnYvento . Se si riconoscevi1 l'imposi-:ibilità di tener test~ a,l nE>mico che si accingesse a superare i parapetti, non rimaneva che al>l>andonare il trinceramento. In ta.l caso se l'opera era aperta , si ren deva possibHe di . esportare nella ritirata anr.he le artiglierie installate nell' opera stessa; ma se l' oprra era chiusa , occorreva invece rinnnzinrvi. Nel primo caso di opera aper ta non appen a era posr;;ibil e prevedere l'imminenza della prevalente irruzione dell'attaccimte sul tl'incerRmento, tutte le artiglierie si ritiravano verso la gQ}a dell 'opera,, pronte a,d accogliere col tiro a mitra g'liiL i.l nemico che spuntava sul parapettò; e se a-n cbe quest' ultimo sforzo non riusciva, le artiglierie retrocedevano scagliona.te e protette da lle batte-
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A'l''IACC0 Df P08IZIOKI 'l'R ll\ CERA'l'J•:
rie che cooj)eravan o alla difesa cla posizioni esterne al t rinceramento. Nel caso di opere chi.use, prima di abbandonarle e soltanto clopo averne pr,o tratta la difesa fìno agli estremi, era buona regola di rendere inservibili tutte le bocche da fuoco nonchè tutti gli i:tltri materiali che fossero destinati. a rimanere preda del nemico, predisponendo poi inoltre l'esplosione di ripostigli contenenti le mnnizioni, esplosione che si provocava. nel momento in cui l'avversario penetrava nel trinceramento. Nell'attacco dei. posti trincerati l'artiglieria doveva preparare l'a,zione delle altre Armi, riducendo al silenzio i pe7.,zi di cui il trinceramento era, armato, nonchè sostenere le truppe spinte all'a ssa,l to e vietare i ritorni offensivi del nemico. Nei riguardi dell'azione da svolgersi contro la, difesa del trincera,mento occorreva smontare, od almeno danneggiare, le bocche da :fuoco nemi.ehe eh<~ più efficacemente contribuivano a, respingere l'attacco, rendendo impcmsibi.le ai' difensori di rimanere al sicnro sia lungo i parapetti che dietro le traverse dell'opera,. Occorreva infine smantellare il trinceramento nei punti per i <JUali le truppe avversarie tentassero di penetrare nell'interno dell'opera attaccata. · Gli acoennati molteplici compiti erano ripartiti necessariamente tra le numerose batterie che erano disseminate intorno al trinceramento per modo che questo riuscisse battuto di fronte e di :fianco in ogni facci.a che avesse azione sul terreno eh.e doveva essere percorso dalle truppe di attacco. Delle batterie collocate di fronte, alcune avevano il compito di danneggiare i pa,r apetti, mentre altre disturbavano con tiri in arcata l'interno dell'opera. Le batterie di fianco cercava.no inve·c.-e cli r:olpire d'infilata, <H smontare le artiglieri.e situate dietro ai parapetti, rendendo impr aticabili. i terrapieni. Sistemate cos1 in posi?;ione le ba,tterie dell'attacco, le quali a,Jl'uopo si. va,ìeva,no di tutte le possibili accidentalità <l.el terreno per nascondersi. alla vista cfol nemico ed all'occor1·enza si sistemavano mediante ripari di campagna, simultaneame11te da tutte le batterie veniva aperto un vivissimo fuo-1!57-
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co contro il trinceramento fillo scopo di obbligare il difensore a. rit;fra.r e dai ·suoi parapetti il ·maggior numero di bocche da fuoco. Ottenuto tale scop-o, le truppe dell'attaccante muovevano all'attacco dell'opera: in tale momento l'11Jrtiglieria attaccante doveva tenersi pronta a rivolgersi in modo particolare contro le bocche da fuoco che il difP11sore fosse riuscito a ricondurre sui parapetti per tratten ere le truppe attaccanti. foiziato l'assalto poteva accadei-{~ che qualche batteria mascherata dagli stessi assalitori, fosse costretta a sospendere il suo tiro, diretto contro il primitivo bersaglio : in tal caso tali batterie. approfittavano di questo periodo di tempo per eseguire tiri curvi contro l'interno dei trinceramenti, salvo a riprendere il tiro diretto, nel caso che il difensore avesse l'e~pinto Fassalto. Il passaggio del fosso lo si proteggeva mediante bocche da fuoco date alle colonne di attacco : tall artiglierie si portavano cclercmente a breve distanza dai :fianchi e dai rientranti che difendevano il fosso per colpirli con efficace fuoco a mitraglia. Questi pezzi, dopo aver iniziato il passaggio del fo sso, si lasciavauo sulla posizione occupata qnde sostenere le . truppe che il .difensore fosse riuscito ancora a, respingere. Di solito ai primi gruppi che si lanciavano all'attacco si univano· reparti di cannonieri con l'incarico di sventare le esplosioni dei magaz:;r,ini cli munizioni che fossero sLa;te preparate dal nemico, 11onchè di rivolger<~ contro il cli.fensore stesso le bocche d:1 fuoco che nella sna ritirata l'avversario avesse dovuto a,boandonare in condizioni di essere adoperate. Tali drappelli, provvisti di adeguati attrezzi, distruggevano il materiale rinvcnn to 11ell'opera nell'eventualità che un pronto ritorno offensivo del nemico avesse r eso insostenibile il possesso d,ell'opera. stessa per parte dell'attacca,n te. S<~ l'attacco non riusciva, tutte le batterie dell'offesa dovevano concentra,re i loro fuochi sulle artig1ierie dell'opera che maggiormen t·e molestavano la ritirata delle truppe respinte.
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Speciali nonne regolavano poi il comportamento dell'artiglieria per la difesa e l'attacco dei villaggi (non circondati da t ri.nceramenti) , per l' attacco e la difesa degli stretti, per il pasi:::~ggio dei ponti e dei :fiumi. Ma su queste norme Sf,e· cia1i non è nec:essario indugiarci, i-ientranclo esse, uel loro spirito, nella condotta accennata per· la .difesa e l'attae.co di trincera.men ti. In teressante può essere, invece, un cenno sulle cosidettt> concentrazioni di artiglieria, sia per le circosta nze che sole· vano cletPrminare le concentrazioni stesse, sia per il modo d'azione delle masse di artiglieria, e sulle batterie che con· correvano alle concentrazioni stesse di artiglieria. Il Leitenitz così esponern queste interessanti considerazioni: « Circostanze che sogliono determinare le concentrazioni d'artiglie1·ia. Per poco si rifletta a quanto si disse circa Fazione dell'artiglieri.a nell'att acco e nella difesa cli trinceramenti e di villaggi, non meno che ne' passaggi di grandi stretti. e di fium i , riesce facile convincersi che alJ:Ì fin fi ne questi combattimenti speciali costituiscono appunto altrettanti esempi dell'impiego d'artig'lieria in massa, cioè dell'azione collettiva di numerose batteJ'ie dirette tutte contro nno stess'obbiettivo . Ma . fatta pur astra7,ione di tali circostanze, che invero ai::snmono un carattere pnrtioolare, altre ve n'ha. in cui può tornar utile od iil(lispensabile l'impieç:o cli maf:F-e d'artiglieria contro un bersaglio com nne. Da un lato, l'odierna, maniet'fl. cli combattere, dovuta principalmente a' progrei,;si introdotti 11ell'armamento degli eserciti, conduce a, stabflfre come norma fondamentale quella di non tentar attacchi contro posizioni d'una certa i mportanza, e i:::eriamente difese, senza prima averli prepa,rati a sufficienza col fuoco prevalente di numerose batterie, concentrato sulla chiave delle 1 posizioni stess·e ; e d'altronde, le operazioni di coprir lo spiega.mento o la marcia ava,nti di gr-ossi corpi, di sostenere la ritirata. di tentar dfrersionì per dii:::togliere il nemico da, un atta,c~o -
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intrapreso, tli superai· efficaci resisten ze che l 'avvcrsal'io a,bbia accumulate sul c,1mpo di battaglia (si a al centro, sia alle ali ùella linea occupata dalle snc tn1ppe) esigono Iion mt:>no fre quentemente l'impiego di potenti masse cl 'artigJieria. A fot·mare massa, ossia, ad òpel'at·e nn concrntramento d'artiglieria, occorre evidentemente il concol'so di più bat1'erie; le qua.li, perchè lo scopo che se n'attende sia presumibilmente conseguito, lw,nno a volger tutte contro l'obbiettivo comune hL loro azione simultanea e concorde, epperciò voglion agire non altrimenti che sotto l'impulso cli una dfrczio11e unica, d'un solo comando. In altri termini, le hatte1·ie che conconono a tali concentramenti debbono, col loro insieme, costituire un vero corpo tattico, capace di manovrare~ e d'ope1·are indipendentemente cfa Ile nltre truppe, imperocchè, <lnrante tutLo il periodo <ldla. loro azione e per rispetto a' punti della linea di battaglia ne' quali siffatti cDncentramenti venp;on adopra,ti, l'n,rtigli.eria non è più vincolata cla' Jeg.imi imposti ad nn'armn susi::idiaria, ma diviene nrm a affatto principale. Cenno sul modo d'azione ,delle masse d'artiglieria. Dal detto fin qui non vuolsi però de<lurrc che le batLerie costituenti nn concentramento debbano mantenersi le une prei::so le altre e forma.J:e, per tal guisa, una linea, non intenotta di pezzi. Se talvolta, all ' atto prati.co, la cosa tradncesi rea"imen te nella forma~d one d'una grande batteria, non è men vero che invece, nella, più parte cl.e' casi e con assai rnnggior van tagg'io, tali con centl'azioni emergono dal complesi::o di varii gruppi di batte1'ie, t utti agenti contro lo stesso bersagli.o, ma situati a non piccoli intervalli Puno claJ.l'altro; poichè questa secoMla maniera, oltre a concedere mn.ggiore latitudine nella scelta di posizioni e migliore possibilità cli battere in varii, sen si l'obbi.ettivo contro cui cl~bbonsi con~entrare i tiri, -obbliga l'avversario a fuochi divergenti, e la,scia, adito alle eventuali mosse offensive delle altre truppe atfa·averl'-o gl'intervalli che separano i gruppi attigui cl'artiglierie. Un soverchio agglomeramento di batterie in ispa~do r clativamen te 1·istl·ctto 1111ocerebbe di molto, pregiudicando qnell'elasticità ch'è pur necessaria a tali masse di ·pezzi, per rnanovrnre convenientemente e speditamente sul campo cli battaglia : un -
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~ccessivo disseminamento delle battel'~e stesse, rendendo lente ·e. difficili le comunicazioni, altererebbe H carattere principtt-le del concentramento, ossia vieterebbe d' ottenere che la dire)l,ione de' vari ·elementi dipenda da mi a. volontà unica. Batterie che concorrono alle concentrazioni d'artiglieria. L'indole stessa della missione cui sono destina te le batterie tlel Corpo d'esercito, le rende l'elemento principale e naturale de' concentramenti d'artiglieria. Questo fatto non esclude ;per a-ltro che soventi, a forma,r massa colle batterie indicate, sieno pur chiamate di qnelle addette a.Ile n ivisioni; ma, invero, ricorresi ad una tal misur11, sol qnnnd-0 i;; "abbia certezza ·che il distrarre tali batterie, vnoi pur momentaneamente da' 1·eparti d'altre truppe cui appai·tengono, non possa arrecar danno all'andamento generale del fa tto d'arme. In fine vuolsi pur uotare come 11011 di rado, <lnran te i. combattimenti, le batterie d'una, stes a Divisione t rovinsi nel caso cli dover re.g-olare la lo!'o azione in modo in timamente co11corcl e, nel senso ch'-esse a,bhian t utte a rivolge1·Ja, contro nn particola.re obbiettivo comune: cd è chiaro che ciò equivale ad eseiuir un ·concentramento pa.rziale, del qun.le spetta, naturalmente la ·direzione al Comandante l'Artiglieria della Divisione».
* * * Ricorderemo innanzi tutto che l'organizzazione dell'artiglieria da montagna era ta.Je per cui. ·o gni batteria era composta di 6 cann elli da cm. 8 B.R.. La ·batteria tra spol'tava seco un primo munizionamento di 150 ·(~òlpi per pezzo nonchè una determinata quantità di munizio11i per fucileria. Veniva poi costituita u.nà colonna di riserva -desti.nata a, funzionare quale parco di ogni singola baf.:te rfa ·e composta di una parte clel secondo munizion amento dei pezzi e di. nna seconda dotazione di ca1·tuccie. Il materinle .·:1ccessorio della batteria - mnnizioni. da fncileria, fucina. attrezzi vari, ecc. - er~ riposto entro cofani in modo ana1ogo a quan to era praticato per le mnnizioni della bocca dn G-uet·1·a di rnontagna. -
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fuoco. I cofani erano trnsportati à soma, similmeute alle boe· che da fuoco cd agli affusti. fovecc il someggio non ,e ra adoperato nella colonna di· riserva,, il cui materiale veni va cal'icato su appositi carri. Un particolare inteecssaute era quello peJ.' cui, allo scopo di non in:finnare il necessario carattere di mobilità e di maneggevolezz,L della batteria, qnestn era diYisa in due grup· pi distinti : l' nno, detto batteria di manovra, comprendeva i pezzi con quella, parte del rna,tel'iale, personale e quadrnpPili che era necessaria per il pronto impiego; l'altra, detta colon. na munizioni, era. costi t uita dai rimanenti elementi della bactteria. Le pl'incipali norme di impiego stabilivano che nella generalità dei casi e scmprechè fosse stato possibile era prefe. ribile di giungere sulla posizione con i pezzi trainati, scaricandoli cioè dai muli e componendoli poco primtL di giungere sul luogo dal quale dovevano far fnoco; ma poichè que8tO era raramente consentito, c·osì si prescriveva. di esigere la massim tL rapidi tà nelle operazioni di scaricamento dei mnli e di composizione del materiale, facendo e:-;cguire tali opera. zi:oni . a.I riparo di ondulazioni del terreno ed il più vicino possibile alla posfaione prescelta per i pezzi. P er i piccoli movimenti che foi:; ero stati necessari nei. pressi. d-elJ.a posizione occupata, anzi.cl1<~ ricaricare i pezzi sui mnli si facevano tl'ainarc dai serventi i qnali si. servivano pe1• ciò degli appoi:;iti sopl'aspalle in dotazione all a batteria. Allorchè si 1wevedcva l'abbandono della posizione occnp:1ta, sia per pasim.re ili altra posizione r,etrostante e sia pet' necessità di l'ilirata. si inviavano indietJ'O anzitutto i muli portacofani, tra.ttenenclone sul posto uno per sezione al massimo onde far fronte alle ultime nece~">ità di tiro prima di. rimettersi in movimento. In quanto ai pezzi, se l'avvcl'!"!ario era ancora lontano. essi si ricnricavano sui mnli non appt>nn eseguito l'ultimo tiro, e la, ritirata si effettuava quindi sotto. la protezione clelle truppe di sostegno. Qna1ora, invece le circostanze fossPro state tali che conveni~e prolungare il fuoco :fino all'ultimo, o s_e l 'avversario incaJzasse in modo da non da-r e la possibilità di l'icaricare il materiale sui muli. i:::i con,. -
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G UERRA D' ASSEDTO
tinuava il fuooo finchè era possibile, retrocedendo gradatamen te con i singoli pezzi trascinati dai serventi, ed il caricamento del materiale sui muli ~i eseguiva soltanto a.llorehè si fosse pervenuti in punti meno esposti ad attacchi immediati. Era poi pr.~scritto di illizirtrc la ritir:,Lta mentre le truppe di. sostegno, restando ancora snlla posizione, aveva.no il compito di. trattenere a dista,nza Favversario. . La condotta dell'artiglieria da, montagna nei cornbattimenti locali nei quali poteva essere chiamata a prendere par te, era in massima reg.olata da criteri. analoghi a quelli seguiti dall'artiglieria .d a, campagna, prima ricordati.
* * * Guen-a d'a-ssedio . - Particolari norme regola.vano l'impiego dell' artiglieria nell'a,ttacco e nella difesa delle fortezze. Anzitutto voglia.mo ricordare che sotto il nome generico. di « traino d'asseçlio >>, si comprendeva complessivamente tutto il materiale cli cui l'a,rtiglierfa abbisogna.va, per prùcedere alle operazioni che le incombevano nell'a.ttacco delle piazze forti: il traino da assedio comprendeva quindi: bocche da fuoco, affusti, munizioni, carri, macchine, attrezzi per il servizio delle artiglierie, ma.teriali e strumenti per l'esecn , zione dei lavori iu terra. Nei riguardi di q11 esto trai110 d'assedio, presso tntti gli eserciti e.ra riconosciuta la convenit!n za di tenente permanentemente pronto ed organizzato un nucleo che rapprase·ntasse ln, media clei. mezzi necessari e suffi cienti per intraprendere nn assedio di qualche entità. rra,,le nucleo, :fin? al momento in cui esso doveva essere impiegato, , si teneva. depositato in piazze fo1·ti ocl altre loc}11ità similari al sicuro di qual siasi colpo di mano. Per un attacco regolare .di una, piazza forte, la relativa, azione si. iniziava sempre operando l'investimento, detto an che blocco, il quale consisteva nell'intercetta.re tutte le comuni.cazioni per le quali potevano giun gere alla piazzaforte ainti di uomini e di materiali. Tale investimento si stabiliva per_ciò su posizioni che, rispondendo a tale scopo, si trovavano -
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fuori dei tiri della fortezza e tali cla potere sicuramente ·respingere con le forze che le presidi;,ivano, i tentativi ,:he avrebbe potuto fare il nemico per rompere il blocco stesso. Compiuto l'investimento, l' attaccante iniziava, le f}ffettive operazioni di assedio. Qu este operazioni comprendevano i lavori occorrenti pe1·. l'occupa,zione del terreno battuto dal tir o della difesa e che permettevano l'avanzata, vers-o il fronte della forte½za già, prescelto a pa,rticolare obbiettivo dell'attacco. Inoltre si abbatteva un tratto di ramparo in un determinato punto allo· scopo di condurre le proprie t ruppe a valersi dell'apertura così praticata per penetrare nell'interno della piazzaforte. L'azione offensiva contro la fortezza si esplicava principalmente con l'artiglieria da, assedio di cui cl.isponeva il corpo attacc11nte al quale l' artiglieri.a stessa doveva rendere possibile la progressiva occupazione della zona dominata dai tiri della difesa. · Le altre. truppe si tenevano invece in attitudine difensiva con lo scopo di servire d.i aiuto all' artiglieria contro le sortite tentate dal pt·esidio della piazza. Soltanto nell'ultimo periodo dell'àttacco , cioè allorquaJHlo l'aA~ediante perveniva a poca distanza dalla fortezza, tali truppe potevano con correre attivamente all'offesa mercè un nutJ'ito fuoco di fu cileria diret to contro i difensori che fossero apparsi attraverso le ca,nnoniere dei fronti attaccanti. P er soddisfare · al , suo compito, l' artiglieria dell'assalto occupava successive posizioni a, varie distanze dalle opere della piazza : in ciascuna., postando un gruppo più o meno numeroso di bocche da fuo co, costruiva spalleggiamenti adatti a riparare· da.I tiro dell'avversario i · pezzi <>.d i rispettivi serventi. I singoli' gruppi di artiglieria così stabiliti si d-enominavano cc batterie>>. Le altre t ruppe del corpo assediante dovevano anch'e~se trovare modo di mantenersi sul terreno d'attacc_o al coperto deU.e -0ffese della ph1zza. A questo scopo sopra ogni tratto di terreno che si andava acquistando verso la, fortezza venivano . praticate ·tante trincee che costituivano nel loro complesso un vero sistema di strade coperte. Alcune di tali trincee, ehe si designavano più particolarmente ool nome di approcci, de·-
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CLASSH'ICAZIO'.'II•: or;:LLE BATTERIE
terminavano le di vet~e vie da Leuer·e nelln 7,-ona. pericolosa per giungere fino ai rampari. Ogni approccio wocedeva a zig-7,a,g allo scopo di impedì.re al difensore di batterlo d'inDlata,. Le alt re trincee eh-e serviv:ino invece per Fappostamento delle t ruppe di sostegno e che si sviluppavano secondo linee e-be facevano fronte alla pia,7,7,a e ne acce.rchiavano, . per cosl dire, il fato a ttaceato, venivano dette para;llele. 'l'ale nome derivava dal fatto che a -ciascuna cli queste linee si faceva se~nire un a ndamento quasi para,llelo al con torno · determina.to dai sali.enti della piazzaforte. Il numero delle para.Uele dipendeva dai singoli casi, e le distanze interposte fra le successi.ve pa,raifole andavano man ma110 diminm~ndo co1J'avvi cinarsi allo spalto, c-osì come -cont emporaneamente diminuiva lo sviluppo di -o gnuna di esse, che veniva regolato in mo do pc1· cui dalle ali cli ogni parallela fosse possibj]e proteggere le ali della pnrallela anteriore. Alle vari.e parallelè · si ac · cedeva per mezzo degli approcci. .,. . Appositi trat ti di ti.incea, che prendevano il nome _di comunicazioni, conducevano dalle singole batterie ad una dell,~ parallel e oppure, quando questa non fosse a,bbastanza vicina, · · 'ad uno degli approcci. Appunto in relazione alla sucecssionc· con la quaJe le diverse batterie venivano stabilite, ed a.I la posizione loro più o meno approssimata alla piazza, le batterie :'<~nivano cla8si ficate in : prime batterie - seconde batterie - ha,tterie di breccia - controbatterie. Le prime batterie .dette anehe preparatorie. erano le batterie che si impia ntavano agli ini7,i dell' assedio e sotto Ja cmi prntezione le truppe dell'assediante occupavano snl terreno. di attacco una prima posizione, lungo la quale si spiegiwano e si copri vano con 11pposi.te trineee. I n quèsta categoria ve. nivano ançhe compr-ese t utte -queile batterie lontane che · ti mndo parte in a.rcata, e parte di lancio, erano arma.te di pezzi di più lunga portata. · · Le seconde bat terie erano quelle a.Jtre che, snccessivamen te stabilite nella zona più r avvic.inata alle opere~ nemiche, ave vano gli. scopi : di bat tere queste opere cli fronte o di :fianeo, con tiri cl i laneio -od in arcata; quindi cli preparare e posci,t -
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DOT'l'HINA D'lMPir,;GO DELL' AU'l'IC LIEIU,\ DAL
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sostenere l'avanzata progreBsiva delle truppe a,ssetlianti ùalk prime posizioni oc.:cupate sul terreno d'attacco fino al fosso della fortificazion e. Le batte1·fo di breccia el'ano chfa1mite, cosi come lo indica la 101·0 denominazione, le batterie destina te ad abbattere i mm pari nei punti nei qua li si intendeva di. a,.prire delle br<>ccie e penetrare nell'interno dell'opera. Si denominanmo infine controbatterie le batterie la cui azione era particolitrmente dil-etta con t 1·0 . le a,rtigli.erie che la fort ezza poneva a difesa dei s noi for ti. Per quanto poi queste ultime due specie di batterie fossero solitamente considerate come fol'manti una categoria a parte in vil'tù dello scopo speciale loro assegnato, pure la loro posizione sul terreno di a,Uacco, dipendentemente dalla maggi.ore o mir101·0 lonta na,nza dalla fortificazione contro cui emno rfvolte, pote-va fa.de a, buon diritto comprendere fra le « seconde bn,tterie >>, od attribuire loro addirittura il carattere speciale di « nltime batteri e)>. cioè di batterie indicanti l' ultimo stadio delle operazioni dell'artiglieria ai-sedi an te. E qui è molto inte1·esi::a11te ossel'vare come fin da allora fosse i.nv1:dso l'uso cli distinguere le ba tterie a tiro ,d iretto. da quelle a, tiro indiretto : si chiamavan-0 cioè a, tiro diretto le ba.tteric di brccciH, e le contt·o-ba.ttel'ie che v,edevano e pun tavano quindi dirc•ttamente sul beri-aglio loro assegnato; si chiamavano a tiro indfretto qnelle batterie che per la loro lon tananza, non potevano scorgere i bersagli che dovevano colpire.
** * Per qu anto rigua,rda, l'azi.ou e dell'nrtiglieda clnra,nte l' assedio, dato che lo scopo principale clell'asst>Clian t<> era qn<'llo di obbligare la for tezzi1 a sperperare i suoi tiri fin dall'inizio, era stabili.to che la fortezza stessa venisse a (;taccafa, simultaneamente clal massimo numero possibile di p unti affinchè non nve~se agio di accnnrnl are successivamente i suoi mezzi di difesa contro ci.ascnna cl.elle · singole batterie che la attacr.avano. - · ](i(j -
A7.l01'l!l DELLE BAT'.l'f~RIF. :;s1,;r,r/ A'.I TACCO
A t.1le scopo era norma gencralE che le prime batteri.e aprissero il loro fuoco non già alla :,;picciolnta, ma tutte nello st(~SBO momento e con la, maggiore precisione possibile. Tale principio non poteva, applicarsi alle seconde batte1·ie : di queste le più lontane, q nelle cioè che segnavano l'imz10 dell'attacco ravvicinato, potevano ancora seguire la norma di aprire insieme il loro fnooo, mn, le altre più avanzate che si irnpiantavmrn progrc~ssivamente su)]a zona più vicina, e fra · 1e qua,li erano comp1:cse evidentemente le battel'ie di brecei:i e le contro-batterie, dovevano necessariamente conservare fra cl i loro 11na relativa indipenclenztk Esse perciò cominciavano il lor.o tiro ma,n ìnano. che v,enivano piazzate ed a,rmate. Il momento nel q11ale ogni battel·ia, do'Vf~va poi entra.re a. prendere pa,rte al combattimento, e le norme alle quali doveva attenersi, formavano oggetto di ordini eBpressamente €marrati dal Comandante GenE!raJe deJl' Artiglieria, all'asfledio . Genera.Jment.e il fuoco{ simultaneo da pi.ù pnnti dh::ersi P. l'inizio della comune azione veniva determinato mediante appositi segnali convenziona.li, come razzi e simili, che ser-. vivano di a,vviso a tutte le batterie interessate. Ad ogni modo pertanto era ass-olutament.e necessario che il primo fuoco delle varie batterie contro determinati punti della, Pia7za venisse aperto di giorno, affinch è esse fossero jn grado di cura,r e il puntamento cl elJc bocehe da fuoeo, e potesser,o elilaminare bene i risultati ottenn ti dal tiro) per a.pportarvi le necessarie rettificazioni.
* * * Passa,ndo -ora ' all'impiego dell;artiglieria nella difesa delle forte?:ze, ricorderemo innanzitutto che la dotazione di una fortezza comprendeva il complesso dei varii materiali cli artiglieria che venivano assegnati alla for tezzn stessa a,ffincbè questa p-otesse essere in grado di sostenere un assedio. L'elemento principale di tale dotazione ~ra ra,ppresentato dalie bocche da :fnoco : la quantità e la specie degli altri materiali era dipendente dal numero e dalla specie delle · artiglierie di -
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001'1'1UNA
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cui la P iazza era armata, ed erano dcteeminate in modo <·.he questa pote~se bai,tare a sè stessa per tutta la presumibile d.u rata di un assedio anch e pr·ohrng:Lto. Non appena pronunziato lo stato di guerra, la P iazza sì provvedeva di uu armamento elle era_detto di sicurezza e che estendendosi a t ntto il circuito della fortificazione compren deva tutte le misnre di precau1,ione necessal'ie a mettere lai difesa in grado di respingere un attacco di vivtL forza. A. tale scopo, olti-e .al co1Jocare in batteria il numero di bocche da fuo co necessarie, se pure già non esistevano nel1a. forte7,za dei laboratori di maestranza e di artifizi, si impiantavano coi1 tu tta sollecitudine adibendovi operai militari e borghesi; si organizzava il personale ed i mezzi di comunicazione da destinare ai movìmellli del per,sona,l e; si stabili vano i Jabor·a~ori dei materiali di rivesti.mento; si inizinvtt UH cotb,' speciale di istruzione per quei determinati repal'ti di altre A1·rni dai quali si dovevano tral're gli a usiliari di ,·il'tigliel'ia, ecc. ecc.; si abbattevano influe le alte pian tagioni: ed i caseggia,ti della c~1mpagna circostante che avessero jn, tercettatv l'azione o la vista delk ~arie opere, ecc. ecc. Dichiarato poi lo stato d'assedio, si manteneva l'a,rmamento ùi sicurezza :fino a qu ando le disposizion i prese dal , l'assCidiante non avessero chiarito su quale pnnto della fortificazione egli intendesse di rivolgere il suo attacco. Q1rnn, do gimigeva nH tale momento, H difens ore doveva tosto . ac , cumulare i maggiori mezzi di difesa sni. fronti principalmE>n te minacciati senza però sguernire gli altri non compresi nel l'attacco. In- altri termini il òifensore. pr ocedeva. ad un par7,i.ale ri11fo1·zo dt'll'ar mamento già esistente, ecl eseguiva ciò che ge11era lmen te soleva indicarsi col nome di a rma,mento di difesa. · L'accennata trasformazione dell'armamento di sicurezza. in armamento di difesa in sostan za si effettua va aggiungendo nuov{-' e nnmerose artiglierie su tutti quei. fronti della cinta, pl'incipale dai q nati era battuto il terreno occupato dal 11emico, e quello che il nemico stesso avrebbe presumiblmelltedovuto man mano venire ad occnpare coi suoi lavori di at -
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AZIO:NE DELJ/ ARTIGLIERIA NELLA DIU'ESA
tacco; ed armando inoltre tutte quelle opere esterne che aveva;no azione su tale zona di terreno . E poichè necessitava (:he tutte tali operazioni completivé fossero €Seguite al più presto e nel ininor tempo è evidente che conveniva, non a.j)pena u1tima.to l'arma.mento di sicn rezza, di porre subito mano a t ut ti quei hi.,vori preparatorii che si prev-edevano atti. ad assieurH,re il sollecito andamento del servizio nell'esecuzione dell'armamento di difesa e nei successivi . stadi dell'asse;dio. L'azione dell'artiglieria durante la difesa contro un attacco regolare doveva poi essere la seguente. All'inizio dell'a,ss,~<lio e cioè nell'intervallo di tempo fra l'investimento e l'effettivo iniziarsi dei lavori di attacco, le hocche da fuoco della fortezza non possono prefiggersi altro seopo che quello di disturbare i luoghi di raccolta di truppe o di materiali nemici, e di con tribuire ad allontanare le ricognizioni eh<~ l'avversario cereherà di spingere fin sotto le fortificazioni prima di in.izia,r c tali lavori di attacco. 1\fan mano poi che l'a,vver1-arto oceupérà il terreno in vista della fortezza e vJ si trinc<irerà sta,bilendovi le sue batteri~, le artiglierie della difesa avranno ii compito di contrasta,re vivamente l'esecuzione di qualsiasi luv,oro in terra e di controbattere f I1ergicamente i . pezzi nemici che man r,ano _entrera~:!!:; i~ a,zione, disturban do co11temporanearnenlic le trmcee gia ultimate Ollde renderne pericolosa l',occvpazione. Infine aUorchè malgrado una resistenza co~i condotta l'àssediante riesca pur sempre ad avanzare sotto la foHezza; ultima missione delle artiglierie della clifes,L sarà · quella di opporsi risolutamente ai tentativi del nemico intesi a valersi delle breccie pratica.te nei ra,m pari allo scopo di penetrare nell'interno dell'opera. Nel maggior numer,o dei casi l'attaccante non trnscur,e rà certamente di i.mpia.ntare i suoi parchi in località , al sicuro dei tiri delFopera : al massimo potrà darsi che egli si decida a stabilire in posizioni alquanto avanzate ma pur sempre coperte alcuni depositi secondari ,di quei materiali maggiorme.n te necessal"i per l'inizio dei hwori di attacco. In tal cai-:o converrà certamente di far oonvergere su tali d'epositi secon dari i tiri di quei pe-zzi che a, ciò meglio si presteranno in -
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DO'.l"'l'lU:-IA D'I:.\f l'IEGO DELL' Ait'fIGLI1':RI.-\ DAL
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virtù della loro posizione, costringe11do cosi l'attaccante a trasportare altl'ove i suoi materiali, o quanto meno riuscirà a r en dergli mal sicmo il lnogo già ,occupato a tal e scopo. Altretlanto frequente sarà lu. possibilità di contrastare all'as~edia11te Ja postazione delle prime batterie 00n le qnali Pgli inizierà le sue offese; perciò non appena queste batterie. che all'inizio saranno i-i uscite a. sottrarsi alla vista dell'as'-ediato in virtù della loro distanza relativamente grande, si l'lVeleranno al difensore d-0vranno essere controbattute con il massimo ·vigore giacehè importa in sommo grado di paralizzare l'azione pteparat.oria che l 'assediante cerca. di trarre dal loro tiro, ottenendo in ta,l modo che egli si t rovi obbligato a, trasportare le sue batterie in posizioni più a vammte e più rischiose se vnole acquistare qu ella. preponderanza di fuoco che gli è necessnria per poter guadagn a re terreno verso ]a. fortez1,a . ()iò premesi:;o pokhè l'aper-tma del ti ro dell e p1·ime batterie - le cui posbdoni rivelano già su fficientemente qna,li siano i fronti della fortezza contro cui l'rtttacco è più l:lpecialmente rivolto -, cl:etermiua immediata.mente nell' opera attaccata la più sollecita attuazione dell'armamento di difesa, risulta che a cont roba ttel'le potranno im pi.egarsi non soltanto le più !.{rosst: bGcclie da fuoco già, poste in batteria, ma an che le più potenti tra quell e che man mano verran no condotte sui l:e1·rapi(.>n i per effettuare l'accennato Rrmament,o. A qnesta azione potranno anche concorrere alcune artiglierie più leg-gere trasportate provvisoriamente in qnei pnnti più avanzati della fortezza che fossero ancora sprovvisti dell'a,rmamento loro sp<·ttante. Tutte queste bocche da fuo co, ,oltre a ripartire tra di lol'O il compito di contr obattere le prime batterie dell'attaccan te, provvederanno pure a c011t.rasta,re vigorosamen te qualsiasi tentati.vo di lavoro di trincea che venisse iniziato dall'avversario. Contro le ba.tterje che successivamente col progredire i-ul terreno d'attacco l'assediante verrà costruendo e smascherando, si agirà dai singoli punti della fortezza, che. ne forniscono l'oppor tu11ità con criteri simili a quelli già accennati. Allorcliè però il nemico sarà riuscito a far entrare in azione -
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SI'OS'l'A:\iEN'.l'I DI l3A'l'l'EHH: DU TIA~'l.' E LA DIFESA
buon 11111nero delle sue seoonde batterie, il difensore dovr:\ dimiuu ire iilqnanto l'armamento delle faccie più m<llestate dai loro fianchi, ed in specie delle faccie b:lttute d'infilata,: il difensore sarà, doè costretto a ritirarne quei mezzi che prPRto rimarrebbero sopraffatti dai tiri di fia,nco, sostenendo . qnincti l'azione con le sole artiglierie che si trovino meno espn:-:;te a. tali tfri. A.' supplire all'indebolimento dì fuochi risulta,n te da un tale disarmo parziale, il difensore d·o vrà ac-· cumularf! il maggior numero possibile di pezzi leggeri sulle strade coperte dei fronti interessati. Le bocche da fuoco ritirate dalle facci(:;, rimarranno di riserva, pronte a ritornare in p0sizione sulle faccie stesse negli ulteriori tempi della difes:1, ossia, in quei periodi durante i quali l'attaccante si tro. verà a sua volta costretto ad interrompere e Rd indebolire Ja sua a½ione verso determinati punti della forte½za in corn"leguenza. degli avanza,menti da effettnarsi per il progresso fatto dai lavori di attacco. Con alcuni di ta,l i. pezzi potranno intanto sostituirsi quelle artiglierie che, essendo in posizioni dalle quali si.a necessario continm1re il combattimento, furono smonta,te o J'ovinate dal fuoco dell'assediante. Contro le batterie di breccia e le contr,o-batterie avranno azione principalmente i pezzi collocati sui rientranti aei fronti rittaccati, e spesso converrà aiutarne l'ar,ione con altre bocche da fuoco portate sui tratti. di cortina adiacenti a,i rientranti stessi. Infine ricol'<leremo e,ome un mezzo di difesa assai efficace consistesse nei cosidetti contrapprocci, nome che si attribuiva a quei rami di trincea che si spingevano innanzi a zig-zag allo scopo di sbucare fuori dalla fortificazione per modo che dall'ultimo· loro tratto fosse possibile dirigere ti.ri di infilata su quelle batterie e su quelle trincee dell'attaccante sulle quali non era stato possibile produrre sufficienti effetti col tiro dei pezzi porta.ti sulle opere_ Era generalmente ammesso che ciascuno di tali contra,pprocci, il cui scopo era affatto temporaneo, potesse sistem:ue da, due a 4 cannoni da campagna che veni.vano trasportati ·nell'ultimo ramo al momento del bisogno : tali pezzi venivano riportati nella fortezza non appena raggiunto lo soopo. -
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O(Yl•fllI::-IA O'DCPIEGO UELL' AHTIGLIERIA DAT,
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Se l'assediante fosse riuscito a porre piede sullo spalto, era compito del difensol'e di ritirare dalla strada coperta e di riunire nei ridot ti dei ricntl'anti, quelle artiglierie che avrebbero potuto più facilmente rimanere preda al nemico in un a ttacco di viva forza, e di supplire alla per.duta a,zione di tali pezzi oon piccoli mortai, i quali, portati negli accennati ridotti ,od in altri punti opportuni della strada coperta, venivano a sommare il loro fuoco con quello partente dai ram. pari. Non appena il nemico iniziava il tiro in breccia , era compito del difensore di accumulare il maggior numero possibile di fuochi contro le batterie nemj che che eseguivano un tale tiro, ed a tale uopo poteva spesso convenire di impove rire ancora l' a.1·mamento di sicurezza dei fronti non a ttaccati e di crea.rsi così un rinforzo di nuove artiglierie uti.lizza,liili sui fronti attaccati. Quando per ultimo l'avversari.o fosse riuscito acl aprire una breccia era necessario di disarmare rapidamente la faccia in cui la breccia era stata praticata, trasportandone l'armamento sopra linee o trinceramenti posterio1'i coll'intento di tr-0va,r modo di contrastare ancor [L cffi c:Lcemente )'assa lto al ram par,o diroccato.
Sottoperiodo 188 1-1900. - Generalità. - P e rfezionamenti nella costruz ione dei materiali, nei proietti e ne lle armi portatili. - Loro influenza neil'impiego dell'arti g·lieria. - Unità tattiche. - Compiti dell'artiglie ria nel combatti mento. - L'artiglieria in unione alle altre armi. - L'arti g lieria nel combattimento offensivo e difensivo della Divisione. - L'artigli eria nel combattimento offensivo e difens ivo del Corpo d'Armata.
Questo sottoperiodo è e si può dire di transizione tra il precedente ed il sottoperiodo seguente che, con le sne re~ole di impiego, ci concl ncc all' inizi,o della guerra mondiale. 'l'rat-
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PROGRESSI NJ1;I ìl:fA'l'EHIALI D'ARTIGLIERIA
tasi tuttavia di un periodo di grande importanza per i progressi realizza,ti non solo per quanto riguarda i successivi ordinamenti .dell'Arma, sui quali già, ci siamo intrattenuti, ma, anche per quanto ha tratto a1la costruzione dei materiali ed alla adozione cli nuove armi e di nuovi proieUi. . In sostanza i continui miglioramenti apportati ana costruzione delle ai·tiglierie in relazione ai progressi dell'industria metallurgica, portarono a,l la · progressiva sostituzione dellé vecchie artiglierie _di ghisa e di bronoo con artiglierie d'accia-io, e ciò si determinò appunto, clo_po il 1880, anche nei Paesi che, come Fitalia, per la l,oro scarsa efficienza industriale non avevano potuto passa,re direttamente dai vecchi metalli inferiori a,g li acciai, così. come era stato facilmente fattibile in Germania ed in Inghilterra. Col graduale perfezionamento cl.elle artiglierie rigate si riusciva a, far crescere il ra,pporto tra, il peso del proietto oblungo ed i.l peso ,della bocca da fuoco a misura che le maggiori velocità cli rotazione impresse al proietto davano modo di allnngare il _proietto stesso pnre assicura.ndone la stabilità sulla traiettoria. L'allungamento progressivo del pr,oietto. ebbe in · particolare una spicca.ta. influenza sulle norme di impiego . dell'artiglieria nella gùerra d'assedio. Difatti ta,l e allungamento fu dapprima .d eterminato nel m,unizionamento delle bocche da fuoco destinate ad agire contro bersagli corazzati che dovevano poter lancia.re palle perforanti dotate di grande forza di penetrazione. Questo progresso si estese poi a tutte le altre artiglierie in relazione alla_ convenienza di aumentare le cariche di scoppio. Difatti nel 1883 furono effettuati e vennero perseguiti poi nel 1885 quei miglioramenti della metallurgia per cui fu possibile di procedere alla fabbricazione di granate in acciaio di gr~osso calibro, caricate con fulmicotone umido ed innestate da fulmicotone secco : in tal modo era risolto il pi·oblema di I.andare a gra,ndi distanze un proietto caric,ò di potent,<~ esplosivo. Lungo sar,ebbe jn questa sede i.l fermarsi su tutti i roigli@ramenti effettuati nella confezione delle artigJierie e dei -173 -
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proietti ; basti ricordare le prime granate obl1111ghe, i successivi perfezionamenti, le granate a fra.ttui-a prestabilita, la prima comparsa delle gra nate mina e rievocare sovratutto la gencializzata adozione di artiglierie scudate. Ci limiteremo qui a r icordare che il considerevole accr-cscimento cli potenza dcri. vata ai proietti dall'impiego degl i esplosivi com e cariche in terne, nonchè la generalizza1.ione della cora1.zat11t·a. delle navi da battaglia, l'u~o dell'acciaio e del cemento arm ato nella. fortificazi one permane11te ed il primo sorgere delle :utigliel'ie scudate, portai·ono ad accentuare la tendenza ad avere granate di diversa specie a seconda delle diverse esigeHZe di impieg,o (granate ordirwrie, perforanti , dirompe11H, torpedini) ; e che fra le varie specie di proietti la granata dirompente assunse una g1·andissima, iruporta,nza dopo che nel lo9S la Fra.ncia ebbe ud adot tare il pri mo materiale da,. campag-na mnnito di scudi, a rinculo totalmente soppresso. Ma se in q nesto periodo l'artiglieria compì enormi progressi, altrettanto ne compì l'anna della fanteria, il fucile, costituente allora l'arma principale del fante. Quest'arma.. dopo avere attraversato clnpprima. un periodò di rapida t rasformazione - clal sistema ad ago a,l sistema, a percussione -, coll'ador.ione delle prime polveri infumi intorno al 188G iniziò poi 1m più lento passaggi-O dal sistema a caricamento i:-uccessivo a quello a. ripetizione, men tre in Italia il principio deHa ripetizi:one fu accettato nel 1887 coll'applicazione del serbatoio mod . Vitali al vecchio Vettel'ly. Orbene irnche i pt·o-. g1·<.;ssi r ealizzati nelle armi portatili ehbero la l oro SÌilf4·0lare in fl 11 enza J1ell'impiego dell'artiglieria, difatti il nuovo armi\· ment,o della fanteria, accrescendo le cliffiooltà di i mpiego dell'artiglieria, l'obbligava ad es~ere adoperata con maggiori l)rccauzioni per non correre~ il rischio di vedersi danneggiata prima ancora di agire. Ecco così sorgere di qui la necessità di una perfetta coesione i!ell'Arti~lieria con le altre Armi, e cli una perfetta istruzione tattica in chi la impiega , la dirige e la cornan da. Le I struzioni di quei tempi così si esprimevano al riguar · do su tale impol'tante argomento : « Agli ufficia.li. d'artiglieria, inoltre, deve essere f a.mi-174 -
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LG NOR~fB D' D-[PJEGO l:'\ llEl,Al.llQJ';E .\I )! A'l'l~RL-\1, I
gliare la tattica delle altre Armi, quanto quella dell'Arma propria, ,onde poter efficacemente concorrere all'azione, secondo le prescrizioni che, in modo sommario, l-0ro saranno state date dal comandante le truppe. In mezzo al pericolo, nell'orgasmo dell'azione, l'uomo a,gisce quasi istintivamente, non ha più teinpo _cli discutere o riflettere, epperciò deve co noscere la forma, le regole di combattimento da impiegarsi appunto in modo quasi istintivo. Quindi è necess,uio un regolament-o per le fol'rnazioni di combattimento e pel servizio dell'artiglieria in guerra, cui serva di vera preparazione logica, una apposita istruzione pel tempo di pace. Al nuovo fucile, il cannone ha opposto la spoletta a percussione e lo shrapnel; ed è un'illusione il credere che il t iro a disfanza ed in massa della fanteria, e che i terreni coperti e tagliati scemino l'imp,orta.nza dell'artiglieria. L'esteso raggio del cannone, la s ua potenza distruttiva a grandi distanze, l'esser l'art iglieria meno esposta alle perdite e queste sempre meno sensibili, poichè una batteria, con_ un terzo del suo personale, può cont inuare ad agire, l'essere meno esposta ad influenze morali, fanno si c.he, nè il tiro in massa della fucileria, nè i terreni ooperti scemano l'importanza del cannone di battaglia. Bensì le difficoltà, per l'impiegò dell'art igJieria sul campo di ba,ttaglia, sono notevolmente aumentate; e quindi è resa necessari.H, una, adattata e più estesa istr·uzione del persona.le, una gra.nde attitudine negli ufficiali, un . proporzionato assegno ed un a conveniente ripartizione cli quésti ai vari comandi d'artiglieria dell'esercito. Le modificazioni introdotte nella tattica moderna, la aumentata efficacia: e sfora d'azione dell'artiglieria, se hanno costretto a modificare il sno modo d'impiego sul campo di battaglia, i compiti suoi si mantengono oggidì gli stessi cbe furono sanciti dall' esperienza del passato, e sono : appoggiare le ricognizioni, avviare il combattimento, coprire le ma,rce cli spiegamento delle altre truppe, mantenere il combattimento allo scopo di gn adagna,r tempo, distogliere dalle altre truppe i.l fuoco dell'ar tiglieria nemica, preparare l'attacoo neH'offensiva, impedirlo nella difensiva , coopeÌ'are all'a,t tacco e poi al l'inseguimen to, sostenere le altre armi nella ritir::Ì.ta )). 0
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OOTTIO~..\ O'DlPIIWO DEl,L'ARTIGT,IEIU..\ J)AL
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Ad esaminare i compiti particolari dell'artiglieria premettiamo ancora qui che l'elemento fondamentale per il suo impiego è l'unità tattica : l'unità tattica fondamentale è la batterfa. Il numero dei pezzi di ogni batteria era stato st.alJilito a 6, e questa era la soluzione elle l'esperienza aveva suggerito e sempre confermato. Si riteneva dunque che la batteria di G pezzi fosse quella che meglio conciliasse le con4izioni di potenza con quelle di comandabiJità : tale era la forza della batteria in Francia, in Gcrmani,1 ed in Inghilter ra, mentre in Italia tale regola vale,·a pure per tutta l'a.rti gliel'ia cla campagna. Le unità tuttiche, batterie, che potevano chiamarsi f.o n. damentali, si raggruppa.vano talvolta per l'impiego in unità maggiori, cioè le brigate che taluno voleva sostituir e alla batteria nelle co1t8iderazioni tli base di impiego dell'Arma. Le b1:igate si compo11eva110 dì un certo numero di batterie che variava da 2 a 4. Bra stabilit,o che l'impieg,o dell'artiglieria in massa :del quale l' azione della brigata riunita era una pr:ma espressione -, non esigeva che la brigata fosse considerata come una unità inBeparabile, e eh,~ pertanto la batteria dovesse rimanere ed essel'e considerata come l' unità tattica dell'artiglieria campale, e cioè come unità basilare per eccellenza, che non ammetteva. ulteriore frazionamento; e che l'unità batteria dovesse, in tutte le circostunze di guerra, rimanere sotto un unico ed immediato comando.
* * *
Circa i compiti dell'artiglieria nel combattimento, in questo sottoperio·do 1881-1900, così era detto : l'artiglieria de·ve: a) i niziare il combattimento e proteggere lo spiegamento delle altre truppe; ò) preparare gli attacchi delle altre truppe riduce11do -
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on:u/ ARTI GT,IERIA
COMPI'l'J
dapprima all'impotenza l'artiglieria nemica e concentrando quindi il suo fuoco sulle truppe che difendono i punti d'a }tt· tacca-r si; e) respingere gli attacchi diretti contro le altre truppe uon curandosi allora dell'artiglieria nemica che rivolgerà il suo fuoco contro di essa; d) concorrere all'a,ttacco . delle posizioni, oolla potenza irresistibile del fuoc,o vicino ; aj assicurare il possesso delle posizioni conquistate col1' occupazione immediata delle medesime; f) cooperare all'inseguimento portandosi rapidamente in quelle posizioni dalle quali meglio · riuscirà a battere le liPee per le quali il nemi.co si ritira; . g) proteggere la ritirata deile altre truppe, o dalle posizioni in cui si trova oppure prendendone altre più indietro, ma sempre concentrando. i suoi fuochi sulle linee per le-quali .il nemico avanza. La condotta con cui l'artiglieria cerca di soddisfare al suo compito non può sempre essere la . stessa in linea, assolu ta, ma deve risenti rsi del carattere, del genere di combattiìnentò, delle fasi che attraversa, délla situazione . generale in cui si trovano le truppe che combattono.
* * * Il combattimento offensivo della Divisione comincia ge· neralmente verso la testa della r,olonna ed è ·quindi iniziato dall'avanguardia. · Il comanda-n te la batteria d'avanguardia .segue il comanda,n te l'avanguardia eh~ si porta avanti per riconoscere la posizione del ·nemiéo· e gli impartisce quindi l'ordine di far avanzare la propria batteria: seguono quindi l,e operazioni per la scelta cleHe posizioni che dovrà occupare )a batt~ria, cori tutti i dettagli · relativi all'-0cèupazi.one · stessa,. Appena il nemico porrà in batteria i proprii pezzi od altrimenti quelli già in batteri~, si riveleranno facendo fuoco, i tiri dell'artiglieria · dell'attaccante saranno diretti contro
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DOTT BI .1'A 1)'IMP11,:G o DELL' AH'l 'IGLrnRIA DAL
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l'artiglieria nemica per attirarne il fuoco e stornarlo dalla fanteria che si vuol proteggere . .Pi-otetta dai tiri della batteria, la far~teria deli'avanguardia pr,enderà le sue disposizioni per il proprio spiegamento~ portal'J/dOsi su quei punti dai quali dovrà poi muovere avan, zando, e formare più tardi le sue linee di cacciatori, cli sostegni, ecc. Questo primo spiegamento sarà fatto o all'altezza della. batteria: in posLdo1ie oppure più indietro secondo che la distanza tra di essa cd il mm1ico è più o meno prossima al limite minimo. Però le condizioni del terreno possono indicare come utile anche l'occupazione di punti più avanzati. In ogni caso si dovrà sempre avere cura ·c1i non ostacolare comunque il fuoco dell'artiglieria in posiziori.e . Appena si possa presumere che il nemico è in forze ed accetta il combattimento ossia, intende opporre resistenza nella posizione occupata,, bisognerà tosto rinforzare la batteria impegnata colle rimanen ti artiglierie ricordando la necessità, di procurarsi al più presto la, superiorità nei fuochi d'artiglieria. In dipendenza : dalla posizione della ba,tteria di avan, guardia; dal momento in cui il grosso dell'artiglieria aniva al combattimento; e da quanto sarà nel frattempo accaduto,. il Comandante dell'Artiglieria, conscio degli intendimenti del Comandante la DivisiÒne il · quale a,vrà intanto avanzato con lui, farà spiegare le batterie sopraggiunte in rincabo alla, stessa; altezza della batteria d'a,v anguardia, od eventualmente anche più avanti. Qneste artiglierie di rincalzo sè si schieranoalla stessa a,lte1,za della batteria d'avanguardia , utilizzeranno. ' ' i dati di distanza già,. impiegati dalla batteria impegnata; in · ogni caso la C·ondizione essenziale per tutte le artiglierie èquella di poter comin<:.iare al più presto possibile nn tiro efficace contro l'artiglieria avv,ersaria, ed a quest'ultimo intentosi prescriveva che la posizione del grosso dell'artiglieria atfaccante non dovesse distare più di 2500 metri dall'artiglieria, avversaria, La ba,.t teria d'avanguardia dura,nte lo spiegamento delle ,1,ltre artiglierie, attiva il suo fuoco per attrarre a sè le offese. -
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l 'l!)(( L' li\fl'H;GO OIC[ S UCCl'JS SIVI SCA0Ll01' I
e poscia, se ne è il caso, si reca a prendere po izione all'altezza delle stesse b·a,tterie del grosso. n: quindi poi .dcsidera:bilc che brLLterle agisc:ano tutte sotto un' unic.:a direzione, ma se il terreno obbliga ad una separazione materiale delle batterie, queste devono però essere rinnitc Hegli olJbicttivi e nello scopo comune che è quello di battere l'artigli eria avversaria. I11fatti in questa prima posizi01-1e clell'artiglieria attaccante in comin.c ia In. lotta dell'artiglie1fa dman te la quale il gros~o della Divisione si spiega e si dispone all',Lttacoo. Sin qui si è considerata la posizione d€ll'a1·tiglierfa ·oltanto per rispetto all'altezza alla quale devono entrare in linea le batterie, oi;;sia per ri~petto alla, distantt~ da.l nemico. P er rispetto alla direzione, se cioè vet·f;o un'ala oppure verso ·i l ceuLr,o, doblJìamo stabilire che la scelta è collegata al modo con cni si intende di coHdurre l'atta-eco : se il terreno è tale che imponga, la posfaione dell'artiglieria, allora, il Comandante :della Divisio1i.e dovrà subol'dinare il sno piano d'attacco alla predetta posi:d,one; se invece il lerreno lascia ampia facoltà di scelta per l'a,r tiglieria, la batte1·ia d'avanguardia S[Lrà spiegata. a, destra od a si.nistra dcll:t strada d'arrivo ed a poca .dist.::inza da essa, e a sua volta l'avanguardia della Divisione si spiegherà tutta quanta da. una stessa pa,rte della batteria. Le batterie del grosso dovelld<.l i.n generale venire :.1 pren dere posb1io11e presso la battedu d'avanguardi.1 , se le truppe del grosso della Divisione si spiegheran no dalla parte opposta lell'avangliardia, l'artigli<•ria in questa sua prima posi½ione risulterà verso il centro dell' orél i ne di battagl ia. · Può darsi che il ComaÌldante della Divisione intènda eseguire l'aUacco frontale dimostrativo f' d un altacco decisivo di fianco, cd allor:1 è. molto opportuno di disporre l'artiglieria dalla pa.r te dalla quale ~i vuole t'lttacca1·e di fianco per poter concorrere· col fuoco alla · riuscita di questo attacco il quale per rispetto a.Ile forze può essere principale o secondal'io; ma ha sempre molta influenza snl risultato del combattimento. ' In massima a oostituire 1a prima, posizione dell'~rtiglie-
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ria è da preferirsi quellr1 centrale, pcrchè vi si arriva col più breve cammino e permette quiudi cli a,prire il fuo co a l più presto. In essa l'artiglirria rimane nat uralmente protetta alle ali senza bisogno di altre truppe specialmente incaricate di proteggerla, mentre d'altra i>ar te l 'artiglieria in posizione centrale ha azione ugua lmente sulle due ali. Se questa lotta volge a male per l'artigli el'ia· dell'a ttaccante, in generale non sarà per lui conveniente cli insistere nell' offensiva e tanto meno di cercare di spingerla agli atti decisivi perché in generale quest,o fatto è in.di1,io che H difensor,e è in forze superiori, ed a.nche perchè l'artiglieria dell'assediante, già soprafatta, non sarà poi più in grado di concorrere nel modo voluto agli atti ulteriori del combattimento. Ma se la lotta accen na invece a risolversi con vantag!!io dell'attaccante, potrà essere il caso che la propria artiglieria si rechi tosto in una posizion~ più avanzata per rendere più .rapida, la decisione : l'artiglieria dell'attacco eseguisce questo cambiamento per scaglioni snccessivi - due almeno - onde non in ter rompere mai il su.o fu oco, e questo cambia mento di . posizioni così eseguito potrà validamente essere oostennto dall'azione della fanteria che tempestivamente si sarà, spinta innanzi. In linea di principio la seconda posizione dell'artiglieria attaccante non deve distare più di. 1500 metri dall'ar· tiglieria a vversaria. Durante questo periodo di l-0tta decisiva dell'artiglieria, la fan teria continua a spingersi conquistando poco per volta quelle località ,_ margini di boschi e cli campi, argini, muri, caseggiu.ti -;-- dalle quali muoverà poi risolutamen te a d un attaeco la cui direzione sarà orama,i stata stabilità dal coman.d ante le truppe. ' Appena l'artiglieria dell'avversario tace o si ritira, quella dell'attaccante rivolge tosto il suo fu-0co contro le fanterie della difesai, concentrandolo sul tratto jn cui il comandante le truppe intende dirigere il massimo sforzo. · La preparazione dell'attacco -0 per meglio dire il fuoco r.,-0ntro le fanterie della difesa,, si con tinuerà fino a che non si corra pericolo di offendere le nostre truppe che avanzano contro la posizione nemica, e questo m-0mento si verificherà
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L'AVANZATA DELLE. BATTERIE
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tanto più tardi quanto più si sarà potuto scegliere la posi.zione dell'artiglieria all'infuori d~lla direzione secondo la quale si svolge l'attacco stesso. Per quanto, dalla posizione che essa occupa, l'artiglieria possa già sviluppare un ·suftìciente effetto distruttore, pure è indispensabik che <~ssa accompagni il movime.nto della fanteria quando pronunzia . l'assalto, avanzandosi .almeno in parte e portandosi a 600 o 700 metri .d alla posizione nemica, ed eventualmente anche a distanza molto minore. L'avanza,ta della fanteria; sa,rà più ·1)1'onta;· e più numerosa qua ndo il fuoco dell'artiglieria abbia potuto essere ma,s cherato da1le proprie truppe prima cli. riuscire fL scuotere e scompa,g inare sufficientemente la fanteria della difesa. · In questi momenti non· sa1·à sempre possibile che l'artiglieria dell'attacco riceva ordini -0d istruzfoni dal Comandante le truppe giacchè quando il combattimento si fa accanito e richiede l'impiego delle ultime riserve potrà a,ccadere che il Coma.nclante si .impegni lui stesso personalmente nella lotta: l'artiglieria deve a,l lora agire per proprio conto e di sna ini.ziativa ispirandosi alla necessità generica di portarsi ar<litaru,mte avanti per riuscire, in caso di successo dell'attacco, a.d occupa.re Je posizioni conquistate dalla propria fante1·ia,' ed affernu1rne e.ol suo fuoco H possesso.· In qualunque posizione si trovi, alJ.orchè ì1 suo fuoco è mascherato dalla propria fanteria, l'artiglieria · riprende il ti · r0 contro l'artig-lie.ria nemica o eontro . le truppe che vede <LC· -cor;·~r<· ill sostegno della difesa.. }\ceade talvolta che l'artiglieria della difesa tronchi la lot~a con la isua artiglieria, -0ssia )a f~ccia tacere -prima di esservi costl'etta. a forza e la ritiri per prepararsi rh,ervarnfosi a ricomparire nd momento in cui si pronunzia l'attacco, onde opporre al medesimo l'effetto micidiale del suo fuoco ·vicino . Qunndo dò. si veri.fica si inte11cle che l'arttglierin d,ell'a,ttac:co confonde in un solo obbiettivo tntto ciò che cerca di dannf>O'. e giare la prop1fa fanteria e dirige il su,o tiro tant,o sulla. fantnfa. quanto snll'artiglieria cfolla difesa. . Rfoscito l'attacco, l'artiglieria si porta rapidamente sulle posizioni conquistate, si oppone a,i ritorni offensivi e coa-
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diuva )'inseguimento : è anche per pote1· oompiel'<~ quest'altra parte della sua missione ché l'a,rtigl{eria non deve esitare a portarsi risolutarnc~nte avanti colla, fanteria nllorchè que~tH, sferra l 'attacco. Se invece l'attacco è respinto, Fartiglier:a atta.c cante du.1la, posizione in cui si trova protegge col fuo00 la ri til'a ta delle pl'Opl'ie truppe, e non mancano esempi in cui il ferino con. tegno cl.i qnest' Arma in tali momenti abbia da,to tempo all':H' rivo di r info1·zi e 0ondotto a,lla, riuscita defin itiva dell'azione. Ricev,endo l'ordine di ri tirarsi, l'artiglier-:a lo fa per srnglioni prenclendo successiv,tmente posizioni retrosfanti al · nne di proteggere~ le proprie truppe :fìnchè cessi l'inst~gnimento, od alt1'imenti finchè le trùppc stesse possa.11 0 prendere una, nuova sistemazi·one ed ·occupm'e regolarme11te J.e 11uove posizioni. {.• * *
P er quanto si riferisc-e alla COTl{lotta nella difensiva, in linea di massima la C·Ondotta dell'artiglieria nell'off.ensiva tra,ccia nelle sue grandi linee quanto essa deve fa.re nella, difesa. Però r:llcune circostanze speciali che non si verificano 1~el éaso dell'olfesa,, i,;egna.no il caratt<~re all'azione dell'Arma 110stra neila Slla missione difensiva. :rn così in primo luog,o la possibilità di adoperare il cannone l'Llle maggiori . distame alle «piali il tiro l'iesce di qualch<:~ e.Llkaeia . Infatti non si dovrà rinunziare tl,d apl'ire il fuoco sulle ·massf! ll\:m1iche dell'attacco appena. ,esse compariscono a distanZf'. alle quali il fuoco, benchè di un effetto non decisivo; pnò però portare mia certa pertnrbazion e nelle disposizioni del 11emi.co, obbligandolo essenzia,Jmente a rallentàre i suoi movimenti ed a procedere guardingo per coprirsi. All'uopo si ammetteva ehe il fuoco dell'artigìierfa potess<~ h1cominciare dai 4000 ai 5000 metri, cioè alle maggiori distanze del tiro a percussione.. Un'altra e,ontingenza cli speciale impiego dell'artiglie1·ia . della, difesa derfra dalla, possibilitù, di poter scegli<~re accuratamente · l,e sue · posizioni, nonchè dalla possibilità di conser-
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CONDOT'J'A NVi LL i\ Oln:;,.~ 1\"A
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varle durante tutte le fasi e g1i alti del comhatthnento . Jnfatti nel1a clife11siva l 'a1-tiglieria non hn. bisogno di fare molti movimenti : in generale essa pnò dalle pri.mc posi½ioni oc<'n pate, - scelte -0pport11namen tc e t;i]o1·a anche rinforzate, l'agginngere t u lLi i (li versi scopi cl1 e costituiscono la sna missione., . eoglien(l o t ntti i va,ntaggi ch e kono in erenti alla più lunga permanenza in u11a stessa posizione, C'osicchè mentre l'artiglieria dcll'aLta cco cl e,·e pel' lo meno nna o due volte so.spencl.ere il suo fuoco, cambiare posir,io.ne e rego lare il suo tiro a nuove di stanze, l'artiglieria della difesa può continuare il suo f uoc-0 sernm intenuzione, e nella. maggior parte dei ca-si puù conoscel'e con sufficienLe approssimazione ]e distauze Hlle quali dirige il suo tiro. L'adiglieria della difesa, più ancol'a che quella clell 'att.ac· r:o, ili tutto lo sviluppo del co n,battirn cnto deve preferibilmente prendere a bersaglio la fanteria nemica: la necessità dj battere l'ar tiglieria avversaria non è per essa così impellente -come per l'attaccante. Siccome però Jn. prima truppa nem1ca -che si spiegher:'\, a distanza di tiro 11 tile sarà probabilmente l'artiglieria, cosi sarà contro l'artiglie1fa dell'attacco che ord inariamente incomincierà il combattimento. · L'artiglierin, della difesa dovrà pertanto cercare cli arre-care il maggior danno possibile all'Hl'liglieri::i avversaria, per indebolirla, giacchè è l'artiglieria cle11'at.tacco che a l'cndere possibile l'attaC',CO stes!'so, dopo poco t 0mpo J'Ìvol g-erà fatn .l mente i suoi colpi snlle fa.nterL~ della difesa pn scno1"eJ·le e seornpagi · 'llarle. A.ppena comparira,nno truppe nemiche cli fanterfa o di -cavalleria a distanze minori di 2000 metri il fuoco dell'arti.glieria della difesa d-0vrà rivolgersi tntlo contro di esse senza più curarsi dell'artiglieria attaccante, contro la qual e si riprenderà il fuoco soltanto quando mn ncnsse temporaneament e altro bersaglio. Giunto il momento dell'attacco decisivo che sarà ordinariamente preceduto da un cnnn,oneggiamento intern,o, si fa. ranno rientrare in azione t utte le bntterie della, difesa Ch(' si !fosse1·0 tenute i.n riserva o sottratte al fuoco nemico, e il tiro di tutte le bocche da fuoco dovrà. rivo]gersi contr,o le fanterie -183 -
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attaccant i sparando con la massima eelerità consentita dalle regole del tiro per coprirle di fuoco me11tre marciano sulla posizione. È in tale momento che si ren.d e necessario di svi. luppare tutta l 'azione dell'artiglieria, e perciò e senza curar. si delle perdite, essa deve rimanere al suo posto qualunque sia la piega che succèssivamente può pÌ:·endere il combatti.men, . to, impiegando fmo a,ll'ultimo cannoniere ·p er non lasciar mancare il servizio dei pezzr Se l'attacco riesce, spetta al Comandante le truppe deJla difesa .di emanare . Porcline all'artiglierià per dtiÌ·àrsi e di" designa,r e le truppe di scorta alle batterie destinate a prot<;ggerne la ritirata. Le posizioni retrostanti sulle quali l'artiglieria dovrà portarsi a tale scopo, e le strade che vi cond ncono · saranno perciò preventivamente state designate e rico, nosciute per le diverse ipotesi, e se a tale missione protettiv~ non è più possibile destinarvi tutta l'artiglieria, ne saranno i:rwaricate le batterie che si trovano in migliori condizioni. Se invece l'a,ttaccante è respinto, il difensore procederà immediatamente ail contrattacco sec:.ondato dalla sua artiglie- . ria che pl~r facilitare il movimento offensivo si reg,olerà in conformità a quar1to venne indicato per l'artiglieria dell' attaccante nel secondo ·periodo dell'azione. * * *
Volendo ora trattare dell'artiglieria nel combattimento offensivo del Corpo d 1 Armata osserveremo che la parte ·che prende l'artiglleria nel combattimento dei . Corpo d' A.rmata non è sostanzialmente. diversa da quella che le abbiamo vi::;to prendere nel combattimento· della ·Divisiorn~: e ciò è naturale ' perchè il modo di servirsi di un'Arma dipende sovratutto dagli effetti che essa è capace di produrre e non dalla entità di forze che si considera. Tale entità nell'ambito dei principiì non produce più che delle distinzi,oni particolari alle qua.li accenneremo ripetendo, per chiarezza dell'esposizione, ciò · ehe riguarda l'a,ndamento delJa battaglia. Nella ·marcia del Corpo d'Armata possono presentarsi tre ca.si: -- 184 -
CO)fBA'l'Tlll:mNTI OFFEKSIVl DEL CORPO D' AR'JliAT,\
cv) Oorpo marciante su una sola strada., considerato cioè come costituente una sola grande unità di marcia ; b) le due Divisioni' costittH:mti il Corpo d'Armata ma1·eianti su una sola strada, accodate; e) le due Divisioni marcianti · su due diverse strade convergenti o palallele, non separate da, ,ostacoli ed a tale distanza sicchè entrambe facciano · capo allo stesso campo di battaglia . Quando il Corp'.o d'Armata marcia su una sola strada oo.mè una sola unità, oppurè colle due Divisioni accodate, allora si verificano le seguenti condizioni: lo spiegamento dell'intero Corpo d'Armata esige un tempo considerevole e l'azione fin dal su-o inizio è diretta dal Comandante in· ·capo; l'impiego dell'a.rtiglieria può essere quindi nelle sue grandi linee diretto da lui stesso second,o il carattere che egli i ntende di imprimere al combattimento; l'artiglieria di Corpo d'Armata può arrivare sulla linea di ba,ttaglia prima. dell'artiglie1fa della Divisione di coda. Qua.n;d·o invece le due Divisioni seguono strade diverse, convergenti -0 pa.rallele, si verificano queste altre condizioni : l'azione può essere impegnata da una sola Divisione secondo la dislocazione del nemico rispetto alle due strade percor~e: l' azione può essere per maggior tempo indipendente dal Comando in ca.po, e l' artiglieria di Corpo può arrivare sulla linea di battaglia dopo i clue complessi di artiglierie divhiionali. In tutti i casi poichè l'impiego dell'artiglieria non pnò variare soltant-0 perchè il Corpo d'Armata marciava in uno piuttosto che in un altro mod,o, la sua posizione nello schie~amento definitiv,o dd Corpo cl' Armata deve in definitiva 'r i sultare la stessa. La posizione d~ll' artiglieri.a in ciascuna Divi,sione deve essere ricercata in . base ai criteri stabiliti per ii combattimento di una Divisione d'a,l a; cioè verso l'ala esposta dell'ordine di battaglia. La posizione dell'artiglieria di Corpo cl' Armata deve essere cercata verso il centr·o dell'ordine di battaglja, dove cioè servirà a collegare l'azione delle due. Divisioni.
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D01'l'HLKA D LvJPIEGO DhlLL' AR'l'IGLIERlA DAL
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Quand·o il Corpo cl' Armata adoperi una cl elle Divisioni in un attacco dimostrativo sul fronte, e voglia. pronmrniare · un attacco avvolgente coll'altra Divisione, il 1rn.1ggior concentramento d'a.rtiglie1fa deve essere fatto sull'estremità dalla quale deve partii-e questo attacco avvolgente. J/a1:tiglieria di Corpo d'Armata per preparal'e l'attacco p uò essere mandata anche a maggìo1; distanza da. questa stessit parte. Se iJ c;orpo cl ' Arma,ta combatte frontalruen te inquadrato fra altr-c trnppe, e non ha quindi a, pecoccuparsi c1elle sue alL .tutta l'Artiglieria del Corpo d'Armata ·deve essere riunita sul fr,onte, più o meno verso H centro secondo le c<H1clir.ioni del terÌ'eno e secondo la posizione del punto nemico sul quale il Corpo d.' .Armata che si considera deve cUrigere i suoi sforzi. , Allora a misura che arrivano i diversi complessi cli batterie, la massa d'artiglieria si forma, più o meno rapidamente secondo il 'modo con cni marciava il Corpo d'Armata . Quan,do ~ giunto il momento di pronunciare l'attacco o sul fronte -0 ad una delle ali, l'artiglieria segue Je norme indicate rispettivamente nel caso della Divisione, norme alle quali si può ancora fare riferimento per le snccessive fasi dell' azione.
Per quanto riguarda l'artiglieria nel combattimento difensivo del Corpo d' Arma.t~, poso si ha da aggiungere alle norme tracciate per la condotta dell'artiglieria nel combattimento :difensivo della Divisione. Anche nella difensivR durante lo svolgersi del combatti mento di un · Corpo d'Armata si potranno presentare numerose . e svariate combinazioni, per cui probabilmente -la difesa perda sempre più quel carattere di passività, pr,opr,fa soltanto dei -piccoli repa,rti di truppa che non possono in genere appro:fitta1·e di imprevedute situazioni, di inopinate combinazioni e çli inaspettate drcostanze, aventi tanto minore· occasione di prodursi quanto minore è la dura,ta ,della lotta e quant,o meno esteso è il terreno .sui cui si ,svolg,e l 'azione. · Anche la, maggi'ore importanza che acquista il combattimen to rende maggiormente a temersi la possibilità. di mo,sse attor-
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LE srECIALl'l'..\ D'ARTIGLIERIA
nianti aJle quali per quanto concerne l'impiego dell'artiglieria bisognerà, opporsi sia tenendo dapprima in riserva una parte considerevole di artiglierie, si.a collocandone una parte verso quell'ala, vèrso la quale, dipend<-lntemente da.Ue circostanze del terreno, è maggiormente a temersi l'accerchiamento.
Sottoperiodo 1900-1914. - Le specialità di artiglieria. - Unità tecnica ed unità tattica. - Nuovi principi di- impiego. · - Norme di impiego derivate. - L'{lrtiglieria nella battaglia. - · Azioni offen-· sive. - Azioni difensive. - Contrattacchi e ritirata. - Guerra d'assedio. - Artiglieria della difesa. - Impiego dell'artiglieria nella guerra d 'assedio. - Conclusione.
A ca.vallo del nuovo secolo, si rileva pi·esso di .noi una s,osta, negli. studi e nelle invenzioni. tecniche, le quali. nel passato avevano costantemente dato all' Artiglierla piemontese prima e quindi poi all' Artiglierfa ita.liana un primato invidiatissimo sulle Artigli.erie di tutti gli eserciti. 'l'ale perioclo di tempo corrisponde purtroppo ad 1111 periodo importante ed int-enso di pr,ogressi, di innovazioni e di perfezioname11ti specialmente per il passaggio al materiale a deformazione nèll'artiglieria ca.mpale, e ,per l'adozione dell'artiglieria pesante ca,mpale. Fu questo purtr·oppo un periodo di incertezze, .di ripetuti cambiamenti di criterio, dovuto anche alla cri.si d·ei nostd .stabilimenti industriali. Fatto questo rilievo, interessa ricordare che, superate le discussioni e le divergenze di idee fra gli stessi tecnici1 anche in Italia, f,1 finalmente adottato il materia,le da campagna a deformazione, nonchè l'artiglieria pesante campale, insieme ai più mod·e rni tipi di mitragliatrici. * * *
Come si è "Visto, sul finire del XIX secolo, la Francia per prima, adottava un materiale a def.orma,r,ione che, fornendo un -187 -
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tiro rapido ed esatto e contemporaneamente consentendo l'appli. cazionc· di altri perfezi onamenti fino allora proibiti dal violento_ rinculo dell'affusto, modificava profondamente ed ampliava le facoltà tecniche e di impiego dèlÌ' Arma. · Purtroppo in Italia non si volle prestare la meritata fede ad un tale pel'fezionamento, che la F rancia cercaya di mant,enere per ovvie ragioni quanto più segreto possibile ; e da tale no_s tra incredul_ità conseguirono i ~eguenti due gravi inconve. nienti. Il primo fu quello consistente nell'adozione di un materiale ·rigido· il quale pur essendo risultato riuscitissimo per le sue qualità balistiche, vicevers.a risultava arretrato in c-onfr(m to al materilLl,e francese già. a deformazione, mentre per ciò che ha trç1,tto all'impiego si può dire che un fale materiale rigido ·e ra nato morto. La conseguenza di un tale inconveniente si manifestò nella: campagna di Libia nel 1911 in cui si.n clall'infato un tal,e materiale rigido, sem pre che possibile fu installàto in fortini, accanto ai quali furono costituiti quei ripari che fin d'allora si erano già, dimostrati indispensa,bili perchè le polveri_ infumi consentivano ad abili ea arditi tiratori di avvicinarsi.' alla linea dèi pezzi senza es.sere visti. · Il secondo inconveniente ·derivante dalla forzata stasi degli studi artigliereschi che da noi erano informati dagli organi superiori competenti al nostro materia.le rigido, avrebbe potuto avere delle conseguenze anche più gravi. Ma fortunatamente nel 1904 _allor~hè il concetto della schiacciante superiorità del ma. teriale a deformazione si confermò incontrasta,to anch-e in Italia, anche da noi venne decisa l'adozione di un , tale mat eria.le ta,nto che i principii cli impi ego delP Artiglieria italiana poterono da allora liberamente informarsi ed uniformarsi a.Ile esigenze dei . progressi tecnici : .da allora gli studii i n proposito assunsero un sollecito e preciso indirizzo caratteristicamente nazi'onale, CO· sicchè si può affermare di essere ent'eati in guerra 11(-!l 1915 con una regolamentazione di impieg,o d'ar tiglieria:, prettamente italiana, completa e perfetta, in ogni sua parte: _di questo è facile darsi ragione consultand-o i Testi dell'epoca, in argomento (1). (1) F1-:cm,111ro CAllLO , lm.pie{JO (lelle artiglier-ie . (ScwJla d' A.v11lica.zio11e a.rti. t1lie1·ia · e genio, 'l'orino, J009). - Arma.mento ect ùnpiego talt-ic? riel/e ba~terie
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C!HTEHI BASILAnT DELLE NORME) D'IMPirnGO
. Riferendoci ai Programmi scolastici ed alle Istruzioni corl'isponden ti effettneremo un esame delle varie Norme di impiego premettendo pertanto in sintesi i concetti fondamentali ai quali pr-p grammi ed istruzioni si informavan<;,. 1'ali criterii basilari erano i seguenti : a) Rapidità del tiro (:fino a 15 colpi al minuto); esattezza. · _del ritorno dei pezzi puntati, in batteria.; possibilità, a,nzi convenienza assoluta ed indiscutibile di opera,re per quanto possibile al cope1:tò guadagnando ariche per tal modo nella. tempestività delle SU{'.Cessive operazioni. A quest'ultimo proposito è da ricoi·dare che ci volle un gran tempo pei· srailica,re dagli artiglieri la simpatica mentalità, cavalleresca ed eroica di do·versi ostentatamente esporre al nemico, mentre sovratl.1tto per l'adozione del Materiale Deport ad ampio settore l'aggruppamento di molti pezzi in una stessa. posizione avrebbe costituito un danno sicuro, tanto che era consigliabile di suddividere i pezzi disponibili nel maggior numero di piccole batterie sparse in am.. pii spiegamenti, limitati soltanto dalla possibilità di collegamento al coma,ndo tattico . E poichè la te<:nica aveva già allora perfezionato ed esteso i mezzi cli comunicazione e quindi cli colle.gamento, così le piccole batterie dislocate in ampii spiegamenti avevano i vantaggi: di sorvegliare e battere contemporaneamente m.aggior numero di settori di un campo di battaglia; di fi.an cheggfarsi automaticamente e reciprocamente; di compenetrarsi e sovrapporsi in concentramenti cli fuoc<->, e cioè. in ultima analisi di moltiplicare il concorso attivo di uomini e di materiali. In proposito si doveva tener presente che ànche poche bocche da fuoco possono sempre, pui restando in una stessa, posizione, . soddisfare alle esigenze· alle quali sono chiamate .sQbordina.tarnente alle possibilità che la posizione permette, purchè non facciano difetto le munizioni, munizioni che i pezzi a tiro rapido hanno tendenza a consumare in modo difficilmente frenabile. . b) Possibilità di comandare e diriger-e. il tiro delle batterie cla qualunque dista,nza purchè sia consentito lln sicuro colvesanti camvaU itaUane eà ordinaniento clei vari ser·vizi ad esse inerenti. (Rivista d'arti9Ue1'ia e genio, Vol. III e IV, Roma, 1911). -
11lie1·ia. ('l'ipolitog~afia G. Paris, Torino, 1913).
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legamento ùel comanda nte con i proprii pezzi : per tale criterio veni.va suggerito di sta bilite e di spingere gli osservfLtori del tiro il più possibile i nnanzi. e cioè men tre le batterie dovevano esse1·e tenute lontane e coperte, viceversa i personali · destinati ad osservare gli e1Ietti del tiro - vet i occhi del comandante do vevano irovar posto nelle posizioni pi ù avanazate. È noto come abbia durato a lungo il convinciJ.Uento per cui fosse necessal'Ìo che il comanùaHte delle battcl'ie si ti·-ovasse in vicinanza dei propd i pezzi ; è noto però alt rcsì come nella, pra.tica. anche il p1·edetto co11vi11dmeuto sia stato ben pl'esto superato, t~ nella grande guena è notol'io come molti comandanti d'artiglieria abbiano preferito spesso di andate personalmente ad ossevar e e quindi comandare e dirigere il fuoco delle propr ie batte. rie stando negli Osse1·vatorii della fanteria (1). e) Negli ampii campi cli tiro che le grandi gittate ottenute e le faeoltà tecniche reahzzate hanno resi normali appare evidente come le battel'ie a vruimo compili vari.i pc1· intensità ed importanza; e poichè il munirle t utte quante di un quantitativo di munizioni così abbonchtnte da essere sufficiente per ogni caso porter ebbe seco molti inconvenienti, converrà assegnare a tutte quante una, r agionevole dotazione normale, tale cioè che non a ppesantisca eccessivamente le uniià coIDbaUenti, e fare quindi poi. arrivare t empestivamente cfa tergo fin o in vicinanztL delle batterie stesse i rifornimenti di munizior1i che le varie circostanze sara,1mo per riclliedcrc . Uu.l che emct ge chiara la convenienza di preparare a tergo delle ba t terie, dei beu articolati ser viz1.i di prima linei,i, e delle lince is.uecessive, 01·ganizzati così da, risultare iu oltimo collegalilento coi comandi ùelle artiglierie in azione. Viene c-0sì ad essere a.ff.er mata la, nuova e g1·ande impor tanza di. <J nella facoltà tattica che, con pred~a denominazioue fu chia mata « Manovra, dei Servizii >>, manovra che nello (1) Questo importantissimo concetto relativo al comamlo ed all'osservazione del tiro era entrato nella nostr a Artiglie!'ia assai prima che si rosse gener alizzato l'uso del telefono. Vecll·: <e La vreparn.zion e àel t-iro !l'<l'l'tiylìcrici n elle azion-l camvali ,, , relazione di una eser citazione tattico-tecnica eseguita dagli allievi della Scuola. d'applicazione di Torino al campo San Maurizio. (R i1.•ista et' A.r t i yUer·i a e Geufo , Roma, Voi. I V, anno 1906) .
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CRITERI
BASJT.AHI OE T,Le;
:'.\"Ofli\fE
o'tMPrnoo
f.5 Yolgimento della lotta nssurgc a priwissima importanza e deve qnindi essere abilmente preparata onde organi½:.mrsi rapidame1ite e tempestiva,mente svolgersi a Lergo òelle truppe, mentre d'altra parte i comandi delle ai-tiglierie clel>bono in tempo utile far conoscere le loro decisioni nell'impiego clell' Arma,. . d) I campi di battaglia, anche 1n guerra manovrata, diven . tu.no 1·apidamente rafforzati con lavori campaH che per i moclerni progressi costrultivi , costituiscono dei veri fortini, a pÌ'ova, delle a,rtiglied.e clu, campagna; inoltre le abitudini e le abilità di combattere sen~a scoprirsi sfruttando ogni appiglio del terreno, richiedono til'i ficc:rnti e tiri contro l>ersagli resistenti : da tutto ciò nasce l'esigenztL cli portare in campo 1:fiObile delle artiglierie a tiro curvo e delle artiglierie potenti. Le regole di impiego non banno ragione alcuna cli mutare in confronto delle va rie spedalità delle predette bocche da fuo co, le quali, per Je rispettive esigenze tecniche e pratiche, di mobilità e di maneggevolezza, impongono per se stesse i necessari accorgilllenti: per tali bocche da fuo co deve pertanto ritenersi che il loro impieg,o deve norma.lmente potersi fare in modo promiscuo con le artiglierie_leggere. e) P er noi it.aliani i terreni di pianur:1 e di montagna non possono essere considerat i separatam ente, c1ìe anzi la guerra di montagna è <la ritenersi per noi il caso normu,le e più probabile: ciò premesso le nostre artiglierie, qual.ora non sieno specificatamente dei materiali da montagna, dovranno es ere facilmente a,dattabili al someggio o q nanto meno a traini spec.iali a cù,rreg· giata ridotta. f) I nfine, poichè era prevedi.bile che u na guena futura avrebbe posto in giuoco, con la resistenza, fisica della razza, t utte le risotse nazionali, doveva ritenersi saggia, previdenza il preparare fin dal tempo di pace tutte le industrie affini ed int<:grative delle inclu tJ'ie <li guerra, i mezzi di t rasporto pubblici e privati, le' provviste di ·Ogni genere nonchè i rispettivi roàg~zzeni ili rifornimento, ecc. ccc., onq.e essere in grado di eft'ettual'e a momento dato, una rapida organica trasformazione per adattarsi ed adcguaiisi a.ne esigen ze di una guerra._ P er q nanto si riferiva alle artiglierie, si pi·evcdeva la necessità. di crèàrc in tempo utile un org·anismo che potesse pronta -
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mente costituire i servizi avanzati per sostituire tempestivamente gli svariati consumi di materiali e trasportare snl campo di battaglia quel massimo di munizioni di ogni calibro che 1c, risorse della Nazione :wrebbero potuto appresta.re. Come si può rilevare dalle molteplici pubblicazioni di indole artiglieresca dell'epoca considerata, i predetti concetti che nei corsi di studio delle Scn ole militari e nelle nostre Istruzioni regolamenttwi era no chiaramente esposti, da oltre due lustri anteguerra c-0. tituivano il patrimonio professionale dei nostri ufficiali. Se nel campo costruttivo ed in quello applicativo non fn attuato tutto quello che conseguiva dai pregetti criteri basilari, le ragioni si debbono ricercare nell'ambiente politico-economico dell'Italia in quell'epoca, in cui per una parte le penose e ·deleterie campagne parlamentari e giornalistiche delle « spese inproduttive )) e d'altro lato l'assillo del pareggio del bilancio imponevano ferree limitazioni agli stanziamenti milita,ri.
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L'adozione dell'artiglieria pesante campale e quella del materiale da campagna a deformazione dei cui vantaggi oramai tutti erano convinti furono avvenimenti veramente importanti : si potevano così sfruttare le caratteristiche cli potenza balistica, di celerità di tiro e di. mobilità,, nonchè ottener,e il tiro curvo e gli effetti perforanti che già si era tentato cli ottenere colle bocche da foooo da campagna impiegando cariche ridotte e sprcng granate. Tutto ciò ebbe evidentemente una notevole influen~a per l'impieg,o dell'artiglieria in guerra. In relazione appunto a quanto sovra accennato, sorsero cosi le nuove specialità cli artiglieria in r elazione alle diver,se circostanze di terreno nelle quali può svolgersi la lotta, alle ·condizioni ael nemico da, combat tere, ed alle possibilità finanziarie: tecniche e costruttive di fabbricazione delle nuove artiglierie. Risultarono pertanto in consegnenza varie specialità di artiglieria le (] nali in q nesto periodo erano le seguenti : a.) artiglieria da campagna o artiglierie da campagna leg-
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AWl'IGLmRrn LlWGEIU•] E rIDSAN'l'l CAMPALl
gere (quando occorresse di distinguerle dalle pesanti), specialmente destinate ad a.cc-0mpagnare le altre Armi nella lotta, portando loro possibilmente l'ausilio di mez7,i specialmente atti (armi a tiro rapido) contro bersagli animati : erano loro succedanei le artigli.eri-e da montagna e le artiglierie a cavallo desti. 11at~ : le prime a sostitnire le artiglierie da campagna nei terreni ove è impossibile il tra,i no; le sec·onde in quelle circostanze 11elle quali occorre una speciale rapidità di movimento; b) artiglierie da campagna destinate aci intervenire nel c ombattimento con un'azione di fuoco che le artiglierie leggere non potrebbero fornire se1rna correre troppo spesso il pericol-0 di dover lasciare sole le fanterie : in altri termini l(~ a,r tiglierie pesanti campali possedevano mezzi adatti ad a,zioni molto lontane e àd azioni molto potenti; o) adig1icrie d'a,sseclio legg<~re, destina.t.e a raccordare Le 3,zioni eminentemente campali .alle azioni d'assedio; d) artiglierie d'assedio pesanti, desti.nate alle più potenti azioni contr,o bersagli rc~dstenti; e) artiglierie da difesa, destinate esdrn,ivamente alla difensiva e, per la loro immobi.lità, incapad di spostarsi e di segu ire alcuna ar.ione offensiva. Seguend-o l'uso c-omune diremo in generale artiglierie campali quelle cla campagna leggere, a cavallo <~ da montagna; artiglierie da fortezza, perchè servite da personale da forter.za, ~nelle da campagna pesanti; d'assedio e da difesa,. Le artiglierie da campagna pesanti potranno perciò anche dirsi da fortezza campali. La batteria,, unità che svolge in modo autonomo le singole azioni di fuoco, è .s empr·e l'unità, tecnira dell'artiglieria. In questo periodo continuarono..molte ,<lisc1is~ioni sul numero dei pezzi costituenti l'unità tecnica dell'Arma: non ripeteremo qui le discus~ioni, ma ricorderemo che, pur restando alla batteria 'Cli 6 pezzi la, superiorità ·innegabile di poter battere fronti più :ampie, .si ammetteva dalla grande maggioranza che l'unità tecnica dovesse essere formata su 4 pezzi. Dal punto cli vista organico le batterie furono costituite tutte su 4 pezzi ed ebbero
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normalmente 2 reparti munizioni, mobili come le stesse batterie e costituenti il Primo e Secondo Reparto cassoni. L'unit à, tattica dell'artiglieria che, in sostanza, dovrebbe essere composta, del maggior numer,o di batterie, fu stabilito che normalmente fosse costituita di 3 batterie, formanti il ·gruppo. E siccome emergeva per ovvie considerazioni la convenienza di raggruppare le unità tattiche in ordini maggiori, costituendone materialmente i Comandi, così si considerarono i R aggruppamenti, costituiti a seconda dei bisogni e delle circosta,nze da un numero variabile di gruppi. La forza dei nuovi raggruppa. menti non aveva limiti e poteva diventare grandissima; la sua fissazione dipendeva di V·Olta in volta da molteplici criteri relat ivi all'impiego che dei raggruppamenti stessi si int<~ndeva dì fare. * * *
Il mutare dei mezzi 'dei quali si valeva l'artiglieria, aveva naturalmente fatto sorgere nu:Ovi principi di impiego, che qui riassumiamo: 1°) avere, per quanto possibile, l'artiglieria accoppiata allà fanteria ovunque questa combatta,, ed in ogni circostanza,. Questo principio capitale sintetizza v,e ramente il motto che l'artiglieria da molto tempo aveva assunto « SEMPRE E OVUNQUE)). Deriva~1 te clalla nuova efficacia delle armi, questo prineip10 ,è nno~o soltanto nella misura délla sua applfoazione. Con l'accentuarsi d.elle qualità. tecniche è cresciuto il bisogno d.ella co,o perazione, in que..,,to momento divenuto imperioso e continuativo : dalle grandi a1.ioni esso si estende ai piccoli scontri e passa ai minuti episodii. , L'enorme estensione ·dei moderni canipi di ba,ttaglia e per noi italiani lo svariato terreno, la S(';(nn'.parsa, del fumo e le con. seguenti nuove modalità di combattere per agguato è per sorpresa, faranno si. che le grancii battaglie fut ure si impegneran. no a masse ancora, lon tane, ed i primi sècintri ~i avranno fra le estremità dei tentacoli con i ,qnali gli avvèrsa,ri recipro'c amente . si cercheranno. Sulle enol'ini fron ti si · avramrò battagli.e sépa. rate : fra le colonne stri.sciii'n.ti nell'avanzata e taJvolta casuàl, . -
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r.' u:co;:.;o;.\IIA ;>;1~1,1,' L\lPl EGO OBLL' AnTIG L! EIIIA
mente incont ra t.esi ; fra i distaccam enti avanzati, proteggent i. fiancheggianti che sono la naturale conseguenz[L della iniziale incer tezza delle grandi battaglie. Dai pri mi scontri agli intermedi, ai la,t erali, agli ultimi , tutti avrnnno un'influenza sul ri~ultato finale; e la vittoria sarà, di clii anà, saputo vincere in più p unti e nei più importanti. E perchè gli addendi della gran somma predetta s.ieno positivi è necessario che a nessun reparto di fanter ia, fun7,ionante con mandato definito, manchi l 'adeguato concorso del canno ne; si abbiano dunque le due Armi accoppiate in ogni. nucleo delle forze ope1"anti. · 2°2 Mette1·e e 1J1an tenere l'artigJieria in grado di ra,ggiun gere in qu alsiasi momento della battaglia la s upremazia di fuoco sull'avversario, ossia in altri termini avere sempre l'a,rtiglieria /.t utta in azione e pronta ad agire. Caduto il principio dell'impiego in massa, dall'inizio alla fin e della battaglia pern:iangono quelle esigenze che hanno fatto sempre ritenere l'artiglier:i.a come il mezzo principale di lotta. È dunque neccssarip di metterla in grado di portare continuamente e ftn da,] principio dell'a zione il suo a usilio proporzionato al bisogno. Non si. dovrà, più conere come per il passato quasi fatalmente alla <:ostitnzione della massa, ma non dovrà intendersi per q nesto che le batterie debbnno, pi.ù di quanto gii:l, non fa~essero, ritardare l 'occ11pazi9ne delle posizioni di comba,ttimen to : al contrai-io sarà buona regola, il portare innanzi sempre tutti i per.7,i disponibili ed il prepararli ad agire. La, differenza nell'impiego consisterà nel tenere 1,e batterie moment aneamente ecced enti al bi., ogno, celate alla vista ed al tiro nemi.oo senza svelare le proprie posizioni, lo spiegam'e nto generale e gli intenti dell'azione appena che coni.pare un prim9 bersaglio nemico. Le batterie poste così in posir.ione di ngguato dovranno invece .studi.are il campo di battaglia per potere al bisogno agire pron tamente di. sorpresa con azioni fulminee e con effetti. sicuri. 3") Impiegare le artiglierie disponibili con economia dP.lJ e forze. lì.': ci nesto il principio veramente nuovo· dell'imp1~go dèil'ar tig1ieria . . Difatti era ripetutamente emersa la, neces~!tà . c~.e l 'ufficiale di artiglieria ' avesse un chiniro concetto sulla efficaci~ -
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DOTTRINA D'IMPIEGO OEJLL' AR'J.'lGLJERIA DAL
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<lell<~ bocd1e da fu oco a s ua disposizione, nelle svariate condizioni di bersaglio, di terreno, di distanza. Orbene tale competenza teenica dovrà accoppiarsi a sani criteri tattici, abit ua,ndo cioè l'ufficiale fin dal t empo di pace a valutare non solamente l'entità e la posizione del bersaglio in rapporto alle prop1·ietù, balis tiche a lui note, ma, ancora quelle condizioni che possono influire sulla convenienza rela.tiva dei consumi, e cioè : !;influenza morale, la situ azione del mom<~nto, lo stato delle m1rnizioni, le condizioni dei rifornimenti, ecc. ecc~., fattori tutti. che possono influire radicalmente nel momento di una decisione, e spiegherebbero da soli la necessità che l'apertura del fuoco sopra deter minati bersagli sia, entro certi limiti, a,ffid ata a Comandi di ordine p iuttDsto elevat o. Dal complesso dei principi sovra affermati si deducevano le seguenti norme caratteristiche per l' impieg·o dell'artiglieria in una fu tu ra., battaglia: l°) l'artiglieria si accoppierà a.Ila fanteria in ogni caso possibile; 2°) le artigli<wie si spingeranno ancora (forse più secondo l'esempio a ustriac-0 nel 1866 che non sù quello tedesco del 1870) verso la ·testa delle ooJ..onne; 3°) giunte sul luogo dell'azione fo ba,tterie si spiegheranno per tempo nel proposito cli cooperare con le proprie fanterie ; ove la situazione fosse anç_ora inceda, e lasciasse quindi dei dubbi sulle posizioni più convenienti da occupare, le artiglierie si disporr3:nno in. località opportune, in posizione di attesa, ap·profittandone per prepararsi con ogni mezzo alla loro prevedibile enti~ata. in azione; 4°) non appena una situazione sia chiarita, tut(e le batte1:fe si dis.ponanno per agire, attendendo però il m-0mento opportuno per rivelarsi col fuoco: nel frattempo rimarranno in agguato sulle poshioni complet:mdo la loro preparazione pet· essere pronte alle prevedibili azioni di fuoèo ·; · ' 5°) le avanzate feline, le sorprese, le azioni saltuarie e tempestive, gli sposta,menti durante l'azione, le simulazioni di batterie, l'uso insomma di ogni a stuzia, di guerra che la scom-
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NORME PARTICOLAHI CARA'l"l'ltnISTICBE
parsa del fumo ha portato in onore, a ranno stratagemmi da adottarsi norma.lmen te dalle batterie ; 6°) le manovre dell'a.rti.glieria sarainno svolte specialmen te di notte e tutti i suoi movimenti si ispireranno alla nol'lna di non mai fare allo scoperto quanto con l'ausilio di ogni perfezionamento tecnico sia possibile di fare con più tranquillità e con maggiore sicurezza al coperto ; 7°) l'artigliel'ia accentuerà la sua doverosa caratteristica qualità di essere sem~re e completamente nelle mani dei proprii Capi, e ciò farà mantenendosi acl essi collegata anche materialmente, a.nche se spai·sa o frazionata sul campo cli battaglia; 8°) i mezzi di rifornimento si tenanno sempre collegati ai Grandi Comandi, e questi ultimi dovranno occnparsi dei loro movinu>nti co~Telativarnente ai movimenti delle truppe; 9°) il cornmmo delle mun izioni dovrà essere fatto con la più grande parsimonia perch è, a pre ·r.indere da eventuali dif:ficoltà di rifornimento, i risnlt:iti dell q singole azioni di fuoco · debbono essere preordinati in relazione qneHo che sarà, per essere il previsto combattimento complessivo, nel quale l'apporto di ogni singola azione di fuoco deve esl'-ere limitalo al solo indispensabile.
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Circa il raggruppr:Lmento delle artiglierie già fu rilevato che la conseguenza dei preaccenn ati principii di impiego è la, caduta del preconcetto dell'impiego dell'artiglieria in ma. sa, inteso nel senso che i reparti ghmgenti sul campo cli battaglia debbano cercare cli collocarsi. in posizioni ravvicinate così da costituir e lunghe linee ininterrotte di artiglierie. L'uniformità dell'azione, ed occorrendo la: più grande intensità si cer chera,nno per l'avvenire nella comun anza delle direttive iniziali e nc11a comnnanza di scuola, che, nelle circostanze e negli intenti noti, suggeriranno a tntti un'armonica linea di condotta; qua,nto al posto, le unità clell' Arma, si andranno a collocare ,ove meglio riterranno cli poter soddisfare allo scopo di cooperare nella l otta col reparto di fanteria al quale sono orga-197 -
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uicamente addette, od ttF;sPgnalc tcmporancflmente per una detel'minata cfrcostanza. Si cornpl'endc come i.11 si.mi.le preciso proposito nnmer.osi reparti dell' A n11a possano troval'si ripniti q uanclo grandi unità di fanteria :i g-iscano in i:;pa1r.io ri,s tretto con un unico indirizzo; come le artiglierie poi-sano formarsi in vari gruppi quando varie nni.tà di fonterip., pn1· combattendo in concorrenza. di inten ti, mirino ad obbiettivi separati fra loro; come infine la costitu zione cli distaccamenti di fan tel'ia per obbiettivi scconò111·i possa richiedere l'impiego di piccoli r eparti d'artiglieria. In nessuna azione manchi mai alla fanteria l' appoggio del cannone e l'accoppiamcnLo sia scn1pre proporzionato : questa è la condizione <la soddisfare, e per questo l'ai-tiglieria. non dovrà esilai-e ad impiegare anche isolata.mente 1e sne singole batterie. Quanto più importa si è che i nuclei di artigliel'in,, anche se g1·ossi ma agenti riuniti : si sottopongano t11tti ad 1111 solo Comando, e questo sappia e possa, per i snoi me1.1.i di collegamen to, tempesti.va.mente ed effettivamente com:mclare. I r eparti .staccati agisca no "indipend enti fin qu ando necessario per uno scopo definito; appena possibile si rinniscano alla maggiore nnità da lJa quale si souo staC'cati. Anche nei comanchlllti di batteri.a sono quindi necessari l'attitrnline all'ini'l.iativa ccl alrazionc indipenélcnte, e<l è poi indispensabile che, per tutte le combinazioni che le varie unità dell'Arma possono formal·e raggruppandosi in modo diverso, sieno precisati i rispettivi Comandi di dipenclen7.a. A quest'n I tima nec<1ssità debbono provvedere ben definite disposizioni regolamentari. I n via normale l'artiglieria non dovrà scindersi in reparti minori della batterifl; però i progressi tecnici ormai. realizzati. ha,nno dato un tal valore anche al sing,olo pezzo sicchè sn,r{'bbe un'affettazione cli voler trascurare l'impiego di sc7.ioni ii-ola te. Certo un simile impiego deve evitar si per varie ragioni materiali e morali e perchè poi turba, n fun ~don a,m ento dei servizi, ma, cost1:etti. per f.orza, o per convenienza ad nn tale limitato impieg·o, si adoprerH,n no le se1,ioni d'ar tiglieria con criteri perfettamente identici a quelli per le batterie isolate, tantochè non è il caso di farne qui una trattazione specia,le. -
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I\OUME PElt L !J; VAHIE SP P:CIAL11',\
Le varie specialità d'artiglieria che a,bbiamo vist<> t,orgere, in questo pel'iodo) venivano impiegate con i S(~guenti criteri . Le a,rtiglierie da campagna peRanti co.stitnenti normalmente le artiglierie cl' Armata,, rispondono sempre a casi speciali di ripiego, casi ehe debbono es1Serc stati previsti da chi per una determinata, circ-o stanza aveRse assegnat<) simili arti.glierie ad 11na determinata unità : queste artiglierie sa,ra,nno ll(~i vari casi impiegate in modo diverso secondo il particolare scopo pre:6ssato, e non è quindi possibile tratta-m e in modo generico. Normalmente, ove non esistano preconcetti. a loro riguardo, queste -artiglierie saranno a disposizione del comandante dell' Armata che le aissegnerà ad un reparto di truppe qua,ndo ne avrà l'iconosciuta l'opportunità, dell'impiego. In generale sarà conYenientc che le artigli.erie da, campagna pesanti assegnate ad una unità di guerra, arrivino ultime all' a zione· e cioè a campo di battaglia ben conosciuto giacché' per la loro limitata mobilitù, po trehlwro altrimenti essere travolte dagli ondeggiamenti spesso hrnvitabili delle prime fasi. cli 1111a battaglia . 'Ma, se ]o scopo clell'assegna,r,ione fosse ben not-0; se, ad esempio ,s.i corresse con cannoni ed obici a sostegno cli una debole sistema,zione difensiva, antistante, -0d a rinforzare con ·obici un as-sa.lto cli p_osizione forti.fica,ta, o si dovesse oon cannoni occupare una posizione dominante pe1· ba.tte1:e sbocchi lontani, ed i casi sono moltiplicabili, - non si dovr<~hbe allora esitare a, spingere tali artigHel'ie tanto innanzi nelle colonne quanto .fosse richiesto dall'nrgenza del loro impiego compatibilmente con la, loro ,si.cnrezza, nè .si dovrebbe similmente esitare a metterle in azione per il raggiu ngimento dì un siffatto particola,re scopo contingent'e. Si può <lire pe1·tanto che le artiglierie in parola non si rna,n dera,nno mai aile avanguardie perchè altrimenti si dovrebbe snp porre che quelle a,;anguardie sono inutili; .e si può dire altresì che prima di metterle in azione si cercherà, ma senza ecressive preoccupazioni, di assieurare lor-0 un tranquillo sv-olgersi delle
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DOTTltlK A D'IMPIEGO DEf,L'AH'flGLrnRlA DAL
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loro azioni di fuoco proteggendole con tr uppe antistanti o con speciali scorte o con pa,rtieolari sistemazioni clifcnisive. · Destinate aJl'azione le art igli erie pei':an ti campali vi entre. ranno al più pre. to e, dal comandante d' artiglieria dell'unità alla. quale furono destinate, verranno ad esse a,ssegnati i com· piti da as~olvere e gli scopi. da rn.ggiungere : compiuto il man dato esse, .salvo ordini contrari, 11.cercheranno sempre di ricollegarsi al comandnnte clell' Armata per il loro ulteriore impiego. Le artiglierie da campagna leggere, obici e cannoni, rispon dono alle normali esigenze della lotta, skchè il loro impiego devesi opportun·a.nwnte informare a norme di carattere gene. ralc. Cannoni ed obici leggeri banno precipue proprietà fonda, mentali per Ja lot ta con t ro trnppe : qu{'sta c-0nvinzione tolga ai comandanti dell e t ruppe e delle ::i r tigliC'rie qna,lgj,asi esitazione nell'impiego delle artiglieri.e leggere rit enendo che per gli scopi n-0rmali i cann oni. sono più e.ffi rac:i. cl eg1i obici , e t irando a mag. gi-0ri cl ista nze che gli obi.ci possono più facilmente rispondere ai casi incerti ddle prime azioni di una battaglia . P er qnestì criteri potrà in massi.ma. ritenersi che, ove in una stessa unità vi sieno cn nnoni cò obici. Jeggel'i, sernm precon cetti di impiego, ~ia opport uno eh~ i cann oni Yeng:rno impiegati con le prime t rnppe e che negli incolon namenti gli obici sia.no la.sciati per nl, timi e vengano quindi impiegati soltanto in seguito. Vi sono per tanto frequenti casi nei o uali è facile doYer prevedere l'opportunitù, di avere cleg-li obici :fin dalle prime azioni~ così sarà, ad .esmnpio per i prev('dibili fo contri sn terren i ondu lati -0 molto accidentati.; per i casi cli arta eco di posizioni dominanti., o cli sistemazione in pm~izioni cope1·te dalle quali eseguire tiri. in diretti osservati da, appositi os~ervatori, ecc.' ecc.. Pe1· t utti questi casi che potranno sing-olarmente essere indicati dai superiori Comandi nell'atto ddl'asseg-nazione dep:li obici, od essere altrimenti sta.ti rivelati da ll'esplor::izione, gli obici lcg-/!eri saranno senz'altro destinati in testa anc colonn e od anche alle avangmu·die, e saranno con egunl e deci,<:ione impi egati seguendo le stesse norme prescritte per i cannoni. Si potranno presentare cl ei casi nei quali gli obici dovranno -
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AZIONE OFFENSIVA
essere ~pecialmente impiegati contro bersagli resistenti., o -contro fabbricati, o insomma per la F:peciale utilizzazione -·della loro potente granata. Anche per questi casi potrà, per ordini superiori o per informazioni ottenute, essere richiesto un.o ,speciale impiego deg1i obici; allora si seguiranno norme di opportunità contingente, e però. devesi rilevare che di massima questo impiego verrà richiesto durante lo svo]gersi degli a,vvenimenti e sovratutto dal rivelarsi della situazione nemka. Allora o si avranno ancora obici a disposizione e si sp2steranno là dove è più opportuno, oppure ,<,e saranno tutti _già impegnati ne1l'azione e· · troppo lontani per i nuovi bisogni emergenti, in questo caso sarà necessario di spostarli, non pl'ima però di aver valutato pericoli e conv~11ien1,e di un tale spostamento. Queste ultime constatazioni spiegano il perc_bè sia preferibil e assegnare gli obici a,lle artiglierie cli Corpo <l'Armata cd averli dislocati così che normalmente essi arrivino ultimi nell'azi-one.
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Per trattare dell_'artiglieria nelle azioni <>ffensive, accenneremo inanzi tutto agli incolonn amenti ricordanclo che la marcia incontro al nemico è fittta generalmente ,su strada; in ogni modo essa viene effettuata in colonne. Quando il terreno lo permette ogni colonna ha la sua artiglieria; in caso contrario l'artiglieria marcerà, sulle strade -che più facilmente consentano un pronto 00Hégamento alle azioni della proprh1 colonna. L'inc,olonnàmento . dell'artiglieria è di gra,nde importanza per il suo impiego nella battaglia. Il principio affermato che l'artiglieria non debba mai mancare alla, fanteria dice che dovrà sempre esservene con l'avanguardia, alla condotta delJa quale l'artiglforia dovrà sa,pere uniformare e coordinare la propria azione che vi aé;quisterà perciò una particolare importanza. Oircà la qua,ntità <~ la qua.lità dell'artiglieria da destinare all'avanguardia dfremo ch•e per h1i specialità, si sceglieva come la più adatta l'artiglieria leggera, mentre per la quantità il Regolamento sulle norme di impiego di allora aveva la seguente espressione: « quel° maggior numero di ba,tterie eh<:> si pre-
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DOTTHlNA D'DIPIEGO DELI,' ARTJGLIERTA DAL
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sume di poter utilruente impiegare>>. La definizione è perfetta e completa ed ha per conseguenza logi ca che l' artiglieria entrerà nell'ava11guardia in propor,1,ione tanto maggiore quanto più offensivo e dimostrativo ::;arà il mandato generico dell'avanguar-
dia . tessa, e quanto più aclatto all' impiego dell'arma sarà il terreno ove essa si mu o,·e e che sarà stato riconosciuto dall'esplorazione; l'f1ssegnazione d'artigliel'ia all'avanguardia sarà fatta in proporzioni tan to .minori quanto più insidioso è il terreno, dubbio il mandato, ignota la situa,zione. Mancando ogni preconcetto, l'artiglieria i::arà data all'avanguardia nelle proporzioni giù, mes:;;e a ba,se delle composizioni organiche, e cioè cli un gruppo (brigata) d'artiglieria per ogni brigata di fanteria. Il prin cipio afferrn.ato da tutti i regolamenti nel senso di non disgiungere le composizioni organiche, dice che le artiglierie divisionali dovranno essere incolonnate con le proprie Divisioni; dice a,ncora che all'a,vanguardia, semprcchè possibile, si metteranno unità organiche complet.e ; che le bocche da fuoco event1rn]mente sta cc·atc si completeranno con i primi n uclei di artiglieria incolonnati nel grosso. Il concetto di evidente importanza per cui nelle mal'cie le artiglierie non debbano essere esposte ai colpi di mano dell'avversari<>, inclipend cnternente da altre misure di sicurezza alle quali provvedesse l'esplorazione, consiglierà, di mettere le artiglierie dietro forti nuclei di fanteria. Si può perciò ritenere che le artiglierie di avangnardia staranno bene in coda alla colonna d'avan guardi a, saho un reparto proteggente di retroguardia, mentre le artiglierie del grosso, pur preponderando verso la testa, come ora diremo, dovranno essere precedute da alcuni battaglioni., e ciò perchè all'occorrenza, le artiglierie faranno presto ad avam~arc ,sfila ndo fra, truppe ('he cammini.no ordinatamente e si dispongano ai margini della strada. La m5:;;i::ione affidata, alle artiglierie di. proteggere l'avanzata e lo spie~am.ento de11a fantel'ia di.ce che le artiglier~e òivisi.-0nali dovranno negli. incolonnamenti. tendere ver!'-O la testa delle sin gole Divisioni. Per qùanto ha tratto alle va.rie sp<~dalità, ricordando le norme che ne regolano l'impiego, riterremo clìe in lin ea generale -
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r/ AVYIClNAl\1 E1'TO AL .KEMICO
si avranno cannon i con le aNangtiar.die e nelh1 composizione del- · le artiglierie clivisionali ;· obici lt>ggeri con le artiglierie di Corpo d'Armata in testa ad esse. Le artiglierie da campagna pesanti che fo ssero assegnate a un Corpo d'Arm ata normalmente marceranno sempte in cocla alle truppe, protette solta!nto da un adegua,to l'epnrto di fanteria. Lo stesso potrà dirsi per qnelle artiglicl'ie d'assedio leggere che event ualmen te 'fosser o sta te fin dappl'i ma e di proposito destinate a tr uppe moventesi incontro al nemico.
Dui'antc la marcia verso il nemico nll orchè truppe incolonnate lo inront ran o o in marcia oppm e in posizione difensiva, avverranno 1P. prime azioni, svolte logicamente dall'asanguardia, t:i l'ar tiglieria vi coneorrerà quale s-trumento essenr,ia le ed indispen sabile di guena sin dalle prime fa8i di ogni battaglia : in qualu nque caso e ad ogni modo si tratterà, di pt·oteggere lo schieramento dellfi p1·oprie fa nterie, e poichè, temi to conto delle dista nze relative delle varie Armi éln quelle nemiche, l'ostacolo vero allo spiegamento delle nostre fan terie sarà l'artiglieria nemica, ne consegue che questa dovrà es~ere il bersap;lio prin cipale. È vero che ciò facendo si fa in certo modo il gi uoco dell'avversario, il quale a sua volta vuol proteggere lo 1-piegam ento dell a propda fan teria attirando il fo oco nemi co sulla propria artiJ?lieria; ma vire\rersa assecondandol o in un certo senso in questa sua. azione si consegue praticamcnt<~ lo scopo éli diminuire l'efficacia del tiro avversario, tanto da ottenere spesso dei bnoni risultati. Il volere sistematicamente battere una fanteria ben istruita che avanzi al copert0, darebbe il più spesso un risulta to inadeguato al consumo di munizioni ; contro tale fan teria bisogner à, t ira.re qua,n to basta :1: r eprimerne la baldanza eostring-endola ad avanzare molto guardinga, collo scagliarle contro delle nntdte raffiche di fuoco nei pochi istanti in cui essa c1eve neressari.amente scoprir si per attrave1·sare determinati punti di passaggio .obbligato. Da questa azione contemporanea di ent ra mbe le artiglierie avversarie sorgerà sistematicamen-
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DOT'l'RlNA D1 H.Cl'IEGO DELL' AR'J.'lGLIEftlA DAL
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· te ,sempre in ogni combattimento nn caratteristico iniziale duel lo di artiglierie. Da queste premesse rimane definito il compito delle artiglierie che ·per prime entrano in azione, e ci limitcr-emo pertanto ad accennare ad alcuni concetti che possono dirsi speciali per le artiglierie di avanguardia. Le batterie di avangnardia anche a scapito dell'azione vicina daranno la preferenza a quelle posizioni che hanno profondi ed ampi campi di vista e di til'o; e ciò sia, per la loro azione immediata. tendente a provocare spiegamenti, fare dimostrazioni ecc., e sia per la possibilità di agire dalla stessa posizione più lungamente, durante il vario svolger.si della lotta. · Le batterie di av:rnguardia daranno la preferenza alle posizioni molto a..mpie che, se del caso pos~ano concedere l'inter vento e la postazione delle artiglierie del grosso e la costituzione in posto di un forte nucleo di artiglieria, il che sarà sovratutto fav-orev-ole all'unità cli 0omando. Si vuol qui notare come di frequente i comandanti cli gru ppo, per attenuare gli effetti d,el fuoco nemico, cercheranno di collocare le dipendenti batterie molto distanti fra di loro. Ma nel prend·ere questa misura, buona in generale, al fin e di evita re fralllmisC'.hiamenti di varie unità, si d,o vrà tener conto dello spazio necessario per le batterie che prevedibilmente potranno o dovranno in ,seguito sopraggiungere. Infine per quanto ha, tratto all"azionc da svolgersi, le batterie di avanguardia terranno presente com.e sia di somma importanza il provocare e costringere l'artiglieria nemica a rivelarsi tantochè a conseguire tale risultato varrà la spesa non solo di porre in atto ogni astuzia, ma, altresì di affrontare i più gra,v i sa-cri:fizi.
••• Nello svolgimento della, lotta e precisamente nella prima fase della battaglia comprendente l'avvicinamento degli avversari e lo spiegamento delle truppe, una caratteristica di impie• go era a quell'epoca un gran duello cli a rtiglierie fatto cl.alle prime posizioni inizialmente occupate. Era questa una fase clas-
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v,mm
!,' ASI DJ•;r, CO:'.>fBA'l'l'IMl!NTO
sica della lotta fra le artiglierie in cui esse procul'avano di sfruttare tutti i loro perfezionamenti tecnici e di mettere in azione ogni loro abilità . professionale. Questo duello delle artiglierie si imponeva per la forza, delle cose. Le stesse Istruzioni tattiche regolamentari che si sforzarono di non fame parola affincbè gli ufficiali dell'Arma non vi annettesser·o eccessiva, importa-nza a scapito dell' a,zione che l'artiglieria doveva svolgere contro la fanteria. nemica, erano viceversa costrette ad accennarvi ripet utam.P.nte. E difatti i testi sull'il'.Ilpiego dell'Arma così si esprimevano al riguardo : « A.cl ottenere una ùcc-faa superiorità nell'a,zione cli fuoco; le due artiglierie useranno di ogni loro mezzo, chè il risulta to non sarà la vit toria, ma il suo primo fattore (O nsi o;,,a, \Voert b, Yaln, Telissu). ~ ~pecialmente in vista di tale duello che nessuna artiglieria dev'essere lasciata in ri.,serva; il nnmero delle unità tecniche in azione acquista allora grande valore, poichè a chi più ne lla, come a chi meglio sapesse tecnicamente impie garle, riuscirà. più facile averne alcune agenti indisturbate; <lfficiente vantaggio questo, che si farà di tutto per serbtLre e non concedere all'avversario. Ma l 'artiglieria cloYrà essere mol to accorta cli non rispondere a provocazioni ingannevoli ; entrerà decisa nell'a;,,i.one solo quand o vedrà sicuri i vantaggi materiali e morali di una prima vittoria snll'artigli.eria dell'avversario )). Alla prima fase ne i-::uccederanno altre due: l'una sarà lo svolgimento e l 'altra la r i.~ol uzione : la prima è evidentemente la parte più importante della hattaglia, la seconda ne è la fatale conseguenza. Nello svolgimento dell'azione, compiuto lo spiegamento ed impegnata la battaglia avverrà che truppe di fanteria, verranno a trovarsi ùi fianco ed in nanzi alle batterie che hanno per così dire preparato ed imbastito il combattimento. Differenti colonne prenderanno differenti direzioni puntando su differenti obbietti.vi : il <:ompHo dell'artiglieria diventa a;llora più complesso, ma sostanzialmente ad ogni azione della fanteria deve cooperare il fuoco dell'artiglieria che dovrà perciò frazionarsi con essa nelle singole azioni parziali : potrà, quindi derivare uno sminnzzament~ dei rep:ut,i d'artiglieria., sminuzzamento però -
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001'.rRINA D'IMPI!i:GO DELL' ARTIG LJI~!UA DAL
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non sempre corrispondentemente effettuato sul terreno, perchè pur rimanendo nelle posi½ioni occupate si potrà da, tali artiglierie concorrere col fuoco ad azioni diverse. In ·q ue~ta fase di svolgimento risulterà perta+ito che l'impiego dell'artiglieria non pot rà essere in mano dei grandi Comandi , ma rimarrà affidato ai comandanti minori per azioni parziali, ed in queste azioni parziali i r epM'ti d'artiglieria dovranno part,ecipare effl.ca<:emente alle Ùspcttive conseguenti lotte adoperall dosi nel modo più utile per il raggiungimento dei siugoli scopi parziali. Al Comando snpe1'iore delle artiglierie rimarrà l 'incarico <li mantener~/lll· nn cle-0, possibilmente forte, per l'azione prin cipale $11lla qnale si orfontano le azioni pari,iali; di battere con ta le forte nucleo le al't.iglierie nemiche che, ridotte a momentaneo silenzio, riprend essero il fu-0co; di tirare contro riserve o artiglierie nemiche nascoste, indicate da informatori; di riprendere alla mano qnelle unità d'artiglieria momentanea.mente impiegate per azioni parziali; di mantenere infine il collegamento di tutte le artiglierie oosì da poterle all'ocoorrenza chiamare al concentra1!lento di fuochi verso un obbiettivo comune che l'andamento della battaglia oppure un ordine superi.ore indicassero come più importante degli altri. Nello svolgimento della lotta la battaglia ad un cer to punto diventa tale pe1' cui la preaccennata moltiplicità, di intenti si va orientando verso un obbiettivo comune, verso un punto decisivo (Froshwiller, Custozo.) : è allora che si addiviene alla risoluzione del combattim ento, è allora che l'azione dell'artiglieria t-01·na ad aYcre uno scopo ben preciso, è l 'unicità di direzione dì nn solo comandante, sebbene molto difficile a realizzarsi, torna a di ventare molto utile. In ogni modo sarà possibile di far ghmgere ai dispersi nnclei d'artiglieria: gli ordini necessari e sufl'i.cienti affinchè il concentramento dei fuochi risponda al desiderio del comandante le truppe, desiderio che deve essere chiaram ente espresso al coman dante l'artiglieria. Il perfetto acco1;do fra le ,~arie Armi è so,~tanzialmente sempre l'indispensabile condizione di successo. Le batterie debbono mettere ogni loro impegno a raggiungere lo scopo di bat tere quel determinato trat to di fronte loro -
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L' AZlONE FINALE
assegnato, a, batterlo effica.cemente quando le proprie fanterie si preparano all'attacco generale: in genere e se potranno farlo col loro fuoco sulle posizioni già occupate, ma qualora per le contingenze dell'azione o per esig<mze morali di esempio occorra avanzare, anche a e-osto di gravi sacrifici non dovranno esitare per portarsi a.Ile distanze anche più brevi. E ov"io il ricordare come e quanto alla i'iuscita di queste ultime avanzate concorrano le avvenute esplorazioni., l'utilizzazione del terreno, le qualità del materiale, l'ascendente degli. ufficin.li, l'abi.lità manovriera delle trupp<\ l'arditezza e l'eroismo di tutti. Pertanto consegue che per queste avanzate non occorreva una regolamentazione rigorosa, e di.fatti opportunamente i regolamenti. dell'epoca si astenevano al rigua,r do da qualsiasi rigida prescrizione : ciò che si può genericamente affermare e che all'uopo può suggerire norma ed indirir,r,o si è che il cannone sarà, tanto più utile per sostenere la fanteria negli assalti quanto più scoperto sarà il terreno; la pr,oporzione delle artiglierie rispetto alla fucilerfa in ar,ione potrà crescere a tal punto per cni, innanzi alle radure preparate dal nemico a difesa, il combattimento della baionetta, altrimenti essenziale, si riduca ,soltanto a quello di affermare c;oll'occupazione il possesso di obbiettivi già conquii:::tati dal fuoco d'artiglieria. Le batterie in generale avanzeranno a scaglioni, mentre altre batterie rimaste ferme pr,oteggeranno qnelle che avanzano sorvegliando · il campo di battaglia; le modaliU1 per le a,vanzate possono pertanto essere varie (~ debbono quindi, caso per caso. essere decise dai comandanti presenti sul luogo. Nella pluralità dei easi potranno imporsi Je seguenti esigenze: controbattere l'a,rtiglieria, nrmka per attennarne le · facoltà ,offern:ive ; esplorare con osservazioni continuate il campo di battaglia per sco~ prire le batte1·ie nemiche che potessero improvvisamente riveJarsi all'agguato: tenere in freno le fanterie nemiche che si venissero .acWensando minacciose hl zona sc·o perta; a.ccompagnare negli sbalzi decisivi i reparti della nostra, fanteria lanciati ·innanzi-per le azioni risolutive, ,soverchianclo di fuoco il nemico sull(~ posizioni .d a assaltare; accorrere sulle posizi<>ni conquistate . . All'inseguimento di un nemico battuto, epilogo della battaglia, dovrà sempre concorrere l'artiglieria. Generalmente essa ~
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DO:J:TlUNr\ v'D:l.l!U:GO DF.J.L'AH'J'IGLIEl:IA DAL
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potrà fare ciò stando sulle posizioni conquistate, ma se da, tali posizioni la sua azion<! fosse insufficienLe, l'artiglieria non esiterà a muoversi pc1· portarsi arditamente verso il nemico, fa . . cendosi se poi,;sibile assegnare una scorta di protezione. Anche per simili azi-oni non è pertanto posi::;ibile dettare precise norme evi dentemente suggerite od imposte dalle esigenze di ogni caso speciale. Ccl'to, ove potessero precisarsi ed individuarsi punti obbligati ùi passaggio del nemico in ritfrata, all'artiglie1-ia . pettel'ebbe non soltanto n compito di batterli anche con tiri a grandi distanze, ma altresi con tiri a 7,011e. Come norma generica, per l'attiglierio. si. indicava quella consistente nel cercare posizioni adatte a sYiluppare azioni molto lontane pel' non sovrapporsi in alcnn modo all'a~li.one della batteria, ma bensì invece per com pletarla nella più grande profondità.
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P er trattare (lcll' impicgo d'artigli-eria nelJ e azi oni. éli.fensive, rilevel'emo ehe una azione difensiva può essere premeéli.ta,ta, oppure d'incontro. La difesa premeditata e cioè assunta. di proposHo verrà, generaJmente preparata sisternandol::i, su località prescelta che . arà, r aggiunta dall'avanguardfa o da altro corpo fatto iwanzare a tale intento (Brigata Mondel a Trautenau). In qu-esto easo J'artigliel'ia delh1 difesa, con l'impiego di tutt i i suoi mezzi concorre a conseguire lo scopo provocàndo il nemico a dover spiegare le prop1'i e forne :fin cla !onta.no, ingannandolo Rnll'entitù, delle forze propri.e, ,s ulle loro dislocazioni, ecc. ccc. Se invece la· difC;nsiva non è stata. preordin ata ed è presa sotto l 'ingiunzione del nemico, l'artiglieria, utili zzando il tempo meglio che può, deve cercare cli orga nizzar,si a difesa sulla posizione scelta dal proprio eomanclan te delle t rnppe. Qnesta posizio ne potrà essere la stes~ già occupata da11a propria ava.nguardia; ma, cl ata: la, sorpr-esc1 per cui iro prcvedntam ente si deve assumere la difemdva, la posizfone da occuparsi dall'artigli.eria potrà ancora essere un'altra e più a rretrata: in queste fo~zate contin gen?ie l 'artiglieria avrà allora da soddisfare ad un compito a ssai difficile perchè dovrà evidentemente ritirarsi sulle po-
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LA SISTE:\lAZION1,: DIF' J~NS1VA
sizioni prescelte e ciò fare sen za togli.ere improvvisamente l 'a,ppoggio del suo fuoco alle proprie trnppe che per la nuova condi-, zione di cose fìgnrano come spintesi troppo innanzi, Bvidentemente per questo caso di clifonsiva d'incontro n~n si possono dettare norme: l' artiglieria farà quanto verrà ordinato dal c-0mancla,nte dell'avanguardia per il quale si potrebbe ripeter(~ qui quanto dicevano le nostre I struzioni di allora (Norme, paragrafo J 64) per fa retroguardia: « tutto dipende dalle circostan7,e e dalla genialità del. Capo che la comanda>).
Nella ricerca delle posizioni di artiglieria per sistemazione difensiva em prescritto di dover tener presente che l'artiglieria fornisce il principale mezzo di fuoco e che perciò dovrà essere collocata nelle posizioni migliori. Sempre quando il terreno vi si pr(~Sti sarà conveniente col locare le ba,tterie in po,sizioni eccentrkhe ed arretrate cosicchè, senza pericolo cU intercettarJ1e il tiro, sia possibile stabilire e mettere in azione successive linee di fucileria, verso l'attaccante. Entro i limiti accordati dai mezzi di eollegamento le batterie non dovranno addem,arsi ma bensì disfanziarsi in varie ed ampie posizioni che costringano l' avversario a disseminare il suo fuoco e lo tengano incerto sulla rea,l e disposizione della di fesa, Quanto all'impiego è -vero an0or qni che le artiglierie in riserva sono forze perdute. La, ragione che consiglia di risparmiare fatiché a1le altre Al'mi, non va,le per 'le batterie d'a,rtiglieria : potrà convenire di- non rivclade tutte fin dall'inizio per non rispondere alla prov,ocazione di poche batterie attaccanti, e d'altrfL parte per prolungare l e perrnùnenze in posizioni di ag'g,uato .opportunamen te occultate; potrà anche di frequente convenire di non metterle subito in posizione, per situa,rle poi a suo tempo là dove l'attacco lo dimostrerà, più opportuno, e per tal modo aumenterà il numéro di ba tterie in posizione di attesa; ma, l)ronunciatasi la lotta, le batterie che per una ragione o per un'altr:1 rimanessero inattive e eioè in riserva non sarebbero che 1.5
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OOTTRINA
o'n,rrmco
DELL' AH1'TGLI1~RIA D,\L
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forze sottratte nel gran duello iniziale, duello che spesso avrà risultati importanti.sGimi per il successivo svolgersi del combattimento (artiglierie francesi a Woerth; artiglierie russe a, Wafangu). Vi ha tuttavia un caso, e potrebbe dirsi l'unico, nel quale conviene mantene1·e in riserva, - ed ancora in questo caso potrebbe discutersi sulla vera significazione letterale di tale parola - , ed è qu ello di artiglieria alla R.Lscrva Generale. Ma lo scopo di questa risena è essenzialmente quello di prevedere e provvedere alla contro offensiva, controffensiva che può sorgere e quindi sv-0lgersi cla pnnti dive1·si e che può esigere di dover compiere un'azione decisamente staccata dalla sistemazione definitiva. Una tale Riserva Genemle che è sempre costituita da grossi reparti organici delle val'ie Armi, potrà aver seco la propri.a a,rtiglieria indipendente e in soprannumero a, quella delle varie altre unitù.; tale artiglieria, potrà quindi nelle mi gliori condizi-0ni intervenire vig-0rosamente nell'azione controffensiva per cui è stata predisposta,. All'infu ori di (Juesto caso o di altri · similari, tutte le batterie dovranno disporsi in condizioni di agir e subito ed al più presto ove meglio convenga ricorda,ndo che la preparazione del tir.o sarà sempre uno dei fattori più irnportan ti alla efficacia del fuoc-0 ed al rendimento dell'arma. Sola norma generale da tenersi presente sarà quella di commisurare i collrSuroi ddle munizi.oni agli scopi da conseguire ed alle difficoltà dei rifornimenti. L'economia delle varie forze e dei diversi mezzi può avere grande valore per la difensiva, specialmente quando come nel caso di una 1·esistenza assoluta non potendosi fare sicuro calcolo sulla possibilità di rifornimenti, l'unico scopo d·e lla difensiva consiste nel gua;dagnare tempo. In questo ca so lè munizi-Oni debbono eon equilibrata parsimonia essere serbate pe.l' i momenti in cui si prevede che dal loro uso si otterrà il massimo rendimento: un siffatto preventivo apprezzamento è del più grande valore per il risultato perseguit o. * * *
Il contrattaoco è un'azione offensiva che potrà essere svol. ta da t ruppe che già sistemate in una posizione vengono portate -
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LA M A:SOVRA l:S RÌTlUATA
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innanzi da opportuni rin calzi, oppure sempJicemente daJle stesse truppe uscenti alla baion etta c,ont ro truppe respinte, od altrimenti ancora, da una apposita riserva che, ad attacco fallito, si dirige da un'ala delle t ruppe sul punto più conveniente del campo avve1·sario. Nelle varie ipotesi si rientra pertanto nel caso generale e cioè le artiglierie non ana.nno che a sostenere a,vanza.te. ed attacchi, il che potranno ge.ner~lmente fare dalle posizioni occnpate; se ciò non riesce loro possibile, esse M·anzeranno celer(' mentc in una decisa ofl'ensiva.. All' a,rtiglieria la ritirata non deve mai essere imposta dal nemico. Se il fuoco avversario reca grave danno ad una batteria e se queslu, non è per il momento indispensabile all'azione, si potranno mandare a riparo i serventi, spostare i pezzi dietro ad ostacoli, ecc., prendere insomma tutte quelle misure che pos· sono conservare la batteria ad una azione· successiva cui non si intende affatto di rinunciare, ma l'artigliel'ia non si ritfrerà mai per imposizione del nemico : è questfL la ca,ratteristica più efficiente dell'Arma. La ritirat.:1, dell'artiglieria dovrà sempre essere manovrata e si eseguirà, ordinatamente a scaglioni in modo che l 'appoggio del cannone Hon manchi mai e occorrendo non manchi neppure il rincorante fattol'e morale del suo rombo. In tutte le istruzioni è det to, affermat o e sa,ncito che le artigliel'ie sono normalmente le ultime a ritirarsi, ma qui si intenda che esse si accompagnano con l'ultimo reparto di loro scorta, perché per ovvie ragioni, finchè si procede con ordine anche le ultime b:1ttcrie dovranno sempre essel'c protette da un 1·eparto dì altre Armi. Ciò le nostre I struzioni chiarament (~ specificaYano parlando della difesa di strette . . Il contegno dell'artiglieria nelle manovre in ritirata è fa. cilmente definito: essa, si ritira finchè è possibile manovrare, finchè anche alle più celeri andature la direzione della, sua marda non solo non può desta.re alcun sospetto men che scoraggiante, ma anzi non può che aggiungere entusiasmo nella lotta : altrimenti l'artiglieria non si ritira. La perd~ta dei pezzi non è disonorevole per l'artiglieria perchè il difenderli è affidato al l'onore delle altr e Armi. Non si pensò sempr e così, e ne fa fede la rélazione austriaca sulla battaglia di Marengo là d.ove narra, -
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DOT'f-H!;';A D1 E\1PIEGO DELL1 AHTIGLIERIA DAL
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senza rimproveri, che due bàtterie so~to l'assalto improvviso di Desaix « dovettero ritir·arsi per non a ndare perdute>); e si veda con quale danno lo avessero fatto! i'\'Ja, pure tale opinione non è nuova. Il M.aresciallo Bluker nel 1813 in un Ordi1le-alle truppe scriveva: « esigo che le trnppe éli tutte le armi considerino l'artiglieria come essa fosse affidata al loro onore )) ; ed in altro. Ordine del 1815 : << la perdita di una, ba,tteria che ha agito efficacemente è altR,mente onorevole)). Oggi simile cùncetto è afferm~to nelle IRtruziùni di tutte le artiglieri.e, e perciò se avverrà che le tristi folate della rotta si senta.no per l'aria, l'artiglieria · non niuoverfL più: f.etma sul terreno segrrnrà ai fratelli d'arme gli estremi appigli della clifesa.
* * * Giwrra, d'ass<i<Zio. - I n una guerra d'assedio un sistema difen sivo completo comprendeva: a) un corpo di piazza o nucloo, cinta.to o no, secondo l'e tà della sua costruzione giacchè i più moderni non era.no cintati; b) una linea cli forti principali distante da 6 ad 8 km. dal nucleo; o) una linea, di posizioni avanzate, forti:fi.ca,te allorcbè viene indetta la mobilitaziq_ne oppure durante lo svolgimento della guerra; posizioni avanzate disposte tutto attorno alla linea dei forti principali e specialmente in corrispondenza dei settori più pericolosi, ad una, distanza, da essi va,riabile fra 2 e 4 km.; d) una zona di posizioni lontane in corrispo!\,denza delle più facili o probabili linee di avanzata· dell'attaccante, a distanze variabili entro limiti molto ampi in dipendenza del terreno, ma in media da 10 a 12 km. dalle posizioni a:vanzate e perciò distanti da, 20 a 25 km. dal nucleo . La differenza .sosta,nziale fra le posizioni lontane e quelle avanzate consiste nel fatto che le lontane non sono protette dal fuoco delle arti.gli.erie dei forti, mentre una tale protezione si può ésercitare snlle posizioni avanza,te; sune lont:;me la re-
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LA on°1isA I N GUEHitA o' ASSEDIO
sistenzrL deve essere limitata alJa possibilità di ritirarsi manoua,ndo, mentre invece sulle avanzate la resistenza potrà essere più forte e più lunga. Circa l' artiglieria della difesa ricoI'CLiamo elle l'armamento cli una piazza è di sicurezza oppure cli r iserva. Le artiglierie costituenti l'armamento di sicurezza dei forti perma,n cnti s-ono generalmente destinate ad agire in posta,zioni tisse, e perciò un tale armamento è prevedibile e quindi definibile con precisi concetti. Le artiglierie formanti l'armamento cli riserva sono invece clestfnate ad agire in località - quali posizioni a,vanzate, batterie di intervallo, ecc. - non prevedibili in modo preciso fin dal tempo cl i pace ; e però un tale armamento deve essere progettato con criteri piuttosto la,rghi nella ipotesi degli svaJ'iati impieghi ai quali l'nrma,mento cli riserva può essere chiama,to a soddisfare. Da queste premesse si possono dedurre le caratteristiche dei materiali che nei diversi generi di armamenti saranno maggiormente adatte e perciò indie.ate. P er l'armamento di sicurezza si ebbero dapprimtL materiali ad installa,zione fissa , notevolmente più e:ffica-ci dei materiali mobHi, ma alcuni avrebbero desiderato che a,nche i materiali costitnenti l'a,rma,mento di sicnrez::r,a posRecl essero un certo grado di mobilità al fi ne di poterli utili zza,r e in una guerra offensiva. 'l'ale controYersia cli opinioni conseguiva dal fatto per cui le artiglieri e d'assedio dotate di mobiJità in seguito ai perfezionamenti tecnici ad esse apportati, potevano competere con le artiglierie , fisse e per rapidità di tiro e per efficacia di effetti , I fau tori delle installazioni fisse asserivano che i forti erano specialmente (';Ostruiti dove non , esistevano altre posizioni ed . in località, importanti che debbono essere difese e mantenute fino all'nltimo; e che pertanto le artiglierie non avrebbero potuto nè sarebbe loro convenuto cli usci.re cl.al forte; e d' altra parte era -opportuno che i forti avessero delle ,specia,li batterie da sortita, ma che per l'armamento roncla,mentale di skurezza non si. clov,eva rinundare ai. grandi v;1ntaggi delle installazioni fisse. I sosteni.tori dei materiali mobili asserivano invece che -
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p ur costitnendo con artiglierie fisse alcune difese spe.ciali, co me per eseDlpio quelle che frequentemente si hanno negli sbarrantenti a,l pini, es.se debbono essere protette da opere modeme in caJcestl'uz;,,o ·O metallo, perchè se questa protezione non si può dare, a11ora deYesi ritenere che anche le artiglierie dei forti è bene possano nrnoYersi almeno per spostarsi entro i confini dei forti ~tessi che btlvolta e special mente in pla.nura, offrono possibilità di manona. Quanto alle specie di bocche da fuoco ed ai prnietti, i:iembl'ava evidente che J.'am1a della difesa dovesse esse1·c il canno- . ne, ed il pl'Oietto più convenienLe lo shra,pnel. Con ciò si veniva a stabilire una ben netta differenza fra i mezzi di attacco e quelli da dife a : si l'iteneva che all'attacco necessitassero tiri curvi meglio dspondenti all'esigenza cli colpi.re dietro ripari, cli sfonda.re cupole ecc. ecc.; si J'i.teneva invece che alla difesa nccessitasse1·0 dei mezzi sonatntLo efficaci contro bersagli animati o di scar~a tesi tc,nza : e pertanto a costituire l'arruamento di sicmezza più che i grandi calibri si ritenevano convenienti boccli<~ cla, fnoc:o cli grande gittata, a ti1~-o rapido, con munizioname111 i tali da assicmare l unghissime azioni di fuoco . Anche pc1· l'armamento di riserva destinato alla difesa mobile, perm:rneva in massima la, preferen?:.~L per il cannone, ma viceversa per varie ragioni si era spinti all' adozione di obici che, a parità, di calibro, accordavano una mobilità. noteYolmente superiore a quella dei cannoni. Le principali ragioni che all'uopo si. prospettavano erano le seguenti: la mobili tù, dei materiali permette alle bocche da fuoco cli fLllontanarsi dalla pi.azza e, continu:indo quindi la lotta., di poter sfruttare un maggior numero di linee difensive; d'altra parte non è detto che la lotta sia sempre sosten uta cla posi?:.ioni dominant i, ed anzi poichè potrà talvolta avvenire il contrario, cosi i tiri curvi torneranno utilissimi. Alle suddette considerazioni generiche, per la speciale configurazion e del nostro Paese si aggiungeva,no inoltre le seguenti: quando una offensiva muovesse da una vallata alpina nel territorio nemico, tutte le ar tiglierje di riserva dovrebbero evidentemente unirsi a.i parchi d'assedio, ed anzi aclcli.1 'ittura passare a costituirli. (~uesta eventualità deve essere prevista per -
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L A MOflIJ:; l'.rJ\ DELLA DllflJ;SA
t utte le nostre vallate, ed ecco perchè nel caso nostr-o t utte le a,rtiglierie, per le quali non si imponga per cir costanze l ocali di essere a,d installazione :6,ssa, dovrebbero essere suscettibili di muoversi ; ecco altresì una ragione perchè una buona pa,rte delle artiglierie di riserva sia a tiro curvo, come meglio conviene nell'azione offensiva : ecco infine una ragione perchè nei magazzini ad forti esista .anche una dota,zione di granate e di palle che, oltre alle esigenze della difesa., possa al bisogno provvedere i mezzi principali per l'offesa. Si ritcn<wa .poi superfluo l'a~rn:iungere come fos~e conveniente far scomparire dalle artiglierie della difesa tutte quelle bocche da fuoco costrette ad usare polveri fumigene, giacchè si riteneva che in una azione contro artiglierie moderne il fumo rappresentasse una, sicura e rapida concla,n na di qualsiasi sistema,zione. I n proporzioni specialmente rilevanti dovevano entrare a, far parte dell'arman1ento cli ri~erva di ogni piazzaforte anchi> artiglierie di piccolo ca.libro e mitra,gliatrici : se il cannone può tenere lontano Fatta.ccante e costringerlo a pr,ocedere cauto interrandosi sin dall'entrare nella, s1rn zona di efficadf1, le artiglierie di piccolo c:ali.bro e le mitragliatrici proteggeranno i difensori dalle sorprese, dagli attacchi cli Yiva forza e dagii attacchi notturni, e potranno altre.sì, nella sua fase più ravvicinata, prolungare di molto la lotta.
Nello ,stabilire fo nor me relative alle operazioni per un sedio regolare, si considera.vano le seguenti t re fasi : 1°) l'avvicinarsi alla posizione ed investirla; 2°) il supera.re le i,::uecessive linee della difesa fin o ad rivare sotto le mura, dei forti principali; 3°) il dare l'assalto ai forti. QuBste tre fasi assumevano rii,::pettiva.mente i nomi di: vicinamento, preparazione e a,ssalt<>. La fase dell'avvicina mento è earatteriz7,ata da a,zioni senzialmente can1pali. : la libertà di manovra, dell'assediante -
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DUl'TIU ~ A D'n.rrIEGO DELL'AilTIGL IEHIA D,\L
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drà man mano restringendosi fino ad evitarsi nell'ambito del terreno nel quale può sviluppa1·si l'investimento. La fase prepal'a,t oria avr:ì, già, il carattere localizzato della guerra d' assedio: dapprima la manovra sarà ancora possibile ma ent ro limiti mollo ristretti : andrà poscia succes. ivamente restringendosi fino a scomparire del tutto . La fase dell' assalto sarà la più car atteristica della guerra d'assedio : essa si infaierà allorchè, disorganizzata fa difesa fin nelle sue opere permanenti, rovi nati con le mine gli organi di sicurezza, sconvolti i rampari ed aperte le vie di accesso eh~ il cannon e può tener sg.<Hnbre, l ' a)ttaocante si appresterà a gettarsi entro la cercfri a della linea cl ei forti. Le tre fasi possono essere 1·inssunle neUo schema seguente:
1" Fuso <li
aY•
vi ci nnmenfo
Costitnzione cl i n n pr imo i 11vcs t,irne1it o 2a Faso preparat oria
Mar cia dì rtYY ici ua1m1 11 to (con eve11 t.u ale b a,tta.glia in campo aper to). Conquis1u ti elle (eYentualiJ posizioni lontane. Co;;fil,uzion() d i una pl'i 111a lin ea d' inve. ·stimonto.
Ir
Co;;1ifuzione cl i u na prima linea cli ;sicur ezza (innnnzi aU e posizioni aYflmr.ate; con fm;ili. mitr agl iatrici e ar1ig liol'ie lcggel'e). A rmai uonfo clelle ba t hwie propa rn toric . Conquista delle posizi o11i avammte . Costituzione di una li 11011 cli sicn rezza clef'initiv n, (innail½i alJ:i, linea d e i forti principali ; cost,iiuiti co me so prn). .A 1·mamcnto dell e ba tte ri e decisive. Costituziuno d elle posizioni cli assalto.
{ AsRaHo.
Notiamo subito come delle predette tre fasi, la seconùa soltanto presenti argomento ad una traLtazione pa1·ticolareggiata. Infatti la prima fase non è cbe un 'a,zion e ca,mpale 1:L scopo ben definito, mentre la terza è azione talmente violenta che può aveI"e norma sol tanto dalle cil'cost:rnze cli fatto del momento, e si sottrae perciò aù un esame analitico. Nella fase dell'avvicinamento, dato che gli scopi dell'attaccante F;aranno qu elli: di avvicina,rsi alla piaz½a isolandola -
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.LE VARIE !<'ASI DEC,L' ATTACCO KELL' AS SEDIO
e costringendo il Lli:fensore a I'inserrarvisi; di superai'€ le resi. stern:1e esterne e lontane della piazza; di costituire attorno ed il più vicino possibile alle posizioni avanzate nna prima linea di investim.cnto r affo.1•;1,a,11.dola tosto con ogni mer,m; risulta ·Che in questa prima fase, per quanto i·iguarda l'a,rtiglieria, sarà,nno in ar,ione essenzialmente le trnppe mobili dei dut~ ca,mpi e oòn esse le rispettive artiglieri.e campali. D'ambo le parti potranno comparire delle artiglierie d'as1,;edio, ma, mentre l'attaccante fwrà interesse a spingere innanzi le proprie per svolgere a,l più presto l'azione contro le posi7,ioni avanza.te, viceversa il difensore, per opposta ragione, undrà, gua,rclingò nell'allontanare dalla piazzaforte le ,s ue artiglierie pesanti nonchè le rnnnizi:oni corrispondenti. In ,o gni modo, l'impiego di bocche da fuooo di medio calibro da parte del difensore potrà, dipendere : dal computo di fa:ttori morali, dalle qualità. dei proprii. materiali, dalla abilità del suo personale, dalle condizioni del tene110, ed infine dalla, genialità del comancfante la riserva mobile. Da parte dell'attaccante l'impiego dei medii calibri potrà 1.-itenersi n<>1·male. La lotta dalle po8izioni. lontane non richiede una speciale trattazione : essa, sarà lotta essenzialmente campale con normale intervento di artiglierie d'assedio per parte d.cll'atta.ccante. Drn·ante queste prime operazioni sempre più ravvic:ina.te alla piazza, vena,nno rivelandosi all'attaccante le · clisposizi.oni della, difosa, mentre al difensore si delineeranno le intenzioni dell'attaccante. Per .ciò che riguarda, la fase prepal'atori.a, premesso che la fase clell'avvicirn.1,mento finisce con la costituzione, attorno alhi piazza, di una prima linea di investimento, da questo momento in poi ht guerra dovrà procedere diversamente secondo il fine ultimo che si vuole raggi.ungere. Se, come in generale devesi supporre, l'assediante si propone di conquistare la piazza dovrà. nel loro complesso compiere successivamente le seguenti operazioni : a) costituire, il più vicino possibile alle posizioni a,yirnzate e quindi appena, fuori portata della fucileria, una prima
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DO'.l'TRIXA D'Il\H'IEGO DELL: AR'l'!GLIEilIA DAL
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linea, di sicurezza che permetta di procèdere all'operazione successiva; b) mettere in azione dietro tale li1wa e in batterie comunemente dette preparatorie; le arti'glierie sufficienti alla conquista delle posizioni avanzate; e) oonnuistarc~ le posizioni ava,nzate; d) costituire fuori portata del tiro di fucileria della, linea dei forti principali., una seconda linea di sicurezza che permetta di procedere a.U'operazione successiva; e) mettere in azione le batterie, cQm1memente dette decisive, le artiglierie sufficienti alla conquista cli alcuni forti principali; f) procedere infine d.a questa seconda linea di sicurezza verso le mura dei predetti forti principali che si vogliono con quist~re e, presso tali mura, cos.t ituire le posizi.oni d'assalto, ultimo atto delhL fai::e considerata. Nella fase p1·eparatoria si possono dunque distinguere due serie cli azioni tendenti successivamente : dapprima alla conquista delle posizioni avanzate; e quindi poi alla costituzione delle posizioni d'assalto. Normalmente le batterie preparatorie saranno armate con materiali appa.rtenenti a parchi mobili che dovendo oqoperare nella lott[L avranno seguito le truppe d' assedio; le batterie decisive . verranno invece armate con materiali facenti parte di parchi di rincalzo. La conquista delle posizioni avanzate, qualora l'attacco di viva forza non fos,se riuscito, darà luogo alla prima grande azione di artig'lieria, : questa azione si estrinsecherà come un bombardamento delle posizioni che si dovranno poi conquistare d'assa,lto . , · La costituzione e l'armamento di batterie d'assedio presentano nel loro complesso uno dei più caratteristici episoclii di questi casi di guerra. Tanto l' una che l'altro dovranno essere sempre fatti di sorpresa e pertanto o durante la notte oppure approfittando della nebbia, giacchè altrimenti sòtto l'occhio vigile di un difensore attento tali operazioni non r iuscirebbero. Qualora il terreno di spiegamento dell'ar tiglieria non fosse già protetto da una linea di sicurezza, qualora cioè come nor-
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LI!J POSIZIONI" D'ASSALTO
malmente aNvien(\ la coBt.ituzione delle batterie corrisponclesse ad un balzo in avanti dell'estrema li.nea di battaglia, occorrerà dJsporre percbè contem.poraneam(~nte: le forze destinate ad una linea, di protezione dei lavoratori occupino i posti. prefi,s sati ed entrino in a,zione; i lavoratori in numero sufficiente iniziino e condncano a termine nel minor tempo possibile la costruzione delle postazioni e dei ripari; e pure contempora,neamente si preparino e si tengano pronti tutti i materiali che debbonq occupare ed armare le pred:ette postazioni. La costitu zi.one delle posizioni d'assalto richiederà alle batterie decisive cli spingersi innanzi, quanto sarà necessario ad una efficace azione, sui forti della linea principale. A rendere possibile una tale azione si dovrà pertanto costit uire una, seconda linea di sicurezza, seconda linea che avrà una speciale importanza ,essendo l'estrema alla quale l'attaccante potrà giungere con relativa sicurezza,. Tale seconda, linea viene denominata prima, para,l lela. La prima parallela dovrà distare dalla piazzaforte cosi da essere sottratta all'azione della fucHeria, e cioè per l'epoca qui considerata era prescritto che es,sa dovesse- trovarsi a J 200 a 1500 metri; potrà essere continua ,o ppure cosUtuita a nudei :fiancheggiantisi. Il suo armamento sarà fornito oltrechè da fucileria a,nche da, quei cannoni di piccolo calibro, e in modo speciale da quelle 1nitragliatri.ci che, oome già si disse, appunto per questo scopo debbono tr,ovar posto nell'armamento dei parchi d'as.sedio. Le cont.ingenze potranno dare se non delle norme di carattere generale, quanto me1w delle indicazi-Oni per la migliore scelta, esectrnione ed armamento di tale prima parallela : ciò che maggiormente importa ,sarà, che essa soddisfi con siclirezza al suo compito, costituendo una ròbnsta linea t rasversale, ba,se di partenza per operazioni successive. Le bat terie decisive dell'attaccante per rispondere a,l lo scopo di smantellàre i .principalì forti nemici dovranno potersi stabilire ad una distanza tra i 2000 e 2500 metri dai forti stessi. Dette batterie a seconda delle necessità potranno essere: d'in:filatà, pertiro indiretto, di smonto per tiJ·o diretto a carica masvarie sima, di sfondo per tiro in arcata, ecc .. Evidentemente
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dislocazioni, i materiali di armamento ed i compiti assegnati ai varii elementi dipcnderrLirno dalle di.spo11ibilità e sovra,tntto essenzialmente cla decisioni di orcline tecnico . E questa la fase dell'azione Hella quale di fronte ai più potenti mezzi del difensore si a,vranno in Jott a le più pote11tì batterie dell'attaccante; è (]uesta la fa8e dell'attività pi.ù importante e più intensa pe1· l'artiglieria dell'assedio. 0Ql. fuoco clclle batterie decisive a,vendo ottenuto sui forti e specialmente snlle loro artiglie rie quegli effetti che 8i stimano sufficienti, si proReg uirà nell'azione proceélendo oltre la prima pa,rallela allo scopo di portal'c inna n:1.i le fanlel'ie, iwvicinarle ai pun ti prescelti e destinati per l'attacco e lan ciarle a,l l'assalto. }fa poichè lo Rpingersi innanzi costdngerebl>e l'attaccante ad attrayc1·sare un terreno, p1·e pal'ato atl arte dalla, difesa, sotto il fuoco della fu cil<~ria e èl<'Ue ruitn1gliatrici, le azioni ,s i ~volgeranno con qu ei mezzi spedali che ·COnc1ucono alla lotla, sotterranea . La necessità di sottrarRi ai tiri c1ei varii forti costringerà dappl'ima l'attaccante aèl ava,nzare in tri.nce.e c.:he prenderanno le note forme degli approcci collegate fra loro cla snccessiYe parallele. I socccssiYi tratti si faranno sempre più brevi, più stretti e più profon di, si nndra.11110 quindi coprencl,o di ripari alla prova , cd influe si trai-forruenrnno in vere ·e propl'ie gallel'ie. Mentre il di Censore con lavori di galleria e di mina procurerà c-011 ogni mez:1.0 di irnpc~dire agli attacc;inti cli giungere sotto le mul'a, l'arssediantc farà ogni :sforzo per minar le, per peeparare le breccie, per facilitare e aprire la Yia all'a. Ralto generale e cioè all'ultimo atto dell'assedio. P er queste azioni che preparano, precedono e si raccordano a,lla terza ed ultima fase dell'assedio, e cioè a quella risolutiva dell'assalto, ogni mezzo cli. gnerra, ogni stratagernµia cli. lotta, il valore cl ei Rolcl ati , l'aceortPzza cl ei Capi, fa tenacia ùi. tutti debbono essere esplicati al rua. i;;imo grado . Saranno queste le fasi nelle quali, contemporaneamente allo ·svi luppo di ogni ruez· zo tecnico dell e artiglierie, si svolgeranno i"nn a,h zi ai fOl'ti le lotte più accanite, le battnglie estreme nelle quali le fa nterie avversarie doman dera nno inint.errottamente il concorso ùi truppe tecniche pel' i lavori di. zappa o lavori. cli linea, l' appoggio cl i
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LA O'ASP. FIXAL0
bocche a fuoco a til'o rapido, di mitragliatrici e cli armi da ra,mpal'o, la voce dei propri cannoni. Passando alla fa,sc clell'a~salto rileviamo innanzit utto che l' ultima parallela addu C"rà alle posizioni di a~sa.lto con l e quali verrà confondendosi. Tnut.ile dire che le posizioni di assalto dovranno riu scire numerose e Yaste quan to possibile onde poter far posto a molte t ruppe e nell' a,tto decisivo richiamare su di esse il fuo co nemico e quindi ptovo-c arne la dispersione. Da tali posizioni gli assalti dovranno muovere contemporaneamente: col preventivo brillamC'nto cli nnmer-ose potentissime mine sotto il suolo occupato dalla. difesa; con segnali sicuri ; e col concor,so di t utti i mezzi dei qnuli l'attaccante può disporre. Contemporaneamente ai lavori di appl'occio, a:ambo le parti si svolgerà la guerra sotterl'anea ca,ratteristica di tutti gli asscdii. Bssa per il periodo ora, considerato non aveva pertanto mutato le sue precedenti caratteristiche se non in causa della maggior potenza degli esplosivi disponibili; ad ogni mod o anche la guerra sotterranea , nell'intento cli ottenel'c una rapida soluzione nello svolge1·si di tutte le operar.ioni inerenti, metterà in opera i meni più progrediti forniti dalla tecnica. In sintesi, per ciò che ha tratto alla guerra d'assedio, si può dire che nel perioclo considerato le nostre I struzioni regolamenta,ri prescrivevano che. servendosi di ogni risorsa e di tutti i pel'fezionamenti, l'attaccante, con valorosa insistenza dovesse cercare di raggiungere l'obbiettivo finale talora importantissimo, mentre l'asRcdiato vendendo a carissimo prezzo ogni vita di uomo ed ogni brandello di terra, d-ovesse protrarre fino all'estremo la resistenza della piazza cercando di risparmi arne l'atto doloroso della re~a a discrezione, ·O quanto meno cercando di consegna re a1l'assed ia,n te un corpo esanime. All-01·:;1, dal disastro della resa, potevano uscire salvi e gloriosi l'onore delle truppe ed il buon nome della Patria.
* * * Circa l 'jmpiego dell'artiglieria nella guerra d'assedio è a notare che durante la f.:econda fase dell'attacco, con l'entrata in azione delle batterie preparatorie, le operazioni dell'assedio ac-
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quistano il carattere di stabilità che le caratterizza : a questo punto il valore dei potenti mezzi offensivi dell'a,rtiglieria diviene di così gran<le importanza sicchè essa. appare l'Arma principale. A far sì che le a,zioni di tutti i mezzi a sua disposizione, completandosi ed integrandosi armonizzino nel concetto del Comandante e Dirigente delle operazioni dell'assedio, e mirino diritto ad uno scopo senza sperpero di forze, è necessario ancora qui come in battaglia ca,mpale, che una razionale 1~iparti.zionc di compiti nello svolgersi dell'azione consenta di utilizzare nel miglior modo il contributo di tutti e di ognuno, e elle un ben definito sistema di collegamenti assicuri l'armonia dell'azione nonchè il continuo, immediato fnnzionameuto dei Comandi. Il campo dell'azione è generalmente suddiviso in settori : è dunque necessario che in ogni settore esista un comandante d'artiglieria, emitnazione del Comando delle truppe del settore, comandante che sia sempre in grado di far funzionare tutta la linea, d'artiglieria in al'monia con le direttive ,successiv}1mente stabilite dal Comando del settore per lo svolgimento dell'azione. In sostanz11 anche qui sarà difficile di potere preventivamente stabilire le attribuzioni ed i compiti dei singoli dipendenti Comandi, i quali più che a t assative disposizioni dovranno informa.re la 101·0 condotta alla esatta comprensione degli ordini dei Capi e ottemperarvi con quella pratica esperienza e con quella competenza prof.cssionale che conseguono da una metodica preparazione fatta in tempo di pace. Il resp onsabile del sicuro e buon funziona.mento di tutti i servizi tecnici ed amministrativi delle ·unità d'artiglieria di ogni settore, dovrà essere il predetto comandante dell'artiglieria del settore; ma nello svolgimento dell'azione per parte dei singoli gruppi di batterie il suo intervento dovrà possibilmente limitarsi a precisare gli scopi che di volta in volta si debbono otten ere dai ciascuno di essi.
* * * Ricordato che dal 1S70 al 1914 il nostro Paese non fu impegnato che in guerre coloniali e che in esse l'impiego d'artiglieria non può informarsi ad alcun principio dottrinale, come -
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ESEMPI MIDl\:fORABILI NELLA GUERRA LIBlCA
conclusione e quale esempio di cooperazione t ra fan teria ed artiglieria, rileveremo il contegno tenuto dall'artiglieria nella campagna di Libia 1911-1912. In questa campagna si possono ricordare molti episodi nei quali l'artiglieria ebbe modo di affermare la efficace cooperazione da,t a alle altre Atmi. Nel glorioso combattimento di Henni-Messri (26 novembre 1911) l'azione delle du e batterie da 75 mod. 906 e delle due batterie da montagna a~segnate alla 6a brigata, serbarono un contegno esemplare ed offrirono uno splendido esempio di stretta e continua cooperazione colla fanteria . Si ebbe allora un notevole esperimento dell'impiego di artiglierie leggere nello accompagnamento della fant eria, tantochè nel breve percorso di pocbi chilometri alcune batterie cambiarono persino cinque volte di posizione in terreno jn tricato e difficile, con avanzate eseguite a braccia . Nel combattimento di Ain Zara (4 dicembre 1911) l'artiglieria da montagna, in Cftusa del terreno ondulato a piccole dune di altitudini uniformi, fu costretta ad agire per tutta. la giornata s ulla linea delle catene, con frequenti cambi di posizion e in un terreno così a,eciòentato per cui fur,ono richiest i sforzi enormi. Le batterie da 75 A, da 75 mod. 1906 in posta,zione .fissa, i cannoni da 149 G, ed i mortai da 210 fo~·nirono t utti un altr,o esempio mirabile di ·Cooperazione··ininterrotta tra fanteria ed artiglieria. . Nel combattimento di Gargaresch (JS gennaio 1912) l'azione clell?artiglier'ia costituita cla una sezione cl a 75 A e da una batteria da montagna, inflisse gravi perdite al nemico. Il 20 gennaio la località, fu presidiat a con un intero gr uppo d 'artiglieri a mod. 1906 e da una batteria da montagna. Nell'atta-eco nemico contro A.in Zara (28 gennaio) nel resping-ere l'attacco e nell'inseguimento fu provvidenziale l'azion e delle batterie 2• e 5• da montagna, della batteria du. 75 A del forti no e di quella da 149 G. Nell'attacco di El-Mcrgheb (27 febbraio) l a sola batteria da montagna fu aissegnata ad una delle colonne, men tre le batterie da 75 A e gli obici· restavano in posizione ad Homs, pronti ad appoggiare l'avanzata. L'altura fu occupata con sette batta-
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DO'Fl'lìl.NA o'DfPIEGO OgLL'AHTlGLH:HIA DAL
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glioni, quattro sezioni mitragU.atrici, quattro pezzi da montagna ed otto da 75 A. ç<Il successo fort um1to fu degno premio alla perizia ed al valore iìegli u:ffici..ali, ~1110 slancio, al valore. all'ammirevole disciplina dei soldati )). Vera.mente eroica fu la condotta tenuta dal Capitano Riccardo De Caroli, comandante della batteria da montagna, il quale morì. alla: testa dei suoi soldati e fu decorato di medaglia d'oro. Il tentativo di ripresa di El l\fergheb per parte del nemico fallì per opera principalmente dell'artiglieria (5 marzo). Nel combattimento delle Due P alme presso Bengasi (12 marzo 1912) dal fuoco micidiale dell'a,i-tiglierià venne dapprima respinto u1_1 grosso attacco nemico, e quindi con una vigom:Sa controffensiva lo si ricacciò nell'oasi infliggendogli gravissime perdite. Nell'intensificazione della guerra in Libia e nell'Egeo, ano scopo di stroncare i rifornimenti dalla Tunisia e dall'Egitto, e precisamente nella p11ntata offensiva contro la carovaniera da Ben Gardan a Zelten (19 maggio 1912), il nemico fu messo in fùga ; e nel resoconto ufficiale si disse che « fanteria ed artiglieria. gareggiarono in. spirito aggressivo, e nell' operare col più efficace e più intimo accordo )). Nuove puntate offensive a,vvennero il 24 ed il 31 maggio successivi, ed in quest'ultima fu asserito che: « il nemico, battuto . su tutti i punti, ebbe a riportare perdite rilevantissime sovratutto per effetto dei tiri · bene aggiustati della nostra artiglierfa )). In ·occasione deila occupazione di Misurata, dopo brillante · combattimento (8 luglio 1H12) il resoconto ufficiale afferm.ò che : « In tutti vibrò alto lo spirito della cooperazione. Il contegno poi tenuto dall'artigli.eri.a è stato davvero superbo: essa per potere .in ·Ogni momento della battaglia portare il suo' P:Ossente appoggio alla fanteria, non esìtò a schierarsi sulla sua stessa linea, a pochissima. distanza dall'avversario, sotto la gragnuola dei proietti nemici)). Nell'occupa,zione di Zan Zur (8 giugno), mirabile fu la c·ooperazione data da,ll'artiglieria alla fanteria, specialmente dal l'artiglieria da montagna. ·che seguì la fanteria passo a passo. Assai effica,ee fu poi l'azione dell'artiglieria nell'inseguimento -
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LA BA'l"TAGLIA DI ZAN ZUR
del nemico in piena rotta . A questa, battaglia parteciparono 50 cann.oni, ed il Generali.ssimo Oaneva cosi riassunse il mirabile c0ntegn-0 tenu to dall'artiglieria in quella circostanza : « Giornata memorabile per razionale concetto di manovra, accordo perfetto di esel'Cito e di marina, a.bile condotta di truppa e coo perazione mirabile 'di ai:mi diverse e reparti della stessa arma fra loro, specin.lmeHte fra artigli eria e fant.eria . Quest' ultima cooperazione ebbe appunto in questo combattimento la maggiore e più solidal e manifestazione; ed. a testimonianza del perfetto accordo con cu i si svolse l' azione delle due armi. e della con:fi. denza con ll'\J quale le catene avanzavano e sostavano sotto le precise traiettorie degli shrapnel scoppianti a breve distanza, risuona ancora. il grido : cc Viva l' A.rtiglieria ! >) lanciato dai nostri valorosi. fanti >> .
N o Lizia bibliografica ALLAS OK UGO : hnpiego (lella, art·iylieria
-i1i guerra.. (Scuola di applioaz·ione d-i artiglieria e gcnfo. - 'fol'ino, 1889) . >1 : Da, nostnt, a·1·Uglie1~icL cla, campagna. (Torino, 1906ì, F'r,:RRARIO C AnLo : [1npiego delle a1·t·iglier'ie. (Soyola, dì a7J-plio<tzione cli artiglieria, e genio. - Torino, 1909). 11 : I/i1npiego dell'a1'tiglieria. Sèeonda, · ecliztone a. .
stampa. ('.l'ipolitogra,fia G. Pi:wis, 'l'orino, 1913ì. LEI'l'ENI'l' Z A . : N o.zion/4 sul servizio della a,rtigUer-ia in r;ne1-ra. (To· rino, 1874:). SCUOLA DI APPLICAZIOXE DI ART. E Gc:NIO: Impiego della, a,rt-igl-ieria ,;n 91.terra. (Lezioni del Capitano di artiglieria. Ca,rlo Lanfra.nchi . - 'rorino. 1881) .
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CAPrl'OLO VENTO'l't'ESIMO
L'artiglieria nelle guerre coloniali § I
L'artiglieria nelle campagne d'Africa (1887-1895-1896) - Attacco di Saati - Scontro di Dogali - Disposizioni del g enerale Saletta S uccessione del generale di San Marzano - Occupazione di Saati - Successione del generale Baldissera - Occupazione di Cheren e di As mara - .l\1arcia su Adua - Combattimento di Agordat - Successione del gene rale Barattieri - Marcia su Cassala - Scontro di Saganeiti - Operazioni contro Ras .l\1angascià - Combattimento di Amba Alagi - Assedio di Maccallè - Operazionf di Adua - La battaglia e l'eroica condotta di tutti - Operaz ioni successive. ·
L'acquisto clella baia di Assab, modesto episodio dal quale ebbe inizio la vicenda coloniale, non fu un fatto -0ccasionale : esso concluse, nella sola forma allora possibile, e nel momento !:-tesso in cui il traforo della barriera alpina e il taglio dell'istmo cli Suez schiudeva.no nuove vi.e al commercio europeo, tutto ur: peri-Odo di generose aspirazioni che, se pure soltanto latenti, tendevano ed attendevano di potersi concretare per la messa in va. lore di quel fattore potenziale al q1rnle l'Italia antica doveva le sue fortune e che, ostacolato dalla soggezione straniera, non aveva pot uto evitare H fallimento dei commerci, la rovina delle industrie. 'l'ale modesto episod.io risorgeva nel momento in cui l'Italia unita fremeva nell'attesa, della proclamazi.o ne di Roma capitale e si a.fferma;va nel balenio del tricolore in una baia sulle porte dell'Oceano. -
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L' AR'l'fGLH:HlA N I•: LLE GTJEHHE COLONJ;\LI -
ERITHgA
Quasi 1iello stes&o periodo, gli antagonismi. e le influenze franco-inglesi in JDtioJJia provocavano le intemperanze del Negus Teodoro a danno di una missione che si era recata dall'imperatore portanclogli dei doni, cercando per tal moclo cli rabbonirlo . Il Governo di. S. M. Britannica organizzò allortL la spedizione di Lord Napier che, sbarcata a Znla e preceduta da elefanti e da emissarii, percorrendo la strada Senafè-Adigrat, giunse a Magdala dove in poche ore si decisero le sorti di re Teodoro. Due batterie· inglesi, una da montagna e l 'altra di razzi, bombardarono l'amba falciando letteralmente gli Etiopi che ebbero 800 morti e 1000 f.eriti in confronto di 2 morti. e 18 feriti Inglesi. All' indomani, ripreso il bombardamento, i fedeli del Negus ebbero altri 300 caduti, e la guerra fu così conclusa. Essa, f:W{~va messo in rilievo non soltanto le di:fficoltà. logistiche della, spedizione, attenuate però dal favore delle popolazioni ribellì, ma, nell'unica azione belli.ca aveva anche affermato la, grande efficacia cl.cl tiro d'artiglieria. sulle dense formazioni etiopiche. Quanto ai cannoni del Negus postati sull'amba, pare che essi scoppiassero dopo i primi colpi sparati. Comunque, gli Inglesi si ritirarono dal territorio cedendo il passo agli Egiziani, i quali però poco dopo toccavano una dura sconfitta dal Negus Giovanni nella piana di Gundet. Ritentate le sorti nel 1875, le forze egiziane venivano letteralmente annientate a Gura il· 9 marzo, ed Ismet Pascià rinunciava definitivamente .all'impresa mantenendosi -p erò in Eritrea, a Oheren ed a l\fassaua, la quale ultima fin dal 1866 era stata dalla, Turchia. ceduta al · Governo egiziano. Mentre .scoppiavano i di:wrdirl>i d'Egitto cominciava pertanto a sorgere una potenza militare etiopica: per reprimere i disordini l'Inghilterra bombardò Alessandria, sconfisse i TurcoEgiziani a Tek-el-Kebir catturando .A rabi Pascià ea' o~cupò militarmente FEgitto. Ben presto la rivolta del Mahdi dilagò come una massa d'acqua bl-0ccando od altrimenti sommergendo nel sangue e tra gli orrori le piccole guarnigioni inglesi dislocate lungo il Nilo. A Oartum l 'eroico generale Gordon fu assediato . Il Governo inglese si rivolse allora per aiuto a re Giovanni. ed il 3 giugno 1884 concluse con lui un ~,ccordo (Hewett) col quale il Negus si impegnò a favorire l'uscita delle truppe bloc-
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lJ, l'HlMO 1'A$SO JN JWl'.l.'Hl•: A
cate a ttraverso l 'Abissinia e Massaua, mentre l'Inghilterra si impegnò a sua volta col sovrano di mettere Massaua .sotto la protezione inglese, f[Uale porliO frail co per l'Abissi nia. 11 31 dicembre 1884 preoccupata però dai tris li eventi d'Africa, l'In· ghilterra dichiarò che non si sarebbe opposta ad uno sbarco ita.· lian o a Mai:.saua.
!'' ig. ,10 · Colonnello 'l 'ancr ecli Sal etta . (d a lla collezione del C'.l.pl ca :10 Avv. Co:at:111.te Olra ucl) .
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11 5 febbraio 18S5 nn priJUo sr.aglione cli truppe agli ordini
del colonnello Saletla occupava la città, tra il disappunto c1el Negus ed il malcontento degli Egiziani: poco dopo e cioè il 21 aprile l 'Jngl1ilterra con una solenne pubblica dichiarazione pro· clamò il proprio disinteresse sulle vicen de del Su dan e la, rinuncia ad ogni 11lterio1·e azio11e contro il )fahéfi . -
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Fig .
4.1 - ì\fo,;,;:111 .1. li ],'orte <l i AIJd-el-Kad er 188(i. (fotografia del Maggiore l"ranceoco Ancenorcl.
I CA:\KONI ITALIANI A SAATI
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Oartum intanto c1·a caduta,; la guarnigione era stata tru: ciùata. In Italia le dimissioni del ministro Mancini furono la con seguenza della mutata politica inglese i.n riguardo delle cose d'Africa, e pertanto in seguito si svolsero varie e svariate trattative diplomatiche per riuscire a liberare Massaua dalle pretese egizia,ne e da queJle scioane. Il 10 gennaio 1887 ras Alula, governatore della regione, ammassate ingenti forze nello Hamasien, in timò alle forze italiane lo sgombero delle località di Ua-à e di Saati, a poca distanza da Massaua. · Il fortino di Saati, pr·esidiato da 300 irregolari, dallf1 P compagnia del 17° artiglieria da fortezza e da una sezione da 70 mont., era comandato dal maggiore Boretti. Al mattino del 25 gennaio, forze abissine valutate in ] 0.000 uomini, si lanciarono contro il ridotto pronunciando violenti a,ttaéchi, ma~ accolte da nutri.te sca,riche di fucileria e di artiglieria, dopo quat. tr-0 ore di l9tta dt~sistettero dai loro sforzi in seguito a.ne ingen ti p<;rdit<~ subite. Era quella la, prima volta che l'artiglieria italiana tuonava in terra d'Africa, e perta11to .essa..si comportò egregiamente spa rando a mitraglia à meno di 300 metri sul nemico, sgominato dai micidiali effetti del fuoco. L'episodio di Saati si connette all'imboscata di Dogali, avvenuta all'indomani 26 gennaio. Alla notizia dell'attacco il comando del.le truppe d'Africa inviò subito una colonna di rinforzo, già pronta a ,Moncul.lo a,g li ordini del tenente colonnello De Cristoforis, per sostenere il presidio di Saati. La colonna era composta da tre compagnie di fanti, da, una sezione di mi· tagliere servite da artiglieri del 17° reggimento e comandata dal tenente Gfova,1111i Tirone, e da 500 irregolari formati su due bu · luc. Fa,}ev~L parte della colonna il capitano d'artiglieria Carlo Michelini di San Martino che si recava a Saati pei· assumere il comando della sezione d'artiglieria e della sezione mitragliere. La strada da Moncullo a Saati si svolge in un terreno arido pressoché privo di vegetazione salvo alcune zone cespugliose e spinose caratteristiche dell'Africa, ma presenta brevi. e frequen ti ondulazioni che non consentono l'osservazione che a breve di -
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L ' ARTIGLlEHIA ~EJ.Ll:: GUERRE COLONIALI -
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500
DI DOGALI
stanza. Nei pressi di Dogali prepoudé·anti forze di ras Alula si lancia:rono sulla colonna che fu contemporaneamente attac ca,ta su tutti i lati ed alle spalle. Oon fulminea, decisione il te nente colonnello De Oristoforis fece fronte all'atta-eco su una prima posizione; ()tdndi Ol'clinò éli fol'rnare il quadra,to su una
.l!'ig. 4:l - Tenente d'artiglieria Giova1111i Tirone. (dalla collezione del Capi tano Avv . costante Giraud) .
seconda posizione, nena qnale le salmerie dovevano essere portate al centro e dalla qua.le il c:oma,n dan te si proponeva cli poter scuotei·e l'avversario col fuoco e quindi di contrattaccarlo. A malgra,do dell'inceppamento delle due mitragliere la ma:novra si svolse in un modo perfetto, e contro le orde assalitrici che continuamente si rinnovavano, i cinquecento di Dogali resistettero per quattro o~·e e cioè fino a quando non ebbero consumate tutte le munizioni. -
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L' AltTlGLlER1A NEl.L I~
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U i~HHI< COl.O::S l.\Ll -
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A questo momento, con ammirabile stoicismo il tenente CO · lonnello De Cristoforis ordinò ai supe1·stiti di presentare le ,11'mi ai compagni caduti e caricando egli stesso alla baionetta perdette la vita nelFultimo tentativo .
Fig. 44 - '.fenente Colonnello Tommaso De Cristoforis. (da.Ha collezione del Capitano A vv. Costante Giraud).
Caddero valo1·osamente con lui e col tenente 'tirone tutti gli ufficiali eccetto il capitano d'artiglieria Michclini che, sebbene grav~mente ferito e quindi t rascinandosi a stento, potè dopo due giorni di privazioni e di sofferenze giungere a M,oncullo: perirono coi 101'0 ufficiali oltre 400 soldati. Nell'archivio storic,0 della R. Accademia militare di 'l'orino si conserva l'autografo di una lettera che in data 4 marzo 1887 il capitano Micbelìni scriveva da, Massana al suo compagno di corso lì'ra.ncesco Marciani. e Mlln quale così egli si esprime: -
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C01\IE F0Sfmno ALLINENl'I A'NCOl!A (1 I nostri soldati si batterono in moél·o ammirevole, ma poichc' disgraziata mente non avevo cannoni e le mi<~ dne mitragliere si guasta1·ono dopo tre q1iari.i d' ora di fuoco, così il nnmero sem pre cre~cell t(~ .<leg'li ahi$sini ci schiacciò tntti J>.
Fig. 45 - Capil:;1110 Carlo Michelini cli San ivl:lrtino. (dal.la ct•llezione del Capitano Avv. Costa n te G ira u cl).
Una seconda colonna, di s·occorso avviata a Dogali non incontrò gli abissini, ma trovò i CtLdaveri degli eroici commilitoni_ denudati, supini, orrendamente mutilati: e, così come scdsse i) Governatore nel suo rapporto, « in ordine come se fossero allineati a1wora )). La, commozione in Italia fu enonne e provocò il rovesciamento del ministero OrispL Sua Maestà Umberto I il 16 febln·aio 1S87 diramò alle truppe d'Africa. il seguente Ordine d.el giorno : (( I combattimenti del 26 e del 27 genna.io a Saati e Dogali, con tanta fermezza <• con tanto ardimento da voi sostenuti, onorano l'];Ìjsercito Ita-
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~ I.Sceic Said
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F'ig·. ~1U - 11 <:~! rlt po
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(da. « la. Stori'.l milit.1rc della Colonia. E ritrea» dell'Ufficio storico).
LA !\UOVA S.1STEi\!AZI01'E OlFl':1\SIVA
liano. Il ri~ordo di Dogali rimarrà imperituro nella, storia d'Italia. Io faccio plauso al nobile contegno cli tutti voi, soldati di terra e di mare, ed esprimo la mia ammirazione ai prodi che. eroicamente sacrificandosi, caddero sul campo di battaglia. La Patria onora i vostri valorosi compagni, ed è a voi riconoscente. Io, a1tero di esservi Capo, sono più che mai fidente nei nostri destini. - Umberto>>. La situazione in colouia non ern, delle più brillanti : l' f.LV versario spadrone<rnfava, in tùtta l'Eritrea' mentre ~0 -li avveni~~ menti cli Saati e di Dogali, in consegnen7,a dei q nali era stato deciso il nostro sg,ombcro di StLati e cli Ua-à,, gli avevano dato l'orgogliosa ma non meno infondata credenza, per cui l'eccedenza del suo numero potesse prevalere anche in colifronto degli Europei, contro i quali esso non si era più misurato dopo gli avvenimenti di Ma.gelala. Inoltre, sfruttando la caratteristica mentalitù indigena che non possiede il senso vero delle propor zioni, nell'interno de1la, regione si lasciava diffondere e radicare la convinzione che Dogali. era stata una grandissima bat . taglia e che presto gli Italiani sarebbero stati costretti a sgombrare Massaua, che gli Inglesi avevano in passato ceduto al1' Abissinia 001 trattato Hewett. Politicamente la situazione era intricata e militarinente insostenibile, poichè se pure l'avversario non osava presentarsi alle linee di Massau.a, vi si manteneva però a breve distanza costringendo i difensori in un-0 stato di continua tensione e di snervante depressione. Il generale Saletta diede perciò subito fortissimo impulso alle fortificazioni di Massaua, organizzando la · difesa in: Comando della linea dei f.or ti esterni ; · Comando della linea dei forti interni. La linea dei forti esterni comprendeva le opere di Archico, di Moncullo e di Otumlo. L'opera- di Archico era costituita: dal forte propriamente detto a forma quadrangolare, munito di torri circolari, di quatt1·0 spigoli, 0011 a.rtiglierie; e dalla ridotta Garibaldi in terra, con muro e fosso di cinta. Le due opere, che si completavano con un trinceramento a spalla a Nord, erano armate con 24 cannoni di vario calibro (da 9 Br. r~t.; da 8 Br. egi.zianj, da 7 Br. da camp.) e con :') mitragliatrici (da 2, da 31 -- 237 -
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Ar<~<o .~
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R,.1cno f)-,,.,'b.lli
. (d]fio~ - 47 - Lmea dei Forti est 0~ n11· · - Mass ·della e . aua. a « la Stori a millta.re ' olonin E'ntrea· . » dell'Uffl CIO . storico)
TJ;IMPORT,\J'\7.A DF:LL''AH'l'lGLirnRIA
e da 37 canne). Le armi bi.Lttevano eon tìro incrociato il terreno antistante (~ proteggevano c-ol fuoco il possesso e la sicurezza a·e i pozzi e dei bara.ccamenti d<~l forte. L'opera, cli Moncullo era cos~ituitf1 dal forte omonimo, analogo a quello di Archico, con un trincerone ed un dente di gola, con 4 mitragliatrici. L'opera di Otumlo era una ridotta, quadrata in terra, munita di caponi.era,, ed armata con 12 cannoni, dei quali 8 da 7 Br . da camp. e 4 di modello egiziano da, 8 Br. · La linea dei forti. jnterni. comprendeva le opere di 'raulud, di "Ghemr e cli. Abcl -el-Kader. L'opera di 'l'a.ulud era co.stituHa da una ridotta in terra, n ba.se rettangolare, con fronte occidentale bastionato, · ed era armata con 8 cannoni., dei quaJi 2 di medio calibro, e con 4 mitragliatrici: l'opera batteva particolarmente la, diga che collega la penisola cli 'l'anlud alla terra ferma . L'opern cli Gherar era co~tituita da una: ridotta in terra, n base esagonale, ed era armata con 8 cannoni da 9 Br., 6 cannoni A. R . e da 4 mitragliatrici: Popel'a batteva particolarmente il terreno restrostantc al forte di Otumlo. Gompletf.Lv.:t infine l'organizzazione . difensiva l'opera poligo nale di Abd-el-Kader armat a con 2 cannoni. di medio ca.libro (da 12 G. R. C. ret.), 6 eannoni da, 9 Br. rct. e e-on 6 mitragliatrici. · Secondo le ferree e sagge disposi.7,i.o ni del Saletta, i coman . danti delle linee dei forti rispondevano della esistenza del munfaionamento da guerra, in ragione di 300 colpi per pe7,zo presso ognuna delle opere da essi. dipendenti, mentre i · rispet tivi comandanti di artiglieria delle singole -o pere dovevano giornalmen te assicurarsi del perfetto stato di efficienza delle armi, dei cannoni e delle mitragliatrici. Il comandante Saletta dava grande importanza al fuoco dell'artiglieria, e scriveva all'uopo : << la clifesa, di Massaua contr-o gli Abissini, che non hanno artiglierie, deve essere principalmente basata sul fuoco di a,rtiglieria ... <-' prendendo preci;;i acc:ordi colle R. Navi da guerra, che hanno riconosci uto il fondale perpoter a-ccostare e concòrrere col t iro da mare alla difesa di Massaua nella eventualità di un attacco nemico )). I noltre~ il comando, mentre in ogni opera assicurò -
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1• ,<ader
'' lt ig. 48 - Lin ea dei F or ti intern i. -
:ìlfo ssaua .
(da « la Storia militare della Colonia Eritrea» dell'Ufficio storico).
L'ORG ANIZZAZTO~E DI FENSI\"A
A . MASSAU A
adeguate scorte di viYeri e l1i muni.zioni, provvide a costituire una difesa mobile con uno squadrone di cavalleria, un battagJione di alpini e mezzo battaglione cli tantei;ia; difesa mobile destinata ad integrare l'azione della difesa stabile con tempestivi contrattacchi. «·
* *
I ntanto in Italia il Parlamento su propo::;ta Crispi votavà · subito un credito di 5 milioni, aumentato poi a. 20, per jniziare una serie cli operazioni. militari. Il Governo, affidando tale incarico al generale Alessandro Asinari di San Marzano, precisò
,
.
Fig. 49 · Generale Alessandro Asirwri di Sau Marzano . . (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Girauct/.
che le operazioni niil ita.ri si dovevn,no limitare alla rioccupazione di Saati e di Ua_-à, ed nna volta raggiunto tale~ risultato si doveva assicurare la difesa di Massaua per metterla in condizioni di resistere· a tutte ]e eventualità: prescriveva per ultimo 17
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L, ARTIGLIERJA NELLE GU ERRE COLONIALI -
ERITHilJA
che Saati doveva essere collegata a 1Vfas8:wa a mezzo di una linea ferroviaria. Il Corpo di spedizione giunse a, Mus:,,ani~ a scaglioni nel periodo ottobre-novembre 1887. portando le forze Italiane alla dfm di 18.000 uomini. I/artiglieri;1 era rapp1·ese11tata da 14 compagnie, dèlle quali: 8 dai· fortezza, erano destinate al servizio delle artiglierie che armavano le opere del campo trinoera,to di Massa,ua; 2 formavano <l ne batterie 811 i,:;ei pezzi da 7 da campagna; 1 costituiva una ba.Heria s11 8 pezzi da 7 da campagna trainata da muli; infine le altre 3 formavano tre batterie da montagna su sei pezzi. In totale l'Arma disponev11 di 38 cannoni per le truppe del Corpo di operazione, e di 122 cannoni del campo trincerato, dei seguenti calibri: N. 20 pezzi da 7 camp.; N . 18 pezzi da 7 mont.; N . 4 da 12 G. R. C . l'ct; N. 4:0 da 9 ret. (34 Dr. e G A .); N. 44 da 7 Dr. mont.; N. JO da 7 Br. camp.; N. 4 da 8 Br. mocl . egiziano da carnp. ; N. 10 da S Br. mod. egiziano da mont.; nonchè 28 mitragliatrici di diverso tipo, servite da artiglieri. Da bordo delle navi potevano poi concorrere inoltre N. 41 cannoni deJla .R. Marina. Il 9 novembre 1887 il generale cli San :Marzano sbarcò a Massaua assumendo il comando in eapo delle Regie. Truppe d 'Africa, e la superiore direzione degli affari aelJa, Colonia. Al suo arrivo, il genera.l e Saletta, rendendolo edott,o della situazio11e militare e politica della Colonia, fece notar(~ al nuovo coman dante in capo che tra 'le opere di Moncullo e di Archico si verificava una soluzi9ne di continuità nella zona battuta dalle artiglierie .dei forti. E siccome, diceva il Saletta,, proprio dietro quel tratto della nostra linea, difensiva vi sono i pozzi di Tata, che il nemico potrebbe sfrutt are accampando in tale zona, sa rebbe consigliabile di costruire un'altra, opera sulla èolli na Ohenfur. Nel punto indicato dal Saletta il nuovo doman'a.o fece infatti costruire subito il forte Umberto I. Il generale San Marzano si accinse quindi al compito che doveva svolger e, e all'uopo ripartì le truppe del Corpo <li spedizione in quattro brigate, assegnando a ciascuna nna h:1ttcria d'artiglieria: la batteria da montagna comandata dal capitano Oamillo GaUiano fu ass.e gnata alla l" brigata comandata dal generale -
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LE IIATTEHII<: DA MO~TAGNA
Carlo Genè e format a su due r eggimenti di cacciatori del Corpo speciale ; la batteria da, montagna cl' Africa comandata dal capitano Clemente Henry fu data a11a 2• brigata comandata dal generale Manfredo Oagni e formata su due reggimenti di fanteria; l'altra .batteria da montagna cl' Afrka couHwdata dal capitano Carlo Michelini di San Martino venn e destinata alJa R' brigata comandata dal generale An ton io Haldissera e formata da un reggimento b(~rsaglieri e da un battaglione aJpinì;
F ig . iiO - Ca1,1it11M Carlo Micl.lelini d i San :\fortino. (da.Ila collezione del Capitano Avv. Costant e Gira.ud) .
la batteria mobile da 7 comandata dal ca.pita.no Carlo Assunte ven ne aggregata alla 4• brigata comandata dal generale Carlo Lanza di Busca e formata da due reggimenti di fanteria. e da una compagnia del 17° artiglieria. -
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L' ARTJGLIIUUA NELLE GUERRE COLON IALI -
ERITH]])A
Il generale San Marzano tenne poi a disposizione del Oomanclo in ca.po, oltre a due squa,d roni di cavi.illerfa, la restante artiglieria costituita da: una brigata di batterie da. campagna comand.r1ta dal maggiore Filippo Cassone e formata: da. una battcr·ia da 7 del Corpo speciale comandata dal capitano I,'rancesco de Rosa, e da una, batteria da, 7 da camp. Africa comandatu dal capitano Luigi Oassisi; quattro compagnie d'artiglieria - e cioè 3' e 4" del Corpo speciale, una del 13° ecl una del 15° reggimento artiglieria - , agli ordini del maggiore Giov~1nni Nicastro che rivestiva la carica di Direttore dei servizi d'artiglieria. Rendendosi poi necessario di ordinare i servizi d'artiglic>ria in relazione ai movimenti da compiere, innanzi tutto si provvide alla formazione di un par(iO capa,ce di poter trasportare. oltre che una adeguata riserva di materiali, altresì attrezzi di lavoro, parti di ricambio e materiali per. mascalcia, due pezzi· da montagna di riserva, 792 colpi completi d' artiglieria e 440.000 cartucce da fucile, ossia un secondo munizionament,o in ragione di 66 colpi per pezzo per due batterie da montagna, e di 80 colpi per ogrii fucile. . Un secondo parco, simile al prececlente, fu allestito a Taulud, ed inoltre fu pure costituito un nuovo terzo parco per munizioni d'artiglierià da 7 da camp., i c·ui servizi furono articolati per modo che, ocoorrendo disporre per il movimento, bastava semplicemente l'invio di corrispondenti adeguati mezzi di traino per riuscire in breve tempo a mandare il pare<> .al seguito delle· truppe nella frna formazione più conveniente. Nella costitu7,ione di questi pa,rchi il Comando d'a.rtiglieria . sperimentò ed adottò a.lcunn casse speciali per munizioni, someggiabili a cammello o a -mulo, c1ontenente ciascuna una dotazione completa di granate, shrapnel, scatole a mitraglia, cartocci ed inneschi.
Coi provvedimenti attua.ti e coi l'inforzi che erano stati in viati dall'Italia la situazione migliorò fortemente, . non sol. -
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PROYV IJ:Dli\ U,:N'.l'l rrnL GmNEHALI!: LANZA DI BU SC.~
ta,n to per una eventualità difensiva, ma altresì per la rioccupazione di Saati. ,. Per una eventuale difensi'va il generale La,nza, comandante della piazza, fece entrare in :Massaua tutti qnei pa<!Sani indigeni dell'interno che si presenta.vano a.ne porte della città dichiaranclo di voler sfuggire all<~ angherie ed ai· soprusi degli armati di ras Alula, ma ad ogni buon :6.ne m(mtre nell'abitato ricoverò
Fig. 51 · Generale Carlo . Lanza di Busca. (dalla collezione del Capitano Avv. Cos tant e Giraud).
donne·, fanciulli, vecchi ed inva,Jidi, provvide a mantenere gli uomini validi in zone co·s ì dette « di rifugio >> accortamente· scelte tra la linea dei forti, in modo da frustrare ·possibili tentativi sediziosi o probabili printipii di panico i n ca,so di attacchi in ~W.
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Il Comando in capo provvide poi a schierare le forze a disposizione in modo da avere al centro: _:_ tia le opere di l\forJ-
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L'AR'.rlGLIERIA NELLE GUERREl COLONIALI -
IDRIT'REA
cullo, il forte Regina Ma1·gherita ed il forte Umberto I, _.:. un grosso nucleo di truppe, e tutt'intorno una potente linea di fortificazioni e cioè : a sud le opere di Archico ; ad est una, lunetta al Piano delle Scimmie, dove giungeva la ferrovia, presidiata da 4 battagli.oni con 1.2 cannoni da montagna; e a nord le opere di Otumlo e di Abd-el -Kader. Le truppe del nucleo centrale, formate dalla l"' e dalhL 2• brigata con 20 cannoni da campa,gna e 8 da montagna, e rin· forzate da 700 ad 800 nomini delle bande irregolari, in caso di attacco iri forze potevano manovrare controffensivamente, oppure, a seconda dei casi, resii;;tere ad oltranza sotto la protezione dei cannoni delle opere. Il forte Regina :Margherita vénhe armato con 10 cannoni da 9 tolti dalla trincea di Gherar, nella quale furono posti cannoncini da sbarco della R. Marina serviti da marinai. I lavori di costruzione della ferrovia avcn1no intanto pro· seguito alacremente tantochè ai primi di gennaio 1888 la linea giungeva alln, stazione di Hamassat. Poichè akuni informat,ori diedero l'annuncio dell'arrivo di nuove masse etiopiche al Mai Feres ·(Adua), il Comando in Capo decise di occupare e sistemare un nuovo margine difensivo stiuato oltre la ferrovia, e ne affidò l'esecuzione alle brigate l' e 2&_, che si spostarono entrambe nella giornata del 7 gennaio : la 1a brigata lasciò un battaglione a presidio dei forti e con la batteria trainata si schierò a sud della strada di Saati; la 2• brigata si schierò a nord della strada stessa, ed il Comando in Capo si trasferì a Moncullo. Sul margine difensivo l'-Ì diede ~subito rnan-0~ a lavori di fo.rtifì.ca,zione costrueirdo tre fortini con ridotti blindat i, munH.i cli lastre mod. Spaccamela, e armati ciascuno con 4 cannoni e con 1 mitragliatrice, mentre forti trinceramenti segnarono materialmente sul terreno la linea di difesa. Le forze etiopiche il giorno 9 gennaio si misero in movi mento nel 'rigrai, ma dopo tre giorni sostarono nuovamente. In tanto poich~ erano falliti i tentativi che Sir Geraldo Portal in nome del Governo inglese aveva fatto presso il Negus per una -
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I
~, ig. 52. - ,Avanzata San ]\forzano
SU
Saati. D islocazìone t
(da « la St oriarnppe i taliane s·ituazione militare clella. Colo l . 7 genuaio 1888. n a Ent·i ea » dell'Uffic10 . storico) .
Fig. 53 - VC:,'{luta generale cli Saati nel 1888. (fotografia del Maggiore Francesco Antenore).
TL NEGUS GlOVANNI IN i\:COVDlENTO
composizione amichevole della qùes.tione italo-etiopica , il 1° feb. braio il Comando in capo decise l'avanzata e la rioccupazione in forze di Saati. Il movimento fu regolarme~te effettuato .dalle varie brigate: la 3· si portò ad ovest vérso Ailet e Sabarguma ; la 2." si spinse a sud verso l'Yangus. P.er chiudere l'intervallo che si era formato tra l'estrema destra della 2" brigata, che giun· . geva al poggio Ciuffo, ed i trinceramenti dei bersaglieri, il Comando in capo distese \lll battaglione cacciatori il quale preparò trincee per fanti ed appostamep.ti per artiglierie da o6cuparsi nell'ipotesi di un'avanzata I_iem.ièa. Sul fronte, dove appa,riva meno probabile un'irruzione -av-v'ersaria, l'occupazione si limitò ad un plotone di irregolari al 'Fortino Egiziano e ad un battaglione cli!:,locato ai Poggi del Cinghiale e della Gaz. ~èlla, coprendo in tal modo l'intervallo· esistente ·tra la batte· r~a Henry e UlHL ridotta (Montanari) . sulla sinistra e la posizione trincerata, di Serra.piana. Su qiJ.èsto tririceràme1Ùo venn~ro inl:3tallati i 12 cannoni delle 2 batterie eia cami:Yagna e si sistemò un battaa:lione: F rattanto il Negus Giovanni era ·g iunto con là sua Guardia i11 'l'igrni, e p,rnsarnlo posda a, Godofelass~, ivi bandi la doppia · g nena, eo11Lro gli Jta.liani e contro i Dervisci. L'esercito scioano, forte di 60.000 uomini C.O:\llbatten.ti 7 CO· 1:oi:;c.:itori 1lcl terreno, s<:altri, frugali, r~sistentissimi · e cb:r;nan· dati <fa capi quasi a utonomi, era indubbiamente temibile per la sua grande superiorità numerica, ma era sovratutto temihilissimò per fo azioni impetuose ed ·i mpulsive che).e orde etiopiche conducevano con assoluto sprezzo del pericolo e con .inaù· dita ferocia brntale: aggùerrite nelle periodiche razzie e sempre indisciplinate, esse conducevano una guerra di ~istinto, approfìttimdo cli tntte le condizioni favorevoli per svolgere azioni; apparentemeute slegate1 ma che viceversa. si componevano per integrarsi nel concetto di a1Tecare ai bianchi il maggior da,n no e le più gravi perdite possibili. Era quest'ultimo il pericolo maggiormente da temere, ecl era pertanto a tale scopo che il Negus, p·ortaru.lo le proprie forze néllo Hamasien, contava di a ttrarre le truppe italfa ne nella. z.ona accidentata delle pendici, sperando {';QSÌ di averne facilmente ragione . . Ma .il gen.e rale San Marzano non si lasciò attirare in tale -
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~ r,wtino e
l!, ig. 54 - Occupazione di Saat i. (da « la S toria militare d e 11a Colonia Eritrea» dell'Ufficio storico).
