STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO
Autori vari
STUDI STORICO-MILITARI
2003
ROMA 2005
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SOMMARIO
Antonio ROSATI
La Divisione corazzata "Centauro" sul fronte greco-jugoslavo 1940-1941
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Francesco ANORIANI
Anni italiane all'Ecuador
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Massimo IACOPI Carlo Alherto FEDERICI
Luigi Masi, medico guerriero, una figura dimenticata del Risorgimento italiano
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Oreste BOVIO
Giolitti e l'Esercito
11 I
Andrea UNGARI
Il pensiero aeronautico di Douhcl ne "Il Dovere"
127
Volontari di oggi e di ieri : il Volontarismo "goliardico" del 1848- 1849
137
Lineamenti sulla regolamentazione del matrimonio del personale militare dall'Unità d'Italia allo scoppio della 1· G.M. (1861-1914)
149
Da Brest a Riga: le missioni militari italiane in Russia e Polonia e la rivoluzione ucraina nei documenti dcli' AUSSME
175
Pier Vincenzo ROSIELLO
Flavio CARBONE
Manuela PELLEGRINO
Federica SAINI FASANOTTI Le inrcrmiere volontarie della Croce Rossa Italiana tra la t• e la 2• G.M. Elena BTGONGIART
L'Amministrazione Fiduciaria Italiana in Somalia (1950-1960) Il Corpo di Sicurezza per la Somalia, il ruolo delle FF.AA.
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Antonio Rosati LA DIVISIONE CORAZZATA "CENTAURO" SUL FRONTE GRECO-JUGOSLAVO 1940-41
La divisione corazzata "Ce ntauro" (131 °), formata il 20 aprile 1939 a Siena dalla T brigata corazzata, era dislocata già dall'ago sto 1940 nella zona Tepeleni - Kl ysura e prese parlc lìn dall'inizio dclk: oslilità alle operazioni di guerra contro la Grecia ne l settore Epiro e a quelle contro la Jugoslavia nel settore Scutarino.
Offensiva iniziale e successive operazioni di ripiegamento (28 ottobre-9 dicembre 1940) All'ini zio delle operazioni offensive in Epiro la Centauro era dislocata con una colo nn a principale in Valle Dhrinos al c omando de l general e Magli, comandante la di visione, che era così costituita: XX.li battaglione motociclisti (meno una compagnia) e XXIV battaglione autopo11ato de l 5° be rsaglie ri; 31° regg ime nto fanteri a ca1Tista su tre battag lioni; 13 1° reggimento arti glieria su due gruppi di due hatlc ric ciascuno; sci sezioni miLraglicrc pcsanli da 20mm; una compagnia n1jsta del genio. servizi. Un ' altra colonna secondaria in Valle Vojussa al comando del colonnello Solinas, comandante del 5° reggimento bersaglieri, così composta: XIV battaglione a utoportato del 5° bersaglieri , un a <.:ompagnia motociclisli, un hallaglionc carri, un gruppo artiglieria e due sezioni da 20mm del 13 1° a11ig lie ria, aliquote di serviz i più e lementi di rinforzo dati dal Corpo d ' Armata. La colonna di Val Vojussa era alle dipendenze opcrali vc del comando della di visio ne di fanteria "Fe rrara". Nella Val Ohrinos la di visione corazzata, in riserva di Corpo d' Armata, aveva il compito di tenersi stre ttamente collegata con la " Ferrara" per poter cnlrarc suhito in azione dopo l' invcsLimcnlo e l'occupazione del nodo di Kalibaki da parle della "Fe1nra" per proseguire su Negresez Janina. In Val Vojussa la colonna Solinas aveva il compito di eseguire dei colpi di mano per l'occupazione dei ponti della Vojussa e convergere da nord al nodo di Kalihaki per riunirsi alla divisione corazzala e proseguire su essa su Ncgrcscz - Janina.
Operazioni in Val Dhrinos Il 28 ottobre 1940 alle ore 06.30, le artiglierie del 131 °, prestate temporaneame nte in rinforw a quelle della " Ferrara" aprirono il fuoco. Le truppe greche, in ritirata verso il Kalamas, avevano effettuato molte inlerruLioni sull ' itine-
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A11lonio Ro.wlli
rario Borgo Tellini - Kalibaki.La "Ferrara" progrediva senza incontrare seria resistenza ed il 31 ottobre era a Doliana Il l O scaglione della Centauro, un battaglione carri L 3 ed un battaglione motociclisti, messo temporaneamente alle dipendenze della "Ferrara"era costretto a sostare al Kormos perché il ponte era stato fatto saltare. Il 31 ottobre la Centauro passò il Fitoki concentrandosi ad ovest della stretta di Kani Delvinaki, facendo rientrare lo scaglione già alle dipendenze della "Ferrara". Nel pomeriggio del 1° novembre la Centauro ricevette l'ordine di attacco per la mattina del 2, attacco che fu condotto su tre colonne sull'avversario dislocato a difesa della conca di Kalibaki. Vennero occupati, nonostante l'intensa reazione di artiglieria e delle armi automatiche del nemico, Kovroe, Gorizda e S.Nicola. L'avanzata, fu avversata oltre che dalla violenta reazione delle difese greche, anche dalle pessime condizioni del terreno della piana di Kalibaki, resa ancora più intransitabile per i mezzi motorizzati dalle continue piogge. Presidiate le posizioni conquistate, le forze italiane furono riunite fra il quadrivio di Doliana ed il lago di Zarovioa. Nei giorni 3 e 4 novembre l'attacco fu ripreso; i reparti carri e bersag1ieri motociclisti vennero a cozzare, al nodo di Kalibaki, contro un sistema difensivo che apparve formidabile. Pur essendo l'attacco condotto con risolutezza, esso venne arrestato dagli ostacoli passivi predisposti sulla rotabile e a cavallo di essa, come profondi fossati pieni di acqua, reticolati su più ordini, ostacoli anticarro su triplice ordine di putrelle che sbarravano materialmente la strada. Ancora nelle giornate del 5, 6, e 7 novembre la divisione fu lanciata all' attacco della rotabile di Kalibaki e nella piana fra Kormos e Kalamas, per rompere lo schieramento nemico e puntare su Negresez. Il Kalamas fu superato, furono attaccate le pendici della quota 790 e le alture di S.Atanasios raggiungendo di sorpresa le prime case dell'abitato da parte dei bersaglieri del XXIV battaglione, anche se poi le truppe vengono nuovamente fermate da altri ostacoli passivi. Due violenti contrattacchi sferrati dai Greci furono respinti. I reparti carri operanti in concorso dei bersaglieri furono fennati dagli acquitrini situati fra il Kormos ed il Kalama'\. ln questa fase operativa la divisione perse 40 uomini ed ebbe 188 feriti oltre a 14 carri ed a 25 motociclette messi fuori uso.
Sulla difensiva Dall'8 novembre, in dipendenza della sospensione generale dell ' offensiva sul fronte dell'Epiro, ebbe inizio la battaglia difensiva ed il successivo ripiegamento. I reparti della Centauro restarono io linea e passarono alle djpendenze operative della "Ferrara" alla quale fu affidato il settore difensivo. li 15 novembre la Centauro assunse il comando della difesa tra Doliana ed il Kormos, ricevendo in rinforzo il 2° reggimento bersaglieri (Il e IV battaglione). Nella notte tra il 16 ed il 17 si effetuò il ripiegamento generale sulla destra del Kormos. La Centauro fu dislocata fra la rotabile Delvioak.i - Kalibak.i e il
La divi.ù one ,:oruzzata "Centauro " sul fronle greco-jugoslavo 1940-41
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Fitoki, con linea di resistenza quota 702 est lago Zarovina - quota 640 - Krioncri - sella di Petra Kaidas - Menguli - Fitoki. Fra il 17 cd il 20 novcmhrc la di visione so ste nne viole nti e ripetuti attacch_i condotti da numerose forze nemic he, appoggiale da arti glieri e e mori.ai , che per le dire ttr ic i di Krioneri, per l'alto de l costo ne di quota 11 29 e per M enguli Kcrasomon, tendevano a raggiunge re la rotabile. I ,a spinta ne mica, alime ntata da nuove forze, in alcuni mo menti parve travolgere le fort.c iLali anc. L'eroica resistenza de i be rsaglieri de l 2° e del 5° reggime nto. il tempestivo intervento dei carri del 3 1° reggimento e l'azione ininterrotta ed e fficace de lle a11iglierie del 13 1° reggime nto val sero ad arrestare, sia pure a prezzo di gravi sacrifici, l ' attacco nemi co. Altri attacchi e contrattacchi si susseguirono per più giorni sull' alto dei costoni di quota l 129 e sulle sue pendic i si svolse una dura lotta. Tutte le forze di sponibili venne ro impiegate; si verificò qu alche fluttuaz ione sulla linea, il ne mi co in 4ualchc punto riuscì ad inlilLrarsi ma non riuscì a passare. Sull 'alto dei costoni d i quota 11 29 i difensori, dopo una strenua difesa, vennero anni entati . I Greci tentarono di sfondare le linee a valle ma il loro tentativo fu temporaneame nte stroncalo dalle arti glierie e dalle mi tragliatrici da 20mm del 13 1° artiglieria. Nella giornata del 20 novcmhrc tulle le artiglieri e di Corpo d'Arm ata ripiegarono su posizioni re trosta nti . T,a notte del 21, per il delinearsi della minaccia nemica sull a sinistra de llo schieramento dove comhaltcvano reparti de lla " Fe rrara", lo schiera mento de lla Centauro fu dislocato all'altezza del quadrivio di Kani Delvi naki. Al mattino il ne mico, con rinnovata violenza, tentò ancora invano di travolgere le difese italiane. In pari te mpo, a tergo delle posiz ioni di res iste nza, tra il km.55 ed il km. 56 della rotabile dove ne l rrattcmpo si era portato il comando di divisione, il nemico tentò un 'azione avvolgente. Dalle basse pendici nord di quota 597 inte nse raffi che di mitragliatric i battevano la rotabile. L'azione si estese lino al hivio di Arini sla di venlando sempre più incalzante. Due compagnie carri e due plotoni a ntic arro prontamente chiamali, fu rono scag lionati lun go la rotabile a fronteggiare con il proprio fuoco il ne mico. Fu ino ltre predi sposta la difosa vicina del coma ndo divisione; un re parto di fonna zione costituito da elementi de l geni o di visionale e di Corpo d 'Armala venne lanci a lo al contrattacco e raggiunse l'intento di a llontanare la pressione nemjca. Nel l,u-do pomeriggio il XX IV hauaglione bersaglieri e ffettuò un secondo contrattacco ed i Greci vennero allontanati da 4uota 597. A causa del cadere de lla sera l'azione venne interrotta. Alle 20.00 il comando di Corpo d ' Armala a utori zzò un lieve arretrame nto della di visione c he consenta un maggiore scaglio namento in profondi là e maggiore reazione a li' azione di aggiramento ne mica. lniz iò il movimento il 13 1° artiglieria preceduto e seguilo da reparti carri. Mentre i reparti sti lavano , fra le pendici nord - ovest di quota 597 e il bivio di Ari ni sta, si accese un a cruenta battagli a notturna. I Greci battevano con t iri incrociati la rotabil e dalle alture sovrastanti. I cannoni e le mitragliere del 13 1° artiglieri a spararono a zero; a11iglie ri e carri sti scattarono al contrattacco e verso l'alba il cerchio di fuoco fu spezzato, il passaggio sbloccato e la divisione potè proseguire il movime nto per assumere la mattin a del 22 lo schierame nto fra Zavroho - Arinista ed il Fitoki . li 23 la divisione era schierata sul rovescio de lle alture di Kakavia.
Antonio Ro.rnli
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Fra il I O e il 3 dicembre il nemico riprese l'attacco in forza contro le posizioni di Bularat - Zervat. Azioni di contrattacco e di artiglieria ristabilirono la situazione. Il 3 l'attacco riprese con rinnovato vigore in direzione Zervat Giorguzzati, manifestandosi decisamente verso la zona di Profeta Elia dove furono inviati reparti del 2° reggimento bersaglieri. Il nemico fu ancora arrestato e sui costoni di Zervat - S.Dimitro l'attacco è infranto dalle artiglierie del 131° ed in particolare daUe mitragliere da 20mm. Lungo il crinale forze nemiche per Monte Luria - Monodendri - Monte Murzine, travolsero le truppe italiane che presidiavano quelle posizioni (reparti granatieri e camicie nere). Profilandosi una minaccia sul rovescio dello schieramento divisionale, la Centauro concentrò le sue forze nelJa zona di Giorguzzati - Grapsi. O 4 dicembre l'attacco nemico riprese contro le posizioni del costone di Giorguzzuti accompagnato dal martellante tiro di artiglieria, ma i bersaglieri del 5° e del 2° reggimento, dopo strenua lotta. arrestarono l'avanzare del nemico. ln riconoscimento del valore dimostrato dai reparti della Centauro in 30 giorni di ininterrotta cd aspra lotta, cosl si esprimeva il generale Geloso, comandante dell' 11 • Armata in una lettera indirizzata al comandante della divisione:
"Caro Magli, ho seguito e seguo con affetto di Comandante che ha ben conosciuto i repar-
ti delln entauro quanto avete compiuto. Ve ne sono grato: il nemico deve prei.ent·ore le anni ai valorosi bersaglieri, carristi, artiglieri della "Centauro". Vi chiede rò ancora duri sacrifici: lo vuole i'ITALIA! Sono sicuro di tutti Voi! E mi auguro di condurVi alla VIITORIA finale. che con Rl mili soldati è sicura. Nell' abbraccio che ti mando comprendo tutti i tuoi valorosi. F.to Geloso (Ool comando 11 • Armata - 4/12/1940/XIX)" Nel In notte suJ 5 dicembre iniziò l 'ultima fase del ripiegamento che portò lo scbie1111 nto della Centauro sulle posizioni di Tepeleni. Sulla destra del Dhrioos era scbierulo, è01\ Còmpito di retroguardia il reggimento Iancieri "Aosta". Il 7 la divisione inizlb li movimento daJla linea di Argirocastro c si schierò sulle posizioni. di Paliocastro. L'8 I reparti bersaglieri del 2° reggimento furono avviati nella zona di Dragoti alle dipendenze del XXV Corpo d'Armata La divisione, sempre io funzione di re~ uordiu, iniziò lo stesso giorno 8 il movimento daJJe posizioni di Paliocastro a quelle di 1è lcni. ll 9 i reparti della Centauro, a protezione del ripiegamento della "Ferrara" tk:llu ''Modena", nonostante le difficoltà di 35 giorni di aspri combattimenti, effetlunrono i movimenti in perfetto ordine e per ultimi, dopo aver assolto i compiti a Joro '1oU, si portarono entro le linee predisposte sulle posizioni di Tepeleni, da dove poi furono ubito chiamati ad affrontare nuovi combattimenti.
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0f} ra.t)oni in Val Vojussa Alle ore 05.30 del 28 ottobre 1940 si iniziò l 'azione. Il ponte di Perati sul
(lJ'iUllluporos era in mani iLaliane per un riuscilo culpu di mano di un reparlo di
La dil'isione coraz::,ata "Cen/auro " sulfronie greco-jugoslavo 1940-41
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ca micie ne re. Da quella posizione un battag)jone di camic ie nere rinrorzato da un ploto ne di carri e da una compagnia motociclisti , superale le linee avanzate nemiche, proseguì verso sud per assicurare il possesso de l po nte di Mesoghefira (Vojussa). Ma il ponte era staio fatto saltare dai Greci in ripi egame nto. L'azione proseguì verso le a llure di Melisopetra per occupare il ponte di Huraza1ù. Entrambi gli o biettivi furono raggiunti ne llo stesso pomeriggio del 28. L'az ione proseguì verso Ostani za (Nord Hurazani) dove il ne mico aveva predisposto un robusto caposaldo. Malgrado la vivace resistenza avversaria, il 29 Oslanizza fu occupata. Uno scaglione avanzato costituito da l X 1V hatlaglionc bersag)jeri e dal Il battag lione camic ie nereal comando del lenente colonnello Mo rra puntò su Zaraplana - Ali wti per poi proseguire su Mavrovuni - Kalibaki . Vennero inoltre ini ziati i lavori per la costruz io ne di un ponte di barc he nelle adiacenze del ponte di Mcsoghefira. Nel pomeriggio del 29 tal e ponte venne ultimato, permettendo il passaggio de i mezzi motorizzati della colonna. Traghettaro no il fiume la 3" compagnia motociclisti cd un plotone di carri, con l'ordine di puntare s u Mavrovuni - Kalibaki . Lo scaglio ne Morra a sera ragg iunse il passo a quota 640 di Zaraplana. li plotone carri e la compagnia motoc iclisti furono impossibilitati a pro seguire a causa di una lunga e profonda interru zio ne stradale a mezza costa ne.Ile vici nanze di Zaraplana. Dun1nte la notte s11l 10 , l;i Vojussa in piena asportò il ponte di ba rche, impede ndo così all 'artig lieria e a mo lti autocarri il passaggio sull a ri va si ni stra del fiume. Lo scagli one d ' avanguardia incontrù forti resistenze ne mi che a sud di Alizoti. In seguito all'ordine del comando di Corpo d' An nata fu preso collegame nto con la colonna del colonnello Trizio comandante dell a "Ferrara" che agiva sulla destra. TI 3 1 lo scaglione d 'avang uardia riprese il movimento verso Ka libaki , incontrando un ' a ltra notevole interruzione stradale a ll ' altezza di Kani Kaldi - Dess. L' artiglieria greca batteva incessanteme nte i re parti in movime nto. Il comandante dell a colonna arrestò il movimento de llo scaglione perché no n era possibile procedere oltre senza l'inte rvento dell'artig lie ria. Il I O novembre, pattug li e di motociclisti spintesi fino verso il bivio di Kalibaki , segnalarono la rotabile forte mente baltuta dall'arti glieria nemica. TI 2 il XIV battaglio ne bersaglieri raggi unse le pendic i di quota 1201 , ma fu arrestato dall e artiglierie av versarie, invano controbattute da que lle italiane. Il Il battaglio ne camic ie nere raggiunse lo stesso giorno Kal ivia - Arziste. La notte sul 4 la 3° compagnia motoc iclisti , che il 3 aveva preso collegame nto con elementi mo tociclisti e carristi della colo nna Va l Dhrinos in zona Kalihaki, d 'ordin e de l Comando Superiore raggiunse d'urgenza Ko nica , dove si stava profilando una minaccia d' infiltrazione ne mi ca alle spalle dello schierame nto. Con l'accentuarsi de lla minaccia dall' alta Val Voj ussa e Voidomades ai ponti di Perati , anche il hatlaglione carri ed il gruppo artiglieria da 75/27 della colonna Solinas, rurono avviati d ' urgenza in zona Koni ca - Burazzani alle dipendenze de lla di visione di fa nte ria "Rari" pe r rallòrzare la difesa di Pe rati e proteggere le terga de ll o sc hieramento del XX V Corpo d ' Armata. In zona A li zoli restano con il colonnello Solinas il X IV hallaglio ne bersaglieri, una co mpagnia carri ed un g ruppo artig lieria di Corpo d'Armata assegnato dal co mando. Dal 7 al 14 novembre le for7.e dislocate in zona Alizoti -
IO
Ant1mio Rosati
Z 1rnplana, a lle quali si è aggiunto un hallag lione hersagli eri del 2° reggimento dato di rinforzo, contennero g li attacchi nenùc i. Jl colonnello Solina s assunse anche la difesa dell a testa di ponte di Perati. Compito delle truppe alle sue dipendenze di slocate parte in zona Alizoti e parte in zona Burazani - Pe rati, era que llo di protegge re il fia nco si1ùstro de llo schieramento del Corpo d' Amrnta , sventare possibili infiltrazioni provenie nti dal Voidomadcs e d all' alta Vojussa, sa ldatura naturale , attuala con clementi mobili, con la destra de llo schieramento più avanzato della " Bari" e con la sinis tra dello schie ramento de ll a "Ferrara" . Nel frattempo si accentuava la minaccia nemica c he per la va ll e del Voidomadcs tendeva a Rurazani - Perati. Il 15 i G rec i accen tu arono la loro press ione a nche ad est di A lizoti. Le for/.c de l colonne ll o Triz io e rano minacc iale d i accerc hiamento e ripiegarono s u Mavrovuni _ Il 16 il nemi co riprese l'attacco s ul fronte de l XV II battag lione bers ag lieri, i quali opposero un a te nace res iste nza. Al le 19.40 de llo stesso g iorno, in esecuzione deg li ordini ricevuti , fu e lle llua to il ripiegam ento s ulla linea 4uota 6 38 - quota 1027, quota 836 di Le111;1ri. La 111.11Lina de l 18 il nemico attaccò il costone di Lamari - hi vio Zaraplana e q11 nta 1027 dopo un ' inte ns a pre parazione di artig lieria e mortai; i Greci riuscirono a s fo ndare le pos izioni quota 1027 men tre una puntata di cavalle ria a l bi vio di Z arap lana fu resp inta. Il 19 si riaccese la hattagli a: i Greci, sempre con forze sowrc hi:1nti sferrò continui allacchi nel tentati vo d i scardinare la difesa italiana. Il g ruppo a11ig lierie aveva ormai esaurito le poche munizioni rimaste. Per rende re inc ni c ienti i pezzi furono asportati gli otturatori e artigli eri e ge ni eri s i unirono ai hersaglicri ne lla strenua difesa delle posiz ioni . Venne richiesto l'interve nto dd g ruppo da 75/27 dislocato a lla testa di ponte di Rurzani , ma il suo intervcnlo fu impossibile. La s ituazione divenne di ora in ora molto criti ca: a sinis tra un h;1llag li o nc del I O bersaglieri aveva ripiegato su posizioni retros tanti , s ul la des tra s i verificarono inlìltraz ioni nello schieramento de l 4 7° fanteria; la strada di Pe rat i fu inte rro tta. In questa situazio ne il comandante dell a colonna decise di puntare su Lakanokastro. La località sembrava sgombra e con evidente segno di passagg io d i reparti_ Si decise di proseguire per Vesa ne dove la colonna g iu nse. dopo lunga e faticosa marcia, la nollc sul 20 . In tale local ità i repa rti de ll a co lonna Solinas s i unirono a qu elli della " Ferrara" e lo s tesso giorno 20 s i combattè a Vi sanc contro soverc hianti forze g reche. Per ordi ne superiore, rnn le forze rimaste, alle quali si aggiunse un battag lione de l 48° fanteria, il XV II h allaglionc hersag lieri, si organi zzò uno sbarrame nto sulla linea Pontikatea - Ponte di Calli ri - carrareccia di Ca Itiri - quota 877. Fra il 22 cd il 27 novcmhre s i combatteva sulla nuova linea. TI I battaglione del 48° fanteria de lle segni di cedimento e alcu ne posi z ioni furono occupate dal nemico, m a un contrattacco sf"cJTa to da l XIV ballag lio ne hcrsaglie ri ristabilì la situazione. TI 27 alle truppe cli linea fu rono assegnati di rinforzo una compag nia del 4 2° fanteria e una compag nia de l 3° granati eri . li 28 le tru ppe agli o rdini di Solinas chhcro l' ordi ne di schie rars i su posiz ioni arretrate sul rovescio del costone che dal cippo 23 scendeva a ll a se lla di Redati. La com pagnia del 48° e la compagnia granatieri lasciarono la co lo1111a pe r torna re a lle dipenden ze dei propri battaglioni.
La divisione corazzata "Cenlaum " .rnl fm111e greco-Juioslavo 1940-4 /
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Il 3 dicembre, in seguito ad ordini avuti dal comando della "Fe rrara" il comando de l 5° bersaglieri , con la compagnia comando di reggimento ed il XIV battaglione si trasferirono per la mulattiera Episcopi - Libo hovo al bivio di Argirocastro dove il giorno 4 si riuni sce alla divisione Centauro. Le truppe della colonna Solinas rim aste a difesa de lla testa di po nte di Perati ritardarono per più giomi l'incalzante minaccia nemica, permettendo così il ripiegamento delle truppe schierate fra l'alta val Vojussa e Sarandaporos.
hl.se difensiva-contro_ffe nsiva ( IO dicemhre -27 ma rza 1941) I reparti della Centauro riuniti il 9 di cembre in zona Turano per un sollecito e necessario riordiname nto, specie per quanto riguardava i mezzi, furono subito c hiamat i ad agire ne i vari settori del fronte, per importanti necessità operative. li IO dice mbre il comando del 3 1° carrista con i battaglioni li e IV, il 11 gruppo del 13 1° artiglieria e la 4° compagnia motociclisti fu rono chiamati nella zona di f<jeri a disposizione de ll' 11" Armata alle cui dipende nze fin dal 7 dicembre era già la S3 compagnia motociclisti del 5° bersaglieri. Successivamente - le compagnie motocic listi cd i b<lttaglioni t".arri Il e TV - furono impiegali nel settore costiero - sul fronte del Corpo d ' Annata Speciale - dove contribuirono validamente a conte ne re la pressione nemica e a mantenere le posiz ioni di quel settore. Il Il gruppo del 13 1° artiglie ri a agì sul rrontc dell ' VIII Corpo d' Armata all e dipende nze de lla divisione di fante ria "Hari" in val Dresni zza - dove e ra schierato anc he il I gruppo del 13 1° già alle dipendenze de lla " Bari" lin dall ' inizio del ripiegamento in val Vojussa. li 13 dicembre il XIV e il XXIV batlaglione bersaglieri, con un total e di circa 300 uomini, per ordine del Comando di Corpo d ' Armata furono chi amati nel settore de lla " Modena" nella zona di Progonat (Kurvalcsh). Il 14 il comandante stesso de lla Centauro d ' ordine del Corpo d' Annata si portò a Progonat dove la situazio ne ne l settore della " Modena" e ra abbastanza critica, rie ntrando il giorno 15 successivo a Turano. li 16 una batte ria de l 13 1° ed una compagnia carri furono chia mate ad ag ire in zona Oragoti (Val Vojussa) alle dipe ndenze del 2° reggime nto bersaglie1i . Il 18 una batte,ia de l 131 ° fu chiamata a schi erarsi a ll ' imbocco di val Saliari. Il 19 il comandante della Ce ntauro si recò a lkncc dove, pe r la perdila di Progonat e di alcuni capisaldi, la situazione app:u-iva incerta. Ne i giorni segue nti il nemi co, inliltralosi sui costoni di quota 927 e Mo nastero di Bence, dopo aver occupato il caposaldo di Mali Palcies, intcrccllò col tiro di mitragliatrici il traffico sull a mulattie ra che da ponte Bcnce portava allo schieramento della " Modena" . La mattina del 25 il comandante de lla Centauro si po1tò a Lekdusha_j per assumere il comando de l settore "Mode na", dove la cadut a di alcuni caposaldi aveva reso c ritica la situazione. Restò sul posto oltre un mese e rientrò al comando al proprio comando dopo che la situazione ne lla zona del Kurvalesh fu rist.ahilita Il 29 dicembre la situazione di Bcnce divenne ormai insostenibile, visto che il nemico aveva occupato k prime case de ll' abitato in fondo valle. Reparti bcrsa-
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Antonio Ro.wai
g lie ri de l 5°, costituiti in gran parte da cle menti de l battaglione comple me nti. furon o ripetutamente lanciati al contrattacco, lungo le pendic i che dominavano da est e da sud - est l'abitato di l:knce. In zona Turano con tutti gli elementi ancora disponibili fu predisposta la difesa a cavall o della rotabile di Tc pe leni e m ul attiera di val Be nce . Lo stesso 29 il colonne llo <ìig lio li, coma ndante interinale dell a Centauro, pe r o rdine del Corpo d'Armata assunse il comando de l sellorc Bcnce il c ui presidio fu rinforzato con ele menti de l 5° e del 2° bersaglieri e da arti glie ri de l 131° reggimento . Si combattè da quel giorno fino al 5 genna io ininLcJTolla mente, g iorno in cui , con l'occupa7.io ne d i Ma li Palcics, la minaccia nemica ru stroncata e la situazione ristabilita. Il XIV e il XX IV ballaglione be rsaglieri già in zona Lekdushaj , scesi al ponte Bence il 4 gennaio 194 1, ricevettero ordine il 5 di portarsi a M ali Palcies a disposizione d el colonne llo Gi glioli. L' 11 genna io per o rdine de l Corpo d ' Armata i due battaglio ni. a l coma ndo del tenente colonne llo Dambra, passarono alle dipendenze de lla " Ferrara". In questo periodo tutti g li auto mezzi della Centa uro fu rono mess i a dis posiz io ne ciel comando dell' A rmata e de l Co rpo d ' Armata per es igenze di autotrasporto d i truppe da Valona. Da l 25 al 30 gennaio il 3 1° regg imento carri sta, con i battag lioni carri I e Il cd un battag lione carri "M", partecipù all ' attacco sferrato dal XXV Corpo d' Annata in val Vojussa contro le posiz ioni di Klysura. Re pa,ti carri raggiunsero arditamente l'abitato di Klys ura, costrclli poi a ri to rnare s ull a pos iz ione di pa,tenza perché, dopo qualche successo ini ziale. contratt acchi ne mic i che occupavano pos i;,.ioni dominanti , obbligarono le fante ri e allaccanti a ri piegare con g ravi pe rd ite. 5 carri M 13/40 furono colpiti e 3 rimasero immobilizzati oltre le linee. Il 4 fe bbraio. ris tabilita la sitt1azione nel settore " Mode na" in zona Kurvalesh e que lla del sett ore " Fe rrara·· in zona Rence, la Centa uro si trasferì in zona Dukasi per il riordino. passando alle dircllc ùipende nze de l coma ndo de ll ' I 1• Armata. In Lalc circostanza, il comandante de l XXV Corpo d"Armata general e Rossi. indirizzù il seguente o rdine del gio rn o all e truppe de ll a Centauro: " l)o po I00 gio rni di dura lo tta ne i quali non è ma i venuta meno la fede de ll a " VITT ORIA", la di visione "Centauro" lascia q uesto XXV C. A. 13 E RSA(ìLI E RI - CARRISTI - ARTI G LIE RI - (ìENI ERI D ELLA CENTAURO! Se a Ro rgo Te llini - s ul Fitoki - s ul Kala mas cd a Kalibaki avete fallo vedere il Vo stro slancio ed il Vostro s pirito offensivo ne lla lolla vitt ori osa pe r la libe razio ne de lla Ciamuria, a Kani Dc lvinaki - a Kakavia ne lla piana di Gio rguzzati cd a De rviscia ni, avete messo in c hiara evidenza la fo rza de ll a Vostra volontà, no nc hé la ferrea e fenna ten acia ne lrostacola re et! arrestare il cammino di un avversario imbaldanzito da un te mporaneo s uccesso. Q ueste g iornale e queste tappe compiute siano da tutti Vo i ri cordate con g iusta fierezza. l Vostri meriti , il Vostro lavoro cd il Vostro erois r110 sono s tati da tutti pie na mente riconosciuti. Raccogli endo Vi pe r rio rdi narvi ed apprcsLarVi a nuov i c imenti. Vi accorgere te c he non pochi saranno i compagni che manc he ranno dalle Vostre fil e. Essi so no perù tuui fra Vo i = PRESENTI =
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cora:alla "CenJau,n " sul.fì,mle greco-jugoslavo / 940-41
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Ed a lla loro memoria ed al loro sacrificio va il pcnsicro riconosccntc e devoto di tutti i g regari de l XXV C.A. RERSJ\GLIERI -CJ\RRISTI -J\RTIGUERTEGENIERI DELLA CENTAURO! JI Vostro comandante Vi saluta con animo g rato e riconoscente, con l'aug urio di presto ri averVi per ragg iungere con Voi la mela de finitiva: La VITTORIA - 4 febbraio 1941 - XIX F/10 Generale comandante Carlo Rossi O
In zona Dukas i, tra i I 5 febbraio e i I I marzo 194 I , rientrarono lutti gli c le menti de ll a Centauro che operarono con altre Grandi Unità nei vari settori . JI 23 assunse il comando della divisione il gene rale Pi zwlalo in sostituzione del gene rale Mag li c hiamato ad altro incarico. il 26 febbraio, in vista di prossi me operazioni , il Comando Superiore FF.AA . Albania ordi nò la costituzione di un raggruppamento così composto: I O reggimento bersaglie ri - XX II battag lione mo tociclisti del 5° bersaglicri - 3 1° reggimen lo fanteria carrista - reggimento di cavalle ria di formazione su du e gruppi di squadronj (un gruppo delle "Guide" - uno squ ad rone de ll '"J\osta" - uno squ adro ne de l " Milano") - una squadra rnitrag l ie ri - 11 1° reggime nto arti glieria - 13 1" compagnia mista genio - serv iz i. Il tJ m;i rzo il raggruppamento cele re Centauro si schierò in posizione di altesa ne lla zona di Mali Z itomit e Ma li Perpanit e I' 11 si riunì ne lla zona di Giava, co me ri ser va d' Armala. per un poss ibile sfrutlamcnlo del s uccesso dell'azione offensiva iniziala nella stessa g iornata dal I V e dall"VHJ Corpo d'Armala su l fronte di Trebesc ines - quota 73 1 Monastero - Bubesi. La battag lia iniz iata il 9 durò lino a l 15 scnza ave r raggiunto gli scopi desiderati : ditticoltìi del terre no, condi zio ni clinialiche a vverse, rappresentarono clement i sfavorevol i per il conseguime nto de l successo. Ma se mancò il s uccesso iniziale, il risultalo della baltag li a non ru del lllllo steri le: i Grec i s ubirono rilevanti perdite ed un grave logorio che de te rminò in seguito il crollo di ogni ulteriore possibilità offensiva. Il 19 marzo - per ord ine dell ' VIII Corpo d ' Armata - venne e ffettuato un colpo di mano s u quota 73 1 di Monastero. A questa a zione pa rtecipa rono un plotone di carri M 11/40 c d una compag nia carrisli appiedala, in uni one a re parti della divisio ne di fa nteria ·'Sie na". Tutti g li ele me nti del 3 1° carris ta si offrirono volonLari per l' a7.ione. Riuscit a in pie no la sorpresa, i carri sti appiedati , in stre tta cooperaz ione con i carri , raggiunsero di slancio la quot a 73 1 di Monastero dopo un nutrito lanc io di bombe a mano e. sebbene latti segno a in tenso fuoco di mitragliatric i, mortai ed a11iglieria, carri e fanteria si mante nnero per c irca un'ora sulla posi zione. Il s uccesso ollenuto non fu pro ntame nte sfruttato dai reparti di fa nteria e, esaurite le muniz ioni . le truppe dovette ro ritirarsi s ulle posiz ioni di partenza.
Opera: ioni mllfm la Jugoslavia - Difesa di Scutari e successiva offensiva in Monten egro e Dalmazia
Ira
Il 28 marzo 194 1 la divisione Centa uro ebbe !"ordine di riunirsi nella zona Durazzo e Tirana ed il 3 1 dello stesso mese dovette trasferirsi a Sc utari in
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vista delle ostilità sul fronte Ju goslavo. A Scutari il comandante della Centauro assunse il comando della piazza e impartì g li ordini relativi all'organizzazione de lla di fesa. Il 6 apri le ebbero inizio le ostilità contro la Jugoslavia. La divisione aveva alle sue dipe nde nze le seguenti unità di rinforzo: - Reggimento cavalleggeri "Guide", in sostituzione del reggimento cavalleria di forma zione - Il battaglione Guardia Alla Frontie ra - 11 ° battaglione Carabinieri R egi - I " Legione camic ie nere albanese d ' assalto - e successivamente : 23" Legione camicie nere - T battaglio ne del 7 1° fanteria - 11 hatlaglionc del 72° fanteria - I hatlaglionc del 93° fanteria - gruppo camicie nere di Scutari - IV battaglione Carabinieri Reg i - 12° g ruppo artiglie ria da 75/27 - 3• compag nia mitraglie ri contraerei - Il g ruppo artiglieria da I05/28 - 5" compagnia g uastatori del gen io - sezione motoved ette. Il compito della divisione era quell o di difendere ad oltranza Ja città di Scutari. La divi sione era a lle dipe nde nze del XV li Corpo d 'A rmata. Venne scelta come posiz ione di resistenza la linea del Proni Ranush. Tra le posizioni di resistenza ed il confine furono organizzate a caposaldo le posizioni elci Ma lsit, presidiale dalla Uuardia Alla Frontie ra da reparti del 1° bersaglieri, con lo scopo di logorare il ne mico e ritardarne l'avanzata. L' 8 a prile l' avversario attaccò in forze travolgendo il posto avanzalo di guardia di finan za di Ilani Hotit. Contemporaneamente un re parto di c irca 50 uo mini, sbarcato nella notte ne lla zona de l lago, a sud del Malsit, fu catturato con le arm i da un a palluglia itali ana. Nel pomeriggio il ne mico riprese l'allacco in l'orza in direzione del MaJsit; gli clementi avanzati italiani ripieg arono combattendo s ulla linea di arresto predisposta s ulle pendici a nord de l Malsit, dove l' avversario fu fermalo. Nell' inte nto di aggirare le posizioni itali ane di arresto, il nemico lenir> più volte di sbarcare truppe e nella nollc riusci ad occupare la quota 120 a sud del Malsit, mentre accentuò la pressione fro ntale. Nelle prime ore del 9 il T battaglione Guardia Alla Frontiera fu costretto ad abbandonare il Malsil e a ripiegare sulla linea quo1 a 64 - quota 254 del Mokselil. Venne invialo in 1inforzo il VII battag lione bersaglieri con l'ordine di contrattaccare per riprendere le posizioni pe rdute. Frattanto l'avversario estese l' attacco a sud - ovest del Malsit per aggirare lo schi eramento itali ano avanzato, con Lentate infillrazion i prontamente ricacciale. Il conlrallacco, ini zialo a lle prime ore de l pomeriggio, portò alla riconqui sta di tulle le posizioni perdute, fino alle pendic i de l Malsit.11 IO l'avversario intensificò lo sforzo contro gli ele menti ava nzati itali ani c he a sera, dopo una strenua resistenza e dopo aver assolto hrill antcmenle il compito di ritardare il nemico inlliggendogli forti perdile, ripiegarono combattendo sulla linea di res istenza. A nord di tale linea repa,ti de l 3 1° carri sta effetn,arono di giorno e di notte audaci puntate offensive che inflissero a l nemico gravissime perdile e lo costrinsero a desistere da un attacco a fondo alle posizioni del Proni Ilanush. Per queste azioni condotte dal 3 1° carrista, il regg imento venne c itato nel bollettino del Quartier Generale de lle Forze Armate. Frattanto la Centauro estese la sua destra fino alle pendici di Monte Kunkullit, schierando sull e posizioni di Kodra Luges il reggimento cavall eria " Uuide"" e la 23" Legione carnicie nere. TI giorno 11 gli
La divisione corazza/li "C'en/aum" sul.fronte greco-jugoslavo / 940-4 /
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Jugoslavi te ntarono di scardin are la destra dello sch ieramento italiano per aggi rare la d ifesa del Proni Banush, allaccando acca nita mente con truppe scelte, largame nte appoggiale da artiglierie e mortai. Lo stesso giorno reparti carri sti piombarono a tergo dello sc hie ramento jugos lavo tra P roni Banush e Proni i Thai, inni ggendo gravi perdite e callurando oltre 500 prig ionieri. Dopo una lotta durata fino al 15, il nemico desistette dai suoi di sperati quanto infrulluosi attacchi ed alle 14.00 il generale Pe trovic comandante la divisione "Ze ta" si present<> al generale Pizzolato comandante la Centa uro per trattare le condi zioni di armistizio. La richiesta non venne a<:ceuata, in attesa di istruzioni, e la Centauro lo stesso giorno passi) al contrattacco. Ne lla notte sul 16 i hattaglioni carri attaccarono le posizioni del Proni i That dove il ne mico aveva schierato numerose armi antican-o, e, malgrado la violenta reazione d i fuoco che colpì diversi carri, la linea venne forzata. Alle ore 09.00 del 16 i re part i ava nzati ita liani varcarono il confine travolgendo le retroguardie jugoslave. I ,o stesso g iorno, alle ore 13.30, il generale Popovic, c he aveva chiesto cd ollenuto in seguito una tregua di 4 ore in allesa d i istruzioni , dichiarù di aver ricevuto ordine di cedere le armi e lasciò , con gli o no ri militari , lo sharrarnento di Bozaj. Alle 19.00 le avanguardie italiane erano a Danilovgrad e il 17 a lle 13.00 la C:c ntaurn e ntrò a R agusa, precede ndo le truppe de lla 2• Annata provenie nti da nord. Vi nta la .Iugoslavia - rimaneva ancora in piedi la Grecia. La Centauro ripartì il 2 1 aprile per l' Al bania pe r concentrarsi nella zona di Tepeleni. La marcia verso sud si svolse celem1c ntc ma la campagna s i concluse, grazie soprallullo all'intervento tedesco, prima che la divisione corazzata potesse di nuovo e ntrare in battaglia. Il 23 sopraggiunse l'armisti zio chiesto dalla Grecia sconfitta e la Centa uro il 25 era raggruppata nell a zona di Argirocastro, alle dipe ndcn,r,c dcli' I I• Armata.
I,e perdite della divisione Le perdite suhitc dai soli repa11i della Centauro nella guen-a sul fronte greco e su quello j ugoslavo - su una forza media totale di 4 .500 uomini , compresi i servizi, ammo ntano a 1360 uomini così suddi visi: Sul fronte greco: - morti 29 1 di cui 28 ufficiali - fe riti 954 di cui 72 ufficiali - dispersi 46 di cui 3 ufficiali Sul fronte jugoslavo: - morii 25 di c ui 5 ufficiali - feriti 44 di cui 25 ulficiali
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BIBLTOGRAHA
Archivio USSME - Fondo N. 1- 1 I " Oiari Storici Seconda Guerra Mondiale" Il.2245 Montanari M. - "La campagna di Grecia", USSME, Roma 1980 Loi S. - "Le ope razionj delle unilà italiane in Jugoslavia 1941 -43", USSME, Roma 1978 Roatta M. - "Otto milioni di haione tte", Arnoldo Mond ado ri Editore, 1946 Visconti Prasca S. - "Io ho aggredito la Grecia", Ri zzoli Editore, 1947 Papagos A. - "La Grecia in guerra", Garzanli , 1950 Panclla R. - " Il ponte di KJisu ra", Mursia, 1975 Campini O. - "Nei giardini del di avolo'', Longanesi, 1%9 Redeschi G. - " Fronte greco - albanese: c'ero anch ' io", Mursia, 1977
/.,(/ divisione romzza/a "Centauro" sul.fronte greco-jugosla vo /940-4/
Trupp e in marcia
Artiglieria in azione
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A11wnio Rosati
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I
Francesco Andriani ARMT ITALIANE ALL'ECUADOR
Il 4 diccmhre del 1936 venne stipu lata una convenzione di carattere economico-militare con la 4ualc l'Italia si impegnava a fornire all' Ecuador armame nti a prezzi e condi zioni agevo lale pe r un totale annuo di venti milioni di lire del l'epoca I. Le operazioni di compravendita dovevano essere gestùe direttamente per parte italiana da una missione militare di sta nza a Quito che aveva, come si vedrà più avanti, il compilo di aiutare g li Ecuadoriani ne llo studio di un piano di riorganizzazione de l proprio apparato militare e infrastrutturale. Tuuo ciò rientrava in un piano ben preciso che aveva ini ziato a prender forma nel 1933 con la salila al potere di Velasco Ibarra. Questi , a capo di un regime riformatore, autoritario e populista aveva cercalo in quegli anni di dare una identità di stato forte e accentrato all'Ecuador puntando molto s ulla crescita militare e la difesa de i confini , anche per il fatto c he i rappo11i con gli Stati vicini erano pessimi, tanto c he, difalli, sarebbero sfociati nell a sanguinosa g uerra contro il Perù del 1941. Quando nel 1935 alla Società delle Nazioni vennero proposte le sam:ioni contro I' ILa lia per l'attacco a ll'Etiopia, l 'Ecuado r votò contro; e ciò fece in modo che il reg ime fascista ini l iassc la hrcvc ma significativa collaborazione militare di cui si è a ppena fatto cenno.
La no.~tra missione Nel d icembre 1936 vennero inviati a Quito i primi uomini che dovevano prendere possesso dei locali assegnati alla mi ssio ne itali ana che, dopo pochi mesi, sare bbe stata al completo. L' organi gramma prcvcdevu la presenza di : a) Rq_~io Escn:i to: I General e cli Brigata, 2 Maggiori, 2 Tenenti e 2 Sergenti Maggio ri ; b) Regia Marina: I Capitano di !'regata; c) Regi.i Aeronautica: I Tene nte Colonnello Pilota, 2 Marcsciulli Motoristi, Maresciallo Armiere. Lu missione aveva un mandato di durata annuale, che veniva ri confermato da l Mini stro della Guerra verso la fine de ll ' anno per l' anno s uccessivo. Il governo dell'Ecuador si impegnava u pugare al personale de ll a nostra missionc2: 1 Si può considerare il valore di una lira del 1936 praticamente pari a I Euro del 2002. 2 Come risulta da contratto N° I del dicemhre 19:16 tìnnato dal Ministro della Difesa
Nazionale del!' Ecuador, in Archi vio Urli cio Storico Stato Maggiore Esercito (d'ora in poi J\.USSME) fondo "Notiziari Stati Esteri - Bollettini 2• G.M. - SIM'' 11 -3, Ministero della Guerra - Gabinetto del Ministro.
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Fmnn!sco Andriani
• Stipendio per tutta la s ua pe rmanenza in Ewador - ne i doc umenti italiani de ll 'epoca: Eq uatore - e per il te mpo di viaggio di ritorno da Salinas a Genova, su piroscafo ital ia no ; Lo stipcndi o 3 mensile corrisposto ai mc mhri de lla missio ne era fi ssato in hase al grado qualunque fosse il ruolo svolto all'inte rno della stessa, così s uddivisi: o Colo nne llo: 2000 li re al mese o Te n. Colonnell o: 1900 lire al mese o Capitano: 1250 lire a l mese o Tenente: I I 00 Ii re al mese • Spese per il viaggio ui ritorno; • Inde nnità di tra sferta , a ll ' inte rno de ll a Re pubblica, nel caso di v1agg1 di servizio.
I no stri mi litari si impegnavano però a partec ipare. attraverso un contratto che pot remmo de finire di libera docenza, alla rormazionc deg li uffi cial i del l' esercito ecuadoria no, presso il Collegio Militare di Quito. Pe r c hiarire a ncora di più il ruo lo c he i componenti de ll a nostra mi ss ione do vevano avere presso lo stato maggiore de ll 'esercito ec uadoriano, si 1iporta qui cli seguilo il conte nuto di 4 1111:i mi ss iva del 16 ottobre de l 1939, redaila dal Capo Miss io ne dimissionario Negroni , lasciata come prome moria a chi gl i sarebbe succed uto. Missione dell'esercito e azione del capo missirme: " La Missione del R. F,sercito è s ia/a qui c hiamata nel 1936 per la organizzazione dell'esercito, partir.olarmente nella parie relativa al Comando: qui xiunta però si comprese subito che il .fine d ella chiamala era un altm: quello di appoggiare persona/m en/e il Mini.1·1ro della Guerra che nell 'wnhito militare era considerato come uomo di scarsa cultura professionale e perlllnto combattuto; le sue decisioni sempre esposte a criticll, la sua autorità sempre disc ussa. Il capo missione divenne di fatto consulen.te del Ministro (Cen. Enriquez). l'autorità di questi si risollevà, poù:hé o,r:ni sua decisione portava l'avallo del Capo Missiont . F, nessuno osava disclllerla. Il Capo Missione era consultato, e interveniva d iretlamente, in qualsiasi ramo del 'attività 1-ninisleriale: promozioni, tra.~ferirnenli, .falli disciplinari importanti, bilancio, direllive e studi d i ogni gene re, impiego di alti ujjìciali in carir.he politiche"5. Anche se profondamente a utoincensante (vale la pena ricordare che Neg ron i, quando parla di " Il Capo Missio ne" intende sempre se stesso, visto che ru il primo e fu sollevato dall' incarico all a fine 1939) la lettera spiega quanto fondamentale rosse per g li ecuado rian i la presenza itali ana no n solo dal punto di vista econo mico. 3 Lette ra Prol. N° 140 del 4 g iug no 11)38 dal Mini stro della Difesa Nazionale dell' Ecuador, in AUSSME, fo ndo E- 11, carl. R- 118. busta 8-1. 4 Lettera f'rot. N" 413 del 16 O llobre 1939 da l Colonne llo Negroni al Regio Mini stro d ' Italia. in AlJSSM E, E- 11 , cart. R - 119, busta R-2. 'i Lcllcra Prol. N° 4 IJ c ii. , prima pagina.
Anni italiarw all'F:iwulor
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Il comm.e rcio militare La vendila di arm i da pa11e dell ' llalia all ' Ecuador no n ri entrava nei canoni de lla normale compravcndit.i di qu este da parte di due paes i uniti da buoni rapporti economici . L'apporto che l' Ita li a cercò di forn ire a l Paese sudame ric ano a ndava be n o ltre qua lsiasi tipo di accordo fin allora stipulalo in campo economico-militare. lnfaui non solo, come s pesso accadeva, il paese venditore accettava, al posto del pagamento in mone ta, merci di scambi o (in questo caso cacao, petrolio, manganese e tagua6) ma in qu esto caso il <ioverno italiano com prava a prezzi correnti di mercato le armi dalle ditte italiane pagandole subito e le ri vendeva al!' Ecu.idor a prezzi ribassati e paga menti d il azionati nel tempo. Inoltre si impeg nava forma lme nte ad acquislare 7 dalle aziende estra tti ve locai i una quantità d i petrolio da raffin are in Ita lia per un valore totale di 126.000 do ll ari a nnui . Le pri me ordinazioni di materiale vennero falle g ià a metà del 19368 , quindi fuori convenz ione, e consis terono in I 0.000 bombe a mano O.T.O. dal prezzo complessivo di 68.500 lire, 50 mitrag li atrici Schwarzlose con accessori e 1.000.000 di cartucce per l'importo compless ivo d i 850.000 lire. I 00 fuc ili mitrag liatori tipo I·'iat o Dreda '29 con accessori e 2.000.000 di cartucce pe r una s pesa pari a 1.30().(l(Xl lire, IO batterie di obici Ansaldo da I05 equipaggiate co n 80.000 colpi. dal costo compl ess ivo di 2.969.600 lire e, infine, 4 batte rie per dil'c sa cos tiera di cannoni da 75/27 mod. 906 comp le te di 8.000 colpi da 75 per una spesa totale di 1.720.000 lire . Proprio quest' ultima ordin az.io ne è un esempio lampante di come il Governo italiano, a ttraverso il Minis te ro de ll a Guerra, avesse intrapreso una politica di forte sostegno all 'Ecuador accollandosi, in parte, l'one re de lla s ua ricostru zione militare ; bas ti pe nsare che g li stess i canno ni veni va no acqui stati da parte de l Regio Eserc ito a 1.860.000 lire l' uno dall ' Ansaldo e veni va no rivenduti ollre oceano a 250.000 li re l' uno. Questo vuo l di re che l' Italia prati cava uno sconto di 1.600.000 a pcz7.o, perdendo cioè 1' 87 % del valo re mo ne tario dell 'oggetto in ques tione. J\ Ile fornitu re del I936 devono essere aggiunti anche 8 aerei da ricogni zione Ilreda R0/37, comple ti di rad io, armame nto e moto re P.IX R.C.40, per un costo a pprossimati vo di 3.360.000 lire, e un grosso qua ntitativo di e lmetti e materi ale di collegamento radio telegrafi co e telefonico campale c he, per fac ilità di tratta1,ione, si ria ssume nella tabe lla sottostante9. 6 La noce rii tagu<1 si trova aJJ' interno del f'rutto di una palma, la l'hytelephas 111,1crocarpa, le cui fog lie vengono utili7.zate dagli indios per ricoprire i tetti 1 Co11ve11:io11e Ira /' /1alia ~ /'F,cuador cirrn il reperimento e il saldo di materiale militare vario. 1938, in AUSSME, E- 1 I , cari. R- 118. busta 13-8. 8 Prot. N" 32753 del 14 maggio 193 6 dal Ministero della Guerra al Ministero degli Affari esteri, in AUSSME. fondo 11-3, cari. I O, busta 2. 9 Le fon ti di questa tabell a sono i documenti conte nuti in AUSSME. H- 3, cari. IO, h11st,12.
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Francesco i\ndriani
Descrizione
Costo complessivo
Materiale di collegamento per 4 comandi di Brigata mista 32 sta:1,ioni R.F.3.A. 4 stazioni R.4,A 4 stazioni R.A .2. 4 stazioni R.1.2. 4 sezioni di parco telefoni co someggiato 32 apparati telegrafici "Piani" da 80 o I00mm. con generatore e materiali di ricamhio
f
850.000
f
400.000
f
520.000
f
300.000
7.650 elmetti metallici ultimo tipo completi
f
343.000
Totale
f 2.413.000
Materiali di collegamento per due comandi di Divisione Equatoriana 6 stazioni R.FO.C.15 W. camellabil i, con generatore 6 stazioni R.F.3.A. con generatore 2 sezioni di parco telefoni co someggiato '2 posti R.A.2. 2 posti R.1.2.
Materiali di collegamento per 12 comandi di battaglione di fanteria e p er 4X compagnie di fanteria 48 stazioni R.F2 12 posti R.A. I 12 centralini a 4-6 lince 48 telefoni da fanteria 24 telefoni da guardafili 96 stazion i R.F. I 132 apparati oltici per fanteria da 45mm.
Materiale di collegamento per 4 comandi gruppo cavalleria e 8 squadroni 12 stazioni R.F.3 .A. 16 stazioni R.F.2 24 apparati telegrafici elettrici "Pianj'' da 80 o 100mm. con generatore e materiali di ricambio 4 postj R.A.2
Armi iw lim w all'fìc:tuulor
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Quindi già alla fine del 1936, dunque prima dell ' accordo, I' llalia, aveva venduto all ' Ecuador armi e materiali pe r una cifra vicina a 12 .700.000 lire alle condizioni che ahhi amo accennato. Coll' ini zio de l 1937 e l'entrata in vigore dell'accordo stipulalo l'anno prima, la situazione camhiù radicalmente. La nostra miss ione instaurò con le autorità locali un rapporto de l tutto particolare, fondalo sulla stim a e la disponibilità reciproca e sfociato, ne l febbraio di quello stesso anno, ne lla richiesta congiunta da parte del Min istero de lla Oifesa Nazionale dell'Ecuador (nella persona del ministro Gaio Plaza Lasso) e del nostro Ministe ro de lla Guerra di intraprende re, da parte del Colonnello Negroni, capo della Missione, uno studio sulla situazione logistico-militare dell'Ecuador, cercando di dare dei suggerimenti per la riorgani zzazione completa del Paese dal punto di vista mi litare. Tutto ciò serviva all'Italia per capire quanto fosse servito lo sforzo soste nuto fino a que l mome nto pe r riorganizzare le Forze Armate Ecuadoriane, quanto restasse da fare e come e dove si dovesse agire per ottenere il migliore risultato, razionalizzando la continua domanda di armi da parte del paese sudamericano e indirizzandola verso degli acqu isti po nderati.
/ ,a rr/azione Neg roni 10 Scriveva dunque il colonnello Negroni ne ll' invernata I 936-37, dopo aver ispezionato il Paese in lungo e in largo : " Con la presente relazione non intendo d i presentare una mrmngrafia del te rreno pe rco rso: ben diverso era lo scopo.fissato al viaggio di ricognizione, e precisamente quello di dare alla missione la possibilità di conoscere, nelle sue carni/eristiche militari, la w na di frontiera e l'organizzazione militare della repubblica, perché potesse improntare il suo lavoro alle reali r.nndizioni del paese In questa relazione, perlanlo, mi limi/o a esporre nella prima parte, Le conclusioni che si riferiscono al te rreno, mentre nella seconda parte analizw più de1tagliatamen1e la organizzazione e la preparazione militare in generale, quale mi è apparsa. Desidero prernelfere subito che sa rebbe presunzione imperdonabile La mia se osassi credere che le considerazioni che qui di seguito f accio, rispondano tutte alla realtà. È troppo breve il tempo di mia pennanenza in questa Repubblica perché io possa aver abbraccialo e assimila to tutto il complesso delle sue multiformi aflività. Quando si pensa dw la o rganizzazione militare di uno stato è la sintesi di tulle le sue attività civili, economiche, culturali, demografiche etc. , risulterà chiara e ovvia questa mia prem essa. Ben so dunque che questa mia esposizione contiene lacune e inesaltezze; /utlll via, mi appresto a questo lavoro di nella convinzione che il tempo ha un gran valo re e che un lavoro tempestivo, anche se impe1jètto, p etjezionahile nel corso della sua applicazione, è pref eribile ad un ' opera per:fellll che giunga in rilardo. IO L'o riginale si trova in AUSSME, H-3 Cari. IO busta 3.
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Francesco i\ndriani
Prima Parte
Ricognizione del terreno Sono state esaminate le se~uenti zune: a) la costiera dal golfo di Guayaquil, compreso, al confine di fatto con il Perù. b) la meridionale, che comprende il confine con il Perù, lungo il /~io Macarà e) quella dell'alto Juhones d) quella del Rio Paute Le prfrne tre w n.e sono ej}ellivamente opemtive, la prima interessa la difesa conlro invasioni dalla patte del mare; la seconda e la terza la d(fesa contro invasioni terrestri da parte di unità provenienti dal sud; queste ultime sono altresì La hase di partenza di un eventuale azione offensiva di truppe ecuadoriane o ltre il confine; la quarta, quella di Rio Pllute, è interna rispetto al cur{fìne e tiene funzione di retrovia, di ha,w: lo~istica, e anche fimzione fallica importante come zrma di manovra difensiva-controffensiva arretratll. L'arr:ipela,:o costiero è riconosciuto i11 aereo. Come sintesi della zona e.1·r1minnfn nggiunr,o: Zona cm'/iera: piana, offre limi/lite possihilità di vita e di movimento: al 11ord, tra il R. Yaguar:hi e il R. Balao è paludosa; e al sud.fino alla.frontiera di .fàtto con il l'erù è coperta di selva bassa e salitali. Il movimento in tu/la questa zona, salvo che non si ricorra a lavori di rilevante mole che non possono in alcun modo sfi1ggire all'osservazione. è vincolata alle poche e calli ve mulattiere e ali 'unica carrareccia esistenti. l'ertan/o la dife.rn dovrebbe basarsi su di una ottima viiilanza. su sbarramenti d!fensivi occasionali limitati alle comunicazioni e su truppe mobili tenute in potenza in corri.1pondenza dei nodi stradali. Particnlarmente importanti per lo studio della dffesa costiera in questa zona sono: la re,:ione petrolifera di S. tJena. il Go(fo di Guayaquil, ed il centro industriale omonimo - unico polmone della RepuhhliN1-. nette località dehhono essere mantenute ad ogni costo in nostro possesso, sia per la loro importanza morale ed ero11omica, sia per la minaccia che truppe sbarcate in dette po,~izioni possano portare r:ontro il cuore stesso del paese, af/(, spalle dell'esercito impegnato verso il sud. l'er le medesime considerazioni, si presenta importante la wne di porlo Bolivar - Machala; però la minaccia che da questa si può portare al cuore della Repubblica, essendo a Ragiio più limitato, è di minor rendimento. Queste considerazioni ci pen11etto110 di stabilire fin d'ora una !!,mduazione nella importanza delle coste per gli studi che a suo tempo saranno fatti per la difesa costiera. Zona meridionale: lun,:o il rio Macarà, confine di fatto col l'erù.. li terreno è montagnoso, privo di roccia e pertanto è facilmente scavabile; ricr:o di coltivazione Jropicale nei fondi valle, abbondante ovunque di acqua. Presenta (ad eccezione dei trai/i di selva equatoriale, intransitabili) copertura
Anni iwliane all 'F:rnwlor
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non eccessiva e lransitabilità.fiwri delle comunicazioni non difficile. Scarseggia di risorse, eccettuato il bestiame che esiste in discre/a quarllità. / ,e operazioni mi/illiri in quesla zuna assumono il noto carattere di operazioni di montllgnll, perù, con. accentuato carattere di inospitalità dovuto, più che al Jerren.o. alla mancanza di abitati, alla defìcienza di risorse, di comunicazioni e, in alcune parti, al paludismo endemico. I rilievi spartiacque comparlimentano questo scacchiere di operazioni in quaJtro parti comunemente chiamate ''.fosse" e che prendono il nome del rio più importanle che a/traversa: Fossa del Puyango, del ZLinwra, del Calamayo, del Macarà. Questafisimwmia topografica, unila alla scarsità di comunicazioni, dà una cl/ratlerislica molto impor/ante alle operazioni militari. V ette fosse prendono l 'aspetto d i compartimenti slllgni, che.frammenlano le operazioni e creano d(fjico/tà di collegamenlo e di appoggio Ira le unità che opercmo in r.ue. Occorre Jener presente questa ca ratteristica perché esercì/a g rande influenza sulla 01g m1izz.azione delle unilà, oltre che sulla condo/Ili delle operazioni. È nota l 'msoluw mancanza di carreggiabili e la scarsità di mu fallier<'. Que.~ta condizione causa serie conseguenze alla radu11ata delle unità in caso di MUerra t: impune particolari provvidenze per le /ruppe di coperlura e p er la loro dislomzione jìn dal /empo di pace. Corrisponde l 'alluale disposizione e o rganizzazione della copertura alle condizioni esposie ! La risposta a questa domanda emerge da quando dirò in seguito; ora mi limito e me fle re in evidenza che dall'interno del Paese al confìne sud si hanno due sole mufalliere in cattive condizioni: I . Loja - Pueblo Nuevo - Valladolid - Ama/usa 2. S. Pedro - Catacocha - Cariamaga Ve n'è una /erza; quella che unisce Arenillas - Al Amor e Celica, però è eccentrica e vin.colata al mare, dal quale, nelle a//uali condizioni, non è possibile sperare rifornimenti. Zona dell'alto ,Juhones: Immensa vallata che si s viluppa da Est a Ove.1·/, con ampia teswta; lirr1ila al Nord il teatro di operazioni considera/o, ed a sua vol!a è limitata da cordigliere: alla destra , dalla cordig liera del I'ortete - Tinajillaa e alla sinistra dalla cordigliera d el Chi/la - Acayana - Huagrauma, che costitui.1·co110 una doppia e imponenle d(fesa naturale conlm provenienze dal Sud. Allra fun zione di questo g randioso accidente topogrqfico Andino è quello di collegam enlo, nel semo dei paralleli, Ira le operazioni che si svolgono alla testata della valle e la zana costiera; e infine, pe r truppe sbarcate nella zona di Porlo /Jolivar. come la linea di operazioni - perù deficiente - direi/a a lagliare le comunicazioni dell'eserci/o nostro operante al confine sud. Questo accidente lopogrqfico polrebbe obbligare a comballe re su due fmn li: di ciò devesi lener conio nello studio di radunata e nella dislocazione delle unilà nel senso della profondità. Fossa del Rio Paute: È meno dijficile delle precedenli perché qffre maggiori possibililù di nuuwvm in conseg uen'-a della migliore condizione della rete
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Francesco i\ndrùmi
stradale, della abbondanza di risorse e della natura stessa del terreno che in molte parti è piane1:1:ianle. Questa parte del teatro di operazioni che si sta esaminando, wna di ohhliP,ato passaggio dal md verso il nord, può en ·ere considerata come il "rido/lo" della Repubblica verso il sud, dove un esercito invasore che, malauP,uratarnente. avesse violato la frontiera e superato tutte le difese verso il sud, può essere arrestato e baftu/o. In questa regione si potranno ripe tere le gloriose gesta della vittoriosa giornata di Tar:qui. Aggiungo che si deve considerare anche la importanza che ha questa znna per la .facilità di comunicazioni che presenta con l'oriente. Seconda Parte Organizz.azione Prenderò in esame la orP,anizzazione delle forze armate in relazione alle r:011dizio11i politiche afluali del paese e la comparerò alla situazione dell 'esercito dello Sfato corrfì.nante con il quale, in ronseP,uenza delle condizioni an zidette, esis1ono imeressi contraslanti Oggi questo paese è il Perù. Vagli elemenli tolti dai documenli dello Staio MaP,P,iore il quadro comparativo I ra la potenza mi/ila re del Perù e la nos/ra è il seguente: Elemento cosiderato Sistema di redulamento
Popolazione
Perù
Obbligalorio da 30 anni In via di ltmformazione dal mercenario a{l'obbligatorio 7. 000.000 3.000.000
Srno{e ed istituti mi/ilari
/3
Scuole per sottouj]ìciali Fanteria - Ba/taglioni
4 27
Mitraf?liatrici Fucili Munizioni per fucili e mitragliatrici Cavalleria - Squadroni Campagna per l'esercito m.obililato - Pezzi Artiglieria da posizione e vari pezzi
Ecuador
2.000
5 che non .fimziorumo perfettamente
o Il
177. 000
750 50.000 circa
47.000.000
15.000.000
20
8 40 di 4 tipi diversi con 10.000 proie11ili dei quali mollo vecchi
nw r.nn
180.000 proie11ili
Non precisato
28 pezzi di 5 tipi diversi con proiettili ver:rhi
27
Armi italiane al/ 'Fnuulor
Perù
Ecuador
Genio - Battaglioni
4 completi
4 mancano però di tutto il materiale
Servizi logislici
01:itanizzati
Non organizzate, mancano tutti i pezzi
Ri.H'tW' istruite
200.000
Circa 5.000 uomini di dubbia presentazione perché non localizzati
5 divisioni
4 comandi di w na incompleti e mancami di mezzi, 4 brigate incomplete ed alcuni reparti senza tutti i mezzi logistici e tecnici
13.000
7.000
2
o
Hlemento cosiderato
Grandi unità costituite
Fot7JJ annala in lempo di pace Fabbriche di munizioni Cannoni antiaerei Formazione di nuove unilà in caso di guerra forza mvbilitabile
20
nessuno
Predisposta
Non predisposta
200.000 circa
/,'eserd!o di pace e pochi riservisti 2 ( con 1.600 tonnellate)
Unità navali da fiUetTO
14 (con 26.000 tonnellate) delle quali 5 sottomarini e I portaerei
JJa si 1u1 Fali or,:a11izzate Rasi fluviali organizzate (ne/l 'Orieflle)
i
o
I
o
20 unità
3 unità
6
o
130
6
4
o
Flolliglia fluviale per l'Oriente Basi aeree
nel 'Oriente
!le rei S1rade autvmobilistiche dal paese alla.frontiera
Esaminando il quadro, appar<! una pericolosa condizione di inferiorità (facendo naturalmente la dehiw proporzione fra le differenti condizioni economiche e demografiche dell' /!,cuador rispetto al Perù) fra le nostre forze armate e quella di della nazione. Le nostre unità pe rmanenli mancano inoltre di molti mezzi indispensabili per entrar,! in campagna. Con i materiali che pmssimamenle arriveranno dall'Italia si potrà far molto, molto però resterà ancora da fare. È necessario provvedere, proporzionalmente al/11 rw~·tra possihilità econo-
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Francesco Andriani
mica, a queste necessità, con un programma che polrà es.vere svolta gradualmente però con decisa volontà. Non è un [!,rido di allarme che lancio: l'esercito, per quanto incomple/o nella sua organizzazione, è animato da ferma volontà e da spirito di sar.rificio, ha un buon addestramento e in caso di pericolo tutti sapranno fare lo sforz.o necessa rio. Perà queste magnifidze virtù militari 11011 possono essere posle in pieno valore né potranno resislere a lungo alle esige,1ze di una g uerra mode rna se non sono sostenute da mezzi adeguali e da una organizzazione capace di valorizzarle. Di fronte ad un eserr.ito tecnicamente organizzato non si può confidarr soltanto sullo entusiasmo e sullo spirito di organizzazione.
I) - Prevarazio11e pro{e.,·sùmale degli ufficiali
Il soldato è come è e lo forma l 'uffìciale. Questa allività, pertan10, è la prima che esamino. TI sistema attuale, che recluta la quasi totalità degli ufficiali nel Collegio mililllre, è molto buono, e o/lima, per se stessa, la istituzione di dello collegio. Questa farà sentire i suoi effetti anche sulla vita civile, paduf onche i giovani che non si dedicano alla carriera delle armi ne assorbiranno lo spirito di ordine, di disciplina. la severità di vita e di sludio che porteranno poi nella vita civile. Nel reclulwnento degli ufficiali si eseguono, ora, queste modalilà: sei anni di studio secondo i programmi per le scuole secondarie, completalo con educazione fisica, istruzione mi/ilare formale. f'tr. Chi aspira a diventare a diventllre ufficialr di .fanteria e cavllllerio compie, dopo i sei anni, ancora un anno, dopo di che, pmmono 1.1;/ficia/e, passa definitivamente a i reparli. La prepllrazione di questi giovllni ufficiali viene completa/li molti anni dopo nel g rado di capi/ano nella scuola di fanleria. Per le anni di artiglieria e genio, g li aspiranti, dopo il .ve.1·10 anno di corso entrano nella sr.uola di artiglieria e genio. dove compiono un corso di quattro anni prima di e.1-.1·ere destinati alle llflitù. Si nota che al momento nrl quale i g iovani uffìciali di fanteria e cavalleria sono destinati alle unità, la loro preparrr::. inne è dejìciente ed è completala soltanto dopo vari anni. Queslll preparazione incompleta con la quale il giovane u,fficiale entra a far pat1e delle unita, pregiudi(,'a il suo prestigio/in dal! 'inizio e esercita un irrfluenza nociva durante tutta la carriera. Oggi, c:on la istiluzione d el servi::.io obbliJ?alorio, l 'esercito assume l'alto cornpito di scuola della Nazione e l'uj]ìciale deve essere il maestro. Nelle caserme non solo deve essere formato il combattenle, ma anc:he il patriota (.'/Je tiene chiara coscienza del suo dovere di cittadino, di futuro Cllpo della famiglia, di lavoratore. 1.:,'d essendo la fanteria l'arma che tiene il mllf?J?Ìor numero di coscriui, in essa questo elevato compito assume la massima importa11za, anche per la stessa condizione qualitlltiva del contingenle. Necessita quindi dotare questa arma di ottimi maestri, ossia di ottimi ufficiali.
Armi italiane all'fic11ador
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Come ovvia proposta, che sarà svolta in del/aglio quando la S. V. ritenga ordinarlo. espongo, signor Ministro, la convenienza di completare la preparazione del/ 'Uj]ìciale di fanteria e di cavalleria prima del suo ingresso nell'unità, con un anno, almeno, di scuo la di applicazione, come si fa in tutti gli eserciti, trasformando l 'attuale scuola di fanteria in scuola di applicazione di fanteria e cavalleria, pennanente. Questa scuola darà, inoltre, ai giovani ufficiali l'aspetto e la mentalità militare e li spoglierà delle ahitudini di studente che hanno preso nel collegio. Questa tra.1jrmnazione non credo che possa gravare sensibilmente il bilancio militare perché gli ufficiali alunni avranno lo stesso stipendio che avrehhero qualora prestassero servizio nelle unità, i professori risiedono in Quilv, ed esiste già una elementare organizzazione della scuola. Si traila soltanto di dare, all'affuale corso una organizzazione permanente, dotandolo dei mezzi necessari per lo svolgimento dei programmi. Credo che questo non grave sacrificio ecorwmico sia pienamente giustificato dalle a lte finalità che si propone. Sr. la S. V accetta la mia proposlll, nel corso di p erfezionamento si eff ettuerà lo studio deuaxlialo dei programmi, della organizzazione e della portata .finanziaria del problema. Prima di chiudere qur.sto argomento. dehho t rattare del redulamenlo degli uj]iciali direttamente dai sott1,({ficiali. È bene const'f1J(ll'P. questo sistema che dà ali' esercito un certo numero di uJfir·iali ron molta pratica di truppa ch e possono es~·ere impiegati in particolari servizi: perà in una giuslll proporzione, ben fissata dalla legge, per esempio la .çeguente: ogni anno, i tre qua rti degli u.fji<:iali di nuova nomina debbono provenire do / colle,~io e un quarto dai solfuj]ìciali. Pero in tempo di pace, questo passaggio da sottufficiale a uj]iciale deve e.ffe/luarsi (senza parlare della scelta per le qualità morali che deve essere rigida) previo esame di ammissione di cultura generale, secondo un programma .vtahilito da un a legge e dopo un corso speciale di un' anno che deve svolgersi nella stessa scuola di applicazione ( Fanteria e cavalleria - Artiglieria e genio - secondo l'arma di provenienza) durante il quale gli aspiranti dehhrmo dimostrare di aver ottenuto il giusto pro.fìllo per ottenerP il grado di sof/ot enente. 7i1110 cià deve essere ~°/abilito per legge. È ovvio che in caso di gur.rra il Ministro della Guerra avrà la facoltà di promuovere direftamente in relazione alle esigenze della guerra stessa. Finalmente .w rà conveniente istituire nelle scuole militari di applicazione, ogni volta che si presenta la necessità, corsi pratici di pe1jezionamento per i capitani che debbono ascendere al grado superiore cmi lo scopo di aggiornare la loro preparazione pmjessionale. Questi corsi potrebbero avere la durata di tre mesi.
I I ) - Formazione dei soth1fficiali
Quanto ho detto sopra per gli ufficiali vale anche, in scala minore, per i sotti1/]ìciali.
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Fram:e.w:o Andriani
!,'attuale sistema che li recluta direttamente dalla truppa può applicarsi solo al tempo di guerra; in tempo di pace, conviene, se si vogliono sottufficiali capaci e che abbiano involuto preslig io, reclutarli mediante corsi speciali, della durata di almeno sei mesi, corsi che debbono essere svolti nelle unità, per esem pio in quelle di Qiuto. Questi corsi che possono chiamarsi " plotoni di allievi sollujjìciali" funzioneranno nelle unità della stessa arrna. dovranno avere vita propria, appositi 1~/jì.r.iali i.çtruttori, s volgere istruzione professionale e cultura generale. li comandante della unità sarà il direttore del r.orso ed il mrso dovrà appoggiarsi alla unità stessa per tutte le nece.vsità: rancio, materiale tecnico di istruzione, servizio di caserma, etc. Potranno ammettersi in essi volmunri, provenie11ti rio/la vita civile purchè posseggano la licenza elementare e si ohhlighino di snvin• quattro anni. Pre.feribilm.ente si ammelleranno o/limi militari d i truppa che esprimano il desiderio di partecipa re al corso e che siano in possesso della licenza elementare e accenino gli .vtessi ohhlighi di srrvizio. Terminato il q11arto 1111110 nhhligatorio. si dovrà se lezionare i mix lio ri per fo rmare i quadri sott11fliciali di <·a rrie ra. concedendo loro la promozione a i gradi superiori. Se la S. V appmva tale pmpo.vta, pmvvede rn ofio st11di11 t!1•1111gli11111 de/In legge, dei programmi, e della portala finanziaria del pmvvedime11to.
li I) - Reclutamenlo
La nuova legge di rerlutamento è rhiara e ben adeguo/o 111 JIUese. Pe rà dall'esame della sua applicazione e dei dati raccolti in vari luoghi. drduce, se i dati rispondono pienamente alla verità. che vi sono alcuni c itwdi11i che possono evaderla. Non è colpa d ella legge, evidentemente, 11111 be11sì di chi deve applicarla Ì:: ovvio il danno materiale e morale che queste infi·azio11i producono. La legge di reclutamento è la hase di qualsiasi ordinamento militore, e 1wrw1110. deve essere rigida senza la.vr-ian? nulla allo interpretazione 11, pegg in mwora. a/l'arbitrio di chi deve applicarla. Inoltre, la vigilanza sulla sua applica-:.io11e e osservanza deve essere rigidissima. !,a legr:e attuale de ve essere anc ora complelata con u11a precisa classifica zione dell'infermità c he dan diriffo alla esen zione dal servizio militare o a la revidibililà, d ei mo/ivi di fam iglia che dan diritw alla esen zion e d e l servizio. Il duadino deve essere iscritto a lla età di 18 anni; in 18 anni 1w11 è possibile che l 'individuo, anche quando viva isolato, possa sfuggire alle autorità incaricata della applicazione de lla legge. Inoltre è necessaria una mir:liore organizza zione degli 14fici di reclutamento adibendovi personale competente e stabile_ Durante il corso di perfezionamento, saranno studiate in dettaglio lt! modifìche al presente regolamenlo che saranno presentate alla S. V. a suo tempo.
