STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
Autori vari
STUDI STORICO-MILITARI
2002
ROMA 2004
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SOMMARIO
Catia Eliana GENTILUCCI
Il pensiero JX)lilico militare di Enrico Barone
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Carmine ZAVARELLA
Evoluzione storica della razione mililare 121 alimentare dall'antichità ad oggi
Maria Margherita CARILLO
La coscrizione nel Mezzogiorno d'ltalia 209 nel decennio francese
Vincenzo LA FERLA
L'ex poligono di tiro a segno nazionale di Vittoria
331
L'allagamento del Vercellese dell'aprile 1859
345
L' organizzazione difensiva tedesca sulla linea "gotica"
357
Francesca Scanagatta (1776-1864) Ufficiale dell' Esercito Auslriaco
395
Nicola della VOLPE
Le mostrine della Fanteria
479
Pietro COMPAGNI
Le uniformi militari italiane nella campagna in A.S. nel 1941-42
525
Amedeo ADEMOLLO
Giorgio BATTISTI
Francesco LAURIA
Catia E liana Gentilucci IL PENSIERO POLITICO MILITARE DI ENRICO BARONE
Enrico Barone (Napoli 1859-Roma J924) 1 è un autore sorprendente. Egli oltre ad aver dedicato parte della sua vita alla carriera militare2 si è dedicato all' analisi economica, storico-militare e sociologica. Egli, infatti, viene ricordato come uno dei "grandi" economisti italiani . I suoi scritti "Principi di economi a politica" ( 1908) e " 11 Ministrn dell a produzione nello stato collettivista" (l 908) sono stati ripubblicati in diverse lingue. In breve: Enrico Barone insigne economista. Ma Enrico Barone non è stato solo un economista, egli ha scritto saggi sull ' Arte Militare, sulla Storia Militare, sull'evoluzione sociaJe, sul significato della presenza dell 'Esercito nella vita economica del paese. Questi aspetti del suo pensiero sono stati poco enfatizzati e molti dei suoi scri ui, sono entrati nel "dime nticatoio". Con questo lavoro si vorrc hhc "spolverare" le vecc hie carte scritte da Barone per far rivivere un pe nsiero che dopo un secolo propone questioni che meritano di essere ancora dibattute. In questa sede le tematiche affrontate da Barone, di indole politico-militare, verranno riproposte prendendo spunto dagli argome nti che egli ha trattato nei suoi articoli di giornale, scritti tra il 1909 e il 1914 ne "La Prcparazione"3. Che cosa egli si proponeva allrave rso il suo giornale è scrillo nell'articolo di a pe rtura: «Noi, interpre ti della coscie nza pubblica, non miriamo c he a concorrere perché sia data forma precisa, concreta ad un pensiero che è nella mente di tutti: e non miriamo che a stimolare governati e paese perché quel pensiero venga tradotto in atto, senza mezzi termini e senza esitazione. Il nostro paese troppo a lungo ha trascuralo la sua prcparal'.ionc militare. È giunto il momento, in cui con opera alacre, fattiva, riacquisti il tempo perduto e si prepari ; non a scopo d i voluta aggressione, non a scopo di voluta guerra, ma al fine di assicurarsi il rispetto altrui e poter svolgere le proprie atti vità produttrici senza la minaccia di umiliazioni e sopraffazio ni »4 . 1 Per una scheda hiogratìca vedi Appendice 3 di questo scritto. 2 Nel 1906 si ~ dimesso da Capo ddl ' Ulfo.:iu Storico dello Slalo Maggiore dell 'Esercito. 3 ..La Preparazione" è un periodico trisettimanale a carattere politico sociale di cui Barone ne fu iI fondatore nel 1909 e i I di rettore ti no al 19 15. Dal 191 5 la censura imbiancò buona parte dei suoi arti co.Li (il giornale usciva con intere colonne in bianco). Ncll ' Appendice I di questo scritto vengono riproposti alcuni suoi articoli. 4 Articolo di apertura de La Preparazione de l 2 fe hhra io 1909 scritto da E. Barone.
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Catia Eliana Gentiluu:i
l\ ln 111 1· il 111u11v11 11L·lla su:11 ;1 d i esprimere il suo pe nsie ro politico militare .1111 .111'1't1 IL' n 1lrn1111.: di un g iornale è spiegato dalle vicende che hanno segnato l.1 '11:1 v11 :1. Ban11ll: nel 1906 dà le dimi ssioni da Capo dell 'Ufficio Storico. lll'lic ialmcnlc: per un disaccordo con un il suo superiore generale TancrediSalc11a . I suoi discendenti sostengono che c'è stato più di un disaccordo: qualcosa aveva ferito l'orgoglio di un grande ufficiale. Un ufficiale che aveva ancora molto da dire sulla politica militare di quel periodo, che aveva a cuore la difesa dei confini nazionali, che non credeva nella bontà politica della Triplice Alleanza, che non vedeva di huon occhio le agitazioni dei Balcani 5, c he credeva che l'Esercito fosse un e lemento fonda.mentale per lo sviluppo economico e sociale del paese e che pe nsava che la coesione sociale fosse anc he coesione nei ranghi militari. La sua formazione è avvenuta a Torino. Luogo tradizionalmente di cullura positivista e militare6 dovuta a ll ' influenza de lla scuola storica tedesca, de.Ila scuola filosofica positivista francese e della tradi:t.ionc militare cavouriana. Da questo ambiente c ulturale il nostro autore acquisisce una certa scnsihili l.à verso i problemi ddl'evoluzione sociale, verso i temi dello sviluppo economico e, di consegue nza, verso gli strumenti che permettono tale sviluppo: la politica economica e la forza militare. Egli può essere inserito tra i sociologi "semiapologisti"7 (come Comte, Spcncer, Darwin, Trade e Le Bon 8) secondo i quali la guerra è "un momento dell' evoluzione" e un lcnomcno che tende a divenire meno frequente nelle società più evolute. In particolare Rarone si avvicina alla visione comtiana della società secondo la quale la guerra è un fenomeno necessario nelle prime fasi dello sviluppo in quanto fattore di conqui sta di nuovi spazi territoriali. Egli a differenza di altri autori economisti dello stesso periodo ha una concezione nazionalista ed evoluzionista dello sviluppo sociale. Per il nostro autore infatti ogni paese ha un pe rcorso di svi luppo economico che tende a reali z-
5 Degno d i nota a questo proposito è l'attualitìi di uno seri Ilo di Barone in cui afferma: «È un mi stero spiegarsi perché la Francia favorisce la creazione della Jugos lav ia. Questa Ju goslavia dagli insaziabili appetiti, che non è una na7.ione, non l'espressione di una civiltà nuova, ma un semplice grossolano improvvi sato intrug lio che cost itui sce una spina ai nostri fi anchi». E. Barone, " I ,a lampada vo tiva", in RasseRna delle Scien::,e F:conomù:he e Finanziarie, (dic. 192 1) 6 Barone dopo aver studiato alla Nunziatella di Napo li ne l 1875 freque nta l'Accademia Militare di 'l'orino. 7 Come sono definiti da G . 13outhoul [1982 (1951)], Le RUerre, Longancsi, Milano. (p. 101). 8 Di G ustavc Le Bon in particolare Barone ha condiviso la concezione snciolog ic;1. E. Barone (l 898) ''Le istituzioni militari e le condi ?.ion i polilico soci.di" , prolus ione per i suoi stud enti dell a Scuola Diplomatico-coloniale di To1ino. Gu stavc Le Bon 11 895 ( 1966)]. P.,·ù :ologia ddlP fnllP, I .ongan~si , Mi l:rno.
Il pensiero politico militare di Enrico Barone
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zarsi naluralmcnlc; se il paese ha particolari caratteri sociali (spirilo nazionale collettivo). economici (capac ità di minimizzare i costi di produzione e di sfruttare al meglio le risorse naturali) e politici (una coaliz ione politica che sappia applicare "l'arte del buon governo" e una struttura militare adeguata per la difesa e la conquista) allora lo sviluppo si realizzerà in modo efficiente, c ioè in nlinor tempo e con minor di struzion e di ricchezza nazionale. In questa visione la connessione tra politica, psicologia sociale ed economia è intricata. Egli tenta di snocciolare tale relazione attraverso le sue riflessioni. Per questo moti vo i suoi scritti sociali , politico-militari cd economici dovrebbe ro essere letti tenendo conto del complesso disegno scientifico che il nostro autore si era proposto: gli scrittj sociali spiegano pe rché è importante lo studio della storia e della slrutlura sociale; gl i scritti economici spiegano come le uniformità che legano i fenomeni economici possono essere interpretate attraverso un sistema razionale che fa emergere le leggi c he regolano i rapp01ti tra individui ; e gli scritti politici delineano il ruolo dello stato nel sostenere il paese verso il percorso efficie nte de llo svilu ppo. Il suo metodo di analisi è: induzione, deduzione, applicazione alla realtà delle teorie formul ate. In questa visione la conoscenza storica è fondamentale: «L'esperienza è diretta ed indiretta. La prima si acqu ista da noi ed è concessa a pochi ... la seconda è concessa a tutti mediante lo studio profondo della storia» e ancora ne llo stesso scritto: « ... il frutto della alui.1i meditazione sulla stori a ne ll o studio dei fa tti agisce su questi ri spcllo agli occhi dell a mente come la luce ra sugl i oggetti rispetto agli occhi del nostro corpo» 9 . L'evoluz ione sociale, per il nostro autore, avviene attraverso una selezione naturale che spinge l' uomo ad acquisire i caratteri che sono conside rati importanti in quella società per conquistare posizioni di predominio. Egli nell' articolo "Darwinismo sociale" afferma : «Nella lotta an ima le vi è di struzione dei più deboli a tri onfo dei più forti , nella lolla sociale il trionfo non è dei più forti ma di coloro che posseggono le qualità che in quel dete rminato ambiente possono assicurare il trionfo; qualità c he possono anc he essere tutt'altro che le mi gliori. In una società di bricconi emergono i bricconi più esimi; in una società nella quale non l' ingegno, non il lavoro pe11inace sia no il mezzo più sicuro per il trionfò 1- .. I la premine nza è degli astuti , degli intriganti , dei di ssimulatori» lO_ Barone si avvici na, quindi, a quegli autori che considerano il darwini smo una dottrina c he studia l'interazione tra la struttura sociale e l' adattamento dell'uomo all'ambiente, a differenza di coloro che come Novicow vorrebbero spiegare l' evoluzione attraverso la legge biologica de lla "selezione naturale de lla specie an imale".
9 E. Barone ( 1898), " Le ist ituzioni militari e le condi7.io ni po litico soc iali", Prolusione. Torino. lO E. Barone, "Darwinismo sociale", La Preparazione, (6-7 febbraio I 909, n. 3). I ,'autore criticando il significato che Novicow dà all a concezione di darwinismo sociale (inLcsa come applicazione della legge biologica della selezione animale al campo socia-
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Catia Eliana Gentilucci
Ne ll a sociclù c i so no d iverse forme di lo tta g uidale da ll ' ambi zione, da ll'o rgoglio. da riva li !~, poli lic hc o intellettuali, dal des ide rio di comanda re, dalla co ncorre nza co mmerc iale. Q ueste forme di lolla d isegnano lo sv iluppo sociale cd ccono rnirn di ogni paese, il modo a ttraverso cui qucslc forme di riva li1 ì1 tra ind ividui si manifesla d ipe nde dai principi morali, dai caralleri c ul tura li da ll e lradi zionj sto riche c he identi fi cano la collettività. Queste forme di lolla, ino ltre, si possono lras formare in atti crimina li o in forme di viole nza perché la collettività (a differenza de ll ' indi viduo isolato) ha un "aruma" tendenz ia lmc nlc legata ad istinti primordiali . In fi ne il bisogno degli indi vid ui di avere un ideale verso c ui ispirare le prop rie am bizioni li induce ad essere facil mc nle assoggetta bili a uomini che con la demagogia possono conqui stare lo s pirito coll elli vo . Lo stato deve, perlanlo, con lrollare le istin tività dell a fo ll a. atlra vcrso l'i slruzio ne (militare, scolastica, c ivile) e allraverso mani festa zion i di fo rza e di repressione. Lo stato diviene un agenlc fond amcnlale de llo svi lu ppo (e questo è un ulle ri ore e lemento di distinzione di B arone ri spcllo ad a ltri econom isti de llo s tesso periodo che pur avendo la stessa concezio ne del sisle ma econornico hanno una concezione tendenzialmcnle liheri sla de l mercato). Ino ltre per Barone anche ne ll a " lotta tra società" i princ ipi mora li c he gui dano i paesi sono fo ndamenta li pe r lo sv iluppo: «La guerra non è sc111pre un male in quanlo il predominio è di que lla società in cui sia più :1 1! 0 il sentime nto di disciplina sociale, senlimento c he è utile in ogni man ifestaz ione dcl l' att ivi1 i:t umana, no n soltanto in te mpo di guerra ma anc he in tempo cli pace» 11 . La guerra per Barone non è se mplicemente " un a lolla per l'csislcnza". come in modo s uperfic ia le e gene ralizzato in quel periodo alcuni pacili sli soslencvano, ma è un feno meno collettivo. ln quanlo tale esso si caral tcriz,-.a per il suo scopo e per le lradizioni culturali che identificano la nazione. Q ualunque sia lo scopo (la c onquista di nuovi spazi te rritoria li ulili per lo sv iluppo de l paese, la difesa d i zone già conq uislalc o l' assctlo di nuov i e quilibri po li tic i tra paesi) la forza militare rappresenta sempre uno sln1111c n10 de ll o sviluppo: «Le armate e g li escrc ili di g uerra sono i prim i produtlori del 111ondo perché le loro produzioni sono avveru menti slo rici. T ra un loro prodollo ri usci-
le e volta a dimostrare che l'evolu7.ione sociale è determ inata dalle guerre) accu~a qm:st' ultimo di voler utilizzare questo strumento a sostegno delle sue idee pacilish:. Secondo Barone Nov icow tenta di attribuire a Darwin un concetto di sd e1.irn1e nal nrak che lo stesso Darwin ha rifiut ato. Dello stesso parere M . Ycg ni Tal luri che scrive: «L'espressione "sopravvivenza del pi ù adatto" non aveva per Darwin lo stL:ss11 signilicato di competizione individuale che già ai suoi tempi alcuni le att ri buivano e che Da rwin stesso non condivideva, come non condivideva la nozione di "lotta per l'esis1c111.:1· 11011 coniata da lui, bem:hè egli la adoperasse, ma creata e inlla1.io11al:1 ne i suoi sc ritti dal li lo sofo H. Spcnccr». M. Vegni Talluri ( 1972), narwi11. Viaggio di 1111 110111ralisto i111,11·1111 al mondo, NIS, Vi renze, (p. Xli). 11 E. Rarone, ( 1909) , np. rii.
Il pensiero politico militare di t:nrico Barone
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to e uno fallito cioè u·a una vittoria e una sconfitta stanno a nni cd a nni di prosperità e di miseria» I 2_ Anche la potenza mjJitare marittima contribuisce allo sviluppo economico, essa in fatti garantirebbe il contro llo delle v ie marittime del commercio internaz ionale 13. Per Barone lo stato dovrebbe pertanto porre le condizioni finanziarie e organizzative affinchè le forze di mare e di terra siano bilanciate e aftinché la loro allività sia coordi nata 14. Le regole e consuetudini sociali definiscono, invece, " il modo" di fare la guerra, la strategia seguita, il comportamento dell'esercito conqui statore. Per Barone, in falli , la sto1i a di ogni paese s i evolve attraverso il ciclo delle conqui ste, feuda lesimo, accentramento e di ssoluzione 15 in un divenire progressivo dovuto al cambiame nto de lle forme di sfruttamento più prod utti ve. Nella fase delle conquiste l'uomo sel vaggio ha l'i stinto de lla sopravvivenza e per questo si organ izza in "orde" in c ui vige un ordinamento gerarchico e un ' ins ie me di regole di convivenza. Con lo sviluppo dell'agricoltura s i fom1ano stati più popolosi e l'organizzaz ione sociale conduce alla formazione di classi: l'eserc ito c he attende alla difesa e a lla conquis ta, i sacerdoti che a tte ndono a medici, c ultori del le scie nze e g li uomini politi c i. In questa fase nasce lo stato fe11clale e la c.oncp,i sta di nuovi territori compo11a la schiavitù dei popoli conq uistati; sorge lo Stato inteso come organizzaz ione di una minoranza dominatrice e il Diritto come complesso di istituti e di regole vo lte a legittimare lo sfruttamento de i dominat i. Nel la fase di accentramento con lo sviluppo degli scambi , interni e tra paesi, sorge la classe dei commercian ti detentrice di ricchezza mobiliare i cui interessi sono in contrasto con qu elli dei proprietari te rrieri , de i "capitalisli" e de i " proletari".
12 E. llarune. "Spese necessarie ma improduttive?", La Preparazione, 8-9 giugno
1909
Il .
57.
l'.l l:i Barone, prefazione a " La guerra in mare", di E. Bollati di Saint-Picrrc ( 1900),
Casanova, Torino; E. Barone, E. Barone, "Spese necessarie ma improduttive'!", /,1_1 Prepal'(done. 8-9 giugno 1909 n. 57; .. La marina nell'economia nazionale", / ,1_1 Prepara::.ione. 2-3- giugno 1914, n. 63. 14 Su questo argomento vedi anche E Bolli ( 1998), D0111e11ico Bonamico. Scritti sul /HJ! ere mariltimo, Rorna, Ufficio Slori co della Marina Militare. (pp. 447-446); P. (ì. Molla ( 1995) . ..Economia e conduzione de lla guerra". History of Econo111ic ldeas. In qucslo ultimo saggio in particolare vengono riprn1ate le consideraòoni di Ivan Bloch contenute nel suo libro Armi moderni' e g uerra moderna ( 1900). Bloch si occupò della guerra in mare ma considerò le spese per gli armamenti marittimi uno spreco di ri sorse in quanto le potenti e costose corazzate si sarebbero "annichilite" l' un l' altra in baitagl ie prive di conclusioni. Probabi lmente la 11osi/.ione di Bloc h come degli autori che non considerano oppo11una la guerra in mare è dovuta a l poco interesse strategico che può avere il mare per le loro nazione (Bloch era polacco). Gli autori italiani invece era no influenzati dal fot1c ascendente strategico che il mare esercit ava sulla noslra peni sola. 15 E. Barone ( 1898). op. cii .. (p. 42).
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Catia F,/iana Gentilucci
Con l'evoluzione delle forme sociali il rapporto tra po tere po litico ed economi co di viene sempre più fragile e soggetto a con trasti interni che possono indebolire il paese e condurre a ll a fase di di ssoluzione a causa di forze inte rne, c he dichi arano la loro auto no mia , o di forze esterne, c he approfillano dell a precarietà della struttura sociale de l paese. Dall a dissoluz ione si torna al feudalesimo con forme di sottomissione sempre più indirette. Così, alle fom1e di domi nazione sull ' uo mo si vie ne a sostitui re il co ntroll o del capitale de l paese conquist.tto, de i processi produtti vi e del reddito naz ionale, anche se vie ne fo rmalmente riconosciuto all a popolazio ne il diritto alla proprietà e alla libertà; è abolita la schi avitù e sostituita con fo rme d i colonizzazi one che riconoscono la libertà e il diritto di proprietà agli indigeni, ma non perché l'istinto dell' uo mo alla sopraffazione è cambi ato ma perché vi è: «una radicale trasformazione de ll o strumento produttivo e dei processi di prod u1.io ne» 16. La s pecializzazione del lavoro e lo sviluppo tecnologico, che caratteri zzano il percorso dello sv iluppo sociale, sono dunq ue e leme nti fo ndamenta li dell'evoluzione slorica in quanto modi lìcano i rapport i di produzione. Senza di ess i le fasi della storia si riproporrchhcro uguali a se stesse in presenza d i uno slalo economico sLazionario. Con il progredi re delle condizioni economiche e sociali dei paesi si creano cqu ilihri internazionali che devono essere di fesi . Così per le nazioni econornicamente più avanzale si f"a stri ngente la necessità di dife ndere i propri confin i, di mantenere le posizioni di s upre mazia in ternaz iona le conquistale, di apprestare una forza militare alta a scoraggiare le azio ni di g ue rra dei paesi potenzial i invasori . Dunque il proble ma de lle vie di comunicazione il " militarismo" e il " protezio ni smo" delle industrie mili tari diventano i temi centrali della politica econo mica. Rig uardo alla questjone delle vie di comunicazione Baron e se ne è occupa to pe r due motivi : il s uo rilievo economico che egli ha spiegai.o nei suoi scri lli di econo mi a e la sua impo1tanza strategica per la difesa de l paese c he egli ha trattato negli a rticoli apparsi su " La Preparazio ne" 17 . In tali articoli eg li ha affronta to la questi one della difesa dei confin i orientali del l'Italia 18, in particolare dell a costruz io ne di una linea ferroviaria ne l Vene to atta a difendere il paese da eventuali attacchi nemic i.
16 E. l:3arone ( 1898), op. cii., (p . 43). 17 Tali articoli sono stati pubb licati tra il 1909 e il 1910. Vedi in Appendice "'Pe r le ferrov ie de l Veneto'' del 19 -20 ottobre 1909, n. 108: " Per il prossi mo .fìve o'c/ock mi nisteriale" del 24-25 febbraio 191 0 , n . 22; ..A lle porte d 'Itali a" de l 28-29 luglio 19 10, n . 88. Come è noto ne l 19 17 l'esercito a ustriaco e tedesco sferrarono un massiccio allacco al fronte italiano determinando la disfatta di Caporctto . 18 Ricordi am o c he questo problema è staia la causa del furie con lraslo con Tancred i Saletta c he lo ha condotto a d are le dimission i da Capo de ll ' Uffic io Swrico dello SME.
Il pensiero polilù:o mi/ilare di F:nrù:o Barone
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Barone condivide l'idea strategi ca del Mini stro della Guerra (on. Spingardi) di creare delle fortificazioni nel Veneto per difendere il confine orientale 19 , ma critica la poca importanza che esso ha dato alla rete ferroviaria. Secondo Barone le fortificazioni progettale non sono suffi cienti se non si predispone una rete ferroviaria che pcrrnclta anche di velocizzare il trasporto del materiale militare necessario ad una eventuale g uerra. Le ultime due questioni "militarismo" e "protezionismo" sono invece slrcltamenlc collegale. Gli economisti itali ani che si sono occupati del dihallilo sul protezionismo industriale (Pareto e de Viti ) hanno avuto posizioni decisamente antimilitariste in quanto scorgevano nelle spese mjlitari un onere ingiustificato al bilancio del lo stato. Le politiche protezioniste della fine del XIX secolo erano conside rate non idonee allo sviluppo economico in quanto venivano interpretate come te nde nti a difendere le posizioni monopoliste degli industriali. In particolare de Viti non identificava con il progresso la concentrazione industrial e e Pareto conside rava la protezione industriale causa della riduzione del "benessere dei consumatori" 20 . In quegli anni la critica verso il protezionismo riguardava i dazi a favore delI' i11dust1ia saccarifera e dell'industria siderurgica. La prima soprattutto sembrava sfruttare posizioni di monopolio mantenendo alti i prezzi e poneva pertanto un ostacolo allo sviluppo delle altre industrie alime ntari. Barone si occupa di qu esto argomento in "Riforme tributarie?" 21 in c ui sostie ne l' opportunità di ridurre i dazi sullo zucchero in quanto essi colpiscono il consumo dei redditi meno alti determinandone una "progressione a rovescio". ln questo stesso scritto Barone sostiene l'opportunità di ridurre il dazio sul grano e di detassare il petrolio e il sale 22 , beni considerati essenziali per so stenere lo sviluppo e l'aumenlo del benessere collettivo. Secondo Barone i problemi del militarismo e del protezionismo devono essere affrontali dallo stato sia in caso di "guerra" c he in caso di pace. Nello stato di gue rra l' inlcrvcnlo statale dovrchhc essere volto a distrarre il risparmio e le forze produllivc dagli impieghi privali a favore della produzione dei prodoui necessari all ' azione militare. I ,o stato deve: «Inte rvenire nei consumi, negli approvvigionamenti : deve necessariamente limitare la libertà dei singoli ; deve ven ire alla stati zzazione se necessaiio .... Egli dovrà essere un dittatore ma
19 vedi Carlina A in Appendice 2. 20 A. Cardin i ( 1981), Stato liberale e protezionismo in Italia ( 1890-1900), li Mulino, Ho logna. 21 E. llarone, " Riforme t.rihutarie?", / ,11 Preparazione, 8-9 gennaio 1914, n. 3. 22 Interessante è la posizione di Barone rig uardo il daz io sul grano. Egli nello scrilto del 1898 "Italia e Stati Uniti" afferma che la tariffa daziaria sul grano era necessaria perché in que l contesto storico era impo11ante sostenere lo sviluppo del settore agricolo. Nel 1914 llarone in " Riforme lributarie?" rnoditica la sua posizione: il da7.io sul grano deve essere ridotto in quanto in quel momento era il scllorc industriale che doveva essere soste nuto.
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Catia t :Jiana Cìenti/ucci
intelligente e d avveduto che non spezzi le molle le quali servono di stimo lo all'inc re mento delle forze produtt1·ic i»23. In caso di pace, invece, lo stato deve far fronte alle spese necessarie a man tenere un esercito che funga da monito per la sic urezza nazionale e che sia pronto ad intervenire nel caso in cui vengano messi in di scussione g li assetti po li tici intern azionali consolidati. Con l'evoluzione sociale, inoltre, la tecnica della g uerra si fa pi ì:1 solìsticata per i mig lioramenti tecnologic i. La politica economi ca, dunque, deve essere favorevole a sostenere la ricerca sc ientifica a nc he in campo mili1are in modo che la struttura militare nazionale sia competitiva con que lla degli allri paes i. Tale obiettivo è perseguibi le solo con la protezione dell'industri a militare, qualunque sia il costo ad esso conncsso24 . Questa posiz ione teorica di Barone ha radici mercantili ste simili a que lle sostenute da F. List25. La dottrina mercantilista deriva dal " bullion ismo" prima teoria compiuta sul commercio internazionale che poneva la sua pn:()(:c upa,r.ione sui bilanci militari. I bullio ni sti prima e i mercanti listi poi assegnavano al commercio internazionale lo scopo di procurare ai sovra ni la monela ncccss;1ria ai bisogni militari (prima necessità del paese). Era necessario , quindi , csporla re prodotti manufatti (non materie prime) contro il pagamento di monda metallica e limitare le importazioni che avrebbero determinato un dcrlusso d i 1110 11c la naz io nale. Il mercantili smo più moderno ovviamente riconosce l'impor1a1m1 degli scambi internaz ionali ma po ne la sua enfasi sulla ncccssi li't di prolegge re l'industria nazionale dalla concorrenza straniera anche se i costi sono elevati pe rché, come sostiene Barone, "la ragione politica in questo caso preva le sn que lla economica". Lo stato non deve, infatti, vincolare la forma zione dd la propria strutn1ra militare alle politic he produttive e commerc iali di a ltri pai.;si . La questione, inoltri.;, assunse un ' imporlan za ccnlral c nei diha11i1i poli1ic i sorti into rno agli anni del primo conflitto mondiale a causa dell'istituz ione de ll a moneta a corso forzoso (non convertjbile in oro). Con il corso forzoso la sconlìtta avrebbe portato con sé inflazione e miseria. Barone a proposilo de lla minaccia di una eccessiva inflazione scrive: «Lin1itare i co11su111i I Spe ndere me no! Sono due saggi consigli che leggiamo su tut1i i g iorna li seri e odi amo dirci da tutti gli uomini di governo passato, presente e futuro. ogni vo lta c he aprono la bocca sulla nostra odie rna situazione economica. ( ... ) Sarebbe più utile e più gradito consiglio que llo di spendere meglio : di spende re c ioè di que l tanto che effettivamente dovre bbe costare la vita. Senza sov raprca.i ! ( ... ) Questo c i sembra uno dei doveri più urgenti per g li uomini c he preferiscono fatti concreti alle vuote parole» 26. Nella sua vis ione macroeconomica infa1ti la pro-
23 E. Barone [ 193(i ( 1908)1. " Principi di econo mia politica,. in /,e Open, ecmw111ic:he, p. 682 24 E. Barone, "Aeroplano o dirigibi le", La Preparazione, 30-3 1 lug lio 19 1O, n. 89. 25 Tale autore enfatizzò anche il ruolo strategico delle ferrov ie in guerra.
Il pensiero politico militare di Enrico Barone
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duzione è s timo lata dal co ns umo privato, pubblico e di beni capitali (domanda aggregata) ma altinchè l' inllazionc sia mantenuta sta bile e la bilancia dello stato sia in pareggio è necessario c he i consumi privati siano conte nuti , la spesa pubblica ridotta all' essen zia le. Così , ne i dihatli li sull a po li tica economica più opportuna per la struttura militare del paese emerse sempre più il legame tra l' as petto economico e que llo mil itare. Legame c he Rarone mi se in rilievo in LuLLi i suoi scrilli fin da l 1898. Un a llro aspcllo lrattato da Harone c he ha trovato sos tegno negli studi d i economisti e soc io logi è la re lazione tra psico log ia collettiva e "fenomeno atteso" e la relazio ne tra guerra e cic li economi ci. Secondo il nostro a utore la g uerra porta con sé una serie di fenome ni che devono esse re co nsiderati: ca mbiame nto de ll'a llocazio ne delle ri sorse, modifica della strnttura produtti va, vari azione della demog rafi a occupazio nale, inllazionc dov uta al lcnlativo de l governo d i pagare con nuova mo neta i costi della g uerra e redistribuz ione de l redd ito tra le d iverse categorie economiche. Questi fe nomeni sono "attesi" da ll a popolazione , cosicc hé quando un conllilto bellico viene an nunciato ancor prima c he essi si verifichino la collett ività si comporta come se tali feno meni si fossero già mani festati. ln questo modo il loro effe tto vie ne antic ipalo e accentuato. A rta lion2 7 ha dimostrato che in un paese che non ha subito danni e c he non ha esperienze di guc1Tc ci può essere una certa inllaz ionc ancor prima c he la gue rra prod uca i s uo i pri mi effetti . li legame tra econo mia e q uesti on i militari è qu indi inscindibile e Barone lo aveva analizzato anche co nsiderando il rappo rto tra g ue rra e crisi econo mi che . Ci sono d iverse cause delle crisi un a di queste è la g uerra, questa determina la dis truz ione de fi nitiva dell'eq uilibrio precede nte e co nd uce verso fonne di equilibrio nuove (con diverso assetto poli tico e organi zzazione soc iale ). Lo sv iluppo economico si s vo lge a ttraverso un perenne ciclo in cui fas i depress ive e es pansive si alte rna no. La fase depre ssiva è caratterizzata da una psicologia col lelti va volta a l desiderio del " raccog lime nto" a causa de lla riduzione dei salari, dalla rid uzione dei consumi privati , da ll' a nt imilitaris mo e dalla necess ità d i un maggior g rado di statal ismo; la fase e spansiva , invece, è caratterizzata dall ' aumento del risparmi o e da lle a spe tta ti ve positive s ull ' andamento dei cons umi privati, c iò co mporta: desiderio di espansio ne co mme rciale e una psico logia vol ta alla co lo nizzazio ne e all'imperialismo. Q ueste peculiarità ne lle singole fas i c ic liche sono poi caratteri zzate nei d iversi periodi storici dall' anda mento deg li aggregati economic i: occu pazione, live llo salariale, tasso di inte resse , di spon ibil ità de l credil.o. Nel l' a ffro ntare questo argo me nto Harone spiega il percorso evo luti vo de ll'Italia. li nostro paese ha iniz ia to la sua trasfo rmazione nel 1880 quando pe r l'aume nto de ll a po po lazione è d iminui ta la produui vità del lavoro e quindi i
26 E. Barone , "'Limitare i consumi ' Spendere meno!", La Preparazione, I novembre Il. 94. 27 A . Aflalio11. la monnaie el le dwnges. G . Bo uthoul [ 1982 ( 195 1)j, op. c ii., ( p. 305).
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salaii . Inizia così l'emigrazione di uomini. Questo sce nario è caratterizzato da una crisi dell 'agricoltura perché vi è l'esodo verso g li agglomerati urbani, del conm1ercio internazionale perc hé si riduce l'esportaz io ne de i prodotti agricoli, cd è crisi di "tutti i cons umatori, specie dei lavorato,-i" pe rché la crisi econo mica do vuta a lla trasformazione richiede la protezione dei prodoui agrico li necessaria a "scongiurare mali più gravi". Solo quando la "fatale" trasformazione si è compiuta , aume nta il risparmio disponibile per gli investimenti e iniz ia la fase ascendente de l c iclo. I caratte ri dell'ascensione economica sono: aumento dei salari , espo rtaz ione di prodolli industriali , ri duzione dell'emigrazione e, se il ris parmio è ahbondant c inizia l'espansio ne coloniale. Nella fase ascende nte lo stato può anche aumentare le spese mii itari c he fac ilitano il raggiungimento di maggiori livelli di benessere in quan to la di s ponibilità contributiva psicologica degli individui è più alta. Lo stato, comunqu e, non deve approfittare de ll a ca pac itil co ntributi va deg li individui in quanto pe r Barone: «Bisognerebbe rin negare 11111:i 1111:i lu nghi ssima esperienza di fatti per ammettere che il periodo ascensio nale del c iclo econom ico in c ui ci troviamo abbia a durare ancora per parecc hi anni e c he il l'alale s uccessivo periodo di depressione sia così remoto? Qui non è q11cs1ionc di ollimismo o di pessimismo: è questio ne di saper valu tare, col s ussidio de ll' es pe ri e nza i molteplici indic i dell a nostra vita economjca>> 28 . Pertanto ne lla fase ascende nte lo stato può a llargare la sua i11gt:n.:11:r.a 11d mcrc.ito e sostene re maggiori s pese per la preparazione milit.irc. Ml:ntre nella fase discendente la colletti vità è volta all' antimilitari s1110 du11que lo sta io deve contenere le s pese militari in modo da non creare ten sioni sociali . Se la necessità de lla guena sorge nel momento in cui la collettività non è volt;, a l mi litarismo lo stato deve affrontare le spese militari con le proprie risorse linan ziarie per non sottoporre la colleUività ad eccessivi aggravi fi sca li c he dete rminerebbero la recrudescenza della fase discendente del c iclo. Is pirato da queste considerazio ni il nostro autore sc ri ve il sagg io "Adua. Ne l q uindicesimo anniversario" 29 in c ui egli difende la posiz ione di C rispi che non ha impiegato ulteriori risorse finanziarie per evitare la sconlilla. In qne l mome nto, infatti, l'Italia stava attraversando la delicata fa se de ll a trasfunnazionc ind ustriale e pe rtanto il paese aveva bisogno di una politica di raccoglime nto piuttosto che di una politica volta ali' espansione territoriale. Lo stato, quindi, deve adeguare le sue politiche mi I ilari al la fasc c iel ica c he il paese sta attraversando. Barone pertanto se da uflic ia lc sosti ene l' opportuni tà delle spese militari per favorire il progresso da economi sta affro nta tale te ma tica attraverso un 'analisi tra costi e benefici. Così ad esempio nel caso dell' impresa libica egli in un a rticolo de l 19 1410 sostiene la necessità di affronta re i c osti della co lon izza z ione in 4ua11to in que l 28 E. Barone, "Armi e finan za", La Preparazione. 2 1-22 ollobrc 19 13. n. 123. 29 E. Barone ( 1911 ), Adua. Nel quindicesimo anniversario, Roma. 30 E . Barone, "li volo", La Preparazione, 5-6 marzo 19 14 , n. 27.
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periodo stori co I' Halia stava attraversando la fase ascendente del c iclo. Pcrlanlo egl i si diclùara a favore della posizione di Giolitti verso l'operato dell' Italia in I ,ibia e criti co della posizione di Graz iadei c he soslcncva l'opportunità di ritirare l'eserc ito italiano e che chiedeva che fosse costituita una Commissione Parlamentare di Inchi esta per verificare le spese sostenute dal l'Italia in Libia31_ In questa prospettiva il problema impositivo di viene fondamentale. Per il nostro autore, infatti, l'imposizione ri scale accresce le e ntrate dello stato lino "al limjte" che delinea il punto di soppo1tazione massimo oggettivo (che dipende dal reddito) e soggettivo (che dipende dalla psicologia degli individui). Un aumento de ll ' imposizione oltre tale limite determinerebbe una riduzione delle entrate a causa dell'evasione fi scale e dell 'esportaz ione di capitali all'estero. Inoltre un carico tributario troppo gravoso rispetto a lla capacità contributiva del paese spezzerebbe gli equilihri politici e sociali esistenti. Egli scrive: «A parità di rendimento un dato sistema di imposte può gravare sull'economia nazionale assai più fortemente di un altro c he sia più adatto alle e sigenze della realtà. È necessario che non si seguano vie errate nella tassazione e che quanto occorre aj pubblici servizi sia ottenuto pe r quelle vie che meno gravino sull'economia nazionale. cioè meno ostacolino lo sviluppo della ricchezza e de l reddito complessivo del pacse»32_ Per la stretta connessione tra economi a e istituz ioni militari lo studio della politica economica diviene fondamentale. Per Barone l'attività del politico dovrehhc seguire i fondamenti de lla politica economica, intesa come scienza che si e rge, da un lato, sulle hasi positive dell'economia politica e, dall'altro, sulla conoscenza degli clementi metaeconomici3 3. Per Barone la politica economica si deve identi ficare ne "l'arte del buon governo". Nel primo decennio del secolo scorso gli economisti intendevano per "arte" la capacità degli uomi ni di governo di applicare le conoscenze scientifiche economiche alla pratica poli1ica : «La politica non è il regno delle nuvole e delle steri li aspirazioni ma quello delle realtà e delle possibilità conc rete. L' aviazione nel campo del la politica, la quale è fatta d i realtà, è lo sport più insu lso e più ozioS0>>34.
3 I Sullo steso argomento un articolo precedente " La successione", ù1 Preparazione, 19 14, n. IO; sulle spese in Libia ancora " I conti della Libia e il capitale straniero e le induslrie fahhricanti materiale da guerra", ù1 Preparazione, 3-4 febbraio 1914, n. 14; "Forza bilanciata e spese straordi narie" . La Preparazione, 28-29 mai7.o 19 14, n. 36; " L'esercito coloniale", ù1 Preparazione, 20-21 giugno 19 14. n. 69. 32 Su questo argomento E. Barone, "Anni e linanza'', / 1 1 l'reparazione. 2 1-22 ottobre 191 3, n. 123; " Riforme tributarie", La Preparazione, 8-9 gennaio 1914, n. 3. 33 Queste idee di llarnne si avvic inano all'impostazione teoretica d i Parrillo sul carattere nonnativo della politica economi ca e sull' opportunità che il poli tico tenga con io dei precetti normativi della politica economica. r. Parrill o ( 1957), Contributo alla teoria della politica economica, in Storia e dotLrine economiche, Utet, Torino, pp. 280-284. :~4 E. Barone, " Le astrazio ni e la realtà'', La Preparazionl', 26-27 marzo 1914.
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Barone considera il " saper gove rnare" un "a,t e'' c he viene dopo la conoscenza de lla tradizione storica e d e lla s trullura sociale, per Baro ne infatti ogni paese se ppur segue un percorso detem1inistico de ll o s viluppo economico deve saper adattare le scelte po litiche ai caratteri pec ul iari de ll a s truttu ra soc iale. La s ua concezione di politica econo m ica si identifi ca, quind i, ne ll'a ppl icaz ione dell a regola del "caso per caso" . L' arte di govern are si e splica , ino ltre, nell a capac it à de ll'uomo politico di di stinguere tra obietti vi di breve e obie ttivi d i lungo pe riodo. li processo economi co tende nel lungo periodo a raggiungere il massimo li ve llo medi o de l reddito nazio na le, c he coincide con mig liori condi zioni di be nessere co ll ell ivo. Ma il ragg iungimento di ta le obiett ivo non è ce rto a ca usa del le impe rfezio ni cie l me rcato. Lo stato, dunque, deve agire attraverso un prog ra1rn11a di gove rno di breve peri odo coerente con l' obiettivo d i lungo periodo. Dagli articoli di Barone apparsi su "La Preparazione" e me rge la s ua critic a al sistema econo mico italiano. Egli vede ne ll' incompc lc1m 1 po lit ica. in lesa come incapacità di appli care l' a,te del buon gove rno, il di tc llo sostanz iale de l sistema po litico e nel contrasto tra interess i della classe polilica e l'u lile sociale la ca usa dello spreco delle risorse nazionali35. ln particolare Barone nell e colo nne dei suoi a ni co li d i g iornak 110 11 si 111os1ra a favore di un particolare gruppo politico. La sua preoccupaz ione è qudla d i ev idenz iare i punti deboli dell ' econo mia itali ana e i d ife1ti de lla gestione pol itica . Il s uo sco po è q uello di ind icare il percorso più efficiente del lo svil11 ppo economico senza giud iz i preconcetti (in forma teo re matica ha a ssolto a questo compilo in modo egregio ne i suoi scritti economici). Egli affe rma : «Il Paese vuo l lavora re e produrre: vuol e ssere sicuro dentro : e lavorare e prod urre anche pe r essere forte ai contini e vedersi no n contrastati i legittimi campi di s ua espansione. E a chi g li assic uri quest i be ni darà il s uo pl auso sen7.a bisogno di pre ndere l' occhi alino per assicurarsi se po i abbi a addosso ne l s uo vesti to un po' piì1 o un po' meno di grig io o di rosso»J6 . Per Barone non è tanto importa nte la forza po litica che dirige il governo t..tuanto c he tale forza orie nti le s ue az ioni verso lo sv iluppo ecrn10111ico. Così 1ichi ama in un suo artico lo l' opera po li tica d i l ,eonida Bi ssolati c he u rn sidera <da mente più co1npiula, più eq uili brata, più se re na de l pa rtito soc ialista » in grado di proporre so luz ioni politiche che vanno al di là de i preg iu di1.i del l'i deologia di sin istra: in partico lare Ba rone si rife risce a ll a posiz ione fa vorevo le d i
35 C. E. Genl ilucci, "Economi a, sociologia e arte mi litare. Un cxrnrs11s tr;1g li scritti politico-sociali di Enrico llarone", // Pe11sierv éòmm11ico Mo dt'm o ( 1999/4). 36 E. Barone, "I ,e astrazioni e la realtà", La l'rt-'/ Htra~im,e. 26-27 marzo 19 14. n . .\:i. li riferimento ai "rossi e neri" ricorda come Sn1111i110 aveva defini to le fo rze dell' a111is1ato. Sonn ino che segui va la linea crispi na voleva centralizzare il polere in un organo esecutivo (sul modello prussiano) così da sconfiggere le fo rl'.e liberali di destra (i neri) e di sinistra (i rossi). M. L. Salvadori ( 1994), Storia d 'lw fia e crisi d i regi111e. Il Mul ino. Bologna.
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Bissolati verso le spese militari volte alla costitu zione di un esercito che sappia difendere gli interessi nazionaJi 37 . Ancora in un aJ tro arti colo " Il partilo radicale e le questioni militari" a proposito di un discorso pronunciato da l'on. Sacchi al Congresso Radicale egli a uspica che il governo tenda a "sinistra verso l'est.rema radicale" piuttosto che a "destra verso i clericali" in quanto l' on. Sacchi sostiene la necessità di una politica militare volta alla difesa dei confini orientali dell ' Italia. Lo sviluppo economico italiano dato il rapporto Lra forza lavoro e risparmio di sponibile ric hiedeva secondo Barone una politica coloniale38. Su questo argomento egli scrive alcun i articoli di giornale: " Le colonie e la potenza del paese", "Il lavoro italiano in terra rrancese", "Benadir e la corresponsabilità amministrativa", " Il ministro delle colo nie", "Ciò che dice il signor Florcns", "Colonizzazione militare", " La nostra politica coloniale", " I conti della Libia e il capitale straniero". La coloni zzazione viene vista da Barone come il mezzo per sviluppare una "grande impresa agricola" in modo d a sostenere l' industri ali zzazione nazionale. La colonia è considerata un mercato di approvvigionamento di derrate alimentari e di materie prime o semilavorati. Il proble ma dell'integrazione etnica è comunque complesso. Con l'evoluzione sociale de i paesi colonizzatori anche le forme di controllo delle popolazioni conquistate deve rispettare i prim:ipi umani riconosciuti nel paese coloni zzatore. Nel periodo in cui Raronc scrive sul suo giornale gli articoli sulla politica coloniale ( 19 10- 1914) l'Italia slava attraversando la fase espansiva del ciclo e l'allargamento dei mercati di sbocco dei prodolli nazionali era ben visto a nc he da alcuni economisti italiani Lcndcnzialmcnle antimilitaristi e liberisti, come: Luigi Ei naudi , Marco Fanno e Antonio de Viti de Marco. Barone s i mostra a favore della politica coloniale italiana e critica le posizioni di chi prendendo ad esempio il fallimento del la politica colon iale francese sosteneva la non opportunità della colonizzazione. Secondo Barone i diversi
37 E. Barone, " La difesa a forfait", La Prepara::.ionP, :1--4 marzo 1909, n. 14: E. Baro11e, " Pa1 ri a e guerra, La l'reparazione. 8-9 aprile 1909, n. 29. 18 Poco dopo il 1870 le potenze industriali europee attraversarono un periodo di crisi econo mica. Per accaparrarsi materie prime e ampli are i loro mercati si lanciarono alla conquista di imperi coloniali s ull 'cscmpio di quello ing lese. Forti di una sc hiacci anle superiorità mi litare no n ebbero difficoltà ad occupare e spartirsi l' int.e ra Afri ca e gran parte dell'Asia. In Europa invece henchè non mancassero problemi e tensioni l' etì1 dell 'imperial is mo fu un periodo di relativa pace e di progresso. Fra non poche difficoltà e co111raddiz ioni anche l'Ita lia nei decenni precedenti la prima guerra mondiale fu partecipe dell ' avventura coloniale. In particolare nel 1887 l'Ita lia tentò di occupare alcuni tcrrito1i intorno al Mar Rosso ma il contingente militare fu sconfitto dagli et iopi. Due anni dopo con il trattato di Ucc ialli l'ilali a riuscì ad ottenere la colonia di Eritrea e il prolellorato sull a Somalia. Ma nel 1896 vi fu la sconfilla di Adua. Mentre tra il 1911 e il 1912 l' Itali a ollenne le presa dell e isole di Rodi e del Dodccancso e la conquista dell a Libi:i.
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caratteri socio-economi ci dell'Italia (abbondanza di forza lavoro e poca di sponihili tà di capitali) 1ispcllo a quelli dell a Franc ia (ahhondanza di capitali e modes to incremento demografico) g iustifi cavano un nostro int ervento colo niale in Libia. In particolare Barone critica la po litica colonia le d ella F ranc ia verso il Marocco. I ,'espans ione coloniale fran cese, per il nostro autore, avre bbe av uto senso in zone in cui sarebbe stato necessario espo11are capita li e lavoro spec iali 1.1.a to. In zone, cioè, dove la popolazione indigena era numerosa e dis posta a la vorare in industrie di proprietà e dire zione francese. Per questo motivo egli critica l'on. C hiesa che affe rmando: «Resto un anti coloniale irriducibile .. .. Lo diceva anche Yvcs Gu yot, veuetc bene c he le mi e pregiudiziali le pesco anche a ll ' e stero» mostra <li non a vere una sc11s ihilit i1 s torica ndl'interpretaz ione delle vice nde politiche. Per Barone, inr,111i: « La 111assima di Guyol è giusta se applicata al s uo paese. L'impo rtazio11c delle 111assi 111c politiche non è come que lla del g rano e de l carbone e la di lfcrc111.a cons is te in c iò , che le merci di qualunque specie se erano buo ne ne l paese dove s i pig lia110. lo sono anche nel paese dove s i por1ano; m a le mass ime politiche possn110 essere buone per un Paese e per l' altro pess ime. Lo schermo de lle Alpi L' la l"cenndità de lla razza ecco le due cond izionj a cui non può ap plicarsi ali' lt:tl i:1 la mas s ima di Guyot. E l'on. Chiesa che si vanta di averne l"a110 l' csport,11io 11c, l'ha sciupata es portandola. A chi non vede queste differe nze ndl a s it LJ:i i'.irn1L' tk i due Paes i è inutile citare la storia»3 9. Pe r Barone la colonizzazione s i sviluppa in tre !asi: l'c mi gr:1, .ionc d1 urn11i ni ; l'e migrazione di lavoro specia lizzato; l'emig raz io ne di capital i. I .a Fr:1nci:1 aveva g ià raggiunto la terza fas e (senza passare per la prim:1); mentre l' Italia era arrivala all a seconda, essa avrebhe potuta raggiun gere la tcr;,,;1 r:1sc so lo dopo aver potenzialo la sua struttura industriale. L' autore sostiene inoltre l'oppo11unità che l' Italia cnlrn1i1.1.i l" l\ 111c ri ca Latina40. Egli vedeva, infatti, ncll ' Argentina un mercato di s hl lCro pn il " made in Italy" e un paese in cui poteva sorgere una " nuova lt a li ,1". IL1f111c 111.ah >dal l ' imperialis mo vittoriano che g iustificava la conqui sta c ol o ni ;,,.zatrin : sos te ne ndo che essa aveva una fun zione c ivilia.atri ce de i popo li coLJqLJis t: 1ti . Il gove rno italiano avre bbe dovuto, quindi , sostenere l' italianizzaz io ne dd popo lo argl·nti no, aprendo ad esempio delle scuole italiane. In concl usione, dunque, nel pensiero mi li tare di 13aro nc le forze :1r111:1tc svo lgono un ruolo fondarncntale per lo sviluppo econom ico naz ionale. 111a la loro :19 E. Harone, "I.e colonie e la potenza del Paese", in L<1 , ,,.,./Hlf"(l~i"11, ·. ( I 2 luglio 1909, n.62). 40 Come è noto la ri voluzione indutrialc italiana fu ,1ccon1p;1g11:11a da gr:1vi scon1pensi specie nelle region i del Mezzog iorno. La disnccupa1.ionL' e la 111i~e ri:1spi nsl'ro un numero crescente di persone ad abbandonare il paese per andarl' a cercare l;1V<1ro all" cstero, soprallullo in America. rra il 1880 e il I900 quasi 5 mii ioni di pn s(>ne Ja~ciarono l' It alia e fra il 1901 e il 191'.l gli emigranti furono 8 milioni .
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organi zzazio ne e il mantenimento della loro efficie nza pone questioni politiche c d economiche che solo uno stato forte e ispirato a l nazio nalis mo può risolvere con minor spreco di ri sorse nazionali . Lo stato assume un ruolo centrale nella vita de l paese; ed anche se la s ua politica deve essere volta la protezio ni smo dell'indus tria militare e alla difesa o conqui sta di posizioni di dominio esso non deve ostacolare il p ercorso naturale " fatalista" de llo sv iluppo sociale.
Conclusioni Barone un militare economi sta. Ma molti prima e dopo di lui hanno studiato la relaz io ne tra economia e g ue rra. Tra questi autori ricordi amo: A. Smith ( 1776) c he considerò la difesa naz ion ale una dell e eccezio ne al liberis mo economico e c he fece un ' anali si dei cos ti e vantaggi sociali pe r il mantenimento di un eserc ito ; Ricardo ( 1817) c he considerò le spese mili tari un a distruzione delle risorse nazionali in particolare del capitale produtti vo e che considerò l'opportunitìi di finan z iare la guerra attraverso il debito pubblico come spesa strao rdinaria dello s tato pi uttosto c he attraverso la tassazione come sp esa ordinaria; .I . R. Say ( 18 15) che si interessò della g uerra sotto l'as petto della perdita in risorse umane; R . Codben ( 1867) c he si occupò dell a gue rra da sostenitore del pacifis mo scie ntifico, egli infatti considerò la necessità a lla g uerra una so1ta d i illusione at.lraverso cui g li uomini politici e le forze militari convincevano g li uo mi ni ad arruo lars i; I. Bloch ( 1900) c he pur avendo una teori a scientifica del pacifis mo si occupò dell a relazione esistente tra lo sviluppo econo mico e la tecnologia militare; C. G ini (1935) che distinse tra le perturbazioni sociali che non compromettono la stabilità e que lle c he, come la g uerra, causano la distruzione definiti va de ll 'equilibrio pnx:edentc sono seguite da un pe riodo caotico che si concl ude con l'elaboraz ione di una nuova forma economi ca ; Max Wcber, Somba1t e a ncor prima Mandeville c he considerarono il consumo de lle eccede nze produttive auravcrso i fasti religiosi, il lusso e lo s pe rpero come fattori di pace, in quanto frenavano l'accumul arsi delle eccedenze economiche che avrebbero condotto all a gue1n; K. Marx che considerò la g uerra una mi stificazione dovuta a l fallo che le classi dirigenti attraverso essa distoglievano il popolo dall e lolle di classe instillando nel loro animo sentimenti naz ionalisti o re ligiosi . [I fenomeno della guerra è stato quindi da sempre considerato fondamentalmente legato a ll 'evoluzione soc ia le, sia in senso positi vo che negativo. E lo sludio della s ua re lazione con i fenomeni economic i e socia li ne è stala una logica conseguen za . Barone c i ha dato prova che la forza militare non è in antinomia con lo sv iluppo cap ita lis tico ma che anz i essa è un elemento dello sviluppo stesso e che, in quanto ta le, la sua organi zzazione e le spese ad essa consegue nti devono essere oggcllo de lle scelte di po litica economica. Così le considerazioni di Barone sull a politica economica contenute nei suo i scritti politico-soc iali si dislinguono dalla posizio ne degli econo misti margina-
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Catia F.lùma Gentilucci
listi in q uanto il nostro considera le spese mili tari necessarie allo sviluppo economico, identifica ne lle fo rze militare un fatlorc produttivo di ri sorse naziona li e vede nel protezio nismo dell' agricoltura prima e de ll'industria nascente poi un fallorc essenziale per lo sviluppo del paese. La sua posizio ne statalista è, dun que. di scretamente in contrasto con le posizioni de i " marg ina listi itali ani '" c he hanno sostenuto il liberismo co me po litica fondame nta le al raggiungi me nto di posizioni produttive efficie nti e al raggiungime nto di posizio ni d i equili bro economico. Barone si è distinto per essere andato un po' più in là, in q ua nt o ne lle sue rincssioni ha saputo armo nizzare gl i aspelli sociali e gli aspetti politico-111ili1 ari dello sviluppo economico . In breve. La sua concezione po litico militare può essere sin1e1i1.1.a1a in q uesta sua affermazione: «La po litica militare è questione tec ni co-mi li tare. politica ed economico finanziaria. La sua scelta ha effetti sulla politica estera cd inte rna. La politica più liberale ha bisogno di poderosi mezzi, occorrono meni ta nto maggiori quanto maggiore è la li bertà cui si concede. I ,a forza da d.irc all' esercito è in intima connessione non solo con la politica estera che si vuol seguire ma anc he con la politica interna c he si vuol fare» 41.
4l E. Barone, "A rmi e politica . A proposi to del bi lanci o della gut:rra", N11ow1 Antolog ia , I giugno 1903.
li pen:;iem politico militare cli Enric:o Barone - Appendice I
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APPENDICE I
Indice degli articoli di giornale estratti da I.A Preparazione
La Preparazione (1909) C he in tendi amo per «Preparazione» (2 febbraio 1909, n. I) Darwinismo sociale (6- 7 febbraio 1909, n.3) Sofismi ? ( 13-14 fehhraio I909, n.6) La difesa " a forfai t" (3-4 Marzo 1909, n. 14) Le grandi manovre ( 11 - 12 marzo 1909 , n. 17) La burocrazia (20-2 1 marzo 1909, n. 21) Patria e guerra (8-9 april e 1909, n.29) Intorno a l bilancio. La quadratura del cerchi o? ( IO- I I aprile 1909, n.30) Intorno a l bi lancio. Come devono essere ripartite le s pese straordina rie li termine politico del problema - La portata finanz iaria - Concentrare le spese in un quadriennio - Oli interessi militari non dchhono cedere agli inte ressi industriali ( 13- 14 aprile 190 9, n.3 1) Intorno al hilancio: 33- 13=20 (22-2:1 aprile 1909, n.35) La commissione di inc hiesta e la gestione del vesti ario. Sei milioni di economia? (8-9 maggio 1909, n.41 ) Spese necessarie ma improduttive? (8-9 g iugno 1909, n. 57) Le colonie e la potenza del Paese ( 1-2 luglio 1909, n. 62) Le grandi ma novre (24-25 agosto 1909, n.85)
I.a Preparazione (1910) Pel prossimo "fi ve o'clock" ministeriale (24-25 fe bbraio 19 1O, n.22) Il lavoro ita lia no in terra francese (5-6 marzo 19 10, n.26) All e po11e d' Italia (28-29 luglio 19 10, n. 88) Aeroplano o dirigibile? La superiorità de ll' aereopla no - Bisogna cambi ar rolla - Una propaganda contro il combattimento nell'ari a? - Utopia pacifi sta (30-31 lug lio 19!0, n.89) Spunti e notarellc. G li agenti de ll a forza puhhlica e le folle tumultan ti Corresponsabilità amministrativa nel Renadir e i rapporti tra comando c ivile e comando mil itare ( 16- 17 agosto, 19 1O) Le " Norrnc" per le grandi unità: e l' Induzione? (25-26 agosto 19 LO, n. I00) La Rinascenza (allraverso a i campi della sociologia militare) (29-30 dicembre 19 10, n . 153)
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Catia t:lianu Gen.tilucci
La Preparazione (1911 ) La crisi militare (3 e 4 gen naio 19 1 I, n. I) La trasformazione industriale e la politica estera e coloni ale. In Inghilterra ( 10- 11 gennaio 19 11 , n. 4) Articoli di giornale estratti <la La Preparazione del I 9 I 2 L'a1tiglieria da campagna. Una vittori a nel campo <lclle industrie (25-26 marzo 19 12, n. 37) Finchè il ferro è caldo (28-29 maggio 191 2, n. 62) Il Ministero <lclle Colonie (4-5 giug no 19 12, n. 65) Rcvisionc <li valori (1 3-14 giugno 1912, n. 68) Ciò che dice il Signor Flourens (20-21 g iugno 191 2, n. 7 1)
I.a Preparazione (1913)
Coloni zzazione militare? (24 e 25 luglio J 913, n. 86) Il programma del Uoverno (2-3-ottobre l 913, n 115) Pe r l' industria nazionale (9 e IO ottobre 19 13, n.118) Al buio (14- 15 ouobre 19 13, n.120) Armi e finanza (2 1-22 ottobre 191 3, n. 123) La nostra politica coloniale (25-26 novembre 19 13, n.1 38) I socialisti ( 16- 17 di cembre 1913, n.147)
La Preparazione (1914)
Riforme tributarie? (8-9 genn aio 19 14, n. 3) Spunti e notard lc. I Conti della Libia e il capitale straniero e le industrie lahbricatrici del materiale da g uerra (3-4 febbraio 1914, n. 14) T1 malo esempio (14- 15 aprile 19 14 , n.43) E il pugno fe rmo? ( 16- 17 aprile 1914, n. 44) Dall'altra sponda (2 1-22 aprile 19 14, n. 46) I socialisti e l'esercito (30 aprile- I maggio 1914, n.50) Politica industri ale (16-17 maggio 1914, n. 57)
Il pensiero politico militare di F:nrit:o Barone - Appendice I
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APPENDICE I
Articoli di giornale estratti da La Preparazione del 1909
2 fchhraio 1909, n. I Che intendiamo per «Preparazione» Noi non von-c mmo che la comparsa di qucslo giornale fosse interprclala come un grido di guen-a. Noi non abbiamo nessun proposito di tentare che il paese sia spinto da una politica diversa da quella della pace e del raccoglimento, di c ui ha Lanto bisogno, o ad una politica che non tenga realmente e lecitamente fede degli impegni inte rnazionali, lihcramente contratti . Noi, interpreti dell a coscienza pubblica, non miriamo c he a concorrere perché sia data forma precisa, concreta ad un pensiero c he è nella me nte di tutti : e non miri amo c he a stimolare governati e paese perché quel pen ~ie ro venga tradotto in atto, senza mezzi termini e senza esitazione. li nostro paese troppo a lun go ha trascurato la sua preparaz ione militare. È giunto il momento, in cui con opera alacre, fattiva, ri acq ui sti il tempo pe rd uto e si prepari; non a scopo d i voluta aggressione, n on a scopo di vo luta g ue rra , ma al fine di ass ic urars i il ri spcllo a ltrui e poter svolgere le proprie attività produttri c i senza la min accia di umiliazioni e sopraffaz io ni . È questo l' ltalia deve rag g iungere in tempo relativam e nte hrcve og ni a ltro indugio potrebbe essere scontato a maramente in un avven ire non lontano. Deve essere preparazione di armi ; ma anche pre parazione di a nimi nel paese. Pe rc hé un esen:ito, a nche allorc hé sia saldo e compatto, e ne l quale sia pure ridestata la fiducia in se stesso non basta , nei cimcnli in c ui può essere c hi amato, se 11 011 è sorretto da uno spirito pubblico altamente patriollico, di quel patriotti smo c he non è fa tto di fugaci va mpate di sentiment.aliLà, ma di te nace o serena e fiduciosa perduranza di sac ri lici di ogni na tu ra a c ui hi sogna sottosta re se s i vogliono rag giungere certi fini. I... I
6-7 rchhraio 1909, n.3 Darwinismo sociale li nostro amico F,nrico Mizzi ci comunica, cortesemente la seguente lettera, di Giacomo Novicow. La pubblichiamo facendola se~uire da alcuni cornmenti. Odessa 23 .01.1909, Caro Signore, la vostra curiosità di giorna li sta mi lusinga mollissimo .
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Catia Eliana Genrilucci
Presentemente scrivo un volume che sarà intùo lato «La critica del darwinismo sociale» . Stando al darwinis mo socia le, il progresso del gene re umano è prodotto da l'omicidio collellivo o, in altri ten11ini , dalla guerra. Oarwin, infatti ha insegnato che evoluz ione , ossia il perfeziona1nento dell a spec ie, si deve attribuire a lla lotta pe r l'esistenza e all a sopravvivenza dei più idone i, e applicando la stessa teoria a ll a vita sociale degli uo mini, ha conchiuso che il progresso della soc ietà è dovuto all e stragi. Orbene è appunto qu esta dottrina ass urda che il mio libro si prefigge di confutare con argomenti purame nt e scie ntific i derivati dalla biologia e dalla socio logia. Voi ben sapete qual e trionfo sc ie ntifi co abbiano ripo1tato le teorie di Darwi n: so no ormai qua si gencral111c11t c accettate dal pubblico in generale quanto dalle saccenti di mes ti e re. Non di 111c 110 esse non resistono un solo istante ad una critica positiva. Disgraz iatamente, però, qu es ta c ritica non è stata fa tta linora da alc uno : e se mi sarà dato di ahhattere il monumento assu rdo de l darwinismo soc iale crederò di aver reso un gran servizio al genere umano. Spero c he la st.1111pa 111i sos te rà in questa mia campagna. Quanto alla stampa italiana, non dubito punto c he so slèr;1 k 111ic idl'l'. G li ita liani, con la loro intelligenza chiara, luminosa e sottile. ha11110 sr 111prl' tenuto il primo posto nella scienza. L'Ita lia è la prima nazione che ;1hhia adollato 11 princ ipio c ui dohhiamo la nostra rinascenza: vale a dire i plebisc iti . Sono certo quindi c he gli italian i siano anc he i primi a co111 pn.:11dnL' c he non si può dare prog resso con /'omicidio collettivo, che 110 11 si pu ù dan· li11·L· r on le tenebre. Viol enza e progresso sono due tem,ini opposti e co111raddi11o ri . Vogliate, caro Signore , gradi re i miei più cord iali e d ist inli sa luti . (; _ No vicow Ed ora alcuni comme nti. Noi aspettiamo, con viva curiosità scientifica, il nuovo vo lume c he prome tte il fecondo, ma forse un po' troppo fretto loso. sociolo go rn sso, ne ll a speranza che questo (darwinismo soc iale) cu i egli ora atte nde, ahbia un po' più di co nsis tenza reale di quanto non possegga , ad esempio, l'ultimo lib ro suo «Il prohlcrna de ll a mi seria » che, in verità tutto impregnato in due g ross i prcg iudi 1.i: q uello nltùnisla e quello par:ifìsta. Le idee pacifiste de ll ' a uto re sono 11ote da un pezzo; almeno a quanto è dato desumere da c iù c he eg li sc rive nclla lcllc ra c he abbiamo pubblicato non ci pare possano essere poste s u u na base piL1 salda, battendo in breccia, come il Novicow si propone di fare, que llo che egli c hiama «darwini s mo sociale », con un sig nificato alqua nto dive rso da l significato c he ormai, in socio log ia, si era abituati a dare a queste due parole. 'H111to più poi che in qu anto egli dice, vi è un a confusione di concetti c he non può slùgg irc ai m ltori di tali sc ienze. Fino ad ora per darwini smo sociale si era sempre in tesa quella applicazione - un po' a flrcU.ata in verità - che nel campo sociale si fa da taluno di alcuni co ncetti fond amentali i quali in campo biolog ico costitu iscono h1 teoria darwiniana: c ioè lotta pe r l'es istenza, sopravvivenza de l più forte , selezione.
Il pensiero po/iJico militare di t:nrico Barone - Appendice i
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C'è tutta una lette ratura che dimostra la fallacia di questa trasposizione, senz'altro di tali conce tti dal campo biologico al campo sociale. Né Darwin si è mai sognato, nonché di enunciare una tale generalizzazione, neppure di autorizzarla già c he in anticipazione all'intemperanza sociologiche dei suoi seguaci, Darwin ha sempre esplicitame nte affermato c he lotta sociale per l'esiste nza differi sce di molto dalla lotta animale; si vede pe r esempio ciò che egli dice nella sua corrispondenza pubblicata alcuni anni orsono soprattutto in una lettera a Fox del 1852 se ben rammentiamo nella lotta animale vi è di strnzione dei più deboli, a trionfo dei più forti e procreazione di questi. Nella lotta sociale il trionfo non è dei più fortj, ma di coloro c he posseggono le qualità c he in quel determinato ambiente possono assicurare il trionfo: qual ità che possono anche essere tutt'altro che le migliori. [n una società di bricconi, e mergono i bricconi pit1 esi mi: in una società nella quale non l'ingegno, non il lavoro pertinace siano il mezzo più sicuro per il trionfo, ma invece l'infingi mento, l' intrigo e tutto un complesso di piccole astuzie, dissimulazioni la preminenza non è di coloro che hanno ingegno e perduranza, ma degli astuti, degli intriganti, dei dissimulatori. Ognun vede, quindi come sarebbe assurdo, conte ntandosi di semplici parole, senza andare un po' affondo delle cose, trasportare senza altro nel campo soc.i!lle alcuni e nunciati che con debite riserve sono accettabili soltanto pe r il fenomeno della lotta biologica. Questo darwinismo sociale è g ià stato, dunque, battuto in breccia come abbia mo dello vi è in proposito un intera letteratura. Quindi, non sapremo intendere che cosa, in questo campo, possa dire il Novicow assoluta mente di nuovo. Ma il sociologo russo applica quel no1ne di darwini smo sociale ad un altro fenomeno: no n già, cioè, a quello della lotta di preminenza fra individui appartenti al medesimo gruppo: ma la lotta fra gruppi e gruppi alla guerra insomma. Orbene se in Novicow per continuare la sua campagna pacifista c rede di addurre argomenti formidabili in appoggio alla sua tesi questi possono scalzare un preteso darwinismo sociale inteso in questo senso; se questo si propone di fare come parrebbe dalla sua lettera temiamo forte che lui stia affil ando inutil mente le sue arm i perché non avrà c he a sfondare un a porta aperta. Sappiamo bene che vi sono sociologi i quali pe r opporsi a quella gene razione del desiderio della pace c he si chiama pacifismo, non hanno saputo trovare di meglio c he la formul a della g ue rra, mezzo di selezione collelliva. Ma questa fommla che potrebbe essere la sintesi di quel concetto di darwinismo sociale che il Novicow si propone di combattere, né Darwin ha contribuito, né i sociologi seri a mmettono la sua importanza se non quella di una formula priva di contenuto. La guerra certo nelle lotte tra società umane pone in condizioni di inferiorità quella che a parità di ogni altra circostanza è meno dotata di disciplina sociale, - come direbbe il nostro Flux -, ed a parità di altre c ircostanze, sicura il trionfo a quelle che di tali vi11ù posseggono in un più alto grado. Ma si capisce che in una piccola società, ad esempio, in cui magari tali virtù sia altissima possa essere soverc hi ata da un altra che ne sia affatto priva ma sia più numerosa. E quindi solo a parit~ di ogni !lltrn conclizione che la gue rra puù essere una forma di
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Catia /<.,'liana <ìenti/uct:i
selezione collettiva, un modo c io è per assicurare il predominio a que lla soc ietà in cui sia alto il sentimento di disciplina sociale, sentimento che è utile in ogni manifestazione dell ' attività umana, non soltanto in tempo di g uerra. ma anche nelle arti della pace. Se in tal senso c he Novicow intende la tesi del darwi ni smo soc ia le contro c ui si apparecchia a battagliare, e se è in tal senso che egli s i propo ne di com balle ria avrà facilme nte buon gioco: no n avrà, ripeti amo, c he a sfond,m: una po rta aperta. A dimostrare che è priva di salda base la tes i annunc iata esse re la g ue rra un mezzo selettivo, ovvero dimostrare che quella tesi non è acce11 ahi le se c on una serie di re stri zioni le quali ai so stenitori di essa to lgo no og ni mezzo di trarrc le illazioni cui mirano, dimostrare questo non è aver dimostra to c he la g ue rra s ia sempre un male e che la pace ad ogni costo sia sempre un bene. c c hc il massimo di feli citù umana fino a quando la natura degli uomini 110 11 sia ca 111h iata si ottenga col mirare al niente altro se non a lla conservaz ione dl'I l;1 p;1ce a ogni costo. Il Novieow, come tanti altri pacifisti , non inte nde e 11011 vuole intL'lldc n.: c hc tra il bene dcll'umanitù nel suo complesso e il be ne di 1111 d;11i, g ruppo soc iale , vi è spesso una antitesi irreduttibile
13- 14 l"chhraio 1909, n.6
Sofismi? Noi per quanto possiamo stimarci conoscitori forse no n dd tutto superfi ciali de l nostro problema militare, non crediamo tullav ia ave r gi;1 1111it ;1 suflìc ic nte ne ll a stampa da permetterc i di la nciare un proclama al paese da lle colonne de l nostro giornale. Né credia mo di possedere tal forza po litic a. d ;1 pot n promettere appoggio od aiuti a candidati che si facciano propu ).!.11at ori dcll c idee c he andi amo sostenendo. Teniamo troppo alla reputazione di serietà il buon se nso e di equ ilibri o me ntale per permetterci di enunc iare neppure di immaginare de lle :1111e nit:1 c ome queste. Opera più consiste nte c i proponiamo d i fare durant e i C omi1.i 11e i q na li un a gran parte avrà la questione più ponderosa del mome11lo : quel la della prcparazione militare. Noi vogliamo, per quanto può e ssere dato dalle no stre fori.e, co111rih11irc difendere a render chiara questa verità semplice ed e le me nlarc: che c hi vuo le il line , deve volere i mezzi. E il migl io r serviz io c he cred iamo di po ter rende re a lla nostra situazione militare. Che vi possano essere alcu ni i quali volendo negare i 111c1,z i sco111'cssi110 apertamente il line dubitiamo assa i. per quanto la nostra c oscie n7.a puhhl ica proceda di solito a vampate di subitanei entusiasmi, che poi troppo prcslo si raffreddano, e tuttavia troppo recente ricordo di quanto avvenne a ll a Ca mera a llorché l'on. Forti s pronunciìi uno dei suoi più memornhili rliscorsi, è troppo r~cen-
Il pensiero politico militare di F:nrico Barone - Appendice I
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te l'eco de lle accoglienze che esso ebbe nella stampa e nel paese nel cui sentimento di quel discorso parve daJl 'espressione schietta e genuina. Quindi non ci pare prohahilc che siano per esservi candidati quali osino di sconf"cssarc apertamente la necessità del nostro paese di essere più forte che non sia avrei però contro di se la coscienza collettiva degli elettori e si troverebbero in contraddizione tra i discorsi del doman i e gli scalmanamenti di ieri. Probabilissimo, invece, è che vi siano di quelli che, pur indul gendo al senti mento popolare generale, pur fremendo a parole d i accesi sdegni patriotti ci, pur emettendo il fine, si studieranno, in ogni modo con tessuti di sofismi di evitarla conclusione che è una logica conseguenza: concedere i mezzi chi saranno costoro anzitutto i pacifisti. È vero diranno si allraversa un momento critico per la situazione internazionale; ma noi abbiamo odio per questo barbaro flagello della guerra: convinti oratori di essa non ci sentiamo di concede i mezzi per rinforzare il nostro apparecchio militare alla guerra tanto più facilmente si viene quanto più ci si sente pronti a farla. l benefici della pace son taJi che ormai la guerra si può considerare come scomparsa, almeno i Europa: troppi interessi essa ferisce, di troppi stragi, di troppi danni economici essa è cagione, perché non ci si pensi di cci volle p1ima di dar fuoco alle polveri . Vi sono dissensi, vi sono sentimenti feriti : ma lasciate che operi il tempo con la sua virtù mediatrice a che dunque nuovi mezzi per intensificare l'apparecchio militare? Si vuol !"orse la guerra? Vi sono poi riformatori radicali. L'ordinamento militare nostro, essi dicono, potrchhc essere molto ma molto più forte di quello che è basterebbe ril"omiarlo ma non timidamente bensì radicalmente. Ciascuno di costoro ha la sua ricetta qualcuno di essi è addirillura meravigliato di questo: vi è chi in pe1iodi diversi del la sua vita ha proposto tante economie organiche che la somma di essa o ltrepassa addirittura l'intero bilancio gente quindi che sa far miracoli. Un ' apparecchio mili tare più forte si ma nuovi mezzi no: l'ordinatore militare deve con sag gio ed avveduta economia, trovare nel bilancio i medesimi mezzi necessari a sopperire a tante deficienze. Dove e dopo quanti anni di crisi di trasformazione? Vi sono i pessimisti : e da questi o amico Fel isenet anche lei senza volerlo eppure essendo animato da mi gliori intendimenti , finisce col fornire le armi più poderose noi non ahhiamo i capi, mancano i capi! Dunque, concludono i pessimisti a che varrebbero i nuovi sacrifici che facessimo quando l'escrcilo nostro è fatalmente condannato a non avere alla sua testa uomini capaci di condurre alla vitto ria? Ecco: che per il passato si possa essere stati alla testa dell' esercito uomini che non affidassero: che anche oggi alcuni degli alti comandi non siano tali da ispirare tutta la fiducia ncccssaiia, noi non neghere mo certamente. Sono verità dure a dirsi ma sono verità. Ma no n è possedere alcuna conoscenza vera reale dell'esercito contro l'affennare che questi capi non si possono avere ed anche in breve tempo. Vi sono gli uomini adatti ma bisogna andarli a cercare tra i comandanti di divisione meno anziani e qu alcuno anche tra i maggiori generali così come è accaduto per la scelta del capo maggiore per l'esercito. Gli uomini vi sono e tal i che qualcuno altro esercito del mondo ne sarebbero fieri. Non voglia-
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Catia Eliana Gentilucci
mo far nomi ma essi sono sulla bocca di tutti basta dar una scorsa all 'annua ri o per trovarli. Vi son nomi c ircondati di tanto prestigio per carattere, per attività, per ingegno, per preparazione coscienziosa di se medesimi . ( ...)
3-4 Marzo 1909, n.14 La difesa "a forf'ait" Per consenso di tutti coloro c he tengono dietro alle più c lcllc e piìi c hiare manifestazioni del pensiero politico, Leonida Ilissolati è la 111c 111e piì1 compiuta, più equilibrata, più serena d e l partito socialista ital iano. Nel di scorso . veramente notevole, che egli ha pronunziato poche sere orsono, pochi ss ime c ose ha detto, sulle quali possiamo essere pienamente d'accordo co 11 lui . Non così c irca la questione militare; sulla quale dissentiamo recisame nte d;1 lui . l:):!li dice c he conosce la legittjmjtà deg li apparecchi militari ; ma entro certi li111iti. Quali? Limiti di tempo: fino a quando il proletariato abbia in tulli i p;1es i conseguito ta le decisa superiorità, da eliminare per ogni nazione il pe ri colo di 1111;1 sopraffazione straniera. Non abbiamo nulla da dire s u c iò : e limiti di te111po so 110 così larghi, que l futuro è così remoto, c he fermandoci su questo de i due li111 iti . int avoleremo una di scussione puramente accademica e priva di costruito. Sulo coloro che no n hanno alcuna conoscenza dell'anima popol.1rc. possono stupirsi che un socialista presenti agli occhi dei suoi ascoltatori e la co lorisca. 1111;1 visione luminosa, sia pur remota, quando essa sia giustificata atta ;1d ;1ffre l1;1re l'organamento dei lavoratori e a cementarne la compagi ne. Bisog nc re hhc essere ig nari di tulla la storia del movime nto operaio, di tutta la storia de l 111arx is1110 come propaganda, per trovare strano che l'o n. Bissolati in una qucstio11c co 11c rc la abbia fatto cenno a un remoto futuro, che potrà divcnlan: real t:1c hiss:1 quando. Non è dunque su questo che c i indugeremo. È sull ' a lt ro li111it c: e la mis ura del sacrificio. Per quanto riguarda la misura del sacrificio personoh•. 1101 lo d1 c1amo subi lo - siamo in teramente d' accordo con lui . Non solt anto 11dla co lo1111e de lla Preparazione ma anche prima, su altri giornali, c hi sc ri vc qu este ri ghe ha sostcnulo - e sostiene ora - che alla ferma biennale si debba 1H;ccssari:1111c11tc venire: non soltanto perché le ragio ni tecnic he, che si allegano conlro di essa sono un puro pregiudiz io, ma perché vi è una promessa csplic i1 a. pc rdlL'. in virti1 cd in corrispettivo di questa promessa appunto, si ottie ne da l parla111c11to la n:stri zione delle esenzioni e l'allargamento del contingente. È qui ndi ope ra doverosa - e saggia - di governo venire alla ferma di due anni prima che il p;1rlamcn10. ri cordandogli i palli, gliela imponga e la ottenga come, cerlame nle, gli ela imporrù c la otterrà. Ma non siamo più d'accordo in quanto si riferisce a ll' c ntit il del sac rili c io finanziario, quel dissenso è reciso, perché è questo i I punlo sosta nz iale. su cui no n anunettiamo possihilità di tran sazione; sul qua le noi insisti amo a dire c he se si vuole il fine, si devono concedere i mezzi: e Lai i mezzi si concre tano in un
Il pensiero politico militare di Enrico Barone - Appendice 1
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supplemento di spese strnordinaiie da accordare ad un aumento di hilancio ordinario che noi ahhiamo in queste colonne discussi e concretati in cifre, le quali ci paiono il minimo strettamente indispensabile. L'on. Bissollati dice che è possibile un ordinamento il quale contenga le spese ordinarie nei limiti attuali. /\fferma che il prohlcma del le spese militari deve essere invertito. E cioè non lieve l' oraganatore dire la paese: occorre questa cifra - che poi, egli soggiunge, non si sa dove andrà a finire- arlinché l'ordinamento attuale abbia la consistenza necessaria. Deve, invece, il paese dire all'organatore: noi non possiamo darvi che questa somma, e nei limiti di questa somma dateci, l' organamento militare, il quale abbia la massima clticicnza compatihilc con essa. Una diresa a forfait, insomma. Il problema, è evidentemente, mal posto nei termini come l'on. Bissolati lo fonnula: e di ciò egli medesimo si convincerebbe, se non avesse un preconcetto, che alcuni tecnici hanno fatto ingenerare perfino nel suo lucidissimo spirito. Ce110: avendo lungo periodo di tranquillità avanti a sé sarehhc possibile, con trasformazioni più o meno radicali - non si prenda, tuttavia, per oro di zecca tutto l'orpello che codesti riformatori fan no luccicare!- sarebbe possibile, diciamo, di ottenere col bilancio ordin ario attuale una consistenza militare alquanto maggiore di quella che lino ad esso, con le medesime somme a disposizione, si sia riusciti ad avere. Ma vi è questa prospettiva lii un lungo periodo di tranquillità? Si scntirchhc, per es. l'on. Bissolati , che non ama vagar nelle nu vole ma desidera di conservar sempre il contatto con la realtà, si sentirebbe di assumersi la responsabilità tremenda con questi lumi di luna di cacciare l'esercito in una lunga crisi di trasformazione? E poi: il dire che col medesimo bilancio attuale, si potrebbe, per via di radi cali trasformazioni, conseguire, una potenza militare alquanto maggiore dell'attuale, è dire, è dimostrare che questo «alquanto» maggiore sarebbe ragguagliato ai fini ? L' ordinamento militare va determinato in armonia con tante esigenze, tra le quali, certamente quelle di ordine economico e finanziario - del gravame cioè che il paese può sopportare- sono impot1antissimc, perché sarchhc semplicemente stupido l'armare un individuo di una corazza pesantissima, e togliergli poi - per stare a una antica immagine - l' alimento necessario a farne crescere cd irrobustire le membra in modo che la possa sopportare. Ma, anzitutto, quel che più occorre non è tale che l'immagine possa corrispondere alla realtà; e poi abbiamo proprio da ricordarlo ad un uomo che ha mente tanto sintetica e comprensiva come l' on. Bissolati ?- le esigenze economiche non sono le sole, non sono quelle che unicamente ed esclusivamente devono dettar legge in questioni di tanta importanza. L' ordinamento militare necessario dipcnllc anche dalle tradizioni storiche, dalle condizioni del momento, dalla natura dei confini e da tante e tante altre circostanze. I ,'on. Bissolati mcllcsimo, in un punto del suo discorso, la dove parla della politica estera, ha definito sinteticamente ilflne per il quale l' ordinamento deve essere un mezzo. Egli ha parlato di guarentigie agli interessi lcgiltimi, ai senti-
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Catia Eliana Gentilucci
menti naz ionali, di rispetto al nome italiano da imporre altru i. In verità, egli volgendo lo sguardo ne ll 'avvenire - in un avvenire haimè! così lontano che forse i nostri figli vedranno, non noi - si è ri promesso il conseguime nto di qu esti fi ni dall'accrescimento della forza politica del prole tari ato . Ma int anto? Sino a c he tali lini non si potranno conseguire con questo mez zo, q uale a ltro ne ahhi amo? Quale, ne l mondo reale d'oggi , non in que llo auspicato de ll ' avvenire? La forza. I dcholi non contano . E quanta forza? Que lla che è pn;cisamc nl c necessaria per il conseguimento di ta li fi ni. E per otte nere tal forza - senza dover prima attrave rsare liii lung hissimo pe riodo di cri si e di dcholczza- il hi lancio ordinari o, quale è ora. 110 11 hasla. C i vuole un aumento di 25 milioni all' anno almeno. Q uesta è la verità cruda. Se i rifo rmatori tecnici ai q uali ha alluso l' on. Bi sso lali, di ssc11 10110 da questo ragionamento e da queste conclusioni, si facciano a vanli e disc u1 ere1110. Ma, per carità, on . Ri ssolati , nell'accompagna rsi in questa d isc ussione ad 11n min i tecni ci, scelga fra que lli che cono scano veramente il proh le11 1a in 111 11i i suoi aspetti c he siano degni di Lei, del suo ingegno e de lla sua cli llu r.i v.isla e soda. Non venga in compagnia dei mozzorecchi di cose milit ari r;1pprl·sc11l;1111 i uc ll a più miserevole pezzenteria intelle lluale.
11 - 12 marzo 1909, n. 17 Le grandi manovre Qualche giornale ha annunz ia to che il capo d i stato maggiore dc ll'cscn:ito si è proposto di modifi care i c rite ri dirc llivi delle grandi manovre. d;11< 1 c he q ue st'anno esse effettivamente si e seguira1mo ; il c he non pare ;u1cor.1 ;1ccc rta10 . Noi non conosc iamo quali s iano c odesti nuovi c rit e ri ; 111;1c i pare ch1,; s1,; q uulcosa de lle grandi manovre ahhia da modi fi carsi; è che ... addirillu rn 11011 se ne facc iano: c he i mezzi c he si possono avere a di sposi zil>11c per 1alc scopo si impieghino, invece, a curare meglio l'istruzione de lle unit;1 in kriuri l' que lle dcll ' unilà medie sino all a hri gata. Perché? Semplicemente pe rc hé noi non crediamo . no n ;1bhi;11110 mai creduto né riusciremo mui a persuade rci che le grandi manov re possano c ffc11ivamente se rvire, come molti pe nsano, all' addestrame nto de i co 111a11da1i di di visione, de i comand ati di corpo dell'armata e dei genera li des ig na li ;il co111ando de lle armate di guerra. Invero, il principale addestramento dei più a lti gradi de lla gcrarchia consiste in ciò: che essi diventino capaci di vedere, di riso lve re nelle inccrtc:,,,zc c he accompagnano ogni siluazione del la guerra rculc: incc rl czzc sul nc mieo, su l h.:rreno e su tante a ltre cose. Q uesto saper vedere, q uesto sapcr risolve re. in tali condizioni , richi edono una certa logica speciale, falla di rigore indutl ivo, cd un po' di quell a fantasia di huo na lega che sorretlu da l ruà1cinio pe n netta di costruire approssimativamente la realtà innanz i agli occhi de ll o spirito sulla base di scarsi e incerti dati.
Il pensiero politico militare di Enrico flarone - Appendice I
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Orbene. Per questo addestramento c he è essenziale per i comandanti di più alte unità le grandi manovre servono a ben poco, se proprio non servono addi rittura a nulla, tutte le incertezze della situazione li sco mpaiono: ciascuna delle sue partj sa dell'altra Lanlo, quasi quanto svanisce ogni indeterminatezza della situazione: Lullo o quasi tutto li è sconosciuto pe rfettamente. Anche nel sistema delle manovre cosiddette lihcrc, inaugurato in questi ultimi anni , si tratta in rondo di un gioco a carte scoperte. Ciascuna delle due parli sa già dell'altra ciò che maggiormente le interessa di conoscere. E questo travisa inte ramente ciò che è la guerra vera. Ed allora che resta dell'addestramento dei più alti comandanti? Assai più giovano sotto tale aspetto le manovre con quadri in esse quando siano ben dirette si può con molla maggiore rassomiglianza alla realtà conservare dcl Lullo quel carattere di incertezza e di indetem1inato che hanno le situazioni di g uen-a in cui ciascun generale deve prendere le sue detenni nazioni . Tutti coloro che hanno preso parte a manovre con qu adri, veramente be n dirette ne hanno tratto questa persuasione. Dunque non sono le grandi manovre il mi glior mezzo per efficace addestramento degli alti comandi. Ma si dice c he esse non sono un mezzo efficace di addestra me nto degli alti comandi nel senso che ahhia mo detto, costituiscono, per lo me no, un proficuo esercizio per gli stati maggiori, pe r coloro che dirigono i grandi servizi logistici, offrono sempre il vantaggio di sperimentare il funzionamento di parecchi organi delicati della macchina, quand ' anche non costituiscano il mi gliore arnhicnte per farli funzionare come sarebbe in guerra, il cervello che ne guida e ne regola le mosse. Ed è vero. Ma noi domandiamo solta nto se per ottenere tali ri sultati, sia proprio necessario eseguire tali concentramenti così mastodontici di truppe contrapposte come spesso si son visti in questi ullinù anni; tanto più poi che le esigenze lina nziaric hanno costretto e costringerebbero domani a diminuire di tanto le dista nze tra le due partj da travisare fondamentalmente ciò che avverrebbe in guerra e in generale idee de l tutto false e ingannevoli. Noi domandiamo se quel Lanlo di reale utilità che s i può trarre dalle grand i manovre non possa ugual me nte ottenersi dopo aver bene addestrato le unità inferiori e le medie fino alle brigate con alcune poche esercitazioni di marcia e di sosta di unità più grandi nelle quali sia dato di far funzionare gli stati maggiori cd i servizi logisti ci, senza perciò avere la pretesa di mettere a hasc di queste esercitazioni delle situazioni di comhallimcnlo le quali spesso nella realtà non sono, agli occhi esperti che una semplice caricatura. Basta no, e noi crediamo, queste poche osservazioni per dimostrare che le grandi manovre non raggiungono i maggiori scopi dei quali dovrebhcro principalmente servire, e che una modificazione occorra nei concetti informatori di essa, è addirittura quella di togliere loro il carattere c he finora hatmo avuto di forti concentramenti di truppe contrapposte per indiri zzarli invece a uno scopo che potrà fare meno effetto sul pubblico ma c he come vera cd efficace istruzione delle truppe è più modesto meno pretenzioso ma ce11ame nte più pratico.
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20-2 1 marzo 1909, n. 21 La burocrazia Essa - si sente spesso dire- e si è ripetuto proprio ora- essa è la causa di tulli i mali del palazzo di via XX Settembre; essa, che vi costituisce un potere occ ulto, il quale circonda il ministro, g li adomhra la verità e ne vincola la volo ntà, rompe ndo e recidendo così - con la sua tendenza alla supina , rnuss ul111a11a co nservazione dei vecchi metodi tradizionali e dei vecchi siste mi- ogni feco ndo slancio di energia fattiva e riordinatrice. I problemi: questa affermazione è affatto ingiusta e non c orri sponde i11 1110<.lo alcuno alla realtà. È un grossolano pregiudi zio, rnnLro il qual e bisog na insorgere, non soltanto per amore dell a g iustizia e de lla verità: ma pi.:rc hi.: pe rda una buona volta ogni crtìcacia giustificatrice questo argome nt o, al q uale troppo spesso si sono attaccati, a s piegazione dei loro insucc essi o ddl a propria impotenz a, alcuni degli uomini che con rapidità da c ine matogr;11'0 , si so no s11n :i.:du1i alla direzione suprema delle cose e dell a g ue rra. Vi giunge, per esempio - a farvi la parte sia pure 110 11 dd pri 11 10 allorc, ma del primo attore giovane - un tal e - poniamo - che si clii l'ari;, di aw r meditato sulle questioni militari, mentre poi non ha ne lla testa c hi.: 1111 farragi11oso e sco nnesso g uazzabuglio di cose mal dige1ite? Si agita e si aff;11111;1 , co me il ·n)lly foti eone dei circoli equestri , in tante direzioni diverse, se nza riuscire a capo di null a, precisamente perché nulla ha di concreto e di prec iso i11 11u.:11tc , ,· pl·rdll' ignora che le cose si fanno bene soltanto quando si sappia precis;1111c 111L" do ve si vuole andare e non si metta, come si suol dire, troppa carne la fuoco. No11 ri esce ad altro, come era da as pettarsi, se non a compiere ope ra di scombu sso lamc nto·1 Ebbene: la colpa non è sua: è della burocrazia che gli ha .it lraw rsato la strada con le sue passive resistenze; de lla burocrazia c he gli ha posto la catt.: na al piede; della burocrazia, retriva ed impastoiata in vecchie idee, c he 11011 ha sapu to com pre ndere la sublimità dei suoi ardimenti de lle sue concc1.io11i innovatric i! La reallà, che invece, è che quell a burocrazia ha impe dit o si co 111111c11essero più gravi errori, e che il sovvertimento - non l' opera di ri forma - dì w nni.: pii1 pro l<mdo ed irrimediabile. Giunge, sempre in via di esempio, al Palazzo di vi a XX Sette mbre, c hi no n sa ancora che pesci pigliare, chi deve cominciare co n lo st11di"n', me ntre non si dovrebbe andare per fare, dopo aver studiato prima dopo ave r pri111a 111alurato e concretato precisamente nel proprio spirito la via c he si vuo le percorre re e la celerità e il modo come si vuol percorrerla? Studia, studia, e i mesi passano. Nulla, intanto, si vede di co11cre10 , pe rc hé, pur con la migliore volontà di questo mondo, non vi è modo, di chi poc hi mesi soltanto, di determinare, li per li , nella propria mente un prec iso progra111111a, con tanto salda convinzione da procedere di1itti a mc tLerlo in allo , supe rando con tenacia gl i ostacoli che si presentino per via. Ed intanto, mentre studi a il nuovo arrivata all 'altro seggio senza un complesso di idee proprie e definite, è esposta all ' alterna tendenza o r di questa te ndenza or di quest' altra, affatto opposta.
Il pensiero politico militare di Enrico Barone · Appendice I
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Viene una cri si, e ìl ministro lascia ìl portafog li per cedere il posto ad un altro, senza aver nulla concl uso di notevole, intento , come era a studiare intento ad andarsene quando alla fine di studi o poteva cominciare a passare a quell a dcl l'esecu7.ìone concreta; chhcnc: sì dice, forse, che la colpa di tanto te mpo perdu ta sia sua? No: è della burocrazia, irre movibile, si sa, delle cose vecchie, resti a .tl le cose nuove, c he lo ha circondato con le sue di aboliche reti, gli ha adomhrato la verità, vim:olato la volontà, e via di questo passo! La realtà, è che la burocrazia, mentre mancava la vera azione direttrice di c hi intanto (iovea studiare, non ha pe rmesso che la macchina non si arrestasse che hcnc o male seguitasse ad a ndare avanti su un hin ario seppur imperfetto, ma binario sempre, ed ha impedito c he deragliasse come certamente sarebbe avvenuto se a maneggiare le delicate leve fosse stata la mano inesperta del macchinista - di nome - mal pratica cd è esposta ad agire seconda la varia e discordante influe nza dell ' ultimo che parla, ora in un senso ora nell'altro. Questa è la verità. Quella burocrazia, c ui si attribuiscono colpe non sue, c he costituisce il paravento dietro cui vanno a porsi tutti coloro, che per un a ragione o per l' allra, lal lìscono la prova, ha invece ìl merito dì scongiurare le consegue nze - che sarebbero hen altrimenti gravi - della incompetenza, della variabi lità continua di cri teri direttivi, e spesso dell'assenza di codesti crite ri . Fate che quella medesima burocraz ia sia posta agli ordini di chi sappia veramente spiegare un 'azione direttiva cosciente - d i chi ahhia già studiato, e non abbia bisogno dì andare a Palazzo dì via XX Scllcmbre per studiare- create colà un ambiente per cui la luce possa g iungere effe ttiva mente dall'alto e non già, contraria mente a ciò che avviene ìn natura, ì lumi dc hha no venire dal basso cd allora vedete quale prezioso concorso all'opera dell ' uomo c he sappia realmente prendere e tenere il timone nelle mani - essa potrà dare nello studio minuzioso e coscienzioso dei particolari per tradurre ìn allo quei conce tti direllivi nel l' insieme c he gli siamo chiaramente e coordinata mente tracciati . Il pregiudizio della burocrazia restì a a staccarsi in ogni modo da lla rotaia tradizionale, è solo nella mente di chi non la conosce, di chi non sa c he quando fu diretta da qualche me nte precisa e geni ale, non esitò essa medesima a concretare, con ogni suo ze lo, con ogni suo buon volere, anche ì concetti più arditi cd innovatori. Ma quando l' ai.ione dì rettri ce manca, essa fa bene a tenersi attaccata al binario antico. Si andrà più lenti, si giungerà più tardi alla meta, ma non si andrìi a finire in un precipi zio. È un ' azione conservatri ce - feconda di bene, o per lo meno scongiuratrice di peggiori mali . Di ciò bisogna esserl e grati.
8-9 apri le 1909, n.29 Patria e guerra Leonida Bissolati in un a1ticolo de L'a vanti! :«a proposito di patria e guerra» comme ntando una lettera del Sig nor Braccialarghc, ha fatto di chiarazioni
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che a no i riescono - si capisce - sommamente gradite : ma c he non ci sorprendo no. Que lle dichiarazio ni noi le aspettavamo: l' equilibrato spi ri to de ll ' uomo non poteva non sentirsi a di sag io in mezzo a pregiudi ziali stridenti con la realtà de i fatti : la salda costituzio ne me ntale sua dovea be ne, un giorno o l' alt ro, fa rgli vedere limpidamente gli equivoci che son pure ne i mi glio ri cervelli de l partito: l' o nesta coscien za cui egli aspi ra og ni s uo allo, dovca henc sospingerl o a chiamar le cose col loro nome, quand' anc he c iò potesse riusc ire sgradito a tutti coloro che non hanno la sua levatura mentale. Le s ue dichiaraz ioni e le s ue considerazioni si possono ria ssu1m:rc schematicamente così: l) il partito socia lista afferma c he le g uerre europce no n sono più possibili: e questa afferm azio ne teorica è, invece, s111e 111i1a. proprio sollo i nostri occhi , da qua nto accaduto ne lla penisola Ba lcani L:a «ove una g rande. a nz i una g randissima gue rra, si è combattuta in questi gio rn i» co n la mohi li 1a zione degli eserc iti austro-ungaric i, con la minaccia dell a 111ohili1 a:,,iom: di que ll i 1cdeschi. 2) I socialisti affermano che i lo ro compag ni saprchhc m opporsi ;ilio scoppio di una guerra: i fatti hanno dimostrato, invece, c he la 1nnhili1a1.i1H1c a 11s1riaca ha potuto av verarsi «senza che i socialisti a ustriaci potl:sscro o pporre a ltro che le proteste del Arbeiter Zeitung e i voti d i pace del Rc ic lis1;11 li ... ;1 g uerra fi nita»; 3) dunque non possiamo, oggi almeno, con lìdarc u11 ica111c 11 11.: a lla soli darietà internazionale ciel proletariato la difesa de ll ' intcgrit;1de lI;, p;11ria. 4) Dunque è necessario il presidio dell a fori.a. Discutere mo - soggiunge l'on. Uissolati - sulla forma e s ulla 111isura del contributo, dimostrando che con minor sacrifi zio si può ragg iunge re 11 I 111e dell a difesa; «ma non chiuderemo g li occhi sulla possihili1 ~1 de lle so praffaz io ni s tra 1ùere, q uando fossimo inermi e d imbelli nùnaccerebbe rn J' ind ipe111 1l'11:1a pn lit ica conquistataci dal sangue de i nostri padri , minaccere bbero In sv iluppo de lla nostra vita economica e morale>>. Eg regia mente detto. Ben venga, dunque, questa di sput a : he n venga. dunque, la dimostrazione c he con minore sacrifizio si possa - ne ll a s i111a;,.ionc in1 ern aziona lc in cui ci troviamo - raggiungere il fine de lla di k sa . Noi di scuteremo le a rgome ntazio ni che l' o n. B issolati ri tie ne di pote r add urre a so stegno dell a s ua Lesi. Le discuteremo con que l sa ldo c onvi11c i111c1110 c he ci viene dall'avere a lungo meditato sulla questione sotto tulli g li aspetti : ma le discuteremo senza alcun partito preso, con la più g rande ohict 1ivi1i1 di spi rito, oppone ndo ragioni a ragioni ispirandoc i a niente all ro se 110 11 a q ue i 111edcs imi e altissimi fini, che l'on. lli ssolati h a riconosciuto e de linea to con la sinccrit~1 e con una precisione di pensie ro degne di lu i. Non presumiamo a priori di pote rlo persuadere e convince re che se quci lini si vogliono conseg uire, nella situazione internaz io na le in cui c i trov iamo. a lt ri sacrifi z i sono necessari. Ma abbiamo ferma spera nza d i riu sc irvi: 110 11 ta nio pe r asseg namento esageralo c he noi facciamo s ull a conoscenza che a hb ia rno de l problema o sulla forza de lle nostre ragioni e de lle nos tre convinz ioni , o s ul vigore della nostra dialettica - sappiamo bene c he ne l contradditto rio ci troveremmo di fronte a un avversario formidabile - l'!I tullo per l'assegnamento e h<.: - trat-
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tandosi de ll' o n. B issatati - c i sentiam o più a ncora c he in diritto di fare s ull a schie tta sua huona fede e s ulla dirittura della sua me nte larga e ordinata.
10-11 aprile 1909, n.30
Intorno al bilancio. La quadratura del cerchio? Ci parrchhe di sciupare il nostro tempo se anche noi corressimo dietro a tu tti gli inutili pettegolezzi che si fa nno in questi giorni. H a ottenuto il ministro Spingardi tutto ciò che all'ex ministro Casana fu negato? E se si, perché a lui si, e perché all' o n. Casana no? E se no, come è accad uto che proprio un ministro militare abbia potuto transigere e conte ntarsi di qua nto il ministro horghesc aveva rite nuto insuffi ciente? Tullo questo ci pare ozioso. Se !'on. Spingardi ha o ttenuto quanto per un so lido o rg anarnento del nostro esercito necessario, ci impo rta poco di sapere come e perché sia stato concesso a lui e negato invece a ll 'on. Casana. E se invece è stato l' on. Spi ngardi a cedere, peggio per lui: si convincerà presto che la situazione in c ui siamo non permetterà più - ed il paese non tollera - di tali accomodamenti nefasti in tema di preparazione militare. li paese è giustamente convinto che se occorre cento per avere un buono e saldo o rganamcnto militare , il sac1i fi zio di cento sarà molto meno penoso e grave, purc hé si raggiunga lo scopo, c he non sarebbe sacrificio di novanta, allo rché codesto scopo non si consegui sse. Più uti le ci pare, invece, insistere ne l presentare, obietti vame nte, quali siano le necessità finanziarie, a l di so tto delle quali non si può discendere senza venir meno a quanto si aspetta dall ' organatorc militare. E pe rc iò noi ritorni amo ancora s ulla formula c he - preceduta da maturo esame, be n si intende- abbiamo sempre sostenuto dalle nostre colonne fin dal primo apparire de La Preperazione. La fo r mul a è questa: pel bilancio straord ina rio , po rtare fino a 400 milio ni g li sta nz ia menti g ià stabili c on la legge d e l 1907 e lugl io 1908 e distri buire la dispo nibilità in un periodo di quattro ann i al massimo, anziché diluirla fino a l 1916-1 7; il bilanc io o rdinario, stabilire un aumento di 30 mi lio ni , c he solo co n alcuni ripi eghi potre bbe restringersi ne i limiti dei 20 milioni, c ifra da co nsiderarsi come un minimo, a l di sotto de l quale riteniamo be n d i ffic ile discendere quando si voglia intraprendere qual siasi o pera seria di riordiname nto e di rafforz ame nto de l nostro a ppa recchio militare. Quanto al hilancio straordinario, resistenze notevoli sulle c ifre non si trovano presso le vesta li de l Tesoro. Dic iamo le ve stali de l Tesoro e non il paese, pe rché ci troviamo in questa curi osa situaz ione: che il paese vuo l dare a qualche ministro lesina! Ma se non si trovano res istenze notevo li quanto a cifra co mpl essiva, se ne incontrano quanto a l tempo, quanto c ioè all a durata de ll a disponibilità. E si capi sce: il perché. Di cono le ves tali: - tutto quello c he vole te, purché diluito in tanto lungo te mpo c he i grattacapi vadano ai successori e no n a noi!
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Resistenze maggiori si mcontrano per quanto riguard a invece il bila nc io ordinario. E si capisce anche questo: per il hilancio ordinario non c 'è la scappatoia che vi è per le spese straordinarie: quella, c ioè, di concedere la c ifra complessiva, ma dilu endola sopra un numero così lungo di esercizi riservare sui successori fastidi e le dctcnninaz ioni da prendere perché l'amminislrazionc del la guerra abbia effettivamente a disposizione le somme stanz iate. Pel bilanc io ordi nario non si può procrastinare non si può fare il gioco de llo scarirnharile; e quindi si comprende come appunLo sul hil ancio ordinario possa esse re più lahorioso l'accordo tra il ministro delle guerra che c hiede e a ltri che neg hi e c he miri a transazione. Ora noi affermiamo in modo rec iso: transazioni che discendono di un so ldo al di sotto dei 20 milioni, non sono possibili: se il ministro attuale de ll a guerra avesse accettato il potere senza avere ottenuta l'esplic il a assicuraz ione c he que sto minimo a lmeno gli sarà concesso, in un modo o ne ll ' alt ro, a vn:hhc assunto una responsabilità molto grave, nella quale sarebbe c hi a malo he n preslo a rendere conto a l parlamento dal paese. Noi vogliamo dare la dimostrazione aritmetica precisa di lutlo c iò. I.:: la diamo, facendo vedere c ome una siste mazione compl eta del hilanc io ord inario richiederebbe non me no di 30 milioni , e come conl e ntars i di 20 111ilill11i so lt anto - minimo al di sotto del quale non si può più di scende re - signili chi gi:1dovere procrastinare ad altro mome nto alcune sistema;,,ioni, c he so no pur ncccssari e sebbe ne non abbiano carattere di immediata urgenza. Premettiamo -a titolo di semplice ricordo- che qu ando .~i dice esse re di 270 milioni il nostro hil anc io ordinario del la guerra, non si deve di1111.:111icare che in questa c ifra figurano per ben 37 mili oni il rimborso pe r pe nsioni al ministro de l tesoro e figurano anche i 30 milioni di spesa pe r i R. Carahini l.'ri : sicc hé in sostanza la dispon ihilità vera si riduce a poco più di 200 111ilio11i. Co111e non bisogna d imenticare che ne lla forza bilanc iata di 205 mila uo mini sono compresi i 29 mila carabinieri e che ai corpi LUtti di fanteria spe lla una rorza hila nciata di I 06 uomini appena! C iò premesso, ramme ntiamo - riassumendo breve me nl c e si 111e1icame nte ciò che abbiamo esposto in modo anali tico in parecc hi e occasioni quali siano i bisogni per i quali occorre un aumento del bilanc io: vedre mo se cd a q ua li d i questi gmppi di spese si possa frapporre con qualche indug io, se nza gravissimo danno, e in che modo sia possihile rimane r nei lirni1i di un 111i11i1110 di 20 milioni. i) La forza bilanciata attualmente di 205 mil a uomini deve csscrc accresciuta. Ahhiarno già ampiamente svolto - e non vogl iamo più ripeterci- le ragioni per le quali ci contenteremo di 225 mila uom ini invece de i 250 mila de ll a commissione di inchiesta e dei 236 mila dell ' on. Casana. I ,'aume nto di 225 mila uomi ni importa una maggiore spesa annua di 7 milioni. ii ) Occorrono più frequenti richiami sotto le arm i pe r istruzio ne. La legge de l luglio del 1908 ha concesso a tal fine la somma di I o 2 milioni. È qualche cosa. Ma con tale stanziamento si riesce a mala pena a chiamare ogni a nno una classe dell 'eserc ito permanente ed una di milizia mobile. Volendo c hia mare ogni
Il pensiero politico militare di Enrico Barone - Appendice 1
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anno due classi di esercito perma nente e una di mili zia mohilc, per una quindicina di g iorni almeno, al fine di conservare una conveniente rotazione, e vole ndo c he ogni a nno sia fatta qualche c hiamata di milizia territoriale, specialmente nelle regioni di frontiera, occorre un maggiore stanziamento, che si può calcolare circa 4 milioni all 'anno. iii) Sul bilancio della g uerra gravano le pens ioni pe r 37 mi lioni. Questa spesa va c rescendo per i migliori lratlarncnli adottati o da adottarsi per gli ufficiali, i sottoufficiali e qualche categoria di impiegati civili ing iustamente trascurata finora. Essa dovrà crescere necessa riamente se si procederà ad una più severa eliminazione dei l ?I come l' efficacia di una buona preparazione richiede. Vi sono poi le spese inere nti alla soluzione del problema dei capitani e subalterni anziani di fanteria, il quale non può prorogarsi. Tutto ciò, a conti fatti, importa una maggiore spesa che una più mod esta delle previsioni non può discendere al di sotto dei 3 milioni all'anno. iv) Tutto è cresciuto di prezzo: vitto, formaggi. corredi delle truppe ecc. se si fa col bilanc io alla mano il conto particolareggiato di ciò che occorre per qu esto titolo e v i si comprende qualche maggiore spesa necessaria alla manutenzione dei fahhrirnli militari , a maggior consumo di cartucce ecc. si arriva alla cifra di circa 5 milioni all 'anno. v) Occorre dare sia pure nei più modesti termini un maggiore sviluppo al tiro a segno, alme no nelle regioni di frontiera: spendere un milione affanno in più è necessario. vi) Vi sono le variazioni dell'ordiname nto sia no conte nute nei limiti di spesa Casana: sono 6 milioni all'anno. vii) Vi è, infine, la question e delle masse. Fino a quando l' assegno del soldato non sarà convenientemente aumentato, occorrerà ogni anno sanare con legge speciale il nuovo de.fi.cit che si a ndrà formando: per l'esercizio 1909- 10 ad. es., il deficit complessivo delle masse raggiungerà i 7 milio ni . Tiriamo le somme, e si arriva 33 milioni; i quali , si possono definire, a c ifra tond a. in 30, tenuto conto c he, in parte, l'esigenza iv) e vii) si compensano, nel senso che soddi sfalle l'esigenza di c ui al numero iv) quella indicala al numero vii) non si presenterà con altrettanta gravità come adesso . Al qual patto è possibile star nei limi ti di una ventina di milioni? Riassumia mo nella segue nte tabella l'analisi sonunaria c he abbiamo fatta: i) ii ) iii) iv) v) vi) vii)
Forza bilanciala ................ ............ . Maggiori richiami ................. . ....... . Miglioramenti urgenti al personale .. Cresciuti prezzi ............ ............... .. Tiro a segno ........................... ....... . Variazioni dell'ordinamento .......... . Masse ............................................ .
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Catia Eliana Centilucci
come si polrcbbc risanare nel modo meno dannoso? Anzilullo lascia ndo da parte la qu estione de lle masse; poi riducendo i maggiori richiamo c he pure occo1Terebbcro, in gui sa da dedic arvi una maggiore spesa all' anno di un paio di milioni invece di quattro; infine facendo assegnamento che il nuovo ordina mento ne l primo anno non importi un terzo della spesa totale con graduale app licazione sua. Con ciò si vede chiaramente come e con quali condizioni si possa stare ne i limiti di una ventfoa di milio ni; ma si vede anche come discende re soll o q uesto limite non sarebbe possibile senza trasandare bisogni la c ui soddis fa zione è urgente e improrogabile. Ha detto l'on. Spingardi questi 20 mil ion i almeno di bilancio ordinario? Ed allora ciù che gli è possibile di fare con questa somma, l'abbiamo in 1110 <1 0 so mmario additato: non possiamo fare a meno - non ci pare vi siano a ltre so lu1:ioni possibili- di rimandare la soluz ione de lle masse, chi ede nd o di 1;11110 in lanto la sanatoria del debito col Tesoro come si è fatto finora, c ridurre in piÌI modcsle proporz io ni cli qu elle che sarebbero utili, i richiami sotto le armi JK'r istru1.ione. Non li ha ottenuti e si è a cconte ntato di meno? Ed a llor;1. ;1vn:hhc preso impegno di risol vere un problema, il quale, in tali termini. e agli occhi pressappoco sono quello della quadratura del cerchio. Possiamo supporre, a priori, c he il ministro Spingardi abbia ass111110 il polc re senza essersi assicurato per lo me no di quel minimo? Non ci pare possibile: egli non è uno di quei tan ti che suonano ad orecchio: e g li è a c1111nsc e nza de l problema c he sta punto nei termini precisi cd cvidcnli co111c nni lo abbiamo posto fin da due mesi. Né te mi amo smentite. Lasciamo, dunque, da parte i pettegole zzi e rimane ndo sul sodo. aspc ltiamo il momento in cui egli giudichi di polcr parlare e di polcr dire qua li 111cz1.i so no stati posti a sua disposiz ione e c he uso egli intenda di fa rne.
13- 14 aprile 1909, n.3 1 Intorno al bilancio. Come devono essere ripartite le spese slniordina ric. Il temine politico del problema - La portata finanziari:1 - Concentrare le spese in un quadriennio - Gli interessi militari non dehhono cedere agli interessi industriali Nel discute re le esigenze di un'e fficace preparaz io ne militare. noi abbia mo pi ù volle affermato - e l'abbiamo anc he ripe tuto ne ll'ultimo noslro 11u1ncro- che per quanto riguard a il bilancio straordinario, occorre portare fìno a 400 milio ni gli stanziamenti stabiliti con legge del 1907 e del 1908, e inoltre distribuirne la disponibilità in un periodo di quallro anni al massimo anziché di stribuirl a fino al 1916- 17. Occorre insistere su questo concetto, perché, nonostant e esso rapprcscn li la traduzione in cifre de l problema che all 'organalore mi li tare pone - dovrebbe porre - una politica estera coscie nte ed avveduta, la chi arezza di esso ri sc hia di andar rabbugliandosi non solo per quell a spec iale incoslanza rii propositi che no i
Il pensiero polilico militare di t:nrico Harone - Appendice I
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sogliamo spiegare in ogni cosa nostra, ma anche pe r l'opera insiste nte schhcnc ascosa, d i alcuni di interesse di ordine industriale, i quali hanno mille modi di far sentire la loro influenza. Il proble ma politico - senza dover ricorrere pe r esprimerl o, a medi tale circonlocuzioni di frasi- è questo: porsi, per lo scadere della triplice alleanza, in condi zioni o di non rinnovarla, se sarà tale la nostra convenienza, o di rinnovarla, ma a patti migliori e più espliciti di quelli avuti finora: porsi, in sostanza, in tali condi zion i di assctlo difensivo, da poter seguire con libertà quella linea di condolla c he sarà più conforme ai nostri interessi e da rendere meglio pregiata l' amicizia nostra, e la nostra inimicizia più temuta che oggi non sia. Se si vuol raggiungere queslo scopo, l'apprestame nto delle nostre difese deve essere compiuto in quattro a nni al massimo: cioè alla fine dell' esercizio 19 l 3 1912- 13. Si può, se così si preferi sce, rinunziare allo scopo; ma se queslo si vuole conseguire - se, cioè, si pretende dall'organatore militare che appresti al forza necessaria per una po litica estera men supina e più virile- se questo si vuole bisogna essere logici e hisogna saper affrontare e sopportare i sacrifizi finanziaii che occorrono, e concentrarli , inoltre, nel quadriennio dell'esercizio 1909- 10 a quello 19 12-1 3 . Lo sforzo fina nziario occorrente - per quanto ri guarda il hilancio straordinario- è stato concretato, dalla commissione di inchi esta medesima, nella somma di 400 milioni, in cifra tonda. Dunque - insistiamo sempre sulla stessa nota della logica e della coerenza, sulla stessa nota che se si vogliono i fini bisogna dare i mezzi- dunque, diciamo, è necessario c he l'organatore militare a titolo di spese straordinarie, possa disporre di 400 milioni, nei prossi mi quattro esercizi, detratta, si intende, quella parte che, posta parzialme nte a di sposizione per questo fine, è già stata spesa negli esercizi 1906-07 e 1907-08 e in quello che sta chiudersi. ln quali cifre lullo ciò si concreta? Ricordiamo prima breveme nte quali credili siano stali votati a titolo di spese straordinarie e per quali anni al fine di ded urne poi quali nuovi c rediti occorrano. È noto che la fine dell'esercizio 1905-06, ullimo del sessennio, quando già cominciava a sentirsi sempre più forte l'urgenza di un buon assetto militare, si procrastinò la grossa richiesta di fondi a quello successivo 1906-07 fu considerato come anno di transizione dal sessennio ad altro periodo di durata da stablirsi: per il 1906-07 fu stanziata, come bilancio straordinario, la consueta cifra - relativame nte irrisoria- di 16 milioni soltanto. Venne poi il ministro Viganò. Con legge presentata alla Camera nella seduta del 2 fc hhraio del 1907, egli chiese 200 milioni riparti ti in IO annualità di 20 milioni ciascuna; la qu ale somma rappresentava all ' incirca la metà di quanto complessivamente occorreva, tanto più che, essendosi nel frallempo decisa l'adozione del materiale da artiglieria a fusto a deformazione, le spese giìi sostenute pe r la fabbricazione del cannone dal 75-A a fusto ri gido, non potevano essere portate in diminuzione di quanto era cd è necessario per la sistemazione. Questo disegno di legge sulle spese straordinarie militari del decennio dal l
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luglio 1097 fino al 30 giugno l 917 non fu approvato: la commissione de i dodi c i, per deferenza alla commi ssione di inc hiesta c he era stata allora nom ina ta lo emendò in g uisa che l' amministrazione mi litare f"urono concesse Ire sole a nnualità - delle diec i richieste di 20 milio ni ciascuna: in totale 60 milioni, di c ui 4 in aggi unta ai 16 del 1906-07, 16 per il 1907-08 e 20 pe r ciascuna degli eserc iz i 1908-09 e 1909- 10. Venne poi la ric hi esta di s is temazio ne Casana la quale divenne legge in data 5 luglio 1908: somm a anch 'essa inferiore a quella segnalata come indi spe nsabile dalla commissione di inc h iesta. Essa s i <:once ntrava in 221 milioni , de i qua li 13 in aggiunta a que lli del 1907-08 e 2 10 erogabili in q uote u esn .:11 1i dai 25 ai :m milioni a com incia re solta nto dall'eserci zio 1910/11 - c ioè in prosec uz ione cioè de lla legge che aveva concesso i 60 mi lioni- e lino all ' csere i1.io 1916- 17 incluso. Le disponibilità del bilancio straordinario in v irtù di queste due leggi - c he diremo dei 60 milioni e dei 223 milioni - risullarono, dunqu e, h.: scgue nli c he rappresentano la s ituazione a ttuale. E sercizio
per la legge dei 60 m il io ni
1906-1907 1907- 1908 1908- 1909 1909- 19 10 1910- 19 11 19] 1-1912 19 12 -191 3 191 3- 191 4 19 14- 19 15 19 15 - 1916 1916- 1917
4 ( + 16 preced.) 16 20
Totale
per la legge dc i 223 mi liuni
13
20 25 25 30
:m 30 30 .15 60
221
Si noti la bizzarra di stribuzione di queste 223 mili o ni : essi sono di luit i in così lungo periodo, e gravitano, pe r la parte maggiore, più lonl ano c he s ia possibile, alla fin e de l decennjo, anziché al principio. Q ue ll e c ifre par c he dicano: ai successori l' amaro calice ! A raggiungere 400 mi lioni c he la commi ssio ne di inc hicsla - in c iò d ' acco rdo con i tec njci che hanno studiato il problema- ritiene necessario manc ano dunque ancor più di I 00 milioni; che s i possono pe rò in c ifra tonda ridurre a I 00, tenendo conto dei proventi di ulte riori alienazio ni . Ma non so lo questo importa ancor più essenziale c he le disponibilità siano maggiormente ravv ici nate e 11 0 11 di luite in un tanto lungo periodo di tempo; che s ia no, insomma , concentrate ne l quadriennio del 1 lug lio 1909 a l 30 g iugno 1913 . Raecor<:iando i termini stahi-
Il pens iero polilù:o militare di t:nrico Barone - i\ppendice I
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liti dalla legge dei 223 milioni e riparte ndo dal quadriennio la nuova disponibilità di 100 m il ioni, occorrerebbe che le cifre annue di bilancio straordinario dd quadriennio stesso rossero pressappoco le seguenti: Esercizio
1909- 10 19 10-11
1911 - 12 1912-13
per la legge dei 60 milioni
per la legge dei 223 milioni
100 milioni
20
35 25+35 25+30 30+30
25 25 25 25
per i nuovi
Totale
80 85 80 85
In altri termini, pel quadriennio si deve provvedere o ltre che ad un aumento de l bilancio ordinario in una ventina di mjJioni - come abbiamo già visto in altro articolo- anche in un bilancio straordinario di 80 a 85 mi lioni. Nel complesso, e per il quadriennio, un maggiore sforzo di una nova ntina di milioni all'anno ci rca tenendo conto che all' epoca in cui vigeva il sessennato si avca già un bilancio ordina rio di 6 mi lioni. Questo maggiore sforzo rispetto al passato di una novantina di milioni all' anno -a s forzo limitato il quadriennio si inte nde- è improrogabile: è la conseguenza i11evitabile di una lunga inc uria, allorq ua ndo a c uor leggero il capo di Stato Maggiore dell'esercito e i ministri fi davano nella pace fidando delle alleanze, si assunsero la grave responsabi lità di accettare per parecchi anni un bilancio ordinario e un bi lancio straordin ario affatto inadeg uati ai bisogni della nostra preparazione e alle dimens ioni che noi avevamo date al nostro organamcnto mili tare. Non è da stupirsi, quindi, che ciò che non si vo lle e non si seppe chiedere a tempo quando si poteva senza inconvenienti di stribuirlo in maggior numero di ann i, si debba - venuti i nodi al pettine - c hi edere ora e voler che sia di stribuito in un quadriennio soltanto. A questo sforzo quadrienn ale il paese non si oppone: ed è d isposto, perché convinto che necessario. È da aspettarsi c he vi si opponga qualcuna del le vestali del Tesoro: ma a queste ri sponderemo q ua ndo esse avranno determinato e formulato be ne le loro obiezioni: non ci sa rà difficile dimostrare quanto grossolana fola s ia lo spauracchi o della compromissione del credito o il timore che dando al bilancio mj Jitare ciò c he occorre, potrebbe offrire il buon successo nel l'u ltima fase della nostra conversione de lla rendita. Ma opposizioni e hcn altrimenti temibile - sebbene non palese, e che si dissimula sotto speciosi pretesti - è un'altra. È contro di questa bisogna star bene in guardia al fine di 1iconoscerl a e di svelarl a tutte le volte che, per oscure via, riesca ad infillrarsi nella questione e a turbarne i termini cruari e semplici in cui va posta. Codesta posizione è costituita da un complesso di interessi industriali, c ui g iova, naturalmente, che il bilancio del lo stato abbia da spendere parecchi mili oni per la preparazione a difesa; e quindi codesti interessi non sono avversi tutt' altro - al le spese militari; ma sono avversi, però, a che la preparazione sia intesa e prefe1iscono, dal punto di vista loro, che la spesa straordinaria da lare sia suddi visa in maggior durata di tempo.
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Questo - c he può sembrare un paradosso non è - si spiega rnolto facil mente se, s upponiamo, codeste indus trie nazionali hanno unn potenz ìnli tà annua di produzione di dieci e lo stato deve s pendere cento per lìnì militari è naLUralc c he ad ogni altra soluzione esse preferi scano que ll a che lo s ta to diluisca la spesa in di cci an ni dedicandovi bensì ogni anno tutt a qu e lla qu o ta che le basta a s nturarl e di lavoro ma non di più. Perché'! Perc hé se lo s1a10 dedica all' anno non dieci di spesa ma venti, una di ques te co nsegue nze - lulle 11011 gradite da tali industriali - dovrà veri ricarsi: o che lo s1a10 racc ia una parte d e ll e provviste all'estero, o c he nuovi concorrenti indigc11i sia no a ll c ltatì a sorreggere, o c he le società industrial i esistenti debbano fan.: nuovi costosi impianti per poter accrescere la loro produzione al di l:1 di.:lk loro attuali potenzialità nrnss inrn. È 4uesta rete dì interessi - il cui viluppo si presterebbe ad 1111;1serie di osservazioni abbastanza curi ose e meritevoli di esame - che bi venire a gal la, di la nto in tanto, una strn na nrgomentazione, ripetuta anche pochi g iorni or sono: le spese straordinarie si devono di stribuire in limiti di tempo abhas1;111:r;1 ;1111 pi perché diversamente non si saprebbe come utilmente impiegare le so111111c di sponibili. Sicché, dunque, si nm mette che un ministro della g uerra - il q11ak ,il1hì a. sì intende , già idee ben chi are e detem1inate nella tesla- si trovi'n·hl)(' 1wl piì1 lt~r ribile degli imbarazzi, qualora nel quadriennio gli mettessero a dis posì1.ìo11c ri spetto a quanto ebbe nel passato- quella novantina di milioni di pi i1 all ' anno tra bilancio ordinario e bilancio s traordinario, che rìs ultcn:hhno ti.ii cab,li c he abbiamo dianzi fatti? Si possono addurre argomentaz ioni piìi i11s11ss is1c 111i e dic iamolo pure più puerili '! Ccrlo ohicllìvamente anche in questi i111cn:ssi del l' industria nnzionale si deve tenere conto. M a non al pu1110 da s uhordinarc ad essi ìl massimo limite di tempo per la nostra preparazione che è suggc ril o da c riteri ben più importanti. Si spende hcnc sol quando si s pende lutt o c it) che è indispensnbile, ne i limiti di tempo che sono determinali da lle scopo c hc si vuo l ragg iungere. Spendere tal somma ma per considerazioni accessorie. di luirl a in tanto tempo da fallire allo scopo, sarchhc, cvidcntc mcnlc, la piìi de plorevole di tutte le soluz ioni.
22-23 aprile 1909, n.35 Intorno al bilancio: 33-13=20 Nell'uhìmo numero de Ln Preparazione pubblicammo un arlirnlo del gc11c rale Mainoni, a l quale arti colo conferi vamo particolare i111por1anz;1 non sollanto l'autorità dell'illus tre uomo, ma al la bontà intrinseca degli argrn11c 111 i addotti pe r pal-rocinare la causa dei frequenti richiami sotto le armi come unico crnTcllivo al difettoso sistema di recl utamento. Ma come, dall ' articolo stesso. poteva sembrare c he c i rosse qu alche dissenso con noi c irca la questione dei 33 o 20 milio ni di nume nto necessario al nostro bilancio ordi nario, noi c i assumemmo dì dimostrare che il dissen so è più apparente c he real e . F. c iò che facciamo ora.
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Il pensiero polilico mi/ilare di cnrico Barone - Appendice I
Prcmclliamo: nel nostro a1ticolo La quadratura del cerchio n.30 del giornale no i avevamo dimostrato con cifre (sinlesi, ben si intende, di un lavoro analilico molto più ampio e minuto) che una sistemazio ne completa del bilancio ordinario ric hiederebbe una tre ntina di milion i, e ri assume mmo il ri sultalo del nostro studio nella segue nte tabe llina: i ) Forza bi lanciata ...... ........................... . ii) Maggiori ric hiami ........ ..................... . iii) Miglioramenti urgenti al personale .. iv) Cresciuti prezzi .......... ...................... . v) Tiro a segno ..... ...... ........................... . vi) Variazio ni dell'ordinamento ........ .... . vii) Masse ....... ....................................... .
mii. 1njl. mjJ. mii. mii. mii. mii.
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mii. 33 E giungemmo che questi 33 milioni si possono definire, a cifre tonde in 30, 1cnuto conto c he in parte le esigenze iv) e vii) si compensano, nel senso c he, soddisfatta l'esigenza di cui al numero iv) quella indicala al numero vi i), non si presenterà con altrettanta gravità come adesso. Di po i, giacché ci parve di compre ndere c he richiedere una ventina di mili oni di aumento del bilancio ordinario poteva sembrare s i domandasse c hissà che cosa, mc ntrc questa richiesta è pur tanto inferiore a ciò che occorrcrchhc, noi ci propone mmo di fa r vedere appun to la gravità degli espedienti e de lle risecature alle qua li pur con 20 mili oni , si sarebbe costretti a rico1Tere. Espedienti: quel lo di lasciar da parte la questione delle masse; quello di limitarsi, in un primo anno di app licazione de i nu ovi ordinamenti, a c hiede re l' iscrizione di un bilancio della sola spesa che essi importano in qu esto primo anno, cioè un terzo. Risecature: ridu rre maggiori ri chiami, in guisa da dedicarvi una maggior spesa all'anno di un paio di milioni anziché di quattro donde 33- 13=20. A lullo il contesto del nostro a rticolo lo stesso suo titolo, ed anzi tutta l' opera nostra, da cui La Preparazione è nata sta a dimostrare che non era, non poteva essere, e non puù essere nostro inte ndime nto, ammettere che con un a umento di 20 milioni all'anno sul nostro bilancio o rdinario si possa dare assetto conveni ente al nostro organame nto militare; tanto è vero - e questo appunto noi volevamo dire e dimostrare- che quando non si diano ora che 20 milioni soltanto - limite al di sotto de l qu ale non è possibi le ini ziare nessuna opera seria di riordiname nto con speranza di condurla a compimento nel tempo previsto si deve essere apparecchi ati a vedersi presenta re il conto dell e masse in un a appunto sedute mattutine di lu glio c ui l' egregio gene rale Mainoni accenna; si deve essere apparecchi ati negli anni successivi, a vedersi presentata richiesta di maggiori mcz1.i occorrenti per il completo sviluppo del riordinamento, di cui nel primo esercizio non siasi chiesta c he un a parte soltanto - la qualcosa, per ragionj in cui il generale Mainoni sorvol a, ma che tulli capiscono, non gli parrebbe opportuno. come non pare a noi; si deve essere apparecchiati, infine, a non dare
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richiami alle armi tutto quel che è maggiore sviluppo che pur sarebbe necessario, e la cui opportunità il generale Mainoni conferma con la sua lunga esperienza e con la sua autorevole parola. Noi, dunque, in quel passaggio dei 33 milioni ai 20 milioni non miravano tanto a dimostnu·e che anche con 20 milioni si possa provvedere - sare mo cad uti in una contraddizione della quale in nessun modo ci sentiamo colpevoli. no i che, sotto ogni altra cosa teniamo alla ri gida coeren za dell'opera noslra c de lle nostre idee - vorremmo dimostrare, invece, che pur concedendo 20 milioni di aumento del hilancio ordinario, si sarebbe solo dato un minimo, il qu ale ne avrebbe dispensato dal dover seguitare di ricorrere ad espedienti ne avrebbe ev italo di limitare la necessità di dannose risecature. Dunque sulla parte sostanziale di che dissentiamo? A noi pare che le idee de La Preparazione e qu elle del generale Mai noni cospirino pcrfcll ament c allo stesso fine: non solo, ma si concre tino nelle medesime cifre. U generale Mainoni, col suo semplice, chi aro e netto modn di rag ionare. porge la questione che noi stessi vogliamo prevenire. Egli potre bbe dirci: o insomma, ritenere c he sia necessario 33 milioni, secondo i vostri calco li ai quali io pure interamente aderisco'! Ed allora non dovete parlare cli minimo di 20 milioni; non dovete ammettere c he si debba seguitare a ricorrere :ul espedie nti e ri secature. Pervenuti a formulare il l"ahhisogno ordinario nella cil"r;1 di :n milioni - e sia pure di 30 soltanto per le ragioni che avete esposto nei nostri arti coli - se volete essere rnnseguenti ai risultati dei vostri studi medesimi. dovete insistere che nel bilancio ordinario sia iscritta in a umento tal so111111a lll>ll quella di 20 milioni soltanto; dovete battervi perché nel bilancio ordi nario ddla gue rra sia iscritta la maggior somma di 33 milioni e non quella di 20 so lamente. Orbene, se l'illustre generale ci ponesse la qucslionc in tali termini, noi gli risponderemo così e forse egli si convincerebbe: voi, generale, siete slat o ministro della guerra e ci insegnale che ci sono circostanze nelle quali il Tesoro può assumere l'impegno di mette re a disposizione dell'amministrazione militare una determinala somma, ma non ha la possibilità di scriverla subito in bilancio affinché non si creda ad uno spareggio che non esiste. Suppo niamo - è una semplice ipotesi, per chiarire meglio il nostro pcnsierosupponi arno, dunque, che il ministro del tesoro abbia detto a qu ello della guerra: le necessità del bilancio ordinario sono quelle che voi mi prospellale e c he io ammetto pienamente. Le condi zionj del Tesoro permetteran no c he nell ' esercizio prossimo di mettere a disposizione tal somma: ma io no n posso per queste e queste rag ioni, iscriverla fin d'ora lu tta intera nel hilancio. Fate mi il piacere. lasciate da parte la questione delle masse, e per L'esercizio prossi mo almeno, e continuiamo nel sistema seguito finora ; prende impegno che a suo te mpo il saldo v i sarà dato come avven ne negli anni scorsi. Sarù un espedi ent e ma in fondo che male c'è se questo vi farà raggiungere ugualmente il lì 11c? Supponiamo ancora - e anche questa è una semplice ipotesi per dare fo rma più conc re ta al nostro pensiero - supponiamo che il ministro della gue rra a bbia ragionato così: vi sono spiriti, privi di sereno equilibrio, i quali, non re nde ndosi conto della situazione in cui sia mo. vorrebbero sovvertire addirittura tutto
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l' organamento militare nella vana speranza di trovare poi nel hilam:io stesso i mezzi occorrenti a rinfor1.arne e rinsaldarne le parti manchevoli; menti, le quali, nutrono in fondo l' illusione del più furie e men costoso; vi sono altri, ai quali, senza giungere a questo, si ripromettono con semplificazione dei congegni a mmini strativi, di realizzare niente meno nove milioni di economia - che il buon senso e l'aritmetica e la conoscenza del bilancio li pe rdonino ! Ma da codeste evidenti esagerazioni non bisogna essere trascinati all ' allra che qualche provento, sia pur modesto non si possa ottenere da opportune semplificazioni, ed anche in breve tempo. Tenendo conto di questi proventi - e quali le vie più immediate per ottenerli, non abbi amo bi sogno di indicare al generale Mainoni c he ci può far da maestro, e delle quali del resto riprenderemo quanto prima la disc ussionetenendo conto, dunque, di tali proventi e te nendo conto della questione dell e masse, nel senso come ahhiamo dello dianzi, non sarebbe assicurato un buon inizio dell ' opera di riordiname nto, quand ' anche nel hilancio ordinario del prossimo esercizio non fosse iscritto, un aumento, che la somma di 20 milioni soltanto? Posta in tal modo la questione crediamo di aver dimostrato non esserci contraddizione alcuna nelle nostre idee si tratta di avere una di sponibilità maggiore di una trentina di milioni di bilancio ordinario: che questa poi si è iscritta tutta nel bilancio ordinario o che invece ve ne siano iscritti 20 soli - certo non al di sotto questo, perché di versamente nulla di serio potrebbe intraprendersi - ma con la promessa e con l'intesa c he alle masse non si debba pensare, e col proposito di detrarre qualche milione per via di semplificazioni prontamente reali1.1.ahilc nel hilancio medesimo; se si pre nde una via o l' altra non camhia la sostanza della cosa, è questione solamente cli forma. Non si deve cedere sul fine; ma non sempre si è padroni di seguire una via o l' altra per arrivarvi. Ecco chiarito il nostro pensiero. Ed ecco pe rché di cevamo, e 1ipetiamo ora, che tra le idee del generale Mainoni e le nostre non c'è alcun dissenso. Abbiamo la stessa idea fondamentale direttrice, cospiriamo al medesimo line, lo vog liamo raggi unto nel medesimo spazio di tempo, lo concretiamo nella medesima c ifra di mezzi necessari . C he più dunque!
8-9 maggio 1909, n.41 La commissione di inchiesta e la gestione del vestiario. Sei milioni di economia? La conunissione di inchiesta, in una sua recente relazione, della quale diamo un ampio ri assunto in altra parte del giornale propone la gestione del vestfaJ"io per compagnia, squadrone o batteria, anziché per reggimento e si 1ipromcttc con ciò una economia di circa sei milioni an nui sul hilancio. È l' esumazione di un' idea non nuova, la quale poco pratica: è la ripetizione di un vecchio sofi smo economi co il 4ualc nella verità non ha che l' appare nza.
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Anzitutto il lato economico, appunto. Supponiamo, per un momento il sistema praticamente applicabile. Calcolando per ogni compag nia e reparto a nalogo due solda ti addetti all'ufficio di calzolaio e due alla fun zione di sarti, si avrebbero circa 8000 uomini distolti dalle istruzioni: la spesa per loro manlc nimcnlo sotto le anni - di ben 4 milioni e mezzo- sarchbe, sono il punto di vi sta militare puramente infruttuosa. Tanto, quindi, varrebbe lasciare a casa loro questi 8000 uomi ni e con la spesa del loro man tenimento provvedere alla gestione del vcstia1io col personale borghese. Che se poi a codesti soldati cui si togliere bbe i I fucile per mettere loro degli aghi i mano o piantarli davanti a panchc tli di ciaballini - si desse, come la commissione medesima propone, una mercede g iornali era di 50 centesimi, il che dunque imporrebbe una spesa <li I milione e mezzo e no n 900 mila lire come calcola la commissione, i 6 milioni di sperale econom ie sfu merebbe ro tutti quanti, perché gli 8000 soldati operai costerebbero a ll"e rario 4 milioni e mezzo per mante nimento e I milione e mezzo per mercede. Dunque? Notiamo, passando che anche, a priori, se nza far tanti calcoli e senza di sc utere se di soldati operai ne occorre un cifra x o una cifra y, è fac ile con un semplicissimo ragionamento, convincersi che econonùcamen tc, il sislc ma debba essere privo di risultato. Ed infatti, se si tiene conto di ciò c he il soldalo ore raio di stratto dall'istruzione, costa all ' erario; se si tiene conto della 111c rcc<lc di 50 centesimi, ne vie ne di conseguenza che il soldato operaio viene a coslarc. 1c11uto con to della sua più scarsa produtti vità del l' operaio horghese, qu ,1n10 quest'ultimo pressappoco; il quale può nel suo salario costare qual che cosa di pi i'1 di quanto non sia ciò che costa il mantenimento del soldato ope rai o accresciuto de lla rncrcè di mezza lira, ma del so ldato operaio è più produtlivo . È un curioso ragionamento que llo col quale si sosti ene c he un dalo lavoro si ottenga in modo più economico perché a<l esso si impiega un soldato. trasc urando affatto che questo se fa l' opera io non fa il soldato, e che adde llo ad un lavoro il quale lo distoglie dall ' istru zione diventa poi , in sostanza. un opera io horghesc, mantenuto dall 'erario, sul quale grava per la sua spesa di ma nte nimemo e per l'even tuale mercede che in sovrappiù, si dia. In tal modo i sei milioni sfumano. È chiaro? Questo è il punto sostanziale c he dimostra la poca consisten7,a de lla proposta che la com missione <li inch iesta ha voluto esumare traendola dall'arsenale di ferravecchi di alcuni pretesi riformato ri . Vi sarebbero molte altre cose da dire sulla a pplicahili tà pratica del sistema. Vi sarebbe da osservare pe r esempio che magazzini di compagnia e laboratori di ri parazione come esistono nell'esercito austri aco - unico nel quale viga il sistema propugnato dalla commi ssione - sono presso di noi praticamente ben difli cili fino a quando non si addivenga alle sedi fisse e fino a quando non ahhiamo speso parecchi soldi per l'adattamento delle caserme a tal fine; vi sarebbe da dire della di lficoltà pratica di trovare tra i soldati il nume ro di indi vidui adatti a essere buoni e produtti vi operai sarti ed operai calzolai; o fra i comandanti d i compagnia le qualità tecnic he necessarie per dirigere e sorvegliare i laboratori ad economia far da capisarti e da capicalzolai senza dimentica re, impigliati ed
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intrappolati da codeste nuove c ure amministrative, la principale fun zione loro, que lla di educatori e di condottie ri ; vi sarebbe da parlare delle molte complicazioni conta bili che ne dc1iverehhero e via di cendo. Ma in Austria il siste ma fun zione! Già ma l' Austria non ha di staccamenti di compagnia. me ntre noi ne abbiamo ben 350; e poi, soprattullo, in Austria il «governo di famj glia» è tale in tutto il suo significato; in Austria per il magazzino di compagnia si assegna al capitano comandante una somma, la quale viene da lui anunjnistrata in quel modo in cui egli crede senza dare conto a chi che sia, il c he evidenteme nte semplifi ca le tante cornplicazioru che, coi nostri di diffidente controllo, derivere bbero da questa forma di gesti one. Provatevi a far da noi qualc he cosa di simile. Con le nostre abitudini dj de nigrazione sistematica, col sospetto c he si infiltra d appe1tutto tutto inquinando, quanti capita ni potrebbero riuscire a sal varsi dal re tjcente mormorio che i vesti ti e le scarpe dei propri dipendenti facessero le spese di un loro hcITetto fiammante o di un capellino piumato de lle loro signo re? Perc hé imitare il buono ov unqu e si trovi, può essere ottimo consiglio: ma ad occhi a perti. Non pe rché un a cosa fun zione henc presso l' esercito austriaco, deve, necessaiiamcnlc, runzionare altrettanto bene da no i. E poi -ripe tiamo- a prescindere da tutte queste diftl coltà d ' ordine pratico, il siste ma non è raccornandahile pe r una questione essenziale semplicissima: è c he con esso la commissione di inchiesta si ripromette una economia di sci milioni, mentre - come abbiamo dimostrato - questi sci milioni di economia veramente non c1 sono.
8-9 giugno 1909, n. 57 Spese necessarie ma improduttive'? Uno de i pregiudizi fo nda me ntali, c he i nemic i de ll 'esercito dell 'armata un a volta andavano screditando e diffonde ndo nelle masse, é che le spese militar i siano sempli cemente improdulli vc; g li amici nostri. in generale, si contentavano di ri sponde re: improdutti ve si ma necessarie. Oggi questa fo rmula è generalme nte accettata magmi per inversione di cendo: necessarie si ma improduttive; il che val e pressappoco lo stesso ; né g li amici vecchi . né i nuovi si accorgono c he un a rormula assurda, perc hé è impossibile dimostrare che una cosa improduttiva sia necessaria o viceversa. Bi sogna dunque dimostrare c he queste spese non sono improduttive; che anzi la lo ro necessità è consegue nza di l'indispensahili Là di ciù che esse producono. Direste per esempio improduttivi i fondamenti di una casa perc hé non si appigio nano come tu tto il resto della cantina e de lle soffi tta? E che producono? La stabilità de lla casa. La di stinzione tra spese produtti ve, da un lato, e spese necessarie, ma nello stesso te mpo, improdutti ve, dall' altro, è illogica, assurda, dipendente solo dalla imperfezio ne del nostro linguaggio e dal non poterci solle vare con la mente abbastanza in alto per vedere le cose nelle loro forme complessive; così me ntre
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Catia /','liana (ìenlilucri
vediamo c he la luna è rotonda perché si trova molto in alto sopra di noi (o noi sopra di essa), non ci accorgiamo che è rotonda la terra perché vi cam minia mo sopra. Quando si dice spese necessarie, si dice implicitamente spese produttive; un ' idea è nell'altra. Le spese necessarie sono produttive perché non vi è necessità che si soddi sfi con nulla e lo sono per eccellenza, appunto, perché danno prodotti necessa ri. Premesso questo intesi generali per sgombrare il terreno da un rrcgiudi 7.io, ved iamo più direttamente che cosa rroducano le spese militari o. pe r meglio dire, l'esercito e l'armata. Per dimostrarlo come si deve, ci vorrebbe un trattato di economia polilica cd uno di storia universale. Se vog lionsi considerare gli eserc iti e le armate come strume nti di guerra, essi sono i primi produttori del mondo, perc hé le loro produz ioni sono avvenimenti storic i. La geografia politica del mondo l' hanno fa ll a essi. In Italia hanno fallo l'Hali a. Se anche non vogliate ammette rlo i11 modo asso luto, dovete ammettere che senza di essi non si sarchhc l~ttla. Tra un loro prodotto riusc ito ed uno fallito, c ioè tra una vittori a e una sconfitta, stanno a nni ed an ni di prospe ri tà e di miseria, di potenza e di avvilime nto, di egemoni a e di vassallagg io per tutta la nazione. Qualche volla si a l'l'sscrc o il non essere. Ma ceco gli abolitori de lla gue rra c he dicono: « se non vi fossero di q uest i prodotti né riuscili né falliti , c ioè se non vi fossero ne vittorie né sco111"i11c. 11ic11 te vi stare bbe in mezzo». Sicuro; aholitc la guerra e vedrete che i militari di tc1n e di mare cambieranno mesti ere. Quando gli uomini avranno smesso l'abitudine di battersi. non si fabbricheranno più anni, non vi saranno più eserciti, né armate; come quando avranno smesso l' abitudine di mangiare e bere non vi saranno più osle ri e. Ogni prodotto è soggetto a lla legge della domanda e serve a soddisfa re un bi sogno un desiderio. Cessa il biso gno e il desiderio, cessa la domanda e il fabbricante chiude hollcga. Disg raziatamente o fortunatame nte (il decide re tra questi due av verbi c i porterebbe a una lunga disgressione) i bisogni e i desideri crescono con le c ivi ltà. E sembra proprio che insie me agli altri cresca il bi sogno di fare ri voluzioni e guerre. ln meno di cinqua nt' anni ne ahhi amo vinte tante in Europa e fu ori. c he me no dell a me tù del secolo scorso potrebbe veramente chi amarsi l'e poca del telegrafo, del vapore e de lla guerra. Nel seco lo appe na cominciato pare si inca mmini differentemente. Un vecchio proverbio dice «felic i i popoli che non hanno storia ». Non è da credervi salvo che si lralli dell a feli cità dei c iucchi ; ad ogni modo la fe licità di non avere la storia va scomparendo dal mondo. I tonchinesi, i sudanesi, i boeri. gli zulù, gli ahi ssini, i daonesi, i somali perfino i cannibali del Congo cd altri simili genti, l' hanno perduta questa l"clicità. Oramai i popoli che non hanno e che non vog liono storia non sanno piÌI dove nascondersi; ali' equatore e ai poli vi è chi Ii cerc a per farne scrivere loro iI primo capitolo.
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La guerra guadagna in estensione più che no n perdere in inte nsità basti dare un ' occhiata agli ultimi avvenimenti dell' odierna situaz ione mondia le per convincersene. Ma questo non è tutto né è ciò che maggiom1ente convince e pers uade le masse. Vi è molta gente a cui parlare de lla necessità di pre munirsi contro i pericoli dell a guc1Ta, e come parlare dell a salvezza del l' anima. In rondo vi credono ma pensano: cose lontane ! È inutj]e dir loro che le s pese mjJitari so no paragonabili a lle quote che taluni pagano per assic urarsi contro la grandine e gli ince ndi. Essi pensano: noi che non ci assicuriamo contro queste dis1:,rrazic, perché dovremo assicurarci contro la guerra? A costoro bisogna dimostrare che le forze militari in tempo di pace oltre all'essere un ' armata contro eventu ali pericoli , danno giorna lmente, al minuto ma sicuri, g li stessi vantaggi per cui si affronta la lotta in tempo di guerra. Ed è precisamente così. I ... I Se d al campo della politica internazionale passiamo a quello della politica interna troviamo che valgono in gran parte anche per esso le stesse considerazioni . Anche qui le forze militari danno prodotti gio rnal ieri pel solo fatto del la propria esistenza, e prodotti straordinari con la appropriazione in caso di bisogno. li mante nimento dell'ordine non è un prodotto, ristabi lirlo quando turbato non è ricostruire e riprodurre una cosa andata in rovina trovatemi un altro produttore che dia al paese prodotti di un ' utilità pi L1contestabile e un consumo più gene rale! Sotto que sto rapporto non è esagerazione dire c he le forze militari concorrono indirettamente a tutte le produzioni perché l' o rdine, la tranquillità, la certezza cli godersi in pace il frutto de l proprio lavoro sono condiz ioni indispensabili a tutti. Perciò, appunto, le forze militari formano l'inc ubo dei nemici dell'ordine. E si capisce: cd in questo sono logici. Ma c he dire di quei grandi proprietari industria li e mercanti , al cui prodollo di questo produttore, l'ese rc ito è come il pane quotidiano, eppure si mostrano indifferenti verso chi quel prodotto forni sce? I ,a cosa proviene in gran parte da ignoranza. Ed è per c iù c he a questa ge nte bisogna presentare le cose da quel lato, donde i I loro ce rvello ha una finestra aperta, a luime nti non le vedono. Parlare a taluni dei prodotti giornalieri dell' esercito e dell'armata nel campo della politica internazio na le e fare di scorsi superiori a ll a lo ro intelligenza. Finge ranno di capire ma non capiscono; assenti ran no, forse per compiacenza, si dimostrerarrno magari convinti ma persuasi no: e penseranno fra se: questi sono di scorsi militari . Dite loro invece che soldati e marinai nei tempi c he commo servono occorrendo anc he per mantenere l' ord ine, vantaggio di lulli, ma soprattutto a vantaggio di coloro che hanno 4ualcosa da perdere sotto al cappa del cielo; che anzi questa dif"csa è un prodotto naturale e perenne dell 'csistcnz.a dei difensori quali lo danno pur tenendo le mani in tasca: dite loro questo tutto questo e vedrete che dal più a l meno capiranno.
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È un argomento borghese : ma non abbiamo voluto tralasciarlo e potremmo svilupparlo diffusamente, mostrando quanto sia spinoso questo fardello per c ui i militari non sono stati creati, e c he la lristiz ia dei te mpi addossa alle loro spalle: fare continuamente la guardi a all a bottega di c hi li chiama vampiri! Ma il terreno è scoli.ante c i affrettiamo aù uscirne. [...], la forLa militare di te rra e di mare larg hissimamenlc produtti va, e il suo proùoUo essa dà tutti i giorni in tutte le ore per il st:mplice fatto che esiste o pe r il semplict: fatto che si sa che e sislt:, pur senza bi sogno cht: occorra spiegarl a e adoperarla.
1-2 lu glio 1909, n. 62 Le colonie e la potenza del Paese Tn una intervista pubblicata dal Giornale d 'Italia, del 28 corrent e, l'un. Chiesa, l 'autore de lla requi sitoria a ll a Camera contro il magg. Di Giorgio. tra le altre cose di c ui non c i occupia mo ùisse: «resto un anticolonia/(' irrid11ò/Ji/e. Non c'è bisogno, pt:r essere una grande pote nza, di avere coloni t:: lo d iceva anche Yves Guyot vedete brne che le mi e pregiudiziali , le pesco an che all" t:stero» . Se l'on. Chiesa pesca all'interno come ha fatto all'interno, c'è da dire c he pesca male dappertutto. C iò che di sse Yves (ìuyot può essere vero pe r la Francia, ma 11rn1 lo è pe r tutti i Paesi del mond o. L'esportazione di massime politiche non è co me que lla di carbone e di grano è la differe nza consiste in c iò c he il carbone o il grano e le merci di qualunque spt:c ie, se e rano buone nel paese dove si pigi ia110, lo sono anche nel paese dove si portano, salvo che soffrano guasti ne l viaggio; ma le massime politicht: possono essere buone per un Paese e per l' allro pessime. Il non saper distinguere in proposito di colonie in un Paese la c ui popolazione crest:e in proporz ione più rapida de l ri sparmio, e un Pat:sc dove la popo1.Jzione è stazionaria e il ri sparmio cresce rapidissimamente. non è indi zio di mollo acume. La massima di Guyot è giusta, o quasi, applicata a l suo pat:sc. Senza cercare se l'impero coloniale della Francia oggi renda realmente al bilancio economico di questa più che non le costi, è certo che quando si consideri ciò c he esso è costato di denaro e di sangue e si metta in bilanc io pur le consegue nze politiche, nasce realmente il dubbio se la nostra vicina non potesse im piegare megli o il suo risparmio e la sua atti vità. Se nza contare il lung hi anni di gue rra che le costò la conquista de ll'Algeria, non puù ùirsi c he i più fortunali nei loro effetti . quantunque più facili, siano state le conquiste posteriori. Dopo la campagna del 1870-7 1 passato il pri mo dolore della scon fitta e vista l' impossibilità di una prossima revanche, la Francia pe nsò di crearsi un impe ro coloniale. L'antimilitarismo non era ancora nato. Le spedizioni o ltremare furono un diversivo. Conquistò il 'fonchino e la Cocincina mise la mano su varie oasi del Marocco, si impiantò in Tuni sia e stese le sue zone di dominio cd influenza
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nell ' Africa centrale, ccc. La Germania attendeva a crearsi una llotta e lasciava che la Francia si scapriciasse oltre mare; approvava. incoraggiava, magari spingeva. Ma le conquiste in Asia giovano solo a c hi si trovi nelle condizioni dell'Inghilte rra; la conquista di Tunisi partorì la Triplice Alleanza; gli strappi al Marocco suscitarono antipatie ai francesi in que lla regione e facilitarono la concorre nza esercitata dei concordati tedeschi, le spedizioni ne ll'interno ddl' Africa porta rono ad urti con l'Inghilte rra c he finirono con lo scacco francese di Fashoda. Non s i può certo dire che Lutto considerato sia stato un seguito di rorlunati eventi . Ad ogni modo accomodate alla meglio le proprie faccende con l' Ing hilterra. la Francia si trova ad avere a sua disposizio ne, i latifondi, tanta grazia di Dio, da non sapere dove mettere le mani. Con un a popolazione che non emigra e non cresce in paese se non lentame nte pe r effetto de ll 'emigrazione, che cosa farne di tanta Asia e di tanta Africa? La do manda è g iusta trattandosi della r rancia, ma potrehbe dirsi lo stesso se questi possessi li avesse l' Italia? Guyot, dunque, ha ragione ma la sua massima appli candola al paese, ma non l'on. C hiesa applicandola al nostro. La migliore e più proficua colonia de lla Francia è la Turchia, perché? Perché la popola no e la colti vano gli italiani. T quali popole re bbero e colti verebbero tutta la costa scltcnlrionale de ll'Africa, se non incontrassero ostacoli politici e fossero un poco più forniti di ri sparmio. Ma vi è po i un 'altra gran ragione che giustifi ca la sentenza di (ìuyot lirni tata me nte, pe rèl, alla Francia, abbi a mo g ià notato c he me ntre questa atte ndeva a costituirsi il suo Impero colonial e, la Ge rmania pe nsava ad altro; ma qua ndo pa rla questa di essere forte abbastanza eia poter inte rvenire dove le paresse e piacesse, mise il dito a nzi il pug no nel Ma rocco, c he la l"rancia rite neva un ' appendi ce de l tutto suo Impe ro. Che cosa a vesse è noto. La Francia si svegliò co me da un sogno e dovette accorgersi che possedesse magari tutta l'Asia e tutta l' Afri ca finché la Germania può pre nde rl a a ll a gola ste ndend o la mano su Pa rigi, la sua potenza militare ri spcllo all'a vversario più te mibile non crescere bbe di un grado; e quindi non si trova pie name nte lihcra nell a sua politica di oltre mare, perché vi è c hi la tie ne a briglie da te rra. O rbene neanche sotto questo ra pporto le condi zioni dcli' Italia so no precisa mente uguali a quelle de lla Francia. Malgrado tulle le nostre debolezze, è più diffi cile prende rci pe r il collo ste ndendo semplicemente la ma no. Noi possedia mo una frontiera naturale, c he non oggi, ma quanto sia be n fo rtifi cata compresa l'apertura del F riuli con tutti i mezzi che l' arte suggeri sce ed abbia a sua difesa un esercito ordinalo e ben co ndotto, forte de l nume ro quanto de lla nostra popolazione ci perme tte cli costituirlo, animalo da fe rito patriottismo e provv isto di armi di materiai i eccellenti ci pe rme tte, o meglio ci permetterà, di nutrire fondata speran za di fe rmare alle porte qualunque nemico; pe rc hé qu esta fro ntiera limiterà sempre il numero delle rorzc da c ui possiamo essere contemporaneame nte assaliti . Perciò non oggi ripetiamo ma in un av venire abbastanza prossimo se non si arresterà il lato ascende nte della nostra razza, potremo rivolgere l'esuberanza
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de ll a nostra attività verso il mare con le s palle sicure quanto si può umanamente pretendere , certo mo lto più sicu re che non possa averle mai la Francia. Lo schermo delle Alpi e la fecondità dell a razza, ecco due condiz ioni per c ui non può applicarsi all'Italia ne mmeno a que lla di domani la massima di G uyot huona per la Francia. E l'on. C hiesa c he si vanta di averne fatto l'esportazione, l' ha sciupata esportando la. A chi non vede queste differenze alla s ituazione de i due paesi è in utile c itare la storia; ma poiché scriviamo non per la persona dalle cui parole pre ndemmo lo spunto sibbene per il pubblico, vogliamo ricordare quanto ha contributo di ricchezza e di potenza recassero le antiche colonie delle nostre repubbli che. Non è logico andare in sollucchcro per il loro nome di Repubblic he e ostegg iare l'imitazione fin dove è possibile di quanto facevano per essere ri cc hi e potenti. È vero c he si trattavano di coloni e del Med iterraneo ma gli nnlicolo11i11/i irriducibili, come si vanta di essere l'on. C hiesa, lo escludono tu tte, dovunque sia no e di quals iasi specie. Eppure pe r ragio ni di geografia e di ra zza l' It alia si trova nelle mi gli01i condiz ioni ri spetto a lle altre nazio ni del mediterraneo pe r fondare s ulle coste di questo mare una corona di fi o rite colonie, strette da lla madrepatria con i vincoli de l sentime nto e dell'utilità, intc nnediario dei s uoi scambi. fonte di prosperità in tempo di pace, punti di appoggio in te mpo di guerra. ca mpi di sfogo all'esuberanza della po polazione, semenzai di agenti de ll ' italianità in tutti i suo i manifestazioni ; colo ni e insomma che va lgo no per l' llali:i c iò c he valgo no per l'lnghi ltcrra le colonie inglesi in tu tti i paesi de l mondo ciò d 1c lo stesso mcditemmeo valevano ne i tempi antichi le colonie g reche per la G recia, le romane per la Roma, e nel Medioevo, le genovesi, le pi sane, le veneziane pe r le ri spettive metropoli. Alle condiz ioni di geografia e di razza, c he offrono vantaggi a ll ' llalia sotto questo rapporto, si aggiungano le memorie de ll' antica egemonia comme rc ia le in Lutti gli scali del Levante que lli della lunga e gloriosa lotta di Venezia contro il turco e dei vecchi possedi menti genovesi e ve neziani nelle Isole de ll ' Arc ipelago, dove restano avanzi di fortificazioni cd altri ed ifici italia ni nelle c inà. parole italiane nei di aletti locali, fo rse anche un poco di sangue ne lle vene. Si aggiunga che gli italiani non lasciarono mai nessun in nessun luogo memorie odiose, perché g li ita li ani fra tutte le razze s upe ri ori la nostra è la meno rapace, la me no prepotente, la più equa verso le razze inferiori o soggette. Quindi . pe r le popolazioni de l vicino Oriente l' origine italiana non è una marca di fabbr ica poco stimata, come lo è per gli Stati U niti; ma gode lo stesso credito de ll a inglese, della francese, della tedesca c he è forse la più simpatica. Ora dunque diranno molti com'è che con tanti vantaggi rispe tto a lle altre nazioni queste colonie l' Italia non riesce a fondarle? Ostacoli politic i e de fi cienza di ri sparmi, ecco le ragioni; né poi proponiamo che si dia la lesta ne l mu ro o che faccia il passo più lungo de ll a gamba; combattiamo solo quei principi , quelle massime che te ndono a deprimere la fiducia de ll'Itali a nei propri destini ad offuscarne gli ideali. G li ostacoli speriamo che diminu iran no e di mezzi speriamo fondatamente c he cresceranno.
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Le occasioni , che mancano spesso agli uomini, non possono mancare alle nazioni che sanno aspeltarlc e cog lie rle. No i prepa ri amo intanto gli animi . Il titolo di questo g iornale è Pre pa razio ne; e intendiamo non solo preparazione alla guerra, semmai dovesse farsi ma preparazio ne all'avvenire sollo tutti i suoi aspetti . 24-25 agosto 1909, n.85 Le grandi manovre Nelle prossi me 1:,rrandi manovre i luoghi di partenza - veri o supposti dei due parti ti- come i giornali hanno già annunziato, saranno Verona per il partito rosso, al comando del generale Ponza di San Martino e Piacenza per il partito azzum> al comando del generale Incisa di Camerana; diciamo luoghi di partenza veri o supposti perc hé non è noto finora se effe tti vamente all'inizio delle manovre le due parti si troveranno rispetti vamente a Verona e Piacenza ovvero in località più ravvicinate tra loro supponendo che tra Verona e Piacenza ahhiano preso le mosse [... ] Corrisponde questa situazione ini ziale ad una di quelle che potrebbe nascere in una gue rra reale domani ? È che impo1ia che cii'> sia o non sia? Le ma novre del te mpo di pace si possono svolgere razionalmente e con profitto - allorché parecchie condilioni siano soddisfatte- quand'anche la situazione iniziale non ahhi a alcun ri scontro con ciò che potrà avvenire in una guemi vera quand'anc he essa no n abbia alcun connessione d iretta col prohlc rna reale di difesa dello stato. Le lunghe premesse strategiche per trovare un fi lo di connessione pe r spiegare come perché le due parti si trovi no in quella situazione iniziale in cui il dire ttore dell a manovra crede opportuno di di sporle, sono complicazione non necessarie. È quindi perfettamente ozioso porsi ad arzigogolare per saper spiegare perché il partito rosso si trova a Verona cd abbia il possesso di Peschi era e da qual parte sia venuto cd inseguito a quali avveni menti ci sia arri vato; e come e pe rché il pa rtito azzu rro si trovi a Pi acenza. Ciò c he importa invece è questo: c he sta bilita una situazione ini ziale, i compiti delle due parti siano razionali. E per essere tali , devono essere ragguagliati alle dista nze c he intercedono tra i due partiti ; importa, cioè non accada ciù che spesso è avvenuto nelle grandi manovre di questi ultimi anni : importa che non si diano a una delle due pmti o a e ntrambi mandati i quali siano inconciliabili con l'angustia dello spazio che essi hanno avanti a sé [ ... ] Dove è più quell 'ambiente di incertezze tra le quali in guerra vera i capi devono pre ndere le loro ri solu zioni? N on costitui sce questo forse per quanto riguarda i capi il carattere saliente la difficoltà maggiore della guerra vera? Bene: vi è chi di ce che con tutte le impe rfezioni di queste manovre del tempo di pace, malgrado che i capi vi si trovino in condizioni diverse molto più facili e semplici che non sare bbe ro nella guerra vera, codeste esercitazioni servono sempre e in qualche modo per giudicarti all'opera. Ed appunto su ciò c he io faccio molte ri serve. Codeste grandi manovre del te mpo di pace. nelle condi zioni in cui ordinaria me nte si svolgono, possono in
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Catia Eliana Genlilucci
qualche caso ri velare de lle incapacità che siano assolutamente tali; ma quando tali estre mi non ci siano, possono dar luogo a giudi zi quanto mai fallac i. Tutto vi è alterato e deformato: ince1tezze mollo minori che non nella realtà; di stanze accorciate durata dell' esecuzione affrettatissima. E poi manca il fischi o delle pa lle mancano le responsabilità tremende del tempo di guerra: le qua li circostan ze anche per chi sia dotato di coraggio fi sico - e questo è fuori di scussione - agiscono potentemente, deprime ndo le fac oltà intellettuali , la chia rezza di percezione e la prontezza di risoluz ione in alcuni ed esaltandoli in a ltri I... I
Articoli di giornale estratti da La Preparazione del 1910 24-25 febbraio l 91O, n. 22
Pel prossimo "fivc o'clock" ministeriale 11 Corri ere della Sera ha dato noti zia c he nell'ultimo de i lu nedì 111i11istc rialc della consulta, ru decisa la costruz ione di un nuovo tronco di fe rrovia ne l Veneto; in favore del quale I ,a Preparazione ha combattuto fin dai suo i primi momenti della sua apparizione, arti nché si po nesse un qualche rip;1ro alla troppa accentuata inferiorità della rete nostra ri spetto a quella austriaca nelle vic inanze del confine. Noi , in una serie di atticol i, le cui conclusioni si trovano - corn;dat c di schi zzi- ne i n. 108 e 109 dc La Pre parazione dello scorso anno dirnoslra1 111110 la necessità a far fronte [... ] Di questa noti zia, natura lme nte, noi non possiamo c he e sse re lic li . Non c i vog lia mo dare il merito, certo di avere scope1to la Monlagnara-Carnposanpic ro: ma crediamo di poterci a ttribuire quello di averla con insistenza propugnala. di avere esposto le rag ioni che a questo ci inducevano, e di aver presc111a10 tulio il problema ferroviario del Veneto, con ta le evide nza, di aver cont ribu ilo a <.lclcrminare un ' opinione pubblica in questo senso, capace di vi ncere le incert ezze, le esiste nze e le esitazioni del Governo. il quale si era fac ilmente acconc iato ad una soluzione - quella del terzo hinario sulla Mon Sclice-Padova- la quale non la ri solveva. Ma de tto questo dobbi amo a nche in ta le occasione insiste re sul nostro 111otivo domina nte: bisogna fa re molto più che ora no n si faccia; non perde re tempo, pe rché se né è perduto già troppo, e se ne sta perde ndo ancora. Non questa le ntezza accidiosa del suo riordiname nto militare il paese si aspellava. quando si dic hiarò disposto a tutti i sacrifici che a c iò accorsero. Se pe nsi c hc solo ora si promette che si presenterà un progetto di legge per qu esto tro nco fe rrovia rio la c ui necessità non poteva che saltare agli occhi, subi lo, insieme a tante altre cose, a chi avesse a ffrontato il proble ma, fin da l primo momento in c ui la situazione internazionale ci fece inte ndere che era venula l'ora di pensare con un po' più di serenità ai casi nostri, di uscire, fina lmente, con uno sforzo di energ ia intel ligente dallo slalo di debolezza in cui, supinamente ed incoscienteme nte eravamo rimasti pe r tanto tempo. Se tanto c i è voluto per questo sempli ce tronco - non già per costruirlo, si badi, ma soltanto per giungere a promettere che si prcscn-
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le rà un progello di legge - quanto tempo ci vorrà a ncora per ri solvere tutto il problema ferrov iario de l Veneto? 1... J Ebbe ne, questo mi suggerisce un te ma di conversazione da proporre modeslamentc agli eccellentissimi mcmhri del gabine tto per il " livc o'clock" di lunedì prossi mo . Cioè che l'on. Guicciardini, dopo aver fatto g li onori di casa, signorilmente , da par s uo, nelle ari stoc ratiche sale de lla Consulta, ponga all ' on. S ringardi , quando tutti i colleghi saranno riuniti , un quesito come questo: «Fra tre anni continuando di questo passo, quale politica estera, meno supina di que lla seguita finora, sarà possibile di fare?». Propongo il quesito, perché mi pare che - se le preoccupa7.ioni parlame ntari no n avranno la prevalenza su que lli che sono i veri proble mi del paese - la discussione potrà offrire il mezzo all'on. Minis tro de ll a Guerra di prendere altra via , di versa da quella che sta seg ue ndo; perché con lo scartamento ridotto non si arriverà all a meta e correremo rischio - come di cevamo nell'ultimo nostro numero- di rimanere ad un tempo estenuati e bastonati. E non per questo be l ri sultato, certame nte, il paese si è dimostrato tanto d isposto a sottostare a sacrific i nuov i.
5-6 mam> 191 O, n.26 Il lavoro italiano in terra francese La proposta del deputato francese Lehrun di imporre una tassa speciale s ug li operai stranie ri che soggiornano in Francia solo una parte dell'anno - accolta con approva7.ionc dalla Camera e dal Governo- è s tata una doccia fredda sugli entusiasmi latini c he ad ogn i minima occasione si so leva in Itali a, perché questa tassa verrebbe a colpire specialme nte g li operato ri italiani , che sono i più num erosi fra g li s tranieri i11 Francia. La proposta non fu subito votata unicamente perché si crcdclle più opportuno di farne oggetto di uno spec iale di segno di legge; il presidente della commis<:ione de l bilancio l'on. Lumiere e il min istro dell e finanze l'on. Cochcry si dichiararono. fra gli apphlusi de lla Camera, pienamente favorevo li al concetto informatore de lla proposta Lebrun . Il fai.lo c he le persona lità più competenti della Camera e del Governo si siano dimostrate fa utrici di provvedimenti lìscali contro gli operai stranieri non può passare inosservato in Italia, poic hé o ltre 300.000 o perai italiani lavorano in Francia; essa ci riesce specialmente sgradevole, in quanto c he fra l'Italia e la Francia s i è conchiu so recente mente un trattato di lavoro ispirato al principio della reciproc ità de ll e leggi sociali e d alla protezione dei rispettivi operai. Che la proposta fosse diretta specialmente contro g li operai italiani, i quali non sc iupano i loro guadagni in Prancia ma li mandano in ILali a, ce lo dice lo stesso deputato Lchrun. Sentite:«Ho fatto un inchiesta per sapere quanti vaglia venivano spediti in Italia in un anno, dagl i uffici del mio collegio situato ne lle regioni minerarie. Le cifre sono quasi incredibili, ne l 1908 furono spediti in Italia c irca '.16.000 vaglia postali per un importo di due mili oni e 280 mila franchi».
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Catia Eliana Gentilw:ci
Ring raziamo an zitutto il depulalo Lcbrun de ll a buona noli zia, no n tanto perc hé c i fa piacere conoscere questa piccola entrata, quanto perché essa è una prova ddla sobrietà dei noslri operai e del loro amore alla famiglia, il qual e è il fondamenlo dell'amore alla patria. Ma, considerando la cosa dal punto di vista francese , non si è accorto il de putato Lchrun che questa ingentc somma di Iis parrnio è l' indice del guadagno ingentissimo che la manodopera italiana ha recato ai proprielari delle minie re del suo collegio, i quali 11011 pagano certo g li ilalia ni per i loro begli occhi ma in proporz ione del loro rendimento. I~ strano c he né il re latore del bilancio, né il ministro del bilancio sig nor Coc he ry abhiano pensato di ricordare al signor Lehrun che l'adozione ddla sua proposta a vrchhe di risultato o l'aumento dei prezzi del lavoro o maggio r disagio ne lle industrie dcl suo collegio. Ma qu esto riguarda la Franc ia; noi pur rammaricandoci de ll'aggra vio minacciato ai nostJi operai, dohhiamo essere lieti che di tanto in tant o ci sia c hi ric hiama alla realtà de lle cose, perché più che una tassa di danncggiamc nlo ccrti vaneggiamenti. Dalla realtà de lle cose non a vre mo mai dovuto usc ire pe rchl.' della dilfoknza anzi dall'ostilitìt verso il lavoro italiano c he subito unic a111c111c pn manca nza di braccia paesane, ma abbiamo l'e sempio permanente a Tunisi. Fra le interrogazioni che pendono davanti alla Camera e ancora non vengono all'ordi ne del giorno, ve ne una dell ' on. Riczi così concepita : «11111.:rrogo il ministro degli esteri per conosccrc le condiz io ni dcllc nostre scuoll' in Tun isia». Sentiremo che cosa ris ponde rà il Ministro; fra tanto la si111:11.innl' ì.· questa: per la convenz ione del 1906, l'Italia si è obbligala a non aprirl· 111mvL' scuole in Tunisia; sicché, quantunque le auuali più non bastano alla crcsce n1 e e mig raz ione ita li ana non avremo di c he lagnarci se le autorità locali mm fra pponessero oslacoli al loro regolare sviluppo [... ] Oi tanlo in tanto qualche giornale francese si fa organo di prcocc upazio11i c he più di una volta trovarono la loro espressione anche in Parh1111rn10 e influirono sul la condotta dell'autorità locale e de l governo. Queste preoccupazioni non hanno ragione di essere. Se la T11nisi;1 in poche anni ha quintuplicato i suoi prodotti , si dcvc al lavoro deg li c111igr;11i italiani ; né vi era altro mezzo per ottenere questo ri sultato, né vi era altro pn L·rn11i11uarc ad ottenerlo. Esiste in Tunisia un comitato per il «popolamento francese th.:lla colo ni a». comi tato che predica ai quallro venti essere necessario introdurre molle 111i gliaia contadini francesi in Tunisia, se si vuol consolidare in questo paese il do mini o materiale e morale della Franc ia. Benissimo detto! Ma dove prenderl i que i contadi ni francesi'! li co111adino francese non e migra e guai al s uo paese se egli emigrasse ! Ncll'11l1i1110 mezzo secolo la popolaz ione è cresciuta straordinariamente in lulli i paes i d' Europa, salvo in Francia, e gli ultimj lustri furono per essa i più sie ri li . Se le statistic he non segnano regresso ne lle cifre complessive, lo si deve a lle i111111i g ra1.ion i e all a diminuzione de lla mortalità in conseguenza dell'i gie ne e cie l benessere in una naz ione ricca.
li pensiero politico militare di Enrico Romne - Appendice I
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làle condizione di cose ha cominciato ad impensierire i filosofi, statisti e patriotti in Francia! Vari scrittori francesi ne fecero oggetto di serie e tristi considerazioni; cd il vero le sue consegue nze presenti e future saltano agl i occhi: diminuzione di popolazione significa diminuzione graduale dell'importanza militare e poli tica; diflìcoltà di trovare manodopera; impossibilità di adempiere senza l' aiuto altrui, alla missione colonizzatrice; difficoltà di reclutare l'esercito; infi ltrazione sempre crescente di ele menti stranieri, non solo nelle colonie ma anche nel territorio nazionale. La Francia ha un solo rimedio alle disastrose conseguenze della sua sterilità: accogliere gli italian i a hraccia aperte. Si è fa tto il trattato del lavoro è sta benissimo, ma hisogna che dell' utilità, ami della necessità del lavoro itali ano si convi ncano e persuadano le popolazioni . I francesi devono mctlersi bene in testa che l' e mi grazione italiana nelle loro terre - in tutte, ma specialmente in Tunisia - non è per essi un danno, sebbene un van taggio perché essi hanno necessità delle braccia italim1e, anche più che gli italiani del capitale francese. Si cessi dunque a gri dare contro l'emigrazione sici liana in Tunisia e a gettare vani e infondati gridi di allarme. Si accolgano questi nostri connazionali mmc gente che porta tesori di attività nel mese che la ospita, l' Italia dimenticherà, anzi ha giìi rlime nticato. le circostanze della conquista. Quando una nazione ri cca come la Francia è così poco feconda deve ringraziare la provvidenza che gli ha posto ai fi anc hi una sorella fecondissima i cui figli di ITcriscono così poco da i suoi che trapiantati, in Francia la seconda o la terza generazione sono francesi tra i migliori e più laboriosi. Quando i francesi si siano persuasi che la trasmissione di sangue della nostra alla loro razza fa questa gli stessi e ffetti c he la cura del ferro agli anemici; quando abbiano bene capito che la manopera ital iana è condi zione necessaria all'impiego fruttifero dei loro capitali e che, senza di essi, le loro indust1i e sarehhero assolutamente schi acciate dalla concorrenza inglese e tedesca, la quale ha già cominciato a sopraffarle, allora un gran passo si sarà fatto per l' alleanza delle menti e dei cuori fra le d ue nazioni, e il resto verrà di conseguenza. Guardian10 bene la situazione da una parte e dall'altra: come l'Italia si adatta al suo destino che -finché non cambi - quello di mandare milion i dei suoi figli a lavorare in casa altru i, così la Francia deve adattarsi al proprio, c he è quello di vedere i lavoratori stranieri crescere in casa sua. E se ciò è vero per qualunque terra su cui sventoli la bandiera francese, lo è specialmente per Tunisia che non puù servire alla Francia come colonia di popolamento ma soltanto come colonia di sfruttame nto. Colonia di popolamento possono averle soltanto le nazio ni che hanno esuberanza di popolazione. In Algeria, da tanti decenn i possedimento francese, la popolazione è stazionaria. In Tunisia aume nta perché vi a nluiscono gli italiani . A tale affl uenza non si ponga ostacolo, e questa gente, che domanda soltanto di lavorare e vivere a modo suo, si lasci c he lavori e viva, conservando i propri usi, la propria lingua, e la propria nazionalità. E così quella terra che fu il pomo della discordia potrà essere il trade-union tra le due nazioni sorelle. E torniamo rloncle siamo partiti. Che cosa sperano in Francia da una tassa
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Catia f:tiana Gentilucci
speciale sugli operai stranieri c he vi soggiornano solo una parte dell' a nno? D i coslringerli con questo a soggiornarvi in permanenza? Ev idente mente questo scopo no n lo potranno raggiungere per a semplice ragio ne che il lavoro italiano trova am pia richiesta, e la Lassa avrà per effetto d i far aumentare i sa lari che g li itali ani dom anda no per l' opera lo ro. E poi qua ntanchc c iù non fosse, bastcrchbe il solo desiderio di soltrarsi a q ue sta Lassa per decidere a prcmlcrc dimo ra stahile in Franc ia tutti coloro che costi tuisco no ora una im migrazione te mporane a ? No, perché immi grare in Francia temporaneamente e stabilirvisi de linitivamcnte dipende da ragioni così forte e complesse, che non ce1to la Lassa polrìi va lere a fa r cambi are la corrente. Che la tassa dehha fun ziona re come una spec ie d i dai.io prole llore pe r la manodopera francese contro l'impo rtazione da lla manodope ra ita lia11a? In gu isa che le minori esigenze di q uesta no n turbino le esigenze magg iori di quel la, e non scemino il più alto tenore di vi ta che gli operai francesi vogliono conservare a se medesimi ? Potrcbhe essere il segreto pensiero de l sig nor Lehrun e di coloro c he si a sso ciano a lla sua proposta: ma a llora oltre che dar luogo a u11a lr:isgress ione dei trattati, si fa rebbe anche opera inutilmente odiosa: perché, in rondo, non c'è tassa speciale c he possa scemare la vera e propria cara11c ri s1ica del lavoratore italiano rispetto a quello francese: la maggior vog li a di la vora re, c ioè, la maggiore produUività della s ua giornata di lavoro. Non è il minor s;il:irio di c ui s i consentano gli italiani , ma la magg ior prod uttivitù del loro lavoro, c he fa i11 certi luoghi e per certi lavori, concorre nza alla manodopera fran n :sc. /\ pari1ù di sal ario -c pe r certa specie di lavori segnatame nte - il dato re fra11cesc pre l'ni sce sempre il lavoratore ita liano, c he sugo, quindi , si trattere bbe da questa c uriosa e odiosa forrna di protezionismo?
28-29 luglio 19 IO, n. 88 Alle porte d'Italia I nostri ultimi articoli sull a d ifesa della frontiera orie nta i\: - u11a de ll e corde sensibili dell 'anima italia na - c i hanno procurato non soltanln l'o 11orc di larg he e diffuse citazioni dell a stampa tutta intera, ma una serie nu11H.:rata d i lett e re da cittadini di ogni parte d'Ha lia e - specialmente del Vene to - ne lle quali g li scrit tori o ma ni fes tano il compi acimc nlo del loro ani mo a pprcn.a ndo c he è in pie na via di soluzione un proble ma che loro stava a c uo re , o ch icdc11do s piegaz io ni su q ue i due concetti delle " teste di po nte" e del "azio ne d i lianco" c he 11oi il lustrammo, o esponendo apprezzamenti e conside razioni , i qua li non semp re sono privi di reale impo rtanza, ne sempre si riducono a semplic i osservazioni di " profa ni", come modestamente dichi arano i loro aulori42_ 42 Vedi Cartina A in Appendice 2. Rarone spiega la cartina ne ll 'art icolo prcccJ cnre " Le fortificazioni nel Veneto" (2 1-22 luglio n. 85). Le fonilicazioni che l'on Spingardi (Ministro della Guerra) aveva in progetto di realizzare solo quelle inlomo a Pi nzano. Codroipo e Latisana.
Il fHmsiem politico militare di FnrÌl:o Barone - Appendice I
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Questa partecipazione così intensa del pubblico a tali problemi è un giudi z io assai con fortante per noi; non già dal punto di v ista esclusivo e limitato della sempre maggior diffusione che "La Preparazione" va acquistando ne i circoli anche non m ilitari ma da un punto di vista molto più alto. Essa è la prova che il pubblico non è poi così indifferente ai prohle1ni c he riguardano il nostro orga11amc nto militare. come da taluni si afferma. f .. .] Tra le molte lettere che c i so no pervenute ne scegliamo una molto garhata e assennata che ci ha scri tto il doti.. Riccardo Fabris, perché essa ci offre l'opportun ità a qualche schi arimento e commento, 11011 supcrlluo per lo scopo cui mi riamo di rendere popolari nel paese alcuni t:oncctti fondamentali della nostra preparazione militare. li signor Fabri s - t:hc è della zona più esposta del Friuli perc hé il suo paese natio è nel bel mezzo del triangolo Pa l11avova-Codroipo - dopo una diligente descri1.ionc di quella zona, c i fa notare che il tratto più pericoloso del suo territorio adiacente alla frontiera, per la fittezza della sua rclc stradale, è quello compreso tra le t:olline di Buttrio e Bagnorca e ci domanda se sia opportuno lasciare del tutto indifesa questa linea di soli ] 5 Km; tanto più - come egli osserva t:he a nord di Cadroipo il l àgliamento è per lungo tratlo quasi asciutto. "Quella ,~nllglia - egli soggiunge - della quale " La Preparazione" parla43 con tanta efficace e convincente t:hiarezza, non acqui sirebhc una maggiore forza. se la linea San Daniele Tricesimo avesse un prolungamento fino alle colline di Huttrio, chiudendo così anche le vie t:hc fa nno fascio con quella di C ividale? In que sto modo Udine si trovcrchhc protetta [ ... ]. È certo che il paese non farebbe que stione di spesa quando si trattasse di difendere ancor meglio la più pericolosa porta d ' Italia" . Rispondiamo all'egregio sc rittore della lettera che qui non si tratta di maggiore o minore spesa: estendere le forti lìcazioni della fronte nord fino a Buttri o importe rebbe, certamente, una spesa maggiore, ma non sarebbe poi davvero la fine del mondo. Non è questione di spesa: è questione di convenienza di ordine militare. Perché le fortificazioni sono utili in quanto giovino allo svolg imento del concetto di manovra e siano conte nute nei limiLi strettamente necessari a questo fine: diventerebbero dannose, invece, a ll orc hé oltrepassassero tali limiti, allorc hé potrebbero indurre ad una difesa puramente passiva, creando così un ostac olo ed un inciampo a quell'azione manovrata, dalla quale si spera di guadagnare i I tempo necessario prima de lle grandi azioni decisive. Bisogna be ne inte ndere il concetto della difesa "di fi anco". Per opporre un ostacolo all ' entrata della porta di casa mi a, io posso sbarrarla o posso dispormi a difesa con la 1ivolte lla in mano attraverso ad essa; ma posso ant:he dispormi dietro alla porta e sul fi anco. Se giudico più conveniente questo ultimo modo, io non debbo poi preot:cuparmi che la porta rimanga materialmente aperta. Vi sono buoni motivi, perché nel caso conc reto del Friuli, si preferisca questa ultima 43 S i intende le due fortificazioni d i Cadroipo e Latisana che 11ell' a1ticolo "Le fortifi cazioni nel Veneto" (21 -22 luglio n. 85) 11arone considera fondamenta li per la difesa di Udine .