I L NEGUS Sl Rf'l'IRA
aggua.to e restò nella bassura, costringendo bensì le truppe al la,voro di altri due ridotti in zona insalubre e caldissima, ma evitando guai maggi.ori; d'altra parte egli fece proseguire i lavori della ferrovia che venne inaugurata il 15 marzo 1888. Il giorno 20 alcuni emissarii del Negus si presentarono al Comando in capo accennando al desiderio degli Abissini di ~tar<~ in pace, ma contempol'aneamente i nostri informatori annun · ciarono che gli avversa,ri avrebbero attaccato il giorno 27. Difatti nel giorno 27 le truppe etiopiche effettuarono alcuni movimenti, e due giorni dopo, preceduti da bandiera bianca, si presentarono dei parlamentari Etiopi cbe in nom e del Negus intimarono al San Marzano di sgombrare. Al reciso rifiuto opposto a tale richiesta il Negus mandò un nuovo messaggio al Comando in capo invitando il generale· San Marza.no ad uscire <la Saati. « Io mi t rovo in un posto e voi in un altro. Che co~m ci J;UÒ fare incontrare? Dove dobbiamo incontrarci perchè il sangue cristiano sia sparso? ». E alle condizioni di pace pòstegli dal Governatore rispose seccamente : « Non possiam:o i11tenderci ». Il giorno 3 apl'ile il Negus Giovanni levava però il campo, ~ conseguentemente la minaccia che pesa,1 a sulla Colonia, andò dileguandosi. La guerra coi Dervisci e le preoccupazioni dell 'interno per le manovre dei pretendenti che richiedevano il ritorno dell'eserdto etiopico, nonchè l'impossibilità di fare i1lte riorrnente vivNe una cosi ingente massa, di uomini sulle scarse risorse locali, furono le cause c011comitanti per cu i il Negus fu costretto a,lla ritirata. Fallite le di l ui speranze di poter far uscire le nostre trnppe ùa.i loro trinceramenti, il Negus non osò attaccare Saati ed il suo esercito ripiegò tumultuosamente. I risultati -morali della campagna furono grandissimi, e pertanto il innistero della guerra, osservando che « se il nemico aveva negato alle nostre t ruppe la desiderata prova delle ai·mi, non per qu(~sto esBe ed il Comandante in capo erano meno benemeriti del Paese )), dispose il rimpatrìo déL Corpo di spedi zion(), lasciando a Massana il Corpo special e d'Africa e, in via provvisoria, ]a batteria trainata del 17° artiglieria. La. campagna era così terminata : mo1te però furono le cri · tiche che in conseguenza venner-o mosse al Governo Centrale e al Comando in capo essenzialmente per non av<-'1· . approfittato 0
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L'AH1'IGJ,IERIA NELL E GUE1mg· COI.O~IALI -
8HITHI•:A
dello stato di disorganizzazione delle truppe abjs.;;ine iu ritirata, per impegnarle ed annientarle. Nel suo di,u'io il genernle San Marzau·o scrisse che « sarebbe stata imprudenzà, l'effettua½ione dell'inseguimento prima del cominciamento della ritirata, anche se si fosse trattato· di fronteggiare · là sola retroguardia, poichè nella estenu:mte marcia di tre ,o quattro ore, cla farsi per arrivare a portata di tiro dei ca.rupi neinici, bisognava attraversare 11n terreno molto sfavo revole, cioè l'oscuro htbirinto <li Digcligta.. Disgraziatamente, per il modo come fu fatta, la rìtirata., quando si seppe che era, comj_nciata; i{é non si sarebbe potuto saperlo prima), movendo · da Saati non a.vrcrnmo _p otuto arrivare agli sbocchi della, va,llata di Ailet prima che fosse scompar$a ogni tra.ccia ·del nemico da.gli e.<;tesi campi che occnpa,va-_ Rimase così delm;a. la, speran za cbe avevamo tutti di approfittate di questa ritirata per trame occasione di un combattimento)). Le considerazioni del -génerale Sn,n ·Marzano completavano il concetto che lo :1Veva guidato fin dal momento dello sbarc·o, nel senso cioè di Eivital'e ogni e qualsiasi imprudenza che avreb , be potuto essere fatale, riuscendo viceversa nel contempo a dare un colpo assai grave al prestigio del Negu~ Giovanni cost,retto a ritornarsene con tutto il suo esercito senza essersi incontrato col nem ico che aveva rioccupato quegli stessi punti da.i quali ras Alula si va ntava. di averlo respinto in passato per il va,1ore dei propri armati. E difatti sjnmata ia speranza, di quel largo bottino che il Negus aveva fatto balenare e prom,~$:so ai snoi gregari allorchè aveva indetto Ja mobilitazione generale del proprio . esereito, dop.o aver fatto percorrere ai propri armati migliaia di. chilometri con Ja. inculcata sicura fiducia di caeciare in mare gli Itnliani , 11 11 1:Mfal:t.o improvviso ritorno faceva sl che eg-H fi . niva per decadere assai nelJ a opinione i:renerale del suo Paese. · Il San Marzano, facendo pr·oceclere all;t e.istruzione della strada ordinaria e dell a. ferro'via a,l .seguito imroedia.to delfo truppe nella, )oro avanzata., ebbe chia. ra la visione delle complesse esigenze logistiche richieste da una spedizione europea in un terre uo sfavor·évole ed assolutamente privo e.li rii:.orsè_ La minu ziosa preparazione, fa messa in sta.to di difesa cli 1\fa.sRann e de)le località avanzate, Ja co:struzione di robusti ·trinceramenti e di -
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Fig .
uu -
]!'orte IJalllisseru. all'Asnrnrn.
L'AH'l'l GLrn1uA NELLE GUEHRh: COLONIALI -
EIU'l:UI~A
opere mrrnitissime di artiglierie, furono le caratteristichf! di questa spedizione cl1e iii cinque mesi ottenne dei notevoli risultati vantaggiosi. Guarniti i vari fortbi, disposto accuratamente l'focrocio dei fuochi, ri.unite le artiglierie in batterie di 1nolti ca11no11i per poter otte1wre grandi. effetti. dcmol'alizzantL sulle orde etiopiche, i.n relazione all~ li.mitate gi.ttate delle artiglierie del tempo ed ,illa, non grande eelerità di. tiro allora raggi.ungi.bile, il C<lmancl o in capo potè attendere, sen:i;a, essere molestato, la disgregazlone dM numeroso eRe1·ci.to di J·e Giovnnni che gli stava di fronte . Delle artiglierie avveri-mrie non si ebbero notizie precise: nna quarantina di cannoni egiziani, catturati dagli abissini a Gura, si trovavano nella residenza reale di Macallè, ma il Negus Giovanni, forse per imperizia dd gregari e forse sovratutto per non appesantire maggiorm ente il suo esercito, non ritenne di doverli portare al scgnito delle a.ltre truppe combattenti. Ammaestrato dal combattimento di Saati, dove il piccolo presidio trincerato aveva saputo <~fficacemeute resistere a forti masse attaccanti, il Negus non volle av:ventnrarsi contro le po sizioni fortificate, e poichè il San Marzano non ne uscì, così l'esercito del N egns, pur sfruttando le risorse logistiche di Asmara e della piana di Sa barguma, ebbe i snoi f;0.001) uomini decimati dalle epidemie, tanto che dovette finire per riJ!iegare, a ciò ancl1e costretto dalla crescente mortalitiì, èlei suoi quadrnpcdi.
* * *
Nel rn,iggio JSS8 riHHtse in Colonia il generale Antonio Baldissera e sotto la sna· illuminata direzi.one si ebbe nnr1 prima Yera 01·ganizzazi011e politico -militare. J/inqua.dram,,11to dei reparti di colore, oltrcchè per ragioni di bilancio, si imponeva ancbe per ineluttabili necessità di im piego coloniale, ed a questo compito il Comandante superior.e dedicò tutte le snt attivitù,. ·rn rignardo dell'artiglieria, rite nendo ormai ind ispensahile l'appoggio delle batterie ai reparti . inclige11i' a tit,;lo speri111e11 tale fu decisa la costituzione cli una ~
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NUOVm FORì\IAZI0~1
batteria da montagna con personale indigeno, ed all' uopo la 2• compagnia cannonieri del Corpo .speciale venne trasformata jn batteria da montagna con cannonieri jndigeni. Secondo la proposta dal ten. col. Tixon, Direttore d'artiglieria, questa trasformazione avrebbe dovuto avvenire gradualmente, introducen do gradatamente nella, batteria italiana gli elementi indigeni e
l~ig . 5G - Generale Antonio IlalcUssera. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
togliendo man m:n10 suc.:ccssivameute quelli italiani, ma la di:ffi coltù, di arruolare elementi indigeni fisicamente idonei allo speciale e faticoso servizio delle batterie da montagna, e.cl il tempo rela.tivarnentc lungo richiesto dalle istruzioni per cretLre dei buo ni artiglieri, co11sigliaron<> però cli lasciare la batteria quasi al
completo coi suoi elementi italiani, rimandando cioè la trasforn1a½ione ad altra epoca posteriore. -
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Fig. 57 · Lu compaguia cannonieri in trasforuiazione -
1880.
(fotografia clel Maggiore Francesco An tenore).
LA BA'l'TE RIA INDIGl])NJ\
La lmtter ia illlli~e11a, costituitn, ufficialmente sotto la data <lnl 3 ottobre 1888 fu j11 grado di funzionare soltanto nel maggio ùel successivo a11110 1S89. Ne assunse il comando il capitano F ederico Ciccodicolfl che dal novembre al maggio si prodigò ammirevolmente per istruire il personale, riuscendo in pochi mesi a fonnare un reparto dotato <li alte e belle qualità. rnili tai·i. La. batteria armata con G pezzi da 7 Br. R et. da montagna fu for rnnta su tre sezi.<mi con una colonna munizioni, e le cose furono disposte i n modo che ciascuna sezione e la colonna munizioni potessero agi re isolatame11te a ,en do nei rispettivi complessi quan to bastava per· l'a utonomia. L'·Ol'ganico della batteria fu stabilito iu 5 uffici ali (l capitano e 4 suba1terni); 61 nazionali graduati o addetti a cariche speciali e cioè 1 fu riere, 7 sergénti. 4- caporali rn ag~i.ori, l capora.le maggiore di contabilità,, 14 caporali, 16 appuntati, 5 trombettieri, 1 sellaio con 3 allievi, 1 maJJii>cako con 3 allievi, 5 a.ttenùenti; 10S as<:ari per la maggior parte tli origine su danese; ed infine 80 muli di razza italiana e francese. Gli a,rtiglieri ascari furono cquipaggi.ati e forniti di divisa bianca con fascia gialla e tarbusc con fiocco di seta nera, mentre i graduati ascari, limitati al bulu c-basci ed all' 11akil (ff. di buluc-basci), ebbero il giubbetto, rispettivr1mente con gallone e sen za. La batteria. si formò ad Arcbico a pochi chilometri tl:1 l\1assau a, e nel corso delle istruzioni il Capitano Ciccodicola ebbe ci:impo di far e sensate osser vazioni e concrete proposte. L' nffi eia.le, convinto delle dimcoltà e dei pericoli dell'acclimatazione dei qmL\}1·upedi eurnpei in Afri.ca,, ILonchè delle cisigenze, sovente insormontabili, del rifornimen to e della sostituzione dei nrnH, ed anche per rngioni economiche, propose lo studio e la. costitn zione. di un-0 speciale materi ale adatto alla Colonia. e cioè <li <·alibro più piccolo e di peso minore, in modo da « pot(ir essere ~omeggfato su muletti abissini anzichè su muli europei>>- I l muletto abii-:sino, yeJoce, resii:;t<.•1it,e e pa,rticolarmente adatto al terreno fnu,tagliatissimo dell'altipiano, non abbisog1111 di fer mtnra, ù molto meJJo delica to del mulo, vi ve bene n c·1 s no a mbiente nel quale t rova sempre nu adatto sostentamen to, ed è facilmente sos ti.t uiuile i n t utte le zone eritree. In attesa dello studio e dell'n lleslimm,t.o <lel mate riale, il Cicco<licola propose -
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L: AUTlGLIERIA i\"ELL P. GU EllllE COL O.\IALI -
GRITHE,\
intanto 11na solm1ione rneclia., e cioè di l"iservn.re i m nli per i cc1richi più pesanti (cn.1rno11e cd ·affusto), aclofJ.ando viceversa i muletti pe1· gli. altt'i materiali. pit't leggeri. Questa, sohrnione ven n e infatti pnr7,iulme11t e ado ttata, meHtre le pl'oposte p er lo stu-
Fig. 58 - Capitano F ederico Cicèoclicol.l.
dio e per la costr117,ione di matel'iale prn leggero non · furono .aceolte, date le diflic-olhì, inntcriali. per l'a<lo7,io1ie di modelli dte tratta11dosi di t11Ja i.;ola. batteria .irnplic.:av:1110 spei-;e rilevanti. . Al c.·a.pita11 0 Cic<:odic.:oJa i:.petta p ertanto il merito di avei· guidato i primi paissi. della nascente artiglieria coloniale con chiara visione delle sue possibilità; ed il progetto da lui allora compilato, ed ora custodito pr·eRso Farchivio dell'Ufficio storico del 1\1inister1) della, guerra, sta a 1Jrovare la cli lni capacità organiz7,:itiva.
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l!"'ig.
mJ - Progetto
del Capitano Ciccoclicola per someggìo su muletti.
L'AR'l'IGLlEUIA NELLE GUEHUE COLONIALl -
EilI'l'REA
Nuovi eventi matura.vano intanto nella Colonia. Il Negus Giovanni veniva ucciso nella battaglia cli Metèn:.ma contro i Der~ visci, e pertanto, mentre in conseguenza, nell'intera Etiopia si apl'iva, la lotttL p<!r la, successione, il generale Baldissern a.ttnava
Fig. 60 - Generale 1I3aldassare Orero. (dalla collezione del Capita no Avv. Costante Glraud).
l'occupazione di Oberen e quella di Asmara alle <1uali la batteria fodigena piLrtecipava con i battaglioni Di Maio e Maronc spingendosi così a centinaia di chilometri dalla base. Ad armai'e il forte dell'Asmara venne destinata una batteria di cannoni da 9 comandata dal capitano Antonio Lo Ourcio -coi tenenti Vittorio Bottego e Marzio Manfr.edini, e il trasporto di. queste artiglierie da Saati all'Asmara potè effettuarsi in soli quattro giorni. mercè il valido concorso di aiuto pì·estato da due compagnie di fanteria, le· provvidenze ·ed i ripieghi escogitati ed · attuati .a agli artiglieri. Le difficoltà inoontra,te nella marcia per le predette occupazioni furono messe in rilievo dallo stesso Oicooclicola che nella sua relazione insistette per la trasformazione completa della batteria da 7 da mont., secondo le sue precedenti pro· poste. -- 260 -
'l'ule batteria clie ancora chiamavasi za cannoniel'i, diventata 11:fficialrnc11te « Jfattcria i ndigeni da montagna)) per il R. D. 30 giugno 1889, che stabilì il primo ordinamento delle truppe indigene del Corpo speciaJe d'Africa, . aequistò definitiva.mente la s1m fìsio11omiu, : parteeipò alla marcia del generale Orero su
Fig. 61 - :Mitraglintric:e Gatling ri cuperata ad Aclua. (Museo Nazio4al e d'Art iglieria) .
Ad11a (lti gemmio-9 febbraio 1890) nel tel'zo anniversa,rio della
. ,)
!Jattaglia di Dogali, ed in qnesta occasione potè ricuperare le 2 mitragliere della colonna De Oristoforis; fu poi con la colonna J >i ì\faio 11ella prima spedizione eontro il l'ibellc Ligg Ilma (18 nprile-5 maggio 1890).
In seguito una sezione clella battr1·ià, comandata da,l t enente Giannini, si unì. acl una, sezioùe cli una, batteria cla monta,gna italia,na, formando una <( Batt<!ria mista)) agH ordini del capi -- 2Gl -
l!'ig. Gf: - I Ca pitani l3h111d1iui e Cicccdirnla . (fotografia del Maggiore Francesco Ant enore ).
" ALI _ iliLLlil GU ERR@ COLO"'l t/AR!l'IGLlERIA •N"'
•· . Fig. · ($4 _. B•attaglia cli ,.gordat.
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l3AT1.'lt lt!A DA l\fONTAG.NA
fano Bianchini, batteria che ò.al 15 maggio al 24 giugno 1890 fece parte di una seconda spedizione guidata dal tenente colonnello Airaghi contro lo stesso Ligg Ilma. Intanto, approvata ne~ settembre la proposta Oiccodicola, la batteria da montagna italiana (Cap. Bianchini) e la batteria da montagna indigena (Cap.' Oiccodicola,) assunsero la formazione mista per i quadr11pedi, ordinandosi ciascuna su 20 muli italiani
lì'ig. 6G - Colounel!o Giuse pJJe Arimoncli.
e 93 muletti abissini. Queste due batterie, che erano entrambe su 6 pezzi, con disposizione minjsteriale vennero ridotte su 4 pezzi, ed in tal modo il 28 11rnggio J 891 fu possibile costituire una seconda batteria in digeni da montagna . L'organico delle due batteri.e indigene da montagna che eb· bero sede rispettivamente: la l° (Oiccodicola) all'Asmara; e la 2• (Bianchini) a Oheren, fu stabilito in 3 ufficiali, 13 graduati nazionali, 120 ascari, 14 muli, 62- muletti per ciascuna cli esse. Con successivo R D. del giugno 1891 ]e due predette batterie entrarono a far parte delle « Regie truppe d'Africa)). Queste due batterie ebbero il battesimo del fuoco nel combattimento di Agordat, chiamato specificatamente « seconda battaglia di Agordat ». Il 14 dicembre 1893 in conseguenza della -
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Posizioni dtgl' Italiani
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s Posizioni dei Dervisci 11'11111). Cotonn• ,I, "1<Vt:1a
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Fig. 66 - Schizzo della batlnglia cli Agor<lnt.
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avanzata dei Lcni~ci, un nostro nucleo di truppe a,g li ordini del colonnello <Jiuseppe Arirnondi {! di cui facevano parte le due batterie indi geni , ebbe il compito tl ella clifesa della. località. 11
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.l!'ig. 07 - Maglie ed :wmi del Capo tlei Gala bat ucciso ad Agon l ,ir.
mattino del 21. dicembre forti gruppi avversa.rii furono ' avvistati oltre il Barca. Alle ore 11 le due batterie aprirono il fuoco a granatn ad nna distan za media da 28 n 30 ettometri , poscia la 2" batteria , avendo cambiato posizione, continuò a molestare -
26'7 -
L'AH'l'IGLII<:IUA XlH,LE CUEltRt<; COLO?-.!ALl -
l!llll'l'RE.-\
i Dervisci che si dispersero pei- i villaggi vicini. Il colonnello Arimondi subito dopo e cioè alle ore 12,30 lanciò innanzi una colonna comandata dal tenente colonnello Cortese e comprendente la l" batteria, ehe, giunta ad est di Damtai, fu costretta a prendere posizione e ad aprire il fuooo a, 900 metri di distanza contro dense masse avversarie che cercava.no di avvolgere per la destra la colonna stessa. « Il tiro a shrapnel, scrisse il capitano Oiccodicola nella sua relazion<', continuò fino ai 400 metri, limite
li'ig. GS - Tenente Carlo Giannini (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Girauct) .
mm1mo concesso dalla spoletta, quindi orclinai il tiro a mitragUa : si spararono 12 scatole a mitra.glia, poi ordinai di ci:Lricare i muli in ritirata, avendo il nemko di fronte a circa 50 metri e scoperti completamente i fianchi, essendosi ritirate le compt~gnie, ed avendo il fianco destro seriamentfi mjnacciato dal l'avvolgimento degli avversarii. Le sca,riche intense vicine feri rono due muli porta-cannone e vari muletti, uccisero e ferirono ascari-serventi, scompigliarono i quadrupedi, sicchè, dovetti provare l'immenso clolore della perdita, dei cannoni, salvando solamente le munizioni. .. >). Giunto al forte il capitano Oi.ccodicola si. nnì a,na, compagnia del capita.no Grossi che e.on brmanti contrattacchi ebbe ragione -
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Flg. 69 - Forte di Agorùat .
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J. :\Tt'L'IGLIEHI ,\
:1:EL Le) c-uirnui,; <.:OLO:'.\J,\T,I -
!WllTHEA
dell'avver-~m·io, ta 11to che gli fn data l 'immensa gioia di poter l'icnperare i uot ca111t0ni che ful'Ono portati nel fol'tC di Agorùat. L'inseguimento el"fcttuato dalle due batterie nella giornata del 22 dicembr<~ 1893 fugò definitivamente i Dervisci, e quindi i nostri reparti ricntratono alle loro basi. Nel predetto fatto cl'armc di Agnrdat la l ' batteria spa1·ò 80 oolpi e ]u, 2a ne fondò 170: en trambe ebbero relativamente~ poche perdite, infiiggm1do vicevei·sa gravi danni lLH'avversado . Per il valore òimostn1to H capitano OiceodicoJa ed i tenenti Giannini e :i\fasotto furono decorati con medaglia d'argento : eguale ricompensa, fn data alla memoria, del furi.er maggiore F1·ancesco Profili "2aclnto in combattimento, e a due ascari del reparto; furono inoltre effettuate alcune promozioni fra i graduati di truppa per merito di guerra, e ad alcuni ascari venner.o coJ1ferite delle gratifi che. Le . batterie rien t1·a te alle sedi ripresero le normali istrn:doni, e, salYo mia ricognizione esplorativa effettuata nel fcb br..tio 1894 per la dnrata di 1T g-iomi, iwente come scopo il controllo dell'attività ilei Dervisci nel territorio, non si ebbel'o pcl' esse aYYCnirnenti clegni cli nota. In quest'epoca la compagnia can nonieri italiana da fortezza - de1·ivata clalla fnsione della 1" e 2" compagnia; da fortc;1,;1,a del Corpo Bpccia,l e (cn·igi na1·iu111entc 3a e 4" compagnia da for . tezza della spcdizio11 e San ì\fa1·;1,trno) - venne t rasformata in « Compagnia cannonieri indigeni >> con sede dapprima a Massa11a, fino a ll'apl'ile 1~!)4 e q11 i11cl i all'Asmara,, al comando de l capitano Clemente! H cnry. Sotto la, data del 1ò aprile la 2 batteria indigeni Yenue seiolta e si ri coslit 11ì la« Halteria da rno11l:agna indig(!lli >> so t re se;1,ioni, <li. cui cl 11e :ili ' Asrnarn. e 11w, a Cb eC'en. 3
llltan to le rnzzie effctlllate dui De1· visc'.i 11 el baisisopi.1110 in dussero il nuovo GoYernatore gener a.le Oreste Baratieri ad agiC'e. Il 12 luglio 1894 un. Ool'po di operazione forte di 2400 uomini, e del 1111a1e fc(:<! pn 1·tc ]a seziollc da lll on tag11a di Olteren <:ornn 11 - .270 -
Fig. 70 - Batteria cla montagna indigeni.
l!'i g. 71 - Il E'or te di Cassala.
L, A'l'TACCO DI CASSALA
data dal tene11te Marzio I\fnnfrcdini, si concentrò ad Agorda,t. Agli ordini del Ba,ratieri queste forz.e avanzarono su Cassala giungendovi il' mattino ~el 17, ma, non appena la colonna Baratieri fu avvistata, il campo dei Dervisci si mise in allarme e subito due colonne di cavalleria nemica, avanzarono tentando di avvolgere i fianchi ~ di minacciare la ritirata. del Corpo di opc1·azionc .. La sezione l\Janfrcdini della, batteria indigena, che ave-
Fig. 72 - Cnpituno I,'rancesco Carcltidio. (dalla collezione del Capitano Avv. Costant e Giraud).
, .~ 1nanbto in testa. al grosso e temp!isti va.men te a ,,eva se1-rat,9 sull'arnnguardi.a, aprì il fnòco sulla cavalleria e con sole sette ca.J111onate l'a,1Testò <li tolpo volgeuùola in fuga, mentre il nostl'o sq un.drone indigeno, comirndato dal capitano Pranceseo Carehidio, si lanciò all'instgnimento . 'I:rasportato dalla velocità, il nostro squadrone piombò sul gi·osso della.. · cava.lleria aYversari~~ che però, essendo rius.c ita a riordinarsi, in una: f nri.osis!:;ima mischia cli corpo a ·corpo , sovratntto in crrnsa della gra,nde supe-
io
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r/ AR'.l'IGL1ERIA NE LL0 GUERRE COLONIALI -
EIU'rilEA
riorità numerica, ebbe ragione dei nostri : lo stesso capitano Carchidio, travol to con 18 asc;a,ri dall' impeto vertiginoso della cari ca nemica,. perdette con essi eroica.mente la vita. · I nostri superstiti ripiegarono inseguiti da presso dai cavalie1:i Dervisci, ma poehi. <:olpi. srmrati. tla-lla sezione Manfredini
J)'ig. 73, - ~utacco e presa clì Cassala. (da « la <;ruena d ' Africa» d i Agostino G aibi , Edizioni T ibe1-. Roma, 1930) .
· valsero ad arrestare l'inseguimento. A questo momento il genera.le . Baratieri ,o rdinò l'avanr,ata generale : il nemico, premuto e battùto, dapprima ondeggiò.e quindi si. disperse: qua,ttro comp:.Lgnie coman date dal maggiore Tur:itto furono incaricate di inseguirlo, mentre il resto della col,onna Baratieri si fermò a Cassala,. In questa occasione il t<;nente M.anfredini meritò un encomio solenn e. In seguito l a sua sezione e il ba,ttaglione Turit to rimasero a presidiare la, località di Cassala,· mentre tutte le altre forze ritornarono sull'altipiano. -
274 -
Iì~ig. 74 - Batteria da rnou t agna in rnard,1.
L' AR'l'IGLIELUA 1\ELLID GUEHHbl COL0:'11ALI -
BfU'.l'Hll:A
Poco tempo dopo al presidio cli Cassala si aggiunse una batteria ùi can noni da 9 al comando del tenente Italo Sormani che provvide con <~ssi :i gnarnire il forte di CassuJa. * .. *
Fino al dicembre 1894 la batteria indigei;a da montagna del eapitano Oiccodicola attese alle normali. ·Operazioni, ma proprio sul finire dell'anno il Comando della battel'.ia e clne delle sue sezioni furono chiamate a far parte della ·spedizione affidata al
Fìg. 75 - Maggiore P ietro 'l'oselli.
maggiore.. Pietr·o 'l'oselli eontro il ribelle Batha · Agos, già capo del- distretto dell' .A.cchelè Guzai e che sul mercato di Saganeiti si era proclamato Governatore e capo in9-ipencle11te di quella regione. .._ 276 .:.__
La ribellione di Batha Agos era uno fra i primi effetti della ascesa, di l\fonelik al tl·ono del Leone di Giuda! e dellit viva ostilità, nei nostri riguardi manifestata cb,. ras Mangascià, capo del
'figrai. . . .Alla, !:ipecUzione 'r.oselli partecipa1·0110 la 2" e la. 3" sezione della, batteria Ci.cco~licola, comandate rispettivamente dai tenenti Carlo Giannini e Arnaldo Vibi che col comandante mossero . ·
l!'ig. 7G - Batteria da montagna in marcia.
dall' Asma1·a ve1·so Saganeiti giungendovi alle ore 12 del 18 dicembre. Batha Agos al mat tino del 18 dicembre si era diretto eon i suoi armati su HalaL presidiàti1 dalla l' compagnia del HI battaglione comandata dal capitano Federico Gastellazzi; e inducendo le genti del ciglione a far causa comune con gli in sorti, il ribelle aveva Fintenzione di cogliere di sorpresa il pic c-010 presidio. La strada da percorrere dalle nostre truppe per giungere ad Halai, essendo doppiamente malagevole perchè -
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,.·i.I Mareb. . Eritrea . 77 - La SO$ ta . » dell'Ufficio storico). · F1g. . . Coloma de11a (da« la Storia. militare _ ,_ '>78
I.
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RICOG1'1%10J\I•, S U ADUA
ripida e in cattivo stato, mise a dura, pr-ova la, resistenza delle due sezioni d'artiglieria, ma ciò malgrado la marcia fu ra,pidamente compiuta e alle ore 17 la 2• sezione (Giannini), messasi in batter~a, ::Lprì il fuoco sui ribelli, mentre l'altra sezione (V~bi) ancora si inerpicaw1 per l'ardua, salita. La banda di Batha Ag-os, (1ispe1:sa, per ei.ò ben presto, si gettò verso .A.di.-· Ca,iè inseguita dalle truppe del 'l'·Òselli e dal fuooo delle due sezioni d'artiglieria che, r iunitesi sul ciglione, si spostarono sotto il fortino di Ha.lai, donde ripreser-o il · tir? e continuarono il fuoco fino a quanclo una densa nebbia, frequente in quella zona dell'altipiano, non impedì ·1e operazioni cli puntamento e di osservazione; e permise ·quindi ai seguaci di Batha Ag-os di mettersi in salvo. Il giorno successivo, lasciata, la, sezione Vibi ad Halai, il maggiore Toselli rientrò in Saganeiti. Intanto essendosi saputo· che ras ~fanga-scià raccoglieva nel vicino Tigrai buon numero di seguaci per invadere l'Eritrea, il generale Baratieri ordinò il concentramento delle forze in Adi Dgri, facendovi accorrere ~mbito J.e truppe del 'J.'oselli oon la 2• sezione (Giannini) ed in seguito anche la 3" (Vibi). Suc~essivamente il 26 dicembre 1894 tut to il Corpo di spedizione si trasf.erì ad Acli Qua.là ed effett uò una ricognizione su Adua senza essere c,01uùnque molestato da ra,'S •Mangascià. Il 1° gennaio 1895 il Ba,r atieri -o rdinò a,l le truppe cli rit-Orna,re tra .A.cli Qua-là ed .A.di Ùgrj.. e, lasciatone il comando al ge'. nera.le Arimondi, rientrò all'Asmara. Intanto poichè ras Mangaseià avanzava, con forti nuclei sul . :Belesa, dirigendosi su Acldis Aclcli, il Corpo di operazione fn costretto a spostarsi per Chenafenà nell'Acchelè Guzzai. Fronteggiati sul Bele.s a, i Tigrinj_ si spostarono ancor.a ad oriente dirigenclosi verso Coatit, ma il generale Baratieri li preve~·n e portandosi a Coatit e schierando le truppe sulle alture che circonda,no la località, e dalle quali il l~:1,mpo tigrino appariva ben visibile a qua.Iche chilometro di distanza. Al mattino del gi-0rno 13 gennaio 1895 la, batteria Ciccoclicola, effettuava alcuni tiri di inquadra.mento, ma poichè la ma,ssa avver.saria .risaliva verso nord tentando di avvolgere il battaglione Galliano, dapprima, l'intera batteria riunita aprì il fuoco oon alzi va,r iabili da 1600 ad 800 metri, quindi alle -o re 9,30 la- se-
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L,AH'L'IGLII,;RL\ XI•:LLJ•; GUE:IlH E COLO:\"IALI -
ERITREA
zi-0ne Vibi si portò presso il battaglione GaUiano, e successiva,. mente la sezione _Gia,nnini si portò a Ooatit sul dglione nord, d-0nde la ba.tter.i a nuovamente riunita continuò il fuoc-0 a distanze va,r iabili da 1000 a, 900 metri, riuscendo a ricacciare le masse avversarie dalla sinistra dello schieramento. Un nucleo
13'ig. 78 - Il campo di Mna-Hjela. (da « ia Storia milita.r e delht Colonia Et;itrea >> dell'O fficio storico).
tigrino più a rdito si lanciò sulle salmerie della batteria, ma fu efficacemente frontegg'iato con vivo fuoco di fucileria dal sergente Petrella, e dai conducenti da lui dipendenti : l'attacco avversa,r io diminuì gradatamente di intensità, e col cadere della notte cessò .completa-mente. La, giornata era sta,ta. particolarme11te attiva : la batteria era rimasta con s:oli tre colpi per pezzo; ma per il momento la partita e1·a guadagnata, tanto che a,l l'indomani le forze di ra,s Mangascfa si ritirava,nò su Senafè. -
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t:::::::J Jdlierc1mento la ma///na del f 5 germa/o / J9J . . . _ St/uaàone alla sera. dd 15 e Il. ,, ')
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Z Km.
f-3RRhlHI
F i g. 7n -
Combattimento cli Coatit. ( da « la St oria militare clella Colonia Eritrea » dell'Ufficio storico). .
L, AP.'l'IG!.lt.;HIA 1'1~1~U; Gu1,: 1rn1,; COLO:'\{AL [ -
· [!;IIL'J:UEA
I n quest'ultima località, il generale Baratieri decise di incalzare i 'l'igrini. Il mattino del 15 le forze del Corpo di occupazione si diressero su Senafè occupando il massiccio dell'Amba Tarica, e poichè da, tale posizion e si domina,va tutta la conca il capitano Oiccodicola bombardò il campo di ras M:angascià, alla
Tf ig. 80 - T,a Coru :1 tli Sennf.è veclutn ch1lle pendici s ud-ori entali dell' Ambii 'l'erica. (fotografia del Maggiore Francesco Antenore).
diista,nza di 26 ett-ometri, gettando lo scompiglio nei segua-ci del ras, i quali, non a-spettandosi l'attacco, furono colti di sorpresa e sbaragli.a.ti. Il .mattino del successi rn giorno 16 il campo etiopico veniva occnpato dalle nostre tru ppt> . Si chiudeva in tal modo un cicl9 operativo che era durato esattamente 35 giorni e che .concludevasi col ritiro di ras M:angasci;), dal nostro territorio. La battei;ia aveva sparato 298 colpi; aveva avuto 6 ascari feriti e 2 mtiletti dispersi : la bella prova da essa sostenuta venne -
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01'1,HAZION! N l·:LL' AGA)11'::
i:.anzionata dalle ritompp118e al ntlme (3 medaglie d'argento, 11 di b1·on7,o e /32 premi) c:on cekke con R. D . 31 m,1rzo 1895, e <lalla detel'lnin.i:done <li l'i<.:ostiLnfrc la ~~ batteria indigeni da montagna . cnll'ùill be s u tre sezioni. Si ebbero c·osl: ltt ] " hat.te1:i a indi.gena da montagna, comandata dnl tapitano Ciccoclicola con le tre sezioni: Oarnso (Co-
I t;,
F ig. 81 - Indumenti cli r as :.\I:rngascià presi a Co:itit.
simo), Giannini (Carlo) e ~fanfredini (Marzio); ~ la 2• batteria comandata da l capitano Alfonso l<'abri con le tre sezioni Baldi (Franeesco), Vibi i(Arnaldo) e c::adducci (Egisto). Entrambi i reparti. e cioè due sezioni deila 1• batteria e una sezione della 2", prei;;er,o part.c ad un campo di <~sercitazione a Senafè intervenendo poi alle ope1·azioni che era stato predisposto di svolgere nell' Agamè . Il giorno 2;; Hw1·zo· 1893 il Corpo d'opcrar,ione ginnF,e ad Adigrat, e men tr·e all'ìncl oruani la sezione del t enente Vibi par tiva colla colonna. del tenente colonnello Domenico Pianavia-Vivaldi diretta a iVfacallè, la sezione Giannini rimase colJ e truppe di presidio ad Adigrut, e la sezione è»roso col generaJ e Bara-' tieri si diresse sn Adna, do,,e veniYa poi raggiunta dalJa colon-
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L >,\HTIGLil.:HIA NI.;LLE l! UEHRls COl.O:--IALl
~ E lff.l'HEA
11a, Pia.uavia-Vivaldi. 'l'a.le colonna sulla via Macallè-Adua aveva
dovuto aprirsi il passo nei dintorni dell' Amba Salama, dove bande armate di ras Mangascià avevano tentato di arrestarla, ed in tale contingenza l'azione tempestiva ed e:tricDce della sezione Vibi aveva subito i·iclotto l'avversario a,l &ilenr.io. Neìla giornata clell'8 aprile, lasciata, in A.clua la. sezione Caruso dell::t 1a bat teria col 5° battaglione A.meglio, le rimanenti truppe tori1arono al1' Asmara colla ser,ione "\Tibi della, za batte-
L mg. 82 • 'l'enente d 'artiglieria E gisto Gad rlucci.
ria.: la sezione l\fanfredini rientrò da Cassala, la sezion e Vibi si trasferì, a Oheren, ed il capita,i10 Ciccodicola <~ssendo rimp'a . triato venne sostituito dal capitano Domenico Angherà : ad Adi . grat giungevano intanto 4 pezzi da 7 Br. camp. ed il tenente Raffaele Scala sostituiva il tenente Giannini. Tutti questi movimenti preludiarono alle operazioni decisive contro rai; Mangascià. Alla fine di settern bre 1895 un nuov-0 Corpo di operazione si eone.entrò in Adigrat. · Di esso fecero parte il Comando della l' batteria con le sezioni" 1" (Ca.r uso) e za :(Scala) mentre la 3a sezione (1Vfanfredini) ·venne subito aggregata ad una colonna -
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.,
Fig. 83 - La reg ione ·d i Acligr::it.
Ji'ig. 84 • Il Forte dì Adigrnr. (fotogrnfia del Maggiore Francesco Antenore).
b'ig. S::i - La sezion e clel 'l'cueute Ca r Ul':O a cl Atlun. (fotografia del Maggiore Francesco Antenore).
L' AH'J'I(;LH;rtl.\ KELl,1-: GC'EUl!l:l COJ.0.KUT,I -
Tenente Marzio Manfred!nl.
El!f'rHI·:.\
Tenente Raffaele Scala.
(dul Musèo Stor ico della R·. Accadernia rnilltare).
Tenente Pellegrmo Piccioli.
Tenente I talo Sormani
l.,'ig. ~(; - "Clfid:lli tl':uli~licria nei primi :umi 1lell'oecup:1i1iouc.
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2
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L,\ lH'ITEIUA ,\NGHERÀ° A DlmrtA AIL.-Ì.
,.-olante comandata cl.al maggiore Pietro Toselli. Una seconda <iolonna volante, c-0manclata dal maggi-o re Ameglio, fu rinforzata dalle due prime sezioni (Caruso .e Scala) col comando della batteria (Angherà) . Le due colonne mossero da Adigrat su Antalo <;ostri11gendo le forze di ras Mangascià a retrocedere; quindi la {;olonna Ameglio puntò diret tamente su Debra Ailà, mentre la
Fig. 87 ~ Maggiore Giovanni Battista Ameglio. · (dalla collezione del Capitano Avv. Cos tante Giraud).
c-olonna .Toselli si mantenne tra Debra Ailà ed Amba Alagi. Non appena in vi$ta dell' A.µiba la colonna Ameglio fu fa'tta se gno a vivissimo fuoco dì fucileria da parte degli. armati del ras : messo in batteria. ; il capitano Angherà fece aprire il fuoco a 1400 metri, ' e quin.di, a.llu:p.gu,to il t_i-r:o, le nostre ·fo,nterie mosser,o all'attacco che· ebbe subito ragione dei difensori, . sgominati dagli -effetti micidiali del fuoco dèi nostri cannoni, fuoco saggi.amentè condotto e con giustezza diretto. 20
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I l TEATRO DELLA GUERRA
O 10
30 Flg. 88 - Teatro della guerra. (da «La Guerra d'Afl'ica» di Agostino Ga!b!, Edizioni Tiber, Roma 1930)·
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Il,\CCOLTA DI FOilZE
Lo scontro di Deùru, .Ailà, fn nn bell'esempio di intima cooperazione tra fanti cd artiglicti, e lo stesso Ameglia nel suo rapporto al Governatore scrisse : « senza il fuoco aggiustato ed efficacissimo dell'artiglieria, le nostre fanterie avrebbero certamen te avu to perdite superiori di lllolt,o, se da quello non fossero state liberate ·d al fuoco ben nutrito che loro si fa.ceva da su l' altu ra. Sento il dovere e la so ddisfazione cli significare all'E. V. lu, splendida azione della batterj a nella prepa.razione dell'attacco >>. Anche la sezione Manfredini facente parte della colonna Toselli fu costretta ad aprire il fuoco per disperdere nuclei armati che tcnt.avano di impedirle il passo. Per il fatto d'arme di Debra Ailà., il capitano Angherà meritò la medaglia, d'a,r gento, mentre gli altri ufficia,l i - tenenti Oaruso, Scala e Manfreclini - 'furon o dec-0rati con la medaglia dì bronzo.
* .. * Il generale Baratie1·i, occupato il triangolo strategico Adua-Adigrat-Macallè, ,raccoglieva le pr,oprie forze preparandosi agli avvenimenti che si potevano prevedere in conseguenza delle informazioni che arrivavano dall'interno dell'Etiopia : a Macallè ordinava la costruzione del forte Enda, J esus che veniva presidiat-0 dalla colonna ToselJi ; provvedeva al rafforzamento del forte di Adigrat; e dalla colonna Ameglio faceva eseguire il rastrellamento del Tigrai liberandolo dai predoni ed ottenendo la sottomissi-0ne di ras Agos. Alla fine di novembl'e 1895 il forte di Macallè era ultimato e su di esso veniva. issato il tricolore nazionale tra le salve del le artiglierie; ina poichè nello stesso tempo giungeva notizia dell 'avanzata dell'esercito etiopico guidato dal Negus stesso, la colonna Toselli forte di J..SOO uomini, unita,mente alla battnia Angherà, su due sezioni (Manfredini e Scala), venne da Adigrat mandata ad Amba Alagi allo scopo di raccogliere precise informazioni e inviarle al generale Arimondi cb e 1stava in Adigrat, mentre poi il T-0selli doveva fermarsi sull'Amba, che per la sua posizione dominante sharra la via su ·Macallè. -
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T/ AR1'IGUEHIA !\'.ELLJ.: GUERR0 COLONIALI -
1':RlTRl~A
Il l° dicembre il generale Baratieri avendo ordinato il · concentramento di tutte le fprze i.n Adigrat, avvia,ndovi qnindi pure la z• battcrin, (Fabri) che vi giunse il giorno 7, il generale Arimondi richiamò ad Adigrat anche la colonna A.meglio che stava ad Adua,. P.oichè pertanto nessuna comunicazione aveva potuto arri· vare al maggiore 'l'oselli .e d'a,l tra parte poichè la massa etiopica andava sempre più ingrossando, il valoroso antico artigliei'C credette non soltanto di essere autorizzato,, ma anzi di avere l'ordine cU resistere sul posto, e ad ogni modo di «dover)) . resistere sul posto per ritardare l'avanzata, nemica, e dare così temp9 ai nostri cli prepararsi per rintuzzarla. Il maggiore '.foselli il giorno 6 dicembre annunciando al generale Arimondi l'imminente arrivo dell'ava:nguardia del Ne gus, forte da 30 a 35.000 uomini e guidata dal ras Maconnen, poichè prevedeva che con le sole forze a sua disposizione non gli sa.rebbe stato umanamente possibile di resistere ad un attacco condotto da co_sl ingenti masse, gli manifestava la propriù. opinione circa l'oppor·tunità che lo stesso generale Arimondi gli muovesse incontro da A.digrat . Conseguentemente alle ore 23 del 6 dicembre la colonna Arimondi con la sezione d'artiglieria comandata dal tenente Oaruso uscì.infatti da Adigrat per incontrarsi con la colonna 'i',oselli, ma, purtroppo gli eventi precipitarono, e l<~ circostanze congiurarono contro di noi. L l \ comunicazioni tra l' Ariiµondi e il ':f'.oselli erano interrotte tanto che nessuna delle notizie e nes.suno degli ordini, reciprocamente inviati e trasmessi, giunsero in quei momenti a destinazione. Il maggi.ore Toselli ri.tenendo di dover difendere l'Amba ad ogni costo schierò le sue forze ed attese l'urto formidabile con l'ammirevole calma dei forti. Come giù fu accennato, la posizione dell'Amba Alagi che sbarra la strada che dal lago Ascianghi porta ad Antalo, è perciò naturalmente importante e può diventare militarmente importa,ntissima: essa però può essere aggirata, acl .ovest per il colle T,o gorà e acl est per il colle Falagà,, da sentieri che sbocca.~10 a· nord alle sue spalle. 'l'oselli disponeva del 4° battaglione indigeni, cli 1 compagnia (Persico) del 3° battaglione, di 1 centuria (Pagella) del
n
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'-v11 11t· l!' lg. 89 - Il combatti mento di Am ba Al:igi . (da « l a Storia milita.re 61::lla Qolonia E ritrea» dell'Ufficio storico).
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Fig. 90 - La sc~ione d ':irliglieria indigena del 'l'eoentc Scala acl Atligrat. (f?tografia del Maggiore Francesco Antenore).
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Ai\IBA ALAGI
6-0 battaglione, e della l' batteria, indigena, (Angherà) : in totale circa 1.800 uomini, oltte · alcune centinaia di armati delle bande dell' Acchelè Guzai. Egli oollocò la batteria da montagna al centro sullo spianato sottostante l'Amba soortandola, colla compagnia Persico. A destra; schierò 350 fucili a protezione del passo di Togorà,; a sinistra altri 350 fucili a sbarramento del passo di Falagà; rinforzò la destra colle compagnie Issel e Ca novetti, la sinistra colle bande dell' Acehelè Guzai; infine tenne in riserva le restanti forze, e stabilì il suo posto di oomando al centro dello schieramento presso la batteria. Alle ore 7 del mattino avvenne il primo scamoio · di fucilate è subito dopo la batteria· entrò in azione, dapprima arrestando una colonna che avanzava di'rettamente contro l'Amba, e, quindi aprendo il fuoco sul fronte e a sinistra, dove si pronunciavano vigorosi attacchi. Dopo tre ore di lotta accanita, durante le quali i colpi della nostra batteria tennero in rispetto gli assalitori, ras Maconnen lanciò all'atta-eco la sua massa di armati: forte di oltre 15.000 uomini. Il maggi,o re 'l'oselli, presumendo che i messaggi e la richiesta da lui inviati fossero pervemiti a destinazione, -o rdinò allora di resti;ingere la difesa sull'Amba, sperando sempre di veder arrivare da · un momento all'a.ltro la colonna . Arimondi. Le 0ompagnie dell'ala sinistra, protette dal fuoco della sezione Manfredin~ pote1;ono ripiegare e a sua v-o lta anche la, sezione d'artiglieria segui il movimento. La sezione Scala diretta dàllo stesso capitano Angherà, che fino all'estremo aveva fulminato gli avversari, essèndo ormai priva di munizioni dovette forzatamente tacere, tanto che la forte massa scioana potè irrompere selvaggiamente sul pianoro dell'Amba. Il tenente Manfredini riusciva però ancora a mettere in· batteria i suoi due pezzi e, tempestando furiosamente col lor,o fuoco gli assalitori, proteggeva il ripiegamento della sezione del tenente Scala. La ritirafa ordinata dal maggiore Toselli, che aveva, fatto incolonnare i feriti e le salmerie, si presentava più che mai difficile . Cadeva l'eroico T-osellì ! Cadeva ,:pure il tenénte Manfredini massacrato da colpi di sciabola,; il tenente Scala, ferito alla spalla e tramortito, veniva catturato; il capitano Angherà, sfinito ed esangue dalle ferite, dopo di essere per ben tre volte -
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J/ArtTJGLlERIA NELLE GUF:Jmg COJ,ONL\LI -
ERI'.l'HEA
caduto dal muletto sul quale era stato cari.cato, veniva ucciso da una ennesima fucilata., spira,ndo tra gli spasimi ~i.i dolorosi nelle braccia dei suoi ascari che lo sostenevano sul mulett,o.
Tenente Marzio Manfrectini.
Capitano Domenico Angh erii.
(danà · collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
Fìg. 91.
La l" batteria indigeni chiudeva così eroicamente il sno periodo di guerra. Di essa non rimaneva -che un esiguo numero di ascari che, coi resti della valol'osa colonna del T,oselli, riusciva a sottrarsi alla barbara e crudele caccia scioana, e risalendo verso nord finì per incontrare ad Aclerà la -colonna Arimondi che si era appunto fermato ad Aclerù, nella, convinzione che il Toselli, ritirandosi, ]'a,vrebbe ivi raggiunto. Di fronte alla nuova situa zione che si era pertanto -creata l' Arimoncli decise il ripiegamento su Mac.:allè giu<licàndo di.non poter sos.tenere oon soli 1.300 · uomini il probabile urto dell'intera massa scioana avanzante ed ~
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LA SITU;\7,J()NE Dl•:L 11:fAGG lOilE GALLf..\NO
ebbra per il successo preeeclentemente ottenn to. « La cosa, scris se il generale Arimondi nella sua ,·4"lazione, non fu nè fadle nè breve>>-
Il'ig. 92 - Monumento ul Maggiore Pietl'o Toselli. (scultore Ettore Xlmenes).
Il maggiore Galliano alle ore :17 del 7 dicembre dalk:1, sua I posizione di avanguardia c:onti1111av,:1, a resistere, ma poco dopo. · « dall'alto della posizione di Aclerù, dove mi trovavo , scrive l' Arimondi, furono visibili dei movimen ti aecennanti ad un avvol gimento della nostra, destl'a. Conveniva perdò trattenere l'av-
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L'AR'.i.'IGLIERJA NgLLID GUBRRE COLONIALI -
IYlU'l'HEA
versario per i mpedire che la nostra linea di ritirata fosse minacciatr1. Il maggiore Galliano ripiegava intanto sulla sinistra della posizione; ]a, clestni era occupata dn1 grosso, la sezione Oaruso era in batteria sull~L destra .... .. )>.
Fig. 93 · Maggior e Giuseppe Gallia no.
La ritirata potè avvmlirc snll'imbrunire sotto la protezione del battaglione Ameglio per la direttrice Afgoi-S,.-;eiicot, e alle ore 5 del mattino successivo la, colonna Arimondi ed i superstW di Amba Alagi entravano in Macallè. Nel pomeriggio dell'S dicembre il generale Arimondi, lasciati a l\facallè col maggiore Galliano 4 pezzi da 7 montagna coi tenenti Guido l\fo ltedo e Fiorenzo Francone della compagnia cannonieri di presidio al forte di End a J esus, prendeva la via di Adig1·at per riunirsi al generale Baratieri. Della colonna Arimondi faceva parte fa sezione della 1• batteria da montagna -
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COMBATTIMENTO D1 ADERÀ 7 Dicembrt 1895 Scafo a.ppron,·mati lJd di 1: lfooo
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Fig. 94 - Combattimento fli Aderà. (da « la Sto ria m ili tare della Colonia E ri trea» clell'Utlicio storico).
L' .mTIGLrnRIA NELLE GUERRE COLONIALI -
ERl'.rT!I<:,\
corna.nclata dal tenente Cosimo Carn/30 che in qnella circostanza meritò un encomio solenne per la. sua energica condotta. Questa batteria, (Angherà) ad Amba AJagi aveva perduto i suoi tre nf. ficiali, tra i quali il coman§ank: <: GO ascari-cannonieri. Dei pez-
Fig. OC> . Ln ùntterin Anghcr ù.
zi, i cl ue della sezione Manfrecli11i crauo stati presi dal ncmi<:o, e gli altri .(I ne della sezione Scala dagli stessi serventi erano stati resi inservibili e fatti 1·otolarc nel b.urr one. AlhL memoria del capita no Angherà e del tenente Manfredini .venne ckcreta,t a, la medaglif1 d'argento al va.lor militare; ana,loga ricompen};a venne concessa al tenente Scala ed a quattro grad uati 11azionali della batteria. Il ccrntegno dell'intera batteria era stato vera.mente all'al tezza di quel supremo momento; essa, aveva sparato tutti i suoi colpi producendo perdite ingentissime nelle file scioane, tanto che ad onorarne la memoria, ed a perpetuarne la gloritL si pensò quindi snbito a ricostituirla, ecl il capitano Fahri, ~omanòantc della 2" batteria, ,otte1ihe all'uopo dal generale Baratieri l' autorizzazione di formare una 1111ova sezione presso la sua batteri.a afficlanclola al tenente Ernesto Giardino, e con o;rdine del giorno
-
300 -
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RIORDJNAMBK'l'O DELLE HA'l'TlmIJ,;
del 19 dicembre J 895 questa nnova ser,ionc, eh<~ pr<~R(~ il numero di 2• sezione, .si riunì alla l'' del tenente Caruso, ricostituendo al campo cli Bet ~lariamJa pre~i;;istente valol'osa l3 batteria ·che
Fig.
9(i ~
'l'cnente FJ1.·Jiesto Giardino.
il 28 dicembre 1895 Yerme posta al comando del capitano Cle-
mente Henry, già comandante della compagnia cannonieri. * * *
Nel mese cli dicembre 1895 allorchè cominciavano e conti-· nuavano a giungere dall'Italia le forze tichieste per far fronte ' alla situazione, ,ormai. già chiaramente delineata, le nuove batterie nazionali che arrivavano in OolonhL furono raggruppate in brigate, e quelle indigene restarono alla diretta dipendenza del Governatore, generale Baratieri. Il comando della compàgnia, cannonieri venne assunto dal capitano Oiccodioola che, appena -
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(da « la Storta militare della Colonia Eritrea» dell'Ufficio storico).
IL FORTE DI MACALLÈ
tornato dall'Italia si trasferì subito in Adigrat, dove il forte venne armat o con 10 cannoni, mentre ,la compagnia mantenne i suoi distaccamenti a Cassala. (tenente Italo Sormani), a Oheren (tenente P ellegrino Piccioli), a Macallè (ten enti Guido Moltedo e .Fior·enzo Francone) . Intanto le forze abissine si avvicinayano al forte di Macallè. A 1\1~'\;allè il for te di Enda Jesus era presidiato dalle due cornpag1:.:e l" e 4"' del 3° battaglione indigeni (la l" su 4 centu. rie, la 4a su due centurie), dalla 2• compagnia dell'8° batta-
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Fig. 98 - La ridotta del Forte di Macallè. (fotografia clel Maggiore • F1~ancesco Antenore}.
glione indigeni, da 4 pezzi da montagna, da 2 sezioni genio, a~. l distaecamento di tappa e da una stazione di RR. CC. : in toti..le una fon~a di 1.000 uomini di truppa de1 quali 150 nazionali, 13 sottufficiali e 20 ufficiali. L'opera di Enda Jesus aveva uno sviluppo di circa 700 metri nella sua cinta bassa, e di circa 300 metri nel ridotto, nel quale erano postati su piazzuole sopraelevate i 4 cannoni. Le -- 303 -
L' AH'l'IGLJERIA ~ELLE GUE imr,; COLOXIALI -
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condizioni del forte erano pertanto le seguenti: la cinta non era stata ancora completata; sul fr-0nte occidentale per un tratto di circa 70 metri mancava, del tutto il muro di difesa, mentre si. dovevan{> ancora ultimare i tratti di cinta prossimi alle due poterne nord ed all'i'ngresso sud; per circa due terzi dello sviluppo della cinta non era stata costruita la banchina;
Tenente Fiorenzo Francone.
Tenente- G uido Molt edo.
Fig. 99.
le l'ampe cl'uc<.;esso mancavano completamente. Per ultimo è a rilevare che non era sta,to costruito alcun tra versòne, tant-0 che, qualor~1 il nemico fosse riuscito ad occupare le a,lture situate .a d <~st ed a nord -est dell'opera, od anche soltanto il villaggio di J<).nda Jesus a snd, ·il forte di Macallè non riusciva acl essere protetto dai tiri d'infilata .e di rovescio che l' avversario avesse diretti sui parapetti e sul terrapi.eno. All'intento di assicurare più a lungo la resistenza, del forte, sull'altura di nord-est ·era -
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però stata iniziata la costruzione di un'opera sta,c cata che uel concetto iniziale doveva essere una cwilarnatta difensiva : purtroppo però se all'uopo avevano potuto essere eseguiti i lavori di sterro e la raccolta ùei materiali che dovevano servire per tale <C·o struzione, viceversa era poi mancato in modo a,ssoluto il tempo per provYeclere alla costruzione stessa. I magazzini del forte di Encla Jesus erano provvisti di viveri e cli farina per circa tre mesi, e di orzo per un mese, ~a mancavano per ,0ont1·0 sc orte di legna e di fonlggi : a1l'interuo tlella cinta nou esisleva,no nè cisterne, nè pozzi, nè sorgenti. L'acqu a si doveva for¼atarnente att~ngcre in due sorgenti. all'e· ·s terno dell'opera: l 'nna assai scarsa, a, sud davanti all'ingresso principale; l'altra più abbondante, ad est; a circa 400 metri di (listanza dalla cin ta esterna. Entrambe queste sorgenti erano facilmente accessibili per parte del nemico per,chè situate alla base degli scoscendirnenLi della posizione · cli Enda Jesus, iu angolo morto e quindi naturalme11te al ripa,ro dai tiri del forte. Non appe1ta, la ,c olonna Atirn.oncli si era itllonta,n ata, le CO· mnnic~rnioni telegrafiche clel forte ,·ennero interrotte dal ne mico. In,iato 1111 buluc coi guardia.fili a riconoscere la causa dell'i.n ter-ruzi:one, venn e constatn to che, per oltre 1.m chi.Jometro verso il ciglione di l\fa ·abò, la linea era stata t.agliata ed aspor· fata dagli armati di Teclè Abagnden che coi loro tiri impedirono ogni tcnta.tivo di riparazione delJa linea e d i riallacciamento dei ·'fili, laY(){'i resi d'altra parte difficili per la mancanza di materiale adatto. Anzi nei giorni successivi, poichè ormai bisognava a,ssdlutamcnte rinunciare a.ne comunicazioni telegrafiche, il comando del forte clispose pc~r ritira,r e la parte di linea più vicina all'opera onde utilizzare i varii materiali nella costru·zione di difese acces~orie. Nella notte sul 9 dicembre a lcune pattuglie cli cavalleria ·nemica urtarono contro i -nostri avamposti gettando l'allarme nel forte, allarme che fu ripetuto all'alba allorchè si videro al· ·cdne colonne avversarie a sfilare Yerso nord . Da quel momento, ·durante gli allarmi e dall'alba al tramonto il maggi.ore Galliano -ordinò l'ulzabnndiera. Nel'if:t steS1'ill mattinata del 9 dicemhrc il comn ndo del fort e fece iniziare i Jarnri per il completalllcnto della cinta e della "21
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L)AU1'IG LIEH!A NE LLJ<J
GU mrnm
COLON IALI -
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banchina, per la costruzione della rampa d'accesso e per la formazione di traversoni cli protezione da eseguirsi con legna,me e sacchi a. terra, lavori tutti da effettuarsi con i maLeriali Chf>erano stati raccolti per costruire la progettata ridotta staccata sull'altura di nord-est, costruzione che oramai non si era più in tempo di fare. In pari tempo si cominciò lo sgombro del campo di tiro abbattendo i tucul dei campi ascari e delle case in muratura che limitavano l'azione di fuoco del forte. Si provvide alla raccolta di legna, di foraggio e di acqua inviando giornalmente all'esterno dei distaccamenti che per riuscirvi dovevanq sostenere degli scontl'i non soltanto con bande isolate di armati etiopici, ma con gli stessi abitanti della zona, i quali r1petutamente tentarono di impedire l'entrata dei materiali raccolti. A protezione cl.elle ~orgenti si costruì inoltl'e 1111 trùtto di strada coperta, e a, valle della sorgente sud si stabilirono delle chiuse, atte a. permettere di mccogliere in tre vasche l'acqna giornalmente occorrente al forte. Infine nella cinta bassa presxo il sa,liente cli nord-est si costru irono d ne pia,zznole d'artiglieria allo scopo di poter battere l'angolo morto assai sentito in quella zona e distante meno di 100 metri dalla scarpa esterna del forte. l>ai nostri asca1·i redu ci dal combattimento dell'Amba Alagi, che giorna.Imente giungevano disarmati al forte, venivano portate notizie allarmanti sulla enti.tà delle forze abissine, e pertanto allo scopo di non accrescere il numero delle bocche inutili nelPinterno del forte, dopo la metà di dicembre il mag. giùre Gallia no dispose il loro avvi.amento ad Adigrat , anche percbè dalle loro affermazioni e dalle loro informazioni il Comando in capo avrebbe potuto vagliare e controllare le notizie che per altra via dovevano direttamente .arrivargli. Il 13 dicembre 1895 giunsero a Macallè due -chescì (preti) provenienti da S<:elicot e latori di una let~1·a per il Comando in capo, e nei successivi giomi r as Maconnen insistette per conoscere la. risposta alla richiesta contenuta nella lettera, richiesta e-olla, quale si sollecitava, l'invio cli un agente accreditato per iniziare e condurre delle trattative di pace. La sera del 16 giunse di ritorno a MacalJ è quello dei due chcscì che il Galliano aveva,. inviato ad Acligrat, e poichè egli-aveva una lettera di rii-posti\. -
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S OSTA E THA':rTATIVE
del Governatore fu fatto proseguire verso il campo abissino tiopo di aver consegnato al maggiore Galliano la corrispondenza d'ufficio -ed una lettera riservata nella quale il Comando in capo autorizzava il oomando del forte ad invfare, 11 rielriesta di ras Maconnen, un ufficial~ qnale parlamentare. Il Governatore nelle direttive inviate a,l Galliano, poichè era persuaso che le trattative non avrebbero potuto condurre ad un risultato soddisfacen te per il nostro prestigio, gli prescriveva essenzialmente di cercare di guadagnare tempo per poter effettuare il concentramento del Corpo di operazione. La necessità di temporeggiare e di mandare le cose in lungo era artrettanto sentita da parte avversa.ria e più precisamente da parte di ras Maconnen, il quale il l'7 dicembre mandò al Gallia.no un suo messo a richiedere un ufficiale fidato cc al quale egli avrebbe aperto l'animo suo e mandata così una par-o la .al Governo italiano)); ma mentre ad un tale convegno veniva, destinato il tenente Partini, numerosi armati abissini cominciarono a scorazzare nei pressi di Macallè razziando la zona circostante. Il Partin:i tornò la sera stessa comunicando che il mattino seguente egli sarebbe stato ricevuto dagli altri ras per udire la parola da portare al Governo, e informò intanto che le forze etiopiche poteva110 ammontare in quel momento a 25 .000 uomini bene armati e muniti di 2 cannoni, che disponevano di parecchi quadrupedi e viveri di riserva,, e che nell'accampamento si notava la presenza di molte donne. Alle 10 del giorno 20, lnalgrado che la missione Paf tini continuasse nel suo regolare svolgimento, gli armati etiopici si ·avvicinarono numerosi ai nostri avamposti costringendoli ad aprire il fuoco, mentre l'artiglieria di Macallè doveva pure intervenire con 15 cannonate. Il maggiore Ga,l liano inviò subito una fiera protestf1 al ras ricevendone in risposta che le cose erano avvenute a .sua insaputa e che i trasgressori dei suoi ordini sa,rebbero stati esemplarmente puniti. La giornata del 21 dicembre passò tra,nquilla. Tre giorni dopo il Partini rientrò da Adigrat dove, subito dopo il colloquio avuto coi ras, egli si era recato per riferire a,l G-0vernatòre che, alla esplicita richiesta del Governo italiano onde le trattative fossero dai ras svolte e condotte in nome e per conto del Negus, i ras stessi avevano risposto eva20, -
L' AR'l'IGLrnIU ,\ NI~LLB GUEHilE COI.Oì'\l ALl -
EHlTRGA
sivamente nel senso cioè che essi avrebbero scritto in proposito all'imperatore eél avrebbero poi fatto conoscere le di lni inten:7iioni. Il Governatore i11ta.nto raccomandava nuovamente al Galliano la difesa del fort9 e un a linea di condotta che si inspirasse alla necessità di guadagnare tempo. Per tutto il mese di dicembre non si ebbero altri avvenimen ti, salvo la richiesta di un medico per parte cli ras Macon nen per cura.re un capo abissino, ras Atichin Mangascià caduto da cavallo, richiesta che fu subito esaudita col~'hivio del medico e dei mecli.cinali necessarii. Ma H 1° gennaio 1896 si ebbe 11n nuovo scambio di fucilate · agli avamposti, con perdite da, ambo le pa,rti. Il giorno 3 ras Maconnen scrisse al maggiore Galliano richiedendo nuovamente il tenente Partini oppure un altro u:ffi . eia.le che sarebbe subito stato rimandato. Bencbè n tono della lettera, fosse piuttosto secco, il Galliano la riscontrò e rispondendo chiese al :i\faconnen la ragione della, richiesta mentre, ricordandogli l'invio del medico e dei medicinali, lamentò le selvagge scorrerie e le proditorie fucilate dei suoi armati, rammen tanclogli infine c~ome lui ras Maconnen fosse stato altra volta, buon amico degli Italiani. Maconnen rispose a sua volta sgarbatamente dicendo che egli non era a corto di d<~naro e che avrebbe pagato ciò eh~ gli si era dato, milJantò il c-oraggio dei suoi soldati valor·osi <~ potenti contro gra.ndi eserciti e non riu niti per attaccare il picèol o pre_sidio di un forte, e minacciò per ultimo il Galliano scrivendogli: « Se vuoi lasciare l' amicizia pensa a quello che è avvenuto ai tuoi compagni di Amba Alagi. Se vuoi diventare grande seguendo la sorte dei. tuoi fra,telli. te.lo farò sapere tra pochi giorni >>. Il voltafaccia brutale di Maconnen era consèguenza dell'ar 1·ivo del Negus Menelik. Il maggiorç Galliano rispose con nerezza al ra,s: « La tua lettera parlava da nemico mentre io credevo a lla tua amici.zia. 'l'i rispondo : se vuoi. fare la guerra al mio Governo accadrà ciò che Dio vorrà. Io però (arò il mio dovere di soldato >). Così si chiusero le trattative tra il comandante del forte e il ras. Con JH)H migliore sorte proseguivano intanto le trattative
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I Plni\fI ATTACCBl Iff!;SPI:-STI
che nello stesso momento il cav. Pietro Felter, per ordine del Governatore, avviava collo stesso ras Ma.connen. A11zi a1l'indomani dell'arrivo del Felter al c.:ampo di Menelik e cioè il 7 gennaio le truppe di ras l\faconnen alle or(! 10,30 pronunc:iarono un triplice attacco al forte di Enda Jesus da sud-ovest, da sn<l e da est, costringendo le nostre gran guardie, disl,ocate snll'altu· ra nord-est, a ritirarsi dopo a,ver fatto saltare gli appostamenti costruiti in quei giorni. L'attacco si sviluppò rapidamente su tutti i fronti, e poichè l'avversario impiegò le sue art.iglierie, alcuni proietti caddero nell'interno dell'opera, mentre il terrapieno veniva, ripetutamente -colpito. La difesa entrò subito vigorosamente in azione e pertanto. dopo una breve sosta dalle ·Ore 12 alle 12,45, l' attacco etiopico riprese nuovamente con truppe fresche raggiungendo U massimo della sua intensità dalle ore 16 alle 1S. Al termine dellat< giornata rnentl'e l'cwversario era. respinto con per·dite notevoli. ed anche un congiunto di l\facorn1en era stato ferito, da parte ~lei difensori vi erano tre 11azionali morti ; due nazionali., tre ascari ed· una donna feriti. Il combattimento ebbe diverse alternati.ve: a più riprese si svolse accanitamente attoi-no alla posizione sull'altura, cli nordest che fn perduta, ripresa e quindi uuov.unente abbandonata; i cannoni avversari si piazzarono sulla quota, detta Ga,rgambessa, ma vivacemente controbattuti dai nostri tiri, incontrarono grandi difficoltù, cli puntamento e di manovra. Nella notte gli avYe1·sarii tennero consiglio e in esso fu deciso cli bombardare il fo1·te per tutta la successiva gionrnta del1'8, e di. ripetere poi l'atta,cco in forze nella mattina,ta del 9 g,ennaio. Le alture ad est e f:L nord-est el'ano occupate <lagli scioani: sull'altura est nella stessa notte dal 7 all'1:, i nemiei eostruirono un tl'inccramento nel quale i lorn pe1,zi si poterono appostare aJ riparo, e alle ore 8,30 del giorno S apr-irono violentemente il fuoco, mentre forti nuC'lei avversarii approfittavano delhL situazione per miglio1·are la lor·o linea di investimento del forte. A sncl la gran guardia del nostro battaglione indigeni fu costretta a ripiegare: l'avversario, col fuoco elci suoi cannoni a tiro rapido, colpiva, in pieno le sorgenti che riusciv:1 ad occupare siste-
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L)A UTI(;li,IJ~H(A NELl,1!: GUEH J(l"' COLONI/\J..-1 -
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manclosi negli angoli morti. La fucileria, ra,bbiosa, a dlstanr.a da 7 ad 800 metri; il fuoco delle mitr a,g liere appostat e nel villag;gio di E n<la J esus; il tiro dei cannoni che si portarono su cinque diverse posizioni, avendo il vantaggio della maggiore gittata 1·ispetto a quelli del forte, furono le cause concomitanti che r esero penosa e difficile l'azione della difesa, che la molestarono impedendo i movimenti nell'interno dell'opera, e che riuscir ono a 0olpire ripetutamente l:1 polveriera costringendo anzi i difensori del forte a sgombl'ada « perchè i proietti penetravano e scoppiavano nell'interno della polveriera stessa>>. Dopo i predet ti rilievi e le fatte constatazioni è pu,triottica mente doveroso di osservare che tali dichiara,zioni mettono u n p unto ben fermo alle leggende penose di tutto un periodo i:.;torico c.:,olonia.Je, ed è a stupire che le pu bblicazioni del tempo abbiano concordemente taciuto e talvolta volutamente ttascurato la grande importanza di tu Ui quei particolari che metto110 esattamente in rilievo la superiorità dell'avversario, oltrechè n umerica, anche in fatto di arma.men to. La storia non clice chi dil'igesse il fuoco dei cannoni abis~ini sul forte di Enda, J esm;, ma rimane accettato ,c he <~ssi, a<l una dh;tauza maggioN' <li qnella ma,ssima, c.orn,cntita,. a.l t iro dei nostl'i cannoni, che i:wmavano il forte di Enda Jesus, riuscivano a battere in pieno la casamatta-polveriera, e che gli abissini erano armati di fucili Henry mod. 1886 !? N e1la notte dall'8 al 9 gennaio l'avversario tentò du e attacchi : col primo giuni-e alle difese accessorie ove fu arrestato dal brillament o di una fogata petricr a alle ,o re 21,30 ; col seconcJo, alle ore 1,30 ripetè l'azione e la difesa fu costr<~tta a ripie~~m? il servizio di a.vamposti, limitandosi a collocare delle sentinelle immediatamente avanti ai reticolati. Al mat tino del 9 l':1ttacc-o abissino venne ripreso : gli sci.oani costruir ono t rincerament i sulla quota nord-est e vi si a.t,ilH'· starono appoggiando l 'avanzata delle colonne d'attacco con Ull concentramen to di fuoco sul ridotto dell'oper a: tale avanzata venne I)erò da noi arrestata. Alle ore 13 l'art iglieria avversaria postata alla quota ,o rientale sparò alcune granate sul forte, men tre gr,osse masse sc.ioane si riorclinava,no nel paese di Ma-callè : la nostra artiglieria bombar dò allora l'abitato determinandovi -
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('A;'{XOKI A ·'.l'IJW IUPIDO E )cIJ.'fHAGLJA'l:lUCI ABISSINE
panico e perdite, e rivolse quindJ il suo tiro sni trinceramenti. avversari della quota nord-est costringcn do gli scioani a sgom · brarli. Alla sera il Negus M,enelik rimproverò aspramenti~ ras Ma connen dicendogli che, avendo lasciato agli Italiani il tempo di costruire il forte, spettava a, lui di togliere di mezzo nn tale ostacolo. Nella notte sul 10 furono pronunciati infatti ben cinque attacchi e cioè alle ore 24, all'l,30, alle 2,30, alle 4:15 ed alle 5,30, tutti sul fronte sud, ma tutti quanti furono nettamente resph1ti, e pertanto in uno di questi attacchi un proietto d'artiglieria avversario riuscì ad imboccare una cannoniem del forte: producendo notevoli danni in batteria. Alle or(~ 10,30 del 10 gennaio il maggtore Galliano , approfit tando della sosta, tentò una sortita per sloggiare i gruppi ne · miei che occupavano la · sorgente sud, avviandovi all'uopo una forte pattuglia ed appostando opportunamente una centuria per sostenere l'azione. Ma circa . 500 scioani, !andatisi sulla pattuglia, uccisero il munta,z che la guidavà, ferirono due ascari e tentarono quindi di .irrompere 0 0~1 alte urla c-0ntro l'ingresso sud del forte : ac001ti però dalla f u,'cileria della centuria e oolpiti in pieno dal fuoco delle U()stre artiglierie dovettero indietreggiare rotolando e precipitando nei burroni circostanti. Malgrado tutte queste prove ùi stoico valore, la situazione dei difensori dell'opera diventava .sempre più grave. Ormai l 'avversario, padr,one dell'acqua, serray_a, l 'opera assai dappresso ed era riuscito ad inutilizzare le ctifCse aecessorie, mentre dalle . sue posizioni elevate molestava c-ontinuamente le nostre truppe. Il giorno 11 gli attacchi nemici vennero ripetuti : le artiglie rie avversarie svolsero una viva azione di fuoco contr·O la nostra ba.tteria, spa.rand-0 ininterrottamente dalle falde di Enda Jesus e costringendo <p1indi la nostra artiglieria a controbat t~rla per dimin nirne gli effetti : nel contempo le mitragliere scioane ba,ttevano d'infilata il fro·nte ·Ov-est arrecando forti perdite agli assediati : infine forti colonne nemiche sfilavano verso la pianura di Macallè. A partire dalle ore 3 del mattino successiv9 l'attacco divenne intensissimo e violento 1 e fu necessario di far entrare in
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r/AI!1'IGLIERIA N8LLEJ ·GUERRE COLONIALI -
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azione le riserve e di ricorrere a ,frequenti spostume,n ti dei pezzi per battere · le c.olonne r1vversarie. Due nostri cannoni, appostati sulla piazzuola bassa, fulminarono gli attaccanti che si anampicava,no lung,o la rampa del, saliente di nord -est, ma allorqum1do si trattò di r·iportarli nel ridotto, ·il fuoco delle mitragliere nemiche, in azione dall'altura
li'ig. 100. - Il carabiniere E ugenio Rianc:1L
cli nord-est, ne impedì il trasporto e fu per·dò necessario di smontarli : uno di tali cannoni potè così essere trasportato a spalla dal carabiniere Bia,n chi che, superando impavido la rampa tra le raffiche delle pallottole nemieh é, ri.uscì a riportare il pczm in batteria. I danni che in queste giornate furono· arrecati al nostro materiale dal fuoco nemico, sebbene notevoH e molteplici, non · impedirono però che, pur· sotto il tiro inintenotto, i ·nostri sol dati, incitati e guida.ti dai propri ufficiali, provvedesf::ero e pro -
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LJC;;ROICA 8 TC;;HRIBILJ! Dil!'ES.-\
cedessero alle ripa.ra7.i:oili necessarie e persino al cambio di un affusto. Alle -ore· 12 clel 12 gennaio l'.avversario tentò un assalto generale, ma venne ributtato -con gravissime perdit<~ e alle ore 13 si ritirò senza pot~r es-.<iere da noi inseguito. Quasi tutti. i capi dell'esercito di ì\faeonnen erano cacluti nei ripetuti assalti : tra il fumo, gli spari e gli scoppi, il piccolo forte di Macallè, resistendo fieramente agli attacchi che da ,ogni parte lo avvolg-èvano, esprimeva, vera,mente con eroica tenacia quella forza indomita che animava, il suo comandante, i suoi ufficiali, tutti ed ognuno. Nel campo sdoano i giorni successivi traF;corsei·-0 tra i pianti delle donne e le r ituali lamentazioni. per i morti; ed il giorno 13 gennaio ras Maconnen pregò il Felter di recar.si dal comandante clel forte onde ottenere una breve tregua per poter seppellire i propri caduti; ma il maggiore Gallia.no, benchè il fetore dei corpi in dec-0mposizione tra i reticola.ti ammorbasse l' aria, rispose :fieramente di essere pronto ad aderire a siffatta richiesta, ma subordinatamente ana riapertura delle precedenti trattative bruscamente interrotte dal ras, ed a condizione che la domanda gli fosse rivolta dal comandante dell 'esercito investitore, e che infine, durante la tregua, le truppe scioane fos sero ritirate dai pressi del forte. P oichè pertanto queste condizioni non furono a~cetta,te, il cav. Felte~· insistette nuovamente per ottenere una tregua, anche soltanto di poche ,ore, ma il Galliano, intuendo giustamente il tranello che con tale richiesta gli veniva teso dagli scioani, rifiutò categoricamente. Una t_ale insistenza era facilmente spiegabile per il fatt-0 che il Negus, a causa di quel pugno di nostri uomini che non soltanto non voleva arrendersi ma che aveva inflitto gravi perdite all'avanguà,r dia nemica ed agli stessi armati dell'Imperat.ore in quelle ultime giornate, si sentiva menomato nel suo pi·estigio ed aveva perciò bisogno di qualche successo che lo riabilitasse di fro nte ai suoi eserciti per poter procedere oltre nella l'ealizzazione dei suoi progetti. Intanto il presidio del forte, assetato e privo di :tinti, -era ' ridotto agli estremi. Il Gallia.no riunì allora, i suoi ufficiali è al -
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L'AR'l'IGLIERIA !\E;LLli, GUIDRRE COLONI AI,I -
10RI'.rHBA
grido di « Viva l'Italia)) decise di sacrificarsi facendo salta re l'op~ra e lanciandosi cont ro gli assedianti; e il giorno 18 gennaio oomunicò al Governatore tale sua decisione: cc Mancando acqua nei pozzi non ·mi è più possibile resistere. Il forte non sarà abbandonato, bensì il piccolo presidio di Maca,l lè compirà l'impresa con una gloriosa fine)). Frattanto il cav. Felter, per conto dell'Imperatore, inoltrava al Comando in capo la proposta, per cui il forte di Macallè fo!)se sgombrato dai suoi eroici difensori, ai quali sarebber-o stati concessi gli onori delle armi e la possibilità di raggiungere Adigrat. La sera del 19 il Felter stesso comunicò al Comand-0 del forte ed a ras lVlaconnen che il Governo aveva aderito alla proposta del Negus e che pertanto all'indomani egli stesso avrebbe preso le consegne del forte dal maggiore Galliano. A1le ore .19 del 22 gennaio il maggiore Galliano usciva dal forte, ultimo fra tutti, sal utato dagli a.r mati del ras che atten . devano all'uscita. L'assedio e la difesa di 'Macallè sono tra le pagine più eroiche e più belle del nostro esercito e dell'artiglieria italiana ! I nostri che contava no poco più di un battag·Hone di fanti, quasi tutti indigeni, ed una batteria d'artiglieri, dal giorno 8 dicembre al 22 gennaio si erano ancorati sulla direttrice di marcia di tutto l'esercito scioa,no, in , obbedienza al concetto del generale A.rimondi che aveva ritenuto di clover mantenere l'occupazione di quella posizione ayanzata : cc perchè l'abbandono avrebbe avuto un effetto morà le disastroso nei paesi del 'rigrai e nelle stesse truppe; perchè mancava il tempo di distruggere ed i. mezzi per trasportare i materiali e gli approvvigionamenti che si erano raccolti in Enda J esus; per.chè il forte avrebbe potuto avere grande valore nella ripr,e sa delle ,o pera,zioni offensive, quale appoggio nell'av.anzata ; e perchè infine, se il mantenere il forte occupato costituiva per noi una diminuzione di forza nel punto prescelto per il concentramento, tale diminuzione era compensata dalla separazione che l'esistenza di un forte armato alle spa,Ue dell'esercito scioano avrebbe dovuto determinare nelle forze di quest'ultimo )). I nostri armati avevano resistito all'avanguardia dell'eser . cito scioano, comandata da ras Maconnen, avanguardia forte da -
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GI,I
o~onr DI•:LLI•: ARMI
25.000 a 30.000 uomini inebriati dalla strage dell'Amba Alagì, eccitati dall'arrivo dell'Imperatore Menelik, dalle scorrerie e altresì dalla inopinata resistenza degli assediati. I furiosi at. tacchi fur,ono respinti con ra,r a bravura ·e con infaticata energia, ed il maggiore Galliano seppe assai bene impiegare e far manovrare i suoi nomini, riuscendo ad avere pochissime perdite ri. spetto a quelle inflitte all'avversario. Dura.nte l'assedio le nostre truppe ebbero fra i rn1zi-onali 7 morti ed 8 feriti e fra gli in digeni 23 morti e 62 feriti, numeri assolutamente esigui al con-
l!~ig. 101 - Il capornl maggiore d'artiglieria Ilertero, distintosi in modo particolare durante l'assedio di MacaUè. (dalla collezione del Capita.no Avv. Costante Giraud).
fronto degli scioani che avevano seminato di cadaveri i dintorni del forte durante i ripetuti assalti; assalti preordinati e condotti - conviene riconoscerlo - in modo tutt'altro che disordinato e caotico, ma anzi con meLodo razionale e costante: occupando i punti sensibili della difesa e quindi le alture; impossessa,ndQ· si di quelli vitali, e sovratutto delle sorgenti; tentand,o la sorpresa notturna e diurna; tendendo agguati e cercando di ingannare con finte e stratagemmi. Con tutto questo però gli assalitori non riuscirono mai ad avere ragione della tenacissima volontà dei difensori che ad un certo momento, sottoponendosi alle torture della sete, ave~
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1/ ARTIGI.lERTA :'\l~LLC: Gr1mR1,; C0!.0)-lALI -
ERITREA
Yano doYut.o razionare l'acqua ad un quarto di litro a testa, priYanclone totalmente i q uadrupedi; e t utto questo sotto lo stillicidio degli allar mi continui e l'frruenza degli attacchi, colla certezza che nessun soccorso sarebbe mai giunto a liberarli, e che il loro sacrificio giovava. solamente al concentramento delle truppe che arrivavano dall'ltaliù per vendicarli. Durante l'assedio furono consumati : GOO colpi di cannone; 82.000 cartucce a balistite per armi mod . 70/87; 9.000 cartucce a polvere nera mod. 1870 ; 2.000 cartucce per fucili Remington : alFuscita del forte le truppe portarono seç·o 120 colpi per ogni uomo. cortaudo il ba,ttaglione Galliano le truppe etiopiche levarono il eampo e si. diressero verso Bausien: quivi il battaglione e la batteria laseiarono l'avanguardia scioana e si av'v iarono ad Edagù B urnus (Aùigrat) dove il Governatore Ba.ratieri attendeva gli eroici difensori di Macallè. Lo stesso Baratieri nella sua relazione oisscrvò che il ba,ttaglione Gallia.no, i nglobato nel l'avaHguatclia scioana, doYeva senire i.u certo modo da schermo agli scioani nella marcia di avvicinamento verso di noi qu alora fosse stata nostra intenzione di attacca.rli, « ma sarebbe stata follia il farlo, data la fortissima spl'Opol'zione numerica, e la nessuna pl'obabilità di vittoria in quelle condizioni>>. Nel travagliato periodo fra la fine di gennaio e la fine di febbraio il Comandante in capo si preoccupò invece delì'arnnzata nemica nel Seraè e diede quindi incarico all' Ameg;lio di stendersi sul ciglione di Adi Qualà col 5" battaglione e colle bande del Seraè, appostarnlo sul ciglione la sezione d'ai-tiglieria da montagna assegnata alla sua colonna, per assicurare così con temporaneamente il possesso dell'Amba Aughe1· : mu, essendo giunta notizia al Comando .in capo cÙ·e nella nott~ dal 22 al 23 febbraio le truppe abissine avevan? varcato il ì\lareb, l'esecuzione dell'orcliJ1e dato all 'Am.egli:o ,·enne sospesa; iH seguito però tale informazione csi-:cndo risultaita erronea., trattandosi di una delle solite scorrerie nemiche che aveva gettato il panico t ra gli abitant.i del Gunclet, il bat.taglione e la sezione d'a,r tiglieria delJa colonn a Am.eglio, attuando il movimento, giunsero in A.cli Qualà e vi si sistemarono : in realtà l'avversari,o non· aveva <).ltrepassato il fiume. I reparti restarono così su -
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RINFORZI , TR ,\TTATIVl]J, DEFEZlOKI
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COMIHT'l'fil{IDKT!
tali posizioni ,fino al 29 febbraio, giorno in cui, in conseguenza dei movimenti del Corpo di opera,zione, l' Ameglio ebbe ordine di sportarsi verso Adua : purtroppo però egli non giunse in tempo .
Intanto nel febbraio 1896, mentre al Corpo di operazione affluivano i rinforzi che arrivavano dall'Italia, e per l'artiglieria giungevano tre nuove batterie da montagna, nonostante le trattative sempre in corso per nna soluzione della guerra, conti-
Fig. J02 - Genernle Oreste Ilaratieri. (daJla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
nuavano ad avvenire n.ltri fatti d'arme. Nella notte sul 1.3· feb braio le bande di ras Sebat e di Agos Tafari defezionarono assumendo subito un atteggiamento ostile e rinscendo ad occupare dapprima il colle Sèetà e quindi il passo di Alequà; ma il -
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Fig. 103 - Cartina distribuita dal Comando.
SITU AZl OXE CRlTl(;A
giorno 17 furono però respinte e costrette a ritirarsi verso il nord sulle posizioni di Mai Meret, dalle quali fur·ono pure sloggiate a seguito delle vittoriose azioni del 24 e 25 febbraio effettuate dalla colonna Stevani, mentre poi vennero inseguite da.l tiro della batteria da montagrn1 comandata dal capitano Bianchini. La. situazione del Corpo di operazione peggiorava. intanto rapidamente sovratutto per· quello che si riferiva ai rifor nimenti: la moria dei quadrupedi e la defezioue dei cammellieri, sot «>posti a lavo1·0 eccessivo, logorarono fortemente l'attrezzatura dei tra.sporti rendendoli insufficienti acl. assicurare il vettovagliamento delle truppe, tanto che l'Intendente ritenne suo dovere di preavvertire il Comandante in capo che « dopo l'arrivo della carovana del 2 marzo, con viveri fino al giorno 7, non si sarebbe potuto assicurare ulteriormente il rifornimento del Corpo di operazione». Le coridizio11i logistiche ùegli scioani non erano però migliori : impossibilitati dai movimenti del nostro Corpo di operazione ad infiltrar~i nella Colonia oltre il '.Mareb senza a,ffrontare una battaglia decisiva,, il Negus si era trasferito col suo esercito nella conca, di Adua, di limitata potenzialità logistica per una massa forte di circa. 80.000 uomini, e pertan to era quindi da preveder i che la sua sosta nella conea non avrebbe potuto essere lunga. I due avversari si fronteggiavano, premuti entrambi dalla stessa. impellente necessità di dover mettere termine ad una situazione che andava sempre più aggravandosi. P er il Baratieri, iu conseguenza dei rinforzi '.:he giungevano dalla Madre Patria e della rottura delle trattative diplomatiche fra, l'Italia e l'Etiopia, non vi era altra alternativa che quella di aifelldere la, Colonia da u11a possibile invasione : invece per il Negus era da prevedere o un ripiegamento di tutto il suo corpo di operazione nello Scioa, od altrimenti una decisa avanzata da Aè!,ua verso il Seraè. Al Comando del Corpo di operazione sembm,\·a logicamente poco probabile che un esercit-0, imbaldanzito dai successi del1'Amba Alagi e di Macallè, fo si:;e fatto ripiega.re mentre a breve distanza si stendevano delle ½One ricche <li risorse, e pertanto
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L'ARTIGLIERIA NELLE . GUEirnrn COLON .I ALI -
J•:Hl'.l'HE.\
poichè er a di somma importanzt~. scrutare le in tenz.iont del nemico, ed interessava quindi sovratntto di oss.ervare ciò che esso $tava preparando, la posiziorn~ di Saurià. scelta dal generale Bara~ieri, si prestava assai bene per sorvegliare i movimenti e quindi prevenire gli obbie_tivi dell' esercito scioano. Nelle sue cc M·emorie d'Africa)), il Comandante del Corpo di operµ,zione precisò nel seguente modo la situazione logistica al 28 febbra.i.o : · 1° - per un'operazione immediata (2 a 3 giorni) viveri suf. ficienti; 2° - per un'operazione ritardata, viveri insufficienti; 3° - per una prolnngata difesa a Saurià, viveri insuffi . d enti; 4° - per un'avanzata riuscita: probabile .concorso del magazzino di Adi Ugri, a sua volta soccorso dai depositi delP Asmara, ed apertnr a di una nuova via di rifornimento. Ed in queste eondizioni, esclusa Ja possibilità cli una u1teriore sosta nelle posizioni di Saurià, non rimaneva.no al Comando in capo altre soluzioni se non <1uelle o di avanza.re su.Adua1 op pure di ripiegare al di qua del Mareb. Il 29 febbraio, decisa l'avanzata : - venne emanato l'ordine d'operazione n . 87, corredato da U}H.l schizzo ; - nel pomeriggio di quello stesso giorno 29 febbraio ven. nero date istruzione verbali ai comandanti delle colonne ; - e fu ordinato àll' A.meglio che col suo battaglione, oolla sezione d'artiglieria e oon le bande, raggiungesse il Corpo ~'.O· perazione usanùo (<molta .vigilanza P,er evitare incontri con cor pi nemici che da A_d ua avrebbero po_tnto spostar-s i verso l' Acc,;helè G'Qzai )). Da Adi Qttalà, tenend·osi · a b_uona. dis.tanza dal 1\far,eb, J l maggiore A.meglio, ris,alcnd:o verso nord-est, scelse. l'itin~rario -:- Adçlisc Addì (Godofel~1ssjJ, e quindi, attra.versa~o i! Mareb, Sardà nell' Acchelè Guzai, Debra Darno nell'. Agamè, - prop<?· n.endosi di raggiungere (;.psì il Corpo d'operazione nell'Entis'ciò. I n consegt,enza degli ordini emanati dal Comando in capo e dei movimenti da eseguirsi dalle varie colonn e, nella notte sul 1° marzo l SHG il Corpo d'·operazione levò il campo andando -
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LA :lfARCIA SU ADUA
incontro alla battaglia che, per il tempo in cui avvenne, per le forze impegnate, per la richezza degli episodii di valore e pel' l 'abbonda_nza delle pubblicazioni e documentazioni successive, fu senza dubbio la più interessante e la più complessa battaglia coloniale del secolo scorso; e poichè in essa i fattori di potenza e il sacrificio del!' Arma d'artiglieria rifulsero in modo speciale ed inconfondibile, è compito del nostro studio il riportare qui la 11a.rrazione completa della condotta dell'artiglieria, tratta ,lallà base documentaria ufficiale, prescindendo viceversa di proposito <la intempestive critiche s ullo svolgimento generale della battaglia.
* * * L'ordine d' operazione N . 87 del 29 febbraio era così concepito: « Stassera il Corpo di operar.ione muove dalla posizione di Saurià in direzione di Adua, formato nelle colonne sottoindicate: Colonna di destra (generale Vittorio Dabormida) : 2• bri · gata di fanteria - battaglione di milizia mobile - comando 2• brigata di batterie nazionali da montagna (maggiore Alberto Zola) colle batterie: 5" (cap. Giuseppe l\fottino), 6' (cap. Giu seppe Regazzi) , 7" (cap. Vittorio Gisla)), cioè in t otale 18 pezzi. · Colonna del centro (generale Giuseppe Arimondi) : ia bri_gata di fantcl'ia - l" compagnia del 5° battaglione indigeni ~ Batterie nazionali da montagna: 8" (cap. Vincenzo Loffredo), 11" (cap. Giuseppe Franzini), cioè in totale 12 pezzi. Colonna di sinistra (generale Matteo Albertone) : 4 bat · taglioni .indigeni - oomando della l" brigata di batterie da montagna - in digeni e siciliane - Xmagg. Francese-o De Rosa) colle batteri.e : 1• indigeni (cap. Henry), . 2" sezione (ten. Arnaldo Vibi) della 2" batteria indigeni (cap. Fabri), 3a (cap. Bianchini Edoardo), 4" (cap . Umberto Masotto), cioè in totale 14 pezzi (1) . (1) La 1a sezione (T en. Bald i) della 2•" baUeria indigen i era stata distaccata .-al ciglione d i Gundet; non potè quindi pa.rtcoipa.ro alla battaglia e soltanto -dopo s i ritfrò all' .Asmara. .22
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Capitano Giuseppe l'-'Iottino.
Capitano Vittorio G!sla.
·,apltano Giuseppe Rcgazzl.
Fig. 104 - I Comandanti ..t-?Jle tre batterie naz_ionali della Colonna Dabormida. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante GlraudJ.
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GLI l'.L'IN I,:HAlU OlllLL()) 'l'HI~ C() LO:-IKI,
Riserva, (generale Giuseppe Ellena) : 3• brigata fan teria - 3° battaglione indigeni - batterie tiro rapido: 1" :(cap. Vittorio Emanuele Aragne,1, 2" (cap . Domenico Man gi.a) - 1 compagnia trello, cioè in totale ,. .12 pezzi.
Cap!trmo Giuseppe Franzini.
Capit."lno Vincenzo Loffredo.
lfig. J.Oii - T Co nrnn<l:mtì de lle clue batterie nnzionn li della Colonna Ari mondi.
(dalla collezione del Capitano Avv. Costante Glraucl).
.,,
Le colonne Dabormida, Arimondi ed Albertone alle ore 21 muoveranno dai rispettivi accampamenti; la R.i~rva muoverà un' ora dopo ia coda della colonna centrale. La colonna cli destra segue la stra.da: colle 'l'zalà, colle G uldam, colle Rebbi Arienni. La colomrn ce11tl·ale <! la Riserva la strada da Adì Dichè, Gnndapta, colle Rebbi Arienni. La colonna di sinistra la s trada Saurià - Adi Oheiras tolle Chiclane Meret.
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L' Aft'l.'IGLIERIA :KELLE GUEim l~ COLONIALI -
gHl'l'HEA
Il Quartier genentle m11ovcrà in testa alla Riserva. Primo <>hhi(~ttivo : ia posizione formata dai colli Uhidane Meret e Rebbi Arienni tra monte Semaiata e monte Esciasciò: la cui occupazione verrà fatta dalla colonna Albertone a sini-
l!'ig. 106 , - Tenente Francesco iilaldi. (da or iginale della R. Accademia milltare).
stra, dalla colonna Arimondi al ce11tro e dalla, colonna Dabormida a destra. La, colonùa A.r imondi però, ove siano snffidenti le colonne Albertone e Dabonnida, prenderà posizione di a,spet to dietro cl ue brigate predette.
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Seguivano le avvertepze per la rnarda, per le dotazioni vi· veri e munizioni, per la fermata ad Entisciò delle salmerie non al seguito, nonchè le istr11zio11i per la sezione susssi tenza, per i servizi di tappa e per il parco d'artiglieria che dovevano essere pronti a muovere non a ppena avessero ricevu to l'ordine del Co · mando in capo. Si. disponeva altrei;:ì per lo stendimento della li-
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B,\TTEltlE DI ALB BnTONrn
Capitano Clemen te Henry.
Capi tano Alfo1~so F'abri.
Capitano Edoardo Bianchini.
Ca pitano Umber to Masotto.
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Fig. J.07 - j Co m:111fl:rn( i {lelle quattro ba lterie cl ella Colonna Alberto ne. (dal!!'. collezion e ct·el Capitano Avv. Costante Giraud).
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L, All'l'IGLIEH!A NELLl)J GUEHlm COLONIALI
lmJ T J.U::.\
nea telegrafica al scgnito del Quar tier generale, e per H fonzfo. namento, 11011 appena possibile, del collega.mento mediante tele grafia ottica tra il Coman do in capo e le colonne laterali. ed antistan ti. Era fatto espr<!SSO divieto di oltrepassare le punte late , rali cd i fia.11cheggiatori. ·
Cap. Vitt. Eman uele Aragn.o.
Capitano Domenico ì\,fangia.
l!' ig. 108 · I Coma ntl:Jnt i ù elle due batterie a tiro rapido della Colonna Ellena. (dà lla collezione del Capitano Avv. Costan te Giraud).
Second9 le istrur.i.oni verbali . ricevute dal Comandante in capo, la brigata Albertone (colonna, di sinistra) doveva andare ad occupare per le ore 5 del l" marzo - cioè mezz'ora prima dell' alba - il colle indicato nello schizzo distribuito ai coma,ndanti delle oolonne col Ii•o mé di Ohidane Meret (1), ed ivi attendere ulteriori- ordini per pro<;edere poscia, d'accordo colla brigata. D aborm1da, all' attacco delle alture di Maria,m Scioai.tù, alture
(1) Ne llo schizzo, clistl'ibuito dal Comando ai coman(Ùu1ti delle colon.ue, col nome di Chidaoe J\{eret era erroneamente indicato non gi.'.t il vero còlle Chidane Mei:et, ma bensì il colle Eraxà fra monte JDrarà e Monte Ra;jo.
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LA COLONNA DI SlNIS'l'llA - ALl:IEH'l'ONE
-::he, secondo le informazioni ritcvnte dal Comando in capo, si dicevano occupate. da una retrogunn1ia forte di 20.000 nomini comandata da; ras .!Ylaconnen; mentre le rimanenti forze ~ci-0ane dicevansi accampate verso Axum, ell iu parte già, in ritirata per ritornare alle loro case- Le informazioni perveuute a,l nostro Comando dall'acca,mpamento nemico aggiungevano che lo state, sanitario delle truppe sciòane ei-a pessimo; d1e ras Oli(~ era morto, che lo stesso Negus Menelik ,e ra ar:nruahlto, e cioè in conclusione tutti gli 'i nf.ormatoi-i erano coneordi ueU:alrer-mare e quindi nel far ritenere che fosse realmente << in0orninciata la dissoluzi.one cli qudla enorme accozzagli.a di geute annata>> -
Esamineremo ora il movimento delle varie colonne, comin tiando appunto da quella di sinistra (generale Albertone) che f u la prima ad impegnarsi. · La, brignta indigeni dell' Albertone era forte di 4 battaglioni (Turitto, Cossu, ·valli, Garn,erra) ciascuno di 850 fucili; delle band(! dell' Aèebelè G uzai comandate dal tenente Sapelli e forti di U376 uomini, edi 14 cannoni da montagna, riuniti nei reparti già precisati. · Lµ, l" battel'ia e la 2• se7Jone della 2" batteria era,].lo formate con personale incligeno; la 3" e la 4• batteda erano chiamate « batterie da montagnit d' Africu >) e provenivano da una batteria da, montagna del 22° reggimento d'artiglieria di sfan?:9 a P a lermo, batteria inizialmente formata, su 8 pezzi, distaccata a Messina nel di.cembre 189;:; e frazionata, in due reparti egualt dì 4 pezzi ciascuno. Le tre batterie e ill(~zza destinate alla brigata indigena del1' .Albertone furono raggruppate in brigata d' artiglieria agli ordini del maggiore . De' Rosa . In rappo1-to al personale ed al matériale, ment1'e le batterie da montagna nazionali erano costituite su 5 ufficiali, 6 sottufficiali, 90 caporali e soldati, 54 muli, 6 cannoni, 15 cassoni, 1 colonna munizioni di 8 cassoni, e 1 colonna viveri, le batterie da montagna d'Africa, provenienti daI 22° artiglier.ia, avevano in-
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Flg. 109 - Schizzo della i onn clelln battuglin cli .t.\duu aggio rnato da.ll'Istltu to Geografico 11:filitare nel 1934. (da « la Stori::t militare della Colonia Eritrea » dell'Ufficio storico)
OUDINI DI i\IARCJA ID DI OPBl:UZJONI
vece soltanto 4 ufficiali, 4 sottn:ffic.iali, 60 capora,l i e soldati, 4 cannoni, 36 muli, alcuni concluce-11ti indigeni. Per alleggerire le colonne e utilizzare le salmerie, il munizionamento regolamentare dei pezzi di 130 colpi per pezzo, venne .ridotto a 90, ed in conseguenza le munizioni e le soorte viveri esuberanti nonchè una ventina cli muli, per ciò eccedenti, vennero versati al parco d'artiglieria nella stesst~ giornata del 29 febbraio. Le batterie indigene (Henry e Fahri) erano pure su 4. pezzi ma avevano soltanto 3 nfficiali: esse porb1vano l'intera dotazione di munizioni. La briga,t a Albertone nello schieramento di Saurià occupava le posizioni cli sinistra sulle alture omoni.me. Occorre però tener presente che i 4 battaglioni indigeni che la componevano · avevano dovuto lasciare ciascuno da 80 a 90 ascari .a guardia delle salmerie, senza contare i distaccamenti che ammontavano ad oltre 500 uomini, i .feriti ed .i dispersi, tanto che la forza effettiva della brigata presente al combattimento, comprese le batterie bianche {siciliane), quelle indigene e le ban(\e, non raggiungeva i 4.000 uomini. Prima cli ini7,iare la. marcia il generale Albert,one riunì n, rapporto i comandanti di batta,glione ed il comandante della brigata d'artiglieria, ecl espose loro la situazione, l'incarico affidat-0 alla sua brigata e sommaria,mente i compiti assegnati al le altre. La rnarcta della colonna Albertone si iniziò alle ·Ore 21,15 nel seguente ordine : Avanguardia, : l° btg;. indig. (Tnritto) - bande dell' Acchelè Guzai (SapelH) - 1" comp. VI btg. indig. - l' batteria indig. mont. (Ilenry) - 2" sezione (Vibi) della 2" batt. indig. (Fabri) . Grosso: 3 comp. VI btg. indig. (Gossn) _:_ l' comp. VII btg. indig. -:-- 3" batt. mont. ·Sicil. (Bianehini) - 4~ batt. mont. sicil. (Masottc; - 3 comp. VII b~g. inclig. (Valli) - 3 comp. VIII btg. indig. (Gamerra) . Retroguardia : 1 comp. VIII btg. indig. L'ordine d'oper azione, in riguardo della brigata Albertone, istabiliva che il suo movimento doveva avYenire secondo l'itinet·ario S111:1rià-Adi Cheiras-Colle Chidane l\foret, e pertanto la -
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Dislocazione delle Brigate del Corpo di operazioni dal 13 al 29 febbraio 1896 I
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Fig. llO - Dislocazione delle brìgate del Corpo d i or>erazioni dal 13 al 29 febbraio 18!J6. (d a « la Storia m ilitllre della Colon ia Eritr ea>> d ell'Ufficio storico).
<:olon11a mosse regolurlllentc ull'Ma, prefissa giungendo all'incro do del l'iti nernrio Sumiù.-Acli Cheiras con la trasversale Adi Cln!i ni.s-Zat_tù verso le ore 23: in tale punto ed alla p redetta 01·a il gc11<'.i-a le Alhertone ~ così come egli stesso scrive nella sua Relazione - fermò la colonna « sia per accertarsi che le
batterie bianche seguisse1·,o Sf!nza sforzo, e sia per fare ricerca {1el fitaurari <l.i Za ttà, - nostro informatore - che desideravo {li condurre co11 me, conosceu<lo egli, ancor meglio delle altre guide, la località per la qna.Je ·eravamo avviati >>. Il percorso el'a c·osì stato di 4 a 5 chilometri. Dopo la, fermata. al piano cli. ½ai/ù, . la c:oìonna ripartiva col grosso alle -0re 23,25 giungendo ai p iani di G nnda,pta verso l'ora 1 di notte del 1° marzo. Con la <leno~'ninazione « regione Gundapta o Ghèn depta )), lo schizzo distribuito dal quartiet genen-tle in<lica,v a tutta quella solcata cla.i tre iti.nerari prescritti per la marcia ·delle colonne; la brigata·,Albei-tone, avendo però obliquat,o al-quanto a destra della, sua: <l i1·ettrke, dovette r,1ggin11gere la località di sosLH a.l di (]Ùà del pa.sso c[j ,N[urnat Amarai. Comunque H generale Albertone ordinò nua sosta cli ·clne ore prescrivendo .all'avanguardia di nrnove1·e alle ore 2,30. . Alle ore 2,30 il comandante clcll' avanguardia della colonna cen trale (Arimonéli) annuneiò di avei· preso il collega.mento col la brigata Al.bertone, e die la bdgata h1cligeni si trovava sulla strada che ln colonna Ari:mondi <lovevn, percorrere per giungere .sul colle Rebbi A rienni. La colonna, centrale riprese la marci:1 alle ore 4,15 ammas sandosi alle C!'':' G del mattino del 1° marzo a circa 3 chilometri ,di clistanr.a dal colle Rebbi Arienni.
P rima di muovere dal luogo di sosfa in rc~gione G-u ndapta; -e perciò fra le ore 2,30 e 3 della notte, il generale Albertone in-viò un biglietto a,l Com.melo in· capo informandolo « ch·e aveva raccolto tutta la, sna brigata al piano di Gundapta, che era a -conta tto ·Colla, brigata A rimondi, che h1 di lui avanguardia avrebbe ripresa la marcia per andare ad occupare il ·colle di Chidane Meret per l'ora fisHata, e che egli. si. s:\\rebbe mosso alla testa del grosso della sua brigata a1le ore 3 )). Aggiunse per ultimo che « sarebbe stato utile che la, hriga,ta del c~mtro ,(A:rimondi) appoggiasse ve1·so monte S<~rnajat.1 di dove avrebbe potuto proteggere -
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J/ AHT1GLIEnlA XtLLE GVEHHJ,) CO l~ONIALl -
EHITHEA
la sua brigata indigeni da un event nalc aggiram ento pro ,·enicnte da Mai 'iò, ovYero accorrere prontamente ove se ne toS$e rn ani.festata la neeessità >).
Maggiore Francesco De Rosa.
Ten ente Aiut. Magg. Guido Moltedo.
Fig. lll - Comando della 1a. brigata artiglieria montagna. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Gira.ud).
Alla ripresa della marcia dalh1 regione Gunda pta, in cau · sa del tracciato e delle condizioni della strada chL percorrere, l 'avanzata della colonna Albertone dovette forzatamente rallentarsi, cosicchè il grosso della colonna alle ore 4 fu costretto a sostare per circa 20 minuti perchè aveva raggiunto la coda del l'avanguardia, la quale, cosi come scrive nella sua Relazione l' Albertone « era stata costretta a sdoppiare, perchè la stretta gola tra monte Rajo e monte Semaiata consentiva sol tanto la marcia per nno >>. Consegue che purtroppo dalle 5 alle 5,30 il grosso della col-0nna Albertone stava ancora salendo penosamente lungo la strada tra monte Rajo e monte Semaiata, sfilando in quella stretta gola che non consentiva la marcia che per uno! -
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• 111nerarl Indipendenti h·a Sauri~ e la lOn a del Rato tracciati sulla base delle nOl iOm del 1erreno lor m1e dalla Ca,1a delr ls1ituto Geo9rafico Militore 1934 -XII e c he In realta furo no seguiti dalle colonne. salvo l' accennata d~vl.,zlone della colonna Albertonc . ,._;_ -
Fig. ll2 - Itinerari brigate. (da « la Storia m ilitare della Colo.nia Eritrea>> dell'Ufficio st orico).
Fig. 11;;; ·
L'it1110
gèn1:rale della b:lttaglia di Adua. (tillegato alla relazton~ tlel Gernnale Lambe1·U).
J./ A VANGU AHDJ.'\ or
ALBEnTONE AL CHIDANE _/lfEilET
Il maggiore 'l'uritto comandante dell'avimgnardi.a non doveva evidentemen.te sostare sul colle, ma, spingendosi innanzi quanto fosse stato necessario, doveva tenere a bada il nemico per dare tempo al grosso della brigata Albértone di arriva,r e e di potersi opportunamente· spiegare. Per quanto si riferisce alla batteria Henry e alla sezione Vibi della 2• batteria- indigeni del capitfmo li'abri, se alle ore 5 l'avanguardia 'l'nritto avesse occupato il colle Ohidane l\feret: i predetti reparti d'artiglieria-, che marciava.no in coda al bat· taglione d'avanguai'dia,, si sarebbero certo trovati a contatto dei reparti del Turitto o quanto meno in posizione di attesa nei pressi del colle, tanto più che il colle avrebbe g.ià dovuto essere oltrepassato dal battaglione stesso. Alle ore 6 incominciò il tiro di fucileria, ed a quell'-o ra il crepitio dei coJpi fu udito distintamente dal Rebbi Arienni e dal Rajo : lo stesso generale Albertone lo affermò nella sua Relazione, e d'altra, parte il tenente Guastoni, comandante ]a 4" compagnia del 1° battaglione ('l'uritto), scrisse che « mez7/ora dopo l'-occupa,i ione del colle, l'avanguardia fu attaccata da forti masse scioane >). Alle 6 l'ttlha era spuntata, da mezz' ora; ci si vedeva distin· tamente : ecl infatti il generale Albertone aveva potuto chiaramente scorgere « un esteso accampamento scioano, pari r1 quello che 15 giorni innanzi si scorgeva dalle alture di Saurià, alcune grosse colonne in movimento verso il colle Chidane Meret ed altre truppe in movimento verso Aclua )), tanto che giudicando il battagTione d'avanguat'èlia troppo esposto, decideva senz'altro di farlo ripiegare sul grosso prima ancora che il battaglione stesso fosse attaccato. La Relazione Albertone precisa che cc il grosso della sua brigata giunse poco prima delle Ol'e 5,30 su uno sperone breve e tozzo che staccandosi dalla propaggine sud del monte Semaiata, sbarra bi.'uscamente la valle e dista dal colle di Chiclane Me· ret poco meno di 3 chilometri>>. Aggiunse che e< disponendo l'aro massamento del grosso della sua brigata in quella posizione, che gli era p}1rsa for tissima e non facil.m.ente aggirabile, aveva in· viato il capitano Bassi, aiutante di campo della briga,ta, presso l'avanguardia. dove pure si era portato il coma,n dante la brigata -
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L' Al(TJ(JJ, UWIA NI::LLE G'U tmur:: COLONIALI -
ERI'l'REA
d'artiglieria maggiore l>e Rosa, meutre egli conduceva con se i due u:ffici a,li c1·ordinanza ed il cnpHa110 d'artiglieria Henry ». 'l 'utto questo induce a ritenere che le artiglierie dell'nvan gnnrdia cl oYernuo trovn,rsi an cora alq uanto ind i.etro.
F ig. 114. - Generale i\Ialteo Albertone. (dalla collez;lone ctel Capitano Avv. Cos tante Glntud).
La Rela zi.one Albertone cli0e Ghe a ll e or e 7 « il maggiore Turitto iniziava la, J·it.irabt , e alle 7,15 t rovavasi nuornmenre sul colle, seguito da presso da grosi,i stormi nemici. Ordinava allora al capitano Henl'y (1" batre-ria indigeni) cli sparare alcuni colpi sul colle, sia per controllare la distam~a mism'ata col telemetro, e sia per tenere in rispetto il nemico e dare così agfo al 1° battaglione di proseguire la ritirata ». P roprio pooo prima delle ore 7, e cioè alle 6,40 1 il generale Albertone dettava, ed alle ore 6,50 inviava al comandante in capo un biglietto per informarlo « che il battaglione di avanguar dia, poco dopo le ore 5 aveva occupato il colle Ohidane Meret; ~
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l<'ig . 115 - Combattimento della brigata. Albertone. (allegato a lla rela ~ion e del Gen erale Larnbcr tii'.
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337 -
L ' Altl'IG LI~HJ A NEL L1'J GU lmRE COLO?\I ALI -
ERI'l'REA
che, spintosi poscia -Oltre il c-0lle stesso in opposizione all'ordine ricevuto, il battaglione d'avanguardia si era trovato impegnato contro forze molto superiori; che egli (Albertone) aveva ordina to la ritirata del battaglione d'avangua,rdia, ritirata che egli avrebbe protetto dalla forte posizione sulla quale si trovava c-01 grosso della brigata; che riteneva di avere contro di sè una grossa parte delle fopze nc~miche e quindi gli sembrava utile che la brigata Dabormida avanzasse alla sua destra, e che una delle due brigate del .q,.. ,centro accorresse a rincalzo della sua brigata b1digeni >>· , ~,~, ·' Alle.5,30 il 'l'uritt-0 deve essere giunto al Rajo, e subito dopo, scorgendo le masse sdoane già in movimento, deve aver fat t<.• quello che doveva fare e cioè spingersi incontro per costringere l'avversario ad arrestarsi e per dar tempo al grosso della sua brigata di giungere ·e di spiegarsi sulla posizione che si doveva occupare. In quell'ora e cioè verso le 5,30 le nostre bat terie indigene non erano ancora giunte, oppure !Il-On erano in condizione di aprire il fuoc-0, giacchè alt rimenti il maggiore 'ruritto le avrebbe adeguatamente impiegate, ed il capitano Henry led il tenente Vibi non sarebbero stati d'altra parte inattivi rimanendo spettatori inerti e attendendo fino alle ore 7 l'ordine del generale Al bertone per intervenire nel combattimento, e sostenere col fuoco dei loro pezzi l'ava.nguardia impegnata nella lotta. Il maggi-ore De Rosa, comandante la brigata di artiglieria, non avrebbe certo mantenuto in silenzio le sue 4 batterie fino a quell'ora,· aspettando ad ordinare il fuoco soltanto allorchè il battaglione fosse stato costretto a ripiegare in ritirata ! Risulta pertanto evidente che il grosso della brigata Albertone d-0vet.te giungere in posizione mentre il battaglione cl'a.v anguardia stava facendo sforzi disperati per ritardare l'avanzata delle forti masse· sci-o~ne dirette al Rajo, t anto che la brigata. stessa dovette schierarsi affrettatamente per ce1:care di sostenere l'avanguardia. Sotto l'incalzare degli avvenimenti, tra le ore 6,30 e le 7 i l generale Albertone diede i seguenti ordini: - al ~oma,n dante l'artiglieria, maggi-ore De Rosa, di ap , postare le bat terie su di una vicinti posizione donde si aveva.
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338 -
Capitano Clemeute Henry,
Tenente Cosimo Carùso.
'l'enente Ernes to Gia rdino
l!'ig. 116 - TTJlìc:iuli della l" batteria mdigeni. /dalla collezione del Capit ano Avv. Costante Giraud).
-339 -
L' AR1'IGLlERIA NELLE GUERR!il COLONIALI -
ERI'l'REA
Tenente Arnaldo Vibl.
Capitano Alfonso Fabrl.
Tenente Francesco BalctL
Vig. 117 - t'fliciali della
za
batteria indigeni.
(dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraudl.
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340-
L: AT~'ACC:O ALl,A COLON NA ALBlmTOJ\E
estesa, azione su tutto il terreno a,n tistante, fino al colle di Chi . da.ne :M:eret (2600 hl.); - al comandante il VI battaglione di schierarsi sulla destra delle batterie ; - al <.:omandante il VII battaglione di collocarsi sulla sinistra; - al comandante l'VIII battaglione di a,mmassarsi in riserva a 7-800 metri dietro l'artiglieria. Le batterie proc-eclendo da de~tra a sinistra si schierar~no nel seguente \ordine: 4• (Ma.sotto), 3a (Bianchini), 2" sezione (Vibi) della 2• (Fabri), e l" (Henry) . La l' batteria (Henry) iniziò il fuoco certamente dopo le ore .7, e cioè fra le 7 e le ?,30, facend-o forcella su un grosso reparto scioano a distanza di 2000 metrj, .quindi tutte le batterie iniziarono il fuoco sparando con tiro piuttosto lento fino alle ore 8,30. · In quell'ora, il generale Albertone riceveva dal Comandante in capo, che si trovava a Rebbi Arienni, una richiesta di notiziE' ed alle ore 8,40 1' A.lbertonc rispondeva : « che egli si trovava colla sua brigata schierata in forte posizione (1) sulla quale l'avanguardia aveva ordinatamente ripiegato ; che egli si riprometteva ~i tenere testa al~e forze soverchianti del nemico, e che pertanto gli pareva sempre più necessaria l'a,vanzata della brigata Dabormida a destra e della brigata Ellena a rincaho )). l\fa nuove forze n·emt~he sopravvenivano i ntanto costringendo !'artiglieri~ ad acc~lerare il fuoco dividendosi t bersagli, e obbligandola ben prest<;:> a sparare a mitraglia; mentre 1~ rise~·ya della, colonna Albertone1 oostituita dall'VIII battaglione e ammassata a circa 709 Il:letri dietro la linea dei pezzi, era chiam~ta. ad avanzare fino a 1~0 metri dalle batterie stesse. Il fuoco della brigata d'artiglieria fu micidiale, grossi reparti nemici abbandonarono il campo in disordine, altri si arrestarono, una batteria, nemica appostata a 3500 metri di diBtanza cessò il fuoco; B pertanto mentre l' Albertone si propone· va di sfruttare questo momento di panico e di sbigottimento dell'avversario per lanciargli contro la sua Riserva, altre masse (1) Il colle su cui l' Albertone schierò la sna brigata pr<mde nome di Adrli Becci (C. Conti Rossini : cc La ,battaglia di Adua ll, Napoli, 1939).
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341-
r/ AR'.L'IGLil);R I A
NELLE GUERREJ COf,ONIALf -
1
Ca pi tano Edoa rdo Bianchini.
f<:IU'l'HEA
Tenente Chuseppe Borett1.
I
Ten ente Giovanni Pectini.
Tenente Ernesto Cordella.
Fig. 118 - Ufficiali della 3• batteria montagna d ' Africa. (dalla collezione del Capitano Avv. Costa n te Giraud).
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34.2 -
GLI EHHOlU DELLO SCHrnHAMEN'.I:0
nemiche apparvero sulla sinistra delle batterie, e poco dopo da ogni lato irruppero . colonne .scioane. Alle ore 10 le nostre batterie indigene, n\~lle q 1ia.1i sottufficiali bianchi avevano sostituito i puntatori indigeni uccisi, avevano l~saurite tutte le munizioni e, tentando invano di caricare i cannoni per salvarli, il ma,ggiore De Rosa mandò ad. informare il generale Albertone che fa ia batteria e la 2"' sezione della 2", ormai prive di muni1.ioni, erano costrette a ritirarsi, mentre la 3" e la 4~ batteria erano ridotte a pochi colpi. « Lo -so, replicava il generale Albertone al tenente Guido Moltedo, lat<>re della comunicazione del De Rosa, che le batterie nere si sono ritirate: dica a.J maggiore De Rosa che le batterie bianche dev-ono sparare fino all'ultimo colpo: ufficiali e soldati si faccianò uccidere accanto ai loro pezzi )). E tutti ubbidir-ono ! Il maggiore De Rosa, già ferito e perciò -sdraiato presso un cespuglio, a tale ingiunzione si limitò a dire al suo aiutante maggiore: « ìVJoltedo, non c'è che fare! ... moriamo assieme».
In sostanza, il combattimento della brigata Albertone si. svolse tra il monte Rajo ed il monte Sema,jata, anzichè fra il monte Raj,o ed il monte Erarà, come era nelle interizionì del Comando, e pertanto la brigata Albertone non potè giungere in tempo utile, cioè prima dell'alba, per scegliere posizioni d'ar . tiglieria e di fanteria atte a resistere all'attacco di una forte massa scioana, quale quella che si rovesciò sopra, dJ essa. La d{~dsione cli schierare · i 14 pezzi delle tre batterie · e mezza in poco più di 70 metri di front,e in una posizione dominàta e non protetta ebbe per conseguenza che le artiglierie, concentrate. in un picoolo spazio e scoperte alla vista ·del nemico, risentirono tutti gli inconvenienti che si d-ovevano fatalmente incontrare da tutti i reparti in uno spiegamento frettoloso: ciò malgrado le nostre truppe si comportarono bravamente rei;iistendo per circa tre ore a forze nemiche assai superiori.
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343 -
L,AH'L'IGLIE:RI,\ :'ì:I•,L LE GU IBR B0 COLONIALI -
Castelli
Ma~o tto
ERITREA
Ainis.
Fig. 119 - Utlìcia li "dell'eroica batteria Siciliana del Capitano Masotto (4' batteria montagna d'Africa) .
34-1
IL VALOH I, DELLI~ HAT'l'EHII•:
L'avversario, che ir~dubbiumentc era sta.to preavvertito clella marcfa in avanti del nostro Corpo di operazione, aveva avuto tutto il tempo per prendere le necessal'ic misure di sicurezza per il suo esercito, e d'altra parte non era concepibile che una massa nemica tanto ingente fos~e raccolta, nella conca di .Adua
. ffig.
120 , L'eroica bàtteria Masotto.
senza che fossero stati preventivamente disposti dei distaccamenti ai colli e sulle quote più elevate, disposi?:iione del resto caratteristica e costante degli abissini anche in periodo di pac~. L'avversario poteva cosi lanciare questi suoi distaccamenti contro l'avar1guardia della brigata avanzante e impegnarla e trattenerla per dare tempo alle restanti proprie forze di mettersi in movimento e di arrivare. Poiché l'attacco in forze per parte del nemico si pronunciò dopo le ore 9, uno sguardo alle distanze dice che dagli accampamenti scioani per giungere all'allineamento Rebbi Arienni monte Rajo occorreva precisamente il tempo intercorso tra l'inizio del combattimento (,ore 6) ed il momento in cui le batterie furono costrette « ad aprire il fuoco a mitraglia sui nume rosi bersagli che loro si offrirono (ore 9) )). Dalle ,o re 9 alle 10 le batterie fecero prodigi, <~ gli episodii di valore furono epici. Il comandante della brigata, maggiore De Rosa, rialzatosi perwsa,mente in piedi, durante l'estrema fase del tiro a, mitraglia « camminava lento ed impassibile fra le sue batteri.e, le mani nelle tasche del pastrano; seguendo con in-
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r/ ARTIGLIERIA
Nil:LLJ<: GUEURID CO LO?sJAU -
ERITREA
teresse il tiro a mitraglia, tranquillf:Lmcnte come ad una esperienza, di poligono)). Disparve nella mischia furibonda, assieme al suo aiuta,nte maggiore tenente M·oltedo. I'
Sergente Salvatore Tripepi
Furieré Nicola Patrone
]'ig. 12'1 - Sottufficiali della l• brigata d'artiglieria decorati con medaglia d 'argento. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraùd).
Le batterie indigene furono travolte nella ritirata. Caddero il capitano Henry ed .il capitano Fabri; i superstiti, tenenti Caruso e Vibi, tentarono dì mettere nuovamente in batteria, ma furono sopraffatti. Il tenente Vibi cadde crivellato di colpi ed il sùo aùenderite Idris rrutai ·si strinse al corpo del suo ufficiale per difenderlo dallo scempio brutale e feroce che gli avversari andavano compiendo. Il tenente Caruso ed il fu. riere Patrono caddero prigionieri. Le due batterie da monta,gna d'Africa (siciliane) con calm·a imperterrita contin.uarono ordinatamente a fulminare l'avversario cercando di permettere e proteggere la ritirata delle nostre fanterie, ma la morte andò rapidamente falciando anche questi eroici artiglieri. -
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EI.K!\CO DI EHOl
Il <:apitano Bianchini, ùopo di aver ordinato ai serventi di effettuare il servizio resta:i:ido in ginocchio, salì su un cofanoàttrezzo dei 3° pezzo 1per incuo_rare i suoi cannonieri: stramazzò 0olpito da una palla al ventre; e tJoco dopo, colpito alla tempia, <::acide il tenente Giu:,;eppe Horetti, che da solo caricava., puntava e sparava imo dei suoi pez:~i. Il capitano Masotto ,n ell'infuri.are della ,battaglia, per calmare l'orgasmo clei suoi artiglieri ordinò freddamente: (( SO· spendete il fuoco ! )) e non lo fece riprendere se non q ua:ndo fu sicuro che i serTenti puntassero con calma. P.oco dopo, ·già fe. rìto alla mano destra, egli cadde eroicamente sul ca,mpo, mentre tentava di farsi larg,o a colpi di riv,o ltella. ' Morirono da prodi i tenenti Emilio Ainis, ucciso a sciabo· Jat:r, fra 'i pezzi; Eduardo Saya e Gnido Castelli, vendendo cara 111 loro giovane vita : il tenente Saya, f.erito alle gambe da due proietti, si attaccò colle mani ad un albero e ùontinuò a dirigere il fuoco della sua sezione; il tenente Giova,nni Pettini .sebbene ferito riuscì a ritirari,,i.; il tenente Ernesto Cordella, più volte f.erito in un a lotta di eorpo a ,eorpo, fu catturato.; il sergente Tripepi cadde dissanguato; il caporale Salto ebbe la t~sta spae.c ata; il oonducenté Pessina ferito al braccio, consegnò il suo mulo :ad un altro conducente dicendogli « ttbbi pazienza; torno subito!)). E tornò . Il soldato Fa-zio colpito a.ile gambe mentre caricava il proprio pezzo, precipitò -a terra, ma, pur rimanendo in quella posizione .e dolorante per la ferita. eontin~ò egua,l mente · ad effettuare i1 carica.mento · del suo cannone. Il sergente Brunetti, f.eri.to ad una gamba, rimase ai pezzi :fino .a quando i proprii ufficiali gli ingiunsero perentoriamcntt, di doversi. allontanare: egli ~rrivò aU' Asmara crivellato da ben dodici ferite, dopo quindici giorni di privazioni e di stenti di ogni genere. Il sergente Pol{~tti, ferito alle gambe, non potendo più reggersi in piedi si sedette per terra contim1ando a graduare le spolette ed a, cornandarf; il -servizio del proprio pezzo. Il caporal maggiore Lanteri, gravemente ferito e perciò costretto a recarsi al posto di medicazione, ritornando in batteria reclamò il post o di capopeM-0 che in sua assenza era stato assunto da un a1tr,o graduato, ma-, n uov1llnente ferito e minorato nei suoi movimenti, venne catturato. Il soldato Rossi Vittorio che -
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Fig. 122 · Sicomoro a Nord Est del Rajo, posto di medicazione della
Brigata Arimonclì. (da fotografia or iginale del Dr. Enzo Parona)
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LA COLO;-;J\"A DABOU J) UDA A Hlèf:Bl 1\RH:Nl\I V
aveva in oonsegna il cofano della, conta,bilità e della, cassa con circa trè mila lire, dopo venti giorni di una faticosissima marcia potè giungere all'Asmara col suo prezioso carico consegnando· integralmente il denaro . · Le perdite furono enormi. Le batterie spararono complessivamente 1240 colpi, dei. quali oltre 1000 a 111:eno di un chilometro di distanza. Il primo tempo clella batt::Lglia si chiudeva così col sacrifici-O delle batterie che aveva.no sparato fino a,l l'ul '. tf.mo colpo, e eoll'immolazione dei battaglioni che per vari(' <n:c avevano i·esistito in condizioni difficilissime ed in ,posizioni sfa' vorevoli a forze assai superiori. · :È pertanto lecito di osservare che· se la colonna .Albert-0ne avesse potut-0 giungere prtma dell'alba e cioè alle ore 5 sulle ;. posizioni, sulle quali effettuò il suo sehiera.mento, ,essa avrebbe ~ avuto tutto il tempo per si.stema,r si 0onveni entemente coll<~ sn<.· batterie e coi su-oi battaglioni in.modo non soltanto cla resi8tl're all'attacco, che purtr-0ppo invece la travolse, ma altresì da cfar tempo ai rinforzi di accorrere in suo a,iuto: avviluppr1ta sii11a. sua destra e sulla sua, sinistra, la brigata Albcrtone fu cost.,,.Pt+a. a preponderare verso le stremità dello schieramento progettato. frustrando cosi ,ogni tentativ-0 del Comando in capo per ri n1.ediare alla situazione -che in conseguenza era venuta a crearsi.
La brigata Dabormida, seguencl-0 l'itinerario fissatole, alle ore 5,15 era giunta senza inconvenienti al colle Rebbi Arienni, nel seguente ordine : Reparto esploratori - 1 comp. indig. chitet di Asmara (Sermasi); battaglione inclig. M:.M. (De Vito) . .Avanguardia - VI battagl. (Prato) del 3" regg. fant.; comando 3° regg. fant. (Ragni). Grosso - X battagl. (De Fonseca) del 3° regg. fant. ; comando .della 2• brigata artiglieria cla. montagna (magg. Alberto Zola); 5• batt. rnont. (cap. Mottino); ()a batt. mont . (cap. Regazzi); 7a batt. mont. (cap. Gisla); V battagl. (Giordano) del 3° regg. fa.nt.; 6° regg. fant. (Airaghi). · -
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·•
Addi Becci dove sorge la tomba-ricordo delCapitano Masot to e delle batterie siciliane.
La croce eretta in onore della
br igati\ Dabormicla.
Fig. 123. (dagli originali fotografie! del Dr. Enzo Paron 9.)
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]'ig. 124 - iVIouu mento alle batter ie Siciliane in Messina .
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L'ARTIGLIERI A NELLE GUEltRE COLONIALI -
Retroguardia -
E RI'l'RIDA
1 plotone del XIII battagl. del 6" regg .
.fant .. Le relazioni parziali dei varii comandi dipendenti dalla brigata, Dabormida concordano :'.'.i·9 loro e anche in riguardo delle batterie che << verso l'alba stavano per giungere sul colle>). In ,quell'ora; sotto la scorta di una compagnia indigeni di milizia
E'ig. 125 - Generale Vittorio Dabormida . (dalla collezion e del Capitano Avv. Costante Gira.ud).
mobile, il comandante della brigata d'artiglieria magg. Zola ed i tre comandanti di -batteria si portarono ad esplorare e riconoscere il terreno per scegliere posizioni adatte per le postazioni dei loro pezzi e per lo schieramento complessivo delle lo. ro batterie. Altrettanto fecero i comandanti di battaglione e lo stesso generale Dabormida comandante della brigata. All'alba, il generale Baratieri che aveva marciato tra le due colonne centrali - Arimondi ed Ellena -, giunto a poca distanza dal Rebbi Arienni, ricevette avviso dal generale Da-
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=u•c:Je:
f
F ìg. 126 - Combattilllento della brigata. Dabormida. (allegato !alla relazione del Generale Lamberti). I
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L' AlffIGLIEH IA !\ELLE GU €HRD COLO.\'IALI __:_ ERITREA
bormida che la sua avanguardia alle ore 5,15 era arrivata al colle e, trov:atolo sgombro, lo aveva occupato; che egli (Dabormida) continu~va a perlustrare il terreno antistante cercando il contatto ç,olla brigata Albertone. Mentr·e il generale Baratieri alle ore 6,30 giungeva al colle Rebbi Arienni., si udì. nn c1·epitio di fucileria << alquani,o vivo oltre il colle di Ohidane Meret in direzione éli Adua, ma a distanza, maggio!'(~ di quella che si Sf.Lrebbe a,s pettato )). Es identemente questo rumore er1;1. dato e proveniva, dall'avanguardin: comandata dal 'l'uritto che tentava di argin.are l' azione di quei 1
Maggiore Emilio Zol:,..;
.
\'<men te Aiut . Magg. Ottoniello · Ba seggio.
Fig . 127 - Comando della 2" brigata artiglieria montagna. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
dista:ocam.enti scioani, ai quali già è stato fatto cenno, per impegnarli e dare cos'ì. tempo al grosso della, colonna AJbertone di arrivare al colle, di occuparlo e di ammassarsi. -
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I RILllWI
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LE CONGET'l'ORE DEL COMANDO
Il generale Baratieri nella sua Relazione del 7 marzo scrisse: « attribuendo senz'altro il fuoco (da lui udito) al.la testa della brigata A.lùertone, ordinai al generale Dabormida, che allora tornava dalla pedustra,zione, di occupare celeremente due alture poste .fra 700 ed 800 metri dinnanzi al colle Rebbi Arienni, a destra ed a,. sinistra della strada; cd in pal'i tempo ma,n dai ordine al generale Arimondi di occupare il colle Rebbi Arienni ». Intanto fino a quel momento nessuna comunicazione del generale Albertone era ancora pervenuta al Comandante in capo, tanto che l'unico presunto segnale rivelatore della brigata Albertone em stato il crepitio del fuoco di fucileria che dalla posizione di Rebbi Arienni si era udito oltre il colle Chidane Meret, segnato sullo schizzo del Comando e che la brigata indigeni doveva occupa.r e. Il generale Barati.eri doveva quindi ritenere per ce1·to cbe il colle Chitlaine ì\'.Ceret fosse stato tempestivamente occupato e che sul davanti cli esso si facesse alle schioppettate, mentre non potevano sorgere in lui preoccupazioni di sorta al riguardo, atteso che a quell'ora l'atmosfem era perfettJ1imente chiara e ci si vedeva quindi bene e a distanza, mentre poi viceversa il cannone non faceva ancora comunque udire la sua voce. Riportandoci -01·a al!'.ordine di ,operazione N. 87, rileveremo che in esso l'occup,azio11e dei colli Chidane Meret e Rebbi Arienni era prevista per le tre brigate rispettivamente : A.lbertone a sinistra, Ari mondi al ceu tro, e Dabormida a destra; però nello stesso predetto ordine era ancora scritto « ove siano sufficienti le brigate estreme Albertone e Dabormida, la brigata centrale Arimoncli prenderà posizione d'aspetto ». I due colli essend-o sgombri, la brigata, A.rimondi sostava dnnque a circa 3 chilometri dal colle di Rebbi Arienni. Il fuoco di fucileria che ve1·-so le 6,30 era stato udito dal CQ1nandante in capo, lo aveva indotto a chiamare la brigata Arimondi per farla avanzare e prendere posizione sul · Rebbi A.rienni, disponendo intanto che la brigata Dabormida si spostasse in aval)ti pe1.· mettersi nelle coHùizioni potenziali cli « dare la. mano >> alla brigata Alber tone, e cli tenersi collegata coJla brigata Arimondi.. Tali provvedimenti del Baratieri tenél.evano sovratutto a
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F'ig. 12S • Gli ufilclu'Ji clella 011. Batteria montugon. in partenza da Oone gliano per l'Africa Orieutale. (da slnistra : ten. Luzzattl, cap. Regazzl, ten. Vit.'\ Levi, ten. Vacca-Maggiolini).
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Tenen te Enrico Bargoss!.
Tenente Camillo Bass!gnana.
Ca pi tano Giusem;e Mottino
Tenente Ambrogio '.Bollati.
Tenente Gia como Gar etto.
Fig. J20 - Ufficiali della 5• ùat t~·ria montagna. (dalla collezion e ciel Capitano Avv. Costante Girnud) _
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Tenente Attilio Fr~nchini.
Tenente Carlo Racina.
Capitano Vittorio G isla.
Tenente Lucia.no Ferigo.
Tenente Giuseppe Chevalley.
Fig. 130 · Ufficiali della 7" batteria montagna. (dalla collezione del Ca pitano Avv. Costante Glraud).
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VAHIAN'.rr '."l'I<:LLO scrnEn.nn:NTO
chtarire la situazione che in quel momento restava in parte aucor"3i ignota e quindi ineerta, perchè fino allora nessuna comu nieazione del generale Albe1·tone iLveva potuto pervenire al generale Baratieri. Intanto il capo di S . M. del Corpo d'Operazione colonnello Valern;ano , che, dopo di aver inoontrat o il generale Da,bormida, si era spinto innanzi) dalle altnre di monte BeJlah osservava il panorama, che così veniva poi da lui descritto : « sul davant i e un poco a destra si apriva il vallone di l\fariam Scioaitù in fondo al quale discernevasi vh;ibilmente un accampamento nemko che ritenni essere quello di Mar,onnen, dò che fu poi conferma,to . Sul davanti pure, ma direttamente di · fronte, ergevasi un)altnra di aspetto roccioso; ancora sul davanti, ma un poco a sinistra, una larga insellatura, e più lungi e sul ifianco sinistro le alture di Abba Garima. In questa ultima direzione mi venne fatto di ,osservare come delle colonne che si muovevano in senso di allontanamento dn,l la posizione in cui mi trovavo e le cui teste stavano per raggiungere la sommità della larga insellatuta -o ra detta. Mi fil facile argui.re ·che fosser-o le truppe del generale Albert one le quali si erano avanzate al di là della posizione, c}).e; seco11do gli. intendim enti dei Comando, a;vrebbe dovuto occnpare, posizione che '.f;rovavasi alla mia sinist ra al di là di monte Rajo) al quale .si collegava l'altura sulla qual.e mi trovavo)). Dalla precedente narrazione risulta pertanto che il Mlon nello Valenzano ,.fu tratto in -equivoco ritenendo che le colonn e da lui osservate fossero di nostre truppe indigene d·e lla colonna Albertone, mentre invece erano band.e scioane av\rersari.e, che effettivamente apparivano aUontana,ntesi da lui , giacchè andavano a rincalzo di quei repa,r ti -e distaccamenti nemici che, appunto in quell'ora, attaccavano il maggiore Turitto. Il generale Baratieri , che alle ore 6,30 era sul colle Rebbi Arienni, e-0nferì col Dabormida e 001 Valenzano, e si spinsf~ anzi oon essi sul monte Esciasciò (a, ci11que minuti di cammino dal colleì, ed acc-ogli6:iìdv l'ic1c& di qutbt' ul timo dispose pen;ì1è . la brigata Dabormida procedesse lung,o il vallone di Mariam Scioaitù, in direzione dell'accampamento nemico, cercando di
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J/AR'.l'IGLIIXRIA :NIDLLJJ) GUERRE COLONIALI -
lll!HTHEA
collegarsi a sinistra colla brigata Albertone non appena il terreno lo oonsentisse. _ Emannite le necessarie disposizioni per chiamare sul colle la brigat~ Arimon.di e per modificare lo schieramento della brigata Dahormida in dipencl.enza della suggestione del Valenzano, alle ore 7 il Baratieri inviò un biglietto al generale Alber tone chiedendo notizie. 'l'enuto conto di quanto riferito dal colonnello Valcn?,ano, il Comando in capo fu iµdotto ad abbandonare il primitivo progetto di schieramento, sostituendolo con quello consistente nel mandare la brigata Dabormida nel vallone di Mari.am Scioaitù per cercare cli collegarsi colla brigata indigeni dell' Albertone : la brigata Dabo;rmida per sboccare nel vallone di Ma riam Scioa,i tù discese con due -o re cli marcia lung,o la valle del Mai Ghedarai segtHmdola nd suo sviluppo, purtroppo v,olgente verso destra. Osserveremo in seguito l'azione della brigata Dabor·mida, evi. dentemente diretta contro quegli estesi accampamenti scioani che il colonnello Valenzano a,veva scorto da monte Bellah e quindi mostrato al generale B:J!'atieri sta,ndo sulle vicine alture dj monte Esciasciò.
* * * Passiam o or-a ad esaminate l'azione della brigata centralé Arimondi che, come si è detto, venne chiamata ad occupare c-011 urgenza il colle di Rebbi Arienni; tale chiamata non potè pertanto giungere all' Arimondi che dopo le ore 7. Con la_.s ua colonna l' Arimondi sostava in posizione d'aspetto ai piedi del colle Rebbi Arienni ·ed a distanza di 3 chilometri da esso, e cioè nella regione di Gunà.apta. Il generale Arimondi, che intanto erasi spinto avanti, aven · do udito il crepitio della fucileria e qualche colpo di cannone, decise di far avanzare la sua brigata : proprio in questo stesso momento glì pervenne l'ordine del Baratieri di portarsi sul colle Rebbi Al'ienni, -e, giungendovi poco dopo, lo trovò ancora in gombr,o dalle batterie d'artiglieria appartenenti alla brigata Da bormida. -
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P ìg . lol . Com batt imento ùclla bl'igata Arlmo ncli. (allegato alla relazone 1 d el Genera.le Lambertll.
r/ ARTIG LIERIA NEL LE GU!!,fW E COLOKTAU -
IDJ1IT REA
Il generale Arimondi ricevette allora l'ordine di occupare colle sue truppe << la sella a sinistra .(sud) del Rebbi Arienni, formata dal monte Rajo ad est, e da una montagna cli forma allungata da nord a sud che, per chi guarda dal colle Rebbi Arienni, ha la forma di un traversorn~>>.
/
Fig. 132 · Generale Giuseppe Arim oncli. (dalla collezione ò<>l . Capit ano Avv. Costante Girkud) .
La brigata Arirnonèli mosse nella direzione indicata incontrando alle ore S,15 un · indigeno 'disarmato, appartenente alla brigata indigena, latore del biglietto del generale Albertone col quale questi chiedeva << l'avanzata della brigata Dahormida sul la sua destra e il rincalzo di una delle altre due brigate>>. P.er quanto la colonna Artmondi avanzi celermente non può però giungere iu tempo ad u;:·I·estare la ritirata della colonna indigeni dell' Albertone: il Quartier generale della brigata Arimondi prende posto su cli << un terrazzo o scalino ad ovest del -
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·
Tenen te Andrea Pìcone.
Tenente Marco Ga rezzo.
Ca pi tano Vincenzo LoJiredo.
Tenente· Ettore Ardisson.
Fig. 133 - Ufilcialì della sa. batteria montagna. (dalla collez;ione del Capitano Avv. Costante Giraud).
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L' AH'.J.'IGLIERIA NELLE G UERRIJl COLONIALI -
Capitano Vltt. Emanuele Arngno.
ERI'.l' REA
Tenente Giuseppe Cavallazzì.
Tenente Vincenzo Carlesimo.
Tenente Roberto De Gennaro.
F ig. 134 - Ufficiali clella 9"' batteria a t iro r apido. (d alla collezione ciel Capitano Avv. Costante Giraud).
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I VlOLEN'i 'I COMBAT'l'li\mX'fT
Rajo, punta da cui si inizia, la valle per la qua,le si accede al colle Chidane Meret )) ; i battaglioni della brigata Arimondi apro no il fuoco, e anche la batteria Loffredo, giunta, per prima in posizione, inizia il tiro . A questo punto la, Relazione snll!l battaglia di Aclua « Gombattimento colonna Arimondi >> in riguatdo al 0ombattimento della colonna Arimon<li dice: << l'àrti.gli.erfa della colonna Albertone tace )) ; ne consegue che la brigata Arimondi deve essere giunta sul Rajo non prima ·delle ore 10. :i\fa, soggiunge poi ancora : << non si vede l'effetto del tiro essenclo il nemico a frotte rade; la massa fuori del tiro del cannone )) : e tale precisazione ci. mette in condizione di stabilire che a1lorquando la brigata Arimondi entrò in a.zione la b1;igata Alhertone aveva già superato il colle Erarà e discendeva. La Relazione predetta, indicando precisamente quel colle che si sarebbe dovuto invece tenere, soggiunge : .« si sono ritirati per il colle che stà tra il Rajo e il Sema,i ata, )). La brigata Ari.mondi è subito impegnata contro un avversario che essa non vede ma. che le infligge per dite rilevanti. Alla s··· batteria da montagna Loffredo si affiança, giungendo · dalla colonna Ellena di riserva, una batteria a tiro rapido, e l'epica lotta deUa brigat8; A:rimoncù si accencle con crescente violenza fino al sno fatale epilogo.
** * La brigala, Arimondi disponev::1, della sola 8" batteria da montagna, (cap. Loffredo) perchè l'altra che le era destinata, e -cioè l'1l3 cla montagna (cap. lì'ranzini.), era in movimento da ::Mai Gabetà per raggiungere la colonna. L'S.. batter·ia, guidata cora,ggi.osamente dal suo Comandante, capitano · Loffredo, fu costretta a prendere posizione sotto il t irò di fucileria degli scioani appostati tra le rocce, e subì le prime perdi.te mentre ancor::L stava scal'icanclo i materhLli per mettersi in batte-ria·: t>ssa sparò i colpi della linea dei pezzi e dJuelli della colonna nrnnizioni, ehe <::on grande stento poterono .arrivare in batteria. -
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l !'ig. 11:lG. -
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C11pitano Giuseppe l!'ranzini con gli Uflìciali della sua batteria (11• montagnn).
A CORPO A CORPO SU I Pl!)ZZI
Ucciso fra i cannoni cadde, colpito al petto, il tenente Giu seppe Ouccatti, continuando agonizzante ad incuora,r e i propri serventi: sui loro pezzi si sacrificarono i tenenti Marco Garezzo e Ettore Ardisson : il capitano Loffredo fu catturato dagli scioa,ni. I pezzi non poterono essere trasportati, ma dagli stessi serventi vennero degradati nei loro congegni e quindi resi inservibili. Il soldato Casciani si ca.r icò il proprio pezzo sulle spalle e si trasciriò con esso :finchè' fu costretto ad abba,n dona,r lo; il tromb.ettiere Soldati raccolse le · cartuccie abbandonate dalle · / truppe in ritirata e le distribuì tra i suoi commilitoni; l'atten. dente Guglielmotti abbandonò il muletto, col quale poteva mettersi in salvo, per non lasciare il cavallo del proprio Ufficiale. Colla brigata Arimondi presero p~rte all'a,zione le due batterie a tiro rapido, comandate rispettivamente dal capitano A.ragno e dal capitano Mangia, della brigata Ellena, chiamate all'uopo dal Baratieri. Alle ore 9,30 queste due batterie ricevettero ordine di portarsi iù aiuto della c-olonna Arimondi, ma trovarono la strada ingombrata dall'Ha batteria da montagna (Franzini) che con splendido slancio, benchè spossata dalla lunghissima marcia, incitata dall'esempio del suo comandante, accorreva sul luogo della battaglia. I muli ruzzolavano per la ri· pida e malagevole salita, ed il fuoco clel nemièo infliggeva rilevanti perdite a questa batteria. tanto da costringere il capitano Franzini ad ·ordinare il, trasp~rto déi pezzi a braccia. Ma non fu possibile : il I 1'ranzini, già ferito, ordinò allora di togliere · gli otturatori e di predpitare i pezzi nei valloni, di difendersi ooi moschetti e di resistere sul posto ; e gridando di voler mori.re fra i suoi cannonieri fu ucciso in barba:ra lotta di oorpo a corpo. P er la fitta gnagnuola dei colpi nemici il solo pezzo del caporal maggiore Scotti potè dai propri serventi essere collocato in posizione ed aprire il fuoco, mentre tutti gli altri nomini della batteria si dh,tesero in catena e ricorrendo ai propri moschetti resistett<:'!ro in difesa dei loro cannoni finehè ebbero cartucce. Le due batterie a tiro rapido si postarono sulla destra della batteria Loffredo: la l" batteria di testa; comandata dal capi-
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1
L All'l'IGLIIDRIA NEL LE GUERRE COLONIALI -
CaI;>itano D0n~c::11co M.a ngia.
Tenente Tullio Ponta n i.
Tenente Emi!:o Scallaro.
,,
ERITREA
'l'en ente Fiorenzo Fra ncone.
Fig. 1:1G - l;flki ali della 10° batter ia a tiro rapido . (dalla col:ezione del Capita no Avv. Costante GirauC!).
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DISTRUZIONI!) DI PIDZZI
tano Aragno, cominciò ad avere perdite p~'ima tmcora di riuscire a mettere in batteria : caddero il tenente Giuseppe Oavallazzi e metà dei serventi della linea dei pezzi; morirono tutti i capipezzo ; il tenente Roberto De Gennaro fu dapprima ferito gravemente e quindi poi catturato. P ur tuttavia la batteria Aragno, che dal fuoco a 1000 metri passò immediatamente a 300 me-
Tenente Carlo Montai to addetto ai" Comando· ln capo
Tenente Giuseppe Tarlarini della 11~ batteria mont. Fìg. 137.
(dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
tri, potè resistere per circa un'ora, ma vista ormai inutile ogni resisteuza ed impossibile la ritirata, il capitano Aragno ordinò di rovesciare i cannoni nel fondo valle rende11d-0Ii inservibili, e poco dopo egli fu atterrato ed ucciso in un'ultima suprema difesa di corpo a corpo. Il capitano :Mangia colla sua 2• batteria a tiro rapido gim11;c iu posizione verso le ore 11. La batteria fu anch'essa ac-
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r/ AR'.l'I GLIERIA NELLE GUERRE COLOSIALI -
ERI'l'REA
colta dalla fucileria nemica prima di scaricare il materiale: caddero parecchi quadrupedi e molti uomini. .,,c1 il tenente Emilio Scalfaro fu gravemente ferito.
]'ig. 138 • Il monumento al Capitano Giuseppe Franzini in Alessandria.
Questa batteria aprì il fuo co a 1.400 metri per poi r a.ccor · ciarlo subito ad 800 metri, e, costretta a di.vidersi i bersa,gli, esegui un tiro celetissimo che arroYentò i ca.nnoni. Vista impos-
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@PICA RESISTENZA Sl•'OH'rUNATA
sibile qualsiasi resistenza il capitano Mangia ordinò di caricare i muli, ma la deficenza dei quadrupedi e dei serventi non permise l'esecuzione dell'ordine, e fu allora che i superstiti, poichè i cannoni scottavano ancora, li avvolser,o nelle loro mantelline ca,r icandoseli sulle spalle: il sergente Marchetti ed il soldato Mastrigli portarono il 4° pezzo; il sergente Pannocchia (~d il soldato Sollecito il 5°; il caporale Russo ed il Sold~to Troncone. il 6°. Ma poco dopo, l'frrompere furioso degli scioani costrinse i serventi rimasti in batteria a rovesciare gli altri tre cannoni giù per la china t rattenendo gli otturatori, che vennero rovinati e dispersi. Il capitano Mangia henchè due volte ferito, continuò ad incuorare i pochi snoi soldati superstiti, ma poi nella ritirata, egli disparve. Il sergente Pannocchia, imp,ossibilitato a pr<>· segui.re, si gettò sul suo pezzo in un pianto -convulso e abbnu:danclolo venne ncr.iso sù di esso. Queste due batterie, su (i pezzi e forti di 96 uomini ciascuna, avevano perduto il 75 % dei loro effettivi in meno di un'ora di fuoco. L'epica resistenza della brigata Arimondi, - subito avvolta dalle orde scioane dominanti e completamente libere di muoversi per il loro fianco destro in conseguenza della ritirata della brigata Al bertone, - ed i.l fu lgido sacri:6cio delle ba,tterie d'artigliel'ia non potevano i-;;alvare le sorti della battaglia,. La massa nemica poteva così impegnare nel piano la nostra Riserva (generale ]Lllena) priva ormai di artiglieria e notevolmente ridotta nel.la sua forma71ione daile precedenti richieste di rinforzi; il grosso del numeroso esercito scioano p-0teva volgersi quindi contro la, brigata Dabormi.da discesa dal Rebbi Arienni.
* * * ()1101-,ta brigata. Dabormicl a, agli ,o rdini clel suo Comandante, si era inoltrata per la valle del Mai Ghedarai fino alla conca antistante al colle col preciso intento di collega,r e la propria azione con quella che il crepitio della, fucileria segnalava sulla :-1inistra,. Appunto per la sinistra, pr,ocecleva il battaglione di Milizia Mobile (D(~ Vito), e, tra la, direttrice di marcia della col(mna Dabormida <:~ il predetto battaglione, il Comandante
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L' ARTIGLIERIA KELT,E GU ERRE COLONIALI -
ERITREA
F ig . 139 - Il sergente Pannoc:cl1ia, muore piuttosto che staccarsi dal suo
cannon·e. (da « l'Illustrazione Italiana»).
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LA COLONNA DABORM:Il)A
..)
della brigata d'artiglieria, maggiore Alberto Zola, scelse nna. posizione che gli sembrò opportunissima per le sue batterie. Allorquando il maggiore Zola diede ,o rdine alle batterie di recarsi in posizione, le scariche di fudleria echeggiavano gi.à sulla sinistra, tanto che i} suo ordine non potè essere eseguito perchè il battaglione di Milizia Mobile, attaccato di fronte e di fianco sulle pendici del monte Dirian, era costretto a ripiega.re, e l'avversario riusciva ad ,occupare quelle stesse posizioni che il maggiore Zola aveva scelto per le sue ba,tterie. Quasi contemporaneamente una compagnia di protezione, avanzatasi di 1 chilometi·o sulla destra della brigata Dabormida, veniva attaccata dagli scioani. Alle ore 9,15 il . generale Dabormida aveva· inviato al Comandante in capo il seguente biglietto : « Ore 9,15. Estesi accampamenti nemici si .scorgono a nord di Adua, una forte colonna, si dirige cla essi verso )a brigata indigeni ; tendo la ma.no a questa pur tenendo un forte nucleo cli truppe ammassate presso la strada che dal colle Rebbi Arienni tende ad Adua, e sorve· gliando le alture di destra)). Questo biglietto del Dabormida illumina, circa la posizione raggiunta. dalla sua brigata, Iionchè sui movimenti della forte colonna nemica che dagli estesi accampamenti scioani si dirigeva a sinistra verso la brigata indigeni. Questi. estesi accampamenti scioani, che il generale Dabormida scorgeva a nord di Adua, non erano altri che quelli osservati dal colonnello Valenzano nelle prime ore del mattino; essi erano a nord di .A.dua, pr,obabilme.u te negli allargamenti della valle Mariam Scioaitù, e forse più avanti ancora verso le nostre posizioni, il che è presumibile per il fatto che, come si è visto, le tre batterie d'artiglieria della brigat11 Dabormida, che alle -o re S erano ancora sul colle di Rebbi Arienni, 11011 poterono recarsi sulle posizioni prescelte dal maggiore Zola, perchè con rapida mossa le posizioni stesse erano state -o ccupate dall'avversario . Il _Dabormida pertanto scorgendo gli accampamenti scioani ed una forte c-0lonna, che, muovendo dagli accampamenti predetti cioè _da nord di Adua, si dirigeva verso la brigata indigeni dell' Albertone, dispose per lo schieramento dellf1 sua brigata -
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r/ AH'J .'IGLIERIA
N ELLE
G lJ MHHID
COLONIALI
-
l•JIUTHEA
verso sinistra, sorycgliando Je alture di destra e tenendo un forte nucleo a protezione della strada sassosa e malagevole, per la quale egli era disceso in fondo valle, impiegando ben due ore a percorrerla. Il Dabormida riteneva per tal moùo cli poter riuscire a tendere la mano alla brigata indigenj, supponendola, come aveva creduto di vedere il Valenzano, assai avanzata olt re il monte Raj,o, e ritenendo d'altra parte che l' Albertone a sua volta avesse schierato la propria brigata ver so destra, poggiando sulle alture che separano il colle di R ebbi Arienni da quello di Ohidane M:eret. Ma purtroppo la brigata Albertone non aveva potuto cercare il collegamento sulla destra, ti le circostanze l'a,vevano anzi spinta ancor più verso sinistra, impedendogli in modo assoluto di effettuare il prestabilito schieramento delle proprie forze . Purtroppo, come già fu rilevato per le posizioni occupate rlalla briga ta i ndigeni dell' Albertone, i nomi delle località riportati nei documenti del tempo hanno un valore relativo e gettano assai poca luce in argomento : ma, come già per la brigata indigeni, anche per la Dabormida è lo svolgiinento dell'azione della sua artiglieria che permette la ricostruzione cronologica dei fatti. Secondo il rapporto del maggiore Zola conrn,ndante della brigata d'artiglieria della colonna Dabormida, cc alle ore 8:15 le batterie dello Zola si trovavan o ancora sul colle di Rebbi Arienni »; alle 9,15 il Daborruida comunicò al Baratieri di aver scorto estesi accampamen ti scioani e di procedere allo schierament{) della sua brigata : quasi alla stessa ora 9,15 era avvenuto il ripiegamento della compagnia di prot ezione inviata sulla destra e che << trovavasi ad 1 chilometro innanzi alla brigata,>>. Tenuto c-0nto di questi dati si possono definire le fasi dell'azione della brigata d'artiglieria. Il maggiore Alberto Zola scrisse: « la brigata Dabormida p rocedette fin oltr e la conca antistante al colle e venne arrestata in fondo valle, ammassandosi. Le batterie, non potendo pren. dere la posizione scelta per esse dal comandante perchè il battaglione di Milizia Mobile (De Vito) procedente a sinistra fu fortemente impegnato e ripiegò, si schierarono in fondo valle aprendo il fuoco a brevissima distanza cont ro l'avversario che -
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LA C0N'l'R0F'l·'81'S1VA E LA Rl'l'IUATA DE f,LA DABORMIDA
impegnava il battaglione di Milizia· Mobile, e arrestarono col fuoco gli assalitori costringendoli a ripiegare,)). P.erò poco dopo il maggiore Zola fece avanzare a scaglioni le sue tre batterie sulfa destra della valle, facendo sparare a, distanza dì 1.700 metri su alcuni cannoni scioani a tiro r apido che avevano aperto il fuoco « dalla posizione .di cresta più elevata sulla nostra sinistra·)), e perciò dal monte Diriam, « costringcncklli al si]en½io )). Le batterie della colonna Dabormida presero dunque posizioni avanzate, quasi sulla linea delle fanterie tra monte Erar e monte Esciasciò sulle ultime pendici della quota intermedia, posizione opportunissima per assecondare lo shocco della brigata Daborrnida nella valle del Mai Luhucti. Ma, il c;ontinuo aumentare cl.elle forze scioane costrinse per paree(~hie ore la nostra artiglieria, a dividersi i bersagli e ad accelerare il fuoco : di tale ultima necessità si preoccupò giustamente il valoroso maggi.or-e Zola, i l quale, ad evitare che le batterie esaurisser-o prematuramente le loro dota,zioni, -ordinò saggiamente « di ra.Uentare e talvolta di sospendere il fuocò )), anche alle piccole di'stanze, « contrariamente>>, scrisse lo stesso Zola, « a, quanto la ~itua,z ione avrebbe richiesto )). . . Il fuoco d'artiglieria sul fronte dello schieramento potè così continuarè e non' -fu distratto che per una incursione di pochi cavalieri Galla e cli alcuni fucilieri scioani che minacciavano di aggira mento, ma che però vennero prontamente dispersi. Pro1babilmente una ta1e incursione avvenne dopo il ripiegamento dellf:L brigata Arimondi. Alle ore 13,30 il generale DabQrmida passò a.Ua controffeh· 1 ~dva cne per breve tempo r iuscì a far arretrare tutta la massa attaccante, ma le c-0l-0nne nemiche, continuando a ricevere nuovi rinforzi di truppe fresche, riuscirono a.c'I. avviluppare la brigata Daborm.i.da d'ambo i lati precl udendole la, linea naturale di ritirata, « la valle per la quale eravamo proceduti alla mattina )). In tali condizioni ecl in tale intenibile situazione, fn lleciso ff r ipiegamento che però non potè essere -effettuato a scagHoni per il Rebbi Ari@11i, ma si inizi<'> invece sotto la, protezione delle batterie e <lei repa.rti di retrogu ardia p<~r un ripidissimo sentier-0 che tra folti cespugli puntava 11 norà verso Jebà,. Le -
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SCHI Z Z O ALLéGATO an. RE'lAZIONf- • •• f"\AC<;
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E'ig. 140 - Lo schieramento dell'artiglieria della br igata Dabormida.
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'Yl't, 'm.
GLI ULTIMI COLPI DISPONIBILI
perdite erano state elevatissime, le munizioni ormai alla fine: tuttavia le valorose truppe della Dabormida pur compiendo la ripida, malagev,ole e sovratutto triste salita incutevano ancora rispetto e mal celato timore al feroce avversario. Le batterie d'artigJi.eria presero posizione sul versante destro della valle aprendo il fuoco sugli inseguitori~ e la 5" b.:Ltteria (,cap. MottinoJ, presa posizione sopra un pianoro, r itardando l'irrompere dell'avversario permise il ripiegamento delle altre due. Una se-
D'ig. 14J. - Tenente Aurelio Grue. (dalla collezione del Ca pitano Avv. Costante Gira.ud).
zione della 6" batteria (cap. Regazzi) ed una della 7a (cap. Gisla), per iniziativa, del tenente Aurelio Grue della, 6" batteria, presero alla loro volta posizione, ·e sotto l'appoggio del fuoco di queste due sezioni, il maggiore Zola, esemplare nella sua calma imperturbabile, fece caricare i mnli della 5" batteria, e ordinò di iniziare la ritirata,. Particolarmente degna di ammirazione la condotta tenuta dalla 6" batteria, (cap. Regazzi) . Si può giustamente affermare che tale ritirata, nonostante la pressione avversaria,, la difficile salita e le condizioni di tremenda stanchezza dei reparti, si svolse e procedette, in un primo tempo, nel modo più ordinato sebbene l'ingorgo delle truppe rendesse lentissimo il movimento ed impedisse di distanziare la -
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L':ARTIGLIF:RIA
NELLE
GUERRID
COLONIALI
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ERITRElA
Fig. 142 - Episodio della battaglia cli Adua. Il caporale Savoino porta in salvo i~ proprio Comandante di batteria, Capita.n o Regazzi, gravemente ferito.
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LA GLOUIOSA Hl'l'Il(.\TA
colonna dell'avversario inferocito, bl'iaco e sempre pericolosissimo. P oco cl.opo, il nemico iniziò a nell'esso la sna ritirata; il campo di battaglia. ùhenM pressochè deserto e fra. gli ultimissimi ad allontanarsi fu il eapitano aiutante cli campo della brigata Dabormida, Emilio Bellavita, che favano a,ttcse nella speranza di 1·i,cdere il suo Generale. l\fa intanto mentre calaYa la notte si scatenò un violento t emporale, sicchè e per le perdite avute in c<>mbattimento, e per quelle che il fuoco nemico aveva continuato a produrre nell'inseguimento, iniziato clall'avversal'i.o e.ontro i nostri, e per il pre-
Fig. 14.3 - Ca pitano Emilio Rellavlta. · Aiutante di campo della. brigata Da.bormida.
cipitare dei quadrupedi foriti ·Od esausti lungo i dirupi e gli scoscesi sei1tieri, buona parte del martei-iale .d 'artiglieria, dovette essere inutiliz7.at(), fatto rotolare e disperso nei burroni. Gli :artiglieri supe1·stiti si raggrupparono e seguirono il movimento di rhirata della colonna, che si frazionò procedendo in parte per colle Zalà,-E nticiò, e in parte prendendo la via del vallone di J ehà, verso nord . ~ batterie avevano sparato circa l .000 colpi . Si ricorderà che dal vallone cli J ehà, avrebbe dovuto giungere al più presto, e cioò all' a.lba del l° marzo, il battaglione -
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L'ARTIGLIERIA
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COLONIALI
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ERITREA
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Ameglio con le bande e con la sezione ~'artiglieria del tenenté Baldi. l\fa,, per un fatale equivoco di trasmissione telegrafica, quel battaglione indigeni dell' Ameglio, che forse avrebbe potuto avere non poco peso nell'andamento della grande battaglia, non riuscì a trovare la via di Jehà - parola telegraficamente trasformata in J ehò - , e da .A.di Qualà anzichè portarsi diretta. men te verso la linea Adua-Enticiò i.seguì Parco del l\fareb, attraversandolo a Belesa, tanto che non giunse sulla via di Enticiò che nel fardo pomeriggio della giornata.
Si chiuse così tra,g icamente la più grande battaglia coloniale del XIX secolo. P er essa si scatenò la lotta dei partiti politici, degli « africa,n isti ·)) e degli « anti.africanisti )), ma sovratutto per il sùo esito si offrì e penosa,m ente si volle d.a taluno imporre a-lla storia, contemporanea un quadro desolatamente povero della capacità delle nostre truppe cl' Africa e dei loro Comandanti. Come in tutte le battaglie perdute, la sconfitta non dipese dalla impostazione· della battaglia, che fu teoricamente logica e piemuuente aderente alle oondizioni ed alla situazi.o ne del momento; non dipese dagli ordini, che furono conseguenti a ciò che si credette che fosse, ma dal difetto di tempo nella realizza:1.ione delle disposizi~:mi impartite. Il ritardo nell'inizio della l9tta fu quello che pose senz'altro il Comandante in -capo nella materiale impossibilità di provvedere all'impiego armonico e concomitante delle sue truppe. Sarebbe forse bastata un'ora, ma quell'·o ra a-ssolutamente. mancò!
Fra i Coma,ndanti di grandi Unità alla battaglia di Adua, l'Arma d'Artiglieria contava due suoi antichi ufficiali : Vittorio Dabormida e Giuseppe Ellena. Ormai, ad. oltre quarant'anni dal 1896, l'Uflì.do Storico del ' Ministero della guerra, che possiede nei suoi archivi tutti gli elementi necessarii, ha potuto addivenire non soltanto a.Ua pub-
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L JELOGIO DI DABOllMIDA
blicazione ufficiale della Storia Militare della Oolonfa, Eritrea, ma stabilire qualche affermazione definiti va in riguardo di uomini e cose. << Al ricordo di Vittorio Dabormida ci inchiniamo reverenti. Posto dalle contingenze in una situazione estremamente diffidle, egli guidò la sua brigata con lucida volontà e fu esempio a tutti di valore senza pari. Egli stesso guidò gli assalti ·e si moltiplicò per comandare, dirigere ed accompagnare la sua brig,!ta, che pertanto contro forze venti volte superiori. non potè che es-
Fig. 144 - Vittorio Dabormicla, Tenente d'artiglieria nel 18G3. (da fot ografia della famig lia.).
sere travolta. Decisa la ritirata si incamminò egli stesso per monte Erar seguito dal suo aiutante di campo capitano ErnHio Bella-vita. Impossibilitato a proseguire, scese a regolare il lllO · -vimento ....... e scomparve lasciando la vita in una mischia isolata e chiudendo per sè in ta.l mod-0 la vìcenda eroica e sfortunata)). -
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L'ARTJGLirmIA
NE L L E
CU lmHE
COLOciilAI,I
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ImI'.i'RIDA
Di Giuseppe rn.lena, - artigliere ve1\ nne11te preclaro per fa sua rioonosciuta competenza p1·ofessionale, per i suoi scritti, per le sue opere di carattere tecnioo, per le importantissime cariche ricoperte - , le varie pubblicazioni relative alla campagna del 1896 parla,n o poco e frammentariamente, perchè il comando della colonna centrale di Riserva a lui .affidata, per le circostanze in cui si sv,olse la, battagli:1., non gli diede modo di esplicare una notevole precisa azione personale.
Fig. 145 - Cknern le Ginse r)rie Jt lbnn.
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Alle unità costituenti ·la, sua brigata fu continuamente attinto per rinforzare la brigata Arimondi, tanto che l'Ellena era giunto verso le ore 10 al posto di ammassamento col solo 5° reggimento fanteria e 1 battaglione alpini, forza che poco dopo si ridusse ancora ad un solo battaglione fanteria e 2 compa~·nie alpini. Singolare la sorte della brigata Ellena ! Già investita dal nemico nella sua posizione di brigata di riserva, essa, fu co. --- ;~~:! -
L'EJ,OL:10 01
b:LL!sNA
stretta a combattere divisa :iJ1 tre nuclei distinti, mentre un quarto nucleo, formato dai poclti residui, rinforzava ancora la brigata Arimondi. Iniziatasi la ritirata con i pochi resti della sua brigata. il generale Ellena si incolonnò pe1· la valle di J ehà assieme ai residuati della brigata Arimondi e con lo stesso Comandant€ in capo: benchè il nemico imbaldanzito premesse, molestasse e infliggesse nuove perdite, i nostri seppero tenergli testa; e la condotta esemplare dci. pochi ufficiali superstiti, raccolti attorno al valoroso generale Baratieri, valse non poco ad incuorare i solda.ti stanchi, malconci e depressi, ad accompagnarli ed assi ~terli in quel penoso calvario che era l'epilogo fatale, l'estremà Mn·eguenza del fatto per cui sagacia di Capi, eroismo cli ufficiali e valore di soldati, prodigati con fede generosa, non avevano .l\'nto la conisponcl enza di mezzi adeguati, ed era. loro man cato quel fattore imponderabile importantissimo nelle guerre e nelle battaglie .. ... « la Fortuna>>!
** * In questa battaglia J.' Artiglieria si espresse in modo molto significativo e si comportò in maniera er,oica. A titolo d'onore si ritiene doveroso di ricordare qu1 la composizione nominativa delle varie unità d'artiglieria che parteciparono alla ba,t taglia di Aclua : la, rievocazione commossa di questi Nomi e le ricorda.te gesta di questi U:filciali, buona parte dei quali caduti sul campo dell'onore, meritano davvero di essere costantemente vivi nella mente e 11el cuore, monito ed es<>mpio alle future generazioni : la Brigata artiglieria montagna (Batt. indig. e Mont. d'Africa)
Comando: Nfagg. De Rosa FranceRco Ten. Moltedo Guido 1" Batt. I11C1ig.: Cap. Henry Clemente
Ten. Oaruso Cosimo Te.n. Giardino Ernesto _ -
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L) ARTIGLIEitIA
NELLE
GUr, 1mm COLO~IALI
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ERITRIDA
2" Batt. lndig.: Cap. I<'abri Alfonso Ten. Ba1di ]'rancesco 'l'en. Vibi Arnaldo 3" Batt. ~font. d'Africa: Ca,p. Bfanchini Edoardo Ten. . Borefti Giuseppe 'l'en. Cordella Ernesto Ten. Pettini Giovanni 4" Batt. Mont. d'Africa: Oap. Masotto Umberto Ten. Ainis Emilio 'J'en. Saya Edoardo Sott. 'l'en. Castelli Guido
2" Brigata artiglieria 1nontagna Comando: Magg. Zola Alberto Ten. Bascggio Ottoniello 5"' Batt. ~font. : qap. Ten. 'l'en. 'l'en. Ten.
Mòttino Giuseppe Barg,ossi Enrico Bassigna.na Camillo Bollati Ambrogio Garetto Giaco:ino
6" Batt .. :Wfont. : Oap. Regazzi Giuseppe Ten. Luzza,t ti Ugo Ten. Grue Aurelio Ten. Levi Giuseppe Tén. Vacca-Maggiolini· Arturo · 7a Batt. Mont. : Cap. Gisla Vittorio
Ten. 'l'en. 'l'en. ,Ten.
Franchini Attilio Racina Ca,r lo Ferigo Luciano Chevalley Giuseppe
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384 -
.U,BO DBL VALOW1,
s•
•
Batt. Mont.: Oap. Lofiredo Vincenzo ' 'ren. Picone Andrea Ten. Garez1,o Marco Ten. Ardisson Ettore Ten. Cuccatti Giuseppe.
11"' Batt. 1font. : Cap. Ten. Ten. 'l'en. ',l'en.
.
I
Franzini 'Gh~seppe· Becherini ·Oreste Rossi Achille 'l'arlarini Giuseppe, Marchetti ili. Montestrutto Primo . . .
Batt<wie a tiro rapido 9" Batteria :
10• Batterfa :
Oap. 'l'en. 'l'en. Ten.
A.ragno Vitto1·io Emanuele Cavallazzi Giuseppe Oarlesimo Vincenzo Dc Gennaro Roberto
Oap. :llangia Domenico Ten. Pon tani 'l'ullio •ren. Scalfaro Emmo 'l'en. Francone Fiorenzo
J - CROCE DELL' ORDINI~ MILITARE Dl SAVOIA
4 - }1EDAGLITD D'ORO 28 - MGDA.GLlliJ D'ARGENTO 6 - MEDAGLIE DI BRONZO
*** Il gene~·ale Albe1'tone durante la marcia da Saurià arrestò la colonna « per assicurarsi che le batterie bianche avevano potuto seguire il movimento », e. ciò naturalmente orienta sulla Yclocità di marcia della colonna indigeni, velocità, che non pot eva essere su periore a quella delle . altre , colonne senza lasciare in clietro l'artiglieria . Per il difficile sentiero nel quale gli uo26
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J/ARTIGJ.IERJA
l'il-:LL F.
GU ERRI•;
COLQ)IIALI
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Iml'l'l!EA
Pianura ad Est del RaJo e Sicomoro sotto il quale stette)! Comando della brigata. Ellena.
Il vallone di Mariam Scioal'tù. (dagli originali fotografici del Dr. Enzo Parona).
Fig. 140.
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sonn,;
DEI SUPC,:B S'l'l'l'I.
11.nm dovevano procedere per uno, anche le batterie non potevano salire agevolmente, tanto più di notte. Tali condizioni influirono inevitabilmente accresc<mdo il ritardo della colonna Albertone nelFoccupazione della posizione che _le era stata prefissata. E certo che le bntt<~rie furono schierate dal maggiore De
l!' ig. 147 - .Monumento Capitano Motti.no.
Rosa di mano in mano che esse a,rrivar.ono e nel solo modo possibile per assecondare la difesa della brigata : l'intervento del loro fuoco permise che il ripiegamento della oolonna, attuabile soltanto col supremo sacrificio delle artiglierie e degli artiglieri, così c-ome ordinato da.Il' Albertone, non si trasforma-sse subito in rotta disastrosa. Perdute le batterie la brigata indigeni si sfasciò. Altrettanto doveva avvenire per la colonna Arimondi. And1e qui le batterie dovettero portarsi e postarsi in primissima -
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L' AR'l'lOLmnrA
NllJJ,LE dui~rm.0 co 1,0NIAL1 -
n:1u·r1m,,
linea , l>attlite tlal fuoco di fucileria, sciuana pl'ima ancora di mettersi ln posizione. La, briga,ta T<~sisLet te tino a quando Jc artiglierie non ebbero esaurite le mnuir,ioni. P er le tre batterie d'artiglieria della colonna Dabormida, si deve tilevare eh.e esse ebber o il loro 1·azionale impiego sovratutto per l'azione del maggiore Zola che, coadiuvato nel miglior modo da tutti i suoi ufficiali, ebbe il tempo necessario per provvedere alla scelta delle po:::izioni, allo .s chieramento delle batterie, alla loro avanzata a scaglioni, alla luro ritirata, inir,ia,tasi pure a scaglioni, e all"economia delle munizioni, tanto che si dovette a questo impiego razionale dell'Arma, se la brigata di destra., benchè avvolta clag1i sdoa,rii, J'csii.;tette etoicamente fìno alle ore 17. Riassumendo, que&ta battaglia confermò in pieno l'enorme importanza dell' A1·ma ùi artiglieria in q ualsi.a si combattimento, anche coloniale; e tale ultima constatazione prova l'infondatezza di quelle correnti di studi militari per le quali i combattimenti coloniali, - esprimendosi con le caratteristiche della guerriglia di agguato, di sorpresa e di imboscata per par te di piccoli reparti indigeni, armaLi oon materiali più o meno perfezionati e guerreggianti con metodi e sistemi rutlimenta,li, - non avrebbero consentito un vero e proprio impiego di unità organicb~ d'artiglieria, ma unicamente l'intervento cli sezioni od anche solo cli pezzi isolati, in ausilio delle truppe cli colore. Durante la battaglia di Adua i nostri reparti d'artiglieria si trovarono talvolta forzatamente in queste predette ultime condizioni, ma non per volere di comandanti, bensl unicaniente per ineluttabilé necessità dl cose : ma « Sempre ed Ovunque>> l'azione delle sezioni ed anche dei pezzi isolati fu eroica, pur non potendo a,vere la virtù cli correggere la situazione. Allorquando e fino a quando si potè invece impfogarla per batteria, l'artiglieria arrestò l'attacco nemico, permise j con t rattacchi e, nonostante le sfavor evoli posizioni, se· essa,. avesse potuto disporre di ma,ggi,o ri dotazioni cli munizioni, e se il battagliope Ameglio fosse arrivato in tempo per il vallone di .Tehà, le nostre batterie avrebbero potuto imprimere un diverso andamento :alla batta glia, consentendo il ripiegamento della brigata Dabonuida, i11 modo as ai più reg-0lare di qnanlo forzatàmente 11-0n avvenne. -
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, l DERVIS CI SU CAS!';ALA
Le per dite furono elevatissime da ambo le pa.rti : quelle de. gli scioani fur ono ce1;to molto maggiori., e dovute principalmente al fuoco della nostra artiglieria che apri vuoti spaventosi nelle file avversarie, fiaccandone la caratteristica irruenza e mettendole, in condizioni .di non poter perdurare nell'inseguimento,
Colla ba ttaglia di A dua si chiusero le a,zioni d'artigliel'ia nella Colonia Eritrea: le successive operazioni per la liberazione del presidio di Adigrat non diedero luogo a combattimenti, me11t1·e nelle a,zioni svoltesi per sbloccare Oassa]a., assed iata dai Dervisd, i nostri can11oni fecero ancora sentire la loro voce colla colonna. Stevani. I Dervisci eon cil'C:a 5.000 uomini a v(~vr:rn o costruiLo trinceramenti e palizzate a Gulusit ed a 'rucruf, a. circa tre quarti d'ont di cammino dal forte cli Cassala. 1mbalc1anzito dalle sue fortunate vicende di Ad ua l 'avversario si dava, ad estese razzie nella regione dei Beni Amar ed iniziava lavori. di regolu.re investimento del forte occ11pando la gola di monte Mocram e stahilenclosi in t rincee a 1.ùOO metri dal fo1·te di ca~.sala, m,tacola,11 cJ.one così i rifornimenti . P er lo sbloccamento, agli ordini del colonnell-0 Sleva,ni furono destinati i battaglioni III, VI , VI1 ed VIII c-0n una sezione d'a,rti.glieria <.l à, monta,gna, della batteria incli geni conianclata dal c:1pHano Federico Costantino. Il movimento della c·olonna. fu fatto a scaglioni: l 'VIII battaglione era, giù, partito il 15 marzo ; il gioruo 19 il colonnclJo Stevani part1 col III ba ttaglione e la sezione cla mon tagna: e quindi poi il 21 cd il 2:3 marzo segnirono rispettivamente i baltaglioni VII e V]. I n seguito alle critiche icondizioni cli Cas1:<ala, il colonnello Stevani, concentrate le sne fo1·ze, decise éli ava11 za.re so Cassala girando a nord cli monte Mocram seuu 1. attentlere il Vl batta,· glione che era ancora in marcia; e nell a notte snl 2 a.pdle 18fl() entrò in Cassala. Il VI battagli one giunto alle ore 20 clcl 1° -
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Fig. 14S - Combntt imento :\Conte l\Iokra m.
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L ' ARTIGLIERIA
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GUERRID
COLONIALI
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a prile, seguendo l 'ordine ricevuto, si diresse verso monte Mo cram e verso le ore 3 del. mattino successivo si impegnò coi Dervisci. Immediatamente il colonnello Stevani con i suoi tre battaglioni e coi suoi due cannoni, 1 inforzati dal II battaglione (' dagli altri due ipezzi( costituenti l'altra sezione della batteria indigeni Gostantino) che si trovavano immobilizzati in Cassala, (• cioè con quattro battaglioni e CO'n quattro cannoni nsciva dal forte cli Cassala e prenclern, sul fianco ecl alle spalle i Dervisci, che battuti ed htseguiti dal fuoco delle due sezioni d'artigUeria si ritimrono preci pitosamente . 1
Fig. l ;jQ - La pri ma ·b,ltté ria incligen:1 cla montagna Acli Caiè, 1!:112.
11 colonnello Stevani decise allora di attaccare il campo di 'l'ucruf, situa.to a 10 chilometri dà Cassal;:i,, con i cinque batta glioni II, III, YI, VII, ed VIII e coi 4 pezzi. Al mattino del giorno 3 aprile la nostra artiglieria aprì il fuoco a 2.000 metri €\ quindi le truppe avanzarono a sbaJ:r,i di 200 metri giungendo -
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così. ad l <;hilometr<>, di distanza dalle trincee e· dalht pa,lizzat.1 che le coronava . Il nemico non rispose al nostro fuoco se non quando le nostre truppe mossero all'ultimo a,ttaeco che gli inflisse rilevanti perdi.te. Contemporarn~amente gruppi di cavali.eri dervisci attaccavano alle spalle i battaglioni dello Stevani sicchè egli ritenne di sospendere l'azione e, dopo di essere riuscito a disperdere la cavalleria avversaria , rientrò tn Qassala . n ,giorno 5 aprile la nostra artiglieria entrò nuovamente in ar,ione battendo per quattro ore consecutive il trinceramento nemico, ii'.ien~re forti pattugli.oni si spiegarono aprendo il fuoco sulle tl'uppe· avversarie; alla sera del 6 aprile il. nemico sg,ombrò . definitivament~ la posizione . dir ig(:\ndosi sull' Atb.ara-. · Il valoroso _colonnello Stevani, riferèn(losi· all'azione ,del, l'artiglieria ' nelle 'campagne' coloniali 'e _gu'a le ' impressione da .lui riportata in q1;1este ultime'· azioni, · scrisse n~l{a sua· Relazio ne : cc il 'miglior n:ìòdo. per combat~ere'. è quel+o di tene1:si à ·di stanza, valendosi esclusi\ramente ffell~ artiglierie>>.
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2
L'ar·tig 1ie ria ne lle prime operazioni 1.n Somalia - Le vecchie artig lierie - Il capitano d'arti g lie ria Vittorio Bottego - Organiz zaz ione militare locale - Le esplorazioni de l capitano Bottego ed i loro ris ultati politici e s cientifici - L'ope ra di Ugo Ferrandi La morte e roica del capitano B otteg o - Organizzaz ione e ordiname nto del Reg io Corpo truppe indigene del Benadir - Prime operazioni del r907 - Spedizione. Di Giorg io - L'az ione dell'artig lieria nelle az ioni s uccess ive del 1908 e r909 - Occupazione dello Scidle e del Baidoa.
Per il modo col quale si sv,olsero ie furono effettuate le prime vicende relati ve all' ocenpazione ed alle eonq uiste territoriali italiane in Somalia la partecipazione dell'Arma nostra da prin-
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L'ARTIGLIB:IUA NELLE
G UEl!lt8
COLONIALI
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SOMALB
cipio fu, addirittura nulla, e successivamenf.c di non grande dlievo. Dall'epoca del Trattato di C{)mmercio concluso da Antonio Cecchi il 28 maggio 1885, e fino al tempo in cui il Sultano dello Zanzibar c-onr,edett;c alla gesti-one della soci-età commerciale Fi-
Fig. 151 - I pezzi acl avancarica a :Merca. ·
lonardi i porti del Benadir, la Som.a lia non ebbe artiglieri e nep· pure reparti regolari di fanteria indigena. La difesa delle località cedute in affitto e che erano rappresentate dai porti di Mogadiscio, Brava, Uarsceich .ed Obbia era affidata a ri.dòttìssime forze di polizia comandate · da capi arabi, detti ·« aghida ». Tali forze di polizia erano nominalmente dipendenti dal Sul. tano di Zanzibar, llla a disposizione effettiva del E'ilonardi, che, pur tra enormi ristrettezze e con non pochi sacrifici, cominciò '
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IL· CAPI'l'A/\0 Vl'l.'TORIO 130T'.l'IWO
a. dare loro un'embrionale organi.zzazione a tipo militare: è pertanto a rilevare che tali forze èrailo eostituite da elementi indigeni di infima c,ondizi-one, quasi pezzenti e perciò volgarmente chiamati << chirobotos )), doè pidocchiosi. Però se non Yi erano artiglieri, esistevano viceversa alcuni Yecchissimi cànnoni ad aYancarica, forse impiegati in passato a salutare l'arrivo del Sultano; ma ,oramai essi erano privi di munizioni e quindi destinati solta.nto a, far da tr,ofeo davanti alle « garese )). Invece l 'artiglieria di marina fu ripetutamente attiva nella lotta contro i negrieri d1e inf.estavano le coste dell'Oceano · Inòian<.l, nonch è nella repressione degli atti. di ribellione e degli eccidi che f1111estarono Finsediament o cli alcune stazioni commerciali nd Benaclir. Es$en1.,ialmente in que:::;t.o primo periodo di vicende~ Somale, l'a.rl.iglieria brilla per le meravigliose imprese del capitano d'artiglieria Vittorio Bottego, purissima ed ,1ntenti.t a gloria del1'Arma, la cui figura giganteggia se1npre maggiormente nel tempo . Vittol'i.o Bottego nato nel 1SGO a San· Lazr,aro Panuensc, fu allievo <.folla .Regia Accademia militare cli 'l'orino, e come tenent<~ d' ai·tiglieria partecipò allu nostra prima spedizione in , Africa.
Col gi-ado di capitano comandò la c<.lmpagnia di cannonieri lli M.assaua, ed ebbe modo di rivelare le sue superbe doti di esploratore ·compiendo nel 1891/ un Yiaggio nell'interno danci1lo durante il quale fu eseguito il primo rilievo della zona C(>stiera del Mar Rosso fra nfassaua ed As1:-ab. Successivamente la Soeietà Geografica Italiana affidò al Bottega · il compito cli esplorare il badno del Giuba, e il conseguent,e a,vventuroso viaggfo, da, lui oompiuto dura.nte ben sedici mesi percorrendo ,o ltre 3.500 ch il<.lmetri, si sv·olse tra inenarra bili disagi, stenti e periooli, che soltanto la fortissima, fibra del capitano Bottego riuscì a sopportare e felicemente superare. Con questo viaggio furono raggiunti non soltanto degli importanti risultati politici, i cui. ,effetti dovevano · i-iYerberarsi poi a distanza. Ji parecchi decenni, ma per e$SO si. addivenne alla scoperta delle sorgenti del Gi11ba e del eorso di molti suoi afflnen-
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r/ ARTIGLIERIA NE LLID GUERRE COLONIALI -
SOMALIA
ti, tanto che Fesploraz.ione effettuatai dal Bottego portò un .contributo notevofo,simo anche dal punto di vista geografic-0 .. e scientifico. Per le brillanti prove superate il capitano . Bottego fu decorato con la medag1ia d'argento al valor militare, mentre la Società Geografica Italiana ad unanimità gli conferiva la medaglia d'oro per l'importanza delle esplorazioni geografiche da lui compiute. Rimaneva però insoluta la questione dell'Omo, per stabilire cioè se- tale fiume fosse oppure no, un affluente del Giuba: il capitano Bottego, in vista dei grandi foteressi politici e commerciali connessi alla ·nuova esplorazione, nel 1895, allorchè cominciavano ad · apparire i primi· indfai ed i segni precursori delle complicazioni esplose poco dopo fra, la Colonia· Eritrea ed i dominatori dei. paesi Etiopici, ·affrontò questo nuov,o arduo. compitò che doveva ·costargli la vita. La· missione guid ata dal Bottego, partita da BraN11 il 12 ot t-0bre l89('i, giunse i1 Lugh il 27 novembre e dopo avere ivi insed.iato il capitano Ugo Perrandi in qualità di agente commerdale, proseguì .,,erso l 1ignot-0. Di Ugo Ferranéli, capitano marittimo, nato a Novara nel 1851 è doveroso dire qui una, parola giacchè anch'egli fu una superba ·figura di italiano intraprendente, vero pioniere della Somalia meridionale dove risiedeva fin dal 1885, e quindi poi commissarìo della Somalia settentrionale. Di lui e della sua opera in Somalia fu scritto : ç< lfomo s<~reno nei giorni t risti, che rende con la, sua prese.n za sicura la residenza, nuovamente stabilita, poichè dotato di tenacità unica e paziente, dopo lunga dimora :fra i isomali si è fatto amare da loro appunto forse perchè li anta, conoscend,oli bene, e può perciò piegarli al suo volere di nomo forte, dignitoso e giusto ». Da.l momento in cui Vittorio Bottego, lasciat,o a Lugh il ca pitano Ferranéli con 45 uomini a presidio di un for ti.no, inizia la di lui impresa essa acquista potente rilievo per la realizzazione di importanti risultati geogra:fici e politici. Superato il corso del Sagam, e valicata la catena dei monti Delo la colonna Bottego .sc.opre il lago P agadè al quale il capita,Il<) dà il. nome augusto di « Regina Margherita)); effettuato -
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T,A f, P JWIZIONf: AL FIUMill OMO
un diligente rilievo del lago, la spedizione r~,ggiunge :finalmente il fiume Omo, ne accerta U corso rius~enclo a precisare che quest(y fiurp._e getta;le ,sue_:1cq 1,1e nel l{l.go Rodolfo; ril<;V:?i }.a porsiziçme. astronomica : di al tri laghi ·: a,ccerta le origini del Sobat ; . attra,. versa immense regioni ignora:t<' · 0 finalmente dopo aver com-
Fi_g. J:52 · Capitano d"artiglieria Vi ttorio nottego. (da « la. Vit? er oica del Cap itano Bottego » d i Aroldo Lavagttto A. Monaaciori, Mila.no, 1934).
piuto una minuziosa ed indubbiamente la più grande esplorazione, fino allora et'fettuata, clei fi umi e del territorio della Somalia, intraprende la via del ritorno portando seco un prezioso 111ateriale scientifico. La notizia della guerra Italo-Etiopica culminata colla battaglia di Adua, nonchè l'annunzio dell'avvenuta pace dell'ottobre 1896 non erano forse neppure anc-o m anivate in quelle lon tane terre od altrimenti erano state accuratamente na,scoste. Ad -
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L ' ARTIGLIERIA ì.'\ELLI::
CARTA DELL'OMO
GUERU IJ:
COLO)llALJ -
COMPILATA SUI DATI fORNlil DA
SO:.\fALIA
VANNUTELLI ECITERNI
0
Archeiso
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C,ìerm
•• • • • • • • • l11m,reno dd tfon S.,xJ>,
F ig. 153 - ·cal't ina dell'Omo. (da « la Vi ta eroica del Capitano Bottego >1 di Aroldo Lavegetto - A. Mondadori, Milano, 1934.)
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LA :!\IALAFEDE ABIS SINA
ogni modo, malgrado l'avvenuta stipulazione della pac(!, Menelich rimaneva in agguat,o, e da ba.nde di armati, mandati in esplorn,zione i11 t utte le cli rezioni, Ri teneva i11fonn ato circa ,3vent11ali
·-1
r!
E'ig. 154 - Attraversamento dcll'Uebi Sc:cbcli . (da « la Vita eroica del Capitano Bottego » di Aroldo Lavagctto - A. Mondadorl, Milano, 1934).
nostri pr-epara,tivi spingen do sonatutto tali sue esplorn:zionf verso il Nilo; e suggestionato da altre Potenze interessate pl'O· clamava che tale fiume era il naturale confine dell'Etiopia. Il 27 marzo 1S97 mentre la spedizione Bottego, effettuando il suo ritorno, che tlovcva svolgersi con un itineral'io all'esterno dei confini dell'Etiopia colla Colonia Eritrea, andò ad attra,. versa.re un territorio dipendente dallo Scioa, un'orda abissina forte di circa 800 uomini e comandata cl.a, uno dei tanti degiac etiopici, nonostante gli accordi e nonostante la pace tdel 1896, sbarrò il cammino al capitano Bottego dichiarando che la missione si t rovava in territorio etiopico e che perciò doveva considerarsi prigioni.era. Ma il capitano Botteg<> che non era -
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l /AH'l'IGLIEIUA ~ELLi,;
CGEllHl•l
<;OJ.Ol\'L\LJ
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SO:'-!ALlA
davv<~ro uomo cla. arrnnclersi nè da tornare indietro, contò Ja sua scorta ridotta ad 86 uomilii, e :quindi calmo e freddo, dopo aver dato le sue ultime disposizio1Ù a,i collegb.i éÌeira missione, - sottotenente di fanteria Carlo Oiterni e sottòtenei1te · di vascello intjmò fieramente all'aivversario di Lamberto Vannntelli,
,
·1
:Pig. 15:i - 11 Dngu Uoba. (da « la Vita e roica del Cap itano Bo ttega » cti Aroldo Lavaget,to A. Mo:1dadori. Milano, 19,H F'0w:.:;,·a1ta Cli 0 ·,ae..o Clvm.111).
sgombrare iJ passo: i fucili echeggiai·o110 e dopo lmn, furibonda lotta cli corpo a corpo, nella quale da, ambo le parti parecchi fmono uccisi, il capitano Bottego, colpito al cu01·e ed 'a,lla tcmpin da due pallottole, cadde nel vig.ore dei suoi trentasette anni sn quella tena alla quale aveva stl'8.ppato il segreto. I sottotenen ti Citéni e Vannu telli fmono fa tti prigio11icl'i dagli abissini e soHanto qmLttl'o mesi più tardi pote1'ono essere -
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ALLA M:Ei\iORJ',\ _DI VI'ITOltIO UOTTEGO
liberati, riuscendo quindi a rendere noti gli importànti e copiosi risultati della spedizione . Alla memoria di Vittorio Bottego venne conferit[L la medaglia d'oro al valor militare.