Armi ilaliww oll'f:rnudor
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IV) - Mobilitazione
Ho esaminato tulli i progetti che esislono nello Sia/o MaRRiore Generale. Nella sezione mobilitazione si trovano vari elementi, però non r:nordinati o di dubbia al/uazione per la mancanza di dati sir.uri. Nella stessa sezione esisle anche un progetto per la co.~tituzione, con riservisti, di una unità di nuova .formazione, ad Ibarra, perù è incompleto, e fondato su dati di nessuna a/lendihilità. Occorre creare allo S.M.G. e nei comandi di znna appositi organismi che si dedichino ORii studi di ,nobilitazione. Come prima proposta, che sarà poi oggetto di studio dettagliato sembra che si debba costituire: A. In ogni zana, un ufficio di reclutamento, mobilitazione, .~tatistica e .\·ervizi in luogo della seconda sezione. A rapo di questo ufficio deve essere posto un ottimo ufficiale di stato maggiore in considerazione della sua importanza. Questo ujjir:io si dividerà in tre sezioni: • Reclutamento: diretta da un· ottimo ufficiale in S.PE. alla r.ui dipendenza si asseRnerà un altro buon u/Jir.iale, a llo scopo di assicurare continuillÌ di servizio in qualw1que (.'(>ntinRenza • Mobilitazione e slalistirn: con un ottimo ufficiale di stato maggiore per le {'redisposizioni di mnhilitnz.inn1\ di requi,çizione secondo le appo.vite istruzioni ('he saranno studiate e compilate duranle il corso • Ser vi:;i: deve tenere l 'incarico dei servizi territoriali e prevedere alle predispusiz.iuni per la or~anizzazione dei servizi di guerra della Brigata e del servizio trasporti per lo studio dei trasporti di mobilitazione, coper/ura e radunata B. In ogni unità: un centro di mobilitazione, sotto il comando diretto di un rnpitano o del af/uale .~econdo comandante, responsabile dei magazzini di mobilitazione delle unità P della predisposizione di mobilitazione del centro stesso. J\ qu<1.1·to prrJpo.vito durante il corso di perfèzionamento saranno studiate e compilate le istruzio11i per il.funzionamento di detti centri C. A l 111° Ufficio dello Stato maggiore Generale il cui capo deve essere un ottimo Trnrntr Colonnello di stato maggiore, si deve aggiungere un "ufficio di ordinamento e mohilitazione ", suddiviso in opportune .1·ezio11i per gli studi e le predisposizioni relalive ali 'ordinamento dell'esercito, alla dislocazione delle unità in tempo di pace in relazion e alle necessità mi/ilari, alla compilazione, tenuta a giorno dei documenli di mobili/azione; per Rii studi e le predisposizioni relative alla mobilitazione delle truppe, deg li ufficiali, dei materiali, alla requisizione dei quadrupedi, dei mezzi di tra.1porto, alla mohiliwzione dei servizi, alla mobilitazione civile, allo .vtudio dei trasporti, alla .formazione d i nuove unità in caso di mobili/azione, etc, etc.
V) -
Formazione nuove unità, organizzazione dell'esercito in tempo di pace
Attualmente l'esercito ha 4 hrigate, incomplete di reparti e di mezzi, corrispondenti alle 4 z.nne territoriali. È noto che la a/fuale situazione della repubblica impone l'aumento di delle unità.
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Fmnc:esr:o Andriani
In questa materia devesi operare in tempi successivi, in relazione alla disponibililù del biloncio, del personale e anche della politica per non destare allarmi ar:li stati confinanti.
I Tempo - Ritengo che per ora (nell 'anno auuale) la allenzione del governo debba essere posta esclusivamente nel perfezionamento delle 4 brigate esistenti. 01:ni briiata deve essere r.nstituita da: 3 ha/taglioni di fanteria; I gruppo di artiglieria da montagna 75/IX su tre batterie; 1 gruppo di cavalleria di 2 squadroni; una compagnia di zappatori; una cornpagnia trasmissioni (filo e radio); servizi ( commissariato, sanità, artiglieria, genio, trasporti, veterinario, postale, come si dirà più innanzi). Necessità pertanlo costituire, al più presto possibile, i due battaglioni che mancano. Questa deficienza esiste proprio nella w na più importante: la lii, nella .frontiera sud. Detti due battailioni dovranno essae dislocati: uno in Machala e uno in Zaruma, o meglio in Celica. Si deve provvedere anche, in caso di mobilitazione, al trasporlo del battaglione esuberante dalla I w na alla brigata della Il zona. Con l'arrivo dei materiali dall 'Italia, queste hrigau• possono essere considerate in pieno l'.fficienzo, poiché a vranno ortiY,lierio nuovo e cnm11let11. x14Jìcienti ,nunizioni, 1nezzi di trasmissione. Manr·a,w i servizi ed al('fmi materiali. Di questi si parlerà innanzi. Le necessità economiche per realizzare l/Ues/o pri111u le111pu non .mn.11·1110 gravi: la costrizione dei due nuovi battaglioni può effettua,:1-i ù1 occasione della dziamata del primo r:ontingente dei coscriffi dell'anno /')JR. Per i quadri ufficiali occorrenti, dimostrerò più avant i che non vi è nece.u ità di nuovo reclutarnenlo. il gravame economico non sarà f orte, per le reiioni esposte, e che saranno meglio dimostrate in successivo capitolo. Questo problema sarà studialo in tutti i suoi dettagli nel corso di perfezionamento e presentato alla S. V. per I 'e.m me e per l'eventuale attuazione. Il Tempo - È urgente provvedere alla sicurezza della frontiera Sud, che ora, ad esclusione di un gruppo di cavalleria, è priva di truppe di copertura Giudico necessario istituire.fin d'ora nella znna di questa frontiera. il comwulo di Brigata, e sur:cessivamenle. appena possihile, co.~lituire una seconda brigata da dislocare nella provincia di t:I Oro, alla dipemlenza del Ili Comando di Zona. Questa ultima brigata potrà essere.formata, in occasione della chiamata del primo contingente nel /')3R. Per i quadri ujficiali occorrenti alla nuova Brigala, dimostrerò più a vanti che non vi è necessità di 11uovo reclutamento: bastano gli ufficiali in S. P. E.. llnche questo problem.a sarà approfondito nel corso di perfezionamento e tradotto in opportuno progetto di legge che sarà presentato a V.S. Ili Tcm~ - Ho parlato di nuove unità di pace, che daranno nwigior sicurezza al paese e, con questa, maggior autorità e prestigio nelle relazioni internazionali.
Armi iflllia11e al/Tctuulor
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Pe rò la furza di un esercito, com· è noto, non sta tutto nel/ 'e.~err.ito effettivo di pace, ma anche nelle unità r.he si pos.wno organizzare in caso di mobilitazione. Questa r:apacità di moltiplicare le unità è una caralleristica deg li eserciti mode rni. u., applicazione pratica di questo principio esige principalmente: a) La pe ,fetta preparazione di tulli gli organi di reclutamento e mobilitazione, (.'(J111i11riando dallo Stato Maggiore Generale per gi1mgere .finu al centro di mohili1aziu11e delle piccole unità (urgw1i che oggi mancano totalmente); b) La predisposizione, sin dal tempo di pa(.'e, di tulli i mezzi e le unità di guerra di nuova formazione (.'On la costituzione d ei magazzini di mobilitazione. È 11010 invece che oggi, all'i11/iwri delle armi portatili dislocate in magazzini distanti settimane di viaggi dalle unità che dehhono servirsene, nulla esiste; e) Una huo11a organizzazione d el/ 'alli vità pre-militare, per realizzare, con la istru::.ione pre-militare, la possibilità di ridurre la durata del servizio, a prr~fìtto di una 11wggiore.forza bilanciata. Per r·ià che si riferisca alla lettera a) abbiamo trattalo più innanzi, di tutto quello che si riferisce alla lettera b) si parlerà in altro capitolo, cirr:a le allività pre-militare f accio le seguenti considerazioni: Da 12 anni esiste una legge sulla istruzione pre-militare, ma non è stalli mai applicata; esi,çfe la legge prr la istruzione della (;uardia Nazionale, però r(flette solo i cittadini che non hanno presll/10 servizio aflivu. ha prog rammi inadeguati e ed è applicata in modo non completo. t: necessario migliorare la organizzazione di queste attività e in proposito propongo che: • ùt istruzione sia svolta esclusivamente da ufficiali. soflujfìciali e g raduati del servi::.io a ffivo permanente che hannu maggior prestigio e mig lior preparazione degli is tru/furi attuali tratti dal personale di risen 1a; • La istruzione sia impartita nelle (.'aserme o nei dintomi di queste. quando non si e_/jelll/a r·m1 manovre sul terreno. Nella caserma il giovane deve trovare liii a111hie11te che lo avvinca: non occorre molto, sovente la buona accoglienza r! /'i111eressw11e11to dei superiori bastano. f .a caserma deve apparire al giovane una scuola: se111p/i(.'e. puliw. affraenle non un hwgu di castigo, di noia e tri.\'te::.::.a. È necessario anche dare al g iuva11e alcuni svaghi: una educazione morale e ptllriullica. Sarà anche conveniente dare ai migliori una ricompensa pratica e con creta; in sostanza: devesi avvinare la volontà del g iovane più che jòrzarla; e_ffenuare un controllo sicuro della frequenza alle istruzioni da parte d ei g io vani e stabilire sanzioni contm g li inadempienti; • Sia sl'Olta una efficace propaganda a mezm di stampa,frequentemente, con materia le e articoli appropriati. Questa propaganda deve essere costante, continua e svolgersi in mutlu da atlrarre e interessare i Kiovani. Tale lavoro di propagw1da richiede tempo e preparazione adeguata. Non puà essere lasciato alla iniziativa personale ; ma deve essere organizzato n el Ministero e in ogni Luna da un '' Ufficio di Propaganda " appositamente creato, curt ll:fficiali idonei a questo particolare compito:
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Francesco Andriani
• Occorre compilare un programma di istruzione pre-militare, unico per tutta la Repubblica e un piccolo testo di istruzione che comprenda tu/la la materia d 'insegnamento, con una parte riflettente l 'educazione morale, redatta in.forma adatta per la massa dei giovani. Ques/0 testo dovrebbe essere distribuito gratuitamente a tutti i ~iovani iscritti. In sintesi, occorre /ras.formare / 'alluale istruzione per lo Guardia Nazionale in istruzione pre-militare vera e propria; giudico giun/o il momento di i.vtituire nella Repubblica questa attività. ;\ questo proposito sarà redatto e solloposto alla approvazione del signor Ministro apposito pro~etto di le~~e. Ocrorre altresì, fondere nella or~anizzazione pre-militare l'alluale isJitu zione della Guardia Na zionale. Il sistema del servizio obbliga/Urio da poco attuato darà all'esercito una massa d i riservisti, istruiti, che andrà di mano in mano aumentando. Tale disponibilità con.ventirà la costituzione di unità di nuova.formazione, in caso di guerra, nel momento stesso della mobilitazione o dopo breve tempo. Occorre pertanto organiz;z,are questa nuova allività ch e puù con.veniire all'esercito anche di raddoppiare, in caso di guerra, le sue unità. Naturalmente tulio ciò richiede la predisposizione di tulli i mezzi perché queste nuow! unità possano mobilitarsi, ossia l 'acquisto dei materiali necessari per costituire le dotazioni di guerra. Col gettito delle classi istruite che si congederanno in questi prim i due anni di servizio obbli~atorio si potrà prevedere la costituzione, all'atlo della mobiliw zione, di 3 brigate di nuova fonnm,ione. In detto limite di tempo occorre pertanto provvedere alle dotazioni necessarie per dette unità, ( ! prima di questo alla costituzione dei centri di mobilitazione, che ora non esistono, con tutto il loro comple.\·so di uffici di mobilitazione, ma~azzi11i, etc. l.'.\pongo qui di seguito alcuni dati per d imostrare la portata finanziaria del provvedimento: Oggetto
Prezzo in sucres
Vestiario ed equipa~~iam.e nto
650.000
Armi portatili
750.000
Artiglieria
2.000.000
IO ~iom ate di.fuoco per artiglieria e armi portatili
5.000.000
Unità e mez.z.i dei servizi
1. 200.000
Per la trasmissioni e dotazioni di materiale da zappatore e vario TOT
400.000
10.000.000
Armi italiane all'Ecuador
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Quanto sopra considerando r:he il paese possa fornire con la requisizione i quadrupedi. i mezzi di Jrasporto necessari. La somnw sucide/la deve però essere diminuita della spesa per l'armamento portatile che r;ià esiste, inoltre, in un primo tempo. si potrà utilizzare, economizzando. per l'arliglieria organica di dette brigate, i gruppi da 65117 che pres/o saranno soslituiti con il nuovo maleriale da 75/18: inoltre - sempre nello stesso primo tempo - si potrà ridurre al minimo indispensabile gli zappatori del genio e la cavalleria. Concludendo, detta somma potrà essere ridotta approssimativamente a 6.000.000 di sucres. Per le quattro brigate di nuova costituzione che r:i si propone formare, una, permanente alla front iera del sud, nei primi mesi del prossimo anno e tre con i riservisti in caso di guerra, necessiterebbero di 24.000.000 di sucres. L'alluale situazione econom.ica consiglia di diluire questa spesa in 3 anni: si può quindi prevedere la costituzione di una brigata ogni anno, cominciando dal1'anno prossimo e compiere ques/o sacrificio che si Jraduce in un aumento di potenza de/l 'esercito e di prestigio della nazione. Non è d(fficile economizzare a tale scopo dal bilancio r;enerale annuale i pochi fondi necessari. Anchr questo pmhlema sarà svolto in deflaglio, (:ome problema di 01"Ra11ica, e sarà oggetto di appropriate e dettar;liate proposte.
VI) - Trasporlo e riunione delle unità. Piano di copertura
Manca un piano (:oncreto per il trasporto della unità, in caso di guerra, che debbono Jra.\jerirsi dalle guarnigioni alla w na di radunata. Mancll altresì un piano di radunala e un.o di copertura. Si/a asseJ;1iamen.to sulla improvvisazione e qu,,sto può essere smnmamente perir.o/oso. È necessario, sin dal tempo di pace, fonnulare piani c<mcreti, che debburw essere conosciuti da tuffi coloro che devono applicarli in caso di guerra, e che debbono essere mantenuti agr;iomati dallo Stato Maggiore Generale. Questi piani saranno, pertanto, oggello del (:or.\'O di perfezionamento come reale problema operalivo-tallico-logislico e rimessi alla S. V. per l'approvazione.
VII) - Centri di mobilitazione - Magazzini di mohilitazùme
Ho 1:ià accennato alla necessità di costituire i centri di mobilitazione. Ogni centro deve avere magazzini di mobilitazione, con tutto il materiale occorrente per le unità che in base a/l'Indice di mobilitazione occorre mobilitare. 1 materiali de,?li attuali magazzini di w na debbono essere ripartiti .fra i vari centri incaricati della mobilitazione dei reparti, centri che devono essere organizzati e jrnniti dei materiali necessari. In un primo tempo si potranno acquistare i materiali necessllri per il completnrrumto tfpl/p 4 hrignle esistP.F1fi. ronsirleronrlo il mnferinle r:he arriverà entro
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Francesco J\11dria11i
l 'anno dall 'Italia la deficienza si riferisce essenzialmente alle unità dei servizi. li rosto dei mate riali mancanti si aggira sui 2.000.000 di sucre.i· pe r ogni hrigata. In un secondo lempo occorrerà acquislare i maleriali per formare, <miro i primi mesi del 1938, la quinla brigata. li computo della spesa relati va è Rià stato fatto. In un ferzo tnnpo oc<.·01.,-erà infine acquistare i materiali per le tre hrigate di nuova forma zione da coslituire al/ 'allo della mobilitazione. Tale acquisto polrà effettuarsi entro tre a1111i. i\ partire dal 1938 potrebbe essere acquistato ogni anno il materiale occorrente pe r la mohilitnzione di una hrigata.
VIII) - Formazioni di guerra e dotazioni di mobilitazione - Costituzione d elle Grandi Unità.
Mancano i Ioni delle.formazioni di guerra e delle dota zioni di 11wbilitazio11 e. Orrorre compilarli il che .w rà fallo durante il r:orso di perfà ionamento. In quanto alla costituzione di Grandi Unità, ritengo che la grande unità Ili/fica in questo /errerw debba essere la brigata e nulla più. La guerra di montagna, specialmente in paesi di limitate risorse, richiede l'impiego di piccole unità. Le s/esse caraUeristiche offre la foresta equatoriale. L'Italia per le operazioni i11 i\bissinia ha costituito piccole divisioni e per le nprraz.ioni in a lla montagna disponr dri rrgg i111r•111i Alpini che hanno la stessa formazione della hrigata ecul/doriana. Questa esperienza è sufficiente per cm~fermare questo principio.
IX) - Carta topografica dell'Ecuador L'esercito hll un huon servizio topog rafico che non ha però llncora potuto e.lfettuare le le vate delle w n e di frontiera. Tale stato di fatto rende d f[fìcile ORlli piano operativo ma11cando la possibilità di r(ferimenti e di locazioni. F: indispensabile che il servizio g<'ograjìro militare. moltiplicando la sul/ ben conoscillla entusiastica attività, proceda rapidamente alle levale necessarie. Pe r accelerare la compilazione di u11a carta topogrrifìca, propongo di impiegare il sistema fotogrammetriro, usuFue11do degli aerei adihili ai lavori dellll fenvvia del nord (Impresa Scotuni).
X) - I Servizi - La organizzazimie dell.o Stato Maggiore Generale e del Comando L'attullle organizzazione d ei servi::.i risponde lllfe sole esigenze di pace. Nulla esisle per la orgllnizzazione in tempo di g uerra. Occorre organizzare tulio: rlipnuhm.zn. rfpi sPrviz.i, organi dirPltivi. nf' ljJJi.çfn ,!Pi rrwzzi .
Armi i1<1lia11e al/'F:cuador
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IJ/Pt:NDt,N'LA : Prima di fra/lare dei servizi accennerò alla organizzazione del Comando, poiché, dovendo inserire in detta organizzazione due nuove e importantissime allività - sevizi e 111ohilitazione - questa deve modificare l'af/uale sua fisionomia. Ad esempio affualmenfe la dipendenza degli embrionari servizi esistenti e la seguente: • Dipendenza dal Ministero della Guerra: Servizio di intendenza (viveri, vestiario ed equipaggiamento, amministrazione) Servizio chimico Servizio di rimonta • Dipendenza dal Comando Superiore del/ 't,·,\·ercito: Servizio di Artiglieria Non esistono i seguenti servizi: sanità, genio, veterinario,posta/e e censura, trasporti e tappe, idrico. Non esistono predisposizioni per il rifornimento dei .foraggi e della legna. Si 11ota suhito che l'or.~anizzazione dei servizi per la guerra non dipende dallo Stato Maggiore Generale. che è l'o,;~ano più adatto per tale organizzazione. È necessario inserire questa attività nelle fimzioni d ello S.M. e rivedere pertantu la organizwzione di questo. Allualmenle gli o rgani centrali .wno costituiti dai seguenti organi indipendenti: • Ministero della Guerra • Comando Superiore del/'Hsercito • Stato Maggiore Generale li regolamento prescrive: Per il Ministero: "art.. 3 - IL Ministero della Guerra è inr.arimto di dirigere e armonizzare i la vori riferentesi alla difesa nazionale. A tale scopo si avvale della cooperazione del Consiglio di Difesa Nazionale, della collaborazione della Co111111issio11e Ter.nira, del Comandante Superiore dell 'esercito e del Capo di Stato Maggiore Generale." In relazione a cià nolo che il Capo di Stato Maggior Generale. come il Co111a11dc111te Superiore dell'F:sercito, entrambi allo stesso livello, sono diretti col/ahoratori del Ministro della (;uerra. Per il Comando Superiore dell 't:sercito: ari. 21 - li Comando Superiore dell 'Esercito, dipendente dal Ministero della Guerra, è / 'organo di collegamento fra il Ministero della Guerra e l'F:sercito, è inoltre l'organo diretto e principale per il comando e controllo di fui/e le aflività militari. È a questo organo che compele la responsabilità della preparazione e de/l'efficienza dell'!:,'sercilo per la guerra. Art. 23 - Sue aflrihu zioni: Esercitare il comando dell'esercito, dirigere e controllare /'istruzione, la disciplina e l 'amministrazione delle unità. depositi e stabilimenti. Formulare direttive speciali per il Capo di Staio Maggiore Generale su a,~omenti, nei quali opera quest 'ultimo, a.favore della difesa nazionale.. , stu diare le forma zioni di guerra dell 'esercito..., firmare i provvedimenti esecutivi
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Francesco Andria11i
per la mobilitazione della truppa. la preparazione del materiale e la organizzazione dei servizi... Art. 24 - Il Comando Superiore potrà rivnlgersi direttamente n qualsinsi Ministero o autorità civile quando necessitano dati su argomenti relativi alla sua elevata fun zione militare.
Si nota immediatamente: • I compiti del Comando Superiore dell 'esercito sono molto elevati, superiori a quelli di un organo di collegame1110, perché danno al suo lilolare la reale jìgura di veru cumarulanle dell 'Esercito responsabile di.fronte al Paese • Dal Comando Superiore del/ 'F,serrilo dipende un solo servizio, quello di artigliaia, mentre per legge ha il compilo di organizzare lutti i sevizi. • Noto infine che è compito del Conwndo Superiore dell'Esercito.formulare direllive speciali per il capo di Stato MagJ?iore Generale. Per lo Stato Ma11gior Generale: Lo Sta/o Maggior Generale. dipendente dal Comando Superiore del/'l:,"sercito. è incaricato di studiare ternica111ente i prohlerni relativi alla difesa nazionale, presentando suggerimenti o l'lahom11do progetti al riguardo. Deve inoltre tracciare le norme fondamentali per la islnr::.ione tattica e tecnica delle truppe ... e portarle a conoscenza d el Comando Superiore del/'F,sercito per la sua approvazione e al/uazione.
Noto a proposito: • Che la sua dipendenza diretta dal Comando Superiore dell'Esercito 11011 corrisponde al ("Ompito di ("Ollahoratore dirello del ministero slabililo nell'articolo 3 del regolamento • Che malgrado questa pendenza - che è completa e diretta - il Capo di Staio Maggior Generale ha elevati compiti di sua competenza, per esempio /'addestramento e la j<,rmazùme degli ufficiali che, come conseguenza della situazione conferita al Comando Superiore de/l 'Esercito, sarebbero di stretta competen ::.n di questo ultimo. In effetti il rego!nme11to non stnhilisN' una dipendenza hen definita dello Stato Maggior Generale e del Comando Superiore del/'lisercito e neppure stabilisce bene le singole attribuzioni deJ?li organi centrali. In ta le condizione non si può escludert' cht' esista,10, sotto certi aspetti, c/('l/e sovrapposizioni e intetferenze che potrehhem eventualmente determinare conflilli di competenza, sempre sommamente dannosi al servizio e all'opera di organizzazione. Prima di iniziare l'opera di organizzazione alla quale io e la missione dl'sideriamo portare tutta la nostra entusiastica volontà, .varehhe ne,:essario che Lei signor Ministro determini in modo preciso le fun zioni di tu/li gli organi. apportando le convenienti riforme alla legge organica e al regolam.ento. A mio parere non vi sono che due soluzioni: I ) Ampliare lefunzioni del Comandante Superiore del/'t:sercito, che dovrà completamenle assorbire quelle dello Stato Maggior Generale. In tal cw,o, il Capo di Stato Maggior Generale, diviene anche in tempo di pace il Capo di Stato Maggiore del Comando Superiore e precisamente il direi-
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to collahorato re di questo. In sostanza, il Capo di Stato Maggior Generale dovrà perdere la sua personalità indipenden/e conferitag li dall 'artico/o 3 del regolamento. Tale soluzione porta alla soppressione degli articoli 39-40-4 1 e 42 della leg,~e e al passagg io de i compiti considerevo!issùni al Comando Superiore dell ' Ese rcito. Tale Provvedimento porterà ad una reale unità di comando, di dollrirw , di direzione e di responsabililà in lulli i rami della org anizzazione militare. Questo sistema riunisce le distinte .fimzioni: o Del tempo di pace, e cioè la opaa di preparazione e di m ;~anizzazione; o Del tempo di guerra, ossia l'impiego dello s trumento creato; nella stessa persona, mentre sembra che tali.funzioni esigano allività e talento diflerenli, che non sempre si trovano riunite in una sola persona. Ma ne questo sistema presenta inconvenienti nei riguardi di g randi eserciti. hen pochi inconvenienti puà presentare per un organismo piccolo e semplice come il nostro, nel quale la ul!ità di direzione e di studio è preferibile ad una di organizzazione di comando complessa e inadeguata. 2) Dare al Capo di Sia /o Maggiore Gene rale / 'autorità e la preminenza nella orga11i-:,zazione e preparazione dell 'Esercilo per la guerra come avviene nella maggiora11-:,a degli eserciti. In questo caso al Com a11do Superiore de ll'Esercito cessa dalle sue fun zioni di comando direttivo vero e proprio per assumere quelle pure importa11ti ed elevate - carne accade in m olti altri eserciti che seguono questo sistema - di ispellore delle forze armate, sotto La dipendenza del Ministro della Guerra. In tal 111odo il Ministro, unico responsabile di.fronte al Paese, acquista maggior autorità, e i <:ompiti.fà 1 i diversi organi risultano m eglio distribuiti. L ' /spello re delle .fòrze armate, che è il Co111anda11te Supremo di g uerra designato, e in potenza sin dal tempo di pace, dovrà intervenire in ogni ramo de lla orga11izza-:,io11e militare con la sua grande compe tenza che gli deriva dalla sua elevala preparazione, dalle ispezioni che ejfeuua alle unità, ai <:omandi e agli uj]ìci, prese11/a11do al Ministro proposte e progelli che se approvati potranno essere tradotti dal Ministm stesso in ordini e diretti ve per g li organi dipendenti. Questo s istf!ma ri.\'Pf!lla anch f' informa migliorf' un principio indemgahile di organica secondo il quale il comando del 'esercito. ossia della istituzione più impor/ante e del mezzo di dominio, qualunque sia la forma costitutiva del po/ere, deve risiedere dire ttmnente, in ten1po di pace, nell 'organo supremo de llo stato. In ogni modo questi principi, che hanno grande importan za per grandi organismi, hanno per questo esercito un 'importanza relativa. Quello che necessita as.wlwa111e111e è la unilà di direzione e di comando, la concentrazione di tutta la preparazio11e in un unico organo supremo direllivo.
F,ntrambi i metodi di or,~anizzazione de l comando esaminati sono ottimi, perché con sentono unità di direzione. Il problema di organizzazione del <:omando non è semplice tecnica di organica, ma è anche un problema polilicu e psicologico, e, pertanto solo Lei, Signor Ministro, con la sua alla competenza può risol verlo.
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Fram:e.ffo Andriani
Passiamo allora ad esaminare i servizi. Questo esarne sarà limitato per ora axli orxani che debbono organizzare i servizi di guerra e dirigerne ilfunziona1ne11to in tempo di guerra. Nella organizzazione occorre tener presente i seguenti principi: i) Strelfa relazione .fra operazioni e servizi. Nessuna azione di guerra può raggiungere risultati concreti se i servizi, per insufficienza di mezzi o difeao di direzione e di esecuzione non corrispondono alle esigenze operative; 2) Il conwndanle di unità di guerra coordina operazioni e servizi, servendosi per questo scopo di organi in sottordine che a lui debbono rispondere; 3) Centralizzazione, fin dove è possibile, dei mezzi dei servizi. criterio che consente di realizzare una convenienle economia di mezzi. Da quanto dello appare evidente la necessilà di accentrare in un solo organo, a/l 'organo che presiede alla preparazione della guerra, la organizzazione dei servizi. I servizi in tempo di guerra dehhrmo essere: • Il servizio di sanità • Il servizio di comrn.issarialo (viveri, foraggi, legna - vestiario ed equipaggiamento - cassa) • li servizio di artiglieria • li servizio chimico • Il servizio dd genio e idrico • Il servizio di veterinaria • 1l servizio di trasporti e lappe • Il servizio postale e di censura La organizzazione generale dei suddelli servizi, in g uerra appare dagli allegati N ° 3-4-5-6-7-8-9. (omessi) In pace, alle predisposizioni per i sen 1izi, deve presiederr, un u/jìdo .\·ervizi, il cui capo sarebbe il Sotto Capo di Stato Maggior, composto di /ante sezioni di quanti sono i servizi sopra menzionati. I capi delle varie sezioni dovranno appa,tenere alle specialità o anna a cui il servizio si riferisce e tenere adeguata preparazione per la organizzazione e l'impiego. / ,'attua le servizio di intenderr:a, così come quello di artiglieria, dovranno lra.\formarsi, secondo quan/o dello prima, ed enlrare a.far parie dell'ti{fic:io servizi. Le attribuzioni dell'Ufficio Sen1i-:,i sara11110: ./ preparare e mantenere in petjella efficienza i mezzi relativi ad ogni servizio. ./ preparare e 111a111enere in petfella e.Dìcienza le dotazioni di vesliario, di equipaggiamento, di armamento, di viveri, di materiali per il servizio sanitario, veterinario, genio e trasporti, ecc, necessari per mobilitare le unità previste dall'indice di mobilitazione. ./ Seguire i progressi tecnici, tenendosi anche in conlaJ/o con gli ispellori delle diverse armi per pole r s.fru/Jare a van/aggio dei servizi, tutti i nuovi ritrovati della scienza . ./ Dirigere la preparazione tecnica del personale di truppa del sevizi Sltnilario, comm.issariato, veterinario e dei Jrasporli. ./ Concorrere alfa compilazione dei progetti di ,nobilitazione e trasponi nella parte che si riferisce ai servizi . ./ Preparare il piano di impiego dei servizi in caso di 1;uerra.
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Sevizio Sanitario Considerando 1'esercito su 8 brigate complete si prevede che, ali ' incirca, occorra il seguenle personale: I ,·o/onne/lo medico diretlore 20 ufficiali superiori e capitani per gli uffici divisionali e di brigala. /6() ufficia/i inferiori, (.'OSÌ ripartiti: I IO per gli ospedali da campo 24 p er i ballaglioni di.fanteria 8 per i gruppi di arliJ?lieria 8 per i gruppi di cava(/eria Al p ersonale sopra indicalo si deve aggiungere una percentuale di riserva e i m ediri O(.'(:orrenti per i servizi terriloriali nel/'inlerno del paese. La organizzazione di tale personale pu<ì essere fatta progressivamente nei tempi previsti per la nuova organizzazione del! 'esercito. La metà di esso, ossia la parie necessaria per le 4 brigate di pace dovrà esse re rapidamente disponibile. gli ufficia li supra elencati potranno esse re i11 massima parte wfficiafe di complemento. lnollre, in ogni zana, conviene costituire o,:~anicamentefìn dal tempo di pace un repartu sllnità. che darà in tempo di pace il pe rsonale di servizio agli ospedali mi/ilari della zona e sarà il cenlro di mubilitaz.ione delle unità sanitarie che ogni -::.o na dovrà <·ostiluire. Mezzi san ilari prindpali occorrenti per l'esercito su 8 brigllle: 40 ospedali da campo (da 50 letti) 4 nuclei chirurgici 4 ambulanze radiologiche 4 se::.iuni bunijirn f?asali 4 sezioni di disiri{ezione 4 sezioni odonloialriche 8 se-::.ioni di .\'llnità di hrigaw 600 barelle por1aferi1i 24 z.nini di sanità 32000 pacche/li di medicazione 56 ambulanze occorre inullre provvedere le dotazioni del ,nagazzino di materiale sanitario della /11/endenza Generale, per il rifornimento delle unità sanitarie e dei reparti. Tutto questo maleriale può e.Here acquistato in tempi diversi, però fa metà di l!sso è suhito 11ece.1·.1·ario per poter mohiliwre le 4 brigale pernwnenti. inoltre occorre stabilirr una graduazione di w genza e ili indispensahilità dei materiali stessi e graduare nel tempo g li ar.quisti. l'er il tipo di male ria/e è bene tene r presente chr l 'Italia ha studiato e adottato tipi parlicofarmenle adatti per unità alpine (la sezione di sanità può essere la stessa del reggimento alpino ilalùmo) sperimenlale nel campo pratico della gue rra di Abissinia.
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Servizio di Commissariato Comprende: viveri, vestiario, equipaggiamento, foraigi, levw, cassa. il personale di ufficiali deve comprendere: Personale direttivo: composto di ufficiali di commissariato; Personale esecutivo: composto di ufficiali di amministrazione e su.uistenza per la gestione degli slahilimenti e per il comando di reparto, Il personale direllivo che occorre per l 'esercilo composto di X brigate è: i colonnello e ten. Colonnello, direi/ore di commissarialo; 4 ufjìr:iali superiori, capi sezioni delle divisioni; 8 capitani per le brigale; Il personale esecutivo: 60 ufficiali ù~fèriori per i reparti e Rii stabilimenti di sussistenza. A detto personale devesi aggiungere quello necessario per le esigenze territoriali dell'esercito. li reclutamento def?/i ufficiali di rni sopra deve avvenire: Perwmale eser.utivo: (solo gradi inferiori): in un primo tempo con appo.çi/o corso sul servizio di commi.vsariato i11 modo di abilitare gli al/uali ufficiali di amrnini.\·Lrazione nel nuo vo compilo più complesso del servizio attuale; .vuccessivamente dal Collegio Militare. Personale direttivo: (solo gradi superiori): viene tratto fra i migliori del persona/e esecutivo, nel ,?rado di capitano, previo corso di per.fezimwmen/o ed esami. Mezzi: Le dolllzioni dei vari sJabilimenti saranno studiate in dettaglio durante il corso di per.fezionamenlo. I mezzi /ecnici po/ranno essere: I sezione di l 2fonzi ippotrainati 1110d. 97 (o di tipo diverso secondo quanto proporrà l'ufjìdale di commissariato che dovrà far parte di questa Missione); 4 squadre di .forni someggiali. ciascuna di 6 jòmi; IO sezioni di sussistenza per re,?,?imento alpino: Per l 'a(:quis/o di questo nuzteriale mi rfferisco a quanto ho già accennato lraltando il servizio sanitario. Sin dal tempo di pace è necessario cosliluire in ogni zona un reparto o stabilimento di sus,çistcnza che sarà anche il centro di mobilitazione delle unità di questo servizio per preparare il personale destinatn a lle unità del servizio in guerra.
Servi io di arti lieria e chimico Questo servizio, che interessa direnamente L'azione tattica e di r.omando, ha i suoi organi - dal comando di divisione in giù - che dipendono direttamenle dal Comando e non dall'Ufficio Servizi. Personale necessario: i colonnello o ten. Colonnello, direttore: 2 ufficiali superiori 4 11:fficiali ir1feriori Mt:zzi:
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munizionamento il più abbundanle possibile; 4 laburalori campali per artiglieria e armi portatili Circa l 'acquisto dei mezzi mi rijéri.w:o a quanto ho già accennato Ira/landa degli altri servizi.
Servi io del Gedo e Idrico È mg anizzato come il servizio di artiglieria. Mezzi: Le dotazioni dei magazzini genio e i mezzi del servizio idrico saranno studiati durante lo svolgimento del corso di perfezio11allle1110. Occorre costituire 4 laboratori campali per il materiale di colle,::amento e per i la vori vari. Con i prossillli arrivi dall 'Italia si avrà il ,nat<'riale da zappatore e di trasmissione per 4 brigate cmnplete e due Comandi di Divisione. Occorre duplicare questo materiale per le unità di 11uova(omu.1zium\
Servizio trasporti e truppe È noto come i trasporti sono la base delfunzio11am.ellfo di tutti i servizi di un esercito. f ,11 organizzazione dei trasporti deve essere petfetta, con lendenza alla centrali::.::.a::.ione per poter soddi~,fare tulle le esigen::,e e soddi5fàre nello stesso tempo il principio di economia che deve presiedere alla nostra organizzazione. Il personale che occorre preparare è il seguente: I r·olonnello o ten. Colonnello. direi/ore dei trasporti; I ufficiale superiore, rnpo della sezione trasporti per via ordinaria; I 11.fficiale superiore, capo della se zione trasporti per l'Ìll jérrata. j7uviale e marittima ( in questa sezione è necessario anche un tec11ico delle ferrovie civili assimilato) 12 1(/]iciali Ìl((eriori per il servizio trasporti delle Grandi Unità. Moira di questo personale puà e.~sere tratto dagli uj]iciali di complemento. Mr:.zi: Ogni grande unità deve essere dotata di mezzi irwccanù ·i P animali ('he dipenderanno dal rispettivo organo di servizio trasporli. Lo celerità della ot;~anizzazione del servizio, e il suo rendimento sono in relazione r:on la precisione delle operazioni di censimento, di precettazione, di requisizione dei mezzi di trasporlo meccanici e animali, che necessitano all'esercito mobilitato. Occorre pertanto impiantare ed al/uare queste predisposizioni rht! consr•ntiran110 di organizzare questo servizio. Sarà cura di al/uare tulfo ciò Ilei corso di perfezio11amento, e di studiare a11che fa costituzione delle unità dei trasporti, nom:hé di stabilire se i mezzi di requisizione sono sufficienti per l'esercito mobiliww o se necessiterà completarli f'Ofl acquisti di altri mezzi da accantonare fìn dal tempo di pace. L'atluale servizio rirnonla può molto aiutare invogliando l'allevamento e La produzione del mulo fra ,:li allevatori. Occorre costituire sin dal tempo di pace presso ciascuna zona un reparlo tra-
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sporti per la preparazione del perso11ale di truppa specializzato nei traspo rti a /razione meccanica e a trazione animale. De/fo reparto sarà anche centm di mohili1azione delle unità dei trasporti e dovrà dare anche il personale di truppa per il fun zionamento del servizio veterinario.
Servizio Veterinario /,o sviluppo che hanno in Ecuador i /rasparli anima/ifa assumere a questo .1·ervizio imporlanza capitale. Allualm.enle il servizio non ha organizzazione alcuna. Occorre preparare il seguenle personale che ptu) essere tratto del persona le veterinario dvi/e. Personale: I maggiore, direi/ore del servizio: 4 capitani per il servizio dei comwuli di divisione; 24 tenenti per le hrigate, gruppi di artiglieria, e di cavalleria; 4 ufficiali per le infermerie quadruprdi; Occorre ino/Jre prefJarare il personale o<·<·orr<'nU' prr il srrvizio territoriale. Il personale di truppa deve es.w, rr, forni In, come è swto dello, dai reparti del servizio /rasparli. I dettagli dell 'orRm·1izzazio11e di questo servizio saranno studiati durante il corso di pe,jezionamen/o. L'alluale scuola di veterinaria cheji'(l qualche anno darà i primi laureali in veterinaria perm.ellerà di organizzare scienlijicamente questo servizio. Orrorre invogliare i giovani ad abbracciare quesla carriera.
Servizio Postale e Censura Deve essere organizzato al momento della mobilitazione. Possono essere impiegati ufficiali della riserva, chiamati alt 'atto della mobilitazione, e.funzionari civili de ffe poste, a.,·similati. L'organizzazùme del servizio sarà studiata in dettagliato. con l 'aiuto di liii lecn.icu, duranle il corso di perfezionamento. Xl) - Reclutamellto degli ufficiali dei servizi
Ufflciali di sanilà e veterinaria: Saranno tratti dai diplomati in medicina, chirurf?ia e velerinaria ai quali dovrà essere svolw un hreve corso. Uljiciali di commissarialo e dei trasporti: Vovranno essere reclutati dal collegio militare istituendo un apposito /JrOf?ramma di insegnamenlo all 'ullimo anno di corso. X Il) - Di(e.~a Costiera
Deve alluarsi:
Armi iw/ia11e all'Ernador
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• Nei centri del paese, che per loro ùnportanw de11wgrafica, industriale, etc, poswno essere oggetto di (){fese aeree; • Agli obiettivi di carattere militare (strade ferrate, impianti industriali, per il rifornimento dell 'esercito, basi mari/lime.etc); • Agli obiellivi della zuna di operazione (111.a gazzi11i, u11ità in movimento o in sw::.ione. etc) Questa attività r·he prima della Gran Guerra poteva preoccupare in modo relativo. ha a.1·.1·1.mto oggi importanza capitale che interessa 11011 solo l'esercito, ma tu/la la na::.ione. Il valoff di un esercito e di un r·omandante, lo sviluppo di un per.fello pian.o operativo, possono essere compromessi da una deJìciente o,'Rnnizzazione della dife.w aerea che pone ùt pericolo i centri di produzione. le co111unicazio11i e rende aleatorio il r(fomimento de/l 'esercito in r·ampagna./l continuo wrmento della popolazione esposta ad un pericolo sempre presente può influire sul morale della popolazione e decidere il Governo a provvedimenti 1w11 sempre consoni agli interessi morali e materiali de/l'esercito in lotta. È quindi necessario che orgmzizzazione delle forze annate e della difesa aerea procedano di pari passo. La orw mi~ azione dello d(!(,.,.,., tU' rPf1 sf1rà ,çtu.diatf1 dumntr il corso e oggetto di u11 progetto di acquisto di materiale. Sin da ora si possono, però, anticipare le seguenti considerazioni: 1. I me::.zi di difesa aerea in ordine di importanza e urgenza sono: - aerei da caccia; - aniglieria contraerea; - mitragliatrici contraeree. Il caccia costituisce il di d(f'esa più e/jìcace. È sistema economico perché una squadriglia di caccia co~·ta quanto una moderna haneria antiaerea da 75 e rende m.olto di più. Richiede però aerei con velodtà superiore a quella degli a/faccanti e piloti decisi e ahili. Questo sistema deve essere completato a terra cmi mitragliatrici e artiglierie di piccolo rnlibro, con un appmprima H't<' di avvistamenw e di colll'gt11nl'rt/o, con proiellnri e con altri pmvvedimenti di protezione (oscuramento no/fumo dei centri, segnali di a//arrne) 2. Il poco materiale antiaer('o ( 16 pezzi da 20 111111. ) che arriverà da/l'Italia, deve essere impi('gato esclusivamente nella difesa dei centri vitali del paese. P<'r /'esercito di campagna si provvederà successivamente 3. Ragioni economiche fanno preferire il materiale di picmlo r:alihro (per esempio da 20 a 37 111111.) al 75 previsto nei precedemi studi. Una batteria da 75 moderna con centrale e/e/Irica di tiro, costa 1.500.000 di sucre.i·. mentre il materiale di piccolo calibro costa dieci volte meno. 4. Nei centri importanti occorre costituire repatti antiaerei pennanenti. Ogni reparto potrà esser(' r·o111po.1·to di un solo ufficiale e di pochi graduali, per la conse,va:z,ione del 111ate1iale e la istruzione del personale residente nel luogo, che in caso di mohilitazione sarà chillntato per porre il reparto in grado di emmre immediatamente in azione. 5. Occorre costituirf! reti di tra.m'lissione l! di avvistamento. prevedere segnali di allarme e di oscurl/mento, predisporre maschere onli-1:as, assistenza sani-
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Frwu:esco Andriani
taria e pompieri, realizzare una efficace propaganda per ammaestrare e disciplinare la pupulaziune. A questo scopo dovranno svolgere intensa opera gli ,.,fficiali di propaganda dei Cormmdi di cui prima si è parlato. 6. Necessita creare una fabbrica di maschere. L ' l::quatore tiene la materia prima necessaria. X lii) - Difesa costiera
Quanto si è dello per la difesa aerea vale anche, per analogia, per la difesa costiera. Dal quadro r·omparativo delle potenzinlità appare il grande squilibrio che esiste tra le forze navali peruviane f' le 110stt"f' e per ora non si può pensare che la nostra marina possa ampliarsi e gareggiare con la ma rina dello stato COt!fÌnanle. È necessario: o Con saggia azione politica crearsi una buona alleanza di potenze confinanti: con ciò si potrà avere una via apf'rta per i rifornimenti. o Concentrare lui/i gli .1forzi nella difesa costiera r nelle .f'orze a rmate di terra e aeree; per ottenere che la sorte si decida rapidamente in nostro favorr. o Studiare la difesa costiP.rr1 P. pmvvPrfPrf: i n·1Pzz.i ruYP.unri. Un sistema molto economico e mo/tu efficace è costituito dai M.A.S., piN·ola ed economica unità, che può, inavvertita e rapida, avvicinarsi a unita nemiche. offendere e sottrarsi velocemente a ogni C!{fesa. Questa sistema deve appoggiarsi a piccole e numerose basi. Anche questo studio sarà effettuato durante il corso con la collaborazione del tecnico di marina. Ritengo che /0-12 M.i\.S. alcuni dei quali armali di un pezzo da 75, ripartili in Ire hasi della costa (esempio: Porto Rolivar; P. Arena e Salinas) possono ostacolare qualunque tentativo di sharco. I M.A.S. dehhono essere completati con un buon sistema di avvistamento. (aerei da ricognizione e da caccia). XIV) - Viabilità
Il l'erù giunge alla.frontiera equa/oriana con 4 strade ordinarie che portano dal/ 'interno del paese, il che significa rapidità di radunata, facile rifornimento e affluenza di ri.çerve e, di consef!.uenza, inizialiva nelle uperaziuni. Ho parlato di condizione di inferiorità nella parte che si r(ferisce alla copertura. Ho proposto la costituzione di due ballaglioni e di una quinta hrigata da dislocare alla .finntiera sud, per assicurare la mobilitazione e la radunata delle unità dislocate nell'interno della Repubblica.Anche in questo capitolo confermo la urgente necessità di dello provvedimento. È noto come la mancanza di vie ordinarie e la dejicienle potenzialità ferro viarie del paese rendono oltremodo lente la radunala delle unità specialmenle alla frontiera sud. Occorrono dffa 60 giom.i, supponendo che nessun ritardo possa derivare dalla azione dell'aviazione nemica. Si deve:
J\rmi italiane al/'J:..'cuador
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a) Aumentare le potenzialità di tutta l'attuale rete ferroviaria; h) Aumentare la quantità di materiale rotabile per poter s.fru/lare quesla maggiore polenzialilà; c) Prolungare la.ferrovia Sibamba-Ta,nbo sino a Cuenca; d) Costruire la rete stradale in relazione al piano operativo. A propo.\·ito di nuove costruzioni ferroviarie è da tener presente che i progressi raggiunli dai mezzi automobilistici, il vantaggio offerto dalla strada automobilistica che consente trasporti di notevole entità, la er:onomia del trasporto specie quando il traffico non è grande, il basso costo del combustibile in Hqua/ore consigliano di preferire la camionabile purché ottima, alla .ferrovia. E quindi necessario approfondire questo problema tecnico prima di der:id<!re la costruzione di nuove linee ferroviarie con finalità militari. Ad ogni modo, comiderata anche la impossibilità di coniare sui trasporti marillimi, è necessario realizzare: 1) Rete stradale di (1/jluen za al sud: a. Prolungare la strada del nord sino alla frontiera sud, con il tracciato: Quito - Riobwnba - Guamute - Sibambo - 'fombo - Cuenca - Giron - Loja Valladolid - Ama/usa (alcuni tratti sono già costruiti; parzialmente si trova compresa nel piano della Foundation) b. Realizzare una seconda linea di com.unicazioni (indipendenti).fra il nord e il sud con il percorso: Quito - Portoviejo - Guayaquil - Milagm - Pasaje Arenillas - A/amor - Celù:a - Macara (parzialmente sino a Guayaquil è prevista nel piano della Foundation). c. Realizzare una strada tra Loya e Cariamanga. 2) Rete stradale di arroccamento: occorre realizzare le seguenti:
a. Strada Riunwmba - Babamoyo - Guayaquil; b. Strada Giron - Pasa_je - Machala, lungo il Rio Juhrm es (per le esigenze operative già dinwstrate nella prinu1 parte di questa relazione) c. ~,rada Loja - Zaruma - Arenillas (alcuni /ratti sono già costruiti) XV) - Aviazilme per l'e.,·ercito
Ilo gia parlalo dell'aviazione nel capitolo "difesa aerea" L 'aviazione nella sua opera di cooperazione con l 'esercito deve però svolgere compiti, ai quali corrispondono diver,çi tipi di aerei. Questi compiti sono: a) La esplorazione strategica a grande raggio. Richiede aerei molto veloci e con gran raggio di autonomia; b) La esplorazione tattica. Richiede aerei ben annali, con buona velocità e media autonomia; c) Il bombardamento pesante. Richiede aerei idonei al trasporto di molte e pesanti bombe e al loro lancio; d) u.1 caccia, il volo radente. Richiede aerei velocissimi al/i alla acrobazia e ben armati.
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La siluazione economica non consente però d i disporre di molti tipi di aerei per soddisfare oini esiienza. Gli aerei da bombardamento pesante, per esempio. costano H00.000 Sucres d rra e rich iedo110 speciali squadri1tlie da caccia per la loro o protezione il che aumenta enormemente il loro costo. F necessario, dunque, rinunciare a la/uni tipi di aerei scegliendo quelli che maggiormenll' rispondono alle nostre necessità. La esplorazione aerea a grande raggio e quella tattica possono essere svolte da un tipo solo di aereo, di modello medio: Il volo radente e la caccia possono essere svolti da aerei da caccia. Il tipo iwliano RO 37 riuni.,·ee m.o lte qualità: è ido11eo alla riu11tnizione, può realizzare il bombardamento leggero e la caccia: è dotato di 3 milragliatrir:i e riunisce i requisiti del tipo medio che risponde alle esigenze di questo esercito. Dall 'Italia entro breve periodo giunierà una squadriglia di RO 37. f; però necessario acquistarne altre; non disponendo di forti di disponibilità di bilancio, occorre limitarci ai tipi RU37 e ai caccia: questi ullimi per paralizzare l'azio11r della fm1e aviazione d ello stato confinante. A proposito d i eoopemz.io11e aereo terrestre occorre irnpianlare e svilllfJ/Jltre nei repllrti apposi/a istruzione. Durante il rorso di pe ,j'e zionamento sarà studintn P rnfn/lo il n~gn/11m,,nt11 e la is1n1:;ione relativa. XVI) - Situazione numerica dei quadri ufflciali - La nazione militare
Attualmente, la forza di ufficiali in servizio allivo rispetto alla truppll è Ili seguente: F,SF.RCITO - l,(fficiali 635 truppa 6.458 MARINA - ufficiali 48 truppa 405 Come si vede è una proporzione di circa I ufjìciale su 10 uomini di truppa. Tale forte percentuale pone /'esercito in una situazione molto sfavorevole, che permette, in caso di guerra, di mobilitare le unità impiegando quasi esclusivllmente ujjìciali in S.PE. Questa situazione tanto favorevole, naturale conseguenza del sistema di servizio vo lonwrio, m('ntre j, vr111taigioso perché permette di tenere in tu/ti i reparti solo ufficiali di prvvllta esperienza presenta tre inconvenienti: 1) Gravll .fortemente .ml hilancio dello .~la to, con so_fjeren za naturalmente, delle altre attività; 2) Non permettevi disporre del numero di 1{/]ìciali di complemento istruiti che una lunga guerra impone, perché ron tanta esuberanza di l,(ffìciali in S. I'. E. non si è mai pensalo a creare ujjìciali di complemenw; 3) Limita la divul1tazione de/fa cultura militare nel paese, riservandola agli ufficiali in S.PF,. Ura , con il pllssaggio dell 'esercito al .1·ervizio obbli1tatorio, con /'aumento del continsente di riserva istruito (che permette in caso di guerra la forma zione di nuove unità), è necessario, dare impulso alla Jorrrwzione degli ufficiali di complemento con una preparazione pro_fessionale e morale che li ponga in condizione di esercitare l't'.ffeffivo comando di reparto con capacità e prestig io.
Armi italiane all'Ecuador
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Per ottenere questo si deve, a mio parere. modificare il regolamento del 1932, <11moni-::.zandolo col sistema d el servizio obbligatorio. rendendo obbligatori i corsi per determinare la categorie di ciuadini, e stabilendo un periodo minimo di servizio alle anni dopo il corso, col grado di sottotenente.. Ottenuti i primi blocchi di 11Dìciali di complemento, si deve gradua re e limitare convenientemente, ogni anno. il reclutamento degli ufficiali in servizio attivo, in relazione alfr effettive necessità. Sarà questo 1111 sensibile vantaggio per il bilancio e, sopra tutto, per la nazione che andrà gradualmente saturandosi di cultura e di spirito militare. Nel C'orso di quesfll relazione ho parlato della costituzione di nuove unità. Per quanto riguarda gli U:fficiali, propongo che questi siano tratti dalle attuali uniJù, a/legerendole di iiffìciali in S. P.E. e dando u11 maggior sviluppo allaformazio11e e all 'ùnpiego d'14ficiali di complemento. Nella guerra di Abissinia, la proporzione fra gli ufficiali in S.l'.E. e quelli di complemento, nell 'ese rcito italiano era di _ circa. li sistema difrmnazione degli 1@ciali di co111ple111ento ha permesso di ollener<' da questi. durante la guerra, ntrimo e cmnpleto rendimento. l'Equatore puà facilmente raggiungere lo stesso risultato co11 grande vonWP,P,io per lo no zionP. Occorre, in sintesi, preparare molti ujjù:iali di complemento. Ne trarranno vantaggi l'eseffito e la nazione. Il primo, per maggiore disponibilità di ottimi quadri, la seconda perché wulrù man mano impf'rmewulusi di cultura e di s1>irito militare. /Jisog11a insistere e continuare su questa via che è quella che conduce alla meta a cui aspira la Nazione: forza e ordine all'interno. prestigio all'estero: quest 'ultimo deve basare essenzialmente su una solida costituzione delle.fnrze armate. Il Colonnello Capo della Missione (G. Neg roni) Que sta lunghissima re lazio ne, che , come si può notare, valeva la pena di 1ipor1 are per intero, ru inviala nd rnar1,o de l ' 37 al Ministe ro de lla G ue rra in Italia. È interessante notare come lo sc ritto dia vera me nte una immagine a 360 gradi de ll ' Ecuador di allora e aiuti a capire le diffo.:olLà e g li ostacoli che si incontrarono in seguito per riasst:slare rnilitarmc nlc il paese. Limitandoci all ' argomento del prest:nlc lavoro, cioè alla vend ita di armamenti, non si può fare a meno di notare come le forniture venne ro condizionate dalla Rela7.ione Negroni in tipo e quantitìi dei materi ali forniti, comporlando però degli oneri finanziari spave nlos i sia per I' Et: uador che per I' llalia. infatti, ne l corso de l 1937, l'imporlo dell e transazioni salì in modo verti ginoso, superando il massimale di crediI.o annuo, c he era stato fissato a 20.000.000 di lire. Pe r quanto riguarda il materiale di artig lieri a, spedimmo a Guajaquil (sede dei magazzi ni militari de ll'esercito e cuadoriano) 30 complessi (5 batterie) da 20 corredati da 65.000 colpi per un importo complessivo di 4 .499.190 lire; 48 complessi da 75/18 (4 gruppi) con relativ i 40.000 colpi , per un totale di 12.200.()70 lire ; 86 mortai da 63,5 (21 sezioni ) con 60.000 colpi, pari ad un importo di '1.9511.000 li re; e infine 5 co m-
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Fraru:esco A11dria11i
plessi da 65/ 17 con 20.000 co lpi in cambio di 4.954.000 lire . Come si può nolare da un rapido calcolo, g ià solo con l'impo1to del rnalcriale di Arti glie ria che si a llcsLava a 24.232.74 1 lire, il c re dilo d ispo nibile veniva a mpia mente superato. Se poi c i aggiungiamo, senza e ntrare nel parlicolarc, che il co sto de l materi ale del Genio spedito 11 era di ulteriori 4 .296. I 36 lire, si arriva ad un totale, pe r l' anno 1937, d i 28.526.877 lire, c on un 'eccedenza di o ltre 8 mi li oni e mezzo, par i a circa un 30% in più del previsto . Non avendo il denaro per ripagare tutla la merce fornitag li da l I' ltali a, l'Ecuado r versò poco più della metà (circa 18.000.000 di li re) in moneta e il resto in materie prime (soprallullo cacao, petrolio e ma nganese ). L a situazione si ripropose l'anno seguente in modo ancora più pesante. Nella tabe ll a sottostante è stato riassunto, pe r com ple tezza di LraUazione e comodità di cons ultazio ne, tutto il materiale d'artiglie ria venduto ed il relativo eosto 12.
Materiale
Quantità
Prezzo unitario in lire
Prezzo complessivo in lire
Ohici da 149/ 12- 14 Colpi obice 149/ 12- 14 Obice 75/1 8 mod. 34
36 pezzi 20.000 12 pezzi
175.500 341
6.3 18.000 6.820.000 2.430.000
Colpi da 75/1 8 Ohice da 75/1 3 Colpi da 75/13 Canno ne da 75/46 Colpi da 75/46 Colpi da 65/ 17
30.000 4 pezzi 10.000
Mortai da 63,5 su 3 sezioni Colpi da 63,5 Pezzi antiaere i da 20 Colpi da 20 Pisto le automatiche cal. 9 Colpi pe r pistola cal. 9 Elmetti d i acciaio mod. 33 TOTALE
4 pezzi I0.000 12.000 4 pezzi 20.000 18 pezzi 60.000 3.000 pezzi 900.000 50.000 pezzi
202.500 97 148.500 97 540.000 257 76 11.7 I 3 76 90.000
27 123 0.27 50
2.9 10.000 594.000 970 .000 2. 160.000 2.570.000 91 2.000 843.400 1.520.000 1.620.000 1.620.000 369.000 243.000 2.500.000 34.399.400
11 Come si ev ince da Allegato N° 64264 del S o ttobre 1937, in AUSSME. H-3. Ca.11. I O. busta 2. Nel d ettaglio il materia le del Genio spedit o era: Materi ale di collegame nto e relative pa 1ti di ricambio c accessori - binocoli - seghe a moto re - vanghette - piccozzini - pile a secco - apparati ouic i - seghe Dolrnar - Complessi M anisco stazioni radio con serie di ricambio - esplosivi per 4 sezio ni di parchi a1t ieri. 12 Le fonti sono gli Allegati N. 1-2-3-4-5-6 al log lio N° 42720 del 9 lugli o 1939, in AUSSM E, SJM H-:1, C art. 18, bu sta E 5.
Armi ilalianl' a/1 '/fruador
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Esaminando ne l dettaglio i tipi di materiale riportati in tabella, si può notare faci lme nte quanto le forniture aderissero alla re laz ione Negroni relativamente alle doLaz ioni d' artiglieria. Si metteva in piedi da zero la pesante campale cogl i obici da 149 e la si dotava a suffic ie nza per un 'evcnLUale conllitto; si costituiva l'a11iglie ri a destinata a lle brigate esistenti (cfr. il paragrafo "I Tempo" de lla "Re lazione Negroni") dandole il richiesto gruppo te rnario da 75/ 18, aggiungendo batterie da 75/13 e da 75/46 accompagnate da una certa ahhondanza di colpi e faci lita ndo così la prevista e desiderala sosti tuzione del preesistente mate ria le d'artiglie ria da 65/17. Si creavano notevoli ri serve di proie tti di medio calibro c he assic uravano una certa autonomia di fuoco a lle un ità esistenti . Ancora: si andava o ltre il minimo della difesa antiaerea, grazie ai :m pezzi - dodici in più de llo stretto necessario previsto - da 20 millime tri, che il colo nne llo Negroni a suo tempo aveva indicato come destinati a lla cope11ura de i centri vitali del Paese. Si provvedeva poi con una spesa re lativa mente ridotta, grazie al hasso costo unitario de i mate riali, alle dotaz ioni di armamento pcrsonak c medio- leggero di reparto - mitragli atric i e mortai - di cartuccian1e ed agli e lmetti in misura di gran lun ga supe riore al ri chiesto. Era ancora poco più de llo stre tto necessari o, vale la pena di sottolinearlo, ma già così il governo eci11arloriano aveva superalo in maniera consistente il massimal e stabilito dalla convenzione. A questo bisognò aggiungere il lallo che, per il materiale de l Genio spedito dall ' Italia, l' Ecuador si impegnò a pagare 3.948 .763 lire13, 5.068.000 di lire per il rnatcrialc automobi listico ine re nte a i gruppi da 75/1 8 mml. 341 4 , a ltre 366.960 lire per il materiale del servizio di Commissari ato 15 e, infine, per i mate riali ine re nti al scrvi1,io sanitario e veterina rio 16 be n 7 .030.000 lire, pe r un totale di 50.8 13. 123 li re. Di nuovo, facendo un raffronto con quanto suggerito e ipotizzato da Negroni come necessario e facen do un rapido calcolo, si può notare come le spese coinc idessero ahhastanza henc con quanto era stato previsto di rar avere all 'esercito ecuadoriano. Era il necessari o, ma né l'Ecuador, né l'Itali a potevano andare avanti a quei ritmi di spesa. Perciò, an-ivati a questo punto, visto l' ammontare dei costi sostenuti lino a quel mome nto, l' Italia decise di mante ner fede all ' accordo l'atto l'ornendo fino all ' ultimo pezzo, ma di no n accettare più ordinazioni dall ' Ecuador fino a quando qu esto non avesse ripagato in qualunque modo il debito contratto. Restarono in giacenza le ric hieste ecuadoriane pe r una cannoniera (del costo di f 10.0()()_()()()) e di tre a ere i scuola Bre da 25, il tutto fenno pe r più di selle mesi nel po110 di Ge nova 17. Per ri avere l' intera c ifra - e non c i dimentichiamo c he ne l fratte mpo 13 Le fonti sono g li A llegati N. 1-2-3-4-5-6 al fog lio N. 42720 d el 9 lug lio 1939, in AUSSME, 11-1, Cart. 18, busta E-5. 14 Le fonti sunu i c i1 ati Allegati N.1 -2-1-4-5-6 al fog lio cit. del 9 luglio 1939, in AUSSME. fondo e it. l5 Fo nti: idem. 16 Ide m. 17 Come si evince dall a comunicazione del Capitano di Fregata Servadio-Curtese del 14 fe bbraio 1939 per il Ministero della Guerra - Comando Corpo di Stato Magg iore. in AUSSME, 11-3. Ca11. 27.
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Fmncesco Antlriani
il Governo itali ano aveva dovuto pagare comu nque le dille fornitric i - si dovette aspettare si no alla linc del 1939. Ma all ora, vista ormai avvicinarsi sempre più la possibilità de ll ' entrata in guerra dell'Ita lia nel conflitto che ormai imperversava in Europa, il Ministero de lla Guem1 decise di sospendere gli aiu ti e di richiamare in Patria la nostra mi ssione di stanza a Quito. Sicuramente una leucra c he influenzò notevolme nte questa decisione del Ministero dell a Guerra italiano fu quella inviala dal Generale di Brigata Ulisse Longo, c he svolgeva la fun zio ne di Addetto Aeronauti co per il Sud America. a l Mi nistro stesso in data 14 Giugno 1938. In essa il Generale, appe na lornato da una visita di cortesia a Lima, snivcva che i Peruviani (con cui l'Ita li a manteneva comunque buoni rapporti anc he se natural i nemici de ll ' Ecuador) ritenevano opportuno destitu ire il Colo nne ll o Negroni dal suo incarico pcn;hé diventato ·'troppo potente". Si scornodù anche il capo dell a Mi ssione francese in Perù, il Genera le Laurent, c he ebbe a dire al Generale Longo testua li parole " Quel colonnello che avete mandalo in /.:,àwdor è uomo peric:olo,w e per noi molivo di ~rande preoccupazione" 18_ Vi fu un conc itato scambio di missive fra il Capo missione, che si opponeva in lutti i modi all' o rdine di rim patrio. e il Ministero c he, con la minaccia di una poss ibile accusa di di serzione, a lla fine obbligò i militari a ri1orm1re in lt:i li:i , appena in tempo per l'entrata in g ue rra 19. hni va così il brillante ma troppo breve tentati vo italia no cli riorganizzazione del le Forze Annate dell'Ecuador. La guerra europea l'aveva intcrrouo, que lla col Perù ne avre bbe annullato gli effetti , il le mpo e gli eventi del co nflillo mondiale ne avrebbero spento il ricordo.
18 Lettera Prot. N° 3848 del 14 (ìiugno 1938 del Generale Ulisse Lo ngo al S.E. il Ministro della Guerra, in AUSSME, fo ndo E- 11. Cari. R- 11 8. busta 8 - 1. 19 Lettera al Mini slero de lla Guerra. del 26 dicembre l')l') , in AUSSME, Fondo H-3. Cari. 18. busla E-5.
Massimo lacopi e Carlo A lberto Federic i LUlGl MASI, MEDICO GUERRIERO. UNA FlGURA DIMENTICATA DEL RISORGIM ENTO ITA LI ANO
La giovinezza, gli studi, l'impegno politico Varie e contraddittorie risultano le fonti bibliografic he q uando citano il luogo di nascita di Lu igi Masi: - Gabrie le D' Annunzio, in " No tte di Caprera" , lo c ita come " ... il toscano
Masi ... "; - Guc rrazzi, in " L'assedio di Roma", lo ricorda come: "Il Masi, pistoiese gentile. intellelfo caro alle Muse e sac,v llffatto agli studi letterari, di subito diventa 11011 pur soldato 1na capita no intrepido quanto arg uto" : - l' Enciclopedia Trcccani . illus trando la vita di Federico Torre, g li attribuisce ori g ini pe rug ine: "Nel /847. col Marchese Ludovico Potenziani di Rieti e il /)ott. Luigi Masi di Perugia, .. . "; - Giustiniano Degli Azzi, in "Per la liberazione di Perugia", dice di lui : " ... nato a Collescipoli ... ". Nella realtì1, come si può ril evare dagli alli custoditi presso !'"Arc hivio di Stato Civile" de l Comune di Assi si, Luigi fran cesco Raffae le Masi nasce a Petrig nano d i Assisi il 24 ottobre 18 14 da Giovann i Masi, allora Medico Condotto de l paese e da Laura Anto nie tti ; Padrino al Ballesirno è uno z io materno, ta le Michele Ant.oni etLi di Bastia Umbra. Il lùturo del giovane se mbra quasi segnato da lle sue o rig ini: dal padre eredita l'amore per la medic ina me ntre dalla famig lia materna sembra discem.lere la sua propensione per la vita d' arme e g li alti di eroismo. De ll a fami gli a Antonie lli, infatti, fa parte que lla Colo mba che è ri cordata come l' unica donna caduta, il 13 g iugno 1849, durante l'assedio di Roma. La sto ria ricorda che la dic iotte nne Colomba Antonielli, naia a Basti a Umbra il 19 o ttohrc 1826, conobbe a Fo lig no, ove si era trasferi ta con la fam igli a, il Conte Lui gi PorLi. Ufficia le de lla Guardia C ivica. La g iovane. dopo averlo sposato, seguì il Conte Porzi in tutti gl i spostamenti c he il reggimento di cui faceva parte subì in 4uc l turbinoso periodo sto ri co. Nel g iug no del ' 49 il Conte Porzi e ra impegnato nella difesa delle mura roma ne di Porta S. Pancrazio e la g iovane moglie , te ntando di raggiungerlo vesti ta da Ufficiale dei bersagli eri , trovò la mo rte sotto il bo mbardame nto de.lJ'mtig li eria francese. La fi g ura di Colornba Anto nie tti , ricordata da Garibaldi nelle sue "Me morie" e rappresentata in un quadro di Girolamo Induno, è celebrala da insig ni poeti quali Carducci, Rusconi e Dumas padre. Dalla stessa famigli a Antoni eui di scendono il genera le Luig i Rossi, classe 1855, fi g lio di Laura Antonie tti), coma ndante di Brigata durante la prima Guerra
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Massimo tacopi e Carlo AlhPrlo Federici
mondial e e il generale Claudio Sfor,.a, classe 1848, figlio di Lucia Antonietti), Diretto re dei Servizi Sanitari del Regio Corpo di Spedizione Italiano in Libia (19 11-191 2).
Poco sappiamo dell 'infanzia d i Luigi Masi, a pa11e che la sua famiglia si trasferisce a Stroncane quando eg li è ancora hamhino e lo stesso, dopo aver frequentato le scuole classiche, si reca a Perugia per seguire gli studi di farmacia. Il periodo degli studi perugini del Masi è caratte rizzato dalla strelta amici Lia con Carlo Bruschi, nipote dell ' omonimo Carlo fondatore - ne l l 746 dell 'Accademia peru gina de i Filodrammatici, e lig lio di Dome nico Bruschi , insegnante di scienze naturali presso l' Uni versi tà di Pe rugia e patriota tanlO fe rvido d a scrivere al li glio, partito volontario nel 1848 per combattere g li Austri aci: " Ora compite il vostro dovere. Se tornerete imbelle in patria. non bussate alla mia porta; la trovereste chiusa.". La figura di Carlo Bruschi , ricordato dal Degli t\zz i come " Liberale ardentissimo e di straordinario coraggio, scriltore ejjìcace in prosa, non spre1:evole poe ta lirico e drammatico , ... ", ol tre ad avere grande inlluenLa sulla lùrmazio ne ideologica e c ulturale del Masi, è importante poiché il nec rologio da lui scrillo in suo ricordo è una del le poche fonti storiche attendibili alle qua li rif,u-si per tracciare una hiogralia del periodo g iovanile. II Brusc hi (1820 - 1878), di prol"cssionc avvocato, combatte a Vi cenza e partecipa alla difesa di Venezia e di Roma nel 1849; è capo militare e animatore della ri voli a di Perugia ne l 1859 e, in tale occasione dirige il comhattimento contro gli Svizzeri del Colonnello Schmidt, vene ndo condannato a morte in contumac ia. Nel c itato necrologio il Bruschi così ricorda la g ioventù di Luigi Masi: " Fu allora che chi scrive queste poche linee strinse con esso vincoli di a micizia caldissima, tanto che raccomandatolo al proprio padri:', professor Domenico Bruschi, di cara memoria. questi lo accolse in sua casa e, riconosciuto nel giovane uno svegliatissimo ingegno, lo per.1·1w.~e ad applicarsi allo studio della medicina. Fu il Rruschi per tre anni padre e maeslro del Masi: fit quesli pel vecchio scienziato (disgra::.iatamente privo di visla) un secondo JìKlio, ww guida amom.1·a, un discepolo laboriosissimo, che lo aiutù nella ,·mnpila zione di scientijìci scritli. F:d ù1 quei pochi a1111i tanta j i, nel Masi la ferma volontà di erudirsi. e fan/a possedeva a ttitudine rara nello apprendere, che non solo compì con somma lode i medici .1·11uli. 11w più lingue apprese, facendo in pari tempo rapidissimi progressi nella italiana lelleratura, da riuscire poeta, più spesso eslemporaneo, ed i suoi versi fi1rono di invidiabile sponlaneitlÌ, e ricchi d 'immagini e di aj]èllo". (,'eclettismo e l'ingegno de l Masi vengono ccm l"crmati anche da Pirro Montespcrclli , nel suo In memoria del Gene rale Masi, c he recita: "Si spirito ardimentoso e forte, tu fosti sempre pari a te s/esso, e nella prospera e ne/l'avversa sorte, e nella verde e nella matura ('fà! Giovane ardente e di elevatissimo ingegno, alt 'amore p er le lettere e per le scienze accoppiasti lo a_ffetto più puro per la patria tua. Cresciuto 11egli anni, delle lei/ere e delle scien ze
/,uigi Masi. medico guerriero, una.fìgru-a dimenticata dal Risorgimento italiano
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naturali peritissimo, queste e quelle li scorser per L'erta via che ti condusse ad altri destini, ove la virile saggezza dell'operare ben rispose al bollente sentire dell 'età giovanile. Chi nato in Perugia non ti ricorda? Chi non rammemora il quadrilustre Masi poeta gentilissimo ed immaginoso, parlatore forbito e fecondo ? Chi può averlo dimenticato o nei piacevoli conversari, une' segreti ritrovi, ove ciascuno ambiva alla sua presenza e Ili/li con relip,iosa attenzione pendevano dalle fluide sue labbra, quando dei futuri destini della nostra Italia prendeva a parlare? Ma il Masi ventenne è già in estimazione nella sua patria adottiva ... ". C he la patria adotliva, come de fini sce Perug ia il M o ntesperelli, "vada stretta" ad un così valente ingegno è certa mente chiaro a Domenico Bruschi che ra conoscere il suo affezion ato discepolo al Princ ipe di Canino e di Musigna no, Carlo Luc iano Bonaparte, ti g lio di Luciano fratello di Napoleone. Il principe, allora infervorato nello s tudio de ll a zoologia ed in particolare de ll' ornitologia, non esita ad accogli ere il giovane M asi nella sua casa di Roma a ffi dandogli l' educazione dei suoi fi g li. L' umile fi glio del medico condotto di Pe trignano d ' Assisi si trova così ad essere precellorc dei nipoti del grande Im peratore Francese. Il princ ipe di Canino, pe rò, no n affida al Masi so lo l' educai.ione dei fig li, ma lo impiega anche e soprattutto come collaborato re pe r i suoi studi scientifi ci, chili~ qual cosa il nostro trae notevoli vantaggi per l' arricchimento della sua c ultura. Così ricorda tale c ircostanza Carl o Bruschi nel g ià c italo necrologio: " u t intimità con la quale visse col Bonaparte arricchiva il Mlui d i altre estese cognizioni in più rami delle scienze naturali, con tanto amore e con tanta sapienza dal principe colti vate". Tale attivitì1 porta Lui gi Mas i, oltre a laurearsi in medicina il 13 febbra io 1840 presso l'università di Roma, a partecipare, dal 1839, ai congressi scientific i organizzal i da un gruppo di e minenti uo mini di Scienza e di I ,ett.cre, Lra i 4uali spicca Carlo Luciano Bonaparte. Il primo di ta li congressi, che fanno seguito aJJe riunioni degli scienziati tedeschi aperte anche agli ospiti stranie ri e che ha nno fornito ri sultati a dir poco promettenti , si svolge a Pisa nell'autunno del 1839, e viene cclchralo dal Giusti , ne i noti vers i " ni sì nohile cmzgresso/ Si rallegra con sé stessu/'lìmo l'uman xenere ". Promo tori di questa prima riunione sono: Ca rlo Luc iano Bonapa rte, Vincenzo Antinori (direttore de ll'I. e R. Museo di Fi sica e Storia Naturale di rirenze), G iovanni Battista Amici (fi sico, naturali s ta e astronomo di S.A.I. e R. il granduca di Toscana), (ìaelano Cìiorgini (provveditore generale de ll' I. e R. Uni versità di Pisa), Paolo Savi (professo re di storia natural e all ' Università di Pi sa) e Maurizio Bufalini (professore di clinica e medicina ncll ' I. e R. Arc ispeda le di F iren7,e). I ,a riuscita della manifes tazione si deve anche al la sensibilità di Leopoldo Il Granduca di 'lbscana. Alla prede tta riunione partecipano he n 421 scienziati, docenti universitari e tecn ic i di vari a formazione, ingegneri appartenenti ad isti tuzionj civili e militari , medici, agronomi . Sehhc ne i tempi avversi e l'ostilità dei governi c he tiranneggiano l'Italia non conse nta no cli costituire un sodali zio stahile , il 1;petersi de lle 1;unioni concorre
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alla formazione di quell'unità spirituale della Nazione, premessa e fonda me nto della successiva uniLà politica. E di c iò danno conferma g li A!li dell e riunioni e le testimonianze degli scrillori del Lcmpo, italiani e stranieri. Al fine di seguire l' attività del Masi in 4ucslo periodo, ricordiamo le sedi e i periodi di svolgimento dei cong ressi nei quali lo slesso e il Ronaparte rivestono cariche unìciali: - il I O (Pisa, I O - 15 o ttobre 1939), che vede la partecipazione, in veste ufficiale, del solo Princi pe di Canino quale presidcnlc d elle Sezione Zoologia e AnaJomia Comparata; - il 2° (Torino, 16 - 30 scllcmhre 1840), nel quale troviamo il dollor Luig i Masi sei,,rretario della Sezione /Jotanica e Fisiologia vegetale mentre il Princi pe presiede ancora la Sezione Zoologia e Anatomia comparata; - il 4° (Padova, 15 - 29 sette mbre 1842), ne l corso del quale, come al solito, Carlo B0napa11e è presidenlc de lla Sezione Zoolo,:ia, Anatomia e Fisiologia comparau: e il M asi segretario della stessa; - il 5° (Lucca, 15 - 30 sette mbre 1843). dove il Masi torna a svolgere le funzioni di segretario de ll a Sezione Rotanica e Fisiologia vegetale mentre il Pri ncipe mantiene la p residenza dell a soli La Sezione; - il 6° (Milano, 12 - 27 sette mbre 1844). a cui pa rtecipa, il solo Rorrnp~rtP-; - il 7 ° (Napoli , 20 se ttembre - 5 otlohrc 1845), ne l quale troviamo nu ovame nte e ntra mbi, nelle ri spe tt ive sezioni e con l' incari co gii1 precedentemente svolto, con la particolarità c he il Masi viene citalo con il titolo di Professore; - 1'8° (Genova, 14 - 29 settembre 1846), a c ui partecipa solo il B0napa11e. Il 9° congresso, tenutosi a Venezia dal 14 al 24 sellcmhrc 1847, merita una c itazione particolare poiché ne l corso dello stesso la poliz ia a ustriaca, a causa dell ' acceso linguaggio tenuto ne l corso del suo inte rve nto da Carlo Luciano Bonaparte, lo espelle da Venezia ed interrompe i lavori del congresso con c inque giorni di a nticipo rispetto ai quindi ci programmati. li Principe. al suo ritorno a Roma, viene processato, e ri esce ad ottenere una sentenza di assoluzione solo grazie al concomitante mutame nto delIn po litica del Governo. Ai governanti non sfugge il rilievo delle tematic he dibattute in queste assise anche perché i fermenti di indipendenza cd unitìi non vengono più nascosti dagli scic nziali e dagli uomini di c ultura. Le riunioni degli scienziati sono considerate da varie fonti come copertura di veri e propri convegni politici ne i 4uali si prepara un a ri scossa bo napartista Lendcnle ad assicurare l' unità e l' ind ipe ndenza del l' Italia. Paolo Mencacci nella sua "Storia della Rivoluzione Italiana" così si esprime riguardo alle assise degli scienziati: " ... quei tali .famosi Congressi, detti degli scienziati i quali, sotto le sembianze di scientifiche trattazioni, di null'altro si occupavano veramente, che di spianare le vie alla 'rivoluzione, seguendo l'ùnpulso delle Società seirete, sotto la protezione de' governi, ciechi o complici della stessa Rivoluzione.". Nell'amhito de i suddetti convegni e sotto l'influenza del pe nsiero e dell ' atli-
Luigi Masi. medico guerrie m, unajigum dimelllicata dal Niso1gi111e11to italiano
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vità del suo pigmalione e me nto re si consolida lo spiri to patri ottico e indipe nde ntista de l " neodottore" Luig i M asi. TI Masi non era, infaui , sicuramente avulso dall ' attività del Bonaparte c he veniva add italo dalla Santa Sede come lo '·strurnento delle sette" facenti capo a i centri ri vol uzionari di Lo ndra, Parigi, Bruxelles e Be rlino . La condotta del Masi in tale periodo è senza dubbio influenzata dal pensiero e d agli atti de l Princ ipe che, come testimoniato a nche dalla dimostrazione d a lui organizzala a Roma 1'8 sette mbre 1847, si sc hi era se mpre con gli cle menti p iù accesi de lla rivolu zio ne. Pe r ta le attività rivoluzionari a il Principe di Cani.no vie ne anc he sospetta to di compli cità nell ' uccisione di Pellegrino Rossi, avve nuta il 15 novemhre 1848 ed è disconosciuto dallo zio , Lui gi Napoleone Ronapa rlc - Presidente della Repubblica Francese. che, in una lettera dire tta a l Nunzio Po ntific io in Parig i e pubblicata nel Joumal des Dèbats de l giorno 9 Dicembre 184 8. sc rive: ·'Monsiw rore! Non voglio lasciare arrreditare presso di voi le voci, che tendono a rendermi complice della condo/la che tiene in Roma il Principe di Canino. Da molto tempo io non ho a lcuna specie di relazione col.figlio primogeniw di Luciano /Junaparte, ed io deploro con tutta l 'anima mia ch 'egli non abbia sentito che il mantenim.ento della sovranità temporale del Capo venerabile della Chiesa sia intimwnente lq~ato ctllu splendo re del cattolicismo, come alla liberlà e alfa indipendenza della Italia. Ricevete, Monsignore. /'assicurazione de ' miei sentimenti di a lta stima. ". Nel frattempo, all a fi ne del 1846, l'esaltaz ione a l trono di Pio 9°, viene accolta con e stre mo favore da i progressisti tanto da far declamare a l patriota sic ilia no La Masa. du rante il hanchetto di ina ugurazione de ll' 8° congresso degli scie nziati a <ìc nova, una poesia conte ne nte la seguente stro fa : "Dei regnanti della terra I non ti spinge il folle esempiu; I fu col popolo e col tempio I sei del m.o ndo imperator. I Vi va Pio libera/or!" Le prime dec isioni prese d al nuovo Papa danno a molli la sensazione c he vog lia veramente incarnare e tradun-e nella realtà il sogno giobertia no di un po ntefice ca pace di guid..ire i prìnc ipi ita liani sulla via delle rifo rme. Pap..i Pio 9°. personaggio dal tempe ramento un po' nervoso, ma di modi bonari e spiritosi. g ià un mese dopo l' elezione concede un ' amnisti a generale per i reati politic i. Nei venti mesi successivi è artefice di a lc une grand i rifo rme dello Stato Ponti li c io: - l' isti tuz ione di un Ministero liberal e; - la concessione di una seppur limitata libertà di stampa; - l'istituzione di una Consulta di Stato e di una G uardia C ivica; - l' a ho li zione delle di scriminazioni contro il ghc llo e hra ico. La limitata libertà di sta mp..i, perme tte al Masi (e con lui a Federico TorTe, Ludovico Potenziani e Carlo Uazola) la pubblicazione in Roma de l periodico Il Contemporaneo ( 12 dicembre 1846), c on un programma di temperato progresso e dec isame nte contrario "ai pusilli di pensiero e d i animo", alla "genia di pa urvsi relrogradi" , ai "piaggiatori abietti di ogni qua lunque opinione f ortunata o potente".