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Catia l::Lùma Ge11ti/11cci
manie ra; spec ialmente quello c he se si fosse voluto sbarrare proprio la porta dircll amente, l'avversario stando in casa sua avrebbe polulo fare tlltti i pre parati vi pe r poi lanciarvisi prontame nte contro e scassinarla, togliendone gran parte de ll a sua efficacia lin dal principio. Sarebbe stato molto difficile guadagnare 4uel te mpo che occorre. Distinte così ne ttamente le due cose si cap isce c he il concetto della difesa di fiam;o sarebbe imbastardito se ad e sso si accoppiasse anche il proposito di sbarrare la porta direttamente, più o meno. I ... I Certamente sarebbe 4uasi desiderabile che noi, fin dal princ ipio. potess imo senza pericolo alcuno sc hi erare la parte maggiore delle nostre rorze in vic inanza immediata de l confi ne per coprire direttamente il te rritorio di frontiera: anzi più desiderabile ancora sarebbe c he, schi erati in vi c in:11r1.a de l conline pote ssimo fin dal princ ipio portare noi la guerra in te rritori o allnii ed impedire che essa avesse a svolgersi in territorio nostro. Ma questo i: un problema t:he non le fortificazioni possono risolvere: e, soprattull o. 1111 problema di ordinamento t: commùcazio ni ferroviarie ecco pe rc hé insis1ia1110 nel ripetere che le popolaz ioni del Vene to devono cons iderare co me cSSl'll-;i;1k . fra tulli i mezzi c he si possono immagina re a loro protezione, que llo di 1111 ;1dq:uato sviluppo della loro re te ferroviaria, fatto non in modo e mpinr o e slegalo e secondo gli interessi di tale o talaltro paese, o - pegg io ancora - d, questo o 4ucl collegio elellorale; ma col proposito ben chiaro e be n dd'ii111 11. di aume ntare il numero de lle lince indipe ndenti e di accresce rt: a l 111:1ssi1110 ~rado la potenzialità di trasporto. Que sto occorre, non la costituzione di una murag lia dl'lla C'i11.1 : k lùrtilicaz io ni progettate bastano, purché si compiono con alac rit;1. /\ Ile r1.:rrnvie s i deve pensare e si deve anche provvedere affi nc hé rompendo certe tr.1d11io11i cli sehemalica si mmetri a, si possano megl io e più prontame ntt: 111 ili11arl· sul posto gli ottimi soldati che c i forni swno le province di confine.
30-3 1 lug lio 1910, n.89
Aeroplano o dirigibile? La superiorità dell'aereoplano - Bisogna cambiar rotea - ll na 1>ro1>a~anda contro il combattimento nell 'aria'! - Utopia pacilisla In una serie di articoli pubblicati da La Pre paraz ione i11 q11l'sli ultimi giorni . il maggiore Douhe t ha esposto su I problemi de/1',wr<'o 11m•iga -:,i1111,, un co mplesso di idee nuove, meritevoli di una più atte nta conside ra1ionc. Li riassumiamo qui breve mente con lo scopo di fa rne oggcllo di alcune poc he osservazioni, per qua nto ri guarda special111c n1c le cose nostre. Fra l' aereopla no e il dirigibile, 4ucllo pe rmette t: promcllc pc rlò .ioname nti ta li da renderlo un vero e proprio strumento di volo. mc ntrt: il dirigibile ha r ara ttcri intrinseci che I.aie risulta to non gli concederan no nwi di raggiungere. La superiorità dell'acreoplano sul diri gibile per g li sw pi mili tari m,11 potrù far a meno di andarsi affermarsi sempre più, in questi um fronti non bisogna paragonare «un dirigibile » da un lato, con «un acrcoplano» dall'altra: bisor,na
Il 11e11siero politico militare di f:nrù:o Bamne - Appendice I
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porre da una paitc un «dirigibile», e dall 'altra quell o sciame, quella vera flotta di aereoplani che possibile di procurarsi con lo stesso costo. Messe le cose in tali lcrmini, il confronto non può che uscire enorme mente e indiscutibilmcnlc vantaggioso per gli aercopl ani: sicché viene fatto di conchiudere c he, avendo una data somma da spe ndere in aerei, convenga impiegarla nello apprestare uno sciame, una numerosa flotta, se così vuol dirsi, di aereoplani, pi utlOsto che un limitato numero di dirigibili. Q uesta tesi il maggior Douhcl ha dimostrato con gran copia di validissimi a rgomenti . Il pun to centrale di tutta la questione è che un appru·ecchio aereo, per essere capace di raggi ungere ce,ti dclcrminati fini - quali c he questi siano, si tratti di semplici ricognizioni, si lratti di danneggiare dall' alLo lruppe, o navi o piazze località comunque dell 'avversario- la prima qualità che ha da possedere è c he sia in grado di combattere con vanlaggio contro gli apparecchi analoghi di cui il ne mico d isponga. L'arliglic1ia, ad esemp io, per compiere efficaceme nte il suo mandalo di facilitare l' avanzata la fante ria propria, deve essere in grado di sostenere con vantaggio la lotta conlm l'artiglieria; la cavalleria non può compie re, ri spe tto alle forze rclroslanti rispetto al nemico, la funzione sua di vedere e coprire, se non è atta, evidenteme nte, a soslcnere l' rnto con la cavalleria avversaria c he a tal compito cercherà di opporsi. È quesla una verità assiomati ca, di clcmcnlare buon senso, ma c he non bi sogna dimenticare, mentre finora sembra dimenti cata affatto per gli apparecchi aerei: i risul tati che dal semplice punto di vista della locomozione, i d irigibili hanno tenuto in questo o quel paese, hanno addirillura distolto le men ti da codeslo concetto, esse nziale pe r quanto riguarda l' impiego di essi come mezzo di g ue rra. Assod alo, dunque, che agli appa recchi aerei nessun mandato sarà concesso di compiere se non dopo la vittori a con tro quelli dell 'avversario, se non dopo la vittoria conseguita contro di essi, sorge spontanea la domanda: da qual parte staranno le probabilità maggiori di vittori a, dalla pa,te di un dirig ibi le o dalla parle di quello scia me di aereoplani c he, a parità di costo , gli si puìi <.:nnlrapporre? La risposta non è duhhia: le probab ilità saranno enormemente maggiori per questi ultimi che non per quello: il colosso, vulnerabilissimo, sarà facilmente sommerso - ci valiamo di questa immagine- dal mezzo più agile, tosto che questo riesca a portarsi di sopra a esso. [... ] La superiorità che l' aereoplano ha sul dirigibile - o meglio la superiorità che sul dirigibile ha un complesso di aereoplani , il qua le costi quanlo questo da solo costa - si ri vela anche sotto tanti altti aspclli, o ltre quello che è l'essenziale. Q uale sarà più efficace, per esempi o, e quale avrà possibilità maggiore di riuscire nel suo intento, una ricognizione eseguita da un dirigibile, ovvero quella eseguita da numerosi aereoplani, capace d i uscire qualunque tempo faccia e di procede re a grande velocità? Ancora un esempio: per il lancio di materiale dall' alto si dice che il dirigihile presenta vantaggi, perché è capace di portare un peso superiore che non l'aereplano. Ma evidcnlcmente, non è a questo modo c he va fallo il confronto. Un dirigibile Zcpclin 4 può sollevare 12 quinlali di esplosivi, ma cinq uanta aereoplani ne sollevano cinquanta. Qual i sono le probabil ità che i
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Catia Hliana Cìentiluu:i
dodici quintali dello Zepelin vengano a cadere sul ne mico, e in confronto delle probabilità che dodi ci dei cinquanta trasportati dagli acrcoplani vi giungano? Per tutte queste ragioni , alle quali abbiamo vol uto fare soltanto un fugace accenno è legittimo esprimere un desiderio, che non si fonda su semplic i impressioni soltanto, ma su motivi che vanno seriamen te meditati. E di questo: che i successi conseguiti da noi nel campo dei dirigibili non abbiano a di stoglierci dalla vera via, o meglio non abbiamo ad indurci a persistere sinora seguita, c he non è quella che è riservata all'avveni re. [... ] Né i mezzi finanziari che il nostro parlamento ha con lodevole sollecitudine votato, né la vig ile sole1ta attività dei nostri ufficiali, preposti allo studio e alla so luzione tecnica di tali problemi, devono lasciars i assorbire dalla pe rsistenza sull a via del dirigibile. Se altri paesi con tinuano su tale strada, faccia no pure il loro comodo: non è questa una ragione sufficiente perché noi non si abb ia a cambiare indirizzo, come il razocinio e l'esperienza su ggeriscono. Noi stessi, dopo la le ttura allenta degli artico li del maggior Douhet. siamo diventali alquanto scettici sulle molte speran ze c he il dirigibile avca fatto nascere in noi; speranze espresse in parecchi a1ticoli comparsi sulle nostre colonne. Non abbiamo alcun esitazione a con fessare cic\ poiché il tempo e l'espe rie nza e il contributo delle idee e degli studi altrui, devono ben valere qualc.:he cosa per tutti coloro che, in tali questioni, non si facciano guidare esclusivamente da idee prcconccllc e da partiti presi. Un' altra osservazione ancora. Il maggiore Oouhet nell'ultimo del la serie dei suoi articoli, uscendo dalla considerazioni di ordine tecnico milita re, fa un a udace punta in un campo affatto diverso allorché immaginando che cosa potrt1essere quali proporzioni potrà prende re la guerra «in aria» nell 'avve nire esprime il voto che i nuovi apparecchi, frntto dell'infaticabi le ricerca del l'uomo, possano muoversi «liberamente nell'aria come colombe dal desio chiamate e non come avvoltoi a nelanti alla predm>. E perché gli si è evitato «che la mano ad unca della guerra li afferri e li costringa al suo sanguinario servizio ». È un ' idea generosa; sostenendo la quale si è assai più lontani dall 'utopia di quanto a molti possa sembrare a prima vista. Dobbiamo essere ben convinti di questo no i che d i tante utopie pacifiche siamo tutt'altro che te neri come i nostri lettori hcn sanno- se con med itato proposito noi che non possiamo essere sospetti , di quell'idea ci proponiamo di farci sostenitori e propagatori, nei limiti delle nostre modeste fo rze.
16- 17 agosto, 1910 Spunti e notarelle. Gli agenti della forza pubblica e le folle tumultanti - Corresponsabilità anuninistrativa nel Benadir e i rapporti tra comando civile e comando militare
Gli avvenimenti dolorosi di questi ultimi giorni nelle Puglie hanno fatto risollevare an cora una volta l'antica questione del contegno della forza pubblica di fronte alle aggressioni delle folle tumultanti. Non ripetiamo i fatti a tutti noti: è la solita storia della sassaiola di una moltitudine inviperita e eccitata con-
li pensiero politico militare di Enrico Barone - Appendin~ I
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tro pochi carabinieri, e altri agenti dell a forza pubblica, i quali aggrediti, lapidati, per non farsi sopraffare, rispondono con la rivoltella; si sparge sangue "proletario" ed allora si afferma che il to1to è degli agenti, dei carabinieri, che essi si sono resi delinquenti pcn.:hé alla provocazione del sasso la reazione della rivo ltel la non è commisurata, che una riforma è necessaria per epurarli e per esduuerne coloro i qu ali non sanno trovare la calma in situazione tanto delicate. Ma che cosa essi - aggrediti da forze sovverchianti ed eccitate - dovrebbero rare per d imostrare che sanno " rimar calmi"? Sopportare le sassate di una folla esasperata, fa rsi rompere ]a testa con tanla rassegnazione, farsi lapidare tranquillamente senza reagire? Ovvero alzare i tacchi davanti alla sassaiola, ripararsi o nascondersi ? Prete nde re la prima cosa sarebhe contrario alla natura umana; voler la seconda non c'è da parl arne neppure: tutti - di ogni paitito di ogni colore- non sapremmo che fare di agenti tanto rassegnati o dal piè veloce. Non ci sarebbe più ordine, non più possibilità di civile e ordinata convivenza. li rappresentati della forza pubhlica hanno non soltanto il diritto, ma lo stretto dovere di far rispettare le loro persone, non tanto pe r la loro persona, quanto per la fun zione c he è loro affidata e che hanno da compiere: le armi sono date apposta per questo ( ...).
Henadir - Il Benadir e la corresponsabilità amministrativa Abbiamo accenn ato nell'ultimo numero della Prepai·azione alla curiosa proposta che il consiglio coloniale avre bbe fatto per costri ngere il governatore e il co mandante della truppe ad una coll ahorazionc concorde. Questo mezzo portentoso e pe regrino, da to che le notizie siano esatte, consisterebbe, dette in due parole nel seguente: il governatore civile e il comandante militare vengano resi e ntrambi responsabi li di tutte le spese per le truppe, per le operazioni ecc.: la corresponsabilità amministrativa risol verà una questione politico-militare, che a tanta povera gente di corta vista - come noi pe r esempio- appare, invece, un proble ma assai più vasto e complesso di organamenlo e di scelta di uomini . ( ... ) Ci è lecito parlare un po' non sul face to ma sul scrio della questione alla consulta c'è uan vera f'obi a del governatore militare. C i sono ficcati in mente la cosiddclta " penetrazione pacifica" cioè una strana concezione politico-militare, con la quale si vogliono i comme rci e lo sviluppo agri colo della colonia prima di essere sic uri di dentro e di fuori , senza pensare che non vi saril barba di capitalista il quale vada ad arrischi are i suo i capitali e l'attività sua nella colonia, finché questo primo ed elementare risultalo non si sia ottenuto. Si ha la più elementa re idea di ciù che hanno fatto i paesi coloni zzatori, l' Inghilterra per esempio che su questo può dar lezione a tutti? Quando mai si è visto che in un paese la cui conquista non si è ancora assodata, si sia voluto fare della "penetrazione pacifica"? Il governatore civile sta bene in una colo nia, ove si tratti sempli cemente di governare, e le mansioni del comandante delle truppe si riducono pressa a poco a quelle di un ordinario comandante di presidio. Ma quando si vive sul
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Ca1ù1 Eliana Gentilucci
piede di gucn-a o poco meno quando si temono scorrerie di confine e no n è ancora conquistato il tenitorio all'interno, le fun zioni del governatore civile dive ntano secondarie rispetto a quelle del comandante di truppa; e dove il govcrn alore non voglia adallarvi si, è p0t1ato naturalmente ad invadere il campo altrui. Se poi il comandante delle truppe, a sua volta non si adatta all'invasione, ecco che inevi tabilmente il dissidio. Ma la consulla da questo orecchio del governatore militare non vogliono sentire: temono di compromettere la "penclrazionc pacifica" ed un pochi no anc he il possesso di una altissima carica, largamente e profumatamente remunerata. Dunque non governo militare. Ma governo civile. E si.a henc. Ma allora come fare aflinehé non abbi amo a ripersi fatti già lam entati nel processo g ià famoso? È questione di di sposizione hen chi are che attribuiscono le responsabilità del comand ante militare( ...) Un governatore civile in una colonia lontane me ntre si svolgono aspirazio ni militari, non è concepibile se non è uomo di grande autorità, di gra nde sentire e di altissimo presti gio. Così noi la pensiamo come a bbiamo detto già altre volte, ma la consu lla al governo militare non si vuole; e al governo civile non si vogliono mandare che sessantenni o funzionari della statu ra intellettuale di un signor Ca rl etti . per esempi o. Con questi idee ci sare hhc da stupirsi se la Lnwata della "corrcsponsahili tà amministrativa" avesse un a propria realtà e non fosse invece una semplice fola.
25-26 agoslo 1910, n.100 Le "Norme" per le grandi unità: e l'Induzione'? I brillanti articoli della Sentinella n.5 sulle Norme ienerali per l'impiego delle irandi unità di guerra mi hanno indotto a leggere anche questa edi zione della lihrctla e confrontarla con le precedenti a partire dal 189 1 quando l' ispiratore si chiamava Enrico Coscnz. ( ... ) (Barone c ritica il modo prolisso e di sorgani zzato in cui sono esposte le norme nel 189 1). Prima di tullo parliamo oggi dell'impiego strategico della cavalleri a davanti alle an nate. La Sentinella ha fallo in proposito molte g iuste osservazioni ma c'è altro da dire, perché dalla man iera in cui si esprimono le "Norme" si puù essere indotte ad una concezione assolutamente en-onea del modo come nella mente di chi dirige si vadano determinando a grado a grado e prende ndo forma conc rei.a -in mezzo a tante incognite a tante incertezze- la situazione nella quale il nemico si lrova e le intenzioni c he gli si possano ragionevolmente attribuire. Ciò perché le "Norme" parlano di servizio di informazione, parlano di servizio della cavalleria, attribuendo a questa un compito troppo vasto; ma non parlano appunto di una cosa essenzialissima, che è il lavoro di induzione che si compie nella testa del capo, il quale da quale da diretti ve all'a,-.ionc della cavalleria e non si mette supinamente a rimorchio di questa. (. .. )
Il 11e11.1·il'm politico militare di Enrico Bmvne - Appendice I
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Non ho la pretesa di dar consigli a coloro che le hanno compilale, e specialme nte poi a chi di qucsla compilazione è stato il ce rvello dircllivo. Ma mi sia permesso di proporre loro che prima di accingersi a questa compilazione, 111cditino su quella che Enrico Coscnz chiamava la miniera: la corrispondenza di Napoleone. R leggano per es. quanto si riferisce alle g iornate precedenti la ball agl i a di Je na del 1806. Vedranno allora halzare fuori v ivi quei procedi meni i cli induzione, con il quale il grande maestro, dopo aver fatto diverse ipotes i possibili sulla situazione del ne mico procedeva fino a restringere a mano a mano il campo delle incertezze per via di eliminazione, in base ai dati che avca, e a quelli che per tale scopo si prefigurava in convenienti dirc1,ioni da lui stesso additate. Vedranno allora c he la mente del comandante non deve procedere a rimorc hio della cavalle1ia cd aspcllare da essa la luce, ma deve indicarle le direzioni in c ui questa deve guardare per chiarire que lli speciali dati che gli occorrono ne l suo processo di induzione metodica. E dico metodica perché chi segue minutamente il pensiero del grande maestro nelle siluazioni più osc ure, si convince che generalmente ciò che ai profani può sembrare divinazione, non era che il risultato di un ragionamenLO continuo, condotto con molto mclodo e con grande potenza di logica. Ed è a questo ragionamento e a questa logica - che lo faceva guida della cavalle ria spinta innanzi e non schiavo di essa - egli doveva, in gran pa11e almeno, la sua di prontezza ri soluzione. Spesso la risoluz ione, che a chi studi superficialmente le sue manovre, può sembrare una ispirazione del momento, era già da parecchi giorni oggetto costante delle sue mcdilazioni, le quali aveva un carallcrc più ordinato e rigoroso di quanlo non si c reda. li che lo aiutava poi lanto ne l pronto sfruttamento de lle circostanze imprevedute in quelle che lui chiam ava " il coraggio delle due dopo mezzanollc" ( ... )
29-30 di cembre 1910, n. 153 La Rinascenza (attraverso ai campi della sociologia militare) Che è dunque questo complesso di rcnomeni cui assisti amo? Declinare dell' antimi litarismo, desiderio di essere forti, risveglio del nazionalismo, sinlomi di tendenza a.ll'espansionc, accenni che g ià si vanno disegnando, sull'orizzonte sia pure non prossimo, ad una più attjva poliLica coloniale? È questo il momento di infatuazione militaiista, espansionista, nazionalista, che il paese attraversa, destjnato, quindi , a passare come una momentanea vampata, oppure è una vera rinascenza, destinata a permanere perché ha cause profonde? Il fe nomeno cui assistiamo non è fatto passeggero: ha le sue cause radicate ne llo s volgimcnlo stesso della nostra vita economica: è la manifestazione de lle molteplici soprastrutture di caraltere sociale, politico e militare, le quale accompagnano la lenla uscita dalla crisi che i paesi atlravcrsano allorqua nd o, g iunti ad un cerlo grado di loro sviluppo, da agricoli si trasformano in industriali .
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Calia t:tiana Genlilucci
Non dorrà ai lettori dc La Pre parazione questa escurs ione attraverso ai campi della sociologia, dalla quale ritengo che un raggio di luce possa essere proiettato sul momen to sociale e militare c he attraversiamo; e chiedo loro venia, se, una volta tanto, per non spezzettare, in più articoli successivi, una serie di rapporti i quali meglio si colgono se considerati subito tutti quanti insieme, contro le mie abitudini scrivo un articolo di tre o quattro colonne.
La crisi della trasformazione In queste crisi di trasformazio ne da paese agricolo in industriale, no i siamo da un quarto di secolo: crisi spesso che compiuta al Nord, quasi incipiente al Sud. L' Ingh ilterra ha compiuto questo ciclo nell 'epoca immediatamente successiva al 1815; in Francia la crisi della trasformazione comincia verso il 1820 e raggi unge il momento più acuto sotto la monarchia di luglio; per la Germania essa corrisponde al periodo subito susseguente alle vittorie del 70-71 e dura un quindicennio. Sicché, nell'ordine crono logico, l' Inghilterra prima, poi la f<rancia, poi la Germania e per l'ultima l' Italia, si sono succedute nell'attraversare questo cic lo del loro svolgimento. Or bene, se si studiano un po' affondo g li avvenimenti di questi quattro paesi durante il ciclo di trasformazio ne, si trovano fra essi rassomiglianze Lan to singolari, che una conclusione ne e me rge limpida e sicura. Questa: abbracciando i fatti nelle loro grandi lince, cd astraendo da certe circostanze perturbatrici, che ne modificano qua e là, in modo diverso, alcuni particolari, gli stessi fenome ni della vita economica che si osservano ora presso di noi, si verificano pure in quei paesi, nel periodo corri spondente della loro evoluzione. E non solo vi è rassomiglianza nei fenomeni di online econo mico, ma anche in molti altri di indole sociale e politica, quasi come se questi fossero la soprastruttura necessaria di quelli. La rassomiglianza, sempre nelle grandi lince s' intende, è così evide nte, c he par quasi di leggere nel passato di quei paesi iI presente nostro, e nel loro presente intuire il nostro avvenire. La c ri si di trasformazione in quei paesi si è manifestata con i medesimi fatti di ordine economico: i salari depressi, che vanno poi a mano a mano sollevandosi; l'emigrazione abbondante, e che poi a mano a mano scema; il commercio estero, che subisce una dolorosa depressione, e che poi gradualmente riprende l'ascesa trasformandosi; il protezionismo come una necessità ineluuahilc; e che poi tende ad attenuarsi; l' urbanesimo, con tutta la profonda trasformazione che esso determina nelle masse lavoratrici; le lotte sociali, che al principio della grande industria assumono fom1e violente e poi si disciplinano poco per volta, second o che i lavoratori compiono il loro organamento e le loro associazioni; un periodo di raccoglimento, che pare una stasi durante la faticosa gestazione, cui ticn dietro, a trasformazione compiuta, un irrefrenato bisogno di espansione:
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cht: più? Perfino una cri si profonda, organ ica, nelle istituzioni militari medesime, la quale svanisce poi quando la grande industria, o ltrepassato il momento dei primi vaggiti , si afferma forte e rigogliosa. Immaginiamo un paese essenzialmente agricolo. Fino a tanto che in esso sono abbondanti le ten-e fertili e la popolazione scarsa, ogni unità di lavoro applicata alla colti vazione dei prodotti agricoli potrà conseguirne un alta quantità, di cui una parte potrà essere consumata direttamente, un'altra essere impiegata ad attenere, per via di scambio, i manufatti che occorrono. Ma c he avviene allorquando col crescere de lla popolazione, si deve portare la coltivazione su terre sempre me no fertili? La produttività di ciascuna unità di lavoro dimi nuisce: i bisogni non possono essere soddisfatti, quindi , che in minor quantità. E se, messe a cultura tutte le terre anc he le me no fe rtili, la popolazione cresce ancora, le nuove unità di lavoro o no n avranno produttività alcuna o ne avranno una sempre minore: la penuria nella soddisfazione dei bisogni andrà sempre più accentuandosi. Se il p aese resta tuttavia agricolo, non può sfu ggire a questa alternatjva: o un abbassamento del generale te no re di vita, o l'emigrazione. Ma se un surtieit:nte ri sparmjo vi si è accumulato o vi ani vi, puù aver princi pio una trasformazio ne in senso industriale. Perc hé? Fino a quando ne llo stato agricolo vi ern scar~a popo1!!1.ione e non si era dovuto intensificare la produ zione, la produlli vità del lavoro agricolo - e quindi il salario - era troppo alto perché convenisse di fabbricare in paese i prodotti industri ali : in paese il prezzo loro sarebbe stato più alto d i quanto non fosse sul mercato internazionale. Quindi la convenienza di proc urarsi il manufatto per via di scambio, anziché produrlo direttame nte. Ma col crescere della produzione - e quindi col diminuire della produttività del lavoro agricolo, ossia col dimi nuire dei salari - può il costo indigeno del manufa tto essere non più superi ore al costo inte rnazio nale: può, in sostanza, esserci la convenjenza per l'ini zio della trasformazione in senso industriale. La qu ale, si badi, rappresenta una migliore ripartizione delle forze produttive del paese, perché, a parità di fattori della produzione, quando la popolazio ne sia c resci uta oltre un certo limi te, e qu ando una certa somma di ri sparmio si sia accumulata. la somma di beni che il paest: può procurarsi è maggiore se esso riparti sce quei fallori tra produzio ne agricola e produzione industriale, restringendo quella e promuovendo questa, c he non sarebbe se tulli i fattori medesimi contin uassero ad essere impiegati escl usivamente nell ' agricoltura, nella quale, oltre un certo limite, si manifesta la ferrea legge dei compensi decrescenti. Ma questo risultato di maggior benessere non è immediato. Vi è tuna una serie di importanti fenomeni dinamici intennedi.
I fenomeni che l'accompagnano Quali sono i fenomeni economici cui da luogo l'inizio di questa trasformazione? Quali, tra i più essenziali, quelli che la accompagnano nello svolgimento suo faticoso?
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Catia F:liana Genlilucci
Essa è ini ziata - l' abbiamo visto - quando la prod uttività del lavoro agricolo , è molto depressa, e quindi sono molto hassi i salari, a nzi la petmanen za di questa per un ce110 tempo, è una necessità quasi, perché la lrasforrnazionc si avvi e la g rande industria possa sorgere. È iniziala in un periodo in cui la rga è già l'e migrazione di gente che va fat icosame nte in cerca , su terre più feraci, di una maggiore rimunerazione e c he infligge alla già stremala econo mia un nuovo di ssang uamento con l' invio fuo ri di patria di tanti capila li uman i c he l'economia nazionale ha, dunque , a llevato in pura perdita. E ini ziala che sia , nuove sofferenze si aggiungono: o nde la dolorosa cri si. È c risi de lla proprietà agricola, pe rché l'esodo dalle campagne alle ciuà cagio na l' abbandono delle terre me no fe11ili - con la scomparsa della loro rendita te rriera e la diminuzione delle rendi te di tutte le altre terre. È cri si del co mmerc io internazionale che prima il paese faceva, perché esso si restringe con il d iminui re degli scambi tra prodoui agricoli e prodotti industri ali , i qua li ullimi comi nc iano ora a prodursi in paese. Ed è cri si di tutti i consumatori - s pec ie de i lavoratori - perché la trasformaz ione ad un certo punlo adduce spesso fatalmente all a necessità della protezione ag ricola e di que ll a industriale; protezio ne c he costituisce un male, una distruz io ne di ricchezze, ma che può essere inev itahile per scongiurare mali ben più g ravi. Depressione de l sala rio, de pressione del commercio, emigrazione quindi ac uita, crisi della proprietà te rriera. dazi proleHori: ecco i compag ni tristi cd inseparabili della penosa gestazione. E solo allorché questa lrasformazionc è in g ran parlc compiuta, e solo allo rché lentamente faticosame nte si è ascesa I'e11a c he adduce ai pi ù alti g rad ini cicl i' evoluzione induslri alc; è solo allora che il paese vede con l'accumu larsi de l ri sparmio e col progredire dell'o rgana mcnlo dei lavoratori , aumentarne i salari, riprendere il commercio che di venta ris petto a l merc ato inte rnaziona le non più esporlalorc di prodoui agricoli , come era in una fase più remota, ma d i prodotti industria li , con cui procura poi al paese le de1Talc nece ssarie; vede la l'c rila apc rla de ll e e migrazione rimarginarsi ed il fiotto deg li e mig ranti assottigliarsi. perché l' incrcrncn lo della popolazio ne lavoratrice è assorbito dalle industrie fiorenti . Ma 4uanlo lungo e grave di dolori è il cammino !
Alcune soprastrutture: l'urbanesimo; le lotte sociali Su questo sottostrato di fatti eco nomici, costituenti la crisi della lras f'o rmazionc e c he accompagnano l'esodo dei lavoratori dai campi alle officine, si e rge, con l'accentrars i delle masse lavoratric i nelle ci uà, il fenomeno imponente del l'urba nesimo, che tutta una profo nda trasfo rmazio ne de lla psicologia popolare . Ma non meno irnportanlc sopraslrullura di ta le tessuto di fatti economici è la viole nza c he in questo pe1iodo ass umono le lolle sociali , e che accompagna no il primo sorgere del movimento operaio.
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Dispersi e senza guida - come henissirno ha già notato un nostro valoroso economista - abbandonati a se medesimi , abruttiti dal basso tenore di vita, i lavoratori non possono conqui starne uno più allo senza l'associazione. Ma nello stato di isolamento in cui si trovano, di degradazione in cui le misere loro condi zioni le hanno gettati, essi non possono associarsi senza la guida, l'impulso di persone estranee alla loro classe. E queste, infatti, non tardano ad insinuarsi tra le loro file per scuoterli daJ torpore in cui vivono, per sospingerli ad organizzarsi. Ma per raggiungere questo ri sultato, occorre ben più che la misera per quanto lie ta prospettiva di un mig liorame nto graduale delle mercedi, di una diminuzione delle ore di lavoro. Perché i lavoratori si scuotano, perché si deci dano ad organjzzarsi, bisogna far loro balenare, in travedere la possihili tà di un radicale rinnovamento sociale. È perciò che la prima propaganda in favore de lle associazioni operaie è, in ogni paese, a base rivoluzionaria; è perciò che la prima voce rivolta al popolo è un appello sanguinario di ri scossa, invocante l'unione delle classi lavoratri ci per rovescia re tutto l' assetto sociale; è perciò, infine, che il movimento operaio al suo ini zio assume in ogni paese un carattere turbolento e minaccioso. Parli in proposito la stori a del movimento operaio in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Italia nel ri spettivo momento stori co cui ahhia mo alluso; e che per l'Italia è recentissimo. Ma che è poi avvenuto nei paesi in cui l'evoluzione si è avanzala, in c ui l'evoluzione si è compiuta? Da principio, a favorire la propaganda socialista, alla facile suggestionabilità della folla, si aggiunge l'apparente verità scie ntifica del marxismo; perché, in realtà, nel primo periodo della trasformazione, gran parte del marxismo trova pie no ri scontro nei fatti : e si capisce: quelli che Marx aveva osservato - ed ebbe poi il torto di troppo generali zzare - furono appunto i fatti caratteristici dei primordi della grande industria, che egli studiò nella società inglese. La trasformazione, quindi, si inizia accompagna ta al periodo eroico del ma rxismo come propaganda, al periodo classico di esso come dottrina. Ma non appena l'organizzazione operaia siasi compi uta, tanta forza e tanto prestig io vengono meno, perché? Perché con l'organizzazione operaia si schiude un nuovo periodo: quello degli alti salari. Ed allora la base del marx ismo è scrollata sia come sistema scie ntifico, sia come strumento di propaganda. Cadono, i1rnanzi all'osservazione dei fatti, tutti i capisaldi del socialismo di Marx, e ad uno ad uno vengono respinti dai suoi più entusiasti ammiratori. t\ mano a mano che la cri si di trasformazione diventa men o dolorosa, va accentuandosi la cri si del marxismo. È per questo che il marxismo va poi a finire nel riformismo. Il quale del marxismo non è più che l'omhra, il fan tasma. Così il partito sociali sta, dopo aver con la propaganda del marxismo suscitata la coscienza delle classi lavoratrici, dopo averle organizzate e preparate alle grandi lotte nella fase dell a trasformazione, si trasforma esso medesimo per divenire un partito del lavoro, vig ile degli interessi delle classi lavoratric i, promotore di tutte quelle leggi sociali e di tutte quelle rifo1111e che valgano a migliorare e sollevare le sorti.
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Catia Eliana Gentilucci
I fenomeni militari Affascinante argomento mi trarrebbe a troppo lungo discorso, se io volessi non dico mietere tutto il campo di queste feconde connessioni , ma semplicemente mi proponessi di enunciarle. Mi impo rta di parl are subito di un altro fenomeno: voglio dire la crisi propria che le istituzioni militari attraversano durante quella più larga de ll'esodo dai campi a lle officine. Ne dirò oggi sommariamente: a più diffusi particolari scenderò in altri articoli . È crisi di istin1zioni mi litari, nella quale noi siamo in mezzo, cd in via di uscirne: ma che attraversarono, pressapoco, an che altri paesi che ne lla trasformazio ne industriale ci precedettero. È crisi dello s pirito pubblico verso le istituzioni militaii , che si manifesta col diffondersi del sentimento c he queste, tanto costose, a nulla servono; con l'accentuarsi di tendenze pacifi(;he ad antimi litariste. È cri si profonda nell'i nterno delle istituzioni militari me desime, i cu i o rdinamenti sembrano non più adattarsi a lle nuove esigenze, i c ui metodi disc iplinari sembrano non piì:i conformi ai te mpi, i cui componenti si sentono come depressi e sfiduciati. La medesima crisi allravcrsarono i paesi che ci precedettero nella laboriosa trasformazione economica. Se in Germania la crisi militare c he accompagnava la trasformazione si palesò men crudamente che non fosse avvenuto prima in Inghilterra ed in I •rancia o non sia avvenuto dopo da noi , è perché il popolo tedesco avea compiuto da poco la sua unificazione , eran troppo recenti le vittorie grandiose del 70-71; iI che attenuò quelli che sarebbero stati gli inevitabili contraccolpi dell e istituz ioni militari nella profonda trasli>rmazione c he il paese atlraversa; mentre in Inghilterra ed in Francia già da tempo le grandi lotte all ' unificazione e rano passate: allrc generazio ni le aveano compiute c he no n fossero quelle che si trovavano poi ne l mezzo della fase tormentosa, così come è accaduto anche da noi ; sicché ad attenuare la crisi de lle istituz ioni militari , non intervenne, come in Germania, l'esaltazione dei sentimenti patriottici che que lle lo tte vittoriose aveano di recente destato. Ora è agevole scoprire come i fe nomeni principali e prop1i de lla c risi militare si connettono a que lli caratte ri stici della crisi di trasformazione. Noi sappia mo, infatti , pe r rimanere nei rapporti d ' ordine più generale, c he questo grande fenomeno economico sociale è caratterizzato fra gli altri, da ll'urbanesi mo, c ioè lo spopolarsi delle campag ne e il crescere della città; dallo sferrarsi, nel modo più acuto e disordinato de lle lotte tra capitale e lavoro, lotte c he di poi, a trasformazione molto avv iata, si disc iplinano e si attenuano nelle loro forme esteriori di violenza; ed è caratterizzata dalla necessità di raccoglime nto, la quale urge non meno di quanto poi , a t.rasfonnazio ne compiuta, urga la necessità di espansio ne, allorché il bisogno di mercati, sui quali collocare i prodotti dell 'industria per potersi provvedere di prodotti agricoli può sospingere fatalmente sino all'imperialismo. Orbene: è la necessità di una politica ùi raccoglimento che ingenera l' impressione di essere l'esercito un costoso o rganismo il qua le a poco serve; essa
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influisce s ullo spirilo pubblico, che si disinteressa dell 'esercito, subendolo e discutendolo come una cosa di dubbia utilità di c ui, volendo, si potrebbe far di meno: donde l'intiepidirsi di scnlimcnli militari nel paese e la sfiducia di cui l'escrcilo si sente pervaso. È lo sferrarsi viole nto delle lotte fra capitale e lavoro, che obbliga spesso le forze armate a intervenirvi contro gli esaltati da un lontano miraggio e che rompe, quindi, e vela l'affiatamento tra esercito e popolo. È l'urbanesimo che da uomini non pit1 altre ttanto docili alla disciplina, sia per la propaganda socialista che in tal periodo è acuta e bersaglia l'istituto militare, sia perché, realmente, la disciplina stessa, falla per un servizio di contadini, si trova a sopravvivere nelle sue antiche forme, mentre va cambiando la materia prima cui deve applicarsi, giacché assai dillcrcnlc la psicologia dell'uomo che viene da i campi, da quella dell'operaio c he viene dalle officine, e bisogna adattare la disciplina a qucsla psicologia se si vuole che sia veramente salda. E che è dcll'antimililarismo, se non un prodotto spontaneo di tali condizioni? Sofferenze economiche, necessità di raccog limento, propaganda socialisla, cambiata psicologia del soldato: ecco i fallori dell'antimilitarismo che lo connettono al più vasto fenomeno economico e sociale di c ui mi sono occupato. Ma questa crisi non può essere c he transitoria, come è transitoria la crisi di trasformazione, di cui non è che la soprastruttura. Quella cessa tosto che l'organismo sociale sia uscita da qu esta. r fatti , i quali assai più dicono dell e lcoric, dimostrano che l' industrializzarsi, dei paesi non segna già la sparizione delle lotte annate. È tra i paesi industriali, che maggiormente ferve la lotta per la prospe1ità, la lotta per la conquisla dei me rcati, la quale - che ne dicano gli ideologi - non sempre può essere contenuta nei limiti di una pura concorrenza teoria a più basso costo di produzione, la lotta armata non fa che cambiare di fini: e vuole altri ordinamenli, e vuole tutto un complesso di com;czioni nuove sul governo degli uomini, d iverso da quello c he era prima, perché la massa è psicologicame nte cambiata. E usciti dalla crisi di trasfo1111azione con l'affermarsi rigoglioso della grande industri a, tutta la soprastrultura psicologica che riguarda il fatto della guerra cambia come per incanto. La necessità della fase di raccoglimento tramonta, sorge quella dell'espansione: ed allora lutti i fe nomeni che riguardano la guerra e l'esercito si atteggiano diversamente, lo spirito pubblico si trasfomrn rispetto alle manifestazioni militari ; e lo stesso popolo che ieri toglieva le rotaie dai binari delle ferrovie perché i richiamali non parlissero, potrà domani secondare e sospingere l'azione del suo esercito con tutto l'impeto suo e tutta la sua perseveranza.
Conclusione E concl udo lo studio delle connessioni di c ui ho parlato sinora, da luogo, oltre che a certe constatazioni sociologiche, anche ad una consolante constatazione di ordine pratico.
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Catia Eliana Gentilucci
La quale può così riassumersi: la maggior parie ùi lulli quei fenomeni che nella vita economica, sociale e politica nostra possono indurre a disperare di noi e ùd nostro avvenire, che possono fare credere a chissà quale insita inferiorità nostra rispetto ad altri paesi - sono fe nomeni passeggeri, che falalmenlc accompagnano la crisi di trasformazione da paese agricolo in industriale. Tali fe nomeni si manifestaron o in forma pressocchè identita nei paesi c he in questa trasformazione ci precedettero. Vi si atteggiarono poi ben di versamente quando la trasformazione fu compiuta: e tale diverso atteggiamento era così strettamente collegato col fatto della compiuta trasformazione, che non c'è ragione di ammette c he deve accadere diversamente da noi. Col compimento della crisi molle questioni che ora affaticano il nostro spirito e sembrano talvolta condurci a disperare di noi stessi, non potranno non essere risolte. Noi non dobbiamo ritenerci inferiori, organicamente, aù altri popo li. Noi attraversiamo solo adesso una crisi che essi hanno superato prima di noi. Noi non siamo che una fase più ritardata di sviluppo, specialmente nel Mezzogiorno. Ecco tutto. C iò che noi siamo ogg i, essi furono ieri nei momenti storici che ho accen nato. C iò che essi sono oggi, noi saremo do man i. Attribuirci da noi stessi, gratuitamente, una inferiorità di razza. di psicologia, o che so io, è un grossolano pregiudizio. Quando la crisalide, rotto il suo involucro, si trasformerà in farfalla. tali fenomeni dovranno atteggiarsi, necessari amen te, in modo affatto diverso. Questo i fatti insegnano, luminosamente. È una conclusione che tem pera e sforza lo sfibrante pessimi smo; c he può spirare riduci a in noi stessi; c he dimostra in modo irre futabil e quanto ho de tto in principio di questo già lungo articolo su ll ' indole tutt'altro c he passeggera e vana dei fenomeni cu i assisti amo; ma tal conclusione sare bbe affatlo fraintesa e fal sala da chi, c ullandosi in un fatalismo oLtimista non me no e rro neo pensasse che, dunque, noi con i nostri sforzi di volontà non abbiamo più nulla a fare, perc hé la fa tai legge dell'evoluzione ci porterà spontaneamente alla c ura di parecchi de i nostri mali , all a soluzione dei nostri più gravi problemi. No. Le società non si muovono come i pianeti nelle loro orbite, in virtù di forze sulle quali nulla può la volontà dell ' uomo. Esse non si svolgono a caso: obbediscono a leggi che lo studio attento dei fatti pennette di indagare e approssimativamente formulare; ma nelle forze risultantj che dete1111inano il loro moto, una parte notevole spetta alle volo ntà umane. L'opera di un largo determinismo, dunque, non è g ià quella di affievolire la volontà, hcn sì quella, illuminando la via dell 'evoluzione, di addi tare il punto di applicazione e la direzio ne in c ui g li sforzi della volontà devono essere rivolti, perché possano raggiungere il maggior possibile ri sultato nel minor tempo.
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Articoli di giornale estratti da La Preparazione del 191 ·1 3e4gennaio 19 11 , n. La crisi militare ln un articolo "La rinascenza" dc La Preparazione n. 153 ho tentato di porre in evide nza la connessione c he v i è fra alcu ni fenome ni c ui assistiamo de lla nostra vita politica, sociale e militare, e le cause più remote e profonde di essi, le quali si ri assumono nella grande crisi di trasformazione da Paese agricolo in industriale; la 4uale crisi da noi è quasi compiuta al Nord e non i; che incipiente a l Sud. In qu esto articolo, di carattere sintetico, io non mi sono indugiato sui singoli fatti sui vari fenomeni. Mi i111po 11ava soprattutto di far notare la rigida connessione, fra coloro, specialmente per la rnncl usione cui è dato di giungere, c he cioè tutto questo complesso di manifestazioni rassicuranti - decli nare dcll'anti miliLari smo, desiderio di essere forti, risveglio de l sentimento nazionale, sintomi di tendenza a ll 'espansione, volon tà di un a più ferma politica colonia le- non sono già il frutto di una momentanea infatuaz ione militarista, na1.ionalisla, espa nsionista che il paese attraversi; ma costituiscono una vera e propria rinasce nza destinata a perma nere, perché ha ca use profonde e durature e non g ià supcrliciali e momentanee. Quel primo articolo - ne l quale era brevemente s inte ti zzata tutta una seri e d i o sservazioni e di analogie c he emergo no spontanee da uno studi o allento c he ci faccia ... ne lla storia inte rn a dcli' Ing hilterra, della Franc ia, della Germani a ne l periodo di cri si d a esse au raversate pri ma di noi- ha voluto essere come il canovacc io di un successivo lavoro di pi ù minuto ... , c he ora andrò facendo. Oggi riprendo l'argomento della crisi militare per avvolgerl o con più ampiezza dirò poi dell 'espansione de ll a politica estera co loniale e inlìnc dimostrerò riassumendo quanto manchi di serietà e di consislcnza una di scussio ne che fu ri ape11a recentemente, che ricorda prop1io que ll a de ll ' uovo e della gallina. I ,;1 cri si mili Lare che può ... attraversato da cui sti amo lentamente uscendo avendone superato la fase più acula, si riannoda non come abbiamo visto col grande fa tto della tras formazione industriale, c he un periodo di gravissime e pe nose sofferenze economiche. " È cri si dello spirito pubblico verso le islituz ioni militari, che si manifesta con il diffondersi del sentimento che queste, tanto coslosc nulla servono, con l'acccntuars i di tende nze pacifiste e antimilil arisLc. È cri si profonda nell ' interno delle istitu zioni militari medesime, il c ui ordinamenti sembra non più adauarsi alle nuove esigcn1,c, i c ui metodi di sciplinari sembrano non più conformi ai Lcrnpi , i c ui componenti si sentono come depressi e sfiduc iali" . Accennai in che modo i lcnorncni principale i propri della cri si militare si connettono con 4uclli della trasformazione economi ca. Questo grandioso e imponente fenomeno, in falli , è caratteri zzato - per qu anto ,i noi <J11Ì p i1ì rlirettamentc inte ressa- dall'urbanesimo, c ioè lo spopolarsi delle
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Ca1ia miunu Gen1ilucci
cam pagne del crescere de lle città; dallo sferrarsi, nel modo più acuto e disordi nato, delle lotte tra capitale e lavoro, le quali assum ono talvolta un intenso carattere di violenza; ed è caratte rizzato dalla necessità di raccoglimento durante la dolorosa gestazione. "Orbene come dicevo è la necessità appunto di una politica di raccoglime nto che ingenera l'impressione essere l'esercito un costoso organismo il quale a poco serve; esso inlluiscc sullo spirito pubblico, che si disinteressa dell'esercito, subendolo e discutendolo come cosa di dubbia utilità di cui, vole ndo si potrebbe far di meno: donde l'intiepidirsi di sentime nti militari nel paese e la sfìducia da cui l'esercito si sente pervaso; è lo sferrarsi v iolento delle lotte tra capitale e lavoro, che obbliga spesso le forLc armate ad inte nerirsi contro g li esaltati da un lontano miragg io e c he rompe, quindi, e che vela l'affiatamento tra esercito e popolo. E l'urbanesimo che da uomini non più tanto doci li a lla di sciplina, sia per la propaganda socialista che in tale pe riodo è acuta e bersaglia l'istinto militare, sia perché, realmente, la disciplina stessa, fatta per un esercito di contadini , si trova sopravv ivere, nelle sue antiche forme, mentre va ca mbiando la materia pri ma cui deve appli carsi giacché è assai differente la psicologia de ll ' uomo c he viene dai campi da quella dell'operaio che viene dall e offìcinc, e bisogna adallarc la disciplina a questa psicologia se si vuole c he si,i veramente salda. E che l'antimilitarismo se non un prodotto spontaneo di tali condizioni? Sofferenze econo mi che. necessità di raccog limento, propaganda socialista, cambiata psicologia del soldato: ecco i fa tto ri dell'antimilitari smo c he lo co nne ttono al più vasto rcnorncno economic o e socia le di cui mi sono occupato". Di questa manifestazione non è dato darsi ragioni p ensando a queste connessioni ! U na prima per esempio que lla de l cambiato spirito degli uffi ciali in questa fase tormentosa di crisi . Vediamo ne l corpo degli uffi c ia li - c ui sembra che l' affetto de l paese per l'istruzione venga meno; c he si vedono sottoposti ancora a vecchie esigenze dell 'a nti co regime, proprie cli ari stocrazia agrarie, mentre sono travolti delle angustie economiche di un pe riodo cli intensa cri s i; in cui pare non abbia più ragione d'essere l'istituto al quale hanno dedicato i loro anni più be lli e il patiti più generosi de l loro animo - vediamo in essi come un profondo senso di sliduc ia, c he li pervade come chi si trova dinanzi ai propri ideali tramontati e allora addio a l " lieto a nimo" e add io a que ll a simpatica e lie ta spensieratezza tutta soldatesca di altri tempi, e addio a ll 'orgoglio cli sentirsi soldati , essenzialme nte soldati ! A furi a di predicazione antimilitarista e di pacifismo, il corpo deg li ufficiali tende a Lrasfonnarsi in una raccolta di paci fic i impiegali borghesi. Sicché accade persino c iò che scmhrcrcbbc un paradosso economico, se ragion i psicologiche non ce lo spiegassero perfellamenlc: che mentre c ioè è grande la folla dei g iovani ricercanti ans iosamente un a s ituaz ione ed un avvenire- e grande è la rolla dei giovan i colti disoccupati nel peri odo di trasformazione economica- me ntre ciò è, l'istitu zione militare ... tuttavia grav i dif-
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licolLà incontra a trova re il numero dei gio vani uffic iali che la abhisognano. E la considerazione c he abbiamo fatto, ri velano come non sia soltanto una questi one di maggiore o minore stipe ndio, di magg iore o minore rapidità di carriera. L'appare nte paradosso è ancora più grave per i sottufficiali : mentre disoccupati nella vita civile sono moltissimi buoni solluffieiali che restano volentieri nell'esercito sono di scarso numero. E la prova evidente di quanto, oltre i motivi esclus ivamente militari, possano ... infine lo scontento e la insoddisfazione del presente, che sono destati da vaghe assicurazioni a un migl ioramento di vita, le quali aspirazioni si fanno tanto più ac ute quanto più str identi sono le possibilità reali . Ne qui si arresta la c risi che ora invcsLc anche la tru ppa. Il paese per I' cffello de ll'emigrazione - c he se non ostacola l' accrescimento della popolazione ag isce però come un a selezione a rovescio , portando fuori di patria i mi gliori fisicamente- per effetto dell 'urhancsimo e della c resciuta proporzione tra operai e contadini , non offre il nume ro di g iovani validi c he sono richiesti per le unità di guerra, o nde - mirabile coinc ide nza a nc he questa di fenomen i analog hi di altri paesi in tal periodo- le leggi di reclutamento devon o ricorrere ad restrizio ne di esen,-.ioni e a ridu zioni di esigenze della qualità fisica. Non solo, dunque, non più altrettanto doci le alla disciplina militare, per le ragioni notate, ma anche pe r le ragio ni più scarsa e me no alta fisicamente la materia uomo. Tale cri si militare, di c ui ho delinealo i caratteri più salienti. Essa non può essere c he transitoria, come trans itoria la crisi economi ca di trasformazione di cui è la soprastruttura. La necessità della fase di raccoglimento tramonta e sorge quella dcli 'espansione, perché tra i paesi industria li che ferve la lotta per la conquista dei me rcati; la trasformazione compiuta fa uscire dalle strette del disagio economi co; pone arg ine all 'emi grazione; eamhia il carattere delle lotte sociali, le quali, non meno vive di prima, assumono pe rò fom1a più ordin ata e meno rivoluzionaria. Le cause remote della c risi militare scompaiono. Lo spirito pubblico si tras forma ri spetto alla considerazione e il pregio in c ui sono tenute le forze armate del paese; la depressione morale in cui queste giacevano svanisce n1tto cambi a come per incanto e del periodo angoscioso attraversato non resta che il ri cordo. Pe rsino certe concezioni fòndamentali sull 'apparecchio dei mezzi di guerra cambiano. Invero la trasformazione di un paese da agricolo in industriale rende più litti e intensi i suoi rapporti di scamhio inte rnazionale: qu indi più dannosi e più rari i conflitti armati in Europa, piì:1 vulnerabili le comunicazioni marittime. Ma altre ca use di conflitto sorgono per obiettivi che sono fuori della madre patri a. Donde una doppia ragione pe r l'accrescime nto delle marine negli organamenti militari. E nel progredire della trasformazione industri ale e sviluppata ben anche la soluzione di altri problemi che ora paiono immaturi ; l'accorciamento della ferma, in guisa che essa sia ridotta a quanto è stre ttame nte indispensabile per la sempl ice istruzione, a quanto occorre semplicemente per la guerra, non corren-
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do più dietro al vano miraggio di un 'opera profondame nte educativa che non è possibile se il paese non ha già educato il cittadino, o che tutto al più si riduce al lavoro di chi volesse dissecare il mare con una conchiglia; e il reclutamento regionale e le sedi lì ssc, c ui non si può pervenire se non quando le lotte sociali abbiano preso altro aspetto e siano entrate in altra fase; e tante altre questioni sulle quali ora sarebbe fuor di luogo tratte nersi. Ecco le ragioni - fondate non già sopra un preconcetto ottimista, ma sulla meditazione di quanto accaduto altrove prima che da noi , sopra un ' indagine che va a cercare la connessione dei fatti e le remote cause loro- ecco le rag ioni che ci fa guardare fiduciosi l' avvenire della nostre istituzioni militari e ci fanno rite nere per fermo che lo spirito del paese e quello dell ' esercito incsorahilmcnte diventeranno più saldi e virili . Né ci d istoglie dal pensare così lo spctLacolo di una fatto, cui proprio ora assistiamo; che, anzi, le idee finora brevemente svolte, cc ne fanno intendere, ad un tempo la ragione, la necessità e la precari età. Esso anzi accenna alla chiusura della c ri si. Ed il fatto è questo. Nel periodo più tormentato della crisi economica attraversata, erano depresse le condi zioni di tutti: così dei lavoratori indipendenti come de i dipendenti dello Stato. A mano a mano che daJla crisi si è a ndata uscendo, g li uni - i liheri lavoratori - sono andati compie ndo, il gioco delle forze economiche, una ascensione, lenta sia pure, ma ascensione; gli alt ri - i salari ati o comunque gli impiegati dello Stato, quelli, insom ma, che non dispongono se non di un reddito fi sso, il quale non segue l' ascensione di tutti i prezzi, effetto del maggior costo del lavoro- gli altri sono rimasti immobili o quasi, il che vuol dire pel cresciuto prezzo del lavoro di ogni specie, un regresso. giacché con lo stesso reddito non possono che procurarsi una sempre minore soddi sfazione dei loro bisogni . Non è a stupire, dunque, c he tutti costoro aspirassero ad un mig li oramento. Donde il fatto caratteristico c ui ass istiamo, per quale sembra che tutte le categorie dei dipendenti allo Stato s i siano mossi ad una voce per dare un assalto al bilancio facendo ressa, ciascuna chiedendo miglioramenti per sé e prendendo incitamento a c hiederli dei vantaggi ottenuti da altri. A questa generale aspirazione hanno preso parte - e come poteva essere diversame nte- anche quelli che potremmo dire i salariati militari dello Stato. La di sci plina e la rigidezza militare, affievoliti durante il pe riodo di cri si, han dato a questo movimento fonne, c he hanno allarmato tanto più, quanto più il paese trasformato, ha cominciato a sentire la necessità di essere forte, qu anto più è diventato geloso della disciplina dei suoi ordini mili tari . Ma non c'è motivo di far neri pronostici . Quelle aspirazioni contenute nei dovuti limiti son ragionevoli: e ne abbiamo visto il perché. Ci vuole previdenza nelle previsioni a tempo. E ci vuole polso fermo pe rché 110 11 siano schiacciati senza debolezze coloro che soffiano il fuoco. Ma quando questa e quello non manchino - ultimo acceso di feb bre c he preludia alla guarig ione - non ha nulla di preoccupante perché è semplicemente naturale. Necessario diremo anzi nel senso determinista che ha questa parola.
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10-11 gennaio 1911 , n. 4 La trasformazione industriale e la politica estera e coloniale. In Inghilterra
I mi ei due articoli precedenti di questa serie " La Rinascenza" n. 53, 191 O e " La crisi militare", n. l. di questo anno mi hanno procurato numerose lettere di a mici de La Preparazione; i quali mi esprimono il desiderio c he io svolga con la dovuta ampiezza in tema della nostra rin ascenza c he io ho preso a trattare conne ttendolo alla nostra trasformazione industriale; connessione che ad essi è parso getti una nuova luce sul significato e sull e cagion i remote di tanti fatti che vediamo svolgersi presso di noi e dei quali notiamo gli inizi. Aderisco volentieri al cortese invito. E comincio col compiere a questo fine una breve escursione ai i fatti dell'Inghilterra, della Francia e della Germania che precedettero in questa evoluzione. Sono tali e ta nti le analoghi; e così palese e così ri gida la connessione tra cause ed effe tti , la politica estera, la politica coloniale, nei loro mutevoli atteggiamenti, seguono con tale docilità le esigenze di ordine economico che loro sono imposte dalla c ri si di trasformazione, nel suo svolgime nto e nel loro compimento; che ogni le ttore, ahituato a meditare, quando abbia sotto gli occhi fatti caratteristici di questi tre paesi - siano pur riassunti a sfuggevoli tratti- no n può fare a meno di scorgere come le tendenze nuove che vanno manifestandosi nel nostro paese non siano g ià fenomeni passeggeri, destinati a svanire, ma costituiscono il prodotto ineluttabile di prol"onde ragioni di ordine economico; non può a meno di vedere additato il futuro non lontano c ui ci avvia mo e i doveri che esso finora ci impone. *** Riportiamoci alle condizioni dell'Jnghilte rra verso l' ultimo venticinque nnio del secolo diciottesimo. Per crescere d ella popolazione, la domanda di cereali aumentava progressivamente, e hc nché l'agricoltura si fosse estesa alle terre meno fertili, la produzione agricola nazion ale era insuflìciente ai bisogni dell a popolazio ne; la produtti vità del lavoro nazionale era scemata; i salari erano perciò bassi. Ma poiché l'Inghilte rra disponeva di suflìciente ri sparmi o, si verifi cavano le condizioni favorevoli per una trasformazione in senso industriale. La quale fu iniziata, e infatti, rapida me nte progredì con l' inev itahilc corteo di circostanze che l'accompagnano: lo spopolarsi delle campagne, l' accrescimento della popolazione nelle città, i dazi agricoli che i proprie tari te rri eri richiedono prima che siano ahhandonate le terre meno fertili , i dazi sui ma nufatti che chiedono a loro volta g li industriali per assicurarsi alme no i me rcati interni , i salari depressi, il commercio internazionale che si restringe. Ma il mercato interno non hastava: le regioni agricole all' interno non erano sufficienti a forn ire i viveri e materie prime: il possesso del mercato interno all' industria metropolitana giovava a dare nascita alla grande industria, ad accompagnarla ai suoi primi vagiti, non a ma ntenerla in vita e rinvigorirla. Occorrevano mercati sui quali attingere prodotti agricoli contro lo scambio di ma nufatli. Nei primordi L11i mercati non potevano essere fomiti all'industria me tallica dei paesi Europei perché essa non aveva ancora raggiunto un così basso costo da potervi penetrare.
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Poteva servire a tale scopo il mercato coloniale: ed ecco che l' Inghilterra si getta a)Ja conquista di nuove colonie che toglie con la forza alla Francia e all'Olanda, mentre si svolge la titanica lotta contro Napoleone. È questo un primo periodo <li espansione colonia.le, c he ha per scopo essenzialmente lo sviluppo e il consolidamento della grande in<lustiia. E affinché le colonie giovino a questo fine, la metropoli non esiste a stringerle in un regime <li ferro perc hé esse le riservino le mate rie prime <li loro produzione e non consumino che manufatti provenienti dalla madre patria. Col mezzo <li questa politica commerciale restrittiva, ma con la quale si intendeva fare un solo grande mercato della metropoli e delle colonie, cingendolo di baniere contro gli altri paesi, le industrie britanniche potevano g iungere a maturità in breve tempo. Non diciamo che non av rebbero potuto giungervi anche diversamente: diciamo solo che a tale regime del quale informò di se tutto l' indi rizzo politico, non fu che la conseguenza delle vicende della trasformazione indust1ialc; tanto è che quando queste non più lo richiesero esse si trasformò radicalmente come vedremo di qui a poco. Verso il 1820, dopo circa mezzo secolo - periodo lungo, dovuto alle ta nte distruzioni di ri spam1io cagionate dal contemporaneo ventennio con la Francia la Grande Industria si è consolidata. Ma i salari sono tuttavia bassi per la persistenza dei dazi soprattutto que lli agricoli. Ora le baniere daziarie non sono più necessarie; l'annientamento di esse restringerebbe la coltivazione dei cereali, provocherebbe col maggior bisogno di questi una maggiore esportazione di manufalli, gioverebbe ai lavoratori de lle officine, diminuendo il prezzo dei prodotti agricoli, e, dopo un breve periodo giovere bbe anc he a queJla dei campi. superata che fosse la crisi del maggiore spopolame nto di questi del più intenso arlluirc dell e popolazioni nelle città manifatturiere. Ma si oppongono i proprietari del suolo. Donde una lolla c he dura quasi un trentennio fin verso la metà del secolo diciannovesimo, e c he solo allora si chiude con la vittoria della politica economica liberale. Ed intanto la permanenza dei dazi protcllori agri coli fa sentire i suoi effe tti: l'elevato prezzo dei viveri fa scemare il consumo dei manufatti, gli ostacoli alle importazioni agricole cost.ituiscono un ostacolo all e es portazioni industriali , la disoccupazione è minacciosa, la condizione de i lavoratori diventano sempre più Lrisli. Capi tanati da l Owen, gli operai si agitano turnultuosamcnle verso il 1840 l'Inghilterra pare in preda a lle fiamme della rivoluzione sociale. Emigrano i lavoratori incamminandosi verso g li Stati Uniti d'Ameri ca; emigra il risparmio verso gli Stati Uniti d'America e verso l'America Latina, perché è saturo in patria il suo campo di impiego rimuneratore. Ri sparmio ing lese e lavoro ing lese vanno poi a darsi la mano sulle terre dcli ' Auslralia e la colonizzazione pacifica <li questa si avvia a sicuro svolgime nto. Se non che, mentre la colonizzazione pacifica prepara in un futuro non lonta no fiorenti mercati di sbocco e di approvv ig ionamento all ' Inghilterra, questa. incalzata dal hasso profitto e dalla pletora <li disoccupati, procede anche con la forza alla conquista di mercati de ll ' India e del Celeste Impero. Ed allorquando - una memorabile campagna, <li cui l'anima è un industriale, Riccardo Codbe n - la protezione agricola ha termine, cominciano a manifc-
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starsi tutti gli effetti di una crisi de lla trasformazione industri ale compiuta. La coltura dei cereali diminui sce, confinandosi sulle lcrre più fertili lasc iando a pascolo le p iù sterili; le importazioni de i viveri aume nta rapidamente; lo sviluppo industria le assume proporzio ni e normi ; la domanda de lla manodopera aume nta e insieme con il pauperi smo diminuisce sensi bilmente l'e migraz ione. A nc he la politica de ll'Jnghilterra verso le sue colonie cambia di indiri zzo. Queste condannale a ricevere per forza i prodotti industri ali dell a metropo li a riservare a esse i loro prodotti agri coli hanno compi uto la missione loro di accelerare la trasformazione dell'lnghillcrra da paese agricolo a paese induslriale: a lle restri zione commerciali non vi è pi ù motivo: l' industria inglese c he no n teme più rivali e certa di domin are coi propri prodotti i mercati de lle colonie a nche senza dazi diffe re nziali. Lo scambio fra l' im pero e la madre patri a può continuare liheramcnte anche senza restriz ioni. No n solo, ma I' lnghilterra concede larghe autonomia di governo e di amminislrazione alle sue colonie, compiendo c osì una grande riforma politica, le c ui re moti cagioni non stanno g ià nel fatto superfi ciale di cambiamento d i partiti e di idee e te ndenze al governo, ma nelle mutate tende nze economiche, le quali scco tra scinano e modificano le altre manifestazioni della vita sociale. Oramai i mercati europei erano Lutti aperti a i nrnn11fa tti hritannici. Che bisogno più c he aume ntare le esporlazioni . di sfo rzare le porte dei paesi nuovi di anne ttersi dei paesi nuovi con la conqui sta? Ma ncava, ora all' Inghilterra, qu a lsiasi stimolo a ll 'espa nsione coloni ale: onde essa abbandonò la politica imperi ali sta per seguire una politica d i raccoglimento; perfino a lla coloni zzazione pac ifica l' opinione pubbl ica si dimostrù osti le. I ,a po litica segui va docilmente c iò c he le necessità economiche le dettavano. La Gran Bretagna diventava - in breve te mpo - pacifica e pacifista. ***Ma ecco nuov i eventi sospingerla sull a via dell ' Imperialismo. l qua li venti fu rono costituiti dall a trasformazione industri ale compiuta da un altro paese: la Ge rma nia. Questa - come le necessità econom iche della trasformazione volevano- inaugurava una politica di protezione industriale cd agricola, come già aveva fallo pri nia l'I nghilte rra nel corrispo ndente suo periodo storico. Il li berismo decl inò. L'esportazione de i rnanu t'atli da ll ' Inghilterra scemavano, l'attività industri ale diminui va il numero de i disoccupati faceva progressi spaventevoli. i sa lari ribassavano, e le trade-uni ons irnpotenli a impedire la fatale discesa si lasciava no abbac inare nuovame nte dal progra mma della rivoluzione sociale, que l medesimo programma c he i lavoratori avevano seguito poco p1i ma ne lla metà de l secolo, mentre imperversava la c ri si della Lrasfon nazione e c he po i avevano abbandonato durante il peri odo di prosperità. Minacciata dalla concorre nza de l l'industri a germanica, l' Inghilterra - il paese classico ed o limpico de l libero scarnhio- si lasc iava adescare dall e teorie protezio niste del fairc-Lrade c he invocavano daz io e imprn1azionc a danno di quei paesi, i quali usavano un pa ri trattamento s favorevole per i prodotti inglesi: il Cobden C lub scadde ne lla puhhlica opi nione e la faire-trade league le prese il posto , il rispannio ing lese c he vedeva restringersi gli impieghi rc rnuneratori emigrava in cerca di fortuna ne lle Indie dedi carsi alla coltivazione de l grano e a fondar cotoni fi ~i, n~ll'Egitto, e c reare piantagio ni di cotone; risorgevano tra il
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1880 e il 1890 quattro grandi compagnie di colo nizzazio ne; ma questa colonizzazione r acifica non era sufficie nte fannaco risanatore. E l'Inghilterra si lanciò alla conquista di nuovi clienti di là dall'Oceano e sorse l'imperi alis mo. La gue rra per la conquista dei mercati era da n1 tti voluta, industriali, commercianti, capitalisti - un di fautore del libero scambio allorché pote ndo prevalere sui mercati, di protezione 110 11 ne avevano bisogno; un dì propugnatore della pace q ua ndo l'espansione 11011 più occorreva loro. Adesso mutati i te mpi mu tavano i propositi, idee, sentimenti ; e abbandonando il partilo liberale si ascrivevano a q uel lo di conservatore, che al proprio progranuna designava il principio del fai retrade; della politica dei conservato ri imperiali sti prendeva il domi nio su quella dei liberali pacifi sti . E una mu tabilità di sentimenti, di rropositi , di idee che costituisce un enigma, finché a spiegarla, a rende rla ragione si rimanga ne l vuoto campo delle astrazioni delle parole di cui molti si contenta no; ma che limpidamente, invece si spiega qua ndo si risalgano alle più remote ragioni che la determinano. Che più? Persino nel ca mpo della pi ù vasta ed alta concezione dell a po li tica inglese, si ripe rcuotevano e si facevano inesorabilmente sentire le esigenze dell'espansione. Ma c he se non da queste nacque l'aspirazione di una vasta federazione imperiale? il principio dell'illimitata indipe.nde nza delle coloni a - cara alla politica inglese allorché, compiuta la trasformazione no n ancora insidiata nel suo rrcdominio, l'Inghilte rra industriale aveva r otuto abbandonare la roli tica restritti va seguita nei giorni di fficili della sua giovinezza - quel principio si trovò minato alle sue basi. Ed un nu ovo ne prese il posto: la federazione imperi ale che leghi in un t:omplesso grandioso e comratto le sparst: membra dell' impero. Concetto la cui origi ne si collega alla trasformazione industriale della Gran Bretagna e di altri paesi c he la segu irono poi tale evoluzione diventando sue rivali ; n mt:clto che, dalla sri cgazionc di un tutto un vasto comrlesso di dcc di te ndenze e di manifestazio ni de ll'Inghil terra co ntemporanea.
Articoli di giornale estratti da La Preparazione del 1912 25-26 marzo 19 12, n. 37 L'artiglieria da campagna. Una vittoria nel campo delle industrie Una vera e salda preparazione mili tare per un paese giunto a maturità di sviluppo come il nostro, non sarebbe concepibile, qualora per l'apprestamento dei nostri riù rodcrosi mezzi di guerra no i dovessimo dipende re dall'industria forestiera come sono costretti a fare i piccoli stati balcanici o gli stati dell 'Asia. li significato politico di questa affermazione è di una ev ide nza che non ha bisogno di essere d imostrata, sr et:ic nella int:erta situazione internazionale t:hc allravcrsiamo. Fino a ieri , me ntre in tanti altri campi l' Itali a era posta in grado di provvedere a se medesima; r cr Lullo l' ingente mate riale di artiglieria da t:ampagna, invece -a fusti e cannoni s pecia lmente- eravamo ancora costretti a di pendere da l-
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l' este ro, e prec isamente dalla casa Krupp. Oggi la situazione è mutala; ed è anc he questo un fatto che abbi amo motivo di registrare con legittimo orgoglio nazional e, in mezzo alle tante manifestazioni di virile maturità che il nostro paese va dando. I lettori dc La J-'reparaz.ione sanno che durante, le lunghe, accurate e decisive prove, c ui furono sottoposti diversi tipi di mate riale da campo, concotTcnti de lla sostituzione delle batte ria da 75A a fusto ri gido che ancora rimangono , il nostro g iornale si te nne in doveroso riserbo; in tal riserho rimase anche allorc hé, informati, come eravamo, da mille indizi del ri sultato no n dubbio di ta li prove riparativc, ci parve c he il nostro intervento nelle questi oni o qualche nostra indiscrezione potesse costituire un inciampo a ll ' opera della ammini strazione mil itare nelle trattative, natura lme nte lahoriose. c he esso svolgeva per ass icurare ad un te mpo, e nel mig ior modo gli inte ressi de lla difesa e quelli de ll'erario. Ora c he circa il tipo risultato vincitore della gara - il ti po De pott - non si fa più mi stero, ora che le trattative a cui abbiamo dinanzi accennalo sono condotte a compimento, non abbiamo più alcun motivo di rimanere nel nostro voluto silenzio: ora possiamo esprimere il nostro antic ipalo compiac ime nto per la soluz ione :il la quale Lutto fa presumere si sia già addive nuti. Affi nché alla coslru1,ione de lla 93 nuova batterie da sostituire a quelle a fusto ri gido, noi potessimo provvedere interamente ed esclusivamente in Ita lia, svincolandoci anc he in questo campo dall ' industri a foresti era, due condizioni erano necessarie. La prima: c he ci fosse sul mercato, dire mo così, un tipo di artiglieria da campagna, il quale potesse rivaleggiare degname nte con quella Krupp, e del quale tipo l'industria italiana possedesse in terame nte i brevetti La seconda: che l' industri a paesana si o rgani zzasse saldamente, in guisa da poter procede re ad una rapida e sicura fabbricazione, nel tempo pre fissato allo svolgimento completo de l programma dei nostri apparecchi di difesa. Orbene, si può dire, che l'una e l'altra condizione costituiscono un fatto già compiuto. Dei due tipi infatti , sui 4uali si è a lungo ri gorosamente speri mentato - que llo Deport, quella Schnide r e quello Krupp - il primo c ioè il Depor! di cu i I' industtia nazionale possiede tutti i hrcvetti, si è dimostrato di Lutti i gravi c imenti cui è stato sottoposto, non soltanto tale da sostenere degnamente il con fronto con gli altri due, ma ta le da superarli pe r le geniali innovazioni c he rappresenta, specialmente c irca l'ampiezza del campo di tiro orizwntal e e vertica le. Sicché il tipo Deport è sLalo quello a favore del 4uale si è mani fes tato, in modo chiaro e limpido il verdetto de i tecnici: questa volta i tecni ci non ha nno voluto ripetere l'errore c he altri commisero in un passato non mo llo re moto, allorché si ostinavano nel vecchi o me ntre il nuovo era già apparso e aveva dato numerose prove: questa volta non si sono genullcssi senz' altro al feticcio di Essen. E 4ua ntu poi l'organamcnto dell'industria nazio nale, si è già riusciti, grazie al le inte lligenti iniziative di alcuni industriali piemontesi, capaci e perduranti, a costituire tale fascio poderoso di tutte le industri e metallurgiche paesa ne da offri re non soltanto una potenzialità ingentissima di lavoro, ma anche - come le nostre informn7.ioni c i assicurano- la più ampia garanzi a che qu esto audace s for-
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zo nazionale ne l campo della fabbricazione di ru sti a cannoni sia sarà compiuto sic uramente nel tempo prefi ssato. Dato ciò, date queste due certissime pre messe di fano, è facilme nte prevedibile la conclusione. La profezia, seppure oggi non arriva già in ritardo è assai sempl ice, specie per chi rammenti come noi, il pensiero manifestalo più volte dall' on. Spingardi circa l'importanza che nella pre parazione de lla difesa si deve anne ttere a ll 'esistenza di una industria nazionale, capace di costruire in patria materiale da guerra necessari : tuo ciò - diceva l'on. Spingardi alla Camera dei Deputati nella tornata del 12 dicembre del 19 1Otutto ciò che può occorrere alla difesa del paese, deve essere tratto dal paese medesimo; è necessario che l'industria paesana sia in condizioni di provvedere essa stessa tutto ciò che può occorre re all'esercito, perché questo svol ga effi cacemente e vi ttoriosamente la sua azione. «A questa concetti si informa l' am ministrazione alla quale mi onoro di presiedere assecondando la meravigliosa in iziati va de ll ' industria nazionale. L'amministrazione della guerra segue con vivo compiacimento il sorgere e lo svilupparsi di grandiosi impianti di lavorazione per le quali o si era in passato qu asi tributari all'estero, oppure si doveva impegnare tutta l' attività dei nostri arsenali» . A questi concetti l' on. Spingardi ribadiva poi in modo ancore più esplicito, ri vestendoli saremmo per dire di fo rma lirica in occasione di una visita allo stabilime nto metallurgico di Bardalo ne Pistoi ese: ( ...) Sicché al Ministro de lla Guerra come compimento di un voto da lu ngo lempo manifestato, di un desiderio da lungo tempo vagheggiato, sarà dato di an nunciare presto all a Camera c he d"ora innanzi l'I1alia fa bbricherà da se anche l'artig lieria da campagna, adotta ndo un modello ben studiato di pratico e immediato impiego che nel campo della tecnica è un vero precursore. Il che come tutli intendono ha un significato che va molto al di là della se mplice constatazione di un progresso tecnico compiu to ne lle nostre industrie.
28-29 maggio 191 2, 11 . 62 Finchè il ferro è caldo Gaetano Mosca è tempra di lù rLc cd acuto pensatore: uno spirito eq uilibrato e sereno, c he allarga e soda cultura come poc hi in It.i li a: basterebbe a darne la prova col suo gagliardo libro: "Ele menti di Scienza Politica" sc1itto una quindici na di anni orsono, cui forse nocque soltanto la modestia del ti tolo: con tito lo men dimesso, comparso in altro paese e scrillo in altra lingua, quel libro avre bbe preso posto trion falmente ne lla letteratura internazio nale, tanto ne è vigorosa la concezione. Ma fu scrillo in e poca in cui noi italiani, di sgraziatamente, e ravamo così poco abituati a pregiare le cose nostre, e tanto proclivi, invece, a tri butare o maggio incondizionato soltanto alle cose che ci veni vano di fuori ! Ora egli ha pu bblicato un opuscolo Italia e Libia: l'abitudine alla meditazione severa e il quadro buon senso de llo scrillore, fanno si che questo, pur senza essere, come si suol dire, un tecnico, esprima quas i sempre giudi zi assai esatti sull a condotta delle nostre operazioni in tripolitania.
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La sintesi nelle segucnli parole: « li Ministro de lla Guerra ed il Capo ùi Slalo Maggiore ranno benissimo a non prescrivere da Roma al comando delle nostre lruppe in Africa questa o quell ' allra mossa od ope razione gue rresca, fra le altri ragioni perché si escgui scc imperfettamente un ordine c he non co1Tisponda a lle 1e ndenzc delle vedute dell 'esecutore; ma farebbero malissimo a mantenere in carica un Gene rale in capo se essi, dopo maluro e ponderato esame, fossero persasi che a ltri a suo poslo opererebbero meglio di lui. O sservando la lentezza con la qual e si svolgono le noslre operazioni in Aftica, viene alle volte il sospetto che da Roma e a Tripoli si voglia ad ogni costo evitare qualsiasi piccolo insuccesso, ed anche quei combaltimcnti fortunati che costassero qualche centinaio di morti e di rcriti , per il timore di impressionare troppo i nervi del scnsihilc popolo italiano. E forse non si riflette che il pubblico ha già dimoslrato che i suo i nervi sono più forti di quanto, prima della g uerra, si poteva supporre.... ». A sussidio delle qua li parole non ripe teremo quanto scri vevamo nell'articolo Verità ingrate comparso nell ' ultimo numero de [ ,(J Preparazione per dimostrare quanto nuoccia anche allo spirito dei comhaltcnli quella condotta sistematicamente passiva delle nostre operazioni a Tripoli . Aggiungiamo soltanto che mai come in questo momento per ragioni politic he e militari ad un tempo si è intesa la necessità che laggiù a Tripoli si esca da ll 'abituale torpore( ... ) Appunto per questo è ora il momento di smettere la politica assurda di voler far azione gradualme nte unificata, la qual politica è in antitesi con ogni sano concetto de lla guemi, che vuole, invece, intensità violenta di sforzi concentrali ,innovantisi senza posa.
4-5 giugno 19 12, n. 65 ll Ministero dcUc Colonie L' on. Gi olitti ha presentato un di segno di legge pe r la costituzio ne di un Ministro delle Colonie, aftinc hé in una direzione uni ca sia accentrato qua nto riguarda l'Eritrea, la Somalia e soprattutto la Libia. Pare c he nel nuovo ministero sarebbero riuniti tutti i servizi di carattere economico ri guardante le tre colonie, qu elli re lativi all 'agricoltura, ai lavori pubblic i, a lla giustizia, all'istruzione, rimanendo il Commissa1iato dell' e mi grazione alla dipendenza della Consulta. Come e ra da prevedersi, a causa delle amhiz ioni di aspiranti c he il disegno di legge ha suscitato , la curiosità, specie deg li a mbie nti di Montecitorio, è rivolta più a fare pronostici sulle pe rsone che dovranno sohharcarsi a questa nuova croce del potere, che non a esaminare e discutere -ciò che sare bbe assai più importante- l'opportunità o no dell ' istituzione de l nuovo ministero e il carattere che esso dovrebbe avere, si di scute e a lmanacca, insomma, più sulle persone c he sulla cosa. Su quest' ultima vogliamo brevemente esprimere il pensiero nostro. Su l'opportunità del nuovo ministero delle colonie noi crediamo che, in rondo, non possono esserci dissensi. Qualche solitario come l'on. Turati - ad
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esempio - ha voluto vederv i un altro segno di megalomania; alcuni poi approvano la novità essenzialmente perché vedono in essa come un ' altra affermazione di quell a recisa volontà che dal Governo, inte rprete de lla coscienza del Paese, fu in modo irrevocabile espressa con Decreto di anness ione della Libia. Ma se quel solitario ha collo, il consenso del nuovo disegno di legge non deve derivare soltanto, come pare persino questi ultimi , dal fatto che questo costituisce un bel gesto. li consenso deve derivare da c iò che il nuovo ministero delle colonie non soltanto è utile, secondo noi , ma è necessario. Basta pe nsare all'esperienza di c iù che è venuto in a ltri paesi che più di noi hanno un lunga tradiz ione colo ni ale : esiste il ministero delle Colonie in Inghilterra; lo ha la Francia dal 1894 (e l'ebbe invero saltuariamente anche prima: pe r un paio di anni dopo il 1858 e poi ancora sotto il ministero Gambetta); la Spagna non ha soppresso il suo c he do po la guerra di C uha e delle Filippine; lo ha istituito anche il Relgio dopo c he il 1909 il Congo da stato indipendente fu trasformato in colonia. Di fronte agli innegabili vantaggi che lutti vedono, altri manifestano qualche preoccupazione, per cui sarebbe condotto a desiderare che le cose rimanessero come stanno. Si teme che la creazione de l nuovo ministero delle colonie possa nuocere all'opera di dece ntrame nto ed alla autonomia dei governatori ; che possa deri varne un pericoloso duali smo col ministero degli esteri; che, sollevala la semplice direzione degli affari coloniali alla dignità de l ministero, il nuovo Ministro vorrà proporre grandi cose e non accontentarsi di un modesto programma coloniale, sicché ci sia poi ri schio di correre troppo nella messa in valore de lla propria c sacrificare ad essa ogni nostra risorsa economica, mentre altre necessità urgono in previ sione di fatti , la cui possibilità tutti presentano. Diciamo subito che queste preoccupazioni c i paiono affatto infondate, qualora - come da supporsi - al nuovo ministero si attribuiranno quelle fun zioni e si conferirà que l carattere, e non altro, c he esso dovrebbe avere sulla hase dell ' esperienza che se ne è fatta in altri paesi, prima di noi e tenendo conto delle spe ciali condizioni nostre, nella Libia, soprattutto, dove c'è un vasto e grandioso proble ma da affrontare e la cui gradual e solu zione assorbita senza duhhio, I' opera di una generazione intera. Il ministero delle Colonie non può avere la pretesa di "governare" e "amministrare" queste da Roma, pe r le stesse ragione per le quali il Messimy il ministro delle Colonie in Francia in una relazione nel maggio del 1911 , che preferita di esser letta dimostrava che colonie francesi non possono essere governale cd amministrate da Parigi. li nuovo ministero dovrà essere una (?) affatto diversa da tuui gli altri e(?) lontano dallo spirito di accentramento cui la nostra hurocrazia è(?) lunga consuetudine ormai abituata. Questo dovrà poi avere un carattere essenz ialme nte " tecnico" e non "politi co". Il semplice campo delle questione tec ni c he è molte plici c he avrà da studiare e da risolvere, specialmente pe r la Libia, ove tullo è da creare, è già c osì vasto, da assorbire l' alliv ità di chi vi sarà preposto ed anche da lusingarne le arnhi zioni. Ed è codesta mole di questioni ponderose e nuove, le quali ri chjedono soda preparazione e larga genia lità di vedute ad un te mpo, deve derivare l'importanza del nuovo ministero, più che dal caralle rc politico che, molto o poco, gli con-
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rcrisca, più c he dalla sua mole e dall'ampiezza dei suoi orga nici di funzionari, i quali de bbono e possono essere ridotti alla più semplice espressione; perché come ahhia rno detto, fun zione del nuovo mini stero non deve essere già quella di governare o dell'ammini strare da Roma, ma semplicemente quella di saper risolvere alcuni grandi problemi , dar direttive generali, coordinare le azioni del governo locale e del governo centrale, intendi amoci: ahhiarno detto che il nu ovo ministe ro deve aver carattere "essenzialmente tecnico"; non abbiamo dello "esclusivamente tecnico", perché questo avverbio sarebbe assurdo. Ne abbiamo voluto affermare che l' uomo che vi sarà preposto dehha essere esclusivamente una capacità tecnica, privo di autorevolezza di politica; il c he sarebbe doppiamente assurdo, perché sarebbe inconcepibile una vera e falliva azione quando quella autorevolezza mancasse. Non vorremmo dunque essere fraintesi con la conclusione c he si facesse tra due cose essenzialme nte diverse. Sarebbe prematuro discutere fin d'ora - valendoci anche della preziosa esperienza fatta da altri paesi, specie dalla Francia, che meglio si adatta al caso nostro per somiglianza di ordinamenti e tradizioni amministrative e per le tante analogie che vi sono tra la nostra Libia e le sue colonie dcli' Arrica Mediterraneasarebbe prematuro, dici amo, discutere fin d'ora quale sia l'ordinamento più adatto al ministero e l'ampiezza di quadri di funzionari di cui deve essere ri stretto, affinché non divenga macchinoso e farraginoso, il che sarebbe affatto contrario all'indole sua, ci vogliamo ora limitare ad una semplice osservazione, la quale ri guarda la scelta di poc hi alti funzionari che dovranno esercitarvi una azione direttiva. Ed è questa scelta sia falla non già con criteri pretta mente burocratici ma anc he con critc1i più larghi, uscendo anche dal quadro auualc gli impiegati dello Stato, ricorre ndo a coloro che, a nc he fuori dcli' amministrazione, vi siano più adatti per lunga esperic ni'.a coloniale o per speciale pre parazione di studio, si tratta di compili nei quali bisogne rà spesso genialme nte cercare soluzioni nuove, con le quali nulla hanno a che fare con l' abituale routine: l'essere rimasti per lungo tempo cri stalli zzati nella pratica di questa potrà, nel caso specilico, essere un coellic icnle addirittura negativo anche funzi onari che in allri rami dell ' amministrazione dello Stato siano eccelle nti. Le runzioni direttive del nuovo mini stero da crearsi 1ichiedono una lunga e specifica preparazione, la quale non può essere improvvisata, né può essere acqu istata col di shrigare per qua lche tempo "pratiche'' coloniali mercè la consu ltazione "precede nti" , come farebbe, per esempio, un direttore generale che in uno degli esistentj ministeri rosse trasferito da un esercizio all' altro, qui - e specie per la Lihia - di precedenti non c'è ne sono: non c' è che da attingerli da una soda preparazione, la quale sia il !"rullo di maturi studi ossia il risultato di una lunga espe rienza di materia coloniale.
13- 14 giug no 191 2, n. 68 Revisione di valori
Non a torlo ai governi parlame ntari, specie dei paesi latini , si fa il rimprovero che essi tendono più a legiferare c he a governare: gli uomini che vi sono pre-
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posti, diventano s<:hiavi del pregiudizio che per curare i mali hasta sostituire legg i vecchi e con leggi nuove, alla ricerca di una perfezione puramente formale; mentre più efficace rimedio sarebbe quello di applicare con equità e con intelligente criterio le leggi che g ià esistono. Anche leggi mediocri cd imperfette, ben applicate però da chi miri onestamente a ri spettarle nella sostanza cd a mantenerne integro lo spirito informatore, possono dare ottimi risultati ; mentre leggi pur ottime possono produrre, invece, effetti miserevoli nelle mani di chi le applic hi senza sincerità, con in spirito curialesco per rispettarne la forma sotto la maschera di una legalità apparente, ma per trasgredire poi ai loro principio quando si Lralti di favorire Tizio, Caio ovvero colpi re Sempronio o Mevio. Il buon governo, in sostanza, più c he dalle huone leggi dipende dalla rig ida e intelligente azione di chi deve applicarle. È annunzialo c he rra giorn i, poco dopo la metà del mese, deve convocarsi la commissione suprema di avanzamento per attendere alla sua funzione importante delicatissima: la formazione dei quadri elci generali. Dire che tino ad ora questa fun zione si sia esplicata in modo da non lasciare molto eia desiderare, sarebbe affermare cosa contraria al vero. Spe rare che il rimedio possa avvenire da alcune innovazioni introdotte nel nuovo disegno di legge sull'avanza me nto che davanti alla Camera sare bbe illusione: quelle innovazioni varranno he n poco, quando seguitino a mancare il rigore ed il vigore ncll' applicarle, a cominciare dall'alto, donde deve partire il buon esempio ( ...) Parliamoci chiaro, adesso che certe verità ingrale si possono di re co n maggior recisione e minor riserbo di quanto non fosse lecito lino a ieri ( ... ) Orbene una verità ingrata da dire è questa: tino ad ora non si è stati abbastanza rigorosi nella formazione degli lati gradi della nostra gerarc hia milita re: vi sono state troppo transigenze, vi sono state troppe debolezze: ora si deve cambiare via. Come? E sollevate tal quistio ne prop1io nel momento in cui i fatti in Libia e nell'Egeo dimostrano c he le truppe nostre sono affidate in buone mani in generali c he le comandano, tranne qualche eccezione danno prova di sagacia e di abi lità pari al mirabile valore e la me raviglioso spirito aggressivo dei gregari degli ufficiali ? Ebbene no: io sono convinto che sia proprio questo il momento di battere il chiodo proprio adesso che è venuto l'esperimento, diciamo così della campagna di Libia. E mi spiego. Prendere in mano un annuario e vi accorgerete che i general i mandati in Libia e nell'Egeo non vi sono stati desig nati secondo il loro ordine di anzianità, o secondo un turno meccanico, per così esprimermi: vi accorgerete che - senza voler lar torto al cuno a coloro che sono rimasti in patria - alla designazione ha presieduto un vero criterio di scelta. R questo è un indice c he deve dar molto da pensare: e vi si deve pensare tanto più che si tratta di una situazione alla quale con un po' di mano fe rm a si può porre rimedio in hrcvc tempo . Deve dar molto da pensare: perché se, domani, questo oscuro e fosco ambiente internazionale fosse illuminato dai bagliori della rolgore, e noi fossimo chiamati ai più grossi cimenti, potremmo noi, nella designazione dei capi seguire quei criteri scelta - fondati o non fondati , opportuni o no, necessari o no.
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io qui non disculo- che, ce11amente, abbiamo seguilo nella parz iale mobilitazione della campagna di Libia? Bisog na dunque che a ciò si provveda: e per provvedervi le leggi non bastano: sono gli uomini chiamati ad applicarle che devono dar prova di un maggior ri gore nell'assolvere il de licato loro compito. Deve cessare la rilassatcz;,.a che vi è stata sinora. Sarà avvenuto per delicatezza, o per poca conoscenza degli uomini , o magari per intrighi di donne organi nate per vie traverse: certo è che lroppa si è vista la tenden za di indul gere verso ta luno, e troppo si è palesala la tendenza al salvataggio di qualcun altro. ( ... ) La commissione supre ma di avanza mento, dunque. ora più che mai deve avere piena coscienza di tutte le responsabilità che le incombe: ora più che mai non deve permettere che per debo lezza o per indulgen7.a, o per allrc cause ancor peggiori, giungano ai supremi fastigi della gerarchia o vi rimangano. uomini che sono impari all'alta carica, e non possono non essere conosciuti da c hi appunto ha il dovere di conoscerli : costoro devono essere giudicati per ciò che realmente valgano. ( ... ) Persino in questo magnifico risveglio della coscie nza italiana ( ... ) un licv iLO risanatore va fem1entando; g ià se ne vedono i primi segni , e chiaramente essi sono pe rcepiti da co loro i quali hanno qu el certo sesto senso. che permette di ascoltare i battiti dP.ll' ~rnnomia dell ' anima colle lliva. È la tendenza che si va facendo sempre più cosciente e precisa verso una revisione dei reali valori di tutte le a lte fun zioni e in tutte le manifestazioni della vita pubblica: la lcndcnza alla liquidaz ione delle fame usurpale le quali si lasciò c he vivessero nei tempi tranquilli , ma che non sono più to lle rabili ora qua ndo si è in mezzo ai ceme nti e se ne prevedono dei maggiori: la tende nza e la ricerca all'esalt.azionc degli uo mini di inte lletto e di c uore che nell ' ora tri ste si appartarono sdegnosi e solitari ne ll'ombra - lasciando passare la folla delle mediocrità arrivi ste- in attesa li dente che la loro ora, l' ora de lle grandi cose, l' ora degna, scoccasse . Se questa revisione di valori non si compie dagli organi che sono a ciò desti nati, saprà bene imporla e compie rl a l' opinione pubblica d iscendendo, quando occorre. fino alla ana lisi minuta di nomi e di cose.
20-2 1 g iugno 1912, n.71 Ciò che dice il Signor Flourcns
"L'A vanti! ·' de l 18 giugno, in un articolo " Da l Marocco alla Libia" riporta al cuni giudizi, che recente me nte, circa il prolc tlorato francese sul Marocco, ha espresso l'o n. Floure ns, ex -ministro degli Affari Este ri . Quei giudi;,.i sono alquanto pessimisti " Eccoci caricati del protettorato sul Marocco. È un bene o un male? Lo pagammo troppo caro? Le condi 7.ioni che abbiamo accettato e che ci lasciammo imporre sono troppo onerose? Sono questi oni che non è più ora di discutere. Il vino è lratto bisogna berlo. li solo punto che ci resti ad esaminare è il procedimento più conveni ente per trang ugiarlo senza rima ne rne soffocati". E come Folu rens la piglia con i "retori c he in un eccesso di Imperialismo hanno lanc iato la Francia in que lla peric.olos;i avventura", non par vero al gior-
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nal e socialista di rivolgere queg li stessi fulmi ni contro coloro tra no i che esso considera come i retori i quali hanno lancialo l' Ital ia ne lla " avventura pcri gliosa" de ll a Libia. Si vede, d unque, che siamo un paese di reto1i , e di matti, perc hé tutti quella "avventura" abbiamo voluto e che il senso e lo spirito positivo hanno lrovalo ullimo rifugio lra le smilze schiere socialiste! E giù, dopo i f"ulmini , tutta una serie di previsioni catastrofic he in uno sti le e con idee allinte a l manuale del pcrf"clto G iovine Turco. Sentite se non vi par cli leggere dei periodi del "Tanin". "Noi, per aprire un comme rc io ipotetico in Tripolilania ahhiamo rovinalo pe r un gran numero di anni tutto il nostro conunercio con l'Oriente; pe r l' illusione di trovare nuove terre all a nostra emi g razione, abbiamo fatto cacciare dalla Turchia 50.000, italiani, ed abbiamo rovi nalo completamente un inte nso lavoro di penetrazione pacifica, la sola penetrazione veramente c ivi le , abbiamo tag liato i le ndini allo sviluppo normale di parecchi e nostre industrie, che ora attraversano cri si terribili, la disoccupazione halle alle porlL: e pn poco cltL: duri , il contr ibue nte sentirà pesare sul suo collo il giogo di nuove tasse. e non è certo vcnlo di l"ollia quello chL: c i porta i tristi ricordi del 98". "Se il primo esperimento s ul s uffragio all argato si far~, sui ris ullati econo mi ci e politici della g uerra di Tripoli, la monarchi a e il dittatore Giolilli possono prL:pararsi a belle sorprese. Ma purtroppo i conti li paghe ranno sempre i lavoratori" . Sono frasi che vorrL:hhL:ro far rahhri vidL:rc; e invece l'anno so lla1110 sorridere. Su due punti de ll a scritto apocal ittico voglio brevement e krn 1ar111i . i quali possono avere qualche forza -apparente- di suggestio ne su chi 110 11 conosce come vanno in realtà le cose. Il primo è que llo in cui si parla de l nostro co mmercio con l' Orie nte " rovinato per un gran numero di anni" facendo c redere a c hi ssi1quale gigantesca corrente di lranìci interrotta. Il SL:C<mdo è la - dando prova de ll a poc a conoscenza della colonizzazione francese - i giudi zi pessimisti de l Flo urens. che sono anche di allri , vengono presi a fonda mento di giudizi altrettanti pess imisti s ull'impresa di Libia. Orbene, l' entità del commerc io italia no della Turc hi a era, ne l 19 1U d ato a lle scguL:nti c ifre: con la Turchia Europea milioni 64,4 all e esportai.ioni, mil io ni 37,3 a ll ' importazione; co n la T urc hia asiatica milioni 43,5 a ll ' i111porlazione, milioni 19,8 all' espo11azione. Dunque, il complesso, fra T urc hia e uropea e Turchia asiatica, un importazione di 57 milioni e una esportai.ione di 180 : in totale 165 milioni. Se queste cifre si paragonano a que lle elci comme rc io totale de ll'Italia con l' estero, si vede c he esse non rappresentano neppure il 3% del movimento compl essivo. Ne Basta: come opporlu namcnt L: not ava " l'Ouima Finanza Italiana" in uno dei suoi ultimi numeri, più della metà de ll a nostra esportazione nella Turchi a europea ed asiatka è rappresentata in tessuti di cotone, i quali trovano facilmente altri sbocchi, sicché dcll' ahhandono 1110 111rnlanco dei traffic i con Levante l'Italia quasi non si accorge. Q uesta la pretesa "rovina" de l nostro commercio con l' Oriente. Non parli amo neppure della "rovinova" cacciala dei 50.000 italiani e ddla c ri si " tetTihil c" che ahhiamo provocato ne lle nostre industrie e in a ltre fandonie simili .
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E passiamo all'allro punto. Non ci slupisce affatto che il signor Hourens esprima g iudizio pessimistj circa qucsl'allro grosso carico di colonizzazione che la Francia ha voluto porsi sulle braccia col protetlorato sul Marocco. Non ci stupisce perché il F. non è il solo in Francia a pensare così: le sue preoccupazioni sono condi vise da al tri uomi ni insig ni , tutt' altro che avversari all 'espansione coloniale. Pe rchè? Perché effclli varne nte la Francia nella sua espansione coloniale ha esagerato, ed ha oltrepassato il segno. Nel secolo XIX è diventata la second a potenza coloniale ne l Mondo. Ma seguitando ad allargare il suo impero coloni ale si è addossato un compilo che è molto superiore alle sue fo17.e demografiche: ha occupato lerre, come l'Algeria e la Tunisia ed ora anche il Marocco, che essa è e sarà incapace di popolare e c he altri r acsi a più forte natalità avrebbero sapu to popolare hen più presto. I ,a Francia può essere esporlatrice di capitali , non esportatrice di uomini : di quelli ha esuberanza, di questi ha deficienza: il campo pe r lei meglio adatto e ra quello delle colonie tropicali , dove essenzialmente occorrono capitali e dove l'immigrazione della madre patria può bastare sia ridon a ai solo direttori d' impresa: non erano, non sono adatte per lei le colonie di popolamento, per lei che non ha uomini e non può quindi colo nizzare. La Tunisia, ad esempio, non l'. capace cli quelle colti vazioni che sotto i Tropici hanno frullalo grosse fortune in pochi anni: essa non offre che la prospettiva di una agiatezza comoda, compenso di un lavoro assiduo e tenace: è falla per c hiamarvi l' immigrazione cli gente assai sobria e lavorat1icc, anche se non disponga di capitali considerevoli: i siciliani vi sono andati a rroue: hanno comprato terre con i loro lenti e sudati ri spanni vi hanno creato interi vi llaggi. Dei francesi ce ne sono andati ben pochi. Ora la Francia se ne preoccupa e vede "pericolo italiano" in Tunisia come vede un " pericolo spagnolo" in Algeria ma sono fati c he vendicano l'affronlo all'economia ed alla geografia e che discoprono il tallone d'Achille della colonizzazione francese. Nonostante la prossimità all a madre patria, no nostante il clima adatto l' Africa mediterranea soggella alla Francia non è slala popolata, non è popolata, non sarà popolala dai rrancesi. innanzi a questa aberraz ione di un paese che allarga sempre più il suo domi ni o in colonie adatte soprallullo al popolamento, mentre la madre patria presenta fenomen i demografici così impressionanli da doversi essa persino preoccupare dell a possibilità ed effi cacia della sua difesa militare, per mancanza di uomini, contro rivali c he si rnolliplicano rigogliosamente; innanzi a qucsla aberrazione per cui i rrancesi sono costrclli a sperare in una "saturazione" non lontana dall'elemento europeo, nel senso che, stimolando sempre più il mollipli carsi degli ingegni, si rrccluda la v ia all'immigrazione europea e si cvili il preponderare di quelle colonie di popoli civili più prolifici ; innanzi a questa aberrazione che adduce, dunque, a promuovere in quei territori, con tutti i mezzi, l'accrescersi di raz1.c inferiori perché quelle di razze superiori emigranti vi sia inceppato con il vantaggio quella "civillà" di c ui spesso si parla, si può intendere - innanzi a tali aberra zioni, si capisce perfettamente che non solo il Flourcns, ma anche molti altri uomini di chiaro intelletto, pur fa 11to1i dell'espansione
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coloni ale di cono "adesso è troppo! La Francia, c he già prima del protettorato sul M arocco si era assunta un opera di colonizzazione superiore alle sue forze demografi che, ora cede ad una follia impe rialista c he la sospinge ad un cieco sogno di dominio assoluto sul Mediterraneo". Ed hanno ragione: perc hé - il momento può essere più o meno vicino o lontano -, ma codeste colonie finiscono poi col cadere nelle mani di chi le ha popolate, qu ando la madre patria no n abbia suflicienti virtù di lombi e di sperda le sue poc he e nergie su troppa vasta di stesa. Hanno rag ione dunque costoro, date le "condizioni della Francia". Ma che sugo si può trarre dai loro g iud izi quando questi vengano posti davanti agli occhi degli italiani c he si trovano in condizioni precisame nte inverse, con la pre tesa di dimostrare loro, con questo, c he hanno fatto uno sproposito ad andare in Libia? Declamazioni sconclusionate; e null' altro.
Articoli di giornale estratti da / ,a Preparazione del 1913 24 e 25 lug lio 1913, n. 86 Colonizzazione militare? M olti, da noi, sono proclivi a desiderare c he al nostro soldato si facciano far lutti i mestieri. Questa te nde nza ed il ricordo di Roma anti ca colonizzatrice, fanno credere che siano tuttora applicabili quegli stessi procedimenti di colonizzazione che furo no seguiti co n successo dai nostri progenito ri. Tali procedimen ti o ra sarebbe ro una involuzio ne e un anacroni smo, perché? Rispondo così ad un impegno essendo nell ' ultimo numero de La Preparazione, allorc hé commentai un breve scritto del nostro collaboratore Colonnello Ferrucci, nel quale scritto si propugnava la tesi del soldato colono, a sorniglian;,,a di quanto aveva fa tto la Roma imperiale. Risogna anzi tutto premettere che altri erano gli scopi - e quindi i metodi di colonizzazione dei romani al loro tempo; altri sono g li scopi - e quindi i metodi di coloni zzazione- dei tempi nostri . Allora si trattava di coloni zzazione essenzialme nte politica: e quindi si cap isce c he, dopo aver conqui stato una provi ncia, di là da confini della quale erano popoli ba rbari facenti ressa, i Ro mani ricorressero al sistema delle co lonie militari . Si trattava essenzialmente d i assicurare i confini del allargato impe ro , no n già di o rganizzare la produzio ne delle nuove terre nel modo più effi cace nel modo che la madrepatria potesse ricavarne dei prodotti agricoli a minor costo, in t:amhio di prodotti industriali. Se comprende quindi che, in tali condizio ni, trovassero la loro ragione di essere le colonie militari costituite nella Dacia, nella Illiria, nella Pannonia, concedendo terre ai veterani con l'obbligo di tutelare la frontiera dalle inc ursio ni dei barbari limitrofi. E si comprende come i re di Ungheria, pressappoco in que i luoghi medesimi, costitui ssero colonie militari nel XV e nel XVT secolo, nelle qu ali i coloni in cambio delle te rre loro con-
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cesse, si ohhli gavano a definire la frontiera contro i Turchi. E si comprende, infine, come con gli stessi criteri , su per giù, venissero costituiti quei confini militari austriaci , che pure anche in tempi più vicini a noi, al principio del secolo XIX, riproducevano, in certo modo, ancora il tipo della colonizzazione anti ca con Lutlo il suo rigido organamcnlo democratico militare. Allora non c'era peranco il fenomeno della suvrapopo lazione che si verifica ancora nelle vecchie contrade, con lutto il suo co11eo di ri sorse economiche; allora le due funzioni della coloni zzazione e della difesa delle colonie potevano, in certi casi dovevano, essere affidati alle stesse persone; allora, mentre non c'era, tal volta, possibilità di separarle, non c'era neanche grave danno che fossero unite , perché non c'era bisogno a ncora di chiedere alle nuove terre quella intensità di coltivazione alla quale il soldato colono , appunto perché soldato e co lono ad un te mpo non è adatto; allora il soldato colono poteva essere essenzialmente so ldato ed in via semplicemente subordinata colono, e l'opera sua di colono era ri stretla a procacciarsi soltanto quanto g li bastasse di che vivere: la produzione sua non doveva servire a dar luogo ad una corrente di importazione e di esportazione. Era un mondo economico affatto diverso da quello attu ale: oggi le condizioni sono 80stanzialme nte mutate: oggi non si tratta più di nutrire la gP.nte dP.I campo, ma si tratla di c reare la grande industria agricola. Le rag io ni essenziali che spingono oggi all'occupazione di colonie di popola me nto, so no come ho detto di anzi, l'eccesso di popolazione che si ha nelle vecchie contrade di Europa l'alto costo delle produzioni agticoli che ne è la conseguenza per la scemala produttività del lavoro applicalo alla terra. Questa la molla che sospinge i vecc hi paesi alla colonizzazione di nuove contrade, tosto che il risparmio vi sia c resciuto abhaslanza e pe rmetta, perciù, di uscire dalla fase di pura e migrazione dalla madre patria per e ntrare in quella di vera colonizzazione. TI fine economico c ui si tende ora, è di ottenere dalle nuove terre prodoLLi agricoli o materie prime in 4uanlità abbondanti ed a hasso costo, scamhiandoli con i prodotti indusl1iali della madre p atria, e insomma, di fare in modo che la colonia diventi un mercato di approvv igionamento di de rrate agricole e di mate rie prime per la metro poli e un mercato di consumo per prodolli industriali di questa. Bastano codeste poc he osservazioni per compre ndere quel che dicevo ali' inizio di questo a11icolo: che, cioè, le colonie militari oggi, roggiate a sonlig lianza qu anto si faceva in altri tempi , sarebbero una involuzione ed un ,macronismo. Le due funzioni - quella della colonizzazione e quella della difesa - c he per il passato potevano e che talvolta dovevano essere ahhinale nelle stesse persone, donde nacque il soldato colono, oggi possono essere separate, e devono essere separale, se no n si vogliono compromettere ad un te mpo e lo spirito militare delle truppe e i progressi della colonizzazione. La quale, punto perché non risponda al suo vero scopo econonlico, deve essere condotta con ctitcri hen diversi da quelli estre mamente tigidi e rachitici di una co lonizzazione burocratico militare alla vecchia man iera. li soldato faccia il soldato: assicuri la conquista della colonia ad esso e la difesa di essa po i. l coloni verranno in seguito,
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col tempo, quando, dopo la conquista e la pacificazione, lo Stato avrà avuto mezzi e tempo di compiere nella Libia tulli quei preparatori works, come dicono gli inglesi, senza i quali è impossibile sperare c he una corrente di emigranti si rivo lga a quelli. Con gran disinvoltura si parla spesso di co lonizzazione militare, e distribuzione di terre a coloro che intrisero quelle zolle del loro sangue, e di altri simili belle cose. Io non so se coloro che così parlano e scrivono, si siano mai c urati di fom1arsi idee chiare su ciò c he sia la colonizzazione mmlcma, e se mai si sia affaccialo al loro spirito, in tutta la sua complessità e in tutte le sue dirlìcoltà, quel proble ma del regime delle terre, che non è uno dei più poderosi da risolvere all'inizio di una opera colonizzatrice, specie nei paesi, come la Lihia, dove vige il diritto mussulmano, ta nto di verso dal nostro. Queste tendenze semplicistiche e facilone non soltanto alimentano una corrente di idee erronee, non soltanto distolgono da una maturità e profondità con le quali i molti problemi inere nti alla colonizzazione della Libia devono essere meditati e risolti, ma anche condurrebbero a questi due risultati tutt'a ltro c he dcsidc rahi li : alla creazione di una nuova burocrazia, quella agricola, da trapiantare in una colonia, dove la huroc razia ce ne giìt troppa; alla smilita rizzazione rlel nostro sohfato, il ciuale in Libia deve avere ne.Ile mani il fucile, e niente altro che il fu cile. /\ suo tempo vi saranno poi coloro che protetti dal fucile, potranno adope rare l'aratro in imprese agricole assai me no rig ide e sche matizzate, be n più agili be n più produttive e più alle a trarre profil"to dalle ri sorse naturali della te rra di quanto non sarebbero le imprese agricole rette a regime burocratico militare di seppellita memoria.
2-3-ollobre 1913, 11 115 Il programma del Governo Il programma del Governo e la Relazione a sua Maestà il Re con la quale il Governo ha esposto il suo programma. è g ià stata finora oggetto rli molti g iudizi e commenti. Vi è, in mezzo ad un coro d i lodi, la voce di chi l'ha trovata semplice, serena, bensì, ma troppo generica e troppo priva di conte nuto be n determinato: un indice di problemi, più che l' esposizione chiara della loro soluzione. Noi non ci associamo a queste critiche: un programma, una piaUaforma ele ttorale, come sul dirsi specie d i uomini che sono stati da lungo tempo al Governo, non può essere una minuta analisi: basta che sinteticamente e nunci e colorisca quali siano le tende nze dell a politica che si vuol seguire. A questo il programma esposto dal Go verno risponde: si sa dalla relazione a che cosa vog lia cd a che miri. Se una lacuna c'è - e questa è assai grave- e su quanto si riferisce al problema finanziario; il quale certamente sarà il maggio r proble ma della legislatura prossima e, forse, si presenterà dall'aspetto molto meno roseo di quanto non appaia dalla re laz ione. Quindi su di esso sarebbero stati desiderabili sia una maggiore ampiezza, sia una magg iore prec isazione di contribuii,
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costituendo essi in fondo, tutto il noccio lo di qu anto ci sarà da fare. Noi ri teniamo fermamente - e lo dimostreremo a suo tempo - che, malgrado i conti nui avanzi del nostro hilancio e le huone condizioni de lla nostra finanza, con le risorse attuali non sarà possibile provvedere alJe esigenze tanto cresciute; come riteni amo - pure fermamente e anche questo dimostreremo- che la speranza di trarre cospicue e nuove entrale di fare semplicemente g ravare l'imposta sul reddito ancor più su coloro che più posseggono, darà assai magri ri sultati, data la g ià forte pressione tributaria nostra e data la distribuzione dei redditi fra le classi sociali da noi , per c ui in alto vi è una proporzione relativamente modesta del complessivo reddito annuo del paese. E dunque? Ma di ciò avremo tempo a di scuterne non essendo fuori di luogo che, in un g iornale come il nostro si prendano anche in esame alcune questioni finanziari e, quando esse hanno una relazione diretta e inunediata con i prohlcmi di carattere strettamente nl.ilitare. Oggi vogliamo limitarci a poche parole su quanto e più direttamente si addice all'indole del nostro periodico: del programma coloniale, e gli o rdin amenti militari.
9 e 10 otto bre 19 13, n.11 8 Per l'industria nazionale Alcuni giornali rilevarono un breve scritto pu bblicato ne L' Italia Marittima del 28 settembre ultimo su "I sommergibili alle manovre navali", nel quale la lode molto calda per il sommergihilc atropo (fornito dalla casa Krupp) e il rilievo fallo di ciò che esso ha di superiore a quello di fabb ricazione italiana senza un cenno di ciò che questi hanno di superiore ai sommergibili di tipo atropo, parve a molti ingiusto per la nostra industri a; la quale - anche in questo - si può considerare già uscita dalla sua infanzia, avendo avuto il battesimo di prove brillanti ed il conforto di o rdin azio ni an che dall ' estero; come, ad esempio, dall'Inghilterra, dagli Stati Uniti , dal Brasile, dalla Danimarca, dalla Norvegia e crediamo dallo stesso governo tedesco. Ora il direttore di quel peti odi co ha diretto la Tribuna. che aveva biasimato lo scritto, un a lettera. nella quale riservandosi di svolgere sul suo giornale tutte le argomentazioni tecniche a sostegno dell a sua tesi, dichiara che il rilievo fatto circa la qualità del sommergibile atropo non può e non deve essere in alcun modo interpretato come una espressione di raffronto a danno dei sommergihili fomiti dalla pri vata industria nazionale. "Questa - egli scrive - fu e sarà sempre validamente sostenuta dal mio periodico contro ogni concorrenza straniera, sempre che la nostra ind ustria dimostri di fornire al paese navi e congegni di guerra così perfetti come ci occorrono: protezione dell'industria nazionale si, ma innanzi tutto gli interessi militari del paese". Ci sembra che questa di chiarazione, sostanzialmente gi usta, si presti ad un commento per la parte che l'autore ha sottolineato appunto cioè sempre che la nostra industri a d imostr i di fornire al paese nav i e congegni di guerra così perfetti come ci occotTono. In generale. noi non professiamo idee protezioniste, sebbene non ci inchi-
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Catia F:liana Gentilucci
niamo neanche al lihcri smo economico come ad un feticcio, e non ne accclliamo, come fan troppi in ltalia, quali cffcuive e sicure conclusioni le semplici e disculihili premesse. In ogni modo se anche non sappiamo coslringcrci nei termini assoluti del liherismo, come da molti è inteso, e se abbiamo il convincimento che in questa materia, come in Lanlc allre, bisogna astenersi nelle troppo faci li generalizzazioni ed applicare prudentemenle, invece, la massima del "caso per caso" cetto è che siamo più liherisli che protezionisti. Facciamo tuttav ia eccezione piena, compiula in un solo caso: quando si tratti di materi ale da guerra allora siamo irriducibilmenle protezionisti, ed affermiamo -"quanto al materiale d a guerra", ripetjamo- non doversi acquistare all 'estero che soltanto quello che la nostra industria non produce. E ciò per ovvie ragioni, sulle quali abbiamo più volte insistito su queste noslre colonne, e che si possono riassumere nell a convenienza, anzi nell'assoluta necessità, di poter provvedere a tutti i nostri materiali guerreschi con la sicurezza e con le garanzie di conlinuità che solo possono aversi le industri e operanti nel territori o dello Stato; senza timore che o lo Slalo di guerra nostro o dei paesi dei nostri forni tori, od anche al semplice manifestazione di vicende poli tiche a noi contrarie, possano ad un dato momento chiudere le fonti di produzione e di riproduzio ne dei nostri materiali g uerreschi. Da ciò la necessità imprescindi bile che tutte queste industrie sorgano se non ci sono già, anche da noi , che si sviluppino e si perfezionino. Benissi mo - dice lo scrittore dell ' a1ticolo, dal quale ahhiamo preso le mossesorgano, queste industri e si sviluppino e si perfezionino, e noi allora- quando cioè saranno compiutamente pe1fezionale ci serviremo di loro. Sollo un'apparen7.a, superficialmente giusta di libe,ismo industriale, in questo concetto si nasconde un protezionismo alla rovescia: protezionismo a favore deJle più fotti ditte dell 'estero, le quali, sorte per azione più o meno diretta dei loro governi e sorretta a lungo da validi aiuti governati vi e da protezionismo ufficiale, sono adesso a Lai punto di potenza a cui nessuno industri a del genere potrebbe mai giungere in vi1tù de lle solo sue forze. Si noli che qui non si tratta di industrie che possano alimentarsi per il favore del pubblico; per cui è possibile che una piccola industria a poco a poco si pcrl"czioni, si rafforzi e si este nda. Per le grandi industrie dell a guerra occorrono poderosi capilali per le spese di im pianto, grossi capitali per avviare l' industria e perfezionarla e, per contro c' è un unico cliente: lo Stato. Ora che cosa varrebbe, se anch'esso, quest'ultimo cliente, si sollraesse a11a funzione di inconsapevole aiulo che la clientela ordinaria offre spontanea anche a11e piccole industrie? Quale sarebbe il capitalista che metterebbe il suo avere in officine condannate a priori ad uno stadio permanente e lunghissimo di in feriorità rispetto alle officine dell'estero, fortunate di grandi aiuti e di grandi privi legi, e perciò oggi ricche e potenti? li direttore dcli' Italia marittima è ingegnere navale e perciò conosce molto bene le grandi difficoltà industriali delle grandi industrie. Ammetterà perciò, senza difficoltà, che se iI suo concello fosse slalo sempre applicato, l'Italia non avrchhc oggi uno stabilimento capace di corazzare una nave e di fondere un can-
Il pensiero politico militare di linrico !3amne - Appendice I
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none: sarebbe ancora in tutto e per tutto, tributaria dell'estero di ogni specie di grosso materiale da guerra. Ma parte questo che abbiamo rilevato in linea di principio, bisogna dire che noi non siamo più nel caso iniziale. Le nostre industrie sono giunte al punto da poter provvedere a tutti i bisogni dcll' esercito e della marina con precisione e con puntualità certo non inferiore a quelle di c ui hanno dato prova le industrie estere a nostro riguardo. Dunque si chieda a loro quel che ci occorre e si incoraggi no e s i mettano nel caso di migliorare sempre più la loro produzione. Scrivendo sul programma legislativo dell 'on. G iolitti, noi - in uno degli ultimi numeri del nostro giornale- abbia.mo fatte molto riserve su alcuni punti, specie sul programma rinanziario, che è del tutto assente, mentre questo delle finanze è oggi, forse, il maggiore dei proble mi; ma fu con grande soddisfazione che leggendo il g iusto, lucido e preciso concetto al riguardo delle indusl1ic di guerra. Noi - ha scritto l'on. Giolitti - ci proponiamo di provvedere ai lavori ed alle forniture occorrenti all'esercito ed alla marina per mezzo dei nostri arsenali e dell'industria nazionale... perché è grande elemento di for,-:a per il paese il poter provvedere alla sua di fesa senza ricorrere all' estero. A tal principio faremo eccezione nel caso - che speriamo c he non si verifichi - in cui l' industria nazionale volesse imporre allo Stato patti non equi". In questo proposito del capo Governo è implicita la premessa di speciali considerazioni delle nostre industri e nel senso che noi sosteniamo; il che si risolverà poi anche, in una economia per lo Stato; poiché esso dall'industria nazionale avrà sempre, i11 ultima analisi, condizioni assai più convenienti di quelle che, alla resa dei conti , la scuola dell 'esperienza ci autorizza a sperare dall' estero.
14-15 ottobre 1913, n.120 Al buio In questi giorni di discorsi clcllorali, noi andiamo leggendo con molta attenzione i più notevoli, per scoprire in essi qualche barlume che ci illumini sulla grande incognita del momento attuale: come, cioè, il governo si procurerà i mezzi finanziari che occorreranno a fronteggiare i molti nu ovi bisogni di carattere civile e militare. E la grande lacuna che nel programma del Governo noi e non soltan to noi- abbia.mo segnato. Eppure dipenderà da questo, soprattutto se si potrà dare o no una soluzione soddisfacente a due grosse questioni, che più da vici no riguardano i nostri ordinamenti militari: come cd in quanto tempo, cioè il ministro della guc1Ta potrà mettere riparo alle parecchie falle che vi sono tuttora nell ' esercito e pmTe fine alla crisi gravissima da cui esso è travagliato, e troppo a lungo già durata; come ed in quanto tempo la nostra marina da guerra potrà avere forze sufficienti ai nuovi compiti che le spellano. Ma finora nessun raggio di luce ha colpito le nostre pupille. Due discorsi assai notevoli ed entrambi di gra n pregio, per quanto di indole affatto diversa, sono stati pronunciali in questi ultimi giorni: quello dell' on. Nitti a Muro Lucano, quello dell'on. Bettola a Lecco.
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Catia Eliana Gentilucci
Nel primo molte cose buone si leggono riguardanti la multiforme attività del ministro dell' Agricoltura: ma nessuna luce ne è venuta sulla grossa questione finanziaii a, né, in verità, polca venire, perché questa esulava dalla compe te nza di quel dicastero. Nel secondo - che è stato ugualmente mirabile da un altro punto di vista, specie in ordine alla poli tica estera, alla politica coloniale, alla politica marinara - ahhi amo veduto autorevolmente delineate quali siano le necessità milita ri della nostra marina; le quali, pur limita ndo le nuove impostazione di un accrescimento di una corazzata all 'anno ri chiedono, tenendo conto del naviglio minore, la cospic ua sorruna di 120 mi lioni annuali pe r nuove costruzioni. D onde si attingeran no i mezzi? Questo per la Marin a. E pe r l' esercito? C he passino al ministro delle colonie tutte le nuove spese per l'eserci to coloni ale o restino a carico del mini stro della gue rra, è questione di pura forma, la sosta n7.a è c he aeercscirncnti notevoli sarà necessari per bi sogni nuovi e pe r porre riparo a mo lte cose troppo a lungo trascurale. Donde si attingeranno i mezzi? La formula di "Volere proporzionare le spese mi litari alle nostre condizioni fi nanziari e ed economiche" è tale c he nessuno può da essa di ssentire. Ma per la stessa elasticità sua, che permette a mpi e larghi consensi, è così vaga da farci vivamente deside rare che uno e l' altrn dei ministri milita ri chiariscano meglio le cose ed e nuncino, alme no, qual è il minimo che essi ritengano necessari o, e al di sotto del quale essi non si sentirchhcro di assumere la responsabil ità del governo dcll' cscrcilo c dell'an nata. Sarà soddisfatto questo nostro voto che assai contr ibuirebbe la si ncerità? O piuttosto i due ministri militari seguiteranno a tacere e rinunzieranno ad ampliare e commentare, pe r la parte c he gli spetta, ciò che solo sobriamente ha eletto il presidente e del consiglio a sua maestà e al Re? Noi in verità non ci faccia mo molte illusioni in proposito , abbiamo il fermo convincimento che lasciare ora nell'ombra tante questioni, sia un male, per quanto possa sembrare un abile accorgimento. Quando domani si affacceranno in tutta la loro integrità i reali bisogni - che sono molti, e dai quali no i c rediamo non si potrà fare fronte adegua tamente con le attuali risorse del nostro bila ncio gene rale - si vedrà allora quanto meglio sare hhe stato se in questo momento si fosse parlalo un po' più c hiaro.
2 1-22 ouohrc 1913, n. 123 Armi e finanza Fra i discorsi politici pronunziati in questi ultimi g io rni , uno dei più notevoli è stato quello dell' on. Salandra a Lucera. Lasciamo stare da parte tutlo ciù che l'eminente parlamentare ha detto circa l'attuale risionomia dei pattiti politici ( ... ) soprattutto ci importa la parie del robusto discorso che riguarda il problema essenzi ale dell'ora presente: q uello finanziario. Questa parte vogliamo brevemente esaminare e comme ntare specie in rappo rto alla difesa militm·e. ( ...)
Il (Jensiero politico militare di t:nrico Barone - Appendice I
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L'on. Salandra partecipa a queste rosee spe ranze egli esplicita me nte ha de tto che in ~inanza non è pessimista; che "condizionatamente ottimista". "Sta in fatto - sono sue parole - che, con l'esempio raro in Europa noi abbiamo provveduto ad una guerra dispendiosa senza nulla chiedere agli stranie ri . Sta in fatto che le entrate del hilancio mantengono il loro normale e mag nifico increme nto. Ma non dobbiamo dimenticare che esse sono alime ntate da aliquote di tassazione fra le più alte nel mondo, e che perciò poco margine vi è per ulteriori aumenti. Né dobbiamo rarci soverchie illusioni sug li clTctti pratici del proposito, in c ui consentono il governo e tutti i partiti , di far pesare, se occorreranno, i nuovi aggravi solta nto sui ricchi. I veri ricchi in Italia, al confronto di altre nazioni, c ui qu esta proposta è stata tradotta in atto non sono molti e la loro ricchezza non è tale da poterne sperare larghi prove nti". Rcnissi mo detto. Tutto ciò collima pe rfetta mente con gua nto scrivemmo in uno dei passati numeri, allorc hé dicemmo quanto rosse inrondata la speranza di trarre un notevole aumento di imposte c he gravino sola mente sui ricchi , dato il nostro reddito medio complessivo, la di stribuzione dei redditi fra i vari ordini di cittadini, e la pressione tributaria già assai forte. Se non si trattenesse il proposito di evitare in queste colonne una serie nume rosa di calcoli e di cifre, non avremmo - per dare la precisa dimostrazione di tutto ciò - che a riprodurre ri sultati ultimi dei nostri recenti studi di economi a finanziari a; ed allora si toccherebbe con mano tutta la verità di quella nostra affe rmazione. Dunque, per questa via - se a questa sola si vorrà ricorrere- un notevole accrescimento di entrate, quale necessario per tanti bisogni cui occorre procedere, non sarà possibile d i oucncrlo. Si potrà otte nerlo da quello c he l' on. Salandra c hia ma" il normale e magnifi co incre me nto delle entrate"? Anc he noi abbi amo assistito e assistiamo con patrio ttica soddis fazione a questo crcsccnlc gettito delle nostre entrale il quale sta da ind icare tutto il possente ri sveglio della nostra po litica economica. Ma, senza essere pessimisti, no i raccom andia mo la prudenza nelle previsioni: noi diciamo c he preparare a noi stessi le più amare delusioni il c redere che il fatto del crescente gett ito delle entrate abbia a du rare a ncora pe r lungo tempo . Pe rché bisognerebbe rinnegare tutta un a lunghissima esperienza di fatti pe r ammettere c he il pe riodo ascensio nale del ciclo economico in ci troviamo, abbia pe r durare ancora per parecchi a nni , e che il fa tale successivo periodo di depressione sia così re moto. Qui non è questione di ottimismo o di pessimismo: è questione di saper valutare, col sussidio dell 'esperienza, i molteplici indici della nostra vita economica e trarne le conclusioni che essi chiaramente additano. Se, dunque, il fare esclusivo conto sull 'a umento continuo delle nostre entrate potrebbe manifestarsi prossimamente - forse nell'anno 1914 stesso- nie nte più c he una illusione, se il gravame, occorrendo, i suoi redditi maggiori non potrà dare c he un modesto increme nto di e ntrare, mentre a tanti bisogni nuovi occorre provvedere - e badiamo che oltre a quelli di carattere militare, ce ne sono ta nti c tanti altri di carattere ci vile - ne vie ne c he non si può evitare questo dile mma: o il problema finanziario del procurarsi maggiori entrate si affronta
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Catia t:tiana Gentilucci
con tutta la larghezza necessaria perché queste si possano ottenere davvero; oppure tutti i programmi di reintegrazione delle forze di terra e di accrescimento delle forze di mare si ridurranno a castelli di cartone, privi di qualsiasi fo ndamento. ( .. .)
25-26 novembre 19 13, n.1 38 La nostra politica coloniale Un nostro amico ci diceva ieri di un colloquio av uto con un inte ll igente ufficiale torn alo da non mo llo lempo dalla Tripolilani a, dove per ragio ni de lle sue attribuzioni, aveva av uto occasione d i vedere e stu diare l'opera nostra in colonia nei risultati di assai varie sue manifestazioni. Il racconto non ci recava nulla di sostanzialmente nuovo per noi; era anzi nuova con lc rma d i c iò che da molto tempo no i pensiamo, di ciò che per molte altre vie ci è stato conferma to. E mentre l'am ico nostro narrava di q uel suo colloquio, e commentava le sue g iuste impressioni, a noi lornava con insistenza alla mente una gi usta e semplice affermazione che leggemmo pochi gio rn i avanti le ultime lezioni, in una lettera alla quale l'o n. tenente colo nnello Di Giorgio, ri spondendo ad alcuni quesiti mossogli dal Giornale di Sicilia, esponeva - in forma sinteti ca ma in non comune lucid ità e chiarezza- il suo pensiero poli tico sulle più varie questioni del nostro tempo. A proposito d i po litica coloniale e particolan nente sull' organamento delle nostre colonie, l'on. Di G iorgio scriveva che la storia delle conquiste coloniali insegna che le col oni e prima si conquistano, poi si ordinano e poi si sfruttano, e che noi, perciò, non dobb iamo pretendere di voler sostituire un sistema nostro a siste mi che presso altri nazioni - l' Inghilterra soprattutto - hanno av uto già lungo suffragio di eccellenti risultati; poiché in tal g ui sa, non faremo che persistere in un esperimento che andiamo facendo da anni, il quale non è davvero riuscito. E q uesto giudizio di un uo mo che ha mollo studi o e molla pratica di amhicnli coloniali e che risponde a pieno alla nostra antica convinzio ne, ci tornava alla memoria, perché a no i sembra, veramente, che in molta parte dell a nostra attività coloniale, piullosto che d i fa r opera sollecita e durevole, ci si preoccupi di far del nu ovo. Dicendo questo non intendiamo disconoscere quanto di lodevole vi è stato dell'opera del nuovo mini stro delle colonie; solo vogliamo affermare con la sincerità che è doverosa in questioni di così forte importanza, come la lode che si deve tributare a questo od a quel provvedimento, a questa od a quell a iniziati va, non si debba ne si possa estendere a tutta l'opera del suo complesso. La quale opera, a nostro giudizio, è tutta inquinata per un difetto della visione iniziale delle necessità coloni ali e, conseguentemente, per errori di apprezzamento dei vari elementi sui quali si impostano tutti i problemi coloniali. Primo errore, evidentissimo sta nel fatto di aver voluto, troppo prematuramente porre mano alla nostra missione civilizzatrice illudendoci di - per sola virtù della nostra presenza e delle nostre oneste intenzioni- far superare di un sol
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colpo alle genti lihiche interi secoli di storia e di civiltà. Ciò è contrario all'essenza de llo spirito umano, il quale, anelando a costante progresso, potrà si, vale rsi degli aiuti e delle circostanze più favorevoli per accelerarne il conseguimento, ma non mai potrà conseguirlo se non procedendo per gradi; se non rifacendo - sia pure con moto senza confronto più celere- lo stesso cammino che tutte le altr i genti han fatto pe r giungere a que l medesimo punto. Perciò l'opera nostra de lla colonia, discorde da questo inoppug nabile concetto, non poteva né può condurre a soddisfacente ri sultato. Altro errore non meno evidente fu il non aver tenuto in giusto conto la differenza di re ligione: per la quale si imponeva a no i il concetto di assiderci ne11e nuove terre fino a completa conquista ed a completo assetto, nel deciso atteggiamento di conqui statori, rompendo, anche ne11e appare nze tutto ciò che nella gerarc hi a locale poteva - anche soltanto ideologicame nte - riall acciare il presente con i te mpi passati; dei quali, a noi, deve pre mere sia cancellalo al più presto il ricordo dalla memoria di que lle genti. Invece siamo andati là, noi cristiani, tra gente mussulmana, a far pompa non già di umani tà - che è sempre doverosa e sempre utile- ma di un opportuno spirito di uguaglianza, vogliosi di dar prova più de lla nostra benevole nza che della nostra pote nza: siamo andati là a dire a que lle genti helli ssimc cose a loro ignote (s uperiori anzi alla portata de l loro intelle tto) in una lingua loro incomprensibile. Nessuna meraviglia c he non ci a bbiamo compresi. Pe r rispetto delle lo ro consue tudini ci siamo fatti scrnpolo e dovere di conservare le antiche cariche te mpo del dominio turco, confo11andole di stipendi di c ui i nirc hi facevano a meno. ()uelle genti non potevano capire cd apprezzare un tal sentime nto così delicato e così generoso : hanno pensato c he noi conservassimo loro quelle cariche per non aver il coraggio di abolirle e di sostituire tutta la nostra a utorità alla loro. C osì i magnati indigeni prendono tutti i nost1i stipendi e sorridono della nostra ingenuità: molti si servono della autorità che loro abbia mo serbata e de l denaro che loro paghiamo puntualmente per lavorare a nostro danno. Pe r tal modo non abbiamo ancor fatto il sic uro cammino c he sino ra potre mmo aver fatto. Di spe ranza in speranza siamo passati di delusione in delusione : l'ultima si chiama Socnar, la prossima si annunzia nel Pezan. E in tutta la nuova colonia serpeggiano ambizioni d i capi da noi lusingati e accarezzati; serpeggiano aspirazioni non in a rmonia con le nostre. E noi non curanti, continuiamo, la solita via cosparsa di errori e di tristi sorprese: invece di lavorare a creare una rortc e salda colonia, ci illudiamo, con opera burocratica con decre ti e con circolari di organizzare la Libia come una qualunque provincia di Italia. Non vogliamo avere l'aria di andare a scuola da nessuno: vogliamo fare de l nuovo! In questo sistema di governo coloniale - eccellente per le intenzioni , ma errato nel me todo - noi vediamo la fonte di altre non lontane sorprese, di altri non lievi danni e sacrilìci . Invochiamo perciò che si pensi, finalmente, alle effettive necessità nascenti, all'effettivo slalo delle cose e che si camhi metodo e si cambi strada.
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Catia Eliana Gen.tilucci
16-17 dicembre 1913, n. 147 I socialisti Nel suo manifesto I lavorato ri Italiani , il gruppo parlamcnlarc socialista ha annunzialo che il contegno del pa rtilo, nella grigia ora c he stia mo attraversato, è coordinato al conseguimento di questi scopi, in difesa della fu nzione parlamentare: chiedere conto al governo dei metodi elettorali seguili in alcuni collegi, specialmente nel mezzogiorno; ripristinare il controllo finanziario c he dell'istituto parlamentare è l'anima. Lasciamo stare di quel manifes to le declamazioni sull a "difesa politica del proletari ato contro la horgh csia plutocratica c cleri cale" - frasi tradizionali e di maniera del vecchio ciarpame - e fermiamoci al sodo. Quegli scopi che i socialisti hanno affermato di proporsi quando fossero stati perseg uiti con altri mezzi - con i me todi propri, cioè, ai parlamenti civili, dove si discute, sia pur calorosame nte e vivacemente, ma con argomcnlazioni , e non già a colpi di invettive - quegli scopi avrebbero trovato consenzie nti tutti coloro cui stanno veramente a c uore le istituzioni (i ministri e le loro maggiora nze passano e le istituzioni restano) e tuttj coloro che della fun zione parlamcnlarc sono gelosi e che comprendono i danni a c ui il nostro paese e l'on.linato svolgime nto suo sarebbero esposti se essa ancor più tralignasse. Non è dubbio che in alcuni collegi, specie del mezzogiorno si sono viste cose da far raccapricciare. Ta nto più che tali cose accadevano all ' indomani dell'allargamento del suffragio, concesso per rendere più larga e più spontanea la manifestazione della volontà popolare nel designare i rappresentanti de lla camera e i de putati! Non è dubbio che questi metodi costituiscano un siste ma educatjvo a rovescio per le popolazioni del mezzogiorno. ( ... )
Articoli di giornale estratti da La Preparazione del 1914 8-9 gennaio 19 14, n. 3 Riforme tributarie'? A noi - l'abbiamo detto più volte- importa non solta nto che alle necessità della nostra preparazione milita re si provveda adeguatamente; ma anc he importa - poiché il problema nùlitare sia mo abituati a vedere connesso con tuttj il resto- che si provveda per la via più opportuna, cioè con modi e provvedime nti che meno gravino sull'economia nazionale. A parità di rendimento, infa tti , un dato sistema di imposte può gravare sull' economia nazionale assa i più fortemente di un altro c he sia me no adatto alle esigem,e della realtà. E quindi è nclJ'intcrcssc medesimo della preparazione militare, della consistenza e de lla stabilità sua, che non si seguano vie errate nella tassazione, e c he quanto occorre ai pubblici servizi sia ottenuto per quelle vie c he me no gravino sull 'economia nazionale, cioè meno ostacolino lo sviluppo deJJa ricchezza e del reddito complessivo del paese.
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/\desso il pericolo di deviamenti, nell 'ora che a ttraversiamo esiste: per ignoranza negli uni ; in molti altri non per ignoranza, ma per que llo sfacciato fare la corte a De mos e lisciarlo, per il quale - anche se da uomini che non dovrebbero- se ne accarezzano, se ne alimentano e se ne a cuiscono i più volgari e grossolani pregi udizi pure in materia di finan za. Il pericolo di deviamentj esiste ed è pe rc iò bene discorrerne. Allorché per nuove necessità del bilancio s i han no da scoprire nuovi tormenti e nuovi tormentati dell ' imposta, qu asi sempre vien fuori il "tocca e sana de lle rifo rme tributarie" co n i l quale non soltanto si mirerebbe a provvedere a lle necessità nuove, ma anche a meg lio perequare le imposte e i re dditi. Un concetto è sempre, piì'1 o meno, spunta fuori , e che spunta anche adesso, è questo: le imposte sui consumi sono sperequate, costituiscono una progressione a rovescio: per ristabilire la proporz ionalità almeno bisogna, a guisa di correzione, introdurre un ' imposta g lo ba le sui redditi, o qualcosa di simile, c he si sovrapponga alle imposte già esiste nti ed abbia carattere progressivo. Sarebbe questo davvero il modo mi gliore di correggere la progressività a rovescio sulle imposte sui consumi ? O piuttosto, ponendoci su questa via, finiremmo - per un sensibile vantaggio dell' erari o - a rendere anche più stridenti ed aspre a ltre sperequazioni che ci sono ne l nostro sistema tri butario? Se si somma il gravame che lo stato impone ai contribuenti con quello imposto agli enti locali (provincia e comuni) si ha il seguente specchietto, in c ui le ci frc sono espresse in mi lioni:
STATO
ENTI LOCALI
TOTALE
Consumi Fondiaria Fabbricati Ricchezza Mobile Varia
1019 83 101 297 316
223 149 116 77
1242 232 217 297 393
Tota le
1816
565
238 1
o
Ammesso un reddito annuo di circa 10 miliardi, si ha, dunque, una pressione del 24% in media. I consumi concorrono per circa metà del gettito totale. (Nello specchio le cifre riguardanti lo Stato sono que lle del Bilancio del 191011 ; quelle riguardanti gli Enti Locali sono del 1907). Come si vede dallo specc hio, le sovrimposte locali fanno si che il gravame della proprietà fondiaria venga qu asi triplicato e più che raddoppiato quello sui fabbricati. Si può ritenere, quindi, con sufficie nte approssimazione (non vogliamo qui entrare nell'esposizione di rnlc.:oli troppo minuti ) che la graduatori a di imposta sulle varie forme di reddito stabilite dalle nostre leggi, nella realtà, per effetto dei trihuti locali, si trasfom1i ne lla segue nte:
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Catia Eliana Gemilucxi
I Fondaria 24% II Fabbricati 35% Lavoro 9% lll Ricchezza Mobile 10% Profitti Ri sparmi capitali 15% Donde una sperequazione notevole; che si accentua ancor più se si tie ne conto delle occultazioni enormemente maggiori per la ricchezza mobile c he non per le terre dei fabbricati. Dai dati rec.:enti si trac quc.:sta importante conclusione: non è punto vero c he le imposte sui consumi nel nostro sistema tributario siano in preval enza. L'errore de riva da una confusione che spesso si fa nel medesimo rag ionamento tra imposte sui consumi c.:d imposte indire/te. Si può discute re l' ordinamento della imposte sui consumi , in qua nto esse colpiscano anc he i hc ni di prima necessità (grano, sale, petrolio, ec.:c.); si puì> di scute re il regalo che ai produttori indigeni si fa con dazio sul grano, a spese dei consumatori - del quale dazio, tuttavia, qualche buona ragione non mancherebbe, quando fosse, però, gradual mente atte nuato -; si può discutere il regalo veramen te scandaloso, e nocivo ai consumatori ed all'economia naz ionale, che si fa agli zucc.:hcric ri , regalo c he non ha alcuna seria ragione a sua giustific.:azionc; ma non si può affermare c he -a parte la difettosa ridi stribuzione fra i vari redditi - sia eccessivo, ri spetto al c.:omplcsso del gravame delle imposte, quello che vige sui consumi, soprallulto se si tiene conto de lle molle cause pc.:r cui ne lle economie moderne, me ntre le imposte sui consumi vanno sempre più perdendo quei caratteri che pe r il passato le rendevano costose e odiose, le imposte sul reddito, invece, vanno sempre più divenendo costose, fastidiose, ingombranti e, per la diversa possibilità di acc.:crtamento, sempre pii:1 spere quate a danno dei redditi fondiari e rustic.:i od urbani. Non pare quindi c.:he noi, nel caso specifico nostro, c i dobbia mo lasc iare sedurre eccessivamente da alcune novità, le quali, in ultima ana lisi, finirebbero per colpire ancora più spec ialme nte quelle forme di reddito che sono g ià maggiormente 1:,,,-avatc. Dicendo "novità" - così per dire - inte ndiamo alludere alle imposte complementari sul reddito g lobale, alle imposte generali sul patrimonio, e simili di cui si son viste recentissime applicazioni in Inghilterra ed in Germania. Noi non abbiamo bisogno di ricorrere ad un esperimento per formulare un giudiz io sulla loro portata: un giudi zio su tali novità non è dubbio pe r noi, in Italia, che ci troviamo in condiz ioni affatto diverse dall'Inghilterra e dalla Germania; un modesto redd ito medio, cioè è con grave pressione trihutaria. Un imposta generale sul reddito a scopo complementare al fine di correggere la sperequazione delle imposte sui consumi, si traduce sempre che si facc.:ia - in un maggiore aggravio relativo sui capital i fondiari il cui reddito è più facilmente accertabile. Quando la pressione sui reddi ti fondiari è così fotte e c osì sperequata come da noi , un ' imposta generale sul reddito o è te nue ed allora non
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si conseguono che scarsi effetti di correzione; o è abbastanza forte, cd allora cresce ancora più la sperequazione esiste nte a danno della proprietà fondiaria. li modo mig liore per correggere la progressività a rovescio delle imposte sui consumi, no n è già quello di passare vanamente attraverso l' imposta generale sul reddito, ma quel lo, invece, di sgravare le imposte che più pesano sui consumi necessari . Vi sono mezzi più dirclli e più semplici di raggiungere lo scopo, che non ricorrere a questi nuovi tipi di imposta, modesti espedienti fi scali, i quali non meritavano in vero il piedistallo su cui g li studiosi o fina nzieri nostrani li hanno collocati, citand oli quasi come model li da imitarsi proficuamente anche da noi . Sembra pertanto che un 'opera saggia mente ri fom1atrice del nostro siste ma tributario piuttosto c he correre dietro a novità, ina pplicahili al caso nostro o di uti lità tutt'altro che dimostrata, se vuol rimanere sul terreno pratico e non amJare ad annaspare nelle nuvole dchha rivolgersi a questo essenzialmente, senza uscire da fo rme di imposta che oramai hanno per se il sussidio di una lunga esperienza: fare in modo, cioè che siano attenuate alcune imposte sui consumi, le quali maggiormente pesano su quelli necessari , gravando la mano su altri consumi , propri dei maggiori redditi; e fare in modo c he, pe r quanto possibile, all ' imposta sul reddito non sfuggano più ta nti e tanti. come scandalosamente si verificano da noi: si avrà così l'automatica correzione de lla progressività a rovescio; senza dover ricorrere a metodi c he, alla stre tta de i conti, ci risolverebbero sempre in un inasprimento ancor maggiore della tassazione su quelle specie di reddito che g ià sono pi ù tassate ed hanno meno del le altre la possihilità di sfuggire all' imposta con l'occultazione. In sostanza e sull e riforme di c ui si senta realmente il bisogno e che alcuni hcni di consumo di prima necessità siano sgravati per quanto può essere concesso dalle necessità delle spese pubbliche; e che, soprattutto, le imposte sui redditi, quali sono ora, siano pagate effellivamentc da tutti co loro che le devono pagare e non ci siano più, per quanto sarà dato d i ottenerlo, le spudorate occultazioni in alcuni redditi di ricchezza mobile che ora si vedono. E poiché di sgravi, a nche desiderabili, non è questo il mome nto; così è nella seconda proposizione concretato ciò che in questo momento soprattutto occorre. Sarebbe già questo un bel passo non soltanto verso un maggior getto di imposte, ma anche verso su una più equa ripartizione del cari co trihutari o.
3-4 febbraio 19 14, n. 14 Spunti e notarelle. I Conti della Libia e il capitale straniero e le industrie fabbricatrici del materiale da l.,'Uerra Siamo in attesa della presentazione dei conti della Libia, che la Camera dovrà discutere nelle sedute prossime; le quali , a giudicare dalla voci che corrono si annunziano alquanto tempestose. Ci auguriamo che quei conti siano così compiuti ed esaurienti. da poter dimostrare come infondate le molte critiche
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rivolte sinora all a amministrazione mili tare; si che queste possano essere rido tte nei limiti di quei piccoli inconvenie nti e sperperi, c he in una lunga campagna di guerra sono inevitabili, per la fretta di dover prontamente provvedere a mille cose c he no n ammettono indug io. Dalle nostre informazioni ci risulta che in quei giorni è stata compi uta, con lavoro immane, la raccolta dei dati da centi naia di amministrazioni e la revisione di alcune decine di magliaia di contabilità; e che in virtù di q uesti sforzi, si è riusciti a dar minuto conto di una somma c he assai si avv ici na al miliardo (compresi in questa cifra l' aume nto delle dotazi oni di ma teriali, e le somme di sponi bili presso i vari enti ), rimanendo ancor sospese alcune parti te, il c ui compl esso non ascende che a qualche centinaio d i mi gliaia di lire soltanto . J ,a discussione nella assenza del ministro on. Spingard i sarà sostenuta dall ' on. Sottosegretario di Stato; il q uale, avendo fatto parte dell ' ammi nistrazione militare durante tutta la campagna, sarà in grado di forn ire i più minuti schi arimenti illustrativi. Noi non vogliamo affrettata me nte pronunciarsi lìnora: aspettia mo la presentazione dei documenti pe r espri mere poi. in modo obie ttivo il nostro pensiero. Dobbiamo però dire fin da adesso, che quanto è accaduto in ordine all ' andamento cli alcuni speciali servizi - i quali speri amo non rappresentino casi affatto isolati - farà si c he noi saremo analizzatori delle cil'n; assai meticolosi cd esigenti. Così ad esempio - e ne citiamo uno solo di esempio fra i più caratteristici, nella speranza che esso costituisca una vera e propria eccezione- il servizio dei trasporti marittimo da e per la Libia. Le cifre e i dati che noi possedi amo in proposito - specie in ordine a certi noleggi- indurrebbero a concl udere che vi furono mo lti sperperi, e che in questi si persistette pur quando altre soluzio ni molto pi ù economiche, pi ù razionali, pi ù organi che erano state già proposte. È vero c he in questo caso i trasporti per mare si tratta di un servizio ibrido, a responsabilità non be ne definite tra il ministrn della guerra e quello della marina, ma il ministro della guerra c'entra anc h' esso; e pe rciò nell'interesse dell' erari o e della sincerità dell' esposizio ne della resa dei conti, no i ci pem1etta110 di invitare a chi spetta di esaminare le cose un po' minutamente ad indagare, se proprio vi sia un ragionevole correlazione f'ra il valore intrinseco dei piroscafi noleggiati e pingui e cospic ui noli che per essi ve ngo no tuttora pagati dall'amministrazione milita re. Ma questo argomento sul quale av remo modo di ri to rnare. Noi abbiamo fatto cenno adesso, sfuggcvolmcnte, solo per fare inte nde re, con un esempio fra i tanti, c he c hi deve il lustrare la resa dei conti si prepari ad essere mo lto analitico, se effe tti vamente vorrà riuscire a sfatare le mo lte prevenzioni che vi sono in proposito. In un 'altra parte del g iornale a bbiamo dato un cenno abbastanza esteso del l' incidente franco-russo relativo alla fa bbrica Pulitoff. E lo abbi amo fatto non solo pe rch é l'inciden te è interessante per se stesso, ma anc he perché si presta a qualche osservazione, che può ri guardare molto da vicino anche noi, sull' argomento della partecipazione di stranieri nelle industrie paesane fabbricatrici di materiale da gue1n e sull a necessità di un 'occulta vigilanza sia per opera della stampa, sia per opera del governo . Pre mettimno. Noi non abbiamo nessuno l'ò hia
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del malcrialc slranicro che venga in llal ia a sussidiare le noslre indusl1ie. Se altrove ce n 'è relativa abbondanza e in patria rela tiva scarsezza, ben venga da noi e gli sia facilitata la venula in Lutli i modi. Ma facciamo una eccezione: e precisame nte per le induslrie fabbricalrici di materiale da gue,n. Perché? Perché quand' anche la pait ecipazio ne del capitale forestiero in tali industrie sia mascherata sotto la forma, apparente mente innocua, del sempli ce possesso, da patte di stranieri, di una certa quota del capitale azionario e le imprese siano magari impiantate con nomi nazionali e siano tutte a base di manodopera nazionale cd ahhi ano direttori tecnici nazionali , tullav ia, qualora la partecipazione del capitale straniero sia notevole, e peggio ancora, sia preponderante, cotali imprese finiscono poi, in sostanza, con l'essere in mano ai capitalistj esteri: sicché è lcgiltimo il timore che esse in date siluazioni po litiche, per interesse polilico altrui, e contro l'interesse politico nostro, cessi110 dal funzionare, o nulle ritardi, facili a crearsi, vengano frapposti al loro funzionamento, proprio allor quando sull ' ope ra loro si dovrchbc fare maggiore asscgnamcnlo. Tali condizioni di cose diventa tanto più grave allor quando codeste ind ustrie faccia no capo a stabilimenti bancari , i quali, pur con nomi nazionali, siano, più o meno, in mano di capilalisti stranieri. Si obietterà che gli industriali pensano a fare gli industriali e i banchieri a fare i banchieri; e che il capilalc - rrancesc, ing lese o tedesco che sia- il quale abbi a una larga parteci pazione in coteste industrie piantate in Italia, pensa a fare i suoi interessi, e perciò non sarà mai di sposto - per i hegli occhi della Francia, dcli ' Ingh ilterra o della Ucrrnania- a smcllcrc o ra llentare la produzione o rrapporle ostacoli proprio nel momento in cui potrebbe ricavarne più lauti guadagni. Ma s i sa hcnc: in polilica c nel mondo degli affari il y a Loujours dcs arran giaments avec le ciel; e il capitale forestiero, in tali circostanze, può per mi lle vie, dirette e indirette, ottenere pingu i compensi dal paese di origine, quando a questo, per fini politici , possa giovare che nei paesi in cui il capitale sia portato a creare di tali industrie, la lavorazione e la fabbricazione ve ngano rallentate o magari cessino. QucsLc che noi qui prospettiamo - col proposiLo di conLinu arc a svolgere l' argomento con tutta l' ampiezza c he esso merita- non sono semplici considerazioni astratte. Esse si ri feriscono ad una delle più grosse piaghe della nostra preparazione militare; e chi di quesla, come accade a noi, rorrna argomento delle sue quotidiane meditazioni, non può a me no di seriamente preoccuparsi di tali reconditi legam i che avvincono e subordinano l'esistenza e lo svolgimento di colesle induslrie paesane alla volonlà e al comando di capitale slraniero, il quale, in ce,te circostanze potrebbe dettarci la legge in ape rto conflitto con gli interessi politici nostri .( ...) Perché, parLe le molle sorprese che polrcbbe preparaTei questa soggezione al capita le straniero di molte industrie nostre fabbricatrici del materiale da guerra, il penetrare in tali reconditi meandri inesplorati del mondo industri ale e bancario in quanto riflette i nostri apparecchi guerreschi può, fornirci la spiegazione limpida e chiara di tanti fatti c he diversame nte sarebbe ro inspiegabili. La Francia si preoccupa di quanto accade in Russia perché in una fabbrica di am1 i
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di quel paese interve ngono capitali appartenenti ad una potenza della Triplice. Assai più ahhiamo da preoccuparci noi di quanto avviene in casa nostra, pe r opera del capitale forestiero che vi detta legge, e che, fino ad un certo segno, regola e dirige tal volta la nostra preparazione militare; e quando le fa comodo le pone ostacoli o magari le devia addiri ttura.
14- 15 aprile 1914, n.43 Il malo esempio
Siamo in un periodo di grande disorientamento di spiri li. Tulli te mono di dir la verità cruda - anche allorché ne abbiano precisa la percezione- per paura di non essere abbastanza democratici e di vedersi scagliare contro l'accusa di retri . . v1 o peggio. Una verità eleme ntare, esprimente una necessità assoluta, imprescindibile, per l'ordinata convivenza è questa: lo sciopero nei servizi pubblici non deve essere permesso. Ma quanti hanno il coraggio di affermarla'!. L' ha, sopraltulto, cotesto coraggio, il Governo? Ilaimé, anche il governo teme di non parere abbastanza democratico e liberale; e patteggia, e diventa anch 'esso attore del la sconcia commedia! La missione del com. Jona - che si fa intermediario tra le " potenze" per appianare fra le altre anc he alcune questioni di etichetl a- rappresenta il colmo del grottesco, al quale non so se prima d'ora si era mai arrivali. Lo sciopero nei servizi pubblici non deve essere permesso.Nell ' impresa privata al autaut dei lavoratori "o ci date questo o non lavoriamo" corrisponde un altro autaut dell'impre nditore "o vi contentale di questo, perché non posso darvi di più ; o c hiudo la mia fabbrica ". Le armi sono pari, sotto questo aspetto: e ciascuna delle due paiti, poste al hi vio, sceglie quella delle soluzioni , che, tenuto conto_ del presente e anche dell ' avvenire, reputa se meno dannosa. Nei servizi pubblici - o meglio, in alcuni più essenziali tra essi - non è così. La cessazione del servizio, o anche una temporanea interruzione, può essere cagione di danni assolutamente incalcolabili . Si può am mettere c he un paese tutto intero s ia alla mercè di una classe, che si impone sempre che voglia, con la minaccia del danno che può arrecarg li? Di fronte alla minacc ia: "o questo o lo sciopero" non c'è luogo a patteggiamenti. Meglio lo sciopero - con tutti i suoi danni, e le conseguenze poi sulle spalle degli autori, "a la g ue rre commc a la guerre", con un allcggiarncnto energico e virile da parte dello Stato- che non i danni infinitamente maggiori, derivanti dalle abdicazioni. Perché peggiore assai del danno materiale di uno sciopero dei servizi pubblici, è l'esem pio di debolezza che lo Stato dà verso al violenza de i suoi funzionari , di colo ro stessi che ne dovrebbero essere solleci ti e devoti servitoti cd il presidio più sicuro. L'esempio dei ferrovieri è contagioso: già se ne manifestano i primi segni. Per fortuna, il morbo non è ancora arrivato fin là dove sarebbe una grave iattura nazionale, se giungesse. Ma anche là - in quel campo a ncora immune- lo spe ttacolo del cedere innanzi alla violenza produce effelli del eteri assai più c he non
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si pensi: perché in quel campo, fortunalamcnlc ancora sano, ingenera per lo meno la convinzione essere le previdenze dello Stato riservate a coloro soltanto che sanno, dimenticando i loro doveri, agitarsi ed imporsi. ( ... )
16- 17 aprile 19 14, n. 44 E il pugno l'ermo'? Era faci le prevedere che il contegno irrisoluto ed incerto del Governo verso i ferrovie ri avrebbe prodo tto Lutti gli dlctti che sogliono derivare dal malo esempio. Abbiamo ora )'"ultimatum" de liberato a Milano dai " poste legrafonic i", come li ch iamano adesso. O c i date quanto vi abbiamo chiesto, o sciopereremo. /\n7.i l' on . Ferruccio Bcrnardini in rappresentanza del gruppo parlamentare socia lista, ha voluto persuadere i convenuti che la lo ro minaccia ha una base pe rfettamente giuridica, che il loro diritto a scioperare non è contestabile. "Quando si ra imprenditore industrial e, lo Stato deve riconoscere tutte le no nne che regolano i rapporti fra capita le e lavoro". Potremmo, in verità, esprimere mo lte riserve su questa tesi: per esempi o, que lla c he lo Stato imprenditore riconosce al s uo lavoratore alcuni specia li diri tti - la conti nui tà dell'impiego, la pensione, ecc. - che non fa nno punto pari.e del contratto di lavoro tra imprenditore e lavoratore privato; c che, dunque , sarebbe stolto se questi diritti riconoscesse senza l'aggiunta di s peciali dove ri de i suoi impiegati fun zionari. Ma sarebbe disc ussio ne oziosa. Quando si va ai ferri corti con le masse sobillate, non si può sperare , con le buone ragioni , di distogliere da pazzi proponi menti chi è infatuato della fo rza che crede averne nelle sue ma ni ed è ri soluto a farne uso nell a s peran za di riuscire ad imporsi. Dunque scioperino pure. Mille volte preferibili, sotto tutti gli aspetti, e per quanto gravi, i danni e conomici che possono derivare dalle sciopero in un servi7.io pubblico, che non quelli , assai più grav i a ncora, dello Stato che abdica di fronte a ll ' indisciplina dei suoi fun z ionari . Scioperi no pure, ma venga poi la repress ione severa, esemplare, contro i capo1ioni ed i sobillatori con LUtlo il ri gore concesso dall a legge. Con lutto il rigore, ma ne ll 'ambito delta legge, badiamo bene, e i mezzi preventivi? E la " militari zzazione"? Roba che oram ai ha fatto il suo tempo, la " militari 7.7.azio nc" è un mi sero ripiego. O la ma la mano fcnna in alto, c'è o non c 'è. Se non c'è, la militari zzazione , non è in fo ndo, di nessuna e fficacia, e non ha altro effetto che quello di abbassare il concetto della disciplina militare, adoperandola a scopo di polizia, e re ndere odiosa l' uniforme militare, usandola come una camicia di forza. ( ... ) Scioperino pure, dunque, i ferrovieri, se no n vogli ono accontentarsi di quanto è stato lo concesso: tanto il danno che il loro aucggiamcnto minacci avano l'hanno g ià gran parte prodollo all'econonùa de l paese ed a lle fina nze de llo Stato. Dunq ue meglio qualche d anno ancora e finirla, facendo sopportare poi a costoro - specialmente ai capi - le conseguenze della lo ro insania, che non perdurare in questo indegno spettacolo di patteggiamenti e di debolezze. Pe rc hé - e il Governo dovrebbe pure essersene convinto anche dalle parole di tutti g li orga-
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ni più autorevoli dell'opinione pubblica- il paese non teme lo sciope ro: teme che l'autorità dei poteri dirigenti vada sempre più aftievolendosi e diventando sempre più una semplice larva, con conseguenze disastrose, ben altrimenti gravi, le quali non si farebbero aspettare a lungo. li paese vuol lavorare e vuol produrre; e per questo ha bisogno di sentirsi tranquill o; e per sentirsi tranquillo, vuo l che le redini dello Stato siano in mani virili . Non a scopo di reazione: ma pe rc hé la mano fe1ma di chi governa è condizione indispensabile anche per l'ordinato esercii.io dell e pubblichc libertà. La tirannia che vien dal basso, è ancor più intollerabile di quella che vien dall ' alto. Quale eccellente occasione per affermarsi con plauso sta miseramente sciupando il nuovo ministro appena nato! Non è necessario di essere profeti per intende re che appunto in quanto sta ora accadendo in questi giorni , e nella delusione che il p aese prova sul conto di uomini il cui passato autori zzava a prevedere ben più rcrmo atteggiamento in contingenze come queste? Sta l"orsc il germe che renderà anemica, stentata e malaticcia la vita del ministro Salandra.
21 -22 aprile 19 14, n. 46
Dall'altra sponda T,a Propaganda di Napoli , in un trafiletto che intitola " La forca" mi designa e mi abbandona all' odio e alle vendette dei ferrovieri per il mi o articolo " E il pugno fermo?" di giovedì passato. ( ... ) Ma prima che io reciti il mio pentimento, voglio pubblicare integralme nte ne val la pena- il testo della scomunica. Eccolo, " Il famodo ex-colonnello Barone ne La Preparazione scrive un arti colo pieno di fiele contro i ferrovieri , reclamando no la militarizzazione ma qualcosa di più: " l'applicazione ri gorosa e fenna della legge". In tennini ben chiari il Direttore del periodico militarista chiede sia ripristinata la forca. La ragione è evidente: mors lua vita mea . Le giuste domande dei ferrovieri colpiscono indirettame nte le pretese dei militari sti, che vanno da tempo pre parando l' opinione pubblica per nuovi salassi in danno della nazione. La lotta è fra una classe produttrice e una casta divoratrice delle ricchezze. Ma anche quando i ferrovieri desisteranno dal minacciato sciopero, l' ultima parola sull 'esito della lotta non ancora può pronunziarsi. Dopo i disastri libici, il colonnello potrà registrare forse anc he una vittoria della civiltà contro i rappresentanti della forza bruta e del cannibalismo". Lasciamo stare il cannibalismo - anche questo - e veniamo al sodo. Dunque io sono accusato di chiedere il ripri stino della forca perché ho de tto - e dimostrato - che la "nùlitarizzazione" come mezzo preventivo contro lo sciopero degli addetti ai servizi pubblici, è un misero ripiego, il quale ha fatto onnai il suo tempo, e che una cosa soltanto si deve volere: l'applicazione rigorosa e ferma della legge, nell'ambito della le}!.}!.e.
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Se volere qucslo - che si rilorni al rispetto della legge, nell'ambito della legge- significa essere "forcaioli" allora l' aggettivo, nell'ora gri gia che attraversiamo, diventa un titolo di onore, e c'è da augurarsi che molli italiani, con le loro parole con i loro alti - specie quelli che hanno funzioni diri genti nelle manidiventino davvero degni di meritarselo. Per il bene del paese non si deve più assistere, come passivi e muli spcllalori, allo sgretolarsi di quella che volentieri chiamerei la disciplina sociale, intendendo sotto questo nome un complesso di sentimenti di simpatia e di benevolenza da ll ' alto, si, ma anche rispcllo delle gerarchie dal hasso: i quali sentimenti sono forze di primissimo ordine, non solo connettive nell'ordine sociale, ma produttive nell'ordine economko. Che se il rispcllo di quelli che stanno in basso vien meno; se sugli olimpi della gerarchia i sentimenti di simpatia generano in un molle, sdolcinato sentimentalismo, per cui i pochi contro i molti perdono ogni spirito pugnace a difendere le loro posizioni e corteggiano Demo.,· e lambiscono con la lingua le maiù di chi li sferza a sangue sul viso e inebetiti dal narcotico, quasi si stupiscono che a sostenerli si profferisca ancora da qualche bocca forte un a maschia parola; se ogni sentimento di di sciplina si perde in hasso, e se in allo scompare ogni virilità di energia di comando; allora non c'è più salute e si corre di filati alla rovina. ( ...) "Le giuste domande dei ferrovieri - dicono quelli dell'altra sponda- colpisc1mo indircllamcnte le pretese dei militaristi, che vanno da tempo preparando l'opinione pubblica per nuovi salassi in danno della nazione. La lotta e fra una classe produttrice e una classe divoratrice della ricchezza" . Ed anche in ciò quelli dell' altra sponda sono in errore o in mala fede. Qui no n c'è lotta: c'è antitesi di condotta, semmai, c'è antitesi di condotta fra una classe di dipendenti dello Stato, i quali sohillali dai loro meneurs non si peritano di ricorrere alla più aperta violenza, alla più sfacciata minaccia, per assumere la forma di ricatto sistematico a tutto il paese, per capire ciò che essi a loro modo, credono giusto cd anche di più di quanto si possa dar realrncnle; ed un' altra classe di dipendenti dallo Stato, i quali, invece. pur di fro nte al malo esempio di debolezza che questo dà, sopportano con dignitosa rassegnazione - per taluni veramente eroica- il disagio in cui sono in mezzo alle tante esigenze che la vita moderna impone loro; e lo soppo1tano con rassegnazione malgrado i bellicamenti di fuori che non mancano, perché hanno coscienza intatta e precisa dei loro doveri e perché sanno benissimo che se anche in essi tal coscienza per poco si ottenebrasse, si andrebbe incontro all'ultimo sfacelo ed all'ultima rovina. Ed ecco perché costoro appunto - silenziosi, dignitosi, devoti , disciplinali - sono meritevoli, non meno degli altri, anzi più degli altri, che ad essi lo Stato rivolga le sue cure amorevoli e sollecite, e non li posponga alle folle che si agitano, tumultano, minacciano e ricallano. Ma lutto questo - che è suggerito dal più elementare buon senso e dalla più serena equità- per i parolai che sono sull'altra sponda è forcalisrno e mi litarismo ... ed è cannibalismo!
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30 aprile- I maggio 19 14, n.50
I socialisti e l'esercito li congresso socialisla di Ancona si è c hiuso. A prescindere dai molli episodi e dai parecchi incidenti, quattro fatti soprattutto vi si sono manifestati , i quali meritano qualche comme nto. E sono: l' afforzars i del paitito; il carattere di sempre maggiore intransigenza, che i suoi alluali g uidatori mirano ad imprime rg li nell a lotta contro lo stato di cose esistenti ; con la s uccessiva eliminazione delle tendenze medie, la successiva eliminazione degli intelle tniali; il carattere che il partito va prendendo di sempre più accentualo antimilitarismo in gene re, di avversione ali' istituto militare in s pecie. C he il parti to sociali sta si sia, in questi ultimi tempi , rafforzato in Italia , mentre da quanto era accaduto non pochi anni or sono sembrava fosse ormai in via d i liquidazione; che c i sia stato come un recente e vigoroso risveglio, sarebbe stol to negare. Giova, invece, g uardare in faccia alla realtà come è e non di ssimularsela. È stato effetto de lla g uerra o piuttosto non è stato e ffetto de ll' alla rgamento del suffrag io, elargito tanto generosamente e così a piene mani, a nc he al di là delle speranze che poteva nutrire coloro stessi che maggiormente se sono avvantaggiati, e più ancora sperano di giovarsene? Comunque, poic hé è da prevedersi che nel le prossime lotte ammini strative nuove vittorie verranno ad esaltare lo zelo socialista, noi ci trov iamo, in realtà, di fro nte a una situazione nuova. I miopi soltanto non la intendono e non la intuiscono. I miopi; e coloro c he cedono a calcoli di opportunismo nel rifiutarsi a fare c iò che la situazione ormai vorrebbe: che ciascuno, cioè, prendesse il suo posto nettamente, recisame nte o per i socialisti o contro i socialisti. Tanto più che questi ultimi stessi - e in ciù si deve loro dar lode- con le esigenze di intransigente esclusiv is mo, che vanno sempre più accentuando, si sforz.ano a c he i colori grigi ed incerti scompaiano pur tra i loro. Non sarebbe, dunque, te mpo che alcuni partiti democratici, continuarnc nlc pencolanti Lra il si cd il no, si decidessero per la scelta e per divenire o la retroguardia a rimorchio e no n voluta degli uni , o l'avang uardia incitatri ce degli altri ? La lolla è la lotta, e le formu le ambigue e concili atrici non fanno che scemare il fervore pugnace di chi cade nelle loro panie. La lotta è la lotta: ed una classe sociale allora punto si moslra non più degna dell e posizioni di preminenza acqui state, allorquando, addormentata da ta li narcotici , mos tra di aver perduto la coscienza di questo e con essa il vigore di una intelligente resiste nza. La gh ig liollina si affil ava ne ll'ombra, quando a lla fine del XVTTT secolo le classi dirigenti francesi una società frivola e molle ed oziosa- erano tutte inte nte ad affi lare la loro "sensibilità": la decadenza di una c lasse e la sua non lo ntana fine sono sempre contrassegnale dall ' invasio ne, allo stato morboso, di codesti sentime ntalis mi , c he la re ndono incapace a difendere le s ue posizioni, addormentandola in una falsa sicurezza. I socialisti - che da leali avversari lo riconosciamo loro- hanno il meri to, adesso soprattutto, di voler uscire dalle form ule incerte: al segno da rinunciare perfino a lla teoria del carciofo da mang iarsi una fogl ia per volta, per sostituirne
Il pensiero politico militare di linrico Barone - Appendice I
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l'altra che del carciofo bisogna fare un boccone solo . Essi pongono la questione nettamente senza l'ambiguità dei vari riformismi di destra o di sinistra. La lotta è la lotta, essi dicono, e questi sono i nostri fini . ( ... ) Che il socialista sia, pe r defini zione, antimilitarista si comprende. Sarebbe strano c he chi mira a sovvertire, anche con la forza, anche con al violenza, I' organame nto sociale esistente, non mirasse ad indebolire più che può materialme nte e moralmente, un istituto che dell'ordine sociale esistente sarà sempre uno dei più cflìcaci puntelli. Non si scandalizzano i moderni sti a sentirsi parlare in ta l modo. Sarà sempre così fino a tanto c he la lealtà e il rispetto alla fede giurata non siano diventati nomi vani fra gli uffic iali, e non si sia anche nell' anima militare, inf'uso il veleno delle sottili distinzioni. Che il socialista, quindi, si compiaccia di ogni stato di di sagio materiale e morale di questa intelaiatura della compagine militare; che tenda a perpetuare ogni causa, la quale possa dar luogo a pur sommessi spiriti di rronda - tanto più deleteri e pericolosi quanto più numerosi appunto - si capisce. Ma che a questo, incoscientemente, per sentime ntalismi pacifici o per ostentazione di spiriti libe rali e borghesi, o pe r grettezza di animi, lavorino anche altre classi che sulla saldezza dell'organarnento militare solta nto possono fare conto nel gene rale sfacelo - tutto ciò, è prova di nie nte altro che cli un a supre ma imbecillità.
16-17 maggio 191 4, n. 57 Politica industriale
In questi giorni. atte nde ndo ad un ' inchiesta c he vado facendo per uno studio di indole economi ca, mi è accaduto di raccogliere parecchie ed inte ressanti informazioni sul modo come, da noi, si svolgono i rapporti tra nostri mini steri milita ri ed alcune grandi industrie nazionali fabbricanti di materiali da guerra. Questi dati e queste infonnazioni mi hanno suggerito qualche rifl essione, non superllua forse, per le rel azioni c he l'argomento ha con la nostra preparazione mi lita re. Dico subito che, pur lodando - e incondizionatamente - tutto ciò che in codeste relazioni viene fatto nell'inte resse dello Stato, sembra me che talvolta non tanto per eccesso di zelo (in questo ca mpo lo zelo non è mai eccessivo), ma per incertezza cli crite1i direltivi, si pe rcorra una via, la quale possa poi condurre a ri sullati precisamente opposti a quelli c he si volevano conseguire. Una pre messa, anzitutto. Dalla cattedra, nelle mie pubblicazioni scientifiche, nelle colonne di qucslo giornale, in lullc le allre manif'cslazioni della mia attività io sono liherisfll in fatto di politica economica: liberista, ma mi perme tto di agg iungere, non dotlrinario. Vole ndo con ciò inte ndere c he il liberismo economico non de bha essere consideralo come un feti ccio innanzi al quale si abbia a piegare le ginocclùa in tutti i campi ed in tutti i luoghi e in tutti i casi. Vi sono ragionevoli eccezioni. Ed un 'eccezione poi, soprattutto, è costituita dalle industrie che fabbricano materiale da guerra. Qui c' è un elemento politir.o: un paese che voglia essere verame nte padrone di se stesso, non può, non deve dipendere
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dal hc nc placido di altri in tutto c iò c he si riferisce alla sua preparazione militare. Tutti i ragionamenti di carattere economico che in senso lihcri sta potrehhcro farsi contro tale punto di vista - anche se eccellenti di per se stessi- non valgono nulla contro questo argomento politico. Così come non varrebbero nulla, a sussidio di questo punto di veduta, tutti i sofismi protezionisti che venissero ancora una volta schierati in battaglia: come quello della "moneta che non deve uscire di paese", del " lavoro c he si dà all' economia nazionale col fare sorgere le industrie manifattrici del materiale da guen-a" e simili corbclle1ic, delle quali chi per poco abbia idee chiare in materia econo mica, può facilmente fare giustizia da se medesimo. L'argomento solo, vero, poderoso è quello di carattere poliLico: un parere che voglia essere sicuro di se stesso, deve - anche a costo di sacrifi ci, anche a costo di pagare i prodolli lahhricati in paese assai più cari di quelli che potrebbero ricevere all 'estero- porsi in grado di dar vita ad un'industri a nazionale produttrice in paese dei vari materiali da guerra che occorrono a lla sua preparazione militare. Bisogna però essere logici: se si vuol lo scopo, si devono volerne i mezzi. È quindi pe1i"ettame nte insulso e ridevole che poi all'atto pratico, pur da chi riconosca la necessità della premessa, si esiti ad accettarn e le conseguenze. È ins ulso e ridevole, per esempio, tutte le volte che si abbiano a fare ordinazioni o provviste di tali materiali, di mcllcrc in concorrcnl'.a l' industria nazionale con la forestiera con il proposito di costringere quella di abbassare i suoi pezzi al li vello di questa. Già, anzitutto. per molte industrie di tal genere anche i bambini sanno benissi mo che molti industriali fo restieri possono praticare prezzi mino ri che g li industriali indigeni , perché quelli hanno un costo di produzione più basso di questi: o ltreché, trattandosi di industrie sorte fuori da lun ga data, esse, di solito, hanno potuto da tempo ammortizzare tutto o gran parte del loro capitale di impianto. Si aggiunga poi l' a ltro fatto che spesso l'industriale foresti ero, il quale ha avuto finora uno s bocco nel nostro mercato non contrastato dall'ind ustria indi gena, quando veda presentarsi a ri schio di esservi da questa soppiantato, può gi udi care assai convenien te e conforme al suo interesse a larghe vedute, di offri re prezzi più piccoli - anche inferiore la suo costo di prod uz ione già minore- pur di impedire che la ri vale indi gena abbia a sorgere e rafforzarsi. E dunque, c'è al lora senso com une a smcllere la nascente industri a paesana in concorrenza con que lla forestiera e prendere di costringerla nel letto di Procuste dei prezzi t:he quesl'ultima offre? Codeste considerazioni sono così ovvie, sono tanto semplic i, che a t:hi non conosca le cose che accadono a ll'atto pratico da noi, possono anche far l'impressione di innocenti elucubraz ioni di un economj sta, il quale voglia concedersi un po' di divagazione nel s uo compito Lriscttimanalc, ust:endo alquanto dal campo strettamente militare. Eppure non è così : ed a nche c iò che in questi ultimi g iorni è avvenuto al nostro Ministe ro della Marina ne è una prova! Ma allora come si fa ad avere un criterio di g uida, come si la ad avere un calmiere a lle richieste dell ' industri a naz ionale, la q uale potrebbe essere sospinta ad abusare
il pensiero politico militare di Enrico Barone - Appendice i
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della protezione - che le si accorda con lo scopo di darl e vita per l' importanza politica che ha questo fatto- e a chiedere prezzi superiori a quelli ragionevolme nte a mm issibili in vista precisamente dello scopo che si vuol conseguire? Certamente codesta protezione non deve sorpassare quel tanto che è necessario: nessuno vorrebbe sostenere che il fine pub blico della protezione a codesta industria debba venire da essere sfntttato per crearsi degli extra profi tti a spese dell ' erario. Ma nessuno ug ualmente, il quale abbia una qualche conoscenza del mondo economico industriale, può passare pe r il capo che gli interessi dell 'erario siano in realtà equ amente ed efficacemente salvaguardati, dando sempliceme nte un 'occhiata al manome tro dei prezzi o fferti dagli industri ali forestieri! Sarebbe mo lto semplice e comodo il compito dell' Amministratore vigile deg li interessi dell'erario, se in fallo di politica industri ale potesse bastare questo procedimento meccanico e bambinesco. Il criteri o non può essere fornito che da una profonda conoscen za delle condizioni del!' industria paesana e di quelle dell 'industria forestiera. Perché colui che questa conoscenza non abbia, o diventa dupe di esigenze eccessive, le quali g li daranno a bere di tutto ciò c he a loro piacerà (tanto più tanto più egli si illuderà di essere un negoziatore acco110); ovvero, per paura di concedere troppo, in rnatc1ia in cui non legge chiaro, egli si terrà sisLemalicamenle così basso - guardando fi sso a quel certo manometro - da rendere impossibile quella ragionevole protezione, senza la quale l'industria paesana che si vuol far nascere, assolutame nte non p uò sorgere non è incoraggiate alle feconde ini ziative. Mi son proposto di rimane re sulle generali , e perciò lascio nella penna i molli gustosi aneddoti che si potrebbero narrare a prova o ad illustrazio ne di quanto detto. Tal volta poi, in questa politica industriale dello Stato, per quanto riguarda codeste industri e, si ha nno altri fai.Li curi osi, i quali trovano la loro origine non soltanto nella mancanza di larga e profonda conoscenza delle condizioni in cui l'industria paesana e quella foresti era lavorano, ma anc he di incertezze e indecisioni di cri teri tecn ici. Altro è quando un industriale debba lavorare a riprodu1Te un tipo già noto, la cui praticità il cui fun zioname nto siano già stati spe rimentati, per modo che egli abbia se non a curare la fahhricazio nc pe r essere sicuro che non avrà poi da aspettarsi dclle sorprese; altro è quando egli debba sobbarcarsi, diremo così, ad un rischio di riuscita; qu ando cioè gli si impo ngano tipi o modificazioni non per a nco sufficientemente sperimentati e si pretenda poi da lui che l'oggetto costrutto - sia un cannone o sia una nave o sia, poniamo, un sommergibile - abbia tutti i caratte ri di praticità necessari. Allora la cosa è diversa: allora il costo di produ,-.ionc cresce di Lutti il costo dei vari studi ed esperimenti c he sono necessari ; e cresce, inoltre, di quel certo rischio cui or ora ho accennato, e che può essere considerevole. Tutti capiscono che in questo secondo caso il prezzo - poniamo per tonnellata di prodollo lavorato - non può essere il medesimo di quello che si pratica per tipi g ià noti, già sperimentati. Orbene che crederebbe che talvolta - per mancanza di conoscenze industriali , cui si soggiunge, in questo caso, anche l'indecisione di criteri tecnici e la smania della novità ad ogni costo - se si è arrivati pe1fino a pretendere c he per qu este specie di commesse l'industria nazionale
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pratkasse i medesimi prezzi che sono usuali nelle fabbricazioni di Lipi già noli e perfettame nte sperimentati ? Quando il prodotto da fabbricare è, in certa guisa, ancora allo stato di esperienza, è scmplicemcnlc assurdo pretendere che l'industriale faccia i prezzi soliti. Qui a ll'usuale costo se ne aggiunge un allro, che può essere, come ho detto, considerevole. O l'Amministraz ione militare, per profonde conoscenze tecniche o industriali che ahhia, è in grado di valutare convenie ntemente l'alea che all' industria le im pone, e quindi è disposta a concedere un ragionevole sovraprczzo, assumendosi la responsabilità di questo di fronte alle eventuali critiche deg li ignoranli e degli irn;ompcl.c nli ; ovvero, qua lora codeste conoscenze o codesto coraggio g li ma nc hino, è meglio che di dedica a non ricorrere all ' induslrialc privato per tali casi, e ri serbi agli stabilime nti di Stato queste costruzioni di carattere sperimentale di cui l'induslrialc pri vato non può assumere il compito, perc hé d'esi to troppo incerto, tranne che ai prezzi usuali non si aggiunga un adeguato sovraprezzo per le grandi alee che corre. Concludo questa osservazio ne mollo sommaria - scrivendo le quali forte era in me la tentazion e di vivificarle con esempi conc reti , a lla quale tentazione ho resistilo per ovvie ragioni - conc ludo: non pongo in dubbio alcuno che le nostre amministrazione militari - e que lle della marina specialmcnlc, alla quale in parti colar modo queste osservazioni si rivolgono - non pongo in dubbio che esse siano mosse dall'o nesto e lodevole des iderio del pubblico hcnc, dal proposito di far gli interessi de ll'erario, e di ottenere c he la necessità politica di dar vita ad un ' industria indigena di fahhricazionc dei grandi mate ri ali da guerra non costi al paese più di quanto è necessario. Ma anche ne l fare il bene si deve saperl o fare intelligente mente - non è in me il proposito di offendere la suscenihililà di chi che sia - se non si vuole g iungere ad un risultato perfettamente opposto. Anche fra i socialisti, per esempio. quell i c he sono in buona fede, credono di fa re il bene de lle classi proletarie; mentre poi spesso raggiungono un risultato pert·ettamente opposto, pe rché no n si accorgono di fare come il selvaggio, il qua le ahhalle l'albero per cog lie re più facilmente il frutto.
Il pensiero politico militare di Enrico Barone - Appendice 2
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APPENDICE 2
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Catia Flianu Genlilucci
APPENDICE 3 BIOGRAFIA DI ENRICO BARONE 1
Enrico Barone è nato a Napoli il 22 dicembre del 1859 da G iovanni (di anni 33, pasticciere) e da Carolina I ,ig uori (di anni 19) nel quartiere di Montecalvario di Napoli. È uno degli autori più controversi della storia del pensiero economico italiano. Di carattere forte e deciso mostra fermezza di ideali come militare ed elevata capacità scientifica come economista. Questi aspetti della sua personalità hanno dato origine al suo eclettis mo: nato come espe1to militare, sensibile agli insegnamenti della storia e dell 'evoluzione del sistema sociale, si è poi avvicinato ali' economia come scienza sociale. La cronologia dei suoi scritti mostra che egli si è reso noto prima come sociologo militare e poi come economista. 11 generale R. Corselli scrive: " Il suo prestigio era immenso; la fiducia in lui somma e illimitata. Barone: anche senza il nome e il grado, bastava. Era lui: il Maestro. Maestro di storia, di strategia, di scienze militari; più del Marselli; più del Corsi più dell' Ayala. Perché più di questi luminari della nostra letteratura militare? Perché si era sicuri che il Barone sul terreno sarchhc stato un ccccllcntc condottiero, così come era un perfetto insegnante. Ma perché si pensava così? Nessuno avrebbe potuto spiegarlo. Questa fiducia si sentiva profondamente, istintivamente, pur conoscendo che il Barone non aveva avuto occasione di fare delle campagne di guerra. Era di media statura, massiccia, piatto e il vo lto sempre accuratamente sbarbato, ricordava quello di Napoleone. Sarà stato anche quello un motivo?"2 Nel 1874 entra nel Collegio militare di Napoli e l'anno successivo ali' Accademia Militare di Torino. All ' accademia Barone si distingue come miglior allievo in tutti gli anni del corso. Nel 1884 pubblica la sua prima opera a carattere militare "Studi sulle regole di tiro" in Rivista Artiglieria e Genio, ( 1884). A quest'opera seguirà un a copiosa produzione scientifica di carattere militare lino al 1919 con " La storia militare della nostra guerra fino a Caporetto" (Laterza, Bari) o ltre ad alcuni scritti pubblicati postumi dal generale Sandro Piazzoni 3 . In qu esti scritti Barone mostra la caratteristica che lo contraddistingue dagli altri pensatori militari: la capacità di riflettere in senso anche economico sulle te matiche militari.