Ln, costituzione del primo repat·to cli artiglieria in Somalia risale al 1905. L'eccidio di Laf.olè (novembre 1896) dove trovarono la morte il Oecchi ed altri valorosi italiani, e l'attucco di Lugh (novembre 1896) per quanto brillantemente respinto con poche forze dal capitano Fer'randi, avevano dimostrl;lto la, necessità di disporre di un Corpo di truppa bene istruito e bene organizzato per far fronte in qualsiasi momento. all'irrequietezza delle cabile insorte. A.imi la situazione si era presentata ~:i.llora ta.lmente minacciosa e critica che fn necessario di far arrivare ili Somalia due c-0mpacgnie di ascari eritrei. Però le difficoltà di poter avere sottomano e tempestivamen tt tali truppe convinsero della necessità di addivenire d'urgenza all'istituzione di un Corpo indigeno per la Somalia, sul tipo di quello che era stato -0rga11izzato in Eritrea. Pertanto, sovratutto per ragioni economiche, nul:la venne fatto di concreto :fino al 1902, ed un pri.mo inizio di organizzazione v~ramente militare non si ebbe che nel novembre 1902 per ·Opera dei tenenti":i\fartini e Petrini prima, e quindi poi anche dei tenenti Viotti e Ragusa, I predetti ufficiali provvidero al reclutamento, all'istruzio , ne dei contingenti rec:lutati, all'armamento uniforme dì tutte le truppe con fucile Vetterli, all'impianto in l\fog·adiscio di un deposito di cartuc-ce, all'-0rganizzazione dei varii reparti, a rinforzare opportunamente i varii presidi.i ed a creare una compagnia mobile di 200 ascari : la forza totale raggiunse cosi la cifra di 1100 uomini. Tale -o rganizzazione veniva successivamente migliorata dop-o il maggio 1904 aUorchè il R. Govern-0 assunse direttarii~mte l'amministrazione della ·Colonia, e fu opera assidua ed appassionata di benemertii e distinti nostri ufficiali, rrwlti dei quali 27
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L'ARTIGLIEnIA !\ELLE
GUI!lRRrn COLONIALI
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SO;Y[ALIA
avevano g·ià trascorsi lunghi anni in Eritrea e poter·ono così organizzare il « Corpo delle Guardie del Benaclir >) plasmandolo sul modello e sul ti.po del Corpo dell~ truppe indjgene dell'Eri; trea. Nell'aprile del 1905 il Corpo delle Guardie del Benadir ebbe per primo comandante il capitano De Vita e fu costituito su tre compagnie al coma,ndo cl.i ca,pitani: ogni compagnia era for mata da vaJ'ie ·centurie comandate da subalterni. Fu appunto in quest'epoca che si iniziò in :M~ogadiscio la costituzione di un regolare reparto cli a,rtiglieria. A Mogadiscio, installati presso il palazzo ,del Consolato vi ertrno due pezzi da 75 B. da sbaroo della R. 1\farina, forniti delle tirelle da traino e dotati di qualche cartoccio e di qualche innesco: alcuni indigeni erano addetti al servizio di tali pezzi e sovra.tutto alla manutenzione loro e di aleune roitragliat rki Gartner, delle quali però non conoscevano il f unr;ionamento . Nel 1904 essendo stata stabilita la costit md.one di una Compagnia di artiglieria a Mogadiscio, uno degli ufficiali di fante ria sbarcati in Somalia nell'ottobre di quell'anno fu temporaneamente incaricato di comandare i preesistent i artiglieri indigeni e provvedere alla loro organizzazione, in attesa che dalb Oolonià Eritrea fosse destinato e giungesse in Somalia un ufficiale d'artiglieria all'uopo specialmente incaricato. Il predetto ufficiale di fanteria assolse 1odcv,olment e il suo compito per quakhe mese fino a che nel marzo 1905 venne so!'ltittiito dal tenente d'artiglieria Giuseppe Lo Ourcio provenien· te dalla Colonia Eritrea dove C·o mandava una sezione della compagnia cairnonieri indigena eritrea, e che aveva portato con sè, in qualità di istruttori, tre munta7, eritrei. Il tenente Giuseppe Lo Ourcio che alle doti di sagace organizzatore seppe unire qùel · le di competente e stimato ufficiale, di valoroso soldato e cli animoso comandante, è pertanto il fondatore dell:artiglieria indigena somala le cui migliori tradizioni sono legate al suo nome: per la sua ·o pera appassionata e diuturna il primo reparto 'di artiglieria della Somalia .si sviluppa e si consolida; sotto la sua guida essa· scrive le sue più belle pagine di guerra. 'Anche Giuseppe Lo Ourcio ebbe, come Federico Oiccodicola in 'Eritrea, la f 01;tunata venfura di poter essere egli stesso il .,_ 402 -
LE PRDlE DJFFICOL'l',\
creatore del proprio strumento di guerra, di portarlo egli stesso alla proYa, e dimostrnre così, col più b1·illante dei risultati, tutta la bontà e l'efficacia del proprio lavo1·0.
ll'ig. 156 - 'l 'cnente d'artiglieria Giuse1,pe Locarcio
Le clifficoltà che il tenente Lo Ourcio dovette sormontare fu. gravi, nuruer ose e tal Yolta scoraggianti : in Mogadiscio non esisteva allora un solo operaio, non un' officina, non un laboratorio, ..... nulla! Tutto era da èostroire, tutto era· da fare . Il primo organico della 0ompagnia Cannonieri della Somalia fu di 1 tenente comandante, 6 bulucbasci, 12 muntaz, 4 trombettieri, 2 attendenti, 66 ascari, 1 quadrnpede clu, sella, e pertanto da que~ta prima forza complessiva di 90 elementi indigeni nel 1905, nell'apriJe .1907 si passa a 124 e nel luglio dello stesso anno a 147. Secondo quest'ultimo organico (Decreto Commissa1fale N: 165 del 30 lnglio 1907), la Compagnia, veniva costituita su quatLl'O sezioni e constava di : 1 tenente comandante, 1 graduato e 1 solda lo nazionali, 4 jusbasci, 8 bul ucbasci, 16 muntaz, 8 uakil, 5 tromb~ttieri, 115 ascari, 1 quadrupede da ~ella : la compagnia era armata, 0 0 11 4 caùnoni da 75 B. La tenuta. era cos'titnita cla : pantaloni bianchi all'indigena. 1·0110
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I/ ARTIGLIERIA ~ELLP:
GU EHUR COLONIALI
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SOMALIA
giubba- corta bianca, fascia gialla, tarbusc ossia, fez rosso co] fiocco giallo. La sede della ·compagnia Cannonieri era, il Forte Cecchi · oostruito nel 1897 a protezione della città. Evidentemente i successivi aumenti organici della compagnia d'artiglieria si accompagnarono a corrispondenti graduali aumenti degli -o rganici, delle truppe di fanteria, e mentre per i primi tempi la compagnia cannonieri era alle dirette dipendenze tecniche ed amministrative dell'artiglieria eritrea, nel 1906 pas!;;à,va, per tutti gli effetti, alle dipendenze del. Corpo delle Gnardìe del Benadir. Nel primo periodo della nostra organizzazione militare l'impiego delle predette artiglierie non fu affatto necessario m~lgrad-o che si fossero .dovuti sostenere vari scontri contro le formazioni somale dell(~ tribù ostili, le quali sovratutto per l'abolizione della schiavitù soffrivano. i danni conseguenti, direttamen te ed indirettamente, in tutti i campi delle attività svolte da,lle tribù stesse fino al momento della nostra .occupazione. Si tratta,. va pertanto di combattere gente armata di la,ncia e di arco contro la quale non era possibile ingaggiare dei veri e propri combattimenti afferenti ad un qualsiasi risultato anche soltanto lontanamente di importanza tattica, ma bensì unicamente di. difendersi dalle insi.die e dagli agguati che, come atti di brigantaggio, veni'Vano tentati nella boscaglia. . ~fa coll'fosurrezione del Mad Mullah contro gli inglesi, an- _ che in Somalia cominciarono a compa,r ire e quindi poi _ad affluire le armi cla fuoco . D'altra parte l'irrequietezza dei sultani di Obbia e della Mingi urtinia che si valèvano del protettorato come pretesto di ritorsione, e l'estendersi contagioso del feno meno insurrezionale determinato dagli atteggiamenti del 1\1111la,h fecero sorgere la necessità di adopera.re il cannone per proteggere e difendere le tribù fedeli, continuamente taglieggiatè dai Dervisci . . In questo periodo la Compagnia· Ca,n nonieri era ancora su quattro sezioni, e di queste una sezione era distaccata a l\'Ierca. Il forte Ceèchi che ospitava la Compagnia Cannonieri era ar. mato con 8 pezzi da 75 B. e con 6 mitragliere'. Colla sezione distaccata a Merca vi erano 3 pezzi da 75 B .. e 3 mitragliere nel ~.404-
UNA PRI::\!A AZIONI~ CO:S'J;llO l
nm1,;1,LI
fortino Trcvis costruito sulle dune di ~ferci:L a p1·otezione della città. D.opo i fatti di Lug (15 dicembre 1907), in cui caddero da valorosi i due capitani di fanteria Ettore l\:Colinarì e Simone Bongiovanni, nel 1908 fu deciso di svolgere qualche vigorosa offensiva che, proteggendo le tribù a noi fedeli, .a~erma,sse il prestigio e la forza delle nostre armi.
ll'ig. 157 - Vegetar.ione lungo l'Uebi Scebeli. (da « le G uerre Coloniali d'Italia» di V. G iglio e A. Ra.venni Casa Edlirice Dr. Francesco v a.llarcti Mila.no, 1935).
Contro i ribelli di Bimal e di Dongub, so1nmanti a circa un migliaio, fu mandata una colonna comandata dal capitano Vitale, composta di 600 ascari e di una, batteria cli can.nonieri comandata dal tenente Lo Curcio con 4 pezzi riuniti in una batteria da 75 B. trainata da asini : ogni pezzo era trainato cla 4 asini ed aveva un munizionamento di 100 colpi. Tale colonna in - 405 -
r/AH'.l'JO·LIE:RJA NffiLLm
GUERRID
COLONIALI
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S0MAL1A
tre sucèessivi scontri del 1908 (Dongub 2 marZ-O - Gilib 3 marzo - Mellet 7 marzo)- inflisse gra,vi perdite ai ribelli e fi.ni per avere cori:rgleta r_agionè su di loro .. Risulterebbe pertanto che data la rapidità colla quale si svolsero i predetti col?-°lbattimenti èd attesa quindi l'impos~ibilitf.t cli tr.a sportare tempestiva.mente i pezzi sulle dune, gli arti.glieri pt1rtecipai-onò alla, lotta senza cannoni che lasciarono a Gilib ·Opp,ortunamente soortati e protetti : i cannoni.e ri furono cioè impiegati ·oome fanti facendo uso dei loro moschetti. Per clomaee completamente l'insurreziqne bisogniwa, però rendersi padroni del bacino delFUebi-Scebeli : occorreva all'no; po di poter disporre non soltanto di ti'uppe molto più numerose ma essenzia,l mente provvedute di tutti i necessari servizi. Nella successiva oceupazione di Danane (12 marzo 1908) l'artiglieria, fece perta,nto sentire la sua voce disperdendo nella boscaglia alcuni gruppi Bimal, e bombardando per rappresaglia alcuni villaggi : q ue::;to primo marcato intervento del cannone in Somalia, e gli ~fl'etti per esso conseguiti. produssero un'enorm(~ impressione nell'elemento indigeno. -uceupata Dana11e, particolarmente importante per la sna posizione di clomini_o .di una zona acquifera, i ribelli compresero che era loro stroncata ogni velleità (Ji reazioùe.
Nel 1908, mm·cè il nostro intervento, essendosi potuto addivenire all'accorùo cli llig tra il l\1ullàh e gli. Inglesi, fu per parte nostra definitiva.mente decisa l'occupazione del ba~o UebiScebelL Approvato allora il nuovo ordinamento del Benadir per cui la Uolonia assnnse ufficialmente il nome cli cc Somalia Italiana >>, si provvide tosto ad un aumento clellf! forze. Mentre si provvedeva ad un rec.lutamento di 1.000 ascari in Arabia, si stabilì di rinforz~1re subito il preesistente nucleo cli t1·uppe ·coloniali della Somalia, mandandovi dall'Eritrea un battaglione indigeno formato da 4 compagnie: cli ascari eritrei, della forza complessi va di 60(} nomini al èoma.ncto del maggiore .Antonino Di Giorgio_ In tal modo si ebbe complessivamente in So._
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L'OCCU.PAZWNE DJ1:f, BASSO UI'lI:l! · SCEBEf,I
malia una forza <li 3.500 ascari con una quarantina di ufficiali, f' con ta,l i truppe il ma,ggiore Di Giorgio potè procedere all'occupazione di tutto il bacino del basso Uebi-Scebeli. Alle operazioni che accompagnarono tale occupazione, la Compagnia Cannonie1·i partecipò con una batteria mobile çli 4
F ìg . 158 - Aiaggior e Antonino D i Giorgio. (dalla collezione del Capit an o Avv. Costante Giraud).
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pezzi da 75 B. trainati cla a,sini e con 2 reparti cannonieri a.ddetti ciascuno al servizio <li 4 mitragliatrici Gart ner : questi reparti d'artiglieria dovettero sormontare varie e svariate difficoltà, e pertanto corri~posero pienamente all'aspettazi.one dimostrando come e quanto l'opera, sagace del tenente Lo Ourcio fosse stata provvida e proficua. La batteria trasportava 49 colpi per pezzo e 3.000 cartucce per mitragliatrice, ed era formata su 21 asini addetti al trasporto dei cannoni, e su 48 ca mmelli per le mnni:1,ioni e per i ervizi. -- 407 ,,_
1} An'l'IG T,mIÙA ::-ELL ID
GUEHHID
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SOl\IALlA
Ad ogni buon fi ne, temendo che le difficoltà, stradali potessero intralciare la, marcia della batteria, ricorre11do ad opport u11i ri · piegai fn dal tenente Lo Curcio studiato il someggio dei pezzi su cammelli mentre i cannonieri Yennero sollecitamente esercitati nelle manovre relative, tanto ch é all' atto pnttico un tale someggio ùiecle discreti risultati. Il maggiore An tonino Di Giorgio, parlando della batLel"ia, ~1crive nella sua Relazione : « Quando la batteria partì da Mogadiscio per prende1·c pai'te alle o perazioni, non era costituita rhe da G mesi. Ma era già così istruita., marciava e manovrava con tale precisione, che il comandante delle truppe poteva assumeri,i a cuor legg•~ro la grave responsabilità. di portal'sela ùietro così come era (con quei qu_adrupecli, con quei fin imenti, con quei mezà !) in 1111 paese inesplorato e privo di strade ... . )). Aggregata a1la. batteria ù'tlrtiglieri~b eravi nna centu l"ia ùi fanteria, che più che per senire di scorta, era destinata ad ai uta1·e eventualmente -i cannonieri per il t rasporto dei pezzi nei terreni più difficili. In questa sua predetta fol'mazione la. batteifa del tenente Lo Curcio si presentò il 22 agosto 1908 a Danane, dove il maggiore Di Giorgio aveva stabilito il concentramento delle truppe destinate alle operazioni.
La ptill.la tappa d~lla spe1lizione Di Giorgio, che da principio era stata stabilita a Malla ble, dovette in seguito essere fissata a Barire perchè lo Scebeli era in piena e minacciava di straripare. Barire venne oecupata alle ,o re 14 del 24 agosto 1908 senza incontrare alcuna resistenza, dopo una marcia di quattro ore: a sventare qualsiasi attacco cli soi-presa la colonna si sistemò a difesa, le mit1:agliat ri.ci furon o approntate ai bordi clelllL periferia, ed i pezzi furono messi in hatter-ia. e puntati nelle direzioni di provenien za più pericolosa. Prima che calasse la sera il nostt'O tricolo1·c veniva ammui11a,to in mezzo alle salve d'artiglieria, e nel eie]o ,li Barire gar riva. la ba,ndiera d'Italia! -
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L'OCCUPAZION~; DI AFGOI
Dal 24 al 30 a.gosto le truppe lavorarono per sistemare completamente l'<)ccupazione, e nei giomi 30 e 31 agosto v~nne effettua ta una ricognizione verso . Afgoi: la oolonmi, parti con l.040 fu cili e 4 pezzi, mentre le mitragliatrici rimasero a Barire a difesa del presidio. La colonna m:ireiò suddivisa, i11 tre colonne più piccole, uftìanc;:i,te; la batteria e la <:arovana delle impedimenta. vennero incastrate nella colonna centrale : era, in altri termini la forma; zi(;me del classico << quadrato coloniale >). Nella, predetta formazione di <<quadrato)) la colonna ava11zò il 30 agosto ,su l\ferer<~ Ù<>ve nuclei -o stili tentarono di rèsistere sul fronte, mentre gruppi i&olati di ribelli cercavano di ag'girare la colonÌ1a per attaccarne la coda. L'artiglieria ebbe allora. l'ordine di sparare sul villaggio a.le une cannonate e è1 uin cli ri volse il suo tiro contr-o gruppi nemiei che si anda,vano. riunendo al margine delJa, boscaglia, disperdendoli in poco tempo . l,a mattina dopo alcnni capi cli iforere essendosi presentati per fare atto di sottomissione, dichiararono che (( quei grossi colpi d'ar tiglieria li avevano sorpresi ed avevano ammazzato nel villaggio più di cento guerrieri)). All'indomani il maggiore, Di Giorgio .fece ancora bornbardàn~ il villaggio cla,l l'artiglieria, e quindi ,1vendo fugat<) definiti · vamente i ribelli, alle ore 19 del 31 agosto la colonna tornò a Barire. La ba,t teria nei giorni 30 e 31 agosto aveva sparato 68 shrap nel e 8 scatole a mttraglia che coi loro effetti avevano letteralmente terr-orizzato gli avversarii. Il 2 settembre mentre a Barire rimanevano col presidio fo:,. so 4 mitragliatrici Gartner, la batteria di 4 cannoni partecipava. all'avanzata di un distaccamento su Afgoi che venne sbtbil mente occupato e dQve pun~ -venne issata la bandiera italiana. Gol presidio 11sso di Afgoi rimasero 4 mitragliatrici Gartner col numero di cannonieri necessario per il loro servizio, e temporaneamente rimaneva anche ivi l'intera batteria Lo Curdo per aiutare nei lavori difensivi. La prima parte del programma Di Giorgio era così effettua· ti~ con l'impianto dei pres~dii lu11g<> il fiume : rimaneva pertan to da effettµare la parte più importante e cioè l'a~ionc delle colon-
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L' ARTIGLIERI.-'\
NEiLB GUERRE
COLONIALI
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SOMALIA
ne mobili irradiantisi. nell'interno dai vari presidii stabiliti lung.o il fiume. Poichè intanto vari nuclei e gruppi. avversari si erano raccolti a Balad-Tetteilè sull'opposta riva dell'Uebi-Sceheli.,· e quivi in una riunione cli capi ribelli e ostili era stata decisa la resi,;tenza, il ni aggi.ore Di Giorgio si risolse di agire senz'altro ed impresse alle operazioni tin tale carattere di decisione e di rapidità sicchè il 11emioo · ne restò sorpreso è non seppe approfittare del periodo cli crisi che la colonna di Giorgio avrebbe ineluttabilmente incontrato per il passaggio d~l :fiume. Il 21 settembre il Di Giorgio giungeva ad Afgoi col batta- · glione eritreo e con alcune a1tre truppe: ii giorno 22 fu dedicato all'apprestamento di t utti i mezzi necessari per l' attra.v ersamento del" fiume, e il 23 settembre 'la colonna mosse da Afgoi traghettando il fiume sopra zatter~ dalle 5,30 alle 12,30. Passar,ono · prima i reparti di fanteria, poi i quadrupedi a nuoto, po.i i 4 pezzi smontati, le munizioni, i materiali e le irnpedimenta. La batteria che aveva lasciato ad Afgoi 17 canno. nieri per il servizio delle mitragliatrici, impiegò circa un'ora a passare il fiume : il tenente Lo Ourcio narra che su ogni zattera ·veni.va caricata o una vettura, oppure otto cofani per munizioni, ovvero diciotto uomini, mentre gli asini si dovettero far rimorehiare dalle zattere perchè dimostratisi incapaci. a nt10 tare. Per questa operazio'Qe la formazione della batteria dovette essere alquanto ridotta 1iegli effettivi, mentre viceversa fu au mentato il munizionamento costituito da 69 shrapp.el e 40 scatole a mitraglia. Il 24 settembre 1908 nella sua ormai consueta formar.ione a (~quadrato)) la colonna mosse su Balad e ad es.sa si unirono GOO la. ncie del ~ultano di. Gheledi, che si era messo sotto la, protezione dell'Italia.. A valle di Ararè un primo attacco dei ribelli sul nostro fronte venne rapidamente sventato, ma non app.ena le no stre truppe · tentar·ono di effettt1are un cambiamento cli fronte. sulla destra della batteria ,s i sviluppò una fulminea azione tanto che si ebbe appena il tempo cli sta,c eare gli avantreni, ma poichè fortunatamente i pezzi erano già. stati caricati a mitra. glia, così. fu possibile di aprir-e imrnecliata,mente il fuoco. Il J
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Ui\"A SPIDDlZJONE CO.NTfiO I RIBIJJLLT
primo colpo fu sparato allorchè i ribelli avanzando risoluti erano già giunti a 30-40 metri dalla batteria, ma l'esplosione produs~e tale effetto te:rr·o rizzante sngli avversari sicchè essi si arrestarono e tale mov1mento d'arresto fu sufficiente per potr~1· · lancia,re una. seconda salva, riuscita micidiaJe: alla terza salva l'avversario era disperso. La colonna avendo poi ripresa l'avanzata, i rmelli sferrarono un terzo attacco irrueilto sul nostro fronte, e pertanto la batteria, d'artiglieria, permanenclo in posizione, riusc~ì 0011 nov(• colpi a mitraglia a spezzare la foga del nemico che dopo di essel'e stato letteralmei1te ·dechnato, si ritrasse abbandonando il contatto colle nostre truppe. La colonna giunse così a Balad e quindi riprese la via . del ritorno dùrante il quale la, batterhL « appoggiò con alcuni tiri bene aggiustati la breve e decisiva azfone di una nostra mezza compagnia cori_tr,o htvversario che si dileguò e non diede più segno di vita)). Il 26 settemhtc 1908 la, spedizione rientrava ad .Afgoi lasciandovi la hatteda che ivi prendeva la sua sede, mentre il · i:esto deHa colonna, rientrava il 29 set·tembre a Mogadiscio. Il reparto cl'artigheria merÙò l'elogio del cornandantè della colonna che così si esp1~sse-a suo- riguardo: « Nei fatti d'arme cli Merere e. di Ararè la batteria fece dei tiri a metraglia della massima -etlì.cacia, e P effetto specialmente morale della sua azionefu grande>). Egli aggrnnse p~i ancorn, che : << ove fossero giunti i mulètti 1ichiesti in sostit nzione degli asini, e si fosse avuto materi.a.le più modefoo, quella batteria sarebbe stata un vero modello del genere. La disdpli11a e l'ist ruzione degli uomini, era ciò che di più perfetto si po:;;sa imma,g inare. Questo reparto costituisce per l'Ufliciale, che con incredibile scarsezza di mezzi e con miracoli di. pazienza e di energia seppe crearlo dal nulla, un titolo notevole .di benemerenza, ed insieme una prova di ecc·ezionale capacità>>.
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Il tenente Lo Cnrcio, rirnpa triato alla fine cli ottobre 1908 ebbe poi la medaglia al valor mHitare per l'esemplare condotta tenuta, in combattirneùto ·e per la perizia dimostrata come co-
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L' ARl'IGLrnRIA NRLLE GUERRE
COLOi'iIALI
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S0.MM,IA
man.dante in tutte le opel'azioni a.lle <1tiali la batteria prese parte. Al tenente Lo Curcio subentrò nel COJl!.ando della Oompa- · gnia, Cannonieri il tenente Cainillo Gatteschi, e la batteria, .1,g li ordini di quest' ultimo, prese parte a nuove spedizioni e a nuové
Pig. 159 - 'l'enente cl'artìglieria Camillo Gat teschi.
0 ·0 fore Rossi nuovo comandante del rico e0 ·mz1oni · · dirette dal ma • ee , · lP truppe in Soma,l ia. Nel febbraio 1909 la bat teria parteç,ipò ad una nuova . spedizione a Balad ed ebbe modo di brillare per la rapidità, e per lu, giustezza dei suoi tiri, riscuotendo vivi elogi dal corna,ndante della colonna. Nella predetta azione il tenente Gatteschi ammalato dovette essere sostitùito nel comaJìdo. della batteria clal maresciallo-Valentin i : è doveroso ricorda-r e che l'opera spiega. ta dal Valentini fu vàamente all'altezza della situazione; la, · batteria fu ricompensata per il lodevole contegno tennto, e al maresciallo Valentini fu meritatamente tributato un entornic solenne. Negli a nni che seguirono l'attività delle truppe somale diminuì alquanto limitanclosi all'occupazione di qualche punto di
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MTG T,IORAi\f EN'l'I AI TRAINI
tappa importante, man mano trasformato in presidio stabHe e dife.so da nuove guarnigioni. · La batteria, che inta.nto aveva-adattato dei muletti al traino dei pezzi, in sostituzione degli a,sini, e quindi aveva migliorato le sue <;ondizioni di mobilità, partecipò di tanto i.n tanto alle
Fig. l(;O - Sentin elle al F or te di Daicloa.
spedizioni più importanti come quella del maggio 1910 comandata dal maggiore Ohiossi a Gascianle, e del màrzo 1912 comandata dal colonnello Alfieri, ·operazioni eff€ttuate per l'occu pà,.zione dello Scidle. · Fini.te queste operazioni di movimento e .superate le resistenze periferiche la penetrazione entrava in nna nuQva e par-
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L'ARTIGLIEnIA ~ELLE GUElìllU: . COLONL\J,I -
LIBIA
ticolarissima. fase polthè le popolazioni indigene chiecle.nmo la protezione della nostra, bandiera e Fistituzione di nostri presidi armati nelle varie località . La compagnia can nonfori svolse allora la, sua attività, . nel- ' l' opera, di f.ortificar,ione dei presidi stessi, a, difesa dei quali fu rono lasciate delle sezioni ·c omandate da ufficiali. o da jnsbasei, oppure furono costituiti dei distaccamenti di cannonieri. In pochi anni la Compagnia Canno11ieri clà vita ad un consi derevole n umero di sezioni e di distaccamenti, tanto eh<! al -comando cldla Oompag11ia comiueiano a far capo vari.i servizi d'artiglieria cli notevole entità. Nel 19il vengono s tabilit i definitivamente i distaccamenti di Balacl - .A.fgoi - Barire .e Me1·egh, ciascuno dei qùali è clotato cli 2 pezzi da, 75 D. ; in seguito si aggiungono i distaccamenti di Mahadclei - - Buracaùa e Baidoa, e p rm~ nel 1911 ·s i inaugura la polveriera <Ji M-ogn (li.scio che prencle il nome cli polver iera Cecchi. Nello steHi,;o tempo si perfeziona la costituzione ed il funzio1wment.o di 1111 laboratorio per le ri.pan17:i:oni più necessa rie ed urgenti dei varii materiali d'artiglierla. Così si chiudè i'. primo cic:Jo dell e Yie-c~nde dell'artiglierfa, in Somalia.
§3
L'artiglieria nella g uerra italo-turca 1911-12 - Artiglierie contrapposte ~ Prime azioni dell'ottobre - Azione del 26 novembre Battaglia di -Aio · Zara - 11 generale Gigli Cervi - Sistemazione difensiva - Combattimento· di Bir Tobras - Combattimento di Zanzur - Progetti per l'avanzata in Tripolitania - Sistemazione definitiva della base di Tripoli - Occupaz ione di Homs - Occupazione del Mergheb - Operazione su Lebda. - SistemaziÒne difensiva di Homs - Occupazione di Sidi Said - Occupaz ione di Sidi Alì Occupazione di Zuara - Occupaz ione di Misurata. Le operazioni in Cire naica - Sbarco a Bengasi - Ricognizione a El Coefia - Attacco di Bengasi d1:l 25 dicembre - Battaglia delle
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r/ ART IGLIEHIK XELLE GUERRE .CO LONIALI -
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Due Palme - Sbarco a Derna - Ricognizione sull'altipiano Combattimento per la protezione. dell'Uadi Derna - Azione del 12 febbraio - Combattimento del 3 marzo - Azione del 16 aprile Azioni del luglio - Sistemazione difensiva definitiva di Derna Le operazioni a Tobruk - Sistemazione difensiva - Ultime operazioni della guerra itafo-turca - Occupazione di Rodi e del Dodecanneso - Ultima operaz,ione della guerra - Seconda battaglia di Zanzur - Azioni a Bengasi e a Derna. Esperimenti concretati durante la guerra italo-turca - Relazione del generale Tettoni sulle vicende dell'Arma· durante ' la guerra - Considerazioni.
La regolamentazione tattica in vigore al momento della glH:!I"ra di Libia non prevedeva norme particolari per l'impiego cl~lle artiglierie nei combattimenti coloniali; d'altra parte la natura e le caratteristiche del terreno, il clima, l'ambi.ente e gli avversari imponevano speciali cautele nel senso di assicurare alle truppe combattenti una certa, mobilità forneruiole di armi leg gere, facilmente ·trasportabili, non soggette a guasti, inceppumenti e deterioramenti, nonchè di facile rifornimento. Conseguentemente dapprincipio il pr,ogett0 di mobilitazione non considerò cbe artiglierie ieggere, a tipo rigido, da campagna e da montagna, ed· anche in quantità piuttosto esigue, non tanto perchè le forze turche di presidio nell'Africa settentrionale .fossero limitate e non dotate di molte a rtiglierie, quan to perchè non era · da escludersi èhe in conseguenza della, oornplicàta situazione internazionale l'Italia fosse costretta ad a.ffr,ontare su altri campi una guerra a~sai pi.ù vasta di ·q uella che stava· per iniziarsi, ed in tal caso non era prudente di impove rire le dotazioni metropolitane. . Dopo lè guerre cli indipendenza, la mo6ilita,zione specia.J.e del Gorpo di spedizione per la Libia, fu in Italia il primo esperimento di mòbilitazione ·su scala abbastanza estesa: _p revide la costituzione di un Corpo d'Armata su clùe Divisioni, destina.to 'inizialmen't e a sbarcare su un solo punto della costa 1ibica, ed a questo concetto furono ispirati : la costituzione dei servizi, la dosatura delle ar_tiglierie sta_b ilita in un reggimento per Divisione, ed in genere l' organizzazione di tutto .il movimento.
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L' AR'1'1GLIBRIA NELLE GUJlJRRllJ COLONIALI -
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·Generale Luigi Ca neva . Comandante Cort)O spedizione.
Generale Pietro Fr ugonì. Comandante · Corpo Armata Speciale.
Generale Guglielmo Pecori-Gira.ldi. Comandan te 1a. Divisione.
Colonnello Vittorio Zupelli. Comandante Distaccamento di Derna.
]'ig. 161 - Comandanti di Grandi Unità provenien ti clall' Arma d'artiglieria. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
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FORi\fAZIONG DEL CORPO DI SP.F;DIZlOl\E
Inizialmente furono quindi assegnati al Corpo' di spedizione (1) : 1 reggimento di artiglieria da campagna 4 b'a tterie <la '75 A. nella formazione di 6 pezzi per batteria, 1/2 reggie mento d'artiglieria cla D,1ontagna su 4 batterie da '70 mont: .·nel1a formazione di G pez1.i per batteria, a ciascuna Divisione ·
su
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(1) Speccllio indicante la situazione prevista. dall'ordine ai mobilitazione <Jon gli anment,i di actiglie!'ia effettuati nel sott.cmbre-ottobre HlÙ . CORPO DI SPEDIZIONE CANEV.à. Comandante l'artigliel'ia rnagg. gen. G.igli Cervi. 1° sca.aUone 1a Divisione (Pecm·i G·iri.1.J(lij I brigata Rainulùi ,, Giarclin::i II fo reggimento artiglieria da camp(Igna- speciale (Col. B,omagnoli) 2.10 gruppo cannoni 75 A.. 12 p. Ho ,, 12 p. " Truppe suppletive (artiglie ria.) 3° reggimento attigliel'ia d.t campag-na spéciale (colonnello Stra,::zeri) 5a batteria ca.un. 7f>/ 90Ci 4 p. {la 4 p. H,n 4 P· 17••· 4 p. " " ½ reggimento artiglieria da montngnf.l speciale ('.!:. Col. Ca.inol ett,o) . 18 p. io gruppo cann. 70 A. mont. (3 bat.t.) ))
Totale pozzi 2o sca.gl'ione
;58 P.
·~
2" Div isionè (Briccola ) - III ·brigata D 'Amico IV b1·igata: Amegli.o 2° reggimento a.rf,igliet'ia da campagna speciale (ten. colonnello Genovese) 240 gruppo cannoni 75 A. - 18<> gruppo ,, TruJ)l)e suppletivo (art.iglieJ·ià) ½ l'eggirneirtò,' art.igli~ria da.) nqntagnà ,specilii,le · 22° grup11.o éa.h noni 70 A i:tont.' (2 bait.) . : · : '
~.
. Tot; ie pe¼li.i .
·, ·'
!2 P· 12 p.
' p. ~2 ~6 58 94:
2-8
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+
Colonnello G!Ulio Strazzeri. Comandante 30 Reggimento.
Colonnello' Pietro Romairnoll. Comanda.nte l o Reggimento.
Generale Giovanni Gigli-Cervi. Comandante l'artiglieria.
(j
I•
T en. Colonnello Luigi Genovese. Comandante 20 Reggimento.
Ten . Colonnello Giacinto Camvletto. Comandante artlglleria montagna.
Fig. 102 - Comandanti d'artiglieria. (dalla collezlnne del Capitano Avv. Costante Glraud).
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LE FORZE DI AH'.l.'1GL1ERIA
Questi reggimenti erano costituiti su 2 gruppi ciascuno, ed avevano rispettivamente la seguente formazione : Regg.to A.rt.
d(t
camp.
Regg.to .tfrt cla nwnt .
Comand·O: 2 gruppi su 2 btr. da, 75 A. Ufficiali 28
Truppa 675 Quadrupedi 553 Carri regolamen tari 56 Carrette 26
Comando: 2 grnppi su 2 htr. da 70 rnont. Uffidali 30 Truppa 1178 Quadrupedi 423 Carri regolament ari 24 Carrette 5
Il Corpo di spedizione, complessivamente forte di 1.105 Ufnciali, 33.303 uomini di truppa, 1.494 cavalli, 893 <JUadrnpecli da tiro, 1.805 qua,drupedi da tiro e da salma, 2.006 quadrupedi da salma, 266 carri e 798 carrette di tipo speciale, nel settembre 1911 fu aumentato nelle sue forze d'artiglieria e cioè completato, qua1e appare dallo specchid qui allegato, con nna quinta batteria da montagna di G pezzi data al gruppo del tenenk colonnello Oamoletto, e con 1 reggimento di artiglieria d::.t <>tul· pagna coµ1andato dal colonnello Giulio Strazzeri c.ostìtuito da 2 gruppi di 2 batterie di canrLOni da 75/906. Queste ultime erano le prime batterie à deformazione che veniva,no impiegate in combattimento, e le competenti a,utorità militari dovettero su , pe1·are molte prevenzioni al riguardo, soprat utto per i paventaiti inconvenienti derivanti dalla sabbia che si riteneva clovesse inceppa,rc il funzionamento delle a,rmi automatiche, e d'altra parte perchè il maggior .peso della .vettura-pezzo non deponeva a favore della mobilità, di tali materia.li in terreni dunosi. L 1aumento delle artiglierie dd Cotpo di spedizione fu determinato dalle notizie sulla: effettiva resistenza che la nostra truppa f:Lvrebbe incontrato. La Turchia, che si ·era limìtata in passato a platoniche proteste per fa. perdita di quasi tutte le regioni della costa africana mediterranea sulle quali essa es.ercitava ancora una notevole influenza, mostt ava di non voler cedere nei riguardi della Libia, sulla quale però la sua azione d.i prestigio era ormai ben poc-0 sentita. Lo sbarco di ma,teriali -
419 -
L' ARTIGUERIA !\ELLE G UE!lR8 COLO)IIALI -
LIBIA
bellici t urchi dal pfroscafo « D<:~rna )) ed i violenti propositi di resistenza per parte degli avversari, costrinsero quindi il Governo italiano acl accrescere la potenza del nostro Corpo cli spedizione, e quindi, pur senza considerare ancora l'evenwn,lità cli dover affrontare masse . turco-ai·abe, ma solamente truppe regohu"i della, 42" divisione -ottomana cli presidio in Libia, si riten·
Genera.le Alberto Pomo. Capo di S tato Maggiore.
Generale Paolo Spingardi. Ministro delia Guerra.
..,
(daH~. collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
Fig. 163.
ne necessario di frazionare il Corpo cli spedizione in due scaglioni, destinati a sbarcare iÌl località. diverse. Più particola,rmente un primo scaglione, forte della ia Divisione con qnasi tutte le truppe suppletive ed i scnj .zi, avrebbe dovuto a,gire contro Tripoli ehe era la località più importante e dove erano prevedibili le maggiori . resistenze; il secondo sc,1glione_format{) dalla 2" Divisione -con due batterie da m~mtagna avrebh(: dovuto agire a ri:nealz.o della 1• Di.visione se necessario, ?PPUre altriment.i sarebbe stato diretto su Bengasi -0 su altri 'punti d~l,;li~t~)J:ale. Per questa ragione H genèrale Oan~va, nella sua dotta/ Relazione -
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CORPO
SPEDIZIONE
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IN T EN DE NZA lnundR,n,/,e., Magg.gvr Gazzo la Mal!ad.•a
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/ ''Scaglione
jE Co11W.1ut1u;1.e ..
2° Scaglione
~ 2a Divisione
I" O,v,sione r.-".r"'· Pecor1 G1rald1
O pt.J d, .slJl o m,199 k:11'19 t/J sta11J mt!JJ
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L'ARTIGLIERIA 1mLLE GU r.m1m COL ONIALI -
LIBIA
finale osservò che in simili contingenr,e, attivJ larnri di ricogni~done, di raccolta di dati, di studi e di notizie dovrebbero con: . sentire di fissare in antecedenza le Unee direttive del piano di operazione, per evitare di ·essere costretti a modificare non tanto la costituzione delle unità, quanto l'·organizza1,ionc dei servizi. Nelle istruzioni emanate da S . E. il generale Polli·o al co mandante del Corpo di spedi1,fone in data G ottobre 1911 furono (l(~fill iti
:
-
gli soopi della spedizione e ci.oè irnpadronfrsi cli Tripoli e dintorni, occorrendo anche a ·yiva, forza; - la, linea di cond:otfa da seguire, e cioè separare possihi.lmènte la posizione dei Turchi, considerati come oppressori, cla quella degli Arabi considerati quali. oppressi; - l'·occnpazione di Bengasi; ~ le linee di penetrazione verso l'interno libico; - i limiti dell'occupa1,ione nella, 'I'ripolita.nia, e nella Ci. 1·enaica. Le di:fficolta di riu~cita di uno sbarco cli viva forza a 1'r-ipoli non erano poche . perchè la piazza era fortificata ed aveva una . . cint~L continua, formata da nn terrapieno che, se pure in non buone condizioni, chiudeva però la città vecchia dalla parte di terra e costituiva pur sempre un ostacolo abbastan1,a serio, giacchè essend·o riparata e completata oon lavori campali poteva consentire appigli tattki non trascurabili. L'armamento della piazza era cosi costituito: il Bastione di nord-est con 3 cannoni; la Batteria d.el Faro oon 4 cannoni ; la Batteria d·el Molo con 20 ca,n noni, 3 obici e 1 morta.io; la Batteria, Hamedià con 6 can. noni; la Batteria Sultania con .7 cannoni. Nel porto di 'l'ripoli, che non consentiva ·l'entrata alle navi con un peseaggio superiore ai 6 metri, stazionava una vecchia corvetta turca, la<< Mansura >> armata co11 1 cannone da 18, 4 cannoni da 12 e l mitra. gliatrice : ad accrescere le difficoltà di mio sbarco in forze' interveniva (fnindi anche il limitato fondale del porto per cui lù. maggior parte delle nostre unità, navali. avrebbero dovuto u.nco rnrsi in zone che non si sarebbero poi. potuto tenere con mare <:attivo, quale frequentemente è in p1:ossimità della costa. CompJcssivamente b pjazza di 'l'ripoli aveva il segnente ar -
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6att . .Svltania
Forte del Molo
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L'ARTIGLIERIA NELLE GUERHE: COLONIALI -
LIBIA
mamen to : .40 b. d. f. di medio e grosso calibro a retrocarica, 4 b. d. f. di piccolo calibro ad avancàrica, 9 b. d. f. di calibro e modello vari. Alcuni cannoni di bronzo si trovavano poi a Bengasi sulla Caserma della Berca, e 2 cannoni· lisci ad avan-
Fi~. 1G6 - Tl ]'orte Hamcdi:1 visto dal mare.
carica adornavano il vecchio castello : si dieeva poi che altri ca,nnoni si trova.~:sero. al Garian nell'interno, ma nulla cli preeiso si con òsèeva al riguardo. La 42" divisione ,o ttomana era, clota,ta di cannoni a tiro ra.. pido K rupp da 75 A. è · di cannoni da montagna a, tiro rapido Krupp mod. 1903 da 75 A . ; in totale 48 cannoni campali dei qua.l i 36 in Tripolitania e 12 in Cirenaica: tali artiglierie aveva.no tutte dei forti quantitativi di munizioni. Come è noto le operazioni furono iniziate dalla Regia Marina che dalle oi·e 15,30 del 4 ottobre al mattino del giorno 5 bombardò e distrusse le opere della, difesa della piazza di Tripoli, e sbarcò quindi i marinai mentre il presidio turco lasciava la -
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LO SBARCO A 'l'Rl l:'OLI
città. Dal 5 all'll ottobre, con l'appoggio dell<~ R.R. NN . << Coatit >) e -« Carlo Alberto >>, rispettivamente nel porto e nell 'a vamporto, una esigua schiera di marinai formò nna catena cli picooli p-osti che dal Fortino di Sidi Messri giunge,, a al Forte Sultania, assicurando <X>sì il possesso della città,. La mancanza
F ig . 107 · Evohrnioni di artiglier ia tur<:a a Tripoli .
di reazione da parte avversari:1 costituì indubbiamente un van taggio per noi, ma mentre per· approfittare della favorevole si tuazione consigliò il nostro Coma-nd.o di accelerare i tempi, chiamando subito il convoglio che trasportava le truppe, deteJ"minò viceversa una condizione sfavorevole nei riguardi clell'a,rtiglieria del Corpo di spedizione in qua,nto · che, siccome la sistemaz.ione di tutto il Corpo di occupa,zione nella zona di Tripoli avrebbe presentato non lievi difficoltà, così fu chiamato il solo primo scaglione ed anzi fu logicamente data la precedenza alle truppe di linea, tanto che il reggimento d'artiglieria, della l " Divisione, che era pronto a partire, fu per .il momento lasciato a Napoli, e le prime truppe partirono quindi senza artiglieria: -
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L' Aln'IGL!ffilUA i\ J•:LLE GUERRE COLOi\IALI -
LIBIA
B. E . P ·ollio ac0onsentì a tale proposta, benchè non del tutto 0onvi11to. In ogui modo nella giorn,.tta ,dell'll <>ttobre il convogli-o giunse a 'l'ripoli e le trnpue sbarcate sì sistemarono a,. dtfesa, rimanendo stabilito che, nella eventualità di atta.cchi.nemi-
Fig. 168 - Manòvra d'artiglieria turca a · Tripoli.
ci, le nostre fanterie sarebbero state protette dal fuoco delle RR. N·N . da, mare e dalle batterie da, sbarco della Regia Marina. Il comando della 1 a. Divisione scelse la linea che partendo clal Fortino C, per là, Bn-Meliana e la quota della Caserma di cavalleria, giungeva a Sidi ,J\fossri, e in opportune posizioni si piazzarono i canno11i da sbarco della Regia Marina. Ma il 16 ottob1·e, dato che nella notte si svilupparono azioni di pattuglia verso la Bn-Melfana, e cannoni turchi lanciarono alcune gra,n ate verso la predetta località e verso il F,o rtino O, . -
4:26 -
d' urgenza venne richiesta dall'Italia l 'artiglieria della 1a DivisioJ1 e: e pertm1to in considerazione del terreno a .sud d.i Tripoli, e sovratutto tenuto conto della scarsi tà d'acq ua, ritenendosi che le possibilitù, di movimento delle batterie campali sa. rcbhcro state molto limitate, si stabili che le artiglierie richieste partissero dall'Italia coi soli ser Yenti e col munizi,onament-o prescritto, ma senza quadrupedi. Intanto cominciavano a giungere le inform azioni e le notizie s ul nemico, e poicbè si seppe che J .500 uomini bene an nat i si erano raccolti a. Suani Beni Aden, il 17 ottoure il Comando del Corpo di spedizione decise di snicl a,l 'li incaricando all' uopo il Comando della J" Divisione di studiare e organizzare 1'azione di una colonna mobile della forza di 1.500 uomini per l'occupazione di S uani Beni Atlen. Ma dopo pochi giorni e cioè il 22 ottobre le notizie sull e i nt e1.1zi.oni e sull e mosi-c del nemico divc"Dnero minacciose lasciando prevedere che l'avversario, essendo riuscito a 1·iorganizzarsi , aYesse i11tenzio11 e tli attaccare : e difatti all'indomani ùttaccò. /J
D apprima sulla fronte del Fortino O appunrero formazioni regolari t urche, ma le nostre batterie da montagna ivi appostate aprirono subito ii fuoco al quale si aggiunse quello dell a R. :Nave« Sicilia» <:he dal mare appoggiaYa la destra del nostro schiei-amento: gli avversari colpiti in pieno vennero disper~i dal nostro tiro e scomparvero neHe ondulazioni del terren o. Più t ardi alle ore 8,30, sulla fronte cowpresa tra il mare e Sidi )fessri, numerosi gruppi avversari tentar ono un altro attaccr, arn·n do una, violenta fn cilata rim:i ~ta però completament.l' ~Pnz;~. ri sultato; ma viceversa vei-so H enni, un'azione, condotta ò;; l ne mico con più nu merose forze e con maggiore dech-iofJe, Jrti:-:-n,i nò forti perdite fra i nostri, alle spalle dei quali qua,si rontPm poraneamente scoppiarono diso1·dini provocati dagli ara bi della, città. In tale set tore la situazione alle ore 14 era diventata critica, ma il pr onto accorrere di rinforzi che sos tennero :fino a
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427 ~
OISLOCAZIONl APPROSSIMATIVA
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CORPO 01 SPEDIZIONE
Scalo d~ I: 25.000
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I!'ig. °IG9 _ Dislocar.ione Corpo d 1. spedìzione.
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HAFFOHZAME.N'l:O DELLA DIFESA FHOé'l'.i:E SUD
tarda ora e valorosamente umL lotta accanita finì col ristabilil'e completamente la situazione a nostro favore. A.1l'a7,ione del 23 ottobre partecipò lodevolmentè un reparto di 200 artiglieri da fortezza i quali, quasi contemponu1ealliente ad una sezione da 70 mont. portata al .Forte Messri, sebbene c:-ontinuamente insidiati da gruppi di arabi armati che cercUirono ripetutamente di contendere loro il passo; per la strada di Hamura riuscirono combattendo ad apl"irsi la via per raggiungere sul tramonto il settore minacciato (1) ' S1 provvide quindi subito al rafforzamento della difesa s ulla fronte orientale che, per 1a presenza dell'oasi, era q uèlla <li più fa.cile infiltrazione, ed all'uopo si aggiunse un'altra sezione da 70 mont. al Fortino Messri e si sistemò una batteria da 75/ 9()(i nelle ad iaeenze, nonchè una battel"ia cla. 75/ UOG ad He1m i p-0stata sulla quota omonima. Nei giorni 24 e 25 ,ottobre, queste! batteri.e in attesa del nuovo attacco che l'avversario prepa,ra.va , inquadrarono la zona d'azione, battendo ripetuti;tment e il folto dell'oasi. Intanto erano giunte e stavano sbarcando, ma non erano perciò ancora disponibili, le batterie da 75 A . rigido, CO· sicch~ per fronteggiare l'attacco la l" Divisione poteva disporre delle seguenti batterie così disloeate: lì' ronte Ìnericlionale: - F,o rt ino C . : ~ batterie cfa 70 mont.; Bu-Meliana: 1 ba,t teria da 75/906, 2 batterie Regia Mari.mb.
·(1.) Specchio indicante le 1mità di a.rt.iglieria che presero parte al. comhnt· timento del 23 o1,toh l'e 1911, dalle posizioni a. fianco ·segnato: - Bat.terirt da sbarco R. M. della " Cin·lo Alberto" (ton. di vascello Pesci} - Caserma cli ra·val1eriu. - Bil.l.tex'ia da sbarco R. M. della " Cado Alberto" (ten. di v ascello Savino} ..:... B1i Melù11u~ - 1a battflria da montagna (_capitano Battc1glia ) - J!'orUno C - 2a. batteria da montagna (capitano Cavallo) - B ,i Meiiana 3a, batteria da montc1gn;;i, (capitano v,~ttori) - 700 m. a.d ovest del fortino C Brigata artiglieria da fol'i,ezza (mag· giore Mori) - Caserma cbi ca:vc,.lfol"'ia
-
429
L'AR'l'IGLIEHIA Nl•!LLE GUmRRG COLONIALI -
LIBIA
Maggiore Guido Mori.
Capitano Ri::ia JC:o Battaglia .
Capitan o Michele Cavallo.
Ca pitano Paolo Vettori.
"F'ig. 170 - Comandanti d'artiglieria .
--- 4!!11 ··-
L ' A'.J.YNCCO T U itCO rn;;r, 2(l OTTOBRE
Fr,onte orientale : ]?orte Messri : 1 batteria. da 70 mont.: 1 batteria. da 7G/906; Henni: 2 batterie da 75/906.( In totale quindi : 18 pezzi da montagna, 16 pezzi da, campa.gna e 2 batterie di cannoni da sbarco della Regia Marina e 200 artiglieri da fortezza.
L'attacco avversario si iniziò all'alba del giorno 26 ottobl'e si sviluppò subito con grande vfolenza. Sul fronte meridionale l'azione ebbe momenti di particolare intensità ed i tufoo-arabi. raggiunta una zona in angolo morto, aprirono un fuoco miei. diale con tro le linee della Bn-1\foliana all'incirca verso le ore 6. Ma alle ore 7 giungeva da Tripoli una batteria da, 75 A . clui prendeva rapidamente posizione ed apriva il fuoco contro gli a.vversari costringendoli a sgombrare. Gli attaccanti cadevano quindi sotto il tiro delle batterie della Bu-Meliana e poscia sotto il fuoco delle batterie da montagna del Fortino C. tanto che al.le ore 10, dopo di aver subito gravi perdite, erano costretti a desistere da ogni ulteriore tentativo . Anche nel settore orientale l'azione presentò gli stessi cal'atteri : l'avversario approfittando delle zone coperte potè spingersi a gruppi fin sotto la quota di Henni difesa, da marinai e da l'eparti ddl'84° fa,n terfa. L'attacco si svolse violento ed i turcoarabi, dopo di aver supèrato le trincee si diressero verso la Caserma di cavalleria, .ma furono valorosamente arrestati dal fuoco dei nostri due squa,dronj del reggimento «Lodi)) e speciàlmente dal plotone appiedato, comandato dal tenente Paolo ·Holar,oli (Medaglia c1:,oro) che, sebbene già oolpito al braccio destro e poscia ferito quattro V·o lte a,l la testa e per ben due volte con arma da taglio, continuò ad incitare i sùoi cavalleggeri ed a far fuoco col moscheto di un caduto, riuscendo ad argi•nare e sostenere l'urto avversario fino a quando una, terza fucilata lo distese morente a-1 suolo: col sacrificio della sua giovane fiorente vita, egli aveva pertanto raggiunto l'obiettivo di provocare il momentaneo ar·resto del nemico. e>
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431 -
r/ ,llt'J'IGLIEBlA Nl~LLI!) GlJl<;LWU: COLONlJ\LT -
' LCUIA
Que~to a1Testo ùava modo all11 batlel'ia da 75/ 906 di tovesciarc m1 fuoco cffic:ac:issimo s11 i;li attaccanti che falciati dagli
slimpuel non potero110 compiere ul teriori p1·ogressi e furono costretti a l'ipicgal'e, in~C'gniti dal nostro fuoco.
Fig.
171 - Tenente
P:1010
Solnroli.
Nella lott,L fori.osa, emerser·o : il capita,uo R«ffa€le Pergolese <lell'll" r eggiwento bersaglierj , tl'e volte ferito alla testa ùel suo reparto, decorato, per il sno fermo e ~toico contegno, colh~ ~feclaglia. d'oro al val.or militare; il tenente Giu seppe Orsi del 1'84" reggimento fanteria caduto cla eroe sulla, posizione di Giamnl Bey cla lni tena(:cmcnt.e difestt; ed il capitano di Stato Maggiore Pietro Verri cadnto valorosamente dopo di aver reso importantissimi e prezioi-:i servizi , ment re si batteva coi marinai n elle t rineee di H enni . Alla. memoria, dei due eroi caduti fn clccreta.ta fa, mas~ima r icompensa al valor militare. Nei giorni 8nccessivi lo stes.so massimo premio veniva conferito per l'azioJHi di Sciara Sciat al tenente Vi ttorio Verdone.
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4-32
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Sìtirnzione 1~ nO\'ewb re 191.1.
r/ AH'l'IGLlERIA Nl•:LLE GUEfllrn COLO!\'IALI -
LII3IA
" L' arrivo delle batterie (1) ed il momentaneo rallentamento dell'azione avversaria permisero intanto il miglioramento della (1) S,it1w,zione rfolle a1·tigl-ier ie al 19 novembre. 1911
A 1'ripoli:
Corpo d'armata speciale (Jhngoni) - Comandante m·t,iglier'i a, - Magg. gen. ~igli Cervi
l " .Divisione (Pecori G-ira,lcli) I . . brigata Rainalcli . 1I brig-ata Giardina · - arf.iglieriit .di,;isfonale : 5 batt. 75 su U p.) 30 llel~ZÌ (Col. Romagnoli) · 1 ba,t.t . '75/0Q:G (sn 4 p. ) . 4 pezzi 3,i Divi.s. (Do Ciùrnranil) - V brigata. Del Mastro · · VI hl"igata Nasalli Rocca arfiigli él'Ìa divisio1u1,le ::: (haggioro, Fon<iglio) à bat.t. 70 A. rnont (su 6 p.) 18 pe½zì ' l bntt. 75/906 (su 4 p.} 4 pezzi - 1'rnppe., suppl~ttive (art.igliel"ia) : (:i[ag~ io1·e _G m:rone) 2 ba,U,. 70 mont. (su 6 p .) 1.2 pm1zi (Magpiioi·e ;L\'Iori i 2 co rnp. fortezza ,. 1 batt. 7f>/906 (su O p.) . 6 l)ezzi '\ , ·2 batt. 75 A. (sn · li p.) . 1.2 pezz,i -
l (
0
Totii,Je::·a,: Tripoli col Corpo d'arnutt.a speciale
]lCZZ~
3 battel'ie d.a-~?.a1·co..__R,. M. (su 4 p .) 1 bait,eria 75 f_su 6 p.) . .
12 pez½i
' 2a Divisione (Briccoh1}
.18 pezzi
Al'f.P·
A Bengasi :
86
VIII brig~:t f (Reisoli)
· Acl Honis:
Totale ad Homs
IÙ ' brigata D'.A.m ic:o
·rv · ·· vn p.) ' .
brigata Ameglio l)dgata Ciancio
2_ l;>atterie ,.75 A, (su (:i ti.att.eria :70 rnont. (su;: 6, p.)
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6 p er.zl·
12 pezzr 6 pezzi 'l'otale a B engasi
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'.(Col01me.!Io Zlipclli} 1 batteria· 75 A (su 6 p. ) 1 batteria:·70 A mont. (su 6 p.) ..
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A 1'obni~ ~; ;
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Totale a Derna (Colonnello Ol·gera) bat:teria; a 75 A. (su 6 p.)
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Stz.pan,
J/ AfiTIGLI!l:!UA NELLE GUERRE COLONIAT,I -
LI131A
{
Generale Felice De Chaurand. Comandante 3a Dlvlslone.
Generale Clemente Lequlo. Comandan te dl brigata.
Generale Ezio RelsoU. Comandante cli brigata.
Generale Giuseppe Cianci<... Comandante dl brigata.
JPig. J:74 - Comandanti cli Grandi Unltit provenienti dall' Arwn d'artiglieria. (dalla colle1G1one del Capita.no Avv. Costan te Gira.ud).
-
436 -
LA SIS'l'IilMAZIONE PnOVVISORIA Dl TRIPOLI
sjstema.ziolle provvisoria della difesa di Tripoli che dal generale Frugoni, corua,n<lante del Corpo d'Armala speciale, venne organizzata nei seguenti due settori: , quello orientale, compreso tra il mare e lar quota di Sidi Messri, al qnale furono destinate 2 batterie da montagn~ <ad 1 batteria da 7G/ 90ù; -
Maggiore G uido Fenoglio.
Maggiore Mario Garrone.
Fig. 1i5 - Cowanòanti d'artiglieria.
quello meridionale, compreso tra Sidi Messri ed il mMe acl ovest dell'abitato di 'rripoli, al quale vennero destinate : 4 ba.tterie da 75 A .; 2 batterie da 75/906 ed 1 batteria da montagna. Il maggiore addensamento di artiglierie in questo settore meridionale prelu diava al movimento di avanzata del Corpo di spedizione 11cll'oasi. Date le di:ffico]tà e le insidie che avrebbe potuto presentare quell'intricatissimo terreno, sparso di muretti, di folte siepi e di alti tronchi, il Ooma,n do del Corpo aveva ~hiest-0 anche artiglierie d'assedio ·per poter battere il terreno dell'oasi metodicamente ed a grande distanza, ma benchè q·uesti -
437 -
L, Alt1'I0 LIEH1A )lf;;LLID GUERR E COLONIALI
LIBIA
\
Fig. 176 • Batteria cla 75-A in posizione.
-
438 -
'(,
Fig. 177 - La Batteria Sulta nia.
1'~ig. 178 - Il ll'ortino C .
-
440 -
L}AZIO~E DI SIDI ìl:mssm
materiali fossero stati subito accordati, il loro imbarco dovette subire qualche ritardo, tanto che non potendosi ulteriormente rimandare l'azio11e prc~stabi.lita, essa venne decisa per la giorna· ta del -26 no:vemhrc, e l'attacco sferrato in tal giorno dalle nostre truppe fu coronato da successo. Sul fronte meridionale, appoggiate dal fuoco delle batterie di Sidi Messri, dal tiro dei ·Cannoni delle RH,. N:N. del naviglio sottile << Sicilia )), « Carlo Albert<> )), « Liguria)), e «Umberto )), nonchè dal fu<)CO di due ba,tterie mobili da 75/90G e cli una, ba,tteria da montagna, le truppe del 52° e del 25° reggimento fanteria riuscirono ad occupare una posizione accanitamente contesa dall'avversario a nord del F·o rte Messri. In questa. azione i pezzi dtL 7R/906 furono partic-olarmente efficaci : essi furono costretti a. cambiare posizione per ben tre volte e poterono e<)SÌ appoggiare validamente l'azione del 52° reggimento; le batterie da montagna a loro volta eontrobatter,ono dapprima alcuni cannoni turchi che tentavano di impedire l'avarnmta, e quindi prepararono cd accompagna,rono efficacemente l'aziom: del 2~5° fa,nteria. L'attacco si sviluppò contemporaneamente nella zona orientale; l'artiglieria delle navi bombardò l'oasi alle ore 6; alle ore 6,30 si aggiunse il fooco delle batterie da 75 A. . e dopo circa, tre ore di preparazione le fanterie dell'l1° regg'imento sostenute dalle artiglierie da montagna,, delle quali cia:scun ba,ttaglione aveva una, sezione, avanzarono con successo. L'azione dell'artiglieria in questa giornata fu rilevata, in modo lusinghiero dal Comandante del Corpo cli spedizione che h.i, definì . « particolarmente brillante, ed esempio splendido di 00operazione tra fanteria ed artiglieria)). Le batterie in posta · zione :fissa nei trinceramenti batterono ora i cannoni, ora i difensori; quelle mobili al seguito delle truppe, nonostante il terreno pa,ntM10so che si doveva attraversare, seguirono tutte le fasi dell'avanzata, e del combattimento assecondando mirabilmente l'azione dei battag1ioni, impegnandosi ripetuta.mente talora per sezione, e talvolta addirittura per pezzo isolato. Questo impiego dell'artiglieria fu definito : « un esempio ben riuscito dell'uso di artiglierie leggere nell'accompagna,mento im· mediato delle fa1,terie )) ; e ta.li r iconoscimenti sintetizzati in 1
r
-
441-
f., AU1'IGLIEHI.-\ .:'\ELLE G UEU UE \ COLONL\LI
Fig. 179 - lJ'ortino di Sciara Zauia.
-
442-
LIJ3L
.::'REPAP.AZI0c'1I<: PER UN A'f'J?ACCO ALLI<; TRUPPI•: R~~GOT,ARI
quest'ultima definizione costituirono quindi nel loro complesso un'r:mticipo di qualche a,11110 nella terminologia e nell'effettivo impiego delle artigliel'ie leggere destinate a tale scopo. CC'11 l',occupazione dell'oasi. la difes11 di Tripoli poteva dirsi virtna.lrnentc assicrii-ata, e pertanto occ<Jrreva ora cercare ')i
U'lg. 180 . Sistemazione difensiva prima d ella battaglia cli Ain Zar u.
lhv: battaglia alle truppe regolari t urche per scuoterne il pr·c
stigio goduto presso le popola,zioni indigene. A tale intento il Comando del Corpo di spedizione, dopo cli a,v er svolto akune azioni di dettaglio che condussero all'occupazione di Hassan, punto debole perchè situato sulla linea di saldatura delle due fronti, stabili cli a,t taccare le forze turco-arabe nella giornata del 4 dicembre e si preparò per pronunziare l'atta<:,eo in. tal giorno nel sito dove le forz,e nemiche risultava'l1o accampate e cioè a, qualche chiLometro da 'l'rip,oli, nella zona cli A.in Za,ra, (1). A '.1'1'ipoli :
(1) Sitiiazione delle cvrt-igliln'ie al 3 dfoembre 1911 Corpo d'armata speciale (Fr ugoni) - C,0111.te ai:tiglieria magg. gen. Gigli Cervi J a Divisione (Pecori Giraldi) I brigata Raiualdi II brig,1ta Giardina
_
4"43 -
L' AnTIGLIEJ!IA NELLI~ GUERRE COLONIALI -
LIBIA
Le ricognizioni degli a:viatori e le.. ultime .notizie raccolte sulla dislocazione degli avversari davano il grosso delle forze turche pr·esso Ain Zara con distaccamenti abbasta,nza consistenti nella zona di P onduk Ben Gascir ed in quella di Daguerà. Il Comando del Oorpo di spedizione, in considerazione delle ripercussioni che l'avvicina-r si degli avver.sarii avrebbe potuto provocare nell'interno della. città e tri:L gli ~bitanti delle oasi,
A. Trlz,oU :
A.cl Homs : _À
Benga.si:
Segue: Sittuizione arli[!l!ierie ni 3 rZic<.lm l1re 1011 artiglieria. llivisionale (Colon.nello Romagnoli) - 5 batterie 75 A . . . 30 pez~i - 2 bat,tel'i e 75/906. 8 pez~i 3,i Divisione (De Chauranrl) - V brigata del Mastro VI ln·igata N'asalli Rocca - artiglieria div isiona.le (mt!gg. :E'enogli.o) - 3 bat.f.erie 70 A rnonl; 18 pezzi - 2 bnt.teric 7t>/906 8 pezzi Tn.ippe supplettive - 2 batterie mont. (magg. G-a.rrone). 12 pez-z i - 3 COIDJJ, fort. (rnagg. Mori) - 2 batteri'? 75 A 12 pezzi - 2 batterie 149 (Calichiopulo-Coviello) 4 pezzi 1 batteria mort. 210 4 pezzi -
2 batterie - 5 batte rie 2 batterie - 1 batteria
75 A 75 A 70 mont. 149 G- .
Tot.aie Tripoli pezzi 96 . . . 96 12 pezzi l2 30 pezzi 12 pezzi 4 pezzi Totale B engasi pezzi
A De1·1u;i:
A Tob1·1ik:
1 batt.erià.· 75 A . 2 -batterie 70 rnont.. 1 batteria 1.4:9 G .
- 3 bat.terie 75 A . - 1 batteria. 149 G .
46 . . . 46 6 pezzi
12 pezzi 4 pezzi Totale Denrn pezzi 22 . . 18 pezzi 4 p<?a,z-i Totale Tobruk pezzi 22 . . Totale pezzi
22
22 198
.
~
Capit ano Pasquale Coviello.
Capitano Antonio Calichiopulo.
Ma ggiore Vittorio Selvaggi.
Flg. 181 - Comandanti d 'artiglieria . /d alla collezione del Capitano Avv. Costante Girnucll.
-
44:5 -
r/ AH'l'IGLimRIA NEL'Lrn GUEmrn COLO~[AL, -
LTBlA
decise di svolgere l'atta,cco prin cipale cont ro il gl'osso delle fo1-zc nemiche r accolte ad A.in Zara e tagliare quindi le loro comunicazioni con l'oasi . AU:azione, dirctl a dal generale Frngoni, pa,rtedparono tre (,Olonnè : la, prim a che doveva procedere snlla
/}al!dg/ia cli Ilio Zara
( 4. !J/cemJre f9ff }
/
I
I
-
,_-,,,rw
foJ/.i/one N9q/11nt; dopo /d bd/tdg/ù
Su9110 af,<1i1ZJ M ( 11~,, /Jiam<JJ
l<'ìg. 182 • llntt:.i ~lia di Ah1 Znra (,1 t1kcrnbre 101]).
destra dello schieramento lungo l' uadi Uigenin, era formata su due brigate ed aveva con Re il teggimento di a,.rtiglieria cla montagna meno un a batteria; la seconda colonna, che procedendo al cen tro anebbe dovuto egualmente seguire l'uadi M:igcni11, -
446 -
l
r/ :\ VAN'Z.-\ TA DJ!LI.;~; COLON~ 1,;
i
intervallandoi:-i e;onvenienteruentc coll:1 precedente, er ..L formata su 4 battaglioni oon 1 batteria da monta,gna; la terza colonna su qÌ1attto battaglio-ni doveva t.enersi raccolta pl'esso Sidi Rassau pronta a muovere sul fianco clest1·0 degli avve1·sari ecl eventualmente a l,2rgo. A sua volta la colonna di destra si frazionò in due colonne precedute cia~H.:una da un'avanguardia ed intervalla.te tra loro di 800 metri. I movimenti furono così preordinati : alle ore 5,45 ed alle 6 le due colonne di estrema destra dovevano iniziare l'avanzata: la colonna centrale doveva mnovere non appena avvenuto il con· tat to . Questo dispositivo di attacco presentava quindi in em· brione quello che venà, attnato più tardi nelle battaglie più impo1-tanti di questa campagna, e cioè uno sca,glionamento delle forze in profondità ed un o stalsamento del m1<.:leo di maggiore potenza rispetLo agli altri, disposizione assai opporLnna che, prevenendo le caratteristiche azioni aggiranti dei. turco -r:1irabi in eampo aperto, sarebbe riuscita a frustl'ar ne gli eiretti stringendo sempl'e tra due fuochi i tcntaLivi dei gruppi nemici destinati ad avviluppare le forze cl'.at.tacco. L'azione si svolse così come si era preveduto : le due colonne di estrema destra, superate con relativa facilità le prime resistenze nemiche, subito dopo l'uscita dai trinceramenti della Bu-Meliana procedettel'o lungo l' uadi Migenin puntando su Ain Zara. Alle ore 7,20 aYanzò la colonna ceutrale e dopo poclii minuti le arLiglieri c turche a.p1·irono il fuoco, mentre numerosi gruppi avve1·sari si a,ndarono man mallo svelando. Cominciarono allora a sparare : le batterie da 75 A in posizione fissa alla Bu-Meliana ed. alla Caserma di cavalleria; le batterie da 75/906 di Sidi Messri e del Ricovero di mendicità nondè i mortai da 210, battC'lldo le posizioni <lell'artiglieria turca ed i trinceramenti avvel'Sar i. ; Le nostre tr uppe avanzal'ono cosi sotto il costante appoggio delle art.igliel'ie da montagna che, in un ter reno tanto uniformemente cosparso cli <lune e di ostacoli, furono costrette a ca.mbiarP posizione ad ogni .sbal7A) delle fanterie. Il l ogorio di queste batterie fu tale che duranle la giornata i quadrupedi cadevano per -
4:47 -
r/ ARTIGLIERIA NELLE GUERRID COLONIALI -
LIBIA
eccesso di fatica, e fu perciò 11ecessario di rianimarli con adeguate iniezioni. I tentativi di avvolgimento operati dai turcoarabi furono pertanto nettamente stroncati dal fuoco delle 110 stre artiglforie, e la batteria da montagna della oolonna centrale riuscì. inoltre ad individuare ed a controbattere e:ffica<'emenl·c~
F ig. 183 · Per.r.i tm'chi colpiti dalla nostra artiglieri:L
tre cannoni <~ampali del nemico, riducendoli al silenzio. Alle ore 10 tutte le nostre batterie erano entrate in a,zi-0ne ed il combattimento si sviluppava, con singolare violenza sotto una pioggia battente che cc~ssò soltanto a pomeriggio inoltrato. Alle or{' 16 l'avversario cedeva su t11tta. la linea e ripiegava dh::ordinatamente abbanclonando sette cannoni Krupp, molto materlale. fu · cili e munizioni. Nella battaglia cadde mentre si era portat(· alla testa, di un battaglione, il comandante del 400 reggimento, colon nello Pa storelli che, ferito a morte raccomandava, ai suoi sdclati di farsi onore pe1· la bandiera del reggimento : alla rnemori:-.1. del valoroso fu concessa. la medaglia d'oro. La vittoria di Ain . Zara fu completa : le ricognizioni prontamente eseguite diedero la certezza, che, in un · raggio da ~5 a 20 chilometri intorno alla località, il terreno era definitivamente sgombro, e fn quindi possibile ampliare la nostra occupazi,one che si ·estc~e :fino a Tagiura, località conquistata senz:1 incontrare alcuna resistenza.
- -
.J.j.~
-
l'osùioni cl/Ain ZanJ (ciò {/fJO
sc/2/z·.(,J a
VIJ/-,)
Ii'ig. 184 . Posizioni cli Ain Zara.
30
-
449 -
.,
Flg. 185 - Campo di Aln Zara .
l
I La prima fase della occupazione di 'rripoli poteva così dil~i compiuta, anche se ~'avversai-io conscio della sua inferiorità, pur lasciando comprendere che non intendeva di impegnarsi a
fondo, er,~ però risoluto ad ostacolare in ogni modo la nostra penetrazione, sottraendosi a tempo opportuno aJ combattimen. to decisivo (1). Con l'occupazione di Ain Zara, delle Fornaci e di Tagiura noncbè per le dife:se costruite sulla fronte orientale di 'l'ripoli, il nemico non anebbe ormai potuto penetrare nell'interno dell'oasi senza coi-rere tr,oppo grave rischio: fu quindi possibile per parte nostra di provvedere ad una razionale sistemazione della linea di difesa. A tiùe scopo i Uomandi di artiglieria e òel genio del Corpo di spediziolH! aveva:UQ g'ià, da tempo compiuto vari studi e presentato proposte e progetti in proposito. In una prima, fase cli i;tndi la li11ea da sistema.re a difesa si svolgeva clal Forte SuHania per il Fortino O., ht Bu-Meliana e il Forte Messri raggiungendo il F orte Hamedià, e presen tava quali posizioni ~onvenienti per l'artigJieria quelle del Portino O., della Bu -Meliana
(1) La sitna;r,ion e d o Ile m·tiglierie i it T1·ipoli ì n talo epoca e ra la 11egu onte :
- a a,isposùsione del m~cleo cU 'fripoU : 10 3o 1 1 1
1·egg. nrt. sp('ciale 1·cgg. itrt. s11eciale bntteria cln. 7i", ~\ batteri a da HJI G IJattei·i a rnortni 210
75 A 75/906 . . .
2 grnppi (n batteriE.') 2 g rnppi (-1: batte rle)
Tota le p e;r,zi
30 p. t(J p. (i p. -1. JJ. -~ p 00
r.t ctisposizione Distaccamumto Fornctci: 1 ball eria eia 75 A (senza traino ) .
(i.
r.
u. disposizione Distcwca.mento 'l'aghwa. 1 s ezione cla 75 A (senzit traino) .
-
2 p.
a clisposizio11e Distacca.mento A in Zara, 2~ p.
4 batte ri e da 70 A mont. 1 bn.U.eritt da, '75 .A. (senza tra.ino) 1 ùt1 t,(,oria cann. 149 G
(:5
Totale p e;r,zi
3,1,
Tota le generale p e11zi
102
= -
451 -
p.
4 p.
·
r/ ARTIGLIERIA .KELT, I!.: G Ul~lmE COLO'.'IIALI -
F ig. 186 • Cannoni turc:bi cntturati.
-
452 -
.LIB.I/\
S'.l'UDI DI TR ASl•'OIC\fA½I0:-IB
e di Sidi Messri, che consentiYano un certo dominio sul t~rreno verso l'interno . fo ordine ai provvedimenti conseguenti da tali primi stndi il comardante l'arti.g lieria, generale Gigli-Cervi, fin dal 18 ottobre nvcva pr,oposto la co5truzione di due postazio11i per batterie ad est del Fortino O., di una postazione a sud della Caserma di cavalleria e di una postazione nei pressi del Forte Messri, .suggerendo di far ginngere subito il l° reggimento di artiglieria cla campagna col mate1-iale rigido da '75 A. senza colo,111a muniziàni e senza quadrupedi, eome di fatto era avveuuto. Però con l'occupazione di Ain ½ara la situazione venne a ntodificarsi non solamente per b maggiore estensione della, fron te e per il notevole aumeI.Lto di artiglierie ehe i successivi combattimenti già avevano richiesto, ma anche in relazione ai propositi di anrnzata verso l'interno che imponevano di assicurare la difesa della città con poehe forze per rendere v:ieeversa disponibile la lllaggior p~rte di truppe per le operazion: di movimento. Occorreva, quindi un cp1antitativo di artiglierie assai maggio, re di quello richiesto jn primo tempo. Il comando del Corpo di spedizione ordinò che gli organi competenti studiassero la trasformazione del sistema di difesa a trinceramento c,onti.nuo con altro sistema difensivo costituito da opere per quanto possibile sta.ccate, solide, munite cli difese accessorie e, all'occorrer1za collegate con trincee e tratti di trincea. Il generale Frugoni propose pertanto che, in analogia J: quanto già si stava facendo sulla fronte meridionale per il f!ortino B., il Fortino C., la Bu -Meliana · e il Forte di Sidi l\fossri., anche sulla fronte orientale si adclottasse una sistemazione similare appoggiandosi alle ,opere chiuse di Messri, Hennì1 Rebab e Tomba, del Marabutto, collegando quindi le opere stesse oon tr-incce bc-m munite di. difese ac-cessorie, e sgombrando il campo di tiro per almeno 500 metri : completò poi fa sua proposta eon la pm,tazione di una, batteria da 149 l';ll Portino C., di un'altra ba.tteria cla 149 al Portino Messri, di una ba,tteria da 75 A. alle F,o rnaci e di un'altra pure da 7'5 A. ad Ain Zara 1 disponendo che i lavori cmninciassero da quest'ultima, località. Inta,n to D Capo di S. M. dclFesercito, Generale Pollio, inviava in Colonia il generale Emico Rocchi dell'Ispettorato del -
453 -
r/ AR'l'IGLIEIUA N l<:T,L]l) GUERHID COJ,ONLU,1 - - Lll3[A
Genio, incaricato di studiare e cli. proporre la sistemazione difensiva deJle località. di 'l'ripoli, di Bengasi, di Homs e di Derna, sulle ba.si di una cinta di sicurezza non troppo r1ddossata all'abitato, ·e di <>pere stacca.te a grande autonomia., armMe con t'annoni da 75 A . e ifa 149 G. nonchè con obici da 149 G .
Altri rinforzi erano nel contempo giunti in 'l'ripoli.tania e tra l'altro il pareo dirigibili con due aeronavi, un'altro draken, e tre éompagnie d'artiglieria, da fortezza e-On un a batter.l a
Fig. 187 - Batteria da 149-A
di mo1·tai da 210 e c..1ue canoni da 149 G. Rieac,ciat,o l'avversario J:ont.ans:i dalla, ci ttà, si t rattava, ora éli st udiare l'avan,mta verso Pinterno, predisponendo le cose in modo .che, una volta, iniziate le conseguenti operazioni, si fosse certi 'di poter condurre a ter-
454 -
lUCOGNIZION! E l:'UNTA'rE Al,l'/J:-ITERNO
mine l'azione senza. essere costretti ad interromperla, e ciò sovratutto per evitare ogni possi bilità di successivi rafforzamenti ùcgli avversari durante eventuali sospensioni. Gli studi rela ' gnwclc alacrità,, ed n Ministro della th-i furono (;Ompiutì con guerra approvò senz'altro le pt·oposte del comando del Corpo cli spedizione le quali prevedevano che inizialmente una, colonna operante cli. circa 12.000 uomini compiesse un' avanzata per un centinaio di ~hilometri nell'interno col compito di costituire cinque presidi della forza di 1.000 uomini ciascuno. L'nrtiglie1:ia della colonna avrebbe dovuto essere costituita esclusivamen te da 5 batterie da montagm~, giac~hè esse soltanto avrebbero potuto agevolmente spostarsi per buona parte del percorso lungo quel difficile ten eno sabbioso e~desertico. Una 1·ìcognizione, e:ffettnata verso l' oasi di Zanzur il 17 dicembre, non trovò tracce del nemico. n:ia in quello stesso gio1'no una colonna esplorativa appoggia.ta da una batteria da, montagna, cssendo:-:i spinta verso Bir Eclim, a dist.1nza c1a 4 a 5.000 metri avvistl) 1111merosi gruppi di tende beduine che bombardò, rient rando qnin<li alla base. All'indomani, essendo gi.nn ta notizia <:be nuclei armati av, ersari si trovavano a Bir Tobras, il Comando decise_mia ric9g:nizione in quella località,. Alle ·Ore 3 del matti.no cl el 19 dicembre un clistaccamento composto di 3 battaglioni, con un a sezione di artiglieria da montagna ed uno sq uaùrone di cavalleria si spinse verso Bir Tobras. Alle ore 9 echeggiarono le prime fucilate e ben presto lP f.orze turco -ara,he continuando acl ingrossare riuscirono ad avviluppare Ja nostra colonna, e sv-0lgendo un vivissimo fuoco provocarono perdite nssai sensibili nelle nostre file . Alle ore l 1 il nostro dista<.;carn ento iniziò la ritirata a, scaglioni, raggi.ungen do nna piccola 11nota snlla quale la sezione da montagna potè postarsi e, aprendo il fuoco, co11scntire ai nostri battaglioni di distendetsi, reagendo e resistendo cosi aJl'attacco Hemi.co che si. sviluppava, su t r·e lati, e nonostante che le nostte munizioni comin ciassero a scarseggiare. La battagl.ia durò :fino alle ore 20, rua a, tale ora gli arabo -tm chi, constatando che la loro presunzione di contare suJla ritirata della 11ostra colonna per distruggerla era stata completamente frustra ta., stan chi dal la lunga lotta , SfÌ:ducia ti dall'insuccesso ed c~a11sti dalle perdite 1
\
L' AR'l'lGLIE IUA NELL0 GUisHHE COLON I ALI -
LII.HA
,.u bite, rinunciarono ad ogni altro tentativo . I rinforzi mandati da Tripoli furono avviati nella notte stessa verso AiTl_ Zara ed alle ore 4,30 incontrarono il distaccamento che rientrava dopo l 'azione di Bir Tobras. Questo episodio rivelava e confermava la presenza di forti masse arabe a fianco delle truppe regolari turche: all' uopo i turchi aveva,n o adottato il sistema per coi, man mano che essi l'etrocedevano verso l 'interno, annavano gli arabi delle varie località organizzandoli in modo da resistere alla nostra avanzata, che perciò veniva non soltanto di:fficoltata renùendo dense di intognite le operar.ioni in progetto, ma modificava sensibil mente la situa1,ione generale.
TRIPOLI
__. / Comballimento d, 6vrg<1re,c 18 I· 1912
/.
,,,,,,...~·
- ·-·-·-
...,,,.. /
-~ . .-
-·
a-
/)/.;/octidonrini1.1dl~ (/~,,,. //,!i111;
~ Dir,nr/ci
Fig. 188 - Combaitiinento di Gargaresc -
,1·".,'"~"""
18 gennaio 1912.
In queste condizioni il comando del Corpo di spedizion e, considerando che la premessa di staccare le popolazioni a,rabe dai Turchi non era facilmente attuabile, in pieno accordo col comandante del 1° Corpo d'armata speciale, fece presente :11 Go,-erno itali.ano l' opportu nità,, qualora la situazione delineatasi H 19 dicembre avesse perdurato, di << allearsi col tempo)) e cioè cli affermar si per il momento snlla costa e nel punti vitali della -
456 -
POLJl'.lCA I)J J,1,:NTA PrtErAHAZlO~E
N~gione, eù ei;plicare intanto attirnmente una polit1ca di lenta penetrazione fino a qna,ndo fosse possibile di raggiungere gli obiettivi fissati senza eccessive difficoltà e sorprese. Tale concetto ,,enne condiviso dal Governo centrale il quale precisò cltc, man mano che la situazione politica lo avesse consentito, l'avanzat:L avrebbe dovuto intendersi come uno spostamento verso i centri di att1·azione -o di governo degli indigeni. In ottemperanza a tali disposizioni il 5 gennaio l 'artiglieria di Ain Zara fece nn fuoco assai efficace oontro alcune colonne di armati. che avanzando si presentavano a distanza di tiro, e successivamente (1) il 15 gennaio il comando del Corpo decise
(1) Situ,azio11e clelle a,·tiglierie al 12 gennaio 1912
A Trivol-i :
-
·
2 grnppi 5 batle l'ie 75 A (Colonn\illo Ronmgnoli) 2 gi·npp1 4 bntterie 75/906 (Colonnello S1razzeri) 1 batlena ·70 mont 1 bnltel'ia 149 O 1 b11.1teria rnodnl 210 · .
'l'otale Tripoli
A Fornaci :
1 baUer·ia 75 .A. (senza traino) .
A Ta{1iiwa:
1 sozioHe 75 A (sen?ia trairr o) .
Acl Ain Zam:
baUorie 70 mont . . - 1 bnlfel'ia 75 A (senza t1·aino). - 1 batter-ia U9 G . . . . 4
~~otale ad .A in Z ar,t
Acl /ioms: A Bengasi :
2 batterie 75 A . . :I: battede 75 A . · - 2 batt e r-ie 70 mont. . - 1 lmttcria 14$) O . . Totale
A Derna :
-
II
B enga;;i
1 bntle,-ia 75 A. . 2 bnttol'Ìe 70 .m ont. 1 bat,1,oriit 140 G . Totale a Dern:1
-
457
30 pezzi
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I\Wl'IGLfJ<;J.UA NELl,E
ou,,:rnrn:
COLON!,\Lt -
L1131A
<li spingere n,vanti la destra, dello schieramento per occupare la località di Uargaresc anche allo scopo di. ricavare e utilizzare la pietra esistente nelle cave di questa località. Dell'·operazione venne incal"icato nu Llistaccarne11to, appoggiato Lia una ùatteria cla montagna e da u11a sezione cla 75 A.
Fig. 18!.l · natteria
:i
Gargaresc -
Ridotta dei « 39 ettometri 11
Queste truppe n~cil"ono alle oi-e 7 dal forte B. assumendo il caratteristico dispositivo di marcia per l'avanzata in zone
A 7.'obrn l~:
-
.1 l),dloria 70 mo11f . B batterie 75 d. . l bnttcrin. H O . .
Totale
II
Tohn1k
6 pezzi 1,1,
,.
,,
. 24 p e~zi '.Votale peiz i
- ··· .J:i~ -
. 24-
, . . 200
-
'\
desertich(~ . Alle oi-e 11,30 folti gruppi nemici attaccarono la. nostra ava.n guardfa che subito ripiegò, riuseenùo così ud attirare gli avversul'i sotto 11 fnoeo della seziont: da, 7G A. (:hc si era piazzab1 davanti alla torre di Gargarese, e della batteria da mont agna. die avern preso posizione in prossimità della ridotta di Garg::u·ese, fronte a s ucl-ovset. I nemici, benchè intensamente battuti , si spinsero innanzi ardita,rnent,e e dalle ore 12 f1lle 14 Fattacc:o fu così violento che la sezione da 75 A . dovette ripetutamente sparare con lo shrapnel a zero. Dopo un'ora, falciati dal tiro di t utti i cannoni, gli arabo-turchi retrocedevano rapicla1ncnte r-;ottraendosi così all'inseguimento delle nostre trup pe che rientravano quindi in sede. Il 20 gennaio una forte co lonna. formata con G battaglioni, 1 ba.tterh1 da montagna ed 1 gruppo da, 75/ 906, sen7,a incontrare alcun ostac-olo effettuò l'oc , cupazione di Gargar<~sc procedend·o quindi r1 sistemare le arti glierie nella ridotta. e ud iniziare subito i lavori di rafforza. men to. C-011 questa operazione si chiudeva una fase caratteristica delle oper azioni, perchè da molti indfai appariva, che l'avver Hario si fosse persuaso e si fosse deciso di. dover desistere da ogni ulteri-Ore tentativo verso 'l'ripoli : _il 28 gennaio il nemico tentò pertanto a ncora un disperato sforz.o su Ain Zara, ma le s ue truppe caddero snbito sotto il fuoco della za e della 5• batteria da montagna, nonchè della batteria clu. 75 A., e furono costrette a ripiegare, inseguite per· ben 7 chilometri dal tiro dei cannoni da 149. l<'u questo l'ultimo atto offensivo dei turcoarabi, .che si died~ro quindi subito a J.ayori di organizzazione e di sistemazione difensiva delle loro posizioni con lo scopo di potere efficacemente ostacolare una prevedibi.le avanzata ddle _ nostre truppe. Della tregua approfittò anche il comando del Corpo di spedizione per iniziare la sistemazione difensiva della, piazza, di 'l'ripoli in relazione alle nuove condizioni, dand o all'nopo prin· cipio alla costruzione delle opere del Sabcl e di ~l'agiura. Furono progettati cosi i. capisaldi : delle F'òrnaci, armato 00n una batteria da 75 A. ; di Sidi A bd el Krim, armato .con tre cannoni
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459 -
L' AU'l'IGLH:HIA :\I<:LLE GUJ<:RHF, COLONIALI -
LIBfA
da 75 A.; e di Trigh (el Gor) Ta,rhuna, anch' esso armato con t re pezzi da 75 A. (1).
'
(1) Sitiiaei()ne arUgiieri<l nl, 20 febbraio .19.12
A TripoU:
-
6 bat.terie 75 A (Col. Romagnoli) . 2 batterie 75j901:i . . . . . . 2 ba.tterie can n. 149 (Col. Strazzeri) 'J!ot.ale
A !}a,rgaresc:
2 lmtt.erie 75/9015
-
1 l)at,teria 70 mont.
"
40 pezzi
. . . 40
4 pe:>:½i 8 4
1 batt.el'ia 75 A
-
24 pezzi 8 8
Totale
1.6 })e:>:-½i
1U
A FornaC'i :
-
1 batteria 75 A
4 }lezzi
4
A :l'aghira :
-
1 batt,eria 75 A
4 pezzi
4
- t ba,t,te1-ia 75 A
2 pe:i:zi
-
4 batt~l'ie 70 mont . .
-
1 bat.teri a. 14:9 G .
4
Tota le Acl Homs:
-
3 batterie 75 A . . 1 batterh, 75 mont.. - 1 batt.e1-ia 149 . .
Tofale 5 bat.t.ol'ie 75 A. . . 3 batterie 70 mont .. 2 battel'ie 149 . .
.!l B engasi :
Tota.le
3 ba.tterie 70 mont. 1 batté1·ia 149 . . -
"
24 pezzi 4 4
- - --"
26
pezzi
. . . 26
30 pez½i
12 8 50 pezzi
. . . 50
"
40 pezzi
.
.
. 40
6 pez½i
1 battel'ia. 70 mont. 4 baU,erie 75 A l ba.tteJ'i a 149
20 'fotale
4 " 30 pev.zi
Totale gener nl e
-
24
18 pezzi
4
Tota.le A. Tobrn,k
,.
.18 pezid .18 ))
0 l.rnt,tc1·ie 75 A
A Dernci : ·
18
460 -
. 30
. 234,
DISl,OCAZIO:-E; DELLE F'OH7.E T Ul:CBE
Il Corpo d'armata speciale, costituito dalla l3 Divisione (Camerana) e 2' Divisione (De Channrnd), l'ispettìntmente formate su due brigate ciascuna, ebbe a disposizione 108 pezzi crartiglieria., e precisamente : colla l " Divisione 12 p. da 70 mont. (Fenoglio) colla 2' Divisione 12 p. da 70 mont . (Garrone) colle truppe suppl. 18 p. da 75 A. :C clvaggi) . colle truppe suppl. 18 p. da 75 A. (Vcrani-:M:asin) oolle truppe suppl. 8 p. da 75/ 906 (Boyl di P utifigari) colle truppe suppl. S p. da, 75/906 (Ferrario) colle truppe s uppl. lG p. da fo1·t. (Mori) colle truppe suppl. 12 cann . 149 G. (Perobelli) colle truppe suppl. 4 mortai da 210. Da parte loro gli avversari rafforzarono solida.mente l 'oasi <Ji Zanzur colla oo~truzioue di ottimi trinceramenti, cercando di diffondere fra gli arabi la persuasione che con tali lavori le loro ,opel'e diventavano inespng11 a bili ; e pet-tanto il comando del Corpo di spedizione fu costretto ad affrettare le operazioni di conquista pe1· evitare che siffatta propa,ganda turca, facesse son:rchia presa sulla mentalità degli indigeni. Le notizie giunte al Comando, oltre a confermare la robu stezza e l'entità, dei lavori effettuati dagli avversari nell'oasi, indicavano la. presenza cli almeno 15.000 Lurco -al'abi così suddivisi: due gruppi principa,li di 5.000 uomini ciascuno nei campi di Zanzur e di Suani ben Aden; alcuni nuclei secondari fraziona ti in 2000 uomini a Fondugh ben Gascil\ 3 .000 a S11ani ben Gangia; e altl'i grnppi lllinori disseminati tra Bir 'robras, la Gefara e altre località pel"iferiche. Questa dislocazione del nemico unitamente agli annunziati propositi di ostinata resisteu·za facevano prevedere che mentre il gruppo cli Zanzur si sat·ebbe clin~ttamente impegnato colle nos tr~ colonne cl'atta,cco puntanti s111l'oasi, quello di Sua,n i ben Aden avrebbe sviluppato la sua azione sul nostr-0 fianc·o sinistro, cland·o intanto. agli altl"i g-ruppi tl tempo di sopraggiungere per tentare la cara,t teristica manovra di avviluppamento. P er far fron_te a qnesta p1·eveclihile ipotesi futo no perciò orientate le disposizionj emanate per il nostro attacc.;o, disponen do intanto che per la g;iorna ta del 13 giugno le forze opera.nti si portassero il più vicino possibile -
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L) AR'rIGLIIJ:IHA iKELL E GUERirn COI.ONIALI -
Generale Vittorio Camerana. Comanctant,e l « Divisione.
LIBIA
Maggiore Carlo Vera ni Masin. · Comandan te Gruppo ar tigl!eria.
Maggiore Vittorio Pilo Boyl di Putifigari. Comandante Gruppo artiglieria.
Maggiore Carlo Ferrarlo. Comandante Gruppo artiglieria.
Fig. 190. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud) .
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4-fi2 --
l ' Hl~PABA7.IO?\E DI U :\'' AZIONE A ZANZ U R
agli obbiettivi, dei qnaH il più importante era la quota di Sidi Abd el Gelil I nell'oasi di Zanzur. Per quanto rignarcfa l'artiglieria, gli ordini emanati in pr oposito contelI!plavano le seguenti disposizioni :
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Fig. 191 - Combat timent o cli Zanzur.
- la costituzione a Gargaresc di un deposito avanzato di munizioni contenente 1.200 colpi per 75 A. e 75/ 906, e 1.800 colpi per 70 A.' da montagna; , - ed i seguenti mo-vimenti effettuati nella giornata del 7 3 giugno: spostamento del gruppo I d'artiglieria da 75/906 (su • batterie) nella località. di. Gargaresc presso gli accampamenti della brigata Giardina ; spostamento della batt-eria, da 149 A. dai. pressi del Fortino B. verso il mare. Il comandante de] 1° Corpo d'armata speciale nella stessa p;iornata del 7 giugno ema,nò il suo ordine di operazione affi dando al genera1e Oamerana, comandante della l" Divisione, il compito dell',occnpazione dell'altura di Sidi Abd el Gelil e del
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403 -
L'AR'l'IGLIERIA NELLE GUEfntE COT, ONIALI -
LIBIA
rafforzamento sulla posizione, mettend<> a sua disposizione le ~<>gneilti forze : - bì'igata R.a.inaldi '. (82° e 84"). - brigata Giardina (G<' e 40° e <:Omp . gnardie fin.) - gruppo artiglieria rnod. 906 (3 batterie) - gruppo art. da mont. della l" Divi.sfone - compa,gnia zappatori - colonna munizioni Truppe Supplettive - sezione colonna munizioni divisionale: mantenendo in riserva : - 37° reggimento fanteria - brigata di cavalleria - battaglione eritreo - batt~ria da montagna - ::.ezione sa11ità. 'rruppe Supplettive - colonna munizioni batt. eritreo. L'avanza,ta fu progettata sn due colonne. La colonna di destra, formata dalla brigata Giardina, dal gruppo d'artiglieria da montagna divi~ionale, dalla compagnia gcmio, da un reparto sanitù e dalla sezione <,olonna munizioni, doveva avanzare ra ,pidamente tra il filare e la strada carovaniera pi.ù settentrio na,l e (stradf.L compresa) puntando direttamente sulla quota cli Sidi Gelil; la colonna cli sinistra formata dalla brigata Rainaldi, dalla sezfone sanità e dalla colonna munizioni, doveva procedere seguendo la strada carovaniera (strada esclusa) di Zanzur, ~, nel concetto ' di fronteggia,r e minacce provenienti da sud, doveva mantenersi arretrata per rispett o alla colonna di destra. Le altre truppe furono tenute a disposizione del comando del 1a Corpo d'armata. Le RR. NN . « Carlo Alberto>), « Città, di Siracusa)) ed <<Ardea>>, nell'intento di sbarrare le provenienze di Zavia, dovevano concorrere nell',1zio11e battendo con tiri di infilata e di rovescio i trincera.menti., il mi:trabutto di Sid.i A.bd el Gelil -ed il terreno ad ·occidente della quota. La direzione della difesa di Tripoli e delle opere staccate venne affida,t a al generale De Chaurand il qua,le costituì una seconda ri.s erva alla Bu<Melia,na, formata da 4 batt aglioni composti . con elementi tra.tti dalle varie unità componenti le -
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LO
svor,G1 MK~'l'O
l)[~LL' A'l'TACCO
truppe della, difesa, ·ed ::Li quali si a,ggiunsero un quinto battaglione ed unn. batteria da montagna. Così disposte le cose, nella notte su11'8 giugno le truppe destinate all'azione mossero ve1·so i lor·o {lbbiettivi. Il terreno ùove si svolse la battaglia di Zanzur è costituito da una. dorsale roeciosa. sgombra di ogni vegetazione, che, a distanza di 5-600 metri dal mare procede in modo continuo cla, Gargaresc all'estremità nord-est deJl'.oa.si di Zanzur. I due versanti della dorsale degradano rispcttiYarnente: quello di destra verso il mare rompendosi. in alcuni tratti; quello di sinistra verso la, <:n.rovaniera settentrionale riuscendo dall'andamento della dorsale a n1mttenersi al coperto .per rispetto al versante cU destra . Il terreno inunecliatamente a sud della carovaniera, dal quale erano prevedibili atta,echi sul fianco, è lar·gamente ondulato ma suflkientemente dominato da, un l'ialzo distante 39 ettometri dalla r idotta di Gargaresc, rialzo individuato nelle rela,doni mHitari dd tempo ·col ·nome di « altura dei 39 ettometri)). Il concetto genera.le dell'azione fu q nello di f8fr a van.zare i I più solleeitamente possibile la. <,olonna di destra, soltanto parzialmente battuta clal fuoco dei trinceramenti avversari costr-uiti a sud della.. dornale, per portarla ad impadronirsi dell'altura di Sidi Abel el Gelil i cui. difensori battuti fr.o·ntalmente dal tiro delle artiglierie leggere, e di fian co dalle artiglierie della Regia, Marina, non avrebbero potuto resistere a lungo. L'occupazione della quota avrebbe poi consentito di prendere d'in:filata i trinceramenti a,v versari mentre lo scaglionamento in profondità delle eolonne e dell<'- due riserve di Gargaresc e dcJla BuMeliana tendeva ad a,rrestare i gruppi avversari staecati, impedendo loro di svolgere la caratteristica manovra nemica d'avYiJnppamento. Alle ore 4 del mattino dell'8 gingno la brigata Giardina eon due batterie da 70 A. mont. era sehiera.ta ad ovest di Ga,rgaresc appoggiandol'<i colla destra al mare; la brigata Rai.nalcli col gruppo da 75/ ~IOG usciva a, sua, volta dai trinc<?amenti; la. riserva era ammassata a sud di Gargarèsc; le navi si mantenevano c-01legate a, Yista con la colomrn. Ji destra. Alìe 4,15 hl brigata. Giardina ini7,iav::t l'avanzata e contem1H
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J/ARTIGLIER!A l\ELLE GUl~RRE COLOKI.-\Ll -
LIBIA
poraneamente il generale De Ohaurand ordinava alla seconda riserva, costituita a Bu-Meliana, di spingersi per tre chilometri sulla strada di F ondugh ben Gaseir. Alle ,o re 4,30 la colonna di destra, preceduta; da un batt:;i,glione d'av.anguardia e seguita da un battagHone e da una compagnia di riserva, procedeva in una sola linea col grosso schierando il gruppo da, montagna fra i due rimanenti battaglioni, tra la carovaniera e il mare. A sua volta, la oolonna di sinistra,, con quattro battaglioni schierati in prima ' linea scaglionati indietro a sinistra e un battaglione in riserva funzionante da scorta al gruppo d'artiglieria da campagna 75/906, procedeva appoggiand,osi con la destra alla ca: rovaniera : le predette artiglierie prendevano una prima posizjone a,l posto di ·Osservazione del campo di. Gargaresc. Alle ore 4,40 del mattino clai trii1cera,menti av\;ersari ,e'é~heg gia,rono le prime scariche di fucileria,, e subito dopo, nella fioca lu ce clell'alhfL brumosa, le artiglierie della « Carlo Alberto )) aprirono il fuoco, mentre a. breve distanza seguirono i tiri di una delle batterie del gruppo 7~/906, clelle batterie da 149 del Fortino O. e della batteria di mortai da 210 di GUirgaresc, concentrando i loro oolpi a battere sisterrrntk:amentc~ i t rinceramenti ed il terreno a snd-est di Sicli Abd el Gelil. La colonna Giardina ava,nzò aJlora rapidamente sbaraglian do alcune pattuglie avversarie, ma alle ore 5,15 fu arrestata da violentissime seariche pr,oyenienti dalle trincee nemiche che si stendevano ad ovest ed a sud-oves't, e che riuscivano a oolpirla, sul fianco . Alle ore 5·,25 il gruppo da monta,gna prese posizione facendo fuoco a distanza, di 1200 metri cont ro i predetti trinceran:i:enti e battendo pure a distanza di 1000 metri i trinceramenti frontali, mentre l e truppe si schieravano per fron teggiare dai due la.ti la fucileria, avversaria. Intantç la brigata Rainaldi, vista impegnata ,la colonna di destra, accelerava il movimento G'a,la di due battaglioni che atta<Cci.~va,no !Sul fronte compreso tra le due carovaniere e, lasciata nna batteria da campag~a sulla posfai.one occupata a continuar.e il fuoco verso l'altura clei 39 ettometri, spingeva rapidamente in:1nzi le altre due ba.tterie portandole a 1.200 metri dalle trincee a.vversarie sulle qua.li venne aperto un fuoco tambureggiante. Alle ore 7,20 superando con grande im,peto le tenacissime -
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LA CONQUIS'.l'A 01<:LLA POSIZIONE
difese avversarie la colonna cli destra dopo Yalorosi assalti a.Jla baionetta e « potentemente aintata dal concorso efficacissimo dell'nrtiglietia, ed in specie cli q nelb cla rnontug-na, che potè i:;eguire passo passo le proprie fanterie >> si impadroniva. della prima trincea anrersaria tra la ca1,ovaniel'a ed il mare, nonchè clel marnbutto di ~icli .Abel el Gelil, e, volgendosi quindi con tutte le F<11c l'orze c,o ntl'o i tl'in ee!'amm1ti. più acl ovest, sbaragliava gli avversari che, uscili dalle trincee e dai ricoveri blindati, fnggil-ono ,ci-so l'oasi, iu!'-eguiti aecanita,mente dalle nostre truppe Yittol'iose. La brigata Giarclina che a veva cosi conquistato in meno rli quattro ·o re nna linea vel'amcnte forrniclabi:f di t l'inceramenti, costruiti con sagace tecnica militare e di singola.re robustezza., iniziava, subito i necessari lavori. cli 1·l'.1fforzamento, mentre la lwigatù Rainaldi, a'll'intento cli assicunn·e una, più solida prote zione alle tn1ppe impegnate nei lavori di . istemazione, inviava <111c battaglioni sulla. quota conq uistata, e, facendo fronte ad ovest ed a sud, faceva apposti.ire 1-e a,ttiglierie del gruppo cli bn.tteric da campagna da 75/ 006 a 500 metri a nord-est. I preùetti modmenti e le vicende del combattimen to ave ,·ano però determinato un certo distacco fra l'estrema sinistra della brigata, Ra,i nalcli e la destra della risena cli GargtLresc, Jusciando un vuoto nel quale forti nuclei avver sari provenie!lti da s ud si insinnarono tentando di sopl'affare l'unico battaglione 1·imasto a, p1·otezio11c del fi anco sini stro della, brigata Rainaldi, e riusceu<lo ad ,occupare un lungo trln<.;eramento cost ruito sulla quota dei 39 ettometrL )fa tLlle ore J 2,30 la brigata stessa at- · taccava con impelo gli an-cr ·ari sul p1·edetto trinceramento della quota dei 39 ettometri, costringend-01i a ,sloggiare, mentre nna delle batterie d.;:L campagna, porLafasi. rapidamen te in posizione, inseguiva col fuùco i fuggitivi, battendoli :fino alla di 'ltanza. di 4.400 metri . Alle ore 13 l'ar.ione era virtualmente oonclusa e perciò il comamlantc del l"' Corpo cl'al'mata ordinò che le ti-11ppe, i n precedenza cl e'ltinat<~ sulla posi.7,ione di Si.di Abel el Gcli1, a,essc1·0 a sistem;nsi, e che per le ore 16 le r estanti forze tornassero a Gatgaresc. if.e11t1·c sul fronte principale d'atLa.<:co si svolgrmno questi avveuimentj, le due rjserve alla loro volta entravano a.r1-
4G7 -
L' AR'l'IGLIIlJRIA Nl!l.L L 0 GUIDUR!ll COLONIALI -
'LI13IA
Maggiore Umberto Perotlellt. Capitano Enrico Zoppi. Comandanti d'arti glieria.
,.Ten. Alfonso Olearo - Ten.:Roberto Falta - Cap. Enrico Zoppi - Ten. Bartolomeo Pedrottl.
~ ··"'
'· li'lg . HJ2 - Utli ci a ll della ba tteria Zo1111 i clell'J1 o R eggìmen1·o Ar tig lieria
Campagna.
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4.(;8 -
r/ A½f0"'0 DELLÈ ItlSEHVf,;
ch'esse in azione. La prima, com.andata dal generak Di OlLrpe. neto, si spin::,:e per circa 4 chilometri a sud di Gargaresc impegnando gruppi avrnr-sari eh<~ tentava.110 di molestare il :flan· eo delle nostre C·olo1111e d'atta<:co, e riu~d nel attirarli. sotto il tiro delJa batteria <la 14H e della batteria da 7G A. clell'opera cli Gargare.sc; quindi tale prima riserva appoggiatf:L da.I fnoto della batteria da montagna d,JJa rfr;erva, che sparò a 18 ettometri, e successi'nunente dal fuoco di altre batterie, fra,utumò ogni velleità offensiva degli avver1rnri che alle ore 12 d0Ye1te1·0 ripfoga,re, inseguiti cla.l tiro di 20 bocche da fuo.co. La seconda, riserva, comandata dal generale De Ohaurand alle ore 6,20 avanzò snlla strada verso l<',o ndugh el 'l'okar . spingendosi per tre chilometrj innant fino a porta,rsi all'altezza di Gargaresc. Alle ore 9,20 lai eolonna, sostenuta dalla ba.ct,~ria da, montagna (eapHano Zoppi) impegnava gruppi. avv,crsnri che tentavano cli raggiungere Gargaresc e l'oasi . cli 7.anzur. l>hhligati però a cl arrestarsj, gli avversari tentarono di avvolgere le truppe ael De Cha,m·a11d effettuando un l::i,rgo movimento che pe1·ò venne impedito da opportuni spostamenti eseguiti sulla sinistra: e pertanto alle ore 14,30, essendo giunta, la brigata di cavalleria, i tur00-arabi, impressionati dalle perdite avnte ed a loro volta minacciati di un nostro aggiramento sul loro fianoo c1estr·o, ripiegarono in disordine inseguiti dal nostro fuoco. In una battaglia combattuta da ambo le parti con grande accanimento, le perdite dei turco-arabi :furono assai elevate: alla lotta aveva,no partecipato drca 14.000 arabo .turchi contro altrettanti italiani, appoggiati dal fnos.o di 50 artiglierie : clumnte la battag1ia, ,cau~a, il vento e fa foschia, gli aerei non poterono svolgere ut.ile azione : il consnmo cli munizioni per parte delle nost1·e ba.t'terie terrestri fa considerevole e cioè 126 eolpi di medio calibro, l.2GS colpi da 75/906, 123 colpi da 75 A. e 1.584 colpi da 70 mont.; a loro volta, durante l'a1.ione le batterie fu. rono regolarmente rifornite dalle rispetti.vé colonne mnmz10ni che si rifornirono man mano dal clepO!'.ito a,n mzato di Gargaresc. Dopo la battaglia ·c1i Zamrnr, sul fronte cli 'l'ripoli non si ebbero più azioni degne di partkolare rilievo specialmente dal punto di vista artiglieresco: i turco -a,r abi fecero saltuariamen-
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L' AR'l'IGLIERIA NELLI~ GUERRE COLOKIAU -
UBIA
· te dei tentativi'di disturbo dèllè i1ostre truppe verso ' Sidi Abd el Gelil, mentre per parte nostra il eomando del Corpo di operazione, per agev,olare ·i lavori in corso al confine tunisino , feCP eseguire due dimostrazioni offensive. In complesso però la situazione su questo fronte rimase immutata, mentre perknto l'atteggiamento ostile clegli an\bi verso di. noi andò sempre maggformente accentuandosi. Il comando del 1° Corpo d'armMa ..specia,l e ebbe quindi l'in<'a,rico di studiare le modalità per nn~avanzata verso l'interno. All'uopo il comando del Corpo di occupazione ·basandosi sul fatto che nella battaglia cli Zanznr, disponendo dell'appoggio delh' RR.. NN. e avendo un'ala protetta di:bl mare, era stato necessario di far pa,r wcipare all'azione 19 battaglioni, 12 mifrag1iatrici e 50 cannoni, ritenne che le forze complessivamente n<:; cessarie per ~ale avanzata do"vessero essere cli: 24 battaglioni., 7 squadroni, 5 battcl'ie da montagna. e 4 batterie da campagna 75/ 906 per il C·orpo ,o perahte propriamente detto; 4 ba,t taglioni e 1 squadr·one per la, protezione di Zanzur; 10 battaglioni per la difesa di Tripoli; e cioè un tota,le di almeno 40 battaglioni Gli studi relativi a tale avanzata è le conseguenti propoJ-;te di ordine logistico furono compiuti e doveYano servire di norma per le operazioni progettate per -l'auùmno, per lé qual(il Comando del Corpo di operazione formò il programma e prepa · rò il preventivo dei mez1d ,o ccorrenti. Il Governo centrale acco glieva quindi le richieste per la, 0ostruziune di una ferrovia di. 60 chilometri, per lU) a,utoca,r ri, 427 quadrupedi} 100 carrette e per quelle altre riguardanti le forze doma,nclate, ma, respingeva viC(Wersa la proposta di acquisto di 2.300 cammelli ritenendo. che vi si potesse sopperire coi mezzi che si rendevano disponibili alle varie unità durante le ~oste.
Si provvedeva intanto alla sistemazione definitiva della base ili 'rripoli. Gome già si è . accennato) il comandante del 1° Corpo d'armata generale Frugoni aveva proposto la sostituzione del trinceramento continuo con opere chi.use munite di artiglieria in massima da· 75 A., salvo che per il Fortino C. e per -
470 -
PHOGE'l"fO DI ltAE'FOHZAì\H:N'I'O A TRIPOLI
l'·opera, -MessriJ che a;vrebbert,, dovuto essere ai.·mati C·on medi ca,libri, e per l'opera di Sidi Messri nella quale avrebbe .dovuto sistema,rsi la batteria di mortai da 210. Dal comando del Corpo di S. 1\L lo studio definitivo cli questa sistemazione venne affidato al generale Rocchi, il quale dopo di aver esaminato attentamente il terreno, le direttrici di attacco e le possibilità offensive del nemico, concluse il suo studio compilando una importante Memoria sull'assetto difensivo della piazza di Tri-
Fig. 193 - Osservatotio d'artiglieria al Fortino C.
poli. Il generale Rocchi, in sintesi, tenuto conto della fascia desertica che per un .tratto di 60-70 chilometri circonda l'-0asi di Tripoli, osservava che una volta oc-cupa:ta la linea dei pozzi di Azizia, l'avversario a,vrebbe dovuto tenersi addossato al Gebel, cioè all'infuori della fascia desertica, e quindi non in condizioni di poter svolgere serie a,zioni su Tri90Ii, non potendo usufruire dei pozzi più a sud, a causa della loro forte profondità,. -
471-
r- ·~---·
Fig. 104 . Ilattcl'ia mor tni cla 210.
- 472 -
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rnOPOS'l'E DEf, GE~ETIA!,E
nOCCHl
J?'altra patte, .soggfong(-wa il Rocchi., la quan tità, di acqua dei pozzi della linea cli Azizia clovevu ritener i assai limitata, tanto da impedire la possibilità, di sosta di grossi contingenti. Privo o quasi di a1·tigli.e ria, in un terreno generalmente sgombro di ostacoli naturali, 1'a v,ersario non avJ'ebbe potuto svolgere attacchi regolati, ma soltanto azioni cli molestia e di· sorpresa contro le quali il· generale R-0cchi suggeriva di premupirsi, ricon endo alla occupazione di una linea distante da lo a 30 chilome tri dal Castello <li 1'r:ipoli e costruendovi dell<i piccole opere capaci cli contenere una forza da 180 a 200 fncili, ed armate colle a rti.. gli.erie cli un pa,io cl i sezioni <la 7!i A ., nonchè con () ualche mitragliatrice. Il i;;istema delle suddette opere doveva essere completa to dal muro di cinta, di sicurezza, cli Tripoli, <listante c;irca 2 a 5 chilometri dal Castello. ln definitiva il ge11erale Rocchi., tenendo conto delle ca1:attel'istiche partioola1·i del te1Teno e delle speciali. condizioni dell'avversaJ.·io, proponeYa : a) la costruzione (li unt~ li nea di opere chi use pl'esidiate da. una compugnio di fa nteria ed a1·mate con 4 pezzi leggeri (talibr,o 57, oppure 70 mont., o meglio 7G A.) interva11ate t ra l.Ot'o cla, 6 a 12 c:hilomett'i (eccetto un gruppo di opere per Ain Zara) , ù) la costruzione cli un::1, seconda linea <li punti d'appoggio (Gargaresc - Bn-Meliana - Fornaci - Mdlaha - 'l'agiura) ar- · mati con battcl'ie da 14,9, e:) la cinta cli sicmezza. Come pr,ogl'amrna l'idotto, nel caso che si. ritenesse conve11i.ente mantenere l 'assetto difensiv-0 ent1·0 limiti più l'istr etti. ìl g<irieraJe Rocchi proponeva poi la cosLruzione di : - un'opcl'a thirn;:1, a Garg,u·esc, spostando la ridotta, ·- un'opera chiusa snlla . trada cli Azizia, - un'·opetar chiusa, sulla si,raclf-L cli. Tarh 1ma, - un'opera chiusa alla punta. est clell 'oasi di Tagiura, - un ',opera ehiu sa acl Ain Zai·a per la, protezione clelle .so1·genti d'acqua, - un'opera di collegamento alle ForHad, convertendo in opera perumnente Ju, ridotta, di quota 20. Queste proposte furono accm·atamente esaminate dal gene-
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Fig. 19.5 · Batteria mortai da 210.
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:'IIODIFlCff!.: E
COKCJ,USIOKI
rnle l'ollio il quale os8ervò : la soverchhL estensione della linea di opere, condudendo che non con veni sse for tificare in modo permanente punti molto lonta,ni; accettò un' opera staccata ad Ain Zara ben collegata a/Ila. linea di difese retrostante GargaJ"esc-Tag.iura; si p1·onu nciò snll'armamento delle opere con can -
r I.
F ig. l Où - J>ost.nr. ione ~cnclu tu per 149 (~n rgnresc For te n. 3)
noni da 73 A . : l'ilevò infine la con venienia di rid urre al minimo lo sviluppo della cinta cli. sicurezza. Il comandante in capo del Gorpo d' operazione esaminò a sua volta tutto il problema tenendo conto delle ptoposte, el ci rilievi e delle ,osservazioni predette, e concretnudo quindi i seguenti. p1·ovvedimenti p er la piaz. za di Tripoli : Cin ta cli si.cnrezza; Opere di Gar garesc; Opere di Ain Zar a; Opere di 'l'agiura . Nfa in comcgucnza della 1·iduzio1Je delle nostre fo1·r.e in Li · -
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Fig. 197 - Particolari interni di ridotte
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E~ECUZION l•l 01'JI LAVOHf
bia, anche questo progn.uuma subì delle modificazioni. L'idea di on gl'uppo cli opere ad A.in Zara Yem1c a,bbandonata 11-011 soltanto per il ritiro delle trnppc eia qne.1.la Jocalitù, m.1 per la materi ale impo~sibilità, di l'enclel'e l'opera o le opere indipenclenti da.Ila ::;orgente. Si costmì qui11di tma sola ope1~a, capace di 2 battaglioni coH batterle da 75 A. e cla 14,9, agginugenclovi un fol'lino a quota. 40. Come .fissato in progetto, sulla ridotta n. 3 venne costruita l'opera di Gargai-esc, mentre lungo il margine clell' opel'a. una. linea di fortini doveva collegare tra. Joro le opere delle Foruaci e ùi 'J'a.gium. I n dcfinHiva i lavori progettati e soventi clon1ti intcnòmpcre a ca.usa degli aneuimenti, a.ttraYersarouo le seguenti fasi: F<!bbl'aio 1912 - In costruzione: - le opere di Garga1·esc, li'om aci, A.in Za,ra, Tagiura; - linea di trincc1·amenti continua da ovest della battel"ia S111tania - Forte :U:e:-:isri ~ nenni; - linea di r eticolati doppia; - ope1·e : Fortino D. - I<'·ol'tino O. - Bu ,Mcliana Caserma 0 ,1vallm-ia - ~ idi i\(essri - Forte Uessri ~ Fort.:! lfen ni; ciascuna di queste opere arwata con 4 pezzi da 75 A .. :Jarzo 1912 - In costruzione : - opeta di Ain Zara in ruuratura e legno, èlinuata, con 13 pezzi cl ,t 75 A., con 18 piazzuole, trincei-amcnti alla boei-a, 1·eticolato, ùue fortini esterni; - opera. di Gargarcsc.: iu nrnratura e ferro, a1·mata. con 4 pezzi da 75 A., con 8 piazzuole, t rinceramenti alla boera, reti colato; _ - fortini poligonali n . l - 2 - 3, retkolato. - opetEL cli 'l'l'igh Tarhona in mmat ura e fe!'ro, armata con 3 pezzi <ht 75 A.. , con 8 piu.zznole, trinceramenti alla boera e reticolato; - fortini poligonali 11. 4 e 5 ; - opera di Abd el Krim in muratura e feno, armata con 3 pezz.i da 75 A . ; - ope1·u. di 'ftik Gefara in muratul'a e ferro, a torre, a1·mata con 2 mitl·agliatl'ici, 1·eticolato ; - fortino a, croce n . 6; - ridotta n . 1, opera in terra e legno, e 1·eticolato; -
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r/ ,IB1'IGUT:.a:IA ;:mLLE GUEIUlE COLON LALI -
L I11IA
- fortin o B ., opera i~1 muratura, con · 4 pezzi da 75 A., trinceramento alla, boera, osservato1·io e r et ic-olato ; - riclotta n. 2; - fo r tino O. , opera In muratura per 4 pezzi da 75 A., trinceramento alla boera e reticolato ;
·-·- .•,,1
F'ig. 198 - Gargaresc -
« Riclotta dei 39 ettomet ri>>.
- ridotte n . 3 e 4; - osservator-i.o della Bn-Meliana per il gruppo d'assedio; - ridotte 11. 5 e 6; - batteria SicH Mesri, opera in terra e legname, armata. con 4 pez½i da, 75 A., tr-incerarn enti alla boera e reticolato ; - f.orte Messei armat o con 4 pezzi da 75 A. con 6 piazznole, trincerament i alla boera, reticolato ; - ridotta n . 7; - opera della Bu-i\f.elian a (n el muro di cinta-) j_n murat ura, t err-t~ e legname, annata, con 4 pezr,i da- 75 A., ()Sscrvatorio, trinceramenti. alla b-oera, reticolato; - opera Caserma di Cavalleria (nel muro cli cinta ) in -
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)
Fig. 199 - Batteria cla 149 al Forte Fornaci.
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L) AU'.l'lGLmHIA NELLrn G Ul<)UilJ~ COLONIALI -
LIBIA
muratura, t.erra e legname, armata con 4 pezzi da 75 A., trince ramenti alla boeriL, reticolati; ,_ opera cli Hcnni (nel muro di cinta) in muratura, terra <-· legname, a.rmat,~ cou 4 pezzi chL 7G A., trinceramenti alla boera, 1·,e ticolati.
Fig. 200 - Osservntor io di :\Iessri.
I la,vori procedcttc1:o alacremente specie nel l;nltimo perio do, e al moruent-0 della battaglia dj Zanzur la maggior parte delle opere era ultimata. Secondo il pia no apprnvato definitivamente avrebbero dovuto essere spianati i trinceramenti continui e demolite le 1·idotte per fanterie, ma tali uli.imi la,v ori non poterono es8ere effettuati essem.ia,lmente perchè nelle trincee e nelle opere chiuse trova,ano ricovero le truppe, per le quali occorreva di completare i baraccamenti., tuttora in oorso eh costruzione nc1l'interno della cinta. Viceversa i lavori della -
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SIS'1'ElM:AZI0t\E FINALE DEI LAVORI
cinta and11rono più u, rilento per le seguenti ragioni : deftcenza di mezzi di trasporto conseguente dalla concomitanza del grande numero di lavori in corso e del contemporaneo sviluppo delle operazioni militari; scarsità della mano d'opera indigena, riluttante a lavora1·e quando tuonava il cannone; numerose e fre quenti festività ; e infine violenza del ghibli che impedi il lavoro per intere giornate. Nel giugno il muro cli cinta era però ultimato nella fronte sud-ovest dal mare alla Bu-'i\feliana, si interrompeva poscia per un chilometro per i lavori di sostegno e di arginatura, e proseguiva quindi fino alla Caserma di cavalleria. Per il rimanente tratto si erano impiantati cinque cantieri di lavoro alla Caserma di Cavalleria, a Messri, ad Hen, ni, a Rebat e al mare, e in essi erano ammassati i materiali occorrenti per le progettate costruzioni. In conclusione il concetto di costruire un campo t rincerato a tipo coloniale per la difesa della piazza di Tripoli, aveva ceduto il posto ad una sistemazione assai più ridotta conseguente sovratutto dalla diminuita minaccia di un attacco in forze della località per parte del nemico, e dalla sua manifesta e provata decisione di attirare le nostre truppe verso l'interno per combatterle poi nelle condizioni per esso più vantaggiose. E del resto, l'andamento delle operazioni già effettuate ed i successi da noi conseguiti consiglia,vano di non eccedere nell'armamento e nella sistemazione di una località che i turco-arabi avevano ormai deposto ed abbandonato qualsiasi velleità di attaccare, mentre l'esperienza aveva dimostrato çhe bastavano le truppe mobili per tenere in rispetto e per battere gli avversari anche se sistemati in posi.zioni difensive ecrellenti, r,ome la battaglia <lell'S giugno aveYa chiaramente confermato.
* * * Mentre coisì si sviluppavano le operazioni intorno a Tripoli culminando con la prima ba.ttaglia di Zanzmz e segnando ,il crescente impieg,o delle artiglierie nelle azioni coloniaii, importanti operazioni venivano svolte in altri settori del vasto teatro di ,g·uerra. -
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SCHIZZO 0(1
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DINTORNI Dl 1-\0IVIS Sula di 1:25 000
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l!'ig. 201 - Schizzo dei dintorni di Homs.
J/OCCU PAZI0NI)) DI HOMS
Ad Honìs l'occupazione fu effettuata il 21 ottobre dall'8° reggimento bersaglieri, ma senza il concorso di artiglieria terrestre : le navi bombardarono le posizioni arabo-turche fino a che non fu inalzata la bandiera bianca ed intanto il reggimento, appoggiato dalle RR. NN. e da una batteria da sbarco della Regia, Marina, si spinse sulla posizione del Mergheb sulla quale furono faticosamente portati a braccia i quattro cannoni della
F'ig. 202 - Generale Ezio H.eisoli, antico capìtano d'artiglieria.
Marina. Il 25 ottobre le nostre trnppe sostennero bravamente l 'urto dell'avversario respingendol-0 ed infliggendogli notevoli perdite, ma a sera il comandai1te del reggimento giudicò intenibile la posizione del lVfergheb e limitò quindi l'occupazione alla città, chiedendo contemporanea.men te dei rinforzi e specialmente de.Ue artiglierie, che non fu però possibile di inviargli.' Successivamente, poichè gli arabo-turchi si erano .a vvicinati alla città, il presidio richiese nuovamente rinforzi e artiglierie, ma, ànche questa volta la· richiesta rimase• senza esitQ. Nella . I giornata del 28 -0ttobre 1911 furiosi atta.echi, durati per ben -
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( Z1 lePbNÙ 1911 J
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Fig. 20H · · combRttimento cli ml M er g h<:11 (27 f ebbraio 1912) .
SISTRMAZION8 DH"0KS1VA DI HOMS
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dieci ore, vennero sostenuti cla.Ue nostre fruppe appoggiate dalla B . Nave « Marco Polo)), alla quale si aggiunse la « Sardegna)). Finalmente il 3 novembre a rinforzare l'esiguo pi·esidio di Roms giu:(lse una batteria da 75 A. su sei pezzi che, divisa in tre sezioni, fu frazionata lungo il trinceramento allo sbocco della carovaniera cli Mesellata, nei pressi del Far,o ·e presso l'Ospedale. Il 24 novembre il presidio venne rinforzato da una seconda, batteria, da 75 A. ed il oomando della piazza fu assunto clal ma,g gior generale Reisoli. La sistemazione élifensi fa attuata dal c-010nnello Maggiotto era eceellente : egli aveva. costnùto una linea continua e robusta di trineee coperte da difese lliccessorie, divisa in quattro settol"i, dei quali tre rinforzati dalle Se½ioni della bat€eria da 75 A. Questi pezzi entrarono effi.eacemente in azione il 15 dicem. bre intervenendo contro densi gruppi di avversari che avevano tentato cli f:Lvvolgere un nostro clistaccamem,o, Uf.ìcito hi. ricognizione verso il Mergheb, e formato da, un battaglione bersaglieri P df:L due eompagnie alpini. Già nelhL giornata del 10 dicembr<" il -c,,)ma,ndante della piazza, rispondendo aJ Comando in capo che aveva, chiesto ·quali lavori occcirressero per rendere sicura la base cli. Homs, aveva, fatto rilevare l'importanza della posizioue domina~1te del Mergheb sulla quale fin dal momento dello sbfH'co il co1onnello Maggiotto si era portato, ed aveva segnalato la necessità della, sua,·occupazione, chleden(~o · all'uopo il rinforzo di un reggimento e di una batteria possibilmente cli medio calibro, munita di cingoli Bonagente. Il 21 dicembre, ad una nuova richiesta del Ooma,ndo in capo circa la sistemazione della piazza, il generale _Reisoli rispose, che rinunciando per H momento all'occupazione del Mergheb, occorreva, pur i:-ern pre allargare la linea di difesa della città, e richiedeva perciò il rinforzo di un'altro battaglione e di una terzf:L batteria da 75 A. su sei pezzi. La sistemazione difensiva era fondata su1la costruzione di opere staccate, a distanza <'l i 1.000-1.500 metri dai trinceramenti, -fot·mnnti un anello che si sarebbe in seguito p,rogressivamente al1argato . I lavori cominciarono il 6 gennaio, ma un violento attaeco cl:11 Merghet aven, done resa impos1,ibile la prosecuzione, si decise di t:;ominciarf• da una linea più vicina, pr-otetl".a dal fuoeo <lelle a,rtiQ.·Hnic -
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L'ARTIGLIERIA NIJ:LLID GU~;nnm COLONIALI -
LIBlA
della piazza. Il 22 gemu~io l'avversario sparò alcuni colpi di cannone su Homs, riusciti però del tntto inefficaci., e· pertanto il giorno 25 essendo giunte dall'Ital ia una batteria di obici da 149 ed una, batteria da 75 A., il Gomm1do in capo ordinò che si e:if.ettuasse subito l 'occupazi,one del Mergheb per Ja, quale il generale Reisoli, data la presenza di a,rtiglieria nel campo avversario, richiese dei paUoni-osservatorio ed una nuova batteria da montagna . ,
l[ig . 204 - Capitano 'Riccardo De Caroli. (dalla collezione del Cap itano Av,,;. Cost ante Girauct).
Il presidio di I:1oms ebbe quindi una forza complessiva di !l battaglioni, 18 cannolii cla 75 A., 4 obici cla 149, e 4 cannoni da montagna, e potè perciò essere decisa l'occupazione del lVIergheb. Il giorn:o 26 febbraio un incrociatore ausiliario e< Qtttà di Siracusa )) seguito dal piroscafo C< Bulgaria >), dopo un vivo -bombardamento simularono un'operazione di sbarco e nella notte sul 27 tre colonnè èon la batteria da montagna uscirono da Homs dirigendosi sulla quota del M.ergbeb che fu rapidamente occupata alle ore 7/ tO <'lel ma.ttino, senza dar tempo agli -
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L,OCCUPA?;_IONE OEL
MBJRGHl!JB
avversari di rinforzare la loro difesa. Però subito dopo forti gruppi , nemici avanzar,ono contro i nostri aprendo un fuoco violentissimo che produsse gravi perdite nelle nostre file, ma la strenua resistenza dei reparti ed il tiro efficacissimo della batteria da mon·ta,g na, che aveva potuto prender.e -un'ottima posizione, resero vano ogni ulteriore tentativo del nemico, tanto che alle ore 15, dopo essere stato duramente provato, esso desisteva da ogni azione e le nostre truppe si rafforzavano sul Mergheb sistemandovi '7 battaglioni e piazzando ben 12 bocche da fuoco, e ~ioè 4 cannoni da 1nontagna e 8 cannoni da '75 A. Sulla posizione detta .del «Marabutto>> cadde il capitano Somma Donato comandante la '7" compagnia del 6° reggimento fanteria già valorosamente .d istintosi in precedenti combattimenti. Alla sua memoria fu decretata la medaglia d'oro al valor militare. Nell'occupazione del Mergheb cadde il comandante della 5" batteria da montagna, capitano Riccardo De Caroli, alla cui memoria fu pure decretata la Medaglia d'oro al valor militare: egli si era battuto esemplarmente il 26 novembre a 'l'ripoli, nell'azione del 1° dicembre a,l _F orte Messri, il 4 dicembre nellµ, battaglia di A.in Zara; e ~oUa sua batteria dalla sommità del Mergheb aveva contribuito al successo che già. si dell neava sicuro, allorchè un colpo di fucile lo uccise. Nella notte sul 5 marzo gli avversari tentarono nuovamente tre furiosi attacchi sul M-ergheb ed uno sul fr.onte orientale di Homs, ma i loro ,sforzi riuscirono completamente vani. Il generale Reisoli, antico allievo della Regia Accademia di Torino, scrivendo di questa battaglia oosì si espresse: « efficacissimi il tiro delle artiglierie e quello delle mitragliatrici, efficacissimo l'impiego delle torpedini che era.no state oollocate fuori dei ret:iooJati e vennero fatte brillare quado i nemici furono vicini )). Dopo l'occupazione del Mergheb il generale Reisoli, constatato che fa batteri.a di medio calibro installata a,d Homs aveva buona azione sul settore di Lebda, che per essere coperto offriva. buoni appigli all' avversario per molestare le difese della piazza, richiese un'altra batteria di medio calibro da sistemare sul Mergheb e fe_ce prese~te la convenienza·di impiegare i vecchi pezzi di bronzo da montagna per il fiancheggiamento delle
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Fig. 205 - Postazione scudata per batterie da campagna al Mergheb.
I/AZIONE S U L mBOA
opere già in costruzione sul Mergheb nonchè di quelle che si sarebbero poi dovute costruire allorchè fosse spinta l' occupazione di Lebda. Per questa u-ltima il Gomando in capo, convenenclo col generale Reisoli che le forze attua.lmente a sua disposizione non erano suflk.ienti, stabm d'ac0ordo oon lui che l'occupazione di Lebc1a era per il momento rimandata, ma sarebbe stata effettuata non appena possilile. Il 17 aprile giunsero·ad Hqms una se{:onda batteria di obici · cla 149 e dodici cannoni da 75 B. R da montagna, ma contemporaneamente venne ritirata la preesistente batteria organica · da montagna per destinarla altrovè : coi pezzi da 75 B. R., adof tanclo ripieghi cli circostanzit vennero formate due batterie e Foperazione su Lebclu, venne quindi. :fissata per la giornata .del ~ maggio. 0olle truppe disponibili il gennale B,eisoli, adottando il oonsneto dispositivo, f.ormò tre colonne: · - la prima-, di sinistra, che era pr iva di artiglierie, aveva compito dimostrativo e, avauzando lungo il mare, dove:va punta.re sulle rovine di Lebda; - la seconda, rinforzata con una batteria, _doveva puntare sul fianco sinistro dei gruppi avversari ra,ccolti a Lebda ; - la terza, rinforzata con un' altra batteria, e scaglionata ad un -chilometro dalla precedente e leggermenw in fuori , doveva. parare alle possibili mina,ccie di avvolgimento. L'azione, appoggiata dal fuoco degli obici di Homs e dell'incrociatore ausiliario cc Città di Siracµsa )) che batterono i nu clei nemici a Lebda ed ai Monticelli, ,s i svolse con perfetta regolarità. Le colonne mossero da Homs alle 4,30 e due ore dopo l'avversario era completamente in f uga, inseguito dal fuocq delle batterie. Le nostre truppe durante la giornata si sistemaro· no quindi a difesa, e nella notte successiva sventarono un disperato tentativo di sòrpresa effettuato dal nemico. Si inizia.r ono subito i lavori per sistemare a difesa le nuove posizioni co~1quistate e quindi poi per tutto il' mese di maggio in tale località non si ebbero più azioni degne di riliev,o, ecc-e tto a,l cune scaramucce di molestia oontro le nostre Hnee di Lebda, ed una azione di sorpresa tentata contro la posizione dei Monticelli nella notte sull'll maggio, tentativo però respinto per l'immediato inter1
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L'ARTIGLIERIA NELLE GUERRE COLON I ALI -
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Fig. 206 - Batteria mobile di ripiego con ma teriale da 75-B.
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LA S OR.PUESA TUUCA SU ROìl'fS
vento dei fuochi di fudleria e di artiglieria, concentrati contro 300 armati che si erano avvicinati ai nostri reticolati. Intanto alla fine di maggio ed ai primi di giugno a causa delle esige117,e operative negli altri settori, la forza era stata ridotta di due battaglioni, e tale diminuzione di effettivi non fu forse senza influenza: nel decidere il comando turco a tentare una grossa azi,one di sorpresa per rovesciare le difese di Roms. Il piano nemico previde all'uopo che ; - nna prima massa di armati abbastanza numerosa doveva, attaccare a,i Monticelli l'ala destra d.e lla nostra sistemazione difensiva di Lebda per far cadere di rovescio tutta la no stra linea, mentre un dist:wcamento veniva inviato a sorvegliare l e provenienze da Honis; . - una seconda massa, in concorso con la precedente, doveva attaccare frontalmente le opere di Lebda; - ed una terza massa proveniente· da Zliten doveva agire Rulla sini stra delle nostre posizioni. Nella I):Otte sul 12 giugno, alle ore 3,45 del mattino forti gruppi avversari irruppero contro la posizione dei Monticelli tra.volgendo rapidamente i difensori del Fortino B. ed incen diando Fopera. Nella disperata resistenza sfolgorò 1a figura del tenente di fanteria Cesare Gazzani, alla cui memoria fu decretata la Medaglia d'oro al valor militare: col suo plotone l'eroico ufficiale lottò· energicamente contro la massa nemica preponderante, e cadde e.on tutti i suoi soldati dando tempo alle colonne di ·Soccorso di accorrere e di ricacciare l ' avvcr.sario. Subito dopo la massa nemica si 1·ovesciò alle spalle delle altre nostre posizioni) mentre nuove frotte avversarie sboccando dall'uadi Lehda le attaccarono di fronte: altri gruppi impegnarono fortemente l'opera principale, il forte Settimio Se.vero di Lebda, e il forte Vittorio Emanuele di El Hauman, tanto che, se pure le nostre artiglierie intervennero subito e riuscirono a spezzare la foga degli avversari, tuttavia la situaziore diventò seria minacdand,o cli .aggravarsi ancora. Ma a risolverla brillantemente provvide la pr,o nta decisione del generale Reisoli che, intuite le cose e formatosi ·un preciso ooncetto delle contingenze, alle prime luci dell'albà inviò subit-0 tre compagnie sui l\fonticelli• coll'ordine di puntare per Casa Maltese, e
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IL CONTRATTACCO ALLA Vl '.tvl'ORIA · ITALIAKA
quindi, sostituito il personale di difesa del settore sud-orientale col perso11ale adibito alle cariche .speciali, avviò il 5° bat taglione bersaglieri nella medesima dir<:!zioue. Alle ore 6,30 queste truppe superata la difesa di un distaccamento arabo-turco . alle Montagnole R,osse, puntarono sui
Fig. 208 - Postiizione scnclata per ? rtìglier ia cla monbgna a « T monticelli di L ebcla >>.
l\fonticelli attaccando alle spalle e sul fianco g\i avversari <'he, decima.ti dai tiri ,delle artiglierie del settore, ai quali si aggiunsero i fuochi di quelle clel Mei'gheb, e travolti da furiosi nostri atta.echi alla baionetta, dovettero disperdersi fuggendo, mentre altri 400 armati turco-arabi,· efficacemente battuti dalle nost re artiglierie postate nelle opere di el Hauman e di Lebda, non appena sbucati · daU'oasi di Zliten erano stàti completamente dispersi allorchè erano arrivati i nostri rinforzi. _ ·493 -
LJ AHTIGLIEitIA NE;LLID GUERRE COLONIALI -
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Il grosso delle forze nemiche, accerchiato pertanto dalle nostre truppe uscite dt~ Homs e battuto intensamente d~l fuoco del cannorn~, non potè oltre trovare scampo:. più di ~00 cadaveri · di nemici furono contati tra le opere, e sovrat utto grande fu l'effetto morale deprimente -causato nell'avversario e più anco:ra negli ind.igwi della 1o,e.a lità, tanto che co.n questo oombattimento si chiuse il ciclo delle ·Operazioni intorno alla base di Homs. La lezio~e era stata severa, sic~hè, salvo una sporadica se pure vivace azione tentata dai turco-arabi n~lla notte sul 29 giugno contro una. nostra ridotta intermedia tra il Mergbeb e Ilorns, l'avversario, .fiaccato e sfiduciato, · non si fece più vivo e ·non ·diede più alcun segno di una qualunque attività combattiva. Le nostre artiglierie del Mergheb in prosieguo · di tempo bombardarono · ancora ripetutamente piccoli posti e gruppi nemici, ed anzi il 22 agosto il nostro fuoco consegui particolare efficacia; ma inta,n to le popol.azio.ni andavano man mano . tranquillizzandosi e dimostravano sempre migliori disposizioni a nostro riguardo, sicchè anche sotto questo aspetto diminuivano sensibilmente le possibilità offensive del Comando turco in questo settore. Le nostre forze del presidio di Homs erano intanto state · ridotte a soli -8 battaglioni, ma in cambio la difesa di Homs, ormai completamente sistemata, poteva contare sopra un snfncientè quantitativo di artiglierie di piccolo e di medio calibro per poter affr:onta111e oon sicurezza, qualsiasi eventnalità ._ .
* ** Come era stato fatto per la piazza di Tripolì. per la difesa di Homs a,n che tàle base venne provveduta qi opere permanenti~ armate con artiglierie; a.ll'uopo si costituì una linea cli rjdotti in muratura, caposaldo il Mergheb, e su tale altura sorse l'opera principale denominata « Forte Italia)), .armata, con sei cannoni da 75 A. e due obici ._da 149, ai quali il 4 agosto si aggiunse una batteria di quattro cannoni da 149 G., mentre il nucleo centrale di difesa era completato col ridotto « 1\'fondovi )) e col ridotto «Genova>>, il quale ultimo nn dal 28 luglio -
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I LA SISTEli\:iAZIONE DW.8NS1VA DI HOl\:fS
era stat o armato con due ca,nnoni da 75 B. montagna, presi da una riserva di artiglierie sbarcate dal piroscafo << Solfe-r ino ». Al . nucleo centrale si aggiunsero ancora il ridotto << Palermo)), armato con due cannoni da 75 A. Il 4 mag·gio occupata la posizione di Lebda, pér assicurare la protezione della base del lato di sud-est, dopo di aver provveduto allo ·sgombro del ca.mpo di tiro liberando il tBrreno antistante dai vari ostacoli costituiti da alti palmizi, da siepi di :fichi d'India, . nonchè da argi.ni di t~rra. e muriccioli a secco, fu costruita Ì1opera << Vittorio, :Emanuele III)) che venne subite. armata con quattro cannoni da J5 A., ridotti però in seguito a tre, . mentre poi nel novembre furono installati quattro cannoni da 120 B. e quattro eannoni da 75 B., ridotti però poco dopo a d ue. Si aggiunsero in seguito il forte « Settimio Severo)) armato con due pezzi da 75 B., il ridotto « Lebda >> ·armato con tre ca,nnoni da 75 A. e da quattr,o pezzi da 75 B.·, formando per tal modo- -la cintura esterna. delle opere di protezione della base. La -cintura interna fu costituita dal muro di cinta e da un trinceramento continuo che, partendo dal mare ad est del paese, raggiungeva l'ex caserma turca, CO· steggiava l'Ospedale, quindi piegava ad angolo retto verso norii-ovest e per cimitero arabo, dove faceva un forte rientrante, andava ad oltrepassare le tombe roma,ne di circa 100 metri, quindi po'g·giava verso il ma.r e raggiungendolo presso le !•'ornaci del Faro. Il predetto t rincer~mento continuo era difeso da un cannone da 75 B . alla Caserma turca, da sei obici da 149 tra la Caserma e l' Osp~dale, da quattro e.annoni da, 75 A. presso l' Ospedale, cla, due cannoni da 75 A. nel rientrante a su a volta protetto da un'opera, -da due obici da 149 al Faro e da due << Fortini Spaccamela)). Tutte queste artiglierie, alle · quali si aggiunse ancora una batteria di sei cannoni da _87 B. postati presso l'Ospedale, in prosieguo di tempo subirono alcuni spostamenti consigliati e. quindi effettuati a, seconda delle esigenze. della situazione. Le batterie della cinta esterna entrarono più volte ed ef · :ficaeemente in azione ·: il. 14 agosto le opere di Lebda (cannoni da 75 A.) e la batteria da 149 G. del -Mergheb bombardarono un'opera di rafforzamento costruita dagli arabo-turchi;
n
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L) AR'l'JGLrnRlA NELLm G u ~~RRE COLO);lALI -
Lil3lA
il 22 agosto i 149 deL Mergheb batterono un campo avvei'sario presso Scioguon ed il giorno 30 .sconvolsero una strada coperta parzialmente costruita dagli avversari nel passaggio obbligato presso la sella del Kokla; il 14 settembre l'opera « Vittorio Emanuele III)} battè le case del Capo del Sa,hel e più tardi; in -seguito all'apparire .di gruppi avversari nella zona stessa, entrarono in azione agche la ridotta « Lebda )) e i cannoni del l\forgheb; il 28 ,s ettembre infine i cannoni del Mergheb bombardarono nuov~mente il campo di Scioguon. Il cospicuo armamento della base di Homs in fatto di a rtiglierie, sovratutto 'tie:nendo conto ;del concetto iniziale dell',occupazione per la quale si ritenevano sufficienti quattro ca1moni, non fu imposto, come si è visto, dalle circostanze particolari man mano emergenti, ma fn la conseguenza di una evoluzione del concett o che dominò poi .in tutta questa campagna, e per cui, assicurata la protezione delle basi da ogni tentativo avversario, la penetrazione nell'interno era unicamente subordinata, ad una questione di tempo e cioè al tempo necessario ed indispensabile per operare il distacco della massa araba dagli antichi dominatori, dei quali andava man mano scemando il prestigio fra gli indi.g,eni, sovratutto per la dimostrata loro incapacità di rovesciare le nostre truppe dalle teste di sbaroo occupate.
* * * Per far cessare il contrabba,ndo di gnerra dalla 'l'unìsia; all'intento di sbarrare il fascio di carovaniere svolgentesi . ' . lungo la costa, il Comando in ·capo ed il Govei·no centrale decisero 'l'occupazione · di Zuara o di un'altra località della wna,. Il sequestro d1 alcune navi> - e cioè oltre a,l « l\fanouba, )) (!d al « Ca,rtha,ge )) anche quello del piroscafo .cc Odessa )) ~he portava a bordo ben ventiquattro cannoni per gli araboturchi, - dimostrò la necessità di effettuare le operazioni. necessarie ad una tale occupazione. Tali operazioni, sospese in primo teiupo per k di:ffiooltà proprie di uno sbarco su spiaggia aperta in presenza di un avversa.rio numerosissimo. -
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LO SBARCO A MACABEZ
nonchè per lo sviluppo degli avvenimenti ai quali fu pr«.eedentemente accennat~, vennero fissate per la prima quindicina di aprile 1912. All' uopo fu scelta le penisola di Macabez sulla quale si costituì una base di operazione e quindi, superando deboli resistenze avversarie, fu occupata la posi zione di Bu Chemmesc dove esisteva . un fortino tnrco c-he venne da noi . adibito a caserma. Il 22 :tprile il distaccamento delle nostre truppe ' era riuscito a colloca.re in posizione sulla
Ìl'ig. lW9 · Combattimento del 23 aprile 1912.
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penisola di Macabez due batterie da campagna 1906 ed una batteria cla montagna, mentre a Bu O,b:emmesc venivano appostate una batteria da montagna ed una batteria da campagna, 1906. Verso sera alcuni gruppi nemici furono cannoneggia.ti dalla batteria, da campagna, di Bn Chemmesc, ma all'ind<Jmani un battagfome eritreo uscito in ricognizione vennPviolentemente attaceato dagli arabo-t urchi, e poichè le loro file andavano pericolosamente ingrossando, il comandante del nostro presidio inviò subito in appoggio un altro batta 33
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L ' AR'.l'IGLIE!UA NELLTIJ GUERRE COLONIALI -- I,1BIA
glionei col ooncorso e sotto la protezione del quale gli ascari eritrei poterono iniziare il ripiegamento a scaglioni, atti· rando anzi per tal modo gli assalitori sotto il tir.o delle nostrf: artiglierie postate nelle ridotte. Le duè .batterie di Bu Ohemmesc apdrono allora il fuoco sulla fronte sud-orientale e ad ·esse si aggiunsero ]e batterie di Macabez, riusc,endo così a . prendere di :fianco e di rovescio gli avversari cli~ complessivamente sommavano a circa, un migliaio di armati, scortati da cavalleria e appoggiati da due cannoni che riuscirono a sparare sul fortino di Bu Chemmesc, ma non poterono impedire che tutte le loro forze venisserò e:tp.cacemente falciate dai nostri ·fuochi che le costri11 sero a ripiegare. Un gruppo audace di avversari, nascondendosi dietro le dune, effettuò un largo giro e ricomparve ad -0vest, ma il fuoco della batteria èl.a montagna di Bu Chemmesc e quello della batteria da montagna di Macabez, che I aveva intanto cambiato posizione per battere l' altra fronte, bastaro110 a frantumare il tentativo ed a disperdere quegli audaci. Alle ore 12 l'azione era fini ta e l'avversario si ritirò definitivamente dopo di aver subito perdite r ileva,n ti, causat e sovratutto daglf effetti del tiro delle artiglierie che furono molto e:ffi.ca-ci' e micidiali. Malgrado queste nostre vittoriose affermazioni la presenza di artiglierie nel campo avversario consigliò di migliorare la sistemazione difensiva della testa di ponte, che, già progettata con quattro ridotte staccate disposte attorno al fortino a distanza di 5-600 inetri, venne rinforza,ta coll'aggiunta di una <J11inta ridotta avanzata verso sud per aumentare il raggio cl'a.,?,ione della difesa, e pr-0vvedenèl.o poi ancora alla costruzione di due fortini Spaccamela a dista.nza di circa 1.000 metri dalle due ridotte estreme. Si considerò anche l'opportunità di impiegar-e una batteria da 149 che era attesa dall'Italia, ,e si seavar-0no trincee e camminamenti disponendo adeguate masse coprenti e reticolati, per modo da trasformare la località in un vero campo trincerato. Il 19 maggio, avuto notizia che una car-0vana di rifornimento stava passando sulla via Ben Oardan-Zelten, le truppe di Bu Ohemmesc, formate su due colonne, delle quali una rinforzata colla batteria da m-0ntagna e con una sezione da -
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SCHIZZO DEL TERRITORIO DI 8UCHEMEZ. Stai• appr.
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Figura 210 - Schizzo del territorio di Buchemez.
L'AR'l'IGLIEIHA NELL@ GUERRill COLONIALI -
LIBIA
ca.mpagna 1906, si spin!rero a circa 8 chilometri fugando i posti di osservazione arabo-turchi e .b attendo efficacemente vari gruppi avversari. 11 24 una nuova operazione offensiva, combi~iata con una dimostr~zione di avanzata dalla penisola su Sidi Said, richiese l'intervento della batteria da montagna; ed il 31 dello stesso mese un'altra ·nostra azione di sorpresa impegnò circa -3.000 armati avversari costringendoli a ripiegare.
l!'ig. 2U - · Generale Vincenzo Garioni
(dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
Il generale Garioni riferendo in riguardo alle predette "' azioni scrisse : « il nemico b!}ttuto in tutti i punti, ebbe a subire perdite rilevantissin•t\ sopratutto per effetto dei tiri bene aggiustati della nostra a,rtiglieria, )). Il Gomiw.clo a vendo intanto rac1;,olto gli elementi per pro cedere alla conquista di Sidi Said, il generale Garioni con cepi di effettuare tale operazione in tre tempi : nel primo tempo, procedendo lungo la penisola, si doveva conquisttLre la posizione d·e ll'istmo: nel secondo tempo, uscendo da Bu Ohem -
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LA C'OKQFIS'l'A DI SIDI SAIO
mese, occorreva occupare le posizioni nemiche più avanzate, affermandosi sull'altura detta. del guado; nell'ultima fase, col concorso delle R.R. Navi, Sìdi Saicl avrebbe dovuto cadere. Le operazioni si svolsero come era stato previsto : la, batteriEL <la campagna 1906 e nna sezione di obici da 149 A. mossero lungo la penisola e, raggiunto l'istmo seri/a molestie, vi si rafforzarono; verso le ore 12 del 26 giugno alcuni grup · pi avversari tentarono cli avanzare verso ras el Ma, ma furo no subito bersagliati dalle artiglierie della penisola. ment re altri gruppi, procedenti lungo la terra ferma, f urono bloccati dalle a1·tiglierie di Bu Ohemmesc. All'indomani 127 giugno , coll'appoggio delle artiglierie della penisola, sulla quale era stata ti·asportata l'intera batt.eria di obici da 149 del campo trincerato, le trnppe destinate all'attacco uscirono da Bu Ohemmesc, avanzando su Sidi Said frazionate in due colonne : la colonna cli sinistra procedette lungo la sponda meridionale della baia, con tre battaglioni, nna batteria da campagna 190G e due batterie da montagna: ln, colonna cli destra formata da quattro battaglioni avanzò fra la sebcha e la baia mantenendosi in vista della oolonna precedente; mentre poi una batteria di cannoni da 149 A. pr2se posizione nei pressi del Fortino A. Presso l'al tum del guado le due colonne furono arrest::t.te da un violentissimo fuoco proveniente dai trinceramenti arabo-turchi, ma il pronto intervento della batteria 1906 e dei pezzi da 149 costrinse µ:li. · avversari ad abbandonare la quota· snlla quale le nostre artiglierie si sistemarono prontamente, rfuscenclo coi loro tiri ad appoggiare il proseguimento dell'azione. Alle ore 10, bat tuto su t utte le fronti e violentemente bombardato, il nemico f uggiva ritirandosi negli a,l tri trinceran1enti di Sidi Said. L'azione venne prosegui ta il successivo giorno 28 giugno (1) : subit-0 dopo l'alba tutte le nostre artiglierie postate - -, - (1} Situazione 1lelle a1·tiglierie al 1° Ziigi•io 1912 A Tripoli: I Corpo d'annata, speciale i"' Div isione (Roinalc1i) I I.H·igata (Hox·ghi) TI ,, (Giardina) pezzi 12 2 batterie 70 mout. (mugg. F enoglioJ .
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501-
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,Com/Jatlime!?I/ o';' 5il/J11/rl e J/cf/ Ài!' ( G;f/9110 · lvyitU;'11.?)
F;g. 212 - Combattimento di Sidi Said e Sidi Ali (giugno-luglio 1912).
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AI.II O:KI ('():ITHINATF.
o' ARTIGLIERIA
DI TERRA
m DI ,r ARE
sulla penisola aprirono il fuoco battendo le posizioni avver sarie con una batteria di obici da 149, una ba.tteria d.a cam pà,gna ed una batteria da montagna, mentre dal mare concorrevan.o coi loro fuochi le RR. NN. « Carlo Alberto», cc Iride>> <: cc Ardea >>, e dalla terra ferma spara.vano contemporaneamente una batteria di cannoni da 149, una batteri$, da campagna 1906 e una batteria da montagna. Dopo un'ora di· una siffatta preparazione d'artiglieria, le nostre t ruppe, sostenute Ser;mi nota (1) d'i var; . 501.
3a Divisione De Cham-and · V brignta, (Del Mastro) VI (1\fontuori) 1 batteria 70 mont. (Baseggio) - Truppe su11plettive lo l'egg. al·tiglietia speciale (col. Hal'illi ) - grnJJpO (Salvaggi) 75 .A. - gmppo (Ve1,ani - Masin) 75 A. - 2 batterie 75 A. - baU. 70 rnont. (Tappi) . - 3 batforie 75/00(5 (tene nte colonnello Boy !) - 4 batter ie m. c. (maggiore P e1·obelli) .
pozzi 2H
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18
,.
8 4
"
16
"
12
Totale pe¼zi 102 A F'e'l"ita (Bu, Chc1nmesc): 5.- Division e (Ga,l'ioni) . 10 Gr. tattico (Lequio) 20 Gr. tattico (Oavacioccl1i)
,,
2 1 1 2 1 1
b!ltter ie 75/B06. battel'ia 14H batteria, 75/906 bat.ter~e '75 A baiferia 75 B batte.11ia. 149.
- 3 batterie 75 A. - 1 batte:ria 87 B - 1 lJat.teria. 149 G .
-
H Brig. (Fata) -
"
3 lJattel'ie 70 mout. 1 batteria, 75/906 .
5 batterie 75 A 2 batterie 149 .
503
"
p e½ZÌ
8 6 5
35
35
"
6
10 34
34
1,2 4 16
. pe¼zi 30 8
Total e pezzi
-
4 4
pezzi 18
'l'otaJe pezzi A Benaas-i, :
" "
Totale J)ez-¼i A Misiirata. : Distac. (Oarnel'ana)
8
''n
Totale J)ez¼i
Aà Iioms: VIII Brig. (Reisoli)
pelil¼Ì
102
'&'~
f38
L' ARTIGLIERIA NELLE GU.IDRRE COLONIAL! -
Generale Luca Montuori. Comandante d i brigata.
LIBIA
I
I
Genera.le Alberto Cavac!occhi. Comandante d i brigata.
Comandant i di Grandi Unità
provenien ti dal!' Arma d'artiglieria.
I
Ca p itano Luigi Tappi. (dalla collezione del ·:Ja pit'.in o Avv. Costante Giraud).
J;" ig. 213.
504 -
\\ \
L'OCCUPAZIOND DI SIDI ALÌ
dal fuoco dei cannoni, attraversarono la zona scoperta che fronteggiava Sidi Said, ed alle ore 8,30 occupavano il Marabutto, mentre gli avversari fuggiva,no disordinatamente in t utte le direzioni. Da Sidi Said, dopo una ricognizione al con. fine tunisino, durante la quale la batteria da montagna disperse akuni gruppi avversari, una colonna di quattro batta,glioni, appoggiata da una, batterifl, da campagna 1906, da una batteria da mo·nta,gna e dal fuoco delle RR. NN. « Iride>> ed ·«Alcione>>, e sostenuta da una riserva costituita da tre battaglioni con una batteria da montagna, ebbe il compito di impadronirsi di Sidi Alì. Alle ,o re 3,30 del 4 luglio le nostre truppe, frazionate su due colonne scaglionate e lontane fra di loro 2 chilometri. procedetter,o verso l'obbiettiv·O stabilito, ma attaccate violentemente sul fianco da ingenti forze nemiche accorse da Regdalin e da Zliten , fu necessario far intervenire le artiglierie, e pertanto, mentre le batterie delle due colonne entrarono prontamente in azione, venne anche fatta avanzare la riserva divisionale con la sua bat teria da montagna, che ooi loro fuo chi ridussero ben presto al silenzio i tre cannoni turchi che sparavano su Sidi Said ; la màìssa avversaria, battuta così in modo continuo ed in misura abbondante, subì perdité ingenti e dovette ripiegare disordinatamente, mentre le nostre truppe si sistemavano sulle nuove posizioni conquistate. Coll'occupazione di Sidi Alì si chiuse il ciclo operativo nella zona di Macabez nel quale si era avuto un brillante ed Segue nota (1) <li pag. 501. A Derna:
'
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4 batterie 75 A 3 batterie 70 mont.. l battel'ia 149
pezzi 22 18
Totale pezzi A Tobn4-k:
Tota.le pezzi
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5 45
45
pezzi 20 ,, 6 8
- 4 batterie 75 A - 1 batteria 70 mont. - 2 batterie 149
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" "
"
34
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Totale generale
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L' ARTIGLIEUIA ?\"ELL E GUERRE COLONIALI -
LIBIA
efficacissimo impiego delle artiglierie anche in queste ultime azioni coloniali, che costituivano il preludio all'occupazione di .Zuara, .decisa per i primi giorni ael mese di ag-0sto.
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Da Sicli Alì mossero su Zuara il 5 agosto undici. batta glioni con cinque batterie d' :,rt.igli~ria, mentre contempol'an eamente il primo scaglione di un nuo\"O OOJ·po di operaziohe <li sbar co venuto dall'Italia e costit uito cla sei battaglioni con dne batterie da montagna, avenclo effettuato lo sbare-0 a terra, avanzava sul margine dell'oasi cli Zuara. Alle ore 8,30 del 5 agosto la colonna <li Sidi Alì aprì il fuoco con due batterie da campagna permetten do cosi l 'occupazione delle alt ure di lVfarsa 'l'iburla e di Ksur Sccl'if, dalle qnali due battaglioni bersaglieri e una batt~ria cln montagna inseguirono col fuoco gli a,vve1·sari fuggenti verso Regdalin: la successiva avanzata pl'oseguì quindi poi senza incidenti. All'operazione avevano partecipato due batterie da campagna 1906, due batterie da montagna, una batteria di cannoni da 149 e due batteri e da montagna del corpo di sbarco. Il generale Garioni che av,eva diretto queste operazioni avrebbe voluto procedere subito verso Regdalin, ma, a causa dell'esodo degli abitanti di Zuara e della tormentosa altissima temperatura in quel periodo di temp·o, ritenne prudenzial<~ di rinviare questa avanzata,, decidendosi, dopo qualche giorno, ad occupare la quota cli Sidi Abd es samac1. Tale operazione fu pertanto stabilita per il giorno 15 agosto puntando sulla predetta quota distante 10 a 12 chilometri da Zuara e dominante la fascia costiel'a delJe oasi di Regdalin, di Gemil . e di Menscia. All'azione parteciparono dieci battaglioni con due batterie mod. 1906 e due batterie da montagna; seguiva una riser va costituita con tre battaglioni, una batte1fa di cann oni da 149 e una batteria da 70 mont., mentre poi r estarono a p1·esidio di Zuara tre battaglioni con . una batteria da montagna. Le truppe mossero a.ne ore 5 oltrepassando la striscia dei -
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Flg. 214 • Combattimento di Regdaline (15 agosto 1912).
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L' AilTIGLIERIA !\ELLE GUEllllE COLO:XIALI -
LIBIA
giardini che cinge la sebcba esterna dell'oasi di Zuara e dopo di ~ver disperso ·e fngato alcune v,e dette avversarie, alle ore 7 occuparono l'altura di Sidi Abd es ·sarnad coronando subito la posizione con due batterie da moutagna e successivamente con un a batteria mod. ll:JO(-i e con una ter7.a batteria da montagna, le qnali tutte aprirono un nutl'ito fuooo sui fuggitivi. Intanto però sulh1 nostra sinistra un:1 fol'te massa avversai-ia, sbucando imptoYvisamente dall'oasi di cl Menscia, minacciava di tagliare le comunicazioni tra la quota di Sidi Abd es samad e Zuara, tanto che fn perciò neccssado Jar intervei:iire i tre battaglioni e ln, batteria da montagna costituenti la Yiserva, forr,e che im pegnando subito a fondo gli avversari' provocarono un vivissimo combattimento attorno ad Aulad Macabeda, nel quale da, ambo le parti si ebbero notevoli perdite: pertanto alle ore 10,15 il uemico era decisamente respìnto, mentre poi essendo alle ore 12 giunti da Sidi Abd es samad due battagJi.oni e<1 mm batteria da montagna, mandati a sostegno dei reparti impegnati verso Gemil, anche da questa parte la situazione vennP, completamente risolta a nostro fa. vore. Durante la lotta l'avversario aveva sparato alcuni colpi sulla quota di Sidi Abd es samad, ma il pr,onto intervento delle nostre artiglierie aveva con poderose raffiche di fuoco fatto tacere ben presto i cannoni avversari. Il generale Garioni nella sua Relazione scrisse a questo tigua1·<10 : « il breve episodio non aveva impedito ai nostri bravi soldati di contimìare alacremente, sotto la sferza del sole, i lavori cli rafforzamento . Tutto intorno a Sidi Abd es samad si svolgeva una, zona f.orti:lìcata entro la quale prendeva posizione la batteria di cannoni da 149 A. che, chiamata poco pri.ma diti giardin i presso Zuara, ,e ra giunta, grazJe ai suoi mera-vigliosi cingoli, con la stessa facilità di una · ordinaria batteria campale >>. Colla batteri.-.1, di medio calibro restò sulla quota conquistata una batteria ruod. 1D06, wentre le altre truppe rientrarono alle ore 17 su Zuara; ma poichè sulla via del ritorno gli avversari contim,avano a molestare in varii punti le nostre formazioni, si do,,ette far intervenire j} fuoco di due batterie
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F ig . 215 · 'l'ipi. di ossetv11torii d':irtiglierla. ~
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r/ ,\RTIGLIE[UA KELLl,J GUERRE COLONIALI -
LIBIA
e far eseguire dalla nostra cavalle~fa alcune cariche per disperderli. Con queste ,o pera.zioni si esauriva il compito affidato .alla 5" divisione comandata. dal generale Garioni, mentre i ntanto il comando del corpo di occupazione aveva proceduto · ad impiantare a Misurata nn'altra base in Tripolitania.
11 23 maggio il Capo di S. M. genera.le Pollio telegrafò al Comandante del corpo di spedi~i-one sollecitando l'alleRtimento éli un progetto pèr l' occnpazionc di Misurata, eél il generale Oaneva che fin dal l (j maggio aveva all'uopo fatto pre- , parare è quindi concr etato uno studio in proposito, tenendo. ' conto della, scarsità delle fol'ze avversarie in qndJ.a località, propose che lo sbarco delle truppe avvenisse nei tratti di Capo Zarrug e di Sidi Bu Sceifa, richiedendo per una prima; occupazione una brigata, due batterie da 75 A. ed infine almeno quattro pezzi da, montagna anche cli _vecchi.o modello, i quali ultimi , non conoscendosi il tempo occorrente per sistemare gli accessi sulle quote cli Bn Sceifa e cli Capo Zanug, avrebbero dovuto servire per guarnire subito due ridotte. II 4 giugno il generale P.ollio stabili che le forze destinate al l'occupa,zhme si componessero di : nove battaglioni, t re batterie da montagna e una batteria. da campagna mod. 1906, ordinando che · 10 sbarco avvenisse nella zona ·a sud del marabutto di Bu Sceifa, e precisando poi lielle sue direttive che jl miglior sistema di difesa ~ra ·q uello dell~~ ,piccole opere staccate, disposte in modo da appoggiarsi reciproèamente. Lo sbarco delle truppe si effettuò nel giorno 16 giugno, e poichè nel pomeriggio l'avversario tentò di disturbarne le operazioni, i nostri, non solta,n to gli si opposero risolutamente, ma riuscirono a ricacciarlo con perdite. Le tre batterie da montag~a venner-q installate al marabu~ o di Sidi Bu 8ceifa e ai due lati della strada di .Misurata, , e si provvide quindi subito ad una sistemazione difensiva della locB1ità costruendo una ridotta sulla quota di capo Zar-
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L'OCCU PAZIONID DI MISURATA
rug, una . a sud della strada di Misurata, nonchè due fortini tra la strada e il mare: il 25 giugno furono richieste in I talia le artiglierie per l'arma,mento delle predette due ridotte, armamento progettato di due pezzi da 87 B. ' R.- per ciascuna di esse. Sistemata per tal modo la base, l'avanzata su Misurata città venne fissata per la, giornata dell'8 luglio.
Fig. 216 - Combattimento per l'occupazione di Misurata (8 luglio 1912).
All'operazione parteciparono due colonne con una ba,tteria da montagna, ed una, riserva con due batterie da monta· gna e una batteria da campagna mod .. 1906, appoggiate dal fuoco delle artiglierie appostate nelle ridotte. Alle ore 4 la colonna di destra iniziò l'avarizata puntando su Ben Mah mucl, ma, arrestata dal fuooo della fucileria avversaria, si dovette far subito èntrare in azione le nostre artiglierie della ridotta n. 2 e della batteria da montagna. A sua volta la nostra colonna di sinistra battuta dal fuoco dei trinceramenti avversari da Ben Mahmud a Bogula dovette essere sostenuta dai pezzi della ridotta n .. 2, nonchè dalla batteria éla montagna · e dalla batteria 1906, batterie che vennero subito fatte avanzare; intanto alle ore 7 entravano in azione le altre due batterie da montagna della riserva per mod,o che a,l le ore 8 il -
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SISTEMLI.ZIONE DIFENSIVA Qo
MISURATA
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·Fig. 217
di Mis urata.
SIS'.l.'IDMAZI0N0 DH'D:NSIVA DI MlSURA'.i'A
I
margine dell'oasi era in nostro possesso. L'avversario ripiegò su Zarrug, rna avvolto dal fuoco delle nostre batterie e attaccato risolutamente con impeto, dovette anche sg,ombrare l'abitato. Alle 11,30 le nostre truppe riprendevano l'avanzata ed alle ore 15 la città di Misurata era conquistata. Il generak Camerana scrisse in proposito: « il contegno dell'artiglieria è stato davvero superbo. Essa, per potere in ogni momento della battaglia portare il suo possente appoggio alla fanteria, non esitò a schierarsi sulla stessa sua linea a pochissima distanza dall'avversario, sotto una gragnuola di proiettm )). Per a,ssicurare il possesso della città la sera stessa deli'8 luglio si iniziò la costruzione di una cinta continua di sicurezza dello sviluppo di dnque chilometri, rinforzata con una ridotta armata da tre pezzi d.a 87 B. sulla fr.onte settentrionale (el Tich), e completata da due fortini, previsti l'uno a,i pozzi di El 1\fangnsc e l'altro sulle dune ad occidente. Sulla linea di C·Ornunicazione a 1.500 metri dalla ridotta n. 2 della base, era già stata costruita la ridotta n . 4 che formava $istema colla predetta. Le ricognizioni, effettuate nei giorni seguenti ad occidente di Misurata., oonstata.rono però il raffittirsi di gruppi avvers,Hi in r,egione el G'hiran, tanto che il comandante della base, per spazzare gli avversari dall'oasi, orcJ.inò un'azione in forze per la giornata del 20 luglio . Il distaccamento costituito all'uopo si componeva del 63° reggimento fanteria, due batta,g lioni del 50°, una compagnia di ascari e dne batterie da montagna: ess_o mosse alle ore 4 da Misurata, e avendo preso contatto coi turco-arabi alle ore 6 nella zona di el Ramla,. le nostre truppe, sotto la protezione del fuoco d"'\lle due batterie, atta,ccarono gli avversa,ri ricacd .andoli dalle posizioni dominanti da essi occupate, ma quindi liniziar·ono subito il ripiegamento per attirare il nemico verso Misurata. Intervennero allora i cannoni di una batteria, d1e jn previsione del combattimento era stata opportunamènte dislocata, e poco dopo tuonarono i cannoni di el 'l'ich che dispersero i turco-arabi infiiggendo lor-0 perdite rilevantissime. Per le alte qualità. dimostrate nell'avanzata su Misurata -
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COMANDO AR TIGUE RU\ DI fv11SURAT A SE.RVIZIO DI VEDERE E TRASMET TER[
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Fig. 218 . Comando aitìglieria cli Misurata. Servir.io dì vedere e trasmettere .
A'J•r AC'CO TURCO ALLE CAROVANE)
città e nel combattimento del 20 luglio, nel quale la, sua brig'ata aveva fostancabilmente r icacciato l'avver st1irio, il coruanclante della brigata generale Gustavo F ara fu decorato co11 la massima Ticompensa al valor militare. Dopo questo avvenimento e cioè dal 20 luglio :fino al giorno 30 agosto le operazioni militari furono caratterizzate da pochi attacchi notturni alle opel'e, e da c1uache molestia ai> recata dal nemico alle carovane di rifornimento; ma il 30 agosto l'avversario pose in a,zione tutte le sue riserve attaccando contemporaneamen te l'abitato cli Misurata in una zona particolarmente insidiosa, nonchè le carovane di rifornimento fra ras Bokmar e Za.rrug (1) . In quel giorno 30 agosto, disposti per parte nostra i soliti sel'vizi di perlnstrazione lung,o la linea di comunicazione, mentre nei pl'essi di Zarrug le truppe procedevano ai lavori per l'armamento di una, ridotta con due pezzi da 87 B., due nostre carovane debitamente scortate, ascendente l 'una e di · scendente _l'altra, muoyevano nel t ratto Capo Zarrug-MisuraLa. La carovana, discendente giunta all'altezza della casa eletta cli Gemal fu arrei::tata cla un vivo fnoco di fucileria nemìca, ma dal forte di ras Bokmar le nostre artiglierie aprirono su1.>ito un intenso tiro sui grossi nuclei avversari dai quali proYeniva l'at tacco, costringendoli ad indietreggia re attraversando z.ouc scoperte nelle qnali caddero •numerosi sot to i colpi llclle nost1'e fantei-ie che int.auto giungevano a rincalzo dei pl'imi i-eparti a,ttacca.ti. La carovana ascendente, giunta a Zurrug e saputo che la carovana discendente avrebbe sostato
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(1) Situazion e al 28 agosto 1912: Zu.a.ra. Perua: 5a Divislone (Gen. Garioni). Presfrl'io <H Z1iarn : (Generali Tassoni e Cavaciocchi) A1-tl.glierie : 6 batterie = 24 pezzi P r esùtio a,;, Fenia: (Col. Art. Dabalà) Al'tlglieric: 4 batterie = 19 pezzi n oms : VllI Brigata (Gen. Mru:chi) Artiglterie: 8 batterie = 47 pezzl ,Jfi .~11rata: D istaccmnento (Gen. Camer ana) 11 Briguta mista (Gen. Fara) Artig lie1·ie: 8 batte1·ie 80 pezzi.
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L, ARTIGLIERIA NELLE GUIDRRID COLONIALI -
LIBIA
in quel villaggio, pr,osegu'ì · su Misurata giungendovi alle ore 8,45) mentre in quell'ora, le truppe di. Zttrrng, appoggiatissime dall'artiglieria di. ras J3okmar, effettnavarw uno sbalzo in avanti occupando un a posizione sulla sommità delle dune ed
Maggiore Fedérico Ba!strocchi. Comandante il 30 agosto le artiglierie a Misurata..
Colonnello Fra.n cesco Dabalà. Gumanaaate campo t r incerato Macabez e Bucamez.
Fig. 219! - Comandanti d'artiglieria. · <dall& collezione . del Capitano Avv. Costante Giraud).
infmngenclo tutti i tentativi a,vversari per ricacciarle. Alle ore 13,30 il nemico, dopo avere sempre risposto con fuoco vivace ai nostri tiri, desisteva da ogni ulteriore sforzo e batteva, in ritirata. ' Mentre in tal modo veniva sventato l'attacco neruico alle carovane, una violenta, azione si sviluppava sul fronte occi-1 dentale e su quello meridionale di Mjsurata città. Alle ore 6, 1 poichè le nostre piccole guardie, fatte segno a ripetuti attacchi di gruppi nemici, avevano dovuto riparare nelle trincee, le artiglierie di tutte le opere aprirono subito il fuoco e a diverse riprese e con grande e:fficada batterono i nudei avversari che tentavano di avviluppare la, ridotta Tich. Alle ore -
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UJ OPEl{AZIOKI IN CIRENAICA
12 dopo continue alternative di soste e di riprese, nelle quali l'avversario fu implacabilmente tormentato « dai fuochi ben diretti ed efficacissimi della nostra artiglieria)), la batteria da 149 G. con un preciso tiro a granata, distrusse alcuni caseggiati a sud della città costringendo a fuga precipitosa forti nuclei nemici . che erano riusciti ad occuparli per ripararsi dai òolpi. Alle ore 15 le artiglierie della ridotta 'l'ich, valendosi dell' osservazione e d( segnalazioni ottiche di un fortino avanzato, ,eseguivano un tiro contro un centinaio di arabi appo . stati in un set tore defilat-o, e dopo di averli snidati li inseguirono col fuoco. Alle ,o re 18 anche l 'azione sferrata dal nemico contro la città andava languend,o e quindi poi cessava del tutto perchè completa.mente anerui.zzata e sventata dal fuoco eftkacissimo di quattordici cannoni che agli ordini del maggiore Federico Baistrocchi provocò rilevanti perdite nella massa nemica, mentre in tutta quest'ultima. azione le nostre furono insignificanti. ·La sisteÌnaiione difensiva era pertanto ormai completata, e, per i risultati mortLH e materiali conseguenti dall'attacco del 30 ag,osto, la capacitù, offensiva degli avverstLri in questo settore parve infatti esaurita.
Le direttive emanate il 14 ottobre 1911 da.I comando della lo sbaroo del corpo di spedizione d,e stinato ad op~rare in · Cirenaica, prescrissero che lo sbarco si effettuasse a Bengasi nel tratto di spiaggia aperta compreso tra Punta Giuliana e Punta Buscaiba, a sud dell'abitato, ·e che a Bengasi si costituisse la testa di sbarco. F'acevano parte del primo scaglione due batterie da monta,gna in formazione ridotta, e, di esse una fu assegnata al . l'avanguardia di sbaroo costituita dal 4° Fanteria, da due ·Sezioni mitragliatrici divisionali e dalla predetta batteria che doveva ~barcare per prima; l'altra batteria fece parte delle rimanenti forze del primo scaglione, forze che dovevano slfar· ~are subito dopo i reparti d'avanguardia.
zaDivisione per
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L'ARTIGLIERIA NllJLLEJ GUBRREJ COLONIALI -
Lil3IA
S/ruazìol7e delle !rvppe alle ore
H. 30'
rie! !J O!toore 1911
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SA.LATO
-· Jca/,1 <1pproH1mt1rt'vd
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I Fig. 220 - Situazione cleife truppe a lle ore 15,30' clel 19 ottobre· 1911.
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IL I>RIMO SBARCO ALLA GIULIANA
Il corpo di spedizione1 trasportato da otto piroscafi. e scortato dalla r Divisione ·della, l" squadra navale, giunse davanti a Bengasi alle ore 10 del 18 ottobre con mare agitato. Alle ore 7,30 dell'indomani le unità navali bombardarono la spiaggia della Giuliana, i pressi della Caserma Berca, una polveriera turca a nord della città ,ed i pressi del Castello turc-0, risparmiando però per quanto possibile le costruzioni edilizie, giacchè il fuoco era fatto soltanto a scopo di intimidazione. Alle 8,50 le compagnie da sbaroo della Regia Marina con due pezzi da 7G R . M. prendevano terra alla Giuliana, appostando i cannoni . nei pressi del Cimitero cristiano, sulla linea delle dune. Sotto la protezione della Regia Marina discese l'avang uardia del 1° scaglione, ma senza, quadrupedi perchè era · stato disposto che i pezzi della batteria da monta,gna dell'avanguardia foi::sero trasportati e trainati a braccia dai loro artiglieri. Il generale A.meglio appena arrivate a terra le prime imbarca,zi<mi ordinò alle compagnie da sbarco di spingere l'occupazione oltre la linea delle dune, ma, non appena queste truppe si misero in moto, la fucileria avversaria. incominciò contro di esse un tiro furioso mentre nel contempo una nostra torpediniera venne fatta segno a scariche di fucileria ed a colpi cli. cannolie provenienti ·d alla Dogana e dalla riva di Punta Giuliana. A breve intervallo di tempo, mentre i nostri già provvedèvano ad attuare l'ordine di àffrettare lo sbarco delle batterie, delle munizioni e dei servizi sanitari, la fucileria avversaria andò aumentando, e allargando la zona battuta dai suoi tiri provù che la massa avversaria . era molto forte e che aveva perciò potuto distendersi su larga fronte e add,e nsarsi specialmente a nord. Gruppi nemici accorsi alla Giuliana essendo riusciti a colpire di fianco i pezzi da sbarco della Regia Marina appostati presso il cimitero cristiano, produssero sensibili perdite fra i serventi,. ta,n to che dopo tenace resistenza la compagnia di marinai :fu costretta a retrocedere. · La batteria, da montagna dell'avanguardia sba,r cata, come fu detto, senza quadrupedi, prese terra alle ore 11 ed apri subito il fuoco postandosi sulle dune, tra la spiaggia ed il lago -
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salato; l'altra batteria da montagna sbarcò alle ore 12 e prese pure posizione sulle dune in prossimità del pontile A. Il trasporto à braccia dei pezzi sulla zona sabbiosa fu ,assai faticoso, ma gli artiglieri lo effettuarono c,o n slancio v,olenteroso e moltiplicandosi in tutti i modi riscossero l'unanime ammirazione dei comandanti e dei commilitoni delle altre Armi. Per chiarire e decidere la situazione il Comando stabilì che, non. appena sbarcate le truppe, si eseguisse un rutta.eco combinato, di fronte e di fianco, mirante alla conquista della Berca, ed intanto nell'attesa il Comandante del corpo di spe. dizione ebbe modo di constatare personalmente la lodevole condotta delle batterie da montagna che « con calma perfetta <! con perizia encomia.bile, dir,essero il loro fuoco efficace sui vari tratti del campo di battaglia>>Le batterie, pur senza cambiare posizione, attese le gravi difficoltà di trasporto conseguenti dalla mancanza dei quadrupedi, con tiri precisi e cadenzati accompagnarono egregia mente 'i.e nostre truppe nella difficile fase di avvicinamento che si dovette compiere in terreno assolutamente séoperto, lievemente in salita, e sotto il fuoco delle trincee e delle linee avversarie: il fuoco delle nostre artiglierie venne sospeso soltanto allorchè le truppe presero contatto c-01 nemico. ,, Alle ore 17 la Berca era occupata 'e cadeva anche Sidi Hilsein a poche centinaia di metri dall'abitato; ma ciò malgrado la resistenza nemica continuava accanita, tanto che il comando fu costretto a far riprendere dal mare il bombardamento del castello che, . causa !',o scurità, si dovette effettuare alla luce dei proiettori. Mezz'ora dopo la guarnigione turca inalberava il segnale della resa. Così ebbe termine la giornata del 19 ottobre per la quale il genera.l e Briccola scriveva: « nella storia militare del nQstro paese, sarà rioordata per il fatto, quasi senza precedenti, di uno sbarco di viva forza, con mare agitato ed in spiaggia aperta, di cinque battaglioni e di due batterie da montagna, compiuto i11 poche ore, e per la bella prove di resistenza fisica, di valore e di disciplina, data dai nostri marinai e dai nostri soidati ». · · All'indomani, me)1tre proseguiva.no le operazioni di sbarco, giunsero a,l Comando gravi no tizie che avvertivano come -
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LO SBARCO DI~L SECONDO SCAGLIONE
l'avversario, spalleggiato da parte della popolazione, avesse stabilito di dare l'assalto alla .città. Il comandante delle truppe, rendendosi esatto oonto della critica situazione dei varii nostri reparti, che nella prima sistemazione erano sta,ti dissemina.ti fra Punta Bnscaiba, la spiaggia, la Punta Giuliana, la Berca, i villaggi e Bengasi, per poter contrastare l'eventuale tem.uta azione turoo-arabfi, decise di riunire le forze sparse fra le varie predette località e, rinunciando a talune occupazioni iniziali, stabilì di restringere e di rafforzare il no stro possesso di Bengasi e di Sidi Hilsein. I movimenti all'uopcr necessari vennero ordinatamente compiuti nella notte, ed il trasporto a braccia della batteria da m® tagna, tutt'ora in posizione avanzata sulla spia,ggia, diede nuova prova, della resistenza, dell'abnegazione e del coraggio degli artiglieri, giacchè non essendo ancora stati sbarcati nè i muli portàcannone, nè gran parte dei muli porta-affusto, il materiale fu lasciato composto e dovette quindi essere trainat.o a braccia dai cannonieri per circa otto chilometri attraverso un terreno sabbioso e pantanoso. Salv·o però un vivJssimo tentativ-0 dei nemici pronunciatosi ai pozzi di Sabri e che potè essere fronteggiato dalle fanterie e dal fuoco di due pezzi da sbaroo della R. M., in serata e durante la notte non si -ebbe invece alcun incidente di rilievo, ma soltanto un continuo se pm: saltuario scambio di fucilate. Nei giorni successi vi mentre altri convogli di truppe pr-0seguivano per mare alla volta di Derna e di ,. Tobruk, anche il secondo scaglione sbarcò a Bengasi. Le ,artigliel"ie, alle quali si aggiunis;e una batteria da campagpa fu'rono fra zionate tr;;.. i due complessi Ìlei quali le forze vennero ripa.rtite : una sezione. di . artiglieria da montagna prese posi:i::ione a . Bengasi fra l'abitato e Sidi Hilsein; l'altra sezione da mon · tagna, la batteria da campagna e l'altra intera batteria da montagna presero posizione colla 4a brigata tra Sidi Daud e la Berca. Dopo le azioni svoltesi nella giornata dello sbarco non si ebbero però notevoli avvenimenti militari. Una ric-ognizione effettuata il 6 novembre da fanteria e cavalleria su Ha,usc Tluba, dissotterrò quattr-0 cannoni da 75 Krupp senza ottu -
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L: ARTIGLIERIA NE.L LEJ GUERHl~ CO~ , ' IALI -
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Fig. 221 - Bengasi. Rilievo speditivo col sestante.
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i-a tori
e senza affusti, e molte munizioni di a,rtiglieria; ed nna, succeissivtL ricognizione, effettuata, il 9 novembre ed alla quale partecipò la 6" batteria da campagna del 2° reggimento cli artiglieria sp~ciale, portò al ritr,ovamento di otturatori, di avantreni e cli cerchioni cli rnota del pred,e tto materiale Krupp. M,e ntre tali ma,teriali venivano faticosamente trasportati a Bengasi, alcuni gruppi beduini tentarono di molestare la nostra colonna, ma, furono cornpletarn.ente dispersi con successive raffiche di fuoco (1). Intanto la necessità di avere a disposizione batterie mo· bili da campagua, e nello stesso tempo il bis-qgno di armare con artiglierie le posir,ioni che rna,n mano venivano apprestate, inducevano il Comando del Corpo di spedizione a, ricorrere a ripieghi per riuscire ad a,nmentare le formazioni d'artiglieria servendosì all' uopo dei quadrupedi dei servizi e dei pezzi di riserva da 75 A. Con tali ripieghi si riuscì a costituire altre due batterie mobili da campagna e quindi in totale le artiglierie disponibili. a. Benga.si. furono : q1rn.ttro batterie da posizione e dne batterie mobili cla campagna su quattro pezzi <>ssia ventiquattro cannoni da 75 A., ai quali si doveva aggiungere il gruppo da montagna dislocato tra la Berca e la Giuliana, una batteria da campagna a Sidi Daud ed un'altra batteria da campagna a Sidi Hilsein. Alla posizione del Faro , ennero piazzati quattro pezzi da 75 A . e altri due pezzi pure da 75 A. fur-0no appostati alla punta . Giuliana. In ra.pporto all'inclemenza· aella stagione e quindi alla poca, probabilità di importanti. azioni militari, il Comando riteneva, di poter fr.onteggiare la • situazione con le predette (1) Sitluazione al 19 novembre 1911: Bengasi : 2• Divisione (gen. Briccola) III llrigata (gen. D'Amico) IV Brigata (~n. Ameglia) VII Brigata (gen. Ciancio) Artiglieria div is'. (eol. Genovese) : 3 batt. Derna, : Distaccamento (col. Zupelli) Artiglierie : 2 batt. = 10 pezzi. 'l'obmlc.: Distaccamento (col. Orgera) Artiglierie: 2 batterie = 8 pezzi
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[)PZZi :
I/AHT!GLIEIHA NEL LE GUEHl{ ill COLONIALI -
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F ig. 222 - Sli tta per trasporto materiale da 75-A.
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r/ AGGUATO DI COIDl.i'IA
artiglierie, fino a <111ando fo sse stata decisa l 'occupazione dell'altipiano per cui si sarebbe certamente delineata la neces sità, di nuovi rinforzi. Il 26 novembre, una nostra pattuglia di cavalleria spintasi iu ricognizione verso el Ooefia fu proditoriamente bersagliata da f ucilate partenti tl~l villaggi.o. Il 28 una, colonna composta delle tre Armi, e nella, quale l' a1·tigliel'ia era l'appresentata dalla 23n batteria da montagna, mosse da Bengasi in direzione Snani Osman-oasi Budsil'a-Coe.fia procedendo nella classica formazione di quadrato per potere lungo la marcia fronteggiare eventuali attacchi provenienti da qualsiasi 1)arte; e per mantenere nelle migliori possibili condizioni di sicurezza le artiglierie, i quadrupedi ed i reparti di sanità. nonchè le riserve di viveri e di munizioni. Alle ore 12 partirono da Coefia le prime fucilate nemiche e quindi per l 'acconere ùi t ruppe nemiche fresche, in breve il tiro della fu cileria a,,versaria andò aumentando e intensificandosi, e poichè il fuoco partiva cl alle case e clal :fitto dslla ,·egetazione che le circondava, così, nell'impo!-sibilità di scorgere i tiratori avversari, il Comando della nostra colonna ordinò alla batteria di sparare a shrapnel ed a granata sulle case dalle quali si p11esumeva pal'tisseto i colpi, proponendosi per tal modo di r aggiungere il duplice effetto di colpire i tiratori e di procedere alla demolizione dei loro rifugi. Un siffatto nostro tiro provocò un rallentamento nell' azione nemica, permettendo alle compagnie di testa di spingersi inanzi presso l'abitato per integrare l'azione di fuoco i niziato dall'artiglieria. Alle ,o re 13,30 la batteria, fiancheggiata é!alle compagnie di fanteria effettuò uno spostamento in avanti di oltre duecento metl'i e rioominciando quindi il su o fll.0co efficacissimo provocò il risveglio dell'attività avversB.~·ia, e quindi per parte sua un a serie di vivaci e intensi tentativi di attacco sia verso l a testa che verso la coda tlel nostro quadrato, ma tutti tali tentativi ful'ono sempre t empestivamente prevenuti, scoperti e quindi adeguatamente fronteggiati e frantumati fin dal l-010 nascere; a conseguire tale risul tato concorse in grande misura il tiro della batteria che, chiamata dal comandante della. colonna « rivolse mirabilmente il suo -
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1:t1H'J'i(;l,1l>l:1A NELL 1,; GlrJ.:H l: B l'Ol.():s/J.\ T.( -
l ì'ig. 223 - Esperime n(i
c·on ~lilla J•er
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IT;1 s1m r1·0 malcri:il e <1,1
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SISTE;,\V\2IO'.\'P. l)!FEKSIV A E
A'L"l'ACCHI NOTTURNI
fuoco c-0ntro l'ultimo appostamento ·nemico, contribuencl.o cosi acl allontanare queste minacce)) . Alle ore 15 l'azione cessava e un'ora dopo là nostra colonna riprendeva la, via del rit-Orno. Dopo lo scontro di Coefia la massa arabo-tu.rea si avvi· cinò ancora maggiormente a Bengasi stabilienclo uno dei suoi maggiori campi lungo le falde del Gebel, e poichè risultava. che tali disposizioni erano prese per attaccare la città o per piombare, alle spalle cli qualche nostro distaccamento in ricognizione, il è.omand,o della pìazza, rinforzato il presidio, spinse i lavori ' della .,;istemazione cllfensiva formando cli Bengasi un piccolo campo trincerato, munito di cinta di sicurezza e di opere staccate : · la sistemazione principale verso il lato orientale ebbe forma e funzione di ventaglio con le ali protese ecl il centro arretrato; quella meridionale venne armonicamente costituita da una opportuna dislocazione di opere staccate aventi azione coordinata ùolla cinta di sicurezza; mentre poi. la, sistemazione lungo la fronte sud-ovest restò in gran parte formata dalle difese parssive. Mentre si eff.ettuavano questi lavori l'avversa.rio inizJò i suoi attacchi contro le opere e la cinta di sicurezza, specialmente nell'oscurità della notte: a tarda sera del 3 dicembre grnppi a,rmati attaccarono una ridotta a, ·~md della Berca; tre ore dopo fu la volta della r idotta n. 3 nel settore orientale, e nella notte d51l 10 all'll dic~mhre, poco dopo la mezzanotte, il nemico effett uò un violento attacco, m a. verso le quattro d~l mattino, dopo be1Ì quattro ore di fuoco ininterrotto e vivace d[L ambo le parti, fu costretto a ripiegare, inseguito dal tiro di una batteria da campagna in posizione a Sidi Daud (1). P.er l'eroica condotta tenuta in uno di questi attacchi not.
(1) Situazione al 10 dicembre 1911 : Bengasi: 2• Divisione (gen. Briccola) I!I Brigata (gen. D'Amico) IV Brigata (gen. Ameglio) VII Brigata (gen. Ciancio) Artiglierie (col. Genovese) : 5 batt. /75 + 2 batt. /70 mont. + l batt. f149
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L'AR'.l'IGLIERIA NELLE GU19RRE COLONL\LI -
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turni il sergente Giacomo Caput o del 68" reggimento fanteria fu decorato colla medaglia d'oro perchè « sebbene gravemente e ripetutamente ferito al volto continuò a far fuoco, e quando una seconda volta fu colpito persistette a dirigere l'azione dei suoi soldati rendendosi particolarmente utile col distri . buire loro le munizioni)) . Le suaccennate azioni notturne preludiarono pertanto all'attacco generalt} che l'a.vversario tentò il 25 dicembre: alle ore 7 del mattino del giorno di Natale l'osservatorio della Berca avvistò le prime colonne avversarie che avanzavano sulla regione del Foia.t, ed alle ore 8 la nostra artiglieria apriva il fuoco. Tut ta l'azione di questa giornata venne sostenuta dalle artiglierie: l'avversario,' arrestato a sud della Berca dai nostri tiri, si frazionò in colonne minori, e puntando tanto verso il Foiat quanto verso la fronte orientale appostò in batteria otto ca,nnoni sotto la cui protezione andò addensando le proprie riserve in prossimità di el-Hauàri, ma bersagliato e tormentato incessantemente dai colpi della nostra artiglieria fu cost!'~tto a rinunziare all'attacco e a piccoli gruppi dovette tipiegare, cercando di ripararsi dietro le ondulazioni del terreno, mentre poi al cadere della sera, col favore dell'oscurità si decise ad allontanarsi definitivamen te. In questa giornata gli arabo-turchi ebbero 150 morti mentre il fuoco ben aggiustato ed efficacissimo delle nostre pat terie della piazza riusc} a smontare due dei loro cannoni. Il generale Briccola definì questa azione « una tappa nella conquista della Cirenaica )). Dopo questo scacco gli avversari parvero sconcertati, ma poi speci.alruente durante la notte ripresero a molestare . le nostre posizioni avanzate, mentre lungo il giori10, fecero sporadici tentativi di attacco contro nostri distaccamenti in riDerna: 4"' Divisione (gen. Trombi)
IX Ilrigata (gen. Capello) XI Brigata (gen. Del Buono) • Artiglierie (magg. Bertolini): 1 batt. /75 + 1 ob. /149 1'ol>rn.7c : Distaccamento (col. Orgera) Artiglierie : 3 batt. /75 + 1 batt. /149 .
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2 batt. /70 mont.
IL FALLI'.[() ATTACCO GfE-'<l!)lli\T.l~ DI !\,\TALI•:
cogmz1one : questi però riuscirono spesso a determinare la manovra in modo da attirar<~ gli a,r aho-turchi sotto il fuoco delle nostre batterie, tanto .che nella pluralità dei casi bastarono poche cannonate nostre per disperdere quei ·gruppi assalitori non appena essi giung-evano a distanza efficace di tiro (1) .
Ai primi di marzo clel 1912 si notarono. nuovi addensamenti avv,e rsa,r i nella vic.ina oasi delle Due Pa,lme ed oltre la linea, Scetuan-el Hauàri e parve che l'av-versario intendesse di ripetere l'azione tentata il 25 dicembre . .Nella notte sul 12 mf:Lrzo l'artiglieria della Ridotta Grande sparò alcuni colpi su nuclei avv~rsari ; altrettanto fece la Ridotta Arresiano, e poscia fra le 5 e le 5,30 le nostre batterie lanciarono alcune salve nell'oasi. Alle 6,30 alcuni ·cmmoni turchi aprirono a loro volta il fuoco contro la rid,otta el J?oiat, -che però mentre non conseguirono aleun effetto provocarono l 'intervento del fuooo dei nostri medi calibri di Berigasi che li ridusBe al silenzio. Alle ore 8 si poteva calcolare che gli. armati avver·sari intorno a Bengasi sommassero già a circa 5.000 uomini, ma pur così in forze verso le 8,30 parve che accennassero a ripiegare. Il Com.andante in capo si risolse allora a svolgere un'azione controffensiva affidando al generale 1-\.meglio, comaindante le truppe dìslocate alla Berca, Sidi Ilsein ed a Si cli Duacl, il compito di procedere rLll' occup::Lzione d-ell'oasi delle Due Palme per cercare di attira.re l'avversario . sotto il fuoco dei cannoni della piazza,. Erano le ore 9,45 : in quel momento poichè parte delle trup-
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(1) Situazione al 20 febbraio 1V12 : Benga,si : 2• Divisione (gen. B riccola) Brigate III, IV, VII. I Artiglierie : 8 batt. = 50 pezzi Derna : 4" Divisione (gen. Trombi) Brigate IX e XI Artiglierie: 7 batt. = 40 pezzi Tobrul-v: Comando clell:1 Piazza (gen. Signorile) Ar tiglierie: 6 hatt. 30 pezzi 0 ~
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LA flAT'l'AGLIA D0LLE DUE PALM~
pe a,vversarie, appoggiate da arti.gl.ierie, aceenunvano a ritiral'si mentre m1 grosso nucleo cli loro forze occupava l'oasi delle Due Palme, ed a qualche distanza due altre forti masse nemiche erano ferme e pareva, attend<~ssero il momento -opportuno per avanzare a rin calzo di quei loro reparti che gi.à avevano occupato l'oasi, il generale Ameglio stabilì ch·e, sotto la protezione delle artiglierie delle ridotte, le nostre truppe avanzassero su due colonne rinforzate rispettivamente, quella di sinistra da due batterie da campagna, e quella di destra dal gruppo di tre batterie da montagna. L'azione cosi predisposta si svolse con rego larità, cronometrica : · - dalle 10,45 a,Ue 11,15 la batteria da 149 G. aprì il fuoco sulle due masse nemiche che un pò lontane pareva fossero ferme in posizione di attesa; l'artiglieria della Ridotta Grande e della Ridotta Poiat, ,1lle quali si aggiunsero le batterie mobili da campagna e da montagna, batterono l'oasi delle Due Palme dividendosi gli obbh~ttivi e cioè quelle da, campagna concentrando il fuoco sulla parte nord dell'·oasi, e quelle da montagna convergendo il tiro sul1a parte sud dell',oasi stessa; - dalle ·o re 11,4.5 alle 12,45 le artiglierie appoggiarono con tiri etlicacissimi l'avarnmta delle due colonne: quelle mobili battendo il margine occidentale e l'interno dell'oasi fino a quando le fanterie n·on giunsero a meno di cento metri dagli obbietFvi; le artiglierie delle due ridotte bat;tendo il rovescio immedia,to delJ'.oasi, e la batteria da 149 G. battendo il terreno arretrato a sud clell'<iasi. Alle ore 12,45 il generale Ameglio dava ordine : ai gruppi mobili d'artiglieria di portarsi rispettivamente sulla sinistra, (~ sulla destra delle due coÌonne in modo da prendere d'infilata gli sbocchi esterni dell'oasi; aUa batteria da 149 G. prescriveva di battere il rovescio dell'oasi ; all'artiglieria delle ridotte ordinava di interrompere -il fuoco e di vigilare all'esterno. In questo momento una grossa colonrnJ, nemica procedendo da e~-Hauàri tentò di ra,ggiungere l'oasi delle Due Palme, ma bersagliata in pieno dai colpi delle nostre artiglierie dovette senz'altro ritirarsi. Le nostre truppe avanzavano quindi attaccando brillantemente alla baionetta e sf.ondando il centro avversario, mentre le batterie mobili, come era stato ordinato, dalle -
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r/ AR'l 'lG LU:[UA
NIJ:LLI,: GUEIWE COLO.K"IAT,l -
LIBIA
J;'ig. 225 - Esperime nti cli s<>meggio 1:on <.:::tmmelli.
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LA 'J:1<:IUUBILE AZION I~ DJt LL, AR'l'lGLimUA
,..