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La prima guerra d'indipendenza e la difesa di Venezia La costituzione dell a "Guardi a Civica·' (5 lug lio 1847), con compiti di tutela de lla s ic urezza pubblica ne i comuni di appartenenza o anc he con possibile impi ego in au silio dell' eserc ito, segna il punto di svolta nella vita del Mas i c he , il 22 agosto, viene arruo lato. d a l Governo Pon1ificio, col g rado di Capitano e così, per riprendere ancora le parole del Bruschi: "Lo scienziato, il poeta si mutarono in uomo pulilù.:o ed in soldato". Da questo momento in poi, in falli , la v ita de l Masi evolve in un crescendo di atti vità di caraucre prettame nte militare che lo faranno apprezzare per le s ue doli di co mandante e di s tratega e lo rende ranno protagon ista di s picco de l Ri sorgime nto Italia no. Quadro di riferime nto Solo per fornire un sintetico inq uadrame nto cronolog ico a coloro che hanno lasc iato sui hanc hi di scuola le re miniscenze d i quel pe riodo sto ri co, rid1i ami amo alla m emoria quali erano i princ ipali stati in cui era divisa I' ha li a e qual'era l'indirizzo politico dei relativi governi a lla vig ilia de ll o scoppi o dell a prima g uerra d" indipcndcnza ita lia na. Ciranducato di Toscana La restaurazione, che pcr il Granducato di 'lbscana s ign ifica il ritorno al regime di Leopo ldo I" d 'As burgo Lotringcn (Lorena), costituisce peraltro un progresso rispcll.o al resto de lla legis lazione europea in vigore. Le sole conce ssioni fatte ai p1incipi, imposti d'Autorità dalla Santa Alleanza, erano state il ripristino delle soppresse congregazioni re li g iose e la nomina governativa <lci gonfalonieri . ln l"aui dopo i moti del 183 1 f e rdinan<lo } 0 , Granduca di Toscana, aveva concesso ospitalità ai profughi deg li a ltri Stati italian i, rcs is tc ndo alle pressioni d el Re di Napoli e dcli ' Imperatore d ' Aus tria, s uo i stretti pare nti, e hc domandano la consegna de i rifugiati. La vita c ulLurale de l Granducato di Toscana s i svolge p ertanto in un clima di libertà del quale no n gode cenamente g ran pmte del res to dcl mondo e uropeo. G. P. Viesseux, c ittadin o onegliese di o rig ine g inevrina, dà vita a un "<ìahinetto" per la lettura di giornali c ri viste e libri di ogni natura, pubblicati ovunque, nonché all a ri vista " L' Anto logia", con non dissimulati sentime nti nazionali , da lui concepiti in l'òrm a federativa. Per il "Gabinetto Viesseux", ove si tcnevano tre conversazioni la settimana, scnza ombra di limil.azion.i o di censura, passano, tra i tanti, Rettjno Ricasoli, Giacomo Leopardi. Alessandro Manzoni , Ni ccolò Tommaseo e molli altri illustri forestieri. Mai il Governo Granducale pc nsa d i intralciare tale atti vità, il cu i carattere libcralc e nazionale non è minima mente diss imul ato e, d'altro canto. cerc a di resistere a llc richieste austriache di soppressio nc dcli' " Antolog ia": Queste però avranno il loro corso solo per l' inflessibilità del Mettern ich.
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La mon c di Ferdi nando 3° e la successione d i suo fi glio Leopoldo 2° no n cambiano le cose e anc he alcuni memhri del Go verno Toscano. qu ali Vittorio Fossombroni e Neri Corsini, dimostrano di possede re e levata cultura e soprattutto spiri to tollerante. Firenze, allorc hé tutta l' Europa è sconvolta d alla ri voluzione del 1848, ri sulta la capita le di uno Stato progredito e tram~uillo. Giuseppe G iusti , nel 1850 , scrive: "JJa fui/a /'Europa capitavano a Firenze don i e notabili d'ogni maniera; oltre a ciò Firenze, salvo poche eccezioni, essendo .1·1a1a sempre aperta e sicura a~li esuli d 'ogni gente dal 21 in poi aveva a/Linfa a tulle le fonti delle opinioni <'orrenti e, dopo Ronw e più d i Roma in un ce110 sen.w, e ra la città cosmopolila d el/ 'IJalia.". Duc ato d i Modena Modena dopo il processo de l 183 1 non c i sono a ltre repressioni e nemmeno il serpeggiare visibile di sentime nti libe rali. Il governo di Francesco 4° presenta: un buo n funzioname nto dell a g iusti zia, buo ne condizioni di sic urezza pubblica, modesto il peso fi sca le e pareggio del bilancio. La re la ti va prosperità economi ca compensa. quindi , le tende nze decisame nte reaz ionarie del Duca e so pisce indire tta mente le questi oni politiche. A Jirancesco 4°, morto I' 11 gen naio 1846 , succede il figlio francesco 5° c he sost itui sce i collabora tori più rc a:1.ionari del padre con altri più popolari , conc ilia ndosi ancor più la pubblica be nevole nza. 11 Ducato è, quindi, be n lung i ne l 1848 dal presentare una situazione rivoluzionaria . Ducato di Parma e Piacenza Se bbene le condizioni de ll'economi a parme nse s iano, anch'esse, abbastanza flo ride e Mari a Luisa d ' Austri a goda di una d iscreta popo larità, la protesta antiaustri aca e le aspiraz ioni libe rali crescono tino a sfoc iare. ne ll a primavera del 1847, in moti di ape ti a insofferenza. Nonostant e a tali moti non segua no gravi forme d i repressione, i rapporti tra governo e popolazio ne resta no tesi e il fe rmento cresce, alla fine del 1847, con la morte di M ar ia Luisa, alla quale succede Carlo Ludovico, avente fama, al di là a nc he de l vero, di principe rcaziomuio. Ducato di Lucca 11 più piccolo Ducalo esistente a quel te mpo è que llo dove il fe rmento scmhra essere maggiore e più co ntrastato. Il se co lare timore di perde re l'indipendenza e di ve nire uno dei Dipartime nti de l Granducato di Toscana, cosa che purtroppo si avvera il 5 ottobre 1847, spinge i lucchesi in due di verse direz ioni : I~ prinrn , rli ispiraz ione liberale, che si
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orienta verso la costituzione di un a fede raz io ne di stati itali ani ; la seconda, di ispira zione reazionaria, che tcmle invece a mantenere lo slalus quo e a rafforzare il polen: ducale. Così, nel 1846, menlrc a Lucca si fo rma un Circolo Politico e le dimostrazioni popo lari inneggia no a Pio 9 °, ne lla cittadina di Viareggio scoppiano mani festazioni popolari violente me nte reazionarie. Regno de lle Due Sicilie L'este nsione e i profondi proble mi economi ci del Regno Bo rbo nico non favori scono lo svilupparsi di corre nti di pensiero unit,u-ie e ri collcgahili al fil one stori co del Risorg imento. Il governo di Ferdinando 2° ( 1830- 1859) non fa vori sce lo sv iluppo di una solida classe media che, anzi, vie ne sacrificala ag li interess i dei grandi proprietari terrie ri e dc li' aristocrazia. Gli interessi de lla Cala bria e dell a S ic iliu vengono posposti a que lli di Napo li, col ri sultato di tenere desti o di rinfocolare, sia l'antipati a dell a Calabria verso il governo napol etuno, sia il tradi ziona le separati smo della Trinacri a. Nelle varie regioni si co stituiscono sette che non voglio no richi amarsi né a ll 'antica Carhone ria né alla mazziniana G iovine ltalia. I mo ti e i tumulti di massa che localmente si sviluppano hanno il carallcrc di prolesta po polare contro il mal go verno, la carestia e le condiz ioni d i miseria in c ui versano le class i sociali più umili . Lo spirito lihcralc ri sorgimentale no n aleggia nelraria del s ud Itali a e le nume rose corre nti di pe nsiero c he si sviluppano non riescono a trovare un accordo che consenta la formulaz ione di richi este unitarie, lasciando , in tal modo, campo lihcro all e azio ni de l Governo Borhonico e , vieppiù, di que llo Austriaco che, indiretlamenlc, manti ene costantemente il controllo, anche mili tare, de l Regno. Stato Pontificio Solto iI governo di Papa Gregorio 16° ( 183 1- 1846) la situa 7.ione è pressoché intolle rabile. A fornire un quadro de lla situazione può essere utile riportare quanto Massimo D ' Azeglio, cattolico e liheral e moderato, scri ve nell' opuscolo "Gli ultimi casi di Romag na", re lativo ai moti insurrezionali di Rimini del settembre 184 5 e stampalo in 'lhscana poco prima della mo1te di papa Gregorio 16°: " .. .Il capo dello Sia/o non ha un giom o di udienza pubblica come hanno tun i i sovrani assoluti. Ma questo è nulla. Se un suddito dello Stato domanda di parlare al Papa. non gli viene concesso, se non promelle f ormalmente prima r.he non gli parlerà d 'affa ri. ... Il sislema eco11omico dello Stato e le sue .finanze sono ridonr a tal punto che nessuno in lui/a t :umpa ne ignora gli assurdi e la sua imminente rovina; ... la sua amministrazion e spende da una mano più dell 'entrata, e chiude dall 'al!ra le.fonti della pubblica ricchezza. Il sislema proibitivo inceppa l'impor-
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tazione e l'e.1po11azione con gahelle esagerate, cui l 'ignoranza da nome di proleltrici; con stolJe pmibiziuni, colle quali invece di.favorire l 'industria nazionale, si .favorisce 11011 /'industria, ma il monopolio di pochi, si limita il lavoro e la produzione, si provoca il contrahhando, fonte di corruzione e d'immoralità; ... per porre il colmo ali ·assurdo le gahelle sono date in appalto . ... In ogni cosa vede una trama, t11w ribellione, un pericolo; ... Roma ha de tto: «lo non credo nelle strade ferrate »; e di questa professione di fede ride l'Europa intera. ma non ne ridono i sudditi pomifici. ... Non vuole istituzioni di banche 1ende111i ad accrescere il credito pubblico, non aswciazioni agricole, industriali. ... li commercio è, si puà di,; nullo .. . Dell 'i,1quisizio11e politica [dirò che è] è (ltfidma a Commissioni Straordinarie, non vin('olate da nessun ordine legale di processura. e con il/imita/li allloritlÌ nelle condanne; ... gli stessi uomini sono insieme accusatori e f!,iudic:i; 11011 v'è libertà nella df(e.rn, e neppure nella scelta del difensore, dato dal tribunale, e preso tra le persone a lui devote ... indefinita ed arbitraria la dassijicazione delle colpe, per la qual cosa vengono spesso puniti come de/i/li di lesa maestà, l'opinione. il pensiero, gli qf(elti del! 'animo sfuggiti in qualche parola, in qualch.• scritto i111pmde11te, e casti!!,nti con pene che passano ogni idea di proporzione <' di f!,iusti: ia, r111rhr a111mes.1·a la reità del/'affusato ... ". In tale s ituazione è fac ile immaginare come l'imprevista e contrastata ascesa al 1rono pont ifi(;io di Pio 9°, nel g iug no 1846, e le riforme da lui promulgate facciano apparire il nuovo papa. a l di là delle sue stesse inte nzio ni , co me l'uomo de i moderati. capace di tradurre ne lla realtà il sogno giobertiano d i 1111 pontefice capace di g uidare i prìncipi it ali an i s ulla via delle ri fonnc. Tale ruolo politico, pe ri\ contras ta con le fun z io ni di capo spi rituale dell a cattolic ità e runica via d' usc ita dalla strada senza usc ita, imboccata sull'onda dell' e ntus iasmo, non può essere altro che un brusco cambiame nto di direzione. che allira su Pio 9° il risentime nto e il rancore di molti sinceri liherali . Regno Lo mbardo-Veneto
li Regno Lom hardo - Venclo è hen a mminis tralo: molto megli o. in ogni caso, di quello de lle Due S icilie e dello S tato Po ntific io. Le condizioni economi che sono in coslanlc progresso, con la sola eccezione del la città di Venezia. La re te stradale è ottima. r industria 1nanifatturiera è prospera e atti va , il siste ma scolasti co è superiore a que llo di tutti gli altri stati (l' istru zione e le me nwre è imposta per legge). Nond ime no g li interessi del Regno vengono sacrificati a quelli dell'economia austriaca. mediante un sis te ma dogana le profondamente iniquo. La mani festazione del pensiero non è impedita. così come non lo è la lihcrl.à della cultura e dell ' ini ziati va, come testimon iano le ri viste che vengono stampate, in quel periodo. a M ilano (il "Conciliatore", il " Politecnico", il "Crepuscolo", .. .) ed il fatto che uomini come Carlo Cattaneo e Cesare C<.llTenti possono per molti anni scrivere ciò che vogliono, restando nell'insegnamento o negli impieghi puhhlici.
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li sentimento antiaustriaco non sembra discendere, pertanto, né dalla fame, né dall'oppressione politica. Solo l' invincibile bisogno di indipendenza c he i Lombardi cominciano a sentire in quel periodo ed il fatto c he l' Austria esercita costantemente la funzio ne di roccaforte dell a reazione politica possono fornire una giustificazione plausibile allo scoppio dei moli insurrezionali che, peraltro, ri sultano anche essere l'eco della rivoluzione scoppiata, quasi contemporaneame nte a Parigi, Vienna, Praga e Budapest, nel 1848.
Regno di Sardegna L' ascesa al trono di Carlo Alhe rlo di Savoia, nel 18} I, da adito a qualche speranza di rinnovamento politico e persino il Mazzini - non è chiaro se con lo scopo di ottenere un effetto negativo e stroncare definitivamente la te ndenza carbonara nel riporre fiducia nei prìnci pi illuminati ; oppure pe rché a tale fiducia si sente ancora parzialme nte legalo - indirizza al nuovo Re di Sardegna una lettera che invita il sovrano a farsi capo della ri voluzione nazionale e de lla g ue rra ali' Austria. Ca rl o Alberto, per tutta ri sposta, impartisce l'o rdine alla sua poli zia di arrestare il Mazzini se questi avesse te ntato di entrare in Pie monte. Tale reazione risulta ovvia se si pensi che in questo primo periodo Carlo Alherto è ancora un sovrano decisamente legato alla reazio ne cd in alcuni punti , come per esempio nell'ostilità violenta e radicale alla monarchia borghese di Francia, si dimostra più oltranzista dell' Austria. Nel contempo lo Stato Sabaudo progredi sce dal punto di vista economico, in parte anc he per le iniziative del governo c he, peraltro, quando procede sulla via delle riforme si ispira a lla vecc hia tradizione de l dispotismo illuminato. Dopo il 1840 si attenua l'ostilità contro la monarchi a di 1,uigi Fi lippo, con la quale vengono stretti dei trallati commerciali, mentre si vanno guastando i rapporti con l'Austria, sia per incide nti di confine, sia per lo scatenarsi di un ' autentica g ue rra doganal e, nata dall'imposizione di tariffe eccessivamente gravose all ' imporlazione de i vini piemontesi nel territorio austriaco. Ciò non comporta una effettiva "conversione" di Carlo Alberto al liberalismo, ma soltanto la necessità oggetti va di rottura con gli Asburgo che, se come custodi della conservazione possono piacere ai Savoia, ne ostacolano, di contro. le mire espansioni stiche ne ll ' Italia Se LLc nlrionalc. Alla vig ilia dello scoppio della prima guerra d' indipe ndenza italiana comincia a farsi strada, nella mente de i conservatori illuminati, l'idea che una forte monarch ia iLalia na av rchhc potulo comhallcre il sovversivismo meglio di quan to potevano fare isolatamente i piccoli Stati itali ani. No n è più il rivo luzionario Mazzini che dice a Carlo Alberto: "Pronunciate: Italia è tutta mia, e venti mi lioni esclameranno: Oio in cielo e Carlo Alberto sull a terra!". Adesso sono i monarchici moderati e, fra le rig he, persino il Papa che lo incoraggiano ad accrescere il suo regno.
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Nel co nte mpo i patrioti di ispirazione repubb li cana s i vanno convincendo se mpre di più che no n si posso no conseg uire ins ieme: l' unità, l' indipendenza e la repubblica; la re pubblica può anche venire dopo l' indipenden za e l' unità. Pur non pensando assolutamente ad estendere il suo dominio fino a Roma o addirittura fino al Reg no de lle Due S icilie, l' idea di annettersi Milano, ove i Savoia avevano in altri tempi regnalo, certamente infiamma lo spirito del Sovrano c he, peraltro, sa di pote r contare sull ' appoggio di liberali, mazziniani e rivoluzionari. Poic hé nessun sovrano al mondo ammetterebbe, nea nche con sé stesso, di agire per soli interessi dinastici e poiché le scelte poli tiche, anc he se determinate dal calcolo di convenienza, vengono rivestite immediatamente di una opportuna ideologia, Carlo Alberto si trasforma in un sincero uomo dell ' indipendenza italiana e promotore dell ' unità nazionale.
Prima Guerra d'Indipendenza La situazione sopra confi gurala sfocia, nel 1848 in Europa e in Italia, in una serie di avvenimenti c he da nno l'avvio a lle lolle del nostro ri sorgimento e dei quali rorni amo un sinteti co quadro cronologico: - 12 Gennaio. Scoppia a Palermo un moto insurrezionale. I liberali siciliani, guidati da Rosolino Pilo, mettono in ruga le truppe borbonic he e formano un governo provvisorio c he adotta la costituzione spagnola del 18 12. Di fronte all'estendersi del l'insurrezione e non potendo contare sull 'aiuto dell ' Austri a, poiché il papa Pio 9° aveva vietato l'attraversamento de i propri territ ori , il re delle Oue Sicilie Ferdinando 2° si vede costretto a cedere agli insorti cd a promulgare una Costituzione, ispirata a quella Francese del 1830; - I I Febbraio. Anche il Cìranduca di Toscana Leopoldo concede una Costituzione; - 22 1:cbbraio. A Parig i, una manifestazione per la riforma elettorale viene attaccata dalla pol izia. I ,a popolazione, esasperata per la grave cri si economica, dà man forte ai dimoslranli cd eleva barricate; - 24 Febbraio. Gli insorti parigini (sostenuti dagli operai e dalla guardia nazionale, che nel frattempo e ra passala dalla loro parte) sono ormai padroni di Parigi. Luig i rilippo viene deposto e la sera stessa viene proclamata la Repubblica. Anche i socialisti guidati dal giornalista Louis Blanc, sono rappresentati nel nuovo governo provvisorio, presieduto da A. de Lamartine; - 3 MarLo. Le no ti zie provenienti da Parigi suscitano gra nd e agitazione in tutto l'Impe ro Asburgico. I l iberali ungheresi, g uidati da Kossuth, reclamano l'autogoverno, formando quindi un governo liberale presieduto dal conte Lajos Batthyàny;
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- 4 Marzo. Il re di Sardegna Carlo A lberlo promulga, come co ncessione dall ' alto, lo Statuto (che rima rrà po i in vigore anche nel Regno d' Ttalia); - 13 Marzo. J ,' ondata ri voluzionari a raggiunge Vienna. dove la fo lla (prevalentemente piccoli borg hesi e slude nti) scende ne lle strad e e s i scontra con la po li zia. Me tterni ch è costretto ad abbando nare il paese. L' lmpc ralorc abo lisce la censura e promette la co nvocazione d i un Assemblea Co slilue nle; - 14 Marzo. È, co me già accennato, la volta de llo Stato Pontific io c he istituisc e un co nsiglio di deputati eletti vo col compi lo di a ffiancare la gerarchia ecclesiastica ne ll'attivilà legislativa. - 18-22 Marzo. A lla notiz ia de lla insurrezio ne di Vie nna, esplode la rabbia dei Milanesi, c he, in ci nque g iornate di lotta acca ni ta, costringono le lruppe austriache del generale Radc lzky a ritirarsi nelle forle zze del cosiddetto q uadril ate ro (Peschiera, Mantova. Verona, Legnano); - 20 Marzo. JI duca di Parma e Piacenza, Carlo 2° Ludovico, vie ne cacciato dal d uc ato che, dopo un plebiscito , vie ne a nnesso al Regno di Sardegna (29 Maggio); - 2 1 M arzo. Il duca di Modena, Fra nce sco 5°. è costre tto a fu gg ire dallo Stato, dove vie ne creato un nuovo governo provv isorio. - 23 Marzo. A Yenc1.ia, insorta il 17 Mar1:o contro l'occupante austriaco. viene resta urala la Repubbl ica Veneta. A capo de l governo provvisori o è posto Da nie le Manin. Il R e di Sardegna, Carlo Alberto, approfittando de i moli popolari di Milano, dich iara guerra a li' Austri a ed invade la Lombardia con due avang uardie al comando del Generale l3es e de l Ge nerale Trotti che occupano, rispettiva me nte, M ilan o, il 25 ma rzo e Pavia, il 26 . Ha inizio la Prima Guerra d ' lndipcndcn1.a Naziona le. L'esercito Pie montese, ord inato su due Corpi d 'A rmata (Tenente Ge ne rale Bava e Tenente Generale De Sonnaz) e una Divisione in Riserva (S. A.R. Villorio Emanue le Duca di Savoia, crede al trono ) per un to tale di c irca 80.000 uomini e I00 pezzi d'arlig lieria, viene indirettame nte a beneficiare dell' azione dei rinforzi provenienti dag li altri Stati italia ni : - Toscani. Ci rca 6.000 uomini , me là re golari e melà volontari . Cosliluiscono una Divisio ne. a l comando de l Ge ne rale De Laugier, che vie ne inviata verso Ma ntova; - Romani. Due Di visio ni, una di regolari. al comando de l Ge nera le Giovanni Durando, e una di vo lontari (ricc hi d i sac ro fuoco patriottico , ma carenti per tuli o quan to concerne addestramento , discipl ina e inquadramento). a l comando del Generale
Luigi Masi, medico guerriero, una.fìgura dimentirnta dal Risorgimento italiano
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Andrea Fcrra1i , che ha come inte ndente il Marchese G uai terio, orvietano, personaggio c he come vedremo in seguito avrà notevole influenza nella carriera de l Masi. Le due Divisioni, raggiunta la zona di operazioni, si raccolgono nel hasso Po' ed il 16 maggio, con l'appo1to di altri elementi, raggiungono una consistenza nume rica di c irca 20.000 uomin i, così articolati: Divisione Durando: truppe regolari indigene (4.25 1), truppe regolari estere (3.4 14), carabinieri (34 1) - per un totale di circa 8.000 uom ini; Divisione (civica) Ferrari: vo lo ntari e corpi franchi per un totale di c irca 11.500 uornj ni; - Napoletani. Circa 14.000 uomini (contro i 25.000 promessi da Re Fe rdinando) a l Comando del Generale Guglie lmo Pepe, costitue nti 3 divisioni. Mentre queste fòrze sono in marci a verso il Po' e la Squadra Navale napoletana verso Venezia, il Re di Napoli. il 15 maggio, ne ordina il rientro. Trasgrede ndo all ' ordine ricevuto , il Generale Guglielmo Pepe continua la sua marcia e il I0° Reggimento Fanteria, c he nel frattempo aveva raggiunto Livorno via mare, si unisce a i Toscani ; - Parme nsi e Modenesi. Formano un piccolo nucleo di volontari; - Lombardi e Veneti. In Lombardia si organizzano mili zie, con volontari e di sertori dell'Esercito austriaco, male am1ate e con inquadramento carente per qualità e quantità. In uguali, se no n in peggiori, condizioni sono i volontari vene ti fra i quali si distinguono so ltanto quelli delle A lpi (i Cadorini del G e nerale Calvi). /\d queste f()rzc, scarsame nte coordinale, gli Austriaci contrappongono un complesso strullurato cd efficiente di c irca 70.000 uomini , ordinati in due Corpi cl ' Armata: il I O al comando del Generale Wrati slaw, in Lombardia, e il 2°, al comando del Genera le D' /\spre, ne l Vene to. Semhra superlluo a questo punto solloli 11eare c he Luigi Masi, nel rervore patriottico del momento, parte immediatame nte volontario per il fronte ne ll' ambito dell a Divisione Civica "Ferrari". Lo sviluppo de ll a prima g uerra d ' indipendenza e i moti vi tiella sconfitta piemontese non costituiscono il tema di questa trattaz ione. ma l' analisi del ruolo e dell ' influenza av uti dalla divisione Ferrari , nel corso delle operazioni, porta, giocoforza, a forni re una sintetica cronaca dei principali avvenimenti. Il 25 marLO 1848 la prima colonna dell'eserci to pie montese giunge a Milano, se nza peraltro di sturbare minimamente la ritirata degli Austriaci, che conseguente me nte possono raggiungere o rdinatamen te le basi del " Quadrilatero". Q uesto inopinato ritardo piemontese genera da s ubito una situazione tli notevole incomprensione con i Lombardi. Da un lato i Milanesi accolgono freddame nte il fraterno aiuto di chi, ai loro occhi, appare piuttosto come un profittatore, mentre , dall'altro lato, Carlo Alberto si sente vit1ima dell ' in1:,rra1 itudine dei lomhartli.
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All'inizio di aprile hanno luogo i pri1ni scontri fra i Piemontesi e g li Austriaci c Carlo Alhcrto oli.iene i primi successi a Goito e a Monzambano, il g io rno 8, e a Valeggio, il giorno 11. Il Re Sabaudo, però, non sfrutta immediatamente la parziale supremazia conseguita e la gue rra prosegue stancamente fino al nu ovo successo ottenuto dall 'esercito piemontese, il 30 aprile, a Pastrengo. Anche questo successo, come i precedenti , non viene a<lcgualamcnlc sfruttato per una mancanza evide nte di decisione e soprattutto di una chiara strategia c <li una visione d ' assieme dell e operazioni. Il ne mico sconlìtto non viene inscguito, il quadrilatero, nel quale gli Austriaci si arroccano a difesa in attesa de i rinforzi, non viene crlicaccmcnlc attaccai.o o comunque aggirato e, soprattutto, no n vengono c hiusi g li sbocc hi delle valli trentine, che costituiscono le uni che linee di rifornimento ancora libere dalle quali possono giungere g li attesi rinforzi . L'u ni co tentativo serio di interrompe re tali lince di rifurn irm:nto viene cflcttuato dalle forze papa line nel Veneto ed in paiticolare dall a divisione de l Ge nerale Jicrrari che ha al suo fi anco, in qualità di Aiutante di Campo, il nostro vale nte Capitano Masi. Di fatto il 2 maggio le due divi sioni romane (circa 15.000 uomin i) varcano il Pò, traversano il Polesine e, occupale Rovigo, Padova e Viccnza, si riuni sco no a Treviso con i volontari veneti , tag liando le linea di rifornimento di pianura cd apprestandosi a difesa di etro il Piave. Nel frattempo, il <ìcncrnlc Nugcnl, comandante dei rinforzi austriaci, arrivato al Piave dal Friuli e giudicato inoppo1tuno il forzamento delle difese dcl lìumc Piavc, lascia una brigata di fronte ai pontifici e, sfilando col grosso per Serravalle su Belluno e Fcltrc, tenta di agire sul fianco e sul tergo dei romani attraverso la Val Bre nta. Alla manovra del Nugcnl cerca di opporsi la Di visione Ferrari che si schiera nei pressi di Cornuda, con il compito di sbarrare la strada e bloccare la prog ressione austriaca. Conscio de lla inferiorità numerica e tattica delle sue forze, il Fe rrari chiede al Generale Durando, comandante delle forze ponlilìcic, di accorrere in suo aiuto. Ma il Durando, pur trovandosi ad appena una ventina di c hilometri di distanza e nonoslanlc invii un messaggio in cui assicura il suo intervento (" Vengv correndo "), in realtà non si muove. 11 combattimento che ne consegue inizia alle 5 del mattino del 9 maggio 1848 e i volonlari romani si battono validamente pe r 12 ore, nonostante difettino di munizioni, il cui rifornimento è perallro complicato anche dal fati.o che le am1i impiegate sono di svariati tipi e cali bri. Alle 5 de l pomeriggio, giudicata inutile ogni ulteriore resistenza, il Ferrmi da l'ordine della ritirata della Oi visione su Montebelluna, manovra che avviene in ordine perfetto e senza che il nemico tcnli ne ppure l'inseguimento. Il Nugent, conseguita la vitto ria di Cornuda, si dirige con speditezza verso Treviso c<l il 12 maggio è di nuovo impegnato in combattimento, alle Cà Stre tte. con la Divisione Fcrrari. Anche questa volta, le truppe pontificie, soverchiate dalla superiorità numerica avversaria. sono coslrcllc a ritirarsi .
Luig i Masi. medico guerriem, una fig ura dim e11Jicala dal Risorg i111e1110 i1alù1110
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Il Masi, per il brillante comportamento tenuto in entrnmbi i fatti d' arme, di Corn uda e dd lc Cà Strctle, consegue in successione, su proposta del Ferrati, la promozio ne ai gradi di Maggiore e Luogotenente Colonnello. L' avanzata del Nugent, intanto, costringe il Ge nerale Durando ed il resto de lle l"or/.c ponti licie a ripiegare da Treviso, pri ma su Ci ttade lla, poi dietro il Brenta. l •"orzato poi dalle pressioni dell ' opinione puhhlica veneta, che non avrehhe voluto l'abbandono de lla città, il Du rando ritorna inutilmente sui suoi passi, laseia ndo così scoperto il Rrenta e dando così la via libera agli Austriaci verso Verona. Di fatto il Generale Thurn , succeduto nel fratte mpo al Nugent, appro fitlando del varco venutosi a c rea re passa il Brenta a Fontaniva, e si diri ge im mediatamente su Ve rona per porlarc gli attesi rinforzi al Radetz ky. G li A ustri aci , a questo punlo , po ssono riprendere l' ini ziativa e manovrando con le proprie forze da Verona a Mantova nell'inte nto di giungere poi sul fianco del nemi co , sulla destra del Mincio in direzio ne di Go ito, cercano di inte rcettare le lince di comunicazione e di rifornimento dei Piemontesi. Il brillante disegno del Radetzky viene però fr ustrato dall' eroica rcsistcnw delle truppe toscane a Cu11atone e Montanara ed il tempo guadagnato dagli studenti Loscani consente ai Piemontesi di concentrare le proprie forze su Goito e di respingere l'attacco delle truppe austriache, che sconfitte si ritirano su Mantova. La successiva perniciosa inazione dei Piemontesi consente, pe rò , agli Austriaci di riprendere l' ini1.iativa e di d irigere la propria azione verso Vicenza per e li minare Ja minaccia rappresentata dalla pericolosa prese nza dei volontari romani che, ivi giunti per ferrov ia agli ordi ni del generale Durando, resteranno impegnati ne lla difesa de lla città fino a lla sua capilOlazione ( IO giugno).
Difesa di Venezia
Me ntre il Durando si porta a lla difesa di Vicenza, il generale Fcrrari con il I ,uogote nente Colonne llo Masi ed i volontari a lle loro dipendenze, si diri gono verso Ve nezia, dove giunr ono il 15 giugno, co ntemporaneamente ai volontari napo letani, agli ordini del Generale Guglielmo Pe pe. c he, come già accennalo, non avevano obbedito all ' ordine di ritirarsi impa rtito da Ferdinando 2°. Gug lie lmo Pepe viene immediatamente nominato "Generale in Capo delle truppe di terra" e viene ad avere alle sue dipende nze a nche le truppe romane e quindi il Mas i. Quanto e cosa Lu igi Masi abbia esattamente fatto durante la difesa di Venezia non ei è dato di saperlo con esattezza ma, ad ogni buon conto, il suo operato deve essere stato sicuramente di grande rilievo se ne l corso dei comhattimcnti riesce a meritare la promozione al grado di Colo nnello e la nomjna a Comandante del " 1° Regg ime nto Leggero Vene to", concessione fattagli nel mese di agosto de l '48 dal Ge nerale Gug lie lmo Pepe in pe rsona. In og ni caso, tenendo per buona l'ipotesi che il Masi sia rimasto alle direllc dipendenze del generale Ferrari, possiamo lecitamente supporre la sua parteci-
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Massimo lacopi e Carlo !\/berlo Pnleriri
paz ione ai combattimenti svoltisi 1' 8 luglio in terra ferma, nei pressi di Mestre, in occasione della sor1i ta e ffe tt uata da l Fe rrari con 1.200 uomini . Durante tale sort ita, c he ha uno scopo escl usivame nte ricognitivo, i nostri si avv icina no troppo alle truppe austriache c he li im pegnano in un duro combattimento e, durante la ritirata, lasciano su I campo IO mo rti e 40 feriti . Nonosta nte che il 9 agosto il generale Canera di Salasco, Capo d i Stato Maggiore de ll'Ese rcito P ie montese. fi rm i l' armistizio con J' Austria, la resistenza d i Venezia prosegue a nc he oltre tale data. La Consulta Ve neziana, composta dagl i stessi me mbri del governo provvisorio c he il 6 agosto avevano ratifi calo l' annessione de lla c iuà allo stato sabaudo, no n ade risce a l Trattalo d i Sal asco, non ritenend o validi i patti d e lla rnpitolazione. Il "contratto" di annessione di Venezia al Pie monte prevedeva infaui che il Re. in tu tte le sue di sposizioni. avrebbe dovuto concertarsi preve ntiva mente con una consulta straordinaria veneta , cosa che no n era avvenu ta in occasione de lla firma dell 'armi sti zio, determina ndo così la decade nza del "co ntralto". li M asi rimane pertanto alla di fe sa di Venezia e solo il I O dicembre. in seguito a lla fuga d i Papa Pio 9° a Gaeta, il governo veneziano consente a i 5.000 pontific i militanti nella c ittà lagunare di ritornare nelle loro province, in vista anche delle nuove condi zio ni c he vi si stanno matura ndo.
La difesa della Repubblica Romana A Roma iI 3 maggio 1848, quando le sorti de lla gue n a erano ancora fovo revol i ai Pie montesi e g li Austri aci erano costretli a dirc ndersi a ll ' inte rno del Quadrila te ro , Pio 9° ind iri zza una lettera a ll'Imperatore d'Austria l,.erdinando I 0 , scongiurandolo di concede re all ' Italia una pace fondata sul riconoscimento della nazionalità. M a ta le atteggiame nto no n du ra a lungo ed il Ponte fice. mod ifica ndo la sua attit ud ine, ritira successivame nte l' appoggio alla causa nazionale. Ne ll'estate de l ' 48, mentre Roma è scossa da lle agitazioni li bera li , il governo rom ano affidato a Tere nzio Mamiani non prende decisioni , né in senso progressista (seri a attuazione de lle rifo rme promesse da Pio 9°), né in senso reaz ionario (restaurazione de ll 'ordine tradizionale). L' inazione porta inevitabilme nte all a destituzione del Mami ani e il Papa, il 16 sette mbre, c hiama a sostituirlo un conservatore illumi nato, economista e g iurista di grande valore scientifico: Pe llegrino Rossi. Questi, nato a Carrara, ma viss uto prevale nteme nt e in Franc ia, dove era stato nomina to A mbasciatore, Pari del Regno e Conte da Luigi Filippo, pur conservando la cittadinanza fra ncese, accetta l' incarico per devozione a Pio 9° e ne lla spera nza di riuscire nell' opera di ri assetto de llo stato. La sua sincerità e la sua buo na fede, supporta te d a un 'appartcnen1.a giovani le alla Carboneria e al fa tto che il fig lio era partilo volo ntario a fi anco de lle tru ppe pie montesi, sono fuor d i dubbio.
Luig i M11si, mn/ico giwrrinv, una figura dimenticata dal Riso,gimento italiano
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Per e ffetto della imn1obilità dei governi precedenti nell o SLaLo della Chiesa ed in parti colare a Roma i delinquenti comuni agivano im puniti . le finanze e ran o in pieno disscslo, le " Legazioni" andavano ognuna per proprio conto. Il nuovo ministro imposta un vaslo disegno di riordinamento e ne ini zia l'attuazione, ma il 15 novembre, mentre si sta recando all a Cancelleria per la seduta inaug urale della Came ra , dove av rebbe le tto il disco rso programmatico, il Rossi viene accollcllalo senza che la g uardia civica inte rvenga per fermare g li attentatori . /\utore del de litto è ritenuto tal e Luig i Brunetti. fig lio di quell 'Angelo Brunclli - megli o conosciuto con lo pseudoni mo di Ciceruacchio - a cui la sorte avrebbe ri servato non, molto ternpo dopo, una line eroica per mano austriaca. li g iorno dopo l'assassinio di Pe llegrino R ossi il Quirinale, residenza de l Papa, viene raggiunto da un a folla tumultuante capeggiata da Luciano Bonaparte. Principe di Canino, che fa puntare un canno ne contro la porta d'ingresso pri nei pale. I dimos tranti irrompono all ' inte rno dei cortili e . durante un vivace scambio di f'ucilaLc con le g uardi e pontificie, il segreta ri o de l Papa, Mo nsignor Palma, viene ferito. Pio 9°. al qua le non sembra poss ibile aver perso la popolarità delirante che aveva salutalo i primi alli de l s uo ponti li caLo, acconsente, il 16 novembre, all a formazione di un mini stero democratico con Giuseppe Ualletli, Pietro Stermini ed Emanue le Muzzare lli, ma il tentativo no n ha es ito poiché A nto nio Ros mini , chia mato a presiedere tale minis tero, rifiuta l'incarico. Al Pa pa. sgomento e senza nessuna reale a utorità, non rimane altra a lternativa se non que ll a di lasc iare Roma e rifugiarsi a Gaeta (24 novembre 1848) seguilo dal Ro s mini e dalla corte, per porsi sotto la pro tezio ne de i Borboni di Napoli. Oa tal e località Pio 9° scrive a tutti i Sovrani che avevano rapporti c on lo Stato Po ntific io. c hiedendo loro soccorso e dic hiarando illeg ittimo qualunque governo che si fosse costituito a Ro ma durante la s ua assenza. A tale appello ris ponde con decisione J,ui g i Napoleone Bo naparte, e letto Preside nte della seconda Repubblica Francese e s palleggialo dall ' /\ssembl ea, costituita da una maggioranza decisamente conse rvatrice, comprendente, tra g li altri, monarchic i legittimi sti , c lerica li, repubblicani moderati e antisocialisti. A Korna, approfillanòo del vuoto di potere , le forze più avanzate costituiscono un governo provvi sorio e indicono le elezioni per un 'Assemhlea Cnstituente Romana che, proclamata la Repubblica, decreta la decadenza del potere temporale del Papa, a l quale viene peraltro garantita la libertà di esercitare a Roma le sue tradiz io nali fun zio ni spirituali. Me mbro di tale assemblea co stituente vie ne eletto anche Luigi Masi che, ne lla seduta del 5 febbraio 1949, viene nominato Vicepreside nte e, il 13 s uccessivo, me mbro, insieme al Uarihaldi e al Feffa1i , de ll a commissione tecnica pe r la g uerra. I ,a direzio ne della giovane Re pubblica vie ne affidata ad un Triumvirato, costitui to da Giuseppe Mazzini, Carlo Am1ellini e Aure lio Saffi , c he propugna il progetto di una costituente italiana.
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Tale nuovo orgmiismo, formato dai rappresenta nti di tutte le regioni italiane, avre bbe dovuto concordemente progettare il futuro ordinamento repuhblicano italiano. Il MinisLcro della Oucrra viene arlìdalo a l Colonnello Giuseppe Avczzana, che assume anche la carica di Comandante in Capo dell'Eserc ito della Re pubblica Rom ana. Luigi Napoleone Bonaparte, ne ll ' intento di acqu isire credito ag li occhi dell'opinione pubblica cattoli ca e borghese, in l •rancia e in Europa, allestisce un corpo di spedizione, al comando de l generale Oudinot, pe r schiacciare la neocostituita Repubblica Romana e restaurare lo Stato Pontificio. I Francesi sharcano a Civitavecchia il 24 aprile 1949, preceduti da un proclama redatto dal generale Oudinot che, nel confe rmare gli obiettivi politic i francesi, giustifica la sua az ione con la n1tela dello lo stato romano dalle even tuali atti ostili da parte dell' /\ustria e del Regno di Napoli. Nell a seduta dcli ' Asscmhlca Coslilucnlc Romana dello stesso 24 aprile, il Masi, reputando pretestuose le a ffe rmazio ni de l generale francese, caldeggia la proposta del deputato perugino Antinori di ri spondere al proclama dell ' Oudinot con un vihrato indirizzo di protesta e conclude il suo infiammalo discorso con le seguenti parole: " 1i,llo il sartJ?ue che si verserà in .futuro ricadrà sulla lesta di coloro clte vollero ricongiungere a forza due po/eri nella stessa mano impossibili. Noi ci presentiarno colla protesta nostra davanti alla 11azione francese: no11 a quel ~over,w, non al capo di esso, a cui una fm1e vagheggiata corona stillerf'hht• rf,,f .M11g ue dei popoli !raditi. /1, Francia sa rehhe coperta di tal nuu:d1ia cui 110 11 hasterebbe a lavare tu/tu l'oceano che la circonda!" . Approvata la mozione, l'assemblea decide di inviare un de legato (Montecchi) a C ivitavecch ia per presentare una forma le protesta contro I' ingerenza francese e per dichiarare la rcrma vo lontà di resistere. re nde ndo così la Franc ia " mallevadrice.. di tutte le conseguenze che sare bbero scaturite da una eventuale aggressione. L'Oudinol accoglie hencvolrne ntc il de legalo de lla Repubblica Romana e lo rassic ura che nessun atto o stil e sare bbe stato c ompiuto co ntro Roma. Al fine di rassicurare ulte riormente i triumviri, Oudinot manda a Roma il Colonnello Lchlanc che però, non volendo o non riuscendo a portare a vanti la reci taz ione, si lascia sfuggire l' a ffermazione c he le reali intenzioni francesi sono in effetti qu elle di ripristinare il governo pontificio. Per cercare di rimediare ai perniciosi effetti di tale mal riuscita amhaseiata, l' Oudinot invia a Ro ma il Capitano Fabur con la proposta di lasciare entrare in c ittà le truppe francesi per costituire un 'alleanza difensiva contro g li eserciti c he l'Austria, la Spagna e il Reg no di Napoli che si stanno già apprestando a lanciare, a sua della, una offensiva conLro la Rcpuhhlica. Dal riliuto dell ' Assemblea di acceltare tale subdola proposta e dalla riaffermazione della decisione di difendersi, scaturisce l'attacco e l' assedio francese d i Roma. Dopo il 24 apri le, il Colonnell o Masi viene complclamcnlc assorhito dalle cure militari per la dircsa di Roma e non partecipa più a lle successive riunioni dell'Assemblea.
Luigi Musi. mn lirn guPrriP.m, una jìgum dimenticata dal Risoriimen/o ira/iano
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Solo pe r questo motivo non troviamo il suo no me rra quelli dei 19 dcpul ati umhri che il 4 luglio tinrnirono l' indirizzo, peraltro da lu i stesso redatto. 11 28 aprile il generale OudinoL muove, con 6 .000 uomini e senza pezzi da assedio, alla volta di Roma, fiducioso di non lrovare resiste nza e di vedere aprirsi le porte della città al primo apparire de i suoi soldati . Tali previsioni vengono smentite allorché, la notte de l 30 apri le, la sua avanguardia vie ne attaccata, nei pressi di Castel di (ìu ido, da uno squadrone di dragoni romani. A di fesa della c ittà di Roma sono posti c irca I 0.000 uo mini, ordinati in hri gatc, comandate rispcllivamc nte dal Generale Garibaldi (legione ita liana, studenti, e migrati, reduci e finan zieri ), dal Colonne llo Masi (truppe pon tific ie e guardia nazionale) e dal Colonnello Savin i (I O e 2° di linea e legione romana). Come lruppc suppleti ve vi sono i be rsaglieri lombard i, i carabinieri, l'artiglie ria e il genio. La linea dei bastioni. più esposta ad un possibile attacco. viene di visa in settori che vengono assegnati: • al G enerale <larihaldi. quello da Porta Portese a Porta S. Pancrazio, con una brigata (equivalente all a fo1-u1 ad un ha llaglionc rinl"or,.ato) di circa 2.700 uomini; • :il C olonnello Masi , <J11~ll o da Porta Cavalleggeri a Porla Angelica con una brigata di c irca 2. 100 uomini. Altre due brigate rimangono in riserva. Il piano concepito da l generale O udinot prevede che una colonna principale irrompa per Porla Pcnusa, mentre due attacchi concomitanti e diversivi vengano condotti rispetti vamente su Po1ta A ngelica e Porla Cavalleggeri . I ,a mattina del 30 aprile la colonna pri ncipale francese, trovando Porta Pcrtusa murala, è costretta a spostare l'attacco verso Porta Cava lleggeri, dove viene ben presto trovarsi sotto il fuoco incrociato delle truppe del colon ne llo M asi. I ,e pe rdi te francesi sono ta li c he l' O udi not. sco ncer1ato anche dall a vigorosa e inallcsa resistenza, è costretto, into rno a mezzogiorno. ad o rdinare la ritirata. Garibaldi a questo punto, collo il momento di crisi francese, decide di conlrattacca rl i in riti rata su I fianco . L'azione si sviluppa verso Villa Pamphili e Via A ure lia e, dopo a lterne fasi dei comball imcnti, il calare della sera vede i Francesi in pie na ritirata su Civitavecchia. Al te nnine de i combattime nti del 30 apri le, O udinol invia a Roma Ferdinando di l ,esseps c he tratta con i re pubblica ni solta nto un breve armistizio che avrà termi ne, il primo giugno successivo, con l'ini z io de ll ' assedio di Roma. Me ntre è in corso l'armi sti zio con i Francesi. le truppe horhonic hc occupano Velletri , Va lmontone, Ariccia e Albano, pronte a muovere verso Roma. L' eserci to de ll a Rcpuhhlica Romana vie ne quindi inviato ad allontanare definitivame nte la minaccia rappresentala dalle truppe napoletane. 11 Comando in Capo delle forze è passato ne l frattempo, dal Generale Avczzana, nelle ma ni del Colonnello Pietro Roselli che, per assumere tale incarico e per potere avere quindi alle dirette dipenden ze il Magi:,>ior Gene rale Garibaldi, ottiene una fulmi nea doppia promo7.ione da Colonnello a Tenente Ucncralc.
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Le forze romane impegnale in tale azione, sommanti a 11.000 uomini e 12 cannoni, vengono articolate in ava nguardi a (Colo1111ello Marroeehett i), corpo di battaglia (Gene rale Garibaldi) e riserva (Generale Gall etti ). La cavalleria è coma ndata dal Generale Barlolucci, con Aiutante di Campo il bolog nese Ugo Pcpoli, mentre l ' artiglieria è agli ordini de l Colo nne llo Calandrelli . I napoletani occupano Velletri con 15.000 uomini e quallro batterie, coma ndati dallo stesso Re di Napoli , appoggiali da un gruppo di malfattori liberati dalle prigioni di Velletri e Terracina. Me ntre il grosso delle trnppe romane è costretto a sostare a due mi glia da Vel letri , in attesa di rifornimenti e viveri , le truppe dell ' avanguardia al comando dello stesso Garibaldi, al fianco del quale è il Colonne llo Masina con i suoi "Cavalie ri della Mo1te", attaccano i Borbonici, che, convinti di poter approfittare della momentanea si tuazione di stallo venutasi a c reare nelle truppe repuhhli cane, erano nel frallcmpo uscili da Porla Romana per effelluare una sortita. I Napoletani in un primo te mpo riescono a me ttere in grave difficoltà le avanguardie romane che però, grazie all'arrivo dei rinforzi (truppe del Colonne llo Masi), ri escono infine a 1ieacciare i soldati horhoni ci entro le mura della città. 11 successivo attacco a lla cillà di Velletri. che si conclude con la fu ga dei Borbonici, avrebbe poluto avere un esito ancora più favorevole e portare persino alla cattura del Re di Napoli . Di fatto il Generale Roseli i. sia per eccessiva prudenza, sia per l' acrimo nia e la divergenza di opinioni che frequentemente aveva evidenziato nei confronli di Ga1ihaldi - da lui stesso dclinilo "il Corsaro", ordina perentoriamente all'Eroe dei Due Mondi di desistere dall ' inseguimento dei fuggiti vi, vanificando così l' indubbio successo della giornata. Per l' ardimento e la de te rminazione dimostrali nel corso di tali comhallimenti, come d'allru11de i11 tu lle le fasi della difesa di Roma, il Colonnello Masi viene nominato Comandante Gene rale de lla Guardia Nazionale Romana dal Governo della Repubblica. I ,' lJHiciale peri\ liirsc pe r eccessiva modestia, non accella inca1ico. I Francesi, intanto, approfillano della tregua per far arrivare rinforzi e raggi ungere una consiste nza nume rica di 28 - 30.000 uomini , 3.200 cavalli e 76 pezzi di arti glieria, dei quali una tre ntina d'assedio. Il corpo di spedizione rranccsc è, a questo punto, costituito da tre divisioni al comando, ri spettivamente dei generali Regnault, Rostolan e Guesviller. La prima divi sione è schierata al centro, da Villa Cantucci a Villa Pamphili ; la seconda a destra; la terza cd il corpo d ' assedio a sinistra, sulla zona di Monte Mario; la cavalleria all'ala destra, presso S. Paolo; la ri serva ed il quartie r generale a Villa Cantucci, sulla Via Portue nse. Oudinot decide di concentrare gli sfor1:i contro il Gianicolo, in modo da conquistare le alture cd avere la ciuà alla mercé de lle sue batterie. costringendo la alla resa. I difensori di Roma ammonta no circa 20.000 uomini , 180 cavalli e I08 pezzi che compre ndono, fra l' altro:
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• fanlcria: I O Regg ime nto di linea (C o lonne llo Ve Pasqu alis), 2° Reggimento (Colonne llo Caucci), 3° Reggime nto (Colonnello Marchetti), 5° Reggimento leggero (Colonnello Luigi Masi), 2° Reggimento leggero (Colonnello Pasi), Rcggi mcnlo Unione (Tenente Colonne llo Rossi), hcrsaglicri romani (Colonnello Sacc hi), legione roman a (Tenente Colo nnello M orell i) legione bolognese (Tenente Co lonnello Rerti Pichat), legione uni versitaria (Maggiore Roselli), legione em igrati (Maggiore Arcioni ), legione toscana ( Maggiore Medi e ), leg ione po lacca (Colonne llo Jsensemid de Milbi tz), legione strani era (Capitano Gérard), finanzieri mobili (Maggio re Zambia nc hi ), red uci (Maggiore Pinna), civica mohile di Roma (Colonne llo Franchi ), squadra dei sette colli (popolani romani ) - per un lolale di 7.950 uomini; • cavalle ria ed artiglieria: I O Reggime nto dragoni (Colo nnello Sa vini), 2 ° Reggime nto dragoni (Colo nne llo Ru vinctti ), carahini cri a cavallo (M aggiore Tromha), lancieri di Garibald i (Colonnello Masina), zappatori de l ge nio (Colonnello Amadci), Reggime nto d'a rt iglieria (Calandre lli e Lopez). batteri a svizzera (Colonnello De Seré ), batteria bolognese, arti glieri a civica, sezione artiglieria provinciale, deposito artificie ri - per un lotalc di 2 .760 uomini . I responsabili della di fesa, no nostante il vasto spiegamento a semicerchio degli av ve rsari , prevedono con-cllamc nlc che l'allacco principale vctTà condott o tra Porta Cavalleggeri e Porla S. Pancrazio. e concentrano. giusla menlc, le loro fo rze ne l tratto minacciato . d islocando so lo a lc une compagnie sulle colline dei Parioli, a nord, per garnntirsi contro possibili sorprese da lla direzione di ponte Mo lle (oggi ponte Mil vio ). Non viene attribuita la dovuta importanza alJe Vi lle Corsini e Pamphil i le qua li, per la loro posizione dominante, rappresentano la naturale difesa avanzata del trailo di mura c ui mirano i Francesi. A presidio di tali siti vengono schierati soltanto 3 .400 uo mini , stude nti e volontari , senza l'ausilio di lavori d ifensivi. La mattina del 1 giugno, poco prima dell'alha, O udi not attacca di sorpresa Villa Pa rnphi li e Villa Corsini e le con4uista. Presa coscienza del ri schi o che la pe rdita d i tali avamposti costituisce per la d ifesa de lla città, vie ne immediatame nte predisposto un contrattacco per la loro ri con4uisla con le migliori truppe agli ordini del Generale Garibaldi . Vi lla Corsini viene più volle, ne l corso della g iornala, riconquistala e perduta dall e truppe romane con combattime nti che provocano largo sparg imento di sangue (circa 600 uomini tra morti e feriti tra i d ife nsori di Rom a). I Francesi rrauanlo occ upano di sorpresa ponte Molle (Mil vio), minacciando la città anche daJla Via Fla minia e costri ngendo tutta la difesa interna ad arroccarsi sulle mura, mentre quella fuori Porta S. Pancrazio rimane impenùata ancora sulle postazioni avanzate di Casa Cìiacomc tti e Villa Cìirau<l, <letta anc he il "Vascello" . Il 4 giugno Oudinot fa pervenire al Roselli un nuovo invi to alla resa e, avuta ri sposta negativa, inte nsifica i lavori d ' approccio e il fuoco d ' rutiglieria in particolare contro gli avamposti di Porta S. Pancra zio.
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Nonostante l'eroica difesa condolla dal reggimento del Colonnello Masi sui Monti Parioli contro l' atlacco proveniente da nord, i Francesi nel settore del Gianicolo, costruite ben cinque parallele ed aperte tre brecce nei bastioni, il 2 1 g iugno irrompono nella città attraverso il bastione Centro. Il fatto c he il Masi sia stato il protagonista principale della difesa dei Monti Parioli si deduce da un messaggio inviato dal Tenente Colonnello Thcodoli, il 17 agosto 1890, al Comitato per i festeggiamenti in onore di Luigi Masi, svoltisi a Petrignano di Assisi. Tale messaggio recita: "All'apostolo che molti educò al senlimenfo italiano; al poeta che nel '47 sublimi concetti improvvisò sui temi Patria, svenlura, ricchezza. virlù; al Colunnellu che il 30 aprile respinse due furiosi assalti e il 21 i iuww '49.fe ce la brillante difesa dei Monti Parioli; al padre dei Cacciatori del Teverf'. .. ; rivo/io l 'amico riverente i rato pensiero, col volo che un allm busl<J ricordi sul Gianicolo la simpatica e ardita figura di /,uigi Masi. " . Le Mura Aureliane, appoggiale ai capisaldi di Villa Savorclli (Manara) e Villa Spada (Gaetano Sacc hi ). e protette dal bastione Merluzzo a sinistra c dal " Vascello" (Giacomo Medici) a destra, costituiscono gli ultimi ridotti della morente Repubblica. Il 26 i Francesi decidono di occupare il ''Vascello", ma vengono respinti dalle truppe di Giacomo Medici che ,imanc ancora padrone del palazzo e pe r le sue eroiche gesta verrà successivamente decoralo e insignito del titolo di " Marc hese del Vascello". Il 30 giugno, 4uando ormai le mura Aureliane e le posizioni fortificate fuori Porta s. Pancrazio sono state ridollc ad un cumulo di rovine dal fuoco de ll'artiglie ria, Oudinot ordina l'assalto alla ci ttà. Tre grosse colonne, agli ordini del Colonnello Espinasse, muovono all'allacco: • la prima deve puntare al recinto aureli ano, seguita, a breve te rmine, dalla seconda; • la terza, con movi me nto aggi ra nte, deve penetrare nel recinto cd attaccare i dil'cnsori all e spalle. Menlre il bastione Merluzzo cade, il " Vascello" viene sgomber;ito e le mu rn aureliane vengono superate, a Villa Spada e a Porta S. Pancrazio continua an cora la resistenza fino al fallimento di un ultimo tentativo di contrattacco. Alle 12.30 del 30 giugno si prende atto che la difesa della città è diventata impossibile e viene stipulala una tregua. Il 3 lug lio i Francesi e ntrano in Roma.
1849-1859 intermezzo di studio e di riflessione Caduta Roma cd escluso d all'am nisti a papa le, come capo di corpo militare. Luigi Masi è costretto a prendere la via dell'esilio e, trasferitosi a Parigi, rial lacci;i i rapporti con il Principe di Canino. anch' egli riparato nella città francese e dove trova la morte ne.I 1857.
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Per descrivere l'atli vità del Masi a Pari gi possiamo rifarci nuovamcnlc a l Bruschi che ncl suo necrologio ripo rla: ''.fiduc ioso nell'avvenire e convinto che l 'Italia dovesse ottenere la propria rede11zio11e più dalla forza di soldati nelle sue aperte cmnpagne, che da r:ospirazioni .fi-n mum cittadine, auese allo studio delle militari teorie. procurando di apprendere la pratica guerresca nelle grandi manovre che :,pessu, e splendide, in I'arigi si operavano.". Nell ' attesa del sopraggiungere dcll'ora del riscallo ita li ano, il Masi , a l quale cerLamc nte non si confà il rimanere inallivo, rispolvera le s ue conoscenze nell'ambito de lle scienze naturali e rie ntrato in Pie monte si dedica a ricerche mineralogiche a proposito delle qua li il Rruschi rappresenta c he: " Né inj-i'uttuose riuscirono, e mentre r:on esse si rendeva utile alla nazione, avvantaggiava pur anche la propria situazione.". L"attività di studio però non soddi sfa appieno lo spirito di iniziativa dello scienz iato c he progetta una nuova e più ardua impresa: arma a sue spese un mcrcantile con l' in tento di stabilire una colonia ita liana in Messico. Sebbene le premesse di tale progetto sembrino essere le più rosee, gli sconvolg ime nti poli tic i che avvengono in quella nazione e, sopra ttutto, l' incendio della nave da lui armata, che si sospetta essere staio di origine dolosa, non consentono al Masi di realizzare l' impresa. Purtroppo, come ogni "grande spirito", il Masi non è scevro dalle invidie e dall e malignilà degli avversari che gli muovono le più bieche accuse. " ... ma venne tempo in che i suoi stessi più invidi nemici, ed anche i rneno onesti tra i .l'uoi avversari politici, dovettero convincersi rhe 1u110 egli poteva perdere, e che /i.ilio perdeltr', tranne che il leale caratlere e la coscienza di un onesto procedere." ( IJruschi ). Si g iunge così a l 1859, anno in c ui prendono il via le attiviti1c he decideranno le sorti de lla naz ione italiana, e c he vede il Masi ri prcnderc la carriera mililare.
1859-1866 Seconda e Terza Guerra d'Indipendenza Nazionale Il ritorno a lle armi nell'Esercito de lle Romagne, de lla Lega e de l Re io Esercito Sardo 185 - 1860 Agli inizi del '59 la siluazionc cvolve verso al guerra: al ricevimento protocoll,ll'e di Capodanno Napoleone 3° rivolge al rappresentante diplomatico austriaco parole di rammarico sul deterioramento de i rapporti franco - austriaci; all 'apertura del parlamento piemontese Vittorio Emanuclc 2°, in seguito ad un preciso suggerimento dell'imperatore francese, pronuncia la famosa frase " .. . non siamo insensibili al grido di dolore che da tanle parti d'Italia si leva verso di not' che, oltre a suonare come un' aperta sfida aJl'impero asbur<6ico, suscita enorme emozione in lutLa la Penisola. Quando il 23 aprile Francesco Giuseppe invia al parlamento piemontese un duro ultimatum per imporre il disarmo inunediato. il rifiuto del Cavour non lascia più spazio per le trattative e la parola passa alle am,i.
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L' iniz io della seconda gue rra d ' ind ipendenza nazionale c he vede contrapposti l'esercito franco piemontese e quello austriaco, provoca ne i ducati emiliani ed in Toscana un succedersi di avvenimenti tumultuosi. Il 27 aprile 1859 una imponente manifestazione per le vie di 1---'irc nzc, organizzata dai de mocratic i repubblicani e dai moderati, costringe Leopoldo 2° ad ahhandonarc la Toscana; il govern o provvisorio costiniitosi offre la dittatura a Vittorio Emanuele 2° c he, non pote ndo acccltarc per g li impegni assunti con Napoleone 3° a Plombiè res, invia un suo Regio Commissario. Dopo la sconfitta austriaca di Magenta, i presidi au stro ungarici abbandonano l' Emilia e le popolazioni dei ducati insorgono contro i sovrani che sono, a loro volta, costretti a fuggire. I ,o stesso fanno le popolazioni sottoposte al Po ntefice in Romagna. così come nelle Marche e nell 'U mbria. Con il progressivo costituirsi di governi provvisori, giungono puntualmente i Reg i Commissari di Vittorio Emanuele 2° che, per il momento, non può prendere ini z iative più radi ca li. Lo s4uillo dell a diana di gue rra riporta il Colonne llo I .ui gi Masi in Italia e il 29 g iugno, ripreso il serviz io attivo in seno alle truppe costituite dalla (ìiunw Provviso ri :i rli r.overno rle ll e Ro nrngne, viene nomin<1to Colonnello Comandante de l "/° R eggimenlo delle Colonne Mobili delle Romagne", costituite con clementi volontari . L'armistizio, firmato a Villafranca I' 11 luglio 1859 da Napoleone 3° e Francesco (ìiuscppc, che prevede fra l' altro il ritiro dei Regi Commissari piemontesi e la restaurazio ne dei sovrani spodestati sui loro troni , non trova possibilitù di attuazione pratica per quanto concerne questa seconda condiz ione. Le popolazioni locali, infatti, al ritiro dei Commi ssa ri Regi piemontesi non accettano il ritorno dei legiltimi sovrani cd anzi riuni scono in un ' unica J\rmata le proprie forze militari costitue ndo l" 't:sercilo della Lega dell'Italia Cen1ra/e'·. In tale Esercito, comandato dal Generale M anfredo Fanti e con Giuseppe Garibaldi quale Comandante in seconda, conflui scono i reggime nti toscani, mode nesi, parmensi e romagnoli . T reggime nti de l nuovo "Eserc ito della Lega" assumo no numerazione consecutiva a i 18 reggimenti dcli' Esercito Saha udo, in conseguenza di tale dec isione le forze dislocate in Romagna, articolale in Brigate, assumono la segue nte nume razione: 19° (Colonnello Pe poli) e 20° Reggimenti della Brigata " Ravenna" ; 2 1° e 22° della Brigata "Bologna"; 23° e 24° della Brigata " Rovigo"; 25° e 26" de lla B1igata "I •errara". In tale contesto il l O e il 2° Reggimento delle Colonne Mobili de lle Romagne, comandati, rispettivamente, dal Colonnello Masi e dal Colonnello Conte Pasi , mutano l'ordinativo numeri co in 25° e 26° Fanteria e il 2 1 sette mbre 1859 transitano nelle file de ll 'Esercito della Lega. li I O gennaio 1860 i Reggi menti della Brigata "Pemu-a", a seguito dell'annessione de ll a Toscana, de ll' Emilia e della Romagna al Regno di Sardegna. mutano l'ordinativo numerico da 25° e 26° in 47° e 48° Reggimento di Fanteria e il seguente 25 marzo, il Colonne llo Masi e il Colonnello Pasi passano, con i
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ri spettivi Corpi, nel Regio Escrc ilo Sardo, nel qua le conlluiscono anche lulli g li altri reparti del disciolto Esercito de lla Lega. Nel maggio del 1860 il fermento prodotto dalla noti zia che Garibaldi, in aperta rotta con il Fanti, sta concent rando forze volontari e ne ll a zona di Rimini pe r invadere lo Stato Ponlilìcio, provoca un pri ncipio di sommossa a ll' interno de lla Hrigala ·•t .-errara". composta tutta, ed essenzia lme nte, da elementi volonta ri. Molti m ilitari, infi am mati dai proc lami dei "Comitati d'Azione" che affermano " ... 11011 potersi raggiungere la grande idea che per virtù e concorso di popo lo e 110 11 per /'intervento d i esercili regolari", voglio no ragg iungere a Rimini le forze gariba ldine, nonostante il di vieto dei loro Comandanti. Il 15 e 16 maggio il fcrmc nlo si trasforma in apcrla rihcll ionc con l' ammutinamento d i ollre 300 uo mini all'interno del 47° e del 48" Reggime nto Fa nte ria. Il 24 maggio i Coma nda nti di tali reggimenti , Colonne llo Masi e Colo nne llo Pasi, vengono posti in "dispon ibilità" d 'auto rità, per no n aver saputo controllare la si tuazione; la Brigala " Ferrara" viene disciolta e immcdi alamcnle ricostituita con e le menti tratti dagli altri Corpi del Regio Esercito. L' avvenni ra dei '"Cacciatori de l Tevere" Ve rso la fine di agosto de l 1860, qua ndo il Cavour - che fino ad allora si è dimostralo mollo cauto cd alieno da fac ili entusiasmi - riti ene giunto il rno me nlo opportuno " ... 11011 solo d i lt.\·s econdare, 11w bensì di diriKere il movimento insurre<'.iumtle (lette ra d i Cavour a Gualterio), vengono presi accordi affinc hé l'insurre7.io ne scoppi , in Umhria e nelle Ma rche, f'ra 1'8 e il IO scllc rnhre, in modo c he, repressa o meno, possa giustifi care l'intervento delle truppe regie in quelle province. La carri era mil itare de l Masi, c he sembrava orm ai concl usa con l' allonta na me nto da l servizio a lli vo, riprc11dc inaspclla ta111e11te il suo corso 1'8 selle mbre 1860. Grazie ali ' interessame nto de l Ma rche se G ua iterio , già Inte nde nte de l Generale Fe1Tari , ne lle file de lla c ui di visione aveva avuto modo di strin gere ami ciz ia con il Masi e di apprezzarne le uoti. il nostro viene richi amato in serv izio attivo dal Ministero della Guerra Sardo ed incaricato de lla organizzazione e de l comando de i volontari toscani ed umbti , inq uadrati in que lla c he ass umerà la denominazione di "Colonna nwhile dei Cacciatori del Tevere". Alla colonna dei volo ntari vie ne assegna ta la missione. fi ssata da G ualte ri o in accordo con Cavour, di fi ancheggiare l' azione princ ipale condotta dal Regio Eserci to Sardo nella Val di Chiana e nell' alta Va l Tiberina. L' o hid livo dei "Cacciatori" è que llo di tentare l'occupazione di Orv ieto, città natale del Gualterio, in modo d a ric hia ma re su di essa l' atte nz ione de l Gene rale pontific io Schmi dt, a l fi ne di fac ilitare l'avanzata de lle truppe piemontesi su Perug ia e ncll' lJmhria. li Masi si reca subito a C hiusi per accordarsi con i capi de l movi mento insurrezionale locale e si dichiara pronto ad iniziare la ma rc ia su Orvieto con quei volonta ri , pochi o molti , che avesse trovalo .
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Vie ne deciso che il conccntramcnlo si e ffettui in due punti: a Chiusi, per coloro c he provengono dalla 'foscana e dalr Umbria scllcnlrionalc; ad Alle rona (a ci rca 20 chilometri da Orvieto), per que lli provenienti dall'U mbria meridio nale. Il 7 sctlcmhrc un centinaio d i toscani, per la maggior parte di S iena, si raccoglie a Chiusi, passa il con lì ne agli ordini del senese Giuseppe Raldini e, per la vallata de l Paglia, marcia su Orv ieto. A mezzogiorno dell '8 questi volontari pre ndono posizione sulle coll ine a c irca 3 chil ometri da Orvieto, collocando de lle veden e in corrispondenza delle più importanti vie di comunicazio ne . Conte mporaneamente, una novantina di giovani provenienti da 'lbdi (80) e da Montcgahhionc ( IO), condoui da Giuseppe Raldoni, E ugen io Berti e Costantino Colacicchi, convergono su Orvie to nella notte Lra il 7 e 1'8 scltemhre. Questi ultimi, non avendo armi, stabiliscono di cnlrarc all a spiccio la la in c iLLà dec isi ad aiutare gli orvietan i ne lla rivolta e foc i litare, in veste di quinta colonna, l' azione di attacco dei Senesi. U n terzo gruppo , forte di un centinaio di volontari , parlc da Terni , guidato dal conte Alceo Massarucci e si un isce alle squadre de i patrioti di Arrone. Torre Orsina e Colle Statte, dirette a nc h'esse su Orvieto, agli ordini de l marc he se Mario T hcodoli . Secondo il piano d ' insurrezione interna di Orvieto, concepito dal pittore Francesco Orsini e segretamente comunicalo alle varie squadre, la mattina dell '8 settembre. giorno di festa, i volontari avrchhcro dovuto: - assal ire la compagnia po ntific ia di presidio mentre si recava, di sarm ala, ad assistere alla messa in Ouomo; - occupa re la caserma S. Agostino; - impadronirsi delle armi e far prigioniero il Delegato Apostolico. li colpo avre bbe dovuto essere po11ato a compimento dai volontari del lla ldini. armali , menlrc LuLLi gli altri avrchhcro fomilo aiuto con ogni mezzo possibile. Disgraz iatame nte, come in og ni ope razione preparata c d eseguila con sla nc io ma senza la dovuta circospezio ne, le autorità pontificie. insospettite per la non comune agit azione, ordinano la c hiusura delle porte de ll a c ittà ed il raddoppio de lla sorveglianza. C irca 40 orvietani, fra i più compromessi, riescono ad eludere la vigilanza de lle sentinelle pontific ie e fuggono dalla città per unirsi alla colonna dei volont,u-i senesi. Nel la serata dcll'8 sette mbre alcuni agenti del comitato d ' insurrezione po rta no l'ordine a luttc le colonne di volontari di concentrarsi in località "La Scarpetta", oltre Poggio Barile, ove si sarebbero trovate anni e rnuniz ioni. Alla Scarpe tta i volontari sono circa 500 e vengono suddi visi in 5 compagni e di un centinaio di uomini c iascuna, le prime 3 coma ndate dal Rruschi e le altre due al comando del Ilaldini, in particolare: - 1• Compagni a: toscani, ex Guardie di Finanza pontific ie, giovani d i Perugia, di C illà della Pieve e di C ittà di Caste ll o, comandata da l Bruschi; - 2" Compagnia: Tuderti, al comando del Capitano Colacicchi affi ancato d al Tene nte Colli e da l Sottotenente Ange lini (i primi due reduci delle campagne de l 1848 e 1849);
Luigi Masi, medico guerriero, una figura dimenticata dal Risot~imento italiano
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- 3• Compagnia: Ternani, agli ordini di Alceo Massarucci affiancato dal Valentini ; - 4• Compagnia: soldati di varie provenienze, al comando di Giuseppe Baldoni coadiu valo dal Tenente Duranti; - 5" Compagnia: anch'essa composta da soldati provenienti da diverse regioni e comandata dal Capitano Be11i, reduce del '48, affiancato dal Sottotenente Lamhcrto Martini . Così organizzali , i volontari occupano suhito il convento della Trinità, il ponte La Vecchia. il Casino Iluonviaggio, ove il Baldini pone il suo Quartier Generale, e barricano le strade di accesso a Vite rbo e a Montefiascone. Il Baldini, nonostante giungano notizie c he un reggi mento svizzero, con reparti di cavalleria e di artig lieria, stia muovendo da Perugia alla volta di Orvieto, decide, non ritenendo atte ndibili le informazioni, di non abbandonare le pOSl 7.IOn 1.