1 lJna versione approfondita della hiogratìa di Enrico Rarone è in: C. E. (ìenti lucci , "Profilo biugraliw inedito di Enrico Barone", Nuova Economia e Storia, n.2 / 2000. 2 R. Corselli, "Un Maestro: Barone", in Forze Am1ate, 16 maggio 1935. 3 Il generale Sandro Piazzoni (Roma 2.05. 1885- Brescia 14.05.197 1) ha sposato il 29 ottobre 1911 Mara 11arone (figlia di Enrico).
li pensiero politico militare di Enrico Barone - Appendice 3
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Nel 1887 è comandato alla Scuola di Applicazione di Artiglieria e Genio come insegnante di Arte Militare, s uo allievo di eccellenza è Yillorio Emanuele III. In questo anno scrive una s inossi (inedita) "Lezioni di Arte militare", nella quale mostra la sua conoscenza delle prohlcmatiche economico-sociali e dell e relaz ioni tra il comparto militare e quello civile . Nel 1888 termina il suo impegno didattico a lla Scuola di Applicazione e viene des tinalo al com ando del corpo proseguendo hrillanlemente la sua carriera militare: nel I 891 è decorato della croce di Cavaliere del!' ordine della Corona d ' Italia; nel 1893 è addetto al comando della Div is ione militare di Firenze ; nel 1894 diviene Maggiore per promozione del 70 ° reggimento di Fanteria II Battaglio ne. Nel 1894 appare sul Giornale deili F,conomisti il primo saggio di economia " l)i alcuni problemi fondamentali per la teori a ma te m atica dell'imposta" ( I marzo 1894, pp. 2901-2 l l ) che verrà tradotto ne l 1959 in "Readings in the economics of taxation" (in R. Musgrave-C. Shoup). A tal e saggio seguirono, nello stesso anno, altri tre articoli: "A proposito delle indagini del Fisher" (G. d . E. maggio 1894, pp. 413-439); " Sulla consume rs' re nt" (G.d.E. sette mbre 1894, pp. 22 1-224); " Sul trattamento delle qui stioni dinamiche" (G.d.E. novembre 1894, pp. 407-435). Questi primi scritti , che gli varranno l'inserimento nel mondo scien tifico degli economisti e la conoscenza di V. Pareto e di M . Pantaleoni, hanno già l' impronta del g rande economi sta. Apprezzati nell'ambito accademico internazionale sono il frutto della "prontezza dell'assimilare e d el scmplifi eare"4 che lo condurranno a sv iluppare la teoria dinamic a dell'equilibrio economico generale . Nel 1895 ini zia la sua attività di pubblicista c on La Stampa su cui recensisce due lihri di mcdicina5 e nel 1900 scrive inte ressanti considerazioni sulla 4 L.
Einaudi , La scienz.a economica. Reminiscenze, in M . Finoia ( 1980), "Il pensiero economico italiano, 1850/1950", E<l. Cappelli, Rulogna. 5 Mo 1fì11omania del 11 - 12 aprile 1895; Rimedi vecchi e rimedi nuovi. 9- LO agosto 1895. /\ testimonianza della sua essere poliedrico ricordiamo che Barone ha scritto sceneggiature per una casa cinematografica che lui stesso a fondato nel I1) 20 la f<"regrea f<"ilrn e si è di letlato nella piHura tant o da essere definito dalla critica "il pillore del sule" per la caratteristica di dipingere paesaggi contro luce. Riguardo la sua attività di regista ricordi amo un episodio riguardo un lungometraggio da lu i d iretto e girato nell ' lsonzio dal titolo "Guerra sull ' lsonzio e sulla Carnia" (v isto di censura n. 1061 8 del 3. 11.1 9 15) in riferirm:ntu al quale la M. A. Proto scrive: «Al [iaire del 1915 fu reso pubblico lo scandalo del colonnello Barone che aveva ricevuta dal comando Supremo l'autorizzazione di girare in zona di guerra lsonzio e Carn ia) una pellicola "Itali a nel tuo nome e per la tua grandezza" da proi ettarsi soltant.o a commento delle sue conferen~,e patriouiche. 1 giornali di sinistra accusarono d' un trailo il colonnello di speculare sul monopolio delle cinematografie di guerra cd esporre non la pelle ma la . . . pellicola. Gli attacchi non cessarono neppure quando il colonnello Barone di chiarò pubblicamente che le ventimil a lire di uti li netti della sua attività erano già state versate alla Croce Rossa Italiana. I ,e polemiche sul caso Barone e sul preteso monopolio ottenuto per mezzo del ministro Salandra servirono a spingere il Comando Supremo alla decisone di ammettere in zona di guerra
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guerra de l Sud Africa che segna no la sua affermazione come crilico mililarc e studioso delle discipline storiche. Questa attività si estenderà negli anni successivi a La Tribuna , Il Corriere della Sera, Il Giornale d'Italia, Popolo Romano, Vita Italiana e La Prepa razione. Dal 1896 al 1900, viene incaricato professore di Storia militare alla Scuo la d i Guerra. In tale occasione scrive: "Le istitu zioni militari e le condiz ioni pol itico sociali" (per i suoi studenti in prolusione a " I gra ndi capita ni sino a lla ri voluzione francese" (Torino, R oux, 1898). Nel 1899 insegna Economia Coloniale alla Sc uol a diplomatico-colo nia le di Torino volta alla formazione di inte rpreti e pe rsonale diplomatico da impiegare nelle amministrazio ni de lla Colo nia Eritrea, in questa occasione scrive "Storia delle questioni contemporanee" che integrerà con annotazioni e capi tol i rimasti inediti. Tra i suoi allievi ricordi amo G. Martincz c he in un saggio6, che rappresenta un documento impo1tante per la ricostru zione de l pe nsiero de l nostro autore, fa trasparire l'eloquenza dell e sue lezioni . L'crtìcacia didattica di Harone è anche ri cordata ne lla biografia del Corsell i: "Le sue lezioni erano un godime nto dell' inte lletto e dell ' animo, per la forza elegante ed e letta, di più avevano il merito particolare c he facevano sempre riflettere. Ba rone costringeva l'a llievo, dentro la cornice dei suoi insegnamenti, a lavorare e a costruire per conto proprio. In ta l modo la storia non e ra un imparaticcio slc ntato per la massa o un componime nto oratorio per chi aveva la parola facile; diventava un 'a11e e m ine ntemente applicat iva''7 . Dal 190 l al 1906 è Capo dell' Uffi cio Storico e svolge atti vità edi tori ale e di studio di fatti militari c urando l' ultimo volume deH' opera in tre volumi, "Gli avvenimenti militari de l 1848" (i primi due a cura de l col. C. Fabris). Propo ne, inoltre, a l Capo de llo Stato Maggiore di istituire un Archi vio Storico Militare Nazionale sull 'esempio di que llo francese e di quello austriaco. A ta l riguardo fa uno studio sulla distribuzione del mate ri ale sto rico degli a rchivi itali ani corredandolo con una rcla1.ione c irc a le spese e il tempo necessari o per reali zzarlo. A nche in questa occasione B arone mostra la sua sensibilità storica: "Tra i doveri di una nazione vi è anc he il rispetto ed il culto alle sue vecchie carte tarlate, veri monume nti scri tti , c he ne narrano la storia ne i progressi de lla sua vita civile, e c hi scrive ha ragione per credere che quella massa di antichi documenti verre bbe a costituire una inesa uribil e fondo di preziosi materiali che ordinati e illuslrati dotcrehhero fina lmen te il paese di una vera storia militare". In questi anni egli si occupa anche d i questi oni riguardanti la Marina Milita re. ln parti colare egli , insere ndosi in un dihattito sulla consistenza che avrehhero dovuto avere la Marina Militare e le Forze di Terra, contesta la pos-
gli operato ri di que lle case cinem atografiche di riconosciuta serietà che ne avessero fatto domanda ali' Uffi cio Stampa del Comando Supremo stesso». A. M . Prolo, Storia del cinema m uto iw liano, Vo i I, Po ligono Società Editrice, 195 1, Milano, pp. 82-83. 6 G. Martincz ( 1903), "L'esame della storia secondo Enr ico Barone", in Rivfata militarP italiana, pp.2 132-2 148. 7 Corselli , 1935.
Il pe11siero politico mi/ilare di Enrico narone - Appendice 3
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sibi lilà di tagl iare alc une deci ne di milioni di bilanc io de ll 'Esercito senza svuotarne la " parte viva" 8 . Ne l 1903, a soli 44 anni, diviene colon nello e coll ocato a disposizione del Ministro della Gue1n; nello stesso anno vie ne decorato cavaliere de ll 'Ordine de i SS Maurizio e Lazzaro. Ne l 1905 Rarone entra ne lla I ,oggia massonica "Giuseppe Bovio" del Grande 01iente d' Italia diventando l'anno successivo "Maestro" . Nel 1906, alla vig ilia di essere promosso generale, entra in accesa discussione con il capo di stato maggiore (allora Ta ncre di -Saletta) ne lla convinzione che i confini nord-est dell' Italia non fossero adeguatame nte di fesi e prevedendo che lo S. M . Austriaco avrebbe te ntato di attaccare l'Italia in occasione dell a annessione bosniaca (avvenuta nel 1908). L'impeto delle sue convinzioni lo portò a dimettersi e ad uscire dai quadri militari. U no dei suoi allievi, Cesare Mansueti, scri ve: " Non era più nie nte: come grado dell 'esercito. Si era dimesso. L'ex professore della Sc uol a di Guerra a lla c ui cattedra erano accorsi ufficiali di tutti gli Stati non era più nei quadri! Ma per l'Esercito italiano e pe r tutti gli Eserciti stran ie ri Egli rimase il <<colonne llo>> Barone. E sopraltullo il Maestro inconfondibi le lo scriuore e minente. Il Critico militare insuperabile. Quando te neva le sue lezio ni a '!brino (tra il 190 I e il 1904) accorrevano a sentirlo anche i gencraloni di quel lcmpo"9_ Fo rse a questo "non rie ntro ne i quadri" dobbiamo il suo impegno negli studi econo mi ci c he gli ha va lso la pubblicazione de i "Principi di Economia Politica" ( 1908) e di a ltri scrilli tra cui "Il Ministro della Produz ione nello Stalo collettivista" (G. d .l::. settembre 1908, pp. 267-293) che gli ha confe rito il riconoscime nto di economista di fam a inte rn azionale. Nel 1909 fonda il giorna le tri scllirnana lc La Preparazione a carattere politico- militare vo lto a di scutere con il pubblico i fatti po litic i di qu el periodo. Questo giornale è un organo di stampa indi pe nde nte a larga diffusione presso il pubblico c ivile e militare per l'obiettività con cui vengono trattate le questioni politico-militari . (ìli argomenti di punta del suo g iornale sono stati il problema dell a di fesa militare e de l trasporlo ferroviario del nord-est; lo sviluppo dell a rete ferroviaria nel Veneto ; la consistenza de lle Forze Armate di terra e di mare e le relative spese di bilancio. Nel 1912 va a Stara-Zagora in Bulgaria come inviato del suo giornale per documentare i fatti del la guerra scoppiata tra la coalizione slava (Bulgaria, Grecia e Montenegro), guidata da ll a Se rbia, e la Turc hia per la conqui sta della Macedonia. Attraverso i suo i a,ticoli de Lo Preparazione Barone accusa di superfi cialità l'ordinamento politico-militare e, mostrandosi an ti-triplic ista, ribadi sce la sua
8 E Hotti ( 1998), Domenico Buonamirn, scrilli sul potere marillimo (/890-/905), Ufli cio Storico della Marina Milil are, Roma. 9 Articolo di giornale (senza testata) di Cesare Mansueti del 1938. contenuto nell a Cartell a Persona le di Enrico Harone presso lo SME.
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posizione sull 'opportunità della difesa dei confini nord orientali dell ' Italia. E la storia sembra avergli dato ragione. L'Italia, infatti , non solo si è preparata al primo conflitto mondiale frettolosamente e in modo approssimato, ma la battaglia di Caporetto avrebbe potuto forse avere altri risvolti se i conlìni rosscro stati difesi come lui stesso ha illustrato su La Preparazione IO. Per rimanere fedele ai suoi ideali di indipendente politico e di oratore della verità i suoi articoli ve1Tanno più volte censurati tra il 1915 e il 1916 11 • Nel 19 1O diviene professo re ordinario di Economia Politica e Scienze delle Finanze all'I stituto Superiore di Studi commerciali di Roma. In seguito ha anche l'incarico per l'insegnamento di Economia coloniale, Economia dei trasporti, Economia industriale e Scienza delle Finanze. Nel 19 15 lascia la direzione del giornale, che passa a R. Caffarelli, ma continua a collaborarvi; ma la censura imbiancherà buona parte dei suoi articoli. L'attività del giornale verrà interrotta nel 1916. Nel 1920 fonda un 'associazione per lJrliciali il cui organo di stampa è L'U.fficiale Italiano volta a ricostituire il prestigio degl i Ufficiali nel I dopoguerra; ma il Ministro della Guerra censurò l'iniziativa. Nel 1923 è nominalo dircllorc dcll'lstiluto Superi ore Comm.le e Coloni ale di Roma. Nello stesso anno fonda il quindicinale Per la nostra ricostruzione economica volto a portare contribu ti di idee e di dircllivc di politica cconomicofinanziaria. La rivista si interromperà nel 1924 a causa della sua morte 12 •
IO Su cons iglio di Pareto, Barone raccoglierà in un volume i suoi articoli del 1') 14 sulla gu erra, con il propos ito di racco gliere in altri volu mi que lli degli anni successivi. 11 Jn questo periodo aderisce al movimento nazio nalista. Interessante è il giudizio di
R. A. Wcbster che considera Barone un uomo di <<acume inte llettuale superiore a q uello de lla maggior parte d ei na7.iona listi. Barone presenta aspetl.i srnvrendenli . Il fallo che un uomo dotalo di una capacit,ì di g iudi .tio co111e la sua, acuta e penelranle, si fosse unilo ai nazional isti <.:i aiuta a comprendere come quel movimento avesse alla base un' autentica e realistica spinta dottrinaria. Fra i dirigenti nazionali sti tuttavia solo Rocco si avvicina all a luc idità inte llettuale di Barone. Ma mentre Rocco elahnrò una teoria poli1ico-s10rica del nazionalismo, Barone offrì una convincente dollrina economica di quelli che egli chiamava i "sindacati" ossia il più alto stadio della produz io ne capitalista>>. R. A. Wcbster, L 'imperialismo industriale italiano 1908-1915, Einaudi . 'l'orino , p. 539. 12 Nelle hiografie di Barone viene riportai.a come data di d ecesso il 14 maggio 1924 mentre nel Certificalo di Morte rilasciato dal Comune di Roma viene riportala la data del I 'i m iiggio 197.4.
Carmine Zavarclla EVOLUZIONE STORICA DELLA RAZIONE MILITARE ALIMENTARE DALL'ANTICHITÀ AD OGGI
INT RODU ZIONE
La gue rra è un flagello. Essa è stata sempre considerala co me uno dei peggiori mali che possano colpire l' umanilà, per le distruzioni di vite umane, di ricche zze, d'opere d ' arte, di beni di ogni so1ta, che po11a con sé. La guerra costituisce anche un indubbio fattore d'evoluzione e di progresso. Sollo la spinta delle necessilà belliche, gli uomini sono coslrelli ad affinare il loro spirito, ad aguzzare il loro ingegno, per mi gliorare o inventare nuovi mezzi di lotta. Molto spesso queste invenzioni, escogitate ini zialmente per scopi bellici, danno poi i loro frulli anche a vantaggio di attività pacilìc he. Se il primo conflitto narrato dalla storia dell'umanità, lo scontro tra Caino e Abe le, fu una lotta individuale, hcn prcslo lo anlagoni srno tra i popoli no madi, de diti alla pastoriz ia, e i popoli sta nz iali c he ne ll'agricoltura trovano più stabili modi di vita, diedero vita ai primi grnppi di combattenti organi zzati, i prec ursori degli cscrcili. (ìià si notano nel gruppo organizzalo, anche le più primitive, quelle caratteri stiche c he d iventeranno poi tipiche degli organismi militari : il princ ipio della gerarchi a, l'obbedie nza ad un capo, la di stribuzio ne di a limenli uguale per tutti, ccc. Col progredire de lle forme di vita si perfezionano le a nni e gli strumenti c he servono all' uomo per comba tte re e sopravvivere, prima , durante e dopo le estenuanti hattaglic. Presto l'uomo sottomette g li ani ma li e se ne serve non soltanto a scopo di nutrime nto, ma per farsi aiutare ne l combattimento. Il cane è un prezioso ausilio di sc oria e di guardia, il piccione viaggiatore è un ottimo mezzo per l' inv io delle noti zie, dromedari ed elefanti costituiscono il nerbo delle truppe montate di molti eserciti antic hi , il cavallo infine di venta spesso l'elemento earallerislico del successo, il dominatore de l campo di battaglia fino a ll'arrivo del p iù efficie nte, ma molto me no spettacola re, mezzo meccanico. La vittoria in battaglia procura pe r tutto il gruppo dei grandi vantaggi: preda, hollino, schi avi, e slensione del territorio di coltura e di pascolo, conquista di ricchezze, aume nto di prestig io. È quindi condizione vitale che tutte le ri sorse de l gruppo siano impegnale nel conflitlo: uomini, sia giovani sia vecchi, donne, ognuno con i propri compiti e le proprie funzioni . I più poveri prestano servizio come sempli ci fan ti con armi leggere, i più ricchi sono i cavali eri, dotali di armarnenlo più pesante e più costoso. Man mano che i conflitti si fanno più freque nti, si profila la convenie nza di affidare la difesa e la cond otta della guerra a professionisti, ad e le menti specia li zzati , ne l mestiere de lle armi. Si dclcrmina così la d ifferenza tra eserciti di
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Carmine Lavarella
coscrizione ed eserciti di mestiere, differen1.a che, con le opportune modificazioni , durerà fino ai giorni nostri. L'esercito del resto è l'espressione, la proiezione. per così dire. di un a società. della sua struttura politica. economica e sociale. in un determinato mo menlo. in un dalo paese. Molte volte è l'esercito ad influenzare i cambiamenti strutturali dei popoli, anlicipando nuove idee colte a conlallo delle popolazioni dei paesi militarmente occupati , anche se il più delle volte differenti per usi e costumi, reli gione o lcnore di vila Mi propongo di narrare, marginalmente, la storia e l' evoluzione deg li eserciti con riferimento ai loro modi di reclutamento, ai loro armamenti , ai loro ordinamenti, alle loro modalità d' azione, ai loro ideali, nelle varie epoche e nei vari paesi; volgendo la mia attenzione soprattutto all'alimentazione intesa in senso lato. nelle sue forme più svariate: Lradi zionali . conviviali. storiche, di fantasia. ecc.. Non disdegnerò qualche paradosso o qualche curiosa ricelta di cucina, lullo cii'> per fare dei confronti, ove possibile, tra alimentazione civile e mili tare fino a g iungere, cominciando dai primordi , all'attuale, propriamente detta RAZIONE DEL SOWATO. TI mio lavoro abbraccia, sintclieamcnle, tutto il periodo della storia dell'umanità, come un immenso affresco, compilato sulla base dei ritrovamenti archeolog ici, delle fo nti storiche più autorevoli, di un ' ampia bibliografi a e delle scoperte e studi più recenli .
t:voluzione storica della razione militare alimentare dall'antichità ad oggi
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CAPITOLO I
LE STRATEGIE ALIMENTARI NELL'ETA' PREISTORICA E LA FUNZ IONE SOCIALE DEL BANCHETTO NELLE ANTIC HE CIYILTA' Negli insediamenti de i primi ominidi (Australopitheus e Homo habilis) nell ' Africa orientale - risalenti a 2,5/1,5 milioni d'anni fa - sono stati ritrovati cumuli di ossa di animali, associate a strume nti primitivi in pietra tagl iata, sicurame nte resti di una rudime ntale caccia. Purtroppo alcuni studiosi affermano invece, che i primi ominidi allri non furono che "sciacalli ", (sottraevano ai grossi predatori ormai sazi i loro resti carnei). Analizzando quei resti però, si è scoperto che appartenevano ai pezzi più pregiati dell'animale (cosciotto, spalla, ccc .), dimostrando che gli ominidi avevano la possibilità di scegliere, que llo che volevano mangiare, in quanto avevano a disposizione la carcassa intera, da loro abbattuta .. L'appo rto di proteine animali degli ominidi era solo il completamento di un ' alimentaz ione prevalentemente vegetariana. Circa 500.000 anni fa, l'uso rego lare de l fuoco in ambito domestico, modificò profo ndamente l'alimentaz ione e anche i comporta menti sociali legati al co nsumo delle vivande. Nel corso del paleolitico supe riore, la cattura di interi branc hi, (renne, cavalli , bisonti , ecc.), ric hi edeva inollre un metodo di conservazione a lungo termine della carne acc umulata. Essa avveniva spesso p er congelame nto, in fosse scavate ne l terreno, in quanto nell' era peri glac iale il suolo era se mpre ghiacciato. Con lo sciogliersi dei ghiacci, a cominciare da 8.000 anni a.C., nelle medie latitudini s'instaurò un c lima te mperato umido. Progressivamente le tundre, le steppe, le praterie si ri coprirono di boschi , nei qu ali si sviluppò la fauna attua le: cervi , cinghiali, caprioli, piccoli carnivori coperti di pe lliccia, ecc. Da l neolitico, l'alimentaz ione, di venne progress ivamente un e lemento essenzia le dell 'organi zzazione e dell'identiLà sociale e ri specchiò una precisa simbologia, tramandata nei secoli , anche grazie alla nascita di una nuova categoria di specialisti del settore: i cuochi, che applicarono il loro sapere specialmente durante i ba nchetti. Il hanchcllo inizialmente ru l'occasione per concretizzare qual siasi accordo, (la stesura di un contratto per la vendita di beni immobiliari, la stipula di contrnttj d'affitto di una terra o un' imharcazione), e soprattutto per i matrimoni. Ogni hanehetto aveva un procedime nto prestabilito in relazione alla sua importanza. T banc hetti reali , per esempio, seguivano una rigida etichetta: il re era servi lo per prima e quando voleva onorare uno dei suoi ospiti, gli porgeva personalme nte il piatto da cui si era appe na servito. I personaggi più importanti avevano diritto ad una sedia per sedere vicino al re, gli allri sedevano in lerra. I militari ricevevano le vivande in quantità proporzionate al grado rivestito. Ne lla scrittura geroglifica egiziana - uomo con mano alla bocca - indica va sia la parola "parlare", sia la parola "mangiare", perché c'era connessione tra l' emissione delle parole e l' assunzione del c ibo. Seguendo le credenze, circa la continu azione de lla vita postuma, gli egiziani nelle preghiere chiede-
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Carmine Zavarella
vano agli dei, per i loro defunti, cibo (pane, birra, volatili e bovini), in più nelle tombe erano deposte altre vettovaglie (proporzionate all'importan za del defunto). Tra le proibizio ni alimentari imposte da Mosè agli ebrei, c' era la proibizione di usare la carne cli maiale, in quanto l'animale, come diceva la Bibbia, "ha l'unghia bipartita, divisa da una f essura, ma non rumina ". Mosè divise le specie animali in " monde" e "immo nde", con i seguenti criteri per riconoscerli. l mondi: se vivono sulla terra, devono avere "l'unghia bipaitita", "divisa da una fessura" e " ruminare"; se vivono in acqua devono essere dotati di "pinne" e di "squame", inoltre devono avere la facoltà di muoversi. Di conseguenza, gli immondi , sono considerati gli animali terrestri sprovvisti di zampe, primi fra tutti, i serpenti, (colpevoli fra l'altro di aver spinto alla disobhcdicnza Adamo ed Eva).Trn l'altro gli animali devono essere privi di difetti fisici, perché l'integrità fa parte della purezza. Presso i Penici era mollo utilizzata la "plus punica", un piatto unico nutriente, (se si considera l' apporto di zuccheri, grassi, proteine e in misura minore vitamine), composto di cercali , form aggio, miele e uova. Catone ce ne trasmette la ricetta: "Mettete nell 'acqua una libbra di fa rina e fatela stemperare bene, versatele in un mastello pulito, aggiungete Ire libb re di fo rmaggio Ji·esco, mezza lihhra di miele e un uovo; mescolate bene il tutto e fate cuocere in una pentola nuova " Questo modello alimentare inizia a sgretolarsi dal lii- IV secolo in poi , sotto la dupli ce azione della cultura cristiana e della cultura gcrrnanica, so prattutto per il modo di percepire i consumi carnei, che a poco a poco, assumono un ruolo centrale nell'alimentazione, a scapito dell' indiscussa tri ade: grano-vino-olio. li soldato greco, per le campagne della durata prevista di pochi giorni, portava con se i viveri strettamente necessari. Esaurita la scorta li acquistava presso i mercati che solitamente sorgevano presso gli accampamenti. Lo Stato pagava ad ogni soldato di fanteria due oboli al giorno a titolo di soldo e due a titolo di vitto. Per questo moti vo la vita del soldato fu chiamata "la vita dei quatt,v oboli" .. " Presso i 'ltrreni si apparecchiano mense sontuose d ue volte al giorno su tappeti variopinti e coppe d 'ar,?ento d 'o,?ni specie ed è presente (al banchetto) una f olla di begli schiavi, adorni di vesti preziose". Così si esprime a propo sito degli etruschi il filosofo Posidonio (a cavallo tra il II e I secolo a.C.).Gli scrittori greci e latini erano concordi nel riconoscere al territorio dcll'Etruria una rcrtiliLà del tulto speciale rispetto al resto dell'Italja anùca, Lazio compreso, e nel rilevare che l'agricoltura era caratteri zzata da tecniche avan zatissime (appli cavano la rotazione biennale delle colture, tecnica conosciuta come "maggese"), oltre alla qualità dei suoi prodotti, con particolare riguardo al "frumentum", destinato al vettovagliamento dell 'esercito romano. I romani divisero in due gruppi principali i prodotti alimentari ; quelli della terra coltivata (fruges), e gli animali allevati per la loro carne (pccudes). Erano anche due i tipi di pasti che effettuavano: la cena ed il prandium. Generalmente il prandium si effettuava, anche da soli, in qualsiasi luogo ed a qualsiasi ora, (era tra l'altro l'unico pasto dei soldati romani impegnati in guc1n). I ,a cena appar-
Evoluzione storica della razione mi/ilare alimentare dall'antichità ad oggi
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Lcncva al Lcmpo dcll'olium, cioè del divcrlimcnlo e della pace. Pane, olive, cipolle, vino, legumi cotti innaffiati d'olio, insalata, fich i: il menù dell' uomo solo, perché il prandium doveva essere frugale, vegeLari ano e freddo. In Lcmpo di guerra, l'alimcnlazione essenziale del soldato era basata sul pane, affiancato da olive, cipolle, fichi, olio. Il soldato doveva provvedere al proprio mantenimento durante il periodo di guerra, in attesa di approvvigionarsi in Lcrritorio nemico (egli consumava tra 0,8 e 1 chilo di grano giornalieri). L' alimentazione del milite costituì, presso l' esercito romano, motivo di particolare attenzione. Alessandro Severo affcnnava dccisamcnlc che "il soldato, non è disciplinato, se non è veslitu, calzalo, sazia/o, e abbia qualche sesterzo nella borsa". La razione alimentare era completata da carne suina o di montone, formaggio, legumi , sale, vino e aceto per correggere l'acqua, non sempre potabile. Due erano le distribuzioni in uso: la prima di mattino, estremamente frngale, che precedeva in genere la battaglia e l'altra verso le 16 o 17, più abbondante, che chiamavano cena. li soldalo romano nelle sue "impcdimcnla" trasportava fino a 15 razioni giornaliere di viveri (850 gr. di grano, 150 gr. di lardo, 20 gr. di fomrnggio e un po' di aceto). In totale po rtava fino a 40 kg. La di clclica era una delle tre branche rondamentali della medicina anlica insieme alla chirurgia e alla farmacolog ia. La salute e la malattia erano, rispettivamenlc, equil ibrio e squilibrio degli elementi che costituiscono il corpo umano. I cibi e le bevande rispondevano alla funzione di conservare o restituire la salute. r,e caratteristiche di base dei cibi : secco, umido, caldo, rrcddo, digeribile, indigesto, ccc., erano slabilitc in base ai sensi, soprattutto del gusto e del tatto. La dieta andava personalizzata tenendo conto dell' attività, dell'età, dell a costituzione fi sica e del sesso del singolo.
Carmine Znvarella
126 CAPITOLO Il
STRUTTURE DI PRO DUZIONE E SISTEMI ALIMENTARI NEL MEDIOEVO I contadini europei dell'alto Medioevo fru irono di una dieta sicurame nte più equilibrata di quanto non sia dato 1iscontrare per altre epoche, sia anteriori che posteriori. L'allevamento s uino, legato all 'ampia dis ponibilità di que rceti, ha un ruolo di primo piano, anche se ne ll e fasce mediten-an ee de ll' Europa è affiancato e talora sopravanzato dall' allevamento ovino. 1 bovini erano comunemente utili zzati per il lavoro, ed erano macellati e mangiati da vecchi. L'allevamento da cortile (pollame, anatre, oc he) fo rn iva un ullcriorc a pporto di cibo, insieme al la caccia e alla pesca. La bevanda quotidiana e di pregio era; la densa "cervogia" (che più tardi, aromatizzata con luppolo, sarebbe diventata birra) rimase a lungo un segno distintivo solo della cullura germanica. Grande assente era l'acqua, difficilmente garantita da l lato igienico, portatrice di germi e malattie. Dal lavoro dei campi si traevano innanzitutto cereali; al primo posto segale cd avena (vere invenzioni medievali), a scapito peri'> del frumento. Il complemento di cereali e legumi erano le verdure. All'interno de lla cosiddetta "società tripartita", a iniziare dal IX secolo, si decise una separaz ione hcn distinta: - ai professio nisti de lla g ue rra, spettava di proteggere la società; - ai professionisti del lavoro, spettava di nutrirl a - ai monaci e c hierici , spettava la salvezza dell'anima. Esislcva insomma una ri spondenza tra consumo alimenta re e identità sociale delle persone. Nell'a rco di tempo della sua mille nari a esistenza, fra il tardo-antico e la caduta di Costantinopoli nel 1453, la consistenza te1Titorialc del l' impero bizantino comprese in varie epoche: l'intera area del Mediterraneo o rientale; l'Italia , i l Nord Africa, parte della Spag na, la Siria, la peni sola balcanica, le isole dell' Egeo, inclusa Creta e l' Asia Minore fino al Caucaso. Natura del terreno e fattori climatic i influenzarono positivamente quest'immenso territorio, fino alla comparsa devastatrice della peste (nel 54 2-45) e le successive ondate epide mic he c he mutarono radicalmente (nel VI- VII secolo) la struttura demografica delle zone in questione. In seguito la relati va sicurezza delle vie di comunicazione fra oriente ed occidente, agevolò le repubb liche marinare, innanzitutto Genova e Venezia, ad incrementare e sviluppare il volume di commercio, fino ad aJlora, limitato ad articoli di lusso, ne lla direzione di uno scambio di merci comple to. " Quando hai riunito tulle le truppe, non trattenerti senza motivo n el nostro
paese o in quello di un alleato, perché consumerai le tue provviste e nuocerai più agli amici che ai nemici". Con questo consiglio, l' imperatore Leone VI, mette in g uardia i suoi generali, sulla potenziale minaccia che un 'armata signi ficava per l'equilibrio alime ntare del paese. Dall a metà del X secolo, numerosi feno meni sembrano ann unciare uno sviluppo economico imminente, il segno più evidente de l cambiamento è la crescita della popolazione, c he si protrae fino alla fine de l XIII secolo. Tra il 1000 e il I :mo l'indice della po pol azione triplica in Francia, nei Paesi Bassi, in
F:volu zione slOrica della razione militare alimentare dall 'antichità ad oggi
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Germa nia, in Inghilterra e in Scandinav ia, mentre raddoppia in Italia. La popolazione passa da 12 milioni a 35,5 ne ll'Europa occide ntale e centrale, da 17 a 25 ndl' Europa meridionale e da 9 ,5 mili oni a 13 nell ' Europa orientale. Dopo il 1300: i cattjvi raccolti, le carestie del 1315 - 17, e del 1346 - 47 che colpi scono rispettiva mente le coste dell'Atlantico e dell' Europa, e la peste ne ra del 1348, decima una popolazione già provata segna ndo l'avvicendamento con un'epoca di difficoltà. Una strana concezione del mondo fu elaborata nella tabella "grande catena dell'essere" che fu concepita per dare alla natura un ordine particolare, dagli oggetti inanimati a Dio. Ogni animale o pi anta era considerata più nobile di quella che la seguiva e meno nobile di chi la precedeva, perciò non era possibile che due specie di piante o animali diversi, avessero lo stesso grado di nobiltà.
Carmine Z,avarel/a
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CAPITOLO In LA CONQUISTA DEGLI OCEANI - INIZIO DEI TEMPI MODERNI I ,a conquista degli oceani d a parie deg li e uropei, fatto storico deci sivo dell' inizio dei te mpi moderni, e l'integrazio ne degli altri contine nti nella loro rete commerciale, che ne è 1isultata, no n fanno sentire Lutti gli effetti sull' alimc nlazione occidentale se non nel X IX e XX secolo. Solo allora la patata, il pomodoro, il mais, il peperoncino, il tacchino, il caffè, il tè, il cioccolato e altre specie alimentari americane, hanno avuto un ruolo di principale importanza ncll' agricolLura e nel regime al imentare occidentale. L' a1te della gola si pe rfezio nò con l' invenzione di nuovi mobi li e utensili da tavola, tra questi: la forchetta. Si dice in ventata a Bisam.io e introdotta in alcune tavole itali ane nel XIV e XV secolo, mentre in Prancia, per esempio, non era stata a ncora acquisita nel XVIII secolo. Nacque anche l'abitudine di fornire ciascun convitato di un cucchi aio, di un coltello e di un hiee hierc, perde ndo l'usanza di passare ai prop1i vicini l' una o l'altra posata d opo averla usata. Si mise così fine all' antica promiscuità conviviale, già due secoli prima c he Pasteur dimostrasse l'esistenza dei mi crobi e il loro ruol o di vettori di malattie. All'e poca di cui ci occupere mo , detta moderna, e c he abbraccia tre secoli, il XVI, il XV II e il XVI II, l' Europa presentava caratteristiche demografiche assai di verse da quelle di oggi , infatti, nelle campagne si concentrava dal 80 al 90 per cento della popolazione. Cosa si produceva? Dalla Grecia alla Spagna, il perimetro Mediterraneo, è il regno del frumento, delle oli ve, del formaggio di pecora o di capra, dell a carne di pecora, del pesce e dei polipi, del vino. Più a Noni, in Europa, i prodolti più usati erano: segale, orzo, grano saraceno, carne di bue, prosciutto, castagne, mele, birra .... Il ri so nella pia nura padana e nel levante spagnol o; il mais in Portogallo ed in Gali zia. Come si potranno allora stabilire medie alimentari valide pe r la maggior parte di una popolazione? Su quali documentj basarsi? Per esempio dai bilanci di alcune istituzioni quali: collegi, ospedali, orlanoLrofi; le razioni dei soldati (fantaccini o cavalieri), dei ma rinai (della flotta militare o me rcantile) e dei galeotti La razione calorica si situava se mpre al di sopra del li vello che, ai nostri giorni , è giudicato adegualo per un lavoratore c he compie uno sforzo medio (2400 calorie) vicino a quello di un addetto a lavori pesanti (4000 calorie).
F:voluzione storica della razione militare alimentare da/l 'a11tichità ad ORRi
129
ALCUN I ESEMPI DI RAZION I
Marinaio provenzale alla metà del XVI secolo (flotta mercantile) Quantità (in grammi) Pane 800 Carne 40 da Pesce 20 Formaggio 65 Riso 40 30 Olio Totale degli alimenti solidi 195 Vino 1,7 litri circa Totale delle calorie
Calorie
2.704 66 a 140* 27 194 133 270 3.394 9 10 4.304 3.734*'''
Protid i
Li pidi
80 8(?) 3,4 17 2,6
16 4(?) 1,5 13
o
111
I
30 65,5
Glucidi 560
o o
2,6 28,6
o
591,2
* I\ seconda che la ca rne salata fosse di pecora o di maiale . ** Portando la parte dell 'a lcool a l IO per cento. Razione ,;iomaliera di un soldato olandese nel 1648" F:quivalenti in c(fre odierne Quantità (in grammi) Carne (di bue o di maiale) Merluzzo secco Farina di segale Olio Burro Formaggio Totale
I02 68 489 68 68 68 863
Ca lorie
204 177 1.653 612 524 237 3.407
Protid i
Lipidi
15 42 48,9
16 1,2 9,8 68 58
o
0,3 19 125.2
17
170
Gluc idi
o o 342
o
0,3 2 344,3
Razione giornaliera di una fami,;lia di quattro persone in Normandia, con reddito di 156 tornesi all 'anno Protidi
Glucidi
T,ipidi
90 35,6 24,2 149,8
845
d. d.
2.934 4302 3.604 3.604
845
13,7 17,9 29,3 60,9
983
1 s. 5d.
2.171
88.9
513
37,7
659
O s. 11 d.
1.447
59,3
342
25, 1
Quantità Costo Calorie (in grammi) (soldi e denari)
Uonw Pane Aringhe Formaggio Totale
1.222 325 100 1.647
1 s. 3 O s. 7 O s. 6 2 S. 4
d. d.
o o
Donna Totale
Bambino Totale
Carmine 7,avarella
130 CAPITOLO IV GLI ESERCITI DI CASA NOSTRA
1. L'Esercito piemontese In llali a, l' Esercito piemontese, organizzò per primo il servizio di vettovagliamento. In guarnigione il soldato provvedeva all 'occorrente con la propria paga, mentre durante le operazioni riceveva pane, vino e carne. Un editto del 25 novemhrc 159 1 stahiliva che la razione viveri per l'Esercito piemontese fosse costituita da: due libbre di pane, una libbra e mezza di carne, una pinta e mezza di vino, due rubbi di fieno e un quarto di emina dì hiada (libbra=kg0,368pinta=litri 1,369-ruhho=kg9,22 I-emina=kg23.034). In Torino e Asti, intorno al 1626, furono costruite le prime caserme, dette originariamente "case erme"; il cui arredamento era affidato ad impresari che dovevano fornire anche combustihilc, luce, letti (uno ogni due soldati), mobili per conservare l'equipaggiamento e utensili per preparare il vitto. Gli ufficiali alloggiavano negli stessi stabili. Furono i Regolamenti di Carlo Emanuele 11 ( 1634-1675) del 8 gennaio 167 1 e del 17 settembre 1673, antichi progenitori degli attuali regolamenti di amministrazione e contabilità, a stahilirc i primi scherni organizzati vi della milizia regionale, preludio dell'Esercito permanente. Ai soldati erano pagati cinque soldi il giorno e una razione d i pane da munizione. Con Vittorio Amedeo Il (l 666- 1732), lo Stato sabaudo usufruì di un lungo periodo di pace, a tutto vantaggio dell'Esercito, che ven ne così meglio regolato e la sua amministrazione rifo rmata. li numero dei soldati fu proporzionato alla popolazione, alla natura e alla forza del Paese, con la possihilità di essere accresciuto all'occorrenza, con chiamate straordinarie di altri uomini. La razio ne alimentare prevista era di 24 once di pane (738 grammi), che in tempo di guerra era arricchila con carne e vino. Spettanze che Carlo Emanuele lll (1701 -1773), modificò in 6 I4gr d i pane con l'aggiunta di 154 grammi di biscotto più il tabacco. J regolamenti di disciplina del 18 15- 16 badarono a organizzare il servizio del villo per la truppa. Og ni compagnia, squadrone o balleri a, costi tui va un gruppo di 30 uomini , detto ordinario, il quale, diretto da un caporale, provvedeva al rifornimento e teneva i conti delle spese effettuate. In seguito, questa incombenza, fu affidata al comandante di compagnia, il quale teneva conto di trattenere direttamente, sulla paga di ogni soldato, la somma di trenta centesimi. Questo sistema rimase in vigore fino al 1882.ln caso di g uerra, i viveri, distribuiti dall'Intendenza di guerra comprendevano 245 grammi dì carne e 92 di riso, oltre al pane, per il primo pasto e i 53 di pasta e/o riso, 15 grammi di lardo, 34 decilitri di vino e 15 grammi di sale per il secondo pasto. 11 28 maggio 1836 il dispaccio n° 1574 si occupava tra l'altro delle modifiche ai sistemi d' appalto per la fornitura dei viveri all'ospedale militare di Cagli ari , che diceva testualmente: " ..... la carne da provvedersi per i malati sarà due terzi di bue e un terzo di vitello, tutto di buona qu alità, e ben mondata dal sangue; 1- .. I I pani dovranno
f:voluzione storica della razione militare alimentare dall 'aruichitù lld oggi
131
avere il peso di 16 once di Piemonte. Le paste di semo la saranno di prima qualità senza odore. li vino nero sarà anche dell a quali tà specifi cata nell'articolo sci".
li 2 1 scltcmhrc 1839 con l'avvento di spec iali forn e lli, inventati dal conle Roero di Monticello, il servizio de l rancio fu accentrato, permette ndo notevo li ri sparmi economici e ig ie nic i. Due erano i tipi di ranc io prev isti, il ptimo detto "grasso" con 153 grammi di carne, 153 di pane bianco da zuppa, 153 di pasta o riso, / 5 di condimento e di legumi o erhaggi; il secondo detto "ma,:ro" prevedeva 307 grammi di pasta o riso e 30 di condimento. Le distribuzioni di vino, (34 decilitri), erano stabi lite in novanta per la Fanteria e 180 per le altre armi . Un supple mento di rancio, d el valore di 25 centesimi, era previsto per le fes te di : San Martino, Santa Barbara, Natale, Capodanno, Pasqua, il giorno del l'onomastico e del compleanno del re . Fino al 1848, la raz ione alimentare non subì che leggere modific he , e solo in conseguenza delle negati ve esperie nze de lle campagne del 1848-49 proprio nel campo de i se rv izi, nel 1850 furono istituiti i primi ploto ni panellieri alle dirette dipende nze dei Battaglioni d' amministrazione . Scopo principale di questa riforma era di o tlcnc rc, no n solo pane ben confezionalo , sano e nutri ente, ma anc he l'addestrame nto del personale per i servizi di guerra. Il 2 gennaio 1850 fu adoltato il sistema metrico decimale per la quantificazione della razione viveri. TI caftè appare per la prima volta nella razione pane e viveri per gli equipaggi dell a Regia Marina approvata con un decreto de l 02/ 12/ 1854 secondo la tabella di seguito riportala: Q)
RAZIONE (ì lOR NA l ,JERA DT VIVERI
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" Pane bigio grnmmi 735 " ., " Biscouo bianco 572 572 " Vino nero litti 1/3 1/3 Rhum o acquavite " 4/100 4/1()( " Caffè grammi 20 20 Zucchero " " 30 30 .. formaggio " 053 053 Carne fresca " " 238 238 " " Paslll bianca fina " ,. .. 053 080 Riso .. 053 "" Legumi .. " " " Olio Sale " " 013 013 Pepe (per ogni I00 uomini) " " " Aceto millilitri " " " Legna grammi " 480 480
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La validità di questo vasto programma di riforme trovò piena conferma nella spedizione in Crimea dove, nonostante l'inospitalità dei luoghi e la difficoltà dei trasporti, non si chhcro prohlcmi a riguardo del rancio e della s ua distribu zione. T,a razione giorn alie ra di carne era stata portala, quella sala ta a 250 grammi e quell a fresca a 200, mentre per la prima volta fu introdotta la di stribuzione di caffè e di tabacco. Il sistema di confezione del rancio dette buoni ri sultati grazie anche ai nuovi strumenti speciali utili:1.zali (vedi tavola 3).Nel campo di Balaklava appare per la prima volta carne in scatola che e ra dis tribuita due vo lte la settimana (il martedì e venerdì), in rag io ne di 200 grammi a testa. Le razioni viveri furono modificate, per il corpo di spedi zione, con una circolare del novembre 1855 secondo la tabe ll a di seguito riportata: Pane Galletta (dislribuila con il pane) in sosli lu:1.ionc del pane, gallclla per Carne fresca Carne di bue salata Carne di maiale Farina di meli ga Imais I Ri so Pasta Legumi secchi Fonnaggio Lardo Pepe Caffè Zucchero Vino
grammi
centili tri
750 185 ogni due giorni 735 300 domenica, martedì e giovedì 240 lunedì e venerdì 240 mcrcolcdi e sabato 150 Junedi e venerdi 120 domenica, martedì e gioved ì 80 mercoledì e sabato 40 50 lunedì , mcrcoledi, venerdi e sabato 15 csduso il rncrcolcdi e il sabato 0,5 16 21 25
Nella guerra de l 1859 il servizio di s ussistenza funzionò bene ad eccezione del servizio del pane, c he fu s pesso distribuito in condi zioni imperfette, sia per l' ins ufficiente re te stradale, sia per la posizione eccessivamente arretrata de i servizi. La razione giornaliera sta bilita per l'esigenza de l 1859 è nell a tab ella di seguilo riprodolla: Pane da muni zione (compreso quello da zuppa in gr. 150) grammi 900 Riscollo (compreso quel lo per la zuppa in gr. 130) 660 300 Carne fresca Riso (o pasta in ragione di gr. I()()) 120 0,5 Pepe centilitri 25 Vino (o acquavite in ragionr di 06 centili tri) grammi 15 Caffè 20 Zucchero
evoluzione .\·Lorica della razione militare alimentare dall 'a111ichità ad ogf?i
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La razione viveri a secco, in sostituzione di quell'ordjna.ria, "sul piede di guerra" era composta ùi 660 grammi di biscotto, 75 di.formaggio, 75 di lardo e da 50 centilitri di vino. 2. Repubblica Cisalpina Un regolamento relativo alla somministrazione del pane e dei viveri ai soldati della Repubblica Cisalpina del 1797, prevedeva una pagnotta di 56 once mila nesi confezionata, per tre quarti con latina di frumento e per un guaito di segale. La razione di carne era stahilita in otto once milanesi e le bestie dovevano essere macellate il giorno precedente la distribuzione. I due terzi di questa dovevano essere di bue e il resto di vacca o montone. Per il condimento erano previste sei once di sale la settimana. La razione si arricchì progressivamente fino a raggiungere ai primi dell'Ottocento, le quantità di seguito indicate: 28 once di pane, 9 di carne, 2/100 di sale, una Libbra e 12/100 di riso, due libbre e 24/100 di Legumi 113 di boccale di vino, un boccale di acquavite per sedici uomini e 28/100 di boccale d 'aceto per venti uomini. Le truppe in guarnigione dovevano procurarsi a proprie spese gli utensili da cucina, ed era prescritto c he un uflì cialc di compagnia controllasse che fossero puliti tutte le volte che erano usati.
3. Granducato di Toscana Nel Granducato di Toscana la composizione della razione viveri di campagna era costituita, nel l 8 16, da due libbre e sei once di pane, una libbra e otto once di biscotto, otto once di carne fresca, sei di Lardo e carne salata, tre di riso, sei di legumi in sostituzione del riso, mezza onda di sale e quattro libbre e mezza oncia di legna. Il Regolamento per l'amministrazione economica dei Corpi e Dipartimenti Militari del Granducato di Toscana. approvato il 16 aprile 18 16, slahili va due ranci il giorno e prescriveva che la carne fosse sempre di bue. Per i liquidi compare come unità di misura il "fiasco". Le quantità da distribuire e rano 1/3 di fi asco di vino a testa, 1/32 di acquavite e 1/6 di aceto destin ato a preservare dall ' infezione dell ' aria e delle acque malsane. Dal soldo della truppa erano de tratti, sette soldi il giorno, per la spesa del rancio, oltre alla ritenuta pe r la bianc heria e le calzature. La Relazione sullo stato militare di Toscana, pubblicata a Fire nze nel 1861, indica c he il costo complessivo della razione viveri e ra di l lira e 9 soldi in moneta toscana, pari a Lire 1,2 18. 4. Truppe pontificie Per quanto riguarda le truppe pontificie del l 793 furono distribuite ai soldati "cazzarole, sgomareHi, spumarolc, fon:hcuc, mastelli per lavare i piatti e catene da camino". Il rancio e il pane si po11avano in cesti e l' acqua per le caserme si conservava in harili e secchi di rame. I soldati durante il 1600 e gran parte del 1700 provvedevano in proprio al vitto. Le truppe pontificie inviate a Candia nel 166 7 ricevevano ogni giorno, a bordo delle navi. un boccale di vino e una libbra
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e mezzo di biscotto, oltre all'olio , aceto, sale e carbone. Durante la seltimana i cibi erano tipartiti nel modo seguente: Domenica - mezza libbra di carne salata e due once di vino. Lunedì - tre once di salame e quattro di formaggio. Martedì - quattro once di formaggio e sci di carne salata. Mercoledì - cinque sardeHe. Giovedì - mezza libbra di carne salata e due once di riso. Venerdì - quatlro once di formaggio. Sabato - quattro sardelle. Il Regolamento sul servi7.io, per le truppe ponti licie di Fanteria del I 854, prescriveva che ness un militare era dispensato dal rancio, generalmente un permesso era concesso solo al so ldato legalmente sposato. Un caporale controllava i soldati incaricati del rancio, hadava a far portare da mangiare agli uomini di guardia, faceva conservare per un 'ora il cibo per gli uomini di servizio, al termine della quale, se non venivano a mangiare, lo faceva distrihuire ai poveri . Il libretto del rancio, compreso nel Regolamento, indicava la composizione della razione viveri nell 'Esercito pontificio. Essa era composta di quattro once di pane da zuppa e sei di carne da quattro libbre di sale per 70 uomini, da un ' oncia di pepe e da due libbre di lardo sempre per 70 uomini. Ad integrazione dovevano aggiungersi da /2 a 15 bajocchi di erbaggi o legumi per 70 uomini, distribuzione di pasta o riso.
5. Regno di Italia Numerose furono le prescrizioni, in materia alimentare, nella fase di transizione e fino alla completa unificazione del Regno d'Italia. L'Esercito Italiano, adottò questa denominazione con il decreto Fanti del 4 maggio 186 1. La razione viveri per le truppe, durante i periodi di istruzione, era composta di 200 grammi di carne, I 50 di pasta o riso nei giorni di grasso oppure 300 grammi di pasta o di riso nei giorni di magro. Al la pasta c al riso potevano essere sostituiti altri generi, secondo le stagioni o le regioni. A questi generi si aggi ungevano I 5 grammi di caffè. 20 di zucchero, e 26 centilitri di vino distribuiti una volta la settimana, nel periodo compreso tra il IO gennaio e il 30 aprile e dal I O novembre al 3 I dicembre; tre volte la settimana dal I O maggio al 15 giugno e dal I 0 ottobre al 31, tutti i g iorni dal l 6 giugno al 30 settembre. Condimenti cd crhaggi non dovevano incidere per più di dicci centesimi nei g iorni di magro e di cinque in quelli di grasso. Due furono i tipi di razione alimentari addottati per la campagna del 1866.La prima, detta di tipo " A " era composta di 750 grammi di pane o 550 di biscotto, 300 grammi di came fresca, 120 di riso o 100 di pasta, I 5 di lardo e di sale, mezzo grammo di pepe, 15 di caffè. 20 di zucchero, 25 centilitri di vino e 6 di acquavite. La seconda di tipo "R" era costituita da 550 grammi di biscotto, I50 di form.aggio, o in sostituzione 200 grammi di carne in conserva e quindi caffè, zucchero e vino nelle stesse quantità della razione precedente. Nel 1886 fu adottata una nuova razione viveri comprendente: 750 irammi di pane, 220 di carne, 225 di pasta o riso, 20 di lardo o sale, 10 di caffè, I 5 di zucchero e 25 centilitri di vino. La razione di carne saliva a 240 grammi
Evoluzione storica della razione militare alùnentare dall'antichità ad oggi
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durante i campi e a 300 durante le marce. Nel 1893 la razione tornò unica, con un supp lemento di pane e una quota di mi glioramento rancio per le truppe in alla montagna. Durante la guerra di Libia la ra1.ionc raggiunse 4082 calorie contro le normali 2850.
6. Regno delle due Sicilie Si è accennato nei precedenti paragrafi , come, anche in qucsl'cscrcilo, il soldato napoletano riceveva dall'amministrazione soltanto la razione di pane (ed il cavallo quella di foraggio) dovendo poi badare a sue spese, con una ritenuta di 6 grana sul suo soldo, ali' ordi nario, in pratica al solo pasto della giornata, che consumava in comune coi commilitoni ed i caporali della sua compagnia. All'altro pasto serale, eventuale, doveva provvedere singolarmente, avvalendosi dei bcllolini della casenna (che dovevano esser controllali e sorvegliali dai comandanti di Corpo), di osterie esterne, durante la libera uscita, o limitandosi a mangiare il pane avanzato dall'ordinario. Jn esercitazione, in colonna mobile o in tempo di guerra g li spe ttava invece, una razione di viveri da campagna , a c ura del fornitore c he aveva stipulalo con l'amministrazione un apposito contratto per la somministrazione di vive1i e foraggi. In guarnigione, seguendo le indicazioni dell'Ordinanza di Piazza, ogni giorno. un caporale di rancio per compagnia, usciva con una corvée di due so ldati che portavano in spalla una lu nga sbarra cui era appesa, per mezzo d i maniglie, una cassa chiusa per riporvi le de rrate alimentari. A differenza delle altre corvée, per questa si trovavano straname nte sempre i volontari . Dato che si doveva procedere all 'acquisto dei viveri , i di versi venditori di carne, di pasta, di verdura e così via, ci tenevano a non lasciars i sfuggire questi affezionali clienti, e 4uindi offrivano loro una bevuta o una mancia. I sottufficiali avevano una loro mensa, assai ben messa, in cui ogni giorno erano servili una zuppa, 2 secondi piatti con contorno, frntta fresca e secca e vino. Per la sera i soUufficiali potevano prelevare dall a mensa delle vivande rrcddc. All'ordinario, andava aggiunta la razione di pane lìssala, in 24 once, ogni 2 giorni. In eserci tazion e era prevista una razione di viveri consistente in 36 once di pane (o 24 di bi.ffotto), otto di ca rne, mezza di sale, una caraffa di vino oltre a 2 7 once di leina.. Ben presto la carne bovina fresca fu ri servata solo agli ospedali. Si deve qui ricordare come per tutto il periodo in esame siano rimaste in vigore le prescrizioni dietetiche previste nelle precedenti ordinanze.
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I) r SRRVf7J DEL RE CARLO ALBERTO ( 1831-1849) 2) DALLA PRIMA GUERRA DI INDIPENDENZA ALLA CAMPAGNA DI CRIMEA (1 849- 1856) 3) DAI J ,A FORMAZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO ALLA LIBERAZIONE DI ROMA( 1861 - 1870)
I) Tratlerò del Servizio di commissariato rifere ndomi, superficialmente, all'attuale sua sfera di azione, c he comprende "tutte le attività connesse con la vita ed il sostegno del personale" (vestiario, equipaggiamento, casermaggio e Servizio postale e telegrafico; i n particolare, del rifornimento dei materiali di vettovag lia mento. La mia analisi tenderà a stabilire che cosa dell'odierna complessa organizzazione del St:rvizio già poteva trovarsi nell'armata sarda del 1848.
Il vettovagliamento: cenni sulle origi ni del sistema in alto nel 1848 Già nell' età prc-napolconica si te neva in gran conto il vettovagliame nto delle truppe, considerato parte importante dell'amministrazione e della logi stica in gene re. Quest'importante, ma anche delicato settore era affidato all'onestà, alla capacità, allo spirito d' ini ziativa e alla preveggenza di comandanti e/o commissari , che di rado avevano queste doti riunite in un ' unica persona. li sistema di vettovagliamento del 1848 trac la sua origine dall'antica consuetudine - in uso in Francia come negli altri Stati fin dal XVII secolo - del pagamento da parte dell ' amministrazione statale, ai colonnelli, di una ci fra a forfait per ciascun soldato in forza, con la quale si doveva provvedere direttame nte al vettovagliamento, al vestiario e all'alloggio. Il primo principio è c he al vettovagliamento in pace deve provvedere il soldato stesso con la sua paga, e solo per ragioni di coordinamento e di economia intervie ne l'autorità gerarchica (prima il capitano , poi il colonnello) per disciplina re, nell ' interesse del soldato, gli acquisti e la preparazione del rancio, mediante una trallc nuta - chiamata ordinario - praticata sulla sua paga ("Ordinarie"= Rancio. Pasto da soldati; è voce di origine spagnola). Probabilmente siccome ordinario deriva da ordinanza, si è passati ad indicare dirctl.a mcntc con ordinari o ciò che compete. Poiché la razione è essenzialmente composta di pane, carne e vino la confezione del rancio non richiede personale specializzato: il pane è in genere fornito da imprese civili appaltatrici e la carne acquistala dal libero commercio. In tempo di guerra il sistema poco muta: il soldato, già dai tempi di Carlo Emanuele I, riceve l'intera razione in natura. Con Carlo Emanuele li (regolamenti del 1673) l'ordinario (controvalore della razione viveri ), è amministrato dai capitani dell e compagni e, per il tempo di pace; in guen-a, l'intera razione era in natura. Con Vittorio Amedeo II (editto del 2 1 g iugno 1709), lo Stato, in tempo di pace somministra al soldato gr.737 di pane da munizione (termine derivante dal frn ncese "munition" che è la "provvisione di tutto ciò che è necessario agli eser-
evoluzione slorù:11 della razione militare alimentare dall'antichità ad oggi
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citi tanto per vivere c he per comhaucrc" e comprendono: sia le munizioni da guerra; necessarie per caricare le armj , c he le munizioni da hocca, i viveri pe r i soldati), romito da appaltatori presidiari detti munizionieri. Un commissario direttore delle munizioni - assume il compito di recarsi nei vari presidi per ispezionare la qualità delle derrate distribuite". Dell' impiego della quota di ordina1io il capitano deve rendere conto, ogni sei mesi, al comnùssario o all'ufficiale al soldo del Presidio, in contraddittorio con i soldati e alla presenza degli ufficial i supe ri ori de l corpo. Con Carlo Emanuele lii ( 1730-1773) compare per la prima volta (R.D. 6 marzo 1742) la figura di un Intendente gene rale d ' armata, il quale presiede a Lulli i Servizi e in primi s aj viveri . Alla branca viveri e foraggi sovrin tende un conunissario capo del Servizio e ne lle località di tappa un commissario ne diri ge il funzionamento. I generi sono dati in consegna a guarda magazzini responsahili dei viveri. Le di stribuzio ni dai magazzini ai corpi sono alluatc mediante ritiro di appositi buoni. Del Servizio pane è incaricato il mu nizioniere generale, il quale riceve dall ' amministrazione il grano e le farine; per compiere la panifi cazione di campagna coi propri operai. Ogni movimento di magazzino è solloposto alla vigilanza del commissario di gue rra, che ha facoltà di ordi nare la sostituzione dei generi no n ri scontrali nel le condizion i e quantità volute. Q uesti lineamenti organizzaLiv1 del Se rvizio - di impronta fra ncese rimangono sostanzia lmente immutati anche dopo la caduta di Napoleone. Con Yiuorio Emanuele 1, nel periodo de lla Restaurazione, il pane continua ad essere f()[rn to gratuitamente alla truppa a comple me nto del soldo, e la sua confezione rest_a affidata ad imprese, con grano acquistato da queste stesse o f"ornito dallo Stato. Per quanto concerne gli altri generi del vitto, in un primo tempo la confezio ne e distribuzione è a rlìdata ad imprese civil i, per ottenere, in re lazione all 'entità delle fornitu re, convenie nti ribassi nell' in teresse del soldato. l vantaggi c he in tal modo si spera di otte ne re rim angono più teorici che pratici, e così il Servizio di vettovagliamento, escluso il pane, passa comple tamente ai corpi , e l' acquisto e la confezione dei generi so no affidati alla responsahililù e al controllo d ire tto dei comandanti di corpo, che si avvalgono dei capi tani . Un pai1icolare da mostrare: in tempo di pace non esiste fino al 1833 una razione viveri fissa, se si eccettua il pane (prima gr. 6 14, poi gr. 736). La razione predeterminala era prevista solta nto in guerra ed era interame nte approvvigionata e distribuita a cura dell ' Amministrazione militare. Va ancora rilevato c he, nell' a mhito de l Servizio di vettovagliamento. particolare delicatezza e impo11anza assume la confezione del pane secondo i capitolati stipulati con le imprese, e la sua corretta e aderente dist1ibuzione d iventa un vero punctum do/ens. (è purtroppo un problema ancora attuale). L'approvvigionamento, confezione e distribuzione del vitto in tempo di pace ne l 1848, è ancora regolata dall ' Istruzione sopra il governo e l'amministrazione del vitto ordinario dei hass 'u:fjiciali e soldati del 1838, regolamento d ' importanza fondamentale poiché contiene disposizioni sul fun zionamento e sulle rel ati ve responsabilità destinate a rimanere nella sostanza immutate per oltre un secolo (lino a quando, anche dopo il 1945, è esistito il principio del vitto per sol-
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tufficiali con composizione, confezione e contahililà separata da quello della truppa). Non s i parla, nella regolame ntazione del periodo, di mense per ufficiali : forse perché l'ufficiale, al tempo comunemente considerato un grami seigneur, specie in tempo di pace, non era ritenuto abbi sognevole di una qualsiasi forma di assistenza, sollecitud ine o anche soltanto di di sciplina delle sue esigenze pe rsonali . 11 prohl cma del hc ncsscrc degli uffi ciali al tempo non esisteva ancora; non così, in ogni modo. di lì a qualche a nno, nella seconda metà del XIX secolo. Le me nse sottufficiali sono gestite ad economia, sotto la responsabi lità de l coma ndante di corpo, il quale incarica de lla direzio ne e de l huon governo del rancio, un ufficiale di sua fidu cia (uno degli aiutanti magg iori , o un portabandi era, o l'ufficiale di a mministrazione), e un sollufficialc incari cato della contahilità. Le spese - prescrive il regolamento - dovranno in ogni caso essere regolate in modo tal e c he i conviventi abbiano ogni g io rno due pasti. Norme mollo severe e restritti ve prevedono c he tutte le spese, senza alcu n'cecezione, devono essere saldate giorna lmente e i fornitori non devono far c redito sotto alcun pretesto, nom1a questa che devono dichi arare di conoscere per iscrit10. Viene per la prima volta stahilita a nche la razione giornaliera (del tempo di pace), suddivi sa in giorni di grasso e giorni di magro. Nei giorni di grasso essa è così composta: 150 gr di carne di bue, 150 gr di pane bianco da zuppa, 150 gr di pasla o riso, 5 centesi mi a testa per mig lioramen to vitto (sale, condimento e erbaggio). Nei giorni di magro manca la rnrne e la quantità di carboidrati è raddoppialll (300 g r di pasta o risu, oppure 150 gr di pasta e 150 gr di riso). Più consistente a nche la quota migliora mento vitto (da 9 a IO centesimi). ln cavalleria, artiglie ria e treno, "stante la specialità de l loro servizio", la razione di carne può essere - se i fondi disponibil i lo consentono - di un'oncia in più (30 g r). È pcriodi camcnlC di strihuito anc he il vino (90 giorni l'anno per la l'anlcri a, l'artig lieria e g li zappatori; e il doppio, 180, per cavalleria e tre no). ln pa11icolari festività "si potrà continuare nell ' uso invalso di assegnare un supplemento rancio"; la relat.i va spesa non potrà in ogni caso superare i 25 centesimi a Lesta. Rientrano invece ne lle facoltà dei comandanti di corpo la scelta tra riso e pasta, l'i ndicazione dei generi da acquistare con la quota miglioramento villo, e la de fini zione de i giorni del mese nei quali deve avvenire la di stribuzione de l vino. Le quantità dei generi da dist.rihuirc, per conlro, possono anche essere ridotti su ordine del comandante d i divisione e per tutte le truppe de l rispe ttivo Presidio. allorché le spese de l rancio superino - per rincari dei prezzi - i 26 centesimi pro capite ne i giorni di grasso e i 2 1 ne i giorni di magro. Precisa il regolamento che gli au menti dei prezzi non sono ragione di per sé sufficiente e automatica per la riduzione del rancio, in quanto alle momentanee dil'li collà si dovrebbe supplire con le economie realizzate in tempi nonnali. In marcia e/o esercitazione, sono stabilite numerose varianti. I sottufficiali in marcia, o ltre al soprassoldo previsto con il regolamento 9 agosto 1936, pe rce pì-
evoluzione swrirn della raz.ione militare alimentare dall'anlichitù ad oggi
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scono l' intero soldo, il pane e la legna; se sono in di staccame nto hanno facoltà di convivere al rancio de lla truppa dietro pagame nto di 30 centesimi . La truppa in marc ia ha diritto a un solo pasto, per il qua le si distribuiscono in natura a ciascu n ind ividuo 245 gr di carne di bue e 185 gr di pane bianco <la zuppa; inoltre si corrispondono alla mano IO centesimi di migliorame nto rancio il soprassoldo <li marcia. L'o rganizzazione e il fun z ionamento del vettovagliamento ne lla campagna del 1848-1849 All ' armata sarda si <listrihuiscc l' in tera razione viveri di guem1 di cui alla tavola n. I de l regola mento di servizio in campagna del 1833, secondo il quale la spettanza giornaliera è così composta (per tutti, uffi ciali compresi): - pane della truppa, 24 once (737 gr); - carne, 8 once (245 gr); - riso , 8 once (245 gr); - lardo per con<limcnlu, 112 oncia ( 15 gr); - sale 1/ 2 oncia ( 15 gr); - vino 3 ,50 deci litri . L'e qu ivalente in contanti della razione - che. fallo indicati vo, rimane invariato dal 1833 al 1848 - è di 65 centesi mi. Le competenze in natura delle unità (viveri , foraggi , alloggi, legna e mezzi di trasporto) sono a carico <le i Comuni in cui le truppe sono di passaggio o accampate; pe r i drappe lli di militari isolati le spc llanzc sono l"ornitc su presentazione del fog lio di via. Le quantità dei generi fo ndamentali assegnati al soldato nel 1848, regge il confro nto con le razioni odierne, eccezione fatta, natural me nte, per la colazio ne de l mattino (allora non prevista) e per l'allualc maggiore <li sponihilità <li condimenti e generi di mig lioramento. Un confronto tra le raz io ni di allora e quelle d i oggi è di in<luhhio interesse (ved i tabella pag. 140). li pane (u il bi scollo) sono forniti <lai Com uni o dalle imprese g ià confezionati, in quanto l'armata sarda ne l 1848 no n di spone di forni mobili da campo. C iù non mancherà di avere riflessi negativi quando. i rapidi spostame nti e la concentrazione in una zona ristre lla <li parecchie mi gliaia di uomini , rendono arduo il suo regolare afflu sso. Il I O novcmhrc 1848, è e manata, da Carl o Alberto, l 'Istruzione relativa al servizio delle sussislenze dell'esercito in campagna, in essa è compresa una modifica impo11ante ne lla razione g iorna liera. Le nuove spettanze prevedono: - riduz ione della razione di ri so a gr 122, e introduzione di 6 I gr di legu mi ; - a umento de l sale a gr 19,10; - distri buzione de l vi no, ne lla me desima qua ntità. Una razione, dunque, più vari a, anche se l' apporto calorico totale rimane in sostanza lo stesso. Il pane può inoltre essere su1Togato da gr 490 di gallclla, da di stribuirs i soltanto quando non è possibile un rifornimento regolare. Un a ltro pri nc ipio imporlanlc introdollo per la prima volta, è que llo che oggi chi amiamo" l'elastic ità della razione de l soldato", la possibilità di economizzare al 100% una derrata, per sostituirla con un'altra prevista. Le sostituzioni sono an nun ziate a lla truppa con ordine <lei giorno.
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Razione Italiana (gr) Generi
Pane
Razione Francese
(1842) 1848
1987
737
400
856 (o biscotto gr. 530)
Carne di bue fresca Riso Lardo Sale Vino (dccililri) Formaggio Frutta Verdura Zucchero Caffè Latte Olio oliva e arach ide Tonno Pelati Burro Pasta Raz ione viveri in contanti (controval.) Supplemento miglioramento vitto
245, IO(*) 245 15
160(**) 30 -
-
15
20 5 38 300 300 20 4
16 2,50
3,50 (****) -
-
244 30
61 (legumi)
26 (***) 16 (***)
-
20
-
-
-
-
-
32 15 75 10 200
65 centesimi
L. 3798
'!
5 centesi mi
, .. 645
'!
-
-
Note: (*) con osso; (**) senza osso; (***) agg iunti succcssivamenle prima del 1870; (****) dislrihuzione periodica.
Ciascun parco div isionale deve avere una scorta di carne viva per 15 giorni (gl i animali, prima di essere introdotti nel parco, devono essere visitati dal veterinario e timbrati con un numero); per ogni divisione e laddove la distrihuzionc supera le 500 razioni , deve essere organizzato un macello. Inoltre, per esempio, un battaglione di fanteria deve avere al seguito almeno tre carri e quattro cavalli per il solo trasporto viveri;
Evoluzione storica della razione militare alimentare da/l 'antichità ad oggi
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2) Nel campo del vettovagliamento, nel 1850 è fissata una nuova razione viveri, i cui quanti tativ i, nonostante la crisi e le scarse di sponihilità di hilancio tipiche del tempo, sono pur sempre lievemente superiori rispetto alla razione viveri del tempo di pace, in vigore nel 1848. Anziché gr 150, sono previsti gr I 55 di carne di huc, gr I 55 di pane e gr I 55 di pasta o ri so, ai quali si aggiungono: nei giorni di grasso (in due ranci ) lardo gr 15, sale gr 30, vino (se ordinato) decililli 350; nei giorni di magro (in due ranci) pasta o riso gr 155, burro gr 15, sale gr 15; /\I campo è previsto un lieve aumento pe r carne, pane e pasta (da 155 a 185 gr), e se vi sono esuberanze si aumenta la di stribuzione di vino. In marcia la confezione rancio è distribuita in un solo pasto. Nel 1854, è autori zzala per gli ammalati degli ospedali, la sostituzione del vino con la biITa, giudicala dal consiglio superiore di sani Là " hcvanda igieni ca e salubre". La campagna di Crimea ( 1855- 1856), viste le condizioni particol ari nelle quali si svolge, esige, l'adozione di una serie di provvedimenti intesi a mi gliorare le razion i. Le razioni viveri , e le dotazioni per il rancio, sono stabilite con l'Istruzione ministeriale relativa alle competenze varie in natura, stabilite per le Truppe dalla Spedizione d'Oriente in data 3 1 marzo 1855. A bordo, gli ufficiali convivono alla tavola del capitano secondo g li usi di bordo. L'Amministrazione militare rimborsa al capitano tre franc hi giornalieri. Per i sottufficiali e la truppa si prevedono due possibilità: a) convivenza al rancio dei marinai, previo pagamento al capitano di Fr. I, IO a testa. In tal caso il vitto del marinaio si compone di: - mattina: pane o galletta, e formaggio o acciughe; - mezzogiorno: minestra, carne fresca o salala, e pane; - cena: pane e un piatto di pesce secco o altro; h) confezionare rancio in proprio, previa concessione da pane del capitano dell'uso della cucina e degli utensili, escl uso il combustihile. In tal caso la razione è quella stessa del marinaio (da ritene rs i - dati i te mpi - varia ed in quantità più che sufficiente): oltre al pane bigio (735 gr) e galletta (572 gr), anc he vino nero (un terzo di litro), rhum o acquav ite (4/100 di litro), gr 238 carne fresca, caffè, zucchero, fo rmaggio, legumi, olio, sale, pepe, aceto, gr 53 riso o pasta hianca. La "razione viveri sul piede di guerra " è meno varia: gr /000 di pane (di cui 250 per zuppa), gr 300 carne, gr 60 riso, gr 60 legumi, gr 17 sale, centilitri 25 di vino, gr 15 di la rdo per condimento. La razione è uguale per tutti, uffici ali compresi e al raffronto con quella di campagna in vigore dal 1833 presenta notevoli mi glioramenti quantitativi e qualitativi (più pane e più carne; sono previsti i legumi ), anc he se il vitto del marinaio ri sulta mi gliore. In tal modo, i mode rni principi dell'elasticità della razione viveri , dell'integrazione vitto e dei generi di conforto trovano già una sostanziale applicazione. Ad esempio, la razione viveri con circolare del 16 agosto è migliorata aumentando lievemente pane o galle tta, prevedendo riso (gr 80) e pasta (gr 30) a giorni alterni. e anche
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pepe, sale, caffè, zucchero e vino; solo la carne fresca diminuisce a gr 200. La carne fresca, con altra circolare in data 2 1 scttcmhrc, passa a 300 gr, e si prevede la distribuzione a giorni alterni di una maggiore quantità di ri so e pasta (120 gr riso e 80 gr pasta). Con circolare in data 13 novembre 1855 la razione è ancora modificala, prevedendo la <li strihuzionc pe riodica di farina di granoturco, carne di bue salata e carne di maiale salata. In data 21 novembre si decide la di stribuzione di "carne cotta in conserva" (gr 200 a testa, in scat.ole da 20 Kg), per due volte a sellimana. Il genere fondamentale, il "pane da munizione " anch' esso molto gradito e ritenu to indispe nsabile dal soldato piemontese, all ' inizio viene a mancare. 11 pane fabbricato a Costantinopoli giunge alle truppe in Crimea ovviamente immangiahile, ed è inevitahile trasportare in Climea la farina, e c uocere il pane in forni da ca mpo. costruiti dal genio . Purtroppo il soldato piemontese imbarcato su navi inglesi è costretto a trangugiare la razione inglese, a lui non gradita perché composta di carne salala, hiscotto "a dir vero scadente", piselli secchi non suscettibili di cottura e rhum al posto del vino. Solo dopo tre mesi dall a parte nza delle prime truppe, in pratica a fine luglio, il Servizio raggiunge un assetto soddisfacente. La di strihuzione della carne fresca avveniva sempre al campo. La carne era macellata in due macelli, uno al porto di Balaclava e l'altro (il principale) in zona d ' accampamento. In sintesi un 'organizzazione del Servizio sotto molti aspetti più c he adeguata alle particolari esigenze della campagna, ma un 'eccessiva difli coltà de lla hranca approv vigionamenti e rifornimenti ad entrare in funzione e a trovare il giusto regime. Non sono state perciò le razioni in sé ad essere insuffi cienti, ma le lacune nel ca mpo dei trasporli specie via mare, c he non hanno consentito, nella prima e più c riti ca fase, di raggiungere i livelli e le finalità della regolamentazione. Yettova~liamenlo dal 1859 al 1861 Ri spetto a quella del 1848 la razione viveri del 1859 (sempre uguale per tutti, ufficiali compresi) prevede un buon incremento del quantitativo di carne (che passa a 300 gr), la diminuzione della razione di vi no da 350 a 250 centilitri, l'aggiunta di caffè e zucchero (non fi ssa, ma distribuita solo in epoc he e luoghi di volta stabiliti ); l'aggiunta di pepe e di 100 gr di pasta (in sostituzione del ri so), e l'aumento del pane da muni zione a 900 gr (compresi però i 150 gr di pane da zuppa) .Rispetto a quella (iniziale) della Crimea, i generi fondame ntali (pane e carne) rim angono sostanzialme nte invari ati ; vi è però un a maggiore vari età negli alimenti di hasc, data dall 'introduzione - per la prima volta - della pasta nel rancio normale, e dall ' aggi unta di pe pe, caffè e zucchero. Un'altra novità è rappresentata dall'introdu;1.ione - per la prima volta - della razione viveri a secco, in sostituzione di quell'ordinaria (i generi previsti sono biscotto, fonnaggio, lardo e vi no; manca ancora, quindi, la carne in conserva).La razione stahilita nell ' aprile del 1849 suhisee numerose varianti nel corso della campagna: neppure due mesi dopo con circolare de l 26 maggio, sulla considerazione che la razione pane da munizione di gr 900, e anche quella della galletta di gr 660, sono <li soverchio ahhondante e anche d ' ingomhro in occasione di marce, la razione di pane viene di nuovo ridotta a gr 750, e quella della gal-
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letta a gr 550. Solo il 4 luglio 1859 sono decise, distribuz ioni g iornaliere di caffè e zucchero alle truppe, mante nendo anche quella di vi no ed acquav ite. Cessate le particolari esigenze de llo stato di guerra, si addiviene però ad una riduzione di spone ndo, con ci rcolare del 19 ottobre 1959, c he a cominciare dal giorno 22 corre nte cessi la straordinaria di strihuzionc di caHè e zucche ro, e continui quella di vi no ed acquavite a giorni alternati. La razione viveri subisce due ulteriori, sensibili contrazioni ne l 186 1, al termine de lle esigenze belliche, quando per le truppe operative con Nota del 20 aprile la carne è riportata a 250 gr, il ri so (o pasta) sono lievemente aumentati a 150 gr. pane, lardo e vino rimangono in variati , e il sale aumenta a 30 gr. Ulteriori contrazioni delle quantità sono dec ise con Nota del 19 maggio, con la quale sono previsti so li 155 gr di carne. Inoltre per il vino (che rimane a 25 centil itri) si ritorna a lla di stribuzione a giorni alterni, pane da munizione, ri so o pasta e lardo rimangono invariati, e si agg iunge solo 1/ 4 di razione di pane (o galletta) per la zuppa, oltre a que llo da muni zione. Queste frequenti osc illazioni ne lle quantità e qualità dei viveri appaiono dovute, più che a calcoli dietetici, ad esigenze contingenti , di disponibilitì1 di fondi o di determinati generi. Non si può affermare che nel periodo in esame si siano trascurati i problemi del vitto militare, e i loro riflessi sul benessere e sul morale della truppa. Due illustri medic i militari di reggimento Felice Baroffio e /\l essandro Quagliotti, vinc itori del concorso Riberi pe r il 1860 condussero un'analisi chimica e organolellica della razione del tempo di pace (735 gr di pane da muni zione. 155 gr di pane bianco da zuppa. 155 gr di carne, 15 g r di lardo, 100 gr di legumi).Giunsero alle conclusioni che la carne (nei 155 gr è compreso l'osso) era troppo scarsa, e causava mancanza d'azoto; la razione e ra poco vari a, e vi era per contro un eccesso di carbonio (troppo pane e pasta).Essi suggerivano un mi nimo di 200 g r di ca rne; e anche un inc remento di legum i. Il riso, con il quale si poteva sostituire la pasta, era poco grad ito a l soldato, sopra ttutto perché era mal cucinato. La pasta, di seconda qualità, si conservava male, era approvvigionata troppo fresca e c uocendo si spappolava. La distri buz ione saltuaria del vino era insufficiente. Soprattutto, secondo g li a utori, andrebbero abolite le due giornate di rancio di magro la settimana, prescritte per motivi reli giosi e ormai effettuate solo ne ll'e se rc ito pie montese. li rancio di magro era controproduccnlc anche ai lini religio si, in quanto il soldato non mangiava carne, né riceveva pane bianco, ma per condire le zu ppe usava sempre il lardo. Ui contro, avrebbe potuto essere un rauorc corretto, solo sostituendo alla carne: merluzzo salato, o formaggio "di seconda qualità", aumentando co ntemporaneamente i legumi, sia come quantità, che varie tà. Consigliano inoltre di usare pi ù o li o, in modo da poter fare gustosi soffrilli , specie per il riso con la cipolla; aumentare la di sponibi lità quantitativa e qua litati va d'acqua, e dei relativi recipienti, nelle caserme. Portare da due a tre i pasti della giornata, introducendo - come presso a ltri eserc iti - la colazione del mattino, a hasc di carlè (d istri buito c on il latte, come avvie ne in Belgio, non sarebbe oppo,t uno, perché il latte si presta faci lmente a ad ulterazioni e det eriorame nti); razionalizzare gli orari e la composizione dei pasti. prevedendo di lasciare a l soldato, dopo aver mangialo,
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almeno un'ora di riposo e di libertà per la digestione, istituire, come in Prussia e in Svezia, i refettori per la consumazione del rancio, aumentare la quantità e la qualità degli strumenti di cucina, causa non ullima della scarsa varietà del rancio, e adibire al vettovagliamento personale (sottufficiali e truppa) fisso. Dal punto di vista economico, per ottenere i miglioramenti auspicati suggeri vano due soluzioni possibili (da adottare contemporan eamente) in pratica: abolire il pane bianco, più bello e buono ma meno nutritivo e più costoso del pane da munizione; affidare le provviste di tutti i generi commesti bili per uso del soldato alle sussistenze militari. (ì]i acq uisti centrali zzati di grandi quanti tà di generi, consentirebbero un notevole risparmio e una maggiore qualità. Non è necessario, per il resto, concedere doppia razione di pane a quegli individui , ai quali g ià basta la razione ordinaria (poiché capita di freq uente c he, chi chiede questa razione supplementare, poi se la rivende).G li a utori non risparmiano critiche, anche severe, alla razione di pace, contrariamente avviene per quella di guerra, che giudicano rispondente. Quali medici di reggimento, insistevano parti colarmente, sulla necessità di attribui re al medico militare, la massima ingerenza in tutto ciò che riguardava l'alimentazione del soldato, sia in casenna, sia negl i ospedali che in guerra. I regolamenti perù determinandone le attribuzione, ne hanno in modo veramente singolare limitata l'influenza. Molti di questi consigli e s uggerimenti furono oggetto d'acceso dibattilo da parte del la Commissio ne d ' Inchi esta per l'Esercito istituita nel 1907. 3) Con R.O. 19 maggio 186 1, dopo il termine de lle operazioni per il comp lclamcnto dell ' unità nazionale, sono soppresse tutte le indennità d'accantonamento, e per la spesa del rancio è fissata una trattenuta sulla paga della trn ppa di 30 centesimi , del quali 25 quale controvalore della razione fornita dal l'Amministrazione militare e cinque da impiegare al livello di corpo per acquisto di sale e verdure, e per le spese di bucato e barbiere (che gravano sul rancio). Il pane e i viveri conlinuano ad essere forniti ai corpi dai magazzini di sussistenza, quando ciò non è possibile o conveniente, i corpi vi provvedono direttamente, util izzando anche un suppleme nto di cinque cen tesimi corrisposto dal Ministero dal 1864. La razione pane e viveri, con Nota n. 87 del 19 maggio 1861, è fi ssata in gr 735 di pane da munizione, gr 155 di carne, gr 155 di pasta o ri so a giorni alterni , gr 15 di lardo o burro, centilitri 25 di vino, gr 183 d i pane da zuppa (sostituito una volta la settimana da gr 130 di gallclla). Con il successivo R.D. 19 settembre 1861, la razione è sensibilmente mi gliorata, con l' aumento della carne a 200 gr e una lieve diminu zione pe r pasta e riso (gr 150). Vino, caffè e zucchero non sono di slri buili giornalmente ma a giorn i allerni, nonostante che da qualche tempo tutti riconoscano che caffè e zucchero sono un alimento particolarmente gradito e comlhorante. Con il predello R.O. ciel 19 settembre si cerca di creare le premesse finanziarie per il migliorame nto della nuova razione, stabilendo che il pane da zuppa non vada compreso ne ll'importo della razione viveri, ma cosliLUisca una competenza distinta. Nel 1864 e 1865 sono attuate riforme di notevole rilievo, che in certo senso segnano un ritorno all ' antico. Con Nota n. 176 del 14 dice mbre 1864, il Ministero dispone che i vi veti per il rancio della truppa (pane escl uso) siano provvisti ad economia dirci -
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tamcntc a c ura dei corpi, e non più rorniti dai magazzini delle sussiste n7.e milita ri, ri servandosi pera ltro la facoltà di stabilire in quali c ircostanze o loca lità i viveri devono continuare a d essere fo rniti a i corpi da parte de ll ' A mmi nistrazione militare. Il ritorno al l'acqui sto dire tto de i viveri da parte de i corpi vale evide nte mente solo per il tempo di pace, e specie ne ll a campagna de l 184 8- 1849 aveva dato luogo a gravi inconvenientj_ Con questi limiti, il c ita to decreto del dicembre 1864 dà buoni ri sulta ti , a nche se non è ancora esteso a tutti i corpi e tutte le località. Peitanto si ritie ne opportu no ampliarne l'applica zione, sia a llo scopo di fornire all a truppa un vitto uniforme, sano e abbondante, con minore aggravio per l'Erario, sia perc hé si ri tiene che in alcune località de llo Stato la truppa non potrà però, a causa de ll 'eccessivo rincaro de i generi , procac.:c.:iarsi la razione regolare.: c on l' assegno pre levabile dalla paga de i capornli e soldati, e quindi le ri spetti ve masse d'ordina1io dovrebbero im:ontran; note voli disavanzi senza avere mezzo di ripararli . Si giunge così al R.D. 30 dicembre 1865, c.:hc delega de finitivamente ai corpi l' acq uisto dei viveri. Di versame nte dai viveri, il pane continua ad essere fornito in economia, vale a di re confez iona to dai pani fici militari e distribuito a cura de lle sussiste nze milita ri , ricorre ndo freque nte mente al trasporto pe r rcrrovia. Pe r il pane, il siste ma ad econom ia conti nuava ad essere ritenuto il più van taggioso, e si calcola c.:hc c.:onscntì un risparmi o di 1.600.000 lire nel I 864 e 2 .1 70 .000 lire nel 1865, ,ispetto a l maggio r costo che comprnt ere bbe il ricorso a fornitori pri vali. Ne lle cucine de ve essere costa ntemente affissa la tabella del rancio indicante la sua composiz io ne, il prezzo delle derrate e il nome dei romitori . Il prelevamento viveri - a nom1a di regolame nto di disciplina de l 1859 - è affidato a personale che continua me nte ruota, no n esistendo uffi c iali o sottuffic ia li speciali zzati, che hanno come incarico fisso il vcltovag liarnc nto. Al I O gennaio de l 1866 i magazzini viveri di riserva esistenti, erano quasi vuoti (le quantità maggiori disponibili erano di carne in conserva - 7.2 14 quintali per 3.6 11 .000 razioni e di z ucchero - 3 15 quinta li per 1.577 .000 raz ioni). Il 27 marzo il M inistero, in deroga all e norme amministrati ve vigenti, ordina l ' approvvigioname nto straordinario a trattativa pri vata nel M ar Nero d i 75.000 razioni di biada e 3.000.000 di raz ioni di hiscolto (equivalenti al J"ahbi sogno di 15 giorni per 200.000 uomini ) da accantonare presso i magazzini generali avanzati di Bologna e Piacenza (i più grandi , c iascuno con vivcti e foraggi per un mese per 30.000 uomini e 3.000 cavalli), Ancona, Pizzighettone e Pav ia. Per il riforni me nto viveri , è adottato il sistema misto (cioè in pa1t e ad economia, con viveri acqui stali dircllamcnlc dal Mini stero e in parte ad impresa, stipul ando con un ' impresa privata un contratto pe r rifornire, con moda lità prefi ssa te, i viveri alle truppe). I .a confezione del pane rimase in gran parte accentrata, e fu affida ta ai panifici militari dislocati nei princ.:ipali Presidi (in massima parte in Piemonte e ne l centro-nord; il panific io più a sud è a Napo li), i qu ali riescono a confezionare, nel le 24 ore, 3.000 razioni di pane per c iascun fo rno. Successivamente il pane era avv ialo, finché possibile, per rcrrovia ai vari reparti. Per la fabbricazione de l biscotto, altro genere fo ndamentale in campagna che può sostituire il pane, si ri corre ai panific i militari, "l'esperie nza delle passa-
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te g uerre aveva dimostrato che il biscotto fabbricato dalle sussistenze militari riusciva assai migliore di quello c he si acquistava dal com mercio". Tn totale da marzo ad agosto furono confezionati, in 17 panifil.:i militari terri toriali, 29.898 quintali di gallette (i maggiori qua ntitativi prodotti sono quelli dei panilìci di A lessandri a, Torino, Genova e Milano), e ne furono acquistati dal comme rcio 18.752 quintali (a L. 56,09 al quintale). Rimane di competenza dei corpi solo l' acqui sto dell a verdura , previa trattenuta alla truppa di uno o due centesimi (a seconda la faci lità che avevano di procurarsi la verdura). Per gli altri generi , la carne fresca (i n piedi), il riso, la pasta, il vi no, l'acquavite, lo ZLH.:chcro e il caffè (già tostato) erano fom iti , ai magazzini militari, direttamente dall ' impresa. Il sistema di inviare a lle truppe il caffè già tostato, all'atto pratico, non si rivelò una buon'idea , poiché, se conservato male o troppo a lungo pri ma della consumazione, perdeva l'aroma. Con circolare n. 9 in data 4 giug no, pe1tanto, l'Intendente stabilisce che il carlè sia forn ito alle truppe in grani tostati , e macinato solo all'atto della consumaz ione. La razione viveri , e foraggi e legna giornaliera per le truppe sul piede di g uerra è la stessa del 1859, fatta eccezione per il pane (c he diminuisce da 900 a 750 gr). La razione ordinaria (viveri freschi ) può essere sostituita - su ordine - dalla razione viveri a secco, nella quale la carne rn:sca, il lardo, il ri so o la pasta sono sostituiti da biscotto e carne in conserva o formaggio. Dalla campagna del 1866 alla libe razione di Roma ( 1867- 1870) Lo scioglimento del corpo di a mministrazione con il c itato R.D. 13 novembre 1870 11011 compo1ta l'e lim inazione de i panifici militari, il cui personale esec uti vo i: però composto, da l IO gennaio 187 1 in poi , da operai civili e 110 11 più da militari panettieri . Nella branca viveri, gli aumenti dei prc:tJ.i delle derrate alimentari rendono, la trattenuta per il ranc io sulla paga del soldato, ins uflì cicntc per fornire al soldato un rancio d i quantità e quali tà adeg uata alle s ue es igenze. Pe1tanto, co n R.D. 24 giug no 1869 la paga è aumentala di ci nque cente simi , da versare interame nte alla massa d 'ordinario dei caporali e soldati. Questo provvedimento si ripromette anche di rimed iare al debito de ll a massa d'ordinario, (che all' inizio dell' an no ammontava in totale a ben L. 3.674.000). La razione viveri giornaliera di pace è fi ssata in 200 gr di carne, 150 gr di pasta o ri so, 15 gr di lardo, 20 gr di sale, 25 centilitri d i vino oppure 15 gr di caffè e 22 di zucchero (da di stri bui re come sempre periodicamente), più un ccnlcsirno di verdura. All'inizio, quando le truppe sono accantonate in prossimità della frontiera. per l'approvv igionamento del pane, si utilizzano i panifici miliLari di Perugia e di Te rni, me ntre un'impresa c ivile fornisce le truppe accantonate in località di diflicilc accesso e con piccoli distaccamenti . La produ zione de i d ue pre detti panifici non è s ufficiente (solo 19.000 ra:t.ioni s ull e 60.000 circ a necessarie) si provvede con una s pedizione giornaliera di 12 .000 razioni per l"crrovia dal panificio militare d'Ancona, da un altro forno di ferro sito a Terni , e con il ricorso straordinario ad alt1i panifici. Ai primi di scltcmhrc, ha ini zio il movime nto delle truppe dalla frontiera, verso Roma. TI 7 e 8 settembre l'in-egolarità dei trasporli e il mancato ani vo dei convog li del pane preocc upano l'Intende nte, che si rivolge dire ttamente a l Mi nistero e alle ferrovie pri vate, otte-
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ne ndo che ai convogli del pane si dia precedenza assoluta. L'intendente propone inoltre che la razione di pane - c he è ancora quella del tempo di pace - sia diminuita, e portata al peso di que lla di g uerra. Fino al 12 scttcmhrc, il centro di smistamento del pane è il nodo ferroviario di Terni. Il rifornimento dei viveri ordinari è affidato ad un ' impresa, che iniz ia a rifornire direttamente i corpi il 25 agosto. Per i viveri di riserva, g ià il 23 agosto erano "quasi completate" le dotazioni stabilite per ciascuna divisione (quintali 165 di biscotto, 30 di carne in conserva, 22 di formaggio, 30 di zucchero, 20 di caffè e 90 d'avena).! predetti generi so no distribuiti alla truppa, e consumati, solo quando viene meno il rifornimento dei viveri ordinari. Come avviene per il pane, anche il rifornimento dei viveri trova ostacoli per la mancanza di mezzi di trasporto e per la cattiva viabilità. Nel funzionamento del Servizio emergono peraltro antichi prohlcmi inerenti a l complicato conteggio dei viveri, soprasso ldi , decanto, ed i ritardi nelle distrihuzioni e nella macellazione dei bovi ni (già verificatisi nel 1848).
IL REGNO IN CIFRE Monete Grano Carlino Ducato
= 12 piccoli (o calli)
= IO grana = 10 carlini
Misure di lunghezza Palmo lineare Canna lineare Miglio
= cm. 26,367 (di 12 once) = m. 2, 109 = km. 1,85 1
di pesu Oncia Lihhra Rotolo Ca ntaio
= gr. 26,88 = kg. 0,320 = kg. 0,890 = kg. 89,099
Per detenninare l'altezza dei coscritti erano in uso il piede (cm. 32,484) e il pollice (cm. 2,707).
Unità di capacità per
aridi Misura Tomolo
= 1.2,304 = 1.55,3 18
liquidi Caraffa Barile Rotte
1.0,727 1.43,624
= 1.523,488
Cannine Zavarella
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CAPITOLO VI DALLA GUERRA FRANCO-PRUSSIANA ALLA CAMPAGNA rn URTA ( 1870-191 2)
I periodi di crisi nell' afflusso dei viveri da tergo, che non mancano nonostante l'organi zzazione di trasporli, sono fronteggiati con un ben pianificalo, razionale e disciplinato sfruttame nto delle ri sorse locali, e confere ndo accentuata a utonomia negli acquisti e nelle incette anche ai corpi d' armata. Particolare rilievo assume l'impiego delle conserve alimentari. Oltre a sonuninistrare carne in conserva, biscotto, avena e fie no compresi (acquistati anche in Inghilterra), dopo giuste cspcric n:1.c è introdotto su larga scala il consumo di una speciale salsiccia (Erbswursl) composta di farina di piselli, grasso e lardo, prodotta in una fabbrica impiantata subito dopo la mobilitazio ne a Be rlino, che be n presto estende la produzione anche alle conserve di carne e fun ziona per tutta la durata della guerra, fornendo ali ' esercito circa 40 milioni di razioni. Un'innovazione di rilievo della legge Ferrero d atata 1882 - che in certo senso militariaando di nuovo il pe rsonale dei panifici rappresenta un ritorno aH 'antjco - è l'istituzione di J 2 compagni e di sussistenza (una per ciascun a direzione di commissariato presso le quali si trovano i Comandi delle rispettive compagnie di sussiste nza) provvedono anche alle predisposizioni per la mob ilitazione delle sezioni sussistenze e delle sezioni intere o mezze di panettieri, prima alfidale ai distretti. In tutto il periodo la panificazione avviene esclusivamente presso stabilimenti militari. Nel I 875 s'inizia la sperimentazio ne tavolette di caffè e zucchero pe r il solda to in campagna. In te mpo di pace sono previsti per la truppa tre tipi di razioni viveri (di guarnigione, d 'accantoname nto e di marcia), che si differenziano solo per la carne: 220 gr in guarnigione, 240 g r in accantonamento, 300 gr in ma rcia. I rimanenti generi sono: 150 gr pasta, 20 gr sale, 15 gr caffè, 22 gr zucchero, 25 centilitr i di vino. Le distribuzioni di caffè e vino come sempre avvengono saltuariamente, per I00- 150 gio rn i ali ' anno. Il servizio viveri pe r le truppe nei var i presidi è sotto l'alta dipe nde nza dei comandanti di corpo d',trmata, mentre il servizio locale dipende dai comandanti di presidio. La direzione di commissarialo del corpo d'armala funge da organo intermedio tra l'impresa e i livelli superiori, effettua le visite e ispezio ni ordinate dalle autorità superi ori, rappresenta il corpo d' armata nelle liti , citazioni o altri alti militari, applica le penali tà all ' impresa e provvede alla verifica delle contabilità e ai pagamenti. La distribuzio ne ai corpi dei viveri avviene a cura dell ' impresa in uno o più magazzini presidiari , che devono avere ri serve per quallro giorni. li prelevamento giornaliero dei viveri avviene distintamente per compagnia e sotto la sorveglianza dell ' ufficiale ai viveri periodicamente comandato nei corpi. I viveri ordinari in guerra sono giornalme nte distrihuiti dalle sezioni sussistenze (una per di visione e una a livello di corpo d'armala, per le tru ppe suppletive).L'approvvigionamento dei viveri può essere effettuato - come
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sempre - per mezzo d'impresa, oppure median te incette e acqu isti dal commercio, o requis izioni sul posto. In caso di mancanza parziale o totale di viveri ordinari, si provvede mediante parchi viveri di ri serva di corpo d'am1ata, i quali a loro vo lta si ri fo rniscono presso i parchi viveri di riserva, da consumare solo in caso di assoluta necessità. Fino al 19 1O, i corpi di spongono di una massa rancio, e in pa11jcolare nel 1909, secondo il rilevamento statistico della commissione d ' inchiesta, la quota di spesa (fissa) per il vitto è di L. 0,61 giornal ie re (su un totale di L. 0,89 dell' assegno per il mantenime nto del soldato). Peraltro, dall'importo di L. 0,61 sono detratte L. 0,20 per il pane fornito direttamente dall 'ammini strazione militare e L. 0,38 per viveri (solo nel caso che siano acquistati e forn iti non dal corpo ma dal commissarialo militare, o nel caso che si di strihuiscono i viveri di ri serva). In tal modo nel 1909 sono sicuramente a disposizio ne del corpo (per acquisto generi complementari della reazione viveri-verdura, frutta, pepe, sale, ecc.) solo L. 0,3 , anche se nel 1898 la quota per i generi compl ementari a disposizione del corpo è elevata da L. 0 ,3 a L. 0,5. Per il 1909 si adottano tutti e tJ·e i sistemi: fornin1re ad impresa, acquisto diretto da partc dei corpi mediante contratti prcsidi ari, acquisto diretto e centralizzato d'alcuni generi facilmente conservabili riuniti in magazzini centrali di nuova costituzione, che poi fo rni scono i corpi nel ri spettivo territorio di giurisdi zione. Gli orie ntame nti e mersi pe r il 1909 sono conferma ti anche pe r il 191 O e 19 1 I , con tendenza a estendere i magazzini centrali in tutti i corpi d ' annata. La razione di pace, che nel 1884 era stata suddi visa in tre di versi tipi, nel 1892 ritorna di tipo unico, con 750 g r di pane, 220 gr di carne (300 gr pe r i ponlieri), 200 gr di pasta o riso, 20 gr di lardo e 20 gr di sale. Sono ino ltre previste, sempre ne l 1892, 300 distribuzioni di zucchero (gr 15) e caffè (g r I O) nell'anno (400 pe r i pontieri). Success ivamente, per probabili ragioni di economi a, la razione viene, sia pur d i poco, ridotta, e già nel 1895 essa è di g r 200 (280 gr per i pontieri) di carne, gr 180 di pasta o riso, gr 15 di lardo. Nell ' anno 1895 il numero delle di stribuzioni annuali è però ripo11ato a 250 (è giornaliera solo per i ponlic ri).Circa la composizione quantitati va e qualitati va della razione, nel 1905 dopo un confronto con quelle dei principal i eserciti, si arriva alla conclusione che la razione del nostro soldato è solame nte inferiore a quella francese, la quale ha 300 g r di carne, anziché 200, cd il caffè tutti i giorni, me ntre da no i ne fanno a nnualmente solamente 250 distribuzioni . È però da notarsi c he il francese riceve gr 125 di pane da zuppa invece di gr 180 di pasta o riso. ln compenso quindi dobbiamo ritenere la nostra razione per qualità e qua ntità ri sponde nte al bisogno. Sarebbe solamente <lcsiderahi lc che la pasta fosse portala a 200 gr giacché i nostri soldati sono, in buona parte, contadini e operai , i quali per base della loro ahilualc nutrizione hanno la pasta o riso, a secondo della regione di provenienza, purché le condizioni di hilancio lo consentano. Aume ntare la co ncessione di razioni supplementari di pane, sarebbe auspicabile, anche se nel complesso, la composizione q uantitativa e qualitativa della nostra razione militare rcgge il confronto con quella dei principali eserciti .
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Carmine 'Z avarella
Gli stabilimenti per il vettovagliame nto La fab bricazione di conserve ali mentari è costante mente concentrata ne llo stahilimc nlo di Casaralla (Bologna), che nel 1904 prepara i seguenti generi : - scatolette di carne di bue lesso; - scatolette di carne di bue arrosto; - ling ue di huc in salamoia; - scatolo ni di carne seconda ri a di bue (collo e testa); - scatoloni di brodo concentrato. Per quanto riguarda la fahhricazione della gallella, nel 1888 è crealo a 1'oligno un gallettificio che però dopo qualche a nno di vita è sciolto, e la galletta si fabbrica ne i più importanti panifici (ad esempio, nel 1893 la galletta si fahhrica in 15 panifici sui 34 allora in funzione e nel 19 IO in l3 su 28 panifici). La categoria dei panifici, iniz ia lmente determ inata in base alla capacità produttiva, è poi fissata a seconda dell 'esistenza e del tipo del molino annesso al pa ni lic io: con molino a cilindro (1 ' caLL:goria), con molino (2" categoria), senza molino (3" categori a). Nel 19 10 solo 11 panifici hanno il molino, e i molini militari (compreso quello a cilindti d'A ld ifreda) possono macina re lino a 2.400 quintal i di grano a l giorno. Di massima l'ammini strazione militare non acquista grano per la macinazione, ma nelle località prive di molino militare si avvale di molini presi in affi tto o di mugnai privati . Nel 19 1O i 28 panifici in esercizio (su 67 disponibili ) producono normalmente circa 175.000 razioni di pane ncll L: 24 orL:, e per il tempo di pace il numero complessivo d i panifici disponibi li è esuberante. Il commi ssari alo in guerra L'organizzazione e il funziona me nto in guerra del co mmissariato sono definiti ne l 1903 dal Reiolamento di servizio in i uerra - Parte Il servizio delle Intendenze, - servizi di commissariato, chL: sostituisce l'ana logo regolamento 188 1. Il nuovo ordinamento per ta luni aspetti è pe rmeato di uno spirito nuovo e innovativo, anche se - in aderenza a i cri teri strategic i prevalenti lino a ll a prima guerra mondiale - ~ incen trato sul rifornimento di un esercito in rapido mov imento offensivo, rifornimento come sempre assai ard uo specie per la branc a vettovagli amento, a nc he a causa de lla dirlicollà di conservazione dL:i generi fresL:hi e della croni ca inefficienza dei trasporti. È previsto un più stretto inserimento de i direttori d i co mmissariato e de i capi ufficio nei Comandi di Grande Unità, ponendoli alle dirette dipendenze dei Capi di Slalo MaggiorL: (e non dcli ' intendente) per il servizio di vettovagliamento, sia pure limitata mente ai movimenti di truppe. Un a ltro aspeUo importante è l'insL:rimenlo della catena degli organi direttivi del com missariato dell' ufficiale di vettovagliamento dei corpi (uffic iale d'arma fi no a quel mome nto all 'esclusiva dipendenza del comandante di corpo), il quale divL:nta anchL: organo ausilia rio del servizio di com missariato, e come tale può essere incaricato di concorrere nelle incette delle ri sorse locali. Si stabilisce in tal modo una relaz ione d'indole tecnico-anm1inistratjvo utilissimo al serviz io, perché tende a coordinare l'azione di Lulli gl i organi lìno al livello più basso.
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F:voluzionP .1·1orica della razioni' mi/ilare alimenlare dall'a111ichilà ad oggi
Per il vettovagliamento in zona d'operazioni sono introdotti nuovi principi d'ela sticità e d'in iziatjva ancor oggi va lidi, adottando il criterio fondamenta le di trarre partito dalle risorse local i come se nulla potesse giungere dagli stabili menti retrostanti e, d 'altra parte, assicurare i 1ifornimenli da tergo come se ogni risorsa locale avesse assolutame nte a mancare. A tal fine si precisa anche c he il carreggio con i viveri non deve procedere più in coda alle colonne, ma in testa. Commenta il Gritti - nelle campagne di gue rra combattute fino a quel mome nto il nostro eserc ito si era basato sul sistema d'affluenza de i viveri da tergo, attualo con mezzi regolamentari e rigidamente stahili, prev isti anche nell a regolamentazione del l 881. Quest'orientamento aveva causato non lievi disagi alle truppe , e il nuovo regolamento mostra di recepire queste esperienze dettando norme che fanno appel lo anche a ll'iniziativa <lei Quadri al livello di corpo, per quanto loro non siano responsabi li de ll ' importazione tecnico-amministrativa degli approvvig ionamenti: dei tre modi di vettovagliame nto (risorse locali, artluenza <li vcllovaglie ordinarie <la tergo e viveri <li riserva) , nessuno può bastare in tutte le circostanze da solo, e perciò si dovrà ricorrere ad ess i tal volta alternativamente e talvolta contemporaneamente. Qualunque sia il modo di impiegarsi, il renderlo veramente e fficace richiede il com:orso e lo sforzo effi cace di tutti . sia del Comando sia degli organi a mministrativi. 1 corpi prelevano i vive1i presso le sezioni sussistenze di visionali . Dal li vello d i divisione in su il rifornimento avviene dall ' indietro in avanti. Lo scaglionamento e la riparlizionc del le dotaz ioni ai vari livell i ri sultano dalla tabella alla pag ina seguente, dalla quale è possihile anc he confrontare la nostra razione viveri di guerra ( 1904) con quella dei principali e se rc iti:
Razione viveri di guerra ( /903) Razioni norma li
Quantità in grammi Generi Germania
Per uomini
Per cavall i
Pane Carne <li bue rresca Ri so o grano mondato J,egumi secchi Lardo o grasso Sale Pepe Caffè tostato Caffè verde Zucchero Avena Fieno Pagl ia
Franc ia
Austria
Italia
750
750
700
750
375
400
400
375
125
60 -
140
125
-
-
30
20
25
20 -
30
20
-
0,5
25
16
-
0,5 15
-
-
17
21
25 25
20
6000 2500 1500
5000 3000
5500 3000
5000 5000
2()()()
-
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Carmine Zavarella
Il problema più impmtante c he si propone nel pe riodo è quello della confezione del rancio in campagna, per la quale ali ' inizio del secolo XX si è ancora fatto alcun progresso. Il Lenente di complemento Forni, nel già citato articolo del 190 I, mette in lu ce i molteplici inconvenie nti del vecchio sistema c propone un suo tipo di c ucina rotabile ma questa soluzione è adottata solo da altri eserc iti : per prirno quello russo (190 1) (Figura I) seguito, nel pe riodo 1906- 1909, dag li eserciti austro-ungarico, francese (Figura 2), tedesco e spagnolo. Nell 'esercito italiano, a nziché orientarsi sull a c ucina rotabile - poco adatta a ll ' impiego in te rre no montano - nelle grandi manov re del 1907 e 1909, è sperimentato con esito molto favorevole un siste ma di forne lJi e casse di coltura (cucine mohili) per garantire la rapida preparazione e la conservazione del rancio caldo anche a truppe in movimento, caricando tulla l'attrezzatura su una caiTella di tipo a lpino ogni due compagnie. li materiale presenta ancora diversi difetti, e prohahilmcntc per questo per il mom ento non è adottato. Non così avviene pe r la confezione de l pane in campag na, a ltro annoso prohlcma finalmente ri solto in mani era soddi sfacente con l'adozione di mate ria li più leggeri e di semplice e rapido impiego, che rimangono in servizio per lungo tempo. Nel 1897, al posto de i forni modello Taddei e R ossi, è adollato que llo mml. 1897 can-eggia to o someggiato che ha caratteri sti che a naloghe a quelle de l forno Perier in dotazione all 'eserc ito francese, e rimane in servizio fino alla seconda guerra mondia le. Dopo esperime nti molto favo revoli ne lle grandi manovre del 1907, si ottiene un notevole mi glioramento di pres tazioni con l' adozione del forno rotabile a produzione continua modello Weiss, adottato anche in Prancia e Austria a traino animale, in grado di fun zionare parzialmente (pre paraz ione lie viti , esecuzione impasti , riscaldamento) anche in marcia, e quindi di seguire le truppe, all'occorre nza, anc he in prima line a e con strade poco huone. Un problema central e è rapprese ntato dal rifo rnime nto in guerra della carne fresca, che è basalo su "carne in piedi" al seguito delle truppe, e presenta vari inconvenie nti . Il sistema italiano di cuc inare "carne in piedi" (buoi vivi c he seguono le truppe) non è razionale: i buoi camminano più lenti delle truppe, spesso non giungono per niente o gi ungono talmente tardi che la carne a ppe na macellata è coriacea, poco nutriente e per niente gradita. Solo il mezzo a utomohilistico puù risol vere il prohlc rna del celere e tempestivo afflusso de lla carne fresca a lle truppe.
Evoluzione storica della razione militare alimenlare da/J'a111id1i1iì ad oggi
Cucine rotabili russe per la fanteria
Tipo pesante
Tipo leggero
Cucina rotabile, rnod. 1909, della dilla Manfred Weiss di Budapest
Cucine rotabili francesi e cassa di cottura tipo Weiss (1911)
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Carmine 7.avarella
CAPITOLO VII LE CAMPAGNE COLONIALI DI HNE SECOLO XIX IN ERITREA ( 1885- 1889 E 1895-1896) E INIZIO SECOLO IN LIBIA ( 191 1-191 2)
1. La prima campagna di Eritrea (1885-1889)
TI venovagliamento e il vestiario ed equipaggiamenlo delle lruppc sono slrctlamcnlc legali, specie in colonia, a l buon andamento del Servizio sanitario e alla salute e benessere delle truppe. Riguardo al vcllovagl iamcnlo, è il rifornimento alle truppe di acqua e g hiaccio (in mi sura sufficiente non solo per quanlilà) I' a spello che dà maggiori preoccupazioni, anche se è possibile utilizzare per la distillazione dell'acqua di mare e per la produzione di ghiaccio le navi , peraltro con risultati non sempre soddisfacenti. Il piroscafo Goliardo, che trasporta il corpo di spedizione, ha a hordo una ri serva di 40 tonnellate d'acqua in taniche di ferro, di dubbia potabilità, la cui dislrihuzionc è per<> veramente lun ga e difficoltosa per mancanza di rubinetti , di recipienti adatti e di pompe enìcicnti, e richiede molteplici lravasi. Dopo il periodo iniziale d'assestamento, il regolare rifornimento d'acqua e gh iaccio è fonte di continue preoccupazioni per mancanza di filtri , mezzi di trasporlo, materi ali e mano d'opera per costru ire opere idrauliche, e nel 1887 prevale l'orientamento a ricorrere a grandi imprese civi li alle quali assegnare in appalto il rifornimento di gl1iaccio e l'installazio ne di potenti distillatori d'acqua. Con riferimento alla distillazione dell'acqua, da un rapporto di fine agosto 1887 del Comando Superiore Arrica, al Ministero risul ta che, durante l'attesa che siano impiantati i di stillatori Normandy (già giunti a Massaua), a fronte di un 'esigenza di consumo giornaliero di 72 tonnellate, la disponibilità effettiva d'acqua oscilla tra le 60 e le 75 lonncllatc (quando funzionano cnlrarnhi i distill atori della nave F,uropa) e non è quindi possibile costituire fort i riserve per far fronte a bisogni eventuali. Sono anche studiati, fin dal 1885, i recipienti più idonei per il tras porto dell'acqua al seguito di truppe in movimento, e dopo aver scartato g li otri (acqua imbevibile) e i barili di legno (l'acqua si guasta dopo pochi km), il Salella propone barili di legno rivestiti in ternamente in metallo (zinco), in modo che il legno protegga l'acqua dal sole. La razione d'acqua giornaliera prevista è di litri IO per ogni ufficiale e impiegato, litri 6 per sottuffic iali, soldati ed operai, lilri 20-25 per i quadrupedi. I snidali in marcia hanno la borraccia piena. Ogni compagnia ha inoltre al seguito otto barili d' acqua di riserva, trasporlaLi con quattro muli. L'acqua e il ghiaccio sono tras portati al seguito delle truppe con 6.500 barili di legno foderati <li zinco, e con 140 casse ihiacciate di varia capacità (buratti, sacchi, reti).ln confronto al rifornimento dell'acqua, il rifornimento di pane e dei viveri presenta problemi assai minori ed ha carattere prevalentemente qualilativo, legalo in pralica ai generi componenti la razione giornaliera viveri, che all 'atto dello sbarco è così composta: pane gr 800 (o gallclla gr 600); carne fresca gr 300 (o una scatoletta di carne, ridu cendo in tal caso la galletta a gr 400), pasla o riso gr 150 (o
Evoluzione storica della razione militare alimentare dall'antichità ad oggi
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gallclta gr 150), formaggio od olio o strutto o lardo gr 15, sale gr 20, erbaggi in conserva gr 50, caflè loslalo gr 15 e zucchero gr 22 (oppure vino centilitri 25 o rhum centilitri 6). Al confronto con le razioni delle truppe inglesi ( 1870) e russe ( 1879) in analoghe spedizioni coloniali, essa appare povera di carne, caffè, ortaggi e spezie (pepe, agli o, cipolle, palale), vale a dire generi il cui uso, come già visto , era riconosciuto molto igienico in colonia, per combattere lo scorbuto e le rna lallic inlcslinali. Sulla base delle ragionate proposte che sono inoltrate dagli ufficiali medici e dagli stessi comandanti, la razione è ben presto mi gliorata, e nel 1886 la carne fresca a umenta a 400 gr, la pasta o riso a 200 gr, caffè e vino sono distribuili insie me giorna lmente (e non a giorni alterni), e ino ltre si stabili sce c he: oltre a ciò fanno parte della razio ne viveri, legumi , erbaggi fre schi o in conserva, pepe, anice, limoni freschi, succo di li mone, aceto, thé, ecc., secondo che sarà stabilito dal comandante superiore, che ha facoltà di aumentare o dim.inuire taluno dei componenti della razio ne per speciali esigenze. Infine nel giugno 1887 la ca rne è portata a gr 500, e la razione per le truppe de l corpo di spediz io ne Di San Marzano (fine 1887- 1888) prevede 400 gr di carne e non 500, ma in più molti generi - in precedenza non prescritti o lasciati a lla f"acollà de comandanti - che ne aume ntano la varietà: gr 15 formaggio, gr 20 cipolle, gr 75 palale, gr 50 legumi, gr 50 erbaggi freschi , gr 50 e rbaggi in conserva, gr 8 conserva pomodoro, gr 5 aceto, gr I pepe, più pa ne, pasta, vino, caffè e zucchero nelle quantità consuete. La carne rrcsca è sempre acquistata sul posto. Per i rimanenti generi si ricorre preferibilmente ad acquisti in Italia, effettuali dal deposito centra le di Napoli trnmite la direzione di commissariato locale. Og ni soldato porta al seguito nel tascapane due giornate di viveri <li riserva ed il pane della g iornata. Le dotazioni materiali di cucina d'ogn.i compagnia sono trasportate da 3 muli, dei quali 2 con viveri e attrezzi di cuc ina della compagnia, e il terzo con marmitte da campagna.
2. La seconda campagna d'Eritrea (1895-1896) L' organizzazione e f"unziona me nto de l Servizio poco si di scosta da que lla della precede nte campagna, e si impernia sui magazzi ni centrali di Massaua e sui magazzini presidiari. I viveri necessari sono me nsilmente richiesti dalla direzione di commissariato al comandante, che invia la richiesta al Ministero. La razione viveri ordi naria è da intendersi sufficiente, anche se è meno ricca di quella de lla campagna precedente: farina gr 800, pasta o ri so 150, sale 30, c affè 15, zucche ro 22, formaggio 25, conserva 25.La carne affluisce in piedi al seguito delle truppe, in piccoli parc hi proporzionati al bisogno e si distribui sce in piedi ai reparti, c he poi provvedono in proprio alla macellazione con g li a ppositi attrezzi di cui sono provv isti . Ciascun militare di truppa porta al seguito due razioni viveri di riserva, me ntre sulle salmerie di reparto sono trasportate altre due razioni di viveri ordinari (senza la carne) e due di foraggi . La raz ione per g li indigeni è di 600 gr di farina; inoltre si dislribui scc loro spesso sale (gr 50) e carne in piedi (gr 800).
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Carmine Zavarel/a
3. La campagna di Libia (Settembre 1911-0ttobre 1912) Per quanlo riguarda il vcllovagliamenlo, la favorevole situ<1zione consente il rapido passaggio dalla confezione del pane sulle navi e con i forni da campo all ' utilizzazione di forni in muratura nelle principali località di concentramento delle truppe, con conscg ucnlc ri sparmio di combusti bile, migliore qualità del pm1e, e possibilità di recuperare ben presto la sezione panellie1i al le dircllc dipendenze dcli' Intende nza, destinandola all'Egeo. Pe r la confezione rancio, si cerca di risol vere per la prima volla, in una campagna militare, il vecchio problema della confezione e del mantenimento del rancio caldo prevedendo la distribuzione fino al livello di compagnia di casse di cottura tipo Neumann, Achillini e Gonella, della capacità di circa 50 razioni (date in dotazione anche agli organi dei Servizi). A fine d 'ottobre, il Ministero ne ha acquistate 1.500 di cui 500 già pronte. All'inizio dell<1 campagna non tutti i repa11i quindi ne sono provvisti, e ad ogni buon conlo si prescrive che le truppe portino con sé anche le vecchie, gloriose marmitte mod. 1855. Un problema più arduo del riforni mento di pane e viveri è rappresentato dal rifornj mento dell ' acqua, c he è sempre la principale difficoltà da considerare nell 'organizzazione e condotta d'operazioni dinam.iche durante tutta la campagna, e impegna gran numero di quadrupedi, in misura molto superiore a quanto inizialmente previsto. All ' inizio della mobilitazione sono assegnati alle truppe I O apparecchi per trasporto e conservazione del ghiaccio e 2 1 dotazion i per il scrvi7.io dell 'acqua nelle località di tappa, con 400 as inelli per il loro trasporlo. Nel lo Studio logistico relativo alle operazioni da iniziarsi in autunno 1912 a Tripoli compilato dal comandante delle truppe il Libia, imponente è il numero dei mezzi di trasporto e contenitori ritenuto necessario per il trasporto dell 'acqua. Per 22.000 italiani, 4.000 indigeni, 3. 100 cavalli e muli, 2. 100 cammelli sono ritenuti necessari J90.000 Kg d'acqua (3 per ogni uomo e 20 per quadrupede).
t:vo/uzione s torica della razione militare a/imerllare dall 'antichità ad oggi
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CAPITOLO Vlll DALLA PRIMA GRANDE GUERRA COLONIALE ALLA PRIMA GRANDE GUERRA TITTALE ( 19 12- 19 18)
In te mpo di pace, secondo il Libro II della ci tata Istruzione del 19 11 al vettovaglia mento si provvede in parte ad economi a cd in parte medi ante imprese territoriali o forniture locali o speciali; nessuna norma rigida quindi. Il servizio ad economia può avvenire o con generi prodotti direttamente negli stabilime nti delle sussistenze militari, oppure con grossi acquisti e ffe ttuati dal commercio, immagazzinamento, e successiva distribuz ione de i generi tramite magazzini. La razione ordinmi a di pane e viveri di pace si compone di gr 700 di pane e di due parli:fondamentale e completiva. La parte ronda mentalc consta di 200 gr carne di bue, 200 g r pasta (oppure 180 g r di riso) e di 250 di stribuzio ni di caffè o vino l'anno ( 180 di caffè e 70 di vino). La razione di vi no è di centilitJi 25; la razione di caffè si compone di gr 1O caffè tostato, gr 12,5 caffè crudo, gr 15 zucchero. La parte fonda mentale è ug ua le a tutti i corpi e non può essere variata o ridotta per nessun motivo, salvo espressa di sposizione del M in istero. La parte completiva comprende il sale, il lardo e gli altri generi di condimento, ed è di 8 centesimi rcr ogni ra1.ionc (8,5 se si consuma riso). Pe r il vettovagli ame nto in g uerra, le raz ioni previste dal Serv iz io in g uerra del 191 5. in massima uguali per tutte le am1i e corpi, sono le seguenti, e in sostanza invariate ri spetto al 1904 e alla g uerra in Libia: pane gr 750, carne fresca di bue gr 375, pasta o riso gr I50 , palate gr 350 o legumi secchi gr 250, caffè tostato gr 15, zucchero gr 20, vino cl 25, cond ime nto preparato (il peso della razione è vario secondo il condimento) oppure lardo gr 15, sale g r 20 , pepe gr 0,5. Le patate, i legumi e il vino , saranno distribuiti solo quando sarà possibile trovarli sul posto. La razione viveri di riserva è composta dai seguentj generi: galletta gr 400, una scatol etta di carne di bue in conserva (gr 220 di peso ne tto); la razione viveri di ri serva è de nominata razione viveri di riserva individuale qua ndo è desti nata ad essere data in dotazione a l soldato. La razione sale di riserva è di gr 20. Questa razione prende il nome di razione sale di riserva individuale quando è distJ·ibuita con le modalità suind icate. Talune razioni viveri , prendono la loro denominazione secondo lo scopo cui servono. I ,a razione viveri da viaggio è usata, durante i lunghi trasporti delle truppe, in rerrovia. È composta di un a razione di pane gr 750 (in mancanza di pane si possono distribuire , g r 400 di gallclta) e di una scatoletta di carne di bue in conserva. La razione viveri complementare è il complesso dei generi costitue nti la razione viveri ordinaria meno la carne e il pane. La razione farina per pane serve per indicare, i gene ri occorrent i, per confezionare una razione di pane. La razione è composta di fa rina g r 370, cru sche llo g r 7,2, sale gr 5. L' attività d i preparazio ne ad una gueITa è essenzial mente diretta ad aumentare la capaci tà produttjva degli stabi limenti militari, a completare le dotaz ioni prescritte e a cosliluirc scorte e depositi ne ll a zona avanzata. Ne l 1914 è anche avviato a soluzione, almeno parziale ,
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il vecchio fondamentale problema della confezione e u·asporto del rancio caldo in campagna e al seguito immediato delle truppe, ponendo fine alla lunga sperimentazione, grazie all 'approvvigionamento di un primo lotto di 50.000 cucine isotermiche da campo, per un totale di L.6.000.000, peccato che all'inizio della guen-a, solo 61 reggimenti ne sono provvisti: la denominazione ufliciale delle nuove cucine, per le quali nel 19 15 è diramata apposita Istruzione, è "cucine mobili da campo someggiate ", ma il nominativo comunemente adottato da allora in poi, fino ai nostri giorni, è " casse di cottura". Per il resto, le dotazioni nel maggio 1915 sono al completo, sono state accantonate scorte di grano ( 1.875.000 quintali) e di avena ( 1.935 .000 quintali), ed è in corso la costituzione di depositi di 30 giornate di fieno di scorte a Torino, Alessandria, Milano, Ancona e Roma per rifornire i depositi centrali, ed a Seanzano e Casaralta per altre 5 giornate.
t:vo/uzione storica della razione militare alimenlare da/l 'anlichilà ud oggi
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CAPITOLO IX LA PRIMA GUERRA TOTALE (19 15- 1918)
LOGISTICA TRA GUERRE DI MOVIMENTO E GUERRA DI TRINCEA
L' andamento della branca vettovagliamento è caratterizzato da: • razione viveri e foraggi variabili e spesso ridotti, sia per ragioni d'economia, sia in relazione alle difficoltà generali d'approvvigionamento, con negati vi riflessi sul morale della truppa. È aumentata alla fine dell'anno, nell'ambito delle nuove misure per il benessere, adottale dal Generale Diaz; • ricorso sempre più massiccio, fin dai primi mesi di guerra, alla panificazione con forni da campo in muratura e/o con forni militari territoriali, per ottenere pane di mi glior qualità risparmia ndo nel contempo i forni mobili, e rimediare alla scarsità degli stessi; • ri corso crescente, dopo il primo anno di guerra, al consumo di carne congelala importala dalle Americhe (secondo alcuni 3 ,5 milioni e secondo altri 4 , I milioni di quintali), il che impone l'onerosa creazione di una "catena del freddo" (frigoriferi; carri ferroviari e autocarri frigoriferi, cofani per il trasporto). I parchi buoi vengono però mantenuti, anche per far fronte ad improv vise esigenze nel caso che la carne congelata venga a mancare. Va ricordato anche che sono prodotti 230 rnilioni di scatolette di carne, dei quali 168 milioni dagli stabilimenti militari di Casaralta e Scanzano; • appesantimento e " territorializzazione" delle sezioni sussiste nze divisionali, c he oltre a rifornire anche le truppe suppletive di divisione e corpo d'armata, costituiscono propri magazzini. Il meccanismo dei rifòrnimenti dai depositi centrali (e/o centri d'approvvigionamento) ai magazzini avanzati d' armala va dall ' indietro in avanti , a mezzo ferrovia. Dai magazzini avanzati alle sezioni sussistenze delle G .U. di I" linea va invece dall'avanti all'indietro grazie anche all'impiego degli automezzi . Al livello di reggimento/corpo il rancio, confezionato presso le reslroslanli cucine, è avviato - spesso di notte - alle truppe in trincea. In quest' ultima fase, il rifornimento. quindi, ritorna al sistema dall ' indietro in avanti, con frequente impiego di salme rie. A fine 191 7 il ministero oltre ad aumentare la razione, pubblica la prima "/.\-eruzione sul servizio del vitto militare", a carattere teorico pratico, che fornisce nozioni pratiche sulla preparazione e distribuzione del rancio, anche in guerra. Descri ve inoltre l'organizzazione del Servizio, indicando i compiti dei vari organi direttivi ed esecutivi in ambito corpo (com missione per il rancio, ufficiale ai viveri e di vettovagliamento, caporali e soldati rancieri).La commi ssione rancio fa ogni mese un rapporto al comandante con proposte migliorative, e di essa fa parte, oltre che l'ufficiale ai viveri , anche un urlìciale medi co. Si stabilisce c he tutto il personale preposto sia scelto tra quelli che haimo precedenti ed attitudine; è istituito il sottufficiale di cucina e si prevede per la prima volta, per il sottufficiale e i rancieri , la frequenza di un apposito corso
160
Carmine 7,avarella
teorico/pralico della durala di due mesi. L' ufficiale ai viveri e di vettovagliamenlo non è ad incarico esclusivo e se subalterno continua a svolgere - no nostante i suoi gravosi e deli cati compiti - il normale servizio, con esenzione dal solo scrv i1,io di g uardia. Per Lalc uf!ìciale e per il sotlufficiale (che ha invece incarico esclusivo) si prescrive di lasc iarli ne l! ' incarico il più a lungo poss ibile. La razione viveri d i guerra di base segue da l 1915 a l 1917 la seguente evolu zione (Labcl la di seguilo): In vigore nel
Generi
magg io 1915 d icembre 1916 dicembre 1917 Pane gr. Carne fresca " " Pasta o riso " Formaggio Patate o " " I ,egumi secchi o Verdura " " Caflè " Zucchero Vino cl. Condi mento in scatola o Lardo o gr. " Olio " Sale Pepe " Erbaggi (di condimento)
750 375 150
15 20 25 111
600 250 (2) 15() (-'l 50 150 80 200 15 1" 20 \4) 25 '"
I ra;i;ionc
I razione
-
350 ,,, 250 11 ' -
15 15 20 0,5 -
700 350 16' 150 50 150 80 200 20 30 25 I razione
15 15
15 15 20 0,5
20
0,5 centesimi 5 eol lardo centesimi 2 col condimento
centesimi 8 col lardo centesimi 5 col condimento
-
Le razioni del 1916 e 1917, prevedono anche delJe integrazioni per le sole truppe di slocate in zona delle operazioni, (in pratjca nell a parte più avanzata della zona di guerra), e generi ùi conl"orto solo alle truppe in lrineea. Generi Pasta gr. Farina di granturco " Sale " Mele " Arancic n. Castagne fresche gr. " Castagne secche " Fichi secchi
1916
1917
50
50 200
200 4
200 I
-
100 100
4 200
2 100 60 100
Fvo/uzione .,·forii:a ddla m ziune mili/are alimenlare dall 'a111ich.i1ù ad oggi
Generi Marsala Rhum o cognac o elixir o liquore di anice 200 Mele Arancie Castagne Fichi secchi Vino
19 16
16 1
1917
cl. 15, distribuzioni mensili IO cl. 15, distribuzioni mensili 5 cl. 4, distribuzioni mensil i 15
cl. 14, distribuzioni mensili 5
gr. 200 n. I gr. 100 gr. 100 -
gr. 200 n. I 4 distribuzioni alla scltirncna gr. 100 nel complesso gr. 100 cl. 25, distribuzioni mensi li 9
4 distribuzioni all a settirnena nel complesso
Nel corso della guerra i tagl i maggiori li subisce la razione viveri per le truppe te rrito riali , che da poco più di 3.000 calorie nel 1915 scende gradatamente a poco più di 2.700 calorie ne l novembre 19 17, e in seguito è lievemente aumentata. Per le truppe combattenti, la razione del diccmhn:. 1917 è ancora migl iorata ne i primi mesi del 19 18. Dal pu nto d i vista ca lorico, le 4.082 calorie del maggio 1915 passano a 3.850 circa nel dicembre J916, per poi scendere gradatamente a 3.067 nel novembre 19 17, e risali re a 3.580 nel g iugno J9 J8. In campo a llealo, la ra;,.ione viveri dei p rinc ipa li eserciti ri su lta dalla tabell a seguente (Zugaro-Ratiglia) e dall a quale si traggono le seguenti conclusioni : la razione viveri francese conteneva, ri spetto a lla nostra, una quantità di carne quasi doppia e più del doppio erano il cattè e lo zucchero: la razio ne viveri inglese conteneva un notevole aumento d i carne, grasso, fo rmaggio e patate. Dal punto di vista del valore calorico, questo era il seguente: razione italiana - calorie 3.067; razione francese - calorie 3.434; razio ne ing lese - ealo1i e 4.400. Generi
Esercito llaliano
Pane Carne fresca Pasta o riso Pormaggio Patate Legumi secchi o Verdure Caffè tostato The Zucchero Vino
gr.
" " " "
" "
" " "
cl.
700 250 ( I ) ISO 50 150 80 200 15 20
25 "'
Francese 700 450 150 50 150 80 200 36 48 25 (),
In glese 700 350 70 200 15 10
so 25
Carmine 'L.avarella
162 Condimento in scatola Pancetta Lardo o Sale Pepe Erhaggi (di condimento) Farina di granturco Sale Mcleo Arancie Castagne fresche o Castagne secche Fichi secchi Marsala Elixir di china o Anice J,imoni
raz. gr.
l '"
I
gr.
15 20 5 5 20Q <lJ
15 20 5 5 (< ) 200 (l)
cent.
n. gr.
cl.
11)
i1,
4
4
200
200
I 60 15 20 5
I 161
100 60 100 15 n,
100 60 100 15
4 4
4 4
n.
(') 240 se congelata. - (2) Tre volte la settimana. - (') O lardo gr. 15 o olio gr. 15. (') Co l lardo (cenl. 2 col condime nto). - (') Per le truppe per le quali i comandi di armata reputavano necessaria la distrihu7.ione fissando ne i giorni. - (0 ) Una distribuzio ne settimanale. - (') 8 distrihuzio ni a l mese. N.13. - Quando non si disponeva nè di patate, nè di legumi, nè di verdura, tali generi s i sostituivano con gr. 50 di pasta o riso. In sostituzione della pancetta si distribu iva eguale qu antità di lardo.
Presso gli altri eserciti a lleati, il valore calorico de lla razione viveri fu sempre superiore a quello della nostra: esercito belga - calorie 3.800; esercito g iapponese - calorie 3.700. La " Conui1issione Scientifique Interall ièe d u Ravitaillement" nel 19 18 s tabilì in 3.000 calorie nette il fabbisogno alimentare giornaliero dell'uomo med io, dell 'uomo del peso d i Kg 70 sottoposto a moderati lavori per otto ore il giorno, e in 4.000 calorie il fabbisogno alimentare del1' uomo sottoposto a dure fatiche, quale era il combattente. Tale cifra di 4000 calorie non fu però mai raggiunta con la nostra razione viveri, e pertanto il nostro soldato dette esempio mirabile di parsimon ia e fruga lità di vita. Bisogna risolvere ex novo, l'arduo problema d i assicurare acqua in qua ntità sufficiente a grandi masse d'uomini che devono combattere in zone ristrette e in terreni (Carso, Bainsizza, Altopiano d ' Asiago, l'estesa linea del Piave) poveri di ri sorse idriche, soprattutto pota bi li. La mancanza d'acqua si manifesta sin dai prim i giorni, e l' Intendenza è costretta a correre a i ripari disponendo l'acquis to o la requisizione di un gran numero di rec ipienti, che poi saranno tras portati con salmerie fino alle prime li nee. Questo sistema artigianale, si rivela hcn presto quantitativamente insufficiente e inadeguato dal punto di vista igie nico. L'epidemia di colera che ne l novembre-dicembre 19 15 compare tra le truppe operanti sul Sabotino (e che l'Inte nden za ritiene dovuta anche all 'inquinamento
F.voluzione storica della razione militare alimentare dall'antichità ad oggi
163
dcll'ac<..jua polahile), spinge il Comando Ge11io a studiare e progettare opere idriche, costituendo presso la 3' armala, e poi presso le altre an11ate, un uffi cio idrico. Si comincia con la meccanizzazione, d'impianti di captazione, azionali da motori prima a hcnzina e poi elettrici, che con un sistema di condutture a pressione, trasportava l'acqua fino alle prime lince. Là dove non gi ungevano le condutture, l'Intendenza suppliva con il trasporto dell'acqua in recipienti. U valore fi siologico nutrizionale della produzione è considerevolmente inferiore ai consumi; una pmte rilevantissima dei prodotti del nostro suolo (quelli che in tempi normali alimentano una larga espo1t azione) è formata da vellovaglie contenenti per lo più ac4ua (vino, frutta, ortaglie, agrumi) mentre sono prodotte in quantità sensibilmente inferiore al fabbisogno interno le vcLLovaglie che contengono un 'alta dose d'amido, grassi e altre sostanze nutritive (cereali, carni, grassi).Date queste condizioni, nei rispcUi economici doveva sottentrare un consistente squilibrio, poiché la guerra veniva ad accentuare in Italia e all'estero la domanda delle derrate aventi alto valore nutrizionale, e a scemare, la domanda di derrate vo luttuarie. La guerra doveva pertanto elevare i prezzi delle derrate che l'Italia importava, più di quelli delle derrate che esportava, determinando una marcatissima tendenza al maggiore consumo di fm mento e d'altre derrate d'alto valore nutriti vo da parte della popolazione civile, poiché la guerra stessa ha reso necessari a una maggiore intensità d'opera, per la lavorazione bellica, e in seguito alla minore disponihilità di hraccia risul tante dagli arruolamenti militari ; il più intenso lavoro ha richiesto una più copiosa alimentazione. La dimensione dcll ' Eserci to è andata rapidamente crescendo e ha raggiunto ali' incirca la forza numerica di cinque milioni . L' alimentazione, di 4ucsta così gran massa d'indi vidui, ha importato un consumo molto maggiore di quello presentatesi in tempo di pace. 11 rilevante consumo, in parte dipende dall'ano rmalità delle condizioni di vita di molti nùliti, assoggellati ad intensa fatica tisica e ad un gran dispendio d'energia nervosa, perché costretti a vivere fra disagi e pericoli cstrc1rù, nonché atroci sofferenze, che ahbisognavano di una nutrizione copiosa e intensa. Le condizioni determinate dalla guerra, nello svolgimento della coltura, hanno recalo una contrazione nella produzione di derrate alimentari. Di fronte alla gran diminuzione di braccia, si è avuta una mirabile accentuazione al lavoro da parte delle donne e degli anzialli, e per sopperire a questa deficienza, si pensò di incrementare l'utilizzo dei mezzi meccanici nell'agricoltura, ma i vantaggi furono abbastanza meschini, (se si tiene conto anche della mancanza totale di concimi artificiali, e anticrittogamici).
Carmine Zavarella
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CA PITOLO X IL RIFORNIMENTO DEI VIVERI DELL'ESERCITO ITALIANO DURANTE LA GUERRA
In Italia l'attività din:ttiva di tutta l'Amministrazione militare è quasi interamente rimessa al Ministero della Guerra. All ' amministrazione di ciascun servi zio (sanitario, veterinario, d'artiglieria, del genio, delle sussistcn ;.,.c, vestiario e dell'equipaggiamento, del casermaggio, della cassa) corrisponde in questo Ministero, uno speciale uffic io c he è allo stesso tempo dfrettivo ed esecutivo. G li ultimi cinque servizi citati sono chi amali anche logistici cd amministrali vi, sono trattati da una Direzione Generale, la c ui prima Divisione si occupa delle sussistenze militari (in pratica comprende tutto c iò che si riferisce all'alimentazione dei soldati e dei quadrupedi del Regio Esercito, in qualunque circostanza e posizione essi siano). Degli organi direttivi locali, si occupano dell'alimentazione, solo le Direzioni di Commissariato Militare, istin1ite presso i Comandi di Corpo d ' Armata dai quali gerarchicamente dipendono. Queste hanno alle loro dipendenze le Sc;.,.ioni staccale di Commissariato presso i Comandi di Divisione. Gli stabilimenti militari territoriali comprendono: panilìci, gallettifici, pastifici, molini, stabilimenti per la produzione di carne scatolata, magazzini per la distribuzione di viveri, e distribuzione foraggi. Il servizio può essere ad economia, con acquisti eseguiti direttamente dal commercio, senza le forme procedurali stabilite per i contratti; ad impresa, invece, per mezzo d'imprese territoriali o forniture locali, regolai.e da appositi contratti stipulati in seguito a pubblici incanti, licitazioni o trattative private. In 2' linea, cioè alle spalle dei Corpi d ' Armata operanti , la direzione dei servizi d'ogni singola armata è affidata ad un'Intendenza d'Armata che, a loro volla, dipendono da un Comando Supremo. Gli stabilimenti militari possono essere di I' linea, di 2" linea e di riserva. Quelli di I' linea hanno lo scopo del soddi sfacimento diretto dei bisogni delle truppe. Quelli di 2· linea e quelli di riserva sono destinati a rifornire rispettivamente, quelli di visionali e le truppe da montagna. In ciascun'Annata il direttore superiore dei depositi centrali ha il compito di coordinare e disciplinare l'attluenza e il de flusso delle derrate, dei materiali, ecc .. Per ogni armala sono previsli sei depositi centrali: sanitario, di vettovagliame nto, di vestiario ed equipaggiamento, d'artiglieria, del genio e automobilistico. Nel 191 7, una Missione Mililare francese fu inviata in Italia per studiare da vicino il vettovagliamento e le sue applicazioni . Essa visitò le principali caserme di Roma, Bologna, Venezia e Treviso scegliendo i re parti, in tulle le possibili circostanze d'impiego: sotloposto ad allenamenlo moderato, combattente nelle rclrovie, in piano ed in montagna, anche un reparto di marina sia a terra sia a bordo. Le razioni furono ritenute sufficienti per l'esercito italiano, ma scarse per le abitudini francesi. Fu però elogiato il gusto eccellente del c ibo, la sua mirabile preparazione, la scelta accurata delle derrate e la loro varietà. Anche l'organizzazione generale fu approvata con pieno successo. Fare hcnc da man-
F:voluzione storica. della razione militare alimentare dall 'anlichità ad oggi
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giare, serviva anche ad e levare lo spirito di resistenza e di comhaUività de lle truppe e serviva a ridun-e il numero de lle perdite d'uomini per malattie (di segui to è rappresenta ta la razione distribuita a tutto il 19 15). Re ndendosi, in seguito, particolannente difficili gli approvvigionamenti , sul finire del 1916, la razione giornaliera dell'Esercito italiano era eccezionalmente ridotta: 2794 calorie per le truppe teITitoriali e 301 3 per quelle mobilitate. Si arrivò anche alla conclusione, che il disastro militare di Caporetto fu causato anche in parte all' insufficiente alimentazione delle truppe. Di conseguenza però, con gli aumenti della razione effettuati alla fine del 191 7 e di nuovo all'inizio del 191 8, le truppe italiane travolsero il nemico e nello stesso anno chiusero la guerra. La razione ordinaria per le truppe in servizio terri toriale fu parecchie volte variata, soprattutto nel rapporto di distribuzione tra pasta e ri so, nella quantità della carne, del pane, del formaggio e dei generi dati in loro sostituzione.
Ge neri
Pane Carne fresca di bovini
Razione prevista dal regolamento e di stiibuita a tutto il 19 15
Razione nomrnle di g uerra
gr. 750 "375
gr. 700 "250
Razione Razi one invernale territmialc di guerra modificata
gr. 700 "250
gr. 700 "200 (cinque volte per seuimana)
oppure Carne congelata di bovini
-
"240
"240
gr. 190 (cinque volte per settimana)
Pasta oppure Ri so Formaggio Patate
gr. 150
" 150
" 200
gr. 150
" 150 gr. 350
" 150 "50 " 150
" 150 "50 " 150
" 150 gr. 150
gr. 250
" 80
"80
" 80
gr. 15 "20 cl. 25
"200 " 15 "20 cl. 25
" 200 " 15 "20 cl. 25
" 200 " 15 " 20 cl. 25
(tre volte per settimana)
(tre volte per scuimana)
(una volili per senimana)
I razione
l razione
I razione
gr. 15
15
20
(4u,m<lo esistenti sul posto)
oppure Legumi secchi oppure Verdura Caffè tostato Zucchero Vino
Condimento in scatola oppure Lardo oppure
I razione 15
Carmine Zavarella
166 Olio Sale Pepe Erbaggi (<li condimento)
gr. 20 "0,5 cent. 5
" 15 " 20 "0,5 cent. 5
col lardo
col lardo
ceni. 2
"20 "25 " 0,5 c. c.
" 15 "20 "0,5 c. c.
c. c.
c. c.
col condimento
Farina di granturco
gr. 200 (per le truppe per le quali i Comandi di Annata ne rnputa,ano necessariala distribuzione fissandonei giorni)
gr. 4
Sale
(I )
i
! !
Mele oppure Arance Castagne fresche oppure Castagne secche Fichi secchi
"200 n. I
gr. 100
gr. 60 gr. 100
Con c ircolare n. 722 del 24 novembre 19 16 la razione viveri giornaliera era così stabilita: PANE: gr 600. MATrINO: fichi secchi gr 120 o castagne gr 150 o mandorle o noci o nocciole (col guscio) o formaggio gr 40, od olive o sardelle od aringhe gr 30 o me le fresche gr 200. PRIMO RANCIO: carne g r 200 ( 190 se congelata), tre volte la settimana; zuppa di legumi o minestra, quallro volte la scllimana, secondo i due seguenti tipi: I u legumi (fagioli, ccci, fave, lenticchie, ecc.) gr 80, pasta gr 50 o patate gr 120 o verdure (cavoli) gr 200. 2° pasta o ri so gr 50; legumi gr 50 o palale gr 100; verdure assortite gr 150. Condimento. SECONDO RANCIO: riso gr 120 con gr 50 di legumi o I 00 di palate o 150 di verdure, tre volte la settimana; pasta gr 150 con gr 50 di legumi o 150 di verdure, due volte la sett.imana; pasta gr 200 due volte la settimana. Centesimi otto di condi mento. In questa razione scompare, dunque, il formaggio in sostituzione della carne e ne occupa il posto la zuppa o il minestrone. Un arrno dopo, con circolare 743 del 24 novembre 1917, era disposto che dal primo giorno dell'anno seguente la razione restava come appresso: PANE e SECONDO RANCIO invariati. MATTINO: caffè tostato gr 8 (o crndo gr 10) e zucchero gr I O. PRIMO RANCIO: carne fresca 200 gr ( 190 se congelata), tre gionù la settimana; formaggio 40 gr nei quallro giorni senza carne; zuppa di legumi o mine-
Evoluzione storica del/a raz.ione militare alimentare dall'antichità ad ORRi
167
stron e, quattro volte la settimana secondo i due tipi ricordati, con la differenza che la pasta nel primo tipo è po1tata da 50 a 70 gr. I condimenti restano invariati, ad eccezione del lardo (od o lio) che è fissato in IO gr per i tre giorni con carne, pasta o riso, e gr 25 negli altri quattro giorni. Questa razione, pur rappresentando un mi glioramento sulla precedente, fu variata - con circolare n. 3 del 2 gennaio 1918 - come segue: PANE - MATTINO e SECONDO RANCIO invariato PRlMO RAN CIO: carne gr 200, tre giorni la settimana. Sostitutivi della carne due volte la settimana, baccalà gr 150 o carne conservata gr 100 con gr 120 di patate e 200 di verdure. Condimento. Nei rimanenti due giorni zuppa di legumi o minestrone, come sopra. Indipendentemente dalle variazioni dei viveri complementari la nota saliente nella razione del soldato italiano è la riduzione del pane e della carne. Qual è il vaJore fisiologico, iniziale e successivo, delle due razioni esaminate? Erano sullìcicnti al fabbisogno del soldato? Nella seguente tabel la sono riassunti i valori generali:
Razione di pace dell'Esercito italiano Generi alimentari
Media giornaliera
Albuminoùli gr.
Pane Carne (con osso) Pasta Riso Caltè Zucchero Vino Lardo Sale Pepe Formaggio Condimenti
750,00 200,00 85,00 108,00 3,40 5,10 86,00 15,00 20,00 0,05 1,23 156.00 1429,78
69,00 3 1,50 7,65 7,02 0,47
2, 17 8, 18 0,25 1,08 0,48
0,45
11 ,70
0.42 10,43 126,94
0, 14 2.37 26,37
Grassi Idrati di Calorie gr. carbonio RI: nette gr.
66,85 82,08 0,02 5,00
2 121 186 283 367 6 19 52 103
0,()4 28.20 658,5 1
4 193 3394
476,32
Cambiato il Comando Supremo, la razione è aumentata prima di 381 calorie, poi rispettivamente di 47, ancora 47 e infine di 83 alla vigilia dell' offensiva austriaca. Nell' ultimo anno di gucn-a, la Commission scient(fique interallièe du ravitaillement, a conclusione delle discussioni del la prima sessione tenuta a Parigi e a Londra, stabilì per le popolazioni alleate, in 3000 calorie, il fabbisogno alimentare giornaliero dell' uomo medio. In realtà la razione effettiva fu insufficiente, nonostante alle truppe in trincea fosse somministralo, quasi ogni giorno rhum, cognac, marsala e frutta. Quest'insufficienza si può meglio ri levare attraverso acier;1rnti raffronti con le
Carmine Znvare/la
168
razioni degli altri eserciti . Sicuramente il soldato italiano è stato il più male nutrito, in confronto alle seguenti raz ioni: inglese, ordinaria, di 4.400 calorie successivamente ridotta, mai a l di sollo d i 3.659 calori e; belga, da comhattimento, di 3.250 calorie che con i supple me nti saliva a 3.800; tedesco ,da combattimento, di 4 .500/5 .000 cal. La razione italiana è sempre all' ulti mo posto, ed è motivo di grande conforto rilevare come le sue meravigliose im prese e il grande spirito di sacrificio trovino ne ll 'insuffic ie nte alime ntazione una cagione pe r rifulgere di sempre più vivida luce di gloria e di v i11ù. Una buona razione deve essere formata in equa misura da prote ine, grassi e carboidrati , oltre ai sali minerali e le vitamine. La razione proteica de ll 'eserc ito ita liano, considerata in sé e comparati vamente a quell a degli altri eserciti, fu ancora insufficiente.
Composizione della razione degli eserciti belligeranti durante la guerra RAZ/ONt.' Dt,'LLt.' 'J'RUPPE COMBATTENTI Proteine Esercito llaliano (media) ' hanc. (Rho, 191 5) " Tedesco·· " Austr. " Amer. (Belli, 917)' " ) Inglese " Belga " " " J Francese" " Serbo " Inglese (Beveridge, 1918) Giapp. (Go10, 918) raZJone massima razione minima
gr.
Grassi gr.
Carboitrati gr.
169,05 140,60 181.00 102,{K)
37,81 66.49 64.00 35.00
555,57 507.74 558,00 658,00
-
-
Percentuale Carboitrati Totale
Proteine
Grassi 10,58 18,87 16,42 9,47
68,56 63,54 63,11 78,33
-
-
-
-
41,64
44,66
3,91 1,56
82,7 1 86,2 1
100
71,55 68,77 71,26
100 100 100 l(Kl
216.70 176,70 182,40 158,IO 197,60 142,00
-
-
187,00
455,00
20,86 17,59 20,47 12, 15 24,34 18,92 19,77 22,15 20,16 13,70
123,96 !08,63
15,96 6,11
766,02 766,02
13,38 12,23
-
100 HX) 100 100 l(K) 100 100 100 100 100
UK)
RAZJONt,· D ELLE TRUI'I'E TERRITOR!AU Italiano (media)' Frane. (Rho, 1915) Tedesco" Amer. (Belli, 917)' " l Inglese " flelga " Francese" Inglese (Beveridge, 1918) Giapp. (Goto, 91 8)
133,24 125,06 155,00 216,70 126,90 163,90 140,30 120,00 103,65
28,79 60,46 38,00
156,(){l 16,78
499,26 577,52 598,00
402,(X)
629,53
19,09 14,89 18.47 24,34 15,52 20.91 21,51 13,70 13,44
9,36 16.34 10,27
40,41 4,93
45,89 81,63
100 HXl 100 100 100
é"vo/uzione .,·Lorica della razione militare alimentare da/l'antichità ad oggi
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CA PITOT ,O Xl AMMAESTRAMENTI FRA LE DUE GUERRE (19 19 - 1940)
Le hranchc di competenza del Commissariato sono rimaste invariate: vcuovaglia me nto, vestiario - equipaggiamento, cassa, e branca g iuridico - amministrativa. Non viene dunqu e costituito, nonostante l'esperi enza della guerra, un Se rviz io d'amministrazione autonomo. Pe r la branca vellovagliamcnto, al li vel lo d'armata rispetto al 19 I 5 no n è più previsto il parco avanzato buoi, si fa normalmenle ri corso alla rnrne con gelata. L'approvv ig ionamento è effe ttu ato, dalle sezio ni sussi stenza, con automezzi fri gorife ri che provvedono direttame nte al pre levamento de ll a carne conge lata presso le staz io ni di scarico o gli sta bilime nti fri goriferi (ne l 1915 la carne congelala era in sostanza sconosciuta). U tipo di razione viveri ordinari indic ato come base per i calcoli è il seguente: gr 700 pane, gr 250 ca rne, g r 150 pasta o ri so, g r 50 formaggio, gr 150 leg umi o patate, gr 20 caHè , gr 25 zucc hero, gr 300 verdura, cl 25 vino. La razio ne base no n è certo abbondante, visto c he ne l 19 15 era previsto un maggior qua ntitativo di pane (gr 7 50), e di carne (gr 375), e che anche a fine 191 7 la carn e era stata a ume ntata da gr 250 a gr 350. Il Servizio Idrico non è più branca di compete nza de l Comando (ìcnio, costituisce Servizio a parte, la cui competenza è devoluta agli stess i Comandi di Grande Unità, che con il concorso degli organi tecni c i dei vari Servizi devono: individuare le ri sorse idriche, a ssic urarne il massimo rendimento, dete rminare i requi siti di potabilità e saluhrità de ll'acqua, o rganizzarne la raccolta e di sciplinarne la distribuzio ne. Nel 1923 le direzioni di commissariato perdo no le competenze loro asseg nate ne l 1910 circa la somministraz ione dei fondi a i corpi . N uove norme di dettaglio per la gestione de lle singole branche, sono conte nute nel regolamento d'amrninistra1,io nc del 1927, che ne fi ssa (Art. 733 e segg.) le aree di compete nza e i principali cri teri di geslionc: OMISSIS Art. 736 I servizi di commissarialo che possono esse re esegui ti ad economia, secondo le nonne stabilite dal presente regolamenlo compre ndono: a) (ì)i acquisti del grano, e la trasformazione in pane o gall etta, gli acqui sti de ll'avena, del caffè e dello zucchero; b) I ,a produzione delle paste da minestra e dell e vcltovaglic di ri serva; e) La c ustodia dei magazzini centrali mili tari e degli opifici militari di vcsliario ed equipaggiamenlo. Posso no, inoltre, essere eseguiti ad economia, quando speciali esigenze d i servizio, da valutarsi dal Ministero o dalle autorità militari interessale, lo richie-
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Carmine Zavarella
dano, g li acquisti di vettovaglie (p ane, farine e simili, vive ri ordinari e di ri serva, avena, fieno o generi di sosliluzione). Il regolamento d'amministrazione 1927 (Art. 2 19 e segg.) prevede che, in linea generale, i corpi possono ricevere i viveri e il pane dagli slahilimcnli di commissarialo (magazzini prcsidiari viveri), da apposite imprese territoriali, oppure da fornitori locali. In tutti i casi, prevalgono i c riteri che già si erano affennati nell'anteguerTa: a) Produzione e di slribuzione diretta, da parte de ll'Ammini strazione Militare, d'alcuni gene ri principa li (pane, galle tta, conserve alimentari con particolare riguardo alla carn e in scalola). h) Ricorso al rifornimento centralizzato di carne congelata d'impo11azione, come g ià ne ll'anteguerra. La carne fresca è distribuita, mediante contralti con fornitori locali , solo nei casi in c ui non è possihilc o economico far gi ungere ai rcparli la carne congelala. La dislri buzione della carne avviene direttamente a cura dell'Amministrazione militare, tranne il periodo 1925 / 1928 nel quale la distribuzione avvenne lramile un'impresa privala. l:) Approvvigionamento e di stribuzione della pasta a cura delle direzioni di commissariato, mediante grandi contratti con fornitori civili ; d) Riso, zucchero, l:aflè, cacao: approvvigionarncnli a c ura del Minislero con assegnazioni me nsili alle direzioni di commissariato di elro scgnala;r.ione del fa bbisogno. e) Legumi , patate, formaggio, lardo, conserva d i pomodoro: per i corpi di stanza nelle ri spettive sedi e per g li altri presidi per i quali sia possihilc e convcnicnlc, vi provvedono le direzioni di com missariato. Negli altri presidi, vi provvedono i corpi , avendo cu ra di non oltre passare la spesa di centesimi nove per convivente; I) Olio, se le Lruppe lo gradiscono, è possibile soslituirlo con il lmdo. Questo è acquistato dalle direzioni di commissariato e, in casi eccezionali, dagli stessi corpi; g) Spezie, verdure e sale: sono acquistate dai corpi direttame nte dal comme rcio con la quota stabilita a tale scopo da l Mini stero, prelevando le somme dal fo ndo permanente. Ove sia possihilc e l:onvcnicnlc, lalc prov visla è effettuata per tutte le truppe del presidio mediante convenzione (la quota a disposizione nel 1927 è di 20 cent. pro - capite). I ,a razione viveri di pal:c (quella di guerra, mmc si è vislo, è de te rminata solo al l'atto dell'entrata in guerra) è fissata ne l 19 I 9, è unica e rimane invariata fino al 1935. Si compone di 700 gr di pane, 200 gr di carne hovina rrcsca o congelata con osso, 180 gr di pasla (oppure 150 gr di riso di stribuito due volte la settimana), 500 gr di legumi secchi oppure I 00 g r di patate, IO gr di caffè tostato con 15 gr di zucchero (oppu re gr 15 di l:acao con 30 di zul:chcro), generi di condimcnlo vari ( 15 gr d i lardo o ppure olio, 15 gr di concentrato di pomodoro oppure 100 gr di pomodori freschi, gr 20 di sale, l O g r di formaggio grattugiato).! corpi possono inoltre spende re l:cnlcsirni 20 per acquisto dircllo di spezie, cipolle, agli , verdura rrcsca e generi di mi glioramento. Ri spetto alla razione di pace dell'anteguerra fino al 19 1 I la razione de l 19 19 ha il vantaggio di prevede-
Evoluzione storica della razione militare alimentare dall'antichità ad O}?}?i
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re la distribuzione di caffè e zucchero tulli i gio rni , ma diminuisce la pasta da 200 a 180 gr, quantitativo che a suo tempo era stato ritenuto insuflìcicntc dalla commissione d'inchiesta sull'esercito nel l907 ed era stato perciò portato a 200 gr nel 1909.lnoltre non è normalmente prevista la distrihuzione di vino, che anche dopo l'esperienza della gue rra si era rivelato un genere molto gradito dalle truppe e pressoché indispensabile. L'apporto e nergetico, a partire dal 192 I , è integrato con somministrazioni straordinarie, per le truppe che svolgono particolari attività addestrative (campi, manovre, scuo le tiro, attività di montagna), oppure c he sono impeg nate in attività sportive (corso sciatori, campionato nazionale d'educazione fisica ecc.).Nel 1930 la razione è mi gliorata rispetto a quella del 19 14, perché: a) L'apporlo complessivo di proteine è in aume nto, non tanto per le proteine animali c he rimangono più o meno le stesse, ma grazie all'aumento delle proteine vegetali (legumi secchi o patate non previsti nel 1914, che danno gr 12, 1 di lcgumina): b) l grassi sono aumentati a causa della distribuzione giornaliera di gr I O di fo rmaggio, anche se la loro quantità è ancora assai bassa; c) Gl i idrati di carbonio, nonostante la diminuzione della pasta, sono aumentati a causa della distribuzione di legumi, e consentono di compensare la scarsità di grassi; d) Grazie anche alla presenza di generi vari di condimento assenti nel 191 4 e alla possibilità di sostituire il caffè con il cacao, la razion e del dopoguerra è assai più varia di quella del 191 4. li soldato può agevolmente sopportare un maximum di sacrifici, solo se gli si dà modo di rifarsi tcmpcstivame nl.e delle perdite d'energia subite; per qu esto il benessere del personale non è lìnc a se stesso, ma è condi zione indi spensabile per la sua efficienza. La privazione di determinati beni e il mancato soddi sfacimento di bisogni primari, rappresentano il pericolo più temibi le per un a compagine militare, perc hé ne minano il morale, la disciplina e di conscgucnl'.a, il re nd ime nto. Si può ordi nare alle truppe di tenere duro fino alla morte. ma non di digiunare). Nel 1940, la razione viveri di pace, è fissata dal Ministero della guerra con il criLcrio di renderla aderente alle necessità fi siolog ic he dell'organismo del soldato, e al tempo stesso gradiLa, variando nel corso della settimana tre o quattro volte il vitto, con la distribuzio ne - a giorni alterni - di carne o pesce o formaggi da tavola o anche di generi acquistati dal commercio. Una possibile ripartizione dei generi, nei vari giorni della settimana, è la scgucnlc:
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Composizione razione viveri Circ. 137 G.M. 1927, Circ. 106580 risp. del 7-11-1939 La composizione della razione viveri del soldato nei vari giorni della settimana, rimane stabilita come dal seguente prospetto: Generi componenti
Lunedì
Martedì
Mercoledì
200
200
25
25
Giovedì Venerdì
Sabato Domenica
Primo rancio
Carne congelata (I) 200 Cmne in conserva-scatoleHa Vino cl. 25 Fom1aggio da tavola Pasta oppure riso Lardo Conserva di pomodoro Pesce congelato (2) Seco11do rancio Pasta Riso 150 Lardo 15 l<onnaggio da grattuggiare IO Conserva di pomodoro 15 Patate HKl Fagioli 20 Latte Orzo e surrogati 5 Cacao Zucchero 15
200
(3)
25
25
25
25
60 100 15 10
m 200
200
200
200
15
15
15
15
IO
lU
IO
IO
15
15
15
15
50 20 5
50
15
200 150 15
15
IO 15
15
IO
100
50
20
20
20
5
5
20 5
20
5 15
15
15
15
15
5
( J) A tutte le truppe sarà distrihuito un supplemento di carne di gr 30 nelle circostanze dei genetliaci del le Loro Maestà Imperiali, del Principe Ereditario, nonché della festa del corpo, e nei giorni di capo d'anno, di Pasqua e di Natale (Circ. 16 1 G.M . 1936). (2) Per l'acquisto di quanto occorre per confezionare il rancio di pesce congelato, è assegnata la quota di L. 0,40 per convivente da spendere in economia c da dimostrare mensilmente nel mod. 659. Le fatture della Genepesca relative alla fornitura del dentice dovranno essere registrate al fi sco, giusta quanto prescrive la circolare Ministeriale 8288 del 2 Dicembre 1938 - XV II. (3) Truppe 1 e IV Armala, carne anche il giovedì e minestrone di formaggio il venerdì.
Evoluzione storica della razione militare alimentare dall 'antichità ad oggi
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Rispetto a que lla degli anni Venti la razione di pace de l 1940 no n subisce dunque variantj, se si eccettua la distribuzione di vino. Nella razione di guerra i valori prima indicati sono aumentatj di 175 gr di pa ne, 50 di carne, 20 di pasta, 10 di surrogato di caffè, 15 di zucchero, 40 di fòTITJaggio tavola e mezzo gr per il pepe. Le calorie fornite da lla razione ordinaria di pace sono 3.417, e quelle della razione di gue rra 3.738, restano in ogni modo se mpre scarse, considerato il reale fa bbisogno (oltre 4000). Va considerato però, che quantità e qualità, di ciò che effettivamente consuma il soldato, sono sempre cose assai diverse dall a razione teorica, perché dipe ndono da due fattori a loro volta molto variabili (effettiva disponibilità presso il reparto de i generi previsti e de lla quantità sta bili ta; accuratezza e tempestività de lla confezione). Sotto ambedue questi aspe tti , la situazione del 1940 è assai pe ggiore di quella del J9 15. Rimangono ancora in uso le cucine isotermi che mobili da campo (casse di cottura) con fornello a legna, a dottate prima della grande g uerra, e la marmitta mod . 1855. Per migliorare la confezione e di stribu zione de l rancio in campagna si d à molto credito alle minestre scatolate "Chiarizia ", adottate nel gennaio 1934 e ideate dal Maggior Gene rale Commissario C hiarizia (nel 1936 capo del co rpo C.C.). In scatole da 400 gr (poi da 500 gr da l 1937) erano contenuti, minestrone o minestre di pasta e lenticc hie, da consum are calde o fredde, (con la possibili tà di essere conservate per sette mesi; no n richied ono prima di essere c onsumate alcuna cottura). La loro adozione, dapprima limitata alle truppe di mon tagna, è stata estesa alle dotaz ioni di mobilitazione di tutto l'esercito, dopo il larghissimo uso che ne è stato fatto, con pie no successo, nelle eserc ita7.ioni e stive ed invernali e soprattutto dopo l'impiego su vasta sca la, che al momento se ne sta facendo, in Africa Orie ntale (sono inviate 2.000.000 di scatole il me se ). I generi compone nti la raz ione v iveri sono forniti ai corpi dai magazzinj viveri die tro presentazione dei buoni di prelevamento (fatta eccezione per il sale, i legumi e le patate, che possono essere acqui stati da l commercio quando i magazzini viveri non li fornisco no). In determinate circostanze, sono concesse da l Ministero sommini strazioni straordina rie di pa ne e v iveri; lo stesso Ministe ro ha facoltà di disporre somministrazione di viveri di conforto per truppe c he s i trovano in detetminate posizioni o in località disagiate. Con la quota di miglioramento villo (centesimi 30 pro capite ne l 1940, contro le 20 degli anni Ve nti) i corpi possono acquistare spezie, cipolle, agli e verdure fresche e altri generi di mi glioramento vitto, anche presso i magazzini viveri e a prezzi fissali da l M inistero. Le modalità e i c riteri per l'approvv igionamento de i singoli generi non presen tano vari anti di rilievo rispetto agli anni venti. ln particolare: i viveri di riserva, fahhrieati esclusivamente presso sta bilime nti militari. La razione individuale si compone di 450 gr di gallclla e di una scatoletta di carne in conse rva; la carne congelata, conservala in frigoriferi militari è inviata per la distribuzione ai magazzini viveri . Quando ciò non è possibile, si ricorre a c.; arne fresca, acquistata e macellata a c ura dell'Anm1inistrazione militare.
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la pasta è acquistata dai pri vati, con gare indcUc simultaneamente da tutte le direzioni di commissariato (contratti annuali , sacchi forniti dall'A mministrazione militare e consegna franco magazzino militare); il riso all'inizio d'ogni campagna risicola, è concordato il prezzo di cessione, tra Ministero cd Ente Nazionale Ri si di Milano, e le ditte fornitrici che dovranno di stribuirlo; i formaggi, i grassi, le conserve di formaggio, caffè, cacao e zucchero sono acquistali dalle Direzioni di Conunissariato c he hanno la sede ri spettivamente più indicata in rapporto alle zone di produzione, sempre designale dal Ministero; il latte fresco si acquista, previo contratti presidiati stjpulati a cura delle direzioni di co mmissariato. Per i presidi dove non è distribuito latte fresco è acquistato da direzioni di Commissariato designate dal Ministero latte conde nsato o evaporato; per le patate e legumi secchi sono stipulati dalle direzioni di commissarialo contratti annuali. Per coordinare i due di versi settori d'inte rvento, è necessario costituire uffi ci interministeriali, con funzioni esecuti ve, inerenti a lla disciplina distribuiva di prodotti per i quali la compete nza è suddivisa tra i due Ministeri (UDOGA, UCEFAP). L'lJDOGA (uf'llcio di stribu zione oli e grassi) riunisce in sé la gestio ne della produ zione degli oli d'oliva co nfe riti all'ammasso (di competen7.a del Ministero dell'agricoltura) e quella della produzione di hurro, grassi suini, oli di semi (lavorazioni prcvalcnlcrncnlc industriali, di compe te nza del Ministero delle corporazioni). L'ULCEFAP (ufficio distribuzione cerca li e farine) gestisce, appunto , i cereali conferiti all'ammasso (grano, granoturco e ri so) e cura del Ministero de ll'agricoltura e le farine (che come prodotti di lavorazioni industriali sono di compe tenza del Mini ste ro delle corporazioni). Guerra d'Etiopia (1936) Le razione viveri stabilite d al Ministero nell'aprile 19J.'i sono di diversi tipi: normale (rancio caldo) e speciale (scatolame e galle tta) per truppe nazio na li , per truppe indigene, pe r operai nazional i, per operai indigeni. - R az ione normale per truppe nazionali : Pane carne bovina oppure carne o vina (in caso di necessità) oppure ca rne bovina o pesce in scatola pasta oppure ri so
gr gr
700
gr
J.'iO
gr
100
gr
200
gr
180
300
175
é'voluzione .,·Jorica della razione militare alimentare da/l 'antichità ad oggi
legumi oppure patate cipolla-agli
gr
60
gr gr
120
verdura (quando è poss ibile, almeno una volta la settimana)
gr
80
olio conserva pomodoro formaggio gralluggiato sale caffè tostato zucchero
gr gr gr gr gr gr
20 15 15
cl cl cl n.
25
gr
20
gr gr gr Il.
400 100 400 2
gr
600
vino (prima due volte alla settimana poi quattro volte, poi ogni giorno)(*) anice (due volte la settimana) cognac (una volta la setlimana) limoni od arnm;i (2-3 volle la selli111a11a) banane o datteri oppure mele (tre volte la settimana in quantità da lìssare secondo le disponibilità) tabacco (raz ione settimanale) - Razione s peciale per truppe nazionali : galletta carne bovina o pesce in scato la minestra in scatola limoni od aranci
10
20
15 25
4
- Raz ione per truppe indi gene: farina di grano oppure farina di dura oppure galletta
gr
800
gr
400
sale thè zucchero ca rne bov ina od ovina in piedi (due volle la settimana )
gr gr gr gr
20 20
40 500
Indennità viveri g iornaliera in aggiunta alla razione in natura L. l (*) Il vino viene distribuito alle truppe in fiaschi , ev it ando in tal modo il problema dei
recipienti e del travaso.
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176 - Razione viveri per operai nazional i: pane carne pasta p atate fagioli aglio cipolle olio conserva formaggio caffè tostato zucchero sale
gr gr gr gr gr gr gr gr gr gr gr gr gr
900
300 350 150 50 IO 50 25 25 50 15 25 30
Nel prosieguo della campagna anche la razione delle truppe nazionali subisce diverse modifiche, tra le quali: l'aume nto della raz ione di pane (sempre in due pagnotte) prima a 800 gr e poi a 750, la corresponsio ne di una quota miglioramento rancio di L. O.I 8 pro capite; la larga distribuzione di minestre scatolate tipo "Chiarizia" (aggiunte anche alle razioni viveri d i ri serva), la sostituzione delle verdure e ortaggi rrcschi con verdure essiccate e il condimento "Marcozzi" (in luogo d'olio e lardo),sostituzione della frutta fresca con frutta secca, la distri buzione bisettimanale di gr 40 pro capi te di latte condensato e zuccherato, dimezzando pcrù la razione di caffè e zucchero, l'aume nto della razione tabacchi da gr 20 a gr 35 (tutte sigarette, 50% "tre stelle" e 50% "Macedonia"). Pe r la carne, non essendo possibile e conveniente depauperare oltre un certo limite le ri sorse zootecniche locali, il problema principale consiste nel far giungere, la carne congelata inviata dall'Italia, fino alle truppe più avanzale, ri correndo alla carne in piedi solo quando ciù non è possibile. Il ri fornimento sistematico e continuo di carne congelata inizia solo dal 22 sellembre 1935 in poi, con l'arrivo a Massaua del piroscafo "staziona rio " (allo cioè a fungere da magazzino galleggiante e da f1igorifero) As1mm1, con capacità di 25.000 q. di carne congelata. Per parecchie derrate (farina, ri so, tè, caftè, spezie ecc.) i ritard i e i disservizi burocratici ,sono evitabili, ricorrendo con successo ad acquisti nelle colonie inglesi (Kenya e Tangani ca). La guerra di Spagna ( 1936-1 939) Tre nuclei di sezione sussiste nza, impiantali ri spcllivamcnte ad Antequera (per la colonna di destra), Loj a (per quelle del centro e di sinistra) e alla stazione fcmw iaria d'Archidona (per la rise rva). Per il ri fo rnimento giornaliero, ciascuna colonna di spone di tre autobotti per l'acqua, cd ogni soldato ha al seguito tre giornale di viveri di ri serva anche se non gli manca mai, il rancio caldo. Il pane, la carne e la legna per il rancio caldo sono forniti <lall'lnlcndc nza Spagnola, con la quale devono prendere accordi i singoli capi uffi cio d i commissarialo delle divisioni. Per il vi no si deve procedere ad acquisti sul posto. li
F:volu zione .1·1oriw della razione mi/ilare alimenlare dal/'a11tichità ad oggi
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buon funzionamento del Servizio è ostacolato da una serie di fattori, come ad esempio: - la complcla mancanza, diversamenle da quanto avviene in Etiopia, d'attrezzature frigorifere fisse e (almeno fino a novembre 1937), d'automezzi fri gori feri pe r la conservazione de lla carne; - la mancanza di quadri , che si prolrae almeno fino al gennaio 1938 quando con l'a rri vo dall 'Italia di tre subalternj conmtissari e di otto di sussisten za, gli organi previsti raggi ungono una definiti va sistemazione.; - il prelcvamcnlo giornaliero del pane e de lla carne, la confezione del rancio e la gestio ne dei viveri. I ,a raz ione giornaliera viveri, fissata a l"inc febbraio 1937 - prevede granuni 630 di pa ne, gr 200 di carne, gr 200 di pasta o ri so, gr 20 caffè e gr 30 di z ucchero, una distribu zione settimanale di tonno o sardine (gr 70), tre sempre settimanali di pesce fresco (gr 150) formaggio, leg umi c condimento (ol io e lardo), vino cl 50, più 0,30 pesetas in conta nti per acquisto sul posto di frutta e verdura. A decorrere dal I maggio L937 essa è sensibilmente aumentata (carne da gr 200 a g r 250, pasta da gr 200 a g r 220, rorrnaggio grana da gr I O a gr 15, formaggio lavola da gr 40 a gr 50) più 0,40 pesetas per acquisto generi di miglioramento. Nonostante questo migliorame nto, la razio ne viveri pe r la Spagna si manti ene infe riore a quella dell 'Etiopi a (che prevedeva gr 700 di pane e gr :mo di carne). Il soldalo porla con se, come in Etiopia, una giornata di viveri a sec co (gr 400 di galletta e una scatoletta di carne - le truppe in Etiopia avevano anche una scatola di minestra "tipo Chia riz ia"). Le sezioni sussistenza dispongono per i soli reparti della divi sione - di un 'altra giornata viveri di ri serva (7.500 scatolette e 7.500 razioni di gallette). Nel corso de i c icl i opera tivi sono di stribuite, a discrezione del Comando, razioni viveri di con forto che subiscono frcqucnli variaz io ni in rel azione alle disponibilità. Aci esempio ne l giugno 1937 esse sono fissate in: 7 c l di anice, 8 cl di co gnac, I 00 gr di cioccolato la settimana (l'anice è distribuito ogni giorno, il c ioccolato e il cognac due volte a scltimana). Queste razioni ne l giugno 1938 sono ridotte a due distribuzioni settim anali di vino di cl 25 c iascuna, una di caffè gr 1O con gr 15 di zucchero, tre di stribuzioni settimanali di anice da cl 5 c iascuna, una di cioccolato da gr 50 . La confezione del rancio non è esente da problemi e diffi coltà. Ad esempio, mo lti militari si lamen tano pe r la cattiva qualità della pasta spagnola, acquistata dal commercio, hcnché costi di più di qucll'iLaliana (che è migliore e più gradila).C'è eccessiva tendenza a realizzare economie sulle 2,60 pesetas, invece bisogna curare molto la varietà del rancio, tene ndo presente i gusti del soldato c le possihili là stagio nali e a mhi cntali, ac4uislando di volla in volta i generi più economici e a l tempo stesso ugualmente graditi ecc ..
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Carmine Zavarella
C APITOLO X II IL VETIOVAGLIAM ENTO NEGLI ANNI 1940 - 1990
La seconda guerra mondi ale incominci<> come le g ue1Te classiche: i giovani al fronte, le donne a casa a far maglie e a scri vere lettere, gli uomini di una certa età a lavorare nei campi e nell e ollicine, ma non durò a lungo. Cominciarono subito i bombardamenti aerei e le bombe e g li scoppi non furono conosciuti più solo dai combattenti; i disagi, il freddo, la fame, non furono riservati solo ai soldati, la disciplina, l'organizzazione militare, la lotta per la sopravv ivenza si estesero a tutta la popolazio ne. Era la guerra totale un'invenzione recente che aveva avuto i suoi modelli nell'antichità, in occasione degli assedi o di quelle migrazioni di popoli ci partecipavano uomini, donne, vecchi e bambini. Ecco quindi sorgere anche la definizione di "fronte interno", a significare che la guerra si doveva comhallc rc anch e ne lle case, ne lle cam pagne, ne lle officine. Razionamento, sfollamento, horsa nera, oscuramento, rifug io, tessera a nno naria, sono tutte parole corrispondenti a periodi di vita vissute, non solo dai militari, ma soprallullo da civili. Pe r condurre una guerra in queste condizioni, non basta fo rnire solo armi ai militari : bisogna anche convi ncere il popolo de lla necessità della g uerra, facendo "propaganda". Radio e stampa svolgono. in questo campo, un ruolo di primissi mo piano, almeno lino a quando il malumore e la capacitì1 di sopportazione pe rmetteranno al popolo di ascoltarle. Questo particolare campo, qu al è l'alimentazione, la documentazione storica presenta vistose lacune essendo andati perduti la maggior parte dei documenti amministrativo - contabil i delle truppe operanti fuori del te rritorio nazionale. Con circolare n° 9403 del 30 G iugno 1940, la razio ne ordinaria comprendeva 700 grammi di pane, 200 di carne bovi na fresca o congelata, 200 di pasta, IO di formaggio raspa, 15 d'olio (o in sostituzio ne, lardo e strutto) e di conserva di pomodoro, 50 di legumi, 10 di ca rlè , 15 di zucchero, 250 centilitri di vino e 23 d'alcool di vino. Quest i va lori erano aumentati, nel la razione di guerra, da 175 di pane, 50 di carne, 20 di pasta, IO di surrogato di caffè, 15 di z ucchero, 40 di formaggio da tavo la e mezzo grammo di pepe. Con l'occupazione alleata del 1944, i I valore e nergeti co della razione viveri ordinaria del soldalo fu mi gliorato. I più comuni alime nti della razione erano i seguenti: pane gr.500, carne scatolata americana gr.84, pasrn gr.84, riso gr.28, formaggio gr.28, olio gr.28, legumi secchi gr.56. conserva di pomodoro gr. 14, vegetali disidratati gr.28, verdura fresca gr.224, frutta fresca gr. I 12, mandorle secche sgusciate gr.1 4, caffè gr.14, zucchero gr.28, sale gr.24, vi no gr.500, alcool di vi no gr.45, 11°7 sigarette, n°7 fiammiferi. Questa razione raggiungeva le 3 118 calorie, i cui principi nutritivi erano i segue nti : proteine gr. l08,5; lipidi gr.53,39; glicidi gr.457. 10 (i valori mcdi dell e proteine erano suddi visi in an imali gr.26,9 e vegetali gr.81 ,9 ;rispettivamente il 25% ed il 75% del totalc).Allc truppe operanti erano forniti in più :60 gr. di pane; 28 gr. di carne;84 g r di pasta;23 gr. di marmellata; ed una quota miglioramento rancio di L.15. In tal
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Evoluzione storica della razione militare alimentare dall'anlichilà ad oggi
modo, il valore calorico della raz ione raggiungeva 3800 calorie. La razione ordinaria de l 1946, in base a lla circolare 19800/S/ I del 20- 121946, comprendeva: pane gr.417, pasta gr.150 (in medi a), carne con osso g r. 200 (è sostituita due giorni , nell a 4uindic ina, con 75 gr. di formaggio da tavola e due giorni, con una quota "giornata libe ra" in ragione di L .40 da sommare a que ll a de l "miglio ramento rancio"), formaggio tavola gr.24 (gr.99 per i due giorni di sostituzio ne con la carne), rormaggio raspa gr.6, legum.i secchi gr.60, riso gr.28, conserva di pomodoro gr. 14, 5 (media), caffè g r. J4, zucchero gr.28, olio gr.20, frutta fresca gr.250, verdura fresca gr.350, sale g r.20, vino gr.500, alcool di vino gr.45, n°7 sigarette, 11°7 fi ammiferi. Questa razione raggiungeva le 3190 calorie, i cui princ ipi nutritivi era no i segue nti Proteine g r. 116,38 ;Lipidi gr.52,55;Gli cidi gr.468 (i valori delle proteine erano suddi visi in animali gr.35,97 e vegetali gr.80,4 1;1i spettivamente il 3 1% e il 69% de l totale. Resta sempre la stessa quota di migliorame nto vitto di L. 15 giornaliere. I ,a razione viveri da viaggio era invece composta dai seguenti generi: pane gr.5(Xl, carne in scatola gr.200, formaggio da tavola gr.60, marmellata g r. 50, vino g r.250. (alcool di vino) gr.23, fr utta fresca gr.250 ; per un totale di 23 14 calorie. La razio ne ordinaria del 1954 (circ.438 del G .M. 1954) era così composta: pane l:,'T 500, carne con osso gr.200, pasta g r.200, ri so gr.25, olio e lardo gr.40, conserva di pomodoro gr.1 3, for maggio grana gr. 6, formaggio da tavola gr.24, z ucchero g r.20, caffè tostato gr. 12, verdura l:,'T.350, fagioli secchi g r.40, frutta gr.250, sale gr 25, vi no g r.500 , (alcool di vino) g r.45 sigarette 11°7 e fiammiferi n°7.per un total e mass imo di 3595 calo rie. I principi nutritivi de lla razione e rano così s uddivisi :Prote ine g r. 124,67;Lipidi gr.M,79;Glic idi gr.53 1, I O.I valori medi delle proteine erano: animali g r.39,78; vegetal i gr.84,9 1 rispettivame nte il 32% ed il 68% de l to ta le. La quota di miglioramento rancio è di L.25 giornalie re.