13 alle 13,40 effettuava.no uno spostamento verso le ali, in conformità delle direttive date dal comandante l'artiglieria divisionale, colonnello Genovese. Il movimento delle batterie mobili, attivamente preparato, organizzato e sagacemente diretto da.I <:apitano li:eclel"ico Baistrocchi, che fece precedere lo sposta.mento del gruppo cli artiglieria da campagna da una ricognizione del terreno effettuata sotto il fuoco micidiale del nemico, fu compiuto con notevole celei"ità dal gruppo d'artiglieria cla campagna, muovendo a scaglioni, e da una delle br1tterie .da montagna, (capitano Giuseppe Vanuntelli), sotto la protezione di una compagnia e mezza di fanterfa assegnata a ciascun gruppo, mentre poi le a.ltre due batterie da montagna seguivano snccessivarnente la prima ·nello spostamento in avanti. Oramai gli avversari non avevano più via di scampo; rin. ca.lzati alla baionetta nell',oasi, sulla sinist1·a venivano a cadere sotto il fuoco del gruppo aa campagna e sulla destra, venivano a trovarsi sotto il til'O delle artiglierie da montagna, mentre poi le batterie delle ridotte e i 149 G. della Berca batteva,no il rovescio dell'oasi: tutte le nostre artiglierie, con fuooo ad alzi scalati, inseguivano quindi i fuggitivi che terrorizzati erano riusciti a scampare a tanta strage. In questa merno1·abile azione gli. arabo -turchi ebber,o oltre mille uomini falciati dai nostri tiri micidialissimi, mentre le nostre perdite materiali furono lievi, e viceversa fu grandissimo l'effetto morale prodottosi per la brillante vittoria nell'anim,o e nell'anima dei nostl'i soldati. P ·e r la battaglia delle Due Palme fu ·concessa la Medaglia d'Ol"O al valor militare alla memoria : del soldato Gesù Crepaldi del 57° reggimento fanteria ·,che per tutta l'azione si segnalò per al'climento cadendo nel momento dell'assalto generale; del sergente Serato Rizieri dello stesso reggimento, ferito due volte nei p1·essi della << Casa Rossa)) ed ucciso i n un terzo mortale duello all'arma bianca; del sergente maggiore Michele Speran, z11 del 4° fanteria caduto da procle alla testa del suo drappello ; del capitano Aristide Oornoldi del 62° reggimento fanteria, caduto eroicamente colpi to alla, fronte nel momento dell'assalto. Nella Relazione sulla battaglia, il generale Ameglio rilevò e< il mirabile impiego delle batterie mobili, di quelle delle ridot-
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1/,\HTIGLlEHlA .KELLE (:UlèHUE COLOì'\TALl -
Colonnello Luigl Genovese.
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LJJ>,1.-\
Capitirno Federico Baistrocclll.
Capitano
Giuseppe
Vannutelll.
Fig. 226 - Comaml:1nti d 'artiglieria. (cla.lla colle?:lone del C!i!Jitano A vv. Costante Glraud)
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\ ELOGIO DEL VAT, ORE E DELL'AlHL l'l'À
DELL' AR'l'IGLIEHIA
te Grànde, P.oiat e Banco Roma, dei per,zi da 149 G. delle battt>rie sud ed orienta.le, in totale di .40 bocche da f uoco che, attuando ottimamente le direttive date dal comando, sotto la vali.da direzione del comandante dell'artiglieria divisionale; riuscirono dapprima a preparare validamente l' avanzata delle fanterie, accompagnandole con tiro stra-0rdinariamente preciso fino a 50 metri dal nemico, e in ultimo, a mezzo di un rapidissimo movimento avvolgente, a concorrere colla fanteria a chiudere in una morsa gli attacchi dell'oasi)). A sua volta il tenente generale Briccola osservò che « il confortante risultato era stato ottenuto mediante l'azione rapida ed energica della nostra fanteria <->. mercè il grande concorso prestato dalle artiglierie mobili che si portarono valorosamente sino a distanza efficacissima, di ti.ro dal nemico, come dalle àrtiglierie della linea di difesa che sfrut_tarono con molta abilità tutti i vantaggi del tir-o preparato. Il combattimento del J2 marzo ha sa,nzionato hL perfetta organizza . zione èlel servizio di artiglieria presso la 2" Divisione, dovuta ad mì lavoro possente iniziato subito dopo lo sbarco; proseguito poi con tenacia e con chiarezza di intendimenti e comprendente tanto l'oculata preparazione del tiro èlelle batt-erie da posizione quanto l'orgrmizzazione e l'addest ramento delle batterie da cam pagna e da montagna, leggere, manovriere, perfettamente disciplinate, abili nel tiro )). Il genera,le Briccola ·scrisse poi ancora: (< anche l'organizza zione del campo t rincerato di Bengasi ha dimostrato in questa giornata tutto il suo valore: il fatto di una decisa azi-one controffensiva, svoltasi sotto la protezione immediata delle opere staccate, coll'efficace concorso del fuoco di t utte le artiglierie di un settore, sta a dimostrare !'-opportuna posizione delle opere stesse e l'armonica, loro azione di dominio sul terreno circostante>). Dopo la battaglia delle Due Pà;Ime, attorno a Bengasi non si ebbero altri avvenimenti degni di particolare rilievo, salvo le consuete azioni di pattuglia e i tiri di artiglieria contro gruppi di beduini armati che tentavano di accostarsi alle ridotte. La sistemazione difensiva della piazza fu ultim[Lta col completamento della cinta e delle opere semipermanenti, sicchè se pur_e le forze arabo -turche guidate da Azziz Bey rimasero in osser-
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p Fig. 227 . Derna e dintorni.
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vazione dava11ti alla piazza, il nostro presidio potè essere ridotto notevolmen te. Nel giugno 1912 le forze presenti a, BeJtgasi erano costitnite <fa 1~ l.mtbtglioni, 3 squadroni, 3 compagnie genio, 1 compagnia di ascari, 1 banda armata, 1 squadrone savari, 3 batterie mo bili. da 75 A ., 18 can11011i da 75 A. da posi:done e 2 batterie di cannoni da 149 : tntte queste f1rtiglierie rimasero i.n potenza, a Bengasi per la difesa della località e adiacenze, ed in appoggio ad evrntuali azioni cont r{)ffensive .
Anche a Dema lo sbarco fu effettuato dalla Regia Marina il 1G ,ottobre dopo un preliminare bombardamento eseguito con pezzi della n.. M. da 7G contro le trincee eos truHe dalle truppe turche intorno · alla città. A rinforzare Foccupazione, subito dopo fu destinat o un distaccamento che agli ord ini del colonnello Zupelli era formato da un r eggimento fanteria, un batt aglione di alpini, mezza eompagnia zappatori del genio e una. batte1·ia .cla 75 A . da eampagna sn 6 pezzi : ta,le dista.ccamento gi unse a Derna alle ore 9 del 25 ottobre. Kon appena sbarcato, il Comandante del distaccamento cloYctte rilevare ehe le condizioni clifensi ve della localit à erano tutt'altro clrn buone: la, citti.L, situata i.~ cavaliere clelPnacli Dcrna, in umt ristretta ½(H1a piana fittarneute ooltivata, era addossata ad un ter1·azz{> pietroso sul quale si innalzava a picco la l'ipiélissima parete verticale dell'altipiano retrostante che era perciò di difficile aeeesso, giaechè sulla par<~te non era possibile tracciare vie cli comunicazione se1vza ricorrere a lunghi e eomplicati lavori di mina; l 'altipiano poi, profondamente, inciso da valloni e da solchi a pareti qua,si verticali, era anc,he divii::o dal l'uadi Derna in due parti, separafè dal corso d 'acqua. Occorreva pertanto assicnrare prontamente la difesa della eitti\, occupando all'uopo il ciglione frontale dell'altipiano, e nello stesso tempo assicurarsi il possesso dell'uadi per garen tirsi cli avere Facqua pot.abHe portata dall'uadi stesso, indispen-
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I/ AH'l' I GLIEHIA Nl);LLilJ GU!l:RBE COLON T/\LJ -
LIBIA
sabile alla vita delle truppe. In questa prima sistemazione la difesa venne fondata e l'Calizzafa con tl'i11ccrameJ1ti, mnl'i, torri e piccole ridotte, e siccome le vetture della batteria da campagna non potevano a. solu tamente salire sull'altipinno pc1· coronar-
Fig. 228 - Veduta clcll'0:1si tli Derna. (da « le Guerre Coloniali d'Italia » di V. Giglio e A. Ravenni Casa Dr. Francesco Vallardi Milano, 1935).
ne il ciglione, così. i pezzi furono sistemati in t1ippostameuti costruiti sul pianoro basso della città dietro cl ue linee cli trinceramenti ed in posizioni tali da poter battere gli sbocchi dc11'al tipiano. Soltanto ai primi cli novembre l'attività avversaria comin ciò a manifestarsi con attacchi notturni alle nostre posizioni avanzate, ma il contemporaneo annuncio che grossi contingenti turco-arabi stava.no concentrandosi nell'alto uadi Derna in dusse il colonnello Zupelli a prendere le necessarie precaur,ioni di -
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P JU M J·) AT'l'IVl'l'A AVV~r(S ,\J([E A DEHK A
fensive sovratutto per rispetto alla zona oeciclentale dell'altipia110, e all'uopo mancanclo di artiglierie terrestri suscettibili cli essere pol'tate sull'altipiano, mentre 1·inforzò le difese da q nella parte con una, sezione cl i artiglieria da sbarco della, R.
Fig. 229 - Porto di Derna. (da « le Guerre Ital iane in Afr ica » cli Giovanni Vitali - Ca sa Editrice Sonzogno - Mila no, 1936).
l\{. che, in mancanza di vere unità di a1'tiglieria da montagna fu per ·Opera dei marinai adattata al someggio, richiese sùbito e d'urgenza una batteria da montagna. Nel pomeriggio del 15 novembre durànte una ricognizione effett uata cla un distaccamento rinforzato dalla sezione someggiata dell'artiglieria da sbarco, furono scambiate alcune fuei lat<:; con grnppi di tirato:i:i nemici appostati tra le rocck che i:urono quindi poi dispersi con alcune cannonate. Alle ore 4,10 del 17 novembre un folto gruppo di arabi pro nunciò un violentissimo attacco contro una delle nostre ridotte, a ttacco che venne però prontamente respinto dal valoroso contegno del presidio delht ridotta stessa nonchè dal fuoco di una
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L' AH'l 'lGLIEHL\
NI•:LLJ]J GUOmrn; COLONlALI -
f, IBIA
sezione da sbarco appo. tuta nèlla rid-0Ua adia~ente, mentre lo stesso colonnello Zupelli adeguatamente scortato si portava sul l'altipiano coll' altra sezione da sbarco someggiata.
Fìg. 2o0 - Sbt1rco <li pe~~l <l'artiglieria a Dcrna. (da « le Guerre Coloniali d'Italia» di V. Giglio e venni -
Casa Dr. Francesco Vallardl -
A. RaMila no, 1935) .
·n J9 novewbre giungeva la richiesta batteria cla montagna cosiccl.i è la fo1·za del presidio di Derna in fatto di artiglierie ascese a 6 battagli.oni con una battel'ia da campagna, una batteria da sbarco della R. M. su clue sezioni, ed una batteria da montagna . Il giorno 24 n.oveml>re, allo scop-0 di spazzare l'altipiano da gruppi avversari che lo infestavano, il comandante del distaccamento effettuò uua ricognizione a cavaliere dell'uadi Derna frazionando le forz.e in tre colonne, procedenti rispettivamente a destra, a sinistra, e per il fondo dell'uadi : una sezione della batteria da montagna fu assegnata alla colonna di destra che 540 I
fHCOG:"i fZION l
SU r,r,' AL'I'I PIAKO
ern la più num erosa e che procedeva da ovest sulla l';Ìnistra del Derna., e fu precisamen te contro questa colonna che l'avversario pronunciò il sno maggiore sfo1·zo tentando ripetutame11te, fino a tarda ora del pomeriggi.o, di aggirarla . La, lotta si protrasse
Fig. 231 - Sbarso d i arlig lierie. (da tt l'Azione dell'Esercito !tallano nella Guerra lt~lo-Turca » Ministero clclla Guerra, 1913).
accani Ln, fino ..1lle ore lù e svoJgencloi-;i in ten·eno imdtlioso fu combat tuta co11 singo] al'e asp1·ezza giungendo soYente al corpo a corpo fi110 al momento in cni nna, compagn ia di robn sLi e audaci alpini r in. ciYa n fa r pas~al'e da una sponda all'nlLra dell'uadi .Derna una sc>zio11c cli mitragliatrici, col tempesLivo im piego cl,~na. q oale p ote1·ono esse,·e clecif::e a noP.tro favore le sorti delia giom ata . Dopo q11e~to combattimento il generale J.>ollio decise SCll · z'altro l 'annH!nto delle forze a Derna stabiliendovi un comando cli ·Divisione, che ebbe il n ome di 4• Dh'isionc speciale, affidata ~J gen erale Vittorio Trombi, e mettendo a f.l 11 ,1 dii;;posbd.011e : nn'altt·a batteria da 75 A., una seconda batteria da monta,g na, e quindi poi ancora una battel'ia di obici da 149 sn dne pezzi. noncllè una sq uaclrigli a cli aeroplani. Collsiclera11 clo la piazza cli Derna come ba se per lo sYi.111ppo di future operazioni, il comandante della Divi ione, C!iaminato -
rin - ·
L'ARTIGLIERIA l\'ELLE GUERRE COLO~L\ Ll -
LIBIA
lo stato della si temazione difensiva, ritenne sufficiente pei· la <l.ifes.,i cli Dcrna le esistenti clne battede da 75 A. e la bat teria di obid da J49 con quattro battaglioni, mentre per l'a.vanza.ta
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Italiani .4u6c- t<1rd,i
Fig. 232 - ½ona ovest Derna.
gfodicò bastevoli tli.eci battaglioni e tre batterie da montagna, tanto che richie e subito una terza batteria da montagna : le tre batterie da rn.on tagna fn rono rlunite a costituire un grup: po al comando del maggiore F rancesco Bertolini.
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Generale Vittorio Trombl. Comandante Divisione Dern a .
Maggiore Francesco Bertollni. Comandante Gruppo artiglieria da montagna a Derna. (da una fotografia della, famiglia).
(dalla collezione del Cap. Avv. Giraud).
~·- .
~-
~ Messa al Campo per gli artiglieri
della briga~a del Maggiore Bertolini.
Fig. 233.
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!54.3 -
L:ARTIGUERIA NELLE GUE;mrn; COLONIALI -
LIBIA
Oonsidera,ndo la linea cli difesa divisa in tre tratti, la situazione delle for7,e era intanto la ·seguente: - sul fronte ovest, tra la spiaggia ecl il piede dell'altipiano : - le ridotte n .1 e n . 2,
Fig. 2B4 · L'Osservator.io e la ridotta Lombardia a Derna. (da e< le Guerre Coloniali d'Ita lia» di V. Giglio e A . Ravenni Casa Dr. Francesco Vallardi Milano, 1935) .
' - alcune torri. ed appostamenti per artiglieria, - due ser,ioni da 75 A. e due sezioni di artiglieria da montagna, - un battaglione ; - sul fronte meridionale, ad ocdclente dell'uadi Derna, sul ciglio deU'altipiano : - quattro ridotte denominate A. B . C. e D., torri e trineeramenti; -
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Fùltl'IFICAZIOKE
I•,
DISLOCAZIONE
DELLE
'l'RUPPE
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sempi·e sul fronte meridionale, ad oriente dell'uadi : - tre ridotte denominate E. F. e G., - ~ezioni mitragliatrici, - tre battaglioni di fanteria; - sul fronte orientale tra il ciglione dell'altìpiano e la spiaggia: - · una ser.Jone 75 A .? ..... due compagnie di fanteria. Le rimanenti forze erano destinate a costituire la riserva.
da
]'ig. 235 - Postazione d'artiglieria a Derna. (da « le Guerre Coloniali d'ltaiia » di V. Gigl!o e A. Ràvenni - Casa Editrice Dr. Francesco Vallardi - Milano 1935).
Alle ore G del matth10 del 1° dicembre, i turco-arabi pronunciarono una nutrita azione cli fuoco v-0lgendo i loro sforzi contro la fronte sud e segnatamente verso il saliente formato dall'incontro della fronte meridionale con quella occidentale: alle ore 7, poichè l 'azione divenne particolarmente intensa, le sezioni da 75 A. della fronte ovest e la sezione da montagna di 36
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L' AR'.rIGLIERIA NELLE GUERH ID COLONIALI -
UBL\
una delle ridotte ad ovest dell'uadi aprirono il fuoco ed in modo così efficace sicchè alle ore 9 l' avversad o batt uto in pieno ripiegava in direzione sud-est, riparandosi in un profondo uadi antistante verso l'interno. Giungevàno intanto due sezioni d'artiglieria da montagna della riserva che portandosi sulla linea delle ridotte a destra dell'uadi Derna, concentrarono il loro tir·O a shrapnel sopra va.rii nuclei avversari che in pesanti formazioni avanzava,no da quella parte: altri gruppi nemici proèedenti sulla fronte occidentale ca.devano nel contempo sotto il fuoco delle sezioni da 75 A. della piazza,, e sotto il fuoco dei cannoni della R. N. «Napoli>>. Alle ore 12 l'avversario, battuto ed acciaccato, desisteva, perciò da ogni azione.
Fig. 23G - Capitano Vito Borzl.
Relativament,e a questo combattimento il generale Trombi scrisse : « la fortuna maggiore della giornata era dovuta alie due sezioni da montagna del 22° artiglieria, comandate con arditezza, intelligenza, abili.tà ed intuito tattico veramente am · mirevoli. Il plauso di tutti per l'opera di questa batteria è stata ricompensa adegua.ta, alla sua azione. Ma, essendosi questa azio-
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PRESIDIO 01 OERNA Rìcognizion<? d<1,I 7 Dicrzmbrq 1911
Fig. 237 - Presidio Derna 7 dicembre 10:U. (I fortini!Piemonte e}Lombardia:_furono~.costruiti soltanto in seguito).
. L'J\UT lGLIE RIA NELLE GUERRE COLONIALI -
LIBIA
ne svolta senza pericolo immediato, non credo sia il caso di motivare su di essa alcuna proposta di ricompensa ». In una ricognizione nell' uadi Derna, svoltasi il 7 dicembre, questa batteria da montagna, comandata dal capitano Vito Borzì, confermò le sue riconosciute qualità, - militari, tecni-
I!'ig . 23S • Osscr v,Hori o d 'arllglicria . (da « l'Azione dell 'Esercito I taliano nella Guerra Italo-Turca» Ministero d ella Guerra, 1913).
che e professionali. Tale nnova ricognizione vénne effet tuata p er prendere cognizione del terreno verso sud: e le truppe avendo mosso alle ore 7 dalla linea delle ridotte A. e B., alle ore 7,25, non appena, olt repassata la linea delle gran guardie, fur-0no fatte segno ad un tir-0 di fucileria che rabbiosamente partiva da gruppi nemici appostati a d un migliaio di metri dalle nostre linee; ma l'a rtìglie1·ia e~senclo tempestivamente entrata in azione, prima con nn a sezione e quindi con tutta la batteria, tali gruppi venne1·0 tomplet.n mcnte dispersi. La 1io , -
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LA !UCOGNJZIO~Jt 01,:r..
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orcgMBHE
stra avanzata venne perciò ripresa. e sempre assecondata e protetta dal fuoco della batteria, potè svolgersi così che le tl'uppe « in catena)) si spinsero a distanza di 5 - 6 chilometri dalla linea delle ridotte e poterono poi rientrare regolarmente alle loro sedi alle ore 14,15, dopo che complessivamente nella giornata erano state disperse parecchie centinaia di nemicL La bat . teria c-0n grande ejficacia e quindi coi più ta,ngibili risultati aveYa lanciato 120 shrapnel, e per la sua condotta fu dal Comandante della colonna cosi definita : « superiore ad ogni elogio~ la bat teria manovrò con .quella calma e quella precisione che solo sembrerebbero possibili in un poligono di tiro .. Il fuoco efficacissimo sempre aggiustato ai primi colpi spargeva il terrore in mezzo ai nemici che sempre si ritiravano precipitosamente non appena la gran voce dei piccoli cannoni echeggiava sul campo di battaglia, e noi stessi_ dimenticavamo il nemico per ammirare il forte manipolo cli nomini affaccendati attorno ai pezzi, attento ai comandi del capitano, precisi, rapidi e diligenti, sfa nei cambi di posizione che durante il tiro.' Quanto elev:ato sia il sentimento _del dovere negli uomini di questa batteria e l'ascendente del capitano, valga a dimostrare l'episodio del capopezzo sergente Papa Corrado e del capo operaio Malizia Francesco. Essendosi guastato seriamente un affusto a causa del rovesciamento del pezzo, essi lo portavano nella ridotta B. ed in breve v·olgere di tempo riparatolo e rimessolo in condizione di ripren del'.e il fuoco, con esso tornarono subito al loro posto cli combattimento. Propongo che l'uno e l'altro sieno solennemente encomiati e promossi al grado superiore per merito di guerra .. )). Altre ricognizioni, effettuate colle stesse forze nei giorni successivi, si svolsero senza incidenti, ma l'avvers[Lrio, analogamente a quanto avveniva nel settore di Bengasi, continuò a, mostrare viva attività notturna, provoca,ndo frequenti allarmi durante il lungo periodo di oscurità invernale. Proseguivano intanto i lavori difensivi, ed a metà di dicem bre fu possibile porta.re sul ciglione dell'altipiano una sezione da 75 A., appostandola tra le ridotte A. e B. Al mattino del 16 dicembre nei pressi della ridotta A., dove si stava costruendo una nuova ridotta, cominciarono a giungere alcune fucilate, e poco dopo il nemico a.prì il fuoco su tutta la linea delle nostre -
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COMBATTIMENTO DEL 27 OICEMBAE 1911
A DE~NA rzzir li Mom1,n10
Ore ff,30
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Ore 1.3.•
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Ras BuAzzo
1''ig. 280 - Combattimento 27 dicembre 1911 a Denrn.
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lllCOOl½IONE AI, C,\KALll! DEL Df.mNA
piccoìe guardie. Venne subito disposto che il personale di lavoro alla, nuova ridotta rientrasse nelle ridotte C. e D. che erano state sguarnite, ed intanto le due sezioni da montagna, di presidio nelle altre due ridotte, si appostarono in posiz~oni opportune per battere. il nudeo avversario più numeroso che si era r 1J;>arato dietro le rovine di una casa parzi.almente demolita, men tre la terza sezione della stessa batteria, da montagna sali a sua volta sul ciglione. Contempora·n eamente due nostre compagnie tentarono cli occupare la predetta casa, ma il combattimento diven · ne ben presto così violento sicchè fu necessari-o inviare subito dei rinforzi mentre le due sezioni da 75 A. e la· batteria da mcm tagna apriva,no nn fuoco intensissimo oltre la casa, riuscendo a costringere l'avversario a.cl àbbandonare la lotta, ed f1 riti ra,rsi poi. -c ompletamente ,,erso le ore 15. Il Comandante del settore scrisse in proposito : « il tiro dell'artiglieria fn sempre ben aggiustato; nella sera e nella notte il nemico non osò avvicinarsi e ciò è prova che la lezione dev,: essere stata dura)). Più accanito fu il combattimento del 27 dicembre. Allo scopo di veri:ficare lo stato del cana,le del · Derna alimentatore di acqua potabile della città, .ca,na,l e che si supponeva guastato ad a.rte dal nemico, il comanda,nte della Divisione ordinò una ricogni:àone in forze, affidandone il compito· a tre colonne coi seguenti inca,richi : la, colonna centrale pr<)Cedendo nel fondù dell'uadi doveva provveò.ere ed eseguire le eventua,l i necessarie l'iparazioni; le dne colonne laterali avevano essenzialmente lo scopo di proteggere la colonna centrale ed all'uopo dovevano avanzare lateralmente, una ad ovest e l' altra ad est dell'uadi Dcrna, ed a ciascuna di esse era a,ssegnata una ba.tteria da mon tagna. Alle ore 7 del 27 dicembre le sezioni da 75 A. aprirono il fuoco e subito dopo le tre colonne iniziarono l'avanzata. La colonna di sinistra procedette indisturbata sino alle ore 9; ma in quell'ora essendo stato avvistato un vasto accampamento ne -· mic;o con tende e quadrupedi, la batteria da montagna apri i l fuoco su cli esso a distanz,1 di 28 ettometri. Alle ore 9,30 artiglierie nemiche entrarono in azione sparando da posizione coperta, e presumibilmente con quattro pezzi aprirono il fuoco .,_ 551 -
L'ARTIGLIERIA !\~LLE GUEHf!f<) COLONIALI -
LIBIA
sulla nostra colonna, tirando saltuaria.mente sulla battel'ia da montagna e sulla linea delle nostre fanterie. Alle ore 12 si andò pronunciando da parte nemica un largo movimento aggirante, e se pure le nostre forze riuscirono a sventarlo, viceversa però la situazione in questo settore si mantenne incerta fin verso le ore 15, in cui l'azione ebbe termine. La colonna centrale pro .
Fig. 240 - Tenente d'artiglieria Raffaele Pico. (dalla collezione del Capitano Avv. Costante Giraud).
cedette invece indisturbata e potè quindi effettuare con la ne cessaria tranquillità le riparazioni al canale e, ultimato il lavoro, ritirarsi verso le ore 12 ripiegando lentamente, molestata soltanto da alcuni sporadici colpi isolati. La colonnà di destra, costretta a lasciare la batteria da montagna sul ciglio del vallone del Bu Rues, procedette lungo il torrente e finì per trovarsi impegnata contro forze nemiche rilevanti che le inflissero ·g ravi perdite. Maggiori perdite ebbe però l 'avversario che per la prima volta fece uso di artiglierie in questo settore. Durante questo combattimento, a causa dell'ùntricat.ii::Rimo terreno, non fu sempre possibile per parte nostra di mantenere il voluto collegamento fra le tre colonne, .e alcuni nostri -
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PH]{\"JSJONE E PHimISPOSIZIONI CONTRO UN ATTACCO GKKEllALE
reparti rwendo perduto l'esatto orientament;0 si trovarono il c;ammino sba-rrato da profondi burroni e da pareti ripidissime : Je conseguenze. dì questi fatti si ripercossero inevitabilmente sullo svolgimento dell'azione fornendo materia al generale Trombi di fare alcuni rilievi tattiei veramente importanti, da servire di insegnamento e di norma per le azioni successive: nessun rilievo v.enn~ invece fatto nei riguardi dell'impiego e dell'azione dell'artiglieria che, a,nche in quelle .difficili condizioni, potè operare efficacemente infHggendo al nemico perdite rilevantìssime, spede col l>ombardap1ento di sorpresa del vai::.to . \ campo nel quale esso si era concentrato. N-e lla predetta a,zione del 27 dicembre si segnalò specia,1me:rite la batteria da montagna comandata dal capitano Vito Borzì. Circondata dai nemici, ognuna delle tre sezioni agi per conto proprio agli ordini dei rispettivi comanda,nti di sezione, - tenenti A.delcbi BoJ'7'i, · Giulio Paloinba e R.affa.ele Pico, - riuscendo a, rompere la stretta che la serrava. l<'u in questa tena-ce azione che il tenente Pico, fulgido esempio ai suoi soldati, lasciò eroicamente la, vita in mezzo ai propri cannoni. L'intensità che aveva caratterizzato l'azione confermava, pertanto le notizie pervenute al nostro e-ornando circa la presenza di Enver Bey al predetto campo di Derna, tanto che erano da prevedersi nuove azioni a breve scadenza; e difatti poichè nella mattinata del 16 gennaio nell'abitato di :0€;rna l'acqua, tornò a, difettare, fu possibile precisare che il ripetuto inconveniente derivava da interruzione praticata dal nemico a circa 1..500 metri daJlo sbarramento difensivo del canale, e apparve poi evidente che l'interruzione era sta,ta insidiosamente effettuata allo scopo di attirare i nostri lavoratori ed i repar ti messi a loro protezione in una facile imboscata, od altrimenti quale preludio ad un attacco di viva f.orza, quale fu poi effettivamente eseguito. Ad ogni modo nel pomeriggio dello stesso giorno il Comandante della 4" Divisione speciale dispose che a cento metri dalla linea delle ridotte, con mezzi procurati sul posto, fosse costruita una, « chiusa >> del canale, provvedendo nel contempo a rinforzare la èl'ìfesa dello sbarramento inviando nuove truppe con due sezioni di artiglieria da montagna, che dovevano appostarsi -
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FATTO D'ARMI DEL 17 GENNAIO 1912 ..__........,\ ..i:e,,
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Fig. 241. - Azione 17 gennaio 1012.
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su ripiani esistenti presso le alture laterali; mentre poi dispose pure per<;hè gli obici da J4.9 dovessero tenersi pronti a far fuoco sul fondo clel ·c anale nel punto dov,e era stata eseguita la riparazione. nel giorno 27 dicembre, ricorrendo ai dati di. t iro preventiva rnen t~ già precisati con opportuni tiri di inquadramento. Per ulthpo il gerierale Trombi stabilì che le due sezioni da 75 A . 1:iunite in una batteria di quattro pezzi apposta.ti nella ridotta E., ecl ,un'altra batteria di quattro pezzi appostati tra l.(· ridotte A. e :B. dovessero tenersi p1·onte a battere il fondo dell'uadi e a proteggere i già iniziati lavori di costruzione di un fortino suil'altipiano, a seicento metri a sucl della ridotta E. Nella notte sul l'7 gennaio nulla avvenne di notevole, ma al mattino il nemicà sviluppò con formidabile irruenza una forte azione (:he si fra:donò ben presto in tre distinti attacchi, sferrati da truppe tu1:00-arabe rispettivamente : sull'altipiano acl oriente del Derna, lungo il fondo dell'uadi, e sull'altipiano acl occidente de.l canale. Alle ore 6,10 di quella mattina, mentre avveniva il cambio delle nostre piccole guardie, a.lcuni gruppi di bc~duini. giunti a poca distanza scagliarouo delle granate a m:,mo' sui nostri soldati, ma questi, lanciandosi coraggiosamente contro gli a&salitori e inseguendoli, vennero ad impegnarsi in un violento comllaLtimento con una linea cli tiratori avversari appostati sul ciglione del Bn Rues e tra le macerie d(~l fort ino turco. Accertata la presenza del nemico i.n fale f.ot'tino, i:Llle ·Ore G,:30 la batteria cla 75 A. della l'idotta E. vi dirigeva contro éli esso il suo fuoco, al qnale l'artiglieria t11rca rispose 1wontamente (•,on un tiro a shrapnel diretto contro la ridotta E .; e p~rtant o mentre una delle sezioni da, 7fi A. C·ontinu.ò a battere il fortino a 1.400 Ill(~tri, l'altra, sparò eont ro le probabili pos1z1oni avvericmrie a distanza oscillante da 35 a 55 ettometri, mentre poi anche l'altra batteria cfa 75 .A. e11tì·ava i.n azione dalla zona. occidentale a,prenélo il fuoeo sugli. stessi ·Obbiettivi. Poichè pertanto l'alzo minimo era superiore alla distanza, intercedente fra la nostra ridotta, ed il fortino tnrc-0, così fu necessario, pur sotto un violento t iro. cli fu cileria neI.1J.iCa, portare a hraecia fu.od della r idotta uno dei pezzi, metterlo in batteria e ricominciare il .tiro a, granata, col quale si riuscì a colpire ripetutamente il for-
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LA VI'l'l'OHIOSA CONCLUSIONE
tino turco, oqstringendo il nemico a, rallentare subito e quindi a sospendere poi il tiro della sua fucileria. Gradatamente l'avversario veniva per tal modo ricacciato oltre il ciglione del Bu R:ues ;e, vigorosa,m ente battuto dalla sezi,one da montagna. della ridotta F. a distanza di 12-15 ettometri, alle ore 9,20 era costretto il'l'emissibilmente a ripiegare. Nella sua Relazione il Comandante della Divisione mise in rilievo « la costante ed efficace cooperazione tra i fanti e gli a.rtiglieri nelle vicende di questo settore)). Al centro mentre i laYori iniziati alle ore 7 dovevano essere sospesi in conseguenza dell'attacco, una delle due sezioni da montagna, inviata sulle alture a protezione dello sbarramento, apriva il fuoco su, di una colonna nemica procedente in fondo all'uadi, e poichè sulla stessa colonna ini1~iavano i loro tiri la ba,tteria di obici da 149 G. e l'altra sezione da montagna appostata presso la ridotta D., i gruppi avversari vennero rapidamente dispersi e dovettero quindi desister<~ da ogni ult.eriore .tentativo:- Sulla destra della nostra linea la batteria da 'T0 A. svolse un'efficace. azione di oontrobatteria sui pezzi nemici individuati a distanza di 35 ettometri, mentr,e una sezi.one da montagna appostata presso la ridotta B. effettuò il tiro su grup pi avversari che ogni tanto comparivano. L'azione di contro batteria c-0ncentrata su clue cannoni nemici parve e:ffi.cace pe1·c~è essi ta~quero, e anzi si co1~statò che dovettero essere abband.o nati dai loro serventi, ma, causa la, distanza e data la perdurante saltuaria comparsa di gros~i pat tuglioni avvers~l'i sull'.altipiano, le nostre truppe non riuscirono a ragg"iungere la posizione occupata dalle a,r tiglierie nemiche. Alle ore 16 l'azi011e era terminata su tutta la fronte, e il generale Pollio la commentava in modo lusinghiero rilevando che « l'azione della fanteria e dell'art.iglieria si erano fuse in modo oonunenclevole e con ottimi risultati >>. Le perdite dei turco-arabi, dovute essenzialmente al vivo fuoco di a,rtiglierfa.. fo · rono infatti assai rilevanti, nonostante le gravi difilcolt~ 1le1 tiro in un terreno rotto, ricco di copertura e di angoli morti. Il Oomandaflte della Divisione scrisse al riguardo : « l'impressione prodotta dal nostro fuoco d'artiglieria dovette essere fra i ·Superstiti tanto profonda che essi non credettero nep-
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IL
co~conso
l)J~LLA H. l\lAH!NA
pure nel1a notte di poter aspottare i caduti. ed i feriti. Le nostre pattuglie che giol'nalmente ono inviate fnol'i delle trincee più avanzate sentm,o esalare dalle frequen ti gr ott·C e caverne, cui nepp ure i cani ·Osano avvicinarsi, il fetor e dei cadaveri in decomposizione ». Al combattimento del 17 gennaio a Derna concorsero pure sebbene indirettamente i cannoni della R. N. «Ferruccio>> : nel tornare cla Tobruk questa nave aveva con pl'ecisione rilevato un [,tosso accampamento Lurco-arabo a circa 7 chilometri ad est di Derna, e pertanto poichè all 'all..>11 del 17 gennaio, su richiesta del Comando clella base di Derna, il Gomandttnte del le forze navali invi.a va la nave « Ferruccio » a bnmbardare quel campo da e1Ssa an tecedentemente individuato, a seguito dei col pi spara.t i dal.la « F ennceio » : « alcuni disperser·o uomini e bestiame, rue1J t1·e invece qnelli lunghi, oltrepassando il ciglione dell'altipiano, andarono a cadete nei pl'e si delle posizioni nelle quali l 'avversàrio si erl.li postalo per ·il suo attacco sulla sinistra; per tal modo lu, R,. .Mal'ina aveva: efucacewente concorso, se pure i11direttam e1i te ed in0011sapevolrnente, al s nccesso di quel giorno ....... . ».
Dopo il combattimento del 17 gennaio l 'atthità avversaria ucceunò a diminuire, anzi alcuui eampi nemici si spostarono a maggiore distanza . Della· sosta il comand o dell a bake app1·0fi ttò per migliorare la sistemazione difensiva dell a piazza : fa cendo costruire un nuovo foi-tino sul ciglione dell'altipiano ad est <lell'ua<.l i Derna, fortino elle fu occupaito il 9 febbraio; eli mbwndo COJI tale occupazione l'inconveniente per cui l' avversai-io, avendo da, quella parte il clomi11io di fuoco , ci imponeva tlllJ·an te il giorn o nn pesante servizio di piccole guardie, mentre poi nelle ore n ottmue gli si offriva la possibilità di molestare k nostre trnppe ; facilitan do ai. nostri reparti l'accesso alla così elett a posizione del Marabutto, tra le cui macerie si annida Yano sovente dei tiratori avver. ari; proced endo s ull'altipiano lungo le due rive dell'ua di in clil-ezione delle sorgenti, avendo prcventirnmcnte costl'uito nell a· parte 01'ientale il fortino · Pie-
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L' ARTJGLIEJ1IA NELLE OUl!;HBE COLOXULI -
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monte, che aveva pertanto dovuto essere occupato in anticipo onde evitare che il nemico durante la notte potesse in qualche modo deturpare i lavori od asportare i materiali r adunati per la costruzione, così come gli era riuscito di fare il giorno 7. Il nu~vo fortino aveva la forma di un'opera chiusa, con un muro alto metri 1,50 e spesso da 1 metro a 1 metro e mezzo, e dov.eva essere collegato a due torrette laterali mediante due tratti di muro sistemati a banchina. Questi lavori non erano però ultimati: esisteva solamente la torretta ovest dalla quale si poteva ripiegar e sull'opera mediante un passaggio lasciato .a perto nel reticolato lungo il muro stesso cli collegament o. Nella notte snl 12 febbraio l'attacco sferrato dai turco-araDi, e che si disse diretto dallo stesso Enver bey, si sviluppò con singolare violenza: alle ore 23,45, mentre echeggiavano un intenso crepitio di fucileria ed un furioso tuonare d'artiglieria, dalla ridotta A . veniva alzato il segnale di a,llarme. L'avversario aveva attaccato il fortino Lombar dia costruito nella parte occiden tt~le, il c1:~i pl'esidio, sosLcnuto (falle mitragliatrici e dai càtmoni della sezione da monta,gna installati presso la ridotta A., rispondeva all'assalto con un fuoco nutrito. Mentre il comando della piazza disponeva per l'invio di tre battaglioni sulla fronte atta-ccata, la batteria cl.a 75 A. postata nella ridotta E., situata ad oriente dell' uadi Dema, scor gendo vampe di fucileria a nord del Marabutto, aprì subito il fuoco in quella direzion e, m.a, il comando clclla base, ritenendo che un siffatto tiro potesse essere pericoloso p.e r le nos tl'e truppe, lo fece sospendere, sollecit ando inYece le RR . NN. « Saint Bon » e « Emanuele Filibe1·to )) ad illumina1·e tutta la zona occidentale all'in foori della linea individuata dalla ridotta I. e dalla ridotta A. bis, contrassegnate con due fanali verdi, mentre un proiettore da 90 centimetri situato presso la ridotta A. bis illuminava il campo d'azione di questa ridotta ed il lato destro del fortino Lombardia, ed un'altro proiettore da GO centimetri, situato presso la ridotta D. , illuminava il lato destro e la fronte della ridotta E. e del fortino Piemonte. Contemporaneamente il comando della base ordinò alla batteria di obici da 149 di aprire il fuoco sul Marabutto demolito e sulle s ue adiacenze, p1·oce-
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SISTEMAZIONE DIFENSIVA DI DERNA A METÀ FEBBRAIO 1912 C1
fORTINI • l1ID0TTE
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APPOITAMENTI
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Flg. 243 . Sistema~lone difensiva Derna -
febbraio 1912.
VTOl,K\'fi A'.JVJ'ACC8I BESPIK"TI AL FOB'l'li'\O Pl~.t\fON'ri,;
dendo poscia ad, aumentare la gittata ed a spostare la direzione del tiro verso la sinistra. Gli attacchi nemici al fortino Piemonte ed alla ridotta furono svolti con singolare audacia, ed &ccanimento, ma gli attaccanti, decimati dal fuoc<> della sezione da montagna ch,e aveva iniziato senz'altro U tiro a shrapnel a zer,o, dopo di aver{~ ripetutamente e audacemente tentato di distruggere il nostro reticolato tagliandone i fili e sconnettencfone gli intrecci con llmghi bastoni. e con canne da fucili per asportarne i paletti, letteralmente falciati :finirono col desistere dalla rischiosa impresa la&cia-ndo sul terreno molti uccisi dalla fucileria dei difensori, e numerosi feriti dalle pallette degli shrapnel e dal brillamento delle predisposte fogate pctriere. A tale azione concorse la batteria da 75 A. collocata, fra le ridotte A. e B., che alla notizia dell'attacco nl fortino Lombardia, aprì subito il fuoco ad alzi scalati fra 17 e 19 ettometri i.n modo da battere tutto il terreno d'a,ttacco . Alle ·ore 24, informata che i nostri an~vano sgombrata la torretta ovest e che essa era stata occupata da.g li avversari, la batteria si ac:cingeva a tirare a granata sulla torretta e contro il muro di collegamento, se non che il pericolo di colpire i rinforzi che in quel momento stava.no ar rivanc,lo da Dema fl stavano sfilando per giungere alla posizione, sconsigliò di effettuare il tiro in tale direzione. Questa batteria da, 75 A. diresse quindi il suo fuoco sulle adia<::enze della r idotta, A. bis battendo i valloni dell'Ummboch e la quota del Marabutto ad alzi sca,lati da 17 a 19 ettometri, 0ontinuando fino alle ore 3 de1 mattino a spazzare e tenere sgombro il terreno antjstante. Una sezione della batteria di obici con fnoco a zone d.ìL 3.500 a, 4,.000 metri battè eflica<":emente il terreno· oompres,o tra il ciglio ·del Bu Msafer ·ecl il Marabutto, quindi. accorciò il tiro fino a 500 metri dalla r idotta A. bis nel vallone dell' Ummboch; l'altr11 sezione battè invec:e il fondo dell'uadi Derna. Il tiro delle artiglierie di medi.o calibr-o fn di pr,011 ta efficacia. In:fine un2, sezione dH, 75 A. dall'appostmnento n . :2 concorse con una sezione da montngna :t ba(t(!re il fondo del vallone del l'Ummboch, mentre• mùtltra su1ionc da 75 A., appostata i l
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L'ARTIGLIEnIA XELLE GUERRE COLONIALI -
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nord-est della ridotta D., sparò snlla sinistra del f.or~in.o Lombardia. Questa azione di fuoco sulla zona ad ovest del Derna dur{> cl alle 23,45 della notte del 12 · febbraio all'l,20 del giorno 13 cioè per' oltre un'ora e rùezza, e pertanto a, tale ora, q anelo già il ca.nil{)ne taceva completameute, nella zona est si sviluppava uh nuovo attacco nemico sulla line~t delle ridotte E., F . e G. nonchè sul fortino ad est dell'uadi. L'avversario aprì improv visamente un fuoco violentissimo, ma la · batteria da 75 A. entrò subito in azione battendo con tre pezzi .il terreno a sud del fortino Piemonte e con gli altri tre pezzi il t~rreno nei pressi del fortino turco, mentre la sezione da montagna sparò davanti alla ridotta F.; e pertanto dopo alcune nostre salve ben aggiustate1 anche su questa fronte l'avversario dovette desi stere da ogni ulteriore tentativo . Il comandante della. 4a Divisi-o ne scrisse in proposito : « i nostri artiglieri sempre in agguato, sempre sprezzanti cli ogni pericolo, riuscirono a compiere miracoli di abilità tecnic:L >). Se per i turco-arabi il combattimento del 17 gennaio fu indiscutibilmente disastroso,, quello del · 12 febbraio fu per essi certamente esiziale, ma ciò nonostante essi non disarmarono, che anzi dopo pochi giorni pronunciar-ono un nuovo attac-c-o e svolsero 1Ìna nuova azione, che costituirono le opernzioni militari più importanti di questo periodo.
In questo turno di tempo erano in corso i lavori per la si. stemazione del fortino Lombardia, che, negli ip.tendimenti del comando, doveva ·essete- ·a rmato con una ba,t teria, da 75 A. su piazzuole elevate in modo da avere sufficiente dominio sul terreno circostante, mentre in quel momento continuava ad esservi soltanto uria sezione da montagna su piazzuole basse dalle q_nali si aveva nn campo xisivo piuttosto limitato : l'avversario, appr-o fittando di una ·siffatta momentanea deficienza di a,rmamento del fortino Lombardia, attaccò in forr,e nella giornata 1 del 3 marzo. -
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:'.\UOVO VIOLENTO A'l"l'ACCO A DEHNA
Il terreno sul quale si sv,olse il combattimento è costituito dall'altipiano compreso fra il Gia,raba, che è l'ultimo affluente di sinistra dell'uadi Derna, ed il Bu Msafcr. Quest'ultimo, pri-ma di incidere profondamente il ciglione, riceve alla sua destra
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· J!"ig. 244 - Vallone del Giaraba. /d::i « l'Az.wne dell'E,ercito Italiano nella Guerra Ita lo-Turca » Ministero della Guerra., 1913).
due .affluenti, il primo che scende da _S idi Abdalla con direzione da. sud-est a nord-ovest, l'altr-o, denominato Halg Balata con direzione da nord a sud che scorr·e svolgendosi da grande distanza e sempre al coperto :fin sul :fianco destro della linea difensiva, passando a circa un chilometro dal fortino Lombardia e dalla ridotta A. bis. In alto fra questi due affluenti si stende una zona pianeggiante, interrotta da radi cespugli, che per· nn certo tratto scende a dolce pendìo e , quindi precipita sul fondo dei due valloni presentando quali elementi caratteristici. oltre .al Marabutto di Sidi Abdalla col suo albero storto, anche un altro albero ma cli forma tonda, a distanza di circa 400 me tri dal Marabutto stesso. -
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Fig. 24G - Seziouc d ' a r t iglieria da lllOutagun .
T, A S 1,;Zf0l\E AL MAHABU'l'JO
Per la protezione dei lavoi-i del forti110 Lombardia, la se zi<)ne da lliontagnu, scortata; da nna compagnia, cli fanteria si appostava clietr,o al Marabutto; un'altra compagnia ·si stendeva alla testata del vallone dietro l'albero tondo, e la ri.serv,i, formata da due compagnie, sostava presso il fortSno Lombardia. Alle ore· 6,30 del mattino del 3 marzo alcuni forti . gruppi beduiiii .muovendo da una distanza di oltre 4 chilometri ~alle nostrè linee, si diressero verso il Marabutto, e altJ.·i gruppi puntarono ve1·i:;o . il fortino Lomhai-di.a.. All.e 6,40 la batteria da 75 A., appostata nell'opera Piemonte, scorgendo gli avversari u 2 chilometri dal forti.no Lomba,rèlia, aprì snbito il fuoco conseguendo evidenti risultati eflkad, mentre i reparti di protezio . ne aprir-ono verso il Marabiltto un vi.vo fuoco cli fucileria a. distanza di 1.000 metri. Intanto rnm.1.erosi altri gruppi beduini accorrevano da lontano e ad un certo momento, ~ndélividendosi in gruppi minori, si dirigevano in pa~·te verso il i\fa1·abutto e in pa1·te verso il fortino Lombardia. Fino alle ore 11 la sjtuazione rimase presso(:hè staziona,r ia, ma alle 11,15 l'ar,ione si intensificò verso il i\farahutto e subito dopo si delineò un violellto atta.eco avvolgente in direzione del l'albero tondo, attacco che provocò l'immediato invio elci rin forzi richiesti sin dal primo momento, e l'intervento del fuoco degli ohi.ci, che pe1·ò non venne continuato perchè, data fa vicinanza delle nostre truppe al Marabutto sul qua,le la batteria obici dirigeva il tiro, esso poteva presentare qualche pericolo. L'artiglieria, nemica, da circa 30 ettometri di distanza e da postazioiii al còperto, apri il fuoco sul fortino Lombardia colpendolo ripetutamente, tanto che in complesso verso le ore 1.2 ·.la situazione delle nostre truppe nei pressi del Marabutto era diventata critica, nonostante che tutte le nostre forze pr<~senti fossero oramai impegnate. Una sezione da, montagna, e cioè quella spinta al Marabutto per la protezione dei lavori, veniva acca,nitamente bers11gliata dal fuoco della fueileria avversaria ehe decimava graduati e serventi f.ermi ai loro po,s ti, tanto eh<~ i due pezzi, privi ormai di p,e rsonale, erano costretti a.l silenzio. L'altra ·sezione col comandante della batteria, accorsa subito in rinforr,o alla precedente, d-0po di essersi appostata a breve distanza da €ssa, inviava nn drappello guidato dal -
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COMBATTIMENTO DEL 3 MARZO 1912 A DERNA Bal!aq!ion/f f1!11arione ore r; (ompoqnie Baflaqlionj· . . /Jf11oz1one ore 1S
(ompa9me
]'ig. 246 - Combattimen to 3 ruar zo 1912 a Derna.
CONDIZlO:'<I CRITICHE
eomandante stesso per ritentare di tra,r re in salvo i due pezzi avanzati, ai quali · pertanto l'avversario non poteva fortunatamente arrivare permanendo essi sotto il nostro fuoco .. Ma, avanzando, questi coraggiosi cadevano sotto la gragnuola avversaria e dovettero quindi arrestarsi, e fu soltanto alle ore 14 che con vero eròismo e con grandissimo sacrificio quei due ca,nnoni poterono .essere tratti più indietro. La seconda sezione della batteria da montagna, pur continuando a sparare col
Fig. 247 - Artiglieria da -montagna.
pezzo di destra a zero e con quello di sinistra a qualche ettometro, .versava però a,n ch'essa in critiche' condizioni: erano gli ultimi suoi colpi perchè ormai le munizioni erano pressoché esaurite, e continue altre perdite di persO'na,l e rendevano il servizio lento e difficile; ad ogni modo la, sezione d'artiglieria con uno sforzo estremo riusciva, a permettere il ripiegamento dei reparti di fanteria . l\:fentre cosi si svolgeva il combattimento dalla parte del Marabutto, dove i tiri delle nostre altre artiglierie non potevano essere effettuati per il pericolo cli. colpire i nostri soldati, in modo diverso andavano fortunatamente le cùse davanti al fortino Lombardia : la batteria da 75 A. del settore <)rientale, appostata nel fortino Piemonte e nella ridotta E. nonchè la batteria ' da montagna e la batteria da 75 A. del fortino Lombardia convergendo i loro tiri su tale iona battevano intensamente le -
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L,ARTIGLiffiRIA Nì•:LLI:: CUI::Hlll': COLV.'.\IALI -
Lfl3IA
linee avversarie, ed anzi avendo potuto individ uare le vampe dei cannoni nemici riuscivano a costringerli al silenzio . . Sull'azione di q11este artiglierie agenti sulla zona antistante al fortino Lombardia, il comandante della Divisione riferì che « i risultati dei loro til'i sarebbero stati assai maggiori se i
F ig. 248 · . Conflt1enza clel Dernina. (da « l'Azlon.e · dell'Eserclto I taliano nella Guerra Italo-Turca» · -
Ministero della
Guerra,
1913).
· nem1c1 non avessero avuto, oltre al vantaggio della copertura naturale degli anfratti del terreno, anche quello fornito. da numerosi e folti cespugli, condizioni entrambe atte a ridurre notevolmente gli effetti del nostro tiro a shrapnel. Può ritenersi tuttavia per certo che il tiro delle tre batterie, durante quella prima fase dell'azi:òne, concorse in larga misura ad aumentare gli effetti della batteria da montagna isolata al :Marabutto : comunque esso valse a far sì che l'azione avversaria, già in gran -
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pu.rte .predisposta, . nori si manifestasse con . tutta, lf:L celerità e eon tutto l'impeto che era nelle intenzioni del comando avversari-o per prevenire l'arrivo dei nostri rinforzi J) . Poco dopo le ore 13 i nostri rinforzi. entraYano pertanto in azioJH:\ ed alle 15 sulla clestra del nostro schierarne1Ho, dall'albero t ondo alla testata del vallone più meridionale f.orma,to dal-
ll'ig. 249 - Bu Msafer . ( t \a « l 'Azione dell'Esercito It,iliano n ella G·,tc:-r.1. Italo-Turca ii . Min istero d ella Guerra, 1913).
FUmmboeh, la tanto provata, batteria da montagna del Marabutto, avendo potuto riorc}inarsi sul posto, riusciva a contenere .Fazione di ben sette battaglioni avversari. Al centro e alla sinistra, fronte a, sud e a sud-ovest, tutti gli altri battaglioni, , sostenuti dalle rimanenti batterie mantenevano un. vivo fuoco contro gli avversari che alle ore 16 accennavano a ripiegare e quindi alle ore lG,30 si ritiravano disordinatamente rompendo il contatto, mentre poi alle ore 1.9 le nostre truppe rientravano a loro volta nella Hnee : le perdite· dell'avversario erano state indnbbi.a mcnte assai eleva.te. -
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L' AH'l'!GLIERIA NELLEl GUERRE COLONIALI -
LIBIA
Per questa battaglia fru·ono concesse medaglie d'oro al valor militare alla memoria del capitano Michele D'Angelo e del tenente Rodolfo Boselli del 1° reggimento artiglieria da montagna. Il ca.pitano D'Angelo, comandante della batteria da montagna nei pressi del Marabutto, mentre la sezione Boselli impegnatissima sulla linea delle fanterie svolgeva un tiro ce·
Capitano Michele D'Angelo.
Tenente Rodolfo Boselli.
{dalla collezione del Capitano Avv. Costante Gira:..<:). lt'ig. 250.
lerc, vi si dirigeva per rendersi personalmente conto dell a situazione in ciuel punto, cadend o colpito a morte. Poco dopo ·n tenente Bosclli che assumeva il comando della batteria 1 pur essendo ferito alla spalla, continuava a dirigere il .fuoco : colpito una seconda· volta al ginocchio rimai=:e ancora al suo posto, ma una terza fucilata lo stendeva al suolo : trasportato in gravi ssime condizioni all'Ospedale di Derna spirava la sera stessa. La suprema ricompensa venne pure decretata alla memoria del capitano Aristide Guffanti del 35° fanteria comandante la 5.. compagnia che, lanciandosi in soccorso della sezione Boselli con ripetuti attacchi alla baionetta , cadeva eroica,mente nel g-PJ1t"roso compito. La stessa, altissima ricompensa venne asse-
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OS SEnVAZIONI Dil:L GIDNERi\L.0 P OI,LlO
gnata al tenente degli alpini Giovanni Esposi to già segnalatosi nella difesa clclla ridotta Lombardia., che per primo si era arditamente lanciato respingendo coi suoi alpini violenti assalti òell 'a,·versario sulla posizione tenuta dal battaglione « Edolo ».
Nei giorni success1v1 aH'aspro combattimento del 3 marzo, il fortino Lombardi::\, venne armato c011 quat tr o cannoni da 73 A, che il 19 mar1,-0 ebbero buona occa sione di aprire il fuoco su
Fig. 251 - D ettaglio della ci n ta di s!curew:a di Der na. (da « l'Azione dell'Esercito Itnllano nella Guerra Italo-Turca» Ministero della Guerra, 1913).
formazioni avversarie spiegatesi a distanza per attaccare le nostre truppe di protezione. Il combattimento del 3 mu.rzo fu particolarmente cruento : in dodici ore di lotta accanita tra circa diecimila beduini con-
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L,AH'l'IGLIERIA ;-;/IDLLD GUEimE COLONIALI -
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tro seimila nazionali si ebbero I.la parte nostra 8 ufficiali morti e 14 feriti nonchè 35 nomini <li truppa morti e 184 feriti : la decisione fu a noi favorevole pe.r l 'appoggio dato dall'artiglieria che in tutta la giornata e nelle numerose aspre vicende della battagli.a non venne mai meno. 1'uttavia snll'impi<~go dell'Arma il Capo di S. M. generale Pollio ritenne di dover fare alcune osservazi.oni, così scrivendo: « Un'altra osservazione devo fare relativa.niente a,l primo impiego d{~il'artiglieria. Ma'n dare una, seàone di ·a rtiglieria da, montagna al ~farabutto, a 3-400 metri dall'insidi.oso vallone di Sidi Abdalla era un esporla inutilmente, era anzi crea,r si una preoccupazione. Non voglio ragionare col senno di poi, ma è re gola mettere Fartiglieria fin da principi,o in una posizi,one non esposta al tiro di fucileria nemica. Osservo inoltre che una se· conda sezione di a,r tiglieria fn avviata anch'essa al Marabutto per raggiungere l'altra sezione. Con questa disposizione evidentemente si aggravò l 'erroi-e. Dev·o anche ·Osservare che, almeno stando alle notizie che si ric::wa110 dal rapporto, la batteria da 75 A. de,l fortino Piemonte ha aperto il fooco coi suoi pezzi dal fortino· stesso contro gruppi. nemici che si vedevano a chilometri 2 a sud-ovest del for(ino Lombardia : sarebbero cir,c a 40 ettoinetri di distariza. Non furono oolpi sprecati'?)).
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Conipletament.e di.versa dall'azione del 3 marzo fu la suc cessiva svoltasi il giorno 16 aprile. Nella, mattinata , di talB giorno due nostre pattuglie di protezione ai lavori di una nuova opera, iniziata a, 500 metri ad est del fortino Lombardia e destina.ta a formare sistema con esso per infilare il torrente Gia. raba, venivano fatte segno a ripetute scariche di fucileria da grnppi avversari riusciti ad arrivare a poca distanza: la com pagnia: cli protezione accorreva prontamente, ma mentre verso le ore 9,30 il fuoco divampava su tutta la fronte sud, allorchè i nostri reparti ripiegMono sul fortino Lombardia il fuoco av versario cessò immediatamente; ma poi improvvisamente alle ore 10 l"artjglieria, turca, probabilmente con due bocche da, fno-
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L,A'.l"l'ACCO Dl':T.
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AI> l!ILE
co, com in<;iò a, batter<~ il fol' tiuo Lombardia ment re un vivo fu oco di mi tragliatrici e di fucileria avver~arie investiva l'opera, facendo supporre che n 1H~mico volesse s(erra1·e un al tac·eo di viva for?:a_
F ig. 252 - Derna\ -
Conduttura dell'acqua potabile.
•.cla « l'Azione clell'Esercito Italiano nella Guerra · I talo-Turca>> Minist ero della Guerra, 19 13).
Il comando inviò subito all'apposta mento n . 1 una batteri.a da montagna disponendo intanto che la batteria da montagna che già si. trovava nell'appostamento stesso si r ecasse i mmediatamente sull'altipiano, e ordinando in pari tempo alht batteria da 75 A. del fortino Piemonte ed alla ba tteria di obici di controbattere l 'artiglieria nemica che, a quanto era dato di poter scorgere dalla polvere sollevata dagli spari, si trovava in posizione defilata a 38 ettometri dal fortino Lombardia. Contro
L,ARTIGLirnRIA NELLE GUERH0 COLONIALI -
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I
le. a1·tiglierie in;versarie spararono complessivamente : la . batteria d:.L 75 A . del fortino Lombardia attaccat o dal nemico, la batteria cl el fortino Piemonte, la batteria, della ridotta A. e la batteria. di obici: Poco più tardi la batteria da montagna che st,wa all'a.p , postamento n. l , lasciati due pezzi all'appostamento stesso, si portava al1~11·idotta B ., mentre tutté le altre bocche da fuoco battevano intensamente le posizion1 del Marabutto e le posta -
Fig. 253 - 'l'rasporto di un pezzo. (da « l'Az;ione de:l'Eserci.to Italiano nella Guerra I talo-Turca » Min istero della Guerra, 1913).
zioni dei pezzi del · nemico, :finchè alle ore 16,30 l'avversario cessò completamente il fuoco dimostrando così. di a'Ver rinunciato acl ·o gni ulteriorè azione. Le nostre perdite, dovute agli effetti degli shrapnel. lanciati dall'artiglieria turca sparando sul fortino Lombardia,, furoiio assai lievi. Un'ultima azione si ebbe a Derria il 21 luglio e fu· anch'essa un'azione di sole artiglierie. Nelle notti precedenti i cannoni. avversari, situat i in una cerchia di 12 chilometri intorno a Derna, aprirono saltuadamente il fuoco da, posizioni diverse, quindi
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L'AZIONE o'ARTIGL1ImIA OJ!}T,
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LUGLIO
tacquero per ventiqnattr'ore, ma, nel pomeriggjo del 21 luglio verso le ore 15, dopo due colpi a granata,, sul fortino Lombar dia si rovesciò un tiro celere di una diecina di cannoni turéhi, e poichè i nostri .osservatori non riuscirono in un primo momento ad individuare le posizioni avversarie, la risposta non potè essere immediata . Ma dopo alcuni istanti la, batteria da 75 A. dell'opera I,omùardia iniziò il suo tiro al quale in breve si aggiunse quello della batteria della ridotta A. e successivamente quellì di tutte le altre batterie della, piazza , che si divisero opportunamente i be1;sagli per sventare il probabile proposito dell'avversario che forse si pre:figgeva di effettuare un tiro di demolizione dell'opera. Le artiglierie turèhe lanciarono circa seicento colpi, quantitativo veràmente enorme se si pon mente alle difficoltà che il nemico cloveva incontrare per il rifornimento di ma,teriali e di munizioni: di tali colpi nemici, circa duecento caddero a distanza utile di tiro dal fortino e una diecina di colpi colpirono in pieno, ma nonostante la . poca robustezza dell' opera, essa resistette benissimo. Il bombardamento durò dalle ore 15 alle 19, mentre la nostra reazione continuò fino alle 19,30; e soltanto dopo tale ora il ca,rmone tacque dalle_ due parti. Neì primi momenti la violema del bombardamento fece pensa.re ad un attaeco generale od almeno ad una azione in forze contro il ridotto Lombardia : viceversa si trattò di un'azione di sole artiglierie nella quale quella turca, nonostante la favorevole dislocazione delle sue postazioni coperte e de:li: late, non avrebbe potuto lottare va,ntaggiosamente stante la sua notevole inforiorità numerica : ridotti sovente al silenzio, costretti ogni tanto a ta<:ere per mascherarsi e per cambiare posizione, il tiro dei can4oni avversari, dapprimà abbastanza ben aggiustato sul fortino Lombardia, cominciò ad un certo momentò a divenire ineerto e quindi innocuo, men_tre il oon centrame11to dei fùochi delle varie batterie della difesa andò invece aumentando di efficaeia fino a pa,ralizzare l'azione degli atta-c canti. Dopo questo combattimento il campo turco si avvicinò nuovamente a Derna, ma individuato dagli aviatori della. squadriglia di Derna fu bombardato dalla batteria da 149 nei giorni 24 e 26 luglio, bombardamento che ne determinò lo scompi-
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L' ARTIGLmrnA Nr~LLI!) GUERRE COLONIALI -
LIJ31A
glio e lo spostamento. Forse per rappresaglia i cannoni turchi il giorno 20 h1glio spararono tma ventina cli granate da µ:rande dista,nza, ma appunto perciò i oolpi ca,ddero con· grande dispersione e quindi riuscirono perfettamente innocui, tanto che la nostra artiglieria non rispose neppur.e ana provocazione. Ma il giorno 30 l'a.v versario riprese il tiro ed allora al fuoco delle no stre ridotte si aggiunse quello · dei ca,nnoni della R. N. « Ferruccio )), de integrandosi ridussero ben presto al silenzio i pezzi nemici. Oon queste ultime piccole ar.àoni si chiuse per qualche tempo il ciclo delle operazioni nella .base di Derna, ma nell'agosto le cannonate dei turchi ricominciarono, e se pure sporadiche ed innocue, però a stillicidio -continuo. 11 Capo di S. M. decideva allora di inviare a, :Oerna il generale Reisoli col compito di attacca.re il campo a,vversario e di distruggerlo, scrivendo all'uopo : cc il nemico non· ha che poca artiglieria; disgraziatamente, per le condizioni loca,l i e per le altre circostanze favorevoli, esso può spostarla facilmente e dissimulal'la. rn. più non possedendo noj, di fatto, altro terreno cbe qnello dietro alla dnta delle ,opere, il nemico può facilmente) sia pm;e tirando a caso; far giungere i suoi proiettili persino nell'abitato)). Riferendosi ad un progetto di attaec-0 del comandante della 4" Divisione, il generale P.ollio, allo scopo di far cessare l'effetto demoralizzante pr<>vocato sui .nostri dagli ininterrotti se pur ra ri bombardamenti nernicJ, riteneva che il generale Reisoli po.tesse con favorernlc risultato e1'f.ettuare l'a,ttacco d-el campo principale di Bnver Bey con le truppe di Derna e cioè coi 15 battaglioni è con le artiglierie ivi già esistenti., accresciuti, per sv,olgere tale a,zione, di 2 battaglioni a,l pini, di 5 -0 6 battaglioni di fanteria e di 3 batterie da montagna. , Il generale Reisoli esa,minò all' uopo anzitutto minutamente la situazione difensi.va della base rilevando che l'armamento delle varie opere i n fatto cli artiglierie era il seguente: Ridotta 11. 1, presso il mare ad ovest : 4 pezzi da 70 A. ; Ridotta n. 2 : 2 pezzi da 75 A. ; Ridotta <~alabria : 2 pezzi da 70 A. ; Ridotta A. : 2 ·pezzi da 75 A. ; Fortino Lombardia : 6 per.zi da 75 .A., ; -
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PROGETTI D' A'r'.l'ACCO AL C'A?IIPO TURCO
Ridotta Ver,o na: 2 pezzi da 70 A.; Appostamento tra le ridotte O. e D. : 3 cannoni da 149 A. e 3 obici. da 149 G. ; Appostamento n . 4 : 2 pezzi da 75 A. ; Ridotta E. bis: 2 pezzi da 70 A.; Forti.no Piemonte : 6 pezzi da 75 A..; Ridotta F. : 2 pezzi da 70 A. ; Ridotta Spezia: 2 pezzi da 75 A .. Il generale Rei.soli dopo aver scrftto che : « dato l'andamento della nostra linea, l'avversario è in eccellenti condizioni per manovrare contro di noi e pare che si sia reso perfettamente conto di questa per lui fortunata situazione)), propose· di occupar,e ed armare con robuste opere la testata dell'uadi el Alegat per avere azione sulla zona nella quale l'avversario collocava i cannoni per battere l'abitato di Derna,, e propose poi succcssivamelite di occupare la nota posizione del 1\farabutto tLd est del fortino ~ombarclia, e soggiungevfL quindi: « com.e appare, il mio progetto è ben lungi clall\:1,vere quel carattere di ardita offensiva che sarebbe desiderato e che io per primo desidererei. M:a l'attento studio del terreno, la considerazione delle forze rilevanti che ci sta,n no di fronte, consigliano la prudenza, perchè un insuccesso potrebbe aY<~re gravi conseguenze e sinistre ripercnssioni in Paiese )). . . . . Il generale Reisoli richiese pCÌ'tanto : due ba,tt<;rie da 149 G. munite di cingoli, dodici pezzi da 75 B. da montagna, e un draken. Alla .fine del mese il presidio di Derna poteva còmplessivamente contare su ventidue pezzi da 75 A., trenta pezzi da 70 A. montagna, due obici da 149 G., tre cannoni da 149 A ., mentre poi poco dopo giu nsero altri due cannoni da 149. I rinforzi domandati stavano intanto man mano giungendo, ma poichè già si andavano stipu]ando le conc'lizi.oni di armistizio fra l'Italia P la 'l'urchia, che dovevano segnare la ftne nffidale della guerra, il ciclo delle operazioni militari veniva momentaneamente intenotto per riprendere poi più tardi.
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DINTORNI DI OERNA CON LE OPEJIE DELLA PIAZZA ALLA flNE DI AGOSTO E SOMHAQIE INDICAZIONI CIIICA LE POSIZIONI DHL' AllTlGLJEIUA NEMICA
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1 1 Probabili posizioni darliqlréio nemico 1li__~l1 Po1izio111def!C1rtiqlierio 11em1ca il 21-v11-1912 1111
Fig. 254 - Dintorni di Derna.
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AZIONI Af ,L,1 l•:S'.l'UEMA SIN IS'.rn ..\
* ** A Tobruk, estrema sinistra orientale della progettata nostra occupazione, dopo lo sbarco effettuato dalla Regia Marina il 14 ottobl'e 1911, la sistemazione difensiva di ta,le base venne eseguita con dne batterie da 57 su quattro pezzi ciascuna appostati sulla puntà di Tobruk. Giunsero poi due batterie da 7f> A . ~u quattro pezzi ma senza attacchi e senza cassoni, che sbarcando si appostarono fra le trincee sul costone a nord-ovest dell'abitato. Ma a metà novembre la crescente importanza di tale base impose nuovi lavori di sbarramento della penisola ed un ~ adeguato aumento dei mezzi e delle forze della difesa. Si ebbero così ben p1·esto quattordici ca.m1oni da 75 A ., una batteria di quattro cannoni da 149 A . dislocati a presidiare le difese, cd una batteria da 70 A . da montagna a disposizione delle forze mobili. Il 18 dicembre, essendosi progettato di costruire alla testata dell'uadi el Calcia, a 700 metri ad ovest di una località detta « Tumulus », una cinta difensiva staccata con un Forte ar1Dat o con quattro pezzi da 149 A. e quattro pezzi da 57 a t iro rapido, vennero senz'altro inizi.ati i lavori relativi che furono effettuati dagli stessi reparti del preRidio, dapprima sotto la protezione delle batterie della piazza, e quindi sotto la scorta di due sezioni mitragliatrici e della batteria da montagna. Il 22 dicembre verso le ore 9 il plotone d'avangua-r dia della scorta, spintosi forse troppo innanzi sul pianoro orientale, cadde in un'imbo scata tesagli da alcuni forti gruppi avversari, e per la sua esiguità costretto a, ripiegare scoprì imprevedutamente le sezioni mitragliatrici che dovettero sacrificarsi eroicamente sul posto. Lu, batteria da montagna, comandata e saldamente tenuta in pugno dal capitano Filippo Bonizi, per quanti sforzi fatti, data la, rapidità con la quale ir---0omba ttimento era sorto e continuava a svolgersi, e sovratutto perchè ancora lontana in posizione d'aspetto a metà circa della faticosa scarpata d'accesso al pianoro; non potè intervenire subito nella lotta che si era impegnata, mentre poi non poterono intervenirYi le batterie della piazza che non vedevano cl'onde uscissero gli avversari, i quali potevano -
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L' ART IGLIEnIA Kf!JLL ID GU IDrlREl COLONIALI -
LIBIA
FATTO Q'AOMI D~L 22 DICEMBRE 1911
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'·. I For ti d~llo Cinto .Ovest <l \ud fu rono costru,h \ nel w rso dal 1912
F ig. 257 - Fatto d'anni 22 dicembre 1011.
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AZIONE DJ!,L
18 DICEMBRE
d'altra parte colpire coi foro tiri le nostre truppe, in pieno contatto coi nemici. Poco dopo però entravano in azione i pezzi della batteria cla 149 che provvisOl'iamente erano stati sistemati. nella penisola sopra un dosso a, nord dell'abitato, nonchè i cannoni delle
Generale Vittorio Signorile. Comanc\ante truppe Tobr uk .
Capitano .Filippo Bonizi Com.te batteria da montagna l Pig . 258.
uatterìe da sbarc,o delle navi delht R l\1 . che si trova,vano a,ll'estrema, punta della penisola stessa, riuscendo da tali posizioni a · battere la zona del 'l'umulus e i ruderi del 'l'umnlus stesso nei · quali l'avversario si era annidato . I ntanto la bat teria da montagna, vincendo numerosi ostacoli, riusciva a salire sul ciglione del pianor-o e interveniva ~fficacemente nell' azione aggiustando il suo fuoco su una massa di un migliaio di armati che pareva avanzasser<1 verso il 'l'nmulus. Individuati così i bersagli, ai tiri delle predette bocche da fuoco si univano allora le varie ba,tterie della piazza ta,n to che verso le ore 13 l'avversario cessava il fuoco e si dileguava rit.iranclosi. L'episodio richiamava pertanto l'attenzione del Capo di S. M. che affidavr:L il comando della base al generale Signorile ed
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Fig. '259 - Sistemazione difensiva.
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RICOGNIZI0):IE; IN FOTIZF: -
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'.\IAHZO
emanava apposite istruzioni per la sistemazione dell'importantissima località, mentre il comando di Tobruk richiedeva a,l tre artiglierie, che gli furono sollecitamente inviate. Dopo il predetto combattimento del dicembre, in questo settore vi fu una relativa calma, interrotta soltanto saltuariamente da piccole azioni. di pattuglie contro armati avversari spintisi audacemente a, molestare i lavori, e pertanto dalla squadriglia aviatori volontari furono eseguite numerose e frequenti ricognizioni della zona, effettuando anche il lancfo di bombe su lontani accampamenti nemici, per tal moao esattamente individuati. Il giorno 11 marzo due nostre colonne, appoggiate da1la batterja da montagna, effettuarono una rkognizione in forze sull'altipiano per predisporre la costruzione di una nuova ope· ra e di un fortino in località presso Bir 1\fofsel, e verso le ore 12 la batteria da montagna, da tale località apri il fuoco su alcuni gruppi di beduini i quali però si ritirarono subito nascondendosi nelle pieghe del terreno ; ma alle ore 12,30 a breve distanza SC·oppi.ò improvvisamente un vivissimo fuoco cli foci leria nemiea nella z.on,1 ovest, producendo notevoli perdite tra le nostre truppe : la batteria da montagna intervenne però prontamente e con tiri bene aggiustati determinò subito un rallentamento del fuoco avversario, appr<>fittanclo del quale il comandante della nostra, linea sferrò due attacchi alla baionetta contro il nemico che, sebbene numeroso e protetto da, trincee, ffnì col ritirarsi dandosi a fuga predpitosa, meùtre l'intervento clei fuochi della batteria da 149 e della batteria da 75 A. fu riYolto ad inseguire il nemico, colpendo ripetutamente le eolonne avversari·c fuggenti in disordine. In questa azione furono complessivamente sparati 740 colpi da 70 A ., 188 0olpi da 75 , A. e 102 da 149 G., ed i risultati ottenuti furono indiscutibilmente notevoli. Successivamente il generale Pollio richiamò di nuovo l'attenzione del c-0ma,ndo della base di Tobruk sulla sistemazione difensiva di quella importantissima, rada e per effettuare studi e proposte concrete al riguardo inviò colà il generale D'Amico. La necessità, particolarmente enunciata dal Oapo di S. M. per munire fortemente il margine meridionale della rada, - «com· pito che non può ,ritenersi completamente assicurato s~nza un'a-
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SITUAZIONE TRANQUILLA A TOBRU K
deguata forza di truppa di manovra che oonsenta di completare . e vivificare l'azione delle opere, di difesa molto distanziate, il continuo rafforzamento della sistemazione in vista del permanere, davanti a· T-0bruk, di un notevole gruppo di avversari >> - , fu il principale argomento della relazione del generale D'Amico. Egli oss~rvò che in fa..tto d'armamento di artiglierie, la base di Tobruk aveva le seguenti disponibilità,: due batterie da 75 A. su sei pezzi; due batterie da 75 A. su quettro pezzi; una batteria da, montagna su sei pezzi; una batteria da 149 G.; e pertanto tenendo conto delle opere già costruite e di . quelle in progetto, richiedeva: - per l'arma.mento del forte n . 1 già, costruito : una batteria da 75 A . su sei pezzi e una batteria da 149 G. su quattro pezzi; - per l'armamento del Fortino n. 2 da costruire: una batteria da 75 A. su sei pezzi e una batteria da 149 ·G. su quattro pezzi ; - per l'armamento delle opere da costruirsi sulla fronte occidentale: una batteria da 75 A . .su sei pezzi; lasciando disponibile la batterfa da montagna per la difesa mobile. Il Comandante in capo avendo intamo in massima stabilito di ridurre per quanto possibile le ·va11ie guarnigioni, il generale D'Amico gli espose t.ali sue proposte e · conseguenti richieste dimostra,n dogli che la ~ituazi:one di Tobruk, dopo che si fosse tolto un reggimento di fanteria, non consentiva assolutamente ulteriori dimin uzioni senza che la sicurezza della base ne venisse compromessa.· Inta.nto il nemico pur continuando a provocare piccole azio. ni di molestia, fra le quali- un tentativo di danneggiare un ser· batoio d'acqua stabilito presso la spiaggia per il rifornimento del forte n. 1, tentativo però sventato dalla vigila.nza del presidio e stroncato fin dal suo nascere, fino a,i primi di ma,ggio tenne un eontegno che andò sempre fa<iendosi meno aggrèssivo, mentre contemporaneamente da varie parti giungevano notizie che informa.vano come le forze nemiche davanti a Tobruk andassero man mano diminuendo. Essendo frattanto terminati i lavori di completamento del -
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L, ART!GLIEHIA NIDLL0 GUERRE) COLONIALI
COMBATTIM~NTO
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LIBIA
DEll ' ·11 MAPZO 1912
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lituazione Ira I~ or,: f.3 ~ f4 verso le ore rs « tra le ore 16 e 16,JO
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OEU.A (INTA OVéSi (.ARAl~ENTI G féN,(01. :i0t.AR0 0
COJTIJVJrJ TRA I l MARZO EL 'A~l>lli- 191'2 ,1At1NO PIUSO tt.
LORO N~,MG OAI OVG VJ:'t°l(/Alt CAOV TI l' 1f MARZO.
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Fig. 260 - Combattimento clell'll mtnzo 1912.
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A'.lvl'ACCO DISPERSO IL
J.2
MAGGIO
fOl'te n. 2 e quelli del forte A. sulla fronte meridionale, il comando della base sta bili di iniziare i lavori di sistemazione della fronte ,occidentale, òa,nclo la precedenza alla oostruzione di un',o pera avente lo soopo cli sbarrare la via della spiaggia. Tale opera doveva perciò sorgerè sul costone all'estrema destra presso il mare e si approfittava poi della presenza delle nostre navi da guerra nel golfo di Tobruk per oompletare la protezione clelle truppe addette all'esecuzione di ta n lav.ori. Quest'opera, che prese poi il nome di F-01-te n. 4, aveva sul da vanti il pro · fondo vallone dcll'uacli A uda, che nel fondo prcscnta,1 a a.lcuni pozzi con acq na potabile e per tale fa,tto rivesti vn, particolare importanza. La. possibilità cli sorprese e cli agguati induceva a d attuare alcune misure precauzionali cli protezione per le t ruppe che dovevano recarsi sui lavori, e pertanto fu disposto che venisse ·Occupata una posizione che per la parte sinistra del nostro schieramento girasse le testate dei valloncelli che si svolgevano sul davanti dell'opera in costruzione. Nelle primissime ore del mattino dél 12 maggio le nostre truppe, della forza cli tre battaglioni con reparti del genio e colla batteria da mon tagna, si 1·ecarono al lavoro. Alle ore 5,40, le truppe essendo state opport,unamente scaglionate, poichè i reparti esp1oratori scoprirono numerosi gruppi di armati nemici che dal fondo valle si dirigevano verso il ciglione opposto, i nostri aprirono subito il fuooo appoggiati dalla compagnia di testa che, schieratasi prontamente, impegnò l'avversario arre sta,ndone ogni progresso. Colpito mortalmente cadeva il comandante la compagnia di testa mentre sul ciglione, per il sopraggiungere di nuovi gruppi di armati nemi<'i, il fuoco avversario andava, intensificandosi, ma verso le ol'e 6 la batteria da montagna interveniva con ti.r,o ben aggiustato sparando a shrapnel sui gruppi avversari appostati sul ciglione, ed intanto i nostri reparti si spingevano innanzi tentando di minaccia.re verso snd la linea di ritfrata d<~i gruppi avversari, i quali battuti efficacemente 110n attesero che la manovra da noi tentata andasse svolgendosi, ed alle ore 7 desistettero da ogni reazione e si sott.rassero al combattimento ritirandosi e fuggendo, tanto che alle ore 8 i lavori potevano essere l'ipresi. All'azione era interve1rnta, a,ggiustanc1o n tiro sui bersagli battuti dalla batteria da mon~
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NUOVO PERIODO or CAL~fA
tagna, anche la batteria da 75 A. dell'opera n. 2 che aveva azione sul quel tratto. Dopo questo combattimento l'attivitù, dell'avversario riprese nuovamente a languire ed i lav,o ri di costruzione del Forte
Combat/lmenro dell 'tJatft A rida ( TOBRUl(j llàl
12 m"gg10 191'.?
l!°altdnt
~ ,4r,,l,o- rvrch/
Fip:. 261 · Combattimento lJacli Anela.
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procedettero indisturbati durante le ore dinrne, mentre lungo la notte bastarono ì fasci luminosi. dei nostri proiettori e qnalcbc periodica cannonata di tiro preparato per intimorire gli a-vversari e dissuaderli da qualsiasi nuovo tentativo . -
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LJAH'l'!GLIERI,\ NlvLLE GUl!:RRTIJ COLONIALI -
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Il Forte n. 4 potè cosi essere ultimato il 20 maggio ed occupato subito stabilmente venne armato con quattro pezzi da 75 A. Essendosi poscia decisa-la costruzione di ·un fortino accessorio, 300 metri avanti al ]?orte n . 4, per battere il fondo f~ le pendici del vallone uadi Auda, e contemporaneamente dovencl:o pro-
Fig . . 262 - La batteria cla montagna comandata dal Capitano Filippo Bonizi.
cedere ad una ricognizione per addivenire poi alla e-o struzione di un'-opera con fronte a mare ' afle -o re 4' 30 del 27 mao·o'io bb tutte le forze mobili della base con la br:Ltteria da, montagna uscirono da 1'obruk su due colonne, dirigendosi l'una verso la località dove avrebbe dovuto sorgere il nuovo Fortino, e l'altra verso la fronte occidentale per riconoscere la località dove si sarebbe poi dovuto costruire l'opera centrale su detta fronte. La colonna di destra procedendo con le consuete misure di sicurezza, giunta cogli esploratori sùlla linea dove si erano già iniziati i lavori del Fortino venne accolta da un nutrito fuoco di fucileria effettuato da un gro·sso nucleo di beduini forte di circa 2.500 uomini fra i quali parecchi ufficiali e regolari tur1
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590 -
'.rENTATIVO SVJ!~NTA'.1'0 -
27 MAGGIO
chi: il fuoco provenendo da uno dei rami di testata, delFuadi e dal versante opposto, produsse alcune perdite fra le nostre file, ma, i reparti impegnati reagfr·ono energica.mente, e resistendo clhidero tempo al grosso della colonna di. destra nonchè all'artiglieria del Forte di intervenire efficacemente nella lotta.
:l!''i g. 263 - La moscllea di Tobru k. (cla « le Guerre Italiane i n Africa» di G iovanni Vitali -
Casa Editrice Sonzogno -
Milano, 1936).
L'azione si sviluppò velocem(~nte con un improvviso e rapido tentativo nemico di avvolgimento delle nostre truppe le quali eerca.rono a lor-o volta di sopravvanzare la destra dello schieramento avversario; ma i nemici, battut i dai fuochi delle no · stre artiglierie e minacciati di aggiramento sul fianco, si sottrassero alla lotta sgombrando rapida.mente le posizioni occupate e r jpiegando, seguiti ed inseguiti dai nostri tiri. La colonna di sinistra giunt~L nella località designata per la costruzione del nuovo forte, a distanza di circa 1.800 metri dal Forte n. 3 scorse una notevole massa avversaria lontana che da circa S chilometri scendeva dal ciglione lungo la scarpata verso il pianoro svolgentesi in ri.va al mare, per tenta.re di c-0ngiungersi con quei suoi reparti che a,vevano attaccato la nostra -
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L' AR'.l'.CGLI~HI,\ NELLE GUlmRE COLONIALI -
LIBIA
colonna cli destra: quest'ultima in tale momento stava schierandosi a nord tentando, 0ome si disse, cli cadere sul :fianco della massa, nemica qualora essa si fosse avvicinata, e pertanto l'avversario accortosi dei nostri movimenti., desistette dal progettato suo divisamento di attacco e l'azione si concluse con for-ti perdite avversarie e 0011 la, ripresa immediata dei lavori per parte nostra.
Ifig. 264 - To!Jr u k -
'Uadi Auda.
(d a « l'Azione dell'Esercito Italia no nella Guerra Halo-'I'urca » Min is tero della Guerra, 1913j,
Dopo quest9 combattiment,o la situazione rimase stazfonada ii.nc:hè nel luglio il Comando della, base decise di effettuar.·e il bombardamento del campo a,vversario cli Mèla,ua,1~. Con tutta segret.e½za la, batteria da 149 G. fu trasportata al Forte n . 2 e i cannoni furono a,ppostati in modo da • riuscire defilati alla vi sta dell'avversario piazza,ndoli . dietro al parapetto dell'opera -
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130MBAHDA:\JE1'TO ORL CA)fl'O DI ,\·CDAUAR
senza a.prire alcuna cannoniera. Alle ore 5,40 del mattino del 17 luglio, diradatasi la nebbia bassa che oopriva il terreno circostante, la, battel"ia da 149 apri il fuoc-o a distan7;a di 8.800 me- · tri e con cadenza di in tervalli. cli 20 secondi, lanciando poi ogni quattro colpi una granata incendiaria. Il tiro fu veramente brillante : al secondo c·olpo la zona cen tl'ale delle .tende avversarie era stata colpita; al quarto colpo gli avversari fuggivano in tutte le dil'e7,i<lni, mentre~ poi alle ore 7,40 tutt,o l'accampamento nemico era letteralmente scompa,rs0 0 completamente distrutto. Nel tfro F:tes~o si spararono ~4 granate, di cui 13 incendi::11·ic; e all'indomani la, batteria riprese il fuoco lanciando altre 19 granate incendiarie. Il campo avversario fu di nuovo ripetntam,~nte colpi·t o con effetti visibilissimi, tanto che dopo questo bombardamento, che fu l'ultima, azio ne compiuta a Tobruk prima della pace, l' avvèrsario ritenne più conveniente spostar<~ all'indietro il sno campo di oltre quattro chilometri.
ri"f" ·rn t o
. : a d atl tl 1Yemre ./ . . con .l'Ita.1·ia ac1 mi ei e11a 'I'nrc J1w. armistizio condizionato al riconoscimen'to della nostra sovra nità .s ulla Libia, secondo le proposte fatte il 15 marzo dal nostro Governo ane diverse Potenze, ci. impose di dover forzare la situazione, e pertanto, . pur evitando i.l pericolo che la guerra coloniale si trasformasse in c-0nflitto europeo, · per esigenze militari, .e cioè per impedire il oontrabbando di guerra e per costringere d'altra parte l'avversario ud a,ccettare la situazione di diritfo e di fatto ormai già . esistente nella Libia, il Governo italiano fu indotto ad effettuare l'occupazione.delle isole di Rodi e del Dodecanneso. E poichè, salvo che nell'isola di Rodi, dove la difesa era rappresentata cla circa 1.500 regolari turchi munì. t i di a,r t iglierie, in tutte le altre isole minori dell'Egeo i présidii relativi erano assai deboli, soltanto per l'isola di Rodi venne decisa la formazione di uno speciale Corpo di occupazione co mandato dal generale A.meglio, mentre alle sole fon,e della Regia ,l\>farina fu affidato invece il compito dell'occupazione delle altre isole. Il
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~OLA DI RODI
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Fig. 265 - Carta planimetrica dell'isoltt di Rocli. (da « la Terza Colonia Italiana» d! Gaeta.no Cicerone Edizione Aternum Roma., 191~).
59·4
LA Sl:' IWlZIO:'.'< E Dl R0Dl
Il Oo1·po cli spedizione, form11tosi con elementi provenienti da Benga,s i, Derna e altr,e basi, venne costituito a 1'obruk agli ·o rdini del generale A.meglio ed ebbe una forza complessiva di S.213 uomini con 258 ufficiali e con le seguenti a,r tiglierie : un gruppo cli batterie da ·Campagna mod . 1906 e un grnppo di batterie da montagna. A mezzogiorno del 2 maggio il convoglio, formato da sette piroscafi e scortato dall<~ unHà della 2a squadra navale, levò le f:Lncoi-a da 'ro bruk, mosse su Bomba e quindi si diresse a Rodi sbarcando 1e tn1ppe nella ra,da cli Ka1itca, a qualche chilometro a sud dell'abitato, nella notte sul 4 maggio. All'a,1. ba di tale giorno poichè gruppi avversari postati nei pressi di Ai.1gurù accolsero a fucilate i primi reparti sbarcati, l'aYangtiardia si schierò prontamente mentre il gruppo da montagna; presa posi:r.ione s·u1 colle di Koschinò a cavallo della rotabile Ifoschinò -Augnrù, aprì il fuoco sul villaggio, che venne quindi occupato nel pomeriggio dello stesso giorno. Intanto le i10stre truppe, scendendo man maTJo a terra, si sistemar,ono in posizione protetta, e all'indomani, mentre le navi della, squadra bombardavano lè posizioni turche di monte Smith ad ovest cleDa -città e mandavano a terra le <":ompagnie · da, sbat1.:o, pros{~guirono l'avanzata inviando a Rodi un reggimento col gruppo <la montagna, mentre le rimanenti forze della colonna A~eglio rimasero e si rafforzarono sulle posizioni .snccessivamerfte occupate, 1:-oll'incarico di difendere l' abitato da possibili ritorni offensivi dell'avversario (:he era anùato ritirandosi sulle fortissime posizio - ni di monte Psitos. Il giorno S ma,ggio, sistemata l'organizzi.L zione politica e militare della città, il generale A.meglio decise l' avanzata su monte Psitos dtL effettuarsi dopo una, settimana e c:ioè verso la metà del mese, e 1,<)ichè le notizie riferite dagli informatori assicura vano che tL snd cli monte Lencopada l'avversario aveva sistemato forti trinceramenti rafforzati con artiglierie, e d'altra pàrte poichè il terreno 11011· .si presentava fav,orevolmente per effettuare un atta-C(:O di viva forza dalla parte di Kalitea, il Comando del Corpo di ·s pedizione decise di abbandonare la via di Ka.litea e di spingersi invece più a sud lungo la costa fin verso Afagbò, donde, per Stuvaruliù, le truppe avrebbero puntato su Psitos piombando .pèr .tal modo sulla destra ed alle spalle della siste. . -
595 -
L'AU'l'IGLllWIA ;:,;i:;LLB GTJ ElrnE COLONIALI
[,lBIA
ma.zione avnirsaria: · H grnppo di al'tjglieria ùa e;ampagna con parte delle truppe . rimasero a protezi-one de}la dttà di Rodi; le rimanenti 'fon'.e C'ol gr11ppo da montagna. vennero destinate a
svolgere l'operazi-0ne. Fnrono all'uopo formate tre 0olonne: quella princiJlll.l(! rol gruppo di tre batt<•rie da mont agna, S('·
Fig. 266 . ' Marcia di avanzata su Rodi. (da « l'Az ione clell'Esetcito Italiano nella Guerra Ita lo-Turca»
Ministero della
Guerra,
1913).
guendo l'itinerario Rodi-Augurù -c-olle Koschinò-A.fagbò-Stuvaruliù, doveva. attaccare monte Psitos da sud-est, mentre alle altre due c·o lonne erai10 rispettivamente assegnati i seguenti eompiti : l'una doveva imbarcare sul « Sannio )) e, anda:ndo a scendere sulla spiaggia. di Kalavarda , portarsi a Thenilwah ed avanzare fino alla posizione cli KalopetrtL per· sbarrare all'a~1 n:~rsario la via cli ritirata da, Ps.itos per la Kalanowa sul San t'Eli.a, concorrendo non appena possibile all'accerchiamenh> da nord-ovest e da nord ; l'altra colonna doveva imbarcare sul « Bulga,ria, » ·e, scendendo a Malona; portars.i. a Plata nia ·p er I
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AVAl'\ZA'l'A SU P$I'.l'0S -
8
)1AGOIO
sbarrare all'avversario la linea di ritirata Archipoli-Sant'Elia, quindi cercare il c-ollegamento colla: colonna principale, completando per tal mod-o da sud l'a,eccrchiamento dell\wversario . Le operazioni prefissa te si svolsero con piena regolarità: la colonna principale alle ore 23 del 15 maggio pervenne sul col-
<'
Fig. 267 - Ritorno da Psitos. (da « l' Azione dell'Esercito Italiano nella Gtlerra Ministero della Guerra, 1913).
Italo-Turca» -
k di Koschinò e dopo irna sosta di tre or·<! riprese la marcia giung-end-o alle ore 5 del giorno 16 ad Afagbò; quindi dopo aver percorso tre chilometri cla Afaghò s ulla via di Archi.poli si frazionò facendo avanzare . un distaccamento su Psit-0s e procedendo col grosso della colonna e col gruppo da montagna verso Stuvaruliù, 1·ealizzando in tal modo il congiungimenti0 della colonna principa1e con le altre due colonne e q11in di completando l'accerchiamento del nemico, che però rifiutò di arrender:si. L'azion e ebbe principio alle ore 9 e fn iniziata clal fuoco dei due cannoni turchi costituenti l'armamento d'artiglieria di Psitos, nonchè c<m un disperato t<~ntativo degli. avversari per aprir-
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L' AH'l'IGLmnrA l\'ll:LT,E G c; 1m 1rn C'OLO:'\I ALJ
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LIBIA
l!'ig. 2t,8 - La F ort ezza tli U odi. (da fotografi e de!l ·1sti tuLo Italiano Arti Grafiche tli Ber ga mo) .
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LA RESA DEL PRESIDIO TURCO
si il passo dapprima verso Kalamona e quindi verso Maritza: entrambi però tali tentativi vennero oompletarnente frustrati clalle nostre truppe, - fucilieri, alpini e ·bersaglieri - e dai cannoni delle navi della Regia 1'farina, mentre due batterie del gruppo d'a,rtiglieria da montagna, bombardavano il villaggio, e . la terza batteria controbatteva i due cannoni turchi. Alle ore 10,45 il generale A.meglio formò una nuova · colonna con due battaglioni ed una batteria, e, attraversato con essa il vallone esistente tra la colonna principale e la èolonria che per -cresta $U · liva per monte Lencopada, occupò gli sper<:>ni di destra della. valle stessa, apr"mdo un vivacissimo fuoco d'artiglieria che determinò la disgregazione completa e quindi il ripiegamento del1(: truppe avversarie e la loro precipitosa fuga verso Maritza. d-ov<~ il generale Ameglio decise di dargli il colpo definitivo il giorno dopo_ Ma alle ore 23 il comando turco, vista preclusa qualsiasi vfa di scampo, decise di arrendersi, e alle ore 8 dell 'indomani t utte le forze avversarie erano catturate : furono presi sei pezzi da montagna, con munizi-011i, muletti e bardature, mentre ben trentatrè ufficiali furono- fatti prigi,oni-cri.
Il 2 i:;ettembre 1912 (1), in vista della, situazione. completa mente diversa in 'l'ripolitania e nella Cirenaica, il Governo cen(1) S-it%azione cleUe artiglic1 ..ie. cd 28 cigosto 1912
'.1.'-r ipoti:
I Corpo cl'cirmcitci svec·1:afo {Bagni) 1a Divisione - J brig. (Salazar) II (GicH·dina) pezzi battetia da. mont. - 3n Divisione V bl'igata (Tommasoni.) VI brigata (1VIontuori) bal,tei-ia da mont. . . . . . . . pez;d
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Truppe SL1Pl)lettive (artiglieria) 10 regg. a.rt.. çam11, ;;peciale (Col. B,u·illi). . . . . . . . . batteria, da 70 A mont. (Tappi) . . gruppo 1900 (Boy.I) . . . . . . . gi:1111po a.rt. me(lio calibro (Perobelli) Total e pezzi
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12 16 100
100
r/AUTIGLIEUIA NIDLLE GU E11IlID COLONli\I,I -
LIBIA
I I
trale decise di trasformare il comanclo d.el corpo di spedizi'one della Libia in due comandi nettamen te indipendenti tra 1~ro. affidando rispettivamente al generale Ragni quello della 'l'ripolitania, e al generale Briccola quello della Cirenaica.
' F-ig. 2()9 · Colonnello Enrico .Barìlli.
Il giorno 7 settembre il generale Ragni comunicava al Capo di S . M. dell'esercito che l'attività, avversaria era aumentata sul . fronte di Zanzur , che il nemico aveva costruito a ; 10rd ed a sndZuani.:
- gruppo art. 75/906 . • . . - gruppo art. mon t. (3 b,1t.t.). - batt.eria 14J) . . . .
8
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12 4
2+ Ferwi:
(Bu Chemme8c- l\facabe.r.) - l batteria 75/906. - 1 batteria 75 A - 1 batteria 75 B - 1 ba,t teria 1-!9 .
4
"
6 5
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Totale pezzi
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pe,1;,1;i
600 -
19
19
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RINNOVA'l'A A'J.Vl'IVI'l';\ TURCA A ZANZUU (Sl•:T'.l'E~lBRE
1912)
est\ dell'oasi stessa lavori di rafforzamento e che era stata no tata la presenza di reparti regolari turchi. In conseguenza il generale Ragni, prevedendo di dover fronteggiare notevoli forze avversarie in una inevitabile e del resto già progetta,ta avan zata su .Zanzu:r, richiedeva altri due reggimenti di fanteria ed al tre artiglierie. All'epoca co~siderata, nei vari presidi della 'l'ripolitania la situazione in fatto di artiglierie era, la, seguente : a Homs : ·n batterie e cioè : 4 da, campagna,, 4 da montagna e 3 da fortezza ; a Mi.surata: 3 batterie e cioè : 1 da, campa,g na, 1 da monta.gmi e 1 da fortezza; --H oms:
- 2 grupp i 75 .A. 1 bat,t,eria 87 B - 2 battel'ie U 9 G . - R.. M .
pe:rni 30 6
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,," Tot.1le p ez½i
ilifis nrata :
-
t · baJtel'ia 75/906 . 1 g mppo 87 B 1 ba.t,teria. 70 A inonL. 1 batfol'ia 14~) G
- 2 gruppi 75
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4
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" 'l)otn le pezzi .
'l'obnilc :
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1 ba.tteria 70 monf.. 2 gruppi 75 A. 2 battel'io 149
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" pezzi
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H2 pezzi
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- 2 gruppi 75 .-\.
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Totale generale
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/ LJ ART[GLIEHIA NIDLLID GUERR E COLON U LI -
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LIBIA
I
a Zuara : 7 batterie e cioè : 3 da campa,gna, 3 da monta gna ed 1 da fortezza ; a Ferua : 3 batterie e cioè : 2 da campagna, ed 1 da for tezza; a Tripoli : 22 batterie ·e cioè: 15 da campagna, 3 cla mon tagna e 4 da fortez:.r,a. . Data la situazione, e volendo limitare l'attivHà della zona Zuara-Ferua alla sola difesa passiva, su proposta del generale Ragni le forr,e mobili esistenti in queste due località vennero tolte e destinate a 'l'ripoli per impiegarle per l'imminente azione prevista su Zanzur. Intanto poichè al comando continmLvano a pervenire notizie numerose ed insistenti sulla preparazione di un prossimo grande atta<:co turco-arabo a Tripoli, così anche per questa ragione i nostri preparativi per un attacco su Zanzur vennero a{;celerati e fu stabilito che l'azione dovesse da. parte nostra pronunciarsi per il 20 settembre. Il Comando rafforzò quindi sollecitamente la difesa cli Tripoli (·.on le seguenti artiglierie: a Trik 'l'arhuna : 3 cannoni" da 75 A.; · a Fornaci : 4 pezzi da 75 A. e 4 pezzi da 149 G. ; ad Ain Zara: 6 pe7,7,i cla 75 A. e 2 pezzi da 70; a 'l'agiura : 3 pez7,i da 73 A. ; e costituita poi una Divisione di manovra, forte di oltre ll.OOf1 fucili con 34 pezzi, decise di muovere all'occupazione di. Zan· 7,ur e mantenerne quindi_poi i1 pm:;sesso colla costruzione cli due i-idotte, nna al Marabntto cli Si.di Dilal, l'altra sn di una duna a sud dell'·oasi. Alle ore 5 del mattino del 20 settembre le truppe desLinate ad operare su Zan7,ur erano dislocate nella z-ona litoranea a · no1·d della carovaniera Garga rese-Z::rnzur, fra Garga.resc e Si.cli Abel el Gelil. Il disegno operativo stabiliva che una brigata (P Salazar) costituente l' ala destra di 1mmovra doveva avanzare sull'oasi di Zanzur fra qrn~sta ed il mare, mentre nn'altra brigata (V" 'l'ommasoni), formanh\ l'ala sinistra di manovra, doveva avanzare a sud clell' oaBi verso le altnre che la chiudevano a sud e a sud -ovest, sorvegliuu<lo le proveniem,e da Suani Beni Aden La cavalleria doveva, spingersi. in ricognizione nella zonà eompresa fra Fonclngh el Tokar e la così eletta « collina dei 39 ei, -
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PitOGE'1'IO DI
OCCUPAZIONID
DI ½A.NZUR
tomct.l'i >>, sulla quale si surehbe mantenuta in riserva, un'altra brigata. cioè la IP comandata rlal generale Maggiotto. Le arti · glierie cli Sidi Abd ·el Gelil e le RR . NN. «Etna)), << Solnnto )) e « Partenope >) dovevano preparare l'azione e sostenerne gli sviluppi col bombard,t mento deWoasi e del.le linee di rifornimento dell':wversario. Lè artiglierie furono così ripartite : con la l" brigata (Salazar) forte di 6 ba,ttagli.oni : 2 se ?.ioni mHragliatrici e 2 batterie ila montagna: con la V" brigata (Tommal;ioni) forte di 8 battaglioni : 3 ;;;e;r,ioni rnitraglia.triei, 2 batterie da campagna 190G, 2 batterie · da montagna, delle qua.li 1 cammellata; con la TP briga ta (Màggiotto) forte di 4 battaglioni : 2 sezioni mitragliatrici e 1 batteria cla campagn11 1906. Nelle varie rela:doni dei diversi Comandi la battaglia viene comiiderata, attraverso le segnenti fasi: la prima, dalle ore iJ alle ore 10; la seconda, dn,lle ore 10 alle ore 15; e ·lf:L terza ed ultima fase dalle ore 15 alle ore 18. Nella, prima fase l'ar.ione venne i11ir.iata, dalla, cavalleria della riserva divisiona,l e che avanzò con due squadroni cavalleggeri «Lodi)) impegnando l'avversario alle ore 6. Dalle ore G alle ore 7 il fuqco clnrò violento, ma i cavalleggeri riuscirono ad ·occupare la collina dei. 39 ettometri, e dalle 8,40 aUe 9,30 il gruppo cfoi predetti valorosi ,cavalleggeri fronteggiò folti nuclei avversari. 1\fa :1 tale ora delineatasi l'avanzata di quattro masse avversarie da li'ondugh el 'rokar e d:L Sua,ni . Beni Aden, la nostra cavalleria ,ebbe ordine di ripiegare sul margine orientale cldl'oasi cli Zanzur. All'ala destra la l" brigata, che era.si sdoppiata in dne colonne, colla sua colonna di sinistra impegnò a sua, volta forti nndei . nemici, mentre la sua colon na di destra fin dalle ti,20 prendeva contatto coll'avversario all'altezza del Marabutto di Sicli Suleiman. La ba,tteria da montagna, che faceva parte di quesr ultima CiOlo11mt, aprfra prontamente il fuoco contro il margine nord dell'oa'-i . <' pMO dopo entrava in azione a11che l'altra batteria eia mont..,~i,<L della brigata, mentre le arti glierie clella H.. N. cc Etna>) e la batteria da 149 di Sidi Ahd el Gelil bombnrclavano intensamente le si.stemazioni avversa-
tre
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G03 -
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· Sezione d' ar tiglieria cammellata.
COllfBA'rl'Il\:IENTO DI SIVI BILAJ,
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SETTEMBnm)
rie sulle alture cli Sidi Bi.la] ad ovest dell'uadi Bira. Dopo il bombardamento i nostri ripre11èleYa1i,o l'avanr,a,ta, ed alle or<> 10 snllfp,coHi.na di Siai Bilal si al.zaya il tricol ore. All'ala. sinh;tra la va hrigntn, muovend·o alle ore ù dalle cave del Gher~w , fii sdoppiava anch'essa in due colonne : la colonna di destra,, e:f.ficac.eme11te appoggiata dal fuoco cli una batteria da montagna, sosteneva una dura lotta per il possesso di Sidi l\fohammed Erbei, mentre la colonna di sinistra, attaccata da sud aU.e ore 7, sosteneva bravamente l'urto nemico, appoggiata dal tiro della sua batteria cammellata cla monta,g na, al quale si aggiunse il fuoco dell'altra batteria da montagna. Intanto gli arabo-turchi tentavano cli a,vv,olgere il fianco sinistro del nostro schieram<~nto. Sulla nostra estrema sinistra, allo scopo di proteggere il fian00 sinistro dell a va Brigata, alle ore 7,30 con un battaglione e con una batte1fa da 7G/ 906 veniva occupata la collina, dei 39 ettometri, mentre la colonna di riserva costituita dalla IP bri. gata si ammassava a nord della posizione. Alle ·Ore 10 del mattIÙ·o la situazione poteva cosi riassumersi: - situa.zione favorevole all'ala cl:e'stra, e.on l 'occupazione di Sidi Dilal e del margine orientale dell'oasi; - situazione vivace e movimentata attorno ~ Sidi :Mohammed Erbei e avvicinamento di forti masse avversarie; - situar.ione solida all'estrema al a sinistra con l',occupazione della collina, dei 39 ettometri.; - su tutta la fronte masse avversarie in movimento verso Zanzu r . faL secon da fase fu iniziata dall'azioJ1e svolta da.lla no~tra cavalleria, che a scopo diversivo pnntò in direzione di Fondugh el 'l'okar per attra,r re e sottrarr·e parte delle forze · avversa.rie impegnate contro la colonna cli sini:::.tra della V" brigata. All'ala destra l'avversario attaccava vigorosamente in forze le nostre truppe sul margine orientale dell'oàsi, determinando il pronto accorrere di nostri rinforzi da Sidi Suleiman e il tempestivo ·efficace intervento di una, batteria da montagna, tanto che l'azione diventò C·OSÌ viva ecl intensa che le canne delle mitragliatrid, avendo sparato oltre diecimila colpi per arma, si -
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Flg. 272 - P.;1tter'ia c.:unmcllata .
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Fig.
270
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AGL I 2A- DI
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( ,O Setttrubre 1912)
tt·.ig1·ia d i s· • id .i B ila !
(20 settembr e 1.912\.
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RIPIEGAMENTO DELLA ~OS'l'HA DESTRA
scaldarono talmente da clive,n tare inservibili. Dopo tanto combatter,e, dopo tante fatiche, in, un terreno costituito da sabbii inconsistenti che non offriva alcun riparo .. .. alle ore J.5 sotto la continua, e furibonda pressione delle numerose masse :,wversarie, i nostri battaglioni, dopo prove molteplici di eornggio. cli valore e di eroismo, furono costretti a ripiegare dalle posizioni conq 11istate. , All'ala sinistra,, mentre le masse arabo-turche intensificarono ancora la loro pressione sul fianco sinistr,o della V" brigat::i . la batteria da montagna, portata in linea, coi battaglioni, sostenne strenuamente l'urto a,yversario sparando a brevissima (li stanza ed attrave1·sando momenti e situazioni criticissime so-· vratutto dalle 11 alle 11,45, ora in cui l'azione del nemico potè essere decisamente contenuta per il sopraggiungere delle nostre riserve e per l'intervento dei fuochi della batteri.a cammellata . Trn le 12 e le 12,30 accorreva la riserva divisionale con nnèl batteria da campagna mod. 1906 per modo che dalle 13 <11lc 13,80 il tentativo avversario di avvolgere il :fianco sinistro della v• brigata potè essere -completamente paralizzato dal fuooo delh~ nostre artigfa!rie. Anche sulla destr·a della va brigata il combat timento ferveva viva:Cissimo specialmente verso le 12,30, ·ed a sostenerlo. stroncando anche da questa parte il lientativo avversario di aggiramento, intervennero due batterie da campagna mod. 1906. Alle ore 14 mentre sopraggiungeva da GargaresG anche un'altrn batteria da campacgna mod. 1906, il nemico, visti fallire entrambi i tentativi di avvolgimento della va brigata, continuando sempre ad essere battuto dal fuoco d'artiglieria, acciaccato dagli effetti clel tiro e scosso dalla nostra, poderosa e rinnovantesi reazione, iniziava ìl ripiegamento. All'estrema ala, sinistra, una batteria da campagna mod. 190G, dalla posizione occupata sulla oollina dei 39 ettometri, dopo aver preso sotto il suo fuoco folti gruppi nemici che si dirigevano sulla sinistra della va brigata, si portò anch'essa, sulla linea delle fanterie. Alle ore 15, termine della, seconda fase, la situa,zione poteva così riassumei-si : - all'ala destra si era mantenuta la conquistata posi-
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SITUAZIONI]; ALLA FlNID DELLA SECONDA l~ASE
zione di Sicli Bilal, ma sul margine dell'oasi le nostre truppe, investite da masse sovercbia,nti , erano state costrette a retrocédere; - all'aJa . sinistra mentre si era raggiunta la p osizione di Sidi Mohammed Erbei, le nosti'e tr-uppe avevano attraversato una diffidle situa½ione, c;he però a,vevl:L potuto rista,bilirsi. per il pr,ont o a.c·c orrere delle riserve; - all'estrema ala. sinistra non si era verifì.c ato a.Icnnchè di notevole. · Nella terza :fase l'av'Yersari,o verso le ore 15 iniziava un ritorno ,offensivo contro la collina, del Marabutto di Sicli Bilal, ma mentre le artiglierie navali e terrestri battevano intensamente l'oasi di Sayad costringendo gli attaccanti a retr,ocedere <~d a sgombrarla, a,nche questo tentativo veniva nettamente stroncat0. I ntanto se pure sotto la forte pressione avversaria tre bnittaglioni della nostra aila destra, muovendo a scaglioni dal margine dell'oasi, dovevano rettocedere a ttraverso il terreno irn:lidi,oso dell'oa,s i portandosi su Sidi Abd el Gelil, riuscivano però ripetutamente a trattenere il nemico, 1rnwtre all'ala sinistra, le nostre truppe, dopo una vigorosa preparazione di fuoco , co stringevano l'avversario a l'etrocedere di ci.rea 3 chilometri n sud-est d.el margine dell'oasi. cli Zanzur, e quindi, col concorso efficace del fuoc-0 di due batterie cla campagna 1906, ne determinavano la ritirata; e infine all'estrema t1la sinistra i noBtri. reparti manteneva.no indisturbati le lor,o posizioni sulla collina {lei 39 ettometri. Alle ore 18, t<~rmine della, terza fase, la <;itua,zione <>ta, la seguente: - all'ala dest ra le tr~1ppe mantenevano la posizione di Sidi Dilal, ma dal margine sud-ovest dell'oasi di Zammr le altre truppe retrocedevano su Sidi Abd el ·Gelil; - all'ala sinistra l'avversario volgeva in dtirata. verso sùd; ~ all'estrema sinistra tutto era, tranquilJ..o ; - e per quanto rigua1'dÌ;I, le artiglierie~ le nostre batterie si dìsposer-0 nel seguente m-0~0 : una batteria da mon tn,gna e la batteria cammellata si piazzarono a Sidi Abd el Gelil; mentre
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Fig. 274 - Battena . cammellata.
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Fig. 275 - Nostra ridotta a Sidi Bilal e a Bu Sceifa.
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L'AH'l'IGLnmL\ NELLI)) GUE!lRIJ; COLONIALI -·- LIBIA
tre batterie da campagna presero invece posizione: una a sud della piccoh1 -0asi di Zanzur, e le altre clne alle cav.B di Gheran. Durante lo sv-olgersi della bnittaglia le nostre truppe iniziarono la costruzione di ·aue ridotte con relative postazioni per artiglierie: una a Sicli Bila.I a nord-ovest della grande oasi cli Zauzur, e l'altra sulla duna a sud della, piccola: oasi di Zanznr;
F ìg. 27r. - Torre-osservn torio Calic.hio1mlo.
in questa seconda opera detta « il fortino)), quale os,cservatorio d'artiglieria, venne oostruita la torr-e, che, dal nome del suo ideatore, fu chiamata e chiamasi tuttora (( la torre Oalichiopulo )), e a sera, le predette posizioni vennero armate rispettivamente òon d1H~ batterie cla montagna a Sidi Bil.al, e con una, ba.tteria mod. 1906 nella ridottf:L della piccola oasi. Durante la battaglia di Za nzur furono consumati: 127 colpi cla. 149; 339 col pi da 75 A. ; 2.0S8 colpi da 70 mont. e 339 0olpi da 75/90(:;. -
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L'ELBNCO DELLA GLOHIA
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In questa, clura battaglia scomparvero numerose figure di eroi come il maggi.ore cli cavalleria Giuseppe de Domi.nids . abbattuto da una palla ·a lla tempia sinistra mentre si recava a vel'ificare l'esattezza delle segnalazioni dei. suoi esploratori> che pe1· vendicare la, morte del loro capo caricarono anche più fu. eiosarnentc il nemico. focitancJo la truppa trf:L il grandinare dei proiettili e guidando flll'assalto .le sue fanterie al grido di « Savoia>) cadde eroi.camente il colonnel lo di fanteria Vittorio Gadolini decorato
Fig. 2i7 - Colonnello Armando Diaz. (da fotografia del 210 Regg.to Fanteritt)
pE!rciò con medaglia d'oro al valor militare. Si distinsero pure il capitano Ravcra d1e sebbene ferito c-o ntinuò ad incita.re e guidare i suoi soldati; il capitano Gigli.arelli che sebbene ferito avanzò ancora a,l la testa della sua c:ompagnia, ed H capitano H.,ossetti che, se pnre colpito ad un piede, :H:compagnò i suoi soldati all'attacco. Il colonnello Armando Diaz, ferito gravemente, ai soldati che sulla barella lo portavano al posto di medicazione, ingiun-
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L, ARTIGLIERIA NElLLE GUEHRID COLONIALI· -
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geva· di far presto onde consentirgli -di tornare al s1:i:o reggiment<) e di poter partccipa,re alla lotta nel momento più bello ! Il soldato Vita,l ini, che in Italia aveva rinunciato al grado cli caporale pur cli poter partire per la guerra, nella battaglia · di Za,nzur si comportò da eroe; ·il soldato Carmelo Bo11omo che colpito per ben tre volte e-on tinuò a, rima.nere al suo posto di combattimento élestanclo -l'ammirazione degli utìiciali e dei suoi c,ommilitoni fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare per l 'ardito e stoico contegno cla lui tenuto èlurtmte. tutta la battaglia. In quella giornata tutti i nostri ufficiali e tutti i nostri soldati erano stati veramente degli eroi ! +:- i:-
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Colla battaglia cli Zanziu il ciclo delle opemzioni cli guerra in 'rripolitania, potè . dirsi ehiuso. Le numerose e gravi perdite su ..,ite .dai turco-arabi mentre persuasero il nemico delFina,nità dei suoi sforzi e lo convinsero della cert:ezza di non potersi opporre alle nostr-e truppe, diffusero tra gli indigeni una ·d eprimente impressione dì sfiducia nelF-o pera e nel valore dei comandanti -o ttomani: Ja massa araba si rifiutò di. seguire gli ufficiali turchi; molte mehalle ritornar-ono at loro centri non volendo più saperne cli combattere, ed anche molti abitanti dell'oasi rientrarono nelle· nostre linee. Rimasero quindi oontro le nostre truppe soltanto :.. dei deboli distacca.mentì avversari di osset'vaztone, i quali non si opposero che fiacca.mente alle ricognizioni cla. noi effettuate successivamc~nte alla battagJia- il.i Zanzur :fino alla, conclusione della pace. Anche nelle altre nostre basi della, Tripolitania le ripercussi-oni di questa. ultima. vittoria furono not<rvoli, cosic~chè cessarono ovunque le azioni di qualche rilievo e in genere non si .ebbero che molestie notturne cli scarsa importa,11;1,a, accompagnate e risolte con alcuni nostri colpi di cannone che dispersero quei gruppi is-o lati allorchè giungevano a distanza, di tiro. In Cirenaica invece la situazione si presentò più complessa. Come in 'rripolitania, · anche a Bengasi le forze turC<> -arabe parevano fortemente demoralizzate e fra gli avversari s.i veri:fi.cavano oontimrnmen.te intimidazioni, scissioni e defe-
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r/ A'.L"l'ACCO
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AL CAMPO '.rURCO DI DER~A
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OT'J;OBRB)
zi-011i; tanto che il generale Briccola., ooma1idante delle nostre forze, stimò opportuno ·di proporre al Ca.po di S . M. un attacco al campo turoo cli Bengasi per· approfittare della crisi morale f materi.ale dell'esercito nemico. Viceversa nel settore di Derna l'avversario non disarmava. L'operazione proposta dal Briccola per Bengasi, attese le di:ffic-oltà di proVYedere· all'invio di forze e deì mezzi oceorrenti, non potè essere attuata, mentre invece a Derna, allo seopo di allargare l'andamento della, linea di difesa nel settore orientale, i l 14 settembre il Goma,ndante <folla. 4," Divisione effettuò una, ricognizione in forze che non venne cmnu;nque disturbata dall'avversario. 1\fa tre ·giorni· dopo alcune f.orti masse turco-arabe si avvicinarono nlla, sinistra del nostro schieramento, e però battute dal fuo co cli due nostre batterie e dal tiro della R . N. <1 San Marco>> e contrattacate decisamente dai nostri dovettero ripiegare. Per queste azioni furono decretate le medaglie d'oro al valor militare tilla memoria del maggiore Fr&ncesco Muzii del 1° battaglione eritrei, e del capitano Carmelo De Rossi del 1'110 reggimento fanteria, caduti entrambi eroieamente. Dopo le giornate del 14 e dei 16 settembre fu concretata quindi un:operazione destin ata ad attaccare il campo turco situato a, 15 chilometri da Derua, fissamlone le direttive princi· pali sulle seguenti basi : . l") costruzione òi ridotti sulla sinistra dell'uadi Derna nel settore oceidentale, sotto la protezione di una brigata; 2°) azfone dimostrativa sulla destra dell'uadi ed appoggio d'artiglieria al movimento delle nostre truppe, lungo la riva opposta; 3°) etentuale attacco del campo turco; 4°) dhersione navale a 1\-Iarsa Susa,. e div-ersione terrestre a Bomba per attrarre da quella parte l'attenzi-0ne del nemico. L'azione èssenclp stata decisa per il giorno 8 ottobre, l'antivigilia e cioè il 6 ,o ttobre due· piroscafi trasportarono un di· staccamento di truppe a, Bomba, che sbarcarono all'alba del giorno 7 rafforzandosi snlla strozzatura, della penisola : nello stesso giorno i due piroseafi raggiunser,o poi una nostra Divi· sione Navale a Marsa Susa per fai' credere all'imminenza di nn -
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~)AR~IGLIERIA JXELLE GU mmm COLONIALI -
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nostro sbarco in quella località. Intanto a Derna, appoggiate dalle RR. NN. << Amerigo Vespucci)) e << Carlo Alberto)), si ·sv-olgevano le operazioni progettate. Superate deboli resistenze, tre colonne avanzarollo risolutamente dalla cit tà di Derna raggiungend·o rispettivamente : quella, di destra la sponda sinistra del Bu Scima,r ù; quella centrale il l\farabutto cli Sidi Abdà.Ua, e quella; di sinistra la posìzione detta dell'olivo. Alle 01'e 11 le artiglierie turr;he entrarono in az:ione_, ma il fuoco di tutte le nostre batterie le r idusse ben presto al silenzio. All'indomani la, eolonna di destra proseguì nella sna avanzata e alle ore 17 avellClo raggiunto il ciglione occidentale del Bu Msa,fer, trascorse ivi la notte . AlVinclomani queste nostre truppe della colonna cli destra rientrarono nelle linee di partenza, ma durante il movimento l'avversario, a,ppoggiato da un inten sissimo fuoco delle sue artiglierie e delle sue mitragliatrici, tentò un violento contrattacco. Avvistati dal fortino « Lombardia)) i tentativi avversari furono però prontamente para.lizzati dal fuoco di ben s·e ttanta nostri eannoni nonchè dal mo vimento in avanti delle altre due colonne di sinistra e centrale che, minacciando cli avvolgimento i turco-arabi, li costrinsero prima a rallentare la loro pressione ,e quindi li misero in fuga infliggendo lor<> fortissime perdite. Fu qnesto l'ultimo scontro della guerra, italo -turca, prima di giungere alla pace: l'incalzare dei progetti di pacifica7,ione, oonsigliati e promossi cla varie parti, indussero il Governo italiano a far preferire an à contirnmzione delle ostilità la, via delle trattative che condussero, come è noto, alla pace di Losanna conchiusa col 1'rattato del 18 ottobre 1912, col quale fu chiuso il primo capitolo di questa guerra colonia1e.
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Le particolari condizioni di ambiente nelle quali si svolse la campagna 1911-12 favorir,<ino l'esecuzione di esperimenti in materia di armamento. Durante la guerra furono infatti inviati in Libia alcuni tipi di bombe a mano e da f ucile, che però non fecero buona ·-
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ESPEHL\1 l•):'\'l'I DI AILMAMENTO
prova per i numerosi iuconvenienti dovuti acl una fabbricazione ancora incerta ed alla scarsa sicurezza dei tipi sperimentati. Buona prova fecero invece le pistole automatiche cli fabbricazione della, nota Ditt:1 Glisenti cli Brescia, nonchè i proietti carichi cli alto esplosivo, e gli scudi per artiglieria e per fanteria. È anclH~ cla ricordare che risalgono a quest'epoca le proposte per l'adozione di apparecchi fumogeni presentati da,l maggiore Baghetti, apparecchi che però non furono sperimentati ·essendo risultati in genel'e cli scarso rendimento e d'altra parte non necessari nelle guerre coloniali.
Capi tiino Marco Bono
Capitano Guglielmo Nasl
F ig . 278
Nei riguardi dell'impiego sono da rilevare gli esperimenti compiuti clal Corpo d'armata speciale per sostituire, nelle batterie mod. 1906, i muli ai ·c avalli. Detti esperimenti furono effettuati in Tripolitani.a dalla l" batteria del 3° reggimento d'artiglieria da campagna speciale sotto la direzione del comandante capitano Marco Bono, impiegando 12 muli : successiva1:1ente partita ]a batteria Bono, il capitano Guglielmo Nasi attrezzò 30 pariglie çli muli sperimentandone il traino in terreno vario e su dune mobili con materiale da 75 A. r igido, e tali esperimenti ebbero esito soddisfacente. -
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.L'ARTIGLIERIA NELLE GUEH HIJJ COLONIALI -
f,IBIA
Nel maggio il Co111andante dell'artiglieria del Corpo d'armata speciale generale Piétro Romagnoli, si associò al parere del suo predecessore generale Gigli Ce1°vi, inoltrando proposte favorevoli per l'aclozione del predetto sistema, specialmente per il materiale da 75 A. rigido, che, per essere privo di ogni mezzo · cli traino, era in Libia impiegato in postazioni fisse. A que.s:to scopo una Commissione costituita dal maggiore Carlo Verani 1\fasin, comandante di un gruppo da 75 A., dal capitano Bnrico Z-o ppi comandante una ba.tteria, _da 75 A., e dal capitano Gu. glielmo Nasi della colonna munizioni delle Truppe Suppletive, esperimentò alcuni esemplari di cerchio articolato per cannone da 75 A. rigido, imi due modelli « a suola larga)) e « a suola stretta)). Tale Commissione si pronunziò favorev-olmente per il cerchio articolato a suola stretta, abbinando tali esperimenti a quelli del traino delle batterie ·c on muli, rilevando tuttavia l'inconvenientp clel rumore prodotto dallo .sbattimento d{~gli elementi del cerchio arti.colato sulla ruota, nonchè l'inconveniente della sabbia sollevata e dispersa, a, guisa di 111111inel10, dal movimento dei singoli elementi del cerchio. Le proposte della Commissione vennero approvate dal Co mando d'artiglieria che fu . d 'avviso di proc.edere ad esperimenti di gruppo, estendendoli comparativamente a clti.e batterie da 75 A. munite di cerchi a.rtioolati economici a suola stretta, delle° quali una batteria. munita di cofani d'avantreno e di cerchi a.11e quattro l'uote, e ]'altra. ,s provvista e cli 0ofani e di cerchi. En trambe le bt~tterie avrebber-0 doyuto servirsi cli muli per il tra.ino ed a tale scopo alla fine di luglio 1912 furono rictdèsti 1n Italia i quadrupedi con relative bardature ed accessori, nonchè i conducenb. Pertanto le vicende della guerra e Fa,dozione dei materiali da montagna, per tutte le -0per.azi:oni c_he ip.1portavano movimenti di artiglieria a larg-o raggio, fecero in definitiva ca clere le proposte di attua,zione del nuovo sfstema éU traino. Più concreti e più importanti furono gli esperimenti per il trasporto dei pezzi cla montagna a dorso di cammelli: fin dai primi momenti della occupazione il Coniando del Corpo di S. 1\1. interBssò cli talB questione il Comando del Corpo di spedizione, e ciò sovratntto in considerazione della eventualità di un'av.anzata nell'interno, trasmettendogli anzi al riguarclo, fili dal no-
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BAT'l'EUIE CA)1MELLATE
vembre 1911, notizie, appunti e studi sul trasporto di artiglierie a dorso di cammello, quali erano stati elaborati dal capitano Federk;0 Ciccodicola fin- clalle prime guerre coloniali in Eritrea. Il domando di artiglieria inoltrò subito proposte per effettuare un esperimento con unà s~zione da 70 mont. completa, e ciò, malgrado che i pareri in pmposito fossero alquanto di· scordi giaccbè non tutte le zone libiche erano da considerarsi desertiche, e di_fronte al va,ntaggio di una maggio1·e autonomia stavano gli inconvenienti di una, minore celerità, di un bersaglio maggiore e quindi più visjbile, ed in definitiva poi un minore rendim<~nto delle batterie cammellate in confronto di quelle a muli.
Appena giunto il materiale dall'Italia nel febbraio 1912, fu. rono iniziati gli esperimenti con personale cli artiglieria da campagna e con soldati cli artiglierj.a dà. ·fort.~zza che avevano prestato servizio ne11e bi:Ltterie da montagna. Il capitano Luigi 'l'a,ppi .assunto il c·omando di una batteria a Sciara Zania diede nn impulso decisivo all'addestramento del reparto, i:tlla de:fini:;,;ione dd particolari costruttivi dei. basti e delle bardelle speciali, confezionati a cura del locale. Laboratorio d'artiglièria, . tanto che il 15 marzo il Oomancl<> d'artiglieria segnalò al Co· mando del Corpo JFarmata l'esito completamente soddisfacent<~ . degli esperimenti stessi, invitando il capitan9 Tappi a pre· sentare uno schema dei provvedimenti da attuarsi per la tra,· sformazione di una batteria da 70 m_ont. su qua,ttro pezzi da someggiare a dorso di cammello. Ma il 9 aprile la sezione da 70 mont. in esperimento, per_superi-Ori esigenze belli.che, dovette essere impiegata in trincea per oltre un mese e quindi trasferita nella posizi.one di Ain Zara, dove, sen7,a cammelli rimase fino all'll di giugno. In tale data, gli esperimenti fur·ono ripresi, iniziandofii intanto la graduale -costituzione della batteria per la quale si esaminava la possibilità di assegnare cammellieri eritrei e fezzanesi.; ma il mattino del 25 giugno la, batteri.a con quattro pezzi e ventinove cammelli unitaillc!ltc ad altre unità d'artiglieria fu avviata a Zanzur a presi.elio delle posizioni di Sidi Abel el Gelil. -
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Fig. 279 - Batteria c.:ammellata.
BA'.l"J'EltIA CA"il:B1ELJ.A'l'A AÙ,A P l!OVA DI F UOCO
Nella giornata del 1° luglio, nna sezione da 70 cammellat.a, uscita in ricognizione con mezzo battaglione di fanteria, ebbe occasione di aprire il f uoco a 24 ettometri su una trincea nemica costruita sul margine dell'oasi occidentale di Zanzur. La batteria a cammelli riful e poi nella, giornata di Sicli Bila! accorren-
l!'ig. 280 - Capitano Lucia no L uccidi. (dalla collezione ùcl Oen. F lores)
clo ed intervenendo tempestivamente in aiu to della. batteria Luccidi, che, avendo il capita110 ed un uHiciale gravemente feriti venne a trovarsi in c:rilicissima si tuazione. Il fuoco della battel'ia cammelli fulminò ed arrestò gli attaccanti, i <p1ali, battuti successivamente dal fnoco delle batterie da campagna e con ti·at.taccati dalle ri s<~n-c, fuI'(mo costretti a ripiegare. L'esordio brillan te della batteria cammelli della 'rripolita-nia, il felic·e esito degli cspe1·im enti di someggio a dorso cli cammello effettuati nello stesso periodo a Bengasi, prel udiarono alla. formazione delle due batterie cammellatc della Libia, il cui imptego doveva wlminarc nell'aYvcnturoso ciclo delle operazioni desertiche cffeltuatc dopo la pace di Losanna.
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L'ARTIGLiillRL\ NELLI~ ·qcuERRE COLONIALI -
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L!I;l.\
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F ig. 281 • Tomùe <li a r t iglieri
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G.'22
C:J(IUti
in Libia .
RELAZI0JS'J,] DEL GENERALE TJlYJ.•I'ON I
SULL, ARTIGLliilUA
Prima di passare a.Ile considerazioni finali relative a,ll'im. piego dell'Arma di artiglieria in colonia, si ritiene utile riportare una RELAZIONE SINTE'l 'ICA SULL'All'rIGLrnRIA) compilata dal maggior generale Adolfo rrettoni nel novembre 1912 su richiesta del Comando del Corpo di occupazione della ~I:ripolitania. Il genei-ale ~l'ettoni, succeduto più tardi al generale Gigli Cervi Iiel Comando di artiglieria del Corpo di ocçupazione, così riassumeva le vicende delF ArmtL durante la guerra italo-turca : DALLO SRARCO AL 26 O'lvl'OBRID 1911 : L'll ottobre 1911, con lo scaglione che precedeva il grosso del primo -convoglio, giunse a Tripoli il primo gruppo di due batterie da montagna, e successi.vamente dal 14 al J.6' il Comando di artigliel'ia, la 3a batteria da monta,gna, il reggimento da 75/ 906, le relative sezioni di colonne munizioni e il Parco di Artiglieria del Corpo d'armata. Consecutivamente il 24 ott,obre arrivarono 4 batterie cla 75 A. (senza quadrupedi). Malgr:1do la insufficienza dei mezzi di sbarco e di rimorchio f.: lo stato del mare .agitato, le va,r ie unità presero terra senzH, p<~rclìte e senza gravi inconvenienti. Man 1;ruu10 completato sommariamente, ogni repa,r to raggiunse il posto assegnatogli nelle trincee e presso le polveriere ex-turche, iniziando la ricognizione cl,ei materia.li e la _riunione dei cannoni campali abbandonati dai . turchi. Contemporaneamente i Comandi di artiglieria e genio eseguirono una rapida ricognizione della linea d'·occupazi.one avan zata per stabilire la posizione da dare alle batterie. Inoltre si procedette ad una. prova di · mobilità del materiale modello 906 . sul terreno desertico attraverso le dune mobili, prova che riuscì molto soddisfacente; e le ulteriori battaglie, in cui le ba,tterie 906 seguirono in prima linea le truppe d'attacco esegùendo cambiamenti cli posizione al trotto, successiva.~ente lo comprovaronv. L 'attaeco dai turchi iniziato nel mattino del . 23 ottobre, sul fronte sud-ovest trovò mi immediato arresto nelle batterie
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r/Al{'l'iGLIIWIA NIDLLE GUERHl]J COl,ONII\LI -
LIBIA ·
da montagna della linea avanzata; e quello proditorio degli arabi dell'oasi, alle spalle di Henni e Sdara Sciat, trovò a difesa clella polveriera e degli i11genti depositi. di cartucce il gruppo dclFarti.glieria da fortezza, il quale poi nelle ore pomeridiane raggi.unse, a,t traverso l'oasi incerta, 1'11° bersaglieri a Henni e combattè insieme acl eSBO il 24, 25 e 2G ottobre.
Fig. 282 - Generale Adolfo 'rettoni (da.ira collezione del Capitauo . Avv. Costante Giraud).
Così pure la battaglia, generale del 26 ottobre trovò tutte le batterie dtt montagna, le qua.ttro 906 ed una da .75 A., allora sbarcata, sulla linea, avanza,ta di occupazione e dentro l'oasi. In queste _circostanze apparvero evidenti. la, saldezza, ,la bravura e la perfett:1 <)rganizzazione di tutti i reparti, noncbè l'utilità clell'artiglierh1 se;udata e a tiro rapido e la sua ef6.c ada, i cui effetti micidiali, produssero nell'animo degli arabi un folle t~rrore. Tanto che nel successivo periodo di tempo fino al 4 dicembre, _si poterono sventare i giornalieri atti:Lcchi entro l'oasi., smembrando le batteJ'i.e in sezioni ed impiegando con buon risul tato persino i pezzi isolati, pqichè là dove facevasi sentire la . voce del cannone .cessava op;ni attacco. -
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l!'ig . 2S13 - Batteria da 75-A trainata da muli.
L'ARTIGLIERIA :\'ELLE GUERRID COL0:1\I ALI -
LIBIA
26 O'l"l'OBRE - 26 NOVEMBRE 1911: Nei primi giorni dell'insurr·ezione, mentre si sgombrava alle. spalle l'oasi malsicura , si ebbe motivo di ritenere che uno degli obbie.ttivi immediati degli arabi fosse il deposito di. cartucce e di altre munizioni esistenti presso la Caserma di cavalleria,; i Comandi stabilirono di evacuarlo rapidamente con ogni mezzo e cioè con muli, cammelli. e carrette, e con l'ausilio di casson i turchi, opportunamente ridotti .
·Fi:g. 284 - Impiego dei cingoli ,Bonagente. (dfl. « l'Azione dell'Esercito Italiano nella Guerra Italo-Turca » -
Min istero della
Guerra,
1913).
In pochi giorni vennero portatj. a 'l'ripoli più di 10 milioni. di cartucce Henry Martini e Mauser, ed ingenti quantità di polveri e munizioni d'artiglieri.a . I locali evacuati furono poi adibiti a ricovero del munizionamento ingentissimo che a,f fluiva dell'Italia per le nostre armi. Larga e grandemente munifica di ogni rifornimento fu ·I' Amministrazione centrale della Guerra. Gli sbarchi, pèr qùanto ostacolati · dal mal tempo, si sue-
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1l'ig. 285 - 'l'.ipo di bardatura a ba.sto per someggio cammellato.
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cedeva110 agli sbarchi; le banchine rigurgitavano di materiali di ogni specie ed il lavoro di sgombro prncedette senza tregua anche in ore notturne. I ntanto nei primi . giorni di novembi.'e con le truppe della 3" Divisione e con quelle complementari per il Corpo d'armata speciale, giungeva il 2° gruppo di batterie da montagna, un'altra batteria da 75 A . ed i materiali per clue nvove batterie da 75 A . che v-ennero subito costituite con pers-onale del gruppo di artiglieria da fortezza . . Mentre quotidianamente e sempre più vivaci si ripetevano gli attacchi deg:!.i arabi contro l'oasi, veniva 'impegnato sul fronte sud-est un clue_llo insistente, talvolta violento, tra le nostre batterie del Marabutto e l'artiglieria turca.. Oome risultò, dopo il 4 dicembre, i turchi avevaJlQ 7 pezzi cla 87 A . Krupp in posizione lungo le -colline fra Foi'naci eù Ain Zara, appostati maestrevolmente dietro le creste e le dune a larghissimi intervalli, ed inoltre disponevano di qualche pezzo da montagna {:he, trasportato in varie posizioni nelle radure deU'oasi, spingeva il tiro entro Tripoli. Inutili furono i tentativi del Draken e degli aeroplani per sMprire le posizioni dei pezzi da montagna, e perciò si clov-et.ter-o _subìre quotidianamente fìn al 26 nov<~mbre i lor-o quattro colpi che giungeva.no . verso Piazza dello Sparto; invece le posizioni dei cannoni di Fornaci A.in -Zara vennero iclentificatc sia dall'aviatore Riccardo Moizo, sia cl.alle nostre' batterie, medh111te l'osservazione alla vampa e l 'esame delle gra.clnazioni delle loro spolette. I turchi tiravano da postazioni completamente defilate; le nostre, invece, - Caserma cavalleria, Marabut to e fortino Messri, - erano perfettamente note, dominate e hen apparisoenti, facili alle osservazi,oni dei risultat~ del lor-o tiro. ' · Un tale tiro nemico-non poteva peccare di esattezza, ma, tuttavia fu sempre inefficacfi. Le nostre batterie scudate del Marabutto e di Sidi Messri per più di un mese ne sopportar-ono, quasi se11za m~rdite, il fuo-co; furono spc~sso -colpite negli .scudi, senza alcuna eonseguenza; u:na sol voltf.L fu colpito in pieno chl una grana_ta il piccolo osservatorio rivestito di sacchi a t-erra dal quale il cap. Di Snni dirigeva il tiro; il rivestimento ed il
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F ig . 286 - Stndi ed esperimen ti vari.
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terreno ne fur,ono sconvolti ma fortunatamente il capitap.o <~cl il caporal ma,ggiore goniomet.rista ne uscirono illesi. L'efficacia del tiro dei nostri cannoni contro i pezzi avversari non potè essere controllata, negli effetti immediati ; ma a testimoniarne la precisione rimasero, dopo il ·4 dicembre 1911,
Fig. 287 - Oa11it:rno GiuseppQ Pnliacio di Suni.
le posizioni nemiche ri.caniate clai bossoli dei nostri proietti, i cassoni turchi sfondati. e le razz~ cl.elle ruote dei pezzi scheggiate; sulla, duna presso la Moschea di Bin bu Saat rimase, qual prezioso cimeli.o, l'affusto sconquassato di un pezzo, smontato dalla, ·batteria Di Suni nel mattino del 19 novembre. 26 NOVIllMBRFJ 1911: Sono ormai diffusamente note le lucide disposizioni date dal Comando del Corpo d'Armata, e la, cronometrica loro esecuzione per par te delle truppe nell'avanzata del 26 novembre 1911., ·allo s0opo di riprendere la originaria linea, forte Messri-Henni bn Scita. :È bene aggiungere però che in quella giornata la mobilità delle battprie <.h.L 75/906, che tanto efficacemente cooperarono colla brigata Nasalli-Rocca negli attacchi·dell' ex Scùola d'Agricoltùra e del forte Messri, venne messa a dura prova dal terreno -
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F ig. 288 - Batteria mobile cli ripiego .con mat èriale da 75-B.
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molle e sabbioso, recentemente impantanato dalle ·esuberanti acque del l\rlingc~nin. In quel combattimento cominciarono ad aver regolare funzione i rifornimenti delle munizioni che mai vennero meno. Compito questo, essenzialissimo e certo i1ssai pericoloso, per quanto meno brillante di quello affidato alle truppe di atta,eco. Il oombattimento clel 26 novembre, per quanto accanito nell'avanzata entro l'oasi, dove bisognò espugnare casa per casa, non fu che un assaggio 1 dopo il quale i superiori Comandi decisero l'avanzata su Ain-Zara. Per questa ~zione giunse molto opportunamente E concorso già, pi-eannunziato di un gruppo mobile di batterie d'assedio, due di cannoni. da 149 G. ed una di mortai da, 210 A. che entrarono in porto il 17 novembre. Le operazioni di sbarco mccli.ante mezzi rudimentali, il trasporto delle artiglierie sulle posizioni attraverso vie fangose e non se,m pre sicure e Farmamento delle batterie, furono compiute in tempo relativamente brevissimo, 5 giorni; il sapiente lavoro direttivo del Comando del gruppo, l'intelligente ooopera zione di tutti gli uffici.ali e l'abnegazione èlella truppa vollero quelle potenti artiglierie pronte all'alba della ricorrenza di Santa Barbara,. E veramente a. Sa,n ta Barbara parve consacrata la giornata di Ain Zara: da: Taginr-a. ad Am-Russ, da Fornaci ad Ain-Za1'.a, le grosse artiglierie della){. Marina, i cannoni d'assedio e le batterie campali in postazio11e fì~sa sparsero il terrore e la morte, protessero l'avanzata delle truppe mobili, resero malsicuro il terreno retrostante alle posizioni nemiche. Sotto la protezione di questo nembo eh fuoco e d'acciaio si iniziò e si svolse la grande, faticosa conversione ddla Divisione Pecori verso oriente, col perno a Messri, e l'ala avvolgente cla Bu Meliana ad AinZara. Cinque batterie da montagna, accompagnarono le teste delle colonne di attacco ; -esse ebbero la vent ura di fìac,ca,r e la resistenza nemica battendone d'infilata le artiglierie che caddero, abbandonate dai serv~nti, in nostra mano. 5 DICEì\'.rBRE 1911-18 E 20 GENNAIO 1912: Il periodo cli tempo che seguì fu caratterizzato da un lavoro alacre di rafforzamento -
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.l!'ig. 28.CJ • Studio di scudi per fanteria.
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sulle posizioni c0i1quistatc, dalla, occupa.zione dell'·o asi di 'l'a giura e dalle ricognizioni offensive verso Dir Tobras, Bir el 'l'uro e Zanzur. Le posizioni vennero ·armate 'èon batterie in postazione fissa, e fra queste è da not~rsi la temporanea batteria di cannoni da i49 G. ad Ain Zara;, il cui trasporto potè effettaursi sen za difficoltà, mediante i dugoli mod. Bonagente. L' occupazione cli Gargaresc ebbe singolare importanza, per l'improvviso attacco degli arf1bi che la ostacolò. I n quella gior nata, 18 gennaio, una batLer-ia da montagna, divenuta centro di difesa, cooperò con mirabile precisione .e prontezza e con ardimento pari a quello spiegato cl.al 52° reggimento fanteria, esplicando azione efficacissima di fuoco. 21 GENNAIO - 7 GIUG?>:O 1912 : Vesperienza, tratta da,lle rico gnizioni offensive · e dallo soontro impreveduto cli ]3ir Tobras, confermò l'impossf5ilità di intraprendt~re l'ntile avanzata .verso l'interno, senza adeguati mezzi logistici assicuranti i rifornimenti cli munizioni e di ogni a.1tro elemento di vita :(anche legna ed acqua) . Le notizie sanitarie dal campo nemico, 'dove indubhiafoente infieriva.no il oolera ed il tifo, indusser,o i nost ri sani.tari ad inibire, in ogni caso, l'uso delle Ji.mi.tatissime risorse dei pozzi. esistenti nelle zone· da ·o ccupare, Pertanto mentre si pTocedeva alla sistemazione difensiva di A.in Zara, Fornaci e Gargaresc con opere di carattere semipermanente e~ in muratura, venne determinato l'acquisto cli cammelli, la costruzione di un Pare-o automobilistico e la, costru zione di una ferrovia a scartamento ridotto verso Ain-Zara, · Tagiura e Ga,r garesc. Per garanti.re inoltre in ogni evenienza fa base di Tripoli da qualsiasi improvviso attacco od, incursione rapa.ce, fu decisa la costrnzione di un muro di cinta di si.curezza, della Pia,zza. · L'attuazione di un programma di. lavori così vasto e complesso per natura, sua, -e le diflìcoltà nascenti dalla mancanza di mezzi locali, dalle lunghe operazioni inerenti a ciascuna provvista, dai trasporti e dallo stato del mare, richiese necessaria mente un lungo periodo di tempo che, negli. effetti d8lle opera -
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Fig. 290 - Slucli ed esperimenti cli scudi per artiglieria.
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,doni militari, provocò una sosta, ingiustamente da taluno criticata. Di tale tregua il Comando di Artiglieria trasse partito anzitutto per ampliare ed ,o rganizzare, in modo rispondente ai molteplici ed ingenti bisogni del Corpo di occupazione, i labo ratori di allestimento e di riparazione delle armi, dei materiali di artiglieria e degli altri servizi, nonchè i depositi di riserva di materie prime, armi, munizioni ecc.. .. costituendo la Dire-
]'ig. 291 - Modello di scudo scorrevole installato alla batteria di Bu Meliana.
zione di .Artiglieria della Libia.. Immane lavoro, qualora si pensi ·ana varietà di specie ed all'entità numerica dei materiali costituenti la d.otazione di ciascun reparto o corpo mobilitato, al consumo di essi nelle vicissitudini cli un lungo periodo di campagna ed alla ryi.ancanza quasi assoluta cli mezzi industriali e -
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Plg. 2!)2 - Rlclotte co11 piaz,mol(' scudate.
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di personale operaio nei primi mesi della occupazione; immane. delicato e · preoccupante lavoro che fortunatamente trovò nella previggente larghezza del Ministero della Guerra ausilio continuo, pr<mto, illimitat o . . Inoltre, dopo ponderati st1Jdi ed iniziali esperimenti, si co minciò a costituire '(solo più tardi si provvide al completamento) una batteria da montagna someggiata a dorso di cammello; si concretar,0110 due tipi cli scudi per artiglieria :· uno per cannoni da 75 A :· in postazione :fissa e l 'altro per capi sezione e comandanti cli batterie da campagna e da montagna; e si procedette nell'esecuzione di alcuni esperimenti sia per meglio organizza,re in a,vvenire il sen 1i½i.o di traino, sostituendo le pariglie di muli ai cavalJi, sia per estendere ai cannoni da campagna l'uso di speei.ali cerchioni artk,olati per ruote, sia per altri scopi. Si sperimentar-o.no al tiro muni7.ioni di artiglieria e di fucileria, ·Che, per l'avvenuta immersione in mal'e durante gli sbar chi, lasciavano dubitare del lor,o regolare funzionamento; si procedette al cambio cli numerosi inneschi avariati per 1'11midi-, tà; e, stante l'approssimarsi dei forti calori estivi, si presero misure per sa.lvaguardare dai raggi diretti del sole le munizioni delle batterie campali e per migliorare le condizioni di sicurezza e di vigilanza nelle polveriere e negli altri depositi di mu-. nizioni. Infine si sist~marono le comunicazioni telefoniche con le n umerose batterie, si costruirono osser vatori di vigilanza ecc ..... Per ultimo si fornirono alcuni reparti di •artiglieria mobile, é dùe <}01nandi di gruppo per le, operazioni di guerra svoltesi ad Homs (occupazione del Mergp.eb) a, R odi, Zuara. Misurata e Derna.
' riprese 1'8 S GIUGNO 1912 :- Le-operazioni guerresche vemrcro giugno con l'avanza,ta su Zahzur e l'occnp:1zio1H~ cli Abel el Ge!iL Gli arabi fortemente trincerttti presso le cave del <1heran si opposero vivacemente all'avanzata; ma_furono schiacciati . In seeondo· t ernpo altre masse accorse dai centri interni attaecarono vivacemente il nostr,o fianco, punfando su Gargaresc. Questa battaglia fu classica nel suo svolgimento. Tutto parve esattamente preveduto e prudentemente predispost o; e la più -
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E'ig. 203 - Batterla cammclluta
P ezzi train nti a bracciu.
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armo·n ica cooperazione fra le varie Armi ebbe il coronamento del più bril1ante successo. · La brigata d'attacco Giardina marci.ò risolutamente sull'obbiettivo principale, garantita sul :fianco e collega,ti:L 1alle spalle dall'altra brigata (Rainaldi) della l " Divisione -che appoggiavasi a sua v,o lta al ridotto n . 3 ; davanti e sotto la protezione delle artiglierie del Port? agì la riserva; per ultimo cinque battaglioni della 3~ Divisione usciti da Bu-,1\!f.eliana, sbarrarono la ca rovaniera di !i',o ndugh-Tokar minacciando di fianco e da tergo il nemico. Nè,. mancò l 'efficacissimo concors() <lella R. Marina . che spazzò la costa di Sidi Abel el Geli.I. Le batter-ie che si trovavano nella zona di combattimento (20 cannoni da mont. , 12 da 75/906, 10 da 75 A., 4 da 149 G., 3 da· 210 A. in postazione fissa) entrai·ono .tutte in azione . Le truppe delle altre Armi avanzarono sicure ·o stettero impavide alla difesa sotto la protezione del nostro tiro ad esse immediato. A testimonianza del perfetto accordo col quale si svolse l'azione e della :fiducia con la quale le catene marciarono o sostarono sotto le precis~ traiettorie degli shrapnel che scoppiavano a brèvissima distanza da ess·e, è rimasto vivo e gratissimo il ricor do del grido : <<° Vrv A L'An1'IGLm1nA >> col quale i reparti conquistatori delle trincee salutarono la, fine del brillante assalto alla baionett a . Duran te la, battaglia il rifornimento munizioni funzionò con perfetta regolarrtà, ; e prima di sera anche il deposito secondario di Gargaresc ne era al eompleto. NeJl'immeclia,t,o ·periodo cli tempo susseguente vennero prese cd eseguite disposizioni svari.a te per l'armament o della po sizione conquistata e pel rafforzamento di essa. Venne f:~nche disposto .pel prolungamento dèlla linea ferro viaria di Gargaresc. - DALLA FINE DI GIUGNO AL 20 SE'l"l'BJMBRE : Ment re si eseguivano questi lavori e gli spostamenti vari delle batterie, e mentre,· d'altro canto, si spiligeva il più :avanti possibile la si stemazione a difesa della P iazza, si riesaminò lo stato dei servizi in rapporto alla non lontana avanzata. Fra l'altro, -il carreggio dei Corpi risentiva la conseguen:za
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RELAZIONJ<: DEL GEN!mALE TE'l' l 'OXI
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·d ella lunga campagna e del servizio straordinario prestato per la costruzione della cinta; nonchè gli effetti dei forti calori esti. vi. Per cui fu giocoforza invocare nuovi aiuti dalle superiori 1 Autorità e dal Ministero che fu, come di consueto, largo di prov, vedimenti, arricchendo la Direzione cli Artiglieria di operai spe·c iaiizzati e di nuovo maechinario ed esa,udendo tutte le richieste di carretti, di parti abbozzate, di finimenti, di barcl~ture, og. getti cli governo ed ac-cessori d'ogni sorta. 20 SilY1'1'El\rnni,; 1912: Intanto, nell'attesa del momento propizio pe1· l'avanzata, il Comando del Corpo di occupa,zione determinò di fare un altro passo avanti verso sud ed ovest di Zan-zm per impossessarsi del nodo carovaniero che vi converge e -c}ominare nel suo insieme, da ogni lato, l'oasi, occupando sta. bihrn~nte l'altura di Sidi Bilal. Il movimento venne preceduto ed opportunamente preparato meclia,nte provvedimenti intesi ad a,ccrescere il potere of. tensivo delle posizioni avanzat<~ (Zarnmr, Ga,rgaresc, Fornaci) con le batterie di medio calibr,o che stavano ancora addossate -alla vecehia linea; rwnchè completando il deposito munizioni <li Gargaresc e stabiliendone uno più avanzato a Sidi el Gelil. Per di più si forma1:ono due nuove unità campa.li ricostituendo la 9a. batteria da montagna con elementi provenienti da Tobruk, '{lall'Eritrea e tratti daUe batte1·ie di Tripoli, e completando la , batterip, a cammelli su 4 pezzi. Anche questa volta, nella battaglia, che ne segui, nella fa. ticUca ricorrenza oone auspicante per le sorti delle armi nostre, l'ifulsero lo slancio val oroso delle truppe e la concorde coopera, :zione delle varie Armi. Dei reparti cli artiglieria, parteciparono alla battaglia con le truppe mobili : quattro bf:Ltterie da montagna (compresa la cammelli) co11 22 ·c annoni; tre batterie mod . 906 0011 12 pezzi; quattro batterie da 75 A. con 18 cannoni: e due da, 149 G. con S can.:noni in p-0stazione fissa; in tot[Ìlc 60 cannoni. Tutte le batteri-e, provvjste del munizionamento regolamentare, trovarono pronto rifornimento nei cleposHi avanzati cli Gargarcsc e Sidi Abd el Gelil, i qw1li a lor.o volta er~no colleg1:Lti con ferrovia .al deposito principale di 'rripoli. 42
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Sorpreso7 oppresso e sospinto da uu formiclabile sistematico bombar(lamento, il nemico dall'oasi cedette lent amente verso sud-ovest. Ma, in secondo tempo, rinforzato da sov,e rchianti masse provenienti da Suani Ben Aden, riattaccò sul fianco con estrema violenza che mise a dura pr.ova la resistenza delle truppe . Fu in tale momento che i pezzi di una batteria da montagna. (fol'i.t o il capitano) corsero peric-;0.10 di restare in preda. al nemico; m:1 il tempestivo intervento della batteria a ca,m. melli ed il .successivo accorrer e delle riserve divisionali e di Corpo d'armata con le. rispettive batterie mod. 906 spezzarono e dispersero Fimpeto nemico. Il nostro contrattacco fulmineo sco11volse le Mehalle arabe e le fugò di cl.una in duna oltre F,o ndugh el Fondi. L'azione di queste batt.èie fu caratterizzata (fa grande vulnerabilità di bersaglio, da rapidità di manovra e continua violenza, di fu oco. DAL 20 SETTEMBRE AL 16 OTTOBRI)] 1912: Alla bttttaglia di Sidi. Bilal seguì un intensivo vigoroso sforzo per sistemare o:ffensivamcntc la, zona conq uistata e farne base di ulteriori operazioni. Si a,pprontarono così7 fra l'altro, i riclotti di Mamura (altura dei 39 ettometri) , Sud oasi e ·Sicli Bilal, ·armandoli e munizio 11andoli potentemente: le difficoltà, di tra~porto delle pesanti artiglierie e del munizionamento furon o affrontate e superate col consueto 7.,elo. S! guì poscia il lavoro cli sistemazione delle munizioni nel1e numerose opere, in vista delJa permanenza di imprevedibile durata , col doppio sc-0po cli prese1·vare gli esplosivi dall'umidità, non meno che dagli eccessivi calori. Verso la, metà di ottobre, ultimata la nuova si~temazione delle opere, si prepara,,ra un' altra avanzata, quando giunse l'ordine cli sospensione delle ostilità, (16 ottobre 1912f
1\:Caggior generale Comandante di Artiglieria. A. T ETTONI
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COXS1DEIU7.l0)<l si.;1.r/AH'rJGLIEHI.\
):t::LLJ.; GUEmm COL0:'\1.\ Ll
Le graudi guen e colouiali alle quali partecipò gloriosamen le l' .-h tiglieti:1 llaliana fmono t t oppo lo11tane l'una dalJ' a.ltra pcl'chè gli amnu.testt·ameuti della prima potcssm·o essere l'igo1·osamente utilizzati pcl' lu seconda. Non solo, ma differenze di ambienti, di sit uaidoni politiebe, <.l i c,u·utte1·istiche speeiali dei due teatri <l'operazione fu1·ono noLoriawentc tali da escludere complctnm cnte o q uasi la possibilit ù ùi rifedmenti. ta ttici. E perciò le 0011:-:iderazioni che scaturfrono da ognuna delle c·ampague ebbero caratte1·c con tingenti e fm:ono q11indi snpcn.1.te dal tempo . 'l'u ttavia non .sembra inutile, ritornando su qua,nto si è esposto, accennare, in una rapida visione r etrospettiva, a,Ue caratteristiche salienti rivelatesi dalla nostl'a Al'lna che, anche e ;;pccialluente nei combattimenti coloniali, confermò non soltanto la s uu. importanza grandissima dal punto cli vista strategico-tattico, ma, ane<>ta, e forse meglio che nei combattimenti emopci succedutisi dal 1870 in poi, rivelò una sua preminente cara.tterislic:a, quella cioè di costi t uire l'oss,ttm a articolata del coml.Jattimento : tale s11:.1 tipica f unzioue l 'artigliel'ia rivelò marcata wentc senza alcnna ec<·czioue, e marcatamente in tutte le azio11i. E così nella difensiYa--0.tieusiva alla quale si ispirò il generale ])i San ìv.l aJ:za,no nen a campagna 1885-86, l'artiglieria costi tuì con le sue posizioni uua specie di costellazione di punti d'appoggio, 8olidamcn te e pot<:m ternc11 te armati e collegati tra loro, nel cui ambito le forze mobili poteYano sicuramente muoversi iufHggencJo continui scaccbi agli assalito1·i, sia autoproteggendosi con le opere fo1·tificate, sia spingendo gli avversari contl'O le opere stesse, e per tanto sfr uttando in ogni cas.o le gittate delle varie a1·Ligliel'ie nei punti stessi dislocate. E tale pratica realizzazione fu allora suffici ente a str oncare ogni vel leità aggressiva dell'avversario che, dopo la pl'csunLnosa sua sfid a e l'inutile sosta di vana attesa, fu costretto a ritornar. ene ai l onlani luoghi donde era partito . Allo ste. so modo nell'offensi m -dìfensiva, alla quale. si ispirò invece il generale Ba ratieri, le artiglierie mobili impiPgate con -
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L'AU'l'IGLUJ;l!IA ~ELLE) GUEnnE CO LO:'\IALI -
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~oraggiosa ar<litezza, nel corso del c;ombattimento CO$tituirono egualmente dei punti d'appoggio moventesi "li seconda delFanùamento dello scontro e attorno ai qnali le truppe di li11ea manovrarono all'intento di provocare lo scompigli,o e la r otta del:1'avversario. Tutte le v,olte -che la predetta preminente caratteristica ·dell'artiglieria . fu tenuta pres,ente, e alla, caratteristica stessa ·f u informato il concetto dell'azione rispettandola rigorosame11te, le sorti delìii. battaglia furono favorevolmente decise, ecl in q nesto -o rdine di 001),;;iderazioni può ess<~re ledto nota,r<>. che · ln, mancanza cli arti.glierie da pat·te avversa,ri~1, non poteva n,vere 11n' intluenza eccessiva o comunque negativa suIFandarnento della lotta, anzi si può osservare che tale assenza fece si che la nostra artigiieria, rappresentata claHe batterie mobili, dovette perciò più decisamente ed esclusivamente ri:volgersi contro quelli che dovevano essere gli unici suoi obbiettivi na.tnrali e più temibili, e cioè dirigere i suoi tiri sulle fanterie a,vversarie . La scelta della, posizione, naturalmente subordinata alle carntteristiche del n ate1fale del tempo - puntamento di.retto e gittata, limitata, - doveva quindi rappresentare uno clegU elementi fondamentali della battaglia. Perciò la conof;cenza del terre1io, la dislocazione relativa delle posizioni delle diverse batterie tra loro, il dominio sul terreno della lotta, le possibili.tà, di facili spostamenti;" la -continuità dei rifornimenti, H celere inquadramento clegli obiettivi e dell' azione nel suo complesso, la tempestività dell'intervento, furono fin d'allora, i fattori essenziali del sue-cesso : il rispetto costante clei predetti fattori e delle norme che ne conseguono fu l'elemento fondamentale e più saliente dei combattimenti fortunati. Nella battaglia cli Adua, -come si è ampiamente osservato, ciò non avvenne: le bi.ttterie assegnate alla brigata indigeni fu . rono costrette a prendere posizione in modo affrettato, ammassandosi i n una uni.ca posizione battùta, già, dalla, fucileria av. versaria,, e se 1'eroismo degli artiglieri bia,nchi ed eritrei e lo · splendido contegno degli ufficiali poter-on o scrivere una delle più gloriose pn.gine dell'Artiglieria Itali.rina, il fuoco dei. cannoni non salvò e non poteva salvaN~ la situazione già compro1
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IL VALORE DBLL'All'.l'IGLIEIUA f,; LA C0 LL.·\ B0RAZI0~ E COLL.\ ì:'A:S:TEHlr\
messa da,Uo schieramento tumultuoso <.lelle truppe su una po sizione intenibile. Allo stesso mo(lo, immortalandosi per n loro int1·epi.clo contegno, le ba tterie delfa colonna, Arimondi., accorse a sostegno del. la brigata Al.bertone, furono costrette ad occupare posi½ioni sulle quali già imperversava la gragnuola della fucileria nemica. Per contro le artiglierie della brigata, Dabormida, alle quali le vicende dell'a,1,ione, iniziatasi aJla, sinistra del progettato schieramento, concessero maggiore respiro, poterono) pur nella tremenda situa1,ione già determinatasi ool rovesciftme11to del battaglione di Milizia Mobile sulla sinfatra, fronteggiare riso. lutamente l'avversario. Esse furono cioè per molte ore dò 1.:he dovevamo essere « i pilastri 111:obili clcl combattimento >>, e le flut tuazioni della brigata Dabormicla, rimasta sola a lottare contro masse non soltanto molto soverchianti ma, altresì. libere da ogni preoccupazione alle ali, furono possibili e regolari essenzialmente per-chè le batterie fino al tardo pomel'iggio poter-0no essere ra,zionalmente sfruttate nelle loro caratteristiche cl'impicg,o. L'Arma pui· nei combattimenti sfort unati e anche nelle guerre coloniali rivela.va dunque formidabili fattori di pote117,a, e ciò non già perchè l'avversario fosse sprovvisto o malamente dotato di artiglierie ·O perchè esso sopra,yi:Llutasse gli effetti materiali e morali delle nostre, ma, nnica,m ente perchè gli eroici sforzi delle nostre fanterie, saggiamente impiegate, sempre qua,ndo ebbero la collaborazione dell'artiglieria, poterono riu. scire a strappttre la vittoria, che invece non arl'ise allorqu ando non fu realizza,fa, la, completa armonia e la piena concomitanza delle azioni svolt-e dal binomio « fanteria-artiglieria n. All'epoca sovratutto delle nostre prime guerre coloniali non era possibile, e molti anni dovettero infatti. trascorrere prima che questa concezione di armonica concomitanza - spiritualmente, moralmente e materialmente sincronica e sintonica - si imponesse allo studio ed a.na seria, meditazione dei Comandi. Per questi ultimi le guerre ed i combattimenti in Colonia furono p}1rticolarmente considerati in relaziùnc sopratutto alle difficoltà logistiche, ·Sottova,luntando taholta in troppo larga, misura. l' a;vversario, in complesso male armato, malamente rifornito ed ancor peggio oomanda,to, ma viceversa m1m<~roso ed audace e perciò J
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L' ATtTIGLIEHI,\ KELLE GUr,;mm COLO~IA LI -
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temibile e pericoloso per la sua brutale forza nurn('riea, per la f.< ua irruenza e per le azioni di sorpresa che gli era.no generalmente facilitate dàilla maggiore sua conoscenza del terreno, daJhL sua, frugalità e dalla natura.le sua adattabilità, alle condizioni ambi@tali. La quasi totale mancanza cli nn diligente e fidato sel'vizio di info1'lllazioni faceva inoltre prevedere che normalrn.ente le battaglie in. Uolonia sarebbero state cli incontro, ca,rattere fin da allora quasi eccezionale ùelle guen·e contin entali. Per tutte le predette 1·agi.oni q negli inscguamenti che la battaglia di Adua aveva indubbiamente rivelati e talvolta anche aure.olati di gloria, ma caratteristicamente conseguenti da speciali circosfanze contingenti, non ebh,~ì.'O seguito e fnrono anzi in gran }A.ll'te di rn en tica ti . Nei Yad paesi qrrincli gli orientamenti e le tendenze nell 'impiego deJl' Arma restarono quelli c:he la campagna del 1870 aveY~I, pocler,osamentc rivelati, e non vennero pertanto accolte quelle anticipazioni che scaturivano dai nostri ,c ombattimenti coloniali. La s11<.:..:es8iva guerra italo-turca t1·ovò quindi immutate o quasi l e caratteristiche deH' Anna . Mentre altrove erano già state cont hiuse e definite le vive polemiche e le ardenti discussioui s01-te in riguar<lo dei materia,li a deformazione e del puntamento i ndiretto, da noi i problemi stessi erano ancora insoluti e pertanto dalla, loro soluzione scaturivano possibilità, nuove ehc naturalmente sovvertivano i c,oncetti d'impiego fino a quel momento seguiti, e apparivano quasi tali da togliere al1' Arma ed ai comandanti di batteria quelle ca,r atteristiche fun zioni lusingÌ1iere e gelose di sa,ggia ed oculn,ta, direzione dell' unitc:L fondamentale d'artiglieria « la ba;tteria, >>. Presso t utti gli eserc:iti europei la maggiore pesantez?:a dei materiali e quindi la loro minore mobilitù;, la rinuncia, ai movimentati ca,mbi di posizione e ane fulmine·e e brillanti loro occupazioni, nonchè lo ~preco delle munizioni furono gli argoniènti principali che ostaCìol:;i.r,ono la rapi9a generalizzazione dei nuovi :materiali i quali rrano, per ovvie ragioni, anche maggiormente costol:li, Nelle trattazioni della Parte 1'ec11ica si vedrà come le prime geniali. idee nonchè gli studi per la deformazione dei materiali.
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L'Ulf POllTANZA
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l?ATTOHI
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e l'adozione clel puntamento indiretto <:ostituiscano titoli di primato di nostri a1·tiglieri i taliani, mel'ito di nostri. tecnici e vanto def nostri arsenali : qui necessi.ta 1rnicamentc rilevare che la gueJ'ra italo-turca del 1!)11-12 110n soltanto t,rovò le di · scussioni in proposito non ancora completamente sopite ed i materiali nuovi appena clistribnfti, ma l'i sentì le forti preven, zioni nei l'igùardi deWL loro utilizzazione nei combnttimenti coloni ali , le di"ffidenze cnnsate dalla delicatezza dei c:ongegni di freno, di rinculo, di 1·icupero e <li puntamento, e per ultimo )e molte riserve per il maggior cornmmo di munizioni conseguente dalla consentita ccledtà di tiro. Fu pcl'ciò meritamente coraggiosa la decisione del generale Polli<> di far spe1·imentarc in questa guei-rù. i materiali mod. 1906, tenuto conto sovratutto delle difficoltà, poli tiche internazionali attraverso k quali essa, si sYolse e .per le quali frequentemente vi fu il pericolo che il conflitto si estendesse propagandosi in Europa. Tuttavia. le preoccupazioni ed i rilevati inconvenienti derivanti dagli il1ceppamenti causati da.Ha sabhiH, smossa dai venti, dalla deli· cate1,1,a dei congegni tli pnntamento e tiro , e dalla difficile e faticosa mobilità dei traini nelle zone costiere, in nn primo tempo fece1.'0 prefe1·fre il materia,l e rigido e leggero a quello a deformazione ed a quello pesante, mentre poi non devesi tf.L· cel'e che nella possibile eventualiU cli un allargamento clcl conflitto, tale preferenza dipendeva anche dalla prucle11ziale ncces:-:ita per cni 11011 0011venHa allontanare da,l la i\Iadr<~ P atria i mnteriali n11ovi e quelli cli mn gg'iore potcm:a . Risulta ad ogni modo che i primi rapporti sul fnnzionamento e sull'impiego delle batterie mocl . 90(3 furono assai più riserva,ti cli quelli relativi. al rnatel'iale rigido, che continuò a far buona prova : specialmente il material e dn. 70 A. mont . che alle belle caratteristiche del tiro uniYa la, facilità di trasporto - di traino e <li S{>meggio - e quindi mobilità in tutti i terreni, fn quello preferito al seguito cl.e lle truppe; i cannoni cltL 75 A. e cla 87 B. si dimostra,rono altresì efficaci, ed anche il materiale antiquato del 75 B. mont., di limitata gittata, venne utilmente adoperato in ricognizioni a piccolo raggio, mentre poi tutte queste ultime bocche da fuoco venner,o impiegate nell'armamento delle opere. -M7 -
r/AU'.L'lGLIEnIA NIDLLID o u mm0 COLO.''HALI -
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Nella, guerra italo-turca il consumo delle munizioni anelò continuamente crescendo nonostante i continui e severi richiami rivolti ai reparti dai rispettivi competenti Comandi, preoccupati non soltanto per le difficoltà dei rifornimenti, ma anche e sovratutto perehè il consumo parve ta,l v,olta, rasentare lo spreco, sebbene sostanzialmente non fosse cosL La battaglia. co1oniale, nonostante le sue Msilari diffcrcn7,i.azioni da, quella -continentale, e nonostante le particolari cara,ttcristiche ambientali, poneva già in luce alcuni di que:i fattori che dovevano ingigantire poi e maggiormente affermarsi nella guerra mondiale : le formazioni rade e sottili, lo sfruttamento delle anche minime ondulazioni del terreno, l' allargamento rapido della fronte di combattimento, :fin dalla guerra cli Libia presentavano già, se pure in forma, embrionale, il qua,dro della battaglia ·Continentale, nella quale si sarebbero poi do11uti sfruttare al massimo i vantaggi dell.a copert ura facenclo per tal modo quasi il deserto sul circostante campo di battaglia . L'artiglie:i:-ia non tr-ovò quindi i suoi bersagli <:.he alle grandissime oppure alle minime distanze, mentre alle distanze medie, sulle quali il tiro avrebbe raggiunto la maggiore efficacia~ i bersagli i:.0omparvero. Queste particolari modalità del <:.ombattimento - realizzate con tanta maggiore facilità quanto più il dominio ricercato dagli Artiglieri nella scelta delle posizioni e la proiezj_one delle boc<:.he da fuo00 sulla linea delle fanterie consentirono. agli avversari di individuare le postazioni dei <:.annoIJi per defila,rsi ai loro tiri -, fecer,o si -che le batterie furono insensibilmente indotte e (;.ostrette ad artieola,1.·si, scindendosi ta,lvolta in « sezioni)) appoggia,ntesi mutuamente, e talvolta frazionandosi persino in cc pew,i isola,ti >>. Si contravveniva in tal modo ai preesistenti principi basilari e dogma.tid dell'impiego dell'Arma,- ma vieeversa si realfazava lo scopo pratico, veramente essenziale, di riuscire ad infliggere il :massimo dann o all'avversari,o. · Nella guerra libica, 1911-]2 per il materiale rigido da 75 A. e da 70 A. l'impieg,o per cc sezfoni >> fu assai frequente, e in realtà trattandosi cli lottare contro un a,vversari.o pressochè privo di artiglierie, il frazionamento delle nostre batterie, an-
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IL FRAZIO);.n ll<::'\TO DELLE J3AT'.l'I·:Hrn
cora sn G pezzi, ebbe spesso non solamente {:arattere di necessità contingente, ma fu anche razionale, confermando la più snella formazione dc~lla batteria su 4 pezzi, formazione che in questa gucri·EL ebbe la sna sanzione probante e probativa. Il frazionamento della batteria fu certamente una delle cause del maggior consumo di munizioni, pokhè alla, molteplidtà dei bersagli si aggiunse la molteplicità. delle condotte di fuoco ,o ccorrenti per l'inquadra.mento dei tiri delle varfo frazi-o ni della batter·ia, mentre la maggi.ore rapidità, di spostamenti consentita a tali piccole fra,r,ioni determinò la necessit?a di · aumentare a,l massimo la cekrità di tiro per giungere in tempo a colpire i piecoli e quindi Miche più mobili gruppi avversari perseguiti. Ta,l volta però se pure non vi fn spreco di munizioni se ne fece tuttavia un grande consumo imputa,bi.le e dovuto alla precipitazione che in certi casi. è i.rnwitabile; e pe1~tanto in definitiva questi rilievi furono ì. ~egni rivelatori de11a inarrestabile evoluzione dell'Arma che affermava sempre più l'indispensabilità della sua presenza e quindi la necessità del s11-0 aument-o sul campo di battaglia. Il biAogno di -ottenere che i colpi sparati dai pezr,i anivassero sulla linea del fuoco faceva apparire evidente e determinava la necessità, di stri.ngere materialmente i legami tra fanteria e artìglieria, tanto che fin da ques_ta guerra coloniale, si pronunziò e si impo!Se l'urgenza cli quel provvedimeuto che la gnerra mondiale dimostrò poi indispensabUe e -ci-Oè l'adozione delle batterie d'a-ccornpagnamento della fa11t<~ria, nonchè dei pew;i per fanteria, non tanto forse per aver ragione di pic.<}ole r(~Sistenze che le armi della fanteria non fossero stai.re in grado di superare, ma anche e sovratutto per una maggiore, pi.ù intima e materiale, e conACguentemente anche morale cooperazione tra artiglieri e fanti nelle fasi culminanti della battagli.a. Il frazionamento delJa hatte1·i.a nelle sne sezio11i e talvolta nei suoi per,zi isolati., per cui nell'unità di tempo venne rLllar gato od altrimenti m~lggiormente battuto n settore d'azioue delle batterie presenti al c-o mbattimento, ed il consegu ente maggior c-ornrnmo di munizioni, fm clal1n guerra coloni.a1e misero in luce la nc~cessità cldl'aumento delle batterie sul campo tatt ko. -
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L 'AR'.rI(;LJEUIA );J•;L L [); CT1•:lffl8 COLO:-.T.\ L l
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LIBIA
Le vicende militari svoltesi in tutte le bw,;i costiel'e della 'J.'l'ipolita,Hi.1 e della Cirenaica ebbero iufatti 0011:w conseguenza l'aumen to delle l>oc:che da fuoco inizia!111cnte destinatevi, richiedendo poi auche lo :s[ruttalllento delle maggiori gittate e quindi alt resi l'impieg,o clei 1nedi caliln·i , allo :;co po di Ìll<}tmdta1·e l'a n e1·sario nelle sue molteplici e rade fottnazioui alla maggiore clistanza conselltita (falle al'tiglie1·ie, e costringerlo così a spiegarsi, e rendergli p erciò_ più faticosa e meno reclditizia la sua avanzata. Non soltanto nell'armamento delle basi, ma anche nelle azioni campali il medio calibro intervenne con e:fietti grawli.ssimi che indn ssero nella persuasione che l'avversario temc:s~e il Cuoco dei medi calibri forse assai più per la dep1·ession e moral e da es i pl'odotta negli armati a rabi e nelle popolazio11i indigene che non ptic gli effetti materia1i conseguiLi ; ma mentre tale convinzione non venne suffragata da elementi probanti, viceversa si ebbe t:onferma, evidente che l'efficacia dei colpi di meclio cnlibl'o vem1e seriamente l'iscntita dal nemico. Anche sotto t,a le nllimo aspetto la g-tierra italo-turca mise in l uce quei caratteri che la guerra, mondia1e doveva poi decisamente lJ:fferruure, sanzionand o l'inte1·vcnto di maggiori calibri e quindi di maggiori gittate nella battaglia ea.mpale. L ' Al'tig'lieria, anehe nella battaglia coloniale assunse così il posto che le sue cai·atteristiehe le asscgna,vano, e cioè : quel lo di preJ1clere posizioni essenzialmente atte a battere la fanteria nemica ecl a disorganizzarla fin dall 'inizio, 1·calizzando in tal modo uno dei principi basilal'i dell'Arte :Mili.tare cli ogni tempo e ci.oè queJlo cli « spezzare la vololltà e l 'energia dell'avveri-ario al più presto, Dvnnqne e eom1111 qne sia possi bile, pc1· imporgli la propria volontà e la p esante p1·c~sione della propria, forza)) . Qnesto <'.oncetto, nonosta nte le vera,mente difficili condizioni a mbientali e caratteristiche di terreno nelle quali si svolsero le battaglie della gue1'l'a italo-turca,, fu in generale applicato. Non si ebbero grandi ha,ttaglie decisive perchè l'avver sario addottò la tattica sistematica di evitarle, ma ogni fatto d'arme, malgrado le perdite dolorosissime ma non meno gloriose e al di sopra delle critiche non serene.
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CONCL U SIO="E
fu una afferrna:donc nou soltanto della nostra, superiorità. materiale sul nemico, ma sovr atutto di quella morale sui nostri avversari che sebbene agguerriti, audaci e tenacemente· resistenti, in ogni battaglia fnrono costretti a subire l'offesa potente e continua delle nm1tre a,rtigHel"ie dte, dall'inizio alla, fin e della lotta, (~bbero la prima e l'nltima parQla.
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Notizia bibliografica Pf,H IL CAPl'l'OLO XXVIII -
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CAPITOLO VENTINOVESIMO
Le scuole d'artiglieria dal 1870 al 1914 LA REGIA ACCADEMIA MILITARE DI TORINO - LA SCUOLA D'APPLICAZION E D'ARTIGLIERIA E G EN IO - IL COMAN DO UNICO DELLA SCUOLA D'APPLICAZIONE D'ARTIGLIERIA E GENIO E DELL'ACCADEMIA NULITAR.E - IL CORSO S PECIALE DEI SOTTUFFICIALI PRESSO LA SCUOLA MILITARE DI MODENA - CENNI SULLE SCUOLE REGGIMENTALI.
'I
§
I.
comandante Generale Giovanni Cavalli - Le norme del 1862 per l'ammissione e per 1~ durata dei Corsi - I programmi di insegnamen to - Trattamento degli accademisti del 3° Corso - Le modifiche del 18 7 0 - Gli Ufficiali di governo e loro reclutamento - Il maggiore Carlo Lanza di Busca - L'ambier,r~ clell' Accademia - Le modifiche del 1877 - La cifra reale - Il generale Carlo Bottacco Il generale Luigi Gianotti - L'origine della festa del « Mac ;: » H Generale Celestino Sachero - Accademisti principeschi: Emanuele Filiberto Duca delle Puglie e il Principe egiz iano Ahmed Fuad Il generale Eug·eniò Olivero - Il pareggiamento degli studii - Speciali norme per l'ammissione - Il generale Giuseppe Accusani di Retorto - li generale Nicola Quaglia - Il generale Francesco Luigi Rogier - La sostituzione della Bandiera n el 1894 - H generale Angelo Triani - La riunione dei d u e Istituti di Torino in un u nico Comando - Il colonnello Pietro Drocchi - Il colonnello Conte Alberto Morelli di Popolo - II c-0lonnello Conte Edoardo Lud a di Cortemiglia - Il colonnello Agostino Arlorio ·- Il colo nnello Leone Andrea Maggiorotti - Programmi di insegnamento - Le gare ginniche. I viaggi d'istruzione e le Scuole di tiro - Ricordi ed episodii - La -
001 -
SCUOLID D'ARTIGL1ERI A
1870-1914: -
IL ACCADI•:,rI A :UILI'l'ARE
1)1
TU RINO
partecipazione alle grandi manov re nel 19c9 e nel 191 J - Ufficiali insegnanti - Pr,eclari insegnanti di materie scientifiche e letterarie - Le lapidi commemorative - Le medaglie d 'oro al valor militare - Antichi allievi della R. Acc.ademia militare - Anrt0 1914-15 - P rovvedimenti e disposizioni - IJ colonnello Arlorio succede nel comando a l colonnello 1''\aggiorotti.
N,el quarto volume cli questa Storia abbiamo esposto, i,ia pure sommariamente, le vkende della Regia Aecademia, Militare di Torino dalla sua fondazione (1677) alla conquista di Roma capitale (1870). Nel presente capitolo passeremo in rapida rassegna le vicende cli questo Istituto Militar.e dal 1870 a,l 1915, alla vigilia cioè dell'intervento dell' Italia nella grande gnerra europea, e. quelle della SenoJa d'Applica,zione clutante lo stesso periodo.
* * * Sin dal 20 aprile 1SG:-i era, stato nominato eomauda,nte del1' Accademia il tenente generale d'artiglieria Giovanni Cava,lli, già allievo dell' Aecaclemin, stessa dal 1.818 al 182S e dalla quale era uscito primo classifìca,t-0 d·el i;:uo corso. Egli era giunto a tale posto preced uto daUa fama che aveva.no acquistato al suo norne le numerose innovar.ioni. da lui introdotte nei vari.i mate· riali d'artiglieria e sovratntto la rigatura r1elle boc(~he da fuoc·O ed il cal'icamento dalla culatta. 'l'roppo nota è la figuJ.'a del generale Cavalli come solr1a to, come artigli.ere e come scienziato 1 per doverne riparlare ancora. Comandante dell' Accademia, nella quale rientrarva, quarant'anni dopo esserne uscito tenente, egli vi portava, « oltre il ln·· stro del suo nome, uu animo retto, una granrle rigicle,;za di principii, un alto e forte sentimento militare, un'ii:,1h'ìligcnza veramente ·supel'iore )) (1). Gli allievi acoolsero cori affetto pieno cli rJverenza l '« ordine del giorno >> col quale egli assunse il comando, or dine che gli allievi di quel tempo ricordavano essere stato scritto con ·parole (1) Generale F11,1Nrnsco LU1Gr Roomn. L a Reg'ia Acccalcm,ici !l!fi.ltitare !li 'rorinò, No t e .~torir.:h<J, 1.SIH-1870. Volumi 2 · Torino, Vi ncenzo nona 1916 (2" Bcli-
zionel. -
(j(i:! -
Fig. 294 - Autograf.o clell'Orcline clel giorno 23 aprile 1865, cli Giovamli
Cavalli.
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663 -
SCUOLI:1 DJ ARTIGL!EB LA
1870-1914 -
R.
ACCA,DE~HA J\IIL I'l'ARE DI TOJ'tTNO
c-0sì affettuose ed elevate, sicchè non si erano più cancellate dal lor.·o cuore. Siamo lieti di poter riprodurre qui 1111 tale « Or-cline del giorno)) avendone trovato il te.sto manoscritto nel cm·teµ-gfo del Generale, gentilme:r:ite concesso in esame dai suoi discendenti. Eccone il testo che porl:a la data del 23 aprile 1865: « Cltimnato da S. M. il Re al Comando cli questa R. ::'\:filltare Accademia, si è con 11011 lieve emozione cbe io rientro in quel medesimo stabilimento nel quale i n tenera etil cOlllincioYo quella carrier a che 110 percorso per quarantasei anni, ,per ivi forse terminarla come il mio colllpianto predecessore, superiore ~~ collega, il f.u generale Actis. La stima generale che questi seppe acquistarsi nel corso di sei anni di buon governo, mi sarà <li stimolo e conforto a scgu"ire quelle norme che seppe con sì buon esito praticare, conciliando insieme il necessario rigore della militare liiscipliua colle affettuose cd assidue cure d'un buon padre cli famiglia, quale appunto i vostri genitori lrnnno diritto di esigere da tutti coloro cui affidarono i loro :figliuol-i. Nel breve sguardo da rne clato in questo :J lllpliato e i·imodernalo stabilimento ben mi potei avvedere dell'ordine 0Yun r1111:? mantenuto, dell'elUeace concorso prestato dai Sigg. v f!ic:inli di gonn·no, dell'eccellente direzione del vostro direttore degli stndii : da essi tutti mi riprometto la conlinua;,,ione con egual zelo dell'opera loro, aHincl:tè anclw sotto al mio comnndo abbia a J)roseguire il presente locl<~vole andamento 1:digioso, morole, scientifico e militare cli questo prìmario istituto 'Cli educazione che giù cliecle all'Esercito ta nti distìnti ufficiali, da cui ,la Nazione dopo i rerilicati provveclimeHti impartitì ha ben ragione di aspettm·si che siano sempre più numerosi, al quale scopo le vostre occupazioni ecl i vos tri pensiEiri devono onr unieamente mirare ».
Il generale Oa,v alli v·edeva nella nuova .Accademia progrediti grandemente gli studii e conservate, con non molti adattamenti, le tradizioni radicatesi dalla l unga opera del Sal11Zz,o: la sua azione di comandD si palesò pe1~ciò es~enzialmerite nel campo direttivo, senza, intervento minuzioso nelle . opera,zi.oni giornaliere; . allievi, uffi.ciali di governo) professori er:-a,no spinti all'adempimento dei proprii doveri dalla di lui presenza nell' A.ccad·emia, dall'impegno che sentivano derivare dall'impol'tanza del ,suo nome ; tutti poi ricorrevano 00n fiducia, assoluta e con sicurezza piena al consiglio di lui sempre retto, sempre equanime, sempre attinto a criterì di incrollabile onestà, di aperto patriottismo, di elevato spirito militare.
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IL I:EGIO DECHETO 08L
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'*
1862
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Come itbbiaino gi::\ accennato, nel quarto volume di questa Storia, sin dal 1862 l'Accademia era stata destinata al solo reclntamento degli Ufficiali delle Armi sp,eciali e d .oè di Stato Maggiore, cl' Artiglieria e del Genio. Il R. DecT'eto 6 aprile 1862 conteneva, fra, Je altre, le seguenti disposizioni relative agli Istituti militari : a) Gli h,tituti snperiori di -e ducazione e di istruzione mi lita,re, destinati a rifornire di ufficiali l'eserdto, olti-e il t-erzo devoluto ai sott11fficiali. a norm:1 della legge 13 novembre 1S57, sono : la R . . A-cca dernia militare per le armi speciali; la Scuola milit:1re di fanteria; la Scuola- militare di ca.valleria. Essi sono alimentati prinei.palment(~ con allievi cl<!i Collegi militari, d'i· strnzione e cli educazione secondaria. b) GJi aspira,nti debbono avere sedici anni compiuti e non superare i venti; quelli già appartenen ti all'esercito possono essere ammessi sino ai ventitrè anni. a) Per es,sere ammessi a,ll' Accademia occorre riportare i due\ erzi dei punti di merito negli esami cli prima serie (aritmeti-ca, algebra., geometria piana e solida, trigonometria piana) e la metà negli esami di seconda serie (lettere, storia e geografia). d) La metà clei posti annualment<~ vacant i nelht prima cla~se delP Aecademia è devoluta agJi allievi dei Collegi militari; la seconda metà è oceupa,ta dai concorrenti idonei, compresivi, per ordine di merito, gli allievi dei _·c ollegi. e) L'Accademia sarà capace di 250 alli.evi, i quali vi compiono il c-orRo in tre anni. Nel passaggio dal 2° al 3° anno gli allievi ricevono il grado cli sottotenente nell'arma di fanteria e lo stipendio per esso <s.tabilito. I programmi d'insegnamento -erano così ripartiti: 1° anno: Algebra (2.. parte) - Geometria analitica (quella a tre dimensioni li.mitata alle linee rette e ai piam.i) - Trigonometria sferica - Fisica -· Arte mi.litare - Topografia - Disegno topografico . 2° anno : Calcolo infinitesimale - Chimica, generale -
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SCUO T, E
o' AHTIG LIERIA 1870-J 9] 4 -
n.
ACCADF.)HA i\fTL1'l'ARE DI TORIKO
Geometria descrittiì:a (1"' parte) - F0Ptiftca1.ione campale · Disegno cli geometria cleRcrittiva e cli fortificazione. 3° anno : Meccanica ra,zionale e principi genera.li di. Meccanica applicata - Chimica a,pplica.ta, specialmente alla metallurgia - Geometria dt~Re.rittiva (2 parte) - g}ementi di artiglieria ~ . rn.ségno cli architettura e d'artiglieri'a - Manipolazioni chimiche. Inoltre durante i tre anni cli corso gli allievi dovevc1no essere esercitati nella, Storia e nella Letteratura, italiana e francese mediante composizioni settimanali sopra- temi storici e militari nelle due lingue, e ricevere le seguenti istruzioni militari teori<,o-p1·,1tic-h c : Scuola, clel soJda (;o, del p,elottone, clella, compagnia e del battaglion e - Servi.?:io, plrn tamento e tiro delle bocche cla fuoco ~ Regolamento cli cli.seiplina - Servi1.io delle truppe in campagna - Servizio di pia.zza, - Oonta,bilità militare - Nozioni sul codice penale militare e sulle leggi ,or·ga,nichc m.ilita1·i - Scherma , ginna::;t·i.('a, equitazione e nnoto. P.oco dopo la venuta, del genera.le Cavalli a, comandante del!' Aeeaclemia, era sa·ncit:1 la Legge 4 ma,ggio 1865 per la qnale. abolito il grado di sottotenente di fanteria :fino allora dato agli allievi che dal secondo corso erano promossi al t.er1.o, · si deter minava: 1) ·che gli allievi dell'ultimo anno di corso della R. AccademhL Militare, all'atto in cui venivano promossi sottotenenti dell'esercito vi fossero ammessi con anzianit11 del grado dalla data del giorno ilr cui, per detérminazione del ministro della, guerra, erano stati promossi al mentovato ultimo corso. 2) che durante lo stesso ultimo corso, soppresso lo stipendio cli sottotenente, l'intera pensione loro in Accademia fosse posta a carico dello Stato. La innova.zione 1 che toglieva agli allievi del terzo' corso la qualità di uffi.cia-li, ripara.va, cla una parte all'inconveniente che si rendeva sensibile anche nelle istruzioni pratiche, di avere pileo meno del terzo degli allievi già rivestiti del grado di ufficiale e che pure cl:ovevano avere comune con gli altri la ùisciplina interna, mentre non ledeva d'altro lato un certo quale diritto acquisito e manteneva il pareggiamento con la Scuola militare di Modena, facend·O computare l' anzianità cli Ufficiale do11
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IL PASSAGGIO DAL
1802
A~
1870
po due anni dall'entrafa tanto nell'uno quanto nell'altro Istituto. Abbiamo ripetuto, corredandole di tutti i predetti particolari, le principali disposizioni contenute nel Regolamento del l' aprile ,18H2 e nelb Legge clel 4 maggio 1865, e ciò perchè mentrè le prime stabiliscono un punto di partenza per quanto si. riferisce a:i pr,ograrnmi di studio per gh ai:;pi ra,nti al grado cli sottotenente nelle armi cli artiglieria e genio, le altre costituiscono le bttsi fonda.mentali eh<~ sostanzi.a lmente hanno retto l'Accademia sino al 1915.
* * *
I ,
L'anno 1870, come gi à si è avuto occasion e di dire, introdusse nell'orga,nizzazione e nell'ambiente dell' Accademia alcune novità. Dapprima il R. Decreto 3 aprile 1870 a,pprovò un nuovo « Regolamento per gli Istituti di istruzione e di ecl.uca,zione militare>>, nel quale, per qna,nto concerneva l' ..Accademia , « tutt'·o ra destinata a formare ufficiali per le armi d'a,r t igHet'ia e del genfo nonchè per il Corpo cli Stato .Maggiore )) fu stabilito : ~ 1) che i limiti di età per l'ammissione fossero da 15 a 20 anni, per portare così il limité'fr1feriore a pari di quello :fissato per la .Scuola militare di Modena, il corso della quale era portato da due a, tre a,nni ; 2) che J'ohhlig·o di contrarre l'arruol:unento al compiersi del 17° a,nno cli. et:\ fos~e imposto agli allievi soltanto dopo la loro promozione al 2° corso ; 3) che l' an.½ianità di sottoten ente decorresse dalla clat.a di nomina ad ufficiale e non dalla promozione al 3° corso ; 4) che la pensfone degli allievi del 3° corso fosse a carico della famiglia e non più a, carico dello Stato. Le predette disposizioni 3) e 4), conseguenti entrambe dall'aver portato a tre gli anni cli corso della Semola militare, venivano in realtà ad abrogare il disposto della Legge 4 maggio 1865 : esse furono ripetute e sa,ncite dalla .Legge del 28 ma,ggio 1871, ma nuovamente soppresse il 2S gennaio 1872. Nello stesso anno 1870 con R.. Decreto 13 ottobre veniva a nche stabilito che d' allora in poi tutto il pen,qnale militare di -
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SCUOLIJJ D,ARTIGLIIWIA
1870-1914 -
R. ACCAl)GMI A :.\:IILITARE DI '!'ORINO
governo dell'Accademia venis:::e tratto esclusivamente dai quadri delle due Armi di artiglieria e del genio . Questa completa sostituzione dì ufficiali d'artiglieria e del ·genio agli ufiiciali di fanteria, che fino a.11ora potevan<> essere preposti al governo ed all'istruzione militare degli allievi (< accademisti)), si effettuò JJel dicembre del 1870 e, come è na,t urale, modificò in modo assai sefrsihile l'ambiente dell'Accademia. Il criterio col quale per il passato erano stati prescelti gli ufficiali di g.overno ern. derivato direHarncnte dal sistema eminentemente accentratore seguito, dopo il primo indil'tzzo di Cesare Saluzzo, dai comandanti dell' Accadcmif:L i quali, tenend·O per sè essenz-i.alrnente l'alto indfrizzo educativo dei giovani accademisti, avevano bisogno sovra,t ntto di· integl'afori della loro ope1·a, e cioè cli fedeli esecutori dei lqro ordini, di man te· nitori illuminati dell'indh'izzo da essi impresso. La buona condotta, una certa maturità di anni, una sicura rigida coscienza nell'adempimento d~l proprio dovere, una sperimentata competenza professionale erano perciò le qualità. che si richiedevano negli ufficiali di governo, specialmente nei subalterni: soltanto dai prefetti (capitani) dov<.'va esplicari;:i e cominciava a svolgersi la desiderata cooperazione nell'opera educatrke, tanto che in essi si richiedeva una più larga coltura. Il Saluzzo si riprometteva di. prendere i capitani fra i migliori antkhi allievi dell'Accademia,; mentre poi tanto il Sa..lnzzo quanto i. suoi success0ri si · proponevano di reclutare i subalterni esclusivamente tra, 001,o~·o cli~ avessero ·Conseguito il gnLdo di ufficiale come rioompensa à hrng-l1i e fedeli servizi. Di fatto,. fino al 1870 anche i ca,pitani. dell'Accademia furono reclutati in modo analogo a,i subalterni., tanto che costituir,o:rio una eccezione quei pochi capitani che in passato av<~vano appartenuto all'Istituto come allievi. ' La nuova disposizione stabilita dal IL Decreto 13 ottobr<~ 1870 rispondeva ad un d.iver-so indil'izzo : l'ufficiale suhalterno. doveva rappresentare per l'a,lUevo Fimmagine immediata, e vivente cli quanto esso si proponeva di essere fra pochi anni : egli poteva eventualmente essergli di ainto nello studio, ma sovratutto gli trasmetteva pròpedeutictunente lo spirito speciale d' Arma, · lo avviava alle speda.li istruzioni pratiche, e nello stesso. -
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H, HECL U'l 'Al\IE;>;TO DEG LI Ul 'Fl(' lc\1,I DI GOV lmNO
tempo era cli esempio all' alHevo come più natura,le e più sicur0 conservatore e trasmettitore delle tradizioni accademistiche. Il capitano, col prestigio dell'arma a cui era ~scritto e con quello deri van tegli dall'incarico di un .insegna,men to scientifico che gli era aftì.uato, teneva un posto più a lto in questa scala gerarchica che aveva fondamento, ,o ltrechò néJ' grado militare, anche .in qualche modo nella gradazioni: di anzianità di accademista.
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~1i i -
B'ig. 295 - Carlo L:rnza di I3ui,ca, Maggiore Comanda nte la brigata allievi.
Il maggiore, comandante della « Brigata alli.evi )) completava e manteneva la stretta compagine di quella, « famii?:lia )}, di giovani, poicbè tale per più titoli poteva veramente chiamarsi. Fù opera speciale del maggiore di artiglieria .conte Carlo Lanza di Busca, già allievo dell'Accademia, (1851-56}, il dare svolgimento a questo nuovo indirizzo. E veramente non si sarebbe potuto trovare persona a ciò meglio adatta. -
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SCUOLél 0,ARTIGLH:IHA
1870-1914 -
R.
ACCADEMIA )lILl'l'ARE DI TOHlNO
Il Rogier, che certamente lo conobbe, cosi ne rievoca in brevi tratti 1a nobilissima figura : « di aspetto e di niocli corretti, fini, eleganti; di senrimenti altmncnte militari, ma non accompagnati a Quelle esteriorità burbere e rudi, elle ne sembravano in passato la principale espressione; di au torevolezza grailllissima, sebbene ottenuta con forme elette, con « gnnnti di seta )i , il maggiore Lanza appariva agli allievi come. lo spec(;]1io, il «tipo» a cui clesicler:wano · assomigliare e sul quale, anche sernrn volerlo tendevano a modellarsi. Egli era na turalmentc coadiuvilto dall:1 schiern nuon1 degli ufficiali cli governo, la di cui scelta era stata fatta in modo da corrispondere allo scopo che si v,)leva raggiungere, il Quale può riassumersi nel consenare, dei sistemi e dei !)articolari in uso, tutto quanto poteva concorrere a svilu ppare le carntteristiche di cui gli antichi a11ievi andav:mo alteri., e nell'introdurre, senza strappi o violem:a, quelle mocl Uìcazioni che i tempi mutati e le mutate condizioni dell' Accademia consigliavano)).
~l'ale CI"a l'ambic~nte che, a.ccoglicndo l'accaclernista : wcora. ragaz7,o, lo trasformava, in uomo facendone nel contempo un «soldato)); ambiente, come scrive il Valori (1), « adattissimo a temprare il carattere di un giovane)), poichè al l'educazione del carattere si dava una grande importanza. Alfa . scuola dei vecchi ufficiali. piemontesi, reduci dalle guerre del Risorgimento, si creavano uomini tutti di nn pez7,o, ligi al dovere fino alla morte, incapaci non solo di disobbedire ma neanche di discutere un ordine, impregnati di patriottismo fino alle mid·o lla delle <)ssu, fe<leJi ·~ff!11½a limiti ~illa Patria, cd al Re)). T1 generale Cavalli rkonosceva il merito d.ell'opera, del mag\ fore Lmna, dedicando a, lui, all'atto in cui egli -riceveva una nuova del';tinazione, queste par-ole dell'Ordine del gi,orno 4 luglio 1872: « i segnalati e molteplici servizi da lui resi a questo Istituto hanno meritato la riconoscenza di tutti; io credo d'interpretate l'animo vostro nell'e:;prime1:e al òetto ufficiale superiore, unitamente ai miei, i vostri sensi di affetto e di gratitudine. Possa la memoria di sì dis tinto ufiìcinle vivere lungamente nei vostri petti a stimolo cli virtù, e possa egli avere quella lunga e brillante carriera che noi di tutto cuore e nel.l 'interesse stesso dell'esercito gli auguria mo ».