La decisione presa dal Baldini si rivela, alla luce degli avvenimenti successivi. estremame nte oppot1una ed efficace. Le truppe pontificie, infatti, no n arrivano mentre, nella serata del JO settembre, giunge la colonna di volontari perugini, rimpinguata dagli uomini che si erano concentrati ad Allerona e che. nel fratlcmpo, avevano occupalo Città della Pieve. Al fine di fornire un quadro dei concitati avvenimenti c he si svolgono nelle giornale che precedono l' occupazione di Orvieto e che vedono la costituzio ne uffi ciale del Corpo dei "Cacciatori del Tevere" conviene riportare uno stralcio di quanto scrive Giuseppe Danzetta, che di tali avvenimenti è testimone e protagonista: " ... Seppi che il colonnello Masi era d,!stinato a condurci, cosa che a me non wddisfece, sebbene col fatto dovei ricrede,mi perché il colonnello, poi generai Masi, fece molto bene, tanto per parte pvlilirn che per la parte miliIli re. ... /,a sera del 7 io rni disponeva con una quindicina d'uomini a passare il confine e ad occupare Città della Pieve. Mi venne incontro il comitato di quella città e mi disse essere impossibile con sì poca gente occupare Cillà della Pieve. Temeva dei carabinieri, dei .finanzieri e di altri. Dissi che prirrw di mezzagiorno sarrhhero arrivati molti Perugini. e poi la sera parecchi Cortonesi ed altri. Non vollero accondiscendere. ed io dovei tornare indietro co' miei uomini protestando. Il giomo seguente arrivò il colonnello Masi e i Perugini, che non trovando insorta Città della Pieve, si portarono a Chiusi stanchi ed estenuati da una marcia di trenta miglia. in serata arrivarono i volollfari Cortone,vi condotti da Annibale Lappare/li e da Girolamo Mancini. Eravi pure Antonio Pancrazi. che essendo fornito di cavallo, funzionò da aiutante del Colonnello . .. , Feci accasennare questi militi ed ordinai al Lapparelli di remrsi il giorno seguente a rompere il ponte al Piegarv, abbalfere i telegrafi e porre gli ostacoli nella via pievaiola, aspettando che da Perugia venissero truppe per ballerei. Dopo notte inviai alla spicciolata i volontari in un casolare prossimo al confine, che provvidi di vi veri. Mandai altresì un barroccio per trmportare oggetti della truppa. Circa un 'ora dopo mezzanotte parlimmo con poca avanguardia e poca retroguardia: la guardia del barroccio, in tutto appena trenta uomini! ...
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Arrivammo a Cillà della Pieve .rnl/ 'alheggiare (9 scllcrnhrc - n.J .A. ). applauditi dai membri del Comitato e da molti liberali del luogo. Il Colonnello (Masi - n.J.A.) prese misure di precauzione temendo tornassero i gendarmi pontifici i in perlustrazione; ma non si rividero perché saputo il movimento di Cilln della I'ieve, partirono alla volta di Perugia, ... li Colonnello f ermò il comando in casa del cavaliere Federico Nina/di e cominci<) l'organizzazione dei cmpi che a mano a mano venivano in Cit1à della I'ieve. ... in giornata facemmo un 100 circa di soldati, e la sera marciammo sopra Monte leone, ove non trovammo più i gendarmi pontijìcii che erano ji1ggiti via . ... Prima di partire da Città della Pieve il Colonnello mi diede il comando di piazza che avrei a.~sunto in ogni paese o cit1à che andavamo gradatamentr occupando, corne infatti si f ece. ... I ,a ,nattina seguente ( IO settembre - n.d.A.), dopo essere stati ospitati dai primari cittadini di Monte /,enne, il Cn/011nello mi chiamò dicendomi che voleva imporre al corpo insorgente il nome di "CACCIATORI DEL TEVERE". Fece un ordine del giorno che io lessi ai soldmi chiarnandoli con questo titolo e dicen do loro d1e il nostro scopo era l 'occupa-:,io11e di Orvieto . ... Nella stessa mattina del IO partimmo per Fir:ulle, o ve sostammo pN 111a11giare e riposare. 'lì-o vai ivi una lei/era del commilitone Bruschi che mi scriveva non essere potuto entrare in Orvie/o per incidenti sopravvenutip,li. e trovarsi molto imbarazzato per l 'esiguo numero dei volontari. .. . lo risposi: «Ficul/e 12 III N id. IO Settembre. Caro Bruschi, Sono giunto alle ore I I ant.: riprendo la num :ia f'rm /00 uom.ini, altri 100 sono già in cammino dalla I'ieve per raggiungerci. Ciò ti sia di norma per le intelligenze che puoi avere preso con Orl'if'lo r' per le operazioni che dobbiamo compiere. li Colonnello è cmi me. Addio a momenti. Tuo Giuseppe /)a11zetta». Al tocco partimmo per una strada traversa alla volta di Orvieto, nwndando i bagagli ed all,v per al via maestra, e raccomarulando di arrivare .mtfo Orvieto a 11ntte a vanzata per non essere veduti dal nemico. Il Co/011nelfo ci oniinò di marciare ad uno ad uno r:on disr:rl'/a distn11::.a, perché dalle mura di Orvieto si credesse essere il nostro contingente molto maggiore di quello che era in realtà. Sapemmo il giorno appresso che le previsioni.falle dal Colonnello non fallùvnu puntu. ed il numero dei nostri 110/ontnri.fi, creduto di gran fun ga maggiore del vero. ... Pas.m to il Paglia, giungemmo a/l 'Osservanza di f arda ad Orvieto poco prima del calare del sule. t:ra vamo in tulli più di mille con ji,cili e munizioni di sopravanza. ... " Questo passo Jcl Danzctla, o ltre a l"ornirci l'esatta cronologia degli avveni menti e ad indicarci quando e dove il Colonnello Mas i costituisce il Corpo ùc i "Cacciatori del Tevere", altrove indicato costituito a Chiusi 1' 8 settembre, c i da un ' ulLeriorc testimonianza, proveni ente da fonte sicuramente non partigiana (Seppi che il colonnello Ma.vi era destinato a condur<"i, c·osa che a me non .mddi4ece, ... ), delle doti militari e de l cari sma de l Masi. Il non idilliaco rappo110 che es iste tra il Masi e il Danzetta è evidenz iato ancora ùi più quando quest'ultimo descri ve il primo tentativo di occupazione de l la città di Orvieto:
Luigi Ma.~i. mnlim guerriero, una figura dimenticala dal Riso1;r:imento iwliano
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" ... La sera stessa del 10 settembre il Colon11el/o organizzò col /Jruschi un assalto a lle mura di Orvieto. Noi stanchi della marcia, ci ripo.rnrnmo a dormire nella paglia, quando ad una certa ora il Colonnello ci f ece chiamare e posti sotto le linee.fece giurare ai so/da/i di piantare la bandiera in quella s/essa nolle sulla Piaz::.a di Orvielo. Esso sperava fare una smpresa. ma io dissi al Bruschi essere impossibile per(.'hé vedeva le ronde che perlustravano i posti di iuardia intorno alle mura di Orvieto: tuffo era sorveiliato. Il Colon11ello insisté nella sua idea e volle fa r scalare in un da/o punto le mura, mentre noi in va rie (.'o/onne e picchetti ci colloca vamo presso le porte che dovevano aprircisi dal di denlro. La scalata non riuscì, anzi il primo salito cadde ed ebbe quasi a morire sul colpo . ... Dovemmo ritirarci e all 'albeggiare ci eravamo ridotti nuovanzente all 'Osservanza. incerti su quello che s 'aveva da fare. .. . Un Pird1etto comandalo dal bravo Luigi Cancelletti di Peru,~ia fu lasciato, per colpevole trascuratezza, al posto, ed esso vi si tenne con grave suo pericolo parecchie o re, e poi avvedutosi es,çere rimasto solo, si ritirò anch 'e.~.w . In rimproverai fìermnente (.'O{ui che ne era sfato la cagione. .. . " Prima di proseguire ne ll a descrizione de ll e az io ni compiute dal Masi alla testa de l Corpo da lui cos tituito, è opporlllno ri cordare che nel mo mento in c ui il Cavour decide di appoggiare i mo vimenti insurrez ionali , si l'orm ano, quasi conte mpo raneamente, nelle Marche, in Umhria e negli Abruzzi, dei co rpi di volo ntari che prendono l' appell ativo co mune d i "Cacciatori''. Il Corpo dei "Cacciatori del Tevere··. c he lega la sua stori a all e operazioni c he si svolgono prima ne ll ' Umbria e che poi si protraggono ne lla Sabi na e ne ll a Marsica . è, fra nmi , quello che ha una organizzaz ione più regolare e che è destinato ad avere vita più lunga. Ini zialme nte la maggior parte de i vo lontari, che andranno a costituire il Corpo de i Cacciatori del Tevere, veste l'ahito borghese, a seconda de i propri gusti e de lle proprie condiz ioni sociali. Alc.:uni <li ess i, però, hanno qua lche oggetto in comune, o nel colore o nella foggia. e que sto. o ltre a costituire un mezzo <li ri conoscimento della squadra o de l paese di orig ine. viene portalo con ev idente co mpiacenza. quasi ad attestare un certo s ririlo di corro. Uli Uflì cial i non d iffe riscono dai sempli ci grega ri se non per i gall oni sul berretto: poc hi hanno la sciabo la: quasi lulli imriegano come arma il mosche tto. Solo i Toscani si presentano fino <lai principio con una div isa militare, grazie all ' inte ressamento ciel Danze tta, c he ottie ne dal Marchese Guai terio l' autorizzaz ione a far indossare ai volontari to scani l' uni l'onne della G uardia Nazionale. Dopo il 24 settembre 1860 (presa <li Civita Cas tellana), per merito di un patri ota di professione cappellaio, viene forni to ai so ld ati un cappe llo a lla calahrcsc, co n la tesa si ni stra rial zata e fermata da una nas tro <li tel a cerala ne ra, s ulla quale c ampeggiano una coccarda cd una croce di Savo ia in latta e dalla quale e sce una lunga rc1111a. /\. poco a poco, soprallullo per l'interessamento e le insistenze del colonnello Masi, si cominc ia ad adottare una divisa uni forme per lulli : berretto molle a
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visiera dritta; blusa di cotone hlu ; pantaloni grigi con pistagna rossa, ripiegati dentro le uose. Con l'arrivo della stagione fredda molti indossano i cappotti pontifici, recuperati nei magazzini dopo la presa di Viterbo, ma anche questi scompaiono presto poiché, ancora grazie alle istanze inoltrate dal colonnello Masi al Ministero della Guerra, vengono sostituiti con cappotti di colore grigio chiaro, già apparte nuti alle truppe toscane. In tale occasione vengono forniti a nche i berretti di panno g rigio con i quali si sostituiscono i cappelli alla calabrese. Nel 1862, quando la "Legione Cacciatori del Tevere" vie ne riordinata, viene adottata la stessa uniforme delle truppe piemontesi , con la sola differenza di una croce sul chepì e senza alcuna indicazione sui bottoni. Per quanto concerne l'ordinamento militare dei Cacciatori del Tevere, il I O sette mbre 1860, soli.o le mura della città di Orvieto, viene definito il Quadro del Corpo d 'operazione: Comandante :mperiore: Colonnello Luigi Masi. Aiutanti: Pancrazi Antonio, conte Pagliacci, Were Wright. Ufficiale sanitario: Conti. l" CO/,ONNA: Maggiore Carlo Bruschi. 0 /
DISTACCAMENTO: capitano /,uparclli Annibale.
1a Compagnia: capitano Baldini Giuseppe, tenente Alhertini, sottotenente Duranti Ni(.'o /ò. 2" Cmnpagnia: capitano Colacicchi Costantino, lenente Cocci Tobia, sottotenente Angelini /,uigi.
2° DISTACCA MENTO: capitano Ducci Luigi. 4 a Compagnia: rapi/ano Massarucci Alceo, tenente Magailolli Alessandro, so/lotenente Coletli Francesco di Terni. 5" Compagnia: capitano Caraciotti Lorenza, lenenti Fra11ini Augusto e Culelli Francesco di Todi.
2° COLONNA: comandante capitano Uanzetta Giuseppe. 3° DISTACCAMF,NTO: capitano Zamponi Giuseppe.
l if Compagnia: tenente Mancini Girolamo, sottotenente Callani Alessandro. I l a Compagnia: capitano Giorxi Ippolito. tenente Materi l'io, sollotenente Menir.urr:i.
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12" Compagnia: tenente Squaizer Carlo, sottotenente Rnlsi Marcello. 4 ° DISTACL'AML::NJ'O: capitano Sestini Carlo.
3" Compagnia: capitano /Jerti /:,'ugenio, tenente Ra/doni Giuseppe. sollotenenle Martin i Alberto. 7" Compagnia: lenente Ca11cel/etti /,uigi, sottotenente Bollicelli Anlonio.
9" Compagnia: tenente Retti Antonio. sol/olenenle Ricciardelli. SQU!i DRJ\ BF,RSAGUF,R/: tenenle ·111eodoli Mario.
Piccolo pez:::.o d 'artiglieria: sottotenente Soldalini. Questo specchio de lla prima fo nnazionc dei Cacciatori del Tevere, solo documento rintracciato ed estrai.Lo dall' orig inale già posseduto dal cavaliere Antonio Pancrazi, Aiutante di Campo del Colon ne llo Masi, per quanto sommariamente esalto è uil'ettoso in qualch~ p111iicohre. Mancano, infa tti , indicm:ioni sull a 6" e 8" Compagnia e vi figurano l Jrlici ali, come lo Squai1.,cr, che non si trovavano ad Orvieto in quei giorni . Tali incompletezze e d inesallezze fa nno sorgere alcuni dubbi circa il giorno esatto in cui è stata data la citata formazione al Corpo de i "Cacciatori de l Tevere", c he potrchhc essere posteriore all a data del IO sette mbre. Altra curiosità deg na di nota è c he il piccolo pezzo d' artiglieria, dato dal Marc hese G ualtiero e ripo11ato ne l "Quadro del Corpo d'operazione", non è stato mai impiegato e, probabi lmente, è lo stesso pezzo c he il Masi, ne l 1870, donerà al Musco <l ' Artiglieria di Torino. Tb rna ndo all'occupaz ione di Orvieto vedi amo c he il te ntativo notturno, sebbene fallito, non manca tuttavia <li produrre grande impressione ne lla città e nel presidio pontifi<:io. La mattina dell ' 11 settembre, infatti , il Gonfalonie re. <:ante Tommaso Piccolo m ini. si reca dal Oe legato Apostolico. Monsignor Cerruti e lo prega di vole rsi interporre a ffinché vengano evitati conflitti e di spersione di sangue. Il De legato, ini zia lmente esitante ma poi convinto. sia dall 'i ns iste nza de lla popo lazio ne orvietana assembrata sotto il pal azzo apostolico, s ia da ll'i ntervento del Vescovo - Mons ignor Vespigna ni, cede ed autorizza il C apita no Gugli elmo Du Nord, Comandante la g uarni gione ponti li cia, a venire a trattative. La resa, trattata dal Maggiore Carlo Bruschi per i volontari e dal Capitano Du Nord per i pontifici, viene conclusa, come risulta dal giorna le militare 186 1 n. 2. nei segue nti termini:
Per la resa della piazza d'Orvieto Ji·a il rnpilano Guglielmo Du Nord, comandante la guarnigione pontificia, ed il sig. colonnello cav. Luigi Masi,
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comandanle le forze volontarie dell'Umbria con la bandiera di S.M. Vittorio Emanuele. Le truppe assedianli enlreranno nella piazza d 'Orvielo alle ore 6 pomeridiane di quest'oggi dalla Porta Rocca. 2° La guarnigione assieme alla P,endarmeria ponlijìcia ed ai velerani usciran110 contemporanellmenle dalla Porta Maf!,P,iore dirigendosi a Terni. passando per Vilerho, senza trattenersi per via che il /empo necessario secondo le lappe militari. 3° La guarnigione pllrtirà con armi e baP,agli. 4° La f!,Ua1nir:ione rimane gllranlita fino a Viterbo da qualunque ostilità da parie delle truppe volonta rie; essa P,arantisce llfl rettanro rispello ai volontari medesimi. 5 ° Mo11sir:nor Delegalo sarà libero di partire insieme alla guarnigione, o dopo. se vuole, insieme a· suoi jllmigfiari ed inzpiegati. Per f'os!lervanza delle sopmccen11ate condizioni entrambi i sottoscrilli 11elfe loro qualifiche, impegnano la loro parola d '01wre. Farro presso le mura d 'Orvieto. li I I sNtembre 1860 alle ore 2 - pomeridiane. Du Nord - capi/ano Carlo Bruschi - nzagr: iore, in rapprese111w1za del r:olonnel!u Masi. 0
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A ll e 3 pome rid iane il Delegato aposto lico, le a utorità e le truppe ponti ficie escono indi sturbate dalla città e a lle 7 pome ridia ne dello stesso giorno. mentre le tru ppe piemo ntesi sta nno entrando in U mbria da ll a parte di Citt à d i Caste llo. il co lo nne llo Masi. a ll a tesla dei Cacciatori de l Tevere, fa il suo ing resso ne ll a cillà di O rvieto fra le acclama zioni del popolo. Ne ll a me desima gio rna ta a ltri vo lontari to sca ni e umbri, raccolti s ul confi ne um bro, pene trano ne llo Stato Pontific io a S. A ndrea, paese in te rritori o cortonese al confine de l com une di Umhertide e la mattin a dopo, 12 scllc mbre , sono a ll a Fratta (U mbe11ide) precedendovi la d ivisione pie montese Oc Sonnaz. che vi giunge ne l pomeriggio. Parecchi di q ues ti volontari. condo tti da G iuseppe Ile rta nze, si uni scono a questa Di vis io ne ed entrano con essa in Pe ru gia. li presidio ponti fo: io, uscend o ad Orvieto. prende la via di Viterbo, ma dopo c irca 9 c hilo metri , giunto a ll' Osteri a Nuova, nei pressi di Bolsena , incontra una co mpag nia pontific ia di Cacciato ri indigeni , comandata dal Capitano Pe trel li , che stava arri vando - troppo tardi - in aiuto. Le due compagni e decidono di ripre nde re, u11ite, la direzione di Orvieto fermandosi, pe rò, sull e coll ine e li mitandosi a spingere soltanto qualche pattuglia verso S. l ,orenzo. La no ti zia de ll a sosta d e i ponti fic i e le voc i del l' avanza ta de l gene rale Sc hmidt co ntro Or vieto, fa c redere c he l'avversario vogli a torna re all a ri scossa. Le vo ci, d ' a ltronde, non so no de l tullo in fonda te: lo Sc hmi dt è effeui vame nte partito da Pe rugia , ma inve:c.e: rl i d iri gersi verso Orvieto. volge la fro n-
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te verso C illà de ll a Pieve; il ge nerale Lamoricié re, inta nto, c hi ede a l Mini slro de lle A rmi , a Roma, l'auto ri zzaz ione a fa r occ upare subilo Viterbo da un reparto de lle sue truppe, con l 'intenz ione di inviare poi i necessari soccorsi ad Orvieto. 11 colo nne ll o Masi, all' a lba de l 12 giugno, impartisce le prime disposiz io ni per organizzare la difesa dell a c ittà: vie ne fatta una grandt: abballula lu ngo l'alberata di Porta Roma na; si ri zzano barricate e si costruiscono trincera me nli lungo le mura con sacchi di terra; viene fatta murare la Porta Maggiort:; vengono mandali a ritirare, a Cetona, 400 fuc ili e 20 casse di muni zioni per costituire ed armare la g uardia naz ionale; si raccolgono viveri e sulle mura viene issata la bandiera tricolore. La gio rnata del 12 scorre re lativa mente tranqu illa e vede il rit:nlro in Orvieto <lei nucleo di volo ntari c he e ra stato inviato a Picgaro il g io rno 8 per di stru ggere il po nte sul Nestore, cosa c he rallenlando l' avanzata su Città della Pieve de l generale Schmidt, aveva fallo trovare a quest' ultimo la c ittà o rmai quasi deserta e lo aveva convinto a riprende re la strada verso Pe rugia, ormai in mano a lle truppe pie mo ntes i. Con una parte delle armi e de ll e munizio ni arrivate da Cetona il Colonne llo Masi arma alcune palluglie di uo mini risoluti e pratici della zona. g uidali <lai te ne nte Baldoni , che ne lla noltt: escono da lle mura e. g irando al largo dei poni ific i, li molcslano ai fia nchi e a lle spalle con azio ni di fuc ile ria. QLtc sta minaccia notturna e la no tizia che il generale Schrnidl sla rientrando a Perugia, convi ncono i pontifici a riti rarsi per la via d i Montefiascone. A llontanalosi per il rnrnnento ogni pericolo. il colonnello Masi costituisce la Ciunta provvisoria di Governo, c hi amando a farne parte - unitamente ad alc un i capi dei volontari - i c ittadini più stimati . Procede, inoltre, al riordino <le i suoi Cacciatori, che assommano a poco meno di un mi gli a io, co11lcre11du g radi provv isori agli Ufficiali e lasciandoli al comando degli stessi vo lontari che li avevano seguiti, ri servandosi, però, di investi re del coma ndo in modo defin iti vo soltanto coloro che , alla prova dei fatti, si fossero dimostrati più atti e più degni. Viene poi stabi lila la paga dei Cacciatori in due lire giornali ere, senza disti nz ione di grado. La persuasione che, con l'occupazione di Orvieto , il compilo princ ipale sia finito e che il Corpo si sarebbe sciolto appena fossero en trate le primt: lruppe regie ne ll ' Umbria, fa si c he ne i giorni 14 e 15 selte mhre molli Cacciatori si congedino: i Co11onesi ri entrano in Toscana: mo lli Pe rug ini , avuta notizia dell a li berazione di Perugia, si alTrctlano a rimpatriare. Il Masi no n si preoccupa più di tanto di tali congedi , persuaso che in lai modo sarebbe migliorata la qu alità de l Co rpo, costi tuito forse troppo frettolosamente, e che altri volo ntaii avrebbero sostituito i pai1enti . L' impegno del Colonnell o, nell' ambito della Giunta Provv isoria di Governo, è in q ue i giorni volto soprattutto a sollecitare il voto d' annessione dei comuni dipende nti con varie circolari ind iti zzate a i Prio ri dei comuni, diramate dopo il primo proc lama che inneggia alla liberazione d ' Ita li a.
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G/UN'JA DI GOVERNO PROVVISORIO IN NOME DI S. M. V/'ITORJO EMENlJELF: Il RE D 'JTALIA Città e Provincia d'Orvieto L'o (.'cu1wzione di questa cillà da ww guarnigione straniera, f ece ùnpedimento alla manifestazione dei vostri voti, che sono di fare I' l!alia. /uJla libe ra e costituzionale con Vi/torio t:manuele elello. L'entusiasmo vivissimo col quale ieri, o cittadini, salutaste la bandiera nazionale che sve1110/a su questa mura, ci è garanzia de lla vostra (.'Ooperazione contm il caccialu nemico, che fa mostra di ritornare alle ,~{fese. Siamo forti ahbastanza e non saremo soli, ché il nostro grido di guerra lroverà eco nel cuore del Re, che gium e mantiene, combatle e vince, a(.'(·oglie ed un(fìca! L'l!alia aljine sta per essere tutta det:li Italiani, il suo allu destino si svolge al nord dal Re e dal suo eserc:ilu valoroso. al celllm dalle popolazioni che insorgono e militano, al mezzngiorno dal generale Garibaldi, gnm battagliero,.figlio d'Italia integerrimo. Ci siano innanzi agli occhi ,?li emici falli delle cillà sorelle. F:mulando le prove loru diverremo liberi cit1adi11i di una [:rande Nazione, Noma sua capita le! Orvielo. I 3 sellembre I860 l ,UIGI O\V. MASI , CULONNtLLO, PRF:SIDF:NTI: GIUl./0 OOn: ftRMINI, Sl:X.;NtTAR/0
GIUNTA DI GOVF:RNO PROVVJSORJO IN NOMI.:,' VI S. M. V/7TORI() F:MF:Nl/F:!,F Il f< E D'r/ALJA C11<COLA1<1:.· N.
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!/lustrissimo sig. 1-'rivre del Municipio di .. .. ............ .. .. . Ella già saprà il palriouù:o 11wl'i111P11tn avvenuto in questa cilllÌ, la car1i10/az.ionefatta nel ,?iorno I I, e /'ingresso dei generosi Volontari clw du tulle le parli qui corrono .1pinti dall 'amore de lla patria comune. ì:; staio proclamato il regno di Vittorio Emanuele. e sulle nostre /orri sventola il vessillo nazionale colla croce di Savoia. J:un(fìca zione d 'Jtalia e la Monarchia costituzionale con il Re Galantuo,no sono i principii che guidano no i, e tutti i leali 1/a/iani. Appena cessato il Governo c/erirnlr, il sig. cav. Colonnello Masi ha cos1i1uito una giunta di Governo provvisorio, che ha preso il governo della ci/là e della provincia. Nel por/are a conoscenza il risultato del gene mso slancio della popolazione. intendiamo di mostrarle la via che dovrà tenere con energia e con zelo. F:lla suhito si costituirà in governo provvisorio istituendo una giunta, nella quale farà entrare pet:sone calde di amor di patria, procurando di concilia re nella lmlloziune dexli qffàri l'energia e la moderazione.
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Vi mandiamo il nostro proclama, gli afli della giunta, che farà affiggere nel suo comune. Attendiamo da l,ei riscontro a questo dispaccio. ed un rapporto su quanto avrà operato in proposito. Con stima La salutiamo. Orvieto, dalla residenza della g iunlll de l Governo provvisorio, 13 settembre. I ,0 Giunta del Governo provvisorio: L/JIGI CAV. MASI , COLONNtLW, PI/JiSll>tNIE Mt\GG/Of<E CARI .O AVV. RtWSCHI NORIIF SIC. Pm,/OORO POLIDORI NOBILE S/ G. L!BOIUO SALVA'IONI s10. CAJ<LO
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su;. L 111ra Onnu CA PITANO FILIPPO IAN'/'INI NOBILE SIG. 0DOAIWO RAVILZA PltT//0 D07T. FF.RRARI
c,uuo
()OJT. IF.RMINI, St,'Gf<F.TARf()
WlJNTA DEL COVt,'RNO PROWISOR/0 DELLA CITTÀ E PROVINCIA DI ORVIETO IN NOMF, DI S. M. VITTORIO t,'MtNUt',Lt,· Il IW LJ'ffALIA C tNCOLA RF.
N. 2
lllustrissi1110 sig. Priore La città 11ostm ha veduto nella sera I I correnle adempiere il voto che da lungo tempo aveva in <'Uore. di entrare nel Consorzio Nazionale. In tale occasiotw si è pmclamala una Giunta di Governo pmvvisorio in nmne di Vittorio Emanuele Re d 'Italia. Ella dunque dipende attualmente da ques/a Giunla, finché costituito ed unfficato il grande Regno ilaliano, al/re aulurilù non ne assumano il comando. Percir) an-:.i1utto La inviliamo a.fare adesione a questo g overno, ed ai prindpii da esso rappresenlali. Questi si racchiudono ne lla fi'ase «Italia una sollo Vi/Iorio Emanuele Re costituzionale». Ella certamenle a nome di tu/lo il Municipio ( siamo persuasi) vorrà dare opera ad una causa giusla, e da tuffa Europa approvata. /11 a/lesa di pronta risposla riceva la si~nificazione della nostra stima.
Orvieto, / 3 sel/emhre IH60. I -A {J//JNTA DI GOVERNO PROVVISORIO
IL
COU JNNt.'LLO M ASI , Pt<JiSIL>tN lli
(;11 11.10
/)()T/ :
/J,:J/M/Nl, SF.<~f/F.TAR/0.
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Massimo lacopi e Carlo Alberto Federù:i
li 17 sellemhrc il colonnello Masi, al fine di frenare le defezioni ed incitare i suoi uomini all ' azione, puhhlica il seguente ordine del giorno per i Volontari:
La fatir:a snstenuta nella rapida marcia, la disciplina che osservaste nelle cilllÌ, l'inlrepidezza r:olla quale vi trovasle di fron te al nemico, meritano a voi lode di buoni volontari. Lode ahhiano speciale i militi /Juonlromboni, Fabbri e Corazzi per fa tentata scalata, e lode al tenente Ra/doni Giuseppe, al foriere Chiarini. ai militi Testi e Taschini per le fucilale di notte al convento di S. Lorenzo. Sono però da correggersi in voi quel facile allarmarsi e sparare colpi al vento. quel cantare che.fate la sera per cillà, quel desiderin di alcuni di tornare nei liberati paesi loro. Il paese di tutti è l'Italia. Vi sono /erre schiave vicino a Roma che invocano il nos/ru soccorso. lo rifiuteremo noi ? Questi oppressi guardano da un lato i Caccia/ori delle Alpi che avan::.ano per gli !\hruzzi con l'eroico uomo. Garibaldi: dall'altro i Caccia/ori del Tevere. Non daremo noi la mano ai garibaldini per spazzare sulle due rive del Tevere gli ul!imi dispersi e squallidi avanzi di mercenari stranieri'! Fermezza dunqut! Cacciatori del Tevere! L'amor della patria deve ('Sse re più.fòrle di quello della famiglia, avete liberato una provincia. liberianwm' un 'altra: l 'onore vostro non sia conseguito per metà. L'l!alia noterà ,u,fla storia i vostri nomi. IL
COWNNFU.O M ASI
Ci piace ancora ricordare quanto scrive il DanzcLLa, a l fine di evide nz iare ulte riormente lo spirito patriottico, la capac ità di giudizio e l'acutezza ciel Masi che non ri sulta essere soltanto un esecut ore cli o rdini , ma, avendo come ohicllivo final e l' unità d'Italia, agi sce con l'iniziativa propria dei grandi " condottieri": " ... lo credeva compiuta la nostra spedizione, quando il Colonnello ci f ece saw'rP che il Ministero desidera va che ci spingessimo più innanzi e che si occupassero MonlP/iascone e Viterbo a viva forza e ci spingessimo anche più innan-::. i. Sapendo che il (;ovemo Francese non voleva più in là dell'o(.'(.'U{)a?inne di O,vieto. ,ni parve un vo ·strano quest 'ordine Pd infatti r;li eventi ulleriori mi diedero raginne; pure piegai il rnpo e obbedii." . La sera stessa del 17 scllcmbre, alla stessa ora in cui la rocca di Spoleto cede le am1i ai granatieri e bersaglieri del Generale Brignone, il colonnello Masi, al fine di proteggere il fianco de l 5 ° Corpo piemontese manovrando sulla riva destra del Tevere, parte da Orvieto con i Cacc iatori per mellere piede nell e ten-e del Patrimonio di S. Pielro. Lasciata una guarnigione di I00 uomini in Orvieto, la colonna forte d i 600 volontari, muove, con l'obie ttivo di impossessarsi della città di Montefiascone, per la strada più lunga e meno haltuta che passa per Bevagna e Celleno. L'intendimento del Masi è quello di attaccare da est e da sud , in modo da tagliare la ritirati su Viterho a l le truppe che presidiano il paese.
Luigi Masi, medico guNriem, unafigura dimenticata dal Risorgimento it11/i11110
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Dopo una sosta notturna fatta nelle vicinanze di Bagnorea, i Cacciatori giungono a Celleno, ove sono accolli dalla popolazione accla mante e nel pomeriggio riprendono la marcia per vie rnul attiere. Il Masi spera di giungere a Monte fiascone inosservato, approlìtlando del terreno cope1to e di cogliere la guarnigione pontilìcia di sorpresa. A pochi c hilome tri dal paese, però, l'avanguardia comandata dal marchese Theodoli si imbatte in una pattuglia pontificia e, sebbene riesca a far prigionieri una parte una parte dei papalini, non ri esce ad impedire che alcuni gendarmi sfuggano alla cattura e rientri no a Montclìascone per dare l'allarme. Alle 4 pomeridiane un piccolo plotone di Ponti fici esce dalla città e avanza allo scoperto fino alla Chiesa delle Grazie sulla strada Nazionale dove scambia alcune fucilate con l'avanguardia dei volontari. Narra ancora il Dan1.ella: " ... Corse suhito Bruschi con la prima divisione e co11 movimento hrillantissimo, coadiuvato dagli l([fìciali 7,(.unponi ed Alhertini, i11seguì i pontifici ed entrò quasi con loro in città. Arrivata La mia divisione. ulla Chiesa suddetta la divisi in due piccole rolonne. Una l'affidai al Lapparelli che, percorrendo la via di sinistra, entrasse anche lui, avvertendoRli che la colonna d i Bruschi e ra avanli e che non tirasse senza vedere il nemico. lo ri.1·erhai /'altra parte della colonna sotto il comando di Mancini, che condussi per la strada più breve con /'arma a spalla per tema di o,[fendere il Bruschi che era avanti. Quei volontari in coloni/li serrata si aFm,zarono .m ito un fuoco ben nutrilo senza sparare un colpo di fucile. F:rano tulli Cortonesi e mi rallegrai che dei Riova11i soldati serbassero l 'ordine co11 lllnfll freddezza. L:,'n frafi i11 città, ci riunimmo sulla piazza principale per dare l'assalto alla fortezza ove s i erano ritirati i pontifici" . 1 dife nsori tengono testa pe r breve tempo ai volontari e quando si vedono minacciati da un drappello di Cacciatori. coma ndati probabilmente dallo Zamponi , c he fa fuoco dall'alto di un campanile, innalzano la handicra hianca e si arrendono. A quest' ultima parte della difesa di Montefiascone paitecipano soltanto i gendarmi e poc hi altri soldati delle truppe indigene in quanto la compagnia tedesca, comandala dal Capitano Du Nord, si era posta in salvo, ruggendo in tutta rrella da Porta Borgari glia, temendo ritorsioni per aver contravvenuto le condizioni di resa sottoscritte al momento della capitolazione di Orvieto. Il Masi, me ntre Bruschi e Danzetta prendono possesso della città, tenta con la sua colonna di raggiungere i fu ggiaschi ma non riesce nel l'intento e torna indie tro per stipulare le condizioni della resa dei pontifici. Scrive il Danzetta: " ... Chiesero di r:onservare le armi. ma il Colonnello vi si r(fìutò, dir:endo eh.e non poteva concederlo a chi ir({ranse i patti dt'lla rapitolazione. .. . Nella sera andammo a rapporto dal Colonnello che sembrò soddi.~fattissùno del.fatto, dispiar:ente di non ave r poluto raggiungere ifuRRiaschi pontifici, dicendo che avrebhe fallo fucilare il Capitano che finnò la capitolazione di Orvieto.".
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Massimo l acopi e Carlo J\lherw Fnlt!rici
In Lotalc il combattimento di Montefiascone dura circa due ore e i volontari la me ntano soltanto quattro morti e quattro feriti. Nel rapporto c he Du Nord scri ve, successivamente da Corneto. viene data per certa l'uccisione del Colonnello Masi. avendo il Capitano scambiato l' Aiutante di Campo de l colonnello (Were Wright) che viene effc LLivamente ferito, per lo stesso Masi. Tale errore è giustificato dal fallo che entrambi indossavano la stessa uniforme (gi uhha di tela senza galloni e pantaloni grigi da soldato) e differivano soltanto nei distintivi del herretto. La sera del 18 setlemhrc il Colonnello Masi informa la Giunta del Ciovc rn o Provvisorio di Orvieto delle operazioni compiu te col segue nte Bolletlino di Guerra: Mrmtt'. fiascone, 18 settembre 1860. Se ra I bravi Cacciatori del Te vere hanno compito un altro he llissimo.fatlo di guerra. Ieri alle ore 9 partimmo da Orvieto pe r Montefiascone, tenendo la via di Celleno per girare il nemico e tagliarlo f uo ri dello sua base d'operazione. che era a Viterbo. La f!.uamigione./<Jrle d i oltre 150 uomini era Of!.f!.i rinforzata di 50 gendarmi. A Celleno primo paese del Patrimonio avemmo un 'accof!,lienza entusiastica, i11descrivibile. Vedano e giudichino: alle 4 e ravamo rimpello a Montefìa.1·<:mie, .fi,ori abbiamo a vuto il primo scontro con gli a vamposti dei f!,ettdarmi a cavallo, abbiamofatto due pri,?io11ieri e preso tre cavalli subilo. li nemico è sceso dalla rocca per ùu:onlrarci: a passo di corsa ho.fallo occupare i f'asini ed i conventi avanzati. lit uno trovammo due sa<:r:hi di polvere: altra co/011110 di a/lacco rintuzzava i sortiti sotto viva.fucilala; quijì1ferito il sig. Wright, bello e ricco giovane inglese, amanle de ll 'Italia e amatore del guerreggiare: ma rf'iò sempre al mio ./ìanco, perdei/e l'anulare e il medio della sinistra. Avemmo 4 morti e allreltanti feriti; il nemico ne ebbe in numero assai maggiore: stretto vigorosamente di jì-onte ed ai .fianchi parte .fuggì per Porla llorgariglia sot10,çta11te al.forte, e parie rimase nel forte rPso a discrezione; ha lascialo in nostro potPre 50 prig ionieri austriaci, sviz::.eri e gendarmi: un tenente dei gendarmi. uno dei.finanzieri; prendemmo 4 carri co11.fucili e un c entinaio di Stu.tzni, munizioni, effetli d'abbigliamento, tutti i zaini e IO cavalli di cui vemmenle avevamo bisogno. Il comandan/e V u Nord sparì a mezzo combattimento che durò due ore; è quello stes.rn che violò la capi1olazio11e fl11ta meco in Orvieto. Lo slancio dei nostri Cacciatori è staio mirabile, e dopo /9 ore di marcia pe r incomode vie, l.!ffì.ciali e soldati fecero veramente tutti il loro dovere. Ne darò i nomi. La cillà è illuminata; le alture splendono di .fuochi in segno di festa; la truppa ha acquislalo confidenza di compiere.fatti IIW;?giori. li r:olrmnello comandante Luigi Masi
I volontari del Masi c he hanno dimoslrato tanta resistenza nelle marce e tanto slancio nei comhani,rn~nti, evidenziano, inaspcllalamente per dei volontari,
Luigi Masi, medico gui,rriem. u11a figura dimenticata dal Ri.wJ1;r:ime11to iwliano
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a nc he molta disciplina dopo la vittoria e mantengono un ollimo contegno verso la popolazione durante i due giorni di perma ne nza a Montefiascone. I .' ini,,,-csso dei Cacciatori nel Viterbese e la presa di Monte fi ascone eccitano g li a ni mi della gioventù c he accorre numerosa, ins ie me ad alcuni disertori dell' esercito pontificio, per am1olarsi ne lle lilc del Corpo costituito dal Masi. li Colon ne llo, a questo punto, concede il congedo a tu tti quelli c he hanno espresso il desiderio di ritornare dalle proprie fam iglie. S ull' onda de i successi ottenuti il Masi decide di avanzare su Viterbo e di entra re in città. Il pia no d'azione prevede la simulazione di un attacco su Pona Romana per coprire l'azione del grosso che, congiungendosi a sud con gli insorti locali, tag lia la via d e lla ritirata verso Roma a lla guarni gione Il presidio pontifi cio di Viterbo, incentrato su quattro compagni e per un totale che non raggiunge le 500 unità, non sente ndosi sic uro, anche a causa del rischio di rivolte interne, la sera del 19 settembre, prima che il Masi possa mettere in atto i suoi piani, decide di abbandonare la città. I ,a mattina de l 20 un a de putaz io ne d i cittadini vite rbesi si reca a Montc lìascone per invitare il colonnello Masi ad occupare con i Cacciatori del Tevere la città di Viterbo. Nell a notte fra il 18 e il 19, intanto, a Sutri si riunisce un nucleo di Volontari provenien ti da Caprani ca, Bassano, Manziana, Ncpi cd Oriolo che. guidati da Lu igi Moroni e da Don Vincenzo Agncni, si avviano. sotto una pioggia ba1tentc, verso Ro nciglione e Viterbo. Questi volontari marciano tutta la notte del 19 e alr alba del 20 entra no in Viterbo da Po11a Fiorentina. Così il Masi, quando alle 5 pomeridiane e ntra in città, la trova già occupala dai volontari di Sutri che g li presentano le mmi . Le accoglienze de lla cittadinan za sono straordinariame nte affettuose ed improntate al più schi cllo entusiasmo: tutti fanno a gara ad offrire ai volontari quanto desiderano e questi non si fa nno proble mi ad accettare, come riporta a nc he il Oanzerta, descrivendo I' occupa7.ionc di Vitcrho e i successivi festeggiame nti : " ... Rimasti tutto quel giorno a Monte.fìascone, il giorno appresso partimmo per Viterbo ove non trovamrno alcuna resistenza, ma invece una accoglienza enlusiasla ed una quantità grande di vino in ciascuna caserma; ed i nostri soldati.forse ne abusarono, sehhene raccomandassi a quei buoni cittadini che non gliene .1·0111111i11istrasseru di soverchio. La sera, al teatro illuminalo, grandi applausi al Colonnello. Nel tornare a casa, visto che molti volontari erano ancora nelle strade mezza ubriachi, costituii due otre pattuglie comandate da 1,(/jiciali perfarli rientrare in caserma; cosa che in breve si ottenne . ... Nei maJ?azzini militari furono trovati cappolli, armamenti, biancherie, scarpe ed altri arredi militari. Il Colonnello se ne servì per vestire i suoi soldati che comindamno a prendere un vero aspeUo di truppa regolare.".
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Ma.fsi1110 /aco11i ,, Carlo A/berlo Federici
Dopo questa azione molli Cacciatori chiedono di congedarsi e ci sembra a questo punto opportuno riportare quello che il Danzctta scrive in merito al suo stesso congedo: " ... li Colonnello si preparava a marciare in avanti verso Roma, ma io conosciuto che il nostro compilo era stato raggiunto, chiesi la mia dimissione, lasciando al posto di com.andante di piazza l'amico Diligenti che io voleva ricondurre presso sua madre l'ssendo _figlio unico ed appena ventenne. Ma il Colonnello lo pregò caldamente ed egli rimase. lo riprendendo la strada di Orvieto e Chiusi, tornai a Cor/una donde rimpatriai. I ,a piccola escursione ci costò molte fati<·he, strapazzi e sacrifici. Le scaramucce sostenute .furono insif!,fl(/ìcanli. I volontari si condussero he11e e molto disciplinati: solo ci di.~piaceva non veder rappresentato l 'elemento romano dw hen tardi.". La presa di Monlcliascone e l'entrala in Viterbo fanno si che molte deputazioni di paesi e vi llaggi della provincia si rivolgano al Masi per richiedere l' occupazione, fornendo assicurazione che i deboli presidi pontifici rimasti non avrebbero opposto alcuna resistenza. Così il Masi ricorda tali av venimenti in una lettera scritta il 22 sellcmhrc 1860 al Si gnor Tittoni. uomo di piena fiducia del Principe di Carignano: ·•... lv sono nel cmu:etto da IRi e dal nostro ottimo ministro Fanti signijìcntomi, di.far presto nella provincia di Viterho a stabilire un.fatto compiuto. .. . /,a prl'.l'(I di Munlejìoscu11e e /"entrata in Viterho tra una vera festa delle popolazioni accorse hanno per incanto levato flllli i paesi della provincia a mutar xovemo. Uggi quella di C ivitncastel/ana ha recato una dichiarazione del f'o mandante di quella forte zza. che non farà resistenza, ma conseinerà la piazza, perché da Roma ordinatoili. . . . Accosterò la handiera di Vittorio Emanuele a Roma di tanto quanto quella di Francia non se ne adombri. Il contegno tenuto di conciliazione efennezza per i luoghi ove sono passalo, pare che abbia acquistato simpatie del Governo. I Commissari. le votazioni e le unnessiuni vorrei avessero effetto pmnto per dare a tu/li sicurtà delle cose compiute....". Dopo Ire giorni di sosta a Viterbo, durante i quali, come già accennato, il Masi provvede a riorganinare e a rieq uipaggiare la sua unità, sfrultando i materiali trovati nei magazzi ni ponlilìci, la mauina del 24 settembre la colonna dei Cacciatori del Tevere muove. per la via di Ronciglione, alla volta di C ivita Castellana, gi ungendovi a lle cinque pomeridiane. La Guarnigione pontificia, composta da una sessantina di uo mini comandali dal Capita no Garibaldi, all' approssimarsi del Masi consegna la rocca al municipio e si avv ia per la via Flaminia, ma, inseguila, viene presto raggiunta dai Cacciatori e, dopo essersi a1Tesa senza resistenza, vie ne ricondolta prigioniera in cillà. Nel rrattc mpo il Masi invia una compagnia, comandala dal Capitano Ducci. a prendere possesso di Cometo (Tarqui nia), nella Legazione di Civitavecchia, sgomberata dai 1:ranccsi.
Luigi M asi. medico guerriero, w 1a .fiR1tra dimenlicata dal Risorgi111e1110 italiano
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TI Ducci, dopo esservi entrato senza dini col tà, è costretto pe rù ad abbandonarla ne l corso del la stessa notte per la minaccia di una colonna francese, c he rie ntra in Corneto la mattina de l 25 settembre. Il gene rale Fanti, scrivendo al conte di Cavour, così giudica l'opera del Masi e quella dei Cacciatori del Tevere: "Il colonnello Masi ha brillanlemente cacciato il nemico da Orvieto, Monlejìascone e Viterbo, ed è entrato in Ci vitacas1el/a11a operando d'acco rdo con Rrii 11011e. ... ". A con ferma che le azioni militari compiute dal M asi non sono il frutto di un a utonomo disegno dello stesso colonnello, ma discendono da specifici piani e accordi conclusi dal governo pie mon tese, riportiamo il testo del rapporto che il gene ra le Brignone, comandante della H1igata "Granatieri di Lombardia", invia, il 26 sette mbre da Terni, al Coman dante in Capo il Corpo d 'occupazione delle Marc he e dell ' Umbria. " Ho l 'nnorr di rifr rire alla S. V Ili.ma che dopo la p resa di Viterbo per parte dei Cacciatori del Tevere, capilanati dal sig. colonnello ca v. Masi, la compagnia inviata in d istacwmerrto a To scanella (provincia d i Viterbo) il f? iorno 23 scorso, lmv<Ì una deputazione appositamente coliì venula, per invitare il r·omandante capitano nucci ad e111rare in Corneto, ove già un p ronunciamento era seguito, acclamando S. M. il RE. Accnlntosi drl/a r·osa il predetlo sig. capita no e sapendo che le truppe j àmcesi ivi d i presidio emnsi ritirate alle 4 ma(l11Jine del 24. entrò col dislaccamenlo in cillà, ove la pupo/a zione lo a ccolse con frene lica gioia, sempre conservando però il massimo ordine. Nella giornata corse voce che ritornassero truppe f rancesi e pvntfficie. Mentre s 'aspelta vanu espressi si seppe positivamente che tal mossa era pur troppo vera. Allora a mente delle islruzioni avute il prefato capitano ritirò su Toscanella nella notte il suo d i~wcrnmenlo ed il 25 alle 6 ani. Rientrarono in Carne/o 2.000 Francesi con artiglieria, ca valleria e gendarmi pont(ftci i11 coda. La popolazione era con handiere !ricolori ad incontrarla, ma f urono f a tte abhas.mre e .fi, ristabilito il Govern o papale. Il 11Wf?f?iore generale RRICNONE
Il 25 selle mbre, giorno successivo all'occupazione di C ivita Castellana, il Masi s i po1t a ad Otricoli, a rapporto dal generale Rri gnone, per concordare il piano d ' a7.ione per l' occupa7.ione delle Delegazioni di Yd letri e Frosino ne, secondo i desiderata de l ge ne rale Fanti. Tali accordi prevedono che le due colonne, quella del Fanti e quella del Masi, o pe rino di conserva ma rciando allineate da Est ve rso le predette località. L' a LLeggiamcnto della Francia frustra però l'applicazione di questo piano d' azione e i Cacciatori rima ngono a C ivita Castellana sette gio rni. Nonosta nte l'ambi guità del comportamento francese, le speranze di arri va re in vista di Roma sono ancora grand issime: Anco na è caduta, si sla preparando la
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Massimo lacopi e Carlo Alherto Federici
spedizione nel Regno di Napoli e i volontari, assistendo ai preparativi del Mas i per il passaggio del Tevere, si illudo no c.: he le truppe francesi si ritirino e che si avvicini la data dell'ingresso in Roma. Alle 7 antime1idiane del 2 ottobre i Cacciatori muovono finalmente da Civitacaslellana e, g iunti a Ri gna no in giornata, vengono scaglionati per compagnie: in parte lu ngo il Tevere nelle località di Na7.Za no, Civitella, S. Paolo e Fiano Romano ed in parte a Morlupo e a Castelnuovo di Porlo. Nei giorni ] e 4 scgucnt.i vengono organi zzati i mezzi di passaggio del Tevere e si provvede alla distruzione di quelli che possono servire al nemico. La 5" Compagnia, comandata dal capitano (ìc:raldini, ra affondare la "Barca del Grillo" che servi va al passaggio del Tevere, pone ndo così i gendarmi pontifici nella impossibilità di tentare un inseguimento. I volontari, passato il fiume su barc he al porlo di Ton-ita Tiberina, entrano nel pomeri ggio de l 4 ottobre in Poggio Mirtelo, sperando di trovarvi le truppe del generale Brignonc e di procedere con esse su Monterotondo e Roma. La permanenza in Sabina è pcrÌI di breve durata . Il governo francese insiste presso il conte di Cavour affinché le anni italiane rimangano lont ane da Roma e il colonnello Masi riceve dal generale Brignone un telegramma, ricevuto a sua volta il 30 settembre dal Ministro della gucn-a, che recita: "La Francia insiste peff:hé non avviciniamo Roma, Masi si riLiri.". L' intendimento del!' Imperatore è c:onlcrmato anche dal fatto che la divis ione francese provvede alla stabile occ upazione della Comarc;a e dei te rritori di Civilavccc:hi a, Viterbo, Ve llet ri e Civitacastellana. I Cacciatori de l Tevere rimangono a Poggio Mirteto fino al mattino deir8 ottobre e alle 13 dello stesso g io rno, sia per le sollecitazioni provenienti da lla popolazione di Viterbo, che teme un imminente ritorno dei Pontifici, sia pe r quella proveniente dal Mini stero rle ll;i gue rra che c hiede al Masi di affrontare e batte re una colo nna di 400 gendarmi ponti lici direlli verso la rioccupazione della predetta città. Giunto a Borghetto il Masi vie ne però fermato da un dispaccio del generale Brignone. I Francesi precedo no i Pont ifici e il Go verno italiano vuol e evitare a tutti i costi, per le c:onven?.ioni esistent i, uno scontro con quelle truppe. U na parte dei volontari, con a ca po il Colon ne llo Masi, pernotta a Borg he llo. ma poi, proseguendo per Gallese e Sori ano, giunge egualmente a Viterbo, dove si ferma il giorno IO e nella stessa serata. con "rassegnala uhbidi cnza", riparte per Montefiascone dove viene raggi unto, il giorno successivo, dal resto della colo nna. T1 Masi con i suoi Cacciatori rimane a Montefi ascone lino al giorno 20 ottobre, data in cui, constatata l'avanzata dei Francesi su M ontefiascone:, è costretto a ritirarsi fra le mura di Orvieto, c iuà c he aveva visto l ' ini zio della "campagna" 40 giorni prima. Me ntre si svolgono i suddetti eventi, il generale Brignone perora, presso il Comandante in Capo de l Corpo di Occupazione in Ancona, la causa dei
Luigi Masi, medico guerriero, unafìgura di111e111icaw dal Ri.r nrgimenlo italiww
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Cacciatori del Masi c he, conti nuando ad accrescersi numerica mente, non riescono a soddisfare i loro bisogni di vesti ario ed equipaggiamento: " ... Con 4ues/a occasione mi cade acconcio di mellerle soll 'occh.io la posizione in cui trovasi la colonna Masi forte in ora di circa 1.000 uomini, ma solo come da me dipendente per le operazioni militari. Malgrado le ripetute istan za falle dal prefato suo comandante, nulla egli ha potuto ottene re in fatto di oggetti di vestiario, scarpe e bujfelleria di stretta necessità. / ,a s tagione sifa cruda, la gente è male in arnese e soffre i/freddo, molta è scalza al punlo da non poter più oltre marciare ed il numero dei malati s'è acc resciuto. Queste considerazioni io espongo alla S. V. lii.ma facendomi inte rprete del desidaio del sig. r:olonnello Masi pe r qual caso che la S. V. ravviserà di farne, mentre panni sia il caso di provvedere ai suoi bisogni o di addivenire allo sdoglimento della colonna, la quale per allm non ha nwncalo di rendere ulifi e buoni servizi in questa campaf?IW. Queste cose io credo riferirle alla S. V unicamente per renderla ragguagliata, senza che abbia verso il prelodato sig. colonnello, alcun impegno di pmmuovere superiori disposizioni a suo rig uardo; anzi lo ecciti per lei/era di traflare direflamente dei suoi pat1icolari con le persone ed autorità, da cui ebbe ,rw11dato e direzione.". I ,a diplomazia italiana, intanto, intesse accordi e trattati ve volte ad impedire la restituz ione di Orvieto al Patrimonio di S. Pie tro e a non far degenerare i rapporti con la h anc ia. Tale situazione porta il Governo italiano a rite ne re opportuno im partire disposiz ioni per limi Lare ogni li bertà d' azione a tutti i volontari c he si trovano sul confine e. in particolare ai Cacciatori del Tevere per i 4uali, a l fine di troncare ogni sospetto francese, viene deciso il prematuro scioglimento. Tale dec isione viene giustifi cata da motivi economici, pe raltro reali, in quanto ogni vo lontario percepi sce 2 lire al g iorno e l'intero Corpo costa praticame nte 120 .000 lire a l mese. spesa c he lo Stato, per le difficoltà economic he in cui si dibatte, non può affronta re, tenuto anche conto c he il re parto ha già asso lto lode volmente il compito per il qual e era stato costituito. Il generale Fanti è quindi costre tto a notificare, I' 11 ottobre, tale decisio ne a l colonne llo Masi. I ,a le ttera con la quale si ord ina lo scioglime nto del Corpo è però fatta precedere da un 'altra nella quale si di spone il passaggio de i "Cacciatori del Tevere" alle dipendenze del brigadier generale Ferdinando Pinelli, sottintendendo che da que l momento i volontari cessavano dalla loro missione e dalla loro autonomia, pe r coadiu vare sollo allra forma ed in altre operazioni il Comandante Ge nerale dell ' Umbria. Così, il IO ottobre, scrive il gene rale Panti a l Masi: " Pa 11ecipo a V. S. che dal 15 al 16 corrente giungerà in Terni il brigadiere cav. Pinelli che ho nominalo comandallle la Colonna Mobile dell'Umbria, la quale s i compone del 40° reggimento fanteria e di una balleria da montagna più una sezione di cannoni Stenophe e i Cacciatori de l Tevere.
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Massimo /anJ/JÌ t' Carlo i\l/Jerto Federici
n e tto hrigadiere viene pure da me incarica /o de l comando generale dell ' Umb ria.".
Il giorno successivo, come g ià accennalo, lo stesso Panti invia al Masi una lettera colla quale preannu ncia lo scioglime nto dei Cacciatori del Tevere e, per la prima volta, riconosce ufficialme nte i meri ti acqui siti da quel Corpo di volontari : " Deggio anzitutto ringrazia re viva111e11te la S. V. de /l 'opervsitù e de i buoni servizi resi a lla causa nazionale d uranle quesla campagna, dirigendo la colon,w dei Cacciatori del Tevere. /:,'ssendo ora però cessati i bisogni che avevano motivato la formazione di codesto corpo di volontari, il Governo, anche sulla considerazione dell 'avanzarsi della rigida slagùme. ha de/enninato che col giorno 25 corrente, venga sciolla la colonna ai di Lei ordini e rientrino alle case loro i volontari che la compongono, ai quali pe rò V. S. f a rà corrispondere a tifo/o di indennitù d i via la paga g iomaliera che godono a /tua/mente jìnu a ll 'u/limo di questo mese. lo la prego di ringraziare a nome 111io quei bravi volontari de ll 'ejjìnu:e loro concorso all 'esito della campag na e terrò spl'r:ialmente in conto i servizi che ella prestò al Governo nel dirig erli e comandarli. Qualora inoltre la S. V. c reda che qualcuno sia fra i graduati che fra i militi, possa essere degno per speda/i servi::.i. o pe r affi di vll lore, di particola re distinzione, si piaccill di spedirm i un elenco cun le relat ive proposte. Mi è d'uopo 11er<Ì mellerfa in avverten za che il Gove rno del Re 110 11 pot rà riconoscere alcuno dei gradi cCn!fe riti, ma li turà in conto per lJUll/1/o po /esse esser lo ro di utilità. ". L' inatteso scioglime nto del reparto provoca notevole rinc rescime nto nei vo lo ntari ed è seguito da numerose domande di congedo. Nella pratica pe rò il C orpo non viene sciolto e il Colonne llo Masi provvede ad arruo lare nuovo personale per colmare i vuoti lasc iati dai congedali e non ric hiama i distaccamenti de l Corpo, d islocati a Vale ntano, 13agnorea. G iove, Ora no , Toscanella e Montcli asconc. La forza de i Cacciatori rima ne così oscillante intorno a 1.500 effe ttivi, di c ui circa 40 sono ufficia li. L' assegnazione dei C accia tori alla Colonna Mobile de ll' Umbria, comanda ta dal General e Pinelli , è pertanto una mossa tatti ca, nei confronti de lla Francia e de llo Stato Pontificio, che consente di mante ne re in vita il reparLo e di poterlo impiegare egualmente ed effi cacc mcnlc ne lle successive operazioni c he si svolgono nel l' Aquilano. Il 23 ottobre il General e Pine lli, in previsio ne d i nuove operazioni ne lla Marsica, ordina c he il Colonnello Masi rim anga in Umbria al coma ndo di una colo nn a speciale composta dai Cacciatori , dal 20° Battaglione l3e rsaglie ri e da lla balleri a da montagna. A tal fine il Pine lli, in otte mperanza alle diret1i vc impartite dal ge ne rale Fanti , di spone che i Cacciatori de l Tevere assumano un ordinamento il più possibile vicino a que llo del Regio Esercito.
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Lo s tesso Fanti, in una lettera del 26 ottobre, c hiede al Pinelli di far sapere al colonne ll o Masi che il Minis tero "confida sempre i11. lui e che pres/0 avrebbe ricevuto la croce di ujfiziale di Savoia (ora On.line Mi litare d' Ita li a)". La c itala onorilìccnza vie ne concessa a l Masi il 3 1 ottobre con la seg uente motivazione:
" l'er l 'intelligenza ed il valore col quale alla testa dei Ca(.'datori Volontari del Tevere prese e occupà Orvieto e Viterbo, scacciando il nemico a viva forza.". In sostanza il primiti vo ord ine di sc ioglimento viene praticamente sconfessato da lla seri e di precise ed esplicite di sposizioni, successiva ment e emanale, c he ridefiniscono l'organizzaz.ione del Corpo. Peraltro le comunicazioni tra il Minj stero e il Comando dei Cacciatori de l Tevere, al fine di non dimostrare in modo uffic iale il manten imento in vita del Corpo, avvengono per il tramite militare de l Pinclli o per 4ucll o polili<.:o del Commissario Regio dcll'Umhria, Mar<.:hcsc Pcpoli. Cìli ultimi giorni di oltobre e i primi di novembre vedono quindi una trasfor1nazione de l Corpo che al termine della stessa ri sulta costituito da due haLLaglioni organici su quattro compagnie c iasrnno , pe r un totale di 597 uomini , pii:1 due compag nie, che perì, vengono distaccate te mporaneamente a far pa11e del 2° Battag lione umbro di Guardia Nazionale, agli ordi ni de l conte Vicentini di Rieti . Il 6 novcmhrc Masi no li fi ca a l Pi nel li l' avvenuta riorganizzazio ne de i Volontari e soggiunge:
"Col I di questo mese ho fatto prendere ai Cacciatori la fenna (.'011 soldo e or1:a11a111e11ro regolare, ma il veslinrio non vien<' lmc·rJra. lo sono sempre n ella nll'desima sentenza, di prontamente vestire o di sciogliere. Sistemati questi Cacciatori premierò stanza di quartier generale ove le circo.sta11ze lo vorranno meglio, a Perugia, a Temi o a Narni.". Il Comando de i Cac<.:iatori de l Tevere rim ane pertanto in Orvieto fino al 25 O
genna io 186 1, quando il colonnell o Masi, trasfe re ndosi prima a Passo Corese e poi a Narni, assume ufficialmente la responsabili tà della direzione della sorveg li anza dell a fro111iera pontili cia. Il movimento da Orvieto su Passo Corese del 25 gennaio, è conseguenza della decisione del Masi di accorrere a vendicare un plotone, appartenente alla 3" Compagnia "Cacciatori de l Tevere" e comanda lo dal sollolcncnte Ercole Fant.ini , <.:hc era slalo duramente sconlìtto con gravissime perdite da un Bauaglionc di Zuavi che lo aveva attaccato di sorpresa all ' Osteria Corese. La programmata azio ne non ha però seguito per la precipitosa fuga deg li Zuavi e quindi il colonne llo dec ide, ai primi di febbraio, di spostarsi nella sede di Narni . li 18 febbraio il Masi, avendo ricevuto la notizia che una banda di hriganti aveva saccheggiato Collalto e si aggirava nei d intorni di Carsoli, il Masi riuni sce in fretta due com pag nie di Cacciatori (la 2• e la 3"). una compagnia di g ua rdie nazionali del battaglione Vicentini e un plotone di soldati di finanza, comandati dal te ne nte Cricca e, presone il comando, si dirige su Poggio (ìinolfo. Qui g iunto, preso atto che i handiti si ernno ritirali ad Oricola, dispone l'arresto dei favoreggiatori e mandandoli, sollo scorta de i fmanrieri, alle c.u-ceri di Carsoli .
Massimo l acopi e Carlo /\lherJo Federici
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In quest' ultima localiti1, un migliaio di individui a nnali e manovrati dai hri ganli, allacca i fi nanz ieri pe r liberare gli arrestati. li c ruenlo scontro si conc lude con l' uccisio ne d i 28 finanzieri e la lrucidazione, a colpi d i scure, del te nente Cricca. Il Masi reagisce immediatamente e con tre compagni e, assa le i brigami, ne ricaccia molti a l di là de l confi ne pontificio e dopo aver liberalo i fi nanzieri supe rstiti, occupa Carsoli, Collal to e Ca ne morto. Q uesta brillante operazione è menzionata anche in un rappo1to che il Gene ra le Mori , c omandante la Brigata " Pisa", inv ia a l Comando Generale di Napo li: "Spedizione eseguita il 2 1 corrente ad Avezzano e Carsoli comandata dal sotto.w-rillo, dove era giunta colonna del colonnello Musi a/l'oggetto di li/laccare blinda reazionari in circa mille concentrati in Oricola, ha portato buon effetto, dissestali si Jrasferi.rono nella notte stessa ad Arsoli stato pontificio <' .finmw disarmati. dai Francesi e condo/li tutti a Tivoli.". Sopraffatti i briganti, il Masi concentra huona paite de lle sue forze a Poggio G inolfo. La previdenza per i particolari de lle operazioni e de l servizio, la chiarezza ne ll'esprimere le sue in tenzioni e ne l rneuere a l corre nte i suhordinati de lla situa7.ione i11 allo viene confermata dag li ordini impartiti da l Masi al Capitano Gori, comanda nte la 4" Compagnia a Poggio Mi rteto: "Ln quarta compagnia si metterà i11 marcia domallina. Se qurst'orcline giun !!,esse prima di 111ez::,odì, come deve, sarà sempre in tempo perché giunga la sera in Sca11driKlia. Sefo.ue tardi, in questo casu su/o, la cm11pa~11ia putrà pemottare al/ 'Osteria Nuova. Lr1scerrì il comando dr/la compagnia al luof!.O-le11e11te il quale pem ollerà a/l'Osteria Nuova o a Scandriglia e che si dovrà tmvare la mattina del 21 a Canemorto e ivi rimanere ed /!,'Ila prenderà un biroccino com e mezw più spedito per m!!,f!,iwtgermi prestamente in questi luo~hi di cui le sono note le vie, per operazioni <·he mi occorresse di fare. u1 compagnia per marciare speditamente si fornirà di carrelle, per riposare metà e metà, vicendevo/111e11te. u1 prevengo che una banda di circa 200 briganti ha invaso e saccheggiato Concerviano e S. Martino. <·oniro la quale /'il/fendente di Rieti ha spedito ww compagnia di G. N. (Guard ia Nazionale - n. d. a.) e alnmifina11zieri. IL luo~otenente Piccari nella sua marcia si tenga sempre ben informato. La m ia posizione è in Pogf!, io Ginolfo fino da ieri.. Domani avrò qui concentrato circa 500 uomini di mohi/izzati e Cacciatori dr/ Tevere. / ,n resta domani a Canemorto e dopo domani mattina venga qui anche essa poiché viene occupato quel paese dall 'arrivo della 4'~ I briganti in numero di 1.200 o / .300 ji,g!!, iti da Col/alto, Fetescia e Po!!,gio (jinolfo (dinanzi a noi) si sono ricoverati in Oricola. credendosi sicuri con ;\ rsoli alle spalle. Ho fatto occupare Carsoli da i rws1ri .finanzieri dai quali ho fotto scortare colò 30 briganti ladroni di questo paese, il quale si è iniquam ente portato verso Col/alto dove il guasto e la deso ftdon efan110 rabbrividire.
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LuiJ?i Masi. medico guerriero. una.figura dimenticata dal Risorgimento italiano
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Fa<.'da leggere questa al sinda<.'o sig. Battaglia del quale ho ricevuto la sua questa sera e gli dica di Lenermi informatu dei nwvimenli dei papalini che accennassero alla Comarca. Si rassicurino le popola zioni nella .fiducia che abbiamo, di spazzare tutto e bene. Non potevamo marciare con su<.'<.'e.1"sw più celermente. u.1sci detlo a Poggio Mirtelo che appena x iungono le scarpe da Narni, le spediscano prontamente al sig. Carlo Senni, in Ca11.emor10." La lotta al hri gantaggio condotta dai Cacciatori del Tevere e in particol are i successi ottenuti a Monteleone, Arquata del Tronto e Quintodecimo, fruttano complessivamente l'assegnazio ne di 49 ricompe nse al valore (decre to 4 agosto 1861) ai volontari de lla 1• e 2" compagnia per il ratto d i Carsoli; a quelli della 4" e della 6" per i fatti di Arquata del Tronto e Quinlodec imo e a quei Cacciatori che, passati provvisoriamente a far p,u·te del la Guardia Nazionale (2° Battaglione Umbro), si erano segnalati in uno dei predetti fa tti . Te rminate le operazioni contro il brigantaggio i Cacciatori rimangono in zona fino all'arrivo de l cambio da parte delle truppe della Brigata " Ravenna". Il 17 aprile 186 1 il Masi, pur mantenendo il comando dei "Cacciatori del Tevere", vie ne nominato Comandante Generale della Sotto Divisione Militare Territoriale di Perup,ia e il 26 di cembre dello stesso anno, conseguita la promozione al grado di Maggior Cìcncralc, riceve l'ordine di sorvegliare, con i suoi volontari, la frontiera al fine di impedire vio lazioni di confine da pai1e dei Pontifici. L'azione del Masi ha pe raltro a nche il compilo di impedire l'uscila dal conlìnc degli iscritti di leva del Regio Esercito, con fe rmando l'ampiezza che il fe nomeno della re nitenza alla leva aveva raggiunto in quel periodo nei te rritori ex pontifi ci. 1 CacciaLOri vengono dispiegati a Lal rinc lungo la frontiera ùa Orvieto a Passo Corese e, scag lionati ne lle località di Orvieto, Todi, Amelia, Mag liano. Poggio Mi11eto e Collalto, distaccano pattuglie e piccoli posti avanzati sulla linea de l Tevere. Il Comando dei Cac<:ialori del Tevere rimane ne lla cilladina di Narni, al centro de lla linea d'osservazione, e una compagnia viene distaccata a Spoleto. Queste truppe rimangono dislocate in tale area fino al I O giugno, allorché vengono ril evale dalle truppe regolari ùcl (ìc nc ralc Brignonc. Dopo tale data vengono sciolti i due battaglioni mobili della Guardia Nazionale e le due compagni e dei Cacciatori che vi erano state incorporate rientrano al Corpo, costituendo, insie me ad ali.re due di nuova formazione, un Lcr7.o battaglione. Verso la metà di giugno il Corpo dei Cacc iatori de l Tevere, raggi unta una consistenza di 12 compagni e, sposta il Comando da Nami a Perugia e viene successivame nte impi egalo nella repressione del brigantaggio ncll'Umhria Meridionale e negli Abruzzi, ottenendo successi e consensi. Ta li meriti vengono ufficialme nte riconosciuti nel Regio Decreto datato 15 maggio 1862 con il quale si dispone il passaggio del "Corpo dei Cacciatori del
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Massimo lw:opi
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Corlo Albel"/o Federici
Tevere" nei ranghi dell 'Esercito regolare in conside razione dell ' opera prestata con continuità e con esemplare entusiasmo.
Al Comando della Bri~ala " Umhria e la 3" Guerra d'Indipendenza TI 12 giugno seguente il Maggior Generale Masi, come recita il suo stato di servii.io, "passa a disposizione del Ministero della Guerra ed è posto sotto Rii ordini del Comandante Generale del 5 ° Dipartimento Militare per esercirare le fun zioni di Comandante di Hrigma." ed il 3 g iugno dell 'anno successivo vie ne nominalo Comandante della " Brigata Umbri a", a lle dipendenze del Maggior Generale Raffaele Cadoma, Comandante Generale de lla Oivisione Militare Territoriale di Perugia. Tale Rri gata, costituitasi il 16 apri le I 86 1 pe r effetto dell'ordinamento 24 gennaio 186 1 e l'ormaLa dal 53° e dal 54° Reggimento Fan teria, partecipa alla guida del Masi, dal 22 gi ugno al 12 agoslo I 866, alle operazioni della terza g ue rra d'indipendenza nazionale. L'i ni zio delle operazioni vede l'Esercito Italiano costituito da due Armate: Armata del Mincio su tre Corpi d'Armata di quatlro divi sioni ciascuno; Armata de l Po su un solo Corpo d'Armata di otto divis ioni. In particolare il Quadro di Ratlaglia presenta la seguente articolazione:
Comandante supremo: Capo di Stato Maggiore: Aiutante generale: Comandante d ' artiglieria: Comandante del genio: Inte ndente generale:
S. M . il RE; generale d'armata La Marmora; tenente generale Pclilli; tenente generale Valfrè; te nente generale Menabrea; maggior generale Rertolè - Viale
ARMATA DEL MINCIO
Primo Cor od' Armata te ne nte oenerale Durando - I" Divisione (Cerale) Brigate: Pisa e Forlì: - 2" Oivisione (Pianell) Brigale: Aosta e Siena; - 3" Divisione (B1ignone) Brigate: Gra nati eri di Sardegna e Lombardia; - 5" Oivisione (S irtori) Brigate: Brescia e Valtellina; - riserva (A.ribaldi - Ghillini) Reggimento Cavalleria "Aosta'', I squadrone Guide, bersaglieri, artiglieria.
/,aigi Masi, m edirn gaerriem, una figura dimer11irn1a dal Ri.wrgime11to italiano
I OI
Secondo Corpo d'Armata (te nente generale C ucchiari) - 4• Oi visionc (N unzian lc di Mignano) Brigate : Regina e Ravenna; - e Divisione (Cosenz) Brigale: Acqui e Livorno; - I O" Divisione (Angioletti) Brigate : Umbria (MASI) e Abruzzi; - 19• Divisione (Longonì ) Brigale: Calahria e Palermo; - Bri gata Cavalleria De Barrai ("Lancie ri di Novara" e " Ussari di Piacenza"). Tet7.o Como d' Armala (Lenente ~eneralc Morozzo della Rocca) - 7" Divisione (Ilixio) Brigate: Re e Ferrara; - 8" Divisione (Cugia) Urigate: Piemonte e Cagliari; - 9° Di visio ne (Govone) Ilrigatc: Pistoia e Alpi; - 16° Di visione (principe Umbe rto di Savoia) Bri gata Panna e Briga ta mista; - Brigala Cavalleria Pralormo (reggimento "Foggia" , reggimento "Saluao", 2" squadrone "Alessandria" ). ARMATA OEL PO
Quarto Corpo d'Armata (tenente generale Cialdini) - 12" Oi visiom: (Ricolti Magnani ); - 13" Divisione (Mezzacapo); - 14° Divisione (Chi abrera); - 15" Divisione (Medi ci); - 17" Oivisione (Cadorna); - 18° Divisione (Della C hiesa); - 20° Divisione (Fra nzini Tibaldeo); - due hrigalc di cavalleria (Poninsky e dc la Foresl de Oivonne), una riserva d'aitiglieria, truppe tecniche e servizi. In sintesi le forze italia ne assommano a: 360 hatt.aglioni, 9 1 squadroni , 84 ballerie, 165.455 baione ue, I0.577 sciabole, 636 pezzi. A q ueste di deve aggiungere il Corpo dei Volontari del generale Garibaldi forte di dieci reggimen ti (raggruppati poi in ci nque brigate), due battaglioni bersaglieri , due squadroni Guide e una haLtcri a da montagna, per un Lol.alc di ulteriori 32.866 comballcnti con 30 cannoni.
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Alla vigilia del conn itto non c'è idcntilà di vedute su l modo di condurlo e il Poli io così riporta le due opinioni preval e nti. frullo dd la contrapposizione di due generali : "Secondo una corrente, il miglior piano era di basarsi su Bologna, operare dimostrazioni verso il Min cio ed anche verso Rorgr?f"orte, invadere il Veneto col grosso dell'esercito per il basso Po. passando questofiume a monte di Fermm. Proced endo poi su Pado va e su \/ìcenza, si doveva puntare sulle più vitali comunicazioni del Veneto col cuo re della monarr:hia au,w ·iaca. Se l 'esercito nemico, che si supponeva nel Quadrilatero, ne fosse uscito, dargli battaglia: se esso vi si rinchiudeva, lasciare un con10 d 'osservazione per contenerlo e marciare col resto verso Vienna. Secondo un 'altra corrente conveniva invece fare dimostra zioni wl basso Po. invadere il Quadrilatero dal Mincio, basandosi su Cremona e Piacenza. battere l'esercito nemico, valendosi d ella superiorità di fo rze. investire le .fortezze del Quadrilatero e procedere oltre." (Pollio). Quest' ultima opi nione, propug nata da l La Marrnora, ri sulta inizialmente pre vale nte, ma nel 1865 con lo spo stamento de lla capitale del Regno da 'forino a F ire nze. vengono a modificarsi le esigenze di difesa e la prima ipotesi, pro pugnata da C ialdini . assume maggior rilievo. Per nostra sfortuna all ' ini z io delle operazioni, non volendo pre nd ere una posiz ione netta e al fi ne di accontentare cntramhi , si seguono tutti e due i pia ni e l' esercito viene at1icolato in due masse separate e non coordinate. In sostanza non esiste un chiaro di segno di manov ra anche se in liii co llo4uio tra La Marmora e Cialdini , av venu to il 17 giugno a Rologna, sembra (poic hé non esistono testimoni) il La Marmora e il Cialdini si siano accordali su una ma novra che prevedeva che I' Amrnta del La Mannora avre bbe attirato l'atte nzione del ne mico verso il Mincio per facili tare l'avanzata dell'altra. Ciò ottenuto, le du e armate a vre bbero rauo massa nel Veneto a lle spalle di Ve rona; i Volontari di Gariba ldi a vre bbero operato alrcslrcrna sinistra, c ioè sarebhcro prnclrati da Rrescia pe r Riva de l Garda ne l T rentino pe r tag liare le co munic az ioni c on Ve rona e coprire nello stesso te mpo la I ,omha rctia . Il mattino del 20 gi ugno - dic hiarazione uffic iale della guerra - le forze italiane sono così di slocate: ARMATA DEL MINCIO (Quartier Ge nera le in Cremona) - Primo Corpo d' Armata: fra Rivolte lla. Pozzolengo, Cavriana e Volta;
- Secondo Corpo d'Armata: fra Castcllucchio, Gabbiana, Cesoie e Gazzoldo; - Terzo Corpo d' Armata: fra C eri ungo, Goito, La Molla e Cadcnazzo; - Divisione di cavalleria: fra Medole, Castiglione delle Stiviere, Rehccco e Guidi zzolo ; - Ri serva d 'artiglieria: presso Cremona.