RAZIONE Dl VIVERI IN NATURA PR EV ISTA DALL'APPENDICE ALLA LEGGE C HE APPROVA IL BILANCIO DI PREVISIONE DELLO STATO PER L'ANNO FTNANZIARTO 1986 Generi
11urro Caftè tostato Carne di bue fresca o congelala, al nello di osso Doppio concentrato di pomodoro Formaggio da tavola Formaggio grana da raspa r ruua fresca
Unità Quantità Prezzo Importo di giornaliera unitario giornaliero misura Lire Lire
..
IO
"
160 3 30
gr.
"
" "
..
4
8
300
4.210 11.935 7.540 1.345 8.8 15 L'i.420 880
42,10 47,74 1.206,40 4,03 264,45 123,36
264,00
180
Carmine Zavarella
Latte Legumi secchi Ol io di arach ide Olio di ol iva Pane Pasta Pomodori pelati Riso Sale comune Sale fino Tonno u tunnidi sott' olio Verdura fresca Vi no Zucchero semolato
c l. gr. cl.
20 50 2 1,25 400 200 75 30 15 5 15 300 50 20
745 149,00 1.565 78,25 2.575 5 1,50 3.545 44,3 1 gr. 975 390,00 960 192,00 930 69,75 1.3 15 39,45 200 3,00 400 2,00 11.140 167, 10 645 193,50 785 392,50 cl. gr. 1.150 23,00 Totale L. 3.747,44 Importo arrutundatu razione L. 3.750,00
RAZIONE Dl VIVERI IN NATURA PREVISTA DALL' APPENDICE ALLA LE( ì( ìE CHE APPROVA IL BILANCIO Dl PREVIS IONE DELLO STATO PER L' /\NNO r lNANZIARIO 199 l Generi
Unità Quantità P rezzo Importo di giornaliera unitario giornaliero misura Lire Lire
Caffè tostato Carne di bue fresca o congelata, al nello di osso Doppio concentrato di pomodoro Fonnaggio da tavola Formaggio grana da raspa Frutta fresca Latte Legumi secchi Olio di arachide O lio di ul iva Pane Pasta Pomodori pelati Riso Sale comune Sale tino Tonno o ton nid i sott' olio Verdura fresca Vino Zucchero semolato
12.000 7.975 1.640 9.670 16.330 l.030 950 1.270 1.790 4.720 1.095 1.045 940 1.045 280 495 I0.200 760 900 1.225
48,00 1.276,00 4,92 290, 10 130,64 309,00 190,00 63,50 35,80 94,40 438,00 209,00 70,50 3 1,35 4,20 2,48 153,00 228,00 450,00 24,50
'lòtale Tmporto arrotondato razione
L. 4.050,00
gr. " " " " " cl. gr. c l. "
gr. "
.." " "
..
.. cl. gr.
4 160 3 30 8 300 20 50 2 2 400 200 75 30 15 5 15 300 50 20
I,. 4.053,39
Evoluzione storica della razione militare alimentare dall'antichità ad oigi
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CAPITOLO X lii
TL VETTOVAGLIAMENTO OGGI: ANNO 1999/2000
1. Generalità Il vettovagliamento è un servizio molto complesso i c ui peculiari caratteri di continuità, te mpestività e indiffe ri bi lità richiedono: - un'accurata organizza7.ione di speciali mezzi, attrezzature e personale diretta a soddisfare le più elementari ed insopprimibili esigenze di vita; - un'ordinata attività di censimento ed eventuale raccolta, ripartiz ione e utilizzazione delle ri sorse del Paese, in modo da costituire scorte impiegabili per qualsiasi evenienza. I molteplici aspetti del proble ma da risolvere per assicurare il servizio sono di na tura: - militare, sia per riflessi che esso ha sull'azio ne di comando o sul morale degli uomini, sia per la complessità delle operazioni logistiche da eseguire in pace cd in guerra (con conseguente necessità di addestramento di personal e e preparazione di materiali e mezzi idonei sin dal te mpo di pace); - igienica, per assicurare ad uomini in giovane età un villo equilibrato, comple to di tutti priJ1cipi nutritivi, e variato nella sua composizione, per soddisfare la di sparità di gusti esistenti in una qualsiasi collettività; - sociale, per il dovere dell'A.D. di restituire al Paese, cittadini in perfetta efficie nza fisica; · economico - fina nziaria, per la necessità di tenere conto deU e possibilitìi di approvvigionamento del Paese (svi luppo del pa trimonio agricolo, zootecnico, delle industrie alimentari, ecc.) e di prevedere i riflessi finanziari derivanti dai vari acquisti. Nel quadro di un razionale impiego delle risorse nazionali deve essere data la giusta prevalenza alle esigenze di caratte re igie nico ed a quelle di carattere militare. Il soddisfacimento di tali esigenze è proble ma: tecnico, per le prime, poiché è necessario uniformarsi ai dellami de lla modern a scienza dell'alimentazione, allo scopo di creare tipi di raz ione adeguati a l grado di atti vità e quindi di impegno risico richi esto al soldato nelle varie posizioni di impiego; essenzialmente logistico, per le seconde, te nuto conto che è indispensabi le frazionare opportunamente, ne l te mpo e nello spazio, i rifòrnimenti, in modo che possano rispondere tempestivamente ai fabbisogni previsti o predisporre idonei siste mi di conservazione de lle derrate.
2. I viveri e la razione viveri Nella più comune ecce zione, la razione viveri rappresenta il quantitativo di alimenti, qualitativamente considerati, in grado di soddisfare per 24 ore i fabbisogni calorici e plastic i dell'organi smo umano, rappresentati, rispettivamente, da:
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Carmine 7.avarel/a
- aliquota di sostanze ingerite, in grado di assic ura re lo svolgimento di tutte le aLLiviLà giornalie re dell'indi viduo (l'abbisogni calorici); - da specie diverse di sosta nze ingerite, in grado di assicurare i ricamhi nelle perdile che giornalmente i singoli tessuti subiscono (fabbisogni plastici). Ne di scende che è de lìnila razione alime ntare que lla e nti fa nutrizionale che assicura, in termini gua ntitativi, le calorie necessari e pe r lo svolgimc nlo delle quotidi ane a LLiviLà fisiche e, in te nnini qualitativi, le sostanze nutriti ve ele me ntari (protidi, lipidi, glucidi), occorre nti per lo sviluppo organico e la riparazione della materia vivente, o ltre a que i principi micronutrie nti (vitamine e sali minerali), indi spensabili per un 'efficie nte regolazione metabolica. Sotto i sudde tti aspetti 11011 esistono moti vi parlicolari che possano differenziare l'alime ntazione delle collettività milita ri da que lle civi li. Non si deve, peraltro, dimenticare che, nel caso di ciltadini a lle armi, abbiamo a che fare con un gruppo omogeneo di individui di giovane clà, aventi sviluppo corporeo non an cora completamente conseguito. L'alimentazione del solda to, quindi o!Lre a fornire le sostanze energeti che necessarie per affrontare sen7,a danno le fa tiche connesse a lla pratica addestrativa, deve assic urare ai giovani l'apporto plastico indispe nsabile pe r portare a te rmine lo svilu ppo corporeo. La composizione della razio ne viveri ordinaria viene annualme nte fi ssata nella legge di Bilancio e, consegue ntemente, il Ministero della Difesa, con proprio Decre to, aggiorna la pubblicazione COM-G-00 I, edita dalla D.G. del Commi ssari ato e dei Servizi Generali, "Norme relative alle razioni e spettanze per il servizio di veUovagliamento delle F.A.", la quale elenca tutti i tipi di razioni, integrazioni vitto e generi di conforto previsti e ne lissa i c rite ri di distrihu zione. T,a razione viveri ordinaria è costituita dai generi ele ncati al paragrafo seguente. Oltre alla razione viveri normale è corrisposta l'assegno miglioramento vitto, che ha lo scopo di consentire g li acquisti di ulteriori generi per il migliorame nto dei pasti, e il supplemento per ricorrenze speciali. All o scopo di e vi tare sciupii de i generi e consentire una maggiore varietà dei pasti è prevista una elasticità della razione viveri ordinaria, ollenibi le mediante il ricorso alla sostituzione dei generi di tabella con allri prelcvahili presso gli Organi Te1TiLori ali di Ammin istrazione e di Commissariato ed ai riporti in economia, che consistono in accred ilame nli dei valori dei generi non consumati da utiJi 7,7,are in li beri acqui sti. Completano la no rmale alime ntazione del personale militare in speciali cond izio ni o in detenninate destinazioni d i servizio, che comportano un maggiore d ispe ndio di e nergie o il superamento di di sagi parLicolarme nte gravosi, le inte~razioni vitto ed i generi di conforto.
A rt 5 a) Razione Viveri Ordinaria La razione viveri ordinaria è costituita dai generi di c ui allo specchio 11. 1, e viene distribuita norrnalmcnLc in natura, sempre c he sia possibile provvedere alla cottura dei generi che la compongono . Pe r i militari c he hanno avuto l'aumento della paga, per effetto della Legge 29 ottobre 197 1, n. 88 1, cessa la somministrazione di tabacchi e fiammife ri previsti dalla tabella.
Evoluzio11e storica della razione militare alirnenlare dall 'anlù:hilà ad oggi
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RAZIONE DI VIVERJ IN NATURA PREVISTA DALL' APPENDICE ALLA LEGGE CHE APPROVA TL RTT ,ANCTO Dl PREVISIONE DELLO STATO PER L'ANNO FINANZIARIO 1999
Specchio n. 1
Generi
QuantitÌl
Caffè loslalO Carne di hue fresca o congelata, al nello di ossu Do ppio concentrato di pomodoro Pormaggiu da tavola Formaggio g rana da raspa Frutta fresca Lane Legumi secch i O lio di arachide O lio di o li va l'ane Pasta Pomodo ri pelati Riso Sale comune Sale fino Tonno o tonnidi soll 'olio Verdu ra fresca Vino Zucchero semolato
gr. "
.. "
"
.. cl. g r. cl. " gr.
.. " "
"
4 160 3 30 9 300 20 35 2 2 400 2(XJ 78 30 15 5 15 300 50 20
Prezzo
L. 9.720 " 6.740 " 1.880 " I 1.810 " 18.550 1.120 .. 1.250 " 1.810 2.430 '" 5.320 " 1.640 1.1 70 " 820 " 1.(,00 '" 290
.. .. ..
Importo giornaliero 38,88 1.078,40 5,64 354,30 166,95 336,00 250,00 63,35 48,60 106,40 656,00 234,(X) 63,96 48,(Xl
620 9.450 1.000 1.730 1.740
4,35 3, 10 141,75 300,00 865,00 34,80
Totale Importo an-otondato razione
L. 4.799,48 L. 4.800,00
"
.. " cl. .,
"
.. " " "
NO: L'importo della razione in 13 anni è aumentato di sole 1.050 lire
h) Sostitu: ione dei generi
Art.o
La sostitu7.ione dei generi ne lle tabelle di cui a lla presente circolare, ad eccezione de lle razioni viveri speciali, con altri da prelevarsi presso i maga7.7.ini di commissariato. è consentita nei limiti previsti dallo specchi o n. 2 (omissis). Quando non altrimenti indicato, la sostituzione è ammessa fino all'inte ra spettanza. Gli organismi di Commissariato (pe r l'Esercito, Comando dei Scrvi 7.i di Commissariato d'Area Logistica) possono sospendere in tutto o in parte, ovvero rendere ohhligatoric le sostitu7.ioni di alcuni generi, infom1andone il Ministero Difesa (Direzione Generale del Commissariato e <le i Scrvi7.i Generali) ed il compete nte Is pettorato di F.A. (per l'Aeronautica, il Comando Log istico). l suddc lli
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Carmine 'Z avarella
provvedimenti possono essere presi a nche dalla Direzione Generale del Comrnjssariato e dei Servizi G enerali , autonomamente o su proposta dei competenti Ispettorati di F.A. (per l'Aeronautica, il Comando Logistico). I qua ntitativi di generi sostitutivi non possono essere po11ati in economia con le norme d i cui al successivo art. 7. Le norme sull e sostituzioni non si applicano pe r il vettovagliamento dei degenti, esclusi i degenti a dieta ordinaria.
e) Riporti in economia
Art.7
I riporti in economia sono effettuati mediante accreditamento di somme, pari al valore delle spettanze non prelevale presso i magazzini di Commissariato o i fornitori . I sin goli reparti , con le procedure previste dall'art. 5 del D.P.R . 05/12/1983 n. 939 sono autorizzati ad impegnare, con le forme procedurali ad economia, le quote di miglioramento villo, nonché i controvalori o tte nuti d ai rip01ti in economi a dei generi di spettanza. Per tali approvvigionamenti dovranno essere tenute presenti le condiz ioni locali ed il gradime nto de l personale, nonché le norme appresso indicale, sempre che la razione nel suo complesso non sia diminuita nel suo potere nutriti vo. G li Organismi di Commissarialo (per l'Esercito, Comando dei Se rviz i d i Commissariato di Area Logisti ca) possono sospendere in tutto o in parte ovvero rendere o bbligatori i ti porli in economia, informandone il Ministero Difesa (Direzione Generale del Commissariato e dei Serviz i Generali) ed il competente l spe tloralo di F.A. (per l'Aeronautica, il Comando Logistico). l sudde tti provvedimenti possono essere presi anche dalla Direzione Generale del Commissariato e dei Servizi Generali, autonomame nte o su proposta dei compe te nti Ispettorati di FA. ( per l'Aeronautica, il Comando Logistico). È vietato acguistire dal libe ro mercato le derrate normalmente disponibili presso i magazzini di Commissari ato, e cioè i generi : - costituenti la razione viveri (ordinarie o speciali) - previsti dalle integrazioni vitto ; - di confo110 - integrativi conservabili , fissati da l Ministero Difesa all'ini zio di c iascun anno su indicazione de i co mpe te nti Ispettorati Log istic i di FA. (per l'Aeronautica, il Comando Logistico). l gene ri disponihili presso i magazzini militari sono ceduti agli enti, corpi e repai1i a i prezzi di tariffa di cui allo specchi o n.54.(omissis). Qualora, per ragioni contingenti , il li vell o delle scorte de lle derrate presso i magazzini di Commissarialo scenda al di sotto dei due mesi d'autonomia logisti ca, gli Organismi di Commissariato (per l'Esercito, il Co mando dei Servizi di Commissariato d'Area J,ogistica) possono richiedere all a Direzione General e de l Commissari alo e dei Scrvi,-,i (ìcncrali , di procedere all 'acquisto diretto dei generi carenti. Su ta le richiesta, previa acqui sizione de l parere dei Compete ntj Ispettorati di F.A., la Direzione Generale di Conunissariato e dei Servizi <ìL:ncrali, e ffe ttuate le proprie valutazioni in re lazione all'andame nto deg li approvvigionamenti accentrati, autorizzerà l'acq ui sto dire tto limitatamente al fabbi sogno di un mese o due.
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Evo luzione s/o rica della razione mi/ilare alimen/are dal/ 'anl ichilà ad Of?f? i
Nel caso in cui i magazzini di Commissarialo res lino comunque sprovvisli dei generi nonnalmenle disponibili, i Reparti polranno procedere all'acquisto diretto dal libero mercato limitatamente al fabbisogno di non oltre 15 giorni , previo ri lascio di apposila dichiarazione di indi sponihilità da parte del magazzino ri fornitore e previo nulla osta tecnico da parte degli Organismi di Commissariato da allegarsi al titolo di spesa. Essi potranno disporre il prelevamento ohbli gatorio presso i dipendenti magazzini di taluni generi integrativi. È vietato l'acquisto di generi considerati di lusso, nonché di generi similari a quel li di sponihi li ne i magazzini di Commissarialo, anche se di diversa pezzatu ra. Le somme derivanti dalla economia dell a carne e de l tonno o tunnidi sott'olio devono essere destinale a ll'acquisto di generi di allo va lore proteico (altri tipi di carne, pesce, uova, ecc.),assicurando l'equ ilibrato appo1to prote ico a lla razio ne. Qualora il riporto in economia della carne superasse le due giornate la settimana, è obbligatoria la sostituz io ne con pesce fresco o surgelato. Ove i magazzini di vettovagliamento di spongano di carne di maiale, le somme derivanti dall'economi a del la carne bovina dehbono essere destinate inte rame nte, una volta la sctLimana, all'acq ui sto d i tale prodotlo, ncll'amhi to di una delle due giornate di economi a obbligatoria. I gene ri per i quali è conse ntilo il riporto in economia, al prezzo di Lari lla, sono quelli di cui al seguente specchio 11°3 : Specchio n. 3
GENERI DI SPETTANZA
Burro Caffè tostato Carne di huc fresca o congelata, al nello di osso
Doppio conccnlralo di pomodoro Formaggio da tavola Formaggio grana da raspa Frulla fresca Latte l ,egumi secchi Olio di arachide Olio di oliva Pane Pasla Riso
RCONOMIR AMMRSSR
fino al 50% fino al 100% fino al 100% qualfro volte la settimana, di cui due ohb/igatoriamente lìno al 10% fino al 60% fino al 40% fino al 25% fino al 25% fino al 70% fmo al 50% fino al 25% fino al 75% fino al 20% fino al 30%
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Carmine Lavare/la
Pomodori pelati Sale comune Sale fino Tonno o tonnidi sott'olio Verdura fresca Vino Zucchero
d ) Razione viveri speciale da viaggio
fino al 20% fino al 25% fino al 25% fino al 60% fino al 25 % fino al 100% lino a l 100%
art.X
La razione da viaggio: a) è destinata a i graduati e militari semplici, comandati a compiere viaggi in servizio isolato od in drappello, nei casi in cui sia possibi le consumare la razione viveri ordinaria: b) è costituita dai generi di c ui allo specchio n.4 cd è comprensiva dell'assegno di miglioramento vitto di cui al successivo art. 20; Le razioni viveri da viaggio devono essere immesse in idonei sacchetti di carta o di plastica, in modo c he i singoli generi possono essere conservati agevolmente ed igienicamente durante il viaggio. Il comandante di Corpo può autorizzare la distribuzione del controvalore in contante della razione viveri ordinaria, in luogo della razione da viaggio, sempre che i militari interessali no n vengano a trovarsi in condizioni di difli coltà, per provvedere all'acquisto dei viveri loro necessari.
Specchio n. 4
GENERI
Carne bovina in scatola Cioccolato extra fondente Confettura di frutta Formaggio da tavola Fmtta fresca (b) Pane Vino (b)
SPE1TANZE GIORNALlERE gr.
cl.
220 (a) 50 50 100 300 500 50
a) Pari a una scatoletta regolamentare. b) Può essere sostituito da a ltro gene re di ugua le imporlo o corrisposto in contanti. direllamenle all' interessato o al capo drappello, il relativo controvalore.
lìvoluzione storica della razione mililure alimenlare d111/ 'un1ù:hi1à ud oggi
e. Razione viveri speciale da combattimento
187
art. 10
La raz ione viveri speciale da comhallirncnlo: può essere distribuita, in pace, soltanto su specifica autorizzazione del competente ispettorato di Forza Armata (per l'Aeronauti ca, il Comando Logistico), in occasione di parlicolari condizioni d'impiego delle lruppe, in cui non sia possibile consumare la razione viveri ordinaria e non sia ritenuta opportuna la somministrazione di quella di riserva, o per rotazione delle razio ni da cornhallimcnlo accantonale come seorla; per quanto attiene la M .M., è distribuita in pace, in luogo della razione viveri ordinaria: • ai mililari facenti parle dei gruppi incursori e del btg. S. Marco ed i sommozzatori dell'A.M., limitatamente alle g iornate in cui i predetti personali sono impiegati in esercitazioni speciali, durante le q uali non sia possibile prov vedere al normale villo; al personale imbarcato sugli ali scafi P.420, limitatamente alle giornate di effettivo impiago o di esercitazione; • al personale imbarcato sulle unilà minori sprovviste di cucina (dragamine litoranei, motosiluranti, motocannoniere motovedette, etc.), limitatamente alle g iornate di navigazione; è comprensivo delle quote di miglioramento vitto; escludere le altre somministrazioni e spettanze (integrazioni villo e generi di conforto); è costituita dai generi di cui allo specchio n.6.(omissis) I generi costituenti della razione sono condi zionati in più contenitori corrispondenti ai diversi pasti , secondo le direttive impartite dai competenti Ispettorati di Forza Arn1ata (per l'Aeronautica, il Comando Logistico). Qualora, nel corso di esercitazioni di hrcvc durata, siano distribuiti soltanto i generi corrispondenti ad uno dei due pasti principali, pranzo o cena, è consentita per la preparazione dell'altro pasto, la corresponsione di metà del conlrovalorc della razione viveri ordinaria e delle eventuali integrazioni villo, nonché di metà di miglioramento vitto. Tgeneri non impiegati , saranno ulilizzali dai Reparti, per cvcnluali successive eserc itazioni. In ogni caso, gli "accessori della razione" non impiegati, devono essere retrocessi agli Organismi di Commissariato (per l'Esercito il Comando dei Servi zi di Commissariato d'Area l ,ogistica ). Allo scopo di consentire la rotazione delle scotte, i competenti Ispettorati di F.A. (per l'Aeronautica il Comando Logistico), possono disporre nel limite di una distribuzione al mese, il consumo delle razioni da comhatlimenlo in sosliluzione della razione viveri ordinaria. L'Ispettorato Logistico della Marina può dispo rre il consumo della predetta razione anche in porlo, per non più di una volta la selli mana. So no ammesse le seguenti economie giornaliere, fino alle quantità massime appresso indicate:
188
Carmine 'Zavurellu Specchio n. 9
GENER I DI SPETI/\NZA
ECONOMIE AMMESSE
/\ceto Biscollo salalo Carne bovina in scatola Cioccolato extrafondente Dadi per brodo Doppio concentrato di pomodoro Fagiolini verdi conservatj Formaggio grana da raspa Formaggio provolone Frulla sciroppata Latte evaporalo Pasta Pomodori pelai.i Succo di agrnmi Tonno sott'olio Verdura fresca Vino tipico
j) Razione viveri speciale di emer~enza
fino al fino al fino al fino al fino al fino al fino al fino al fino a.I fino al fino al fino al fino al fino al fino al fino al fino al
100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 100% 50% 100% 100% 100% 100% 100% 50% 100% 100%
!\rt.13
I .La razione viveri speciale d'emergenza: è destinala ai militari impiegati in servizio d'emergenza, nel caso in c ui
non vi sia, per il carattere continuativo di dello servizio, la possibilità di effettuan; normali approvvigionamenti o di approntare pasti regolari e non sia ri tenuto opportuno distribuire la razione da combattime nto o di riserva; è prevista di due tipi: - Tipo A) per enti provvisti di cucina e per le unità navali , classe Garihaldi esclusa (specclùo 11. I O);(ornissis) - Tipo B) per e nti sprovvisti di cucina e per lui.I.e le unità navali, classe Garihaldi esclusa (specchio n.11 ) .(omissis) I competenti Ispettorati Logi stici di Forza Annata, prescelgono il tipo di razione da impiegare o da accantonare come scorla, e dispongono per le necessarie rotazioni. Le predette razioni, tipo A e B, possono essere distribuite anche al personale impiegato nel servizio d'emergenza non avente dirillo al vettovagliamento a carico dello Stalo, con le nonne previste per l'aggregazione alla mensa truppa.
Evoluzione storica della razione mi/ila re alimentare dall'antichità
~) Razione viveri speciale di riserva
aa Of?f?i
189
Art. / 4
La razione vive1i speciale di ri serva: è distribuita in occasione di eserciLazio ni o in caso di emergenza, quana) do non sia possibile di stribuire la razione viveri ordinaria e non si riLenga opportuno di stribuire la razione da comhattimento o d i emergenza; b) è costituita dai generi riportati nello specchio n.1 2, cd è comprensiva dell'assegno di mi glioramento vitto di cui al successivo art.20. Specchio n. 12
GENERI
SPEIT/\NZE GIORNALIERE
HiscoLto salato Caffè tostato (a) Carne bovina in scatola (0 ) Cioccolalo exlra fond cnlc Confettura d i frutta Cordiale (a) Vino (b) Zucchero semolato (a)
gr. " " " '"
cl. "
gr.
400 14 200 50 100 3 50
28
(a) La spettanza di caffè tostato, zucchero semolato e cord iale è sostituibile con due bottigliette di liquore di ca ffè da cl. 3 cadauna; in tal caso la razione è confezio nata in un ico contenitore sottovuoto con esclusione del vino che viene di stribuito a parte. (b) Nella valutazione del costo deUa razione non viene considerato il vino, in quanto lo stesso dovrà essere distribuito e contabilizzalo separatamente. 0 (
)
Pari normalmente a due scatolette da gr. I00 circa cadauna ed eventualmente ad una scatoletta regolamentare.
h) Trattamento alimentare per deJ?enti
Art. / 7
Ai degenti negli ospedali militari è dovuto, ai sensi de i paragrafi 250 e segg. del Regolamento sul Servizio Sanitario Territoriale Militare approvalo con R.0.17- 11 - 1932, ed a norma di quanto previsto dal Regolamento per il servizio degli ospedali marittimi, approvato con R.D. 16-09- 1926, n. 2078, il Lrattamento a lirnenLare di cui alle seguenti diete: - die ta ordinaria; - dieta speciale; (omissis) - dieta liquida.(omissi s) Per g li effetti del vettovagliame nto, le infe rmerie sono equiparate agli ospedali militari. Dieta ordinaria a) La di eta ordinaiia per i ricoverali è uguale alla razione viveri ordinaria
190
Carmine Zavarel/a
(compreso il diritto alle sostituzioni ed ai riporli in economia, nonché all 'assegno di migli oramento vitto) con le seguenti varianti : - esclusione dei tahacchi e fi a mmi feri ; - aggiunta di cl.20 di latte fresco; - so s6tuzione facoltativa de l vino con due flaconi di succhi di frutta da 130 e.e. ciascuno, oppure, per g li a ffetti di blenorragia, con c l.SO di latte; - le sostitu zio ni ed i ripo1ti in economia c he fossero resi ohhligalori per la razione viveri ordinar ia, sono effettuati solo con carattere facoltativo. Ai tuhcrcololici, ammessi alla dieta ordi nari a, s ono inoltre concessi, quale aggiunta alime ntare giornaliera, i seguenti generi : Burro ....................................... ........................ ........... .. gr. 20 Confettura di frulla ... .. . ... . ...... ....... .. ........ ......... .... ........... . ... " 50 Latte ... . ...... . ............... . ... . .. . . . .. . .................. .. .. ... ..... ... .....d. 80 Uova ......... .. ... .......... ..... ............................ ... .. . ........ . .. ... 11. 2 Z ucchero semolato ........................... . . .. ... .. . . .. .................... g r. 25 È consentita, per autorizzazio ne del Direttore de ll 'ospedale, la so stituzio ne de ll a spc llanza di carne bovin a con gr. 160 di carne senz'osso di vite llo, oppure con gr. 200 di pollo, Lacchino, pesce, carne suin a fresca non insaccata, ecc., con le stesse modalità previste per la dieta speciale. La spcllanza di )alle, pe r i degenti che non toll erano o no n gradi scono Lalc alimen to, può e ssere sostituita in tutto o in palte con altro genere per una spesa equivalente.
i) Miglioramento vitto
art.20
L 'assegno di miglioramento vitto è un comple mento della razione viveri, c he compete al personale avente dirillo alla razione stessa cd è impiegato per rende re i pasti più vari e più g raditi . Non è corri sposto quando sono di stribuite razioni di pronto impiego (da viaggio, da comhatti mento, ecc.) o pe r degen6 a dieta speciale, essendo la composizio ne di dette razioni comprens iva di tal e assegno. Il relativo ammontare è detem1inato annualme nte ne ll'appendice alla legge di approvazione dello s tato di previsione della s pesa del Ministero dell a Difesa . Attualme nte è stabilito nelle seguenti mi sure:
Specchio n. 19
Quota miglioramento villo normale Quota migli oramento vitto per il personale a bordo su navi in armamento o nella ri serva Quota miglioramento villo per militari dislocati in zone malariche per il periodo 1°/ 10- 31/10 Quota mi glioramento villo per Allievi compresi i concorrenti ag li arruolati, de lla Accademie e dei Collegi Militari Quota miglioramento vitto per piccoli nuclei (da 6 a 30 militmi) a terra e a hordo
L.
640
720 750 1.1 40 1.060
Evoluzione storica della razione militare alimentare dall 'antichità ad oggi
Quota miglioramento vitto per piccolissimi nuclei (non superi ori a 5 militari) a terra e a bordo Quota miglioramento vitto per militari ammessi a case di riposo Supplemento miglioramento vitto per ricorrenze speciali
191
L. 1.690 " 2.590 970
Le varie quote di miglioramento vitto non sono cumulabili tra loro. Per il personale imbarcato si applicano le disposizioni di cui all'art. 14, n.2 del " Regolamento degli assegni di imbarco" (D.P. 5). TI supple me nto per ricorrenze speciali viene corrisposto, pe r intero, al pasto principale, in aggiunta alle quote innanzi indicate nelle seguenti ricorrenze: militari e civi li, comuni a tutti i comandi, enti e reparti : 1° gennaio
: Capodanno e Promulgazione dell a Costituzione; : Pasqua di Resurrezione; 25 aprile : Anniversario della Liberazione; I O maggio : Pesta del Lavoro; .. . .. . . . . . . . : Ricorrenza della Pondazione della Rcpubhlica; .. . .. . . . . . . . : Giornata delle Forze Armate e del Decorato; 25 di cembre : Natale.
3. Integrazione vitto e generi di conforto
a.
Generalità
arL.23
Le integrazioni villo e i generi di conforto completano la normale alimentazione del personale milita re in speciali condizioni o in determinate destinazioni di servizio, che comportano un maggior di spendio d'energie o il superamento di disag i pa,ticolarmente gravosi. Tali trattamenti hanno carattere alimentare e non d'indennità, per questo non possono essere concessi con effe tto retroattivo, né può essere corrisposto in contanti il relativo controvalo re, salvi i casi di tratlamento vitto in contanti e quelli particolari indicati nei successivi aiticoli. Le integrazion i vitto, pur essendo corrisposte alle mense, vengono da queste somministrale agli interessati sempre che ciò sia possibile ed opportuno. I generi di conforto invece sono sempre distribuiti direttamente agli interessati. Per la somministrazione delle integrazioni vitto e dei generi di conforto sono stabilite le seguenti norme: - non è richiesta alcuna specifica autorizzazione per la distribuzione, perché, il verificarsi delle speciali condizioni, od il trovarsi nelle destinazioni di servizio indicate, comportano l'acquisizione del diritto di fru ire dei trattamenti previsti, tranne che per le eccezioni stabilite nei si ngoli casi. Per la medesima attività svolta nella stessa giornata, competono due o più integrazioni vitto, è somministrata la più favorevole;
Carmine 7nvarella
192
- non è consentito il cumulo delle integrazioni vitto e dei generi di conforto con le razioni viveri speciali da combattime nto; - per conti ngenti situazioni di mercato, per ragioni igienico - sanitarie o per rendere maggiormente gradito il vitto, il Ministero Difesa (Direzione Generale di CommjssaJiato e dei Servizi Generali) sentiti i competenti Ispettorati Logistici di Forza Armata, può disporre la sostituzione delle spettanze di tahcl la con altri generi , disponibili pre sso i magazzini o da acquistare, sempre c he non sia alterato nel suo complesso il potere nut1itivo e non se ne aumenti la spesa. Le disposizioni in materia d'integrazioni vitto e generi di conforto si app li cano anche ai militari de ll'Arma de i Carabinie ri . I repa1ti dell'Anna possono pertanto prelevare presso i magazzini militari di vettovagliamento, ai prezz i di tariffa, i generi componenti le integraz ioni vitto ed i generi di conforto, con le modalità indicate dagli Ispettorati di Forza Armata. Il controvalore delle varie integrazioni vitto e dei generi di conforto è riportato nel successivo articolo 26. b.
I ntef:razioni vitto
art.24
Le integrazioni vitto, previste dall'appe ndice alla legge di approvazione dello stato di previsione della spesa del Ministero Difesa, spettano al personale nelle speciali posizioni di impiego e nelle destinazioni di servizio sotto indicate: - Militari soggetti a particolari disagi o addetti a lavori faticosi di c arattere eccezionale. L'integrazione ha composizione vari abile, da determinarsi di volta in volta a cura del Comando del reparto, con la limitazione che la spesa giornaliera pro capite non può eccedere l'impo1to di L.1 .290 (milleduecentonovanta). I ,a concessione deve essere preventivamente autorizzata. L'INTEGRAZIONE VITTO DI CUI ALLO SPECCHIO N.20, LIMlTATA ALLA DURATA DEl RISPETTIVI CORSI, SPETTA AGLI ALLIEV I DELLE ACCADEMIE, DELLE SCUOLE MILflì\Rl, COMPRESI l GIOVANI CONCORRENTI AGLI ARRUOLAMENTI DURANTE LA PERMANENZA PRESSO LE STESSE, O PRESSO I CENTR I DI SELEZIONE ATflTUDINALE ALLIEVI DELLE SCUOLE DI APPLICAZIONE, ALLIEVI UFFICIALI. ALLIEVI SOTIUFFICIALI, GRADUATI E MILITARI SEMPLICI, ALLIEVI DEI CORSI DI SPECIALIZZAZIO NE E PERFEZIONAMENTO, ALLIEV I SCUOLE C.E.M.M ., ALLIEVI PILOTI E PILOTI DI AEROPLANO, ALLIEVI DELLE SCUOLE J)J PILOTAGGIO PER IL CONSEGUIMENTO DEL BREVETro DI PILOTA DI AEROPLANO, O DI PILOTA MILITARE, VOLONTARI A FERMA PROLUNGATA PRESSO I MARIDEPOCAR ED I BAR, MILITARI DELL'ARMA DET CARARTNTERI RTVESTENTI LA QUALIFICA Dl ALLIEV I, I•REQUENTKfORI Dl CORSI PRESSO GLI ISTITUTI DI ISTRUZIONE DELL'ARMA, GRADUATI E MILITARI SEMPLICI lN SERVIZIO PRESSO I ,E VARIE SCUOLE CON COMPTTI DI INQUADR AMENTO DEL PERSONALE DI CUI SOPRA.
Evoluzione storica della razione 1nili1are alimenlare dall'a111ichità ad oggi
193 Specchio n. 20
GENERI
SPETfANZE GIORNALIERE
Carne di bue frcs<.:a o rnngclata, al netto di osso Formaggio da tavola Pane
65
gr. "
30 100
"
L' integrazione vitto di c ui allo specchio 24 compete ai milita1i operatori subacque i incursori o effettivi al Btg. S. Marco, in casi di emergenze (azioni di guerra e manovre o esercitazioni particolari). Specchio n. 24
SPETTANZE GIORNALIERE
GENERI
Biscotto dolce Cioccolato extra fondente Cordiale Micie, oppure confettura di frutta, oppure, latte condensato zuccherato, oppure, caramelle dissetanti Preparato polivitamjnico Succhi di frulla
cl.
100 100 9
gr.
100
gr. "
"
2
26
cl.
Graduati e mil itari semplici: - in servizio presso gli aeroporti e d e liporti; - imbarcati su navi in armamento od in ri serva; - esplicanti attività addestrativa. Specchio n. 25
GENERI
SPETfANZE GIORNALIERE
Carne di bue fresca o congelata, al netto di osso
gr.
30
Spetta ai graduati e militari semplici c he esplicano una qualsiasi attjvità addestrntiva, o che siano in servi zio presso aeroporti od eliporti o che siano imbarcali su unità in armamento o riserva.
c. Generi di r.nnforto
art.25
Come riportato dall'appendice allo stato di previsione della spesa del Ministero Difesa, sono previste le seguenti somministrnzioni cli gener·i di conforto:
Carmine 7,avarel/u
194
PER MILITARl lN SERVIZIO D'ORDINE PUBBLICO Specchio n. 40
GENERI Caffè tostato (a) (b) Cioccolato exlra fondente Confettura di frutta Cordiale (b) Zucchero semolato (a) (h)
SPETTANZE GIORNALIERE
c l.
12 50 50 3
gr.
25
gr. " "
(a) La spettanza di ca ffè tostalo e zucchero semolalo è sostituibile con gr. 100 di biscotti dolci ne l caso di difficoltà contingenti nella distribm:io ne della bevanda ca lda. (b) La spettanza di caffè tostato, cordiale e zucchero semolato è sostituibile con due bottigliette di liquore di ca rlè da cl. 3 cadauna nel caso di dillicoll11 w nlingcnli ne lla distribuzione della bevanda calda.
I generi sono somminis trati: - nel caso in cui i militari siano messi a di sposizione de lle autorità politiche per online puhhlico e ne i giorni d'effeltivo impiego; - nel caso in cui i militari siano impiegati in servizi di pallugliamcnlo e sorveglianza antiterroristica. La somministraz ione è c umul ahilc con il trattamento di missione, o di Ordine Pubblico. PER MILITARI CHE ESPLICANO SERVIZIO NOTTURNO (DA I, sn ,ENZIO ALLA SVEGLIA) PER UNA DURATA NON lNFERlORE A DUE ORE ANCHE NON CONSECUTIVE; PER MILITARI ADDETTI AGLI APPARATI MOTORI, MACCHINE AUS ILI AR IE E DINAMO DELLE UNITA' E MEZZI NAVALI, PER I GIORNI D'EFFETITVO FUNZIONAMENTO. Specchio n. 4 1
GENERI Caftè tostato (a) Zucchero semolato (a)
SPETTANZE GIORNALIERE gr.
12
"
25
(a) La spellanza di caffè loslato e zucchero semolato è sostituibile con con una bottigliette di liquore di caffè da c l. 3 nel caso di difficoltà contingenti nell a distribuzione della bevanda calda.
La distribuzione deve essere effettuala sollo forma di hevanda calda.
Evoluzione storica della razione militare alimenlare dall'anlichità ad oggi
195
Nei casi in cui no n sia possibile la somministrazione del la suddetta hevanda, può essere distribuita una razione di cl.3 di cordiale. La distribuzione è estesa ai militari del le Stazioni Meteorologiche, Radiotelegrafiche, degli Uffici Telegrafici e Telefonici , dei Centri Coordinamento Ricerca e Soccorso e delle Centrali d'Assistenza al Volo, che partecipano, direttamente o indirettamente, alle attività di volo notturno. La somministrazione è inoltre estesa a carico dell'A.D. al personale delle Guardie di P.S. che, comandato a prestare servi zio notturno di guardia a depositi muni zioni, in occasione delle esercitazioni dell 'Esercito, percepisce la sola indennità di marcia. PER MILITARI NELLE SEGUENTI POSIZ IONI D'IMPIEGO: - che effettuano esercitazioni, con pernottamento fuori sede; - che effettuano esercitazioni o trasferimenti pa11icolarmente lunghi o rati cosi, o in avverse condizioni atmosferi che, o di notte; - che sono imbarcati sulle unità adibite al dragaggio delle mine, pe r i soli giorni in cui avvengono le operazioni di dragaggio ; - c he sono imharcati su unità minori sprovviste di cucina, durante la navigazione notturna.
Specchio n. 42
GENERI
Caftè tostato (a) Cordiale (a) Zucchero semolato (a)
SPETTANZE GIORN/\1 JERE
gr. cl. gr.
12 3
25
(a) I ,a spellanza di caffè tostato, cordiale e zucchero semolato è sostituibile con due bottigl iette di liquore di caffè da cl. 3 cadauna nd caso di diffic0Iti1 contingenti nella distribuzione della bevanda calda.
PER MlLITAR I DI GUARDIA E VIGILANZA A DEPOSITI, POLVERIERE, NAVI, AEROPORTI, MAGAZZINI, CASERME E DI SCORTA A VAGONI FERROVIARI Specchio n. 43
GENERI Cordiale (per il periodo IO novembre - 30 aprile)
SPETTANZE GIORNALIERE cl.
3 (a)
(a) La spettanza di cordiale può essere sostituita con gr. 25 di c ioccolato extra fond ente.
196
Carmine Zavarella
4. Ambienti e modalità di distribuzione A decorrere dal 1° gennaio 2000 la composizio ne della razio ne viveri in natura per i militari che ne conservano il godimento, sarà annualmente detenninata con decreto del ministro della difesa, da adottare di concerto con il Mini stro del Tesoro. Con lo stesso decre to saranno altresì determinate le quote mig lioramento vitto, le integrazioni vitto cd i generi di conforto da distrihuirc in speciali condi zioni d'impiego. Presso gli organismi militari sono costituite le mense ordinarie di servizio per volontari graduati e militari di truppa. Qualora sussistano particolari esigenze, il Comandante può disporre che la mensa garantisca permanentemente il trattamento alime ntare a fa vore di tutto il personale militare e civile in forza all'unità. In tal caso la mensa ordinaria di servizio è denomin ata uni ca. a. Alle me nse ordinarie di servizio per graduati e militari di truppa possono partecipare: - graduati e militari di truppa; - Ufficiali, Sottufficiali e civili dell'Ente (se unica) - personale militare e civile d'altre Unità, a utorizzato dal Comandante. li servi zio vettovagliamento all'in terno delle citate mense può essere: · affulato in appalto a ditte esterne e può assumere le seguenti tipologie: -catering completo: la ditta appaltatrice provvede a fornire le derrate e a confezio nare i pasti in locali posti a disposizione dall 'A.D. •pasti veicolati: la Ditta assuntrice effettua la confezione in strutture este rne all'A.D. presso le quali avvie ne unicamente la porzionatura e la distribuzione; •servizio ristorazione: la Ditta appaltatrice e responsabile della cottura, del confezioname nto e della distrihuzione dei pasti, nonché del servizio di pulizia, mentre l'A.D. co ntinua a fornire le derrate e i locali; - co11 g estio11e diretta in 11atura, con prelevamenti delle derrate presso g li Organi Territoriali d'Amministrazione e di Commissariato cd acquisti da programmare nei limiti delle quote in contanti de rivanti dai ripo11i in economia consentiti ; - con gestione diretta in contanti, ove le derrate sono approvv ig ionale presso forni tori impegnati con l'A.D. con convenzioni aventi cadenza semestrale e con carattere di sommini strazione, con il controvalore della razione viveri, le quote miglioramento vitto sta bilito annualme nte cd il trattamento tavola c he compe te alla mensa unica, ove costituita, in re lazione alla presenza degli aventi titolo (Ufficiali e Sottufficiali); b. Potranno essere costituite, inoltre, mense obbligatorie di servizio (MOS ) presso: - i Reparti durante i campi, le manovre c le eserci tazioni fuori sede; - gli aeropo11i e gli eliporti di FA.; - i Comandi , gli Enti , Distaccamenti e Repai1j previstj annualmente con D .M .
La MOS può essere unica per Ufficiali e Sottufficiali oppure con gestione separata per le due categorie. Vi partecipano Ufficiali , Sottufficiali e militari
Evoluzione storica della razione mi/ilare alinzenlure dall'anlichilà ad oggi
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inservienti alle mense. Le disponibilità finanziarie della mensa sono costituite dai controvalori in contanti delle razioni viveri, conteggiati in base alle presenze dei conviventi, cui si aggiunge il trattamento tavola. c. Il vettovagliamento di tutto il personale appartenente a Reparti impiegati con continuità in attività addestrativa e/o operativa fuori sede è assicurato, in alternati va: - Ìll patria mediante: -caterillg, qualora vi sia la disponibilità della ditta aggiudicataria del servizio in g uarnigione o da parte di altre ditte; •gestione diretta effettuata dai nu clei specialisti della Scuola di Ammini strazione e di Commissariato (SJ\C). Qualora in occasione di attività addestralive od operati ve in Patria non risul ti possibile avvalersi delle opzio ni precedenti o di convivenze presso altre mense si potrà presentare ri corso al vettovagliamento mediante appalto di somministrazione dei pasti presso apprestamenti civili. Tale sistema potrà essere adottato in guarnigione sotto forma di "pasto veicolato" in presenza di situazioni oggetti ve che comportino una prolungata in terruzione del servizio (inagibilità infrastmtturale, adeguamento alla normativa sanitaria, ccc.) Presupposto indispensabile per il ricorso a tale modo di ristorazione, da considenu-e " di emergenza " resta, oltre all'inprevedibilità dell'esigenza, la preventi va cd accertala impossibilità di ricorrere a convivenze presso altre mense o a adeguate formazioni campali; - all'estero mediante; •gestiolle diretta effettuata da specialisti della SAC, per il periodo iniziale; •catering una volta stabili zzala la situazione. Qualora la precedente opzione non sia praticabile. il servizio sarà effettuato direttamente dall'Unità interessata con un sistema che preveda: - l'acquisto in loco di tutti i generi necessari alla confezione del vitto; - la re arazione dei gasti a cura del personale militare (nucleo specialisti SAC) con l'ausilio di mano d'opera locale.
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Carmine Zavarella
CAPITOLO XIV STRACCIONI, MALATI, QUASI DISARMATI... QUELLO CHE NON ABBIAMO MAJ SAPUTO ... SPECIALMENTE DEGLI ALTRI ESERCITI Dei soldati del passato abbiamo l'immagine tramandata da vecchie illustrazioni e dalle tavole dei pittori: impettiti nelle loro linde uniformi, tutti perfettamente uguali e ben equipaggiati, pronti a dare hclla mostra di sé in qualche parata ufficiale. La realtà, purtroppo, era ben diversa. Dai legionari romani, primo esempio occidentale di esercito professionista, la vita del soldato era fatta di ahi ti sporchi e laceri, scarpe con suole di legno, pagliericci putridi, cibo scadente (quando c'era) e severe punizioni corporali. Una vita dura, misera, talvolta crudele. Per queste ragioni, a spingere sotto le anni un individuo, più c he il desiderio d'avventura o lo spirito patriottico, erano: la fame, l'emarginazione sociale o la costrizione. In effetti, la carenza di uomini disposti ad accettare volontariamente i ri gori della vita militare è stata una prohlcmaLica di tutti g li eserciti: "Mancano i volontari, e quelli che si presentano sono tulli vagabondi", si lamentava Tihcrio in Senato ne123 d.c. Il rimedio più comune era naturalmente la costrizione obbligatoria. Nella Prussia di Federico il Grande ( 17 12-1786) tutti i maschi erano, per legge; potenziali soldati. Altrove, ad esempio in Spagna nel Settecento Ottocento e in !·rancia a metà Ottocento, g li individui necess~u-i a completare l'organico dell ' esercito permanente, reclutalo su hasc volontaria, erano selezionati tra le classi di leva attraverso un "ballottaggio", cioè un'estrazione a sorte. Nella Russia zarista spellava invece ai capi villaggio stabilire chi dovesse parti re. I prescelti (soli tamente gli ele menti indesiderabili della comunità) erano portati via sollo scorta armata tra le grida dei parenti, che li piangevano come fossero g ià morti : infatti, il servizio militare russo durava 25 anni. È facile capire i motivi di tanta riluttan za nei confronti dell ' unirormc: alloggi malsani, cibo pessimo e scarso, disciplina feroce erano gli ingredienti di una vita quotidiana della truppa. Si pensi che ne!Je caserme francesi e inglesi ancora a me tà Ottocento non esistevano servi zi igienici; al centro della caserma c'era semplicemente una tinozza - urinatoio comune c he, svuotata periodicamente e risciacquala, veniva all'occorrenza usata per conservare le provviste o distribuire il rancio. Riscaldamento per l'inverno e aerazione per l'estate erano lussi sconosciuti almeno quanto il conccllo di igiene. Negli accampame nti andava ancora peggio: i soldatj della gue rra di Secessione americana ( 186 1-65) non scavavano neppure le latrine e il cosiddetto "odore patrivllic:o" consenliva di localizzare gli attendamenti da grande distan za. "La conseguenza, per le pessime condizioni igie ni co - sanitarie, fu che la mortalità media per malattie tra i soldati restò per molti secoli il lriplo di quella tra i civili". Epidemie di colera, Liro e dissenterie erano ricorrenti nelle comunità militari: dei 23 mila uomini perduti dall'esercito ing lese nel J 811, durante le g uerre napoleoniche, solo 3mila erano caduti in bat-
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taglia; e nel corso della guerra di Secessione americana, per ogni morto in comhattime nto ce ne furono due per malattia. Fu add irittura calcolato che, senza rimpiazzi, un qualunque reggime nto di fa nteria s i sarebbe dimezzato entro il primo a nno e sarebbe stato del tutto annie nta to e ntro tre anni per effetto delle sole malattie. Assieme alle carenze igie niche, una delle maggiori cause del cattivo stato di salute delle truppe era l'alimentazione. La dieta del soldato ru sso del X I X secolo consisteva in pane nero, sale, tè, zuppa di cavolo c 200 grammi di carne al giorno (per lo più grasso e osso). Tutto questo ovviamente, se era fortunato: all' epoca della guerra di Crim ea ( 1854-56) un generale comperò per il suo reggimento carne che era stata rifiutala pedino dalla famigerata Marina russa, pur di intascare la differenza tra la somma stanziata e il prezzo spuntato. Nello stesso periodo, un'indagine rivelò che i militari inglesi erano nutriti peggio dei carcerati. Per tutto l'Ottocento uno dei menù più diffusi consisteva fondamentalmente in gallette inzuppata nell'acqua e poi fritte nel grasso: da diverse testimonianze si scopre c he queste gallette erano talme nte dure che in più di un ' occasio ne salvarono la vita ai soldati deviando le pallottole. Durante la g uerra dei Trent'anni ( 16 18-48), molti tedeschi morirono per aver mangiato pane fatto con un impasto di crusca, hri ciolc e calcinacci; ancora 170 anni dopo l'eserci to portoghese era " nutrito" con pesce marcio e pane fatto con la sahhia. Nel 15 19 d urante una delle esplorazioni di Magellano, a hordo i maiinai si nutrivano (si fa per dire) con po lvere di biscotto, segatura e persino il c uoio che rivestiva gli alberi delle nav i (lo lasc iavano in mare una settimana per farlo ammollare e poi lo facevano arrosto) ; un pasto succule nto era costituito da qualche topo rinvenuto a bordo nelle stive, bevevano acque putrescenti e ciò decimava gli equipaggi, solo in pochi riuscivano a terminare il viaggio. Dove trovare da mangiare se nessuno coltivava i campi? Ad esempio, nel 1813 il re di Prussia Federico Guglielmo m chiamò alle armi tutti gli uomini tra i 17 e 40 anni, stra ppandoli al lavoro dei campi. Le amministrazioni militari di tuttj i paesi avevano un solo impegno " risparmiare". Nell' esercito borbonico un' unil"ormc logora era prima ri voltata, poi usata come tenuta di fatica e infine rivenduta come straccio. Dai berretti vecchi . invece, si ricavavano pezze da legare alle ginocchia per no n consumare i calzoni . In Prussia, Pederico il Grande ordinò che le unifonni fossero conlèzionalc con la minima quantiti1 di stoffa possibile, col risultato che le giubbe erano così strette che i soldati non riuscivano ad abbottonarle e, in inverno, si ammalavano a mig liaia pe r il freddo. Con la stessa uniforme il mili lare doveva lavorare, combattere e spesso anche dom1ire. Le campagne bellic he acceleravano l' usura del vestiario: dopo qualche settimana di combatt.imento, quasi tutti g li eserciti, erano ridotti a masse d'uomini seminudi o rivestiti di stracci rattoppati, spesso talmente logori da non permettere di riconoscere le uniformi neppure a breva distanza. Talvolta l'ossessione di ri sparmiare toccava eccessi comici: i finti tessuti che gli americani durante la g uerra di Secessione chiamavano "shoddy" fatti con cascami di panno e colla, si scioglievano alla prima pioggia. Altre volte gli esiti erano dramma tici: in C rimea mi gliaia di soldati c he avevano perduto il cappotto morivano a causa del freddo perché i regolamenti inglesi e russi stahilivano tassativamente la sostitn7.ione rli <J11el 0 1po
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solo ogni tre anni. Sempre per risparmiare, all'epoca di Napoleone i soldati ri cevevano in dotazione coppie di scarpe uguali, senza di stinzione fra destra e sinistra: doveva essere l' uso a darne la forma. E poiché nessun esercito concedeva mai pi ù di due paia all'anno, in coda alle colonne era comune assistere al penoso spettacolo di 4ualcuno che cercava di tenere il passo dei commilito ni avendo ai piedi solo stracci insanguinati. C'erano poi i soldati sassoni che avevano in dotazione degli zoccoli di legno c he usavano per conservare più a lungo le scarpe. Spendi amo poi una parola per g li e4uipaggiarnenli: zaini , cinturoni , g iherne. In questo settore, le a mmini strazioni mjlitari, fornivano prova di sadismo più che di parsimonia. Dai primi dalJ'Ottocento fino al 177 1 i fa nti britannici furono torturati dallo "zainetlo di Mr.Troller", dal nome del suo inventore: eonlcncva un'intelaiatura di legno c he poggiava sulla spina dorsale, causando, dopo 4ualche ora di marcia, abrasio ni dolorosissime. /\ che scopo allora mantenere l'intelaiatura? Serviva ad avere hen sq uadralo lo zaino durante le parale, 4uando cioè era vuoto. li peso dell ' equipaggiamento è se mpre stato uno dei maggiori tormenti dei mili tari. Ma mentre l'opli la greco indossava l' armatura so lo in battaglia, e il peso della corazza medioevale era così hen distrihuito da permettere al guerriero qual siasi movime nto, persino caprio le, dopo il Seicento i soldati si ritrovarono a dover trasportare, oltre alle armi, munizioni , attrezzanire da campo, abiti di ricambio e tutti i loro beni , (nello zaino del soldato prussiano erano contenute persino le mollette da hucalo). I fanti che comhatterono a Waterloo nel 18 J5 avevano legati agli zaini persino gli utensi li da cucina. Per di più, quei 30-40 chili gravavano su spallacci così sottili da bloccare l' afflusso del sangue alle braccia fino a togliere il respiro. Ancora oggi, il carico medio di un fa nte in assetto di marcia difficilme nte scende sotto i 30 cruli: quanto più leggeri divengono armi ed eq uipaggiamento, tanto più materiale si cerca di fa r portare al soldato. La differenza ri spetto al passalo è che oggi gran parte di 4uesto peso è trasportato dai veicoli o elicotteri. Alla fine degli anni 40, la Francia conl'crì la Croce di Guerra a due prostitute, per la dedizione con cui avevano prestato il loro "servizio" durante la guerra d' Indocina. L'istituzione di hordclli controllati fu sempre favorita dai vertici militari, nel te ntati vo di arginare la diffusione, tra la truppa, di malattie veneree, una delle principali cause di invalidità. Ancora nella Grande Guerra (1914- I 8), alcuni eserciti consideravano, c hi si ammalava dj malattie veneree, passibile di corte marziale per procurata infermità. Le alternative all'amore me rcenario erano comunque scarse. Pin oltre metà del 800 per potersi sposare un soldato doveva avere l' autori zzazione del comandante, concessa tra l'altro molto raramente. Di solito le vivandiere o altre donne che segui vano l' esercito, sposavano i sottufficiali , passando dall ' uno all'altro a mano a mano che perivano in battaglia. Per chi disubbidiva, le pene erano durissime: il codice penale militare borboni co stabiliva che il "reo" fosse obbligalo a prestare servizio per 15 anni, e nel frattempo la moglie fosse rinchiusa in convento. Benché poi gli "aggiustamenti" non mancassero. A far corona a questa vita di stenti c'era una rigida disciplina. Sotto quest'aspetto a distinguersi rurono gli inglesi: i disertori continuarono ad essere marchiali con speciali stampi fino al 1871, e la fustigazione era ancora in uso nel 1879.
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Particolarme nte brutali erano anche le puni zioni russe impa11ite a suon di ".,tuzzicadenti" (colpi infe11j al viso con un fodero di baio netta). TI castigo pi ù temuto, in Prussia come in Gran Bretagna, in Russia come ne l Regno di Napoli , rimase sempre il "giro di bacchette": un ccnLi naio di commilito ni del reo con in mano, un bastone o una cinghi a da fucile bagnala, disposti in due lunghe file, attendevano il colpevole che doveva passare in mezzo, mentre un soltulficiale die tro di lui controllava che non sfuggisse ad alcun bastone e che nessuno mancasse di infliggere il colpo con la dovuta forza. li passaggio era ripetuto più volte, in base alla grav ità de lla colpa (più di 36 passaggi equi valevano ad una condanna a mo11e). Quali erano i reati ? I codici di g iustizia militare ne contempla vano mo lti ; dall a mancanza di ris petto verso gli uffic iali fino a quello che, con fa lsa ritrosia, era definito "i/ detestabile vizio nefando" (per i sodomiti, il codice borbonico prevedeva i lavori forzati sino a l tem1ine del giorno di ferma e 50 bastonai.e ogni mese). li reato più diffuso restava però la di serzione: nel solo esercito prussiano, tra il 1778 e il 1779, a fro nte di 3mila caduti in battaglia i disertori furono 16mila. Per impedire la fuga dei loro soldati gli ufficiali s'ingegnavano in ogni modo. La pratica di incatenare le sentinel le alle garitte non era inu suale nel Settecento, e ne ll'eserci to sardo era consuetudine metlcrc di g uard ia, nelle postazioni isolate, uomi ni che non conoscevano la zona, di modo che, se anc he fossero fuggiti, non avrehhero saputo dove andare. Se soprav viveva a lle g uerre e al c ibo, a lla vita di caserma e alle punizioni arrivava il momento in c ui il soldato era troppo vecchi o pe r continuare a prestare il ser viz io. Be n difficilme nte aveva avuto modo di mette re da parte qualcosa durante la s ua carriera militare. Infatti, benc hé sulla caria le paghe appari ssero di gnitose (negli eserciti italiani pre-unitari erano superiori a que lle dei braccianti), c'era il trucco; dallo stipendio del soldato erano tralte nute le s pese per cibo e a lloggio, e gran parte del costo de ll'abbigli amento. Prima che a ffiorasse solo il concetto di pensione (a metà de ll'OLLoccnto) la vecchiaia offri va ben poche prospellivc per il militare di truppa. Se si era comportalo he nc e non era troppo ma landato, dopo 20 -30 anni di servi zio poteva spe rare di entrare a fa r parte dei battaglio ni degli ''in.validi ". c he erano impiegati solo pe r funzioni di rappresentanza. Federico il Grande si li m.itava a concede re, ai vecchi soldati che lo avevano servito con fedeltà una regia li cenza per e lemosinare. Non che una sim ile fine lasciasse del tutto indifferenti le a mministrazioni militari. L'esercito borbonico, ad esempio, a tulli i mil itari di truppa che per una ragio ne o per l' altra non poteva no più restare in ser vizio, ritirava l'unifom1e, così no n avrebbero potuto servirsene per muovere a pietà i passanti, infangando l'onore de ll 'esercito. A lmeno, al te mpo dei romani , a i vecchi soldati congedati spettava, per riconoscenza, un appezzamento di terra da lavorare, per vive re con la propria fa mig lia.
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CONCLUSIONE IERI, OGGI E DOMANI
" Facàumo tabula rasa del passato ", cantavano, ne l XIX secolo, gli operai dell' Internazionale. ln qua le misura l'economi a capitalista ha, in materi a d' a li mc nLa1.ione, reali zzalo questo slogan? Cosa rimane, per il presente e per il prossimo futuro, dei comportamenti alimentari diversi c he si sono costituti nel corso dei secoli e che ho cercato di evocare in questo manoscritto'! Il pane bianco è diventato una norma nella maggior pa1te de i paesi del continente, a nc he in que lli in cui le condiz ioni nan1rali sono sfa vorevoli a l frumento e dove il pane nero era consumato, nei secoli precede nti , senza vergogna da LULLc le classi sociali. La razione d i carne è considerevolmente aumentata dappertutto e tende a uniformarsi sugli stessi livelli, anche nei paes i medite rrane i fino a oggi più volati agli a lime nti vegetali. All o stesso modo è uniforme l' incremento del caffè, considerevole a nche fra i bri tannici, tradizionalmente bevitori di tè. La birra è sempre più consumata nei paesi gfa dediti al vino, a l sidro o a ll' idromele. Lo stesso accade per il vino nei paesi della birra, mentre il suo consumo diminuisce ne i paesi viticoli. Accade persino che le antic he differenze di comportamento si siano rovesciate: i tedeschi , che una volta erano straordinari mang iatori di carne, oggi sono additati come più vegetariani dei francesi - lo stesso gli inglesi . I francesi, c he hanno lascialo a lungo a questi ultimi il bue grig li ato o arrostito, oggi sembrano più dipendenti di loro da lla bistecca quotidiana. Ma qu esti medesimi capovolgimenti rinviano a lle storie naz ionali, e le tradizionali differe nze di comportame nto a limentare tra i popoli d'Europa restano assolutamente attuali . Se le razioni di carne de i paesi de ll'Europa occide ntale tendono ad uniformarsi, non di meno hanno una presenza minore sia nel Mezzogiorno sia nel Nord de l continente, inoltre ogni popolo ha le sue carni preferite: bue e pecora in Tnghi Iterra, maiale in Germania, vite llo in Italia. Riguardo al pesce, anche se i vagoni o i camion frigorife ri gli permettono di arri vare in buono stato di l"reschezza in tutte le regioni dell' Europa occide nta le, gli svizzeri e gl i austriac i continuano a mangia rne molto meno dei popoli c he vivono vicino al mare. Un a ltro esempio: l'increme nto del consumo del vino, ha un aumento fillizio nei paesi bevi tmi di bi rra come la Germani a, l'Inghilterra o il Belg io, lì la birra resta notevolme nte la bevanda fermentata più hevuta. Il consu mo del vino ha un bel regredire in Francia e negli altri paesi viticoli, ma lì resta molto più importante che nei paesi settentrionali. L' Irlanda, che è stato il primo paese a basare l'alimentazione popolare sulla patata, n'è tuuora il massimo consumatore pro capi te. Subilo dopo viene la Germania, ne lla c ui storia questo tubero ha svolto ug ualmente un ruolo rilevante. Quanto alla segale, se i tedeschi ne consumano ormai meno del frume nto, rimane pur sempre di una quantità molto superiore a quella consumata dai francesi. Non diversamente i polacchi. È difficile stabilire se qu esta differenza tra i
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comportamenti tedesco e polacco, da un a parLc, francese e itali ano dall'altra, rig ua rdi una perdurante dive rsità di condiz ioni naturali o non piuttosto la continuità di un costume e di un gusto tradizionale. La ste ssa cosa vale per il grano saraceno, quasi sconosciuto ne lla maggior parte delle regioni d ' Europa, ma c he mantiene un ruolo importante presso i bretoni divoratori di gallette e presso i polacchi che si nutrono di kasza. D' a ltronde, se alcuni prodotti si sono di recente sparsi in Lulli i paesi d' Europa, è raro che essi rimangano del tutto identic i o che mantengano esattame nte la stessa runzione. Il pane bianc o, per esempio, se prevale attualmente e ovunq ue sul pane nero, resta di forma e di natu ra dilTcrcnlc secondo i paesi: il pane industriale affettato in Inghilterra e negli Stati Uniti ha poco a che vedere con il pane di Francia, llalia o Spag na. E le loro d ifferenze ri salgono ad un antico passato. In realtà la funzione sociale del pasto resta importante in Eu ropa: si continua a mangiare non solo per nutrirsi, ma anche per vede re parenti o amic i e condivide re con loro un piacere. Questo piacere conviviale ha bisogno dell ' impiego di un te mpo comune e al tempo stesso di un po' di cerimoniale. Verame nte i riti sono molto diversi, non solo secondo il paese e l' ambiente sociale, ma anche secondo le c ircostanze e il tipo di pasto. La " normali zzazione" dei eornporlarncnti al imentari non ha ancora superato il punto di non ritorno: se i mode lli di consumo tendono a rassomig li arsi sempre più, la loro omogene itì, riman e assai relativa e pi ù apparente che reale, poiché gli eleme nti che hanno in comune sono , in c ffoui , interpretati secondo la cultu ra propria a c iascun popolo e a c iasc un paese, inserendosi all'interno di strutture ancora lùrtcmenLe segnate dalle peculi ari tà locali , esse stesse fo rma te si in seguito ad un processo sto rico lu ngo e arti colalo. Resiste rì, questa di stinzione? Noi crediamo di sì , perché la tendenza ad una maggio re omogeneità de i comportamenti provoca, pe r reazione, un fo rte attaccamento a lla propria identità. Sul piano dell' a limentazione e del la gastronomi a, avvie ne lo stesso fenome no: nonostante ogni sorta d'ambiguità e di malintesi, la riscoperta dell a cuc ina del lerri Lori o e de lle tradiz ioni gastronomiche locai i è andata di pari passo con la negazione de i loro dirilli da parte dcli' industria alime ntare. Le cuci ne regionali oggi fanno parte del patrimonio comune, di cui si ha mo lta più coscienza, senza duhhio, che nel passalo. Un te mpo, il legame che ogni c uc ina intratteneva col sistema alimentare proprio del suo territorio era in larga misura inevitab ile pe r g li strati bassi della società. Questo legame non sempre produceva un sentimento orgoglioso d'apparte ne nza ad una comunità territo ria le: spesso era vissuto come un limite, una costrizione, che si aspirava a superare. I contadini , angosciati dal proble ma della disponibilità delle risorse, affidavano le loro soni a c ihi di lunga conserva7.ione, te nde nz ia lme nte uniformi, pe rc hé garantissero ne i limiti del possibile la sicurezza a limenta re. All ' a ltro capo della scala soc iale una cucina artc rau a, che raccogliesse sulla tavola tutti i cibi possibili e cancellasse l'identità territoriale, sentila come un ohhligo, era il primo desiderio delle é lite, il princ ipale segno di distinz ione del
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privilegio alimentare. "Solo l'uomo comune si accontenta dei cibi che può offrire il paese", scriveva Cassiodoro, per conto del suo sovrano Teodori co, ncl l' lla lia gola del VI secolo; un millennio più Lardi il c uoco di casa Gonzaga, Bartolomeo Stefani , nel suo tra ttato di cuc ina spiega c he il signore, non si deve preoccupare del carattere stagiona le dei cibi, né di limiti imposti dal territo rio, perché con "huona horsa" e "huon destriero" si può avere di tutto in ogni mo me nto de ll 'anno. In un certo senso si può affermare che l'industria a limentare d' oggi ha permesso di realizzare questi antichi desideri, poiché ha offerto a tutti, in maniera de mocratica anc he se no n di sinteressata, la possibilit.ì di consumare ogni cosa e di ann ullare le differenze regional i. Ma ci<'> ha scatenalo per reazione, come abbiamo detto, una ricerca affannosa e spesso disordinata de lle tradizioni locali. La stessa industria alimentare non ha tardato ad impossessarsi di questa nuova esigenza - ripe tiamo: nuova - recuperando sul piano dell'immaginario i valori "poveri" del passato. Oggi la cucina de l territorio e il carattere stagionale degli alimenti sono dive ntati valori alti , obiettivi notevoli e di principale importan za: risultalo, solo in apparenza paradossale, di una trasformazione dei proce ssi produttivi che sembravano dover condurre ad un esito esattame nte opposto. Attenzione dunque: l'elogio della diversità e la difesa dell' identità c ulturale non a ppartengono ad una tematica passatista e retrograda. Appartengono al pre sente e all ' avvenire perc hé riguardano una conquista recente, ancora in via di consolidamento. Vi appartengono anche pe r un allro molivo: le tradizioni - ricordiamolo, anc he se può sembrare evidente - non si danno davvero definitivamente fin da lle origini. Esse sono create, mode llate, progressivamente definite dal passare del tempo e dai contatti fra culture che s'incrociano o si affrontano secondo i momenti, si sovrappongono o si mescolano. La lunga storia che abbiamo percorso in queste pagine l'ha dimostrato con sufficie nte evide nza: ogni c ultura è il frutto di contaminazioni, ogni "tradizione" è lì glia della storia - e la storia non è ma i immobile. All ' alba del Medioevo l'incontro degli usi aJimentari romani con quelli dei harhari ha noLevolmcnLc contribuito a cambiarli, anche sul piano dei gusti e dei consumi. La stessa cosa è accaduta quando gli europe i si sono imbattutj nelle piante e negli animali d'America. Ma, di là da questi fenomeni clamorosi, c'è la storia d'ogni giorno, fa tta d'incontri, di piccole esperie nze che hanno costruito, pure loro, l'identità personale e collettiva, c iascuna confermandola e rimodellandola. Si parla, lroppo sovente a torto, di un modello alime ntare "mediterraneo ", quasi c he condizioni geografiche comuni fossero sufficienti a stabilire una comunità di scelte e d'usi. Ma quante "diete mediterranee" ci sono? E tra esse quante sono "veramente" mediterranee? Se pensiamo ag li alimenti che hanno contributo a costruirle (il pomodoro americano, la pasta comparsa nel punto di contatto con gli arabi, le verdure e i frulli venuti dal!' Asia .. ...), non ci può c he essere un a risposla. Non esiste alcun'identità "pura". Queste riflessio ni assu-
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mono un ' importanza particolare oggi c he gJj a lime nti - e gli uomini - hanno la possi bili tà di viaggiare più velocemente c he ma i. Di fronte a questi fenomeni l'insegna me nto che la storia ci può dare è che le trasformazioni sono inevitabili e sare bbe vano rimpiangere il passato - un passato, non dimentichiamolo, in cui la fame è stata spesso protagoni sta. Saper gestire il rapporto del presente col passato, la tradi zione e il cambiame nto, è un compilo c he appartiene alla nostra come alle precedenti generazioni. Non rientra certo nell' ambito di yuesta Lesi, che costituisce solo un primo approccio ad un tema d'indagine suscettibile d 'ulleriori approfondimenti, rai;i;iungere conclusioni defi nitive. Tuttavia i dati indicati dimostrano, comparati alla più generale storia dell'alimentazione, la stre tta correlazione tra.forze armate e società della qu ale le prime sono sempre espressione. Settori come quello alimenlarc, igienico - sanitario, tecnico e edilizio sono sempre stati oggetto di particolare allenzionc, con soluzioni che mollo spesso ha nno preceduto la naturale evoluz ione del livello e della qualità de lla vi ta della slcssa società nel suo complesso.
Bologna, 16 luglio 2000 CARMINE ZA VARELIA
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BIBLIOGRAFIA Armi e Eserciti nella Storia Universale - casa editrice A. Salani - stampato Italia dalla ilte Torino - MCMLXV - Voi. I. Armi e Eserciti nella Storia Universale - casa editrice A. Salani - stampato Italia dalla ilte Torino - MCMLXVI - Voi. 2. L'alimentazione e la politica annonaria in Italia - Riccardo RACHI appendice "li rifornimento dei viveri de/l 'E\·ercifo italiano " - Gaclano ZINGALI - Editori Gius Lat.erza e Figli - Bari - Yale University Press, New Have n 1926. Storia dell'alimentazione a c ura di Jean - Louis Flandrin e Massimo MONTANARI - cd. LatcrLa - Bari - 1997. La Logistica dell'Fsercito Italiano ( 183 1- 1981 ) - Ferruccio BOTfI S.M.E. Ufficio Storico - Roma Voi. I - Stampalo STAI s.r.l. - 1991.
La Logistica dell't.'sercilo /Jaliano ( 183 1- 1981) - Ferruccio B01TI S.M.E. Ufficio Storico - Roma Voi. Il - Stampato Industria Grafica Laterza - Bari 1991. /,a I ,0gistica dell'Esercito italiano ( 183 1-1 981) - Ferruccio BOlTl S.M.E. Ufficio Storico - Roma Voi. lii - Stampato Industria Grafica Laterza - Bari 1994. Momenti e Problemi di Storia d elle Esplorazioni - Francesco SUROlCH stampato Centro Stampa Rozzano Milano 1989. Soldati di ogni lempo - Pclcr YOUN(ì - Istituto Geografico De Agostini s. p.a. Novara - 1988 - Vol. Generale. Studi Storico Mi/illiri - Appunti per una storia del rancio e dell 'alimentazione militare - Capitano ALfredo PERRONE - Roma - 1989. Nonne relative alle razioni e spellanze per il servizio vellovagliamento delle Forze Armate - COM-G-00 I Ministero Difesa-Direzione Generale del Commissarialo e dei servizi Generali - Ed. 1999.
Evoluzione swrica della razione militare a/ime11tare da/l 'a11tichità ad oggi
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INDICE DEL SAGGIO
Introduz ione
.. .................... ......................... .. ........... ......... ..................... p. 12 1
Capitolo I.
Le strategie a limentari nell 'età preistorica e la fun zione sociale del banchetto ne lle anti che c iviltà ........................ p.123
Capitolo 11.
Strullure di produzione e sistemi a lime ntari nel Medioevo ......................... ........................... .. .. .. ............ .... p.1 26
Capito lo III.
La conquista degli oceani - Ini zio de i tempi modemi ...... p.128
Capitolo TV.
G li Eserciti di casa nostra ................................................. p.130
Capitolo V.
T servi zi del re Carlo A lberto ( 183 1- 1849) Dalla prima Guerra d'Indipendenza a ll a Campagna di Crimea ( 1849- 1856) - Dalla f'o rmazionc de ll 'Esercito Italiano a lla liberazione di Roma ( 1861- 1870) ...............p.136
Capito lo V I.
Dalla guerra Franco - Prussiana a ll a Campagna di Libia ( I 870- 1912) ............................................................. p. I48
Capito lo Vll
Le campagne coloni ali di fine secolo XlX in Eritrea ( 1885- 1889 e 1895- 1896) e ini zio secolo in Lihia ( 19 1 l - 19 12) ............ ....... ................................................... p.154
Capitolo V 111
Dalla prima grande guem, coloni ale a ll a prima grande guerra totale ( 191 2- 1918) ...................... .......... .. ... p.1 57
Capitolo IX.
La prima Grande Uucrra Totale ( 19 15 - 19 18)
J ,ogistica tra g ue rre di movimento e g uerra di trincea .................... ..................... ...................................... p.159
208 Capitolo X.
Carmine Zavarelfa
li rifornimento dei viveri dell'Esercito llaliano durante la guerra ... ............................................................ p. 164
Capitolo X l.
Ammaestramentj fra le due guerre (19 I 9-1940) .............. p. 169
Capitolo Xli.
Il vettovagl iamento negli anni 1940- 1990 ..................... ... p.178
Capitolo XllJ.
Il vettovagliamento oggi: anni 1999/2000 ........................p.1 8 1
Capitolo X IV.
Straccioni , malati , quasi disarmati ... que llo che non abbiamo mai saputo . . .specialmente deg li a ltri eserciti ........................ ........................ ..... ..................... ..... p.198
Conclusione .......... ....... ............ ..... ............. ................................................. p.202
Bibliografia .................................................................. ..... .............. ......... ... p.206
Indice del saggio ................................. .................................................. .. .. ... p.207
Maria Margherita Carillo LA COSCRlZlONE NEL MEZZOGIOR NO O' TT/\LIA NEL DECENNIO FRANCESE
Introduzione La centralità delle tematiche relative all' esercito nella storiografia sull'e tà napoleoni ca deri va dal molo che esso e bbe in un periodo di continua belligeranza quale fu quello che travolse l'Europa fra fine Settecento e ini zio Ottocento, dal sorgere di eserciti nazionali, nonché dalla presenza di numerose test.imonianze dirette da pmte di milita ri che sotto ljnearono il loro protagoni smo con Storie, Memorie, Ricordi , e vari tipi di resoconti, di cui un esempio può essere la «Storia del Reame di N apoli» di Pie tro Colletta. Le misure di carattere militare po1tarono ampie innovazioni nella società del tempo, in Francia e nei paesi che furono coinvolti nella modernizzazione da essa introdotta 1• Anc he nel Regno cli Napoli l'introduzione della leva obbligatoria nel 1807, argomento d ' altra parte non nuovo nella pubhlicisti ca sett.ecentesca2, ebbe un effetto sconvolgente, cli c ui una visione risorgime nti sta ha sottolineato l'esito nazionalizzantc 3 più c he le conseguenze di rompe nti nella vita delle comunità e dei singoli . ()'altra parte il mondo dei militari si prese nta alla stregua di un' élite di professionisti, mentre la coscrizione di massa ha realmente la capacità di formare una coscie nza etnica. Un rinnovato interesse si ha invece di recente per la battaglia, per l'evento, come momenti densi, non solo este rni e autoreferenzia.li4 . L' uso cli divisioni da 1 C fr. J. RAMRAUD, Naplcs sous Joscph Bonaparte 1806-1808, Paris 1911; /\. VALENTE, Cìioacchirm Mural e l'Italia meridionale, Torino 1965. 2 C fr. /\. M. RAO, Esercito e società a Napoli nelle ri forme <lei secondo Settecento, in «Studi storici», 1987, n.3, pp.623-676; .I. A. DAVIS , The politi ca! role of the neapoli tan army during thc Decennio Francese e R. DE LORENZO, Eserc ito, arnminislrnz.ione, finan ze nel Mezzogiorno durante il Decennio Francese, in «Eserc ito e società nell'età rivo luzio naria e napoleonica», a cura di A. M . Rao, Napo li 1990, pp. 15 1-1 7 1 e 247- 288. 3 N. CORTESE, L'esercilo napoletano e le g uerre napo leoniche, Napoli 1928 e IDEM, Corpi e scuole rnili t.aii dell'esercito napoletano <lai 1806 al 18 15, estratto da «Rassegna storica napoletana», anno I 0 , n.4, Napoli 1933. Per la situazione dell'esercito borbo nico nello stesso periodo cfr. G . ROERI- T. CROC IANI, L'esercito borboni co dal 1789 al I 8 I 5, SME, Roma 1989. 4 D. G. CHANDLER, Le campagne di Napoleone, Mila no 1968; P. RERTHAUD, Yoies no uvelles pour l'histoire militairc dc la Révoluti on in «/\ nnales historiques de la Révol utio n fram<aise», 47, 1975, pp.6 6-94; G. E. ROTHENBERG, The a11 of warfare in the age o r Napoleon, London 1977; M . GLOVER. Warfarc in the age of Bonaparte, Londo n 1980; G. RLOND, Storia della Grande Arméc, Milano l 98 1; F. DELLA PE RU TA, Esercito e società ne ll'Italia napoleonica, F. Angeli , Milano 1988; J . ST UART WOOLJ-.~ Napoleone e la conquista dell' Europa, Roma- Bari 1990; lD, Thc " Grnnd
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parte d egli eserciti rivoluz io na ri e imperiali, co ntro i corpi e grandi brigate usati da Austriaci e poi da Russi e Prussiani, fu e le mento c he alterò la bilanc ia de l potere militare nel continente, in qua nto consentì ai com andanti di integrare i pi ani di guerra coinvolgendo mo lte aree d i operazione e di us ufruire di am1i combinate, accrescendo l'elasti cità delle operazioni e il potere tatti co. Il moderno warfarc comincia proprio con le campag ne <lei 1809, le prime in cu i le armate d i Franc ia e Austria fu rono o rganizzate all'incirca nello stesso mo<lo5. La più recente sto riografia appare quindi interessata soprattutto agli c lTc LLi sul mondo c ivile della vita militare ne l suo cornplcsso6_ Molteplic i spunti deri vano d al s uo legame con l' am hito urbano, con lo sviluppo del s is tema viario e portuale, col mondo dell'imprendi toria per 4uell ' impo1tante settore , a ncora quas i sconosciuto in alcune aree, quale era quello dei forni tori militari7. Abilità e genialità Lattica <li Napol eone sono ricollegabili ad un «radicale sovvertimento del rappo rto p ace-guerra, poli tica-conflitto, quotidianità civile e cong iuntura bcllica»8_ Il rinnovamento dell a ta!lica bellica ne l 1809 non esc lude infatti altri as petti, attinenti ai processi d i mobilità, con ris volti politic i interessanti , come la perdita dei veterani , il rimpiazzo da parte di nuove reclute con conseguente declino nell' effic ie nza tattica e l'ingresso sempre maggiore degli stranieri nell'esercito. Si stahiliscc una reciprocità di rapporti tra uno Stato ed una società militari zzali da una parte ed un ' armata a perta agli stimol i della soc ietà civile dall'altra. Ma sopraHul lo una valut azione p iù politica del la lcmatica m ilitare ripropone sbocchi unita,i: coscrizione, d iserzio ne, abilità sui campi <li hauaglia, rientrano
Armée": Army ancl Society in the Rcvolutionary- Napoleoni c Era, in «Eserci to e società nell'età ri voluzionari a e napoleonica», cit., pp.9-2<,; L. MASC ILLI MIGLIORINL Gli arsenali militari nell'età napoleonica, in «Rivista italiana di studi napoleonici », n.2, 1990, p. 11 (tale rivista riporta gl i Atti del Convegno dal titolo «Le annate napoleoniche e l'Europa» ten utosi all'isola d' Elha nel 1986), ora in IDEM, La cultura delle arrni . Sag~i sull'eti1 napoleoni ca, Pisa 1992, pp.37-5 1. - R.M. EPSTEIN, Napoleon·s lm;t victnry ad the cmcrgcncc of modern war, Lawrence, Universily Prcss of Kansas. 1995. <, Ol tre i volumi giiì citali cfr. P. CON"IAM INE, (ìuerre, étal el socicté ii la tìn du Moycn-Age, l'aris 1972; A. CORYIS IER, Année et société en Europe de 1494 ii 1789, Paris 1976; J. GOOC I-I , Snidati e borghesi nell'Europa moderna, n ari 1978; P. DEL NEGRO. Esercito, stato, società. Saggi di storia militare, Bologna 197<); G. A. CRA IG. Il potere delle armi. Storia e poli tica dell'esercito prussiano 1640- 1945, Bologna 1982: G.PASQU INO- F. ZANNINO (a cura cli), Il potere mi litare nelle società contemporanee, Bologna 1985; W. BARBERIS, Le armi del principe, Totino 1988; R. COBB. Le armale rivoluzionarie slrurnrnto del Terrore nei Dipaitimenti , r irenze 199 1. Un importante contributo per un approccio alla storia militare come "war ami sociely studics" è venuto da alcune riviste tra cui «War and socicty» edita dal 1981. 7 J.A. DAVlS, Società e imprenditori nel regno borbonico (18 15- 1860), Roma-Bari 1979; G.GALASSO. L' imprenditore, in IDEM, L'altra Europa. Per un 'antropologia storica del Mezzogiorno d'Italia. Mil ano 1982: I .. ESPOSITO. Una fo nte per lo studio dell'im prenditore meridionale: i fo rnitori dell 'esercito nell'Ottocento borbonico (vive,·i e a,tiglieria), di imminente pubbli cazione in «Rassegna storica del Risorgimento». 8 I,. MASCILLI MlGLIORINL Gli arsenali milit ari , cii , p I 'i.
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in un di scorso generale sul l'influenza delle armi ne l Ri sorgimento, data la specific ità del Regno d' Itali a rispetto agli altri paesi satell iti per il fatto di non costituire a ncora una naz ione. Creando l'armala italiana, in cui si mescolavano uffic iali pie montesi e napoletani, Napoleone contribuì a formare un ' identità nazionate9. Il coinvolgimento della popolaz ione nella vi ta mili tare, che ùopo l'età napoleonica dive nterà un fenome no molto comune, rappresenta un interessante aspetto ùell a storia militare degno ùi attenzione. Nel nostro lavoro c i sia mo infatti soffcm1ali sul terna della formazione dell'esercito per evidenziare i retroscena e gli aspetti umani ne ll'applicazione di una legge nuova per il Regno di Napoli. Con la ri volu:,,ionc fran cese emerse infatti la convinzione che solo un esercito patriottico, collegato quindi a lla gente comune, avrebbe potuto garantire un sicuro supporto di forze ad una nazione. I ,'esercito doveva cessare di essere mercenario e professionista, per di ventare espressione diretta dei cilladini. Di "carriera" rimasero i soli ufficiali che erano selezionati non più esclusivame nte dalle fila della nobiltà. Se il popolo veni va coinvolto nelle operazioni mili tari occorreva anc he apportare ùcllc riforme pe r la riorganizzazione dell'esercito. Già il Borbone era ricorso all'arruolame nto popolare negli anni 1794, 1798 e 1805. 10 Nel '94 il sistema di reclutamento applicato fu quello di tipo volontario dietro pagamento di un premio di ingaggio. I requi siti ric hiesti per l'ammissione erano: l'idoneità lisica, il cclihalo, un'età com presa tra i 16 eù i 16 anni cù un'altezza min ima di 5 piedi ed un pollice. La legge prevedeva la possibilità di farsi sostituire previo pagamento di 200 ducati. Inoltre fu rimesso in vigore l'istituto del Truglio: in occasione ùi reali, magistrato cd avvocato difensore si accordavano affinché, evitato il processo, la condan na fosse tramu tata nella prestazione del serviz io militare. Applicato dapprima solo pe r i reati " non infamanti", venne po i esteso per quasi lutti i reali, dando origine così al costituirsi ùi una truppa formata esclusivamente dai colpevoli di tali reati. Con il 1798 fu introdotto il sistema de l sorteggio ne l caso in cui il numero dei volontari presentatisi (compresi tra i 17 cd i 45 anni) non avesse coperto il numero ri chiesto per il completo (ne ll a terminologia tec nica de l tempo, la parola "comple to" inùicava il numero di uomini stahilito ùall a legge per l'organico dei Corpi). Molte modalità di esenzione fu rono a bolite ed i primi ad essere sor-
9 F. C. SCHNEID, Soldiers of Napolen's Kingdo m of ltaly: J\rmy, State and Society I 800- 181 5, Boulder, Col. Westview, 1995. Il sentimento nazionale, attraverso l'am,ata, si precisò nel Regno Italico. secondo Schncid, pili grazie ad un sentimento antiaustriaco ins ito nel nazionalismo italiano che per fedeltà a Napoleone, data invece la disaffezione e le discrLio ni. sì che per lo stesso sentimento fu accettata anche, soprallullo prima dd 18 13, la coscrizione, nonostante la sua impopola ri1ì1. E le !ruppe comandale da fl eauharnais diedero ouima prova di sé rispetto a quelle provenienti da altri paesi. Nel Regno di Napoli invece la semplice notizia de lla coscri zione provocò la rivolta delle Calahrie ne l 1809. IO Le notizie sull'eserc ito borbonico sono tratte da G.8oeri- T.Crociani, L'esercito borbonico dal 1789 al 1815. cit.
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teggiali fu rono i componenti delle fa miglie più numerose. Erano prev isti anc he dei pre mi d'ingaggio: 1O ducali pe r chi non aveva nessuno a carico, 15 per i capi fami glia. Ma a ncora una volta il serbatoio da cui attingere per completare i ran g hi dell'esercito fu quello dei forzati e dei galeotti. Visti gli esiti nega tivi de lle operazioni milita ri condotte dall 'esercito regolare de l '98, messo in c risi anche per il tradimento dei suoi su periori , nella leva del 1805 si cercò di soddisfare sia il corpo che lo spirito delle reclu te info ndendo loro allegria ed amore per la nuova carriera che a ndavano ad intraprendere; inoltre i soldati venivano pagati giornalmente con 15 carl ini per l'acquisto d i ci bo, presso i venditori autorizzati ad e ntrare nella caserma, e per il servizio di barbiere. Me ntre erano risultati del tutto infru ttuosi i tentati vi del Borbone per riorganizzare l'esercito , in Francia si riuscì più rapidamente ad eliminare l'a ntico metodo di leva usando il me todo della coscri zione. La legge Jourda n del 1798 stabilì l',lffuolamento a nnuale dei giovani al compime nto del diciottesimo a nno di età. M a fu necessari o un periodo di rodaggio, in Francia, come nei paesi satelliti, prima di arrivare ad una normaliva che avesse principi validi 11. In questo lavoro si ri volge l'attenzione alla legge di coscrizione applicata nel Regno d i Napoli con particol are riferimento alla capitale ed aJl a sua prov incia. Le ricerche, svolte per il periodo del Decenni o, sono state basate sui documenti conservati nell'Archi vio di Stato di Napoli . 12 Questi documenti hanno permesso di ricostruire non solo la normativa adottala, ma a nc he i v,ui momenti delle operazioni di svolgimento della leva stessa. Questa costituiva un momento prelinùnare alla formazione dell 'esercito ed era oggetto di competenza del Ministero degli Interni, che, se necessario, melleva in movimento tutto il suo apparato am ministrati vo. È notevole il numero delle istruzioni e circolari manoscritte che sono andate ad integrare il numero delle leggi a stampa volte al corretto esplicarsi delle operazioni di leva. La corrispondenza su tali argomenti appare ricca di info rm azioni importanti che aiutano a ricomporre quasi lutti i tasselli di un meccanismo vario e poco nolo. Le fonti archi visti che 13 hanno offe1to la possi-
11 Franco Della Peruta nel volume «Esercito e società ne ll'Itali a Napoleonica», ci i. , ha ampiamente affro ntato l'argomento del nuovo metodo di leva per il Regno Itali co. 12 Le fonti archivistiche studiale sono le seguenti: Intendenza di Napoli, Intendenza Borbonica, Ministero degli Interni , Ministero delle Finanze, Decreti Originali , Raccolte a stampa di Leggi e Decreti. Inoltre è stato consultato il manoscritto inedito di Raffaele Logerot «Memorie storiche del Regno delle Due Sic ilie (1734-18 15)» conservato presso la Società napoletana di storia patria. I3 Nel saggio saranno usate le seguenti abbreviazion i: Archi vio di Stato di Napoli - ASN Intendenza di Napoli - lnL Napoli Intendenza Ho rbonica - lnt. Tlo rbo nica Ministero degli Interni 1" inventario - Interni Ministero delle Finanze - Finanze Decreti Originali - Decreti fasc io - f.
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bilità d i seguire, nella vita vissuta, l'applicazione di quella normati va nuova che suscitò inizialmente tante diffidenze. Lo scambio di lettere su tale tema avv iene tra p ersonaggi e organi che rivestono ruoli ruversi: non so lo i mini stri, i vari consigli ed i fu nzionari delle Intendenze, ma anche la gente com une che, attraverso i suoi amministratori, faceva sentire la sua voce. L'aspetto sociale, oltre quello legislativo, dal momento che rappresenta il lato umano di questo meccanismo burocratico che fu la leva, vuo l essere al centro dell'attenzione di questo nostro studio.
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Capitolo I: Verso la coscrizione obbligatoria
Riforma civile e statale e violenza conquisLaLrice caratterizzarono l'età napoleonica. Quanto di progressivo il governo francese cercò di attuare, incontrò la resistenza di un popolo che si era sempre consideralo servo più che alleato . D'altra parte è da dire che ne l riformare, applicando le leggi g ià sperimentale in Franc ia, non si teneva molto conto delle realtà che rendevano l'Itali a me ridionale diversa dalla Francia stessa. La prima vera preoccupazione de l nuovo governo francese doveva essere la forrna1,ione di un esercito stabile e solido, visto che il Regno era continuamente minacciato dagli Inglesi e che la sconfitta di Maida aveva riacceso lo spirito antifrancese serpeggiato nel 1798. Per richiamare i cittadini al loro dovere di soldati fu seguito il principio de lla leva obbligatoria. Giuseppe volle attuare dapprima un allo di clemenza per ben disporre i napoletani ad abbracciare una causa che sentivano tutt' altro che propria. I ,a prefazione al decreto del 29 marzo J807 spiegava come, essendo la situaz ione dell'Annata e le circostanze cambiate, non fosse più necessario completare le leve ordinate nel 1798 e 180.5. Da ll' otto per mille di uomini c he le università dovevano rornirc si passò all'uno per mille ritenuLo sufficiente. C irca 60.000 uomini siu-ebbero così stati restituiti alle attività agricole e comme rc iali. Tutti coloro che non erano già incorporati nell 'armata, ritornavano a casa. Essi sarehhero stati soggetti ad un nuovo hallottaggio, e quindi ad un 'ennesima leva, solo se non compresi ne lle seguenti eccezioni: maritati prima de l suddetto decreto, vedovi con figl i, fig li di famiglia senza fratelli, minori di diciotto anni e maggiori di ventic inque, inahili al servi zio per imperfezioni. Il sorteggiato poteva farsi rimpiazzare ri sponde ndo però in prima persona ad una eventuale diserzione di coloro che l'avevano sostituito e tale responsabilità durava quauro anni. L' intera università poLcva esentarsi dalla pratica del sorteggio completando il contingente ad essa assegnato con i volontari di c ui sarebbe stata res ponsabile per quattro anni. Gli intoppi e g li equivoci che si verificavano per la ma ncata comprensione delle leggi furono tuttavia numerosi. 11 Ministro de lla Guerra Saliceti'" così scriveva a ll ' Inte nde nte di Napoli il 9 Aprile 180 8: Dei Corpi Militnri hanno reclamato da alcune università l' indennizzazione degli effetti cli vestiario che dei disertori rimpiazzanti hanno portato via. TI decreto cie l 29 Marzo 1807 ordina c he il coscrillo rimpiazzato dehha fornire un a ltro rimpiazzo e che la Comune debba dare un altro volonta rio, ma non l'inde nnizzazione per il vestinrio. Se si permettesse ciò ne ri sulterebbe il disinteresse per i corpi ad impedire la diserzione e se ne fareb be anzi la speculazione.15 14 In hreve tempo alla testa del Dicastero della guerra si sussegui rono Saliceti, Zurlo, Giacomo filippo [)' An:ambal. Il "portafogli" fu aftirlalo al generale Rcynier alla fine dello stesso f ehhrnio, il 25 maggio I 809 gli successe il generale Giacomo David Camprcdon ed il 9 settembre seguente Ettore D'/\ure. Cfr. P. COLLETIA, Storia del Reame di Napoli, Libreria scientil"ica cd .. Napoli 195 1, voi. Il , p.304. 15 ASN, Tnt. Napoli . f. 5396
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Inoltre spesso accadeva che molli giovani, non sorteggiali dalla bussola, si sposassero subito dopo. Questo creava non poca confu sione per le operazioni successive del rimpiazzo. Non si sapeva più se essi dovevano ancora essere compresi nel numero di coloro c he potevano rimpiazzare. li Ministro della Guerra stabilì perciò nel 1808 che i soli giovani bussolati e non già maritati, nel momento del domandato rimpiazzo, potevano essere accettati. 16 I risultati della leva ordinata da Giuseppe furono comunque positivi 17 . I tre distretti della provincia di Napoli avevano in que ll ' anno una popolaz ione di 236.459 anime e fra queste il numero degli individui da 16 a 25 a nni era pari a 16.435. Poiché il decreto concedeva l'esenzione ad alcune classi di indiv idui, la leva ricadeva solo su 12.61 7 persone. Erano infatti stati riscontrati 507 uomini tra maritatj prima del decre to e vedovi con fi gli , 1.546 fig li di famiglia senza l'ralclli, 443 inabili al servizio per infermità, 47 ordinati in sucris, 2 allievi dell ' Accademia militare, 3 medici e ceru sici abilitati , 84 individui già armolati, 299 soggetti alla leva marittima, 768 assenti da più di tre anni, 4 militari con assoluto congedo. Su 252 uomini, contingente totale a carico dei comuni dei tre distretti, dopo poco più di un anno erano state ammesse 205 reclute 18 .
I.I La leva del 7 Marzo I ~09 e l'"allistamento"
li 15 luglio 1808 Murat è desig nato Re di Napoli a decorrere dal I O agosto. L'entusiasmo e le manil'cstazioni di g ioia con cui fu accollo, pcn\ non potevano fargli dime nticare l'ostilità da cui era animata la popolaz ione contro i Francesi. TI decreto emanato da Giuseppe, che abbiamo prima e saminalo, non aveva avuto il successo speralo né eg li si era preoccupalo di riformare l'esercito. Il Mezzogiorno era considerato teatro marg ina le di gue rra ed un paese poco tranquillo. Così vi furono mandati in genere soldati francesi poco affidabili , anche cx prigionieri. Al co ntra,io, Mural cercherà di formare un esercito napoletano vero e proprio, sia pe r dare dig nità allo Stato, sia per sottrarsi al con trollo di Napoleone. Il suo primo atto fu quello di concedere un'amni stia, il 16 settembre 180 8, a tutti coloro che avevano disertato dal 17 febbraio 1806 in poi e c he si sarebbero presentati entro un mese dalla pubblicazione di esso (fu, tale termine, prorogato lino al 15 aprile 1809). Per favorire, poi, il rientro di quei napole tani a1rnolatisi nelle annate nemi che, si promise , con decreto de l 17 lug lio 1809. di concedere loro gli stessi g radi che a vevano sotto le bandiere stranie re, me ntre si minacciarono di morte quei s udditi presi con le armi contro il Regno di Napoli.
I 6 l v i, r. 5407 17Jvi, tf. 5401 e 5404.
18 Occorre tuttav ia ricordare che gli abitanti dei paesi iso lani Procida, Ischia. Forio. Casam icciola, Lacco, Harano. Testaccio, Fontana e Serrara. furon o compresi ncll'cceezio ne ripo rtata nel N° 6 dell ' art.V del Regolamento del M inistro della Gucrrn sull 'csecuzionc de l decreto perc hé ~oggetti all a cosc,;zionc marittima.
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Essendosi !"alla min acciosa e pericolosa la presenza inglese nel MecLiterraneo, il 7 marzo 1809 Mural ordinava che fosse falla una leva forzosa di due uomini su mille per il reclutamento dell 'armata. Le istru zioni per l'esec uzione del dccrdo rurono redatte dal Mi nistro della Guerra F. Reyni er. 19 Si fece propria l'esperienza del Regno ltalico20 dove, pa1tendo dai primi regolamenti de l 1802, si era arrivati a dei regolamenti più fun zionali con la leva del 1807. Base indispensahilc per procedere al so,teggio dei giovani erano le liste degli indi vidui abili al servizio. Se nel Regno Italico furono incaricali di redigere le liste dapptima i consigli d ei distrelli (leva ordinata il 13 agosto 1802), po i le municipalità (leva del 3 febbraio 1807), ne l Regno di Napoli tale compito fu affidato direttamente alle amministrazioni di ciascun comune; esse si dovevano ri unire in un g iorno stabilito per formare l'elenco degli individui compresi tra i 17 ed i 26 anni, presenti o assenti . L'esperienza aveva infatti dimostrato c he la base comunale era la via migliore pe r ridurre gli imbrogli, gli squilibti, le diserzioni. Le liste segui vano l' ordine alfabetico e riportavano il nome di famiglia (cioè il casato). Esse erano tre: I ) per i giovani abitanti e presenti nel comune, la cui famiglia era ugualmente presente; 2) per i giovani abitanti e presenti, ma la c ui fami glia era domiciliata fuori del comune; 3) per i giovani domiciliati nel comune ma assenti al momento della fomrnzio ne delle liste. Le liste presentavano molte impe,fezioni: i chi erici ordinati in minoribus non sempre erano comunicati; i registri de i parroci no n erano aggiorn ati sull e morti, pe rché a volte il decesso si trasc1i veva solo ne l registro di famiglia; le abitazioni dei giovani erano indicate erroneamente. Sare hhero stati esclusi dalle liste i condannati in giudizio «a pena afflitti va e infamante», anche se la pena fosse stata già espiata. Vagabondi ed indi vidui pericolosi (i quali in alcune province erano slali compresi tra i bussolati della leva del due a migli aio), furono anche esclusi dalla leva. Essendo poi nato il dubbio se questa classe di individui potesse essere ahilita ta al rimpiazzo nei corpi ove erano desti nati, il Ministro diede parere negativo, giacché ne sarebbe risultato l'inconveniente di rendere inutili le preca uzioni di allonta narli dai prop1i comuni per mandarli a ser vire ne i corpi dell'armata. I vagabondi dovevano perciò essere notati a parte.21
1.2 Classi esentate Rrano previste classi di esentati: i maritali prima del suddetto decreto cd i vedovi con figli. È da notare c he in pi ù occasioni con a ppositi dcneti Mural autorizzava giovani di e tà inreriore ai 18 anni a contrarre matrimonio. Nato il duhhio se gli ammogliati per grazia, prima dell'età in cui la legge perme tteva di contrarre matrimonio, s' inte ndessero esentati implicitamente dalla coscri zione,
l9 ASN, Interni, f. 673. L' Istruzione non ha tlata .
20 C l"r. F. DELLA PERUTJ\, t:.1·en-i 1tJ e socielà nell 'flalia napoleonica, Franco
Angeli, Milano 1988. 21 ASN , lnt. Napoli , f. 5199
/_,Il 1:0.w:riz.ione nel Mez.wgiorn.o d 'Italia. nel d ecennio.francese
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il Consiglio di Stato, nella sessione del 28 sclle mbre 18 1O, sta bilì che, poic hé la s pe ranza di esentarsi sarebbe dive ntata un incentivo ai disordini , non fosse c;omprcsa la di spensa. Erano esentati anche i figli unic i.22 Accadeva anche che un fig li o riman esse unico per la morte del fratello, ma l'imprecisione dei registri o i ritardi burocrati ci compo1tavano sempre una lunga serie di disguidi. Chi era a rflilt.o da una infermità, legalmente riconosciuta, era dichiarato inabile a servire. I chierici, che avevano ricevuto g li ordini minori prima de lla data del 7 marzo, erano pur essi esonerati. M a anche nel loro caso accadevano errori , pe r cui qualcuno si ritrovava tra i bussolati. Nel comune di Afragola Aniel lo Scpc era stato hussolato per la leva forzosa. Avendo g ià preso g li o rdini minori , voleva sottrarsi al servizio militare; diede l' incarico ad un sacerdote di trovare il camhio. Fu inutile. A llora, disperato: gcllò i suoi velenosi occhi su di un a famiglia, il capo della quaJe chiamasi Domenico de Rosa, ed è mentecatto. U sacerdote commessionato sedusse il figlio di Domenico de Rosa, pe r nome Camillo, giovanetto di anni 17 circa, di cattiviss ima salute, e quasi barnbo. Egli promise a Camillo ci nque moggi di territorio, ducali mille. la piazza di Ufficiale, un lettino pa1ticolare nel Reg.to, e ducati dieci al mese ... TI Sacerdote ubbriacò con rosolio, e s uggerì a Camill o quanto doveva d ire ... Dopo alcuni giorni Carni Ilo si avvide dell' inganno ... fu sorpreso anche da una malattia, perché la s ua catti vi ssima salute non era alla portata di sostenere il duro travaglio militare; ritornò nelle braccia materne (Fatto ragionato - 1809). 23 Seg uono nella classe dei dispensati g li alli evi dell 'Accademia Militare e de l Bure au Topog rafico; g li impiegati ne lla corrisponde,u,a te legrafica; i fraLelli dei giovani ammessi al corpo dei Veliti; g li a ssenti per più di tre anni dal loro domi cilio ordinario, ed infine, con la consueta confusio ne, i militari che avevano ottenuto un congedo in buo na forma. Con decreto del 7 aprile, per dare ai g iovani delle diverse compagnie di Guardia d 'Onore venute a Napo li per la riunione del 25-26 marzo (festa delle bandi ere24), un attestato de lla pa1ticolare sodd isfazione del Re per lo spirito e zelo da essi s piegato in tal circostanza, anche g li individui am messi neJle compagnie di G uardia d 'Onore, montali ed equipaggiali all 'epoca della leva, erano esentati dall'estrazione a so11e perché considerati come in attività di servizio. I nomi di coloro che appartenevano a queste classi erano ripot1ati in stati nominativi separati. C hi era ascritto come Ufficiale, sollo Uffi ciale o volontaiio nell e Legioni Provinciali, no n era dis pe nsato dal servizio ne i corpi dell'armala.
22 Ibidem. ll Ministro della Guerra, in data 29 agosto del 1809, rt::11ùeva noto che, con decisione del 22 agosto, S.M. aveva ordinato che un figlio di famiglia, o un individuo qualunque che non avesse che un fratello uterino, doveva essere considerato come figli o unico e quindi esentalo. 23 Ibidem 24 Cfr. P. COLLETTA, op. cit., Voi. Il, p. 3 1O.
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1.3 L'innovazione: il sorteggio Sia le liste dei giovani abili al servizio sia gli stati degli esentati dovevano essere estratti dai registri dello stato civile, ed affissi alla porla della Casa del comune, affinché chium-1uc potesse controllarne l'esattezza e reclamare per eventuali errori involontari o maliziosi. E di cm.Jri ne avvenivano, come, per esempio, il caso di Carlo Ceccarini, della ci ttà di Cesena nel Regno Italico, alunno nel Conservatorio di musica a Napoli da tre anni, della classe dei compositori, che fu so1teggiato per la leva del 2 a migliaio. 25 Il nome di ciascun individ uo, soggetto all'estrazione, era scritto su un quatto di foglio piegalo e riposto in una scatola. Fatti i bigliettini per ciascheduno, la scatola veniva sigillata. L'estrazione avveniva in presenza del sindaco, dei decurioni, del parroco, de i giovani e dei loro la.miliari. Ma Domenico Caccavaja reclamava «l'essersi finto dal comune di San Sebastiano, d ' essere il fi glio uscito in busso la». Il sindaco ed i decuri oni non fecero in pubblico la bussola giacché i nomi di molti stretti congiunti dei medesimi, corrispondendo l'età e la statura, avrebbero dovuto includersi nell'urna. Inoltre un decurione, Carmine Gallo, aveva preteso de l denaro dal Caccavaj a per non fa r inseri re il nome del fi glio nella hussola. 2 6 Da ogni singola fami glia poteva esser estratto solo un lìglio; se fra i componenti ci fossero statj più di quattro fratelli in età da leva, allora erano anche due i figli che potevano partire. Qualora fosse stato sorteggia to un giovane assente nel comu ne, che non si fosse presentato allo spirare del termi ne fissato per la partenza del contingente, qu esti era dicruarato refrattario e rnn una nuova estrazione veniva rimpiazzalo. Al tem1ine delle operazioni sia le liste che i big lietti erano riposti e serrati nella scatol a sollo il sigillo dell'amministrazione municipale. Infatti, il materi ale sarebbe sicuramente servito per rimpiazzare, con la sorte, quanti si davano disertori durante il tragitto al Deposito. Poteva tuttavia sempre accadere che qualcuno tornasse spontaneamente. Il sindaco di Melito scriveva ali' Intendente di Napoli il 15 maggio 1809: Si è spontaneamente presentato Salvatore Mauriello soldalo della leva uscilo in bussola il 5 Apri le 1809 e presentato a V. E. dopo la bussola. Salvatore dichiara che mentre si po1tava nel suo Reggimento per strada di sertò. 27 Con una le ttera del 4 aprile 18092 8 il si ndaco di Miano testimoniava orgogliosamente di aver fatto svolgere le operazioni di sorteggio in perfcllo adempi mento della legge, ma se le operazioni della bussola erano avvenute senza difficoltà e scorrettezze, la riunione dei giovani eslralli ru tutt'altro c he facile. Per la leva erano stati hussolati dodici ragazzi: i primi quattro per il contingente de l
25 ASN, lnt. Napoli, f. 5399 26
27
Ibidem Ivi, f. 5396
28 l v i, f 540 I
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paese e gli altri otto per eventuali rimpiazzi. Ora i primi quattro non furono lrovali cd il sindaco dovette ricorrere a quelli della ri serva, come denunciava Gaetana S ico, madre de l 9° estratto. 29 Le leggi erano molto severe ne l punire frod i e diserzioni, si adottavano pene severe sia conlro i giovani e loro familiari , sia contro le amministrazioni . I sindaci e g li e letti dovevano impegnarsi con ogni mezzo per impedire la fuga di una recluta, ma soprattutto erano responsabili dell' esattezza de lle operazioni di sorteggio. Chi di essi avesse escluso da ll'estrazione parenti o amici o avesse aumentato il numero delle estrazioni o ritardalo le operazioni senza molivo , sarebbe incorso ne lle pene comminate dall 'aiticolo 9 del decreto del 13 febbraio 1809: Qualunque publico Funzionarjo convinto, di non aver fatte eseguire le Leggi, ed i Regolamenti re latjvi ai Veliti, o di aver impedita, o ritardala la loro partenza, sarà, ollre l'irnp1igionarncnlo di un anno, condannato ad una multa, che non polrà esser minore dei cento ducati, né eccedere i quattrocento. Le dcnuncic di incsauezza erano ta nte e la burocraz ia era spesso troppo le nta per riuscire a colpi re i funzionari colpevol i di negligenza o cattiva volontà nel l'esecuzione de lla legge; per no n dire poi di c hi ingan nava il popolo. Il cerusico Antonio de Dilectis, del comune di Torre del Greco, segnalava un certo Sig.re Giovanni Scognamiglio autore di uno scandaloso «mercimonio»: ... Poiché l'urna grande del nome ùi tutti gli allistati fu suggellata col suggello tiella Comune, e rimase in un forziere la di c ui chiave restò in potere del Segretario Sig.Giuseppe Istria. T,a seconda urna dei primi ventisei individui estratti , non fu suggell ata. L'urna terza che conteneva i nomi degli individui innumerati per la prima classe cli riserva fu suggellala collo stesso segno della Comune. L'urna quarta che conteneva il nome dei terzi ventisei individui innumerati per la seconda classe di rimpiazzo a quei deUa prima riserva fu pmimente così suggell ata. Comin cia lo scanda loso inconveni ente. Il Sinùaco Scognamiglio per sovverlere l'atto tiella bussola, e disponcrc scconùo l'interesse, e la parzialità li ùcllava, osò contro la pubblica sicurezza, di condursi nella propria casa l'urna di ssuggell ata, che conteneva il nome dei primi ventisei individui attivi; e parimente le altre due urne clegl' Ind ividui di riserva, col segno della Comune, e le Chiavi, istrumenti <li suo mezzo per tullo riùurrc a suo talento, come ha fallo la notte ùcllo stesso giorno IO fece arrestare tutti que l! i Individui, che al medesimo piacque, infelici perché o non estratti, perché confu si, 6 presi per particolari fini a capriccio, giacché chi sapeva gli estratti? Chi sapeva a' quale numero era usci to? ... (Maggio 1809). 30 Il contingente per ciascuna provincia era prop<.n7.ionale al numero dei residenti. Non e rano esentati dal reclutamento neanche quei com uni con meno di cinquecento anime; questi piccoli comuni venivano riuniti e l'estrazione a sorte si faceva in modo tale che, contando <lai numero cento fino a cinquecento individui, essi fornissero due uomini oltre i mille fino ad arrivare a millecinquecento. 29 lvi, f. 5399 ]O l vi, f. 5403
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momenti più adatti alla fuga erano vari: o subito dopo l'estrazione, non appena cioè si era venuti a conoscenza della sorte sfavorevole, o durante il viaggio verso il Capoluogo ove era riunito il consiglio di reclutamento e la commissione medica, oppure durante il tragitto effettuato nel recarsi al Deposito (luogo in cui convergevano i giovani che avessero superato la visita medica), o, infine, durante la spedizione presso i reparti di destinazione.
1.4 I rimpiazzi li Consiglio di Rcclutazionc era composto dall ' In tcndcnlc con funzioni di Presidente, da un Generale o Ufficiale superiore Comandante la provi ncia e dal sotto Intendente Militare. Il suddetto consiglio ass isteva alle visite mediche delle reclute che avvenivano nel Capoluogo. 11 medico ed il chirurgo, nominati dall'Intendente, dovevano esercitare le loro funzioni per non pili di quattro giorni , al termine dei quali venivano rimpiazzati. Questa norma non sempre era però rispettala. Erano redatte due liste in ordine alfahclico: una, riportante i nomi delle reclute ammesse, l'altra comprendeva l'elenco dei riformati. Ad ogni comune era demandato l'obbligo di rimpiazzare i propri giovani riformati. L'Ufficiale incaricato del reclutamento conduceva le reclute ammesse fino al Deposito generale di Napoli , mentre i Comandanti le province fornivano la scorta necessaria. Ogni recluta aveva diritto alla razione di pane cd all'indennizzo di viveri e alloggio solo dal giorno della propria ammissione. Una volta arrivata al corpo godeva anche del la paga. Come per ogni leva, anche per questa del 2 a migliaio c'era la facoltà del rimpiazzo. Colui che subentrava però non doveva aver oltrepassato i 26 anni di età e doveva possedere tutte le qualità richieste dalla legge. Il sostituito avrebbe dovuto farsi garante, per tutta la durata del servizio, di colui che lo sostituiva: se questi avesse disertalo ne avrebbe dovuto trovare un altro. Non sempre le cose però erano facili. Un certo l •rancesco Celentano, dopo essere stato bussolato, aveva venduto Lutto, «restando mendico», per farsi sostituire da tale Iliase Esposito. Passarono pochi giorni e detto sostituto disertò. Il Celentano scoprì dopo che il reclutante Raffaele Mieville, a cui si era rivolto per trovare il cambio, lo aveva in realtà truffato. Infatti, Biase Esposito era in realtà Ferdinando Esposito, già maritato. Mieville era stato capace di falsificare tutte le carte: la fede di battesimo, il "contentamento" del padre, ecc. 3 I O gni Ufficiale e sotto Ufficiale di reclutamento non poteva, nella maniera più assoluta, immischiarsi dircllamente o indirettamente nella ricerca dei rimpiazzi, se ciò accadeva la pena più lieve applicala sarchhe stata la destituzione. Come per la leva del 13 agosto 1807 del Regno Italico, l'articolo 4 ° del decreto del 7 marzo prevedeva che il sostituto dovesse essere dello stesso comune del rimpiazzato e questo rendeva lo scambio molto più problematico. Così, 111 un primo momento, il Ministro della Guerra autorizzò provvisoriamente 31 lvi , f. 5405 , e.la una lcllcra <lei 18 agosto 1809.
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l' Inte ndente di Napoli ad anune ttere i rimpi azzi con persone domiciliale in alLri luoghi de lla provincia (lettera del 28 aprile 1809), in seguito i giovani ottennero definiti vamente questa agcvol azionc.32 Qualità che i rim piazzanti dovevano necessaria mente possedere erano la buona salute, la robusta costituzione, cd il possesso di un ce11ificato di buona condotta rilasciato dall 'anuninistrazione muni cipale del proprio comune. Ma non sempre queste quali tà e rano effettivamente in possesso di chi si offriv a come sostituto . li Dire ttore Generale della Reclutazione de nunciava infatti , con una sua lettera del 10 giugno I809, che: Dal Deposito Generale delle Reclute di Napoli fu inviata al 1° Cacciatori la recluta Andrea di Siena come cambi o del bussolato Melchiorre Staj ano d i Gragnano; ed ammessa dal Consiglio. Esaminato Andrea dal Chirurgo del Regirnento si rinvenne che era rotto nelle inquinc, era di Nola e non di Gragnano, ma soprattutto era fuggitivo di galea.33 Il Direttore Generale de lla Reclutazione, inv itato a chi arire il metodo da usarsi per un cambio o per un rimpiazzante che disertava, dava la seguente delucidazione, con lettera del 17 giugno 1809: fl Reggimento invierà la filiazione al Comandante della Uenclarrneria del luogo ov'è stazionato il Corpo e due copie alla Direzione Uenerale della Rcc lutazione con quella del rimpiazzalo in doppia spedizione per passarla all ' Intendente Civile il quale darà le provvidenze per arrestare il primo e costringere il secondo o a fornire altro rimpi azzo o ad a ndare lui.34
La faco llà accordala all e università dall'articolo 4° de l 7 marzo, di esentarsi dall'estrazione a so11e presentando degli airno lati volontari , non di spensa va questi ul ti mi dalla visita medica e dall 'esame del consig lio. Se tutte le qualità richieste non erano rinvenute, i volontari erano respinti e i loro comuni erano ancora tenuti a fo rnire altri uomini .
1.5 Refrattari e Disertori U decreto del 10 aprile rendeva il Dire ttore Ge nerale rcsponsahilc dcli' ammin istrazione delle spese di reclutamento e de lle multe in c ui erano incorsi i rcfrauari , i di sertori cd i loro parenti . Le spese a utorizzate dal Ministro della Guerra erano: I ) gli inde nnizzi d a pagarsi agli Ufficiali di sani là per le visite delle reclute; 2) le spese di anuninistrazione dei de positi di reclutame nto; 3) le spese generali per il reclutamento; 4) i pagamenti e le gratificazioni che dovevano essere concessi dalla legge ai gendarmi , guardie civiche, guardie di cam pagna ed agli uomini della forza armata de lle dogane che avessero arrestato dei diserto ri o de i refrallari; 5) le spese di giudizio per i di sertori condannati. 32 Ivi f 5399 3 3 Ibidc~, 34 Jhidcm
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lnlinc, considerando c he i comuni del litorale contribui vano g ià alla difesa dello Stato col fornire, a norma delle leggi sull'ascri zione marittima, gli uomini necessari a formare gli equipaggi dei bastimenti da guerra ed i battag lioni della marina (trovandosi pcreiù più aggravati dei comuni intern i per il doppio contributo), fu decretato, il 7 aprile 1809, che nel calcolo del contingente da fornirsi per l'arn1ata di terra doveva dedursi il numero dei giovani dai 17 ai 26 anni che si trovavano al servizio della mari na. Quale fosse stato davvero l'esito di questa prima grande prova, non è facile a dirsi. Il Ministro degli Interni , Zurlo, ricordava le parole de1l' Intendente di Calabria Ultra e dcli' Aiutante Generale Colle tta i quali orgogliosamente rife ri vano come la leva si fosse interamente compiuta, compresa anche la ri serva ordinata il 16 ottobre (sebbene il termine stabilito per raggiungere le bandiere fosse stato fi ssato per il primo dicembre). Nel complesso non vi era stato né un di se11ore né un refrattario. I coscritti si erano presentati alla sempli ce chia mata senza c he vi fosse stato bisogno di ricorrere alla forza: È questo il più bell'elogio, che si possa fare del buo n spirito de' Calabresi, e dell ' Amministra7.ione, che lo ha formato. 35
Al contrario il Ministro della Polizia invitava a sospendere la leva qualo ra essa potesse turbare la tranquillità pubblica. Soprattutto a Napoli, dove la universale ripugnanza per il servizio mili tare si univa all ' anti co abuso di non essere la Capitale sottoposta a veruna leva (Napoli aveva perso questo pri vilegio sin dall ' 11 aprile 1807), accadeva che l'arruolamento dei soldati procedesse mollo le ntamente (13 maggio 1809). 36 Infatti, il contingente di Napoli era stato fissato a 378 uomi ni. Alla data del 24 settembre il Presidente del corpo della C ittà e del decurionato informava l'intende nte de Gennaro che ne mancavano ancora 265 per le difficoltà, gli ostacoli e le lunghezze che presentava il rifacimento del sorteggio. li Ministro della Guerra d ecise allora di sospendere provvisori amente nella Capitale ogni operazione di coscrizione.3 7 in seguito fu concessa alla capitale cd alla sua provincia, dal Ministro della Guerra, una d ilazione fino a tutto gennaio 1810. Tuttavia questa agevolazione non ba<;tÒ per cui, con un a circolare del 17 febbraio 18 1O, si invitavano gli intendenti, i Comandanti delle province cd i Capitani di reclutazione a riuni rsi in consiglio pe r stilare g li stati dei Refrattari sia dei Veliti , sia delle Guardi e d 'Onore che della leva. Alla provincia di Napoli sarebbero stati dati 28 giorni, dallo scadere della dilazione, per eseguire questi ordi ni ; 20 giorni alla provincia di Aquila e Basilicata; per le Calabrie fu fissato il tempo di 20 giorni a contare dalla ri cezione della circolare; alle altre province furo no concessi solo 15 giorni.38 Ma i dati che vennero ricavati ri sultano spesso eontradditto1i. 35 ASN, Interni, f. 673 36 ASN, Int. Napoli, f. 5396 37
Ivi f 5404
3X lhi;lc.m
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li riscontro dei risultati ottenuti dalla leva del 2 a mi gli aio, non è facile (come, del resto , anche per le leve successive). I dati no n sono completi e di ogni comune, o di ogni quartiere, si hanno fra mme nti di notizie, mo lte volte a nche senza data e senza luogo. Su un totale di 60 1.940 ahi tanti (Napoli e provinci a), il contingente richiesto era di 1.1 94 reclute. A tutto il 29 aprile 1809 ne furono ammesse 370; queste raggiunsero il numero di 547 il 2 agosto. Altri 178 uomini della Capitale furono ammessi fino al 2 ottobre. Di contro, in poco più di un mese, la sola Capi tale ebbe ben 277 refrattari (Avvocata 23, Vicaria 27, Pendino 34, Mercato 42, Porto 17, Chiaja 19, S. Ferdinando 43, Montecalvario 27, S. Giuseppe 7, S. Lorenzo 12, Stella 14, S. Carlo ali' Arena 16), mentre la sua provincia I 19. A questi si aggiungano 71 vagabondi e 293 ascritti a Napo li e 346 ascritti nella provincia-3 9 Riportando qui di seguito alcuni dati e considerando, quindi, il numero delle reclute ammesse e scattate, giorno dopo giorno, alla presenza del Consiglio di Reclutazione nella città d i Napol i, si possono meglio capire le difficoltà che si incontravano per trovare tutti gli uomini necessari 40: /\ mmessi Scattati Epoca 33 73 8 Aprile 44
44
IO "
72 28 22
53 12 18 21 11 8
l1 12 " 13 " 14 " 15 " 17 " 18 " 19 " 20 " 21 22 " 24 " 25 26 " 28 " 29 " I Maggio dal 20 Luglio al 2 Ottobre
36
IO 12 IO 13 2 13 6 5 8 7 8
2 J3 356
IO
2 6
26 13 13 IO 9 4 6
4 444
/\ queste difficoltà di reclutamento si aggiungevano, inoltre, anche le piaghe della refrattarietà e della discrzionc41_
39Per i dati dei singoli comuni si veda ASN, Int. Napoli, ff. 540 1 e 5403
4 0 lvi, f. 540[
41 Per avere un' idea della refrallariclà si vedano i risultati che si riscontrano da uno stato generale dei refrattari per la provincia di Napoli: ASN, Int. Napoli, f. 5407
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Capitolo II: La legge del 4 Gennaio 1810
H. I La redutazione Ne11e sue "Memo1ie storic he" il Logerot riferendosi all ' islilulo de lla coscrizione annota: La coscrizione che nell ' impero francese e negli stati de' suo i confederati era di ventata il cardine principale della legislazione militare fu egualmente adollata in questo Regno; un peso nazionale di tal natura esigeva nella sua applicazione che si tog liesse qualunque dubbio di preferenza o parziali tà, fu deciso perciò c he indi slinlamenle eia' 17 a 25 a nni dovessero tutti marc iare e che coloro che tra i debitamente chiamati no n vi adempissero, rimaner dovessero esclusi eia q ualunque puhhlico impiego o beneficio. Gli an-ollamenti volontarj vennero vietati eccettoc hè pe' corpi de ll a gendarmeri a, della guardia munic ipale di Napoli e del Rcg.lo Real Corso dichiaralo nazionale. Le popolazio ni de l Regno assuefatte già per gradi dal 1806 in avanti ad un simile metodo di reclulatione, si sottoposero con fac ilità a lla nuova legge d i cosc rizione; le autorità civili dal loro conto corrisposero con zelo al suo felice successo ed una prima leva di diecimila coscri tti appena disposta venne prontamente seguita. 42 M a la lettura de i documenti dimostra che i ri sultati delle leve non furo no sempre così rosei come il Logcrol a ffe rma nel s uo rn anoscrillo. Con la legge Jourdan, considerala il mezzo migliore per far concorrere indistinta me nte a ll a d ifesa dello Stato gli uo mini di nme le classi e coloro i quali avevano più interesse alla sua conservazione, si imponeva ulTic ialmentc, al Reg no di Napoli , il reclutamento per via di coscrizio ne. Questa legge, g ià messa in atto nel 1809, fu regolata nel 18 I O. Venne stabilito perciò che , dai 17 ai 25 anni , dovessero entrare ne ll' esercito tutti coloro che non erano coniugati. 4 3 Pe r ev itare c he qualcuno non ade mpi sse a i propri dove,i, si decise che. dal I O giug no 18 1O, qual siasi giovane rc f"rallario a lla leva pur essendo soggello per età e caratteristiche alla coscrizione, sare bbe stato escluso da qualunq ue funzio ne pubblica o servizio sala ri ato con de naro dello Stato, a me no c he non presentasse o un cc rtilìcato che alleslava di aver già adempiuto alla legge di coscrizio ne, o un congedo assoluto per pro blemi di salute, o un 'esenzione legale. Chj si sottraeva alla coscri zione avrebbe inoltre perso be nefic i di natura economica: gli veni va infatti proibi to di racco gliere una successione (sia in linea coll aterale, sia in linea dire tta), ricevere un legato, una pe nsio ne, una do nazione, o a ltro vantaggio economico di qua lunque natura.44
42 R. I ,OG EROT, Memorie .\·loriche del Regno delle due Sicilie ( 1734 - 18 15), manoscritto XXV I C(i, Cap."15, conservato presso la Società napoletana di storia patria. 43 Decreto del 4 gennaio 1810 44 Decreto del 7 maggio 181O
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A partire dal 27 agosto ogni arruo lamento volon tario no n avrchhc più av uto luogo per verun corpo de ll' armata, eccetto c he per que ll i de lla Gendarmeria Reale, per il reggimento dell a Guardi a Municipal e di Napoli e per il reggimento Real Corso divenuto Nazionale. Ma, per essere a mmessi a questi , si doveva provare di non apparte nere a nessun a ltro corpo e di no n essere stato so1teggiato come coscri llo.45 Il Mini stro de lla Guerra, il 28 febbraio, stil ò le Is truz ioni pe r la form azione delle liste dei g iovani che dovevano essere compresi ne lla coscri zione.46 Quell o stesso g iorno scriveva all'Intendente di Napoli alcune raccomandazion i allo scopo di assicu rare una huona riuscita dell'imminente coscrizione: li Proem io del Real Uecreto de' quattro Gennaio corrente anno, è bastante per convincere chiunque che la Coscrizione Militare sia il mezzo più giusto per far concotTcrc alla difesa dello Stato gli uomini di tutte le Classi, e specialmente li possidenti come principa li interessati al la sua conservazione ..... mi dò l'onore trasmettervi copie del medesimo Decreto invitandovi a diramarne un esemplare in ciascuna Comum: della Provincia af!idatav i. Voi potrete coll a vostra saggezza, unirci una lettera Circolare, persua<.iva, convincente, e capace di a llontanare ogni si nistra interpretaz ione, che qualche individuo ma le intenzionato potesse darci . .. il travaglio de lla Coscrizione Militare, sia affidato non solamente alla responsabilità vostra, ma a quella speciale dei Signo1i sollo Intendenti, quindi essi particolarmente dovranno interessarsi a far comprendere da ora agli abitanti de' Di stretti da loro ammini strati , che Coscri zione, non s ignifica leva, rna solamente a llistarncnto di Uomini, per prescegliersi Ira li medes imi le Reclute come parime nti si è fatto per le passate leve. I Parrochi possono molto in llui re col proclamare dagli Allari la Coscriz ione Mi litare, e spiegarne l'indo le al popol o, onde non la capisse diversamente (Napoli 28 fe hhra io 18 10).47 Ta le inv ito fu ri volto a tutte le a utorità competenti di ciascuna provinc ia del Regno. Le v icende storiche re ndevano la necessità d i un esercito forte ed organizzato ancora più urgente: la guerra di Spagna e ra al centro de ll ' interesse de lla Francia. O ccorrevano mi sure tanto più ene rgic he in quanto g li inglesi favorivano, con il loro commercio, que ll a nazione. E ra indis pe nsabile allontanare il nemi co dai porti dell a Catalog na e dal le Iso le Ioni c he. Venne quindi orgmùzzata nel Regno di Napol i una spediz io ne che, minacciando la S ic ili a, avesse attirato , pe r la sua difesa, la magg ior patte delle forze ing lesi. La spedizione iniz iò nel mese di mar;,,o ; molte truppe dell'armata di Napoli partirono per la Calabria Ulteriore. In queste circostanze l'lntende nte della Calabri a Ultra, Collella, c hiedeva la sospensione della leva:
45 Decrelo del 27 agoslo 18 l O 46 ASN, Interni , f'. 673 47 ASN, Lnt. NapoLi . f. 5418
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I battaglioni sono concentrati in un punto, il resto della provincia è scoperto ed affidato alle Guardie civiche. La leva quindi non potrebbe eseguirsi che per mano di Legionarj, individui anch 'essi della coscrizione, o rralelli dc ' eoscrilli . L' operazione no n riuscirebbe facilmente. D 'altra pa1te andrebbe ad aumentare i b1iganti in campagna del numero di refratta~j e certamente avrebbero luogo dell e emigrazioni, le quali darebbero occasione a delle pene severe nella prossima occupazione della Sicilia" (Monteleone, 19 giugno 1810).48
II.2 Modalità di allistamento e visite mediche Le operazioni di coscrizione, per la leva del 18 10, non furono molto diverse da qu elle dell'anno precedente. Le istruzioni del 28 febbraio rendevano responsabili , di lullc le operazioni , gli amministratori comunali cd il sindaco che, insieme col pan-oco, aveva il compito di formare le liste dei giovani compresi ne ll'età di coscrizione, seguendo l'ord ine alfabetico del nome di famiglia. I giovani dovevano essere divisi in otto c.:lassi in base all'clà: la prima comprendente i giovani dai 17 anni compiuti ai 18 non compiuti, fino all'ottava dei giovani da i 24 compiuti ai 25 non compiuti. Nella leva del 1802, nel Regno Italico, i giovani erano stati divis in cinque c lassi (una per ciascuna età), ordinati però in o rd ine decrescente cioè dai nati in di cembre risalendo a ritroso; nel 1807 erano state formale solo due liste: la prima dei giovani dai 20 ai 2 1 anni , la seconda dei giovani fino ai 25 anni . Ogni classe era articolata in quattro elenchi : il primo elenco comprendeva il cognome ed il nome di quei giovani che risiedevano e abitavano effettivamente nel comune con i propri genitori. Il secondo elenco ripo rtava i nominativi di quei giovani che abitavano in quel comune, ma i cui genitori erano domiciliati in un altro; un ter,~o elenco veni va stilalo con i nomi di coloro i quali erano risultali assenti, con la data delle rispettive partenze. Infine il quarto elenco comprendeva i nomi di coloro che dovevano essere esclusi. Sarebbero stati inclusi nella lista anche i fig li dei foresti eri nati nel Regno i cui genitori avessero acquistato il diritto di cittadinanza. Dette liste dovevano essere completate dai comuni in dicci giorni , cd in vcnli dalla Capitale. Ciascun quartiere di Napoli era tenuto a compilare la propria lista. Ogni eletto mun icipale sarebbe stato respo nsabile davanti al sindaco per il quartiere a lui affidato (la leva del 1809 no n si impose per quartieri, ma sull'inlera popolazione). Nelle liste veniva riportalo, per ciascun individuo, il cognome, il no me, il g iorno di nascita, il domicilio, la professione, ed i nomi e la dimora dei genitori . In 4ucstc liste dovevano essere compresi anche i rerrallari delle leve g ià eseguite, con l'attenzione di indicare, nella colonna delle osservazioni , la parola Refrattario, specificando di quale leva. Chi era già stato designato dalla sorte come Velite o Guardia d ' Onore, era segnato, sempre nella colonna suddetta, come: bussola/o per Velite o Guardia d'Onore. Anche i detenuti non scampava48 ASN, lntc'.rni , f. 6 71
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no all'allistamento. Di loro era segnalo il luogo di detenzione, il giorno in cui era cominciata la pena, ed il delitto per cui erano stati arrestati. Ogni lista, così redalla, era riporlala in quattro copie: la prima, firmata dagli amministratori comunali e dal parroco, veniva affi ssa alla porta della casa comunale affinché tutti potessero controllarne l'esattezza, le altre tre erano lrasrnessc dal sindaco al sollo Intcndcnlc, con circostanziato rapporto sul risultato delle operazioni. Il sotto Intendente ne avrebbe trattenuta una, menlrc le allrc due erano destinate ali' Inte nde nte ed alla Direzione Ge nerale delle Riviste e della Coscrizione. La Direzione, dopo aver riunito le copie di ciascuna comune, ne faceva un quadro generale da presentare al Ministro della Guerra. Ogni leva municipale era sotto la responsabilità dei sotto Intendenti, per i distretti, e degli Intendenti, per i Capoluoghi di provincia. Ogni sotto Intendente avrebbe dovu 1.0 raggiungere di persona i comu ni della propria g iurisdizione, qualora si giudi casse necessaria la sua presenza. Essi avevano anche il compito di raccogliere i reclami degli abitanti. l motivi di reclamo erano svariati perché tanti erano gli errori che si riscontravano, sia nei nomi che negli indirizzi. Spesso una persona veniva c hiamala, o in caso di non presentazione, molestata al posto di un 'altra. Erano chiamati, per assistere alla formazione delle liste, i Giudici di Pace, i loro aggiunti ed i Commissari di Polizia. Questi ultimi, insieme col parroco, non potevano negarsi con alcun pretesto ad assistere a lla della operazione e prestavano aiuto coll 'esibire i registri di nascita, di matrimonio, di morte, ecc. lnol lrc i Consiglieri d' Intcndcm:a, Provinciali e Distrettuali, erano delegati a trasferirsi in ciascun circondario di Giudicato di Pace, cd in ogni comune del medesimo per verificare l'esattezza delle liste. Questi consig lieri, in quanto proprietari borghesi, erano rappresenlanli dei cittadini. Con le istruzioni del Ministro della Guerra del 22 marzo 18 1O, 49 si stabiliva che la coscri zione dovesse comprendere tre classi: per l'armata attiva, per la riserva, per il deposito. La leva, ordinata il 9 marzo, c hiamava a marciare diecimila coscritti, che furono così divisi: da I a 5000 per l'armata attiva, da 5001 a 10000 per la riserva.SO Le successive chiamate sarchhc ro servite a costituire il contingente di deposito. Nel momento in cui le lisle erano state ullimatc, ogni sotto Intendente sceglieva tre chirurgi, o medici, di provata probità, per il proprio circondario, al fine di visitare i coscrilli. Questa visita e ra compiuta in pubblica adunanza, alla presenza cioè di tutti i coscritti, e sollo la vigilanza di una commissione presieduta da un delegato dell'Intendenza, composta dal Giudice di Pace, dai suoi aggi unli, dai decurioni delle comuni del circondario e dal parroco. Durante queste visite, i coscritti potevano dichiarare le loro infermità e la Commissione si sarchhe uniformata alle istrnzioni del 2 1 marzo 1810.51 Se era accordala l' esenzione si stilava un processo vcrhalc lirmato dagli Ufficiali di Sanità e dagl i altri membri della seduta. Il processo verbale, in duplice copia, era destinato ali' Intendente ed al Direttore Generale delle Riviste e della Coscrizione (in 49 ASN, Interni, f. 673 - lnt. Napoli, f. 5408 50 Decreto del 9 marzo I 8 1O 5 1 ASN, lnt. Napoli, f. 5408
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quegli anni era il Sig. Arcamhal), accompagnalo dallo stato nominativo dei giovani riformati. Nei processi verbali per l' ammissione delle reclute al Deposito Generale di Napoli (situato a S.Pietro a Maiella), si riportavano anche le più minute carallcrislichc fi siche dei coscritti: i nei, le cicatrici, le orecchie bucate, il viso tarlato dal vaiolo. Tutte le lamentele dei coscritti dovevano essere presentate al Consiglio di Recluta7.ione che, a Napoli, si riuniva ai Granili . L' lnlcnde nle rimelleva al Direttore, il 1° ed il sedici di ogni mese, uno stato nominativo dei coscritti reclamanti, indicante il nume ro col quale erano stati sorteggiati, il nome e cognome di essi, il motivo della lamentela, la decisione presa c le particolari osservazioni . Chi avesse abusato in mala fede de lla possibilità di esporre lamentele, una volta scoperto, sarebbe stato obbligato a parti re tra i primi dell ' armala alliva.
11.3 Il sorteggio
Esple tate queste operazioni si poteva passare alla fase successiva: il sorteggio52_ Si ritagliavano dei pezzi di carta pcrfellarnenle simili e su ognuno di essi si scriveva il nome di un coscritto, badando di non confondere i biglie tti ni con i nomi dei coscritti di una classe con quelli di un 'altra. Una vo lta piegati i biglietti, questi venivano contati per evitare che ne mancasse qualcuno; poi si infilavano nell'urna alla vista del pubhlico. Allo stesso modo, erano ritag liati tanti pezzi di carta, perfetta men te uguali , quanti erano gli uomini inseriti nella lista; su ciascuno di essi era scritto un num ero, in successione fino al numero compreso nella li sta, che corrispondeva all'ordine di parte nza. Questi higlicLLi , piegali, erano posti in un ' altra urna. Il parroco era incari cato di estrarre i biglietti riportanti i nomi. Ogni biglie tto veniva apetto e letto ad alta voce; il coscritto si faceva a vanti e prendeva egli stesso il numero d' ordine c he la sorte gli aveva destinato . Questa era una novità ri spetto alla leva del 1809. Infatti, l' anno precedente c'era una sola urna contenente i nomi degli indi vidui e l' ordine di partenza e ra quello di estrazione. Nella leva del 1810, il primo estrallo poteva invece avere la possibilità di scegliere anche il nume ro più alto e quindi pattire per ultimo. In assen7.a del coscrillo husso/ato, spellava al padre, o alla madre, o a qualsiasi al tro suo parente di sortegg iare il big lie tto col numero d ' ordine. Mancando anc he i parenti, toccava al parroco . Avvenuta l'estrazione di un numero e di un nome, questi venivano suhito notali dal Cancel liere del Giudicato di Pace o dal comune. Chi aveva estratto il numero apponeva la sua firma nella colonna apposita. Al posto degli a nalfabeti era il p arroco a firm are. I ,a firma era importanlc: con essa nessuno dei coscriui poteva poi reclamare di essere stato frodato. Termùrnto il sorteggio della prima classe, si procedeva in egual modo per tutte le successive classi, 52 Nell a leva de l 13 agosto 1802 del Regno lta l ico non fu usato il sorteggio ; i giovani coscritti venivano requ isiti in o rdine d i età procedendo dall'ultimo nato, a ritroso. Visti g li inconvenienti. il metodo fu cambiato con la leva ord inat;i il 3 frhhrnio 1807.
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fi no ad esaurimento del contingente. Nella leva del 1807 essendo stati I giovani del Regno Italico divisi solo in due classi, il contingente era forn ito metà dalla prima e metà dalla seconda classe.
11.4 La lista dei Refrattari A parte veniva formata una lista di tutti i rerratlari delle leve anteriori, coli' indicazione di quella a cui appartenevano. Q uesta lista serviva ad evitare che essi venissero inclusi nella coscri zione in corso. In una lettera del 2 settembre 181 O, il sindaco di Napoli manifestava ali ' intendente di Napoli il suo disaccordo a proposito dell'articolo 22 delle istruzio ni del 22 marzo. Questo articolo vietava, appunto, ai refrattari , di estrarre il loro numero d'ordine perché si dovevano considerare già soldati (perseguiti legalmente). Ora, si lamentava il sindaco, il dover separare dalla totalità dei coscritti i refrattari, al momento della bussola, avrebbe portato inrinito ritardo nelle operazioni di leva. I refrattari, non solo avevano latitato fino a quel mome nto, ma avrebbe ro così evitato anche il nuovo sortcggio.53 Redigere le li ste dei refrattari, era d'altronde cosa non facile. Venivano commessi rrcquenti errori nell' annotare i nomi. ma anc he i ritardi o la lentezza con la quale ven iva sbrigata la burocrazia collegata alla leva creava non pochi problemi: dei giovani c he, una volta estratti dopo visita medica erano stati esentati o posti nella lista del deposito, non e rano trascritti subito come riserve o congedati e ven ivano quindi reputati erroneamente refrattari. Di altri giovani, poi , non se ne aveva neanche più noti zia da tanto tempo cd i genitori , molestati secondo regolamento, si vedevano disperati e se nza via d 'uscita. 54 La lista dei sorteggiati, la lista dei refrattari cd i conispondenti processi verbali, erano redatti in quattro copie: una per la Direzione Generale delle Riviste, una per l' Inte ndente, una per il sotto Intendente e l'ultima per il comune, che l'avrehhc fatta registrare sul libro delle del iberazioni dcc;urion ali . Inoltre, doveva essere affissa, alla casa comu nale, la lista dei bussolati con i rispcltivi numeri d'ordine. L'aiticolo 28 delle istruzioni concedeva un ' agevolazione ai coscritti: potevano cioè accordarsi tra loro per scambiarsi i numeri diventando soggetti alle condizioni del numero ri cevuto, come se lo s i avesse avuto dalla sorte fin daJ principio. Questi accordi non dovevano tuttavia recare danno ai numeri d'ordine rimasti fuori da detti scambi. Le condizioni imposte per i 1impiazzi, non potevano essere applicabi li pe r le sostituzioni.
53 ASN, Tnl. Napoli, f. 54 11 54 Accadde ad un lak Ignazio Iotio il quale «per puhhlica voce, e per assicurazione de· cong iunti si sà che nel 1779, alla parlcnza dc' Francesi si mischiò colla Truppa portando una valigia ad un soldato. Da quell 'epoca non se n' è avuto più notizia»:ASN , l nt. Napoli, f. 5414 - Notizia ricavata da un Nolamcnto de i Cosclitti reputati Refrattari per la leva del 18 lO con elenco delle eccezioni addoue dai sindaci
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11.5 Somministrazione degli uomini. Rimpiazzi Passando ora ai contingenti di uomini da sorruninistrarsi, questi erano stabili li, per ciascun comune, in proporzione alla popolazione. I Sign01i lnlcndcnli avrebbero convocato il Consiglio Genera le della provincia, o, in caso straordinari o, il Consiglio di Intendenza, pe r svolgere il compito della ripartizione pe r comune dei contingenti . Ogni consiglio stendeva un verbale di questa o pe razione da inviarsi al Di rettore. I sotto Inte ndenti e rano, invece, incaricati di far conoscere ai comuni le quote di coscritti fissate. I coscritti c he avessero avuto i numeri d' ordine richiesti per il completo, sarebbero statj accompagnati dai sindaci, nei Capoluoghi e nel te rmine di Lre g iorni. Tutli quei numeri c he non si fossero presentati , sare bbero stati dichiarati refra ttari. S i procedeva allora con i numeri d'ordine successivi. Responsabili del completamento del contingente erano i sindaci, i quali non se mpre usavano mezzi legali. Accadde, infatti, ne l paese di Gaballino che il sindaco avesse fatto arrestare Francesco Marchiello , fratellastro del coscritto Domenico Ciccarese che si era dato alla ruga. In cambio della libertà lo obbligò a firmare, in suo favore, un mutuo simulato di 50 ducati e gli diede la libertà so lo a questa cond izione. li sindaco aveva fa tto ciò per costringere Ma rchiello a svelare dove si fosse nascosto il fratello. 55 I mezzi a c ui si ricorreva pe r a rginare il fenome no dei refrattari e rano molteplici. Il Prefetto di Polizia del quarti ere Mercato di Na poli, così scrive va all' Intendente: Non conlenlo di aver esaurito i mezzi, che mi da la Polizia amministrativa, per rintracciare i coscrilli ignoti, ho pensato di esporre al pubblico i loro nomi, invitando i coscritti dc' numeri alti a denunziare que' di basso nu mero restati ancora occulti (l 3 novembre 18 10 )_56 L' Intendente, nel termine di IO giornj dall ' arrivo dei coscritti al Capoluogo , aveva il compito di dare la lista dei refrattari al Comandante della prov incia cd al Regio Procuratore del Tribunale di 1• Istanza, aflì nché si potessero applicare le puni zioni stahili te. Quei refrattari che si fossero presentati entro d ieci gio rni dall'arri vo del convoglio dei coscritti al Capoluogo, e avessero esihilo dei docume nti per giustificare il loro ritardo, sarebbero stati ammessi ed assolti dalla pena in c ui erano incorsi. Scaduto questo termine, la lista coi loro nomi veni va affissa alla Posta il giorno seguente. Arrivati i convogli nei Capoluoghi, i coscritti dovevano essere visita ti e ntro le ventiquattro ore per essere a mmessi o rifomrn ti, seguendo la stessa no rm a tenuta pe r la leva del 7 marzo 1809. I cosc ri tti ammessi sarcbhcro poi stati inviati sotto scorta al Deposito Generale di Napoli per essere poi distribuiti nei vari distaccamenti. Doveva essere redatto un Controra/lo per ciascuno dei coscritti. Co loro c he non avessero profi ttato della facoltà dell a sostituzione, pote vano, 55 AS N, Interni, f. 673. Da una lettera dell'8 dicembre 1810 inviala dal Ministro della Giustizia al Ministero degli Intern i :'ff, A.SN , lnt. Napoli, f . 542 1
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ancora, procurasi il «cambio». L'articolo 5 del decreto del 9 marzo 1810 prevedeva, infalli, lo scamhio nell a persona d i un g iovane idoneo al serv izio militare e di e tà compresa tra i 25 anni compiuti cd i 28 no n finiti. Dovevano, co loro che facevano da «cambio», trovarsi fuori dai term ini della coscri zione; questa era una nov ità rispetto all a leva precedente, dove i rimpiazzi dovevano avven ire con giovani de lla stessa classe (lo stesso accadeva ne l Regno Italico con la leva del 1807). Tulle le domande per i cambi presentate tre mesi dopo l' assegnazione a l corpo de l coscritto richiedente, non sarebbero s tate a mmesse . Le caratteri stiche richieste, per l'idoneità dei rimpi azzi, erano poche ma non sempre fac ili da ri scontrare. Oltre l'età, di cui si è già parlato, importante era la statura: questa doveva essere di 5 piedi ed I po lli ce. Se il coscritto che costituiva il cambio e ra più basso di detta misura o di statura mag1:,'Ìore, non sarebbe stato accettato. I rimpiazzi dovevano essere di buona salute, di rohusla costituzio ne, senza alcuna infermi là o deformità. Da una lettera del 4 dicembre 181O, inviata dal Consiglio di Reclutazione al Minis tro della Guerra, si legge che un tale Giuseppe Esposi lo , rimpiazzo del coscritto A lessandro C imino di Afragola, esaminalo da ll a Commissione Generale di Sani tà, ru ritrovato buono al serv izio e curabile del «piccolo incomodo». Per la commi ssione, eg li li ngcva di soffrire di «soverchia incontinenza». Ma il Consiglio di Reclutazione lo inviò all ' ospedale dove g li fu c ffcuivamente riscontrata la pato logia de nunziala per cui ru riconosciuto inabile. 57 Tulli i condannati, dai tribunali criminali , ad una qualsiasi pena, cd i condannati pe r furto dai tribunali di Polizia correzio nale, dovevano essere esclusi a priori dalle liste di coscriz ione. Quindi, chi voleva fare da rimpiazzo, doveva es ibire un certificato di /Juona vita rilasciatogli dal sindaco del proprio comune. Le speculazio ni erano frequenti. Fu presentalo un uomo, come cambio, c he aveva ass unto fa lse generalità. S i a rrestarono i due reclutanti che confessarono d i aver comprato detto uomo da a ltri due recl uta nti.5 8 Inca ri cato dell'esame dei rimpiazzi, unico g iudice dell ' ammiss ione e responsabile verso il Governo, era il Consiglio di Reclulazionc. Era proibito ad ogni Ufficiale, sollo UITicialc di Reclutazione e d a qualunque altro militare, sotto la pena di dest ituzione, di immischiarsi dircltamente o indire ttamente ne ll a rice rca de i rimpi azzi, o di rilasciare ce1tificati per la loro amm issione. Ma il Direttore Generale delle Ri viste ri feri va all ' Inte ndente di Napoli, in un a lettera de l 5 dicembre l 8 1O, le suppliche di un padre per il proprio fi glio il quale fu convinto, per pochi carlini , e su istigazio ne di un sergenle e di alcuni reclutanti, a farsi soldato, come rimpiazzo, pur avendo solo 16 anni. 59 Per ogn i rimpi azzo dovevano esser pagati ducati 25 . Pe r ognuno degli ammessi si rilasciava un certificato dove si indicava la fil iazione e si faceva me nzione de lla ricevuta del pagamento di inde nnità. I rimpiazzati sarebbero slali responsabili dei loro cambi pe r tutto il te mpo della durata del servizio. I 57 I vi, f. 5408 58 lvi, f. 5437. Da una lettera del 27 fehhraio 1810 inviata <lai Sergente Petrnolo, desti nato al servizio dell'Intendenza, all' Intendente Macedonio (Napoli) 59 lvi. f. 5417
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rimpiazzanti che avessero di scrtaLO sarebbero stati condannati dal Consiglio di Guerra speciale, a cinque annj di lavori forzati ( «trascino della palla») senza c he i loro ge nitori fossero responsabili del pagamento della multa che avre bbe fallo parte dell a pena. Se questi veni vano arrestali e ntro un mese dalla pronunzia della condanna, i rimpiazzati non sarebbero stati nell'obbligo di fornirne un altro, o di marciare essi stessi. Se il rimpiazzante di sertava prima del suo arrivo al corpo, il rimpiazzato aveva il diritto di pretendere il rimborso dei 25 ducati se si fosse a sua volta arruo lato, inoltre non sarebbe stato tenuto a versare un secondo pagamento se avesse presentalo un secondo cambio. Se un coscritto rimpiazzato moriva, il rimpiazzante StU"ebbe «rimasto alle bandiere» come se fosse stato proprio lui so11eggiato. Se invece era il «camhi o» a morire dopo la sua ammissione al corpo, il rimpiaz!'.ato veni va allora sciolto da ogni o bblig o. Poiché le istruzioni del 22 marzo 1810 non defini vano il tempo entro il quale dovevano , i co scritti rimpiazza6, ri spondere dei loro camhi, la quale responsabilità danneggiava fortemente la tranquillità dei coscritti e delle loro fa mig lie, fu e manato un decreto. il 24 o ttobre 18 11 , che fi ssava questo te mpo a 4 anni. Dopo tale periodo di servizio prestato regolarmente dal «camhio», il rimpi azzato non ne sarebbe più stato responsabile. Se LIII coscrillo avesse dovuto dare diversi «cambi », pe r effetto della diserzione dei primi, si sarebbe conteggiato il servizio effetti vo di ciascuno di loro allo scopo di totalizzare i quattro anni , sottrnendo gli inte rvalli intercorsi tra la diserzione dell' uno e l' arruo la me nto dell' altro. Qua ndo il Governo avesse ricevuto un effetti vo se rvizio per quallro anni, la responsabilità decadeva. li servizio dei rimpi azzi rifo rmati era escluso dal computo. Gli Intendenti erano autorizzati a pre nde re ogni misura affinché i coscritti dell ' arma ta attiva arrivassero ai corpi, o si trovassero almeno in viagg io pe r raggiungerli , entro il termine stabilito dalla legge. I Generali Comandanti delle divisioni militari , i Comandanti delle province, i Comandanti della Gendarmeria e qualunque altro Coma ndante di forza pubblica, avre bbero collaborato all 'esatta esecuzione della su citata istruzione. Og ni comune che non avesse adempiuto agli ohhlighi fornendo un contingente no n completo, sarchhc stata condannato a fornire il doppio dei coscritti . Infine, una istruzione del 2 maggio 181 O ordinava di organi zzare, nei comuni, una seconda bussola aggiungendo la parola «his» ai numeri che sare bbero stati estratti. Questo per coloro che, per dimenticanza, erano stati omessi dalla prima bussola. 60
11.6 Regolamento del 1° marzo 1811 Il Segretario di Stato, Pignatclli , redasse, in no me del Re, il regolame nto d a seguirsi per la spedizione, la ripartizione ai corpi dell ' armata e la visita dei coscritti (Napoli, I marzo 18 1 I ). 6 l 60 Questa istruzione non c'è nei fasci studiati ; è solo citata in qualche lei.tera. 6 1 Le tabe lle sono solo in Decreti .
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Era il Ministro della Guern1 ad assegnare il contingente a ciascuna prov inc ia, me ntre era compilo dei Comandanti la Divisione Militare del Regno, o, in loro vece, i Comandanti delle province, scegliere e distribuire i coscritti nei vari reggimenti. Riunito un certo numero di coscritti nei depositi , i consig li di reclutaz io ne procedevano alla loro visita, per pronunciare l' ammissione, o la rifom1a , entro 24 ore. Al termi ne de lla seduta venivano redatti gli «stati nominali vi» dei coscritti ammessi. Queste liste avrehbero riportato la statura, la professione, la patria ed i no mi dei genitori di ciascun uomo. Le reclu te dovevano poi essere divi se tra i corpi secondo la statura e la professione . La statura maggiore di 5 piedi ed I pollice era indicata per l'artiglieria e g li «zappatori»; a l «treno» non doveva essere assegnato nessun uomo che non a vesse avuto l' altezza di a lme no 5 pie di e 2 pollici. Tutti gli uomini di professione /ermri , falegnami e muratori , sarebbero stati ammessi, in prcf"crenza, nell 'at1iglier.ia e negli «zappatori» (sempre c he avessero avuto anche la tagli a richiesta). I guarnamentc1; ed i maniscalchi sarehhero stati , invece, destinati a i reggime nti di cavalleria ed al «treno» di artiglieria. Tutti i coscri tti de l 1811 , ed in seguito quelli delle leve successive, furono spediti direltamente dal Capoluogo della provi nc ia ai corpi dell ' armala. I coscritti no n dovevano rimanere più di 48 ore ne l deposito del Capolu ogo. Trascorsi i due giorni, in convogli, o in numerose s pediz ion i, venivano spediti ai corpi. Poiché i coscritti dovevano essere inviati direttamente ai corpi, il pagame nto del «soldo» co minc iava dalla loro ammissione al Consigli o di Redutazionc. Ma que llo c he era scritto sull a ca11a, non sempre si attuava ne lla vita reale. Così l'intendente di Napoli richiamava l' allcnzione del Ministrn de ll ' Inte rno in data 27 febbraio 1812: Nonostante l' articolo 19 del decreto del I O MarLo 1811 prcsc1iva che il soldo ai coscrilli comincia a esser dato dal giorno dell ' ammissione al Consigli o di red utazionc, il Commissario di Guerra Barran non vuole spedire ai medes imi i fogli di Bon 'aconto che dal giorno dell a spedi zione ai Corpi in cui devono essere inca rdinati . Sicco me per mancanza di scorta la spedizione non si può eseguire dopo le 48 ore dall ' a111111issione, costoro sia nelle 48 ore sia dopo sarebbero restati senza alimenti e nella dura posiz ione di dover langu ire per la fame se 110 11 gli avessi fatto sommini strare un ca rlino al giorno per alimento, soldo che pressappoco corri sponde al soldo ed al pane che dovrebbero percepire dal Reggimento. 62
Il Commissario Barran si giustifi cherà di cendo di non essere lui la causa di quanto accaduto e affermando che il disguido era staio provocato dalla negligenza di coloro che dovevano rimettere gli stati da firmare per il pagamento delle rec lute. 63 .
62 ASN, lnlemi , L 673 63 lvi, f. 673. il Min islro della Guerra al Minislro <lc ll ' Jntcm o, 20 marzo 18.12.
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11 giorno seguente la spedi zione dei convogli , i Generali Comandanti delle Divisioni Militari nel Regno, o i Comandanti le province, avrebbero inviato, al Direttore Generale delle riviste e della coscrizione, g li stati nominativi de i coscritti inviati, di stinti per ciascun corpo. Questi stati dovevano indicare: i comuni cui appartenevano; il numero con cui erano stati sorteggiati ; la taglia precisa; le osservazioni . Il g iorno della partenza dei convogli, l'ora, il luogo d 'incontro ed il numero dei coscritti erano decisi dai Comandanti delle province. Il numero, il grado e la scelta degli Ufficiali e sotto Ufficiali destinati alla scorta spellavano alla decisione del Comandante la reclutazione, previa l'approvazione del Comandante Ja provincia. Qualsiasi Ufficiale o sotto Ufficiale di reclutazione non avrebbe potuto, in nessu n caso, accordare ai coscritti la sospe nsione dell a partenza, neanche per un giorno. In caso contrario, l'Ufficiale, o sotto Ufficiale, sare bbe stato denunciato, il coscritto, in possesso di un tale permesso illegale, arrestato. La forza effelliva della scorta doveva esser fòrmata dalla Gendarmeria, dalle Guardie civiche, ed in caso di necessità. daJJe truppe di linea. I coscritti c he avessero discr1ato, o fossero morti durante il tragitto, sare bbero stati rimpiazzati dalla provincia di appartenenza.
11.7 Visite mediche e riforme Arri vati «alle bandiere>>, i capi dei corpi, dei depositi o dei di staccamenti , avrebbero provveduto, nel te rmine di tre giorni, ad effe ttuare la visita medica dei coscrilli , o rimpiazzanti , che già, al momento della prima ispezione, fatta al loro arrivo al corpo, erano risultati non idonei al servizio militare. Incaricato dell a visita era il chirurgo del corpo, o , in sua assenza, l'Ufficiale di Sanità dell'ospedale militare o civile. Qualora venisse confermata l'inabilità di un indivi duo a prestare servizio, o fosse constatata la presenza delle infe rmità e dei di fcni li sici, si sarehhe redatto un certificato di visita seguendo il modello n° I. Se invece l'inahilità fosse stata prodotta da inl"crmità sube ntrate dopo la partenza del coscritto dalla provincia, il certificato sarebbe staio impostalo sempre secondo il modello n° I, speeilica ndo, però, la causa e l'epoca dell ' infermità. I coscritti riconosciuti inabili, sarebbero slali comunque registrali come ammessi al reggimento, ma, trattandosi di uno stato provvisorio, avrebbero ricevuto quei soli effeui di ahhi gliamento ed equipaggio necessari per ide ntificarli come soldati . Do po i tre giorni di visita, i capi dei corpi, o dei deposi li , inviavano al Direttore Generale lo stato degli uomini no n a mmessi. Tale stato e ra formato di due parli distinte: l' un a per gli infermi prima della pa11enza dalla provincia, l'altra pe r gli info1tunati durante il viaggio. Questo documento era conformato al modello n° 2 e avrebbe riunito anche tutti i ce1tificati di visita sopraddetti. Tale operazione doveva essere compiuta in cinque giorni. Veni va no nuovamente sottoposti a visita medica quei coscritti, delle leve precedenti, che erano sta ti dichiarati inahili in passato. Ogni anno, a partire dal 18 11 , e ntro due mesi dalla leva di una classe, il Direttore Ocncrale doveva no minare degli Ispettori generali, o, in loro
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mancanza, dei Generali di Divisione o di Brigata, incaricati di ispezionare i coscritti arrivati ai corpi, c he, esaminati dal comandante de l reparto, erano stati giudicati inabili. La nuova visita era sempre effclluata da un Ufficiale di Sanità de ll 'ospedale militare o civile. [I certificato che veniva prodotto dopo tale visita era conrormc al mode ll o n° I. Una rivi sta straordinari a era fatta per i coscritti arrivati dopo la s uddetta prima visita. Il ri sultato dell'is pezione di ciascuna compagnia veniva riportato in uno stato conforme al modello n° 2, diviso in due parti come sopra. Allor4uando un coscritto doveva essere rimpi azzato dall a provinc ia, i consig li di amministrazione rilasciavano un «fog lio di rotta» valido per ritornare nel luogo del domicilio, e un certificato conforme al modello n° 4. Chi non doveva essere rimpiazzato, era munito di un congedo di riforn1a. Tali documenti erano comunemente dette carte di sicurezza. Al rie ntro a casa dei rifonnati, i rispettivi Intendenti concedevano loro il congedo dc lìnilivo, assoggcllandoli al pagamen to dell ' indennità (qualora il re ddito loro e de i genitori ne fosse stato suscettibile). La visita dei rimpiazzati si sarehhc eseguita alla stessa maniera dei coscritti. li certificato, per la visita dei rimpiazzi, sarebbe stato conrorrne a l modell o n°3. Que lli ri sultati inabili rimanevano al corpo fino alla decisione definiti va del Ministro della Guerra, nel rrattempo non avrebbero ottenuto un congedo militare, quindi quando la loro classe era chiama ta dovevano ripresentarsi. Un decreto del 10 april e 181 2 ordinò che Lulti i coscrilli ri f"ormati provvisoriamente per mancanza di statura, s,u·ebbero stati rimi surati, ogn i anno, finc hé non avrchhcro compiuto 21 anni . Ogni leva sarebbe, quindi, cominciata dalla mi sura dei suddetti coscri tti prima di procedere con le regolari operazioni. Coloro i 4uali avevano raggiunto la misura richiesta venivano direttamente arruolati senza sottoporli a nuova hussola. I consigli di reclutazione avrebbero fimrnto i certifi cati di riforma definiti va in favore di quelli che, compiuti i 2 1 anni , non avessero ancora raggiunto la statura idonea. Po ic hé l' operazione de l reclutamento andava di no rma a ril ento, e poiché e ra necessario avere a disposizione il maggio re nume ro di uo mini soggetti alla leva, la circolare del Gran Cìiudicc, dc ll '8 dice mhre 181 O, prescriveva il sollecito di sbrigo de i g iudiz i sui coscritti c he si erano macchiati di 4ualche colpa, cd cmlinava c he, chi fosse risultato innocente dell' acc usa mossagli, venisse rinvialo s ub ito al l' lnlende nte; per chi, invece, rosse stato condannato, il rinvio veniva previsto alla fine della pena. Nel caso poi di que i coscri tti che, imputati per 4ualchc dclillo, facessero già parte de ll'armata, S.M ., attraverso il Gran Giudice, aveva condo nalo loro la pena. Il condono non era concesso tuttavia agli imputati di furto ( circolare de l 27 marzo 18 1I ). 64 Le eccezioni a tale regola dovevano essere di scusse e verificate direttamente dal consig lio di reclutazio ne (altro decreto del 10 aprile). Così I' lntcndcnlc di Napoli , Duca di Canzano, tranquilli zzava i s uo i amministrati, intimoriti dalle o perazio ni di «allistamento», con un mani fcsto del 14 maggio 1812: 64 ASN. Int. Napoli, f. 5437 - Le due c ircolari dell '8/l 2/I 8 I O e del 27/3/1811 , sono tratte da una lettera del Procuratore Regio presso il Tribunale di I" Istanza a ll'Intendente di Napo li , d atata I aprile I 8 I I
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.... sebbene tutti i giovani di anni diciotto compiti so no stati po1tati ne lle nuove liste e sorteggiati, pure saranno esenti dal servizio militare quegli fra essi che avessero qualunque delle eccezioni, che vi davano dritto nelle passate leve ..... che la sola diversità tra le passate e la presente leva a questo ri guardo consiste in ciò, che i motivi di ese nzione in vece di essere prodotti e discussi nelle rispettive municipalità ne ll'atto della bussola, saranno ora prodotti e verificali nel solo Consiglio di Redulazione, a misura c he i Coscritti per ragion di numero di sorte verranno ad esso presentati .65 Sulla base dell'articolo 37 dell ' istruzione del 22 marzo 18 10, che rendeva i consigli di recl utazionc responsabili dei cambi che ammettevano, il decreto del 7 agosto 1812 stabilì che detti consigli sarebbero stati tenuti a rim borsare, al Governo, nonché ai coscri tti, le spese sostenute per l' ammissione dei cambi, nel caso in cui, inviati ai corpi, questi cambi fossero reputati inabili dal consiglio d'amministrazione del corpo stesso. Poteva accadere c he un errore venisse commesso a nche dal consigl io d'amministrazione. Era compito del Direttore Generale acce11arsi delle responsabilità, nel caso di gi udizi divergenti, dell ' uno o dell 'altro consiglio. In ogni caso, questa responsabilità non era imputabile a tutti i componenti, ma era individuale, quindi ricadeva esclusivamente a danno di quel li che avessero mal giudicato. La circolare di S.M. del 28 maggio 1813 (non rinvenuta) fi ssava la responsabilità dei coscritti verso i loro «cambi », solo per un anno anziché quattro come precedentemente stabilito. li M inistro della Guerra Macdonald, riferendo questa decisione ali ' Intendente di Napoli con una sua lettera del 25 gennaio 18 15, puntual izzava tuttavia che la detta ministe riale riguardava escl usivamente gli individui dell'ultima leva. Per le leve precedenti rimaneva il termine fissato a quattro anni. 66 Si presero, ino ltre, delle misure rigorose contro chiunque, anunesso al servi1,io come «cambio», avesse nascosto di essere affetto da qualche malattja dai sintomi non palesi al fine di «lucrare fraudolentemente il prezzo della ottenu ta anunissione». Tale individuo sarebbe stato imputabile di un delitto defi nito «scrocco» dall ' articolo 405 del codice penale, e, nel caso in cui fosse ritenuto colpevole, pu nito come prescritto dal suddetto articolo: da uno a ci nque anni di carcere e il pagamento di un'anm1enda da 50 a 3.000 lire (Sessione del Consiglio di Stato del 2 luglio 181 3) 67 . li bcnclicio del rimpiazzo era negato agli omessi dal le Iiste a meno che non fossero stati particolarmente meritevoJi68. Se l'età prevista per i rimpiazzi era dai 25 ai 30 anni conclusi (aiticolo 16 del decre to del 9 apri le), l'età dei «cambi» andava dai 18 terminali ai 30 non lì niti 69_
65 lvi, f. 5455 (,6 lvi f 5520 67 In L~ggi e Decreti 68 ASN, lnt. Napoli f. 5466. Circolare del Direttore Generale ai Consigli di Rcclutazionc del 9 giugno 1813 69 Ib idem. Da una circolare del 23 giugno del Direttore Generale ai Consigli di
Redulazione
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Un coscritto ammesso a l corpo non sarebbe più stato autori zzato a farsi rimpiazzare se, nel corso di tre mesi dal suo arruol ame nto, non fossero state rimesse tutte le carte occorrenti a lla Direzione Cic ncralc delle rivi ste e della coscrizione per esentarlo dal servizio 7°. Lo stesso sarebbe valso per quel cosc:rilto c he, ammesso dal consiglio, non fòsse giunto alla compagnia destinatagli insieme a l convoglio alla data stabil ita. Qualche eccezione veniva tuttavia accordata a seconda del nome che si portava. Infatti Carlo Palmieri, nipote dell'illustre Marchese Palmieri Direttore dell ' Antico Supre mo Consiglio delle Fi nanze, otte nne la facoltà di farsi ri mpiazzare nonostante fossero scaduti i termini7 1• I coscritti maritati, qualsiasi fosse la lo ro taglia, potevano dare un rimpiazzo di 5 piedi ed I pollice. Il Ministro della Guerra, con c ircolare del 14 aprile spiegava dettagliatamente il decreto del 9 aprile ai consig li di rcclu tazionc, in maniera da evitare fraintendimenti o errori72.
ll.8 Forniture e somministrazioni al soldato La legge del 28 settembre 1809, sull 'amministraz ione interna e la contabilità de i corpi di truppa, doveva entrare in vigore dal 1° gennaio 181 O. Tutte le somme stanziate per il corpo d ' annata, il registro di cassa e i documenti più importa nti, erano custoditi in una cassa a tre chi avi conse rvata nella casa del comandante del corpo. Le tre chiavi e rano affidate una a l comandante, una a l capo di battaglione o di sq uadrone più anziano, e me mbro del consiglio, l'ultima al quartier-mastro. Qucst' ultimo era responsabile de l Giornale Generale su c ui annotava, giornalme nte, le e ntrale e le uscite di quc1 lunque natura. li «soldo» ven iva somministrato ai soldati ogni cinque giorni: il I il 6°, 1'11 °, il 16 °, il 21 ° cd il 26° di ogni mese, e solo a coloro c he erano effettivamente sotto le anni. Le princ ipali voci che costituivano gli esiti erano le seguenti: 0
,
a) Massa generale di abbig liamento - I f'o ndi de lla massa generale di abbiglia me nto erano accresciuti col prodotto di ciò c he restava de lla massa di bianc he ria e calzatura dei soldati morti, disertati o congedati . Sotto la voce «massa di compagnia» erano annotate le sp ese per la compera e fattura degli abiti dei soldati (pe llicce, vesti, gilè, soprabiti, calzoni, pantaloni di stalla, mutande, mantelli, val ige, caschi, cappe lli, schakos, berre ttoni di pelo, berretti di polizia) e di a lcuni oggetti di utilizzo quo tidi ano (casse di tamburo, bandiere, sciarpe, portasciab11lc, c inturoni , giberne, porta-giberne, porta carabine, coregge di fuci le o di moschettone, cordoni di sciaho la, g uanti, sti vali e trombe). La «massa di compagnia» costituiva a nche il fondo da c ui attingere per le spese di riparaz ione dcll'abbigliamcnto, pe r equipaggiare ed armare gli uornini, per la 70 Decreto del I 3 agosto 18 13 71 ASN , Interni. f. 674
72 ASN. TnL. Napoli,
f.
5'1 72
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fornitura delle spalline e dei galloni ai sollo ufficiali e ai musi cisti dc llc ba nde . Inoltre, essa era utilizzata per l'acquisto de i pennacch i, dei pomponi per i cappelli, per la compera dei grembiuli de i guastatori, per i medicamenti e per le gratificazioni . A ciascuna recluta dovevano essere somministrati, a ll'arrivo ai corpi, effetti di «piccolo equipaggio» ovvero: due camicie, un cravattino nero, un paio di calze di fi lo o cotone, un paio di calze di lana, due paia di scarpe, un paio di sti valetti di tela gri gia (nella fanteria), un paio di stivaletti di stame nero, un sacco di tela (in tempo di guerra), una «muccigl ia» di pe lle (ne lla fanteria), due coccarde. Con c ircolare del 24 fe bbraio 18 13, il Ministro della G uerra Tugny rimproverava i Sigg. Intendenti delle province perché: l Comandanti dc' Corpi si lagnano che gli effetti di biancheria e calzatura somministrati a' coscri tti ne' c api luoghi delle Provincie ed in marcia prima del loro arrivo a' ri spettivi depositi sono di pessima qualità quantunque siano pagali a prezzi molto elevali. La maggior parte di 4ucst' effetti non sono marcati del nome del fornitore in contravcnzione alla mia circo lare de' 2 Ottobre 18 1I. .... v'invito ..... a badare inoltre che que' generi siano forniti di buona qualitù ed al più basso pre7,zo possibile, beni n teso pe rì> che la di
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sommini strazio ne no n
debba aver luogo che per que' mi litari i quali ne avranno un indispensabile bisogno .73 Sempre dallo stesso fondo de nomin ato «massa di compagnia» proveniva il denaro pe r vestire gli uomini conda nnati a i lavori pubblici, per le spese d'infermeria, per le spese del burò, di registro, per i porta le tte re dei corpi e pe r tutto compreso nello stato N 16 a llegato a l sopraddetto decreto. Ne i battaglioni de l «treno» d'artiglieria, il denaro annotato sollo la voce «massa di bardatura» veni va utili zzato per acqui stare le selle, i porta-calci dei fuc ili e le coperte per i cavalli. Le spese segnate come «massa di ferratura» erano invece quelle affrontate pe r ri nnovare le armi, per la ferratura e per i medicamenti dei cavalli . La truppa no n a veva diritto ad alcun deconto sulla massa di bardatura e ferratu ra. b) Abbigliamento nuovo - In c iasc un corpo e ra stabilito un modello di vestiario approvalo dall 'Ispettore gene rale. Il capo sarto prendeva le misure a ciasc un indi viduo e approntava l'uniforme esatlamente in base a l mode llo determinalo per il corpo. Ogni indumento nuovo doveva essere provato e misurato dall'individuo c ui era destinato, alla presenza del comandante della compagnia e degli ufficiali incaricati di questi dettagli. Tutti i difetti d i fattura riscontrati durante 4ucsta prova erano e liminati a spe se del capo sarto, re sponsabile de l tag lio e della fatt ura. Ogni gene re di vestiario portava il bollo dell'anno di fattura . Gli abiti e le sottovesti erano marcati sulle pieghe interne, i calzoni, sulla parte destra de lla c intura. Invece, g li oggetti di c uoio, le corregge, le mucciglie, le
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valig ie cd altro, riportavano il marchi o con il numero del so ldato e le lcllcre alfabetic he assegnale a ciascuna compa!,'llia. c) Riparazione del vestiario - Tutte le piccole riparaz io ni e rano eseguite dal soldato s tesso, o da un dipendente della compagnia, sotto la direzione de l caporale foriere. I capitani avevano il compito di vigilare aflìnché Lutto il vestia rio fosse mantenuto sempre in buo no s tato e no n si tralasciasse mai la più piccola riparazione, per evitare che il ritardo, ne ll'eseg uirla, danneggiasse irrcparahilmcnte l'indumento. Qualora «l'accomodatura» del vestiario di un so lda to no n potesse essere eseguita sotto la direz io ne del caporale fori ere, pe r la manc an za del necessari o in magazzino , si sarchhc condono il so ldato ne lla casa de l ca pitano del vestiario, e questi avrebbe consegnato di persona l'oc corre nte al capo sa1to. L e de tte riparazioni erano pagale con i fo ndi de lla «massa di compag nia>>. li ves ti ari o ormai usuralo e da sostituirsi, no n doveva rimanere al so ldato ma doveva e ssere utilizzato per le riparazioni . Ncll c riparazioni generali si riservavano otto abiti vecchi , per ogni compag ni a, a favore de i soldat i di guardia da utilizzare durante l'inverno o ne i g io rni di cattivo tempo . Questi ahili e rano scelti l.ra i me no buoni di qua lità, ma dovevano, comunque, essere 1m111le11uli i11 maniera decente e senza strappi. Le riparaz ioni dell 'equipaggio e di hardatura d i poco conto, andava no a carico de l so ldato; per quelle più cosp icue era incaricato un aiutante del reggi mento, o de lla guarnigione, c he rosse del mesti ere. Con questi veni va stipulalo, in precedenza, un regolare contratto lavorativo. Il ve stiaii o degli uomini , che sare bbero partiti in congedo, era ispezionalo alla parte nza cd al ritorno di essi. Ogni danno agli indumenti procuralo dall a neg ligenza del soldato era a carico del soldato ste sso. d) Armamento - Le a1111i da sostituire erano forn iLe dagli arsenali . I ,e 1iparazioni erano eseguite, all 'inte rno de i corpi , da maestri ai·maio li, e i lavori d i riparazione erano sotto la direzione de l capitano incaricalo de l vesti ario. Nei magazzini de i coq)i vi doveva essere sempre una quantità d i oggetti sufficienti alla manutenz ione e riparazio ne de lle armi per un anno. Tutti g li oggetti di armament o fu ori servizio o guasti pe r l'usura. erano sostituiti con i fondi della «massa generale»; que lli dann eggiati per negligenza, o andati perduti, erano sos tituiti direttame nte dai sollo ufficiali e dai solda 1i . Ogni fu c ile, bajonetla e sciahola veni va marcato con la lettera alfabetica della compag nia e con un numero che indic ava il soldato a cui erano stati da ti in dotazio ne. Le armi di coloro che non appartenevano più a ll a co mpagnia venivano passate ai nuovi com pone nti. e) Massa di hianchc ria e calza tura - La spese di bianc heria e calzature erano a carico dei soldati: venivano pagate con una tratte nuta sull o stipe ndio che andava dai 5 agli I I centesimi. Questo fondo e ra destinato alla rorn ilura del «piccolo equipaggio» de lla reclu ta, costituito da scarpe, calze, camicie, cravattini, fa:1.1.ole1ti , ecc .... I Capitani avevano l'incarico di scegliere e comprare cuoio e te la per l;i fa hhrica7.ion~ rli tali oggetti . li cuo io, per le suole. dove.va
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essere di prima qualità; il tessuto per le camicie era la canapa. I diversi generi di biancheria, calzatura, o «piccolo c4uipaggio», erano creati sulle misure prescritte dai regolamenti. Venivano prese le misure a ciascun uomo per gli stivaletti e le scarpe. Lo srnnto della hiancheria e calzatura ven iva effettuato quattro volte all'anno: il I O gen naio, il I O apri le, il l O luglio, il l O ottobre. f) Massa di vitto ordinario - La «massa di vitto ordinario» era composta da quindici centesimi a soldato per ogni giornata «di stazione e di rotta», da pagarsi ai soli «presenti sotto le armi », cioè effettivamente in servizio. Gli uomini che accompagnavano le reclute, e 4uelli distaccati in reclutazionc, ricevevano dieci centesimi; i «figl i di truppa» solo cinque centesimi . Sotto questa voce rientravano le tre once di pane bianco spese per la zuppa di ciascun soldato, per la mezza libbra di carne e per i legumi. l capitani stipulavano dei contratti per la fornitura del pane per la zuppa. Avevano la facoltà di far lo stesso per la carne, contrattando con i macellai o gli appaltatori, o facendo macellare i buoi per conto proprio. Quando ci si stabiliva in una città si potevano imporTe dei diritti sopra il bestiame o sopra la carne; la trnppa avrebbe pagato come pagavano gli abitanti. Qualora le compagnie si fossero trovate sul piede di gucTTa, sa rebbe stata fatta una trattenuta di quindici centesimi sulla «massa del villo ordinario». La somma che costin1iva il «v itto ordinario» era pagata ai soldati anticipatamente ogni quindici giorni.
II.9 li matrimonio dei militari Anche in occasione del loro matrimonio i soldati dovevano rispettare delle regole severe. Infatti, nessun militare dell'armata di terra o di mare, di qualsias i grado, avrebbe potuto sposarsi senza chiedere cd ottenere prima il permesso. 74 La richiesta per ollcncre tale permesso doveva essere accompagnata da un certificato del curato e da uno del sindaco del comune di appartenenza della donna. Tali certificati dovevano assicurare l'onesta condotta dell a sposa. La dote della donna era così fissata: per un soldato, caporale, sergente o aiutante sollo Ufficiale, essa constava di un «decente corredo», accompagnato, pa1ticolare importante, dell'attitudine «all'industria ed al travaglio»; per un sono Tenente o Tenente era di ducati 1.000; per un Capitano di ducati 2.000; per un Capo di Battaglio ne o Squadrone di ducati 3.000; per un Colonnello di ducati 4.000; per un Generale di ducati 6.000. Tali doti potevano essere ridotte alla metà qualora la sposa fosse stata lìglia di militare. La somma stabilita per gli Uflìciali doveva essere costituita da beni immobili o in numerario riducibi le in immobili. Gli Intendenti, sotto Intendenti ed il consiglio di anuni nistrazionc del reggimento si sarebbero assicurati dell'esistenza e del valore delle doti delle donne che andavano in spose ai militari sino al
74 Dec reto del I O dicembre 1808.
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grado di Colonnell o. TI Ministro della Guerra era invece incaricato di valutare la dote delle future mogli dei Generali. Per quanto riguarda il pe rmesso di matrimonio, il consiglio di ammini strazione del reggimento lo avrebbe rilasciato ai soldati e sotto Uffic iali , il Ministro de lla Guerra agli Ufficiali fino al grado di Capitano, il Re ai g radi superiori. In ogni reggimento, il numero dei soldati e sotto Ufficiali ammogliati non avrebbe dovuto oltrepassare la ventesima parte de l totale degli uomini . Non erano però compresi, in questa percentuale, i soldati volontari. Allorché i mili tari si fossero trovati in paesi esteri al seguito dell'armata di terra o di mare, gli ùltendenti, i sotto Inte ndenti ed i Commissari di marina, avrchhcro fatto le veci degli Ufficiali dello stato civile pe r autorizzare i matrimoni. Il decreto del 23 novcmhrc 18 1O vietava però a qualunque Ispettore o sotto Ispettore delle Riviste, per le armate di terra, cd a 4ualun4uc Commissario di Marina, pe r quelle di mare, di autori zzare tali matrimoni all'estero, qualora non veni sse presenta lo un permesso legale. In caso contrario, la pena sarebbe stata di sei mesi d'arresto ed il blocco della caITiera per due anni. I ,e pene per i trasgressori erano così aiticolate: 75 il so ldato che aveva contravvenuto a ll a regola sarchhc stato messo all a coda del reggimento e punito con sci mesi di detenzione in carcere e con due anni di aumento de l serviz io; il sotto Ufficiale sarehbc stato ahbassato di grado, avre bbe scontato sei mesi di prigionia e servito per due anni in qualità di soldato semplice prima di poter riprendere la caniera ordinaria. L'Ufficiale sarebbe stato anch'egli posto agli mTesti per un periodo di due mesi , oltre a subire il blocco della carriera per due anni . La moglie ed i figli avrebbe ro perso ogni diritto a lla pensione. Qualora alla contravvenzione si fosse unita la «condizione disonesta» della do nna sposata, l'Ufficiale, di qualunque grado, sarebbe stato licenziato. T,'Ufficiale dello stato civile, il quale, non ignorando le condizioni del conLracnlc, avesse cclchrato il matrim onio sen7.a le debite licenze, o che avesse trascurato di allegarle all'atto di matrimonio, sarebbe stato destitui to dal suo inca1ico. 76 Cìli U rlic iali dello stato civile dovevano esigere, in caso di dubbio, una dichiarazione da testimoni che intervenivano all 'alto. Le persone, che avessero falla una fal sa dichiarazione, avrebbe ro pagato una multa dai I O ai 50 ducati. Se il matrimonio non era vietato al coscri tto lo era, invece, per il refrattario. Q uesta condizione, però, aveva creato non pochi equi voci: .... la spiega ne lla medesima contenuta di dovers' impedire per que' Coscritti, che si fo ssero rend uli Rcfrallarj ha ricevuta una varia, e non costante interpretazione, la quale ha prodotto, e produce ne ll a contrazione de' Matrimoni degl'inviluppi, c he non ne favo riscono la facilità, e la speditezza. La parola Refrattario presa ne l suo senso letterale, ed a termini del Real Decreto dc' 13 Fcbbrajo 1809
75 Ibidem 76 Dec reio de l 25 gennaio 18 1 I
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è applicabile a que' coscritti, c he allo spirare del termine fi ssato per la riunio ne del contingente del loro Cantone non si sono presentati. Ma il Decreto istesso presc ri ve, che debbono essere dichiarati tali dall 'Inte ndente della Prov incia, previa la I J in iscri llo del Comandante Mi litare: e questa determinazione è conforme ai principj Legali, perciocchè ad esser dichiarato servo della pena non basta il commettere un delitto; ma è necessaria l'autorità del Magistrato, che ne dichiari la Colpa. Qualora il Refrattario mentovato ne ll a lettera di V.E. de' 28 Febbrajo 18 14 sia quello definito dal c itato Real Decreto de' 13 Fcbbrajo 1809, Ella he n vede, che nessun Matrimo ni o di Coscri lli 1imarrà impedito, mentre non si è mai proceduto all a d ichiarazione tk' Rcfrattarj per alcuna delle leve fin quì falle sin dal l'epoca de' 4 Uennaio l 8 1O allorchè vennero fi ssate le basi della Coscrizione. Se poi per refrallario V.E. ha vo luto intendere que' Coscri tti indi cati nell'Articolo V del Real Decreto de' 24 Dicembre 18 13; cioè quelli dc' quali il numero di sorteggio è anteriore all'ultimo chiamalo nel le leve antecedenti, io la prego compiacersi dichiararlo per la inte lligenza mia al l'occasione del Matrimonio, che s i contrae in questa Municipalità di alcun i giovani compresi in diverse classi de lla Coscrizione, e per la uniformità del Regolamento di tutte le dodici Municipalità de' Q ua1tieri. Ma quando tale sia la intelli genza Ella potrà rimaner pers uasa. che molto pochi saranno i Matrimoni degli Uomini, che si trovano nell'età al di sotto degli anni 27, mentre sa pur troppo, che nel rnccoglimcnto de' Coscritti del le leve, c he hanno avuto luogo <lai 18 1O in qua han quasi sempre arrivato a m a rciare g li ultimi numeri della Classe. takhè lull' i numeri inferiori, allora non rinvenuti, sarebbero Refratlarj ....(Napoli 17 maggio 18 14 - l'eletto del q uart iere S. I ,orenzo all'lntendcnlc di Napoli).77 ... per ovviare a qualunque altra di sputa in avvenire ho disposto c he li s' invii una nota de' Refrattarj di ciascheduno quartiere, cd in conseguenza nessun Elello può devenire alla celebrazione delle nozze so ltanto di costoro. Egli in oltre nel caso che alcunj di essi si presenterà deve prender conto del suo domicilio, prolessionc, e tutt'altro può condurre a l suo fac ile reperimento, e ne terrà avve1t ito il Commissario del Quartiere per l'arresto del Refrattario. Per i giovani poi d i anni 19 compiti a 25 terminati i Sig.ri Elclli possono procedere alla celebrazione delle nozze, con avvertire le spose che vanno a congi ungers i con un uomo che può essere chiamato al servizio del l'armata e manderanno un notamento di questi giovani sposi a Commissari de' quartieri della nascita de' medes imi, affinché da coloro si conoscesse se fossero numeri intem1edi, in tal nntamento s'indicherà il luogo del domicilio, e tulle qucll'altre noti zie per poter essere ricercali dalla Poli zia ... (Napoli 25 maggio 18 14 - I ,' Intendente di Napoli al sindaco della c ittà)_78
Il.IO GJi animali nell'esercito Indispensahilc per un esercito, erano g li aniniali : i cavalli per la cavalle ria e le mul e per il treno. Ma, come p er gli uomini, anche il reperire animali e ra impresa non facile.