(1) ALDO V.\L<mI. il leone !l ei << Bcittar;Uone Nero>) . -
· Roma Anno XIII.
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Eclizìone Ardita -
SCUOI.I<; o >,\RTIGLIIWIA
1870-1!:!1,i -
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ACCAOE'\I]A 7\ULI'.L·\fm DI TORiè\0
Il generale Cavalli tenne il comando dell'Accademia fino al 6 luglio 1879, quando egli fu a sua domanda coll-0cato a r;iposo. I n tale periodo di tempo, tra le disposizioni che si riferiscono all'Accademia, r icordiamo quella per cui essa nel 1871, essendo stati soppressi i gradi di. ufficiale subalterno nel Corpo di Stato Maggiore, cessò di preparare e di fo rnire direttamente ufftciali a questo Corpo. Fino a quell'epoca l'Accademia di Tori no fo rniva anche direttamente i Sottotenenti destinati al Corpo di Stato Maggiore, e tali destinazioni. venivano fatte con accurata selezione dal Comando dell' Istituto in seguito a moti.vati rapporti. dei diretti Superiori competenti : tale selezione veniva, eseguita con criteri molto severi e molto a.ceurati, e pertanto la scelta cadeva sempre sopra i migliori a,llievi ehe magg1ormente si era,n o segnalati negli studi, nel.le istruzioni militari. e nella buona condotta. Il vaglio ed il scta-ccio attraverso ai quali si compieva un.a tale selezione erano così rigorosi, tanto che, - così oome ancora, qualche anno fa ricordava e scriveva il compianto Mar,esciallo d'Itali a ,Luigi Caclorna, antico accademista aspirante :111' Arma d'Artiglieria, ma fin d'allora prescelto per entrare nel Corpo (h Stato l\faggiore per le sue peculiari qualità,, l'essere destinato al Corpo di Stato Maggi,ore veniva in gergo accademistico 7 detto << essere ptomosso ufficiale per diritto di.vino >>. Questa espressione7 non priva di sarcasmo, diceva e riproduceva i sentimenti di· quello ,s peçiale momento, e non è inutile r icordare come il prelod.ato Maresciallo Luigi Cadorna nello esp1~imere il suo plauso a chi si accingeva a scrivere la Storia dell'Artiglieria Italiana, dichiara.va che sebbene egli fosse stato nominato Ufficiale per « diritto aivino )) , rammentava con orgoglio di essere stato accademista e di avei: aspirato al1'Ar tiglieria.. Di particolare importanza :fu poi la Legge 20 marzo 1873 che, abrogando le disposizioni del già citato R. Decreto 3 aprile JS70, ridiede agli allieYi del 3° anno di eorso. l'anzia,nità da sottotenente, accollando la pensione a carico dello Stato: ven-
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SCUOLrn D' AHTIGLIEillA
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ACCADE~flA )11U'l'AllE
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nero così rimesse in vigore le dh;posizioni contenute nella, Legge 4 maggio 1865, disposizioni che in massima, come già abbiamo detto, durarono fino al 1915. ·I limiti di età per l'a,mmissione subirono una nnova varia,zione col R Decreto del 21 gennaio 1877, che stabilì che l 'a.mmissione all' Ac-cadcmia militare avvenisse per concorso di esami e fosse apel'ta, oltre che agli allievi .dei Collegi militari, anche a giovani provenienti dalle scuole civili, aventi. età compresa fra i 16 ed i 22 anni : t utti gli aspiranti oltre a varii esami di carattere generale dovevano superare uno s.p eciale esame complemen tare di matema.tica. Intanto, mentre la vita in Accademia seguiva il regolare svolgimento, nulla si trascurava da parte dei comandanti pP,r tenere sempre vive nella mente e nel cuore degli allievi le gloriose tradizioni dell'Jstitut{), rievocando la memoria, degli alJievi illustri che in esso erano stati istruiti, le gesta di quelli eroici che in Accademia erano stati eclucatL Il giorno 5 gennaio 1878 si spegneva in Firenze ·la vita del generale Alfonso Ferrero della Marmora, che era stato alliev.c) dell' Aeca,demia dal 1816 al 1823. Il comandante clell' Accademia, rievocando agli allic-f fi la memori.a di quella splendida ccl. ideale figura di soldato, li incitava a· prendere come mocle11o l'i.nteger rimo cittadino, il prode .soldato che nell'Accademia cli 'rorino aveva ricevuto la prima educazione militar·e, e che, come ben scrive il Gianotti. (1), « nel suo dizionario trovò mai la parola. paura,; mentre sempre teneva aperte le pagine dove sono scritte quelle di Lea1(à, Onore >>. Dopo pochi giorni il 9 gennaio 1878, una ben più grave sciagura colpiva l'Italia per la morte di Vittorio Emanuele II, il Re Galantuomo. Il giorno 10 gennaio il generale Cavalli emanava un ordine del giorno nel quale, d9po aver rievocato la fì. gura del Sovrano scomparso, così conchiudeva : << Egli si occupò con paterna amorevolezza di questo Istituto, cui per lo addietro onorò di frequente colle auguste sue visite, e parecchi uflicinli clell'e-
(1) LUIGI GH No·rrr. Da 'l.'01··i no a- Romei - R 'iC'JrcZi cU un. cinf.ico a.ilievo <Zelia. R. il1.iUtc1,n; A.ocademfa. di :l'orino, 2• edizione, 'l'orino, Canclclçtti, 1888.
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LA PAH'l'ENZA DI GlOVAN;:..-1 CAVALLI
sercito, e fra gli altri il vostro comandante in 2a (1), ricorderanno ancora colla più profonda emozione, .~olla più reverente riconoscenza di aver ricevuto dalle Sue mani la Cifra Reale (2). Le severe pagine della Storia registreranno le gloriose gesta di Re Vittorio Emanuele II, ma il Suo nome, la Sua nobilissima . figura debbono rimanere scolpiti con leggendaria aureola nella nostra memoria, nel nostro cuore; e sovvenendoci delle splendide virtìt clel Sovrano che non è pii:1, riportiamo con amore, rispetto e venerazion~ il nostro braccio, la nostra mente, il nostro cuore, quanto vi ha di migliore e di più elevato nei nost1·i esseri, a sostegno e difesa del Trono del Suo Reale successore, Re Umberto I di Savoia, degno figlio di tanto padrP ! ».
Ai solenni funerali, svoltisi in Roma, partecipò un Reparto in r appresentanza dell' Accademi,1, c,omàndato dal maggiore d'artiglieria Francesco Luigi Hogier, che in tale occasione fu designato al comando delle rappre:Senta,nze di tutti gli Istituti militari itali.ani.
* -~ * ·Il giorno G luglio 1879 il genei:ale Cavalli venne collocato a riposo ; pochi giorni dopo « ancora, sano di mente ma logoro ò.i corpo pei lunghi studi.i e per gli ,s trapazzi sofferti . nel servizio militare>> (3) eg-H laseiava il eomando d,ell' Acea,demia. Gli succedeva. il tenente generale di artiglieria Carlo Bottacc-0, g-ià allievo dell' .Accademia. dal 1832 al 1842. Il Bottacco
(1) Colonnello ciel genio barone Rrnest.o Gonnet, giù allievo del!' Accademia cli Torino dn 1 1847 al 1852. (2) La Ci-fra Ren le - find1è non ne fu concesso e non ne venne esteso l'uso anche agli altri Istituti milituri italiani, - costituì uno speciale car atteristico distintivo dell'uniforme degli allievi della R. Accademia militare di 'l'orino. La Cifra Reale era stata istituita dal generale Robilant nel 1816 per stimolare l'emulazione degli allievi, e ne ~'enivano fregiati quegli accademisti che avevano sei mesi cli buona condotta. La Cifra Reale, rappresentata dalla iniziale clel Nome del Sovrano, si portò da prima sul copricapo unita ad un bottone d'argento, sul quale ultimo figurava il numero dell~i Cifre Reali precedentemente ottenute. Nel 1840 fa Cifra Rea.le fu posta sulle spalline; nel 1.850 tornò ad essere fissata sul copricapo, ed in seguito fu applicata in ricamo sulla manica sinistra della. giubba. (3) Ordine del giomo 14 luglio 18W.
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Fig. 290 • Autografo J ll'O Cnvnlli. ee rdine del g iorno 14 luglio 1879, di Giov:mnl
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IL GENEHALF, GIOVANNI BO'l'TACCO
aveva combattut,o valorosamente nelle guerre per l'indipendenza meritandosi tre medaglie .d 'argento, la croce dei SS. Maurir.io e Lazzaro, E' quelle di ufficiale e di Commendatore dell'Ordi ne militare di Sa,voia e 'cli Grande Ufficiale della Corona d'I· talia. Purtroppo il generale Botta-eco rèsse il comando dell'Accademia per breve durata, essendo morto il 1° febbraio 1880. A succedergli fu chiamato il tenente generale del genio conte Luigi Gianotti, il quale, già allievo dell'Accademia dal 1838 al 184'7, aveva preso pa,r te alle ca.mpagne del '48 e de-J '49, alla spedizione di Crimea ed :tlla, campagna, del '59: era stato deco rato di una medaglia d'argento al V. l\i., e del1a, croee di. cavaliere dell'Ordine militare di Savoia. Il Gianotti era il ver,o tipo del soldato piemontese di antico stampo, che la passione per le. armi e l'atta-ccamento alla Monarchia aveva ereditati dalla tradizione famigliare; egli poi era tenacemente affezionàto all'Accademia ed a.Ue sue gloriose -
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se OOLE D) ARTIGLrnRIA } 870-Hl14
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ACCAiiE:vflA MILITARE nr TORINO
tradizioni, tanto che, venuto a ·morte nel 1893, prima, di morire espresse il desiderio, che fu ac~eolto, di essere sepolto nella tomba di proprietà dell'Accademia. Egli ci lasciò le sne memorie in un libro (1) che ancora oggi si legge con commozione e con diletto.
Fi. 297 - Teue11te Geuerale · d'Artigl.iei:i.a Cnrlo Bottacco.
Il Gianotti assunse il c-omanclo dell'Accademia, il 13 marzo 1880 ed in tale circosta11za. ema,na,va il seguente ordine del giorno: « Il volere Sovrano mi cbinma a reggere qum;ta Accademia, in cui 40 anni or sono mi educò alla milir,ia il fondatore dell' Istituto, l'illustre generale Cesare Salur,r,o. Succedo al valoroso generale Bottacco, del quale l'Esercito ha testè vivamente deplornta la pe.rdita. Allievi ! Que.s ti due nomi vi dicano come intendo esercitare il Comando che oggi assumo. Cure paterne 11er chi non fallisce al (1) LUIGI GrANOT'.CI.
Opera citata.
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IL GEN8RALE LUIGI
GIANcY.rTI
dovere, rigore inflessibile per chi ma nchi alfa disciplina. Fermo in questi propositi, dai quali non mi smuoverà influenza qualsiasi, sicuro della zelante cooperazione degli egregi ufticiali e Professori addetti all'Istituto, ho fiducia che corrisponderete clcgnamentfi alle cure rivolte alla vostra migliore educazione ed ist1'uzione, sicchè 1·· .Accademia si mantenga in fama e l'Esercito abbia sempre a rallegrarsi dall'accogliervi tra le sue file ».
Il ricordo del generale Gianotti e dell'amore che egli portava alle tradizioni dell'Istituto ci spinge a rievocare, colla scorta dei suoi «Ricordi)), una simpatica, ed originale tra.di-
Fig. 298 - 'l'enente Generale del Genio Conte Luigi Gianotti.
zione dell'Accademia di Torino : la festa <lel « Mac ~ )). Essa nacque nel 1840. Sino a quell'epoca non era mai stato stabilito ben bene il tempo di permanenza degli allievi in .Accaclemià., -
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SCUOLE o',mTIGLllsl!lA
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ACCADf,;)1IA Mlf,l'l'AHE DI TORINO
compiuto il quale l'accademista usciva. col grad-0 di Ufficia-le. Ma col 1840 andò in vigore un nuovo Regolamento eh(~ ,1:-tabiliva in modo tassativo il numero di anni cli corso cla compiersi, l'epoca degli esami, e la data della promozione a<l Ufficiale. « 11 .nuovo Regolamento >> - scrive il Gianotti - « venne letto in un n riunione f)le11arla a tutti gli nllievi d'allorn. Orbeue, apprendendo che per un tale dispasltivo veniva ad essere fin da quel momento prestabilita l'epoca dell'uscita dall'Accademia, coloro che p<'! r età e per studi si trovavano già classificati in qualche turno dì corso regolare, csclam::wano in dialetto piemontese, rispettivarucnte: :Uac pi tre ani! (Soltanto 1,iù tre anni) Mac 1)i lin an ! (Soltanto più un anno)
Fu l'allievo conte Emanuele Balbo Bertone <li Sambny, come ricoi-ùa, il Gianotti, che, prc o da un'impeto di sfrenata cont€ntezza alla notizia, cominciò a gridar·e con quanta voec aveva in gola : « !J1 ao p·i tre an-i )). L' esempio Yenne tosto seguito dai suoi compagni, i quali, a.Ua 1oro volta, si misel'O a, gridare festosamente il loro « Mao pi )).
Questa è l'-0rigine della tradizione del famoso « Mao pi>>, tradizione che venne poi col tempo imitata da altri I stituti militari, ma che pochi forse anche tra coloro che furono allievi dell'Accademia militare di Toi-ino conoscono. Il « pi>> piemon tese diventò poi, v·e rso il 1863, il « ;; » (ra,pporto della circonferenza, al diametro), e la sigla « 1lfoo .. >> cominciò, come narra il Rogier, ad apparire in pubblico: seguita dal numero dei giorni rimanenti cli soggiorno in Accademia, e ad .essere oggetto, nelle ricorrenze dei multipli cli 100, di speciali festeggiamenti, ed a decorare giornalmente, abbellito di fregi, le lavagne delle sale di studio e di scuola. Il generale Actis, a]]ora comandante dell'Accademia, se pur si spiegava e pel'metteva che così si contassero i giorni, non ammetteYa che sulle lavagne si scrhessero cc invocazioni, parodie, motti, epiteti ed aspirazioni >>, e concludeva dicendo : cc Sulle lavagne si scl"ivano le equazioni, e hcn si pensi a risolverle!>>11a i richiami suoi non valevano e non valsero ad impedire che l'uso si manten esse e si r adicasse, diventando, come diventò, qua si una abitudine necessal'ia e, in certo modo, sacra. -
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IL
« ì\:CAC ~>> ,.
Dei tanti << Mao ;: >> assunse speciale importanza. quello degli allievi più anziani, e specialmente il « M ac 1t 300 n, che veniva celebrato dagli allievi del terzo, cioè dell'ultimo corso, quando manca.vano · loro trecento giorni dal luglio, epoca qua si certa della loro definitiva uscita dall'Accademia. Tale solennità veniva S:Olitamente festeggiata al campo di San Maurizio con ogni sorta di giuoehi, ga,r e, corse, luminarie, fuochi artificiali, inni in musica, recite, banchetti, ecc. eec ..
Cl ..... CALA 9. 8.7. 6.5. 4.3. 2.1. O Vinse l'amor 0.1. 2.3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. - ( & } ---
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Fig. 299 - La ci ... cala per il conteggio del Ma.o n.
P a,r e però che tale festa non abbi[L sempre potuto essere celebrata, perchè proibita da qualche comandante che forse aveva, le sue buone ragioni per temere disordini od inni... allusivi a qualcuno dei Superiori. Avvenne cosi che agli allievi del 3° Corso 1875-76, i quali avevano per la loro festa del « !lI ac 7- » preparato una Canzone od Inno nel quale vi era una, ,s trofa alqtHLnto ostica per gli Ufficiali di governo, fu proibita la celebrazione di tale ricorrenza. Non è a dire quale fosse la penosa impressione suscitata negli -
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SCUOLJlJ D' AR'.l'IGLIERIA
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IL ACCADE~HA ::\>HLI'.l'ARE Dl '1'0RI1'0
allievi, e pe.~'tanto· poichè « fatta la legge, trovato l'inganno )), così dopo pochi giorni comparve cli sorpresa, sopra una lavagna di un'aula scolastica, un disegno a,llegorico costituito da una e,icala e dalla scritta sottostante << Vinse l'amor )), seguita da, uno zero e da alcune a.ltre cifre. È noto che in dialetto piemontese per dire << Ci ma,nca )), si usa l'espressione << Ai manca)), e rilevando come la scritta si componga di dieci lettel'e, evidentemente con un ·siffa,tto stratagemma si veniva sotto altri~ forma ad esprimere il « li:! ac " 100 J), mentre poi colla combinazione delle altre cifre si poteva, cli giorno in giorno fabbrieare il numero corrispondente delle giornate ,che ancora mancavano alla promozione ad ufficiale. Al << :il:foc ,;)) era stata ·sostituita la ci-cala, e pertanto gli stessi ufficia.li risero ·e sorrisero :[)er la trovata e la cosa passò liscia, tanto che dagli stessi allievi del 3° Corso fu scritto <~ musicato un altro luno, di fattura piuttosto barbara, ma ad ogni modo di carattere completamente ortoclosso e qùindi pjenamente approvato dai Superiori. Il 3° Corso 1875-76 era quello cui appartenevano Francesco Marciani, Pietro Romagnoli, Carlo Porro, Carmine Sira.cusa, Raffaello De Cosa, Zanotti Achille, Carlo Michelini di San l\fa,rtino, artiglieri t ntti che nella, .s toria dell'Arma, lasciarono un'orma profoncfa: era, desso un Corso che dall'amrni,ssfone in Acca-, demia all' uscita dalla Scuola d'applica.zione aveva subito molte peripezie e moltissime selezioni tanto che gli 80 entra,ti in Accademia si ridussero a poco pit~ di 40 all' atto clelfa promozione a, tenente.
* .;(, * Anche agli allievi del successjvo 3° Corso 1876-7'7 non fu concesso di celebrar e al 1° settembre la festa cle.l « Mao ,: 300 >) ed allora, per geniale inhiath-a dell'allfo,ò J.i'ra,ncesco Dabalà,, -quegli che dopo es,sere stato un brillante artigliere, comandò poi valorosamente nella grande guerra un Corpo d'Armata, e con l'autorizzazione del paterno generale Cavalli, alla predetta fatidica data venne stampato e distribuito a t utti gli acca-
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SCUOLB O'AHTIGUE I!IA
1870-1914 -
R.
ACCAI)Jl:MIA
MJJ,l'l'AR!l: DI '.l'OHINO
clemisti del 3° Corso un fascicoletto-agenda intitolato ed illustrato in frontispizio con un'« ancora)), contenente i diversi mesi dal settembre 1876 al luglio 1877 con la numerazione dei giorni, crescente e decrescente da 1 a 300, sicchè con successive cancellazioni giornaliere, quotidianamente si poteva rilevare il numero di giorni già passati e quelli anoora da traisconere in Accademia per raggiungere al 1° luglio 1877 la nomina ad Ufficiale. Il predetto fascicoletto « 11ncora >) (che v,oleva leggersi ed interpreta rsi « a'llcòra ))) conteneva poi l'orario per le operazioni, alcuni bozzetti di, disegni patriottici ed artigliereschi, l'elenco clegli Ufficiali, quello degli Insegnanti e degli allievi, nonchè alcune poesie scritte dallo stesso Dnbalà, un Inno, alcune indicazioni sulla sede dei Reggimenti, degli Stabilimenti e dei Comandi territoriali e Di.rezioni cl' Artigli.eria, gli itinerari dei precedenti viaggi d'istruzione ed una breve effemeride stol'ica dei due precedenti anni trascorsi in Accademia. Se la preveggente severità del Maggiore '1:ancredi Sa,l etta, <'Omanclante del1a Brigata Allievi, aveva opportunamente ott1!· nuto dal Generale comandante che la fest:t del illac ,. non avesse quella solenne celebrazione che era nel desiderio degli accademisti, viceversa la beneYolcnte comprensione paterna di Giovanni CaYalli e del Comandante in 2• Giovanni Castellazzi seppe mitigare l'increscioso provvedimento autoriz,z:1nclo l'iniziativa cli Francesco Dabalà che fin d'allora, al'tigliere in embrione, dimostrava di saper fare utile e tempestivo ricorso alla pratica realistica del i-no ingegno, alle risorse òi quei ripieghi che costitui,scono parte essenzia]e ed indispensabi.le del mestiere nostro.
Col tempo, parecchi anni dopo il l~fìO, invalse l'uso di festeggiare il « JJ1ac ;-; 100 >>; a proposito del quale il Cucchetti (1) ci ricorda un epi sodio gentile e caratteristico : « Erano allorn in Accademia oltre cento colombi, an nidati tra le mura dell'Istituto e del Pnl::azzo Reale, e per uso, che dura,a cla par ecchio tempo, (l) 1'i110.
Orno Cuccm~'J'Tl. 1,e oriyin'i ed, i f(ist'i dei!' Acca.<temia m,ilitare !U 'l'O·
Estl:atto della Rivista « JZ Secolo XX» :munta 1915.
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I l·'IJ:STEG GlA:\f.E!\TI PP: ll IL l\IAC ;r
gli allievi clel terzo a nno, dopo la colazione, raccoglievano i residui del pa ne e lì portavano in cortile, ove le bestìole, come acl un richiamo, si r iunivano ·ogni giorno e puntualmente alla stessa ora. Nell'occasione del e< -mcic n 100 >> si formava con tali residui, proprio nel bel mezzo clel cortile. la cifra fatidica, e tutti gli .illìevi vi sì disponevano d'intorno, e s i affa nna vano affinchè i colombi mangiassero prima gli «zeri >> e poi l'« uno »; chè se questo non succedeva, gli allievi truevano disgraziati pronostici per i prossimi esami ».
Oggi la festa si commemora con cartoline-ricordo, e con nn . album in cui. si dà libero sfogo allo spirito umoristico e caricat urale, rieordaudo i propri Ufficiali, i Profess·ori, i compagni di corso, ed episodi della vita di Acc:aderu.ia. Anche i « 100 giorni )) passano presto e scompaiono volando nell'infinità del passato1 ma allorchè arriva il giorno del distacco ultimo dall'Accademia, ogni cuore, a.nche il più rude, sente una stretta e racchiude un . po' cli rimpianto . (=ìualcosa: cl ell.a nostra giovinezza rimane coi ricordi tra le vecchie mura del severo palàzw dell'antica Via della Zecca ! ora Via Giuseppe Verdi, nelFarte melodiosa del quale trovano eco rispondente i sentimenti e le reminiscenze degli antichi accade.misti.. ... ; in tutto il corso della vita e della, carriera quotidianamente ed irresistibilmente ci sent.e attirati in quelle aule di studio, in quegli anfiteatri di scuola, sotto quei porticati che videro tante genel'azfoni. d'uomini e concorsero a formal'e tante schiere di prodi solda..ti, di valorosi Uffi ciali e cli preèla.ri scienziati; l'essere stato allievo della Regia Ac-cadcmia militare di T,orino è geloso ti.tolo d'onore, retaggio invidiato cli patrimonio spirituale e cli la1rga e profonda col· tura intellettua,le.
si
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A' questo punto del nost.ro raccont? non dispiacerà certamente ai nostri lettori di essere trasportati per qualche momento a quella vita intima che in tale epoca Bi viveva in Accademia : modesti ed apparentemente piccoli avveni.menti, fatti più che comuni e pertanto importanti per quei tempi in cui la gioventù cresceva effettivamente in austera ,s emplicità, occupata e preoccupata soltant o dei propri studii, di proeura.rsi una posizione, di mantenersi strettainente in quella via di sacrificio .e di cl:overe che sistematicamente ei:'a indicata e severamente insegnata nel-
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SCUOLID D)AH'l'IGLIER.IA
1870-1914 -
R . ACCADEMIA :\HLI'l:ARffi DI '!'.ORINO
le nostre antiche famiglie, in tutte le scuole e negli stessi cir coli cosidetti di ricrea½ione. I n Accademia. Militare, agli allievi dei varii corsi erano tradizionalmente dati gli appellativi in uso in tutti gli altri Corpi dell'Esercito e cioè precisamente ai nuovi ammessi, e costituenti cioè il primo corso cii stucl ii e la 3" Com pagnia della Brigata allievi, veniva dato il nomignolo di cc cappelloni)) giustificato dal fatto che ad essi venivano distribuiti gli oggetti di corredù non sempre troppo coHfacenti allo sviluppo :tisico. di ciascuno, tanto che mentre nei primi giorni si ri~contra vano per taluno ca,ppotti troppo lunghi e per altri troppo stretti, le a,nomalie apparivano sovra.tutto nel copricapo per cui, forse nella previsione che le ta nte materie di studio dovessero a.Jlargare le dimensioni cra,nichc, i kepì erano sempre assegnati con un certo agio circonfe1·en7,iale e conseguentemente scendevano fin sulle orecchie, ed i portatori venivano a prender<~ un aspetto piuttosto g.offo . Ai cappellon i. si preparavano tal volta, dai compagni dt·· gli altri corsi, scherzi e sorprese non sempre eceessivamente di buon gusto, e fra gli altri usavasi tal volta la somministrazione del cosicletto « capilJ..ero )) per cni il perseguit.a,to doveva pazientemente sopportare uno strofinio manuale sulla propria testi:l, che non era precisamente nè un:unzione, nè tanto meno quella, estrema. Un altro scherzo che gli anziani tentavano di fare ai ca,ppellonj vonsisteva nel- cosidett.o « cavallet to della brandn, )) per cui, atteso che la branda era costitnita da due cav-alleW di ferro e da, tre assi longitudinali, se uno dei cavalletti veniva leggermente inclinato e poggiava qnindi sopra due piedi soltanto , a.llorchè il paziente saliva sul letto, t utto l'edificio crol lava a terra e quindi un forte scoppio di risa e cli motteggi accompagnava, la rumorosa caduta. Er.anò queste le prove cli conseguimento del bàttesìmo del fuoco accaclemisti00, e perta,n to giova aggiungere subito che tali scherzi fi niYano poi sempre con delle buone risate generali e con manifestazioni di colleganza e di ,camer atismo, talvolta molto significative ed anche commoven ti. Gli allie,,i del 2° Corso, costituenti la, 2"' Compagnia della Brigata, venivano, inver;o senza una giustificata ragione, chiamati le cc cappelle )) : era nel 2° corso che si effettuavano gli -
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'l'IUOI½IOXT C: uSI O~LL' ACCAOEi\!IA
stncJii dell e matcl'ie più difficili, pesanti e grnv,ose <~ pertanto essi erano riguardati con un senso cli ammirazione dai cappelloni, e con un sentimento di pietosa, comprensione da, coloro che già avevano passato il Rubicone dei numer,osi esami dal Zo al 3° corso. Oli allievi clel 3° Conm, cos t;ituenti la l " Compa,gnia delJa Brigata allievi erano virtualmente gi~~ degli ufficiali : tra essi si t1 ova.vano i Oapiscelti, gli Scelti e gli Jstruttori e pur trnttaudo · fam iglia r rnent<~ ed amichevolmente col 1'u tutti. gli a,l lievi degli altri corsi, per le I tru:r,ioni prati(;be, per le Esercita½ioni e per i Servizi armati es:::;i eserci.ttwano vera e propria funzione ili coman do. Proprio in questo t urno di te1qpo furono adoperati per gli allievi d'Accademia degli appellativi tuWafl'att10 pa1'ticolari e tempestivi, dei quali ci par e interessante cli dire qui qualche parola di chiarim ento. E noto C·ome nel ma.i•zo dell'anno 1881 in seguito allo sconfinamento in .Algeria. di una tribù di K rumiri risiedenti in Tunisia,, la F rancif:~ pl'ese preLesto per effeUuare e compiere la fa. mosa spedizione che si iniziò collo sbatco di truppe francesi a Bona nell'aprile cli quello stesso anno. In Italia avvennero perciò numerose proteste, movimen ta,t{~ dimostrazioni popolari e manifestazioni singole e collettive che stavan o a pr,o vare il risentimento suscita to nel nostro Paese : persino negli Istituti di istruzion e e fin' anco n el Collegio militare cli Milano gli allievi fecero all'insegnante di lingua francese una accoglienza ostile, e pettanto la commozione dello spirito pubblico in Italia raggiunse per tali fatti un cosi alto grado sicchè· le Autoeità GovernatiYe e Militari ritennero ne<:essari-0 di prendere subito alcune mi.sure di sicurezza. F ra, l'altro fu stabilito che si procedesse subito alla creazione di dne nuovi Corpi d'Armata che a.v rebbero così .sommato a dodici, e conseguentemente furono presi tutti i provvedimenti a tti a creare e formare al più presto possibile i quadri necessari. Gli allievi deJ. 4° corso <lei Uollegi Militari., anzichè ultimare gli studi in luglio 1'881, li c<mclti usero due mesi prima, e quindi entro il maggio 1881 avendo finito gli esami relativi convennero immediata mente a Torjno eù entrarono in Accademia, dove 1
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SCUOLE
o' ARTIGLIERIA 1870-J D14 -
H.
ACCAOIJ):1.fIA i\IILITARIJ)
or
'!'ORINO
però non iniziarono subito i corsi r·e golari di . tu dii clel primo anno, n1a per alcuni mesi seguirono nn corso generico di preparazione: a tale corso preparatorio par tecipavano soltanto al lievi provenienti dai Yarii Collegi Mili tal'i, ed il cori;;o stesso durò qualtro mesi. e cioè fino alla, fine di settembre 18Sl. I ntanto . durante. i mesi esLiYi ebbero luogo, come sempre. gli esami di concorso per l'ammis~ione dei gi-Ovani proYenienti dalle varie scuole secon darie a~piranti all'Accademia _militare cli T·o rino ed alla Scuoht militare di l\1odcna, cd il 1° ottobre ebbe inizio all'Accademia di 'l'orino il 1° e01·:so .regolare lli studii al quale furo no contemporaneamente amm<~ssi qnegli allievi pro venienti dai Collegi militari che avevano seguito il cor~o estivo preparatorio, nonchè qn ei borghesi che avevano superato rego larmente gli e~ami di ammission~. P ·e l'tanto allorchè n el maggio 1881 erano a,rrivati qn aRi i nopinatamente in Accademia gli a11ievi del 4° corso dei Collegi militari, - amevi che, come si è visto, per oltre quattro mesi erano rimasti in sospeso freq nentanclo uno sporadico e particolare corso pr-eparatorio, - gli Accademisti dei tre corsi regolari che nel maggio 1881 seguivano normalmente 'gli stuclii dei rispettivi anni di corso, dieder o ai Oollcgfali, arrivati così impr~·rnclutamente. il nome di attua li.I it « K rnmiri ». Questo nome fu quindi poi dal 1° ottohre e~teso a tutto l' in tero primo corso, che da tale clata diventò nn vero e 1woprio corso regolare costituito da provenie.nti diù Collegi militari e dalle Scuole secondarie. Intan to per gli allievi dei Collegi militari furono i::ospese le vacam..e estive e non ebbero l uogo i soliti campi d'istruzione ; i varii corsi furono accelerati ed essen1,ialmente gli allievi che nel JS81 era.no al 3° corso, e soltantù nell'estate del 1882 an-eb bero compiuto il 4° corso, ebbero subito una acce)erhzione n egli stuclii tanto che entrarono in Acca demia al 5 febbraio del 1882 anzichè al 1° ottobre. Qnesta infornata suppletiva di soli allievi dei Collegi militari fol'mò una ,s peciale 2" Sezione di a.llievi irregolari : tale 2" Se1,ione, aggiunta al 1° .corso iniziatosi il 1° ottobre 18 l, fin dal 5 febbraio 18S2 iniziò gli ~tndH del l" corso cl' A.ccadernia, e pertanto poicbè in nn certo senso tale predetta 2" Sezione era costituita da invasori, coisì i snoi n.ppartenenti vennero hat.te1,zati « Biskrumfri )> . -
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KRUMIRI El BISKRUMIHI
(1881)
I Krumiri non fecer·o ai Bisk:rumiri la migliore e più cordiale accoglienza,, e sostanzialmente questa. loro condotta i•n LP-· va essere in quaiche modo giustificata giacchè effettivamellte. i Biskrumiri erano· degli intrusi nel corso nel quale erano stati assegnati., e poichè fu subito preved uto che la 2" Sezione del 1° corso e cioè i Biskruruiri avrebbero effettuato il 1° corso accelerato sicchè il 2° anno di corso sarebbe stato iniziato contemporaneamente e cumulativamente dagli allievi t utti del 1° corso, e cioè t a,n to dai Krnmiri quanto dai Biskrumiri, così era, evidente che in ultima analisi per effetto di questa infrarnettenza i Krumiri avrebbero subìt.o qualche arretramento di gradua toria. Allorchè si trattò di fosteggiare il (( ilfoc ','t)) vennero costi · tuite due distinte commissioni organizzat rici, fur,ono composti due inni diversi e cioè tutto quanto ebbe una duplice edi½ione che purtroppo rlegenerò in screzii personali che culminarono addi rittura, in minacce di confla,grazione. L'·ottimo <! paterno generale Giannotti, comandante dell'Accademia volle personalmente intervenire nel conflitto per · tr.ovare al più presto una via di pacificazione ; chiamò i Capiclasse dei tre Corsi, diede ptecise direttive ai Oa,piscelti e Scelti delle diverse Compagnie, parlò paternamente agli allievi riuniti, e mercè i _suoi autorevoli e ripetuti sf.orzi riuscì nell'intento di neutralizzare gli antagonismi e di padficare definitivamente gli animi. Si venne così ad una serie di accordi per cui alcuni Biskrumiri entrarono nella commissì-one dei Krumiri e si giunse alla formazione di un,1 unica commissione del ccMac -;; )) : il presidente fu un Krumiro ed il vice-presidente un Biskrumiro. Come Inno Ufficiale venne adottato quello Krumiro composto da.ll'allievo Geremia Giordano d::t lui stesso musicato, ma non fu meno apprezzato l'Inno Biskrumiro scritto dall'allievo Giovanni Gar.ofalo e musicat., dal maestro Carlini di Livorno . Il conseguiment o della pace fu festeggiato solennemente in Accademia, ed il venerato generaJe Giannot ti che era stato l'anima della pacificazione volle oonceçlere una specialè uscita libera agli allievi. Da allora in poi Krurniri e Biskrunuri marciarono insieme e sempre d'accordo e, ,se pur rimasero quegli specia.li appellativi e furono tal volta ricordat i e rievocati molti -
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SCUOLl!J D'ARTIGLIIDn.IA
1870-1914 -
R.
ACCAlJ@MlA n:l1Ll1.' AHID D.l '.1.'0lWXO
anni dopo, finito il l° Corso nell'estate clcl 18S2, le due Sezioni del l° Corso vennero fuse e nell',o ttobre i.niziarono insieme il 2<> anno di Corso. I Oorsi presenti in quel turno di tempo in A.ccademia erano ordinatamente : qu.ello cui' apparteneva Ar mando Diaz, il successivo che contava Enrico Caviglia, mentre del 1° Corso, Sezione Krumiri, facevano parte Augusto Vanzo e Alfredo Torretta, ed alla Sezione Biskrumiri a,ppartenevano Ettore Giuria, A.rnmnclo 'l'allarigo e Giacomo P.onzi-0. Dopo il Corso dei Krumi.ri e Biskrumiri sopraclcsc1'itto, seguì un Corso regolare tratto esclusivamente <'lagli al-lievi rlelle scuole secondari.e, avente per Capoclasse Giovanni Castagnola immediatamente seguito cla Arn,;,elmo Antonielli; successivamente, mentre il Oors,o di Krumiri e Biskrum.iri stava al 3° anno, entrò in Accademia il Corso l'·Cgolare .al quale appartenevano Alberico .Albrieci, Alfonso Mattei, Giu&eppe Pellissero e Ca,r lo De Antonio. Per molti anni non avvennero più ammissioni di Oor,s i speciali e straordina,r i alla R. .Accademia Militare di Torino e soltanto negli ultimi anni del secolo scorso, per sopperire alle aumenta.te esigenw dei quadri, fuNno a.mmessi, in seguito a titoli e ad esami, degli allievi al 3° anno di Corso : essi erano tratti essenzialmente da coloro che avevano compiuto con successo il biennio universitario di matematica della facoltà di ingegneria,, e furono senz'altro fusi coi provenienti dal 2° Corso regolare deH' Accademia. A questi allievi venne dato l'appellativo di « berrettini », appellativo la cui origine deve ricercarsi nel fatto che entrando essi immediatamente a,l 3° a,nno cl i Corso clell' Accademia, potenzi.aJ.mente venivano creati ufliciali di punto in bianc,o e pertanto essi, a differenza dei cappelloni·, a,ffet taNa,no di saper portare bene l'uniforme e ricercàndo quindi che i diversi capi di corredo fossero perfettamente adattati per non dire attillati ricorrevano, a loro cure e spese, a,ll'-0pera di sartorie private esigendo sovratutto che i berretti, dell'antica f-Orma a barchetta con visiera, si riducessero alle minime dimensioni circonferenziali e non deturpassero quindi l'espressione dei volto.
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F ig. 301 - Il Mac r. 300 del 3° Corso 1883-84 al Campo di S. Maurizio (bal'accamento del centro).
SCUOLE) o' ARTIGLrnHIA
1870-1914 -
Il. ACCADIDMIA MILIT,\Hll) DI TORINO
** * Ci sia consentito di ricordare ancora qui un episodio d' Accademia che ebbe nell'epoca considerata Ìm'importanza abbastanza notevole. Nell'estate dell'anno 1880 gli Accademisti che avevano ultimato il 2° Corso - Corso al quale a,ppartenevano Luca .Montuori, Giuliano Ricci, Mario Moris, Anniba,le Gastaldello, effottùarono un viaggio d'istruzione in Valle d'Aosta ed essendo pervenuti al Gran San Bernardo, col consenso dei Superiori, acquistarono un cucciolo femmina della ben nota razza omonima al quale imposero il nome di « Ohenalette )) e lo portarono in Accademia elevandolo al rango geloso di << c:ustod.e fedele delle vecchie mura dell'antico Pa.lazzo di Via della Zecca>>. Un sopravivente di quel Corso riferiva con rievocazione giovanile che l'acquisto e l'entrata di Chenalette nel qua,dro organico di quel Corso d'Accademia segnò un avvenimento importantissimo perchè la, presenza di uno di quei cani, di i·azza tanto notoria e tanto celebrata per la sua fedeltà e per il suo altruismo, v,oleva es.sere fra gli accademisti, pieni d'entusiasmo per la carri,e ra delle armi e permeati fino alla punta dei capelli della più incondizionata ·f edeltà per il Re,..,e per la Patria, espressione materiata di tali loro sentimenti che fra quelle sacre mura andavano trasmettendosi da generazione in generazione. Chenalette costituiva l'orgoglio del Corso che l'aveva acquistata e fu letteralmente adorata da tutti gli accademisti che per alcuni anni si susseguirono. Nel vastissim-0 cortile dell'Istituto . Chenalette era la,rga di fe$te e di scodinzolamenti' per tutti gli allievi e per tutti gli ufficiali, ma viceveri-;a nqn w~deva, di. troppo buon ,occhio i borghesi che tnms.i.tavano : non era di indole cattiva e sarebbe anche stata incapaM di mordere, ma tuttavia si avvicinava a,gli estranei con attitudine non sempre rassicurante. Un tale fenomeno veniva naturalmente sfruttato dagli accade, misti in danno dei Professori civili clie accompagna ti attraverso al cortile dai borbottamenti di Ohena,lette, giungevano nelle aule di scuola alquanto agitati e con un ,certo mal celato pate. -
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30 Corso R . Accademia militare. Anno 1883-84. - • Festa del Mac Campo di S . Maurizio (baraccamento del centro). (Da sinistra a destra e daU'aito in basso) 1. Angelo Banzi 2. Mario Garrone 3. Vittorio Mil!o 4. Zerbi - 5. Paolo Narducci - 6. Alberto Moreno - 7. Roberto Galati sare Petri - 9. Carlo Cays di Gilet ta - 10. Giuseppe Barilarl Amendoni - 12. Giov"lnni Mazzacorati - 13. Enrico Malvani 14. Negri di Lamporo - 15. Oddone Ganassini - 16. Vincenzo Ragusa ta.n o Festa - 18. Geremia Giordano 19. Umberto Masotto 20. Talla.r igo - 21. Gustavo de Vonderweid.
Fig. 302 - Chenalette partecipante alla festa del Mao
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r.,
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300 al
Giuseppe - 8. Ce11. Diego Giuseppe 17. · GaeArm ando
SCUOL0 D, AR'.rlGLIERIA
. 1870-1914 -
IL ACCADEMIA ìlULl'l'AitE DI TORIKO
ma d'animo che divertiva gli allievi.. .. in rà,gione inversa della loro indulgenza ed in proporzione diretta dellit loro severità. Sovratutto l'esile, minuscolo e compassato Professore Giorgio Foscolo, che dei cani in genere e di Ohenalette in specie aveva un sacro terror<~, · si difendeva agitanclo minacciosamente i guanti, ma poichè un tale suo gesto pr,ovocava fanta.s tici salti di Ohenalette, conseguiva, un maggiore spavento' per parte · di quel bravo Pr,ofessore che poi arrivava a lezione con la tuba sulle ventiquattro e con apparente espressione di stiz~a e di -~ omento. Ohenalette visse in Accademia fino al 1885, ma, poi improvvisamente scompa,r ve in uno degli intervalli estivi in cui gli allievi erano in licenza presso le proprie famiglie : vi fu chi pretese che p·e r molteplici ragioni e sovratutto anche percl1è· quel povero animale soffriva le temperature torride cl-elle estati torinesi, il suo allontanamento divenne indispensabile.
Il 30 settembre 1883 il genera~e Gianotti lasciava il comando dell'Accademia e gli succedeva il tenente gene{ale Oelf'stirio Sachero, proveniente dall'Arma del genio, · che tenne il r,omandù fino al 1° aprile 1885 : I?arleremo di lui nel capitolo relativo alla Scuola d' Applica,zione di Artiglieria e Genio. Qui vogliamo ricordare come il 16 -o ttobre 1884 veniB·~e iscritto come allievo del 1° corso dell'Accademia S. A: R. Rmn,nuele · Filiberto di Savoia, Duca delle Puglie, il futuro Duca rl' Aosta. il Principe Artigliere, il valoroso Comandante della 'l'err,a Ar' mata, nella Grande Guer1~a 1915-18. Di Lui a-ccademista rievocheremo qui alcuni ricordi traen-' doli da un articolo pubblicato nella Rivista cli Artiglieria e Genio nel 1931 (l).
(1) Emamtele l?ilibm·to di Sa.vo'ici Duca !l' Aosta - Il Prù1.cipe A.rtigl.iere. Appuntì, notazioni e ricordi personalì del generale cli brigata d'artiglieria Carlo Montù. Dalla Rivista cl' A.rt. e Gen. - Roma · Fase. sett. ott. l!l31.
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EMANUELE FlLIBER'l'O 01 SAVOIA, ALI,IEJVO
Il giovane Princip(~ che all'ammissione a,veva a'iloru. quindirn genrnLio 1869, seguì i corsi di studio e intervenne regolarmente alle istruzioni militari prati · che; fu fregiato cinqrn~ volte della Cifra Reale e, dopo essere. stato nominato istruttore e capo-scelto il 19 ,settembre 1886, venne p1·omosso f.lottotenente d'artiglieria il 3 luglio 1887. ci anni e mezzo essendo nato il
ll'ig. 303 · 'l'cnente Genèrale Celestino Sachero.
Accompagnato dal Suo Governatore Colonnello Perucchetti, Emanuele Filiberto entrava in Accademia ogni mattina e tor nava, al Palazzo della Cisterna soltanto clopo l'nltima lezione serale. Nelle ore di ricreazione si divertiva, chiacchierava, passeggiava con qualche commilitone, dando naturalmente la preferenza a coloro che, nell'infanzia, erano stati Suoi compagni di giuoco. Agli esami di fin d'anno, che il Principe sosteneva come tutti gli altri allievi senza alcuna preferenza neanche formale, assisteva sempre nna rappref,lentanza cli A.c cademisti dei 693 -
SC UOLE D'AR'.l'!GLIERIA
J.870-1914, -
IL ACCADEMIA M:ILlTAin: DI T i)RINO
tre corsi, i qlial( potevano quindi. const:1 tare « dè visu <'t de auditu )) come il Du ca delle Puglie non godBsse di privileg-i di sorta e dovesse veramente, volta per volta, << meritarsi e g;11adagrnusi b promor,ione )). Pu in codesta, cfrc-o stanza che gli Acca -
Fig. 804 - Emanuele :U'iliberto Duca delle Puglie, allievo dell'Accademia milìt:ue.
demisti prescelti a far parte di tali rappresentam,e poterono ·constatare come le rispo,ste del Principe fossero sempre imp·rontate ad un profondo spirito riflessivo e ad una logica. diritta e stringente. ··- (i!.)4 _:_
RICORDI . PEHSONALl SU EMANUELE . FILIBERTO
Sopratutto alla Scilola di tiro al campo di San Maurizio e nei viaggi d'istruzione, il Duca delle Puglie .diveniva in tutto e per tutto eguale a.gli altri allievi, vivendone esattamente la stessa vita, partecipando alle stesse fatiche e agli stessi passa,tempi : ed è precisamente in tali circostanze che noi, Suoi commilitoni, si imparava ad amarlo meglio e ad ammirarlo di più, per la grazia veramentf> regale e lo squisito senso di equilihrio con cui egli sapeva equipararsi ai compagni d'Accademia, senza mai diminuire di una linea la · Sua dignità di Principe. Fu appunto al famoso baraccamento dei' Centro di San Maurizio e per iniziativa e consiglio di Emanuele Filiberto, che si organizzarono festeggiamenti benefi~ì., gare ginnico-militari e 0ompetizioni sportive, a talune delle quali Egli stesso partecipò, mentre a tutte apportava il suo vigoroso impulso animatore ed un prezioso contributo di. cloni e di premii che ancora oggi vengono custoditi con religiosa devozione. Nel gennaio 1887 giunse la dolor,osa notizia della battaglia cli Dogali : ed io, avendo allora frequente occasione cli conversare col principe, potei capi.re qual grado di intensità raggiungesser-o in lui i tre sentimenti fondamentali da, cui noi a.ccademisti si era in quei giorni pervasi: l'angoscia per l'immeritata sciagnra, l'ammirazione· sconfina,t a per gli eroici so.l dati di De Cristoforis che si erano leoninamente btLttuti contr,o le travolgenti orde barbari.che, e l'ansiosa attesa della rivincita. Nell'allievo appena diciottenne palpitava il grande ,s anguigno cuore cli italiano che trent'anni più tardi, in un'ora ben più tragica della nostra storia, doveva alimentare nel Condottiero la fiammante fede nella vittoria e la forza di levare serenamente verso . il futuro il fermo e luminoso sguardo « :liso alfa méta ». Il 7 maggi:o 1887, per effetto del corso a.ccelerato, il Duca ultimava il 3° corso d'Accademia, e con esso il periodo di vita d'accademista. N-0minato sottotenente d'artiglieria il 3 luglio 1887, Emanuele Filiberto iniziava la bella carriera nell'Arma chP, gli era cara e che lo considerava come il degno continuatore di una gloriosa tradizione: quella di Ferdinando di Savoia Du ca di Genova, l'eroe cli Peschiera. Il Duca cl' Aosta conservò sempre una speciale predilezione per l'Accademia, : quando era Comandante dell'a.rtiglieria a, T·orino ('1897-1902) interveniva -
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R.
ACCADEMIA :iYI H~I'l'ARE Ol '!'ORINO
sempre alla celebrazione della festa cli Santa Barbara in Accademia, ed in ta,le occasione distribuiva personalmente agli allievi i premii per meriti di ·studio e per merito sportivo, che in tale occasione venivano ad essi consegnati. L'anno successivo all'ingresso in Accademia di S. A. R. ii Duca delle Puglie, e precisamente il 1° ottobre 1885, era a.mmesso :11 1° a.uno il principe Ahmed Fuad, destina,t o a òivenire
:B'ig. 305 - S. A. L\hmed li'uad, allievo tlcll' Accademi a militare.
poi il primo Re d'Egitto. Figlio clel qua,rto vicerè egiziano il Kedivé Ismail Pascià - Ahmed Fn::i.cl era nato a Giseh il 26 marzo 1868. Quando nel 1880 suo padre fu esiliato dall'Egitto e si trasferì in Italia, il giovane princi.pe, ospite di Re Umberto, fu inviato a completare la sua istruzione all'Istituto Internazionale di Torino, dal quale passò alla R. Accademia Militare. Ammesso al 1° corso i.1 1° ottobre 1885, il 27 settembre 1886 pas-
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IL GEKERALE SACHEHO E IL GEN EIULE OLlVERO
sava al 2° corso ed il 2 novembre dello stesso anno veniva autorizzato a fregiarsi della, eifra reale. Il 2G settembre del J887 passava al 3° corso ed il B febbraio d.el 1888 usciva sottotenente d'artiglieria. Il 4 aprilc-l 1885 il genera.le Sach,ero, colloca,to nella posizione di servizio ausiliario, lasciava il comando dell'Istituto : venne destinato a succedergli il maggior generale Eugenio Olivero, già valoroso artigliere, che assunBe il comando il 19 aprile. Proveniente dall'arma d'artiglieria, allievo della R. Acca-
Fig. 306 - Mnggior General e Eugenio Oliviero.
demia dal 1847 al 1s;-m, l' Olivero aveva fatto le campagne del '59 e del '66, ed era stato decorato con la medaglia d'argento alla battnglia di Palestro e con la croce di Savoia a. Custoza. Egli tenne il comando dell'Accademia fino al 29 aprile 1889. -
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IL ACCADEMIA llil LlTARE DI TORINO
Ricordiamo come particolarmente importante in questo periodo il R. Decreto 26 maggio 1887, relativo al pareggiamento degli studii dell'Accademia militare con quelli della R. Università; per tale pareggiamento gli allievi clell' Accademia che avevano compiuto con buon esito il 1° od il 2,, anno di corso erano rispettivamente ammessi a.I 1° ed al 2° anno del corso universitario di matematiche, e quelli che avevano felfoemente compiuto l'intero corso triennale, erano ammessi al 1° anno deJla Scuola <l'applicazione degli ingegneri. Ricordiamo inoltre, per quanto ,s i riferisce ai concorsi per l'ammissione all' A·ccademia, il R . Decreto 22 gennaio 1888 che apportava alcune modificazioni alle disposizioni contenute nel R . Decreto 21 gennaio 1877 precedentemente citato. Col nuovo Decreto venivano ammessi al concorso per .l'Accademia i giovani che avevano compiuto il 5° anno dei Uollegi militari od il 1° anno della Scuola militare (nella quale, in forza del R . Decreto 25 dicembre 1877 i corsi per gli. allievi ammessi per e~ame erano stati riportati a tre), oppure fossero provvisti di licenza liceale o cli istituto tecnico ed avessero età compresa fra i 16 ed i 22 anni. Con successivo Regolamento 4 dicembre 189l veniva nuovamente soppresso il-1° Corso della Scuo\q, -militare di Modena, che serviva, anche di preparazione all'Accademia militare di Torino, e conseguentemente venivano ammessi a con0or. rere all'Accademia e cioè a sostenere lo speciale esame complementare di matematica, qltre -che i giovani provenienti cla.l 5' anno dei Collegi militari. ed i giovani provvisti di licenza li.ceale o di istituto tecnico, anche quelli che, approvati in tutte le materie cli esame prescritte per l'ammissione alla Scuola militare di :Modena, avessero riportato · negli esami generali di matematica una puntazione di almen o 14/20.
Intanto dopo il generale Olivero, il 12 maggio 1889 aveva, assunto il comando dell' .Accademia il generale barone Gius<:ppe Accusani di Retol'to, già allievo dell'Accademia stessa nella quale · era entrato nel 184-7, uscendone nel 1853 sottotenente çl'arti-
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II, G I<:l\EHALE AC'CU SAKI DI HI:Yl'Olt'I'O
gliel"ia: egli aveva preso parte alla campagna d.el '59 segnaland-0si in mod-0 particola.re il 24 giugno partecipando colla sua Sezione fld una ricognizione che partita da Lonato, avendo inc-0ntrato il nemico a, Ponticello, dapprima col fuoc~o dei suoi pezzi preparò l'assailto della nostra fanteria e quindi ne protesse la
Fig. 307 - Tenente Generale b:1rone Giuseppe Accusani cli Retorto.
ritirata proseguendo il fu.oc.o fino a 150 metri dal nemico ; ferito per ben tre volte, non lasciò il comando della Sezione e per tale sua eroica con dotta eùbe la cr-0ce dell'Ordine militare di Savoia.. Fu inoltre decorato di due medi:iglie d'argento, una all'assedi-O . di Ancona e l'altra 11el 1866 a Borgoforte. · Lasciato nel luglio 1892 il comando dell'Accademia gli sue. cedeva il generale Nicola Quaglia che lo tenne fino al 21 dicembre 1893. Anche il Quaglia proveniva dall'Accademia. militare e appa,rteneva a quella gloriosa famiglia di artiglieri di cui più v,o lte si è parlato nel corso di questa Storia: entrato nel 1844 -
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SCUOLBJ D'AR'l'JQLlEJRIA
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R.
ACCADl!:M!A M ILI'.l.'ARE DI TORINO
in Accademia, nel 1851 egli era t enente <l'artiglieria. e prese parte alle campagne di Crimea ed a quella del 1859, nella quale si guadagnò la medaglia d'argento al valor militare.
Fig. 308
'I'.en em e Generale Nicola Quaglia.
La devozio11e al Sovr ano, alla Patria, alFEsercito ed al1' Arma era per i.l Quaglia una ininterrot ta, religione di famiglia,
respirata per cosi dire tra le mura della sua austera casa avita, continuamente ravvivata dalle tradizioni esemplari dei suoi maggiori: dal suo grande cuore di soldato e cli patriota gli sgorga. vano quindi le parole che, a-ssumendo il comando dell' Accad<'mia, egli rivolgeva agli allievi (1) : « A voi giovani allkvi, orgoglioso di comandarvi ed animato dalle care e forti emozioni che risvegliano nel mio cuore 'di vecchio soldato le memorie di questo recinto, dico : « Sia questa Accademia per voi come un'ara, da cui (1) OrcUne del giorno O ottobre J802.
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IL GENIWA l,E QUAGT,IA
si irradii nelle A.1·llli cli fl rtiglicria e geuio il Sf1<·1·0 fuoco dell'onore, e della ìllhnitata devozione al Uc ed alla Patria. Sia (Juest,1 una fonte dalla quale possiate attingere con la scienza la saviezza di Sùni e virili propositi, non la vanità del sapere e per lo. sola smania cli sollecita ricompcnsn. Sia ancora per voi questa la. scuola della f ratellanza e del cameralismo, che vi renda for ti nelle lotte della ,·Ila, e su l campi cli battaglia vi spinga volenterosi alle più nobili atrnega?.ionl ccl ai più grnncli sacrifici.
Fig. 30fl - Maggior Generale l<'rancesco Hogicr.
Sia infine questa la palestra cl.le vi ingogli:irclisea la mente ed il corpo, che vi addestri nelle severe cliseipllnc del solclato, che v'infonda quelle doti che vi renda no sicuri del legittimo ascendente che dovrete esercitare su quelli che sarete chiamati nn giorno a comandare >>. L'eletta scbiera cli coloro che vi l)receclettero in que.,:;to Istituto e vi insegnarono come si muore J)er la patria ecl il Ite, ed i cui noml sono scritti sul marmo che spicca circonfuso di gloria sulle mura di ques ta Accademia, vi sia cli emulazione : sappiate Imita re questi prodi >>.
Il generale Quaglia tenne però per poco tempo il comando dell' Ac-cademia, perchè nel dicembre clcl 1893 colpito da.i limiti -
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R. ACCADEMIA MIL ITARE DI TORINO
d'età fu collocato in posizione ausiliaria. All'Ordi1w del giorno del 31 dicembre 1893 egli c-0sì scriveva : « nel lascia.re la Direzione di questo Istituto sento che rimane fra queste mura una gran parte del mio cuore. Qui mi par ve rivivere gli anni belli della mia giovinezza ; qui conobbi, apprezzai ec1 amn i ufficiali ottimi, professori chiarissimi e giovani baldi e studiosi, speranza dell'Esercito. A tutti indistintamente <lò il saluto ciel comiato, che non è un addio, percbè porterò mE!CO sempre la grata memoria di coloro cbe colla loro cooperazione intelligente, coscienziosa ed affettuosa mi aiutarono nell'adempimento degli obblighi del mìo ufficio. Col cuore di vecchio solflato, con l'affetto di padre auguro a voi tutti, o giovani e cari allievi, uu brillante avvenire, esortandovi in pari tempo a mantenere saldo nel cuor vostro il culto al Re, alla Patria ed al dover~, af. finchè coloro che al pari cli me in tarda età lasciano l'Esercito attivo, siano confortati dal pensiero che i gi_ovani. sapranno mantenere alto il prestigio delle armi i taliane. E con questa speranza ancora una volta vi saluto)) .
Come successore al Quaglia fu designato il maggior generale Francesco Luigi Rogier, ·che resse il comando dell'Istituto dal l " genn aio 1894 all'estate del 1896. Egli" era l:ltato allievo del1' Accademia dal 1856 al 1859 e nominato ufficiale d'artiglieria aveva fatto la c:ampagna del 1866 e quella del 1870 comandando una delle quattro · batterie che aprirono all'Italia le porte di Romt~. Per Ja sua condotta erasi ·meritato la mefJ-aglia d'argen to al valor militare. Dal 1877 al 1881 egli eJ·a stuto in Accademia come maggiore, relatore del Consiglio d'amministrazione, e direttore delle __istruzioni militarJ . Si deven lui l'interessante storia. della R. Accademia milHare di Torino (l) nel period·o 1816-1870, opera che ci è riuscita di sommn, utilità per la raccoltr1 delle notizie già esposte nel quarto volume e ·che ci ha in parte servito di guida per quelle contenute nel presente capitolo. Nella premessa ·biogi·a:fica alla suddetta opera storica del Rogier, cosi egli viene giudicato: · « per la, vasta coltura, per l'elevata mente, per il nobile cuore, la sua ngura fu per i giovanetti allievi il vivente simbolo del gentiluomo soldato. E sul-
(1) Generale .F. L. RoGmi. .Lei .R. A.ccafleniici Militare (li Torino . note storiche 1816-1870 - Torino, Vince11zo Bona.
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IL GENER,\LE ROGIIl:R
la via del dovere egli seppe bene indirizzare e bene guidare; le più generose virtù ebbero culto n el suo spirito e da esso si spri gionavàno come fiamma che doveva illuminare e forgiare le anime che egli preparava al suo Re >>. Il .12 gennaio 1894 il R ogier assunse il comando effcttiv() del1' Acca dem ia, ed il 14 emanò il seguente Ordine del giorno : « nel rimettere il piede in questo Istituto, del quale il volere di S. M. il Re mi ha affidato il comando, il mio primo pensiero si è rivolto a quelli che mi hanno preceduto nell'onorìfico incarico. E gmmlando alla grandezza dei loro nomi e dei loro meriti, e all'insutlicienza mia, un'esitazione ha invaso l'animo mio. Senonchè un grande conforto mi è venuto da.I pensiero elle l'o- · pera loro non è tutta con essi scomparsa e che le tradizioni cli disciplina, (li studio, di alto sentimento militare si sono qui profondamente radicate e stillano, direi quasi, da queste stesse severe pareti. E mi sono confortato altresì col pensiero che non mi mancherà la cooperazione dei valenti ufficiali e dei distinti professori che sono preposti alla vostra educazione militare ed ni vostri stuclii, e sopratutto non mi mancherà il concorso vostro, o allievi. Qui voi porrete le larghe e solide basi su cui edificl)erete la vostra canieru militare, qui preparate voi stessi alle venture fortune e sovratu tto ad essere degni della Fortuna. Da voi più che tutto clipencle il realizzare, coll'animo volentèroso, lieto e ·perseverante, le speranze delle vostr e famiglie; la giusta ambizione vostr:i, l'attesa dei colleghi che vi hanno preceduto nelle Armi a cui aspirate. Mantenete sempre fisso lo sguarclo all'alto scopo che vi proponete, adoperatevi con tutte le forze per r aggiungerlo. È un alto, degno scopo quello di occupare nella gerarchia militare un posto (li comando al fine supremo del bene . inseparabile del Re e della P atria ·i>.
Nel periodo di tempo in cui il Rogier coillandò l'Accademia-, le memorie dell'Istituto registrano un avvenimento di particolare importanza quale . il cambio della Bandiera. Questa Bandiera t ricolorè, del tipo detto Bigotti, aveva il 15 marw 1849 sostituito la prima Bandiera 1:oncessa dal Re Carlo Alberto nel 1840. · Malgrado che nel 1860 per t utti i Corpi dell'esercito fosse stato adottato un nuovo modello regolamentare, la Reconda Bandjera dell'Accademia del 1849 rimase in uso per roo1ti anni e venne sostituita con cerimonia solenne soltanto il 1° aprile 1894. Del1n funzione compiutasi in tale circostanza è rimasta tra~cia nei registri degli « Ordini del giorno )>, dai q nali riportiamo il procedimento col quale la fnnzione stessa si svolse .
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SCUOLE 0,ARTIGLIIJ;UI,\
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R. ACCAOE)I!A M:ILI'1'AR8 DI 'l:ORINO
Riunita· la Brigata, allievi alle ore nove nel cortile d'onore e ricevuta, colle prescritte formalità,. la, vecchia, Bandiera; il
comandante generale Rogier d_opo aver passati in rivista gli allievi, recatosi al centro de1la fronte di schieramento prounnciò le seguenti parole: «Allievi: la Bandiera:, in-torno a cui siete oggi per· Pnltima volta, riuniti, perchè logora dal tempo e perchè non conforme alle regolamenta,ri prescrizioni errumate dopo la sua distl'ihur.iorn\ stà per essere sostituita. Per qnar'a ntacinqne anni es~::? è apparsa in tutte le solenni circostanze militari alla testa òPlF Acca,deruia rinnita in armi. rn: quarantaeinqne anni su di lei si f:iOn0 appuntati gli sguardi di 3700 allievi che videro dappdrna nei suoi tre colori rappresentate le speranze d'Italia, e poi raffigurata in essi la potenza della Nazione risorta e riunita. B 3000 siamo quelli che, come allievi, abbiamo dava.nti a quella bandiera pronunciato il nostro giuramento di soldati: ben 27 di noi hanno suggellato col sangue il loro giuramento a Montebello, a San Martino, a Gaeta, a Oustoza, a R-oma, a Dogali, a Saganeiti. Salutiamo l'antica Bandi.era. Essa ha una storia ed una non iJ?glori-Osa storia. Veda la nuova succedersi più genera7,ioni di allievi, non inferiori e migliori anche ai padri loro, che concorrano a rendere grande e rispettata quelJa Patria che hanno avuto la fortuna. di trovare riunita sotto la venerata dinalitia di Savoia! ' Presentate le armi! )). L'antica Bandiera venne quindi trasportata nella Sala del rapporto per essere in seguito consegnata al Museo d' Artiglieria in rrorino : la Brigata allievi assistette guin:di alla Santa Messa, durante la quale la nuova Bandiera racchiusa entro il fodero venne trasportata nella Oappe1la da due sott'ufficiali e deposta, sopra: due fa,sci d'arm.e . Terminata la, Messa, colle formalità stabilite dal libro 5° del Regolamento sul servizio territoriale venne eseguita la benedizione della nuova Bandiera. Il Cappellano te-0logo Don Borga,tello rivolse a nche agli allievi poche parole di circostanza. Al l'uscire dalla Cappella la Brigata allievi si schierò nel cortile; la nuov~ Bandiera venne quindi claJl'allievo Oa,poscelto Giovan-- 704 -
LA
gANDlJlJHA DET,L' ACCADl~llHA
ni Buffa portata al e-entro della fr.onte ove il generale comandante, presa in pugno la Bandiera, pronuuciò le seguenti parole: « Ufficiali ed Allievi! la religione ha ora benedetta la nuova Bandiera che H Re concede all' Acc:a,clemia. Essa, non è destinata a sventolare sui campi cli batta.glia; ma, sac;ro emblema dell'unità e della grandezza della I>:,1tria, essa, nelle solenni circostanze,· splender,\ coi benedetti suoi tre colori e e-olla croce di Savoia, qui, davanti agli allievi in armi, per ricordare loro i principii che rappresenta. A questi . principii noi tutti abbiamo già giurato fedeltà. Oggi, davanti a,l loro ,simbolo visibile, gforiamo di nuovo di difenderli :fino alle ultime stille del nostro sangue pel servizio del Re e della Patria )). « Lo giuro ! )> Nel rkonsegnare quindi la Bandiera al Caposcelto, portabandiera, allievo Giovanni J3uffa, Capoclasse del 3° Corso, i] generale Rogier ùosì gli parlò : « a lei, ~1 Capoclasse del 3° Cor so è affidato questo simbolo dell'onore mi.lita.re. ·L'alto onore di portarlo sia ambito e prezioso premio per lei, sia per i suoi co~leghi presenti, pei colleghi avveni1'e, argomento di emulazione nei primi passi che qui muovono sul cammino della, gloria)>. La Brigata sfilò quindi dinnanzi alla .Bandiera ed a rendere maggiormente solenne una tale funzione venne -comandata la musica, del 62" Reggimento Fanteria, cli stanza a T,orino. Da chi fu testimone oculare e spettatore invitato a così grande solennità., può affermarsi qui èhe in quel giorno fu. ve, ramente grande festa per tutta quella fa.miglia militare di via della Zecca : come sempre la condotta; di t utti e di ciascuno fu impeccabile e pertailto sé sopratutto nello sfilamento gli allievi diedero prova di marziale eomportamento, viceversa però durante lo svoJgersi. delJa funzione più d'uno di quei volti virili e forti avevano insensibilmente accusato l'impressione della intima loro commozione, i loro occhi si erano arrossati ed anche qualche Jagrima sileuziosa ma altamente significativa aveva solcato le loro gote. Gosì continuavano ancora alla fine dell'SOO a svolgersi in modestia ed austerità le funzioni militari informate alle tradizioni dell'Esercito del Vecchio Piemonte. 46
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SCUOLE D'AR'!'IGLII!JHIA
1870-1914 -
R.
ACCADE~lIA :MILI'l'ARID DI 'l'ORINO
Nel luglio 1896 il genera.l e Rogier fu sostituito nel c,omando dell'Accademia dal generale Angelo 'l'riani'. Prima pertànto di lasciare di fatto l'Accademia, ton un apposito Ordine del giorno il Rogier volle ricordare agli a.Uievi l'ottantesimo anniver,~ rio dell'entrata in Accademia., come allievo, del generale d'Esereito Enrico Morozzo della Rocca, che nell'agosto del 1896 era l'unico superstite del l° gruppo di Aceademisti del 1816, anno della .riapertura. dell'Accademia di Torino .
Durante il comando del generale Angelo 'l'ria,ni, e precisa.mente nell'ànno 1.897, si verificò nn'importm1 te innovazio1rn nell'ordinamento dell'Accademia Militare 'ed in quello della Scuola d'applicazione di artiglieria e genio. Infatti 0011 R. Decreto N. 361 in data 22 luglio 1897 per 1'0.rdinamehto delle scuole militari e del personale insegnante civile (Atto N. 153 giomale n;i.ilitare 1897) fu determinat-0 che l 'Accademia e' la ·Scuola d'applicazione passassero sotto il comando di ·un unico ufficiale generale, e che l'immediata direzione di dascuno dei d11e istituti fosse rispettivamente ai~sunta. da due colonnelli comandanti in 2". Sostanzialmente un tale provvedimento mentre voleva esse, re ispirato a saggi criterii cU ec-0nomia, tendeva d'altra parte a. realizzare una continuazione di indirizzo nella formazione, educazione ed istruzione degli ufficiali di artiglieria, e genio, e cl' ailtra pa!!te an(:ora veniva a sancire e legalmente a stabilire ciò che c1i fatto era sempre avvenuto e per cui se ciascuno dei generali aveva in passato avuto l'alta dirigenza, nell'indirizzo del rispettivo Istitnt-0 , erano poi stati sempre i rispettivi Golonnelli, direttori degli studii e comandanti. in 2" che nello svolgimento della ,,ita quotidiana avevano sv-0lto di.nturnamente l'effettiva e diretta azione di comando, regolatrice e. propulsatrice. Ci par quindi doveroso di accennare brevemente..qui a quei preclari Colonnelli provenienti dall' A.rtiglieria o dal Genio che nel periodo 1870-1897 furono comandanti in· 2" dell'Accademia mi litare. Eisi furono successivamente: -
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I COM:ANDAl','.rI IN
2•
Ool. del genio Giovanni Oastella7,zi dal 1869 al' 1876, Col. di S. 1\1. Celestino Rossi dal 1876 al 1877, Col. del genio Na.poleoue Erne.s to Gonnet dal ,1877 al 1881, Col. d'art. Carlo Pastore dal 1881. al 1882, Col. d'art. Ladislao l\falaspina dal 1882 al 1884, Col. d'art. Giuseppe Ellena dal lSR4 al 1887, Gol. del genio Angelo 'l'riani dal J.887 aJ 1892, Col. del geni-o Francesco Aprosio dal J893 al 1896.
Fig. 310 - Colonnello Giovanni Castellazzi.
Dei predetti insigni educatori e forgiatori delle anime e delle menti di tanti e tanti 'Offi<:.iali usciti in quei 27 anni clall' Accademia di ·'l',o rino, e che costituir,ono gli alti quadri delle Unità che hanno combattuto e vinto la grande guerra, noi riteniamo dover-oso di .ricordare qui con riconoscente pemdero alcuni loro cenni biografici. -
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SCUOLE D' ARTIQLimllI A
1870-1914: -
Il . ACCADF:i\flA MILITARE DI TORI1'0
Giovanni Castellazzi nacque in Sartirana (Lomellina) il 12 dicembre 1824 ~ fatti gli stndii neHa. R. Università di Torino vi fu laureato architett{) il 12 agosto 1847, ma al sopra,ggiungere degli avvenimenti politiei del J 848, amor di Patria e na,turale vigoria cli animo lo spinsero a fasciare la ca,niera intrapresa per volgersi alle ai-mi. I n quell'anno egli fu. promosso ufficial e· del genio militare, e ben ·presto la sua operosità ,e sagacia gli ca.ttiva.rono la stima dei superiori, come di primo acchito la sua lealtà e franchezza gli avevano guadagnat,o la si.mpR:tia dei colleghi (1). Dopo aver avuto co:spicua parte nello studio delle fortificazioni di Casale l\fonferrato, nel 1:854 fu inviato colla spedizione Sarda in Crimea. Colà pure si distinse, sovratntto coi pw>gettare,. dirigere e portare in brevissimo tempo a compimento l'o. speclaJe di Ka<'likoi. Il 19 luglio 1s5;; fu promosso capitano ' "d al ritorno dalla Crimea maggiore : come tale nel 1859 ebbe fa i.lif~ :fi cile e pericolosa missione di r ealizzare i maggiori impedimenti possibili all'invasione nemi.ca 1 minando i ponti ed al.1.:1ganrlo le pia,nnre rlel Novarese e della Lomellina. Diventò tenente to1onnello il 7 novembre .1860 e colonnello il 9 lug-lio 1866. AYeva così fatto le campap:ne del '49, del ':55, del '50 e fece anco1~ft qnC'lla clel 1866 coprendo con onore il posto di coma,ndante del Genio presso uno dei Corpi d'Esercito, guadagnanclosi perciò la medaglia d'argento al valore roilita,r e. Nel 1865 ebbe l'incarico di diri.gere i lavori pel trasf.•:!rimento della sede del Governo a Ffrénze e nel 1869 fu nominato Comandante in 2• e Direttore degli studii all'Accademia militare : fu in. questa carica che spiccarono anche maggiormente le doti non comuni del su o animo leale, fermo e benevolo 1 per cui gli. Accademisti lo · chiamavano «papà Castellazzi )). In 'lui era, sal dissimo il sentimento clèl ciovere, ma ne temperavano la rigidità la sua grande a morevolezza e q1rnl profonclo sentimcùto del bello, per i.l quale sotto la cli'visà militare si manifestava, l'arti.sta. Giovanni Oa,stellazzi nel 1870 venne nominato professore d' architettura alla Scnola del Valéntino per gli ingeg~neri, e ta.le suo insegnamento durò fino al termine dell'anno scolastico (l) Da
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Sch,izz,i a1·chìtetr.on'i<:i <la.Z. 'Vero >) - 'l'orino, Bocca, 1.Si!J.
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IL GENERALE CASTELLA½ZI
1.875-76: promoSS<) generale il 23 Ùicembre 1875 continuò a mantenere il suo comando in 2" all'Accademia militare e fu attivo
prezioso c-0ope1·atore del generale Giovanni Cavalli nell'esercizio del comando. Molte sollo le opere che furono <.;Ostruite. su suoi disegni per cura clel Genio militare in 'l'orino, quali: il quartiere della, Oernaia, un'ala, dell'Ospedale milita.re cli Via Accademia Albertina, la facciata, dell'Arsenale di costruzione in Borgo nora con annesso quartiere, la cavallerizza, coperta, della spianata d'artiglieria, i magazzini ed il laboratorio per a,rredi militari all'angolo cli Cor•$O Oporto e Corso Siccardi presso l'antichissima pfa.zza d'armi, ecc. ecc. Il Oastellazzi pubblicò per le stampe, e principalmente in giornali militari, parecchie relazioni ~ disegni di numerose -0pere che immaginò e fece eseguire: mentre sono poi degne di particolare rilievo le seg1.1enti pubblicazioni : Ricordi cli architettura orientale presi dal vero con cento tavole autografate con testo (Venezia1 'l'ip. Rinnovamento 18'71) ; Schizzi architettonici dal vero (Torino, Bocca 1879) ; Fabbri.che mocleme con 110 tavole (Collezione dei principali progetti architettonici stuclittti ·clal prof. Promis) . Giovanni Oastellazzi morì a Sai.nt Vincent il 24 agosto 1876 e la sua salma fu tumulata nel réeinto posseduto dall'Accademia militare nel camposanto generale di· Torino, dove l'affetto degli amici, la stima dei colleghi e la riconoscenza degli allievi gli eressero un ricordo marmor-eo formato da una colonna sormontata dal suo busto. Al Castellazzi succedette il colonnello di Stato Maggiore Celestino Rossi nato a . Bourges il . 23 ma,rzo 1832 che, entrato all' .Accademia militare cli Torino il 31 ot,tohr,e 1846, era stato promosso tenente d'artiglieria nell'agosto l.852 e come tale partecipò alla, campagna del '59 nel Reggimento P,o ntieri e venne decorato della Croce di Savoia. Promosso capitano il 17 giugno '59 e maggiore il 23 marzo 1862, fino aJ 1866 diresse il Laboratorio di precisione che lasciò per partecipare . alla guerra, guadagnandosi la promozione nell'Ordine di Savbia per la ricognizione di Borg,of.orte del 5 luglio. 'l'rasferito al 6" e poi al 5° Regg.to Artiglieria eondusse a termine col colonnello ~lattei gli studii per un nuovo materiale -
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SCUOLID D' AR'l'IGLIERIA
1870-1914 -
Jt .
ACCADEMIA M:ILI'l'ARE DI TORCNO
da campagna. del quale vennero costruite alcune batterie. Passò poi alla Direzione di Genova quindi a quella di 'l'orino e nel 1872 fu promo:8so 'l'enente Colonnello nel Corpo di Stato . Maggiore disimpegnando quindi sva1fati incarichi fra i quali quello di Comandante .in 2"' dell'Accademia militare, di nostro ad-
Fig. 311 - Colonnello Celestino Ross i.
·detto militare a P a1·igi, di Uornandante il 43° Regg.t-0 Fa,nteria ed infine di Comandante la Brigata Ferrara. Promosso Generale li 1° giugno 1882 passò al Comitato di Fanteria e Cavalleria e quindi al Comando del :Presidio di Spezia : Tenente Generale nel 1887 comandò successivamente le Divisioni milita,ri di Genova e di Ravenna e morì 1'11 agosto 1888. Dopo il Rossi fu Comandante in 2• dell'Accademia il Colonnello del Genio Gonnet barone Napoleone Ernesto nafo ad Alessandria il 9 maggi-0 1834 e :figlio del Generale del Genio Sena-
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IL COLOKNELLO GONNE'J.'
tore Claudio Giovanni Gonnet, savoiardo. Entrato all'Accade· mia militare il 12 ottobre 1847 ne uscì nel 1852 sottoternmte del Genio. Tenente· nel 1856 e Capitano nel '59, ailorchè nel 1860 la Savoia fu ceduta alla Francia il Gonnet si schierò dalla parte
Fìg. 312 - Colonnello batone Napoleone Ernesto Gonnet.
degli Ufficiali savoiardi che « firent le dnr sacrifice de la séparation de leur sol natal et resterent .fidéles a, la mon archie et au drapeau qu'ils servaient depuis long temps )) (1). Maggiore nel 1861 fu segreta.rio del Comit::J,to cl' Artiglieria e Genio e quindi addetto al Ministero della Marina: Colonnello nel 1875 fu Direttore ad Alessandria, poi Oomanda.nte in 2• delP Accademfa militare e Direttore del Genio a Genova. Genera1e nel 1882 ebbe il comando territoriale di Bologna e fu (J.) A.lfred Anthonio.z-Gén11rau:t Savoyrircis -
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Généve -
Edìtìon Atar 1912.
SCUOLE O'ARTIGLIIDRIA
1870-1914 -
IL
ACCADEi\fL\ )HLl'l'ARID DI TORINO
quindi addetto al comando del Corpo di Stato Maggiore come Capo dell'Ufficio Intendenza. Nel _1887 raggiunse il grado di Tenente Generale ed in riconof':.c.:imento dei lnnghi e brillanti servizii prestati venne creato barone. Fu quindi comandante in 2" dell'Accademia p1ilitare il colonnello d'artiglieria Oa.rlo Pastore, :figlio del Generale Giuseppe e appartenente ad una fa1niglia di ininterrotta tradizio -
Fig. 3U: - Colonnello Carlo Pin;torc.
,.
ne artigliere.sca. Nato a 'torino nel 1831, Carlo Pa1,;;tore entrò all'Accademia nel 1845, fu promosso tenente d' artiglieria nel 1851, capita,no nel ' G9, maggiore nel 1862 e col grado di tenente colonnello nel 1871 fu 8egretario del Comitato. Ufficiale studiosissimo, appassionato del servfaio, austero e sempre eguale a sè ,stesso, alieno cla esibizionismi _e cla facili onori, bonario e comprensivo delle aspirazioni dei giovani, per tutte tali doti e -
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IL COLONNELLO )fAL1\$PI~A
tali titoli indiscutibilmente rioonosciuti, Carlo Pastore, pr-0mos so colonnello nel 1875, comandò il 14° Regg.to Artiglieria a Genova, fu Direttore del Laboratorio di precisione, Comandan te in 2' clell' Accademia · militare e poscia Comandante territ-0riale d:a,rtigli.erht in ·rorino. Nel 1882 promosso generale fu trasferito al Comitato d'Artiglieria e Genio: nel 1887 promosso
Fig. 314 - Colonnello Ladislao :i\falaspina. ·
tenente generale fu Ispettore cl' Artiglieria da campagna e quin · di Ispettore Generale dell'Arma fino a1 ·1894. 1\forì a rrorino il 9 febbraio 1910 e le Autorità competenti in riconoscimento di quanto Carlo Pastore aveva fatto e .aveva dato nella Direzione della R . .Accademia militare, in via eccezionale dispose che fra le truppe comandate all'accompagnamento funebre :figura.sse l'iil tera. Brigata Allievi della R Accademia militare con Bandiera. A Carlo Pastore succedette il colonnello d'artiglieria Ladislao Malaspina del quale ci riserviamo di esporre lusinghieri -
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SCUOLE D) AHTIGLH:RIA
1870-1914 -
R.
ACCADE MIA M:ILIT,\RE DI 'l:ORINO
cenni' biografici aU.orchè si dovrà parlare clei Comandanti della Scuola d'Applicazione d'Artiglieria e Genio. Fu quindi nominato comandante in 2" e Direttore degli studii il colonnello d'artiglieria Giuseppe Ellena nato a Saluzzo nel 1&39. Si può fondatamente affermare che per oltre cinquan-
Fig. 315 · Colonnello Giuseppe Ellena.
t'anni non vi fu in Italia uffi<.:iale d'a.rtiglieria che abbia igno rato il nome di Giuseppe liJllena ed i suoi numerosi studii e le sue molteplici successive pubblicazioni basilari, concernenti i materiali d'artiglieria . Allievo della R. Accademia militare, l'Ellena fu sottotenente d'a,rtiglieria nel '59 e non appena promosso Capitano nel 1864 fu chiamato, per l'importanza dei suoi studii e per la riconosciuta sua competenza, ad insegnare materiale d'artlgJieria a,lla Scuola, d'Applicazione d' A.rtiglieria, e Geni.o. Nel lS84 I
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IL COLONNELLO ELLENA
, raggiunse il grado di colollnello e dall"84 all"87 diresse gli studi nella R. Accademia, militare, intervenendo allo svolgimento delle singole lezioni e dei varii corsi, ed imprimendo per tal modo e col suo interv<mto peri:;onale un rinnovato indirizzo nello svolgimento delle varie materie. Professori ed allievi, se pur chi.amati e costretti a nuovo e maggior lavoro, compresero su-
Fig. 316 · Colonnello Angelo. Triani.
bito l'importanza. deJle im1oya1,ioni imposte ed introd.otte dal colonnello Ellena essenzialmente per il;deguare gli studi.i mili.ta ri ai corrispondenti . corsi di ingegneria, e chi scriYe può per precisa reminiscenza, personale affermare e dichiarare che la salutare severità di Giuseppe Elleµa gli valsero la riconoscenza ed il riconoscimento di tutti e di ciascuno. Giuseppe Ellena ebbe poi il comando del 71.) Reggimento Artiglieria da Campagna in Pisa, e promosso gern~rale nel 1893 fu -
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SCUOLE D,ARTIGLÌEIUA
1870-1914 -
R. AéCADIDMIA M ILl1'ARE DI TQRINO
Dir ettore generale d'artiglieria al :Ministero ; passando in se: , guito al oomando di una òrigata cli fant eria prese parte alla campagna d'Africa rimanendo ferito alla battaglia di Aclua nel 1896.
F ig. 317 - C_?lonnello F r an cesco Aprosio .
. Come gfa fu rioorùato, Giuseppe Ellena, particolarmente competente nella parte tecnica, pubblicò molte opere e molti lavori specialmente rig,rnrdanti il materiale d'artiglieria, le munizioni, gli artifizi di gilerra, le corazze di ghisa indurita, ecc. ecc. Al colonnello Ellena succedet te come comandante in 2" del la R. Accademia di Torino il colonnello del genio Angelo 'l'riani : di lui si dirà diffusamente parlando della S~uola cl' Applicazione d' artiglieria e genio, limitandoci qui tt rilevare come permanenza del oolonnèllo ~rriani all'Accademia militare in qualità cli. comandante in 2', · sia stata di ben cinque anni ininter-
la
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IL COLONNJ,;Lr,O APROSIO
rotti tanto che egli potè imprimere un suo personale ind irizzo nello svolgimento degli stndii edifican do sovratutto sulle fon damenta costrnite dal suo predecessore colonnello Ellena. L'ultimo coma uclanLe in 2• della R,. Accademia, prima del 1897 fu il colonnello del genio ]'rancesco Ap rosio. Nato a Sanremo il 7 ottobre 183!) egli era entrato all'Accademia nei 1860 uscendone sottotenente nel '6J e penonendo l)nindi tutta la carriel'a ncll'rH'Jna del genio : come rnaggior,c fn in Eritrea, nel 1885-86 e promosso tenente colonneHo nel 1SS8 si guadagnò la medaglia d'argento al valor civile per cc essersi adoperato con pericolo di vita in soccor~o di. J)ersone pericolanti fra le macerie>, durante il terremoto in Liguria. Col grado di colonnello comandò in ~a la Acca<lemia militare dal 1893 al 1896, e quindi comandò successivamente il genio in Meissina e poi a Napoli, consegu endo la, promozione a generale nel 1898 : rimase in .senir.io effettivo fino al 1!)01 e quindi fn poi promosso tenente ~ene1·ale nena riserva nel 1908.
In applicazione delle dispoisizioni contenute nel R. Decreto n. 361 datato dal 22 luglio 1897 per l'ordinamento cleJle Scuole militari, con suc:cessivo atto N . 25fl in clata, 3 dicembre del Giornale militare 1S97, venne emanata la « Istrnzione sulle attribuzioni del comandante della Scuola d'applicar.ione d'arti g~ieria e geni.o e dell'Accademia militare, e clei comand a,nti in 2• dei d ne I sti tn ti )). Di tale Istntzionc ricordiamo qui le disposizioni 1·elati,e alle attribuzioni del comandante in 2'' dell'A·c cademia il quale di~endendo direttamen te dal coniaindant.e dei due Istituti, aveva essenzialmente la direzione immediata dell'Accademia stessa. ed erano perciò tli ,sua, competenza : a) la di:a;ciplina e l'amministrazione dell'Istituto; b) l'attuazione dei va rii insegnamenti e dei.le istruzioni pratiche; e) l 'impiego clegli ufficiali, clel pe1'F-onale civile e del personale cli. governo; d) l'a.·segnnzione dei lc~cali ai varii servizi. U comandante in 2• dcll' Accademia doveva sottoporre alla -
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SCUOI,E OJAR1'IGL1IDRI A
1870-1!)14 -
lt.
ACCADl•Jl\HA :\11Ll'l'ARE Dl 'J:ORINO
decisione del comandante dei due Ist.ituti le questioni riflettenti il personale civile in~egna,nte, mentre per rispetto a tutti i personali militari dell'I stituto .e gli aveva le attribuzioni di Coma.nclante di Corpo. Egli doveva curare l'att uazione degli insegnamenti scienti1ki e delle ist.rur.ioni pratiche secondo le norme dettale dal comanclante dei cl ne Istituti e stabilire gli orari cla apptovarsi dal comandante stesso. Anche per quanto si riferiva. all'amministra7,ione, il comandan te in 2' aveva le attrib1nioni cli comandante di Corpo.
I n conseguenza del predetto nuovo ordinamento 22 luglio . 1897 il generale Angelo Triani che era in q uel momento coma,nclante della R. Accademia rnilital'e divenne Comandante dei due I stituti ed il comando in 2• dell'Accademia venne assunto sotto la data del 15 settembre 18!)7 dal colonnello d'artiglieria Pietro Drocchi. 11 Drocchi nato a Mnrar.7,ano il 24 aprile 1841 era entrato in Accademia il 2J ottobre 1859 e ne era uscito il 2 marzo 18G2 sottotenente d'm·tig]jcria, percorrendo poi la caniera nel1' Arma e oonsegncndo il gl'ndo di colonnello nel 1895. Tenne il comando in 2• clell' Accademia, fino al 26 marzo 1899 e quindi passò in ausiliaria e po1.::cia nella riservn. conseguendo la, promozione a maggior generale. Dopo il Drocchi fn comand ante in 2• il colonnello d'artiglteria conte Albe1·to Morelli di Popolo dal 9 a,prile 1899 al 16 febbraio Jf.102 e di lui verl'tnrno da.ti alcuni cenni biografici allorchè si parlerà del Comando unico dei due Istitu ti che il conte Morelli di Popolo assunse il 16 febb raio 1 fl02, allorchè essen<lo promosso maggior genernle, lasciò il coman do in 2a dell'Acca.demfa.. Fu suo successore il colonuello del genio conte Edoardo Luda di Oort emiglia dal l(i fcbbra.io 1902 al 25 novemln·e 1905. Nato a Torino nel J847, il Lnda era entrato in .Accademia nel 1864 uscendone sottotenente del genio nel 1867: percorse t utta la carriera nell' A1·m}1 clel genio e come capitan o fece parte nel personale cli governo e insegnan te nell' .Accademia; comandò il 2° Reggimento genio e dopo essere stato Direttore del genio a -
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F ig. 318 - Colonnello di . Artiglieria Pietro Drocchi, 1897-1899.
Fig. 320 - Colonnello del Genio Edoar do Luda di Cortemiglia, Hl02-905.
Fig. 319 - Colonnello di Artiglie ri a Alberto Morelli di Popolo, 1899-UJ02.
Fig. 321 - Colonnello del Genio Leone Dessalcs, 1905-908.
SCUOLE
o' AH'.l'lGLimHA 1870-1914 -
n.
ACCADEMIA 11:fILITAREJ DI '.!:ORINO
Palermo fu nominato comandante in 2" dellAeca,demj a militare, comando che tenne fino a quando passò in ausiliaria e quindi neUa, riserva. :Morì c-ol grado di maggior generale il" 31 dicembre 1918. Dopo di lni. comandò l 'Accademia militare il colonnello del genio Leone. Dessalles uato a Raudensil il 1° ottobre 1S51, il quale, essendo stato allievo dell'Accademia di Torino dal 1868 al 1871, entrò nell 'Arma del genio e, percorrendo in essa tutta · . la sua carriera, e ricoprendo posti importa ntissimi al Mini,stero della guerra e presso la R . Marina alla Spezia, nel 1H05 fu nominato comandante in 2"' dell'Accademia milita re: promosso maggior generale nel 1908 fu nominato comandante del genio a Genova e poi a Torino, e nel 1911 iscritto nella riserva e quindi promosso t(~nente generale Al Dessalles succedette come comandante in 2• dell'Accademia il colonnello del genio Agostino Arlorio. che vi rimase dal 20 gennaio 1908 al 1° novt~mbre 1913. Nato a P.ontedecimo il 1° novembre 1855 l' Arlorio entrò all'Accademia militare di 1'orino nel novembre 1873 e ne usci sottotenente del genio il 22 luglio 1876; tenente nel 1878 e capi.ta,no nel 1883 fu inviato in Africa :on la, pr~m~ ~pecli~ione e rientrato J??i_ ~n Italia, occupò posti 1mportant1ss1m1 e eh grande respons:1b1hta., e conseguendo successiva.men te i gradi superiori fu propiosso colonnello nel 1908, rimanendo per oltre cinque anni al comando dell'Accademia militare :fino a quand·o, colpito dai limiti d'età, fu collocato in posizione ausiliaria. Retto nella . persona, di aspetto austero ma non meno bonai·io, rigiclo nella diseiplina e osservatore scrupoloso dei regolamenti, ma non men-0 affabile di modi e paternamente sensibile di cuore, Agosti.no Arlorio eh.e aveva particolare predilezione per gli studi di ingeg·neria e si, affermò per competenza in varie pubblicazioni ed in diversi scritti rig-uardanti l'industria cementizia e le applicazioni del cemento alle costruzioni civili e militari, rappresentava il prototipo perfettamente qualificato pH coprire la carica di comandante fo 2" della R. Accademia l\1ili.ta1:e, per essere. il ca,po beneamato di quella famiglia che fortunatamente tale continuava ad essere e voler essere l'Accademia, militare di Torino. La lunga permanenza dell' Al'lorio al comando dell'Istituto gli P.ermise di poter -
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IL COLON!\i,;LLO AHLORIO
a.are una speciale impronta personale allo svolgimento s:ovratutto degli studii delle materie scientifiche che proprio in questo turno di tempo a.nda,vano di giorno in giorno ampliandosi e moltiplicandosi. Il colonnello Agostino Arlo1fo fu poi richiamato in servizio allo scoppio della grande gnerra e dal 24 maggio 1915 riebbe U comando dell' .Accad<:!mia militare che tenne come maggior ge- ·
Fig. 322 - Colonnello del Genio Agostino Arlorio, 1908-1913.
nerale dal novembre 1915 sino al 1917; nel 1923 fu promosso generale di divisione nella riserva e il 2 settembre 1928 morì a Sangiorgio Monferrato . .Agostino Arlorio nel 1880 aveva meritato la medaglia di bronzo al valor civile per l'azione esplicata dnrante l 'inondazione del Po di quell'anno, e nel 1885 per il contegno da lni tenuto e per i servizi da lui organizzati a, Massaua fu particolarmente encomiato. Per il periodo 1870-1915 che qui stiamo illustrando chiude 4·7
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SCUOLTil D,,\RTIGLIEJRIA
1870-1914 -
R. ACCADE7'1IA l\IILI'l'ARE DI TOHINO
la serie dei comandanti in 2• dcll' Accademia militare il colonnello del genio Leone A.nel.rea Maggiorotti il quale succeduto al1' Arlorio il 1° novembre 1913 tenne il comando fino al giorno clelFentrata dell'Italia nella grande guerra. Nato a Milano il 26 agosto 1860, dopo il triennio d'Accademia uscì sottotenente del genio il 25 luglio 1880 e dopo un solo anno dacchè era stato
Fig. 323 - Colonnello Leone Andrea i\fogg- io1·otti.
promosso tenente venne destinato alla Scnola cl' Applicazione d'artiglieria e genio quale insegnante a,ggiunto di fortificazi-one : dopo quattro anni consegui la pr,omozione a, capitano e dopo varie destinazioni fu nuovamente irn;egna,nte alla Scuola d' Ap plicazione dal 1896 al 1901. All'apparire dell'automobilismo, il Maggiorot.ti si occupò con grande attività e con non minore competenza dell'introduzione dell'antomobile nel R. Esercito e fu un fervente a,s sertore -
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IL COLO:SKEU,O ,\L-\(WIOROTTI
dell'11tilità d'impiego di tale mezzo meccanico nel campo militare : come maggiore e quindi come tenente colonnello fu a, capo dell'ufficio antomobili~tico presso il Comando del Corpo cli Sfatto ì\faggiore. Promosso colonnello nel 1.912, dopo avere .c omandato i n 2a l'Accademia rnilitan\ dal 1. ·novembre 1913 all'atto dell'entrata in guerra dell' Italia, fu nominato Capo del s.erv:izio a ntomobilisUco all'Intend<~nza generale clell'Eserdto. Promosso maggior generale nel 1916 fu comandante dei se1·vizi aeronautki al Corunn<fo Supremo e nel 191.8 assurn::e il Co mando · del gcnfo delJa, 3" Armatn,. Utftdale cli~tintissimo, ap passiona,to del senizio e tecni.co vafonte, il generale :\Iaggiorotti è autore di numeroi:-i stucli e monog1·a,fie concernenti. gli ar g,omenti più varii e divc'rsi, trattati. tntti con pa,r ticolarc scru polo e speciale competenza. Fra, le principali :-:u<:: pubblicazioni sono specialmente notevoli. le seg n(~nti: Ordinamento dei. can1pi t rincerati. - La fortifieazione passeggera coordinata alla, tattica. - P.onti metallici cli a.vang11ardia. - L'automobile e l'Bsercito. - L'automobile a benzina. - Manuale per l'ufficiale del genio in guerra . - DreV{~ dizionario cfogli architetti cd ingegneri militari italiani. Leone Andrea ì\faggiorott i. generale di Corpo d' Arm.ata nella riserva fin dal 1926 <~ consultore dcll'!Rtituto storico e di cultura dell'Arma del genio. 0
Le norme per l'ammissione tLll' A.cca.demia stabilite nel 1891 subirono delle modifiçazioni col Regolamento del 1.0 marzo 1898 che portò l'età minima di ammissione a 17 anni. e prescri,sse che per il c011corso all'Accademia militare, oltre aèl essere muniti cli licenza liceale o èl'Istituto tecnico od essere provenienti dal 4° Corso dei Collcg:i militari, i giovani dovessero superare 1m esame scl'itto cli italiano, cli matematica e cli francese noncl1r un esame orale c-ornplementare di matematica. Col Regolamento organico per le Scuole militari del 16 no vembre 1899 l 'esperimento scritto di franeei;;e venne sostituito da - 723 -
SCUOLE D'ART!GLil)JRIA
1870-1914 -
R. ACCADIDllfIA MILI1'ARJ'J 01 'r0RI1'0
un esame orale di storia, e venne confermr:Lto quanto già, era stato stabilito col R. Deereto del 1887 in riguardo al pareggia mento degli studii dell' .Aceademi.a militare con quelli cfol bien · nio della R. Università.
D'ig. 32-<J - Festa al Campo lli Lombardore.
Inoltre per sopperire alla deficienza di uflieiali subalterni nelle Armi di artiglieria e ger.io, negli anni dal 1884 a-1 1915 il Ministero della guerra dovette più volte far organizzare e svol -
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Ii'ig. 325 - L a canzoùe dell':ntiglierin. (da H'o1rnscolo « Festi>" al Campo d i Lombardoi·e 1903 »)
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SCUOLE D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
R. ACCAOEì.\HA 1111LI'l'Aftl,; Dl '1.'0R l:'.'<0
gere nella R. Accademia di Torino dei COJ'f-i a ccelerati Ebraordinari, e concedere delle straordinarie ammissioni al 3• corso d'Accademia, corso al quale potevano accedere i giovani cb<i avessero compiuto il biennio universitario di matematica pet· la facoltà di ingegneria: furono questi i ben noti corsi di « berettini )).
** * Già si è fatto cenno ai progTammi di insegua.mento stabiliti nel 1862 quando cioè l'Accademia venne destinata e<;c]m;iv.tmente nl reclutamento degli ufficiali d'artiglieria e dei genio r per il corpo di stato maggiore. Tralascfa.nclo·: ora cli e::;am111ure in modo particolareggiato le aggiunte e varianti che man mnno vennero apportate ai programmi stel'-si, si ritiene doveroso cli dare qui un cenno generico delle materie ct'insegname1 1to stn. bilite nel 1912 col Dispaccio N. G872. Nei tre anni di corso gli insegnamenti erano così 1·ipartiti: 1° corso: Arte mi1itare; Analisi matematica.; Geometria descrittiva; Topografia; Disegno topogt·afico; Fisica; Geogr,1,fiu cle8erittiva,; Lingua francese; Disegno linea.re e cl'-orna.to. 2° corso : Arte militare; Analisi matematica; GeonHitria proiettiva; Storia militare; Armi portatili; F ortificazioni cam pali e disegno relativo; Chimica generale ; Lingua tedesca. 3° corso : Arte milita.re ; Meccanica razionale; Geometria descrittiva; Storia militare; Nozioni d'artiglieria;- Letteratura mi lit.are; Chimica applicata; ~ozioni di diritto; Disegno panornmico milita.re; Disegno di architettura ; Lingua tedesca. Oltre le suddet te materie, i programmi d'insegnamento contemplavano anche la parte dedicata ai Regolamenti ed Esercizi militari: speciale importanza veniva datn all'insegnament-0 dei Regolamenti di carattere tattico e di essenza tecnica quali : l'Istruzione per le eser<)tazioni cli combattimento; l'Istruzione per l'impiego delle tre armi; l'I struzione snl tiro, sulle armi e sni lavori da zappatore. Per quanto a,veva tratto alle varie Esercita?..ioni militari non vi erano speciali programmi, dovendo essere compito del -
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I!'ig. 327 - Canto dell' .Accademia. (dall'opuscolo « Fest~t al Campo di Lomb::irdore 1903 »l
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LE ISTRU ZIONI :un,IT,\Rl·
éomanclante il provvedere allo sviluppo delle uted<~siJHe nel modo più ra:,,,i.onale e secondo gli scopi da ragginngere.
Fig. 328 - F-rontespizio programma gare spor tive.
In massima le mattinate dei giorr1} festiv i erano destinate .allo svolgimento dì ese!'citazi,o ni in Piaz~a d'a:rmi ed _all'esecu zione cli esercitazioni tattkhe nei dintorni di Torino. (heste ultime avevano poi un ptù ampio sviluppo nel pe1·ioclo c1·e1 ~èampo d'istruzione della dmata di una quindicina di giorni che gli -
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SCUOL!D O'ARTIGLilll!UA
! 610-1914 -
R. ACCADEMIA M:{LITAHE DI 'CORI NO
aJlievi <1cl 1° e del 2° anno, dopo gli esami di fin d'anno, fa.cevano al Poligono di Lomba.rdore od f1 quello di S. l\'1.amizio, completandole con esercitazioni topogt·afiche, equitazione di campagna e S0V1"a t11tto con la. Scuola di tiro . L'addestramento era poi durante l'intero anno completato da periodiche istruzioni di equitazione, di schel'ma e di ginnastica, e, nei limiti consentiti dal tempo disponibile, anche da esercizi di nnoto e ùa, esercizi di al lenam ento in bicicletta. P er incitare l'emulazione e quindi l'interessamento degli a.llievi ai varii esercizi fisici, alla fine dell'anno scolastico e prima deg'li esami venivano indette apposite gare dotate di premi, consistenti in medaglie e diplomi.
No1·malmente dopo il campo d'istrur.ione e tal volta anche prima del campo, gli allievi del 1° e del Z> corso compievano un viaggio cl'istruzi.one cle)]a durata, di circa qufodici giorni. In massima tale viaggio si svolgeva in una delle 7,one della frontiera occidentale, parte in ferrovia e parte a piedi allo scopo di allenare i giovani allievi a.JJe marce neJJe zone di montagna, abituarli alla lettura delle carte e fornire loro qualche conoscenza della nostra fronUera: Rempre che se ne presentasse l'occaia;ion e. nei. lu oghi percorsi venivano rievocate le gesta gloriose degli E serciti del vecchio Piemonte nelle guerre del passato. Tali viaggi d'istruzione erano Ja continuazione di una vecchia tradizione iniziata sin dai primi anni dell a R. Accademia militare, ai tempi del coman<lante Cesare Salur.zo. Al lol'o passaggio nei paesi e ne)]e città gli Accademisti erano accolti con affettn oso entn~iasrno daJle popolazioni, ospitati talot·a nelle ville patl'i7.ie e negli ant.ichi castelli, ed in loro onore veniva.no tal volta organizr.ate feste, l'iunioni e diverti menti : in fogli a stampa veniva altresì ricordato il lOl'O pnF:saggi.o nelle principali località,. Da nna vecchia gnida cli Torino (1) riportfamo la seguente (1) Nuova r1uida (le' f orestieri ver la Reule Oittèt di To1'lno (T orino, R eycencl, 1826). /
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l \ I AGGI
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·rwm (;Zl(JN:J:
d~scrizione di un viaggio compiut-0 dagli Accademisti nel 1820, descrizione che varrà a dare un' idea dell'ambiente e dell'a:tmo -
NEL PASSAGGIO
ALLIEVI DELLA REALE ACCADEMIA l'El\ LA CITTÀ 01
CU!\EO
SONETTO,.
O G1ovE11Tu' crescen1~, nerbo, e fiore Del Subalpino suolo, ecco le mura, Ùl'c a Sabaudi Eroi posò sicura La fede avita, ed il marzial valore:
Di palme onusr.a e del na1io folgore, Di foni opra, ne' Ira fasciumi oscura Sorge Cuneo ahrra in, grembo a Stura, Custode invitta del \'Ctusto onore. Lieta v'accogli~ ed a Voi plaude ancora, Ch' aspra milizia ali' ozio moffe in resta A povertà vi av\'czzi, e il peno ioduri. In sul calle di Ma1'te , e nell' aurora Dell'età vostra a pit,· gloriose gesta "Il çicl vi serbi, e ·a d, sereni e puri. l
C1TT 1.i)1N1
ùt afltstato
CU !\ E OJ
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Prciso
P 1V.T R O
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Ccsr.o.
di giubi{().
l\osst Starnpalor.: <lcll' lll.""• Citti:J.
lfig. 329 Viaggio d ' istrnzioJJe anno 1S21 dEigli Accademisti nella città cli Cuneo.
Sonetto per il passaggio
sfera di patriottica cordialità da cui gli Accademisti erano circondati : « F r a gli eser cizi ai quali veJJgouo assnel'.fntti gli nllievi, vi sono anche m areie in forrnn mili t ar,~; ma fra queste è notabile quella clic intrapresero il
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Fig. 330 - Viaggio d'istruzione anno 1880 -
Presentazione ùegli Ufficiali u S. M. la Regina Mtu·gheritu.
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VI AGGIO A P IEDI ,\
onorA (l820J
clì 5 settembre 1820, in occasione, che si celebrò al sacro Monte d i Oropa il solenne centenar.io. Di questi giovinotti apr.,ar tenenti a fam iglìe le pm distinte del paese, 80 dei meno deboli ne int r tipresero il ;viaggio in forma mili tare con la loro avanguard ia e r etroguardia. I forieri, i tamburini, e li custodi dei due ca rri destin::iti uno a porti,re i commestibili; e l'altro per sollievo di qnelli, che o per la fatica, o per qualunque altro accidente ave,;sero aYuto bisogno di esservi ricoverati, erano uomini cli t ruppa . Partirono con la loro sciabola, e collo zaino in ispalla, e a ndarono a far colazione a Settimo 'J:orinese, e verso le ore due giunsero in Chivasso, ricevuti colli dal Comamlante seguito da una b:md:i mus icale, colla quale accompagnò la nobile comitiva milita re s ino al collegio della città, dove essa trovò _preparati squisiti l'infl'esehi, che il Comandante vi aveva fatto provvedere. Per la notte il loro letto f u sulla paglia. L'indomani sulle ore sei par til·ono da Chivasso, ed arTivarono a Cigliauo a lle ore O, clove facendo colazione furono raggiunti dal Cavaliere Cesare Saluzzo, loro Comancla.nte, e da ll'Abate Serravalle, di rettore spirituale, e preso riposo, clopo circa sette miglia, giunsero in vicina11za di Tromarno verso le ore 4 di sen1, ove furono ricevnti clnl conte Giflenga, Tenente gc~nerale, che loro fece preparare uno squisito ecl abbondante pranzo nel suo giardino. Ma buoni giovinotti! nel mentre che stavano rier s.eclere a tavola, cadde una dirottissima pioggia c:)le guaste> tutte le vivancle, eppme vi stettero fermi quali soldati Yeter:mi, mangiando come potettero, se nonchè alcuni si JHl.scosero sotto le tavole per potere ci.barsi cli vivande meno guaste. Jl1 qui il loro letto fu anche uno strato d i paglia. La m:1rcia cli questo giorno fu cli 13 in 14 miglia. Il giorno 7 dello stesso mese l a nobile comitiva p:H'tita da 'fronzano si · d iresse per Ca.vaglfa a Saluzzola, ove il Parroco le tenne preparata un eccellente ed abbondante col:izione, e clopo 4 ore cli r iposo 11artì per la strada di Fraschea e Gaianico, e giunse a Diella incont rata da Mons ignore iloJ\a ti, dal Coroa nclante, e da un gran numero éÌi persone. F u alloggiata in Seminario, e fu coricata in morbidi letti, che molto contribuirono a clefaticare qnella tenera gioYentù. La marci a d i questo giorno fu di circa J.2 mìglìa. Il rnnerdi S, g iorno della Natività di M. V., sali il monte per C).uattro miglia e mezzo, e dopo la 'Messa, ecl aYere vif<itnto il Snntuario, 'fece colazione, e r ipiglib la strada cli Biella dove gi unse a lle 4 ; ecl alle Cl anelò a pr:rnzo, dopo il quale fn invitata ad intervenire ad un' Acc:ufernia di dilettanti cli musica diretta clal Sig. 'l'rompeo, e fi nalmente s i ritirò in Seminario al riposo. TI vi;,ggio clell'inclomani, 9 settembre, fu mol to più lungo e cli.=astroso per balze e strade molto i ncomode, e quelln gentile e tenera gioventù dovette camminare {)N l O ore per arrivnre al castello Masino. Da Biella prese cli buon mattino la strada cli Cieppi, Zuhiena, Magnano, ove arrivò a ore 10 e 1/2, e vi fece colnzione; cli là presa la strada di Pivrone, Azelio, Settimo Rolliero, e Caravino, giunse fina lmente al cns!'ello Masino, dove t rov<i già preparata una squisita merenda . La signora contessa cli Masi-
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Fig. 331 - Viaggio d'i>< trm;ion(' a nno 1SSO -
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aùclobùi per l'anh·o clella br ig:1t a allievi a l a 'I'l1uillc .
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MIG LIA
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GIORNI
no, donna di molto spirito, dispose le cose in maniera, clic questa colonna di nobili alunni militari fosse ricevuta con t utta là ma.gnificenza, e fossero preparn ti diver t imenti per ricrearla del lungo viaggio. Vi furono concer t i m usicali, giochi ecl illumirrnzioni , elle lungo sarebbe a descriverli minutamente. Fattn la notte, fu imband ita una squisitissima cena, e dopo di essa u na passeggiata pei viali illuminati a g iorno, e finalmente la stanca gioventù anelò a corlcarsi su morbidi materassi, che molto rin1'rancnrono le membra t1:oppo falicatti di quella giornata. I l levare <lell'int1oruani non fu che alle 6, e dopo la Messa, si trovò imbandita u na sì copiosa colazione, elle s i 11oteva ben dire un lautissimo pranzo. A mezzodì s i fece partemm da iVfosino distante l1a Chivasso 1(; miglia. La signora Contessa li ·volle accornpagrnìi'e sino a l ponte di Vutignc;to, do,·e si accomiatar ono colle più genlili espressioni, cd ella ritornò a Masi no, e 111 marcia si diresse a Caluso. Ivi, presa una piccola refezione, g iunse finalmente alle ore \J di sera in vicinanza di Chivasso, dove nuovnment.i incontrnta dal Coma ndante al suono cli musicali stromenti fu introdotta uella città , che . si t r ovò tutta illuminata. Dopo il pranzo, al quale volle ancora a,;si::;tete il Sig. Comandante, s i ritirò tosto essendo tal'di, sulla preparala paglia a prentlere il necessario ripo:so. Il clì 11 p:u·t ì cli buon mattino da quella ciltit pt~r la capitale, e f u ancora accomriagnata dagli strumenti ruusicali s ino fuori della città, dove volle ancora per eccesso di cortesia, il Com::mcfante ougurnl"li bnon viaggi.o. A Settimo si fece cobzhme con altri allievi che gli aYcvan ra ggiu nti cla Torino, i qua li. e;;sendo Paggi arl<letti nl senizio della Bea le Corle, non voterono essere della partitn. E dopo alquanto di riposo si riprese il cammino per la c11pitn le, ecl iu poca distanza da questa, fu incontrata da lla 10usic,t milit,1re della. brigata G1·anal:iel'i delle Guardi.e, che gli. accompognò, 1rnss:mdo in Dora grossa. (l}, sino a l palazzo dell' àccaclemia Militare, dove arri.vò clopo l'assenza. di sette giorni, mercè la r egolarità della marcia, che fo calcolata di clue miglia per ogni ora . Si può dunque calcolare, che in sette g:orni questa tenera giovenllt percorse 88 miglia sern:a avere avu to un giorno di riposo. E si può anche concbiuclere, elle 10ediante un passo natu rale, cibi buoni, bevande salutori, .le persone a nco1:cllè non adulte non soffr ono nel fisico a lterazione di salute, benchè in alcuni giorni abb.i auo fatto delle marcie lunghe>>.
Altri vi.aggi. d'istruzione vennero compiuti dagli antichi allievi dell'Accademia: a loro ricordo rimangono tuttora alcune relazioni che gli allievi dovevano redigere : le relazioni giudicate migli.01·i venivano segnalate~ e premia,tè. Dal 1870 al 1915 quasi ogni anno si svolsero viaggi di istruzione informati in genere sugli stessi programmi, con le stesse · iUrettive ed anche tal volt.a negli stessi luoghi in cui furono '1) Attuale vin G "i.ribaldi.
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F io83'>~ · ,,, . ,.,
v·rngg10·
d'istruzione auno 1880 -
L'arc·o d'oiioi·e· Iler· J'ai·i··,·o • ll a b rigata · . l · ,,e allievi.
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IL VIAGGIO Df!:L
1880
compiuti dai primi antichi Accademisti. La Brigata allievi partiva agli ordini del proprio comandante e· inquadrata dai rispettivi ufficiali delle sing,ole (;ompagnie, e veniva salutata dal generale Comandante dell'Istituto. All'atto della, partenza per il viaggio del 1880, svoltosi. nella vaUe d'Aosta, il comandante Generale Gianotti così salutava gli accademisti (1) : « allievi clell' Accademia militare! Domani intraprenderete l'annuale viaggio, che sarà per voi tutti. un breve corso d'istru½ioni pratiche, storiche e militari. Visiterete quella famosa valle d'Aosta, dove guardando ogni rupe, passando per ogni st1:etta, troverete· un ricordo di qualch<? fatto d'armi dei paLlri vostri. Su quelle inospitali vette sempre sventolò onorata la bandiera, dei Savoia, quella croce che ,o ra, quale simbolo della nostra fedeltà nella M.ona.rchia, stà, inquartata nella Bandiera Italiana che un giorno sarete chiamati a di.fendet'e, e che dovrete t<-!nere alta ad ogni costo>>. Gli accademisti in ogni tempo ed in ogni luogo percorrevano le varie tappe del viaggio: spesso lunghe e faticose, fieri del la loro uniforme, :6.eri sopratutto di appa1:t.enere alla gloriosa Regia AccadetnilL Militare, veri modelli di soldati e di cittadini, accolti ovunque dall'amorevole ospitalità dei valligiani. In quello stes,so anno lS80, e precisamente il giorno 24 agosto, appena · la Brigata allievi giun:-e a. ChàtiJlon, scoppiò nn incendio nel paese. Per quanto stanchi per le fatiche della lunga marcia,, gli accademisti non esitai'ono nel accorrere rsul luogo dell'incendio per prPstare la loro opera èti soccorso. In una lettera diretta al Gomandftntc della Brigata il successivo giorno 25, il Sind.aco del paese c,osì .si esprimeva (2) : « Compio il l1oYere di esternare a V. S. i sensi della mia rkonoscen.rn e cli quella clegli abitanti tli questo Comune per il benevolo concorso prestato d.1gli allievi di codesta Accaclcmia Militare nell'estinzione dell'incenclio · scoppiato ieri in Cbàtillon. La nostra riconoscenza è tanto più sentita in quanto che quei giovani non esit:irono, sc:bl1t•ne al termine appena di lrna lunga marcia ,
(1) Ordine del gi.orno 19 agosto JS80.
(2) All'ordine ciel giorno 30 agosto l8SO.
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Fig. 333 - Viaggio d'istruzione anno 1880
Le mense a Saint-Vinceut (cinq-vingt-cent).
lllEVOCAZIO~I
ad accorrere sul luogo del clisnstro. Voglia V. S. farsi iuterprete di questi nostri sentimenti verso gli allievi suoi s uùorclinati. n Sindaco f.to 13ognier >).
Corue già nel passato, ogni allievo doveva compilare una relazione sul viaggio coropiut-0; per alcuni anni, - ed è un peccato che la bella tradizi.one sia ·r imasta interrotta - , a cura del Comando dell'Accademia, in a lbum artisticamente confezi-0nati venivano riunite le riproduzioni litogra.fiche dei migliori schizzi eseguiti dagli a,lJievi e per tal wod-0 tntti gli allievi potevano conservare la memoria e la visione dei luoghi attraver· sati, degli episodi cara tteristici e delle particolarità del viaggio effettuato. Era nel giorno di ffanta, Barbara che a,ppunto veiùvano distribuiti agli allievi gli album del viaggio. Cari ticordi della vecchia n-0stra Accademia, che r.rncor oggi gli antichi accademisti di allora sfogliano con amore e con vera venenodon e, rievocando con mal celata commozione luoghi, persone, aneddoti di quei bei tempi tanto lontani! In un articolo: « Ricordi della Reale Accademia Militare cli T-0rino >> il g-enerale Lodovko :Mai·inelli, che fu ufficial e ùi compagnia ed insegnan te nppre7,zato in Accademia, così rievoca i viaggi estivi dell'Accad em ia (1) : « Durante i viaggi d'islnrnloue, cli e gli ullievi dell'Accademia militare sogliono fare ogni anno dopo gl! esami, non mancano ruoi gli aneddoti degni di nota, i quali tal Yolta richiamano alla mente episodii gloriosi che suscitano l'entusiasmo e commuovono, e tale altre rallegrnno e mettono del buon umore nell'anima. Quante \'Olte, J.ncontranclow i con qualche ufficiale che appartenne all'eletta schiera di quei giovani che furono miei amevi e presero parte alle gite estive, ho rievocato con viva socldisfazione le vicende delle lunghe e faticose marce su pet· gli erti e rocciosi sentieri alpini; gli sforzi erculei di taluni compagni per rnggiungere la meta; gli atti generosi di cameratismo dei più forti, che toglievano lo zaino ai più deboli e i:;e lo caricovano sulle spalle per fare il paio ; lo sparke, per incanto, della stanchezza al giungere di un villaggio, l'effetto magico degli inni che si cantavano attraversando l'abitato, ove i sorrisi ed i volti allegri delle fanciulle costituivano il più grodito incontro! Non ha gun ri, incontrandomi col generale Mancini, che fu mio allievo, e
(1) Da « Lei Sa11ta Barbara» periodico mensile dell'Associazione Nazionale dell'Arnrn clel Genio - Anno VII, N. ll-12. - Roma, novembre-dicembre 1937.
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F ig. 834 - Viaggio d'istnrnione unno 1880 l1'rontesplzio clell'Album-ricor(lo. Il cortile <'l'onore clella R. Accademia militare.
HIC0!:01 D!~L VIAGGIO DrnL
1S9J
discorrendo cli quei lontani tempi mi rivolse, fra l'altro la clom,rnda se ricor · davo l'escursione che facemmo nel luglio 1802 ::il colle dell' Assietta. E come -- rispo;,i io - non ricordare le vicende cli quell'interessante e fortunato vi:iggio'? Anzi qualche episodio di quella giornata risovviene alla mia mente, specie quando ripenso con una certa nosi:algin ngli anni trascorsi in <1uel glorioso Istituto di via dell::i Zecca. Ricordo benissimo l'accoglienza festosa che giunti a Ponrricres nel mattino del 1S, ci fece il Curato di quel paese, dal cuore di Yero montanaro, offrendoci · cnffè, 'miele, liquori e . tabacco. Dopo mezz'ora circa cli animata con~,ersazione il buon prete mi pregè> cli autorizzarlo a clire clue parole ngli allie vi prima cl.le essi lasciassero il villaggio. Riprese le armi e fntto circolo, ])gli postosi nel mezzo, e con voce commossa, si espresse press'a poco nei seguenti termini : << Come voi, qui. in que· sto stesso luogo, molti anni addietro, facevano sosta, recl uci dall' Assietta, i giovani nostri Princfpi Umberto e Amedeo (li Saniin . Avevano camminato sei ore cli seguito e nessun segno cli stanchezza appariva da i loro volti ! Erano entusiasi"i <li avere visitato ·i trinceramenti <lello stori<:o colle e ne parlarono con grande e1f.usionf~ al maestro elle li accompagnava. lo me ne stnYo a qualche passo di distanza quasi nascost<>, ma qtrn ndo quegli Angusti giovanetti mi fecero l'onore di venirmi incontro per · stendermi le ma ni, mi pnrn~ in quel momento cli morire, tanta fu la gioia che provai. Allcra mi feci cor aggio e preg::ii le Loro Altezze cli nccettnre 1111 sorso cli liquore. Bevvero, e prima di pnrtire mi fecero unn vera fes [·a·. Io li $:1l ntni prima rnn un lungo sorriso e poi agitando la berretta fino n che i miei o<:chi ne i,corRero le sembianze. Da quel giorno sono pnssati 38 anni e non llo nrni climenticato quel caro avvenimento, ed ora voi pure salite il sacro monte per visit:1re L'obelisco che ricorda gli <~roi caduti nella crnenta battaglia clcll'Assietta ! Voi pure vedrete gli stessi tri.ncerameul:i che fu rono palestra di lotte ac·canite '. In quell'erta solenne e silen11iosa, raccoglietevi; pcusate nl 1,ncr ificio che si ('Ornpì per l'mnor di Patria, ecl ispiratevi all'esempio di quei }lrocli, che mo rirono col sorriso sulle labb~,1, griclnndo : Viva il n e!». Hicorclo l'urrà c!Je accolse queste nltimc parole dette dal buon prete, che in quel momento pareva trasformato. Molti cli noi lo bnciarono e calorosi saluti cli « arr ivederci » si fecero udir(~ anche clopo iniziata ln. ma rcia ! E :rncora la festiccinola improvvisatn all' Assietta, non fu sedncènte nella sua semplicità? Soffiava, quella mattina, un vento ta.le che non si stava in piedi, eppure accorsero parecchie persone ch<~ villeggia.vano nl Gran Serin e and1e pii1 lontano. Intanto l'ora del famoso discorso s'appress:1,·a e giìt atl.o rno nl monumento si aggiravono gli nllievi e le signore coi rìs11ettiYi cavali.eri. Le sovviene, caro ge1rnrale, la mia comparsa saluh1tn da U'inno reale cantato cla voi stessi colla « verve» di musicisti vcr1'ctti '? lL pergamo che a \lestiste all'oratore con le pietre ammnssate una s ull' nltra senza calcolo cli sta.bi· lità, la risata solenuc al momento in cui mi arrnmpicni sn quel pilastro oscil·
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SCUOLE
o' ARTIGLIERIA 1870-1914-
R.
ACC ,H>E:lrI ..\
:l'fILl 'l 'ARE DI 'l'ORIJ:s"O
li'ig. 330 - L'escursione degli Accademisti al colle dell' Assietta nell'e~tate 1892. ( d a fotogr afia ciel General e L. Marinelli)
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I~PlSODI ALLEGIU E CO~[J\:[QVE".\'l'I
lanfe, il sileb7.iò èhe· 'seguì af>pena incolliilrciai ·a pa rlàre, e la commdzìone di qualche visino gentile, qnanclo richiamai la bella . esortn:;1ione del Curato di Ponrriercs, e la chiusa quanclo si attaccò la coron:t all'obelisco? Si rammenta del gruppo fotografico che si fece-' subito dopo e qu:rnta ilarità invase gli animi di tutti'/ Io conservo quel grLtpf)o e tutte le v~lte che lo guardo mi risovviene l' Assietta e i·ido. Il fotografo venne espre$Same11te da Pinerolo e mi pare ancora di vederlo, tanto era curioso ed affettato. . Con quella furia di vento cbe fisch iava nelle orecchie, pretendeva cba ognuno restasse a capo scoverto, i m~ obile al suo segnale cli attenti. <;-u:rnte volte si do\·ette torna re chlcapo, se lo rkor'Cla '? Lui in basso con la ·sirn macchina mezzo · sgangher ata e noi in alto raggruppati, che ci tenevamo in piedi per miracolo. Si . stava tranquilli durante i preparativi e poi al momento buono, quando il caro ometto prende,·a in mano la pera di gomma e si atteggiava a dar l'attenti.. ..... giù una grossa risata e aclclio grup])o. Il fotografo s'.imbes tialiva, ma poi daccapo un'altra Yolta. Non ricordo se dopo la quinta o la sesta 11osa, dichhu-ò solennemente elle il gru ppo era riuscito. Riuscito '? BisognerE,bbe vedere che sgorbio cli fotografia è queìla? Ci son dei musi elle certo non hanno l'effige cli cristiano? l Dopo questi cenni chiacchierammo di altri ::rneclcloti, ricorclanclo sempre con entusiasmo i giorni tra~corsi. 'peregrinando nelle ntl1ate pittoresche delle Alpi a scopo cl'istruzio11e e cli godimento ».
La notizia della t ragica morte cli Re Umberto giun~c a.gli Accaclemi,s ti mentre sta.vano compiendo il viaggio d'istruzione. Quel senl;imento cli profonda devozione al Sovrano che l'Ac· c1;1demia seppe sempre instillare nell'nni mo degli ::1,llievi P ]ncati fra le sue mura, quel sentimento che tanto più ,} sincero quanto più è gelosamente cm,todito nel proprio cuore e quanto meno lo si urla ai qua,ttro ven~i, ebbe mn,fo di 1wrnifestarsi in questa luttuosa circostanza degnamEmte e dignitosamente. Ne fà fede la lettera che il generale Triani in data 11 agosto 1900, quale comandante i due I stih1ti inviava al maggiore Merlo , coma11 da nte la Brigata allievi : (( Mi è grato esternare alla 8 . V. il mi-o compiadmento per il modo veramente irreprensibile col quale sono ·s ta ti compiuti sia, il viaggio che il cu mpo d'istruzione per parte degli nfficia li, degli allievi, del petsonale tutto dalla 8. V. dipendenti. nevo rivolgere poi agli allievi uno speciale eucornio per il 1
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SCUOLE D, ARTIGLIERIA
1870-1914 -
R. ACCADEMIA '.M ILI'l'ARE DI 'l'OnINO
lodevole contegno da essi tenuto dopo conosciuta la miseranda fine dell'arnati:;simo nostro Re 1;mbcrto, e per dare una prova della mia soddisfazione ordino che vengano condonate tutte Je punizioni disciplinari>>· Ai solenni funera,l i svoltisi a Roma prese parte una rappresentanza di accade!nisti: il loro contegno venne elogiato dal ì\fini,stro della G lierra che in una.lettera diretta al Comando dei due Istituti cosi si P-sprhneva: « si è coos tatato che gli allievi clelf' Accademia militare stati chiamati in Roma in rappresentanza per i solenni funerali cli S. l\f. Umberto I hannG' tenu to in tale occasione un contegno sE:rio, disciplinato e veramente lodevole sotto ogni r:i VJ)orto. Lo scrivente prega codesto Comando cli volersi rendere interprete prfisso gli allievi stessi del particolare suo compiacimento per tale contegno che attesta in essi quella nobiltà di sentimenti e quel complesso cli doti militari e civili, c:be si richiedono in giovnni aspiranti al grnclo cli ufficiale» (1).
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Nell'estate del 1909 alle attività noJ'malmentc svolte dagli .Accademisti dueant.e le esercitazioni estive venne ad aggiungersene una nuova e cioè l'intervento dell'Accademia alle grandi rn.uno\Te. Consegnentemente la durata del viaggio d'istruzione venne ridotta a soli dnqne giorni dal 6 al 10 agosto, ed iì gior· no 13 gli Accademisti, bJquadra.ti in una compa,g nia, cli manovra partirono a.lla volta di Scandiano, nel cui territorio dal 14 al 22 ago,sto vennero svolte esercita:doni di preparazione, di. allenamento e di addestramento per le grandi manovre alle qnali essi dovevano partecipare imdeme agli Allievi della Scuob Mi· litare di. Modena. Alle gra.r1di manovre c.he si svolsero dal 22 agosto al 5 settembre, gli Accademisti e glì allievi della Scuola militare intervennero insieme, inquadrati in un solo battaglione. Ritornati a Torino il 6 settembre, gli allievi dell' Accademi.èL partirono il successivo giorno 7 per San wfaurizi·o per svolgervi la norma.l e scuola di tiro, che durò sino al 15 settembre. La partecipazione dell' Accadeniia alle grnndi manovre si (1) Oi·clini del giorno 11 agosto 1900 e 23 agosto 1900.
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LI!) GHANDI MANOVHE DEL
1911
INSIEMrn ALT,A SCUOLA DI MODENA
ripetè anc-0ra nel 1911 : dopo il campo d'istruzione a San ìVlau. rizio, svoltosi dal 1° ,l11'8 lugli.o, gli A.ccadt>misti, sn nna sola compagnia di mancwra agli ordini del capitano Ohiarle, partirono l'S agosto alla volt.a di Sassuolo dove, insieme agìi allievi della Seuola di Modena si svolse un campo di aJlenament<> di a,lcuni giorni che servì di preparazione alle grandi manovre le quali poi ebbero termine il 3t ·agosto. Il contegno degli Accademisti in tale cfrcostanza suscitò l'elogio del Comandante della, ScQola Militare di Modena, il quale, in una lettera, al Comandante del1' Aeen.demia di Torino, segnalava che gli allievi dell' Aceademia militare dmaute le grandi nrnnovre · avevano dato « ammirevole saggio cli diseiplina, di elevato <$entimento militare, di vigoria e di resistenza alle fatiche. alle priYazioni ed ai disagi a cui essi fmono ~ottoposti >> (1). Molti. nfficiali ehe, alHevi nel 1911, parteeiparono a quelle g1·m1di manovre, ricordano ancora con senso d'orgoglio il so Jenne impegno assunto e integralmente mantenuto, di far sì che nelle lungh<~ e faticose marce sotto il sole d'ago:slio, nessun « a-ccademista » dovesse cedere alla fatica e farsi portare tlalle ambulanze : i;on ammirevole genero,so . sfo1·zo i più forti ~i prodi garono in aiuto dei più deboli, portando, oltre al propr-io. nnc:he il loro ½aino Cll il loro fucile.
La R . Accademia militare di Torino fu sempre oggetto delle più vigili cure del R. Governo affinchè gli allievi vi ricevessero non soltanto un'ottima ed ucazione militare, ma altresì. una duplice e soda istruzione scientitìca e professiona,le. Per rn.ggìun gere ta.Ji intenti destinò costantemente, quali personali di governo, Ufficiali clistintissimi ed ottimi sotto ogni rignardo; quali insegnanti di materie militari, Ufficiali che avessero dimostrato particolare passione di studio e di competenza nelle singole materie; e finalmente poi per le materie scientifiche e letterari<>. dei professori civi.li preclari e notorii, e d'ordinario con/1}
Ordine del giorno della Il. Acc:iflemia i\:Iilitare in data 20 ottobre l!Jll.
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SCU OLE D, AR'l'IGLIEilIA
1870-1914 -
R. ACCADE!lnA MILÌ1'AilE DI TOTUì\"O
temporanea.mente insegnanti d'Universit_à o di · altri · si.milat'i I stituti superiori. Sarebbe stato nostro vivo desi_derio di poter dare un elenco illustrativ,o di tutte tali predette personalità essendo in noi radicàto il 00Iivincimeilto che è sovra.tutto ai proprii superiori disciplinari ed insegnanti che ridonda il merito di quello che ciascuno diventa, sù, ed opera, e pertanto le difficoltà inoontrate nell'-etrettuare 'ict Hcercbe del caso sono state tali e tante per cui fn giuoéioforza il lintitare la seg1iente nostra rassegna ad un breve lasso di tempÒ e ad un limitato numèro di tali per: sonaJità.
Diremo dunque che fra, gli altri sono da ric-ordare i segnenti Ufficiali che nel periodò considerato ebbero incarico di insegnamento di materie militari nell'Accademia di Torino, rilevando che buona parte di es-si ricopriva contemporaneamente 1~ duplice funzione di governo e di insegnante.
UFFICIALI INSEGNANTI ALL' AOOADEMTA MILITARE DAli 1870 AL 1915
Oap. Art. Biancardi Giuseppe - 18G6-1871 - Armi e 'l'iro. Oap. Gen . Sabbia Francesco - 1867-18'71 - F ortificazioni. Oap. S .. M. Sismoncl:o Felice - 1SG7 - .Arte Militare. Oap. Art. De Sauboiri Egidio - 1883-1885 - Regolamenti e Arte Militare. Ten. Genio Lenchantin Luigi - 1883-188G - Topografia e Architettura. Cap. Genio Lucla di Oortemiglia Edoardo - 1883 - For tHìca.ziòni. Oap. Art. Drocchi Pietro - 1883 - Arte Militare è Stod a iWilita,re. -
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F ig. 336 - Uflici::ili della R. Accademia. ruilitare cli 'l'orino (anno 1874-7u) (Da sinistra a destra e dall'alto in basso} 1. Tea. cl'Artigl. Ugo Allason -- 3. Ten. d'Arti gl. Giovanni
Pila 5. Cap. d'Artlgl. Benedetto della Croce Artig. Giorgio Recli - 7. Ten. d i Artigl. Alberto Morelli dl Popolo 8. Cap. del Genio Giovanni Regis Genio Alfonso Covelli 10. Ten. del Genio G. Batt. De Giorgis 11. T en. d'Artigl. Arturo Campanelll lonnello ciel Genio Giovanni Castellazzi 13. Ten. d'Artigl. Carlo Bonetti 14. Magg. d'Artigl. Luigi 15. Cap. d'Artigl. Aldo Rossi.
6. Ten. di 9. Ten. del 12 coPelloux
SCUOLE DJARTIGLIJ.mIA
1870-1914 -
[L ACCADEMIA ~ILITAUI~ DI T OlU NO
Cap. Art. De Lnigi Angelo - 1885-JSSG - Nozioni d' Al'tiglieria. Ca p. A1-t. Panw~ Luigi - 1 S5 - Regolamen ti e St oria Mili.tare. Cap . Genio Ve1·clinois Guglielmo 1885-1887 - Regola men ti, Topografia, For tificazioni. Ten. Co11 tabil e· .Oavalli Giuseppe 1885-1SH4 - 'Disegno . Tcn. Art. Dlll'and Luigi - L.; 5 - Regolamen ti. Ten. Genio Mi1·one Pi etro - 1885 - F ortificazi.oni. Ten. Al't. Pand olfi Vincenzo - · 1885-1886 - Arte Militare. Mll gg. Genio Bottero Giuseppe - 1Sl G-188, - Architettura e Disegno. Cap. A1·t . Ghirarclini Augusto - 18S6-18S7 .,_ Rc>golamen ti e Arte 'Militare. Ten . Art. Padovani Attilio - 1886 .,_ Storia Militare. Cnp. Art . Oorvetti Carlo - 1887 - Nozioni d' Artiglieria . Cap. Art. De Cosa R a:fiaele - 1887-1888 - ArtB Militare. Cap. Art. Prnn as S everino - 1887-1889 - Storia Milit:ne. Cap. Al't . Zanotti Achille - 1888 - ~ ozioni Artiglieria. Cap. Genio. Leoncini Oreste - 1888 - F ortifica,zi-one . Ca p. Art . So.s8o Giovanni - · 1897-1902 - Arte Militare. Ten. Ar t . Galat i li'ra.ncesco - 1880-1890 - RegolamentL Ten . Genio Va11zo August.<) - 1888 -: Disegno. Magg. Genio Bella E ugenio - 1889 - Architettura e Disegno . Cap. Art. Marci.ani Francesco - 1889-1890 - Arte Militare. Cap. Genio Marinelli Lodovico - 1 9-1891 - Topografia e Fortificazioni. Cap. Art . Longo L uigi - 1899-1901 - No?.ioni Artiglieria, Armi e Tiro. Ca,p. AJ'I".. Rapii:;ardi Carlo - 1890-1893 - Storia Militare. Cap. Art. Malavasi Celso - 1891-1894- - Arte Militare. Ten . Ai-t. Pet ri Cesare - 1891 - Regola.menti. Oap. Genio Centurione Stefano - Topogra.fi a e Forti:fica7,ioni. Ten . Art. Cays Di Giletta Carlo - J892 - Regolamenti. 'l 'en. Art . Calcagni Roberto - 1S93 - Noiioni Artiglieria .
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Ufficiali inseg nanti nella R. Accade mia Militare di Torino
F-ig. 38, - Cap. Art. Gius. Biancardi. Laureando in ingegneria, citnnoniere volontario e valoroso; osservatore acuto e profondo, in gegnere laureato subito dopo la ca.mi:,a!rna del 1859. nuovamente volontano per la campagna del 1860, fu subito dopo nominato Sottotenente d'Ar tiglieria. Tecnico e tattico di grande valore, precursore ed ideatore delle più moderne artiglierie campali, col grado di capitano d'Artiglieria nel 1870 fu insegnante a u torevole d i Elementi d'artiglieria all'Accademia militare.
Fig. 3:38 - C:tl). Art. Angelo Dc Luigi. Allievo R. Accademia dal 1863; Sottotenent e Artiglieria nel 1866 fece la campagmi: Tenente n el 1868 fece h, c,,mpagna del 1870; Tenente Colonnello nel 1894. fu nel 1897 destinato a ll'Ispettora.to Artiglieria. Campagna e nel 1898 nominato Coma n dan te Scuola Centrale Artiglieria. Comandò il 30 Reggimento da Campagna e raggiunse il grado d i Maggior Generale.
F ig . t,39 - Cap. Art. Raffaele De Cosa.
!,"'ig. ,HO - Cup. Art. :::ìev<~riuo l:'nrnas .
Discendente d a n obile fa miglia n apole tana di antiche tradizioni mili tari e marin a re, entrò alla Regia Accademia m ilita re nel 18',2 e fu nominato Sott.onentc d'Artiglieria nel l.875. Percorse tutta la carriera nell'Arma raggiungendo il grado di Ten en te Generale nella riserva. Come Capitano fu insegna nte nella R. Accademia e come Colonnello com a ndò il 120 Artiglieria e la Direzione di Messina. ove per l'opera presta.ta duran te 1J terremoto del 1908 meri tò la m edaglia d 'argento al valore. Collocato in posizione ausiliaria nel 1912 f u richiamato in servizio d ura.nte la guerra 1915-18.
Allievo della R. Accadem ia m il itare usci Sot t otenente Art iglieria nel 1877; Tenente n el 1879, per atti d i coraggio compiuti in Verona d urante l'innonc\azione del set tembre 1882 fregiato cli medaglia a rgento va lor civile. Capitano nel 1886 fu Com andante d i Com pagnia e professore cli storia m il itare alla R. Accadem ia. Comandò poi una batter ia t rasformabile, raggiungendo nel 1905 il grado d i Tenente Colonnello.
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Ufficiali insegnanti nell a R. Accademia Militare di Torino
Fig. 1341 - Cap. Art. l!'ranc. J\Itn·ciaui.
F ig. :ld2 - Ca p. Art. Uur lo Baplsar di.
Allievo dell'Accademia militare dl Torino usci Sottotenente d'Artiglieria nel 1875 e percorse tutta la carriera nell'Arma. Per le sue caratteristiche oualità militari e J)er ht sua competenza professlonale fu ripetutamente cl11a.mato e a lla Accademia militare e alla Scuola d'Applicazione dl Artglleria e Genio come ufficiale di governo e come insegnante. In Accademia il suo Insegnamento si svolse durante i corsl accelerati, su lle materie cH arte militare.
Uscito aall'Accademia militare nel 1876 venne promosso Tenente d'Artiglieria e proseguì tutta la sua carriera nell'Arma; fu Direttore d'Artiglieria allA, Spezia e n el 1910 promosso Generale comandò l'Artiglieria eia Campagna a Verona e quindi a Napoli. Per le sue peculiari qualità militari fu spesso destinato come Ufficiale di governo. come istruttore e come Insegnante all'Accademia militare ed alla Scuola cl i Applicazione d 'Artiglieria e Genio.
Fig. 343 - Cnp. Art. Rober to Calcagni.
.l!'ig. 1144 - Oup. Art. Riccardo Festa. Allievo della R. Accademia militare, nel 1880 uscì Sottotenente d'Artiglieria e percorse tutta la sua carriera nell'Arma. Come Capitano, fu Aiutan teimagglore In prima all'Accademia mllltare e dal 1894 al 1897 Insegnò Nozioni d'artiglieria. Ufficiale studioso, colto e distinto comandò un Reggimento di Artiglieria da Costa Intervenendo poi nella. grande guerra. Promosso maggior generale n el 1917, conseguì la p romo:Gl.one a Tenente generale nel 1923.
Compiuto il terzo anno di Ingegneria, nel 1883 entrò alla Scuoia d'APJJlicazlone d 'Artiglieria col grado di Sottotenente. Tenente nel 1885 fu nel 1889 chiamato come insegnan te di Nozioni d'a rtiglieria a lla Regia Accademia militare. Capitano nel 1894 f u Aiutante maggiore in la a l 60 Reggimento passando poi al 5o. Promosso maggiore nel 1910, nel 1912 quale Comandante di gruppo d i batterie cla montagna par tecipò aua spedizione della Divisione speciale Tassoni g uadagnandosi una medaglia d'argento al valore militare. Collocato In ausiliaria nel 1914 tu pai richiamato durante la guerra raggiungendo il grado di Generale di brigata nella Riserva.
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Ufficia li insegna nti nella R. Accademia Militare di Torino
Fig. 346 - Cap. Art. Giulio Stra.7,zeri.
Fig. 345 - Cap. Art. Luigi !moda. Allìevo del Collegio militare d i Milano e quindi ctella R. Accademia cli Torino, diventò Sottotenente cl'Artil:dleria nel 1880. Fu quin di Tenente e Capitano in vari Reggimenti delle diverse specialità dell'Arma acauistando quindi una multifonne competen za professionale. Fu insegnante a.H'Accademia m ilitare di Torino, addetto alla Direzione generale d'Artiglieria al Ministero e Comandante il 190 Reggimento Artiglieria.
Proveniente dalla Scuola militare d i Modena fu allievo della R . Accademia e quin d i della Scu ola d'Applicazione con seguendo il g-r ado di Tenente d'Artiglieria nel 1880. Prestò servizio In vari Reggimenti e promosso Capitano fu destinato prima alla Direzione d'Art iglieria di Torino e p oi come insegnante titolare all'Accademia ed lilla Scu ola d'Applicazione: apparten ne all'Ispettorato d'Artiglieria e com andò la Scuola centrale cli t iro . P rese oarte alla guerra italoturca e richiamato dalla P. A. partecipò col grado di maggior generale alla grande gu erra. Nel 1923 raggiunse il grado cli generale di d ivisione nella r iserva.
F ig. 347 - Ca.p. Art. Eduardo De 1ì'alco.
ll'ìg.. 348 - Cap. Art. Alfredo 'l'orretta.
Dopo aver freauen ta.to l'Accademia m ilitare e la Scuola d'Applicazion e, nel 1887 fu promosso Tenente d'Artiglieria al 7o e quindi al 190 Reggimento; nel 1898 fu destinato all'Accademia come Comandante di Com pai.rnia e in caricato dell'in segnamento: n el 1912 costitui a Modena il 20 Reggimento Artiglieria pesante campa.le , prese poi parte aua campagna it alo-turca ed in ter venne in seguito nella grande guerra ove fra l'altro comandò il 130 R aggru ppam en to bombarde.
Allievo della R. Accademia e della Scuola d i Applicazion e. nel 1885 fu p romosso Tenente di Artiglieria e destin ato al Reggimento da Montagna. Passò ouindi alla Scuola d'Applicazion e e poscia a ll'Accademia militare come insegnante e fin d al 1897 fu addetto all 'Officina d i costruzion e in T orino. Ufficiale studioso, colto e dis tintissimo. nel 1907 ven ne promosso a scelta e nel 1908 destinato a ll'Ispettorato delle costn1zioni. Passò p oi nel ruolo del servizio tecnico; f u p romosso Genera.le per m eriti eccezionali e nel 1923 d ivenne Direttore superiore delle costruzioni d'artiglieria.
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Ufficiali insegnanti nella R. Accade mia Militare di Torino
Fig. 3'.Hl - Teu. Art. Rob. Dc Gc11u.1ro. Allievo della R. Accademia e della Scuol& di Applicazione ru uromosso Tenente d'Artiglieria nel 1895 : 1>rese parte alla b atta glia dl Adua nel 1890. fu ferito a decorato di medaglhi d'a rgent o al \'a lor mili tare. Fu a iuta nte maggiore e insegnante ncll,\ R. Accademia militare e promosso Ca pitano a scelta per l'art. 25 nel 1906 e quindi a scelta per esami nel 1915 partecipò alla grande guerra come Comandante del 2° Raggruppame1uo bombarde.
Fig. 3,jl - Cap. Ar t. Luigi <•ucc:i Allie\'o dei Collei?io mlllt:u·e di Roma e qu:11di della R. Accademia e della Scuola d 'Appli· cazlone di Torino fu uromosso "Tenente d'Artiglieria nel 1897. Dal 1907 !Il 1915 e m 1ln cli poi ancot·a ctooo 1n1e rra appa rtenn e come Insegnante a ll 'Accademia e alla Scuola d i Appllcazlone, effett u a ndo la DUbblica:,;ionc a stampa degli insegnamen ti orofei;satt nel due Istituti.
Fig. 3:iO - Cap. ..lrl. Gio, . Campolllli. Allievo dell 'Accademia militare e della Scuola d 'A1>plicazione uscì Tenente d 'Artiglieria nel 1891 : freauentò la ScuolA di guerra rimanendo nell 'Anna. P romosso Cai>ltano a scelta nel 1902 fu d estinato ln Accademia come Comandante d l Compagnia e insegn ante. Nel 1008 passò all'Ispettorato delle costruz ioni; nel 1910 entrò nel ruolo tecnico e Promosso Maggiore fu mandnt-0 in missione all'estero coDrendo poi importa nti cariche dire t \.ivc negli stabilimenti e rn,rniunA"endo 11 grado di Tenente Generale tU Artiglieria.
Fig. .:;;;2 - Cap . .\1·t. Camillo Dassigoana . Allievo della R . Accadem ia mili tare e della Scuola d'Aoolic11zione venne nel 1890 p romosso Tenen t e d'Ar ttgl!eria e comandato a l J)Oligono di Ciriè si meritò il più lusinghiero elogio eia! Colon nello Lorenzo Sollie r. Partecipò a lle guerre colonia li 1895-96 guadagnandosi una medaglia cli argen to al va lor mili tare: appartenne a l Reggimento da Mont-aena e tornato a Cirlè fece parte della Commissione uresieduta da l Colonnello Pa rodi. uer le csDerienze di confronto fra i vari! materiali prcrencati d a ll e diverse case nel 1906.
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Ufficiali insegna nti nella R, Accademia Militare di Torino
li'ig. 303 - Cap. S. M. Cam. Pagliano.
E'ig . 354 - Cap. S . M. Aurel. Ricchetti.
Allievo dell'Acca'demia militare e della Scuola d'Applicazione uscì Tenente d'Ar tiglieria nel 1896 e passò n el Corpo di S tato Maggiore nel 1901. Parteci1J6 alla guerra di Libia meritandosi u n encom io solenne e quin di pro~eguenù,) nella carriera a.I ternò le su e destin:1zioni f rn l'Arma d i provenienz.<t, ed ii Corpo di Stato Maggiore. Nella R. Accademia fu In segnante di Storia Mllitare.
Allievo del Collegio milltare di Ro· ma e quindi - della R. Accadem i:1. militare e della Scuola d'Appllca.zt:me fu promosso Tenente d'Artiglieria a ! Rtgg imento da Montagn a nel 1899. Supera ti con successo i corsi della Scuola cli g u erra fu promosso Ca p i tano d'A'rtiglieria e inca ricato dell'insegnamen alla R. Accademia milit are venne t ra· sferito nel Corpo d i Stato Mn.3giore. Prese parte alla grande guerra e dopc, aver ricoperto post,i e cariche· importantissimi fu mandato in missioni ur1~ortanti all'estero e trasferito poi al Mlnlstero oua.Je Direttore del s ervizio ch imico mili Lare.
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'l'en. Art. Ga.rrone .Alessandro ,_ 1893-1~96 - Regolamenti e Nozioni Artigl. _N·ozioni cl' Arti· Oap. Art. Festa Riccardo - 1894-1897 glieria. Oap. Art. Annibali Filippo 1894·1897 - Storia Militare. Oap. Art. Imoda Luigi -- 1895·1896 - Arte "Militare. Ten. Genio Alberti Adriano - 1895-1898 - Architettm a,. Oa,p. Gen. Motta. Giuseppe - 1897-1901 - Topografia. e For· ti:fi.cazione. Ten. Art. Geresa Lorenzo - 1897 - Regolamenti. Oap. Art. Strazzeri Giulio - 1898 - Nozioni Artiglieria. Oap. Art. De Falco Eclua.rdo - 1898-1902 - Arte Militare e Storia. Militare. Oap. Genio P laddi Nicodemo - 1902-1906 - Topografia e Forti:lica.zione. 49
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SCUOLE D'.'\R'l'IGLIERIA
1870-1914 -
R. ACCADEMIA MILI'.l'AUW DI
·roruN'O
Oap. Art. T,o rretta Alfredo .,_ 1902-1907 - Nozioni Artiglieria. Ten. Art. De Gennaro Roberto - 1902-1904 .,_ Armi e 'l'iro. Oap. Art. Nievo Ippolito - 1903-1907 - Storia Militare. Cap. Art. Campolmi Giovanni -1903-1907 - Arte Militare. Ten . Art. Pesce Mari-o - 1905-1906 - Armi e Tiro. Oap. Genio Romeo Antonino - 1907-1915 - Topografia e Fortificazione. Ten. Art. Gucci Luigi - 1907-1915 - Nozioni Artiglieria, Armi e Tiro. Magg. l_i'ant. Soldiero l\forelli Fausto - 1908-1915 ,_ Arte Militare. Cap. Art. Bassignana Oamillo - 1908 - Nozioni Arti. glieria. Cap. S. M. Pagliano Ca-m illo - 1908-1914 - Stori.a Militare . Cap. Art. l\fadaschi Gi useppe - 1909-1910 - Nozioni Artiglieria. 'l'en. Genio M:ontiglio Enrico - 1909 - Architettura e Disegno lineare. Oap . Art. Marchesi Tullio - 1910-1915 - Letteratura Militare. Ten. Gol. Gran. Sartorio Ernesto - 1914-1915 - Geografia Militare. Oap. S. M. Riccbetti Aurelio - 1915 - Storia Militare.
Nel novero degli insegnanti e professori civili,' la R . Accademia Militare di 'l'·orfoo nel periodo 1870-1915 conta le seguen ti personalità : Arnò Ing·. Valentino Felice ·- Geometria descrittiva. Bargilli Giuseppe - Lettere ItaHane. Basso Dr. Giuseppe - Fisica. Bottasso Dr. Matteo - Geometria descrittiva e proiettiva. Burali ]'orti Dr. Cesare .__ Germ1etria descrittiva e proiettiva. -
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--:-:si
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JT-i.g. 355 - Gruppo Uflicìali e Professori tiella R . Accademia Militare (1877-'78). (Da sinistra a destra e cZaU'alto)n basso)
2. Teologo Prof. Don Vittor e Test a - 3. Ten. Giuseppe Fassini - 4 . Prof. Ing. Giovanni Fiora - 5. Tenente Innocenzo Mazzucchelli - 6. Cap. Alessandro Cauda 7. T en. Gl()vanni Troya 8. Prof. Carlo Piacenza -- 9. Prof . Giovanni Luvini - 10. Cap. Achille Mazzltelli - ,11 Brof. Valerio Cauda 12. Prof. Carlo Marello 13. Prof. Glori.io Fo~cole. 1. Cap. Giovanni Regis -
::iCUOJ,ffi D1 AH'l'IGLlERL\
] 870-1914 -
lt.
ACCADEMIA :.\.U Ll'l'ARID DI 1'0HIKO
Castelnuovo Dr. Guido ,_ Analisi finitaCanda Dr.- Valerio - Chimica. Ceppi Ing. Carlo - Disegno. Cbarrier Dr. Angelo - :Meccanica razionale. Dorna Ing. Alessan dro - :Meccanica razionale. Eula Dr. Cesare - Lettei-e italiane. Ferrati Ing. Camillo - Geometria descrittiva. Ferrero Dr. Ermanno - Storia :Militare e Nozioni di diritto. Fiora Ing. Giovanni - Geometria descrittiva e Topografia (R<·gretario clella Dire,,,ione degli studi) . Foscolo Dr. Oav. Giorgio - Analisi finita. Gianelli Ing. Carlo - AnaJisi finita . Loria Dr. Gino - Analisi :finita. Luvini Dr. Giovanni - Fisica. Malagodi Evaristo - Lettere italiane. Marello In g. Cal'l-0 - Analisi infinitesimale. Marocco Ing. Nfoolò - Analisi infinitesimale. Mellè I. O. _:_ Lettere francesi. Morelli Dr . Giadnto - Chimica. Morra I ng. Pietro Paolo - Fisica. Novarese Dr. Enrieo - Meccanica Razi.ona,le. Peano Dr. Giu seppe - Calcolo infinitesimale. P a,5cal Don Luigi - Lettere francesi. Perron Cav. Giovanni - Lettere francesi. Pia<:enza Carlo - Disegno di paesaggio. Pie Francesco - Lettere francesi. Pieri Dr. Mario - Geometria proiettiva. Porta Dr. Francesco - Ana,Ji.si tinita . Ragazzoni Dr. Raffaele - Chimica. Begis Jng. Domenic-0 - Geometria de....~rittiva. Roberti Dr . Giuseppe - Lettere i taliane, Letteratura milita.re ,e Geogrn,fi.a mili.tare. H-0mand Alfonso - J.,etterc francesi. Stampini Dr. E t tore - Lettere italiane. Ta-luno dei surricordati chiarissimi professori fu particolai-mente notori-O fra gli Accademisti del periodo che qui con-
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Professori civili.. insegnànti nella R, Accademia Militare di Torino
I<~ig. .J56 - G iuseppe Basso.
.l!' ig. 357 - :,),latteo Rottasso.
Nato nel 1842 ft\ professore di fisica m atematica nella R. Universit à. e pe1: 33 anni insegna.nte nell'Accademia militare. Membro della R. Accadem ia delle Scienze pubblicò importantissime memorie riguardanti sovratutto la r ifrazione e la riflessione della luce conferma.nclo le teorie di Fresnel, di Ma llus nonchè le osservazioni cli Wild e Simmle,·.
Nato nel 1878, subito dopo laureato a ppartenne a l Corpo insegnante delle RR. Università di Torino, di Bologna e di P a via. Dal 1910 al 1916 insegnò a ll'Accademia milit are geomet ria descrit t iva e geometria proie t tiva e fu poi professore di meccanica razionale e di fisica matematica alla Università di Messina. Autore cli n un-,ernse imJ)ortanti pubblicazioni applicò il ca lcolo vettoriale alla geometria, alla meccanica ed a.Ua fisica , colla borando ali' « a na.lyse véctorielle générale >> J)Ubblicata dai p rofessori Burali-Forti e Marcolongo.
Fig. 358 · Cesare Burali-Forti
F ig. 350 - Guido Castelnuovo.
Nato nel 1861 fu allievo distintissimo della R . Accademia militare. ma costretto ad abbandonare la carriera per ragioni d i salute si ad· dottorò in matem atica: fu insegnante di meccanica razionale· e superiore nella R. Università di Na.poli occupandosi essenzialmente cli perfezionare, applica re e diffondere i metoai vettoriali. rnsegnante nell'Accademia militare urima di geometria descrittiva e poi di geometria proiettiva dal 1887 a l 1931.
Nato nel 1865 e laureato a Padova nel 1886, socio dell 'Accademia dei Lincei fu matemat ico insigne e si dedicò alla geometria p roiettiva degli iperspazi. Fu a Torino assist ente di Enrico ct'Ovidio e congiuntamente a Corrado Segre effettuò importantissimi lavori nel campo della geometria riuscendo a ricostruire la teoria delle serie lineari sopra le curve, sulla ba.se della geomet ria ntunerativa.. Insegnante di analisi finita nell'Accademia militare fu poi professore alla R. Università di Roma e 1rnbblicò molte important issime memorie.
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Professori civili inEegnanti nella R. Accademia Militare cli Torino
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Fig. SùO • Alessa nclro Dorm1. Na to nel 1825 f u a llievo del Va lentino e n el 1848 d iventò lni:,:ei:mere id raulico. Dedicatosi allo btudio d eile mat em atiche pure e dell'astronomb, nel 1850 fu d a l Pla na l)roposto p er l'insegnam ento delhi meccanica raziona le a ll'Accademia m ilitare . Nel 1865 succed ette al Plana n ella d irezione dell'Osservatorio astronomico. fece pa r te della soedizione italia n a del 1874 a Mudda1rnr n elle I n die e pubblicò numerose memorie di a ltissimo valore scientifico. Insegnò per 36 ann i nella Regia Accademia e f u a m mirato e venerato p er il suo a lt o va lore s cientifico. Socio delle Principali Accademie scientifiche f u anche professoi·e d i geodesia allft Scuola d i guerra.
F ig:. 0Gl - Et mann o .lfe1Te1·0. Archeologo e storico insigne nacque in Torin o nel 1855 e a oDena ventiquai;tren nc veniva eletto socio effett ivo d ellà R. Accademia delle Scienze. I nser.rnante d i Storia mod erna e q u ind i di Archeologia n ella R. Università di Torino i u chiam ato a fa r uar te delle più irn portant,i is titu,1ioni s toriche. ita liane ed estere : fu precettore d i storia delle LL. AA. RR. il Con te cli Torin o e il Duca dee:ll Abr uz:d. e J)er oltre q uattt·o lustri d al 1883 a l 1906 in segn ò Storia m ilitare e nozioni d i d iritto a lla. R. Accadem ia. Storico mo:'.esto e coraggioso ìn d ar.rò con scn.iPOlo,o rigore gli argomenti t rattati.
ll~ig. 3G2 - Giuo Loria . Nato nel 1862 insegnò a n a lisi finita a lla Regia Acca.ctem ia m ilitare nel b iennio 1886-87. Fu poi p rofessore di geometria superiore nella R. Univèrs ltà cli Genova e d i g-eometria a n a lìtica nella. Scuola d i ingegn eria n avale . Membro d i va r ie Accadem ie scientifiche ita liane ed estere pubblicò molte imoortanti m onografie, alcune delle q m1li Particolarm ente orie:inali J)erchè riferentisi allo studio d ella Storia delle diverse bra nche delle scienze matem atiche.
rìJ . 8tiH - E urieo Ko rnrc:sc. Nato il 1858 s i a ffermò n egli studii di matematica comoiu ti nella R. Università di Tor ino. Fu p rofessore cl i m eccanica razion a le n ella Reg ia Accademia militare d al 1886 a l 1892 e appar tenn e a l Cor no insegn ante clella facoltà cli m atemat ica della R. Università. Pu bblicò parecchie mon ografie riguard a nti crnestioni d i meccanica e in serì te n egli Atti d ella R. Accactem ilt delle Scien:r.e d i Torino. F u uno dei fondatori d ella Rivista di Matematir.h.
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Professori civili insegnanti nella R. Accademia Militare di Torino
Fig. 36.J: - Giuseppe P~~ano. Nato nel 1858. nel 1880 conseguita. la laurea in matematica a o ieni voti nell'Università cli Torino ven iva subito dooo n ominato assistente cli Enrico <l'Ovidio a lla cattedra di algebra comolementare e izeometria a.n a.litica. Nel 1882 passò con Angelo Genocchi a lla cattedra cli analisi in fi ni tes imale e nel 1887 fu nomin ato professore di calcolo alla R. Accademia. assumendo poco douo anclle tale inseiznamento nella R. Università di Torino. Ebbe l'incarico dell'analisi superiore e U:-\ssò noi alla cattedra di m atematica comulementare. An:i.lista cli fama m ondiale, il Peauo fu autore cli num<ffOse DUbblicazioni e p er molLi b1vori fu un vero urecursor c.
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F ig. 3(j5 - Carlo l'iacen7.a. Nato nel 1814 fu insegnante cli disegno cli naesaggio nella R. Accademia militare dal 1857 sino al 1888. Col Perotti. col Pittara e coll'Avondo. Carlo Piacenza a1martenne alla scuola dei veristi niemontesi: fu oaesist,t co.s cienzioso e severo cultore del vero in arte.
l•'ig. 366 - Mario Pieri
F-i!!. 3Gi - Giuseppe Roberti
Nato nel 1860 e laureato a P isa nel 1884, dopo avere insegnato nel Ginnasio di Livorno, passò a Torino nrofessore di geometria proiettiva nella R. Accademia militare e assistente nella R. Università. Alla. fine del 1900 andò professore a ll'Univcrsitl't di Catania e nel 1908 a Parma professore cli geometria proiettiva e descrittiva e cli geo1uet11a superiore. Subendo l'influsso scientifico di Giuseuoe Peano, il Pieri esegui pregevoli ricerche geometriche nell'indirizzo algebrico proiettivo ed inda,rl:ini cri tiche sui fondamenti della geometria e clell'aritmetica. Le n u merose memorie da lui ·~ nubblicace · ottennero plauso incondizionato anch e all'estero .
Nato nel 1861 si laureò n ella R. Universitl't di Torino. Fu insegnante nel Ginn asio dell'Istituto internazionale e ooi nel R. Liceo G ioberti di Torino. Alla R. Accademia milita re dal 1885 a l 19l.2 insegnò le ttere italiane. letteratura m ilita.r e e ouincli geografia militare. Di vasta col tura fu collaboratore attivo di molte r iviste e giornali italiani ed esteri. Il s u o insegnamento in Accademia. imoartito nella forma più elegante, ed esposto col linguaggio più s ignorile era grandemente annrezzato d agli allievi che lo consideravano nerciò come u na vera simpa.tica parentesi.
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Professori civili insegnanti nella R. Accademia Militare di Torino
l!'ig. 368 - Giacinto Morelli.
Fig. 369 - P ietro Paolo Morra. ·
Nato nel 1847 in Monticello d'Alba. nel 1865 fu diplomato in chimica e nominato assistente nella R. Accademia succedendo nel 1880 al professor Cauda. Abbandonando l'antica t eoria degli equivalenti informò subito il proprio insegnamento sulle teorie moderne sta moancto il Corso delle sue lezioni. Fin dal 1869 era stato chiamato quale aiuto dal prof. Ascanio Sobrero alla catr tedra di chimica docimastica alla Scuola del Valentino, diventando poi assistente del prof. Alfonso Cossa. Sper imentatore valente seppe rendere il suo insegnamento particolarmente pratico, interessante e probativo con numerose esperienze di scuola. Particolarmente notevoli i suoi Ia.vori sul gas illuminante, sulle acque m inerali, ecc.
Nato a Carmagnola, dopo aver conseguit o le due lauree in ingegneria ed in matematica pura-, dal 1876 fu assistente del orof. Giuseppe Basso alla R. Università ed alla R. Accademia militare; dal 1879 assistente di Galileo Ferraris alla Scuola d i guerra e alla Scuola del Valent ino. succedendo nel 1885 al prof. Basso e nel 1901 al Ferraris. Nel suo insegnamento il prof. Morra seppe mantenere sempre un giusto equilibrio fra la parte teorica e qi1ella sperimenta.le. Membro di varie Comm issioni di studio. di esami e di concorsi si fece nota re semore per la limpidezza del suo giudizio e per la praticità. del suo consiglio. St udioso e colto pubblicò apprezzate monografie ed ebbe parte notevole nella compilazione dell'Enciclopedia -delle arti e dell'industria.
l!'ig. 370 - Prof. Ing. Giovanni Fiora. Insegnante e Segretario della Direzione degli studi.
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l'ROFESSOHI ClVlLI
sideriamo, talora per l' elevatezza dell'insegnamento professato, talora per la incisiva chiarezza aella loro esposizione, talora per le affermazioni. scienti.fich e da essi conseguite, ta,l ora per l'importanza delle loro pubblicazioni e talvolta infine altresì per certe particolari caratteristiche di modalità seguite nello svolgimento delle loro lezioni. Gli è così che il prof. Valenti.no Arnò rii:usciva in modo speciale a tener desta l'attenzione degli allievi caratterizzando le :figure geometriche che andava illustranclo, con delle lettere che rievocavano nomi ed 11spirazio11i e località patriottiche: nessuno dei suoi allievi ha certamente dimenticato il famoso quadrilatero R.O.:M .A ., nè il poligono G.A.R.I.B.A.L.D.I.. 'l'a,l volta però nel eorso della dimostrazione le lettere venivano ad assumer e un ordine diverso ed a costituire parole impreveduw e cli significazione bislacca, ma il buon prof. Arnò ne rideva per primo e la ,scolaresca lo seguiva con attenta approvazione. Il prof. Foscolo, profondo di sapere, elegante e compassato nella persona, era dagli allievi t utti riguardato con duplice ammirazione e per il nome che egli portava e per la chiarezza dell'insegnamento che impartiva. · Il prof. Marello pèr la complessità e vastità della, materia insegnata, , era riguardato dagli Accademisti con nn certo qual terrore mitigato però dalla bonarietà confidenziale e persua,siva che emanava da,l ·suo sguardo- e dalla sua pet·so1m . . Il prof. Ing. Gi.ovanni Fiora era indubbia,m ente il più popolare fra gli insegnanti sovra.tutto pèrchè :0ome segretario della Dire½ione degli studii faceva costantemente parte della Commissione d'esami ehe, nel settembre trasferendosi nelle varie città sedi dei Collegi militari, sottoponeva alla prova complern,entare di matematica prescritta per l'ammissione [gli aspiranti alla R Accademia. Il Fiora che era nato ad Asti nel 1827, poco dopo aver 0onseguito l'abilitazione alla pr,ofessione cli ingegnere, era ·e ntrato a, far parte del personale insegnante della, R . Accademia e fu indubbiamente il pr,ofessore che rimase più lungamente nell' fatituto, che lasciò soltanto nel 1897 per raggiunti limiti Ji età,. Munito di · lunga barba :fluente, grave e m:wstoso nell'inced ere, egli veniva segnalato dagli allievi come il Paclrt'•terno dell' A.ccademia, ed era, tale difatti per . la sua -
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ng. :171 · Lapide coliocntn nel 1877 a ricordo degli ex allievi cnduti nelle cmnpnp1e dal 1848 nl 18,0.
RICOIWI Al CAD U'.L'I
paterna bonarietà che ~j t ra duceva spesso in persuasivi richiami fatti. agli allievi, in nome ,e vece del colonnello · direttore degli stuclii, per incitarli a ri.mediare alle puntazioni cle:fièicnti ottenute negli interrogatorii. Lasciata l'Accademia , il professor Fiora si ritirò in una propria, casa di campagna sui colli di Pino Torinese, ove fu barbaramente trudcbto a scopo di furto il 14 luglio 1910 : questa ,sua tragica morte, divulgatasi ed Hlustrata da tutti i giornali della P enisola venne appresa con vero cordoglio da qua,n ti per quasi cinquant'anni ininterrottamente si era,no succeduti come allievi di Giova nni Fiora.
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Sotto i portici del grande cortile. dell'Accademia sono collocate le lapidi che ricord ano i nomi degli Ufficiali, già allievi dell'Istituto, caduti in guerra. · Una prima, lapide, con i nomi .: dei morti del 1848-49 e della Crimea, era gi.à stata posta nel 1859. A questa ne venne nel 1877 sostituita un' altra, nella quale erano stati riportati i nomi-della precede11te aggiungcr1dovi i nomi di. quelli caduti posteriormente nelle campagn e cle~ 1859, 1860-61, 1866 e 1S70. 'l'ale lapide venne poi. modi:fica,ta, in quella, attuale mutando le disposizioni dei no mi in essa seg11ati, in modo da potervi a,ggiungere quelli dei caduti nelle prime guerre coloniali del 1887 e del 1888 (1). Un'altra, lapide collocata nel 1907 accolse i nomi dei caduti dopo il 1888; in tale lapide il 17 maggfo 1914 vennero aggiunti quelli dei caduti nella guerra, di Libia (2). Ad onore e gloria clei nostri morti gloriosi noi riteniamo doveroso di riportare qui Pelenco dei cadu ti dal 1887 al 1913, (1) Questa lapide, così rnoclificata, è stata 1·ipro<lottu nel Volume IV di questa Storia. (2) Accademia milita r e - « Incidendo sul marmo i nomi di° ex allievi c 1iduti valorosamente nella guerra di Libia n. Commemorazione del Colonnd lo Maggiorottì Le0ue Andrea - Tor ino - '.ripografia Faguo11t:, 1014.
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J?ig. 372 - Lapide collocata nel 1907 a ricorclo degli ex allievi c,1dnti in
guerra posteriormente al 1888.
I NOMINATI SULLE LAPIDI
C!anipcir;na del 1887:
Ten. Oolonn. di F anteria T,ommaso De Cristoforis Tenente di Artiglieria Giovanni Tirone Ca,1nvagna clel 1888:
Capitano di F:-1,nteria T·ullio Oornacchin Ca·in7Jagn<L del 1895 :
· Maggiore di .Fauterht Pietro 'l'oselli Capitano di Artiglieria Domenico Angherà, Tenente di Artiglieria, Marzio ManfrE>Clini Campagna, del 189G :
Maggior Generale Vittorio Da Bormida Ten . Gol-01111. di Fantel'ia Davide Ivfenini l\faggiOFe di Fanteria Luigi Branchi Maggiore di .Fanteria Luigi De Amici!Maggiore di Fa.nteria Luigi Oiordano Maggiore di Art iglieria 1,'ranceseo ne Rosa. Capitano di S . .1\1. · Mario Bassi Capitano di .Artiglieria Vittorìo .A.ragno Capitano di Artiglieria Edoardo Bianchini Capitano di .Artiglieria Gi1.t~~eppe I<'ranzi1ti. Capitano di .Artigìi{lria nomenic<) Mangia Capitano di Artiglieria Umberto l\:f asotto Capitano di Artiglieria Clemente B em·y Capitano di Artiglieria Alfonso F abri. Capitano di Artiglieria Giuseppe iVIottiuo Capitano del Genio Giovanni. Ji'errero Capitano del Genio Luigi Ae-erbi Tenente di Fanteria Gnstavo Benini Tenente di Fanteria Paolo Oirnberle Tenente di Fanteda Teodoro De Conciliis 'l'enente di Fanteria Carlo Lamberti Tenente di Fanteria Fedel'ico Pastore Tenente di Fanteria Ettore Pnglicsi
_Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino decorati di medaglia d'oro al valor militare dal 1870 al 1915
ff ig . ;),;) - Tommaso De Oris !·ofoti:;.
Ten. colon nello Fanteria Nato a Casale Monferrato il 5 g iugno 1841. Entrat o in Accademia. il 16 gennaio 1857 (42o Corso\. usci il 30 giugno 1859 Sottotenente nel 130 Fanteria . Decorato di m ad eglia d 'argento nella camnagna del 1860. Prese parte alla campagna d'Africa del 1887 e fu decorato di m edaglia d'oro al valor m ilitare Per « avere spontaneamente impegnato il combatt iment o contro forze sproporz ionatamente suPeriori e per avere in seguito apposto eroica difesa, nella quale egli fu ucciso e tutti i suoi dioendenti rima sero mor ti o feriti». (Dogali, 26 gennaio 1887).
1"ig . :373 - Virlc.,1·io D al.iormicla Maggior Generale Na to a '!'orino il 22 novembre 1842. Entrato in Acca d em ia il 18 ot tobre 1859 (440 Corso), uscì Sottot enente d i Artig lieria il 2 marzo 1862. Qua le Comimcla.nte della 2a brigata di fanteria ven ne decorato di medaglia d 'oro a l valor m ilitare con la seguen te motivazione: « Condusse la sua brigata a l fuoco e r ipetutamente all'assalto ardimentoso. dando a tutti esempio di a lto valore Personale. Cadde eroicamente sul campo». (Adua, 10 m a rzo 1896l.
IJ°'ig. 374 - l'hilro T oselJ.L Maggiore Fan teria Nato a Peveragno (Cuneo) nel 1856, usci d alla Acca dem ia militare nel 1878 Sottotenente d'Ar t iglieria ua ssanclo ooi nel Coruo di S tato Maggiore. Deconito di medaglia d'oro a l valor m ilitare colla seguen te m otivazione: « Trovandosi con soli 1800 uomin i di fronte a 20 o 25 mila uomini, dopo avere a lteramente respinto l'int imazion e d i lascia.re il Passo a l com a ndante scioano, combatté stren ua.m ente Per ben sei ore e coll'eroico sacri ficio della oronria vita e d i quasi t u t to il suo distaccam ento cagionò a l nemico perdite enorm i che con t ril)u irono emca cemente a ritardarne l'avanzata» . (Amba Alagi, 7 clicembre 1895).
l!'ig. i::76 - l!'i-ancesco De Rosa. Maggiore Ar tiglieria Nato a Po tenza. nel 1853. u scì da-ll'Accactem \a m ili tare nel 1875 Sott oten ente d 'Art iglieria. Decora to di medaglia d 'oro a.I valor militare con la seguente motivazione: « Coma nda n te l'art iglieria della bri!:rata Al bertone si distinse durant e tutto il combattimento nel dirigere con intelligenza ed efficacia s inJl:ola.re il f uoco delle proprie batterie. Sereno ed im perterrito sacrificò la propria vita e auella dei suoi Per rimanere colle batterie bianche a protezion e delle t r u ppe» (Adua, lo marzo 1896>.
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Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino decorati d-i medaglia d'oro al valor militare dal 1870_::a! 1915
D'ig. 3i7 - E doardo fJirlJlchini.
Fig . 378 - Ulllberto :.\:Casotto.
Capi tano Artiglierhi Nato a Napoli nel 1856. usci dall'Acca demia militare nel 1877 Sott otenente ·d'Artiglieria . Decorato d i medai,;lia d'oro a l va lor milita re colla seguente motivazione: « Comandante della 3a batteria da montagl)a si distinse durante tutto il combattimento nel dirigere con int elligen za ecl efficacia il fuoco della tiropria batteria. Sereno ed imperterrito sacrificò la p ropria vita e quella dei suoi oer rfm~inere fin o all'ultimo a protezione delle altre truppe ». (Colle Cl1idane Mere t , 10 marzo 1896\.
Capitano Ar tiglier ia Na to a Noven ta Vicen tin a nel 1864, uscì dalla Accaclernìa m ilita re n el J884 Sottoten ente d'Art iglieria. Decora to cli med aglia d 'oro a l valor mi1!-tare con la seguente motivazione : (( Comandante della 4" batteria da montagn a, si distinse durante tutto il combattimcn w nel dirigere con lntclHHenza ed efficac ia sin golari il fuoco clella oroPria b atteria . Seren o ed imoertcrri to sacrificò eroici,mente la propria vi ta e quella dei suoi per r imanere fino all'ultimo in b:1ttcria a protezione delle altre tru poe ». (Colle Ch idane Meret, lo ma rzo 1896).
l!' ig .
:::rn - Aurelio (}rue.
Tenente Ar tiglieria. Nato ad Arti (Teramo\ nel 1870, usci d all'Accademia militare nel 1890 Sottotenent e · d 'Artiglieria. Decorato di m edai,;lia <l'oro con la seguente motivazione: « Comandante la colonna m u n izioni. dimost rò calma ed ardire in tutta la giornata. Alla fine orecedendo la brigata che s i ritira va. scelse di sua in iziativa una posizione per arrestare i pezzi che seguivan o e, raccolte le scarse munizioni che a ncora restavano nei cofani. fece mettere in batteria i pochi pezzi che ootè avere alla mano. Ivi suarando gli ultimi colpi, contribuì efficacemente a t rattenere ancora l 'irrom pere clel nemico, finchè mortalment e ferito incorava ancora i soldati con nobili parole». <Combattimento di Mariam-Scioaitù. Adua. 10 marzo 1896).
Fig.
:;so - Vittorio B ottego.
Ca p itrino Artiglieria Nato a Panna il 29 luglio 1860. Entrato in Accademia il 10 o ttobre 1879 (64o Corso), usci il 29 lue:lio 1882 Sottotenente d'Artiglieria. Decorato di medaglia d'oro perchè: (< Dimostrò sagacia a mmirevole nel dirie:ere una spedizione scientifico-militare nell'Africa Eauatoriale a t traverso paesi inèsulorati e fra oopolazioni ostili e bellicose e soieP:ò eccezionale coraggio attaccando con soli 86 uomini un nemico forte cli un migliaio di combattenti e m orendo eroicamente sul campo ferito a l netto e alla testa da due colpi d'a.rma cla fuoco» . (Gobò. Paesi Galla, 17 marzo 1897).
Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino decorati di medaglia d'oro al valor militare dal 1870 al 1915
Jl~ig. t:Sl - Michele D'Angelo.
F'ig. gs2 - Riccarc1o De Caroli.
Ca pi tano Art iglieria Nato a Rionero in Vulture nel 1868 . uscì dalAccademia militare nel 1892 Sottotenente d 'ArtiJ:,;lie:'ia.. Decorato ,di medaglia d'oro con la seP:tH,ate motivazione: « Esemplarmente intrepido e sereno. d iresse l'azione della sua batteria a Protezioue di fanteria in avamoost i respingendo i violenti e rioetuti attacchi del nemico che era riuscito a Portarsi a brevissima distanza dai pezzi. Sos tenne eroicamente il combatt imento finchè caclcle colpito a morte in mezzo alla batteria » . . (Dern:,,. 3 ma.rzo 1912).
Ca.pita.no Art iglieria Nato a d Altare nel 1878. uscì dall 'Accademia m il itare nel 1898 Sotto tenente di Ar tiglieria. Decorato cli medagWt d'oro con ht seguente motivazione: « All'attacco del Mergheb. p resa posizione con ardita e intelligente m anovra nel luogo Più oooortuno che era anche il oiù esposto, la somm ità del Mergl1eb. f u esempio ai dipendenti ed a.i contigui reoarti cl i fanteria, d i eroico coraggio. Ferito morta lmen te. mostrassi eroicamente oreoccunato dell'a zione della sua batteria». <Homs. Meni:heb 27 febbraio 1912).
Fig. 383 - Rodolfo Boselli. Tenente Artiglieria Nato a Modena n el 1887. usci dall'Accademia milita re nel 1907 Sottotenente di Artiglieria. Decorat o di meda.r!lia d'oro al va.lor militare con la seguent e motivazione: « Comandò con grande intrepidezza la propria sezione a protezione della fanteria in avam post i. Fer ito alla spalla continuò a dirigere il fuoco contro il nemico fattosi numeroso e a provvedere con calma esemplare ad ogni r eparto: ferito una seconda volta. t enne il oroorio comando dando esemPio cli eroica fermezza. finché nuovamente colpito lasciò la vita sul campo». cDerna, 3 marzo 1912).
F ig . 384 -
Alf.Ol1SO
Torelli.
Maggior Generale Nato a d Apricena (Foggia) nèl 1856, uscì dalla Accademia m ilita re Sottotenente di Artiglieria nel 1878. Decorato di m edaglia d'oro al valor m ilitare con la seguente motivazione: « Comandante delle truooe che avanzavano all'attacco cl i Tecniz. visto che la Compagnia bengasina d i testa era stata travolta da un repentino assalto, dava opportune clisoosizioni per contrattaccare il nem ico, poi recavasi intrepidament e di persona in Pì'ima linea oer sorvegliare .J'esecuzio'n:e. In ouesto mentre, assalito a sua volta da gruppi di beduini che t entavano l'aggiramento della posizione, cadeva. gloriosamente sul campo». (Tecniz, Libia. 16 settembre 1913).
I N():lfINATl SULLE LAPIDI
Tenente di Fanteria Francesco Rivi Tenen te di Artiglieria ltttore Ardisson Tenente di Artiglieria Giuseppe DoreUi 'l'enente di Ar tiglieria Giuseppe Oavalla zzi 'rencnte di Artiglieria Gim,cppe. Ohevalley Tenente di .ArOglieria Marco Garezz,o Tenen te di Artiglier ia Aurelio Gr-ue Tenente di .Artiglieria T ullio -Pontani Tenente di Artiglieria Edoardo Saya Te11ente di Artigli.eda Emilio Ainis Te11ente di Artiglieria Arnaldo Vibi Sottot enente di ArUglieri,,L (ìiuseppe Ouccatti Sottotenent(~ cU Ar tiglieria G niilo Oaste11i (Jci1npa,qna -itcilo-t,iwco, :
Capitano di .A1tiglieria :Mi.cbel(~ D'Angelo Capitan o di Artiglieria Riccardo De Caroli Tenente di Artiglieria, Giovanni Alsona ~l'-enente di A rtiglieria ]foclolfo Boselli 'l'enente di Artiglieria Ra.ffael(~, I'ico Sottotenente di Artigl. Din o Bruno Brunori Cam,7.Jagna cU .fobia :
Maggior Generale Alfonso 'J'oreUi :Maggiore del Geni.o Ubaldo Biffi Di Sandorno Capitano del Genio F nlvio Gnutti 'l'enente cli A1·t iglieria Francesco Bruna-cci •renen te <li Artiglieria ~fdchiorre Boclo Tenente cli Artiglieria Claudio Dagna 'l'enente di Artiglieria :Rodolfo nella Bona Tenente di Artiglietia, Alfredo ll<.~ Virgili.is Tfm ente di Artiglieria. Vittorio Gerbino Promis Tenente di .Artiglieria Carlo Giova,nnini Tenente di Artig.l im·ia Luigi Ponza, di S. Martino · !l:Ussioni V(Lrie .
Gobò (Pa:esi Gall a) 17 marz-o 18!l7: Capitano di Artiglieria Vittorio Bottego 50
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s ç UOLE D' AH'l 'l GI,rn: nIA
1870-1.914 -
R.
ACCADrnì1Il.'\ MILITARI); DI T ORINO
F ig. 38-> - t'nifor me .\cc:idem lsU .
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Fig. 386 - Gruppo degU Ufficiali e :
evi della R. Accademia militare di Torino (1890-91). (da una
otogra.fia del Generale Vacca-Magglollnl).
sç
FUTUR I GF.l'.'\F:lULI /\ELLA LORO GIOVENTÙ
Barrar (Africa Orientale) aprile 1886 : Luogotenente Cavaleggeri Alessandria Gianpietro Porro Durbo (Coste Somala-Mijm-tina) 3 dicembre 1903: Tenente di Vascello Carlo Graban.
A chiudere questa part,e di storia della nostra antica, vecchia e cara Accademia per il periodo 1870-1915 ci pare bello e doveroso di.rievocare qui le effigie giovanili di coloro che furono in quei tempi allievi della R. Accademia di Torino e che prendendo parte valorosamente alla grnnde guerra ed alle successive si affermarono in modo particobre in ·qualcuna delle moltepli°ci attfvità della · nostl'a. Arma, raggiunsero i più alti gradi della gerarchia militare e furono, e sono e saranno nobile lu minoso esempio di fede, di virtù e di valore alle generazioni nuove che si s,n sseguiranno fra tali mura e ivi si forgeranno per la sempre maggi.ore grandezza della Pat ria. Sarebbe stato nostro desiderio che in questa, rassegna, illustrata di antichi allievi avesse potuto trovar posto se non la totalità, quanto meno il maggior nurn.ero di coloro - e sono numerosissimi - r..he hanno fondato buon diritto di essere se- · gnalati ai posteri per i loro meriti e per i loro titoli : purtroppo un tale nostro doveroso desiderio non ha potuto avere la, sua piena estrinsecazione per le difficoltà tal volta insormontabili, incontrate nelle esplorazioni e nelle laboriose ricerche compiute. Anche a pochi anni di distanza non si riesce più a ricostruire particolari di fatti interessan ti e che nel momento in cu i avvennero avevano richiamato la pubblica attenzione : difficoltà a nche più gra,vi ~i inc.ont1'ano poi nella ra,ccolta delle iconografie; e pertanto augurandoci che altri voglia a non molta distanza cli tempo riprendere questi argomenti stoi'ici e completare e perfeziom:Lre questo nostro primo e forse temerario tentativo, incitia,mo modestamente ma non meno appassionatamente tutti. color-o che lÌanno competenza per farlo, nonchè le stesse Famiglie di Artiglieri a voler raccogliere e c11stodire gelosamente cloeu - . 111entì e fotograne che possano all'riopo servire e ridondare a memore onoranza dei nostri antenati. -
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Antichi Allievi della R. Accademia Militare di Torino
F ig. 387 - Luigi Cadorna.
F ig . 388 - E rnesto Gliamas.
Maresciallo d 'Italia Allievo 50o Corso 1865-1868
l<'ig. 389 - L\Cl.tille Albonett i.
Tenente Generale Allievo 50o Cor so 1865-1868
Tenente Colonnello Alliveo 5 10 Corso 1866-1869
Fig. 390 - Alberto Zola.
Fig. 391 - L uciano Benn ati.
G en era.le Divisione Allievo 510 Corso 1866-1869
F ìg. 392 · Carmine S iracusa.
Tenente G enerale · Allie vo 56<> Corso 1871-1874
Capitano Scrittore Allievo 560 Corso 1871-1874
Ii'ìg. 393 - Enrico de la Foi·est.
Fig. 394 - Raffa ele De Cosa.
F ig . 39G - F r a ncesco ì\farcianì.
Generale Divisione Allievo 57<> Corso 1872-1875
G en er a le Di visione Allievo 580 Cor so 1873-1876
T en ente Generale Allievo 58<> Corso 1873-1876
'
Fig. 3HG - Carlo MiC'helini di S. Ma.r tino. Colonnello Alllevo 58<> Corso 1873-1876
Fig. 307 - Achille Zanotti.
Irig. 398 - F r a ncesco Da balà.
T enente Generale Allievo 580 Corso l&73-1876
Gen erale Cor po Armat a Allievo 590 Corso 1874-1877
Antichi allievi della R. Accademia Militare di=Torino
Fig. 399 - Clavarino Alfeo.
l!'ig . 400 - Rnri<.>o Barone.
Generale Corpo Arm.a ta Allievo 59<> Corso
Colonnello Scrittore Allievo 60o Corso
1874-1877
lf;'/5-1373
ll'ig. 401 - Carlo Cordero d i Montezernolo. Generale Brigata !\llievo 60o Corso 1875-1878
Il'ig. 402 - Clemente Hemy. Ca.pitano M. O. Allievo 60o Corso 1875-1878
Fig. 403 - G.
n. Clemente Lequlo
Genera.le Corpo Armata Allievo 60o Corso 1875-1878
l,' ig. 404 - Alber to l'eimo. Generale Divisione Allievo 60o Corso 1875-1878
.l!'ig. 405 - Giov. Batt. Pistoj.
Fig. 406 - Severino .Prunas.
Fig. ,10, - E nrico Resio.
Genern!e Divisione Allievo 6Qo Corso
Tenente Colonn ello Allievo 60<> Corso
Generale Divisione Allievo 60o Corso
1875-1878
1875-1878
1875-1878
Fig. 108 - Rrnesto Stassano.
Fig. 40!) - FeélerJco Ciccodicola.
F ig. 410 - Prospero ì\1arro
Maggiore Inventore Allievo 60o Corso .
Colonnello Diplomatico Allievo 61~ Corso
Generale Divisior 'l Allievo 61o Cors·
1875-1878
50*
1876-1879
.
1876-1879
Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino
Fig. 411 · Vi ttorio i\fur:.tri della Corte Bra. Generale Divisione Alllevo 610 Corso
'!l'ig. 412 - Gugl. Pecor i-Glraldi.
Fig. 413 • Cris])lno Ilonagente.
Maresciallo d'Italia Alllevo 610 Corso
Tenente Generale Alllevo 620 Corso
' 1876-1879
1877-1880
1876-1879
Fig. 414 - l!)ttore Cnva lll. Tenente Generale Allievo 620 Corso
Fig. 415 - Curlo Parodi. Tenente Generale Allievo 620 Corso
1877-1880
1877-1880
Flg. 417 - Luigi Stamp:icchia. Maggior Genera le Alllevo 620 Corso
ll'lg. 418 - Alberto Cavaciocchi.
1877-1880
Generale Corpo Armata Alllevo 630 Corso 1878- 1881
F ig. 420 - Luca · Montuorl.
ll'ig. •J21 -. Giuliano Ricci.
Generale d'Armsta Alllevo 630 Corso
Genera le Corpo Armata A!llevo 630 Corso
1878"1881
1878-1881
.tig. 4.LG - Giacinto Sachero. Generale Divisione Allievo 620 CorRo 1877-1880
l!'ig. 410 - Giaci nto Ft!rrcro. Generale Corpo Armata Allievo 630 Corso 1878-1881
Fig. 422 - Vittorio Zupelli. Gene rale Corpo Armata, Ministro Allievo 630 Corso 1878-1881
Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino
Fig. 423 - Domenico Angherà. Capitano Allievo 640 Corso 18'/9-1832
F ig. 426 - Enrico Ilrunati. Colonnello Allievo 640 Corso 1879-1882
Fig. 429 - Vittorio Buffa di Perrero. Generale Corpo Armata Allievo 650 Cor,;o
Fig. 424 - Francesco Bertolini.
I<'ig. 425 - Vittorio Ilottego.
Genera,le Divisione Allievo 64<> :.::orso
Capitano Esploratore Allievo 640 Corso
1879-1882
1879-1882
Fig. 427 - Armando Diaz. Maresciallo d'Italia, Ministro Allievo 640 Corso
E'ig. 428 - Stefano Lombardi.
1879-1882
1879-1882
Fig. 430 - Emico Caviglia.
li'ig. 431 - E lodio Conso.
Maresciallo d'Italia, Ministro Allievo 650 C0rso
Generale Di visione Allievo 650 (,orso
1880-1883
Generale Corpo Armata Allievo 640 Corso
1880-1883
1880-1883
F ig. 432 - Alfredo Dulac. Generale Brigata Allievo 650 C.:ir~o 1880-1883
.
Fig. 433 - Giuseppe Franzini. Capitano Allievo 65<> Corso 1880-1883
Fig. 434 - Enrico Malvani. Generale Divisione Allievo 66<> Corso 1881-1884
Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino
F ig. 435 - Carlo Montanari.
Fig. 4~6 -· Giorgio Nobili.
Maggior Gener,1le Allievo 660 <.:orso
Fig. 437 - Alfredo 'l'orretta.
Generale Corpo Armata Allievo 660 Cor:;o
Tenen te Gen erale Allievo 660 Corso
1881-1884
1881-1884
1881-1884
Fig°. 438 - Enrico . Ilazan.
F'ig . 439 . - Gionmni Garofalo.
Fìg. 440 - Ettore Giuria.
Generale Corpo Armata Allievo 670 Cor,;o
Generale Brigata Allievo 670 Corso
Genera le Corpo Arma.t a Alllevo 670 Gor~o .
1882-1885
1882-1885
1832-1885
Fig. 441 - Armando Tallarigo.
Fig. 412· - Alberico Albricci.
l<'i g. 443 - Luigi J3ongiovanni.
Genera le Corpo Armata Allievo 670 Corso
Generale d'Armata., Min istro Allievo 680 ( '•Jrso
Generale Corpo Armata Alliavo 680 Corso
1882-1885
18 83-1886
"
18S3-18!l6
'( F ig. 444 - Edgardo Guerrie,i.
Fig. 445 - Alfonso l\fattei.
ll'ig. 446 - 'Giuseppe Pellissero.
Gen erale Division e Allievo 680 •.:orso
Generale Corpo Armata Allievo 680 Corso
Generale Divisione Allievo 680 Corso
1883-1886
1883 -1886
1883-1886
Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino
F·ig. 4'17 - I,uigi Piccione. Generale Corpo Arm ata Allievo 68<> -.;orso 1883-1886
Fig. 4h0 - Guido Fenoglio. Genera le Corpo Annata Allievo 690 COi">,O 1834-1887
Fig. 448 - Alfredo 'J'aranto. Genera le Corpo Armata .",.llievo 680 Corso 1383-1885
Fig. 451 - Att ilio l!~rnnchìni. Generale ·con)o Armata Allievo 690 Cor so l.834- 1887
F ig. 453. - Tito '.\fontefinale.
Fig. 454 - Cam illo Bnssiguana.
Generale Corpo Armat a Allievo 690 Corso
Capitano Allievo 70o Ccr,,o
1884-1887
Fig. 456 - Guiclo Douhet. Generale Divisione Allievo 710 Cor.;o 1886-1889
1885-1888
F ig. 457 - Amedeo De Siebert. Gen erale Cor po Armata Allievo 71 o Corso 1886-1889
.ll'ig. 449 - Guido Coffaro. Genera le Divisione Allievo 690 Coeso 1884-1887
Fig. 452 - Salvatore Gatto. Generale Corpo Arm a ta Allievo 690 Corso .
1884-1887
F ig. ,Jiiii - Ernesto ì\:Combelli. Generale Corpo Armata Allievo 7ro Corso l 8S5-l88S
Fig. 458 - lfederico Baistrocchi. Generale d 'Armat a Sottosegr. di Stato Allievo 720 Corso . 1887-1890
Antichi allievi della R. Accadem ia Militare di Torino
Flg. 459 . Pietro Badoglio.
Fig. 460 - Rober to Segre . .
Fig. 40l - Nicola Vacchelli.
Maresciallo, d'Italia Allievo 730 Cono
Genera le Corpo Armata Allievo 730 COl'F•.)
Generale Divisione Allievo 730 c,ir;;o
1888-1891
1888-1891
Fig. 402 - Annibale Arzanl.
Fig. 403 - Alberto nom~ani.
Generale Brigata All!evo 740 Co,·s,i
Generale d'Armata, Allievo 740 Cur•;:,
1889-1892
1889-1892
1888-1 891
Flg.
464 - Gio,·ann! MariettL Generale Divisione Allievo 740 Con,o 1889-1892
Fig. 405 - Pietro Ago.
Fig. 400 - Hoberto fleucivengn.
h'ig. 46i - Riccordo Calcagno.
Genera le design. d"Annata Allievo 7 50 Corno
Generale Brigata Allievo 75• Corso
Generale Corpo Armata Allievo 750 Corso
1890-1893
1890-1893
F lg. 408 - Giovanni Tesio. Tenente OenP.r,\le
Fig. 409 - Art. Vaccn-)faggiolinl.
Fig. 4i0 - Amedeo Guillet.
Allievo 7 5o C.:o~·so
Generale design. d'Armata Allievo 750 Cvdo ·
Generale design. d'Armata Allievo 760 Q()f50
1890-11:193
1890-1893
1890-1803
1891-1894
Antichi allievi della R. Accademia Militare di Torino
F ig. 471 - Melchiade Gabba.
Fig. 472 - Emilio Gamerra.
Fig. 473 - Giulio :\!arinetti.
Generale design. d'Armata Allievo 770 1~or~.o
Generale Corpo Armata Allievo 790 Corso
Generale Divisione Allievo 790 Corso
1894-1897
1894-1897
Fig. 474 - Ricca.rdo Moizo.
Fig. 475 - Mario Palcani.
F ig. 476 - Emilio J3ellerio.
Generale Corpo Armata Allievo 790 Cor.so
Tenente Gernmile Allievo 790 Cor;;o
Generale Divisione Allievo 80o Corso
1892-1895
1894-1897
1894-1897
1895-1898
Fig . '177 - Riccardo De Caroli.
F!g. 478 - Carlo .Manganoni.
Fig. ,179 - Augusto De Pignier.
Capitano M. O. Allievo 80o Corso
Generale Divisione All!evo 80o Corso
Generale Corpo Annata Alli evo 810 Coi·so
1895-1893
1895-1898
Fig. 480 - Ubalclo l!°',:1 utilli.
Fig. 481 - Pietro Gazzera.
Generale Cor po Armat a All!evo 810 Corso
Generale design. d'Arma ta Ministro Allievo 810 Corso
1896-1899
1896-1899
1896-1899
Fig. 482 - Enrico Maltese. Generale Corpo Armata. Allievo 810 Corso 1896-1899
Antichi allievi de lla R. Accad e mia Militare di Torino
Fig. 483 - :.V.Cario Vercellino.
Fig. 484 - Autçmio l3asso.
Fig. 485 - Claudio Bergia.
Generale Corpo Armata Allievo 810 Corso.
Generale Divisione Allievo 82<> Corso
Genera le Corpo Armata Allievo 820 Corso
1896-1899
1897-1900
1897- 1900
Fig. 486 - Mario Caracciolo.
Fig. 487 · Vittorio Pallieri.
F ig. 488 - C:irlo Geloso.
Genera le Corpo Armata Allievo 820 Gorso
Tenente Gene.raie All ievo . 820 CO\'EO
1897- 1900
1897- 1900
Gen erale Corpo Armata Allievo 8::So uorso
Fig. 489 , Pietro ·Pintor.
l<'ig. 490 - Mario J3ertL
l!'ig. 491 . Err. Pitassi-i\Iamiella.