Luigi Masi, medico guerriero, una figura dimenticata dal Riso1~i111ento italiano
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ARMATA DEL PO - Due avanguardie presso il basso Po (a Mirandola e a Nord di Ferrara); - Il g rosso a Rolog na. Le vicende militari che seguono la dichiaraz ione d i guerra, come ci ricorda la storia, s ono il frutto inevitabile, come s i è g ià accennato, dell'ambiguità e de lla mancanza <li un chiaro di segno <li manovra. Per colpa di dissid i e incomprensioni tra i comandanti si suhi scono le pesanti sconfitte di Custoza (24 g iugno) e Lissa (20 lu g lio ), nonostante l'indiscusso va lore d e i soldati,. Solo l' intervento dei volontari garihaldini ris olleva parzialmente le sorti delle armi italia ne con le vittorie ne lle battaglie di Montesuello (3 lugl io), Condino (16 lu glio) e Bezzecca (2 1 lug lio). Non sembra opportuno esaminare nel dettag lio lo s volg imento de lla campagna anc he perc hé il Ge ne rale Mas i, Comandante de ll a Brigata "Umbria", nell'ambito de lla IO" Di visione, non partecipa attivame nte ai fatti d ' arme di Cus tm.a , non certo per sua volon tà, ma per e ffe tto degli ordi ni ricevuti . Di fatto il 23 giugno la Rrigata "Umbria" viene fatta stazionare presso Gabbiana a sosteg no della 6" Divis ione, schierala sulla linea de i fùnini di C wi atone e Montanara, ed il giorno successivo - giorno della ba llaglia - ri sulta in marcia verso Go ito, lo ntano cioè dall' area dove s i stanno svolgendo i combattimenti. A concl usione della trattazio ne di ques to periodo ricordando che il 25 luglio la Prussia, sen za dare alcun avviso a ll ' allealo italiano, lìrrna con l' Austria, sconfitta a Sadowa. i prelimi nari per la pace di Niko lsburg e il Governo Italiano è costretto a rassegnars i a chiedere a rmi sti zio separato, rinunciando a parte de lle conqu is te c ffclluatc. L' 8 agosto viene ordi nato a Garibaldi di ritirars i dal Trentino, che aveva in buona parte occupato co n i s uoi vo lo ntari ed il Gene rale in tale occasione ri spo nde con il cd chrc te legramm a "Ho ricevuto il dispaccio n. 1037. Obbedisco.". L'armi stizio viene fìnn alo a Corrnons, vicino Goriz ia, il 12 agosto 1866. li trattalo di pace tra Au stria e Pruss ia, s iglato a Praga il 23 agosto, non prende ne anc he in conside razione l' Tta lia, riservando all a questione del Veneto una soluzione umili ante: esso sarchbc slalo cc<lulo fù rrnalmcnlc dall ' Austria a Napoleo ne 3°, il quale avrebbe provveduto a trasferirlo a ll ' llal ia; Tre ntino e Vene zia Giulia sarebbe ro rim asti ali' Austria.
(1866-1872) Il periodo palermitano e la morte Nel lo stesso periodo (agosto 1866) scoppia a Palermo un violento molo rivolu zionario a sfondo separatista nel quale confluisce anche il malcontento di gruppi soc ia lme nte opposti e uniti so lo da una "schietta antipatia" per il governo dei "con tinenta li" .
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Scendono in piazza le slesse squadre popolari c he si erano ballule nel 1860 per l' unità e c he adesso ne sono amarame nte insoddi sfatte; buona parte de ll'aristocrazia lihcralc, scontenta della soluzione accen tratrice e a utoritaria che di mi nuiva il suo prcsligio nell'isola; i volonlari dell a marcia verso I' Aspromonlc del 1862, che hanno visto fucilato dai Pie montesi, fra gli altri, anche il loro capo. il generale garibaldino Giovanni Corrao. I rcnitcnli alla leva, che sono in Sicili a più di ventimila, gli ecelesiasli ci espropriati, i repubblicani, i mazzinia ni, gli antichi impiegati borbonici cacciali dai loro posti , i contad ini che avevano sperato ne lla distribuzione delle terre e avevano ricev uto in alcuni casi soltanto fucilate, costituiscono il nerbo variopi nto dell ' insurrezione. I ribelli riescono a formare un governo provv isori o nel quale vengono incl usi sei principi, qualche baro ne e un monsignore, si impossessano della città di Pale rmo e stringono d'assedio il palazzo reale ne l quale nel frattempo si sono asserragliate le a utorità governative e k poche truppe del Regio Esercito. La reazione de l governo nazionale non si fa attende re: il 19 sette mbre g iunge a Palermo, da Taranto, una squadra navale con alcuni battaglioni che tentano, senza successo di dominare la siluazionc. li giorno successivo sbarca nella cillà siciliana. proveniente da Genova e Li vorno, uno speciale corpo di spedi zione, comandato dal Oenerale Cadorna. Tale Corpo di Spedizione è basato sulla I o• Divisione alla quale appartiene la Brigata " Umbria" ancora comandata dal Masi che dimostre rà ne lla giornata successiva tutto il suo va lore. Le operazioni militari c he portano alla re pressione dei moli insurrezionali nella città di Palermo mettono infatti in particolare evidenza il coraggio e le capacità militari de l Generale Masi, come risulta dalla testimonianza d i Nazzareno Boccioni, che così descri ve que lle giornate: " ... passammo il res/o della noi/e vicino al porto, e fallo giorno il generale della nostra divisione, Angiolelti, e quello della brigata Masi, avendo con gran premura procurato la pianta della città, stabilirono il piano di attacco. Così venne diviso il nostro reggimento in sette sezioni, tuf og11una delle quali aggregarono un grosso ripar/o di marinai. Ogni riparto di quesli era anna/o di due pezz,i di artiglieria sbarrnti espressamente dalle navi da ~uerm. ed un certo numem di carabinieri, di ~uardie di PS., di soldati del/1! diverse armi, di.\1Jersi che si erano riparati al porto sotto la pmtezione di una corvella sempre là in permanenza. Que.vli piccoli empi vennero diramali in diverse direzioni. meno il ba{(aglione dei bersaglieri che agiva da sé. Alle ore 6 circa della stessa ,nattina tre navi da ~uerra con diverse barche cannoniere unitamente al forte del castello aprivano i/fuoco che divenne generale dopo pochi minuli. i colpi di cannone. le scariche di fucileria. il suono delle campane a stormo, v-icli dei combattenti e l"incitamenlo dei rivoltosi coi rno lli <Avanti mangia polenta ... Viva S. Rosalia, Viva la Repuhhlica», davano a lla di: < cillà un aspe tlo strano e doloroso insieme. . . . uno dei piccoli corpi costiluiti del nostro regg irnento, come dissi in. p recedenza, a l comando de l Generale Masi e del nostm colonnello Finazzifu incaricato d i prendere il po/azza.
Luigi Masi. medico ,:uerriero, ww Jiium di111en1irn1a dal Risorgimento italiano
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Intanto per giungere colà era necessario traversare la città, cosa difficilissima poiché i rivoltosi in xran numero ci avrehhero decimati inutilmente, avendo essi costruite in quel cammino molte harricate, ciascuna difesa da gran numero di essi. Si dovette quindi prendere una via di circonvallazione della città molto più lunga ma meno esposta ai tiri dei rivoltosi; pumondimeno fra siepi di fichi d'india e orti c'imba/lemmo in diversi gruppi di essi. Alla via cosiddelta Olivuzza (sobborgo) trovammo acmnita resistenza e dai giardini, dalle case, dalle harricate r:i contrastavano il passo. Il generale Masi sempre alla testa della colonna, con quel coraggio tutto suo che lo faceva distinguere, a spada tratta era il primo a darci l'esempio della pugna al grido di «Savoia», slanciandosi contro le barricate; noi soldati facevamo del nostro mexlio per renderci grati al generale imitandone l'esempio, e mai un ostacolofennò la nostra marcia villoriosa. . .. Anche a palazza Fiori o, occupato dai rivoltosi, incontrammo accanitissima resistenza; intanto nei diversi punti conq11islllti e più importanti vi si lasciavano piccoli comingenti di truppa per poterli conservare, e fino a tanto che non si arrivò a Porw Nuova , dove era la legione dei RR. Carabinieri. si ebbero a superare grandissime difficoltà. Arrivati poi a palazzo reale una scena com,novente si ebbe da parte del sindaco. onorevole Rudinì. e dalle altre autorità ivi harricatesi. come già dissi. Quei poveri assediati pallidi e trenwnti di emozione, la maggior parte colle lagrime agli occhi ci vennero incontro colle braccia aperte gridandoci commossi: « Viva i nostri liberatori»". [I Giornale di Sicilia del 24 set.temhre 1867, con un breve mticolo, descrive il ritorno dell'online nella ciuà di Palermo: "Ripigliamo le interrotte pubblicazioni cagionate dai deplorevoli a\1\/enimenti degli scorsi giorni, noi siam lieti dal vedere come la nostra ciflà abbia già assunto il suo consueto aspelto e ripigliato le sue lranquille abitudini. Oppressa per sei giorni dalla irruzione di nuovi vandali, ora respira sotto l'aura riparalrice delle leggi il cui impero è feli<:emente ripristinalo. Allingendoli a fonti ujjìciali, daremo domani i particolari dei dolorosi fatti che hanno fu11('s/nto la nostra città.". L' arti colo de l giorno seguent e, oltre a dare una cronaca della rivolta, fornisce ulteriore testi mon ianza dell'opera decisiva svolta dal Masi nella libera1.ione de lla c ittà: " ... Durarono così le cose .fino al giorno 21, quando arrivati tre Ballaglioni, comandati dal prode Generale Masi, fecero una brillante carica pel Corso Vittorio F:ma1111ele ... " Per il complesso de i meriti acquisiti durante le operazioni viene conferita al Comandante della Brigala " Umbria" la Medag lia d"Oro al Va lor Militare, così motivata: "Con intefligenza e bravura, alla testa di sei battaglioni aprì le comunicazioni i11terro/te tra la m.arina e il palazw reale. conquistando col fuoco e colla haionetta case e barricate."
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Massimo hwopi e Curio Alberto Federici
Alla sconfitta dei rivoltosi , segue una repressione duri ssima e il Generale Cadoma, Regio Com missa rio Governativo con pieni poteri, proclama lo stato d' assedio della cillà e il disanno generale:
Il LuOf!,Otenenle Generale Comandanre le Truppe di Sicilia. Reg io Commissa rio Straordinario per la Cillà e la Provinda di Palermo; In virtù delle facoltà conf'e ritegli co11 Re!!,io Decreto del /8 mese volgente; Visto l'Edilio da Lui emanato nel giorno 23 mese suddetto con cui si proclama lo stato d 'assedio per la CiJJà e Provincia di Palenno. D ecreta: Art I. È ordinato l'immediato g<'nerale disarmo della Città e Provincia prementovate. Art 2. I deten tori di armi di qualunque specie dovranno fame consev w , per al Città di Palermo entm tre f!,iomi dalla pubblica zion e del presente Decreto presso le rispellive Ispezioni di Sirnrezza Pubblica, per tu/li gli altri Comuni della p rovincia entro sei giorni dalla suindirnta puhhlicazione presso gli Uffici locali di Puhhlh:a Sicurezza. Art 3. 1~· pure inibita la <'sposizione e la vendila di qualunque spN:i<' d i a rmi ofjr.nsivP; i vP.nditnri .,·oranno tenuti alla consegna pre.w:rilla dall'Art. precedente. Art 4. Restano sin d 'ora revocati tutti i permessi di porto d 'armi rilasciati da qualunque Autorità Politica della Provincia. con doversene fare consegna nei tempi e nei modi descritti 11ell 'Art. 2. Art 5. I contravventori al disposto del pre.ffnle Decreto saranno arrestati, e passibili delle pene comminate dal/(' leggi a ,nenie del precilllto Hditto del 23 di questo ,nese, non esclusa la pena di fi1cila zione. Art 6. l<! Autorità Politiche e Militari della Pmvinda di Palermo sono incaricate della esecuzione del presente Decreto. Palermo, 24 settembre /866 Il Luogotenente Generale Comandante le 'f ruppe di Sicilia, Regio Co111111. JUFFA '-:.LI·.: ('ADORNA
Proprio in questo frangente il Masi mette in evide nza il suo senso di giusti zia e la sua umanità, cominc ia ndo ad entrare ne lle grazie de i palermit ani che, successivamente, avranno mig lior modo di apprezza re a pieno il complesso delle sue doti, non solo milita ri . Rimasto a Palermo al comando de lla Brigata " Umbria", si prodiga con i suoi uomini ne ll 'opera di risanamento e di assistenza a ll a popolazio ne durante l' epide mia di colera svi lu ppatasi nel 1867 , contribuendo a riguadagnare il favore della popolazione palermitana a ll a causa nazio nale. Di fatto i Palermitani ini zialmente non accettano volenti eri l' assistenza fornita dai militari , soprattutto perché vengono influenzati ed istigati da que lle frange di rihclli antipie montesi - rimaste ancora attive nono stante la repressione d i Cadorna - che addossano alle tru ppe sabaude la rcsponsahilitìi del diffondersi del l ' epidemia.
Luigi Ma si. medico guerriero. una _figura dimentirnta dal Risorgimento italiano
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Scrive ancora il Boccioni: " ... era ben difficile dormire una noi/e tranquilli e per maggior male, a ren dere aggra vante il nostro stato, un colera.fi~lmi11a11te scoppià r:he in pochi giorni decimò la popolazione. I fl supPrstizione di quel popolo, poi faceva ricadere la culpa su di noi dando origine. durante l'epidemia, a molte scene disgustose, particolarmente all'interno della provincia dove diversi distacr:wnenti dei nostri soldati se non furono sterminati si dovette all 'energia spiegata dai superiori.". E lra 4ucsli superiori è sicuramente da annoverare il Masi, che rispolvera la sua la urea in medicina e, attrave rso l'applicazione di idonee misure prcvcnlive, forni sce indefessamente aiuLO e conf'orlo alla popolaLione palermitana, guadagnandone stima e rispello imperituro. Per il complesso di tali attivitù al Masi viene allrihuila la "Medaglia d '/\rp,mto per i Bene,neriti della Salute Pubblica'· c he risulta così moti vata: " .. . per essersi distin!O durante /'invasione epidemica del / 867 e 1868 a Palermo".
L'8 g iugno 1868, anche per il prestigio g uadagnalo nel periodo precedente, vie ne inca,;calo provv isoriarnenlc del Comando de lla Divisione Militare Territoriale di Pale rmo, succedendo al Marchesc Oiacorno Mcdici del Vascello. da lui conosciulo nel 1849 duranlc la di resa de lla Repubblica Romana. Anc he in tale nuovo incarico non manca di me tte re in evidenza le sue eccellenti doti umane e militari. Scrive ancora il Boccioni : " Questo ~enerale per le sue speciali qualità e la grande pralica ed esperif'nw che aveva degli uomini e delle cose. seppe così bene callivarsi l'animo dei palermiwni che non e'era .festa sia pubblica che privata alla quale non fosse in vitato a parteciparvi in ispecial modo poi le festr di henefìc:enza. /,'attività che dùnostrava ne/l 'esercizio delle proprie .funzioni era quasi eccessiva pel grande zelo; di giorno e parlicolarmenle di 110tte .fìno a tarda ora si vedeva, avvolto nel suo mantello alla spa~nuola, anda re in gim per la città ispezio11a11do i suoi dipendenti, per rs,w' r<' si<"um <"he tulli i servizi alla sua dipeudenzn dovevauo essere eseguiti con pulliualità. energia ed ordine pe1fello; ed è perciò che il popolo palermilano in breve tempo ne poté conoscere i gran di benefici e gliene fu infinitamente riconoscente.··. Nel 1870, alla vigi lia delle operazioni per la conquista di Roma, viene temporaneame nte incari cato del Comando Militare de lla Provincia di Roma e lo mantiene dal 15 settembre a I.lit.lo il successivo mese di otlobre. Tale incarico gli fornisce l'occasione, da ex difensore della Re pubblica Romana, di vivere in prima persona, la giornata del 20 sette mbre, ''.fausto ~ior110'' dell'occupazione di Roma, al qual e aveva dedicato tutta la vita. Ricorda il Montespcrelli c he il Masi in tale occasione ebbe a profferire le seguenti parole: "li destino d 'Italia ormai è compiuto. Fui soldato per liberarla. Fra hreve tornPrà ai 111iPi I nri. ... li 20 settr.mhre;, ,çfalO il più hel giorno della mia vila. ".
Massimo lacopi e Carlo Alberto Federil"i
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C i so no a ncora di aiu to le parole di Pirro Montesperelli pe r confemrnre il valore dell ' azione svolta dal M as i a Pale rmo e come con il suo comportamento abbia con4uistato i favori della popo lazione: " /:,' Palermo seppe apprezzare le doti. Palenno si accomunò a lui in f raterno amplesso e Lo idolatrò vivente, lo venerà estinto ... Il suo entusiasmo per il bene operare, l'ener~ia del suo carattere, il concitamenlo e la facoltà della parola f urono doti tali per quei popoli di na tura entusiasti, f ervid i e loquaci che il Ma si poté b en presto chiamarsi cittadino di quella <:ospicua città, ma cittadino affe ttuoso e benefico. Egli espose le querele dei palennitani al Governo, le giuste esigenze del Governo ai palerm itani, ed amico di lui/i, da lutti corri.1pos/o d 'uguale amicizia tanto oprà che gli fu dato porre al nulla i nemici della dinastia. guadagnare ai suoi caldi partigiani quelli che eran men disposti a secondario ... F,sempio questo a seguirsi da ognuno dappoiché è n e' suoi rappresentanti <:he u11 popolo giudi<:a il governo! ... Né qui arres/ossi l'opera sua: ei seppe dare impulso a lla creazione di nuove istituzioni, né vi f u atto di beneficenza a cui non p rendesse pa rte, non stahilimento sr-olastico o di educazione cui non giovasse col consiglio.'' Prosegue il Montesperclli : " Cotanto onore e (,'Ofan to senno reclamavano un prem.io, e prem io l 'ottenne . .. " . Tale premio si confi gura, il 4 dicembre 1870 per <:ffdlo del R<:gio Dccrclo 13 novembre 1870, nella nomina a Comandante General e e ffetti vo de lla Di visione Militare Territoriale di Palermo e, il 12 febbraio de ll 'anno successivo, nel conseguime nto della pro mozione al grado di Luogo tenente Cìcncrale, vene ndo confe rmato nello stesso incarico. -- Un ult<:riorc successo vien<i conseguito dal Masi ne l 187 1 quando è eletto De putato al Parlame nto Nazio nale, cosa che il Bruschi , nel suo nec rologio , ricorda con le segue nti paro le: " F, mentre il Governo così indubbi.mnente ,nastrava in qual conto tenesse il Masi come generale, la pmvinria dell ' Umhria por,r:e·va a l patriota l'atles/ato pilÌ eloquente della sua considerazione, ma,ulaHdolo al parlamento, rome deputato del ('()l/egio di Pogg io Mirteto ( 18 g iugno 187 I - 11" legislazione). Le vaste (.'ogn izioni scient(fiche e militari delle quali il Masi era ricco lo ponevano in grado di ben giudi(.'are in disparatissùne quistioni parlamentari; la sua.fede politica, e la in.dipendenza del suo carattere, davano piena guarentigia che il suo voto avrebbe sempre giovato all'utile ed alh/ 'g loria della nazione.". -
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Ne l mo mento in cui tutto sembra far presag ire un lùturo ancora maggio rmente pieno di successi e di riconoscimenti per il Luogote nente Ck ncralc Luigi Masi, Deputato del Parlamento Nazionale ne l!' 11 • Legislatu ra, in servizio a Pale rmo quale Comandante Ge nerale de lla Divisio ne Militare Territoriale, la motte lo coglie di sorpresa il 3 1 maggio 1872, all 'età di 58 anni. Profondo è il cordog lio de lla po polazio ne della città siciliana che in massa segue il feretro di un uomo c he, come scrive il B rusc hi, " ridonà pace a Palermo
Luig i Masi, 111edico ,?11erriero. una _figu ra dimentimw dal Risorg imen/11 ilaliww
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e.fu per essa utile cit1adino, come se nato vi fosse. e più llncuru: ché il Masi in ogni città vedeva f'fllllill, cui. pur trvppu, le municipali predilezioni, ancora da molti selllite, suno causa di scemato vi~ore naziona le e di fa ta li discordie.". Il successivo 18 giugno la salma viene trasfe rita a Pe rug ia dove viene tumulata, do po un solenne funerale, nel cimite ro civico. L' iscrizione che adorna Ja to mba de l Masi, dettata dal professor Adamo Rossi, può considerarsi, oltre c he il meritato apprezzamento per l'opera da lui svolta, il compe ndio degli ideali che ha nno guidato la sua esiste nza: ONORE AL MERITO VRRACR RICONOSCENZA Al, CITTADINO OPEROSO EJJ JNDUSTRE CULTO t: VJ,,'NERAZIONE AI GENEROSI CHE SPESERO LA LORO VITA PER LA TERRA NATA/,/<,' OBBLIO PER T! TNRTTO DISPREZZO PER L'JNONESTO INFAMIA PER TL RINNEGATO GIUSTA DT GLORJE DISPENSIRRA R MORTE
Epilogo Questa è la hrcvc stori a di un eroe de l nostro R isorgimento, Benemerito della Salute Pubbfirn. prima Medllglia d 'Oro al Va /or Militare e primo Ordine Militare di Savoia (oggi d' Italia) dcll' Umhria. Cosa rimane oggi di Lui gi M as i, a 140 a nn i dalla scomparsa? A lcune piazze e strade gli sono state intitolate in varie città d ' Italia, un medaglio ne ma m1oreo e una targa disadorna ed anonima lo ricordano ne lla fraz ione de ll a c illà che lo ha visto nascere, un busto al Gia nicolo (Roma) lo consacra rra gli e roi de l nostro Risorgimento nazionale ed i necrologi scrilli da coloro che avevano avuto la fortun a di conosce rlo e di apprcaarlo per l' ingegno, le capac it:1 mil ita ri e le doti umane da lui evidenziate, danno a ncora oggi scarna testi moni an1,a de lla sua vita. Così non sembrava, alme no nel suo paese natale, nel 1890 al mome nto dell' inaug urazione solenne de l prede llo medagl ione, realizzato dallo scultore assisano Vincenzo Rosignoli . La indiscussa gloria de l Masi ve nne solenne me nte celebrata in tal e occasione alla presenza di parlamenl.ari, autorità locali, associazio ni civili e militari e una nutrita rappresentanza de i "Cacciatori de l Tevere", giunta appositamente da Koma. I di scorsi furono molti cd accalorati ; g li oratori (il Dott. Luig i Ceccarani Preside nte de l comitato locale e medico condotto del paese, il poeta Rini C ima, i deputati Fani e Pantano, il commendator Silvestri - Presidente dei Cacciatori de l Tevere, l'ingeg ner De Angelis - Rappresentante della città di Ronrn , Fuge nio
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Massimo Jacopi e Carlo ;\//Jerlo Fnlt>rici
Brizi - Sindaco di Assisi) si espressero con parole e trasporto tali eia fa r q uasi presagire un rapido " innalzamento ag li altari" del Masi. Anche il nipote del genera le, tale Ermofi lo Catucci , di chiarava puhhlieamente di voler dar lustro alla fig ura del l' avo approntando una biografia doc umentata, peraltro mai venuta alla luce. Il fervore del palriolli smo ri sorgimentale, ancora v ivo negli animi di co loro che venticinque anni dopo si troveranno a eomhallere contrn l'A ustri a pe r compiere l' ideale dell'u nità d' Italia c ui il nostro a veva dedi ca to tutta la vita, comincia a stemperarsi progressivame nte col passare del tempo ed arriva addirillura a spegne rsi in epoca più recente. 11 ricordo del Masi, specie nella sua città di origine, subisce la corrosione del te mpo e cade nell'oblio, così come le glorie mi litari , in nome di un de magogico pacifismo, vengono progressivame nte offuscate ed accantonate lino a perde re qualsiasi ri levanza. Agli eroi del nostro risorgimento tocca pu rtroppo la sorte di venire dimenticati anc he da colo ro c he oggi, pe rsino di sce ndenti in linea di re tta degli e roi ri sorgime ntali, stanno godendo, sotto altre bandiere, i frulli del loro sacrificio. Queste poche pagine non voglio no però essere l' esaltazione della gue1Ta e del medi co guerriero, ma so lo il g iusto e dovuto tributo cli un assisano che. abbracciata per libera scelta la carriera delle armi e considerandosi moralme nte un di scendente ed un epigono del Masi. ha sentito il dovere e l'ohhligo morale di trarre da un ingiusto ohlio un personaggio della nostra terra c he. lotta ndo tulla la vita per la conoscenza ed il progresso del l' uomo, ha dato lustro anche alla città di Assisi. Queste pagine consentono inoltre l'occasione di ricordare e rende re omaggio anche ad un altro grande concittadi no, l'avvocato Arnaldo Fortini , c he, pern1eato e mosso dall'a more per la sua città, per la sua storia e le sue tradizioni, ha voluto. unica eccezione moderna oli re 40 anni fa , celebrare il Masi fra i suo i fi gli eme ri ti . con la stampa di un piccolo opuscolo. In conclusione il Masi è un fig lio di Assisi degno di essere ricordalo , un personaggio interessante e di non lrascurahile spessore che, combattendo per un ideale di giustizia e di libertà da tu lle le oppressioni, ha concorso con passione, come medico, al mig liora mento della condizio ne umana ed ha partecipalo co n slancio, da soldato, alla causa nazio nale, contri buendo in apprezzabile misura a disegnare ed a gettare le fondame nta dell ' Umhri a mode rn a e concorrendo in ultima a nalisi a costrui re, con il suo generoso impegno dircllo, la nostra Nazione che, grazie anche al suo generoso impegno, può oggi rivestire un ruo lo di rilievo nell'ambito del consesso mondi ale.
Oresle Bovio GIOLITII E L' ESER C ITO
I. Nel corso del Primo Convegno Nazionale di Storia Militare (Roma, 17- 11.J marzo 1969) Alberto Monticone segna lava quanto fosse ancora largamente condi visa dalla storiografia nazionale l' opinione, "conforta ta dall a pubblicazio ne delle me morie di uomini politici anli giolilliani (S alandra, Ma rt.ini , ecc.), che la politica d i G iolitti avesse trascurato l'organizzazione de ll' esercito e della difesa nazionale e che il disinteresse di essa per i proble mi militari rima nesse ed in ccrlo modo si aggravasse dopo l'impresa libica". No noslanle le puntuali relaz ioni presenta le dal prof. Mazzclli e dal gcn. Cruccu a l Congresso N az ionale su Istituzioni e Metodi politici dell'età gioii/liana (Cuneo, 11 - 12 novembre 1978), e ntrambe rivolte a dimostrare l' atte nzio ne di Ui oli ll i ne i conl"ronli dcl l'escrc it.o, la sensazione di una certa indifferenza da parte di G iolilli per i proble mi de lla di fesa nazio na le è ancora diffusa lra gli studi osi de ll 'età giolitti ana. Gi ovanni Giolilli in e ffelli non era parlieolarmenle vicino all'eserc ito. Orfa no di pad re, era stato esentato da l co mpie re il servizio militare e la s ua formazione si era comple tata in un ambiente, quello tecnico-am ministrativo, qu anto mai lo ntano da quello militare. Segretario di Quintino Sella al ministero de lle Finanze dapprima. di rettore generale de lle Impo ste dire lle poi, segre ta rio generale della Co11e dei Conti e, infine, consig liere di Stato, G io litti conosceva be ne le regole del bilancio ed i più nascosti meccani smi istituzio nali ed amministrativi, ma no n conosceva pe r nulla le esigenze dcll ' cscn.:ilo e forse non ne comprendeva l'animo e no n ne condi videva appie no le idealità. Indubbiamente ne l I O e ne l 2° mjnistero Gi olitti i proble mi della di fesa non furono pre minenti . L' Italia, del rcslo, inserita a pieno tit olo ne lla Triplice Alleanza, 11011 correva a lc un pe ricolo e l'mi zzonte internaziona le era sgombro di nu vole. In quegli anni , rclalivame nlc sere ni dopo i tum ulti del 1898, si registrò uno scontro in Senalo tra il Presidente Giolilli e l'ex Presidente Pclloux. Pe r la verità qu est ' ultimo non aveva mai saputo dimenti care il comporlamento ambi guo dello statista piemontese c he, riti randogli l' appoggio parla mentare, a veva di fallo provocalo la caduta del s uo primo ministero c lo attaccò a lla prima favorevole occasione. Nell ' a prile del 1902 i gravi di sordini verificatisi in di verse città avevano indotto il governo a di sporre la militari zzazio ne de i ferrovieri per impedirne lo sc iopero ed il senato re Pe llo ux fece o sservare a Gi olitti , Preside nte del Con siglio e ministro degli Interni , che il provvedimento avrebbe dovuto essere preso dal gove rno in forza di una legge normale e non arbitrariame nte, agendo in un reg ime di pieni pote1i . Gio litti, dimenticando voluta mente di rispondere in Senato ad una interpe llanL.a, fece mostra di stupin;i elle u11 cu11mmla11le di curpu ùi annata
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Oresle Bovio
criticasse il governo dando così esempio di indisciplina e concluse la di s<.:ussione affermando c he " il gio rno in c ui si dovessero richi amare a lle anni i fenovieri e quesli polcssero invo<.:are <.:<mlro il provvedimento l'alta autorità di chi ne ll'esercito ha la prima delle posizioni, la condi zione del ministro dell'Interno d iven-ebbe intollerabile". Pel loux ri spose che se l'essere un generale in servizio doveva limitare la sua attiv ità di senatore, avrebbe c hiesto il collocamento a riposo . E così fece, tenni nando la carriera con quattro a nni di anticipo rispelto ai limiti di clà. Evide ntemen te per Giolitti i militari non avevano diritto alla parola. E di quesla sua convinzione lo stati sta pie montese darà poi altra prova. Nel novembre 1909 il comand ante del III corpo d' armata, generale Vittorio Asinari di Rernezzo, in un di scorso ufficiale tenuto a Brescia in occasione della consegna dello slcndanlo al reggimen to di cavalleria 11quila, pronunciò alcune affermazioni di schietto sapore irredc ntisla <.: hc a lla prudenza di Giolitti sembrarono recare offesa ali' Austria. La decisione del Presidente del Consiglio ru immed iata: l'incauto generale fu subito collocato a riposo! Pe r protesta il ministro della Guen-a, generale Paolo Spingard i, compagno di corso del) ' Asinari, disertò la ri unio ne di Gabi netto in cui fu presa la dc<.:isionc. Nei primi anni de l Novecento principiò ad ;oivvcrtirsi nel mondo una certa inquietudine e gli equili bri politici internazionali, tanto a lungo durati, comin ciarono a non essere più conside rati intangibili da parlc di tulli g li Stali. (ìioliui, politico troppo esper10 per ignorare le necessità de lla d ifesa. ritenne giunto il momento di occuparsi anche dell 'esercito. Con il 1906 si c hiudeva il sessennio di bilancio consolida to. il governo doveva perciò decidere se convenisse continuare anche per g li esercizi rutu ri con il medesimo sistema di erogazione di fo ndi, o fosse meglio ri chi edere an no per anno, al Parlamen to, le somme corri spondenti a lle esigenze de l momento. I vivaci attacchi dei partiti d i opposizione contro l ' ammini strazione dell a Guerra, considerata impreviden te e sperperatrice, aveva no dete rminato ne ll 'opinione pubblica il desiderio di conoscere la reale si tuazione e le vere necessità de ll 'esercito. Nel Pa rl amento e fuori si e ra, poco alla volta. for mala infall i la convinzio ne c he i bilanci non corrispondessero alla realtà, c he le dotazioni dell 'esercito fossero incomplete, che i minislri della Gucn-a nascondessero la verità sulla situazione militare, che occorressero ne ll 'esercito riforme, organich e cd ammi nistrati ve, ta li da assicurare, con minor spesa. una più efficace difesa del paese. Il Presidente Giolitti, allora, decise di prevenire il Parl amento e presentò, il 3 magg io 1907, la proposta di costituire una commi ssione parlamentare di inc hiesta per l'esercito, munita dei più a mpi poteri . Con la legge del 6 giugno 1907 fu costituita la Commissione d i inchiesta, composta da sei senatori e da allrcllanti deputati, nominali dalle ri spettive assemblee, e da ci nque altri me mbri designati dal governo. Compito della Commissione: studiare i provved ime nti idonei a mig liorare le condizioni dell' esercito pe r metterlo in grado di soddisfare efficacemente le necessità della difesn nazionale. La durata del mandato, fissata ini zial me nte in
Gioli11i P I' F:.w,n-i lo
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un anno. fu , con successive proroghe, prolungala fi no a l luglio 1910. l ,a relazione della Commissione l'u divi sa in otto fasc icoli , pubblicati tra il maggio 1908 e d il giug no 19 IO, attenendosi, nella successiva lrallazionc degli argomenti, al concetto di a nteporre le questioni ritenute più urgenti. Ne l di cembre 1907 il ministro della Gue1rn, generale Viganò, diede le dimissioni dalla carica, motivandole c on l'oppo1tunità di non trovarsi ad un te mpo giudice e giudicato di fronte alla Commi ssione d ' inchiesta. Giolitti , per la prima volta nella storia del regno d ' Ita lia, affidò l'incarico a d un mini stro borghese, il quale. non essendo diretta me nte interessato nelle questioni militari, avre bbe potuto c on maggiore e ffi cacia esporre a l Parlamento le conclusioni della Commissione d ' inchi esta. Si venne così ne l gennaio 1908 all a nomina a ministro de ll a Cìucrra dell'On. Se n. Ing. Se verino C asana. lJno dei primi provvedimenti del nuovo mini stro fu la revisione della Commissione Supre ma Mista per la difesa de llo Stato, nata ne l I 899 come organo mi litare (ne e rano me mbri il capo di Stato Maggiore dc lr esercito e de lla marina, i coma ndanti designati di am1ala e tre ammiragli), divenuta o ra un organismo politico militare in quanto furono chiamati a farne pa rte il Presidente del Consiglio, pre sidente dell a Commissio ne, e i mini stri de lla (ìucrra e de lla Marina. Altro provvedimento di brrandc ril ievo de l nuovo min istro fu il regio decreto n° 77 de l 1908 che. pur senza infi1111are la responsabilità esclusiva e compl eta del capo di S tato Maggio re ne lla prepa raz ione tec nic o-operati va della gue rra , prerogat iva concessa al capo di Stato Maggiore appe na due anni prim a con il decreto n° 86 de l 4 marzo 1906, ampliò le facoltà di intervento del mini stro ne lle questio ni di carattere addestrati vo e tecnico. Il nuovo decreto costituì un indubbio a rretrame nto de l pote re e del prestigio del capo di Stato Maggiore ri spc llo a que lla de l ministro, ma non modificò la sostanza del decreto precede nte. L' ampliamento dell e attribu zioni del capo di Stato Maggiore - da semplice consul ente del ministro a comandante designato de ll' ese rc ito in guetTa - è stato interpretato da alcuni studiosi come una difesa corporativa dell ' ese rcito di fronlc ad un maggior interesse de l Pa rlamento nelle questioni militari : lin1itando le atlri buz ioni del ministro al solo ca mpo poli tico, il Parlamento non avrebbe potuto effe ttuare un e ffetti vo controllo sulla gesti one de ll'eserc ito. In effeui le frequenli cri si politiche ed il conseg ue nte cambio dei ministri non consentivano un ordina to e coerente sviluppo di una linea politica militare. I ministri , inoltre, spesso necessari ame nte impegnali in lunghe sedute a l Parlamento e nel Consiglio dei mini st1i , non erano in grado di segui re con l'indispensabi le continuità i problemi tecni ci. Ampliare le attribuz ioni de l capo di Stato Maggio re era, quindi, una necessità fun z ionale, resa sempre più pressante dalla c re scente complessit à de ll ' apparato militare, che postulava sul piano più propri amente tecni co decisioni rapide e compete nti, no n viz iate dai compromessi e da lle mediazioni che l'attivitì1 poli tica spesso comporta. Il provvedimento legi slativo adottato da un lato assicurava all'esercito la rapid ità, l' unità e la continuità degli indirizz i necessari ad un corretto e profic uo l'unzio narne nto, da ll'a ltra ri spettava le regole f'o ndamc nt:cili de l siste ma parl a-
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menlarc, cioè di quel meccanismo politico che ha per fulcro la responsah iliLà del governo di fronlc al Parlamento, in quanto il minis tro della Guerra conservava il potere di nomina e di revoca del capo di S tato Maggiore. La commi ssione di inchiesta presentava, intanto, i suo i due primi rapporti : il primo relativo a ta luni mig liorame nti economi c i ed alla apertura di un credi to di 190 milio ni da impiegarsi di massima per la difesa de lla frontie ra orie nta le , il secondo per la commessa a lla ca sa Krupp di batteri e campali e per l'adoz ione di mitrag lialrici da assegnarsi ai reggimenti di fanteria e di cavalleria. Le rel azioni successive ri guardarono: la di fesa de i confini , gli isLiruri militari, il corpo del servizio sanitario militare, il servizio farmaceutico mili Lare, l'Istituto Geografico Militare e la legge pe r l'avanzamcnlo de i sottufficiali . Come aveva previsto l'o no revole Giolitti, le relazioni della Commissione di inchiesta suscitarono l'interesse del Parl ame nto cd il problema militare fu dibatluto con grande senso di rcsponsahilità e con minor attenzione del solito per la situazione linanziaria dello Stato, del resto nolcvolmente migliorata con il consolidamento del dehito puhblico che aveva determinato una diminuz ione dell'incidenza degli interess i sui dehiLi del Tesoro. Anche la situazione politica internazio na le annessione da parte dell'Austria della Rosnia-Erzegovi na - stava mutando e la fiducia dei parlamentari negli alleati della Triplice Alleanza non era più assoluta. I ,a decisione del ministro Casana di ristrutturare la Commissione Suprema Mista per la difesa de llo Stato, facendola presiedere a l Presidente del Consig lio, fu quindi quanlo mai o pportuna perché conLrihuì a coinvolgere ancora più profondamente nella ricerca de ll a so luzione più cquilihrata dei proble mi della difesa Giolitti, Pres idente del Consiglio ma soprattutto capo autorevole ed ind iscusso della magg ioranza parlamentare. Fu così possibi le ottenere dal Pa rlame nto la concessione di c red iti strao rdinari per l' eserc ito: 60 milioni ripartiti in quattro esercizi finanziari ne l 1907, 223 milioni in dicci anni nel 1908, 125 milioni in sei anni ne l 1909. Naturalme nte la sola concessione di fondi per le spese straordinari e, que lle c ioè per l'ammodernamento de i materiali, non sare bbe stata s uffic iente a far compiere un salto di qualità a ll 'eserc ito. Le risorse fin anziarie, infatti, recano un hcncli cio reale soltanto quando sono impiegate con oculatezza e, pe r fortuna dell' esercito e de l Paese, a diri gere il dicastero de lla Guerra fu chiamato, il 4 aprile 1909, il genera le Paolo Spi ngardi . L' onorevole Casana, infatti, talora troppo sospettoso de i suoi collaboratori per approvare le loro proposte e sempre troppo dig iuno dei problemi per affrontarli in proprio, non aveva né offerto garanzie s uffici enti al Parlamento né impresso all 'esercito lo slanc io necessario per conseguire una migli ore fun zionalità. La poco fe li ce espe rie nza minis terial e de ll ' in gegner Casana scrnhrù dare ragione a tutti coloro che avevano accolto la sua nomina con una certa o stilità, convinti c he la peculiaiità de l minis tero della Guerra potesse essere affrontata solamente da un ministro militare. In realtà l' incarico può essere 1icopcrto tanto da un militare quanto da un c ivile. il fattore determinante per la buona direzione de l dicastero non si ritrova, infatti, nell a nrnggiorc o minore conoscenza dei problemi tecnici, rn a ne lle qualitù morali cd intellettua li del ministro.
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2. La nomina dello Spigardi fu accolta con gra nde fa vore: Lutli gli ri conoscevano eccelle nte preparaz ione, ottime qualità morali cd inlcllc ltuali , notevo le equil ibrio, 1:,rrande operosità. L'evidente favore de lla corona ed il cordial e affiatamento con il generale Pollio, succeduto a l Saletta ne ll ' incarico di capo di Stalo Maggiore, erano, inoltre, una sicura garanzia di buon lavoro. La pie na fiduc ia de l sovrano, a ll'epoca designatore di fatto de i mi nistri militari, consentì infatti a llo Spingardi di mante ne re l' incarico con i successivi ministeri Sonn ino, Luzz.a ui nonché con il 4° ministe ro Giolitti . Il nuovo ministro si accinse subito, in pie no accordo con il Pollio, ad un"organ ica revisione di 1.uuo l'apparato militare, migliorando, ammodernando, potenziando senza mai stravolgere quanto era staro fa tto nel passalo. L'o perato de l ministro Spingardi testimoni a quanto spaz io rimanesse all' attività de l m ini stro, anche dopo il ramoso decreto del 1906 che ampliava le competenze dal capo di Staio Maggiore. Si te nga prese nte a l ri guardo che le funzioni amministrative rimasero se mpre di esclusiva competenza ministeriale e, senza la possibilità di impiegare le risorse, non è possibile gesti re l'esercito. Il gene rale Spingardi ollcnnc dal Parlame nto, con legge de l 30 g iugno 1909, un a ume nto di 10 milioni di lire sull a parte ord inaria de l bilanc io per l' esercii'io 1908-1909 e, per gli eserc izi successivi, un aument o di 16 milioni annu i che g li permisero di portare la forza bi lanciata da 205 a 225 mila uomini, consentendo così la ripresa dell'attivi tà addestrativa. Altro provved imen to di grande rilievo, che a llineava l'esercito italiano agli ordi namenti dei maggiori eserc iti e uropei, fu la nuova legge di leva, ridotta a due anni per tulle le armi . G li obblighi di servi zio previsti dal nuovo ordinamcnLo rimasero di 19 anni per Lutti gli arruolati : 8 nell'esercito pe rmanente, 4 ne lla milizia mobi le, 7 nella mili zia territoriale per la ,a la Ila categoria, 19 ne lla milizia territoriale per la m a categoria. Naturalmente il periodo di effettivo servizio per la 1a categoria ru Jìssato in due anni, mentre il pe riodo massimo di addestramento per la n a categoria rimase di sei mesi. L'assegnazione a lla 1a o alla nacategoria non fu più dec isa dal sorteggio ma dalle situazioni economic he e d i famiglia de ll' iscritto alla leva. La nuova legge consentì l' avvio della effetti va costituzione delle unità quadro della mili zia mobile e di 4uclla te rritoriale. per quanto reso possibile dalla mancanza di un adeg ualo numero di uffic iali di comple mento. Il problema della "produzione" degli uffic ia li di compleme nto, sia sotto l' aspetto quantitati vo sia sotto q ue llo qualitativo, non fu ma i ri sollo in modo soddisfacente, da un lato per la resistenza degli cle me nti in possesso di un adeguato titolo di studio ad impegnarsi maggiormente nel servi z io militare, dall ' altro per care nze finanzi ari e e per difficoltà organizzati ve c he, di anno in anno, le.cero sempre slittare l' adozione dei necessari provvedimenti. L'esigenza sarà soddi sfatta soltanto quando l' immine nza de ll a grande guen-a provocherà in tutti un salutare ripensamento e la ferma determinazione di giungere ad una soluz.ione delini tiva dell'annoso problema. Nonostante le care nze su esposte, lo Stato Maggiore ini ziò, a partire dal 1908, ad organi zzare concretame nte i repaiti di mili zia mobile promuovendo la
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costituzione, presso i depositi reggimental i, di appositi nuclei in grado di provvedere alla costituzione di 52 reggimenti fante ria, 11 battaglioni bersaglieri , 38 compagn ie alpine, 23 squadroni di cavalleria, I J reggimenti di artiglieria. A partire dal I91 O furono anche co stituiti, se mpre presso i de positi reggime ntali, nuclei specifici per la costituzione di 324 battaglioni di fanteria, 22 a lpini, I 00 compagnie di artiglieria da fortezza e :mcompagnie gen io di milizia territoriale. Le allcn zioni del binomio Spingardi- Pollio furono naturalme nte rivolte anche all'esercito permanente ed i numerosi provvedimenti ordinativi adottati furono sanzionati dalla legge 11°515 del 17 luglio 191 O c he stabilì per l'esercito un nuovo ordinamento. Criteri g uida dell' ordinamento Spingardi furono l' aumento generale de l numero delle unità ed il migliorame nto del rapporto tra la fanteria e le altre arm i, soprattutto l'artiglieria. La legge n°5 I5 prevedeva, o ltre al ministero de lla Guerra, alle sc uole rnilitari ed all'arma dei carabinieri: il corpo di Stato Maggiore costituito da 155 uffic iali ( 17 colonne lli. 3 colonnelli o tenenti colonne lli , 52 tenenti colonnelli o maggiori, 83 capitani); 4 ispettorati (de lle truppe da montagna, di cavalleria, d 'artig lieria, del genio); 4 comandi di annata, 12 corpi d 'armata ; 25 divis ioni territoriali di fanteria; 3 divisioni di cavalle ria; 48 brigate di fanteria; 3 brigate alpine; 8 brigale di cavalleria; 2 reggimenti granatieri c 94 regg imenti di fanteria su 3 battag lio1ù di 4 compagnie; 12 reggimenti bersaglieri su 4 battaglioni di 3 compagnie e con il quarto ballaglionc di c ic listi ; 8 reggime nti alpini su 3 o 4 hanagl ioni pe r un totale di 78 compagnie; 29 reggimenti di cavalleria su 5 squadroni ( 12 di lancieri e 17 di cavalleggeri); 36 reggimenti di artiglie ri a da campagna (24 divisionali e 12 di corpo d' armata) su 6 batterie ed una compagnia tre no, I reggimento di artiglieria da montag na s u 3 gruppi di 4 batterie; 2 reggin1enli di arti glieria pesante campale su 9 batterie ed I balleria deposito; IO reggime nti di arti glieria eia fortezza per un total e di 55 compagnie da fortezza, 4J da costa e I O deposito; 2 reggimenti zappatori del genio su 12 compagnie zappatori e 2 compagnie treno; I reggime nto tel egralìsli su 15 compagnie telegrafisti e 2 compagnie treno; I reggimento pontieri su 8 compagnie ponlicri. 2 compagnie lagunari, 3 co mpagnie tre no; I reggimento minatori su 12 compagnie minatori e I compagnia treno; I reggimento ferrovi eri su 6 compagnie ferrovi eri , 2 compagnie automobi listi e I compagnia treno; I battaglione autonomo specialisti su 5 compag nie specialisti, I sci.ione radiotelegrafica, J sezione fotogra fi ca, I sezione aviazio ne; 88 distretti mi li tari, 24 sezioni di sanità e 24 sezioni di sussisten za. L'ordinamento Spingardi, profondamente innovativo in molti settori. sanz ionò la nascila dell'artiglie ria pesante campale, del corpo automobi listico, dell'aviazione e dei comandi delle quattro armate previste in guerra. Il genera le Pollio assegnò ai comandi di armata il compito "di eseguire g li studi e di dirigere le predisposizioni per preparare alla guerra la rispettiva unità. alternandosi alle direllivc emanate d'ordine dal capo di Stato Maggiore de ll 'esercito". Fu così stabililo che i generali designali per il comando di un ' armata in guerra, avvalendosi del ri spettivo nucleo comando, emanassero "le disposizioni e le istruzioni necessarie, in orrline ;1lle loro attribuzioni , alle autorità militari c he
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faceva no pmte ed avevano auinen:t.a colle unità stesse··. Il provvedimento conseguì a nc he l' importante ri sultalo di non disorganizzare, al 1110111ento della mohililazione, que i comandi di corpo d 'armata dai quali avrchhero dovuti essere tratti coma ndanti e stati maggiori pe r le quallro armale. Non furono costi tuite, invece, le intendenze c he dovevano affi ancare le ar111ate in gue rra e provvedere all'org ani zzazione log istica dei riforni111cnti e degli sgomberi alle dipendenze fun zionali de ll ' Intende nza Generale. Secondo la nuova legge ordinati va l' eserci to a vrebbe dovuto contare, a mobilitazione avvenuta, 725.000 uomini , di cui 14.000 ufficiali in servizio permane nte, 16.000 ufficiali di comple me nto, 17.000 sottufficia li, 25.()()0 carabinieri e 653.000 m ilitar i di truppa. All ' esercito permanente si sarebbero aggiung i 303.000 unità di milizia 111ohi le e 365.000 unità di milizia territoriale. 3. Il binomio Spingardi-Pollio deve essere ricordalo anc he per la feco nda e provvida atti vità effettuata ne l settore della regolamenta zione d' impiego cd addcslrali va. lutla completamente rielaborata ma non stravolta, in quanto le ideeg L1ida fissate dal Cosenz ed ammodernate dal Salclta non avevano perduto col t~mpo l:i loro validità sostanziale. Nel 1913 videro la luce le Norme generali per l'impiego delle grandi unità di guerra e le Norme per il r.omhattimento, pubblicazio ni molto equilibrate e ben raccordate tra loro che costituirono pe r i Q uadri de ll'esercito un validissimo Lesto per aggiornare la preparazio ne professionale alla luce delle esperienze tratte dalla gue rra ru sso-giapponese. Seguirono poi l'Istruzione sui lavori del campo di battaglia ed il Regolamento d 'istruzione c he co nteneva il metodo da seguire per l'addestramento dei Quadri e de lle truppe e che rappresentava il coronamento delle no rme tatti che d ' impi ego conlc nulo nelle prime pu bblicazioni . J\ nc hc il scllorc logistico fu riordinato e migliorato (legge n°531 del 191 O). Il corpo di commissari ato fu compl etame nte ri organi zzalo, anc he con l'ist ituzione del ruolo degli ufficiali di sussistenza ai quali furono affidati co mpiti di mino r rilievo e normalmente allincnli al vettovagliamento . Per il corpo di anunjni strazione la legge del 191 O rapprescnLÌ>, invece, un vero e proprio atto di nascita. 11 corpo, cui fu affidalo il compito di provvedere "alla te nuta de i conti presso dete rminali corpi , istituiti e stabilime nti" , si conqui stò presto una posizione di prestigio ne ll 'esercito pe r la rapidità con la quale dette alluazione al nuovo ReRolamento per l'amministrazione e la conJabilillÌ dei corpi islituiti e stabilùnenti militari, edito nel 19 11 e fo rte mente innovativo in quanto abrogò il tradi:t.ionalc sistema delle masse ed adottò il sistema di accreditame nto dei fondi per capitolo, a ncor oggi in uso. Altro provvedimento di notevole impegno ru la creazione del servizio tecni co d ' a11iglieria. I ,a complessi là tecnica dei nuovi materiali postulava, infatti, che alla direzione degli arsenal i militari fossero posti uffic iali molto qualilìcali. Si gi unse così al la costituzione de l corpo tecnico di artiglieri a, costituito da ufficiali con un ruo lo se parato e in possesso di una particolare preparazione acqui sita con
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la freque nza di specifici corsi. Agli ufficiali del nuovo corpo fu affidata la direzione deg li stabilimenti militari , anc h'essi riordinati e che nel 1912 comprendevano: tre arsenali di costruzione a Torino, Terni e Napoli ; un lahoralorio di precisione a Roma, un polverificio a Fontana Liri, du e officine di costruzione di artig lie rie a Genova ed a Piacenza, due lahora10ri pirotecnici a Bologna ed a Capua. Nel maggio del 1911 ru messo a capo della Direzione Generale di Artig li eria e Genio il generale Alfredo Dallolio, organizzatore quanto mai abile e competente, ed il vasto programma di polcnziamcnlo delle artig li erie, per il quale il ministro Spingardi aveva ottenuto i fo ndi dal Parlamento, com incii'i a svilupparsi con alacrità. Furono infatti : approvvigionati 165 cannoni a deformazione da 65 mm per le batterie da montagna, costruiti in parte dalla Westinghouse di Vado Ligure (cu lle e slitte) ed in parte dag li arsenali mi litari (hocchc da fuoco ed affusti ); approvvigio nale invece all'estero, rispettivamente dalla Krupp in (ìcrmani a e dalla Schneidcr in rrancia, 28 hatterie di obici da 149 e 6 batterie da mortai pesanti da 260 mm , a causa de ll'incapacità tecni ca dell ' industria nazionale a costruire grossi calibri . La g uida competente e sicura del generale Dallo li o s i fece sentire anche sugl i stabilimenti militari, dove la produz ione del cartucciame duplicò e quella dei fucili e de i moschetti m()(l. 91 addirittura quadru pi icò. Nel triennio 19 11 - 1914 la dotazione per i 750.000 fuci li mod. 9 I passò da 400 a 700 cartucce, que lla per i 170.000 rnoschclti mod. 9 1 da 300 a 600, la di sponihilità di cartucce per mitrag liatrice superò i 6 milioni di pezzi, le dotazio ni per i cannoni da 65 e da 75 mml. 906 salì a 1.200 colpi completi per pezzo. Nel periodo vi fu anche un ripensamento sul modello di mitrag liatrice da adottare. Oopo ulteriori prove e lung he sperimentazioni s i decise di destinare all'arrnarncnto secondario de ll e o pere fo rtificate le 220 mitragliatrici Maxim e le 150 Perino g ià introdoltc e di adottare per l' esercito di I a linea una nuova mitrag liatri ce leggera Maxim, di c ui nel 1911 rurono ordinati 1.204 esemplari alla dilla costru ttrice. l' ing lese Wickers. Nel 19 12 si costiluì il hallaglione aviatori , comprendente personale d i Lullc le armi, c he s i affiancò al ballag lio nc autonomo de l genio, e rede de lla brigata s pecialisti cosliLuiLa ne l 1884. G li aerei im piegati furono tutti ac4uisLati a ll 'estero. A coronarncnlo della vasta opera di riordino de l settore logistico nel lug lio 191 2 comparve la pubhlicazione Il servizio in ~uerra - I'arle Il - Servizi logisti-
ci, servizio delle inlendenze e servizi di prima linea. 4. L'efficacia dei provved ime nti adottati per mig liorare l'efficienza dell 'esercito fu presto valutata alla luce di una esperienza be llica, sia pure di natura particolare. La g uerra italo-turca del 19 1 1- 1912 pur rientrando nel filone delle guerre coloniali e bbe, infatti, una sua partico lare conn otazione che fin dall'iniz io l' assimil ò, nella cons iderazione della maggior parte degli italian i, ad una g ue rra na1,iona lc. La guerra coinvolse e motivame nte tutta l'opinione puhhlica sia perché fu co mballuta da un robusto corpo di s pediz ione, costituito da soldati di leva
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e addirillura da rid1iamati, in un tcalro operativo molto prossimo ali' Ita lia , sia pe rché una " propaganda di rara disonestà ed effi cac ia'' 1 aveva reso popolare la convinz io ne che l'impresa sarebbe stata facile e, soprattutto, conveniente, considerata la f"crtilità del suolo lihico hi sognoso solo di ag ri coltori capaci per dare frulli copiosi. In effetti la conquista dell a Lihi a no n rappresentava il conseguimento di alcun obiettivo economico ed anche sotto il profilo strat egico, come avrchhc poi dimostralo la seconda g uerra mondiale, il possede re qualc he approdo sulla costa libica non voleva assolutamente significare una maggiore sicurezza per le rotte medite rranee, Tripoli e Be ngasi non pote vano ne utrali zzare Malta e Biserta! E dello scacchi ere lihico lo Stato Maggiore italiano non conosceva proprio nulla, né sotto il profilo geo-topografico né sotto quello umano. Anzi, influenza ti dai g io rna li e dalle notizie di fonte govern ati va, anc he i responsabili militari riteneva no che l'elemento arabo c i avrebbe accolto con favore e che le uni che resistenze sarchhcro state quelle opposte da poche mi gli aia di soldati turchi. La realtà fu molto diversa. Come ha scritto Francesco Mal geri , "al momento dell'i nvio de ll'ultimatum alla Turchia (26 settembre 191 I) e della successiva dic hi arazione di gucm1 (29 sctlcmbrc) il corpo di spedizione non era ancora pronto per a ffrontare le osti litù. l ,;1 decisio ne improvvisa di e ntrare in guerra colse l'eserc ito di sorpresa, impreparato, tanto che tutto il complesso meccanismo legalo ad una spedizione mili tare d'oltre mare dovette essere allestito e portato a te rmine in pochi gio rni" 2 . La ma ncanza di integrazione tra l' azione politica e que lla militare fu la prima t:ausa del la non hrillanlc rnndolla de lle operazioni, poi imputala da (ìiolilti, con scarso ris petto della verità e con molta disinvoltura, al generale Caneva ed alla classe militare. l1 ministro de lla Guerra Spingardi fu avvertito dell'esigenza soltanto il 20 scllcrnhrc, quando non era più possibile impiegare la classe istruita del 1889, congedata il 3 settembre, per c ui fu necessario richia mare alle armi la c la sse 1888 e. due mes i dopo, anc he la classe 1889. Pe r i nostri uo mini di governo l'occ upazione della Lihia era un fatto politico, econo mico e diplomatico, in c ui l' clcrncnlo militare rappresentava un fattore second ario e di scarso peso , ne lla convinz io ne diffu sa che vera guerra non ci sarebbe stata , che i Turchi avrebbero facilmente ceduto e gli J\rabi si sarebbero uniti col più forte. (ìli avvenimenti success ivi dimostrarono la rallat:ia delle previsioni. L'effic ie nte binomio Spingardi-Pollio mobilitò in breve tempo, comunque, un corpo di spedizione a live ll o corpo d 'armata, al comando del tenente generale Carlo Cancva, su due divi sioni di fanteria, due squadroni di cavallc1ia, un reggimento aitiglieria da campagna su quattro batterie da 75/A. una compag nia zap1
G. ROC HAT. Guerre italiane in Libia e in Etiopia. Pagus Ed izioni , Paese, 1991, pag. 13. 2 F MALGER I, " La campagna di Libia ( 1911 - 19 12)", in /,'esercito italiano dal/"unilà alla graru/p g uerra (/86 / - 19/8), LJSSME, Ro111a, 1980 , pag. 273.
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patori con parco, e lruppc suppleti ve pari a due reggimen ti bersaglieri, un reggimento d i artiglieria da mo ntagna su quallro ballcric da 65, due compagnie di artiglieria du fortezz.a, due compagnie zappatori ed una te legrafi sti. In seguilo alle prime operaz ioni fu poi necessario inviare altre fo rze. per un tota le di circa 55.000 uomini, 8.300 quadrupedi , 154 pezzi di urtig lieri a, 1.500 carri e 137 autocarri. Dal gennaio all'ottobre 19 I 2 furono ancora mohililali cd inv ia li in Lihia quauro battag lio ni a lpini, sette battaglioni eritre i ed uno squadrone meharisli. Quanto alle forze turche. iniz iaJmenle esse comprcmJcvano la 4 2a divisione, con 3 reggimenti, I battaglione cacciatori, 4 squadroni di cavalleria, IO haucric in Tripolitania ed I reggimento fante ri a, I squadrone di cavalleria, 3 batterie in C ire naica, per un totale d i c irca 8.000 uomi ni, 650 quadrupedi , 48 pezzi cli aniglieri a. A queste forze si agg iunsero con nostra sorpresa mi gliaia di guerrieri arahi. lni z.ialrnente le operaz ioni del corpo cli spedizione non presentarono particolari diflìcollù. L' 11 ollohrc 19 11 il primo scagli one sbarcò a Tripoli, già te me rariamente occupata da c irca 1. 800 marinai il giorno 5. I Turchi si erano rili ral i ne ll' inte rno, la popolazione araba si dimostrò fredda ma non apertamente ostile e il Cancva dispose a llora che un reggimento si dirigesse ad Homs, dove sbarcò il giorno 2 1, e che il secondo scaglione, ancora in Ita lia. fosse inviato a Rene,a~i, dove sharcù il 20 Lcnaccmente contrastato dai Turco-Arabi. La situazione era però lranquilla solo in appare nzu . I ,a sera del 23 ottobre, conte mporaneame nte ad un attacco frontale dei Turco-Arahi al perimetro di fensivo di Tripoli, nel tratto Sc iara Sciat-fortino Mesri, si sviluppò a lle spa lle de i difensori un allacco condono da J\rnhi. I ,u lotta fu accanita, gli attacca nti furo no respinti ma a prezzo di perdite onerose: 8 unìciali e 370 sottufficiali e soldati uccisi, 18 ufficiali e 122 sottuffic ia li e soldati feriti . Comprcnsihilmcntc la reazione italiana sull 'elemento arabo fu spietata ed eccessiva ed attorno a l corpo di spedi zione lìorirono l'odio e la violenza. li Caneva, dopo aver occupato e fortificato le principali localilù costie re, non riteneva necessario e ffettuare puntate al l' inte rno pe r sconfiggere un nemico abi lissimo nella tallica del " mordi e fuggi", anche perchè riteneva che ulte riori scontri con gli Arabi avrebbero ullcriom1c ntc approfondito il solco "con queste popola z.ioni che noi dovremo pure un giorno governare con le arti della pace produtti va e della prosperità comune", come scri sse al gene rale Poll io c he sollecitava una condotta opcraliva più intraprendente. Naturalmente l'atte ndismo del Cancva non era compreso dal Preside nte Cìioliui e dall'opinione pubblica, il primo desideroso di giungere rapidame nte alla pace con la Turchia per conside razioni di politica internazionale, la seconda perché convinta che non esistessero dirlìcollù di ordine operati vo. Sull'argomento il Malgeri ha sc ritto: "La tattica di Cancva, c he inconlrù tanta ostilità in Italia, era mo1ivata da rag ioni di saggia prudenza. Certo dietro questa prudenza di Caneva c'era forse lo spauracchio di J\dua, che dal I O marzo J 896 tormentava i sonni de lle a lte gerarchie mililari italiane. Le moti vazioni , comun que, con le qu ali giustificava questa sua li nea sembrano improntale ad un coscie nte realismo cd ad un alto senso di responsabilità.
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Con qucsla condotta egli riuscì ad evitare c he anche la guerra di Libia potesse ri solversi in un disastro e in un massac ro"3_ L' atte ndismo di Caneva a nc he dopo l'arri vo dei richiesti ri nforzi - il 20 novembre il corpo di occupazione aveva raggiunto i 60.000 uomini co n 50 mitragliatrici e l'.ìO pezzi di artiglie ria - esasperò Giolitti che il 27 novembre mandò al ministro della G uerra Spingardi questo sarcastico biglietto: "Caro collega, si vede proprio che Cancva si t addormentato. Speri di svegliarlo? lo no. Hisognerà assoluta mente mandare un altro, se no sacrifi chere mo uomini e le vittorie non saranno mai decisive". Ed il giorno dopo rincarò la dose: "Caneva ricomincia a mettersi ne lle condizioni di non offendere ! Credo necessario prepararsi suhilo a sostitui rl o". Ma Pollio tergiversava, rite neva c he sostituire Caneva, nominato il 13 ottohre governatore de lla Libia, potesse generare qualche turba mento tra le truppe. Finalme nte Caneva si mosse cd il corpo di spedizione effettuò alcune hrillanli operazioni : occupazione dell ' oasi di Ain-Zara (4 di cemhrc), occupazione del Cìarian ( 17 dicembre), occupazione di Gargarcsc (20 gennaio 1912). l vittori osi combattime nti di Sidi Ahdallah presso De rna (3 marzo) e di Marghe b (conquistala il 27 rehhraio e fe rmamente difesa il 5 ed il 6 mar.lo), non tempesti vamente cd adeguatam ente segnal ati al Governo, provocarono una nuova reprimenda di (ìiolilli : " Dopo c inque mesi di guerra - scri sse a Spingardi - i nostri generali non hanno ancora imparato neppure a scri vere un telegra mma! È una inreriorità intellettuale veramente de plorevole. Da Derna si telegrafa in modo da far credere che si sia avuta una sconfitta. Al Ma rgheb si sa che avvenne un attacco e ora, alle 5 dell'indomani, neanche la Presidenza del Consig lio sa che cosa av venne. 'fittoni mi ha detto che all 'estero si dice che abbiamo buoni soldati ma pessimi generali. Ed è purtroppo una verità che con dolore vedo confermata sempre più . Se non ci decidia mo ad una epurazione mandando via per insufficienza intellettuale i due terzi dei gene rali , le spese militari saranno purtroppo spese improduttive ! In Francia la nostra impotenza ad occupare la frontiera tun isina ci rese addiriUura ridi coli ! Che non v1 sia modo di utili1.zarc un esercito come il nostro?" Spingardi replicò seccame nte: " li tuo pe nsiero sui generali dell ' Esercito nostro mi era noto; ma oggi la penna ha varcato il segno, e credo anche il tuo pensie ro. È vero quello che Lu scri vi: i nostri generali non sa nno forse scri vere te legrammi, o dettare note diplomatic he come gli amici tuoi San Giuliano ed il sig. Tiuoni; non è il loro mestiere. Ma questo però san no: in cinque mesi di singolare campagna hanno condollo alla vittoria sempre i nostri valorosi soldati. Non uno scacco! nessun esercito del mo ndo può vantare ne ll a sua storia coloniale ri sultati simili, e tanto me no la Francia, di c ui Tilloni riporta lo strano giudizio raccolto non so dove. Non è all'indomani di due sanguinose vittori e che si possa d ire questo. Critiche se ne possono fare su tutto e su tutti ; io stesso ne ho fatte e non le tacqui : è questio ne di misura ( ... )"4 . 3 F. M A I ,GER I, Op. cii .. pag. 286. 4 A. SACCOMAN, Il ~enem le Paolo Spingardi, USSME. Roma, 19')5. pagg. 162, 163.
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Il 12 marzo ne ll' oas i de lle Due Palme s i verificò un brillante comhaLtimento c he causò ai Lurco-arabi a lmeno un m ig li aio di perdite e ne l mese di g iugno fu occupata Z uara , operazioni condotte con l'impiego an<.: hc di reparti eri tre i e d e i primi reparti libici. Ma (ìiolitti non e ra a ncora soddisfallo e la di vergenza di vedute tra il Presidente del Consig lio, che rifiutava di accettare una realtà militare scomoda per i suoi problemi di pol iti ca este ra, ed il comandante del corpo di spedi zio ne, che rifiutava di m ettere a repentag lio truppe e impresa in inutili e peri<.:olosc ope razioni, divenne sempre più evidente. Giolitti riteneva che il ne mico da ballcrc fosse so lo l'orig inario presidio turco e no n si rendeva conto c he, invece, il nemjco più importante e più ins idi oso era l'elemento arabo. Sc<.:ondo un rappo110 de ll ' addetto mili Lare francese a Costantinopo li , nel gennaio del 191 2 l' abil c e prestig ioso comandante tu rco in I ,ibi a, il colonnello Enver Bey, poteva contare su 150 ufficiali e 5000 turchi per inquadrare ed addestrare hen I00.000 guerrieri arabi. Una forza quindi di tutto rispcllo <.:hc G io litti s i o stinò ad ignorare. Sotto il profi lo mi li tare è doveroso segnalare l' impiego pionieristico dell ' aerop lano in az ioni di guerra. Ncll 'oltobre de l 19 1I era sbarcata a Tripo li una llotLi glia aerea, 11 piloti e 9 velivo li, e g ià il 23 dello s tesso mese di ollohrc fu e ffettuato il primo volo d i 1icognizione sulla s trada Tripoli-Azizia, il IO novembre fu poi la vo lta del primo volo per osservare il tiro di artig li eria in cornbaltimcnto, il O I dieemhrc fu lanciata dall'aereo del tcm:nlc (ìavotti la prima bo mba, da 2 kg, su truppe nemiche. In Libia furon o anche impiegati con s uccesso palloni e dirig ihili . Il fatto che l'avversario non di sponesse di mezzi aerei non toglie nulla al merito dei primi aviatori italiani di aver sanc ito la nascita delle prime s pecialitù de ll e fo rze aeree: ri cogniz io ne e bombardame nto . Poiché la Turchi a no n sembrava dis posta a trattative di pace, il governo pe nsò d i eserci tare una pressione più forte occupando alcune isole dell ' Egeo me ridionale. Occ upata l'iso la di Stam pa li a il 28 aprile, per la sua posizione centra le adatta a costituire una base per le s uccessive operazioni , il 3 maggio partì da 'lb bruk un corpo di s pediz ione, a l comando del generale Ameglio, che il 4 mattino sbarcò nell'isola di Rodi, dopo un breve scontro con le fo rze turche c he presto s i riti raro no ne ll' interno dell ' iso la attorno a Ps itos. Mentre la llolta provvedeva a sbarcare re parti di m ari nai ne lle isole minori , il corpo di sped izio ne affrontava il 16 maggio le fo rze turche di Ps itos e, con un breve ma 11011 inc rue nto com battimento, le callu rava. Anc he in Libi a le operazioni s i vivacizzarono: 1' 8 giug no 1912 fu sferrato un allacco ai trincera menti turco-arabi di Sidi Abdul Geli I, nella 1.o na di Tripoli, e d o po quattro ore di duro combattime nto le trincee turche caddero nelle nostre mani consente ndo così l' occupazione dell ' impo rta nte oasi di Zanzur; tre giorni dopo il combattime nto di L ebda, nella zona d i Homs, segnava un 'altra dura sco nfitta per i Turco-Arabi cos tretti a ll a fuga; il 26-28 g iug no a S idi Said, e poi ancora il 14 lug lio a Sidi A li , le forze del gene ra le Garioni innissero forti perdite all 'avversario ed il 15 agosto conquistarono Zuara. Ma Giol itti aveva perso ogni fidu cia nel generale Caneva e riuscì fin almente a sosti-
(iiofitti e l 'Esercito
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tuirlo. Con il pretesto che la vastità del territo rio e l' ampiezza de ll e operazio ni mi litari esigevano due di stinti comandi indipe ndenti , il 5 sellc mhrc il Cancva fu ric hia mato in Italia, dove g li furon o Lrihutali elog i cd o nori, e promosso generale d'eserc ito. La Tri polilania fu affidata al genera le Ragni , la Cirenaica al generale Bricco la·'\. "ln realtà Caneva pagava le colpe dell a s ua prnde nza, ma a nche del suo realis mo , de ll a sua conc re ta visione di una situazione militare carica di ri schi che la stampa e g li uo mini politic i s i e rano sempre ostin ati ad ig norare", ha scrillo il Malgeri ne ll ' opera più volte c itata e un allro s tudioso della g uerra libica, il Roma no, ha osservalo che g iorna listi e politic i avre bbero preteso "una gue rra di versa, brillante, rapida, g loriosa; e avevano finito per fare di Cancva il capro espiatorio di errori e care nze che avevano ben altra orig ine". La g uerra continuò ancora, il 20 settembre. a Sidi Bila!. la divisione del ge nerale dc C haurand ru protagonis ta di un duro scontro che portò all a conqui sta di Zanzur, a costo di perdite piuttosto e levate, 120 morti e 429 Ieri li . La g uerra balcanica indusse però la Turc hi a a dimoslrarsi più real ista cd il 18 ottobre a Ouchy, ne i pressi di I ,osanna, fu lirm ala la pace, che non sig nifi cò tuttavia la tranquilli tì1 de lla colo nia. ancora per decenn i sconvolta dalla g uerrig lia araba .
5. La g uerra, considerata a li ' inizio un a " passeggiata militare" e rivel atasi, invece, sanguinosa e diffic ile sopratnltto a causa dell a nostra inizia le sollovalutaz ione de ll' ele mento arabo, costò 3.43 1 morti , di cui 1.483 in combattimento (92 ufli cia li e 1.39 1 solluflì cia li e militari di truppa) e 1.948 per malattia , e 4.220 fe riti . Le perdile turco-ambe, diffic ilmente calcolabili co n esaUczza, non fu rono pe rò inferiori a 14.800 unitì1. li re ndimento dell 'eserc ito ru nel complesso buono, tenuto presente che quella guerra co loniale fu affrontata con truppe me tJ·opoli tane, di leva o ric hiamale, che i mezzi log isti ci non permi sero una più accentuala mohilità, indispensabile per batte re un avversario quanto mai manov riero e abilissimo nel dis perde rsi e ne l radunarsi, che co ma ndanti e gregari no n conoscevano nel modo più compl eto l' ambiente, geografico ed uma no, nel qua le dovette ro operare . li costo mo netario de l conflino ru altissimo, anche se d i difficile quantifi caz ione . G io li tti alla Camera parù di 5 12 milioni , 1na le oppos iz ioni e g li economi sti val utarono le spese sopra il milia rd o. Indubbiamente le ri sorse linam.iari e impiegate per soste ne re le operazioni in Libia provocarono un rallenta mento del piano d i ri armo messo a punto dal minis tro Spingardi. c he ritenne di poter rimed iare ch iedendo al Parlamento uno stanziame nto strao rdinario di 600 milioni in 4uallro a nn i più un aume nto del bila nc io ord in ari o d i 82 milioni. Questi stanziamenti av rebbero consentito di aumentare il contingente da incorporare annualme nte , in modo che l' esercito non risent isse de ll e truppe inviate in I ,ibi a, di 5 In e ffett i la Libia era sem pre staia suddivisa in due regioni, la 'l'ripo li tan ia e la Ci re na ica, che avevano un'amministrazione separata. Anche il governo ilalia no mantenne tale d ivisione lino al 1934.
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Oresre Bovio
migliorare le dotazioni e le predisposizio ni logistiche; di accelerare i lavori l'crroviari alla frontiera orientale, di fortificare quella occidentale; di inc re menta re le spese per l'addestramen to, rivelatosi non molto elevalo. La caduta de l governo non permise che il progetto fòsse di scusso in Pa rlame nto. li nuovo Preside nte, Salandra, non acccltò il progetto Spingardi e concesse solo 194 mili oni di spese straordinarie in cinque anni, più un modesto a umento di 20 milioni sul hilancio ordinario, riduzione accettata dal nuovo rnini slro della Guerra, generale Grandi. L'andamento del conflitto determinò per l'esercito un 'altra consegue nza, il giudi zio negativo che della sua e fficienza si radicò nell ' animo di Giolitti . Uno dei motivi che spinsero lo stalista piemontese ad assumere un allegg iamento fortemente ne utralista ne l 1915 ru il limore c he ufficiali e soldati non fossero in grado di affrontare, con qualche probahilità di successo, una guerra tanto sanguinosa e complessa. " Nei suoi colloqui di quei convul si giorni del maggio 19 15 il richiamo al comportame nto dell ' ese rcito durante la guerra lihica è presente costantemente nelle sue parole. I ,e sue pe rplessità ri siedono soprattullo sui soldati e sugli alti gradi degli ufficiali"6_ In un a conversazione con Olindo Ma lagodi, avvenuta il 9 maggio 19 15 , Giolitti ma nifeslìi l'impressione c he l'eserci to fosse "poco agguerrilo moralmente. Le nostre popolazioni rurali , che dovrebbero darne il nerbo, non hanno più gli stjmoli semplici ed istinti vi della guerra, come possono sentirli dei prirnili vi, quali i contadini russi; e viceversa non hanno ancora acquistato il pensiero, la coscienza di citladini, come i tedeschi, i francesi , g li ing lesi. L' educazione del cittadino consapevole è cosa lenta; ci vogliono de lle gene razioni . Gli ufficiali regolari non sono inferiori a nessuno per valore, e sono anche colti e pre parati tecnicamente, e specie i più g iovani , ma i generali valgono poco; sono usciti dai ranghi quando si mandavano nell 'esercito i fi gli di famiglia più stupidi . dei quali non si sapeva cosa fare" 7 . La g uerra mondiale non tarde rà a smentire un giudi zio così poco sereno, ma storici e g iornalisti. non esitera nn o a riprende rl o polemicamenle con proterva costanza, di solito omettendo la parte che ri guarda i soldati e gli ufficiali infe riori.