77 ASN, Jnt. Napoli, f. 5506 78 lhidcm
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Il Ministro della Guerra, con ci rcolare del I O luglio 18 12 79, rendeva nolo che con decreto del 22 maggio de llo stesso anno, era slala ordina la una leva di mille
cavalli destinati a l servizio della cavalleria. Il 25 g iugno una regia disposiz ione aveva portalo, poi, il numero a 1.600 tra cavalli e mule. Infine, il 27 giugno, furono date direttive agli Intendenti con l'indicazione per c iascuno di essi, de l "contingente - animale" che doveva fornire ogni provincia consistente in 1/3 di mule e 2/3 di cavall i. fl termine entro c ui consegnare gli animali fu lìssalo a 40 giorni dall'arri vo della circolare, quindi per la mclà di agosto 1812. Dalle corrispondenze deg li lntcndcnli col Ministero, si rileva invece, c he, ne l mese di agoslo del 18 13, mancavano, al computo finale, ancora 26 cavalli e 12 mulc_80 I «cons igli di ricezione)), incaricali di verificare il numero e la qualità degli an imali rornili, dovevano essere formati dall'Intende nte, da un Consigliere e da un Uffic iale. Nella su citata circolare il Minislro poneva l'accento su più punti: il treno non doveva servirsi di muli bensì di mule; un terzo del contingente de lla provincia non era di 600 mule, ma cli 530 cosicché il treno av rebbe potuto avere 70 cavalli a co mpimento dei 600 animali ; le mul e dovevano misurare almeno 4 piedi e 6 pollic i ed essere d i e tà compresa tra i 3 ed i 4 anni; al momento de lla «ricezione)>, g li animali dovevano essere marcati con l'indicuzio ne del corpo cui apparlcncvano; lo stato generale delle ricezioni doveva essere redatto in lriplice copia; g li Intendenti dovevuno, infine, provvedere ag li alloggi degli animuli nel capoluogo de lla provincia. l Commissari di Clucrra av rebbe ro invece somministrato i foraggi a partire dal primo giorno della ricezio ne.8 1 Da una lettera di Riase Zurlo, Inte ndenle del Molise. datala 5 luglio 1812, 82 veniamo a conoscenza del me todo adoperalo per la requi sizione delle bestie: affinché questa indispensabile misura risultasse me no gravosa ai sudditi , S. M . uvevu stabilito che il contingente di animali c he ciasc una provinc ia era tenuta a procurare fosse ugualmente ripartilo tra i comu ni i quali ne avrebbero fatto l'acquisto con i propri fondi . G li amministratori comuna li avre bbero avuto a disposizione il de naro ava nzato sui ri spetti vi budgels, i fondi delle spese im previste non ancora e rogali, cd i fondi pe r le spese straord inari e qua lora coi primi non si riuscisse a pagare intera me nte la spesa. Era importante riscontrare, in ogni anima le, tutte le caratteri stiche previste dalla legge a ftinc hé ri sultasse idoneo . Q ueste operazioni di selezione dovevano aver luogo e ntro otto giorni . Il dec imo giorno l'anima le doveva essere presenlato a l consiglio di ricez ione del Capoluogo. Aflìnc hé si e li minasse qual siasi possibilità di e quivoco, e si ev itasse un 1itardo nell'uhbidi re agli ordini di S. M ., l'Inte nde nte Zurlo dava de lle precise istru zioni sull a riunione dei fo ndi (per l' acqui slo degli anim a li, per i foraggi da somministrarsi fino a l giorno dell u ri cezione, per la paga delle
79 ASN , Interni , f. 67'!, 80 Ibide m. Corrispondenze varie
81 C ircolare sopra citata de l I" lug lio 18 12 82 ASN, Interni , f . 673
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rcrsone incari cate dell a ricerca degli anima li anche fuori rrovinc ia), e s ul le respo nsa bilità . 81 L 'articolo IV, ùi de tte istruzioni, riportava le condizioni richieste per l'ammi ssio ne di ogni cavallo o mula: I cavalli dov ranno avere l'età d i quaUro anni compiti, ad otto non terminati; la loro statura sarà da qu attro piedi e 7 pollici (cinque palmi e sette once) a quattro piedi, otto pollici e mezzo ( cinque palmi, e ott'once e mezza) della nostra rrùsura ordinaria. L'età delle Mule ( non mai de' Mul i, che le is truzioni vietano di riceversi pel tre no) sarà .la stessa ch'è fissala pci Cavalli, ma potrà per esse so lamente tollerarsi anche quella di tre anni compiti. La loro statura dovrà essere di quattro piedi, e 7 pollici (cinq ue palmi, e sette once) a quattro piedi e dieci pollici (cinque palmi, once undici, ed una quarta). Saranno i delli animali a crini interi , netti , esenti da ogni vizio redibitorio (cioè, che possa rinnovarsi dopo la guarigione) fu ori de' pericoli della castrazione, quante volte fossero castrati, e non saranno ammesse nè le Giumente, nè i Mul i, come si è detto sopra. I difetti qui sotto enunciati saranno de' motivi sufficienti al ri fiu to. Questi difolli sono l'esser ciechi , l'aver le glandole de lle mascelle enfiate. di colare dalle naric i, di avere le unghie piene, ed informellate, i fianchi raccorciati, le ga mbe lunghe e fuori proporzione, di essere inarcati, deho li nei gi nocchi, di avere alle gambe le gallette di sang ue, vesciconi, sopra ossa, e rape, di essere manc ini, e bovini, di tagliarsi per dile tto di costruzione, di avere allacc iature di vene, di aver sofferto riprensioni, e d i essere holsi. Tutt' i Cavalli in generalc uevono essere tanto lunghi qua.nto alti prendendo per mi sura <lalla punta de lle spal le a que ll a de.Ile chiappe e dal colmo delle spalle al suolo. Essi dovranno essere aperti tanto s ul davanti, che sul di d icLro, gli avambracci, ossiano g rosso le, e le brache ben carnose; dovrà essere il Cavall o largo cl.i schiena, e che non abbia la pupi Ilari a; le gamhe d'avanti dovranno essere postale perpendicolarmente, ed allineate dal cubito alla giun tura del piede. Lo stinco del di dietro dovrà essere pure situalo perpendicolarmente, e l'animale non dovrà avere i pierli pastorati: questi devono essere ben fatti, e di huona natura. Il co llo sa rà senza lacerto; la testa dovrà essere ben situata, ed il dorso be n unito alla groppa. Ecco quanto basta per conoscere le qualità onde dev'essere fornito un Cavallo, o Mulo per dic hiararsi ammissibile. Quali fu rono, ne l Regno, le risposte alla requisizione degli anima li? L'Intendente di Terra di Lavoro, con una lettera de l 4 lug lio 18 12, do mandava al Ministro dell'Jnte rno a carico d i chi dovesse andare la spesa dell a c us todia , della fe rratura e di tutto ciò che po tesse occorrere agli animali dal mo mento della ricezio ne lino al trasporto di essi al corpo d'armata a c ui erano stati destinati. In fatti nelle su citate istruz ioni del Minis tro de lla G uerra non si parl ava di c iò .84 A II ' Inte nde nte fu risposto che tulle le spese affrontate fino alla consegna degli anima li alla compagnia, sarebbero state a carico dei comuni, eccello che pe r la ferratura che sare bbe invece stata a carico del dipartime nto della G ue rra. 85
R:~ Istruzioni contenute nel la lettera sopracitata del 5 luglio 1812 84 ASN. Intern i, f. 673 85 Jhi dcrn . T.c ttera senza data e m itte nte
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Accadeva spesso, per<\ che gli animali erano regolarmente inviali a l corpo secondo i tempi previsti, ma che gli Ufficiali di rimonta non si trovassero ancora ne l luogo di ricezione. ln tal caso gli Intende nti erano costretti a rinviarli indietro per non aggravare le spese aj cornuni.86 L'Intendente di Terra di Lavoro face va anche le seguenti osservazioni : in quella provincia non c'erano mule per fornire il contingente di 60 animali , come era stato stabilito; i cava.lii che possedevano le qualità richieste avevano suhìto un'alterazione di prezzo; infine i vari comuni, mancando di avanzi e di risorse sulle spese impreviste, si trovarono nella necessità di ricorrere a de lle somme al <li fuori del budget. L' Intendente chiese anche di poter supplire alla manc,tnza delle mule con i cavalli, ma ciò non gl i fu accordato. 87 La stessa autorizzazione era stata chiesta dall'Intende nte di Capitanala, con una lettera de l 3 luglio dello stesso anno, con la quale faceva notare che le mule mancavano in quella provincia, perché se ne faceva uso solo nella zona del Oargano. Inoltre in una lettera successiva datata 18 luglio, riferiva che <lei 40 cavalli e de lle IO mule presentati, solo una mula era stata accettata come idonea. Le qualità richieste non si trovavano facilmente negli animali. Chiedeva quindi, <li essere meno rigorosi nella statura e nell'età degli animali 88 . In Calabria Citra si e ra in vece nell'impossibilità ili fornire gli animali perché il feno me no del I3rigantaggio aveva decimalo le mandrie 89 . I requi siti richiesti rendevano difficile la compera. A Napoli mancavano, per esempio, le mule dell'e tà di 3 anni compiuti, e l'Intendente comunkava al Ministro degli Interni, l'occasione di averne 50 be llissime, ad un prezzo conveniente, ma de ll'età di 30 mes i circa 90 . Il 9 gennaio de l 1813, la requisiz ione non era stata ancora completata. L'Intendente di Napoli, a cui erano affidate anche altre province, elencava al Ministro dell 'Interno i problemi che avevano rallentalo le operazioni: il ritardo nella consegna degli an imali per la mancanza di fondi; gli Intendenti di Terra d'Otranto, C hieti e Capitanata non avevano ancora spedito le somme necessarie all'acquisto del bestiame; a Teramo il fornitore attendeva la scadenza delle cambiali ; a Ilari s'ignorava chi fosse l'incaricato della ricezione e in Calabria Ultra il corpo a cui questi animali erano destinati ; infine, in l 'erra d'Otranto erano sì stati consegnati 22 cavalli a credito, ma non era stato versalo un solo centesimo a l fornitore 91 .
86 7 lug lio 1812: a Bari era accaduto che lino al giorno 6, erano stati riuniti 22 animali; ma poiché l'Ufficial e non era ancora gi unto, l'lnl.e ndeale aveva dec iso di scegliere egli slcsso, tra detti animali , quelli che avevano le qual ità richiesle, e rimandare gli altri indielro per diminuire le spese imposte ai comuni pe r il manlenimenlo delle bcslic. lhidt:111 87 Ibidem. Letlera dell '8 luglio 1812 88 Ibidem 89 Ibidem. Lettera del 3 e del 7 lug lio 1812 9o Ibidem 9 1 Ibid e m
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Capitolo lii: Le esenzioni
III.I Le classi soggette all'esenzione I ,a casisti ca delle esenzioni presenta un quadro molto vario. Poiché le norme erano s tate stabilite con criteri log ic i, all' in terno di questa casistica poteva rie ntrare un a larga fetta della popolazione. Ciò no nostante, i rimanenti g iovani, soggetti all a leva perché ritenuti idonei, facevano di tutto per evitare di prestare il servizio militare. Le principali classi soggette aJJ 'esenz ione erano e lencate nelle istruzioni del 22 marzo 18 ]0 92. Si legge, nell'arti colo 2, che non potevano essere soggetti alla coscriz ione tutti gli impiegati incaricati della loro mansio ne con decreto reg io. Furono poi presi in considerazione casi s pecific i: gli individui , pe r esempio, in età di coscrizione, c he erano impiegati nella «Rcgìa delle s ussistenze», pagando una cauz.ione, avrebbero ottenuto l'esenzione. 93 Una decisione ministeria le del 20 magg io 18 12 , s tahilì pcrù che da a llora no n si sarebbero dovute più ammettere al servizio della Regìa persone soggette , per età, all a coscri zione.94 Esentati erano anche i g iovan i addetti alla «fabbrica di po lvere» nel Real Stabi limento di Gioacchino poli, con l'ohhligo pcrù di rima nervi a lavorare per a lme no dieci anni.95 Uno stabilimento mol to importante per l'economia militare del Regno, era que llo de ll a fond eria della M ong iana: chi vi lavorava era esentalo sì, ma con l' o hhligo di prestare di eci anni di serv izio consecutivi.% I « maestri di posta» ùcl Regno, data l'importanza del loro operato a favore de l servizio pubblico, avevano l'esonero per Lutto il tempo <ld loro servizio.97 Tuttavia il 4 g iugno 18 13 si s tabilì che nessuno potesse essere nominalo «maestro di posta» se non fosse stato di età maggiore, ed emancipato di fa tto e di legge, o se fosse stato compreso ne lle liste d i coscri zione. Qualora un indi vid uo inseri to o da inserirsi nell e lis te fosse stato nominato « maestro di posta». sarebbe comunque stato invialo all'armata se il suo numero veniva so1teggia to . Anche gli allievi della scuo la di di segno, c he tanto il R e aveva a c uore, godevano di determinati bene fi ci. 11 sovrano concesse, il 12 ottobre 18 1O, una sospe nsione di due mesi, a partire dal 27 dicembre, de ll 'esecuzione della legge di coscri zione per questi a llievi. 9 8
92 ASN, lnt. Napol i, f. 5408 - Interni, f. 673 93 D ecreto del 20 g iugno 18 1 I 94 ASN, Int. Napoli , f. 5458 95 De<.:rdodcl 17 luglìo 18 10 96 Oecreto del 2 gi ug no 18 11
97 Oecreto del 2 febbraio 18 11 98 ASN, lnt. Napoli , r. 5433. Da una lellcra del Minis tro degli Interni all'Intendente di Napo li datata 5 gennaio 18 11
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Fu inoltre stabilita una commissione composta da c inque maestri di Cappella o professori di musica no minati dal Ministro de ll'Interno, incaricata di valutare le doti artistiche e le capacità di eventua li music isti che aspiravano all 'esenzione: impedire a giovani tal enti di completare la propria istruzione e f"orrnazionc professionale sarebbe stato un grosso danno per il Conservato1io di Napo li. Questo Giury avrebbe dovuto riunirsi quattro mesi prima di ciascun sorteggio. Sare bbero, inoltre, rimasti in vigore gli anti chi regolamenti sulle licenze da esigersi dai comandanti de i corpi e dagli impre nditori di Teatro nell'ammettere ne ll e proprie compagnie cli musica gli alunni del Real Collegio.99 Nelle classi degli esentati erano compresi g li ammogliati prima del giorno della pubblicazione cie l Real Decreto del 4 gennaio 18 10; i vedov i con fig li ; i chierici c he avessero ottenuti tutti e quatlro gl i ordini minori prima de l Real Decreto de l 7 mar7.o 1809; i figli uni ci. A proposito dell'ultimo punto, diverse erano le vari anti. L'Inte ndente di Basilicata, ad esempio, chiedeva, a nome del Sig. Giovanni dc Cesare di Maratea, l'esen7.ione del figlio primogenito E ma nuele dal prestare servizio militare dovendosi considerare come unico, poiché l'altro figli o, Francescanto nio. era talmente stupido da poter essere ritenuto inabile ad og ni a tti vità (Potenza 6 novembre 1810) IOO. Al centrn dell'allenz ione furo no anche gli t,·spositi. La circolare del 2 maggio 18 1O n° I03 del Ministro de lla Guerra, prescriveva c he gli J.::spositi, legalmente adottati prima della pubblicazione del decreto della coscriz ione, nel caso in cui non vi fossero stati altri fig li nelle famiglie adottive, dovessero essere considerati come uni ci. La condi zione ri chi esta dell'adozione legale faceva tuttavia nascere dubbi a causa dell'antico costume ancora la rgame nt e in uso: senza alcun atto legale si prendeva in custodia un bimbo dal I' orfanolrolìo dichiarando scmpliccrncntc alle autori tà di volerl o e du care. Questo bastava per considerarli figli adottivi, soprattutto nelle famiglie povere, dove no n vi era successione. Ora il duhhio nasceva intorno all'eventua lità cli appl icare o meno la disposizione s ul l'esenzione degli Espositi anche a coloro che era no stati adottati in mani era irregolare, senza documenti che lo alleslasscro. 10 1 In una sessione del Consig lio cli Stato del 30 novembre 18 1O si dihattè s ul dubbio, proposto dal Ministro de lla Guerra, ai f-ini de lla coscrizione, se potessero considerarsi figli uni ci que i g iovani c he , senza rratc lli, avessero avuto solo sorelle. La quest ione fu subito ri solta: poiché la cond izione di « uni cità» doveva esser considerata in relazione ad altri che potessero egualmente essere soggetti alla coscriz io ne, il dubbio non aveva modo d_i essere 102 . Sono, inoltre, da notare le numerose suppliche pe r esentare un figlio rimasto unico sostegno della fa mig lia. La richiesta era sempre aJTicchi ta da una descri-
99 Dec reto del 4 fe bbraio 18 1I 100 ASN. Interni. f. 673 IOI ASN , lnt. Napoli.f. 54 11. Da una lettera del Consig lio di Reclut azione al Direllore de lle Riviste d el 28 lug lio 18 l O I 02 Leggi e Decreti
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zione analitica della situazione socio-economica familiare, con l'intento di intenerire il cuore delle autorità competenti. Si enumeravano le vicissitudini personali: la morte del capofami glia, l'avanzata età dei genito,i, il dramma di una madre vedova con a carico più fig li di tenera etìi, la desolazione di un padre ormai dipendente dal fi glio moralmente e materialme nte. Queste supplic he spesso si esaudivano accordando ai giovani interessati la coda del deposito, con la speranza c he questa non fosse, però, chiamala a prestare servizio effettivo. La vedova Nunzia Candita, dete nuta nel Consiglio di Rcclutazione per non aver presentato il figlio Sahalo coscritto, implorava l'esonero di quello «pe rché colla sua industria di canrléu-o presta alimentazione alla madre, ad un fratello e una sorella minorenni». 11 Prefetto, come previsto dalla legge, interrogò undici testimoni, dei quali quattro confermarono la situazione disperata prospe ttata dalla signora, gli altri risposero in maniera equivoca. Si scoprì poi che la vedova Nunzia riceveva dell e entrnte anche dal padre con cui coabitava, e traeva anche profitto dall'attività di sarta della figlia . IOJ Anche gli allievi delle diverse scuole cd istituti Politecnici Militari e Topografici, ammessi tino al giorno 31 dicembre 1809, godevano del be neficio del l'esenzione. Se, terminati g li studi , fossero stati nomùiati impiegati del Govern o, il loro diritto ali' esenzione si sarchhc protratto; in caso contrari o, sarehbero stati obbligati a partire nella pri ma leva come se fossero stati sorteggiati per primi. Quegli individui delle leve de l 1807 e 1809 che avevano fornito il rimpiazzo autorizzati dal Consig lio di Rcclutazione e dal Direttore Generale delle Riviste, erano esentati per le leve successive. Seg uivano gli impiegali nella corrispondenza telegrafica assunti e regolarmente stipendiati sino al 3 1 dicembre 1809.
111.2 I comuni marittimi Ampi i criteri di esenzione per gli abitanti dei comuni marittimi. Va specificalo che la legge considerava "ma,ittimi" non esclusivamente quei comuni posti sul litorale, ma anche tulle le cittadine dette " mediterranee" appartenen ti alla provincia di Napoli: Pianura, Soccavo, Rarra, Ponticelli, Marano. S. Anastasia, e tutte le altre dei di stretti di Napoli, Pozzuoli e Castellammare, restando escluso il solo di stretto di Casoria. Di tali comuni, esentando i «Calafati, Funari, Canapa ri, Foratori, Ferrari, Segatori di lungo, Mastri d 'Asc ia, Bottai, Bossercllari e Carrucolari» e tanti altri che fingevano di essere alunni di tali arti, non restavano che i soli possidenti e gli agricoltori sui quali pesava maggiormente l'obbligo della coscrizione. Per cui, se il contingente del Regno era cal colato sulla popolazione in toto, in dette province ricadeva su appena il 50% di
I03 ASN . lnl. Napoli, f. 5397. Da una lelte ra del Prefetto di Polizia all ' Inte nde nt e di Napoli del 'l I dic,'. rnhrc. 181 O
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essa, vista !'alla percentuale di esenz ioni. Ri sultava pertanto particolarmente gravosa. li numero di coscritti, s uggeriva l'Intendente di Napoli, si sarebbe dovuto dec idere in rapporto ag li indi vidui effettivame nte di sponibili e non esentati , non in hasc a ll a popolaz ione g lobale. 104 L'operazione di coscrizione ne i comu ni marittimi fu caratte1i zzata da numerosissime frodi o tentativi di frode. L'Intendente di Napoli po neva proprio questo problema al Ministro del la G uerra in una s ua lc ltcra del 14 rchhraio 18 12: Nell a Capitale, composta per la maggior parte di marin ai ed arti sti addetti all'Ascriz ione marittima, si scorge più che altrove c he gl'individu i taccio no sin c he non son chi amati al servi zio dell'armata, e s ubitocchè hanno un qualche sospello vanno ad ascriversi al Burò delle Classi. Al tri poi di lull' altro mcslicn.: sono ricevuti poi in qualità di alunni, e si sottraggono così alle ri cerche onde fossero addetti al servizio mil itare .....Mi fo adunque un dovere di proporre a V. E. alcune mie idee ..... I chc giusta gli ordini altrc vollc dati nè i Sindaci marillimi, nè il Burò dcllc classi ammetta alcun o individuo all'ascri zione, senza certifi cato legale della Mun ic ipalità comunale, e del Parroco comprovante che il mestiere di colui che vuole ascriversi è uno cli quell'acldetti all'ascri zio ne marillirna. 2° che quc' giovani appartenenti a mestieri. cd arti marittime che al sedicesimo anno. cpoca in cui la lcggc li chiama all'ascriz ione, non si sono fr-tlli ascrivere al Burò delle Classi perdono ogni diritto per l'ascrizione e restino addetti alla cosc ri zione mi li tare, come col.oro che disobedienti alla legge dell'ascrizione si sono spogliati da loro stessi di tale di ritto. 3° che dovendo i giovani di 16 anni essere ascritti mmittimi, l'alunnato debba prevedere quest' età altrimenti facendo si opporrehhe alla legge. 4° finalmente prescrivere a tutti gli ascritti marittimi nel modo di sopra indicato che allora quando si fa nno i sorteggi delle coscriz ioni nelle comuni si rechino per loro stcss i, o pcr mezzo dc' loro congiunti avanti alla Commissione cd esibiscano alla medesima le pruove legali di essere ascritti marittimi. 105 O
111.3 l fratelli dei militari Esistevano possibilità di esenzione anche pe r i frate lli dei mi litari . L'esenz io ne asso luta era concessa ai fratelli dei Veli ti e delle Guardie d'Onore. U na tale ese nzio ne co mpo1tava però un aggravio a lle classi più indigenti dei cittadini perché su esse finiva per gravitare maggiormente la legge di coscrizione dal momento che questi giovani esentati, per avere fratelli arruolati nei due corpi scelti dei Veliti e de lle Guardie d ' Onore, dovevano appartenere ad un ceto sociale medio-a lto. L' ingiustizia era palese, pe r cui con decreto de l 27 febbrai o 18 11 fo stabilito che g li stessi individui avrebbero goduto solo della coda del deposito e non dell'esenzione, come coloro c he avevano un fratello g ià
10 4 lvi, r. 5433. Lettera inv iata al Ministro degli Intern i il 6 agosto 181 1 IO'i lv i, f. 54 78
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in servizio in uno dei corpi dell 'armata. L'esenzione assoluta ru prevista unicamente per quelli che avessero avuto due fratelli in serviz io, uno dei quali o ne i Vel iti o nelle Guardie d'Onore. Avendo il Ministro dell a Guerra chiesto di estendere questo beneficio anc he a i fratelli degli Ufficiali di Sanità, il Consig lio di Stato così deliberò nella sessione del 22 aprile 1814: considerando che gli llfficiali di Sanità brevettati cd attaccati ad un Corpo dell'armata sono distinti ne' corpi con un grado militare, che dividono co' militari i pericoli della guerra e che non possono come quell i abbandonare il servizio senza un congedo fonnale; considerando che la legge concede a' fratelli de' militari in caso di coscrizione il privilegio di essere messi alla coda de l Deposito ad oggetto di non lasciare le loro famiglie desolate e senza amministrazione in danno della società; considerando che quest i medesi mi motivi concotTono ne' coscritti fratelli degli Ufficia li cli Sanità brevettali cd in attualità di servi zio ne i corpi militari; è d' avviso che il p1ivilegio suddetto dchha essere esteso anche a' fratelli degli Ufficiali di Sanità brevettati ed in attuai servizio dell'armata. !06 Tutti g li individui esentati dalla coscrizione o messi alla coda del deposito avrehhern perso quel privi legio qualora i fratelli avessero di sertato. Questi g iovani, dopo aver perso il loro privilegio, sarebbero stati sottoposti a l sorteggio col numero bis. Una volta trascorsi i quattro anni di servizio continuo dei fratelli militari, essi erano scio lti da qua lsiasi obbligo. 107 Godevano dell'esenz ione anche i fratelli dei giovani arruolati volontariamente nella Gendarmeria Reale dal I O novembre 1809 sino a l I O maggio 181O. Da questo privilegio erano esclusi però i fratelli di quei g iovan i arruolati ne lla Gendanneria come «rimpiazzanti», ovvero ingaggiati per conto di altri, o di quelli ammessi come reclute di qualche leva anteriore che, per grazia specia le, erano stati destinati a servire ne lla Gendarmeria invece che in un altro corpo dell'armata. TI vantaggio di esser posti al la coda del deposito poteva esser concesso: ad un solo lig lio per famig lia; al primogenito di fratelli orfani (per almeno un totale di tre figli) ; ad un o dei figli <li un padre d i oltre settantun o anni, scelto, di comune accordo, dalla famiglia stessa. Se si trattava di due fratelli gemelli, ed uno di essi fosse stato sorteggiato, l'altro avrebbe potuto domandare di esser situato a ll a fine del deposito, ove avrebbe preso posto tra quelli dei tre casi sopra c itati. Molti i casi particolari. L 'Intendente di Napoli espose al Ministro della Guerra ( 24 agosto 1814), il caso di tre fratelli : il primo era in attività di servi zio, il secondo alla coda del deposito, il terL.O: allorchè fu chiamato a far parte della presente leva produsse nel Consiglio di Reclutazione due en:czioni, la prima riguardava l'avere un fratello soldato, e la seconda cl' essere sostegno della fami gli a, che perciò rielarnava il favore d'esse106
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I07 Decreto del :l gi ugno 18 13.
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re situato alla coda del deposito. TI Consig lio di Reclutazione non potè far dritto alla s ua domanda, trovandosi il di lui fratello maggiore in alluale godimento del beneficio della coda del deposito, che perciò non poteva situarne un altro. tO!ì Da una le ttera del 24 ottohrc 1810 del Direttore Ge nerale a ll'Intendente di Napoli, si evince che, con una circolare del 17 o ttobre I 81 O, il Direttore concesse a nc he ai fratelli de i coscritti morti in adempimento dei loro doveri verso la patria, di passare a lla coda del deposito 109 . C hiunque fosse s tato condannato solennemente ad una pena «afflittiva o infamante», pur avendo già scontato la condanna, non avrebbe fatto parte delle liste di coscri zione. Fu inoltre deciso da S.M. che quegli indi vidui an-uolati per circostanze straordinarie, come i vagabondi , i briganti , g li amnistiati ed i ma lfattori , in avvenire non avrebbero potuto garantire col loro servi z io ai propri frate lli , chiamati a marc iare come coscrilli , il passaggio a lla coda del deposito, a meno c he non si fossero pa11icolarmente di stinti per buona condotta e capac ità, nello spazio d i due anni a lmeno. I IO Ques ti venivano indicali con l' allrihulo di «pe rniciosi>> e per volere della Polizia occorreva appo rre sui documenti la dic itura ammessi straordinariamente dinanz i al loro no minativo. Dift'icoltà di interpre taz io ne, de l succit11to arti colo, nascevano quando colui che era detenuto in carcere, o che marciava per mi s ure di poli zia, era anche chiamato come coscritto. A questo punto andava o no conteggialo nella quota totale dei coscrilli? 111 L 'l11Le11de11le di Napoli, 11011 essendo stato soddisfatto da una ris posta negativa del Direttore inviatagli il 16 ouohrc 18 13, l 12 espose le sue perplessità dirc uamc ntc al Ministro della Polizia Generale con una lettera de l 14 dice mbre 1n: Accade spesso che i coscritti chiamali a marciare per le differenti leve si trovano detenuti per azioni non buone da loro commesse. I regolamenti prescrivono c he costoro dovessero guardare i loro arresti sin che non saran giudicate le loro azioni se siano state ree, o no, e nel caso affermatjvo continueranno a restare in prigione sia chè le pene alle quali furon condannali non sicn terminale; allora possono essere spediti all'armata purché i delitti, e le pene alle quali furono co nda nn ati non l'escludano dal servizio mi I itare g iusta l'art icolo 5 dell'istruz ione de' 22 Mar zo 18 1O. ln tal posizione d i cose si è veduto spesso che mandandosi dc' detenuti all'armala per misure economiche si spediscono ancora i coscritti come per misure di poli zia senza atte ndersi a regolamenti sopracennat i, me ntre per mi su re di po liz ia non ma i i coscri tti si possono inviare a corpi , a
108 ASN, lnt Napoli, f. 5498. J09 lvi, f. 5476. I IO lvi, f. 5466. La decisione di S.M. era del 20 maggio 18 13 ma ru co111unica111 con
circolare del 22 maggio dal Direttore Gen. ai Consigli di Reclutazione. 11 1 lvi, f . 5468. Da una lettera dell ' Inte ndente di Napoli al Direttore ( ìen. del 13 ottohre 1813. 112 Ibidem 11 1 Ibidcm
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mcnocchè non sian rei di furto e solerrnemente condannali da Tribunali, o c he soffrano, o abbian sofferto una pena afll ittiva, cd infamante mentre allora sono dalla coscrizione esentali ed in conseguenza non son più coscritti ; e la circolare de' 28 Aprile 1810 del Sig. Direttore Genera le de lle Riviste confir mando ciò, prescri ve che coloro de' c ittadi ni che per la non buona condotta si stima dalla Polizia inviarsi alle armale debbono ancora y_ucsti spedirsi per mezzo del Consiglio di Recl ulazione, e notarsi sul controllo de lla Provincia con la caratteristica «ammesso cstraordinariamente», li qual i pe rché non cosc,itti non vanno a conto di quota. Or l'invio a l militar servizio de' coscritti scnz'csscrc condannati sole nne mente, e senz'aver scomputala la pena non infamante con la caratteristica di ciò farsi per misure di Polizia, fa perdere al la Provinc ia tanti coscritti che dovrebbero andare a conto di quota, lo c he no n solo reca danno incalcolabile alle famiglie, ed allo Stato ma all'agricoltura, ed alle arti ancora.
Tn una lettera inviata al Ministro della Guen-a il 24 fehbraio 1815, l'intendente continuava a trattare l'argomento: Or duny_ue se le citate istruzioni prescrivono che i condannati sollcnncmcnte a pena afflittiva o infam ante non possono essere mai soldati, la sped izione di coloro che il Uoverno, sciente dc' loro delitti, manda al l'armata, pruova col fatto che questi t11li non sono di quei di cui parla il citato art. J delle istruzion i. Invero la generale espressione «Condannato sollennemmente ad una pena afflitti va od infamante» meritava che fosse megli o dettagliata con più precisi termini. S. E. il Minist ro dell a Giu stizia con la circolare de' 13 Marzo I 813 fissò quali delitti , ed in conseguenza quali pene escludevano dal servizio militare. Eg li stabilì c he i ladri di prol"essionc, cd i condannati per gravi mi sfatti fossero esclusi dal vingolo militare. Passa indi a spiegare quali erano i ladri di prolessione, e defini sce essere tali que' condairnati per fu rto qual recidivi, e y_uei che per la prima volta commettono furti in comitiva armala in campagna, o sulle pubbliche strade, o in comitiva organizzata per rubare ..... Spiegò ne ll a citata circolare l'altra frase «Condannati per gravi mi sfatti» dicendo essere i condannati a pena di morte, a pena perpetua ed i condannati a ferri anche a tempo ... A ltrimenti sarà inevitabile incorrere ne llo strano paradosso che un soldato è onorato verso i suo i commilito11i, pcn.:hé mai ad un infame s i affida la difesa della Patria, la gloria del Sovrano. 114 Erano esclusi dal so11eggio i g iovani g ià inseriti nelle liste come «incapaci di sopportare le fatiche della guemt>>. Coloro i quali avessero tentato cli commettere frodi in materia di esenzione dall'ohhli go della leva sarehhero st.iti costretti a marci are come primi , mentre i complici e g li autori di fals i documenti sarchhc ro stati arrestati e condotti innanzi ai tribunali competenti per ri spondere della colpa commessa.
114 I vi, f. 5460
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Ill.4 Gli inabili ed i riformati per malattia Tutti gli indi vidui dichiarati inabili al servizio militare venivano riportati nelle liste come Incapaci di sopportare le fatiche d ella Guerra, spiegandone la causa. Anche gli scartati per bassa taglia erano inseriti ne lla lista come Riformati per causa di taglia. Una scrupolosa e pruticolareggiata istruzione sulle malattie che, una volta accertate, esentavano i giovaiù che ne erano affetti dal prestare servizio, fu rcdattaùal MinistrodcllaGucrra,Sig.Daurc,il21 mar7.o 1810. 11 5 L'istruzion e era divisa in due capitoli. Il primo di essi elencava le infermità palesi che rendevano un individuo non idoneo al servizio miUt.are; su queste potevano pronunciarsi direttamente i sotto Intendenti o coloro incaricati in loro vece. Le malattie comprese in questo primo capitolo erano: l) La perdita totale della vista. Doveva però essere indicato «l'accidente» o la malallia che aveva causato la cecità. Occorreva, ad esempio, distinguere la gotta serena, la Cataratta, il Glaucoma dalle malattie vere e proprie della cornea. 2) I ,a perdita totale del naso. 3) L'esser Muto o affetto da Afonia permanente, la Sordità completa. Anche per qu este tre patologie si doveva annotare la causa d'origine. Inoltre, se ne doveva comprovare la veridicità. Qualsiasi dubbio sarebbe stato rimesso al Consiglio di Reclutazione della provincia. 4) 1 Cnz.z.i voluminosi cd incurahili che ostacolavano la respirazione. 5) Le Scrofole ulcerate. Si elencavano i segni c he le caratterizzavano. 6) La Tisi polmonare confirrnata : cioè al secondo e al terzo grado. Si doveva avere l'attenzione di descrivere, nel rapporto, i sintomi che si manifestavano. Solo se tali sintomi erano più che evidenti, si sarebbe proceduto all'esenzione totale. Per la Tisi incipiente, cioè al I O grado, per l'Emottisi o sputo di sangue abituale, ovvero al 2° grado, il sotto Intendente avrebbe dovuto accordare solo un congedo provvisorio, al Consiglio di Reclutazione sarebbe spettato il giudizio finale. 7) La perdita del Pene e quella di due Testicoli. 8) La perdita totale di un braccio, o di una gamba, o di un piede, o di una mano. Sarcbhc slata suffici ente anche la perdita della mobilità di uno dei membri suddetti, legalmente comprovata da tre idonei Uflìciali di Sanità del distretto. 9) L'Aneurisma dei principali tronchi arte riosi. 10) La Curvatura delle ossa lun~he, la Rachitide, o Gibbosità ad uno stadio tale da o stacolare, in maniera evidente, l'uso dei membri. 11 ) La Zoppicatura ben marcata dovuta alla ritrazione considerevole e permanente de i Musr:oli flessori, o estensori di un mc mhro, o alla loro paralisi o a un loro stato di rilassamento costante. 12) L'A tro_fia di un me mbro, o il Marasma caratt.e rizzato dai segni di Tisichezza e di colliquazione da spcci licarsi nel rapporto.
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Il secondo capitolo delle istrnzioni riguardava, invece, le infermità o malattie che davano luogo all'invalidità assoluta e relativa. TI giudizio finale spettava al Consiglio di Reclutazione, dopo aver inteso il parere degli Ufficiali di Sanità destinati dal Governo. Tali infermiL1 erano : I ) Le grandi lesioni al Cranio, provenienti da piaghe, da depressioni, o dalla deformazione delle ossa, dalla loro esfoliazione o estrazione. Le conseguenze più comuni di queste lesioni erano: le alterazioni di facoltà intellettuali, Vertigini, Slordimenti, Assopimenti, frequenti dolori di testa, er:r:.. Il rapporto doveva fare menzione dei sintomi accusati dal malato. Poteva capitare però che le lesioni non si palesassero attraverso sintomi particolarmente evidenti e questo rendeva difficile il giudizio. Inoltre, un coscritto poteva fingere la sordità, i dolori, ed anche l'Epilessia pur essendo pe1fettamente sano. Per non dare un giudizio affrettalo era quindi necessario o documentarsi sugli anni di vita passati dell'individuo, o sottoporlo ad un periodo d'osservazione in un ospedale militare. Anche la testimonianza di dieci «onesti cittad ini», non congiunti da legami di parentela coll'i nteressalo, la notorietà della patologia certificata dalle autorità competenti e le testimonianze degli Ufficiali di Sanità, erano dei mcz;,,i per verificare l'eventuale presenza della malattia. Infine, prima di concedere definitivamente l'esenzione, era necessario che questi giovani si presentassero alla visita svariate volte nell 'arco di un periodo più o meno lungo. Infatti tale patologia dava diritto ad un'esenzione temporale perché il più delle volt.e era considerata guaribile. 2) La perdita dell'occhio destro. Questo difetto re ndeva inabili al servizio di soldato di linea, ma non impediva di soddisfare a delle altre l'uni.ioni utili all'armata. 3) Lafìstola lacrimale incurabile, le Oftalmie croniche, le.f].ussionifrequenti degli occhi, come ancora le abituali malattie sia delle palpebre, sia dei condotti lacrimali, gravi al punto da compromettere sensibi lmente la vista. 4) L'indebolimento della facoltà visuale, i difetti permanentj della vista che impedivano di di stinguere gli oggelli a distanza, la Miopia, l'Ambliopia, e la Nittaloplia. Anche i difetti di vista non potevano essere verificati con esattezza. La Miopia poteva esser simulata. Per scoprire l'inganno, gli Ufficiali usavano delle false le nti : se il coscritto asseriva di vederci meglio, il suo tentativo di frode falliva . La Nittalopia, o cecità notturna, era considerata rara nella g ioventù e se compariva, era passeggera. Quanto alla Ambliopia era una malattia a causa della quale si vedevano confusamente gli oggetti a qualsiasi distanza e con qualsiasi luce. I ,a caratteristica dell'i\mbliopia era la perdita della mobilità delle pupille. Alcuni ambliopi presen tavano negli occhi una vibrazione convu lsa che era detta vista vaga. Gli Ufficiali di Sanità per decidere come regolarsi in questi casi dovevano basarsi sulla testimonianza di dieci cittadin i «posside nti ed onesti», non imparentali col reclamante e che avessero avuto i loro figli coscritti. 5) La difformità del naso tale da ostacolare la respirazione. Le Ozene ed ogni altra Ulcera cangrenosa delle fosse nasali o della volta palatina. La Carie delle ossa nasali ed i Polipi incurabili.
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6) I ,a perdita dei denti incisori e canini della masce lla superiore o inferiore, le fistole dei seni mascell ari, la diffom1ità dell'una o dell 'altra mascell a per la perdita <li sostanza, per Necrosi, o altro motivo che impediva ali' individuo la rottura <lei cartoccio per caricarc il fucil e, o re ndeva difficoltosa la masticaz ione o l'eloquio. Chi era privo di detti de nti poteva pe rò essere impiegato in un altro servizio a ll ' interno dell'armata. 7) "Le fistole salivari e lo ,vcolo involontario della Saliva riconosciuti incurabili. 8) La difficoltà della deg luJizione a causa della paralisi, o di qualche altro vizio costante o di una lesione incurabile delle parti che servono a qucsta funzione. 9) I Vizj permanenti e ben manifesti degli organi dell'Udilo, de lla V<Jce e della Parola portati ad un ~rado considerevole. Le infe rmità che ne risultavano erano il più de lle volte difficilmente accertabili e potevano q uindi essere simulate. I O) Le Ulcere o Tumori di un caratte re scrofoloso ben ev idente. I I) Le prominenze, n protuberanze ossose della cassa toracica, no n me no che le dev iazioni dell a colonna verte brale tali da rendere difficile la respirazione e da non permettere l'utili 7.7.0 delle armi ed il tras porto dell'equipaggiame nto milita re. Allorché questi difetti di conformaz ione f()ssero inferiori ari un c~rto grado, no n avrebbe ro impedito c he l'individuo venisse impiegato con altre funz ioni . J 2) La Tisi di primo g rado, l'Asma decisa e l'J.::mollisi o sputo di sangue abitual e, frequente e periodico. Sovente lo stato di coloro che soffrivano di questi mali era grave. 13) Le F,rnie irriduttibili. Da un a me moria del 181 2 si legge che: Il coscrillo Gennaro Campobrin del Quartiere S. Ferdinando si è presentato ne lla seduta de' 14 corrente mese di I ,uglio al Consiglio cli Reclu tazione. Egli ha fallo presente che allcsa un'ernia ingui nale, dalla quale era affetto, doveva essere ese ntato da l Servizio Mi lita re. I signori Offic ia li di Sanità ciel detto Co nsiglio . ... pure lo hanno ammesso sulla dcbol ragione di essere l'ernia reduttihi le. La Circo lare de' 5 Settembre 18 1O presc1ive ai Consigli di Rcclutazionc <lcllc Province che tutt' i giovani chiamati al Servizio Mil itare, e che fussero erniosi, sarebbero esentati, ancorchè le Istruzioni de' 2 1 Marm sulle infermità dc' Coscritti, richiedessero un'ernia irreduttihile .. _116 14) J Calcoli e le Arenelle, l'incontinenza abituale, o la ritenzinne frequente de lle urine ; inoltre, tutte le malattie grav i, le lesioni e le fistole delle vie urinarie, sia c he q ueste diverse patolog ie fossero inc urabi li, sia c he esigessero le cure ordinarie. La ri te nz io ne idrica, e soprattutto l'incontinenza, potevano essere simulate o provocate a1tificiosamente. L'incontinenza infatti era più dirlìcilc da giudicarsi naturale o artificiale, passeggera o irrimediabile perché la rubescen-
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za e le.fenditure che produceva l'urina poteva essere comu ne all'impostore come all'uomo che ne era effettivamente affetto. 15) La ritrazione permanente di un testicolo, la sua introduzione nell'anello, il Sarcocele, l'Idrocele ed il Varicocele; tutte le affezioni gravi dello scruto, dei testicoli e dei cordoni spennatici riconosciuti inc urabili. La Direzione Generale delle Rivi ste e l'Ispezione generale di Sanità deci sero che am;hc l'atrofia dei testicoli avrebbe costituito valido motivo di riforma. 11 7 L'alterazione dei vasi spermatici, si melleva in guardia, poteva però esser procurata con stropicciamenti e con l'applicazione d ' empiastri e ma/vate. 11 8 Spesso accadeva che un coscritto veniva riformato dopo la sua ammissione. Questo perché i coscritti medesimi ignorando certe malattie, com'è quella del
varicocele e istupiditi dal timore di restar nel Consiglio per ammessi non sempre dicono alla Commissione i mali che soffrono, anzi alle volte per vergogna confessano di esser sani. (Così l'Intendente di Napoli al sotto Intendente di Casoria il 18 marzo 1814). 119 l 6) Le Emorroidi ulcerate, le fistole all'ano riconosciute incurabili, il flusso emorroidale periodico cd ahhondante, il !lusso di sang ue intestinale cronico. L'incontinenza deHe materie.fecali, la procidenza abituale del retto. hn quando non si fosse attestata l'incurabilità di dette patologie si concedeva solo un congedo provvisorio. 17) I ,a perdita totale di un pollice, di un dito grosso del piede, del dito indicatore della mano destra, o di altre due dita di una mano o di un piede; la muti lazione delle ultime falangi di uno o di più dita di una mano, o di un piede; la perdita irri mediabile del movime nto delle medesime parti senza speranza di ri stabilirlo. Queste muti lazioni non impedivano però l'assegnazione del reclamante ad un altro impiego all'interno dell'armata, fatta eccezione se si trattava della perdita del pollice. Non era raro il caso in cui la mutilazione fosse stata volontaria. Dei coscritti che si proc uravano muti lazioni permanenti a l lìnc d i essere ritenutj non idonei al servizio militare, se ne occupò il decreto del 1° mar.lo 18 11 : 120 Titolo undicesimo Del destino da darsi a ' Coscritti che si mutilano volontariamente che fingono delle infermità, o che dimostrano una volontà decisa di non voler ben servire. Ari. 47. Ogni coscrillo o recluta, che prima della partenza, si sarà reso incapace di poter servire sia per l'effetto di una mutilazione sia per applicazione di caustici, o facendosi strnppare i denti o per qualsiasi altro mezzo si fosse inutilizzato, sarà rimandato come refrattario a' Lavori pubblici di 131indisi, o altri luogh.i.
11 7 Ivi, f. 5497. Da una lettera dcll ' Intcndcntc Filangicri al Prefetto di Polizia il 28
aprile 1814 1 L8 l vi,
L 5453. Notizia ricavata da un certificato med ico
l 19 lvi, L 5506 120 I modelli sono
solo in Decreti
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Art.48. l coscritti che si saranno mutilati durante il viaggio, o dopo la loro im.:an.linazione vemrnno condannali alla medesima pena da' generali ispellori, s ul rapporto dc' capi dc' corpi dirigendoli a Brindisi, facendoli scortare dalla gendarmeria. Art.49. Allorquando la mutilazione di un coscritto sarà anteriore alla sua definitiva ammissione, il generale ispcllorc ne darà avviso al Dircllore generale delle Riviste affinché possa farlo rimpiazzare. Art.50. Gl 'individui che fin gessero una infermità per farsi rifo rmare, e quelli che avendo più di sei mes i di servizio avranno dimostrata una volontà decisa di non voler ben servire verranno prcscnlati nel tempo della rivista al Generai Ispettore sul rapprnto del capo del corpo, il Generale pronunzierà occorrendo, il loro inv io al Deposito de' refrattari a Brindisi, e vi saranno tradotti come que' mutilati volontariamente. Art.51. Le di sposizioni del seg uente regolamento sono applicabili, in tulle le sue parti , henanche a' giovani pe r li corpi dell a g uardia reale. 18) Le difforn1ità. incurabili dei piedi, de lle mani , dei mem bri, o de lle parti genitali , tali da re ndere difficile la marcia e l'uso de lle armi, impedendo il lraspo1to del bagaglio militare (l a deformità delle scapole e ra motivo di esonero dal servizio: per verificarne la gravità, si poggiava su esse il sacco c he il soldato avre bbe dovuto pattare) e ostacolando il li bero esercizio dei movimenti . 19) Le Varici voluminose e numerose, l'elefantiasi di Avicenna. 20 ) li Cancro e le ulcere inveterate incurabili . 2 1) Cicatric i profonde e vistose, non rimarginate ed accompagnate da perdita di sostanza. 22) Le malattie gravi delle ossa, come il loro distaccamento , l'Anchilosi, la Carie, o la Necrosi, la spina ventosa, i tumori ossosi, e quelli del I'eriosteo. Nei casi grav i si aveva l'invalidità assoluta; qualora queste patologie si presentavano in forma lieve, il reclamante sarebbe stato destinato ad altro servizio. 23) Le malatti e Cutanee contagiose come la Tiina, le impetii ini vive, umide ed estese, la rogna ostinata e complicata, l'Elefantiasi, la Lehhra. Il congedo sarebbe stato provvisorio per dare il tempo a lle cure di far effetto. Il Ministro della Guerra aveva stabilito di punire come «mutil ati volontari» quei coscritti che si fossero procurati la tigna per esime rsi dal ser vizio militare. Ma considerando c he nessuna regola esisteva in med icina per stabilire quale fra le tig ne fosse stata volontari ame nte procurata e qua le naturalmente contratta, la punizione veni va annullala. (Sessione del Consig li o d i Stato del 30 luglio 18 13) 12 1. 24) Lo stato di Cachessia decisa, scorbutica, glandolosa, o allra ricono-
sciuta itzr.urabile e <:aratterizzata da sintomi evidenti. 25) Le idropisie incurabili. 26) La debolezza, l'estrema magrezza unita o ad una bassa statura o ad una molto a lta. 27) Le Obesità giovanili. Questi casi non erano rari nell' età della coscrizio-
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ne. Tutte le Cachessie c urabili davano diritto solo ad un congedo provvi sorio. L'ultimo grado dello stato Cachettico era il Murasnw: prodotto di una o più malallic. La magrezza poteva essere conseguenza di un difetto di vigore o di svilu ppo: il primo caso non offriva quasi nessuna speranza, l'altro era susccuihilc di miglioramento. Nell'età di coscrizione, un'estrema magrezza, urùta ad una bassa statura, a dei muscoli poco vigorosi, ad una voce sottile, erano considerati segni di non virilità: il giovane non sarebbe stato mai un uomo nel senso proprio del termine, o, prima di diventarlo realmente, sarebbe dovuta avvenire nella sua persona «una di quelle evoluzioni che non si potevano avere che col tempo e con l'aiuto di un buon esercizio fisicm}. Per questi soggclli la decisione doveva essere prorogata di trimestre in trimestre finché non si fosse verificata tale evoluzione. 28) La I'odagra, la Sciatica, i duluri Artritici, e Reumatici inveterati che impedivano i movimenti dei membri e del tronco. La diagnosi di queste infermità era spesso incerta. Allorché un uomo era attlitto dalla podagra o dai dolori reumatici tali da esser costretto a letto o in casa, sarebbe stato considerato come affetto da una malattia acuta ed avrebbe avuto diritto ad un congedo provvisorio. La podagra, arrivata ad un certo stadio, lasciava nelle parti colpite o delle nodosità o delle ritrazioni sensibili che impedivano il movimento. Il reumatismo era il male che più di altri colpiva i giovani e procurava un dimagrimento vistoso che diventava il segno comprovante l'esistenza del disturbo. Qualora pcrù nessun segno visibi le avesse potuto aiutare gli Ufficiali di Sanità a stabilire l'eventuale presenza di tali patologie, ci si sarebbe informati del tipo di lavoro svolto dal reclamante o del clima in cui egli viveva. Infatti era risaputo che i ragazzi provenienti dalla campagna era.no più soggetti a queste malattie rispetto a quelli di città. dal momento che vivevano in ahitazioni più umide. Se rimaneva ancora qualche dubbio, la bilancia doveva comunque pendere a favore del coscritto perché il servizio militare non solo non avrebbe contribuito a far scomparire tali patolog ie, ma le avrebbe aggravate ulteriormente. 29) L'F,pilessia, le Convulsioni, i movimenti convulsivi generali e parziali, il tremito abituale di tutto il corpo o di un mcmhro, la Paralisi generale o parziale, la Demenza, la Mania, e l'imbecillità. L'esistenza reale e l'incurabilità <li questi disturhi esimeva dal servizio, tuttav ia spesso si verificavano dei casi equivoci data la facilità di simularli . li Consiglio <li Rcclutazionc denunci ava infatti tale difficoltà in una lettera del 22 luglio 1812: A questo Co nsigl io, vi fu tradotto nella sua seduta de' 6 il Coscrillo Fortunato Pasquale Sparano di Agerola in Prov. di Salerno, che si fa creder pazzo. La Commissione non seppe portarne giudizio in quel momento sehbene fosse stata piuttosto portata a credere, che quella pazzia non fosse vera, ma finta con arte. Fu quindi quell'uomo restituito alle forze della Polizia, ed il Consiglio stimò incaricare la commissione di Salu te di recarsi spesso, cd all'insaputa nell'Ospedale degli incurabili ove è custodito quel Coscritto per visitarlo, ed iscoprire con sicurezza la verità, o la fa lsità di quella malattia. 122 I22 ASN. lnt Napoli. f. 5458
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Pe r stabilire in via definitiva la verità si potevano a nc he interpe llare dieci «onesti c ittadini », con i ligli coscrilli, che avessero conosciuto le abitudini di vita di coloro che dic hiaravano di soffrire di tali disturbi. 30) Le Impetigini, o F,rpeti vive e suppuranti situate nell ' ing uine o nelle parti superiori ed interne de lle cosce, riconosciute come insanabili. Anche lo scolo marcioso delle orecchie dava diritto al congedo. Così si legge che Pasquale Cantussi di Matera fu rimesso a ll 'ospedale perché affetto da uno scolo murcioso nell'orecchio. È staio per un mese nell'Ospedale, ove i cerusici del medesimo, dopo avergli us ato le più grandi sevizie, e dopo essers i assicurati della esistenza effe ttiva del male, l'hanno restituito al Consig lio col sentime nto d'esser abile a l servizio, sul fa lso appoggio, c he Cantussi s' avea prodolla la malaltia ad arie, con introdurre nell'orecchio giornalmcnlc la marcia, cd acciù fare avea usato della pietra infernale (nitrato d' argento). l 23 Pe r verilica rc se questo scolo fosse vero, si applicava al malato una fasciatura de tta Capitis Reflexa, per impedire l'introduzione di qualunque corpo o fluido estraneo nella parte interessata. Dopo 36 ore s i togl ieva la fascia e si verilicava se i I male persisteva o se era stal:O si mulato. 124 Non erano rari, infatti, casi di persone che rea lmente mettevano a rischio la propria salute ne l te ntativo di essere rifonnati. Si legga la testimo nianza fornita da uno «Speziale di Medici na»: Ogg i, c he sono I i dieci del mese di Pcbrajo dell'anno 18 14 ln questa Solto Intendenza di Caslcllamrnarc Essendosi presentalo in questa Sotto Intendenza ... il nominato Angelo di Palma Cappetella, Spezia le di Medicin a del Comune di Bosco Reale, e domandatogli se mai avesse fatta qualche de nuncia. e quella presentata al Sindaco di quella sua Patria, contro di c hi , e cosa quella conteneva. Ha ri sposto come sieguc . Tra gli altri Coscritti della Comune di Bosco Reale, che doveano ma rc ia re nell 'a nno 18 14; vi fu il mio paesano Giuseppe Cosiello, ... di professione Sa,tore. Costui , come era pubblico in quel Comune, non era stato giammai acciaccalo in salute, cd e sercitava la sua arte di notte e di giorno. Due giorni prima di partire pcl Consiglio di Reclutazione il detto Giuseppe Cosiell o si po,tò nella mia Spezieria di Medic ina, e mi presentò una ricetta finnala da un tal Lacanfora, ordinando una dramma di Landon Liquido Synadam. Dacchè io mi avvidi , che Egli il Cosicllo era molto smunto di colore, gli domandai cosa aveva, e se quel medicamento serviva per Lui. TI medesimo al lora mi manifestò, che era sta to circa quindici giorni digiuno, e c he que l medicamento serviva per Lui, da pre nderselo due o tre ore prima di presentarsi al Consiglio di Rcclutazionc, affinc hé g li veni va la debolezza di cuore, e sperava essere con ciò scartato, a qua le oggetto aveva erogata la somma di circa Ducati Cento pe r medici , e per altre pe rsone, c he erano nel Consiglio. Di fatti venne per lale causa riformalo; e lullavia si tratte nne in !fosco, facendo lo incorrigibilc, per essere di cattiva indole ... Tutto 123 lvi, f. 5463 124 l vi, f. 5478. Da un certilil:alo del 19 di cembre 18 1'1
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ciò si può co ntestare dal mio raesano Sig. Trpoli to Zurlo, quello appunto c he a me confessò di avere esso stato il mediatore, ed ajutato il detto Coscritto a farlo riuscire nel suo intento. 125 E ancora si veda la certificazione del Rettore Sorvegliante dello Stabilimento della Pace, medico e chirurgo dcli' ospedale destinato alla c ura dei coscrilli , fatta il 16 settembre 1814: Giacomo Esposito entrato in detto Ospedale il dì 19 Luglio per malattia venerea, il medesimo è perfettamente guarito; ma soffre una piaga a lla gamba artiiiciosamcnlc proccurata, e che usa lutti i mezzi a non potersi guari re. 126 Il Consiglio di Stato esaminò se convenisse stabilire una durata precisa alla pena che l'art. 47 del regolamento de l I O marzo 18 11 prescriveva al delitto della mutilazione volontaria. Il periodo di espiazione di questa pena, presso g li anti chi Romani, non superava il totale del tempo durante il quale l'individuo era ten uto a prestare servizio; ne ll'Impero Francese tale periodo era di cinque anni. Sarebbe quindi stata intenzione del Consiglio rendere più breve la durala di quella pena che ru perciò fi ssata a tre anni . Inoltre, poiché nell 'articolo di legge le parole "coscritto" e " recluta" apparivano adoperate in maniera non sempre c hiara, si decise che tale pena poteva essere inflitta ai soli coscritti sorteggiati 127 . Nel 18 19 Ferdinando IV pubblicò una «Tabella delle impe1fezioni fisiche esime nti dal servizio militare dell'armala». Questa Tahclla era compresa nel regolamento de lla leva del ' 19 e manalo il 9 novembre 18 I 8. Essa era divisa in c inque titoli per un totale di ottantuno difetti fi sici .
111.5 Le indennità di riforma Ogni coscritto riformato per difetto di salute, o bassa taglia era tenuto, con i suoi genitori, al pagamento di un a indennità pari al doppio del valore delle contribuzioni dirette che l'uno e g li altri pagavano nel corso dell' anno (se il coscritto riformato si trovava da più mesi «emancipato» legalmente dalla fa mig lia, i genitori sarebbero stati sciolti da questo vincolo). In ogni caso l'indennità non poteva superare i 300 ducati né esser minore di ducati 6, per cui quella famiglia che avesse pagato, di contribuzione, meno di 3 ducati non sarebbe stata obbligata al pagamcn to. 128 li Consiglio di Reclutazione, alla fine di ogni seduta, stilava la lista dei coscrittj riformatj e la trasmetteva al T)irettore delle Contribuzioni dirette della provincia, al lì nc di stahilirc l'indennità dovuta da ogni riformalo al Governo. li Ministro delle Finanze, Conte Mosbourg, redasse, il 15 ma rzo 1811, le istruzioni per il pagamento delle indennitìi. 129 125 lvi f 5508 126 lvi' f. 5482 127 In L~ggi e Decreti - Sessione del Consiglio di Stato del 26 marzo 1813 128 Decreto del 22 settembre ]8 10 129 ASN, Finanze, f. 2384
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Una volta riformato il coscritto doveva produrre una dic hiarazione scritta indirizzata all'lntcndcntc, nella qual e elencava le contribuzioni dirette a c ui erano soggetti lui e i suoi genitori, tanto nella sua patri a quanto in altri comuni della provincia e del Regno. Se il riformato era analfabeta era compito del segretario generale dell'Intendenza stilare questa di chiarazione. Ogni dichiarazione poteva essere poi verificata tramite i sotto Intendenti ed i sindaci, cd in caso di falso esposto, oltre ad esser soggetto alle pene comminale dalla legge, il dic hi arante avrebbe perso la proprietà non denunciata. Alla fine di ogni mese l'Intendente riuniva le dic hiarazioni raccolte e, insieme con la lista dei coscritti riformati, le trasmelleva al Direttore delle Contribuzioni dirette. Il passaggio successivo era quello di rilevare, dalle matrici di ruolo dei comuni citati nelle dichiarazioni, la somma dell'imponibile a carico di ciascun coscritto e dei rispetti vi genitori ; 4uindi i Direttori annotavano, su ciascuna dichiarazio ne, il totale del l'imposta pagata per l ' intero anno corrente, nella contribuzio ne fon diaria, personale e nelle patenti, così in principale come in grani addizionali. Il Direttore doveva rimettere i ruoli per ogni invio di certificati. Ogni mo lo avrebbe contenuto i nomi dei coscritti fino ad allora riformati appartenenti a uno stesso comune riportando per ognuno di essi il nome, la somma delle contribuzioni pagate nell 'anno in quaJsivoglia comune, e la somma deH' indennità. Questi ruoli, dopo essere stati controllati dall ' Intendente, erano diretti al Direttore dei Deman i che a sua volta li distribui va ai ricevitori della sua amministrazione. I ,e modali tà di percezione e rano le si.esse indicate dal decreto del 27 maggio 1809 sulle multe ai disertori e refrattari. L'istruzione, nel modello numero 3 da seguirsi per i ruoli, aggiungeva all'indennità il 5% del diritto di percezione. Le indennità dovute ai coscritti provocarono però dei reclami. Le istruzio ni ciel l5 marzo 1811 si basavano sulle dichiarazioni fatte ma l'esperienza aveva dimostrato che spesso queste erano errate. Per re nder giusti zia ai reclami , il Ministro Mosbourg redasse una nuova istruzione datata 20 ottobre 1813: O
Art . .I I Genitori de' Coscritti ii formati che hanno i beni indivisi co' Fratelli, e ad essi soli intestati ne' ruoli della Contribuzione Fonda.ria, debbono pagare l' Inde nn ità per la pmte che compete a ciascuno. A1t. 2° Un coscritto riformalo, di c ui morto il Padre, non si fossero ancora divisi i heni co' i suoi Fratelli, deve pagare l' Indennità per la rata delle contribuzioni corrispondente al diritto che egli ha sulla Eredilà. u o
Per questi due articoli, la parte interessata doveva unjre al reclamo un certificato del sindaco, e cli tre membri della Commissione Decurionale al comune, dal quale si rilevava l'unione dei beni e la porzione di capi tale, o di eredità, c he spettava a ciascuno dei fratelli . Art. 3° Un Coscrilto o il di lui Padre che si trovi tassato per una somma corrispondente alle sue quote di contribu zioni dircllc per un anno, ma che poi ottiene d.iscarichi, o riduzioni sulle quote medesime, non deve l'indennità che sulle Contribuzioni depurate.
130 ASN, Inl. Napoli , f. 5469
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Maria Margherita Cari/lo
Per questo punto si doveva unire, al reclamo, una copia de ll 'ordina nza ottenuta, certificata dal percettore, o esattore delle Contribuzioni , e vistala dal sindaco. A rt. 4° Quando una insolvihilità assoluta ha rese inutili tulle le coazioni, per cui il Ricevitor de' Demanj incaricato dell 'esazione ahhi a dovuto form are il processo verbale di carenza per sua giustificazione, sarà rilasciata l' Tndenn ità.
Questo vcrhalc era invialo all'Inte ndente attraverso il Direttore de i De man i. Art. 5° Per ogni riforma non defi nitiva non sarà pagata l'Indennità alcuna, dovendo questa pagarsi solamente da tulli coloro che definitivamente l'abbiano ottenuta. La parte interessata doveva esibire un ce11ificato c he attestasse la quali tà e il motivo de ll a riforma. Certificato che veni va rilascialo dal Consig lio di Recl utaz1onc. L'insieme dei reclami era presentato all ' Intendente un mese dopo la puhhlicazione de l ruolo affinché se ne discutesse nel Consiglio ù ' Intendenza e si del iberasse a favore o contro. Se il ruolo era già in riscossione, i rcc.:lami si sare hbero po tuti presentare ad un mese dalla pubblicazione di queste nuove istrnzioni. La carta di honitìca, redatta dal consiglio, andava a discarico del m olo.
La co.w-riz.ione nel Mezzogiorno d'Italia nel decennio.francese
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Capitolo IV: La legislazione in materia di diserzione e refrattarietà
La di serzione ru sempre il grande flagello de lle amiate. li popolo, composto in maggioranza di contadini, non solo era ig norante, m a era soprattutto privo di esperie nza di vita collettiva. Diveniva perciò d ifficile adattarsi a situazioni molte plici, c he portavano il singolo indi viduo al di fuori de l proprio habitat, in un ambiente a lui estraneo. La diserzione era, in molti casi, favorita dall e stesse famiglie pronte a far scappare i g iovani, a tenerli nascosti in casa o a mandarli da parenti lontani pur di evitare loro il servizio militare. Un figlio sotto le armi, signifi cava anc he due braccia sottratte al lavoro. Pu proprio per L:vitarc questo fenomeno che un'acL:urala legislazione stabilì pene e responsabilità per coloro che fossero stati fautori e compli ci di rughe. Incentivo alla diserzione era la mancanza de lle paghe, o addirittura la mancanza delle unif'ormi e degli e ffetti d i vesti ario. Questo non solo rendeva difficile i vari spostame nti dei giovani (trallandosi di gente povera questi erano spesso sprovvisti di buone scarpe o di indumenti pesanti), ma facilitava loro la fuga perché, vestili ancora da civili, facilmente potevano confondersi con gli altri . Un dise11ore interrogato dinanzi al Commissario Ispcll.ore del dipartimento di Somma conressava: io mi disertai pL:rché scoraggiato di camminare e morto di fame. Nulla mi po11ai di vestiario, o arme, per non averne ancora ricevuto (Somma 17 gennaio 18 13). I '.l I La di serzione fu una calamità accresciuta dalla coscrizione obbligatoria. Le prime grandi manifestazioni di questo fenome no s i ebbero nel Regno Italico e nel Regno di Napol i ma con caratte ristiche diverse. Nel Regno Italico si trattò quasi sempre di una discr1:ione di massa fa vorita dalla posizione geografica del Regno stesso. Infatti la sua vicinanza ad altri Stati, nemici de lla Francia, costitui va una buona occasione di fuga pe r quanti decidevano di lasciare le armi. La pec uliare strullura geografica de l Regno di Napoli , circondato su tre lati dal mare, rendeva le cose più difficili. Ecco che allora, tutti i discitori, non nasco sti nelle proprie case, andavano ad increme ntare le fila dei brigar1ti, prutelli e facilitati nella fuga da un territorio ricco di montagne. È possibile quantificare il fenomeno della di serzione nel Regno Italico poiché di sponiamo di dati precisi: trn l' 11 giugno 1803 ed il l febbraio 1804 si calcolò un totale di 4. I 99 disertori. Nell'ottobre del 181 O il numero di di se11ori, degli ultimi quattro anni, fu calco lato a 17.750; in unione con i refrattari, ascesi a 22.227, si a1Tivì1 ad un totale di 40.000 uomini che si erano sottratti al servizio militare 132 . Invece, per il Regno di Napoli , sono stati rinvenuti, nel lavoro di ri cerca svolto, solo dati inco mpleti ed approssi mativi. Ciù rende impossibile un confro nto tra le due situazioni . O
l3 I l vi f 5468
!32 Franco
r. 'o ~lla
Perula, Esercito e Società ne/1"/talia Napolennù:a, p. 250, Milano -
Angeli 1988
Maria Mariherita Carillo
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L'arresto dei disertori e dei refrattari era più complicato di quanto si possa immaginare. In un elenco che riporta il nome d i 251 coscritti che no n erano stati arrestali pur essendo discrlori o refrattari , si leggono le seguenti moti vazioni: non esiste nel luogo indicato; non si è trovalo in casa; ammogliato; sacerdote; non si è rinvenuta la casa; si è appartato; si è allon tanalo dalla s ua casa; passato a miglio r vita; si trova ammalato in casa; cieco; esentato; è mentecatto; arreslalo; di età minore; è domestico; è un notorio imbecille. 133 Spesso il fenomeno de lla diserz ione si accompagnava ad una condotta di vita non integerrima. Molte volte i di sertori erano dei hriganli che il Governo voleva forzosamente arrnolare come soldati ./\ tale proposito si veda la storia di Giuseppe Esposito : è stalo jeri arrestato Giuseppe Esposito di Domerùco (detto Cacafuoco). Condollo alla mia presenza, e dalle interrogazioni fatteli ho rilevato esser disertore del 3° Reggime nto di l ,inea Napoletano che mesi sono fu spedito in Ispagna. Egli è lo stesso che tre anni addietro per delitti notori di brigantaggio in compagnia del famoso Giuseppe Scillonc a chi poi diede morte, e ne venne quindi aggraziato, fu destinato per uomo di fiducia nel quartiere di Sc1 n Ferdi1rnndo presso il Commissario di Polizia de Stefano. Nell'mUJo scorso, altri susseguenti del itti, gli fecero meritare la prigioni a da dove fu rilevato dopo poco te mpo, ed ascri tto per Soldato del s udde tto Reggimento nell'ultima spedizione. Nel giungere in Roma si ammalò, e si trattenne nell'Ospedale di S. Spirito, da dove guaritosi, cercò fuggire, e non curò più di seguire il suo corpo. (Da una lettera al Ministro di Polizia del I magg io 18 10). 134
Le cause per cui i giovani si sottraevano al loro dovere nei confro nti dell a leva erano varie. Ecco quanto si legge nel verbale di un interrogatorio del sindaco ad un d isertore de l comune di Casavatore, a rrestalo pe r ordine del sollo Intendente del distretto ne ll'ottobre del 181O: Domanda: " In che epoca sei anelalo a servire, ed in che reggimento". Ri sposta: "Da c irca anni quattro mi presentai nel 2° Reggimento Fanteria Leggiera Napolitano e ch iesi di voler servire" . Dom. : "Da quanto tempo ti sci disertato dal dello Regirnenlo". Ri sp. : "Mi disertai dopo un mese circa eh' andai a servire". Dom.: "Perché li sei disertalo". Ri sp.: " Per non essere stato pagato del mio giornaliere". Dom.: "Desideri di nuovo di a ndare a servire". Risp.: "Quante volte mi si paga il giornaliere più volentieri vado a servire". 135
133 ASN, Int. Napoli,
l34 lvi,
r. 5407
135 l vi, f. 54 14
r. 5396
/ ,1,1
coscrizione nel Mezzogiorno d '/111/ia nel decennio francese
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Motivi economici quindi alla base della diser.lione ma anche, talvolta, semplice quanto deciso atteggiame nto di rifiuto ne i confronti di tale obbligo ritenuto ingi usto. Si veda, ad esempio, la risposta di un certo Nicola Capulo alla domanda rivoltag li dal Prefetto di Polizia di Mug nano, se avesse fatto pa11e di qualche leva e se, chiamalo, s i fosse presentato: in Gennaro passato, mi fu detto eh' io ero uscito nella leva, ed a quelli che me lo dissero li ris posi, che c i sare i andato, quando mi avrebbero arrestato. Sono andalo perciò fati cando per la Campagna ed oggi sono slalo arrestalo nella Massaria che tiene in affitto un tal Andrea di Rosa, e debbo osservarle, che il Guardiano dell a Massaria Lorenzo Cante essendosi accrnt o che le Guardie di Poliz ia andava n in traccia de' disertori ne ha avvertito il nostrn Caporale Crescenzo Castiello, e questi mi ha uello <.li fuggirmene, come io ho fallo, ma raggiunto finalmente dalla forza, ho dovuto cedere (da un verbale del 15 dicembre 18 14). 136
ln un altro interrogatorio tenuto dall'I spettore Comandante del dipartime nto di Afragola, Ig nazio Parisi , ad un disertore arrestato, all a stessa domanda fu data dal di sertore questa rispos ta: Qual coscritto de lla leva attua le fui c hiamato a marciare ne l mese di Uennajo. Spedilo, che fui al Consiglio di Reclutazionc di Napoli, mi <.lircsscro unitamente ad altri compagni per Ancona, dove attendere doveva il mio destino. Giunto in una taverna al di là di Gaeta, dag li Agenti del Governo, che mi scortavano fui abi litato unitame nte ag li a ltri a riposare ne lla medes ima. La stanchezza unita alle circostanze poco favorevoli di mia salute mi fecero ca<.lere in una profonda sonnolenza. Questa sola causa non mi fece sentire la chiamata che si fece la mattina per proseguire il cammino per cui rimasi solo in quella osteria. Ri svegliato mi dal sonno la mattina, cercai sa pe re da quel oste qual direzione si e ra presa da miei compagni. Da questi mi fu risposto per la parte negativa. Io vedendomi in un luogo sconosciuto, cercai nuovamente 1irnpatriarmi " (Afragola 13 settembre 18 14)_1'.17 Come se no n bastasse la di serzione spontanea, ecco, infine, un esempio che rappresenta davvero il colmo per una s ituazione g ià precari a: ho ricev uto un verbale rriferi sce Masc ia, Capitano del Consi g lio di Reclutazione, all'Intende nte Filang ieril rimessomi da l Sergente Cristoforo Orfeo de l 2° di Linea condullore di un Convoglio di n° 4 1 Cosc1illi spedili sul deposito del 6° <.li Linea in Ancona facendo rotta per la s trada di Giulianova, così ho dal medesimo rilevato, che verso la Taverna d i C:alvano, vicino la Comune di Si lvi I Teramo I il 2 andante s i rincontrarono con una banda di dise11ori armati di fu cile al N° di circa 100. i quali si presero il Convoglio de' Coscrilli facendoli fare rolla
136 Jvi , r. 548 1 137 l vi, f. 5478
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per le alture di quelle Colline, si sono ancora presi i denari che il dello Condullore aveva per la sussistenza dc' medesimi ..... " (Napoli 12 marzo 18 14). 138 L'articolo 27 delle istruzioni <lei 22 m arzo 18 10 così stabiliva il criterio in base al quale dichiarare refrattario un coscritto: «Nel caso che un coscritto assente, non marc iasse quando sarà avvertito con li pubblic i affi ssi ch e il s uo nu mero è chi amato, verrà suhito dichiaralo rc frauario e perseguii.alo come tale». Occorre tuttavia ricordare c he il Regno di Napoli aveva un'economia prettamente agricola. Accadeva pe rta nto che molti g iovani s i spostassero dalla lo ro abitua le ahitazione nei luoghi <li raccolta e sem in a diventando così refrattari non per volontà propria, ma pe r semplic i consuetudini di v ita.Per non incotTere in errori hisognava quindi verificare caso per caso. L 'Intende nte di Terra di Bari aveva infatti preso tale cautela: Mi sono incaricato dell a posizione de' Coscritti della nuova leva, che come Coloni trovans i a faticare nel le diverse Ca mpagne della Puglia in un 'epoca anter iore a que lla della loro chiamata a marc iare; ed ho dima ndato all a Dire:r.ione Generale della Coscrizione Militare l'autorizzazione onde non dichiararli rcfrattarj ... 11 risultato delle mie premure avanzate a ll 'oggell o è s tato q u ello di no n poter in alcun modo essere cangiato lo stabilime nto di
coscri zione che trovasi sanzionato ..... È d ' uopo dare la pubblic ità possibil e a questa Circolare, perché si conosca dalle famiglie di tal'individui , che il motivo della loro assenza non è valevole a farli non dich iarare rcfrallarj , e perché esse si affrettino in consegue nza a renderl i prevenuli del destino c he li attende. I Parroc hi spezia imente, e g li alt.ri Ministri dell 'altare c he restano sieno ne' Comuni, sie no ne' luoghi abitati del le Campagne sono particolarmente incaricati di eseg uirne ripetute vo lte la pubblicazione, prima o dopo la celebrazione dell a messa. soprattutto ne' giorni festivi in leggendo l'avviso c he s i compiega, ed i Signori Sindaci mi ass icurera nno dell 'adempi mento (Uari, 9 g iugno 18 12). 139
IV.1 Le pene afflittive
I delitti di refrattarietà e di diserzione erano puniti non solo con una «pena afflittiva», ma anche con una pecu niaria per la quale sarebbero stati cons iderati respons abili , e quind i civilme n te perscguihili, i genitori del colpevole. Incaricato dell 'esazio ne delle mu lte era il Direttore de i Demani che avrebbe potuto pre tende re il pagamento o in liquidi o in beni mobili e immobili di proprietà del condannato o dei genito r i. Come si vedrà di segui lo, riscuotere ques to denaro era tutt'altro che faci le: intoppi burocratici, ritardi nelle comu nicazioni, ma soprattutto l'assenza di un catasto, rendevano alquanto complessa l'operazione di esazione.
138 I vi, L 5506
119 ASN, Interni L 673
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La legge del 13 febbraio 1809 dichiarava VcliLi refraLLari 4uanli non si rossero presentali, per la riunione de l contingente e ntro il termine stabilito. L'Inte nde nte doveva far pervenire, entro tre giorni da lla riunione, il nome di coloro c he erano assenti a l Procuratore Regio presso il Tribunale di 1• Istanza, proponendo anche la multa da imporsi (questa doveva essere proporzionata alle possibi lità econo miche dei Veliti o delle loro famiglie, e a lle particolari c ircostanze che avevano reso rerralla rio ciascuno di essi). Ne i s uccessivi tre giorni il Procuratore avrebbe fatto istanza pe r la multa affinché il Ve lite fosse condannato e condotto ad un deposito militare. Qui sarebbe rimasto a disposizione del Ministro de ll a (ìucrra per lo spaz io di 5 anni. La sentenza del tribunale era inviata a l Direttore dei D e mani , responsabi le d e ll'esazione dell e multe, al Coma ndante Militare ed a l Comandante la Gendarme ria dell a provincia, incari cati di far ricercare il condannato per cond urlo al deposito. Il Velite refrattario sare bbe stato rimpiazzato ne l contingente solo 30 giorn i dopo la sentenza. Qua lsias i suo complice era condannato ad un a nno di prigionia, ad una multa cd a lla desti tuzione dalle proprie fun z ioni, se si trattava di funziomu-io pubblico. In esecuzione del s uddetto decreto si stabilì, il 27 maggio 1809, 140 la c reaz ione di un Deposito Generale dove raccogliere i rc frallari , e ru stabililo ne lla Piaz1,a di Ciacta. Qui le recl ute , di vise in due compag ni e, sarebbero state tenute occupa te con opere di forLilica7.ionc o riparazione , o a ltri lavori (senza, natural me nte , ricevere la paga). Per lievi mancanze erano puniti da i rispettivi Uffic iali; per le ma ncanze piì:r gravi la puniz io ne veniva decisa da un consiglio composto da l Comandante del la Piazza, dal Capitano e dal Tenente dell a Compagnia. Infine, la diserzione dal deposito era g iudicata da un Consiglio di Guerra s peciale. Erano però prev iste anc he delle grati ficazioni per quell e reclute di stintcsi nell'istruzione militare e nell'attività lavorativa. Revocalo l'articolo I del suppleme nto a l Codice dei delitti e delle pene adottato per le Truppe Napoletan e, il g iudi zio sulla diserzione fu affidato al Consigli o di (iuerra s peciale istituito con decreto del 27 maggio I 809. Esso, composto da un Uffic iale Supe riore, da q uattro Capita ni, da d ue Tenenti, d a un Uffic ia le de llo Stato Maggiore, o de lla Gendarmeri a, con ru nzioni di RelaLo re e Commissario di ( ìoverno e da un basso Uffic iale, con funzioni di Cancell iere, doveva pro nunciarsi sul solo de li tto di di serzione e s ulle mu lte pecuniarie stabili te dal decreto de l 13 febbraio e del I 9 mar/.0 1809 (che richiamava quanto disposto dall'arL 2 del 13 febbraio). Gli altri delitti imputabili ai disertori , se di natma mi litare, erano di co mpetenza dei consig li permanenti ( secondo quanto prescri tto dalla legge del 3 giugno 1807) o de i tribuna li correzionali trallandosi di dclitli non militari. 11 luogo di riunione dei Consig li di G uerra speciali era o la casa de l Comand ante d'Armi de lla Piazza o , nell'annata, una tenda eretta a ll'uopo; pronunciato il giudi zio il consiglio veniva scio lto.
l40 Saranno ri portati 4 divers i decreti con questa data
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IV.2 Multe pecuniare contro i refrattari, i disertori e loro complici I ,a multa inflitta alle reclute refrattarie e ai loro geni lori secondo quanlo slabililo dal decreto del 13 febbraio 1809, era fissata da un minimo di 50 ducati ad un massimo di 300. Nel decidere la cifra si doveva tener conto delle possibilità economiche dei condannati e dei motivi per cui essi erano diventali rcfraltari. Quesle mullc erano slabililc dal Tribunale di I• Istanza della provincia a cui appa1teneva la recluta refrattaria. Ugualmente la multa per i bassi Ufficiali ed i soldati discrlori polcva oscillare lra i 50 cd i 300 duc.;ati e veniva inflitta dal Consiglio di Guerra speciale. A quell'Ufficiale che si fosse reso responsabile di una manc.;ata o ritardata partenza veniva imposta una multa non minore di 100 ducati né maggiore di 400, menlre il cilladino, c.;hc avesse dato asi lo a un disertore o un refrattario o ne avesse favorito la fuga, incorreva in una multa dai 50 ai 300 ducati. Anche i professionisti quali medici, chirurgi, Ufficiali di sanilà, Uflìc.;iali e bassi Ufficiali dell'armala e qualunque impiegato civile colpevoli di aver attestato il falso dichiarando infermi o invalidi indi vidui pcrfcllamcntc sani in cambio di doni e gratifi cazioni, erano multati come stabilito per i comuni cilladini. Le multe per i refrattari ven ivano slabi lite in base alla documentazione racc.;olla dai Procuratori Regi e inviata ai Tribunali di I· Istanza; le sentenze venivano rimesse ai Direttori del Regi stro cd agli Intendenti civili; incaricati della percezione erano i Percettori del Registro sotto la vigilanza degli Inte ndenti suddclli. Le sente nze pronunciate dai Consigli di Guerra contro i disertori erano invece inviate dai Capitani Relatori al Dircllorc Generale delle Riviste, il quale ne trasmetteva copia agli Intendenti civil i. Questi erano inca,icali di slendcrc dei conlroruoli nei quali le reclute refrattarie, i disertori condannati ed i loro complici venivano divisi in circondari e di stretti ; queste liste erano quincLi spedite al Direttore Generale delle Riviste ed ai Direttori del Regislro. Gli atti necessari per le esazio ni delle penali si dovevano eseguire ad istanza del Direttore Generale delle Riviste per mezzo dei Ric.;cvilori del Registro; questi ultimi avrebbero mandato ai sindaci, ogni otto giorni, due intimazioni per ciascun condannalo; i sindaci dopo averl e esaminate ne avrebbero spedita una al domicilio del condannato, l'altra ve niva affissa alla Porla del Palazzo Comunale. Passati 15 giorni i Ricevitoti del Registro procedevano contro i condannali insolventi, menlre gli lnlendcnli si sarcbbero preoccupatj di effettuare dei riscontri, tramite i sindaci e i Direttori delle Conlribuzioni, sui beni di c.;ostoro. Assic uralisi c.;hc il condannato fosse realmente proprietario di beni sui quali potesse effettuarsi l'esazione c la vendila, l'lnlcndcntc portava a conoscenza del Oirettore Generale delle Ri viste la natura, l'estensione e lo slalo di questi beni; la valulazionc delle re ndite annuali ricavata da quel che risultava dalla matrice del ruolo della fondiaria; la somma a c.;ui polcva ascendere l'assegnazione; l'ammontare dei crediti ipotecari, di epoca anteriore alla penale, se ve ne erano, e delle spese che sarcbbcro occorse per la vendita o l'assegnazione. Non si sarebbe potuto procedere alla vendila forzosa dei beni dei condannati alla multa senza una speciale autorizzazione del Direttore Generale delle
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Riviste; concessa questa, il Ricevitore eseguiva gli atti necessari. Se, spirato il termine prescritto dalla legge, non si fosse presentato alcun oblatore, o se il valore degli incan6 (dedotti sempre i de bi ti ipotecari anteriori), non rosse ammontalo all a somma corrispondente alla pe nale, il tribunale avrebbe aggiudicato i beni al Ricevitore, per farli e ntrare a far parte del dominio dello Stato. Quando venivano effettuali gli arresti era necessario stendere un processo verbale ne l quale venivano annotati no me, cognome, luogo di nascita, e il corpo <li c ui il refrattario faceva pai1e, il grado, l'epoca in cui aveva abbandonato le bandiere e la leva a cui apparteneva. Ma il Ministro della G uerra Daurc lamentava, in una lettera inviata all'Intende nte di Napoli in data 27 ottobre J 810, che i gendarmi, o le altre autori là militari, spesso arrestavano e conducevano i disertori ai loro corpi muniti del solo foglio di rotta e con una semplice lettera <li arresto. Questa negligenza compo11ava il rifiuto, da parte dei membri dei Consigli di Guerra, di g iudicare tali disertori e questi restavano per mollo tempo a languire nelle prigioni . 141 In quasi tutte le province (faceva notare il Ministro della Guerra a que llo delle Finanze) i Ricevitori del Reg istro non adempivano ai propri compiti. Ne era una prova il ritardo con cui le amministrazioni compilavano lo stato di tutte le somme riscosse in ciascun quadrimestre, secondo l'articolo 39 del 27 maggio 1809 (Napoli 4 aprile 18 1O). 142 Infatti il Direttore Generale dei Demani, Cavaignac, dovette richiamare tutti i Direttori del Regno. perché la esazione delle multe contro i Veliti refrattari stava procedendo molto lentamente per mancanza di rigore e per la negligenza ne ll'attivare le vend ite de i beni. Secondo il Direttore di Lecce, il ritardo nella ri scossione era dovuto escl usivamente al Direttore Generale delle Riviste che non stabiliva d i procedere alla vendita o all'assegnazione dei beni. 14:i 1 Procuratori Regi presso i Tribunali di 1• Istanza rimettevano con ritardo gli stati nominativi <lei rcfrallari, mentre era <lirtìcilc effettuare la vendita de i beni perché i Registri delle ipoteche non erano in regola. Nemi ca dei Reali interessi era l'amnistia: I Refrallari e i Disertori condannali già da 2 o 3 anni, non ancora avevano pagale le multe: oggi, per essersi presentati a ll'amnistia sono state assolte le multe. Che un uomo vada pro l"ugo per anni può accadere; ma le sue proprietà non fuggono. 144
Un problema da superare era quello de i diserto ri indigenti. Un di se11ore, a nc he se la pena era già stata espiata, non poteva lasciare il carcere se la multa e le spese di giudizio, non fossero state saldate. Per venire incontro a chi fosse pri vo <li mezzi, si concesse la facoltà di dimostrare, in un periodo di sei mesi, l'impossibili tà effe tti va a pagare. Ciò ru deciso per evitare che la prig ionia, inflitta dall'articolo 53 de l Codice penale, ad ogni reo di mancato pagamento, puni sse la povertà più che il delitto. 145 14 i ASN, Int. Napoli, f. 5419 142 ASN, Pinanze, f. 2384
l43 Ibidem. 12 dicemhre 18 1O. Il Direttore di Lecce al Ministro delle Finanze l44 lhidern. Il Ministro della (ìuerra a quello delle Finanze in data 4 giugno 1811 145 Sessione del Consiglio di Stato del 22 gennaio 18 I 3, in T,eggi e Decn·.ti
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Per incentivare poi la caccia ai di sertori e refrattari, erano fi ssate de lle gratificazioni da riscuolcrsi solo quando era provalo l'an·ivo del mililare callurato al corpo. Per i bassi Ufficiali, i gendarmi , le g uard ie civiche , le guardie s ilvestri, g li uomini della dogana, gli agenti di Poliz ia ed altri , la «taglia» era di 3 ducali. ICon il camhio di moneta, la multa per i condannati fu di [ 1.500 mentre le gratificazioni per l'arresto di .f 12 (decreto de l 19 dicembre 18 11 )). L'esperienza aveva insegnalo c he i diserlori non facilmenle trovavano asilo presso gli abitanti del Regno, ma che spesso veniva loro concesso, da alcune autorità c ivili e militari, di rimanere nelle lo ro case e i ce1tificati di comparizione ven ivano inviati solo quando l'arresto appariva incvilahile.
IV.3 Istigazioni per far abbandonare i corpi Dive rs i erano i mezzi impiegati per convincere i g iovani a di sertare: degli «ingaggiatori » usavano ogni m ezzo di pers uasione per istigare i soldati ad abbandonare i corpi e passare al nemico, ad unirsi ai briganti o a fu ggire all'estero: altri studiavano il modo semplicemente pe r di stogli erli dal proprio dovere e farli disertare. Col decrclo del 16 novembre 18 1O s i cercò di rendere le auloritì1 competentj maggiormente responsabi li nella lotta contro i militari disobbedienti e di distogliere quals iasi c ittadino dall ' intento di persuadere un soldato alla diserz ione . Chi avesse dato asilo ad un disertore o refrattario sarebbe stato punito con una de lenzione dai 6 mesi ai 2 anni, secondo le circostanze più o meno a ggravanti. L'impiegato de l Governo (Ufficiale pubblico, militare, Ufficiale delle Legioni Provinciali , ecclesias tico, ecc . . .) che avesse in qualche modo sabotato l'esecuzione della coscrizione, era sospeso dal s uo impiego, deslituito, qualo ra avesse ag ito con determinazione contro la legge, g iudicato e punito come falsa rio, se avesse certificato ed attestalo il fal so. Erano punili come falsari luLLi colo ro che, o verbalmente o per iscritto, avessero dichiarato il falso. La pena di 2 anni a i fe rri e ra, invece, prescritta per qual s ias i militare c he avesse accettato del denaro per non arrestare un diserl.ore o refrattario. La semplice speculazione, sc:roc:coneria, in materia di coscrizione, veniva puruta con la pena de l carcere per un periodo da I a 3 anni. Un momc nlo in cui era facile lcnlarc di l"rodarc il (ìovcrno era la visi ta medi ca. Quindi particolarmente sorvegliato era l'operato di m edici, c hirurghi e Ufficiali di san itìi; un referto medi co non corri spondente a verità ven iva punito con tre mesi di sospensione dello s tipendio se l'errore era avvenulo per ignoranza; con tre anni di sospensione dall'eserc iz io de lla professione se avesse mancato per deferenza; con cinque anni di sospens ione se avesse ricevuto de l de naro o dei doni; con l'accusa di fals ario se l'infermità certificala fosse stata semplicemente supposta. Qualunque imputazione per frod e era accompagnata dalle stesse multe previ ste per i disertori e refrattari .
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IV.4 Le pene per gli ingaggiatori Più severe le pene contro gli ingaggiatori : colui c he ingaggiava coscritti per ingrossare le fil a del nemico o que lle dei briganti, era condannato a morte; l'ingaggiatore che aiutava il dise1tore a fuggire all'estero era condannato ai lavori forzati per dieci anni, al pari del disertore di cui aveva favorito la fuga. Qualsiasi altro indi viduo che, senza essere un ingaggiatore, si fosse tuttavia impegnato per convincere le reclute ad abbandonare i corpi, avrebbe scontato sci anni di lavori pubblici. Tutti gli imputati dei deliUi esaminali venivano giudicati da un Consiglio di Guerra, se militari, d ai tribunali ordinari, se civili. Gli ingaggiato1i, qualunque fosse il loro stato, erano puniti dai Consigli di Guerra. Per dare il massimo della puhhlicità a queste disposizioni fu ordinato di leggere i I decreto, che sarebbe entrato in vigore dal I O gennaio 18 1I, per tre domenic he consecutive sui pergami di ciascuna parrocchia del Regno. Ma, negli anni successivi, le precauzioni previste da tale decreto non riuscirono ad elimina re l'eccessiva Lolll:ranza mostrata dalle autorità locali ai di sertori e refrattari che soggiornavano nei propri comuni. Per cui, con decreto del 20 ottobre 1814, si fissò un'ammenda dai 50 ai 200 ducali per i si ndaci, o funzio nari pubblici , che non avessero fallo rapporto sulle perquisizioni nelle case dei di sertori ordinale dall'articolo 2 del 16 novembre 18 1O. Le commissioni militari, che erano state abolite il 27 maggio 18 1O, furon o ricreate 1'11 magg io 18 14 per giud ica re i segue nti reali com messi da disertori: l'arruolamento nelle fila dell 'esercito nemico; lo spionaggio militare; l'e migrazione in uno Stato avversario; il brigantaggio; la mancata promessa dei prigionieri di guerra di non combattere contro le bandiere napoletane e catturati invece nell'atto di farlo (t:on decreto del 20 maggio 18 I4 le commissioni furono competen ti a procedere contro c hi veniva a rrestato in tlagran7.a per cla mori o fatti commessi, ne i luoghi puhhlici , ad oggetto di incitare il popolo alla rivolta contro il Governo). Va specificato che col nome di briganti si intendevano coloro che <<scorrevano armati la campagna ad oggcllo di rovest:iare il Governo».
IV.5 I militari in domicilio
Un metodo per intimare la esatta esecuzione delle leggi ru 4uello di porre dei militari nelle case di genitori di disertori (decreto del 25 ottobre 181J). I «militari a domicilio» dovevano ricevere, oltre l'alloggio, come era dovuto alle truppe in marcia o in guarnigione, anche una paga e l'i ndennità per il mantenimento dei cavall i ( se appartenenti alla cavalle ria ), cifre che venivano pagate dai padroni di casa. La paga non poteva eccede re grana 34 per ogni soldato, grana 39 per ogni Caporale, grana 50 pe r ogni Sergente, H1igadiere o Maresciallo d'Alloggio, grana 78 per ogni Uflìciale. Si sare bbero prelevati 11 grana da ciasc uno stipendio al fine di formare un fondo comune per coprire il dc licil c he poteva risultare quando tutto, o parte del soldo o dell'inde nnità non erano stati
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saldati . L' indennità per il nutrimento dei cavalli era invece fissala a 44 grana al giorno. Al di fuori di quanto p rescri tto non poteva esser preteso nie nt'altro. Anticipata mente, e ogni cinque g io rni , doveva essere versala al sindaco la somma totale pe r i pagamenti de lle cinque giornate. Avvisati da un impiegalo del comune le fami glie, ne lle c ui case risiedevano i soldati , avrebbe ro avuto tre ore di le mpo per consegnare la somma nelle mani del sindaco. In caso di ma ncato pagame nto si procedeva al sequestro degli effetti che sarebbero poi stati vcnduLi f'ino a raggiungere la cifra necessaria per soddi sfare il soldo, l'indennità per i cavalli, le spese re lali ve a l sequesLro cd alla vendila e la Lassa dell'Intende nte. Qualora le somme, provenienti dalla vendita suddetta, non fossero sLaLe sunicicnli pe r coprire luLLc le spese, l'Intendente avrebbe supplito al defic it con i fo ndi de lle spese impreviste face nti parle del budget. Le istrnzioni redatte a seguito di questo ultimo decreto stabilivano i casi nei quali gli Intendenti potevano e dovevano impiega re i militari in guarnigione, la scelta dei soldati ed il loro numero, il metodo per il ritiro totale o parziale dei mili tari , i dove,i , la vigilanza e la disciplina a cui dovevano essere sotto posti i suddetti, il soldo cd il traUamcnLo a cui avevano diritto (istruzioni del 25 ottobre J8 11 ). L'invio dei militari doveva sempre esser preceduto (di otto giorni) da lla pubblicazione ed affissione, nel comune, della lista de i mo rosi e de i loro genitori. L'obbligo di inviare i militari era imposto quando il nume ro dei morosi di un comune superasse l'ottavo del contingente, quando le o perazioni di coscrizione fossero state problemati che, qua ndo nelle leve precede nti l'amministrazione avesse incontrato diffi coltà per completare il contin gente, qua ndo il comune avesse conLato uno o più refratta ri o disertori , o fosse sospettato di aver dato asilo a refrattari o disertori di altri comun i. In questi casi l' Intendente e ra però autorizzato ad esentare dal peso dell' ospitalilà ai militari le vedove informe e povere o i padri di famiglia che si trovassero in stato d ' indigenza, se naturalmente «non avessero istigato il figlio alla disubbi die nza)>, non fossero cioè loro gli artefici della decisione de l giovane di di se,tare. L'invio de i militari doveva esser sospeso anche quando la condizione economica de i genitori dei morosi era tale da non permettere loro <li pagare le spese. Il numero dei militari a domi cil io stabilito da ll' Intende nte, no n poteva oltrepassare i quattro uomini , e la du rala della pe rmane nza non doveva superare il mese. Disposizioni diverse dovevano essere a utori zzate dal Diretlore Generale. I militari a cavan o, poiché la loro permanenza ric hiedeva una spesa maggiore, sarebbero stati alloggiati nelle case di coloro che pi ù gravemente avevano disubbidito macchiandosi di gravi colpe . r di staccamenti dei militari in guarnig ione continuavano ad essere sottoposti, in quanto alla disc iplina, a tutti i regolame nti mii ilari . All a pa rtenza di un di staccame nto, o porzione di di staccamento, dal comune in cui era impiegato, il comandante avrebbe richiesto al sindaco un certificato di buona condotta da presentare all 'lnlcn<lcnlc. Ogni di sLaccamcnLo, o porzione di esso, sito in un comune, doveva avere un sotto Ufficiale con le funzioni di forie re, il quale era incaricato della sussistenza degli uo mini e del nutri mento de i cavalli. Per quanto possibile, tu LLi i sol<laLi <li stribui Li nel paese avre b-
La coscrizione nel MezZo!!,iomo d 'Italia nel decennio fran cese
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bero cons umato il rancio insie me , sotto la responsabi lità del foriere, altrimenti ognuno avrebbe provveduto da sé. Il Minis tro de lla Gi ustizia con circolare del I O gennaio 1814 comunicava g li ordini di S. M .: la misura de' piantoni non debba aver luogo verso i parenti de' cosc1itli refratLarj, quando costoro sono imputah di misfatto presso le Corti Criminali ; né debba aver luogo verso i parenti <le' disertori. Questa misura rimane tuttavia in vigore per la presentazione dc' coscritti che sono sempl icemente imputati di delitto correzionale.146 La misura dei piantoni , come anc he l'arres to dei parenti dei disertori, aveva pesanti conseguenze, s u un a popolazione g ià tanto immiserita. Pe1tanto l'arre sto dei parenti dei coscritti refrattari fu abolito, per decisione di S. M. sul rapporto del Mini stro dell a Giustizia, nei termini che qui riporti amo: La misura dei piantoni, ed in consegue nza molto più quella dell'arresto non deve aver luogo verso i parenti de' Cosc1itli re l"rattarj imputali di misf:.ttto, e ciò perché sarebbe ingiusto <li obbligare il padre alla consegna del figl io, non per seguire l'armata, ma per essere tradotto ad un giudiz io penale. Contro i parenti dei disertori poi ha ordmato che questa misura non dehha g iammai aver luogo, sicno essi imputati di un misfatto o no, o a nche della sola di serzione, per la rag ione che i dise11ori essendo oggi pu nit i con pene straordi narie e rigorose, sarebbe ugualmente ingiusto di obbligare i Loro parenti a presentarli a lla Gius tizia Mi litare. 147 Ma, per l' Intendente di Napoli, l'arresto co ntinuava a costituire il mezzo che aveva prodotto l'esito più felice a i fini del complctamcnlo dell e leve. Infatti diminuiva il numero dei refratta ri perché la possibilità di finire in prigione costituiva, per gli aspiranti di sertori , un forte deterrente che li faceva «rie ntrare tutti ne lla ragione e correre a lle bandiere» 148_ Complelarnenlc contrario era invece il suo parere sulla mi sura dei piantoni: La mi sura de' piantoni è inutile. 1 ricchi no n la curano, i poveri non la temono perché non possono sodd isfarla, e mo lti abbandonano le picciolc e miserabili case in balìa de' soldati, senza che più in esse ritornino restando così delusi g li agenti, e delusa la Legge istessa_ 149 G li arres tati erano condannati a l servizio d i presidio, a llo strasci no della pal la , ai lavori pubblici e puniti anche con castig hi corporali ( «il Terracciano di sertò altra volta, e dopo di aver sofferto il Castigo di centocinquanta leg nate 146 ASN, Tn t. Napoli f. 5502. Da una lettera del Procuratore Regio a Intendente di Napoli (4 gennaio 1814). 147 lvi, f. 5497. Da una leUera del Ministro ddla Polizia all'lntcndcntc di Napoli, 4 maggio 18 14. 148 Ivi , f. 547(,. Lettera inv iata al Ministro della (ìueJTa il 19 ollobn: 1814 149 Thidcm
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fu condannato alla pena di tre anni di presidio» Casoria 29 ottohre 18 10). ! 50 I condannati alla palla ricevevano, g iornalmente, una razione di pane e 3 grana da cui si Lrallcncva I grana per il vestiari o. C hi avesse tentato l'evasione, avre bbe avuto la pena comminata nei lavori pubblic i; chi, invece, era ricatturato dopo essere evaso, subiva il doppio de lla pena a cui e ra stato condannato. I conda nnati ai lavo1i puhblici 1icevevano, nei giorni di lavoro , un a razione di pane ed una di legumi secc hi; ne i giorni di riposo, una razione di pane, 3/5 della razione ordinaria di carne ed una doppia razione di legumi secchi . Non si lavorava la domenica e gli altri giorni festi vi !i ssati dal Governo, a causa del cattivo tempo o per problemi di salute. Le giornate di lavoro erano pagate un quarto di meno ri spetto a quelle dei giorna lieri o rdinari ; un terzo della somma veni va dato al condannalo per mi gliorare il proprio vitto, l'a ltro terzo era conservato pe r da rglie lo il g iorno de l suo rilascio, l'ultimo terzo era a disposizione del Ministro della Guerra. Per concludere il discorso sui condannali crediamo opportuno riporlarc una lettera inviata da un di se11ore a lla propria fa mig lia da l carcere di Long iano d'Abruzzo in data 14 novembre 18 13: se ricevete questa fatem i subito la risposta per sape re co me state io nò c redeva che voi mi avevate ahhantonato di questa Maniera e vi fò sapere che io mi moro di fame e mi abisogna qualche cosa di denaro ... e saluto Pasqu ale Nastro ... che sta passando guai, perc hé se disertato una volta. c mù si è disertalo un' altra volta, dunque diteli al suo Fratello che li manda qualche cosa di denaro ... , perché stà dentro a lla Prigione e lo mangiano li pe rocchi ... _151
IV.6 Le Colonne mobili Con d ecreto del 2 1 maggio I 8 13 venne ordinato ai Generali Comandanti le Divisioni Militari di organizzare, in ognuna delle province comprese ne lla propria divisione, una Colonna mobile con i legionari scelti ed i gendarmi a piedi ed a ca vallo. Unico scopo della formazione di queste Colonne era la persecuz ione de i re frattari e di coloro che non avessero proritlalo de ll'amnistia. Ogni Colo nna veniva regolata sul bi sogno di ogni prov incia, e divisa in distaccame nti onde assalire i delinquenti in ogni luogo ove cercassero asilo. 1 Ge ne rali Comandanti le divisioni cd i Comandanti de lle Province, potevano, di concerto coll'Inte ndente, autorizzare i capi dei distaccamenti a me ttere i piantoni in casa de i gcnito1i. L'inde nnità da esigersi sarebbe stata ugua le al doppio di quella fi ssata dal decreto del 25 ottobre 18 1 I . Og ni comune, circondario , distretto e provinc ia era responsabile dell 'arresto dei disertori e re frattari , dei mezzi d'arresto e del rimpiazzo, qualora dopo due mesi di atti vità delle Colonne non fossero stati arrestali tutti i mancanti . li ,im-
150 lvi I" 54 14 151 Jv i: f:5426
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piazzo si sa n:hhc dovuto prendere, secondo il numero d'ordine, da quei coscritti rimasti della leva a c ui apparteneva il di sertore o il refrattario non catturato. Quante volte in un comune non esistessero cosc ritti appartenenti alla stessa classe dei rei, si sarchhc supplito con que lli della stessa classe del circondario, del distretto o della provincia. La gratificazione data a chi arrestava un disertore o refrattari o era pari al doppio di que lla stabilita dal decreto del 19 diccmhre 181 I. Con circolare n° 77 del 24 novcmhrc 1813, 152 il Direttore Generale Arcambal comunicava il desiderio di S. M. c he le operazioni di rimpiazzo, da eseguirsi dai comuni e dalle province per i di se11ori e refrattari , cominciassero dal I O dicembre. Inoltre con decisione dcli ' 11 febbraio 1814 prorogò al 1° marzo, visti i ritardi, il termine del ri mpiazzo dei disertori e refrattari ordinato dal decreto del 2 1 maggio 181 3 e fi ssato al IO febbraio. Era però sospesa la facoltà, concessa ai coscritti, di li berarsi dal marciare in rimpi azzo dei disertori o refrattari, proprio col rimettere nelle mani delle autorità uno di quegli individui. Infatti, avevano avuto un te mpo più che suffi ciente per approfitta re di quel privilegio che invece era servito da pretesto per troppi ahusi. (da una circolare del Direttore Generale agli Intendenti, del 12 febbra io 1814). 15:,
152 lvi, r. 5463 l53 Ibide m
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Capitolo V: I contingenti e le dif'licoltà delle operazioni
V.1 La Leva del 1810 Il Decreto de l 9 marzo 1810 c hiamava 10.000 coscritti di visi in due m età: la rrima rer l'armata a ttiva, la seconda per la riserva. Ogni provincia avrebbe dovuto fornire metà del suo contingente per il I O magg io. Il Mini stro de ll a G ue rra lame ntava però, in una le ttera del 13 giugno 1810 diretta ai Sig. ri Inte nde nti delle province del Regno, la inadempienza degli articoli de ll'istruz ione del 22 marzo che obbligavano i coscritti ad arrivare al deposito e ntro il te rm ine suddetto 154 . Alle doglianze de l Ministro il Cons ig lio di Reclutazione de lla rrovinc ia di Naroli rispondeva ne l segue nte modo: ·1° La difficoltà di formars i le liste d i coscri1.io ne ne lla Capita le, dove non vi è censi mento rettificato, dove le Parocchie hairno il loro ambito in diversi quart ieri, dove i libri battesimali no n ind icano l'abitaz io ne d c' battezzati, né la condizione dc' Genitori , dove un 'i nfinità di bambini dell e vicine Ville e Città s i hatte1.1.avano in Napoli per goder delle franchige senza indicar la Patl"ia, dove uno nasceva in una pa rrocchia e moriva in un a ltra o fuori c illà, e la morle del m e desimo non costa dalli stessi libri , dove le traslocazioni di abitazioni sono frequentissime, senz'esservi di c iò registro. d ove la mancanza del Commercio. e la riforma dc' diversi rami d'ammini straz ioni ha fatto succedere una grande e mi grazione, in modo che in meno di tre a nni si conta minorata la c ittà d i circ11 40 m ila abitanti , com'anche mo lti Regnicoli , ed esteri vengono a st11bilire il loro domicilio in città, e non costa di tal domicilio. Si aggiunga a <.:iò che la Poliz ia incaricala della rettifica de lle note fatte da Parrochi è stata o ccupata in affari di maggior urgenza, e pressanti pe r c ui no n a ncora si han potuto formare le liste . E q uesta è la cagione per 111 quale 3 19 reclute contingente assegnato alla Capitale son in ritardo, e tutt'ora ritarda no. 2° Fu cagione di ritardo la legge de l 2 M arzo 1808 che vuole che no n fo ssero gravate le comuni marittime de lla totalità della Coscri7. ione militare, e la volontà de l Sovrano manifest11tasi analoga al111 legge per parte delle Comuni marittime in un momento di cslraordinario servizio della maiina, e per ciò fu ritardato il contingente delle Comuni marittime ch'ascendc oltre de qua rtie ri marittimi di Napoli. 3" La messe che s i sta eseguendo h11 prodotto una specie cli e migrazio ne necessaria negli uo mini di campagna, per cui le dcnunciazioni alli sorteggiati non si hanno poluto eseguire in que' pochi giorni che !'istruzioni prescrivono. 4° Il non essere queste popolazioni abituate al nuovo s istema di coscriz io ne me ntre g li abiti si 11cquistm10 con l'uso diuturno. 5° Le tante diilicoltà, e nuove prescrizioni per l'esecuzione della legge in mano di Amministratori Comunal i poco espe rti, ne ll 'atto c he si è procurato d i avere un travaglio me no imperfetto che fosse poss ibile essendo questo la base
154 ASN . lnt. Napol i,
r. .'i408
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dell a coscriz io ne pe r g li anni avvenire. Ad o nta di tali difficollà il conlingcnlc de lle Comuni terrestri è quasi completo. (Napoli , 7 luglio 18 10). 155 Ino ltre il Dire ttore Generale delle Ri viste notava nello s tato dei coscritti del l'an11ata a tti va fomiti dalla provinc ia di Napoli delle irregolarità: i cosctilli cambiava no di nume ro; allri , dopo esser stati rifom1ati com e «inutili», presentavano gratuita m e nte un rimpiazzo c he si portava in «cscomputo » del contingente, senza pagare l' inde11nitì1 di ducati 25; vari rimpiazzi erano a ,rnotati senza la lo ro età, o si ometteva se erano sposati o celibi; in alcun i punti non s i capiva se s i parlasse d i mutazio ni di numero o di rimpiazzi. (15 dicembre 18 10)1 56 L'affidabili tà de i reg istri 11011 sempre era sic ura, l'o nestà dei parroci altrettanto. Il sotto Intendente di Cas tell amm are così scri veva all'Intendente di Napoli 1'11 m arzo 18 14: D a' Li bri l3allesimali delle Parrocchie di San M artino, e San Nicola de lla Comune di Lettere, e dal verbale che ho l'onore accluderle, prego la di lei bontà rilevare le viziature ne' detti Lihri rinvenute, e le g iustificazioni addotte dagli allual i Ec onom i de lle rispettive Parrocchie. lo sono ne l preciso dovere di fi ssare la <l i Lei attenzione particolare s ulla viziatura della nascita di G iovanni A ni ello Pc ntangclo nipo te dell 'antico Parroco di San Martino Sig. Pasquale Pcntangclo, il qua le non contento de lle fals ità fatte di trasportare da anno in anno la nasc ita del detto suo nipote, finalmente si de terminò ad asse rirl o come mo rto, ne l mentre il medesimo pieno ùi vila, e di salute stava ese rc itando una Bollcga in quel Comune medesimo e compreso ne lla Busso la, sorlì il numero 15, e fu rimesso tra i Coscritti d i quel Comune ne l g io rno 11 Febbrajo in cotesto Consiglio di Rec lutazione. 157 D urante la stesura delle liste e rano freque nti le frodi. 158 Anche ne ll 'app licazione delle norme ri scontria m o a nomali e e mal intesi. Per esempio l'articolo 28 de lle istruzio ni del 22 marzo concedeva ai coscritti di accordars i tra lo ro per scambi arsi i nume ri diventa ndo soggetti alle condiz ioni del numero ricev uto, come se lo s i avesse avuto d a ll a so11e fin dal princ ipio. Questi accord i no n dovevano tuttavia pregiudicare i nume ri d'ordine rim asti ruori <la dclii scambi. Le c ondizioni imposte pe r i rimpi azzi no n potevano essere a pplicabili per le sostituzioni.
155 Ibidem 156 [vi, f. 5417 157 lvi, f. 5506 l58 Napoli, 20 kbbrnio 1813: «Suno in formalo, che il Coscritto Nicola Capasso del Quartie re Avvocata, per esentarsi dal servizio mil itare , abbia macchinato di concerto coli' Ispettore di Polizia Signor Preda, di presentare un suo fratello per nome Raffaele, il quale è inabile ...» Napoli, 3 aprile: «che l'Ispettore S ig. rreda, mediante una somma di denaro ed ahre regalie, s ia con effe tto riuscito a far cancellare questo (ìiovi ne dalle liste della Coscrizione e che a tal effetto si è perfino maneggialo con un impiegato de ll'Intende nza ... ». lvi , F 'i'i 14. 11 Dirdt orc ( icnc'.rnlc Arcambal all ' Tnte ndente di Napoli.
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In un a lettera del luglio del 18 12, il Direttore Generale invitava l'intendente di Napoli, avendo di sertato un tale Cafarelli, cambio del Prota, a richiamare il Prota affi nc hé desse un altro cambio, entro 8 g iorni, o si arruolasse egli stesso. Ma l' Inte ndente faceva notare c he il Cafare ll i non e ra un cambio, ma c he tra i due c'era stato uno scamhi o di numeri: il Prota, de lla seconda classe, aveva preso il posto del Cafarelli che era de lla seltima. Ora, in hase a lle disposizioni dell'articolo 28, il Prota era a tutti g li effetti della settima classe ed essendo stata questa dichiarata fuori servizio, dal decreto del IO aprile 1812, egli era comple tame nte esentato 159 .
V. 2 Lo stato di coscrizione a Napoli
È possi bile trarre un resoconto s ullo stato d i coscri zione in Napoli da lla corri spondenza tra l'Intende nte di Napoli ed il Ministro della Guerra del 19 genna io 18 1 I di cui diamo un esempio: li contingente per la seconda classe de lla città di Napoli è di 5894 da c ui dedo tti 3630 ignoti e 14 12 esentati per legge o morti, l'intera gioventù coscrivibile del la seconda c lasse ammonta a 852 individui dalla quale bisogna somministrare la q uota attiva e cli riserva cli 640 cioè i 3/4 degli alli al servizio cd 1/4 preso dai riformati , dai mandati alla ri serva per bassa tagli a e da qualche refrattario. Confrontandosi la quota assegnata alle Comuni de ll a Prov incia di Napol i con i coscritti della seconda classe di Napoli stessa, ne 1isulta la propor.lio ne di I :5 cioè ogni 5 coscrilli ne devono som ministrare uno. Nell a Capitale poi è q uasi come 3/4 ad I cioè che ogni quattro coscrilli ne deve sommini strare tre. Questo perché: I O Le note di coscri zione fu rono basate sui libri di nascita dei Parroci senza te ner conto dei mor1i dalla nascita a ll'anno diciassettesimo; 2° Un inlìnitì, di forestieri , commercianti cd altri avventurieri d imorò in Napo li e poi andò via, il che non accade nelle Comuni piccole; 1° La catastrofe de l 1799 d isperse moltissime famiglie; 4° La guarnigione in Napo li era fi ssa per mo lti anni , le famiglie di costoro ora o sono in Sici lia, o estinte, o disperse, e di poche si ha noti zia; 5° Le nuove ammini straz ioni organizzate ne ll e Provin cie han prodotto un 'emigrazione non indifferente di cittadini che andarono altrove ad occuparsi; lo stesso ha prodotto la mancanza del commercio; 6° Nel numero che rappresenta no le seconde classi di Napoli sono inclusi tutti quc' battezzati in Napoli delle Comuni vicine per godere de i privilegi di cittad ini napoletani , e che poi son coscritti nelle proprie Comuni ; 7° Viene compreso ancora ne l n° di 5894 della seconda classe il supplemento dell a Poli zia, qual 'è un'aggiunta di persone per la maggi or parte provinciale residente in Napoli per causa degl i studi nei diversi collegi, o in abitazioni pai1icolari , molti de' conte nuti in tali supplementi ancora so no in età coscrivibile, o appartengono ad altre class i alle qu ali si fa nno aggiungere;
159 lvi, f. 5458
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8° L'ascri zione marittima in una città dove i quartieri più popolati sono di marinai e di addetti al mare ne togli e dal n" dei coscritti una parte rilevanlissima ollrc tanti che in frode dell a coscrizione menlono sul mes tiere, e si fanno a quella ascri vere; 9° Tuili g li esentati per legge, per i privi legg i accordati che ne lla Capitale sono in gran lunga più numerosi che nell e Provincie. In Napoli il numero degli impiegati sono infiniti. Quasi tutti i napolelani che hanno avuto voglia di servire si sono arruolati nei diversi Corpi della Guardia Reale il che esenta le loro famigli e. Molti giovani volontariamente si sono arruolati nei corpi facol tativi, nel 6'' di linea (ex C:orpo Munic ipale - Logerot - ), e nella marina prima del sorteggio. Molti altri appartengono ai Telegrafi , alk scuuk Politecniche Militari, al Burò topografico, all a Accademia di disegno. 160 Anche pe r la leva del 181 O i dati numeric i non sono né chiari né completi. Da uno s tato del mese di marzo si rikva la consislcnza del contingente attivo e di ri serva col nume ro dei coscritti della seconda classe tanto della Capitak che di ciascun di slrelto della provincia_ 161 Nel fondo archivistico "Intendenza di Napoli" sono presenti numerosi fascicoli di <<Reclami de' Coscritti» pe r la cosc rizio ne ordinata il 4 gennai o 181 O. I motivi dei reclami più ricorrenti erano: per una piaga, per aver contratto matrimonio prima del Real Decreto, per atrofia, pe rc hé defunto o minorenne prima del decreto, oppure mallo, o s torpio, o già sca rtato ne ll a leva del 2 a mi gli aio. Nel fascio n. 54 I 3 del suddetto fondo esiste anche un regis tro alfahctico de i coscriJli de l 181 O (una vera e propria rubrica) de i quali però non è specificata la c ittà di appartenenza. Un c alcolo dei di se,1ori e refrattari è, ancora una volta, approssimativo. Si c itano so lo alcu ni esempi : il Reggimento «de Caval-Leggieri », Guardia Reale di Napoli, ebbe dall'epoca della sua formazione a lutlo il IO april e 1810, un numero di 16 di se r1ori . 162 Il 1° Battag lione del Treno d'Arti g lieria di Napoli aveva a tutto il 27 gennaio 1810, 11 disertori . 163 Il Comune di Afragola riportò il 21 Maggio I 81 O una lista di 14 rcfraLtari per la leva de l 2· migliaio dell'anno prima . 164 In data del 28 luglio 181 O la ci ttà di Napoli s tilava un «Notamento» delle sente nze co ntro un totale di circa 60 discrlori (il fog lio non è in lcro).165 È del 16 agoslo 18 1O 11110 stato dei militari appa,1ene nti a ll a provincia di Napoli condannati dai Consig li di Cìucrra alla multa voluta dall a legge, oltre le pene «afflittive» prescritte dai regolamenti. Si contano 29 nomi ma anche 4ui il foglio 11011
l60 l vi, f. 5432
161 lvi f :'i428 162 lv/ f. 5428 l63 lvi' f . 5419
r:
164 lv i: 54 11 165 l vi , f. 5 419
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è intero.1 66 Dal mese di giugno fino al 24 novembre 1810 furono arrestati nel di slrcllo di Pozzuoli 5 discrlori_1 67
V. 3 (;li Stati dimostrativi in Gennaio e Fehhraio Una nuova coscrizione diede all'armala altre diecimila rcdulc che vennero poi seguite da coscritti dell a riserva delle Calahrie. Da questi coscritti (con decreto del 19 febbraio 1811 ) ne furono toltj mille clugento scelti tra quelli che erano prop1ielari e che aveano la slalura richiesta da' regolamenti formarono un secondo Reggimento di Veliti cui servì di base il battaglione di Volteggiatori delle Guardie_ 168
L'8 febbraio 18 11 venivano c hi amati diecimila uomini , da dividersi tra l'armala attiva e quella di riserva. 169 Essi dovevano essere assegnati alla prima de lle otto classi stabilite dal decreto del 4 gennaio 181 O: quella cioè formata da coloro che, al momento della chi amata, avessero compiuto i diciotto anni. Esaurita la prima classe, si sarchhc proceduto con la lcr/.a, poiché la seconda era stata g ià chiamala alle armi con la leva del 181 O. Ma ancora nel gennaio del 181 I le operazioni per l'anno prcccdcnLc non erano state completate nella Capitale: secondo uno stato del mese di gennaio, 170 i quartieri della Capitale dovevano fornire un contingente di 640 uomini, avendo 5.894 g iovani iscriLLi nella 2" classe. Alla suddcua data solo 478 rcdulc erano state ammesse, me ntre 48 erano passate alla ri serva per bassa taglia, 17 erano all'ospedale, 1.412 erano esenti per legge, 88 erano i re frattari, ben 3.630 e rano gli ignoti e 177 erano i rilì.mnati. Lo stesso accadeva anche per i comuni della provincia di Napoli. Da uno stato de ll'I I feb braio 1811 17 1 si rilevano questi dati: 436 erano le reclute ammesse, I 19 quelle passati alla riserva, I04 i riformati e 283 i refrattari.
V. 4 Il principio della proporzione: difficoltà e ritardi Ritornando ora alla leva del 181 1, è in teressante conoscere prima la distribuzio ne deJJa popolazione nel R egno di Napoli; questa era composta da un Lolale di 4.904.285 anime così distribuite:
166
Ibidem lbiùcm 168 R. LOGEROT, ms. cit. 169 ASN, 1111. Napoli, f. 5428 170 lvi f' S414 171 AS·N: Ìnterni , f. 673 167
La coscrizione nel Mezzogiorno d'Italia nel decennio francese
Napol i Terra di Lavoro Mo lise Abbruzzo Citra Abruzzo Ullra 1° Abruzzo Ultra 2° P1incipato Ultra Capitanata Bari Terra d'Otranto Principato Citra Basilicata Calabria Citra Calabria Ultra Totale
28 1
609. 173 546.120 290.675 254.833 166.687 237.567 32 1.1 51 245.892 348.727 305.606 4 11.582 388.740 35 1.9 19 425.613 4.904.285
Seguendo il princi pio de lla proporzione, il contingente di I 0.000 uomini fu così suddiviso: 172 Napoli Terra di Lavoro Molise Principato Citra Principato Ultra Abruzzo Citra Abruzzo Ultra l 0 Abruzzo Ultra 2° Terra d'Otranto Terra di Bari Basilicata Capitanala Calabria Citra Calabria Ultra Totale:
1031 1090 498 880 798 500 356 51 8 635 7 19 866 546 700 863 10.000
Come si nota la suddivisione non seguì le giuste proporzioni e le lamentele non mancarono : Se Napoli, che contiene 75 1.893 abitanti deve dare mille e trentuno Coscritti, Basilicata, che è composta di 378. 162 non dovrehhe dame, che 500. Similmente
172 Articolo 2° de l decreto dc l1'8 fchhraio 18 1 I
Maria MarRherita Cari/lo
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se Calabria Ultra. che rnntiene 419.454 abitanti deve fornire 863 Coscritti, perc hé Basilicata che contiene 71.293 abitanti di me no di quella, ne deve fornire 866, vale a dire anche di più di Calahria Ultra? T,o stesso si osserva ne l contingente di Veliti ..... Se la popolazione è stata la norma nel lì ssarsi il contingente di ciascuna Provi ncia, sembrami che quello di questa dovesse rcllificarsi tanto per i Coscrilli, che per i Veliti ...... La Bas ilicata, che ha dato mille e dugento hriga nti per soldati, tutti dell'età de ll a Coscrizione; la Hasilicata, che ha avuto da 500 estinti pel Brigantaggio, tutti anche dell'età della Coscrizione, e dat'in Campagna per is fu ggirla, oltre di tanti Carcerati per la medesima causa, o massacrati da' briganti. (L'Intendente di Basilicata al Ministro dell'Tnte rno 26 febhraio 18 1 I). 173 Ma g iornaliere rimostranze. per le ingiustizie nate nel suddiv idere il contingente, non mancavano neanche nelle unità amministratjve più piccole : i vi llaggi. È interessante quella che il PrcfcLLo di Polizia di Picdigrolta invia all 'Intendente di Napoli il I O gennaio 18 I 2: Gli abitanti de' due villaggi di Fuorigrotta. e Posillipo compresi nel Riparlimento di mio carico, s i dolgono assai del sis tema tenuto nella Coscrizione eseguita nelli passati anni 181O e 181 I, per lo quale sono stati essi aggregati al Quartiere di Chiaja, e bussulali unili . li risultalo di questa operazione gi ustifica abhastanza la ragione de' reclami, e la giustizia, che li accompagna, poiché le dette due popolazioni, che formano Parrocc hie separate da que lle del Quartiere Chiaja, han dovuto dare un contingente di Coscritli quasi due volle maggiore del numero stabililo dalla Legge. Le cagioni , c he han prodotto tal gravità sono evidenti. Ne' quartieri della Capitale qualunque sia il numero de' giovani alli stati in ciascuna classe, nosciente da' libri Parrocc hiali , ne l farsene la verifica, di cento all istati appena se ne liquidano dieci, non è questa una espressione iperbolica, poiché il fallo cc ne ha convinto, né poi puì> avvenir diversamente in una Capitale molto popolata dove vi sono tanti forestieri, e dove gl i abitanti cang iano spesso le abitazioni passando da un quartiere a ll'altro. Non accade però così ne' pi cco li Villaggi, dove g li abitanti s i conoscono un per uno, e c hi è coscrilto non può nasconders i. Or ncll'csccuziunc della bussola avviene, che in una classe si troveranno forse annotati cento giovani del Quartiere, e dieci de' Vi llaggi. Nel sorteggio s i mescola no i nomi ed a ciascuno tocca il suo numero. Percorrendos i po' la nota avverrà senza dubbio, che cli cento del Quartiere appena se ne troveranno dieci, ed i dieci de' Villaggi andranno sicuramente tulli alla Leva. Ciì> si è esattamente verificato pe' due Vi llaggi di Fuorigrotta e Posi llipo nel la Coscrizione de' due ann i suddetti . La popolazione di questi due paesi, secondo l'ultimo censimento, ascende a trem il a seicento abitanti. A norma della Legge per l'anno 18 IO avrebbero dovuto dare selle indi vidui tra attivi, e di ri serva, ma già ne d iede diciannove, come si rileva dalle liste c he conservo, e per l'anno 18 11 è accaduta la stessa eccedenza, la quale è andata a beneficio del Qurtiere di Chiaja. Essi domandano eseguirsi di visa la loro bussola per le ulleriuri coscri zioni, e V.E. culla sua saviezza conosce la giustizia .... l 74
173 ASN, Interni, f. 673 174 ASN , lnt. Napoli, f . 5452
La coscrizione nel Mezzogiorno d' Italia nel decennio.francese
283
L'articolo 3 del decreto dell'8 febbraio ord inava c he metà dell'atmata attiva (composta di cinquemila uo mini) dovesse giungere al Deposito Generale di Napoli e ntro il 15 aprile; l'altra metà avrebbe cost itu ito la riserva. Quei comuni che non avessero comple ta to ed inviato il proprio contingente per l'epoca s tabi lita sare bbe ro stati costretti a fornire il doppio della propria quota; questo ecce dente no n sarebbe andato, però, in «escom puto» de lla quo ta di riserva. Oli ordini prescritti non rurono sempre d i fac ile esecuzio ne. Fu la stessa Capi tale , prima tra tutte, ad avere difficoltà. L 'intendente così ri spondeva, nel mese di g iug no, alle sollecitudini de l Minis tro de lla G ue rra: .... d ipende dai cittad ini alcuni assenti, altri rimasti in osservazione o a curarsi negli Os pedali, altri rilasciati per offrire un rimpiazzo, ed altri sospesi per atte ndere le Ministeriali risoluzioni. A ciò si deve aggiungere la diJlicollà grandissima di rinvenire i Coscritti nella C apital e e quindi i numeri posteriori non chiamati da lla sorte non possono cons iderarsi in ritardo per loro colpa. Comunque si potrebbe dire completata la coscrizione se al numero dei rimessi ai vari corpi si aggiungessero gli esistenti negli ospedali civili e 4uclli passali ai corpi dei Veliti perché presi sulla coscri zione. Difficoltà di fatto nascono dalle istruzioni particolaJi dei Comandanti de i detti Corpi che sono in contraddizione col disposto del decreto del 19 Febbraio. Essi non vogliono ricevere quei che avendo la possidenza di l) 3 , e le alt1·e qualità del Decreto, mostrano di essere di condi zione lavoratori di terra: non i figli dei Maestri di boucga, non 4uci che a termini delle istruzioni del 2 1 Marzo 18 10 sono reputati atti al servizio. Intanto i reclami de i fi gli dei ricchi , che offrono 15 cava lli , o la somma di l) 1200 da V. E. accolti. Questi si all ontanano non solo dalla coscrizione ma anche dal presentarsi al Consiglio. La c hi amata dell'8 febbraio lasc iava in vigore le leggi, le istruzioni e le decisioni gene rali emanate per la leva de l 18 10. Gli inconvenienti per il reclutamento degli uomini fu rono ancora una volta tanti. Il sotto Inte ndente del di stretto di Casoria , in una lettera del 25 febbraio 18 11 , si lame ntava coll'Inte ndente di Napoli : .... Essendo questo Distretto limitrnfo a que lla Provincia la vociferazione sparsa p uò produrre un di sguido ne lla esecuzione di mio carico. Se ciò si verilica è ad attribuirsi al ritardo con cui mi son pervenuti gli ordini quattro giorni dopo la loro data. In un affare di tanto interesse, e nel quale ha a comhattersi con lo s pirito pubbl ico che non s i è adattato al sistema di Coscrizione, questi ritardi son nocevoli, oltremodo, produco no dissesto al serv izio in generale, a funzi onarj che dchbo no occuparsene, cd alle Popolazioni ...... 175 Alcuni comuni mari ttimi chiesero, come accadeva ogni anno, un «escomputo» d i quo ta perché già fornivano uo mini per la m arina mi litare. Ma no n lutti i recla mi fu rono accolti, come, pe r esem pio, que lli di Po rtic i e Resina: Sono respinti i reclami di alcune comuni soggetti all'ascri7.ione maritt ima e di terra per essere esentate per una delle due per la leva del 18 11 . Spettava al Cons iglio d'Intendenza risparmiare i comuni gravali dall'ascrizione marillima in 175 l vi, L 5437
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conforn1ità della Legge del 2 M arzo I 808. TI Consiglio cli Stato non trovò esorbitante il contingente di I 031 coscritti assegnalo col decreto del 8 lebrajo alla Prov. di Napoli la quale ha già o tlenulo, nella sua lolalilà una diminuzione di 200 coscritti dal contingente per la leva de' di ecim ila uomini di quest'a nno. (T I Mini stro dell'Interno a ll 'Inte ndente, in data del 17 aprile 18 1 l). 176
V. S Sorteggio ed esenzioni Il mome nto c rucial e di ogni leva era il sorteggio de i coscntt1 in c iascun comune. li Mini stro della Guerra faceva no ta re all'Inte nde nte di Napoli, il 13 aprile 18 11 , che, in una le ttera d e l Gran Giudice, Ministro della G iu stizia e de l C ulto, si leggeva c he: al momento che si tirava la Bussola nel quartiere di Portanova, vi fu un gran Bisbiglio in quella contrada, pe rché tra i giovani estratti a sorte, vi furono de' Suddiaconi, posti nell'urna, non ostanti le rapprese nta nze di 9 Parrochi che opponeva no l'eccezione della Legge in favore de' Suddiaconi; ciò che ha dato luogo a varj ricorsi, tanto per parte delle famiglie interessate, che del Sig. Gran Vicari o di Napoli .... 177 I ,a giustiticazione fornita dal Corpo Municipale all'ù1te ndente fu la segue nte : Fra' motivi di esenzion i accordate nel Real Decreto dc' 9 Marzo I 8 1O vi è quello dc' Chierici, che hann'ottenuto tutt'i quattro ordini minori prima de l Rea l Decreto de' 7 Marzo I 809. P er necessaria illazione adu nque gli ordini posteriorme nte confe riti non danno a' Coscritti il privilegio alla esclusione. Uno de' giovani compresi negli alJislamenli per nome Gaetano d' Apurra reclamò esser esentalo, per trovarsi Suddiacono. Fu esaminata la bo ll a de lla sua ordi nazione, e si rinvenne esser de ll'e poca de' 22 Dice mbre 1810. C hiesta la data del tempo, in cui aveva otte nuti gli ordini minori , ri sultò di molto posteriore a' 7 Marm 1809. Parve alla commissione che assisteva aJ sorteggio, che la esenzione non poteva esser accordata csccutivame nte, perciocché il Suddiaconato era stato illegalmente conferito, ed il Coscritto, a' termini dell'aiticolo 4 dell'anzidetto Real Oecrelo de' 9 Marzo 18 1O si trnvava in circostanze cli andare in bussola ... (18 aprile 18 11 ). 178 Un e nnesimo esempio d i fro de accadde invece nel paese di Grotteria: ... nel Comune di Urutle ria si sia commessa qualche frode nell'eseguirs i il travaglio del so1tcggio dc ' coscritti . Infatti s i vuol e, che il coscritto P asqua le Squill ace fu omesso per intri go del Fratel lo Vince nzo, avendo scioccamente l'Incaricato Marando fatto redigere a lui il quadro delle liste di dello Co mune. Si reclamò per una tale dolosa, e sciente omissione, ma per coprirsi o riparars i si commisero ultc1io1i di sordini. (li Dire ttore Generale a ll'Inte ndente di Napoli, addì 20 aprile I 8 11 ) 179
17 6
177 178
Ibidcm Ibidem Ibidem
179 Ibidem
La coscrizione nel Mezwiiorno d'Italia nel decennio fran cese
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Il 15 aprile 18 1J, in occasione del proprio compleanno, il Re concedeva un'amnistia. I refrattari, i ritardatati, gli individu i omessi sulle liste di coscrizione (di qualsiasi leva) cd i di scrlori sarchbcro slali dispensati sia dalla punizione fi sica, sia dal pagamento della multa (quando però questa non fosse stata già esatta). li termi ne fissato per la presentazione era il 3 1 maggio per quelli residenti nel Regno, e il 3 1 giugno per quelli che si trovavano all'estero. Anche i disertori già condannati ai lavori pubblici o allo «strascino della palla» avrebbero goduto dell'amnistia solo se, al delitto di diserzione, non ne avessero assommalo altri. I refrattari già detenuti nelle prigioni, nei depositi delle province o in quello di Gaeta ve11ivano liberati ed inclusi nel contingente della provincia c ui appartenevano (anche se questo fosse stato già completalo). I coscritti omessi sarchhcro stati, invece, soggetti ad una bussola particolare per il numero bis. Scaduto il termine dell'amnistia, gli Inte nde nti avre bbero segnalato al Ministro della Guen-a coloro i quali non si fossero avvalsi della clemenza del Re dando le disposizioni affinché venissero perseguitati .
V. 6 Il problema dei Refrattari Il Mi nistro della Guerra, in un suo rapporto del 24 o ttobre 18 11, ammi se di essere consapevole che una parte de i coscritti si rendeva refrattaria non per propria volon tà ma per ignoranza, e perché nel Regno non venivano osservati dagli amministratori comun ali gli stessi parametri. 180 Pe rciò ordinò che in og ni comune il sindaco, nel ricevere l'avviso dall'lnlcndcntc o sotto lntcndcnlc del numero de i coscri tti assegnalo, affiggesse i nomi dei coscritti ne lla Casa comunale. Gli avvisi avrebbero dovuto riportare la lista nominati va dei coscritti chiamati a marciare, con i ri spettivi numeri di sorteggio, cd il giorno in cui sarehhc dovuta avvenire la loro riunione. Se in quel giorno ne fosse mancato qualcuno si sarebbe proseguito con i numeri successivi; ne l contempo si affiggeva un secondo comunicalo col quale si concedevano tre giorni ai ritardatari. In una seduta del 22 novembre 18 11 il Consiglio di Stato, considerando che troppi individui, per motivi di lavoro, non erano raggiungibili da questi avvisi puhhlici, giudicò insuffici enti i tre giorni di proroga concessi dal Ministro. 18 1 Difatti gli uomini impegnati ne lla pastorizia passavano me tà dell'anno in province lontane; lo stesso accadeva per molti agricoltori che andavano a lavorare tutto l'inverno anche fuori dal Regno; infine molti mercanti ed arti giani erano costretti ad allontanarsi dal comune d'origine a nche per alcuni anni. V. 7 Stati delle quote di riserva
La riserva per la leva del 18 I 1 fu chiamata a scaglioni: il 15 ottobre 1811 la si chiamò nelle province de lle due Calahric (i coscritti sarchhcro dovuti an-ivare ai corpi per il I O dicembre); il 9 gennaio 18 12 fu la volta di Lecce, Bari, I80 ASN Interni f 18 1 lhidc'm ' .
673
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Rasilicata e Capitanata (il termine era per il I O marzo); infine, il 2 1 gennaio la chiamata si estese alle province di Napoli, Terra di Lavoro, Contado di Molise, Principalo Citra ed Ullra (l ' arri vo a i corpi era per il I O mar,w). (Per i dali ddlo stato dimostrativo della quota di ri serva assegnata ai diversi corpi nella provincia di Napoli, nonché gli aggiornamenti dei risultati fino al 27 febbraio 1812. Si veda ASN, lnt. Napoli, r. 5452, 5433, 5408, 5436, 5437). Il 4 aprile 181 2 l'In tendente d i Napol i presentava al Ministro dell'Interno, il quale si doleva che la provincia di Napoli dovesse ancora molti coscritti , il seguente quadro: il contingente era di I 03 1 coscritti e di 124 Veli li; di quesli 11 55 uomini ne furono chi amali 640 per la quola attiva, e ne furon o inviali 650: IO in più da destinare all a riserva. Per la ri serva poi, c he doveva essere fo1111ata da 515 uomini, furono inviati ai corpi 4 11 coscritti che , con i I O di più visti prima, salivano a quota 421 . La provincia doveva quindi fornire ancora 94 reclute. Le cause di lale rilardo erano allribuite, dall'lnlcndcntc, a i regolamenti di coscrizione ed alle particolari circostanze dell a Capitale. Infatti: I) Le istruzioni del 2 1 e 22 marzo 181O prescrivevano c he per molte malattie, riconosciute inc urabi li , bisognava concedere la riforma. 2) Dal Real Decreto del I O marzo 181I ven iva sancito c he le recl ute , mandate ai corpi e riconosciute affette da qualche malattia, non erano definitivamente ammesse ed alla visita d'i spezione erano riformate e restituite ai comun i per essere rimpiazzate. 3) Era prescritto ancora che , per alcune malattie, si desse un congedo provvisorio sino a tre mesi. L'lntendenle asseriva che di coscritti compresi nei lrc prcccdcnli casi la provincia ne aveva 17 negli ospedali militati e civili per curare le malattie e 2 con congedo provvisorio. I comuni non potevano fornirne altri se non si fossero prima riformati questi . Ancora: 4) Le cilale istruzioni cd i rcgolamcnli prevedevano che alcuni coscn ll1 potessero godere del beneficio di andare alla coda del Deposito, che potessero essere dichiarati «figli unic i» per avere gli altri fratelli c he prestavano il servizio militare, o che potessero andare in «escomputo» di quota se si fossero arruolali dopo il sorlcggio. Di questi casi sopra citati, ben 18 individui erano in attesa delle ri soluzioni del Direttore Generale delle rivi ste e della coscriz ione. 5) Mo lti coscritti, nella presentazione al consiglio, affermavano di far paite del le eccezioni; questa loro a ffermazione doveva poi essere provata. hnché c iò non avveniva, questi coscritti erano LraLLcnuti nel dcposilo dell a provincia. In quest11 condizione, la provincia di NapoJj ne aveva 33, tra i quali anche coloro che dovevano fare da «cambi ». 6) Alc uni coscritti, dopo essere stati ammessi, finivano nelle carceri pe r qualche lieve infrazione. Questi , solo alla fine della pena, sarchhero rilomali a prestare servizio. Di costoro ne esistevano 3. 7) Infi ne, nell'osservare le note dei coscritti della provincia di Napol i, si riscontrava che molti erano assenti o impiegati in diversi luoghi del Regno. Per qucsli molivi 17 coscritti no n erano slali ancora rintracciali.
La 1:0.w:rizione nd Mezzogiorno d'Italia nel decennio ji·ancese
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L'Intendente faceva quindi nolarc che, volendo considerare tutti g li individui sospesi per le ragioni sopra indicate, la provinc ia di Napoli e ra in debito solo di altri 5 coscritti. Questi sarebbe ro dovuti però dalla Capitale dove, per mancanza di un censime nlo della popolazione, i Sigg. Commissari di Polizia, non riuscivano a procedere con celerità. Nei di stretti la leva e ra g ià completata. 182 Ancora nella prima metà del 181 2 arrivavano i ri s ullali de lla leva, attiva e di riserva, dell'anno prcccdcnle. In Terra di Lavoro, sul contingente di riserva di 545 coscritti , restavano da dare ancora 27 uomi ni. Questi erano attesi dai distretti di Nola , Piedi monte, Sora e Gaeta. La quota totale del contingente era di I 090, la più alta tra le province. Ma nonostante c iò e nonos tante la vast ità dell a provincia, s i dic hiarava che i lavori erano stati celeri (l'Intendente di Terra di Lavoro a Ministro de ll 'Interno - 8 aprile 181 2). 183 Per la quota di 1iserva Capitanata aveva fornito, a l 7 aprile 181 2, 253 coscritti. L'Inte nde nte me tteva in evidenza le diflìcoltà c he s i incontravano per le operazioni di coscrizione nelle zone della Puglia. La m aggior parte dei coscritti s i trovava a lavorare in masserie che, oltre a sv ilupparsi su territori molto vas ti, di stavano non poco dai comuni ; inoltre alcuni di essi s i davano a lla fuga non appena avevano qualche noti zia di chiamata alle armi . 184 L'Inte nde nte di Principato Ultra riferiva i ris ultati lino al 9 lchhraio 181 2: Fino a jcri il Consiglio ha ricevuto eci a mmessi 301 coscritti appartenenti alla Armata di riserva del 1811 dei quali 230 sono stati spediti ai corri spondenti destini, gli altri fra poco. Sul contingente di 352 ne rimangono da fornirs i 51. TI I(, febbraio il contin gente fu compl etato. 185
Il continge nte dovuto dalla Provincia di Basilic ata era di 866 uomini.
186
Pe r quanto riguarda la Provincia di Calabria Ultra questo è il resoconto presentato dall'Intendente al Ministro dell'Interno in data del 9 ap1i le 18 12. I 87 La provincia è mollo in ritardo ed alla base c'è un susseguirsi di casi negativi. Il debito è dovuto dalle riforme che hanno luogo continuame nte; poi dall'assenza di molti inciividui che sono a Napoli o in altra provincia e che conviene ricercare prima di passare ai numeri seguenti. Inoltre il Comandante la provincia, membro del Consiglio di Reclutazionc non solo in quan ro mesi vi ha partecipato una sola volta quanto poi si diletta di prendere de lle protezioni poco rego lari, che arrestano il travaglio di Coscrizione; il Commissario di Guerra è staio per multo tempo assente; il Capitano di Reclutazione è staio a lungo ammalato; nel distretto di Reggio manca il sotto Intendente proprietario; a Gerace è infermo; a Catanzaro è nuovo; i Giudici di pace, per disposizione del Gran Giudice e del Mini stro de ll a Guerra, non possono essere adoperati in questi lavori. l 82 lvi, f. 5449. Una lettera identica. ma con data del 13 aprile 18 12, è nel fondo Inte rni I O inventario, L 673 183 ASN, Inte rni , L 673
184 185 186 187
Ibidem Ibidem Ibidem Ibidem
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Maria MarRherita Carillo
Capitolo VI: li Governo chiede un nuovo contingente
VI.I I preparativi per ]a spedizione in Russia La Francia faceva grandi preparativi per portare il te atro della guerra ne l centro de lla Polonia e della Russ ia. li G overno na polcla no si vi de, quindi , ne ll a necessità. di agire con grande te m pes tività. Dopo aver c hiamalo, nel mese di gennaio, la ri serva dell a leva del 181I , il J O aprile 18 J 2 ema nò il decreto p e r c hiamare altri 18.000 uomini: I 0.f)(X) per l'arm ala alli va e 8.000 per la ri serva. I ,e nuove liste di coscrizione dovevano compre nde re, secondo l'articolo 2 del I O apri le, tulli que i giovani c he dal I O gennaio avessero compiuto 18 anni e c he no n avessero già fatto parte delle otto classi slahililc il 4 genn aio 1810 (se però con questi giovani no n s i fosse raggiunto il numero richiesto, si sarebbe presa la restante parlc Lra le otto classi). Quanto indicato nell'articolo suddetto suscitò non poche difficoltà. In una le tte ra del 25 aprile J8 12, il s indaco di Napoli esponeva le sue pe rplessità a ll'lnlcndcnlc: ... La espressione 110 11 bene chiara del div isato Real Decreto ha dato luogo a più di una interpretazione ne l definire in qual'epoca i nati fossero a' termi ni dell a Cosc1izione. Tutt'i Parrochi mi han c hi esta la spiega. Si è conosciuto. che la Classe de' Nati dal primo Ge nnaj o 1793 per tutto Di cembre dell'anno medesi mo formar deve la Coscrizione indicata. Sono però nella precisa necessità di ram mentar a V.E., che nell a coscri zio ne del 18 1O; di stinta in otto C lassi, ciascuna C lasse fu ca lcolata dal primo Marzo deg li Anni des ignati a tutto il 28 Pebraro dell'Anno seguente, perc hé la Pubblicazione del Real Decreto seguì a' 28 Fcb. di quell'anno. In tal modo la prima Classe dc' Coscritti contenne i nati dal dì primo Marw 1792 pe r li 28 Feb. 1793. Or la C lasse del 1793 e ntrando oggi in Coscrizio ni non vi possono andar compresi i nati in Gcn. e Fcb. del divisato Anno, altrimenti costoro resterehhero Coscritti due volte, contro la espressione de l Real Decreto della Coscrizio ne attual e, la quale esc lude tutti quelli c he han fa tto parte della Coscri zione del 18 I O; tanto più c he la prima Classe della Coscrizione dell'Anno suddcllo è stata chiamata a servire nello scorso 1811. In conseguenza la Coscrizione attuale non presenterà i nati nel corso di un anno intero, ma bensì di Mesi dieci, quanti se ne contano <la Marzo a Dicembre ........... .. Avrebbe potuto il numero di dodici mesi completarsi co' que lli cli Uennajo c Fcbbrajo del 1794. Ma si riflette che i nati in tal epoc he vengono ad avere un anno di più e pe rciò avrebbero giusto titolo ad essere esclusi dall a Coscri zione presente.188
188 ASN, Int. Napoli, f. 5455
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Data l' urgenza venutasi a creare per la s pedizione in Ru ssia, i tempi ric hi esti furono brevi: per il 20 maggio le li sle dovevano essere f"ormatc e rcltilìcatc ed il sorteggio effettuato; per il l O lug lio tutto il contingente doveva arrivare ai rispetti vi corpi. Anzi, pe r una mi g liore o rganizzazione, si stabi li rono tre spedi7.io ni : la prima sarchhc parli la il I" g iugno, la seconda il 20 c la terza il 30 dello stesso mese. Gli intendenti avevano a disposizione otto g iorni di tempo , dall a ricezione del decreto, per fi ssare le quote comunali . Le leggi, le istruz ioni e le decisioni generali de lle passate leve erano applic abili a ques ta attuale . Era compresa, nel la leva de i 18.000 uo mini, qu ella de i Veliti e delle Guardie cli Ono re, e la leva dei 500 arte fic i, chiamati a formare le compag nie de i costrutlori di marina per colmare il vuoto degli armieri, degli a11efic i de ll 'arsenale e degli artefic i del reggi me nto di artigli eri a di terra, ordinata il 23 marzo 18 12. L'articolo 6, de l decreto del I O aprile, confermava l'escomputo di quota da farsi ai comuni marittimi ; l'articolo 12, invece, ribadiva le esenzioni accordate negli a nni antecedenti alle isole, alla costa di S01Tcnlo, a Torre del Greco, a Napoli c d agli impiegati delle manifatture Reali. Il Minis tro de ll a Guerra richiedeva, così, l'elenco degl i ascritti per c iascuna provinc ia e, all'intendente di Napoli , le is truzioni per l'esecuzione dcll 'anicolo 12, o la diminuzione de l contingente c he sarebbe gravato sui restanti comuni della provincia . 1~9 Ne ll a provinc ia di Na poli si venn e a c reare una situazione particolare. Radun ato il Consiglio d'Intendenz a e di sc usso sul numero di ascritti eia dedurre, si osservò che i comuni marittimi avevano forni to g iì1 1890 indi vidui . Ora, essendo iI conti nge nte per l'armata di terra !"issalo a 1855 coscritti , il Consiglio ritenne la provincia g ià sc io lta dal s uo o nere. L'Intende nte, in data del 26 magg io 18 12, c hiedeva l'assenso. 190 M a il Re avvi sato da l Ministro de ll' lnlcrno de ll a m omentanea inte rru z ione de lle operazio ni a Napoli, ordinò all'Inte nde nte di forn ire s ubito il co ntingente. Q ualora vi fossero state le condi z ion i, sare bbe stato concesso una sottrazione di q uota s ugli 8.000 di ri serva (23 g iug no 181 2). 19 1 Quei coscritti c he, inclusi nella settima e ne ll 'ottava c lasse de lla coscri zione o rdin ata il 4 genna io 18 10, avevano ormai passato l'etì1 di 25 ann i, furon o scio lti da og ni obbli go, compreso quello, 4ualora chiamali, di marcia re. 192 I giovani accusati di frode sarebbero stati puniti secondo le leggi già in vigore. Erano escl usi dalle pe ne i cosc ritti omessi e coloro i quali , con documenti legali, avessero dimostrato la loro asso.Iuta ignoranza de l decreto di leva. A tal propos ito, il sotto inte ndente di Casoria raccontò a ll 'Intendente di Napoli , il 18 lug li o del 1812, un fallo mollo partico lare: l93
l89 /\SN , Interni, f. 673. Circolare d el 18 aprile 18 12 190 Ibidem 191 Ibidem 19 2 A ltro decreto del I O apri le 18 12
193 ASN, lnt. Napoli, f. 5449
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Dehho su l proposito marcare un aneddoto che ha avuto luogo. Erasi scoperto, poco dopo falla la Coscrizione, la mancanza di questo giovane. TI di lui padre volle far credere che fosse di bassa taglia. Qualche numero poste riore assicurava di no. Il Sindaco per assodar questo fatto dispose che tulti li dieci fig li di Sahatino d'Agostino in pubblica piazza fossero stati riconosciuti. Da questo atto di riconoscenza nulla ne risullò, giacché il padre avea surrogato a questo fi g lio un ragazzo. Pur lultavia i numeri posteriori insistevano che v'era inganno. Il Sindaco ha fatto di nuovo sorprendere la casa de l d'Agostino ch'è nella Campagna, e da questa procedura è risultalo di essersi rinvenuto il vero Raffaele d'Agostino. Per quanto concerne la sostituzione d i numero, questa non poteva avere più luogo dopo il JO giugno; avrebbero goduto del beneficio del rimpiazzo solo coloro che avessero fatto parte di uno dei tre convogli e fossero partiti regolarmente entro il l O luglio. 1 ri mpi azzi, o llre le qualità ri chieste dalla legge, avrebhero dovuto avere un'età compresa tra i 25 anni compiuti cd i 29 non tem1inati.
Vl.2 Nuove disposizioni Il 29 apri le 18 12 il Direttore Generale annunc iava, a i Recl utazionc del Regno, una notizia inaspettata: la poss ibilità c he la pa1tenza dei coscritti venisse sospesa. 194 Infatti, il 12 magg io il Re modificò il decreto del IO aprile. l95 il Direttore Generale com unicù, il 23 maggio, agli Intendenti , ai delle province ed ai Capitani di Reclutazionc:
Con sigli <li la riunione e Ecco quanto Comandanti
S.M. in data del 12 Magio ha ordinato da Parigi che sul contingente attivo della presente leva sarebbero stati messi in marcia per il momento solo 6.000, l/3 del totale. Questi 6.000 dovranno esser pa.r1jtj per il loro destino prima del I 0 Luglio in tre spedizioni ed alle epoche fi ssate nell'articolo VII del decreto del IO Aprile. Le qualità che dovranno avere i coscritti di Scelta sono dette dal decreto del l O Marzo 1811. Per i cinquecento coscritti da somministrarsi alle Compagnie di Artefici d i Terra e di Mare, essi dovranno essere falegnami e Ferrai, Rotari , Costruttori di Barche non ascritti, i fabbrican ti di ,umi. La deficienza di qualunque altra qualità non imporla purc hé abbiano la taglia d i 4 piedi e 9 pol lici e cli buona salute. Quindi i S ig. i Comandanti cli Provincia dirigeranno al Sig. Colonnell o Cìiu lietti, di rettore dell'arsenale ciel Castelnuovo di Napoli, tutti quei coscritti che in conformità ciel Decreto del 23 Marzo s ulla leva dei 500 Artefici giudicheranno proprii. Si spera c he gl'Tntendenti non troveranno difficoltà nel fissare il contingente chiamato a marciare per ogni comune; non hanno che prendere il terzo del Contingente totale. Le fra zioni per esempio se il contingente
194 I vi. f. 5455 195 Il Decreto del 12 maggi o 18 12 non è riportato né in Leggi e Dccrcli. né in
Decreti
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totale di una Comune nella leva del 1812 fosse <li quattro coscritti, quelli da somministrarsi attualmente sarebbero due perché il terzo è I più una frazione la quale si trasforma in intcro.196 Solo il 17 giugno il Direttore poté annunciare che, finalmente, erano arrivati gli ordini per chiamare i rimanenti 4.000 uomini, e farli pa1tire per la loro destinaz ione entro il I O agosto. I convogli sarebbero stati inviati sempre in tre spedizioni: il I O luglio, il 20 ed il 30 dello stesso mese. 197 Anche questi 4.000 coscritti avrebbero goduto della possibilità di cambiar numero fino al IO luglio, data cioè della partenza <lei primo convoglio, mentre per il rimpiazzo ne avrebbero usufruito se fossero partiti entro il I agosto. li contingente assegnalo a Napoli ru <li 412 uomini. Tutti gli artefici erano mandati alla Manifattura d'armi al largo del Castello in deduzione del contù1gente del I O e 2° reggimento di Linea. 198 O
Vl.3 Difficoltà e ritardi I ,a Capitale, con tutta la sua provincia, atlraversc'J le solite difficoltà. Il Direttore Generale fu costretto a concedere una dilazione ai coscritti della leva dei 4.000 sia per il termine della sostituzione di numero, sia per il termine dei rimpiazzi. Ma poiché, per l'interpretazione dell 'articolo VI del decreto del I O aprile, la provincia aveva cominciato la leva tanto dei 619 coscritti che dei 41 2 contemporaneamente, nessuna colpa avevano i coscritti per il ritardo della loro marcia; per c ui la dilazione data ai 412 uomini doveva valere anche per i 619 del la prima chiamata (da una lettera al Direttore Generale del IO luglio 1812).1 99 L'Intendente di Napoli elogiava i comuni per lo zelo dimostralo; cosicché fino al 6 lug lio (<lata della lettera inviata al Ministro dell'Interno) erano stati inviati ai corpi 187 reclute mentre altre 65 erano già pronte. Ma era anche vero, come faceva notare l'Intendente, che le di scussioni sulle classi a vevano fatto presumere che, per completare il coni.ingente di 1.855 uomini, si sarebbe dovuto ricorrere alle rimanenti quattro classi. (Nel fondo archivistico " Tnt. Napoli", f. 5455, è riportata la tabella di riparti zione del suddetto contingente di 1.855 uo mini assegnati alla provincia <li Napoli). I ,e motivazioni addotte furono varie e molto simili a quelle delle leve passate: I ) Questa Provincia è composta quasi tutta da Comuni marittime quindi minora la popolazione <li quasi metà perché esenta i Marinai di Commercio, i Pescatori, i Segatoti di lungo, i falegnami, i Bottai, i Foratori, i Carrucolari ossia i Bozzerellari, i Calafati, i Funari e Canapari ed altri giovani che in qualità di alunni si ascrivono alla marina per scansare la coscri zione militare. 2) Le scuo-
196 ASN, lnL Napoli, L 5455 197 Ibidem l 98 Ibidem. Da una lettera del Direttore ai Consigli di Rcclutazionc del 27 giugno 181 2 l99 Ibidem
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le Politecniche, la scuola d i Marte e quella di Marina, il Burò 'Lbpografico, i 'lelegrafi, i F.lli de' Veliti e Guardie d'Onore che si sono arruolati pri ma del decreto del 18 11 sono in questa Capitale numerosi perché tutti i benestanti si contrastavano l'onore di essere i primi a servire S.M .. A questi si unisca la Gendarmeria Reale. 3) Tn questa Provincia e s pecialmente in questa Metropoli più che altrove c'è il maggior numero di impiegati. Vi sono i Maestri <li Posta, i Ricevitori e Percettori delle contribuzioni dirette, gli Impiegati con cauzione nella Regìa mil itare, la Compagnia dei Pompieri, le Reali Manifatture di Seta di S. T,eucio e Port ici. 4) T,a continua emigrazione e cambiamento di domicilio delle persone e famiglie della Capitale per la nuova organizzazione delle amministrazioni e la mancanza di un censimento fan sì che una buona parte dei coscritti si rende ignota. 5) Fra I00 coscritti che si presentano al Consiglio per essere osservati, si trovano circa 60 di bassa taglia, affetti di tig na, erniosi, e mottoici, aneorismatici, epilettici, mali che possono dirsi e nde mici di questa Capitale e Provincia e che meriterebbero tutta l'attenzione del Governo per impedire almeno la loro maggiore propagazione se non si possono del tutto estinguere; specialmente la tigna che deforma la più be lla gioventù e c he può divenire un fraudolento contaggio per l'esclusione dalla coscri zione. Tutte queste ragioni minorano la popolazione del la Provincia di Napoli di 8/1 O. In tutto cièi la Provincia ha nell'attuale servizio dell a Real Marina circa 3.000 tra mari nai ed artisti impiegati nei Cantieri e negli Arsenali e che la maggior parle della gioventù presa nella marin a esercita il doppio mestiere di Agricoltore e mari naio per cui trn l'ascrizione e la coscrizione si risente della mancanza di manodopera nelle terre. 200 Al la richiesta dcll'lntcndcntc di esen tare almeno i giovani della ri serva, il Ministro de lla Guerra rispose c he, nel calcolo de l contingente, erano già stati tolti 360 coscriLti a Napoli e caricati alle altre provi nce (6 lug li o 1812).20 1 L'Intendente veni va tacciato di negligenza. Questa accusa andava a ricadere anche sugli amministratori secondari, e soprattutto s ui sotto Intendenti c he non avessero mostrato, nei rispettivi di stretti , le dovute premure affinché le operaz io ni di leva fossero ultimate nel modo più rapido e corretto possibile. 11 distretto con maggior ritardo era quello di Castellammare. Jn una lettera de l 23 luglio, il sollo Intendente di Castellammare dava le sue spiegazioni al Mini stro del l'JJite rno. Nell a sera del 24 giug no g li era pervenuta la lettera dell'Tntendente in cui era riportata la quota del di stretto in 124 di atti vi Là e I 00 di riserva. La riunione de i coscritti sarebbe dovuta cominc iare la notte del 27. II giorno 25 egli chia mò i sindaci del circondario di Gragnano e di G ioacchinopoli, si recò personalme nte a Bosco Reale, dove 1iunì i sindaci di Boscotrccasc, Poggiomarino cd Ottajano e si raccomandò con tutti per la no tte del 27. Le di sposizioni ebbero fe lice es ito in a lcuni comuni. In pochi giorni fu completata la quota di Lettere, Casola e Pimonte; parzialmente quell a di Gioacchinopoli. Non si può dire lo stesso per gli altri comuni. J.nfattj, l'aver antecedentemente, proceduto all'arresto dei coscritti nei paesi delle province limilrol"c, aveva all armato quelli del s udde tto 200 ASN, lnt. Napoli, f. 5455 e Interni , f. 671 20 l l bide m
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distretto. Così la maggior parte dei giovani si portò a lavorare nella provincia di Terra di Lavoro e Principato Cilra per la raccolta della messe. Ora, per seguire la progressione dei numeri ed evitare così i reclami, il sotto Intendente stimò più giusto attenderne il ritorno, ma sollecitò, con la minaccia di posizionare dei soldati di sorveglianza nelle case de i ritardatari , i sindaci dei com uni che ancora non avevano forn ito la quota di uomini ric hiesta.202 Tra le difficol tà per riunire g li uomini c'era 4uella pratica di riuscire a trovare e riconoscere i coscritti. La complessità di questa operazione si evince clùaramente dai vari e lenchi ritrovati. Questi, riferiti alla sola provincia di Napoli, ii portano tali risultati: la 1" classe del 18 1O riporlÌl 70 ignoti, la 2" un totale di 81 e la 3' lo stesso 81; quella del 1812 contava 66 cosc ritti non rinvenuti.203 È interessante dare uno sguardo anche alle altre provincie del Regno. I ,a situazione è per lo più la stessa: ritardi , difficoltà, frodi, ...
Vl.4 Principato Citeriore L'esordio dell'Intendente di Principato Citra, Rlanc Oe Volx , nell a sua lettera circolare del 18 giugno 181 2 indirizzala ai si ndaci, fu tull'altro che un elogio al loro operato: Colla più grande sorpresa, e dispiacere o ved uto, che nel presentarsi i Coscritti di questa Provincia nell e differenti sedute di qucslo Consiglio di Reclutazione quasi tutti voi avete trascurato d'i ntervenirvi, e di assistervi sotto vai:j insulsi, ed effimeri pretesti. Sensibile ino ltre mi è stato il vedere che molte Persone incaricale erano tant'ldioli Carnpestri _204 Similmente il Ministrn della Gue rra de plorava il fatto che, come denunciava un rapporto del Colonnello dcl 2° Reggimento di Fanteria Leggera alla Regina, la provincia di Salerno aveva spedito al suddetto corpo 130 coscritti, risultati tutti di salute cagionevole, storpi, affetti da malattie croniche, malformati, privi di forza e più grandi dell'età richiesta dalla legge. La Regina fu costretta ad ordinare, continuava il Ministro, una v isita straordinaria da effettuarsi nel deposito di Procida, il I O luglio, da parte di un Ufficiale Generale e di un Uffi ciale Ge nerale di sanità, alla presenza dell'intendente (da una corrispondenza del 27 gi ugno tra il Ministro de lla Guerra e quello de ll'Inte rno). 205 L'Intendente elaborò una lunga di squi sizione a difesa dei propri interessi. L' idoneità dei coscritti doveva essere stabilita in base a tre fattori: l salute, 2° taglia, 3° osservanza de lle leggi. Sul primo punto erano chiamati soltanto i medici ad esprimersi. Per tale operazione l'lntcndcnlc assicurava che i «Fisici» e rano stati camhiati ogni giorno e che, soprattutto, essi venivano avvisati solo poco prima della seduta del O
202 J\SN, Interni , f. 673 203 J\SN , lnt. Napoli, f. 5449 204 ASN. Intern i, f. 673 20 5 1bidc m
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Consiglio. Questa precauzio ne veni va presa per evitare parzialità e frodi . Decidere riguardo la taglia spe ttava al Capitano di Reclutazione. I coscritti erano mi surati , alla prese nza del Consiglio, con la misura legal e (un asse in noce), d al Sergente incaricato con l'aiuto del Capitano di Reclutazionc c del Te nente, suo aggiunto, sotto l'occhio vigile del Gene rale Pignatelli. Per alcuni coscritti l'Intendente, nella colonna delle osservazioni, aveva fatto aggiungere le seguenti annotazioni : «finto so rdo, finto zoppo, finto tig noso ecc ... ». «Se poi con l'aiuto dc' capelli più o meno aggriffati» si era voluto far comparire qualcuno più alto di quanto non lo fosse, egli ne era all'oscuro; an zi, ogni volta c he so rgeva un dubbio, faceva rim isurare l'individuo. Non credeva alTallo c he un coscritto, riluttante al servizio, volesse comparire più alto. Sul terzo punto , l'Intendente si riconosceva personalmente responsabil e. Come padre di tutti i coscritti della sua provincia, aveva usato tutti i mezzi aflìnché nessuno fosse stato dann eggiato nei propri diritti. Non aveva respinto nessun ricorso e nessuna denuncia, benché qualcuna fosse stata anonima. In tutti i Consigli, durati almeno sei ore, si erano appura ti e g iudicati i ricorsi in presenza dei coscrilli con parzialità e non a veva permesso che fosse ricevuto o rifiutato alcun coscritto senza la sua presenza. 206 Così, nonostante il 2° Reggimento avesse congedalo e riforma to mol tissimi coscr itti nella visita di Procida, l'Intendente crede opportuno rifare uno sc rupoloso esame dei congedati . Egli doveva sostenere l'inte resse e i dirilli di tanti individui che la sori.e non aveva ancora c hiamato a marciare.207 TI Di rettore Generale considerò valide le sue ragioni e lo autorizzò, anzi, a rimanda re al corpo lullj quelli riformati per bassa taglia tJua11do la differenza fosse stata di una o due lince, dato che era facile, per chi non avesse a vuto voglia di fare il soldato, «appicciolirsi » di due lince (3 otlohrc 18 12). 208
VI.S Le due Calabrie L'lnlcndcntc di Calabria Ultra era orgoglioso, il 2 9 giugno 18 12, di mostrare la celerità ed il successo con cui aveva affrontato l'incombe nza sempre «imbarazzante» delle leve. Questo non era merito suo, sottolinea va, ma della «docilità» del popolo e del suo a ttaccamento al Sovrano. 209 Le spedizio ni erano avvenute regolarmente il 12 , il 2 0 cd il 2 8 giugno ed era stato inviato anche il «reliquato» della coscrizione del 1811. Rimanevano solo i 4.000 attivi chi amati in un secondo momento e che dovevano essere consegnati per il 30 luglio. Di questi, una metà era già pronta a l deposito. L'Intendente aveva da fare una sola nota:
206 Ibidem. L'Intendente di Principato C itra a l Ministro dell'Interno il 28 g iugno 181 2 207 Ibidem. Gli intcrlucuturi sono gli stessi, 7 o ttobre 18 12 208 .Ibidem 209 Ibidem. Lellera inviata al Ministro dcll'lntcrno il 2 9 giugno 18 12
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... i cosc1illi di questa provincia non sono quelli che si distingueranno per la loro statura nelle ,mnatc. V.E. non ignori che più i paesi sono caldi, meno la taglia degli ahitanti è elevata: Ed i Calahresi non saranno mai de' Patagoni. Intanto la gente è sana, robu sta, e non manca di coraggio. Che non si disprezzino dunque i Calabresi per la loro figura. Essi non saranno meno dc' buoni soldati. T coscritti sono partiti festanti dal deposito per recarsi a Corpi, e pie ni de' sentimenti di un attaccame nto sicuro pel Governo. 210 Quanti di questi e log i fossero sinceri è diffi c ile a dirsi. Si ricordi che le Calahri e furono sempre il punto più caldo di tutto il Regno, continuamente sobillale dalla vicina Sicilia e sempre infestale dal hriganlaggio (il 27 settembre J 8 1O il Generale Manhes fu incaricato de ll'a lta polizia per libe rare la provinc ia da questa piaga). È probabile che l'Inte ndente non avesse voluto sfigurare ri spetto a lle altre provi nce. Comunque sia, le tre spedizioni furono realizzate ed i coscritti inviati ai corpi . A Cosenza, invece, il sorteggio si svolse nell a selli mana di passione cd i sorteggiali non si affrettarono a partire né per quella settimana né per la seguente. L' Inte ndente tollerò il ritardo, per rispetto della religione e degli umani sentime nti : gli era pi:tr:su lruppu duru violare la quie te de lle famiglie facenùu intervenire la Gendarmeria per eseguire gli arresti ( 14 aprile 18 12).2 11 Ma, il 19 g iugno poteva orgogliosamente affermare che la leva proseguiva con grande successo; tutti i so1teggiati ri spondevano alla chiamata e fino a quel mo mento non c'era stato alcun refrnttario.2 12
Vl.6 'l'erra d'Otranto e Rari La provinc ia di Terra d'Otranto ebbe una situaz ione difficile nell'esecuz ione della leva. Questa sarebbe stata peggiorata dalla persecuzione de i coscritti de lle passa te leve dichiarati refrattari che erano ben 600, e non c'è da meravigliarsi di tale cil'ra data l'indole degli ahitanLi docili e contrari all'uso delle armi. Dopo che il Regio Procuratore del Tribunale di I" Istanza g li aveva notificalo le sentenze, l'lntendente stimò convenie nte ord inare ai Giudici di Pace, ai sindaci ed al Comandante della Gendarmeria di proseguire all 'arresto degli individui prima che fossero avvertili del pericolo. Questa misura, benché valida, non servì per quei refrattari che conoscevano la propria ido ne ità alle arm i, mentre fu efficace per 4uelli che, hcnché inahi li a l servizio, si erano resi latitanti per ignoranza o per «soverchio» timore. Di questi se ne arrestarono 62, ùi cui 45 erano già stati spediti al Deposito di Gaeta. Deg li altri 18, alcun i erano bassissimi, altri tigno-
210 Ibidem. A l Direttore Generale in data del 29 giugno 181 2 2 11 Ibidem 212 Tbidem
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si, storpi, ciechi, sordi, malformaLi. Poic hé l'arresto dei suddetti non avrebbe procurato alcun vantaggio al Governo rivelandosi solo un'operazione di spendi osa, l'lnlcndenle ne chiedeva il perdono. Per gli altri coscritti, sani di costituzione, si chiedeva l'indullo poiché ne sarehhc slato difficile l'atTesto, e la lunga persecuzione li avrebbe trasformati in briganti. 2 1:l Riguardo alla sincerità e alla buona fede degli Intendenti si rinvengono due lettere inviate dall'Intendente di Terra di Lavoro al Minislro dell'Interno dal conten uto contraddittorio. Nella prima lettera, del 29 maggio, prendendo spunto dalla richicsla del Ministro della Polizia Generale di rendere conto dell'effetto che producevano nel pubblico le dircltive che dava il Governo, si osservava che le disposizioni di leva avevano messo in fuga moltissimi giovani danneggiando, tra l'allro, l'agricollura. Oli ordini di sospendere la chiamata e di licenziare i coscritti di bassa taglia che si trovavano g ià nei deposili erano sLati emanati per 1isolvere questi inconvenienti e sembravano alimentare nei giovani la speranza di non essere, per il momento, chiamati alla leva. Ma si era fatto ciò nella prospe ttiva c he, rientrati nelle loro famiglie in buona fede, sarehhe stalo più facile il loro a1Tcsto quando la chiamata avesse avuto luogo. Invece quando, con circolare del 23 maggio del Direttore Ocncralc, arrivò l'ordine di fornire i 685 del contingente di atti vità, la notizia rese di nuovo molli giovani «prol"ughi» e spinse aliti ad assentarsi giornalmente dalle proprie famiglie «prendendo la campagna» . La seconda lettera, del I O luglio, testimoniava la partenza del conlingcnle d i 685 coscritti, sollolineando che le reclute avevano marciato di «buona volontà». La sospensione dell a leva, resa nota con ci rcolare del 29 aptile del Dire ttore Generale, aveva creato un di sguido in Hari. lnfatti i braccianli erano potuti partire per le masserie della Puglia per la mietitura. Poco dopo la loro partenza, avvenuta in buona fede, era arrivato peri\ da Parigi, l'ordine del 12 maggio (la divi sione cioè del contingente attivo in due scaglioni e la parlenza del primo di essi). Si rischiava dunque di dichiarare refrattari tantj innocenti e di mandare a marciare coloro a cui erano toccati i numeri più alli.214 Le trnppe chi amate con la leva del 181 2, formarono una divisione agli ordini del Tenente Generale D'Elrècs, dei Marescialli di Campo Rosaroll e D' Ambrosio e del Maresciallo Florestano Pepe, capo dello SLalo Maggiore Generale. Forte di 8 140 uomini e di 840 cavalli la divisione doveva raggiungere la Vistola. Questi corpi fecero con di stinzione la campagna di Russia. I Veliti, a piedi e a cavallo, e le Guardie d 'Onore giunsero lino a Yilna in Liluania. Il 5°, 6° e 7° di Linea rimasero chiusi in Danzica ad eccezione delle Compagnie Scelte c he formarono un Reggimento agli ordini del Maresciallo Macdonald. Fu questo co.rpo a soste ne re la ritirata fino in Sassonia del Principe di Bouhamois. Le truppe che si Lrovava no in Sassonia si fecero onore nelle battaglie di Lutzen, Wurzen e Ilautzen, nella seconda delle quali rimase ro feriti il Maresciallo
2 13 Ibidem. Da una lettera dell'ln1.e ndente al Ministro della Guerra in data 6 settembre 18 12 2 14 Ibidem. Da una fitta corrisponde nza tra l'Inte ndente, il Ministro dell'Interno, il Mini stro de lla Guerra e S.M. del mese di giug no
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Macdo nald, che comandava il Reggimento scelto, ed il M aresciallo D'Ambrosio che marciava all a testa de l I battaglione del 4° Leggero. Ug ualmente notevole fu il comportamento della di visione che faceva parte della guarnigione in Danzica. Qui, una malattia epide mica, più che il ne mico, aveva decimato un terzo degli uomini .2 15 O
Vl.7 La quota di riserva Da Mo lodetschno, il 3 dicembre, Mural chi amava a marc iare la riserva di 8.000 coscritti che avrebbero dovuto ragg iungere le bandiere e ntro il I O marw 1813. E ra necessario portare lutti i Reggimenti da tre a quattro battaglio ni , per la difesa inte rna dello Stato; inoltre, il completamento di questa leva doveva rimpiazzare anche le truppe che erano fuori dal Regno. L 'ln tcndcntc di Abruz zo U ltra 2° affermava che occorre va prendere mi sure severe contro quei coscritti che e rano fu ggiti e inviare a i re frattari dei «fog li d'intimazione » in stampa.216 La provinc ia di /\quila dovette affronta re un inconveniente: quando arri vèi la chi amata de lla riserva molli uomini erano fuori per lavoro. L'emigraz io ne era infatti pe ri odica negli Abruzzi, e specia lmente ne ll a « ... regione /\quilana dove un suo lo mo ntuoso cd ingrato cope rto di nevi dura nte il lungo inverno no n offre alcun mezzo d i sussistenza ... » (da una lettera de l Mini stro de ll'Interno a S.M. la Regina del 28 gennaio 18 13).217 Il M inistro dell'Inte rno aveva fatto sua la causa di questa provincia contro le pre tese ass urde de ll'Arcambal, Diretto re Generale de lla coscri zione. Questi, no n tene ndo conto delle csigcm•.c umane, aveva asserito che: le Leggi della Cosc ri z ione basate sull'ordin e sociak s tabililo colla Costi tuzio ne, essenclo conosc iute ni Nat urali ùi questa Provincia, debbono ess i avere im parato il sottomettersi, e che qualunq ue sia la posizione di un incli viduo deve eg li procurarsi un mezzo di vivere conforme a lle leggi, senza che queste debbono piegarsi agl'i nteressi cle' particolari, per cu i un giovane che ha preso un numero della Coscriziooe dovea te nersi m:l suo Paese. L'Arcamhal dime nticava, pe rò, d i ind icare quale fosse il mezzo di sussistenza «conforme alle legg i».2 18 Nei momen ti di diffi collù era facile puntare il di to contro qualcuno alla ricerc a di un capro espiatori o. li Ma resc iallo d i Campo Pinedo aC<.:usò, infatti, l'Intende nt e dell 'Aquil a di aver concesso troppo facilmcnlc i passaporti, per cui tutti i coscri lli che già sapevano di dover essere chi amati da un momento all 'altro, si erano allontanali (26 gennaio 18 13).219
215 R. LOGEROT , ms. cii. 21 6 ASN. Interni , f. 674. Dagli Ani dcll'Tntcndcnza della Provincia di /\q uila, appdlo per la riserva dell '8 gennaio 18 13 217 Ibidem 2IX Ibidem. Da una lettera dell'lnlendente di Aquila al Ministro dcll'lntemo del 23 gennaio 1813 2 19 Jhirlr.m
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Non minori difficoltà incontrò la Calabria Ultra sebbe ne l'Intendente cercasse d i minimizzarl e: malgrado lo straripamento dei fiumi e la copiosa caduta delle nevi, i giovani ca labres i vi ncono gli ostacoli e corrono a riunirs i nel Capoluogo. (Monteleone 25 gennaio 1813: lellera inviata al Ministro dell 'lnternu) .220 Ma è vero c he la p1ima s pediz io ne, previs ta per il 5 febbraio, non s i potè fare: infatt i il corriere, prove ni ente da Napoli, era 1110110 per strada per la rig idezza de l clima, e una voce generale faceva presumere che fosse s uccesso lo stesso a qualche cacciatore a cavaUo.22 1 Comunque, il I O marzo l'l nlendente poteva dichi arare concl usa l'operaz ione di leva, sebbene un 'epidemia, sv iluppatasi nel deposito, aveva tratte nuto qualcuno all 'osped ale. Notizi e soddis facenti per il cornpletmne nto delle quote arrivavano da ogni parte del Regno. " Ho il piacere di poterle dire, che li n da quattro gio rni addietro la quota de l so lo Longohucco più di tutti gl i altri Comu ni oppresso dalle copiose nev i, mi manca pe r la seconda e fin ale s pedi;, io ne de ll a prese nte chiamata, ma che no n l'avre i esposta, e non l'esporre i senza imprudenza al rigore del freddo straordi nario e dc fiumi ne lla rotta, che dovrebbe percorrere per codesta cill:'1. Mi giova farle tanto sapere per pers uadersi in tanto della cieca obbed ienza de miei arnmi nistratori .....(Rossano 4 fchhra io 18 13).222 Un rappo1to di Poli zia vantava, invece, ne ll a provincia di Teramo, la tranquillità e la ma ncanza totale di m is fatt i gravi (25 genna io 18 13): 221 Da Bari , l'Intendente si mostrava orgoglioso pe r i ri s ultati raggiunti: li termine stabilito dal Uoverno non ancora è scorso , ed i giovani appell ati a far parte dc' di fe nsori della Patria, e della propri a Nazio ne, già sono riuni ti sullo le Bandiere del vittorioso Sovrano ( 12 fchb raio ).224
TI Molise aveva comple tato il s uo contingente g ià da l 6 fe bbraio ed anche a C hieti, no nostante le c ircostanze de l Lc rnpo sfavorevoli e la poca volontà di tulli mostrata quando si trattava di leve, il cont ingente era riunito, senza refrattari , ugualme nte il 6 fchhraio. 225 Per la 1iserva de l 181 2 no n s i parla di refrallari e non si parla di di sertori. Da queste corrispondenze sembra ch e tutti s iano «co rs i all a voce dell a legge» e che l'unica di nicolLà inco ntrata fosse staia la durezza dell 'in verno. Fino a c he punto si può credere a questa totale devo zio ne ed ubbidienza?
220 22 !