Generale design . d 'Armata Allievo 830 Corso
Gen erale Corpo .'I.rinata Allievo 840 Co~·;;o
Generale Divisione Allievo 860 Corso
1898-1901
1899-19 02
Fig. 492 - Curio Harbassetti di Pnm. ·
Fig. 493 - Luigi Manzi. Gen era le Br igat a Allievo 870 Gorso
Generale Divisione Allievo 870 Corso 1902-.1905
. 1902-1905
.
189$-1901
1901- 19 04
Fig. 494 - Luigi· Mazzini. Generale Brigata Allievo 870 Cor-;o 1902- 1905
Antichi allievi della R. Accademia Militare di Tor.ino
Fig. 490 - Luigi Sarracino. 'renente Generale
Fig. 495 - Michele Amaturo. Gene!·alc Brigata All ievo 880 CO!'SO
Allievo 880 Corso 1903-1906
1903-1906
Fig. ,197 - Rodolfo Roselli.
I•' ig. 4H8 - Antonio Sori'Ce.
Tenente M. o. Allievo 89<> , ::n·,0
Colonnello Consigl. di Stato Allievo l OOo -~nrso 1914-1915
1404; 1907
Novembre 1Hl4. L'Ita.lfa. si prepara per intervenire a non lnng-a, scì.ldenza nella grancle gU<~rra, seoppiata nell'e~tate. Occorre pereiò affrettare l'invio di nuovi Ufficia.li ai varii Reggimenti per completare i quadri degli. Ufficiali subalterni. Il Ministro della Guerra ordina quindi l'acceleramento dei Corsi per moclo che gli esami finali abbiano a conchindersi entro il marzo del HllG . Dal 15 al 30 aprile si sv,olgono le esercitazioni e la Scuola di tiro al Campo di San Jfo.urir,io, e subito dopo aVYiene l'asse. gna zio ne ai Corpi.
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781 -
SCUOLE D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
{L
ACCADffiMIA :.\1ILI'l'AHI!: DI TORINO
23 Maggio 191G. 111 n ome di S . ì\1. il Re è stato ema na to l' ordin e di mobilitazione generale clell'ILsel'cito. ln ottempe1·au . za alle dispo~izioni contenute nel 1'.omo III di mobilitazione gli Ufficiali -comandati a.ll'fatitu to debbono raggiungere entro 24 ore i Corpi ai qnali sono effettivi. Glì allievi del l° Corso dell'Accademia segniranuo uno speciale C01·so :1ccelera.to; quelli qel 2" e del 3° Uorso, prnmossi immediatamente sottotenen ti nelle Armi di Artiglieria e Genio, ·aovranno pl'escnta1·si ai Corpi il 7 giugno. 24 Maggio 191i'i. L'Italia è entrata in guerra. Nel lasciare il comando dell' Acca,demh1, il colonnello .M ag giorotti ri volge agli ac0ademisti ed al pel'soiiale tutto 11ell'Jstitnto il sc~gu ente Ordine del gior110: « Giovani allievi. J,a nciamo ai venti. il grido di Viva l 'Italia.! Le nostre bandiere di guerra sono già. spi egate; le r ime di Ma meli echeggiano dal Oampidoglio a11<> Alpi ed al Ma.re; le ombre di tntti i rual'tir i ci chiamano alla riscossa, per la liberazione delle ultime tene italiane ancora !-oggett.e allo straniero. Io parto e lasei<> il comando al eoloJ1nc1lo Ago1:;tino Arlorio. Rinp:1·az10 gli l. Tflkiali, i l'1'ofes1sori ed il perso11ale tutlo cl·cll' I stitnlo per il valido conco1:1so datomi 11el b1'evc perioòo di tempo che ho avnt:<J l'onore di com anelare l'Accademia., e pa,rto col la_sic11r11 feclc che t ntti faremo « sempre ed ov111H)11e » il nostro dovere sino all' ult imo a1ito delht nostra vi.ta, sino all' ultima goccia,' del noi-tro simgue per l'onore delle J\ 1·mi. nostre e per la gloria del Re ».
Sni campi di battaglia della grand e gnerra gli Ufficiali cli Artiglierfa e Genio, gli antichi allievi tutti della R. .A ccademia militftre di 1'of'ino Rapranno terH re alte SJ1JMPR0 ED OVUNQUti: le tradfaioni del più antico J stitnto militare italiano. 1
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782 -
~ 2.
LA SCUOLA D'APPLICAZIONE D'ARTIGLIERIA E GENIO Ripresa dei corsi regolari nel 1868 · - I generali comandanti dal 1863 al .1 897 - I comandanti in seconda dal 1870 al 1897 - Il comando unico dei due Istituti - Compiti e mansioni dei comandante in seconda - I varii comandanti in· see-0nda dal 1897 al 1914 - I direttori delle istruzioni pratiche dal 1864 al 1914 - Costanza nell'indirizzo· delJa Scuola - Corsi speciali e d accelerati - Il diritto alla promozione a tenente - Viaggi d'istruzione, campi · e scuole di tiro - II Corso complementare per i provenienti dalla Scuola militar.e di Modena - Corsi p'reparatorii per ufficiali di complemento - Modifiche · alla legge di avanzamento: sorte riservata ai non promossi negli .esami - Chiusur.';l della Scuola nell'autunno 191 4 = Il riordinamento operato dal generale Conte Carlo Lanla ' di Busca - Locali ·e caserme occupati dalla Scuola - Reparti speciali di truppa - La biblioteca - La mènsa - Il circolo Ufficiali - I varii servizi. Programmi d'insegnamento dal 1838 al 1913 - Programmi di insegnamento nel 1914 - Insegnamenti teodci e pratici - Esercitazioni e visite . - Importanza dell'insegnamento dell'impiego - Insegnamenti pratici sulle istrùzioni e sui regolamenti - Formazione del punto caratteristico di classifica - L'importanza data all'equitazione - L'opera di Enrico Brunati .- L 'equitazione di camRagna - Le gare finali - La scherma - Le istruzioni • speciali d'arma - Esercitazioni al campo e viaggio d'istruzione - I punti caratteristici - Classificazione e anzianità relativa. Servizio interno della Scuola - Insegnamenti tecnici e scientifici - Interrogatorii, disegni e prove scritte - Puntazioni e punizioni - Esami e loro modalità - Sorte dei non idonei alla promozione Esami di riparazione - Le istruzioni pratiche - ·Il punto d'istruzione - Ordinamento, doveri. e disciplina degli Ufficiali-allievi. Gli Ufficiali d'artiglieria insegnanti alla scuola dal 1863 al 1914 - L'istruzione educativo-morale - L'opera diuturna dei comandanti di sezione - L'indirizzo dato dal comandante in seconda La« guida».
La dispersÌ:one di molti documenti conservati negli archivi della Sc110Ja1 avvenuta, dnr:ante la gra,nde guerr-a ed anche in seguito, ci ha. putroppo impedito cli rìcostruire1 con quell'ampiezza dm era nei nostri desideri, le vicende di questo Istitnto -
783 -
SCUOLIJ} D1 Aft1'IGLIEHJA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
AI(1.'lGL .
B GENIO
che merita_tamente può el)scre <;onsiderato come nna vera e propria Università delle nostre Armi di artiglieria, e genio. Ci limiteremo pertanto ad esporre quelle poche notizie che ci è stato possibile cli raccogliere e controllare, riportando d' altra parte i ricordi per~onali della vita che noi stef..8Ì abbiamo condotto, oome Ufficiali-Allievi appa,rtenenti alla Scuola, 1rngli ultimi deeenni del secolo se.orso (1.).
Fin dal 18GS i corsi della Scuola d' Appliear,ione d'artiglieria e genio, il cui 1·egolare anda,mento era stato interrotto a, ca,usa. della guerra del 1.SGH, ri.comi.nciarono a svolgersi regolarmente e non subirono più interruzioni fino all'estate del 1914, cioè fino all'i nizio della grande guerra. Sin dall'agosto 1863, quando, per effetto del R. Decreto 15 agosto 1863 si era provveduto al rfordim1me11to dell'Istituto, aveva assunto il c<)mando della Scuola il colon nello del genio, poi generale Celestino Sa.chero, il quale ne tenne il comando per ben diciotto anni, influendo col suo profonflo e pratico saper e a tenere alto il grado d'istrm~i.one che si impartì va a,gli allievi.. Nato a Ca,nale d' AJbn, nel 1821 , il Sachero compì gli studi di ingegneria a,l Valentino otteùendo nel 1840 la la11rea di ingegnere idrauHco, e ùome tale nel 1841 fu nominato ufficiale nel Corpo Reale del genio. Nominato capita.no nel 184,8 prese parte alla campagna dell'anno successivo nella quale si guadagnò una medaglia d'argento al valore militare. Nel 1854 venne nominato professore di matematica e fortificazione dei. Reali Principi Umberto ed Amedeo, e pr,ofessore di mecca11i.ca e fortificazione nella Scuola, d'Applicazione d'artiglieria e genio, e nell'anno seguente ebbe anche l'incarico cli insegna.re fortificazione campale nella R. Accademia militare.
(1) Scuola d'applicazione d'artiglieria e · genio. - Annuario rtcorcl ante lo stato della Scuola nel giugno J.014. - Torino, Tipolitografia G. Paris, 1014.
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784 -
lL GENJ,:HALR CJ•:LES'l 'INO SAC Hl<:RO
Nel 1859 fu nominato ma'.ggiore e prese parte a,lla, campagna :qel Lombardo-Veneto; nel 1860 fu promosso tenente colonnello e nominato nel Coni:;iglio d'amministrazione e perfezionamento della Scuola cl' Applicazione degli ingegneri in Torino. Nel 1861, promosso colonnello, fu nominato direttore della
Fip;. 40!}
Maggiore Celestino Sachero.
V" Direzione del genio in Torino, ·e quincU. nel 1863 comandante della Scuola d' Applieazione d'artigUeria e genio, ove da maggior generale (J.86(1) e da, t(~nente generale (1S76) restò, come già si disse, per ben diciotto anni, durante i quali più di 1350 ufficiali d'artiglieria e del genio poterono apprezzame l'austero carattere mili tare, temperato cla soda dottrina, scientifica. Nel J.S81 fu nominato membro del Comitato delle armi di 51
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785 -
SCUOLE D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC .
ARTIGL . E
GENIO
artiglieria e genio e due anni dopo cìestinato al comando del1'Accademia. militare. Nel 1S85 fu collocato in posizione ausiliaria e nel 1891 a riposo per anzianità di servizio : fu aiutante di campo ,onorario di S. M. il Re e morì in Torino il 3 novembre 1908. Dopo il generale Sachero ebbe il comando della- Scuola, dal 3 settembre 1881 all'8 marzo 1885, il maggior genemle e poi tenente generale conte Vincenzo Bottilia, di Savoulx, nato tl Ge-
F ig. 500 - Ten<>nte Gencrnle Conte Vincenzo Bottilia cli Savoul:x.
no';tt: nel 182G ed entrato nell'Accademia militare cli Torino nel 1842, uscendone sei. anni dopo luogotenente d'artiglieria.
Il B-0ttilia nel 184S fu addetto al parco d'artiglieria all'assedio di Peschiera e nel 1849 fu incaricato della formazione di una batteria a, cavallo che venne incorporata nella Divisione La,rn.armora. Pa,r tecipò alla spedizione di Crimea com.e capitan-0;. -
786 -
IL GF.:NEHAL I•: CARLO LANZA DI llUSCA
e nel 1859 fu comandante di una batteria a San Martino, ove
« per l'energia e fintelligenza con cui seppe dirigere il fuoco dei suoi pezzi >> fn decorato él.ella Croce èli Savoia, mentre poi nel 1862 si guadagnò nna medaglia: d'argent o al valor militare. Come maggiore fn al Ministero e com.e tenente colonnello comandante in 2" della Scuola d'Applicazione. Promosso maggior generale nel 1874 venne nominat,o coma,n dante territor:i.ale in Piacenza, e quindi comandante della Scuola d' Applicazione. Promosso tenente generale nel 1882, in seguito ad infermità doYette nel 1885 lasciare il servi½io, e morì poi .in 'I'orino il 22 maggio 1886. Di aspetto bonari-O ma rigorosamente severo' il genera.l e Bottilia si imponeva ai sottotenenti della Scuola per .la sua tipica figura, di vecc:hio soldato; sul .suo petto, ricoperto di decorazioni guada,g nate in guerra, era seritta la ·Splendida storia di una vita tutta consacrata al bene della, PatrJ.a e del Re. Dopo il generale Bottilia assunse il comando della Scuola nel 1885 il conte Oa,rlo La11za di Bnsca che r-imase in carica tino al 13 marzo J887. Nato a, Mondovì il 21 maggio ·1.s;:n: il conte Carlo Lanza entrò in Accademia militare il 20 ottobre 1851. e ne uscì sottotenente d'artiglieria tl 20 agosto 18f->6. Tenente nel 1858, nell'anno suceessivo fece la campagna cl.ell'indipendenza come capitano comandante di una batteria dell'S Reggimento ; nel 1863 fu nominato ai.utante maggiore in prima· della Scuola d' Applicazione; nel 1866 prese parte alla guerra e quindi, promosso maggi·ore, fu chiamato prima al Ministero, poi al 6° Reggimento come comandante di brigata d' artiglieria, e quindi nominato relatore e direttore delle istruzioni pratiche all'Accademia Militare. Della s ua opera come comandante <~d educatore dei giovaru ·A(:cadernisti già abbiamo fatto cenno nel prececl<.mte paragrafo dedicato alla, R . Accademia. Il a mar-r.o 1873 col grado di tenente colonnello passò nel Corpo di Stato Maggiore, fu comanda,n te in 2• della Scuola mi- . liture, e promosso colonnello il 15 lugHo 1877 fu addetto al Co mando del Corpo e poi comandante élel 71° fanteria. Promosso maggior generale il 3 luglio 1884,, fu comandante della Scuola 0
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787 -
SCUOLID D, AilTIGLifWIA
1870-1914 --
SCUOLA AP PLIC .
ART1GL.
E
GENIO
d'Applicazione che ebbe da lui la parte migliore del suo ordinamento, ordinamento che sostanzialmente si mantenne inalterato :fino alla sua chiusura, avvenuta nell'esta,t e del 1914.
Fig. 501 - Maggior G~ner!llc Conte Carlo Lanza di Busca.
Il Lanza partecipò alla spedizione d' Africa del 1887 come com.andante di briga,ta, di fanteria, e al ritorno in Italia fu aiu · tante d.i campo generale di S . M. il Re lJmherto, carica che lasciò per assnmere il comando della DiYisione mi.litare dì N-ovara. e poi di quella di Genova. Nel 1893 andò ambasciatore del R.f d'ItaJia presso l'Impera tore di. Germania e r imase in tale carica anche dopo essere stato c-ollocato a riposo p('r età ed inscritto nella riserva nel 1902. Da,l 1° gennaio J907, e cioè dopo quindici anni lasciò l'ambasciata. di Berlino, rn::L gli furono conservati. il rang-o e le prerogative di ambasciatore. Nel 1898 era stato eletto senatore rlel Regno. -
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IL G~NElULF: L U IGI P l~LLOUX
Dopo il conte Lanz.a di Busc.a fu comanda,n te della Scuola, il maggior generale Leone Pelloux dal 13 marzo 1887 al l" aprile 1891. Nato a La Roche in Savoia il 13 ottobre 1837, il Pelloux entrò in Accademia militare nel 1851 e ne uscì sottotenente d'a,r tiglieria nel, 1857. T~mente nel 1859, capitano nel 1860, partecipò alle guerre dell'indipendenza, guadagnandosi la medaglia d'ar-
Ji'ig. 502 · Maggior Generale Leone reUoux.
gento a,l va.lor militare nella campagna dell'Umbria e delle }forche, e la Croce di Savoia in quella élell'Italia meridionale, prendendo poi parte aliehe alJa ca.l.Jlpagna del 1866. :Maggiore nel 1868, fu trasferito nel Corpo di Stato Maggiore nel 1872 e, capo cli Stato l\fa.ggiore della Divisione di Milano, continuò in tale earica dopo cbe il 4 novembre 1875 fu promosso tenente colonnello. Trasferito quindi al Comando del Corpo e promosso colonnello nel 1878 fu nominato Capo di Stato Maggiore del ÌI Corpo -
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SCUOLI,J D,AR'l'IGLIEHIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
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GENIO
d' Armata, passando più ta;:·di a e-orna ndare il 3° r eggimento alpini. Nel JS85, promosso ma.ggior g,enèrale, comandò dapprima la brigata T,orino e poi la f~cnola d'Applicazione. Tenente genel'ale nel IS!ll comandò la Diyisione militare di 'l'orino fino al °1895 assumendo quindi il Comando del VII Corpo d'Armata,. Il 3
E'ig. 003 - 'J;enente Genenile Tancredi Sa.letta .
novembre 1895 fu tra-sferito al comando del XII Corpo cl' Armata e nel settembre 189G ·a quello del IV Corpo cl' Annata. Senatore del Regno nd 1896, il 7 febbraio 19{)2 passò a sua cloma,n da in posi½ione ausiliaria e il 1° giugno HlOF, fn collocato a riposo ed iscritto nella Riserva. Morì a T·orino il 30 lugli.o 1907, legando alla Scuola le sue insegne, le dee-orazioni e la sciabola. Come successore al Pelloux venne destinato comandan te della Scuola il ma,g gior generale, poi tenente generahi Tancredi Saletta, che ne tenne il comando da,l 1° aprHe 1891 all'S marzo -
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IL GI•:NEHAL8 '.rANCHEOI SALID'.t'l'A
1894. Jl Saletta era nato a Tofo10 il 27 gingno 1840, e entrato all' Ac-cadernia militare nel 18:-iG, uscì sottotenente d'artiglieria nel giugno , lRi:>9: 'I:'enente nel 18f>O e ·d(~stinato ·al ò0 Reggimento, prese parte alla campagna del 1860-61, e promosso capitano nel marzo lSGl fece la eampagna del 1866 con 1'8° Reggimento. · Maggiore nel 1872 -co1rn1nclò dapprima la brigata, allievi della R. Aceademia militare, e nella medesima fu poi relatore e diret-
tore delle istruzioni pratiche. Trasferito nel Corpo di Stato Maggiore, vi prestò servizio come wuente eolonnello dal 15 lu· gli.o 187'7 e come colonneJlo dall'S novembre 1880. Comandò il 17" 'fanteria, fu capo di Stato Ma ggiore del XII Corpo d'Armata e, ineai-icato della sped i½ione in .Afrk..1, d.el 1887, 1m fu il comandante; i suoi meriti gli ottennero la, promozione a scelta a maggior generale nel marzo 1887 : come ta,le comandò la, brigata Basilicata e p~rtedpò quindi alla. spedizione in Africq, del 1888. In seguito fu comandante della Scuola cl' Applicazione, e in tale eomanclo fu promosso terwnte generiLle nel 1892. Da,l marzo 1894: ebbe prima il comando della Divisione Militare di Firenze, poi quello della, Divisione Militare di Genova e nel 1895 fu 11ominato com.andante in 2~ del. Corpo di Stn.t'o Maggiore, diventando .poi Capo di Sta.to Ìlfaggiore dell'Esercito il 16 settembre 1896. ~enatore del Regno nel novemb1·<~ 1900, ebbe nel 1904 la Medaglia Mauriziana; nel giugno 1908, per li miti di età, venne colloeato in posizione ausiliaria e i.n tale O('.Cnsìone venne da, S. M. insi gnito del t.itolo nobili:ue di conte. Il Saletta era poi decorato di clue medaglie cli bronzo al valor nùlitare. Egli morì in Roma il 21 gennaio 1909. Chincle la F,:erie dei gernm:tli com anelanti della Scuola d' Applicazione d'artiglieria e genio il genei-aJe Ladic<;.)ao :Malaspina, che ne resse il comando dall'S marzo 1894 a ll'll luglio 1897. Nato tt Pa,r ma nel 1839, il Mala.spina fn n.llievo del Collegio mi.· litare della Nunziatella in Napoli dal 1853 al 1858. E gli era stato mandato a seguire i Corsi de.lla Nnnziatella dal Governo dello Stato Parmense e nel 1858 ne sortì. sottotenente di artiglieria nell' Esercito del Ducato di Parma. Affatto dell'an nessione del D ucato cli Parma al Regno cli Sardegna., il Malaspina passò 11ell'Esereito na,1,ionale c:ome tenente d',irtiglieria. Nel 1860 nominato capitano fu applicato al Comando territoriale clell'ar-
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SCUOLE DJAH'l'.lGLIERlA
1870-1914 -
SCU OLA APPLIC .
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· ma in Genova e poi alla Scuola complementare di artiglieria e genio; passò qninùi al 7° reggimento e con esso fece la campagna del 1866; fu poi trasferito al ~" Reggimento e fecfi la campagna del 1870. Nel 1872 fu promosso maggiore e trasferito al 5° Reggimento, e nel 1879 p1'omosso tenente colonnello passò alla fonderia di Napoli. Fu quindi comandante in za clel1a R. Ac-
Fig. 504 · 11:faggior Generale Ladislao Malaspina,
cademia militare succedendo al colonnello Carlo Pa,s tore, e nel 1883 ebbe il comando del 9" reggiment o artiglieria. Nel 1891 fu nominato maggior generale e con tale grado resse il comando della Scuola d'Applicazione finchè nel 1897 promosso tenente generale fu ispettore dell'artiglieria da costa e fortezza. Nel 1899 si ritirò dal servfaio attivo. Il Malaspina che era decorato di una medaglia di bronzo al valor militare, fu uflkh~le d'a,rtiglie-
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IL GE'J:-;1,JRALrn LADISLAO MALASPINA
ria molto apprezzato specia,lmente per la sua competenza tecnica e per la grande pratica professionale delle varie specialità dell' ....-\rma.
Nel 1897, così corne p;ià è ,.stato detto trattando dell'Accademia militare, lac Scuola d'.Applicazione e l' Acca,demia passarono sotto il comando di uno ste:sso '-ed unico Ufficiale Gen erale . Conseguentemente tanto la Scnola quanto l'Acc~1demia conservarono rispettivamente 1111 proprio comandante in 2" rivestito del grad·o di colonnello. Come _già. fn detto parlando dell'Accademia, in sostanza un tale provvedimento non venne che a regolarfa;,;are e sancire uno stato di fatto, e pertanto ritenia,mo doveroso e necessario cli rievocare qni le tigure di quei distinti ufficia.l i che dal 1870 al 1897 rivestirono la carica ed esercitarono le mansioni di Comandanti in 2"' della Scuola. Essi 'furono : tenente colonnello d'artiglieria Emilio Ponzio-Vaglia, dal 1870 al 1875; colonnello d'artiglieria Alfredo Sterpone dal 187G al 1881; colonnello clel gen io Cesa re Castelli da,l 1882 al 1884 ; colonnello del genio Alberto Gabba éla,l 1885 al 1892; c}olonnello clel genio BfLrliolomeo Banchi-o chtl 1S93 al 1894; colonnello d'artiglieria Sebastiano :M'a1·carini nel 1895; colonnello d'artiglieria :Pietro Pronetti. nel 1896.
Il tencmte colonnello Ponzio -Vagli a cont<~ Emilio era nato a T,o rino il 5 dicembre 1831 e entrato all'Accademia Militare il 14 novembre 1845; n el 1851 fn promosso tenente d'artiglieria fa. cendo la campagna cli Crimea; capitano nel 1859 e maggiore nel 1861, a Cnstoz11 nel 1866 comandò la, brigata a cavallo e fu insig·nito della croce di Savoia « per aver dimostrato grandissimo , coraggio nel caricare il nemico alla testa dei serventi dei pezzi -
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SC'UOLEJ D, ARTIGLIERIA
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SCUOLA APPLIC.
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appartenenti alla batteria, del capitano Perrone, alla ·quale egli si era volontariamente unito allorqnando venne chiamata dal generale Govone)).
Fig. 50::i · Cap1car!o conte Emilio Pon7.lo-Vaglia.
Come maggiore e quindi tenente colonnello comandò in 2" la Scuola d'applicazione, e promosso colonnello comandò H 12° e quindi il 7° reggimento. Gome generale ebbe il comando della brigata Pistoia, :fincbè nel 1883 fu nomi.nato aiutante di campo generale del Re. Nel 1887 promosso tenente genemle comandò la Divisione di. Firenze, alla fine del 1892 fu nominato eomandante dell'XI Corpo d' A.rmata ed in seguito primo aiutante d.i ca,mpo generale cli S. M. Nel dicembre 18H9 andò in posizione ausiliaria e contemporaneamente fu nominato :Ministro della R. Casa. An dato a riposo nello stesso anno fu insignito del titolo nobiliare di conte e nel 1909, esonerato a sua domanda dalla carica di -
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IL TViN' . COJ,ON:-IE LLO E)HLIO I'0N1/.I0 · VAGLIA
Mini~tro della R. Casa, fu nominato Ministro di Stato. Sen,1tore del Regno cl.al 1896 e insignito delle più alte onorificenze italiane ed estere, fra il ge.nerale compianto mori in Roma il 29 dicembre~ 1918. ·
Fig. 50G · Tenente Colonnello Conte Emilio P.onzio-Vaglia.
Al tcn<:\nte colonnello Ponzio-Vag1ia succedette quale coman dante in 2• della Scuola il oolonnello d'artiglieria Alfredo Ster pone. Nato a T-orino il 25 agosto 1.832, entrò giovanissimo al· l' .Accademia, milita.re, nel 1850 fu promosso cadetto, ed appena ventenne fu nominato tenente d'artiglieria: capitano nel giu· gno del 1859 pn,rtecipò brillantemente alla battaglia di San Martino, e il 15 sc~ttembre del 1860 alla ba,ttaglia di Castelfidarcl-0, mentre la suà batteria, ebbe la menzione onorevole, si meritò la medaglia d'a,rgent~ « per avere valorol"-amente ecl. efficacemente cooperato alla vittoria)). Il 13 febbraio 1861, all'assedio di Gae -
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SCUOLE D,AR'rIGLlERIA
1870-1914 -
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ta ebbe la menzione ·onorevole << pel bri.llante contegno della sua batteria al fuoco )), e promosso mc.'liggiore nel 1863 partecipò alla guerra del 1866 quale comandante di una brigata di · batterie a cavallo. Tenente colonnello nel 1872 e colonnello nel 1877 fu comanda,nte in 2"' della Scuola dal 1876 al 1881, portando in tale
Fig. 507 - Geuernle Alfredo Sterpone.
carica la personificazione vivente ed esempla.re cl.cl perfetto gentiluomo e del valor,oso soldato : ai.tante d'asp<~tto, valente negli esercizi :fisici, studioso e colto, Alfredo Sterpone aveva innate tutte le doti e le q nalità richieste per riuscire qualificato forgiatore di corpi e di spiriti a,ffidati alle sue cUl'e, per farne cl.egli arditi e capaci ufficiali d'artiglieria,. Nel 1881 lo Sterpone lasciò la Scuola pe1· passa,re al comando del 2° reggimento artiglieria; nel 1884 promosso generale fn oomandante territoriale a Torino, qufodi ispettore da campagnaJ -
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IL COLONNJJ:LLO EDOARDO STt-:HPO~B
e come tenente genera,le dal 1890 comandò· dapprima, la Divisione di Alessandria e quindi successivamente i Corpi d'Armata XI e X finch11 nel 1897: rinnneiando ad assumere il comando del I Corpo d'Armati} per le sue sofferenti condizioni fisiche, chiese di passare in posizione ausiliaria, _morendo poi a Ohianciano in :fine a,g-osto 1900.
F ig . 508 - Colonnello Edoardo Sterno1H?.
Alfredo Sterpone fu uno di quegli u:ffkiali e di quei superi.ori che, per quanto tempo sia, passato, non si riesce e non si vuole e non si può irnsolutamente dimenticare: egli e suo fratello Ed-oardo, che pure fece parte del personale della Scn-ola, hanno indiscutibilmente illustrato l' Arm:1 nostra-, e pertanto non paia intempestivo se qui brevemente vuolsi ricordare le benemerenze del secondogenito della famiglia Sterpone, famiglia artiglieresca del no,s tro vecchio Piemonte1 degna di essere conosciu ta ed onorata nelJe g-esta dei suoi figli. -
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1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
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Edoardo Sterpone -e ra nato a Torino nel 1838 ed avendo nel 1870 ,conseguito la lam·ea in ingegneria al Valentino, p-oco dopo la ha,t taglfa di Ca stelfidarclo si arruolò cannoniere volontario nel 2° Reggimento artiglieria ed ammesso allp, Scuola d'applicazione . d'artiglieria e gc11io, nel 1861 Vt'nne promosso sottotenente d'artiglieria. Come tenente clQllc batterie a cavallo fece la, guerra del JSGG, e promosso ca,pitn.no venne destinato <some istruttore aìla, Scnofa, d'applicazione. Pn in seguito ad.detto al 1' Arsenale di Torino e promosso maggiore venne nominato aiu. tante cU campo cli S. M. il Re. Promosso tenente colonnello nel 1887 tornò alle ba,tteri.e a cavallo e nel 1889 ·ebbe il comando dei 19° reggimento artiglieria, reggimento al <1uale fo destinato S. A. R il giova:t;ic ca.pitano d' artiglieria :Emanuele F iliberto, Duca d'Aosta, d1e per il sno venera.to colonnello ebbe grandissima affettuosa clevo?:ione e dal cli lui esempio tra,sse insegnamento e guida nell'art*' del comando. Il colonnello Edoa,rclo Sterpon.e era J'idolo e l'orgoglio del suo reggimento : ad e&so egli C<m~acrò tutto se stesso fino al giorno in cui colpito cla infe½i.one malarica ana Scuola cU Tiro cli Cecina, pu1~ seguitamlo a reggere H comando, dovette essere tra,sportato a Firenze ed ivi si spense nel settembre clel l.893. Al colonnello d' ar tigli eria Alfredo Sterpone succedette nel 1882 il colonnelìo del genio Cesare qastelli. Egli era nato a 'l'orino H 23 apri.le 1830 e C{lDW rhrnlta: dall'Annuario milita.re dello Stato Sardo del 185'{,, era en1Tato all' A:ccademia nel 1852 uscendone sottotenente clel genio nel 1857; freq uentò la, Scuob complementare e col grado cU luogotenente fu mobilitato ndl'a· prilc del 1S59 faeen <1o parte del Coman do superiore del genio clell' Armata. P1·ornosso eapitano nel 1SGO prese parte alla Cf.Lmpagna del lSGG e fu decorato di m.eclaglia, d'argento aLvalor milita,re. Dal 18ù4 al 1868 insegnò archikttura nella Scnola d'ap plicazione d'attiglieria, e genio e nel biennio successivo, promosso 1naggiore, resse l'ufficio tecnico del Comitato del genio. Promosso tenente colon ne.llo nel 1875 ,e colonnello nel 1878, dopo aver ricoperto diversi posti al Comitato del genio nonchè la carica di uffiç,ialè cl'ordinan?:a effettivo di S. M. il Re, fu nominato . comandante in seconda della Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio e quindi direttore del genio a Bologna nel 1885. :Promos-
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IL COLONNELLO ,\T,HERTO GABBA
so generale il 21 marzo 1886 fu c-omandante territoriale a Roma; nel 1890 passò nella riservfL e morì a Torino il 10 febbraio 1912. A ricoprire la complessa e delicata carica, di comandante in 2a. venne quindi chiamato il colonnello del genio AJberto Gabba, ed invero la scelta non poteva essere migliore. Alberto Gabba era nato a Lodi nel 183G ed educato nella famiglia ai più eleva.ti
Fig. 509 - Generale CesiJre C:istelli.
principi di morale e di an1or patrio, compì con somma distinzione gli studi classici nel ginnasio di Brera e quindi, quale allievo del collegio Borromeo, all'Università di Pavia. Con brillan te votazione si laureò ingegnere civile ed architetto nel 1857 e pagando la prescritta t aglia di denaro si sottrasse al servizio militare da prestarsi nell'esercito austriaco, attendendo quindi subito in Milano alla pratica professione di ingegnere e dedicandosi oontemporaneam<~nte all'insegnamento delle matematiche. -
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:'iCUOLE D'AHTIQLIERIA
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SCUOLA APl'LIC .
AR'l'IGL_ E GENIO
Nel marzo del 185!) fu di quella eletta schiera di giovani lombardi che, piena di fede nei futuri destini della patria, anelante a tutti i sacrifizi e sprezzante dei maggioi'i pericoli, va,rcò il Ticino : soldato volontario nelPesercito piemontese, frequen t ò in Ivrea. il corso suppletivo della Regia Accademia militare di Torino ed in forza del titolo accadem..i.co da lui posseduto ne usci, pochi giorni prima dell'inizio della campagna, sottotenente del genio.
F ig. ;310 - Colonnello Alberto Gabba .
A Palestro ebbe il battesimo del fuoco e partecipando alle operazioni in valle del Chiese si meritò una meda,glia di'bronzo al valor milita.re << per coraggio ed avvedutczztL dimostrata, nel dirigere i suoi. soldati nella. ricognizione offensiva a Monte Suello)) . Dal 1867 a] 1873 col grado di capitano ebbe l'incarico dell'insegnamento delle (,ostruzioni civili e militari a.Ua Scuola d'applicazione d' artiglieria e geni.o e diede alle stampe un Corso di lezioni che oggi ancora viene giudicato come un modello di chiarezza e di precisione. Un suo la,voro dal titolo « Esposizione -
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IL <.:OLOKKELLO ALBERTO GABBA
clel pdncipio di ela sticità e studi su talune sue applicazioni mediante i determinanti» fn accolto e stampato dal Regio Istituto lombardo cli scienze e lettere, continuando poi sempre a coltivare in modo particolare gli studi delle matematiche applicate. Dopo aver diretto il genio militare a Milano ed a Torino, nel 1884 col grado di colonnello venne nominato comandante in za e direttore degli studi. alla Scuola cl'applfrazione, ed in tale carica rimase fortunatamente fino al 1892, cioè tanto da poter imprimere all'andamento ell allo svolgirncnto degli studi quelle mocleme direttive che si 1·endevano in<Hspensabili proprio iu quel momento in cui gli insegnamenti a1rn1enh1Va_no di numero e di mole ed era quindi indispem:abile di procedere ad una. radicale trasformar,ione dei prog1·ammi : la mente equilibrata, sperimentata -ecl illuminata cli Alberto Gabba, riusci appieno in tale opera innovatrice; le tra ·formazioni anche profonde vennero fatte con intendimenti pratici, oculati e razionali, e quel _c he più conta con piena soclclisfnzion e delle Autorità. s npel'iori) con la indiscnssa approvazione degli insegnan ti e col maggior profitto degli allievi. Il colonnello Gabba esercitò in ogni contingenza l 'opera di comando col neces~ario rigo1·e ma, sempre con serena paterna bontà, con milital'e franchc,1,;r,a, con impeccabile giustfai.a e con squisita forma di tratto e di lingnaggio. sicchè Superiori, eguali ed inferiori e sovratntto i sottotenenti -allievi furono a 1ui lega ti non s-oitanto da -stima e da ammirazione ma altresl da riconoscente attaccamen to figli ale : chiunque abbia conosciuto Alberto Gabba c<l abbia a,vnto il ben e cli avere con lui dimistichezza cli relazioni e di rapporti, lo l'ic-or·cla con profonda ,simpatia e con grande Yenerazione. 1~romosso generale nel J.892 comandò il genio a Piacenza ed a Spe,1,ia e nel 189G divenne ispettore delle costruzioni del genio; lasciò il servir.io attivo nel 1901 e nel l 910 divenne presidente della Casa, Umberto I per i Veterani cli. Turate. Morì a Milano nel 1917. Al colonnello Gabba V<' trne destinato a, succedergli nel comando in 2" della Scnola il colonnello clel genio Bartolomeo Banchio.
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$CUOUl D' Alll'IGI,H:HTA
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SCUOLA Al-'PLIC .
,\RTIGL. ID GENIO
Bartolomeo Banchio era naLo a, Carignano ('ro1·ino) nel 1 37 e clopo a,ver seguito gli studH di ingegneria, nel 1860 conseguì. per titoli il grado di sotLotenente del genio e avendo frequentato con successo la Scuola tforico-pratica di :Jrtiglietia e genio in Torino fu promosso tenente nel 1862 e destinato alla Direzione di P iacenza. Nel 186(3 passò n. qnella cli Verona e nel 1872 alla Direzione di Spezia ove rima se :u1che dopo la promozione n mag-
Fig. 511 - Uolonne!Io 11:i r colomeo Banchio.
giore ed a, tenente colonnello fin tanto che nel 1 9 fu trasferito al 2" r eggimento genio. Fn quindi direttore dell' uffici.o fortiilcazioni a Spezia, poi direttore del genio a Cuneo e promosso colonnello nel 1890 fu nominato comandante del 2° reggimento genio a Casale Monferrato . Kel 1893 passò al comando in 2• della Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio ove rima,sc fino alla fine del 1894 coprendo per parecchi mesi la carica di co-- 802
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IL COLOK~ELLO BABTOLO:.UEO BAS CFIIO
mandante interina le dell a Scuola stessa cansà l'assen½a cl el comandante titolare. Bartolomeo Ba.11chio aveva una riconosciuta competenza in fatto di fortifìcazione sia campale che permanente e veniva giudicato come il prototipo dello «zn.ppatorc >>, entusiasta di tutto quanto si ri (<~riva a lavo1'i in tena e di campagna. Ottimo co mandante di reggimento, padre bonado cli tutti i .suoi dipendenti egli curava assai l 'istrnzione dei proprii nfficia,l i sviluppando n el periodo invernale un largo pr.o grarnma di confetcnze, delle quali taluna Yenha sYolta da lui steRso . A Casale :Monfer rato aveva particolarmente curato la costit u½ione cli. un poligono modello dotandolo di una esposizione completa dei più perfetti ti· pi di t rincee, di lavori d'accompagnamento e <li acca,iupamento, ecc. ecc. ; n el 1887 era stato incaricato cli una missione in Giappone, lodevolmente compiuta ed assolta. Collocato in posizione ausili aria nel 1897 per ragioni di età, il colonnello Bancbio si l'itirò a Torino dove si spense dopo alcuni anni. Come successore al colonnello del genio Bartolomeo Ban(;hio fn destinato il colonn ello d' artigli eria SebH:stiano Marca.rini, n ato ad Alba nel 184J , entrato all'Accademia nel 1860 ed uscito sottotenente d'artiglieria, nel 1861. P romosso t enente nel 1862 percorse tutta la sua caniera nell'Arma partecipando alla campagna del 1866 : colonnello nel 1890 comandò dapprima il 17° reggimento, poscia fu chiamato a,1 Minis tero della guerra e nel 1895 venne nomina to comandante in 2• della Scuola d' applicazione, nel qnal post o rimase ben poco passando nel 1896 al Coman do dell'artiglieria <la ca.mpagna in Milano. Pr,omosso generale alla :fine del 1896 fu in seguito destinato al Comando prima della brigata Toscana e qnindi della brigata Modena. Nel corso della sua carriera il Marcarini av,eva prestato servizio presso le n1 rie specialità dell'Arma ed aveva anche appai-tenuto al Polverificio di Fossano, mentre dal 1883 al 1888 aveva con piena soddisfazione disimpegnato le funzioni di Direttore delle istruzioni pratiche d'artiglieria presso l a Scuola cl' applicazione. Ufficiale completo, colt,o e professionalmente competente nelle va.rie bran che del servizio, il Marcarini g-0deva la più -
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~CUOLBJ D' AR'IIGLl,11:RIA
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larga stima e fu perciò appunto chiamato per ben -aue volte alla Scuola d' applicazione, mentre poi come generale ebbe, .l'alto onore, allora difficilmente accordato ai così detti ~< puri )) e cioè che a,vevano percorso l'intera loro carriera nelle A.t'mi dotte. di essere cMamn.tò al Comando dì una brigata di Fante1·in.
Fig. 512 - Colonnello Sebastiano iVlarcarinì.
Il generale l\farcarini. morì in 'l'orino nel 1900. ' Dal luglio 1896 al luglio 1897 e cioè prima del già accennato Nuovo Ordinamento, succedette al Marcarini il colonnello d'artiglieria P ietro Pronetti che fn quindi l'ultimo dei Comandanti in 2" della Scuola, prima che in applicazione del suddetto Ordinamento venisse costituito il Comando unico della. Scuola d'applicazione e dell'Accademia militare ane dipendenze di un solo Generale comandante dei due I stituti. ·. Pietro P ronctti. era nato a Fossano il 29 giugno 1845 discen-
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! L COL O.\.\:·:l.1.() l' : E'ffO l ' H0.\[~1Tl
dendo cla antica famiglia p iti1no11tcse che aveva dato parecchi soldati , giuristi e magistrati: l_'aYo Angelo Campana era allora un vete:r:ano glorioso delle campagne napoleoniche, generale nell' esercito sardo , deputato pt': r ln nativa Peveragno al Primo Parlamento s ulrnlpino: e l o :ào l<'<:<lerico Campana era mo1·t·o sul campo dell'onmc nella battagli n. di Ostrolenka (1807) col grado
:B'ig. 513 - Colonnello Pietro Pronetti ·
cli generale 11ell'armata di Napoleone. Altro zio cli Pietro Pronetti era. quell' artigliere Andrea Adolfo Campana (del quale già .s i è parlato nel III volume di questa: St oria), medaglia d'oro, · veterano di tutte le guerre dell'indipendenza e della campagna di C1·irnen, e de ebbe per il n ipote P ietro Pronetti una speciale predilezi{me, tanto che fin dai suoi più t eneri anni, educan dolo al culto della patria ed all'a,more alle· armi, lo avviò a.U' Accndemi-a militare di 'l'orino : entratovi nel 1862, il 6 agosto ~864 ne usciva sottotenente d'artiglieria. Pr.omosso tenente il 7 gi11gno lSGG partecipò brillantemente all:i campagna di quel-
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SCUOI,8 D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
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GKN fO
l'anno; capitano il 18 dicembre 1873 fu destinato all'l1° reggimento artiglieria, nel quale continuò a,. permanere anche dopo essere stato promosso maggiore nel 1886: fu quindi trasferito alla F abbrica d'armi di Brescia e, promosso tenente colonnello il 12 giugno 1892, fn dapprima incaricato del comando del 18° reggimento artiglieria da campagna in Aquila,, tenendone il co mando anche · come colonnello fino al luglio del 1896. Il 26 l uglio del 1896 fu nominato comandante in 2' della, Scuola . d'applica,zione e il 31 gennaio 1897 pa,ssò al comando del 13° artiglieria da campa-g na in Rom a. Pietl'o Pronetti era nna tipica e simpatica, figura, di antico soldato : profonda.mente modesto e schivo da vacui -o nori e da facili gloriole, egli impersonava tutte le più belle qualità militari : coraggioso ed energico, mf~ anch-e profondament,e buono ed umano, fu adorato dai suoi soldati e lasciò incancellabile ricordo cli sè nei suoi ufficiali : sapeva imporre senza imporsi. otteneva colla persuasione dò che sa,rebbe stato altrimenti di.fficile di realfazare per coRtrizione, e rifuggendo sempre di. proposito dal voler apparire più che egli non fosse, fu viceversa e per ciò un vero edu cator e nel senso più nobile della pa,1•ola. Nel 1901 fu a sua domanda -collocat-0 a riposo e nel ,·i914 conseguì il grado di tenent<~ generale chinclencl o a F,ossano la sua vita il 18 settembre 1919.
In applicazione delle di.sposizi-oni conten ute nel R. Decreto N. 36i del 22 lugUo 1897 per l'ordinamento delle Scuole mili.tari,
tanto la, Scuola quanto l'.Accademia, conservarono Nspettivamente un proprio comandante in 2"', colonnello, e venne abolito il Direttore degli studi, le cui facoltà fnrono concentrate nel comandante in 2•. P er quanto riguarda le attribuzioni del comandante in 2• della Scuola riman<'li.amo a quanto già fu detto in analogia parlando dell'Accademia. In conseguenza del riuovo ordinamento furono comandanti in 2• della Scuofa, d'a,i)plicazione, dal 1897 al 1914, i seguenti. co· lonnelli provenienti tutti d'a ll:art.iglieria : -
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!L COLONNELLO EMIL!O PEIROI,ER.I
Emilio Peiroleri (1897-1899) ; Alessandro Oorpora.ncli cl' A.uva re (1900-1901) ; Pietro P a nizzardi (1902-1905); Giacinto Raimondi (1906-1908); Francesco Marciani (1908-1910); Prancesco Dabalà, (1911-1912); Alessn ndro Goria (1H13 -1914), dei quali diamo qui di seguito alcuni cenni biografici.
l!'ig. 514 - - Colonnello Emilio Peiroleri.
Emilio P eiroleri nacque à 'rorino i1 23 luglio 1843 e entrato in Accademia, nel 1861, fu promosso sottotenente d'artiglieria nel 1862. 'l'enente nel 1863 nel G r-cggimento artiglieria, fece la campagna del 1866 e nel 1870 fu comandato all'Accademia militare come ufficiale cli governo : capitano nel 1871 fu destinato prima al Comitato d' artiglieria e genio e quindi al 5° reggimento; cl::L umggioi-e appart<mne ancora, al G"' e da tenente colonnello passò aJ l:7° reggimP-nto nel 188,9, finchè nel 1893 assunse come colonnello il comando del 5"' reggimento che tenne fino al 15 0
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SCUOL!ll D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCU OLA APPLIC.
AR'.rIGL. E
GlllNIC,
settembre 1894. li'u in seguito direttore per breve tempo del La: boratorio di precisione e dal 7 febbrafo 1895 comandò il reo·o·i ::,::, mèn to di artiglieria da montagna .fino al 4 febbraio 1897, clata in cui venne nominato comandante in 2" della Scuola. Alessanòro Oorporandi d' Auvàre, nato a. T.orino il 14 agosto 1845 , entrò a11' Accademia nel 1862, uscendone sottotenente d'a.r·tiglieria il 6 ag,osto 1864. Promosso tenente nel luglio 1866, ca. pitano nel 1874, maggi.ore nei 188(:; e tenente colonnello nel 1893,
l!"'ig. 515 - Colonnello barone .Alessandro Corporandi d ' Auvare.
' fu aiutante di campo di S. M. il Re Umberto I e dal luglio 1896 ebbe il comando del 4° reggimento che conservò per quasi· quat· tro anni. 11 28 genna,i.o 1.900 fu nominato Comandante in 2' della Scuola e nel 1902 passò in posizione ausiliaria conseguen do poi nel 1914 il grado di tenente generale ne1la riserva. Ales sandro Oorporandi d' Auvare era stato un brillante ufficiale d.'ar· -
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l L CO LONNELLO PIETRO P1\NIZZA IWI
tiglieria ed aveva valorosament<! partecipato alle campagne del 1866 e. del 1870 : mori a Nizza marittima nel 1925. Al colonnello Oorpora.ndi succedette il colonnello Pietro Pa11izzardi eh,~ era nnto .a 'T.orin-0 nel 1850, e entrato all'Acca-
F ig. 516 - Colo1mollo P ietro P:rnizzor di.
demia nel 1868 era stato promosso sottotenente d'artiglieria nel l'agosto 1871. T~mente nel 1873, capitano nel 1880 e maggiore il 23 agosto 1891, venne preseelto a oomandare una brigata di << batterie trasformabili)), quali in quell'epoca vennero costituì te r. sperimentate a.Ilo scopo di potere promiscuamente essere __,,. 809 -
SCUOLE D'AR'l'IGLlERIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC .
ARTIGL . E: GENIO
impiegate come batterie cla campagna e come batterie da mon t;:tgna . Il Panizzardi pa!:isò quindi a, comandare una brigata del reggimento da montagna rimanendovi anche da tenente colonnello fino al 1902, a.nno. in cui fu nominato comandante in 2' della Scuola d' applicazione e promosso colonnello. Nel 1906 passò al comando del 3° reggimento da campagna e promosso generale nel 1908 fu dappriina comandato per ispezioni e quindi nominato comandante l'artiglieria a Mantova : dal maggio 1911, prima come maggior generale e quindi come tenente generale fu nominato if,pettore . addetto a,ll'Ispettorato generale d'artiglieria. Nella grande guerra comandò l'artiglieria della 3" Armata e per le sagge disposizioni cl.a lui impartite per lo svolgimento di varie azioni · sul Carso e sovratntto per il felice esito della battaglia cli Gorizia ebbe la croce di uffi.ciale dell'Ordine Militar.e di Savoia e la medaglia d'argento al valor militare. Pietro Panizzard i fn ind1:ibbia.mente nno degli ufficiali d' artiglieria, non soltanto roolt-0 quotato, ma altresì particolarmente 4; generalmente benvisto e molto stimat o da superiori, egua,li ed inforiori per il suo tratto sempre impl'ontato alla più squisita signorilità di forme, anche se talvolta la severità, della, disciplina gli iruponeYa di · prendere misure cli rigore. Come tenente era stato comandato all' Accademfa militare, e l'inca rico eh<~ gli era stat o da.to nel 1891 per sperimentare 1e progetta.te batterie trasfonnabili st$ a provare .quanto fosse apprezzata la di l ui compet enza professi.onale. Nel 1917 andò in posir.ione ausili.aria raggiungendo nella Risei.'va il grado di genera.le di Corpo d'Armata, chiudendo la sua nobi.Je esistenza il 2 settembre 1936. Al c-0mando in 2.. clella Scuola fn <JAindi nominato il colonnello d'art iglieria Giacinto R aimondi. Il R aimondi era nato a Bologna nel 1853 e entrato all'Accad emia nel 1870, ne uscì sottotenente d'artiglieria nel 1873. 'l'enente nel 1875, capitano nel 1881 e maggiore nel 1893 fu aiutan te di campo di S. l\L il Re Umberto I. Nel 1899 fu promosso tenente colonnello e addetto prima all'Ispettorato d'artiglieria da èampagna e quindi al 3° reggimento in Bologna; nel 1902 fu inca,ricato delle funzioni' di Direttore d'a,r tig1ieria a Napoli e dopo poC",0 tempo nominato -
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lL COLONNI!JLLO GIACIN'rQ HA I:il:CONDI
Capo ufficio dell' Ispettorat,o genernle. Nominato colonnello nel 1903 comandò per oltre due anni il 3° reggimento da ca,mpagna e 1'11 febbraio 1906 paRsò al comando in 2• della Scuola d'a pplicazione: nel marzo 1908 fu comandato al Ministero della guerra, e promosso generale nel 1909 comandò dapprima l'ar-
tiglieria a li'irenr..e e quindi a Bologna.
Fig-. 517 - Colonnello Gia<'into Rnimond i.
Il generale Raimondi che anche fisicamente era il ritratto tipico della salute ed anzi addirittura un vero esponente dell'eterna giovinezza., viceversa ammalatosi poco cfopo d-ovct te chiedere l'aspettativa per infermità, e vittima del male mori in Bologna il 19 nove1:n_br<~ 1910. Al Raimoncli succedette il colonnello d'artig·lieria Francesco Marciani, nato a Na,poli il 12 dicembre 1855. Di ingegno sveglia,tissimo, appassionàto per lo studio e con particolare predi-
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SCUOLE D' ARTIGUERIA
1870-1914 -
SCUO L.-\ API'LW .
Al!'rJ G L.
E GENIO
sposizione per le scienze esatte, con brillante votazione superò gli esa,mi d'ammissione all'Accademia militare entrandovi nel l'ottobre 1873, Capo -classe del suo corso. Nel 187G uscì sottotenente d'artiglieria e compiuti i dne am1i · di corso a1la Scuola d'applicazione, nel J.878 anelò oome tenente all'S reggimento da 0
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TI'ig. GlS - Colonnello ]'rancesco l\farcinni.
campagna. Pui' non volendolo seguire nella sua, brillante carriera, è doveroso rilevare che per Ja sua prestanza :fisica, per le sue qualità morali e per la sna riconosciuta competenza profes sionale egli fu a più riprese e nei vari gradi destinato quale uf:ficiale di governo, quale insegnante, quale istruttore e quale dirigente alla Regia .Accademia militµ,re ed a1la Scuola d'applica.zione. Promosso colonuello comnnclò nel 1907 il 17° reggimento a,rtiglieria, nel 190S passò al corna ndo in 2• della Scuola d'ap-
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I COLONNELLI Flt,\ NCIJJSCO '.l·I.\HCIAN'.I
lè Ii'HANCIJJSCO
DABAfo\
plicazione e n el 1911 tornò ai r<'ggimenti prendendo il comando del 5° a Venaria R ea le. ~ el HJJ 2 promosso maggior generale comandò l'artiglieria cln, ca mpag1m n, Verona, e partecipò poi alla gnerra contro l' Anst1·in, tenendo· snceessivamente n comando dell'artiglieria del V e del X Corpo d'Armata e per ultimo dell'artiglieria, delJa J' Al'lnnta. PPomosso t enente generale nel 191G andò in posi1tione ansi.liaria, n el 1917. Fu ai utante cli campo di S. i\l. il Re Umberto I , ed alla Real Corte, così come in tutti i luoghi ove Francesco :\farc:iani ehbe ad e~plicare la ,su a azione professionale, seppe ca.ttivarsi non solhmto la stima generale e la devozione dei snoi s i1borclinati, ma altresì .l'attaccamento affet.tuoso di qnànti poterono apprez1.a1·e le sue alte qualità. Come successore dC'l l\Carciani fu destinato al comando in 2• della Scuola cl'applic,rnionc il colonnello d'artiglieria Francesco Daba]à, altro nfficialc distinti~!';imo, nuivcr,s .almcnte sti1na to ed appre7,zato, ed ancora oggidì ricord ato dai snoi numerosissimi allievi e dipendenti come uno cli ()nelli che fn indubbiamente nn bell'esponen !:e clcll' A.ema, l 'esp1·e~sione di quello cbc in linguaggio militnre i:-i snol dire~ 11n bel soldato ed 11110 splendid-0 ufficiale. Francesco Dabalit nn cqne a Venezia nel lS5G, e ntrò dieiottenne a,11' Accademia mili far-e e ne uscì. sottotenente cF.utiglieria nell'agosto clel JS77. Promos. o tenente nel 1879 fo òestinato al 1± reggirnento attiglieria da fortezza e qnincli comandat':> all' .Accademia. militare. D,1 mnggior·c, <1nl 1896 al J.!)00 fn dli.a ma,to alla, Scuola, d'appHeazio11 e q nale Dfrct1;ore dP llc istr11zi011i p1·atiche e come inscg-nante di I mpiego cl'artigJieri,1 : passò p oi. al 13° reggimento artig lieria<~ quindi al Conurnclo del Coi-po cli. S. ùVC. (Ufficio ))ifei::a <lelJo Stntio). Kel Hl0;1 fn promosso a scelta t.en . coJ.omwllo e colounello 1wl 1908 aR:-:1ms<~ il ,comanélo <le1 5° 1·eggimento artiglil~l'ia da ca rnpagna <' n el 191:1 fn nominat o comandant-e in 2• della Sc11ola ,1 applicazione. Prese parte alla gncl'r a di Libia q n.a le comarnlm1le clel ,c:iunpo tl'ince,·ato di ),fa. cabe z e Bn{·nmez e rit•utrato in Italia ne l J 9J3 comandò l'artig-lieria dell'VlII Cm-po d' Arn1ata . :Sella grande g uerra, alla f]1rn.lc il Dabalà partecipò, ebbe dappriuui il comnnclo della 2~" Divisione meritandosi la Oroce cli ufficial e <Jell'Orclinc militare di Sa.voia; n el J 917 fn incnricato della cli fesa avanzata della 0
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f;CL'OLE O'AH'J'IGLIEJU A
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SCUOLA APPLIC.
AR'l'!G~.
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GENIO
frontiera, Norcl, e nel rum·zo dello stes!:';O anno fu chiamato al comando del VI Corpo cl' Armata. F rancesco Dabalà aveva a su-0 tempo frequentato con successo i cor,si della Scnola di guerra,, e pertanto rimasto nell' A rma e continuando jn Artiglieria la sua brillante carriera, con pienezza di competenza professionale spe<:ifica, completata da larga, coltm1.1, gener1.1le, fn particolarm ente qw.tlifie;ato per co-
Fig. 519 · Colonnello Fn.nc·esco Dnbnl ù.
mandare, dirigere e<l istn1ire quegli allievi, -- Accademi::;ti o Sottotenenti, - aspiranti a èliventare uinciali degni dei loro predecèssori. Egli collaborò anche nella E11ciclopeclia l\'filitare. Prancesco Da.balà. fu c-0llocato in posizione ausiliaria nei 1921: il suo nome e la sua persona E:ono ricoi'dati in Artiglieria con ver-0 sentimento di venerazione. Ultimo comandante in 2" della Scuola prima della grande guerra fu il colonneJlo d'artiglierfa Alessandro Goria . Nato a Vercelli i1 23 marzo 185 , clopo essere stato allievo del Collegio -
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IL COLONNELLO AL~SSANDRO GORIA
militare di Firenze entrò in Accademia nel 1875 e fu promosso tenente d'artiglieria nel 1880, comandato da,pprima nl 13° reggimento artiglieria da fortezza, quindi al 1° reggimento da campagna ed in seguito destinato alla Scuola militare di Modena quale ufficiale di governo e per l'insegnamento di Armi e 1'iro. Promosso capitano nel 188G tornò ad
.I!'ig. 520 - Colonnello Alessandro Gorì.a.
nn reggimento da. fortezza, e nc~l 1889 fu clestinato a,l reggimento d'artiglieria da montagna._Fu poscia comandato al comando del Corpo cli S. M. e nel 1897 fu destinato alla Scuola d'applicazione come insegnante di geografia mili.tare. Come maggiore fn destinato all'll reggimento artiglieria, è quindi da maggior,e e da tenente eolonnello, e cioè per quasi un decennio, appartenne al l" reggimc~nto da montagna. Promosso colonnello il 31 agosto 1910 fu destinato al comando del 7° reggimento artiglie0
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SC UOLE O' AR'l'ICLIEUIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC .
AHTIGL.
E GE~IO
ria da campagna e nel 1912 fu nominato comandante in 2• della Scuola. Maggior genera)<~ nel 1915 comand ò cfapprima, l'artiglieria da campagna in )filano partecipando quindi al1a guerra c-011.tro l'A ustria e com an dando successivl~mentc Fartiglicria del III e del I Corpo cl' Armata, nonchè l'artiglieria·della I V Armata, conseguend o la promozion e a tenente generale nel 1917. P ocQ prima clel1a fi ne della g1·ande guerra e cioè nell'ottobre 1918 il Goria, lasciò il servizio atti:vo -e nel 1923 verlll e nomin ato generale di Divisione nella Riserva .; anelò a ri.po.·o nel 1928 e morì poscia a Torino il 1° nHH'W 1~30 dopo di avere presieduto il Oo· mitato costituitosi in Torino per l 'erezione del « Monumento al1' Artiglieria Italiana)), e dopo di avere at tivarneute p1·ovveduto alla raccolta clei fondi nece~sari per la realizzazione della duplice iniziativa del precletto Comitato, il quale oltre al Monumento progetta,to dallo scultore Pietro Canonica ed ora ergentesi all'imbocco dc•l Val entino in Torino presso il ponte Umberto I, intendeva di trovare i' mezzi materiali ed i collaboratori qualificati per acldivenirc alla, compila7.ione della Storia dell' A1·tiglieria Italiana, sroondo la proposta lJ.''anzata dal colonnello Giacinto Sachero cd antorevolmente caldeggiata da, S. A. R. il P rincipe Ema nn cle Filihnto, Dn ca d' 4osta, che ai promotori di tale iniziativa ri~pondeva -uffcrmando dw « .. .. il più utile omaggio all'Artiglieria deve essere I.a Stol'ia clell' Arma >). P ér l'azi one di Comando svolta da Alessa,n dro Goria nei qua,tt r·o anni di gnerra cla lni ini.ntenottamente trascorsi al fronte, numerosi fnrono gli encomi rivo1tigli dalle competenti autorità superiori. sovrntutto percbè aU a razionalità preveggente ed ardita delle disposizioni. da lni adottate e degli ordini conseguentemente emanati ni r epar ti cl' ar tiglieria dipendenti, eg1i accompagnò sempre coraggi o!IBmente quel grande fattore persuasivo per l'inferiore in genere e per il soldato in ·Specie cli.e chiamasi ed è l'« esempio personale» . Il Goria sistematicamente desiderava accompagnare gli 11:fficiali _esploratori ed osservatori nelle loro pericol ose ricogni½ioni, mentre frequentemente visitava e le postazioni delle batterie, e i posti di co_ma,n do e gli osserva torii, tanto ,che e nffl.ciali e soldati traevano dalla tranquilla rerenità di spirito del proprio Ca.po qnell'incitamcnto di emu-
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1 J)fH[J)TTOI!I DELLI•, IS'l'RUZIO~I PRATrcrm
lar,ione che in guerra è fondamentalmente essenziale a:ffinchè ognuno fa.ccia il proprio dovere e resista, sul posto qualunque sia ]a, piega, della battaglia.
Dopo di :1ver lumeggiato le nobili ed importanti personalità di coloro che comandarono e diressero la Scuola d'applicazio-
ne d'artiglieria e genio, riteniamo indispensabile di accennare pure brevemente a quegli uffidali superiori che in progresso di tempo furono chiamatj f:L dirigere le istruzioni pratiche deì sottotenenti-allievi. Mentre all'Accademia militare gli :Studii delle materie scientifiche, letterarie e mili.tari avevan<) raziona,l mente una preponderanza su1le istrur,ioni pratiche, viceversa altrettanto razionalmente a,lla Scuola d'applicazione i sottotenentiallievi erano sovratutto completati professionalmente, tanto che le stesse materie di insegnamento a,vevano uno stretto e diretto nesso e riflesso sulle istruzioni pratiche. Nel periodo di tempo qui considerato furono direttori delle istruzioni pratiche per gli 11:lliciali d'artiglieria i seguenti : maggiore d'artigli.er,ia Eugenio Crema dal 1864 al 18G7; maggiore d'artiglieria Nicola Quaglia dal 18G7 al 1869; tenente colonnello Emilio Ponzio Vaglia dal 1870 al 1875; -colonnello Alfredo Sterpone dal 187G al 1881; tenente colonnello Sebastiano Marcarini dal 1883 .al 1'3SS; maggiore d'artiglieria Antonio Fuma.g alli nel 1888; tenente c:olonnello Carlo Lanfranchi dal 1889 al 1890; tenente colonnello Edoardo Bertarelli dal 1890 al 1891; tenente colonnello Alberto ~forelli cli Popolo dal 1892 al 1893 ; maggiore Pietro Panizr,arcli dal 1893 al 1894_; maggiore Luigi Parma nel 1895 ; maggiore Carlo Sardegna nel 1896 ; maggiore Carlo Rapi.s ardi neì 1897; maggiore Francesco Dabalà dal 1898 al 1900; tenente colonnello Vincen½o Bal'hera dal 1901 al 1907; tenente colonnello Alfredo Sacchi dal 1907 al 1911 ; tenente colonnello Du La-e dal 1911 al 1914; maggiore Anselmo Antonielli nel 1914. Come già fu in precedenza fatto rilevare, nella quasi totalità dei casi, quegli Ufficiali che possedevano le qualità ed i re5H
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SCUOLB DJ ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA Al:'PUC .
AR'l'l GL . E
GENIO
quisiti morali, scientifici e professionali sì da potere vantaggiosamen te essere preposti all'educazione, al governo, agli insegnamenti ed alle istruzioni di giovani Accademisti e di giovani Uf · ficiali, poichè 1wn erano e non potevano esser e gran che numerosi, finivano per essere qnasi sempre gli stessi che nella suc-
Fig. 521 - Maggiore Eugenio Cr ema.
cessione del tempo, e corrispondentemen te ai varii gradi da essi conseguiti avanzando nella carriera, erano con mansioni e con incarichi di.versi destinati e ridestinati all' Aceademfa . ed alla Scuola. Gli è così che nel su esposto elenco comprendente i nominativi ·dei direttori delle istruzioni pratiche, oltre a quelli di Nicola Quaglia. di gmmo Ponzio Vaglia e di Alfredo Sterpone che dal 1867 al 1881 . essendo successivamente comanda11.ti in 2• della Scuola,. ·esplicarono· contemporaneamente ·anche le mansio-
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IL TillK. COJ,ONNELLO CARLO L ,\Kl~RAKCH I
ni di direttol"i delle istruzioni pratiche, si incontrano i nomi di Sebastiano i\farcarini, di Alberto Morelli di Popolo, di Pietro Panizzardi, di :F'ra,ncesco Dabalà, clei quali già, si è parlato ed ancora si dovrà padare più innanzi. E ugenio Crema era nato il 19 novembre 1833 ecl entrato al1' Accademia militare di Torino nel 1849 era uscito sottotenente d'artiglieria in testa al proprio corso il 10 agosto 1854. Capi-
Fig. 522 - Tenente Colonnello Carlo Lanfranclli.
tano subito dopo la guerra del 1859, dopo soli quattro a,n ni fu p1;omosso maggiore d'artiglieria e quindi tenente colonn ello nel 1873, colonnello il 15 luglio 1877. Aveva, fatto brillantemente la campagna clèl '5n prendendo parte ai combattimenti di Prarolo, Vinzaglio e di San Martino meritandosi la medaglia d'argento al valor militare; prese anche parte alla campagna del 1866, e così. come si desume dalla già tante volte citata preziosa pubblicazione di Carmine Siracusa c(L' Artiglieria campale italiana>>, i varii rapporti delle competenti àutol'ità ,s uperiori par-
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SCUOLID D'Ail'l'IGLrnnIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
AR'l'IG.L . E
GIDNIO
lano assai lodevolmente del tenente Crema elogiandone il corag · gio, l'attività e la rara intelligenza nel manovrare sul difficile terreno c-oi suoi pezzi, nel cooperare all'azione delle fanterie e nell'incoraggiare i ,c annonieri con l'esempio della sua virile indifferenza a,l pericolo. Era logico, -e ra giusto ed era rispondente alle finalità della Scuola che Eugenio Crema venisse chiamato a dirigere le istruzioni pratiche degli ufficiali allievi. Dell'artigliere Carlo Lanfranchi merita ricordare che essendo egli nato il 21 marzo del 1838 era uscito sottotenente d'artiglieria clall' Accademia di Torino e quindi promosso tenente nel 1862 : dopo aver preso parte alla guerra del 1866 fu insegnante alla, Scuola militare di Modena dal 1868 al 1870. Promosso capita,no nel 1870 venne dapprima destinato alla F,o nderia di Torino e quindi. poi dal 1879 al 1881 ebbe l'insegnament o di Impiego d'Artiglieria alla Scn<>la d'applicazione e pubblicò in argomento il Oorso delle sue lezioni informate ai principii che scaturivano dalla allora, recente guerra franco -prussiana. Carlo Lanfranchi fu quindi poi chia,m ato ancora a,lla Scuola d'applicazione d'artiglieria, e genio quale direttore delle istruzioni pratiche e promosso colonnello nel 1893 venne immaturamente a morire allorchè comandava il 15° r'.\~gimento artiglieria da campagna a Reggio Emilia. · Al tenente ,colonnello Carlo Lanfranchi succedette quale direttore delle istruzioni pratiche il tenente colonnello Edoardo Bertarelli nato a Torino il 26 gennaio 1844, il quale d,opo avere brillantemet te seguito i corsi dell'Accademia militare fu nominato sottotenente d'artiglieria e quindi promosso poi tenente e desthlato a,l 5° regggimento di Venaria Reale. Partecipò alla campagna del 1866 guadagnand-osi una medaglia d'argento al va.lor militare, e il 20 settembre 1870 c:0mandò il fuoco della sua Se,done dalla batteria di San Pancrazio alla presa di Roma. Promo.sso capitano nel 1873 fo destinato al l° reggimento, ritornò poi al 5° e come capitano comandante di sezione fu chia,mato alla Scuola d'a.pplicazione. Promos,so tenente colonnello fu nominato direttore delle istruzioni pratiche alla Scnola e nel 1897 succedendo a S. A. R il principe Emanuele Filiberto di Savoia, Dnca d'Aosta, assunse il comando del 5° reggimento artiglieria da campagna,. -
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IL '.l'EN. COLON.NELLO EDOARDO DEH'l'AltELLI
Fu poscia chiamato da S. A. R. il Duca d'Aosta alla carica di Suo Primo Aiutante di campo e .ne fu onorato dalla massima stima e dalla più affettuo!Sa considerazione. Promosso maggior generale nel 1901 lasciò fa Casa ducale e fu nominato dapprima comandante d'artiglieria in Genova e quindi ispettore d'artiglieria da campagna, raggiungendo nel 1910 il grado di tenente genera.le nella riscl'va, e purtroppo chiudendo h1 quell'anno la sua vita, terrenn.
TI'ig. 523 - CD!iit a no F,(loardo Hcrtar clli.
Dal 1911 al J.!)14 fn élfrcttorc delle istruzioni pratiche alla Scuola il tenent~ colonnello .Alfredo Du Lac; ufficiale distintissimo ed universalmente molto quotato e pnrtroppo immaturamente rapito all'Arma ed all' E sercito. Alfredo Du Lac era nato il 20 settembre 1863 a Ferrara ed entrato all'Accademia, militare nel 1SSO ne era uscito sottote-
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SCUOLI•J D' AR'.l'IGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLI C .
AR'l'!GL.
E GENIO
nente nel 1883 e quindi tenente al 5'' reggiment-0 da, campagna nel 1885; nel 18H2 era stato promosso ca,pitano prima nel 15° e poscia nel 17° ,reggimento e nominato .aiutante maggiore in 1• della Scnola d'applicazione. Promosso maggiore nel 1907 fu destinato dapprilha al 1G reggimento artiglieria e quindi alla Scuola centrale cli tiro d'artiglieria ,e poscia chia.mato come dirett-0re delle istrnzioni pratiche alla Scuola nel 1911, posto che tenne fino al 1914 anche come tenente colonnello. Nel 1914 fu trasferito a,l 29° artiglieria e promosso colonnello nel l nglio 1915 ebbe il comando di un raggruppament,o d'artiglieria d'assedio in z.ona di guerra. Nel maggio 1916 meritò urnL medaglia d'a rgento al valor militare e nel successivo mese di giugno venne promosso maggior generale per merito eccezionale, e nominato comandante dell'artiglieria del II Corpo cl' Arma,t a, coman· do che tenne tino all'ottobre dd 191G e che disimpegnò con rara competernr,a, intervenencl-0 persorn.1,l mentc a perfezionare gli schieramenti e le postazioni dei. Yarii Repart.i d'artiglieria e ad im primere razion ali direttive alle unità, Bomba,r dieri che, propri0 in quell'epoc~a e dopo le prim<~ esperienze d' impiego e le prime partecipazioni ai combattimenti, avevano bisogno non soltanto di riorganizzarsi ma, altresì dì. applicare gli. insegnamenti che dagli ulti.mi recenti combattimenti erano scaturiti. Nel novembre 191G il generale Alfredo Dn Lac dovette r ientrare dalm zona di gnerra, per menoma.r.e condizioni :fi.siche in seguito a lesioni riportate in serYizio , ma appena rimesso in condizioni di poter prestare un qnalchc utile servizio venne nominato com.anelante dell' Accademia. militare cli ~rorino, comando che tenne per ben clne anni e cioè :fino alla, :fine del 1918 e che abbandonò non appena fn in grado cli poter rientrare in zona cl.i guerra alla vigilia, clella hat tnglia di Vittorio Veìleto. Alfredo Du La-e, appartenente a fam i.glia d'.origine savoiar· da ·e figlio cli madre nizzarda, a,veva in tutta la sua carriera militare di mostrato di essere clegno collega e compatri-0ta, dei Mollard, dei Oorporandi cl' Auvare, elci Dnfour, dei Seysse1, ecc. ecc. cbe sni campi di battaglia avevano col loro eroismo provato la fede e la, devozione per la Casa di Savoia : ufficiale colto, studioso e competente nelle varie branche del servizio, egli aveva a più riprese n,ppartennto all' Accademia mili0
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IL 'l'EC'i. COLONXE l,I,O AU'REOO DULAC
tare ed alla Sctiola cFapplica,zione e nel 1914 era stato inviato in missione ad Essen quale prc~sidente della, Commissione militare italiana di collaudo presso la, ditta, Krupp. F,e rito più volte, le intense fa tiche cli guerra minarono la, sua resistenza fisica tanto che nel 1920 sentendosi sta nco e non più in grado di poter dare al servizio tutta quella attività del passato, Alfredo Du
F·ig. f>24 - Genei.:ale AlfrellO D u JJac.
Lac chiese ed ottenne di essere colloca,to in posizione ausiliaria. : nel 1923 fu promosso generale di Divisione, ma purtroppo per seguitato dalle sue soffere1rne e dai postumi delle sue ferite morì in R,oma all'Ospeclu,]e del Celio il 20 aprile 1928 la,sciando veramente un penoso rimpianto in quanti. lo conobbero, e conoscend-olo lo apprezzarono. Allorchè nel genn aio del 1914 il tenente colonnello Alfredo Du Lac lasciò h~ Scuola, nella, carica di direttore delle istrnzio -
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SCUOLID D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
AR'l'XGL.
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GENIO
ni pratiche venne sostituito dal maggiore d'artiglieria Anselmo Antonielli. L'Antonielli nato nel 1865 entrò all'Accademia mili.tare di 'rorino nel 1.882, fu promosso sottotenente d'~1rtiglieria nell' agosto 1885 e :Superati i Corsi della Scnoh1 d'applicazione venne
F ig 525 - Maggiore Anselmo Antonielli.
nel 1887 promosso tenente nell'artiglier·ia da montagna. Dal febhraio al luglio 1896 fu destinato in Eritrea e promosso capitano alJa fine di tale anno fu destinato al 6° reggimento artiglieria da campagna,; passò quindi nel 1900 al reggimento artiglieria da montagna, nell'ottobre 1902 al 23° reggimento cla, campagna e nel settembre 1903 venne destinato alla Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio come istruttore ed insegnante cli Impiego d'artiglieria ed Esplosivi al Corso complementare per i sottotenenti d'artig'lieria provenienti dalla -
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SCUO~ 1]J D' ARTIGL}gRJA
1870-1914 -
SCUOLA APPL1C.
AltTIGL .
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Scuola militare cli Modena . Nel 1910 fu promosso maggiore e tornò al 6° reggimeùto a rtiglieria da campagna e venne poi trasferito nel 1912 al 1° reggimento artiglieria pesante campale dì nuova formazione. Dal gennaio all' agosto 1914 tornò alla Scuo la d'applicazione disimpegnando le funzioni di direttore delle istruzioni pratiche. Durante la guerra 1915-1918, l' Antonielli C<>mandò dapprima un gruppo di obici e promosso colonnello nell'estate 1916 comandò un i-aggruppament o pesante campale. Negli inverni '1916-17 e 1917-18 diresse dne Corsi d'istruzione per ufficiali s ubalter;1i d'artiglieria e di cavalleria, e nella primavera del 1918 fu destfoato al comancl o d' artiglieria, a, disposfaione del Corpo d'armata francese : dal colonnello Antonielli dipendevano perciò tutte le artiglierie italiane a.elle varie spe cfali.tà assegnate al Corpo d'armata fra.nce8e. Dopo la guerra fu collocato in posizione au,siliaria speciale e raggiunse nella riserva il gra,do di generale cli Divisione nel 1931.
Per la fortuna della nostra .Arma e per il bene dell'intero Esercito, l'azione di comando di tutti gli U:filda.U - Generali, Superiori ed I nferiori - che man mano si s uccedet tero nella dirigenzà, dell'Istituto, nelle I struzioni pra.tiché e negli Insegnamenti, fu gelosamente mantenuta e svolta seguendo l'indirizzo generale clella Scuola, r1uale era stato stabilito dal regolamento del 1863, i:;alvo alcune successive modi1ìcazioni conseguenti da contingenze che imposero ,speciali necessità di reclut amento, ed obbligarono a ricorrere a Corsi speciali ed a Corsi. acoelerati onde poter fornire t utti q nei q ua,dri richiesti dalle aumentate esigen½e .o rganiche. Si resero quindi necessarie anche delle modificazioni d 7ordine int erno allo scopo di migliorare il trattamento degli ufficia,li allievi, e sovratntto al fine d i. facilitare i loro doveri s-c,olastici peÌ' cui gli allievi ùclla Scuola erano obbligati a seguire programmi che negli ultimi decennii, per i ·gn~ncli.ssimi progressi deìle artiglierie e dell e scienze militari) erano anelati <::ontinuamente estendendosi , mentre l'insegnamen to oontinuava sempre a svolgersi regolarmente in due anni di Corso, · cosi come molti anni prima,. -
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Grandi Artiglieri prove nie nti da Ingeg neri
F ig . 520 - Sottoten. cl' Art. Claudio Cherubini.
Fig. 527 - Sottoten. d'Art. lng. Giuseppe l3ìancardi.
l!'ig. 528 - Francesco Siacci, lanreando in matematiea pura.
F ig . 529 - Sottoten. cl'Art. Ing. Enrico Gonella.
Fig. 530 - Sottoten. d ' Ar t . Jng. Giovonni B ia nchi.
consr
S PI•:CIALl
I!; ACC ELIO:l(ATI
Corsi speciali ed accelerati si ebbero nel periodo da. noi qui considerato : nel 1S74 e nel 18 3 per i sottotenenti d'artiglieria, e genio provenienti cla ingegneri laureati, da licenziati in matematica e da Ufficiali delle A1'mi di linea; nel 1888 per i sottotenenti di artiglieria e nel 1897 pei- i sottotenenti del genio·pro v<•nienti cla laureati. e da lameanùi in ingegneria. Questi ultimi dopo un corso prepal'atorio compiuto presso il 5° reggimento genio in 'l'orino, ottenuta la nomina a sottotenenti di C'omplemcnto del genio, freqnentarono un corso peciale pl'e!-SO la f3cuola d'applicazione e futono poi destinati in servizio n.ttiYo per1m1nente presso i reggimenti. Avendo accennato alle predette amunssioni speciali di ufficiali-allievi muniti cli adeguati t~toli di stnùio, - come si diceva allora in tono scherzoso << effettuato uu prelevamento di borghesi)), - vogliamo ricordare qui come a ta,li U:(lìciali-allievi, j compag11i proYcnfonti dall'Accademia militare imponessero l'appellatiYo di «orologiai)). A prescindere dal fatto che i primi tecnici, mee:canici di alta precii:.ione erano degli orologiai e ve niva.no chiamati ingegneri , che d'altra pn.i-te ancora nel prossimo passato i diplomati della Scuola di orologeria di Ginevra avevano il titolo cli ingegneri, e cbe- perciò tale appellativo poteva avere una certa (Juale spiegar.ione, in rea,ltà e sostanzial mente l'appellaJfro stesso fn clHto agli Uffitiali-allicvi provenj en ti dai borgh<>si perchè essi non ancorn. abituati nlla disciplina militare, e quindi mancand o d~ll'abito di quelia. connaturata, precisione con la qnalc debbono svolge1·si tutte le ,operazioni giornalicr<~ e per cni è (]nindi in dispensabile la massima puntnalibì. oraria, nell a tema cli ginnp:e1·e in rit<'lTdo alle istrnzioni c<l all e le7,ioni continuavm10 a consultare con gran de freqnen1;a il proprio orologio. È pcl'ò cl:overoi:.o aggi1mp:cre ,subito che nell'escogita.re un tale appPllativo i provenienti dalla R. Accademia, non volernno assol utamente annetter-ri una qualsinsi significazione men che rispettosa,, per chè anzi giova ricordare che essi, sovratutto per i nuovi colleghi già laureati nutrivano un vero !';enso di ammirazione, mentre d'altro lato i provenienti dai borghesi non si udontarouo proprio mai cli esser e chiamati in tal modo, ed è doveroso pure di rievocare il ricordo per cui dopo ben poco tempo tra gli. uni e gli altri avveniva la più stl'etta 27 -
SCUOLID D'ARTIGLIERIA
J.870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
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amalgama di colleganza ed anche coloro, ehe di punto in bianco avevano vestito l'onorata divisa, a breve scadenza diventavano anch'essi esteticamente, nel loro portamento e nei loro atteggiamenti, degli ufficiali inappuntabili sotto ogni riguardo. Basta del resto ricordare che dei cosidetti Corsi di orologiai fecero parte nella successione del tempo ed in varie epoche, artiglieri qua.li Prancesco Siacei, Giovanni Bianchi dei conti di Lavagna, Enrico Gonella, Claudio Cherubini, Giuseppe Bianca,rdi, Felice Mariani e tanti altri, i quali tutti non soltanto illustrarono l'Artiglieria, italiana nelle sue affermazioni scientifiche e tecnico .costruttive, ma all'-occorrenza furono altresl dei valorosi soldati ,e degli ufficiali esemplari.
Alle suaccennatB infornate speciali di ufficiali tratti da,i cc borghesi )) .si acùO~pagnarono altresì dei corsi accelerati per i 8ottotenenti regolarmente provenienti da.Ila R . Accademia mi. litare, negli anni 1888, 1889, 1899 e 1900 : per tali corsi i vigenti. programmi di insegrn1mento restarono pressochè integralmentf'. immutati, ma furono svolti in un periodo minore di tempo, per modo che i due corsi clel1a Scuola fossero com.p1etati in 18 mesi circa,, mentre poi si ridussero le istruzioni pmtiche noncht': la durata del campo di San Maurizio. Nel 1872, a modifica delle precedenti consuetudini, apposita legge stabilì che gli uffieiali-allievi della Scuola, ultimato il corso biennale e conseguita l'idoneità agli esami, avevano diritto alla, promozione a tenenw e con anzianità :6.ssata ,secondo la classificazione finale della Scuola. Nel 1883 questa 'r(~gohL fu modificata nel senso che si dovesse tener conto anche dei punti d'esame delPultimo anno di corso dell'Accademia militare. Inoltre il viaggio d'istruzione, che il 2° COl)SO della Scuola effettuava solitamente alla :fine dell'anno scolastko, nel 1882 fu sospeso mentre poi dal 1884 fu compiuto prima degli esami a:ffinchè esS·O riuscisse più direttamente aderente agli insegnamenti orali ed. alle lezioni scolastiche: tale viaggio fu pertanto successivamente limitato alle piazzeforti di Genova e della Spezia. -
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DEROGH8 AL PROCl~Oli\Il{NTO ORDINARIO DEI CORSI
Per ampliare e perfezionare la pratica professionale, dal 1892 al .1906 i sot,totenenti-allievi dei due corsi e delle due Armi intervenner·o al campo cli San Maurizio per la durata di un mese, ma nel 1900 gli allievi del 2° corso, a,yendo accelera.to gli studii furono inviati ai reggimenti nel mese di marzo senza eseguire le periodiche esercitazioni annuali al campo di San Maurizio: mentre poi gli allievi del successivo Mrso pure accelerato, chiusosi nel settembre 1900, si separarono e cioè i sottotenenti d'artiglieria si recarono al campo di San Maurizio per un mese, mentre i sottotenenti del genfo eseguirono per un mese delle istruzioni successivamente a 'l'ol'ino, a Casale Monferrato ed ~ Piacenza. Nel 1907 venne nnovamente e regolarmente stabilito che i sottotenenti-allievi, ultimato il 1° corso intervenissero al campo, mentre quelli del 2° corso effP.ttuavano il viaggio d'istru zione. Devesi poi anche ricordare che sebbene non vi fossero disposizioni speciali e tanto meno leggi o regolamenti in proposito, viceversa per molti. anni fu praticata la tradizione per cui gli ufficiali- allievi alJ'atto della loro promozione a tenente di artiglieria era,no tutti destinati per un certo periodo di tempo a prestare servizio in un reggimento delle specialità da fortezza o da costa: soltanto dopo questa permanenza, che in certo modo forniva la possibilità di applicazione pratica degli stuclii. c·ompiuti, gli aspiranti alla specialità, da campagna venivano trasferiti ai reggimenti di loro preferenza. Questa saggia e ra.zionale tradizione dovette perta,n to essere abbando:nata sovratutto allorchè per i cospicui aumenti. di organico si rese necessaria l'urgente ed immediata disponibilità di ufficiali subalterni sovratutto nelle unità da, campa,gna. Nel 1903 con R. Decreto 23 luglio venne istituito nn Corso complementare di insegnamento e d'istruzione della durata di nove mesi per i sottotenenti delle Armi di artiglieria e del genio provenienti dal Corso speciale per i sottufficiali, svolto dalla Scuola militare di Modena. Nel medesimo anno si ebbe pure un Corso speciale, della durata di dieci mesi per la promozi.onè a tenenti effettivi, di sottotenenti del genio provenienti dai laureati in ingegneria e che gil1 -
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SCUOLE D'AR'l'IGLH:RIA
1870 -H)l.J -
SCU OLA APPLIC.
AR'l'IGL.
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avevano frequentato un corso preparat,orio presso il 5° reggimento genio. Nel 1911, per circostanze straordina,r ie conseguenti dalla guerra, italo-ture.a., il Ministero stabili che i e.orsi ordinari fossero accelerati e che venisse sospeso il predetto _corso complementare d'istruzione. Si ebbero cosi dal settembre rnn all'agosto 1914: ben cinque successi vi corsi accelerati. Nel novembre 1913 vennero nuovamente riaperti i Corsi complementa. ri d'istrtrnione, ammettendovi però, oltre gli n:fficia1i prowmienti dal Corso special<~ delJa Scuola militare di Modena, anche quelli. provenienti dagli. ufficia,l i di complemento -~ quelli provenienti dai sottufficiali promossi sottotenenti effettivi durante la campagna di Libia. Fu inoltre sta,bHito che vi po tessero essere ammessi a loro domanda, e dietro parere concor demente favorevole delle CommLssioni d'avanzamento e delh! superiori autorità gera,rchiche, anche i sottotenenti del treno d'artiglieria e del genio provenienti clai sottotenenti di complemento e dai sottufficiali dei Corpi d'occupazione della Libia e cleJl'Egeo : in tal modo i più meritevoli di coloro che avessero ~:eguito l'intero corso con esito favorevole, potevano essere trasferiti nella specialità « batterie>>. Nel giugno 1913 furono apportate alcune modi:ficazioni alla Legge cl'a,vanzamento per le qna,l i la rwomozione a tenente nelle Armi d'artiglieri.a e del genio venne esclusiva,mente riservata, ai sottotenenti che a.vess~ro frequentato con successo i corsi regolari dell' A<:cademia e della Sc11ola d:applicazione. In seguito a tali modificazi:oni fm·ono destinati al corso complementare d'istruzione della Scuola anche i sottotenenti -provenienti dal1' Accademia militare i quali, per non aver ottenuto l'icloneità. negli. esami di promozione dei corsi regolari ddla Scuola.- negli anni precedenti erano già, stati destinati ai Corpi col grado di sottotenc~nte. Gon tali predette modificazioni del 1913 veniva perciò a cessare un provvedimento che fino allora era stato applica..to senza dare apparentemente luogo ad alcun inconveniente, ma che viceversa era stato ripetutamente ed altamente lamentato daUe Armi cli linea,, nelle quali :fino allora ,si erano sempre riversati i ff bocciati>>. Nel!' A.ccademia militare non si potevano fare che -
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LA S0Sl'l•JNSIO"NE OE[ consI NEL
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quattro anni B ci.oè non si poteva ripetere che uno degli anni cli corso : alla Scuola d'applicazione vi erano gli esaini cli ripara-· zione, ma non era consentita, la ripetizione di alcuno clei due corsi : coloro che per il risnltato dei loro esami non ottempera.vano alle predette prescrizioni era,no sem·/altro trasferiti in fanteria -od in cavalleria . Per ovvie ra.gioni cli indole morale, il lamentato inconvenient(~ venn e eliminato instaurandosi il principi.o fondamentale per cui iniziata la carri€J'a militare in un' Arma, essa, cleve proseguirsi fino al termirn~ nell' Al'ma stessa,. Nell'anno 1914 fu inoltre istitnito un Oor,so preparatorio faooltativ-o della clmata cli sei mesi, per sottotenenti di complemento nell'Arma d'artiglierh1 aspiranti alla nomina a, sottotenenti in servizio permanente nell'Arma stessa. Nell'agosto del 1914, a causa del conflitto mondiale, furono sospesi tutti i corsi della Scuola: tutti gli ufficiali furono destinati ai reggimenti, e la Scuola venne chiusa nell'ottobre dello stesso anno in p1·evi-sione cl<~lla prossima entrata in guerra.
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Come già fn accennato, iu qnesto turno di tempo la Scuola subì irnportanti modificazioni cli ordine interno soVl'atntto allorchè nel 1SS5 il oomanclo fu assunto dal maggior generale conte Carlo La,n za cli Busea., che la Scuola meritatamente annovera, e ricorda tra i suoi più sagaci ed illumina,ti ordinatori. La Scuola, che prima cli allora, oc.cupa,v a locali, invero poco adatti, verso l'angolo nord-ovest dell'isolato dell'Officina cli costruzioni d'artiglieria, ebbe sede deoorosa ecl elegante nei lo cali che, fatta astrazio1rn dalle modifiche apportate in questi ultimi anni, occupa ancora attualmente: -ebbe ampie sale per riunioni, per la biblioteca. e per la mensa in comune che fu appunto iil;tituita nel 188_5 ; ed in seguito a questa nuova occupa:tione di locali, nel 1888 fu irnche completato l'isolato nell1a_ngolo nord.est col portone di ingresso per la Scuola e per l'Officina, su di.· segno del capitano del geni-o Emilio MarulJier; in ar.m·o nia allo stile di tntto l'edificio, progettato ed iniziato fin dal 1736 dall'ingegnere militare De Vincenti. -
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SCUOLrn o' AR'l'IGLIEHI,\
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SC UOLA APPLIC .
AR'l'IGL.
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Oltre ai locali. (u:ftìci-cornando, biblioteca, scnole, mensa e circolo ufficiali) situati nello stabile dell'Arsenale militare in via Arsenale N. 22, e costituenti la sede vera e propria della Scuola, questa ,ebbe su ccesbivamen te a sua disposizione, per t utto il c,omplesso se1·vizio cleg1i u:fficinli-a,llievi e cl:el personale di truppa, i Sl~guenti locali e caserme :
lhg. 531 - Gener:1le conte C :u l<I° La nr..:-1, ù i Dusc11.
Caserma vecchio arsénale adibita, ad una parte del reparto truppa; spianata d' a1~tiglieria in via Confienza (già via Stampatori) adibita alle istruzioni pratiche con la sala di scherma e la cavallerizza ooperta, e con scuderie per cava,l li di ufficiali del la Scuola,; caserma Carlo Emanuele I in via. Giu~ppe Verdi (già via della, Zecca) adìhita ad una parte di uomini e cavalli del reparto P alafrenieri d'artiglieria ; casermetta Carlo Emanuele I pnre in via Giuseppe Verdi adibita a,d una parte di uo-
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]'ig. .532 - Ingresso principale cle.ll a Scuola d'Applicazione cl' Artiglieria e Genio, all'angolo cli Via Arsenale e Via Arcivescovado (fotografia anno J914).
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SCUOJ,E D'.·\RTIGLIER!A
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SCUOLA APPLIC .
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mini e cavalli dei predetti palafrenieri, e con una grande ca vallerizza coperta ; caserma .Massimo d'Azeglio in corso San Maurizio N. 22 e cruserma di San Paolo alla barriera di Francia, adibite entrambe ancora a nomini e cavalli del predetto reparto palafrenieri; campo ostacoli degli A.moretti alla barriera di Orbassano; campo ostacoli di Sassi alla barriera del Golombaro; cavallerizza coperta della, caserma Ca.mdli in corso Vittorio Emanuele di fronte alla casermf:L del reggimento da montagna. Il personale di truppa per i vari servizi della Scuola era suddi- · viso in due reparti: reparto palafrenieri d'a,rti~li<~ria, e reparto truppa. Il reparto palafrenieri era destina..to a fornire i cavalli necessari per l'istrùzione degli n:ffìciù,Ii-allievi della Scuola e degli allievi dell'Accademia militare. In seguito all'aumentato numero di allievi dei due Istitnti la forza del reparto, che era inizialmente di G sott'uffìciali, 180 uomini e 230 cavalli, era andata man mano iwmentando, <li modo che al l" marzo 1914 aveva, raggiunto le seguenti cifre: ·s ott' ufficiali . caporali maggiori e capora,li sergenti maggiori maniscalchi appuntati, trombettieri, sellai e soldati
N.
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N. 24 N. 2 N. 348,
e cioè in totale 380 uomini e 560 cavalli di truppa. Il reparto aveva inoltre in aggregazione i cavalli di proprietà o di carica dei -s ottotenenti-allievi de1' Corso complementare cl'istruzione, in numero di 110 ; per un periodo dj circa sei mesi all'anno aveva poi i cavalli di rimonta speciale da distribnirsi agli ufficialiallievi d'artiglieria del 2° anno di corso all'atto deÌl'a loro destinazione ai .reggimenti (cavalli d'a,gevolezza) . Il repa,r to riceveva gli uomini dalle compagnie treno dei diversi reggimenti d'artiglieria subito dopo il loro primo periodo d'istruzione. Dei cavalli, circa 300 erano di razza irlandese, circa 200 di razza italiana e una cinquantina cli razza normamrn. t> fra di essi un certo numero era addestrato al tiro per costi· tuire l 'atta-eco di una batteria <'fa, campagna su 4 pezzi. Ogni
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Fig. 533 - Scuola cl' Applicazione d'Artiglieria e Genio Caduti (fotogn1fia anno 1914).
Monumento ai
SC UOLE 1/AH'l'IGLIIWIA
1870-1!;114: -
SCIJOLA Al'l'LIC.
AP.'l'!G L.
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anno H reparto riceveva direttamente dall'~rlanda una rimonta di circa 35 cavallì. · Il ·reparto truppa aveva in forza tutto il personale di truppa della Scuola noi1 facente parte del reparto palafrenieri. Il suo effettivo era andato continuamente <~rescendo e al 1° marzo 1914 la sua forza era la seguente : Sottuflkia.li . N . 16 Caporali maggiori e caporali. )) 18 Tr·o mbettieri . )) 3 Attendenti degli ufficia.li )) 42 Attendenti degli ufficia.Ji-allievi . )) 292 A.dcletti alla mensa ed al Circolo ufficiali . )) 45 Piantoni vari, elettricisti.:. opeiai eec. )) 32 A disposizione per servizi varii . )) 8 e cioè in totàle 456 uomini di tru ppa che affluivano al eomando della Scuola in Torino clai diversi reggimenti di artiglieria e del genio dopo di aver compiuto il periodo della prima istruzione militare presso i riRpetti.vi reggimenti.
Per il funzionamento della Scuola, erano stabiliti servizi:
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seguenti
BIBLIO'l'J])CA. La Scuola avéva una copiosa biblioteca che conteneva ope;r e e pubblica,zi<.mi di carattere didattico, scientifico, tecnico e professionale, regolamenti varii ed istruzioni, carte geografiche, t opograJiche, corogra.fiehe e plastici in rilievo di zone ·s toricamente e militarm<:mte impor-tanti. La' direzione a.ella biblioteca era affidata ad 'un uffidale superiore, co~dinvato da im bibliotecario e da un ufficiale subalterno. Al 1° marr,o 1914: la biblioteca, con teneva i seguenti quantitatiYi di opere e di pubblic:azioni: letteratura 317; geografia e geologia 1329; storia politica e militare 1110; elettricità, fisica e chimica 737 ; matematica pura 222; geometria pratica, 240 ; meccanicà appliea,ta, 655; arehitettura 368 ; costruzioni 846; arte militare J 381; a,rtiglierfa 1298 ; fortificazione 584; miscellanea
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Fig. 534 - Scuola d'Applicazione d'Artiglieria e Genio -
Salone delta. mensa Utliciali (fotografia anno 1014)).
SCUOLE D, ARTIGLIERIA
J.8'70-1914 -
SCUOLA APl'LfC.
AR1'I0L.
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Gl•JNIO
372; pubblicazioni vàrie 1656; carte topografiche 2180; carte corografiche 46; plastici in rilievo 10; regola.menti varii 3294; e cioè i n totale N. 16.645 opere. MUSEO. - In esso erano contenuti i principali modelli di artiglierie, di armi portatili e cli vari ma,teriali clel Genio e didattici . MENSA UFFI CI ALI. ~ A sc-opo ,e ducativo ed economico ad un un tempo, iìn dal 1885 dal generale conte Carlo Larn~a di Busca, che resse le sorti della Scuola dal 1885 al 1887, era stata istituita una mensa ufficiali, presieduta da un ufficiale superiore, alla quale dovevano intervenire tutti gli u:ffidali-allievi che non avevano famiglfa in 'l'orino, e quel numero cli capitani e subalterni del personale ·perrria.neute della Scuola, ritenuto necessario dal comandante in 2 La mensa era amministrata ad economia e la quota mensile doveva essere tenuta nei più stretti limiti possibili : con tali quote .si doveva pro,1Ye<lere tanto a,Jl'acquisto dei generi, quan· to a tutte le spese generali inerenti al servizi.o cl.ella mensa stessa. ed alla rinnovazione del materiale . usato. L'amministrazione era retta dal capitai1o aiutante maggiore che per tale servizio aveva alle sue dipendenze un marescial lo, un capo cameriere e ane cnochi borghesi, oltre il numero indispensabile di soldati inservienti. Una commissione nominata ogni anno dal Comandante in za e composta dall'ufficiale superiore che presied.eva, alla mensa, dal capitano aiutante maggiore e da due ufficia,li-allievi, uno per ogni anno di corso, - fissava la retta mensile, la composizione dei pasti ed alcuni altri dettagli cli modalità del servizio. I commensali potevano rivolgere ai membri della, commi.s·s.ione reclami ed osservazioni di qualsiasi genere in merito all'andamento della mensa, ed in ·riguardo al servizio. I particolari circa l'andamento della mensa erano :fissati da apposite norme, ap p)·0vate dal comandante in za. 4
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. CIRCOLO UFiiICIALI. - Alcuni locali interni della Scuola era no adibiti a circolo u:fficfoli e più propriamente a sale di riu -
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SERVI½I SPli:CL\LI l'Ell LA SCUOl,A
nione. In tali sale tutti gli ufficiali della Semola potenmo t rattenersi :fino all'ora stabilita dall'orario generale per la chiusura dei varii locali della Scuola: erano a disposizione dei frequentatori i principali giornali quotidiani politici del Regno, numerose pubblicazioni illustrate settimanali e mensili italiane ed
F·ig. 535 - Scuola d'Applicazione d'Artiglieria e Gen.io - 'l'arga commemorativa delle benemerernr.e del Generale conte Carlo Lanza di Busca (:t'otogratia anno 1014). ·
es(e1·e, ~<J erano al tresì preme$Si a1cuni giuochi a utorizzati dal comand ante in 2a. Kelle sale del circolo funzionava pure un servizio di distribuzione cli latte; caffè e bibite diverse; servizio amministrato dal c:apitano aiutante maggiore che all'uopo ave vni a .sua disposizione~ un maresciallo ed un certo numero indispensabile di soldati inservienti. SERVIZIO SANITARIO. Era disimpegnato dagli ufficiali medici della Scuola e si esplicava nelle visite e nelle cure agli ufficiali tanto a domicilio, quanto nel gabtnetto di consultazione istHnito nella Scuola ste·s sa; nonchè nelle visite agli ammalati
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SCUOLID D' 1\R'.l'IGLIB;HIA
1870-1914 -
SCUOLA APPUC.
ARTIGL .
E GJj)NIO
del reparto palafrenieri e del reparto trnppa . Sia, alla, spianata che ai due campi <>stacoli era.no depositate apposite cassette contenenti disinfettanti, cordiali ed ·oggetti di medicazione per eventnaU. soceorsi d'urgenza. SERHZIO VRTEHI.NARIO. Era disimpegnato dagli Ufficiali veterinari dell'Istituto a tutti i cavalli degli appartenenti alla Scuola : presso la caserma Carlo Emanuele III, funzionava un'infermeria cavalli ed alla spianatf:~ vi erano disinfettanti. e mezzi .di medicazione per casi di cura d'urgen7,a. Il capitano veterinario era incaricato di impartire annualmente un'istruzione éli I ppologia agli ufficiali-allievi del 2° a.nno cli corso. +:•
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Pr-ima cli trattat·e, •s.ia pure sommariamente, dello svolgimento delle materi.e scientifiche d'insegnamento negli ultimi tempi del periodo qui considerato, riteniamo non inutile esporre quali furono gli insegna.menti svoltisi nella Scuola a partire dal 1838 e cioè dall'inizio della primitiva « Scuola Complementa1:e >> sino al 1914 (1). Ciò varrà, a dare un'idea dello svilhppo assunto in progresso di tempo dall'insegnamento impartito nell' Istituto. I programmi furono sempre composti di materie g011erali comuni per le due Armi, e di materie pa,r ticolari rispettivamente svolte ai sottotenenti-a.llievi d' artiglieria, od esclu-sìvàmente ai sottotenenti-allievi del genio. ~oi ci occuperemo qui soltanto delle matede svolte agli Ufficiali d.'artiglieria. Nel 1838-39 esse era.no: Geologia - Geometria descrittiva applicata - F,ortiticazione campale - Attacco e difesa delle piazze - Metallurgia - ~:fo,ccanica applicata - Stol'.,ia ed arte militare - Istituzioni d'artiglieria. Nel 1840 si aggiunse: Pon ti mili tari. Nel 1841 si ttggiunsero: Mineralogia - Fortificazione permanente - I mpiego d'artiglieria - Balistica interna B~11i.stica esterna - Fabbricazione delle polver.i e degli artifici da guerra - Nomenclatura del materiale d'artiglieria. Nel 1842 ·si aggiunse.; Topografia, mentre poi nel 1844 fn (1) Vedi Vol. IV -
Capitolo Scuole.
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I .PHOGHAMJIII O, Iè':8EGNA:'IIEKTU
tolta la Forti:ficazion~ campale e si 11:ggiunse jnveee : Costruzione delle batterie. Nel 1850 si tolse la: Mineralogia, ma si aggiunsero viccvel'SU, : il Cal001o infinitesimale e la Chimica. Nel 1853 si ritornò pertanto integralmente ai programmi anteriori al 1850, ma nel 1854 in causa della guerra d'Oriente e po_i delle guerre d_el J.859--60 -61 e per la partenza di alcuni in· segnanti, i programmi furono notevolmente ridotti e subirono varie modifica.r.àoni, tanto che nel 1858-59 si svilupparono sol tanto : Ba,listica - Forti:ficazione - Costruzione di batterie: mentre a seconcfa della proveùiem~a degli ·allievi dei va.rii Cors-i si ebbero differenti insegnamenti svolti secondo adeguati programmL Nel 1863 per gli Ufficiali-allievi d'artiglieria furono stabi· lite le seguenti .materie: al 1° anno di Corso : 1foccanica applicata - Ponti militari - Fortificazione - Attacco e difesa delle piazze - Costruzion<~ di batterie - Materiale d'artiglieria (parte descrittiva); al 2° a,nno di Corso: Impiego d'arti.gli(n·ia - Nozioni fi. sico -chimicbe - Balistica - ·M ateriale d.'artigl.ieria (parte teorica) ~ Fabbricazione del materiale - Regolamenti d'artigliel'i.a - Costruzioni civHi e militari. Nel 1872 l'insegnamento di Oostruzio·ne di batterie fu annesso all'Impiego d'al'tiglieria; al 1° anno di Co1'so fu introdotto lo studio della Geografia milita1:e, ed al 2° anno q nello della Storia Militare, mentre poi furono aboliti, come insegnamenti Reolastici, i varii Regolamenti che venivano invece esposti, spiegati e commentati dagli Uffi.ci.ali istruttori ai componenti delle l'lspettive loro sezioni. Nel 1875 l'insegnamento della Geografi~ fu trasferito dal 1° al 2° anno di Corso e viceversa furono aboliti gli insegnamenti della Storia militare e delle Nozioni fisico -chimiche assegnati dai programmi del 1863 al 2° anno di Corso. Nel 1880 si Reparò l'insegnamento cli Macchine cla quello di Meceanica; si divise l'insegnamento di Armi portatili dall 'insegnamento di Material e d'artiglieria, ed a quest'ultimo venne riunito l'insegnamento della Fabbricazione del materiale. Nel 1885 per gli Ufficiali-allievi d'artiglieria fu ripristinato l'insegnamento di Costruzione di batterie e si aggiunse quello di -
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SCUOLE D'ARTIGLl Er:IA
1870-J 914 -
SCIJOL.-\ APPLIC .
Fig. 536 - Scuola cl' Applicazione cl' Artiglieria e Genio in g uena cla l J848 al 1896 (fotografia anno 1914).
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AR'.l'TGL .
1,: GENIO
Lapide a i Caduti
J\tODIFIC,\½I01'1 Al PROGl(.-ù{i\fl
Geometria pratiea e Geocl(~sia, mentre venne abolito l'insegnamento dei Ponti militari che fu limitato ai soli Ufficiali-allievi del genio. Nel 1886 l'insegnamento }li Costruzione di batterie fu riunito e annesso con quello dell'Impiego d'artiglieria e fu aggiunto un ci.do di conferenze sulla Marina militare, che però non furono ripetute negli anni suecessi vi. Nel riordinamento dd 1SSS le materie per gli Ufficiali d'artiglieria furono così precisate e suddivise: al 1° anno di Corso : :Meccanica applicata, - :Materiale d'art iglieri::L - Armi e tiro - Geometria pratica e Geodesia - Ap plicazioni elettriche - I mpiego d'artiglieria; al 2° anno cli Corso : Macchine - Geogra,fia mili t~tre Balistica - P.olveri - I mpiego d'artiglieria,. Nel 1889 e nel 1SHO i programmi cli insegnamento per l'artiglieria Timasero invariati mentre furono modificati quelli per il genio. Nel 1896 la Geografia militare passò dal 2° al 1° anno di Corso, e pertanto si può osservare che in massima i programmi di insegnamento del 1888 escogitati, formati ecl organizzttti dalla vasta · competenza di AJberto Ga,hba, allora comandante in 2" .della. Scuola d'applicazione,- rimase1!0 .:i:nva,riati per pa,recchi anni. Nel 1!)03, corri:-;pond e11temente alle numerose ,e meravigliose c-onquiste della scienza, e della, tecnica, fu pertanto necessario di addivenire a modificazioni abbastanza notevoli nei programmi di insegnamento . cl.ella Scuola, e quindi per gli Ufficiali-allievi d'artiglieria vennero stabiliti i programmi seguenti: al 1° a.imo di Corso : Meccanica applicata (parte pi'irna) - Materiale d'artiglieria '(parte prima,) - Esplosivi - Generalità, sulla fortificazione - G·oometria, pratica, - ; e cioè venne soppresslt la Geografi.a militare; al 2° arino di Corso: Mecca,nic[1 applicata, (parte seconda) - Applicazioni èlettriche - Balistica - Materiale d'a,rtiglieria (parte seeonda) - Impiego d'a,rtiglieria; al Corso Complementare d'istruzione : Esplosivi - Fort itkazionc pcrma neute Applicazioni scì.entificbe - Impiego d'artiglieria - Materiale d'artiglieria e Armi porta,tili. Nel 1905 al programma di :Materiale d'artiglieria (parte se-
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SCUOLE D' AR'.l' IGLmHIA
1870-1914 -
SCUOLA Al:' J?LIC.
ATI'.r!GL. ru GENIO
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FJg. 537 - Spiana ta d'artiglieria clella Scuola (fotografia anno 1914).
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L'I:S-SEGNA1iEìS''.l'O 1)1':LLE M A'l'IDnm SCIEN'.PIFICl:ll,
conda ) del 2° a,n no di Gorso fu aggiunta la teoria cl.e gli Esplosivi. Nel 1912 per ,o ttenere una, più equa e raziona,le distrihur,i,one delle materie fra i clue anni di Corso, per gli ufficiali-allievi d'a,rtiglicria la Geometria pratica fu portata, dal 1° al 2° anno e la Balistica da,l 2° al l'-' anno cli Corso. Finalmente nel 1913 la teoria degli Esplosivi venne stralciata dal programma di ~fateriale d'artiglieria (parte seconda) ccl aggiunta a,l programma d'insegnamento degli Esplosivi impartito nel 1° c:u rno di Corso.
Per quanto ha tratto agli insegnamenti di materie scienti·fiche q nali erano stabiliti riel 1914, riteniamo interessante di accennare al loro •svolgimento, e pertanto limitata,mente ai corsi d'artiglieria. L'insegnamento delle a,ppli.ca.r,ioni el<~ttriche e sci.entifich·e veni.va sv,olto agli allievi del 2° anno di Corso, ed, in scala ridotta in relazione a.Ila loro coltura tecnica, era anche impartito agli ufficiali d'artiglieria del Corso Complementare. L'insegnamento teorico veniva completato con 0spericn::r,e di. gabinetto e con visite ad offici.ne di produzione e trasformar,ione di energia : per la, parte riguardante le applicazioni scientifi.cbe si eompievano visite a sta,bilimenti industri,ali va,rii, a fa,hbdclie ed officine cli 0ostru½fo,ne ·e di riparazione di macchine, di a,utomobili e di aeroplani, a campi cli aviazione ece. ecc .. P er la.' parte pratica gli a,llievi erano esercitati in la,boratorio. La halisti.ca esterna veniva, svolta, agli ufficiali-allievi d' ar tiglieria del 1° anno di Corso. Le lezioni orali erano ·s ussidiate da n nmerose a,ppli.car,ioni numeriche e da, t;emi. svolti in scuola: ptw completare la parte teorica e per controllare i risultati ottenuti dagli allievi. nelle applicazioni numeriche da essi sv,olte, al campo di Ciriè si esegui vano alcu ne esperienr,e prelimin ari per la costruzione cli. 'l'avole di tiro, e per tali esperieur,e gli allievi si impratichivano nell'impiego del cronografo ed imparavano ~ rilevare i risulta,ti del ·tfro mediante la camera oscura. Le nozioni di P.ortificazione permanente erano impartite agli -
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L"ig. 508 - Scuola cl' Applicazione cl' Artiglieria e Genio Piazza Venezia (fotografiit anno 1914).
La spianata verso
I
F ig . 539 - Scuola d'Applicazione d 'Art iglieria e Genio Piazza Venezia (fotografia, mrno l!Jl4).
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La spianata verso
L'INSECN A11CID~'l.'O OièLLA FOH'fi F'IC1\ZI0XE
ufficiali-allievi d'artiglieria del 1° anno cli Corso, ed in proporzioni ridotte anche agli u fficiali d'artiglicrja. del Corso Complementare. L'in.segnamento veniva complctn,to da visite ad alcune
l!'ig. 5-!0 - Scuola d 'Appllca~ionc cl'Artiglieria e Genio Via Cou fl emm (fol·ografia ::rnno JJ)l4).
La, spianata verso
fortificazioni moderne : gli allievi del Corso Complementare eseguiva.no tali visite durante l'anno ad opere della frontiera occidentale; imece gli. allievi dei ('orsi orrlirntri durante il viaggio -
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SCL'"OLE D'ARTIGLIERIA
1870-J.914 -
SCUOLA APPLIC.
ARTIGI,. E
GrnNlO
d'istruzione compievano visite ad opere d,e lla frontiera, ·OCci· dentale e ad ,opere 'di fortificazioni costiere. L'insegnamento della Geometria .pratica agli Ufficiali d'ar tiglieria del 2° anno di Corso veniva svolto in duplice modo e cioè con lezioni orali impartite durante l'anno e sussidiate da esercitazioni pratiche eseguite sul terreno della guarnigione, non-· chè con esercitazfoni effettuate durante la permanenza al campo e intese ad abi.litare gli allievi al rilevamento celerimetrico del terreno ed alla risoluzi,one pratica di problemi geometrici. L'insegna.mento dell'Impiego dell'artiglieria era e sarà sempre di un:L importanza capitale ecl essenziale per Fu:ffida,le d'artiglieria : si spiega quindi come ad esso fosse :fatta la più larga parte e come ad irnpartirlo agli allievi venissero successiva.men te chiamati gli ufficiali più distinti, più quota.ti e più colti. dE:11' Arma nostra. Tale insegllamento era svolto agli ufficiali-a.nievi d'artiglieria del 2° anno di Oorso; in misura, ridotta ed in for ma, più adatta alla diversa loro cognra esso veniva anche impartito a.gli allievi del Corso Complementare. Scopo del Cor so era quello di coordinare ed integrare i varii insegnamenti e le diver·se istruzioni di artiglieria, svo1 ti tanto negli anni cli corso clell' .Accad-emfa militare <p;a,nto della Scuola d'applicazione, fondendoli con quelle specifLli nozioni di particolare cara,t_tere tattico delJ' Arma, per riuscire a dare ad un 11fficia.Je inferiore e specialmente ad un stlbaJterno un digesto sintetico ed ordinato di tutto ciò cbe esso .doveva sapere pel' espletare il suo compito nelle varie contingenze della guerra e nei varii momenti della, battaglia,, all'intento di. poter tra.ne H massimo rendi.mento dai materiali, dalle armi e dalle munizioni di cui di::;pone. L'insegnamento teol'ico era completato da alcuni temi svolti in scuola, e durante il campo veniva altresì integrato da una istruzione tattic;a appli.cn.ta, aJ terreno ·ed alla, quale si dava for ma di manovra. L'i11<segnamento speciale cli Materiale d'artiglieria era, im partito agli. ufnciali-allievi del Corso Complementare con lo sco po di far loro conoscere, oltre i principali materiali regolamentari delle va.rie specialità dell'Arma, a.nche i princif,ii generali sul materiale d'artiglieria : il programma cli insegnamento era
r/INSEGN.1Ml~::S:'1'0 DEL
MATERIALE
o' Al.l'J:IGLIERIA
in gran parte simile a quello ·che veniva svolto nel 3° anno di O-Orso df:;11' Accademia militare. Come fu p1·ecedent~mente indicato il Corso di Materiale d'artiglieria, esclusivamente riservat<> agli allievi d'artiglieria dei Corsi regolari ordinari, componevasi di due Parti. La parte 1• veni va svolta agli ufficiali-allievi d' a.rtiglieria del 1° Corso ed aveva lo scopo essenziale di far loro conoscere le proprietà generali ed il funzionamento dei va,r i meccanismi dei materiali in uso presso l'artiglieria italiana, e le lezioni orali erano sussidiate da lezioni cli disegno. L'insegnamento pratico era completato con visite all'Arsenale di costruzione ed all'Officina di costruzione di artiglieria in ':torino, e durante il viaggio d 'istrnzione con visite aHe artiglierie di fortificazioni terrestri e costiere, in installa-zioni -ordina.rie ed in installa,zioni spe ciali. La parte 2" era svolta agli ufficiali d'artiglieria del 2° anno di Corso reg,o lare ordinari:o. Essa era pertanto limitata a qua,nto strettamente necessa,rio perchè gli ufficiali-allievi potessero razionalmente applicare le teorie cli termo -dinamica e di resisten7,a dei materiali al caso pratico speciaJe <"lelle artiglierie, formandosi un esatto concetto delle possibilità di servizio e di funzionamento di esse. L'insegnamen to era completato da f:Llcuni temi .svolti in scuola con esercizi di applicazioni numeriche. L'insegnamento di Materie esplosive era impartito agli u:fficiali-a1lievi del 1° anno cli Corso e del Corso Complementare, con lo .scopo di far conoscere le proprietà degli esplosivi in generale e quelle particola,ri a ciascun esplosivo, nonchè i principii della teoria dell'esplosione: quest'ultima parte dell'insegnamento veniva però svolta matematicamente soltanto agli ufficiali allievi del Corso ordinario. L'insegnamento deJla MeccaniCfL a.pplicata era svolto agli ufficiali-allievi ordinari delle due Armi nei due anni di Corso e .-~on un unico programma. Le lezioni orali erano sus·s idiate da temi svolti in scuola e da numerose applicazioni numeriche . tendenti a sviluppare negli allievi un giusto criterio pratico; e l'insegnamento veniv1:L poi integrato dura,nte lo svolgersi. del Corso ed a.onche poi dura,nte il viaggio d.'istruzione, con visite acl impianti, officine, arsenali, stabilimenti, na-vi, ecc. ecc. 55
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I Pian() A .Scel::Jne del Comando 8 Scala al/~ scuole
1 Uff. Com.1' o'/ 2 8 S (1;:co/0 Uffù·,;;I/
C SC'ela a9/iarres/; O $ala dilla .·ucmcJ eallog;1 [ Scela ,/e/ Profèss 7r/ 1 Orh,90,10
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Fig. 541
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Pianta 'dei locali della Scuola cl' Applicazione d'Artiglieria e Genio (fotografia anno 1914).
I:"\":',J.;Gl\.-\)!E:XTO TEOilfCO PlU'l' ICO DI FOTOGRAFIA
Come materia, facoltativa v<~niva poi impartito un insegnamento> in parte teorico ed in pai-te pratico, per abilitare a, tutte le ·operazioni inerenti a1P Arte fotograiìca . Ta,le materia, non costitnfra un vero e proprio regolare insegnamento, ma bensì oggetto cli una serie di eserci tazioni facenti parte delle istruzioni pratiche: è doveroso ad ·ogni modo cli parlarne e per l'im · por tanza. grandissima che ai fini miJitari vem1e subito ad acquista.re la fotogr-afia, ed .a nche poi pcrch<; le predette esercitazioni venivano partieolarm.ente curate e perciò ttceompagnate ed illustrate da numerose istruzioni e spiegazioni a, base teorica e con fondamento scientifico.
/ / Pi"ano .8 Sct1/a alle .S<'c,o/e
C ScsltJ ayl/ arresi/ D Sc<Jlaagl,allo.9.!7,' J P'assa:7310
2 Aula Ì'/!'.9 3 Av/u/'/!'8 --i S cwÒls le/ e9n:Jt:ca S L oc,ali r'"r 31/arresl", 6 · Ul'l'/c, det' R-ofè.s.sor/ 1 li', iiJ' // IJ Lairine
po.s
9 Allog(p r.1/'j"/c,àlt'
]'ig. 51-2 - P ianta dei locali della Scuola d 'Applicmr.ione cl' Artiglieria e Genio (fotografia anno 10J4) .
L'insegnamento, essenzialmente pr:atico era preceduto dallo svolgimento di alcuue nozioni teoriche e ''<·miva impartit,o agli uffieiali-allicvi d'artiglieria, del 1° anno cli Corso, allo scopo di far loro eonosccre i principi.i fonda.mentali della fotografi.a, ed abituarli all'<~secuzione di. fotografie di diverse specie (istantanee, a posa,7 riproduzione di disegni e documenti> ecc. ecc.), allo sviluppo, ai diversi modi cli stampa,, al ritocco e correzione di difetti delle negati.ve\ acl ingranclimen ti, ccc. ecc. ; insomma a quanto può tornare util(~ all'ufficiale in eampagna. -
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SCUOLE D, AR1'IGLl@IA
1870-1914 -
SCUOLA APPUC .
AR'.1.'IG_L .
E
GENIO
Per ·gli allievi che dimostravano maggiore predisposizione, spiccata passione e quindi pratici e buoni risultati, tali esercitazioni erano continuate ·anche al campo ed al viaggio d'istruzione. La Scuola aveva perciò un gabinetto fotografico che, indipendentemente dall'inseg-nameuto, serviva anche per l'esecu · zione di tutti i lavori fotografi.ci che potevano occorrere alla Scuola: gli allievi erano autorizzati a far uso èli macchi.ne di loro proprietà, impiegando materie prime fornite dalla Scuola. Come per la fotografia,, gli ufficiali-allievi d'r1rtiglieria venivano istruiti sulla Ippologia, la quale non era materia di in segna.mento propl'iamente detto, ma fac:Bva parte delle istru zioni pratiche. Tali istruzioni si sv-olgevano nel 2° anno di Corso con una serie di lezioni teorico-pratiche allo scopo di far conoscere il cavallo nella sua struttura esterna ed interna., nei suoi atteggianrnntL nelle sue andature, nelle sue razze, nelle sue malattie, nei difetti e nelle cnre -necessarie, e sovra-tutto nei requisiti richiesti al cavallo milita.re.
Parallelamente agli insegnamenti scientifici si impartiva agli ufficia.li-allievi un insegnamento pratico snlle Istrnzioni teo rico-pratiche e sui Regolamenti sia generali che speciali del1' Arma. Alla Scuo]a d'applicazione si da;va molta importall½,l a que · sto ramo di insegnamento, perchè esso costituiva la base della prepara.zione· professionale al disimpegno dei compiti degli uffi. ciali subali:c~rni nelle varie .specialità deU' Arma, e da.va sovratutto a:ffi.d amento che essi potessero poi espletare co11' buon ren dimento ]e mansioni di istrnttori della truppa. Al t<~rmint~ di. c:ia~cnn gruppo di Istruzioni a,ffini, durante l'anno gli 11llìcia.li-alliev.i venivano sottoposti a,d un interrogat ori.o generale fatto dal loro c:oma,ncl ante di sezione ed istruttore in presenza del Direttore delle I struzioni pratiche dell'Arma e del Comandante clelln Scuola; per t ale interrogatorio veniva. assegnata all'a,l lievo una puntazione di merito che, unitamente alle puntazi.oni avu te dal p1·oprio comancla-nk di sezione nelle -
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ISTRUZIONI PRATICIIIU
istruzioni ed esercitazioni parziali, concorreva a formare la media annnale di punt,a,,1,ionc per le I struz;ioni militari, da computarsi per costituire il prn1to caratteristico cli classificazione per l'anz;ianità definitiva di grado. L' insufficienza della predetta media annuale e1·a motivo di inidoneità per cui, all'epoca degli esami cli riparazione, l'allievo era obbli gato a sostenere un nuovo interrogatori.o generale snl gruppo delle Istruzioni teorico-pratiche in cui era stato giudicato deficiente duran te l'anno scolastico. I'er qua nto riguarda i criteri. informativi delle I strm~ioni impartite agli ni'fkiali-allievi d' Artigliel'ia, l'insegnamento pratico si distingueva nelle seguenti parti: Equitazione - Scbcr · ma - Istrur.ioni speciali dell' A,rma - I ppologia - Fotografia - ~relefonia e telegra,fia, <)ttica - Mezzi meccanici di trazio11c. I'er quanto_ ba tratto all'Equitazione devesi rilevare che h~ sua importanza era sempre andu.ta crescendo sicchè ad essa era stato dato uno sviluppo sempre maggiore che da qualche anno erasi poi accentuato anc.h e per l'attuata, costituzione del Repin·· to palafreniei-i d'artiglieria allo.. diretta dipendenza della Scuola: tutto ciò era essenzialmente dovuto alla competenza, all'inte1·essamento ed alla solel'zia del maggiore d'artiglierfa Enri co Brunati, che dal 1903 al 1912 aveva, avuLo l'incarico della, Dhczione dell'istruzione n, cavallo presso la Scnoln, d'applicazion e e l'Accademia militare, e che viene qui doverosa,mente ricordato come uno dei più bl'illanti e completi ufficiali d' artiglieria di quell'epoca. Enrico B1·unati appartenen te a nobile famiglia piemontese era nato a Milano nel 1863 e superati brillantemente i Co1'si di studio dell' A.ccademh1: militare era stato promosso sottotenente d'artiglieria nell'aprile 1881: egli apparteneva ed aveva, degnamente :figura,Lo in quel Corso del quale facevano parte Stefano Lombardi, Giuseppe Regazzi, Antonino Oa,scino, F rancesco Bcrtolini, Armando Diaz, Guido BasRi, Domenico Angb erà, Vittorio Bottego, Giacinto Ferrero, Francesco Camicia, Edoardo Scuti ed altri ancora che nelle varie specialità dell'Arma e nei più alti <J-Omandi dell'Esercito, in pace ed in guerra, si affor· ma,rono in modo indimenticabile. Enrico Brunati, ·uperati i Corsi della Scuola d'applicazio-
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SCUOLID D, AR'l'IGL lERIA
1870-1914 -
SCUOJ,A APPL[C .
ARTlGL .
1,;
GEÌ'.\IO
ne, dopo una prirna breve destinar.ione al 17° reggimento artiglieria cla for tezza, oome tenente pa::-sò nel J S84 alle batterie a, cavallo dell'8° i-eggimento ,e~ promo·sso cnpirn no 11cl 1890 fu destinato al 13° artiglieria ll a campagna.
F ig . 51;; - J\:[nggiore d 'Artigliei:in Emico Drunati.
Alto, asciutto, leggero e di porta.mento altamente stilhr.ato, Enrico Brunat i era favorito da un fisico eccezi.ona le ' pe1.' l'eq uitazione e difatti egli si affermò ben presto nelle competizioni ippiche confermando con parecchie vittode la fama, di cavaliere completo . Ancora capitano nel 1894 il Duca d' Aosta lo vuole suo uffi ciale d'ordinanza, ed è i n questa sua carica clrn egli incoraggiato e prediletto dall' Augusto Prineipe ha la possibilità cli proporre, svolgere ed applicare tutti quei provved imenti e quelle iniziative dovute alla sna competenza in materia . -
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\ r/rsTnUZIO:\"E DI EQUIT.-\ ZI0NI1
. Ultima-to il .quadriennio di servizio presso il Duca d'Aosta, nel 1898 Enrico Brunati viene nuovamente destinato al 5° reggimento artiglieria, nel 1901 è trasferito al 13°, e nel 1903, sempre a,ncora capitano è d<~stinato alla . Scuola d'applica.zione d'arti glieria e genio in qualità di Direttore dell'istruzione a cavall<). N-el 1905 viene promosso maggiore e con tale grado rimane alla Scuola fino alla fine del Ulll : promosso tenente colonnello passa al 23° reggimento da campagna e quivi rimane fino allo scopJ)iare della grande guerra. Fin dal 1914 egli aveva avuto dei disturbi cardiaci, e pertanto chiese ed ottcn11e di andare al fron te, ove in qualità di ispettore ippico rimase :fino al 191'7: nell'ottobre dovette entrare all'ospedale e quindi, malgrado le cure, dovette soccombere nella primavera del 1919. L'opera svolta da Enrico Bruna-ti alla Scuol-a d'applicazione d'artiglieria e genio non può tanto facilmente e tanto brevemente essere riassunta qui; brusti dire che all'equita,7,ione egli diede un indirizzo speciale e moderno, frutto del suo studio, della sua pratica e del suo grande senso cavalleri.s tico : riuscì a dotare l'Istituto di cavalli. proprii, e, sottraendosi al materiale di seconda e terza mano :fino allora fornitogli a.a gli altri Corpi, ottenne di poterJ:ii recare in Irlanda ad acquistarvi una cinquantina di cavalli per anno, sì da rinnovare tutto il materia.le uomini, quadrupedi e cose - pri ma che la promozione lo tra-sferisse altr,ove. Si. può ben dire che Enrioo Brunati lasciò la ScuoJa con vero e vivo rimpianto di quanti lo apprezzarono per le sue qua1ità squisite, per la sua competen7,a professionale e per aver saputo radicalmente innovare in materia ippica senza pro vocare comunque nè scosse, nè urti, nè sbalzi e neppure le critiche dei misoneisti irreducibili : Enrico Brunati av-eYa << la mano)) non soltanto per i cavalli, ma anche per gli uomini. A succedere al compianto e benemerito maggioro Enrico Brunati venne ·chiamato come direttore dell'istruzione a cavallo della Scuola d'applicazione e della R. Accademia militare l'allora capitano Emilio Gamerra, il quale oltre ad essere stato allievo, già aveva appartenuto alla Scuola per oltre un quinquennio dal 1905 al 1910 come istruttore di equita,zione e come insegnante-aggiunto di Impiego d'artiglierfa. -
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SCUOL0 D, AR'l'IGLIERIA
1870-1.914 -
SCUOLA Af'PLIC.
ARTIGL.
E GENlO
Il capitano Bmilio Gamerra, :figlio del valoroso maggiore di fanteria Giovanni comandante di uno dei battaglioni indigeni della colonna Albertone alla battaglia di Adua, fin da allievo aveva dimostrato di possedere la completezza di quelle disposizioni e di qnelle qualità fisiche ed intellettuali che dovrebbero formare · sempre il pa,trimonio fÒndamentale degli. ufficiali, e
Fig. 044 - Colonnello d'Art. Emilio Garnerra
pertanto mentre dopo pochi anni dacchè ne era uscito veniva chiamato come istruttore e come insegnante, egli fu unanimemente ritenuto il più degno a prendere la successi.one di Emico Brunati, successione indubbiamente non facile sovratutto per i confronti di paragone che inevitabilmente sarebbero stati fatti da allievi, da superiori diretti e daUe autorità centrrtlL A conferma di quanto detto, allo scoppio della gra,nde guer· ra neì 1915 egli fu trasferito in aviazione per costituire una squa-
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I COLO.NNIJ:LLI BRUNATI E GAMERR.-\
driglia d'artiglieria, e per ben due anni assolvendo con pien,L ~oddisfazione gli incarichi pericolosi e difficili per · ciò affidatigli, pervenne al comando di areonautica d'armata. Rientrato in artiglieria nel 1917, comandò l'artiglieria di una divisione, e come già suo padre in Africa catturato dal nemico, fu fatto prigioniero nella battaglia, dell'autunno. · Nel dopoguerra dopo di avere suc<:essivamente comandato il 3° reggimento artiglieria da campagna e poi la Scuola Centrale d'artiglieria, il 1° luglio 1928 fu nominato comandante cl.ella Scuola d'applicazione: tenne questo comando per oltre quattro anni e quindi promosso generale comandò per un anno i due Istituti. Comandante dell'artiglieria del Corpo cl' Armata di Napoli, e quindi Direttore generale cli artiglieria al Mini.stero, e poscia promosso generale di divisione comandante della prima Divisione celere, venne nominato primo aiutante di campo di S. A. R. il Principe di Piemonte consegnendo la promozione a genera.le cli Corpo d'Armata.
L'addestramento dei eavalli · e l'istrnzione ippica erano eseguiti per opera di ufficiali d'arti.glieria i qua,li a,veva.no frequentato con ·successo il Corso speciale di S-Otto-istruttore presso la Scuola di applicazione di cavalleria in Pinerolo. La, direzione di ogni speciale istruzione era affidata ad un ufficiale superiore o capitano. Larga parte veniva data, all'equitazione di campagna con applica,zione al servizio di esplorazione e di ricognizione per l'artiglieri.a. Dai mi.g liori allievi del 2° anno cli Corso si ·compieva pure l'addestramento dei cavalli delle giovani rimonte speciali de~tinate alla Scuola d'applicazione. Per turno, i sottotenenti d'artiglieria del 2° anno di Corso e del Corso complementare prendevano anche parte alle cacce a cavallo indette dalla competente Società di 'l'orino, alla quale era regolarmente iscritta anche la Scuola d'applicazione. I cavalli per l'isti·uzione dei ..sottotenenti-allievi venivano esclusivamente forniti dal reparto palafrenieri d'a,r tiglieria del-
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U'lg: 545 - Le pr ove fi 1Ìa li aell'equitazione di ca mpagna . (Gen. Lang -
Gen. E scar èl -
Magg. 13runati) .
LE ISTRUZIONI ALLA
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SPIAN'A'J:A »
l'Istituto e per lo svolgimento dell'istruzione erario a, disposizione della Scuola : tre maneggi coperti ,(Spianata, Caserma Carlo Emanuele, Caserma Cavalli); due grandi maneggi scoperti (Spianata, Caserma Carlo Emanuele); e dtH~ campi ostacoli (Sassi, Amoretti). Al termine del 2° anno di corso gli allievi erano sottoposti ad un esperimento al quale erano invitate le principa,li autorità militari della guarnigione: ai migliori classificati venivano assegnate a.Jenne medaglie d'oro, d'arp;ento e di bronzo, a titolo di premio.
Da un corpo di nu1Pstri di scherma civili e militari e sotto la direzione di un ufficiale ·snperior<~ cl.ella Scuola c-0adiuvato da un capitano veniva anche impartito un insegnamento di Scherma avente per scopo cli perfezionare gli uffi.ciali-allievi tanto nella scherma di spada come in quella dì sciabola,. Al termine del 2° anno di Corso fra gli ufficiali-allievi meglio classificati aveva luog,o una gara di scherma tanto di spada quanto di scia,bola, ·alla ·quale erano invitate le principali autol'ità;-militaTi - d-eUa.guarnigione, e ai vincitori venivano assegmLte alcune medaglie di premio. Come già fu eletto, particolarissima irnportan?.a veniva data a Ue Istruzioni speciali dell' A.rma. L'insegnamento av<~va per soopo di dotare gli ufficiali-allievi di. un patrimonio di cogni.zioni mediante le quali, giunti in un reggimento di qualunque specialità, fosse poi loro possibile di perfo,donare in breve tempo la loro coltura professionale, e di rispondere allé mansioni ed alle esigenze di istruttori della trnppa. Po~chè gli allievi venivano suddi.visi in sezioni, le istruzioni venivano di massima impartite per se:,;i.one, <' dal rii:;p<~ttivo comandante di sezione. Fatta eccezione per poche istruzioni, di carattere esse1rnialmente teorico e che quindi venivano svolte nelle aule di scuola, tutte le altre avevano generalmente luogo alla Spianata. Durante la buona, ·stagione esse erano snssicliate con istru7.,ioni esterne nei dintorni della città, cDnsistenti : nella lettura -
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:-WI JOLJ1; 1J AHTIGLl!J:illA
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SCIJO LA Al'l'LIC.
AH'.L'IGL.
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GJ<J1'I0
ed impiego delle carte to1:>ografiche; nell'esecuzione di schizzi panoramici, itinerari, ricogni½io11i e rilievi topografi.ci a vista oon sc-0po tattico; con applicazione al teueno dell'istruzione sulla preparazione del tiro d'assedio e della guerra da fortezza; con esplorazione tattica e tecnica del teneno; e.on esercitazioni pratiche iml condurre e con istruzioni tattiche e di manovra coi pezzi attaccati. Tu tte le varie istruzioni trovavano il loro completamento al campo e dura.nte il viaggio d'istruzione. Le istruzioni erano svolte con carattere esserndalmente pratico ed applicativo impiegando sempre i materiali relativi, ed esercita,nclo l'ealmente gli ufliciali-aUicvi non soltanto quali istruttori, ma anche a disimpegnare mater-i.almente le mansioni di graduati di truppa, di conducenti e di ser·venti attorno ai pezzi. Al termine dell'anno scolastico aveva luogo per tutti gli nfficiali-allievi cli ciascun auno di Corso il tiro colla pistola, susseguito da una gara svolta secondo le prescrizioni regolamen tari, e Ri vincitori della, gara venivano ai;:lsegnate alcune medagli.e di premio. Agli allie,·i. veniva no distribuite le pl"incipali pubblicazioni regolamentari di ciascuna specialità dcli' Arma. I ca.valli tanto cla tiro quanto cla sella, occo1'renti per le e ercitazioni esterne, erano forniti dal reparto palafrenieri della Scuola. Per lo svolgimento di t utte le predette Istru7,ioni erano a disposizione alla Spianata tutte le varie speci~ e i diversi tipi di artiglierie, gli aceessori, .attrezzi e strumenti occorrenti per il servizio, puntarnen to e tiro delle artiglierie stesse. Il terreno della Spianata era orgaiiizzato in modo da rappresentare una batteria installata in un'opera di fortificazione, nua batteria, da costa con relativo casotto telemetrico:, una, parte della Spianata era poi sistemata. così cla permettere le manopere di forza per armare una casa.matta e per fare brevi esercizH di traino ai grosse artiglierie lungo rampe inclinate . Anche all'insegnamento dell a Telefonia e Telegrafia ottica veniva dato -particolare importanza. L'istruzione, svolta agli ufficiali-allievi clel 2° anno di Corso dall'insegnante di Applicazioni elettriche e scientifiche, aveva carattere teorico -pratìco in modo cla far loro conoscere tntti gli apparati telefonici in ~
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ESl.i:RC.l'l'Ml!ONI AL
CA:\1PO
uso nell'Esercito per impianti permanenti e da campo, gli attrezzi ed accessori relativi, le norme per i varii tipi cli impianti ù le loro applicazioni varie. Venivano pure descritti nella loro costituzione e nel loro impiego i varii apparecchi in uso per la telegrafia ottica. Tale istruzione trovava, il su-0 completamento al campo, dur-ante il quale gli u1_ficiali-allievi esegnivano gli impianti e l'esercizio delle linee telefonkhe volanti , necessarie per il tiro. Nel primo deeennio <li qnesto secolo venne impartito alla Scuola- anche un insegnamento teorico-pratico concernente i Mezzi meecanici di trazione . Tale insegnamento era però impartito soltanto a d nn cBrto n nmero di ufficiali-allievi dei aue an . ni di corso, scelti fra quelli che possedevano ma,ggiore predisposizione naturale ed i migliori requisiti per affidare di una buona riuscita. La, direzione di tale insegnamento era data ad un ufficiale superiore della Scuola, e ta.nto per la parte teorica quanto per quella pratica era svolto da un ufficiale patentato del 6° reggimento genio coadiuvato da qualche ufficiale del personale permanente della Scuola, particolarmente qualificato in materia. Le lezioni, tanto teoriche quanto pratiche, avevano generalrncmte luogo nei gior-ni festivi.
A completare la predetta rapida esposi,r,i.o ne dell'attività della Scuola nel campo <lell'insegnamento scientifico e pratico, daremo qui alcuni cenni r eh~tivi alle « Esercitazioni al campo )) ed al « Viaggio d'istruzione )). Le esercitazioni al campo per gli ufficiali-allievi del 1° anno di Corso, si svolgevano normalmente al Campo di San Maurizio, ultimate le sessioni di esame, a completamento delle istruzioni pratiche impu,r tHe alla Scuola durante l 'anno scolastico, e ciò allo s<.;opo di renderli al più presto idonei al servizio presso i reggimenti. Delle esercitazioni. stesse avevano l'alta direzione i Direttori delle istruzioni pratiche (comandanti rispettivamente dei com plessi cl elle sezioni della rispettiva Arma), i quali si valevano dell'opera dei vari.i comandanti di sezione e cli qualche insegnan -
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SCUOLEJ D' AUTIGLIEUJA
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SCUOLA APPLIC.
AR'l'IG L.
ls GENIO
te titolare ed aggiunto, designati dal comandante delln, Scuola. Ad affermare l'importanza ·c1elle istruzioni pratiche cli campagna ed a spingere gli ufficiali-allievi a ritrarne il massimo uti le, al termine del campo veniva a dascuno di essi as·segnato uu punto. Detto punto faceYa media con quello del viaggio d'istruzion~, e tale punto medio veniva computato, con a,deguato coefficiente, nella costituzione del punto car::Ltkristico di classificazione cli ·ogni. allievo all'uscita della Scnola, cla,ssi.6.cazione che determinava. il posto di anzianità relativa dei sottotenenti-allievi all'atto cldh loro promozione a tenente~. Per i sottotenenti-allievi d'artiglieria le esercitazioni al campo rwevano per scopo : - cli ahilital'li nell'impiego dei materi.ali e nel tiro delle artiglierie da campagna, d'as.sedio e dn, difesa in campo aperto, facendo loro disimpegnare, tanto durante il tiro quanto in e·se1·citazioni tattiche, le fnnzioni di conducenti; serventi, graduati e coma,nclanti di sezione; - cli pçrfezionarli nell'equitazione cli eampagna e nel servizio di esplorazione cl 'artiglieria; - di far loro conoscere alcune speciali istruzioni che, per deficienza di mezzi adatti non era possibile di. impartire complet31:mente in guarnigione; - di far loro conoscere praticamente i.I servizio interno di batteria nonchè le attri.bnzioni dell'nffi.dale subalterno. Per l'attuazione pratica di tali esercitazioni/ normalmente venivano me$si a di8posizione dei Direttori delle istruzioni prati.che, oltre ai p(~rso1u1-1i della Scuola che fos,sero necessari, al· tresì: - un deposito laborato1·io della Direzione d'artiglieria, bocche da fuoco di medio calibro, bersagli e materiali diversi; - munizioni dei varii ca.Libri per l'esecuzione dei ti.ri; - 2 batterie da campagna in formazione speciale; 2 compagnie da fortezza, nonchè dei reparti d'artiglieria pesante campale e da montag11a; - e successivamente per qualche giorno dei reparti delle varie specia1ità del genio.
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IL VJM1GTO 0 ·'1 S'l'Tn; z10ì'.E
Il viaggio èFistruzione aveva luogo generalmente al termine del 2° anno di corso per gli ufficiali-allievi delle due Armi e sec,ond,o un itìnerario comp1·endente essenzialmente alcune delle moderne piazzeforti di terra di confì.ne 1 nonchè le viciniori piazze costiere. Per gli u:fficiali-allicvi d'artigli.eria lo scopo del viaggio po teva cosi ria-s sumersi: - far conor,c<~re qualche tratto della nostra frontiera ed il modo col quale esso l~l'a stato organizr,ato a difesa ; - far loro veclerc la, pratica applicazione al terreno dei principii essenziali di fortificar,ione permanente studiati durante l'insegnamento teorico dell'anno scolastico; - far prendere eonoscenza degli speciali materiali d'artiglieria costituenti l'armamento delle piazr,eforti terrestri e marittime, materiali non esistenti alla Scuola o non disponibili al Campo; - Jar loro compiere aleuni esercìzi pratici. di tiro su bersagli reali in terre110 ordinario, e abilitarli all'impieg,o cli telemetri e di telegoniometri da campo facendo loro conoscere quei tipi cli ist rnmenti che non esistevano alla Scuola,; - farli infine assistere : a tiri di batteria, ed a tiri di grup· po delle artiglierie da costa; a tiri cli gruppo delle artiglierie della difesa terrestre con applicazione dei documenti inerenti al tiro preparato; ad esercitazioni di traino e di trasporto in montagna di artiglierie di medio calibro; ad alcuni tiri a mare della R. . 1\1,irina a bordo di una R . Na;ve; - far loro visi.tare akuni fra, i principali Stabilimenti della R. Mal'ina. -<111:11.i haJip~clii, ars<~nali, cantieri, silurifici, p-olveriere, ecc. ecc .. Al termine del viaggio tutti gli ufficiali-allievi dovevano presentare l'apposito taccuino di. appunti cla essi annotati per le cose di maggior rilievo, accompagnandolo con un album di :-:.chfazi eseguiti durante le varie visite. Tenendo conto di qneste relazioni illustrate e dell'interes samento dimostrato dnrank tutto i.l viaggio, ad ogni sottotenente allievo veniva HS$egnato un punto di m<~rito, il quale, come già si di:..se, facenJ-o media col punto d<~l Campo, concorreva mediante speeiale eoefficiente, alla formazione del punto carat. . :. . S63 -
SCUOLlli D'ARTIGLIERIA
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SCUOLA APP LIC .
AR'.rIGL.
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GE~lO
teristic-0 sul quafo per ciascuna delle due Armi si basava la classificazione e l 'anzianità relativa di ogni ufficiale-allievo all'atto della, promo1,ione al grado di tenente.
Il serv1z10 interno della Scuola era regolato dalle seguenti di,sposizioni principali.. A.) -
S CO PO g I>Il'ENDENZA DELLA SCDOLA :
a) - completare sia l'educazione militare che quella tecnico-scienti.fica, e sviluppare la coltura professionale dei sotto{enen ti-allievi tanto se provenienti dall'Accademia militare, quanto se avevano conseguito tale grado in virtù di apposite leggi; b) - completare l 'educazione militare, la coltura, militare e sviluppare la coltura professionale degli allievi provenienti dalla Scuola militare o dagli ufficiali di complemento ammessi al Co1i·so complementare; e) - perfezionare in alcune istruzioni pratiche gli ufficiali di compleme11to aspiranti a subire le prove per passa,r e effettivi, ed all' uopo amme:Ssi al Corso preparatorio per il quale le materie di insegnamento erano svolte presso l' Acca,demia mili· tare. Il corso di studii a,veva la durata di due anni per gli ufftciali-allievi di cui al comma a); di nove mesi per quelli di cui al com.ma b); era di durata variabile per gli ufficiali di comple- f mento dì cui al comma e) . B) .- PERSONALE ADDNrTO : il comando della Scuola dal 1897 era retto, come già si disse, da un colonnello comanda,nte in 2\ alle dirette dtpendenze del generale comandante l'Accademia militare e la Scuola d'applicazione. Il person ale permanente per la direzione, l'insegnamento, la, disciplina, l'istruzione militare ed il servizio, era tratto in massima dalle Armi d'artiglieria e genio. Qnalcbe insegnamento poteva anche eccezionalmente essere affidato a professori èivili. Il personale permanente era, così costit.u ito : -
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s1mvrz10 INTERN O ·E INSEG~A,\:CE!\Tl
a) - Ufficiali : corn,rnd,rnte in 2'' (colonndlo); ,1:tficiali 8tt· periori comandanti <l<~i due complessi dj sezioni allievi; nflkia: li insegnanti titolari ccl insèg11ant i aggiunti ; aiutànti maggi,o ri; comandanti cli · sezione ed istruttori; uffici.ali. medici; ufficiali vete1;inari; nffieia'Ji d'amministrazione; comanda.nt,e del reparto palafrenieri; eoman<l.ante del reparto truppa; b) - Pcn:onale insegnante ,civile : profes~ori civiH; maestri di scherma:; cJ - Personale civile d'ordine : applicati; d) - Truppa: reparto palafrenieri d'artiglieria; reparto truppa (graduati, operai elettrieisti, telegrafisti, piantoni, inservienti, atten denti); sottufficiali (tra cni anche ·maestri d'ar me).
C) - INS IOGNAi\lv;.NTO 'l'I.;CNICO m SCIEN'flf.' lCO : le materie di studio da svolgersi in ciascun anno di corso sono già state pre cedentemente indicate. La durat a delle lezioni vaeiava cla nn'ora ad un'ora e mezza ; quella delle lezioni di disegno da una a clu è ore, e l'insegnante poteva valersi di parte della lezione per in t~rrogare gli allievi. Gli nffieiali -allievi durante le lezioni orali dovevano prendere note ed appunti su quanto esposto dall'insegnante, ed in mas: sima di tutto quello ehe da lui veniva scritto o disegnato sulh1 lavagna. . T d.isegni dovevano t utti essere esegnit i esclusivamente nei lo-cali della Scuola e nelle ore sta,bilite, e per qualche specia,l e materia gli a11ievi dovevano ef'.:egnire a mano libera dei. diseglli in forma cli schir,zi da, farsi. su appositi quaderni ·Od album . Il p r·ofitto etl il vnrio gntdo di diligenza degli. uflìdali-allievi si riscontrava : a) - C·Oll iutenogazioni eseguite in ore di lezione, ed in ore specia.lmente· fissate per interrogatorii ; b) - con pi·ovc scritte e~egnit.~1 i.n ore cli lezione e<l in ore a tale uopo prestabilite. Le prorn scritte vcrtl'va no sn temi scelti dal Conwndante in 2• fra quelli propo:-ti (lnll'insegnùnte. Secondo la valentia dimostrata nel risp011dere agli in tenog;atorii o nello svolgere i t<•mi scritti., ve11iYano nssf!gnati ngìi. allievi dei pnnti <li merito 56
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SCUOLE O' AR'l'IGLTEUIA
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SCUOLA Al'l'LIC .
AltTI GL . E
GENIO
da O a 20, e in massiwa. per ogni anno scolastico e per ogni allievo si dovevano ctiettua,re uon meno di cinque puntazioni. Gli allievi che in ogni si11gola pu11 tazion e non conseguivano 10 punti erano ammoniti o timprovcrati; se recidivi, puniti più graYemente colle mo<.lalitù. sancite dal Regolamento di disciplina militare per il R. E sercito . Ogni anno di COl'SO si divideva in due peri-odi di egual du rata, alla fine q'og111rno clei quali si faceva la media parziale, tenendo conto per ogni materia di tu tti i punti, compresi quelli. cli disegno e delle pl'ovc scriLtc . La., rueùia delle clnc medi.e par1ziali ,c ostitniva l:1 media an11uale di ciascuna materia. Al termine del corso a eia cun allievo venivano inoltre assegnati due pun ti, un o per condotta, qualità morali cd attit udine mUital'e; l'altro per Je istruzioni pl'aticbe. P er gli. allievi elle col punto per la condotta, (Jualità morali e attitudine mili tare non ottenevano l'idoneità., la competente Commissione giudicatrice doveva compilare apposito verbale spicgatiYo. Al termine cli cinse.un anno scolasti co gli ufAciali-allievi ernno sottoposti alle prove cli esame nelle ma,terie stncliate dnrante l'anno. Erano esclusi dagli esami : gli u:fficiali-allieYi del 2° anno di corso p e1· i quali la media dei due pnnti p er condotta, qualità morali ed attitudine militare loro assegnati al termine dei dne anni cli corso non ragginngcsse 10/ 20: e quegli ufficiali-allievi del Corso complementat'e d'istruiione, ai quali. per ,le tr~ predette ca,usali fosse stato a,ssegnat.o un p un to inferiore n.i 10/20. Gli esami erano affidati ad una Commissione presieduta da S. E. il Comandante il 1° Corpo cl' Armata nominato /al Minii::tero della Guerra, ed erano dagli a.Jlicvi sosteunti cfavanti ad altrettante Sottocommissioni (una per ciascuna, materia), co111poste di 1111 ni1kiale superior e presiden te, e cli due membri elci (Jnali in massima uno solo apparteneva alla Scuola ed cm di i:-olito l'in segnante della materia. L'ordine secondo il quale gli allievi dovevano presentar si agli esami era designato clal1 ~L sorte. Se poi per qualche allievo si v€rificava una prolungata, assenza ch1lle lezioni, un 'apposita Commissione nominata dal Comandan te dei du e Ist ituti giu -
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Gf, I ESAMI
dica.va se l'ufficia1e-a,llievo poteva ritenersi o meno in grado di essere ammesso a sostenere gli esami. In caso negativo l'ufficialc.-a.llievo, •secondo le circostan7,e, poteva pi·escntarsi agli esa-· mi della, 2"' sessione od .a speciali sessioui straordinarie, od anche eventualmente essere . l'imanùato per gli esami al corso successivo. Gli esami vertevano sni programmi a,pprovarti da,l Ministero della Guerra e si svolgeva.no colle norme in e&si indicate : vi assisteva una, parte degli nftieiaJi-a.llievi del gr·uppo che çloveva sost.enere gli esami nella, stei:,sa giornata,, e ad ogni modo era prescritto che vi fossero pl'esenti almeno dne alli(~vi oltre l'e~aminando; potevano assistere agli esami nu che u:ffidali del ·personalè permaneute nonehè altri ufficiali-allievi, liberi dail ,servizio e che ne focesscl'o domanda. La, votazione era fat.ta, i11 due tempi : H primo per l'idoneità,, a maggioranui di voti, col rne,,,io di paIJine bia.nche e nere; la votazione del Reeondo tempo per l'assegnazione dd punto di merito, era fatta in base al riirnltato della, prima votar.,ione ecl al gi.udizio di ogrnrno degli f!Saminatori. L'esito della prima v-otazione veniva senz'altro notificato all'esaminato pri.ma di lasciarlo in libertà. Termi1rnti gli. esami, mediante i vari punti (annuali. e di esame), e valendosi dei relativi coefficienti, si faeeva la medi.a genera.le che costituiva il « pnnto cli classificazione>) cli ogni. ufnciale -allievo. Erano cHchiarati iclonei quelli che ~wevano riporta,to l'ido neità in tntte le prove. I/ nffkiale-allievo che nella prim/J, sessione di. esame n<m era risultato idoneo in qua,lcuna di esse, purchè il sno punto di classificazione non fosse inferiore ad 1111 punto prestabilito, veniva, ammesso agli efiarni di riparnzione della 2° sessione: se riusciva a superarli egli veniva classificato dopo i promossi. uei pr1mi esami; se invece non otteneva Ja puntazione prescritta dei 10/20, veniva senz'altro trasfoi-ito ad un . Corpo dell 'Arma, di appartenenza. A ch i era, per tale ragione mandato ai. Corpi. e non promosso era però accordato di. presentarsi. ad un secondo esame di riparazfone (3" sessione) alla finB dell'ann<> scolastico succes•sivo, pnrchè in suo confronto fosse stato favorevole il parere d~ll:1 Commissione d'avanza-
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SCUOLID D;Alt'.t.lGLIEHIA
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SCUOL,\ APPLTC .
ARTlGL .
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GliJNIO
mento del Corpo nel quale egli. era, stato manda,t o a, prestar &èrvizio. Se inveee l'ufliciale-allievo rimandato in qualche esame no1i era ammesso agli esami di riparazione a, causa del -punto cli classificazione insufticiente, egli veniva, egualmente trasferito all un COJ·po della propria Arma, mi1 <Seguiva le sorti dei provenient i dai sottu:ffi.ciali, sorti e;he seguiva pure l'nfilcia,le-allievo che non risultavtL i cloneo nella ga sessione cli esami alla quale fosse stato ammesso. I T../.ufficiale-allievo del 2° anno di corso non è:"limmesso itgli esami per de:ficienza del punto di condotta, qualità morali, ed atti.tudine milit are veniva, pariment i trasferito ad nn Oo1;po della propria Arma e poteva t~ssere annnes,so agli esami al tel'mine del successiv-o anno scolai;;tico, quando però avesse ri.portato parer<7, favorevole dalla Commissione d'a,vanzamento del Corpo nel qua,· le erà stato mandato. Veniv[L eosì in modo cletinitivo stabi.lito e sancito il princi pio per cui l'.ufficiale-allievo, immeritevole per una, qualsiasi causa cli essere promo,sso, a1rnicht'. passare nelle A.rmi cli U.nea rimaneva nella propria Arma segnenclo la ~orte dei provenienti clai s-o ttuflìdali: era per tal modo superi.tto ed abbandonato il vecchio sistema di passaggio alle Anni cli linea di coloro che per quakhe deficienza non erano gi.ndicati -ic1onei per le Armi dotte; vecehio siste.ma -che era stat o ripetut:amènte la.men tato e deplorato da chi voleva in esso vedere un provvedimento lesivo del rispetto dovuto alle .Armi di linea per le loro alte benemerenze di valore e di etoism-0. · Norme speciali regolavano la conces,sione di sessioni straor dinarie cli esami per queg1i ufficiali-allievi che da eause indipendenti dalla loro v'olontà fossero sta,t i impediti di fruire a tem.po debito di tutte o cli una delle sessioni di esami cui avevano diritto . Negli esami di riparazione aveva, luo~o la sola votazione di idoneità, e cioè non si procedeva alla puntazione di merito che avveniva invece per gli esam.inati delltL J: sessione. Gli ufficin,li-aHievi del 1° anno di Corso dic.biarati. idonei agli ·e sami e nelle varie puntazioni speciali era.no promossi al 2° Corso; quelli del 2° anno che avevano perciò ultimato l'iu .,,,,, trro eorso biennale venivano promossi tenenti.. -
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PUN'.l'O DI CLASSWICAZIONE
l)i sposizion.i analoghe a q11el lc~ f'.;·OJ)l'ù, specificate er an o stabilite per gli ufficiali -allievi del Corso Complementare cl'istrn1.ione. L'anzianiLà, 1·elativa dei . sottotenenU e;he Hl termine del 2° anno cli Corso conseguivano la promozione a tenente, era data clal « punto cli classificazione <lenniliva » all'uscita della Scnola. A formar e il predetto punto, previa Fappl:ie:azion c cli prestabiliti coefficienti, concorrevano i p nnti di cla~sificazione che ciascun ufficiale-allievo aveva ottenuto : a) all' uscita dal 3° Corso de.Il' Accademia, b) al passaggio ùal 1° al 2° anno della S cuola, o) al termi ne del 2° anno della Scnola, d) la media dei punti r iportati al te rruine Llel campo e del Yiaggfo tl'istl'll½iOlH~: Gli ufliciali-111lievi giu dicati non idonei agli esami della 1.. sessio11e clel Zo anno di corso della Scuola, venivano senz'altro classifica ti in eoda agli altri. Pel' gli nftìdnli-allievi del Corso com rilementa,re d'istruzione la cJnssificazione el'a iuvecc stabilità dalla media ùei punti ottenuti : o ) ttll'nsciL:1 della Scuoln milital'e, b) al termine del Cor so com plementare. D) - l NSl•XJNAlvIEN'f O P RNl.'ICO : gli scopi. cl.elle istruzioni pratiche ~ le modalità coHe quali esse venivano impartite i.n ciascun anno di corso p er gli um <:iali-allicvi d'artiglieria sono già stati specifi.cati ti-attanc.l o di tali insegnamenti. Gli nfficiali-allie,i d111·aute lo sviluppo delle istruzioni pratiche venivano di tanto in tanto chiamati. a ripetere quanto loro era stato inscgBato ,oppure a,cl esplical'e vera e propria a zio ne di istruttori: per tal modo p oteva essere apprezzata la loro a bilità di comando ed il profi tto ricaYato dall'istru zione. L'u:fficiale istruttore, finito il periodo concesso per ciascuna istruzione, asseg-nava agli allievi della propria sezione nn punto cli merito tenendo conto delle varie risposte nonchè dell'attitudine e dell 'interessamento complessivamente dimostrati da ciascn n ufficiale -allieYo. La media cli questi punti, insieme a quelli assegnati pe1· l'equitazione e per la sc.hcrma, costituiva
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SG9 -
SCUOL8 D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
ART!GL . E
GEKIO
il « punto d'istruzione)), il quale concorreva i:~ formare il punto di cla~sificazione annuale cfoll'ufficiale-allievo. E) -
0RD1NAì.\H;KTO,
nonmI
m
DISCIPLI NA DEGLI tJli'I!'ICIALI·
per la disc:i.plina e per le istruzioni pri,Lt iche· gli allievi eil'a,no ordinati in e< Sezioni >> formate con u:fficiaJi-allievi della stessa Arma e del medcsi.mo anno di corso. Quando -gli allievi di nn anno di Cor~o erano molto numerosi, per le lezioni e per gli interrogatol'ii potevano essere divisi in Gruppi. Come già. fu accennato, nn uffi eialc superiore di ognuna delle du,e Armi ave va, il comando del e-01nplesso di tutte le Sezioni di uffieia.li -allfoYi dei du e Corsi della propria Arma. Gli umciali-aUievi, oltre ai <loveri comnni a tutti gli uLD. daJi dell' E sercito, dovevano osservare le speciali. ptc,scri.7,ioni del Regolamento di servizio interno _della Scuola. Il loro superiore immediato .era H rispettivo comandante di sezione, al quale essi alFora cl el rupporto dovevano indirizzare direttamente <fomancle, reclami, l'apporti €CC. ecc. ; al comanda,nte stesso dovevano da,re per iscritto informa1.ione immediat a degli incidenti sorti in luogo pubblico ai quali essi avessero cl:ovuto prendere una parte qualsiasi. 1 Gli ufficiali-allievi dovevano uniformar-si prontamente alle comunicazioni, agli avvisi Nl ai richiami che, per motivi di servizio, erano loro fatti dai loro colleghi e compagni che, per ragioni cli classifìeazione o ùi anzianità, erano Capi della propria sezione. Nei brevi intervalli in cui era.no liberi dal servizio o dalle lezioni non era loro lecito assenta,1·si dalla sede della Scu-ola senza averne avuto regolare a ntorizzazione dal Comandante in 2', richi esta per via gera:r chica . Non potevano far parte cli circoli, soeietà, ed associazioni. di qualsiasi specie e natura, .senza autorizzazione clel coma,nclante in 2". Era loro vietato di cavalcare per proprio -conto fuol'i della Scuola senza l'a,utorizza1.ione del predetto Comandante. Gli ufficiali-allievi ammalati in casa a,vevano l'obbligo di illfLmlamc avviso all'ufficio maggiorità ed al proprio Comandante di se½i.one, prima dell'inizio delle operazioni della giornata. Analogamente dovevano regol,1rsi rispetto alle operazi-oni del ALLIIWI :
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0ItDINAMf1N'l'O I•, DISCIPLINA
pomeriggio se a queste non potevano intervenire per sopra1,( giui1to malessere durante la mattinata. Agli n:fficiali-a,llievi era concesso uno speciale permesso di licenza per recarsi a passare le feste in famiglia dal 25 dicembre al :3 gennaio. Le punizioni clii,;-ciplinari erano .quelle stabilite dal Rego lamento di disciplina militare del R. Eserc:ito per tntti gli uf · fid.a,li : gli arresti di rigore erano sconta ti in una camera loro assegnata nei loc,a li della Scuola,. Gli. nffi.ciaH-allievi puniti cli arresti semplici intervenivano allf.L mensa in comune, ma dovevano però allontanarsene appelÌa, ultimato il pasto, e se non dovevano interven ire ad. altre operazioni di servizio era loro fatto -obbligo cli dentrare nella, propria, abitazione per la via più breve. Alcune speciali nor1ne regolavano il modo col quale, in alcuni casi particolari, agli uffi.ciali -allievi puniti dovevano essere app licate le disposizioni del Regolamento di discipli11a.
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Per le ormai du.e volte ceutena,rie tr,1dizioni dell'fatit uto tanto che proprio in quest'anno 1939 hL Scnola d'applicazione d' artiglieria e geni.o celebra il secondo cente11:11·io della sua fon dazione - , per la fama da esso raggiunta e , che sin dalle origini aveva varcato i confini del pic<.:olo Regno di Sardegna, per la. sua import:\nza ai iìni della preparazione degli ufficiali ·delle Armi dotte, tntti gli uflìciaH chiamati ed addett;i alla, Scuola come Comi1J1d.anti, eome Insegnanti e come Istruttori - vennero sempre scelti e prescelti con particolare cura fra i migliori. I li.miti impoBti a questa breve trattazione ci impediscono di ricordarli t utti; ci limiteremo quindi ~1 ricordare sol tanto quelli appartenenti all' Ai-ma d'artiglieria e che in -veste di InRegnanti titolari od .aggiunti fecer-o parte cl.ella Seuola dal 1863 al 1914:: sehiera insigne cli dot ti e coscienzi-osi ufficiali che, congiuntamente a quelli appartenenti alJ' Arma del genio, illustra·i'ono l'Istituto e seppero mantenerlo all'altezza delle migliori e I ·iù rinomate istituzioni congeneri dell'estero . -
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Fig. 546 - 'l'enente d? Artiglieria 1$'rancesco Sia cci - .Insegnante dì Balistica (ininterrottamente da 'l'cnente a Tenente Colonnello).
ELEKCO DEGLI JNSEGNANTI
Per la BALISTICA furono Insegnanti: Siacci Francesco (1869J 892) ininterrottamente da tenente a tenente colonnello; Caval-
li Ettore (1898-1903) maggiore; Bhi nchi GioYirnni (1903-10) maggiore; Fara-Puggi.oni Sa,l vatore (1909-14) m.a ggiore; Giova,nnetti Enrico (1864-66) capitano; Pratesi Emilio (1864-73) capitano; Parodi Carlo (1888-98) capita.no; Pallieri Vittorio (H)06 -ll) ca. pitano; Mola, Ferruccio (1888-92) tenente; Cornaro Paolo .(189498) tenente; Garbasso Alberto (1897-99) l:enenfe; .Ariola Luigi (1898-901) te11ente; Della Seta Ernesto (1900-03) tenente; Guerritore Orazi-o (1903-06) tenente; Belletti Pietro (1913-14) · te·uente.
P er i varii in::;egnamen ti di NOZIONI J/Art'l'IGLIERIA E ì\f:<1'1'B;furono Insegnanti: Barbera Vincen~o (190108) tenente colonnello; Sacchi Alfredo (1907-11) tene1ite colonnello; Dabalà FranceHco (1898-900) maggiore d'artiglieria.; Cf1vaUi Etto1·e (1898-903) maggiore cl'artiglieria; Bianchi Giovanni (1903-10) maggiore; T-onetta Alfredo (1902-0$) maggiore; Vivanet Francesco (1S64-6G) capitano; Ellena, Giuseppe (1864-73) capitano; Clavarino Antonio (1874-83) capitano; 'Marciani Francesco (1884-85 e 1893-95) capitano; Corvetti Cado (1884-88) capitano; Clavarino Alfeo .(1885-90) capitano; Parodi Oar10 (1888-98) capitano; Oorvetto Cesare (1888) capitano; Zanotti A.chille (1888-94) capitano; A.ragno Vitt-Orio (188991) capitano; Barbera, Vincenzo (1890-94) capitano; Straz7,eri Giulio (1895-98) capitano; ~l'ozzi Pasquale (1898-902) capitano; Long,o Luigi (1899-902) capitano ,; Giuria Ettore (1902-06) capitano; Gncci Luigi (1907-11) capitano; i\forone Augusto (1908-13) capitano; Santi M.al'io (1908-]2) capitano; Madaschi Giuseppe (1902-08 e 1909-14) capitano; 1.fanganoni Carlo (1912-14:) capitano; P eJlerano Luigi (1885-.90) tenente; Mattd Alfonso (1890-911) tenente; Papa di Costigliole Cario (1894-97) tenente; Garbasso Alberto (1897-99) tenente; Calcagno Riccardo (1899-902) tenente; P<'sce Mario (1903-906) tenente; Ricchieri Ubaldo '(190G-10) te1wnte; Maioli Angelo (]911-14) tenente; Ragoni A]amiro (1913-] 4) tenente. RIALE 1/AR'l.'IGLIERIA
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SCUOLE O'AH'l'IGLIItUIA
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC.
AR'rIGL.
E GE~IO
hlsegnanti militari alla Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio
'l<'ig. 548 - Giov anni Biànchi.
F ig. 54'i - Carlo Pa.rocli.
Fig. 549 - Etton~ Cavalli.
li'ig. 550 - Alfonso Mattci.
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l~LEKCO DEG LI lNSEGNA!'\'l'l
Per· l 'insegnamento di !MPrnGo D,Alt'l'IGLrnRJA furopo preposti i seguenti uffidali: Alla.son Ugo (1888-94) maggiore; Da,ba)ù, J<'nl,]lcesco (1898-900) mi~ggiore; Mal vani E:nrico (1909 -14) ma,ggiore; r~ratesi Emilio (18ù4-73) .c apitano; Cobianchi Ginlio (1878-83 e 1886-S7) capitano; Lanfranchi Carlo i(l879-82) capi· tano; Pedrazzoli Ugo (1883-8::i) capitano; Locurcio .A.ntonio (1894-9G) capitano; Tozzi. Pasquale (1898-902) capit ano; Bazan Eririco (1.899 -904) capitano ; A.utonielli Anselmo (1903-11) capitano; Fm.·ral'io Carlo (1904-09) e:apitm10 ; Gamerra Emilio (1905 -10 e 1912-13) càpitano; :M:orone Augusto (1908-13) -capitano; Casta.gnola Giovanni (1899 -90) tenente; Torretta Alfredo (1890-94) ternmte; Maggiori Italo (1910-14) tenente. 1\d insegrn1rc lf.L S'l"ORIA e la GROGRAFIA M!Ll'l'AHID furono chiamati. : Allason Ugo (1888-94) ma,ggiore; Ohionio Nuvoli di 'fhé-
nézol Pr·ospero (1874-77) capitano; Cobianchi Giulio (1878-83 e ]886-87) capitano; Cm1da, Alessandro (1884,) capitano ; :U'ranzini Giovanni (l8~)2-9G) capitano; Sm iclnlli R oberto (1897) c~Lpitan o; Gorfa Alessandro (lS97-f)~J) ca.pi ta.no; Bazan E nrico (1899 904) capUano; Castagnola, Giovanni (1.S89 -90) tenente; Torretta Alfredo '(1890-94) t enente. i
Insegnarono Ja ì\'lECC,\NICA : Mc1sino Leone (1884-87 e 1892-94) ct:pitano; Bianchi Giovanni (1894) capitano; R-0Hi Luciano (1901-0S) capitano; l\1ascarucci Giuseppe (1906-11) càpitano; Ariola, Luigi (J89S-901) teùen te ; Manca :Ettore~ (1904-07) tenent e; Formisano Antonio (1911-l ~l) tenente; Fenoglio Guido ;(189196) tenente. Si rioorcla che dal 186R al 1882 l'Ing. Ca,rlo ~[arello, professore alla, R. Uni.versità cli Torino ed alla H. Accaclemia milita re, insegnò pure la 1\f.eccanica a.lla Scuola d' applicazioné d'artiglieria e genio. Alternandosi poi con distintissimi ufficiali del geni:o, spedalizzati in elettrotecnica, qua..li il tenente colonnello F ededco :Pcscetto, il maggiore Z~u~earia, FinaJ'di, il maggiore Carlo Vita-P inzi, insegnarono APPLICAZIOKJ SCIIDN'l'IFICHE i capi.tani ·a' àrtigli.eria Alnrnnnno De Marià ed Bnrico Zampini ri-;pettivamente J1 ei periodi 1904-09 e 19H-J4.
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I Insegnanti militari alla Scuola d'applicazioneJd'arligli eria e genio
Fig. 551 - Ugo P edra1,zoli. - ,,,-- ·· ~ 1·~. ""r 11 v 1 ·
Fi.11:. 052 - Alfeo Olavarino.
Fig. 554 - Ettore Giuria .
F ig. 553 - l'nsquale Tozzi.
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Insegnanti militari alla Scuota d'applicazione d'artiglieria e genio
Fig. 5ri0
F ig . 555 - Ugo Allason.
Francesco Dabalà.
F ig. 558 - Alamanno De i\:Iaria.
Fig. 557 - Carlo Ferrarlo.
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SCUOLH o) ,mTIGLH;Hl,\
1870-1914 -
SCUOLA APl'LIC.
An'l'IGJ,.
rn GENIO
Prima di chindere qnestc sintetidi.e notizie sulla SctH>la d'applicazione d'artiglièria e genio, ritengo doveroso di rievocare la nobile ed augusta fignr·a di Emanncle Filiberto di SavoiaAosta cl1e. negli anni 1SS7-88 fu allievo della Sc uolai e ne usd conseguendo la promozione a tenente d'artiglieria. Il Corso al quale appal'teneva il Principe era quello che entrato in Accademia nd J 884-, ne era, uscito nel 1SS7, e poichè proprio in quel morne11to era stato stabilito lo sdoppiamento dei nostri reggim enti da campagna, cosi il predetto Corso venne accelerato con una ad eguata intensificazione di ler,ioni e di esercita:doni, sicehù il Col'so regolare biennale si ridusse a poco più di trcdi.ci mesi, e nell'ottobre 1888 gli ufficiali-allievi furono promossi tenenti ccl avviati ai reggimenti. Come già fu 1·ilevato il Duca che era il più giovane del proprio Corso, fu cfostinato al 17° reggimento da campagna non avemlo ancora compiuto il suo ventesimo .anno di età. Chi gli fn compagno lo ha tuttora presEinte nella sna alta di:stintissima figura, elegante sempre ma, senr,a eccessiva ricercatezza, portava l'uniforme con grande dignità e incontrava vive simpa tie ovunq ue. CordiiLlc cli tratto,. cortese con t ntti, era pr.trti.colannente afliatal:o e più che alla mano coi proprii ,compagni di Corso, coi qnalLper ben. tre anni iweva, avuto una diuturna cli.mestichezza. di studi, di esercrtazfolli, di manovre, e <]uel che più conta, ·c1i comuni aspirar,ioni. Aperto di carattere egli era sempre moll:o affabile, ma, salvo rare eccezioni, ·s i asteriev}t di proposito cla qna,l siasi particolare intimità o confidem,a che non 1·.ignarclassero la comune vita di studi e cli la,voro. Coll.l:~ scorta del sno P.rccettore, in allora il tenente colonnello d'artiglieria, Feèlerieo Quaglia, o di. qualche ufficiale d'ordinanza, il Duca, .giungeva pnntnalnwnte ogni. giorno alla. Scuola nelle prim e ore del mattino permanend6vi quasi inin terrottamente tutta la, giornata per ai:;sistere alle lezioni cli materie mili.tari e segnire tutte le esercitazioni pratiche : gli insegnamenti scientifici gli venivano i.rrrnce impartiti in ler,ioni particolari e cla insegnanti all'uopo designati. -
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Jl'ig. 559 - S . A. R. il P rinc.:if)e Emanuele F iliberto cli Savoia Aosta .
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SCUOLI!) I/ Aln'IGLIEIUA
1870-1914 -
SCUOLA AI'PLIC.
AR'.rIGL.
E
GIDNIO
Jl Principe Emannele FiJ.iberto non faceva mistero della ~ua pl'eferen½a per tutto quanto era attività.· fisica:, marcie, manovre, esetcHaz.i.oni pratithe ìn genere, <~ ad esse partecipava c;on vero e11tnsiasrno e con grandissimo interessa.mento. A.ppassiona,tissimo cli ca,yalli, prediligeva in modo speda.le l'equita1.io1H~ h1 cui ece<~lleva indiscutibilmente su ogni altro. Chi -cbhe Ja. .gmnde ventura cli essergli condiscepolo rie-orda certaniente nna speciale ri.pl'eRa di cavallj, i quali riunivano per i loro vi.zi tutti i vari esempi delle svariate difese e dei vi · :dosi atteggjarnenti dei quadrupedi. Uno èli q11esti .anjma,l i, alla chi.amata, delFistrnttore, veniva al centro clel maneggio e mettendosi a giJ'are su se stesso lanci.ava continue e potenti sgroppate fino a che il cavaliere n-0n avesse posto le spalle n terra. Il DIH:a, al quale per ovvie ragioni prudenz.iali si nega,va un tale divertimento, ta,nto insistette finchè anche a lui fu concesso di cimentarsi alla lottl:L contro l'animale, ma malgrado l'indiscussa sua maggi.ore abilità, anch'egli dovette pagare il suo tributo e i:-cenclere a terra .. .. involontariamente. Come già fu ricordato precedentemente, alla fine dei Corsi, anche il Dnea fu sottoposto alle prescritte prove di esame, alle qu.ali pr-csenziarono alcuni eompagni del corso stesso. Benchè la durata clègli stndi fosse stata ridotta a poco più cli tredici mesi, nell'intervallo fra i due 001,si si svolse il campo cli istruzione che fn limitato a qnaranta giorni, ma, nel quale viceversa le istruzioni inte,nsivamente impartite ve.nnero inwgrate e-on par,ecchie eserci.ta½ioni dj tiro con artiglierie dei varii calibri. Il Duca prese alloggio col suo segùito in nna villet· ta a metà strada fra Oiriè ed il ca,mpo cli S . Maurfaio portandosi di buon mattino sul camp-0 per prendere parte attiva a tutte le· esercitazi.oni e partecipando anche alla comune men_sa degli nf'ficiali-.allievi. Al campo il Principe Emanuele l<'iliberto poteva a pieno suo · agio so·èldisfare la propria passione di c.avalcr1re, ed era poi cou parti.colare predilezione che egli monta.va costantemente come conducente di timone nell.a scuola del eonclurre; nel traino dei pezzi, nei pa,ssaggi più difficili e nelle bril\anti avanzate per arrivare a grande andatura in posizione, l'Augusto conducente di timone aveva raggiunto una valentia davvero non comune: -
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SC UO L~; D, AHTIGLIIWIA
1870-1914 -
SCUOLA Al:'T'L!C .
AR'l'!GL. E
Gl'.:NlO
egli ne era fiero e noi tutti. eravamo fieri <li lui sovratutto per l 'ammirazione csemplare che egli sapeva cattivarsi fra le trnp· pe presenti e fra l e stesse popolazioni civili che anche cli lon tano Yenh·ano ai bordi del campo per ammirare il principe gagliai·<lo cd intl'epido. Pa1·tioolai·e i.nte1'essamento egli pr endeva alla preparazi.oue, all' esecuzione ed al risultato dei til'i. Un incid cn Le cli scoppio della culatta di un medio calil>l'o avyennto in sna presenza , fomì l' occasione di i-il evare hL sua calma, ecl impPl'tnrbaùilitù nel pericolo, .... . virtù che la. gl'nllde gucna clovevn. poi mettere nella lnce più chiara . •\ Jla fine delJa Scuola d'applicazione e cioè all'Htto della pi-omozione a tenente, a S. A. H . il Duca. gmaune.l e F iliberto saranno certo state -compilate le proscritte note can,.t:teri.stiche : se im·et:e dei Snperiol'i, fossero pertan to l$tati incu l'icati della bisogna, i suoi compagni di corso, per i quali egli fu sempre cd incontcstabilmen te la pe1·sonificar.ione vivente di 1m idolo venerato, già fin cl ' allon:1 essi avrebbero riconosciHte e proclamate in potenza, tulte quelle qualità di intelletto, di me11t<' e di c uor e, quali l>rillal'ono di lnce imperitura nel Ooruan<lante della in..-i tia III Armata.
,\llo stekso rn·oclo come nel ptLragi-afo precedent(~, a coneltt· siolle <lei cenni stol'i.ci sulla B.. Accademia mili.tare, si voHero rie\·oe:are le rig uie di alcuni un tichi, preclari allievi, così ancbe qui si vogliono riportare le imma gini di alcnni antic hi uffi cialiallievi <:he nelle affer mazioni clell' Arma lascia1·ono un' orma pro fond a ed i c uì nomi sono noti e ricordati da tntti gli. artigli.eri : ~ar ebbe stato nostro desiderio di poter dm·c a siffatte pnbbli"·a zioni. icon ografich e nn'esten:-:i.one molto maggio1·c, e per tanto se pure il nostro in ten to fu forza tamente limit'ato d1ll.le diffiC'olti~ di l'icerche e di raccolta, ci auguriamo c:he a lLri rip1·encla la predetta nostra inizialiYa parendoci non solta nt o bello, ma doveroso ccl esemplare il rievocare le figure di colol'o che ci precedettero e che, proprio nel periodo qui da noi considerato furono gli e~ponenti cl i fJllel.la gioventù ital iana <:he, conYenenclo nei 57
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li'ig. 560 - Sottoten enti u !lievi della Scuola d'Appli cazione d'Ar t iglieria e
Genio (1870). (Da sinist ra a d es-tra e daU'alto in basso)
Costantino Costantini - 2. Giusem)e P assini - 3. Giovanni Gastinelli -4. Lorenzo Rolando -- 5. Ernesto Glimnas _ 6. Abramo Rabbeno _ 7. · Emilio Ma.ssonè - 8. Rober to Lawley. 1.
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Antid1i Sottotenenti-allievi della s ·cu ola d' Aprilicnzione cl' Artiglieria e Genio.
F ig. 501 - S . Ten. Ugo Allason (1S(kq) ,
Fig. 562 - S . Ten. Alberto Zola (l869)
F ig . 50~ - S. '.l'cn. Lor enzo Sollier (J8G6) .
Fig. 564 - S . Ten. lDmesto Gli.amas (1871).
Fig. 56G - S. 'l'en . Luciano Bennati (1874)
/I ::; cuo r.ID o ' ARTIGLIEHIA
1870•1914 -
SCUOLA Al.'PLTC.
AHT(GT,.
n; GOJN IO
due più antichi e gloriosi I stituti d'artiglieria e pa sando poi ai. reggini enti , continu a 1·0 110 a porta rvi quelle trn.clfaioni che costituiva.110 il retaggio geloso (l ell' Arnrn. nostra, nell'antico pic:colo R egno <li Sardegna .
Oltre all'i11segnarnento scientifico e pratico, alla Scuola d' applicazione eru og~ctto della massima cura l'istn,zione educati.vo -nH)rale, C;he sebbene fosse già granclcmente 8Yiluppata, al1' .Accademia militare, 1·ichicdeYa, p nr sempre di essere perfo~donata, sia, per i:;eguire Fevoluzio1ie psichica dei giovani uffi. cinli-allieYi, i,;ia p er la nuova posi½ione sodale nella, q11ale, come nffie:ia ti, e::;si venivano a tr·ova.1·si, e sia in'fiuc per prepararli alla, fuima. lor o missione, che veniva a cominciare snbito dopo cli aYc1· lascinta la Scnola . Devesi tener presente c:h e ·1a cu rriera dell'i,1fliC;ia le è un vero e <lelicatisshno ministcl'io, un cliJn cile apostolato <;.ht!, in ogni grn<lo deJla gerarchia. impone nna Yera cura di anime, gia<;el.Hì il comando non può da alcuno c•sercitarsi profic uamente .-enza q11 clJa, f mza morale h·L·e~i8tibfl e the p1·om,rna dall' esempio e cJal· ln pcl'suasi one. l comandant i di czione, con amorosa e patel'll,L assid11ità, i::tndiancfo il <:ai-attere, l' animo e le tendenze dei dipendenti uffidali-nllievi, ,cogli.end.o t ùtte le ,o ccasioui opport une durante e fuoti s<~rvizio, ~Òvrat ui.to alla mensa ov<· più facilmente gli allied crn110 tl·atti acl esp1·imer e con fidenze. opinioni e giudizi., rim;<;iyano a formarsi 1111' idea esalta dei p roprii ~nbordinati, clei loro difetti. e delle loro quali.tà, e quindi potevano trm:l'e nonna e ntetodo per riuscire efficacemente a miglio1·a,l'li, cu1·ando armonkamente e con illuminato intelletto d 'amo1·e il proficno svHupp o clell'i.str11zi011e mora lE>-eclu cativa nel modo che essi cred evano mJglion e più a datto , um secon do dirett ive personali tntcciate dai i-ispettivi co111an<1:rn ti in 2' . All'uopo i comanclnnti di sezione si riferivano ad appoRita <( Gui.cla >>, nell a quale erano l'i r-;pecc:hiate le idee del Comando in 2•, ed era costituita dalle di lui diretti.ve nonchè cb una racco] ta cli massime tratte cl alle opere dei più noti scrittori mili-
88.J. -
An tich i Sottotenenti-allieYi ùella Scuoh1 <l' Applicazione d',\rUglieri a e Genio.
F Jg. 566 - ~. 'l'en.
Carmine Sir ncu!'<a
(1875J
Fig. 567 . S. '.ren. Luigi Segato (1877).
" F ig. 568
S. 'l'eu. Alfredo D nllolio (18Hl.
Fig. 560 · S. Ten. Francesco D abalà
(1877).
Fig. 570 . S. Ten. Giuliano Ricci (1882).
J-;CTJO l,E D'AWl'IQ LI11:IU A
1870-1914 -
SCUOLA APPLIC .
AltTIOJ,.
E
GENIO
tari, dei più chiari pl'ofessori di etica, ed anche delle più recenti e più celebra te pu bl>licazinni in materia cli allev:1mento mora,le e· tli miglioru.me11to educativo. 'rale (( Guida >) -serviva a dare unità, d'indii-izzo ecl affirlamento che lo svilnppo conseguente risultasse poi armonico e eompleto in tutte le varie Serioni. f.; ovvio come nel 11iasBimo Istituto di artiglieria che doveva preparare i giovani uffid a,li al servizio nei reggimenti, tale istl'U· zione morale cd ecl11c:1.t iva doves ·e costitllire nna gelosa preoc cupazione di tutto il personale, il massimo assillo c=tegli insc~gnanti e sovratntto dei comanchmLi cli sezione e degli istruttori. Il 1·a.ggi11ngimento dei fini' propostisi era garen tit<) dalla edificante cornsta lazionc pel' cui ·aua Scuola, d'applicazione, fra supe1·iori ed inferiori - fra e< ufficiali-ditigcnti, istrn ttori ed i nsegnanti>> e « uflìciuli -nllievi >> - -oltre a,cl 1nia, reciproca, conispollùenza cli .affl~tti e di fì.dncia,, -oltre ad una stima, doverosa e rueritala degli allievi per i loro supedori, esistevano fra tutti quanti gli stessi. Yi.ncoli di camern tismo che, nei val'ii Corpi dell'esercito, legano n:ffiriaJi e gregari votati. alla med.esi.U1:1 finalitù ideale : « il sacl'ifi zio ,f>uprerno per il Re e p er la Pa,ti'ia >> . Si pnò pertanto affermare con orgoglio che alla nostra vecchia Scuola d'applicazione cc per sagace iniziativa di Principi, per illuminata opera cli ill ustri soldati , p er merito <li esemplal'i uffieiali educatori ecl i. truttori, per valore òi predari insegnanti», si era così costitnita una vera famiglia, gelos~t del proprio nome e di qu el patrimonio cli tradizioni, sempre tenute nel più alto concetto quale fatto re massimò della disciplin a che sempt·e e dovunque fn espreRsione c!lr:ttteristica delle Armi speciali.
§
3.
Il Comando unico della Scuola d'appli cazione ~ 'artiglieria e genio e dell'Accademia militare da l r897 al 1915 - Mansioni de l Comandante unico - Ripristino dell'antico ordinamento del 1838 I gene rali Comandanti.
Il Oomanclò unico ùella Scuola di applicazione d'artiglieria e genio e de11' Accademia militare fu istituito con l'ordinamento -
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IL COMANDO UNICO 01,;r ou1;: ISTlTU'l'I
22 l uglio 18H7, R. Decreto N . 361, e fu provocat.o pe1· nn com· pless·o di ragioni, ma esi;,en,,,i.alm.ente perchè si era sempre foso maggiormente necessario 1111 più intimo coordinamento tra gli insegnamenti impartiti e ti~a le esercitazfoni svolte nei due Istituti. Infa,tti un tale nuovo ordinamento che riuniva sotto un unico CoIDanclo le due maggiori Stuole d'artiglieria, prevedeva eh.e il comandante dei due Istituti, oltre ad esercitare l'alto g9verno diseiplinare ed amministrativo di entrambe le Scuole, avesse l'alta direzion e degli insegnamen ti scientifiei, pratici e. professionali che in esse venivano imparti.ti. Devesi pertanto rilevare che, salvo bT'evi interruzioni, già, negli anni dal 1838 al 18GO la Scuola di applicazione, sotto la denominazione cli. « Scuola Complementare>> · era stata ana, dipendenza del Genernle coruarnlante della R. Accademia, tanto che se pure·I'origine del Comando uni.co dei clne Is tituti. non può farsi risalire a.I 1S38 giacchè un tale ordinamento durò soltanto dodici anni., viceversa non è senza significato il ri.levare che dopo oltre nove lustri i Reggitori. dell'Dsercito Italiano ri.tennero ·Opportuno cli riesumare l'antico provvedimento che nel 1838 era stato adottato in proposito clal piccolo Esercito Sardo. Ooll'orèlinamento del 1897 il Comando della .Scuola e clel 1' Ac,cademia ebbe fissate le dipendenze e le a.ttribu7,i.oni ehe si mant ennero (Jua.si. invadate fino al 1915. Quale Comandante dei due Istituti fu assegnato un Ufficiale Generale cht~ ebbe un suo speciale Tjffkio Comando. In applicazione delle disposizioni contenute nel s.uinclica,to Decreto N. 361, con atto snccessivo N . 259 in data 3 dicembre del Gior· nale Militare 1897) venne emanata la << Istruzione sulle attribuzioni clel Comancla,nte della, Scuola d'a:pplicazi.one e clell' Acrademia militare, non.chè dei Comandanti in 2" dei dne Istituti)) . Le disposizioni relative alle attribu7,ioni del Comandante dei a.ne Istituti erano le s<~guenti : 1° - il Comandante dei due Istituti ha il superiore governo disciplina.re cd amministrativo di essi e ne dirige l'insc,;;namento scientifico e prntico; 2° - ess·o dipende dal Ministero della Guerra, e per tutto
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(I SCUOLE D,AR'.rIGL!ERIA
1870-1914 -
SCU OLA APPLIC;
AHTIGJ, . E
GENIO
ciò eh<~ concerne la disciplina e l'anda,mento del servizio dei due fatituti dal Coma,n dante del Corpo d'Armata; 3° - rispetto ai due I-stituti, il Comanclante ha le stesse attribuzioni ed è rivestito della stessa autorità che il regolamento cli disciplina. couferisce ai comanda.n t.i cli brigata rispetto ai reggimenti dipendenti; 4° - le proposte di nomine, promozioni, trasferimenti, ecc. del personale civile insegna,nte, e le proposte di ufficiali per il governo e l'insegnamento, anche se d'inizia,tiva dei comandanti in 2\ devono far capo al Comandante, cui spetta di svolgere le necessar~e pratiche co.l Ministero; 5° - H Com.anelante, coadiuvato da un Consiglio d'i:s truzione' cla lui presied11to e costituito claj comandanti in 2• dei due~ Istituti, provvede al eoord5.namento clell'insegnamen.t o scientifico e pratko da impartirsi negU Istituti medesimi e 8tabilisce i singoli programmi da sottoporsi all'approva.zione del :Ministero . Ha inoltre la permanente direzione e vigilanza dello svolgimento dei programmi stessi; 6° - esamina i bilanci preventivi e li trasmette al Miniistero per l'a,pprovazione; 7° - in assen7.a del Comandante ne fa: le veci n più el<~vato in grado o il più airniano fra i C-0mandanti in 2" éki due Istituti. Nell'ottobre del 1914, con la chiusura de1la, Scuola cl'a,pplicazione a causa della prevista jmminente entrata in guerra, veni.va a cessare la funzione del Comando ui1ico clei due Istituti; e pert::wto, avvenuta la dichi:u,a7,io1ie di guerra, con l'ordinamento provvi~ori.o del 1915 il Gomanclo dei due Istituti si trasformò in comando clell' Ac<:ademia militare, atte,se le speciali finalità assunte durante il periodo bellico dalla R.. A.ccaa·e mia militare, desti.nata con Corsi speciali a, prepa,r are ll'fficiali di complemento .. Il Comando dei due Istituti, dal 1897 al 1914, ebbe i suoi uffici in alcuni locali del fabbricato della R. Accademia, prospicienti Piazza Castello; dal 191.5, col predetto ordinà,mento provvisorio, si portò nella parte sud-est del fabbricato stesso, prospiciente Via Giuseppe Verdi, ove ancora oggi .rfsiede. -
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1T, GE~EftALE
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A1'GEL0 'l'!UA)II
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Nel periodo 1897-191 5 furono Comandanti delln, Seuola d'ap plicazione d'artiglieria e genio e dell'Accademia militare i seguenti ufficiali ge11 ernli: magg. gen. Angelo 'l'rian i (1897-1900) ; magg . gen. Bmilio P eiro]ei:j (1.900-1902); nwgg. gen . Alberto i\forelli cli Popolo (1!)02-J fl06) _; ten. gcn . .Arnol<1o Girola, (190n
· .l!'ig. fr71 • Maggior Genei:,1 h~ Angelo 'l'riani.
1009); ten . gen. G ngliclmo Lang (1909-1914); rnagg. gen. Giovtumi Franzini. (1914-1915). Il genera.le Angelo Triani era nato a Modena nel 1839 e nominato sòttotenentc<del gènio neJ.l'esercito dell'Emilia nel 1&59, nel 1860 pas~ò nelJ' esercito Sardo. Nel 1862 fu promosso ca-
pitano nel Corpo zappatori del genio e quindi nominato maggiore nel 1876 e tenente colonnello nel 1882 nel 2° reggimento. Res~e successivamente le Direzioni territoriali clel ge1ùo di Ancona e -
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SCUOJ,E D'AH'J.'IG LrnRIA
1870-1914 -
SCUOLA AJ:' PLIC.
AUTIGT,.
I•:
GENIO
di Venezia, e nel JSS7, promosso c:olonnello, fn nominato Co mandante in 2• e direttore degli stucUi ali' Accademia milita.r e che lasciò nel 1892 per as~umeré il comando del 1° n ~ggimento genio . P romosso maggior generale nel J.894 e· nominato {'.Omandante della Brigata Hnvenna, 1H!l JS95 tenne il coman do teri·!.toria-
I;'ig. 572 . Maggior Generale IGmilio Peiroleri.
le del genio in Messina,, e nel 1806 il corna,nclo clell'Accademi.a milita.re. Nel 1897, iu seguito al riordinamento già acc.ennato, fu nominato comandante dei due Istituti. Promosso tenente generale nel 1900, fn a sua domanda collocato in posizione ausiliaria e morì a l\foclem1 nel 190G. A succeclei·e al generale TI"iani. fn nominato il maggior generale d'artiglieria E milio P eiroleri, del quale già, fu diffusamente parlato n-llorchè nel 1897 ven ne nomi.nato coma ndante in 2.. della Seuola d'applicazione d'a rtiglieria e genio. Ricorderemo qui essenzialmente cb{~ il P eiroleri avevn, fatto tutta la carriera -
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l G~JNEHALl l'EIROr,u:1n 1,; MO!:liJLL! DI POPOLO
nelle varie . pecialità del!' Ar wa ed ave,·a anche diretto il Laboratorio cli p1·edsione . Pr,omo~so maggior general e il 14 gcnrnLio 1900, dopo essere stato coma,rn1antc d'artiglieria a, Genova, nel gennaio HJOl fil chiamato al coman do dei clne Istituti e uel 1902 fu incal'icato delle funr,ioni di Dfrettore generale d 'artiglieria e genio al Mi11ii-;lcro della Guerra. Nel 190G andò in posizione ausiliaria, e uel mo~ fu promos8o tenente genera,le. :Yio1·ì ;\ Torino il G aprile 1913. :Sel 1902 fu nomin,tto OomauùanLe elci ùue I stituti il maggfor generale Alberto Morelli cli Popolo, discendente da, antica e nobile famiglia piemontese che giù, aveva, dato parecchi dist intis!';imi e ,aloro.. i ufficiaJi all'Arma d'artiglieria. Era, nato a To1·iuo il 4 iliccmbre 1844 ed enteato ull' Accademia nel 1862 ne nscì sottotenente d'artiglieria il 7 settembre lSGi>: fece bri1Jautemente h~ cnmpagrnL del 1866 e il 15 agosto 1SG7 fu promosso tcJJ<>nte nel G reggimento artiglieria da campagna. Aiutante maggiore all'Accademia militare ch11 dicembre 1870, vi rimase fii~ al settembre 1877 essend o stato pro!llosso capitauo nel l 74,. Destinato al 12" r eggimento arliglieria, dal rnaggio 1SS2 all'ottobre 18S7 fu. per le sne riconosc-i nte qual i tà. milita l'i, comancla.to alfa Casa milit.uc di S . ì\I. il Re Umberto I e prei-celto per 1'H lt issima <! delicata, carica di educatore di S. A . R. l'allora principe di Kapoli , nostro He attuale. Mllggi01·e n ell' ottobre l. , 7 ritornò nl 12" artiglieria, da campagna; co.n lo stesso grado fu all'Ispettor ato cl'ai·tiglierin, alla Dirc!zione cl'a l'tiglieria cli 'l'ori no e qui.11di desLinato alla Scnola cl '.-1pp1ica:do11e d'artiglieria e genio, quale Direttor e delle istruzioui pratit:lw. Mentre era alla S<:nola, ù'appli<:azion c, nel JS93 fu promo!:>sO tcuente colonnello; nel 189Ll fu relatore al reggimento artiglieria da montagna, n el ] 11glio 189G ebbe il comando del JS r eggimento artiglieria da campagna e nel 1897 fu promosso colonnello: come colormello fn comandan te in 2• dell' Acc:aclemia roiHtare dal !) aprile 1SH9, ,e> nel H)02 promosso 111agµ:ior generale <'l>he il comando dei dlle Istituti. Nel J 00G fu coJloC"ato a disposizione p!:!r ispezio11i ed alla fi11c cli tale an no pa8~Ò in posizione ausiliaria, e quindi 11 el Hlll a ri po!SO e pron10sso tcneute generale n ella rii:;c!rrn . Ricbia mato in servizio n el l 91:1 presiedette 0
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~cuor.f,J o' ATl'l'W 1,11m1A 1870-191-:l:. -
SCUOLA Arn.rc .
AHTI G L.