6. A conclusione di quanto csposLO rite ngo si possano fa re due considerazioni : • il Presidente Gio litti , uo mo politico di grande intuito e di altrettanto grande realismo, seppe rende rsi co nto al momento opportuno dell a inde rogabi le necessità di rafforzare l' apparato difensivo del lo S tato e non esitù ad impegnare al lo scopo notevoli risorse l"ina nziari e ed a sostene re con fenne zza le riforme attuate dal mini stro Spingardi e dal capo di Stato Magg iore Pollio, riforme che non sarebbero mai and ate in porlo senza un 'adegua ta copertura politica ; 6 F. MALGERI, Op. t:i1., pag. 3 15. 7 O. MALA(ì0DI. r.onvaxazioni flf' lln g ,u, rrn / 914- 1919, Napoli. 1960, pagg. 58-59.
Giolitti
l'
/'é.s ercito
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• Il Presidente (ìiolilli, privo di competenza tecnica spec ifica, premuto da l"oni L:s igcnzc di polit ica estera e di equilibrio inte rn o, non potè va lutare con obiettività l'aspetto o perati vo dell'impresa libica e ru Lal volla indotto ad esprimere g iudizi poco rispettosi de ll a rL:alc silua1,io ne , sia pure in assoluta buona fcdL: 8 .
8 V. allresì O. 110VIO, In 11/to la lwndiem. Storia del Reg io é,'sercito, prcf. di Aldo A. Foggia , Raslogi, I()()()_
Mola ,
Andrea Ungari IL PENSIERO AERONAUTICO OI DOUHET NE « IL DOVER fa
G iulio Douhet è da mo lti conosciulo come uno de i precursori dell ' aeronautica iLali anaO e autore d i libri importanti come li dominio del/ ' arill e La di{esa nllzionllle. Pochi sono però a conoscenza dell ' espe rienza po litico-giorna listica c he vide Douhet protagonisla nc ll ' immcd ialo primo dopoguerra. li 27 aprile 19 I 9 usciva a Ro ma il primo numero del selli manale politico «Tl Dovere », fondato e diretto da l colo nnello Gi ulio Do uhe t. Egli aveva annunciato, sin dal marm, la possihilità di disporre di un proprio g iornale al generale Alberto Cavaciocchi. comandante di uno de i corpi d'arma ta coinvolti nella sconfitla di Caporetto2 , sotlolineando come il settimanale si sarehhc conlraddi slinl.o per la sua cornhalli vilà e, sopraltulto, per essere realmente indipendente. La realizzaz io ne de «Il Dovere» ricnlrava pe r Douhct in una s trategia più ampia, che doveva portare alla nascita dell'associazione cornhaLLcnLi sLica dcli ' U nus (Un io ne Nazionale Ufficiali e Soldati), sorta a Roma i primi d i aprile e dell a 4ualc egli d ivenne il presidente3. Questa a ssociazione, c he s i dis tinse ne ll a ca mpagna per il completo riconoscimento de lle ri vendicazioni te rrito riali ita liane, comprese Fiume. Spalato e Traù, fu soste nuta finan ziariame nte da ll 'i ngegnere Oscar S inigagli a, il quale ebhe un ruolo di primo piano ne ll'organizzazione del fronte patriottico interno durante la conle re ru ,a della pace di Versailles I. La caratleri zzazione militare de l nuovo g iornale fu, comunque, s ubilo ev idente, ta nt'è che proprio il colonnello indicò come "primo pu nto del programma del nuovo g iornale " il Dovere" 1- .. I l'esame de lle responsabilità politiche e mililari della condotta della guerra" 4 . Dal primo numero lino al settembre, Douhet dedicò ampio spazio ai lavori dell a Commissione d ' inc hiesta s u Caporcllo; in 4uesti articoli il colo nnello attaccava duramente e, a vo lte, ing iustame nte Cadorna, ri tenuto il principale responsahilc no n solo degli insuccessi militari, ma a nc he dell' e norme sperpero di vite umane c he si era avuto durante il conlli tto. È comprensibile che questi attacchi O Sulle prime elaborazioni teoriche di Douhel si veda , A. CURAMl-G. ROCHAT, Giulio D011he1. Scri11i /90 /-1 915, Roma, 1993. 1 Sulle vicende dcl l'l JNUS si veda, A. UNGARI, fra mobili/azione palriollica e .wggeslioni eversive. u1 vicenda de/l 'Unione Nazionale 1/f]iciali e Soldali in "Nuova slori a contemporanea", a.v. n. 5. settembre-ottobre 2001 , pp. 4 1-76. 2 Sui rapporti tra Douhet e Cavaciocchi in ri l"crimcnto alla battaglia di Caporetto si veda, A. UNGARJ, Le inchies/e su Caporetto: uno scandalo italiano, in «Nuova Storia Contemporanea». a. III. n. 2. marzo-aprile 1999, pp. 37-80. :l li mani festo costitutivo dell'lJNlJS apparve nel primo numero de «li Dovere» del 27 aprile 19 19 (riprodotlo come allegalo I). 4 Museo del Risorgimento di Milano, Archivio della Guerra, h m do Cavw·iou:hi, lettera di Douhct a Cavaciocchi del 2 1 marzo 19 19 (riprodotta come allegato 2).
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Andreo l/111,ari
fossero, in parte, il frutto di livore personale; era stato proprio il Gene ralissimo a far condannare Douhet a un anno di fo rtezza per aver puhhlicamente criticato la conduzione de lle operai.ioni militari. Destituito Cadorna dopo Caporetto, Douhcl, su diretto interessamento de l preside nte del Consig lio Viuorio Emanue le Orlando, lasciò il carcere e venne c hi a mato, in qualità di dire ttore, al Commissariato generale dell ' aeronautica, presieduto dal ministro Chiesa. Ne ll'anteguerra Douhet aveva espresso chi arame nte il suo pe nsiero sull'impiego de ll 'aviazione; egli aveva messo in rilievo il caratte re innovativo di questo mezzo di trasporto e aveva anche evidenz iato l'apporto dec isivo che l'arma aerea avre bbe potuto dare durante un eventu ale conflitto. Le sue idee lo avevano portato a dirigere dal 191 2 al 191 4 il Rattaglione Aviatori di Torino e a guardare con attenzione le prime industrie italiane in campo aeron autico , quella de ll'ingegnere Caproni in testa. Scoppiale le ostilità, le proposte di Douhet restarono, pe ri\ lettera morta e l'aviazione ru util izzata, quasi esclusivamente, per compili di perlustrazione fotografica de l territorio ne mico; solo verso la fine della g ue rra, dopo la scarcerazio ne di Douhet e grazie agli intre pidi voli di D' Annunz io, si evide nzi<'> parzialmente il potc n1.ia lc be llico dell'aviazione. L'espe rienza del conrlitto fece maturare, inevitabilmente, il pensiero aeronauti co di Douhe l, ponendo il c olo nne llo di fronte sia a numerose conferme, sia problemi nu ovi che derivavano da un largo impiego de ll 'aviazione. Primo ri sultato di ta le maturazio ne fu , senz'altro, il Diariu critico d ella guerra . libro sc ritto da Douhet dopo le sue dimi ssio ni da l Commissari a lo dell'aerona utica, avvenute, ne l giugno del ' 19, pe r inco rnpatibilitì1con il mini stro e con l' ambie nte. Ma ancora più emhlcrnatici per c hi arire l'evoluz io ne teori ca del colonnello fu ro no, appunto, g li arti coli che egli scri sse su «li Dovere ». Tn una rubrica intitola ta Dal dominio del mare al dominio dell 'aria Douhet espresse, senza mezzi tennini . il suo pensie ro, denunciando le insuffic ie nze governati ve ne lla gestione dell 'aviazio ne hcllica, ma indic ando anche i rimedi a ta li care nze e souolinca ndo le e normi possibilità di sviluppo de ll'ae ronautica. A11icoli rilevanti. dunque, ne i quali Douhet espose in maniera organica il suo pe nsiero e c he costituiranno la hase sostanz iale di uno dei suoi libri più importanti, // dominio dell 'a ria. Prendendo spunto dalla politica aviatoria inglese, punto di riferimento costante per Douhet, egli poneva l' acce nto, sin dal primo numero, suH'impo11anza dcli' Italia come molo per le comunicazioni aeree verso il Mediterraneo e oltre, pertanto "questa meravigliosa posiz ione geografica deve venire sfruttata a vantaggio nostro [ ... l Per ragioni politiche, morali , economiche e di sicurezza la navigazio ne aerea sul nostro territorio e sul Mediterraneo deve bauere bandiera italiana. Tale deve essere il concetto fondamentale della nostra politica aerona utica perché l'Italia non deve limitare la sua ambizione a diventare il comodo molo al quale vengano ad attraccare le linee di navigazione straniera'' . In gioco per Douhcl non c'era solo la possihilità di fare dell ' Italia un nodo ce ntrale de lla navigazione aerea, perché "lo sviluppo di una grande navigazione aere a produn-cbbe a sua volta il grande sviluppo di nrtta l'industria aeronautica" . Douhct riteneva che questa industria fosse quella che meglio si confaceva "al nostro genio ed alle nostre ri sorse. Essa, di fatto, esige limitat~ ci11antità di materie prime ed una mano d' opera inte lligente e rallinata, e noi.
Il pensiero <U'rtllUJUlico di l)ouhel ne « Il Dovere»
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mentre siamo poveri de lla prima, disponiamo largamente della seconda". Era evidente una certa semplifi cazione ne lle e nunciazioni del colonnello; questa g li serviva, peri\ per rendere accessibile il suo pensiero e per attaccare chiaramente la politica aeronautica del governo. Infatti, pareva a Douhet che " in Italia si [facesse I Luno il possibile per avversare ogni sviluppo dell'aviazione. Durante la guerra la povera aviazione rimase sempre arlidata nelle mani di gente, non solo incapace a comprenderla, ma anche senza fede in essa [ ... ] Finita la guemi accadde di peggio. L'aviazione si squagliò. Mentre in Inghilterra rimaneva e si attuava il Ministero dell' Aria, da noi il Commissariato si dissolse in aria"5_ L'esperienza della cattiva gestione statale dell ' aviazione durante il conflitto portò iJ colorrnello alla conclusione che " lo Stato è un pessimo organizzatore, un pessimo industriale, ed un pessimo amministratore" 6. Per questo motivo Douhct suggeriva che lo sviluppo dell'industria aeronautica e dcll'avia:1,ionc dovesse avvenire grazie all ' iniziativa privata: "l'aviazione non ha bisogno che di libe1tà [ . .. ] l"aviazio ne deve potersi liberamente sviluppare e bisogna quindi semplicemente fornirle i mezzi per svilupparsi liberamente". Approfondendo l'argome nto, egli indicava che compito precipuo del governo era di determin are, come accadeva in l nghilte1rn. il fascio stradal e aereo, che era " la ma'>sima funzione che esso possa esercitare in ordine alla intensificazione del traffico"; "preparate le strade - così continuava Douhct - il governo deve lasciare la massima li bertà alle macchi ne c he non è in grado di giudicare. La selezione delle macchine fra le buone e le cattive verrà automal icamcnLc determinata dalla concorrenza". TI carattere privatistico che doveva presiedere alla produzione dell ' industria aeronautica era per il colonnello essenziale, infatti. occorreva "soprattutto abituare l'industria a fare da sé L-.. J I costrnttori debbono assumere piena cd intera la responsabilità delle loro costruzioni che debbono per ciù poLL:r eseguire in piena libertà. Certamente per spingere l'indusllia su questa via è necess,u-io aiutarla, ma questo aiuto deve L:ssere dato non per far nascere un ' industria fittizia. Deve essere dato unicamente in vista dello svilu ppo vero e reale dell ' aviazione"7. li te ma dello sviluppo efficiente dell'industria aeronautica, alimentato anche dalla personale ami cizia con l' ingegnere Caproni , uno dei principali finanziatori del giornale, non esauriva certo il campo d ' azione di Douhet; sulle colonne dc «Il Dovere» egli cominciò a trattare il problema, più generale, di una sistemazione organi ca dcll'avia,-.ionc italiana, sia militare sia civile. Di fronte alla proposta francese di creare un organismo centrale per tutti i problemi attinenti all'av iazio ne, Douhet stigmatizzava l' atteggiamento italiano, evidenziando che " non appena l' avia7.ionc nacque, i m ili tari di terra e di mare videro in essa unicamente un mezzo ausiliario [cercando] ognuno di appropriarsi di un poco di aviazione per piegarla ai loro fini diretti". Errore imperdonabile per il colonne llo poiché non si "comprese affatto c he l'aviazione, avendo per proprio campo l'aria, essendo capace di compiere, da sola, azioni alle quali né 5 Da/ dominio del mare a l dominio de/f"aria, in « li
Dovere» del 27 aprile 19 19 (ripro-
dotto come allegato 3). 6 Dal dominio del 111are al dom inio dell'aria. in «li Dovere» dell ' I I maggio I<) I '). 7 Dal dominio del mare al domin io dell 'aria , in «TI Dovcn:~» rlr.l 4 maggio 1() 1().
no
Andrea Ungari
l'eserc ito né la ma rina posso no in alcun modo contribuire, deve wstituirc qualche cosa a sé, indipende nte dall a I.erra e dal mare" ; non si comprese, quindi . che "occorreva costituire una vera e propria armata dell'aria indipende nte"8 . in un articolo del 30 giugno, Douhet sottolineava che "tutto il movime nto aeronautico del paese [doveva] venire accen trato in un solo organismo competente [ .. . ] Suddi videre la nostra av iazione, in aviazione militare, marittima e civile lera j arbi trario, !era] un errore di concetto e [rappresentava ! un disperdimento di sforzi e di energie. [Bisognava] saltare il fosso e considerare l'aviazione bellica come qualche cosa a sé, indipendente dall 'esercito e da lla marina''. Nella preparazione di questa armala aerea indipendente, il colonnello rivelava l'impor1anza dell ' av iazione civile, in quanto si doveva contare no n solo "sui mezzi bellici preparati nel tempo di pace, ma a nche, cd essenzialmente, sulla trasformazione in bellici di 1.ulli i mezzi civil i" . Vi doveva essere pe rtanto "uno stre tto legarne rra l' a viazione civile e l'aviazione militare" ; "convenie nze di ordine tecnico, econo mico e di difesa nazionale I.consigliavano] quindi di riunire in un so lo ente la direzione di tutl a l'aeronautica della nazionc"9 . Come avrebbe dovuto reali zzarsi tale ente, con q ual i caratteristiche e funzioni, Douhet lo precisava in un successivo arti colo che doveva divenire la pietra ango la re del suo pensiero su questo argomento. "Tale ente di carattere essenzialmente tecni co, dovrebbe ven ire, per quanto possibile. sottratto a lle fluttuazioni politiche affinché potesse possede re quella continuità di ind iri zzo c he è necessaria ad un organismo c he deve crearsi di sa na pianta"; "tuuavia l'Ente stesso dovrebbe possede re libertà di ai.ione e responsabili tà di esecuzione" . La forma migliore nella quale doveva concretizzarsi tale e nte era, per Douhet, un vero e proprio ministero del! ' Aria come quello inglese; ma, consapevo le delle difficoltà che una simi le proposta avrebbe incontralo, egli si sarebbe accontentato a nche di un Commissarialo generale dell ' aria, una sorta di via di mezzo tra un ministero e un sottosegretariato, pronto a trasfo rmarsi in ministero al mome nto opportuno. Tale Commissa riato doveva essere aggregato, cd era signilicalivo dell ' importanza che Douhcl assegnava a ll' aviazione. al mini stero dcli ' industria e del Comme rcio col quale presentava " la parentela più prossima". Da questo organismo, vagheggiato da Douhet, dovevano dipe ndere ·'a) aeronautica civi le; b) aeronautica be llica" suddivisa qucsl'ultima in "a) armala aerea; b) aeronauti ca ausiliaria dell'eserc ito e dell a marina" . " L' armala aerea - proseguiva Douhet - dovrebbe essere costituita da tutte quelle fo rze aeree destinate a formare il nucl eo central e della potenza aerea che si dovrebbe raccog liere in caso di guen-a. Dovrebbe qu indi run zionarc come una specie di esercito permanente aereo". Tale armata doveva, come scopo principale, conquistare il dominio de ll' aria e, quindi, risultare deci siva ne lla conduzione della gue rra. L' aeronautica ausiliaria dell'esercito e della marina, invece, doveva "venire costi tuita da lutti quei mcui aerei che possono in qualsiasi modo riusci re utili ali' Esercito cd alla Marina nel ri spettivo campo d ' azione [ ... ] la produzione di tale aeronautica au siliaria doveva ovviamente cade8 Val dominio del 111are al do minio dell 'aria. in «Il Dovere» del 18 maggio 1919. 9 Dal dominio dd m<ir<' al dominio dell"aria. in « li l)o vere» del 30 gi ugno 1919.
Il pensie,v aeronautico di Douhet ne «Il Dovere»
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re sui hilanc i di cscn.:ilo e marina" . Oouhct insis teva di nuovo s ulla necessità del1' iniziat iva privata nella produzio ne aero nautica, ma ritagliava un com pito più ampio anche per lo Stato, infatti " l'organo tecni co deve riuscire svelto e leggero la sciando la massima lihcrtà alle ini1.iativc pri vale cd a qucsh: fornendo l' aiuto dei mezzi statal i. L' aeronautica ormai - si precisava - è passata allo stato di scie nza, deve avere le proprie scuole teoric he e pratic he, i propri mezz i sperimentali . Funz ione dello Stato è quella di provvedere a ciÌ> mcllcndo a disposi1.ionc degli studiosi e dell'industria i mezzi per progredire e perfezionarsi" 10. La necessità esposta da Douhet di creare un ministero de ll'aerona utica indipe ndente si ricoll egava al dibattito c he, a livell o nazio nale, si andava svolge ndo sul generale ri assello dell'apparato militare italiano, sia in campo tecnico che in quello più propriamente politico . Sul tappeto vi era il prob lema della c reazione di un uni co mini stero de lla di fesa nazionale c he potesse coordinare, nel miglior modo possibile, le varie forze in una g uern1 futura ; te ma di estrema attualità che aveva e avrchhc visto nel corso del 1919 e del 1920 l' intervento di numerosi espone nti del mondo militare, da Giardino a G atti , da Barone a Cape ll o. Era ovvio che anche Douhc t intervenisse su tale de licata questione; la sua proposta circ a l'organizzazione supe riore dell a difesa naz ionale doveva prevedere: " un mini stero della DI i fesa I.NIazionale 1- la cui fun zio ne doveva limitarsi a s tabilire il bilancio della difesa nazionale e gli obblighi generali di leva dei c iuadini, presiede ndo di poi all'amministrazione rego lare del suo bilancio". li minis te ro doveva po i avere tre sottosegre tari, ognuno per le tre forze militari . In second o luogo, vi doveva essere " un consig lio superiore della D. N.". Tale consiglio doveva cos ti tu ire l'organo tecnico e sarchhe slato composto dal capo di Staio Maggiore della Difesa Nazionale, dal capo di Stato Maggiore per l'eserc ito, la marina e l' aviaz ione, un dete rminato numero di senatori e deputati , i secondi con diritto di voto e come membri effettivi e, poi , un de tern1inato numero di alti uffic ia li de ll e tre categorie. Le fun z io ni di tale o rgano avrebbero dovuto essere "I) da to il bi lancio complessivo de ll a D .N. ripartirl o nell e tre grand i branche de ll a medes ima 1-.. I 2) per ogni branca stabilirne l'ordiname nto sull a base del ri spettivo bilanc io; 3) provvedere a tulli g li incomhc nli tecnici di ordine gcm:ralc; 4) nominare e revocare i capi di S. M. della O. N. e delle di verse branche, capi di S.M. c he riusc irebbero così indipendenti dal Minis te ro". Il vantaggio maggiore, o ltre a ll a più intima fusione tra il paese e le forze armate, era, secondo Oouhet, quello di ottenere " una vera J"usionc tra le Ire branche della forza annata, fusione c he ldc1ivava l dalla conoscenza reciproca. Nel caso di guerra si [sarebbe avuto I un Comando verame nte s upre mo di tutte le forze de lla nazione" in grado di " armoni zzare l' azione delle forze dei tre cleme nti" 11 _ Le proposte a vanzale da l)ouhct, sia in campo aeronautico sia in quello della difesa nazio nale, rimasero inascoltate. Dall'agosto la rubrica ne lla quale Douhet aveva, e avrebbe, esposto il s uo pe nsie ro sull ' aviazione fu rinominata in maniera emhlcmati ca, Dal servaggio del mare al servaggio del 'aria. In questi termini eg li I O Dal do111i11io del mare 11/ dominio rkll 'aria, in « Il Dovere» del 6 lugl io 1919. 11 li riordinam f'nto dell 'e.\·ert"ito, in «Il Dovere» <lei 25-26 sellernhre 1919.
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Andrea Ungari
ne spiegava le motivazioni : "abbiamo deciso di camhian; il Lilolo della presente rubrica perché vi si adattasse meglio. A quanlo pare l' llalia, come ha servito di molo mariLLimo alle alLre nazioni, sta per diventare il molo aereo degli altri [ .. .] Pianlati attraverso il Mediterraneo non siamo stati capaci di leggere sul mappamondo la funzione aerea dell'ltalia fra i tre conLinc nli del vecchio mondo" 12 . Nonostante le sconsolate parole con le quali Oouhet annunciava il nuovo tito lo della rubrica, egli continuò su «11 Dovere» la sua battaglia contro tutto qua nlo di burocratico, d'inefficiente e di " vecchio" intralciava il cammino dell'aeronauLica italiana, convinto che "anche in aviazione Ihisognasse I rinnovare, [bisognasse] sbarazzare la strada da tutli gli inciampi inutili, [bisognasse] spazzare tutti gli uomini c he hanno dato infelice prova di sé, [bisognasse] spezzare i falsi idoli , cacciare i mercanti ed i ciarlatani dal tcmpio" 13_ Nei primi mesi del 192 1 «Il Dovere», scosso da un prol<mdo dissesto finanziario, chiuse i battenti. Ciò non scoraggi<'> Douhcl, il quale continuò la sua battaglia a favore dell'aeronautica su «La Gazzetta dell'Aviazione», riv ista fondata e diretta da Attilio Longoni 14, alla quale aveva collaborato fin dalla sua nascila ncll 'oltohre del 1919.
I2 Dal servaggio del mare al se1-vaggio del 'aria, in «li Dovere» del 7-8 agosln 19 19 (Un esempio di questo cambiamento di titolo viene riprodotto come allegato 4). 13 Dal dominio del mare al dominio dell'aria, in «Il Dovere» del I '' giugno 1919. 14 Su Attilio Longoni s i veda, L. CONTINI. Alti/io Longoni. Sindacafista-AvùaorPFa scista. Milano, 1934.
Il pensiero aero11autico di lJouhet ne «Il Dovere»
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136 Allegato n. 4
Pier Vincenzo Rosic ll o VOLONTARI DI OGGI E DI IERI: IL VOLONTARISMO "GOLIARDICO" DEL 1848-49
L' Eserc ito del futuro sarà costituito inte ramente da professionisti , volontari che scelgono di abbracciare la vita militare per garantire pace e sicurezza al proprio Paese e all ' umanità intera. l focolai di guerra in Europa e nel mondo sono numerosi; bisogna dunque prevedere uno strnmento militare adeguato alle esigenze o pe rative determinate da l nuovo quadro internazionale. Ollrc a ll a preparazione occorrono però solide motivai.ioni seni.a le quali si corre il ri schi o di dar v ita ad un Esercito di mercenari. pronti a vendersi al mi gliore offerente e incapac i di quelle azioni di valore e di coraggio che da sempre conLraddistinguono la fi gura del soldalo. La vita è il bene più prezioso che l'uomo a hhi a e di certo non la si può vendere per vile denaro; solo a lti ideali che trascendo no " il particulare" in nome del be ne comune possono portare un uomo a sacrifi care la propria vi La. Perc iò si dia il via a un Eserc ito a base esclusivamente volontaria, ma durante la selezione e fonnazione si tenga nel dovuto conto la motivaz io ne. È prclcrihile avere un Esercito di uomini ben motivati piuttosto che uno costituito da professionisti delle armi pri vi de lla benc hé minima motivazione. Lo studio de ll a storia può fornirc i numeros i ese mpi a l riguardo e costituire un trait d 'unior1 tra mondo c ivile e mondo militare, rimasti per troppo tempo di visi. La storia, infatti, seppure esposta a interpreta zioni diverse che riflettono idee, convi nz ioni e sensibiliti1 degli studiosi, tende a una visione integrale dell'umani tù nel suo di venire. Attraverso l'approfondimento della conosccnLa del passato il mondo c ivi le può ri scopri re legami , punti di contatto con il mondo militare e trov,u-e le premesse per impostare un dia logo coslrutli vo con le Forz.e Armate, in vista di una collahoraz ionc, resa sempre più necessari a dal nuovo panorama inte rnazionale. La cri si dei valori che investe la società moderna può essere superata riscoprendo le proprie radici storic he e cu lturali, riappropriandos i dell'identità di uomo, di cittadino e perché no anche di soldalo, c he i rcpc nLini camhi amcnti tecnologici e sociali contribuiscono a di sgregare. Quindi proiettiamoc i pure verso il terzo mille nni o progetta ndo un Esercito rinnovato e sempre più effi ciente, ma con lo sguardo rivolto verso il passato, in modo da sal vaguardare quella conlinuità di ideali e d i valori che cosliLuiscono l' a nima de lle Forze Armate. Come dimenticare, per esempio, quei giovani volontari del 1848 e de l 1849! Certo la te mperi e sto ri co-culturale in cui sono vissuti i giovani de l '4 8 - '49 è mollo di versa da quella alluak, ma il loro esempio può comunque essere ùi sii-
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Pier Vincenzo Rosiello
mo lo alle moderne generazio ni . Ess i possono insegnarci tanto e costitui scono un modello, un legame tra il mondo militare e que llo della e ullura che varrebbe la pena rinnovare e rinsaldare anche oggi. Se si studia l' etimologia de lla parola "Eserc ito", con cui viene deno minala la prima Forza Armata italiana, si deve ri conoscere che essa non rievoca il mero esercizio de lle armi , ma richiama il conccllo di "esercizio" in senso lato. L'Ese rc ito reca nel suo etimo l' idea di un impegno assiduo finalizzato no n solo a scopi bellic i, ma anche, e soprattutto, a l conseguimento di quei valori attraverso i quali l' uomo rea li zza la sua piena dignità. Ques ta vocazione dcli ' Esercito italiano affonda le sue radici nell 'anti ca tradizione romana e si esprime nell 'eserciz io del diritto, ne l rispetto della legalità e nella umana comprensio ne della sofferen7111• La c iviltà, la cultura, la relig ione, l' idea di libe 11ù e di Patri a nel corso della storia hanno trovato ne ll'Esercilo un potente strumento di diffusio ne e di affermazione. Alla luce di quanto dello, il legame tra mo ndo militare e c ivile ri sulta ancora più stretto ed evidente. Certo per scorgerlo hisogna avere il coraggio di mettere da parte ogni sorta di prcgiudi1.io e di interpretare g li eventi passati con la dov uta onestà. Un Esercito di soli volontari può avere senso soltanto in una societù in c ui il monrlo milit:ire trov:i in ess:i pie n:i integrazione. Non cettamenlc in una soc ietà come la nostra, in cui tanti sono ancora i muri che la divido no dalle Forze Armate . Porc i come obiettivo un E serc ito di professionisti tutti moti vali e pronti al sacrific io per ideali di gius ti zia, di li bertà. di dcmocra1.ia c di pace va beni ss imo. Rendiamoci conto pc rù chc ques to può essere solo il ris ultato naturale di una matura convivenza tra civili e militari , c he veda l' accettazione e il riconoscime nto de ll a dignità del soldato in quanto tale. I ,a condi/io sine qua non s i possa parlare concretamente di volontariato per l' Escrcito italiano è la s ua piena integrazione con il ino ndo c ivile nel c ui bisog no di protez ione trova la s ua g iustificazione. Questo pieno accordo tra mondo militarc c c ivile caratterizza da sempre le c iviltà più l'orli, quell e destinale a imporsi su ll e altre . Tale sintonia segna i mo me nti di maggio re glori a de lla stori a di ogni po po lo, il q uale, una volta presa coscienza dell a propria dignità e forza, avverte l' esigenza di cosliluirsi in Nazionc, hallcrsi per la propria Patria ed e spandersi territorialme nte. Una simile relice c ircosta nza, per esempi o, si ve rifica in numerose parti d'Italia durante il Risorg ime nto con le g ue rre d' indipe ndenza. Guarda caso proprio in questo momento assisti amo a un fenomeno esempl arc di volontariato militare che vede coinvolti anche studenti ed espo ne nti de ll a cultura del tempo. La gente si arruola, combatte e muore pe r idea li riconosciuti e condivisi. C hecché se ne dica, infatti , soldati non si nasce ma si diventa quando bisog na difendere qualcosa che ci è caro. I giovani del 1848 e 1849 so no di sposti ali 'estremo sacrific io dell a vita pcrché lottano per ideali in cu i credono fcrrnamcnlc. 1 C fr. Giovanni Cc rbo, Conoscere se stessi, .. Rivista Mi lita rc", n° 4, I 097, pp. 121- 120.
Volontari di oggi e di ieri: il volontarismo "goliardico " del I 848-49
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Q uanti dei nostri volo ntari possiedo no la stessa carica motivazionale? Pochi ! Questo d iretto non è un viz io congenito de l l'Esercito ita l iano, ma è da attribuirsi a l contesto storico, socia le, po litico e cultura le in cu i viviamo. Speri amo che gli eventi futuri portino all a formazione di uno slrurnc nlo mili tare fo rLc, che sia espress ione di una società matura cd evoluta. Il ser vizio d i leva abitua i g iovani al lavoro, al sacrificio, al ri spetto dell'autorità e talora sti mola quel senso di soli darietà più noto come spi rito di corpo. Costituisce inoltre un importante veicolo d i com unicazio ne tra il mondo mi litare e que llo civile che no n sarà fac ile sosti tuire. Sarebbe mo lto meglio mig lio rarl a piuttosto c he e liminarla del tutto, lasciando un v uo to che non sa rà fac ile colmare e rischi ando di compromettere in ma nie ra irrcvcrsihilc il fun z ionarm:nto della struttura militare. Ma s iccome o rmai il dado è tratto, adoperiamoci in modo da incentivare opportuna mente il vo lo ntariato in modo che non si abbiano scompensi; ai volontari va nno date moti va7.ioni e garanzie di gratifi cazione sia dal punto di vista economico sia da quell o sociale. E, bisogna riconoscerlo, in ta l senso si sta nno muovendo d i recente le fo rze po litic he (vd . Il Li bro Bianco della Difesa 2002). Bisog nerebbe orientare l'opini one puhhli ca in modo da spingerl a ad ahha ndonare ingi ustificati a tteggiament i di condanna nei confronti dell e Forze Arma le, c he so no il fru tto di un' ignonmza d i fond o. Il mondo tiella cu lLura puÌ> essere un valido alleato, così come ai tempi de l
1848-49. In quegli anni giovani univers itari, ines pe rti del mcs1icrc tielle armi si uni scono per combattere in nome di ideali di lihcrtà e di Patri a. Seppure no n adeguata mente preparati dal punto di vista mi litare, i battaglioni universitari danno un impo 11a nte contributo alla lotta per l'indipende nza dell ' lt.a l ia, scrivendo una de lle pagine più be lle del nostro Ri sorgimento. La rcsis tc nz;a de l popo lo mila nese agli a us triaci con le famose c inque g iornate (18-22 marzo 1848), infervora g li a nimi di molt i italiani a nord come a l s ud. Q uesti anim ati d a a lt i ideal i, si un isco no per fa r fro nl.c comune contro lo stran iero, co mhatt.cntlo con coraggio ri no a ll 'estremo sacri lìcio della prop ria vita. Le popolazio ni delle prov inc ie de l Mezzog io rno sono ansiose di batte rsi a l lìanco dei lo mbardi contro g li austriaci, come si ev ince dall a mcmori ali sLica del periodo e da lle numerose tlornantlc di a1Tuolarnc nli volonlari 2 .
Il Rattailion<' Universitario Toscano t! Napoletano nella battaglia di Cw1atone-Montanara La costituzione dei battag li o ni universiLari toscani trova lù ndarncnto ne ll a 2 Cfr. Stefano Bcnctti, /l / 0 battaglione di volonwri 11apolewni , ese,rÌIO di giovani e s1ude111i, in "'29 111;1ggio 1848 Cmtatonc r Montanara Atti del C'.nnvqr.no M aeeio I 998", p . 2S.
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concezione tutta napoleoni ca di una milizia unive rsitaria3 . Difa tti fin dal 1847 le Univers ità del Granducato sono costituite militarmente in un "Corpo armato a di fesa dello Stalo" . Risale al 1u novembre del 1847 l'aulorizzazione da parte del Granduca di costituire la Guardia Universitaria; in que ll ' anno vengono formati battaglio ni univers itari a Firenze, a Pisa e a Siena 4 . O gni battagli one possiede una bandiera contraddi stin ta da una sciarpa che reca i colori dcli' Univcrsilà. Nel 1848 i I ballaglionc pisano c onta 33 ufficiali e 529 gregari, quello se nese 17 ufficiali e 145 greg~ui Questi due battaglio ni il 3 aprile, a Pontremoli, si fondono e danno vita al Battaglione unive rsitari o toscano, comandato dal prof. Ottaviano Fabrizio Mossotti5, poi soslituito dopo i primi sconlri dal Tcn. Col. Bartolornci 6 . li battaglione toscano, iniz ialmente ordinato in 6 compagnie e in seguito ridotto a quattro, conta 389 sn1de nti dell' Università di Pisa e 60 dell ' Uni versità di Siena 7, tutti giovani desiderosi d i battersi senza ri scrho alc uno lino a quando non riescano a scacciare gl i au slriac i dal la Lombardi a. Gli scontri che vedono maggiormente impegnato il battaglione universitario avvengono a Curtatone e a Montanara; in questi stessi luoghi combat1e con ardore anche un bat1aglione di volonta ri. giovan i e sludenli napolclani , comandalo dal Magg. Cesare Rossarol. Il
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Curtalone e Monlanara; g li scontri , molto violenti, hanno una durata complessiva di quattro ore, ma, alla fine, i soldati regolari e quelli volo ntari la spuntano face ndo ritornare gli stranieri sulle loro posiz ioni8. I napoletani si distinguono parti colam1ente nel combattimento, riuscendo addirittura a respingere alla haionclla un Reggimento di croati - ungheresi. Nel corso di tali scontri viene pe rò ferito il Rossa rol insie me a Enrico Poeri o 9 , le tterato e giornalista di fami glia giacobina. Alle ore I0:00 del 29 maggio 1848, gli austri aci di Radetzky sferrano un nuovo poderoso attacco a Curlalonc e a Montanara allo scopo di aprirsi la strada per Goito, prendere sul fianco i pie montesi e liberare Peschiera dall 'assed io de l duca d i Genova. Le forze toscane sono schierate nel seguente modo: "a Curi.alone e Le Grazie 2 222 fanti, 76 cavalli c 7 hocchc da fuoco; a Montanara 2 463 fanti . 24 cavalli e 4 hocchc da fuoco; a Castc llucchio 163 uomini ; a Ri volta e Sacca 402, al bivio di Gozza ldo-Goito 80, a Goito 940: 6 876 uomini in tutto; ma tra Curtato ne e Montanara cioè sulla fronte atlaccata, soltanto 4 6 85 fanti cd un centinaio di cavalli" IO_ A qucslc forze gli austriaci contrappongono "5 Urigate, con 28 batta3 Cfr. Edoardo Scala, Storia delle fan terie italiane, Voi. IX. Roma, 1955, p. 303: Amedeo 'l'osti, / hallaglioni uni versitari italiani ed il combattimento del 29 nwggio /848. 4 C l"r. Edoardo Scala, o. c., p . 30 5. 5 Cfr. Edoardo Scala. o. c., p . 306. 6 Cfr. Edoardo Scala, o. c .. p. 3 16. 7 C fr. (ìiuseppina Rossi, / ,a JJrimavera del l/-i48 e gli studenti toscani dalla Sapien::.a al campo di /,ombardia, in o. c., p. 86. 8 Cfr. Vannozzo Posio, L'Esercito Toscano, in o. c., p . 18. 9 Cfr. Stefano Benetti, o. c., p. 35. 1O Edoardo Scala, o. c., p. 3 13; cfr. Francesco De Laugier, Le milizie tosn111e nella gut'rra di Lombardia del /848.
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gl ioni , 12 squadroni e 54 cannoni ; J5 000 uomini circa, capitanati da Principi imperia li e da otlimi generali, contro meno di 5 000 mii ili, in gran parte volontari, impaz ie nti di combattere ma insuffic ientemente addestrati e male annati" 11 . Mal1:,rrado la disparità numerica la divisione de i tosco-napoletani, comandata dal generale Ettore Dc Laugicr, riesce a respingere più volte il nemico. 1 napoletani sotto iJ comando del Ten. Giuseppe Pastore, affiancati da un gruppo di lucchesi, giungono perfino a contrattaccare alla baionetta dal ponte di Curtatone 12. Ma il nemico, anche se lcnlamcnlc, continua ad avanzare, cosicché il De I ,augier, vedendo che i 1inforLi da lui richiesti non aITi vano, è costretto ad ordinare la ri tirala, di sponendo che due presidi facciano da cope1tura al grosso della trnppa, uno sul ponte dell'Osone e l' altro al Mulino. Al primo presidio si aggiungono come rinforzo i granatieri toscani e i c ivici lucchesi, mentre al Mulino vengono impiegati 250 studenti del hallaglione universitario pisano-senese, tra le cui lìlc militano due illustri professori rnc1i dionali: il campano Leopoldo Pilla e il calabrese Raffaele Piria 13 . Le perdite avversarie sono notevoli, ma le nostre ancora maggiori: " a Curtalonc 89 morii e 249 feriti; a Montanara 87 morti e 270 l"criti ; 695 uomini, c ioè su 4 800 combattenti'' 14 . L'importanza della battagli a di Curtatone- Mo ntanara ri siede ne ll' aver uni to fianco a fi:mco per la comune causa de ll ' indipende nza de ll ' Ita lia solrlati e volontari di tutta la peni sola. La me mo ria di queste vicende è la ri sposta miglio re a tanti sventati che si esaltano dietro la vuota retorica cli personaggi che si fanno fauto ri di malsane idee secessionistiche. A ca usa dell' inaspettata e va lorosa resistenza opposta a lle truppe austriache il 29 maggio, l'esecuzione de l piano ciel Radetz ky è ritardata e il giorno segue nte a Ooito i piemontesi di Carlo Alhcrto hanno la meglio sui loro avversari 15_ La g uerra però, nonostante il valore elci nostri, volge a favore delle forze imperia li, c he, approfittando de ll'atteggiamento difensivo di Carlo Alberto e de lla defezione di Ferdinando TI, riron ano vi uo,ie ne l Veneto. In memoria del va lore dimostralo sui campi di C urlalonc e Montanara, Vittorio Emanue le TIT, con decre to del 22 maggio 19 1O, conferisce al Battaglione un ivers itario tosca no la medaglia d'argento a l valor militare, conservata presso l'Uni versità degli studi di Pisa 16 .
Il Ba1taglio11e Universitario Romano All e campagne venete ciel 1848 prende paite anc he il Battaglione univers itari o romano desideroso di offrire un contrihuto tangihile all a ca usa della lotta contro lo straniero. 11 Ed uardo Scala, o. c.. p . 3 14. l2 C fr. Stefano Bcnell i, o. c. , p. 38-39. l:l Cfr. Stefano Benctti . o. c .. p. 39. 14 Edoardo Scala, o. i- . , p. 1 1<). l5 Cfr. Stefano Bcnclli, o. c., p. 40. 16 C fr. E<loar<lo Sca la, o . .-., p. 32 1.
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Il battaglione, cost1tu1tos1 , in appena 20 g iorni 17, s ulla sc ia dell'impulso riformi stico che Pio IX dà iniz ialmente al s uo pontificato, è formato da quattro compagnie e ha due band iere tricolore, a stri sce bianco, rosso e verde, mci te l'un l' altra ne l senso long itudinale, con al centro una croce g reca di velluto rosso in campo bianco. Oallc due handi ere pe ndono due fasce, recanti i co lori po ntific i, poi sostituite. a seguito del mutato atteggiamento de l pontefice, con tre fasce: una verde, una bianca e una rossa, sulle quali vengono isniLLi i falli d ' arma de l battaglione. I ,' uniforme dei volontari del hattaglione è di colore turchino sc uro, paramani e colletto verdi , cappello alla calabrese con cinque pe nne ne re di cappone. Pu1troppo per mancanza di tempo agli studenti non viene distribuita l' uniforme d ' ordinanza, rnsicché la magg ior parte dei giovani porta un ' uniforme improvvisala, come scri ve Filippo Zambo ni ne i "Ri cordi ". 11 battaglione, pa1tito da Ro ma il 27 marzo agli ordin i del Col. /\ngclo Tittoni e de l Magg. I ,uigi Ceccarini 18, si hattc rnn ardore negli srnntri di Cornuda 1' 8 maggio, di Treviso il 12 maggio. di Vicenza il 20 , il 24 maggio e il 20 gi ug no de l 1848. Nelle campagne venete cadono in combattime nto: Agostino /\miei, Carlo Argenti , il sergente Barbe ri , Carnevali, Vittorio De Carolis, Mosé Rsdra, Eugenio Fahi, Lodovico Farina, Pietro Fc rrae uti. David Ferrari . r edde Gucnic1i , Giu seppe Innamorati, Alessandro Maitini, G iovanni Mazzini , I ,ui gi Orengo, Rollio o Bell i, Ercole Sebasti , Decio Senesi, Scrvadi , Tiratclli, Carlo Vinosi 19 . Spero che i loro nomi non vengano dimenticali. ma siano conosciuti e ricordati come meritano uomini , che come loro non hanno esitato a offrire la propria vita per alti ideali. Possano essere d'esempio ai nostri volo nt ari e d i monito a quanti oggi vivono allo sbando dimentichi del loro passa lo e incerti del prop1io avvenire. In Yenclo rimane una so la compag nia che. svento la ndo una de lle due bandiere, di cui si è persa pu1tro ppo ogni traccia 20, continua a lotlarc a Ve nezia unendosi alle forze capeggiate da Daniele Manin, mentre le a ltre compagnie fanno ri torno a Roma recando con loro l'altra bandiera. Gli studenti romani in vis ta del pericolo che continua ad incombe re s ull a Patria, c hiedo no al governo l' auto ri zzazione per la ricoslituzionc del hattag lionc universitario. Nell a primavera del 1849 arriva la tanto attesa autorizzazio ne ; g li aiTuolamcnli si aprono il 27 e 28 apri le . TI Battaglio ne uni versitario romano, posto alle dipe ndenze dell'allora Minis tro dell a Guerra , il Gen. /\vczzana, viene o rdinato in quat1ro compagnie pe r un organ ico totale di '.ìOO uomini 2 1. Il suo sla17 Cfr. Emilio Calvi. L'Università di Roma ne/111 storia dd Ri.rnrgimento, "N uova Antologia", fase. del 16 novembre 19 IO. p. 255; Nerucci, Ricordi del B1111aglio11e
Universitario Romano. l8 Cfr. Edoardo Scala, o. c., p. 277; gli ahri Conrnndan1i de l battaglione erano: i capitani Venlurini e Ferri; i tenenti Russell e Pagani ; il sotlotcnmlc Bianchi (l:l"r. Emilio Cal vi. o. r., p. 255). 19 Cf"r. Ni cola Spano, / ,'lf11iw,rsi1ù di Roma. Roma. 1935-Xlll. p. 94. 20 Cfr. Nicola Spano, o. c., p. 86. 2l Secondo Emi lio Calvi all'appello del 29 ap1ile del 1849, tenutosi nel cortile della Sapienza, erano presenti 180 studenti , che furono divisi in due compagnie (o. r ., p. 2.'i6).
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tuto organico, approvalo da un ' apposita Commissione I'8 gennaio del 1849 e pubblicato solo più tardi nell 'agosto del 1849, sanci sce che il battaglio ne è pa,te de lla Gua rdia civica romana e c he ne sono ammessi a far parte i membri de i collegi e i prorcssori con il grado onorario di Capitano, i s upple nti, g li impiegali, gli stude nti e i reduci delle c ampagne vene te 22 . Viene no minato Tenente Colonnell o il professore di diritto romano, Pasquale De Rossi, che si adopera per l' allestimento de l battaglione, ma per ragioni di età e di salute non puù esserne al comando in fase di rnobililaz ionc 21 . E così Comandante del battaglione vie ne e letto in s ua vece il Col. Luigi Ceccarini , la prima compagnia è posta agli o rdini del Cap. Filippo Za mboni, la seconda alle dipendenze del Cap. Gaetano Colinc lli , portabandiera è nominalo il conte Alessandro Orsi di Ancona 24 ; seguo no ' 'fra i graduati, i tenenti: Domian i, Donzell i, R inaldi, Lagy; i sergenti : Farinelli, Lucatelli, Tibaldi , T roise e Saraceni ; i caporali: Perozz i e Cadorna" 25. La Re pubblica Romana, fondata il 9 febbraio de l 1849 è ben presto min acciata dai francesi , che intervengono in favore del pontefice. Per questo motivo il 25 apri le, sparsasi la no tiz ia de llo sbarco di un Corpo francese a Civitavecchia, è consentito all a nuova Legione garibaldina l'accesso ncll' Urbe. Garibaldi ha ai suoi ordini la Legione ita liana. da lui costitui ta in Romagna con i reduci delle campagne ameri cane e lomhardc, quella romana e quella hologncsc, il battaglione comandato da Uiacomo Medici, un piccolo reparto di Po lacchi. la G uardi a civica di Ro ma e dell'Umbria. il Battaglione universitario romano; alcu ni giorni dopo si aggiungono 600 Bersaglieri lombardi, g iunti a Roma al comando di Luciano Manara26. Il 30 apri le i giovani universitari si di sting uono a ta l punto ne l combattime nto contro i francesi comandati dal Gen. Oudinot, che Garibaldi li elogia e ne fa me nzione nelle sue " Me mori e". Altro sco11lro i111porta11te, che vede impegnato il ballaglio11c u11ivcrsilario, è quello del 3 giugno combattuto presso Po,ta San Panc razio, in seguito a cui e ntra a far parte del battaglione una quinta compag nia, formata da perugi ni. Ma gli scontri più duri , a cui pre nde parte, sono quelli dcli' 11 , 12 e 11 giugno s ui Monti Pa,ioli presso casa Pol verosi e l'antica villa Ponialowski, ormai scomparsa, in cui i g iova ni studenti danno prova di grande coraggio e valore27 . Tra i 22 caduti de l balt ag li one del 1849 fi g urano: i fratelli Alessa ndro e Francesco Archibugi, Francesco Capri ni , Oaclano 13orgigia, Nicola Farinelli, Ciro fin z i, Giovanni Gervasoni, A ntonio Giannotti, Adolfo Mancini, Tommaso Marine lli, Antonio Molina, Pietro Monfrini , Gabriele Martucci, Nicola Mauro o Mauri, Nicolaj Minowski, Paolo Narducci , Vincenzo Nesti , Angelo Pancalli, 22 Cfr. Nicola Spano, o. c .. p. 88. 23 Cfr. hlippo Zamhoni, Rirnrdi tlel /Jt1lll.lglio11e U11iversilt1rio Ro11umo ( /848- 1849),
Triesle, I <)26, p. 84. 24 Cfr. Nicola Spano, o. c., p. 89. 25 Emil io Calvi. o. c., p. 256. 26 Cfr. Edoardo Scala, o. c., p. 152.
27 C f'r. Nicola S pano, o. c., p. 9 2.
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Bart olomeo Rosnesi, Cesare Scarinci di Scheggia, Ulisse Seni, Gustavo Spada. Pier Francesco Tommasini, Pier Antonio Zamboni 28 . U loro sacrificio, seppure non vale a salvare la Repubblica Romana dell '49, non è vano; infatti quegli ideali di Patria e libertà, per i quali si battono fino a lla morte, trionfano nel 1861 con l'avvento dell'Unità d'Italia. li 30 giugno l'assemhlea costituente cessa una difesa divenuta ormai impossibile; Garibaldi deve allora fuggire da Roma alla volta di Venezia, dove Daniele Mar1in si batte contro gli austriaci. Il 2 lug lio del 1849 il Cìen. Avezzana decora con medaglia d'oro, assegnata dal Triunvirato ai pii:, intrepidi difensori di Roma, Medici, Bruzzesi c (ìaribaldi 2 9. Lo stesso giorno , vigi lia dell'ingresso dei francesi a Roma, Garibaldi parla ai suoi volontari sopravvissuti, adunati in Pi azza S. Pietro. Le sue parole oneste e dure convincono molti ad accompagnarlo durante la sua fuga verso Vcnc1.ia. La maggior parte di essi si ferma a S. Marino, dove {ìarihaldi scioglie i suoi uomini dall'impegno assu nto, in quanto si rende conto di coJTere il rischio di venire accerchiato dai nemici, che avanzano dall'Umbria e dalla Romagna30_ Ma siccome le condizioni imposte dagli austriaci, perché Lui e i suoi lascino la Repubblica, sono inaccettabi li, Garibaldi, seguito dai più fedeli, raggiunge Cesenatico da dove si imbarca per Venezia. Viene però costretto a sharcare a Magnavacca; qui molti garibaldi ni sono fatti prigionieri e poi fucil ati tra cui il barnabita Ugo Bassi e il barocciaio Ciceruacchio, l' idolo delle folle romane. Presto sopraggiunge la morte della sua amala compagna Anita, nella fattoria Guiccioli delle Mandriole, ma nonostante l' ineffabile dolore provato dall'eroe dei due mondi, egli continua la fuga fino a che il 27 giug no del 1850 può imbarcarsi per l'America, dove rimane sino al 1854, allorché sbarca a I,ondra e incontra llerzen e Mazzini, cui palesa la sua conversione al programma sabaudo1 1. La caduta della Rcpuhbli ca Romana, segna per i superstiti battutisi valorosamente contro i francesi, un ' amara delusione che ha conseguenze deleterie sul futuro di ciascu no di loro. Ben presto, infatti, incominciano le repressioni pontificie, che determinano la dispersione di 4ucsti giovani eroi, costretti a lasc iare Roma e a vivere raminghi e di stenti in [talia, in Europa o in America32. Senza coniare coloro che, fatti prigionie ri , perdono la vita in ca rcere tra torture e atroci torme nti o gi ustiziati . Anche il Cap. 7.amboni è coslrcllo a fuggire da Roma e nella fuga porta con sé ben nascosta la gloriosa bandiera del Battag lione uni versitario romano: il suo lungo peregrinare lo porta a Torino, a Milano, a Venezia e a Vienna1 :l. lrlizialmente deposita la bandiera ne l museo di Trieste, c ii.là dove egli
28 Cfr. Ai caduti per Roma /848-1870, fase. spcc. di "Capituliurn", 1932; Edoardo Sassi, Gli wiivf'rsitari di (ìarihaldi. "Corriere della Sera", sab. 25 aprile 2000 - 53. 29 Cfr. Eduardo Scala, o. c., p. 356. 30 Cfr. Nicola Spano, o. c .. p. 93. 3 I Cfr. Edoardo Scala. o. c .. p. 374; G. Munsag rali , Garibaldi, " Di zionario Bibliugralicn degli hali ani "', Istituto dell ' Enciclopedia Italiana, Voi. 52, Roma 1999, pp. 315-33 1. :n Cfr. Nicola Spano, o. c., p. 93. 33 Cfr. Nicola Spano, o. c., p. 94 .
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ahila34_ Nd 1872 riporla l'amalo vessillo a Roma, ma solo il 16 settembre 1876, in seguito ad una lettera di Gariba ldi , consegna la bandie ra al Comune di Roma, ricevendone in cambio una copia identica recante il sigillo dd Comum.:35.
* ** [I triste epilogo di queste vicende non sminui sce il valore dimostrato dai giovani unive rsitari , anzi, se vogliamo, lo evidenzia e lo imprime ancor più ne l nostro animo. Il sacrificio dei volontari del 1848-49 possa ri svegliare ne i cuori di quanti leggono queste righe, soprattutto i volontari, quell'amor di Patria per cui molti di essi si sono battuti tìno alla morte. Auspico che il mio scritto possa essere di stimolo per ulteriori studi su un argome nto senz'altro degno d' interesse come è quello su cui mi sono voluto soffermare_
34 Cfr. Eduardo Scala, o. c., p. 159. J5 Cfr. Filippo Zambuni, o. c., p. 163; Nicola Spano, o. c., p. c., p. 359.
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Flavio Carbone L'EVOLUZIONE NORMATIVA DEL MATRIMONIO DEL PERSONALE MILITARE DEL REGIO ESERCITO DALL'UNTTÀ D'ITALIA ALLO SCOPPIO DELLA I GUERRA MONDIALE: 1861-1914
L'analisi dell 'evolu1.ione normativa del matrimonio dei militari del Regio Esercito in generale e degli Ufficiali in particolare, veri quadri direttivi e dirigenti del princ ipal e strumento d i formazione de l c ittadino italiano permet te di apprezzare l'attenzione dei vertici de l Regio Esercito a ll 'utili1.1.o di uno strumento di controllo di classe rormali1.1.ato nelle disposizioni leg islati ve e regolamentari del periodo che va dall 'U nità d'llalia nel 1861 sino a l 191 4. Nell'evol111.ione dei compiti attribuiti alla Forza Armala si passa dal control lo dell'ordine puhhlico alla partecipazione a mi ssioni di pace, all'espansione coloniale senza trascurare le operazioni di guerra vere e proprie. Per l' asso lvimento de ll a molte plic ità di compiti sintetica mente descritti era necessario mante nere un saldo controllo inte rno a lla r-orza Armata c he non si poteva e doveva limitare alla sempli ce applicazione del regolamento di di sciplina militare ma, soprattutto per gli uffi c iali , doveva continuare ne l controllo d i c lasse, i c ui scopi in sintes i potrc hhcro essere riassunti nel man tenimento di una visione unitaria in tutto il corpo uffic iali d e lla missione del Regio Eserc ito e nella capacità di mendarsi da e le me nti di non pieno affidame nto. Certamente l'attenzione della Casa regnante allo stato delle forze Armate, pie montesi prima e italiane poi, è sempre stata massima, vista la loro importanza nella storia prima del Ducato, poi del Regno Sabaudo 1, ma soprattullo nel primo c inquantennio del Regno d'Italia. Come è nolo, le fa miglie nobili che avevano più lìgli, indirizzavano i maschi ultrogeniti alla vita militare o religiosa. Nel
1 In panicolare lo STATUTO ALBERTINO recitava all ' articolo 5: "Al Re solo appartiene il JHJll'rt' Pseculivo. F:gli ,> il Ca1m supremo dello Staio: romanda tulle le.forze di terra e di mare; dichiara la guerm;.fà i trattati di pace e d 'alleanw, di commercio nl oltri, dandone 11oti::.ia alle Cmnere tosw che l 'interesse e la sicurez::.a dello Sta/o il permeuano ed 1111endol'i le cm111111icazioni opportune." (Statuto del Regno di Sardegna, an. 5, rip. in Gli ideali tll'i Risorgimenlo e de/1'/Jnitù, 1-iN HPS, Roma 19(>1 , p. 192). Si ricorda che lo Statuto A lbertino fu "dato in Torino addì 4 del mese mar::.o. / 'anno del :,ig11ore milleollocentoquarc111totto. e del ReRnO Nostro il decimo ottavo" dal re Carlo A lberto I di Sardegna. firmato dai ministri e primi segretari per g li affari dell'interno Borclli: per gli affari ecclesiastic i, rii grazia e di giustizia, dirigente la g rande cancelleria /\vet, per gli affari di fin anza dc Rcvcl; dei lavori pubblici, del l'agricoltura e del commercio des /\mbroi s: per gl i affari esteri E. di San Marzano: per gli affari di guerra e marina Brog lia; e per la pubblica istruzione C. /\ )fie ri.
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diciannovesimo secolo molli furono quelli che . sull a sc ia deg li e venti risorg ime ntali, s i diedero alla v ita militare 2. Del resto, lo stato d' ufficiale comportava "ipso laclo" una serie di ohhlighi sc ritti e no n c he lalc condi:,,,ione implicava. Per qucslo non erano infrequenti cas i di uffi ciali che spendevano fo1tune per le unjformi . poiché era loro "concesso" d'avere a proprio carico tutto il corredo, c oncessione c he ri mase in vigore per tutti gli uffic ia li sino all a 2" G uerra mondiale; e do po q uesta so lamcnle pe r quelli dei Carabinie1i. Per essere ccrli che l' uflìc ia le assic urasse alla sua fam ig li a una vita decoro sa. fu im posto l' obbl igo di una re nd ita. Ma, s i bad i be ne che questa condiz io ne, s ia pure c on un one re fi nanziario minore, doveva essere garanti la anche dai so lturlic iali, pena la mancata concess io ne de ll' a ulori zzazione. Quindi. il controllo da parte della gerar chia su q ua nti inte nde vano co ntrarre matrimonio , era a nc he un co ntro llo sulla categori a degli Ufficiali e sulle future spose, verifi ca ndo c he il matr imoni o fosse consono a lla d ig nità dello s tato di l Jlfo:iali , m a s opraltutto dcli' Arma o Corpo d ' apparlem:nza e più in generale del Regio Eserc ito. Queste forti lim itaz ioni avevano anc he il fi ne d i mante ne re ne i re parti il più alto numero di Uffic iali e So ttuffic ial i no n coniugati·\ Le limit azioni dov ute all 'e tà te ndevano ad a rli evo lirs i allo rno ai quarant'ann i, qua ndo anc he l' imporlo dell a rendita da garantire d iminu iva; ma no n s i riduceva il controllo su ll e cond izio ni soc iali dell a rutura sposa, per le quali si e sp1imeva un pa rere contro c ui non v' e ra appe llo possibile, visto c he il Mi nistro dell a Gue rra, o ve avesse ve rificato c he l' u nione no n fosse conve nie nte, ne dava comunicazio ne a S ua Maestà il Re, da l q ua le avrebbe po i preso o rdini . Ciò pe rc hé, tra d izio nalmente, i Mini steri de lla Guerra e del la Ma rina e rano fra quelli sui q uali i Sovrani esercitavano un particolare pote re 4 . Va a nc he de tto che la disciplina del matrimonio per i m ili ta ri avre bbe sub ito sostanz ia li modifiche so lame nte con l' e norme mohili tazione dell a Pri ma Gue rra Mondia le, d i c ui il primo allo s are bbe s lato il Decreto leg ge del 24 maggio 19 15, c he avrebbe dispensa to dai limiti d 'età g li uffic ial i del Regio Ese rcito auto riz2 La visione del la vila milil arc e roica e della bell a morie rimaiTà 11ell' irnmagi 11ario collettivo soprattutto degli ulticiali, i quali, durante i primissim i giorni del Primo Conn iuo mondiale, condussero all'altacco di ben munite fort ifi cazioni austriache i loro alpini indossm1do l' uniforme migliore, guanti bia nchi e la sciarpa azzurra simbolo di stintivo dell'u fficiale. mentre la banda del reggimento suonava ! Si veda ad esempio: r:R117. Wr.rmR, TappP della disfatta. M ilano. Corticclli. 1934 c. MARIO RIGONI STERN (a cura di ) in /9 / 5- / 9 / 8 /a guerra sugli a/Jipiani, Vicenza, Ne ri Pozza Editore, 200 I al le pagine 67-70 la parte re lativa agli assalti a Cima Vezzena e al 11asson, come pure a propos ito del periodo maggio-agosto 19 15. PASQUALE ORO, Pagine eroiche, Udine, lipogralia Del 11ianco e r:igli o, 1923. 3 J\I contrario di altri Paesi più "aperti". tra i quali la Prussia. dove il sistema delle guarni gioni tisse permetteva agli uffi ciali di contrarre matri monio, cfr. l'AOLO UNGARI, Storia del diril/o di jàmiglia in Italia, 11ologna, li Mul ino, 1974, p. 2 14 , nota 39. li presente saggio integra e completa quello di A. BUONO, cfr. ANTONELLA BUONO, li 1m1t ri mon io degli ullì ciali nella legislazione italiana dall' unità al 197 1 iJ1 '"Rivista Militare". a. X IX, n. 7-8. luglin-agnsto 1971, pp. ')9')- 102.'i e n. 9- 10. settemhre-ottohre 1973, pp. 1148- I I<i8. 4 Vedi l' arLieolo 5 dello Statuto Albertino riportalo in noia I.
! ,'P.voluzimw nomwliva del malri111011io del personal e mi/ila re...
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zanclo ne il matrimonio per procura , per arrivare inlinc alla ri visitazione della disciplina de l matrimonio degli urliciali nel 1928. Un accenno a parte merita la questione cie l matrimonio religioso. Infatti, in base alle disposizioni previste dal Codice Civile de l Regno d' halia5 e dalle norme sull ' ordinamento dello stato c ivile6, l'ufficiale di stato civile era l'unico autorizzato a celebrare il matrimonio. Questa situazione di scontro con la Chiesa si era acuita, naturalmente, dopo iJ 20 sette mbre 1870. Il matrimonio solo religioso de i mili tari inizialmente era sfuggito all ' attenzione de l legislatore, che pcrù sarebbe interve nuto, prima blandamente, sanando i matrimoni celebrati con il solo rito religioso, purc hé contratti prima del 5 agosto 1895 ma previa regolarizzazio ne arnmfoistrativa da parte dell'uffic iale 7, e poi duramente, negando in modo esplicito la possibilità di contrarre un matrimonio reli gioso scn:1,a adempiere alle prescrizioni regolamentari e di legge, pena la revoca dall ' impiego, ovvero il congedo. È utile, per comple tare il discorso sul matrimo nio solo re ligioso dei militari, ricordare c he questo era visto come una minaccia a lla di sciplina poiché s u 4ucsta si sare bbe riflettuto il turbamento del militare nel garantire la regolarità de l servizio a causa delle preoccupazioni morali e economiche legate al " matrimonio illegale" . li matrimonio solo re li gioso era visto come un pericolo e, come tale. doveva essere oggetto di rimedi preventivi più che di vera rcprcssiom:8. Quindi. un rreno a qualsiasi te ntati vo di aggirare gli ostacoli economici e di "onorabi lità" era la cessazione dal servizio pe r gli uffic iali e sotturliciali , o il congedo al te1111ine del servizio di leva pe r i militari di truppa. In particolare, si minacciava ai primi la pe rdita di 4uclla condiz ione di prestigio acquistata a prezzo di notevoli fati che e tal volta di studi , ai secondi una vita tutto sommato accettabil e e con evidenti risvolti positi vi sia economi c i sia di prestigio. Infine il mercato del lavoro, tolti i poc hi solluflìciali o militari di truppa a ltamente specializzali, non pcrmelleva una riconvers ione in un ' altra attivitì1. Poc hi e s peciali zzati erano g li uffi ciali e sottufficiali che si inscri vano in attività produttive, qu ali per esempio la produ:t,ìonc di armi. Durante gli oltre cinquanta anni analizzati, si assisté a una serie di interventi legislativi che colpirono maggio rmente la categoria degli ufficiali rispetto alle altre, proprio a causa delle necessit:i di mante nime nto del decoro sociale che I ' uffic ia le doveva avere, per sé e per la propria famig lia. Non è infatti un caso isolato 4ucllo di Rodolfo Graziani che, subalte rno ne l 1905- 1908 ne l 1° Reggimento Granatieri di Sardegna, avrebbe scritto: "Biso~nava essere ele~anti, frequentare, andare al Salo11e Mar~herita, alle co,:çe dei r·avalli, al ri.\·torante....servono divise per l 'estate e per l 'inverno, da campagna e di gala" 9 , chiedendo infine il tra5 Approvato con R.D. 25 g iugno 18(,5 n. 2358. 6 Regio Decreto 15 novembre I 865 n. 2602. 7 Pe r i militari di truppa si arrivcrì, a negare la stessa possibi li1 ;1 solamente con il Regio decreto n. 264 del 3 1 maggio 1903. 8 Rehu.ione a Sua Maestà Vittorio Emanue le lii. in occas ione de lla presentazione del Regio decreto n. 263 del 3 1 maggio 1903 sul rnatrimonio dei militari di truppa. Y Rot.>OLFO GRAZIANI, M emorie, tip. in A. COVA: Graziani:1111 generale per il Rf'gime, Roma, Newton Compton, 1994 , p. 66.
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sferimento in Colonia, dove avrebbe avuto meno occasioni cd obblighi monda nj e un miglior trattamento economico dovuto a lla sede disagiata.
Il matrimonio degli Ujflciali La condi zione di coniugalo dc ll ' ufli ciale e il rango de lla sposa erano oggetto di grande attenzione da parte delle autorità del Regno. Il rango d' ufficiale era considerato dal Re e dalle a lte cariche, oltre che da tutta la popolazione, quakosa di speciale e di elevato 10, c he non poteva né doveva essere abbassato da un matrimonio sbagliato. Ne eonscgL1ì l' emanazione di dettagliatissime e rigide norme inerenti le modalità da seguire e le garanzie da fornire da parte dell ' uffi ciale prima del matrimonio, volte a dimostrare che la sua scelta 11011 avrehhe gettalo la minima omhra di di scredito su di lui e, tramite lui , sull a categoria degli ufficiali e sull' Istitu zione militare. Sin dal 1852, con la legge che regolava la posizione dell ' uffi ciale delle Forze Armate pie montesi, il matrimonio co ntratto senza l' autorizzazione del Governo 11 era espressamente ind icato tra le cause di revocazione dall ' impiego. Vi fu, infatti, nei cinquant'a nni a ntecedenti la Urandc Guerra, sempre un forte timore di avere ufficiali che contraevano matrimoruo senza autorizzazio ne 12 . Gli adempimenti erano lunghi e complessi. L' ufficiale che intendeva sposarsi, doveva ottenere una preventi va a utorizzazione dal Governo, pena la revoca dal l'impiego. La revoca avveniva dietro e manazio ne di un p,u-ere di un Consiglio di disciplina 11 . ()uesto era composto da cinque ufficiali , che giudicavano il colpevole, sia d ' iniziativa, sia su di sposizione del Ministero della Ouerra, con il pote re di proporre la revoca dall ' impiego cioè la cessazione dal servizio 14 . La revocazione dall ' impiego era la posizione di c hi non aveva ancora matu rato il diritto alla g iulO 13t:nd1~ gli ulfa:iali deg li eserciti dell'epoca provenissero dall'aristocmzia - e quindi po11asscro con loro qualità innate di autonomia e autorevolezza - vi fu comunqui;; un incremento de l numero d i ufficiali provenie nti <la lla horghesia - legato all' evoluzione continua de lle tecnologie ed a lla 11ecessitì1 di avere buoni ·' tecnici" e non solo fedeli servitori - soprat1u110 ne lla seconda mctìt de l XIX secolo che. al contrario de lle speranze di Marx ed Enge ls, sostennero le classi dirigenti nazionali e le istituz ion i mi li tari cfr. M1< :i 1AE1 . I low/\RO, l .11 guerra e le armi nella storia d'l,um1m, 13e rgamo, Edizione Eurudub lla lia, 1981 , pp.209-2 11. 11 Legge 25 maggio 1852, capo VI, art. 27. legge su llo stato g iuridico degli uffic ia li . 12 Per quanto la cosa possa sembrare oramai arcaica, a ncora oggigiorno, tra le cause di sottoposizionc di un ufficiale a una commi ssio ne di di sc iplina, rie ntra a nche questa. 11 È inte ressa nte sottolineare c ome la procedura uli li zza ta nel Cons iglio di disciplina fosse estre mame nte rigida tanto c he dovevano essere poste delle spec ifiche domande . In particohtrc per la revocazione il Preside nte pone.va come sesta doma nda "i/ signor ... in
aspettativa per sospensione dallo impiego, j, P-gli ne caso di el·sere rivocato [ ... ] per matrimonio contratto .1·n1w autorizza zione del governo?". 14 I Consigl i di disc iplina con alcune piccole trasformaz ioni e una procedura leggerme nte di versa, si sono tramandati a no i e sono tuttora applicati in ade renza a ll a no rm az ione vigente. La legge IO apri le 1954 11. 113, reca nti;; "staio degli urlìc ia li de ll ' Esercito . de lla M arina e d ell' Aeronautica" a l LiLolo VIII " Disciplina" artt. 78 - 9 1. Tn partico la re
l.'Pvoluzione normaliva del matrimonio del persona le militare ...
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bilazione 15 e non e ra più m anlc nihilc in serv iz io cffcllivo. Gl i urlìciali revocati non avevan o diriuo ad alcun assegno se non avevano prestato a lme no 8 anni di servizio, ma ricevevano tuttavia una gratificazione uguale a un trimes tre di stip endio, o ltre a una s ia pur minima pe n sio ne per la m età deg li a nni di ser vizio svolti. Il periodo postunila ri o pcrÌ> vide anche una grande accelerazione nell' e manazione di norme. Così , nel 187 1, ven ne approvata dal primo R e d ' Italia, Vittorio Emanue le Il, una prima modifica relativa al matrimonio d egl i uf"lieiali 16 . Gli interess ati, a prescindere dalle pos iz io ni di s ervizio effettivo 17 (attivo o sedentario ), o addi rillura in s tato di di sponibilità I X o a s pe ttati va 19 , per poter contrarre matrimonio avrebbero dovuto otte nere il reJ.:io assentimento 20. Fatti salvi l"a11. 73 c ita tra le sanzioni disciplinari di stato anche la sospens ione disciplinare dall'impiego ai sensi d ell'articolo 30. Nella disamina degli articoli successivi a qucst' ullimo possiamo verifi care come, all 'a1t. 33 lettera f), sia specificato che ..l',{fficiale cessa dal se1v izio permanente 1wr i110.1"serva11za delle disposizioni sul matrimonio degli 1ifficiali" ' Anche nella k gge 3 I lug lio I954 n. 599. ··stato dei sottufficiali dell' Esercito, della Marina c dell' Aeronautica", al titolo VII ··l)isciplina" , arti. 67 - 78 si parla di una commissione di disciplina, ma all' art. 26 si sotto linea che "il .mfll!tficiale cessa da l se,vizio pem tanellle per una delle seguenti cause: e) inos.çervanz.a de fle disposizioni sul ,natrimonio dei sotll!/ficia li '"! Allo slcsso modo può cessare dalla ferma volontaria o r:iffem, a :mchc prima elci termine stahililo il sotluflìciale per[ ... ] inosserva11z,1delle disposizioni di legge sul 11ut1rimu11iu dl'i so11ufliciali 1- .. I ibidem, art. 40 lettera f). In questi casi, tultavia non si c ita espressamente alc una autorizzazione, ma in maniera più generica la violazione delle disposi:.òoni sul matrimonio. l5 Era l'ultima posizione dell o stato militare. L' uftìc iale giubilato cessava dal servizio militano e percepi va una pensione annua; poteva tuttavia essere riammesso in serviz io in tempo di guerra (ari. 26, l. 25.05. 185 2). l6 Legge 3 1 luglio 187 1, delle disposizioni relative al matrimonio degli uflìcial i e assimilal i al g rado militare . l7 Il servizio efleltivo comprende tanto il servizio attivo quanto il servizio sedentario. Veniva ind icato in servizio effettivo l'ufticiale appa1tenente a uno dei quadri che costituivano l'esercito cli temi o l'armata di mare, o a uno dei vari stabilimenti. uffici e istituti militmi sia atlivi sia sedentarii e provvisto d ' impiego secondo tale quadro (art. 6, legge 25 maggio 1852). l8 La d ispo nibilit à è la posizione d ell"uftìc iale ido neo al servizio . collocato temporaneamente f"uori dai quadri , e senz'impiego . Tale posiz ione era assegnata per Decreto Reale, in seguito a dec is ione presa in Con sigli o d ei Ministri cd era specialmente ri ferila ag li uftì cia li (ìe nera li e ai Comandanti di Reggimento o di corpo. l9 2(X)O Lire per uftìciali subalterni , l(iOO per Capitani, 1200 per ufficiali superiori e per g li ufliciali inferiori che avevano già com piuto il 40° anno d' età. Come termine di paragone possia mo ricordare che un suba lterno di prima nomina alla fine dcll'800 percepiva 90 lire a l mese, pari in term ini stipendiali, ai 2.300.000 d ella fin e ciel ' 900. Perciò, una lira de l 187 6-99 è paragonabile med iamente a 25.000 lire del 1999 . Ma la l. 23 giugno 1907 stabiliva che " l' uftìeiale provv isto di uno stipendio lordo inferiore a lire 4000 p uò ollcncre il Reg io As sentimento se non dimostri di possedere. o ltre allo stipendio lordo, un reddi to annuo netto corrispondente ai 4/5 dell a differenza fra lire 4000 e il eletto ammontare lordo de llo stipendio. Tale d ifferen za va computata sulla somma di lire 3000 per gli ufficiali con più di 40 ann i e per gl i ufficiali dei Carabinieri provenienti dai solluflìciali". 20 Al lettore non sfuggirà certamente questo meccanismo farragino so. che tendeva evide nteme nte ad esercitare un fortiss imo controllo suJJa categoria, oltre a rimanere, per quanto r imaneggiato. in vigore sino al conflitto mondia le.