Ibidem Ibidem. Lellera dell 'lnlendente del
4
febbra io
18 13
222 lbìrlem. Il sollo lnte ndenl e dì Rossano a lnle nden le rii Ca labria Ci lra 22>I bidem 224 I bidem
225 Ibidem
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Mo lto p iù vic ine a ll a realtà le parole del sotto Intende nte d i Casoria il qu ale, in una lettera del 20 febbraio indirizzata all'lnlendenle di Napo li, riferi va de l coscritto G iovanni Aglia ta di Calvi zzano . Ques ti, ins ieme con la madre, s i «occ ul tò» no n appena si divulgò la voce che d oveva marciare nella quota d i ri serva. Per farlo uscire d al nascond ig lio fu arrestato il fra tello C rescenzo che portava loro g li a limc nli. 226 La d iserz ione no n e ra affatto una piaga sanala. In una circo lare de l 19 fe bhraio 18 13 , il Oire tto re Generale accusava i Co nsigli d i amminislra;,,i onc de i corpi de ll'armata per i continui di sordini che s i com mettevano ne lle campagne e s ulle strade pubblic he dai dis ertori. Que sto accadeva, a suo parere, per le ine sallczzc hurocratiche e per la lentezza nell 'i nform are le au to rità: Vo i non ignorate, S ignori, che la Disen-:ione è il llagel lo delle armate; tutta la vostra attenzione deve rivolgersi su questo in teressante oggetto, e cercare ogni mezzo possibi le di prevenirla , o almeno di impedirne le fun este conseguenze. Una delle vie più sicure per giungere a questo scopo è quell a di perseguitare i Diserto ri , e provare loro col fatto, che non troveranno asilo, fu ori dal luogo c he la legge li aveva assegnalo.227
226 ASN, I nt. Napoli, f. 54(i(i 227 l vi, f. 545 1
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Capitolo VII: L'alleanza con l'Austria
VII.I Vengono chiamate la 3 3 , 4 3 e saclasse del 1810 Le rapide marce della Grande Armata francese, e le gloriose haltaglic fino a Vilna e a Mosca, non furono più coronate dagli allori della vittoria. Questa Armata, c he per il numero dei suoi soldati ebbe uguali solo nelle civiltà antiche , si vide, in un baleno, costretta ad una precipiLosa e disordinala ritirala. In mezzo a 4ucslc vicende, il Governo di Mural 1itenne opportuno intavolare trattative segrete coll'Austria. All'alleanza aderì anc he l'lnghiltem1 a condizione, però, che le forze napoletane avessero partecipalo all a difesa dell'Italia. Il 18 marzo 181 3 Mural volle mostrare, in occasione della ricorre nza del giorno 25, una nuova testimo nia nza della clemenza sovrana. Veniva co sì concessa una completa amni stia tanto pe r la pena alflilliva che per la multa (purché questa no n fosse stata esatta) previste per i di sertori . TI te rmine fi ssato per la presentazio ne della richiesta di amnistia fu , in un primo momento, i I I O maggio pe r coloro c he erano nel Regno, cd il I luglio per 4uclli all'estero. Queste scadenze furono poi spostale, con decre to del 3 maggio, al I 5 magg io ed al 15 lug lio . Avrebbero goduto dcll'amnisLia solo coloro che non si fossero macchiati di altro delitto che quello della di serzione. Questi venivano poi inclusi nel Reggimento Provv isorio (chi era ammesso nel Reggimento Provvisorio per misure di sicurezza, non andava in «cscompulo» di 4uola come prescritto dalla circolare 11° 30 del 29 luglio 1809).22x Questo Reggimento era formato, 4uindi, da persone non mollo aflìdabili. li Ministro della Polizia Generale comunicava al Direttore Generale, il 3 1 marzo 18 13, che per ordine di S. M . si sarebbero presi gli elementi del nuovo Reggimento Provvi sorio nella classe dei dc tcnuti .229 l rcfrallari cd i morosi amnistiali erano po11a ti in conto del contingente della loro provincia. Chiunque non avesse appro fittato dell'atto di clemenza sovrana sarebbe stato perseguita to con ogni mcz1.o e condannalo ad una doppia multa; inoltre, chi era già stato condannato in contumacia doveva affrontare un nuovo processo e sarebbe stato punito col doppio degli anni solitamente stabiliti. Il giudizio in contumacia, per i dcliLLi di diserzione, fu poi abo lito il 2 1 maggio 1813: i capi dei corpi, o dei distaccamenti. avevano l'obbligo di invia re, e ntro le 24 ore dalla fuga, la fili azione del di se11ore al Direttore Generale della coscrizione, al Ocncralc Comandante la Gendarmeria, all'Inte ndente della provincia, a cui apparte neva il disertore, ed al capo del distaccamento di Gendarme ria più vicina. Se un di sertore, dopo aver godulo dell'amnistia, fuggiva nuovame nte, era punito come di sertore recidivo; il refrattario che avesse fatto lo stesso diveniva disertore. Erano invece considerati «disertori al ne mico» quei di sertori che, essendo già O
228 Ivi, f. 54 58 229 lv i, f. 5468
f ,1,1
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stati addetti al servi zio militare come hriganti amnistiati o per mi sure di polizia, avessero nuovamente disertato dopo l'indulto. In un a situazione politica tanto delicata (Murat aveva stretto un'alleanza contro Napoleone), era necessario il maggior numero di soldati; così , per contrastare ulte riormente l'indole de l popolo contraria alle armi, fu decretato, il 29 marm 18 13, che chiunque non avesse servito nell 'an11ata di terra o di mare almeno per un anno, sarebbe stato e scluso da ogni impiego ncll'am ministrnzione civile o militare (simili provved ime nti erano già stati deci si col decreto del 7 maggio 1810 di cui ahbiamo già detto). Gli impegni contratti dal Governo di Napoli implicavano una contribuzione straordinaria di guerra e la leva di dieci mila coscritti, pe r ricomporre un'annata di spediz ione, destinala ad azioni di offensiva fino alla linea del Po. Il 7 aprile 1813 il Ministro della Guerra Tugny inviò agli Intendenti delle province una c ircolare ri servatissima dove annunciava l'imminente chiamata di 10.000 coscritti dei quali 6.000 per l'atti vità e 4.000 per la riserva.230 Questa leva sarebbe ricaduta sulla 3". 4• e Y classe del 1810 non ancora chiamale mentre la 6• cl asse, come era accaduto alla 7° e d a11'8° de ll'anno precedente, sarebbe stata complclarncnte esentala. La circola re prosegui va: La vostra saviezza vi farà sicuramente concepire che se il p1incipe reclama oggi le classi non ancora toccate, lo fa egl i per dare allo stato de' difensori di un'età più oprortuna, c he r er lo passato, a soste nere le fatiche della guerra, ed il servizio militare, così operando S. M . viene a <.lare più consistenza ai suoi reggimenti e si melle ne lla fd ice situazione di non dovere aumentare la quota delle leve e<.I anche <.li renderle meno frequenti, se le circostanze, lo permetteranno. TI ri sultato adunque di questo calculo economico di c hi amata alle armi sarà que llo, che la popolazione vi guadagnerà e che lo stato presenterà sempre ai suoi nemic i una for1.:a imponen te <.li uomini capaci di assicurare la sua gloria e la sua prosperità. Si cercava sempre di far leva sull'orgoglio per fugare ogni indecisione. TI 9 aprile aJTivò e ffettivamente la chi amala del nuovo contingente da pre ndersi sulla 3', 4° e 5° classe de l 181 O, quelle composte cioè dai giovani di 22, 23 e 24 a nni compiuti. Si sarehhe cominciata dall a 3" c lasse fino al suo esaurimento per passare poi al!a 4" e quindi alla 5". Chi si fosse trovato con un congedo, esenzione, riforma o rimpiazzo non legalmente g iustificato, e con un numero anteriore a ll'ultimo marciato, sarebbe stato immediatamente mandato al servizio senza più riguardo delle classi. Chi fosse stato antecedentemente rifom1ato per hassa taglia e non avesse ancora te munato i 21 anni era sottoposto per primo alla visita. Quest'articolo alimentò le proteste di alcuni cosc1itti appartenenti alla 3• classe de lle liste redatte nel 1810 e riformati provvisoriamente, nelle passate leve, pe r hassa taglia. Basandosi su quanto disposto nella circolare del 9 maggio 18 10, e ssi pretendevano ora di non dover essere costretti a marciare, benché
230 lvi. f. 5472
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avessero raggiunta la taglia richiesta, perché avevano ormai compiuto i 2 1 anni. Il Dircuorc Generale fu costretto a divulgare, tra i Consigli di RccluLazionc, una circolare con cui confutare la certezza di quei coscritti: ... la disposizione da loro invocata no n è punto applicabile al caso <li cui si tratta, essendo i rec lamanti ne ll'obbligo di marciarc, non comc in<livi<lui antecedentemente riformatj provvisoriamente, ma bene come Coscritti di una Classe attualmente chiamala al servizio. È vero ciè> che i regolamenti presc rivono ... ma quando qucsti Coscritti sono chiamati a marc iare non in s ussidio di altre classi, ma perché è chiamata l'intiera classe alla q uale appartengono, allora se hanno la tag lia no n li dis pensa l'e tà... (1 9 maggio 18 13).23 1 Primi a partire, se nza sorteggio, furono gli omessi dalle liste purché non apparte nessero alle class i esentate. Doveva inoltre essere redatta una lisla generale per i nomi <li quei cosc1itti, appartenenti alle classi chiamate, di cui si ignorava il domicilio. Bisognava dare il massimo della pubblicità a questa lista , a ffinché gli individui ivi annotati venissero a conoscenz a della propria destinazio ne ed avessero la poss ibilità, e ntro un mese, di presentarsi ai Consigli di Reclutazione per non essere dichiarati rcrrattari, a meno c he non avessero docume ntato legalmente l'impossibilità fisica di essere presenti. J parenti di coloro che erano o morti, o assenti dal Regno. o ammalati, erano incaricati di esibire i documenti. L'articolo 5 del decreto del 18 aprile non ammetteva come doc ume nto legale, che giustificasse l'assenza, che la sola deliberazione de l consiglio; certificati di medici locali o atti del dccurionato non avrebbero avuto alcuna validità. Tutti i coscritti in possesso di doc ume nti illegali, antecedentemente riformati per bassa taglia, omessi da lle liste e inclusi nella suddetta lista generale, presentati si nelle e poche stabilite, andavano in conto di quota. I regolame nti su i cambi cd i rimpiazzi erano conformi agli anrti passati; l'importante era presentarsi nei termini indicati. Il Ministro della Guerra, con c ircolare de l l 2giugno 181 3,232 ricordava agli Intendenti quanto disposto nell a s ua circolare del 7 aprile ultimo che negava la facoltà di farsi rimpiazzare, dinanzi al Consiglio di Reclutazione, a tuni quei coscri tti che, senza addurre moti vo legale, non erano partiti entro il 16 giug no (epoca fi ssata per la spedi zione dell'ultimo convoglio di attività). Confermava però la facoltà , accordata dal decreto del 9 aprile, di rarsi rimpiazzare direttamente nei corpi, concessa a coloro i quali non avessero potuto raggiungere la propria destinazione, pcr cause comprovate, nell'epoca suddetta. li 18 apri le fu fissato il contingente di ciascuna provincia:233 J reparti attivi avrchbero dovuto raggiungere i corpi il J luglio, per cui il primo convoglio doveva lasciare il capoluogo di ogni provincia il 16 maggio; l'ultimo si sarebbe mosso non più tardi del l 6giugno. Nessuna sostituzione di numero poteva più avven ire trascorso il 15 maggio. 0
23 1 lvi, f. 5466 23 2 l vi r 'i472
233 AS·N: Decreti , n 66. Anche lnt. Napoli. f. 54 72
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I comuni marittimi no n dovevano essere tassati se non in proporzione agli abitanti non impegnati in «mestieri del mare », ricordava il Ministro de lla Guerra Tug ny in una sua circolare del 2 1 aprile 1813 indiri zzala agli lntendenti. 234 Le frodi perpetrate contro lo Stato, con la copertura dell'ascrizione, erano ormai stori a di tutti i giorni . L'Intendente di Napoli riuscì ad ottenere una riduz ione di I 00 coscrilli che, lra i distretli e la Capitale, andò quasi interame nte a vantaggio della c ittà. 23 5 La quota di 931 coscritti , per la deduzione acconJaLa a lla Capitale, andava a ricadere s ulla s ua popolaz ione, nel c ui computo erano stati già tolti quegli indi vidui inabili al servizio, con un rapporto di I a 463. 236
Vll.2 Il sorteggio nella Capitale Per la provincia di Napoli fu stilato uno stato riportante la popolazione generale cd il numero degli uomini c he, per vari motiv i, no n dovevano essere co mpresi ne lla leva di lcrra. 237 Così, s u un totale di 36 1.1 40 uom ini, 28.8 1O erano esentati pe r l' ascrizione, 74.2 18 per cause generali . S u una base di popolazione così ridotta, furono assegnati i seguenti conti ngenti :238 457 uomini (tra attività e riserve) a ll a Capitale, 96 al I O distretto, 206 al distretto di Casoria, 44 a quello di Pozzuoli, 128 per Caste ll a mmare. Nell a Capitale molti quartie ri avevano esaurito la 4• classe per c ui era necessario attuare il sorteggio dell a 5'. L'Intende nte sollec itò il sindaco a svolgere il proprio lavoro che doveva consistere nel f"ormarc una lista di tutti g li individ ui c he componevano la 5" classe, seguendo per questa operazione le istruzioni del 28 febbraio 18 12 (non rinvenute), pubblicare le liste il vene rdì 16 aprile. stabil ire l'ini zio del sorteggio a mercoledì 2 1 (indicando le giornate assegnate a c iascun quartiere), riunire i parroci, i G iudic i di Pace, i Commissari di Polizia cd una com mi ssione de l dccu ric.mato. Infine far cominciare il sorteggio a i quartieri di S. Giuseppe e S. Lorenzo c he avevano esaurita la 4a classe.239 Anche quell'anno si crearono delle diflìcoltà ne l calcolo dc ll'clà de i singoli indi vidui per le esenzioni. Infatti , il decreto de l 9 aprile 181 3 esentava chi avesse avuto 25 anni compiuti . Il problema nasceva pe rché i 12 mesi dell 'anno, ne ll a leva, cominc iavano a marzo e fini vano a febbraio de ll'anno s uccessivo, quindi erano esentati solo coloro che avessero compiuto i 25 anni e ntro il 28 fe bbraio o anche que lli che li avessero compiuti e ntro il 9 aprile? Il Ministro dell a Guerra comunicò, ai Consigli di Reclutazione, c he S . M . aveva deciso che, tulli gli individui legalmente compresi, per la loro e tà, nella 5" classe delle li ste de i coscrit-
234 ASN, lnt. Napoli, f. 54 72 235 Ibidem. Da una lettera inviala al Mini stro della Polizia del 10 maggio 181 3 236 Ibidem. AI sullo lnlendenle di Pozzuoli, 28maggio I 813 237 ASN , lnt. Napoli, L 5472 238 Ibidem 239 Ibidem. L' Intendente a l sindaco. 13 ap1ile 18 I3
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Li rcdaLLc nel 18 1O, erano soggetti a lla coscrizione, qualunque fosse stata la loro età a ll'epoca de lla leva de l 18 13 (Napoli 28 aprile 18 13). 240 Si ripresentò poi la questione <lei vi ll aggi e de ll a loro rilutlanza ne ll ' essere compresi nel sorteggio del quartiere d'appartenenza. Pu un a giusta decisione togliere dalle li ste dei qu artieri della Capitale i nomi de i coscritti della 3" e 4' classe appartene nti ai vi llaggi e imporre il contingcnle in proporzione del la loro popolazione, facendo marciare i contadi ni secondo il numero d'ordine progressivo che c iascuno aveva avu to assegnato nel sorteggio generale (deci sione comuni cata dal Mini stro dell a Guerra il I O maggio 18 13).241 La presentazione dei coscritti, ai Consig li di Reclutazione, fu fi ssata settimanalmente nei g iorni di lunedì e sabato per i quartieri dell a Capita le; al martedì cd a l venerdì per i dis tretti della provincia. La viva raccomandazione, rivolta a tutte le autorità competenti, era di forn ire a i g iovani i ris pettivi documenti legali per le eccezioni , a l fi ne di evitare di vederli marcire nei depositi; questo l:ompo rtava un doppio svantaggio: I O che si ammalavano e spesso si rendevano inutili a danno de l comune; 2" che il comune veniva gravato delle spese dell'ospedale e degli alimenti che i g iovani ri ceveva no ne l deposito. (Napo li 26 aprile 18 13: g li ordini <lcll 'ln tcn<lcnlc erano rivolti a i sollo Intendenti, ai Conunissari dei quartieri ed a l Consigliere Gaudioso).242 Se da piì:1 parti arri varono presto dei risultati soddisfacenti, vi furo no comunqu e dei comuni che a ndarono incontro a diverse difficolfa. Nel di stretto di Castellammare, per esempio, il risultato della visita inaltcsa fatta ai l:osuitti la notte <lei I O maggio, non ebbe o vunque esito fe lice poiché: la pubblirnzionc <lei l:ilalo Real Del:relo falla in rndesta Capitale; la inserzione esegui tane nel Monitore al N° 687, e la sorpresa fatta antcl:CÙl:ntcmcntc de' Coscritti de' Comun i delle lim itrofe Province, di Sale rno, e Terra di Lavoro ha fa llo ritrovare assenti , non solo molti de' detti Coscritti , ma ancora le ris pettive loro famiglil: ... 243 Un inconvenie nte Lccnico si vcrilìci'> in alcuni qua rtieri della Capitale (S. Giuseppe, S. Lorenzo, Pendino e Mercato) dove, come testimo niava il sindaco in una le ttera inviata all 'Inte ndente il 4 maggio, i fog li s tampa ti , rimessi per la formazione degli stati e rano stati, esauriti ; inoltre, dal giorno seguente sarebbe mancata anche la carta per le liste da affiggersi ne i municipi dopo il sorteggio.244 Infin e, consueto ostacolo alla celerità ed alla correttezza de lle operaz ion i di coscri zione, continu ano ad esse re le frodi . Ecco quanto venne all a luce, nel com une d i Mug nano, dopo le indagini <lei sotto Intende nte <li Casoria:
240 241 242
Ibidem Ibidem Ibidem 243 Ibidem. Da una lettera del sollo l111endenle all ' Intendent e in data 2 magg io 1813 244 Ibidem
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... Feci lettura a predetti Sindaco, E lelli, e Ca ncelliere del certificato col quale di unita al Parroco avevano desig nato Lazaro Riccio come fratello primogenito di un altro fratello, e di un'a ltra sore ll a minori che con lui convivono. Di mandai s u quale appoggio aveano così certificato ..... Vidi però, e mi assicurai della diffidenza che reg na tra que' Municipalisti, e Ira Munici palisti ed il Canccllicrc, mentre in sostanza ognuno cercava di rifondere sui co lleghi la colpa, ed ognuno se mbrava che avesse firma lo il Certificato senza la cognizione appurata di ciò che s i ce1tificava..... Colpilo da questa idea di diffidenza son d'avviso che il Sindaco, gli E letti , ed il Cancelliere di Mugnano debbano per ora esser sospesi ... avendo io disposto un ri servato informo sulla condolla del Si ndaco, il Giudice di Pace di Giugli ano cui mi son indirizzato mi ha riferito quanto segue: "Il Sindaco Vincenzo Cacciapuoti si prese da Carmine Grasso d. 8,40 promettendo di favorirlo, ma dopo qualche tempo vedendosi il Grasso deluso l'obbligò a restituirli, ciocchè a slcnlo rece. Ua Giuseppe Liccardo carlini 12 e pollastl'i 4 per non portarlo al Consiglio di rccl ulazione per otto giorn i. Promise al coscrillo Antonio Sequino d'esentarl o per mezzo di ducali 50 che s i prese, ma poi non essendoci riuscilo, fu obbligato alla restituzione. Essendo si cooperato all a riforma di Francesco Riccardo questi gli regalò certa somma di denaro cli cui non s i è potuto appurare il quanti tativo. Trovandosi in deposito Mattia Scquino, il Sindaco ottenne di prenderselo per consegnalo , ed ebbe dal Seq uino ducati quattro. Indi sono s t:-it n assirnrnto che si fece firmare dallo stesso una cambiale di ducati 450 pagabili in caso che riusciva di liberarlo da soldato coll'obbl igo di un zio di Scquino. Salvatore Liccardo questa cambiale prima ru stabi lito di fermarsi in Mug nano, ma poi ri llcllendo il Sindaco, che potea sapersi si pensò di stipo larl a in Napol i. Ha voluto <locati Cinquan ta per un o messo, che ha pigliato per soldato per Mallia Sequino, de' quali ne sono stati pagali finora in varie volte soli doeali Sedici. e pel rimanente ti ene in pegno un pajo di fioccagli, sei fila d'oro, e quattro anellc d'oro tino all a totale sodd isfazione. Aggiungo a queste un'altra osservazio ne, onde appare che il Sindaco di Mugnano medi ti tutto giorno ai mezzi di profittare, po iché essendogli stata comunicata da Cotesta Sotto Intendenza la determinazio ne c irca il pane da so mmini strars i ai detenuti , andò a consegli arsi col Cancelliere della Giu sti 7.ia di pace s ulla maniera come trarre qualche guadagno da questo ramo , ed avendo ne ri portato un ti fiu to, si portò in Giug:li ano pel mecles.imo oggetto, e fu trattalo ug ualme nte ...".24 5
VD.3 Gli esiti della leva Tullavia le operazioni d i leva furono anche coste llate da soddisfazioni ollrc che da difficoltà: l'ln temknlc di Napoli poteva dire con soddisfaz ione che la legge <li coscrizione era compresa sempre più dalle po polazioni c he con obbedi enza s i prestavano al loro dovere; i comuni de i dis tretti che si erano presentati avevano fatto a gara fra loro per completare la quota di attivi là lin dalla prima seduta de l consiglio del 4 maggio . T comuni , po i, di Casoria, Somma , S.
245 ASN, 1111. Napoli, f. 5470. Il sotto Intendente di Casoria all ' Intendente di Napoli il 17 Novemhre 18 13
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Anas tasia, MeliLo, S. S ebas ti ano, Pomi g liano d' Arco, Piscinola, Cas andrino, Frattapiccola, Po migliano d' Atella ed Arzano avevano av ulo il vantaggio di completare il loro contingente senza alcun rc frall.a rio . Questa no bile emul azione co nveniva sempre più incitarla, incoraggiando i sindaci con lusinghiere lodi e col pubblicare, su l Monilorc, i no mi dei com uni che avessero comple tato le operazioni cd i ri spettivi s indaci, onde invogl iare g li altri a raddoppiare il proprio impegno La nota dolente di queste travag li ale operaz ion i e ra Ja CapiLalc con i s uoi orm ai cronici problem i: V.E. può ti levare qua l differenza passi nella presentaz ione delle quote dc' Distrc lli, e della Capitale, quantunque abbiano presso a poco un eguale popolazione ... ( IO magg io 181 3, l'Intendente al Ministro de ll'lnterno). 246 Quale patte di me rito spe llava ad ogni comune? L'Intendente di Napoli e ra co stretto ad ammettere che solo la Capitale era in ritardo . Infatti, sulla quota di 269 individui, il 3 lug lio ne doveva a ncora dare 45_24 7 Ma la situ azione e ra ancora più grave: infatti la Capitale era in debito anco ra per la leva del 18 12 (da una lag nan za de l Oirettore Generale de l 15 scucmbre 18 13 ).248 Si riporla una lunga disq uisizione (5 ottobre J 81 3) che l'Intendente di Napoli inviò al Oire:ttore Genera le, coll'inte nto di chiarire la sua parte d i responsabilità: ....è possibile con l'attuali regolamenti per la coscri zione completare una quota ne' tempi stabilili eia Reali Decreti , senza danno del regio erario, senza conculcar la giusti zia, e senza malmenare i dritti de' sudditi del Re? Una Comune completa la sua quota con un coscritto che ha in osservazione all'ospedale, oppure per curarsi di qualche malattia; dopo tre mesi risulta il coscritto inutile al servizio militare; si chiama il numero che li succede, questj chiederà di passare alla coda del Deposito, o di essere dichiarato unico rimasto in famiglia; si form era nno i statini per la verifica de ll'es istenza a' corp i, e si starà per molti mes i ad aver ri scontro e dopocché la noti zia si ha che debba godere il coscritto del bene ficio che chiede, il numero appresso si troverà incardinato in qualche corpo dell'am1ata, nuov i statini per verificare l'epoca de l suo an-ollarncnlo, onde deciders i se debba o no andare a conto di quota. È dunque nella natura de' regolamenti c he la cornplctazionc delle quote venga a ritardarsi per molto tempo quando una serie di questi incidenti su alcuni coscritti obbliga a tante discussioni .... Ecco un quadro demostrativo per epoche di spedizioni , e pel numero di coscrilli inviati a differenti corpi per la leva del 18 12. 1-a quota di quell 'anno fu di I .855 coscri tti . Conoscerà che sono già spediti ai corpi 1.778 cioè 77 meno del cDntingente assegnato. La quota del 18 11 incluse li 124 Veliti in quell 'Epoca assegnali sull a coscrizione a questa provincia, fu di 1. 155, si so mministrarono ..... I. I 82, la provincia adu nquc ne somministrò in a ll ora 27 indi vidui dippiù, che secondo le molte risoluzioni di cotesta Direz ione devono andare in escomputo de lla leva seguente; restere bbe con ciò adunque il debito di so li cinquanta coscritli. In data del (, 24 6 247
lhidem lhidem. L' Intendente al Mini stro di Polizia 248 ASN, lnt. Napoli, r. 5460
/,<,1 coscrizione nel Mez,zogiorno d 'Italia nel decennio francese
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Lug lio il mio Predecessore le rapportò che tra li 22 coscrilli ammessi alla Compagnia Provinciale nella leva del 18 12 e poi passati a corpi dell'annata, vi erano Carlo Sannino di S. Giorgio a Cremano affetto da varicoce le, Gioacchino Aprile de l Quarti ere S. Giuseppe c he soffriva un ostruzio ne addominale, Gi ovanni Giannoccari del Quartiere S. Ferdinando. anzi Montccalvario, che s i ritrovò con varicocclc incipiente, e con mal a conformazione di petto. Giuseppe Percuoco del Quartiere S. Ferdinando, iI quale s i ritrovò ri formabile per g ibbosità de llo s terno, per atrofi a di un testicolo, e per idrocele; ed un altro clell'istessa co mpag nia che trovasi all'ospedale. Egli per costoro le domandava se dovca correre la riforma fatta dal Consig lio, e chiedere alle Comuni il rimpiazzo de medesimi , oppure essere riformati alla rivista d ' ispezio ne della Compagnia Provinc iale all a qua le appartenevano. Di tal rapporto sin ora non si è avuto ri scontro alcuno ; eccone quindi altri cinque in sospeso non per colpa di questa Provincia. Sin dal li tre maggio p. p. N° 2092 dando le conto dell a Leva del 18 12 vi si notarono 14 individui in arresto. Orn con l'ulteriore presentazione di Coscritti si sono aumentati di altri 3, e son diecisette ...Se costoro non son marciati ancora lo è per le leggi che prescrivono di cscomputar le loro pene prima di marciare. La Provincia qual colpa ha per un ritardo che frappo ne la legge? Dunque de lli 44 coscritti che rimanevano dedotti li 5 della Compagnia Provinciale. e li 17 in arresto restano soli 22. Lo statino .....rapprcscnta 11 Coscri11i <la ella autorizzatj a passare agli artefici, e ad altri Corpi dell'Armata. Per costoro non si è avuto ri scontro se siano. o no passati, non più la direzione indicò il corpo dove fu incardinato il Coscritto Vincenzo d'Andrea che stava alla grande armata in servizio de l Sig. Duca di Rocca romana, per poterlo po1tare in conto di quota. L'altro stato è di 18 Coscritti, per li quali si chiesero ùc' riscontri che tullora si allendono ..... Pcr la Leva poi del I 8 13 questa Provincia ha da molto te mpo adempito a suoi doveri, e se vi son de residui son quelli che come sopra dissi vog liono i regolam enti. Questa Provinc ia fu sempre intenta a dare de' buoni dife nsori allo Stato.2 49 Agli iniz i de l 1814 le quote ancora no n erano completale. li 22 gennaio il Cons ig lio di Reclutazione, cons iderando che taluni qua11ieri erano in debito di qua lche res iduo per la quota del 1812, cons iderando c he il rimpiazzo de i disertori no n poteva eseguirs i, a norma della legge, perché la maggior parie delle classi erano «sfondate», considerando che vi erano, fra i disertori, que lli appartenenti alla leva del 1809, decise che tan to il nume ro de i residui quanto que llo de i d iserto ri , pari a 141 indivi dui , fosse ripartito tra i qu artieri in proporzione alla popo laz io ne attiva
Vll.4 Le due Calabrie
Prima ancora della chiam ata della leva del 1813. l'Intendente aveva supplicalo il Minis tro dcll'lnle rno a ffin ché la provincia godesse di una riduzione di quota. Infatti la regione doveva fornire un gran numero di aseritli , di cannonie249 IY i , f. 5456
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ri litora li e di uomini per lo stahilimcnto della Mongiana; a tutto questo si uni va la incessante perdita di uo mini a causa dei continui attacchi de l nemico (4 marzo 1813 ).250 li contingente fi ssato, pe r la Calabri a Ultra, fu di 896 coscrilti , di cui 538 per la parte attiva e 358 per la riserva. Il Consiglio d'Inte ndenza ne s tabilì la riparti zio ne: essa ricadeva s u 2 uomini a migliaio. 1 comuni marittimi ebbero un trattamento di riguardo; infatti il loro contingente fu diminuito di un terzo. G ià il J7 maggio l'Intenden te Martucci poteva dichiarare c he le operazioni di leva erano completate. li s econdo convoglio sarchhe parti lo iI giorno 19; l'u nica difficoltà si aveva per il terzo, in quanto no n se ne conosceva la nuova destinazione: infatti, gli indi vidui che lo componevano non potevano, per la loro bassa s tatura, essere inviati a i corpi d 'Élile a c ui erano stati assegnati. Comunque, Je operazioni erano state completate, nonostante la vastità della Calabria Ultra, in so li l6 giorni, al di là di ogni aspettativa. Dei 2 15 coscritti partiti col I O convoglio, per la m aggior pa11e sposati , uno solo se ne trovò mancante all'appello tenuto in Cosenza. Ciò indicava c he ness uno si era sottratto all'ohhligo della leva. L'Intendente poteva a ffcrrnarc o rgog liosamente di non aver dovuto inlliggerc alcuna multa o formulare minacce per richiamare i re frattari all'obbedienza e metteva in ev iden za tre cose: l'attaccamento dei calabresi alla persona de l Re, il patri ottismo c he , anziché scemare, si rianimava, e la docilità degli abitanti. Finalmente per il 11 m aggio fu fissata la pat1enza del 3° convoglio costituito da 177 uomini . Questi, uniti a i 2 15 della I ' spedizione ed ai 123 della 2", raggiungevano un totale di 5 l 5 coscritti. Cons iderando che 11 di questi erano all a Mongiana cd I I erano s tati ricoverati , nessuno mancava all'appello e il contingente che preve deva 538 uomini era sLaLo completat.o.25 1 Con c ircolare del 21 g iug no 252 l'Tntendente Ma11ucci avvisava che la riserva era chiamata alle armi. li Re aveva fatto sapere che essa era destinata a completare l'armata per diminuire la frequenza con cui venivano inde tte le leve. Ancora una volta i ris ultali furono soddisfacenti. TI 5 lug lio la leva poteva dirs i terminata perché il g iorno dopo sarebbe partilo l'ultimo convoglio.253 In Calahria Cilra l'e sito della leva no n fu meno infelice. Il 18 maggio era infatti ultimata. Pochissime reclute mancavano all'appello perché impegnale ne lle compagnie scelte. Malgrado ciò non se ne erano potute sped ire ai corpi dell'armata che :mo. 11 resto, già riunito, era stato assegnato ai corna.ieri della Guardia, ai cavalleggeri ed ai Veliti a cavall o o a piedi; ma tra tutti i coscritti sorteggiati in tutta la Calabria no n se ne trovarono de lla statura richiesta pe r ta li reggimenti. Nonostante questo inconven ie nte, il 25 maggio mancavano solo 28 uomini a l comple tamento della quota attiva mentre il 6 lug lio s i era in debito di appena 11 coscritti per la quota di riserva. 254
250 ASN, Interni. f. 674 25 1 Ibidem. Da varie corrispondenze del!" Intendente di Cal. Ultra al Ministro dell' lnl erno 252 Ibidem 253 Ibidem 254 Ibidem. Da varie mi ssive dell ' [ntcndcntc di Ca!. CiLra al Ministro dell'Interno
u1 coscrizione nel Mezzogiorno d 'Italia nel dece11niofra11cese
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Vll.5 La Circolare de) 21 luglio 1813 Con circolare del 2 1 luglio (non rinvenuta), il Minis tro dell'Interno ma ni festava le doglianze di S. M. per lo stato di salute dei coscritti inviati dalle province. Ma, no n c'è da meravigli arsi, ognuna di esse s i di scolpò. Da Capua arrivava dal l'Inte ndente la seguente difesa: ...è hen di rado che sia accaduto di essersi riformali per difetti anteriori all'ammissione ne i Regg imenti. Quindi le lamentele di S. M., con la circolare <lei 21 Luglio, non riguardano questa provincia. Pe rò sovente l'ammi ssione per certi difetti non creduli produrre esclusione, è l'opera degli Ufiìzia li di sani tiì, i quali non han sempre torto d i essere rigorosi , poiché la facililù <li riformare viene attJ"ibuita a corrnzione: né i I Consig lio può rifiutare un Coscritto dichiarato ammissibile per la costituzione fisica meno che no n si conosca di essere fuori dello stato di servire. Ciò non suole accadere in questo Consig lio. I coscrittj spediti con la Leva della Riserva sono di una rilevante robustezza e buon aspello. 255
A nzi poteva agg iungere, il 28 lug lio, che la provincia aveva term inato il contingente di 460 per la riserva e c he non era in debito di nessun a ltro uomo neanche per i Vel iti e Guardie d'Onore. Anche l'Intendente di Aquila si gi ustificava face ndo notare quanto fosse difficile evitare simili inconvenienti poic hé si correva il rischio d i ri sul tare «soverchiamente» condiscendenti con taluni malintenzionati , i quali «giungono a formarsi degli artiliciali incomodi e ad insinuare la loro costituzione» per apparire inabil i al servizio. Era quindi necessario adoperare rigore per reprimere simili abusi: Non v'ha duhhi o, che l'ispezione del fisico dc' Coscritti appartiene a Professori, a' qua li bi sogna ripo rtarsene, e c he questi potrebbero piuttosto prevaricare per deferenza, che per soverchio rigore, e quindi bisogna usare con essi la massima scverilù, mezzo, che in somiglianti affari è il più conducente a ll a Giusti zia .... alcune volte la riforma dc' Coscritti suole anche derivare da qualche arbi trio de' Chirurghi d i Reggimento, su de' quali non suole qualche volta portarsi 4ue lla stessa sorveglianza, che i Consigli d i Rec lutazione adoperano verso dc' Professori, che impiegano nelle Provincie .256 L'Inte nde nte di Rasilicala in un a lcuera inviata al Ministro dell'Interno il 24 lug lio. era lieto che il disappunto di S. M. no n avesse ponito estendersi ai coscritti della sua provincia perché il consiglio di questa aveva considerato sempre «colla maggiore scrupolosità possibile» le condizioni di eventuale ammi ssibilità dei coscritti _257 Anche l'lntendente del Molise espresse parere a riguardo; la sua testirno-
255 Ibidem. L' Intendente di Terra <li I ,avoro al Min istro dell ' Interno il 24 luglio 1813 256 Ibidem. L'Intendente d'Aqui la a Ministro dell ' Interno, 27 luglio 181 3 25? Ibidem
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nianza ci offre uno spaccato de lle reali condizioni dei soldati. Si era appreso da un Uffic iale, e ciò fu confermato anche dal pe rsistente numero dei di se11ori, che ai coscritti arrivati ai corpi non si provvedeva convenientemente, come i regolamenti avrebbero imposto, e pe r il vestiario, e per il nutTimento e per l'alloggiamento in caserma. Così , passando da una vita certamente non agiata, ma almeno non priva del necessario, a questa nuova dura realtà, cadevano in uno stato depressivo che inlluiva sulla loro sal ute al punto da risu ltare, alle visite mediche, ammalati. Inoltre non era improbabi le che essi, nella speranza di avere il congedo, simulassero condizioni di salu te più grav i di quelle effellivc.258
VIl.6 Le pene per i Disertori Nonostante i resoconti deg li Intendenti mostrassero una realtà più rosea di que lla effettiva, la di serzione era un l"cnomeno molto diffuso in Lulli i reggimenti. TI R e si trovù nella necessità di conside rare le quattro di visioni attive, così come la riserva, in stato di guerra pe r quanto concerneva la diserzione, a partire dall a data del decreto c ioè 18 luglio 18 13. D i conseguenza qualsiasi militare avesse di sertalo sarebbe stato consideralo come «disertore al ne mico>>e gi udicato da una commissione militare qualora rosse stato a rrestato. Quei sudditi che avessero facilitato la diserzione sia col procurare ahiti civili sia dando asilo ai di se11ori stessi, venivano g iudicati dalle commissioni (decreto del 22 lug lio 18 I 3 ). Le pene in c ui incorrevano erano quelle comminate dal decreto de l 16 novembre 1810. La commi ssio ne militare, organi zzata dai generali comandanti di ciascuna divi sione, aveva 48 ore per e me ttere la sente nza. Le pene infli tte dal decre to del 18 luglio ai d ise11ori dell'annata alliva non erano applicabili a coloro c he si fossero volontariamente presentati prima di questa scadenza.25 9 1 medesimi rimanevano però soggelli a lle pene stabilite sulla diserzio ne e giudicati , pertanto, dai consig li di guerra speciali. Con decreto del 18 novcmhre 18 13 fu apportato un ulteriore cambiamento. Le commi ssioni militari, stabilite dal decreto del 18 lu glio, rimanevano in vigore ma solo per giudicare i «fautori, complici e ri cettatori» dei di sertori; dopo il 18 lug lio, i processi ai disertori del l'armata attiva, d ivenivano di competenza dei consig li di guerra speciali, ma ne l g iudi zio linale si sarebbero sempre applicate le pene per la di serzione al ne mico. Per quanto riguardava la diserzione de i cambi, si era c reato un non senso: l'articolo 42, delle istruzioni de l 22 marzo 18 1O, re ndeva responsabile de l rimpiazzo il coscritto c he avesse presentato quel cambio. Il coscritto era invece sciolto da ogni obbligo se il cambio di sertalo veniva arTestato ne llo spazio d i un mese dalla sua condanna. Con decreto del 2 1 maggio 18 13, si era aboli to il g iudizio in contumacia pe r cui chi no n era a rrestato non poteva essere condannato. Era quindi necessaria una modifica de ll 'ar-
258 lhidem 259 Decreto del 2.'i sellcmhrc 18 13
I,., rosrrizione 11el Mezzogiorno d' /Jalia nel decennio francese
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ticolo 42 suddetto. Con decre to de l 13 agosto 18 13 si stabilì che il mese posto a disposizio ne del coscritto per presentare un altro camhi o o marciare di persona, dovesse decorrere dal giorno in cui si fosse legalmente appurata la di serzione da una de lle autorità costituite. Il Direttore Generale Arcambal divulgava, con urni circolare del l 8 agosto,260 il contenuto del decreto agli Intendenti delle province. Raccomandava 4uindi di no tificare immediatamente la notizia della diserzione al coscri tto che avesse fo rnito il cambi o, ed a partire da 4uesta notifica aveva ini zio il mese concesso . L'armata riuni ta con la leva del 1813 si componeva di tre divisioni atti ve e d i una di ri serva; in tutto la forza era di 30.385 uomini e 829 tra cavalli ed animali da tiro. La prima di visione, forte di 8.777 uomini e 1.546 a ni mali, era sotto il comando del Te nente Generale Carrascosa; la seconda divisione, agli ordini del Te ne nte Generale D' Ambrosio, e ra forte d i 8.377 uom ini e 209 cavalli ; la terza veni va comandata dal Te ne nte Generale Pignatclli , cd aveva un numero di 4.780 uomini e 250 animali . La divisione di riserva, agli ordi ni del Tenente General e Millet, si componeva d i 7.37 1 uomi ni e 3.2 15 cavall i.2 6 1 L'armata si mi se in movimento nel mese di novcmhrc per entrare negli Stati romani; lo scopo era que llo di occupare Roma, Ancona e Civitavecchia per poi arri vare fi no alla linea del Po d i conce1io con le tru ppe austJ'iache portate in Italia dal Generale J3ellegarde.
26<> ASN, lnt. Napoli. f. 5466 261 R . I .OGFROT, ms r ii .. I dal i n11rnc:ric: i sono in d ic;1 fi d a l rnanoscri 11n.
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Capitolo VIII: I tentativi per risollevare le sorti dell'esercito
VIII.1 Decreto del 24 dicembre 1813 lJ 1814 rappresenta una data importante: la coscrizione fu aholita. Prima di an-ivare a questa decisione, però, Mural si trovò nella necessità di chiamare un nuovo contin gente. Infatti , con decreto del 24 diccmhrc 181 3, si ordinò una leva di 12.000 uomini sulla coscrizione del 1813, dei quali 8.000 pe r la quota atti va e 4.000 per la riserva. l•u dichiarala sciolta da ogni obbligo di servizio la Y clasSt'. formatasi a seguito del decreto del 4 gennaio 1810.262 Restavano, nondimeno, obbligati al servizio militare quegli indi vidui di detta classe che fossero stati chi amati a marciare in l"impiazzo dei di sertori o refrattari non recuperati a norma del decreto del 2 l maggio. Anche i refrattari della 5' cl asse non erano sciolti dai loro obblighi. La coscrizione del l 813 doveva compre ndere lutti i g iovani che al I O gennaio 1813 avessero compiuto il diciottesimo anno di età, c ioè tutti quelli nali dal I O gennaio al 31 dicembre de l 1794. Le lisle dovevano essere composte secondo i preesistenti regolamenti e basarsi sui registri battesi mali. Ancora una vo lta si crearono disordini e rec lam i, perché molti g iovani , non residenti a Napoli, si facevano, però, ballczzarc nell a Capitale per godere degli antichi privilegi che ne conseguivano. I primi ad essere arruolati e pri vati de lla facoltà del cambio, sarchbero stati quelli g ià individuali per la leva precede nte: g li esentati illegalme nle, gl i o messi, quelli con numero inferiore all'ultimo marci alo. Primi ad essere visitat i e ra no i congedali provvisoriamente per bassa taglia ed i riformali, la c ui causa di riforma fosse cessata (a meno che non si fossero maritati prima del 24 dicembre e avessero avuto ancora l'età ric hi esta). Si creò un equivoco per gli am mogli ati, in quanto il decreto del 24 di cemhre 1813 non regola me ntava i matrimoni. Ai numerosi reclami dei cosc1illi marilali, l'Intendente ribatteva con le parole del Dircllorc Generale delle ri viste:
I reclami de' Coscritti maritali, non sono fondati sopra alcuna base, e voi avete giustamente osservalo, che il solo maritaggio c he esenta da lla Coscrizione, è quello contrallo prima del Decreto de 4 Gennaio 18 IO. Il Decreto del 24 Dicembre esenta dall'ohbligo di marc iare, per cagione di matrimonio, i so li Coscritti altra volta riformat i, i motivi di riforma dei quali non esistono piÌl ... 2 63 Queste c lassi di coscritti erano impiegale per il rimpiazzo dei di se1tori e refrallari; il di più si inviava all'armata in conto di quola de ll'anno corrente. Il contingente di ogni provincia era fi ssato nel mod o seguente:
262 Altro decreto del 24 dicembre 18 13 26:~ ASN. Int. Napoli, f. 5489. I ,' inlendenle di Napol i ai Sigg. sotto Intendenti ed al sindaco, in data 11 marzo 18 14
La coscrizione nel Mezzogiorno d ' /taliu nel dei:ennio francese
Provinc ia Napoli Terra di I,avoro Molise Principato Citra Principato Ultra Abruzzo Citra Abrnzzo Ultra I 0 Ahruzzo Ultra 2° Terra d' Otranto Rari Hasil icala Capitanata Calabria Citra Calabria Ultra
Attività
Ri serva
Totale
747 927 499 687 554 400 286 407 5 11 578 675 420 594 720
373 463 249 343 276 200 142 203 255 288 373 210 296 360
1120 1390 748 1030 830 600 428 610 766
1.080
8.005
3.995
12.000
313
866
1.012 630 890
Gl i 8 .000 coscritti de ll 'armala alliva dove vano raggiungere le compag nie il
1° apri le 1814, per cui l'ultimo convoglio sarebbe partito no n oltre il 16 1narzo. T coscritti sorteggiati per questa leva avevano la facollà di sostituire il nume ro
lino al IO marzo, mentre, per fornire i c ambi. c'era tempo sino al 15 marzo. Nessun cambio poteva essere fornito a l Reggime nto. se il coscritto non fosse patti to dal Capoluogo entro il 16 marzo. Una dil azione e ra com:cssa a chi avesse provato legittimame nte la propria impossibilità a partire. I regolamenti da seguire erano in Lutto ide ntic i a quelli degli anni precede nti, così come lo erano anche i favoriti smi. fiu, per esempio, rivolta a S. M. la supplica di concedere la grazia di fornire un cambio, sebbe ne fuori tempo, a Carlo Palmie ri affinc hé la famiglia de ll'il lustre Marchese Palmieri, Direttore dell'antico Supremo Co nsiglio delle Finanze nel la dinastia passata, fosse premiata in conside raz io ne dei servig i che lo stesso aveva reso alla nazione: La famiglia di quest'uomo così caro a Federi co secondo Re di Prussia per le sue ope re militari, e caro ag li uomini ed agli amici del popolo per le opere economiche per che meriterebbe dalla sovrana demenza l'istesso vantaggio che in altri tempi meritò quella del Celebre Pietro Cìianno ne Giurisconsulto Napolilano che tanto lustro diede a questa patria c he non so lo su di essa ma ancora sui njpoti voll e il Governo versare la su,1 munificenza..... voglia accordare al Palmieri la grazia c he chiede, e così dar non solo a lui, ma ag li amici suoi , ed a quell i de l defunto avo estimatori della gloria nazionale il piacere di veder compiti i loro voti la di cui conseguenza mentre fa un beneficio a l giovane coscriuo non toglie un difensore alla Patria, al Governo, ed al Trono.2 64
264
lvi. f. 5460. La s uppl ica è del I 9 ottohrc I 8 Jt1
M aria Ma,'Rherita Cari/lo
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VIIl.2 Responsabilità, negligenza ed ancora diserzione Anche in questo caso ci fu continua negligenza da parte de lle auto rità e non mancarono te ntati vi, in genere, di scari care le proprie responsabilità. Per esempio, il sindaco di Caivano racconlò di aver condollo due nume rosi convog li di coscritti, in due giornate diverse, al Consiglio di Reclutazione. Il Consig lio non solo, affermava egli , non aveva sottoposto questi all'esa me, ma aveva costretto il sindaco a rimandarli indielro poiché non aveva dove ae<.:oglierli per la nollc. Quando a nc he il seco ndo convoglio fu costretto a tornare indietro, sul far della sera , molti dei coscritti, approfittando dell ' osc urità, elusero la vi gilanza e si dette ro alla fuga. Sconsolato, il sindaco di Caivano attribuì alla neg ligenza del Consig lio le cause del ritardo con c ui il suo paese a veva fornito le qu ote d i contingente assegnategJi.265 /\Il e accuse che il sotto Intendente di Casori a rivolgeva alle autorità compe lenti de lla Capi tale, l'Intendente rispondeva asserendo c he la colpa era solo dell'autorità municipale che si era presentata dinanzi al consiglio alle due o alle tre del pomeri ggio, e non a lle nove del mattino come e ra stato ordinato(Napoli I marzo 1814)_ 266 Ne l frattempo, il 1° marzo 18 14 ve niva mo bilitata la riserva dei 4 .000 coscritti . Con circolare del 9 marzo n. 16 il Oirettore Ge nerale comunic.av.a il decreto agli Intendenti e fi ssava al 28 a prile il te rmine ultimo per ragg iungere i Reggimenti. La partenza dei convogli sarebbe avvenuta dal IO al 20 aprile me ntre e ntro il 15 dovevano accogliersi le sostituzioni dina nzi al Consiglio di Reclutazione. 267 Do po il 20 no n si sarebbe effettuato più nessun rimpiazzo. Tulti i giovani compresi nell a leva del 1807 e 1809, non ancora chiamati, veni vano sciolti da tal obbligo.268 Nonostante le pa role di elogio , da parte di ta nti Inte ndenti , pe r il lavoro svolto, anche le operazioni del 18 14 andarono alla lunga. I ,e condi zioni climatic he sfavorevoli durante l'inverno, la corruzione delle autorità o l'incompete nza di una parte di esse, l'insofferenza alla vita militare e gli intoppi buroc ratici erano ancora un a volta le cause di queste lentezze. Ma soprat:tuno non accennava a sanarsi la piaga della diserzione.
Vlll.3 L'amnistia del 12 maggio Per ccr<.:arc di arginare qucslo fe nomeno ina rrcstahile, il 12 maggio 18 14 Murat concesse un'amni stia pe r tutti i di sertori che, senza distinzione, si fossero presentati entro il 31 maggio ai Comandanti di provincia, o ai Comandanti
265 lvi, f. 5489. Da una lettera del sotto Intendente di C asori a all'Inte ndente di Napo li il 14 febbraio 1814 266 Ibidem 267 lvi f 54 83 268 l vi'. f'il ang ieri
f: 5497. Da una lettera de l IO aprile 18 14 indirizzata ali' Intendente di Napo li
La coscrizione nel Mezzogiorno tl '/1alia nel decennio francese
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d'am1i o alle autorità locali . li termine di scadenza fu prolungato, con decreto del 2 g iug no, fino al I O luglio solo per quelli che si fossero trovati nelle tre province d'Abruzzo, in Terra d'Otranto, in Basilicata e nelle due Calabric. Si era in fatti consapevoli che la pubblicazione dell'amni stia sarebbe arrivata molto più tardi nelle province più lontane del Regno. Tullavia si dovette constatare non solo l'insuccesso di 4ucsto alto di clemenza, ma a nche la beffa di molti di sertori che riuscivano a rimane re indisturbati nelle proprie case per la negligenza delle autorità (soprattutto locali), e pe r una mancanza di doc umentazione che ne rendeva difficile l'arresto. Con ci rcolare del 9 luglio 18 14269 veniva diffuso un rapporto del Te ne nte Generale Manhcs (I O Ispettore Generale dell a Gendarmeria Reale) in c ui si rilevava c he moltissimi di quei militari che avevano abbandonato le bandiere allorché i rispettivi corpi e rano fuori del Regno, risiedevano ora ind isturbati nelle loro case senza che la Gendarmeria avesse potuto arrestarli . Ciò accadeva pe rché i loro Reggimenti non provvedevano a mandare la filiazione alle autori tà rispettive. La di sapprovazione del Ministro era, però, rivolta soprattutto alle autorità comunali che, nonostante la mancanza delle filiaz ioni, avrebbero potuto procedere all'arresto dei di sertori o costringerli a presentarsi dal momento che, erano in grado di riconoscere g li indi vidu i de l proprio comune. Con questa, e con un'altra circolare del 30 lug lio 270, richiamava alla me moria delle autorità quanto prescritto dal Real Decreto del 16 novembre 181 O, la responsabilità loro imposta e le pene che loro infliggevano gli articoli I e 2 del suddetto decreto, nel caso di contravvenzione o negligenza. Nonostante il termine !issato dall'amnistia fosse stato posposto, ancora una volta, fino al 15 agosto, il Re fu costrcllo a consta tare c he molti dise1tori non avevano profittato della grazia. Stabilì perciò che, quei di sertori che appartenevano alla classe degli antichi amnistiati o agli ammessi al servizio per misure di polizia, fossero trattati, nel giudi zio, come diserto1i al nemi co, conformemente al decreto del 15 ottobre 181 O. Raccomandava ai Consigli di Gue rra Speciali di osserva re esattamente questa decisione, nella speranza di veder rimosso, una volta pe r tutte, un sim ile abbandono nella sua Armata (da una circolare del Ministro della Guerra inviata agli Intendenti il 7 scllcmhrc 18 14).27 1
VIIl.4 Abolizione della coscrizione obbligatoria
In conseguenza dei diversi accordi che il Regno di Napoli aveva stretto con le p1incipali potenze europee e che lasciavano spe rare in una pace durevole; affi nc hé il popolo potesse sperimentare i be nefici di questa pace restituendo all'ag1icoltura ed alle arti la disponibilità di uo mini che il bisogno dello Stato aveva forzatamente tenuti occupati in altro modo; nella convinzione che l'amo-
269 lvi f 549 1 270 lbiù~m 27 1 Ibide m
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re ed il patriottismo dei sudditi napoletani potesse rornire la forza necessaria per accorrere alla difesa del Regno in caso di necessità, il 22 maggio 18 14 Murat dichiarò abolita, in tutta l'estensione del Regno, la coscri zione militare. Era ripo1tato in vigore il metodo di reclulamenlo delle antiche leve con quelle modiric he c he avessero giovato alla popolazione, all'agricoltura ed alle arti. Rimanevano comunque vi ncolati dai doveri di coscrizione coloro i 4uali e rano slali precedentemente chiamati a marciare e c he non ancora avevano raggiu nto i corpi di destinazio ne, o perché re nitenti o perché refrattari (articolo 4). Era intenzione del Re di completare le leve ini ziate, per cui il Ministro della Guc1Ta con circolare del 25 maggio 18 14 272 si raccomandava, con i Consig li di Reclutazione, di continuare le operazioni della leva ordinata il 24 diccmhre J 8 13, nonc hé quelle per le 4uali era possihile qualche «altrasso» delle leve anteriori. Il Ministro degli Interni elogiava quanto di sposto dall'articolo 4 del 22 maggio di cui abbiamo detto sopra. Infa tti, in primo luogo, sarebbe stato di un pessimo esempio estendere il beneficio di una legge nuova a coloro che avevano trasgredito l'antica: in secondo luogo, si sarebbe commessa una grave ing iustizia a danno di coloro che, ubbidienti alla legge di coscrizione, e rano al momento in servi zio.273 L' lnlcndenle di Napoli manifestò al Ministro de lla Guerra dubbi riguardanti l'interpretazione del dccn:to: se la coscrizione era abolita e S. M. aveva dic hiaralo che i suoi amatissimi sudditi ne dovevano provare i benefici effetti , ne derivava di conseguenza che tutte le classi dovessero restare sciolte da qualsiasi obbligo. Sembrava, poi , che il complelamenlo delle leve dovesse eseguirsi con i coscritti che l'articolo 4 lasciava fuori dal beneficio, e non con i numeri successivi non ancora c hiamati , pe rché in tal caso la coscrizione non sì sare bbe potuta più dire aholila. In rine, se le leve dovevano completarsi solo con i re nitenti , ritardatari e refrattari, pe r la ragione che come disubbidienti alla legge non potevano godere dei benefici della medesima, ci si chiedeva, allora, se, quando un comune avesse avuto dei fraudole nti in numero maggiore della propria quota, questi sarebbe ro potuti a nd are in «escomputo» di quota di un altro comune. Si voleva cioè che l'obhligo del complclamenlo delle leve divenisse provinciale e non più comunale, per far godere veramente il benefi cio ai nume ri non ancora chiamati .274 li Ministro della Guen-a sciolse 4uesti duhhi indiri zzando una lettera al Consiglio di Rcclulazione di Napo li I' I I g iugno 18 14. 275 Per quanto concerneva il primo punto, dic hiarava che la volontà del Re e ra che nell'avveni re no n vi fosse più stato bisogno di 1ico1Tere alla coscrizione e non 4uella di abol ire tulle le leggi ad essa legale ed emanate prima di completare le leve incominciate prima che venisse sanc ito il decreto. Le classi non ancora sciolte dall' obbligo di leva con decreto speciale dovevano restare pronte al servizio lìn-
272 ASN, Inl. Napoli, L 5506 273 Ibidem. C ircolare del 28 maggio 18 14 274 Ibidem. I ,a lettera è del 28 maggio 18 14 275 Ibidem
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tantoc hé le leve non fossero s tate completale. Solo allora le leggi di coscrizione si sarchhc ro estinte da sole e le c lassi menzionate si sarchhcro liberate automaticamente. Sul secondo punto il Ministro faceva osservare che, alla data dell a lettera, tutti i coscritti de lla leva del 18 14, non ancora arruolatj , erano ritardataii o re frattari , perché il decreto de l 24 dicembre 18 13 prevedeva l'arri vo alle bandiere per il I O maggio. In conseg uenza i coscritti, ora chiamali per la prima volta a marciare, non avevano i l diritto di invocare il decreto ciel 22 maggio poiché essi erano già stati c hiamati d a un mese e m ezzo. Infine, i rcfrauari non sarebbero stati ricevuti in «escomputo» di quota. Non era lo stesso per i ritardatari , g li omessi e i riformati ritrovati abili. Questi , essendo dichiarati dalla legge primi a marciare, potevano anelare in conto di quota del proprio comune, o di un altro c he avesse esamite le proprie <:lassi.
VJTT.5 Situazione delle operazioni della leva nella provincia di Napoli ... Nella Capitale composta per la maggior parte di Marina.i ed Arti sti addclti all'ascrizione marittima, si scorge più che altrove che gl'individui tacciono sinché non son chiamati a servizio dell'armata; e subitocché hanno un qual che sospetto vanno ad ascriversi a l Hurò delle Classi. Altri poi di tutt'altro mestiere sono ricevuti poi in qual ità cli Alunni, e si sotlraggono così a lle ricerche o nde fossero addetti al servizio militare. Per evi tare tutt'i sconcerti che nascono da quest'oggetto è necessario che si fissi una linea di di visione tra la coscrizione militare e la coscrizione marittima ..... La legge organica dell'ascrizione marittima designa qual'individui devono essere all'ascrizione addetti; poi vi aggiungono alcune arti che debbonsi considerare come fac ie nti parte ancora dell 'asc1i zione. La medesima legge prescrive che la ascrizione cominci da' giovani dell'età di 16 anni in avanti. Con queste due disposizioni cardinali della legge si potrebbe prescri vere: I ° Che giusta gli ordini altre volte dati, né i sindaci marittimi, né il Ru rò delle C lassi si arnmclta alcun individuo all 'ascri zione senza certilicalo legale della Municipali tà Comunale, e del Parroco comprovante che il mesti ere <li colui che vuole ascriversi è uno d i quel li addetti all'ascrizione marittim a. 2° C he 4ue i giovani appartenenti a mestieri cd arti marittime che al sedicesimo a nno, epoca in cu i la legge li chiama al l'ascrizione , no n si son fatti ascrivere al 13urò delle C lassi, perdono ogni d iritto per l'ascrizione e restano addetti alla coscrizione militare. 3° Che devono i giovani <li 16 anni essere ascritti marittimi , l'alunnato debba precedere quest'età. 4° Prescrivere a tutti gli ascritti marittimi che quando si fanno i sorteggi delle coscrizion i uelle Com uni , si rechino essi stess i, o i loro congiunti , avanti la Commissione ed esibiscano le prove legali dell'esser ascritto (L'Intendente al Mini stro ddl'lntcrno, 14 febbraio 18 I 4).276 Ancora una volta l'ascrizione era una facile via per e ludere il servizio militare. Dal mo me nto in cui S.M. aveva sollevato il Regno dal peso della coscrizio-
276 AS . Lnterni, f. 674
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ne, si aspettava che le province, sciollc pe r l'avvenire da un lal c onere, si fossero affrettate a fornire l'ultimo conti ngente ad esse assegnato. Invece, a lla data del 27 luglio, giorno in cui il Mini stro dell'Inte rno inviò una c ircolare agli ln lcnùc nli,277 ancora 2.000 coscritti non avevano raggiunlo le bandiere cd era necessario compl etare i quadri dell'esercito anc he in tempo di pace. Il Ministro della Guerra rendeva noto, con altra c ircolare del 27 Jug lio 278 la volontà de l R e che le leve lìn ad a llora ordinate cd il 1impi azzo dei disertori e dei refrattari fosO sero comple tati per il I sette mbre 1814 (te rmine che non sarà rispettato). A 279 tutto il dì 6 agosto Napoli e provinc ia si ri trovarono un totale di 356 uomini tra disertori e rcfrallari , mcnlrc da lìnc gennaio al 25 giugno 1814 furono registrati ben circa 1.843 coscritti come ignoti e appa11e ne nti a lle classi de l I 81O, 18 11 e 1812.280 A ncora il 3 scllcmbrc la quota della provincia di Napoli mancava di 49 individui. La situazione deJla Capitale era a ncora una volta particolare: Le liste comprendono tulli i nati negli anni scorsi. O nde in esse vi sono i morti , gli esteri, i mari nai, g l'c migrati nelle passale vicende, i figlioli de' militari già emigrati, o riti rati ne lle loro patrie in Regni stranieri, gli inutili al mi litar servizio, i volontariamente arrollati, gli esentati per le scuole Politecniche, pe r i Te legrafi, per avere i frate lli veliti e gua rdie d'ono re, e Gendarmi ne' tempi stabiliti, !'esenzioni delli divers i collegi e de ll 'Accaclemie, g li espositi de lli qua li non si sa più noti zia, che in questa Capitale son in numero di gran lunga magg iore dell'a ltre provi nc ie. A c iò s i aggiunga un immenso popolaccio senza fi sso domicilio, e spesso che si indica con soprannomi. li discutere, e sormontare tutti questi ostacoli è quel d1e cagiona in questa Capitale qualche ritardo, qua le per altro vien compensato dal fo rnire all'armata dc' giovani robusti, e dc' bravi dil'cnsori de llo Stato, avendo se mpre avuto in mira a l ve ro interesse del Re e non l'elimera apparen za di dirsi cli aver completata la quota, e nel tempo stesso son soddisfatto dal piacere di essersi somministrala la pii:, r igorosa giustizia s u questo ramo di amministrazione si delicato. Q uantunque in quest'anno vi fosse stato un embrione di censimento, e su di quello travagliandosi si avessero avute delle notizie su l.856 coscritti ig noti pu re di tali notizie no n si ritrasse c he il de bole vantaggio di sci reclute sopra ogni cento ignoti liquidati. Due allri ostacol i forti ss imi si ebbero con gravi ste nti a supe rare il I O fu il Real Decreto dc' 22 Maggio ultimo scorso che aboliva la coscriz ione, esso meritò per l'artico lo 4° de lle di scussioni presso S. E. il Ministro della guemi, e diede motivo di c redenza a lle popolazioni di essere sciolte da qualunque obbligo riguardo all a coscrizione. li secondo che le c ircostanze de' tempi, e la spe ranza di cangiame nto di dis posizioni che prometteva il Real D ecreto s ull'assunto faceva no che i Parenti nascondessero i loro figlioli , o li facessero me lle re in fu ga per lo che l'unico mezzo di ottenerli era la detenzione de' parenti , quale venne frastornata da disposizioni della Polizia non concerne nti l'oggetto; perché gli ord ini di S . M. riguardavano i
277 J\SN, lnt. Napol i, f. 5499 278 Ibidem 279 J\SN, lnt. Napoli, f. 5499 280 Ivi, f. 5476. Da uno stato numerico
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parenti de' Diserto1i c <k' Refrattari imputati cli delitti crim inali. Riguardo poi al piccolo residuo per la completazio ne del rimpiazzo ùe' disertori e ùc' refrattari esistono non solo le difficoltà di sopra esposte, ma quella cie l metodo lunghissimo prescri tto da ll'articolo 42 e 4 3 ùell'lslruzioni de' 29 Maggio 18 I 3 re lati ve all'oggello, che bisogna de lle volte per avere un ri mpiazzo fa r il giro cli domande a tulle le Comuni de ll a Provinc ia ... 28 1 All a data del 17 gennaio 1815 la provincia di Napoli aveva fornito un tota le di 1.108 uomin i su 1. 120 cioè l 2 in me no di quanto previsto. Ma considerando c he 7 erano in carcere, 5 erano Minoristi e po 11ati in conto di quota, 3 erano all'ospedale, 4 erano chiesti in c onto di quota, 9 e rano autorizzati a servire ne i vari corpi e 4 erano in deposito, per un totale di 32 uomin i, Napoli, in definiti va. ne aveva forniti 20 di più.282
VIll.6 Capitanata: i ritardatari L'Inte ndente inviò un de ttaglia to rapporto al Mini stro de lla Guerra sul proprio operalo e sull a controversia che ebbe luogo tra lu i ed il Comandante la provinc ia. L'Inte ndente aveva trovato la provincia «male accostumata all e leggi dell a cosc riz ione ». La facili tà degli i1mighi da una parte, la debolezza de lle misure dall'altra, erano alla base, se condo lui , dell ' alto numero di ritardatari riscontrati in questa zona. L'inte ndente si era posto l'ohicLLivo di dimostrare c he tale affe rmazione costi tuiva un pregiudizio. L'esperienza, fa tta in Calahria, dell'uso de i piantoni in casa de i ritardatari non aveva sorti to effetto positivo. Po ic hé la coscrizione gravava soprattutto sulla classe dei non possidenti, avveniva che l'indoci lità dei morosi venisse potenziata dall'indigenza. Per cui i ritardatari rimaneva no ta li perc hé l'uso de i pia ntoni non incideva sulla fo11una de lle loro famiglie. L'unico mezzo idoneo a risolvere la situazione scmhrava essere il sequestro di persona. Applicando questa misura nella Calabria, in meno di quindic i giorni si riunirono i contingenti più nume rosi. L'Inte ndente faceva riferime nto a Lrc porolazioni contraddistintesi per la loro indolenza verso la coscrizio ne: que lla di Monlcsanlangclo, di Manfredonia e di Foggia. Lo scarso senso c ivic o degli abitantj re ndeva refrattaria la prima, la corruzione e la speranza degli intrighi rende vano indocili le altre due. La nuova misura ru contesta ta dal Coma ndante de ll a provincia nella seduta del consig lio del 24 febbraio e a questo runto la disputa cominc iò a dive nire viva cd a nimata e si sarebbe fatta più accesa se la questione non fosse stata troncata da ll'Intendente (Foggia 26 febbraio 18 14).283 Co munque, alla data del 18 genn aio 1815, la provincia di Capi Lanata era in debito di soli 2 uomin i come apprendiamo da uno stato dimostrativo dei coscrilli forni ti.284 28 1 l vi , f. 5482 282 ASN, lnlerni, f. 390 283 l vi, r. 674 284 l v i, f. 390
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320 Vlll.7 Situazione nelle altre province Diversi i pareri degli a ltri Lnte ndenti:
li carattere docile deg li ahi tanti del Sannio, ed il loro attaccamento all 'Ottimo Sovrano mi ass icurano che essi faran vedere i primi i loro figli fra le lince ùcll'annata, com'è seguito per le passale Leve. (l' Intendente di Molise al Ministro dell'Interno, Il gennaio 18 14). Questa è una prova sicura deUa devozione di questa provincia verso lo Stato. I suoi abitanti, doci lissimi , ed obhedienti alle voci dell a Legge, s i prestano a de' semplici inerti delle autorità (L'Intendente di Bari al Ministrn dell'Interno, 15 gen naio 18 14). Ma lo spirito della Gioventù e la volontà delle fam iglie fcrnnùa e rlicaceme nte le operazioni della L eva (L'Jntendente di Calabria Ultra al Ministrn cieli'! ntemo, 13 gennaio I 8 14 ). ...sin ùal ben principio m i hanno ispirata la docilità e la buona di spos izione degli abitanti del l" Abru zzo Ultra (L'Intendente ai sindaci , 18 marw 18 14)_285 G li intoppi comunque no n mancarono. Ecco le noti zie tratte dalle corrispondenze degli Intcndcnli co l Ministro dell'Interno. /\ Capua i Consiglieri di strettuali , chiamati dalle istruzioni del 22 marzo 1810 a e seg uire la coscrizione ed il so rteggio nei ri spettiv i c ircondari, mal s i prestavano a queiita o peraz io ne pen:hé non erano a ncora stati rimhors ati delle spese fatte pe r la coscriz.ione del 1812 (8 gennaio 1814). A Chieti il te rritori o era infestato dai disertori armati proveni enti dalle province di Aqui la e Te ramo e le voci allarmanti che questi spargevano paralizzavano le operazioni di leva (22 genna io 18 14). I motivi de l ritardo ne!Ja Calabri a C itra erano le nevi copiose che da tre settima.ne stavano impede ndo le comunicazio ni con molti luoghi e l'assenza degli agricoltori dei paesi montuosi andati a lavorare nelle zone di mare (4 marzo 1814). 286 Ancora il 12 gennaio 18 15 mancavano 47 coscritti per la quota attiva e 228 per la riserva. 287 Ultimo avvenimento del 18 14, da ricordare, fu la chi amata di 50 volontari, per ogni provi ncia, da arruolarsi nei Reggimenti de lla Guardia del Re. Si ri chiedevano giovani di alta statura (un terzo di essi di 5 piedi e 4 poll ici, un terzo di 5 piedi e 3 pollici e l'ultimo terzo di 5 piedi e 2 poll ic i) e huoni costumi. Questi g iova ni sarebbero stati diretti a Napoli dal C apitano delle Guardie Millet de Ville Neuve incaricato di ri ceverli e ripartirli nella Guardia Reale (queste notizie sono ricavate dalla c ircolare n° 49 de l I 5 ottobre 1814 de l Ministro de ll a Guerra e rivolta ag li Intendenti delle province).288 Le spese di qualunque natura necessarie per l'invio dei volontari andavano a carico de lle ri spcLtive famig lie. Ino ltre i volontari in prima linea sarebbero stati inv iati ai corpi che si trovavano nelle p rovince, onde ris parmiare le s pese di viaggio; se uno indicava il corpo in c ui d esiderava andare, le spese erano allora a proprio cari co (decisio ni de l Minis tro de lla Guerra diffuse con circolare del 15 febbraio 18 15).289 285 ASN , Interni f. 674 lhidem 287 lvi f 390 288 AS,N,.lnt. Napoli , f. 5509 289 lvi, f. 55?0
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Capitolo IX: La fine di un sogno
IX.I Si cerca di incoraggiare i volontari Il progcllo di Mural era 4ucllo di allargare il consenso Lra i suoi sudditi, di ottenere un pie no ri conoscime nto politico e di este ndere i confini del suo regno. Questi s og ni erano destinati a non concreti zzarsi perc hé si fondavano s u una politic a contraddi lloria cd ambig ua, che lo portò, anzi , al fallimento. Mural no n si dimostrò sempre all'altezza de l proprio ruo lo perché si lasciò coinvolgere dag li e ntus iasmi personali, dai risentimenti verso Napoleone e dal desiderio di riscaltarc la s ua abi lità di combattente perdendo di vista la realtà. Infatti, proprio ne l mo mento in c ui avrebbe avuto bisogno di mette re ins ieme e mantenere un forte eserc ito, abolì la coscri zione per guadag nars i il favore dei s udditi. Così , quando si trovò in dirtìcollà, dovette sperare nella riconoscenza e fede ltà del suo po po lo. Questo il tono dell a c ircolare del 15 aprile I 8 I 5290 inviata dal Ministro de ll' Interno, Macedonio, agli lnlcndcnli delle province: I ," Italia 1utta corre alle armi per sostenere la causa dell a s ua indipendenza; Essa offre al nostro Augusto Sovrano, che ne ha concepito il grande disegno, e c he l'esegue col più fe lice s uccesso, tutti i mezzi che sono in suo potere sia in uomini , sia in danaro. Un così bello esempio, un entusiasmo sì nobile deve essere generalmente im itato. Trattasi della grandezza, della felicità e della g loria della Nazione. Qual sa rebbe l'uomo, il c ittadino, il fun7.iona rio puhhlico, che non si senta sublimalo a questi Nomi, e che ricusi fare de' sacrificj degni di un oggetto sì grande? Ora in circostanze così imperiose mentre si traila de' nostri vantaggi, il Re sempre magnanimo, come henefico non ha nulla domandato, né ha voluto aggravare i suo i sudditi rii nnovi pes i; ma he n conviene a noi di dare ad un Re sì buono degli allestati della nostra di vozione, e fa re de' sforz i per secondare la sua grandiosa impresa. L'Amministrazione, che le leggi savie di S. M. han consolidala, bisogna che faccia la prima un offe1t a spontanea la quale potrebbe lim itarsi al vigesimo dell e sue rendile ordinarie. L economia la più severa de lle s pese imprevedute, e sugl i articoli i meno urgenti dc' budjets Comunali offrirà senza dubbio un fondo da far fro nte a questo esito .... 1 funzionarj pubblici, gli impiegati di ogni sorte, debbono nella presente circostanza mostrare come essi sono animati di zelo per un Sovrano. che versò su loro tanti beneficj, e per una vera cau sa, che onora moltissimo la Nazione. Una lcggicra diminuzione dunque de' loro soldi durante la Guerra, da Aprile in poi è il più piccolo sacrificio a cui si possono essi assoggettare . Questo potrebbe limitars i con giusta propo rz ione al cinque per cento su i soldi, che non eccedono i ducali trenta al mese; di dieci per cento di quelli non superiori di ducati cento; di un quinto su que lli, che oltrepassano i ducali cento fino a dogento, ed in fin e su i soldi maggiori di tale somma il quarto dell'intero.
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Ivi. f. 5518
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Se o ltre a ciò vi fossero de' proprietarj, de' ri cchi Negozianti che di loro s pontaneo mov imento intendessero fare delle offerte, voi vi compiacerete d i tenerne un registro separato ..... Quanto a' Sig nori Arcivescovi, Vescovi ed altre corporazioni religiose voi potrete insinuar loro <li concorrere al medesimo ..... l stahili menti pubhlici sotto la vostra amministrazione potranno ancora offrirvi qualche mezzo utile ... Non è solamente ciel denaro, che lo stato ha bisogno nelle att ual i pos izioni <li cose, e s ul valore dc' suoi ligli , e sulla riunione <li una fervida cd ardente gioventù che concorre sotto le bandiere dell'onore, che vien poggiata la sua grandezza. La coscrizione è abolita, ma voi sentite quanto sarebbe caro a l Cuore del Re di vedere accorrere i bravi a l solo rumore delle armi , e che i suoi sudditi non siano gli ultimi a volare aJla voce elevata in tutta l'Italia, e per difendere la sua indipendenza... Fate che si presenti il maggior nume ro di volontarj che sia possibili: ... voi troverete ne lla disposizione in cui sono i buoni sudditi di S. M. le più grandi fac ilitazioni, le avrete nella causa istessa, che melle loro le armi alla mano un polente stimolo per farli concorrere senza esitare a prendere parte in una lo tta sì gloriosa. Guidati dall 'Eroe d'Italia sul Campo de ll 'onore, e dal la Vittoria, quale uomo potrà mai negarsi?...Voi sentite che quando co n questo mezzo economico non si giungesse allo scopo, che si desidera, S.M. si vedrebbe all ora nella ncccssitù di adottare qualche metodo sia rivenendo alla coscrizione, sia a delle Leve sempre più gravose de' Comuni , e de' particola~j . Signori Intende nti facciamo conoscere a' popoli dell'Italia intera che se il nostro Sovrano li ha il primo chi amati a ll a nostra antica gloria, noi cami nando su lle orme de' nostri grandi av i possiamo, e sappiamo sostenere il giuramento dato ... rneltete a prolillo l'influenza che i notabili delle Provincie, g li uomini accreditati per la loro morale, gli ecclesiastici possono avere sulle popolazioni. Signori Intendenti è questa una be ll a gara, c he si è aperta per voi ..... L'Intende nte di Napoli cercò di incoraggiare i volontari a presentarsi con la garanzia c he, in una eventua le leva, le famiglie di essi sarebbero state esentate da ogn i altro ohbligo e i comuni a cui esse appartenevano li avrchhero portati in conto di quota. 291 L' urgcn;,,a del mome nto re ndeva necessario un con tingente di uomi ni, ma la volontà del Governo era di ev itare una nuova leva. Il buo no spirito c he ani mava la g ioventù napo leta na, faceva s perare in un «abbond ante concorso» che avrcbhc fallo seguito agli inviti de l Ministro della Guerra ma, non vole ndo affidare all a speran za il servizio de llo Stato, occorreva e laborare un piano grazie a l quale, con faci lità e senza coazione, s i potesse ottenere, ne ll a Capita le, il contingente richi esto. Il Minis tro dell a Guerra sta bilì c he la di stri bu z io ne degli uo mini potesse av venire in ragione di un uomo su mille, per cui la c ittà di Napoli avrebbe dovuto fornire 3 08 soldati in ragione d e lla s ua popolazione <li 380.000 abitanti. La comoda ripa rtizione della Capita le in q ua rti eri ne agevolava senza dubbio la reali zzazion e. Inoltre la conoscenza de lle famiglie che avevano i Ministri de l c ulto, i fun z io nari amminis trat iv i e giudizia ri , re ndeva possihile l'esecuzio ne de l progcllo senza che si rendesse
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Ibidem. Circolare dell'Intendente ai sotto Intendenti del 27 aprile 1815
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necessari a una pubblicazione affissa. Trovandosi i 308 volontari, la leva era evitata. li vantaggio promesso indi vidualmente a costoro era quello di rendere esenti dalla leva le proprie famiglie tulle le volte che, per mancanza di «concorrenza», ci si fosse trovat i nell a necessità di usare la ror1.a cd il sorteggio. 292 Le circostanze di Guerra esigevano, poi , che in ciascuna provincia si potessero prontamente raccogliere le truppe e le altre forze armate, ivi stazionate, per accorrere ovunque la loro presenza potesse divenire necessaria, per far rispettare i con rini del territorio e per mantenere l'ordine interno. Fu così deciso da S. M. che: 1° Le compag nie scelte delle legioni provinciali si riunissero subito, in battaglioni, nel Capoluogo delle ri spettive province; 2° TI servizio di cui erano esse incaricale veni va assegnato al battaglione attivo della stessa legione; 3° Nel caso in cui una provincia fosse stata minacciata da un a invasione straniera, i battaglioni atti vi delle legioni provinciali dovevano essere racco lti e riuniti ai hattagli oni composti dalle compagn ie scelte. Intanto i legionari sed entari ven ivano incaricali della custodia delle prigioni , della scorta dei viveri, della persecuzione dei briga nti e del mantenimento dell'ordine interno; 4° In caso di pe ricolo, i Generali Comand anti le Divisioni Militari e Comandanti le province avrebbero av uto anc he la facoltà di riunire all a propria forza la Gendarmeria, le compagn ie provinciali, i gua rdahoschi , i soldati delle finanze. 291 li punto di riunione sarehbe stato Capua dove i «bravi » avrebbero trovato, al loro arri vo, tutti gli effetti di abbigliamento, hiancheria, calza tura e l'intero avanzo del soldo. Per dare la più grande pubblicità alla volontà del Re il decreto sarebbe stato lello ogni domenica, in cattedra, da tutti i parroci del Regno.294 (Capua diventò «interessantissima» per la riorgani zzazione dei corpi dell'armala napo letana, ma la sua situazione divenne ben presto precaria per l'immensa quantità di truppa che ivi soggiornava).295
IX.2 Un esercito sbandalo Caduto definitjvamente Murat, l'esercito, o quello che ne rimaneva, prceipitù nel caos. I soldati sbandati corsero nelle proprie case o si unirono ai briganti. Per quanto si riuscisse a mante ne re l'ordine pubblico nei com uni, il h,igantaggio cresceva a dismisura nelle campagne; il Vallo di Bovino era infestato da un'orda di briganti, come lo erano parimenti le strade dai soldati dispersi (l'Intendente di Rari al Ministro delle Finanze, il 18 maggio 1815). 296 Ognuno portava via quello che poteva del prop,io equipaggiamento; ma si fece gra nde incetta anche
292 Tbidc m . Trailo da una circo lare del Ministro dc li' Inte rno di fine aprile 1815
293 ASN, Interni, f. 390. Le d còsio ni del Re sono comunicate dal Mini stro della (ìuer ra al Ministro dell ' Interno con c ircolare del 26 aprile I 815 294 Ibide m . Decrelo cieli' 11 maggio 1815 · 295 J\SN , Segreteria di Cìuerra, r. 930. Da un rapporto del 22 giugno 1815 296 ASN , Inte rni. f. 390
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degli animali. La caserma di Cosenza, nei giorni di tumulto, fu saccheggiata e gli effetti e le armi distrutte o trafugate da i Genda nni (L'Intende nte a l Gen. Aiutante Comandante le truppe in Calabria, giugno 1815).2 97 Il Comanda nte Ja provinc ia di Teramo inviò un proc lama, il 25 maggio 18 15, col qu ale ordinava che chiunque avesse arn1i da fuoco o da taglio, muni zioni , anim ali da sella , da basto o da Li ro, e 4ualsivoglia e ffclto appartenen te alla di spersa armata napoletana, dove sse consegnarli al sindaco del proprio comune entro ventiquattr'ore. I ,a disubbidi enza a questa di sposizione sare bbe stata punita con la rnorte. 298 È necessario sotlolincarc c he da questo momento lino a l mese di agosto, ne lla ric erca svolta, non si è riscontrato nessun gene re di corrisponde nza.
IX.3 Ferdinando IV e la riorganizzazione dell'esercito Da una lettera del 25 maggio dell'Aiutante Generale al Mini stro de lla Giustizia, si legge: In tutte le Provinc ie del Regno si salta, si giubila per la venuta del leggiti mo Sovrano Ferdinando IV, e per conseguenza godono una perfetta tranquillità senza spargere una goccia d i sangue tra i Cittadini, e senza nessuno cambi amento nell'ordine pubblico a tenore del Proclama di Sua Maestà. 299 li 18 G iugno 18 15 si festeggiò a l San Carl o il secondo ritorno di re r erdinando con la cantala « L'oracolo di Cuma » . All'apparizione finale delle immagini dei sovrani nel « soggiorno dell'Immortalità » il coro intonava: Salve o Grande. Il popol fido A Te giura amore e fe'. Tuoni 0111ai com;orùe il grid o: Viva il Padre! Viva il Re ! :mo
Il proclama con cui Fe rdina ndo si impegnava a dime nticare il passalo, a condizio ne che i sudditi gli prorne llessero fedeltà, aveva avuto il suo effe tto . Una delle prime preoccupazioni de l Re fu quella di riorgani zzare l'esercito comin c iando col richiamare i soldati sbandali cd aiutarli a rie ntrare nei corpi d' arm ata. Soprattutto nell'Abruzzo Citra la dispersione aveva assunto livelli molto alti , pe rché fu dalla vicina Marca di Ancona che l'eserc ito fuggitivo rientrò nel Regno. L'ingente numero di soldati in ruga in colonne o bande più o meno nume rose, incurante di ogni di sc ipl ina e mancante di ogni mezzo di sussiste n-
297 ASN, Segreteria di (ìuerra, f. 930 298 Ibidem. Da un verbale del sindaco di Teramo del 3 giugno 18 15 299 Ibidem
:mo T.R.TOSCANO, '·Jl rimpianto del primato perduto. Studi sul teatro a Napoli du rante il decennio france.~e ( IR06 - IR /5) " , Ro m a 1988, Rulzoni Editore, pp. I 0- 1 I
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La coscrizione nel Mezzogiorno d' Italia nel decennio francese
za, arrecò grave danno alla provincia con le loro requ isizioni arbitrarie e violcnte_ 30 I U L7 agosto furono redatte le istruzioni per la riunione dei militari sbandati -302 Questi individui dovevano essere considerati come se fossero stati delle semplici reclute in partenza, dalle ri spettive province, per la loro destinazione. Ricevuti nei depositi dei Capoluoghi, vi sarebbero 1imasti fino al raggiungimen to di 30 individui, quindi venivano spediti ai depositi generali in Salerno, Cava e Yictri, sollo il comando del Tenente Generale d' Arcovilo. Quelli della cavalleria erano desti nati al deposito di Nocera. Nei depositi generali si effettuava la visita medica a nom1a delle istruzioni del 2 1 marzo J810. Qualora un militare fosse inabilitalo a presentarsi al deposito generale, avrebbe effettuato la visita nel ri spetti vo Consiglio di Reclutazione. Si trattava, infatti, non di ammetterlo come nuova recluta, be nsì di riammetterlo come ancora idoneo. (circolare del S. C. G. n° 18 del 6 settembre 18 15)-303 Nessun Ufficiale d i Recl utazione avrebbe potuto sospendere la partenza dei soldati, neanche per un solo giorno. Tutti gli averi, pagati per strada ai soldati in questione. dovevano essere regolarizzati sulle riviste del sotto Ispettore responsabile della polizia del de posito generale della fanteria dell'armata. A questo deposito i conduttori dovevano presentare i ruoli di ta li militaii, i fogli di rotta ed il conto degli averi ricevuti per strada, affi nché se ne potesse fa re la regolame ntazione all'arri vo ai Reggimenti. I Comandanti delle province dovevano inviare, al Supremo Consiglio di Guerra, uno stato nominativo degli individui spediti con ciascun convoglio. Per quanto riguardava g li stati ed i certificati, per siffatte operazioni , rimanevano in vigore le istru zioni del I marzo 1811. O
IX.4 Norme sull'arresto dei disertori
Per so llecitare l'arresto dei di se1tori, S. M . volle stabilire, in seguito ad un rapporto fatto dal Supremo Consiglio di Guerra, di dare, a titolo di gratilìcazione, carlini 15 ad ogni genda rme, ed il doppio a ciascu n individuo c he avrebbe arrestato uno di essi. La raccomandazione era di effettuare iI pagamento immediatam ente dopo la presentazione del colpevole affinché gli individui a ciò desti nati, in vista della ricompensa che la legge loro accordava, eseguissero con più celerità tale operazione. Il metodo da doversi seguire per il pagamento di dette gratificazioni doveva essere lo stesso che si prescriveva nell'articolo 33 della legge del 27 maggio 1809.304 Sul dubbio proposto dall'Intendente di Prin<.:ipato Ci tra circa il compenso da darsi a c hi arrestava uno sbandato o un disertore, il Supremo Consiglio di
30I ASN, Interni, f. 388. Chieti 3 1 dicembre 18 15 302 ASN, Int. Napoli, f. 5520 J03 Ibidem 304 ASN, lnt. Napoli, f. 5472. Dalla circolare n° 3 1 del Tenente Generale De S.T C lair, vice Presidente <lei Supremo Consig lio <li Gue rra, <lei 19 agosto 18 15
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Maria Margherita Carillo
Guerra stabilì che la gratificazio ne sarebbe stata pag ala solo: I O a chi avesse arrestato uno dei militari sbandati, compresi nelle quattro classi chiamale per ora a marciare dalla circolare del 6 sette mbre n° 19: questo solo dopo il 6 ottobre, termine di rigore prescritto per la loro presentazione; 2° a chi a vesse catturato di sertori dell'antico esercito, inte nde ndo come tali, tutti quelli c he se ne erano allontanali allor4uando era ancora in atti vitìi; 3° a chi avesse arrestato un dise1tore dell'armata attuale (circolare n. 34 del 27 settembre 1815)_305
IX.5 La restaurazione borbonica La le va ordinata dal decre to del 24 dicembre 18 13 venne finalmente considerata ultimata sebbene i contingenti non fossero slali lulli completati . Naturalmente non era estinto l'o bbligo d i fornire i rimpiazzi per i di sertori e i refra ttari, che avrchhc continuato ad aver luogo secondo le istrn zioni del 29 maggio 181 3. I Consigli di Reclulazione non avre bbero potuto ricevere d ai militar i dello sbandato esercito eventuali ca mbi . Il beneficio del cambi o no n si poteva recl amare se non dopo l'ammi ssione al deposito gene rale. Se invece era un indiv iduo non ancora c hiamalo a far parte dell'arm ata ad offrire un rimpiazzo per esentarsi da 4ual sivog lia futu ro servizio militare, i Consigli di Reclutazione potevano, in tal caso, accettare la richi esta e solloporla all'approva zione del Supremo Consiglio di Guerra (circolare 11° 15 del 19 agos to 18 15 del S. C. G ).306 Con la restaurazione borbonica, si ebbe un nume ro elevato di suppli che di ri fo rma da parte dei soldati sbandati. Si legge da una di queste: « ... ..S ire. Allo scioglimento delle Truppe di Mural, crederono essi esser pe r fatto congedati , perc hé caduta la forza che strappali li avea dalle famig lie..... » _307 Queste supplic he non erano pe rò corredate dei necessari certificati co mprovanti le eccezioni addotte. Così il Supremo Consiglio di Gue rra stabilì che ogni rapporto di questa natura, rimesso dai Consig li di Rcclulazionc, fosse accompagnato dalla fede di nascita dei genitori del militare in questione, da quella dei fratelli c he sarchhc ro rimasti in fami glia, da un certificato, infine, de l sindaco comprovante la mancanza di qualsiasi proprietà da parte del reclamante (circolare n° 17 del 23 agosto 1815).308 Tanto per il rimpiazzo dei di se rtori e refrattari delle passate leve, qua nto per il richiamo dell'esercito ormai allo sbando, i Consigli di Rcclutazione dovevano rimettersi in attività (erano infatti stati scio lti). L'Intende nte di Napoli stabilì c he si riunissero nel solito locale di S. Pietro a Majella, il primo ed il 15 di ogni mese. Il consiglio era te mporaneamente incari calo di: I ve rificare i recla mi presenta6 d ai soldati sbandati per otte nere l'esenzione; 2° accogliere le domande di O
3 05 lhidem 306 AS N, lnt. Napoli , 307 lv i f '.5'.51 2 308 Iv i' f. ~~20
r.
5 520
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rimpiazzo di tutti coloro che, non ancora c hiamati, volessero esentarsi da ogni futu ro servizio militare; 3° accog liere le domande degli individui delle legioni civiche-provim:iali c he volessero offrire un loro rimpiazzo, alla linea, per esimersi dal servizio in atto; 4° di sculcrc il be neficio del cambio da concede re a que i soli soldati sbandati che si fossero presenlati al deposito generale; 5° confermare l'autorizzazione de l rimpiazzo a coloro che la avevano ollcnula dal cessato Ministero di Guerra. Infine, secondo quanto era stato già stabilito dalla circolare n° 3 de l 25 febbraio, i consigli erano i soli g iudici per l'esecuzione de i palli convenuti nei contratti tra il rimpiazzato ed il rimpiazzan lc (da un Manifesto a stampa de ll 'lntendc nlc Filang ieri del 6 sette mbre l 8 l 5).:m9 Le carte rclaLi ve ai contratti dovevano essere presentale, nel le inlcndcnze, quattro giorni prima della sedula del consiglio. Ne l contratto si doveva esprimere con chiarezza il prezzo convenuto, l'epoca nella qual e si doveva presentare il rimpiazzo e la persona c he doveva far da rimpiazzo. Si doveva inoltre dare «l'obbligazione solidale», ovvero fornire il nome di una persona c he fosse solvibile per la restituzione de lle somme che il rimpi azzante, o il recl utante, avessero versato inanticipo ne l caso che il rimpiazzo proposlo non fosse stato giudicato idoneo. li contralto doveva essere aute nticato da un notaio; ad esso dovevano essere uniti un estratto di nascita. le fedi della prefettura cii Poli zia, rl~I trih11na le correzionale e della corte criminale, comprovanti che il rim piazzo aveva la fedina pulita; inol tre una fede attestante il «buon costume» di questo, finnata dal sindaco, dal parroco e da «tre onesti cittadini non legali al rimpiazzante». E siccome l'esperie nza aveva insegnato che spesso si presentava uno al posto di un altro, era necessario esibire la carta di sicurezza, o altro documento, per acce1tare l'identità della persona. Nella necessità di compl etare con sollecitudine i reggime nti di nuova formazione e di liberare le province dallo stato d i agitazione in cui si ritrovavano pe r la c hi amata generale de i soldati del discio lto esercito, il sovrano stabilì c he no n fossero per ora chi ama ti che g li ind ividui appartene nti alle seguenti quattro classi:
I Gli inviati a servire per misure di Polizia, qualora uno di questi avesse presentato do manda di esenzione, era cura del consiglio indicare se il richiede nte fosse stato condannato solo per delitti di opinione contraria alla passata occupazione militare. 2° I rimpiazzi dei coscritti di qualsiasi leva precedente. 3° I volontari. 4° I disertori amnistiati .3 10 O
Gli altri potevano tranq uillamente rimanere in fami glia o essere riammessi nell'esercito se spontaneame nte si fossero presentati. Quei coseriui che si fosse-
3o9 Ibidem 3 1O Ibidem. Circolare n" 22 del S.C.G. Lit:! IJ selle 111hre 1815
Maria Margherita Carillo
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ro trovati già spedi ti ai dcposiLi generali, sarchhcro rimasti inclusi nell'esercito, anche se estranei alle quattro classi. Il te rmine di presentazione ai rispettj vi Consigli di Reclutazione, era fissato, per gli appartene nti alle qualtro classi, al 6 ottobre 18 15 ; oltre questo termine di veni vano disertori (il decreto è reso noto con circolare n° 19 del 6 settembre 18 15 dal S. C. G ).3 11 Per evitare una «sinistra» interpretazione della sudde tta legge, il Supremo Consiglio specificò non doversi comprendere, nella classe degli esentati, c he i soli militari «sbandati» con lo scioglimento generale dell'armata, poiché q uelli che avevano disertato allorquando essa era ancora in a ttività, cioè prima del 20 maggio, dovevano essere di chiarati di sertori e perseguitati (circohU"e 11° 32 de l 13 sette mbre 181 5).3 12 Erano 1ichiamati a far parte de ll'esercito tutti gli individui apparte ne nti all'armata di Sicilia e falli prigionieri di guerra dalle Truppe Napo letane (la decisione de l S.C.G. era dell'8 sette mbre ma fu comunicata con circolare n° 25 de l 13 sette mbre 18 15).3 13 Il tcnnine accordato ai soldati sbandati. compresi nelle quattro class i, pe r presentarsi prima di essere giudicati disertori, fu stabilito al 18 novembre. C hi era impossibilitato, per infermità, a raggiungere il deposito della provincia sarehhe stato raggiunto a casa da un Ufficiale de llo Stato Maggiore e da alcuni Ufficiali di Sanità pe r la visita: congedali o puniti a seconda del risultato. (Questa circolare del 18 ottobre è stata ritrovata ripo rtata in un M anifesto dell'Intende nte Filang ieri del 23 ottobre).3 14 Quali dovevano essere le leggi da segui re per la punizione dei disertori? S.M . an ivò alla risoluzione c he quegli individui de ll 'armata napoletana, escl usi quelli venutj dalla Sicilia, di sertati prima de l 20 seu emhrc 1815, l"osscro giudi cati secondo le leggi in vigore ne lla passala occupazione militare; quelli disertati dopo la suddetta epoca sare bbero stati giudicati a norma della legge del 1789. Tale sistema sarebbe stato adottato fino alla puhhlicazionc del nuovo Codice Penale (da una lettera del 10 novembre inviata dal capo della qua rta d ivisione al capo de lla terza).315 Questa doppia regolamenta zione creò vari e difficoltà. Così il Supremo Consig lio decise di uniformare le delle pene esclusivamente alla legge del 1789 , in aLLesa del nuovo Codice. Le puni zioni sare bbero iniziate una volta scaduto il tennine di un mese, dal mo me nto della puhhlicazione, accordaLO ai di sertori per presentarsi. In conseguenza di questa decisione, e mante nendo in vi gore le disposizioni antecedenti l'eccezione sudde tta, e rano sottoposti al «numero de' giri delle bacche tte», giusta l'ordinanza del 1789, come di sertori: I O l soldati dell 'esercito che, prima del I O aprile, erano g ià reputa ti tali d ai rispe ttivi corpi, e che non si erano ancora presentali; 2° Coloro che si ripresen31 1 Ibidem 312 Ibidem 313 Ibidem 3 14 Ibidem 315 lbidem
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tarono ai rispettivi corpi dopo lo sbandamento, o dopo il 2 1 maggio, e poi s1 allonta narono di nuovo da lle bandiere, prima de ll'ordine de l 20 sette mbre (che annunz iò l'osservanza dell'ordine del 1789), no nc hé que ll i disertati dopo tal epoca; 3° Quell i delle quatlro classi chia mate il 6 settembre e non ancora presentatisi (ordine del g iorno del S. C. G. del 4 dicembre 18 15).316 Le autorità civili e militm·i sarebbero state responsabili dell'esatto adempime nto del suddetto ordine. Nell a stessa ordinanza si legge che dal I O gennaio 18 16 sarebbero cominciate le riviste ai corpi formati con gli ind ividui dell'esercito ormai scioltosi, onde congedare chi ne avesse avuto pienamente diritto. Anche chi avesse disertato «in rolla», cioè durante il viaggio al deposito, era soggetto alla pena citata nell'ordininza; la condaru1a di questi doveva svolgersi nel Capoluogo, onde servire da esempio agli a ltri militari (il capo della 4" divisione al capo della 3·'. 2 gennaio 18 16)_317 Consegue nza del le difficoltà nate da l furto degli anima li con lo scioglime nto dell'e sercito fu la decisione, del Supremo Consigli o, di sciogliere, da ogni obbligo militare, chi avesse offerto cinque cavalli: ... il Governo si espone a perdere de' soldati di già addestrati ed agguerriti, e riflellemlo di più che dovendosi rimontare la Cavalleria dello Staio questo mod u di rimpi azzo compenserebbe in parte il Governo della perdita che fa di vecchi solcfati ... (circo lare ri servata 11° 40 de l 27 dicembre 1815 . De S.' Clair a Intendente di Napoli).318 Questa circolare non ebbe un carattere pubbl ico, ma si confidò nel buon senso dell'Intendente per proporre questa decisione in modo ta le da non farla sentire come una legge imposta ma come un'alternativa proposta. Al l'uopo, l'Intendente redasse un avviso in stampa, onde avve1tire i soldati di recarsi a ll'intendenza: L' Intendente della Provincia <li Napoli A Soldati de llo sbandato Esercito Chiu nque de' soldati dello sbandato Esercito desiderasse esentarsi dal servizio militare per accudire a suoi affari domestici, si potrà presentare alla 3" Divisione dell'I ntenden za per ricevere le necessarie istruzioni. Nella lettera del 3 gennaio 18 16, inviata al Princi pe J,eopoldo, l'Intende nte esponeva le seguenti considerazioni: Considerando che tutte le persone facoltose che non vollero servire, nelle chi amate delle leve si sono esentate con forni re i loro rimpiazzi o con dare de' 3 l6 Ibidem 317 Ibidem 3 !8 Ibidem
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Maria Marghf'rilu Curi/lo
cavalli , ora nell'armala non restano c he i me no ricchi, ed in consegue nza sarà a costoro se non impossihile, a lme no diffi c ilissi mo erogare le somme mx:essaric per far l'acqui sto di ci nque cava lli, or c he tali animali per le vicende della g uerra e pe r la di smissione delle razze si son resi scarsi. In tal posizione se l'a rmata ha bisogno dc' cavalli, potrc hbc. pi ù facilme nte, ottenere l'i ntento per questo mezzo con far concorrere una maggior quantità d'individui , minorando il numero de' cavalli , in modo c he invece di cinque sene dassc un numero minore per pote r così abilitare i meno ri cchi .... 3 19 L 'autorizzazione a puhhli care la proposla de i cinque cavalli arrivò con la le tte ra de l I O gennaio; quanto alla deduz ione del nume ro degli animali , il Supremo Consiglio avrehhe deciso di volta in volta, valuta ndo i reclami di chi non po te va soddi sfarvi e s ulla base de i certilicaLi comprovanti la pove1tù. (De S.T C lair all'Inte nde nte Filangieri ). :n o In questo gran da fare dole nte arrivava la notiz ia c he: ... la maggior parte dc' Sindaci e degli Elclli lung i dal facili tare la presentazione de' militari sba ndilti compres i nelle classi c hi amale a marciare. spargono delle segrete ins inuazioni per impegnarli a nascondersi, e sottrarsi con ciò al l'obbligo di servire, e ehe ollre a eiò pe r mezzo dc ' detti fun zionarj, ottengono tali individui dc' passaporti per lo Stato Romano, o il pe rmesso di usc ire dalle rispe ttive Provincie per travagliare altrove ... (Dc s.r Clair ai Consi gli di Reclutazione in data del 15 novembre 18 15) _32 I Cosa e ra cambiato col ritorno de lla vecch ia dinastia? li popolo adesso s arebbe accorso al volere del Re? I ,e condizioni s torico-politi c he e rano be n di verse da quelle fin qui da noi esposte, si apriva nella s tori a de ll 'esercito napol e tano un nuovo capitolo.
3 19 Ibidem 320 Ibidem 32 1 lhide rn
33 1
Vincenzo La Ferla L'EX POLIGONO DI TIRO A SEGNO NAZIONALE DI YJ'ITORIA
Poco distante dalla periferia della città di Vittoria, grosso centro agroeconomi co dell'estre mo meridione in provincia di Rag usa, esiste un vecchio poligono di tiro di proprietà militare (tav. 1), inutilizzato da quasi un cinquantenn io e ormai ridotto purtroppo in uno stato di assoluto abbandono. Inaugurato nel 1914, è costituito da una striscia di terreno di fonna rettangolare larga quasi 20 me tri e lunga circa 330, dotata fino al secondo dopoguerra di tre linee di tiro a metri 100, 200 e 300, nonché delle ri spettive trincee per segnalatori e marcatori. Qui per quasi mezzo secolo si esercitarono con armi leggere tiratori di ogni condizio ne sociale, protetti da un parapetto in blocchi di pietra locale e cemento contro i temuti rimbal zi di pallottole. Alla fine de l campo, classificato recentemente dall' U.l]icio Tecnico Erariale di Ragusa come pascolo e scmin.itivo, fungeva da fennapalle il declivio brullo di una collinetta di roccia calcarea bianc hi ssima. Fa pane integrante di esso un fabbricato a piano te rra con tre vani e un portico sul retro (util izzato un tempo per il riparo de i tiratori ma anche degli animali da tiro), immerso ne l verde della campagna a circa quattro chilometri dal ce ntro abitato sollo la scarpata de l cimi tero vittoriese, vici no al fiume Ippari e a ridosso de ll'ex ca mpo di prigionieri austroungarici de ll a prima guerra mondiale. Ha l' accesso dalla strada comunale Vittoria-Colorva. Sul cornicione del prospello s i legge con difficoltà la seguente scritta, tracciata con vernice nera ormai quasi del tutto sbiadita: 'f'iro a segno - Campo nazionale - Vittoria. T1 soffitto è in buona pane crollato, l'interno è in rovina, ma porte e finestre sono gelosame nte sbarrate, anche se alcu ne sfondate, come del resto accade in molte case di campagna de lla Sici lia, pure quando si lrovano in slalo di assolu to abbandono. La costruzione ( 143 mq), co munque, mantie ne ancora oggi il suo aspelto lineare e severo (tavv. 2-4). In catasto tutto il compl esso è individualo alla parlila 13.683, foglio di mappa 161 , particel le 13 e 14, cat. E/9, classe uni ca. mq. 6440; Oernanio puhblico dello Stato ( Ramo Oifcsa Esercito), scheda R.P.S. n. 38 (tavv. 5-6). Le orig ini del tiro a segno in Italia, le di sposizioni di legge e i relativi regolamenti ri salgono scnz'allro ai prim i anni della proclamazione del Regno, e le società c he gesti vano i vari poligoni avevano principalmente lo scopo di preparare in modo efficace le g ioventù a ll ' istruzione militare e di conservare nei congedati dall ' esercito la pratica delle arm i. La legge istitutiva ciel tiro a segno nazionale ri sale al Regno di Umberto I, mentre era a capo del governo Agostino Dc prcli s, precisamente al 2 lug lio 1882 (poi parzialmente ritoccala nel 1892, 1895 e 1896). In base ad essa g li impi an ti di tiro in a mbi ente chiuso o all'aperto erano «sotto la sorvegli anza del mini stero dell'interno per la p:1rte ammi-
332
Virr cen zv La Ferla
Tav I - Stralcio del foglio n. 647 della Carta d' Italia de ll ' Istilulo Geografico Militare , scala I :2.'i .000 (inp,randim,:nlo del fiielio I :.'i0.000)
/ ,'ex poligono di tiro a segno nazionale di Vittoria
333
nistrali va, di quello della guerra per la parte tecnica e di quello della puhhlica istruzione per quanto ri guardava i rapporti es istenti fra le società e gli studcnLi » 1. Le s uddette società era no amm inistrate, in base a l numero degli iscritti, da consigli direllivi locali di 5, 7 o 9 rnernhri , tra cui il sindaco òcl comune c un uffi ciale dell 'esercito o dell a mili z ia territorial e; esse potevano essere «di tre specie a seconda del territorio che abbracciavano, e cioè: mandamentali, com unali e consorziali» 2. Si dava autorizzazione alla loro costituzione quanòo in un mandamento, in un comune o in un consorzio di comuni v i erano a lmeno cento tiratori che ne facevano domanda. Per le esercitazioni erano prescritte le armi di ordinanza, fornite con Il; munizioni dall 'Autorità Militare al semplice costo di fabbrica, e il tiro era eseguito secondo le istruzioni in vigore per l'esercito. A lle s pese di impianto delle società provvedevano per tre quinti il governo, per un quinto le province e per l'altro qu into i comuni interessati; a que lle di esercizio provvcòcvano invece i soci con una tassa a nnua, eccezion fatta per quelli che presentavano il certificato di nulla tenenza o povertà. Potevano far parte di una società coloro che avevano compiuto almeno il sedicesimo anno di età cd erano òi condotta incensurata. 1 soci erano divisi in tre repani: scuole, mi li zia e libero. Al primo appartenevano i giovani non ancora soggclli a ll a leva frequentanti scuole, istituti o univers ità (per i minori necessitava però il consenso de i genitori o tutori), al secondo gli iscritti nell ' esercito permanente e nelle milizie fino al trentanovesimo anno di etìt, al terzo tutti g li altri ci ttadini. I pit1 bravi potevano, se lo volevano, partecipare a gare. Così oròinato il tiro a segno, oltre a diffondere qu anto più poss ibile la passione per il tiro e iniziare a curare l' eserciz io delle arm i negl i ohhligati al servizio militare, era un'istitu zione emine nte mente popolare, che permetteva di associare g li studi e i lavori ma nuali a ll'uso del fu cile, mentre faci litava rappo11i di frate llanza fra gli italiani di ogni provincia, òi ogni comune, di ogni età. e condi zione. Dal te mpo dell'approvazione della legge e del regolamento sul tiro a segno na7:ionale in Italia si costituirono numerose società, che già al 31 dicembre 1886 assommavano a 602, delle quali 533 erano mandamentali, 59 comunali e I O consorz iali. G li iscritti erano a quella data già 122.3 12, cioè un numero considerevole. Le società. in attesa dell a costruzione del campo di tiro eseguivano le eserc itazioni in luoghi provvisoriamente allrezzati , come dovette fare per parecchi anni quella mandamentale di Vittoria, costituitasi il 23 giugno 1884 ma con un proprio poli gono solo dalla prima metà del l 9 14 (tavv. 7-9). L' anno precedente, i11fatti, era stato affidato ad un impresario (Salerno Pietro) I' «appallo òei lavori òi costruzione del campo di tiro pe r lire 7.400 col ribasso de ll ' uno per cento>>, come si legge tra i òocumenti <l 'arc hi vio ne l libro mastro3, da cui 1isulta pure che il te r1 Carlo Fisogni // tiro a segno nazionale in Italia, Stab. Tipografico Istituto Pavoni. Hrescia I 887, pag. 42. 2 Ibidem, pag. 43. 3 Tali docume nti attualmente sono custoditi presso il Comando Vigili Urbani di Vittoria.
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Vincenzo La Ferlo
Tav. ?. - Fac:c:iat:1 dell 'edificio militare con la scrilla sul cormc1onc "Tiro a segno - Campo Nazionale - Vittoria"
Tav. 3 - Po 1tico sul retro dello slesso cclifìcin.
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338
Vin cenzo La Ferla
Tav. 8 - Localizzazione delle società di "tiro a segno" - 7 in provincia di Siracusa di cui I a Vittoria (Carlo Pisogni - li tiro a segno nazionale in Italia - S1ab. Tipografico Istituto Pavoni - Brescia 1887).
L'ex poli?,ono di tiro a segno nazionale di Villoria
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rcno (di proprietà di Carbonaro Antonino e figli) crn slalO acquistato per lire 1.109,80 nell 'agosto del 19 11 (con atto stilato presso il notaio Carlo Molè). Questo poligono fin dalla sua istituzione ru frequentato da centinaia e centinaia di soci, fatta eccezione durante gli eventi bellici delle due gucn-c mondiali. Nell'epoca fascista le non-ne sull'istrnzione militare e postmilitare imposero subito di ri esaminare l'organizzazione del tiro a segno nazionale, allo scopo di renderla pienamente 1ispondente all'ideologia della "Nazione Militare". E così si arrivò rapidamente all'emanazione di una nuova legge (n. 950 del 4 giugno 1934), secondo la quale tutti i poligoni di Liro di proprietà delle sezioni, di qualunque provenienza, entro il 25 g iug no l 935 dovevano passare tra i heni militari patrimoniali statali. Si stabiliva anche che i nuovi impianti dovevano essere fatti a carico dello Stato. Gli enti estranei alle Fort.e An-nale c he ne potevano usufruire erano tenuti a concon-ere, in ragione de ll ' uso, alle spese di ordinaria manutenz ione. Le anni e le muni zioni erano cedute ad ogni sezione dal r Amministrazione Mi litare a pagamento immediato e a prezzo convenzionale. Chiunque, non avendo prestato servizio militare, avesse richiesto il permesso di po1to d' arma per caccia o per uso di difesa personale, doveva seguire o avere seguito almeno un corso regolamentare di tiro presso una sezione, considerata come ente parastatale e quindi costituita per compiere servizi cd attuare lìnalilà c he erano negli scopi de llo Stato stesso. Pertan to nessuna di esse poteva più e ssere sciolta, possibilità che prima invece era prevista. In ciascuna sezione gli iscriui erano suddivisi nel reparto degli avanguardisti (dai 14 ai 16 anni), e di quelli che avevano già compiuto 16 anni, dei premilitari in genere e dei postmilitari. Infine vi erano i tiratori non cmnprcsi nella precedente c lassificazione, e cioè: gli urlìciali in congedo (che dovevano essere almeno quindi ci per costituirsi in gruppo). gli iscritti all 'Opera Nazionale Dopolavoro (almeno trenta), e coloro che possedevano la tessera federale del l' Unione Italiana di Tiro a Segno ( U./. TS. ), anche loro almeno trenta. Tutti, eccetto i premilitari e postmilitari, erano soggetti ad una tassa a nnua. Potevano essere ammessi a sparare con armi da guen-a solo i tiratori che avevano compiuto il 16° anno di età e avevano in precedenza ricevuto adeguata istruzione su l loro maneggio. Per ottenere l'iscrizione alla sezione occorreva possedere l'idone ità fi sica e morale (quest' ultima da documentare con certificato di buona condona rilasciato dall'autorità comunale). Ne erano esonerali gl i appa1tenen ti alle Forze Armale e all'occhiuta Mili zia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (M. V.S.N. ), gli iscritti al Partito Fascista, a i Fasci Giovanili o all'Opera Nazionale Balilla, insomma tutti coloro che erano urtìcialmcntc legati al potere politico. A ciascuno era rilasciata una tessera con l'indicazione del gruppo al quale apparteneva. Della gestione di ogni sc:,,.ionc si occupavano un presidente e un segretario, coadiuvati generalme nte da un custode del campo di tiro e da un inserviente. Lo scopo che si prefiggeva tutta l'organiuazionc dei poligoni di tiro era di «portare gradualmente i nuovi giunti alle armi a quel minimo di ahilità ritenuto necessario e sufficiente ai lini pratici: creare, c ioè, de i tiratori capaci di eseguire un tiro efficace alle piccole distanze e contro hcrsagli simili a quelli del
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·n,v. 9 - Emblema uffic iale risalente al 12 magg io 1908.
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Tav. IO - E mblema del tiro a segno nazionale in epoca fa sc ista. Fu obbligatorio per tulle le sezioni a decorrere dall ' I gennaio 1935, come stabilito dalla c irc. 347 del 17 marzo 1914 pubblicala sul giornale mili tare.
L ·e.x poligono di tiro a segno nazionale di Vittoria
341
campo di battaglia; perfezionare i mig liori sino a formare degli specialisti (tiratori scelti); classificare tutti secondo l' abilità effettivamente raggiunla» 4 . L' istituzione del tiro a segno dipe ndeva pe r la parte amministrativa e tecnico-addestrati va dal Comando Generale della M. V.S.N., invece per la parte sportiva dall' V.I. T.S., che mantene va i necessari contatti con il Comitato Olimpico Nazionale Italiano (C.0.N. I. ) per l' inquadramento delle attività in que lle de ll'onnipresente regime fascis ta. Ogni anno presso ciascuna sezione si organizzava una gara comunale; seguivano le gare provinc ia li e quelle nazionali, queste ultime a cura dcli ' U. /. TS., con il conferimento di diplomi di merito ne ll ' uso delle varie armi (pistola, fuci le, carabina, ecc.). Erano istituite anche medagl ie di bene merenza d' oro c d'argento per i ti ratori c he eccellevano o si d isting uevano in modo particolare e per le sezioni che davano prova di una lodevole organi zzazione. Le pratiche per l'acquisto o l'espropriazione de i terreni , i rel ativi atti contrattuali, lo studio per l' impianto e la sistemazio ne o l'ampli amento dei campi di tiro, l' appalto, l'esecuzione, la d irezione e il collaudo de i lavori occorrenti erano aflìdati agl i uffici del Gen io Mil itare, in conformità al Regolamento per l'esecuzio ne dei lavori del Gen io medesimo. Gli impianti di tiro potevano essere «senza ostacoli o aperti », e allora in essi poteva essere impiegata qualunque cartuccia, oppure «con ostacoli ovvero c hiusi». Le sistcma:r.i oni all 'aperto presupponevano in linea di massima anzitutto la scelta sagace della località d ' impianto, lo ntana dai luoghi abitati o frequentati , e delimitate possibilme nte da scarpate laterali. l'orientamento del tiro verso un ostacolo naturale (per esempio un rilievo montano o coll inare) oppure artificiale, fatto sia con terrapieni che con muri di delimitazio ne abbastanza a lti e comunque tali da fonnare la corsa de i proiettili, e poi una rigorosa di sciplina nelle eserci tazioni , c ioè in complesso condizioni generali di assoluta sic urezza. Per tutti i poligoni venne adottalo obbligatoriamente a decorrere dal I O gennaio 1935 un emblema fasc istizzato, raffigurante un bersaglio sormontato da una corona reale e due fucili incrociati : il tutto sostenuto da un 'aquila, in atto di spiccare il volo, fregiata ne l pcllo dall o scudo sabaudo e appoggiata a un fascio littorio. Il bersaglio si presentava «a colori alternati bianco e grigio acciaio; la corona reale in oro s u J'onùo rosso; l' aquila in oro; le ca nne dei fucili e il fasc io in grigio acciaio; il calcio de i fuc ili in color noce; la croce de llo scudo in argento su campo rosso» 5 (tav. 10). L'e mblema doveva e ssere riprodotto s ulle targhe all'ingresso delle sedi delle sezioni e de i campi d i ti ro, sulla carta per la corris pondenza d ' ufficio, nei timbri, sui diplomi e su ogni distinti vo ulficialc dell'i stituzione, nonché sulle medaglie di benemere nza. Il po ligono di Vittoria venne frequentato ogni an no da più di duecento tiratori civi li e militari ; le gare venivano fatte con fucili mod. 189 1 e con pistole automa-
4 Ettore Miraglia, // 'tiro a Segno Nazio11ule, Offi cina Poligra lìca Laziale, Roma 1937, pag. 2 19. 5 Ibidem, pag. 299.
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Vim:enzu La Ferla
TIRO A SEGNO NAZIONALE SE ZIONE 01 VITTORIA (Ro9u$&)
Tav. 11 .
L 'ex fJOligono di liro a segno nazionale t!i Villoria
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tiche ; mo lti furono i soci che conseguirono huo ni risultati nelle competizioni a li vello provinciale e nazionale, mentre alla Sezione furono assegnate be n 4 meda glie d'argento e 2 di bronzo per la sua attività e l' enconliabile organi zzazione. Con la caduta e la dissoluzione del fasc ismo, ma soprattutto durante gli anni di fuoco de l secondo conlliuo, molte cose cambiarono, e non poche sezioni nel pe riodo s uccessivo a poco a poco posero fine alla loro atti vità istitu zio nale oppure la ridu ssero notevolmente. Così lasc iarono abbando nati i loro irnrnohili, c he il tempo e l' inc uria fecero dive ntare fat iscenti e sopraUutto privi dei più elementari requisiti di sicurezza o, se si vuole, proib itivi per le esercitazioni di tiro. TI poligono villoricsc nel 1943/45 fu graveme nte danneggiato e spogliato con azioni vandali che e quel che rimase ( i bersag li, le pedane e g li attrezzi di tiro) ri sultò inservihilc. Il 6 gennai o 1945 g li insorti contro la coscri zione ohbligatoria portarono via dicci degli undici moschetti mod . 9 1 (uno però venne recuperato s uhito dopo). Da verbale redatto il 25 g iug no 1946 risu ltarono in possesso de lla Sezione soltanto due fu cili mod. 91 , sci carabine Bere tta e due Flobe11, tre pis tole auto matic he lleretta, un a rastrelliera, LIII laharo6, uno ste mma in lan,icra per esterno. due quadri del Re e della Reg ina, mobili vari e documenti d' uffi cio. Nonostante questo stato d i cose, la Sezione si ri organi zzò per ripre ndere la sua normale attiv ità, sia pure in mezzo a g ra ndi difficoltà, e riuscì con i modesti introi ti a pagare i segnalatori, i marcatori e il materiale indispcnsahilc per fare a lmeno alcune esercitazioni di 1iro. S i dotò anche del nuovo e mblema di tiro a segno nazionale (tav. 11 ). Ma col passare degli anni, mancando i fond i necessari per le riparazioni più urgenti. il campo divenne de l tutto inagihilc: le trincee si inte rrarono, le erbacce non falci ate più incominc ia rono a coprire ogni cosa , l' ed ific io a ndù in rovina per le infiltrazioni di acqu a piovana, la strada comunale d' accesso si trasformù in una impraticahilc trazzera. Si decise allora di utili zzare, a decorrere dal 1957, grazie all'interessame nto del segretario del la Sez ione, alla huona volontà de i soci e di tutto il consiglio direttivo, un campo provvisorio in prossi mità de ll' abitato (a 500 metri ), adattato e recintato rnn mura rudimenta li . S i potevano eseguire tiri con carahina Reretta solo a breve distanza, c ioè a metri 25 o 50 dal bersaglio. I ,'attività istituzionale però, mancando di un vero e proprio poligono, continuò, com'è facile immaginare, stentatamente per circa un decennio, me ntre non poc hi soci a poco a poco si disaffezionarono e non pagarono più le quote sociali con conseguente dcfit:il in bilant:io. Ebbe ini zio pertanto una lenta decadenza lìno a ll ' abbando no totale delle esercitazioni spoitive, tant'è che ne l 1967 il presidente si dimi se e la direzione venne assunta da un commi ssario.
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li labaro, di foggia analoga a quelli allora in uso ndl'cscrcito, era cost.ituito da un drappo rettangolare allo cm 50 e largo 60, di <.:olore man-onc chiaro con frangia verde. sostenuto da un ' asta vcni cale. e una t.rnsversalc, terminante con due pu nte di ottone, dalle quali pendevano due cordoni verdi <.:on fiocchi. Al centro de. I drappo era ricamato l'emblema nazionale e al di sopra e al di sotto di esso la scritta in oro: TIRO A SEGNO NAZIONALE - SEZIONE I)[ VIITORIA. Veniva esposto in occasione di cerimon ie, adunate e cortei.
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Vincenzo La Ferla
Verso la fine degli anni Settanla si lenti'>di ritornare a svolgere lezioni pratiche di Liro con rel ativo esame finale, per rilasciare almeno ai rima ne nti iscrittj g li attestati di idoneità indispe nsabili al maneggio de lle anni. Fu allora richicsla a l Sindaco di Vittoria e ottenuta l'autorizzazione ad usare il piccolo poligono comunale di tiro al piattello. Ma dopo qualche anno, nel 1981 , se ne dis pose la chiu sura per mancanza della garanz ia di sicurezza durante le esercitazioni, dato che era ubicato ali' inte rno della villa comunale e si a llacciava sul pendio de lla coltivata vallata dcli' lppari. Allora la Sezio ne, non essendo intanto riuscita ne mmeno ad adattare a poligono un capannone del vici no ex campo di concentramento, sulla cui concessione aveva già favorevolmente deliberato la G iunta M unicipale ( 23 aprile 1979), non avendo più alcuna speranza di ripre nde re la sua attività in quanto ridollasi orm ai ad una esistenza puramente formale, venne sciolta il 7 settembre 1982 s u di sp osizione del Consig lio Direttivo de ll' U. I. T. S. , che stabilì: «- il trnsferimento del ruo lo degli isc1itti e la cessione delle armi e delle mu ni zioni alla Sezione T. S. N. di Catania - la chius ura della gestio ne amministrat iva [...] - il versame nto all'archivio del Comune dei doc umenti di valore storico». 11 12 maggio 1993 I' I Ia Direzione Genio Militare di Pa lermo - Sezione Demanio in una sua re lazione tecnica proponeva agli organi centrali di Ro ma la dismissione definiti va, previa sclassifica, de l s ummcnzionalo poligono, affinc hé po tesse essere vendulo, tenuto conto c he non era utilizzato da decenni pe r i compiti d 'istituto e che non si preslava, «per la s ua coll ocazione, ad essere ripristi nato a lini addcsLraLivi o comunque connessi a llo svolgimcnlo di atliviLà militari» . A nc he lo Sfato Maggiore dell ' F,sercito nello stesso anno 1993 esprimeva parere favorevole alla dismissione dell' immobile, non essendo questo in alcun modo suscctLibilc di una qualche utilizzazio ne , considerata la sua di slocazio ne in una zona troppo vicina al ccnlro abitato e assai freque ntata, la modesta eslcnsiom: e il suo scarso valore venale. Nel fratlempo veni va a cessare definitivamente pure l' inte resse dc li' Amministrazione M uni cipale per l'arca del s udde uo be ne, a suo te mpo oggelto di laboriose Lrattative di permuta (ass ieme a li ' ex campo di concentramento) con l'Autorità Mi litare in cambio di all oggi militari c he il Comune viLLoricsc avre bbe dovuto costru ire ne l Palermitano su terreno de mani ale. Con lo sche ma di decreto inte rministeriale di sde rnaniali zzazione, presentato dal Ministero della Difesa all ' iniz io del 1994, e quindi con la prohahile vendita fra non molto, si può sen z'altro considerare conclusa la lun ga vicenda de ll' ex poligono di Yittoiia, durata per più di un secolo. Speri amo, pc rù, c he ne venga salvaguardata la me moria storica e che l'edific io non diventi un mo numento dimenticato.
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Amedeo Ademoll o L' ALLAGAMENTO DEL VERCELLESE DELL'APRTLE 1859
La firma a Torino dcll'alle..inz..i franco-sarda ne ll'aprile 1859 ru un passo irrevocabile verso la II Guerra d ' Indipende nza. Fallito il te ntativo inglese di mediazione, il 19 aprile l'Austria spedì un ultimatum a Torino. Appena ricevuto lo " .. Cavour il giorno 23 aprile convocava il Parlamento per esporre gli avvenimenti e chiedere i pieni poteri. .. I deputati. .. elessero la commissione ... che proponeva unanime l'approvazione della proposta. Fu un 'acclamazione generale; tutti i deputati sorsero in piedi, nell 'attitudine solenne di Mente forte e risoluta; il pubblico dalle trihune acclamava, sventolava i fazwletti, si gridava, si pianf!,eva; era un delirio, una fehhre" 1• ";\lea jacta es(' - esclamò Cavo ur - "esro dalla tornata de/l'ultima Camera piem.onlf'Sf': la prossima sarà quella del regno d 'Italia. Ahhiamofatto della storia." 2 ; il 26 il Pie monte prese nota dell ' ultimatu m con cui l'Austria gli intimava lo scioglimento dei corpi di vo lontari e la riduzione dell'esercito alla forza del tempo di pace e ri spose che: "Avendo la Sardegna accettato il principio del disarmo generale come era stato fonnulato dall 'fnf!, hilterra, coll'adesione della Francia, della Prussia e della Russia, il Governo sardo non ha altra rispos/a da dare".3 Era la gue rra; e l' Annata Sarda vi si era preparata coscienziosamente da anni. La Guen-a di Crimea aveva dimostrato a quali livelli di potenza fosse ormai g iunla l'artiglieria; e l'aumento della capacità di fuoco implicava notevoli problemi logistici, specie in termini di movimento dei rifornimenti. Ad essi la tecnologia stava fornendo adeguale soluzioni sia attraverso la produzione industriale, capace di sfornare quantità di materiali e viveri impensabili fino a pochi anni avanti, s ia sfruttando le ferrovie per inoltrarli a l fron te. Il traffico della rete piemontese era stato organizzato in fun zione della guerra, collegandolo al sistema dell ' inte ndenza militare, dando vita a un ben organizzato apparato logistico, che era pronto a sostenere entrambi gli eserciti alleati, il sardo suhilo, il fran cese quando fosse arrivato. Al primo, pari a un terzo della forza alleata to tal e prevista per la campagna, spettava il compi to di rcrmare, o almeno ritardare, l'avanzata austriaca. Per essere più precisi le truppe sarde erano articolate su c inque divisioni ordinarie ( I• del generale Caste l borgo, 2" di l •,mti, 3a Durando,4• Cialdini e 5° Chucchjari), una di cavalleria al comando del gene rale di Sambuy e la brigala 1 Visconti
Venosta, "Ricordi di gioventù", Milano, Rizzoli, I 959, pag. 285.
2 Cavour C., rip. in Visconti Yenosta, op. <.:il., pag. 285. 3
Rip. in F. TTerre, 'Tran<.:csrn Uiuscppc", Milano, Rizzoli, I 982, pag. J 50.
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Amedeo Ademollo
dei Cacciatori de lle Alpi sotto Garibaldi. Nell'insieme s i Lrallava di 70.000 uo mjni e 120 pezzi d ' artiglieria, a l comando del re Vittorio Emanue le H. Come accennato, l'Armata Sarda doveva rallentare il nemico fin c hé non fossero giun Li i 108.000 uomini e 324 pezz i dei sei corpi d ' a rmala componcnLi l'esercito francese di Napoleone lii, compito che non s i presentava faci le. Da ll' altra prute del conlìnc g li Austriaci avevano ammassato ci nque corpi d'arma la, una divisione di riserva ed una di cavalleria, per un totale di 160.000 uonùni , di cui 120.000 combattenti, con 384 pezzi, tutto agli ordini del Feldzeug meister Gyu lai, e si stavano muovendo molto lent;unente. Il loro obbicuivo strategico era la sco nfitta del Piemonte prima de ll'arrivo dei Francesi e contavano di realizzarlo prendendo Torino. Le vie per riu scirvi erano poche. L' orogra lìa piemontese è determinata d al Po e dal suo corso. La pianura padana co minc ia poco a est di Torino, proprio lungo il corso del Po e, seguendolo verso oriente, man mano s i allarga attraverso le colline dove il fiume nei millenni si è apcrLo la strada. Dopo C hivasso s i apre a ventaglio e si estende te nendo s ull a propria destra le colline del Po, estrema propaggine scttc nLri cma lc dell'accidentato Monferrato, e sulla sinistra i rilievi del Canavese, che po1tano driui alle Alpi. Per raggiungere Torino g li A us triaci ave vano poche scelte. Scartala a pri ori l'idea d'una penetrazione in m assa da nord, da Arona a Riell a, per la pe rifericità del Lcalro d 'azione, per la presenza delle m ontagne sulla destra della linea d 'operazione, che sare bbe ri sultata poco e lastica e troppo pre vedibi le, e per le asperità del terreno restavano solo due possibilità; e la prima non era delle migl iori. Traversalo il Ticino, potevano scendere ad Alessandria, proseguire per Asti risalendo il Tanaro e inerpicarsi poi allraverso il Monferrato fino ad arrivare a Torino da sud. Era la strada che aveva segui lo ne l 1706 il Principe Eugenio coi s uo i Austriaci; e a Torino era arrivato, s i, ma come alleato dei Piemontesi, no n come nemico. Adesso invece Gy ulai non avrebbe potuto infi lare la propria armata nel Monferrato senza contrasti. Sarebbe andato incontro a g rosse difficoltà operative e logistiche, non avrebbe potuto valers i di tutte le s ue forze a causa della stre ttezza del teatro operativo e avrebbe rischiato una so nora sconfitta. Restava la seconda alternativa, che poi era 4ucll a d ' obbligo: la via dell a pianura padana , ri salendo in s ini stra idrog rafica il Po fi no a Torino. Era la più comoda e la più ovv ia. Ri spetto all'altra richi edeva m eno strada da fare da llo snodo logistico principale di Milano perché era suffici ente attestare le truppe in Lomellina facendo perno su Mortara, prendere Verce lli - centro strategico da cui s i do m inava l'intera piana - e proseguire per Crescentino e C hivasso fino a Torino. Lo spazio era abbondante. La pianura in linea d 'a1ia da nord a s ud era - cd è - lunga una quarantina di chil ometri a ridosso del confine lombardo-piemontese, priva d ' ostacoli e dotata di buone strade e ferrovie. Tn somma se si voleva raggiungere Torino prima dei Francesi, mette re in g inocchio il Piemonte e vin cere subito la g ue1rn, quella era la via da pe rcorre re. Contro le attese generali, g li Austriaci si mossero lentunente e male. Nonostante fosse al corrente d ell ' ultimatu m del 19 aprile, Ciy ulai non aveva
L 'a/(aga111en10 del Vercellese de/l 'aprile 185 9
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concentrato le sue forze alla rrontiera e quando fu pronto era troppo tardi. Infatti quando il 29 aprile le sue truppe varcarono il Ticino sprofondarono e si hloccarono nella melma del Vercellese, interamente a llagalo pe r ordine di Cavour. Quest' azione militare di ingegneria idraulica fu delem1inanlc per la riuscita della campagna, perché trattenne gl i Austriaci per tutto il tempo ncecssa1io ai Francesi per varcare le Alpi, o sbarcare a Genova, salire sui treni che li attendevano e riunirsi al grosso dei Sardi fra Casale, Alessandria, Voghera e Tortona. Di essa però si ricorda poco. Cadde presto nel dimenticatoio, forse perché, come di sse Cavour: "Di questo avvenimento, mi sia lecito il dirlo, non si è tenuto conto abba~'lanza; se fosse accaduto in altri paesi se n e sarebbe parlato molto di più, e l 'impressione all'estero ne sarebbe stata più viva" 4 La storia di questo avvenimento, con l'allagamc nlo di ben 450 chilometri quadrati de l Piemonte orientale, è estremame nte interessante cd ha una validità che oltre passa il tempo in cui venne eseguita. Come è nolo, la Prima Guerra d'Indipendenza del 1848-49 e ra finita con la sconfitta de l Piemonte, al quale era stata imposta una tregua di di eci anni nei conrronli dell 'Austria. L' av vento al potere di Cavour nel 1852 aveva dalo il via ad una seria riorgani zzazio ne di tutto l'apparalo piemontese e, mentre veni vano ristrutturate le Forze Armale di terra e di mare, si provvedeva pure alla società civile, con opere di vario genere. Quando, nel 1854, ve nne terminala la riorgani zzazione dell'Armala Sarda, il ministro dell a Guerra , generale Alfonso J•errcro de lla Mam10ra, cominciò a studiare la gue rra che si prevedeva di far scoppiare, se non nel 1859, suhilo dopo e si pose il problema di come avrebbero agito g li Austriaci . La mossa più ovvia da parte loro sarcbhe consistita ne ll 'offensiva su Torino e la via più comoda e centrale era quella di Vercelli. Come la si poteva sbarrare ? Il Vercellese si presenta come un grande piano inclinato che scende a cuneo digradando fino alla co11fluen za dei fiumi Po e Sesia, conformato dai depositi alluvionali dovuti agli sbocchi del lago moreni co eporediese; geograficamente l' arca ris ulw ben definita, de lirnilala a nord dalle prealpi bie llesi, e dagli altri lati dal fiume Po (a sud) e dai suoi confluenti Dora Baltea (a ovest) e Sesia (a est), Lutti fiumi perenni con dovi zie di acque flue nti specie nei periodi in cui il rial zo tem1ico detem1ina un sostanziale incremento degli apporti niveoglaciali. La naturale conformazione de l sito, come vislo alti metricamente di scendente in senso ovest-est, e la parlicolare ricchezza delle fluenzc della Dora Baltea (elemento Lem1inale del vasto bacino imbrifero va ldostano), hanno nel lcrnpo determinato e favorilo la formazione di una imponc nle rete di canalizzazioni finalizzate a lla messa a disposizione di risorse irrig ue per la lìorc nle agricoltura dell'arca. Già alla fine del secolo XIV una rolla in sinistra della Dora B altea a monte di Saluggia aveva dato occasione al Marchese de l Monferrato di aprire il Canale
4 Cavour, discorso alla Camera dei Deputati del 22 giug no 1860.
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J\ medeo J\demollo
del Rotto, nonchè i Rivi di Bianzè e Livorno e il Naviletto (o Roggia) Camera alimentati daJ predetto canale, costru iti nel 1466 ed estesi nel 1496 tino a Trino, M ornno e Balzola sempre a cura dei Marchesi di Monferrato, e si era pertanto costituito un primo gruppo di canali zzazioni al servizio de lla parte sudoccidentale deJ comprensorio. Nel 1448 Amedeo VIII Duca di Savoia aveva intrapreso la realizzazione della prima grande derivai.ione dalla Dora Raltea costitu ita dal Naviglio di Ivrea con opera di presa disegnata da Leonardo da Vinci cd ultimata nel 1474 dall a reggente Iolanda di Savoia; questo lungo canale, col nome di via del Sale costi tuirà a lungo la principale via commerciale tra Ivrea e Vercelli. Do po un lungo travagliato periodo caratte rizzalo da guerre e dominazioni s trani ere solo ne l 1780 vie ne ripresa l 'attività infrastrutturale con la costruzione a cura del Re di Sardegna del Canale di Cigliano (ora Depretis) a mpliato all' ini zio de l 1859 con portata di 55 mc/s; questa rcali1.zazionc cos tituì una vera e propria chi ave di volta per la trasformazione agraria de l vercellese integrando, con la realizzazione d el di ramatorc Navi/etto di Saluggia, avve nuta alla fine del secolo a cu ra diretta dell ' Amministrazione delle Finan ze Piemontesi, e poi con il lung o Canale Magre lli realizzato dall 'enfiteuta terriero avvocato Magrclli, l' irri gazione de i te rritori già serviti dal canale del Rotto e servendo, tramite il centro nevralgico della Colo m bara, l' inte ro basso Vercellese. La riorganizzazio ne post restaurazione dello Stato Piemontese intcrcssù direttamente la re te idrica artifi c iale con la costituzione d ell a Azienda dei Canali Piemontesi sotto la quale vennero ricongiunte nel 1820 tulle le derivazioni dell a Dora Ra ltea allora in atto (Rotto, Cigliano ed Ivrea) sottraendole a lle gestioni private; a c ura dell a predetta Azie nda fu realizzato nel 1838 il Canale di Asigliano, con origine dal Naviglio di J vrea per il servi zio della parte central e del vcrccllcsc; altri importanti ca nali (Ri ve, Provana, Ilacone) vedono la luce neg li anni s uccessivi al 1840 de te rminando una penetrazione capillare de lla rete irrigua nel comprensorio. Nel 1852, sotto la Presidenza di Cavour, fu costituita ed organizzata tra g li agricoltori utenti la Associazione di Irrigazione ali 'Ovest del Sesia, nmora esistente, alla quale fu demandata la gestio ne unitaria de lle acque di stribuite dai canali demaniali. Questo lo scena1io tcrritoriak che si presentava all a immediata vigilia degli avvenimenti bellici del 1859 e c he fece sorgere in La Mannora l'idea de lla possibilità di ricorrere ali' inondazione de ll' area per fermare il nemico . Questa pratica, per quanto sopra esposto, poteva essere attuala solo con le acque de ll a Dora Raltea e ne domandò confe rma a un tecnico esperto, l'Ispettore Capo Jngegncr Carlo Noè, dipendente da l Ministero delle Finanze, cui competevano all'epoca le questio ni connesse al territorio ed al regime delle acque, e dal quale chbe una ri sposta in linea di massima affermativa. La Marrnora non si accontentò. Da bravo militare decise di fa re una verifica sul posto, si fece accompagnare da Noè e ispezionù " ... l'agro bagnato dalla Dora Ra/tea al declivio della sponda destra della Sesia; ed egli ben ricordò /'e-
/,'allagamento del Vercellese dell'aprile 1859
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siw della fatta ~ita" aggiunse poi Noè "e come restasse accertato della possibilità di e:,·eguire, occorrendo, in larga scala l 'accennato dise,;no, nonché la convinzione con la quale io gli esponeva la fiducia di riuscirvi ove ne avessi l'incarico."5 Di ogni cosa venne messo al corrente Cavour, che approvò il progetto e, 4uando la guerra divenne una realtà, si ricordò di tutto e prese i provvedimenti del caso. Il 22 apri le 1859 il Mi ni stro delle Finanze Lanza scrisse al l'ingegne r Noè: "Secondo le intelli,?enze prese dal sottoscritto col signor Ministro della Guerra, il signor Ispettore Capo Noè si compiacerà di mettersi a disposizione del prelodato si~nor Ministro, per eseguire que~li ordini che gli verranno dal medesimo trasmessi, non senza però prevenirne questo Ministero, tuLlavolta che le circostanze glielo permettano."6 Noè conferì coi funzionari civi li e militari, parlò coi generali Menabrea e Cialdini e col colon nello Cugia e ricevé da La Mai111ora due lettere. Diceva la prima: " Ne/l'interes.ve della d(fesa dello Stato necessita imperiosamente di impedire /'avanzamento dell'Armata Austriaca dalla ,\'esia alla T>ora Ba/tea con tutti i mezzi disponibili. Fra c1uesti uno dei più pronti P.r/. Pjjicaci si è l 'allagamento delle campaine con la devastazione delle strade. onde rendere su di esse impraticabile il passa~~io, servendosi delle acque dei canali demaniali derivati dalla Dora /Jaltea. F:gli è a questo .fine che il sottoscritto Ministro della Guerra si rivolge ali 'Ispettore delle Finanze cav. Noè, inc:aricato del servizio dei canali T>emaniali d 'irrigazione, ric:hiedendolo di far toslo eseguire tutte le operazioni occorrenti a rendere allagata La pianura Vercellese irrigala dalle acque dei detti canali, e di pratic:are tutte quelle devastazioni di strade che crederà adatte a far me~lio conseguire il supremo scopo che si ha di mira. A rimuovere gli ostacoli che potessero frammettersi dalle popolazioni, il sottoscritto munisce il predetto cav. Noè di una richiesta alle Autorità civili e militari, con invito di prestwgli assistenza e manforte ne/l 'esecuzione dell 'importantissima inc:ombenza di cui si tratta. li sol/oscritto autorizza lo stesso cav. Noè delle spese occorrenti per tutte le operazioni a disimpegno della predetta richiesta. " 7
5 Carlo Noè, "Delle artific iale inondazioni fra la Sesia e la Dora Rahea prodotte dalle acque dei Canali, con strategico intendimento, nel rompersi guerra dell' Aust,ia contro al Piemonte sul finir dell' aprile 1859." La relazione è staia già pubblicata integralmente da P.C. lfoggio in "Storia politico-militare del la guerra dell ' Indipendenza Ita liana", 2 voll.., Torino, 1864 e in Yillorio Monti "L'inondazione arti ficiale del Vercellese nella campagna del 1859", in " L' irrigazione nel Ycrccllese", Vercell i, 1978. 6 Ministero delle Finanze, prol. 287, confidenziale, del 22 aprile 1859: il ministro Lanza ali' ing. Carlo Noè. 7 Ministe ro della Guerra - Segretariato Generale - Div. (ìahinello, prol. N. I 00, confid enziale, senza data (ma del 23 aprile 1859): il ministro La Marmora all 'ing. Carlo Noè.
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Amedeo Adernollo
A qu esta lettera era unila la richiesta cui accennava I ,a Marmora: " il sottoscritto richiede le autoril.à civili e militari di prestare assistenza e man forte al rnv. Noè Ispettore Ingegnere Capo delle Finanze dello Stato nel disimpegno delle incombenze ajjidategli da questo Ministero. F.to: i\(f'onso La Marmora." 8 Mentre slava per mettersi all 'opera, giunse a Noè un ultimo biglie tto, stavolta da parte di Cavour: " Caro ingegner Noè" g li scriveva "il suo omonimo patriarca salvò il ~enere umano dalle acque, lei col mezw delle acque salvi la Patria" 9 E l ' Ingegnere si accinse non a costruire l' arca, né a scatenare un nuovo dilu vio uni versale, ma più modestamente, ad allagare la pianura e fermare il nemico. I lavori cominciarono al mattino del 25 apri le e furono condolli a termine in quattro giorni dalla ditta Gianoli & Faja sotto la direzione dello stesso Noè. Sulla base della relazione poi stesa, sappiamo che vennero allagate la zona avente come base i circa 20 chilometri del Nav ig lio d'Ivrea che vanno d alla Rocca di Cigliano a Santhià e quella di Crescenti no, pari a un 'estensione lineare di altri 16 chilometri, pe r c ui ne deduciamo che l' inondazione interessò tutto il territorio compreso fra la Dora Hallea - dalla Rocca di Ciglia no alla conflue nza della stessa Dora nel Po - il Naviglio d' Ivrea - dalla Rocca di C igliano al confine a nord del territorio di Santhià - e un a linea che allraversava i territori di Santhià, San Germano Vercellese, Salasco, Sali , Lig nana e D esana, risalendo poi attraverso la (ìrangia di Lucedio fino a Crescentfoo. Noè aveva a di sposizione per l' allagamento una massa d'acqua da lui calcolata in oltre 1560 moduli Albertini. Ognuno di essi corri spondeva a 58 litri al secondo e pertanto pari a una portata di 90 metri c ubi e mezzo d' acqua al secondo. Di questi : 55 metri cubi venivano dal Canale di C igliano, ampliato, come detto, proptio l'anno precedente, e i rimane nti 35, in parti uguali, dai canali di Ivrea e del Rotto. "Ecco in qual rnodo" avrebbe poi scritto Noè " io prestabiliva il sistema a tenersi per procedere con ogni possibile speditezza ed e.ffì.cacia alla commessa. . m1 operazwne. I canali che solcano la zona di terreno Ira la Dura JJaltea e la Sesia, per le cui acque si ha la sorgente della di lui fertilità, sono quelli di I vrea, di Cig/iano e del Rollo, lutti emis,wri di quella, con le numerose diramazioni dei medesùni. Quindi è che la particolare condizione di detto terreno, qua,~i tutto disposto alla irrigazione agraria, ed in considerevole parte destinato a lla coltura del riso, epperò giù inondata, doveva facilitare la attuazione di un artificiale a lla~amento del medesimo, operando opportuni sbarramenti trasversali ai loro letti in alcuni punti. La circostanza poi dell 'ampliazione del Canale di Cigliano per la comuni-
8 Ministero della Guerra, Segretari ato Generale, senza protocollo, senza data (ma del 21 ap1~ lc 1859).
L 'a/Jaga1111mto del Vercellese del 'aprile 1859
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cazione diretta della Dora colla Sesia a vantaggio della Lomellina, la quale appena poco prima era stata condotta a segno di poter disporre di un corpo d 'acqua di due terzi maggiore dell 'antico, non poteva Ifare] a meno di essere da me ravvisata come un fatto provvidenziale. Difàtti per tale operazione .... si aveva pure l 'inopinato doppio vantagg io, e della naturale barriera che, colla distruzione dei ponti, per.fortuna nella generalità ancor provvisori, poteva offrire l'ampio letto del canale stesso e dell'accresciuta quantità d 'acqua che se ne poteva derivare. Con questi elementi io mi aveva adunque a mia disposizione un corpo d 'acqua di I 560 e più moduli d'acqua, corrispondente a metri cubi 90 e più per secondo di tempo. Ma l 'effetto dell'ideato inondamento doveva tornare pressocchè inutile, ove di pari passo non sifosse.fàtto procedere quello dell 'intercettamento delle strade provinciali e comuni col quale doveva essere coordinato. A tale scopo a tratti a traili sarehhero operati tagli larghi dut! metri, profondi centirnetri venti più dei fossi laterali, ed estratti, ove eranvi, i paracarri, si sarebbero disposti attraverso le strade per ingombro, anche a!fln di rimuovere ove .fosse possibile ogni segnale delle medesime. Così le acque nel loro decorso invaden!bbero colle campagne di preferenza i.fossi ed i tagli accennati, sommergendo le parti più depresse, e nel loro corso radunando in questi, depositi melmosi, i quali al cessare anche dell 'allaf!,amento, rest<!rehbero un ostacolo molesto e ripetuto per f'Ui lo avanzarsi di un corpo d'armata regolare non poleva essere che.faticoso e lento: come lo provò il fatto allorquando le no.vtre truppe dovettero spiegarsi verso la Se~·ia. Stabilito in tal modo il mio piano d'operazione, mi adoperai a tu/l'uomo per tosto effettuarlo, recand01ni jìn dal 24 su varii punii, ed emettendo tulle quelle disposizioni parziali e generali per cui si potesse simultaneamente operare l'allagamenTo. A norma delle ampiefacoltù concessemi dal Governo nella previdenza delle contestazioni che dalle popolazioni dei vari territori da inondarsi potevano insorgere, l'lntenden/e Generale di Vercelli commendatore Boschi, colla consueta sua prontezza mi venne perfettamente secondando, e diramava ai singoli Sindaci apposita circolare not!fìcante la mia missione, con eccitamento aprestarsi in quanto io potessi da loro abbisoxnare. Nel mattino del 25 su /u(fi i punti dei territori superiori da me designali gli .vharramenti trasversali nei canali di mano in mano si effettuavano, e le acque prendevano per ogni dove a sommergere le campagne adiacenti, portando la mia attenzione di preferenza su Crescentino, Sahtt?gia e Cigliano."10 La prima porzione di lcnitorio ad essere inondata fu quella di Crescentino perché - come poi scrisse - Noè r ensava "esser questa la prima barriera da frapporsi a/l 'avanzamento del nemico su Chivasso." ' 1 9 Cavour all ' ing. Noè, rip. in " 1859 minore", su " lli storia", n. 14. gennaio 1<)59. IO Rela?.iunc Noè, Iip. in, Monti , op. cit., pag. 74. 11 Idem, pag. 69.
Amnln, lldemollo
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Studi fatti un secolo dopo e un confronto colle piante allegate alla Relazione Noè inducono a pe nsare c he per l'allagamento fossero state convogliate grosse qua nti tà d ' acqua nella Roggia Camera - derivante dal Canale del Rollo vicino Saluggia - erigendo poi degli sbarra menti sulla medesima Roggia a valle del territorio di Crescentino. In tal modo si inondò la zona vicina al Po, mentre per quella superiore devono essere state adoperate le acque dei Canali di Cigliano e del Rotto, convogliandole nel Navilello di Saluggia. " li lllnlo mi vi adoperai" proseguiva l'ingegnere "che segna/amen/e il territorio di Crescentino e sue adiacenze al passo della Dora di Sant'Anna, siccome più .w:operto, si trovasse, e lo fu di fatto, letteralmente convertito in un lago." 12 La zona centrale fu allagata successivamente sbarrando il Naviglio d' Ivrea e il Canale C ig liano nei tratti a monte di Santhià ed ottenendo così lo straripamento dei canali secondari, fra i quali il Nav iletto di Asigliano c he ve nne adoperalo pe r inondare i territori di Tronzano, Crova, Salasco, Sali, I ,ignana e Desana; quest'ordine si doveva alla doppia necessità di sbarrare la strada agli Austriaci in atTivo e di consentire la progressiva ritirata alle poche forze sarde messe a copertura di Torino. Nella cartina riportala vengono sommariamente illustrati la idrografia, naturale ed artificiale, della zona quale si presentava all'epoca e i posizionamenti degli sbarrame nti nei vari canali per atlUarc il voluto allagamento; La carta è ricostruita sull a base dei doc umenti ufficiali dell' epoca conservati presso l'archivio della Associazione Irrigazione Ovest Sesia, c he si 1ingra1.ia scntila rnente per la disponibilità. T1 seuore Dora-Sesia era stato affidato alla Divisione di Cavalleria del gene rale Calisto Bertone di Sambuy: due brigate di dragoni comprende nti i reggime nti Nizza Cavalleria e Piemonte Reale, la 1, e Savoia Cavalleria e Genova Cavalleria la li, ri spettivamente ri nforzate dalla l • e dalla 2• batteria del Reggime nto A1tiglieria a Cavallo. La II Brigata, al comando del colonnello Bracorens de Savoiroux, a fine marzo era stata di sposta nella zona di Vercelli, di slocando in città due squadroni di Genova. In aprile tutti e quattro i reggimenti erano stati schierati fra la Dora Baltca e il Ticino. La loro posizione era determinante, pe rc hé insieme a una divisione di fanteria e rano l'unica difesa della capitale. Infatt i le forze sa rde erano divise in due masse piuttosto distanti, destinate a coprire l' arri vo dei Francesi. Una, la principale, fo rte di du e di visioni e mezza era chiusa nel triangolo fortificato Casale-Valen zaAlcssandria; l'altra, comprendente la rimane nte divisione e aliquote varie, era nella zona Serravalle-Novi a copc rlUra della Liguria, in cui i Francesi dovevano sbarcare, e della ferrovia c he doveva portarli al luogo del concentrame nto delle forze alleate. Il 26 aprile, cominciato l'allagamento del Vercellese, la Divisione di Cavalleria venne fatta ripiegare verso ovest, lasc iando a Genova Cavalleria i compiti di coprire il margi ne della zona inondata e di prestare assiste nza a Noè,
l2 Jhickm.
l'allugumento del Vercellese dell'aprile 1859
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il quale poteva avvalersi "di un drappello di cavalleria posto a mia disposizione dal Governo a tutela del buon ordine e per la cossirpornlen.za" "Addì 2X non restavano a sommergersi che i territori di S. Germano e Santhià. appositamente gli ultimi da me riservali per dnr passo ai Reggimenti di Cavalleria che da Vercelli dovevano ritirarsi, portandosi per San Germano, Santhià, Alù:e e Rorgo d 'A lea Cixliano. Questa ritirata aveva luogo il giorno appresso, e poco dopo l 'inondazione col guasto delle strade era ultimata, ed ogni comunicazione interrolta." 13 Genova Cavalleria infatti si spostò ad Alice, poi , qua ndo venero aJJagati ite rritori di Santhià e San Cìcrmano mediante sbarra menti del Canale di Cigliano e del Naviglio di Ivrea, passò a Carolina, sulla destra della Dora, fornì i distaccamenti che rimasero più a lungo nella zona e, ultimato il lavoro di Noè, li richiamò tutti, riunendosi al grosso. Il 30 gli effetti dell'inondazione si fecero tali c he i Sardi poterono decidere l'abbandono dell a linea difensiva della Dora per conct:nlrarc le truppe fra Po e Tanaro lasciando a copertura di Torino la sola Divisio ne di Cavalleria, concentrala con tre reggimenti sulla destra e uno sulla sinistra della Dora Baltea. Davanti ad essa si stendeva un lago di 450 chilometri quadrati , impossibile da passare senza imbarcazioni e che non si sarebbe asci ugato tanto presto. lnf'alli "siccome l 'efficacia dei mezzi adoperati doveva dipendere dal continuo stagnamento delle acque, naturale conseguenza della chiusura degli sbocchi distributori delle acque d 'irrigazione, perciò io vi provvidi ordinando custodi che li sorvegliassero, ed acquaioli per la continuala immissione delle acque. /\lt,v più non resta va d ' insommerso che la via f errala dalla V ara Ba/tea a Vercelli, unir.o mezw di comunicazione che ancor mi restasse al.fìn di ritirarmi dopo sorvegliate sino all 'ultimo le operazioni anzidelle, essendo stata posta a mia disposizione una macchina a vapore. Ma neppur questa giudicai avesse a risparmiarsi, onde io ordinava, che le traversine a tratti a tratti fossero scah,ate da S. Germano a Saluggia, e poscia provvidi per l' allagamenlo della vallata di Dora in ultimo riservalo, all'oggetto di ridurre a tre soli punti il passaggio del f iume, nrl r·n.w in cui, superali gli ostacoli supradescrilli gli Austriaci si fossero avanzati per tragittarlo, punti che erano dominati dagli improvvisati fortilizi di Rondizwne alla Torrazza, sicchè la superficie occupata dalle acque di allagamenw contò 450 chilometri quadrati, operato in pochi giorni... " Due giorni dopo - il 2 maggio - arrivarono gli Austriaci e restarono slupcf'atti, pe rché sulle loro ca1te quel lago non c' e ra. Il 3 staccarono delle pattuglie in ricogniz ione, mentre gli uffi ciali affollavano la bottega de l lihraio Levi di Vercelli in cerca di carte su cui fossero segnati i limiti di quell'inaspettato " Laco", inesistente sulle loro. A dire il vero non avrebbero avuto motivo di sorprendersi troppo: avevano di sseminato di spie tutta la zona, tanto che nei giorni precedenti, durante i suoi giri Noè aveva notato "una non comune coincidenza di arrotini Tirolesi e di altri
l 3 Ibide m
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Amedeo Ademollo
occulti emissari nemici. che pe r incantesimo scompa rvero nell 'avvede rsi adocchiai i sospe ttosamente." 14 Sia come sia, l' ostacolo costituito da ll ' inondazione, per quanto evidente , non sembrava loro troppo difficile da s uperare, perché l'afflusso di uomini e materi ali continuò fino a11 '8 m aggio, e levando a 45.000 uomini e 200 cannoni il loro di spositi vo nel Vcrccllcsc, staccando colonne verso Saluggia, Ci glia no e Casale, mentre lo stesso Gy ul ai stabiliva a Vercelli il proprio quartier generale. L' 8 sera il grosso dcli ' Arm ata austri aca e ra ormai a cavallo della Sesia , con le avanguardie a Tronzano e pronto ad avanzare su Torino il giorno do po, a nc he se no n si capiva bene come, data l' impraticabilità della zona. Pe r di più il 9 cominc iù a piovere, aume ntarono sia il livello dell'inondazione c he l'imprati cabilità de lle strade e nell a stessa mattina cominc iìi un incert o n p1egamentn ,; 'ì n verso Rossasco, per cercare di raggiungere Torino compiendo il p,ù lun go giro da Ivrea. Ma anc he quest' idea venne abbandonata. Gyul ai te meva un aggiramento da sud, per c ui il I O sospese og ni avanzata e ritornò sui suoi passi, riconcentrando le truppe in Lomellina. A Vercelli restarono solo 6.000 uomini, più pe r eseguire requisizio ni c he per altro. Inta nto si stava ultima ndo la co ncentrazio ne delle lùr;,.c franco-sarde. Poi il 14 maggio Napoleone lii assunse ad Alessandria il comando supre mo dell'armata a lleata ivi concentrata ed ordinò l' invasio ne de lla Lomhardia, seguendo pressappoco la stessa strada battuta da Carlo Al berto ne l 1848. Si trattava di un movimento semi circolare da s ud pe r ovest a nord, c ioè da Al essand ria per Casale Mo nfeITalo. Palestro e Vercelli - in modo da ev itare l' a llagamento lasci andoselo sulla si nistra - fino a Novara. Da là la direttrice di marcia avrebbe puntato di rettamente a est, verso Magenta e Milano. La mossa in que l mo mento era rischiosa, poic hé si svolgeva lungo un arco di c irconferenza, compiendo una marcia avendo il ne mi co sul fi anco destro, e ri sultava ne utralizzabile da Uy ul ai con semplic i spostamenti del s uo grosso. Ma Gyulai rimase fermo e compì solo due tentativi di disturbo, c he si risolsero nelle vittorie alleale di Montebell o, il 20 magg io , e di Palestro, il 30 e 3 1. Dopo quegli insuccessi, indec iso cd incerto, finì per ripiegare oltre il Tic ino , varcandolo in tre punti fra Vigevano e Pavia, e c onvergè su Mil ano, da dove, contemporaneamente, un altro dei s uoi corpi d 'armata doveva uscire per venire ad atte nde rlo a Magenta. Scontratosi proprio a Magenta, il 4 giugno, colle truppe alleate, che ottenn ero un buo n s uccesso tattico, Gyul ai, scoraggiato, o ptò pe r il ri piegamento verso il Quadrila tero. L' impiego delle ferrovie e l'allagamento de l Verce llese a vevano impedito la vittoria austriaca. Noè poteva essere orgoglioso del suo operato, ma ne lla re lazione no n rinunciò a un tocco da artista evidenz iando cosa si sarchhc potuto fare: "Se invece di por:hi giorni più lungo tempo.fosse staio conet!sso, l'allagamento avrebbe poluto estendersi fino alla sponda d estra della Sesia .. .. F, gran parte del Novarese
14 Idem, pag. 70.
L 'allagam e 1110 del Ve n·ellese dell 'aprile / 859
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con lui/a la Lomellina avrebbe polulo pure essere inondala, ove si avessero avute disponibili le acque che mediante l'alluazione del progettato Canale del Po presso Chivasso saranno condolle sotto a TurbiRO per versarsi nel Ticino od anche pmgredir oltre. Così a due soli sarehhem stati ridotti i passi all'invasione Austriaca, per Arona cioè con direzione Biella e pel Piacentino. Anzi quest'ultima via soltanto loro sarebbe avanzata, poiché dal giungere a Biella avrebbero trovalo a barriera l'allaRa111ento che poteva operarsi colle acque del Cervo e dell'Elvo." 15 Era stata una grande impresa tecnica <l' imme nso valore militare; e Cavour avrebbe avuto ragionc a dichfarare poi alla Camera: " F, invero, o signori, se coll'incendio della ci/là di Mosca l'impero russo ha polulo re.\pingere l'invasione fran cese, io credo che a buon. dirillo noi possianzo riffermare che mercè dell'alla~arnenlo dell'intera provincia Vercellese. noi ahhianw impedilo all 'invasione austriaca di estendersi jìno alla Capitale. Senza ques/a risoluzione arditamente ordinata dal Governo e mirabilmente eseguita dal distintissimo Ingegnere Cavalier Noè. e alla quale r·noperarono con esemplare ahn('~azione le popolazioni, certamente questa sala medr?sima sarebbe stata profanata dalle armi straniere." 16
15 Ide m , pag. 7 1 I 6 Cavour. discorso a ll a C:umcrn de i De putati del 22 g iug no 1860.
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(ìiorgio Ralli sti L' ORGANIZZAZ IONE l)IJ•ENSIVA TEDESCA SULLA LINEA "GOTICA"
1. PREMESSA La Linea Gotica rappresenta l' esempio classico di una difesa elastica condotta con successo, avvalendosi di un sistema l<1rliticato organi zzato in profondità ed in grado di esaurire gradual mente l'impeto deg li allacchi avversari. La posiz ione, che si sviluppava lungo gli Appennini da Massa Carrara a Pesaro, consenti alla Gennania di salvaguardare s ino alla fine de l confli tto i propri confini meridionali e le vie di comunicazione con i Balcani , nonché di conservare le risorse agricolo - industriali ed umane dell'Italia Settentrionale, estremame nte utili all' economia hellica del Tcrm Reich . [ lavori difensivi effettuati ebbero quasi sempre una importanza decisiva sull' esito dei combattimenti, permettendo ai Comandi gcnnanici di assicurare con limitate forze la tenuta di un 'estesa fronte, variando considerevolmente la densità del di spositivo secondo la configurazione del terreno e l'ini ziativa degli Alleati.
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Giorgio /Jallisti
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2. LA LINEA GOTICA Sin dall'esta te del 1943 i Tedesc hi avevano indi vidualo ncll ' Appennino Settentrionale la posizione idonea ad impedi re l' ingresso degli anglo-america ni nella Pianura Padana. Questa intenzione si manifestò pe r la prima volta nel luglio 1943, a seguilo del l'invasione della S icilia, quando il Capo di SM dell'Esercito Italia no, Gen. Roana, in previsione di un attacco alleato alla pe ni sola, propose all'OKW di costituire lre linee di difesa inte rmedi e (di cui una tra I ,a Spezia e Pesaro) prima di que lla fi nale tra Genova e Rimini 1• J-Jitler rimase nondimeno indec iso per alcuni mesi tra il consiglio di R ommel (Comandante Gruppo d'A rm ate B-ltalia2), di risparmiare le forze ritirandosi su una forte posizione difensiva a nord, sugli Appennini (die tro isu·uzione de l F iihrer ne fece una ricognizio ne all' inizio de ll 'autunno 1943), e que llo di KesselrinP, (Comandante in Capo del Sud) d i trattene re g li "invasori" il pi ù possibile a sud. Con la nomina, infine, di Kesselring a Coma nda nte Superiore SudOvest (Ohe rhefehlshaher Sudwest ) cd a Comandante de l Gruppo d ' Armale C (H erresP,ruppe C), il 21 novembre J943 i lavori di costruzione della L inea, iniziali in autunno, vennero ralle ntati per dare precedenza a ll 'appreslamenlo delle difese ne ll ' Italia meridionale. Solo dopo la caduta di Roma (4 giugno 1944) vennero ripresi co n estrema ene rgia. La posizione, indicata inizialmente come Linea "Appenninica", ven ne denominala Linea "Golica" (Gotemtellung ) da Hitler il 24 aprile 1944, nel lenlalivo di metterne in ri salto l' impo1tanza agli occhi dei suoi soldati , prcscnlandola come la " porla meridionale" della Fortezza e uropea de lla Germania. Ma con il dil"fondc rsi della convinzione c he il sistema dil"cnsivo avrc hhc potuto dimostrarsi non abbastanza fo rte per respingere gli Alleati, e per evitare che q uesti ulti mi potessero avvantaggiarsi da lla propaganda deri vante dalla conquista d i una posizione c he prendeva il nome dai Goti 3, la Linea fu rib attezzata da Hitler Linea "Ve rde" (Griin Linie) il 15 giugno 19444 . 1 R. Bennell, " L'Ultra e la Linea Gotica·· Ed . Angeli 19X6, pag. 127; <ì. WL Nicholson "The Canadians in ltaly", Ed. Cloutier 1957, voi. Il pag. 198 (traduzione): ( ì .i\. Shepp erd, "La Campagna d' Italia ( 1943-45)", Ed. (ìar7.anti 1970, pag. 345. 2 li Gruppo d ' Armale B. o però in Italia per circa 4 mesi. d alla metà di luglio all a meli1di novembre 1943; esso aveva la giurisd izio ne della regione italiana a N della linea Elba-A ncona. W Ha upt " K riegs.w:hauplat;:_ ltalien ", f<:d. M o torhw :h 1977, pag. 44. 3 Le tru ppe ted esche, ri tirandosi a N della Linea "Albe,1" (Trasimeno), sareb bero passate per ( ìualdo 'làld ino, ove g li Ostrogoti furo no sconfitti nel 552 d.C. dall'esercito romano- bizzantino di Giustiniano, ponendo così fi ne ai loro sessant'anni di dominio dell'Ita lia (da l 493 al 553 d.C.). A tlante S to rico Gaw mli , Ed. 1987, pag. 117; R. Bcnncll "L: lJ Itra e la Linea (ìoti ca", op. c it. pag. 140 nota 18. 4 Kriegstagebuch des Oberkommandos der Wehnnacht (Diario di Gucn-a del Comando Supremo della Wehnnadu) IO gennaio 1944-22 maggio 1945, voi. IV pag. 520 "Dopo che il 15 giugno il Fiihrer aveva richiesto di cambiare immediatamente il nome della Linea "Gotica", che in caso di perdila avrebbe dato luogo a grida di villoria da parte del nemico e provocato idee sbagliate nelle proprie fi le, questa riceverle il nome di I ,inea "Verde'·. Riportato in "Eserciti , popolazioni, resistenza sulle Alpi Apuane", pag. 57 nota 39, a cura 0 1rnila tn Na, .ionale 50° Anni versario de ll:-i Resistenza
l'.
dd la T.ihe rnz iorn\ Massa 1995.
L 'or~aniz.z,a zione difensi va tedesca sulla linea ''gotica··
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li nome della pos izione appenninica rimase sempre, comunque, sia per g li A ll eatiS sia per g li Italiani la J,inea "Goti ca".
3. ANUAMENTO GENERALE E DIMENSIONI La Linea "Gotica" era formata da un sistema di posizioni, artirnlato su più a llineamenti successivi, di sposto secondo la di s plu v iale appenninica, che si este ndeva con andamento NW-SE per c irca 320 km dalla costa tirrenica a que lla adriatica della penisola italiana. Nel s uo c omplesso, il sis te ma difen sivo 6 aveva una profond ità variabile dai 50 km de l settore adriatico ai 35/40 km di que ll o tirre nico , per finire ai 15/20 km de l settore montano centrale.
5 La denominazione Linea "Gotica'' fu conosciuta per la prima volta dai scrv1 21 segreti Alleati "Ultra" il 18 maggio 1944 ("L" lJltra e la Li nea Gotica", op. cil. pag. 140 nota 18). La conferma di tale appellativo fu ottenuta dagli Alleati in occasione del rinvenimento di una carta topografica presso l'ex quai1iere generale di Kesselring sul M. Snratte (Roma). n. Orgill, "La Linea Gotica", Ed. r cltrinelli 1967. pag. 47. 6 Nella logica dif'ensiva tedesca della zaGuerra Mondiale, con il termine " linea", e più generai mente qualsiasi seg mento di qucsla anche estremamente subordinato, si intendeva una fascia profonda da un minimo di alcuni km ad un massimo di alcune decine, ricca di postazioni - reciproca mente appoggianlisi - opport unamente strntturate ad esa ltazione delle connotazio ni morfo logiche del le rreno gii:i naluralme nle propi zio.
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Gio rgio Battis ti
Il margine anteriore, snodandosi a partire dalla zona <li Marina di Carrara, superava a SE i contrafforti delle Alpi Apuane, attraversava la media valle de l Serchio e, passando a N di Pisto ia, si allacciava ai Passi di Vernio, della Futa e del (ìiogo (a N <li Firenze). La Linea, poi, volgeva a SE verso l' Alpe di S . Benedetto, sui Passi di Casaglia e di S. Gaude nzio, collegandosi con l'Alpe di Serra sino a raggiungere Badia Tebalda (a N di Lunano). li tratto orientale percorreva la valle del Fog lia sino alle alture tra Pesaro e Cattolica. Nel settore centrale la Linea raggiungeva quote supe riori ai 1500 m (M. Falte rona m 1658-M. Belvedere m 2000). Dietro la Linea "Gotica" (Ve rde) i Tedeschi imhastirono una seconda Linea (Verde 2) c he seguiva il tracciato della prima a circa 20 km di di stanza. Sul terreno la I ,inea "Verde" sarà poi spostata in avanti sul torrente Cinquale e la Linea " Verde 2" passerà a N di Massa Carrara. Quest'ultima, a meno di alcuni tratti, non venne o rganizzata a difesa e rappresentò, più che altro, una linea di riferimento sull a quale le truppe tedesche si attestarono dopo l' abbandono dell a Linea " Verde". D avanti alle posizioni del complesso dife nsivo era s ituata una linea di resisten7.a a tempo determinato, definita I ,inea "Amo-Meta uro" (imperniata sui due fìurni omonimi). ultima delle lince della manovra ritardatrice condotta dai Tedeschi a partire dalla Linea "Alhe rt" (Trasime no). La Linea "Gotica", dopo gli sfondame nti degli Alleati nel settore adriatico, venne raccordata nel suo tratto terminale sinistro con i numerosi fium i che solcano la pi anura romagno la, sfrut.tati dalle truppe tedesche quali successive posizioni di resistenza.
4. ELEMENTI NATURALI SFRUTTATI La Linea "Gotica" si arroccava sui fìanchi meridionali dei rili evi appenninici, c he in quel settore presenta no a S pendii e contraffo1ti ripidi e scoscesi me ntre degradano dolcemente a N verso la pianura padan a. Le due estremità della Linea terminavano in 1.onc prcval cntcmcntc pianeggianti sulla fascia tirrenica, a mpia dai 4 a IO km, e collina ri sulla costa adriatica, ampia mediamente 20 km (4 km nella stre tta di Cattolica). Nella sua coslru7.ionc i Tedeschi sfruttarono le asperità offerte dall ' ambiente oro-idrografìco7 senza lasciare inutilizzalo alcun appig lio tattico. La profo ndità della dorsale (sino a 100 km) permi se, inoltre, di sviluppare una strullura in profondità, secondo le esperi enze maturate durante i combattimenti a Sud di Ro ma 8 .
7 C. G .Starr "From Salerno to the Alps", Ed. il!fantry Journal Press 1948, pag. 306 (traduz io ne). 8 Kesselring nelle sue memorie scrisse che " la condi zione più favorevole per una vittoriosa difesa contro un grande allaccu come q ue llo che dovevano attendersi, ri siedeva nell'o rgani n ·.azione di m ne avenli una grande pro fon d ità". A. Kesselring "Soldal Jusq u 'a u D e rnier Juur", Ed . Lavau z el/c 1956. pag. 254.
L 'orRanizza zione difensiva tedesca sulla linea "gotica"
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Grande importanza fu prestata ai corsi d'acq ua, sia ne lla zona costiera tirrenica (Scrchio, Cinqualc, Magra)9 sia soprattutto in quella adriatica, dove i nume rosi fiumi e torrenti con andamento meridiano (Foglia, Ar1:illa, Conca, Marecchi a), posti in siste ma con le colline presenti, consentirono alle truppe gcrman ic hc 10 di attivare successive linee difensive in grado di esaurire l'impeto dell'attacco alleato. Nel la pianura romagnola i Tedeschi ricorsero ad allagamenti di alcune zone nei pressi delle valli di Comacchio ed alla fitta rete irrigua naturale (Uso, Savio, Ronco, Montone, Lampone, Senio, Sante mo, Sillaro, !dice) ed aitificiale presente, per organizzare successive posizioni resistenza (gli argini raggiungevano i I O -è- 15 111 di altezza) 11. L' Esercito germanico utilizzi"> in tullo il scLLorc della Linea, come elementi difensivi, sia gli abitati sia le costruzioni iso late (cascinali, ecc.) 12, mentre si servì delle galleri e stradali e ferroviarie quali sedi di Posti Comando, depositi munizio ni e viveri, posti di medicazione e per la dis locazione delle riserve divisionali 13.
9 C. G. S1arr "From Salerno to the Alps", op. ci i. pag. 394 .. li terreno di fro nte al la Divisione no n incoraggiava l'aUacco. Su lla sini stra la piana costiera (Vcrsilia), ampia tre miglia, era tagliata da li nee d' acqua , og111111a molto f"or1 ifi cal ;1; il nostro attacco contro la prima di queste barriere, il Canale del Cinquale, in fehbraio ( 1945), 11 0 11 aveva ouenuto nessun g uadagno". IO C. WL. Nicho/son " The Canadicms in Jtaly 1943-45'', op. cit. pag. 4% " Il corridoio lrn le colline cd il mare era ri stretto e terminava a circa 12 miglia nel retroterra dove il terreno saliva rapidamente cd il Fiume Foglia costituiva un ostacolo". D. Or~i/1 " La Linea (ìotica", op. ciL pag. 53 'Turonu inoltre sfrutt ate a meraviglia le successive lince di alture e di creste (adriatico) c he tagliavano a croce il fronte di avanzata degli Alleati "; pag. 238 ..L' 8a Armata aveva abbandonato le alture e si trovava ora in l'accia i corsi d' acqua". WG.F Jack.wm " La Battagli a d' Italia", Ed. Haldi ni & Ca~toldi 1969, pag. 323 " I .e operazioni svoltesi durante il precedente autunno sul Sangro avevano insegnato loro (gli Alleati) quanto fosse difficile attaccare lungo la costa adriatica, dove gli speroni che dagli Appennini scendevano al mare avevano permesso ai Tedeschi di installare perfette posi7.io ni difensive rra i corsi dei numerosi fiumi e dalle qual i potevano controllare i punti di attraversan1ento''. 11 /\. Kesselring, "So/dal jusqu. 'au n ernier Jour", op. c ii. pag. 26 1 " li settore a N della 103 Armata, nella regione del Lago di Comacchio, presentava di fficoltìt per un attacco ne mico, e queste difficoltà furono incrementate con inondazioni su larga scala; ... L'andame nto delle posizioni, lungo i corsi d'acqua, aveva dato un nuovo aspetto alla difesa. li combattimento in profondità, condotto con contrattacchi dalle posi1.ioni arretrate, era diventato il principio più nettamente affcnnato". 12 D. Orgill " /,a Unea Gotica", op. cii. pag. 239 "Ognuna delle diverse centinaia di fattorie, vigne, sponde d 'argine che costellavano la Romagna potevano ospitare una Spandau (MG) o un pezzo da 88 tedesco; il suolo era coll ivalo a piccoli oliveti e frutteti che rappresentavano eccellenti posizioni di difesa e centri di fu oco". I:l Greiner " Kampf 11111 Rom - Inferno am !'o ", r'-11. Wowinckel 1968, pag. I 04 (trad111.ion~).
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5. POSIZIONI FONDAMENTALI L' impossibilità di fortificare l' intera posizione cd in considerazione dell'accentuata motorizzazione delle forze anglo-americane, che le vincolava ad operare lungo le vie di comunicazio ne e sui terreni più idonei ai mezzi corazzati, portò il Comando tedesco alla decisione di predi sporre le di rese nel le zone me no im pervie della Linea. C iò consentiva di controllare i passi rotabili ed i due corridori pi aneggianti costieri che favori vano l' accesso alla pianura padana 14 e, 4uindi, ai nodi stradali di Bologna, Piacenza e Ostiglia-Verona, indispensabi li per il proseguimento degli srorzi alleati verso il Brenne ro cd il confine jugoslavo. Tali posizioni furono sviluppate in corrispondenza di: g li accessi a La Spezia ed alla Valle de l Magra sulla costa tirrenica; Borgo a Mozzano nella media Valle del Serchio (S.S. 12, Lucca-Modena); Passo di Porrctta a N di Pi stoia (S.S.64, Pistoi a-Bologna); Passo del Ve rnio, a N di Prato (S.S.325, Prato-Bologna); Passo de lla Futa (S .S.65, Fire nze-Bo logna), il punto to pograficame nte più debole di tutta la Linca 15, e Passo del Giogo (Firenze-Imo la) a N di F irenze;
Passi di Casaglia e di San Godcn1.o (rotahilc per Facn:1.a e S.S. 67 per Forlì): Serravalle (Passo dei M andri o li) e Valsavignone (S.S. 7 1 per Cesena); Radia Tebalda (Passo di Viamaggio); Montecalvo in Foglia; la fascia adriati ca tra Callolica e Pesaro. Per il rimanente trauo (circa 230 km). le difese rurono com:cntratc a cope rtura delle testate delle va lli e dei valic hi transitabili 16 (in Allegato A e B la descrizione risJJellivamente delle difese nel settore Futa -Giogo e nella Valle del Serchiu).
6. ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DIFENSIVO li di spositi vo tedesco 17, al momento dell 'attacco alleato (25 agosto 1944), si
articolava su:
14 G. A. Shepperd " La Campag na d' Ital ia 1943-45", op. cit. pag. 374/375. 15 Secondo Alexander la strada più facile passava attraverso il Vernio e la Futa. G.A. Shepperd " I ,a Ca mpagna d' Italia 1943-45", op. c it. pag. 375. 16 H. Alexander " I ,e Annate a lleate in Italia", mpplement tu the London Gazelle, Ed. SM D-S IFJ\R, pag. 172; (ì. Schreiher " La Linea (ìotica nelh1 Strategia Tedesca" op. cii. pag. 35 ; C.G. Stan · " Fmm S alerno lo the Alps", op. cit. pag. 30(1. 17 M. Puddu 'Tra due invasioni" Ed. Nardini I 952, pag. 2 12/213; /\. Montemaggi "Offensiva della Linea Gotica" Ed. Guidicini e Rosa. pag. 75-é-78, " Rimini-S. Marino '44 - La Ballaglia dell a Linea Gialla" Ed. A.M. 1983, pag. 28n 33; KTB OKW voi. IV pag. 'i'i I (1rnd11ziorn~); H. (;rr,in('/' "Knmpf um Rnm - hlft'r11.o a m Pn" op. cit. pag. I 02.
L 'o1;~aniz.zazione difensiva tedesca sulla linea "golica ··
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una I ,inea di resistenza a tempo determinato ( Linea "Arno-Metauro"), con il margine anteriore sull'allineamento dal fiume Arno (sino a va lle di Po ntassieve), Vallombrosa, Bibbiena, Alpi de lla Luna, Boc<:a Traharia, M. Nerone, Cagli, sinistra fiume M etauro e Fano 18 ; una Linea "Verde antistante" ( Griin -Vm fèld Stel/un g) 19, rnaleriali1.zata dal w rso del Fiume Se r<:hio, M. Pisano, Altopascio, M . Albano, Prato, M. G iovi nel settore Lirreni<:o; M. della Verna- M. Verde (Linea " Rruna") nel settore centrale; torrente Arz illa nel settore adriatico (Linea " Rossa"); una Linea di resistenza principale (Linea " Ve rde"), wn il margine ante ri ore lu ngo l'allineamento Forte dei Marmi. Ilorgo a Mozzano, Piastrc/Circglio, Passo de l Vernio, Passo della Futa, Passo del Giogo, S. Godenzo, Serravalle. Valsavignonc, Badia Tchalda, Fiume Foglia sino a Pesaro20; una Linea di resistenza successiva (I ,inea '"Verde 2"), lungo il tracc iato Marina di Carrara, M. Altissimo, Gallicano. Abetone, N di Vergato, M. Bastione. N cli Fiorenzuola. M. 1:aggiolo. Marradi, Bocconi , S. Solì a, Sarsina, Novafe ltria, Villagrande, corso del Fiume Conca sino a Cattolica 2 1. La Linea era rafforzata sulla costa tirrenica da uno sbarramento nei pressi di Massa (Massa Rieiel) e sulle a lture del fi ume Magra, segue ndo il percorso ad o vest di Carrara, Sarzana, S. S!cfano22; Linea " (iialla" (o Linea " Rimini"), tra Rim ini e S. Marino, lungo il corso del Fi ume Ausa, ultimo baluardo difensivo prima de lla Pianura Padana23_
18 I ,a I ,ine;1 "Amo-Me1m1ru" ern l' ullirmt dd lc lince organizzate dai Tedeschi per co ndurre la manovra ritardatrice, ini,._iala d alla Linea " Albert". Su questa posizione essi resistettero per c irca un mese. dal 1 al 25/27 agosto 1944, allo scopo di g uadagnare te mpo per co nsentire il mig lioramento del le difese de lla I ,inea (ìotica" . .I. / ,rmrl.1·en "29'1 Divisim1 ·· t.:d. Pod: w1 - Verlag , I9(i0, pag. 194 (traduzione): H. Grf' Ì11er " Kampf wn Rum - !11femo a111 Po". op. cit. pag. 96/97: vun Scngcr 1111d t :11crli11 ··combatlere senza paura e senza speranza" . Ed. Longancsi 1968. pag. 464 468: A. Kcssclrin.g "'So/dal .h,squ 'au T>emier Juur', op. cii. pag. 244. 19 I ,a f ,inea " Verde Anti sl,mle" aveva lo scopo di ingannare g li Alleati sul vero andame nto dell a Linea "Gnlica''. J. l .emelsen "29'1 Division", op. c it. pag. 394; H. Creiner "Kampf 11111 Rom - lujì:mo mn l 'o" , op. cit. pag. 98/99: A. Montemaggi " I .'offensiva della Linea Gotica··. op. cit. pag. 7 1-78; <i. WL. Nichol.w11 "'Tlte <:anwlians in flaly", op. c it. pag. 493 .;- 507: C.G. Starr '" From Salerno lo lite 1\/ps' ·, op. c it. pag. 309. 20 In alcuni settori tra la Linea "'Verde" e " Verde 2" vennero predisposte alcune zone d i "sbamtmc nto Verde" , costituite da li nce di ostacoli distanti tra loro 4/<i km. Cfr. 11.Creiner .. Km111Jf um Rom - Inferno mn Po" , op. cit. pag. I 02. 2 1 A. Montemaggi " Rimini - S . Marino 44", op. cit. pag. 29. 22 " Retrovie de lla Linea (ìoti ca occidenl ale", Alli del Convegno, Massa Carrara 198(,. 23 /\. Montemaggi "Offensiva de lla Linea (ìotica" , op. c ii. pag. 120; G. WL. Nicholson ··"Jhe Ca11adia11s in lta/y", o p. cit. pag. 530 7 532.