1~ GIDNJO
con grande competenza il Comitato di mobilitazione industriale del Piemonte. Il genern1e Albert,o Morelli di Popolo era l'espressione pl'ecisa, c1ell'an tico soldato e del vecch io ufficiale : egli non conosceva, che la religione del proprio dovere, la più assoluta devo-
Fig . ;;7;,: • Maggior Generale Alberto ì\Jorclli di Popolo.
zione al Sovrano, la dedizione più completa alle esigenze del servizio : mori in T,orino nel 192~~ la;sdanclo dietro di sè l'universale rimpianto ed il ricordo della più ammirata venerazione. Al generale MorcUi di P opolo succed ette il tenente generale d'artiglieria Arnoldo Girola. , nato a T orino nel 1848 e uscito sotto tenente dall'Accademia nelJ 'ago.sto d,el 1867. Superati i cor si. di stu dio della Scuola cl' applicaziouc, nell'ottobre 1869 venne prom osso tenente nel 5° reggimento artiglieria. Nel 1872 frequentò la Scuola di guerra con successo e nel 1875 fu promosso capitano e trasfcrit,o nel Corpo di Stato Maggi.ore. P romosso ma,ggiore nel 1882 nell'Arm a di cavalleria (Cavalleggeri -
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JL GI-:1'1':l!ALE AHNOL D0
GinOLA
di ·Ale~sanclria H nel J 8S4 tomò 11el Corpo di Stato :Maggiore e dal 1885 al 1887 coprì la cari.ca cli Capo di Stato Maggiore del Coma,nclo S uperiore delle truppe italiane in Africa. Tenente C<)lonnello nel 1887, fu Capo cli Stato Maggiore delle>. Divisioni di Ancona e cli Livorno; colonnello il 23 agosto 1891 -ebbe il comando del 28° reggirncnto fantc~rin, e il 30 ottob1·e 1896 fu trasferito nel Corpo dcJle tr11ppe coloniali. . 0
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1l'ig. 574 - T en ente Gen el'ale Amolclo Girol,l.
Nell'agosto J 8D, fu promosso maggior generale e nominato comandante clelJa hdg-aht Savona. Pel' le benemerenze acqui state nella campt1gna del J897 contro i dervisci, gli fu conferit a, nna .altissima onorifieenza e promosso tenente generale nel giugno 1902 venne nominato comandante della Divisione di Ra venna. Nell'agosto 1906 passò nI comando della Divisione di Alessandria e nel settembre dello .stesso anno fu nominato cornandant-e della Scuola d'applicar.ione e dell'Accademia militare. Nel luglio 1909 fu c-ollocat o a di,s posizione p er ispezioni e -
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SCUOL8 D' AR'I'1GLIEHJA
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SC UO LA Al:' PLIC.
AR'l'IG L.
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nel settembre dello stesso anno fu chiamato al comando dell'XI Corpo d'Armata, passando poi nel 19JO al comando del VII Corpo e ottenendo in tale anno la grande medaglia d'oro Ma,1,1riziana per dieci lustri di servizi-o. Nel 1911 fu collocato a riposo ed inscritto nella riserva, ma venne poi richiamato nel 1913 e resse per qualche mese il comando del Corpo d'Armata territoriale di Roma. Morì a 'l'orino nel 1921.
Fig. G75 · 'l'encute Gener:1le Gug lielmo Laug.
,·emi.e quindi nominato comandante dei due Istituti il tenente generale Guglielmo Lang chl~ era nato a Livorno nel 1852 e dopo aver compiuto i tre anni di corso all'Accademia militare cli Torino era uscito sottotenente d'artiglieria nel 1872. Superati gli esami della Scnola d'applicazione fu promosso tenente nel 1874,, e dopo aver prestato servizio al 4° e quindi aJ 1° reggimento artiglieria venne destinato all'Accademia militare con incarico dell'ima~gnamento. Promosso capitano nel 1881, appartenne successivamente al 14°, al 1° ed al 5° reggimento artiglie1,.
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J.L
O li:i'"f:H.ALI•: GUGLIJJ:T,j\:(O
LANG
ria: maggiore nel 1892 fu prima al 7° e quindi al 4° reggimento; e nel 1898 passò come tenente colonnello al 21° reggimento da . campagna. Con tale grado · fu successivamente direttore dell'ufficio d'amministrazione delle Brigate d'artiglieria da fortezza e Direttore d'artiglieria in 'rorino e come tale nel 1902 venne promosso colonnello. Ne) 1903 ebbe dapprima l'incarico delle funzioni di Diretto1·e capo di Divisione al ~Jinistero della Guerra e nell'agosto di tale anno passò al comando dell'8° reggimento artiglieria. Nel 1908 fu promosso rnn,ggi.or generale e 1iominato comandante d'artiglieria da costa e fol'te1/..za in Roma; nel 1909 fu collocato a disposizione per ispezioni e nel successivo Luglio venne chiamato al eomanclo. dei due Istituti in 'l'orino, conseguendo nel 1913 la promozione a, tenente generale. Il 10 settembre 1914 fu nominato comandante la Divisione militare di Genova e con essa entrò in gll(~rra contro l'Aust ria. Prese parte alla campagna., depa grande guerra, del 1!)15 e resse poi il comando della Divisione militare territoriale di Messina. Nel 1!)17 andò in po,sizionc ausiliaria (~ morì a T·o rino nel 1.923 . Per la, sua prestanr,a fisica, per la sua coltura e per la sua competenza, professiona,le, Guglielmo Lang aveva tutti i req uisi.ti per escrdtare le funzioni e le mansioni di comanda,nte dei. due Istituti: in un volum~ intitofa,to cc Pubblica½ioni milib1ri varie)) egli raccolse i diversi studii cla lui fatti. sulle armi, sulle scuole di tiro e sulle esercitazioni tatt.idle d'artiglierfa . I/ultimo generale eoman<Jante dei due Istitnti prima della grande guerra fu il maggior generale Giovanni Fra.n1/..ini. Appartenente a nobile fa.miglia ale~anclrina che diede a.lla pa.l;ria numerosi uomini illustri e prec1ad, soldati <!roici e valorosi, nipote del generale Antonio l\faria Franr,ini, del ge11ernle Paolo :B'ranzini e del senatore Pietro Ji'ramini, il generale Giovanni Franzini percorse tutta, la sua eardera, mili.tare nell'Arma d' ar tiglieria. Nato ud AlessundritL il 4 gennaio 1858 entrò aH' Accademia milita,re nel 1874 e usci sottotenente d'artigli.eria, il 26 agosto 1877; frequentò i <:orsi della Sr;uola d'applicu,r.,io1rn e nel 1879 fn promosso tenente e destinato al 13" reggimento artiglieda,, pa!;sando in segnito all'8° rc:ggi.mento. Promosso ca.pita,no nel 1884 venne destinato alle batterie da montagna del 14" reggi-
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r scuor.11 o' AUTI GLIER IA
1870-1914. -
SCUOLA APPLIC.
AR'l'IGL.
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mento e nel 1887 venne comand ato alla Uasa militare di S . :M:. il Re e addetto all'eù uca~ione e jst ruzione militate di . A. R . il Principe di :Napoli, nosti-o R e attuale . In tale compito delicato ed importanti~i,;irno, il F r a11 zilii seppe meritarsi h1 benevolenza dell'Augusto .~ovrano, l'affetto e la stima, del Principe E r edita rio. E~senclo un cora, capitatw, nel :1891 vc11J1e chiamato tL l · la Scuola d'applicazione d'artiglieria e genio qual e insegnante di geografia militare, e promosso maggiore alla, fine del 189G fu comandato alla Direzio11 e superiore delle espel'ie11ze p a,ssan-
I
Fig . 57G - .H nggior Oenen1lc Gioniuni Frunzini.
do poi nel 1,;97 al 1,0 artiglieria da campagna ._1>romosso tenente colonnello nel 1902 fu de~tinato a l ·reggimento d'artiglieria da montagna e quindi poi aiu tante cli eampo cli S . A . IL Emanuele F iliberto Duca d'Aosta. Promosso colonnello nel 1908 fu dapprima Diretto re cfol Laboratorio pirote(:lliCo cli Capua, e passò quindi a comanclarc il 23° reggimento arLiglieria, da campagna: <:ome colonnello parLecip ò nlla guerra 11i Libia e nel l.912 a Der-
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ieria a Veneria Renle in occasione delle grandi nanovre clel 1900. (da una fotografia. del 50 Reggimento Artiglieria) .
IL orn:-11,:RALl<l GIOVA);KI FRANZINI
na ebbe la medaglia di bronzo al valor militare, conseguendo p oi nel 1!)13 la promozione a genera.le pel' meriti. speciali. Fu dapprima coman<la.n te ù'artiglieria a. Bologna e nel J 914 venne chiamato al comando della Scuola d'applicazione e dell'Accademia militare. :Sel 1915 prese par te alla grande guerra che iniziò come comandante d'artiglieria del VI Corpo d'Armntt~, e promosso tenente generale neUo stesso anno coma.ndò prima, la 7" ,e poi la 2G" Divisione, dando ovunque fulgido esempio di a bnega:;,,ione e di <:Ot'aggio ai propri.i dipendenti. Giovanni Fran½ini pur sotto l'appal'enza di un ca,ra,tterc l'igido e 1ìe1·,o, aveva, m i animo buono e di pt1terna comprensione, e per le sue doti di vasta e solida coltura, di probità, e~emplare e di Gompetcnza profe~. ionale seppe ovurn1ue cattiv.,tt·si la stima e l'affetto dei proprii dipendeuti. Collocato ,in posfaione ausiliaria nel J91S comam:Jò ancora. pe1· qualche tempo la nivisio11 e militare territoriale cli Piacenza ritirando, i poscia ad Alessandria ove continuò ad occuparsi ài problemi i:-torko-militm·i e sovratntto della pubblicazione di un opus0olo in memol'h~ del fratello capitano Giuseppe, morto eroicamente acl Aclua nc>lla battaglia del 10 marzo 1, 96: nel 1924wnnc nom.inato gencl'ale di Col'po èl'ArmtLta e, trai-ferito nella l'iserva nel 1926, mori in Alcss:rnd ria il 4 novembre 1935.
IL CORSO SPECIALE DEI SOTTUFFICIALI PRESSO LA SCUOLA MILITARE DI MODENA ( 1870-1915) . SCUOLA DI CASERTA CENNI SULLE SCUOLE REG GIME NTALI Le prime Scuole reggimenta li del 1849 - Le Scuole presso i Corpi nel 1858 - Il Regolamento de l 1865 - I g radi di idoneità per la dis pe ns a da lle Scuole - Jl Corso d ' istruzione per i g raduati di truppa aspira nti a diven tar ufficia li - Le tre classi de lla Scuola s up e riore - Materie d 'insegnamento, esami e certificat i - Sospens ione e ripresa delle scuole reggimentali - I libri di testo - Concorsi Modifiche programmatich e del 1869 - Abolizione dell e Scuole s u58
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S C'UOLm o\m'l'IGLlERIA
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S CUOLI•J DI MODID:-l A E CAS@'l'A
periori reggimentali - Le nuove Scuole dei Corpi - La Scuola per i sottufficiali - Istruzione del 1873. La Scuola speciale per i sottufficiali presso la Scuola militare di Modena - Le origini della Scuola - Modifiche e varianti negli esami d'ammissione - Incremento nelle ammissioni dal 1880 al 1882 - Ammissione degli Ufficiali di complemento - I nuovi programmi di ammissione del l 88.3 - Inquadramento dei sottufficiali allievi - Ordinamento della Scuola militare del 1885 e modifiche del 1887 - Esercitazioni estive - Caratteristiche d'uniforme I Comandanti della Scuola dal 1866 al J 887 - Abolizione del Corso speciale per sottufficiali a Modena. Istituzione Scuola soÙufficiali di / Caserta - La Scuola centrale di tiro per la fanteria a Parma - brdinamento della Scuola di Caserta - Programmi per l'ammissione - S0pp1·essione della Scuola di Caserta nel 1895 e ripdstino del Còrso speciale a Modena. Ripresa dei Corsi a Modena . - Modifiche del 1899-900 ·- Le esercitazioni pratiche suddivise per Arma - Le riforme del Ministro Pedotti - Progetti successivi - Il ritorno all'antico - Corsi accelerati e Corsi multipli - I Comandanti della Scuola di Modena dal 1895 al 19 r 5 - Programmi speciali per i Co1·si dei sottufficiali allievi d'artiglieria dal 1895 - Revisioni e successivi miglioramenti - Obbligatorietà del Corso complementare di istruzi~ne presso la Scuola d'Applicazione di Torino - Uificiali d'artiglieria insegnanti alla Scuola di Modena. Istri.1zione dei sottufficiali e graduati di truppa presso i Corpi - Corsi speciali, plotoni di istruzione - La teoria.
Già anteriormente al 1870, nell' Esercito piernontci,e prima, ed italiano poi esistevap.o delle scuole non soltanto per migliorare ed accrescere fa coltura dei sott ufficiali e metterli così in grado di poter diventare ufficiali, ma altresì per elevare il livello di istruzione e di coltura del personale di truppa : in altri termini, in tutti i tenipi e presso i popoli più progrediti, l'Esercito fu sempre ritenut o una vera scuola della, Ni\½ione, cd in epoche a.ncora non lontane i giovani che tornavano alle ca8e loro dopo · aver prestato il servizio mili.tare vi porta.v:wo uu nuovo e più largo corredo di utili cognizioni, un irr-obustirnento fisico, un miglioramento spirituale ed altresì una pratica, della vita per cui riuscivano nel miglior modo p reparati ad affronta.re le lotte e le avversità delFesistenza, ad assolvere i propri doveri di cittadino. Risale infat ti al 12 novembre 1849 l'istituzione effettuata -
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RRGOLAMIJ)N'.l'O PER L0 SCUOL0 OEI CORPI
(1865)
dal minist1·0 Alfouso La -Manuora, di scuole reggimentali per l'istruzione primaria, gli esercir.i di gin11astica e gli elementi di a,rte mili tare . Kel 185S con Decreto in <.lùta 24 ottobee, Su a Maestà aveva approvato un Regolamento pc1· le scuole insti t nite ucll'intcmo dei Corpi col doppio scopo cc di diffondere l'istruzione nel Paese, r esti t uendogli arricchito di 111u1, certa <;Oltura il personale che il reclutamento inviava meno colto nell'esercito, e cli creare ad nn tempo 1111 Yivaio di indiYid ui atti a coprire i gmdi minori della milir.ia e re11dct·vi utili i,;ervizi, collie anche a progreclirf' ai gi-adi snpcriori n. Nelle condizioni dell'antico Esercito piemontese, reclutato con elementi nei qnali l 'istruzione pri11111ria era già in parte svi luppata, l a, cui educ:azi.one militare aveva il v,rntaggio di una lnngtt tradizione, Ja cni mobili tà per trn sferime nti e per cambi di gnarnigim1e Cl'a l'clalivameJtte limitata, mentre 1'.i.cquartieraJUento delle t1·nppe el'a in gcncraile convenientemente sistemato. i due scopi sopr-aiuclicati potevano eF$et·c~ lurgarnentc assegnati e co1H;egniti con la in stituzione d<~lle scoole reggimentali. J/ E scrci to subalpino trasformatosi pertan to in T~sercito ita lii1110, e m11 tate in corn:,eguenza alcune delle sue caratteristi che fondamenta.l i aventi l'iflesso sulle proprie condizioni interne nonchè sulle sue relazioni coll'esterno, si sentì la necessità, tenuto conto dei mutamenti avvenuti nei fattori sopra citati, di dare sviluppo maggiore e più grande importanza all'istruzione strettamente militare, semplificando ed alleggerendo il meccanismo clelle scùole reggimentali. Ne derivò cosi il <e Nuovo Regolamento per le Scuole dei Corpi dell'esercito>> che reca la data del 23 maggio 1865, elaborato da apposita Commissione e rive. clnto dal Consiglio superiore d'istruzione militare (J) . Gli scopi ai quali si mirò nella compilazione del nuovo Regolamen to furono i seguenti: · 1° - F issare un grado d'idoneità, raggiunto il quale cessai:;se, per i soJdati non dei:d;in ati ad avanzamento, l'intervento (l) R ela7.ione a S. li. sopra alcune modiJìca:,;!oni nel R egolamen to per le Scuole clei Corpi clell'esel'<:lto - 21 n111ggio 1865 - Gioniaie Militare, anno 1865, pag. 460.
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SCUOL I~ D'AR'l'IGL!ElUA
1870-1914 -
SCUOLIJJ or MODIDNA E C'ASJJ.:wrA
alle sc11ole. Si.!T.a,tto grado d'idoneità fu determinato in modo che posseclenélolo, l'opera.io e l'a,gricoltorc e doè i due elementi princjpn,Ji fra i quali si reclutava l'esercito, avessero l'istruzione sufficien te per i loro bisogni ordinari; 2° - mssa.l'e un altro grado d'idoneità, ra,ggiun to il quale cessasse per i sottufficiali, per i caporali e per i ,soldati, portati sul quaclro d'avanzamento, l'intervento obbligatorio a11e scuole. Quest'altro grado d'idoneità fu stabilito in modo che p<zsse· dendolo, il graduato di hassaforza si trovasse h1 <~onclizioni di poter di. impeg11a,i·e i servizi 01·,linarii a l ui devoluti; 3° - Onde poi non chiudete la strada a progreùil-e maggiormente a colol'o i qu ali abbracciavano la <:arricra mili tare ed aspiravano in conseguenza a. far passaggio 11ella categoria di ufficiale, abilitandoli intanto a, rendere più importanti sel'vizi anche in quella élei sottuffi.ciali, institui re un col'SO d' istrllzione superiore aperto a, tutii i graduati di bassaforza, che avendo l 'idoneità di cui al predetto N. 2 domandassero volontariamente di essere ammessi a fre,Jlientarlo. Le scuole dei Corpi si distingncvano in : Scuola inferiore; Scuola superiore; ScnoJn dei monitori, e Scuola di contabilità e calligrafia . Noi ci oecuperemo qni uni camente della « Scuola superiore ». La -sua dlll"ata era in ma::;sima di sei mesi. Essa si divideva in tre classi e nella 3• cla:-;se ossia nel 1° corso, per separare i sottufl:ìciali dai caporali e solélati, gli allievi erano suddivisi in sezioni. A questa cJasse erano iscritti i sottufficiali, caporali e soldati porta.ti sulla lista d'avanzamento e non ammissibili alle classi superiori della scuola stessa. Alla 2• ed alla l3 classe della Scnola, superio·r e erano ammessi soltanto i caporali ecl i sottufficiali : queste due classi non erano però obbl1gatorie: e vi erano quindi soltanto iscritti i caporali e is-0ttufficiali che ne facevano domanda. L'insegnamento era alfidato acl ufficiali-professori ed a sottnffi<:iali-maestri, cd in difetto, a professori -borghesi. Le materie di insegna.mento emno : - per la 3• classe ossia per il 1° cor5.o clell,l scuola supel'iore : Lettura; Scrittura; Aritmetica ;
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LA SCUOLA SUPERIORE REGGIMI!JN'.l'ALl!J
- per la 2" classe superiore : .Composizione it~lia.na; Aritrrietica; Geometria piana e pratica; Geografia; - per la 1" classe superi.ore : Composizione italiana; Geometria solida; Fortificazione; Nozioni cli storia generale; 'ropogra:6.a; Nozioni sul tiro delle a.rmi. Per quanto particolarmente riguardava i reggimenti. cl'artiglieria1 la Direzione Generale delle Armi speciali, Uffi.cio Gabinetto, con Nota n . 173 in clata 29 settembre 1865 (1) prescriYeva l'aggiunta delle seguenti materie d'insegnamento : - per la 2" classe superiore .: Materiale d'artiglierif~; Oondotttt delle batterie i Parchi e convogli;. - per la l" classe superiore : lmpiego dell'a.rtiglieria in guerra; Costruzione delle batterie. Al programma delle Nozioni sul tiro, stabilito per la l " classe superiore, nei reggimenti d'ai'tiglieria 1Si . doveva inol tre dare qualche maggiore svi.luppo .estendendolo ai ti.ri delle diverse bocche da fuoco .. Al termine dei corsi e cioè all'epoea della cbiusnra delle scuole reggimentali, mentre gli allievi della 3a classe snperiore erano -dichiarati idonei o men o a giudizio collegiale del capitano direttore della scuola in unione al personale insegnante, gli allievi della 2" e della 1a classe superiore wmivano sottoposti, davanti ad apposita Com.missione, ad un esame orale della. durata di un'ora, durante il quale venivano i.nterrogati ed esaminati Btt tutte le materie di studio delh1 rispettiva clai:ise mentre poi dovevano svolgere un tema per iscritto riferentesi ad alcune materie studia.te: per svolgere un tale esame scritto veniv,1110 loro concesse quattro ore di tempo . Inoltre, per le materie di topografia, c- di for tificazione, gli alli.evi potevano essere interrogati sul terreno, od in qnell'altro modo prat.ic<> che la materia fos·se per ronsigliare. I dichiarati non idonei in una delle materie doveva.no ripetere la classe. Il Comandante del Corpo pot-eva tuttavia accordare l'esperimento di nn nuovo esame per materia a quegli allie·vi che dichiarati. non i donei ne facessero domanda e che egli
(1) Giornale M·i Utare 18ti5 -
pag. 776.
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SCUOLE
o' AR'rIGLIÈRIA J.870-1.91.4 -
SCUOL0 DI MODENA .0 CAS!::U'l'A
l'eputasse meritevoli di questa eccezione, pu.rc;hè non fossc\1·0 risultati clefici<~nti in più di due ·materie . .A:gli allievi che avevano superato l'esame della l"' classe della scuola superiore veniva riJasci.ato un certificato per attestare della loro idoneità nelle materie insegnate i.n tale scuola .
. Nell'anno sc<)last.ico 18G7-G8, per disposizione ministeriale (1) le ~cuole reggimentali vennero sospese in tutti i Presidi per
dar corso all'attuazione di nu ove speciali istruzioni militari, ma subito dopo venne deciso ehe e:sse fossero ristabilite per il suecessivo anno scolastico 1SG8-G9. intanto il M.inistero della Guerra, nell' intento di dota.re di buoni libri di testo le varie scuole reggimentali, stabili\~a di aprire un apposito concorso pc!r la compi lazione dei testi relativi alìe varie ma,t erie d'insegllarnento; per tpianto poi riguardava, le scuole r eggimentali d'artiglieria, destinate H, formare eh:· menti atti a su.o tempo a di!'iirnpegnal'(~ gli nflizi cli capitano nei r eggimenti, ritenuta la convcnienr.a che per l'insegnamento delle materie formanti oggetto di speci.lfo istrnr.ione cla impartirsi in tali scuole desti.nate ad artiglieri, foRsero adottati libri di · testo comprendenti tutte quelle pa,rticolari cognizioni e nozioni iJ1cli<spensabili acl ufficiali, provenienti in massima dai sottuffi· ciali -e che perciò non avrebbero frequentato H corso della Scuola d'applicazione, il ì\'liniRtero della Gnerra, (Direzione genera,le delle Armi d'Artiglieria e Genio - Divisione Personale) con Nota in data 26 gennaio 1868 (2) determinava di aprire un concorso· per la compilazione di manoscritti che sulla scorta dei dettagliati programmi, facenti segnito a,l manifesto di conc,orso, po tessero servire di testo -per l'insegnamento delle seg,ienti materie: · l) Polveri, munizioni ed a,rti:fizi da gnerra ; (1) Ministero Guerra - Segretariato generale - Ufficio operazioni militari e Corpo cli Stato Maggiore - Circolare n. 12 in data 2 novembre 1867 (Gioi·ncile m.iiitcire, 1867, pag. 682). (2) Gior-na,le .MiUtcvre, 1868, r>ag. 38.
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IL NU OVO REGOLAMENTO DEL
1869 .
2) Armi portatili, bocche da fuoco, Mfusti e carreggio, ma1,eriale da ponte; 3) Servizio del!' Artiglieria in guerra e passaggi delle accp1e;
4) Tiro e puntamento delle iu·mi da fuoco; 5) Costruzione delle batterie.
I programmi delle •scuole reggimentali venner,o modificati nel 1869. Le riduzioni che per ragioni di economia si cra,no operate nella forza de11'Esercito, avevano avuto come conseguenza che i Corpi di truppa erano diventati a ma,la. pena sufficienti alle e1,:igenze del servizio territoriale, e ciò particolarmente nelìa stagione invernale dopo il licenziamento della classe anziana, che, per realizzare le ec{momie prefissate dal bilancio, bisognava c-he pre~clesse di qualche mese la chiamata della nuova classe · di leva. Ne venne di conseguenza che le scuole reggimentali, le quali proprio durante l'inverno avrebbero dovuto svolgere attivamente ia loro azione, non potevano essere frequentate con quella assiduità che sarebbe stata necessaria per esaurire i programmi stabiliti dal Regolamento per le scuole dei Corpi, del . 21 maggio 1865. Da un siffatto stato di cose derivò l'opportunità di modificare tali programmi e conseguentemente anche il succitato Regolamento per renderli tempestivamente rispondenti a.ne ineluttabili esigenze economiche. Il nuovo Regolamento (1), approvato da S. M. in data 1 ottobre ·1S69, non comportava più la Scuola superiore reggimentale che, come si è visto, stabiliva l'insegnamento piuttost-0 particolareggiato di nozioni di matematica, storia e geografia generaii, fortifìca.zione, topografia e nozioni sul tiro. Il µrovvedimento conseguiva dall'esperienza che aveva dimòstrato come tale scuola fosse poco attuabile e quasi improdut tfva, sia, per lo scarso numero degli allievi, sia perchè gli ufficiali dei Corpi avevano troppe altre preoccupazioni di servizio (1) Gjornale M'iU.ta.re 1868 -
par te supplementare, pag. 209 e seguenti.
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RCUOLE D, Alt'.l.'fGUERIA
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SCUOLE DI l\IODEXA 0 CASERTA
per poter attendere all'ini:-egnanicnto colla, necessaria assiduità. Col nuovo Regolamento del .1° ottobre 1869 1e scuole dei Corpi si distinguevano in : a) scuola per i caporali e soldati; b) scuola per i sottufficiali; e) scuola dì contabilità. Ci limiteremo a dare qui qualche cenno sulla, scuola per i sottnfficiali, scnola veramente caratteristica, cli vera, e propri.a essenza pr-ofessionale artiglier<\.'-C:a. Tutti i sottuffidali del Corpo indistintamente erano obbligati a freqùentarla, e però ne Yenivano esentati quelli che mediante esame comprovassero di conoscere perfettamente le materie stabilite dai programmi. La scuola veniva fatta durante il periodo delle istruzioni invernali ed era divisa in due classi. L'insegnamento doveva essere atlìdato acl u:fficia1i di pi-ovata capacità,, e linello della, za classe preferibilmente ad ufficiali che avessero frequentato con successo il corso pl'esso b Scuola superiore di gnerra; potevano pertanto essere an<:be incaricati dell'insegnamento alcnni professori civili. .Alla fine del co1·so e per ·ogni. classe veni.vano dagli amevi sostenuti gli esami, verba1i e scritti, sulle materie insegna.te. I programmi ùi i1u,;c~gnam ento comprendevano : a) per la. 1.• clal'.Yse: lingu a italiana ed aritmetka,; b) per la 2• classe: nozioni elementari cli geometria, no· zioni di geografia, ed un programma particolareggiato cli cognizioni milita,r i tecniche, suddiviso in quattro parti: 1) not.i,-;ia sommaria ed elementare sull'ordinamento e sulla legislazione dell'esereito italiano; 2) ragione elementare delle più essenziali operazioni secondarie della guerra; · 3) <;enni elementa.r,i teoriei sul tiro delle armi da fuoco portatili; 4) cenni ·;elementari sui lavori campali. Nelle scuole p-er i sottufficiali dei reggimenti d'artiglieria il programma cli cognizioni militari tecniche suindicate era SO· stituito dalle seguenti quattro parti ((1) : (1) Oiornaie Miiitare 1869 -
nota 140 in data 26 dicembre 1869, pag. G39.
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LA SCUOLA SUPERIORE .P ER I
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1) 2) 3) 4)
SOTTUI•'li'IqALI
materiale d'artiglieria; condotta delle batterie, parchi e convogli; e,ostrmdone delle batterie ; . tiro e puntamento delle artiglierie .
.L'Istruzione per le scuoJe dei Corpi del 5 dicembre .1873 (allegato n. 7 al Regolamento di disciplina ll!ilib1re) distingueva le scuole in: a) scuola elemental'(~; . b) scuola pe1· gli aspiranti caporali; o) scuola per gli .aspiranti sergenti; d) scuola di contabilità; e) scuola superiore per i sottnflìciali. Per le ragioni già dette noi ci soffermeremo soltanto e brevemente su quest'ultimo, rilevanclo che per essa i programmi comprendevano : lingua italiana; aritmetica; nozioni elementari di geometria; nor.ioni di geografia e lettura cleUe ca:çte. Non ci dilongberemo più oltre a, ,segni.re le vicende e gli svilupp~ delle scuole dei Corpi; è su:ffi.ciente al nostro fine quanto abbiamo esposto per constatarne l'esistenza e gli soopi, per quanto speci.alrnente i;;i ri.ferfsce ai sottufficiali. La scuola per i sottufficiali aveva, per oggett<> di estendere le loro cognfaioni lettera.rie e scientifiche e di prepa,ra.rli agli esami di ammissione alla « Scuola speciale dei ,sottufficiali presso la Scuola, militare di l\fodena )). Di questa « Scuola speciale)>, destinata ai sottuffidali delle Armi combattenti e quindi anche a, quelli d'artiglieria, aspiranti al grado di ufficiale, ci occ11pe· remo più innanzi in questo paragrafo.
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Le origini della Scuola. speciale per i sottufficiali di fanteria <~ cavane.ria presso la Scuola l\:filitare di Modena, risalgono al 1869. Precedentemente e sino a . tale anno i sottufficiali di fan. teria e cavalleria, aspiranti all'avanzamento :ad ufficiale, dopo aver frequentata 0011 successo la speciale scuola reggimentale ad essi destinata, venivano ogni anno avviati rispettivamente -
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SCUOLE D'ARTIGLIERIA
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SCUOLE DI MOD0KA E CASER'rA
alle tre Scuole normali pe1· la fanteria cli linea, per i bersaglieri e per la cava.lleria; e presso tali Scuole essi seguivano un C(}rso di dieci mesi che doveva servire a metterli in grado di con seguire l'idoneità al passaggio nella categoria degli ufficiali. Allorquando però venne abolita la. scuola snperi,ore reggimentale per i sottufficiali presso i Corpi, perchè non più rispondente allo scopo, risultò come conseguenza eh(: i dieci mesi di corso presso le Scuole normali non erano più sufficienti a fornire ai sottnfficiali quella somma di cognfaioni. di .coltura generale, militari e scientifiche, che sebbene l'ichieste nelle forme più elementari e nella misura più generica,, erano necessarie al sottotenent(\ non solo per procedere poi nella CMTiera, ma indispensabili in un ufficiale per essere all'altezza. della sua posizione !-:Ociale e (lei suoi doveri eome cittadino e come soldato. Sorse allora l'idea di istituire presso la Scuola militare di fante1fa e cli cavalleria iu l\Iodena una Scuola speciale per i sottufl:ì.ciali di fanteria e di cavalleria (1). L'inteto corso doveva svolgersi in due anni ed ogni annata di scuola eri,L della durata cli sette mesi : nell'intervallo di tempo fra l'uno e l'altro corso i sottuffi.ciali per non perdere l'abitucline e la pratica della vita reggimentale rientravano ai rispet: tivi Corpi di pronmie1.1za. PreYio es..lme di ammi&sione al l" corso veni.vano is(:t·itti dei sot tufficiali di fanteri.a e cavalleria designati dai Comandi dei. val'ii Corpi e scelti fra i più. distinti, · avuto il debito riguardo all'an½ianità. Gli insegname11ti dovevano essere svolti dagli stessi professol'i della Seuola Militare di fanteria e cli. cavalleria, e doveyano riguardare quelle materie generali e speciali la cui 00110 scen½a era giuclieata nN:essaria in chi a•s pirava ad intraprendere la carriera cl'ufTkiale. Conseg1wntementc, d'allora. in poi, nessun sottu1ficiale avrebbe potuto essere promosso sottotenente sen z:1 aver compiuto oon successo il detto corso. biennale della Scuola speciale. Su basi analoghe sono g uindi poi state i,s tituite due a.ltre se nole spc':ei al i, l'una per i sottufficiali d'artigli.e ria e . l'altra (1) Rela zione annessa al R. Decreto 13 ottobre 1809 1809, pag. 475.
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Giornale militare
L' A~:fMI SS IO;s;E ALLA SCUOL A !< PECIALI~
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per quelli del Corpo za ppatoi-i del genio, nelle quali i medesimi, mediante un corso pari.menti biennale .avl'ebbero potut o imparal'e quanto e.la essi si richiedeva per la promozi.onc a sottotenenti 11ell' Arma rispettiva . :Xello . tcf-so anno J 69 (1) e poco dopo ,·eniva pertanto de!ìnitirnmc11te stubili(a l'i~titnzione, presso 1n Scuola militare di fanteria e cavalleria i n :Modena, cli una « ScuohL specinle J) per i sottufficiali dell e Armi di fa.nteria e cavalleria, allo scopo « ùi comple~are la 101·0 coltura generale e le loro cognizioni mili.tari per modo da abilitarli a, c·.oprire poi onorevolmente la carica di ::;ott-Otenente ncll' Arrna rispettiva, ed a proseguire nella earriera JJ. Per il corr-;o l SG9-'iO foron o stabiliti :'>5 p osti per i sott.nffi . eia.li cli fauteria e G per qnelli. cli cavalleria : in seguito però a i risultati clel relativo concorso ne furono approvati 6 per la, cavalleria, ma soltant'o 45 per la fanteria. Venivano amrncstii al conconm quei sottufficiali ehe dai. ri$pettivi Comandi venivano proposti come i miglio1:i e più meritevoli per l'arnnzarnento ad nfiie;iale. Gli esami di ammissione si davano pres,50 la , cn ola di )Iockna daYanti ad nna Commissione nominata dal i\finistero e si svolgevano sull e FJeguenti materie : A.) Esami scritti : ri) scriver e cor rettm11en te sotto dettatura; b) comporre una leUern ed un rapporto cli servizio con cliscreta fa<'ilità, chiarezza e proprietà cli lingna. B ) E sami orali: e) le prime <111a ttro operazioni dell'aritmctka sopra i m1meei. interi e clccimali; cl) r<~golamen to d'esercizio e d'evolu1,ioni dell' Al'ma rispettiva , sin o all'istruzione <lyl ploton e inch1i:;iyamente; uffizio ,lelle gnide n<ilJe evoluzioni cli <.:ornpagnia o cli squ.adroue; nomenclatnra del focil<~ o carab~na; regole rm:iticlJ.e di p un tamento; e) conosc:e11za dei varii Rrgola1uenti per quauto con ceme i d0Yc1·i del .·ottufJk ia lc, del <'apoi·alc e del soldato. (1) Nota n. 123 in cl:11'n 2i ottobre. Oiorna lc ,11 il11<,re 18(if), pag. 531 e
guenti.
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SC UO LE D,AHl'IGLmHIA
1870-1914 -
SCUOLI:; Ul )I0Dlòi\A I~ CAS l~Hl'A
U) Esame spedale: !) ùttit11dine fisica . Questo esame veniva dato mediante <Jualclie <!Scrcizio di. ginnastica od anehc, se necessario, mt"!di:u1 :
te Yisita medica.
Fig. 578 - Caserma Ciro Menotti, già (18()9-1875)
sede del Cor so per
sottufficia li
' Il é:orso p1·<~sso la Sc:uola aveva. la dnrata di 14 mesi, ripartiti in due corsi annuali cli 7 mesi, e nell'intervallo tra i due corsi i sof t11fficiali rie11tnwano a far -s ervizio ai Corpi cli provenienza. Le materie di insegnamento eranQ le seguenti: Jv A 11110 <l i eorRn :
A.) nfaL<~rie lettcrm·ie e scientifiche : lettere italiane; no:d.oni snlla storia d'Italia; nozioni di geogra.fia; aritmetica e geometrin ; nozioni elemen tari cli .seienze fis iche e naturali. 908 -
LE l\f.\TEHIE 1/ I NSEGN.·\ MENTO
B) Materie militari : regolamento d'eserci,r,i e d'evoluzio{ 1 i; istruzioni sulle armi e sul tiro (i::.oltan 1:o per i sottufficiali di
fanteria); regolamenti di disciplina, di piaz7,a e di campagna; codice penal e militare; scherma e ginnastica; equitazione di maneggi.o (soltanto per i sottu1ficiali di cavalleria) ; cenni sul .servizio delle bocche cl.a fnoc-o cla muro e da campagna.
F ig. 579 · Caserma :i.Yioutecuccoli, sed e <.lei Ootso $1Jecia le per ci.ali, dall'anno 1875.
sottuflì ·
2° Anno di corso :
O) Materie letterarie e sc:ientifiche : lettere italiane; no,r,ioni clcmenta'ri di fortifieazione; nozioni elernen t.a6 di t opo-
grafia; nozioni generali d'arte militare; nozioni elementari di -
!)(l!) -
SCU OLI~ D, AR'.1.'IGLfERIA
1870-1914 -
SCUOLE DI MODEN A E CASEll'l'A
legislazione ed amministra7,fone mìlitari; nozioni elementari sul tiro delle armi da fuoco portatili. D) Materie mi.litn.ri: ripeti½ion i e <:;omplementi delle ma,terie B) del 1° Anno di corso; contabilità militare.
Fig. fiSO - Cavalciivia cli Corso Cnvour unente il Palazzo Reale alla Ca-
serma ::VIontecuccoli.
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L'insegnamento era affidato ai professori . ed agli ufficiali i~truttori della Scuola. Vi era.no esami cli passaggio dall'uno all'altro e.orso, 1rnnch<~ esa,mi :finali. Coloro che risultavano idonei negli esami finali erano classi.ficati per ordine di merito, e tale classificazione serviva poi cli ba.se nelle promozioni a sottotenente. -
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r/ AMMISSIONE DEL 1S71
I sottufficiali -allievi costi tuivan o nna compagnia inquadrata agli ordini di. un capitano e cli d ue uffi.ciali s ubalterni cli fan teria di lin ea e cli nn ufficiale sn balterno dei. hersaglierL La sede dei corsi per i sottufficiali allievi fn da principio e per nlcuni anni. la easerma di Santa, Ohia,ra . (1) oggi caserma Ciro :!Ylen otti, e poi '(lal 1875, l'ex convento delle Salcshme, oclierna caserma Raimondo Montecuccoli, fabb ricato a nord del palazzo reale; tale fabbricato fu poi opportunamente riunito, una deeina cli a11ni dopo, al palaz½O clncale, mediante il cavalcavia . cJL Corso Cavonr .
Come già fu ac·cenn ato, s n basi analoghe a quelle sta-
trilite per la,.« Stuola spec.iale dei sottufficiali di fanteria e cavalle1·ia, )), doveYH no essere istit uite clue altre Scuole, una per i sottufficiali d' artiglieria e l'altra per quelli del Corpo zappatori del geni,o. P rima del 1870 n on ri.sulta che tali due Scuole speciali sian o state istituite ccl abbiano comunque funzionato: in considerazione dello sc:arso numero cli sottufficiali provenienti dalle Armi speciali cd aspiranti alla nomina acl ufficiale, non si giudicò opportuna l'i mmediata istituzione di due nuove Scuole ~:pc!eiali per un mmrnro così ]imitato cli allievi, e si venne n ella determi nazion e lli estendere anche ai sottu.ffi.cia.U di artiglieria e ùel genio l 'ammissione alJa preesistente « Scuola, speciale)) di Modena destinata ai sottufficiali di fan teria e eavalleria. · · Tale provvediment o venne in primo tempo adottato per i f:iot tnfficiali del genio, e infatti al corso clel 1870-71 vennero as segnati 5 post i ai sottufficiali cli tale Corpo (2). Al co11 cor$0 per il corso successivo 1871-72 vennero ammes~i anche i sottuflkiali d'artiglieria; in ragione cli 3 sottn:fficiali
(1) L'ex monastero delle Snore di Santn Chiara f u atterrato nel 1839, e il duca Il'rancesco I V, su progetto del Lotti, ordinò l'attuale grandioso edificio per convitto dei Padri Gesuiti (1R44). Nel 1859, sotto la dittatura F arini, •Uventò •ma caserma militare, e tale ic' flncora oggi. (2) Nota n. JOO in data 8 novembre 1870. - (}iornale Militare, 1870, pag. 907.
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SCU QL!J;. D) AR'l'IGLrn1nA
1870-1914 -
SCUOLE DI ,1QDl•)NA E CAS!f,RTA
per ogni r':!ggime!1to d'artiglieria, seelt.i indistill tamente dalle batlerie, dalle compagnj.e cfa piazza e dal t1·eno (1). Le riorrne per gli esami di ammi,ssione, anche per i sottuf : ficiali d'artiglieria e del _genio, rimasero qttelle stabilite per i sott11fficiali di fanteria e cavalleria per i ,concorsi precedenti; però per i sottnfficiali d'artiglieria,, all'esperimento orale prescritto alla lettera d) del comr@ B) riferentesi agli esami orali, e rignarclante .la compet~nza spcc:ifica professionalE!, venne sostit11ito i l seguente programma : Scuola di se:do11e a piedi; Ist.riizio11e sui moschetti a retro carica,; Nomen clatnra. del ma,tel'iale da campagna e serv.izio del medesimo; Norme generali sul puntamento delle boe.che da fno'\ co lise.ie e rigate; Pnntam ento del ca.nno11e da, can1pagna. Per i sottufficiali delle compagnie del treno era esclusa quella parte di materie che non era compresa nelle Istruzioni delle compagnie stesse . . Si può dunque affermare <~he le amrnissiolli dei sottnf1iciali d'artiglieria. al Corso 8peciale presso la Scuola di Modena ebbero inizi.o coll'anno 1871 (2) . Le ammissioni seguir-ono regolarmenl;e negli anni succes·sivj se pure con alcune varianti conseguenti dalle necessità dell'organico, dal numero clei posti messi a concorso e da alcune modifiche nei programmi degli esami d'ammissione. Cosi a partire dal J.873 venne abolito l'esame di dettatura; m~l 1874 negli ,esami ofali d'ammissione vennero aggiunte. le seguenti materie: Nozioni elementari di geometria; Nozioni d.i geografia, e lettura delle carte; Codice penale militare. Inoltl'e le regole pratiche cli puntamen to velinero sostituite con l'Istruzione sulle armi e tiro, secondo l'Arma cui il sottu.fficiale 1:Lppa,rteneva,, limitatamente però a, quanto si ri.ehiecleva dai sottu:ffi - · ' ciali nelle istrnzioni praticl1e reggin1entali .
(1) Nota n. 175 ìn data 19 settembre lS-71. - Gio·r naie Militare, 1871, png. 747. (2) Devesi pertanto a tale riguan1o rilevare un'inesattezza riscontrata 11e11·amwario· àeUa Reftia A.ccadem·i a di fa.-nteria e oa.v cillerin <ti Moclena (anno scolastico 192S-29) ìn cuì è scritto che la partecipazione dei sottufilcìalì di artiglieria e g~nio al Uorso speciale ebbe inizio soltanto nell'anno 1885.
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L'INCllEMENTO NIDLL'AMl\flSSIOl'-E DEL
1880
A partire clal 1875 gli esami di ammissione vennero ridotti esclusivamente alle materie stabilite dal programma pel' Ju. scuola superiore reggimentale ùei so tt.nfficiali, programma annesso all'Istruzione per le Scuole dei Corpi (5 dicembre 1873) allegato 11. 7 al Regolamento di cliosciplina mi.li.tare, e cioè: a) lettere italiane (esame scl'itto, dnra.ta 4 ore); b) ari tmetica e nozioni elementari di geometria ·(esame orale, durata 15 minuti); e) nozioni cli geogra1ìa e lettnra. cl elle car te (esame orale. durata 15 minnii). Un notevole incremento nelle ammissioni avvenne nel 1880 . (1). In tale anno, nell'intento di provvedere al completamento dei quadri degli ufficiali delle varie Armi, il Ministero stabilì che tra il luglio 1880 ed il luglio 1882, invece di due ammissioni di nuovi allievi, tanto ai Corsi {H'dinal'i delh1 Scuola militare quanto al Corso speciale per sottufficiali della Scuola stessa, in via eccezionale avessero luogo tre ammissioni e conseguentemente tre pr-omozioni. Per quanto riguarda le ammissioni al Corso speciale per i sottufficiali, in via ecceziona,l e venne disposto che potessero esservi n.mruess1 gl'atuitamente non solta,n to i sottufficiali dell' l~sercit-0 permanente p et· i quali tale Corso ·speciale era- istituito, ma altresi gli :.1fficiali di complemento delle varie Armi e del CoÌ;po di commissariato, provenienti dai volontari di un anno, i qnnli avessero già presta,to tre mesi cli servizi.o dopo la. loro nomina al grndo di sottotenente di complemento, e che al momento dell'ammissione non avessel.'o superato l'eUL di anni 28. 'l'ali ufficiali di complemento sarebbero stati ammessi al Corso speciale senza esami ma col grado di sergente dell'Arma l'ispettiva (o dell'Arma dalla quale provenivano se sottotenenti di c-omplemento del Uorpo di commissariato); prima dell'ammission e al Corso speciale essi avl'ehhero dovnto perciò fare domanda di dimissione dal grado cli ufficial e cli complemento. Per l'ammissione dei. sottufilciali dell'Esercì to permanen-
(1) C1'iornale llHlitM"e, 1880, Parte II, [)ag. 87, Oircolare n. 22 del 15 mar7.0 1880.
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t SCUOLE D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLI)J DI .UODE)<A E CASERTA
te erano àn0ora in vigore le norme stabilik per i co1~si precedenti. In via eccezionale venne inoltre stabilito che potessero essere ammessi al Corso speciale anche i 8ottufficiali dell'Esercito permanente provenienti dagli ufficiali di complemento dimissionati, qualunque fosse la loro anzianità. Nel 1883 (1) nella considerazione, suggerita, dall'esperienza, che i precitati progrll!mmi degli esarnt cli ammissione, per la loro forma e per la loro dizione troppo concise ed eccessivamente sintetiche non soddisfacevano pienll mente allo scopo di servire ~i .traccia costante agli esaminandi ed agli <~S1:L111inatort I)len_tre poi non rispondeva,no alla necessità <li. imprimere un indirizzo uniforme all'insegnamento nelle scuole dei Corpi, il Ministero stabilì di sostituire i vigenti pl'ogrammi con altri _che in sostanza però non erano che lo svolgimento esplicativo e determinativo dei vari.i argomenti in essi accenna.ti. . V.enne stabilito che l'esame scritto di lingna italiana,, pe1· riuscire a provare che l'ammittendo sapeva esprimere e svolgere le proprie idee in maniera abbastanza, ordinata, chiara e corretta, consist~sse jn nn componimento in prosa, cl'<c inven'zione >>, sopra un tema dettato agli ammittendi all'inizio dell'esame. L'esame orale cli aritmetica e sulle nozioni elementari di geome~ria doveva consister~ 1ella risoluzione di problemi da svolgersi a.Ila lavagna ricorrendo alle varie operazioni con numeri interi; decimali e frazionarii, nonchè in interrogazioni sul sistema metrico decimaJe e sulle np zioni elementari di geometria piana e solida. L'esame di nozion~ di lettura delle carte e di geografia c-0nsisteva nella, lettura di una carta topografica e geografica, e in interrogazioni sulle nozioni di geografia, fatte principalmente sopra carte geografiche mute·. Nel 1884 (2) per consegufre piena,mente i varii scopi assegnati ai suindicati programmi, il ~Ifni,s tero venne nella detern;tina,zione di far compilare appositi manuali o libri di testo,
(1) Giornale .Militare, 1883, Parte I, pag, 302, le 1883. (2) Giornale il:liUtare 1884, Parte I, pag. 315 gno 1884.
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Nota n. 25 del 26 apriAtto n. 102 del 3 giu-
ORD!NAì\fE~'l'O OELT,A SCU OLA i\1ILI'l'ARID DEL
1885
che fossero l'esatto svolgimento dei programmi anzidetti, prescrivendone l'adozione e l'acquisto da parte dei Corpi. I corsi presso la Scuola di Modena si svolsero e-0sì. regolarmente fino al 1887, allorchè, com(~ vedremo, venne decisa, l'istituzione della <( Scuola dei sottufficia,li » in Caserta. Per quanto rigL1arda l'inqnadra,meni:;o dei sottufficiali.allievi, mentre all'inizio dei cor•s i .essi erano inquadrati in una sola compagnia, nel 1876 per l'aumentato numero di allievi, vennero costitnite due cornpugnie e cioè una per ogni anno cli c·o rso; nel 1880 coll'istituzione dei corsi ac(;elerati il numero ddle compa,. gnje venne portato a tre, e nel su.ccessiv,o anno 1881 a quattro. 1'ale ordirn1mento su quattro compagnie e cioè due per ogni anno di corso rimase in vigore fino al 1885, quando in data 1° Ii-ovembre, la Scnola milital'e di Modena ebbe il seguente ordi. 11arnen to : a) Stato Maggiore, b) 1° IHparto e doè Allievi dei corsi ordim~rii, inquadrati su 12 compngnie, e) 2° Riparto e cioè Sottufficiali,a,llievi, inquadrati su 3 compa,gnie. Ciascuno dei due Riparti aveva un suo speciale particolare Comandò sotto la direzione e vigilanza del Comando della Scuola. , ed una, siffatta organizzazione era stata adottata per dare a ciascuno dei due Riparti un carattere ed un indirizz,o in certo qual modo a,u:tonomi. Nel 1887 l'ordinamento della Seuola di Modena venne così modificato : u) Stato M.aggior·e, b) 1° Battaglione costituito dagli allievi ordinarii del 2° corso, e) 2° Battaglione costituito dagli allievi orclint1irii del 1° corso, d) 3° Battaglione costituito dai sottufficiali-allievi, inqua,(lrati 1.n due compagnie e -cioè una compagnia per ogni a1ino di corso. Inoltre i sottufficiali-allievi che fino allo1·a. erano considerati semplicemente eome «aggregati» àlla Scuola, vennero dai Corpi passati alla Scuola stessa come « effettivi>> -
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SCUOLE D',\ RTIGLIIDR lA
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SCUOLt,; DI MODENA E CASEH'l'A
Ricorderemo che ogni anno e cioè normalmente dnraute l 'estate e dopo gli esami oppure immediatamente prima, venivano svolte <lelle ei:;ercitazioni sul terreno, alle quali, oltre gli allievi dei corsi ordinarii, partecipa.vano anche i sottufficiali-allievi. Tali esercitazioni si svolgevano normalmente a Sassuolo o talvolta nei dintorni di Modena, e comprendevano lo svolgimento di istl'llzioni tattiche, esercitazioni di tiro al bersaglio, topografiche, di fortificazione e di artiglieria, lavori di accampamento ecc. ecc. P er -quanto si riferisce all'uniforme, i sottuftìciali-alJievi. conservava.no «Jnel1a dell a loro Arma e specialità di pl'ovenien za; con determinazione ministeriale dell'aprile 1880, analogamente a, qua,nto era stato fissa.to per gli allievi ordinarii della Scuola, si stabiliva che anche i sottu:fficia.li-allievi avessero come distintivo caratteristico, e secondo l'Arma cui appartenevano, un filetto d'oro o d'a,rgento lnngo l'orlo inferiore del bavero della giubba e del cnppotto .
Prima di trattare . della Scuola dei sottufficiali cli Caserta ~ delle vicende che portarono alla sua. is tituzione, daremo alcuni cenni biogranci dei Generali che dal 1870 al JS87 comandarono la Scuola, di ,Modena e presiedettero quindi eon particolare in teressiunento e con vigile cnra allo svolgimento del Corso speciale dei sottufficiali. Dal 13 ottobre 1866 aveva assunto il Comand·o della. Scnoln, il colounello conte Federico ì\'[anassero di OosLigliole, nato a Mondovl nel 1818, allievo clell' A.ccademia in Torino dal 1830 al 1837 e quindi brillante e valoroso ufficiale di fanteria. li'ecc h1: campagna del 1848 e ferito a Santa Lucia, si guadag11ò nna medaglia d'argento, segnalandosi poi alla battaglia di Novara. Nel 3857 fu chiamato come prefetto (comandante di compagnia) alla Regia Accademia militare e promosso ma,ggiorc ne~ 1859 fu gravemente feri to all'attacco di Palestro e insignito ·aella, croce di ('avaliere dell'Ordine militnre di Savoia. Fece la campag1m del 1866 coman<lnndo il 2" reggimento granntir!ri a Monte Croce e -
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II, GENERALI•: l•'EOl<:RIC'O ~L\NASSERO DI COSTIGLIOLE
per l'eroismo dimostrato venne irn:;ig11lto della. medaglia d'oro al valor mili.tare. Nell'ottobre lS6G fu nominato comandante della Scuola militare éli Modena e pr·omosso generale nel 1867 rimase fino .al 1871 al comando dell'Istituto : per l'a ttività spiegata e per il suo :severo a ttùccamento alla religione del dovere, egli fu non soltanto amato, ma gl'andeme11t.e venerato da, tutti
B'ig. 581 - Generale conte ]'ederico Manassero di Costigliole. (dal Comando ciel 2° Regg. Granatieri).
i suoi dipenden ti in ge1H!r<~ e <.lagJi allievi in spede che vedevano in lui la tipica vi ve11 te figura dell'eroi <.:o 8oldato. rassò q nindi al Ministero e morì in Roma nel 1877. Nel comando <folla Sc no]a nel 1871 el.'a sncccdnt.o il colon nello cli Stato Maggiore Cesare F erreri , promosso .P:Oèo dopo generale. Anche n Ferreri ertt 1mto a Mondovì nel 1829 ed entrato ali' Accademia di T-o rino nel 1843 ne era uscito sottoteiiente di fanteria nel 184-8 : fece le <:arnpagne del 48 e del 49, e capitano dal 1855 fu trasferito in Stato Maggiore. Nel 18t>9 nei -
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SCUOLE D'AR'l'IGLIERIA
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SCUOLE DI '.vIODI•:~ A E C.\SERTA
combattimenti sulla, Sesia fu ferito, cl:ovette subìre l'amputazione d.i un piede, ed otte.nne la medaglia d'argento al · valo1· militare. P1·omosso maggiore nel l SGO fu comanda nte in 2• e poi comanclaute del Go1legio militare cli Mila110 ove rimase fìno al 1863 dopo la promozione a colonnello . Passò quindi al co mando del Collegio militare cli Napoli e nominato n el 1871 co -
Fig. i3S2 - Generale Cesare J.!"err eri.
mandante della Sc,1ola militare di Moclen:1 vi. rimasè per ben dieci ~nni tino al 1881. Uffidale valoroso, colto e dotato di speciali qualità orga11izr.ative ed educat ive, per la lunga . p enrmrnmr.u. in I stituti militari egli riuscì ad imprimere alla ScuohL di Modena, uno speciale e lodevole inclirir.zo. Nel gi.ng110 1881 assnnse il comando della Scuola di Modena il colonnello di Stato Maggiore Giovanni C'.r0rvetto, già comandante in 2• e direttore degli. st udi, che venne poi promosso generale nel 1882. Giovanni Corvetto era nato a Genova, nel J830 -
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IL GlsNl<:RALE GlOVANC'II CORVETTO
ecl aveva ini7,iato. la, sua vita militare, come semplice soldato, a soli sedici auni arruolandosi Yolontario nel battaglione 7,appàtori del genio. Non ancora ventenne partecipò alla guerra del 48, fu promosso sottotenente nel 49 e decorato al valore per (·t-sersi distinto alla Sfol'zesca ed a Novara. Come l uogotenente . prese parte alla campagna del 1859 e promosso capitano nell'anno successivo veniva chia.mato in Sta.to M:aggiore : promosso
l!'ig. 583 - Generale Giovanni Con·etto.
maggiore di fanteria nel 1864, al principio del 1865 era nominato comandante in 2" e direttore degli studi alla Scuola militare. Nel 1866 venne chiamato al Ministero e trasferito quindi allo Stato Maggi.ore e posci.a ancora al comando del Corpo. Promosso colonn ello nel 187(-i, neì 1879 fu nuovamente destinato aJln, Scuola di Modena quale comandante in za e nel 1881 ne veuiva nomi.nato eomandante succedendo al Ferreri. Promosso generale nel 1882 lasciò H comando della Senola nel 1887 per co-
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SCUOLE D, ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLE DI 1\:COOENA I·: CASER'1'A
m:mdare la brigata Venezia: comandò q:uindi la J>ivi::siorrn militare di Napoli e successivamente l'XI e quindi il II Corpo d'Armata. Giovanni Oorvetto fu Deputato al Parlamento nazionale dal la 12• alla 17" legislatura per Cagli, Pesaro e Urbino : nel 1887 fu sottosegretario di Stato alla guena col ministro Bertolè-Via.le; nel 1889 si battè in duello con Felic-e Cavallotti e nel 1894 entrò in . Senato. Uflìciale coltissimo e studioso, parbtore elegante il Oorvetto fu anche stimato e notevole scrittore militare. Fra j suoi lavori sono particolarmente importanti : << La campagna. di guerra nell'Umbria e nelle :Marche)); « •rriLtta.to elernen· tare di fortificazione di campagna)); « Ammaestramento tattico della fanteria)); « Manuale per le operazioni della guerra)); la traduzione delle « Idee e considerazioni sulla ta.ttica di Carlo XV di Svezia )) ; ecc. ecc. . Essendo comandante -de]J.a Scuola venne anche eletto consigliere comunale di Modena, ed il periodo in cui egli resse la Scuola fu dei più notevoli per utili. innovazioni e razionali rifor. me, per le quali, secondo quanto riferi.,sce il Caneva7,zi (1) eblw a.d incontrare malumori, difficoltà e polemiche. Anche come soldato e co·me parlamentare Giovanni Oorvetto prestò utili servi· gi all'esercito ed al Paese. Con de<.:reto 13 marzo J 887, a sqstituire il genei-ale Oorvetto che passava al comando della brigata Venezia, veniva nominato comandante della Scuola .! l maggior generale del genio ing. Ottone 'l'-o urnon. Nato a Qrescentino (Vercelli) nel 1833 dn antica e buona famiglia, il Tournon, compiuti gli studi a Torino, si ad. dotforava nella R. Università a pieni voti assoluti in architettura civile ed in ingegneria idraulica nel 1854. Entrava poscia nello studio di ingegneria di Severino Gratt,oni partecipando agli studi che il Grattoni, unitamente al S,omeiller ed f:Ll Grandis, stava svolgendo per il pr-o gettato traforo del ?ifoncenisio, ma spinto da amor patrio e iesideroso cli dare il proprio braccio per la. difesa e per l'indipendenza del Paese, poco dopo, nella previsione dell'imminenza di una guerra, fu indotto a, la(1) GIOVANNI 0A~EVAZZI, La Scuola. -rnilitwre !li Modena. (1756-1915) -
lumi - Modena., Ferraguti, 1914-20.
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2 V')-
IL GENERALE
O'f'l'OXE '.fOU R:--ON
sci:1re la carriera civile per entrare nell'esercito nella specialità, del genio mi.li.tare . Si arruolò quindi nel Corpo Reale del g<~nio militare e frequentata con successo la Scuola d'applicazione fn promosso luogotenente; alle dipendenze clel generale Menabre~i, Comandante superiore del Genio presso l'Esel'dto mobilitato,
l!~ig. 584 - Generale Ottone '.J:ournon.
fece la campagna. del J.85~)-60, e nel febbraio 1860 venne promosso capitano per meriti speda1i. Nel 1861, subito dopo l'occupar.ione delle truppe regolari fu mandato in Sicilia per l'impianto dei servizi telegrafici e raggiunse il grado di maggiore nel 1861. Nella guerra. del 1866 appartenne alla Divb,ionc Cialdini e fo particolarmente segnalato per la sua, azio.ne. Percm$e tutta Ja, sua carriera nel genio, ora al comancl,o di. truppe ed ora a,lle direzioni tecniche, non abbandonand<:> pertanto mai gli studi di materie tecniche e approfondencloi:.i, sotto la guida · del senatore Carlo Matteucci, sovratutto nelle applicazioni della telegrafia per gli scopi militari. -
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Fig. 585 - Ordine del giorno 12 febbraio 1887 ed elenco Utl:ìciali. proYe nienti dn lla Scuola, morti in Africa. (dal l\Iuseo Storico della · R. Accademia F anteria e Ca.valleria).
LA SCUOLA DI CASE:J:tTA
Nel 187G ebbe il comando del l° reggi.men to genio a, Pavi:1 e p1·orno::;so maggior generale nel 1885, dopo e) ne anni venne desti.nato al comaudo della, ScuohL di Modtma. Promosso tenente ge1wrale nel 1890 comandò le Divisioni cli Ravenna e di Firenze; nel 1894 fu nominato isp<-! ttore genera,le del genio e qnindi sue, <:essivamente comandante del V e del IX Corpo cl' Armata: nel 1900 venne <~letto senat.01·e e nel 1902 S. M. il Re Umberto I gli confel'iva il titolo nobiliare cli conte per i segna.lati servizi pre·stati all'esercito ed al Paese. Nfo11tee il generale 'l'ouriion comandava ]a Scuola, e precii:;amente il 14 marzo 1SS9 nella riconenza del genetli.aeo di S. M. jJ Re, in presenza delle autorità civili e militari della città e degli allievi clelhL Scnola, nell'atrio dell'ingresso principale venJH~ jnangnrata una lapide commemorativa, ricordante i nomi degli ufficfali , pr·ov,e nienti.dagli allievi e dai sottlÙ'ficiali-allievi della 8cno]a, morti combattendo. Non riesee a questo punto intempestivo nè privo cli significazione il ri.leval'e come all'azione dinamica, e fosforescente del Oo1·vctto siasi ritenuto opportuno di far seguire l'opera metodica e meclitati1r di un tecnico che in tutt:1 la, sua c.a rriera aveva dimostrato non soltanto cli ess<~re un valoroso soldato, ma altl'es.ì uno i:;tndioso cli discipline tecniche e perciò un organizza,tore ed un realizzatore. Per queste sue riconosciut.e qualità, ]'opera, cli Ottone '.l'ournon nel g.overno e nell'indirizzo della Scuola militare fu particolarmente appre7,zata, opportuna e vantaggtosa. i:..:
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Come già si è a-ccennato, nel 1887 avvenne l'nlti.rna ammissione di sottuffi.ciali al Corso speeiale presso la .Scuola cli Mod<~· na. Abolito tale corso con l'istituzione . della « Scuola dei sottufficiali cli Casei-ta )), a partire dal 1888 i sottufficiali che aspiravano alla nomina ad ufficiale venivano avviati a Caserta. CoJla scorta della già, ripetutamente cHata opera cli Giova,nni C:rnevazzi, riepilogheremo qui sintetica.mente le vicende che portarono all'istituzione della Scuola cli Caserta·. Fra, le riforme propos te nel 1886 dal ministro Ricotti per ] 'orcli11amento dell'esercito, si comprendeva l'istitu7,ione cl.i una -
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Fig. 58G - .Atrio dell'ingresso principale defla Scuola ove venne inaugurata la pri ma lapide commemorativa clei morti in combattimento.
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l,A DISCUSSIONE ALLA CA:\1EHA
Rcuol:1 cl'applkaz,ione per la: fanteria da insediarsi nel palazzo I-·tea.1e di Caserta.: gli allievi ,ordinari, compiuto il corso cli Modena, doV<wano int<~grarlo con· un C>orso di a.ltri otto mesi a Caserta- Gli allievi iwrebbero formato un battaglione su quattro compag11ie e l'insegna,m~nto sarebbe stato impartito da insegnanti milita.ri e ci vili : l'isti tm:ione veni va giustificata dal fatto che alla Scuola di 1\fodena gli allievi, assorbiti completamente negli studi teoriei, avevano bisogno cli esse1'e completati dal lato pratiC'.O per essere in grado di disimpegnare -effettivamente ed efficacem<~nte l::L funzione <li ufficiale. Un fale progetto provocò a quei tempi un:t incresciosa po lemica giornalistica, ma lo scioglimento della Camera pose fi.rn~ al dibattito perchè il progetto stesso non venne in discussione Nel novembre dello stesso anno 1.886, il ministro lo ripresentò però ancora, alla nuova Camera; e pertanto la, Commission{i par lamentare incaricata éli riferire ,s ul progetto, respingeva a forte maiggioranza la proposta istitu7,ione cli nna Scuola cl'appli.cazionc per la f~nteria in Caserta. Nella tornata clel 14 dicembre, discutendosi alla Ca.mera il bilancio della, Guerra per il 188G-SJ, l-'On. generale Gandolfi , deputato di M.edena, elevando la discussione nel nuovo ed _a rdente c:1mpo morale dell'esercito, parlò clottan1ente clellf.L disciplina, dell'edneazione militare e quindi degli. Istituti militari dichi:uanclosi esplicitamente -contro la progettata. Semola d'applicazione di -Caserta per la, fanteria., e proponendo invece un miglioramento della Scuola. di Modena. Il generale Gandolfi fu molto applaudito e se pure in seguito parecchi altri orntori lo seguirono, viceversa, clopo varie votazioni parzia,l i, 1a, Came1:a finì col.l'approvare il progetto del ministro Ricotti. Il voto della Camera, trovò contrari non soltanto i. clepntati militari ma anche molta parte della stampa, politica e militare : fra gli altri il senatore Clemente Gorte, a-utorevolissimo per il sn<> glorioso passato di soldato e di pa.triota 1 disapprovava la nuova istituzione conchiuclenclo che sarebbe stfLto più semplice e più logieo di completare e riformare l'insegnamento teorico della Sc11ola di Modena, facendo più larga- parte alle istrn7,ioni pratiche e sul terreno. Il progetto di legge approvato dalla OmnertL doveva anc,o ra -
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S CUO LE
t/ AR'.l'IGLIERIA 1870-1914 -
SCUOU: DI )10DE~A E CASl•:RTA
essere approva.to dal Senato, ove fu presentato il l'7 aprile 1887, ma non potè essere discnsso cau&1, le dimissioni del Ministero. Risolta, la crisi, il nmwo :i\Jini:stro della guerra, generale Bertolè-Viale riprendendo il progetto del suo predecessore .vi ap portò notevoli modificazioni e sovratutto nella parte riguardilinte la, Sctwla di Modena mutò rad.iealrnente quanto proposto dal Ricotti. nel senso che, anzichè creare a Caserta la, clesignatt1 Scuola cl 'applicazione per la fa,nteria, venisse {itlettuato il tra. sferimento da Modena a Case~·ta della Scn-0la per i sottuffici.a.liallievi, Scuola che dal 186!) funzionava, a Modena. Praticamente un tale trasferimento era ·ctai competenti riguardato come nn errore, ma, viceversa ragioni ·di politica interim pl'erueva,no per adottare una soluzione del genere o similare. Anche in questa occasione purtroppo si scatenarono delle ca,mpagne- giornalistiche, ma viceversa il progetto Bertolè-Viale sui provvedimenti militari fu _présentato il 18 maggio 1887 e dopo pochi gi,o rni la, Camera, con votazione a scrutinio segreto, lo approvò. Il 15 giugno successivo il generale Mezzacapo presentò la sua 1·.elazione al Se,n ato che approvò pure il pr.ogetto, e si ebbe così la nuova legge 23 giugno 1887 per la quale la Scuola dei sott.nfliciali veniva trasferita da Modena a Oàserta. C<m R. Decl'eto 27 maggio 1888 veilne fatituita la nuova (t Scuoli1 dei Sottuftìciali >> in Caserta a datare dal 1° luglio dello stesso a,n no; inoltre la « Scuola normale di fanteria di Parma)>, presso la q 1Hble sino allora si. erano svolti i corsi dei sottuffieiali aspiranti alla Ùomina acl ufficiali nel corpo contabile, fu convertita, in << Scuola centrale di tiro per la fantel:'ia, )). La formazione del nuovo Istituto di Caserta,, modellato secondo la Scuola di .Modena, ma con programmi necessariamen te pjù limitati, era stabilita dalla tabella n. 40 in, conformità della legge 23 giugno 1887. Per la suindkata tu.bella, il personale di governo, didattico e di servizio per la, Scuola di Case'r ta era di 33 ufficiali, S professori e maestri civili, 12 scrivani; 10 uomini di · truppa, 400 sottuffidali.-allievi per le armi combattenti e 150 sottnfliciaJi-~l· lievi di . amministra.zione e contabilità. Il comando era, affidato ad un maggior generale; comandante in 2• ,e ra un colonnello. Il perso11ale della Scuola militare -
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J/IMJ:>UNTO DELLA SCUOLA DI CASIDRT,~
di :.\Iodena venne conseguentemente ridotto, e quello eccedente presso le Scuole di Mod ena e di Parma fu trasferito a quella di Caserta. All'arred:tmento della nuo va. .Scuola si provvide con matel"iale fornito in parte dalla Scuola, éli Modena e in parte con nuovi acquisti. Nel· mese di luglio 1888 fnrono insediati il Comando ed il Consiglio di amrninistraz-ione delb Scuola,
B'ig. 587 - Generaki Enrico Rebagliati. (dal Comando ciel 1• Regg. Granatieti).
Primo comandanw della Scuola di Caserta fu il maggior generale Enrico Rebagliati. Nat.o ad Alesl'-andria nel 1832 era entrato nella R.. Accademia di 'l'orino nel 1847 uscendone nel 1853 sottotenente nel 2° granatieri cli Sardegna. Aveva fatto la r.ampagna di Crimea guadagnandosi la medagli'a al valore e a San :Martino era stato decorato clelhi Croce dell'Ordine militaI'e cli Savoia: capitano di· Stato :ri:fagg'iore nel 1860, maggiore nel J.86G, tenente colom1eUo. riel l" granatieri nel 1875, venne pro-
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SCUOLW
u' ARTIGLIERIA 1870-1914 -
SCUOL!ll DI i\:WDEKA 1,; CAS I-:RT.\
mosi;;o colonnello 1wl 1879 e come tale comandò lo stesso glorioso 1° reggimento granatieri fino al 1 8G. Promosso ma,ggior generale coman clò Jn. lJl'igata. Modena e n el 1888 fn destina,t o al comtLn do della ScuoliL dei sottufficiali di Caserta. Collocato a riposo nel 1892 rno1·ì }1 Caserta l'anno successivo . Il eor flO scolastic:o della, Scuola. cli Cai;;erta, diviso in cl ne anni, ili couii nciò il 1° ottobre 1.888. La Sc uola culH~ la sua sede in una parte del P al11zzo Reale; l'inaugurazione fu celebrata sol ennemente la domenica 7 ottobre con musiche, luminarie, fuochi cl'artifizio, ban chetti e disc:orsi 1 fra cui un noteYole eloquio prornm ciato con grande competenza. e con profondo cuore di soldato dall'illustre generale Nicola. hlarselli, che sovratntto volle mettere in rilievo la g;i.·ande imp ortanza da darsi ad una Scuola di •so ttufficiali p er formarne degli ufficiali part icolarmente pratici e conoflc:itori dell'anima e della vita intima de.i soldati, e nel contempo degli uffi.cia..li atti e capaci di st are a confronto dei loro eolleghi provenienti dagli allievi ordinari dei val'ii I stitu ti d'istru1.ione superiore, speciali pct· le varie Arrui. Il corso scolastico delJa, Scuola, di Caserta, diviso in due an ni, incominciò il 1° ottobre 1888: a tale data furono ammessi ::i frequentare il 1° an no di corso 270 sottufficiali, provenienti da Corpi diversi, e freq nc~n tar o110 il 2" anno i sottn.tlìciali-allievi delle armi com batten ti che già avevano fatto il 1° corso a Mo· dena, n oncltè i sott ufficiali aspiranti al Corpo d'ammini~trazione <' contabilità e che provèniY.a no dalla Scnoht Cen trale di P arma. · chiamata. in passato Scnoh Normale. · Nel giugno 1889 cùbero luogo i primi esami, e nell'estate, durante il periodo d«ille ·vacanze, oltre le esercitazioni pratiche al campo intor no a Case1'ta, i sottnfficia li, f.L seconda, dell 'Arma di appartencrn~a, visitaron-0 le f oL·ti:fieazioni di Gaeta, la Fonderia, e il Pani1kio .d i K a.poli, il La b<m1torio pil'otecuico di Capua , la Fabbrica d'armi cli Torre Annunziata, le fabbriche di telerie e stqffe di Sarno e cli Hat'fmissi, ecc. Con disposizione 23 luglio 1~89 \'enivano modificati il r i pa.rto ed il prograrnrua <lei <l11e col'si , e con successiva: disposi zione del 28 scttelnhre era pure modificato il regolamento in terno . In seguito a tali moclific:azioni il l° corso non fn più comune a t utti gli allievi, tanto che gli a8piranti alle Armi combat-
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1 GIJ:ìS'8RALI REBAGLIA'.i:I E
i\CJ\J.,AClU,\
ten ti forono , pc1' qtrnsi tutte le materie di .stndio, separati e clistil1ti dagli aspiranti ai. Corpi a,mm.i.nistrativL Con son·a mL autorizzazione il 19 gennaio 1888, aderendo al-
la richiesta. clel P rincipe~ NkoJa del :Montenegro, furono amiuessi Hel nostro esercito ecl arruolati (J uali volontari ordinari, sei monteneg1·ini assegnati al 10° reggimento bersaglieri : promos8i in sc~guito caporali e quin'di sergenti, essi vennero ammessi alla. Sct10la di Casertil, il 1° ottobre 1889.
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Fig. i:iSS - Colonnello Nestore Malacrìa.
Nell'estate veiurnro ripetute le vi.site d'istruzione effettuat,~ nel 1888 : in seguit<l i corBi procedettero e si susseguirono normalmente ed in modo regolare, introducendo però qualche modifica programmatica stabilita dalle disposizioni 23 ottobre e 2 novembre 1890 nonchè del 23 settembre 1891. In tale anno e per disposizione del 7 febbraio venne disposto che i sottufficiali prov Yisti cli licenza liceale o di istituto t ecnico fos sero ammessi a lla 60
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SCUOLE DJ ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLE DI MODENA E CASERTA
Scuola di Caserta con dispensa da tutti gli esami d:ammissione, e siffatta disposizion~ Yenne poi. mantennta ancbe negli anni successivi. Prima che cominciasse l'anno scolastico 1892-93, con decreto .2 settembre 1892, il generale Reba,g liati fu collocato a riposo per ragioni di salute · e sostituito nel comando della ·scuola dal generale Nestore 1falacria. Nato a Breglio (Nizza Marittimaì nel 1838, il Mala-cria; superati i corsi dell' Accfudemia militare di 1',orino, fu pr,omosso sottotenente d'artiglieria nel 1859 : l'an no seguente otteneva la medaglia d'argento a, Oastelfidardo mentre la sua batteria conseguì la menzione onorevole. Dopo essersi guadagnata untl menzione onorevole a Gaeta nel 1861, fu pr-0rnosso capitano poco dopo, maggi.ore nel 1873, tenente c-0l-0nnello nel 1879; e come colonnello d'artiglieria dal 1883 c-0ma.nclò il 10° reggimento artiglieria. Generale nel 1891 comandò la brigata Corno e quiHdi la Scuola dei sottufficiali cli Caserta, dal settembre 1892 al setterobr<~ 1895: ebbe quindi il comando della brigata Livorno e successi vamente, come tenente generale comandò la, Di.visione militare cli Napoli e quindi qnella cli Alessandria.
Durante il governo del generale Malacria e precisamente nel maggio 1893 venne1:o apportate delle va.rianti ai programmi d'ammissione alla Scuola di Caserta_ Poichè per effetto del R. decreto 3 maggio 1892, a,pprova,nte il Regolamento d'istru zione e di servizio interno per la fan teria, era sta.ta abrogata Fi struzione per .le scuole dei Corpi, Istruzione che comprendeva i programmi delle materie di esame per l'ammissione a.Ua Scnola dei sottufficiali, -il Ministero determinò (1) che per l'a.mmissi<me, a partire dall'anno scolastico 1894-95, l'esame di concors-0 venisse dat-0 in base a nuovi pi·ogrammi, mentre però pe1· il corrente anno J 893 le ammis,s ioni si sarebbero ancora, effetlnate secondo i programmi vigenti. (1) Giorn(tle Milita-re, 1893 4 maggio 1893.
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Atto n. G8 in dati
VARIAZIO~I Di PllOGl,AMMI
Iu base ai n 11ovi program1m, l'esttme di ammfasione doveva svolgersi sulle seguenti materie : a) Lingua italinna (esame scritto della dnra,ta, di 4 ore); b) Ari.tmetica e nozioni elementari di geometria (esame orale della durata di lG minuti); e) Nozioni elementari di storia e geografia (esame orale d(~lla <lnruta di 20 minuti). · Sul.le generalità delle stesse materie dei predetti programmi gli aspiranti a-lla Scnola di Caserta dovevano felicemente superare anche l'« esame preliminare)), al quale preventivamente gli aspiranti stessi veni vano sottoposti presso i rispettivi CorpL affinchè i comandanti di Corpo ne avessero norma per inoltral'è le proposte cli ammissione alla Scuola. Pe1· dani 1naggfor·c impulso allo studio della, lingua italiana il Ministero, con disposizione 4 novembre 1893, emanava in proposito nuov(~ norme e modificava ancora il regolamento degli ei<ami ed i prog1·a111mi di ,studio. Malgn1do tntte le predette innovazioni e malgrado che per parte di tutti Ri fosse posto e si ponesse ogni maggiore impegno p c1· applicnrlc, dopo pochi anni si ritenne miglior partito di ri· tornare all'ant.ieo, f~ fu così che l'anno scolastico 1894-95 fu l'ultimo della St11ola di. Caserta. F11 così che nell'estate 1895 si svolsero le ulti.me esercitazioni pra.tiche dei sottufficiali-allievi di. Oasel'ta, i:-ncldh·i<lendole per ~ntrambi i coNii in due distinti pc!riodL Nel J pedodo (22 gingno-11. luglio) gli allievi del 2" corso, clivisi in due grnppi (fanteria ed Armi speciali) eseguirono alh!r1iativamcnt(~ esercitazioni di topogra,fia militare ed esercitazioni pratiche di dettaglio, a seconda dell'Arma cui appartenevano; q11elli del l corso svolsero invece delle istrnzioni prati· che a seconda dc~lJ' Arma di appartenenza. Nel 2° periodo (22 luglio-3 ago1>to) tutti. i sottufficiali-allievi presero parte congiuntamente allo sviluppo <li esercitazioni logisti.che e tattiche, concorrendo ciascuno, secondo la specialità cld proprio Corpo di appartenenza. 0
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SCUOLE
o' ARTIGLIERI A 1870-1914 -
SCUOLlll DI l\!OD!ti\A E CASERTA
Nel settembre 1895 (J) venne emanato nn R. Decreto col quaJ.e a clatare dal 1° ottobre 1S95 veniva soppressa la Scuola dei sottufficiali di Casel'ta; colla stessa data veniva istituito prc~sso la Scuola, militare ·cu l\ioélena un cc Corso specia,le )) per abilitare i sottnffieiali alla promozione al grnc1o di ufficiale nelle Armi combattentt e nei Corpi di commissariato e contabile: . Fin dal giugno J sm:; il ministro della guerra generale 'ì\focenni. aveva presentato alla Carnera il suo nuovo disegno di legge sull'ordinamento dell'Esercito col quale fra l'altro si soppri · meva la Scuola di Caserta, ma poi.chù per vicende parlamentari solo nel dicembre fn discusso nn siffatto progetto, ne risultò che n decreto di soppressione della Seuola di Caserta venne emanato e trovò applicazione~ prim::L ancora che la legge venisse discussa. Ancora uua volta ebbero luogo campagne e polemiche giorna.li.stiche violenti e deplorevoli, e pertanto il Ministro della Guerra senza tener ci:Llcolo delle infinite pressioni che da. ogni parte si esercitavano, saggiamente si mantenne fermo riei suoi propositi, provvedendo es~enzialmente a correggere e porre riparo all'errol'è che era stato commesso in passato col separare la << Scuola allievi ordinari)) dalla « Scuola, speciale sottufficiali-allievi')). TJna siffatta separazione, Yigent<~ élall'origine fino al 1887 e quindi poi t.ant10 più marca.tamente cla.l 1887 al 1895, oltre ad impo1·taN~ maggiori oneri finan7,i.ari aveva talvolta provocato dei penosi confronti per cu i tl'atto tratto erano sorti in lat.e nza dei malumori nell'Esercito, ~d erano comparsi articoli di critica: non infondata, i;rni giornali più autorevoli . Il persona.le della soppres::.:a,. Scuola, di Caserta fu in parte destinato a seguire i sottufficiali -aJ lievi trasferendosi a Modena, ed in parte fu inviato ai rispettivi reggimenti. Il secondo ed ultimo cornandante della, Scuola, generale Nestol'e MaJacria la sciava il comando il rn setternbrf. 1895. (1) (J,iornaie J1'ilUcire 18!15 10 settembre 1895.
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Atto n. 183, in data
SOPPRESSI0.NE DELLA :c; CUOLA DI CASIW'rA
I sottufficiali-allievi p1·oruossi. al 2'' corso passa1·ono a, com pletare gli studi a l\fodena, dove si recarono a11ehe i nuov'i am messi al l'° corso, rioccupando la veeehia sede delle Salesiane, attuale Caserma Montecuccoli. La mattina del 21 settembre J895 giunser,o a l\foclerm, insi(~llle a tuU.o il personale traslocato da Caserta, i sottufficiali-allievi, e l'anno soolastico si iniziò il ·10 ottobre. Il ,corso speciale dei sottu:fficiali-alìievi, divi.so in due compagnie, venn e·i-nq11adrato nellò Stato maggiore della Scuola. Nel 1900 vennero apportate alcnne modifiche nei programmi cli Hmmissione (1), e venne prescritto che tanto l' esame preliminare presso i Corpi, (J11anto quello definitivo di ammissione al corso si svolgessero sugli appositi programmi annessi al Regolamento organico per le Scno1e militari, approvato con R. Decreto 26 novembre 1899. In s.o~tan zH, l'esame orale di nozioni elementari di storia e geografia veniva, sdoppiato in ·due esami separati, uno cli storia ed nno di geografia, ciascuno della durata, cli 20 minuti. Il contenu to cld programma cl i storia veniva completa.mente mutato, poichè mentre precedentemente comprendeva, nozioni cli storia greca e 1·omana,, ora veniva a svolgersi sul periodo 1492-1870. A partire dal 1S9G e eosì ogni anno fino al 1D04, clopo gli esami finali, le ese.rcitaidoni pratiche per· i sottn:fficiali-allievi Yem1<~1·0 snddivise per Arma. Gosi nel 1896 i sottnfTkia1i-allievi di a,rtiglieria dei due corsi svolsero esercitazioni ed istruzioni praticl1e a, ll'Iodena, nouchè esercitazioni al poligono cli Gossolengo col 21° reggimento artiglieria; visitarono i mn,teriali a>assedio e cla difesrt a Piacf~rnm, il Laboratorio pirotecnico a Bologna, i materiali <la <:osta e da marina, e le opere costruite a La Aper.ia. Nel 18H7 eseguirono esercitar.ioni pratiche nl poligono di San l\fanrir.i o, vi.sitnTono la Fonderia di Torino, alcune opere di sbarramento alJa fron tiera occidentn 1e, l' ArsenaJe di costruzione, il Museo d'artiglieria e l'Armeria reale di Torino, il matel'iale ed i nwga7,7,ini di mohiJitar.i<m c del reggimento a rtiglieria a, (1) Gior-na,le Militw·e, 1000. data 2 febbr!Jio J.900.
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Circolare n . 13 in
SCUOLE D'ARTIGLIERIA
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SCUOLE DI ì110DfilNA E CASERTA
cava,l lo, Je opere della pia.z za terrestre e marittima cli Ve11ezia: terminando le es,ercitazioni pratiche con alcuni giorni di manovm 11d dintorni di Modena. Nel 1898, dopo alcuni giorni di esereitazioni varie nei din torni di Modena, visitarono alcune opere di fortificazione nei di.ntorni di Savona e deJla piazza di Genova, l'Officina di co~trnzionc di Genova, alcune opere di fortificazione della piazza dì Spezia, chiudendo poi il ciclo colJa permanenza di una diecina cli giorni al poligono cli C<."Cina per assistere alJa scuola, di tiro delle brigate da costa. Nel 1899 dopo aver assistito per una settimana 11€1 poligono di Gossolengo ai tiri ed alle esercitazioni tattiche delle batterie dell'll.0 reggimento artiglieria, visitarono i materiali d'assedio a Piacenza, diversi Stabnimenti milit~ri a Torino, alcune opere cli fo1·tificazione della frontiera occidentale, alcnne batterie da costa,, l'Arsenale di marina ed i forti del fronte a terra di Vene,:;ia, e terminarono l'attività addestra.tiv,a svolgendo per una set timana delle istruzioni ed esercitazioni varie nei dintorni di M-0dena. Nel 1900 i sottn:ffi.ciali-allievi d'artiglieria iniziarono l'attività estiva oort-la -ì 1ìsita alle opere della piazza ed- aU'Arsenale marittimo della Spezia, recandosi quindi a visita.re l'Officina cli co/'itruzione di Genova e le forti:ficazioni di. Savona: dopo una permanenza di drca dieci giorni r1l poligono dj Lombarciore per assistere ai tiri delle .batterie del 6° reggimento artiglieria, visi. tarono il Laboratorio pirotecnico di Bologna, ritornando quindi a Modena. per compiervi un breve periodo di. ,e sercitazioni pratich(i. In modo anal·ogo e eon programmi aJl'incirc:a shnilari si svolsero le esercitazioni prati-che estive dei sottufil:ciali-allieYi d'ar-tiglieria nei i':uecessivi -·anni 1901, J 902, 1903 e 1904, e pertanto <:ol 1904 ebbero termine le predette esercitazioni esti\'e fuori sede, cliYise <( per Arma)), che si svolsero invece esclusivamente alla sede cli Modena e nelle immediate vicinanze della città. A partire dal 1H05 e fino al 1915, fatta eccezione per gli anni 1911 e 1914 nei quali i sottufficiali-allievi d'artiglieria . dedicarouo una parte (l elle esercitazioni estive ad atttvità ed a -
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LA ROCCA 01 SCANDIANU
visite inta·essanti esclusivamente la loro Aruùt, le esercitazioni estive vennero effettuate oongiuntamente da tutti, e cioè dagli ailievi ordinari coi sottufficiali-alli.evi, ai campi fissi di Sassuolo e di Scandiano, terminando di solito con alcuni giorni di campo mobile.
D'ig. 589 - La rocca di Scandiano, sede della Scuola militare durante le eserl:itazioni estive.
Per quanto si l'iferis<..:e alla località dì Scandiano, ricordiamo che fin dal 1882 il generale Oorvetto, allora comandante del la Scuola, o.veva segnalato la Rocca di Scandia,no come luogo a.datto per acquartierarvi gli allievi durante le esercitazioni campali estive, cd aveva il1trapre1--o le necessarie pratiche affinchè il Mini.stero della Guerra acquistasse la Ro-c-ea dal Municipio di Scandiano che ne avcYa la, prop1·ietà. Le pratiche ,sortirono l'ef fett<> desiderato, ed il 31 marzo 1883 il Consiglio comunale di -
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SCU OLE O, ARTIGLIERIA
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SCUOLill DI Th:lODENA f:J CASEH'L'A
ScandiRino deliberava la cessione qefìnitiva_deJ}a Roccl.l,, allo Stato, che, sgombrata cl agli uffici . e d~Llle abitazioni che in essa avevano sede, nell'anno seguente e çioè dal 1884 pi1ssava a dh,po sizione degli allievi clelltL Scuola di M-odena.
Nel 1895. al rtton10 da Oase1·ta, gli allievi del Corso speciale dei sottufficiali furono ripartiti in due c-ompagnie (l" compagnia _p er il 2° corso; 2" compagni._a per il 1° corso); dall'ottobre 189D al 1907 le due oompa,gnie venner-o inquadrate nel battaglione sottu1fici.a,l i-allievi fino a, ·Che )a forza, del battaglione venne poi-fata a, tre compa,gnie, c,osì eomposte : l"' compa,gnia form,1ta cfai sottn:fficiali-allievi cli fanteria, e c1i cavnlleria del 2° anno ili corso, aspiranti ,1Ila nomina acl n:fficiah della pr.opria Arma; 2" compagnia costituita dai sottufficiali-al]Jevi di fanteria e cli cavalieri.a dH 1° anno cli corso aspiranti alla nomina ad ufficiali nella propria Arma; 3" compagnia composta dai sottufficiali.allievi di artiglieria e del genio del 1° e 2° anno di -corso, aspiranti a divenire uffi.ciali nella propria A.~·ma . In tale 3" -compagnia trovavano posto altres1 i. sottufftciali-allievi delle varie Armi di entrambi i <:orsi, a,spir-anti alla nomi.na ad ufficiale nei. Gorpi amminis trativi. · L'-ordinamento del battaglione sottufficiali-allievi su tre compagnie continuù a rimanere in vigore fino al 1915 subendo u 1icamente delle variazioni nella composizione dell e singole c-ornpagnie nfii riguardi clelle Armi a cui appartenevano i sottnfficiali che le ùornpo1w vano; ric-orderemo inoltre che a partire clal 1910, per effetto della legge 10 lnglio dello stesso anno,, che ri.or dinò il personale dei servizi ainministrativi, cessò il rcclutament-o, dalle varie Armi, cli sottufficiali aspiranti alla nomina ad ufficiali-con tabili. Nel 1901 (1) il Ministero dispose che i sottufficiali aspiranti al C:o!'so i:;pccinle <li Modena, provvjsti di licenza liceale o di isti(l) G-iornale jJfiuta,re, 1901. -- Parte II, pag. 44. clata 5 febbraio .1901.
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Circolare n. J.9 in
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.KU OVE ;':0JD1E I'EH
J/ A}IMISSI0.KJ•;
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:.UODEìsA
I-lito te<;11ico, fossel'o clispensati. dall'esame pr·e liminare presso i.
Corpi, nm sott<mosti invece, come tutti gli altri., all'esanH~ di eo11 eol'so dal quale, come fu detto, erano stati dispensati :fin <la! J S!l1 .
F ig. 590 - Particolare del cortile della Rocca dì Scandia no.
Nel 1904 il Ministro della Guerra, genei·ale Pedotti, occu pandosi del riordinamento degli Istituti .m ilitari risollevò 1.1 quest ione, invero non ni10va pcrd1è già prospet tata altl'e volte in passato, JWL' )a c1·cuzione di urn1 cc Scuola nnica )) destinata a formare ufTidali per tntte le Armi; a qnel tempo <1ualcuno lanciò persino l'ide,L di una « Università Militare)) cli quattro anni <li corso, dalla qnale gli. stncfonti sarebbero usciti col t itolo -
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SCUOLE D' AR1'tGLH:RIA
1870-1914 -
SCUOLA D! )iODENA
di ,lottori in sc:ieuzu militurc e com piuti tali quattro anni di corso i laureati sarebbero passati, a seconda dell'Arma di appartenenza, in determinate Scuole per nn corso di perfezionamento e <.li applicazione. · Dopo due anni e cioè nel marzo 1906, il nuovo Ministro della Guerra, generale Majn,oni, presentò il suo disegno di legge <( Modificazioni al testo unico della legge sull'ordinamento dell' esercito)) col quale veniva completamen te riordinato il sistema <.'ducativo degli ufficiali e comprendeva all'uopo la creazione di una unica Scnola di reclutamento suddivisa in tre sezioni. Il problema della Scuola unica veniva però presentato dal Ministro Majnoni con una grande innovazione, quale quella della suddivisione della Scnola unica in tre Accademie militari con sedi rispcttiramente fii 'forino, a Modena ed a Napoli: consegnenza del progetto <~r,1: la, soppressione del Corso sneciale dei sott11flkiali-allievi, i <111ali, in omaggio ad un principio di 11gua. glianza, sarebbero stati ammessi anch'essi alle t re Accademie, di tipo « Scuola unica)). Ma un tale nuovo progetto in complesso yenn.e accolto poco favorevolmente non sembrando atto ad appo1·tarc un miglioramento nè nel reclutamento, nè nello studio, nè nella colt nra professionale .dei fntn ri uffi ciali. 1~ncora, una. voHu. i:,i foce lnogo a campagne giornalistiche invero poco $impatiche, e vi fu aclclirittura chi chiese l'istituzio ne di una « Scu ola Uni ca >) a Modena , diment icando così e non tenendo alcun conto dei cliritti che a ta]e rignardo e con 11011 minori ragioni avrebbero potuto acca,mpare e la città di 'l'orino, secle da oltre due Recoli clella più a utica Accademia militare italiana, e la cHtà di Napoli Bede antichissima del celebrato Collegio militare della Nm1ziatella. Intanto la Conuni ssion e parl amentare nominata in argomen to, verso la metà di maggi-O 1906 mentre deliberava di conserrnre a Modena il Corso speciale dei sottufficiali, si mostrava, poco propensa alla proposta di « tripartizione )>, e decideva pertanto di aprire le nmmi.~i;;i<)11i al la Se;110Ia cli l\foclen a con le stes::;e norme degli an ni precedenti. P er l'improvvisa crisi ministeriale e la conseguente nomina del generale Viganò a Ministro della Guerra il progetto dellè
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RIOI!Dl~/\~1ENTO GEN l'auu; Dé:GLI ~'.l'UDI
f::cu.oJe MilHal'i verllle 1·itirato perchè da lui ritenuto costoso ed inutile. I n sede di discussione del Bilancio della guerra il Viga,nò espose e riusci a giustificare la predetta sua convinzione e venendo quindi ad esporre alcune sue idee sugli Istituti militari esistenti, parlando della Scuola di Modena e dell'Accademia di 'l'orino affermò che <>ntrambi erano due -ottimi Istituti, di splendide tradizioni e di glorioso passato donde erano usciti ufficiali che avevano dato sui ca.mpi di battaglia mirabili prove di eroi smo ed ufficiali altresi di alta rinom~,nza scientifica, due Istituti infine che mentre godevano grandi ed affettuose simpatie nelle cittù, dove si trovavano, avevano buon diritto alla maggiore riconoscr~rnm eèl alJa . più grande considerazione per parte di ogni italiano. S0ggim1geva però il Mi.nistro che avendo eonstatato come nell'uno e nell'altro i programmi di studio fossero forse sov(ircM mentre invece erano in qualche parte incompleti nelle istruzioni e nelle (~sercitazioni prati.che, egli aveva disposto per un riordinamento generale degli studi e delle esercita:Gi oni.
Il Corso speciale clei Rottu:Oki.ali potù così continuare a svolgersi regol:u·11H>.nte negli. anni successivi. Nel 1912 coi soli.ti. esami cli ammissione, dai quali vennero però dispensati i sottufficiali che facevano parte del Corpo d'occupa,zione in Libia e nell' l~geo, venne indetto uno specialè corso accelerato della dui·ata di 14 nwsi. · Nel 1913 si iniziarono due corsi : il primo, accelerato, ebb~ principio nel febbraio e la durata, di 18 mesi; l'altro, regola.re, cominciò in novembre. Un altl'o eorso aeee]ernto si svolsf: poi a.neora 1ml 1915.
Già ricordammo con aknni cen ni biografici i eoma.Jl(lanti della Scuola di Modena dal 1870 al 1888, nonchè i comandanti della, Scuola di Caserta clal 1887 al J 89G : ric:orclererno ora bre-
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SCUOLID D'AJ:T1GLl8UIA
1870-1914 -
SCUOLA DI '.\IOOEKA
vemente i comandanti della Scuola di Modena, dal 1895,. allorchè il Corso speciale dei sott11ffici.ali-allievi ritornò f:L svolgersi a Modena, s inù al 1naggio 1915.'
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Flg. 591 - Genel'ale Gerolamo P ezzoli.
Nel 1895 ern comandmite della 8e110Ja, il gen erale Gerolamo Pezzoli. dal 1893, N ato n, Sarllic-o nel 1834 si la ureò in ingegneda a Pa,dova e arruolatosi corne voloiit ario 11el Corpo degli zappatori del genio, fece bl'illantcmentc hL campagna del 59 ': çapitano nel 1861, meritò nel G5 una distiIJ½ion<! per la parte avuta durante il colern, ad Anconit; partecipò alla, campagna del 66, e ne1 J873 come maggiore fu chianuùo nel Corpo cli Stato Maggiore. Fu direttore territoriale del genio in Ancona dove diresse importanti costruzioni militari, passò collle colonnello alla direzione del genio di Venezia, comandò in seguito il 1° reggimento genio e fu qnindi chiamato al Ministero. Comandò poi la brigata Napoli, e nel dicembre 1893 assunse il comando della Scuola di -
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I GENERALI P EZZO T,1 E CESANO
IL
Modena. Uowo di carattere e clignitl, nemico di IJrigare per avere onori, probo e colto (1), allorchè nel 1 9G il generale P ezzoli lasciò la Scnola, per passare in ausilia r ia, la sua cli.partita fu grandemente J::unen tn.ti~ da, quanti avevano a,vuto il bene di avviciuarlo e di a p prer.~m.rne le pl'ec)ari qualità di mente, di fotelleLto e di cuore. S ocio cl cll' Atr.neo di 1Jc1·g:uno e promosso ten ente generale nella 1·iserva, Gerolruno P czzoli rnod a Sarnico il 29 clicernhre 1913.
Ft~. M2 - Genernle Pietro Cesano.
A l ui successe il generale P ietro Cesano comandante la brigata Venezia.. Il Cesano era nato a Vig-0ne nel 1839 e superati i. corsi cli studio c.lell' Accademia militare e della Scuoh1 d' a.pp1icazione conseguì il grado di tenen te d'artiglieria nel 1862. Capita.no nel JSG;5, fece la campagna del '66, e maggiore nel 1878 fo (1) GIOVANNI CANEV.~7.Z!,
Opera
c ih1t·a .
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SCUO.T,J~ D'AH'l'I GLI@IA
1870-1914 -
SCUOLA DI )1 0 DI~N,\
tTasferito Bel Coq)() di. Sh1to maggiore : tt~rwnte colonnello nel "1883 e colonnello nel J S87 comandò un reggimento di fanteria, poi fu capo di Stato maggiore del II Corpo d'armata, e quindi addetto militare tLll' Arnhusciata di Pietrobmgo. Generale nel 1895 comandò la brigata Vencr.ia e nel 1896 · ebbe il coma.udo della Scu ola militare~ che tl' lll1C à.nehe dopo la. promor.ione a te -
Fig. 503 - Generale Giuseprie Prudente.
nen te generale. Nel HJOl comandò la Divisione di Piacenza e n el 1902 passò in posizione ausiliaria, moren do poi a Tori110 il 22 agosto 1908. Con De-creto 31 agosto 1901 era destinato a, succedere al Cesano nel coman do della Scuola il generale Giuseppe Pruden t<~. Nato a Savona nel 1848 era stato· allievo della Scuola militare di. lVfodena uscendone sottoten ente di fanteria, nel maggio :1866, sicchè appena promosso dovette raggiungere subito il suo r<'ggi.inento sui campi di battaglia. Il Prudente percorse quindi -
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I (,l;l\ERALI PRUDENTB J,; 13.-\Hilmiu
una briIJante carriera nel CoT'po cli Stato maggiore : promosso colonnello nel 1894 venne nell'a,nno successivo destinato q11ale addetto miJitare a Berlino ed in tale carica. si distinse per il s uo tatto e per il suo sapere in molte delicate e di:fficiH circoBtanze. Come colonnello comandò il 4° bersaglieri e promosso generale ·nel 1900 comandò la brigata Berga,mo. Nel 1902, la~ciatn, la SmH)la di Modena, fu destinato alla brigata Regina P q nincli chi:rn1 ato al comando del Corpo di Sl:::1,to maggiore . Nel 1907 il tenente generale P rudente era capo dell'Intendenza militare, e nel di<:embre 1908 il Ministro Severino Oasam1, - il primo Ministro borghese della guerra - lo prescelse a suo. Sottosegretario di Stato, nella quale carica il g,e nerale Prudente rimase C·oi successivi Ministeri Giolitti, Sonnino e Luzzatti. P oco prima di morire, il 10 marzo 1910 il generale Giuseppe Prudente ebbe un duello con l' On. Eugenio Chiesa in seguito ad un grave inéidcnte parlamentare accaduto due giorni prima alla Camera. Uomo di soda coltura, di larga conoscenza dei problemi della vita militare, di buon cuore e di schietto carattere, era, amato e stimato <.la tutti, e benchè la sm1 permanenza al comando della Scuola fosse stata breve, Giuseppe Prud,e nte seppe por~arvi una nota personale d'ordine, di disciplina e di tranquil lità. Chi lo ha intìmamente conosciuto e qui ndi apprezzato, e chi gli è stato vicino nei momenti più difficili della sua vita p11ò ben affennare che la qualità maggiormente ammirevole in lui era que1ll.~ di una costante serenità di giudizio e di una ealma impert ur babile di fronte a qualsiasi sgradita sorpresa: Giuseppe Prudente non drammatizzava alcuna cosa, e però viceYersa avevi~ per abito e per sistema di prendere qualsia.si cosa snl serio. Il 22 gingno J.902 s uccedette al Prudente il tenente gene1·a1e Ludovico Barbieri che della, Stuola militare di Moàena era già stato in pa,ssa,to per ben -cinque anni comancla.nte in 2" e direttore degli stndi. Il Barbieri era nat.o a Bologna .nel 1843 e supf!rati gli studi dell'Accademia militare, nel 1863 fo nominato i:;ottotenen te del genio. 'l'enente nel Corpo di Stato mag giore nel 1SG5, capitano nel J868, maggiore nel 1878, tenente oolonnello nel 1883, c-0lonne1lo nel 1888, fn nominato coman-
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SCUOLE D'AP. 'l'IGLH:Rl A
1870-1911: -
SCUOLA
or
M ODE.:-; ..\
dante in 2" dcl1a Sc11ola, di Motleua nel 1890. Promosso gencralt~ n el 1895 ebbe il comando della brigata Regina che lasciò temporaneameJ1te nel mai-7.,0 1S9G per assnmere il conu111do cli nna brigata in A.frica : rientrato in Italia riprese. il comando della briga,ta Regina e passù qnindi a quello della brigata Brescia.
Fig . i:i94 - Generale . L Òdovico Barbieri.
T(~nente generale nel 1900 coma1Hlò pe1· dne anni la Divisioùe di Novara e nel giugno 1902 fu chiamato a l comando della Scuola, militare. Nel 1.HO(ì fu nornim1to (:-om:rnclm1 tc il I Corpo d'Armata, rnil 190S fn decorato della medaglia ì\lfonrfaiaua e rnil 1910 nornin ato senatore. In hlle mrno anelò in posizione auRiliaria, e quiJ1di a riposo, m a i:-coppiata la guerra coll' Austria ,·enne richiamato in servizio e destinato al comando del Corpo d'armata territoriale di Bologna. Degna, cli partieolare menzione fu, clura ntè il periocl-o del oomando clel genera.le Barbieri.. l'istit.nziolle del Mnseo Storieo della Scnola. -
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Fig. 595 - Museo storico della Scuola Milita re cli Modena, oggi R. Accaclemia d i F a nler ia e Cava ller ia .
SCUOLl)J D' AR'.1'1GLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA DI MOD8NA
Questo importantissimo reliquiario della grande famiglia militare italiana, fu inaugurato dal predetto generale Barbieri nella ricorrenza <lello Statuto dell'anno J.905, e constava allora di una semplice sala nella q1111le figuravano in suggestiva di\;posi.zione: uniformi, oggetti, documenti e ritratti cli a,ntichi alU.evi caduti nelle campagne d'Africa. 811lla porta, d'ingresso · del costitui to Musco, leggcvasi : SALA DEI RICORDI DI UFFICIALI CHE SUGGELLARONO COL SANGUE IL PATIO QUI GIURATO ALLA PATRIA
Riordinato nel 1917 dal g<merale Camillo Morra, e qu~ndi clai generali Enrico di San M:arza,no e Orla~do Frcri, il Musco raccoglie, per ·la più gran parte, fotografie, cimeli e ricordi di coloro che, usciti uflìciali dalla Scuola, sono morti in battaglia, donando la vita alla maggior·e g!·anclezza della Patria. Sistemato attualmente in un'ala, che è tra le parti più belle del Palazzo, i] Museo continua ad arricchirsi di numerosi e pregevoli ricordi, cosi da assumere una vera e propria importa.nza nazionale (1),
Con Decreto 26 ottobre 1905 il tenente generale Emilio l\fos, sone sostituiva il generale Barbieri nel comando della Scuola. Nato a Geqova nel 1848, <~gli entrò all' Aecademia di 'J.'.orino nel 1866 e sottotenente d'artiglieria nel 1869 fu promosso tenente . ,. uel 1872, Capitano di Stato maggiore nel 18'77, maggiore in fanteria nel 1884, tenen te colonnello nel 1888 e colonnello nel 1892 comandò il 74° reggimento fanteria, fu quindi addetto a,11' Ambasciata, a Parigi e dal 1896 passò al comando del Corpo di Stato maggiore, N1~l 18!>8 promosi:io gf.merale comandò la brigata, Venc½i:t e il 2G ott:oùr1r lfl03 fu nominato comandante la (1) Da: « Il museo storico della .R. Accademia dì Fanter ia e Cavaller ia - Mo(lena >) , Stabilimento I'oligrnlico ì\follenese, 1928,
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H, GENERALE MASSONE
Scuola militare di l\fodena. Il 3 settembre 1906 venne collocato a disposizione per ispezioni ed il 30 maggio 1907 fu nominato
comandante in 2a del Corpo di Sta.to maggioi·e. Nel giugno 190S fu nominato comandante la Divisione milita.r,e di Genova e nel 1910 comandò il II Corpo d'armata, andando poi in posizione
F ig. 596 - Generale Emilio :Massone.
ausiliaria nel 1913. F'u Sindaco della città di Genova; e richiamato· poi in servir.io nel lHlfi resse il comando del Corpo d'armata, l:(~rritorialc di Alessandria.
AI g-enerale 1Vfa8sone il 3 settembre 1906 succedeva nel comando della Scuola il generale Luigi Nava. Nato a Torino nel J.85J, I,nigi Nava, entrò aU' Accademia di 'l'orino nel 1811'7 e ne uscì so ttotenente d'artiglieria n<!l JS70. Tenente nel 1872 e capitano nel 1878 venne trasferito in Stato maggiore. Maggiore cli fanteria nel 1885 partecipò alla spedizione San Marzano in El'itl·ea cournn(la11do un battaglione di bersaglieri prima e quin-
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SCUOL8 D' AUTIGLIEHIA
1870-UJ14 -
SCUOLA DI MODEKA
cJi il 3° battaglione del l" reggimento cacciatori.. Nel 1888 r·ientrò in Italia e fu assegnato al comando del XII Corpo d'armata; fu promosso tenente colonnello nel 1889 e nel 1890 ritornò in Africa oome Capo di. S. l\L del Governator,e generale .Gandolfi cbt! del Nava aveva, una grandissima, stima. P1·omosso colonnello
Fig. 507 - Visita cli S. M. Vittol'io Emanuele III alla Scuola :.V.lilitar e <li Modena.
11el 1894 eorn :.i,ndò iJ 40' reggimento fanteria e nel 1896 fu per la terza voltn, in Africa come comanclar1te del 5° reggimento fanteria. Incaricato ùi difficiii e delicate missioni diplomatiche, da, lui assolte con grande tatto, il l" marzo 1896 si trovò alla, hattaglin cli Adua, dove « alfa, testa di cinque compagnie combattè con intelligenza e valore; sopraffatto ed a.ccerchiato dalle orde scioanc, si diJ'ese :6.no all'nltimo, fìnehè, ferito gra,vemente -
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IL GIDNERA LE LUIGI N'AVA
(una ferita <l'arma cli1 fuoeo e tl'e di arma bianca), cadde nelle mani del n emico)). Egli fu per tali fatti decorato dell:1 Croce di cu,valiere dell'Ordine mHitare di Savoia. Liberato. dalla p1·igionia e tornato in Italia, fu i11vfato quale addetto militare .all'Ambasciata di Vienna; nel 1900 fu promosso gern~ralc e nominato coma11dante la brigata, Acqui, e nel
lJ'ig. 598 - Generale Luigi Nava.
1906 as~unse il comando della Scuola militare . Promosso tenente generale nel 1907 rimase al comando della Scuola,, e soltanto nel novembre 1909 passò a comandare la Divisione di Firenze. Nel 1910 fu comanclanJe l'XI Corpo d'armata, e n el 1911 pa,ssò al comando del ·v1 Corpo. Nel 1912 gli fu. conferita la meda,glia Mauriziana per il merito militare di dieci lustri, nel 1914 fn designato per il comando di una Armf.l,ta in guerra e nel 1915 entr·ò in guerra contro l'Austria, comanda.udo la. 4," Armata : fu quindi presidente della Commis~i01rn sanitaria centrale fino al -
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SCUOLEJ D' AU1'IGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA DI MODENA
1917, e passò· ·nella riserva. nel -1919: morì ad ·Alessa.ndr'i:1 nel 1928. Luigi Nava era e fu a buon diritto ritenu~o uno fra i mi -
gliori ufficiali del nostro esercito : studiosissimo, conoscitore profondo delle scienze militari, cultore esperto di studi storici, mente quadrata e uomo forte delle sue màturate convinzioni, fu autore di apprezzate pubblicazioni fra le quali sono notevoli : <<L'Armata sarda nella giornata del 2 giugno 1859 )) ; << Il combattimento di Montebello 20 maggio 1859 )) ; « Le giomate di Cust<>za (1848) - Oontronote di guerra )) ; « Op<~razioni militari della 4" Armata nei primi mesi clella campagna di guerra 1915 >>· Il generale Nava fu indiscutibilmente uno dei comandanti che più onorarono la Scuola e lasciò in essa nome e ricordo di superi.ore energico e ·sapiente_ Allorchè nel 1909 il generale Na.va passò a comandare la Divisione militare di Fir-enze, venne destinato .a comandare la ,, Scuola il maggior generale Gaetano Z-oppL Nato a Chiavari nel 1850 Gaetano Zoppi era entra.to alla Scuola 1nilitare di Modena, nel '1869 uscendo sottotenente nel 1° reggimento bersaglieri nel 1871. Come sottotenente fu ufficiale d'ordina,nza. del tenente generale Piola Caselli comandante il IX Corpo d'armata, frequentò quiù.di èòn successo la }3cùol.a di guerra e nominato tenente nel gennaio 1878 fn aiutante cli ca,rnpo del generale Emi lio Ferrero che (~ra succeduto al P iola Caselli. Nel 1879 venne 0omandato a.Jl'lstitu to geografico militare, quindi applicato al Corpo di Stato maggiore ed assegnato al predetto I stituto. Nel 1886 fu nominato aiutante di campo della brigata Aosta, maggiore a scelta nel 1892, tenente colonnello nel 1896 e colonnello comandante il 33-0 fanteria nel 1901. Come generale comandò nel 1907 la. bl'igata Re e resse poi il comando della, Scuola di Modena dal 5 novembre 1909 al 12 l uglio 1911, finchè promosso tenente generale passò al comando della Divisione jniJ.itare di Roma. Nel 1914 fu nominato coma,ndante generale dell'Arma dei RR. Oarabini,e ri, ed entrato in guerra contr-o l'Austria al comand-o del XIII Corpo d'Armata, comandò successivamente il V, il XXII ed il VI Corpo d'Armata e q nindi l~~ truppe degli Altipiani : per la, rf~sist~nzrL opposta durante l' offensi.va austriaca, deL Trentino e p<~r le a.zioni svolte snll' AI tipi.ano di Asiago -
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IL GENERALE GAETANO ZOPPI
fu decorato ·con la Croce di grande ufficiale dell'Ordine militare cli Savoia. Collocato in posizione ausiliaria nel 1918, venne richiamato col grado di generale d'Armata e nominato Presidente della Commissione d'avanzamento presso il Comando Supremo. Nel 1928 fu collocato a riposo.
Fig. 599 - Generale Gaetano Zoppi.
Nel dicembre 1909 mentre il generale Zoppi reggeva il comando della Scuola fu celebrata la solenne commemorazione del cinquantenario della fondazione dell'Istituto, con lo -s coprimento del busto del generale Manfredo Fanti, opera dello scultore Pazzi e donata aU.a Scuola dal generale Camillo Fanti, figlio del fondatore della Scuola . . A ricordo della commemorazione, per iniziativa degli ufficiali della Scu-0la, venne fusa una targa artistica in bronzo· da conservarsi nelle si1,Ie di lettura. La targ.a -
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SCUOLl, ' o' ARTIGLIERIA
1870-1914. - .SCUOLA
DI :lfOOENA
rammenta l'avvenuta solennità con la seguente epigraJe altamente significativa, dettata da Domenico Tumii,1,ti: I
HESTI !NDELEllILE. IL RICORDO DEI FONDATORI DI QOilS'l'O SACHAHIO DE.LLf~ ARMI ITALTCI-rn OVE SCORRE LA ]'ERR.E:A CATENA
DELLE NOSTRE GENERAZIONI lN DIFESA DEL GRANDE VESSILLO CHE I PADRI A NOI CONFIDARONO A.l!'I•'IN()HfJ LA Ii'OHZA DELLJ•} ?\QSTRE S l'ADB PROTEGGA IL Dllt f'l'TO
CONQl,lJ S'l'A'l'O 'l'HAVEHSO IL MARTIRIO DF.I PRECORSOHI
DJVORAHÉ LE LAGRIME IN SILENZIO DONAR E SANGUliJ E VITA
QURS'l' A Jì: LA NOSTRA LEGGE E IN QUESTA LEGGE DIO
Con decreto 12 luglio 1911. il generale Zoppi fu promosso tenente generale e nominato comandnnte la, Uivisi,o nc cli Roma: a sostHuirlo nel comando .d ella S{rnola venne destinato il gene · rale Diomede Saveri. Il Saveri, n,1to nel 1857 a Viterbo, entrò allievo alla Scuola militare nel 1874 e J1e uscì sottotenente a.l GG" fanteria nel 1877. Dopo aver frequentàto con successo la Senola cli guerra..fu promosso capita.no nel 1885, e maggi.ore a scelta. nel 1893; nel 1895 pa,ssò nel Corpo di Stato Maggiore e da,11897 al 1902 fu destinato al Ministero a-s sumcnclo poi il coma,nclo (fol 27° reggimento fan teria. Nel 1909 promosso generale comandò la brigata Messina e poscia la. Sc11ola militare dal 1911 al 1H14. Promosso tenente genera.le nel 1913 passò al comnndo della Divisione di: Romn, e eome comandante <li Divisione partecipò alla gnerra italo-au striaca, fino a quando nel 1916 fn eolloc:ito in posizione ausi lìaria . -
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IL GENEHAL I•: l<'RANCIDSCO M:AUCBI
Nel settembre Hl14 assurnern il comando della Sc.;uola il ge11 erah; F rancesco Marchi che era nato ~1 Firenze nel febbraio 1859 e dopo essere stato allie,··o ùella Scuola veniYa nominato nel 1876 sottotenente al 33° fanteria. Dopo aver superato co11 successo i corsi della Scn·ola di gueaa, fn promosso ca,pitano
1' ig. GOO - Gem!tale Diomede Saveri.
nel 1888 e nel 18~)0 ad.cl.etto prima, al c~omando clel IX Corpo crarmata e poi alla Di.visione militare di 'rorino. Promosso mag· giore nel 189G fu poi capo di Stato maggiore della Divisione cli Chieti e quindi nel 1S!)S del R.. Corpo Truppe d'Africa. Nel 1899 passò al (Ministero della Guena : <fa te11ente colonnello fn capo cli Stato maggiore della Divisione di Ancon11, e promosso colon nello nel 1906 tonH~, al Ministero della Guerra. quale direttore capo divisione. Nel 1908 C!hbe il comando del 60° reggimento fan teria e nel 1910 fu 1101ninato <:omandante in .2" della, Scuola cli guerra, per passare poi nel 1911 quale capo di Stato Maggiore aì -
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SCUOLE D' ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLA DI MODENA
I Corpo d'armata. Nel 1912 promosso generale comandò 'l a bri gata Parma e quindi andò in Libia ove fu capo di Stato maggiore del I Corpo d'armata speciale, e poi successivamente comandante dei presidii di Rodi e di Homs 1 meritandosi a Ps.i thos la Croce cli cavaliere delFOrcliile militare di Savoi;1. Comandò in seg·uito la brigata Alpi e nel 1914 fu trasferito al comando della Scuola militare ove rjmase fino al 24 maggio H)15. Part~-
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Fig. 001 - Generale Francesco Marchi.
cipò in seguito alla grande guer;ra comandando prima la- 12a e poscia la 27" Divisione: fu promosso tenente generale nel 1915 e lasciò il servizio nel 1917.'
Come già si è potuto rilevare, i programmi -per gli es.uni di ammissione dei sottufficiali al « Corso Speciale >) presso la Scuo-
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li'ig. 602 • Gruppo' òi sottullìci oli-nllievi e cl i Ufilcioli Insegnanti ccl istruttori (mmo 1013).
SCUOLE D1 ,\HTIGLIEUIA
]870-1914 -
SC UOLA DI l\:fODU:NA
la, ' militare di Modenà, nel loro moclesto ··contenutp risltltavano sensibilmente meno estesi di quelli vigenti per l'ammi.ssione degli allievi alJa R AccadernhL militm:e di 'l'o.r ino : devesi però anc~he notare- l'esistenza di qn considerev-0le divario fra i modesti pro·g ra,mmi di. ammissione al Corso speciale ed i programmi invero complessi, i:·iguardanti' k materie di inS(!gnamento nel biennio del O();rso, alla .fine del quale i sottuflicia.li allievi erano . chiama.t~ a sosfo:r1erè difficili e serie prove di esame per conseguire la nomina a .sottotenente. I~ doveroso far presente·che alln seriet à, degli ir1segnamenti, sv,olt i dà pr·o fessori competenti e da . · ufficiali distintissimi, i sottu:t,ficiali allic,;J risposero sempre con pari serietà · e diligenza a.llo studio, . . tanto che i nuovi .:::ottotenenti d'artJgli.eria provenienti dai sottufficiali, giunti ai reggi.menti, furo..no sempre in $ra.do di disimpegnare subito e con competen:;r,a, le funzioni ,di s nln1lterni presso le batterie. Riportiamo qui un riassunto dei progr:.unmi d'insegnamento al Corso ~peciale dei sottufficiali aspil·anti alle armi combatt.en- . U., in vigore clal 1895 : · · a) P er il 1° anno di corsç : Lingua italjana; Storia politicomilita,re; Geografia; 1\fatematiche element::i,ri; 01·ganica e legi::;Jazione milita.rn; Fiska e Chimica; DÙ,egno topogra,fìco; Regolarnen ti teorici; Regola.menti pratici; Scl1enna e Ginnastica; Equitazione (p<!r i sott.uffieiali di cavalleria, n~rtigli~!ria, e genio); Jmpfogo d'artiglier.ia, (per i sottnffieiali allievi d'artiglieria). b) Per il 2° anno d-i corso: Lingoa, ita,lia,n:1; Storia politico-militare; Storia naturale; Arte militare; li'.ortificazione e disegno: Armi ed artiglierie; Contabilità; Topografi a; Disegno topogra,fìco; ~ egolamenti. teorici; Regolamenti pratici; Scherma <~ Ginnastica; Equitazione; Ippologia (per i sottufficiali allievi di cavalleria e artiglieria). ' I11 prosieg110. (li tempo tali programmi furono ritoecati, f;o .sicchè a, part.i1·e <la! 1900 l'insegnamento di Arte militare fn in~e1·i to anche 11cl programma. del l° anno' di corso (Organica nel . primo 'anno; Logistic:a. e 'fattica nel 2° anno); alla Storia politico -militare fo so1-;t.it.uito l'inseg11amento della. Storia dc>ll' .Artr militare (dall'epoca Orientale Greca fino alla Rivolnzi.one francese, 11d 1° armo; e ùa.Jla Rivoluzione fran cese fino alk nostre guerre coloniali nel 2° anno); il progrnmma.· di Arn.1i po1·ta.,
e
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Il.
F ig. 603 - Consegna r icolllpen,;e à l va lore per la Campagna d i Libia.
1870-1914 -
SCTJOJ. I)] O' ARTIGLIIU!IA
SCUOLA DI MODENA
tili, _Artiglierie e Tiro per i .sottufficiali allievi d' artiglieria comillciò ad avere 1mo speciH]e e notc!vole sviluppo, me:ntre poi a · tntti i r-:ottnftìcinli allievi venivano in1partite Je:;,,ioni facoltative di lingua francese! e tedesca. Nel ]!)J2 ùa,l progrnmmt.L di Matematiebe, com une a tutti i Rottuffa:ia.li allic!vi aspirfrnti alle armi combattenti, furono eli1ninate le No:;,,ioui di algebra e di tri gonometria, JIH.L viceversa, un tale insegnarnento fo conservato ed anzi ampliato per i sottutncia1i allievi. d'al'tiglieria e del genio. 1\fo, il Col'so speciale lfoi sottufficiali aspiranti ,1 diventare sottotenenti nell' Arina. d'arti.g lieria aveva. raggiuntò successivi e maggiori perfeziomLmenti anche per altri fattori che concorrevano a ravvicinare la cultnra e gli ::;tndH degli ufficiali proveni(m ti ùa, 'l'orino. L' aumentata coltura posseduta cl.ai giovani che int raprendevano ]a carriera militare era frutto del miglioranrnnto c<l accres<:i.mcnto .<legJj in segna1~1enti svolti con caratteri. <.li. conti1111ità, nelle senole tivil.i di. istrnzione primaria e secondari.a. Molti. giovani vol enterosi e stncli.osi, t alvolta per ragioni <:~conorniche n on potevano <:ompld,nre i corsi delle scuole secondarie, e a t tmtti. alla vita militar<~ iniziavan-o la carriern, Hrruolandosi nei corsi al.lifivi sergenti, ma con la ferma, volontàdi raggiungere la mèta agognata e cioè di diventare uffidali, al quale intento essi si jmponevano sacrifi ci superando non lievi diffic-0Jtà prima di vedere corom1ti i proprii sforzi e le proprie aspirazi.oni. Altri, sempr:e per ragioni economiche, dopo aver frequentato qualche corso univer~<itario, intrapresero la carrier~ militare arruolanclosi 11ei corsi alli.evi ufficia,l i di oomplemento : taluni, compiuto il pEiriodo di s<~rvizio di sottotenente di complemento si dimisero òal gt'ndo per diventare semplici sergenti, r, raggiunti i limiti minimi di a.n½ianità. prescritti pel\ poter conconere ai corsi speciali <li .Caserta o di Modena, ottennero di potervi essere ammessi; altri rinunziarono addirittura alla nomintL a sottotenente di complemento -e seguirono la strada dei compagni d'armi che provenivano dai corsi allievi sergenti. Corrnmq11e, la ù ura espEirienza della, vita, l'attaccamento al dovere, un profondo senso di dignità e di respon~abilità furono fo ·molle che tennero vivo l'amore allo studio in tutti coloro elle, .raggiunto iJ gradò di 11flic:iale a: Ù'tiglieria attraverso sa-
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II, FUHH:IU•: LU IGI CIGERSA) S01"TUFI,'1CIALE· AT,LIEVO DEL CORSO DI CASER1'.\
Fig. 604 - F·uriere Luigi Cigersa -
Medaglia d 'oro al valor militlH'e.
Lu!g! Cigersa nacque in Alessandria 11 28 febbraio 1866 e arruolatosi volontaJio nell' llo Reggimento Artiglieria, dopo aver frequentato il Corso allievisergenti fu nomina.to sergente e quindi furiere nello stesso reggimento. Superati gli esami d 'ammissione segui il Corso SJJeciale di Caser ta nel biennio 1890-92: promosso sottoten ent e d'artiglieria nel settembre 189;2 fu destinato al 190 da campagna rima nendovi anche dopo la promozione a tenente nel luglio 1896 e dopo aver I parteciJJato alla campagna d 'Africa di ·quell'anno. Il 31 m arzo 1909 fu promosso capitano passando al 40 Reggimento da ca mpagna e q1.)indi al 300 ent rando nella gra.nde guerra al comando d i una batteria e rimanendo ferito a Bosco Cappuccio il 31 agosto 1915. Néll'autunno del 1915 fu promosso maggiore e destinato come coma.nda.n te di gruppo al 450 Reggiment o Artiglwria da campa gna di nuova formazione. Nei giorni 25 e 26 maggio 1916 la lotta fu particolarmente intensa intorno a Monte Mosciaglli e le nostre f ant erie erano sostenute eia un gruppo ciel 5o e dal gruppo del 450 comandato dal Clgersa. Malgrado che due ba.tter!e del 5o fossero cadut e in mani del nemico, il Cigersa non volle ritirarsi e seguitò imperterrito a dirigere il tiro mante~enclosi !n mezzo ai suol pezzi e rianimando i suoi a r tiglieri : impegnato nella lotta, una seconda. volta egli non volle ritirarsi e continuando nell'azione concorse effica cemente a l ricupero di buon numero dei pezzi del 5o, prima perdut i. Costretto a ritirarsi egli lasciò ultimo la posizione dopo che con calma m i rabile tutte le sue b atterle avevano sgombrato. La sera .d el 9 giugno il maggiore Cigersa colpito in pieno da una granata a ustriaca cadeva eroicamente nell'esercizio del proprio comando, a.nimira.t o e rimpianto da quanti aveva.no !nipa.ra.to ad apprezza.re le sue alte ed esemplari qualità di sorctato e d i u!ltciale. Alla memoria dell'artigliere modesto e valoroso, veterano della campagna d'Africa, già f erito sul Carso e decorato di medaglia d'a.rgento, fu conferita la medagglia d'oro con la seguente motivazione:
« Comandante di un gr1wpo d.i tre batterie in vosizione avanzata sul Monte Mosciagh, sostenne per un intero giorno una lotta alle più. brevi distanze col nemico. Ordinatogli per due volte di ritirarsi, rispose chiedendo m1mizioni, e soltanto al terzo ordine si ritirò ordinatamente con le prime batterie, abbandonando per ultimo la posizione (11:f. Mosciagh, 25-26 maggio 1916). Cadeva poi colpito a morte da ima granata mentre, sopra nuova posizione, opponei;a efficace ostinata resistenza al nemico incalzante. Fulgi clo esempio di eroismo e clel più alto sentimento del do·vere ». (A Merano la Caserma d'artiglieria è stata int itolata a l nome di Luigi Cigersa.).
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959 I
SCUOLE D' ARTIGLTEUIA
1870-1914 -
SCUOL0 DI M:ODEN',\ B CASIDR'.l'A
critici e fa tic he, colti vc11·0110 con passione Je discipline militari l' quelle <lei sapere, tu11to die non poehi dei sott11.fficiali aUievi provenienti e.la Casef'l'.a o cfa M.ock~na,, oltre a dl venta,r e ottimi ufficia li in pace ed in guerra, in guarnigione e in battaglia, caddero eroicaruen te sui campi dell'onore, ottennero meritate promozioni per merito di gnerra e per titoli eccezionali, conseguirono le più alte onorificenze uJ Valor Militare e le più ambite decorazioni cavalleresche, supeta.1·0110 con successo Corsi e Scuole speciali, ebbero gradi, cariéhe e incarichi delicatissimi nel Corpo di Stato Maggi.ore, raggiunsero i più alti gradi della ge1·nrchia, ooprir,ono Loùevolrncnte anche posti dil'ettivi nelle specialità. tec11iche dell'arma, furono app1·ezzati insegnanti, e sono perciò considerati in artiglieria degni continuatori delle t1·aclfaioni e delle gesta di tanti nostri predecessori. Non erano nia.11cnti in passato coloro che giustamente ave va110 rilevato il d,urno dipendente dalla ~carsa coltura fondamentale posseduta nei primi lontani tempi dai sottufficiali amru.essi ai Corsi 1::1peciali. ùi Modern\ e cli Oa,Rerta; danno iehe creava una disparità, morale e sostan7,iale fra ufficiali della stessa A1·ma ma di diversa provenienza. Il mestiere dell'ufficiale i11 genere e deJl'ufficiale di artiglieria in specie è cosa molto complessa e per cui si richiede la eoucomitarn~a di svaria.te conoscenze, cli molteplici doti e di m1merose 1111alità. Ninno contesta certamente che una larga colt ura basilare di studi ma tematici e di scienze esatte serve nel miglior mod o. a 1n·edi~pone la, mente acl altri studi e sovratntt<.> :1 creare qn ella com1a.t nrata abitudine di r agiona.men to e di esatta i11t11izi one frn c:ansa ed effetto, tanto nt ili, necessarie ed anzi ir,dìspensahili pc~r· ehi: come l' n1ficiale, deve in guena essere p1·on to a cogliere Fattimo fuggente per adottare qu elle decisioni imposte dul1c momentanee con t ingenze. 1~; però altrettanto vero che la scuola. non è a sua Yolta fine a sè ::-tessa e deve essenzialmente abilita1·e g;li st udiosi « a saper stucliitre >), tanto che molto so,·cn t~ ae<:a de ~on soltanto cli trovare degli i:111 tocli.clatt.a, ma ~oventissiruo ~i può con8latare che sono numerosi coloro che, pur no'i avcnùo freq uentato altissime . c11ole e cousegnito diplomi altisonanti, viccven,a si ::.:ono per vi.rtù prop1•ia istruiti. e perfezio nn.ti così da potere, specialmente nell a vitit pratica, ga1:eggia.re -
960 -
Antichi allievi del corso speciale della Scuola di Modena e di Caserta
Fig. 605 - Alfo:..'ÒO 'l'adclei. Generale Divisione Allievo Scuola Modena
Fig. 606 - Alear do Saccani. Generale Brigata Allievo Scuola Caserta 1888-1890
1886-1888
Flg. 608 - Rutilio De Marchi. Generale Brigata Allievo Scuola Caserta 1889-1891
Fig. 6U - Giacomo Carpentieri. Generale Brigata Allievo Scuola Caserta 1891-1893
62
U'ig.
600 - Scipione Scipioni. Generale Corpo Annata Allievo Scuola Caserta 1839 -1891
Fig. 612 - Giuseppe Giunta. Genera.le Brigata Allievo Scuola Caserta 1891-1893
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961 -
Fig. 607 - 1-tinaldo Battaglia. Genera le Divisione Allievo Scuola Caserta 1889-1891
lrig. 610 - Sestilio Gauclenzi. Generale Brigata Allievo Scuola Caserta 1890-1892
Fig. 613 - Giuseppe Zardo. Generale Brigata Allievo Scuola Caserta 1891-1893
Antichi allievi del corso speciale della Scuola di Modena e di Caserta
B'ìg. 614 - Alessandro '.resi.
F'gi. 015 - Francesco F erriui .
l!"ig. 616 - Lor enzo · Narducci.
Generale Brigata Allievo Scuola Caserta
Generale Brigata Allievo scuola Caserta
Generale Brigata Al~ievo Scuola Caserta
1893-1895
1893-1895
F ìg. tl17 - Luigì Piovano.
ll'ig. 618 - Enrico De Domin ìci,,,
l?ig. 619 - Fn1ncesco Cavandoli .
Genera le Brigata Alllevo Scuola Caserta
Genera.le Brigata Allievo Scuola Mod en a
Generale Divisione Allievo Scuola Modena
1892-1894
1893-1895
1895-1897
189$-1 898
F'ig. 620 - Alfredo Damian i.
ll'ìg. 621 - Filippo D'laìani.
Fig. 622 - Luigi . Carniccia
Generale Divisione Allievo Scuola ModE>na.
Generale Brigata Allievo Scuola Modena
Generale Brigat a Allievo Scuola Modena
1897-1899
.
.1897- 1899
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962
1898-1900
Antichi allievi del corso speciale della Scuola di Modena e di Caserta
Fig. 623 - El'asmo :H'evola.
Fig. 624 - Paolo Luchinat.
Generale Brigata Allievo Scuola Modena
Generale Brigata Allievo Scuola Modena
1898-1900
Fi.g. 625 - Giovfmni Rigoni. Colonnello Allievo Scuola Modena 1898-1900
1898-1900
l
) Fig. 626
Raffaello Vol(li.
Fig. <l27 - Armando Pratolongo.
F ig. (;28 - Arnaldo
Amàlfìtano.
Generale Brigata Allievo Scuola Modena
Colonneilo Allievo Scuola Modena
' Geu'e tale Brigata Allievo Scuola Modena 1900-1902
1901-1903
l!'ig. 629 - Tldèbranclo Flores. Generale Brigata Allievo Scuola Modena
Fig. 630 - Gaetano Fricchio1w.
Fig. (),ll .- Eduardo Giorclano.
Generale Divisione Allievo Scuola Modena
Generale Divisione Allievo Scuola Modena
1898-1900
1902-1 904
1901-1903
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963 -
1902- 1904
SCUOLE O) AH'l'IGLlEJUIA
1870-1914 -
SCU OLE OI :.VlOOE:SA il: CASERT A
0Horcvolme11le con quelli che hanno seguilo stnùii numerosi e tl ella più alta colt11l'a. Questo f<:uomcno, 110n raro in ta,nti ra111i delle attività civili, si è verifi<:ato con 111,u·cata frequenza fra gli ufficiali d'artiglieria provenienti da Modena e da Caserta. Ed è per questa. eonsi-
del'ar.ionè che con doppio titolo di riconoscimento e ,d i fraterna co ll eganza ,_tbbiamo voluto ricordare i nomi ed i sembianti cli taluni df!gli antichi allievi di quei Corsi speciali i quali, percorrendo unu rapida, carriera seppero pel' mel'i ti distinti 1·aggi un gere gli al ti gi:acli della gerarchia militare. Chiuclere1110 qncste poche corn::d.d<~ra7,ioni. col mettere in rilie-ro la grande importnn za, che nel campo professionale ed jn quello morale ebbe il « Corso com plementare d'istruzione», da. svolgersi. presso la, Scuola d' applicazione d'al'tiglieda e geni.o in Tol'ino, jsti t uito con R. Decreto 23 luglio 1903 per i sottotenenti di artiglieria e genio provenjenti du )[odena. La frequenza di eletto Corso doveva servire cla. crisma ai sottotenenti > provenienti dai s:ottufficia.li-allievi, per l'abilit,t · zi.one al servir.io nell'Arma di provenie1rna. 'rale co1·so aveva la durata di noYe mesi, e, come ebbesi poi a ùonstatare, esso oltre a compJetm·e nei sol totenen ti -n,llicvi le discipline . teoriche cli talune matcl'i e già stnclln.te, valse a consoliclar·e vari e istruzioni teorico-pratiche dcll' Arma. Le finalità morali per ta l modo con seguite furono ··rnramente notevoli. perchè i s:ottotenenti cli arti glieria e genio pr,ovenienti da Modena, anche se per lo svolgimento dei programmi prescritti per il « Corso oompfomentare >> erano 1·inniti ·in sezioni a parte, vi vendo clella stessa vita dei colleghi provenienti dalla R. Accademia militare di Torino, ebber,o moclo cli conoscerli e di fars"i 0onoscere> r eciprocamente cli farsi apprezzare e di farsi stimare, smussando così ampiamente tanti angoli e tanti spigoli derivanti da Yieti preconcetti che traevano origine dalla cliversit.:-ìi cli provenienza, dalla diffei-enza cl.i sLndii perseguiti e ta1volta anche dalla diversità di condir.ione sociale.
Gli ufficiali d'artiglieria destinati alla, Scnola milita,re <li Modena erano incaricati non soltanto delle istl'nzio11i pratiche -
9G4 -
Ufficiali d'artiglieria
insegnanti alla Scuola di Modena e di Caserta
Fig. 632 - Ettore Ascoli. Ascoli Ettore .Qato in Ancon a nel Ì873, superati i Corsi dell'Accademia e della Scuola fu promosso Ten.ente di Arti.11:lieria nel 1894: Capitano a scelta nel 1905 fu insegna.nte alla Scuola d1 Modena d a l 1909. Mag,:,;iore a · scelta nel 1915, fu promosso Colonnello nel 1917 e dopo la guerra comandò come Generale l'Artiglieria del Corpo di Armata · di Bologna. la Divisione di Cuneo e la difesa territoriale di Bologna. Ufficiale studioso, colto e coraggioso, a.veva. fatto la campagna in Eritrea 1895-96 e decorato a l va lore conseguì anche la Croce di Ufficia le dell 'Ordine militare di Savoia. Nel 1937 fu nomina.to Generale di Corpo d'Armata in Posizione ausiliaria .
l<'i~. 634 - Carlo Cara cappa . Caracappa Carlo nato a Palermo nel 1858, quale allievo ingegnere fu ammesso alla Scuola di APPlicazione d i Arthrlleria · e Genio e n ominato Sotto tenente d'Ar tiglieria nel 1883: promosso Tenente nel •1884 a ndò ·a1 140 Reggimento e nel 1887 appartenne per due anni alla ScuQJa di Mod.e n a come insegnante di tiro e artiglieria. Nel 1889 passò all'llo Reggimento e promosso Capitano nel 1893 fu destinato al 220 Artiglieria. Dal 1897 al 1902 fu nuovamente insegnante alla Scuola militare d i Modena e promosso Maggiore nel 1908 al 180 Reggimento ritornava poi al 220 Artiglieria. Collocato in ausiliaria nel 1911 veniva richlàmato durante la guerra. Ufficiale studioso, intelligente. colto e sovratutto cli sent i·m enti elevatissimi fu molto considerato e stim ato.
l<'ig. (ill3 - lìerctinando Beccaria Incisa
di Sunto Stefano. 1 Beccaria
Incisa di Santo Stefano Ferdinando n ato a. Cht,mui,r:v nel 18<1;9 fu allievo dell'Accademia e della Scuola d'Applicazione : Sottotenente d'Art. nel 1867 , nel 1870 fu promosso Tenente a l 50 Regg. disti11guendosi nell'opera cli soccorso durante il memorabile incendio di Portanuova. Nel 1873 fu des tinato alla Scuola militare come Ufficiale di compagnia e insegnante di arte milita.re. Nel 1879 fu Promosso Capitano al 130 Artiglieria e d al 1886 trasferito alla Scuola d'Ap· olicazlone. corrre Colonn ello comandò il 130 Artiglieria raggiungendo il grado d i Generale. Ufllciale d'antico st.ampo, rigidamente severo ma paterna.mente buono.
Flc:. 63C. - Antonino Cnscino. Cascina Antonino nato a Piazza Armerina nel 1862 fu allievo della R. Accademia. militare e della Scuola d'Applicazione: appartenne a quel magnifico Corso che annoverava il Diaz. il Lombarcti, il Regazzi, il Brunati ed altri illust ri art iglieri e f u fra i primi classificati. Promoss.0 Tenente n er 1884 a ndò al 4 o Reggimento Artiglieria; Capitano nel 1890 passò al 9o Reggimento e q u indi all'll<> e nel 1895 fu destinato alla Scuola di Modena come inse!l"nante di armi e tiro. Promosso Maggiore nel 1905 passò al 220 Artiglieria e quindi a.Ua Scuola di guerra come insegnante. rimanendovi anche eia Tenente C@lonnello nel 1911. Nel 1914 promosso Colonnello comandò il 3 0 Reggimento Artiglieria da Fortez.. za. Tanto nomini nuUmn var elogium!
SCUOLE D'ARTIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLE DI :.VlODE.:..A Li: CASEHTA
degli_in~egna,menti teorici di rnater-ie artigliel'esclrn ai s-ottnfficiali-allievi d'artiglieria drù Corso speciale, mn, altre:-;ì dell'in segrmment(> delle predette matel'ìe agli alli.evi ordinari dei corsi regolari. . Giovandoci in gntn parte delle r·icerche fatte dal Oanevn1,zi. diamo qui alcune notizie biografiche che ci è stato possibile raccogliere in riguardo di quegli 11fti.cfoJi d'artiglieria, che dal J870 al 1915 fe;eero parte del personale ,fo)] a Scuola. militare di Mo dena. P
Albonetti Achille nato a lVIacerata il 6 febbraio 1847 entrò all'Accademia di Torino il 1° dicembre 186(;, ne nscì ::;ottotenente d'artiglieria nel 1869, fu promosso tenente nel 1872 e frequentò quindi con successo la, Scuola di guerra. Capitano nel 1879, insegnò Armi e Tiro alla Scuola di . . Modena dal 1886 al 1890 .; maggiore nel 1890 e tenente colonnello nel 1897 fu alla , Direzione di artig-Iieria di 'l'orino e quindi direttore ad A.lessand1fa. · ( Andreassi Vincenzo na,to nel 1855 a Torre del Greco entrò· alliev.o ali' Accademia, militare cli T·ori.no e, promosso sottotenen te d'artiglieri:1 nel 1876, n el 1879 clopo la Scuola cl'a.pplica,zione fu destinato come tenente a,l l'l1° reggimento artiglieria, e poscia come insegnante cli A.rmi e 'l'iro alla Scuola di Modena.. Promosso capitano nel 1884 fu destinato nl Ministero dclfa, Guerra, e quindi. al 13° reggimento, e prorno1sso maggiore nel 1897 passò al 10° reggimento artiglieria e quindi alla, Fabbrica, <l'Armi d( Torre Annunziata diventandone poi <lir'ettor-c nel 1905 all'a,tto <klla promozione a tenente colonnello. Promosso colonnello nel 1908 ' infinp fu comandò il 1° reggimento artigliedn, e quindi il 6° ed' direttore dell'Arsenale di ·co~5truzione di Na,poli. Nel 1915 venn~ richiamato dall'ausiliaria e promos:-:o maggi.or generale. Bal Pasquale, nato a Savona nel 1865, entrò a,11'Accademia militare di Torino nel 1882 e ne uscì nel 18S5 sottotenente il'artiglieria; pr,omosso tern~nte nel 1887 fu destinato al 14° reggimento e nel 1891 fn chiamato alla Rcn.oJa sottufficiali di Caserta quale insegnante; tornò poi al 17° reggimento e promosso capi-
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Ufficiali d'artiglieria insegnanti alla Scuola di Modena e di Caserta
li,ig. 636 . Claudio Cherubini. Cherubini Claudio nato nel 1839 a Deru ta dovo aver fat to come volontario in fanteria la campagna del 1860. fu nomintao Sottotenente d'Art iglieria e superato il Corso complementa re, nel 1863 fu oromosso ·ren ente al 3o Reggimento: fece la camPai:m a del 1866 e Ca pitano nel 1871 fu dest inato a.Ua Scu ola come insegnant e di armi e a rtiglieria donde nel 1877 passò a l 120 Art . e auiudi nel lfl79 a ll'Arsena le di Torino . F u pure insegnante alla Scuola d'Applicazione ed alla Scuola d i guerra. e promosso Maggiore nel 1883 passò poi al Com tiato; nel 1889 promosso Ten. Colonnello ebbe la direzione della F a bbrica d'arm i di T erni. Promosso Colonn. nel 1893 d iresse il Polverificio di Fontana Liri. Ufficiale coltissimo, studioso e geniale fu molto stimato: fece pa recchie Pubblicazioni a rt ìg!ieresche e f u provetto nella cartografia a rilievo.
F ig. 637 - Alb. De l\:la r in is Stendardo cl i Ri cigli a no. D<l Marinis-S tencla rdo d i Ricigliano Alberto, nato li Cava dei Tirreni nel 1868 fu allievo della Nun z iatella e auindi d ell'Accademia e della Scuola d'Applicazione di Torino. Sottoten ente nel 1886. Tenente nel lOo Reggimento nel 1889, dal 1886 a l 1889 insegnò alla Scuola di Modena materia le e tiro di artiglieria nonchè à rmi portatili. Superati i Corsi della Scuola di guerra fu promosso Capitano al 120 Artiglieria nel 1903 e passò nel Coroo di Stato Maggiore affermandosi brillantemente non solta nto come valoroso soldato e magnifico Comanda nte in guerra, ma coprendo a ltresi incarichi e f unzioni politici e diplomatici. Ripetutam ente decorato a l valore è Senatore d el Regno e Ministro di S tato.
Fig. GSS - Alessa ndro Goria .
F ig. 639 - Car lo Lanfranclli.
Goria Alessa n dro nato a Vercelli nel 1858 insegnò alla Scuola milit a re di Modena succedendo al Capitano Icìlio Giuria nel 1883. Di Alessandro Goria sl è già ripetutam ente ed amphtmente scritto parlando dell'opera da lui svolta sovratutt o alla Scuola d 'Applicazione d 'Artiglieria e Genio in Torino. Qui bas terà rrcorclare .c he egli fu a Modena u n a ppre:;,zatis,;imo insegnante sicché per parecchi anni fu adottata com e libro d i testo per gli all!evi la pubblicazione d elle di lui lezioni « sullo sviluppo e sull'ordinamento dell'Artiglieria nel nostro Esercito». Nel 1886 Promosso Capitano lasciò la Scuolf1. passando al 170 Artiglieria.
Lanfranchi Carlo nato a Pavia n el 1838 s i arr uolò volontario n ell'esercito piemontese nel 1859 e dopo la campagna e ritrò nel 1860 all'Accademia di Torino uscendone Sottotenente cli Ar t1gl1eria nel 1861 : oromosso Tenente all'8<> Reggimento nel 1862, d al 1868 al 1870 insegnò elementi di a rtiglierla a.Ua Scuola. Milita.re di Modena. Prom osso Ca pi tano n el 1870 passò a l Minis tero quin· di alla Fon deria di Torino. poi alla Scuola d i Applicazione, e pro1'nosso Ma ggiore nel 1882 andò al 30 Reggiment o per assumere poi la I)ir11,zione territori i,le di Piacenza nel 1888 all'atto della promozione a Tenente Colonnello. Fu poi Dirett ore delle istruzioni orntiche alla scuola d 'Applic,i,:c;ion e e com andò il 150 Artiglieria.
SCUOLE D'AR'l'IGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLEJ DI l\:IODIDNJ\ ID CASERTA
tano nel 1897 fu destinato al 2° reggimento artiglieria. Nel 1911 p1·oroossq Hrnggiore Pl\Ssò al G0 reggimc11to da costa e fortezza, (· nel JHJG fo collocato in a1udliaria.
Baldini Alberto llato a Bolog1m nel 1872 fu dapprima allievo della, 8cuola militare cl i Mothma e q uindi ùell' Accademia, militare di 'rorino ove <~ntrò nel wno e ne nscì. i,:ottotenente di nrt.iglieria nel 18!):J. Promosso tm1ente nel 1895 :fn destinato n1 20° reggimel!to artiglieria, qiiindi al 3° e aven do poi superato con successo i corsi della Scuola di guerra; nel 1907 fu promosso capitano d'artiglieria e clestinat<> al 15° regg·imento. Nel 190!:l }HLssò alla, Scuoli:~ militare di Modena <:ome il1segnante di Storh militare e oomandante di compagnia. Nel 1914 fu promosso maggiore e nel 1916 tenente colonnello e quindi nel 1917 colonnello, chiamato a, prestar servizio nel Corp\· di Stato maggiore. Scri::,;se per la Scuola, cli Modena, 1111 trattato di Storia, da, Napoleone in poi., è quest'opera assai elogiata per gli sc-0pi ai quali è dcfltinata, afferma il valore della coltnra e della competenza prnfossionale del Baldi.ni. Egli lasciò if servizio permanente effettivo col grado di colonnello raggiungendo poi qu~llo di generale cli. Divisione nella riservf:L: dirige fLttualmente la rivista « La Nazione Militare)), è autore cli numerosi volumi cli Storia e di argomenti militari, ed è sovratutto noto, lodato e perciò 1al'gamente , impiegato il suo cc 'l'esto per l'insegnamento delle materie milHari nelle Scuole §nperiori n. Herni ,i fassimiliano, oriundo di San Benedetto Po si ern 111Tuolato come volontario in artiglieria JH'ima, della campagna del 1859 e per la valorosa sua condot ta promosso subito dopo BOUotenente e quindi tenente, nel 1862 col grado cli 'CrLpitano venne chiamato ad insegnare Elementi d'artiglieria dapprima alla Scuola militare di cavalleria a Pinerolo e qnindi alla. Scuoia di Modena. Nel 1873 venne clestini1fo alla lì'·o nderfa <.li 'l'orino e promosso maggiore nel 1877 andò al 13° reggimento, passò nel 1882 al 9° essendo tenente colounello, e pron1osso poi colo1111e1lo nel 1886 fu nominato direttore territoriale d'al'tiglieria cli Mantova. Il Berni stampò il corso delle lezioni da l ui dettate· a Pinerolo ecl a M-0dena sul1e e< Armi portatili e sull'artiglieria)) e -
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· Ufficiali d'artiglieria insegnanti alla Scuola di Modena e di Caserta
l!'ig. 040 - Supione Livl. Livi Scipione nato a Siena nel 1862 usci dalla Accademia di Torino com e So ttotenente d'Artiglieria e quindi nel 1884 fu p romosso Tenente e destinato al 140 Reggimento. Dal 1886 al 1888 fu i11segnànte alla Scuola d'Al)Plicazione di geografia mìlìfarè e impiego cl'a!·tiglieria; frequentò poi la Scuola cli guerra e <:ome Maggiore d'Artiglieria insegnò geografia m ili tare alla Scuola militare di Modena dal 1908 al 1910 e successivamente geografia generale e descrittiva. Nel 1913 venne J)romosso Tenente Colonnello. lasciando in quel momento la Scuola e l'Esercito attivo. Richiamato durante la guerra comandò un raggruppamento bombardieri e quindi l'ar tiglieria d i una Divisione. Uffici~e d i vivissimo ingegno il Livi lasciò apprezzate sinossi dei suoi insegnament i.
Flg. 642 - Giov. Datt. Pistoj. Pisto.1 Giovanni Battista nato a Bagno a Ri.poli nel 1859, usci dall'Accademia. Sottotenente d'Artiglieria nel 1878. e fu promosso Tenente nel 1880 al 140 da Fortezza. Suoerata la Scuola di guerra e promosso Capita.n o nel 1886 prestò servizio al lo e quindi al 13a e cl.al 1890 al 1895 insegnò armi e tiro alla Scuola cli Modena. Maggiore nel 1899, Ten. Colonn. ·nel 1905 e Colonn. nel 1910, per la riconosciuta sua competenza fu ri11etutamente destinat o all'Ispettorato d'Artiglieria e andato in posizione ausiliaria nel 1915 fu richiamato durante la granqe guerra e addetto all'Ispettorato delle costruzioni. Ufficiale s tudioso e colto, fu tra i valorosi sostenitori del cannone a tiro rapido e del materiale a deformazione.
.Il'ig. 641 - Prospero Marro. Marro Prospero nato · a Garessio (Cuneo) nel 1858. usci dall'Accademia Sottotente d 'Artiglieria nel 1879 e promosso Tenente nel 1881 fu destinato al 9o Reggimento. Stuclioso ed appassionato clE:1 servizio fu chiamato a.lla Scuola militare di Mouena come insegnante d i a.rmi e artiglierie ove rimase dal 1884 al 1887 allorché venne promosso Capitano. Fece la campagna d'Africa del 1895-96, fu promosso Maggiore nel 1901. Ten . Colonn. nel 1907 e Colonn. nel 1912 comandò brillantemente il 190 Reggimento. Ufficiale dotato di p reziose qualltà diplomatiche ebbe incarichi delicatissimì e coprì cariche di grande responsabilità. Fu addetto militare in Serbia. fece parte della Commissione per i confini d'Albania e in guerra comandò l'artiglieria clel 6 0 Corpo d'Armata:
JJ'ig. (i43 - Giuseppe Prunas-'l'ola. Prunas-Tola Giuseppe nato a Bosa nel 1853 fu allievo dell'Accademia militare e della Scuola: di Applicazione e prom osso Tenente d'Artiglieria nel 1876 fu destinato a.Ila Scuola cli Modena nel 1879 per l'insegnl).meJ:.\to di armi e artiglierie. Promosso Capitano .nel 1882 a l 160 Artiglieria passò all'lJ,o Reggimento e quindi al 13<> Artiglieria quale Aiutante maggiore in b. Ufficiale studioso e colto: autore di varie pubblicazioni e collaboratore della Rivista militare morì nel 1893. · La Scuola militare di Modena lo ricorda fra i suoi più chiari insegnanti accomunandolo nel rimDianto del di lui fratello Pietrino Prunas che rientrando dalla campagna d 'Africa 1895-96 fu destinato a lla Scuola di Modena.
SCUOLiil D' AUTlGLIIDRIA
1870-1914 -
SCUOLID DI ìl:CODJ.':KA Iil CASl'l:RTA
la pubblicazione edita a Modena nel 1 68 fu grandemente ap · pre1ir,ata. Bessone Edoardo nato ad -Ivrea nel 1873 dopo a ve1·e superato i c,orsi dell'Accademia mili.tare fu nomina.to sottotenente d'artiglieria nel 1892 e all'uscita dalla Scuola d'applicazione fu nel 1895 promosso tenente all'l1° reggimento artjglie1fa; fre quentò con successo'· la Scuola cli guena e dopo di essere stato al comando della Divisione cli Torino, nel 1907 fu promosso capitano e passato allo Stato Maggiore. Nel J911 venne inviato alla, Scnola militare come comandante di compagnia, e in segnante cli Arte militare; fu promosso maggiore nel 191!5, e colonnello nel 1917 fn decorato colla Croce dell'Ordine militare di Savoia. Ufficiale colto e valoroso, dopo hl, guerra col grado cli generale comand ò l'artiglieria del comanclo militare della Si.cilia e promosso generale cli Divisione comandò la Divisione milit.'tre di Messina. Bonomi Annibale nato a Venezia nel 1871, entrò all'Accademia, militare cli Torino nel l.887 provenen do dal Collegio militare cli Milan.o. Fu sottoten ente d'arti glieria nel 1890 e uscì da]]a Scuola d'applicazione nel 1892 destinato come tenente di artiglieria nel 16° reggimento. Kel 1898 passò alla Scuola come insegnante di Armi e Tiro e avendo poi frequentato con· successo la Scuola di guerra nel 1904 fa promosso capitano e chiamato nel Corpo ili Stato maggiore. Maggiore nel 1915 partecipò alla guerra italo-austriaca e nel 1916 si meritò la promozione per merito di guerttL e successivamente le Croci di cavaliere e di ufficial e dell'Ordine militare di SaYoia « per rinùefcssa e fe· conda operosità, dimostrata qnale capo-uffi.cio OrdinameHto e Mobilitazione del Comando Supremo; e per l'opera spie~ata quale Capo cli Stato maggiol'e dell'XI Corpo d'Armata sul Più.ve (giugno 191S) e durante la nostra gloriosa avanzata neJJa. hattaglitL di Vittorio Veneto (ottobre-no"'.embre 1918) >>. Nel 1919 fu sottocapo di St.ato maggiore dell'Sa Armata: dal 1923 al 1926 comandò la brigata Bologua, e promos. o genera.le di Divisi.onc nel 1926 fu nominato comanda11te della Divisione rnilHu l'e di Salerno. -
970 -
Ufficia li d'Artiglieria inseg na nti alla Scuola di Modena e di Caserta
F.ig. 644 - li'rnnco Renzi. Renzi Fra.neo nato ad Avezzano nel 1865. uscì dall'Accademia Sottotenente d 'Artiglier ia nel 1884 e Tenente a.l 100 nel 1885: nel biennio 1893-94 fu aua Scuola d i Caserta oer l'insegn a m ento d i armi e t iro e promosso. Capitano nel 1895 passò a l 180 Reggimento e ou incli al 10 0 dopo d i essere stato nuovamente insegnante a lla Scuola d i Modena per la stessa -materia. Maggiore nel 1910 f u destinato alla Scuola d 'AoPlicazione cli Parma come insegnante : Ten ente Colonn ello nel 1915 e · Colonnello nel 1916 comandò in guerra il lo raggruppamento bombarde ed il 22<> 1·aggruppamen to d'assedio. Ufficiale studioso e colt o d imostrò particolare d isposizione per l'insegnamento.
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Fig. 645 - Giacinto Sachero. .
Sachero Giacinto nato a Torino nel 1861 e superat i· i · Corsi dell'Accademia e d ella Scuola di Applicazione fu promosso Tenente d 'Ar t iglieria nel 1881. Capitano a.I 140 Reggimento nel 1887 passò a l Min ist ero della Guerra e fu quindi insegnante di artiglieria alla Scuola d i Modena e dal 1903 al 1908 insegnante di artiglieria e fortificazione alla Scuola cli Guerra. Artigliere com pleto, il Sachero ebbe le più varie dest inazioni e copri le ca riche pìù d ifficili e di maggiore responsa bili tà. Colonn ello nel 1911 fu il primo organizzatore e · Comandati.te del Reggimento di Artiglieria pesante campale. Studioso, colt o e profondo scrisse notevoli monografie, fu Diret tore ' del Mus eo d'Artiglleria, Comandante l'Accadem ia e la Scuola d'Applicazione e partecipò brillantemente alla gra.nde guerra.
Fig. 6,16 - l3enecletto Snngerma no.
l!'ig. 047 - Vincemm 'l'estini.
Sangerm ano Benedetto nato nel 1856 fu nominato Sottotenente d'ArtiP:lieria nel 1877 uscendo dall 'Acca demia mllitare e nel 1879 fu promosso Tenente dopo la Scuola. d'Applicazione e destinato prima al 14> e quin d i a l 5o Reggimento. Promosso Ca pitano nel 1884 al 40 Reggimento dopo essere stato al Comitato d 'Artiglieria e Gen io, n el 1887 fu insegnante a lla Scuola di Modena di armi e t iro. Mag,giore nel 1897 fu destinato alla 9,. Brig,.ta dR Fortezza . quindi al 24~ Artiglieria e promosso Tenent e Colon nello nel 1903 fu trasferito a l 23<J . Promosso ooi Colonnello nel 1908 comandò la Scuola centrale di Nettuno, cessa ndo cli vivere alla fine clel 1909 lasciando largo rimpianto per le sue apprezzate qualità e p er la sua competenza profess iona le.
Testini Vin cen'l:o nato a Ruvo di Puglia. nel 1865 usci d all'Acca demia Sottotenen te di Artigl!eria nel 1886 e promosso Tenente nel 1888 f u clestin ato a l 100 R eggimen to. Capitano nel 1898 dopo di aver fatto p arte ciel Corpo coloniale dal 1905 fu destinato alla Scuola militare di Modena come Coma ndante d i Compagnia e insegnante cli armi e artiglierie. Nel 1911 passò ·a l 190 Artiglieria, l'ann o · dopo fu p romosso Maggiore e passato alle t ruppe coloniali comandò l'artiglieria eritrea nel 1914-15. Nel 1915 p romosso Tenente Colonnello f u insegnante a lla Scuola d i Parma. p a rtecipanclo poi alla grande guerra al Comando del 4 o e del 7o Artiglieria. Ufficiale colto e studioso pubblicò il Corso da lui professato alla Scuola di Modena.
SCUOLE D'ARTIGLIJ;:RIA
1870-1914 __;
SCUOLD DI MODENA E CASERTA
Annibale Bonomi fu un ufficiale d'artiglieria distintissimo, molto colto ed apprew;ato ai-;sai per Jc :su(~ qnalità intellettuali <~ per le sue doti .n1ora1i. Oltre ad aver superato c:on sueeesso e con brillante risultato gli i;;tucl i dellu, H . Aecademia, della Rcu?la d'applieazi<rne e del}:1 Scuola di g.ucrra, egli. co11segnì anche la laurea i.n ingegnel'in ' frequentnnclo co1t assidnità anche nltri studi ed insegnamenti dai quali ricavò quella seria e profonda maturità di giudizio che gli valser,o a percorrere la sua brillante carriera. Braibanti B11genio·, nato a Parma nel 1S4G entrò all'Acca demia milifare cli T,o rino 11el 1863 e uscitone sottotenente d'artiglieria nel JSG<ì verme promosso tenente nel :18GS e cornanchto al Comando territoriale d'artiglieria in Napoli. Promosso ca, pitano nel 187(; fn destinato al Laboratorio cli precisione t nel 1879 trm:ferito allH, Sct10la milital'e cli .Modena qualè insèg1)rmte e uffìciale di compagnia. Venne quindi trasferito al Corr>.Hato di artiglieria e genio e promoi:;so maggiore nel 1887 andò n.l ù" reggimento; all'atto della promozione a tenente colonnello nel 1891 fu destinato all'Ispettorato dell'artiglieria cla fortezza e quindi tiel 1897 all'Ispettorato g(me1·ah! dell'Arma. Colon.nello nel J ~M, nell' anno successivo anelò in posizione ausiliaria e promosso maggior generale nella riserva nel 1911, morì a :i)>f.oclena nel 1917. Campanelli Felice c~ra na,to ,1, San Giovanni a Teduccio presso Napoli nel 184G; sottotenente d'artiglieria nel 1866 fu promosso tenente al 3° reggimento nel 1870 partecipando alla camp11gna per la liberazione di Rorna . Xel J87<i venne destinJ.fo all a, Scuola m.ilitare di iVloclena per l'insegnamento d'Armi e '.t'il'o e promosso capitano nel 1877 venne 1181 1879 destinato a 1. 14a reggimento. Promosso maggiore nel 18SD 1':iassò nlla For,<forfa di Napoli ivi rimase anche alla promozio1rn a tenente Pulonncllo nel 1897 diventando poi diretton~ dell,.1: Officina cli costrn"ione cl'artiglieria cli Napòli allorc:hè nel l90J :1' 11 pron1osso nl .2:1·ado di. còlonnello. Nel 1912 fu collocato a riposo col gl'ado cli maggfor generale.
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UFF'ICIAL I D'ARTIGUEIHA INSEG1'Al\'.TI
Oa,rusi Antonio nato a, Pollntri (Chieti) nel 1881 fu nominato sottotenente d.'artiglieria nel 1903 e pr,omosso poi tenente al 18° reggimento nel 1906, passa,nclo nel Wll a.lla Scuola militare di Modena come insegnante di Fortificazione ed istruttore di automobilismo . Nel 1914 ebbe la pr,omozione a capita.no e ,nel 1917 a maggiore distiliguendosi nella guerra contro l 'Austria e conseguendo varie onorificenze a,l valore. Uffici.ale studioso, serio e colto, Antonio Carusi fu assai apprezzato per l'azione da lui svolta alla Scuola: ultimata la guerra e dopo aver comandato lodevolmente il reggimento d'artiglieria conseguì la, promozione a generale. Cassone Giovanni Batti.sta, torinese, dopo aver appa,rtenuto all'Arma d'artiglieria, nel 1863 passò in fanteria e fu sottotenente nel 5° reggimento granati:eri passando nel 1S71 alla Scuola di Modena, come ufficiale cli governo. Nel 1873 fu promosso al grado di tenente e continuando a rimanere al!a Scuola fu chiama,t9. alla carka, di aiutan te maggiore. Nel 18Sl passò nel personale civile rimanendo alla Scuola come insegnante di t.opografia, ,e fu tra, quelli che segu1 la Scuola clei sottufficialiallievi allorcbè nel 1888 essa fn t ra,sferita a Caserta: quando quest'ultima fu abolita e rientrò. a Modena, il Cassone r iprese a l\fodena il suo insegnamento che tenne fino al 1908, epoca del suo collocament,o a rjposo. Castagna-Gaudiano Salvatore nato a, Palermo nel 1847, dopo aver frequentato l'Accademia militare di 'L'orino nel lSGG fn prom,osso sottotenente cl'a,rtiglieria, e ultimata la Scuola d'appli cazione venne destinato all'S" reggimento passando in seguito al 4°. Nel 1877 v<rn110 chiamato alla ~cuola milHnre come ufficiale di compagnia con insegna:tpento : e promosso capitano nel 1879 fu destinato dapprima al ·12° reggim<'\nto e quindi al 1° prestando servizio nel Corpo di Stato maggiore. Promosso maggiore nel 1890 fu destinato , al 22° art.iglim·ia e a.v~mdo poi raggiunto il grado cli tenente colo1m c)lo mo1·ì nel :I 901. a Palermo. Ferrair.oni l\1ario nat o nel 1873, dopo aver snperato i corsi di studio dcll' Accademia militare venne promosso sottotenentf'
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SCUOLE D' AH'.L' IGLlEnIA
1870-1914: -
SCUOLl>l 01 :'IIODENA J~ CAS l~R'.l'A
d'artiglieri a nel 18U3 e teneute nel J. !)(i fu tlesl'i11ato al 13° artiglieria, passando quindi al 19° reggimento e poscia nel 190!'> alla Scuola militare cli Modena per l 'insegnamento cli At mi e Tfro, -0ve l'imase fino al 190D all'atto del l~L pro111 ozio11e a capitano nel 20" reggirneHto. Kel 19.1 3 venne comandato all'Accademia di Torino e durante la grall(le g11t!1Tc1 conseguì 1c s ncces. ive pL'omozioni raggi.ungendo nel Hl1 8 il grudo d i colonnello. li'ilippon<' Ant-011io llato nel 1SG3, 11scc11<1o dall' Accademfa militare di '.rorino fu promosso sottotenente d'artiglieria nel J8 6 e dopo la Scuola d'appli?:uzi.one venne destim1.to come tenente nel 1S8S al 25° n~ggi.mento artiglic~l'ia. Dopo lli aYe1· partecipato allei campagna cl' Afrka del 1 'D0-91, oYe pc1· la sua brillan te condotta fu deC'Otato al Ynloi-e, fu destinato clal 1894 alla Scuola cli J\fodena pet l'insegnamento cli Armi t~ Tiro, e n el 1898 passò allu 7" lirigHta da costa : ~1·omosso capitano nel 1899 fu addetto alla Fahbl'ica a: Armi di Ter ni: poscia al 3° r eggime11to da fo1·tezza e qni ncli alla Direzione <l'artiglieria di R oma, e finalmente all.'8° r eg~imento clu fortezza. fi.n chè ne l l912 Y.PJ1iva promosso maggiore e destinato al 5° reggiUJento da rortczza. Gazza.Ili .Adriano na f o nel 1854 fu nlli e\'O llc>ll'c\ccademi,1, mili.tare e delhL Scnoht d'nppl icazione c-onsegnenclo la, prom ozione a tenente d'art ig lieria nel 1876 al 9° r eggime1Ùo . Nel 1879 venne comandat<l alla Scuola militare di Modena per l'insegnamento delle Armi portatili e Arte militare; prornoRso ca,pitano nel 1S82 passò aJ 13° l'eggimento, quindi al 4°, ,e promosso maggiore nel 1 94 fu destinato· al 12° 1·eggimcnto. Promosso tcnenLe colonnello nel 1901 passò al 6° reggimento, e colonnello nel 1905 corm11Ìclò il JS0 reggirn@to artig lieria. Gentile Riccardo nato -n el 1SS1, fo allieYo dell' Accacleulia militare e della Scuola d'applicazione: sottotenen te d' artiglieria nel 1901 e p1·omosso tenente nel J.904 fn destin ato al 2° reggimento artiglieria., tfa for te1,za; passò poscin, all'm·tiglieria éln. montagna e nel 1910 fn destinato alla Scuola di Modena come ufficiale di compagnfa, istru ttore di eqnitazione e per l ' insegnamento cle1le Armi portatili. Fn pr-0mosso capitano nel 1914 e maggiore nel 1!)17. -
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UFFICIALI D;AR'.l.'IGLU:RIA INSEGNANTI
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Ghira.rdini Augusto nato a Cremona nel 1850 fu uno di quegli ufficiali d'artiglieria che per la sua vasta , coltura professiona.le e per le sue qualità militari ebbe ripetute destinazioni negli Istituti militari.. Entrato all' Accaclemi.a di Tmino nel 18G7, uscì sottotenente d'artiglieria nel 1870; promosso tenente dopo la Scuola d'applicazione fu destinato al 10° reggimento nel 1872, <" nel 1877 veunc chiama1to a,l la Scuola militare addetto al personale di g,overno e per l'insegnamento cli Armi e Artiglieria. Nel 1880 fu promosso capitano e destinato alla, Direzione di artiglieria di .Roma; nel 188G fn trasferi to all'Accademia di Torino come comandante di compagnia e per l'insegnamento, ri0oprendo poi la carica di aiutante maggiore in l". Nel 1891 fu promosso maggiore ed ebbe la dil'ezione del Polveri:Dcio di Font ana Liri; nel 1897 promosso tenente colonnello fu dapprima destinato al comando della lP brigata da cost:,t, 'quindi direttore del Laboratorio piroteenico di Bologna e promosso colonnello nel 1902 passò poi nel 1904 al comando del 3° reggimento artiglieria da costa; Nel 1906 venne promosso generale ; nel 1908 Direttore superiore delle èsperienze e quindi Ispettore delle CO· . . 8truzioni. Continuando in tale carica, nel 1910 passò nel Ruolo tecnico, nel 1911 fo promosso tenente generale e morì in Rom~ nel dicembre J 914. · Giuria Francesco nato a 'T<>rj.no net 1847 entrò alla R . Ac cademia nell'ottobre 1864 useendone sottotenente d'artiglieria nel 1S67. 'l'enente nel 1869 dopo aver frequentato la, Scuola di applicazione, fu destinato al 4° r<~ggimento artiglieria e nel 1871 passò al 9" reggimento e 9uindi al Comando d'artiglieria cli Pavia. PromosRo capita.no nel 1877 fu destinato subito a,l la Scuola, militarè di Modena per l'insegnamento di Armi ed Artiglieriè t quindi dal 1882 al Comando d'artiglieria di 'forino. Promosso maggiore nel 1888 fu addetto alla Direzione d'artiglieria di Ancona, quindi nel JS90 al 2" reggiment o e poi al 16" reggimento. Tenente ·colonnello nel 1896, nel 1900 fu promosso eolonnello e comandante il 4° reggimento artiglierif:L, andando poi in posizione ausiliaria nel 1905.
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SC UOLE D' ART!GLIEilIA
1870-1914 -
SCUOLI~ DI MODENA E CAS I!:R1',\
Giuria I cilio u ato a Montepulciano n el 184G e11 trù a ll 'Acca cle1uii:L di 'l'od110 11d 1.'G2 11 scendon ~ sottoteuente d'.utig-li.eriiL 11cl l Sùi>. F ec:e Ja ca rn pag11 n del 1S6G e 11ell'agosto JSG7 venne promosso tenc11te e des1:i11ato ul 1.0 reg-gimento a r t iglieria, quin di al 7° reggimen to . .Pr·omosso capitano nel 1871 fu clapp1·ima desl.inato al 13,, t! () ui11di a l 7° reggimento per p :iss;,u·e poi 11el 1883 alla Scuola di Modena per l'insegnamento di Armi ed Artigliede al corso elci sottufficiali-allie,·i. Promosso maggiore nel 1SS7 pai,:;sò al Uomitato d'artiglieria e genio e quindi all '!::i"' r eggi · rn eJJ to ove l'irnase come tenente col onnello fino al 1897 allorchè promosso colonnello assunse il comando del 10° reggimento da · c: ..un pu.g11a. Come tenen te colonnello aveva anche eserci talo H c:.orn:rnclo lo<:ale al.la Madd alena; come colonne1lo nell' apr.ile rnoo fu nominato dirett ore d'artiglieria a, Verona . :Nel febbrà.io 1902 fu collo-cato in posizione auF;ilial'ia e nel 1906 andò a riposo . raggiungendo nel 1908 il grado di gener ale nella riserva. Giuria l ciho nelht sua lunga e laboriosa carriera fu sempre gi udi.eato un ot.timo n:Uiciale d'al'tiglied :.1, colto, st nclioso e professionalmente competen te nelle varie spccialit,ù, dell'Arma: egli r-;ci·jRse e pubblicò pregevoli studi e mon.ografie di carattere artiglie1·ci-;co tanto che per il complesso delle sue doti e delle sue <Jtmli.Là può lie11 dirsi che egli è stato degno portatore di n n nome caro e chiaro iu artiglie1'ia, come qu ello che in questi nltimi sessant'anni venne portato ùa varii ufficiali ùell' Arma , tntti distinti$f:-':imi , colti, competenti e perciò beneamàti ed am mirati da colleghi , superiori ed inferiori. Yfa.ltese Enrico nato nel lSW, dopo u.ve1· brillan temente su ptm to i corsi di studio dell'Accademia lllilibne e delJa S cuola cl'a.pplicazi-0ne, sottotenente d'artig}j eria nel 1898 fu promosso tenen te nel 1900 e clestinato all a 10" brigata da forter,za : venne in seguito chi.una to come insegnante di Fortificazione alla Scuola militare di Modena. e nel 1907 frequent ò con successo il corso delb Scuola di guerra. Promosso capitano nel 1.910 fu comandato al battaglione specialisti del genio e destinato alle costr uzioni aeron.a ntiche ~ :promosso poi maggiore nel 1915 continuò aprestar servizio ptesso il predetto battaglio1rn p.ortnncl o nc11o studio e nella $Oluzione dei primi e più difficili problemi ch e allora si -
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Ul·'FICIALI 1)' AR'.l'IGLLEfllA INSEGNA:-S'.L'I
p1'e.5entavano per le applicazioni milita,ri di fali recentissime conquiste, non soltanto il sno maggiore entusiasmo giova,n ile, ma, altresì il frutto ponderato dei suoi studi e delle sue esperienz,e personali. Nel 191.6 Rnrico ì\faltese venne trasfetito nel Corpo di S. M. e promosso poco dopo al grado cli tenente colonne]]o per merito di g11erra venne a lui affidato l'impianto della :::ìcuola dei bombarc1ieri a Susegana ('l'reviso) . Creare dal nulla un siffatto complesso ,o rganismo, non era davvero nè facile, nè semplice cosa, : con qnella urgenza che era richie::;ta dalle inderogabUi esigenze del la gue1'1'a, Rnrico Malt.ese dovette ìn pochi giorni tr9va,r e e scegliere una località, adatta., requisire i locali di rJcovero e di abica,.,i.one per numerosi uo111ini di. truppa, e pure per numerosi uf · fìciali; trovare e scegliere un pet·sonale n,cleguato che fosse in grado cli. comprencledo, di seguirlo, di integ'rarne e di rea,l iz;r,arne gli intendimenti ed i proposi.ti; adattare un terreno per gli esperi.u1enti pratici di trai.no, di manovra e di tiro, ed infine ~tabilire delle clfrettive e seri vere clell e norme e delle istruzioni fondamenta.li che potessero utilmente servire a,d ufficiaJi, sottufficiali e i:;oklati di così varie e svaifate provenienze, quaU eran quelle aa cui dovevan:si trarre i fntmi bombardieri. Il temp0 nrgeva e non era.no assoluta.mente con sentite remore o di.lazioni. Enrico Maltese giudicato gfa per tutto il suo passato come ·11ffidale delle al'mi dotte, veramente dotto, appassionato per gli studi ·e curioso di imparare, schiavo del pr.opri:o dover~ e l'esistente a.l più pe!-'ante lavoro fisi.co così come al più grave fardell o cli responsa,l,ilità morale, corrispose nel miglior modo alfa, :fid ucia riposta in lui. ecl assolvette il compito a:fficla,togli moltiplica.nclosi in tutti i modi per peJ•f,eziona,r e ·Col frutto dell'esperienza gli inevitabili inconve11ienti. che man mano imprevedutamenk sorgevano. Nel 1918 . I%rico Ma.lte,s e conseguì un a medaglia, al valore per la coraggiosa sua condotta di fronte al nemko e promosso poi colonnello e generale di Divi.sione raggiu nse nella, ri.serva 11 grado cli genera1e di Corpo d'Armata .
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ù rasi Giuseppe nato :1 Roma nel 1855 entrò in Acca-demia 1874 uscendone sottotenente d' artiglieria nel 1876 e compiu-
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SCUOLE D'AU'IIGLIERIA
1870-1914 -
SCUOLJ•l DI ì\WDEKA B CASF.P.1·.·\
ta la Scuola d'applica,zione, nel 1879 fu clestinato come tenente al 10° reggiment o artiglieria, pa,ssando poi come capitano nel 1884 al 17° artiglieria; V:enne quindi destinato al Comitato d'artiglieria e genio ed in seguito comandato alla Scuola di Modena per l'insegnamento di Artiglieria. Promosso maggiore nel 1897 venne destinato all'll' brigata df1 fortc1.za e quale tenente colonnello nel 1903 passò al 3° reggimento da costa. Nel 1908 col graclo di colonnello comandò la li'abbrica d'armi di Torre Annunziata; nel 1911 fu colloeato in ausiliaria e venne poi ancora richiamato nel J 917. Pat.rocollo Vincenzo nat o nel 1860 feee parte di nn corso spe ciale reclutato fra gli stud enti <li ingegnet'ia e ,livent ò sottot enente d'artiglieria nel 1882. Ultimata la Scuola. d'appli~azione fu promosso tenente nel 29° reggimento nel 1884 ; passò quindi al 4° reggimento e nel 18S7 venne destinato alla, Scuola di Modena eome insegna,nte cli Armi e '1:iro al eorso dei sottufficialiallievi che accompagnò anche a Caserta. Promosso capitano nel 1892 fu dapprima destinato al 27° reggimento artiglieria da for. tezza ·e pt:iirtecipò quindi alla campagna d'Africa del 1895-96. Rientrato dall' Afr_ica, fu d<~stina,to al comando d'artiglieria da 0osta e fortezza in Roma e promosso maggiore nel 190'7 fu collocato in posi½ione ausiliaria. Riehiamato in servizio dura.nte la grande guerra venne promosso colon nello e quindi generale nella riserva, nel 1928. Nel J.891 il tenente Vineenzo Patrocollo essendo aUora, insegnaute alla Scuola clei sottufficiali di Caserta, si inserisse e completò a ,l la R Unive1·sità, di Napoli. i corsi di studi da lui interrotti. nel 18S2 allorchè era entrato come sottotenente d'artiglieria alla. Scuola d'a,pplieazione : superò tutti gli esami presei-itti e nello stesso anno 1891 eonseguì all'Università di Napoli la lamea in matematica pnra. Il Patrooollo era assai stimato pe,r la sua, compehmza tecnico -pr-o fcssionale ; appassionato per gli studi di elettrotec:nica, coi t ipi Voghera pubblicò nel ]902 un interessant e monografia su « Gli esperimenti di: tra zione elettrica sulle ferrovie )). P.eclretti Andrea nato a Parma 1ml 184G fn nominato sottotenente nel 4° reggi.men to granatieri nel 1866 e promosso tenen-
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UFFICIALI
o' AR'.rJOLmRIA
D1SE0~A1''J'I
te di fanteria nel 1873, per la riconosc:inta sua competenza, negli studi lli geometria ed in genere cli materie artiglicresche. venn e destinato al la Scuola militare cli Modena dove rimase fino al JST7 come insegnante cli Blemcnti d'al'tiglieria e disegno topografico. Nel J ~!)R andò in posi7.ionc ausiliaria e mori qui ndi nel 1903.
Ron Lano Giuseppe nato a Dronero nel 1S54, entrò all' Acca· demia. cli Torino nel 1S72 uscenòone nel 1875 sottotenente d'ar· tiglieria,. Dopo aver frequentato la Scuola d'applicazione fu promosso ten ente nel 1877 e destina.to al 6° reggimento artiglieria, e p1:omo8so capitano nel 1S 2 venn e destinato al J7° reggi· mento, dopo essere stato nel biennio J.S8l -82 comandalo all,l Scuola militare come insegnante. Come capitano passò poi al 6° reggimento e quindi a l 23° da campagna. ed infine alla Direr.ione di Spezia; nel 1894 all'atto della, pl'ornozione a maggiore fn destina,t o al 7° reggimento e quindi alla, Dfrczione di Genova., e promosso tenente colonnello nel 1901 comandò la 9a brigata da fortezza. Nominato colonnello nel 1905 ebbe il conu\.11.do del 2° reggimento d'artiglieria da costa. Taddei Alfredo na:to nel 1 'GG era, stato allievo ùel Corso speciale dei sottufficiali presso la Scuola milita.re cli Modena ed avendo supet'ati con successo gli esaJUi prescl'itti fn promosso sottotenente àll'l1° reggimento a 1·tiglicl'ia 11el 1 ' ·. Prornosso te· nente nel 1892 fu a,rnmcsso come allievo è1lla Scuola. di g nerra e supel'ati con successo i t1·c ann'i di corso fn t rasfci-ito al 7" reg· gimento e colll,rndnto al comando del Coi·po di S. }I. ).'romosso capitano nel rnoi fu des tinato al 21° r eggimen to, poi a clisposi½ione del cornanélo del Corpo, alla Dfrezione d'a,r tiglieria, in Roma, e qnindi chiamato alla Scuola militare di )fodena come comand.:i,nte di compagnia e insegnante di topogmfia. Promosso maggiol'e nel J.!)15 e te11ente co lonnello nel 1916, per la cora,ggiosa sua c:ondotfa al Pasnbio, fu decol'a to con medaglia al valor militare. Oolon11ello nel 1917 comandò l'artiglieria di una Divisione scgnalalldosi per competenza te(;11ica e tattica1, per ge nialità e l'isolu tezza d'iniziati rn, per coraggio e angne freddo, meritandosi pe1·ciò un 'altra onorificenza al ,alorP.. -
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SCUOLE D)All'.l'IGLlERIA
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SCUOLE DI MODENA E CASEl.l,'L\
Tor-elli Alfonso nato j11 Apricena (l<'oggia) 1'11 novemh~e 185G dopo a,ver Sf~gnito il primo anno di corso alla Scuola militare di Modena entrò all' Accademhi. militare di Tori.nò, così co me aUora, era prescritto, e ne uscì sottotenente d'artiglieda nel 1878 . Trasferito jn fanteria freq uentò la Scuola, di guerra, con successo e promosso capita.no nel 18S7 fece parte del Corpo speciale truppe coloniali in E ritrea . P romosso maggiore nel J895, fu destinato nel 1897 alla Scuola restand ovi anche da tenente colonnello :fino al l 902. Con grande competenza insegnò Geografi a militare, e nel 1900 pubblicò gli Appunti di geografia de ~crittiva per il 1° corso della Seno la. Ufficiale colto e valoroso destinato in Libia, come generale durante la gnerra italo-turca, cadde aa. eroe a Tecniz il 1G settembre 191.3 e gli fn decretata la medngli a d'oro al va lo1· mil itnre . Valentini Arturo nato a Lecce nel 1857, entrò all'Accademia di T,o rino nel 1874 e ne uscì sottotenente d'artiglieria nel 18'77. Superati i corsi della Scuola d' applicazione fu promosso tenente nel 1879 all'll" reggimento artigli.eri.a, e capitano nel 1884 fu destin ato al 10° reggimento. Nel 1893 fu chiamato alla Scnoln, sottufficiali di Ca$erta ·Ove insegnò Armi e Tir,o . Promosso maggiore nel J.S96 fu destinato al fi° reggimento e quindi al l\ilinistero del la gnena <l'oncle passò poi al 16° reggi.mento :1llorchè fu prornosso tenente colonnello nel 1902. Colonnello direttore d'artiglierfa a ,Piacenza nel 1908: ·passò nei. 1910 nel R uolo t(!Cnico e fu direttore del1a F a bbl"ica d'armi di 'rerni. 1\faggior g<~nerale direttore del Polverificio sul L.i.ri nel 1913, ri mase in tale posto anche all'atto della promor.ione a tenente generale nel 19]6: nel 1917 fu nominato Direttore dell'Offidna costrnr.i:oni cl'artiglier-ia di R,oma e fu quindi poi addetto all'I· spettorato dc]]e costruzioni d'artiglieria. Il Valentini fu un ufficiale d'artiglieria molto a,pprezzato per le sue qua.lità, e per il suo sa.pere: fin da quando era tenente d'artiglieria era stato comandato alla Scuola d' applica,zion e in 'l',orino e dura,nte tutta la sua carriera. si mantenne sempre al corrente di tut ti gli studi e di tutti i progressi. riguardanti i perfezionamenti artigli.ereschi.
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lL ItECL U'l'AìllE~ 'l'O Dl,I SO'l'l'UFJCIALJ
Zampolli Isidoro, nato a Man tova nel 1.867, entrò all'Accademia cli Torino nel 1883 e ne uscì sottotenente d:artiglieria nel 1886. Pr-omosso tenente dopo la Scuola d'applicazione,, nel 1888 fu destinato a.11'8". reggimento e nel 1891 fu trasferito alla Scuola sottufficiali di Caserta per l'insegnamento cli Armi e Tiro. Frequentò quindi con snccesso la Scnola cli guc~rra e promosso capitano d' artiglieria nel 1897.,, venne quindi poi trasferito nel Corpo di S. M:. Venne in seguito prolnosso maggiore nel :1908 e tenente colonnello nel Hn2. Dal 1911 al 1914 in segnò Storia militare a,lla Scuola cli guerra ed entrò in guena col grado di colonnello, <;omandaJJdo poscia successivamente la brigata Alpi e la brigata 1'reviso e gna.dagnandosi una. medaglia d'argen to al va.lor militare. Comar1dò _poi la 36" e quindi lc1 59" Divisione e sul Orapp:1 gli fo conferito l'Ordine militare di Savoia .
Chiuderemo infine questo Capitolo per noi importantissimo, q 11aJ.e quello dedicato a,lJa, foi-rnazione dei graduati nell 'ampia. i-:c·ala clella, ger·ar·i~hia arUglier<'Kca', accennando al le font i di l'e-
clnt::imento dei grad uati <li ti- uppa e cioè dei caporali (~ sovratutto dei sottuftic.iali. La graduale evoluzione dei metodi di adclestramento :11 combattimento, evoluzione imposta <Jal contin uo progredir-e deJle armi da fuoco, richiedeva tlll {L 11 mggiore pr-c~para1,i.one tecnica e professionale anche nel sottufficiale. I sott1.1fficiali, collaboratori preziosi clell' n:fficfoJe sia nelle c:i.l'costanze ordinarie della norrrmie vita cli guarnigione come nelle dl'arnmatiche contingenze della vita di guei-ra, dovevano N,sere in gr u,do di adempiere ai compiti loro af:isegnaLi per poter <'splicare con profitto l'alta funzione di educatori e di istruttori della truppa, e -c orrispondere per tal 111:odo a quanto cla essi si richiedeva nel sc~mpre più comnlesso funzion amento della gerar<:hii1 militare : scatur-iva, quindi la IJf!Cessità, di forma.re buoni sottufficiali trafmdoli da nuove fonti di r-e clutamento con programmi di esame -che affida.Rs-ero di avere elementi adatti per ricevere co11 profitto q uell'addestra,m ento ,professio1utle che si rendeva necef::sario. -
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SCUOLEJ D' ARTIGLlEilIA
1870-1914 -
SCUOL@ DI llfOJ)ENA E CASEil'l'A
Questa ù.uova concezione clellè.L fonzione dc~l sottn:ffieiale sn~gc~1·ì al legisJ a tore di ancht1'e oltre a quanto in propo8ito stabiliva Ja legge del 1884 : si presentava quindi la necessità. cli decentrare i reparti di Jstruzi.one creati eon tale legge e pc1'tanto si trattava di abolire i cc bt1ttaglioni d'istruzione)) per la fanteda,, « sqnadroni e batterie d'istruzione)) .per la cavalleria e per l'artiglieria, sostituendovi e creando al loro posto i << Corsi allievi sergenti )) che annualmente, a seconda della necessità, il :Mini stero de.lla Guerra à.vrebbe ordinato di aprire e di svolgere, presso detenninati reggimenti, sn t utto il territorio nazionale : tali corsi si svolgeva.no sotto l'alta direzion e dei <:oma,ndi cli Corpo d'Armata territoriali competenti.. L'a,do:àone di tali Corsi allievi serg<~nti ehl>e iJ. s no picmo sviluppo dopo il 1890. Allorchè il numero degli anrniesRi raggiungeva o superava i 12 iscritti, veniva costituito per essi uno speciale repa,r to chiamato cc plo tone a.llievi sergcnt;i )) che ni fini amministrativi veniva preso in J'ona dal Deposito <lc!l reggi mento. Nei plotoni allievi sergenti venivano ammessi i giova.ni che, Qltre ai rcc111'isiti :fisiei richiesti per l'Arma, pee~cclt.a, avessero una certa prestan,r,a milita1·e, c:h e non fossero ammogliati nè vedovi e.on prole, e che in materia d'istruzione civile dimostrassero di sa.per leggere e scrivere con snffi cienl:e correttezza e faci li tà. Le ammissioni venivano deliberate da:i comandanti dei Corpi presso i quali. erano stabiliti tali Corsi. I giovani che aspira,vano a tale arruolamento dovevano avere non meno di 18 anni di età e dovevano assumere .la, ferma per cinque anni. In origine i predetti Corsi alJievi sergenti u.vevario la dmata, di 18 mesi. L'Istruzione complementare al Regolam ento i:;nl reclutamento prescriveva i programmi di insegnamento e di esami stabiliti per l'avanzamento al grado di sergen te, ed <~ssmrni.almente stabilh·a poi che neUa Beconda deca,ffo di giugno dell'fmno di a,r ruolamento gli .allievi do~,evano essere sottoposti agli esami di idoneità. a caporale; che dopo 9 mesi daJl'inhdo del corso. i migliol'i, in ragione di 1 su 8, potessero essere promossi capo· mli maggiori; e che alla fine del -corso, tutti qna,n ti gli allievi fossero 1,ottopor:;ti all'esame cli idoneità a 8Cl'gente. I <lichia.ra,ti
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1 CORSI ALLH:V! SJ.ilf:GE:'.\T:I
idonei in tale esa.me, allorchè compivano i 12 mesi di anzianità · da caporafo dovevano essere promossi ~;ergentL Norme speciali regolavano gli esami cli riparazione per coloro che non avessero superato tutte le prove al termine del corso. I risultati conseguiti C<)ll'istituzione dei Gorsi allievi sergenti furono più che suffidenti, e di. anno in a,nno i var-ii reggimenti ricevevano, per dei:;tinazione ministeria,le, degli elementi che andavano sempre man mano migliorando per i frutti C',onsegui.ti durante i corsi in fatto di conoscenza, cld servizio, di ùoltura professiollale ed aJtresì di maturità di esperienza: in alcmii elementi non cli rado andava acr.oppiat:1 ur1:1 coltura generale non, trn,senrabile hrnt-0 che si deve riconoscere che tntte le predette provvidenze di reclutamento e di formazione dei sottuf fìciali valsero ad accrescere il prestigio della loro categoria, ren_demlo la loro collaborazione sempre più nti.le, preziosa e redditizia. Ma sul finire del sec>olo sco1·so poidiè il problema della dn rnta della forma per gli iscritti di leva veniva ovnnqr:e affron- · tato e tendeva a risolversi in 1111a diminuzi011e, così. era inevi tabile che anche gli obbUghi cli ferma per gli aspi.ra,nti alla car· riera di sott11:fficiale e consc~gnenteme1~te la durata, dei Corsi per diventare sergenti, dovessero essere i:iclottj. A cominciare dal l° gennafo 1H03 i Corsi allievi sergenti ebbero la durattt di 12 mesi anzichè di 18; gH allievi idonei fnrono promossi caporalLdo.po 6 mesi di Corso e quindi poi sergenti dopo 6 mesi cli anzianHà nel grado di caporale. Mentre si studiava un nuovo Disegno di legge relativo al . rEiclntamento, gerarchia ed avanzamento cleì sottufficiali (Legge che andò poi in vigore nel 1907), si stabilì. intanto con antiti pato carattere transitorio (;be coloro che si arrnolava,no nèi Corsi allievi sergenti coutraessero Ja ferma, di 3 anni invece che :5. Il paragrafo 29 del Regolamento per l'applicazione della legge sull'avan½ameuto nel R Esercito, 21 luglio 1907, stabiliva che i sergenti potevano essere tratti. dalle seguenti categorie: a) dai caporali e capornli maggiori clei Corsi allievi. ser genti che abbiano snperu,to con suceesso il <}orso <l' istruzione;
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I J s cuoLrn o' ARTIGLlERIA
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s cuou: DI l\IODEN,\ E CAS EU'l'A
b) dai cairJorali e caporali uiaggiol'i all e arrni clic assumo -
no la, ferma cli sottufficiaJi; e) dai capora li ma,ggio1·i ricJd a,m1:1,ti ht ca:-;o <l i rn·obilitazi one, cLe ahbinno r.i portat..L .l'idonei.tà al gni tlo di seegent.e all 'atto del loro invi.o in congedo; cl) dai ca,pornli e ca,porali nrn.ggiori volo11 La,d cli un a nno, od allievi uili.cinli cli c:ornplemento; e) clagli allievi clell' Accad emfa, militn.r e e clelJ n. Scnola militare che, ultimati i rispettivi corsi cli st udi, non possono con seguire la, nomina, a sot toternmt e per n on a,ver .compiuto il J9° a nno di età, o per mancanza cli posti disponìbili; /) dagli .alJievi che cei::sa,n o d'appart ener e all'Accademia militare o a.lla Scuola milita r e dopo il 2° a nno di corso, purchè sian o r hmltati iélonei 11 e1.!)i. esami di. materie r egolamentari, e sempre quando non si valgnno del]n, facoltà loro fatl:ii, qall'a,rticolo 11 del.l a L egge s nll'avanzn,ment.o 2 l11glio 189(> per la, nomina a sottotenente di cornpl<~rne1tto; g) dagli allievi dell'Aeca.demia, rnilital'e o dell a Scuola militare e cl a, q nelH già arrnolati dei Collegi milit~L1·i che, compiuto con bnon successo rispettivamente il l" e l'11ltimo anno di corso, J·inuneino alla, caniern militare e aspirino a diven tare nfficia.U di complemento, faeendo passaggio in un reggimento; h) dagli alli<ivi dell' Accaclemia rnil.ital'e o della, Scuola militare o da qnelli dell'ùltimo anno dei. Collegi mi.litari, i quali, pur non a.vendo compiuto ,co·n buon esito i predett i Corsi, abbiano tuttavia, riportato l'idoneità nelle materie reg()lamentari, contino almello un a nno di servizio dalla data, dell'arnwlam<~nto, a,ssumano la ferma da sottufficiale e superino con buon risultato gli esami prescritti per 1~ pr,o mozione a ·S ergente; i) dagli ufficiali in servizio attivo permanente o cli complemento che abbiano ottenuta, la dimissione dal grado, e siano ancora vincohLti al servizio rnilita,re per effetto della legge sul reclutamento. Essi possono per altro rinunciare a questo grado, ed b1 tal caso continmLno nei loro obblighi di servizio quali semplici soldati. La pretfotta legge 21 luglio Hl07 stabiliva poi .in modo defi, nitivo che gli allievi sergenti <lofèvnno contrarre la ferma, di tre anni. -
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LE L)Il<'l;'ICOLT,Ì. DEL IllWLU'l'AMEl\'l'O
Con Circolare N . 465 del G setternbre rnn foi- ono istib1Hi dei Corsi di istrm:ione a.venti la durata cli i mesi., da, svolge rsi presso i Corpi eù a.i quaH Corsi poteva no ·essere a.mmessi caporali e caporali maggiori della classe 18HO (di leva, o volontar.ii) a.spiranti alhL promozione ,L sergente. Tali corsi dovevano ser· vfre per preparare agli esami da sergente i predetti graduati svolgendo loro in succinto gli insegnamenti stabiliti dai progntmmi per i plotoni .allievi sergenti : poichè tali (·orsi avevano inizio dopo le esercitazioni estive, cosi era prescritto che gli esami dovessero svolgèrsi nella seconda metà del successivo mese di gennai.o. l ditL.iarati idonei ai predett i ·esami allorchè compivano il 15° m~se di servizio venivano promossi sergenti compatibilmente col numero dei posti disponibili ; viceversa coloro che avessero già compiuto due anni di servi½io non potevano conseguire la, promozione a sergente a meno ehe essi si impegnassero ad assu · mere una r afferma per con tinuare almeno per un anno ancora il loro servizio. Con la legge 30 giugno 1910 N . 362 erc1, stal'.a, introdotta la, ferma biennale nell'esercito, ed era più che natmale che tale riduzione di obblighi cli servizio militare avesse a ripercuotersi sulla, durata di ferma da assegna.rsi ag1i aspiranti alla carriera di sottufficiale. Le preoccupazioni dell'equilibrio di bilancio im.· pedirono però in questo turno di, tempo di adottare provvedimenti atti a dare all'Esercito dei buoni sottufficiali, ed è noto che il generale Luigi Cadorna, a llorchè alla fine di l ugJio 1H14 metteva, in rilievo le defìciern1e organiche, da lui riscontrate, scriveva : << ••.• scar sissimi i sottufficiali. La legge del 1910 non ha, avuto in pratica i r isultati che il Ministero si riprometteva))
(1) .