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g li ufficia li G eneraJi2 1, lulli g li a ltri22 no n avrebbero potuto o ttenerlo se non avessero prima ga rantito con Llll vincolo ipotecario una somma varia bil e a seco nda del grado23 a favore de ll a fut ura sposa e d e i fig li , la c ui dole polcva sostitui re la rendila ove, nel contratto matrimo niale, fosse statuito questo fine. In questo caso, competeva a l marito l'one re de lla riscossione de lle a nnua lità de ll a re ndi ta24. Nell'ipotesi d' una separazione della coppia25 , il tribuna le c he avre bbe g iud icalo il caso av rehhe dato il diritto all a ri scossione de l quantum a l con iuge riconosciuto no n colpevok: della sepa razio ne. O ve il tribunale avesse riconosciu to e ntrambi i coniugi colpevoli , le a nnualità della rend ita sarebbero state divise tra di essi o utili zzate da una terza pe rsona in qua lità di tutore pe r il manten ime nto dei figli . Come era esclus a in mani era assoluta la possibilità di alie nare anc he in parte la re ndita, così pure le annu alità del la medesima non potevano essere pi gno rate né cedute, se non ne lla mi sura massima di un terzo per il pagamenlo di a limenti previsti per legge. La re ndita poteva, però, essere sciolLa da ogni vincolo ipotecario se l'uffic iale cessava dal serviz io o se il ma trimonio era scio lto per mori e di uno dei coniugi senza c he vi fossero discende nti in e tà minore. Ne l caso in c ui c he vi fossero stati fig li 1ninori e la rendila fosse s ta ta costit11i1:i rl:i h~ni non di propri età nl< dd1' ufficiale né della moglie, be n sì di terze persone 26 , il vincolo ipotecario sarebbe rimasto sino a c he i lig li no n avessero ragg iunto la maggiore età, falla eccezio ne per le fig li e sposale. La competenza a di chiarare l'i do ne ità e la validità 2 1 Va aggiunto, a titolo esemplificativo, che le retribuzioni degli uffa:ial i nel periodo antecedente la I Guerra Mondi ale subirono u11 notevole miglioramento rispetto a prima. passando da una media di 3000 lire lorde annue al I O luglio 1907 ad una di 3700 de l I" luglio 19 12 (si traila tuttavia di valori medi che ricompre ndono sia la retribuzione del Sottotenente che de l Generale di Corpo cl' Armala , cl"r. G10RG 10 ROCHAT, G1u1.10 MASSOBRIO, Breve storia del/'eserrito i111liww dal 1861 al 1943, Torino, Giulio Ei naud i Editore, 1978, p. 170 nota 9 e crr. RAGIONER IA GENERALE lJELLO STATO, // hil,ml'Ìo del Rl'gno d 'Italia ne,:li esercizi.finanziari dal 1862 al 191 2- 13, Roma, 1')14, pp. 42-43). 22 Non si può fare a meno di sottol ineare come, al la fi11e dd XIX secolo, un unicialc subalterno percepisse uno stipe ndio Ionio di 150 lire mensili che si riducevano a 90 tra rite nute e tasse, cfr. CIRO PAOLEITI, Gli Italiani in armi - cinque secoli di storia militare 11azionole: 1494 - 2000, Roma, Uffi cio Storico dell'Esercito, 200 I, p.447. 2J 2000 Lire per ufficiali suba ltern i, 16()() per Capilani, 1200 per ufficiali superiori e per gli ufficiali inferiori che avevano giì1 compiuto il 40° anno d'età. Come termine di paragone, possiamo citare il costo di sci lire per un abbonamento annuale all a ri vista " Illustrazione Mili tare Italiana" edita nel 1887, mentre ogni usc ila bi mestrale costava 30 centesimi. 24 Dobbiamo ri cordare che la situazione della donna in quel periodo era con grande limitazione dei dirill i. Per una vis ione più completa della posizione femmin ile si rimanda all a le ltura del Codice Civile del 1865. 25 Non esisteva il divorzio, era consentila sola mente la separazione, peraltro con una casistica diversa, a seconda delle situazioni e con una posizione di preminenza per g li uomi ni , vt:di e.e. 1865 . 26 Nel testo ori ginale s i parla di persone eslranee.
l .'Pvo/uz.iorw ,wmwliva del malrinwnio del personale mi/ilare...
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de lla cos tituzio ne della re ndita, ovviamente su istanza de ll ' ufficiale. era de l Tribuna le Supremo di Cìuemt e Marina27 dopo aver sentito l'avvocato generale mililan:, me ntre Lutti i r imanenti provvedimenti re stavano di competenza dei tribunali ordinari. Ne l cas o in cui l'uffic iale avesse contrauo ma trimoni o senza aver ottenuto preventi vame nte il regio assentimento sare bbe stato revocato dall'impiego, com e stabililo da ll a normativa in v igore già indicata dalla legge s ullo stato deg li u1Ti ciali 28. Pe r questo non sarebbe occorso alcun parere da parte di un Consig lio di di sciplina , ma sarebbe scmpliccmcnLc bastala una dic hi arazio ne del Tribunale S uprem o di Guerra e Marina, con la quale fosse affe rmato che il matrimonio era stato contratto contravvene ndo alle di sposizio ni di legge. La legge29 stabiliva infine che le di spos izioni impartite s ul diritto di ri scoss io ne de ll ' a nnualità e sull 'alienazione e scioglime nto de lla rendita da vincoli ipotecari , per quanto applicabili, avevano effi cacia anc he pe r le rendite costituite in occas io ne de i matrimoni contratti secondo le Regie Patenti del 29 aprile 183430, senza però aiTccarc pregiudi zio ai dirilli acqui siti co n le stesse. Le dis pos izioni attuative della legge 31 prevedevano l'iter buroc rati co attraverso il quale l' uffici a le poteva a rrivare a contrarre matri mon io. L' uffi c iale de ll 'ese:rr. ito 32 in serv i1.ìo effetti vo, in sta to di dis ponibilità. o in aspettati va. che vo leva contrarre matrimo ni o, doveva tras m e ttere per via gerarchi ca al Minis te ro de ll a G uerra la domanda per ottenere il regio assentimento. ln ess a doveva indicare co n preci s io ne il nome , cognome e l' e tà della futura sposa , il no me e cognome del padre, il loro domicili o e la lo ro condizi one. Nel c aso in c ui v i fossero stati impedimenti al matrimonio (per motiv i d ' e tà , per vincoli di pare nte la o affi nità) l' uffi cia le aveva l'obbligo di dic hia rarlo ne ll ' istanza, specifi cando inoltre la dala d e ll a dorn anda presentata a l Procuratore Ge nerale del Re presso la Corte d'Appe ll o per otte ne re la di s pe nsa, in aderenza alle di s pos iz io ni d e ll' e poca33_ Nel caso in c ui, a seguilo delle informazioni opportune, la progettata unio ne non rosse stata ritenuta conveniente, il Ministro d e lla Guerra ne avre bbe comunicato l' e s ito al Re, ri cevendo ne disposiz ioni. Se, invece, il Minis tro de ll a 27 È possibile sollolineare in questa slaluizione legis lativa la competenza di una magistratura speciale in un atto di natura tipieamenle amministrat iva, quindi offrendole un campo d'a/.ione ahha~tanza ampio che non si limitava esclusivamente a quello penale militare. 28 Legge 25 maggio 1852 sull o stato giuridico degl i ufficiali, già ind icata in nota I . 2lJ Con R.D. <lei 3 1 luglio 1871 n. 394 veni vano determinate le norme da ri spettare per l'esecuzione della legge. la cui entrata in vigore era prevista a partire dal I " gennaio 1872. 30 La legge sullo si.alo degli urliciali dell' Armata piemontese precedente a quell a richi amata alle note I e 15, ovvero Legge 25 maggio 1852. 3 I Come in nota 14, Regio Decreto 3 I luglio 187 1 n. 394. 32 [)' ora in poi verrà indicato solamente l'ufficiale dell ' Esercito. ma le disposizioni erano applicabili anche all ' impiegato assimilato al grado mi litare, vedi testo originale (IU). 3 1 luglio 187 1 n. 394). 11 R.D. 15 novembre 1865 n. 2602, dell'ordinamento dello stato civile.
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Guerra non aveva motivi ostati vi al futu ro malri monio, con proprio decreto anunellcva l'uflìc ialc a produrre le prove che garantivano la soli dilà della rendi ta, trasmettendo un eslrallo del medesimo decreto all ' avvocato ge nerale militare, c he lo avrebbe depositato pre sso la scgrclcri a del T1ibunale d i G ue rra e Marina. A questo punto, compito de ll ' ufficiale era que llo di inviare il proprio ricorso'.1 4 per ollcncrc la declaratoria dell' idoneità o la validità de lla re ndita costitu ita. I documenti a corredo del ricorso dovevano essere in grado d i di mostrare la sufficienza e sicurezza della rendita. Nel caso in cui fosse stata garanti ta da beni immohili , dovevano essere allegati l'atto costitutivo della re ndi la, la carte lla d ' iscrizione ipotecaria, i titoli probato ri della pro prietà degli stabili e dell a loro provenienza, le peri zie e stimatorie. gli estratti e i certificati relativi agli articoli 1932 35 e seguenti de l Codice Civi le e alle iscri zioni ipotecarie contro l' attuale e i preccdcnLi proprietari e, infi ne , tu tti i documenti che potevano essere utili a dimostrare che lo slahilc ipotecato era di proprietà esclusiva e libera della pe rsona che garantiva la re ndita e che , malgrado i diritti di terz i e i vincoli a cui era soggetto, presentava fondamento no n dubbio alla sicurezza della re ndi ta stessa. Così si arrivava a compl etare i prim i d ue passaggi di docume nti tra il povero uffic iale e la burocraz ia ministeri a le. Nel caso in c ui la rendita fosse stata assicurata con titoli di stat.o 36 no n appartene nti né all ' ufficiale, né alla fu tura sposa, ma a un terzo, do po averne otte nuto l'atto a utentico di c onsenso, l'uffic iale si sarebbe fatto ril asciare dall ' ammin istrazione del DchiLo Pubbli co il certificato di usufrutto, che avrebbe allegato a ll a do mand a. Una volta completato questo lu ngo percorso , il Trihunale Supremo di Gue rra e Marin a37 avrchbe de liberato in camera d i consigli o, sentite le conclusioni de ll' avvocato genera le militare , trasmettendo poi , a c ura d i q uest' ultimo. una copia della de li beraz io ne al Ministero dell a Gue rra. A seguito di c iò, se la declaratoria si fosse esaurita con giudi zio favorevole all ' uffic iale, il Ministro de lla Guerra avrebbe provveduto a darne comuni cazione a ll' avvocato generale militare e a ll ' inte ressa to ste sso. Così fina lmente si sare bbe po tuto dar luogo a lla ce lebrazione del matrimo nio e sarchhc spctlato all ' uffic ia le di stato civile ce lebrante trasmettere copi a de ll 'estratto de ll' atto di ma trimo ni o a l Ministro dell a Guerra . Se invece il Ministro de lla G uerra, s ull a hase delle c omunicazioni ricevute dall'uffic iale di stato c ivile o per infor maz ioni in a ltro modo perven utegli, aves34 Firmato da uno degli avvocati abil itati all'esercizio presso le magistrature superiori del Regno. 35 Glj articoli fanno riferimento al Codice Civile del Regno d'Italia, approvato con IU). 25 giugno 1865 n. 2358, Libro Ili ''Dei modi di acquisto e trasmissione di prnp1iet11 e diri tti su cose", titolo XX II "Della trascrizione". 11 Codice Civile si ispirava al "Code Napoleon" giì1 applicato nel Regno Italico a paitire dal 1808. Dei Codici civili preunitari, quello che si manteneva più tede le alla raccolt a legislati va francese era il Codice Civile del Regno delle Due Sicilie. 36 Consolidalo pubblico nel testo originale. 3? D ' ora in poi semplicemente Tribunale o Tribunale Supremo.
L'evoluzione normativa del matrimonio del personale militare...
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se avuto indizio che un unìciale avesse conlrallo matrimonio in violazione di legge, avrebbe provveduto a trasmettere i relativi documenti all'avvocalo genera le militare, che dopo averli ricev uti e dopo aver condotto eventuali ulteriori acccrlamcnli, terminala l'i struzio ne e le conclusioni38, avrebbe depositato gli atti alla segreteria del Tribunale. li Tribunale, prima <li deliberare avrebbe provveduto a inoltrare copia degli atti dell' avvocato generale all ' ufficiale incolpalo, indicandogli il termine entro il quale presentare le proprie difese. In particolare poi, se vi fossero siate circostanze dubbi e sull'i<lcnlità delle persone che avevano contratto matrimonio, sarebbero slali ordinati ulteriori acccrlamcnli . Se f"osscro stati ordinati dopo che l'ufficiale aveva presentato le proprie difese, allora sarebbe stata trasmessa all'ulfo.:ialc una nuova comuni cazione, dandogli un ulteriore termine per la presentazione delle proprie nuove <li fese. Che l' ufficiale avesse provveduto o meno a prese ntarle, allo scadere <lei tempo assegnato e terminati gl i accertamenti, tutto il fascicolo sarebbe stato trasmesso all'avvocato generale militare, il quale e ntro tre giorn i avrebbe provveduto a restituirlo alla segreteria de l Tribunale, a llegando le sue <lclìnitivc conclusioni. A quel punto poteva aver luogo la deliberazione in camera di consiglio <la parte <lei Tribunale Supremo. Come stahi Iilo già prccc<lc nlc mc nlc, una copia della decisione del Tribunalc39 veni va inoltrata al M.inistro della Guerra a c ura del l' avvocato generale mii ilare. lnlìnc, ove si fossero vcrilì catc le condizioni di libera di sponibilità della rendita come previsto dalla legge, l'Amministrazione militare avrebbe provveduto a rilasciare all ' uffi ciale un certificato che avrebbe comprovalo che Io stesso era cessalo dal servizio, ovvero, c he aveva tem1inato il suo rapporto d ' impiego con l' amministrazione milita re. Ma la legge non aveva previsto una sottig liezza che spesso fu utili zzala da ufficiali , sottufficiali e militari di truppa ta nto da ric hiedere un intervento legislativo. La siluazione di scontro con la C hi esa aveva in quegli a nn i posto i catto lic i praticanti di fronte a una scelta diflìcile circa il matrimonio. Infatti , l' unico matrimonio rico nosc iuto dalla legge era quello civi le, celehrato dava nti a ll ' uffi ciale di sta to civi le, mentre nulla era previsto per quello religioso. Per questo gli uffi c iali che si fossero avva lsi solamen te del matrimonio con rito reli gioso, o perc hé sprovvisti della re ndita necessaria, o pe rché più attenti alle indicazioni del Santo Padre, sa rebbero sfu ggiti alle proihiz ioni stahilitc dalla legge. Fu necessario, quindi, intervenire. Così Re Umberto I promulgò nel 1895, in vista del fìùa nzamc nlo del Princi pe e reditario Vittorio Ema nuele con la Principessa Ele na del Montenegro, una nonna tamponc40 . Essa aveva efficacia verso g li ufficiali sia del R egio Esercito, s ia della Regia Marina. 38 Prev isle dall'a,1. 8 ddla legge 3 1 luglio 187 1. 39 Tra le norme finali era stato stabilito che presso la segreteri a del Tribunale Supremo di Guerra e Marina fossero istitu iti specia li registri che contenessero le inserzioni delle delihere assunle dal Tribunale Supremo di Guerra e Marina. 40 I .q1,r,c 4 }1r,os10 I 8CJS n. 467 , composta cb qua ttro articoli .
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Flavio Carbone
Il Ministero della Guerra e ra autorizzato ad ammettere a chiedere il Regio assentimenlo, senza alcuna condi z ione41, tutti gli uffi ciali che si l"òsscro lrovali nelle posizioni di servi zio cffclli vo , in dis po nibilità, o in aspettativa e c he avessero contralto un rnalrimoni o con il solo rito re li gioso prima de ll 'entrata in vigore de ll a legge. Evidenteme nte qu esta sanatoria fu resa necessari a dall' elevalo numero d i uffic iali c he avevano scelto questa strada per superare il vincolo della costituzione della rendita, c he per i valori dell'epoca era cospicua. Agli uffic iali che prima de lla promulgazio ne de lla legge avessero c ontratto matrimoni o senza il regio assentimento non sarebbero sta te applicale le di sposizio ni "contra eum"42. Inl"inc, tutli gli ufficiali c he, a pa11ire dall 'entrata in vigore della legge, avessero contratto matrimo nio sola me nte in forma re lig iosa, sarebbero stati solloposti a ll a revoca dall'impi ego senza che , per il caso spcc i lico, fosse emesso alcun parere da pai1e di un consiglio di di sciplina. Un decre to4 '.l di venti giorni dopo conteneva le disposiz io ni per l'appl icazio ne de lla legge. La sanatoria si doveva svolgere così : g li uffic iali de l Regio Esercito in servizio e ffe ttivo, in dis po nibilità e in aspeltativa, sposatisi con il solo rito re lig ioso ptima de ll'entrai.a in vigore della legge, erano ammessi a presentare istanza per chiedere il Regio assentimento per contrarre il matrimo nio44 senza le condi zioni previste, in altre parol e, il Regio assentimento e la costituzio ne de lla re ndita. Oli urlìciali, entro tre mesi da ll 'entrata in vigore de l Regio Decreto dovevano presentare la domanda 4 5 per ottenere il ret; io assentimentn unendov i "la fede autentica dell'unione reliJ;iosa contrai/a anteriornzente al 5 agos/o / 895." 11 Ministero della Guerra, verilìcala l' autentic ità e la validità de i docume nti e raccolte le informazioni riten ute o ppo11une, ove non vi fossero state eccezioni da porre, avrebbe promosso il reJ;iO assentimento comunicandolo ali ' inte ressato. In defi niti va, menlre veni va supe rata una lacuna legislativa con un atto formale c he permelteva a Lulli gli uflì ciali di poter regolarizzare le unioni celchratc con il solo rito relig ioso, si mante neva uno stretto controllo di potere discrezionale sulle unioni c he era no state contratte. Non era quindi una sempli ce sanatoria , ma un controllo di vcrili ca dell a "conveni enza" del matrimonio e delle condi zioni della s posa. Non sfugg iva alle nuove regole neanche il matrimonio celebrato il 24 ottobre 1896 tra Ele na di Mon tenegro e Viuorio Emanue le W col doppio e separato rilo, civile e rcligioso46 . /\d og ni modo, gli uflìciali che non avesse ro provve duto a richiedere l'apposita autori zzazione entro il termine indicato, o c he, avendola c hiesta, non l'avcs4 I La legge 3 1 lugli o 187 1, all'articolo 2 prevedeva una rendita per essere autorizzati al matrimonio; nello specilico vedi nota 14. 42 Come già trattato, la legge 3 1 luglio 187 1 prevedeva, in quesli casi, la revoca dall' impiego. 43 Regio decreto 24 agosto 1895, composto da sei articoli. 44 Vedi anche note 9 e 30 . 45 In base alle indicazioni previste dal Regio Decreto 3 1 luglio 1871 11. 3')4 e sopra riportate. 46 D. F AR IN I, Diario di fì11e secolo. a c u ra di E. M O RELLI , Il, Roma, 1962 p. I047.
L'evo/11zio11c normativa del malrimonio del personale militare...
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sero o tte nuta, o che, dopo aver cl1iesto e otten uto il regio assentimento, non avessero provveduto ad adeguare l'unione matrimonia le 47 a lle di sposizioni stabili te da l Codice Civile e avessero continuato a convivere in "u11 'unione irregolare" 4 X, sarebbero stati sottoposti a un consig li o di di sciplina49_ Tuili g li ufficiali del Regio Eserc ito apparte nenti a lle catcgoric sopra indicate che, prima del 5 agosto 1895, nvessero contratto matrimo nio senza il Regio assentimento avrebbero dovuto presentare, entro 3 mesi da lla data de ll'e mi ssione del Regio Decreto, l'estratto de ll'atto di celebrazione del matrimonio al proprio Comandante di Corpo o cnpo di servizio che avrebbe provveduto ad inol trarlo a l Ministero. Quest' ultimo, verifi cato che il nrntrimo nio ri saliva a una data precedente a l 5 agosto 1895, avrebbe ema na lo un ' apposita di chiarazione con ln 4ualc sarc hbe stata approv.ita l'iscriz io ne a matricola de l rnatrimonio50_ Infine, se l' uffi ciale avesse contratto nrntrimo ni o so lamente in forma relig iosa dopo l' e ntrata in vigore delle di sposizioni 51, il Conrnnd.inte di Corpo o capo di serviz io .ivrebbe provveduto a convocare i dipe nde nti uffi ciali supe riori in commissione, per deliberare s ui dati in possesso, dai quali ri s ultava l'avvenuta unio ne matrimoni ale con il solo ri to religioso, provvedendo poi a formulare una propri a proposta da inoltrare, come sempre, rer via gerarchi e.i .il Mini ste ro, corredata da l pnrere dell a superiori autorità. In parallelo all'e manazione di 4uestc norme, veniva modifi cato anc he il Regolame nt o d i Disciplina per l'Esercito nel parag rafo 22652_ Il nuovo paragra fo recitava: " Con non minore im{Je~no e sei•eritù de ve il comandante di corpo aflrettarsi a reprimere al primo indizio il concubinaggio, origine di unioni indecorose, e causa troppo spesso di scandali. di d issesti e di rovina. Eserciterà poi una ,çpeciale vigila11za sulle eventuali in.frazioni alle leggi che regolano il matrimonio dei militari; l'd avvenendo che u11 ufficiale abbia contralto unione col solo rito religioso, dovrà, resistendo inesorabilmente a qualsiasi sentimento di malintesa pietà, procedere tosto verso il trasgressore, onde gli ,çia applicata la revocazione a termine dell 'articolo 2 d effa legge 4 agosto 1895"53_ È bene inoltre ri cordare c he lo stesso a rti colo del Regolamento di di sc iplina per l' eserc ito54 era già st.ito modificato dallo stesso Sovrano roc hi a nni prima55 _ 47 Il tes to riporta lelteralmentc "/e,~ittirna" .
48 Come riportato nel testo. 49 Con le evidenti poss ibili conseguenze. lnl'a tt i, abbiamo già sottolineato che. in q uesti casi, la legge 3 I lug lio 187 1 prevedeva la revoca dall'impiego. SO In osservanza al di sposto de ll ' art. I del la legge 4 agosto 1895 n. 467. 51 In applicazione del le dispos i7.ioni d i cui all 'art icolo 2 de lla s tessa legge di cui alla nota 37. 52 Regio Deneto 24 agosto 1895, modifica del parag rafo 22(1 del Rcgolarnent u di disciplina per l' esercito. SJ G io rnale Militare ufficiale, anno 1895, d ispe nsa 34°, parte 1•, pubblicalo il 7 settembre 1895. 54 Approvalo con Regio Decreto 1° di cembre 1872. 55 Reg io Decreto 7 ottobre 189 1, modifica del paragra fo 226 del Regolamento di disciplina per l'esercito .
Flavio Curho11e
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È significativo il tono di "severa vigilanza'' da parte del Comandante di Corpo assunto nel regola me nto , anche pe rché il concubinaggio citato era forse inteso più verosimilmente come unione solamente relig iosa e senza effe lli civili . Di fallo, doveva essere un fenomeno molto freque nte alla fine delJ' 800 visto che lo stesso articolo ne sotto lineava la necessità di repressione e lo defini va causa "troppo spesso di scandali". Un' immagine viva di quale ro sse la situazione delle coppie sposate con matrimonio religioso la troviamo nelle memorie della Medaglia d ' Oro al Va lor Militare generale Eugeni o De R ossi che, ricordando il periodo passato da suba lterno in un Reggimento di Fante ria di linea intorno alla metà degli anni ' 80 del X IX secolo, parlando di un suo collega indicato solo come O .... , avrebbe scritto: "Il suo capilllno era uno zotico impulsivo che lo trattava male, benché O ... jàcesse l'impossibile per contentarlo. Era evidente lo sforza di dominarsi ed io am.miravo tanta sopportazione , della quale io for,1·e non ,varei stato capace. Un giorno che gli aspri ed ingiusti rimproveri del suo capilan.o si erano rinnovati in mia presenza, O ... dopo averli ascoltati, pallido ma padrone di sé, venne ad appO!!,f!,iarsi alla balconata sulla quale stavo io pure. "Mandalo al diavolo. gli dissi.fap,li sen/ire qualche verilà a quattr'occhi! " "Oh! ... sospirò, e poi mifece: "Non posso, quell'uomo potrehhe rovinarmi se volesse! lJebbo a/1.cor esser!!,li grato se ancora non lo ha fatto" /,a storia di O ... era quella di /anli allri ufficiali che vinti dalla passione, avevano commesso un primo errore, comprometlendo una ragazza e non potendo poi regolarizzare l'unione perché la mancanza della dote militare non lo permetteva, 11e avevano conunesso un allro, sia pure generoso, (.'(}Stituendo una famiglia illegale. fon/e di ansie per sé. di mortijìrnzioni per La poverella che aveva acce/lata la situazione, iniziando così una vita di privazioni e di sacrifizio per entrambi. Drammi ignorati, eroiche abnegazioni d i una esistenza tutta di rinunzie, nascosla dall 'orpello della brillante uniforme, mi si rivelarono allora in tutta la loro strazian.le realtà. Nelle condizioni di O .. . ,no/ti altri 1~[fi.ciali scoprii in seguito, osservando intorno a me, e notai, qua,çi senza eccezione, dze l'uJjìdale era esatto nei suoi doveri e la sua compagna un modello di virtù domestiche, men/re non sempre lo stesso giudizio merilavano le coppie legali .... O... mi raccontò il suo romanza d 'amore ed i tentati vi infrul/uosi per trovare un 'altra professione, data la incapadlà nostra di foggia rci ad una villi diversa da quella <:ondotta fino da i più leneri anni. Mi disse delle speranze di un indulto, e del supplizio che gli infliggeva il suo capi/ano dopo scoperta la sua condizione irregolare .... /,ei era una maeslrina di buona famiglia, né bella né brulla, ma con una grande aria di bontà sul vi.w. Avevano una bambina di sei anni ed abitavano tre camere/te in un quartiere quasi operaio, lontano dalla caserma. In quell'allogf.:etlo tutto era ordine e nettezza, la poverlà del mobilio spariva per il gu,vto con <:ui quel po<:o era adorna/0"56_ 56 E u n ENIO Oe ROSSI , Mondadori , 1927, pp. 55-56.
/ ,11
vila di
1111
uj]it:iale ilaliano sino alla guerra, Milano.
L'el'(>fuzJ011e nor111a1iva del malrimunio dl'I persoruile mililart'...
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Questa era la poco be lla situazione in cui si trovavano la magg ior parte delle coppie sposate col solo rito relig ioso; e non c'è da pensare che il caso descriuo dal Generale de Rossi fosse anomalo; lutL'altro. Anche la narrati va dell'e poca affronta l'argome nto dei matrimoni "segre ti" e del cvncubinaggio ed unioni indecorose con un 'estrema attenzione e sensibilità legati verosimilmente a vicende realmente accadute. Di estre mo inlt:resse appare il romanzo Le Umi/(57 apparso all' ini zio del 1900 il cui autore, Capitano di Fanteria Paolo ni, ri percorre le vicende di un amore "sincero" tra una ragazza di nome Elisa c he si innamora e vie ne ri cambiata dal Tenente Lamhe1ii. Questo innamorame nto fu fatal e alla vita del g iovane uffi ciale, ma soprattutto g li pesò que ll a "convivenza", che non poteva trasfo1111are in matrimonio a causa della carenza dei requi siti indicati dalla legge sul matrimonio de i militari . I ,a vicenda sentimental e si sviluppa atlravcrso la vita di alloggiamento del Reggimento di Fanteria del quale fa parte l'Ufficiale e rappresenta uno spaccato non solamente dell'ambiente militare, ma dell a d iffic ile situazione che vivevano gli " illegali" ri spetlo a coloro che avevano contralto rcgolarmenle matrimonio con Lanto di dott:. li romanzo, ne lla migliore tradi z ione, termina con l'approvazione di una k gge sanatoria per gli urlìciali " illegalmente"' conviventi, permettendo loro di regolari zzare la posiz ione e si confro nta, a llo stesso te mpo, con l'uxoric idio commesso da un altro ufficiale del medesi mo Reggime nto c he aveva conlralto ma trimonio secondo le norme in vigore e quindi hadando decisamente a l possesso de i requisiti prescrini dal regolamento piuttosto c he da sincero a more, ma che aveva scoperto la moglie adulte ra con il suo atte nde nte. È evide nte che anche il fin ale del romanzo rappresenta un forti ssimo e fin troppo ape rto atlacco all ' indiri zzo politico seguito in quel periodo storico ne l continu are a sottoporre a stre tto controllo i matrimoni degli ufficiali 58 . Ancora avrebbe commentato nel 193 1 il Mare sc iallo Dc Bono: "La dote, se rea/111e11te rsistenlr r versata, era temperamento valido ad assicurare - in unione allo stipendio - un decoroso per quw1to modesto modo di vivere ad una re;;ulata fmnigliuolu .. .. V'erano poi le tantefmniglie rù:onosdute: prima per l 'indulto del 1868, in occasione delle nozze del Prin cipe Umberto con la Principessa Margherita, e poi per quello del 1897, che fu necessario conced ere per sanare le troppe 1mioni irregolari esiste11ti"59_
57 T. P AOI.O NI , /I : UM IU (malrinumi mi/ilari) - pagine di Romanzo militare del 192.... , Bo logna, Stab. Tipo-Litog ralico Luigi Pungetti, 1905. 11 testo è reperibile presso la Bibli oteca Militare Centrale, categoria XV, numero 655. 58 S i dovrà aspellare lo scoppio di una Guerra Mondiale per allcggciirc la posizione dei 111ili1ari che intendevano cont.rarre matrimo nio modificando le norme in materia per la durata della guerra. 5Y l:::M1uo 1)1: BONO, Nell'esercito nostro prima della Guerra. Milano, Mondadori, 193 1, p. 160.
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Flavio Carbone
Oe Bono formalme nte sbagli ava di un anno la data d ' emanazione. Ricordava bene qu a nto alla produzione di effetti. La legge di riforma della disciplina matrimoniale per gli uffi ciali del Reg io Esercito60 , fu infatti e manata alla fine del dicembre 1896 sollo gli auspici del Segretario di Stato per la (ìucn-a e Marina Tene nte Generale Pelloux6 1• Essa prevedeva che gli ufficial i del Regio Esercito in servizio attivo permanente, in disponibilità o in aspetta tiva, non potessero contrarre matrimonio senza avere prima ottenuto il reiio assentimento, sottolineando come le ragion i per le quali il regio assentimento poteva essere negato fossero insindacabi li. L'ufficiale non poteva ottenerlo se non aveva provato di possedere un cospicuo reddito annuo62, che poteva essere ridotto grazie a talune agevolazioni6J_ Era previsto, infine, che la dote della futura sposa poteva sostituire la rendita quando nel contratto matrimoniale essa era costituita ne lla misura e per il fine voluto. Proprio per questo non era raro che, alla stesura del contratto di nozze, i notai gon lìasscro il valore dei beni dotali della rutura moglicM. Anc he con questa norma, come per il passato era stabilito c he, durante il matrimonio, il diritto di ri scuotere le ann ualità d ella rendita fosse devolu to all ' uffi ciale e, nel t:aso di separazione dei wniugi, si dovessero app licare le disposiz ioni de l t:odi cc t: ivilc. La rendita, anche se costituita con la dote de ll a futura sposa, non poteva essere ali enata, né totalmente né parzial me nte, nonostante il disposto deg li articoli 140465 e 140566 del codice 60 1.egge 24 d icemhre 1896 n. 554, composta da undici arti coli . 61 accusai.O da una parie dell ' in1t:llighen..:ia çaltulica di " rnahalentu sellario", ovvero di possibik ispirazione massoni ca in relazione ad altre norme emanate dal Ministero in epoca antecedente a quella del RlJ, in C ivihà Cattol ica XIV, X li ( 189 1), f. 993, pag. <,63. 62 di lire quattromila cumulati vame nt e Ira lo slipenclio lo rdo ciel proprio grado, computalo in sessenni e una rendita lorda assinirata çon vinçofo ipotecario a favore dell a futu ra sposa e della prole nascitura sul debito pubblico consolidato o sopra beni stabili. ovvero assicurata su ti tolo garant iti da llo Stato. 63 tremila lire per gli ufficia li che avevano compiuto il quarantesimo anno cli età e per g li uffi çiali dei Reali Carahinicri di qualunq ue çt;1 se provcn içnl i dai solluffi ciali della stessa arma. M Un caso per tutti è quello de l te nente dei Carabinieri Reali Amedeo J\demollo (poi (ìenera le di l)ivisione e Preside nte cieli' Associazione Naz iona le Carab inieri Real i). In sede di stesura del rnnlrallo di nozze redailo nel 1899, il no ta io aumçntò di proposito il valore d i due poderi in Yaldich iana di proprietà della futura moglie per raggiungere la cifra minima prevista dalle leggi pe r l' ammontare del la dote. 65 Articolo 1404 Codice Civi le del Regno d ' Italia, approvato con R.I). 25 gi ug no 1865 n. 2358 "la dotç può cssçrc alienata o ipotecata. se nel contrailo di matrimonio ne è stata permessa l' alienazione o l' ipoteca " (art. 1407). 66 Articolo 1405 Cod ice Civi le del Reg no d' Italia, approvato con R.I). 25 gi ugno 1865 n. 2358 " Punri del caso ind icato nel precedenle articolo , non si possono durante il matrimonio alienare od obbligarç a favore di chicçhcssia la do te ne Jç ragioni do tali de lla mog lie. e non si possono neppure ridurre o restringere le ragion i medesime, se no n col consenso del marito e d ella moglie, e med iante decreto del Tribunale che può darne l' autorizzazione nei soli casi di nçççssità od utilità çv idcnw" (arti. 665. 1386, 1406. 1407).
L ·evo/u-::,ione nonnaliva del malrimonio del personale militare...
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c ivilc6 7 . Le annua li tà ri cavale non potevano esse re cedute né pi gnorate se non a ca usa degli a lime nti dovuti per legge - e a l massimo nella misura di un te rzo - e la rendita poteva ritorn are libe ram ente di spo nibil e solamente in casi parlicolari68 be n defin iti. L' ido neità e la validità de lla costituzione dell a rendi ta veni vano di chi arale da l Tribunale Supre mo di Guerra e Marina a seguito del ricorso dell' uflìciale, sentito l' avvocato generale mi li tare. Lo stesso organo giudicante rimaneva compe tente anche nel caso de ll a presentazione di un 'altra garanzia in sostituz ione di quella precedentemente comunicata. ma ntene ndo, allo stesso tempo, l'onere di dic hi arare la li bera di sponibilità de lla re ndita secondo quanto era stabi lito dalla legge. Per Lulli i restanti provvedimenti rimanevano compete nti i tribunal i ordinari. Ne l caso in cui un ufficiale avesse contratto matrimonio senza aver ottenuto preventi vamente il regio assentime nto, com'era c hiaramente stabi lito anc he ne lla legislazio ne previgente, sarehhe stato revocalo dall'impicgo69_ Era inoltre previsto c he la revoca sarebbe stata inllitta senza alc un parere da parte di un consiglio di di sciplina, ma in seguito al la dich iaraz ione de l Tribu nale Sup remo, co n la qua le doveva essere statuito che il matri monio era stato contratto contravvene ndo alla legge in oggcllo. lmportante novità ri spetto a l passato e ra la concessione all ' utti c iale, in immine nte pe ricolo di morte, che avesse prole naturale in vita e che intendesse legittimarla, di contrarre matrimonio senza avere ottenuto preventivamente il rexio assenlimenlo, con le so le eccezioni indicate come casi d' impedime nto dal codice c ivile 70 . Nel c aso in cui l'ufficiale c he aveva contralto matrimonio in immine nte perico lo di morte (nel testo ori ginario " in ex tre mis") sopravvivesse, o nel caso in cui rosse morta la consorte lasciando in vita fig li minori di sesso maschile. o le figlie mi nori non a ncora sposate. egli stesso doveva, e ntro il termine di un an no dalla celebrazione del 111alri111onio, adempiere alle prcscri :,,,ioni di legge, incorrendo allrimenli nella prevista revoca dal!' impiego. Su ric hiesta degli interessati, le disposiz ioni previste da lla legge sulla piena
67 Approvato con Regio Decreto 11. 2358 <ld 25.06. 1865, è entrato in vigore il I O gennaio 1866. 68 In quattro partico lari e ben specificati casi: a. quando lo stipe ndio lordo d ell ' uffic iale, computat i i sessenni, raggiungeva le quattrom ila li re, ovvero le fre mil a ne i casi previsti ne ll ' arlicolo <lue <lello stesso <lecrelo regio; b. q uando l'ufficiale cessava defini tivamente dal servizio attivo permanente; c. quando il matrimo nio era sciolto per la morte de ll 'ufficiale: d. quando il matrimo nio era sc io lto per la morte della mog lie de i di scendent i superstiti di sesso maschi le in e lit minore o di quelle di sesso fe mminile in etit minore no n sposale . t,l) In base alla legge su llo stato d egli ufficiali del 25 maggio 1852. 7 Codice Civile de l Regno d ' It alia, appro vato con R.D. 25 giugno 1865 n. 2358, Libro I ·'Delle persone", Titolo V " Del Matrimonio". Sezione II " Delle condizioni necessarie per contrarre matrimonio", artico li 55 - 69.
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di sponihilità della re ndita si applicavano anche alle re ndite costi tuite in occas ione di rnat1imoni contralti nel la previgente lcgislazionc7 I. Poco tempo dopo 72 veni vano stabilite con maggiori dettagli le norme per l' esecuzione della legge. Come in preceden za, l'ufti cia lc de l Regio Rsercito73 c he des iderava contrarre matrimonio doveva tras rncllcrc pe r via gerarchica al Minis tero della (ìucrra la propria domanda per ottenere il regio assentimento. ln essa andava indicato con precisione il nome, il cognome, l' età de lla futura sposa; il nome, il cognome del padre della medesima, il loro domici lio e la condizione 74 . Ancora una volt a veniva ribadito che, se alla contrazione del matrimo nio ostavano irnpcdirncnLi qua li l'età, o i vincoli di parentela o di affinità, l'uffi ciale aveva l'obbligo di dichiararlo nel la domanda, indicando anche la data nel la quale aveva presentato istanza a l Procuratore Generale del Re presso la Corte d ' Appello per ottenere la regia di spensa, in base a quanto di sposto dalla normativa vigente 75. Il Mini stro de lla Guerra raccog lieva le informazioni opportune. Se riteneva la ·'pro,::ettata unione non conveniente'', ne d ava com unicazione al Sovrano attendendone poi disposizioni . Se invece non aveva ril evato nulla da eccepire, emetteva un proprio decreto con il quale autorizzava l' ufficial e a produrre le prove di garanzia dell'idonei tà e d ell a s icurezza della rendita necessaria per potersi sposare76. Se pcrù non fosse s taio necessario produrle secondo i termini de lla legge richiarnata77 , provvedeva a rilasciare il regio as,ventimento. U na copia della determinazione ministeriale veniva allora inoltrata ali ' a vvocato generale militare, il quale doveva depositarla presso la segreteria del Tribuna le. Per ottenere la declaratoria de ll'idoneità o va li dità d ella garanzia cos tituita, oppure da sostitu ire con que lla primi genia, l'uffic iale doveva poi tras mettere alla segre teria del Tribunale S upremo il ricorso 78. Era quindi s urlìcicnle la sola firma 7 1 Questa
legge abrogava quella del 3 1 luglio 187 1 n. 393. sempre relativa al matri monio degli ufficiali. 72 Regio decreto 4 aprile 1897 n. I} I, di sposi7.ioni reial ive al ma1ri111011io degli urfìciali del Regio Esercito. li RD era composto da 15 articoli. 73 in servizio attivo permanente, in disponibilità o in aspettativa, come sempre vengono ri chiamate le stesse posizioni d' impiego dell'ufficiale di cui abbiamo già ampiamente discorso. 74 in lutl e le disposizioni legislati ve in materia la condizione di riferimento è quella soc iale e economica. 75 al1icolo 79 del Regio Decreto 15 novembre 1865 11. 2602 su ll'ordinamento dello stato civil e. 76 sempre ai se nsi del la legge 24 dicembre 1896 n. 554. 77 Come nelle precedenti norme di legge. solamente i generali erano esclusi dalla necessità di produrre atti re lat ivi. evidentemente per !"elevata retribuzione che percepivano. 78 firmato da un avvocato o procuratore iscrillo all' albo dell'ordine presso un Tribunale del Regno.
L 'evo/uzio11e 1101111ativa del matrimonio del fJf'f"stmale militare...
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dell'ufficiale quando l'istanza era diretta a ottenere la dichiarazione di lihcra disponibilità in alcuni easi79 de lla c i Lata leggeSO. A ll'istanza presentata dall'ufficiale dovevano essere a llegati g li stessi doc umcnli c he g ià erano stati indicati ne l Regio Decreto 3 1 luglio 187 1. Senza nulla variare ris pello alla norma passata, il Tribunale Supre mo deliberava in camera di cons ig li o e, av ute otlenulc le conclusioni de ll ' avvocato generale militare, ven iva ammessa la garanzia pe r il matrimonio , trasmessa am:he al Minis tro della Guerra. Se infine al l' allo del Trihunalc seguiva il re~io assenlirnentu, questo veni va co muni cato a ll ' ufficiale inte ressato e all'avvocato generale militare. Veni vano mantenute le medesime dis pos iz io ni anche per qu anto riguardava g li accertamenti da condurre a carico de ll'uffic iale sposatosi senza assentimento, oppure in exlremis senza aver poi otlcmperato a ll e di s posizioni previste dalla legge de l 1896. Gli ufficiali c he avessero violato le di sposizioni relati ve al matrimonio religioso sarebbero stati sanzionati come nel passato81 . Le restanti disposizioni erano ripo11ate in maniera integrale nel nuovo Lesto legislativo che, contestualme nte, abrogava i Regi Decreti 3 1 luglio 1871 n. 394 e 24 agosto 1895 relativi al matrimonio degli ufficiaJi 82. Sotto il profilo normati vo si inseriva a ques to punto, l'istruzione relativa al Regio Decreto 131 /1897. Erano le disposizioni tecnic he e messe dal Ministero de lla Guerra per la corrcll.a instaurazione, trattazio ne e conclu sione di un'i stanza di matrimo nio presentata da un uffi ciale. L' uffi c iale doveva presentare dire ttamente al Comandante del proprio Corpo, o al capo servizio, la domanda di matrimonio su carta bo llata da una Lira83, conte ne nte tutte le indicazioni previste dalla legge 13 1/ 1897. li superio re provve deva a tras metterla, pe r via gerarchica, al Minislero de lla Guerra esprimendo il suo motivato parere sull'onorabilità 84 della proge ttata unjone. Solamente in caso di matrimonio in extremis, la domanda di R egio Assentimento doveva essere presentata al Ministero de lla Guerra, per via gerarc hica, completa dell'atto di matrimon io e di tulli i doc umenti comprovanti lo stato di famig li a aequisi10. I ,' ufficiale aveva un termine di sei mesi dalla dc tcrmjnaz ione mini steriale per concludere tulla l' islrutto ria. Se non avesse conc luso 79 Vedi nota 62. lettere a), b), ed). XO quando lo stipendio lordo dell'ulfo:iale, compulati i sessenni, raggiungeva le quattromila lire, ovvero le tremila nei casi previsti nell ' articolo due sopraindicato, oppure, quando l' ulliciale cessava defi nitivamente da! servizio attivo permanente, oppure, quando il matrimonio era sciolto per la morte della moglie dei discendent i superstiti di sesso maschile in età minore o di sesso femminile in eti1 minore non sposate. 81 Vedi la legge 4 agoslo 1895 n 467 trattata in precedenza. 82 ahrogandu i RR.DD. 31 lu glio 187 1 n. 394 e 24 agosto 1895 relativi al matrimonio degli ufficial i, di fatto non apportava significat ive modilid1e. 8 3 Il costo della carta hollala era esallamente il doppio di quello previsto pe r la domanda di matrimonio dei militari di Truppa. 84 Così indicato ne l testo.
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regola rme nte l' iter amministrativo entro il termine stabilito, sarebbe stato necessario o!lenere una nuova a utori zzazione ministeri ale. Se il matrimonio no n fosse stato celebrato entro i sci mesi dalla data del certificato del re~ io J\ssentimenlo, l'u ffic iale avre bbe dov uto ripresentare doma nda. Nel caso inlinc che il matrimoni o per il quale era stato otte nuto il regio asse111imento non fosse stato celebrato, sarebbe stato compito dell'uffo.:iale darne immediata comunicazione al Mi nistero de lla G ue rra. provvedendo a restituire, nel contempo, la copia del re~io asse11ti111ento, ovve ro, trasme ttendo un attestalo di stato civile che certificasse la presentazione del documento citato ai sensi dell' articolo 69 del Regio Decreto 15 novembre 1865 sull 'ordinamento dello slalo civile. Conc ludendo l'analisi de lle disposizioni normative in materia, se dopo c he la rendita era stata svincolata, l' uffic iale celebrava il matrimonio senza aver pri ma costitu ito nuovame nte un a rend ita e aver ottenuto l'autorizzazione da parte de l Tribuna le Supre mo, sarebbe incorso nelle stesse sanz io ni prcvistc8 5. Si dovette allcndcrc l'opera ri fom1atrice del generale Paolo Spingardi86 con la legge n. 6 I7 del 25 giugno 19 I I relativa al matrimoni o degli uffìcia li del Regio esercito. per vedere eli mi nato l' arcaico vinco lo de ll a rendita 87 . Contemporaneamente. veniva pure previ sta in 25 anni l'età anagrafica perché l' ufficiale potesse contrnrre mat rimonio, in linea con le previsioni normati ve previste dal Codice C ivile in mate1i a. Non possiamo omcllcrc alcune consideraz ion i Lrall c da l'Arte d('/ Comando. Il Capitano Gavet si espri meva in questo modo sul matrimonio degli urficiali di un esercito repubblica no q ual era que llo fra ncese: "Il diritto di ammogl iarsi li beramente è indispensabile alla dignità dcll' urtic iale. Lo Stato con un abuso de l principio della subordinazione, con abuso di potere, si mette nel caso di infl iggere all 'ufficiale una d iminuzione morale e di trattarlo quale minore nne. Vi è dunque una qu estione d i d iritto naturale e di di ritto c ivile che si impone. Un uomo può avere il potere di regolare pe r mezzo di decreti le condi zion i di matrimonio di altri uomini , di fun zionari de lla tale o tal'altra amministrazione? Certo c he no. Il fun zio nario deve allo Stato la propria fun zione; a l d i fuori di questa egli gode de i suoi diritti civili. Se l' uffic ia le è sottoposto ad uno speciale regime o ad umiliante tute la, è unica mente perc hé l'autorità di spone abusi85 In vio lazio ne de ll 'ar1icolo 8 d ell a legge 24 dicemhre I8<)6, il proprio co mporlamenlo sarebbe slalo equiva lenle al malrimonio contrailo senza aver ottenuto il reg io assenti mento. 86 Su Spingardi. cfr. J\NDREi\ S i\CC:OMi\N, Il gnumile Paolo .~ì1ingwrli min.islro della (ìuerm / 909- / 9 /4, Ro ma, Stato Maggiore dell ' Esercilo - Uffi c io S1orico, 1995. 87 Con R.d. 894 de l 28 lug lio 191 1 per l' esecuzione della legge 2 5 g iug no 191 1. n. 6 17 relat iva al matrimo nio degli uffi ciali del R. esercito (anche in G. M.U. 1911 , circ. 11. 437) e con circolare n. 4 38 " Istruzione relativa al R.d. 28 gi ug no 19 11 , n. 894, sul mal ri mo ni n degli ullì ciali del R. eserci lo" venivano emanate le disposizion i esecutive che rimanevano, sostanzialmcnlc, non d issimili alle precedenti .
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vamenlc contro di lui del principio dcll ' ohhc dic nza mil itare. Si interdice in Lal caso a ll"uffic ialc un allo privato, in no me della s ubordinazione militare. Tutte le ragioni che si danno in fa vore dell' ingere nza dello Slalo nel matrimonio degli uffic iali lasc iano intalla la questione di diritto c he sovrasta ad esse. Si mjli ragioni sono d' altra parte senza valore. Perché non si impongono le stesse restrizioni ai magistrati , ai professori , a tutti i fun zionari de llo Stato, che hanno hisogno essi pure di godere dell a pubblica considerazio ne e che hanno pur essi stipendi limitati ? L' ufficiale ha rorse moralità inreriore od inl"criore capacità d i guidars i? In pratica le disposiz ioni vige nti non raggiungono lo scopo al quale mirano; i matrimoni disparati, le unioni bi sognose ahhondano; le moglie degli urlìc iali d ' uno stesso reggimento appartengono a categori e socia li di versissime , la dote prescritta s pesso spari sce assorbita dalle es igenze della fami glia. In questa specie di tute la havvi anche una causa di demorali zzazione. J giovani uffic iali sorveglierebbero meglio ccrlc relazioni ed es ite rebbero ad impegnarvis i se non si scnLi ssero assi curati contro il matrimonio e svincolati dalle responsabilità delle loro azioni , da regolame nti troppo tute lari. Aggiungiamo a ciò, c he i soLLulTic iali ammogli ati c he g iungono a l grado d"uffìcialc, introducono nel corpo degli urlì c iali . mog li c ht>, sono sfu ggi te a lle condi z io ni imposte alle altre. Tutto dunque è falso in tali regole stabilile. Esse sono contrarie alla morale cd al diritto, contrarie alla dignità dell'uffic iale, praticamcnlc incllìcaci e demoralizzanti. Simjle grave errore proviene da una fal sa idea c he presiede ad una gran parte della nostra organi zzazione e c he io rorrnulcrci così : Tali pe rsone possono agire male, quindi bisogna legar loro le mani. E co sì s i soppri me l'azione, l' ini ziativa, la responsabilità e . .. la moralità, c he è appunto fatta di iniziativa e rcsponsahilie1. Og ni soggezione non volontaria al dovere, i; una diminuzione di dig nità e di mora lità pe r colui c he la subisce. Le osservazion i precedenti si applicano uguaJme nlc all a condi zione de i sotLurficia li e dei sempli ci solda!i. Un soldato partito in licenza per casa sua deve po!cr contra rre matrimonio se nza c hiedere pe rmesso alcu no. ,~- un suo diritto"88 _ Appaiono, così, estremamente illuminanti le parole ora scorse, innanzitutto perché ci pem1ett.ono di comprendere che uno degli eserc iti più forti dell 'epoca applicava di sposizioni normative sirnili a quelle italiane in tema di matrimonio degli uffi c iali e quindi di controllo de i vertici sulla classe deg li ufficiali. Questo, mentre poteva apparire necessario in un Regno pe r il caratteri sti co tipo di forma di governo e per il legame tra Sovrano e Forze Armate, senza dubbio appariva più stridente ne lla Francia repubbli cana. Anche dalle parole del Uavct si comprende la spi11!a e i disagi soprattutto psicologici che gli ufficiali vivevano a ll 'epoca accettando un matrimonio "irregola88 A NDRÈ GAv ~:r, Capita no dell ' Esercito franc ese, !'/\rie dd Co11umdo, C ittà di Castello. Tipografoi de ll'" Unionc Arti Grafiche", 1922, pp. 2 16 - 2 18, Il Matrimonio degl i U!fa:iali.
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re" o addirittura una "convivenza", a fro nte d i a ltre categorie di pubblici ufficia li che non s uhivano lo stesso tratta me nto , henché in un a pos izio ne di maggiore forza socia le, qua li ad ese mpio i m agislrati . Un 'altra cons iderazio ne è legata al i' atteggiame nto te nuto dalla gerarc hia militare che non comprendeva al contrar io c he un atteggiamento meno oppressivo, pur mantenemlo un di sereLO controllo sug li uftì cia li p iù g iovani, avrebbe permesso una maggio re "vivibilità" d ella vita mil itare. S u questa linea lo sv ilimento dell a fun zione s oprattutto dell ' u fficiale lo mo 11ificava al punto tale da provocare una caduta dell a moti vazio n e e dell o stimo lo anzic hé esaltare·' ... l'azione, l 'inizia tiva, la re.\pon.\'{lhilità ... "che invece erano compresse da lla ri gid ità de ll e nonn e e del modo di pensare.
Il matrimonio dei Sottufjìcia/i e dei militari di truppa Nel proseguire l'ana lis i, d obb ia mo, per co mpletezza, trattare la p arte c he rig ua rda il m auim onio de i sottutt1 ciali e n,jli tari d i trup pa, partendo dal 1903 89 , perché la disciplina preceden te no n era armoni zza1a90 a lle a ltre e propri o il Reg io Decreto di que ll' a nno poneva un ' indicazio ne c hi ara per il rnalrirnon io d i tutti i sottuffi ciali e rle i militari rl i T ru ppa. Pe r potersi sposare i sottu ffi c ia li, i caporali e i snidali in servizio dovevano ottenere il permesso de l Ministro della G uerra, c he de legava per questo il Corna ndanLc del Corpo d'Armata nella cui g iurisdizione era stanzialo il Corpo o di staccamento al quale il mili tare apparteneva, o ppure il Comandante Genera le per l'Arma de i Carabinie ri Reali. I casi di d iniego veni vano rimessi ad apposita istruzione - che sa rìi trattata successiva me nte - sem pre subordi nando l' auto rizzazio ne a lle esigcn1.c di servizio, senza per questo sciogli ere il m ilitare dagli obblighi sanc iti dalle leggi s ul m atrimonio. Era previsto che non potessero ottenere il permesso di contrarre matrimo 11io i sottuflìciali che non avessero compiuto otto anni di servi zio, fatte salve debite eccezioni9 1• 89 Regi Decreti 263 e 264 del 3 1 maggio 1903, relativi al matrimonio dei militari di
Truppa. S i rimanda ai testi legislativi sui sottuffic iali e militari di Truppa, ovvero, al Teslu Unico leg islativo sul reclutamento del Regio Esercito, approvalO w n RD 6 aguslu 1888 n. 5644, al Teslu Uniw delle leggi sullo stato dei sotluffieiali, approvato con RD 30 novembre 1902 n 52 1, alla legge 19 luglio 1906 n. 372 relativa ai sottuffic iali e all ' a11. 142 del regolamento di di sciplina mili tare, approvato con R. Decreto l" dicembre 1872. 90 In fa tti , il Testo Unico legis lativo sul recl ulamenlo del Regio Esercito, approvato con RD 6 agosto 1888 n. 5644, le modifiche a questo con legge 3 luglio 1902 n. 266 sullo stato giuridico dei sottuffic iali non erano omogenee con le di spos izioni re lative al matrimonio dei militari di truppa prev iste nel RD 29 marzo 18') 1 11 . 146. ln soslan/.a quest' inlervenl o legislali vo perrnella una completa armonizzazione delle disposizioni relative al matrimonio dei militari di Truppa. 9 1 Le eccezioni erano costi n1ite dai capi fanfara di cavalleri a, dai mu sicanti, dai capi armaiuoli e dai macchin isti della brigata ferrovieri, che invece non avevano alcuna li111ila1.ione. Anche i musicanti non sollulficiali e i caporali mani scalchi. a presc indere dall a durala del servizio prcccdcntcmcntc svolto, potevano contrarre matrimonio senza l' obbligo di provare il possesso di una rendita. Un caporale o caporalmaggiore musicante poteva esse-
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Per ottenere l'atto declaratorio era cornum-iue necessario, in analogia agli ufficiali, provare di possedere una rendita annua non inferiore a 300 lire, cosliluita con le medesime condizioni prcvislc per g li ufficiali. Allo stesso modo era disposlo per l'alienazione deUa stessa92 . Invece, i soltulfa:iali che percepivano il soprassoldo di lire 365, o di lire 419,75, erano svincolati dalla necessità di costituire una rendita; non lo erano invece i Marescialli, per i quali e rano se mpre richieste le 3()() lire. Inoltre, e ra pure statuito che un sollurliciale con prole non potesse di ventare marescial lo, se non avesse provveduto alla costituzione della rendita a favore de i propri lìgli . Erano infine esonerati dall 'applicazione delle disposizioni coloro i quali avev:mo contratto matrimonio p1ima del I O gennaio 1903. Competente a seguire gli aspe tti di costi tuzione e validità della rendita e ra il consig lio d 'amministrazione de l Corpo nel quale prestava servizio il mi litare. Una volta c he era stato concesso dal Comandante di Corpo l'atto dcclaralorio93, il militare poteva contrarre matrimonio. La sanzione per l'inosservanza delle disposizioni era costituita dalla re trocessione dal grado per i graduati, o ltre alle sanzioni indicate ncl rcgolamcnto di disci plina per l' Escrcilo, me ntre per i militari di truppa era previsto il proscioglime nto dal servizio con il soddi sfacimento de ll 'obbligo di leva. Come per gli ufficiali, pure i militari in imminente pericolo di vita potevano legittimare la prole naturale contraendo matri monio anche in assenza dell'autori zzazione, sal vo poi, se sopravvi ssuti, provvede re e ntro sei mesi dalla data di cclchrazionc a regolarizzare la propria posizione, pena il proscioglime nto dal servizio e l' invio in congedo. Nessun sottufficiale con prole potcva essere promosso sottotenente se prima non aveva dimostrato di possedere la rendita prevista per gli ufficiafi94 . Tnfine i sotluffi ciali che, alla data di e ntrata in vigore della norma, si fosscro trovati a fruire del soprassoldo di 365 li re , o fòssero già trans itati nel corpo invalidi e veterani , avrebbero potuto ottenere - a domanda - lo svincolo della re ndita.
re nominato sottufficiale solamente se avesse mostrat o il possesso di 1111:1 rendita. I motivi di questa scelta sono da legare esse11~.ialmente alla difficoltà di reperire questo tipo di perso nale specializzato che aveva ott ime prospettive economiche anche nella vita c ivi le. 92 I ,a rendita tornava però disponibi le quando: a. il sottufficiale veniva ammesso al soprasso ldo d i lire 365; b. lo stesso era trasferito al corpo i11vaLidi e veterani ; c. il sottufliciale cessava da l servizio; d. il matrimonio era sciolto per morte del soth1ffi ciale ; e. il matrimonio era sciolto per morte della mog lie senza fig li in età minore. In caso di prole. la rendita sarebbe stata sciolta quando i fi gli avessero raggiunto la maggiore età, oppure le fi g lie fossero sposate. 9.1 L"atto veniva rilasciato d al Comandante di Corpo so lamente dopo che il militare fo sse stato autorizzato dal Comandante del Corpo d' Armata n dal Comandante General e per i Carabinieri Reali e che il consig lio di amministrazione del Corpo avesse verificato l'idoneità e la validità d ella costitu zio ne del vinco lo d i rendita. 94 Come si è giù visto nelle note precedenti ; la previs ione de lla legge 24 dicernbw I896 era la costituzione d ella rendita.
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Il secondo Regio Dccrc lo, e m anato lo stesso g iorn o sempre in rilc rimc nlo al matrimonio de i militari di truppa. non faceva altro che di sporre sanzioni ne i confronti de i militari di truppa c he avessero contrallo il solo ma trimonio re li gioso. Nel 1907 si chhc una nuova modifica ne lla di sciplina del matrimonio95. Il d ispositi vo si manteneva mollo s imile a quello passato. trarn1e c he per l'anzianità di servizio necessaria pe r s posarsi , che veniva elevata da o tto a dodi c i a nn i, con eccezioni per a lcune categorie 96 . Tali categorie non dovevano essere viste come pri vileg iate ; ma bisogna ricordare che, in presenza di grandi difficoltà di re clu tame nto di pe rsona le special izzato, e ra hc ne concedere alcune pi ccole agevo lazioni , a nche perché si trattava di categori e relative a specialità c he ne ll a v ita c iv ile sic uramente avevano ouime possibi lità di s bocco profess ionale. Di consegue nza, venivano apportate a nc he alcu ne modifi che all'istruzione rel at iva a l matrimoni o de i militari di Truppa, cioè a l regolamento c he t raduceva nell ' attività pratica quotidia na quanto previsto dal Regio Decreto di quell' anno. Sedic i articoli di sc iplinavano minuziosamente ogni atto da compi ere , da parte del sottu ffic iale o del milita re di truppa interessato a contrarre matrimonio. come da pari e de i suo i supe ri ori. Innanzi tullo, c hi po teva essere autorizzato a sposarsi? Non e ra pe nnesso a tutti i sottufficia li , ma vi erano forti li mitazioni ne l numero per ogni corpo97. Infalli, esis teva una di stin zio ne in ragione de l numero compl essivo dei sotn1ffi c ia li , de ll ' incarico ri cope rto e della s pecia lità d ' a pparte nenza. Queste lim itazio ni potevano variare. in base alla forza del Corpo. dalla m ctà98 a un te rzo99, a un 95 Regio decreto 17 febbra io 1907 n. 14 1. relativo al matrimonio dei militari di Truppa. 96 1 macchinist i della brigata ferrovieri e lagunari del genio, che 11011 erano vincolali a questa disposizione, oltre ai musicanti non sollulfa:iali, i caporali maniscalchi e i caporali fuochisti della brigata lagunari del genio, tutti a prescindere dalla durata del servizio (per quest' ultima va detto che all'epoca per il sostantivo Rrigata- relativamente alle /\rmi dotle - s'i ntendeva l' u11i1ìi di livello ballaglionc. composta c ioè da almeno due compagnie o ballcric). 97 Oggi diremmo Repa,to. 98 I sottufficiali scritturali presso il comando del corpo di stato maggiore ed eventualme nte presso altri uffici militari del la capita le e presso le commissioni militari di linea, i souurric ial i addetti alla di sc ipl ina dei piantoni e degli allendcnti di S. M. il Re. de l Ministero dell a Guerra, del comando de l corpo di stato maggiore. degli ispettorati e del l' ufficio d' ammini strazione di personal i militari vari, i sotlufficiali rego larment e nominati a cariche presso c iascun comando di corpo d'annata, di di visione, ed cvcnlll almcntc presso i comandi di distrclto militare, di hrigata di limteria e di cavalleria, di gruppo alpi no e presso comandi di artig lieria e genio. i soltunic iali dei depositi cavalli stalloni , i sottufficiali di ciascuna compagnia di sanit~1. addetti alle in fe rme ri e presidiarie e quelli che coprono la carica di guardiamagazzi no. calcolati gli uni e gli altri cumulativamente. i guardiamagazzino di ciascuna compagnia di sussistenza. 99 I marescialli di reggimento, di hallaglionc e di compagnia di c iascun corpo calcolati complessivamente, compreso lo zappatore, i brigadieri dell' /\nna dei Carahinieri Reali, i sottultìciali dei depositi compresi i guardamagazzinn d'arredamento nei reggimenti alpini. d' artiglieria da montagna e del genio e i guardamagaaino di mobilitazione dei reggimenti alpini. i sotlufficiali effettivi alle scuole militari non obbligati ad alloggiare nell'i stituto, i capistazione della brigala fomivieri , i fuochisti delle brigate lagunari e fe11uvie1i <.lei genio.
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quarto 100, per passare add irittura a un quinto 1° 1. Così, se pe r ipotes i erano in serviz io presso un carcere militare 10 sottuffic ia li, potevano contrarre matrimo nio solo un quinto di questi, pari a due sposati su diec i. Come accenn ato, le aliquote e rano stahilite in re lazione agli organic i e, ne l ca so c he il numero rappresentato dall ' organico no n fosse stato esattamente divis ibile per l' aliquota corri spondente , s i ricorreva a un meccani smo complicato. S i cons id erava, innanzi tullo, il numero de i sottuffic iali previsti nella forza o rganica di que l dato Reparto, per esempio 23. Se, per alt.enerci all'esempi o g ià ipoti zzalo, i 23 sottufficiali erano in forza al carcere militare, per il qua le il rapporto coniugali-celibi era di uno a c inque, non essendo poss ibile di videre 23 pe r 5, da 23 s i arrivava a 25 (multiplo de l numero indi cato ne lle aliqu ote, che andavano da lla m clà al quinto della forza organica) e quindi s ui 23 sottufficiali prev isti, 5 potevano essere sposati . Le dis posizio ni erano estre mam ente precise, dire mmo pignole, nell ' elencare tutti gli incarichi' 02 pe r i quali poteva essere concessa l' autorizzazione al matrimon io senza alcuna limitazione ne l numero rispello a ll' organico. Nessun militare veniva a mmesso a fare do manda se non si trovava nell e condi zio ni previste dal R egio Decreto n. 141 del 1897, tanto che veniva fatto esp li ci to di vieto ai Comandanti di Corpo d i inoltrare domande per l' autorizzaz ione a contrarre matrimo ni o da parie de i soll.uftìciali e de i milita ri di truppa che non avessero i requ isiti indicati. Oiffcrcntc mcnte, invece, e ra s tabilito per i Carahinic ri Re ali . Infatti, i Comanda nti di Leg ione dovevano inoltrare al Comando Generale dcll ' Arma Lutte le domande matrimonio di maresc ialli e h,; gadi eri , poiché ricadeva ne lla compe te nza del predetto Comando Generale il contenime nto del numero dei s ottuffic ia li am111ogliati nei limiti fi ssati pe r i sottuffic iali dc li ' Arma. Un ' impo11ante eccezione, che derogava alla di scipl ina or ora enunciata, era legala all a possibilità per un mjJitare in servizio di leva di poter presentare un ' istanza a contrarre ma1,;monio pe r legittimare un ' unione irregolare. In qu esto caso, il Comandante di Corpo, dopo aver assunto tutte le informazioni ritenute IOO I musica nli di qualsiasi grado di ciascun reggimento e della legione alliev i carahini eri, non compresi i sottufficiali mus icanti . IOI I sottu fficial i addetti al ca rcere militare ccl al reclusorio militare. I02 I marescialli d'alloggio dei Carabi nieri Reali, i capi fanfarn dei reggimenti di cavalleri a, i sottufficiali musicanti. i sottufficiali trombettieri e 1amburini, i maestri di schcnna, i guardaballcria nei forti e nella scuola d'applic,11:ione <l 'artiglieria e genio, i guardafo11i, i guardaeolombaie effettivi, i sottuflìciali permanente mente addetti al servizio di porto, i guardiamaga1.zino dei depositi speciali di mobilitazione. i sottufficiali addetli alle biglietterie mil itari, i custodi presso le direzioni e gl i stahilime nti d ' artjglieria c genio e presso il musco d ' artiglieria, i capi operai presso i lahoralori di riparazione del materiale d"a1tiglieria e genio. i sottuftìciali macchini sti e automobilisti de lla brigata ferro vieri , i sottulficiali macchini sti della brigala lagunari del genio, i capi meccanici e i capi mugnai degli slabilirnenli delle sussistenze militari, il guardamagazzi no del carcere militare, i caporali mani scalchi. gli invalidi e veterani, gli istrullori d'equitazione. i capi am,aiuoli e i capi operai negli stabi limenti di artiglieria conservali in servi zio fino ad estinzione.
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oppo1tune per mezzo dei Carahinieri Rea li. avrebbe provveduto a riferirne al comanda nte del Corpo d ' Annata, il quale po teva concede re il permesso ric hiesto. La doma nda doveva essere presentata s u carta da bollo da 50 centesimi e indirizzata al comandante del Corpo cli Annata o al Comandante Generale dcli' Arma dei Carabinjeri , con tutte le indica,..ioni necessarie e rispettando le prescrizioni, valide anche per gli uffic ia li e legate aJle disposizioni rela tive al matrimo nio 103. Nel caso in cui le domande presentate fossero state in numero s uperi ore a que llo accettabile, il Comandante di Corpo avrebbe cons iderato la data della loro presentazione, tenendo conto del le dis posizioni generali sopra indicate sul matrimoni o e, a paritì1 di data, si sare bbe tenuto conto dell 'anzia nità di g rado dei ric ruedenti. N el mo mento in cui il Comandante d i Corpo avesse ricevuto la domanda. avrebbe dovuto verificare se il richiedente rosse ne lle condizioni prev iste per ollcncrc l' autorizzazione. Attraverso l' autorità politica 104 e in via ri servata avrebbe richiesto informaz ioni s ulla moralità e sulla condiz ione sociale della futura sposa e de lla sua famiglia. Ollenulc le informazioni , avrebbe espresso il proprio parere sulla richiesta, ino ltrando l' istanza al Comandante del Corpo d' Armala o al Comandante Generale de ll ' Arma dei Carabinie ri Reali, me ssi così in grndo di pronunziarsi con cogruz ione di causa, valutando se que lle unioni potevano riuscire di detrimento a l servizio e al decoro del militare. A lla domanda, sarchhc sta to necessario unire una copia del Fog lio Matricolare e Caratteristico rnod. 59 del militare e, ne l caso di un sottuffi cia le. anche i I Modello 961. Se po i ci si fosse trovali da van Li a mi li tari autori zzati a contrarre matrimonio che, riune ndo i requi siti di anzianità di servizio, ricadevano ne lle categorie sottopos te a lim itaz ioni di numero, i Comand?nti avrebbero dovuto controlla re quanti erano i militari del Corpo g ià coniugati e apparte ne nti all a stessa categori a dell 'aspirante. Finalmente, o llcnuto l'assenso dal General e Co mandante de l Corpo d' Am1ata o del Comandante Ge nerale dcli' Arma de i Carabinieri, il Coma nda nte di Corpo ril asciava al militare una dichjarazio ne 105 s u carta da holl o da 50 centesimi, comprovante l'avvenuta concessione del permesso così come indicato ne lla di sposiz ione legisla tiva 106_ Il militare l'avrebbe dovuta presentare all'uffic iale di stato civi le, dal qu ale, una volla celchrato il matrimonio, avrebbe ritirato un estratto dell'alto di matrimo nio da consegnare al Coma ndan te di Corpo. HH Ancora una volta se al contrarre maJrimunio vi erano degli impedimenti quali retà o i vincoli di parenlela o di arlinità, il militare aveva l'obbligo di dichiararlo nella domanda, indicando anche la data nella quale aveva presentato istanza al Procuratore Generale del Re presso la Corte d' Appello per otte nere la regia dispensa, in base a quanto era disposto dalla normazione vigente all'epoca e come gi11 indicato nelle nonne per gli ufficiali. I04 Il prefetto in quegli armi rappresentava una figura d'estrema importanza e potere, ma soprallutto quest' ultimo era notevole per il controllo "politico"' delle province. I OS ·'U.....(grado. impiego, cognome e nome) è autorizzato a contrarre matrimonio con .... (cognome e nome della sposa). I06 Articolo I, Reg io Decreto 17 fehhraio 1907 n. 14 1.
L'evolu: io11e normativa del 11wtrimonio del penmwle militare...
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Nel caso in cui il matrimonio non fosse stato cele brato entro il termine di sei mesi dall a data dell a dichiarazione rilasciata dal Comanda nte di Corpo, questa sarebbe decaduta d' effetti e quindi, lo stesso militare, per contrarre lo stesso matrimonio, avrebbe dovuto presentare un 'altra domanda con le stesse indicazioni . Se il Comandante di Corpo avesse ricevuto dall'ufficiale di stato civile o per iti/<1rnwziuni in altro modo pervenute 1 07 notiz ie c irca il matrimonio di un mililare di truppa sprovv isto de ll a prescritta a utorizzazione, oppure celebrato con il solo rito religioso, raccolte tutte le prove in proposito, avrebbe trasmesso tutti i doc ume nti per via gerarc hica a l Ministe ro della Guerra per le decisioni del caso. Ad ultimun1. nel caso di matrimonio contratt o in extrem.is da un militare di Trupra, il Comandante di Corpo avrebbe provveduto a trasmcllcrc al Mini stero della Gue1i-a lutti i documenti (allegando l' atto di matrimonio e quelli comprovanti lo stato di famiglia ), con l' obbli golOS di aggiungere le osservazionj del caso. Questo era l'insieme delle disposizioni buroc raticamente complicate, che il Regio Esercito imponeva ai suoi uomini pe r salvaguardare il più rossihilc il decoro ed il prestigio della condizione militare.
flmti
Statuto del Regno di Sardegna (Albe1tino). riportato m Gli ideali dd Hiso1gi111e1110 e dell'Unità, Roma, ENRPS, 196 1. Legge 25 maggio 1852 sullo stato degli uni cia li de lle due Armate de l Regno di Sardegna. Regio Decreto 25 giug no 1865 n. 2358 c he approva il Codice Civile del Regno d ' Italia. Regio Decreto 15 novembre I 865 n. 2602 sull ' ordinamento dell o stato c ivile. Legge 31 luglio 187 1 sui matrimoni degli uffi c iali e assimilali a l grado militare. Regio Decreto 31 luglio 187 1 n. 394 sulle disposiz ioni per l'esecuzione de lla legge 3 1 luglio 1871. Regio Decreto I O dice mbre 187 1 istitue nte il Regolame nto di disciplina per il Regio Esercito. Testo Unico legislativo sul reclutamento del Regio Escrcilo, approvato con RI) 6 agosto 1888 n. 5644. Regio Decreto 7 otlohrc 189 1, modifi ca del paragrafo 226 del Regolame nto di d isciplina per l'esercito. Legge 4 agosto 1895 n. 467. Regio Dccrclo 24 agosto 1895 modifica del paragrafo 226 del Regolamento di d isciplina per l'eserc ito . Legge 24 dicembre 1896 n. 554 sul matrimonio degli ulfic ia li de l Regio Esercito. 107 Frase ,;portala nel ll:slo. l08 t\ 11d1e pe r i supe riori gerard1id .
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Regio Decreto 4 apri le 1897 n. 13 1 sulle disposizioni per l'esecuzione della legge 554/1896. Is truzione relativa al R.D. 4 aprile 1897 n. 13 1 s ul m atrimonio degli uffi ciali del Regio Eserc ito. Testo Unico delle leggi s ullo s tato dei so1tufticiali, approvato con RD 30 novem bre 1902 n. 521 . Regio Decreto 3 1 maggior 1903 n. 263 sul m atrimonio dei milita ri di truppa e re lazione a S.M .. Regio Decreto 3 1 maggior 1903 n. 264 sul matr imon io dei militari di truppa e relazione a S .M .. Legge 19 lug lio 1906 n. 372, re lativa ai sottu ffic ia li dell'esercito. Regio Decreto 17 febbraio 1907 n. 14 1 sul matrimo nio de i militari di truppa. Istruzione per l' esec uzione del R.D . 17 rchhraio 1907 n. 141. Istruzione su l matrimonio dei militari del R.E. 11. 14, cdiz;ionc 1907. Legge 23 giug no 1907 n. J6.5. Legge IO aprile 1954 11. 11 3, s tato degli urli cial i de ll 'Eserci to, della M ari na e dc li' Aeronautica. Legge 3 1 luglio 1954 n. 599, s tato dei sottufficiali dell'Esercito, de l la Marina e del l'Aeronautica. C iviltà Callolica XIV, XH ( 189 1), f. 993, pag. 663. CovA A., Graziani: un gnl('ra/e per il Regime, R o ma, Newto n Compton, 1994. DE BONO EMILIO, Nell'esercito nostro pritna della Guerra, Mila no , Mondadori, 193 1. DE Ross i EUGENIO, /11 vita di un ufficiale italiano sino alla guerra, Milano, Mondadori, 1927. F/\RINI DOMENICO, Diario di fine secolo, a c ura di R. Morelli , Il Voli., Roma, 1962. GAVET ANDRÉ, L'A rte de l Comando, Ci ttà di Castell o, Tipografia dell "'U nio ne Arti Grafiche", 1922. HowARn MICII /\.EL, La J?Uerra e le armi nella storia d 'Europa, Be rgam o , Ediz;iom: Eurocluh It ali a, 198 1. ORO PASQUALE, Pagine eroiche, Udine, tipog rafia Del Bianco e Fig i io. 1923. PAOI.F.TTI CtRO, Cli Italiani in armi - cinque secoli di storia mi/ilare nazionale: 1494 - 2000, Roma, Ufficio S torico dell' Esercito, 2001. PAOLONI T., Le umili (matrimoni militari) - paJ?ine di Romanw militare del 192 .... , Bo logna, Stab. Tipo-Litografico Luigi Pongetti, 1905. RI GONI STF.RN M ARIO, (a c ura di) /915 -1918 La guerra sugli Altipiani, Vicenz;a, Neri Pozl',a Editore, 200 I. ROCl·IAT GIORUIO, M ASSOBR IO (ìll n .10, Rreve storia de/l'Esercito italiano dal 1861 al 1943, Torino, Einaudi, 1978. UNGARI PAOLO, Storia del diritto di famiglia , Bologna, li Mulino, 1974. WEBER 1-'RtTZ, Tappe della disf"atta, Milano, Corticelli , 1934 .