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ARTICOLAZIONE DEL SISTEMA DIFENSIVO TEDESCO (AGOSTO 1944)
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Ai fianchi del sistema difens ivo, in previsione di operai.ioni anfihie, e rano situate numerose opere costie re sia sul litorale tirre ni co, tra Viareggio e la Spezia, sia su quello Adriatico, Ira Callolica e Rimini 24 . A te rgo, infine, erano stati predisposti una serie di capisaldi a N di Ponlrc moli e sul Passo de ll a Cisa, sul Passo de l Cerreto ed a Foce delle Rad ici. sul Passo della Radi cosa e nella zona di Orinano.
7. ORGANIZZAZIONE DELLA DIFESA Il sislcma difensivo era organizzato in posizioni situate sulla linea d i cresta ed in coITispondenza delle testate tielle valli et! era integrai.o da numerose ope re
24 li Gcn. von Vieti11Rho.ff. !emendo uno sbarco tra le bocche de l l'o e Cattolica, creò Ire li nce d i difesa. La prima in prossimità della spiaggia ; la seconda, quella di resistenza princ ipale, subilo ad W della S.S. Rimini - Ravenna; la terza, quella di resistenza ad o ltra n7.a o delle ri serve (poSi/.ione ''Gallia Placida"), si sviluppava (seguendo il corso del F. Conca ) da Cattolica a Mo nlescudn si no a S.Marino, per proseguire poi verso M . Farneto e Sog liano ed il corso del Savio, tino al mare. M. Puddu Tra Oue Invasion i" Ed. Nardini 1952, 1)ag. 257.
L 'organi::.zazione difensiva Tedesca sulla linea "gotica "
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avanzate. Tali posizioni, a carallere permanenlc, semiperrnancnlc e campale, consistevano in opere per cannoni e milrag li atrici in cemento armato ed in caverna, integrate da ricoveri (anche in calcestruzzo ed acciaio25); riservette di muni zioni e lralti di trincea; postazioni per armi automatiche, mortai e tiratori isolali ; fossati anticarro e profondi campi minati26 (in Allegato C alcuni tipi di opere difensive della Linea "Gotica"). Furono utili zzale lorrellc di carro armalo siste male su base di cemenlo ed acciaio ne i settori minacciati dai carri 27 . Ampio ricorso venne fatto, inoltre, agli ostacoli passivi ed alle demolizioni, predi sposte di norma lungo le principali vie di facilitazione. In parliwlare, ai primi di agosto 1944 , la siluazione28 della difese risu ltava: Linea "Arno-Melauro" : serie di fortificazioni ca mpali per armi automatiche e mortai, ostacoli c/c e campi minati ; Linea "Verde Antistante": serie di forlilìcazioni campali per armi automatiche e mortai, ostacoli c/c e campi minati ; margine anleriore dell a Linea "Verde" (Gotica): lavori a carattere campale e semipermane nt e tra il litorale di Viaregg io e Maggiano (E di Quicsa); fortini e poslazioni per artiglieria a sbarra me nto della Valle del Serchio ne lla zona di Borgo a Mozzano; postazioni per armi automatic he, mortai ed artig lieria sull ' Al topiano delle Pizzorne (N di Lucca); capisald i per pezzi anticarro e fossati anticarro sulle alture a NE ed ai lati de lla città di Pisto ia; piazzole per artiglieria e postazioni per armi automatic he nella zona di S. Cìodenzo ; lavori a carallcrc perrnanenle al Passo di Viamaggio (Badia
2~ Le casematte in acciaio furono un ' invenzione de ll ' Organizzazione Todi cd ulilizzalc per la prima volla ncll 'allcslimcnlo della Linea "G11srav". l' OT ricorse a questo nuovo li po ùi casamalla prefabbricala, che si polt:va installare ndl'arco ùi una nulle, per ev ilare lt:: co111i11ue inlerru zioni (e di struz ione) de i lavori di coslruzione delle opere in calcestnJ7.7.o da parte dell' aviazio ne ne mi ca. Le casematte in acciaio, dello spessore di (i() cm, evitavano, quando colpite, la formazione al lo ro inte rno di po lvere di cemento che già aveva causato la 11101te di numerosi soldati e. in caso di colpo a tiro diretto. la distruzione della ··contro-parete". Prima della loro posa. inoltre, esse fornivano riparo contro i bo mbardamenti , al personale incaricalo dei lavori . Qucslc opere furono coslrui lc in Lre diffcrcnli lipi: a forma ,otonda; a volta ogivale; con c upola blindata e cannone. Il loro pt:so era di circa 20 l. F.W Seidler "L'Organisation Todt ", Revue d 'histoire de la za Guerre Mondiale, Ed. Prel·ses UniversiJaires d e Fmnce, n. 6/1984, pag. 4<)!50. 26 G. Wf. Nicholson " The Caruulian.,· i11 /111/_v'·, op. cit. pag. 496/497; C.(ì. " Fmm Sale rno to the Alp.,_.', op. c it. pag. 306; D. Orgi/1 " La Linea Gotica", op. eit. pag. 52; G.A Shepperd .. La Campagna d'Italia 1943-45", op. c it. pag. 374/375: A. Montcmagg i ·'Offensiva de lla Linea Gotica", op. cit. pag. 75/76. 27 '·T11e Canadians in lta/y'', op. c it. pag. 494 "'li settore costiero adriatico era considerato mol to vulnerabile al la minacc ia corazzata". 28 M. P11dd 11 '-'frn 011c Invasioni", op. c:il. pae . 2 11.
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Gior;~io Ba11is1i
Tcbalda); opere vari e semipe rmanenti, lavori campali, fossati anticarro, estesi campi minati e vari tipi di torrette d i carro armato interrale, nella zona di Pesaro ed a tergo del fiu me l iogli a; all'interno della Linea e verso il margine QOSte riore: postazioni per arti glieria in caverna, collegate da gallerie , nell e A lpi Apuane tra M. Altissi mo e M . Porato (A rni ); lavo1i ed opere varie a sbarram ento dell'alta Valle del Reno da M. Solaroloneto a Poggio Scalocc hio e S. Pe llegrino del Cassero; vasto complesso di opere a sbarramento della rotabile di Montepiano, da Vern io e Gavazzano verso N a cavallo della strada (attraverso Poggio di Petto, Poggio M ezza no, Montepiano, M. Coroncino fino a Castig lio ne dei Pepoli); lavori anche a carattere permanente sul Passo della Futa e su quello del Giogo; predispos izio ni di interruz ion i (campi minati e fossati anti carro) ne lla zona di Casaglia, per lo sbarrarnrnto della direttrice Fi re nze-Paenza, cd opere vaiie nell a zona del Passo del Muraglione, estendentesi ad W fin o a S. Godenzo: lavori di varia natura nel le zone di M. Falterona e del Passo dei Mandrio li ; lavori campali e semipcrrnanenti nell a zona di M. Fumaiolo (defi nito dai Tedeschi " la chiave de ll a Linea Gotica") che s i estendevano sino a Verghereto per sbarrare la rotabile Pieve S. Stefano- Bagni di Romag na; litorale tirreni co: le fortificazioni , estese per una profondi tà di circa 11 km, comprendevano numerose opere in cemento, fortini e postazioni blindate per artigli eria nella zona di Via reggio: fortini in cemento armato e predisposiz ioni varie per intnruzioni stradali nella zona di l iorte dei Marmi ; fortini camuffat i da abitazione, integrati da ostacol i ed inte rru zioni delle strade che portano all 'i nl.crno, nella zona d i Marina d i Massa; diverse postazioni per ai1i glieria e per anni automatiche, interruzioni ed ostacoli stradali nella zona di Marina di Carrara, a s bainuncnto degli accessi a I ,a S pezia ed a lla Valle del Magra29 ; litorale adriatico: lavori campa li ed opere a carattere sem ipermanente e per-
29 "Già dal 19)8 la Oirezionc Lavori Genio di Firenze aveva inizialo la costruzione di opere difens ive sulla fasc ia litoranea, a protezione del la costa e delle strade di grande comunicazione, nel tratto compreso tra Livorno e Bocca di Magra (a N di Marina di Carrara). Le fortificazioni cons istevano i11 opere in calcestruzzo, piazzole per mitragl iatrici e ca nnoni , trincee, ricoveri, riservette, ostacoli ed inlerruzioni stradali, strisce di ret icolati (e cavalli di "fri sia"). Ai lati della via Aurelia vennero erette diverse postazioni per anni automaliche e per cannoni e predisposti sbarramenti in più punti. Nell 'e ntroterra, furono preparate posizioni nella zona ad E del lago di Massaciuccol i tra S. Giul iano e Massarosa. Dopo l' ini/.io 1lt:I conflillo venne, inoltre, interrotta l'autostrada FircnzcMarc, nel tratto tra Lucca e Mi gliarino, con fossi anticarro (ampi 5/Ci m) e tile di "denti di drago". Non vennero eseguiti, per mancan za di tempo, i progettati sbarrament.i sul Piume Magra, ma le colline sovrastanti il corso d' acqua furono munite di casematte e piazzole in calcestruzzo (con reticolati) per cannoni ed armi automatiche". C. (ìabrielli Rosi "I ,e Porlificazioni della "Gotica'' tra Lucca e Pistoia", Fd. Artie iana 1986, pag. 5/6.
L'organizzazione difensiva tedesca sulla linea "i otica "
367
ma ne nte nella zona di Cattolica (este ndentesi s ino a Gabice); analoghi lavori nella zona di Riccione rin forzati da difese antisharco; opere varie ne lla zona di Rimini sia sul litorale sia ad E de lla c ittà, estese verso NW e SW a sbarramento delle rotabili per S. Marino, Bologna e Ravenna 30. Sulla çosta la fascia di sicurezza presupponeva l'ahhatlimcnlo dei fohhricali che impedi vano il campo di tiro delle artiglierie (costie re) e lo sgo mbe ro forzato di coloro che ri siedevano entro I O km dalla spiaggia3 1• Al 28 agosto 1944, secondo un rapporto pervenuto a Kesselring il 3 settembre32, e rano stati posti in opera 2375 nidi di mitrag liatrice, 479 post.azioni per cannoni anticarro e mortai, 3064 trincee coperte di vario tipo; 27 caverne in rocc ia per Posti Comando, 16.606 postazioni pe r tiratore isolato (rinforzate da tronc hi); ri sultavano poste 72.5 17 mine "T" (Teller - anticami) e 23. 172 mine "S" (Schrapnellmine - antiuomo)33 e schierati 11 7.370 rn di reticolati ; scavati 8 .944 mdi fossati anticarro14 . Risultavano sistemate 4 torrette di " T'anther" (88 mm), altre 18 era no in costruzion e e 7 in progett azione. Erano pronti 18 lorrcllc (dell e 46 previste) di ca1Ti più piccoli (per cannoni da 10-20 mm). Dei 22 ricoveri in acciaio previsti, nessuno invece era ancora finito. L' inte ra Linea presentava, ino ltre, una zona profonda 15 km di ostacoli passivi e demolizioni (di rotahili, edifici, installazioni). Le popolaz ioni che vivevano a cavaliere dell a T,inea furono costrette ad evacuare la zona pe r una fascia di c irca 20 km.
30 Dal Fiume Marecc hia al Sen io gl i argin i dei corsi d ' acqua, sfruttati abilme nte dai Tedeschi quali linee success ive di difesa, furono organizzati a difesa con trinceramenti e postazio ni per mitragliatrici e mortai, protetti da retico lati e campi minati. 1 1 L'allestimento di questa fascia avrebbe comportato a Rimini la distruzione di 850 alberghi , palazzclli e ville. Le pressio11i delle autorit à loc al i presso il Comando tedesco cornpelenle ridusse l'enJilà delle distrn~.ioni ad alcune dec ine d i ville ed alberghi . /\. Monte niaggi ' 'Rimini - S. Marino '44" , Ed. A.M. 1983, pag. 29. '.l2 KT/1 Amwe 0/Jerkommmrdo (AOK) IO, voi. 8. Allegato voi. 28f. Cìriinc Lin ic, freilmrg i. Mililardri v ( Bundesarchiv), citato da /\. Montemaggi. ·'Offensiva della Linea Gotica" . op. c it. pag. 76; D. Ori ill, "La Linea Gotica" , op. ci t. pag. 53 ; C. WL. Niclrofson , ''The Ca11adians in /Ja/y" , op. c it. pag. 497. 1 3 War Officer Pamphlet. Cerman Mines and Tmps /943 : " La rnina " S" era una rni11a antiuomo frequentemente interrata con le mine "T" . Quando allivata per pressione n per strappo scoppiava in ari a (a ll ' allezza di 1-1,5 111), proi ettando la s ua carica di c irca 350 palleuoni o frammenti metallici in ogni direzione, infliggendo perdite in un raggio d i 180 m". Un altro tipo di mina contro personale, veicoli leggeri e slitte, usata spesso dai Tedesch i per la facil ità della posa, era la "Schii-minc 42; essa consisteva in un piccolo contenitore di legno che esplodeva ad una pressione di so li 4 kg" . G. WL. Nicholson, '"/11c Ccmadians in lta/y'', op. c it. pag. 497. 14 Nei lavori vi fu la tendenza a considerare sorpassalo sia il fussalo ant icarro sia il reticolato scoperto , poiché costituenti elementi di rilerimento per l'a~ione aerea nemica dirella a neutralizzare i campi mi nat i schierat i d inanzi alle posi?.ioni difensive. Il fossato anticarro, ino lire, non costil11iva un vero ostacolo per un avversari o fornito di moderno materi ale da ponte e, per contro, poteva d ivenire una gradi ta base di partenza per le fanterie attaccanti . M. Puddu "Tra due invasioni" op. cit. pag . 2 57.
368
( ìiorgio Rallisti
8. CONCEZIONE OPERATIVA La concezione operativa Lcdcsca era basata sulle esperienze difensi ve maturale nel corso dei due precedenti anni di conflitto (Allegato D) e contraddistinta dall'ahilc valorizzazione delle caratteristiche inlrinst:chc del terreno, dalla c hi ara visione degli obiettivi essenziali da salvaguardare e dalla corretta valutazione delle possibilità avversarie. Essa tese ad economi zzare le forze, senza seguire i principi tauici in vigore alla vigilia del conflitto 35 che avre bbero ri chiesto una di sponibilità largamente superiore a quella del momento, secondo il criterio di "pe rdere terreno ma di non perdere soldati". L' impossibilità di presidiare l'intera Linea con una de nsità sufficiente di rorzc36, portò i Tedeschi ad abbandonare il criterio della continuità del fro nte difensivo cd a sostituire la rig idità degli schieramenti con l'elasticità della condotta e con la flessibilità e la fluidità del dispositi vo, scaglionando le unità su posizioni arretrate per faci litare l'esecuzione dei contrattacchi o de i contrassalti 37 . Le Grandi Unità dovettero occupare settori sempre più estesi e la linea principale di combattimento (HauptKampfLinie - HKL) ru presidiata da reparti sempre più esigui, anche a rischio de l suo indcbolimento38 , per poter formare una ri serva con la quale occupare la zona in profondità39_
9. DENSITÀ DEI ,I ,R FORZE All'atto dell ' investimento della Linea, ri sultavano schierate 13 Divisioni tedcschc40, mentre altre 6 Divisioni ed i supporti Lattici dirL:tlamente dipe ndenti dal Comando di Gruppo d' Armata, <li Armata e di Corpo d'Armala erano
35 Senger von Etterlin "Combattere senza paura e senza speranza", op. cii. pag. 460. 36 Senger unti Etterlin "Combattere Senza Paura e Senza Speranza" op. cii. pag. 383 " I Comandi non di sponevano mai <li on numero suffic iente di fanti per presidiare la linea di res istenza". :n La differenza tra contrnssallo e contrattacco nella dottrina tedesca era dovuta essenzialmente al fatto che il secondo veniva prepianificato, mentre il primo era pressoché immediato e sfruttava il momento favorevole. 38 Senger und Etterlin "Combattere Senza Paura e Senza Speranza", op. cit. pag. 405/406 "ln questi combattimenti, dov uti ad ampi sfondarnenl1, il limite anteriore no n veni va mai riconquistalo. In compenso si formavano spesso delle linee <li resistenza in profondità, dove nessuno se lo sarebbe aspettato". 39 Senger und F:tterlin "Combattere Senza e Senza Speranza", op. cit. pag. 383 " La carenza di forze rendeva sempre più difficile la creazione de lle riserve"; pag. 395 "All'inizio dei combattimenti , ne lla migliore delle ipotesi, soltanto il 25% dell a forza combattente complessiva, era schierato sotto forma di fanteria nella linea avanzata. 40 KTB OkW, voi. JV pag. 550 .;.. 562; " Vertici e Storia Militare della 103 e 14 3 A.", Bundesarchiv Militarchiv di Frihurgo (Apd. I AII. T).
L'orgwzizz.a zione difensiva tedesca sulla linea "golù:a"
369
mantenuti in ri serva. La dislocazione delle forze variava a seconda delle caratteristiche del terreno e del presumibile punto di applicazione dello sforzo principale alleato.
Situazione iniziale (31/08/1944)
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La forza media delle Divis ioni tedesche, a seguito della ri stru tturazione dell'ottobre 1943 (terminala nell 'estate 1944), era pari a 12.700 uomini, di cui 7.600 combattenti (60%) e 5. 100 addetti ai servizi. Il numero dei battaglioni di fa nte ria era si.alo portato da 9 di 500 combattenti a 6 d i 250 combatte nti per ogni Divisio ne (2 btg. per ogni rgt. di f.). Le compagnie di fanteria erano state ridotte da I09 uomini a 56 combatte nti4 1, senza diminuire però l' annamento di re parto, c he poteva essere impiegato con soli 35 uomini. In totale, sull a I .inea "Gotica" erano schierati ini zialme nte 78 battaglio ni di fa nteri a, con una medi a di 300 uomin i per ogni km di fro nte.
4 1 Senger und Etterlin "Combattere Senza Paura e Senza Speranza" op. eit., pag. 395/6 "Dopo il 1943 venne l' ordine di ridurre l'organico uell a cp. f. a 90 uomini , ma no i scendem mo a 70. Qualche Comandante d i Divisione mo lto esperto lo riuu ssc addirittura a 40 uomjni" .
(ìiorgio Ra11is1i
370
L'ampie7.7.a del settore divisionale era mediamente di circa 25 km (I blg. ogni 4 km)42.
Situazione al 19109144 (battaglia di Rimini)
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10 D. per 270 km - 1 D. ogni 25 l\ 30 km (1 b'J.4 t\ 5 km)
10D.per50 km - 1D.ogni5 km(1~.1.51<m)
In seguito, manifestatosi lo sforzo principale alleato nel settore adriatico. il Maresciallo Kesselring , applicando il principio del "Schwerepunkt" (centro di gravità) 43 rinforzò tale tratto di fro nte con lutte le ri serve disponibili c con 3 Di visioni riti rale da altri settori della Linea44 . In tal modo, le Divisio ni tedesche arrivarono a presidiare nei settori secondari (pari a 270 km) sino a 25 -è- 30 km di fronte ( I btg. ogni 4,5 km)4 5_
42 KTB OKW pag. 558 "Le D . s i all argarono in alcuni tratti fin o a 20-25 km". 43 Lo "Schwerepu11kt" era il " cent ro di g ravitù" delle forze d i una G .U. o dell ' in sieme d el fro nte d ifensivo, oppure la zona di applicazione d ello sforzo offensivo principale. A. Kessaling "So/dal juiqu 'au Demier Jour" . op. cii. pag. 24 1. 4 4 Sn1ger ull(/ f:11erlin "Co111ba11ere Senza Paura e Senza Speranza", op. cii. pag. 385 "La migliore d isposizio ne de lle forze nel centro d i gravilii - Schwerepunkr - altravcrso la revisione g iornaliera dei rapporti di d ipende n,.a e dei limiti divisionali , consentiva di comrensare meglio la mancanza d i riserve". 5 Nel sellorc secondario montano , il 376° rgt. f. della 305a O. arrivò a pres idiare 20 km di front e (rispello ai 5/8 dottrinali). A. Séxur - Cahanac " Cìefechtsheispiele aus d em Zweiren. Welrkrieg", pag. 2 16 (traduzione).
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L'organiu.azione difmsivo tedesca sulla linea "14otica "
37 1
Nel settore difensivo aùrialico, ampio c irca 50 km, furono schierate ben IO (UJ., pari ad 1 D. ogni 5 km (60 btg. r. - I btg. ogni 1,5 km), tutte a ll e dipe ndenze del 76° Corpo d ' Armata (l e IO D. schie rate ne l rimanente lralto dell a Linea e rano alle dipendenze di 3 divers i C.A.). I ,a profondità del dispos itivo di una Di vis ione schierata a difesa de lla Linea era assic urala a li vello div isionale d ai battagli oni esplorante e c/c, mcnlre a livello reggi me ntale da una compagnia d 'assalto (Stur111Kompanie) 46. Mancava, in faui, il 3° battaglio ne di ogni reggimento, el im inalo a segu ito della ristrutn, razione delle Divisioni di fanteria terminata ne ll ' estate de l 1944. Nell ' ultima battaglia di Cass ino ( 11 maggio 1944), s u un fronte complessivo di 200 km ( 140 de lla Linea "u usla v" e 60 km de lla tesla di ponte alleata di Anzio-Nelluno), erano schierate 12 D . tedesche (9 btg. f. per D.) ed a ltre 6 erano in riserva 47 . La fronte m edia di ogni D. era di 12 km nel settore di Schwerepunkl (45 htg. f. - I btg . og ni 1,3 km) e di 26 km nei scllori secondari (27 btg. f. - I btg. ogni 3 km), per un totale di 108 battag lio ni di fa nte ria a pres idio dcll'inlera linea.
10. PROCEDIMENTI DIFENSIVI La di fesa della L inea "Gotica", alluata secondo i procediment i dell a difesa mobil e, prevedeva il ricorso al l'osservazione. svolta da clementi leggeri ed estre mame nte dinamici, al frenaggio con l'installaz io ne cli avamposti , cd a ll 'arresto de ll' attacco med iante pos izio ni di resis te nza. org:rn izzate in capisaldi e pos izioni di s barrame nto (Rie,;elstellung), scaglionale in profondità cd in grado di ridurre g radualmenle lo slanc io de ll 'azione alleata. Tali posizion i, presidiate a li vell o plotone/compagnia e con un Urticialc Osservatore di artigl ieri a e di anni pesanti dell a fanteria, era no pote nziate da campi minali e valorizzavano l' efficacia delle mitrag liat1ici e ùe i cannoni anticatTo. Esse erano disposte: s ui cambiamenti cli pendenza o su entrambi i versanti di una cresta; nei pressi delle v ie di co muni cazione e s ulle a ltu re eh<.: le dominavano; dietro un ostacolo naLUralc od artificiale di rilievo (argi ni, canali, fiumi);
4 6 La composizione delle SKp variava a seconda del tipo di unità e di armamento di sponibi le. Esse era no coslill1i1e, a l'allor comune. da 3 pi. f. ed I pi. armi pesanti (mtc. e mo. me.) e, in alternativa, da I pi. granai ieri corazzati. I pi. carri, I pi. arti glieria d 'assalto cd I pi. esplorante corazzato. In totale, l,1 fori.a med ia di tali compagnie era di circa 150 ..;. 200 uomi ni. 47 In part icolare: 4 D. sul fronte di Anzio-Nettuno; 5 O. (60 km) nel scllore dello sforzo principale (Cassino); 3 D. (80 km) nel settore secondario. R. /30hmler "Monte Cassino'· Ed. Accademia 1979, pag. 5 18/5 19; "Storia Controversa della 2" Guerra Mond ia le'' Istituto Geografico dc Agostini , voi. V pag. 353/4.
372
CiorRiO Battisti
in una zona c he consentiva la copertura o la possihiliLà di soltrarsi all'osservazione aerea avversaria. Nel centro del di spositivo si collocava il Poslo Comando di compagn ia, mentre tra le varie dil"csc venivano inseriti centri di resiste nza occupali da squadre di fucilieri rinforzate con armi aulornatiche ed anticarro. Ncll'amhil.o della compagnia le distanze che separavano le postazioni non s uperavano di norma la g ittala delle armi di reparto al fine di: garanlirc con i rispettivi campi di tiro il reciproco sostegno di fuoco; re ndere difficoltoso al nemico arri vare a portata di lanc io delle bombe a mano; hattcrc contemporaneamente lo stesso obiettivo da 2/3 punti di vers i. A tergo, in zone opportu namente protcltc, a tte ndevano le forze di contratLacco48. La scelta del tipo di difesa e ra rcsponsabilitì1 dei Comandanti a tutti i li velli49, mentre la densità de llo schieramento variava in re lazione al "centro di g ravi tà" del dispositivo divisionale (Schwerepunkl) ed al tipo di reparto prcscnl e (fanteria, panzer g ranatie ri , ecc.). L'ordine delle unità disposte in profondità era subord inala alle caralleri stiche del terreno ed alla capacità dei Comandanti di prevede re o meno la zona di attaccoSO_ Ciò anche in relaz ione ai metodi d' attacco seguili dagli Alleati ed a lle informazioni sul loro dispicgamcnlo, ricevute dalle pattuglie esploranti. dagli c lementi di sicurezza, dagli avampos ti e dai posti di osservazione5 1•
48 D. Orgi/f "La Linea Gotica", op. c it. pag. 99. 4 9 Senger und Etterlin "Combattere Senza Paura e Senza S pera rmi", op. cii. pag. 492. 50 ¼111 Senger Ull{f Erterlin "Combattere senza paura e senza spera rmi", op. cii. pag. 379 " I compiti operativi costringevano i Comandanti a decisioni più o meno mrtonorne. Nelle eserc itazioni gli Unìcial i imparavano ad agire di loro iniziativa e ad a mhire le responsabi lità ... Questo metodo (Aujiragstaktik) si limitava a dare soltanto le d irellive più indispen sabili per l'esecuzione di un determinato incarico, per cui il Comandante incaricato poteva. e ntro certi limiti , scegliere liherarnente i mezzi e le lallichc che più gli convenivano".
L'Auftmf?staktik (Tattica del Compito o della Missione) si d illen:nzia in m odo fondamentale d a lla llefehfstakrikt (Tattica dell ' Ordine) per concezione ed esecuzione della manovra, in qua nto con la prima s i o rdina una missione e s i lascia al Comandante interessato libertà di esecuzione del compilo affidatogli, per cui egli s i sente responsabile delle azioni che gli dettano la sua intelligenza, la sua intraprendenza e le sue capacità. Con la seconda, invece, 1·esecutore deve adempiere ad un ordine impartitogli e nel modo ordinatogli da a ltri. senza c he egli possa ricorrere a l suo senso d ' in iziativa cd a lla s ua destrezza sia nell 'adeguarsi s ia ne llo sfruttare le s ituazioni (studio del Col. C. Muhm . riportato in "La Linea Gotica" Ed. Civilas. pag. 11 3 7 115) e Rivisla " Defense Na1ionale" - novembre 2000 (pag. 150). 5 1 I ,e palluglie esploranti , di regola comandate da I Ufficia le (o Sottultìc ia le a nziano). erano composte da IO soldati: 11 m 1 sqrrndrn MG 4 ?, (3 uomini), 5 fu cilieri (con 2/3
L'or,:anizzazione difensiva tedesca sulla linea "gotica "
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Se dallo s tudio de l te rreno emergevano limitale direzio ni di possibile azio ne nemica, le forLe in ri serva venivano schierate in pos izio ni d i sbarrame nto prc pianificate (Riegelstellung) od in capisaldi nel settore monta no ; in caso contrario, i rincalzi erano dis locati a te rgo in un' arca più o m e no baricentrica, idonea per interve n ire rapidamente in più punti. Le Uiegelstellung, posizioni pre parate, occupate o predi sposte, situale s ia immediata mente dietro la linea avanzata sia ad una certa dista nza, consentivano a lle truppe di ancorars i al le1Te no in caso di sfondam e nto , di non inte ressare ne l ripiegame nto i contigui sellori di fronte non investiti dall 'attacco e di allacciarsi a lla precede nte linea di resiste nza.
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Esse pote va no anche essere cos tituite sempliceme nte da un a llineame nto s ul quale un reparto avre bbe dovuto a ttestarsi pe r bloccare una penetrazione non prevista, o ppure una base di partenza da ll a quale condurre i contrassalti/contrauacch i.
Pa11zer{t111.1·1) e 2 uomini con fucil e lanciagranate. Esse disponevano di una grande quantità di bombe a mano. di una carta topografica 1:50.000, di u11 binomio 10/50, di una pistola pe r segnalazioni, di una bussola e di razioni viveri pe r 2/3 giorni . Le pattuglie, equipaggiate per operare a distanze superiori che in terre ni normali ed anche per la guerra in montagna, agivano in prof'onditit nel di spositivo alleato (o ltre I O km ) ed erano idonee a sostenere il combattime nto. In caso di contalto con l'avversario ripiegavano con la protezione del l' a11igli eri a. La missione delle palluglie consisteva, di nom1a, nella ricerca di informazioni sul disposi tivo d' attacco ne mico. Tultavia, per carenza di apparati radio (frequente il ricorso a quelle di preda bellica), tali informazioni pervenivano ai Comandi interessati (tramite staffetta) anche con un certo ri tardo. A. Sé,:ur - Caba,wc " Cl:fcchtsbl'ispiele au.~ df'111 7.weiten Wellkrieg", op. c it. , pag. 219/220.
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(;io rg io Rallisli RIEGEL STELLUNG
I capi saldi, sin1 ati princ ipalmente nella parte montana ddla Linea "(ìotica". erano di sposti in profondità sino a tre ordini successivi52 ed e rano collegati per mezzo di camminamenti spesso sollerranei con i ricoveri per le riserve, costrui i i sui versanti o pposti a que ll i de lle linee di comballimcnlo. No n mancavano, inoltre, le pos izion i in contropende nza che forni rono maggiore protezione ri s petto a quelle s ull'ava11pe11diu, i11 4ua11Lu ve11i va110 scope rte dall 'avversario solo quando 4uesti arrivava a po rtata di ti ro dell e armi d i re parto. Le posiz io ni avan zate, ino ltre, invece d i essere costitui te da lince continue, erano arti colate in gruppi di avamposti protett i da fitti ca mpi d i tiro. In alcuni settori mont ani seco ndari, infine, la carcn1;a d i forze co strin se i Tedeschi a te ne re sguarniti interi tratti di fronte lungo i qua li veni vano condo lle az io ni aggressive da parte di unità di 30 uo mini c irca che, muovendos i in continu azio ne ne lla zona no n pres idiata mantenevano co stante mente sollo press io ne l' avversario per ingannarlo s ulla reale consistenza de lle difese (tecnica de lla difesa/ojjesa).
11. CONDOTTA DEI COMBATTIMENTI La co ndotta dell a di lesa, improntata a tu tti i li velli a l massimo dina mis mo ed aggress iv ità (d!fesa alli va), con fretJue nti colpi di ma no e proiezioni in profondi1à ne ll e retrovie alleille, prevedeva in caso di ampi sfondame nti l'esecuzio ne di immediati contrassalti con ri serve locali pe r fermare l'attacco davanti o dentro la prima linea di difese e, c omunque. prima degli schieramenti dcll 'arti glie ria53_ Ad ogni livello organico pe r poter reagire con immediatezza, vennero tenute alla mano limitate rise rve (da 1/3 ad 1/6 delle forze dis ponibili ) di slocate
'.'\Z J\ . S égur - Cahw u u: " Gl'fn ·/11.\·bl'ispiele a us dem Zweiten Weltkrief?''. op. cit. pag.
222. 5:l H. C:re iner " Kampf w n Rom
/11fl'm v a111 l'v", op. cit. pag. ')7 .
L 'ori anizzaz.ione d((ensiva tedesca s ulla linea "golica "
375
quasi a ridosso de ll a prima linea, ma in modo c he non venissero coinvolte nei preceden ti comballimcnti54_ L'avversario penetrato nella prima delle linee difensive, prima che fosse in grado di consolidarsi veniva automaticamente contrastato da l fuoco concentrato di tutte le armi de i capisaldi conti gui rinforzati , ove possibile, da armi/ mezzi a nticarro. Quando le unità erano costrette a riti rarsi e gli Anglo-Americani proseguivano nel l'az ione, i contrassalti e g li inLcrvcnli di fuoco controcarro e de ll ' artiglie ria55 erano immediati, combinando i piani di fuoco con l'ostacolo, valoril'.zalo dalle de molizioni e dai miname nti . Se questi contrassalli/contrattacchi non avessero avuto successo, il Comando Supe riore rinunc iava alla riconquista de lle precedenti posizioni per risparmiare le forze56; in Lai caso veni va costituita una linea di resistenza più arre trata là dove si erano atlestati i re parti (tallica delle linee). Tn caso di pressione troppo forte, la fanteria tedesca 1ipiegava in buon ordine su di una nuova posizione situata su terre no favorevole, predispone ndo ed organizzando la manovra in modo tale che incanalasse le l"orzc all eate avanzanti./\ tal fi ne, erano utilizzati anc he vari "stratagemmi·'. quali la preparazione di poslaJ'.ioni reali e false c d attivate a ll'ultimo momento, la costru zio ne di qu e lle di rincalzo occupate completamente o parz ialme nte. Nei comhauimcnli nel settore montano, prevale ntemente condotti per il possesso de lle rotabi li, il "gros,w " de ll' unità sbarrava l'asse princ ipale di avanzata mentre, sui fi anchi de lla valle, la sicurezza era garantita da squadre equipaggiate con m itrag li at1i ce. L'avversario e ra così costretto ad imbastire un laborioso allacco l"rontalc, da costa a costa della va lle, oppure ad organizzare una manovra a largo raggio, che lo costringeva a scalare i rili evi per poter pre nde re i Tedeschi sui fianchi od alle spalle. Tali azioni, che potevano durare tutto il giorno , e ripetersi per più g iorni , pe rmettevano ai Tedeschi di abbandonare le posizioni al calare della notte e di riprendere la stessa tattica il g iorno segue nte qualc he km più in dietro (i I ripie gamento quotidi ano non superava in medi a 1,5 km)57 . In quest i combattimenti. dove la pendenza de l terreno pennellcva un lancio e lticace a lle lunghe di stanze, venne fatto largo ricorso alle bmnbe a ma no, anche
54 H. Grei11er " Kampf um Rom - Inferno am l 'o''. o p. c it. pag. 103, 104/105/ 109. 55 H. Greiner " Kam1~f 11111 Rom - Inferno arn l'o'· , op. cit. pag. I 13 " Il vero successo
dell a dil"csa fu ottenu to con l'artig lieria;.... essa cambiava spesso d i posizione per fig urare più numerosa della reahìt". 56 G. Schreiber " I ,a I .inca Gotica nella Strategia Tedesca", op. cit. pag. 5 1. 57 I soldati della Wehrmachl "batlczzarunu" questi co mbattimenti " la guerra del centimetro" (Ze111iml'lukrùig). J. I ,emelsen "2<11 T>ivision" , up. cii. pag.407/4 14 -'- 416. La 362n l)_ f. , ne l periodo 19 settemhre- 18 novembre 1944, alli vò ben 14 lince difensive in una distanza di circa :m km, sulla rotahile Finren:1.Uola - Zu la. Il. Greiner " Kwnpf' um Rom - l11fe rno r11n Po", op. cit. pag. 97/1 21.
376
Gior,:io Battisti
per ev itare di rivelare prematuramente le posizioni della fanteria e delle armi di reparto. Lo sganc iamento degli clementi da una posiz ione accerchiata, avveni va generalmente di notte, di sorpresa e dopo un ' azione diversiva, cercando di sfru ttare le zone di terreno più favo revoli o meno sorvegliate dal nemico. O gni fase di ripiegamento programmato era conc lusa dai guastatori tedeschi con una serie di sistematiche di struzioni, attuate s u larga scala, che ohhedivano a due ordini di motivazioni. La prima, tendeva ad ostacolare a l massi mo l'avanzata alleata, interdicendo in tutti i modi la già scarsa viabilità con la metodica interruz io ne d i ponti e di ogni manufatto stradale e di opera d 'arte sig nifi cativa, di rotabili in corri spondenza degli incroci , dei tratti a mezza costa ed in rilevato, nonc hé deg li impianti fi ssi ferrov iari e del materiale rotabile. Dove le strade, inoltre, attraversavano i centri abitati , dive ne ndo ulteriorme nte strette, i genieri procedettero alla de molizione de lle case situate ai lati de ll a carreggiata, onde bloccare con le macerie, alme no temporaneamente la percorrihilità58_ Tali ostacoli passivi, per impedire diversioni fuori strada, erano attivati con la posa di mine, da que lle anti uomo a quelle anticarro, e trappole esplosive disse minate ne lle maniere più originali . Squadre di retroguardia, infine , di pochi uomini ciascuna con armamento leggero, appostate tra le rovine e d agli incroci stradali , completavano lo scenario che gli avanzanti pionieri dovevano neutraliZ1.are a tuui i costi per garanti re alle truppe ed ai veicoli un minimo di sicurezza. La va lidità della procedura era notevolme nte accresciuta dalle condizio ni atmosferiche c he limitavano le deviazioni per i campi persi no ai carri armati. L'eliminazione dei tiratori scelti, l'individuazione de lle trappole esplosive, la bonifica delle aree minate, la rimozione delle macerie e la ricostruzione sia pure approssimata dei ponti , rendevano esasperatamente g uardinga e, quindi , lentissima l' avanzata anglo-ameri cana. Una seconda ragione, fu quella di non lasciare a ll 'avversario alcun edific io suscettibile di utili zzo quale ricovero per le truppe, per privarle di un minimo di conforto anche in prev isione dell' approssimarsi della stagione invernale. Ciò determinò la di struzione di infrastrutture apparentemente prive di funzione mili -
58 F. Fclcini "Esperienze sull ' impiego delle unità Genio pionieri nella campagna <l' Italia", Istituto Storico dcli ' Arma del Genio, Bollettino n.4/ 1956, pag. 3(i5 -366 " ...circa le interruzioni stradali, i Tedeschi misero in atto la loro lunga esperienza che risali va al 1<)18. Il genio germanico alluò su larga scala l'interruzione di ponti , la sistematica distruzione degli impianti fissi ferroviari (per k.rn e km di linea), la metodica interruzione di tratti di rotabili in corri spondenza degli incroci, dei lrnUj a mezza costa e<l in rilevato e degli attraversamenti di abitati (distruggendo i fabbricati laterali in mcxlo che le macerie cadessero sulla strada). Tutte tali interruzioni furono sempre poi integrate e<l a11iv:11c con mine e trappole".
L 'orRaniu.azione difensiva tedesca sulla linea "i;otirn "
377
tare ed il sabotaggio, oltre c he delle costruzio ni di una certa dimensione, di centrali elettriche e di linee energetiche, d i acquedotti, di di ghe, di depositi e d i capannonj industriali.
12. TEMPI DI APPRONTAMENTO I lavori sull a Linea iniziarono nell'.iutunno 1943 a seguito degli ordini di Hitler de l l 2 settembre 1943 per " la condotta dei comhallimcnti in Italia", qu.in-
do diede le prime disposizioni pe r la "costruzione della linea di difesa ottimale negli Appennini" 59 . Il 19 sctternhre 1943 I' OKW ri cevette il piano elaborato dal Gruppo d ' Armate B del Maresciallo Rommel relativo al traccialo cd alle esigenze di truppe per tale posizione. li successivo 4 ottobre, venne emanata la direttiva di Hitler per " la condotta delle operazioni del Comandante Supe riore Sud e del G ruppo d ' Armate li" nel quale, tra l'altro, il Gruppo d ' Annate B avrchhc dovuto preparare la fortificazione della linea sul!' Appe nnino e la protezione dei fianchi esposti al rnarc60 . La costruzione della I .inea fu diretta da un Ufficiale del Geni o della Wehrmacht, il Gen. Bessel, con il concorso dell 'Organizzazione Todt!OT (J\l ler;alo fil. I lavori furono eseguiti da circa 15.000 manovali italiani (i n buo na p;:u-te ,muolati di forL,a) , con il concorso di una Brigata tecnic.i slovena di 2.000 uomini e di 2500 militari tedeschi del Genio. Le attività prosegui rono lentamente sino alla primavera del 1944 per la priorità rivolta sia al ralTòrzame nto del le posizioni a sud di Roma sia alla difesa della lunga linea costiera, nel timore di possihili operazioni anfibi e alle spalle della linea di resiste nza, soprattutto dopo lo sbarco ad Anzio del 22 gennaio 194461 .
Ancora in primavera avanzata, secondo un rapporto62 del Comandante del Genio di Kesselrin~ ( 15 aprile 1944), la difesa contro gli sbarchi riceveva la massima priori tà, specie sulla costa occidentale.
59 KTB OKW, voi. III, pag. I096 e seg .. 60 KTB OKW, op. cit. pag. 1141 e scg.; allegato 28 pag. 1461/63. 6I n. Orgill " La Linea Gotica", op. cii. pag. 52 " li completamento della Linea Gotica era stato ritardato agli ini7.i dell ' anno dal dirollamenlo di mano d'opera e di materi ali verso le Linee " (ìu.\"lav" e " Hitler' più a sud .." . A. Ke.uelring "So/dar .lusqu'wi Demier Jour' op. c il. pag. 247 (traduzione): " ... la grande incognita era la m inaccia latente sui fianchi ... c i si poteva aUendere in ogni momento degli sbarchi tattici oltre il nostro fronte" . 62 R . Benn ett " I .' Ultra c I ,a I ,inca Gotica" op. c it. pag. 130/13 1.
378
Giorgio Battisti
63
SITUAZIONE LAVORI DIFENSIVI IN ITAUA (APRILE 1944)
--- ------------ - -----,--··-·-·------------ - - --- J TIPOLOGIA
PERSONALE IMPEGNATO
LITORALE TIRRENICO (300 km)
(front. francese - Rossignano)
LINEA " GOTICA" (320 km) (Cinquale - Pesaro)
3!l.OOOcivili
18 000 uomin i (sold~li. dviii, OT)
LITORALE ADRIATICO (450 km)
(front. c·r oata - Pesaro)
20 .000 uomini (soldati. civ~i.
?.:Q® componce ,n,,,1,,_,0,.:lc_ - --4------ - - - - - - - - - - 1 -
OPERF FORTIFICAllONlc PERMANENTE E SEMIPERMANl:N rE
200
OPERE CAMPALI
8.000
3 000 { 125 in cemento ~rrnato)
Il
roSS/\TO ANTIC/\RRO
70 km
5 km
Il
rl LO SPINATO
200 km
!iO km
Il
MINE
85000
5.000 (circa)
Il
on"'
Il
- ------ -
Dal c ilalo rapporto, relativo a llo stato dei lavori nei tre setton in c ui veni va suddivisa la Linea OoLiea (costu tin-enica - Borgo a Mozzano; 13orgo a Mozzano - Montecalvo; Montecalvo - Pesaro). risullava c he:
.SITUAZIONE LAVORI DIFENSIVI SULLA LINEA "GOTICA" (APRILE 1944)63
....,,,.,,,,.,..,.,.-......,. TIPOLOGIA
PCRSON/\LE IMPEGNATO
sETIORE TIRRENICO (30 km)
SETTORE MONTANO (250 km)
(costa - Borgo a M ozzano)
(Borgo a Mozzano - Montecalvo)
SETIORE ADRIATICO (40 km) (Montccalvo - costa)
10 000 uo111i11i (~uldali, civili, OT)
3.000 uomini (~oldat1, civili. OT)
.000 unm1ni (soldati, civili. OT)
_.__.,_
..
· ···· ·-
Ul'lcRE: FORTIFtCAZIONl: PERMANENH' F SEMIPERMAN~N'I F
Il
OPERE CAMPALI
200
-
1 (Passo dcli.i Flitr1)
Il
2.500
300
4 km
..._. ------ ---- -----
--
FOSSATO /\NTIC/\RRO
Il
4km
FII O SPINATO
Il
1,t, km
Il
Il
··---MINE
- -...... -
44 km
4000 ·.•.
63 Rapporto del Comandante del Gen io del (ìen. Kesselring (in data 15 aprile 1944), da R. Rennl:'tt " L' ultra e la Li11ca Gotica··. ed. i\ ngeli I <)86, pag. 130/ 131. 64 Metà pe rsonale impegnato a nord di Ravenna.
l! organiz_::,a ::,ione d(fe11siva tedesca sulla linea "gmica"
379
erano impiega ti molti più uomini ne lle due zone costiere, rispetto al tratto mo ntano; esisteva una preval enza di fossati anticarro sul la costa adriatica, rispctlo al settore centrale ed a quello occide ntale, dove vi era completa assenza di tali ostacoli. me ntre le opere ca mpali erano distribuite più uniformemente ; le unic he mine già collocate si trovavano ne l settore orientale. Solo ne lrimminenza de lla caduta di Roma (2 g iugno 1944) l'OKW sentì l'esigenza di accelerare i lav01i sulla Linea cd emanò un apposito ordine, denom inato "Ordine Cìot.ieo". Il documento, a firma del Feld Ma resciallo Keitel, che iniz iava con le parole: " Il Fiihrer ha ordinato ... .'', c itava punto pt:r punto i compili c d i mezzi per il pote nz iamento della posiz ione appe nninica e per l'aumento de l pe rsonale e del materiale per il conseguime nto di questo scopo65. Gli a iuti sare bbero venuti dai Balcani , dalla Norveg ia e perfino dalla Ru ssia. In parti colare, il Conrnndo Supremo della Wehrmacht chiese di rendere sicura la Linea contro gli attacchi di carri armati, di minare tutto i I territorio antistante la posiz ione, di stahilire una fascia inte rdetta di I O km di profondit:ì e la di struzione completa de lle vie di comunicazione presenti in tale zona66_ Conte mporanea me nte, sempre dall'OKW di Berlino (dove nessuno era veramente infonnato sull o stato di preparazione della posizione) ve nne invialo il Gen. Warlinwnt, Capo de lla Sezione di Difesa Te rrestre dcll'Uftic io Ope razioni , per verificaJe personalmente I.i situazione delle difese e raccoglie re informaz ioni necessarie alle decisioni fulurt:. Dalla sua prima relazione, basata su di un colloquio c on Kesse!ring ed il suo SM, appariva che la Linea "Goti ca" era "scarsame nte pre parata" per quanto ri guardava le arti g lie rie; mancavano personale (in paiticolare espe1ti Ufficiali del genio) e mezzi di trasporto e materiali ; le mine previs te non bastavano pe r organizzare sharrame nti etticaci. Dopo aver ispezionato tutte le posizioni Warlùnont concluse, tuttavia, che "nel settore ovest della I ,inea i lavori di fortificaz ione risultavano progrediti più de l previsto, mentre nei restanti settori i lavori e rano scarsi ed in parte inesistenti"67_Il 14 giug no
65 C. Wl. Nicltolson "T/u, Cw uulians in ltaty'·. op. cit. pag. 494/5 : " .. .i seuo,i 111inat:ciati dai carri (la parte orientale de lla I ,i11t:,1 t:ra considerata mo lto vulnerabi le i11 tal se11so) d ovevano essere protetti da torrette di carri Panther su base di acciaio e cemento, così come era staio fatto nelle fortificazioni sulla 1.inea " Hitler" . 30 di queste dovevano raggiungere l'It alia enlro il 1° lugli o; in aggiunta 100 ricoveri i11 acciaio rnslruiti dall'O'/" erano già in v iaggio , 40 de i quali erano stati diroltati dalla prevista assegnazione per le di fese dei Pi renei; la co slruzione ddlc fortifi cazioni. comprese quell e sui rilievi considerati inaccessibili. dovevano includere quando possibile tunnel e caverne nella roccia con apposite ferito ie per il tiro (u11a compag nia di istruttori d i roccia venne lrasferila dalla Norvegia) per proteggere le arti glierie terres1ri e conlraerec d alle granate ..." 66 OKW /WFSt/Op. (H ) nr. 005612/44 g. Kdos ., 2 giug no 1944, indirizzato al Comandante S uperiore Sudovest, HA-MA RII 19 X/39. Riportato in '·Eserciti , popolazioni , resiste nza sulle Alpi Apuane" , pag. 56 noia 3 1, a c ura Comitato Nazionale 50" An niversari o della Resistenza e della Liberazione, Massa 1995. 67 G . Schrl'ihcr " La Linea Gotica ne lla strategia te desca·', o p. cil. , pag. 14.
380
Giorgio Ba11i.1·1i
1944 "L'ordine n. relativo alla intensificazione della costruzione della L inea Gotica", emanato dal Comando del Gcn. Witthoji (Corpo Witthnft - Costa Venez ia), soLLolincando la situazione de lle Divisio ni tedesche che da settimane combattevano contro un nemico più forte sollecitava il "completamento de ll a J,inea " Gotica" con la massima rapidità ed impiegando Lulli i mezzi di sponibili"68_ Successivi rapporti del mese di giug no ev idenz iarono che la Linea disponeva d i un gran numero di postaz ioni comple tate od in costruzione, non in grado però di resi stere a l fuoco di artig lie ria; mancavano, ino ltre , in particolare nel settore est, posizioni per l'artig lieria e per i cannoni della fanteria69_ Tale carente situazione veniva attribuita allo scarso impegno dei lavoratori italiani cd ali' azione sempre più diffusa delle formazioni parti g iane c he rendevano inutilizzabili le postazioni e gli impianti 70 . Mo lte colpe erano, invece, dovute all a precipitazione cd all'incompetenza dell'UT, c he pur lavorando con huona volontà ed energ ia era carente di esperienza tattica 7 1, ed a ll' insuffic ie nte disponibilità di materiali da costruzione (cemento e ferro). l lavori avevano piulloslo il carattere di un rafforzamento de l terreno; le casematte ed i ricoveri scavati con l' esplosivo ne lla rocci a c ricoperti di travi in legno, pur proteggendo dai bomhardamc nLi, no n resistevano ai colpi d iretti dell'a rti glieria. A parlirc72 dalla fine di gi ugn o 1944 la IOa e 14a Armata a ssunsero dircllarnente il compilo di organizzare la costruzione della Linea " Verde". C iò comportò alcune migliorie o sempl ificazioni organizzative, consentendo, anche, all e
68 G. Schreiber "La Linea Gotica nella Strategia Tedesca", op. cil. pag. 35. 69 1. reggimenti di fanteria Tedeschi disponevano di una compagnia cannoni d'accornpag11ame1110, armala da 6 pezzi da 75 mm, da 2 da 150 mm e da 3 cannoni c/c mobili da 75 mm. Yds. G.A. Shepperd "La campagna d' Italia 1943-45", op. cit. pag. 481. 70 D. Orgill "La Linea (ìotica" op. cii. pag. 53; G. Schreiber "La Linea Gotica nella stratcta tedesca'' op. cit. pag. 35. 7 W. Hau(Jt "Kriegschauplatz. fla lien /943-4S'' op. cii., pag. 155/6 "La posizione di resistenza correva sul davanti dei pendii , per cui l' artiglieria nemica poteva faci lmente balleria con tiri diretti; inoltre, i fossati anticarro e le trincee mal mimetizzate nei pressi dei bunker, ri velavano la presenza di questi all'aviazione alleata. Le posizioni isolate erano circondai.e da reticolati profondi oltre I m che tradivano la loro presenza agli osservatori avversari. Qualche opera per cannoni c/c dovette essere evacuata dopo il primo colpo, poiché non esisteva alcun sistema di areazione. Su 22 torrette per carri Panther, solo 4 funzionavano normalmenle. Gli avamposti , situati a 300-:- 400 m davanti ai passaggi obbligati, non erano sufticientemenle scaglionali sino alla posizione di resistenza". 72 A. Kesselrini "Soldat jusqu 'au Dernier .lour", op. cit. pag. 246 "[)islaccarnenli avanzati dei Corpi di truppe previsti per l'occupazione della posizione, lavorarono nella loro :r.ona dif"ensiva, migliorarono la traccia delle linee e completarono i lavori tecnici sulla base delle loro personali esperienze ...".
I, 'organizzazione difensiva tedesca sulla linea "iotica "
38 1
Divisioni di riconoscere e di familiarizzarsi con i propri scLLori73_ Non fu possibile, com unque, modificare le posizioni tatticamente infe lic i. specie 4ucllc ùi artigl ieria, e le possibililà di rifornimcnlo.
SITUAZIONE FORTIFICAZIONI SULLA LINEA GOTICA (AGOSTO 1944)
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Nonostante. quindi , il tempo g uadagnalo nelle battaglie ritardatrici al Lago Trasimeno ed Arezzo e sull ' Amo, la Linea " Verde" risullava ancora non com-
73 Le direttive de llo SM della 14a A. per il miglioramento delle posizioni nel proprio settore (ti rrenico) furono di: - accele rare la costru1.ione dei capisaldi d1e dovevano essere presidiati da unità a livello plotone/compagnia di fanteria, dando priorità a quelli posii nei punii chiave. Essi dovevano essere scaglionati in profondità ed alla distanza di almeno 300 m gli uni dagli allri, con i mortai cd i cannoni e/e già in posizione; - mascherare accuratamente ogni caposaldo. Essi dovranno disporre di un campo di vista cli 300 m, e comprcm.lcrc postazioni per tiratore isolato, trincee, ricoveri ed ostacoli anticarro;
382
Giorgio Ba11is1i
pletata quando gli Alleai.i atlaccarono nel versante adriatico alla fine di agosto 1944 (in alcuni settori montani i lavori erano ancora alla fasi iniziaJi74). Tuttavia, Kes,velring, che ispezionò personalmente verso la fine agosto la maggior pa1te delle difese, si dichiarò soddisfallo dei ri sultati ottenuti, soprattutto nel versante adriatico75 . D'altra parte, annota il Gcn. von Senger nelle sue memorie, " nessuna linea fortifica ta può considerarsi mai veramente pronta"7 (•_
13. LINEA "GOTICA": IL PUNTO DI VISTA TEDESCO Il sistema difensivo della Linea "Gotica" fu soggetto a diverse c1itiche da parte dei Comandi tedeschi per lo scarso "senso" lattico con il quale era stato approntato. Gli e1Tori di fondo, secondo l'OKW77 • furono dovuti a:
- munire di ostaco li e di fossi anticarro (ampi 4,5
111
e profondi 3
111)
il terreno favo-
revole ai carri;
- sparare preferibilmente da posi7.ioni disposte sui lianchi con le mitragliatrici ed i cannonj e/e; - prevedere una posizio ne alternativa per c iascuna an11a ; - piazzare I.e posizioni di tiro in contropendcrl/.a, in mo<lo che l'avversario le scopra solo quando sia giunto alla portata d i 1iro delle armi ; - mig liorare i camminamcnli di accesso a lle posizioni al fin e di fac ilitarne il rinfor7.o ; - mina re sen7.a reslrizioni in mo <lo di paralizzare i movimenti del nemico e colpire le sue fante rie (sbarramenti delle slrade, ponti. frane provocate del terreno, tunnel, fontane ed accantonamenti; - pensare ai mezzi più sadici per infl iggere il massimo di perdile all'avversario; - prevedere il lanciafiamme come parte integrante di og ni caposa ldo, per l'effcllo sul morale del nemico e per la sua efficacia. Eslrallo da: " Be.fehl.fiir den weiteren A11sba11 der (ìriin - S1dlu11g", emessa I' 11 g iugno 1944 dallo SM della 14a A. , citato da J. A11te11e11 " Preparatùm et demulemenl de la Ligrw Gmhique", Ed. E.M. Jl/81, Zurigo 198 1, pag. 10/11 (traduzione). 7 4 (ì. W/,. Nidwlson " Th 11 Canadians in /taly'' op. cii. pag. 496. 7 5 /\. Kesselring " Snidai Jusq u'au Demier Jour" op. cii. pag. 247 -:- 249 " I lavori erano maggiormente prog rediti ne lla 7.nna Ira l' Appennino toscano e l'Adriatico; perciò attendevo con una certa fid ucia l'attacco che certamenle sarebbe slato scatenalo conlro l'ala sinislra. Per contro: M. l'uddu 'Tra Due Invasioni'" op. cit. pag. 222, " nel sellore del Fiume Foglia molti campi rrunati furono trovati ancora contrassegnati, e gran parte delle opere ancora in via di completamento nei rig uardi della difesa vicina". Il. Alexander- " I .e Armale alleate in Italia" op. cit. pag. l 7 1 ·•... il nostro attacco (alleato) sull ' Ad riatico il 25 agosto lrovò molle delle difese del Foglia ancora non terminate, mentre in molti degli inaccessihil i seuori montuosi esse erano appena nelle prime fasi dello sviluppo" . 76 Von Senger und t:uerlin "Combatte re Se,1:1.a Paura e Senza Speranza" Ed . Lonoancsi 1968, pag. 466. r17 KTB OKW, voi. IV, pag. 558 e seg. (tradu7.ione); G. Schreiber " La Linea Golica ndla Sirnlcgia Tcdc'.sca" , op. cii. pag. 35/36.
L'orRanizz.azione dffensiva tedesca sulla linea "go l ira"
383
a ll a ri cogni zione del tracciato della Linea. effettuata nella e state del 1943, ed alla successiva costruzione, a partire dall ' autun no dello stesso anno, che vennero svolte ad iniziare da sud. ln questo modo la Linea era agevolmen te raggiungibile da sud, mentre, dal versante sette ntrionale le v ie di accesso erano limitate, con relative difficoltà per l'afflusso dei rifornimenti, e mancavano i collegamen ti laterali prossimi alle posi zioni di resistenza. Le unità, quindi, c he dovevano ri schierarsi da un settore all' altro del fronte, erano costrette a ritornare sino alla pianura padana, prima di poter raggiungere le nuove posizioni. Una simile manovra comportava note voli perdile di tempo, consumi di carburante, usura de i mezzi di traspo1to e sforzo fisico, senza considerare la latcnte minaccia aerea nemica; al tracciato della Linea, c he essendo stata costruita sul versante sud della dorsale appen ninica, esponeva troppo le truppe tedesche aJ fuoco avversario (venne cercato, da parte del Comando germanico, senza peraltro riuscire compl etamente, la correzione dei difetti più vistosi dopo la caduta di Roma); all' asse nza, sino all a metà di giugno 1944, di un piano razionale di sviluppo dei lavo1i ed al frequente cambio dei Comand i res po nsabi li della loro direzione, c he portò ad intensificare le fo1tificaz ioni nei punti già ben muniti dalla natura, trascurando i settori meno difendibili come, ad esempio, quello adriatico. Furono costruite, inoltre, una g rande quantità di posizioni a scapito della qualità; a lla scarsa profondità de lla Linea dife nsiva. Nel giugno 1944, per rimediare a tale carenza, venne decisa la costruzione della " Linea Verde 2" (a ci rca 15/20 km a Lcrgo della precedente), i cui lavori, iniz iati nei primi giorni del successivo sellembre, non poterono Lullavia esse re portali a termine. Malg rado ciò, la Linea Verde 2, che consisteva solamente in una serie di cenl1i di fuoco, contribuì ad arrestare l'attacco alleato verso Bologna; all'insufficiente disponibilità di unità alpine, rispetto a quelle previste, per il presidio delle posizioni rnontanc78_ 11 Ge n. vo11 Senier und Etterlin, ripo1tò, inoltre, ne lle sue memorie: "Personalmente, la Linea "Gotica" non mi piaceva. Le posizioni erano situate sui pendii rivolti al ne mico, che perciò poteva te ne rle sollo o sservazione con
78 KTB OKW pag.
558 " ...inoltre. si era partiti con l" intenzione di inserire Divisioni alpine. La situazione, però. costrinse ad impiegare Divisioni senza addestramento ed esperie11t:a alpina. A. Kesse rling "So/dal Ju.w (au Dern.ier Jour", op. cit.. pag. 243 "Alla mancanza di Divisioni alpine ria parie 1edesca, non si poteva rimediare del tutto con qualche improvvisazione··.
384
Giorgio llallisli
tullo comodo. In molli punti la Linea attraversava zone hoscosc. Per c reare gli indispensabili campi di tiro era stato necessario a bbattere grandi tratti alberati proprio davanti alle posizioni , il che le meu eva a ncora più in risalto. L'esperienza mi insegnava c he posizioni come queste, situate in terreno boscoso, si prestano alle infiltrazioni del nemico e possono essere perdute con gra nde facilità. Già all'e poca in cui ci battevamo nell'Italia centrale avevo udito vari esperti criticare la Linea Gotica" 79 .
14. CONCLUSIONI Nelle hallaglic per il superamento della Linea "Ootica" rif"ul sc l' ahilità Lattica di Kesselring il quale, approfitta ndo delle indecisioni degli AJ!eati e della loro elevata motorizzazione che li costrinse ad agire prevale ntemente lungo le rotahili, seppe salvaguardare sino alla fine del conflitto i confini meridionali del Terzo Reich. C iò contro il vole re dello stesso Hiller c he intendeva difendere ogni palmo di terreno I lavori di f"ortili ca1.ionc, predisposti in prof"ondilà cd integrati dagli ostacoli naturali, anche se non dettero tutto l'appoggio sperato, ebbero quasi sempre importanza decisiva nell'esito d ei comhaLLimcnti, pcrmcllcndo ai Comandi germanici di superare c risi gravissime. T,a reattività a tutti i livelli, secondo i principi della di fesa mohile c he mi ravano alla paralisi dell'attacco piuttosto che all ' annientamento delle for.lc c he lo effettuavano, acquistò valo re decisivo ai fi ni della condotta dei combattimenti, consentendo alle I.ruppe tedesc he di otte nere successi difensivi anche sui te rre ni di pianura e collinari80_ Particolare ri salto ebbe, in tale contesto, l' abilità dei Comandi nel riuscire sempre a far affluire in tempi contenuti consistenti forze, che giungevano da zone lontane o venivano sottratte dai settori secondari 81.
?9 \.-rm Senger und t,'1/erlin, "Combattere Senza l'aura e Senza Speranza" , op. e it., pag. 466/467. xo F. Stefani " La Storia della Dottrina e degli Ordinamenti dell 'Esercito Italiano" , Ed. SME - Uf. Storico 1987, voi. III tomo 1°, pag. 394. 81 La protezione dei passagg i sul Fiume Po e dei sui afnu cnti nella zona delle rclrovie , rappn:sentò un parlicolare problema che il Comando Gruppo d'Armai.e C ri so lse con abili tà e llessibilità, ricorrendo ai sistemi più ortodossi, quali la ricostruzione de i ponti a meno dell ' ultima areala per ingannare l' osservazione aerea ne mica, l' impiego di o leodotti per il passaggio dei carburanti da una sponda all ' altra de l Po, ponti realizzati appena sotto il livello dell'acqua.
L '0t"Ranizzazione difensiva tedesca sulla linea "Rotica"
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Allegato A ORGANIZZAZIONE DIFENSIVA GERMANICA NEL SETTORE FUTA - GIOGO La depressione de l Passo de lla Futa (q. 903 m), posta al centro della dorsale appe nnin ica, costituisce la via più dirclta per me llerc in comunicazione, attraverso la S.S.65, Pirenze con Bologna e la pianura Padana, obiettivo degli AngloAmericani 1• Resi si conto di tale caratteristi ca e della re lati va debolezza naturale del Passo, i Tedeschi approntarono in questo settore le più forti posiz.ioni difensive de ll ' intera linea di resistenza2 . Esse si estendevano, pe r circa 11 km, da entrambi i lati del Passo della Futa, ad ovest sino alle colline che dominano la rolahile S.S. 503 (6520) PraloIlologna (Passo del Vernio, q. 680 m) e ad est sino al Passo del Giogo di Scarperia (q. 926), attraversato dalla S.S.503 (6524), c he da Firenze g iunge si no ad Imola. I lavori difensivi si articolavano in profondità in un sistema di capisaldi costituiti da casematte in calcestruzzo, da ric overi in roccia, torrette di carro am1ato interrate e da postazioni per artiglieria poste sui fianchi dei rilievi dominanti, protette da profondi fasci di reticolali e "cavalli di fri sia" e da estesi campi min ati anticarro. Nel tratto più agevole a i carri armati, inoltre, era stato scavato un fossato anticarro lungo 5 km. Le due c ime di Monticelli e di M . Altuzzo (entrambe di 1000 mdi q.) fi a ncheggianti i I Passo de l Giogo, erano state fortjficate dall' OT con un sistema di casemalle e di trincee prulelle, i11se1ite fra le pieghe rocl:iosc dei costoni. Diverse di queste postazioni e rano state scavate nella roccia e rinforzate da cemenLo armato, mentre altre avevano la copertura di cemento e tronchi d ' a lbero; davanti ad esse si stendevano reticolali e campi minali antiuomo. I ,a pos izione princ ipale di M . Altuzzo era situata sull ' avanpe ndio della quola, c irca 50 m sollo la crcsla, per evitare c he si slagliasse a ll'ori zzonlc. Sul costone, numerose armi automatiche ed anticarro battevano la strada e le colline circostantj; alcune posizioni alternative potevano essere occupate rapidamcnlc per polcr sferrare un contrassallo. Alla hasc del la quota, circa 500 m davanti a lla posizione principale, si snodava una linea d' avamposti costituita da ope re campali per armi automatiche. I ,e ri serve del caposaldo, di slocate in ricoveri di cemento annalo, sul versante opposto a ll ' av versario, potevano raggiungere fac ilmente la posiz ione principale tramite cammj namenti coperti.
1 D. Orgill, "La Linea Gul.ica", up. c ii. pag. 242/248/264; A. Monlemaggi , "Offens iva della Linea Gotica", op. cit. pag. 76, 126 -è- 128; C.G. Starr, "Prorn Salerno to the /\ lps", pag. 306/3 11 ; ./.A i\ntenen, " Préparalùm e/ démulement de La dffense de la Ligne Gothique", op. cit. pag. 25 (traduzione). 2 V . Orgill, "La Linea Gotica", op. cit. pag. 267 " Le difese della Futa furono l'elemento decisivo, alla metà di agosto, del cambiamento di piani alleato, allorché Ale.xander
preferì la soluzione di attaccare sull' Adriatico..." ..
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Giot'f?io Battisti
Allegato B FORTIFICAZIONI DELLA LINEA "GOTICA" NELLA VALLE DEL SERCHIO La Valle del Serchi o 1 collega il versante tirrenico degli Appennini con la pianura padana allravcrso il Passo de ll ' A betone (S.S. 12, Lucca-Modena); inoltre, consente di raggiungere i passi appenninici emilianj più arretrati (Passo del Cerre to, Passo del la Cisa), comunicanti sempre con la piana del Po. In tale valle, il sistema difens ivo della Linea "Gotica" iniziava in corri spondenza dell a stretta ili Piaggionc ( 16 km a N di Lucca) e proseguiva in profondità, per c irca 5 km, sino al caposaldo di Borgo a Mozzano. I,a J,inea era costituita da una serie di postazioni e di ricove1i in calcestruzzo, in roccia e campali, disposte su entrambi i lati della valle, e collegate tra loro da camminamenti copetti scavatj nella roccia. A Piaggione, le postazioni siste mate a controllo del l'accesso alla valle, erano poste sulla propag ine rocciosa del Pittonc (a sn orografica del fium e) e sul M onte di Aquilea (a ds de l Serchio). Su entrambi i riliev i rurono costruite piazzole in calcestmzzo, per armi automatiche e mortai , con camm inamenti, ricoveri e gallerie2. Più a monte, nei press i di Borgo a Mozzano (in località Pozzori-Anchiano), i Tedeschi eressero, per tutta l' ampiezza della valle, un vallo anticarro in cemento armato (alto 2,5 m ) prolcllo ai lati da due casematte per il controllo de lle due rotabil i che conducono da Lucca a Modena (S.S. 12 e la via " Lodovica"). Nell 'ampio letto del fiume, lo sbarramento a nticarro era costituito da longherine ferroviarie {un ite in fasci di quattro) cd in lì ssc obliquame nte nel fondo gruaioso . Profondi campi minati (anticarro e antiuomo), inoltre, erano stati schierati per tutta l'ampiezza della valle. I colli, infine, che dall ' alto dominano il corso del Se rchio ed il tracciato delle due c itate rotabili di accesso alla Garfagnana cd all a Valle de ll a L ima (Abetone), furono tutti guarniti con opere e piazzole in c;alc;cstruzzo, gallerie nella roccia (con feritoie prospicenti le strade) e trincee. Ad est del M. Pittone, la T,inea "Gotica" proseguiva sull ' A ltopiano delle Pizzorne (q. media 1000 m , che domina la piana di Lucca) si no a Piastre (a N-W di Pistoia) a protezione della S.S. 12 dcli' Ahcl.one. In questo tratto le difese, disposte sui crinali de ll' A ltopiano, erano costituite da una seri e di opere prevale nte mente campali , scaglionate in profondiLà e prote tte da campi minati, generalmente collegate, per mezzo di camminamenti protetti, con 1icovcri a N della linea di cresta. Davanti alle posizioni, inoltre, tutte le pia nte di alto fusto venne ro taglia te a circa I m di altezza e tutti i relativi monconi furono legati tra loro con lilo spin ato, c reando così uno sbarrame nto ampio alcuni metri. 1 Estratto da "Le fort.ilicazioni della "Gotica" fra Lucca e Pistoia", C. Gabrielli Ros i, Ed. Grafica Artigiana Lut:ca 1986. 2 Le difese del Pittonc (q. m 207) consistevano in un osservatorio ed alcune postazioni per anni automatiche e mortai , ricavate sui costoni del ri lievo. Ognuna di esse, era circondata da reticolati e collegata tramite galleria a ricoveri scavali all'interno del colle. Una galleria principale, che partiva dalla strada alla base della quota, sbucava sulla ci ma dell' altura e doveva porre in cornunicaziom: ogni postazione del caposaldo per mezzo di un camminamento protetto, che non fu però completato per mancanza di tempo, ed i rifornimenti, durante i combattimenti, avvenivano solo di notte. Completavano le difese una fascia di reticolati che circondavano l' intera posizione. Cì. Benedetti "Castellaccio Kaputt" Ed. Pacini-Fazzi pag. 79 ~ 84.
L'organizzazione difensiva lede.w:a sulla linea "goJù:a"
387 Allegato C
ALCUNI TIPI DI OPERE DIF'ENSIVE DELLA LINEA "GOTICA" Le opere difensive della Linea "Gotica", pur presentando strutnire a carattere permanente (come sul Passo della Futa-G iogo), furono sostanzialmente di natura semipermanente e campale, sia per lo scarso tempo a disposizione dell'Organizzazione Todt sia per la carenza di cemento e ferro. Diverse postazioni, inoltre, furono scavate semplicemente ne ll a roccia viva, senza alcuna rifi nitura. Normalmente esse erano poste sui crinalj a sud dei rilievi appenninici (verso il nemico) e ven ivano raggiunte per mezzo di camminamenti che partivano dai versanti opposti 1• Le opere difensive più comuni erano: il centro di fuoco tipo standard: in cemento armato rinfor,1;ato da uno strato superiore di I mdi tronchi d'albero, ricoperto con terriccio. Le feritoie erano alte 15 cm e lunghe I m. Esso poteva contenere 6 uomini. Sul davanti del centro di fuoco si stendevano numerosi ordi ni di hassi, fiLLi e profondi reticolati con i varchi d isseminati da mine a/u. Le casematte più vaste, come quella costruita a Monticelli (Passo del Giogo), potevano ospitare sino a 50 uomini ed erano equ ipaggiate con un impianto per cucina e con brande per i soldati. Q uest' ulti mi manuraui servi vano eia posizioni di contenimento per le fanterie di riserva irnmediata2 ; La piazzola: appostamento per arma automatica o fuciliere, a forma semicircolare e fondo 1.5 m, collegato a poca distanza, tram ite camminamento, con un ricovero interrato di 4 m di lato ed alto circa 2 m . In presenza di roccia, · il locale veni va scavato in questa e rivestito di cemento. In presenza di terra, invece, dopo lo scavo il ricovero veniva ricoperto con due strati di carta catramata e da uno spessore di circa 4 m di materiale ( I m di travi, 1 m di pietrame e 2 mdi terra); il tutto doveva essere poi mascherato per riportare l'aspetto esteriore allo stato naturale. li locale era munito di una piccola ape11ura, per ricevere aria nel caso di chiusura della porta;
1 S. Camegie " li Difensore di Monte Colle", Ed. Longancsi L972, pag. 25: " ... altre postazion i, come i bunker del Comando di compagnia, erano capolavori massicci cd ingegnosi, sepolti entro pieghe de l terreno o annidatj dietro fa lse eresie, spesso ricoperti da mezzo metro di pietre e rocce, con l'ingresso molto al di sollo del livello del terreno e forniti di dormitori, generatori di corrente e stufe che scaricavano nel buio l'umo e scintille lungo tubi ingegnosi ben nascosti agli occhi de l nemico. Sui versanti opposti a quelli delle lince di combattimento erano stati scavati bunker e ricoveri per gli uomini di ri serva, collegati ai rispcltivi Comandi di plotone per mezzo di passaggi sotterranei, così che le fanterie potevano raggiungere in pochi momenti i posti di vedetta'·. 2 D. Orgill " La Linea Gotica", op. cil. , pag. 219.
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Giori io Battisti
la piazzola ner mortaio: buca circolare, larga 2 m e fonda 1.5m, con annesso il relativo ticovero per il personale. Le pareli, di 4ualunque Lipo di piazzola, canm1inamento o ricovero in te rra, venivano foderate con graticci di legno. Ogni locale o galleri a di riparo, e ra muni to, ove possibile, di canale di scolo delle acque o, altrimenli, di un pozzello nel punlo più hasso. Non tutte le piazzole disponevano d i ricovero, alcune ne erano prive ed altre avevano alligua una piccola galleria. Esse erano Luttc numerate su apposita tavoletta, dove vi era anche indicato il tipo (per mortaio, mitragliatrice, fuciliere, osservatorio) e la quota3; le trincee: profonde 1.5 m e rin for1.alc da un parapetto in pietra o da sacchetti di terra; il camminamento era, invece, profondo 2 m 4 . Tra g li ostacoli impiegati nelle fortifi cazioni delle rasce costiere, i Tedeschi fecero largo uso dei cosiddetti "denti di drago" , plinti in cemento tronco/piramidali a sezione quadrata, di altezza vari abile tra gli 80 7 140 cm. Essi erano posti in una cintura continua, di 4/5 file, nei punti più idonei al passaggio de i mezzi cingolati e ruotati, pe r i quali rappresentavano una barriera invalicabile. I "dcnli di drago" erano una caratteri stica della Linea "Sigfrido" (confine francotedesco)5.
:l Sull'Altopiano delle Pizzorne (Lucca), ad esempio, il numero delle pi azzole si aggirava intorno alle 500. G. Benedetti "Castellaccio Kaputt", op. cit. pag. 79. 4 G. Benc<lctti "Castell accio Kaputt", op. cit. pag. 78/79. 5 G. W.L. Nicholson "The Can.adians in ltaly", op. cit. pag. 625; f. Hoii "Storia delle
Portifica~ioni", Ed. 1st. Geografico De Agostini I982, pag. 213.
!,'organizzazione d(fensiva tedesca sulla linea "Rotica"
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Allegato D PRlNClPl PER LA DIFESA DI POSIZIONI
I. GRNERALITÀ La scelta I delle posizioni difensive è condizionata, in via priorilaria, sia dalla ricerca dell a sicurezza e/e sia dalla possibilità di sfruttare g li ostacoli naturali. Le posizioni, inollrc, devono con senlire alla fanteria di potersi muovere senza essere vista dall'osservazione aerea e te rrestre avversaria. La " linea principale di combattimento" (HKL - HauptKampfLinie) deve snodarsi dove lo permette il terreno e, su di un ril ievo, le postazioni devono essere costruite sul suo retropendio (versante opposto all' avversario). Si deve acccllare, infatti, un campo di tiro corto delle armi portatili, perché è compito dell'artig lieria e delle anni pesanti condurre il comballimcnlo sul versante opposto al retropendio.
a. La scelta delle posizioni della HKLJ importante come la decisione di un Comandante di Divisione per i suoi rei:i:imenti I singoli clementi che concommo alla defini zione delle posizioni sono: il tempo di sponibile per i lavori e le forze ed i mezzi che dovranno occ upa rle; il possibile sviluppo delle future operazioni e non le esigenze a breve scade nza; la disponibilità di uomini e mezzi per l'esec uzione dei lavori; le caratteristiche del terreno e gli obietti vi del ne mico; una soluzione tattica contraddistinta da decisione chi ara; la possibilità di cooperazione tra aitiglieria, genio, supporti lattici cd unità log isti che; la possibilità materiale della loro reali zzazione.
b. La costruzione delle posizioni non costituisce un compito con cui è possibile manovrare: essa è una sini:ola decisione che deve valere nel tempo e l'obiettivo di una unica pianificazione a luni:a scadenza Ogni cambiamento di progranmrn rappresenta una perdita di tempo e di lavoro; è preferibile tenninai·e un lavoro sbagliato c he non ultimarne uno corret:to; non " marciare" ma lasciare lavorare.
1 Tratto da " Prescrizioni di condotta tedesca d alle esperienze degli anni 1944 - 45". A. Ségur Cabanac "Cc.fcchtsbcispiclc aus dcm Zwcitcn Wcl1kricg" pug. 289 : 292.
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c. I ,a costruzione delle posizioni è un fatto più di disciplina e di ubbidienza che di iniziativa personale od arbitraria Come nella tattica non esiste una soluzione ideale, nella costruzione <li una linea difensiva è necessario procedere al confronto esigenze/possibilità e pregi/difetti della soluzione, al quale seguirà la emanazione dell'ordine di attuazione da pmte del Comandante responsabile; nessun altro Comando, successivamente, può cambiare o impa1tire ordi ni diversi in merito alle posi zioni. d. Uomini da soli non costituiscono ancora una posizione Sono fondamentali nella costruzione di una posizione difensiva il concentramento delle forze, le predisposizioni logistiche, la gestione dei lavori e dei materiali e dei mezzi disponibili; per la costruzione di I m di posizione servono I O 7 20 giorni di lavoro/uomo, per sono necessari 25 giorni <li lavoro per preparare IO km <li linea con 4.000 uomini; per l km di linea occorrono 300 t di mate1iali vari.
2. ORGANIZZAZIONE EO OCCUPAZIONE DI UNA LINEA DIFENSIVA
a. Il principio guida nella costrnzione di una linea difensiva è quello di porre in sistema tra loro le singole posizioni, al fine di impedire la penetrazione e/o lo sfondamento avversario. È sbagliato organizzare una struttura difensiva su una sola linea di posizioni , poiché non sarebbe in grado di fermare un attacco di carri. Un sistema di posizioni, per le moderne carallcristichc del combatti mento, deve essere articolato in profondità. b. Un moderno sistema difensivo deve essere composto da una seri e di lince disposte in profondità e strutturate con capisaldi organizzati per la difesa a 360° (base <li haLLaglia - Stiltzpunkt). Le forze per l'occupazione di una "base di battaglia" devono essere a livello compagnia (eccezionalmente a livello battagl ione), disporre di cannoni c/c, di un Ufficiale Osservatore di artiglieria e di armi pesanti della fanteria. Nel <.:entro della base <li ballaglia deve collocarsi il Posto Comando di compagnia. Tra le varie linee di capisaldi devono essere inseriti ni di di resistenza (punti di difesa Widerslandsneslem), presidiati da unità a li vello s4ua<lra rinfor1,ata <.:on MG ed anni c/c. I nidi sono parte integrante del sistema difensivo dei reggimenti o <lei battaglioni responsabili del settore. La distanza tra le basi ed i nidi dipende daJla configurazione del terreno. La costruzione della linea è un processo continuo e durante lo sviluppo dei lavori i nidi di resistenza devono essere collegati, per mezzo di camminamenti, alle basi di battaglia per avere un unico sistema difensivo. La Divisione attua la pianificazione <.:omplcssiva della linea.
L'organ.iu azione d(fensiva tedesca sulla linea "gotica"
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3. CONDOTTA DRI COMBATTIMENTI a. La difesa deve essere condotta in modo che un attacco venga fermato davanti o dentro la prima linea di capisaldi; al peggio, l'avversario si deve fermare prima degli schieramenti d'artiglieri a. b. Le "basi di baLLaglia" devono assicurare la sovrapposizio ne (saldatura) del fuoco in modo tale che sia possibile fermare un allacco e ballerc contemporaneamente col fuoco c/c la stessa posizione nemica da 2/3 basi diverse2. Ogni base deve essere difesa sino "all ' ultimo uomo" . Le forze dei nicti di resistenza possono ritirarsi, su ordine della base, quando l'allacco è troppo superiore alle loro possibi lit:1 di resistenza. c. La manovra di ripiegamento deve essere predisposta ed organizzala in modo tale che incanali le forze del nemico avanzante. Durante il conflitto, una JJKL basata su di una sola linea di posii'.ioni ha avuto difficilmente successo (mancanza di manovra), le forze a difesa erano subito visibili (sicurezza) e raramente veni va scelto il momento giusto per abbandonare le posizioni (troppo Lardi o troppo presto). Quando le uni là si ritirano e l'avversario prosegue nell' azione, i contrassalti e le azioni di fuoco c/c e dell'artiglieria devono essere immediate. d. L'osservazione del tiro deve essere "ognitempo" per evitare l'infiltrazione tra le posizioni. In futuro, le esercitazioni e le prove di allarme per gestire l' artiglieria e le ri cogni zioni di posizioni, devono essere notturne. Ogni U.O., carro armalo e reparto di fanteri a dovrebbe d isporre di una grande quantità di mezzi ottici e di allarme, al lìne d i impedire sia che le truppe vengano ingannate o colte di sorpresa sia dirigere il fuoco dell'artiglieria con scarsa visibilità. e. È pressoché vietato adottare lo stesso principio dei russi di impiegare gli uomini a massa per ottenere lo sfondamento di una linea. Al contrario, occorre disporre di singoli combattenti molto qualificati e flessibili, in grado di poter lottare con successo. Quindi, quando si devono conteggiare gli uomini per una posizione, bisogna dclìnire il " numero minimo" di truppe
2 "La principale arma e/e della fanteria tedesca era costitu ita dal "Ofenrohr' (tubo da stufa) o " Panzerschred" (terrore dei carri), la versione ge rmanica del "Rawoka" statunitense. Esso era un lanciarazzi da 88 mm, che sparava un raZ7.0 a carica cava de l peso di 7 libbre (circa 3 kg). Un'altra arma e/e apparsa sul fronte italiano fu il "Panze,jàust 30" o "Faustpatrone 2", un lanciagranate senza rinculo a colpo singolo, usa e getta , che sparava una carica cava si mile a quella del PI AT (inglese)". "German Army Pamphlet n/864/1, Panzerschreck 8,8 cm R PzB54, 7 giugno 1944. VS War Departement, Handbook on German Military Forces, VII, i l", citalo da G. WL. Nicholson "Thc Canadia ns in ltaly", op. cit. pg. 329.
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idoneo a garantire il fuoco senza vuoti , la difesa c/c e la pianificazione degli ostacol i. È indispensahile, inol tre, c he ogni Comandante, da quello di plotone a quello di Divisione, si tenga a disposizione da 1/3 ad 1/6 delle forze per condurre, sfruttando la situazione del momento, il contrassalto; un contrattacco, in fatti, contro una penetrazione ne mica richiederebbe moli.o più tempo per la sua organizzazione. 'làli criteri sono validi anche per il livel lo di Corpo d' /\1mata.
f.
L'avversario penetrato nella prima delle linee difensive deve essere automati camente contrastato dal fuoco concentrato di tutte le armi dei capisaldi contigui, rinforzati da corazzati cacciacarri, prima che sia in grado di consolidarsi.
g. Il nemico che ha srondato e superalo con le sue avanguardie il siste ma dilcnsivo deve essere eliminato con una "caccia libera" dei carri (Freie Panzerjagt). L' eliminazione di penetrazioni più consistenti si deve condurre con un contrattacco ben pianificato c he consenta di raccogliere, di organizzare e di concentrare le forze ed il fuoco, coordinandone le azioni. Quando è disponibile un reparto carri, di almeno una compagnia rinforzata (meglio se un battaglione od un reggimento), deve essere impiegato unito per sfruttare i 1-,'Tandi vantaggi offerti da un unità di questo genere: il fuoco cd il movi mento. Se, invece, non è disponibile un repa110 carri di tale e ntità (meno di una compagn ia), a causa delle perdite suhitc, non è conveni ente passare al contrattacco. In questo caso, potre bbe essere più convenie nte impiegare i cani rimasti in gruppo, come basi di fuoco c/c fisse, con compiti di contenime nto, d a schierare nei settori più minacciati o dove sussiste un pe ri colo imminente di penetrazione.
L'orRanizzazione difensiva tedesca sulla linea "Rotica "
393 Allegato E
L'ORGANIZZAZIONE TODT L' Organi zzazione Todt 1 (07) era una delle grandi organi zzazioni di massa del Terzo Reich che si differenziava, tuttavia, da tutte le altre in qu anto la maggioranza dei suoi mcmhri era costi tuita da stran ieri (nel 1943, su milioni di uomini c he servivano ne ll' O'J', solo 50.000 erano Tedeschi). Essa venne creata ne l 1933 dall'ing. Fritz Todt (da cui ne prese successivamente il nome) come impresa di lavori puhhlic i, con il compilo di costruire le autostrade dello Stato germanico (già nel 1938 ne erano state reali zzati circa 4.000 km). Nel corso del confli tto l'OT eseguì, per conto della Wehrmacht e del Ministero degli Armamenti, un programma di lavori che i Servizi segreti brita nnk i descrissero, aUa fine del) a g ue rra, come l'opera più impressionante dall'epoca romana. L' 01' no n fu il ri sultato di una decisione precisa del potere legislativo od esec utivo. Nessun decre to, nessuna legge, nessuna o rdi nanza ne presiedettero la sua creazione. Dal giorno che Todi, nel 1933, assunse le fun zioni d'Ispettore generale dei Servizi tedeschi de lle Strade, si sviluppò progressivamente , partendo da dimensioni ahhastanza modeste, sino a divenire l' organizzazione di g uerra più impo1tante. ad eccezione della Wehrmachl e de lle SS . La sua strullura si modificò ne l corso degli anni, adattandosi alle esigenze che g li impo nevano i nuovi compiti di costruzio ne. Nel 1938, l /itler le diede il nome di "Organizzazione Todt" in o maggio al fondame ntale ru olo ricoperto nella edifi cazione delle fortifica zioni sul confine occidentale (Linea " Westwalf', poi Linea "Sigrrido"). In tale peri odo, l' organizzazione fu rapidamente ampliata sino a raggiungere un organico di 350.000 lavoratori (prima era limitata ad un piccolo num ero di progellisti e supervisori ). Promosso Cìcnc ralc dell a Luftwaffe nel 1939 (per la sua attività nell a I a Guerra Mondiale) e nominato Ministro per l' Armame nto e le Muni z ioni ne l marzo del 1940, l'ing. Todt creò in quello stesso anno l'organi zzazio ne per il reclutamento dei lavoratmi strani eri , da adihirsi alle esigenze belliche del Reich. Le maestran ze, organizzate in " unità OT', molte delle quali godevano dello "status" di corpi ausiliari dell'Esercito , ehhero organizzazione e disc iplina militare. Nominato Is pettore generale de i riforn imenti e Ministro per la produzione bellica e l' energia nel 194 1, l'ing. 'l'odi perì nel 1942 per un inc idente aviatorio. Alla s ua mone, egli venne sostitui to dall 'architetto A. Spee r nella direzio ne del Ministero dc li ' Armamento e delle Muni zioni , che legò l'OJ'. mediante rapporti organici , alla burocrazia ministe riale. Il decreto di riorgani zzazione fim1ato da Speer il 18 febbraio 1942, stahilì che l' OT doveva "rivol ger-
1 Estratto da: FW Seidlcr "L'Organisation J'odt'' , op. cit. pag. 33-58; /. HogR "Stori a delle Fortificazioni", Istituto Geografico Dc Agostin i L982, pag. 237; "le Fottifi<.:azioni
tra I .ucca e P i~toia", op. cit. pag. 22.
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Giorgio Ba11i.11i
si risolutamente verso l'esterno e sfor1:arsi di tendere verso un'organizzazione unificata in tutti i settori" . Nei territori occupali l'OT infatti, eseguì, i suoi più impo1tanti lavori: vie di comu nicazione, reti di trasmissioni , stabilimenti, sfruttamento di mate rie prime, pon ti, baraccamentj e, naturalme nte, fo1tificazioni cd installazioni difonsive2. A partire dal 1943, essa fu nuovamente impegnata sul territorio del Reich , dove tra le sue missioni fi gurarono il trasfe rimento di fabbriche d 'arn1amenti in luoghi a prova di bomba e la riparazione de i danni causati dai homhardamenti aerei. Al processo dei crinùnali di gue1Ta di Norimberga, all'OT fu imputato soprallut.Lo il recluta mento forzalo dei lavoratori stranieri, civili e prigionieri di guerra. Nel corso del conflitto, l'OT operò, in Polonia, in Francia, in Russia, in Finlandia, in Norvegia, nei Balcani, in Europa Orientale ed in Italia. Tra le maggiori opere difensi ve, da ricordare la costnizione del Vallo Atlantico in Francia, iniziata a partire daJI 'es tale del 1942 . In Italia, l' OT ini ziò ad agire ne ll 'autunno del 1943, con la creazione del "Gruppo d ' intervento Italia" . Per i numerosi impegni incombenti contemporaneamente nel resto d 'Europa, essa ricorse, per l'esecuzione dei lavori, all ' impiego di diverse ditte di costruzioni italiane, di civili ed ex-soldati, diretti da Le<.:ni<.:i Lcdcs<.:hi . Tra le principali realizzazioni, sono da ricordare la riparazione della ferro via Napoli- Reggio Calabria; la 1icostruzione dei passaggi sul Fiume Po; la costruzione de lle Lince "Custav", "Gotica·· e "Bre nnero" ; il prolungarncnLO delle fortificazioni della costa fran<.:csc del Mediterraneo da Mento ne a Li vorno; le fortifi cazioni de lla costa adriatica tra Ravenna cd Ancona; lo sfruttamento dei giacimenti di bauxite in Vene to; ed i lavori di protezione per l'installazione in caverna di fabbriche d 'armi nella zona di Bolzano e Merano. Il Gruppo "Italia" dell'O'J' impiegò sino a 130.000 uomini, quasi esclusivamente Italiani.
2 F Pekini "Esperienza sull'impiego de lle unità del (ìenio pionieri ndl a campagna <l' ll alia", up. cii. pag. 366 "Secondo la concezio ne tedesca, al (ìe nin miliiare competeva soprattullo la parte operativa nelle prime lince. mentre le attività logi stiche d i supporto alle trnppe comhaU enti (slradc, punti. ccc ... ) e la costruzione di linee fortifi cate an-et rate era compi to de ll ' OT'.
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Francesco Lauria FRANCESCA SCANAGAITA (1776- 1864) UFFICIALE DELL'ESERCITO AUSTRIACO
La presenza di donne all'interno degli eserciti nella seconda metà del '700 è prohahilmcntc un fatto più frequente di quanto siamo soliti immaginare 1 Travestimenti occasionali per sfuggire a un pericolo sono antichi come il mondo: Teti fa indossare ad Achille vesti femminili cercando di sottrarlo al suo destino, ma in gene re il travestimento, specialmente quello della donna che usurpa il tipico compito maschile di po11atore di am1i, è vivamente disapprovato, relegato a tempi mitici quando esistevano Pcntesilea e le sue amazzoni e quando Giove non si era ancora installato sull'Olimpo segnando così la fine del pe riodo matriarcale. Tacito, parlando della corruzione nell 'epoca degli ultimi imperatori della fami glia Giulio-Claudia, cita come esecrahile il Fano che donne d'illustre fami glia si siano di sonorate combattendo nell 'are na come gladiatori. Carlo VII accetta con disagio i servigi di Giovanna d ' Arco e quando sarà processata per stregoneri a non farà nulla per aiutarla. Per molto tempo era stato vietato alle donne di apparire sull e scene cos icc hè il tra vestimento, peraltro solo da uomo a donna, era in tali occasioni inevitabile. Nel teatro lirico del '700 spesso era previsto che il ruolo maschile principale fosse rivestito da un castrato e quando non ce n ' era uno di sponibile una donna prendeva il suo posto. Ma al di là di questa necessità tecnica è i I gusto del tempo che, nel X Vlll secolo, fa irrompe re il travesti mento s ia nelle opere che ne l teatro parlalo. Traves timenti all'interno d ello stesso sesso come fanno Ferrando e Guglie lmo in "Così ran tutte" per mettere al la prova la donna amata o tra un sesso e I" altro come ne " Le nou.c di Figaro" quando Cherubino, vestito da donna al posto di Susanna, viene inviato a un appuntamento con il conte affinc hé la moglie possa sorprendere lo sposo infedele. E perché aJl ora non imitare nelln vita di tutti i giorni ciù che appare sulla scena? Tentazione forte per una donna del ' 700 è il travestirsi da uomo in una società certamente più aperta dei secoli precede nti, ma in cui ancora le donne hanno un ruolo suhordinalo. Le più intraprende nti cercheranno di violare il monopolio maschile sulla vita militare. Tra queste c'è Francesca Scanagatta che si di stingue per esser giunta ad indossare la divisa da ufficiale dopo aver freque ntato regolarmente il corso del -
1 J.
Wheclwrighl, Amawns arul Mililary MaùJs.
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Francesco Lauria
l' accademia militare più famosa del lcmpo, que lla di Wi ene r Neustadt in /\ustria. 2 La protagonista dell a nostra stori a nacque a Mil ano il 1° agosto de l 1776 dal nobile Don Giuseppe, intendente di finanza per il governo austriaco della Lombardia, la cui famig lia era orig inaria di Dongo, sul lago di Corno, unico luogo dove oggi esiste una via d edi cata a Francesca Scanagatta, e dalla nobil donna Isabella De Villata.3 1 primi doc umenti relativi a questo ramo della famiglia si trovano in un incartamento conservalo neg li alti araldici del l'Arc hivio di Stato di Milano. Si tratta di una s uppli ca presentata dall e sorelle Antonia e Maria Scanagatta, cugine del padre di Francesca, perchè sia loro riconosc iuto lo stato nobiliare. Ad e ssa sono allegate notizie storiche s ull a famigl ia e att i notarili attestanti che nella chiesa di Do ngo esisteva un sepolcro sulla c ui lapide c ' era lo slcmma genti li zio degli Scanagatta e c he il medes imo stemma era scolpito "su un allro deposito esislente nel nobile e antichissimo giuspatronato della famiglia Scanagatta.fondato nel 1619 ed attualmente posseduto nella chiesa dei Padri Minori Riformati di Dongo." 4 Segue un decreto in data 23 sette mbre 1773 con il quale si ordina che le sorelle Scanagaua vengono iscriuc nel Catalogo dei Nobili "secondo il prescritto nell'art. 8 del Corpo l d ell't ,'dillo 20 Novembre 1769 ". E che "devesi il loro stemma delineare nel Codice Araldico giusta la prescritta fìgura ". In tale decreto si dice fra l'altro c he il loro genitore (Innocenzo) aveva coperto la carica di Rcsidcnlc presso la Duc hessa di Guastall a nel 1743. Ne l medesi mo archiv io si lrova po i una suppli ca del 1777, con la quale le due sorelle chiedono di essere ammesse agli o no ri della Corle. Co11 u11a h:llcra inviata a Mil ano, lo Slaatskan ;,.lcr principe Kauni z c omunica che pe r volere imperi a le tali onori vengono concessi ad "Anna" Scanagatta5 coniugata Dugnani e che la stessa g razia verrà concessa a lla sorella ancora nubile "quando si mariterà a un Cavaliere di antica e distintafamiglia ". Ma a Milano, tra coloro c he avevano esaminalo la supplica, c'erano voci conlraric a lalc concessione. Si osservava che altra cosa è essere nobili ed altra avere il privilegio di essere ammessi a Corte. Inoltre un autore la cui firma e cui titoli non risultano leggibili metteva addirittura in dubbio la nobiltà dell e richi edenli argomentando: " .. .. che quando anche in unafam.i,?lia provante non fosse
2 Ponna ancora oggi gli ufficiali austriaci, fondata dall'imperatrice Maria Teresa ha festeggiato il suo 2'i0" anniversario il 14 dicembre 2001. 3 La genealogia della fam iglia è ripo11ata in appendice e così pure gli stemmi dei quali si parlerà in seguito. 4 La chksa medioevale in cui esisteva tale lapide è stata demolita verso la met~1 del 1700 per essere sostituita con un' altra più grande. che a sua volta è stata di strutta nel secolo scorso per fare posto a quella anualc. ln essa non vi sono lapidi. Il parroco di Dongo, che qualche armo fa ha fatto rifare il pavimento, dice che ancora erano state trovate delle ossa, ma nessuna lapide. Anche la chiesa dei frati minori rifomrnti non es iste più, l'attuale convento l'rancescano di Dongo è stato costruito nel 1800. 5 Sicuramente un errore di scriuura per Antonia.
Francesca ScanaRatta ( I 776-I 864) Ufficiale
del 'Ese rcito
Austriaco
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interrotto per qualche tempo l'uso dei predicati d'onore, come osserva il Tribunale Araldico in quella della Scanagatta, io non mi persuaderò pertanto, che i titoli citati a di lui favore, quali sono il Padronato di un Benefizio F:cclesiastico, un sepolcro proprio, L'antico uso d 'uno stemma gentilizio, e de Predicati d 'onore, per Lo più arbitrari e dipendenti dal Notaru (segue sigla) siano sufficienti prove di nobilitò". Anche questo oppositore dovette comunque piegarsi al volere del sovrano. li 19/ 11/1 787 il R.I. (sic) Consiglio di Gove rno di Milano rilasc iava un a Patente di Nobiltà ai fratelli Don Giuseppe e Don Vincenzo Scanagatta, nella quale è c iLalo come caposlipilc Gahri clc da Dongo, "il Padre del Tritavo dei richiedenti (e quindi iJ nonno del trisavolo di Francesca), vivente (nato ?) nell'anno 1477, che fu Podestà di Traona, di Morbegno e di Tirano con giuristizione di mero, e misto impero, e fu nel 1500 investito del feudo del Consiglio di Rumo, Pieve di Dongo da Ludovico Xli, Re di Francia, e Duca di Milano ... ". Fu un dominio breve, poichè sette anni dopo il duca lo privò del feudo. Nelle serie dei podcslà di Tirano è nominalo nel 1506 Gabriele Scanagatti, del fu Giovarn1j di Dongo, Regio Podestà di Morbegno nel 1503 e 1504. Viene c itata la famiglia Scanagatta nelle " Dissertazioni critico-storiche intorno alla Rezia di qua delle Alpi, oggi detta Valtellina" dcli' Abate Francesco Saverio Quadrio. Nel "Compendio delle cmniche della cilllÌ di Como" di l •rancesco Ilalerini de l I G19, viene citata la "chiesa archipresbiteriale di Dongo di cui è titolare Giovanni Antonio Scanagatta". Jirancesco Sca11agalla di Dongo, fu i11lernu11ziu alla Corte ui Torino e poi vescovo di Avellino nel 1679. Nel!' "/tedia sacra, sive <Ù: episcupis ftaliue" di Fe rdinando Ughelli viene citalo come "Fram:i.w:us Scanagatta, patriu.,· novocomensis" .6 Secondo quanto riferito dall ' F:nciclopedia storicn-nohiliare italiana diretta da V 5,jJreti cu edita nel 1932, "la famiglia è iscritta nell'Elenco Ufficiale Italiano con il filo/o di nobile (in/). trai/amento di Don e Donna, in persona di Carlo, di Ubaldo, di Giovanni. Fi~li: Luigia, Clorinda, Ubaldo. Fratelli: Marianna, Ciuseppe, Giovanni, Vincenw, Angelica. Figli di Vincenw: Ida, Carlo, Ubaldo. Figlia di Giusep1,e: Giovanna." Si danno due versioni possibili del nome: Scanagatta o Scannagatta. Come di mora della famiglia è indicala Torino. Lo stemma viene così dcscritlo: ''Trinciato: nel primo d 'azzurm alla galla al naturale passante sulla trinciatura, con una spada di argento, RUarnita d'oro, confìcr.ata in sbarra nelfiam:o sinistro da cui sgorga il sangue, e sormonta/li du tre gigli d'oro ordinati in fascia nel capo; nel secondo palato di rosso e d 'oro". Francesca Scanagalla nacque e ru bauczzaLa a Milano il 1 agosto 1776. Celestino Spini, suo nipote e biografo, riporla il seg uente documento:
6 ASMi. Araldica. 11.0.• cart. I I X
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F1'.DH DI NASCITA (Carta da bollo di centesimi 30) Dalla Parrocchia di S. Maria del Carmine Milano, il 9 Settembre 1839 "Dai registri battesimali della cessata parrocchia di S. Eusebio, esistenti in questo Archivio Parrocchiale, rilevasi, che Francesca Antonia, figlia dei nobili S. S. D. Giuseppe Srnnagatta e Donna Isabella de Vi/lata, legittimi conjugi, nacque e.fu batteu.ata il giorno primo di agosto dell'anno millesettecento settantasei ( I agosto 1776) ed in f ede" (Timbro della Parrocchia Di S. Maria del Carmine) Firmato: Pie Felice Lajnati Coad. (Segue la legaliu.azione della firma del Pie Felice Lainati da parte del Provicario Arcivescovile Vitali)7 Da bambina Francesca ricevette lezioni di lingue estere da una governa nte , Madame Dupuis, proveniente da Strasburgo. In gioventù la Dupuis aveva calcato le scene come membro della Comédie Française e, recitandole piccoli hrani di romanzi e di commedie sia in fra ncese che in tedesco, "a veva educato l'animo della fanciulla a sensi virili con racconti di a vventure guerresche e romanzesche".8 Raggiunta l' età di dicci anni , secondo l' uso prevalente tra le più illustri famiglie milanes i, Francesca venne collocata nel collegio delle Dame de ll a Visitazione (Salesiane di Via S. Sofia). Nel collegio la giovane venne s ubito notata per il suo carattere vivace, franco, generoso e indipendente e pe r le belle qualità del suo ingegno e de l suo spirito che erano apprezzate dall e insegnanti e dall e compagne. Superiora era Madame dc Bayannc, c he, secondo quanto rife rito da Celestino Spini, "apparteneva alla reale famigliafrancese dei Borboni"_'} In un saggio, scritto in rranccsc da un autore anonimo sull' edu cazione e la condo tta della sig norina "Scanagatti" 10 si dice che l'Imperatore Giuseppe Il convinse questa reli giosa ad abbandonare il suo convento di Grcnohlc per presiedere al l'educazione del le fanciulle in quell o di Milano, e che le testimoniò la più grande stima in tutte le circostanze.
7 C. Spini. Cenni biografici sulla avventurosa vita accademica guerriera privala della eroina ùaliana Francesca Scanagana 8 V. J\dami. h, signorina Francesca Scanar:a1ta milanese, iifficiale nel/ 't:sercito Austriaco. 9 C Spini. Op. Cii. IO Anche in documenti uffic iali la fa miglia viene chiamala a volte Scanagalla, a volle Scanagatti , a volte Scanegatta
Francesca Scanagalla ( 1776-1864) l JJ}it:iule del/' F:serciJo Austriuco
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Lo Spini afferma che, particolarmente soddisfalta dal cornporlarncnto dcli' allieva durante gli anni di collegio, la direttrice volle esprimere per isc ritto la soddisfazione sua e della comunità per la condona e il profitto di Francesca rilasciando il seguente doc umento:
AITESTATO DEL COLLEGIO "Mi gode dichiarare che la Nobile nami!!,ella Francesca Scanaf!.atla, [Jer la sua condo/la meritò la stima e l 'amicizia di tutto il collegio, essendo dotata di un carattere dolce, sa!!,!!,io e ragionevole ". Finnato: M.me de Bayannes. All 'età di sedi ci anni, compiuto il corso di ed ucazione collegiale, ritornò in famiglia. Proprio in quel tempo il padre si trasferì a Treviso. A Francesca piaceva montare i cavalli della scuderia di famiglia e spesso indossava per gioco gli abiti de1 fratello Guido, a lei somigliantissimo, che allora usava c hiamarla " l'ratcllo Francesco". Il padre portava spesso con sé nei propri viaggi la figlia che in tali occasioni vestiva abili maschili. Mentre era a Treviso don Giuseppe Scanagatta decise di mandare il figlio Guido ali' Accademia militare di Wiener Neustadt per fargli percorrere la carri era di ufficiale, e di mandare la fig lia Francesca in pensione presso una vedova viennese perc hé potesse insieme pcrlczionarsi nella lingua tedesca e istruirsi in tutti i dettagli relativi al governo di una famiglia secondo lo stile viennese che era allora il più rinomato. Impossibilitato ad accompagnarli pcrsonalmcnLc alfidù i figli ai signori Giuliani, due coniugi che pure dovevano recarsi in Austria. Francesca, come spesso nel passato, vestiva in occasione del viaggio abiti maschili . Guido, c he aveva già subilo le prime prove di ammissione alt ' Accademia rnrntare, era munito dei necessari documenti e di una lettera di presentazione per un ccrlo dollore Halle r, medico chirurgo dell'Accademia stessa presso il quale avrebbe dovuto alloggiarsi in pensione come allievo esterno. Giunta la comitiva a Udine, Guido di sse di essere ammalato e confidò alla sorella di non sentirsi assolulamenlc inclinalo alla carriera militare. Francesca aveva all ora 17 anni e non era assolutamente portata alla vita di casa ma piuttosto propensa agli snidi ed agli esercizi d i abilità e di forza, entusiasmala dalla lettura di epopee nazionali cd eslerc, alcune delle quali nei brani più inte ressa nti sapeva a memoria. Era avanti nello studio delle lingue slranierc, alcune g ià le parlava, amante della geografia, delle statistiche e delle scie nze esatte. Aveva in vidiato il dcslino del rratcllo e così chbe l'idea di andare ali ' Accademia al suo posto. Rimandò pertanto indietro Guido, consigliandogli di curarsi e promette ndogli c he avrebbe scritto al padre perchè lo indirizzasse a studi civili. Trattenendo i documenti del fratello relativi all 'accade mia, proseguì il viagg io con i .Signori Giuliani dai quali era conosci uta come Francesco, secondo il sopracitato coslume dei fratelli Scanagaua.
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Il 16 Febbraio 1794 il Giuliani presentò "Francesco " al Dottor Hallcr, il quale, di nulla sospettando, accolse benevolmente il simpatico giovanotto e lo introdusse in accademja, 11 È da notare che c'erano allora allievi interni ed esterni, ciò permise alla nostra eroina di rimanere alloggiata presso la fa mi glia Haller riducendo il pericolo di essere scoperta. Tuttavia il rischio di essere smascherata era sempre grande, poiché viveva in casa di un medico che aveva due fig lie più o meno dell'età di Francesca. Don Giuseppe Sc,magatta apprese da una lettera inviatagli dall'Hallc r che "Francesco" era giunto alla sua destinazione e si stava preparando per subire l'esame di ammissione al primo corso accademico. Subito si rccù a Neustadt dove nel frattempo la liglia aveva già superato l'esame. L' incontro ru commovente, ma le insistenze del padre non valsero a smuovere Francesca dal suo proposito di rimanere in accademia. li dottor Hallcr, che non conosceva la lingua italiana, non capiva le ragioni delle discussioni tra padre e lìglia cd inte rvenne in latino, poiché lo Scanagatta non parlava tedesco, a favore del suo allievo. Così pure in latino si svol sero le convcrsa,,,ioni tra lo Scanagatta, il direttore della scuola e i proressori, ricchi di encomi sia per la condotta che pe r i profitti del cadetto. Eventuali e rrori nelle desinenze maschili o femminili vennero attribuite da e ntrambe le parti alla imperfetta conoscenza della lingua dell'antica Roma. Haller pregò con tanta insiste nza il padre di accontentare "Francesco" che 4ucsti linì per consenti re e ripartì solo. Sul soggiorno di Francesca all'accademia di Ncustadt rimasero alcune testimonianze: Lrc lettere in latino del dottor Haller a don Giuseppe Scanagatta, c he erano conservate dagli credi e c he vennero consegnate insie me ad altri docu menti al Museo del Risorgimento di Milano nel marzo del 194 l. Tutto questo materiale andù bruciato in segu ito ai bombardamenti del 1943. 12 Dobbiamo pe r-
11 G. Lombroso, nel capito lo dedicalo alla Scanagatla nclk sue Vite dei primari generali ed ufficiali italiani nelle guerre napoleoniche dà di q uesti l'au.i una vers ione un po' d illerenle. Dice che Don Giuseppe voleva partire da Milano con i fi g li Giacomo (no n Cìuido) e rra11cesca per portare il primo all'accademia di Neustadt e la seconda a Vienna in un collegio di salesiane. Pare di capire che "Giacomo" rimase a Milano " . .. imminente la partenza egli amrnalossi e non potè compiere il meditato viaggio ... " Seguo no tre periodi di prosa ottocentesca in cui si parla delle amorevoli cure prestategli da Francesca che "strappava al suo labbro il g ran segreto" di 11011 essere portato alla vita militm·c e che "sospirava ardentemente fra sé di poterlo surrogare nel mii ilare collegio" . Così si perde il filo degl i avvenimenti. L'azione passa poi a Venezia, dove Don Giuseppe Scanagatta deve trattenersi pii, del previsto ed approfitta della parten za per Vienna dei coniugi Ciuliani per alfalare loro " il fi g lio Francesco", che anche secondo questa versione g iunge a Neustadt a casa del Doti . Hallcr. 12 Nr. di carico 278 1, Nr. di registro 6679. Ugualmente bruciato è un artico lo di Antonio Monti sul "Corriere della Sera" del 22-23 marzo (cdiz. pomeridiana) 194 1 che commentava il dono di tali docume nti (MSR 9047). Nello stesso musco c'è poi solo la copertina di un opuscolo biografico su Francesca Sca nav 11a ( MSR 890?.).
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ciò dare credito a quanto riportato in lavori biografici più o meno vicini all' epoca dei fatti , che citano quanto detto nei diari di Francesca e negli altri documenti in possesso degli eredi. La prima lettera era del 7 Novembre 1795: "Illustre e generoso signore! Proprio in questi giorni in cui si tennero i pubblici esami nell'Accademia, il vostro di/elio figlio si mostrò tanto assiduo ediligente nello studio, applicandosi più di quello che consentirebbe l'età sua, da ottenere l 'approvazione piena di tutti i professori. Come premio a tanto .~forza compiuto gli toccò l'onore di essere invilllJu alla mensa d ell'eccellentissimo generale de Kins/..y. Ora è promosso all 'ottava classe nella quale se, come non v'è dubbio, proseguirà con la stessa diligenza, apporterà ono re e gaudio ai suoi cari parenti. Spero che la S ignoria Vostra accolga questa notizia con tanto piacere quanto ne provo io comunicandola. Con tutta la mia .famiglia porgo alla Signoria \/4-Jstra e alla Illustre vostra consorte i sensi del mio profondo rispetto. Umilissimo servo chirur,;:o 1vegario I/alter". Nella seconda, del 30 maggio 1796, si pari.i va di interessi e c'era solo un accenno al "dilettissimo Francesco". Nella terza, del 12 novembre dello stesso anno, si parlava invece molto della Scanagatta: "Illustre signore! Ho il ,?rande piacere di comunicarvi che l'egregio mio alunno France.1·co ehhe a .rnstenere in ogni parte il suo esame autunnale per modo di ol/enere la promozione alla nona classe. ui qual cosa portf) a lui e a me non poco piacere. "Ma la contentezza di lui puà scemare grandemente se, acconsentendo alla Vostra illustre volontà, il carissimo Francesco do vrà abbandonare l'A ccademia 1nilitare. Tutto commosso e lagrimoso eRli mi pre,;:ò di perorare la sua causa esponendo a nome suo La preghiera di ottenergli ancora la permanen za nell"Accademia per essere promosso ufficiale. lo non posso rifiutarmi di a iutarlo e d i rivolgermi con preghiera a Voi. la nona classe è proprio quella nella quale ci si addestra in modo perfetto alle esercitazioni e al servizio militare, s'impara la pirotecnica, l'arte dellefor/iflcazioni e le altre scienze che prima si appresero solo in teoria e che sono utili a formar bene l 'u.ffi.ciale. "Po trebbe anche darsi, se conlinuasse la g uerra, l3 che a metà del nono corso il carissimo Francesco uscisse dall'Accademia già ufficiale. Né creda la Signoria Vostra che in parli per mio privato vantaggio; io non sono solito a incaricarmi della protezione dei convittori, ma scrivo soltanto nell'interesse del vostrofi.gliuolo e perché mi spirtf?e a.far ciò l'animo suo sincero e amico. Questo mio alunno è come se fos.w: un .figliuol mio ed io desidero per Lui ogni bella cosa". 14
13 In questo periodo Napoleone, dopo aver conqui stato l'Halia settentri onale, assediava a Mantova quanto restava dell'annata austriaca d ' Italia, forze imperali provenienti dal Tirolo <.:creavano di liberare gli assediati. 14 V. A<lami. Op. Cit.
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Con prosa decisamente a ulica I' Adami, parlando di questo periodo della vita dell.i Scanagatta, dice: " ... il maneggio delle armi l'aveva resa esperta, la passione della vila militare l'aveva fatta più animosa e aveva maggiormente accentuata la sua tempra virile. Se poi è vero che il buon soldato si forma quando tutte le attitudini volgono a secondare la destrezza dell'arte, Francesca, avendo seguito con fermo volere e con atdente spontaneità l'indirizzo teorico e pratico dell'Accademia di Neustadt, risultò fomita di OJ?ni presligio che avvalora la carriera militare... "t,'lla aveva anche sicura coscienza del compito che spetta a un valente ufficiale poiché non badava solo alle al/ratti ve della vita tempestosa, ma procurava distinguersi piegando l'ingegno alle discipline più severe ... "Così imparò le scienze matematiche, si approfondì nell'arte della guerra e pe,.fèzionò la linJ?ua tedesca, la francese e l'inglese. "Coi continui esercizi.fìsici provvide pure al vigore e alla snellezza dei movimenli del cmpo. Cavalcava meravigliosamente e con abilità avveduta leneva a freno i cavalli più focosi . ... " ... manteneva un contegno sempre uniforme e uno spiri/o sempre vivace cosicchè nessuno poiè mai sospettare del suo vero sesso ... " 15 Questo biografo vede in tali atteggiamenti un 'anticipazione del movimento per l'e mancipazione femminile, ma pare eccessivo considerarla una suffrage tta ante lilteram. Probabilmente le sue motivazioni erano puramente personali e in esse al massimo si può supporre c'era un po' di invidia freudiaiia per la mancanza di ciò che possiedono gli uomini. Don Giuseppe Scanagatta si rese conto quanto sarebbe sta to penoso per la figlia abbandonare l'accademi a .i un passo dalla conclusione e no n frappose pi ù ostacoli . L' Adami e lo Spini ci dicono c he Francesca sostenne gli esami linali superandoli brillantemente e che ru quindi nominata alfie re (Fiinrich), il primo grado nella carriera degli ufficiali austriaci coITispondentc al nostro sottotenente. Per l'Adami questa nomin.i avvenne il 16 febbraio del 1797. Invece, secondo un 'altra hi ogralia della Scanagatta scritta da Giacomo Lornbroso, il fatto avvenne un mese pri ma, il 16 di gennaio. A febbraio poi scrisse a Vienna, implorando "l'abilitazione di servire carne U:Uiciale allivo alla guerra". Ciò le fu accordato e "venne incorporata nel reggimento San GiorJ?io." 16 Una quarta biografia della Scanagatta, scritta in francese da un .inonimo nel 180 I, non parla del superamento degli esami finali , ma dice che l·rancesca: "Nel febbraio del 1797 inviò al Supremo Consiglio di Guerra a Vienna una lettera chiedendo di servire come ufficiale nell'esercito ed appoggiando la domanda con tutti gli onorevoli certffìcati di condotta e di lalento che /'J\ccadernia non µutè rijìularle, ed aggiungendovi come prove i premi di distinzione che aveva conSef?uilo nei due anni precedenti. "in seguilo a cù) il Supremo Consiglio di Guerra avendo bisogno, µarlico 15 V.Adarni, Op. cit. 16 G. Lombroso. Op. i:il.
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larmente in quel momento, di buoni ufficiali per rimpiazzare quelli perduti in gran numero nelle campagne precedenti, non esitò a conferirgli il grado di alfiere nel reggimentu San Giorgio." 17 Rico rdando la lette ra scritta dal Dr. Haller a Oon Giuseppe Scanagatta il 12 novembre del I 796 in cui si diceva che "Francesco" era stato promosso alla no na classe e lencandone il prog ramma, davvero corposo, c i si chiede come potesse aver già concluso gli studi , superato gli e sami fin a li cd a ver ottenuto la no mina ad allìcrc a fohhraio o addirittura a gennaio se dobbiam o credere a L ombros o. È vero che spesso in tempo di guerra l'ultim o corso delle accade mie vie ne accelerato per sopperire alla necessità di nuovi ufficia li, a questo punto però vengono inv iati al corpo subito dopo la nomina, senza che debbano "implorare l'ahilitazione di sen1ire come ufficiale attivo". Non s i può esc ludere quindi che Francesca, forte dei ri sul tati già ottenuti, abbia chiesto la no mina ad ufficiale prima de lla fin e del no no cors o. Nominala allìcrc la Scanagatta venne destinata al V I reggimento di frontiere Warazdin-Sankt Georg che allora si trovava sul Reno nei dintorni di Magon za . Ve nne incaricata di trasferirsi con un trasporto di rec lute provenie nti da ll' Ung heria per rinforzare il 6° battaglione, agli ordini de l maggiore Seitel, s otto il coma ndo de l maggior gene rale Finck. 18 U tiroc inio di Francesca c ome ufticia le fu feli ce: co n la sua condotta esem plare, i suo i modi gentili e la sua prudente ri servatezza seppe guadagnarsi la s impatia dell ' ambiente ne l qu ale v iveva. Istruì le reclute de l suo battaglione finchè, cessata la g uerra dopo la Pace di Campoformio, 19 il 9 dicembre I 797 si mi se in marcia verso la Boemia. Passò poi in quell a pa rte di Slesia rimasta agli A bs burgo do po la g uerra di secessio ne austriaca e che oggi ra parle della Repubblica Ceca. Trascors e I' inverno ne i q uartieri d i Troppau (Opava) e di Jagerdorf (Kmov). li 17 m ar.w del I 798 si di resse in Stiria e po i, dopo aver soggiornato brevemente in varie guarnig ioni, giunse a KlagcnfurL, in C.arinzia. Mentre s i trovava in tale città, un suo collega s po salo e con fi gli ricevette l'ordine d i lrasfcrirsi con un qu arto battagl io ne di nuova formazio ne in una nuova sede per ing rossare l' e se rc ilo di campagna. Francesca, impietos itasi del fatto c he tale uffic iale per ragg iungere la nuova destinaz io ne a vrchhc dovuto lasc iare la fami glia, e con la prospe ttiva di un servizio più interessante , si offrì di partire a l s uo posto. Ollc nuta l ' autori zzazio ne di sostituire il collega partì ai primi di agoslo del l' a nno 1798 verso la Poloni a pe r raggiungere il IV battag lio ne del regg imento Wenzel-Coll o redo, battaglione c he era allora com andato da l maggiore D eeber cd aveva la s ua sede nell a città di Lublino. Da K la genfurt andò a Brlinn (Brno) 17 Anonimo, t:ssai sur /'éducalùm e/ La conduite de M.lle Scan.agatti. 18 Generai Major corri spo ndeva grosso mo do a ge nerale di brigala .
19 I .a pace v<'.nn<'. firmaw i I 17 ottobre 1797.
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in Moravia e quindi a Luhlino. Fu assegnata alla compagnia Kinsky c he era stanziata a Sandomir, dove Pranccsca arrivò il 23 settem bre. L' Adarni riporta la traduzione di un documento relativo a 4ucsto viaggio, a suo dire una dichiarazione rilasciata dal commissari o del distretlo di Mahermberg: 20 "Dietm richies/a del signor Francesco cavaliere Scanagalta, alfiere dell'onort!V. G.G.R. rer:,:imenlo di conjine21 e comandante di un d istaccamento si dichiara che 9 soldali componenli il distaccamento nella regione di Maheremberr:, di notte, hanno sopraffai/a la sentinella e provocato diversi disordini dopo di che hanno preso la.fu,:a. Il comandante della regione subito si è recato dalle autorilà del distretw22 a chiedere aiuto per l'inseguimento dei fuggiaschi i quali tuttavia non po/erano essere raggiunti". L' Adami e lo Spini rileriscono poi alcune c uri ose v icende capitate a Francesca durante la sua vita di guarnig ione. Parlano tra l' altro di una giovane francese che, invaghitasi de l simpatico ma incon4uistahile ufficiale, aveva abbandonato il tetto paterno per seguirlo nei suoi cambiamenti di sede. Viene riferito anche un altro episodio avvenuto a Sandomir. Durante una fes ta un gruppo di signore, dopo aver ben osservalo Francesca giunse alla conclusione che fosse una ragazza. Il marito di un a di loro si prese la hriga di a ndare a rife rire la cosa al! ' alfiere il quale, sempre preparato a simili attacchi rispose pacata mente che sceglieva la signora perc hé si accertasse de lla qualità del suo sesso (" Dans ce cas, monsiew; comme la décision de la question est de la compélence d'unefamme, je choisis, de ce momenl. madame w1/re rpouse pour mon juge" ). 2:l Questa pronta cd audace ri sposta troncò per il momento la 4ucslionc, ma il ma rito della signora, ritenuta sconveni ente cd offensiva la frase della Scanagalla, la slidò a due llo. Francesca era completame nte padrona delle armi e perciò non solame nte accettò lo scontro, ma ne uscì vittoriosa. Il I O febbraio 1799 la compagnia dell'allìerc Scanagal.ta ,icevette l'ordine di trasferirsi da Sandomir a Chelm ma, durante il viaggio, venne assalita da una 1:,trave fom1a di artrite accompagnata da lchhre (forse un attacco di reumatismo articolare acuto) per c ui la si dovette traspottare a Luhlino, dove aveva sede il comando del reggimento. La malattia fu lunga, rimase a letto per due mesi e in taJe periodo riuscì a non fare scoprire il suo sesso ai medici. La cosa ci sembra incomprcnsihilc, tuttavia si spiega se riferita alle consuetudini sanitarie di allora.24 Mentre era malata gi unse alla Scanagatta l'ordine di raggiungere il Xli reggimento di frontiera Deutsch Banat. L' Adami riporta il decreto relativo al trasferimento: " In seguito all'ordinanza dell 'Onorev. Consiglio Aulico di Guerra in data 2 0 Sicuramente vuo l dire Mahrenherg: Mahre n è il nome tedesco della Moravia. La c i1111 non è localizzabile nella toponomastica odierna. Non esislcva comunque né un distretto né un Krcis (traducibile grosso modo con circond ario) c he avesse ques to nome o uno s imile in Moravia o altrove. 2 1 Po iehè apparteneva al Warasd in Sankt-Georg (o San ( ìiorg io Varadino) questa s igla è incomprensibile. 22 Evidente conferma c he " Ma he re rnberg" non era capoluogo. 23 C. Spini. Op. Cit. 24 Ved i in appendice per il pe ri odo di malattia a Lublino.
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3 gennaio 1799 si prescrive che il capitano Massimo Radovanov del reggimento
Pielrovaradino e il luogotenente capitano Giuseppe Donath del 1° reg,?imento valacco assumano servizio nel N battaglione Wenzel Colloredo. Per con.w:guenZll gli alfieri Francesco Sr:anagatta e Giorgio H amrner che si trovano in servizio in detto batlaglio11e, dovendo essere trasferiti il primo nel reggimento Banato ed il secondo nel reggimento di I'ietrovardino, saranno falli partire immediatamente pe r la loro de.\·tinazione non appena saranno r:iunti i due capitam:' Ancora convalescente, per quanto il maggiore Dcchcr lo consigliasse di aspe ttare di partire fino alla completa guarigione, l'alfiere Scanagatta si pose in viaggio il IO di aprile, cd il 6 maggio raggi unse la sua compagni a a Pancsova nel Ranato (ora Pancevo in Serbia sulla sponda settentrionale del Danubio a 20 chil ometri da Belgrado). Viene riferito un episodio relati vo a questo pe ri odo. Francesca si trovava in una borgata posta sulla ri va sinistra del Danubio, con un di staccamento di soldati comandato da un primo tene nte. Essendo ai musul mani vietate le bevande alcoliche, ulfo:iali turchi passavano il fiume e vole ntieri si recavano a conversare sull ' altra sponda con g li ufficiali austriaci per bere, lra una c hiacchi erala e l'altra, qual che bicchiere di vino o di liquore. A loro vo lta gli ufficial i austriac i erano invitali dai turchi ad assaporare il loro squisito caffè ed a gustare l'aroma dei pii:1 deli cati tabacchi orie ntali. Accadde che, essendosi il primo te nente recato sull 'altra sponda ad una di quelle riuni oni, la sera non fu di ritorno aJl' ora so lita. Francesca, dopo aver assunto il comando del di staccamento, pensando che il suo superiore ormai sarebbe tornato solo il giorno dopo, andò a lcllo. Ad un tratto la voce del primo tenente deste'> la Scanagatta che subito fu in pie di e lasciando bussare il compagno, che aveva la sua carnera nell a si.e ssa casa, guadagnò te mpo per vesti rsi. Avendo il superiore espressa la sua meravigli a vedendo l'alfiere con l'uniforme completa a quel!' ora della notte, si sentì rispondere che, poichè aveva su di sé tutta la responsabilità del scrvi;.,.io, voleva essere sempre pronto pe r qualsiasi improvvisa chi amata. Durante il servizio nel Ranato giunse per la Scanagatta il turno di avanzamento ma non otte1me la promozione, pertanto il 13 luglio 1799 presentò al suo co1rnuidanLc di reggimento un reclamo il cui testo, secondo I' Adarn i, era il seguente: " Il sol/oscritto prega di essere promosso sottotenente nel suo rango per quanto appresso: " Uscito fin dal 16 febbraio 1797 dalla 1. R. accademia di Neustadtfu assegnato in qualità di aljiere al 6 ° reggùnento di fanteria San Giorgio Varadino, poi il 1° marzo di quest 'anno.fu trwferito a questo reggimento tedesco Ranato e pref'isamente nel 3° rango di esso 25. Quando il signor Feldzengmeister26 t!d
25 C ioè q uell a parte che in te mpo di g uerra restava lungo la Frontiera per la difesa locale. Si trattava in genere di due compag nie di 400 uo mini poco addestrati e che no n sapevano sparare bene. I primi due rang hi si uni vano all'eserc ito di campagna. 2 ft È un errore di trascrizione: la Sca rwgalla sniwva sicuramente Feldzeugmcister c ioè'. gcncrn lc d ' am1arn.
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Ispettore di Frontiera conte Wenzel Colloredo giunse qui, il sottoscritto si trovava assente essendo stato comandato a Neu Boresa 27, di guisa che la notizia che il suo avanzamento era stato rimandato gli è giunta tanto più dolorosa e inaspettata in quanto che i suoi camerati Ocusen, Dinrir.hich e Giuseppe Oesverach, aljìeri dal 1° aprile 1797 Rii passavano avanti. "Il sottoscrilto ha sempre adempiuto tutti i suoi doveri e ritiene di aver saputo dimostrare di essere un ufficiale che sente il prestigio del proprio grado, per cui crede di non aver meritato di essere così posposto; di più in diverse occasioni ha manifestato al comandante del reggimento di essere dispensato del servizio di guarnigione per abilitarsi all 'onore del servizio supremo e ritiene che l'attuale pernumenza in paese non debba essergli Caf?ione di essere scavalcato nella promozione non essendo culpa sua se viene trattenuto in tale servizio. "Poiché a causa di questa posposizione il mio onore rimane offeso e l'intero corpo degli ujjù:iali non avrà più alcuna stima di me per la mia posizione di ufficiale scavalcato e per di più non in un caso in r.ui per la promozione occorressero meriti speciali, ma quello dell'avanzamento ordinario; per queste ragioni il sotloscritto fa rispettosissimo reclamo al corrumdo del reggimento nella speranza che la sua richiesta non verrà respinta". In calc:c c'è una annotazione del comandante del rcggirncnlo: "Si r:omunica al signor a(fiere Scanagatla che a cagione di un ritardo nell 'invio dei documenti degli ujjù:iali trasferiti non poteva conoscersi il suo rango, però deve ritenersi promosso con la prossima promozione, per questo, come tale, è tenuto al comando del re1v?imento il quale non ha in animo di adottare alcun provvedimento punitivo a suo riguardo".28 Dopo essere rimasta alcuni mesi a Pancsova, nel battaglione di riserva29 agli ordini del tenente colonnello D'Einsfeld, slanca della vila di guarnigione, Pranccsca chiese cd ollenne di essere trasferita in uno dei battaglioni dello slcsso reggimento che già erano impegnali conlro i francesi in Italia. Mcnlre Bonaparte era in Egitto in Europa erano riprese le osli lità. Nella primavera del 1799 l'arciduca Carlo vinceva Jourdain in Germania. In Italia i francesi, sconfitti dagli austriaci comandali dal generale Melas e dai russi comandati da Suvorff, conservavano alla fine dell 'estate sollanlo la Liguria. Per fortuna della Repubblica Masscna riusciva a mantenere il possesso della Svizzera c he, dom inando le vie alpine tra la Francia I' llalia e la (icrmania, si sarebbe rivelata slralcgicamcnlc essenziale per le successive operazioni. Tornato in l •rancia Bonaparlc, dopo aver preso il potere con il colpo di stato de l 18 brumaio (9 novembre) aveva iniziato a preparare i piani per la campagna dell'anno succcssivo. nuovi piani di guerra. Massena veniva tollo dalla Svin.cra e posto al co mando dell'Armala d ' llalia (detta a volte più realisticamente di
27 Impossibile localizzare questa località nella IOponomastica allualc. 28 V. Adamj, Op. Cit. Lornbroso, nelle sue Vite dei primari generali ed idficia/i italiani nelle guerre napoleoniche, c i informa che la promozione si Ieee allcndcrc fino al 1 rnar,w dell'anno successivo. 29 Vedi piì1 sopni l:i not:cJ n . 7.5
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Liguria); Moreau, a capo delle annate del Reno e del Danubio riunite, doveva avanzare verso Vienna; era prevista la formazione di una Armala di Riserva in posi7ione centrale destinata a muoversi attraverso la Svizzera verso l'Italia o la Germania a seconda delle necessità. All a fine di novembre del 1799 la Scanagatta partì da Pancsova, ed ai primi di dicembre raggiunse il 6° battaglione del reggimento del Banato. TI battag lione era allora comandato dal maggiore Paulich, e si trova va a Bor.w nasca presso Genova. Si resta in un primo momento pe rplessi pensando che un ' unitì1 di discrete dime nsioni avesse sede in un paesino dell'entrote rra chi avarese. Siamo ahituati a vedere le operazioni militari conce ntrate intorno alle strade o comunque vicino agli itinerari principali,30 ed esaminando le carte dell'epoca, in pmlicolare l'unica ca1la presente ncll' Archivio di Stato di G enova che raffigura chiaramente la Lig uri a alla fine del 1700 (la copia è 1iportata in appendice), vediamo che nessuna strada passava per Borzonasca o nei suoi din torni. Tuttavia questo paese nella valle de ll a Sturla e ra un centro importante, posto lungo il percorso che univa Piacenza a lla costa lungo le valli del Tre bbia e de ll ' Aveto, scavalcava lo spartiacque a ppe1rninico e proseguiva poi nelle valli de i corsi d 'acqua più brevi che gi ungono al Mar Ligure. Su questo itinerario S. Colombano fondò nel 6 14 l'abbazia di Bobbio. In quell'epoca ci si muoveva principalme nte lungo mulattiere. Con l'andare del lc rnpo que lle più frequentate sono state trasformate in strade, modificandone il tracciato soprattutto allo scopo di ridurre la pendenza e di permettere in transito ai veicoli. li fenomeno si è nettamente accentuato negli ultimi anni con la diffusione dei mezzi motori zzati gommati . Qualche volta la viab ili tà anti ca è riconoscibile vicino a quella moderna, più spesso se ne trovru10 tracce di fianco a vecchie chiese o all 'estremità degli odierni centri abitali, talora però anche in mezzo alle campagne. Alcune vecchie mulattiere sono state utilizzate per secoli come itinerari rura-
30 L'esempio più bello è quello d i Adrianopoli, attuale Edi rne ne lla Turchia europea. Keegan nella sua " I ,a grande storia della guerra·• ricorda q ui ndic i baUaglie intorno a questa città. Se ne possono contare anche diciassette. Ripo 11iamo , modifica lo, l' elenco di Kccgan. I ne l 324: vittoria di Costantino su Licinio. II nel 378: sconfitta di Valente da parte dei Got i. lll nel 78 1: vittoria d ei 11ulgari sui musulmani che cercavano di prendere Coslantinopoli. IV nel 818, V ne l 914 e V I ne l 1003: comballutc dei Bulgari diretti verso Costantinopoli. VII nel I094: vinta da J\ lessin I Comneno contro i C umani capeggiati da un pretendenle al trono. VII nel 1205: v inta dai 11ulgari contro Baldovino, imperatore latino d i Costan tinopoli. IX e X nel 1224 e nel 1225: d urante la lolla tra Teodoro Angelo Ducas Comnenn dell ' Epiro, allealo con i Bulgari, e l'imperatore di Nicea Giovanni ITT Vatatzè. X l ne l 1255: vittoria cli Teodoro Il Lascaris di Nicea sui Bulgari. Xli TJel 1355: villoria dei bizantini s ui serbi . Xl Il nel 1366 (data controversa): conqui sta della ciU11 d a parte degli ottoman i. XIV nel 1829: occupazione della città da parte della Russia. XV ne l 1878: seconda occupazione russa. XV I e XVll nel 1913: perdita della città da pari e dei turchi durante le gucn-c ba lcaniche e s ua successiva riconquista.
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li o come piste di tran sum anza, conseguente me nte sono state c ffdtuatc quelle opere di manutenzione che ci pcrrnetlono di riconoscerle ancora. Spesso oggi fa nno parte dei sentieri degli escursioni sti, alla manuten zione provvedono le autorità regionali e le comunità montane: questo le rende molto hcn visihili. A volte il traffico lungo questa viabilità minore era intenso, a nc he perc hé i briganti erano me no nume rosi ri spetto a quelli c he infestavano le strade pi ù grandi . Lungo questi percorsi no n trovia mo solo abhazic, ma anche ospizi, santuari e talora importanti opere viarie. Ovviamente no n c i sono i resti de i ponti più antichi , in genere lignei, ma si trovano ponti de l XV e XVI secolo costruiti negli stessi luoghi dove prcccdcntcmcntc cc n' era uno fatto di legno oppure dove c ' era un g uado freque ntato. Ad esempi o a Monte bruno c'è un ponte d i pietra sul Trebbia, a più arcate, be n conservato, che ri sale all a metà del 1500. Dopo Hor.wnasca l' itinera rio principale per Piacenza sali va come oggi verso il passo della Forcella, intorno al q uale si trovano vecchi sentieri e mulattie re ancora in buone condizioni. Supe rato il passo si scende nella valle dc li' /\velo e dopo tre chilomclii si giunge a Parazzuolo. Da questa località si può scendere il corso del fiume fino a ll a confluenza con il Trebbia, proseguendo poi per Bobbio e Piacenza, oppure girare a sin istra risalendo I' /\veto lin o alla sorgente. Di qu i ci si può diri gere a destra, superando la dorsale appenninica a Barbagelata, a 11 25 metri , e scendere poi a Montchruno, dove si attraversa il Trchhia sul ponte sopracitato. Dopo il ponte se si gira a destra si procede lungo il fiume tino a P iacenza, se si g ira a sinistra lo si ri sale fino a Torriglia. Da qui si può prendere la valle dello Sctivia, che va verso Novi e Tortona. Percorsa questa valle pe r otto chilometri invece di proseguire dritti verso la pianura padana ci si può dirigere a sin istra verso il passo della Scoffera, che immette nell a valle del Ri sagno scendendo fino a (ìcnova. Da Torriglia, locali tà davvero strategica, è anche possihilc raggiungere la Fontanabuo na, cioè la valle del torrente Lavagna c he corre per una tre ntina di c hilo metri quas i parallela all a costa arrivando al mare vic ino a Chiavari. Da Borzonasca si staccava dall'iti nerario per Piacenza una mulattiera di retta a est c he raggiungeva la valle de l Taro3 1 e si uni va poi alla strada pe r Panna. Doveva essere un a via abbastanza impot1ante tanto che lu ngo il suo pe rcorso, a Borzonc, venne fondata un 'ahhazia nel VI secolo amp liata poi ne l Xll. Bo rzonasca era sede fino da l Medio Evo di una dogana, e ciò prova c he queste mul attie re erano frequentate non solo da pe llegrini , notoriamen te esentati dai dazi, ma anc he da comuni viaggiatori e da mercanti . F ino alla prima metà de ll'ottocento fu capoluogo di canto ne. Chi arriva oggi nel paese fatica a trovare segni de ll a passata importanza. T uttavia si può osservare che l'ul timo edificio sulla strada interna de l nuc leo storico (attuale via Raggio) può essere stato adibito a casa di pedaggio. Sono riconoscihili delle Jin cstrc a lunetta, ora chiuse, con davanzali a ll 'allezza de lle reni, dove probabilmente erano deposti i caric hi tras po rtati a s palla per essere con-
:i I La strada attuale tra la valle dell a Sturla e quella del Taro parte da Borgonovo, poco sotto Borzonasca, e attraversa lo spartiacque al passo del Bocco.
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LrollaLi dai gabellieri. Ino ltre proseguendo lungo la stessa via, poco dopo la fine dell'abitalo, si Lrova una chicsclla antica, della chiesuo la di S. Anna, di fianco all a quale è visibi le il tracciato di una vecchia mulattiera. Q ues ta era dunque una zona ricca di tracciati viari " minori" ma frequentatj: non deve quindi stupire che sia stata il teatro di ope razi oni belliche alla fin e del J700. Del resto, a riprova che la vocazione militare di questo territorio è prosegui ta fino ad epoche recenti , c'è una notevole abbondanza di lapidi e cippi commemorativi deJJ a guerra partigiana combattu ta tra il 194 3 e il 1945. La Scanagana raggiunse Borzonasca ai primi di dicembre del 1799 e il g iorno 9 lasc iò il paese per entrare in azione. Il 14 e il 15 prese parte a scontri vicino a Torrig lia ed al valico della Scoffera, dove ebbe la soddisfazione di entrare per prima ne lle fortificazioni che i nemici furono co strettj ad abbandonare il 14, ma che com unque ripresero il g iorno dopo. Francesca ebbe poi l'ordine di occupare Barbagelata. 32 Negli scontri intorno a questa località il comandante del battaglio ne, maggiore Paulich, ferito gravemente, venne fatto pri gioniero dai francesi e portato a Geno va dove fu necessario amputargli una gamba. [I 16 di cembre la Scanagatta, servendo allora agli ordini de l capitano Luzier, si riunì a lle forze austri ache che si trovavano intorno a Paraz zuolo ove fu prescelta per rioccupare con un Llistaccamenlo la posizione di Barbagclata e di resistervi il più a lungo possibile insie me a un drappe ll o comandato dal tenente Pawick. 13 Tutti i biografi e log iano il c omportamento d i Francesca in tal e occa sione. Lo Spini rif"c riscc che "per il comportamento in queste circostanze ottenne una menzione onorevole e un avanzamento di grado" . Secondo I' Adami nel diario conse rvato dai di scendenti de lla Scanagatta si trovava, a proposito di questo fallo d'arm i, la seguente annola;,.ione: "Marciando attraverso ad ogni sorta di
ostacoli sotto ad una grandine di mitraglia che altermva a dritta e a manca decine e decine di soldati, e mentre di tutti gli uffic iali superiori e subalterni non rimaneva in piedi che lo Scanagatta, questi con la sua spada in alto, precedendo i soldati e Ira i fulmini dell'arliglieria del f o rte, polè nell'assalto irrompere sulla posizione ed impossessarsi del baluardo". Secondo lo stesso
32 Come detto sopra è una posizione strateg ica posta a 11 25 metri sullo spartiacque dcli' Appennino. 33 A questo proposito Lombroso parla di forze austriache in ritirata agli ord ini del comandante del settore conte Klcnau " reduce dalla riviera di Genova che aveva dovuto abbandona.re per manrnnza di munizioni" . E che la Scanagatta ebbe l'on.linc di occupare Rarbagelata e di "soslenervi più che poteva onde proteggere da colà. la ritirata del relmgua rdo a us lriw:o". Sembra che sia necessario proteggere il fianco sinistro di un esercito che attraverso il passo della Forcella sta abbandon ando la Riviera, mentre non risultano operazioni impo11anti in quell'epoca e in quell a zona. Klenau il 9 novembre era a Sarzana da dove emanava un proclama e il IO insediava le Provvisorie Cesaree Regie Reggenze di Srazana. La Spezia e Lcvanto. Non risulta che poi si sia mosso verso Genova o che sia stato costretto a ripiegare. (Vedi: U. Mazzini . L 'occupazione austro-anRlo-russa del golfo della Spezia).Verosimilmenle la Scanagatta fu coinvolta in un' azione di reparti m m on.
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autore "l'intrepido valore spiegato dall 'Amazz,one nella presa del forte, le aveva meritato di conseguire la menzione onorevole nonché l 'avanzamenlo nel grado di primo tenente". Nessun'altra fonte fa menzione di una promoz ione per meriti di guerra.34 Il 25 di dicembre Francesca ricevette l' ordine di abbandonare la posizione e il 28 raggiunse il suo battag lione, che si trovava aJJora tra Compiano e Castel Bardi1 5 nel ducato di Pam1a, agli ordini del capitano Golubowich. Poi il battaglione, il cui comando era passato al capitano Kliunowich, abbandonò la zona appenninica e si trasferì a Livorno, dove si trattenne per qualche mese di guar11igione. Tn questo periodo, secondo quan to riferito nell' "Hssai sur l'éducation et la conduite de M.lle Scanagatti", la protagonista della nostra storia venne inviata per commissioni a Venezia, Mantova e Milano. Passò per Cremona, all'epoca suo padre era intendente di questa provincia, e si trattenne in famiglia per un giorno e due notti. Sua madre, avendo notato che al mattino, vestendosi, la figli a si fasciava molto strettamente il seno per nascondere le apparenze femminili, e che tale forte compressione aveva già prodotto delle ecchimosi, ne parlò al padre temendo che avrebbe potuto essere vittima di un cancro se non fosse s tata ohhligata a lasciare il servizio. li padre fece ancora un tentativo cli convincere la fig lia a tornare in famiglia, ma ottenne un nuovo rifiuto. Francesca rispose rispettosamente che non avrchbc mancato di fare attenzione a ciò che sua madre aveva osservato s ul suo corpo, che non avrebbe tardato a tornare in famiglia una volta fatta la pace, ma lo pregava di riflettere che avrebbe perso quel poco di meri to che aveva acquistato nella sua carriera se l' avesse abbandonata in quel mome nto e che infine doveva tranquilli zzarsi sul suo conto dato che per più di tre anni era sempre stata presente a se s tessa ed aveva saputo cavarsela in mezzo a un esercito in molte occasioni critiche . Secondo l' Adami invece fu la madre c he andò a trovarla nel campo austriaco: "Ottenuto Madama n e Villata l'ingres.rn nell'accampamento e l'accesso
alla tenda del generalissimo, le venne da questi accordato l'implorato.favore di godere della compa?,nia del tenente per alcune ore, durante le quali, .1pinta dal!'amore materno la ne Villata, per cui premeva più della gloria la salule e la vita dell'Amazzone, nell'accertarsi delle condizioni sanitarie della figlia scoprì che essa per l'abitudine di comprimersi strettamente con una fascia le sporgenze del seno si era prodotte delle ecchimosi. Spaventata a quella vista preparò la
34 Già si è dello nella nota n. 28 che la Scanagalla venne promossa tenente il I marzo 1800. Del resto nel foglio di viaggio dato alla Scanagalla quando le sarà ordinalo di lasciare il suo reparto si parla di lei come del soUotenenlc Scanagatta (Vedi in seguito). Nell'attestato di congedo si dice che Francesca ha servito prima come alfiere e poi come lenente, non è citato un terzo passaggio di grado. Questa promozione sul campo sembra perciò una invenzione agiografica. 3S Compiano si trova in Val di Taro, lungo la strada che provenendo dal passo del 11occo va verso Parma. Bardi è su un itinerario che unisce la valle del Taro a quella dell ' Arda (oggi SP 359).
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Francesca al ritorno infamiglia e si fece promellere che avrehhe rispettata la volontà dei genitori." Sempre in questo periodo, il Lomhroso dice il I marzo 1800, la nostra protagonista ottenne quella promozione a tenente c he le era stata promessa fin dal lug lio del 1799. Mentre il battaglione della Scanagatla era a Li vorno le operazioni militari avevano avuto una sosta. A gennaio, stanco delle invidie a ustriache pe r i successi di Suvorov, e dopo le mol te polemiche seguite al la vittoria di Massena in Svizzera, lo zar Paolo I aveva ritirato le sue truppe, pur restando formalmente in guerra con la Francia. Comunque l'esercito austriaco che contendeva ai francesi il possesso della Liguria aveva l'appoggio della flotta inglese agli ordi ni dell'ammiraglio Keith . Massena aveva raggiunto Genova tra la fine di gennaio e i primi di febbraio del I 800 e aveva posto il suo comando il piazza S. Domenico, oggi De Ferrari , nel palazzo Doria che ora è sede della Banca di Roma. Le lince francesi partivano da Ru ta, salivano lungo la do rsale che chiude la Fontanabuona, si appoggiavano al monte Comua, proseguivano per Torriglia, Scoffera, S. Alberto, Casella, Savignone, Busalla, Ilorgo Fornari e Ronco. Il passo della Bocchetta, lu ngo quella che allora era la strada principale tra Genova e la Pianura Padana, era stato ri nforzato con un campo trincerato, che attraverso Voltaggio comuni cava con la fortezza di Gavi, la posizione più avanzata verso la pianura. Poi il fronte francese piegava a sud fino a Capanne di Marcarolo e quindi a ovest verso il Monte Calvo. Proseguiva per Campofreddo, Stella, Monte Negrino fino al Colle di Cadihona. Seguiva poi lo spart.iacque delle Alpi Marittime fino al Col di Nava con qualche caposaldo verso l'interno. L'ala sini stra dell ' Armata d' Italia aveva il compito di presidiare i passi delle Alpi dal Col di Nava al Moncenisio. Durante l' inverno gli austriaci avevano saputo che l'Armala di Riserva si stava radunando intorno a Digione. Pe r prevenire il pericolo il generale Zach,36 capo di stato maggiore dell'armala austriaca in Italia, aveva proposto di attaccare Massena ai primi di marzo, quando i passi dcli' Appennino ligure sono pe rcorrihili ma non lo sono quelli alpini. Occupata Genova e tutta la Liguria fino al Varo, Bonaparte, minacciato dal sud, sarchhc stalo costretto sulla difensiva. Ma l'idea di una campagna invernale era troppo nuova per la mentalità tradi zionalista che dominava l'armata imperial e e po i l' esercito aveva davvero bisogno di un po' di riposo, poiché la campagna dell ' anno precedente si era conclusa solo a dicembre con la presa di Cuneo. Si decise così di rinviare l'offensiva. Tra febbraio e marzo i francesi avevano dovuto fron leggiare rivolte in Val
36 Era stato insegnante di matematica all'ac.:c.:adcmia di Wicncr Ncustadt, non sappiamo se nel periodo in cui ru allieva La Sc.:anagatla. Aveva una c.:oncczionc scientifica della guerra che lo portò a scontrarsi con quanti amavano la "bella vita militar". Tra i suoi o ppositori c i fu Radetzky, allora colonnello cd aiutante di campo di Mdas.
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Po lcevera e nell a Fonta na buona, che si guadagnò il nome di Vandea della Repuhhlica Ligure. TI 5 ma rzo verrne organizzata una spedizione punitiva: due colonne in partenza una da Torrig lia e l'altra da Rccco avrebbero dovuto avanzare nella Fontanabuona, ma la resiste nza fu più fo1te de l previsto e le due colonne non si poterono riunire. Si procedette comunque, pe r quanto possibile, ne ll'opera di "pacificazione". Le cronache parlano di fucilazioni sommarie, di molte case bruciate e dell'incendio per rappresaglia dell' intero paese di Cicagna. 3 7 Era una condotta n01male e de l tutto consegue nte a quanto previsto dai proclami pubblicati in quel l'epoca d alle armale rcpuhhlicanc: " . .. Tutti 1:li abitanti trovati con le armi in numu saranno fucilali all'istante ... / comuni che avranno suonato le campane a martello e f aranno resistenza alle nostre truppe saranno saccheggiati e bruciati, e gli abitanti che non deporranno le armi o porteranno la coccarda nemica saranno fucilati ...1 nobili e i preti risponderanno con la loro testa all 'Armata Francese per la sicurezza di tutti i repubblicani ..." 38 Neppure gli austriac i si comportavano da santi. Scrivendo il 27 agosto de ll'an no precede nte alla Reggenza di La Spezia il coma ndante austriaco, generale conte Kl enau, ingiungeva la consegna di quanto nece ssario alle truppe minacciando altrimenti di imporre a l Paese "una vistosa contribuzione, la quale se non si pagherà sul momento, darò ai Russi licenza d 'introdursi nelle case . .. " 39 Il 5 aprile del 1800 iniz iava l'attacco austriaco ali' Armata d'Italia, appoggiato dal mare dagli inglesi: veni va occupala Rccco , che però in serata to rnava in mani francesi. Il mattino del 6 il Feldmarshall Leutenant (generale di divisione) Ott, a llora al com ando nella Riviera di Levan te, rinnovava l'attacco da Torriglia a Recco. Ve1ùva preso il Monte Cornu a e le forze di Massena erano coslre lle a ripiegare nell' alta Val Bisagno. Ve niva preso anche il M onte Fasce che domina Genova da est,40 me ntre lungo il mare l'offensiva del Generai Major (generale di hrigata) Gotteshe im procedeva più le ntamente. Da nord il Feldrnarschall Leutenant Hoenzolle m, anch'egli formalme nte agli ordini di Ott, attaccava attraverso il Passo de lla B occhetta. Nel medesimo giorno il grosso dell'esercito austriaco, agli ordini dello stesso Me las, attacca va da ll a parte di Savona c la conquistava il giorno dopo, tagliando in due l' Armata d ' Italia, mentre un contingente francese resisteva nella fortezza de lla cittù. Più a occidente il Feldmarshall Leutenant Els1ùtz vinceva le forze del generale Suchct costringendolo a ritirarsi o ltre il Varo. Massena reagì subito. Il 7 g uidò personalme nte una breve sortita che portò alla riconquista del Monte Fasce, bloccò le avanzate di Ott e di Hoenzolle rn e, rientrato in città tra le grida di " Vi va Masscna" e " Vi va la Francia", organi zzò
37 A. Ronco, L'assedio di Geno va nel 1800. :,K A. Neri e U. Mazzin i, La guerra del / 799 nell 'i\ppenn in o /,igure 39 U. Mazzini, Op. cit. 40 A riprova di tale posizione è il grande numero, inusuale anche per i te mpi odiern i, Ji ante nne e ,;peti tori costruiti sulla sua cima.
Francesca ScanaRatta ( 1776-1864 ) Uffic iale de/l'Esen:iw i\ustriaco
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un tentati vo d i ristabilire un collegamento con la parte central e cd occidentale de lla sua armata. L'operazio ne iniziò il 9. Una colonna g uidata dallo stesso co mandante del l'armata si mosse lungo la costa e un' altra, agli ordini di Soult, nell ' interno. Dovettero e ntrambe ripiegare e il 19 rie ntmrono G enova dopo aver rischiato di essere accerc hi ate e distrutte in Val Polccvcra. Nel mese <li aprile gli austriaci ripreso il Monte Fasce e si impadronirono di tutta la Pontanabuona, mentre in Val Polccvera ba nde di patrioti (o di ribe lli a seconda del punto di vista) agli ordini del gene rale Assarcto comhattevano insieme a loro con tro i francesi. Ne ll ' aprile del 1800 il battaglione <li cui faceva parte la Scanagatta ebbe l' ordine di ritornare nella zona di Ge nova e si accampò ad est della città nei pressi di Monte Bccco.41 Poic hé le navi di lord Kcith avevano inte rcettato dei dispacci diretti a Massena ne i quali gli si annunciava c he l'Armala di Ri ser va slava per muoversi in suo soccorso, il 26 Mcl as scri sse a Vienna di cendo che il g iorno seguente sarebbe partito per il Piemonte, lasciando Olt al comando de lle forze che sarebhcro rim aste intorno Genova. Le cronache rireri scono che in città cominciavano a scarseggiare i vive1i e c he i prezzi erano in aumento, c iò in te mpo d' assedio è normale. C uriosa invec e è la notizia che Masscna dovette fra l'altro occuparsi di una protesta dei sorbettieri c he si lamentavano pe r la scarsità di neve, poic hè la costruzione di trincee e di altre opere militari provocava la distru zione delle nevierc. 42 In questo periodo il padre di Francesca, deciso a far finalme nte cessare l'avventura militare della figlia, andò a Milano ed espose il suo prohlcma al conte Luigi Coc astelli, mantovano, funzionario austriaco di vecchia scuola, reazionario c he a suo te mpo si era opposto alle riforme di Giuseppe II, emig rato nel 1796 davanti all 'avanzata de i francesi, e c he con il ritorno degli austriaci era stato nominato governatore provvisorio de lla Lombardia. Il conte si fece carico del problema di Don Giuseppe Scanagatta, fun zionario lcdclc al so vrano, per nulla implicato ne l peri odo "giacobino", ed inviò a Melas una memoria riser vata in cui veniva svelato il sesso di Francesca, pregandolo di darle un onorevole congedo. 43 41 I battaglioni del reggimento tedesco del Banato furono impiegali separa(amenle. Mentre questo era impegnato vicino a Genova, un altro presidiava la Val d'Aosta. Sarebbe staia così la prima unità austriaca a scontrarsi con i francesi scesi il 1.'i maggio dal (ìran S. Rernardo. Ritjratosi quindi oltre Ivrea, il 26 maggio, insieme a un battaglione del reggimento Kinsky, avrebbe cercalo di impedire al nemico il passaggio del torrente Chiusella. 42 A.Ronco, Op. cii. 43 L'Adami, chiama Cocastelli "commisrnrio generale presso l 'armata d'Italia" c pone questi avvenimenti negli ultimi giorni di maggio. Non è credibile, poichè in quell'epoca i francesi stavano per entrare a Milano, dalla quale il Cocastelli sarebbe fuggito il 2<). Del reslo nel foglio di viaggio che sarà dato alla Scanagatta quando lascerà la zona di (ìenova (vedi in seguito) si parlerà di un "ordine del comando di corpo d 'armala dato da Ni zw i l I X!'S/8()()". Necessariamente quindi il padre di Francesca deve essere andato a Milano qualche tempo prima.
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Il 30 di apri le un importante attacco austriaco contro Genova veniva respinto. TI 2 maggio Massena lanciava senza successo un ' offensiva in Val Polcevera. Il giorno dopo gli arrivava finalmente la notizia che l'Armata del Reno era in movimento e che l'Armata di Riserva stava per passare le Alpi . Il giorno IO Genova veniva svegliata da colpi di cannone e dal suono delle fanfare. Avendone chiesto il mo tivo a Ott, Massena si sentì rispondere che erano in corso i festeggiamenti per una vittoria ottenuta tre giorni prima da Elsnitz su Suehct vicino a Oncglia. Nelle sua storia dell'assedio di Genova Ronco dice che il comandante francese, sdegnato, decise di lanciare subito un 'offensiva, che però dovette rimandare fino all 'indomani. In realtà si trattava di un'operazione complessa in cui erano impegnate varie colonne che dovevano coordinare i loro movimenti, po1tarsi nella notte sulle posizioni di partenza cd attaccare in sequenza secondo un ordine predetermin ato. È più facile pensare che fosse una cosa programmata già da tempo. L'azione ini ziò prima dell'alba e si protrasse per tutta la giornata dell ' 11 cominciando con un attacco nell' alta Val Bisagno. I francesi non riuscirono a rompere il blocco né ad arrivare a Torriglia, si impadronirono però del Monte Becco tagliando la strada dei crinali che da Recco e da Sori va verso Genova. Un cronista dell 'epoca, il generale Thiébault, dice che a Monte Becco " . ..,:li austriaci presi alle spalle f uggono, XOO rotolano negli a hissi ed ancor più sono fatti prigionieri ... ". Per l'intera giornata parla addirittura di 3000 prigionieri austriaci; lasciamogli la completa responsabilità di questi numeti.44 Massena comunque la considerò una vittoria ed avvertì Ott che il giorno dopo l'avrebbe celebrata facendo sparare il cannone. Tra gli avvenimenti del giorno I I abbiamo notizia di un contrattacco austriaco in Val Sturla condotto con 7 battaglioni dal generale Gottcshcim il quale, come vedremo in seguito, aveva ai suoi ordini anche il battaglione della Scanagatta. Possiamo quindi pensare che la nostra protagonista sia stata impegnata in questa azione. U 13 maggio falliva un attacco francese al Monte Creto durante il quale in generale Soult era ferito e fatto prig ioniero. Il 18 giungeva in città la no tizia della caduta del fotte di Savona. Ovviamente i (iifensori non sapevano ancora che il 15 l'Armata di Riserva aveva iniziato a passare le Alpi , ma lo sapevano gli austriaci, che avevano bisogno di spostare al più presto in Piemonte le truppe ancora impiegate nell'assedio. Per accelerare le operazioni militari, dal 20 maggio iniziavano i bombardamenti della città da parte della flotta di lord Keith, che si ripetevano poi quasi tutte le notti. Pare che nell 'oscuri tà fosse più facile evitare la reazione delle batterie francesi.
44 P. Thiéhault, Jnurnal dès opéra tions militaires du s iège et du bloccus de Gen es
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La situazione degli assedi ati era sempre più pesante. Come in altri assedi viene ri ferita la completa scomparsa di cani, gatti , uccelli, topi e di qualunque altro animale comunque commestibi le. Si mang iavano cuoio e legno, si faceva il pane con un impasto di gesso e segatura c he, dopo aver dato un ' impressione di sazietà, spesso uccideva. Il 27 la folla sbarrava la strada a Masscna 1::,'li<lando "Pane, capitolaz ione, basta!", il 3 1 vi erano rivolte anche tra i soldati. Giungevano noti zie contraddittorie, si diceva che l' Armata <li Riserva fosse sconfitta o comunque in difficoltà. 45 ln realtà le forze francesi, benchè il grosso <lcll 'aniglieria fosse ancora bloc<.:ato <lai forte di Bard, stavano dilagando ne lla Pianura Padana. 11 22 e ra caduta Ivrea e il 26, passato il torrente Ch.iusella, avevano costre tto gli austriaci a ripiegare su Chivasso. Poi, presa la decisione <li dirigersi su Milano, il 27 Mural aveva conquistato Vercelli , il 29 aveva passato la Scsia e il l giugno il Ticino. Nella sera <lei 2 il Primo Console entrava a Milano. Era poi previsto che Ilerthier si dirigesse a Pavia, superasse il Po a Belgioioso e occupasse Stradella, interrompe ndo la strada principale che passando a sud de l Po collegava Alessandria a Piacenza e quindi a Cremona e a Mantova. Si sarebbero così tagliati i collegamenti tra Melas e le sue basi. Murat con la cavalleria doveva cercare di passare il Po a Piacenza concorrendo a interrompere la suddetta strada. Dopo essersi resi conto che Bonaparte si stava dirigendo verso Milano e del pericolo c he correvano le loro vie <li comuni cazione, dive ntava imperativo pe r gli austriaci liberare forze per difendere la strada sulla ri va destra <lei Po, concentrando il grosso dell ' armala intorno ad Alessandria per affrontare l'Armata di Ri serva. Tutte le guarni gioni sparse pe r l'Italia dovevano convergere al più presto s u Piacenza. Melas inoltre <lette ordine che il 2 giugno cessasse l'assedio di Genova e c he tl1tte le forze ivi impegnale si dirigessero al più presto a nord. Ma Masscna non ne era a conoscenza, e così proprio il 2 fece agli austriaci l' inaspettato regalo di chiedere la resa, che venne firmata nella serata del 4. Il giorno dopo gli austriaci entravano a Genova, che si a ffre ttavano a lasciare a truppe provenie nti dalle Ral ea.ri sulle navi di lord Ke ith, pe r dirigersi il più velocemente possibile verso la Pianura Padana. Secondo lo Spini "nel iiorno medesimo che la piazza convenzionalmente si arrendeva", e quindi il 4 giugno 1800,46 veniva comunicato alla Scanagatta c he
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Ronco, Op.cii Non si capi sce perchè lo Spini usi il termine "convenzionalmente". Forse perché la resa era stata firmata il 4 giugno e Massena aveva lasciato Genova nelle prime ore del giorno successivo. Tale sottolineatura semhra strana in un autore che spesso è impreciso nell'indicazione dei tempi e nei nessi cronologici. Oppure si ri ferisce alle condiziorù molto generose per i francesi che abbandonarono la città con tutte le armi, comprese le artiglierie, per essere scortali al Varo da dove avrebbero potuto ricominciare a comhattere. Non era una vera capitolazione. 46
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il comandante supremo dell' armata aveva spedilo al haLLaglionc l'ordine cli lasciarla paitire perché raggiungesse i suoi geni tori a M ilano. L' Adami riporta una lcllcra inviatale in quei giorni da un suo superiore: "Caro sit:nor cam.era/a, ora io sono al corrente della sua situazione, perdoni perdi> la mia improntitudine se la disturbo starnane tanto preslo, ma la cosa mi stava veramente a cuore. Le prometto il più assoluto silenzio anche da parte di coloro che hanno messo gli occhi sulla lettera di suo padre e l'assicuro che taceranno. lo non ho <:onsegnato prima la malaui urata letlera perché credevo non contenesse altro che la richiesta di sue notizie per parte di suo padre e perciò commisi la stoltezza di presentarle la lei/era pubblicamente di che le domando Lantissime scuse. " li signor generale vuol parlare direttamente al riguardo ed io in proposito ho già mandato l'ordine al battaglione perché la si lasci venire domani o appena è possibile. Venga quindi appena avrà tempo perché non vi è nessuna frella e non sarà sollevato nessun rumore. Si presenti prùna da me che for.çe potrò darle al<:uni schiarimenti e poi la condurrò dal generale e le do la mia parola d 'onore che ella non avrà da temere nulla, che sarà trattato con tutti i miglio ri riguardi e che nessuna persona al mondo saprà mai una parola di <:iò che la rit;uarda. "Stia bene, mi perdoni e creda fiducioso ci<) che le dico finchè avrà l 'onore di mostrarle che sono il suo sincero amico Haruder generale aiulante" Puscrillo: "Jl generale stesso mi ha ordinato di soffocare la cosa con o~ni ener~ia e tenerla lalmenle segreta che è deciso di trasferire chiunque ne facesse parola. Del resto ridonda a m erito e non certo a disonore l'essersi diporlato da galan/uomo e da bravo .rnldato". Quest,l lettera era stata scritta a Recco e portava sul risvolto il seguente ind irizzo: "Al signor tenente Scanat;atta del 6° batta~lione del Banato - Monte /Jecco". Lo Spini dice che il giorno dopo aver ricev uto l 'ordine di lasciare il campo per raggiungere i genitori a Milano, dovrebbe quind i trattarsi del 5 giugno, la Scanagalla, giunta a Nerv i, ven ne invitata a pranzo dal comandante del corpo d ' armata generale baroJ1e "von Gotlhsein",47 e che in tale occasione si vide sempre chi amata e trattata come ufficiale. Anche il Lom broso, nella sua opera sui più celebri mili tari italia ni nelle guerre napoleonic he, parla di tale pranzo con il ge nerale Gotteshei m a Nervi, ma non ne specifica la data. L' Adami invece dice che nel diario conservato dai nipoti di Francesca si leggeva: " Jl generale Mela.i· informato del vero sesso del primo tenente lo chiamò al suo cospetto e dopo averlo trattato con ogni riguardo altamente encomiando il suo valore gli espresse come aflari pressanti e di grave urgenza lo richiamassero in famiglia e come egli fosse .1piacente di non poter conservare neli 'esercito un così bravo, intelligente e prode ufficiale che tanto onorava il proprio reggimento. E dopo averlo invitato alla sua mensa per il ~iomo successivo gli
47 C ioè Gottesheim , che però era Generai Major ossia generale di brigala. A capo ciel corpo d ' am1:ita c'era Ott.
Francesca Scana~aua ( i 776- 1864) Ujjìciale dell 'F:serrito Austriarn
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ordinò di ritirarsi nella propria tenda. Nel giorno seguenle prese parte al pranZo ed alla festa militare da/a dal 1;eneralissimo in suo onore e durante la quale eJ;li venne trattato da tutti i convivianti come se fosse di sesso maschile". In n:allà in quel periodo Melas era a Torino, occupato a fronteggiare Bonaparte, stava fra l'altro preparandosi per partire il giorno J 1 per Alessandri a, quindi non è pensabile un incontro con la Scanagalt.a. Gollcshcim invece si trovava in quella zona e quindi sarebbe ammissibile un pranzo o una cena con lui, ma anche in questo caso c'è una incongruen1.a lemporale. Gli era stato infau.i ordinalo di dirigersi a Piacenza lungo la slrada più hrcvc, cioè lungo la valle del Trebbia. Non sappiamo quando pa11ì, sappiamo però che ne lla serata del 6 partecipò nei dintorni di tale città a uno scontro con forze francesi. Non è quindi possihilc che la sera prima fosse a Nervi a cena con la Scanagalla. L' unica s piegazione è che l'ordine di lasciare il battaglione non venne dato a Francesca nel giorno in cui si arrendeva Ucnova ma prima, forse il 2, giorno in cui Massena chiese la resa. A qu esto punto la cena con Gottesheim avrebbe potuto svolgersi il 3, data compatibile con i futuri s postamcnli del generale. L' "F:ssai sur l'éducation et la conduite de M.lle Scanagalli" ci conferma che la nostra protagonista lasciò la Liguria il 3 giugno del 1800. Francesca partì dal reggimento con tutte le formalità inerenti al s uo grado. Ricevette regolari docume nti di viaggio e fu autorizzata a condurre con sé il proprio altendente. Secondo I' /\darni il foglio di viaggio era così redauo: "Il signor sottotenente4 8 Scanagatta di quesw ballaglione avendo ottenuto il permesso di visi/are i parenti a Milano in seguito a o rdine di comando del corpo d 'annata, datn da Nizza il IX maggio IX00, 49 eseguirà il seguente viaggio: Recco-Rapallo-Sestri-Materana-Risco-Sarzana-Pielrasana-Lucca. "Do vendo prose1;uire per Prato ne darà avviso per regolarità al signor tenente comandante del deposito Baar. Il signor .w ttotenente prede/lo giun.lo nei luoghi di destinazione riceverà gratuitamente allo1;gio e potrà prelevare dai magaz.z.ini militari i viveri pel suo seguito. "Il signor sottotenente è stato soddisfano dal bat1axlùme soltanto d ella paga pel mese di maggio ed il soldato che l'accompagna ha ricevuto il soldo .fino al 5 gù,gno ed i viveri.fino al giorno 4 " _50 Seguivano le vidimazioni dei comandanti delle segue nti località: Chiavari , Lucca, Modena, Ferrara, Bologna5 1, Legnago, Padova, Dolo, Mestre e Verona dove l'ufficiale giungeva alla fine del mese di giugno. Giunta a Verona la Scanagatta, che contin uava ad eserc itare le funzioni del suo grado militare, non poteva proseguire per Milano, infatti il 14 giugno Mclas
48 Qui e dopo: è un errore di traduzione, Francesca era tenente. Nell 'esercito austria-
co iI ~rado di sottotenente non esisteva. 4 Vedi anche la nota n. 43. 50 A conferma che la partenza dev'essere avvenuta prima del 5. 5 I Secondo I' "t:ssai sur f éducation et la conduite del M.lle Scnagatti" passi:> da Bologna 1'8 g iugno.
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era stato baltuto a Marengo e il g iorno dopo aveva firmato la convenzione di Alessandria con la quale gli austri aci cedevano ai francesi il Piemonte e la Lombardia. Pertanto il comandante della piazza di Vero na modificava i suoi ordini e la inviava a Venezia, munita del seguente foglio di viaggio: "Il signor sotlotenente Sr:anagatta dell 'onorev. 6° battaglione di f rontiera Banato, il quale d'ordine del comando del corpo d'armata deve pari ire di qui e recarsi a Venezia dove attenderà la destinazione definitiva. Il percorso che dovrà fare è il seguenle: Montehello - Vicenza - Padova - Dolo - Mestre Venezia. Tanto a lui quanto al suo attendente che l 'accompagna Pietro Ellj devono essere somministrati ,:ratuilamenle durante tutto il via,:,:io i mezzi necessari dalle autorità provinciali. Siccome il dello s ignor sottotenenle non è potuto partire con i suoi cavalli le solloposte amministrazioni e comitati gli som,ninistreranno un mezzo carro da viaggio dietro pagamento regolamentare a contanti di 15 corone per m iglio e cavallo. Il predetto signor sottotenenle è staio soddisfatto di soldo dal baltaglione fino all'ultimo di maf?f?ÌO ed il suo attendente jìno all'ultimo di giugno. Le competenze ulleriori saranno fornite dal Commissario militare". 52 Dopo che Francesca aveva lasciato il reggimento, pure essendosi ormai saputa la verità circa il suo sesso, i suoi colleghi scrivendole continuavano a trattarla da uomo, come appare dalla lettera che viene qui di seguito riportata: " Onoratissimo e carissimo amico, ,:rande contentezza, mio eccellente Riovane amico, mi ha arrecalo Lei non solo r:011 la sua Lettera C{ffeUuosa, <"he ho avulo piacere di ricevere in questi giorni, e che mi rende sicuro del ricordo da parte di una persona onorata, ma ancora, e m.aJo;iormenle, per l'amabilità che elle ha di ricordare e che convince completammte, nella maniera più geni ile e inaspettata. Ora io non posso a meno di manifestarle tutto il mio più intimo attaccamento, e di pregaru1 di conservarmi sempre, anche in avvenire, il suo ricordo, e la sua preziosissima amicizia, ciò che del resto noi qui tulli abbiamo fatto. Non occorre davvero farci tanti ringraziamenti, come ella ha la bontà di manifestarci, perché, appena pos.viamo credere di avere adempiulo sufficientemente all'ohhligo del più doveroso amore del pros,çùno, quand'anche nel nostro accampamento, in un paese straniero inospitale, nonfòssimo in grado di fare di più. Dimentichi pertanto tuffo ciò, e ci consideri solo come amici sinceri, che prenderanno il più vivo interesse per quanto le avvenga di bene, come ora io mi conRratulo pel suo tanto sospirato avanzamento che apprendo dalla sua lettera. Di tutto cuore poi le aggiungo che questo nostro interessamento si accresce nella considerazione che sta per abbandonare questo rude mestiere nel quale ella ha dato abbastanza prove di nobile arditezza. "La sua cordialità e rettitudine d 'animo le darà modo certamente di occupare un posto in cui possa procurarsi quella fortunata soddisfazione propria che forse fra noi avrebbe trovata in molto minor misura.
52 V. Adami, Op. Cit.
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"Oi novità del nostro hattaglùme, quando ne vorrà ancora sentire, caro e giovane amico, gliene posso sempre dare tanto più che dacchè Lei è lontano, come gùì avrà saputo dagli. altri ujjiciali, qui non vi è più nessuno che lei cono sca, eccetto i.o ed il tenente Fergel, il quale come me è sempre quello di prima. Deve dunque sapere che i maggiori Deebem e Ki.noski sono stati collocati in pensione per primi, così pure un certo maggiore Hellos ,çta trattando me e tutti gli altri egregi ufficiali con molta severilà, ma questa vita durerà .fortunatamente soltanto fino a primavera, almeno speriamo/o. Desidero che questa pace sia sollecita affinchè possa avere anch'io in tasca il mio congedo e così non dimenticare tante persone che mi sono care, come lei, mio buon amico. Stia dunque sempre bene, in qualunque circostanza la pre1:o di ricordarsi sempre di me e con La più sincera amicizia e stima mi creda, mio o/limo Scanagalla, suo ajfezirmatissimo amico Taube. "Lublùw , 28 ollobre 1800. Poscritto: " /,a mi.a signora le invia i più cordiali saluti e la ringrazia sentitamente per il ricordo che ha di lei, augurandole tu/lo quanto desidera. Addio caro giovane amico e come noi la ricordiamo lei non si dimentichi mai di noi". La strana posizione militare c.lclla Scanagalla e le vicende belliche del momento avevano fallo sì che i provvedimenti per regolarizzarla fossero emanati con notevole rilarc.lo, al runlo che l'ordine di congedo non giunse che un anno dopo circa. Frattanto essa, preoccupata per le poco felici condizioni economiche in cui era venuta a trovarsi la sua f:m1iglia in seguilo all' abbandono della Lombardia da parte del padre, emigrato al seguito dell'esercito austriaco, aveva inoltrato la seguente s upplica: "Altezza reale: Il so/foscrillo ha avuto l'onore di dedicare in qualità di 1~fficiale i suoi anni miiliori al servizio del .mo sovrano e di avere adempiuto i suoi doveri da onorato e fedele ufficiale, come chiaramenle risulta dai ruoli dell'onorevole reggimento di frontiera San Giorgio Varadino, del 4 ° battaglione Wenzel, e finalmente da quelli dell'onorevole reggimento tedesco del Banato. Ora per mezzo di una nota in data 26 aprile /80/ del comando della divisione di questa città pervenuta alla sua famiglia viene a sapere di essere stato congedato. Come .ve non bastasse l'essere costretto a lasciare il servizio contro sua volontà, la famiglia gli fa adesso cmw.w:ere che non è in grado di mantenerlo perché in questi ultimi tempi molte disirazie ha dovuto sopportare ed il padre del .wttoscritto che era intendente a Treviso nel Veneto, ed a Crema nel Milanese, ora è emigralo e si lrova lontano, e senza impiego. "In tale condizione critica ed an,~ustiante il sol/oscritto si sente troppo ardito di cercare la sua protezione in S. A. R. e di pregare umilissimamente la medesima altezza di dare uno sguardo benevolo al servizio prestato e di ottenergli dalla ben nota bontà di S. M. una pensione giacchè è rnnosciuto che S. M. l'imperatrice Maria Teresa e S. M. Giu.\·eppe Il, di venerata memoria, in simili circostanze abbiano .fallo la grazia sovrana. "Siccome il sottoscritto non ha ancora ricevuto alcun decreto circa il suo
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Francesco Lauria
congedamento così si lusinga di polersi ancora sottoscrivere di S. A. R. umilissimo servo Tenente Francesco Scanagatta".53 In ùala 26 maggio Francesca riceveva l'ordine del suo congedo:
A1TESTA TO ( Bollo straordinario, cent. 60) "Dacchè la Francesca de Sr:anagatta (la quale serviva nel 6° i. R. Battaglione di.fanteria del /Janalo nella qualità d'aljìere e poi di tenente): "in seguito ad F:ccelso Consiglio Presidenziale Aulico di Guerra del/ ' I I giuvw anno passalo, fu dimessa dal detto battaglione per nessuna altra cagione che unicamente e solo per il sesso femmin ile, pertanto alla medesùna per eccelsa Ordinanza del Comando Generale dell 'Armata italiana datato in l'adova il 23 maggio corrente anno, ciò è fatto noto, ed alla stessa è data la ben meritata testimonianza che essa per tu/Lo il tempo del suo servizio come ufficiale ha adempiuto esattamente il suo dovere, ed in tutte le circostanze si è contenuta con piena soddisfazione. Tullo ciò fu confermato anche nell'Otdine del giorno del sopracitato Comando dell'Armala. (Sigla) Venezia, 26 maggio 1801 . Firmato MONFRAULT" _54 Tnsieme ri ceveva un attestato a firma del generale di Re llegarde relativo al serv i1,ìo da essa prestato: " In seguito a una lettera del Consiglio Aulico di Guerra in dala 11 giugno s. a. il 6° battaglione del Banato ebbe ordine di congedare l'alfiere Francesco Scanagatta in servizio presso il medesimo a causa del suo sesso femminile. "Sotto la data 8 Aprile di quest'anno il comando del ref?ximento del Banalo di cui fa parte il suddetto ballaglione ha provveduto che la comunicaz.ione a/l'ufficiale congedato fosse fatta dal batta,?lione prima della riunione di questo al re,?,?imento essendo stata essa per di più, prima dell'ordinato congedamento, promossa sottotenente. "Siccome questa donna eccez.ionale nella sua qualità di uJ]iciale ha sempre avuto di mira il dovere e si è anche comportata hene in difficili occasioni e circostanze, così non vogliamo ne,?at-e alla sua energia e onestà questo giusto attestato e di lasciarglielo per iscritto". 55
53 V. /\dami. Op. Cii. -14 L'orig inale di questo doc umenl.o , scrillo in 1edcscu e che è riportato in appendice, è g iunto fino a noi. Fortunatamente non fa ceva parie delle carte consegnate dalla fa mig lia al Musco d el Risorgimento d i Milano ed anelale bruciale per gli eventi del secondo conflitto mondiale ma si trova in una raccolta pri vata a Talamona in Valtellina, proprietà della S ig.ra Adriana Valenti vedova Airoldi. Come sarà detto in seguilo la Scanagalla sposò nel 1804 Celestino Spini di Ta lamona, le proprietà degli Spini vennero poi vendute ai Val enti che entrarono anche in possesso di oggetti e documenti appartenuti a Francesca e al marito. 5 5 V. /\dami. Op. Cit.
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Francesca Scanagalla ( 1776- / 864) Ufficiale de/l 'Esercito Austriaco
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Analoga attestazione ricevette dal comando d i hatlaglionc_ Dall' "Essai sur l'èducaliun e la conduite de M.lle Scanagatti", ri sulta che il suo posto nell' esercito au striaco nell o stesso baLLaglionc (v iene c itata una delibera de l Consig lio Auli co di Guerra dcli' 11 lug lio 1800) venne preso da uno de i s uo i fratelli che era al momento cadetto nel reggime nto di Belgioioso. Seco ndo il Lombroso invece " ... venne sostituita nel militar servigio e nel
militar grado dal proprio fratello Guido, ullvra cadetto nel reggùnento Caprara". Questa no tizia non trova conferma. E siste nell' archivio di Stato di Milano un fas<..:icolo rig uardante Giovanni Ratt.isLa S<..:anagatla, fratello di Francesca, c he in da ta 29 lug lio 1806 presentava un ' istanza chiedendo di entrare a fa r patte come ufficiale del hallaglionc Dalmata a l servizio del Regno Itali co. In essa è ripo rtato che era stato alfiere ne l 63° reggimento austriaco di fanteria di linea "Arciduca G iuseppe", non è c itato un servizio precedente ne l reggi me nto del Banato.56 Nel registro de l I reggime nto Ca<..:<..:iaLori a cavallo è riportato il nome d i Giovanni Scanagalla, di G iuseppe e Isabella Villa ta, nato il 4/ 10/178 1 a Mil ano; statura piedi (francesi) 5 e polli ci 3 (c m. l 70), e vengono dcltagl iali i seguen ti servizi:
" Venuto dai veliti reali 57 il 719/1807, maresr.iallo d'alloggio il 12/9/1807, sottotenente con decrew di S. M. I. e R. il 2617/1809, prvmusm tenente e passato ailllante di campo del sig. gen. di brigala Vi/lata dietro decreto vice reah' il 28/1/ 1812, diminuito il 8/2/1812" . Vengono riferi te le seguenti campag ne e ferite:
"Cavaliere della wronaferrea il 5/12/1809. Ha.fatto le cmnpagne degli anni 1808-09- 10 e / I in Spagna" .58 Questo stato di serviz io non dice c he Giovanni sia stato ufficiale a ustriaco prima di essere vel ite reale itali ano, ma c iò non escl ude che possa esserlo slato in qua nto non sempre i precede nti serviz i veni vano registrali. Nel registro del 3° reggime nto dei Cacciatori a cavallo, è riportato quanto segue:
"Scan.agalti Giovanni, N. 16. Grado: Capo Squad. Dettaglio dei servizi: " Venulo dai Veli/i reali nel ] ° Cacciatori li 7 sett(!mhre 1807. Brigadiere li 7 settembre 1807. Sotto tenente con decreto di S. M. 1. e R. li 2617/1809. Promosso tmente e passato Aiut. le di Campo del Gen. Vi/lata dietro decreto V R. del 28/1/ 1812. A ccresciuto dal / ° Cacciatori li 8 .febbraio stesso anno. l'romosso capitano al 3° li I O gennaio I 8 I3. Cupo Squadrone sul Ca,npo di Rattaglia li 5 dicemhre /8/ 3. Passato al Regg. Cavalleggeri li 6 luglio / 8 14."
56 ASMi, Min. d. Guerra, cari 1855 57 È un fallo inusuale: normalmente che proveniva dai veliti reali andava in fanteria, non in cavalleria. Non va comunque dimenticato che era nipote del generale Yillala. 58 AS Mi , Min. r:uerra - Matricole ufficiali,
,.,,g. 7S.