All'incirca, nello stesso tempo il generale Pollio, alloi·a Capo di S. M., in una relazione i nviata al Presidente del Consiglio dei Ministri nel marzo del 1914, in riguardo del grave ed importante problema. dei sottuffidali, cosi scriveva e proponeva : « .... dare il massimo impulso al reclutamento dei sottufficiali, sia istituendo un gran numero di reparti d'istruzione, sia inducen(1) Gen. L.
CADOHN,\ ,
La guerra alla, Jì'ront e ItaUana; -
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Vol. I, pag. 13.
SCUOLE DJAHTIGLIERIA
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SCUOL!ll DI MODENA E CASERTA
do i graduati della classe 1892 a passare sergenti, lasciando loro comprendere che, in qualunque caso, in congedo non andranno ugualmente, e che quindi conviene loro approfittare del migliore trattamento e delle indennità, che spettano a, chi passa sergente. Occorre di reclutare sergenti anche fra i graduati del le classi richiamate >) (1) . Tali lamenti e ta,li appelli fortunatamente non rimasero inascoltat!., perchè durante i mesi della, neutralità italiana, fra i v.arii provvedimenti presi ,d al generale Ca.d orna, fu anche, nei limiti del possibile provveduto a, reclutare ,e ad addestrare numerosi sottufficiali, i quali preparati, formati e forgiati sovratutto da vecchi ed antichi ufficiali, entra,rono in guerra pieni di slancio e di entusiasmo, gareggiando con essi in eroismo e valore. A chiudere e completare questo paragrafo riguardante la formazione dei sottufficiali, si ritiene necessario di aggiungere e di ricordare ancora che nei singoli reggimenti dell'Arma, fino alla vigilia llell'entrata in guerra si continuò a dedicare quotidianamente il tempo necessario per impartire ai sottufficiali e caporali maggiori una speciale e approfondita istruzione teorico-pratica chiamata per antonomasia « la teoria)). La teoria si svolgeva sotto Falta direzione di uno degli ufficiali superiori e veniva impartita da un capitano assistito da uno o più ufficiali subalterni : l'istruzione aveva carattere reggimentale e ~d -essa Yeniva data la più gra,nde importanza. ·
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(1) ANTONIO SAUNDII,\', , « La
neutralità».
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Notizie bibliografiche e delle fonti PER
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VARII PARAGRAFI DEL CAPI'IOLO XXIX DELLA PAR'IE TERZA - VOLUME VI0
REGIA ACCADEMIA MILI1'AR E DI 'rORINO ACCADWMIA MILI'.l'ABI~ (T.Ja R ") di 'l'orino: Ra,ccolta Annuari Scolastici. ANTI:IONIOZ ALFRED: Géné1Y1..1.ur; Savoyards - Genéve, Ata,r 1912. Artiglieria: 30 Maggio 18-1:8-95 a cma del 5° Regg.to Artigl. da Oa,mp. (Torino, 1895). BERNARDI MARZIANO : Arte Piemontese (Torino, Il.attero, 1937). BOGGIO T OMMASO: G-i'iiseppe Peano - Annuario R.a Università (Torino, 1933) . BoTTASSO MATTEO: Estratto dal Bollettino della il fothesis (Pavia, 1918) . OBI È? : Ji'orm,.igini (Roma, 1928) . Cucc.HEJ'l'l'I Grno: be 0t·i.gini e i fas.t i d;eW Accademia Militare di Torino (Est ratto dalla Rivista Il Secolo XX0 , 1915). D:mnvrnux: BibZiogmfia del Dr. Prof. Giuseppe Roberti : l'opera del . 2° cinquantenario della, R . Dep1.1,tazione d·i Storia Patria (Torino, 1934).
Enciclopedia Treoca1ii. Enciclopedia Milita1·e. GIANOT'.l'I L. : Ricordi di un antico alliei;o della R. M-ilita1·e Accademia d·i 'l'orino (Torino, 1887). GRIMALDt DEL POGGETTO S. : Ricordi di iin Uffic·iale dell'antico esercito sardo (Torino, 1891). LA SANTA BARBARA: Bollett-ino deW Associazione Naziona,le A1·ma del Gen·io (Roma, 1937). -
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NOTIZIA BIBLIOGRAFICA
Pieri - Estratto BolletUno di BibUografia e S toria delle Ho-ien.ze matenwtich e (Ptwia,, Hll3). MAGGIOROTTI LEoNm ANDRBJA: Oom,me,niora.~fone ex allievi C(Lduti in Libia (Torino, Fagnone, 1914). l\'IONTÙ CARLO : Emanuele Ji'iliberto cU Savoia Duca d, Aosta _ Rivista d, A1·t·igl'ieria 6 Gcnio (Roma,, -1931). Nu ova [J'Uida · dei fore stieri pe1· la real città, di Torino. ('l'orino, Reyc,end 1826). RoccA A. M. : M e11iorie di R{i;<L1·a 0 1w·rr;nè (1910). RoGIER F . L.: La R. A ccademia di Torùw Note storiche 1816-1870 ('l'orino, 1916). S1Acc1 FRANCESCO: Ooniniemoraz·ione d·i A.lessanclro Dorna Atti · R. Accacleinia Scien;;:e ('1'01-ino, 1886-87) . V ALORI ALDO: Il leone del Battaglion e 1ie1·0 Edizione Ardita (Roma,, a,nno XIII). L mvI BmPPO :
11:f ario
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SCUOLA D' APPLICAZION.E D' AR'l'IGLIERI A E GENIO DI T ORLKO
Annua1··io rigua,rda,nte lo sta,to della Sonola nel G--i11,gno 1914 (Torino, 1914) . Annuarii ScolrLstici della Scitola di Art'iglieria e Genio - Raccolta. Artiglieria: 30 Maggio 184:8-95 a cUl'a del 5° Regg.to Artigl. da Oampa,gna ('l'<;>rino, 1895). ,, Rivista d·i Arhglieriq, e Genio : Raccolta.
CORSO SPJ;}OIALE DELLA SCUOLA MILIT.AR.g DI MODENA ' ' E DI CASERTA
La Scuola Mil-itare d'i Modena 1756-1915 (Modena, li'enaguti, 1914-1920) . Giornale Militare: Annate 1865 - 67 - 68 - 69 - 70 · 71 - 80 · 83 84 - 91 - 93 · 95 - 900 - 901. Il Museo Storico della R. Accademia di F'a1iteria e Cavalleria (Modena, Stabilimento poligrafico Modenese, 1928).
CANEJVAZZI GIOVANNI:
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Elenco delle fonti
AROHl VI J>HI VA'l'l DE.LLE FA)IIGi. J E 72 Via San F J·ancesc::o - Padova. AnLomo - 44 1Via, Cavom· - '1'01·ino . B AVA-B IJ.'CC.\RIS (Cav,1lli <l'Olivola) - ao Via Po - 'l'orino. BEcCAIUA Ixc1s A - 11 Via Maria Vittoria - 'rorino. H ELLAVI'.l'A - 3 Piazza S . B.utolorneo Arme11i - Genova. B @nAnDI (Be1·tarelli) - 53 Corso Galileo Fcrral'iS - 'l'ol'ino . B EnTor,1Nr - 3 Via del On va.JleLLo - Padova. B IANCAno1 - 15 Viale Piceno ·- Milano . B IANCHI 01 L AVAGNA - 18 Corso Gariba,Jdi - Chiavari. B nu:.Nn - 52 Via Mal'ia Vittoi-ia - Torino. BoNzANI - ,San Ma1tino Alfiel'i - Asti. ÙAT,CAGNI - 1 Via Conle Rosso - 'l'orino. CAM CAPPA - 5 Pia,r,za Colli - .Palel'mo. CAsc1No - 18 Viale XlI Giugno - Bologna. CAVALLI (Bno1m) - 6 Piazr.a, Dnomo - L ucern (l<'oggia). CAVALLO - 3 Via hlagMui Ricotti - Novara. CnmnuBINI - Deruta (Pe1·ngia) . CL,WARJNO - Bolzano. CnEMA - 9 bis Corso Sommeill.cr - Torino. DAuAL,\ - 9 Via. Crispi - Como. Dm CosA - 15 Via Vittol'ia Colonna - Napoli. DA uon:. noA (Prat) - 4-1 Via, )lagenta · Torino . Dru FALC'O - 14. Largo S . (\1rlo alle Mortcll e - ~ apoli. D rn G1,:NNAR0 - 43 Via Napione - Toi-ino. Dm SrnuIDnT - 20 Via '1'agliamento - l{oma. D oumi:'l' - 23 Via Marco •Antonio Colonna, - R oma. ALLASON -
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KO'rIZIA BIHLIOGHAFICA DuLAc (Magnaghi) J'f Vja Latini - Firenze. F EKOGr,10 - 55 Corso Galileo Fenaris - Torino. FEHHEHO (GIACIN'rO) - 25 Via, Duc hessn. Jolanda - 'l'ol.'ino. FESTA - 28 Via Amedeo P eyron - Torino. F 101tA - 19 Via. Andrea Dol'ia - To1ino. GABl3A · 28 Via BI"era - Milano GAIUONJ - FLlm San Lorenzo 5047 - Veuezia. GIGLI 0Env1 - Palazzo lfarana - OhiayaJ"i. GoNl~Lr,A - 3 ·Via Barolo - Torino. GoNNE1' - 9 Corso Siccardi - Torino. Gonu - 9 Via .Cristoforo Colombo - Torino. GHtr.Lo G Via Peculi o ..VleF;si11n.. LANFRANCHI - San Silvestro, tamo Barzizza 1175- - Venezia . LANZA (Oordero Moutezemolo) - 17 Via Sa,n Francesco <la Paola - Torino. i\IARCIANI - 19 Via della Rocca - Torino. l\:Lumo - San 1Vla1fano - P e1:ugia l\IoMomr,LI - 18 Corso Peschiera - To1-ino. :Uom,:Lu (G1ACINTO) - 39 Via Po - ToI"ino . l\fouru (Hozzo) - 32 Via Mtn·l·il"i Fnfieisti ·:eorino. NovAm,sm - 15 Via Botero - 'l'orino. P ALLIANO - 3G Via l\J.oI"glJen - Torino. PANIZZARDI - 294 Viale Regina Margherita - Roma. P ILO BoYL m P UTIFlGAm - 58 Via S. Secondo - 'rorino. Prn1·0J - 94 Via Pintm·icchio - lforna . Po~z10 VAGLIA - 30 Vfa, I sonzo - Roma. P RUNAS - ·7 Via 1Ca,l"lo Alberto - Cagliari. RICCI DEL RICCIO - 11 Via Antonio Nibby - Roma . P1m :-1,TTI (Yal lauri) - F ossano (Cuueo) . QuAGLTA - 6 Via Amedeo A.vogadro - TOl'ino. SACHERO - 22 Via Amedeo Avogadro - Tol'ino. SEGA'1'0 - 115 Corso Vittorio Emanuele - 'rorino. SEGHI·: · 3!) :viale Bianca l\foria - Milano. SrAcc1 (De Francesco) - 11 Via Vittoria Colonn a - Roma. SrnAcUSA . 17 T ra,versa i\Iunicipio · :Kapoli. S0LAnOL1 - 5 Piazza Ìlfa1·ia Teresa · Torino. SOLLrnll - 25 Via Val eggio - 'l'orino.
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NOTIZIA ldBLIOGRAFICA
Pa,Ja,zzo Quirinale · Roma. (Rocca) - 40 Corso Valeniino · 'l'orino. S'.rHAZZEm - 2 Via Gaetano 1\ioroni . Roma. Tonro-:rT,\ - 3 Via Teofilo Rossi - 'l'orino. T OlJHKON - 64 · 001'SO Vittorio Emanuele - Torino. Tozzi - 1 Via Donizzetti - Roma. VE1uN1 MASIN 01 CASTELNUOVO • 15 Via G. Verdi . Torino. Vou (Cava,lli Giov.) - 41 Corso D uca di Genova Torino. ZoLA - 6 Via Priucipi d' Acaja - 'rorino. STA:'ltP,\ CCH JA •
STEH1·0K1-:
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E ffemeridi cronologiche delle Colonie Italiane Eritrea - Somalia - L ibia
1869 - 1912
(l)
1869
L'ammiraglio Aelon, con Gim;eppe 8apeto, sbarca iu missione a.d Aden. J5 novembre - Lit Societ:'1, Hu buttino acquista la baia cli Assah d ai Sultani <li Raheita e di )lergeb. G 1101:emlwe -
1876
.S marzo -
I mio della Missione scientifica. Antinori nello Sciòa,
Ol'ga,n izzata dalla R. Società Geogra fica, diret t a inoltre nel So
malila,nd. 1879
Crociera cli S. A. R. il P rincipe T ommaso l ungo la costa clei Migiurtini.
g'i'ngno -
1881 ·f5 maggio - Giulietti, segretario del commissario di Assab, insieme ::il sottotenente di vascello Biglieri e 10 marinai sono tn1cidati dagli indigeni. (1) Pol' la comp.ila.11ione d i questo Er.tomeri cl i s i ò specJalme:n.te fatto i·icorso 1:11la pubblic11zione clel Ten. Col. MAmO Gnosso nel Bollef.tino clell' Ufficio Storico • Cronologia <leZl<, Colo111ia E1·itrea, della Somalia I talia11a e clelln Tdbia •.
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El?J<'El\iEHID l CRONOLOGlCIII•: DELL l•: COLOKIJ-; IT ..\LIA.KE
1882. 10 11wrno 1 26
15 lfi
La Società, Rubattino celle al ('}overno Italiano la baia di Assa,b. lngiio ~ La Società, Rubattino .fa regolare consegna delle basi e stabilimenti di ·Assab al Governo Italiano . l1J.glio - L'Inghilten·a chiede l'adesione italiana per operare in Egitto. settenibre ~ L'Ita,lia rinuncia alla, coop~razione con l' Inghilterra i!t Egitto. ottobre - Il conte Antonellj sbarca acl Assab per una, prima missione nello Sciòa. 1883
'25 genna,1:0 Missione dell'esploNi,toi-e GustR,vo Bia,nchi e clel comn1issatio B1·anchi presso il N egns Giovanni. r!,1 maggio - Trn,ttato di commei-cio cli Ancober t ra, A.ntonelli e Menelik. 1884
15 ottobre _ I/Inghilterra chiede nuovamente il concorso dell'Italia nel ivfar Rosso per operare contro il Mad llismo, propoilenclo uno. sbarco. it aliano a Massana . . . ~ Istituzio1ie del-consolato generale a Zanzibar nella persona, <li Vincenzo Filonardi. . . - Crociei-a della, R . N . « Ga;1·ihnldi >> nell e acque del Benaùir e cli Zanzibar. 1885 17 gennaio
Pa,rt e <la Napoli la prima. spedizione per il Ma,r Ros· so diretta, dal colonnello Saletta. 25 gennaio - La R. N . << Ca,s tel fidardo l> sba1·ca ma,rina,i italiani a Beilul. 5 feb7wr1,io - L'ammfrag.lio <Ja,imi comanda,nte le forze nava,li det i\f::i,r Rosso or.cupa, Massn,na in nome <lel Governo italiano . ~6 febMaio - Occupa:done di )fonkull o e di Otumlo .
J,;J."L<'l•:~umrn:r CHONOLOGIC lll~
DU:LL I•: CU L();\l@ I'.l.'AL!ASE
La seeonda spedizione per il :\far Roi:;so comandat~'1 dal colonnello Leilcnitz sùarca, a1l As!-:iLb ed oc<·npa Deil nl. 1na,1·zo - Sba rea U· l\fassa1 1n; un tel'zo contingeu Le italiano in:-. Yia to Be l i.\lar R osso . 11wr.zo - P arle pe1· Zeila la spedizione rono organizzata dalla Soc. Geogr. Comm. di Milano. 111a1·zo - Lni R. N. « Biu·bal'i go » in i.zi a, una erocic1·a eia Zanzibar ;;ulle coste soma le. aprile - Eccidio della, spedizione P ono per parte del Sultano <li Hal'l'n1·. 11J)ril.e - Occnpazioue cli Arafa,li. ap1'ile - Istituzione del Comauclo Supc1·iore delle truppe ita liane in Africa co11 due comandi · di presidio ad A. sab ed a 111 assa.11 ,.L. a71rilo - Oceupaz.ioue di Ard1ìco, de l le isole cl el l,L baia cli Amfilé e del la baia di Bcld , ed iu\'io presso il Kcgu.· della missione Fena ri · .K e1·azziui. 11w,ygio - Il console Oeeclri conchinde nH accordo commerciale eol Sultauo di Zanziba1·. agosto - Pdma occupazione cli Saati cou 150 bascibuzuk. ottobre - L'ItalhL ùichim·a, il protettorato sngli Rabàb. nouembrn - Sbn.rca a :\fassaua il geue!'ale Gené, tl 1e assume il cornaudo delle fo1·½e cli ten a e di mare.
27 fcbb1 a io -
7· 1U
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1886 ~G gennciio - A.niva, a Massaua il gcnel'::t,le Pozzolini. incaricato tli mrn rni ssioue ufficia,Jc pte.sso il Negus Giovanni. 1 giugno - Istitur.ione del« Deposito centrale per le truppe d'Africa J) a Napoli. agosto - Razzie di lfas .Al11 ln, sugli Habàb. 2:J ottobre - [1 Sultano <li Z,1117,ihar ofl'1·e all'Italia le r egioni del Giuba e dcUa, rnùa di Gl1ii:;imajo_ 28 1io·vendwe -· Occnpazioue eh parte degli italiani cli Znla e di Uà-a .
1887 10 gennaio Ras Al nla governn,tore clell'I:fa,masen int ima lo sgorn bro cli Uà-a e di 7.nla. -
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l•:1-'l'l•::\flWIDI CRO:S:OLOGICIIE DELLE COL0:\18 11'ALTA~E
11,. gennaio ~ Uà-H, e Sa,ati vengono occnpate da truppe regolari italiane. :25 gen naio ~ Il forte <li Saati comandat o cliLl ·ma,ggiore Boretti ?> inutilmente at tacca.to t1a lfas Alula. 26 gennaio ~ Il battaglione De Ol"istoforis, inviato i n a,iuto di Saati, è distrutto da, Ras Alula a Dòga.li. :28 gennaio - Il Comando italiano fa sgombrare Arafali, Uà-a e Saati. 31 gm'lllw-io - H~s Alula, si ritira a Ghinda e poi all'Asmara,. .l'ì m. arzo - Il generale Saletta sostituisce nel coma.ndo il gener ale Gené. 17 a1)rile - Viene emana.to un R. Decreto che accentra, nel Comando Superioi-e d'Africa, i potei-i civili e militari. 23 11,prile - Il generale Saletta è nominat o .coma,ndante superioi-e. 1 litgl·io - Viene <;ostituita in Eritrèa la p1·inu~ compagni.a, di rm.. oc. e zaptiè. 14 lugt'io - Il.ioccnpa,zione di SaR,ti. 27 ottobre - Il generale Di San M.aru~no . è nominato comandante del corpo di spedizione che nella, stessa giornata, parte da Napoli. 28 ottobre - Fra il conte Antonelli e Menelik viene firmato il primo patto di amidzia fra l'ltlLJia e lo Seiòa. 8 novemb?'e - Il generale Di San Marzano sbarca a iVIassfLua.
1888
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Gli italiani rioccupano Uà.-a. Costituzione del plotone esploratori indigeni. r1,prile - Il Negus Giovanni interrompe le trattative col generale di San Marzano, ma poi decide ht ritirata. niagg·io - Rimpatriat o il gtosso del Corpo di spec;lizione, viene forma.to il Corpo speciale d'Africa, e il generale Baldissera as si.une il comaudo superiore delle t ruppe d'Africa, con poteri civili e militari. li~guo - Gli italiani occupa.no pacificamente Oheren. r1,gosto - Il cftpitano Cornacchia, impegmt un combattimento a Saganeiti. ltgosto - Occupazione di Asmara, cla parte degli itali.ani. ottoMe - Si forma il 1° reggimento cli fanteria, indigena coi bat taglioni 1°, 2°, 3° e 4° indigeni eritrèi. m.- ar.z o -
~ apr·ile -
3 3
26 8
15 1
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El·'FE)fElHOf CRO:-OJ,OC I CElt OELU;
cor.oxrn
l'l'ALT ,\:-.E
Il ca,pitauo Ciceodi<'ola, coslituìsce la p1·ima batteria indigeni <la montagna. 2 dioeinMe - L'Ita,lia estou<le il JH·otettorato :-:11i Beni-A m ei·. 7 dicembre - L'lta,lia ei:.tencle il protcltor ato s ugli Aussa.
~!J otlo1Jre -
1889 8 febbraio - Il console Filonardi e Jusuf A.lì finnano il trattato cli protettora.to <lell'Ifali:1, sul s11 ltanato dì. Ohbia,. 10 11111,,r..zo - Battaglia <'li. )Jeternnn1h tra Etiopi e De1·visci nel la quale il ~egns Giovanni è ucciso. 22 ma,r.zo - ll:[enelik cinge 11, Goudi:i,1· ]a corona, cli << Negus 11 egllesti ». 11 generale Baldi:,:i,;ern occupa l' Agametta . 'ì aprile _ L' Ita!i_n, esteutle il protettorato su i:n-u-te del tenito1·io a,pparte11ente a.l sultm1ato dei Migiurtini e i:; nl Nogal. 2 maggio - F il-ma del tt-altato ili Uccfalli pcl quale il confine de1la Colonia, Eritl'èa Yiene portato alla, linea Antfali, B:nlaì. S nganeiti., Asrn a,1·::i.. L' lttilia a,ssnme 1t1·esso l e potem:e ci vi.li. la i-appresentauza clell' Abissi11ia (art. 17). 2 ,qiur;no - Avvie11e l 'occnpazi one ~li Oher en. 3 agosto - Avviene l'occupazfone di Asmara. 11 agosto - Resa del degiùc i\Iesfin, luogotenente di Ras Alula, ; avvien e l'i1nnessione dell' A.cchclé-Ouz:1i e del Serà.è. f8 agosto - L::t rni:.;si.one etiopica condotta da i\Iakonnen è ricevuta al Quirinale. 1 ottobre - Costituzione dello sqnacho11e di ciwalledt:~ indigeni. 11 ottob're - 1/Italfa notifica alle potenze Europèe il suo protettorato i Ull'Etiòpia. 3 1tove1nbn~ - M.enelik giunge in Entotto con la regina 'rai.t ù e \'i ene inc01·onato Negus neghesti. .. novembre - L'Ita,lia· notifica a,lle potenze il sno protettorato
sul Ben ndir. G dioem.ùre - l Jitalin, noli fica alle potenze l'a. s1111zio1lP del protettorato s ull' Aussa. 14 d'ioe1nb1'c - l i Negus i\lcnelik notifica <liretlamente alle potenze Ja sua assunzione al trono di. Etiòpi a : ciò in contrasto agli impegni assunt i col trattato cli (Jcciall:i. 21 clicemb1'e - Il generale 01·ero è n ominalo comauilante supei-iore in Africa .
I
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l~l•'l:'J·:)J I::IHDI CRO::-SOLOGICHE Dl~LLE COf.ù :\ lE JT,H,IA::-Sg
1890
Viene p ubblicato un R Decteto pet i.I q11a le i posselli:rnenti itaforni nel :.\far Hosso a,::;::;umono la <1èno1i1inazion<'l di << Colonia, Bti tì-èa n. v ennafo - U na 1-icognizi.one spinta, ti.no acl A d ua vorfa i con fini della, colonia, ii.no al i\Ia1·eb-llelesa. marzo - Couvegno ad Jlaus.ien tra l\:Ienelik e lfas M~tnga,s<.:i.'\ marzo - Le t rat tati\'f: iiet la, delini.zi one dei confiui ih1,lo-abissìni (Sei·aé ecl Acèilelé-Guza,i) v<~ngo110 rotte. gù1 yno - P rinia, h,1ttaglia di Agor dat. Il capitano Fa1·f~ bat te i del'visei e occupa stabi.lmente Agotdat . yfogno - Il gemir ale G;;rndolfi viene nominato governatore civile e mili tare della colonia. La carica cli. vice-govel'natore viene a::;suuta, c1a,l colonn . Baratieri. lngl'io - Il S ul'Lano . di Zm1zibai- aderisce alla, <:;onvenzione di Bruxelles sulla tratta, degli schiavi. agosto - Viene pubblicato il R . Decreto che t1ppo1-ta, 1·id uzio11i nel Corpo speciale cl' A:f.dca,. settembrn - Un R Dec1·et.o a,ppOl'ta, m1menti delle truppe indi.gene. Vengono .istituite le « bande arm:.tte »; lo sqnadrouè indigeni viene ::;doppiato (Asrna,1·,1-Che1:en) c. viene soppresso il coma.udo di l'eggi.me11to fa n t<~l'ia indigeni. ottob1'e - Vengono istituiti due « eonurn<li cli zona » : uno ad Asmara e uno a Cheren. 11,oveinli1'e - Costituzione !lelb compagnia Cttnnonieri. cliceinbre - Il conte A.ntonelli viene i nviato a,lla, corte di i\1enelik per l'ipl'endere le trath~tiYe cl1e però non riescono e vengono quindi rotte.
1 yen1u1,fo -
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1891
22 .febbnvio - Il capit a110 Pi11eJ1i br1tte gli a.l>i~sini a,cl Ha.Jai. 25 feò7Jra'io - Il console Filonarcli sbarea, a, Itala in nqme clel governo italiano. 28 f e7Jbrn,i o -,- I l colonn . Baratieri sostituisr.e il genel'a.le Gan<loHi. 24 11uwzo - Il console Filona,rdi, dopo precedenti accordi presi eou Al>nhaket , Snlta,no di Ita,Ja,, prende possesso ll'fficiale di Ita\n,. 19 m rigg-io - Viene costituita la, 2" batteria indigeni da montagna. -
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\ f~FJ.'E~IEHIDI cnoKOLOGICHl;J DELLB: COLONIK ITALIAN'J;;
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1
.12 1 8
Le H. lruppe d'Africa focorporauo il Cotpo specia.Je · <l'Africa, e le ti-uppe indigene. liiglio - Prima, penetrazione inglese nel Giuba,Ia,ncl. L'esplora tore L. Robecchi. Brichetti, · compie penetrazioni cla, '.M.ogadi.· scio e da Obbia nell'Ogaden, visitando poscb i1nehe Bèr bera,. a,gost:o - Il .capitano T:go Ferrandi parte da, Brava per com piere il viaggio a, Mausur sul Giuba,. ott;o1J1·e - TJn R Decreto stabilisce Ia sept1;1·azione delle funzioni di governa.tot·<~ civile da quelle cli coma,ncla,nte dell<~ tr-uppe. d'ioein7Jre - Ilas i\1angascià e<l i crtpi Tigl'i11i convengono al l\fa,reb cl01·e firmàno una convenzione col goveniato1·e dell a colonia intesa a sta.bilire pa,tti di ami.cizitt tra il Tigré e il Goven10 della, coloni.a. ffÌ'Uf/1W -
1892
28 Je1>7wa'io - Il colom1. Baratieri è nominato governatore civile e militare clella colonia e il ten. colonn. Arirnondi comandante delle t ruppe. marzo - L'esplol'atore Cecchi è ~omi nato console generale a. Za,nziba,r . 26 g·i1,1,g110 - Il capitano Hidalgo batte i dervisci a Serobeti . 12 cigosto - Convenzione anglo-italiana, di Za,nziùar per la concessione all'Italia, da parte del Sultano cli 7,anziba,r, dei porti di Bl'ava,, Merca, Mogadiscio e Uarseeik. agosto - Il capitano Ferrandi compie un'esplorazione lungo il Giuba raggiungendo Bardèra,. setternbre - Gli esploratori. Bòttego e Grh'.r. ui giungono a Bèrber a per iniziate l'attua,½ioue del lor o programma. Ugo Ferrancli p1·imo europeo che visita, Barclèra,. 6 dioeniMe - L'esploratore Hnspolì parte <la Bèrbera per visitare le sorgenti dei fiumi della colonia e dei laghi equatoriali. 11 dioem,òre - Viene emesso decreto che modifica a,ncora l'ordinamento delle H.. truppe cl' Africa. 1893
15 febbraio - L'esploratore Grixoni lascia la carovana Bòttego e si clirige a Brava per raggiungere · il Daua,, Lug e Bardèra. -
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I EFFEMEUIDI CHONOLOGICHE D1•1[,LE COLONIE ITALIANE
21 1nrwzo -- Bòttego riconosce le sOl'genti del Giuba. 11 ·m aggio - Menelik denuncia il trattato ili Uccialli.
•
9 settem,bre -
Termina a ~rava, la prima spedizione Bòttego. Il colonn . Arimondi ba.tte i dervisci, coma11dati. da Arnhe<l Alì, ftd Agorcla.t (2" Agordat) .
21 dicmnbn} -
1894 18 genna'iO - Viene soppresso lo squadrone indigeni di. Asma,1·a. 9 nicirzo - 1VIenelik concede all'ing. Ilg h1 costruzione della fer-
rovia Gibuti-Harra,r-:rnntotto. 1 ciprile - Avviene la fusione delle due batterie indigeni da montagna. 5 ma,ggio I ra.p present::i,nti dei goverui di Londra e di. Horn:1. firma.no un pr()tocollo inteso a definil'e i confini della Somalfa.. settentrionale. L'Ita,lia chiede, senza ottenerlo, il. porto di Zèila. 17 l1,tglio In Eritrèa il Corpo d'opera.zione italiano, che si era por-tato a Dunquat, oltrepa,ssando poi il Sabderat, occupa Oàssala, dopo breve co1nba;ttiment o. 17 agosto - Mang::tscià si accorda, cogli italiani per combattere i dervisci. 24 sette1nbre - Istituzione della « Milizia mobile indigena, )). 3 novem,bre - I stituzione di una « medaglia ricordo della campa,gna d'Africa ». 14 di oem,bre - Nell' Acchel~-Guzai Bahta-Agos si rivolta contro gH i taliani. 18 cl-ice11i7n·e - Il maggiore 'l'oselli. batte Bahta-Agos ad Halai. fine cl'iomnbre - i\fangascià invade l' A.cchelé-Guzai.
1895
13 yenna,ìo - Il generale Baratieri batte Mangascià, a Ooatit. 16 genna,io - Il generale Baratieri ba,tte Ma,ngascià a, Sena,fé. 22 gem1,a·io ~ I padri Ia,zza,risti fra,ncesi sono espulsi dalla colonia. fine gennriio - Agos Tafari occ.upa l' Agamé in nome dell'Italia. Truppe italiane rioccupano l' Acchelé-Guzai e la regione delloScimenzana. 1 fe1Jbrcvio - Si costituisce il 5° battaglione eritrèo. -
1000 -
I·:l<'FEMERIDJ CRO::-OLOGICBE Dl~LLI·: COLONIE l'l'ALJ..\NF,
Si ricostituiscono la l" e hl, 2" battel'ia indigeni da montagna, e viene fonna,to il 6° lmtta,glione e1·itrèo. 25 mar.zo - Viene occupata Adigrat. 1 ciprile - Avviene l'occupazione di Ad.ua. 14. aprile - Viene occupata anche Fremòna. 22 ap1·ile - L'attività italiana nel Tigré provoc}~ rnaleontento nella capitale abissina, e l'imperatore i\'lenelik concentra molte forze nello Sciòa . 1 11w,ygfo - Il capita.no Filona rdi oecupa stabilmente Giumbo, · })oco a nord di Cl1isimaio. 21 Z.uglio - Il generale Baratieri, governatore delJa Colonia Eritrèa., giunge a Il.orna e riceve accog'Jienze entusiastiche. 20 sette1nbr e - Il generale Ba,ratieri rientra i.n Colonia,. 3 ottobre - Pe1· esigenze militari, sugge1·ite tfa.Ua sicurezza, cl.ella colonia, avviene i] riehi.amo alle auni della miiiz.ia, indi.gena,. 5 ottobre - L'occupazione italiana è estesa a t utto il territorio del Tig1·é. 12 ottob?"e - Il gruppo di esploratori capitanati da Bòttego (Sacchi, Vannutelli, Oiterui, Ferra.udi) inizia la .seconda spedizione pa,rtendo da Brava . 9 ottobre - Le truppe del generale Arimondi, i nseguendo iVIangascià, lo battono a Debra Ailà. 1 novembre - Viene costit uito il 7° battaglione eritrèo. 6 no1ie1nbre .,__ Viene co.stiutito 1'8° battaglione eritrèo. 21 novem1we - Bottega giunge a, Lugh e vi lascia nn presi.elio com}1nda,to cla.l capitano Ferrandi. 1 cUoeni1Jre - Batta.glia, di Amba Alagi. Nel pomeriggio gli inseguitori dei superstiti del battaglione 'l.'oselli sono respinti ad Aclerà dal generale Àrirnornli che stava marcia,ndo su Amba Alagi. 23 febbraio -
1896
7 gennaio - L'esercito scioàno assedia Makallè tenuta dal mag. giore Galliano. 17 gennafo - 11 Corpo d'operazione ita.liano si raccoglie nella regione di Aclagamus. 620 gennaio - Liberazione del presidio cli 'òi!alrnllè.
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EFFEMERIDI CRONOLOGICHE DET,LE COLONIE) IT.'1LIANE
Il presidio di Makallè, liberato definitivamente, raggiunge il Corpo d'operazione. 1 febbra1io - L'esercito abissino si sposta. nell'Entiseiò cd oecupa, Adua. 2 fe1Jbraio - Il corpo d'operazione italia,no esegue un cambia.mento di fronte ed occupa, le posizioni di Mai Gabet:L 12 febbraio - Ras Sebath e il degiac Agos Tafari, cap,i banda al nostro servizio, defeziona.no. 13 febbraio - Il Corpo d'opcra,zione si sposta nella regione di Sauriat. 14 f e1J'l>raio - Il tenente Oiter·ni è attaccato al colle di Seetà. 16 febbraio ~ Il posto cli Alequà, è attaccato . durante la notte e i nostri posti debbono retrocedere. 22 febbraio - Ca,ssala è a,ttaccata dai dervisci. n governo ùi Rom::i, nomina il generale Ba.ldissera nuovo governatore dell'E titr-èa 25 febbrafo - Il colonn. Stevà,n i attacca e disperde la ba,nda, di Ras Sebath a ivCai Jvfaret. 1 nia,r.zo - Battaglia di Adua,. 3 11iarzo '-- II forte di Adign1t, tenuto <lal maggiore Prestinari, dopo gli avvenimenti del 1° marzo, resta, isolato . 4 11iarzo ~ Sba,rca, a Massaua, il gener-a.le Baldissera, nuovo governatore della <':olonia,. 6 marzo - Cogli artiglieri snperstiti viene ricostituita la b~ttteria iu<ligeni da montagna,. 15 1narz.o - Il i\1:inistero Qrjspi è dimissio11a1fo. 16 marzo - Il rn/.l,ggio1:e Saisa è inviato al campo Scioù,no per ini . zia,re trattative. 20 ma1·z.o - L'esercito ùi 1\1:euelik riprende la marcia, di ritorno allo Seiòa,. fine ·nw,rz.o ~ Viene sciolto 1'8° battaglione eritrèo. 2 avr-ile - Il co'lo1111. Stevà,ni ace;or1·e in difesa di Càssala ed occupa i\L Mocrarn, scacciandone · i del'visci. 3 ap·r'ile - Il co]onn. Stevàni attacca ·Ì dervisci a Tucruf e libera, Oàssala. 30 aprile - Una, colonna comandata dal colonnello Pa,g anini ese· guisce una punta.ta su Adna a scopo diversivo. 4. maggi.o - Il genera le Ba.ldissera avanza. col Corpo d'operazione e libera Adigrn,t. 30 gen,na'io -
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JWFE:lIERIDI
cno°?,or.OGICHI~
D8LLE CO LOKI8 l'.fALlA.1'1•:
Has i\fa,ngascitt, 1·estituisce i pl'igionierì ed occupa Adigrnt il cui forte è fatto saltn,l'e (fagli abissini. uh1,gno - - Avviene la 'fusione delle d11e compagnie cr111nonieri. ginyno - I l «Deposito speciale cl'A:frical) in. Napoli diventa « Deposito centrnle de'lle truppe coloniali)). [ti·11gno ~ I l capitano Bòttego raggi linge il lago 'Ma1·gheri.fa . lnglio - La spedb1ione Bòttego riconosce l'Omo . In Eritrc\a da.J disciolto 8° battaglione .si ricostituisce il 4° battag'lionE> distrutto ad Ambn, Ala.gi. Z1tulio ~ Ceccbi vìene nominato commisso,rio straordinario pel' 111m, tempOl'anea gestione governatiJ·a, del Henadi1· . agosto ~ Una missione della Croce Rossa. Italia.na visita, i prigioniel'i di Ad11a. detenuti in Etiopia. ottobre - La missione Nerar.zini ginnge Ml Acldis Abeba. ott:o1n·e Sottoscl"izione del trattato di paee tra l'Italia e l'Abissinia. (Nera,r,zini-Nfenelik) ed alnogazione c'lel trattato cli. Uccia,lli. ottobre - Stipular,ione cli una convenzione ita.lo-etiopi.ca, pc!' la liberar,ione clei prigionieri di gue1Tl:L. novembre - JDccidio di Lafolé; morte de] capitano Cecchi. novem,bre __: Restituzione dei prigionieri di guerra. d'ioem,bre - Lugh, cli.fesa dal capit::ino Fern1ndi, è attaccata da,gli A.rnliara,. Sbai·ea a Mogadiscio l::1 4'' corrqmgnia del 4° batta,glione eritreo eornanclata dal c,a pitano Corapi.
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1897 21 ue·nnai,o - Un centinaio di dervisei attaccano il posto di ScLglet tenuto da una nostra bfrnda comandata dal capo Ali Nuriu. 21 ge11,n(1,io - I dervisci, minaceiati cl all'mm1enta,re delle forze italia,ne, coma,ndate dal generale Viganò, lasciano le posizioni di Arneclda e di Mogolò inseguiti dal tenente colonn. Samminia,teUi. · 1 feb7wafo ~ La, cavaller-ia italiana respinge ùa 'l'essenei, scompigli.auùoli, a lcuni elementi di 1·etrognai-ùi.a dei de1·visci.. 14 fe1J1Jmio -- Avviene l' uccisione del dott. S,H;ehi presso il la go Margherita. 4 marzo - _Ln spedizione Bòtte·go entra nel tel'ritorio Scioà,110 a Sa-iò. -
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EFl'i1J'..\rnRTOI CUONOLOGJCBE DELLE COI,ONrn I'l'ALIA)<~
17 marzo -
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La carova,nn. Ròttego è attaccata a Gidami, nel Legà. : Bòttego ,i è ucciso, e Vannutelli e Citerni son fatti pribrionieri. marzo _ 11 generale Viganò è nominato vice-gove1'11atore della colonia,. Il dott. Nel'azzini vieue rinviato nello Sciòa, per tl'attare i 1111 ovi confini della colonia. avrile - Invio nel Beoadil" di un secondo contjgeute erih'è'>· col capita,no Brnncll:i.. gi-iigno - 11 colonnello Où,neva assume il comando delle truppe in Eritrèa·. l1iglio - I l dott. NeJ'azzini ottiene la liberazione di Vannutelli e di Ci terni. dicem bre - Ferdinanclo M.artiui è noruinato Regio commissario ci,·ile straorilinario in l<Jritrèa. dioe,nbre - Il governo italia,n o cede Ciì,ssala agli inglesi. llfocni/we- Viene sciolt o il 6° battaglione e1:itrèo.
1898 10 gemiafo - La batteria indigeni montata clell'Eritrèa viene sdop piata. 14 aprile - Nel Giubaland occupato da.gli inglesi avviene l'eccid~o. del presidio di Youti. 21 magg'io - Il governo di Londra fa, eseguire una spedizione punitiva contro gli Ogaden . . . . . . - Il tenente colonn. Pecol'i Giralcli assume il comando del . le t r uppe eritr èe. 20 settembre - Viene costituita una compagnia costiel'a in Eritrèa. 7 dicembre - Convenzione italo-inglese che delimita la linea di confine tra l'Eritrèa e il Suda,n portandola a, 32 Km . .più a oriente di Càssala.
1899
ge111w,io - La Società Comm . Italiana. enlnt in definitivo possesso del Benadir. 1 febbraio- Il cornm. Dulio è nominato govematoi·e del Be-. nadir .
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J':l<'[•'E:11ERIDJ CRONOLOGICHE DIDLLE COLONIE ITALIANE ~ Il Govetno ita,liano ratifica l'ac<;or<lo it}1lo-inglese del 7 dicemlu·e 1898. marzo - Il colonn.. Vittorio Trombi è nominato comanda,nte delle truppe i n Eritrèa. 25 dicem,b1·e - Viene effettuato il primo censimento della popolazione della, Colonia Eritrèa.
ì m,arzo
1900 .11 feMn·ci·io -
Vjene pubblicato il R. Decreto che stabilisce l' ord11rnmcnto organico civile e militare della Colonia, Eritrèa, . 24 ma,ggio - Stipulazione di acc:onli ita.lo-francesi per la delimitazione dei confini con la S0malit1 francese. 10 t,,,1.gz.io - Viene fii:rnata la convenzione di Adis .Abeba che determina i confini dell'Etiopia (Oiccodicola-:Menelik). 1.4. d'icer1i1>re - Si scopre a Càss~1:ia una Japi.cle a, memoria degli itafami caduti in guerra. 1901
Vengono abrogati gli accordi italo-inglesi del 7 dicembre 1898. 16 avrile - Compilazione di un att o italo-inglese folativo alla frontiera l~ritrèa-Sudan . .18 agosto - Convenzione relnitiva al protettorato italiano su tutto il territorio dei Migiurtini. l1 novem,bre - Prima intesa anglo-italiana sulla utilizzazione delle acque del Gasc. Si istitnisce un Sindacato ita,l iauo per le miniere d'oltre Ma:reb. 28 febbraio -
1902 .SO mar.zo
~ Modificazione dell'ordina.mento organico della Colonia El'itl'èa e nuova denomina,zione delle truppe coloniali in « Regio Corpo di Truppe Coloniali» . II colonn . Giacchetti è nominato coma,nclante delle truppe coloniali dell'Eritrèa. .15 mar;g-io - Oonvenzi.oue italo-anglo-etiopica di Aclis Abeba per la determinazione dei confini con l'Etiòpia. 30 ,qi1bg1io - Seiogliment o del 5° batta,glione erit rèo.
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EFFE:l.!mUDl CHOSOl,OGIC'l-IE D!~T. LE COLO:'IIIE lTALT.A:'IIJ::,
15 novem,7Jre - Il Governo ita,liano invi;1 i tenenti Petrini e Marchini ad organizzare i primi reparti indigeni clel Benadi.r. 24. ll'ÌOe1nb1·e _:_. TratttLto di a,micizia, e ùi allea,nza col Sultano d1 Gheledi. 1903 27 -marzo - Viene costituito il Sindaca,to ltali:wo d'oltre ~fateb. 23 aprile :- 11 cav. l\fercatelli viene nomin11to console generale . a
Zanzibar. 20· ma,ggio - Pul1hlicazione del Regio Decreto 181 che disciplina i conti-atti <li lavo~·o e regola l'impiego ùella mauo d'opera indigena in El'iti-èa. 10 set.teinbre - Nomina del comm. Cappello e del capifa110 Ferra,ll{]i a 1·eggcnti clc]la, colonia, del J3e1rndir. 2 d·ioernb1'e - Bombardamento cli Durbo; uccisione clel tenente di vascello Gra,ban. 5 dicembre ~ Blocco e hombar<la,rnento éle'lfa cosh~ dei .M.igimtini effettuato dalla ·n.. N . « Volturno »: · 9 d·ìcenibre - Il capitano Sapelli è nominato goverruLtore provvisotio <lel Benadir. 1904 21 genna·i.o - Oonvenzi.one politica, conclusa tra il governo cli Massa,ua, e il dcgiac comanda,nte del Tigrè.
19 ma1·zo - Il Mulla,h scq_nfitto d~tgli inglesi a Durdm ripara,_ nei nost1·i dorninii a, Baran. 15 cizn-ilt! - La prima compagnia mobile si ttasiomia, iu « Coi·po della, Gua,rdi.a >> del Benadir-. Il capitauo De Vita è iuctwicat,) di fo1·nia,re, con an:uola,menti volont::wi di ascati congeéliLti, una, milizia ausiliari::i;. , 28 agosto - Meuelik concede all'Inghilterra.. la, costr11zioM della fen·ovia Zcila.-Sud:m. 1905 18 genanù> Acco1·do ifalo-inglese per il risca,tto definitivo del Benaélii- elle fino a.llora, era sh~to concesso in semplice affitto al-
l'Ita,lia dal Sultano di Za,n_ziba1·, e convenzione per· la concessi<rne di 1111 punto frn,nco a Ki.simaio .
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E l:' [;'li:)fll!UDI Cl!.OKOLOGIC RE DELLI,:
COLo.:-;rn
I'.rALrA;>;F,
2.j g,mnaio - Nnova conveni,ione tra. Govel'no e Società, Filona,rcli per il cletinitivo passa,ggio del la colonia del Bemtdi.1' a,!Ja. gestione statale. 19 m.r;rzo ~ Il comrn. i\iercatelli, già, console a Zm1zil.Ja1·, viene nominato commissario gene1·ale per il Benaclil'; il eapita,no Sapelli assume la carica di vice-conunissal'io. ap1·ile Il capitano De Vita, assume il comarnlo del « C01·po deìle Gua,tdie )> del Benaclit. !J'iùgno ....:._ Scontro tta truppe italj.a11e (cap. Pànt,1uo) e ribelli somali a Bula -Iach. 26 agosto Scont1·0 di Gi1ib tra l'ibeUi e ìtali::uii (c,tp. Pà,ntano) . 1.j ottobre - Combattimento di Mellet (tenente Vitali) conti·o in sorti che non vogliono _a dattarsi all'abolizione ed al.la rep1·essione della schiavitù .
1906
Il governo cli Aclis Abeba <;oncede a,l l'lfalia l'au.t o rfaza,zione di costrnire la ferrovia eritrèo-somala. febbraio -- Il capitano di col'vetta Cerrina-Fenoni assnme L<i: l'eggènza clelh colonia, del Benadi.r. nia·r .z o - Muore in flanal' Has i\:laconnen . ma,yg-i.o - Viene sciolto il « Co.rpo della, Gum·clia )) nel Benadù, le forze indigene V<~ugono rimgauizza.te su t1·e compagnie di fanteria, e nna di 1'.a.nnonie1·i sotto ht denominazione. di e, 1tegi0 Cm·po di trnppe indig<~ne l) • .(J'iu,qno l\iuore in Aneobet (Seiòa,) Ras i\Iangasciù. l1.i,gl'io - Nuovo tl·atta,to di comrnel'cio e tli amicizia, concluso fra l' Italia, e l'Etiopia,. tngl-io N11ovo ordina,mento organieo del . l.L Ool'pO <li truppe colonia,li dell'1'::ritl-èa.· dicembre - l.'a rte da Merca nna pl'im~t l'icognizione vetso l'interno del Benaclir. cUccinbi·e - Fiuna del patto tripa,rtito anglo-franco-itaHn,110 1·ela,tivo a,l l'integritù, dell'Etiopia,. Concessione nli'Ih:lia <lell'nnio· ue feITOVia J'ia el'itt èa-somala,. rwnna?o -
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EB'FE~IEHIDI CRONOLOGICl-lin OI•JLLE C.O LONIID l'.l.'ALJ ANl:
1907 1
r1·at tato cli conunerdo e di amicizia franco-etiopico. Il capita.no l>àntano compie una esplorazione sul l'Uebi-Scebeli spingendosi fino a Katoi. 24 gennaio ~ Il cornrn . Cadetti viene uorninato commissario civile nel Benè1dir. 10 Jebbra,i o - Avvieue uno scontro a, .Dttnà,ne con un gruppo di ribelli cli Bimal; dopo lli che avviene la completa, sottomissione al Governo clel Benadir. 25 1nar,~o - Il matchese Salvago H.àggi. è nominato governa.tm·e civile clell' El'itrèa. 18 1naggio - il comm. ùal'Jetti assume la catiea, di commissa1·i0 civile del Benaclir. 1 giugno - La compagnia costiera dell'El'itrèa viene t1·asfonnata in compa,guia confina1·i.t. 21 g·iugno - Viene istituito nel _U emtdir un co1:po speciale di zapW•. 18 setternbre - Nel Benadir un repa,l'to di truppe coma,nclate dal tenente Tappi occuJm GUib. 15 dicembre - Scorreda scioùrn1 nell 'A.bissinia, meridionale; scon i:to a Bahallé eon un 1epa1to italiano in cui trovano gloriosa m01·te i capitani l::ongiova,nni e :Molinari. 10 gen na,io 23 gennaio 1
1908
18 gennaoi - Il conun . Ca,t1etti riprende le fµnzioni di R. commissario civile del Bena,d ir. 2 niarzo - Il capitano Vita.li, partito da Gilib con 500 asca,rL batte e disperde a Dongab alcune forma,zioui cli Bimal ribelli. 5 marzo - La R Nave «Staffetta» bombarda Iac0ber p1·esso Danàne. 15 nia·r zo - Il Cttpitano Vitali occupa detinitiva,ment e Danàne. 5 apr-ile - La colonia clel. Bena,d ir assume il non:e di « Somalfa Italiana». Nomina del ma.ggiore Di Giorgio a primo coma,n dante del R Corpo truppe coloniali della Somalia. 16 maggio - 'hattato italo-etiopico di Adis-AbelJa per la, delimitazione dei confini tra, la, Somalia Italiana e l' -~ bissinia,. ;tJ maggio - Avviene lo sbarco in Sorna,lia cli 4 co::: pagnie ei·itl'èe -
1008 - -
Ef'LN•:M r.m rnr cnOK'OLOG rc ;m~ o~:LLE COLONIE l'.l'ALIANn:
10 l119lio - r Bimal bloccano i\l e1·ca. 11 luglio - Una colon11n, guida,t a dal ma,ggiore Di Giol'gio batte i BimaJ e $blocca i\lerca,. 22 agosto - Il maggiore Di Giorgio effettua una i-icognizione sn )Ialablé. 24 O,f/O&to - La colonna, Di _GiOl'gio <litetta su -:\falablé occnp:t Barire. agosto - Il maggiore Di Giorgio compie una ricognizione su Afgoi. 2 settem7Jre - Avviene l'occuP,::i,zione di A{goi da parte del ma,ggiore D i. Gio1·gio. 5 8ctte1nb1·e -- Il sultano cli Gheledi si :sottomette al maggiore Di Giorgio . 23 8ettern7J1'e - Una colonna guidala, dal mn,ggiore Di Giorgio ef fettua una ricognizione su 13:1 làd. 4 nove-mb1·e - Il capitano Pagella a..ssume il comando interinale delle tl'uppc della Somalia . .17 nove1nù1·e - Il maggiot e Rossi ~Lssume il comando delle truppe della Somalia ita1ia1ia . 22-27 nO'l'einbre - Coi combattimenti di H ulalò e di Sengagle ha termine l'occupa,zionc del basso Scebeli. 7 dicem,bre - Il maggiore Rossi esegHisee una ricognizione su ]falò. 24 àicembre .,__ Due compagnie erit1·èe (2" e 4•) la.sciano la Soma,lfa. e 1·ientrano a Massa,na. 'R,7 cl/ioem,brc - Il cav. :Macchioro, R . console ge11erale in Aden, at:i· surne la reggenza del la Som:.Llia.
.so
1909
6 9e1111a,io - Rimpatriano <lalla omalia, la, ia e la, 3" compagnia eritrèa. -3-8 febhrciio - Viene eseguita una l'icoguizione offensiva su TebeiléBalàd (Somalia) . '20 febbraio ~ Yengono effettuate 011era.zioni di polizia nella regione di Oaitoi <lil·et.te dal cn,pita.no ·v itali (Soma,lia).
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l009 -
EFFEllfElUDI CRONOLOGICHE DELLE COLONIE lTALlANE
Si svolgono operazioni di polizia. nella. regione di El Adàa-Gezira.-Margarita-Gi.are (Somali.a,) condotte da,l capi ta.rio. Orispi, e dai tenenti A1essi, Negri e Roberti. nwggio - Li.g J a.su è proclamato successore al t1~ono d'Etiopia. 1naggio - L 'imperatrice Taitù accentra nelle sue mani le cose del GoveJ:no d':Etiopia. giii,gno - Il maggiore Ohiossi a:ssume il comando delle truppe della Somalia italiana. luglio - Vengono effettuate operazioni di polizia nella regione di Gia,vaddin. lugl'io - La R. N. «Volturno» bombarda Borek. luglio - 'l'ruppe .colonia,li guidate dal c~tpitano Ginocchio si scontrano con ribelli Bima,l nella regione di Fecai-Mohamed (Somalia). setternbre _:_ I n Eritrèa, viene soppressa la compagnia confi-. natia. setternbre - Il degiasmacc Abrahà si ribella al governo etiopico. d·ioem,bre - Il maggiore Ohi.ossi occupa, Balàd e Tetterle (Somalia).
Q.3 mal'zo -
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1910 ~
Avviene un pronunciamento dei capi etiopici contro· . l'impera.trice 'l'a.itù . 28 aJJl"ile - Il comn'l.. De Ma 1tino è. nornh1ato governatore della Somalia it,1,Iia.mt,. 2.9 r1,pr-ile - Il coloHn . 'l'l'(llnbi assume il comando delle ti·uppedella Somalia. settembre - Una missione capitanata dal capitn,no Carlo Oiterni è i.Hviata in Etiopia pel' defi11ire i confini della 'somalia eùn. l' Abissini.a,. G ottobre - In Somalia i Baghèri., ca,peggiati <ltt un parente del Mùlla h, fanno una iricursione in territol'iO sottomesso all'Italitt. 'l'ruppe del presidio di Balàcl attaceano i 1Jrecloni a Ì'{achéi1e. Oma1· Gudde e 'li disperdono. :2 dioein7we - · ti' capita,no Trombi opera sn Adalò-Barfule. d·ioemhre - A Bende1• Kassim avvì.ene la solenne pacificazione, tra. i partighuiì.' dei ;)1ulla,h ecl i i\figinl'tini.
30 marzo
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Eli'li'E~rnRIDI CRONOLOGICHM Dl~LLE COLO~IE l'l'ALIA::;ii:;
dice1nb1·e -
Avvengono ulteriol'i intese fra il Governo di Roma. e quello di Louclra per la ntiliz7,azioue c'lelle acque del Gasc.
1911 11 gennaio - In ::;oma,Jia an-ien te nno sconti-o tra i-ibelli e truppe coloniali tt Moh.,uldei Dèn . 1,5 lugtio - Definizioue clelJa co11trove1·sia ifalo -iuglese originata. da una mareggiata, del febbrai.o l!JO!) e che aveva, spostato la linea di confine alh,L foce del Giuba. ~9 ago8to - Oper:17.ioui di J_Jolizia condotte <hL1 capitano Casali nel. paese dei Galgial (Somalia) . 17 settem,lwe - Si costituiscono in Somalia, repaiti r ego llui di milizia mobile. ~?' setteinb1·e - Il comm . De Martino, ministro p lenipotenziar'io 1·eggen te la H.. Ambasciata Italiana a Costantinopoli, presenta. al GO\·en10 de.Ila, Porta l'« Ultimat um » per la, difesa, della di gn i tà e dei diritti ùell'Italia. ~9 sette1nòre - Non avendo il Governo Ottomano a ccolte le domande conteu ute nel!' cc Ultimat um >> ifaliano, l'Italia e la 'ruccbia,, dalle ore 14,30 d el 29 settemb1·e sono in guerra. 30 settenib'l'e - Operazioni J1avali condotte d a S. A . n. il Duc.1, degli Abruzzi nell e acque cli- r 1·è\-esa. 3 olto i.Jr(j - ..:'i..llc ore 15,30 ha inizio il bomb,t rdarucnto ùi 'fripoli. 4 ottobre - 11 ca,pituno di. fregata Fl'ank sbar ca con truppe di m ari.un a 'l'obn 1k e si imp-aclrouisce della locali tà,. 5 ottobre - L 'ammil'aglio l<'a,ravelli f:l, sba,1·ca,re a Tripoli 1'700 rn ari.n ai guidati dal caJ)i.ta no Cagni. e l a, cittù \ iene occuptLt a . 'ì ottobre - l i contrammiraglio Borea Ricci è nomina,t o govern ;itore d i '1'1:ipoli. 12 ottobre - Il gener·ale Cù.uern assume i supremi poteri iu Libia,. 18 ottobre - Occ;npa½ione di Del'lla da, parte di trnpp-e itali1me. 18 ottobre - li colonn . Rti biolo as1;mme i l coma11do delle truppe della colonia Eritrèa. 19 ottobre - S barco alla « Giuliana >>. f O ottobre ~ Il colonn. AHìer-i assume il conrn,ndo <lelle truppe del la Somalia . fO ottobre - Oc·cupa?.ione lli Bengasi. 21 ottolwe - Occupa?.ione di H oms. 7
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l•:t,'l•' E) l EH IDI
CHOi\OLOGICH I~ DD: LLI~ CO LO:-. LE l 'l'.\L I ,\~E
.2S ottobre - Hirognizioue s n el -:\J èr gheb ( ll oms). Attacco tli Sci.ha., 'riat . '26 ottobre - At t acco a ra bo t Ul'<:O a ù He1mi ed a,i pozzi cli B nmcliana. 2,8 ottobre - ComlmH imento di Ji oms. -5 novenibrc - Con n.. Decreto il Governo Ital iano <lichiara l 'annessione della Tripolit a,nia e clella Cirenaica al R egno d'Italfa. 6 noveni bre - Ricognizione su Bausc 'rluba (Bengasi). - Comhattirnen to contro il forte Ila.miùié ('l 'ripoli). 9 '110·t embre - R icognizione fino al ma1·gine clell' a \Lopiano benga sino. - Ricogni.zione s n Sci:'\.ra-Sciat. 14 11m;em.1J r e -- A t ta.(·co turco-tu·a bo alla 1·idotta di J >e1·ua. 25 n oveni Me - Hicognizione ,t ll 'Cacli D el'lla . 28 •11(n:ern b?'e - R icognizione e combat t imento <li el -Coèfia (B•.:n gasi). 1 ,tfoeinùre - Bicognizione s u LN.1da (J IOm8) . ::;conti-i nella regione di T ripoli. - I t urco-a i-abi a t t accano uel settor e Mest di Demn,. 3 clicemùre - Att acco t m·co-,ua,llo nel sclL01·e di Bengasi. 4 clicemb?-e - Combattimen to e occupazioue rii A.in-~à ra <la pai-te degli italiani. G d'ioe·1n1we -· La H . .N . (<]:{orn a,» bornl>:u da, rr olmet a, e 'l'oc1·a. W clioeniM e - Opernzio1ii per l 'o<:cupazione ùe lle m1~i di 8à,lte1 e di 'l'agiù ,·a. 15 clicem bre - Attacco t urco -a ral>o <:onlro l a. l'idof la ( < R omi~ i> (Bengi:tsi) . 17 dicemùre - Ricog11izione su 1/,,rnz11r, nel 1'l'ipolino . 19 dicem,br e ...._ Il col onn. F ara eseguisce una ricognizione nella regione di 13ir T ob1·as, e avviene un combattime11io s ang11i11oso durato pai-ecchie o,·e. 2~ clice1nbre - I t m co-n.i·abi a,ttnccano il 1·idot.to A1·t esia.no cli Be ugasi ; all1·0 a tfa<:<:o è sfenato uel l:t i-egioue di 'l 'obruk e Ha.ggià,gg en -K a tùi-a . 25 diceinb?'e - A ttaceo nemico a, Bengasi.. 27 dicembre - Hepa r t i italiani effettuano una ricognizione su Ga i<1· el-Gherbu nella regione ùi D erna.
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f~L,'h'TJMERlDI CROl\OLOGICHE DELLE COLO:-l fE l1'ALJA0E
1912
G genn<:liiO -- Avviene un combattimento a Iloms (Libia) . 1G yewnu·io - :Navi italia,ne ca.ttmano il vapol'è fran<::ese « Ca,1·thage ». .l3 gennaio - lJ ca,pitano Uasa,li compie 011era,zioni di polizia, lun go il fiume Scebeli . .l8 gennaio - Viene catturato i l vapore francese « i\fa,nouha )). 'l'i-nppe italiane a,ttaccauo e .1:espingo110 i turco-ai-.:1,hi da Gargaresc e oecupano la, località. 19 ge·n na'io - Viene ricostituito in Eritrea il 5° battagUone indigeni. 'ìl gennaio - In · Eritrèa, si ticostituisce la lmtteria, indigeni <la montagna. 22 gennai.o - Combattimento cli Buà,ni Osman, uel Bengasino . Viene iniziato il ùlo<::co della costa- ai:a,ba,. 31 gennaio - I turco-arabi attaccano ne.lb l'egione di el-.fi'uehàt , nel Bengasino. 11-12 felibt·aio - Attacco nemico alle ridotte Lombal'dia e Oah~bria nella regione di Derna. 20 febbraio ln Eritrèa viene ricostituito il 6° ba:ttaglione indigeni. 22 febbraio - Bombardamento di Suàni Oalifù, Osnrnn (Bengasi) . 2'ì feò7wa,io - Aspri combattimenti presso el-l:la,nù,1·i (Bengasi) . Gli italiani occupano El-Mergheh. 3 1na,rzo - Oomba,ttimento di Sicli Abcla,llà (berna,). JP, m,u11·zo - Batta.glh1, delle Due Palme, ne·1 Bengasino. 28 marzo - Il co]onn . A lfi eri, in Soma.lia, occupa lo Scicllé. P, a,prile - In El'itrèa, viene rieostit uito il 7° lw,tta,g lione indigeni. 3 a.vrile - Combattimento di Suàni Osnum (Benga,s i). ì (1,pr-ilè -- I t1nco-a,ra,hi. attaeeano il forte Sola,ro nella, r egione <.li Tòbruch . 10 avrile - Sbarco ed occupazione di Ras el-i\1.aca,bez, a, ovest di Tripoli. 16 a7J-J"il"e -
N uovo attacco nen1i co contrn la, ridotta, Lombardia a
Derna. lì aprile 18 a.prile. -
Combattimento a Ta,giura, a, est cli Tripoli. Bombardamento dei Da,rd,1,nelli. -
1013 -
l%' l•'ID1TWWI CUOXOLOGicHm DELLE COLO~H: ITALl.-\:KJ•:
23 avrile -
I turco-a1·abi attacca.no . nella, regione di Bu Ohemesc (Zua,ta) . 26 aprile - Occupazione ita,liana cli Stampalia. 4 maggio - ~ba.reo a Rodi . ciW1. 16 ma,ggio - Combattimento di. Psitos e occu.pazione completa, dell'Isola di Rocli. 21 <i,pr'ile - Espulsione degli italiani dalla Turchia . . 24 1n<Jfj[Jio - ·Ricognizione su Sidi Saàid (Zuan1,). 8 giugno - Batta.glia, di Zanzur. _14 gù,igno - In Soma]ia il maggiore Pà,ntano e il ca,pitano Ri· becchi compiono operazioni cli polizia nella regione di Afgoi. Acldo . · 8 f.u..<Jl'io - Combattimento di :ò'Hsurfita ('.l;ripoiitania). 1't2 luglio - Combattimento di Sicli. Alì. ('rr-ipolita,nia). 19 ltt,!]Zfo - Ricognizione <li si.turanti italia,ne nei Dardanelli. 2.1 ·luglio - La l'idotta Lo1nba1·dia, (Derna) è ca.m1oneggi.ata dalla ai-tiglieria turco-araba. 31 lu,qlio - A Losanna hanno inizio le prime trattative per la pa.c:e. 1 a,gosto - In Somalia avviene l'occupazione di Uanle Uèn. 5 a,gosto - '.l'ruppe italiane occupano Zuara (1'ripolìta,nia). 1/") <t.<Josto Combattimento di Redgalin (Zuara). 23 agosto - Oomba,ttimento ùi Bu-Seeifa (Bengasi). 30 agosto - Combattimento di Misun1,ta,. 2 sette1nùre - Regio Decreto che sapara il Governo della Tripolita,nia da quello d.eil,J; ~Cirenaica. 6 settemb1·e - Il generale Hagni è incaricato del g overno della, l'ripo lita.nia. 14 settembre - Secondo comba,ttimento di Sicli Abdallà, e occupazione <li Ga,s r el-Lèben e Casa Al'onne (Derna,). 20 settèmbre :__ Combattimento di Sicli Bila,l (Tripoli). 9 -10 ottobre Avanzata. italiana, tra l'Uadi Bu Msafer e l'Uadi en-:K,\gi1, e combattimento di Bhtc Saùda (Derna,). 12 ottobre - L'Ita,lia invia un « ultimatum >> alla Turchia per CO· stt·ingei-la ad a,ccetta1·e gli accor<li in co1·so o <li. rompere i negoziat i . 15 oltolire - I plenipotenzia,ri turchi firmano i preliminari cli pa,ce. 18 ottobre - Pirma definit iva della pace cli Losanna. ~
1014 -
Indice dei N orni contenuti nel V olume VI .A.LBR1cc1 A . . gen . .:_ 688 - 77G.
A
ALMS S ANDRO
ABDUL KEHil\' Ai3DULLAH AnUBAI<EU -
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993 . V. -
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Cùlonn. -
4:13 - 1011
13.
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G61 · 98 · 99. · capit. 765 .
ALÌ K u mN - 1003. ALÌ RIZZA PASCI.4. -=- 115. ALLASON UGO - gen. 130
653. AGo PIE'l'RO · gen. 778. AGOS 'l'AFAJtr 317 ·· 1000 02. AIN1S E. - t en . - 344 - 47 · 84 · 769. ArnAGBI 00SA.RE · colonn. 265 - 349 . AnmN'.L'I • colo1111. 421. AEIMmo FUAD - pl'incipe - 661 96. ALBERTI A. - gen. 337 - 53. ALm:rtTOKF. MATTEO - gen. 321 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 29 31 - 32 - 34 - 36 - 37 - 38 41 - 43 - 19 - 54 - 55 59 60 · 62 · (;5 · 71 - 73 · 7 4 85 · 87 · 645 · 856. ALBONNTTI A. - ten. colonri. 772 - 966. .Ao1~MOLLO
1010. a,rnmiraglio -
96.
998 . Il.JDTOR'l'O
50.
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1010.
ArmAH,ì. -
ACCUSANI
50.
II
225 · 747 - 875 - 77 - 83 909. A .LSONA G. - teu. 779. A .LULA (ras) ~ 231 - 33 45 · 52 - 995 - 96 - 97. A .LVE NSLEBEN · gen. 28. AI,YPID P . 653. All1'ALFITANO
AH:'\ALDO
•
gen.
~)63. A 'MAnr - colonn. - 435. AMA'l'URO l\1. · gen. XVII • 781.
A1111mmo - principe - 741. Allfl<:GLIO - gen. ·- :- 284 - 89 - 91 92 - 98 - 316 - 20 - 80 - 88 · 417 . - 21 - 34 - 519 - 23 · 27 - 31 - 33 - 93 - 95 · 99. A l\[J]NDONI D . - 691. AMHED ALÌ 1000. A.NDERSON 38.
1015 -
INDICID DEI l\OMI COl\TC:i'iU'.l'I NEL VOLIJl\I E VT
ANDREASSI VINCENZO -
colonn.
AKOHE01'I
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139.
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653 . A.NGIICHÀ
284 - 89 - 91 - 95 - 96 .- 300 · 760 · - 75 - 853 . ANNrnAr,r F. - capit. 753 . .ANONYJ\Hl 653. ANTENORJ1J FRANCESCO - ma.gg. xv - XIX - 230 - 48 - 5G 73 - 86 - 87 - 94 - 303. .ANTF!ONIOZ ALFHI))DO · 987 .. AN'l'INORI 993. .A.NTONELLI 994 · 96 · 98. A .KTONIIDLU ANSIDLMO
-
V. - prof. ·- 7Gl. AHPA - tcn. colonn . 435 . ARZANI ANi\"lBALls - gen . 778 .. A.SCOLI B '.l:TORE 965. AsL\!ARr m SAN nf:\HZANo E. _gen . - 227 - 241 - 4,2 - 44 49 - 51 · 52 - 54 - 70 (543 ' 946 - 996 . AssANTm CAnLo - capit. 243. AK\!Ò
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A:nCHIN MANGASCI..l. -
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778 .
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707 - 16 - 17. 228. A.HAGNO V . - capit. 223 - 26 · 64 - 67 - 79 - 85 - 765 - 873 . A.HDISS01' • ten. 363 - 77 - 85 - 769. AnnrnND1 F. - colonn. 653. Ann:roNor G. - gen. 265 . 77 78 - ·w - 91 - 92 95 - 96 97 - 98 - 305 - 14 - 21 - 23 24, - 31 - 48 - 52 - 55 - 60 61 - G2 - 65 - 67 - 71 - 75 82 - 83 - 87 - 645 99~)
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A. -
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gen. - 227 , '70 - n - 74- - 79 - s2 - 83 9] - 92 - 98 - 300 - 01 - 16 - J 7 -]!) - 20 - 52 - 54 - 55 59 - 60 - H7 - 74 . - 83 - 654 998 - !)9 - 1000 - 01.
BAHA'.l'IF.HI ÙRES'm -
1000 - OL L. · ten. - 873 - 75 . A. - co]onn. tl6l G2 - 720- . 21 - 989. AR'.'<Ò F. - i ng. - 754. A.RIOT.A
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FEDIORICO 17 - 33 - 34 - 777 .
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535.
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G88 - 817 - 24 - 26 - 75 . APHOSIO FRANCESCO
308 .
1016 -
HìDICèl DEI NOi\U CON'l'EN U'l 'l NEL VOLUllIE VI
BA1rnAS1èTTI
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780.
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231.. prof. - 754. El\RTCO - ten . 357
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778 .
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748. capit . - xv - XVlI - XVIII - xx · B79 81 · 654 - 989. BELLERIO K - gen. 779. B rur.r,F;'l.''.l.'r S . - t,~n. 873 . B E Lì\I0)ID0 654. B1!lr,r,uzzr · eolonn. 421 - 35 . BELLA
G . - ten. -
7135. 772 883 .
B i:KNATI LU C] t\ l\O
203 - 99 ·
600.
.B1,m.-1.1m1 B1,uGIA
colonn. - 421 - 35 . Ji.JNRICO • colonn . 654
989. <J . . gen . -
780.
B AHOCJ;;LLI ·
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HErtNr JIAs~Ii\:fILIANo -
- ·778 .
DBHTARELLI
t en. - 354 - 84 - 503 . BASSI - capit. 335 · 765. BASSI :i\1. 654. B ASSIONANA . ten. 357 · 84 752 - 54 - 77. B..,sso ANTONIO - gen. - 780. BAsso G . - clott. 754 - 57. BATHA A GOS 276 · 77 79 91 - 1000. BATTAGLIA RINALDO 429 · 30 961. BAVA B fl)CCAltlS gen. - 989 . BAZ.-\N ENRI CO gen . 776 875. B AZAINE - gen. 24 · 26 - 30 31 - 32. BEAUREGARD • gen. 38 · 39. BECCARIA INCISA F . - geu. - 965 - 89.· B ECHERINI - t en, 385. BASEGGIO -
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EDOARDO
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l onnello - 817 - 21. DER'.l.'Eno · caporal maggi.ore 815 . B ERTI IVI ARIO - gen. 780. BERT0{,00 G . X.VI. VIALE
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ministro
920 - 26. B 1m'l'OLIN1 FHANC1<:Sco -
magg. -
528 - 42 · 43 - 774 - 853 ·
989. 678. gen. - 970.
BER'I"ONI·: Dl SAM13U Y BESSO)IJ•: EDOARDO -
46 . B!A:'\CARDI G. 59 - 746 - 49 825 28 - 989 . Br.-\ :.-SCEI carabiniere 312. BIA)<CHI G. - ing. ~ 825 - 28 73 · 74 - 75 . BIANCHI DI LAVAG NA 989. IlEYLLEY -
BIANCHÌ'
1017 -
GUSTAVO -
994.
INDICE
BIANCHINI
lDDO,\RDO
omr NO:Ml CONTENUTI NEL VOLUME Vl •
capit. . -
BILDERLING -
gen. - 23. R. - ten. - 570 69 - 81. Bossr - t en . - 681. Bo·rTACCO OA1u.o - ·gen. BOSE •
263 · 74 · 321 · 25 - i9 · 41 , 42 - 47 - 84 - 765 · 77. BIO·LIEHI 993.
gen·. - 103. U. - magg. -
B OSELU
769. Bimmr MoR1u F. - XVII. BISi\lARK 14: - 31. BrnzONI A. 654. Bono M. · t en. 769. BOGNIER - sindaco 739. IlOGGIO 'l'OMMASO 987; BOLLATI AMBROGIO · gen. 357 - 84 - 654. BOLLATI · monsignor e 733. BONA V. - editore - 662: BONAGIDNTE - magg. 485 - 634
- 774. BoNE'.l.'TI C. · ten . - 681 · 747. BoNGIOVAN.NI L U IGI - capit. 405 · 21 · 776 - 1008. 579 - 90. BONO • capit. 617. BONO:M'I ANN.IBALJ'J · gen. 970 · 72. Bo:'.'.m:IO - solda to - 614. BoNIZZI • capit. -
A. - gen . - 778 - 989. Bo1rnA RICCI ~ 1011. JfoRELLI U. - XVI · XIX. BonE 1vrr G. · · ten. - 342 47 · BONZANI
1
84 - 769.
BonGN1'8LLo - cappellano - 7M. Co]onn. ~ 421 · 35. Bonzì A . t en. - 553. Bonzì V. -. capit. 546 - 48 53.
-
661
73 · 75 · 76.
BILLI 01 · SAN DORNO
BORGHI -
768 ·
J30T'.rASS0 - magg. -
754, - 57
98'1 .
V. · ten. 95 · 96 - 97 - 98 01 · 767 - 69 99.9 - 1000 - 01
260 - 393 - 99 · 400 75 · 853 · 02. B o:r:1.' ~RO G. · rnagg. 748. Bo1"1'IGLIA or SA vOoLx V. - gen. - 786 - 87. BOU RBAKI • · gen. 33. Boun1sLLY - 654.
RO'l".l.'l~GO
E . . gen. - 972. BRANCHI L . · magg. .,_ 765
BnAIBANn
994.
magg. colonn. -
435 . BR I CCOLA · 417 · 21 34 · 520 - 23 - 27 · 28 29 · 35 - 600 · 15. BR UN'ACCI F . - ten. 769. BiiU'K"ATI J<}. - coJonn. - 775 83 - 853 - 54 · 55 - 56 · 989. Bnmn:r,u - ea.pit~. - 1004. BnuxwrTI - sergente - 347. B n u~IALTI A . 654. BnmùAL'l'I e GornKI :- 654:. Bnu;s;onI D. B . · sottoten. 769. BuELR . gen . 42. BUFFA or Prm fiERO V. - gen. - 75. B UFFA G. - -705. BnEGAN½E
1018 -
-
ItsDICE DIDI NOMI CONTENO'!'! NGL VOLU ME VI
G. - (i5.J:. CAPELLO L . - geu . CAPPELLO 1006.
73 . - 74 - 75 - 76. BunH,I FORTI c. dott. - 75.l: - 57. 46 . B UTLEH - gen.
0ANU'l'I
BULl,I<:R -
L. -
0APUCCI
654. sergente
0APU'l'O ÙARACAI'PA
528 . capit.
ÙAHLO
975 - 89 .
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0ARACCI0LO iVJARI0 -
F. -
0ARASSO
Lu rnr - gen. 671 - 772 985 - 86. OAÒNI ~lANFRP-DO 243. CAGNI U;,,rnu;wro 1011. ÙAIMI 994. CALCAGNO R. - teu. ·748 - 50 78 - 873 - 989. ÙALICHIOPULO - capit . 444 45 . CAirERANA - gen . 461 - 62 63 - 503 - 13 - 15. c ,,MICC'JA F . - capit . 853. CAMICIA LurGr - gen. 962 . · CAMILLI - ten: colonn . 435 . CAMOLE'l".ro - ten. colonn. ~ 417 - 18 - 19 · 21. ÙNVIPANA FEDERICO 805. ÙAllfPANELLI A. - ten. 747. CAMPANELLI F . - colonn. 972 . CAMPIDRIO- M. 654 . 0AMPOL'.Ml G. - capit. 752 54. ÙANDELE'l'Tl - editore 672. ÙANEVA - gen. - 225 · 416 · 17 20 - 21 - 510 - 1004 - 11. CANl):VARI ID CO~HSSO 654. OAoOHNA
ÙAJS"EVAZZI GIOVAJS"NI -
528.
storico
780.
Xl.X: • .
ca,pit. - 273 - 74. CARI.ESIMO - ten . 364 - 85. CAilLl<:TTI ~ 1008. CARLJNI - maestio 687. CARLO · ALl3ERTO 703. CARLO Ei\IANTJRLE III 840. CARLO - principe ~ 50 . CARLO xv DI SVEZIA 920. CARL0'.1,TO EnllHJNEGILDO - sotto· tenente - 82. ÙARPEN'.l'AL!i; -
654 .
CAllPENTIIDlU
GIACOMO
gen. -
961.
G. -
654. colonn. - 973. CATrnso Cos1Mo - ten . - 283 84 - 89 - 91 - 92 - 98 - 300 01 - 39 - 46 - 83. CASALI - capit. 1011 - 13. 0ASANA S . - ministro 135 943 . . CASCIANI soldato - 367. ÙASCINO ANTONINO - capit. 853 - 965 · 89. CASONI G. B. 654 . C.\RTIA
CARUSI AN'L'ON i o -
CASSONm Fu,1PPO - m.a,gg. CASSONE
G. B. - prof. GAU DBNO
lonnello -
gen. -
0ARCHTDTO -
CASTAGNA
921 - 23 - 45 - 88. CANTALU P O 654.
xv -
1019 -
973.
•
224.
973. ten . CO
11\DlCE DEI NOMI CONTEt>U'.CI NEL VOLU:UE \Il
688 - 875_ CEllESA L. - ten. --=- 753. l<'Eomnco - 277 . C 1,:rw1.:--: A-'F'ER1W1'I 1007. CAi>'l'illLLAZZI GIOVANNI - gen . .-c~mHU'l:l - ca,pit. 681. 681 - 82 - 707 - 08 - 09 - C 1,mu1,r,r - 655. 47. Ù ESA'.'10 P. - gen. ~ 94:1. CM'lmLLI - sottoten. 344 - 47 - Oi,;sr1n1 CEsAn1,: - colonn. 655, 84 - 769. CHAFFEs . gen. -· 85 . CASTELLI O. . colonn. 793 CHALLGAT l. - 123. · 98 - · 99. Ù HARlUEU A. - dott. 756. ÙAS'l'ELNUOVO G. · dott . 756 CHERUllINI - colonn. ing. - 825 - 57. 28 - 967 - 89. 0AT'1'ANI - t en . colonn. 435. C 1-rn:nr,LEY • ten. :__ 358 · 84 CAunA .1-L - capit . 875. 7G9. 0 ,HJDA V. - prof. 755 · 56. Cnr,H,A L u rcr - gen. 655. ÙAVACIOCCHI ALBERTO . gen. CrrIA r. A V ALENTINO · gen. 655. 503 · 0:1: · 1n - .774. CmA1n,ru · capit. 745. ÙAVALLAZZI · ten. 364 - 69 CIIIESI ID '.NORSA 655 . 85 - 769. ÙHIONIO NUVOLI DI TP:ÉNEZOL P. CAVALLI }}}. - gen. 774 - 873 llifb_gg. - 875. 74 - 989. CHIOSSI · magg. 413 - 1010. CAVALLI GIOVANNI - g en. 105 CIALDINI ENmco - gen. 921. 661 - 62 - 63 · 64 - 70 - 71 - CIANCIO - gen . - 434 36 - 523 72 · 73 - 74 · 75 - 80 81 27. 82 - 709. ÙICl~ROKE G. XVII • 655. CAVALLI GrnsEPPID • ten . 748. Orccomcor.A - capit. - 257 · 58 CAVALLO • capit. 429 - ' 30 59 - 60 - 63 · 65 - 68 - 70 989. 76 - 77 - 79 · 82 - 83 - 84 CA \ '.ALLO:err FELICI~ 920. 301 - 402 - 619 · 773 - 997 ÙAVAMUIU gen. 108. 1005. CA VANDOLr • gen. 962. Cra1msA LUIGI - furiere 95!). CAVIGLIA ENRICO 654 · 88 Cnrncur.,rn P . . ten. ~ ,35. 775 . Cmi - eapit. - 4.35. Ù AYS DI GH,ETTA 0 . - h ~ll. (JIPOLl',A ARNALDO G:'55. 6!)1 - 749. C I:t'ERNl CARLO - t e~1.. 400 CEccHr E . - esploratore 39,1 · 655 - 1001 - 02 · 03 - 04 401 - 655 · 995 · 99 - 1003. 10. ÙENTURIONJJ: - sottoten. 748. 0 1v1N1i\'1 Gm:r,Fo 400. C1WP.I O. . ing. 756. OLA U SE'f'l'I .E . XVIL 0AS'l 'AG'.~OLA - ge11- -
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-
1020 -
rNDICID DEI NOMI CON'.rENU'l.'I NEL VOLUME VI
ÙLAVAHINO .A.Ll•'EO -
gen. -
773 -
873 - ·7G. CLAVA!UNO
ANTONIO
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19 - 20 - 989 .
capit.
873 - 989. COBfANCHI G. 875. Cofl'I~Ano G . · gen. 777. COLAIANNI NAPOLEONE 655. 'COLOMBO A. 655. CONDAM Y 655. Cotsso E . - gen. ~ 775. Co::-:TI HussINr C. - xv - xv111
E. ·
444 · 45. · 817 - 18 -
533. 0RISl?1 FHAKCESCO - sta,tista, 134 . 235 · 41. Ù IHSPI - capit. - 1010. ÙRO~JI~ 71. CUCCA'l''l.'I G. · ten. 363 - 67 85 - 7G9. Oucca1.n·n G 1r,;o - 682 · 987. 0REPALOI - solùato -
·
340 - G55 - 56 .
1003.
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14 - 17 - U) 85 - 089.
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DAHORMIDA
51.5 807 73 - 75
XVI •
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gen . --
Co1rnowr · capit. - 533 . Co1n•or:ANDI o' A uvARE A . · c:olonu .
:321 - 22 - 23 - 24 - 26 ,n - 49 50 52 . 53
- 807 - 08 - 09. ConfmLLI Hovou ro gen. - 656. ConsI - 656. Cown~ CLE~rnN'rE - senatore 925 . 'COH'rIDSE - · colonn . · 268. COH'l'ICELLI 656 COJWE'l'TO c. - capit. 748
t>D - 59
873. ConvETl'O GrovAN~r - 918 · 19 ·
20 - 21 - 23 - 35. Co::;su - magg. ~ 327 · 29. COSTAYl'INI COSTANTINO 882. ÙOS'.l'AN'l'n-O . (p1·i.ncipe) 115. ÙOSTAN'.J:INO - capit. 389 - 92. Covi.:LLI A . - t en . - 681 · 747.
-
GO 71 · 73 75 - 76 79 so · 81 ù43 - 7G5 · 66 · 989. DAGNA G. . ten. - 769.
38 54
74 88
DALLOLlO ALI•'lllmo - gen . - 105 · 885. DAL PHA - magg. - 421. DAL VmnM1~ L. 656. :0AMIANI ALFREDO - gen. 962. D'AM1co - gen . - 417 - 21 34 523 - 27 - 85 · 86..
D' AtsGEJLO · capit. - 570 - 768 - 69 . DE A:.v ncrn E. - :serittorc - 765. D1,1 AwmNro - eapit. - GSS . ])i,: RANGE -
1021 -
59 · 62.
INDICE. DEI .NO.MI CONTENUTI NEL VOLUME: VI
capit. ---
D E C ,\HOLr RICCARDO •
224 · 486 · 87 779.
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CAs:rno LINCOLN - 656 . Dm CHAUllAND F. · gen. - . 434
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lonnello - 123 · 231 - 33 84 - Gl -6D5 · 765 · 66 · 996. Dol\IINICIS ENnrco 962. DoMINICIS GrnsErPm - magg. - 613. FAILLY - gen . - 31. FALCO 1'J. · capit. 751 53 - 989 . .Fo!\SECA - rnagg. 349 . FRNl' 65. GD:N XARO HOl3ERTO
-
ten .
364 - G9 · 85 · 752 · 54 - 989. DE LA FoHP.ST · gen . - 772. DI: LAT1nc u 1~ - gen. - 23 .. D Er, H uoNo - gen. - 528. P ELLA HoN_A n. · ten. - 769. D r~LLA Cnoc1,J H . _. ca,pit . ~ 681 747 - 55. DELLA SETA E . - ten: - 873. DEL I\:1AS'l 'RO - gen . 434 · 35 · 4.4 - f\03 . D ELOJ E -
65.
A. · cap . - 748 - 49. })g ~lAYO G. 656. D E wi:.rncm H UTILIO . o·en . b Dr•: L U IGI
961.
-
ll1ARI.K'lfi STENDAHDO AL13ER'l'O ·
gen . . - 967. DE Th.lAl!'l'!NO - 1010 · 11. DE:'l!FER'.r - colonn. - 32 - 83 . DE PwNmn A . . gen . - 779. Drç PLAcu: - capit. - 64.
35 · 36 · 44 · 61 · 64. · 66 69 · 503. Ooicn,ns T .. ten. - 7G5. OosA RAF'I!'AELE • capit. 680 - 748 - 49 - 72 - 989. OuISTOFORlS C ARLO -
càpit. -
S75 - 77.
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DE ~fARIA AL AìlfA~NO ·
768 · 69
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pit,a no - 66. D i:: H~1rmrn - 11 - 59. 1)1,; ROSA - magg. 244 · 321 27 · 32 - 36 · 38 · 43 · 45 83 · 87 - 766 . Dm Ilossr - capit. 615. Drmvrnux ~ 987. DESSALES · colonn. - "719 , 20. DE S,rnBorn - ca,pit 746. DE SIEBER'.i.' A. . gen. 777 . 989 . DE VIRGILIIS A. - ten. 76~. Di!: VrTA - capit. - 402 . 1006 - 07. D0 VINCEN'l'I · ing. 831. DE Vno - magg. - 349 - 71 . 74. DE VoKDEHWErn G. G91.
Duz
An~.rANDO
-
gen . -
613
88 · 775. DI CARPENETO -
gen. -
Dr . GronGIO ANTO:XINO "
469.
magg.
393 · 406 · 07 · 08 · 09 1 10 .· 656 · 1008 · 09.
Dr )'Lno · magg. ~ 260 - 61. Dr PoMPgo . ten. - 681. DORKA A . · iug. 756 · 58. D oinv ARD - gen . - 87 . Do~,q • gen. 19 . 21.
1022 -
·
INDICE DEl NOMI CONTENUTI NEL VOLUME VI
Dovi:-m:r · gen. - 777 · 989. Dnoccm PrnTRQ - colonn. - 661 · '718 · 19 · 46. Du cA D&:C¾Ll Amrnzz1 - 1011. DucnOT· . gen. _:_ 31. DULAC A. - gen. 775 · 817 21 · 22 - 23 · 990. DuLIO -1004. Du 1u:N'l'€ Lurnr - t en . 748.
E gen. _: 323 . 52 · 65 · 67 · 71 · 80 41 82 - 83 - 86 · 707 - 14 - 15 · 16 - 17 · 873 .' EMANUELID FILIBER'l'O - Duca di A.ost a -,- 661 ·- 92 - 93 · 94 95 · 798 - 816 - 20 78 79 · 80 · 81 - 96. }<~NVER BEY 120 · 553 59 76. ESPOSITO · ten. 571. Ess,\D · PASCI.~ 121. . . E 1'.7.I 0. 656 . EUGENIO (principe) 8. E OLA C . - clot t. 656. gen. - 40.
BLLl, NA GiusEPJ:'E -
FAN'l'I M ANFREDO - gen. 951. FALu GU STAVO - colonn. - 421 35 - 503 · 15 - 998 · 1012. FALtA PuGGIONI S . 873. FARAVELLI 1011. F ,mrNI · mi.uistl'O 911. FAss1ì\'l GrnsEi>PE ten . - 755 · 882. FAUTILLI UBALDO - gen. 7'79 . FAZIO - soldato 347. F1mn:n Prnrno 309 - 13 - 14 656. F 1·:NOGLI0 G. - magg. 434 H5 - 36 - 4-1: - 61 · 501 · 777 875 · 990. F1~0L,\ E1u\s:vro - gen. 96H. FERDINA:NDO (Re) 114. FERIGO L . - ten . 358 - 84. FmrnAGU'l' - comandante 42. F 1atRA1HONI l\fARIO · colonu. -
973. Uao - capit. ~ 396 401 · 999 - 1001 · 03 - 06. FERRAR! 65fi · 995. FE IUURIO ÙARLO . gen. XVI 1.23 - 25 · 88 · 225 - 461 G2 - 875 · 77. F errn,vn 0. · ing - 756. FErmmn CESArm - eolonn . 917 · 18 · 19.
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F rm1rnr:o DELLA '1'fARi\iORA -
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B. - gen. FErrnEno 0IACI~·ro · ca,pit . · 74 · 853 · 990.
765
FEnnrn1 FnANCEsco · gen. -
962.
FmrnEIW
283 · 92 · 300 21 - 23 - 29 - 35 · 40 - 41 J6 - 84 - 765 . FAL'l'A Ronmrro - ten . 468 . FAì'\TI c.nfILJ,O - gen. ~ 951.
F .-\ Bl!I · C,opit. -
-
672.
756 · 58. 950.
FJ::RRY FESTA
1023 -
G5G.
G :\)•;TAi'>O
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691.
Il\DICE D0I KOi\II CO:'<TENUTI NEL VOLUME VI
lì'ESTA RICCARDO -
capìt. -
750
53 - 990. rn agg.
l<'ILil:'l:'ONE ANTON10
974. FrLOKA1w1 -
consoJe -
24 . FRUGO)II - gen. 416 - i4 35 - 43 - 46 - 53 - 70. FliMAGAL T,l AN'.1.'0SIO • rnagg. 81, .
l 1'HOSS.·H!D - gen. -
394 - 994:
- 97 - 98 - 1001. 875. 755 - 56 · 60 -
FINARDr ZACCAHlA - ma,gg. -
PronA G. -
ing. -
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61 - 63 - 990. FLAIANr
F1L1P1·0
gen. -
-
962.
gen. -
FLOHJ•:s lLDilll.lf!ANDO .
XVI
- xx - 621 - 963. . FLO'lif.rEHON - rni:igg. -
PooTg - eapit. -
435.
40.
875
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656.
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G. · prof.. 755 - 56 - 61.
8 - 692
FOSCOLO
F1uNCESCO
IV (cluca) -
F.RAKCHINC
A. - teu.
358 - 8,1
- 777. l•'RANCONrn
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298 - 303 ·
04 - 78 - 85 . 1011.
FRAi'\K -
895. 875 - 89
F1tAKZINI AN'l'ON10 - gen . FRANZINI GIOVANNI -
f)5 · 96 · 97 . Fru.NZINI
capit.
Grus 1,:1'P8
321 - 23 - cm -.66 - cw 85 - 765 - 75 - 897.
G1us1<::P PE - uu1gg. 279 - 80 - 97 - 98 - 305 - 06 · 07 - 08 - 11 13 - 14 - 15 }(; - 1001. GùMl.lA E. - gen. 779. GAM rmRA E . - gen . 779 · 855 · 56 - 75. GA~:rn1mA - niagg. 29 · G57. GA.K'ASSf!\I O . 691. GANDOLFI - gen . .,_ 925 - 48 998. GALIAANO
un.
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A. colonn. 793 · 800 - 01 - 43 - U90. G,wouccr - ten. 283. GM>OLINI - coloun. 613 . ÙAII.H A . -- 274 · 90 · 657. GAJ,ATI F . - ten . 7,~s. GALA'l'I Il. 691. (}ALLIAKO 0 A1'!ILLO 242. GABBA
- 10 -
GA,rnAsso A.. - capit. - 873. ten . - 357 · 8+..
G ,\UETTO ·
Ù-Af!EZZO · ten . -
FHAKZINI
GAHrnAr,or Grns1~l'PE -
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75 86 · 88 · 8!.l - :>00 - OH - 06 08 · JO · J !i - 990 . GAnO~'ALO G. xvn - 687 776. GAHIONI VrKCJ~i'\Z(• - gen . · -
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Frumr OnLAN no .
Fnrccr-noNE
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368 · (iT - 85 ·
769.
895. PlE'l'RO - sei:mtore
FuANzTNr PAOLO · gen. -
75 '. 76. g;en. -
GAETAKO
-
946. gen.
-
1024 -
1NDICE IJE:I NO;.:n CON'l'J])K UTl NEL VOLU)<[E VI
A. - len . - 753 . :i\1. · rnagg . - 4.;~4 35 - R6 . 44 · 61 · G9L OAR½,\N'l'I A . giù, P .lli 'l'rmvms OAirnONE GALWONE
XVII .
4.21 - 621. G . · sott. - 882. gcu. "- 74. - 75 .
·G ASTALDBLLO • gen. GAS'l' ' :\'ELLI { :lAT AC!U~ -
412. 777.
GA'.l".[J•:SCHT • t 1~.n . -
-0,vrro S. · gen'. G AUD I•: NZI s ,':. f-TU, IO •
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G.,7.zA:-,;r
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!)74. GAzz.,x1 • te.n. -
GAzz,~11.\ GAZ½OLA
491.
P rn·rno · gen . - 779. • gen. 4:21 . 35 .
gen. - 780. Go:NJ~ O,,nLo - gen . - 2-13 993 GELOSO CARW • . !)9(ì.
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417
18 ·
21 · 533 · 3(L GI::KTJLJ•:
TIICCAHDO
rnagg.
Guunrno E RNESTO ten. - 300 . 01 · 39 · 83 . G rARDil\O GAE'l'A~o · gcn . 657. GH'D'LE::--GA · - gcn. _..:.._ W3. Grnu C1-:11v1 · gen. - .U4 · 17 18 · 21 · 34 · 35 · 43 · 53 538 · 40 · 618 - 23 - 990. GIGLIARELLI - capit. - (l13. G IGLIO . V . 405 · 54.4 · 45. GL,OCCDIO - 1010. GIOL I B ,,n'l·oLo:-.r,,:o G54. GroL1'.I'n GronN~I (ministl'o) 135 · 9J3 . G1onnAKO . 111a,gg. - 349 . 76!3. G rotmA.\"O EDOARDO - gcn . 963. G IOt:OAl'\0 GEHEM1A G87 • 691. GIO\',\~ì',1,.'T'l'I E . 873. GIOVA:-lNr (negu s) 249 . 51 . 52 - 5,1. - 60 - 6 - 995 - 96 - 97. GrOVANNI~r CARLO • ten. - 769. GmAUD CosTAN'.l'E . capi.t. xvn · 229 · 33 - 3± · 35 - H ·
43 · 45 · 55 · GO · 68 · 73
974.
·GHUWt01:XI
AUGUSTO ·
Cli pit .
!)G . 315 · 17 · 22 · 23 · 26 · 32 · 36 · 39 · 40 · 46 · 52 · 54 · 57 - 58 · 63 · G4 · 407 - 16 · 18 · 36 · 45 · 62 · 86 · 500 ·
74-8 - 075. GIAccm,;1".l'I -
C'Olonn. -
1005.
F . - XVI. Gr..n,Br.Lr C. - ing . - 7i'5G. ·GIA:XNI'.'lr • ten. 261 - 68 - 70 -
·GJACCO~é:
77 · 79 - 80 - 83 - , 4.
L . - capit. - 123. GrA"o·1·n Lmor - geu . - 661 72 · 75 - 76 · 77 - 78 · 87 · GIA'.'IKITRAPAKI
92 - 737 · !)87.
417 - 21 . 34. 35 - 4.3 - Ci3 - 64- - 65 - G7 -
·GrA1w 1KA • gen. -
r;o1 . 09 . n-1:0.
'66
25 42 · 62 · 20 · 04
16 - 34 · 52 · 624. G1s r,A VIT:romo . eapit. ~ 321 22 · 49 · 58 · 77 · 84. GHJI,IE'.l'TI - 993. G IUNTA Grus,;;PPEJ - g en. 961. GmnrA E . - gen . - 688 - 776 873. GIU1HA FRANCES('() colonn. ·975.
-- 1025 -
INDICE DEL NOMI CONTENUTI NEL VOLUME VI
GIURIA
Icruo - coloun. -
97G.
'7'72. GNu·rn F. - capit. - 7139 . Gor11,z (von der) - 28.
- 825 - 28 - 990. GoNNE'l' CLAUDI O - senatore 711. - colonn . 673 - 707 - 10. - 11 - 990. Gonu ALESSANDRO - colonn. 807 - 14 1G - 16 - 75 967 - 90. GovoNE · gen. - 794. GnABAU - ten. vasc. - 1006. GRANDI F. ~ X IV - xx. GRAKDIS - ing. 921. GnANT - gen. 40 - 42 44 45 - 46 - 48. G1wrTONI SmvEHINO · ing. 921. GRAZIOLI - magg. ~ 435. ÙONNE'.r NAPOLEONE
104 ··
·05 - 06 - 07 - 990. Grtii\I ,\I,DI DEL
POGGETTO
A. - gen . - 778. 51.
H 139
GONELLA ENnrco - colonn. -
Gnr LLO POMPE:o - magg . -
Ù UILLET
Ù U RKO - gen . -
GLIA:MAS E . - geu. -
S.
987. 999. capit. - 268. GROSS I V. 657. GROSSO_ M. - 657 - 993. Gnurn A U RELIO - ten. 377 84 - 767 - 69 . GUAilNI;;Ht L UIGI 657. Gu As:toNr - ten. - 335. Guccx - ca.pit. - 752 - 54 873 . G u 1!:1Ht1Nr EDOAJWO - gen. 776 . G urnimrronm Oruzro · ten. 873. G uFF,\N'.rI · capit. 570. GuGr,rn;L:MOT:rr 367 . .
36. HENRY Ctrul.\:CEN'l'm - capit. 243. - 49 - 70 - 301 - 21 - 25 29 - 35 - 36 - 38 - 39 - 41 46 - 83 - 765 - 73. HIDALG O 8. 657 - 999. HO!i:PLT U. XVII . H OHENLOH I~ (principe) 5. .ffOHEKZOLLF:RN (JARLO 14 - 48, H oocr<ER 43 . l:loou - gen. - J5 - 46 . HAMILTON ALJiJSSANOHO -
I Ioms
TuTAl
-
346.
1000. L. - capit. - 751 - 53. !SMET PASCIÀ 228. f.To - ammiraglio - 79. I ZZET F U AD PA(~RA 53 55 123.
ILG -
! MODA
ÙUIXONI -
GROSSI -
-
J J Al.\:CESO~ .....-'
71.
38 - 40, gen. - 39 - 46. Jounnwr P. - gen. - 72. .JusuF ALì - 99'7,JEB'l!'ERSON DAVIS ...!. . JORK8TON r
K KmKBACR KlHJDNIDR -
1026 -
gen . - 23. 51 - 53.
1::-IDICE DEI NOMI CONTIDXU'l'I NEL VOLUl\CEl VI
presi<leut e -
72 . 81. K uuOKI - gen. !)6 - 101 - 03 . K uROP ATKlNE - gcu. 93 - 95 96 - 98 - 99 - 100 · 01 · 03 · 08 - 09. K RUOER K U A::SG
Su - imperatore -
L . . ten. - 74.6 . - 748. LEQUIO - gen. - ,li:15 - 3G - 503 - 773. LEVI BEPPE 988. LE~CI1AN'J.'I K LEONCINI
o. - capit.
LEVI - ten . -
384.
Lr,:wi.,;r. (von) - gen. - 85. LIGG !L:\fA 261 G5 .
L 65. 10 · 59. O. - ten . - 765. - gen. 834 - 53 - 6 l
L AOVOCA'.r -
L,\ fIITTm L AMBimTr
LAJ\IBERTI
- 657.
capit . - 435. LANFIUNcm CAnLo . capit. -
L AKDOJ,IXA •
225
817 - 19 - 20 · 75 - 9G7 - 90.
Gucr,muro - gen. - 889 94 - 95. L ANGLOIS - gen . 65 - 66 · 125 - 27 - 28 - 29 - 30 · 3 . L AN'.l.'IUt r - c:1ip. ma.gg. 347. L ANZA DI BuscA CARLO - magg. - 2,rn . 45 . 661 . 69 . 7o L ANC
787 - 88 - 8V · 831 · 32 :13 - 39 - 990. LANZAVECCRIA - t en. - 681. L Alt'l'lGUE - gen. 23. fJA .ToxQu rtì:m, 657. LA unrnAR r. - 657. L AVAGETTO AROC,00 397 . 98 . 400 - 657. L ,nvLEY
1010. LrncOLN A1m.n10 38 - 39 43 - 44: - 45. Ltl\IEVI'l'C - geu . 109. L1n c 1P10::-;~; - 9G9. Lo Cuncro A. - capit. ~ 260 . Lo C uncro G . - ten . - 402 - 03 05 · 07 · 08 - 10 · 11 · 12 875 . LOFFHEDO - capit. - 321 . 23
LIG !ASU -
63 - 65 - 67 Loivin,11101 S TEF'ANO - 853. LOl\GO L. - capit. LornA G. · dott. LUCCIO! LUCIANO -
. 74..S - 873. 756 - 58. C:1,pit. - 621. Lucn.1sN1' PAOLO - gen. 973. LUDA DI ConTffiMIG I,IA Euo,rnuo . gen . 661 - 71 - 19 - 46. L unrmx 657. LU\'INr G. - prof. - 755 · 56. Luzzxrn - ten . - 356 - 84. Luzz,v1·:r1 L. · ministro - 943 . -
HoHER'.1,o - sottoten .
M
M2. Lr,,0 -
75. - gen. .._ 775
gen . -
L EI'l'MNI'l'Z -
43 - 44 - 46 47. 143 · il9 · 59 · 225 ·
995. -
MACIIIA VELLI i\iAccmono -
1027 -
NICOLA -
1009.
8.
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLUMID VI
MAc CLELLAC'I MAC DON:\L-D l\:IAC DowELL -
gen. 83. gen . -
,.10.
S . - ministro - 231. 260 · 73 74 · 83 · 84 · 88 · 91 - 95 96 · 300 - 765.
MANCIM
i\1 ANFlWDINI • teli. -
39 .
MARON - mal'esciallo - 19 · 21 - 23 · 24 · 31. MACONNEJN (1·as) 292 · 95 · 307 - 08 - 09 - 313 - 14 - 27 · 59 · 997 · 1007.
i\I.Ac
1\1.ANGANONI CARLO .
gen.
XVI .
xx· 779 - 873 MANGA.SCIÀ
(I·as)
227 - 77 -
-
M AO lHULI,AH -
79 - 80 - 82 - 83 - 84 - 89 998 - 99 - 1000 - 01 - 03 - 07 . M ANGIA · capit. 323 · 2G - 67 · 68 · 69 · 71 · 85 · 765.
MAGGrom
M ANGIAGALLT ANTONIO -
.MADi\SCIH
GIUSIWPE .
capit. -
774 - 873 . 404. I. - ten . - 875. MAGGIORO'f'rI LEONE: · geu . 661 · 722 · 23 - 63 · 988. MAGGIO:t'l'O - colonn. 421 · 85 · 603. J.\IIAIOLI ANGELO - ten. 873. MAJNONI • gen. ,_ 938. MAKAROPF - a mmil'a,glio 94 !)6. ìVlALACRIA Nn:STOHE -
geu. -
929
- 30 · 32.
o. ·
capit . .,_ 748 . E . - prof. - 756. M ALA SPINA - colonn. 707 · 13 - D1 - .92. M ALAT fo]STA A. XVII. M ALIZIA - opel'aio 549 . MAt,LADHA - ma.gg. 421 - 35 657. MALT,È ~ 12. l\:IALTr:sr<: ENIUCO g en. 779 976 - 77 . gen. - 691 MALVANI ENRI CO 7-75 - 875. ì\'.IAXASSERO DI 00STIGLI0Lm F. colonn. - 916 - 17. MANCA E'.l."l'OHE - capit. 875. MALAVASf
MALAGOnr
-
MANZI
139.
657. L. - gen. - 780.
MAN'l'EGAZZA
N[ANZINI
·
V. -
gf~ll. -
739.
MARCARINI - ten . colonu. - 803 - 04 - 17 · 19.
T . - capit.
793
754. :;\1An cH1<11".l·1 - sergente 371. MAn crrwrn - ten . 385. °M:ARC'HI F. - coloun. 435 - 515 · 953 · 54. NL\.RCHINI - t en. - 1006. ì\i!ARCIANI F . - XVI · 234 680 748 - 50 - 72 - 807 11 12 - 13 · 73 · 990. iVfaRELLO 0 . · prof . .,_ 755 · 61 · 875. l\:L \1n r,;'1':rr GrovANNI - gen. - 778. MARIKELLI · gen. XVI. - 71;9 111:ARCHmsr
~
4:8.
G. - gen. M,rnocco N. - i ng. MARO NE 260. MAmNIDTTI
-
779 . 756.
Puos PERO - gen . 990.
MARlW
MAR$:RLLI NICOLA -
1028 -
928.
gen. -
773
123
lNDlCID oi,;r NOMI CON'XIJJNU'.rI .r-EL VOLUi\:lID VI
M AUTI:'.\l
F!o:ROl~A:'.\DO
657
-
100(; · 07. l\[EULO · magg. 7.J.3. MES1''1N .._ 9f17 . :.\iB'rHUEi'\ - geu. 7.J. - 75. )foZZACAPO · ge1t. 658 · 925. i.\[1'.:RCA'l'l<lLLI -
100.J. i\iAl(IJJ'.LIEH
B. · capit. -
"i\IASCAR UCCI GrnsEPPID .
831. capit .
8 75,
:.\1 ICB1'.:Ll NI
058.
MASI CQHHADO -
875. ten . - 270 · 325 · :.!9 · 41 - -U · 4.5 · 47 · 50 · 84 ·
)1.\SINO LEONID -
:ilASOTTO
•
691 - 77G · 77. :U .\ SS.-\IOLI
1. -
XVII .
gen.
:\J..\SSO:'.\E EMILIO ·
881
D46 . -17. 371. 68 709
:.\l., s'mrnLr . s oldato l\lATTEI
Awo~so -
76 - 873 · 74. )l..\'rmr G IOVA'.:'<NI i\'[A'r't'r<:tJcc1 CAHLO
-
127.
MATTIROLO
-
0. -
65. XVI.
ca,pit. - 23J . o-! . 35 . -!3 658 · 80 · 772. )!IKADO 79 . MIIu\ NI ..e\.. G58. ì\lILLO V. 691. i\lm1c1 · colono. - 4:21 - 35 . :Unu:rn (pi-incipe) - 113. i\:[lltOl\E I'. · tc~n . 748. i\[ oCALl • colonn. 4:21. :.\IoccACiA'rt'A · capit. - 421. 13..J.. Morno H ICCAHDO - G28 - 779 . :.\Iou F. · capit. - 873. :.\IoLll\AHI · capit. - -105 · 1008. MOLLINO E). -
691. :;\fAzz1::-11 L . . gen. 780 . )!AZZTTELLI A . · capit. 755 . i\IAzzuci:ImLLI V . - t en . 681 747 · 55. :.\fAZZUCCONI RIDOLFO 658. l\IAZZACORATI
.\L\H'.L'l .'.\O C .
:.'lloCEK:'.\ l • geo . -
senator e
921. :.\L\TTIEU - gen.
DI S ,\N
G. -
ì\IEAD0 . gen . - 4.3 -bi.. M1rnME1· Ar.,ì 50 - 53. MELLI B. 658. l\11,;NABREA • gen . 921. :.\1ENARINI G. 658. 1\:(1,1NELIK 277 · 308 · 09 · 11 15 · 27 · 99 - 994 · 96 - 97 98 · 1000 · 01 · 02 - 03 05 · 06. MmNIN1 . ten. colonn . 765 . l\IE NOTTI 0. 908 · 11. -
xvn.
ten. 298 - 303 · O-! · 32 - 43 · 46 · 83 · 658. i\fOL1'K0 ·• capit. 1 · J · 5 · 17 · 19 · 26 · 28 · 30 · 31 · 33. l\iO:\TllF.LLl E. · roagg. 345 777 · 990. .iVIONDAJNI . colom1. - 435 · 658 . i\l0::-10A'1'01U A. 3!)7 98 · 99 400. :.\Imn ONORA'ro • gen. 139. l\foNT AL'l'O C ARLO • ten . 369. i\1o1'TA1'AT1I E . · gen . 249 776. i\focsTRCUCCOLI CARLO 85. Mom:,wuccou RATMONo o - 911. MoKTEFINALB TITO • gen . ~ 777. MUL'l'l•:DO •
1029 -
INDICffi DEI NOMI CONTENU'.rI NEL VOLU~W VI
658 . .
iWON'l'l~NOVESI -
1\io:KTIGLIO E . MONTt
gen.
CARLO -
988. M:oNTUOilI -
G92
-
DI
POPOLO
0. ·
G. -
NEGRI
NEGROT'l"O -
115. G. -
65G ~ 995 - 1003
~43.
NICASTHO · magg. NICOLA NICOLA
873
(grancluc.1) (re) 113.
RoccA - gen. 946 '.
-
90.
Momrn Pm'l'RO PAOLO -
:MoTTINO -
Cl1])it. -
756 - 60 753.
658.
Nrnvo IJ>POLITO · capit. - 754 . Nomr,1 G. - gen. ' - 776. };oozu - gen. - 98. NOGI - geu. 98 · 103 - 04 - 05. NOVAJtESE E . · dott. ~ 756 · 58 - 990.
capit . ,_ 321 · 22
49 - 57 - 77 - 84 - 89 - 765. Mòurml!Y.r - 65 . l\1UHAHI DELLA COH'.eID B1u V.
gen . -
929.
6.
NmL - gen. -
706. l\:fORRA ÙAi\fILLO - gen.
50 - 53.
NICOLA DEL ì\10NTE:KEGHO -
NICOLETl'I ALTD:fMll , -
· 75.
· 990. M01".l.'A G . .
691.
04 .
:ò:CORONI;J AUGTJ STO - ca,pit. -
o ÙKU
774.
• gen.
H7 - , 99 · 102 -
-
09.
Muzn - capit. -
Or,rù (ras) -
615.
327.
()LIVliJRO EUGE!\10
(lord) NAPOLEO:KID I -
.
gen. -
697
· 98.
N NAPIER
947 - 48 ·
658 - 1010. colonn. - 435 .
NEiuz:cm:I -
690.
DELLA
434
-
617 · 18.
NruGm 01 LAMPORO
7;'.Vi
Morn - ma,gg. - 429 - 30 - 34. 35 · 44 - 61. ivl. -
ca,p~t. -
NAZIN PASCIÀ -
691.
MoRF.NO A. -
962.
49 - 50.
756.
ing. -
- gen.
RoccA
NAVA LUIGI • gen . -
- 60 - 990 .
Monozzo
PAOLO
35 · 44.
ArJBEH'.l'O
NlO!Ut LLI GIACmTO · ùott.
l\10RIS
N ARDUCCI
NAsc -
colonn . - 661 G8 - '718 19 - 47 - 817 - 19 89 91 - 92.
MORELLO
LOHJ,NZO -
503 - 04
99 - 690 - 774 . Monr,;r.u
4: • 110. gen. ' - 691.
N ARDUCCI NAsAr,LI
gen . -
III -
NAPOL00NE
ten . ,_ 75:l:.
OLLEARO - ten. -
228.
OLLIVIEll -
4 - 14 - 26 -
31 - 65 - 128.
OMAN PASCIÀ -
Ùi\'CAR -
-
1030 -
468.
26 . 659.
GO - 54 · 55.
\ INDICE Dilli NOMI CON'.rENUTI NEL VOLUME VI
ten. colonn. 978. Onn - gen. - 40. Onn:no - gen. - 260 - 61 - 62 65!.} - 997. 0RGERA - colonn. 434 - 528. 0RIANI ALI!'REDO · 659. Oasi - ten. - 432. ÙY AMA 79 · 94 · 100 · 03 · ÙRASI GruSEPPG .
05 - 08.
p A. - ten. 748. 1002. PAGELLA - ten. 292 - 1009. ]!AGLIANO o. - eapit. 753 54. P ALCANI lVI. - gen. 779. PALIACIO DI SuNI - ca,pit. 630. PALLIANO 990. PAr,LmRI V. - gen. - 780 - 873. PALOMBA G. - ten. 553. P,H..'DOLFI V . - ten. ,- 748." PA~ETTI M . - XVI. p ANIZZARDI Pm'TRO - 681 · 807 · 09 - 10 · 17 - 19 - 990. PANNOCCHIA - sergente ,_ 371 . 72. PANTANO GHIDRARDO 659 - 1007 - 08 - 1014. PAPA DI CosTIGLIOLE ~ 873 . PAPA - sergente 549. PARMA L . - capit. 748 - 817. P1rnoor C. - colonn. - 752 - 74 873 - 74. PADOVANI
PAGANINI -
-
PARONA
El'.zo - dott. 348 · 50 · 86.
xv ·
XVllI ·
ten. 307 - 08. PASCAL don LUIGI - prof.. 756.· PAs'.rorn:: O. - co1onn. 707 12 - 13 - 92. PAsTonm F . - ten. - 765. PAS'l'OrrnLLI - colonn. 421 35 - 48. PATHOCOJ.LO VINCENZO . • colonn. ~ 978. PATRONO NICOLA - furiere 346. PATTERSON - gen. 39. PAzzr - scultore 951. PmA NO A. - gen. 773 . PEANO G. · clott. 756 - 59.
PAn'I·rn:r U:1-:fBERTo -
P 1,:co1u GrnALDI
G. .
gen. -
416
- 17 - 21 1004. l'EDOTTI . gen.
35 - 43 - 774 -
PEDRAZZOLI U GO
-
898 - 937. capit. 875
- 76. PEUT!Wl'T{
1'.NOREA
.
ten. -
978.
PmnO'l'TI - ten. - 468. Prrn:or,ERI EMILIO - colonn. -··
807 - 89 - 90. PEr.,uss1.mo
GrnsmPPm -
688
776. 659. L . - capit. Pr.:LLm'<l · - gen. - 23.
PET,LENE -
Prnr,r.mnAN o
PBLLOTJX
873.-
gen . -
789
Lu rnr - gen. -
134
LEONE
90. PELLOUX
747. Pl'mOJ3ELU -
1031 -
503
magg. -'-- 461 - 68 99.
I
' I
INDICJll DEI N'OMI COJS"TEN'UTI NEL VOLUME YI
Pmuw:si O . - prof. - 756. P1msrco - ca,pit . - 292 - 95. P mWOLmSt - capit. 432. P 1,nu ccH1,T'.l'I - colonn . - 693. l:>mmoN,~ - capit. -,-- 794 . P ESCE - ten. 754. PESCRTTO FEDERICO . eolonu. 875 .
P mscr · ten. di vascello P ESSINA -
429.
34:7.
P1n'ETI:': - 659 . :PE11•m,;u,., . serge11te 280. Prr::rm O. · t en. - 691 - 748. P1;;-:rmNr - ten. -
gen . -
950. 962. PIS'l'OY G . B. - gen . 773 , !)69 - 90. PrrAssr ~:1:ANNELL A E . - geu. 780 . PI'l'TAJ,TJGA - gen. 659 . P LACIDI N . - capit. 753. Po Gurno - 659. POLK - vescovo 42. PoLLIWA A. xv - xnn - 659, Por.Lro A.LBr-:wro - gen . 137 . HS - 420 - 22 - 53 - 75 · 510 . 4-1 - 57 72 - 76 · SG - 647 ))85. PO/\T.\NI T. - ten . BfiS - 85 7G9. .PON'ZA DI SAN :iV[AU'l'JNO - ten. 769. ProLA C M, 1,LLI -
PiovA~O L UIGI - gen . -
1006. P E'l'TINI - ten . 342 • 47 · 84. P EZZOLI G1moLAMo - gen. 940 - 41. PIACENZA o. - pr of. 755 .· 56 - 59. PIAN'AVIA VIVALDI · t en . colonn . - 283 - 84 .. Pic F . . prof. - 756. PICCININI G. 659. PICCIOLI - ten. 288 · 303. PICCIOLI A . 659. PICCIONE L. . gen. 777. PICCONO · ca,pit. 681. Pico R. . ten. - 552 . 53 · 769. P 1CONID ANDREA - ten. 364- 85. PnmI ìVI. - dott. 756 · 59 . Prnrno (re) 130. PIU G . - t en. 681 - 747. P ILO B OYT, DI PUTIFIGA!ll 471 - 72 · 503 · 990. PINELLI 998. PINI E. 659. P INNA • colonn. 435. P INTOR P . · gen. 780.
688. E . · ten . colonn. ~ 793 - 94 - 95 - 817 - 18 . , /1 990. PORRO CARLO - gen. - G80 - 995. PoRRO G. P. - ten . 771 . POR'l'A F . · dott. 756. POR'L'AI. GF:RAUOO (sir) - 246. POZZOL INI '-(). 995. PRAGA - ten. - 681. PRATESI E. __,, 873 - 75. PRATO - magg. 34.9. PONZIO - gen. -
PoNz ro V AGLIA
PRATOLON'GO ARMANDO
.
gen.
963 . PRESTINARl -
Pnrcrr: - gen . -
1002. 40.
PROFILI FRA NCESCO -
giore - 270. Pnoì\ns - prof. -
1032 -
furier mag-
709.
\ J:'.'i!DlCID DI~( NOì\n CONTIJ;NUTI .!\ET, VOLU l\rn VI
V. G. - ten. - .769. PnoKE'f'.I?I P. - colonn. 793 804 - 05 - 06 - 990. PnuDI.!lN'l'E GIUSIDPPID - gen. 942 · 43. Pnu1>As G. - colonn. - 969 - 90. PRUNAS s. - capit. 748 - 49 · 773. PUGLIESI E . - ten. 765. PnoMIS
UAOUL -
23 .
RAP!SARD1
c. - capit .
- 817. M . - 659. RA\'ID:"<KI A . xv 538 - 40 - H R AVIDIU - capit . REBAGLIA'.l'I E~1nco - 30. RECLI o. - ten. -
878. gen. - 661 99 - 700 - 01 - 02 817
Q UAGLIA FEnEnICO Q UAGLIA NICOLA -
18. Q U ATTRO
CIOCCHI
Qun,ICI NELLO -
G. 659.
659 .
748 - 50
RAVA
- xx - 405 45 - 659. 613. - gen. - 927
681 · 747. - capit. 321 - 22 - 49 - 56 - 77 - 78 84 - 853. Hl•:Gls G . - r:apit. - 681 - 747 55. Jlgois - ing. - 756. REI SOLI - g:en . ~ 434 - 36 - 83 85 - 86 - 87 - 89 - DI - 503 76 - 77 - 659 . RIDNZI FRANCO - colonn. 971. REGAZZ1
Q
-
RESIO
GIUSEI'PD
E. -
XVI.
P . - 659. E. - capit. -
RESSADORE
R
RIJ3ECCHI RICCII ETl'I
HABBl':KO
ABRAMO
sottoteu.
882. R AGAZZONI
-
1014. capit.
753 - 54. 873 . U . - teÌl. RICCI GIULIANO - gen. 690 774 - 885 - 990. RICOTTI CESARE - ministro 923 - 25. RIGO:'.'i!I GIOVANNI .c olonn . 963. RrnuzzI A . 659. Rivr F . - ten . 769. 435. RIVIET,LO - ten. colonn. Rrn1mnr - sergente - 533. RIZZOLI A. XVII. RoBECCRI -B1nCHET'l'I 999. RICCHIERI
teu. - 358 - 84. R. · dott. - 756. RAGNI OTTAVIO - colonn. - 349 . 599 · 600 - 01 - 02 - 1014. RAGONI A. · ten. 873. RAGUSA E. - ten. 401. RAGUSA V. 691. R-\IMONDI GXACJ]';TO • coionn. 360 - 807 - 10 - 11. RAINALDr - gen. 417 - 21 34 - 35 - 43 · 64 - 66 - 67 501 - 640. HAcI::-;A -
AURELIO
-,- 1033 -
I
i
INDICE DlDI NOìl:CI CON'.l'ENUTI NEL VOLUMID VI
Rosmwu G. - dott. -
756
59
SACCHI Ar,U'REDO -
70 - 75
76
817 - 73 . SAcc:in · t en. -
1010. Uosmm:s (lord) -
77.
1001 - 03. gen. - 661 · 93 · 97 · 784 · 85 - 816 · 990. SAcHERO GucrnTo - gen. - 7'74 SACRERO C ELESTINO ·
gen. - 673. A . M. - 988. ROCCHI · gen. 453 · 71 · 73. ROGIER FRANCESCO • gen. 139 661 · 62 - 70 · 73 · 78 · 701 · 02 - 03 - 04 · 05 · 06 988. ROLANDO L OHENZO • sottoten . -8S2. RoMAGKOLI - colonn . 417 18 · 21 · 34 - 35 44 57 60 · 618 - 80. ROMANO A . - prof. 756. ROMANO GrnSEPPD colonn: 979. ROl\H:o A. · ca,pit. - 754. HOMTJSSl CARLO 41 . 123. R OSSl<YJ'TI • capit. 613. Rossr Acmu,E · ten. - 385. R OSSI ALDO · capit. - 747 ROSSI CELESTINO 707 · ,09 10. Rossr - ma,gg. - 127 - 412 1009. RossI VITTORIO - soldato - 347. R UBIOLO 1011. RUSPOLI 999 . Russo · capit. - 371. Ro1.l!LANT ROCC,\
s S ABBIA
ten. colonn.
F. - gen.
S ACCANI ALEARDO -
746. gen. -
961.
-
. [)71. S ,\IN'.1'8 0LAlRJ1) DEVILLE _ · SArn·r· Rom::nT _
65.
1.05.
SALANDHA A'.:\'l'ONIO •
ministro -
986. S ALAZAR • SALE'.l'TA
gen. -
559 - 602 - 03.
'1'ANC1mm - gen. -
137
227 · 29 - 37 - 39 - 42 - 681 · 82 · 790 · 91 - 994 · 96. BALSA TO:\fMASo • t.en. colonn. 89 · 90 · 1002: S,wr o NICCOLÒ - caporal magg. - 347. SAL GZZO ,' ES,\RE 668 · 74 · 76 · 730. S,\LVAGO-RAGGI ~ 1008. S AMBOK 660. SAKDULLI R. - capit . - 875. SANGERMANO HENEDE'lTO • colonu . 971. S ANMI~IATELLI -
M. - capit. - 873. 327 . 29 . 660 · 1006 · 07. SArfil•r o G. ---' 993. SArUNDASKI • gen . 115. SARDAGNA 660 . SARDEGNA CARLO - magg. 817. SARii'ATTI G. XVII. SARRACINO L . - gen . 781. SANTI
SAPELU · ten. -
1034 -
INDIC!ll DEI NOMI CONTENUTI NIJ:L VOLUMm VI
E. - ten.
SArtTOHIO
colonn.
--
754. SAYA E. - ten. 769.
844 - 47 · S4 .
SA \'EHI DIO)rnDm -
gen. -
SISMOKDI
SoLAROLI
990. 367.
SOLDA'.rI -
952 -
Sowrnno MortELLI
F. - magg.
754.
53. SAVINO -
]T. - capit. - 746. J:> . - ten. - 431 - 32
ten. di vascello (principe) -
SAVOIA AMEDEO
(duca) caporale - 378.
SAVOIA FERDINANDO
429.
SoLT,ECITO
78-L
S OLLrnn -
695.
- soldato 371. colonn. - 752 - 883
990 .
O. - xvr. SOMMA DnNATO - capit. 487. 't:en. - 284 SOMMLULLER • ing . .;- 921. 88 - 89 · 91 - 95 · 300. Som,INo SWNEY - ministro Sc.\LFAHO - ten. 368 70 943. 85. SOKZOGNO - editore X VII • 539. S CHAKOWISKI (principe) 53. SOitICE ANTONIO • colonn. 781. SCHIAHINI P. - gen. 660. ScrPJONI · SCIPIOKW - gen. 961. Son:.vrANI - ten . - 276 - 88 - 303. Sosso G. - capit. '748. Sccn·rr · ca,por. ma,gg. 367. SPACCAMELA Prn . gen. - 226. ScUTI E. 853 . . SrrunA~ZA · serg. magg. 333. SrmAT (ras) 317 · 1002. SPINELT.,I - colonn . 421 - 35. SEé co G. XIV - xx. SEGATO LUIGI - gen. 885 - 990 . SPI~CMRDI - gen. - 135 · 420. S'1'AKELBERG - gen. 87 · 99 SEGRI~ .RorimnTO - gen. 778 103. 990. gen. S'.rAMPACCHIA L UIGI SELVAGGI _ - magg. 445 - 61 774 - 999. 503. S'.t'AMPI::-SI E . - dott. ~ 756. SER:\fAN 45 · 46. STASSANO EnN'ESTO - magg. Sum.: \fASI - capit. 34-9. SERRAVALLEJ - abate 733. 773. STEFANELLI E. XVI . xx. SEYMOU R - ammi ragli.o ~ 83. S·rmrN:\ilD'l'Z - gen. ~ 24. SmmIDAN - gen . 46 . 8IACCI FRANCESCO - 105 · 825 S'.l.'ERPONE A. · gen . 793 ; 96 · 97 - 817 18 - 991. 28 - 72 - 73 - 988 - 90. SIGNOR!LTIJ - gen . 529. STERPONE E. - colonn. 797 SILLANI P. ~ 660. 98. SIMÈKA - gen. 50. STEVANI , colonn. - 389 - 92 SIRACUSA CARMINE - capit. 93 - 660 · 1002. 680 · 772 · 819 · 85 · 990. 8TIELER BmRGAUS 123. ,
SAVOINO -
SoMiGLIANA
ScALA RAFB'AIDLJJl -
~
1035 -
INDICE DEI NOMI CONTENUTI NEL VOLUME VI
s,1'éiSSBL STHAZZERI
gen. - 98 - 103 - 07. G. - colonn. - 417 -
18 - 19 - 21 · 57 - 60 - 751 · 53 - 873 - 998.
51
SUWIMAN PASCI.~ -
L. -
SUSANI
SuwAROFD'
-
53.
XVII.
gen.
57 - 127.
T gen. -
'l'ADDIJ:I ALFREDO .
961. .
79.
ten.
~
1008. T ARAN'l'O A. - gen . - '777. TARLARINI - ten. 369 . 85. TASSONI - gen . 515. 'l'APPI -
305.
T ECLÈ .ABAGUDEN -
TEODORO (re) -
228.
TESI ALmSSANDIW -
G .. - gen. -
gen . -
962.
778.
don V . · prof. - 755 . TESTINI VINCENZO . colonn.
TESTA
971. 'l'FrOMAS -
gen. -
-
sottoten. -
231 - 33 - 34. A. - gen. 24 · 42.
415 - 623
TmoNrn
GIOVANNI
'l'r<l'.rTONI
-
principe - magg. -
81.
u
599 - 602
· 03.
920
27 4 . 327 29 - 34 - 36 - 38, - 54 - 59.
993.
gen. -
gen. -
21 - 23 - 991. 'l'ozzr PAsQuAI,E - magg. _ 873 - 75 - 76 - 991. TRAVERSO L . 660. 'l'Irn:scowN · gen. 33. TRIANI ANGgLo - gen. 661 706 · 07 - 15 - 1G - 18 - 43 . 889 - 90. '1\IPEPr · sergente - 34(i - 47. TtWMBI - gen . - 528 - 29 - 41 43 · 46 - 53 - 55 - 1005 1010. 'l'ROMPEO - musicista 783. TIWNCONJ)) - soldato 371. 'J'HOYA G . - ten. 755. Ts1m H1 - imperatrice 81. T URlTTO
ten. colonn. - 255. 'l'ooo - ammiraglio - 95. 'l'OM'. MASO (duca di Genova) -
XVI(.
768
gcn. - 68'3 · 751 - 54 · 76 · 873 - 75 991. 'l'OSl,LI.l PIETRO - magg. 276 • '77 - -79 - 89 - 91 - 92 - 95 96 · 97 · 765 - 66 1000 01.
TIXON -
TOMMASONI
~
69 - 980.
'l'TÌ AN -
40 - 45 - 46.
o. -
gen.
'l'OHl!E'l:l'.-\ ALl?REDO -
TOURNQ;\; 0TTO~E -
997 1010. gen. _ 688 . 91 'J.'ALLARICO A. - 776. 'l'APPI - capit. - 503 - 04 - 99 · 619. 'J.'AITÙ -
T n:sro
'l'onALDO DI F tU NCIA 'l'ORELLI ALF'ONSO -
Ui\rnmrt'.I.'O I 235 - 37 46 673 - 96 - 7 4.1. 44: 84 - 88 - 808 13 - 91 - 923. Urnu - ammiraglio - 96.
1036 -
42 43 10 .
'
!!\DICE D.EI NO.Ml CONTENUTI NEL VOLUME VI
V
VI'.l'A LEJVI
t en. -
-
356. 539 - 660
VITALI GIOVAN.NI -
gen. ~ XVI 356 - 84 - 770-bis - 78. VAccai,;r,u NrcoLA - gen. 778. VAL1~NTIN1 A.nTuno - geu. 980. VALGN'.l:IN1 - nu1,resciallo 41.3. VALIDNZANO - colonn. 359 VACCA ]):L\GGJOLINI -
GO - '73 - 74. \TALLAilDI A . -
1007 - 08 - 09 . soldato - 614. VI'J.".ronro EMANU I~LID II (re) 672 - 73. VrTALINI -
VI'!'I'ORIO
EMANUELE
III (re)
948.
F. - rnagg. - 873. VoGFIIDRA lD. - editore 660. VIVANE'J:
XVH.
F. - X\'II - 405 - 538 40 - 44 - 45. VALLI - magg. 327 - 29. VALOHI A. 660 · 988. V ANNUTELLI GIUSlflPPE - Cttpi.t. 533 - 34. V ANNU'.l']])LLI LAMJ3EftTO sotto ten. vascello - 400 1001 03 - 04. VANZO A. - gen . 688 748. VEHANI iVIASIN - ma,gg . 461 62 - 503 - 618 - 991. VrnnC.li:LLINo ili. - gen. 780. VrmoINOis G. - capit. - 748. V1mDONID - ten. 432. V1m1n - cap it. 43:t. Vrn1~rorn - capit. - 429 - 30. Vrnr A. - ten. - 277 - 79 - 80 83 - 84 - 321. - 29 - 35 - 38 . 40 - 41. - 46 - 84 · 769. VIGANÒ - gen. 660 - 938 - 39 1003 - 04. VIGNA N. XVII. VINOY - gen. 32. VIO'rvrr - 401. VI'l'A FINZI CAnLo capit. 875. VALLAHDI
-
991.
VOLI VOLPI
RAFF.<\ELI!l
-
colonn.
963. VOYRON
-
gen.
~
84.
X 297 - 66').
XrnmNIDS - scnltore -
y YAMAGATA YORK
von
gen . -
79 .
V,rnTEllfllURG -
89.
W 12. felcl maresciallo
WAHRENDORF vV,H,DERS.0E -
86 · 89. WASBING'l'ON \V1WJ'ZL -
WIDRDF.R Will:CPFEN
WITH'.rWOH'l'I'f -
1037 -
36. 31 - 47. 33.
GIORGIO -
gen . gen . 31.
59.
INDICE DEI NOMI CONTENU'.1.'I NEL VOLUM0 VI
z
rnagg. - 321 49 · 52 - 54 - '73 - 74 - 75
ZoL,\ ALBEH'l'O -
n . ZAGHI
0. -
660.
ZAl\:fI'INI ENHICO -
capit. -
ZAMPOLLI I SIDORO - gen . ZANO'l'TI
A. -
680 · 748
873. Grns1,:PP.0 -
ZAtmo
875. 981. 7/72 ·
ZOPPI
ss - 772
84 .
991. Zou CORRADO
-
ENRICO -
96.
ZASSULI'rc - gen. -
-
660.
capit.
961.
- gen . -
950
51 - 52. 416 - 21 M - 537 - 38 - 40 - 774 .
ZuPP©LLI • co lo1rn. -
Z1~1nu G . ........ 691.
'
-- 1038 -
I•
4G8
69 · 618. ZoPPI GANrANO
gen.
- 883
Indice del sesto volume
Pag.
Dedica
VII
Prefazione di S . E. Benito Mussolini
IX
Premessa al VI Volu me
XIII
ù omitato di Redazione .
XIX
Capitol o XXVI. Gli insegnamenti derivanti dall'impiego delle nuove armi <la fuoco nelle guerre combattute all' estero da,l 1870 al 1914 § 1. I
n uovi elemen ti che influiscono sulla condotta delle 01ierazion i. - La dottrina cli l\foltke. - I criteri di impiego. dell' artiglieria in Prussia, in 'F rancia e in Austria. - I materiali d'artiglieria nel 1870 e l'organizzazione dell'artiglieri a n ei principali Ese1·citi di
~~-
l
§ 2. Lit guerra franco-prussiana 1870-71. - Precedenti e cause della
guena. - Le fo rze contrapposte. - I p iani di operazione. - \Vcissemburg. - WUrt. - Spfcher en. - Borny. - Vionville. - S aint Privat. - Séd:rn. - Assedio cli Strasburgo, di Bdfort e di .Metz. - La battaglia d ella Lisaine. - Assedio e caduta d i Parigi. - Conside· razioni § S. La guerra di secessione d'America. - Precedenti e cause. - Gli avvenimenti. - L':.irtiglieria nelle azioni navali e nella cooperazio11e tra le forze n avali e terrestri. - L'assedio di Wicksburg. · La presa dì Wilming(·on e di Chal·lestown. - La battaglia di R ieti! mond. - ConsiderHzioni sull'ar tiglieria
-
1039 -
INDICE DEL SESTO VOLU ) fE
Pcw . § 4. La guerra r usso-turca del JS,7-78. - Precedenti e cause. - P lewna.
- La pace e la revisione ùd trattati. - Il fallimento delle teorie tedescbe in materia cli illll)i<:go d'ar tiglieria. - Gli insegnament i della g uena russo-t urca .
4S
§ 5. I pr ogr essi dei materiali ùi a r t:iglier ia nella se<:ouda metà del secolo XIX. - La r igatu ra. · L a retr ocurica ed 1 s istemi di chiusura. -· I p rimi. materiali. a defor mazione. - l materia lì tedeschi, francesi, inglesi, russi ed a ustr iaci § 6. La guerra anglo-boera c1el 1891}-lfJOO. • P recedent i e cause della
g nen a . - Le forze contrapposte. - I d isegni c1'opei·azione. . Illocco di Mafoking, Kimberley e Laclysmit.h. - Ila.trnglic cli Coleni;o e della Modder. · .:Batt aglia in l\faggersfontein e cli Stromberg. Arrivo del Hober ts. - La liberazione delle città bloccate e l'ingresso in P ret oria. - La guerriglia. · La pace. - Gli insegnalllenti d ella gueri:a in materia d i impiego d'artiglieria .
70
§ 7. Lo svilu ppo clel Git11>pone . . La g uerra tra Giappone e Cina. - I
trattati cli pace e l'i utrowettenza delle nazioni europee. - La rivoluzione dei Iloxers nel 1000. - L'assedio cli Tien-'l'sin e delle lega zioni europee in .Pekino. - La liberazione. • La speclìzìone europea, in Cina . · Le oper azioni verso 'l'u-Liu e l'occupazione dei for ti. La · spedizione su P:iu-'l'ing-Fu e l' avventura di Cu-Nan-Sien . . Le trattative di pace. - Considerazioni L e forze contrapposte e i loro armament i. · I disegni di operazione. - Le operazioni navali iniziali. . Battaglia dello Yalù. - nattaglia di Nan-Shan. - Battaglia cli Wa-Fang-Yang e ripresa offensiva. clei R ussi. - L'assedio e la caduta d i Por t-.1\. rt hur. - i,a battaglia d i Mukclen. - Lu battaglia navale. cli 'l'snscima . • Cons iderazioni. L'evoluzione dei criterii cli impiego dell'a r tiglier ia .
78
§ 8. L a guer ra russo-giavponese. · .Precedenti e ca use.
!12
§ 9. La guerra balcaiiirn del HJl.2. · P receden ti e cause - Forze con-
trapposte. - Disegni di operuzione. - L e operazioni: K irkilisse; Lole Burgas; Ciatalgia . - L'armistizio e fa r ipresa delle t>peravincitor i e la coalizione contro zion i. - La pa ce. - I d issidi fra l a Bulgar ia . · Considerazioni Notizia bibliogra fica .·
Capitolo XXVII. Dottrina, dell'impiego dell'artiglieria e consider azion i sulla sua a,pplicazione Sgua r do generale al periodo 1870-1914. • T.nflu enzu esercitata d alla guer ra del 1870-71 presso tutte le nazioni in 'fatto ·<li iro-
§ 1.
1040 -
112
JSDICE DRL SERTO VOLUME
Pag .
!Jiego di artiglieria. - Adozione in Germania, in Italia ~xl in E'rancia di nuovi materiali. - Influenza della gu erra 1877-78 . - Le nuove idee del Langlois, e loro influenza su ll' orieutamento clelle nuove dottrine. - NnoYi criteri di impiego derivati
12:,
§ 2. In fluenza delle nuove idee i11 Italia nel periodo J.870-1014. - Ri-
forme appor tate all'orèlinamen to dell'Artiglieria. - Manchevolezze 1·iscontrate e su ccessivi ritocclli. - Cr esciu ta imt>ortanza tattica clell'art.iglieria dopo la guerra del 18i7-7S. - Nuovo ordinamento dell' .::\rtiglieria nel 1882.. - Oi:dinamento cl.e! 1901. - Suc:c:cssivo ordinamento apportato Ùll' Arma nel 1912 con il quale si iniziò la guerra mondiale . Compitì assegnati all'Artiglieria iu questo sottoperiodo. - Siiddivisione del!' Artiglieria per socl<lis fare ai suoi diversi eorup'iti. - Guerra. cli camvagna: condotta dell' Artiglieri a nei e;oiubattimenti locali. - Difesa ed attacco. - Concentrazione di Artiglieria. - Azione della massa cl' Artiglieria. - L' Artiglieria nellf~ guerra cli montagua. - Guerra di asseclio: servizio e comp.iti del l'Artiglieria nell'attaeco delle fortezze . - Classificazione delle batterie. - Impiego dell'Ar t iglieria nella difesa delle fortezze : dotazione cli una fortezza ; ar mamenr.o dl sicurezza ccl armamento c1i d ifesa. - Azione clell·Ar It iglierrn contr o un nttacco regolare •
130
§ 3. Sottoperiodo 1870-lSSl.
139
'§ 4. Sottoperiodo J.881-1000. - Gem}ralità. - P erfezionamenti nella co-
stnlzione dei materiali, nei proietti e nel.le armi portatili. - Loro influenza uell'impiego <lcll':.ntiglieria. - Unità tattiche. - Compiti dell'artiglieria nel combattimento. - L'a r tiglieria in unione alle altre armi. - L'artiglieria nel combattimento offensivo e clifensivo della Divisione. - L 'artigli<~ria nel combattimen to offensivo e difensivo del Corpo d'Armata
l72
'§ 5. Sottoperioclo 1000-1914. - Le specialità di artiglieria. Unità tecnica ed u n ità tattica. - Nuovi principii di impiego. - Norm e di impiego derivate. - L'artiglieria nella battaglia . - Azioni offensive. - Azioni d.ifensive. - Contrattacchi e ri tir ata . - Guerra d 'assedio. - Artiglieria cl.ella clifes::i . - Jmpieg<> dell'artiglieria uella. guerra d 'assec1io. - Conclusione
1~7
0
Notizia biblìogrnfiea .
Capitolo XXVIII . L 'artiglieria nelle gnerre c,oloniali § 1. L'artiglieria nelle campagne d'Africa (J887-1895-18!-l6). - Attacco di Saati. - Scontro cli Dogali. - Disposizioni del Generale Salet-
'67
-
1041 -
fNl)lCE 0 1.:I, SESTO VOLUME
Pao.
tn . - Successione del Gener ale di San :.\[:u-zt1110. - Occupazione cli Saati. - Successione del Generale Baldis><era. - Oc<:upazione cli Chel·eu e <li. Asmara.. • Marcia su Ad ua. - Combattimento cli Agordat. - Successione del Generale Barattieri. - Marcia su Cassala. Scontro cli Sagnneit i. · Operazioni contro ras Manguscià . - Comb:,,ttimento di Amba Alag i. - Assedio <li Maccullè. - Operazioni di Aclua. - Lu battaglia e l'er oica condotta di tutti. - Operazioni successive §
2. L'a.rliglieria nelle prlll.le opertlzioui in Somalia. - Le vecchie artiglierie. • 11 On p.itano (] ' Artiglieria Vittol"io Uottego. - Or;.;an izza7.ione mlli~1rc locale. - Le esplorazioni del Capitano Ilottego ecl i loro risultuti politici e scientifici. · L'opern d i Ugo lferrnn<li. La mor te er oicu clel Capitano nottego. - Orgn n1z7.,l¼ione e ordinamento del R egio Corpo trnppc indigene del llcnaclil". - Prime ope1·azioni nel 1907. - Spedizione Di Giorgio. - L'azione clell'm:Liglier ia nelle azìo111 successive clel 100S e HlO!J. - Occupazione dello Scidle e del Baidoa . nella guerra ltalo-turca 1011·1~. - Artiglieri e contrapposte. - Prime azioni clell'ottobrc. - Azione del 20 novembre. Uattaglln di A i11 Zara. - Il Generale Gigli Cervi. - Sistemnzio:ue clifens ìva . - Combattimenti di Hir Tobr ai: . . Combattimeuto cli Zanzur. - Progetti per l'avanzata in 'l'ripolitania. - Sistemazione dcfinitivtL della base di '.l'ripoli. - Occupazione di Boms. - Occupazione del Mergbeb. - Operar.ione i::n Lebda. - Sistemazione clifcnsiYa di HoIDs. - Occupazione cli Sidi Saicl. - Occnpazioné cli Sicli All. - O<:cnpazione di Zuarit. - Ot:cupazlone di Misurata. Le Otlerazioui in Cirenaica. - Sbarco a n cngasi. - R icognizione a El Cocfia. - A.t.tncco cli Bengasi dd 25 dicembre. - Battaglia delle Due Palme. - Sbarco 11 Dernn.. - R icognizione sull'altipiano. - Combattimento per la prote,1:ione cieìl'Uacli Derna . - Azione del 12 febbraio. - Combatti m<'nto del 3 rna rr.o. . Azione d el 16 nvrile. - Azioni clel l uglio. · Sislcmazioue difens iva definitiva di Derna . - Le operazioni a '.robrnl,. - Sistemazione clifensh·n. Ultiruc oper azioni delln guerra italo-tm ca. - Occu1m7.ionc <11 Rodi e clel Dodt~ca1111eso. - Ult ima operazione della gncn:1 . - ~cconda battaglia cli Zanzur. - Azioni a Bengnsi e a Dernn. Bsl)erimcnti concretati dutnnte la gnerrn italo-tnrca. • Rela zion e ciel Generale 'l'ettoni snlle vicenclc dell' Armr1 cluraute 1:1 guerra. - Considerazioni.
39a
§ 3. L'artiglieri a
414
6f\3.
Kotizia bibliogr nfica .
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INDIC8 DEL SltSTO VOLO:\rE
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Oapitol,o XXIX . Le Scuole d' artiglieria dal 1870 al 1914 La Hegia Accademia militare di Torino. - La Scuola d'applica,zione d'artiglieria e genio. - li Comando unico della Seuola, d'n,pp.licazione ù 'artiglieria e gt~nio e dell' Accaclernia, militare. - Il Corso speciale dei sottufficiali. presso la Scuola mi.litm·e di :.vrodena. - Cenni sulle Scuole reggi.mentali. § 1. Jl Comandante Gener ale Giovanni Caval li. - Le norme clel 1862
per l'ammissione e per la durata dei Corsi. 1 programmi di insegnamento. - j,' ratta mento degli accademisti del 3<> Corso. · Le modi1iche del 1870. - Gli Ufficiali cli governo e loro reclutamento. 11 Maggiore Carlo J,anza di Busca. - L'ambiente ùell' Accademia. - Le mocli1iche del 1877. - La cif r a reale. - Il Generale Carlo Bottacco. . li Generale Luigi Gia notti. - L'origine della festa del « Mac n:ll. - li Generale Celestino Sacher o. - Accademisti principeschi : l•)m:muele ]filiberto Duca delle Pu_glic e~ il Principe egiziano Ahmecl Fuad. - n generale Eugenio Olivìero. - li par eggiamento degli studii. . Speciali norme per l'ammissione. - Il Genera.le Giuseppe Acc usani di Retorto. ! 11 Generale Nicola Quaglia. - U Gener ale ]'ranc<:~sco Luigi Rogier. - La sostituzione della, bandiera nel 189,J . - Il Generale Angelo 'l'ria ni. - La riunione dei due Istituti di 'l'oriuo in u n unico Comando. - Il Colonnello Pietro Drocclù. - Il Colonnello Conte Alberto Mor eJU di Popolo .. - Il Colonnello Conte Edoardo Lttda di. Cortemiglia. - Il Colonnello Agostino Al'lorio. • TI Colonnello Leone Andrea Maggiorotti. . Programmi. di insegnamento. - Le gare ginniche. - I viaggi d' istruzione e le Scuole di tiro . . Ricordi ed episodii . . La partecipazione a lle grancli manovre nel 1909 e nel 1011. - l;fliciali insegnanti. . Preclari insegrnrnti di materie scientifiche e letterarie . - Le · l apidi commemor ative. · Le meclaglie d'oro a l valor militare. . Antichi allievi clel1a R. Accademia militare. - Anno 1914-15. . Provvveclimenti e disposi~ioni. · . Il Colonnellq Arlorio s uccede nel Comando al Colonnello Maggiorotti
La Scuola d'applicazione d'a,rtigUe1fa e genio. § 2. R ipresa ciel Cor:;i regolari nel :t8GS.
I Genera.li Comandanti dal 1863 al 1397. - I Comandanti in seconda dal 18'70 a l 1897. • Il Comanclo unico dei clue Istitnti. · Compi.ti e mansioni del Comandante in seconda. - I varii Comanclanti in seconda dal 1897 a l 1914. · I Direttori clelle istruzioni pratiehe clal 1864 al 1914. .
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INDICE DEL SESTO VOLUMID Pag.
ùost:inza nell' indi rizzo della Scuola·. - Cors i speciali ed accelerati. , Il diritto a lla riromozione a t enente. - Viaggì d'istruzione, campi e scuole cli tiro. - Il Corso complementare per i provenienti d ella Scuola llliliUtrn di Modena. - Corsi prepara torii pe1· ufficiali d i complemento. - Motlifiche alla legge di ava nzamento: sorte riservata tti non vromo,;si negli esami. - Clliusura della Scuola nell'autunno 1914. - Il riordinamento OJ)erato ctal Generale Conte Carlo Lanza di Busca. - Locali e caserllle occupati d alla Scuola. Reparti speciali cli truppa. - La biblioteca. - La lllensa. - Il Cir colo Uillciali. - I va.rii servizii. Progntmllli d' insegnamento dal 1838 al Ull3. - Programmi cli insegnamento nel 1914. - Insegnamenti teorici e pratici. - Esercitazioni e visite. - Importanza dell'insegna mento d ell'impiego. In,.::;egnamenti pratici sulle istruzioni e sui regolamenti. - Formazione del punto caratteristico cli cla.,;sifica. - L'impor t anza data all'equitazione. - L'opera d i Enrico Brunati. - L'equitazione cli campagna. - Le gare fins l i. - La scherma. - Le istruzioni speciali d' arma. - Esercitazioni al campo e viaggio d'istruzione. - I punti caratteris tici. - Classifica?:ione E' trnzia11ità relativa. Servizio interno( J ella Scuola. - Insegnamenti tecn ici e scientifici. - Interroga tori i, disegni e pr ove scritte. - Puntazion i e punizioni. - Esami e loro mocla.lità. - Sorte c1ei non idonei alla promozi.one. - Esami di riparazione. - L e istruzioni pratiche. - Il punto d'istruzione. - Ordinamento, clo,,eri e disciplina degli Ufficiali-allievi. Gli Tjfliciali d' a r t iglieria insegna nti alla Scuola dal 1863 al 1914. - L'istnrnione educativo-morale. - L'opera diuturna clei Comandanti cli sezione. - L'indirizzo dato dal Comandante in seconda. - La « guicla >> •• § 3. Il Comando unico della Scuola· (l'applicazione d'artiglieria e genio e clell 'Accademia militare dal 1897 al 11!15. - Mansioni del Comand:rnte unico - Ripristino dell'antico orclinnmento del 18B8. -
I Generali Comandanti
Tl Corso speciale dei sottufficiali presso la Scuola 1ni1itare di Modenth (1870-1915). - Scuola, cli Ca,s erta. - Cenni sulle Scuole reggimentali. §
4. Le prime Scuole reggimentali clel 1849. - Le Scuole presso i Corpi 11el J.858. - Il Regolamento del 1865. - T gradi di idoneità per la dispensa dalle S('nole. - Il Corso d 'istruzione per i graduati di trupJ)a aspi ranti a diventar utlkiali. - Le t re classi della Scuola SU[leriore. - :vrateric d'insegnamento, esami e certificati. - Sospen-
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INDIC0 DEL SESTO VOLUME Pag.
siouc e ripresa delle Scuole reggimentali. - l libri tli testo. Concor si. - Modifiche prognunmatiche clel JSGO. - Abolizione tielle Scuole superiori r EiggiUJentali. - Le nuov<i Scuole ùei Corpi. - La Scuola per i sottufficiali. - Tstrnzione dd 1S73. La Scuola speciale per i sottufliciali pi:es;;u la Scuola m ilitare cli Modena. - Le origini della Scuola. - :?\fodifid1e e varianti negli esami d'ammissione. - Incremento nelle :.tmruissioni clal 1880 al 1882. - Ammissione tlegli Ofliciali cli complem.enco. - I num·i prog r ammi cli ammi1,sione del 1883. - I n quadramento dei sottufficiali a llievi. - Ordinamento clella Scuola militar e del 1885 e mod ifiche clel 1887. - I~sercitazioni estive. - Caratteristiche d 'uniforme. - I Comandanti della Scuola clal 18H6 al J.887. - Abolizione del Corso speciale per sottufficiali a Moden a.. Istituzione Scuola sottumciali cli Caser ta. - La Scuola centrale cli tiro per la fanteria n P annn . - Ordinamento della Scuola di Caserta. - Programmi per l'ammissione. - So11pressione della Scuola cli Caserta nel 1895 e ripristino <lei Corso specia le n Modena. Ripresa ci'ei Corsi n :Modena. - M:odificllc del 1899-900. - Le esetcitazioni pratiche suddivise per Arma . - Le riforme d el Ministro Peclotti. - P r ogetti succ;e::;sivi. - 11 ritomo all'antico. - Corsi accelerati e Corsi multipli. - Comandanti della Scuola cli Moclena d al 1895 al 1915. • Progr ammi speciali per i Cor s i dei sottufliciali allievi d'ar tiglieria dal 1895. - Hevisioni e successivi llliglioramenti. · Obbliga torietà del Coi:so complementa r e di istru ~ione presso la Scuola d' applicazione l1i Torino. - l.ìtJìci!lli d'artiglieria insegnanti .alla Scuola cli .Modena . Istrrnr.ione clei sottufficiali e gradutati ùi truppa pr esso i. Corpi. - Corsi speciali, plotoni d'istrur,ione . - La teoria
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Notizie bibliogr:rf:ìche e delle fonti.
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Efl'eme1·icli cronologiche delle Colonie italiane: Eritrea - Somalio. Libi:1 (1869-1912)
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Indice dei nomi
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Indice delle · illustrazioni
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1. Cupnone fra ncese da 4, da montagna, rigato, rood. 1858 2. Cannone francese da 4, da caropagna., rigato, rood. 1858 3. .Obice francese da 12, da camp., rigato, rnocl. 1858 4. Cannone austriaco da 4. 5. Mitraglia trice . De . Heiùe. 6. Cannone tedesco da 6, in servizio nel 1870 7. Campagna franco-gerroanica - 'l'e~.tro delle operazioni 8. Schizzo della prima battaglia 9. Schiz?:o della battaglia successiva 10. Schizzo della battaglia di Worth 11. Schizzo della ·battaglia alle 12,30 12. Schizzo <lella. battaglia. di Metz 18. Battaglia di Saint Priva.t 14. Bombarda.mento di Parigi 15. Carta d'insieme della guerra di secessione cl' America 16. Cartina d'insieme della guerra russo-turca 17 Inizio della 1:,ruerra russo-turca 18. La terza battaglia di Plewna 19. Cannone francese da 95, mod. 1875 20. Cannone francese da 80 mont., mod. 1878 21. ]'reno di bocca del capitano di cavalleria de Pla.ce 22. Cannone da ~120, mod. 1890, corto, detto ,(( 120 leggero» 28. Cannone da 75, rnod. 1897 . 24. Cannone Armstrong ad avancarica (ca!. 76) . 25. Cannone Armstrong a retroearica da 12 ( cal. 76) 26. Cannone Withworth ad avancarica, da 3 27. Cannone Withwoth a retrocarica, da 9 28. Cannone Vavasseur da 6 W. Cannone da. 18 libbre 80. Carta d'insieroe della guerra · a nglo-boera
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INDICiil DELLP, ILLU STUAZIO.Nl Pa[/.
Fìg. 31. Carta d'insieme della guerra cìno-gìapponese >> 32. Sottotenente lii vascello IOrmanno Oarlotto - Medaglia d 'oro >> 83. Colonnello Vincenzo Gal'ioni, Comandante delle truppe italiane in Cina . )) 84. Mitragliatrice Kor<lcnfelt presa nei forti cinesi dalle truppe italiane nel 1901 . )) 35. 'l'enente Colonnello Tommaso Salsa . )) 36. Carta d 'i11sieme della g uerra russo-giapponese )) 37. Maggiore cl' Artiglìeria Pompeo Grillo )) 38. Le artiglierie tipo italiano costruite sotto la clirer,ione del i\faggiore Pompeo Grillo ali' Arsenale cli Osaka (Giappone) )) 39. Citrta d'insieme clella guerra balcanica l!ll.2-13 )) 40. Colonnello 'l'anc:rcdi Saletta )) 41. :Mar,;saua - Il Forte cli Abd-el-Kacler - 1886 )) 42. Scbi;,;zo del terreuo di Dogali )) Ml. 'l'emrnte d'Artiglieria Giovanni 'rirone )) 44. 1~enente Colonnello Tommaso De Cristoforis )) 45. Cavitano Carlo :\;fichelini cli San Martino )) 40. Il campo trincerato di Massaua . )) 47. Linea dei l,'or ti esterni - Massaua . )) 48. L inea dei Forti _interni - Massau a . )) 49. Generale Aless,wdro Asinari di San Marzano )) 00. Capitano Carlo Michelini di San Martino )) 51. Generale Carlo Lam:a di' Busca . » 52. Anim:ata San i\'Iarzano su Sttnti - Disloca:r,ione truppe italiane - Situa:r,ionc 7 genna io 1888 )) 53. Veduta generale di Saati nel 1&.'18 )) 54. Occupazione di Saati )) 55. Forte Balcli.ssera all'Asmara )) 56. Generale Antouio Baldissera )) 57. La. compagnia cannonieri in trasformazione 188H )) 58. Capitano l<"eclerico Ciccodicola )) 59. Progetto del Capitano Ciccodicola per someggio sù muletti )) 60. Generale Ba ldassar ~ Q,rero . )) 61. Mitragliatrice Gatliiig ricuperata ad Adua ' )) 62. Marcia clel Generale Orero su Adua - Il camno di Adua )) 03. I Capitani Bianchi~i e Ciccodicola )) G4. Battaglia di Agot·clat )) 05. Colonnello Giuseppe Arimomli )) 66. Schizzo della bnttaglia di Agordat )) 07. Maglie ecl armi del Capo dei Galabat ucciso ad A;ord~.t \ )) 68. 'l'ènente Carlo Gianni.ni )) 69. Forte di Agordat )) 70. Batteria da montagna incligeni
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INDICE DELLE ILLUSTRAZIONI
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F ig. 71. » 72. » 73. )> 74. )> 75. )> 7H. » 77. » 78. ,, 79. » 80.
Il ll'orte di Cassala Capitano Francesco Carcbiclio Atta.eco e presa di Cassala . Batteria da montagna in man ~ia Maggiore Pietro '.L'oselli. . Batteria d a. ruontagna in marcla La sost a al Mar eb . Il campo cli Mna-Ejela . Combattime.uto di Coatit La. Conca di Senafè veduta ·<:lallc pendici sud-orientali del1'Amba '.l'erica » 81 Indumenti cli r as :Mangascfa presi a Ooatit >) 82. 'l'enente d ' ArUglieria 1Dgist.o Gaclducci il 83. La r egione di Ad igrat » 84. Il Forte cli Adigrat » 85. L a sezione del T enente Caruso ad Aòua >l 86. Ufficiali rl ' L\rtiglieria nei primi anni dell'Occup:i?:ione » 87. Maggiore Giovanni B attista Ameglio )) 88. Teatro della Guerra )> 89. Il combattimento cli Aruba Alagi » 90. La. sezione d'artiglieria indigeni del Tenente Scala acl Adigrat J> 91. Capitano Domenico Angllerà - Ten ente Marzio Manfredini ll 92. Monumento al Maggiore Pietro 'l'oselli » 93. Maggiore Giuseppe Galliano » 94. Combattimento dì Aderii l> 95. La batteria Angberà >) 9(t 'Tenente E rnesto Giardino )> 97. Il Forte di Macallè . )> 98. La ridotta del Forte di Macallè >> 99. Tenente Guido Moltedo - Tenente Fiorenzo F r ancone » 100. Il carabiniere Eugenio Bianchi . >> 101. Il caporal muggiore cl' Artiglieria Bertero, distintosi ìn modo particolare durante l 'assedio cli Macallè )) · 102. Generale Oreste Baratieri » 103. Cartina distribuita dal Comando )) 104. I ·comandanti delle tre batterie nazionali della Colonna Dabormida . l) 105. I Comandanti delle du,e batterie nazionali della Colonna Arimondi » 106. Tenente Francesco Baldi i> 107. I Comancla:nti delle quattro batterie della Colonna Albertone » 108. I Comandanti delle due batterie a tiro rapido clèlla Colonna E llena
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IN'DICE DlllLLE ILLUSTRAZIONI
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Flg. 109. Scblzzo della zona clella battaglia cli Adua aggiornato dal l'Istitu to Geografico :\filitare nel 193-1 » UO. Dislocazione dellP. brig11le del Corpo di operazioni dal 13 al 29 febbraio JSOG » 111. Comando della 1a bl'ignta artiglieria montagna » 11.2. Uincrn ri brigate » 113. Piano gencrnle della battaglia cli A.dua >> 114. Generale ;\fatteo Albertone . » 115. Combattimcnt:> della brigata Albertone » ll6. Ufficiali della P battet·ia indigeni >> 117. Ufficiali della 2• batteria indigeni >> 118. Ulllciali della 3"' battetia montagna d'Afri ca » 119. Ufficiali dell'eroica batteria Sidli:ma del Capitano l\fasotto (4' batteria montagna cl' Africa) » 120. L'eroica batteria i\Iasotto ,, 121. Sottufficiali del la 1a brigata d'artiglie.dn decorati con mcdaglia d'argento . » 122. Sico01oro a );ord EsL del R a'jo, 11osto d1 medicazione della brigata Arimondi . )) 123. La croce et·etta in onore ttena brigatn; Dabormida l) 124. Monumento alle battel'ic Siciliane in Messina l) l25. Gener ale Vittorio Dabormida )) 126. Combattimento della btigat:i Dnbormida . )) 127. Comando della 2" brigata artiglieria montagna )) 128. Gli ufficiali della 63 btiltcria montagna In par tenza da Conegliano pet· l'Africa Ot:ientale )) 129. Ufficiali della 5" battC'rla montugna . l) 130. Ul:lìciuli della 7"' batteria montagna . )) 131. Combattimento clella brigata Arimondi » 132. Generale Giuseppe Arlmondi )) 133. Utllciali della Sà batteria montagna . )) J.34. Ufficiali della !l• balleria a tiro r apiùo )) 135. Il Capitano Giuseppe Franzi11i con gli 'Officiali della sua bnttcri a mont.agna) )) 136. Utlìciali della 10• ba.ttel'ia a tiro rapido )) 137. Tenente Carlo Montalto - Tenente G°iuseppe Tarlarini )) J38. Il monumento al Capitano Giuseppe Franzini in Alessandr ia l) 139. Il sergen te P annocchia muor e piuttosto cbe staccar si dal suo <:annone l) 140. Lo schieramento clell'nrtiglieria della brlgat.'1 Dabonnida )) 141. Tenente Aurelio Grue )) 142. Episodio della battaglio cU Adua )) 143. éapitano Emmo Bellavlta . l) 144. Vi ttorio Da bor ruida, Tenente d'Artiglieria nel 1863
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I1'DICID DELLE I LLOSTHAZION1
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TI'lg. H 5. Generale Giuseppe Ellena » 146. Pianura ad Est del Ra;jo e Sicomoro sotto il quale stette il Comando della brigata Ellena - Il vallone cli Mariam Scioaitù )> 147. Monumento al . Capitano Mottino )> 148. Combattimento Monte Mokram » 149. Combattimento Tukruf ll 150. La prima batteria indigena da montagna Adi Caiè - 1912 l> 151. I pezzi ad a.vancarica a Merca ll 152. Capitano d'Artiglieria Vittorio Bottego >> 1.'i3. Cartina dell'Omo >l lM. Attraversamento dell'Uebi Scebeli » 155. Il Daga Roba . l> 156. Tenente cl' Artiglieria Giuseppe Locurcio ll 157. Vegeta?:ione lungo l'Uebi Scebeli » 158. Maggiore Antoniuo D i Giorgio . » 159. Tenente d'Artiglieria Clmillo Gattesclli >l 160. Sentinelle a l Forte di Baidoa ll 161. Comandanti di Grandi Unità pr ovenienti éla ll'Arma d'Artiglieria )> 162. Comandanti d'Artiglieria >l 163. Geuerale Carlo Spingardi - Generale Alberto rollio » 164. Formazione ottobre 1911. il J 65. Fortificazioni cli Tripoli » 166. Il Forte Hamedia visto dal mare ll 16'7. Evoluzioni d'artiglieria turca a T ripoli » 168. i\fauovra cl'aJ:tiglieria turca a '.rripoli )> 169. Dislocazione Cor po <'li spedizione l> 170. Comandanti cl' Artiglieria » 171. Tenente Paolo Solaroli . » 172. Situazione 12 novembre 1911 l> 173. Situazione 19 novembre 1911 )) 174. Comandanti di Grandi Unità provenienti dall'Arma d'Artiglieria » 175. Comandanti d'Artiglier ia ll 176. Batteria da 75-11 in posizione ll 177. La batteria Sultania )) 178. Il ll'ortino C >l 179. ] 'ortino cli Sciara Zauia >l 180. Sistemazione difensiva prima della batta'glia di Ain Zara >l 181. Com1mdanti cl' Artiglieria » 182. -B attaglia cli Ain Zara (4 dicembre 1911) . » 183. Pezzi turchi colpiti dalla nostra artiglieria ll l84. Posizioni di .Ain Zara .
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1NDICD DELLE lLLUSTHA½IOXJ
l!ay.
Fig. 1&3. Campo cli Ain Zara » 186. Cannoni turchi catturati. >l 187. Batteria òa 149-A >> 188. Combattimento cli Gargaresc - 18 gennaio 1912 » 189. Batteria a Gargaresc - Ridotta dei « 39 ettometri >> » 190. Generak Vittorio Camerana - Maggiore Carlo Veruni Mas in - l\faggiore Vittorio Pilo Boyl di P u tifigari - Maggiore Carlo 1\~rrario >) 191. Combattimento cli Zanznr ,> 192. Comandanti cl' Artiglieria - (Jllkiali della: batteria Zoppi dell'11° R eggimento Artiglier ia Campagna » 193. Osservatorio d'artiglieria al Fortino O >> 194. Batteria. mortai cla 210 . >> 195. Batteria mortai da 210 . i> 196. Postazion e scnclatn per 149 (Garg,H·Eisc, Forte n . 3) . i> 197. Particolari interni di ridotte )J 198~ Gargaresc - « Hidotl:a clei 39 ettometri » >) 199. Batteria da HH a l Forte Fornaci » 200. Osservatorio cli Messri » 201. Schizzo flei dintorni di Homs » 202. Generale Ezio Reisoli, a ntico Capitano cl' Artiglieria i> 203. Combattimenl'o di E l Mergheb (27 febbraio 1912) . » 204. Capitano Riecardo De Caroli » 205. Postazione seudata per batteria. cla c.umpagna al Mergheb >> 206. Batteri a mobile cli ripiego con makriale cla 'i5-I1 . i> 207. Cornbiittimento di Monticelli (12 giugno 1912) » 208. Postazione scnrlata per artiglieria da montagna a « l monticelli di Lcbda » i> 209. Combattimento del 23 aprile 1912 » 210. Schizzo del territorio cli Buchemez 1> 211. Generale Vincenzo Ga rioni » 212. Combattime11ti di Sicli Said e di Sicli All (giugno-luglio 191.2) » 213. Generale Luca Montuori - Generale Alberto Cavnciocclli Capitano Luigi 'l'nppi )) 214. Combattimento cli R egdaline (15 agosto 1912) )) 215. Tipi di osservatorii d'artiglieria )) 216. Combattimento per l'occupazione di Misurata (8 luglio 1912) )) 217. Sistema7,ione difensiva. <:li Misurata )) 218. Comando Artiglieri a cli Misurata - Servizio cli vedere e trasmettere ii 2HJ. Comandanti d'Artiglieria » 220. Situazione delle tr111)pe alle ore 15,30' del 19 ottobre 1911 i> 221.. Bengasi - Rilievo speditivo col sestante . » 222. Slitta per trasporto materiale da 75-A » 223. Esperimenti con slitta per trasporto materiale da 75-A
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452 .4iH 45ti 45S
4u.2 w:1
4G8 471 47:.!
474 475 47(i 4·;.::i 4Tli 4S:J 482
483 48,! 486
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4!}7 400 500 502 50 l ::i07
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522 524 526
!:\'DICE DELLE I LLUSTllAZIONI
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Fig. 224. Baltaglia delle due Pa.lme . » 225. Esperimenti di someggio con cammelli >> 226. Comandanti cl' Artiglieria >> 227. Derna e clintomi » 228. Veduta dell'Oasi di Derna )) 2211 . .Pod:o cli Derna » 230. Sbarco di pezzi d'artiglieria a Derna )) 231. Sbar co d i a rtiglierie » 232. Zona ovest cli Derna » 233. Generale Vittorio 'l'rombi Maggiore Francesco )lertolini La .Messa al campo per gli artiglieri della brigata del j'\'foggiorc Der tolini » 234. L 'o:;servatorio 0 In ri.clotta Lombardia a Dcrna » 235. Postazione d'art iglieria a Derna >) 236. Ca.pitano Vito J3o l'à » 237. P residio Derua 7 cticclllbr e 1911 » 238. Osservatorio cl'artiglieria » 230. Combattimento 27 òiccmbre 1911 a Derna » 240. 'I'.enente cl' Artiglieria R affaele Pico i> 241. Azione 17 gennaio ]0J2 )> 2•12. Particolari azione 17 gennaio )> 243. Sistcm a ziouc difensiva Der mi - febbraio 1912 >> 244. Va.\lone del Giarnba >> 245. Sezione d'artiglieria cla montagna » 24(l. Combattimento 3 ma1·zo · 1912 a Derna l> 247. Artiglieria da montagna . )> 248. Confluenza del Dernina » 249. Bu Msafer ll 250. Capitano i\Hchele cl' Angelo - Tenente Rodolfo Iloselli >> 2i:il. · Dettaglio della cinta di sicurezza di Derna >) 252. Derna - Comluttura dell'acqua potabile i> 253. :rrasporto ? i un pezzo )) 254. Dintorni d i Derna . )) 25i:i. Pal'ticolari s istemazione difensiva )> 250. Pianta cli 'l;obruk . » 257. Fatto {l'armi 22 dicembr e 1911 . )) 258. Generale Vittorio Signorile - Capitano Filippo n onizi )) 250. Sistemazione difensiva. )} 260. Comba t.timento dell'll marzo 1912 )) 261. Combattimento U adi Auda )> 262. La batteria da montagna comandata dal Capitano l!"ilippo Bonizi )> 263. La moschea di 'l'obru k )> 264. Tobruk - Uadi Aucla
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530 532 536
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I!\DICE DEJ.T, E ILLUST!l ..\ZIO~I
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fl'ig. 265. Carta planimetriea dell'isola di Rocli i) 26(t Marcia di avanzata su Rodi i) 267. Ritorno da Psitos il 26S. La Fortezza cH Rodi ii 260. Colonnello Enrico J3arilli ll 270. Battaglia di Sidi llilal (20 settembre Hll2) >l 27]. Sezione d'artiglieria cammellata ll 272. Batteria cammellata l) 273. Batteria cammellata in marcia l) 274. Batteria cammellata i> 270. Nostra. ridotta a Sidi Bila! e a Bu Sccifa ll 276. Torre-osservatorio - Calichiopulo ll 277. Colonnello Annnndo Di:i;i; 278. Capitano Guglielmo Nasi - Capitano Marco Bono >l 270. J3attel'ia camnH~llata >l 280. Ca1,itano Luciano Luccidi » 281. 'l'ombe <li artiglieri caduti in Libia >l 282. Generale Adolfo Tettoni . » 283. Batteria da 75-A trainata da muli » 284. Impiego dei cingoli Bonagente il 285. Tipo di bardature a basto pe1: someggio cammellato » 286. Studi ed esperiment i va:::i ll 287. Capitano Giuseppe Paliacio di Suni . l) 288. Batteria mobile cli ripiego con materiale da 75-B ll 289. Studio di scucli per fanteria . >l 290. Studi ed esperimenti cli scudi per artiglieria . » 201.. JHodello cli scudo scorrevole installato alla batteria di Bu1\:Ieliana » 292. Ridotte con piazzuole, scudate 293. Batteria. cammellata - Pezzi trainati a braccia » 294. Autografo dell'Ordine del giorno 23 a1lrile 1805, d i Giovanni Cavalli ii 205. Carlo Lanza di Busca, Maggiore Comandante 1a brigata allievi >) 290. Autografo dell'Ordine del giorno 14 luglio 1870, cli Giovanni Cavalli ll 297. Tenente Genera.le cl' Artiglieria Carlo nottacco ll 208. Tenente Generale del Genio Conte L uigi Gianotti ,i 290. La ci ...cala per il conteggio del Mac 1t » 300. L'ng-en<lina « a.11cO'l'(t » per il conteggio del Mcw 1t ,1 301. Il Mac 1t ~lOO clel 3° Corso 1883-84 al Campo cli S. Mauri?:io (baraccamento del centro) . ,)· 302. Chcnnlette par tt!<:ipante alla festa clel .ilfac n ll 30:1. Tenente Generule Celestino Sachero
i,
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594 596 597 598 600 602604 600 60S 610 611 612 613 617
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674 (\76 1377 679 6c.QJ
138H 601 ll9:J
I.':D!Cg DELLM lLLCS'.l'HAZ l.ONl Pag.
L'ig. 304. Emanuele l!" iliberto D uca. delle P uglie, allievo clell' Accaùemia milita1·e )) 30S. S. A. Ahiped Fuad , allie,o dell'Accademia milìtnre )) 306. )faggior Generale IDugenio Olivero )) 307. Tenen t e Generale barone Ght!':eppe Accusani di Retorto )) 308. 'renente Generale ::-ncola Quaglia )) 309. :\laggior Gener ale Francesco Rogier >) 310. Colonnello Giovanni Castelloz1.i . >) 3J.J.. Colonnello Celestino Rossi >) 312. Colon nello barone Xapoleone Ern esto Gonnet )) 313. Colonnello. Car lo Pastoi·e )) 314. Colonnello Ladislao ,\falaspina )) 31 5. Colonnello Giuseppe Ellena . >) 316. Colonnello Angelo Triani >) 3l.7. Colonnello Francesco Aprosio >) 31 8. Colonnello di Artigliel'ia Pietro Drocclli, 1897-189!1 >) 310. Colonnello tli Artig lieria Alberto Morelll di Popolo, 189~J-1902 >) 320. ColonueJlo del Genio E doardo Luda di Cortemiglia, 1902-1905 )) 321. Colonnello del Genio Leone Dessales, 1905-190S )) 322. Colonnello del Genio Agostino Arlorìo, J.908-191 3 )) 323. Colonnello Leone .ù.ndrea 1\iaggiorotti )) 3'2'1. Festa al Campo di Lombardore )) 325. La canzone dell'Artiglieria )) 3i!G/. Canto dell'Accademia )) 327. Canto dell'Acc~Ldemia ; » 328. li'rontespi:do pr ogr amma gn r e sportive )) 320. Viaggio ù'istruziouc anno 1S21 . Sonetto per 11 passaggio degli Accademisti nella città cli Cun eo . >) 3:30. Viaggio d' ì,;truzione anno 1880 - Presentazione degli Ufiìclali a S. M. la R egina .Margherita . » ::rn. Viaggio d'istruzione anno 1880 - Gli addobbi per l 'anl vo della brig:ita allievi a L a T uile )) 332. Viaggio d'tiitruzionc mmo 1, O - L' nr cc d'onor e per l'anh·o della br igata :i llie,·i . >> 33;;, Viaggio cl 'istrnzione anno 1880 - Le mense a Satnt-Vinceut (cinq-vJugt-cen t) . )) 3.'.H. Viaggio cl'i,;truzionc anno l SSO - li'1·ontespizio dcli' ..\lbum-ricordo. Il cortile d'onor e della. R. Accademia militare \) 335. L'escursione d egli Accaclemis ti al colle d ell' Assìettn ncll'es tnle 1892 )) 336. Ufficiali d ella R. Accademia militar e di Torino (auuo 1874-75) )) 337. Capitano Artiglieria Giuseppe Biancarùi )) 338. Capitano Arl'iglierla Angelo l>c Ltti!!'i )) 330. C:1Pit:mo Artiglie1·i:1 lt:lfl'aelc:- Dc Cosa.
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69! 690 697 699 700 701 707 710 711 712 713
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736 738 740 742
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!::-IDICE OJ.;LLf~ ILLUSTIU:.IIONI
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Ca pitano .lrtiglicL·ia Se,·erino Pl'Unas Capitano Artiglieri a L'r uncesco Marci ant Capitano A.rtiglleri u Carlo Rapisurdi . Capitano Artiglieria Roberto Calcagni 344. Capitano Ar tiglieria Riccardo !J,csta . 84G. Capìtano Artiglie ria Luigi lmocla 34(). Capitano Artiglieria Giulio ·Struzzeri 347. Capituuo .lrtiglìeria Eduardo De Falc:o 348. Capitano Ar l.ig llcria Alfredo Torretta 34!1. 'l'enente Ar t iglieria Uollerto Dc Gennaro 3.50. CapiClwo Artiglieria Gio,·anni Carupolrui 351. Capitano Artigl1cnfa Luigi Guccì . 3G2. Capitnno Artiglieria Cmn il!o nas;:ignana ?.53. Capitirno S. AL Cm:nillo ragliane., 354 . Capitano S. ::IL Aurelio R iccltettl 3Gi3. Grurivo Uflìciali e Professori della R Accademia milìtar e (1877-78) 35G. Gi use1JJJe Basso 357. Matt<~o Rottasso Sf.18. Cesiu-e 13urali-Forti 3<>9. Guido Castelnuorn 360. Aless,tm<lro Dorn o. 301. Ermanno F erre1·0 362. Gino Loria 363. Enrico Novarese 304. Giu seppe Peano 365. Carlo l'laceuza 300. ;\far i.o l'leri 367. Giuseppe Hobcrti 3f..S. GiaciJ1to ì.\Ior elli 869. Pietr o Paolo Morra. 370. l'rof. l ng. Giovanni lfioro. 37J. Lapide collocata nel 1877 a ricordo degli ex allievi cadut i nelle campagne dal 1848 al 18i 0 372. Lapide collocata nel 1907 a ricordo degli cx allievi cncluti in guerra postel'iormente al lS88 . 3i3. 'l'owruaso De Crixtoforls, '.l'en. Colonnello F a nteria 374. P ietro 'l'oselli, Maggiore Fanterin 375. Vittorio Dabormicln, :M::igglor Generale 37G. Francesco De Hosa, Maggiore At·tiglieria 377. Edoardo Bianchini, Capitano Artiglieria 378. Umberto Mnsotto, Capit1UJ0 Artiglieria 379. à u relio Gme, 'l'cncntc ,\rtiglier ia aso. Vittorio nott ego. Ca pitano At'tiglleria 1!40. 34 1. 342. 3J3.
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IN DI.Cli: Df':LLE ILt,US'.l'HAZIONI
Pag. Fig. 881. Michele D'Angelo, Capitano Artiglieria
76~
l::82. Rlécnrclo De C:n oli, Capitano Artiglieria » 883. Rodolfo Bosclli, •.renente Artiglieria » 884. Alfonso Torelli, Maggior Generale » 385. Uniforme Accademisti » 3SQ. Gruppo degli Ufficiali e allievi della R. Acco.clcmia militare ùl Torino (18.<l0-9J) » 387. Luigi Caùol'Jla, i\laresclnllo cl'lt:1liu » 388. ·Ernesto Gliamas, TE'nente Generu le » 389. Aci.tille Albonetti, Tenente ColooncJlo » 390. Alberto Zola, Generale Divi>;ione . >> 891. Luciuno Bennati, Tenente Generole » 392. Carmine Siracusa, Cupltuno e Scrittore o 393. Emico de In Forest, Generale Dl\'isione ,> :l94. Rulfuelc De Uosa, Ge11ero.le Divis)one . i> :!9J. ll'raucesco l\I!ll'Cìani, Tenente Generale >> ll9G. Carlo i\I1cbelinl èli S. 1'lartiuo, Colonnello » 397. Achille Zanolli. '1.'enenrc Generale » 398. Francesco Dabnlà, Generale Cor))o Annnta ll 899. Clnvarino Alfeo. Gcmernle Corpo At·m:lta i> 400. Enrico Barone, Colonnello e Scrittore l> • 401. Carlo Cordero cli i\Iontey,emolo. Generale 13rigata >J 402. Clemente Benrr. Capitnno 1\1. O. >l 403. G. B. Clemente r,cquio, Ueueralc Corpo Armata >l 404. Alberto Peano, Generale Divisione » 405. Giov. Ilatt. Pistoj, Generale Divisione » 40G. Severino Prunas, Tenente Colonnello . » 407. Enrico Resio, Geuemle Divisione. » 408: Ernesto Stassauo, ~foggiore e Inventore » 409. Federico Ciccodicola, Colonnello e Diplomatico l> 410. Pros))ero ~farro, Genet·:ile Divisione . >> 411. Vittorio Mm·tu·i della Corte Bra, Generale cli Divisione » 412. Guglielmo Pecori-Giralcli, i:liaresclallo d'Italia » 413. Crispino Bonagente, •.rcneute Generale >> 414. Ettore Cavnlil, Tenente Generale. >> 415. Carlo Parodi, '1.'enente Generale . » 416. Giacinto Sachero, Genernle Divisione » 417. Luigi Stampac<:bia, :.\laggior Generale. » •JJ8. Albct'to Ca.rncioccbì, Generale Corpo Armata » 419. Giacinto Fe1Te1·0, Ge11erale Corpo Armnta. » 420. Luca ::\fantuori, Generale d'Armata . >> 421. Giulinno Ricci, Gener ale Corpo Armata . >> 422. Vittorio Zuppelli, Gencrnlc Corpo Armatn - l\Iinistro >> 42?.. Domenico Angherà, Capitano
753
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774 774 774
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INDICE DltLLO: ILLUSTRAZIONI
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Fig. 424. Francesco Be1'tollni, Generale Divisione » 425. Vittorio Bottcgo, Capitano e Esploratore >J 426. Enrico BrunaU, Colonnello )) 427. Armamlo Diaz, lVlares<:lallo d'Italia - Ministro l) 428. Stefano Lombarctì, Generale Corpo Annata )) 420. Vittorio Buffa di Pel'l'ero, Generale Corpo Armata JJ 430. Flm·lco Caviglia, Mareseiallo d'Italia - Ministro » 481. Eloclio Conso, Genernle Divisione. » 432. Alfredo Dulac, Generale Brigata >> 433. Giuseppe llì:anzini, Capitano » 484. Etu·lco Malvani, Generale DiYisione » 4il5. Carlo Montannri, Maggiot Generale » 436. Giorgio Nobili, Generale Corpo Armuta » 487. Alfredo 'I'orretta, Tenente Generale . » 438. Emico Bazan, Genemlc Corvo Armntn » 439. Giovanni Gurofalo, Generale Brigata . » 440. Ettore Giuria, Genernle Corpo Armatn » 441. Anuimclo '.rallarigo, Generale Cor1>0 Arillnta » 442. Alberico Albricci, Generale d'Armata - Ministro >> 443. Luigi 130J1gionmni, Genernle Corpo Arn)ata » 444. F.dgard o liuenierl, Geucrn lc Divis ione » 445. Alfonso Mattei Generale Cor1>0 Armar.a » 446. Giuseppe J:'ellissero, Generale Divisione l> 447. Luigi riccionc, Generale Corpo Armata » 448. Alfredo Taranto, Generale Oor1)0 Armata ll 449. GUiclo CoITaro, Generale Dh·isione >> 450. Guìclo Fenogllo, Genet·ale Corpo Armata » 4Gl . Attilio Franchlni, Ge11e1·n.le Corpo Armata. >l ,1;;2. Sah·atorc Gatto, Generalo Corpo Armata >J 4G3. Tìto Montelinole, Geuerale Corpo Armnta . » 454. Camìllo 13assignana, Capitano » 455. Ernesto i\Iombelli, Generale Corpo Armati( 1> 41i6. GuiQo Douhet, Generale Divisione )) 4fi7. AmC'cleo IJc Siebert, Generale Corpo Arrnnta JJ 4ii8. Feclerico Dnis(Toechl, Genern le cl' Arnrnta >J 459. Pietro Ilacloglìo, òforescinllo d'ltaliu . i, 460. Roberto ::,egre. Generale Corpo Armata >) ,w1. Nicola Va('clJe lli, Generale Divisione » 462.. Annibale Arzani, Generale Brigata . » 463. Alberto Bonzani, Generale cl' Annata . >) 464. Giornmli :.\'Iarietti, Genernle rn,·isione. >> 4<lii. l'ietro Ago, Generale designato d' At·rnata >J 400. Roberto Bcn<:lYeuga, Genernle Brigata >> 467. RicC'nrclo Cnlcngno, Generale- Corpo Armata
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775 775
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INDICE DELLE lf,LUSTRAZIOKl l'ag. )) ))
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468. Giovanni Tesio, 'l'encnt~i Generale 169. Arturo Vacca-i\:Iaggiolini, Generale designato d'Armata 470. Amedeo Guillet, Generale designato cl' Armata . 471. Melchiade Gabba, Generale designato cl' Armata
472. Emilio Gamerra, qc~nen1le Corpo Armata 473. Giulio Mar inetti, Generale Divisione 474. Riccardo Moizo, Generale Corvo Armata.
475. Ma1:io Pa.lcani, 'l'enente Generale . 476. Emilio Bellerio, Generale Divisione 477. Riccardo De Caroli, Capitano M. O. 478. Carlo Mangf1noni, Generale Divisione 479. Augusto De Pignier, Generale Corpo Armata 480. Ubaldo Fautilli, Generale Corpo Arnrnta . 481. Pietro Gazzera, Generale designato d'Armata - Mi nistro 482. Enrico Maltese, Ge11era1e· Corpo Armata 483. Mario Vercellino, Generale Corpo Armata 484. Antonio Basso, Generale Divisione . 48:i. Claudio Bergia, Gt>nt>rnle Corpo Armata ,186. Mario Carac<:iolo, Generale Corpo Armnta 4S7. Vittorio Pallieri, Tenente Generale . 488. Carlo Geloso, Generale Corpo Armata 489. Pietro Pintor, Géueralù designato cl' Annata 400. Mario Berti, Generale Cor110 Armata . 401. Enrico Pitassi-Mannella, Generale Divisione 402. Curio l\ul'bassetti di l'run, Generale Divis ione 403. Luigi Manzi, Generale Brigata 494. Luigi Ma½zini, Generale Brigata . 495. Michele .A.maturo, Generale Brigata 496. Luigi Sarracino, Tenente Generale 497. Rodolfo Boselli, Tenente M. O. . 498. Antonio Sorice, Colonnello Consigliere di Stato 499. Maggiore Celestino Sachero . 500. Tenente Generale Conte Vincenzo Bottilia cli Savoulx 501. Maggior Generale Conte Carlo L:rnim cli Busca 502. Maggior Generale i.eone Pelloux . 503. Tenente· Generfllù Taucrecli Saletta 504. Maggiore Generale Ladishw Malaspina 505. Capitano Conte Emilio Ponzo-Vaglia . 506. Tenente Colonnello Conte Emilio Por17,io-Vaglia. 507. Generale Alfredo Sterpone 508. Colonnello I~doardo Sterpone 509. Generale Cesare Cai,telli . 510 Colonnello Alberto Gnbba 511. Colonnello Bartolomeo Ra11chio
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77S 778 7'i8 779
779 779
779 77;;) 7',!l
77U
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IN'DICE DELLE ILLUS'.l'lUZIONI Pag .
l!'ig. 512. Colonnello Sebastiano :Niarcarini >l 513. Colonnello :Pietro Pronetti )) 514. Colonnello Emilio P eiroleri . )) 515 . Colounel'lo Barone AJP-ssandro Corpor rind i d'Anvare )) 516. Colonnello Pietro P:miz;,;anli )) 517. Colonnello Giacinto Raimondi )) 518. Colonnello Frnncesco ::lfarciani )) 519. Colonnello l!'r:tncesco Dabnlà. )) 520. Colonnello Alessandro Gorìa . )) 521. Ma,ggio1:e J!}ugenio Crema. )) 522. 'renente Colonnello Carlo Ln nfranc hi )) 523. Capitm10 Edoardo Be1:tarelli )) 524. Genera.l e Alfredo Du Ln<: )) 525. Maggiore Anselmo Antonielli )) 520. Sottotenente Artiglieria Claudio Cherubini )) 527. Sottotenente L\l'tiglieria Jng. Giusevpe Biancardi )) 528. F1·ancesco Sia.c cl, laul'e:mdo in matematica pura )) 529. Sottotenente Ar tiglieria lng. Enrico Gonella )) 530. Sottotenente Artiglieria Ing. Giovanni Bianchi . )) 531. Generale Conte Carlo Lanza di Busca. )) ~. Ingresso principale della Scuola d'Applicazione d'Artiglieria 5...!>? e Genio, all'angolo cU Via Arsenale e Via Arcivescovado . )) 533. Scuola d'Applicazione d'Artiglieria e Genio - Monumento a i Caduti )) 534. Sc·uola cl' Applicazione cl' Artiglieria e Genio - Salone della . mensa Ufficiali )) 535. Scuola cl' Applicazione cl' Artiglieria e Genio - r.rargn commernorativa delle benemerenze del Generale Conte Carlo Lanza di Busca ' ; )) Lapide Hi Ca530. Scuola d'Applicazione cl' Artiglieria e Genio duti in guerra dal 1818 al 1890 · )) 53i. Spiai1ata cl' artiglieria della Scuola )) 538. Scnola cl' AppÙc:;izione d'Artiglieria e .Gen i.o - . La spianatn verso Pia:i.:1>:a Venezia . i> 539. Scuola d 'Applicazione cl' Artiglieri a e Genio · La sp'ianata verso Piazza Venezia. . ,, MO. Scuola <l'Applicazione cl' Artiglier ia e Genio - La spianata vel·so · Via Confienza ,, 041. Pianta dei locali della Scuola d ' Applicazione d'Artiglieria e Genio >) 542. P i:rnta dei locali della Scuola cl' Applicazione d'Ar tiglieria e Genio >J 543. Maggiore d'Artiglieria Emico Bruna ti. >> 544. Colonnello d'Artiglieria Emilio Gamerra
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804 805
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lKDICE 011:LLI~ ILL OS'rHAZlONI
l'ag .
1'ig. 545. Le p r ove finali dell'equitazione di carupagna (Generale Lang Generale Escard - Maggiore Brunati) . >> 546. 'l'enente d'Artiglìeria, Francesco Siacci, Ins1ignante d i Balistica >> 547. Carlo Parodi » 548. Giovan ni Bianchi » 549. Ettore Cavalli » 550. Alfonso ~lattei . » 551. Ugo Pedrazzoli » 552. Alfeo Clavarino » G53. Pasquale Tozzi· » 554. Ettore Ginria >> 555. Ugo Allason » 556. F ran cesco Dabafa » 5ù7. Carlo Ferrarlo . >J 558. Alamanno De Maria » 550. S. A. H. il Principe F,manuf\le E'iliberto clì S:woia Aosta » 560. Sottotenenti allievi deÌla Scuola cl'Appllcazione tl'Artiglierla e Genio (l.870) » 561. Sottotenente Ugo Allnson (1808) >J G62 . .Sottotenente Alberto Zola (1860) » · 5G3. S0ttote1wnte Lorenzo Sollier (1866) i, 564. Sottotenente lDrnesto Gliamas ,(1871) >J 5G5, Sottotenente Luciano Hennntl (1874) » 566 . .Sottotenente Car mine~ Siracusa (1875) » M7. Sottotenente Luigi Segnto (1877) . >J 5C,S. Sottotenente Alfredo D::iilolio (1874) » 5G9. Sottotenente Fnmcesco .Dabalà (1877) >l (;70. Sottotenente Giuliano Ricci (l8S2). >> 071. Maggior Generale Angelo 'Iri:rni , n 572. Mnggior Generale Emilio Peiroleri » 073. l\faggior Generale Alberto Morelli di Popolo » G74. Teuente Generale Arnoldo Girola » 575. Tenente Generale Guglielmo Lang >) 576. Maggior Genernle Giovanni Frarn,ini J) 577. Grande aduuata di Ufficiali cl 'Artiglieria a Yeneria Reale in occasione delle gra ndi manovre del 1900 . » 578. Caserma Ciro Menotti, giil. sede del Corso per sottufilcì ali
» » » . "
858 872 874 874 874 8H
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(18Ci9-1875) 579, Caserma Moutecnccolì, sede del Corso speciali? per i sottufficiali, dall'anno 1875 . [l80. Cavalcavia di Corso CaYom· unente il Pal azr.o Reale alla
90~
Caserma Montecuccoli 581. Generale Conte l•'eclerico Manassero cli Costlgliole 582. G<=merale Cesare Ferreri
010 ~17
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91g
1NO.CCE DELLE ILL'USTllAZIO::U
Pag .
F ii;,. 583. Generale Giovanni Corveitto l> 584. Generale Ottone 'l'ou rnon J) 585. Ordine del giorno 12 febbraio 1887 ecl elenco Ufficiali provenienti (lalla Scuola, morti in Africa . ,i 58G. Atrio dell'ingresso principale della Scuola ove venne i mmgnrata la prima lapide commemorativa dei morti in combattirùento >l 587. Generale Enrico Rebagliati i> 588. Colonnello Nestore Malacria ,, 589. La rocca d i Scandiano, sede della Scuola milita re dura nte le esercitazioni estive >J 590. Particolare del cor l'ile della Hocca cli Scandiano » 591. Generale Gerolamo Pezzoli ii 592. Generale Pietro Cesano » 593. Generale Giuseppe Pruclente » 594. Generale Lodovico Bnrbieri )) 595. Museo storico della Scuola Militare cli. Mode1in, oggi R. Accademia cli Fanteria e Cavaller ia » 596. Generale E milio Massone l> 597, Visita di S. M. Vittorio E manuele I II alla Scuola Militare cli Modena » 598. Generale Luigi Nava » 599. Generale Gaetano Zoppi )> 6()(), Generale Diomede Sever i >l 601. Generale Francesco Marchi )) 602. Gruppo di sottufliciali-allievi e cli Ufficiali insegnanti ed istruttori (anno JOJ.3) >l 603. Con1,egn:1 r icompen,<ie a l valore per la Campagna cli Libia >) 604. Furiere Luigi Cigers:i, - l\foclaglia d'oro al vnJor milita re J> (i05. Alfredo Taddèi, Generale di Divisione » 606. Aleardo Saccani, Generale di Brigata >) (>07. Ri naldo Battaglia, Generale di Divisione » 608. Rutilio De Marchi, Generale 13rigatii . ,, (iO!J. Scipione Scipioni, Generale Corpo Armata i> 610. Sestillo Gaudenzi, Generale Brigata , >J 611. Ciaconi.o Carpentieri, Ge11erale Brigata » 612 . Giuseppe Giu nta, Generale Brigata » 61.3. ~iuse1)1)e :tardo, Generale Brigata i> 614. Alessandro '.l~esi, Generale Brigata i> 615. Francesco l!"'errini, Genen1Je .Brigata >l 616. Lorenzo Narducci, Generale B rigata >) 617, L uigi Piovano, Generale Brigata . » 618: Enrico De Dorninicis, Generale Brigata i> 61.9. ])'rancesco Cavandoli, Generale Divisione
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I rnDICE OELI,E II, LUSTR,\ZI0Nl
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F ig. 620. Alfr·edo Damiani, Generale Divisione )) 621. Filippo Flaiani, Generale Brigata. )) 022. Luigi Camiccia, Generale B1;igata )) 028. E r asmo Fevola, Gener ale .Brigata . )) 624. Paolo T~ucbinat, Generale Brigata )) 025. Giovanni Rigoni, Colonnello . )) 626. Raffa ello Volpi, Colonnello . )) 627. Armando Pratolongo, Generale Brigata )) 628. Arnaldo Amalfitano, Generale Brigata. )) 629. Ildebrando ] 'lores, Generale Brigata . )) 630. Gaetano Fricchione, Generale Divisione )) 681. Eduardo Giordnno, Generale Divis ione )) 632. Ettore Ascoli )) 683. Ferdinando Beccaria Incisa tli Santo Stefano )) 634. Carlo Ca r acappa )) 635. Antonino Cascino )) 036. Claudio Cherubini )) 637. Alberto De Marinis Stendardo di Ricigliano )) 688. Alessandro Goria )) 639. Carlo Lanfranchi )) 640. Scipione Livi )) 641. Prospero Marro )) 642. Giov. Batt. Pistoj )) 643. Giuseppe Prunas-'l'ola )) 644. Franco Renzi )) 645. Giacinto Sachero )) 646. Benedetto Sangermano )) 647. Vincenzo T estini
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