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"Campagne eferile: "Ca valiere della Cnronaferrea li 9/12/1809. Ha fatto le campagne degli anni I 808, I 809, 181 O e 1811 in Spagna. Nel JR 12 in Russia. Quelle del 18/3 e / 8 /4 in Italia. Ferito sei volte".59 Se ne parla anche nel Man ua le dei corpi auslro- ilaliani. Nel registro del reggimento Cavalleggeri, organizzato a Crema il 6 luglio 18 14, Lra i Capi di Squadrone è citalo: Scanagatti Giovanni. Patria: Milano. Giorno: 5. Mese: Dicembre. !\nno: /8/J.60
Osservazioni: Era Capo Squadrone nei già Cacciatori a cavallo e venne destinato a servire collo stesso grado in questo corpo ali 'organizzazione suddetta. Riconosciuto maggiore e messo in pensione". 61 Non risulta invece che il fralcl lo Guido abbia mai fatto parte de ll'esercito austriaco, mentre è riportato che nel 1805 entrò nel halLaglionc Cacciatori a piedi dell a Guardia reale italiana di Napoleone. Era caporale nel 1806 con il numero di matricola 874_62 Sono inoltre presenti notizie relative al suo congedo per motivi di salute: "Guardia reale. Stato nominativo degli individui del reggimento di Fanteria di Linea che sono stati giudicati inahili al servizio militare dalla Direzione Generale di Sanità Militare. "N° 26: Scanagalfi Guido. Gradi: Caporale. Osservazioni: chiede il congedo assoluto. "Milano, 19 A,?osto 1806. Firmalo: il / ° Capitano della Guardia Reale ... (illeggibile) ". Segue un altro documento sollo il Lilolo: "Guardia Reale. Reggimento d 'Jnfanteria. Deposiw de Cacciatori. Stato nominativo degli individui del suddetto Deposito che sono stali dichiarati inabili a fare il servizio altivo. Milano, 23 Agosto 1806. Al numero progressivo 20, 2° battaglione, compagnia 5° si legge: "Nome cognome e connotati: Scanagati Guido. Fi,?lio di Giuseppe e di Isabella. !\nni 24. Nato a Milarw, Diparlimento d 'Olona. "Alto piedi 5 pollici 3. Capelli e ci,?liafolte. Fronte alla, occhi castani. Naso ,?rosso, bocca regolare, mento tondo. "Grado: caporale. " l:.,jJoca d'entrata in servizio: entrato al servizio nella guardia il 28 11U1rZo 1805.
"Campagne e vicende incontrate: rimasto a Munù:h (Monaco di Raviera) coll'equipaggio proveniente da Parigi. " Osservazioni della direzione centrale di sanità: promosso caporale il 23 maggio 1805. F:rnoftoe recidiva. Artritica(?) inveterata e ... (illeggihile)".63
5 9 ASMi, Min. guerra - Mutr. uj]iciali, reg. 77. 60 Si tratta dell a data in cui venne promosso al grado 6 1 ASMi,
Min. guerra - Malr. uj]ìciali. 148. 62 ASMi , Min. iuerra. cari. /855. 63 ASMi, Min.. guerra, cart.18/3.
registralU.
Francesca Scanagatla ( 1776-1864) Ufficiale dell'Esercito Austriaco
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Torniamo comunqu e a Francesca Scanagatta che, lasciato l'esercito, rientrò in famiglia. Dopo la firma della pace di Lu nevi Ile (9 rcbbraio 180 I) gli Scanagatla erano tornati a Milano andando ad abitare in via San Vittore. L' imperatore Francesco II accolse la suppli ca di Francesca e le accordò, con decreto del IO dicembre 180 I, di rruirc di una pensione di 200 fiorini annui, pagabile anche all'estero. Una volta a casa piovvero a Francesca lettere e attestali di simpatia da parlc degli antichi commilitoni e superiori , come ad esempio la seguente riportata dallo Spini: LETTERA DEL COMANDANTE DEL REGGIMENTO '"Jeschen, 9 gennaio I 803. "Illustrissima damigella, eroica ed impareggiabile amica: Spero che ella mi permetterà che l'ammiri a preferenza sotto questa seconda qualifica, come benignamente me ne ha accordato l'onore, e come io la veneravo quando ancora si ignorava il di lei sesso. "Ella infàtti. ammirabile eroina senza pari ai tempi nostri, reca inesprimibile stupore per aver saputo celare sotto virile e RUerriera assisa il suo sesso, e più ancora per aver ostentata meravigliosa accortezza unita ad indomito spirito, mai sempre desto e tale perseveranza indescrivibile per chi non .fu oculare testimonio nel sopportare per lungo tempo, ad onta della sua delicata costituzione, tante gravi privazioni e faliche, a_ffronlando perigli e lollerando lunghe marce, e tulio ciò senza l'assistenza di qualcuno a cui potersi co,,fi.dare. " In verità, mia virtuosa eroina, Ella si distinse senza esempio nel .vuo sesso, onorando in pari tempo il nostro. M e ne congratulo di tutto cuore meritando il suo coraggio e prudenza, di essere per la storia tramandata ai posteri, fra i quali però dubito si potrà ritrovare chi come Lei, sarà degno di tanta gloria. "Raccapriccio pensando ora alla disperata condizione in cui Ella deve essersi trovata quando eravamo a /,ublino (si riferi sce alla malallia per arlrile), e per non avere noi potuto nulla fare per lei; ed t,·L/a, cara amica, in luogo di ringraziarci, avrebbe piuttosto motivo di dolersi di noi, se avessimo saputo qual cuore batteva sotto la divisa militare, locchè ella avrebbe potuto confidarci senza tema, ci saressimo adoperati fino alt' est remo con ogni nostra possa, per lenire la dura sua sorte, senza punto pregiudicare i suoi piani. "Non son tanto indiscreto di sapere i motivi e Le circostanze che la indusse ro, mia cavalleresca e grazio.va amica, ad esporsi a così cimentoso tramutamento, ma desidererei però, dacchè anch'Ella chiede mie notizie, di conoscere da un prezioso suo scritto, come fu accolta dalla nostra superiorità la di lei rivelazione, e se l!,'lla per raro per raro suo merito venne premiata con una speciale distinzione. Per raccontarle qualche cosa di me, mia cavalleresca amica, le dirò che io, dopo il ritorno dalla Polonia, in seguito alla pace, ed allo scioglimento del nos/ro reggimento in Olmutz, mi trovo qui a Teschen., vivendo tranquillo spettatore delle vicende del mondo insieme a mia moglie, alla quale di buon grado permetto abbracciare il nobile tenente Scanagatta. "Mia graziosa amica, viva .felice. lo non cesserò dall'ammirarla, ed Ella
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non si dimentichi di un amico che la venerò sempre, ed ora ancor più qual donna. Mia moglie la riverisce ed io mi segno con venerazione, "di Lei ubbidientissimo e vero amico, Barone Tauhe. "P. S. Anche il capitano Kinski suo comandante di compagnia la saluta distintamente".
Nei diari e nelle hiogralic dell' epoca è scri tto che era sua abitudine continuare ad indossare l'uniforme mil itare e uscire per le vie della città a cavallo , come nei suoi bei tempi, talora accompagnata dal fratello Giovanni Rattista e dal cugino De Yillata.64 Appena tornata a M ilano, si recò a rare visita alla sua vecchia Superiora Madama 13ayannc del collegio delle Salesiane e questa, non appena riconobbe nel giovane ufficiale la sua vecchi a allieva, le buttò le braccia al collo con commovente trasporto.65 Parlando delle uscite a cavallo della Scanagatta Celestino Spini dice: " Era l'amazzone di mediocre statura, di forme molto ben proporzionate e belle, di lineamenti sentiti e regolari, d 'lllta ed llmpia fronte, e di occhi vivacissimi, cui davano imponente fierezza due .folti e neri sopraccigli, sovrastanti a lunghe palpebre. "indossava giusta cuore di _fino panno bianco dal collare e dalle risvolte color marrone; calwni bleu pure d i finissimo panno stretti alla gamba con ornamenti in oro sui cosciali; eleganti coturni con orli efiou:hetti d'oro.66 "Avevll il portamento altero, modi franch i e scio/Ji, voce simpatica graziosamente sonora e dola/a di ferrea memoria possede va una straordinaria prontezza di idee, di giudizii, di parola, tanto che entrwulo in filosofiche e scientifiche discussioni non era agevole contrastare le sue opinioni, ed anzi p er ['argute osservazioni riusciva bene spesso malagevole il sostenere le proprie, a meno che non fossero il risultato di accurati ed approfonditi studii: ciò che prova la eccellenza del sistema tedesco negli insegna,nenti, mentre onora chi ne approfittò. "Era tale l 'ahitudine di vestire la militare divisa e di con.,·tu-rarsi ai virili e marziali esercizi, che l 'amazwnefu molto riluttante a lasciarsi c reSl'ere i capelli e a riadatta re il muliebre vesf imenio ... " . Verso la fi ne del 1803 si incontrò in casa del cugino Villata con il tenente
64 Poco probabile è che continuasse ad indossare la sua vecchia uniforme austriaca. È certo che ai tempi del Regno italico gli ex urtìciali austriaci, d iventati cittadini italiani, potevano ottenere dal governo il permesso di indossare l'u niforme italiana corrispondente. Più d i freq uente veniva loro concessa la pensione relativa al grado. Non sappiamo però se tali disposizioni valessero già ai tempi del la Cisalpi na. 65 C. .Spini , Op. Cit. 66 Questo "panno bianco" fa pensare a una divisa austri aca e non a quell a italiana corrispondente al grado (vedi la no ia n. 64), potrebbe però esser un errore dello .Spini che spesso si lascia trasportare dalla fantas ia.
Francesca Scanagatta ( 1776-1864) Ujjìciale dell 'Esercì/o Austriaco
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Cclcslino Spini, in servi zio nello s4 uadronc Caccialori a cavallo della (ìuardia del Presidente della Repubblica Italiana, che la c hiese in moglie. Lo Spini , fi glio di Vincenzo e Rosa Delois,67 era nato in Alsazia a Relfort il 14 febbraio 1775 _68 Non conosciamo il rnoli vo per c ui nacque fuori dalla Valtellina, crebbe comunqu e a Talamona, vici no a Morbegno, dove il padre aveva mo lte proprietà. Nella sua biografia il nipote dice che la famiglia era di anlica discende nza guelfa. Dopo la sconfitta del partito nel XV secolo, gli Spini ripararono in Savoia e quindi in Vallellina stabilendosi appunto a Talamona. C'è qualche dubbio sulla nobiltà della fa mig lia e sopratlutlo sul làtlo che questa fosse antica. Nell'opera di Palazzi Trivelli in c ui si parla degli stemmi dell e fami glie valtellinesi si dice a proposito degli Spini: "Nuniglia di Campo Tartano iniziala da un Ser Giacomo dello Spinus e Belinzono de Polelis, padre di un Ser Giovanni Antonio calegarius ( 1574 ), i cui figli cominciarono a scendere a Talamona, si che nel 1638 vi era console un Giowmni llallista Spini, zio di un allro Giovanni Battista detto Cal~hè (1658) ..." Sia calcgarius che calghè significano calzolaio, attiv ità strana per membri di una famiglia nobile anche se decaduta. Lo slcrnrna degli Spini di 'là lamona è così dcscrillo: "A nna: Troncato: nel 1° d'aranciato, all'albero sradicato al naturale, sostenuto dalla partizione; nel 2° palato di verde e d'aranciato. /2nnotazioni araldiche: Non ci pmnun<:iumo .rnll'attendihilità di questo stemma: lo smalto che hlasoniamo "aranciato" ricorre quasi esclusivamente nelle armi di Olanda e di Inghilterra, ma forse <:ii> è dovuto alla mancanza momentanea del colore adatlo da parte della di.1-egnatrice."69 Come vedre mo più avanti, nel pe riodo che seguì il ritorno degli Absburgo in Lombardia, non venne accolta una richiesta dell a Scanagatta c he voleva fosse riconosciuto lo "status" nobiliare per i figli, tuttavia anche in mancanza di un riconoscimento ufficiale si usava premettere il Don al nome di uno Spini. 67 li nome in alcuni documenti è scritto Dclois, in altri Dcloy, in altri Dalloy, in a ltri ancora dc Loi s. 68 Il nipote dice che era nato a Talamona. In un solo docume nto militare tra quell i conservali ne ll' Archi vio d i Stato di Milano si dice c he era nato a Talamona , in tu lii g li allri è indicato come luogo di nascila Belforl. Anche ne i documenti de ll'archivio storico
comuna le di Milano lo si di ce nato a Belfo11. Nell ' arch ivio privalo della famiglia ValentiAiro ldi a Talamona è conservato il seguente ce11itìcato: (ìovenw di Milano, Pmviru:ia della Valtellina. Distretto di M o rbegno, Comune e l'a rm cd1ia di 'folamona. Il giorno quattro di Fe/J/Jrajo dell'anno mille ottocento lrentaquattm (li 4 Febhrajo /834): Certifico io sottoscritto Parroco che dai Registri Battesimali di questa l'armcchia risulta quanto segue: .. .Che il Sig. Celestino figlio del/i f urono Sig.ri c011jugi D. Vincenzo Spini e D. Rosa Dalloy è 1w/o in Be(fòrte d'Alsazia il giorno quindici .febl>rajo del/ 'anno mille se/lecenlo e/lanto cinque. In fede. Spini Gio11ba11isw Parroco Arcip. (Segue il Lùnhm della 1mrmcchia di S. Maria di Tolamono ). È l' unico documento in cui si dice che lo Stni era nato il l :'i tehhraio invece che il 14. 9 F. l'alaz.zi Trive lli, S1emmi della Rezia Minore.
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Nel registro degli uffi ciali del T Reggimento Cacciato ri a Cavall o troviamo il nome di Celestino Spini e leggiamo: ''Statura di piedi 5 e pollici 5 (cm. 176), capelli neri.fronte giusta (media), ciglia nere, occhi neri, naso piccolo, hocca giusta, mento tondo. Segni apparenti: marcato dal vaiolo. "DettaE?lio dei servizi: Volontario nel rf?t. Draf?oni Cisalpini li . . . I . Termidoro anno 4 ° ( / 9/7// 796)70. Fatto hrigadiere ... li 2. Nevoso anno 6 ° (22/ 12/1797). Maresciallo d'alloggio il 14. fiorile anno 7° (3/511799). Passalo collo stesso f?rado all'orf?anizzazione di DiRione nel Regg.to Cacciatori a Cavallo. Sotto Tenente li .. . 12 fiorile anno R0 (2/5/IROO). Passà collo stesso grado nello Squad. Cacciai. della Guardia li 26 Nbre 1803. Tenente in / li ... 24 8bre1804. Passato a questo Reg.to Cac. a Cavallo (Reggimento Reale Italiano ) col grado di Capitano li ... il grado di capitano li 2 Giugno / RIO. Con Vice Reale Decreto. Capo Squad. li .. . (manca la data ). Pas!lalo ai Cavalleggeri (corpo austro-itali ano) a Crema li 6 Luglio IR/4. Passato a mezza attività. "Campagne e ferite: Campagne degli anni VI, VII, VIII e IX (dal 179 7 al 1801 ); quella dell'anno 1805, quella dell 'anno 1809 all'armata d'l!alia. Quella del 1814 in ltalia".71 Come si vede veniva dalla gavella. era già mii ilare 4uando la Seanagalla serviva l'Impe ratore Francesco, e avrebhe potuto incontrarla su 4ualche campo di battaglia invece che in casa del c ugino Vi llata. Ne ll'arc hivio privato Va le nti-Ai roldi sono conservati tre documenti relati vi al primo periodo militare de llo Spi ni . Uno è relativo alla s ua nomina ad ufficiale: "Lechi Général de JJrigade Commandant la Légion ltalique. l\u Quartier Gen. de Bourg le 15 Floréa/ an R.e Rép.ain. Au Citoyen Spini. Je Votls pré viens, Citoyen, que par arreté du C énéral en Chef JJerthier en date 12 Floréal An 8.e approuvé par le Premie r Consul, vous ètes dé.fì.niti vemanl nommé Sous Lieu/enant à la dite f,ét:ion. Vous jouirez en conséquem:e des attrihutions et de la so/de de ce grade, dans la Cavalerie. Salul eJ Fraternité. Firmil illeggibile, verosimilmente quella di Lechi. Contrc1firmato Teulié." (Timb,v Le Chef de l 'État Major Général). Il secondo parla di un incarico in Valte llina: "Répuhlique Cisalpine. Varese, le 4 Fructidor an 8. Répub. Vian.i Chef de Brigade Comandan/ le Régimenl des Chasseu rs à Cheval de la f,égion l talique ordonne au Citoyen Spin i Souslieutenant de se rendre a Talamona passant par Colico et Morhegno pour arrii ter les déserteurs du N.égimenl. Sito/ ce/ objet rempli il rejoindra le Corps aya(nt) soin de rendre compie du succès de sa mission pendant la durée qui ne devra pas outrepa.vser quinze jours. Firmato Viani." (Nella parte inferiore del foR lio varie vidimazioni) Il terzo è relati vo a una desti nazione: "Repubblica Cisalpina. Milano li I X 0
70 Una data strana, poichè l'esercito rego lare ci salpino venne formato solo nell"autunno del 1796. 71 ASMi, Min. Guerra. Mail: uffici/ali. reg 75. La fotocopia di questo documento è
riportata in appe ndi ce.
Francesca Scanagatta (1776-1864) Ufficiale dell 'Esercito Austriaco
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Vendemmiale anno X. IL Ministro della Guerra al Cittadino Spini Celestino Sotto 'lenente. \41rese. Dietro le prescrizioni della Consulta Legislativa, li decreti del G ovemo, li Consiili del Primo Console, xli eccitamenti del Generale in capo è seguita L'organizzazione delle Truppe Cisalpine. In questa or~anizzazione voi siete nominalo Sullo 'Jènenle nel primo Reggimento Cavalieri stazionato a Varese... Salute e Fratellanza. Firma illeJ?,?ibile (dovrebbe essere quella di 'J'eulié, allora ministro); Conlrofirma pure illeggibile. · Francesca Scanagatta e Celestino Spini si sposarono a Mil ano il 16 gennaio 1804, e leggendo i documenti relativi al matrimonio conservati nell' archjvio storico del Comune di Milano si possono si possono fare due osservazioni . La prima è che la sposa, nonostante la "viri/ tempra" dimostrala nel passato ora cede al vezzo femminile di barare sull 'età , e lo fa alla grande, denunciando di avere 22 anni invece che 27. La seconda è che tutto avviene con grande f"retta. Il 16 gennaio il futuro sposo presenta alt' Amministrazione Municipale di Milano domanda per essere esentato dalle pubblicaz ioni , chiamate allora "decada/e notifìcazirme", cd offre due testimoni per garantire lo stato libero suo e della Scanagatta. Presenta anche una dichiaraz ione di stato libero datagli il 7 dal Munic ipio di Talamona e il permesso di sposarsi, che quello stesso giorno si era l'atto rilascia re de l suo comandante, capo brigata Viani. Ascoltati i testimoni lo Spini e la Scanagatta vengono dic hiarati liberi con allo N. 94 in data 16/1/1804. Con allo N. 972, datato sempre 16 gennaio, vie ne accordata ''l'addimandala dispensa" . È un atto breve, ma porta in calce ben tre firmc.(illcggihili). Avviene poi il matrimonio, registrato al N. 94 del libro secondo de l reg istro de i matrimoni di quell'anno. Si può anche notare che i testimoni sono gli stessi c he avevano deposto c irca lo stato libero degli s posi. Uno è Giacomo Conca, militare italiano, forse l'attendente de llo Spini. L'altro è Domenico Puricelli, domestico, che risiede come la Scanagatta in Contrada dei Bossi 1774, quindi verosimilmente un servitore della f'ami gli a-72 Non risultano mo tivi militari che g iustificassero tanta fretta. Il corpo al quale apparteneva lo Spini era a Milano, e fra l'altro lo dimostra il consenso tilasciatogli que l giorno dal generale Vi ani datato da Milano, né pare fossero imminenti deg li s postamenti. Pe r quanto ri guarda il più ovvio sospetto indotto da tanta prec ipitazione è un vero peccato che la registrazione delle nascile in Comune fosse all ora agli ini zi. Poche sono le denunc ie di nascita relative al 1804 e al 1805. Per risalire a lle registrazioni religiose bisognerebbe sapere il luogo esatto e quindi la parrocchia in c ui nacque il primo fig li o de lla coppia.
72
ASCM i. Registro dei maJrim oni del 1804 e Fondo Famiglie cart. 1385
(Scanag atta) e 1443 (Spini).
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Francesco Lnuria
Da l registro dell a popolazione del Comune di Mi la no del 1811 ri s ulta c he lo Spini e la Scanagalla ehhcro quattro fi g li, tutti nati a M il a no, lsahc ll a nel 1804, Rosa ne l 1806, Franco nel 1808 e Giulio ne l 1809. E proprio s u Isabella ci sono del le contrad d izioni, infatti ne l registro del 1835 v ie ne segnata come data di nascita il 1805 e nei certifi cati di morte (di c u i si parle rà in seguilo) ris ulta nata addirittura ne l 1808. Come spesso avve ni va in questi reg istri no n è indicato né il giorno né il mese di nasci ta.73 Nella biografia del nipote si d ice c he il matrimonio fu felice, che Francesca fu un'o ttima mog lie e madre com ' era stata un ottimo soldato. Lomhroso ri ferisce che "Nel successivo 1805 la guardia presidenziale, dive11u/a reale, essendosi trasferita a Parigi, madama Scanagalla vi seguì il marito vi seguì il marito che essa accompagnò pure al deposito italiano, rimas/o in Francia pmmi.w:uo con quello dell 'esercilo francese". In realtà la guardia presidenziale non si lrasrerì m ai a Paiigi.74 Dal sette mbre a l dice mbre del 1805 lo Spini fu im pegnato in German ia insiem e a lla Grande A rmala, come risulta dallo stato di serv iz io che ahhiamo già riportato . Durante questa ca mpagna e nel corso di quelle impegnarono il marito negli anni s uccessiv i la Scanagatta rimasf'. in Ttali t1 , ta lora a Milano, talora a Talamona in Valtel lina, d ove è ancora visibile casa Spini , oggi prop1ie tà Val enti-A iroldi. Il nipote Celestin o afferma c he il 12 agosto 1810 veniva impartito a l capitano Spini l'ordine di partire il g iorno 16 per raggiun gere in Spagna il " /
Reggùnento Cacciatori del Reale t :sercilo Italiano, al co,nando di una compagnia di amnislìati che gli era stata affidata." 75 Notiz ie d'archi vio con ferma no c he dal 18 10 lo Spini paitec ipò a ll e operazioni milita ri in Spagna. 73 ASCMi , Registri generali d ella popolazione 1811 e I 835. 74 La cronologia dcgÌi spostamenti della guardi a presidenziale, poi reale, fino al 186 è la seguenle: 1803, dicembre: il battag lione Granatieri a piedi della Guardia del Presidente (costituito nel settembre 1803) va a Parigi , mentre tutti gli altri corpi costituiti o costituendi dell a (ìuardia rimangono a Milano (battag lione Cacciatori a piedi, squadrone Granatieri a cavallo, squadrone Cacciatori a cava llo , compagnia Aniglieria a cavallo). 1805, maggio: il battaglione Granatieri della (ìuardia I.orna a Milano per l'incoronazione d i Napoleone come Re d ' Italia. 185, giugno: dopo l'incoronazione tulla la Guardia reale della linea (c ioè l'ex Guardia del Presidente: fanteria, cavalleria e artiglieria) parie da Milano per Parig i non per trasferirsi ma per partecipare alla compagna in preparazione . 185, sellcmbrc-dicembre: la Guardia reale della linea partecipa alla compagna della Grande Armata (Ulm e J\usterlitz), menlre le guardie d ' onore e i veliti (corpi d i nuova for mazione) rimangono di riserva in Ital ia. 186, tehbraio: la Guardia reale della linea torna a Milano. Oa questo momento i depositi de lla (ìuardia resteranno sempre a Milano. cioè la Guardia avrà sempre sede a Milano. Cfr. E. Pigni , / .<1 Guardia reale italiana di Napo/corre. 75 La denominazione non è corretta poichè lo Spini faceva parte del I O Regg imento Cacciatori a Cavallo Reale Italiano detto anche Regg imento Cacciatori a Cavallo Reale Italiano. Ini zialmente i due reggimenti d i cacciatori a cava llo no n erano numerati. ma si chiamavano " Reale Italiano" e " Principe Rea le". Poi, aumentando il numero dei corpi, arrivarono a qualtro reggimenti e fu rono numerati. Anche la dizione "Reale Esercito Italiano" è scorretta : si usava quella di "Arn1ata Italiana" (da 11 011 con fo ndersi con l'A rmata d ' Jtalia). Cfr. E. Pigni. Op. Cit.
Francesca Scanaga11a ( / 776-1864)
Ufficiale delf 'EserciJo Austriaco
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Prima della partenza inviò al Viccrè una supplica chiedendo un avanzamento di grado, e poco dopo anche la Scanagatta aggiunse la sua richiesta a quella del marito. Poiché l'anno dopo non era ancora gi unta la nomina a Capo Squadrone, ne l settembre del J 81 1 Francesca scri sse al ministro de lla g uerra sollecitando la promozione dello Spini. E così fece ancora il 25 aprile del 18 12. L' ultima supplica per ottenere l'avanzamento del marito presente ncll ' Archivio di Stato cli Milano è datata 28 febbraio 1813, e chi si lamenta dell e lungaggini burocratiche attuai i può osservare che venne protocollata solo il 23 marzo successivo. È molto più circostanziala delle precedenti, in essa vengono citali a nche gli alti di valore compiuti dallo Spini ed appare anche la mano di chi se ne inte nde quando fra l'altro dice". .. era da un mese e mez.zo che la parte alliva del Re1:1:imento era in situazione di non poter azzardare a dissellare i cavalli, troppo è noto all 'Rccellenza Vostra qual debba essere la capacitò ed attività di un Aiutante Maggiore (questo era l'incarir:o dello Spini) in tali circostan-
ze ..." La prorno!'.ionc si fece ancora altendere. Nel sopracitato registro degli uffi ciali de l suo reggimento, nella colonna relativa al grado, è scritto "Capitano di 2 ° Classe" e solo verso il fondo della colonna elci dcllaglio dei servizi è scritto "Capo S quad. li" senza alcuna data e poi .. Passato ai Cavalleggeri a Crema". Si può quindi pensare che quando lasciò i CacciaLori fosse ancora capitano. Il nipote dice che, poiché partendo dall ' ILalia prevedeva una lunga assenza, rilasciò alla moglie regolare proc ura perché si occupasse degli affari f"amiglia,i , ed al ritorno "ebbe il contento di rimanere soddisfa ttissimo del di lei operato". 7 6 Non è stato possibile trovare nell'arc hi vio nolarilt: di Milano documenti relati vi a quanto sopra riferito, ma le difficoltà pe r risalire a un alto senza conoscere il nome del notaio sono quasi insormontahili . TI nipote cita anche un resc ritto del 9 Novemhre 18 1 I di S. /\. J. principe Eugenio Bcauarnais, Vice-Re d'Italia, con il quale il capitano Spini era deslinato come Aiutante Maggiore nel Corpo di cui faceva parte. Questo è vero. TI 16 marzo 1812, con Sovrano Decreto dell ' Imperatore Napoleone, veni va nonùnato Cavaliere della Corona di Ferro. Era già membro della Legion d'Onore. Il nipote riferisce che, durante il suo servizio in Spagna, lo Spini ottenne " ... il predicato di Zio.,·, dato a nessun altro de' suoi commilitoni e col quale gli Spagnoli sogliono distinguere la generosità e la lealtà d 'anim.o di una persona. Merità altresì dagli stessi nemici questa ujfelluosa qualifi.cazione per aver sottrailo alla fucilazione una patriarcale .famiglia di ventiquattro persone, non d'altro colpevoli che per aver imbrandite le armi a pro della patria; e Zios era chiamato, perché essendosi sempre addimostralo unwno, magnanimo anzi, aveva per quanto dipendeva da lui, impedito quelle licenze e Jjrenatezze solda-
76 C. Spin i. OfJ- Cii.
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Francesco Lauria
tesche, che purtroppo erano ancor lecite nelle guerre di quei /empi, e risolvevansi in saccheggi ed in profanazioni d'ogni genere".77 Nel 1814, dopo la prima caduta di Napoleone, lo Spini lasciava l'esercito i Laio-francese. Già si è detto che nel registro del I Reggimento Cacciatori a Cavallo troviamo scritto: "Passalo ai Cavalleggeri a Crema li 6 Luglio IH/4" e poi "a mezw allività" . Ma nel registro degli uffic iali de l Reggi mento Cavalleggeri non è ripo rtato il nome dello Spini, né lo si trova tra gli uffic iali di altJi repa11i citati ne l Manuale dei Corpi Austro-ltaliani. 78 Se ne perdono così le tracce nei documenti militari de ll'Archivio di Stato di Milano, tanto da chi edersi se, dopo tanti anni al servizio di Ronaparte, avesse rifiutato di servire gli Absburgo a nche per un periodo limitato in allcsa di essere messo in pensione e si fosse riti rato a vita pri vata per fedeltà al mai dimenticato imperatore. Guardando meglio si nota c he il "Passato ai Cavalleggeri a Crema li 6 Luglio 1814" è cancell ato con un tratto di penna. Se poi si ha l' occasione di vedere la sua s pada, conservata nella collez io ne privata Yalenti-Airnldi. s ul cui fodero sono incisi fasci sormontati dal hcrre lto frig io e le lettere Y.L.O.M ., cioè " vivre libre o u mourir", ci si convince che lo Spini non ahhia voluto servire neppure per un giorno sotto la doppia aquil a. Questa ipotesi romantico-risorgimentale è contraddetta da atti notari li redatti do po il 18 15 in cui lo si dice maggiore dell a cavalleria austriaca ed egl i stesso, in un atto del 19 aprile 183 1 si firma "maggiore pensionato" .7 9 Il mistero vie ne chi arito dal suo certificato di morte in cui lo si dice ex maggiore del reggimento Nostiz.80 Di certo dovette utili zzare una spada nuova, ma come ahhiamo detto non si può escludere che egli abbia lasciato l'esercito italofrancese con il grado di capitano, magari con un po' di ri sentimento pe r la promoz ione negata, e che la nomina a maggiore sia stata dovuta alla grazia di Sua Maestà Imperiale Apostolica. Non risulta che sia stato implicato ne lla congiura ne lla quale, alla fine del 1914 furono implicati alc uni uffic iali lombardi. Non c i è noto il momento del suo congedo, comunque il Lombroso parla di un s uo viaggio militare in Ung he ria ne l 1815 durante il quale non fu seguilo dalla moglie . A parte g li atti notarili relativi all a vendita di sue proprietà non vi sono noti z ie certe sull a vita c ivile dello Spini. Il nipote dice solo che "ebbe Lutto l 'agio di dedicarsi con madama Srnnagatta all 'educazione dei propri.fìgli"8l
77 Strano questo " Zios" che non appare in nessun vocabolario. Ricorda un po' la discussione sul " no me legittimo in lingua alemanna" del Wallcnstcin di manzoniana memoria. Comunque è vero che in spagnolo vie ne dato il nome di tio (zio) a una persona particolarmente degna di rispetto. 78 ASMI, Min. guerra, Matr. u.fjìciali 148 79 Copia di questi documenti è ripo rtata in appendice. 80 ASCMi , Registro a stampa dei morti del 1831. 8 1 C . Spini, 017. cit.
Francesca Scanagatw ( 1776-1864) U./ficiale del/ Esercito Austriaco
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Risulta che il 27 maggio 18 15, dopo il ritorno degli Austriaci, i fratelli di Francesca, Giovanni Battista e Vincenzo Scanagatla, " milanesi, il primo maggiore pensionato nell 'eserc:ito austriaco, il secondo professore di istituzioni civili nel Liceo di Porta Nuova in Milano", presentarono un ' istanza "per essere riconosciuti e confermali nella nobiltà, alla qua le apparteneva la loro f amiglia prima del 1796", allegando la patente del 17/11/1787 "con cui l' I. R. consiglio di Milano riconobbe la nobiltà di Don Giuseppe Scanagatta, padre degli islattti, e dichiarò nobile la famiglia e ordinò che venisse registrato nel codice araldfr'o lo stemma gentilizio". La richiesta fu acco lta 82 " Nella sua biografia dei nonni, Celestino Spini dice che il marito di Francesca "non sopravvisse granchè a lla morie del sempre venerato e compianto prigioniero di Sant'Rlena" e c he dopo il decesso de l marito la Scanagatta "assalita da paralisi stelle inferma due anni." Scriveva nel 1878, e poca in cui era vivo il mito napoleonico e fiorente la retorica ri sorgimcntalc,83 ma in realtà suo nonno sopravvisse dieci anni alla mo1t e del primo llonaparte. Dai registri dell ' Ufficio di Sanità di Milano risulta che Spini Celestino, di anni 56 e mesi I O, pensionato del R. Erario, già magg iore del reggin1e nto Nostiz, morì per paralisi in Contrada Nuova Mulino 3736 (poi via Mnlino <lelle Armi 37) il 6/12/183 J.84 Nei registri della popolazione di Milano, i due figli maschi vengono definiti uno "legale impiegato" e l'altro " legale sacerdote"; le due femmine "maestre" _85 Nella hiografia del nipote si dice c he due, Ro sa e Fra ncesco , vollero dedi carsi alla vita religiosa nonostante il parere contrario dell a madre che si oppose ad essi fin o al venti quattresimo anno. Celestino Spini parla di Don Francesco come esperto in ling ue stranie re, studioso di storia e di filosofia. Divenne penitenziere nella Cattedrale di Milano, era "Liberale e contrario al potere temporale del l 'apo". 86 Erano le idee di moda tra gli inlellelluali dell'epoca, ed un prete che le professasse poteva fo rse ri scattarsi dal pregiudi zio di essere oscurantista e reazionario. È verosimile c he il Lombroso faccia ri fe1ime nto a Rosa quando dice che la Scanagatta " . .. ottenne una piazza nel collegio di Verona lilla .fìglill maggiore .. . " .87
82 /\SMi. i\ruldirn, p. m., cari. / 6 / .
Inseriamo un passo del l' infelice prosa di questo autore " ... come eransi mutali i destini d "fta/ia? Senza un Napoleone il <ìmrule, né lle(JUh(l mais, né Murat l'ingrato, il defezionista, erano .1·/ati da tanto da mantenerla in quella esistenza di sé che il valore e il sangue dei suoi figli le avevano meritalo. Dimodorrliè que.1·1a Italia rimaneva altra volta vittima, che far dovea le spese ali 'ambizione de/le Corti straniere. ed in tanta sver11tira le rimasem a rnnfo rto i Reali prenci di Piemonte ... ·· 84 ASCMi , Registro a Hampa dei morti del 183 1. 85 ASCM I, Rf'gistri generali della popolazione 1811 e 1835 86 C. Spini, Op. cit. Kl
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In realtà la primogenita era lsahella. Parlando di le i lo Spini dice che "Sposò Don Luigi Maineri .. . lodinense patrizio ... caldo cultore della nobil arte della pittura, padre ad un prode caduto sul campo di Novara; nonché ad altro prode che sul medesimo campo e nelle posteriori campagne per l'indipendenza della Patria conseguì due medaglie al valor militare ... (Isabella) fu vittima del patrio ed umanitario amore, spiegato nelle febbrili circostanze della iloriosa rivoluzione che immortalò Milano colle celebri sue cinque giornate".88 Scmhra che sia morta sulle barricate, ma anche 4uesta è un'invenzione agiografica, infatti dai registri dcli' Ufficio di Sanità di Milano risulta che Spini lsahella, sposa di Maineri Luigi, mori il 15/6/1848 pe r metro-peritonite.89 Giulio divenne Consigliere De legato di Prefettura "A ccatJivandosi nella provincia e nella città di Mantova nei venticinque anni in cui vi dimorò quell 'alta stinta e simpatia, che soltanto acquistare si può il sapienle, il giusto, l'inLemerato magistrato".90 Secondo la biografia scritta dal nipote la Scanagatta, dopo la morte del ma rito, andù a vivere con il figlio Don r-rancesco, ma come vedremo in seguito non si acconte ntò di un solo trasloco. Nel 1832 le fu confermata la pensione di Tenente dell'Esercito Austriaco , o ltre al vantaggio di poter usufruire di que lla del defunto marito che le spe ttava. Il 2 1/10/1836 la Scanaga tta rivolse una s upplica al Governo de lla Lombardia, affinchè riconoscesse la sua appaitene nza a una famiglia nohile. A tal fine, dopo aver pagato le tasse re lative, cercò di avere copia de l diploma di nobilt:i di suo padre Giuseppe ormai defunto e del diploma di nobiltà ottenuto dai fratelli ud 1815. Le autorit:i milanesi c he avevano consegnato a Francesca Lalc copia vennero riprese da Vienna, che diede disposizioni affinchè in futuro prima, di consegnare un simile doc ume nto, da darsi solo in visione e per un te mpo limitato, si dovessero ben accertare i mo6vi del ric hiedente e la sua identità, certificala fra l'altro cialla fede d i nascita. La Scanagatta presentò poi varie supplic he perché fosse riconosciuta la nobiltà della famiglia Spi ni , o quanto meno che fosse conferita ai suoi figli la nobilt:i ex novo, con esenzione dall e tasse. Si fece un ' inc hiesta, chi edendo fra l'altro noti zie in Yalt.e llina. Le autorità di Talamona ri sposero che le persone del luogo parlavano degli Spini come di famiglia da tempo ricca, ma non nohilc. Non si trovarono anLichi docume nti né sepolcri ne lle chiese con lo stemma della casa. Così ven nero riconosciuti i ti toli della famiglia di Francesca, ma rurono giudicale insufli cie nti le prove di nobiltà per la fami glia Spini.9 1 Nell'ele nco dei nohili lombardi pubblicalo dal Governo nel 1840 compaiono gl i Sca11agalla e uno Spini di Bergamo, non gli Spini di Talamona.92 Certamente la nostra protagoni sta non parteggiò per i piemontesi nel 1848. alt1irnenti il nipote lo avrebbe seg nalato nella sua hiografi a. 87 G. Lo mbroso, Op. cii. 88 C.Spini, Op. cit. 89 ASCMi , Rei istm a slampa dei morii del 1848. 90 C . Spini . Op. Cit. 91 ASMi, Araldica, p. m., cart. 168.
Francesca Scana~aua ( 1776-1864) Ufficiale dell ' F:sercito Auslriaco
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Qualche anno dopo venne invitala a Wicncr Neustad t per festeggiare, insieme con tutti g li ex-allievi più famos i, il 14 dicembre 1851 , centesimo anni versario della fondazione de ll' Accadem ia . Non avendo potuto intervenire, aveva ormai settantacinque anni, inviò il 17 dicembre una lettera di affettuosa gratitudine a lla Di rezione dell'Accad emia. Questa le ttera no n è arrivata fino a noi , siam o però in possesso della risposta:
Lt:lT/iRA LJEL CA PITANO Cl'lRLO DE FA UDA, ADD ETTO AU,'ACCADEMIA "F,gregio Signor Tenente, Stimalissima e Graziosissima Signora, "La bella festività per l'esistenza secolare della nostra Ar.cademia è finita; tuttavia le a,ffettuosissime right! esprimenti la più sentila gratitudine per l'Acrndemia che la S. V in data 17 m. d. rivolse alla Direzione, m'obbligano a tributarle, in nume e per ordine dell'alto mio Superiore S. F:cc. Tenente Maresciallo Rarone Alemann, Direttore dell'A ccademia, i più vivi ringraziamenti p ei voti da Lei, qual ex-allievo di quest'Istituto, dedicati alla prosperità dell'Accademia; in pari tempo gradisca l'assicurazione che S. F,r:cellenza, come pure i suoi colle[ihi contemporanei presenti alla fes ta, nonché gli Allievi di Neustadt costà riuniti, tutti deploravano che V. S. quale allievo interessante dei tempi di Kinski, per la ,\'Ua troppo grande distanza non abbia pvtulo prender parte a questa festa grandiosa. ''Non volendo empire questo foglio colla desr.rizione della festa passata grandiosamente, che perà potrebbe essere chiamala Jeslll cli famiglia, e che senza dubbio Le sarà già noia per la descrizione fatta nel conosciuto giornale L'amico del soldato, N. 79 e 80; desr.rizionefatta dal signor Colonnello Sachse, esso pure allievo del IH05 sotto Kinski, ed in cui si fa di V. S. onorevole menzione. Mi limito dunque a inviarle soltanto un esempla re del bel discorso fatto alla .festa, l 'elenco di tutti i signori ospiti presenti (quelli di Neustadt fruvno situati a norma dell'anno di sortita e nell'ordine da essi tenuto nel refettorio, cioè secondo la loro età), quindi una poesia composta in memoria di questa festività. che Ella vorrà ben(~namente aggradire. "Finalmente mi prendo La libertà d'inviarle un foglio dell'Album cornmemoralivo, che a desiderio unanime venne deposto nelle biblioteca di codest'lstiluto, quale ricordo della festa. In esso V S. voglia compiacersi d'iscrivere il ,m o riverito nome, sortita, in quale reggimento, l'anno della sortita ed altre parole di ricmdo, quindi.farlo pervenire alla direzione dell'Accademia, onde vi sia r:ustodito, mediante il Comando della piazza militare di Milano. "Raccomandandomi alla sua fraterna benevolenza, mi .firmo pieno di alla stima della S. V. stimatissima sivwra. "Wiener Neustadt, 19 luglio 1852. "Devoti:,sùno Servo Carlo de Fauda"93
92 Governo dell a l ,c1111hardia, r,;/eru:o dei Nobili Lombardi del 1840. 93 C. Spini . Op. Cii.
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Francesco Lauria
Non sono certo le parole con le quali ci si sarebbe rivolti a chi si fosse schieralo contro l'Austria lrc anni prima. Nel 1859 Francesca vide ammainare per l' ultima volta a Milano la doppia aquila. Nel febbraio del 1864 apprese delle vittorie degli austriaci contro i danesi, le prime da tempi di Radetzky. Il reggimento in cui aveva servito il ma1ito era diventato la Brigata Nostiz, della la "giallo nera" per le mostrine con i colori c he erano degli Absburgo e che erano stati quelli degli Hoenstaufe n. Ad 6vcrscc si distinse contro il nemico facendo guadag nare al suo comandante la più alta decorazione dell'Impero, la croce di Commendatore dell'Ordin e di Maria Teresa. Negli avvenimenti della vita civile della Scanagatta c'è un stranezza di c ui non sa ppiamo la spiegal'.ione, un grandissimo numero di traslochi. Dai registri della popolazione di Milano, sui quali pu11roppo sono indicati i ca mbia me nti di residenza ma non le date in cui avvennero, 1isulta quanto segue: Subito dopo il matrimonio andò ad abitare nello Stradone di San Villorc al numero 2693,94 corrispondente a ll'atluale 24 di via S. Villorc. Lo stabile di allora non esiste più, la casa odie rna è stata costrui ta di recente. Si trasferì poi in Borgo a lle Grazie 268 1, corrispondente al numero 69 di corso Magenta. Lo stabile è vecch io, potrebbe risalire all'epoca della Scanagatta cd essere stato ristrutturato. Andò poi in Borgo di San Ca locero 3029, corri spondente a via San Vincenzo 8. Lo stabile attuale è moderno. Passò quindi in Contrada di S. Ambrogio alla Palla 3403, corrispondente a via S. Maurilio 13. Questo stabile è antico, è stato ristrutn1rato ma sicuramente è quello in cui visse la Scanagatta. Si tras ferì in Strada al Mulino delle Armi 4381, corrispondente a ll 'attuale numero 11 di via Mulino della Armi. L'edificio attuale è moderno. Il trasloco successivo f'u in Strada al Mulino delle J\m1i 3736, corrispondente all'attuale via Mulino delle Am1i 37. Questo stabile non esiste più, l'area che occupava fa ora parte del Parco delle Bas ilic he. Andò poi in Contrada della Passione 243, corri spondente all ' attuale 25 di via Conservatorio. L'edificio odierno fu costruito in e poca successiva ed ora è sede della Facoltà di Scienze Politiche dell ' Università Statale di Milano. Ri sulta quindi un passaggio in Contrada Valpclrosa 3300, corrispondcnlc all 'edificio che si trova a destra imboccando la via Valpclrosa provenie ndo da pi azza S. Sepolcro. Ora è sede di un comando dei carabinieri : è una costruz ione del periodo fascista munita di balcone atto ad arrin gare la folla. Si tras ferì in Contrada alle Cornacchie 3922, via Cornaggia IO. Lo stabile odierno è di recente costruzione. Passò poi in Mulino delle Armi 4378, corrispondente all'attuale numero 17 94 L'attuale sistema di numerazione venne introdotto ne l 1865, da allora 111uhc via hanno anche cambi ato nume. Per risalire alla numerazione moderna si sono usati i 111an11ali presenti ne ll 'Archivio S101·ico del Comune.
Francesca S canagatla ( / 776 - /864 ) Ufficiale dell·t :sercilo Austriaco
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di via M ulino de lle Armi. È uno sta bile vecchio e mal tenuto c he potrebbe risali re all'e poca dell a Scanagatta . Ri sulta in seguilo un tras loco in Bo rgo di Porta Romana 4556, cioè in Corso di Po rta Romana 86. Q uesto numero non esiste pi ù, attu almente prima della Crocetta c'è 1' 80 e subito dopo il 90. Andò poi in Corso di Porla Ro mana 4238. N o n esiste una numerazione moderna corrispo ndente, si può tuttavia trovare l'area s ull e vecchie piante, che ora è occupala da uno slahil c co strui to in epoca m ode rna s ull' angolo tra Corso di Porta Ro mana e via Rugabell a. Il trasfe rimento successivo fu in B orgo di Po11a Tosa 124, cioè in corso di Po rla Vitto ri a 24, uno degli sla hili ahha tluti dove c' è l' atlualc Pa lazzo d i Giustizia . Traslocò q uindi in Contrada S. Romano 42, corri spondente a corso Matteotti 5. Ora è un palazzo nuovo con i portic i, di fi anc o alla chiesa di S. Babil a, da ll'a ltro lato della strada . Si trasferì in Contrada S. Zeno 47 1, cioè in via S. Ze no 12. Oggi la via non e siste più, in quell'arca c' è il corso Europa. Andò in p iazza S. G iovanni in G ugg irolo 47 17, corrispo ndente al n. 17 di via Larg:i . Attualmente il 17 non c'è, si passa <lal 15 a l 19, sono ed ifici costruiti di recente. Il trasloco successivo fu in Contrad a de l Durino 450, attualme nte via Durini 5 . La casa od ierna sembra posteriore a ll 'epoca di c ui s tiamo parlando. L' ultimo ind irizzo conosc iuto è Strada di San Damiano 296, corris pondente al numero 16 di via S. Dami ano. Ogg i in via S. Dam iano no n esis te più il numero 16. TI nu me ro totale de i c ambia me nti d i res idenza dal 1804 al 1864 è di 18, in media uno og ni 40 mesi, quasi una nostalgia del la "bella vita militar" in c ui "ugni dì si cambia loco". L' ipotesi di un progressivo inde bitamento non sodd isfa, perchè le ultime residenze do vrchhcro essere in zone pe riferiche, mentre sia via S. Dami ano c he via Durini sono in posizione ce ntrale . Gli indirizzi p iù fuo ri mano sono via S. Vincenzo 8 e Corso di Po 11a Ro ma na 86. Tn posizio ne periferi ca per allora era sopratlullo il primo, cioè il 24 di via S. Villore. A ltra curiosità c he si osserva esaminando i registri de lla popolazione di Milano è che la nostra protagoni sta continuava a tog liersi degli anni , a nc he se non in maniera così clamorosa come nel 1804 a l mo me nto de l s uo matrimonio. Nel 18 11 d ichiarava all'uffic iale dell' anagrafe di essere nata nel 1778 invece che nel 1776. Anc he nel 1835 vie ne riportalo come anno di nascila il 1778. S ul registro del 1835, al termi ne della 1iga dedicata a f<rancesca Scanagatti,95 è annotato che morì il 20 novembre de l 1864, con atto registrato al foglio L 60 e che la denuncia della morte era stata laua dal fig li o Francesco Spini. %
95 Nei documenti de l Comu ne di Milano la famigl ia è sempre indicata co me Scanagatti. 9(, ASCMi, Ruolo generale della popolazione 1811 e 1835.
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Francesco Lauria
Nelle note dell 'Ufficio di Pubblica Sorveglianza Sezione Sanità della Ci ttà di Milano si legge che Scanagatti nob. Prancesca, proveniente dalla parrocchia di S. Maria della Passione, figlia di Giuseppe, vedova di Celestino Spini, di professione pensionata erariale, morì per tahe a 88 anni al le ore 12 m. de l 20 novembre del 1864. Nell ' Estrntto dai Registri Parrocchia li per gli Atti di Morte della Parrocchia di S. Maria della Passione, dal g iorno I oltohre a tutto il novembre 1864, Lahcl la L 60, troviamo al numero 35: "Scan.agatti Nob. Francesca, di anni 88. vedova di Celestino Spini, pensionata, nata a Milano, residente al numero 296 di S. Damiano, figlia dei fu Giuseppe e Isabella De Villata, morta il giorno 20 di novembre ." 97 Venne seppellita nel c imitero di S. Cìrcgorio, fuori Porta Venezia98 e I' t\dami descrive così la sua tomba: " Nessuna parula, una sola ed umile croce, postavi da uno dei suoi fig liuoli. il sacerdote don Francesco Spini, ricordò Colei, che, come la definiva l'aiutante del generale Melas, fu uno dei più risoluti e bravi soldati de/l 'esercito austriaco dell'età epica delle guerre ,wpoleonù:he". Dice anche: " ... quando ne l dicembre 1864 il g iornale milanl'se " Ln Perseveranza" dette l'annunzio d ella sua morte. i prinr.ipnli g iorno/i stranieri ne pubblicarono particolareggiale biografie." 99 Non abbiamo avuto modo di vedere i giornali stranieri , ma per quanto riguarda la stampa italiana fu una morte assolutamente di screta. Tra i periodici di allora conservati nella bibli oteca di Brcra, se ne trova notizia solo in " La Perseveranza" del 27 novembre 1864, che la cita ncll'clem:o dei defunti de l giorno 20. Unica consolazione: è la prima della lista anche se, come abbi amo visto, si spense a mezzogiorno e quindi non fu il primo decesso della giornata. Esaminando tutti i microlilma ti fino alla fine de ll'anno non si trnva un articolo o un trafiletto in cui venga ripreso l'evento. È quindi improbabile che i corri spondenti dei giornali stranieri si siano accorti , leggendo "la Perseveranza", della morte de lla Scanagatta. Anche perchè, osservando i titoli princ ipali dedicat i alla politica estera degli ultimi mesi de l 1864, l'attenzione dell'opinione pubblica era 1ivolla ai contrasti tra Austria e Prussia seguiti al conflitto con la Danimarca. Già si parlava di un scri o rischio di guerra. C 'è da c hiedersi perc iò quale interesse avrebbe potuto destare in Europa la mo 11e de lla nostra protagonista. Meno di un mese dopo morì don Vincenzo Scanagalta, suo frate llo, e il 19 dicembre 1864 il notaio Albe110 Parola pronunc iò la seguente orazione funebre ne lla qu ale è ricordata anche Francesca:
97 ASCMi, Reiistro a stampa dd morti del 1864 ed Hstraui parmu:hiali dei morti
del / 864. 98 Il c im itero venne soppresso il 3 1/8/1 883, non sappiamo dove ossa de lla Sca naga lla. 99 V. Adami , Op. cii.
furono Lras f"erile le
Francesca Scanagatta ( i 776- i 864) Ufficiale del/' Esercito Austriaco
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"Amici, gettiamo il nostro pugno di terra a ricoprir questa fossa, e non temiamo di versare insieme una lagrima di dolore. Ben di rado in ogni tempo, rarissimo fatalmente ai noslri giorni ci sarà dato di incontrare una vita quale si spense in Don Vincenza, tanto ricco di doti morali ed intellettuali unite con perf ettissimo acr:ordo in un tal uomo. "Jmperocchè fu in Don Vincenzo vasta e svariata dottrina in ogni genere di umano sapere; fu profondo cultore di lettere classiche, come si conviene a profondo giureconsulto; fu noJizia non comune alle ari i del bello, e nella musica poi, vuoi questa dotta o popolare, scientifica od operosa, fu peritissimo. Oltre a ciò si ammirava in Don Vinanm purissima castig atezza di costumi, affabilità incantevole di maniere quale si stampa negli a/li e sulla.fronte di chi tutto intento al bene degli altri nulla cura di sé. Fbbe animo inalterato sempre ed eguale nei prosperi e negli avversi ca.\'i della vita. E valga il vero. la forza dell'animo era nella fàmiglia Scanagatla, poiché ben ricordale come fo sse a lui sorella colei che gio vanetra, ingannata la militar disciplina, campeggù) valorosamente per più anni in abito virile contro n emici esercili, sicchè morisse, or non è un mese. pensiona/o mi/ilare; e ci ricorda di un allofmlello da pochi anni trapassato che mililò nelle campagne di Spagna e di Russia donde ne trasse nobili ferite e nobili gradi nella milizia. "Ma per tornare al nostro compianto Don Vincenm duo/mi di non poter dir nulla di particolare delle opere del suo ingegno, perché men/re egli era sempre paratissimo nel far copia agli altri di consigli e di lumi, fu però sempre per modestia alieno dal pubblicare i suoi seri/ti che pur molti ne ha lasciati. t.'gli è perà certo che ottant'anni di vita furono ollan.l 'anni, se loJ?li naturalmente la prima infantile età, consumati con un acume di mente tutta fatta per l'investigazione dei più reconditi secreti della natura, nello studio delle cose create, e sopra tutte queste dell'uomo. " t: perché della vita pubblica che noi di recente abbiamo acquiswto, non .vi taccia verso Vinr.enw, dirà eh' egli fu pure eminentemenle italiano, ma italiano f ilosofo, cioè pronlo a sec:ondare ogni onesto a llo o pensie,v nazionale, ma lontano da ogni spirito di partigiano. Fd è ben drilfo r'hr un sommo e vero filosofo quale esso fu, avesse a tener.\·i estran eo e superiore ad ogni par/ilo politico. Il mondo Jullo. lui/o il creato fu la repubblica di Don Vincenza, la legge dell 'universo il suo codice, suo sovrano il supremo Dittatore che nel cuore di Don Vincenzo aveva poslO eletta sede. "Ora trasportata questa sede nelle celesti sfere, abbiati colà Don Vincenz.o il singhiozzato saluto che ti mandiamo da questa terra "lJno Scolltro" 1<J.J Ai suoi te mpi questo fratello doveva essere qualcuno, LULLavia ci scrnhra veramente scarso l' interesse suscitato ùa Francesca a l momento della morte. E così pure il fatto che non sia mai c itata tra i personaggi famosi della città, che non le sia dedicata una strada di Milano. Certame nte tutti sapevano chi era, e se
I OO C. Spini , Op. Cii.
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Francesco Lauria
non se ne parlava era perchè non se ne voleva parlare, come se fosse una nota peccatrice. Un'ipotesi plausibile è che la Scanagatta sia sempre rimasta favorevole al dominio absburgico disapprovando i patrioti che poi sarebbero stati i vin citori riscrivendo la storia a modo loro e condannando g li avversari ad essere dimenticati. Non esiste a Milano una via dedicata a Luigi Cocastelli o all' inquisitore Sai volti, servitori di Casa d'Austria, il ricordo dei loro nonù è riservalo agli specialisti. E nessuno ricorda che corso Vittorio Emanuele era corso Francesco I prima dell'unione della Lombardia aJ Piemonte. È normale del resto che una vecchia signora, che nel '48 aveva 72 anni e 83 quando i franco-piemontesi conquistarono la Lomhanlia fosse nostalgica del huon tempo antico. Prohahilmente era convinta che Metternich avesse ragione quando diceva che l'avvento degli stati nazionali avrebbe destabilizzato l'Europa e causalo guerre. Probabilmente partecipava con piacere ai ricevimenti organizzati dal Comando Militare, scortata al suo posto dall'ufficiale più alto in grado che le offriva il braccio. Prohahilmente in tali occasioni le venivano presentati gli uflìciali appena usciti da Wiener Ncustadt, che cercavano di darsi un contegno di fronte alla vecchia signoril rliplornatasi nel corso del 1796. Ma la retorica risorgimentale avrebbe fatto coincidere l' austriaco, il tedesco. con l'orco delle favole, e Francesca aveva fallo l' ufficiale nell'esercito sbag liato rifiutando di pentirsene. Cosa non accettabile in una citt.ì che a marzo, nei giorni gloriosi delle cinque giornale, adorna ancora con bandierine i mezzi pubblici. Nel 1899 Carlo Tedeschi, allora segreta rio comu nale, puhhlicò un libro dedicato ai cimiteri di Milano, anche per perpetuare il ricordo di quelli che, come quello di Porta Orientale, erano stati soppressi. C'è una tabella dei più illustri sepolti in cui è citato don Vincenzo Scanagatta ma non compare Francesca. IO I
101 C. Tedeschi: Origini e vicende dei cimiteri di Milano
Francesca Scanaiatta ( 1776-i 864) Ufficiale dell'Esercì to Austriaco
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APPENDICE
A proposito della visita medica per l'ammissione ali' Accademia di Wiener Neustadt Nella s ua storia dell'Accademia militare austriaca Mario Mercuri riferi sce che all 'epoca della Scanagatta gli allievi non veni vano sottoposti a visite mediche, o llre ad avere il diritto di ahitare al <li fuori del Burg, cioè degli edifici dcli ' Accade mia. Questo ovviamente favorì la mancata scoperta del sesso della Scanagatla. Sempre secondo il Mcrcuri l'obhligo della visita medica, all a quale dovevano sottostare tutti , anche i cadetti nobili, venne introdotto soltai1to tra il 1826 e il 1837. Al tem1ine degli snidi l'allievo riceveva il grado di Fanrich (A lfiere) o, se i suoi voti non erano sufficienteme nte buoni, gli restava il grado di Cadetto (Aspi rante); seguiva poi l'assegnazio ne al reggimento. Soltanto g li allievi che possedevano grande talento, ma ciò solo dopo le riforme del l 826-1837, rimanevano a ncora un anno per completare i loro studi . TI loro corso prendeva ìl nome di Corso Superiore. Con il grado di Sottotenente raggiungevano poi il reggimento di destinazione. 1o2
A proposito della malattia di Francesca Scanagatta a Lublino Nel riferire della malattia della Scanagalta a Lublino, una forma artritica, come 1iferito da scritti dell'epoca, ma probabilme nte si trattò di re umatismo articolare acuto, i cronisti si stupiscono del fallo che "Con incredibile forza d'animo, cosa per noi incomprensibile, riu.vcì ad ingannare i medici ... ", pur essendo restala a lcllo per circa due mesi. In realtà alla l"inc del '700 la visita medica era cosa completa mente diversa da ciò che noi siamo abituati a supporre. La classica quadriadc scmciologica con la quale il medico trae dati sullo status del pazie nte (osservazione, palpazione, ascoltazione e percussione) era del tutto ignota ai sanitari dell 'epoca. Certo l'osservazione esisteva. S i guardava il paziente c he in genere rima neva a letto coperto (Decoro, perbacco!). Si palpava il polso (duro, celere, frequente, aritmi co, ecc.), si sentiva l'odore del malato (flatul enza, sudorazione acida, ecc.) e si apprezzava la temperatura corporea. I medici più scrupolosi osservavano le urine (pallide, scure, rosate, ecc.) e i più coraggiosi le assaggiavano (sic !) essendo g ià da allora noto che un'urina dolce era patologica. Alcuni osservavano anche le feci.
I02 IVI.
Mercuri. Swrill dl'l/'!\n:ademù1 mi/ilare austriara, !\Ima Mall'r Tlwr1~siww.
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Francesco Lauria
La palpazione era second aria, limi tata ai casi in rni toccando la pmte c'era da aspettarsi di trovare qualcosa. L'ascoltazione era ignota. Lo stetoscopio, apparecchio deputato a tale scopo, venne inventato da un francese, Laennec, nella prima metà del1'800. TI medico francese, ricordandosi di alcuni scritti di Ippocrate: "Applicando l 'orecchio contro il torace si puà sentire un rwnore simile al gorgoglio del/' aceto che bolle". O a ncora: "Si deve applicare l'orecchio contro il torace d el malato e scuoterlo per le spalle: se vi è del liquido nella pleura si percepisce uno sciacquio .. .".aveva l'ahi Ludi ne di auscultare il paziente ponendo il suo oreccl1io sul torace. E ciò andava bene per i pazienti di sesso maschile, era infatti stato medico mil itare negli eserciti napoleoni ci. Quando però ru consultato per una pazie nte di sesso remrnini le si posero dei problemi. "Fui consultato nel 1816 per una ragazza che pre.ventava sintomi generali di malattia cardiaca e per la q uale l 'applicazione della mano e la percussùme davano pochi risultati a causa della sua pinguedinr. ! ,' età e il sesso dell'ammalata mi impedivano la specie di esame di rni ho appena parlato (l'auscultaz ione immediala). Mi venne allora in mente un fenomeno m :u.1·tico multu 11010: se si applica l'orecchio all'estremità di una trave si sente molto distin tamente un colpo di spilla dato a/l'allro capo. Immaginai che avrei potuto trarre partito, nel caso di cui si trai/ava, da questa proprietà dei corpi. !'resi un qundPrno di carta, ne .fòrmai un rotolo molto stretto di cui applicai un ' estremità sulla regione precordiale e, accostando l'mn:chio all'altro capo. fui subito sorpreso e soddisfatto di sentire i battiti del cuore in maniera mollo più netta e più distinta di quanto non avrei fa.fio con l'applicazione ùnmediaJa del! 'orecchio ... ". Così con successive modifiche nacque lo stetoscopio d i legno, po i il fonendoscopio e la attuale tecnica della ascoltazione. La scie nza della percussione ven ne introdotta alla fine del '700 da l vienn ese Dott. Auenbrugcr che, lig lio di un vinaio, aveva osse rvato il padre percuotere le botti per determinare il li vello pieno/vuoto. Pensò di estendere questo concetto alla medicina con la percussione del torace dei pazienti, riscontrando poi alle autopsie, ovviamente al tempo non erano né possibili né pcnsahili esami radio logici, che un suono ottuso corrispondeva alla presenza di un ve rsamento ple urico. Ne ril"crì alla societì1 medica cli Vienna. Richiesto da dove gli fosse venuta l' idea di mettersi a percuotere il torace dei pazienti, ri spose che ne aveva tratto ispirazione dal padre, vinaio. Fu uno scandalo, venne espul so dalla società medica. Non se ne lagnò troppo, eg li era anche un valente mu sicista (verosimilmentc l'orecchio musicale l'aveva aiutato nella percezione del suono pieno/vuoto), e passò il resto della sua vita a dedicarsi alla musica, avendo la soddisfazione che, dopo una decina d'anni, tulli i suoi cx colleghi avevano introdotto la percussione nel loro normale iter scrneiologico.
Francesca ScanaRatta (i 776-1864) Ufficiale de/1 't:sercito Austriaco
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Per non parlare della rilevazio ne della pressione arteriosa che dovrà attendere la comunicazione ratta da Ri va Rocci sulla gazzetta medi ca di Torino il I O dicembre 1896. Neg li ultimi anni del '700 era rettore dell' università di Pavia Giovanni Rasori, medico fam oso e spirito illuminalo , che aveva modilicato il calendari o accademi co sostituendo ai nomi dei santi quelli di insigni filosofi, scienziati e pensatori . si arruolò nell'esercito cisalpino e dura nte l' assedio del 1800 era a Genova, a curare il gran numero di ammalati di rehhrc, che egli identificò d 'orig ine petecchiale. Aveva elaborato la terapia del "controstimolo". Certo come D arwin che la vita fosse uno stato spontaneo ed attivo, e che la malattia rosse un 'alterazione iperattiva di tale stato, era convinto che la cura fosse un insieme di terapie debilitanti volte a deprimere l'eccesso. Prescri veva così emetici, clisteri , sal assi e poche coperte per favori re la circolazione de ll' aria fresca. I 03 Probabilmente a Lublino nessun medico sollevò mai le coperte di Francesca Scanagatla.
J03 L.S1erpd lune, Ipertensione, una storia. - P. Gom y, Histoire illustrée de la card ivlv!{ie.
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Francesco Lauria
Ritratto di Francesca Scanagatta in uniforme austriaca
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Dalla Civica Raccolta Stampe Be,t arelli di Milano (R I 161-72)
Francesca Scanagatta ( 1776-1864) Ufficiale dell 'Esercito Austriaco
Francesca Scanagatta in battaglia
Immagine di fantasia. Disegno del notaio Celestino Spini allegalo alla biografi a della nonna Francesca, da lui pubblicata nel 1876
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Francesco Lauria
Francesca Scanagatta a 88 aruù
Fotografia fatta nel 1864 pochi mesi prima dell a sua rnorlc. (Collezione pri vata Valenti-Airoldi)
Francesca Scanagatla ( 1776-1864) UJ]iciale dell'Esercilo Auslriuro
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Genealogia della famiglia Scanagatta
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Genealogia della famigl ia Scanagatta come risulta da un documento conservato nell'Archi vio si Stato di Milano (ASMi, lira/dica, p.a. I 18) presentato nel 1787 dai frate lli Giuseppe e Vi ncenzo Scanagal.la per ottenere il riconoscimento dello statu s di nobili. Gi useppe è il padre di l 'rancesca.
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Francesco Lauria
Stemmi della famiglia Scanagatta
Stemma dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Scanagatta, riportato a pagina 196 del codice araldico detto di Maria Teresa conservato nell' archivio di Stato di Milano. Descrizio ne: "Trinciato: nel primo d' azzun-o alla gatta al naturale passante sulla trinciatura, con una spada d' argento guarnita d'oro, conlìccata in sharra nel fianco sinistro da cui sgorga il sangue, e som1ontata da tre gigli d'oro ordinati in fascia nel capo; nel secondo palalo di rosso e d' oro"
fram:esrn Srnnagalta ( 1776- /864) Ufficiale dell 't :sercilo Auslriaco
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Stemma presente sul sepolcro tlcgli Scanagatta nell' antica chiesa di Dongo. Disegno aulcnlicalo allegato a ri chieste di riconoscimenlo della nobilita presentate in varie occasioni da mem bri della famiglia e conservate nell 'Archi vio di Stato di Milano. (J\SMi, Araldica, p.a. i 18 e p.m. 16X). Si noti l'errore nel riprodurre il modo in cui è trafitta la gatta. La chiesa medioevale in cui esisteva tale lapide è stala demol ita verso la metà del 1700 per essere soslituila con un'altra più grande, che a sua volla è slala distrutta nel secolo scorso per fare poslo a quella attuale. Nell'odierna chiesa parrocx:hiale non vi sono lapidi né ve ne sono in altre chiese di Dongo.
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Francesco Lauria
Zone delle operazioni militari alle quali partecipò Francesca Scanagatta dal 1797 al 1800
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COi\'t1NI DEI TERRITORI A8SBURGICI DOPO LA PACE 01 CAMPOFORMIO
I possedimenti degli Absburgo dopo il 17 ottobre 1797
(Dall'Historischer Weltatl as di Putzger e Bruckmi.iller, Verlag Holder-PichlerTempinsky, Wien 1998)
Francesca Scanagalta ( 1776- / 864) Ufficiale del/'t:scrcito Austriaco
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La Frontiera Militare Dopo aver scacciato i turchi dall'Ung he ria, gli Absburgo crearono, agli inizi del 1700, la Frontiera Militare (M ilitargrcnzc). Il territorio era amministrato direttamente da Vie nna attraverso il Consiglio Aulico di Guerra. Veniva concessa la proprietà della terra in cambio del serv izio militare. L' amministrazione milita re e quella civile erano riunite. Era divi sa in 17 zone, identificate con il nome del reggime nto che da loro prendeva orig ine. Il loro elenco è il seguente: Distre tto di Karlstadt (Karlovac): I Licca , capoluogo Gospic; // Oltocac, capoluogo Ottocac; lii Ogulin, capoluogo Ogulin; JV Szluin, capoluogo Karlstadt. Oistrett.o di Warasdin: V Warasdin-Kreuz, capoluogo Kreuz (Rjelovar) ; VI Warasdin-Sankt G eorg, capoluogo Sankt Georg (Durdevac). Distretto di Slavon ia: VII Bmd, capoluogo Vinkovci; V/// Gradisca, capoluogo Neugradisca (Nova Gradi?ka); TX Peterwardein , capoluogo Sremska Mitrnvica. Distretto Banale: X - I Banal, capoluogo Glina; Xl - Il Bana/, capoluogo Petrina (Pctrinj a). Distrclt.o del Banato: X// Deutsch Bantll, capoluogo Pancsowa (Pan?evo); Xlii Wallach-lllyrisch Banat, capoluogo Kransebes (Cransebe?). Distretto dei Siebenburgen (Transilvania): XIV - I Szeckel, capoluogo CsikSzereda; XV - li Szeckel, capoluogo Kcsdy- Vasarhely; XVI - I Wallach, capoluogo Orlath; XV/l - Il Wa llach, capoluogo Naszod . Faceva parte della Frontiera anche i I di stretto di Tschaikisten, tra la Drava e la Tisza, con capoluogo Titel. Forniva uomini che in te mpo di pace pattugliavano le rive dei fi umi e in guerra si univano ai pontie ri. Francesca Scanagatta iniziò la sua carriera militare in un reggimento di frontiera, il V I Warasdin-Sankt Gcorg, e dopo un intervallo nel Wenzel-Colloredo, la concluse in un altro reggimento di frontiera, il XII Deutsch-Banat.
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Francesco lauria
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Tra Genova e la Pianura Padana nella seconda metà del 1700 (Parlicolare della Tav. 90 deU'atlante storico del TCI) Sono indicate le strade principali. Rispetto alla carta pubblicata a Genova nel 1794 e riporlata in seguilo vi sono alcune differenze relative ai confini. Inoltre qui è segnata una strada importante tra Sestri e Parma che non risulta nella carta successiva. Appare un po' diversa anche la viabilità intorno a Spezia.
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Francesca Scanagaila ( 1776- I 864) Uj]iciale del/' F:sercito !\usfriac:o
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Parte orientale della Repubblica di Genova alla fine del XVIII secolo.
Particolare dalla cmta dello Stato della Repubblica di Genova colle conlinanti provincie, puhblit:ala nel 1794 da Antonio Zalla e Figli, conservata nell'Archivio di Stato di Genova (ASG - Busta 28 - Carta I 0). Si noti come non sia segnata alcuna strada passante per Borzonasca.
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Francesco Lauria
Aspetto odierno della Zona tra Borzonasca e Genova
Viene riprodotta l'ullima edizione della carta strndale el TCI ali' 1 : 200.000. Nel corso degli armi le mulattiere più irnporlanli sono diventate strade. Il feno meno si è accentuato nettamente negli ultimi tempi con la diffusione dei mezzi motorizzati su gomma. Ad esempio oggi è segnata una strada tra Barbagelata e Montebruno che non era riportata nelle edizioni precedenti. Francesca Scanagalla percorse sicuramente l'itinerario Borzonasca, Parazzuolo, Barbagelata, Montcbruno. (Vedi nel testo).
Francesca Scanagatta (1776-1864) U.fjìciale dell 'Esercito Austriaco
Strade e sentieri intorno a Barbagelata (da una caria moderna per esc ursioni sti in scala l : 25.000)
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Francesco Lauria
Attestato di congedo rilasciato a Francesca ScanagaUa
Documento presente nella collezio ne privata Valenti-Airoldi (la traduzione è nel testo)
Francesca Scanagalla ( 1776- 1864) Ufficia/e del/ 't:serc ito Austriaco
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Il matrimonio di Francesca Scanagatta
Lettera inviata dal padre di Francesca al padre d i Celestino Spini con la 4ualc acconsente alle nozze (Colle zione privata VaJenti-Airoldi)
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Dichiarazione di stato libero rilasciata allo Spini dal Municipio di Talamona il 7/l /1804, consenso alle nozze del sollolcncnlc Spini firmalo dal capo brigata Vian i iI 16/1 / I 804 e richiesta del futuro sposo per essere dispensato dalle pubblicazioni (ASCMi, Fondo Famiglie, cartella 1443)
Francesca Scanagalta ( 1776-1864) Ujjìòale dell 't,'s ercito Austriaco
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de' Registri del Direuorio Esecutivo {lei giorno 1'rmntato1i il Citt,di,w
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Prima parte del verhale con il quale i testimoni confermano l' identità dello Spini e della Scanagalta e li dicono liberi da precedenti vincoli matrimoniali. (ASCMi, Fondo Famiglie, cartella 1443)
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Francesco Lauria
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Seconda parlc del vcrhale con il quale i testimoni co nfermano l'identità dello Spini e della Scanagatla e li dicono lihcri da precedenti vincoli matrimoniali. (ASCMi, Fondo Famiglie, cartella 1443)
Frann'srn Swnugalla ( 1776-/864) Ufficiale dell 'Esercito Austriaco
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Parte fin ale del verhalc rnn il quale i testimoni confermano l'identità dello Spini e della Scanagatla e li dicono liberi da precedenti vincoli matrimoniali . (ASCMi , Fondo Famiglie, cartella 1443)
460
Francesco Lauria
Atto con il quale viene conslalato lo stato libero dei due futuri sposi ed atto con il quale è concessa la dispensa dalle pubblicazioni. (ASCMi, Fondo Famir:lie, cartella 1443)
Francesca Scanagaf/a ( 1776- 1864) 1(/ficiale
del 'Ese rcì to
Austriaco
461
Registrazione del matrimonio Lra Celestino Spini e Francesca Scanagatta (ASCMi, Re!?istro dei Matrimoni del J804)
462
Francesco Lauria
Documenti relativi all'ultimo periodo della carriera militare di Celestino Spini
Pagina del registro del I Reggimento Cacciatrni dedicata a Celestino Spini (ASMi, Ministero della Guerra, Matricole Ufficiali, registro 75) È l'unico documento militare in cui lo si dice nato a Talamona. Si noli il grado di capitano, il "Passalo ai Cavalleggeri ecc ... " cancellato con un tratto di penna e le differenti calligrafie (La spiegazione è nel testo)
Francesca Scanaga//a ( 1776-/864) IJJ]iciale dclf't:sercito Austriaco
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Lettera del 18 1O invil.lla al Viccrè con l a quale Celestino Spini chiede un avanzamento di grado. (ASMi, Ministero della Guerra, cart. IRR3)
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464
Francesco Lauria
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Nel 181 O anche la Scanagatta, c he si firma Spini Scanagatta, scrive al Yiccrè chiedendo la promozione del marito . (ASMi, Ministero della Guerra, cari.
1883)
Francesca Scanagalla ( 1776-/864) Ufficiale dell'lisercito Austriaco
465
Nel 181 1 la Scanagatta, che in questa lettera si firma Francesca Spini, scrive al Ministro della Guerra chiedendo la promozione del marito. (ASMi, Min. d. Guerra, cari. /883)
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Nel 1812 la Scanagatta sollecita il passaggio del marito al grado superiore (ASMi, Min. della Guerra, cart. 188)
Francesca ScanaRafla ( 1776-1864) Ufficiale
del 'Ese rcito
Austriaco
467
Frontespizio della lettera che nel 1813 la Scanagatta invia al Ministro della Guerra chiedendo ancora la promozione del marito. (ASMi, Ministero della Guerra, cari. ff/R.1)
468
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Primo foglio della lettera del 181 3 con la quale la Scanagatta chiede la promozione del marito. (ASMi, Ministero della Guerra, cart. 1883)
Francesca Scanagallo ( 1776-/864) Ujjiciule del/'~serc:ilo Auslriam
Secondo foglio della letlera del 1813 con la qual e la Scanagalta chiede la promozione del marito. (ASMi, Ministe ro della Guerra, cari. / 883)
469
470
Francesco Lauria
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Parte finale della lettera del 1813 con la qu ale la Scanagatta, che si firma ancora Francesca Spini , chiede la promozione del marito. (ASMi, Ministero della. Guerra, cari. 1883)
Francesca Scanagalta ( 1776-1864) Ufficiale dell'Esercito Austriaco
471
I Spada usala da Celestino Spini nel pe1iodo repubblicano e napoleonico
Particolari di atti notari li de l L8 L5 e del 1828 in c u i Celestino Spini è definito " Maggiore di Cavalleria Austriaco" e "Maggiore neCavalleggeri di Sua Macslà Imperiale Apostolica" e 1icev ula del 183 1 in c ui lo Spini si firma "Maggiore pensionato". (La spiegazione è ne l testo) (La spada e i documenti fanno parte della collezione privata Valenti-Airo ldi )
472
Francesco Lauria
Documenti relativi aUa morte di Francesca Scanagalta
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Pagina del rcgislro ùcll' Ufli cio di Sanità di Milano in c ui è annotata la mo11e di Francesca Scanagatta (ASCMi. Registro a stampa delle morti del 1864)
Francesca Sca11agalla ( l 776- IX64 ) Ujjiciale dell'Esercilo i\ustriaco
473
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Fonti Manoscritte e materiale d'archivio
ARCHIVIO DI STATO OI MILANO Ministero della Guerra: cart. 1883: Personale . l,ettera S registro 75: Matricola degli ufficiali del 1° Reggimento Cacciatori a Cavallo · 1808 registro 77 : Matricola degli U.lfìciali del 3 ° Reggimento Cacciatori a Cavallo registri I 00 - 121: Fanteria e Cavalleria · Ufficiali di tulla l'Armata. registro l 22: Rubrica e indice dei 22 voli. Fanteria e Ca valleria · [!fjìciali di tutta l'Annata. registro 128: Registro dei Militari nominati dignitari, commendatori e cavalieri dell'Ordine della Corona di Ferro. rcgislro 148: Manuale dei Corpi Austro-Italiani. Araldica parte antica: carl. 11 8: Incartamenti - lettera S
Aral dica parte moderna: carl. 168: Incartamenti · lettera S
Codice araldico illustrato detto "Di Maria Teresa" pagg. I I I c 196
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Francesco Lauria
Catasto teresiano: Robina I, caitella 3563, Mappe, Porta Vercellina Bohina 4, cartelle 352639 e 362640, Re~istri Ca/astati Bobina 5, cartella 37264 1, Po.,\vessori.
ARCHIVIO STORICO DEL COMUNE DT MILANO Ruolo generale della popolazione di Milano: registro del 1811 Ruolo generale della popolazione di Milano: registro del 1835 Registro degli atti di matrimonio dell ' anno 1804 Estratti parrocchiali delle morti degli anni 183 1, 1848 e 1864 Registri a stampa dei motti degli anni 183 1, 1848, 1864 Fondo Pamiglie: cartella 1385 (Scanagatta) Fondo Famiglie: cartella 1443 (Spini) Registri di corrispondenza tra la numerazione civica attuale e quella precedente l'an no 1865 Elenco dei nobili lombardi pubblicato dal Governo della Lomhardia nel 1840
RACCOI TA CARTOGRAFICA DELL'ARCHIVIO DI STATO DI OENOVA Busta numero 7 Carla n. I: Stato della Repubblica di Genova ( 1697) Carta 11. 2: Stato della Repuhhlir:a di Genova (senza data) Carta n. 4: Riviera di Levante ( 1748) Carla n. 17: Cenovesato da Portovenere a Luni (1756) Rusta numero 8 Carla n. 60: Fiume Scriva. Epoca napoleonica. Strada Genova - Milano e forino - Piacenza. Route 99. Busla numero 28 Carta n. 10: Staio della Repubblica di Genova nel 1794
COLLEZIONE PRIVATA VALENTI-AlROLDI A TALAMONA (SO) E A VARESE Materiale molto interessante ma non classificato. Tra gli altri doe umenli l'attestato di congedo di l•rancesca Scanagalla, una lettera autografa con la quale il padre di Francesca esprime il consenso per il matrimonio dell a figlia, una fotografi a della Scanagatta eseguita nel 1864. Questi sono pubblicati in fotocopia nell' appendice di questo lavoro.
Francesca Scanaiatta ( 1776-1864 ) Ufficiale dcli'Eserciro Ausrriaco
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Sono poi presenti vari atti notaril i con finne autografe di Francesca Scanagatta e di Cele stino Spini ; copia della fede di nascita di Celestino Spini 1ilasciata nel 1834 dal parroco di Talamo na; documenti relativi al pri mo peri odo m_ilita re dell o Spi ni ; l'albero genealogico de ll a fa mi glia Spin i.
CIV ICA RACCOLTA STA MPE "BERTA RELLI" DI M ILAN O
Ritratto d i Fra ncesca Scanagatta in uni forme a ustriaca (Rl 16 1-72)
EMEROTECA DELLA BIBLIOTECA BRAIDENSE rn M n ,ANO Raccolta del quotidiano "La Perseveranza" (nov. d_ic_ 1964) (Micro PER 23) Raccolta de l q uotidiano " li J,o mba rdo" (nov. d ic. 1864) (Mi cro A 147)
MUS EO 0 1 STORIA DEL R ISORGI MENTO rn Mli ,/\NO Tutta la documentazione cedut a a l museo dall a fami gli a Scanagalla (numero di registro 6679) è an data perduta in un incendio causalo dai bombardamenti nel 1943. È poi ri masta solo la copertina di un opuscolo biografico s u Francesca Scanaga tta ( numero di registro 8902).
RACCOLTA PRIVATA ROGGIANO-PICO DI GENOVA
L'a ttuale marc hese Baggiano-Pico d ' Occim iano rife ri sc e che tutti i documenti dell a hihli o tcca di fa migli a sono andati pe rduti. Tra essi c'erano documenti relativi a Prancesca Scanagatta ai qu a li si riferi sce sia Marcello Stag lie no nel suo artico lo apparso su "U Gi ornale" de l 3 1 lugli o 1986, sia Mario Rassi nei suoi articoli a pparsi su " La Sta mpa" ne l 1935.
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Nicola della Volpe MOSTRINE Nel centenario delle mostrine delle Brigate di Fanteria, 1902-2002
Cento anni or sono, il 24 aprile 1902, un dec re to ministeriale 1 introd uceva e regolamentava l'uso delle mostrine per le b1igate di fanteria e ne determinava foggia e dime nsioni ; specificava che esse erano costituite da galloni di seta di un solo colore, o di due colori, o con righe e filetti tracciati nel senso della lunghezza (allegalo I). Stahiliva 4uali dovevano essere i col01i del "gallo ne" di stoffa deJJe Brigate permanenti (aJlegato 2). Le mostrine dei reggimenti più antichi , che costituivano le brigate, riportavano in sostanza i colori tradi zionali dei Corpi che e rano già stati delle stoffe d elle div ise, o dei baveri, o deJle pistagne, o delle bande e de lle fìletlalure; ad esempio, i reggimenti 9° e 10° della Briga ta Rexina ebbero le mostrine bianche, dal colore della veste che già aveva fatto denominare i fa nti della Regina i "hianchi fucilie ri". I colori delle mostrine dei reggimenti di costituzione più recente ripetevano, in gene re, quelli tradizionali e/o araldici de lle regioni o delle città di cu i avevano la denominazione: ad esempio, la Brigata Torino aveva le mostrine di colore celeste con la riga gialla al centro, colo ri c he erano (e sono) quelli della città sabauda, prima capitale del Regno d ' Italia. Le mostri ne erano adornate alla punta da un bottoncino liscio e, al lato opposto, daJle stellette; queste, adottate a partire dal 187 1 per tutti i tipi di uniformi, erano il segno per eccelJenza della condizione militare, come lo sono tutt'oggi. Stcllellc c he, inoltre, avevano sostituito in molli Corpi i colori tradizionali o gli altri orpelli de lle divise, a seguito deJle numerose riforme volute in campo militare da l Ministro della Guerra, generale Cesare Ricotti-Magnani. Le esigenze di una pronta mohilitazionc, infaLLi, avevano inciso anc he sugli abiti militari, rendendoli quanto più " uniformi" possi bili ; in tal modo, non solo erano diminuiti i costi, ma erano state soprattutto semplificate le operazioni di preparazione, di costruzione dei capi di vestiario, di conservazione e di stoccaggio ne i magazzini e presso i Distretti Militari, questi ultimi .incaricati anche della vestizione dei richiamali per la mobilitazione. Lo stesso decreto del 1902 stabili va forme (allegalo 3) e colori delle mostri ne delle trnppe di Sanità (colore a maranto) e di Sussistenza (colore nero filettale di panno celeste), del personale di governo degli Stabitimenti Militari di Pena, degli Istituti Militari, del Distretto di Roma e G uardaforli (tulle di colore nero con la filettatura scarlatta).
1 Giornale Militare., dispensa 16 del 3 maggio 1902, atto n.90.
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Nicola della Volpe
Le moslrine non erano, comunque, una novità assoluta nell' esercito italiano, né in altri eserciti. Secondo l' Enciclopedi a Militare2 , fu Gustavo 11 Adolfo ( 1594-1632), re di Svezia, ad in trodurre per primo nel suo L:Scrcilo l' uso delle moslrinc sulle divise. L' innovazione, come quasi tutte quelle relative agli abiti militari , aveva un motivo pratico, ovvero quello di distinguere i reggimenti l'un dall'altro. Tanto, c he i reggime nti di Gustavo Adolfo presero la denominazione dai vari colori delle mostrine adottate: reggime nto giallo, reggimento verde, reggi mento azzurro, ecc. Inizialmente, le mostrine, o mostre, erano risvolli di panno, di colore diverso dal vestilo, posti sul petto, o alle manicbe nella rimboccatura, oppure alle falde della giacca nei gheroni, o al colletto. Nel tempo, avrchhcro mutato più volle forma e denominazione, ma nte nendo però quasi sempre lo stesso colore nel corpo che lo aveva adottato. Questa costanza nel perpe tuare i colori ben presto avrebbe fauo dimenticare l'aspello pratico dell ' introduzione delle mostrine, lino a far loro assumere significati astratti , ideali , così consolidati da collocare quelle particolari mostreggiature tra le tradi zioni, ovvero tra i va lori militari . I continui mutamenti e gli ampliamcnli organici, l' istituzione di Armi e specialità ne avrebbe dilatato in modo considerevole il tipo e la quantità. L' importanza assunta nel tempo dalle mostrine avrehhc dato loro anche particolari denominazioni, legate ora alla nascita, ora alle tradi zioni, ora a lle forme assu nte. Prima di vedere quali sono le lappe sign ilicati vc dell'adozione dei vari tipi di mostrine, appare opportuno dar cenni veloci anche delle denominazioni, uffi ciali o meno, date a loro. Alamari, mostre, fiamme e mostrine, sono tcm1ini che pur indicando quelle che oggi noi identifichiamo comunemente come mostrine, hanno ne ll 'ono mastica militare una loro storia; mentre altri termini, com e pipe, che pure stanno ad indicare le mostrine o fiamme ad una punta, non lrovano ri scontro nelle regolamentazioni ufficiali ma nascono ne ll'idioma de lla naja. Gli alamari furono adottati per la prima volt.a dai granati eri, come particolare segno dislintivo della loro specialità. Pare che il termine "alamaro" fosse g ià in uso in Spagna, ereditato dal magrebino al amara, dal significato di cordone, orpello, e stava ad indicare un orn amento al havero, agli occhielli, ai ho lloni. Nolizic de lla loro adozione in llalia si hanno in un regolamento sulle uniformi dell'esercito pie montese, del I O aprile 1775 3 ; in pratica gli alamari, bianco-rossi arricchitj da un fiocco, circondavano l'asola dei hoLLoni della giacca. Nel 181 4 lali alamari, senza fiocco, fu rono posti ai granatieri sul colletto; con il regolame nto del 9 agosto dello stesso anno, alamari d' argento furono adottati per la divisa dei neonati carahinie ri e, con Regia dclermina;1.ionc del 22 mar1:o 1843, alamari ricamali in oro furono dati agli ufficiali di Stato Maggiore. In verità, le
2 Autori vari , Eru:idopedia Mi/ilare, (i voli., 1932-1936.
·' Archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell' Esercito (d 'ora in poi AUSSME), fondo Studi Parlirnlari, busla 15 1/2 1.
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prime is tru zioni de fini vano gli ala mari del Corpo di S tato Maggiore "ricami d'ordinan za"4 , e soltanto più tardi i ricami d'ordinanza avrebbe ro assunto la de nom inaz io ne, a ncora attuale, di alamari. Oggi, di foggia e di colore divers i, gli a la m a ri continuano ad adorna re le uniformi de i granatie ri, dei carabinie ri , deg li uffi ciali in servizio di Stato Maggiore. Fiamma era un te rmine usato o ri ginariamente in marina ed in cavalleria, ed indica va tutt' altro. In quasi tulle le mari ne mi litari , nelle na vi da guerra la fiamma era una bandiera a due o tre punte, con i colori nazionali, larga pochi centimetr i e lunga fino ad alcuni m etri. In cavalle ria , nel Reg no di Sardegna una insegna de nominala fi amma lunga 0,38 centime tri fu adottata nel 18 15, ed era la banderuola a due punte posta alla so mmità de lla lancia ; l' enciclopedia militare afferma c he a nche la cava lle ria romana usasse una inseg na chiamata .flam-
mula. S into matico il fatto c he la cavalleria abbia in segui lo "cooptalo" per le propri e m ostrine la denomina7.ione di fiamma , mutuata da una bandiera, insegna per eccelle nza. Ancora per luUo l'ollocenLo, infalli, le istruzio ni s ull e unif"om1i indicavano c he so ltanto i reggimenti cavalleggeri po1tavano moslre - tale era la denom inazione ufficiale, e non fiamme - a tre punte, ciascuna di dive rsa hmghezza , s ull a goleua 5 . La cavalleri a di linea cd i lancie ri avevano invece la goletta (poi bavero) con il colore assegnato a ciascun reggime nto. Una particolarità c he pe rmarrà lìno alla spari zione del bavero coloralo dalle uni fo rmi ( 1940). Mostra restò il termine più usato nell 'ottocento per indicare le mostrine. Il termine mostrine comparve urficialmeme per la prima volLa sull ' istruzione de ll' uni fo rme pe r gli uffic iali del 1879. A partire da qu ell a data, nelle istruz ioni sull e unif"ormi rurono usati indiffe re nteme nte i te rmini fi a mme, mostre, mostr ine, s ia per indicare quelle ad una, che a due o lre punte. Ritornando al te rmine fiamma, tale è stato il s uo s ig nificato simbolico, c he esso ha l'iniLo per ide ntifi care nel linguaggio comune A rmi , specia li tà e Corpi dell e f'o rze Annate, e alcuni Corpi militarizzati dello S tato. i nfatti, " fia mme cremi si" sono chiamati i bersaglie ri e " fi am me verdi" g li alpini , dal colo re delle mostri ne a due punte che indossano; " fi a mme gia ll e" vengono comun em e nte definiti i militari della G uardia di Fina nza, che portano le mostrine a due punte g iall e; o " fi a mme oro" g li appartenenti alla poli zia d i Stato. E così via. Se lì arnrne vengono dclìnilc addirittura le mostre ricamate della polizia di S tato, le mostrine ad una punta hanno assunto nel Linguaggio militare la denominazio ne di pipe, una diminutio capitis d i cui non s i conosce l' origi ne, se non
4 ls truz.io11i Generali su/1(1 divisa degli riffìciali superiori ed inferiori dei Carabinieri
Reali. dello Sta/O Maggiore, del/'J\rtiglieria, del Genio, della Cavalleriu. del Treno d 'Armata, e del Corpo Veterinario militare, supple me nto n.7 del G iornale Militare del 1864. 5 Vedi ad esempio Istruzioni Generali.... supple mento n. 7 del G iornale Militare del 1864, c itat a.
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la consolidata affermazione de l termi ne nell ' idioma militare; in particolare, le pipe hanno hollato le mostrine dell 'arti glie ri a, che pure è Arma, e dei servi zi, oggi organi logisti ci. li termine compare in alcuni giornali di Lrirn:ca della I·' guerra mondiale, ma nessun doc umento ufficiale o dizionario mi litare ne dà notizia. Né dell ' uso del termine né del suo significato. Possiamo solo ipotizzare che la forma della mostrina ad una punta ricorda vagamente una pipa, e tale te rmine fu forse utilizzato per distinguere in modo ridutti vo Corpi che non ... erano nobilitati dallo scontro dircUo con il nemico, come l' artiglieri a ed i servi zi! Dopo aver dato sommario conto di alamari , mostre, mostrine, fiamme e pipe, tentiamo una cronologia di tali pezzetti di stoffa (poi di plastica e di me tallo) posti sull'uniforme, a partire dal 186 1, anno dell ' Unità d ' Italia e della nascita de ll'Eserci to Italiano. Ovviamente. come vedremo, la storia delle mostrine è strettamente legata alla storia ed all ' evoluzione de lle uni formi 6 . All'uni tà d'Italia le giacche delle uniformi, o meglio le tuniche, lung he vesti portate d'estate e d ' inverno, erano ancora adornale per di piì:i di golcllc, o baveri , mostre e pistagne con i colori tradizionali dei reggime nti. I cavalleggeri, come accennalo, portavano già mostre a tre punte; St.a to Maggiore, Granatieri e Carabinieri ricami d' ordi nanza e alamari. Negli ann i 1863 e J 864 si ebbero le prime innovazioni organiche de lle un iformi; innovazioni che seguivano la necessità di adeguare ed avviare verso l' uniformità g li abiti militari, in un eserci to che andava e reditando divise multi formi e pluricoloralc degli eserci ti degli Stati prc-unitari. Prevalsero nelle adozio ni , ovviamente, stili sartoriali e colori piemontesi, già dell' Armata Sarda. Una istruzione del 1863 7 sa ncì c he gli ufficiali di fa nteria avessero la goletta e le mostre alle falde della tunica orl ate di pistagna rossa, i granatie ri la goletta di rosso scarlatto con ala maro ricamato d'argento; una successiva d isposizionc8 volle c he i bersaglieri avessero la goletta della tunica color "chermi sino". Nel 1864 un ' istruzione gcneraJc9 regolamentò le unirom1i delle altre Armi e
6 Per chi volt:sse approfondire lo studio de ll ' uniformolo gia, ricord iamo che l' Ufficio Storico d ello Stato Maggiore d ell 'Eserc ito ha edito a partire dagli anni sell anta una collana in materia di uni fo rmi, i c ui autori maggio ri sono Ales, Brandan i, Croc iani e Fiorentino per g li stati pre-unitari. Canlell i per la seconda mel~t dell 'oltucenlo , e Viott i per il novecento. 7 Istruzione generale sulla divisa degli 11.ffiziali superiori e ù!feriori della Fanteria di
linea, degli uJfìziali Militare 1863.
sanitari f' df'i a1ppPJla11i mi/ilari, s upplemento n. 3, Giornale
8 fl·/ruzione generale sulla divisa degli 11.ffiziali bersaglieri - Stato maggiore delle Piazze
- Corpi .1p eciali - (ìiuhilati - Rij,1n na1i o rivorali, s upple mento 1863.
Il .
8, (ìiornale Mililare
9 fslruz.ioni generali sulla divisa degli uf]ìziali superiori ed inferiori dei Carabinieri
Reali, dello Stato Maggiore, del/'i\r1iglieria, del (ìenio, della Cavalleria, dd Treno d 'A rmalo
f'
dr,/ r.orpn Vr,1r,rù1nrio militnrP, !.11pplcmcnto n . 7 , Gi ornale Militare 1864.
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Corpi. I Carabinieri e bbero alla gole tta uno ( piccola montura) o due alamari (gran montura) ricamati in argento; lo Stato Maggiore la goletta con ricamo d ' ordinanza foderato di stoffa color celeste; l'Artiglieria la golctla di velluto nero e falde posteriori con pistag na gialla; il genio la goletta di velluto chermisi no con pistagna turchino scuro; la Cavalleria di linea mostra e pistagna del colore assegnato a ciascun Corpo; i Cavalleggeri mostra a tre punte sull a goletta, c;on i colori del Corpo; i Veterinari la gole tta di panno "cilestrino" con a larnan> d 'argento. È da annotare come in genere le prime istruzioni sull e unirorrni n:golamcntino soprattutto le divise degli ufficiali; pochissime le descriz ioni delle uniformi de lla truppa, che si ricavano in gran parte dai "çonti di wstru7.ione" de lle divise pubb licate nei giornali militari. È da rilevare ancora c he mentre per le uni rormi degli ufficiali si dispone di alcune divise che conse nto no l'osservaz ione dirclta e di una ricchissima iconografia pit.t.orica e fotografica, per quelle della truppa si dispone di sparuti reperti pit1 unici che rari. Non a caso, ovviamente; l'ammini stra7.ione del regio esercito e ra imperniata sulla politica della " lesina", ovvero della riutilizzazione dei capi di vestiario della truppa fino alla di stru7.ione tota le. e quindi ni ente avanzava ne i magazzini. 1 soldati poi , se si considerano le condizioni economiche degli italiani dell ' ottocento, non potevano ce11amente perme ttersi di farsi ritrarre o fotografare, un lusso per pochi! Nel 187 1 l'avvento di Ricotti-Magnani al dicastero della Guerra portò in campo uni formologico una prima vera ri voluzione. Cìiacchc e giuhbc sost.ituirono comp letame nte le lunghe tuniche; i baveri. non più golette, furono adorn ati quasi csel usivamcntc dalle slellette, c he " ... dovendosi considerare come la caratleristica speciale di chi è soggetto alla condizione militare ... ", non avrchbe ro ponito fregia re le uniformi degli uffic iali in ritiro, dimissionari o di chiunque altro avesse avuto l'uso dell ' uniforme militare. Una serie successiva di decreti regi e ministeriali unirorrnò via via la vesle mi litare; questa volta, precise di sposizioni furono date anche per le uniformi de lla truppa. I primi a camhiarc veste nel 187 1 furo no g li uffi cia li di fanteria: giubba color big io azz urro (bleutè) 10 , bavero di velluto nero con slcllellc. Seguirono g li ufficiali de i bersaglieri 11 : giubba di panno turchino scuro. bavero di velluto nero ornato pe rò di rnostre a due punte di panno "c;hcrmi sino", con stc llcu.c. Lo stesso decreto de l 5 agosto approvava le istruzioni sulle di vise deg li ulliciali de lle altre armi e corpi. Ebbero tutti la giubba di colo re turc hino scuro, ma gli uffi cia li di Stato Maggiore havcro turchino con stelle tte d' argento; quelli di artiglieria e genio bavero di velluto nero con ste lle tte d' argento; medici, veterinari e inte nde nza bavero di velluto nero con stellette; i farmac isti il bavero di panno turchino con stcllelle d'argento, che furono loro tolte nel 1871 "perché
IO f slru-;.ione sulla divi.rn. degli ujjiciali dell'arma di j(1111eria, 11011 compresi quelli dei bersaglieri. R.D. 2 aprile 187 1, atto n.1 3 Gio rnal e Militare 187 1. 11 ls1ruzio11e sulla divisa degli 14fìciali dei basai/ieri, R.D. 5 agosto 187 1. atto n.46
Giornale Mi litare 187 1.
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iscritli fra i personali civili". Quan to a lla cavalle1ia, gli ufficiali ebbero tutti la stessa di visa, alla " bassa forza" furo no tolte le mostrine e date le ste ll ette d i lana hi anca, i reggimenti furono numerali da uno a venti, perché l"òs sc poss ibil e distinguerli, e gli stendardi furon o soppressi. Nel maggio del 1872 fu s ta bilita anche la nuova div isa della truppa 12 . La fa nteria chhc la gi uhha di panno "azzuITato" cd havcro turch ino con stcllcllc; luLLi gli a ltri la giubba di panno turc hino ma con le segue nti differe nze: bersag lieri ed artigli eri il bavero di panno turc hino con ste llette; la cavalleria bavero di panno turchino con due mostre di panno hianco ad una punta con stcll cllc; il geni o zappatori bavero turchù10 con due m ostre di velluto nero ad una punta con stelle tte . T,e compagni e a lpine infine, is1ituite in sordina presso i distre tli , e hbero la stessa giu bha della fanteria. L'obbligo de lle ste ll ette fu sanc ito a partire dal I O apri le 1872 pe r gli uffic iali , e dal I O lug lio s uccessivo per la trnppa. Nuove rnodilìche alla divisa de lla truppa vennero nel 1874 1\ fu stabililo che tutti avessero lo stesso mode llo di g iu bba, furono mante nuti però i colori dell a stoffa e dei bave1i per la fanteri a e per la altre armi e corpi; la cavall eria perse le mostre bianche a l bavero e a mantenere le mostre ad una punta di seta nera furono so ltanto l'a,tigl ie ri a ed il genio. Le g iubbe e bbero inoltre la filettatura scarlatta per la fanteria, cremisi per i bers aglieri . bianca per la cavalleria, gialla per l'artiglie ria, c remi si per il gen io. L'eccessiva uniformità e aus te rità (per no n dire povertà) delle divise furono causa di non pochi malumori, soprattutto nell'arma di cavalleria. Tanto c he a partire dal 1876 furono avviati di nuovo profondi cambi amenti in campo unifo11110logico. Il motivo occasionale fu il cambi amento delle modalità di mobilitazione; nella relazione introduttiva a Sua Maestà. per la firma de l R.D. 5 novembre 1876 relativo alle modifiche alle unifonni dell a cavalleria 14 , veni va infatti detto che, a parte le cause morali e tradizionali che richiedevano l'opporluniL~, di ripri stinare no mi e colo ri dei reggime nti de ll' arma, non v i era p iù la necessità di dare una divisa uguale a tutta la cavalle ria, perché non erano più i di stretti militari a mobilitare, a mettere sul "piede di guc1Ta·· i reggimenti. ma gli stessi reggimenti. Quindi, non s i sarebbe più verific ato l'inconvenie nte di ri empire a di smisura i magazzini dei distretti con innume revoli divise di tutti i reggime nti di cavalle ria, qualora esse fos sero state adornale di nuovo con g li antichi colori. 1 reggimenti. ne l passare dal piede di pace a que llo di g uerra, no n avrebbero avuto alcuna dif-
12 Nuova giubba di panno per la truppa, allo 101 del 29 maggio, G iornale Militare 1872. l3 <ìiuhba di panno per la truppa, atto 198 del 7 ottobre, G iornale Militare 1874. 14 Modificazioni all'Istruzione del 2 settembre 1871 sulla divisa di cavalleria, R.D. 5 novembre 1876, nota 147 del (ìio rnale Militare 1876. Le re lazioni a Sua Maestà, introduttive alle leggi e ai decreti pubblicati nei giornali militari de ll 'ottocento, sono una vera manna per g li sludiosi, perché indi cano le motivazioni dell'adozione dei provvedimenti stessi.
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ficoltà a vestire g li uomini, custodendo le varie tag lie d i uniformi necessari e nel le fini ture e nei colori del reggimento stesso. Prima gli uflìciali , e poi la truppa il 17 novembre successivo, ebbero così di nuovo bavero, manopole e bande nei colori tradiziona li dei regg imenti ; i cavalleggeri tornarono a portare le mostre a tre punte. li 23 marzo 1877 fu stabilita una nuova giubba d i panno per la truppa, a un pe tto, ug uale per tutte le armi de ll'Eserc ito 15. La giu bba di fante1ia fu di panno azzurrato, con bavero i-urchino e file ttature scarl atte; tutte le altre di panno turchino, ma con le seguenti differe nze: bersagli eri havcro turchino e filettature c remisi; ai1iglieria bavero turch ino, mostre di seta nere ad una punta e filettature gialle; genio havero turchino, mostre di seta nere ad una punta e ftlettanire c remisi; cavalleria, bavero con il colore del corpo e mostre a tre punte di vari colori per gli ultimi dieci reggimenti (cavalleggeri). La d is posizione non dava indicazioni pe r le g iuhhc dei granatie,i e degli alpini, che erano comunque quelle de lla fanteria. Tutte le giubbe erano inoltre adornate dalle s tcllcue, poste sul havero o su lle mos tre. Nel lo stesso anno furono modificale anche le d ivise degli uffic iali gene rali 16; fu stabili to c he essi indossassero un a g iubba a due pdti di panno turchino scuro, rifinita di un bavero in velluto ne ro con ricamo d ' argento e ste ll ette dorale. Due ann i più tardi , nel 1879, una ultima modifica delle gi ubbe della fanteria comple tò il cic lo delle varianti . Fu infatti cambiato il colore del panno: il brutto azzu1Tato o au u,,-ino fu sostituito da l turchino, ponendo fine anche ne ll ' arnia di fa nteria al malcontento che serpeggiava e che fu messo in cviden1.a nella rcla1.ione inl rodutti va di presentazione del decre to al re 17 , poiché la g iubba " ... apparisce assai dimessa al confronto di quella (turchin a dell e ahrc armi, n.d .a.)... no11 è neppure più sorgen te per gli ufficiali stessi di quella soddisfazione morale che nasceva dalla sua analogia con quella portata dai più alti gradi della monarchia, e ben anche dalla M. V stessa e dai reali principi... ". Perché poi cadesse og ni poss ibile obiezione " ... che da taluno si sollevasse circa alla maggiore pmhabilità di essere colpito per l'u:fjìciale offrentesi in veste di diverso colore ... " al nemico, sul campo di battag lia, si proponeva l'adozione progressiva della stoffa turchina anche per i sottuffic ia li e la truppa. L' I I agosto seguente sul g iornale militare fu pu bblicata una nuova istru zione, c he ri assumeva e compl etava le disposizioni sulla g iuhha turchin a per alcune an11i e corpi 18. La fanteria riceveva sul bave ro tu rchino, per la prima volta,
15 Giubba di pa11110 per la truppa di tulle le anni dell'esercito, nota 155 del 23 marzo, (ìiornale M ilitare 30 marzo 1877.
16 Modffìca~io11e alla divisa degli lJ[lìciali (ìe11erali, R.D. 27 maggio 1877, (ìiorn ale Milit are del 2 giug no 1877. 17
M odificazioni alla di11i.rn degli ullìciali del regio e .1·nrilo. R.D. 29 giugno 1879, noi a 190 del Giornale Militare 1879.
18 G iornale
Militare 1879, circolare n. 126 <lt:11 ' 11 agosto.
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Nicola della Volpe
una mostrina ad una punta, <li velluto nero orlala <li scarlatto; i granatie ri mantenevano gli alamari d'argento per g li uffic iali ed i galloni bianchi per la "bassa forza"; sanità, distretti militari ed alpini portavano le stesse filettature scarlatte della fanteria, mentre bersaglieri , invalidi e veterani le avevano cremi si. Proseguendo le "controriforme" ne ll o spirito di arricc himento de lle divise, nel giugno de l 1882 furono ripri stj nate le mostrine a due punte cremisi anche per la truppa dei bersaglieri 19, e nel 1883 anche la truppa deg li alpini e bbe una mostrina verde a due punte, ide ntica ne lla forma a quella de i bersaglieri 20 . Nuove precisazioni per le mostrine sulle uniformi vennero nel gennai o 18842 1: i granatieri conservavano gl i alamari ; fanteria, ballagli on i d ' istruzione, sanità, sussistenza e distretti militari mostrine di velluto nero filettate scarlatto; alpini e milizia territoriale alpina mostrine sul bavero di panno verde; bersaglieri , invalidi e veterani mostrine di panno cremisi. Il 12 maggio successivo agli alpini della milizia territori a le furono tolte le mostrine verdi e date quelle scarl atte. Le truppe impiegate ne i presidi d ' Africa del 1885 chhcro l'uniforme di tela bianca (nel 1887 diventò di tela color bronzo chiaro), senza mostrine di nessun tipo e soltanto con le stelle tte. L' adozione di un nuova giubba nel 1887 (allegato 4), sancita con una serie successiva di disposizioni puhhlicale sul giorna le militare, di Laglio uguale per tulle le armi e corpi, non chhc ri Il essi di 1ilievo sulle mostrine, se non pe r la milizia territoriale alpina, che e bbe di nuovo le most1ine verdi, e i reggi menti di nuova formazione di cavalleria e di a11 iglieria a cavallo, pe r i guaii furono stabilite nuove fiamme, mostre e fregi vari. A ottobre, una lieve modifica fu po1tata alle giubbe di alpini e bersaglieri , per l' adozione delle buffetterie delle nuove am1i "a tiro rapido". Tulle le disposizioni che in c irca vcni'anni erano state causa di modifi che continue sulle uniformi, furono riunite nel 1891 in una Raccolw delle disposizioni relative alla divisa de1;li l![(iciali pubblicata dal Ministero della Guerra, che molli considi.:rano comc la summa uniformologi ca pcr il periodo dalle riforme Ricotti alla fine del secolo, ma c he in effetti è limitativa e di scarsa utilità per lo studioso, perché, come recita la stessa raccolta ne ll ' introduzione, ripo,ta soltanto le disposi zioni vigenti in quell'anno già puhhlicate sui giornali militari , non forni sce note sulle variazioni dei particolari de lle uniformi nel ventennio, non tratta le uniformi della truppa. In effetti, la raccolta voleva essere soltanto un prontuario pcrché gli urticia li non avessero dubbi sullc uniformi da indossare e osservassero strettamente le norme vigenti. 19 Modificazioni all 'istruzione sulla divisa della truppa delle armi di fànteria. cavalleria, arlig linia e genio, (ìiornale Militare 1882, circolare 91 de l 12 giugno.
20 Mod(ficazioni all'istruzione sulla divisa della truppa delle armi di.fanteria. cavalle-
ria, arliglieria e genio, Giornale Mil itare 1883, cin:ulare 193 del 15 sellembre. 21
Modificazioni all"istruzione sulla di visa della truppa e delle anni di.fallleria, rnval/eria. artig lieria. e genio (g iubba di panno per la milizia territoriale alpina). Giornale Militare 1884, circolare 19 del 16 gennaio.
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Le novità di ri lievo si chhcro nel novecento, con il nuovo secolo ; prima con l' adozio ne de lle mostrine per le brigate di fan teria, poi con la rivoluzione portala dall ' uniforme grigio-verde; nella sostanza, le innovazioni introdotte pe r le mostrine a seg uilo dei due provvedimenti sarann o mantenute lino ad oggi, fatta eccezione per i materiali utili zzati nell a loro costruz ione e imposti dalla "modernità", ovvero la plastica ptima e il metallo dopo. D elle mostrine per le brigale di fanteria è stato già dello; per quelle sull e uniformi grigi o-ve rde, è possibile appre ndere tutti i pmticolari s u due successive circolari pubblicate sui giornali militari nel 190922 . Le sintetizziamo: -stato maggiore, mostrine di gallone d 'oro (a lamari); -granatieri , mostrine di panno scarlallo con a lamari ; -fanteria di linea e di stretti, mostrine rettangolari delle brigate; -bersagl ieri, fiam me di panno cre mi si a due punte; -a lpin i, fiamme verdi due punte; -cava lle ri a di linea e lancie ri coll cuo de l colore proprio, cava lleggeri fiamme a tre pun te su colletto colorato. Ufficia li : havc ro de ll a stessa stoffa, ornamenti di prescri zione vigenti ; -mtiglieria, mostrine di velluto nero ad una punta filettate di gia ll o; -geni o, mostrine di velluto nero ad una punta fi lettale crem isi; -commissa ri , mostrine di velluto azzu rro ad una punta fi lettate di nero; -c ontabili , mostJine di velluto nero ad una punta file ttate di azzurro; -medic i, mostrine ad un a punla di panno amaranto; -vele1inari , mostrine ad una punta di panno azzum>. Lo scoppio della prima guerra mondiale, la mobi lilaàmc di massa, l' aumento a dismisura degli organi ci, l' introdu zione di nuove spec ialità , fecero aume ntare il numero cd il Lipo di mostrine (allega lo 5). Nacquero le fiamme nere a due pu nte degli arditi, per volere del loro ispiratore, capitano Giuseppe /\ lberlo Rassi, a memoria dell a cravatta nera de i volo nta ri cado ri ni inquadrati dal s uo a vo ; le mostrine a righe verticali bianche de i rnitraglieri, su fondo rosso per q ue lli armati di mitragliatrici FCAL' e su fondo azzurro per i mitraglic ri dotati di mitrag lianici I 907F. /\ Itre s peciali fa e servizi, come il servizio (poi corpo) ae ronautico de l genio e 4ucllo a utomohili stico, mante nne ro le mostrine delle Armi d i proven ienza. I corpi volontari, mantenuti in vita fino al dicernhrc 19 15, e hhero loro mostrine: i volontari cicli sti e automobilisti le mostrine cremisi ad una punta con speciali stellcllc 23 (a cinque punte, caricale al centro di un tondino di smalto con i colori e le c ifre del Corpo); le guide a cavallo un ricamo 22 (ìiornale Militare 1<)09, circolare 7 2 del 13 rebbraio, relativa alle uniformi degli ufficiali. e circolare 386 del 22 seuemhre, re lativa ai conti di costru zione delle uniformi dell a
truppa.. 23 Pe r tutti i tipi di speciali stellelle, cfr. Giornale Militare 191 4, circolare n. 398 e G iornale Mi l it are 191 5 , circolare n. 16 7 .
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Nicola della Volpe
composto di una cornetta caricata da due sciabole incro<.:iate; i volontari alpini le mostri ne verdi ad una puma; i volontari costieri mostrine de ll a fanteria di linea con le speciali stellette. Anche le associazioni di soccorso (Croce Rossa e Croce Azzurra) ebbero le loro mostrine. I ,a Croce Rossa, a secondo del ruol o: medici di panno cremi si, farmaci sti di panno nero file ttato celeste, amministrati vi di panno nero filettato cremisi. tutte ad una punta con la speciale ste lle tta dal tondino rosso e la c roce bia nca. La Croce Az1.urra, addetta agli eq uini convalescenti dell'Esercito, aveva la mostrina azzurra filettata di biai1co ad una punta, con le speciali stellette dal to ndino bianco con la croce azzurra . Infine i cappellani militari, in servi zio presso i Corpi , soltanto con l' unifonnc grig ioverde portavano la mostrina del corpo con ste lletta a cinque o ad otto punte, a second a se avevano o meno obblighi militari. Ne l 1923, la neonata la Mili zia Volontaria per la Sicurezza Nazionale si appropriù de lle fiamme nere degli a rd iti ; pur essendo la qumta fo rza annata de l Regno. a lle fia mme fu rono tolte le ste llette, sostituite da piccoli fasci littori , segni della natura politica della nuova forza armala. Le rnodilìchc alle uniformi durante il vente nnio, con i due successivi regolamenti sulle uniformi , de l 1927 e de l 193 1 24, e l'adozione della giubba aperta nel 1933, non portarono a sostanziali modiliche delle mostrine. Qualche novità co munque si ebbe, anche pe r l' istituz ione de lle nuove specia lità. Le segnaliam o, traendol e dal regola menlO del 193 1 e annotando che arm i, speciali tà e corpi ebbero il bavero di colore diverso. G li uffi ciali di Staio Maggiore e bbero ancora gli alamari al bavero; la fan te ri a di visiona le i-enne le mostrine delle brigate sul bavero di panno nero, mentre per i militari fuori corpo le mostrine erano sostituite dalle ottocentesche fi amme ne re ad una punta file ttate di scarlatto; i reggimenti carri armati portarono le fi amm e scarlatte a due punte, i maest1i di scherma liamme bianc he ad una pun ta. La cavalleria mantenne le di stinzioni proprie: linea e lanc ieri baveri colorati, cavalleggeri fiamme a tre punte con i colori tradi ziona li. Arti glieria e genio chbcro soltanto le lìlcllaturc al bavero nero, rispellivarnente g ia llo arancione e cren1i si. I c ommissari soltanto il bavero viola; la sussiste nza fiamme ad una punta di panno azzurro scuro . Sull 'u niforme di caserma e di fatica (giubba di te la gri gia), solluniciali e truppa portavano soltanto le stellette. Alcune modifiche alle mostri ne si ebbero ancora negli anni 1936 e 1938. I caJTisti sostituirono il bavero ne ro con quello di panno azzurro (l' azzurro era di ven talo in genere il colore del corpo automobi listi co, de i motorizzati e de i meccani zzati) e mantennero, però, le fiamme scarl atte a due puntc25; il servizio chimi co militare sostituì le liammc ad una punta color nocciola con spec iali mostrine re ttangolari 21\ l'artiglieria divisio nale e l'artig lie ria alpina, il genio 24 Ministero della Guerra, Regolamento sul/'unffornre, Roma 1927 e Ministero della G uerra, Regolamento sul 'un/forme, Roma 193 J. 25 Giornale Militare I'J16, circolare 49.'.'i. 26 Giornalt: Mii ilare 1936, cirrnlare 2'.n .
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divi sionale ed il genio alpino, ehhem rispellivamenle: havem nero lìlellalo di arancione con le mostrine divisionali, bavero nero filettato di arancio ne con fiamme verdi a due punte, bavero nero filettato di cre misi con le mostrine divisionali , bavero nero lilctlalo c remi si con fiamme verdi a due punte27 . Una novità in ogni senso furono le mostrine po1tate dag li appa1tenenti al Corpo Truppe Volontarie durante la guerra civile s pagnola28. Costituite da tri angoli di panno, senza stellette ovviamente, sostituite da numeri arabi e romani d'oro o d"argento, avevano i segue nti colori: -bianco, per la MMIS, i comandi b1igate, le basi Siviglia e Nord; -rosso, per la fanteria, esc lusi i vo lonlari del le banderas; -verde , per carristi, motomitrag lieri, autoblindomitragl ieri; -giallo, per l'artiglieria; -nero, per i volontari delle banderas ed il genio; -marro ne , per commissariato, amministrazione e sussistenza; -grig io, per il servizio autornobilislieo; -cremisi, per la sanità; -azzurro, per l'aviazione. Nel 1937, inoltre. la divi sione volontari Fiamme Nere ottenne di portare le mostrine delle camicie nere. Al lo scoppio della seconda guerra mondiale, l'Esercito indossava le mostrine finora descritte; le riassumiamo, per comodi tà, in uno schema sintetico (allegato 6). li confl itto, come era g ià successo nell a grande g ue rra, vide crescere il numero de ll e mostrine per l'incremento delle forze e per la nascita di nuovi Corpi e s pecialità, come le divisioni costiere. la di visione Giovani Fascisti (un ità di volontari non ancora diciottenni inquadrata ne ll 'eserc ito) ed i paracadutisti. La guerra determinò, inoltre, una modifi ca sostan1.ialc nella giacca della di visa; scomparvero infatti, da essa, i baveri colorali per ovvi motivi di costi e di semplificazioni nella costruzione delle uniformi . Qui diamo soltanto contezz a dell'adozione dei nuovi tipi di most rin e, e 1imandiamo alle tavole (allegato 7) pc.runa panoramica di quelle util iaatc durante l'intera durata del conflitto29 . I ,'abolizione del havero portò, in cavalleria, all 'ado:t.ione delle liarnrne a tre punte per tulli i reggimenti. li 9 dicembre 1941, furono adottate le mostrine per le truppe destinate a lla difesa costiera. Le truppe non indivisionate portarono mostrin e analoghe a quelle dei milrag lie ri , con stri sce verticali bianche e verd i; le Lruppe indivisionate ebbero mostrine rettangolari , con inscritto un triangolo 27
Giornale Militare 1938. circolare n. 873 .
28 AUSSME, l'undo sludi parlicolari, busta 3 11 / 16. 29 Le tavole. co me alcune annotazioni, sono state prese dal volume di Andrea Viotti , Un(formi e distintivi de/l 'Esercito Italiano nello 2" guerra mondiale, S1atu Maggiore Eser<..'. ilo-Uffo:io Slorico . Roma 1988.
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alla cui base era posta la stcllcLLa; fondo de l rettangolo e tl'iangolo erano di colori diversi. Lo stesso an no alla Di visio ne Giovani Fascisti furono date le fia mme color porpora a due punte filettate di giallo oro. A i paracadutisti, ne l 1942, fu data una mostrina rettangolare azzurra; a ll'interno, vi era disegnata in giaJlo oro un 'ala caricala di un gladio romano. Arti glieria, genio, sanità paracadutisti sovrapponevano a lla base della mostrina la fiamma ad una punta dell'arma o de l servizio (allegato 8). Nella seconda fase del conflitto, definita guerra di liberazione , per la fo rte contrazione dell 'Esercito ed i lim.i ti ordinati vi imposti dagli alleati scomparvero molte mostrine, ma quelle rimaste non cambiarono. A titolo di curiosità, ricordi amo c he a fine gue rra s peciali distintivi (in pratica la sigla del corpo) furono dali a lle caffinc, ovvero alle volontarie del Corpo Ausiliario Femminile che contribuirono con le loro alliv ilà al benessere de i soldati. I ,e di sposiz io ni sulle uniformi delle ausiliarie no n prevedevano l' uso di rnoslrine30, ma alcune fologralìc mostrano cajfìne con le mostrine del Gruppo d i Combattimento presso il q ua le era no impiegate. Dopo la seconda gue rra mondia le , la contrazione delle forze armale fece diminuire il numero delle mosnine in c ircolazione. Con l'introduzione dell'unifonne ordina ri a kaki (colore c he intense sostituire il grig io-verde dei Padri, troppo compromesso dalle g ue rre "fasciste"), nel 19483 1 furono stabil ite anche le dimen sioni di al cune mostrine, d i stoffa e ugua li nella forma al le precedenti : alamari per granati eri mm . 80x30, rettango lari mm. 60x32 (per lulli ). Per le fiamme, non veni vano indi cale le dimensioni , ma prescritto soltanto che erano a I , 2, o 3 punte. Dopo qualche anno, cambiarono progressivamente i materiali, perché per la truppa furono adotlale mostrine di plastica, più pratiche e durevoli, mentre uffic iali e sottufficiali continuarono a utilizzare mostri ne di stoffa, spesso ri camate in argento e oro, ne lle stellette e/o ne i simboli d i cui erano caricate; ad esempio, i reggi menti della Divisio ne Folgore avevano l' a la cd il gladio dell a mostrina ricamato in oro. Non mancaro no di c ircolare mostrine fuori ordinanza, come le piccole mostrine di metallo a spi llo, appl icate sulla ca mi c ia de ll ' unifor me esti va. o a "dentiera" (dotate cioè di fermagli saldati - in sost itu zione de i chiodini e de i morscu.i a molla - c he consentivano di applicarle a l colletto della camicia senza bucarlo), utili zzate da ufficiali e sottuffi ciali e "tollerate". Poche le nov ità da segnalare nel secondo dopoguerra, se non l' istitu zione cl i nuove mostTine per la Banda de ll' Eserc ito e per i Lagunari, o tal volta le diatri be sorte per le "mezze" mostrine indossate dagli ufficia li de llo Stato Maggiore, per le mostrine portate da q ua nti avevano comandato un Corpo, tulle risolte a lla fine da provvedime nti adottati tramite c ircolari e regolamenti sulle uniformi.
:m Stato Maggiore R.Esercito, Ufficio Benessere del S0lch1lo, c ircolare n.09500/BS in data 13 novembre 1945, oggctto:distintivi del C.!\. 1-·. 3 I G iornale Militare I 948. circolare
11.
88.
Mostrine
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L' ultima grande innovazione in materia di mostrine avverrà nel 197432 quan do, con l' introduz ione de lla nuova uniforme, che a ndava a sostituire sia l' unifo rme ordinaria sia quella di servizio (quest' ultima la vecchia e anacro nistic a unil<>rrne con il giubbetto, derivata da lla dress battle adottata durante la g ue rra di liberazione e comunque ancora in di stribuzione lino ad esaurirnc nlo delle scorte), esse progressivamente diventarono tutte di metallo sma ltato, per tutti i gradi (fatta eccezione per i gene rali, che porte ranno solo le ste llcue) e tulle le Anni e speciali tà (allegato 9). Tali mostrine sono, allualrncnle, in uso. Abbiamo accenn ato in ape rtura al valore non solo simbolico che le mostrine han no nell'bercilo; un valore c he ri entra ormai nelle tradi z ioni militari , e che ben si ri assume, al di lit di ogni descriz ione retorica, in una fotografia con cui c i piace c hiude re questo contributo : quella di un granatiere che, durante la gue rra di liberazione, cuce gli ala mari sull a dress batt/e appena ricevu1 a. Basta osservare lo sguardo e l'amorevole cura che que l giovane soldato ripone nel gesto de l c uc ire: non è soltanto allenz ione "sartoriale" di chi è poco avvezzo ne ll' arte de ll'ago. ma sembra quasi che egli vogli a ri po rre, con que i gesti , tutta la sua identità, di granatiere e di italiano, in que i piccoli pczzclli di sto ffa che va c ucendo sull a nuova uni rorme alleala c he dovrà indossare, perché sono essi i soli segni che lo accomuna no co n qu anti lo hanno preceduto indossandoli, e all o stesso tempo sono sempre essi c he lo d iffere nzia no dai milioni di combattenti con cui dovrà percorrere i campi di battaglia.
32 L' adozione fu ufficialmente sanc ita con una aggiunla e varia nle del 1974 alla c ircolare n. 54 12 dello Slato Maggiore Eserc ito-Uffi cio Regolamenti. Regolamento sulle un(formi f fr,IJ ' F:srrrito. Ta le c ircolare era stata pubblicata nel 197 1, quando ormai era d a ritenere superata. poiché a tiIUio sperime ntale era già in uso presso la Div isione Cìranalieri di Sardegna la nuova uniforme che sarà d enomi nata appu nto modello '7 1, e di cui incomincer·à la distribuzione lo stesso anno.
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Nicola della Volpe
Allegato 1
Fig. 1a. - Mostrina per giubba di panno da. fanteria.
F ig. ~a -:- Mostl'ina. per ca.l?potto de. fanteria..
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Allegati
Allegato 2 Giornale Militare /902 .. ·tD 'Cl
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494
Nicola della Volpe Allegato 3 Ciornale Militare 1902
Fìg. 3a - Mostrina per giubba di panno e cappotto da sanità. Scala di 2: 3
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Fig. 4a - Mostrina per giubba di 1>anno e per cappotto da truppa di sussistenza, da personale di gov.,rno degli stabilimenti militari di pena, ecc. S cala di 2: 3
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495
Allegati
Allegato 4
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497
Allegati
Allegato 6 COLORI DISTINTlV I DEL BAVERO E DELL E MOST RINE(*) ARMI· CORPI - SPECIALITÀ
BAVERO
STATO MAGGIORE
TURCHINO O NERO
FANTERIA
PANNO NERO
ORNAMENTI DEL BAVERO ALAMARI MOSTRINE DIVISIONALI (per i fuori corpo le mostrine erano sostituite da fiamme nere ad una punta filettate di scarlatto)
GRANATIERI
PANNO SCARLATTO
ALPINI
PANNO NERO
BERSAGLIERI CARRISTI
PANNO NERO PANNO AZZURRO (a)
FIAMME DI PANNO CREMISI A DUE PUNTE
CARRI VELOCI
PANNO AZZURRO
FIAMME BIANCHE A DUE PUNTE
ARTIGLIERIA
PANNO NERO
ARTIGLIERIA PER DIVISIONE FANTERIA
PANNO NERO FILETTATO
FIAMME NERE AD UNA PUNTA FILETTATE ARANCIONE MOSTRINE DEI REGGIMENTI DI FANTERIA COSTITUENTI
ARTIGLIERIA ALPINA
PANNO NERO FILETTATO DI ARANCIONE
FIAMME DI PANNO VERDE A DUE PUNTE (b)
GENIO GENIO PER DIVISIONE
PANNO NERO PANNO NERO FILETTATO
FIAMME NERE AD UNA PUNTA FILETTATE CREMISI
FANTERIA GENIO ALPINI
ALAMARI FIAMME DI PANNO VERDE A DUE PUNTE FIAMME ROSSE A DUE PUNTE
LA DIVISIONE (b)
MOSTRINE DELLA DIVISIONE DI FANTERIA (b)
DI CREMISI PANNO NERO FILETTATO
FIAMME VERDI A DUE PUNTE (b)
DI CREMISI MOTORIZZATI (FANTERIA) MOTORIZZATI (BERSAGLIERI)
PANNO AZZURRO PANNO AZZURRO
FIAMME PANNO CREMISI A DUE PUNTE
MOSTRINE DIVISIONALI
MOTORIZZATI (ARTIGLIERIA)
PANNO AZZURRO FILETTATO
(CON EVENTUALE AGGIUNTA DI MOSTRINE DIVISIONALI)
DI ARANCIONE MOTORIZZATI (GENIO)
PANNO AZZURRO FILETTATO DI CREMISI
(CON EVENTUALE AGGIUNTA DI MOSTRINE DIVISIONALI)
CORPO SAN ITARIO MILITARE SUSSISTENZA
PANNO NERO PANNO NERO
FIAMME AMARANTO AD UNA PUNTA
CORPO AUTOMOBILISTICO M.
PANNO AZZURRO
FIAMME NERE A DUE PUNTE
SERVIZIO CHIMICO MILITARE
PANNO NERO
SPECIALI MOSTRINE (c)
GAF. (FANTERIA)
PANNO VERDE FILETTATO
FIAMME AZZURRE AD UNA PUNTA
DI SCARLATTO GAF. (ARTIGLIERIA)
PANNO VERDE FILETTATO DI ARANCIONE
GAF.(GENIO)
PANNO VERDE FILETTATO DI CREMISI
(a) Dal 24 giugno 1936 (G.M. Circolare n. 495), precedentemente panno nero con fiamme a due punte rosse. (b) Circolare n. 873 del G.M. del 1938. (c) Dal 1936 (G.M. Circolare n. 233) precedentemente panno nero e fiamma ad una punla nocciola.
(*) Da Andrea Viotti , Uniformi e di.Hi111i vi de// 'Esercilo /Jalia110 nella 2° G.M. / 940- / 945, Stato M~r,r,ione Eserc it o - lJ tti cio Slo rico. Ro m~ 1988.
498
Nicola della Volpe CAVALLERIA
NIZZA CAVALLERIA
BAVERO
ORNAMENTI DEL BAVERO -
PIEMONTE REALE CAVALLERIA
PANNO CREMISI PANNO SCALATTO
SAVOIA CAVALLERIA
PANNO NERO
GENOVA CAVALLERIA LANCIERI DI NOVARA
PANNO GIALLO
-
PANNO BIANCO PANNO CREMISI
-
PANNO ARANCIONE
-
PANNO GIALLO
-
GRUPPO LANCIERI DI MILANO LANCIERI DI FIRENZE LANCIERI DI VITTORIO
FILETTATURA PANNO NERO -
EMANUELE Il CAVALLEGGERI DI SALUZZO CAVALLEGGERI DI MONFERRATO
PANNO GIALLO PANNO NERO
FIAMME NERE A TRE PUNTE FIAMME CREMISI A TRE PUNTE
CAVALLEGGERI DI ALESSANDRIA
PANNO NERO
CAVALLEGGERI DI LODI CAVALLEGGERI GUIDE
PANNO SCARLATTO
FIAMME ARANCIONE ATRE PUNTE FIAMME NERE A TRE PUNTE
PANNO AZZURRO
FIAMME BIANCHE ATRE PUNTE
GRUPPO CAVALLEGGERI
PANNO GIALLO
FIAMME SCARLATTE ATRE PUNTE
SQUADRONE CAVALLEGGERI
PANNO SCARLATTO
FIAMME BIANCHE ATRE PUNTE
DI SARDEGNA SCUOLE - DEPOSITI - SQUADRONI
PANNO ARANCIONE
DI PALERMO
PALAFRENIERI
-
ill! ~jllllllll!llll!lil' 1111ìifii~111111111111111,1 Stato Maggiore
Aggregalo S.M.
ltalia-Afrka
Carabinieri
Di
Di, . co~si:-ria
Div . Ravenna
Di,·. Pasubio
Di,, Piave
!Ji\' . Isonzo
Dìv. Bc:rgamo
Div. Supcrga
Div. Sforzesca
Div . Cuneo
Div. Lupi di Toscana
Div . Re
Div. P1~1oia
Div . Pavia
[C] Dh. Venezia
Div. Friuli
Di" . Gran:uieri di Sardegna
1)1,.
Pinerol o
JJ1 ,
Bo!ogna
Div. A!pi
li
Div. i\kssin;1
Div. Calabria
Di". Marche
Div. Acqui
Di\'. Firenze
Div. Cremona
DI\, Bari
Oiv. Taro
Di\' . Parma
Div. Regina
Div. Skna
Di\. 'l'orino
Di". Arezzo
Div. Napoli
Div . Savona
Div. Casale
Dw. Lombar<li;1
Di v. Legnano
Div. Cagliari
Sabn11ha
Dh·. Sirte
Ui\· , r-.htrmarira
Div . Circnc
Div. r-.101. Trieste
Di\'. Trento
Di\". tirnnatil·ri di Sawia
' i
li
r,°'
;
J...~q
Di\' . Ca1anzaro
Di .... La Spezia
Div. Perugia
Qi.,., Emilia
Div. Piacenza
Dìv . Vicenza
Di\' , Novara
~ Fant. non ind.
~
lii
lii
Mitragli eri
Controcarro
Guastatori
Tunisia
Giovani FaM:isti
biv . Macerata
Div. Murge
Div. Mantova
Div. Rovigo
Div. Piceno
Div. Zara
Div. Venelo
Paracadutisti
Mortai
/1.·lortai Div . 1'fotorizzate e Corazzate
Bersaglieri
Alpìni
Dii . .-\rditì
C11rla1011~·
(1.A.F.
Mitr. Div. Motorizzate e Coraz.zate
Montaunrn
u,
o
u,
~!OST RI NE
o N
206° Div. C o s1icra
207" Div . Costiera
2os~ Di,·. Costirra
21 1 Div. Costiera
212 Oh•. Cosiiera
213 Ot\•. Cost iera
2JS Div. Costiera
220° Dl\. Costiera
221 D1v. C ostiera
222 Di\·. Costicn
2)0° Di\'. Couicra
}1-f.V .S.N,
M.S .V. N (Btg. (\ ~h•J
Cacc ia1ori di Albania
81g . Territoriali e Prcsidiar i
C1uris1i
Btg . Territ orialt' Mobili
Carri ,cloci
Btg . P res. Alp ini
Il-: Ni1.1.a Cavalleria
Guardia Reale Albanese
<'.
;:;· Pirmonlc Cav:illcr ia
i:::,
~ ~
Savoia Cavalleria
lii-: Lancieri d ' Aos1a
~
s::,
~
Lancieri di Milano
~
"'
Lancieri di Montebello
Lancieri di Firenze
Lancieri Vittorio Emanuele 11
Cavalleggeri di Saluzzo
Cavalleggeri di Monferrato
Cavalleggeri di Lodi
Cavalleggeri di Lucca
Cavalleggeri Guide
Cavalleggeri di Palermo
Scuola e dep. di Cavalleria
Cav. Coloniale
Artiglieria
Art. Divisionale {Div. Piave)
Art . Div. Alpine (2° tipo)
Ari. Di\'. Alpine (3° tipo)
~·,. Cavalleggeri di Alessandria
Art . Alpina
Artiglieria. Gt\F
Artiglieria Cos1icra
Art. Divisionale
(222' Div . Costiera)
Art . Div. Motoriuatc e Corauate
Art . M.V .S.M.
Art. paracadutista
Genio
u,
o
w
Ge n io Divi~ionalc (Div. Granatieri )
Genio Div. Alpine
Genio Dh·. Motoria.ate. e Cor:w..z.::uc
Genio Paracadu1is1i
Genio VAF
Genio Brs Co~,
Genio. Uiv . rost. 1205" Div . Cost.J
Ch1mil"i
Chimici Oivi~ion ali (Dii . C"ircnc)
Chimici Div . ~1otoria.atc e Cor:1u.. a1c
Chimici Di,. Alpine
1\ut omobili\t1
/i.!\SN (Autornob1listi l
Amm1ni~1r:11ionc
M.\'.S.N . Amrninistr:11ionc
Cnmm l~~ari (Uo
San1r.ì
Sanit;\ Dh i~i(1m1k (liii. S:wona)
Sanua Dh. Alpine
:'ianiia Ui1 Motorinatc eCoraaatc
\IV\N (~kdici)
\l VSN ~k'dici
\cterm:ui
\ ·c1erinan Dn isionah (Dh Firem~·)
Veterinari Di, . Alpine
11 1ipo)
Su,q,1,·n1a [)11i<ionak· (IJi1 . ( :11:Hl!arn)
.' Hl"l,!Cll/,\ 1)11.
;\lpin,·
Su,,. D111,io11ak (l)11 . l-l. ei:1n:il
~!aniri Sdirrma
Allegati
505
Allegato 8
MOSTRINA PER PARACADUTISTI
MOSTRINA PER PARACADUTISTI CON FIAMMA AD UNA PUNTA (artiglieria, genio, sanità paracadutisti)
Circola re n. 3 75 del 1942
506
Nicola della Volpe
Allegato 9 MOSTRINE DI METALLO SMALTATO 1974 (*) FANTERIA
FANTERIA FUOR I CORPO E SCUOLE
FJG. 1
RE- Jo.20
F1G. 2
PIEMONTE -
Jo - 40
F 1G. 3
AOSTA -
50 · 60
FlG. 4
* * *
BARI -
90
F1c. 6
REGINA -
100
F1c. 7
CASALE -
I JO - 120
F1c. 8
CUNEO -
70.
so
FlG. 5
P I NEROLO -
130 - ) 4 D
F1G. 9
(*) Le ta vole delle mostrine riportano anche quelle di corpi 110 11 più in vita, in quell 'anno, perché esse volevano essere una carrellata completa delle mostrine. A partire dal 1974, inoltre, spariran110 con la ristrulluraz io ne alcune di esse.
Allegati
507
SAVONA -
I 50 . l60
f 1G. 10
CoMO -
2)0 • 240
fIG. 14
SIENA -
3 Jo - 320
FtG, 18
8m.OCNA -
390 - 4()o
F1c. 22
ACQUI -
170 •
J8o
F1c. 11
BERGAMO -
250 - 260
F1c. Jj
L I VORNO -
330 - 340
F1G. 19
BRESCIA -
19<> • 2()0
Fw. 12
PAVIA -
270- 280
FIG. 16
PISTOIA -
350 - J6o
fJG. 20
CREMONA -
210
F 1G. Il
PJsA-290-JOo FJG. 17
RAVENNA -
370.
* * *
MODENA -
4JO. 420
F1G. 23
Jgo
flG. 21
fORLI' - 430 - 440
REGGIO - 450-46<>
F1c. 24
F1c. 25
508
Nicola della Volpe
1,
*
FERRARA - 470 - 480
PARMA - 49<>-5()0
FIG. 26
FIG. 27
MARCHE -
550 • 560
FIG. 30
CAGLIARI -
630 • 640
FIG. 34
PUGLlE -
7to - 720
FIG. 38
ABRUZZI -
570. 580
FIO. 3 1
V AL TELLINA -
65<> - 660
Fio. 35
loMBARDIA -
ALPI -
510. 520
Fio. 28
CALABRIA -
59<> - 6()o
Fio . 32
LEGNANO -
6Jo - 680
Fio. 36
730 · 740
Fio. 39
NAPOLI - 75° - 760 Fm. 40
UMBRIA -
530 · 540
FIO. 29
SICILIA - 610 -620-JlJO
F,o. 33
ANCONA - 690 · 700 FIG. 37
TOSCANA -
770 • 780
PIG. 41
Allegati
509
ROMA -
790 - 80<>
F1G. 42
TORINO -
8Jo
F IG. 43
TORINO -
820
Fm. 44
VENEZIA -
8Jo • 840
FIG. 45
I•
•
VERONA. -
I
850 - 86o
Frn. 46
MESSINA -
930 • 940
f tG. 50
MANTOVA -
J 130 -1 J40
F1G. 54
, FR I ULI -
870 - 88o
FlG. 47
UDINE -
950 - 960
F1G. 51
TREVISO -
J150 - tt6o
FIG. 55
SA L ERNO -
890 · g(}O
FtG. 48
GENOVA -
970.
fIG.
ggo
lt70-t180 56
9JO - 920
FtG. 49
fIG. 52
PADOVA-
BASILICATA -
PIACENZA -
t1 to · 1120
FTG. 53
EMILIA - 1190- 1200 F1G. 57
5 10
Nicola della Volpe
MACERATA -
J210 · 1220
Fio. 58
PERUGIA -
129•- 1300
Fio. 62
BARLETTA -
1370. JJSO
Fio. 66
CATANIA -
145° · 1460
PIG. 70
CHIETI -
12JO . 1240
LAZIO -
IJJo.1320
BARI -1390-1400
fiENEVENTO -
1JJO - 1J4o
CATANZARO -
14fO. f420
FIG. 68
Fio. 67
FIG. 71
1250 · 1260
Fio. 64
Fio. 63
C ALTANISSETTA -
SPEZIA -
Fio. 60
Fio. 59
1470 - 1480
TRAPANI -
1490 - 15()0
F1G. 72
FIRENZB - 127•- 128•
Fio. 61
CAMPANIA -
1350 • 1360
Fio. 65
TARANTO -
1430 - 1440
F1c. 69
SASSARI -
151• • 1520
FIG. H
Allegati
5 11
NOVARA - 153° - 154° Fio. 74
(VREA -
1610- J62o
F!G . 78
TANARO -
20Jo • 2040
ALESSANDRIA -
LUCCA -
F1c. 86
1630 - 1640
FIG. 79
LAMBRO -
FIG. 82
PESCARA - 21 to · 2L?o
1550 -1560
F1G. 75
2050 - 2060
F!G, 83
ARNO -
2J3o -2J4o
F!G 87
LIGURIA - 1570 • 1580 FIG. 76
MILANO -
1590 • 1600
Fm 77
'• *
NEMBO -
1830
SESIA - 2010 • 202<>
F!G . 80
FIO. 81
TARO - 2070 • 2080
BISAGNO - 209<> • 2100
FIG. 84
FIG. 85
TEVr::RE -
2150 • 2160
FIG. 88
VOLTURNO -
2J7o-2J8o
Fio. 89
512
Nicola della Volpe
219<>-220<> FIO. 90
SELE -
Rov1co - '127° - 228<> FIG. 94
PICENO - 2J5o. 2J6o FIG. 98
CoSENZA -
24JO · 2440
F1G. 102
fONIO -
221°-2220
FIG. 91
CAMPOBASSO -
229<> · 2300
F1G. 95
GROSSETO -
2J7o -2J8o
F1c. 99
SIRACUSA - 24So - 2460 FIG. 103
ETNA - 223• • 224<> FIG. 92
AVELLINO -
231•- 2320
F1G. 96
PESARO P-10.
GIRGENTI -
239<> • 240<> 100
2470 - 2480
FIG. 104
22So • 2260
AREZZO -
frG. 93
LARIO -
233• - 234°
FIG. 97
TERAMO -
24 lo • 242<>
F,c. 101
PALLANZA -
249o -2S0o
FIG. 105
51 3
Allegati
MASSA-CARRARA -
2510. 252° PORTO MAURIZJO - 25Jo. 254°
MURGE -
2590 • 26{)0
ELBA -
F1c. llO
CASERTA -
267° · 2680
VENETO -
F1c. 107
FIG. 106
2610 · 2620
AQUILA -
2690-2700
F1c. 115
TORTONA -
2570 - 258°
F1c. 109
GAETA - 2630 · 2640
LECCE - 2650 · 2660
FIG. 112
FIG. 113
FIG. 111
F1c. 114
2550 - 2560
FIG. 108
POTENZA -
27}0 · 2720 - 2730
Fw. I 16
BELLUNO -
2740 · 2750 - 276fJ
Fw. 117
1·
VICENZA -
277°-2780-2790
FIG. 118
FOGGIA -
2800-2810-2820
F1c. 119
MITRAGLIERJ
MITRAGLIERI
F1c. 120
F1c. 121
514
Nicola della Volpe
MtTRAGLlERI
UNITA' MECCANIZZA.TE DEI
Frn. 122
REGGIMENTI DI FANTERIA
E DELLE SCUOLE
UFF. DI FANTERIA IN SERVIZIO DI
S.M.
flG. 123
UFF. IN
sSM
OHI LAGUNARI IN
UNIFORM E DI SERVIZIO ESTIVA
Frc. 124
F1G. 122/BIS
SPECIALITA' DELLA FANTERIA
0RA.NATU!.R.I DI SARDEGNA
BERSAGLIERI
ALPINI
FANTERIA CARRISTA
F1c. 125
Frc. 126
FIG. 127
Ftc. 128
BATTAGLIONE CARIU
MOSTREGG IATURE PER MANOPO LE
(FANTERIA)
BATTAGLION I LAGUNARI
OfL RGT. LAGUNARI
DE I S ERG., GRADUATI E MILITAR.I
Fm. 129
( U n ·., MAR. E S ERG. MAGG.}
(UFF.. MAR. E SERG. MAGG.)
01 T R UPPA DEL RGT. LAG U NARI
FIG. 131
FIG. 132
UNITA. ' PARACADUTI STI
COMANDO REGGIMENTO E
F1G.
no
Allegati
5 15
CAVALLERIA
f UORI
CORPO -
Scuoui e
fUO.PAN:TJ PALAFRENIERI
FrG. 133
NIZZA CAVALLERIA
PJEMONTE CAVALLERIA
SAVOIA CAVALLERJA
GENOVA CAVALLERIA
F,c. 134
F1G. 135
F1G. 136
Fm. 137
LANCIERI DI NO\'ARA
F1c. 138
L ANCIERI DI
Aosw.
F!G. 139
LANCIERI 01 MILANO
Ì.A.NClliRI DI MONTEflELLO
FIG. 140
FIG, 141
5 16
Nicola della Volpe
LANCIERI Dl FIRENZE
r ,c.
t42
LANCIERI VrM'. EMAN.
li
FIG. 143
CAVALLEGGERI OI FOGGIA
CAVALLEGGERI DI SALUZZO
F,o. 144
Fio. 145
C\VA LLEGGERI DI MONFERRATO
CAVALLEGGERI 01 ALESSANDRIA
CAVALLEGGERI DI LODI
CAVALLEGGERI DI LU CCA
FIG. 146
FIG. 147
F1c. 148
F1c. 149
CAVALLEGGERI DI CASERTA
C,\\'ALLEGGERI DI
PIACENZA
F IG. 150
FIG. 151
CAVALLEGGERI DI PADOVA
C,..VA LLEGGER I DI CATANIA
Frc. 154
F1c. 155
CAV,\LLEGGCRJ GUIDE
CAVALLEGGERI 01 RUMA
F,c. 152
F1c. 153
CAVALLEGGERI UMBERTO
Fio. 156
I
CAVALLCGGER I DI VICENZA
F1c. 157
Allegati
517
LANCIERI DI MAN'JUV.'\
LANCIERI DI VERCEU..1
CAVALLEGGERI DI AQUILA
F1c. 158
F1G. 159
flG. 160
CAVALLEGGERI DI TREVISO
CAVAI.LEGGERI DI UDIN E
CAVALLEGGERI DI PALERMO
Fio. 161
Fio. 162
Ftv. 163
CAVALLEGGERJ 01 SARDEGNA
FtG. 164
5 18
Nicola de lla Volpe
ARTIGLIERIA
ARTIOLIERJA
AlTIGLJERJA
ART IClUERJA
AR.TIGLIERlA
ARTIGLIERIA
Fm. 165
0A MONTAGNA
OOKAZZATA
D . Il', « FoLGORli •
PER UNITA' PARACADUTISTI
Fio. 166
F1c. 167
F1c. 168
Fio. 169
GENIO
GENIO
GENIO PER
GENIO PER
FIG. 170
TRUPPE DA MONTAGNA
TRUPPE. CORAZZATE
F1G. 171
Fio. 172
GENIO PER
GUA STATORI D'ARRESTO
UNITA' PARACADUTISTI
FIG. 175
GENIO
D. F.
e
foLGORE.,
FIG. 173
Fic. 174
Allegati
519
TRASMISSIONI
TN.ASM ISSJON J F1G.
176
TRASMISSIONI
T lUSMI SSION I
l'l~R TRU PP E DA MONTAGNA
l'ER TRUPPE CORAZZATE
FtG. 177
FJG. 178
COMPAGNlA TRASMISSIONI
TRASM ISS IONI
TRASMISSIONI
PER D. F. • FOLGORE »
PER UNITA' PARACADUTISTI
DEL RGT. LAGUNARI
F!G. 179
FtG. ISO
(UFF. MAR,LLI E SERG. MAGG.)
Fto. 181
520
Nicola della Volpe
SERVIZI TECNICI
Dl ARTIGLIERIA
DEL GENIO
DELLE TRASMISSIONI
F1G. 182
fIG. 183
Fio. 184
DELLJ. MOTORIZZAZIONE
CutMICO • FISICO
GEOGRAFICO
FIG. 185
FIO. 186
FJG. 187
A llegati
52 1
MOSTREGGIATURE VARIE
G tuSTJZL\ MILITARE
Scuou Au.. SU.
UFP. B 5oTTUFFtCJAU DEU"EsDCITO
FIG. 188
FJG. 189
IN FORZA AL BATIAGUONI! S. MARCO
FIG. 190
UNITA'
N. B. c.
F 1G. 191
MAESTRI Dl SCHERMA
REPARTI AUTONOMI
F1G. 192
Fu;. 193
SERVIZI LOGISTICI SERVIZIO DI $ANITA '
SANITA '
SANITA' PF.ll
SANfTA• PER
SANJTA' PER
SANITA' PER
F1G. 194
TRUPPE DA MONTAGNA
TRUPPE CORAZZA.TE
0. F. e FOI.GORE •
UNITA' PARACADUTISTI
flG. 195
FIG. 196
flG. 197
F1G. 198
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Nicola della Volpe
SERVIZIO DI COMMISSAHIATO
COMM I SSARIATO
CoMMJSSARIATO
F1c. 199
CoMMJSSAIUATO
CoMMISSARIAl'O
COMMISSAJUATO
CoMM1SSAHIA1'0
PER TRUPPE
PER TRUPPE
PER D. F. • FOL.GORE »
PER UNITA'
DA MONTAGNA
CORAZZATE
FIG. 202
PARACADUTISTI
FtG. 200
Fio. 201
F1c. 201
SUSSISTENZA
* * * * *
SUSSISTENZA
SUSSISTENZA
SUSS I STENZA
Fio. 204
PER TRUPPE
l'l::R TRUPPE
DA MONTAGNA
CORAZZATE
FtG. 205
Fio. 206
SUSSISTENZA
PER
D.
F. « fOLC.iORE •
Fio. 207
SUSSISTENZA PER UNITA '
PARACADUTISTI
FtG. 208
Allegati
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SERVIZIO VETERINA RIO
SERVIZIO AUTOMOBILISTICO
V BTBRtNAJU
VSTPINAJll
AUTOMOBILISTI
F,o. 209
fM RUPP! DA MONTAGNA
FIO. 211
Fto. 210 SERVIZIO DI AMMINISTRAZIONE
AMMINI STRAZIONB
Fio. 212
AMMINI STRA.ZlONll
AMMIN ISTRAz.lONB PER TRUPIB
AMMINISftAZIONB 0 . F. « FOI.OOllB •
AMMIN1STRAZIONB
PBll TRUPPB
DA MONTAGNA
CORAZZATI
F'ro. 215
PARACADUTISTI
Fio. 213
F,o. 214
SERVIZIO POSTALE MILITARE
Pio. 217
PER. UNITA'
fio. 216
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Pietro Compagni LE UNIFORMI MILITARI ITALIANE NE LLA CAMPAGNA IN A.S. N EL 1941 -42
( Le tavole uniformologiche della Sezione Italiana nel Museo fnlernazionale di El A lame in, in Egiuo)
La trattazione di un argomento specifico come quell o riguardante le " tenute" delle truppe nazionali in servi zio nei territori de l Nord-Africa, a di stanza di 60 anni dai fatti, può ri servare ancora delle sorprese, nonostante l' argomento sia già stato ampiame nte trattato da numerose pubblicazioni , fra le quali primeggia il magnifi co volume di Andrea Viotti "U niformi e distintivi dell'E.l. ne lla 2" G. M. 1940 - 1945" edito da Ufficio Storico S.M.E. ne l 1988. Quando dico sorprese, mi rife risco essenzialmente a tu tta quella serie di e lementi che divergono dai regolamenti ufficia li e che, spesso, non siamo in grado di classificare, o perché non è possibile risalire con certezza a " fogli d'ordini" o "c ircol ari " o perché frullo di interventi arbitrari a li vello di reparti c ircosc ritti , se non addiri ttura di singoli individui . Ma se le sorprese possono essere tali per un neofita, non lo sono altrettanto per chi si occupa con una certa continuità di unifo rmologia, sia nell ' ambito de l collezioni smo che dell a ri cerca, in quanto costoro sono ben consapevoli del fatto che tutto c iò che viene sbrigati vamente definito "fuori ordinanza" è largamente diffuso in c hiunque indossi una uniforme, in qualsiasi epoca ed in qualsiasi lu ogo. Per quanto ri guarda poi lo scacc hi ere nord-africano, che è stato oggetto del mi o studio, mi pare doveroso proporre una c uriosa ed e mblematica citazio ne tratta dal famoso libro di Pao lo Cacc ia Dominioni: "A lame in 193 31942" pubbli cato da Longan es i ne l 1962; si tratta di un passo in cui sono desc ritti g li avve ni menti de l 30 g iu g no 1942 , poc hi g iorni dopo la rico nqui sta di Tobruk :
" ... l 'armata italo-tedesca si è riveslila a nuovo con le uniformi inglesi, lalvolla senza aver neppure il tempo di applicarvi le stelle/te e le moslrine italiane, gli alamari e le croci di f erro tedesche. Cosicché l'osserva/ore ignaro vedrebbe con stupore un esercilo inglese fuggire, vollanclosi ogni tanto per mordere un secondo esercito inglese incalzanle." All ' inizio del 2002, prospettandosi le celebrazio ni del 60° anniversario della battagli a di El Alame in , S. M. Difesa, su proposta dcli ' Addetto Militare presso l' Ambasc iata d ' Itali a a fl Cairo, mi affidò l' incarico di e ffettuare un rad icale intervento di ripri sti no dell a ltal y Hall nel Museo Internaziona le di El Alamein . Nella dichiarazione di intenti propedeutica al progetto, presentata all'atto di accettazione dell 'incarico, espress i ch iaramente l' intenzione di va lorizzare al
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mass imo il fattore umano, ovvero una visione de ll ' uomo-soldato sotto l'aspetto de l suo "quotidiano", prendendo in esame la sua uniforme, le sue armi , i suoi oggetti, l'ambiente. Al momento del primo sopralluogo, ltaly Hall ospitava fra l' altro, undici man ichini in uniforme d 'epoca, o meglio, in te nute più o meno afferenti al momento storico in questione. Erano abbastanza palesi , infatti, diverse notevoli "sv iste" e libere interpretazioni . I manichini hanno subito una radicale revi sione e pesa nti interventi di ripristino e success ivamente, sono stati integrati da otto nuove fì gure al naturale con uniformi , armi, buffetteri e e dotazioni d 'epoca e solo eccezionalmente con eleme nti ri costruiti filologicamente. Ad ulteriore integrazione ho eseguito una serie di figurini uniformologici che sono attualmente esposti , in copia, nella Ital y Hall , che mostrano altre confi gurazioni che vanno ad ampliare la serie di uniformi indossate dai diciannove mani chini . La prassi operativa per la ricostruzione grafìca de i " figurini " è quella più tradizionale. Mi sono servito, come avvie ne normalmente in questi casi, del materiale pubblicato, in primo luogo del vo lume di Andrea Viotti, c itato in apertura di questo scritto, che è un punto di riferimento irrinunciabile, in quanto decisamente esaurien te per quanto ri guarda regolamenti , ci rco lari del G.M ., fogli d ' ordini ecc. , oltreché arricchito di un ottimo apparato iconogratico. Altrettanto validi si sono rive lati materiali fotografici conservati presso Ufficio Storico e molte foto inedi te consultate presso co llezioni private o negli "a lbum di fam iglia" messi a mia di sposizione, con orgogli o, da diversi reduci che ho avuto l' onore ed il piacere d i conoscere. Questi signori ultraottuagenari si sono rivelati , a loro volta, preziose fonti di docume ntazione, confermando mo lte cose viste nelle foto o ri sapute e confutandone, con fer mezza, altre. Addirittura qualcuno ha fo rnito notizie e descrizion i su e le menti di cui rimane il so lo ricordo. Assolutamente importanti ino ltre, sono state le " ricog ni z ioni " in diverse collez ioni pubbliche e private di militaria, dove ho potuto anali zzare con attenzione capi di uniforme, armi ed a ltri oggetti di dotazione o di uso comune che mi interessavano. A questo proposito, mi perme tto di sollevare un a piccola polemica , fermo restando il doveroso rispetto per la privacy di ciasc uno. Ancora oggi, a sessanta anni dagli eventi , qualcuno rifiuta di mettere a disposizione di chi effettua studi e ricerche, materi ali fotografici o di altro genere, adducendo ragioni la cui legittimità è spesso opinabil e. Ribade ndo il mass imo rispetto per i motivi strettame nte personali , sono convinto c he in molti casi questi documenti storici , pur con le dov ute cautele, potrebbero essere res i access ibili , almeno a scopo di studio. Ho potuto verificare infatti , che molto di questo mate rial e, tenuto occultato per varie ragioni o, purtroppo, pe r incuri a, col tempo è andato smarrito o deteriorato irrimediabilmente.
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Non essendo stato ostacolato che in maniera marginale da questo contrattempo, ho potuto procedere abbastanza agevolmente con il mio lavoro di di segnato re, grazie alla messe di docume ntazione e di testimoni anze raccolte. A puro livello di curi osità devo dire che, diversi dei soggetti rappresentati nelle tavole sono ispirati a personaggi realmente esistiti, ne l senso che ho utili zzato ritratti fotografici di ex combattenti in A.S., per dare un volto ai miei "figurini ", tenendo ovviamente opportuno conto dell ' arma o del reparto di appartenenza. Le tavole uniformologiche ori ginali , inizialmente realizzate per essere collocate nella ltaly Hall, sono poi state acquisite da Ufficio Stori co che, in occasione del 60° an ni versari o del la battaglia di El Alamein, ha prodotto una carte lla a tiratura lim itata, contenente 16 tavole a stampa e, in seguito, un cofanetto con 12 cartoline nel quale sono raccolti i soli soggetti re lativi al R. E.. I brevi scritti c he seguo no, sti lati con lo scopo di accompagnare le tavole a l tempo in cui furono disegnate, altro no n sono che le didascalie re lative ai rispettivi figurini.
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A.S., 1941 - Regia Aeronautica IX Gruppo Caccia Terrestre. Sottotenente pilota. li sottotenente pilota indossa una tuta monopezzo bianca mod. 1930, estiva, che rispecchia le caratteristiche indicate dal Regolamento per la R.A. del 1937. Sul petto, al di sotto della bretella del paracadute Salvador mod. D.39, si può individuare lo scudetto del IX Gruppo da Caccia Terrestre, col cavallino rampante bianco su fondo nero. La tuta in tessuto di cotone, spesso indossata sui pantaloncini corti e la camicia, era abbastanza confortevole ma superata, poiché in questo periodo in A.S., erano già largamente utilizzati i completi di volo mod. Atlantico e mod. 40, confezionati in varie tonalità cromatiche e formati da giubbetto e pantaloni, notevolmente più pratici. La cuffia, di morbida pelle marrone, evidenzia gli alloggiamenti per gli auricolari. * Regolamento sull'un(forme OD 4 - 1937, Ministero Regia Aeronautica; * testimonianze dirette; * foto d'epoca;
* riviste specializzate.
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A.S., 1941 - Regio Esercito Carabinieri Reali. Maresciallo, htg. C.C. paracadutisti. li sottuffi c iale de l I btg. Carabinieri Paracadutisti indo ssa una tenuta O
informa le, ma documentata dalle rare foto d ' e poca. Il so lo e le mento, inconfond ibile, rende riconoscibile il carabini ere , la fiamm a con la sua coccarda coll ocata sul casco colo ni ale, per il resto la sua unifo rme è anonima ed ass imil ab il e a qu alsias i altro combattente, ciò al fin e di evi tare di essere riconosc iuto come appartenente a reparti speciali , come e rano i paracad utisti. Il c inturo ne mod. Sam Brown c he equipagg iava gli uffi c ia li ed i maresc ialli del Regio Esercito di stingue, in questo caso, uno de i marescialli del battag li one, che porta i gradi a bassa visibilità c uc iti di retta mente sulle contros pa lline de lla cami cia. I carabini eri paracaduti sti furono invi ati in A.S. nel lug li o de l '41 , a . disposi zione del Corpo d ' Armata Motoco ra zzato e copriro no, con perdi te irreparabili , il ripiegamento tattico del l' Ari ete nel la seconda metà di dicembre del '41 , al bivi o di E luet c l Asel. Per questo evento be llico la Bandi era del l'Arma venne decorata de lla Medag li a d' Argento al Y.M . * Regolamenti sull 'uniforme, aggiunte e varianti, atti; * libro "Un!formi e distintivi dell 'Esercilo Ita liano nella 2" G.M. " di A. Viotti, S.M.E. , Ufficio Storico, / 988; * libro "/ paracadutisti italiani 19371 45 " di G. Lundari & P. Compagni, E.M.I. , I 989; * testimonianze dirette; * foto d 'epoca; * libri e ri viste specializzate.
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Pietro Compagni
A.S., 1942 - Regio Esercito Carabinieri Reali. Appuntato, 679" sezione mot. CC. RR .. Si è voluto rappresentare un appuntato dei Carabinieri Rea li, per ricorda re tutti i militi dell'Arma che da sempre partec ipano, con le altre Forze Armate, a tutte le campagne di g uerra intraprese dalla Nazione. I carabinieri coinvo lti nella campag na in A.S. facevano parte dei Battaglioni Mobilitati , delle Sezioni di P.M. e dei Nuc le i per Posta Militare, de i re parti de l di scio lto R. C.T.C. e delle Stazioni territoriali di presidio in Colo ni a. Il graduato indossa una uniforme coloniale prebellica, vista la climen.sio ne degli a lamari, e potrebbe essere un motoc ic li sta, considerando che calza degli sti va li , a nc he se diverse fo to esaminate mostrano carabinieri di ogni grado e incarico con fasce mollettiere o con gamba li e stiva li di va ri o modello, documentando il diffuso utilizzo cli dotazioni fuori ordinanza. Regola me ntare è sicuramente la bandoli era da cavalleria in c uoio naturale a lla qual e è agganciata l'arma corta individuale.
* da una foto d 'epoca della collezione M.Grassi di Gorizia. * documenti, pubblicazioni e foto d 'epoca dell 'Ufficio Storico, Comando Generale Arma CC.; * Regolwnenti sull'un(form.e, aggiunte e varianti, atti; * libro "Uniformi e dislintivi dell'Esercito Italiano nella 2" G.M." cli A. Viotli, S.M. E., l fffìr: io Storim, /98R.
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Pielro Cornpagni
A.S., 1942 - Regio Esercito Divisione di fanteria "Bologna". Sergente mitragliere, 40° rgt. fanteria. Questo sergente della Divisione di Fanteria "Bologna", che indossa l' uniforme co loniale d'ordinanza, sta marciando verso la linea del fuoco con il fucile mitrag liatore Breda mod. 30 e la dotazione di munizioni trasportate in una cassetta-za inetto. Appesa al cinturino mod. 91 , si può vedere la spec iale giberna, nella versione in canapa, contenente gli accessori di puli zia e manutenzione della sua arma automatica; sul fianco si ni stro, non visibi le nel disegno, porta una pistola Beretta mod. 34., che era in dotazione a tutti gli addetti alle armi di reparto. Sono in ev idenza il casco coloni ale d'ordinanza mod. 34, privo di ogni elemento di identificazione e già largamente utilizzato durante la campagna in Africa Orientale nel '36, e la borracia in alluminio da un litro mod. 33 ricoperta di tessuto grigio-verde che ne assicura la tenuta termica. Entrambe le dotazioni sono insostitubili , considerando i l teatro di guerra nord africano.
* Regolamento sull'uniforme, circolari e fogli d'ordine; * libro "Un(f'o rmi e distintivi cieli ' Esercii o Italiano nella 2" G.M. " di A. S.M.E. , Ufficio Storico, 1988; * teslùnonianze dire/te; *.fa/o d'epoca; * ri viste specializza/e.
Violfi,
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A.S., 1942 - Regio Esercito Regio Corpo Truppe Libiche. Soldato scelto, IV btg. "Mergheb". L'anziano ascari, che dal 21 aprile 1939 è divenuto soldato del Regio Corpo Truppe Libiche, porta orgogliosamente le ste ll ette come i com militoni delle altre Forze Armate. È rappresentato con un camiciotto sahariano mod. 40, sul quale spiccano i ga lloni rossi di "soldato scelto libico". Appartiene al qu e ll o che fu il IV Btg. Coloniale, costituito nel 1913 e più volte disciolto e ri costituito, per es igenze belliche. Ne l 1940 è ri costituito come Btg. di mobilitaz ione, assumendo la denominazione di " Mergheb". Nel 1942 il reparto adotta la fascia distin tivo verde e nera, che è indossata regolarmente al di sotto alla buffetteria mod. 1907, in cuoio naturale. Il nostro libico è armato di un fucile mod. 91 con relativa sciabola-baionetta, è dotato di un tascapane di cui si pu ò vedere lo spallaccio che ricade alla sua sinistra e porta ad armacollo una coperta da campo arrotolata. * dispensa 39' - circolare n. 565, Colonie - Equipaggiamento, Mod(fica zione alla divisa della truppa indigena, 23 agosto 1928; * libro " Le uniformi coloniali libiche /912 - 1942" di P Crociani e A. Viotti, Quaderni d'appunti, ed. LA Roccia, 1977; * foto d'epoca.
* riviste specializzate.
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A.S., 1942 - Regio Esercito XXXI battaglione genio guastatori. Geniere. li nostro geniere vuole essere un omaggio simbolico a l XXXI Guastatori , che per primo infran se le di fese di Tobruk il 20 gi ugno 1942, e di cui , alcuni gio rni dopo av rebbe assunto il comando l'all ora Magg iore Paolo Caccia Do minioni , futuro artefice del recupero di mi gliaia di cad uti di tutte le nazio ni che avevano preso parte alla battaglia di El Alamei n, no nché progettista ed esec utore del grande Sacrario Ita li ano di Quota 33 . La te nuta de ll o speciali sta è decisamente informal e, comprendendo capi di provenienza italiana e " recuperi " o perati dopo la riconquista di Tobnik. Gli elementi nazionali più caratteri zzanti sono la bustina con visiera mod. 42, g li occhialoni antisabbia, la pistol a Beretta mod. 34, il pugnale da combattimento mod. 38 e il famoso distintivo da bracc io per genieri guastato ri adottato con c irc. n. 2 1 del '4 l. I pantaloncini , i calzettoni e le calzature provengono dai magazzini dell' 8" Armata. * libro "El Alamein 1933- 1962 " di P Caccia Dominioni, ed. Longanesi & C,
varie edizioni. * libro "Uniformi e distintivi dell'Esercito Italiano nella 2" G.M." cli A. Viotti, S.M.E., Ufficio Storico, 1988; * testimonianze dirette; *.foto d 'epoca; 1 ''
riviste specializzate.
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A.S., 1942 - Regio Esercito. 8° reggimento bersaglieri. Bersagliere motociclista. Il be rsagliere motocicli sta, riconoscibile per l'inconfond ibile fez rosso cupo ed il fo ul ard cremi si, si appresta ad in fo rcare la sua moto pe r diri gersi verso la loca lità che sta tentando di individuare su una carta topografica, probabilmente "requ isi ta" su un mezzo britannico. Durante le freque nti avanzate e ritirate nel corso de ll a campagna in A. S. non era infrequente che i reparti espl oranti si avva lessero di materiali catturati all' avversario. Caratteristici sono i gambali in cuoio con ganci meta lli ci e le giberne per il personale dei reparti ciclisti già largamente utilizzate durante la I " G.M .. Entrambe le dotazioni rimasero a lungo in assegnazione ai reparti motociclisti. Ad armacollo, il nostro bersagliere, porta un moschetto da cavalleria mod. 91/38. * testimonianza diretta e foto d 'epoca del signor G. De Anna di Cordenons (Pordenone) * Regolamento sull'uniforme, circolari e fogli d'ordine; * libro "Uniformi e distintivi dell 'Esercito Italiano nella 2" G.M." di A. Viotti, S.M.E., Ufficio Storico, 1988; ,:, rivis1e specializzate.
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A. S., 1942 - Regia Marina Reggimento San Marco. Marinaio, btg. "Tobruk". La sentinella è un "comune" di un btg. di Fanteria di Marina del rgt. San Marco, inquadrato nella Regia Marina, ed indossa la tenuta estiva per servizi armati. I paramani del cam isaccio sono rappresentati senza le cosiddette "manopole" ovvero i caratteristici rettangoli di panno rosso con il "Leone di San Marco" ricamato in giallo, che normalmente erano portati in tempo di pace. Tale modifica all'uniforme è testimoniata da diverse foto di elementi combattenti del reggimento in A.S. con varie tenute, ma sempre del periodo che ci interessa. Pecu liari di questo fante di marina sono il particolare casco coloniale della R.M . e le buffetterie tipo Mills ovvero cinturone, spallacci, giberne e ghette, che il San Marco adottò sin dalla sua istituzione. Anche in questo caso ci sono utili i reperti fotografici, i quali documentano l'uso di queste dotazion i, in varie combinazioni e di vario model lo. L'arma è un moschetto mod. 9 l TS, che insieme al più moderno MAB 38 / A, armava il personale del San Marco. * da una foto a pag. 438 dell'opera "La 2" Guerra Mondiale" di E. Biagi, ed. SADEA, 1964 * Regolamento ed Album delle divise per la R. M., 1936; fogli d'ordine e varianti; * libro "Le uniformi della Marina Militare, voi JJ ( 1919-1955) cli G. Galuppini, Ufficio Storico M.M., /999; * testimonianze dirette;
* riviste specializzate.
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A.S., 1942 - Regio Esercito Reggimento Granatieri di Sardegna. Tenente, IV btg. granatieri controcarro. Il Tenente dei Granatieri di Sardegna, aggregato allo Stato Maggiore della Divi sione di fanteria "Trento", indossa una sahariana bianca in uno dei nmneros i modelli confezionati prima della guerra, e un paio di pantaloni da eq uitazione in tela coloniale con stivali , tenuta largame nte in uso fra g li ufficiali durante la guerra. La giacca ha le controspalline mobili filettate di rosso e sormontate dal fregio della specialità e dalle stellette di grado, inoltre al bavero porta gli alamari dei gra natieri, cosa non comune, in quanto sulla sahariane non venivano portate mostreggiature ma le sole stellette metalliche, a parte alcune eccezioni ben definite, come in questo caso. I Granatieri di Sardegna parteciparono alla campagna in A.S. ed alla battag lia di El Alamein con il IV btg. di artigli eria contro-carro. * materiali di documentazione e foto d'epoca del Museo dei Granatieri,
Roma; * Regolamento sull'uniforme, circolari e fogli d'ordine; * libro "Uniformi e distintivi dell 'Esercito Italiano nella 2" G.M. " di A. Violli, S.M.E., Ufficio Storico, 1988; ,:, riviste specializzate.
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A.S., 1942 - Regio Esercito Reggimento "Lancieri di Novara". Capitano, III gruppo corazzato. Il Capitano dei Lancieri di Novara, al comando di un reparto esplorante in zona desertica, in piedi sulla torretta del suo carro L6, si appresta ad effettuare un g iro di ori zzonte col binocolo per rilevare la eventual e presenza di truppe o mezzi avversari. Il g iubbo ne in cuoio nero era assai comune fra le truppe blindate e corazzate ed utilizzato soprattutto in momenti della giornata, come la notte o l' alba, in cu i la temperatura diviene particolarmente rigida. · Il numero 5 ne l tondino del fregio da Lanciere sull a bustina, ed il fou lard bianco, sottolineano la sua appartenenza ai " Bianchi Lancieri" Un Gruppo dei " Lancieri di Novara" su carri L6 / 40 ed un Gruppo di "Nizza Cavall eria" su autoblindo AB 41 , parteciparano all a battaglia inquadrati nelle Divisioni del XX Corpo d'Armata. L' immag ine di questo ufficial e è ispirata alla figura del cap. Ferruccio Dardi , del I O sqd. lll gr. cor. Lancieri di Novara, caduto ad El Alamein nel combattimento del 9 lugli o '42 e decorato d i Medagli a d'Oro al V.M. * /estimonianza diretta e foto d 'epoca del signor L. Di Mauro di Foggia; * Regolamento sull'uniforme, circolari e fogli d'ordine; * libro " Uniformi e distintivi dell'Esercilo Italiano nella 2" G.M. " di A. Violli, S.M.E. , Ufficio Storico, 1988; * riviste specializzate.
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A.S., 1942 - Regio Esercito Corpo Sanitario Militare. Aiutante di sanità, 133" sezione. L'aiutante di Sanità, recentemente sbarcato sul suolo africano, indossa una uniforme continentale con giacca di panno grigio-verde e camicia mod. 40 e pantaloni da fatica in tela di cotone, oltre all'elmetto mod. 33 con il còlore originale grigio-verde. Per la sua funzione specifica porta il bracciale internazionale con la croce rossa ed un "sacco di medicatura" tipo tirolese, a disposizione dell'Ufficiale medico. Per la difesa personale dispone di una vecchia rivoltella Bodeo mod . 89, ancora in uso fra le truppe di seconda linea, custodita nella fondina originale in cuoio grigio-verde ed assicurata al corpo dal correggiolo di cuoio. Si può notare inoltre la borraccia da assistente di Sanità, della capacità doppia rispetto a quelle del normale soldato, vale a dire due litri . * Regolamento sull'uniforme, circolari e fogli d'ordine; * libro "Un(formi e distintivi del! ' Esercito Italiano nella 2" G.M." di A. Viotti, S.M.E., Ufficio Storico, 1988; * foto d 'epoca; * riviste specializzate.
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A. S., 1942 - Regia Marina Comandante di Squadriglia Motozzatere. Tenente di Vascello. li Tenente di Vascello è comandante di una flotti g lia di motozzattere che, pur essendo state approntate per altri scopi, si dimostrarono mezzi insostituibili per il cabotaggio lungo la costa nord africana, venendo largamente utili zzate per il tras posto di tutti i materiali necessari al proseguime nto de ll a ca mpag na militare, soprattutto quando le veloci avanzate portava no le truppe assa i lontano dalle basi log istiche, con le consegue nti difficoltà di ri forn imento. L' uniforme, pur ne l suo utili zzo operati vo è comoda, sobria ed elega nte e l' uni co e lemento che ne rivela la sua natura militare, oltre al berretto ga ll onato ed a ll e controspalline con i gradi , è il cinturone con una pistola Beretta mod . 23 ne lla fondina original e e la g ibern a. * da due .foLo d'epoca a pag. 54 del libro " La Marina Militare /Jaliana ... dal 186 1 ad oggi" di E. & V. Del Giudice, Ermanno Albertelli edilore, 1997; * Regolamento ed Album delle divise per la R. M., 1936; fogli d 'ordine e varianti; * libro " Le un(formi della Marina Mili lare, vol /1 ( /91 9- 1955) di G. Galuppini, U.fficio Storico M.M. , 1999; * ri viste specializzate.
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A.S., 1942 - Regio Esercito Divisione corazzata "Ariete". Carrista, 132° rgt. fanteria carrista. li carri sta, appe na di sceso dal suo carro M 13 / 40 si di sseta all a sua borraccia mod. '33, c he è uno dei pochi accessori di c ui può di spo rre nell 'angusto spazio all'interno del mezzo. Completano le dotazioni lo specifico casco di cuo io per truppe corazzate con gli occhi alo ni antisabbia, la bandoliera mod. '9 1 a tre laschelte, nell a versio ne gri gio-verde con la pi sto la mod. ' 34 ne ll a relati va fo ndin a e la tu ta mod. '4 1 per lullo il personale motori zzato. Le tute per carri sti erano confezionate in vari modelli , sia con botto niera, sia con cerni era la mpo. La tonalità cromati ca più di ffusa era il blu , ma alcuni reduc i ricordano tute di colore gri gio o cachi di probabile confezio ne privata o di recupero. Normalmente recavano sul bavero le stell ette metalliche. La tuta, nei vari colori e mode lli , era largamenre diffusa e ben accetta fra tutto il personale in servizio sui mezzi corazzati e blindati ed anche fra quello motori zzato di tutte le speciali tà, conducenti di automezzi, motocicli sti , autocentri per la sua pratic ità. * foto d 'epoca dell 'Ufficio Storico, S. M.E., Roma; * Regolamento sull 'uniforme, circolari e fog li d'o rdine; * libro "Uni;fo rmi e distintivi dell 'Ese rcito Italiano nella 2" C.M." di A. Vio tti, S. M.E., Ufficio Sto rico, 1988; * testimonianze dirette; * riviste specializzate.
Le un(f'ormi militari italiane nella campagna in A.S. nel 1941-42
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A.S., 1942 - Regio Esercito. Divisione paracadutisti "Folgore". Paracadutista, 186° rgt. fanteria. Il militare rappresentato è un elemento della Divisione Paracadutisti "Folgore" la quale, all'atto della sua destinazione in A.S . assume la denominazione di copertura" 185" Divisione Cacciatori d'Africa", cambiando anche la numerazione dei propri reggimenti . Per questa ragione, l'uniforme indossata dal "folgorino" , che è del mode llo specificamente studiato per le truppe aviotrasportate, è priva del famoso distinti vo di brevetto da braccio (circ. n. 802 del '41 ) raffi g urante un piccolo paracadute ricamato in filo giallo. Degni di nota sono lo speciale elmetto con foderina e gli stivaletti alti da lancio, nonché l'immancabile pugnale. Privati anche del paracadute vero, i "ragazzi della Folgore" furono impiegati come normale fanteria dal luglio del '42 in avanti . La linea loro atlldata durante la battaglia di El Alamein fu abbandonata a causa del ripiegamento generale dell'armata italo-tedesca, nonostante le posizioni fossero ancora intatte, dopo aver respinto gli attacchi britannici, anche se ad un prezzo umano altissimo. * libro "Uniformi e distintivi dell'Esercii o Italiano nella 2" G.M." di A. Viotti, S.M.E., Ufficio Storico, 1988; * libro "/ paracadutisti italiani 1937 I 45" di G. Lundari & P. Compagni, E.M.I., 1989; * testimonianze dirette; *foto d'epoca; * libri e riviste specializzate.
Le unffòrmi mili/ari ilaliane nella campagna in A.S. 11el 19.f. l -.f.2
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A.S., 1942 - Regio Esercito 3° reggimento artiglieria celere. Artigliere. L'arti gli ere, in uniforme colonia le estiva pressoché regola me ntare, si appresta a ritirare e consumare il rancio. È volutamente rappresentato di giovane età in riferimento, non casual e, alla figura di Serg io Bresciani , la più giovane Medag li a d ' Oro al Y.M. all a memori a, nell a battaglia di El Alamein, artigliere del 3° Art. Celere, caduto il 4 settembre 1942 a 17 anni appena compiuti . Era g ià decorato della Medaglia d ' Argento al Y.M . e delle Croc i di Ferro di I" e 2" classe, ricev ute personalme nte da Rommel. Caratteristici degli artig lieri i gambali a stecca, la bandoliera per truppe montate e, fuori ordinanza, il fazzoletto g iall o. Più largamente diffu so fra tutte le truppe in A.S., l' uso del berretto a busta con visiera mod. 42 ed, ovviamente la gavetta e relativi accessori. * foto d 'epoca dell 'Ufficio Storico, S.M.E. , Roma; * Regolamento sull 'uniforme, circolari e f ogli d'ordine; * libro "Unifo rmi e distintivi dell 'Esercito /Jaliano nella 2" G.M." di A. Violli, S.M.E., Ufficio Storico, / 988; * testimonianze dirette; * ri viste specializzale.
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A.S., 1942 - Regio Esercito Corpo Automobilistico Militare. Sottotenente, 80° autoreparto misto. Il Sottotenente degli autieri , segue con attenzione il lavoro degli uomini del suo reparto intenti a riparare un mezzo in avaria. Avendo a che rare con i mezzi meccanici quotidianamente, per la guida, le riparazioni, i rifornimenti di carburante, la manutenzione ed il soccorso stradale, il personale del Corpo, cercava di preservare le proprie uniformi con tute dei vari modelli in assegnazione. TI nostro Ufficiale indossa, come gran parte del personale alle sue dipendenze, una tuta mod. 41, che però ha fatto confezionare a proprie spese, ed una bustina mod. 35 in tessuto di tela cachi e corredato del fregio per automobilisti adottato con circ. n. 233 del 1936. Cinge il cinturone tipo Sam Brown, al quale è agganciato il fodero della pistola Beretta mod. 34 alla quale è appeso, accuratamente arrotolato, il correggiolo di cuoio grigio-verde che, in azione, era normalmente portato a tracolla. * testimonianza dirella e foto d'epoca del signor Michelangelo Turo zzi di Sacile (Pordenone) * Regolamento sull'unifòrme, circolari e fogli d'ordine; * libro "Un!fòrmi e distinlivi dell'Esercito Italiano nella 2" G.M." di A. Viotti, S.M.E., Ufficio Storico, 1988;* libri e riviste specializzate.
Le uniformi militari italiane nella u 1111pagna in A.S. nel /941-42
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