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DA BREST A RIGA: LE MISSIONT MILITARI ITALIANE TN RUSSIA E POLONIA E LA RIVOLUZ IONE UCRAINA NET DOCUMENTI DELL' AUSSME 1
I. L'Ucraina tra r;uerra, rivoluzione, egemonia russa e indipendenza. Il 19 17 fu un anno decisivo per le sorti de i territo ri c he apparte nevano a quel lo c he a ncora per poc hiss imo te mpo sarchhe slalo l'Impe ro ru sso . Le rivoluz ioni d i fe hhraio e ottobre, infatti, avre bbero lasciato un segno inde le bile contribue ndo fortemente a ll o sviluppo dei sentime nti naz ionali c he traevano nuova linfa dall ' avvicinars i del crollo dell'Impe ro provocando s ignificati ve ripercussio ni sul f'uturo assetto di que i territori . li caso ucraino, in questo senso, è esemplare 2. Con l'ascesa al tron o di Nicola II era g ià stata a vv iata ne i con fronti dei territo ri face nti parte dell'Impero una 1 Archivio dell 'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito. 2 Con la fondazio ne de ll ' ant ico principato di Ky"tv, verso la fine de l IX secolo, la regione da cui si s,irebbe costituita la futura Ucraina ha costituito il primo nucleo storico da cui ~i ~arebbc formala anche la Russ ia attuale. I ,e vict:nde storiche (a partire dalla divi~ione di quel nucleo originario in diversi principati, in torno all 'Xl secolo) avrebbero portato ad una diversificazio ne fra te rritori ucraini e russi. scatenando le pretese degli uni sugli altri. Nel corso dei secoli alterne vicende videro queste reg io ni di vise tra Ru ssia, Polo nia - che, alla fine del XIV secolo, era riusc ita a li herare parte di quei territori caduti in mano ai mongoli (Galizia e Volini a e Podolia occidentali) inglo bandoli nel reg no polacco - e Lituania - che ne acqui sì una parte nello Stato lituano. J\lla tine de l '700, con le tre spartizioni della Polonia, la maggior parte dell" Ucraina storica tornava sotto il control lo russo, mentre gran pm-tc de lla Gali zia pa~sava ali' Austria, dove la sopravvivenza dell ' elemento etnico ucraino era maggiormente garantita di quanto non lo fo sse ne lla Russia zarista. Con la diffusione nelle terre ucraine delle idee illuministiche e ant i-autocratiche de l fil osofo Skovoroda si creò iJ sostrato dei concetti di libertà e identità che avrebbero influenzato la cultura ucraina de l X IX secolo. Sarebbe slala proprio la cultura. infatli, a mantenere desta e ravvivare la sensazione di una rinascita politica nella popolazione ucraina, grazie allo sviluppo degli studi sto ric i ed etnografi c i, della letleralura e dell a poes ia. Si sarebbero anche formate diverse associazioni e organizzazioni , spesso clandestine. aventi lo scopo di riconqui stare l'indipendenza de ll a propria patria. Nell ' Ucraina austriaca il movimento ucraino fu sfruttato daUc autorità contro il nazio nali smo po lacco, meni re esso veniva fort emente ostacolato nell ' Ucraina russa, dove si procedeva piuttosto ad una russificazione forzata de lle popolazioni locali. Tultavia l'Ucraina russa si affacciava alle sog lie del XX secolo in una situazione di g rande ferme nto culturale, politico (con la creaz ione di orga nizzazioni che puntavano soprattutto all'indipendenza dalla Russia) ed economico (con la fioritura di fabbri che e industrie). Per una panora mica della storia ucraina e della questione relativa al mu:ionalismo ucraino vedi ad esempio: A. Wolkonsky, La vérilé historique et la propa,?ande ukrainophile. Rome, 1920 ; W. f'edoronczuk, Realtà storica del pm/Jlema ucraino. Roma, Le edizioni del lavoro,
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pol itica mollo meno accentratrice e reazionaria di que lla adottata dal precedente governo. Grazie alla minon.: rigidità de l potere central e, soprattutto in seguito alla rivoluzione de l I 905 , anche l' Ucraina ru ssa aveva iniziato a vivere a l princ ipio del secolo un periodo di nu ovo slanc io nazionali sta; c iò aveva promosso un notevole impulso culturale - proprio in senso nazionalistico, in quanto grazie all ' approfondimento degli s tudi storici si andava ri scoprendo e ri valutando il passato " na7.ionale" - e aveva favorito la comparsa di formazioni politiche che con la ri voluzione del 19 17 avrebbero mani festato tutta la propria carica prog ressista proponendo più apertamente programmi autonomistici. Malg rado l'ini z io del secolo avesse portalo in Ucraina, accanto alla ripresa de lla vivacità cullUrale, alla fiorin1ra dei pa11iti politic i e allo sviluppo economico, anche l' affermazione di un movimento nazionalista, questo si sv iluppò in sostanza esclusivamente Ira I' intelligell(:ija democrati ca liberale e si trovò s ubito lontano dalle masse, non essendo a ncora in grado di risvegliarne l'interesse in 4uan to concentrato unicamente sulla ca mpagna contro l' oppressione di Mosca1 . In tal modo. privo di un a salda hasc in patria, questo movimento era costretto a cercare a iuti all 'estero appogg iandosi o ra agli austri ac i, ora ai rrancesi , ai tedeschi , ai polacc hi, ma otte ne ndo come unico risultato que llo di screditarsi a causa della propria dchol czza. Fondamentale per l'enorme peso che avrebbe avuto s ulle vicende ucraine di queg li an ni e pe r le ripe rc ussioni sul sent imento nazio nale c he andava comunque emergendo era poi la divisione dcl h:. terre ucraine fra Ru ss ia zarista e Impero austriaco; ciò aveva portato, al mo men lo dc li ' entrata in guerra delle due pote nze, g li ucraini che vivevano ne i territori ad esse appai1enenti a combatte re nei ri spettivi eserc iti, trovandosi d i conseguenza c oinvolti , loro malg rado , in un a vera e propria lotta fratric ida, con milio ni di perdite in vite umane per Imperi che ignoravano o tentavrino di re primere g li interessi nazion ali di 4uclla parte di populaziorrc ucrain a presente ne i loro territori 4 . Va poi ricordato che il governo russo, schhc nc - come si è accenn ato - avesse inau gurato con Nicolri Il un a politica me no repressiva nei confronti delle regioni da esso amministrate, di fatto non poteva permettersi di aprire la strada de lrautonomia, soprallullo in un terri torio, quale que ll o uc raino, che eserc itava un ruolo fond ame ntale per !" economia dell'Impero in virtù della fcrtilitù de lle sue terre e la modernità dell e sue industrie (grazie alle risorse di carhonc e 1952; L. K. Koehan, Storia della Russia 11wtlnw1dal 1500 a ogii, Turino, Einaudi , 1968; T. Hunezak (editor), The Uk.mirw. / 917- 192 1: A Study in Revolution, Cambridge. Massachuseus, 1larvard University Prcss. 1977: O. Subtelny, Ukraùie. A Hislor_\'. Toronlo/B uffalo/London. University of Toronto l'ress, 1988/ 1989; N. Werth, Swria dell 'Unione sovielica. Uall 'i111pem ru.u o alla Co111u11i1ù degli Stati indipendenti ( 1900/99/ ). Bologna. Il Mulino, 1993; S. Salvi, Tulle le Russie. Storia e cultura degli Sta/i eurorwi dtdla ex Union e Sovietica dalle o rigini a ogg i, Firenze. Ponte alle Grazie, 1994. 3 Vedi E. H. CatT, La rivoluz ione bo/scei•ica. /91 7-1923, l 'orino, Einaudi, 1964, p. 284 e segg. 4 Su questo punto insiste la storiografia ucraina, cfr. per es. O. Subtelny, Ukraine. A llislorv, cii., p. 340; W. Fcdoronczuk. Rea/f(Ì storica, cil., p. 39.
Da Bres/ a Riga: lr Mission i miliwri italiane in Russia e Po lonia...
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acciaio). Sicuramente e rano questi stessi motivi c he invece spi ngevano g li ucrai ni , rnnsci dell e proprie pote nzi alità , a te ntare di libe rarsi dal la morsa russa. Nel 19 17, dunque, l'Impero russo vivev..i l' ultim a fase della sua es is te nza, dilaniato da una cri si interna che aveva so lo aggravato le c ondizioni del Paese, g ià preca rie a cau sa de lla g ue rra. Tn qu esta diffic ile s ituaz ione si faceva dun que avanti il potere d e ll e "autonomie locali", c he di veni vano vere e proprie "cre pe " ne ll' "epidermide" dell ' ormai cx Impero russo 5_ La guerra ebbe infatti come effetto qu e ll o di dare un ' accelerazione all e istanze a utonomi ste de ll e varie e tni e com prese ne l territori o ru sso e d i diffo nde re una maggiore a utocoscie nza del proprio ruolo in d iversi ceti sociali e culturali , dalle inte ll ettualità urbane ai partiti nazio nalis ti, alle comu nità de i soldati al rrontc, a milioni di sfoll ati , anche se la popolaz io ne rural e solo mo lto gradualmente si scnsi hili zzava alle is tanze nazionali sti c he (molto meno se ntite ri spetto al problema della terra). Conquistato il po tere, Lenin annunciava g ià dall ' ottobre fra le alLrc s ue "tesi" anche que lla riguardante l'autodeterminazione per tutte le nazionalità de ll 'ex Impe ro. Seguiva la Dichiarazioni' sui diritti dei popoli della Russia, de l 15 nove m bre. c he soll ecitava la man; ia centri ruga de i le rritori non ru ss i dell ' Impero. L' invocazione de l princ ipio cle ll ' a ul odecisionc (con lcmplato nel Il e nel TV punto dell a Dichiarazione, secondo i quali venivano .issicurati il "diritto dei popoli de lla Russia a lla libera autodeterminazione. senza esclusione de ll a separazione e della costitu zione in Stato indipendente'' e il " li bero sviluppo del le minoranze e dei gruppi etnic i che popolano il te rrito ri o de lla Russia") avrebbe presto condotto a "contraddiz io ni imbarazzanti" c he si sarehhem ev idenziate anche ne i confronti cieli 'Uc raina 6 . A ll a no ti zia dello scoppio della rivoluzione in Ru ssia, anche in Ucraina già da l marzo si erano scatenali disordini , sc iope ri , forme di lotta contadina, protes te d i soldati e marinai per le d uriss ime condiz io ni dell a guerra. A diffe renza di quanto era accaduto in Russia, però, la rivoluzio ne ucraina e ra stata connotata da una forte carica patriottica e aveva visto l'entrata in campo di un elemento o rganizzati vo de l tutto particolare: la R ada Centrale uc ra in a, all a cui preside nza veniva ele tto lo storico Hrusevs' kyj e che cli fatto costitui va un organismo che parl..iva per la prima volta "a nome del popolo ucraino"7. Le operazio ni milita1i degli ucraini, che miravano, appena fo rmatasi la Rada, a istituire reggimenti propri s vuotando così di unità l' eserc ito ru sso, erano tra g li aspetti c he la Missione militare italiana prese nte in Russia teneva particolarmente sotto controllo, consapevole che sia il governo dell 'Ucraina che gli lmperi centrali (questi ultimi ne l periodo precedente il trattato di Bresl-Litovsk) .ivevano il comune obiettivo di indebolire l'eserc ito russo. 5 L'espressione è di F. Benvenuti, in S1oria della Russia co11ll'm11omneo IX53-/996, Bari, Laterza, 1999, p. I<, I . 6 F,_ 11. Carr, La rivoluzione bolscevica. cit., p. 257. 7 W . Dushnyck, Russia and the Ukrai11ia11 Nalimral Revolulion /9/ 7, in ''1l1e Ukrainian Quarterly'", voi. il, no. 4 ( 1945- '46), Autum11-Wintcr-Sp1i11g-Su111111t;1, pp. 370-7 1.
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La Missione, costituitasi nella primavera del 19 15, era diretta dall ' apri le 1916 dal generale di cavai Ie ri a Giovanni Romei 1,ong he na sotto la c ui osservazione s i svolgeva tulio il processo rivoluzionario russo, da lui seguito in qualità dapprima di De legato alle questi oni mi li tari nella Conferenza interalleata di Pictrogrado (dal 1° al 17 febbraio 1917) e successivamente di Osservatore delle operazioni militari che si svolgevano sul front e meridionale russo, tra la Gali zia e i Carpazi. rimanendo con alterne vicende in Russia lino all'agosto 19188 . Lo stesso Romei avrebbe successivamente dire tto la Missione militare italiana in Polonia - presente dal luglio 1919 al gennaio 1923 - dopo essere stato inviato quale rappresentante italiano alla Commissione inleralleata di controllo (sempre in Polonia, dal febbraio al luglio 1919) e ave r partecipato, in qua li tì1 di consigliere tecnico, alla Conferenza de lla pace di Parig i (dall'aprile al luglio dello stesso anno). L' attenzione ri volta a quanto andava accadendo ne lla Russia meridiona le, quindi anche in Ucraina, e pertanto i di spacci, i telegrammi giornalieri, le più ampie relazioni mensili inviate dal Quartie r Generale russo di Pictrogrado al Comando Supremo italiano, no nc hé studi dcltagliali sulla "questione ucraina" ricchi di particolari e di annota zioni , confermano il giudizio positi vo già es presso su Romei. a proposito dei lavori nel la Conferenza di Pietrograùo, di "buon conoscitore" di tutte le prohlcmaliche non solo militari. ma anche politiche e sociali de l Paese, sulle quali aveva fornito "apprezzati pareri e 1- .. I assennali consigl i" al Crnnando Supremo'J. La doc umentazione re lativa alle Missioni militari ilaliane in Russia e in Polonia risulta pa11icolarmentc interessante non solo perché Romei si ri vela "osservatore" attento degli avvenime nti di cui è spellai.ore, ma anche perché, essendo in grado, grazie ai di versi incarich i ri coperti in quegli anni , di seguire la guerra russo-polacca e lo sconlro polacco-ucraino (importante pe r ciù c he concerne la questione de lla definizione dei confini ), la sua visione e valutazione di situazioni e avvenimenti acqu istano un notevole spessore e un respiro molto ampio. Oltre a quelle di Romei , anche le tesli moni anze dei collaboratori del generale, all'interno delle due Missioni, forni scono un punto di vista inedito su una "<]uestione" importante quale que lla ucraina. Degno di nota è poi il fatto c he gli aùdelti militari italiani in Russia e Polonia attribuivano parlicolarc rilievo alla stampa locale, nonché ai docume nti di provenie nza ucraina; pertanto era anche grazie al loro lavoro se un certo tipo di informazioni giungeva alla Conferenza della pace di Parigi, dove si decideva il futuro assetto dell'Europa. Romei ed i suoi collaboralori , riferendone costantemente al Comando Supremo, analizzavano con particolare sensihililà le spinte centrifu ghe aulonomiste c he si andavano rallòrzando tra la primavera e l'estate del 191 7, dopo il 8 Cfr. A. Biagini , In Russia lm guerra e rivo/11;:.io11e. La Missione militare ilaliana. 19/5-1918, Roma. Stato Maggiore dell ' Esercito - Ufficio Storico, 1983 e Idem. Il pmble111a de/1';\/Ja Slesia e la Missione militare i1alia11a in Polonia, fonli e problemi, in "Stud i Storico-Militari 1991 ", Roma, Stato Maggiore dell'Esercito - Uffic io Storico, 11)93. 9 Idem, // ~enerale (ìio vamzi Romei Lo11.~he11a. in " Memorie Storiche Mil itari 1983", Roma, Stato Maggio re ùdl'EserciLo - Uffi c io Sto rico , 1984, µ. 383.
Da Brest a RiRa: le Missioni militari iwliane in Russia e Polonia ...
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crollo del regime 1.arisiu e il fallime nto dell a controffens iva mililare, in diverse zone dell 'ex Impero, fra cui l'Ueraina 10. Il problema dell a "nazionalità" ucraina e dell 'evoluzione delle pos izio11i del Capo de lle Missioni militari italiane ris petto a tale argomento risulta essere una questione parlicolarmente approfondita nelle co municazioni provenienti dalla Russia prima e da Varsavia poi. Nei primi di spacc i da Mosca dell ' apri le 19 17 Rome i s i mostrava convinto sostenitore della profonda divers ità de lla popo lazione ucraina da quella ru ssa, avendo essa " aspirazioni, lin gua e le tteratura proprie" 11 . li fatto che g li ucraini, secondo le informaz io ni in mano a Romei , stessero cercando di costituire un proprio esercito nazionale di stinto da qu ello ru sso era la dimostrazione di quanto essi senti ssero tale divers ità, confe rmando la tesi d el generale 12 . Romei , tutlavia, non mancava di notare che erano le potenze centrali , in partico lare i tedeschi , a sottoporre i soldati ucraini , pres i prigionieri , ad " un corso s istematico" di "propaganda separati sta", in modo da poterli meglio utili zzare contro la Russia ; il generale , in ogni caso, si mostrava rea listi camente scettico c irca l' esito di tale propaga nda tra i soldati prigionieri, per lo pii, contadini analfabeti che ··per generazion i" avevano svolto il servizio militare in Russia e pe rtanto non erano fac ilmente rnanovrahili "contro il r1orol T z;ir"IJ. Nell ' anali si della Missione militare italiana presente in Russia diveniva allo ra una p1iori tà, di fronte a lle prime ri chieste di indipendenza, risalire alle premesse storic he de l movimento aulonomista ucra ino. al " passato" dell ' Ucraina. A tale rig uardo e rano inv iate al Comando Supremo relazioni che ripercorrevano le tappe fondamentali della s101ia della popolazione ucraina e delle sue terre, pe r poterne sottolineare il dirillo all 'autonomia in quanto appa,te nenti ad una "nazione" distinta da quella dei "vicini polacchi, hielorussy e velikorussy". In queste rela1.ioni Romei ricordava quanto diftìcile fosse stato per i russi, mal grado sforzi ripetuti nei secoli, "sopprimere i sentimenti di nazionalità ukraini", pur luLLavia riuscendo a ·'trasformare l'Ukraina in una provincia velikorussa" . Il Capo della Missione militare italiana non mancava poi di eviden ziare l'ambi guità dell ' attuale governo russo che, ne lla pe rsona di Lenin, andava a ffe rmando il diritto dei 10
Romei dal (ìran ()uai1ier Genernle russo a Comando Supremo, Ufficio Situazione di (ìuerra, 24 aprile 19 17, 288 M 13, in A.U.S.S.M.E., Mi ssione militare italiana in Russia (d' ora innanzi MMIR), fondo E I I, busta 96, fascicolo 5. Di "aspirazioni scparatislc" parlava esplicitamente il maggiore Tonelli nel suo rapporto per l'Ufficio informazioni, compilato il I5 settembre I')17, rilenendolc tra i problcmj interni della Ru ss ia "più gravi"' e presenti Ira " linlandcsi, lclloni. ucraini. caucasiani , armeni , siberiani", in A.ll.S.S.M.E., MMIR, E 11, b. 97 . fase. 3. 11 Dal Comando Supremo, Ufficio Situa:1.ione Guerra, alla Segreteria del Capo di Stato Maggiore dell 'faercito, 14 aprile 19 17, in A.U.S.S.M.E.. MMII{, E 11, b. 86, fase. 4. 12 Romei a Comando Supremo, Uff. Situaz. Guerra. 6 maggio 191 7, 377 M 13 S, in A.ll.S.S.M.E., MMIR, E 11 , b. 96, fase. 6. 13 Romei a Comando Supre mo, Zona di Guerra. 2 marzo I 9 17. Rapporto n. 40, OG(ìl:::Tl'O: Propaganda germanica dei /i ucraini. in A.U.S.S.M.E. , MMIR , E 11 , b. 86, fase. 4.
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popoli dell'ex Impero all 'autodc lcrminazione, quando poi lo stesso governo negava la "d iversità" de l popolo ucraino rispcllo alla restante popolazione russa, di c ui g li ucraini (o " piccoli russi") costituivano uno d ei tre rami principali (ass iem e a grandi ru ssi e russi hianchi ). Nella sua valutazione dell a s ituazione politica Romei rilevava infatti obiettivamente che il governo provvisorio russo non avrebbe in rea ltà mai consentito la reali zzazio ne dell e "aspiraz ioni" dcli ' Ucraina, pur essendo presente all ' interno de lla Ouma ch i, come il deputato Miljukov, ammoniva su come una politica di denaz ionali zzazione e di cieco patriotti smo ''vel ikorusso" avre bbe solo fatto del "Grande Impero un colosso dai piedi di creta" 14_ Ne ll' estate la tensione fra Rada ucraina e governo provvi sorio russo a ume ntava e la s ituazione si faccva c 1Tc 11i vamente c ritica: di fro nte a l rifiuto da parte di Kere ns kij di concedere la creaz io ne di un cscrc ilo nazional e ucraino, Rome i segnalava che gli ucraini non erano contrari al la eonlinuazionc dell a guerra, pe r lo m eno lìnchè non fosse s tata "s trappata ag li imperi centrali la parte de ll 'Ukraina 1... 1 sollo il dominio a us tri aco", ovvero la Galizia, che si s pe rava di riunire all ' Ucraina russa'-\ li generale ita li ano considerava la "questi one ucraina", col suo separatis mo. una delle problematiche politico-militari più importanti , come.; dimostrava il fatto che la Rada, in agosto. mentre tentava di " imporre alla Russia fonna di Rcpuhhlica federale", s i fr1ceva adci irittnra promot1icc di un Congresso di "tutte le nazio nalità de lla Ru ssia tende nti al l' a uto nomia ed alla federazione", c ioè Finlandia. l ,etton ia, Bielorussa o ltre che ad ebrei, tartari, armeni 16 . Tale del ibera.Lio ne era rite nuta di parlicolare rilievo in 4uan10, essendo la popolazio ne " veramen te russa" solo il 40% circa di que ll a totale, l' organizzazione.: di tulle le ali re nazionalitì1 avrebbe potuto portare ad un a loro maggioranza ne l!' A ssemblea Cos tituente - che il governo provvisorio di Kerensk ij aveva dec iso di convocare - e imporre quindi il proprio programma fcdcra lista 17. Il clima era reso ancor più aspro da lle manovre di agenti tedeschi i qua li, approlìttando dell'attcggiamcnto ambiguo del governo ru sso, si affrettavano ad avanzare conc rete promesse di "completa indipendenza" per l'Ucraina quando rosscro g iunti a Ky°Jvl 8_ Il raffreddamento nci rapporli fra a11torit:1 uc raine e governo provv isorio. inla nto, era confe rmalo dall'ernanaz ionc, il 23 g iugno, d el primo atto uffic iale dell a Rada - il primo imiversa/ 19 - ne l quale si c hiedeva al governo russo di rcn14 lvi. 15 Romei a Comando Supremo, Uftìcio Situazione e Operazioni di Guem1, 3 luglio 19 17. 43 1 N 13 S. in A.U.S.S.M.E., MMII{, E 11 , h. 97. fase. I. 16 Ved i Romei a Comando Supremo. Ufficio Situazione e Operazioni di Guerra. I8 agosto 191 7, 525 S I, in A.U.S.S. M.E., MMIR. E I I. b. 97. fase. 2 e Romei a Comando Supremo, Ufficio Situazione Guerra, Sezione LJ , 28 luglio 19 17, 47 1 M 13 S, in A.U.S.S. M.E.. MM II{. E 11. h. 97, fase. I. 17 Romei a Comando Supremo, 28 luglio 191 7, cii. I8 Romei a Comando Supremo. 18 agosto 191 7, cìt. 19 Una sorla di proclama con valore di legge, secondo la trnd i,.ione dello Stato cosacco-ucraino del XV II e XV III secolo. l)urante lii sua alli vi1 i1, dal giugno 191 7 al gennaio 191 8, la Rada emanò in lutto quattro universal.
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derc l'Ucraina lihcra di organizzare la propria vita nel proprio Paese, senza che ciò vo lesse comu nque a ncora significare separaz ione da lla Russia. Sempre in questo documento si co municava la formazio ne di un governo, il Segretariato generale, direLLo da Vladymy r Vynnyèenko e con Symo n Pellj ura responsahilc degli affari militari. Il governo di Kerenskij, indebolito dalla recente di sfatta in Galizia, era costretto a riconoscerlo affidandogli l'amministrazione de ll e provincie di Kyi'v, Poltava, Podolia, Vo linia e Cha rkiv. Di fatto il 23 giugno è considerato dalla storiografia uc rain a la data iniziale dell a rivolu zione ucraina20 . Ro me i intuiva giustamente c he , linchè aveva potuto, il governo russo aveva resistito a lla "co rrente centr ifuga del Sud", ma di rrontc a lle ulteri ori sconfitte militari che portavano nel lugli o gli austro-tedeschi a lle po rte di Ky·,v. esso doveva cedere per non gellare gli ucrai ni " nell e hraccia del nemico"2l . Da qu i il riconoscime nto a ll ' Ucraina dell'autonomia e della leg ittimità dei s uoi organ i consultivi ed amministrativi 22 , anche se c iò no n sarebbe stato s uf'lìcicntc per placare le crescenti di vergcm:e fra i due governi , pe rsiste ndo i forti contrasti re lativi alla questio ne dell'estensione de l terri torio uc raino. Con lo scoppio de ll a rivoluz ione bolscevica e il "dilagare dell ' anarchia" le spinte aulonomiste acquistavano ancor più vigore e la sensazione che i rapporti militati registravano era che la Russia stesse già "scomparendo" in "tanti piccoli stati" c he si andavano dichiarando autonomi o indipende nti; l'Ucraina era rra questi . Di fro nte a lla necessità di arginare sul suolo rnsso que lla che l'osservatorio militare considerava la " follia massimalista" si intravedeva come unico rimedio la coali zione di queste "nazionalità" contrarie a l bo lscevismo, in particolare ucraini , cosacchi, polacchi, con l'appoggio dell'eserc ito romeno. Si consigliava di dare il debito rilievo al ruolo che in lalc coali zio ne avrebbero pon1to giocare ucraini e cosacchi, in quanto detentori delle risorse di c ui viveva Lutto il nord de ll a Russia23. Sull o sco rcio del 19 17, intanto , i bolscevic hi (che per il mornenlo ri scuotevano in Ucrai na poco successo) ri spondevano con la creaz ione a C harkiv, nel dicembre , della Repubblica sovie tica ucraina a lla proclamazione, da parte dell a Rada, de lla Repubblica popolare ucraina (guid ata da Yynnyccnko, PcLljura, Hrusc vs' kyj e Dorose nko), mossa nella quale Romei ben coglieva la volontà della Rada di condurre una politica del tutto indipende nte da q uella de l governo bolscevico . Romei, poi, invitava a d accogliere "con ri serva" le noLi,-.ic rig uarda nti un 'alleanza tra i governi di rutto il fro nte s ud-est e ucraino in runzione "anlirnassirnalisLa", in modo da ostacol are i bolscevichi ne lla co nclusione di una pace separata con gli imperi cenlrali24 . Il generale , infatti, sosteneva c he di etro 20 Cfr. N . D. Cwhat.yj, The National Revolution i11 Ukrai11e. 1917- / 919. p. 27, in "The Ukra inian Quartcrly", voi. I, no. I (1944). 21 Pietrogrado 3 gennaio 1918, La queslione 1u-raina, in A.U.S.S.M.E., MMIR, E 11 .
b. 99. fase. I.
22 Agosto 19 17 , Notiziari mensili (ge1111aio -nove111bre 1917). in A.U.S.S.M.E., MMIR, E 11 , b. 98, fase. 4. 2J Novembre 19 17, No tiziari mensili, cit. 24 Cfr. Romei a Comando Supremo, Kiev 10 dicembre 19 17, 824 S I. in A.U .S.S.M.E., MMIR. E 11 , h. 97, fase. 6.
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l' anliholsccvismo e il movime nto naziona lista ucraino (sulla cui reale vale nza e portata s i dimostrava piuttosto scetlico) s i nascondessero g li "interessi delle classi abbienti contro gli eccessi anarchic i" , e cons iderava pe raltro poco affidabili i soldati ormai stanc hi pe r la guerra e di conseguenza poco inclini agli "entus iasmi nazionali delle classi inte lle rruali "2 5. Il problema dell'espansione del holscevismo e della conseguente necess ità, per le poten1.e europee, di porv i un freno s i faceva sempre più inca lza nte ne lla doc urncnlazionc della Miss ione militare italiana c he ins isteva s ul ruolo de ll ' Uc raina nel fronteggiare le forze bo lscev iche, esortando i governi d' Europa a v igilare "attentamente" s ug li sviluppi della s ituazion e. Sembrava infatti incoraggiante l' atteggiamento delle autorità ucra ine che, sempre nel diccmhrc, avevano opposto un nello rifiuto alla richi esta di Le nin di attraversare le proprie terre per poter accerchiare i cosacchi del Don (ribe llatis i al governo sov ietico) e non avevano ceduto di fronte al consegue nte ultùnatum del governo bolscev ico. In tal modo l'Ucraina si confermava agli occ hi deg li addclli militari ita li a ni , " unico faro che potrehhe ancora rimettere un po' di luce ne l grande buio dell ' anarchia russa" 26 . Romei riconosceva chi aramen te lo sco llamento om1ai in alLO Ira governo bo lscevico di Pictrogrado e Rada ucraina ancora ne l corso delle lunghe trallali vc tra Russia sovietica e Impe ri centrali per la ratifica dell ' armistizio firmato il 15 diccmhrc a Brcst-LiLovsk. [n quell' occasio ne . infatti. i de legali ucraini continuavano a non rico noscere ai delegali bolscevichi un ruolo rappresentativo "d i tutta la Ru ss ia" , stabilendo che la pace dovesse essere genera le e non separata, con la partecipazione quindi di tutti gli Stati belligeranti e di tutti i delegali delle "dive rse naz ionalità russc"27_ M entre l'Uc raina s i avviava verso l' indirende nza (proclamata il 22 gennaio 191 8) e s i avvicinava il momento de llo scontro militare Lra le fòrze dell a nuova Repubblica ucraina e quelle bolscev iche, s ia ucraine che russe , vt:nivano invi ati al Comando Supremo rapponi parLicolarmente interessanti da parte del generale Rome i e dei s uoi più stretti collaboralori a Ky'i'v (in particolare il tene nte colonnello Pe ntimalli) e Pietrogrado. Queste relazioni erano frullo in rarte di interviste con clementi governativ i - come que lla de l 25 dicembre proveniente da Ky'fv 28 - e in parte di anali si approfondile della situazione econom ico-po litico-
25 Ivi. 2<,
Vedi Romei a Corm111do Suprt:mo, Kiev 18 dicembre 191 7, 842 S I, in A.lJ.S.S.M.F.., MMIR, E 11 , b. 97, fase. 6. Il rifiuto di procurare all a Russia vettovaglie e combustibi le (l'Ucraina era infatti detentrice di inestin1abi li risorse minerarie nelle regioni del Don e del Caucaso) tu di fallo l' arma di cui si servì la Rada per far desistere i russi dalle minacce di scatt:nare un conflitto se non fosse stato loro concesso il passaggio nelle ten-e ucraint:. 27 Romei a Comando Supremo. Ufficio Situazione, Kiev 24 dict:rnbre 191 7, 856 S I. in A.U.S.S.M.E., MM II{, E 11 , h. 93, l'asc. 5. 28 Romei a Coma ndo Supremo, Kiev 25 dicembre 191 7. 11° 2 16 di protocollo, in A.U.S.S.M.E., MMIR, F. 11 , b. 97, fase. 5.
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mi li tare de l Paese - come il rappo1to da Pietrogrado del 3 gennaio I9 J 8 29 - che andavano ben ollre il ruolo "informatore" assegnato a lla Missione italiana. Dal duplice osservatorio di Ky'1v e Pictrogrado (città tra le quali si divideva la presenza de lla Missione militare italiana in Russia) Rome i sen7.a mezzi termini parlava dello scarso radicamento di una coscienza nazionale - come gli elementi fi loucraini avrebbero volu to far credere - e sottolineava la debolezza del governo ucraino. a causa dell'inesperienza per gli affa ri di Stato, dell a giovane età di alcuni suoi leaders (Yynnycenko. e Petljura) e della mancanza di consig lie ri adeguali. Nei due lunghi rapporti del di cembre 191 7 e del gennaio 1918 si g iud icava comunque positivamente l'operato della Rada che e ra riuscita a portare dalla sua parte i soldati (con la promessa di una pace non separata, come volevano i leninisti . ma generale) e i contadini (con il decreto sull'aholizione d ella proprietà, c he non comprendeva però, diversame nte dalla linea bolscevica, l'abolizione della proprietà già in rnano ai contadini e frutto di lavoro). A tale proposito si so11olineava come il contad ino ucraino fosse di verso da quello ru sso, poiché non completamente sprovvisto di mezzi e padrone del 70-75% delle tcn-e arat ive; per questo moti vo il programma sociale della Rada e del Segretariato non poteva essere conforme a quello lenini sta. Le lunghe sezioni dedi cate dalle relazioni alla situazio ne de i contadini in Ucraina ri velavano una profonda competen za in materi a da parte dell ' osservatorio mililare. Tn parlicolare ne lla re lazione d e l 3 gennaio 19 18 questo consigliava, per far fronte alla necessità del Paese. di csportarc il l:,'T,mo (a nc he in Italia, c ui a nnualmente - si ricordava veni vano recapitali 600.000.000 di pud di grano ucraino) e di dar vita a forme di cooperaz ione agricola per i contadini, in modo da f'ornirc loro i mezzi per moderni zzare i s istemi di produzione e renderli efficie nti come quelli dei grandi proprietari . Sebbene si soLLolineasse poi l' importanza delle ricchezze del sollosuolo (presenti soprattutto nel le zone minerarie del Oonec e de l Caucaso, ricche di l'cmi, rame, carbone, nafta, sale), e la consegue nte numerosissima presenza di industrie metal lurgichc, chimic he, costruttive, non si facevano rosee prcvisioni per l'economia ucraina nel 1918, essendo di sastrose le consegue nze di un anno di rivolu zione, con le campag ne a bba ndon alc c dcvaslate e le industrie in uno slalo misero a causa dei continui scio pe ri e vandalismi. Una nola positiva era invece fo rnita a proposito del processo di ucrainizzazio ne di diversi corvi d ' armata, in particolare quelli comandati dal generale Skoropads'kyj; questa circostanza faceva infatti sperare che ben presto l' Uc raina avrchhe potuto di sporre di mollissimi uomini prima facenti parie dell 'esercito ru sso. Sempre nella lunga relazionc del 3 gen naio da Pietrogrado si poneva l'accento anche sul fatto che le potenze dcli' Intesa non dovevano abbandonare l'Ucraina al proprio destino, ma di fronte alla primità di sconfiggere la Russia bolscevica dovevano piuuoslo c reare, assieme ad essa, un blocco comune, ritene ndo che proprio in quel Paese si dccideva " la s<.llte di Luna la Russia". Nd l'anali si delle relazioni tra l'Ucraina e i governi europei si risaliva ad esempio al ruolo giocato dall'I mpero asburgico. considerato l' artclìcc di un ampio 29 La ques1io11e 11crai11a. Pietrogrado 3 gennaio 19 I 8, c ii.
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movirnento panslavista - in c ui era coinvolta anche l'Ucraina - "dal Mar d ' Azov ali ' Adriatico"; perciò, in so stanza, il movime nto ucra ino avrebbe avuto "origine e te ndenze filoaustriache", e sarebbe stato strumentalizzato dati' Austria per ollc ncrc la "resurrezione" dcli' Ucraina in J"un zionc antirussa. Tuttavia ven iva fatto anche notare come, una volta raggiuntar indipendenza, il ruolo dcli' Austri a si sarebbe esaurito non avend o essa più nulla da offrire all'Ucraina; la sua posizione, anzi, si sarc hhc capovol ta apre ndo così la delicata " questione della Galizia orientale, abitata da circa 4 milioni di Ukraini" e ricaduta in mano ali' Austria in seguito alla di sastrosa riti rata russa del luglio. Sempre a proposito del ruolo giocato da lle potenze europee nelle vicende ucraine, il rapporto della Missione militare si soffermava sui ten tativi di Austria e Germania di fomenta re gli attriti fra uc raini e polacchi , in modo c he i due popoli non potessero avvicinarsi e costi tuire così un blocco pericoloso a nc he per l'Occ idente. Non ve niva no tac iute poi le manovre della Francia c he, al fine di esercitare un ' influenza politica ed economica in Ucraina, si dichiarava pronta a concederle un prcslilo assai cospic uo per risollevarsi e provvede va ad inviare una spec iale Missione militare presso la Rada per meglio seguire la situaz ione uc raina. A queste mosse dei francesi e degli austriac i si attrihui va comunque scarsa incisività, dal momento che le classi proletarie ucraine erano interessale non al denaro. ma solo ad ollcncrc "pace e terra" e quelle ahhicnti non puntavano certo a ll 'unione con l'Austria, ma alla "restituz ione e nrtela dei loro possessi e privi legi" . Il consiglio dalo alle potenze del l'Intesa, per evitare che un eventuale sme mbramento ru sso si potesse comunque risolvere a van taggio di A ustria o Germania, era di puntare sull' "accaparramento del ricchissimo mercato ucrai no" prima che lo J"accsscro gli Imperi centrali. L' osservatorio militare italiano sollec itava l'Italia a non lasciarsi sfuggire la possibi lità di provvedere anc he a se stessa partecipando a qu esta corsa a lla penetral.i<mc e al controllo economi co d i una delle regioni più ricche della Ru ssia. li 18 gennai o 19 18 si giungeva alla prucla111aziu11e a Pictrogrado della Repubblica socialista federa tiva sovietica russa (RSFSR) c he invitava i contadini e gli operai di ciascuna na zione slava a dec idere liberamente se ade rire alla federazione. La Rada ucraina ri spondeva con l'cmanaJ'.ionc, il 22 ge nna io , del IV Decreto universale (univena!) attraverso il quale dichiarava l'Ucraina "Stato sovrano, libero e indipendente" , scatenando la reazione delle armate sovietiche che 1'8 rchhraio c ircondavano KyYv. Le relazion i de l gennaio inviate da Romei informavano costanlen1e nte che il movimento bolscevico andava sempre più guadagnando terreno, e che la Rada, continua ndo le trattative con gli Imperi centrali a Brcst-Litovsk, cercava di raggiungere una pace no n più generale ma separala in virtù della quale l'Austria, pur non cedendo la Oalizia orienta le, avrchhc comunque ceduto il governatorato di Cholm all ' Ucraina in cambio di approvvi gionamenti 30. Questa eventu alità accendeva la dura reazio ne bolsce vica co ntro la Rada, accusata di tradimento, poiché avrchhc stipulalo una pace con " impe ri nemici" in cambio di "grandi quantità di viveri" affamando in tal modo la popo30 C fr. Romei a Comando Supremo, Pietrogrado X. 20, 2J gennaio 19 I X, 1 P ( ì, 4 P <..ì , 6 P <..ì, in /\.U.S.S.M.E. , MMlR, E 11. b. 104. fast:. 3.
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lazio ne. Oi fronte a questa si tuazione, secondo Romei si doveva riflettere s ul1' aute ntic ità de lle dichiaraz io ni di " fedele amicizia" dell'Ucrai na ve rso I' I ntesa3 1• A Ilorché la Rada, i I 4 fchhrai o, mentre KyYv slava per cadere in mano ho lscevica, autori zzava i suoi delegali a Hresl a firmare il trattato di pace. il tenente colonne llo PentirnaHi faceva notare a Ro me i c he in seguito a ciò i rappresentanti degli Imperi centrali avrebbero avu to una posizione privil eg iata rispetto a quell a di Paesi che, come l'Ita li a, non ne riconoscevano l' indipende nza. Pertanto, non giudicando tale s ituazione "dignitosa" per l' Italia, proponeva di seguire l' esempio de lle Mi ss ioni alleate francese, ing lese e romena e ritirars i esclus ivamente a Pietrogrado32. I ,a presa di KyYv da parte de i hol scevie hi e lo sciog limento del la Rada convincevano ancor più Penti malli che la presenza della Missio ne italiana in quell a città era inutile e, con perfetto pragmatismo, egl i consigliava una tattica di buo ni rapporti col nuovo gove mo 33 . Pochi g iorni prima questo capovolgime nto della situazione, il 9 lchhraio, i rappresentanti de lla Rada avevano comunque firmato la pace con g li Lmperi centrali, la cosidde tta " pace del pane"34, con la quale il governo della Rada - c he aveva giì1 abbandonato Ky"1v 1' 8 febbraio riparando a Zytomy r - si impegnava a forn ire a que i governi hcn 12 milioni di pudy di grano, ass ic urando quindi i riforn imen ti a ll ' esercito tedesco:l.'i_ I tedeschi però, che ai delegati della Rada avevano pro m esso il loro aiuto contro l'invasio ne holsccvica, occupavano suhito il tenitorio ucraino liberando Ky"iv, che in tal modo ritornava alle forze della Rada.
Il. Dalla "pace del pane" a Versailles: verso /"unione delle terre ucraine. Dopo aver criticato la decisione della Rada di firmare la " pace del pane", anche le a utori tà sov ieti che russe, a cau sa delle condi z io ni cri tic he in cui versava il Paese, erano costrette a firmare il 3 marzo una pace separata con g li Imperi centra li . Con questo trattato esse rinu nciavano a lla Fin landi a e all ' Ucraina e sciogl ievano la Re puhhlica sov ietica di Charki v. Iniz iavano quindi a nche con l' Ucraina le lung he trallalivc di pace durante le quali si cercava di defi nire la ., I Romei a Comando Supremo, Pi ctrogrado 24 gennaio 1918. 7 P G, in A.U.S.S.M.E.. MMIR, E 11 , b. 104, fase. 3. In sede d i Conferenza della pace a Parigi la delegazione del la Repubblica ucraina avrebbe attribuito alla "dnuhle ménace mortelle", ossia le bande lm l-
sccvichc che lasciavano il fronte sud -ovest e quelle che provenivano dal nord , la lìrma dell a pace separata, anche se la Rada "adhérait toujours ardemment au principe dc la paix generale". Cfr. Ménwire sur l'indépendance de /"Ukraine présenté à la Confércncc dc la Paix par la Oélégation de la Répuhlique I Jkraini en ne, Paris. 1919. p. 111. J 2 Pcntimalli a Romei, Kiev 5 febbraio 19 18, 25 SI, in A.U.S.S.M.E., MMIR , E 11 , b. 99. fase. 2.
33 Pentimalli a Romei, Kiev 11 febbraio 19 18. 26 S I e 28 SI. in A.U.S.S.M.E.. MMIR . E I I , b. 99, rase. 2.
34 S. Salvi, Tutte le Russie, cii., p. 183. 35 Romei a Comando Supremo, Mosca 6 aprile 19 18. 225 S R, in A.U.S.S.M.E.. MMIR. E 11 , b. 99, fase. 4.
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deli cata q uestio ne dei confini , me ntre il te rritorio uc ra ino era percorso da ri vo lte di co ntad ini c he rilìulavano di concedere i riforn imenti per i quali Ge rma nia e Austria a veva no sottoscritto la pace di Brest. Dalla nuova capi tale Mo. ca, dove il governo bolscevico si era trasferito il L2 marzo, R ome i comunicava che la situaz ione sociale si andava facendo sempre più g rave e registrava , da ottimo conoscitore, q ua nto si andava verificando s ul piano militare in ordine alla questi o ne de i confini da stabil ire. Per tutta la primavera il generale Romei ed il te nente colo nne llo Gatti, att raverso te legrammi e rcla1.ioni , te nnero costa nte mente informa to il Coma ndo Supre mo sulle difficoltà de lle trattati ve che avre bbe ro po tuto rendere possibi le " la riunio ne de ll' U kraina a lla federazione de i Soviet russi", oss ia alla RSFS R 36 . Il giudi zio espresso dai due mili tari sull ' ope rato dell a Rada in questo periodo ri sulta decisame nte negativo: non solo, come rife riva Ga tti37, erano pratica me nte gli austro-tedeschi a reggere il go verno al posto de ll a Rada, ma essa si andava ormai muo vendo fra tro ppe diffico ltà, incapace d i ge stire le fo rti tensio ni co n la popolaz ione e le ri volle dei contadini che a ndavano scoppiando in tutto il terri lorio. Romei. dal canto suo, cond ivideva le valutazio ni dell a pu hhl icistica russa borghese (e c itava a tal proposito J' ·'Utrv Nossii") secondo la quale il dete riorame nto de lla Rada era dovuto proprio al fatto che essa si era alienate mo lle simpatie per essere lornata al seguito di tru ppe ne mic he. li gene ra le aggiungeva poi che le auto rità uc rai ne a vevano solo pegg iorato i rapporti con la po po lai.ione ne l mome nto in c ui aveva no appoggiato la requi si7ione de i raccolti pe r forni re ai complici austro- tedeschi il g rano promesso38_ Orma i in bali a deg li Imperi centrali la R ada era d i ra tt o esauto rata il 28 apri le dagli stess i tedeschi i quali, attraverso un colpo di Stato, la sostituivano con un go verno "fa ntoccio" diretto dal gene rale-atamano Sko ropads' kyj . Tn un " Promemoria sulla situa zione in Ucraina" a c ura de l te nente colo nne llo G atti. la Missione mil itare italiana non si limi tava a forni re un quadro de ttagliato di quanto andava accadendo. ma esponeva anche le proprie interpretazione e i propri d ubbi 19 . In quel docume nto Galli ribad iva il giudiz io negati vo sull a Rad a, che aveva accettalo un programma di espropri azio ne della te rra sbagliato in q uanto andava a lede re gli inte ressi non solo de i latifond isti, ma anche de i piccoli proprie tari contad ini , c he costitui vano il 40% della popolaz io ne. 1 "nuovi do minato ri tedeschi", c he avevano rite nuto co munq ue ins urlì cienti le 36 Ved i le varie eomunie,1zion i da Mosca d i Rome i al Com ando Supremo , del 2. 4 , 11, 17 , 28 aprile e 24 maggio 19 18. rispeni va1m:111e 2 10 S R. 2 19 S R, 23 1 S R , 25 1 S R, 292 S R e 346 S R (lulle in A.U.S.S.M .E., MM IR. E 11, h. <J<J, fase. 4) e la re la1.i one d i Gani d allo Scacchiere orientale a l Comando Supremo, aprile 19 18, No tiziori mensili ( / 9 18- 19 19), in A.U.S.S. M. E.. MM IR. E l I, h. 98, fa se. 4. 37 Gatt i a Comando Supremo. apri le 1') 18. Not i: iari 111e11.tili ( 191 8- 19 19). cit. 38 Ro mei a Comando S uprem o. Mosca 17 apri le 191 8, 252 S R, in A.U .S.S. M. E., MMIR, E I I , h. 99 , fa se. 4. 39 Ga lli dal Comando del Corpo di Stato Maggio re ( Re parto Oper:l!ion i, Scacchiere orienlalc), 15 maggio 19 18, 11° 44 d i prolocollo riservalo , Pro memoria. OG(,b:TIO: Si111a;:,io11e in lk raina al 15 maggio 19 18, in A.U.S.S. M .E., MMTR, E 11 . b. 104 . r,1sc. 11 .
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misure adottate dalla Rada per requi sire il grano loro necessario, avevano scavalcato lo stesso governo uc raino e, manu militari, avevano obbligato i contad ini add irittura a seminare il terre no c he in seguito avrebbero dovuto cedere loro. Da q ui lo scoppio del la protesta contadin a contro le "angherie e le spogliazioni austro-tedesche". che aveva privato la Rada dello ''scarso appoggio" della popolaz ione di cui prima godeva. Sostituendo a lla Rada il genera le dittatore Skoropads' kyj, appoggiato da grandi e piccoli proprietari, e pur offrendo - in cambio di cereali - macchine agricole. zucchero. caflè, tabacco, i tedeschi non riu sc ivano comunque a vincere la rilutta nza dei contadini. Da tutta questa analisi Gau i traeva una conclusione alquanto realistica: l'assestamento dell ' Ucraina sembrava a l colonnello "ben lungi dal suo compimento". Il governo, in falli , non esisteva c he "di nome" ed era privo dell 'appoggio del Paese c he aveva inn anzi a sé una serie di problemi non ri solti quali la sca rsità del proprio esercito, l'ancora incerta delimitazione dei confini con la Grande Russia, la presenza sul proprio territorio del le truppe tedesche di sposte a tulio pur d"impadronirsi delk ricche ri serve di cereali. Pe11anto Gatti sollecitava l' Intesa a non arrestare i suoi sforzi con tro gl i Imperi ccnlrali, rite ne ndo che giìi riuscire ad impedire l'assestamento a ustro-tedesco de ll 'Ucraina costi tui sse un grande vantaggio politico e miliLan: in suo favore. A colpo di Stato e ffettuato, men tre Skoropads' kyj procedeva contro le agita zioni contad ine istituendo tribunali di emnpo e proibendo ogni dimostraz,ione orale o scritta "contraria a interessi Imperi centra li" 40, Rome i confermava qua nto g ià evidenzialo da Gat"ti c irca la fot1i ssima agitazione antitedesca nelle fasce popolari c ui si aggiungevano, proseguendo per tutta l'estate, di sordini e comhattimenti che coi nvolgevano anche re pa11i ucraini rimasti fedeli alla Rada, corpi di lihe ri cosacchi pronti a difendere le proprie terre dalle requisiz ioni forzate, operai che si uni vano ai " partili di opposizione e patriottic i" (ossia i socialisti rivolu zionari e i nazionalisti ), abitanti dell e città duramente provati dalle vessaz,io ni tedesche, femwieri che sabotavano le linee di comunicazione per impedire il trasporlo de i rirornimcnti verso gl i Im peri eentrali 41 . Era la di mostra7.ione che la rivolta andava raggiungendo proporLioni veramente ampie. Dall'ana lisi di tutta questa situazione, desunta anche dalle note de i suoi informatori a Ky'tv (alcuni addetti milit ari della Missione inviati a tale scopo in Ucraina cd a ltri personaggi a ppartenenti ag li "amhic.nli ufficiali"), Romei forni va alla fine di giug no un suo giud izio 42: i tedeschi. presentatisi in Ucraina "sotto la simpatica veste di restauratori del!' ordine e della proprie tà" e pertanto accol-
40 Così telegrafava Romei da Mo sca al ministro Della Ton-ella, 8 maggio 19 18 , 3 17 S R, in A.U.S.S.M.E., MMIR, E 11 , b. 99, fase. 4. 4 1 Vedi Romei a Comando Supremo. Mosca 5, 18. 24. maggio 19 18. 3 14 S R, 337 S R. 345 S R . tutto in A.U.S.S.M.E., MM II{, E 11 , b. 99. fase. 4 e No1iziari mensili ( /9/ 8/9 / 9): maggio e luglio 191 8, in A.lJ.S.S.M.E., MMIR , E IL b. 98, fase. 4. 42 Romei a Comando Supremo, Zona di Guerra, Mosca 25 giu gno 19 18, 424 S R riservato. Note s11lla sit11azione in Ukraina, in A.U.S.S.M.E.. MM IR. E I I . h. 99, fase. I. L)a questa relazione tutte le c itazioni seguenti.
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ti "con molta si mpatia" dall a borghesia stanca di "disordini e di pericoli ", si erano alienati anche l'appoggio di tali classi. La loro politica. infatti, aveva portato sul piano economico-sociale a l rincaro di viveri c manifatture, come effetto della requisizione di Lali prodotti , e su que llo interno ad ingerenze molto fo1ti culminate nell 'appoggio a Skoropads'kyj. Quest ' ultimo era giudicalo molto severamente dal generale italiano che lo de finiva un " pupazzo manovralo dai tedeschi, e destinalo a l potere fino a tanto che i tedcs<.:hi vorranno mantenerlo": il suo governo - secondo Romei - era privo di base in quanto "appoggiato esclusivamente sulle baionette tedesche" e sugli elementi più reazionari del Paese, non solo u<.:raini, ma anche russi. Questi avevano pro<.:eduto ad " una caccia spietata" ne i confronti dei partiti già predominanti nella Rada (ossia dei socialisti rivolU?:ionari di destra e dei mcns<.:cvi<.:h i, invisi alla popolazione in quanto accusali di tradimento per aver c hiesto l' intcrvcnlo ledesco) e ne avevano decimalo le fila. 1 partili bolscevico e socialista rivoluzionario di sinistra riscuotevano al contrario, "benché perseguitati", molte simpatie4:l: i bolscevichi soprattutto tra le masse operaie che con l'arrivo de i tedeschi avevano perso tutti i vantaggi conseguiti durante la rivolu zione ed erano stati colpiti dalla "grave disoccupazione" successiva alla chiusura di fabbri che e miniere; i sociali sti rivoluzionari d i sinistra fra i contadini, poiché li sostenevano "con armi e con bamlc armate nella lotta a coltello contro le requisizioni tedesche". Al contadino ucraino, in ogni modo, Romei non riconosceva - nota costante della sua linea interpretativa alcuna "concezione politica" ed interesse se non la propria sopravvivenza. Egli aveva infatti, sc1iveva il Capo della Missione militare italiana, "un solo nemico: quello che gli toglie il grano senza dargli in cambio merci di cui egli ha bisogno" . Tn questo caso il nemico era rappresentato dai tedeschi: pur di sfuggire alle loro requisizioni, i contad ini preferivano bruciare il grano anziché cederlo, uccidendo le sentinelle o insorgendo ne l momento in cui erano riforniti di anni. Romei poneva inoltre l'accento su quanto già e me rso in allri suoi telegrammi e rapporti precedenti circa la difficile fomiazione di un eserc ito ucraino, sia per la stessa composi,-.ionc (soprattutto haidumuki, una sorta di "guardia bianca" pronta a tute lare gli interessi delle c lassi abbienti), sia per la di nicol Là di recl utare un corpo di ufficiali che, dopo aver combattuto per tre anni contro i tedeschi, non sarebbero verosimilmente confluiti in un esercito "organi zzato sotto gli auspici tedeschi''. Alla base dell'intricata situazione ucraina Romei individuava - e nei suoi doc ume nti quest'opinione si faceva sempre più marcata - la mancanza di un vero sentimento naz ionale ucraino e l'impopolarità de ll'idea dell'indipenden za. Queste considerazioni sarebbero ritornate nell 'analisi della Missione militare italiana e sarebbero rifluite in que lla compiuta dalla Commissione interalleata di Paiigi; ciò fa ipoti zzare una completa assimilazione da pa1te di Romei in particolare della "versione" polacca. Per il momento Romei continuava a sollecitare 43 li giudi zio ve1Ti1 confermato ancora nel settemhre; dr. 4 settembre 19 I 8. Situazione politica in Ucraina, dall a " RwnJ/ta dei resumés riguardanti la Russia, fatta sulla base dei rcsumés francesi del Mi11. Esteri delegazione per la Pace", in A.U.S .S. M.E., MMIR. E 8. b. 91. fase. 2.
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l'inLervento delle potenze dell ' Intesa che, impegna ndosi a tene r vivi i " torbid i ag rari" co n "larghi mezzi ed emissa ri adatti''. avre bbero appoggialo anc he nel lo ro interesse la sollevazione conlro l'eserciLo aus tro-tedesco , al mo mento ve ro "padrone della situazio ne" in Ucraina. Una nuo va forza, pe rò, stava pe r entrare in campo in Ucraina rendendo ancor più drammatiche le condi zio ni de l Paese; si trattava de ll a Polonia. Alla vig il ia de lla co m pleta disfatta m ilitare e del crollo degli Im pe ri centra li, il 3 nove mbre la Polo ni a , occupata dai tedeschi fin dal 1915. si dic hi arava Rcpuhhlica ind ipenden te, o rganizzava le proprie forze armate, a pa1t ire dalla legione del leade r naz io na li sta Piisudski. e reclamava i leJTi t.ori g ià po lacch i, tra c ui la Galiz ia occide ntale. Q uesta, a sua vo lta, approfittando de ll' im mi nente c ro ll o del l' Austria , aveva g ii:1 prodamato a metà ottobre la propria indipe nde nz a dando vita a ll a Repubblica popolare dcl i' Ucraina occide ntale, il cui governo era guidalo da Jevhe n Pe tru sevs' kyj. T utto ciò mcnlre in Uc raina le truppe tedesche si ritiravano in segui to alla firma dell ' armis tizio e un" ins u1Tc1;ione popolare portava a lla fuga di S koropads' kyj e all a fò rma zione de l Di re ttori o guidato da Vy nnycc nko e con Petlj ura a capo dcl lt: forze militari. La M issione militare italia na reg is trava s uhi to l' int csofil ia dell a nuova Rcpuhhli ca dell ' Ucraina occide nta le - nata co n un programma d' indipe ndenza per l' Uc rai na e d i lotta co ntro il bo lscevismo - e annotava la rottu ra comple ta del le trattati ve d i pace tra Ucraina e governo bolscevico44 . Docume nti di fonte ucrai na pervenuti a l rappresentante mj Jitarc permane nte itali ano al Co nsig lio S upremo di guerra - gene rale Robilant - nel mese d i dicemhrc e ino ltrati al Presidente de l Consiglio dei M ini sLri - Viuorio Emanuele Orla ndo - confermavano come in Ucraina il fro nte antibo lscevico, radi calosi nell'U nio ne nazio na le ucrain a di Yynnycenko e Petlju ra, conside rasse il bolscevismo " le plus grand danger mondial", il cui unico antidoto erano "le nalio nalisme 0 11 le p atriotisme"; pertanto s pinte e te nde nze nazionaliste dovevano e ssere soste nute "pa r tous /es moyens" nei Paesi in cui esse si a nd avano afferma ndo (e fra e ss i l' Ucrai na)45 . A Lai lìnc Rome i appog1,,;ava le richieste d ' inte rve nto avanzate da quei govern i po polari a ll e truppe all eate e d ichiarava che co mpito d i que ste ultime era hloccare la g uard ia rossa d i Trockij e le forze holscevichc e soc ia lis te rivo lu zio narie di sini stra. Se non fosse s tato arg inato da una co mpatta azione degli alleati, so steneva infatti co n ror,,;a il generale, da ll ' Ucra ina il bolscevismo avre bbe potuto dilaga re in tutta l' Europa occidentale lino alle sponde dell' Atlanti co. Nel docume nto de l 4 novembre, inviato da Ro bilant a Orla ndo, eme rgeva chiara la necessità di formare un eserc ito all ea to antibol scevico all'in44
Ved i Ottobre. Novembre e [)icembre 19 18. Notiziari mensili (1918-1919). c.it.
45 Tenente generale, Rappresentante. mi litare pemianente italiano - Rohilant - al Presidente del Consiglio dei Min istii. Versai lles 5 dic.emhre 19 I 8, n" 7()()4 di protocollo,
OGGETTO: D0cu111enti di fonte ukrairw , in A.U.S.S. M.E., MMIR, E 8, b. 95, fase. 5. Robi lant girava a Orlando i tre documen ti (del 4. 26 e 30 novembre) inviatigli da Savcenko, Segrelarin del Consiglio ucraino di Parigi. lasciando a lui la decisione di trasmeU.erli al Ministro degli fatcri . I .e citazion i sono tratte dal documento del 30 no vembre.
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te rno de l quale inserire una o due di visio ni con unì ciali ucraini (non essendoci duhhi sul patriottis mo deg li ucra ini di Ga li zia) a l comando di un genera le ilaliano. In c ffclli in lla li a, lìn dal sette mbre, si era costituito un Comitato nazionale ucraino il cui programma, su lla base del principio di autodecisione dei popoli e sui " legami storici e di sa ng ue" delle popolazioni ucraine, sosteneva l' unione del la popol azione ucrai na soggetta a li ' A ustria e all ' U ngheria (Galizia e Bucovina) "in un unico corpo naz ionale" con l'Ucrai na ru ssa per dar vi ta a uno Stato ucraino autonomo in seno alla federazione russa cos LiLuiLa su hasi " largamente e sinceramente democratiche"46 . Anche il Di rc ltorio di Yynnycenko e Petljura, me ntre le tru ppe tedesche andavano evacuando l' Ucraina, sollecitava l' Intesa a ma ndare suoi delegati e quattro battaglioni a Ky"1v e Odessa, ma il s uo programma si preslava a intcrprcLazioni di varicate. /\Ila Franc ia sembrava teso alla ricostruz ione di un'unità della Russia in senso rcderalc e alla lotta contro il bolscevismo4 7, mentre all a Sezio ne italiana del Consig li o Supremo di G uerra nelle Commissioni interalleate di Pari gi, che faceva il punto s ull a situazione politica ucraina, il Diretlorio sembrava mirare a inlrallenerc huonc rel azioni con l'Intesa, ma tendere ad un' Uc raina ind ipendente48 . Valutaz ioni divcrsilìcatc, dunque, e mhle matic he anche delle difficoltà d 'orie ntamento sull' effettivo ruolo che il Dircllorio inlcndcva giocare. J\ complicare la lettura degli avvenimenti interveniva il 30 dicembre la ricostituzione della Repubbli ca soc ialista sovietica di Charkiv, f"omialrncnle indipendente ma appoggiata da Mosca. La Sezione italiana de lla Commissione inlcrallcala di Parigi (dove il 19 gennaio cominc iavano i lavori della Conferenza della pace) esprimeva pertanto le proprie riserve s ulla conercla possihiliLà di dar vita ad un ' Ucraina "su basi nazionali", anche se si ammetteva che il Dirctlorio si proclamasse "ene rgicamente antibolscevista"49_ Per parte s ua, la ncocos!iluita Repubblica ucrain a occidentale in Gal iz ia, dove g li ucrai ni rappresentavano il 70% dell'intera popolazione, aveva fatto innescare un confli tto con i polacchi che aspiravano a l possesso di tutta la regione . Il nuovo governo gali ziano si era quindi subito appellato a Wilson in q ualità di Presidente di un Paese, l'America. in c ui migliaia di ucraini aveva no trovato rifugio e protezione e dal quale era stato proclamato il ,i spello per I' autodeci sione e l' indipe ndenza di ogni nazione. In vi rtù di qu ei principi le autorità gali ziane chiedevano ali' America l' appoggio ncccssa1io per ricostituire l'antico 46 Versai lles 2 1 sell embre 19 18. Il programma d' azione del Comitato ucraino in Itali a era in viato in copia dal colonnello Capo di Stato Maggiore Bersnelli (Cons igli o Supremo di Guerra. Sezione italiana) al !'residente del Consigli o dei Ministri Orlando, in A.U.S.S.M.E., E 8, b. 89, fase. I O. I ,a scelta di un cornandanle italiano era dcltata dal fatto che in Italia era segnalata la presenza di organizzazioni nazionali di ufficiali ucraini "amis sincères dc l' Italic". Vedi il documento del 4 novembre, cit. 47 13 dicembre J 9 I 8. dall a Raccolra dei reswnés ri guardanti la Russia, cil. 4 8 [)al Consiglio Supremo di (ìuerra, Se/.ione italiana, Versailles 12 gennaio 19 19. Dati di Jà110 con apprezzamenti sulla situazione politica in Russia e in Si/Jeria, in A.U.S.S.M.E., MM I in Polonia, E 8. b. 90. fase. 12. 49 l vi _
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principato di Ky'iv 50. Di esso si ricordava la sto ri a attraverso i diversi rno rncnLi c he ne avevano visto il territorio spartito fra Po lo ni a, Austria e Russia e si di chiarava esplicilarnc nLc la volonlà di formare con lo Stato dcli ' Ucraina un "rorps politiq ue Wl((orme" , rivendicando come te rrito ri o naz io nale la Galizia con capiLalc L' viv (Leopoli), la parte nord-esL de lla Bueovi na e la parte sette ntrionale de ll 'U nghe ria. A questi territori, appartenenti all ' anti co principato, i polacc hi , con l'un ione forzala della Gali1.ia a l Granducato di C racovia a mc Là ' 800, avevano imposto un ' impronta "artificiellement polonais", ma rimaJ1evano "/es ennemis /es plus achamés" degli ucraini5 1• La situazione dell a Gali zia, dove in gennaio si proclamava l'a nnessione dell 'Ucraina occidenta le all a Re puhhlica di Perljura, veniva seguila da lla Missio ne militare italiana c he continuava ad inviare a Parigi di spacci e notiz iari militari auravcrso i quali si registravano il caos e la confu sio ne regnanti in Ucraina confermali dalla pubhlici sti ca ucraina de i diversi Com iLali presenti in Europa52. Parti colarme nte negativi i g iudiz i su Pclljura, c he - oltre a dover affro ntare le bande di conLadini capeggiate da Nestor Machno 51 - nel Le nlalivo di fre nare l'e nnesima avanzata delle truppe hol sceviche ru sse aveva d ichiaralo g uerra a Mosca, ma era stato costretto all a fuga poic hé i sovietic i e rano riu sciti a rioccupare Ky"iv nel fe bbra io. La sua linea politica - sebbe ne se ne considerasse positivame nte l' antibolscevismo - era ritenuta poco artidahil e, poiché la ''pregiud iziale delrindipcnden1.a ucraina", nonc hé le " ambizio ni personali" di Petlju rn no n costituivano un presupposto va li do pe r un accordo con g li a ltri governi antibo lscevichi e per creare quindi un fronte compatto, un "ele mento di d ifesa contro il bo lsccvismo" 54. Questo giudizio negativo su Petljura (colpevole anche di aver portato i tedeschi in Uc raina. causando i he n no ti disagi alla popolazio ne specie conLadina) 50 Memorandum présenté à Mo nsie ur le Présidenl dcs Etats-Unis d' Amerique par le Comité executif du Comil.é National Ukraini cn it Lcopo l (Galicie), faisa nl l'onc lion dc Gouverne men1 provisoirc dc l'Etat Ukrainien de Halitch sur !es ierriloircs ukraini cns dc l'anciennc Monarchie Austro-Ho ngroise. Leopoli 26 ollobrc 19 18, in A.U.S.S.M.E., MMCR, E 11. b. 97, fase. 5. 5 1 Ivi. 52 Vedi Gennaio e Pebbraio 19 19 , Notiziari mensili ( /9/8-/9 / 9), cii. , e i vari artico-
li degli organi di stampa europei quali : " L' lJkraine" d i Losanna, " Le tcmps" d i Parigi, " La
natio nalzcitung" di Basilea, " La Cìa/.etlt: de l ,ousanne", ·'La Sui sse" di Ginev ra, tutti datati fine gennaio, in A.U.S .S.M.E., E 8, b. 94, fase. 3. 53 Nestor Machno, anarchico dalle tendenze socia liste, fedele soprallullo al principio de ll'autonomia locale, guidava un vero e proprio esercito guerrigliero - composto di cosacchi e contadini - formatosi nell a Russia meridio nale e nell ' Ucraina settentrionale. Le memorie degli eventi insurrezionali di quegli anni sono riportate nel testo aul obiog ratìco di Machno (in lraduzionc italiana). La rivoluzione ru.1·sa in Ucraina. Marzo 19 17aprile I 9 I 8, Ragusa, cd. La Rivolta, 1988. 54 Cons igl io Supre mo di Guerra, Sezione italiana, Versailles, La siluazione politico militare i,, Rmsia ai primi del marzo 1919. in A.U.S.S.M.E.. MM IR. E 8. b. 90. fase. 12.
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veniva ripreso da Romei alla fine di marzo in una lunga relazione che egli inviava al Comando Supremo e a Parigi da Varsavi a, dove era stato inviato nel febbraio in qualità di rapprcscnlanlc dell 'Italia nella Commissione inLcrallcaLa di controllo55_ (ìrazic a questa nuova carica Romei aveva la possibilità non solo di seguire le diverse operazioni militari, ma anche di avere un quadro molto più articolato de lla situa zione così come si andava manifestando ne ll'Uc raina occidenta le - soprattutto ne lla Galjzia austri aca - anivando ad esprimere con molta libe rtà e decisione gi udiz i e indicazioni personali anche di natura più squisitame nte politica. Dall'ampio rapporto di Romei emerge soprattutto, ancora una volta, il timore provato dal generale di fronte al pe ricolo costituit o da l bolscevismo. /\ Lalc proposito egli esprimeva un gi udizio netto e sicurarnente interessante c he riguardava il futuro assetto dell ' Europa: g uardando le recenti c onqui ste delle truppe rivo luzionarie bolscevic he g li sembrava un "errore [ ... ] voler ma ntene re aperto il pericoloso corridoio tra Polo nia e Gali zia orientale, vera porla aperta al bolscevismo ru sso verso l'Europa". In questo modo Rome i constatava già da marzo quanto in sede di Conl"crenza di Ve rsailles si sarebbe andato de fine ndo c irca la separazione de lla Prussia occidentale da que lla orie ntale tramite la c reazione del '\;orridoio" polacco (con Danz ica ereua a cillà li bera sotto sovranità polacca) per l' accesso al quale sarcbbe scoppiala la seconda gue rra mondial e. Accanto a queste considerazio ni si ribadiva, come accennalo, l'inaffidabilità di Pelljura c he fac ilme nte si prevedeva potesse rar confluire le proprie truppe in que lle bolscevic he non appena queste avessero preso il sopravvento. Altre notizie e opinioni , specialmente sullo stato del conflitto polacco-ucraino scoppialo in Ualizia alla fine de l 191 8, quando Cholrn era stata attribuita all ' Ucraina per il trattato di Rrest- Litovsk. g iungevano da parte della Sottocommissione interalleata inviata a Leopoli proprio per cercare una solu:1.ione a quel contlillo. In quesl' organismo l'Italia era rappresentala dal maggiore Stabile che relazionava de ttagliatamente a Romei, Rappresentante italiano alla Commissione interalleata di controllo. l' andame nto dei lavori sottolineando la difficoltìi di giungere ad un a ccordo per l' intransigenza delle due parli , ciascuna dec isa a non cedere L' viv. 56 Stabile, che come Romei riteneva scarsamente diffuso tra le masse un sentimento nazionale ucraino, ma che a differenza de l generale esprimeva un parere positivo su Petljura, g iudicato " uomo giovane, intelligente, energico, astutissimo, amato dalle truppe", anche se " inviso al Governo che ne diffida", descriveva le condiz ioni deg li eserciti appartenenti alle due parti e denunciava, in sostanza, l' inferio rità delle truppe polacche per mezzi tec nici, arn1amenti, fori.a dei battaglioni . Gli ucrai ni (anche se si faceva una di stinz ione fra le truppe ga li ziane e qu e lle presenti nell 'Ucraina orientale, non valide né 55 Cfr. A. Biagini, Il generale Giornnni Romei l ..011ghena, cit. e A . Gionfrida, Missioni e addelli militari italiani in Polonia ( 1919-1923), Roma, Stato Maggiore dcll 'Escn:ilu, Unicio Storico, 19%. 56 Maggiore Stabile a Romei , Posen 5 marzo 19 19, 11° IO di protocollo bis, OGGETTO: Operalo svolto dalla So11oco111111issione i111eralln11a in viata a Leopoli, in A.U.S.S.M.E. , MMI in Po lo nia , E 8 , b. 101, fa se:. 7.
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numericame nte, né qualitativamente) ris ultavano invece possedere organi c i a l completo e provvisti di anni moderne e d efficienti. Quindi, secondo Stabile, per evitare che i polacchi venissero sconfilli, con ripe rc ussioni tali da rendere pre c aria l' esiste nza stessa della Polonia (sempre nel timore cioè che c iò potesse aprire la strada alla diffusione de l bolscevismo), l'Intesa aveva il preciso compito di rifornire di aiuti i polacchi e imporre un armisti zio agli ucraini. Confe rma a quanto dichiarato da Stabile veni va dalla relazione della Sottocom missione d'Ucraina, guidata dal maggiore Giu li o Foà, c he raggiungeva Stanislav il 16 marzo5 7 . Foà ribadiva c ome le a utorità ucraine facessero appel lo a ll'Intesa contro lo " spcUro de l hol sccvismo" (il cui pe ri colo - confermava il maggiore - era realmente presente. considerala la s ua marcia villmiosa e le sue conquiste in Ucraina), ma non sembrava convinto dal fatto c he gli ucraini andassero schierando una quantità di truppe notevolme nte maggiore sul fronte polact:o ri spetto a quello russo, lasciando intendere , piuttosto, che i polacchi fossero conside rati per loro molto più pericolosi dei russi. Foà descriveva poi le mi serri me condizioni della popolaz ione, tra la quale era scoppiata una g ravissima forma di tifo con mortalità assai elevala. Per queslo egli invocava l'invio di materiale sanitari o da parie del l'Italia, sollo Iineando I' i111porla 11za che questa azione avrebbe avuto per l' immagine e il ruolo del Paese ("farebbe ottima impressione"). Anche sul piano militare l' Italia avrebbe po tuto g iocare un preciso ruolo, secondo le ··voc i" raccolte da Foà. in quanto avrebbe potuto contribuire al rafforzamento de lle trnppe ucraine facendo arruolare in apposite '"legio ni" i propri prigionie ,i ucraini guidati da ufficiali italiani e utili zzati escl usivamente per combattere i bolscevichi. Un· interessante osservazione di Foà (già approfondita da Ro mei e Stabile) rig uardava il proble ma de lla riunificazio ne delle due Ucraine: " la Grande Ucra ina con la piccola (Gali zia meridion ale)": secondo il maggiore esisteva una fra!lura l'ra "una esigua minoran za intellelluale" che guidava il movime nto di riunificazione e il resto de lla popolazione che a tale unione era addirittu ra contraria. La causa era individuata ne l fattore rei igioso: il contadino ucraino di (ìali,.ia attrihuiva un valore totali,.zante all a s ua le de (il cattolicesimo di rito orie nlale), pertanto si sentiva completamente staccalo dalla Grande Uc raina, la cui fede o rtodossa era guardata "con di sprezzo" dai "grec i uniti" prevalenti in Gali zia. Altre sollecitazioni all ' Intesa, e soprallutto all ' Ita lia, per un riconoscimento de lla "nazione ucraina'' parti vano da alc uni rappresentanti de l governo ucrai no presenti a Vienna, dove essi incontravano i colonnelli Albe11i e Caforio, membri de lla Missio ne italiana per l'arrnisti zio guidata dal generale Roherlo Segre58_ In pmticolare si faceva capire da parte ucraina che se si fossero convinti i polacchi ad accettare un armistiz io che avesse imposto loro di arretrare dalle posizioni 5 7 Maggiore Foà alla Missione militare ilaliana d"armistizio. Vienna 20 marzo 1919. Rda~ion P rfplfa So110,·,m1mi.~.,·ù11w d'Ucraina, in A.U.S .S.M.E., MM I in Polonia, R 8, h.
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Segre fu anche mllore del libro La Missione militare italiana per /'a rmistizio
(dicn11hrP /9/ 8-~n111aio 1920). Bnlog 11a , 1/"111ichc lli , 1928.
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prefissate, le truppe ucraine impegnate su l fronte galiz iano avrebbero potuto essere utili zzate contro i bolscevichi che tentavano di penetrare in Gali zia. In tal modo si sarebbe formato un "esercito liberatore" contro il bolscevismo tanto temuto dai governi occidentali . Pe rtanto il ruolo che l' Italia era chiamala ancora una volta a svolgere al Cong resso d i Parig i era in funzione di un ··appoggio a lla causa ucraina" , cui essa stessa avrebbe potuto provvedere inviando armi e medicinali ed eventualmente anche uffi cia li s uperiori 5'J. Anche il Capo della Missio ne italiana per l'anni sti zio, generale Seg re, a commento delle relazioni di Foà e Cafori o, ribadi va l' importanza pe r l'Italia di intervenire in Ucraina con l'invio di soccorsi, per poter così "accaparrarsi un g rande vantaggio politico creando una corrente di s impatia verso il nostro Paese". Ce11amente non era estranea a tale soll eci ta zione la prospettiva di un vantaggio economico per l'Italia, visto c he Segre forniva dati interessanti s ulla situazione economi ca de ll 'Ucraina. Utile sarebbe s tato, infatli , investire il capitale itali ano nella fiorente indus tria ucraina legata al sale di potassio, seconda " fonte mineraria più ricca del paese " dopo il petrolio. In merito a c iò Segre faceva gi us tamente notare che " il dissidio tra polacc hi e uc raini , ci rca la delimitaz io ne dei confini" si imperniava s ull'inclusione o me no dei territori carpatici ri cchi di giaci menti petroliferi"60_ Alla luce di tutti i dati raccolti , Rome i in aprile poteva tracciare un quadro ampio e dettagliato. un vero e proprio Memo riale riassunti vo, s ul problema dei conlini territoriali polacchi, particolarme nte interessa nte per quanto ri guarda la Galizia austriaca e per le personali anno tazioni del generale sui "principi generali " e tico-politici che devono pres iede re al possesso dei territori da parie di uno Stato61 . Il Memoriale esaminava quattro motivi principali, militmì, politic i, storic i ed etnici, a sosteg no delle pretese d i uno Stato su un dato territorio. I primi due dovevano "astrarre dai principi di pura g iusti zia" per rifarsi a quelli della " logica" secondo la quale "non è ammissibile 1- . . I assegnare ad uno Stato un dato te rritorio senza che sia nell o stesso tempo concesso a quello Stato di potersene garantire il saldo possesso". I moti vi storici, a loro volta, non potevano gi uslili ca re 59 Colonnello Capo Ufficio Cafo rio (Regio Esercito italiano, Comando S upremo, Missione italiana per l'armisti7.io, Commjssione Smobilitazione), Vienna I" aprile 191 9, in J\.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E 8. b. 90, fase. 12. li Preside nte degli Swti Uniti aveva istituito una Commissione per l'armistizio. cui partecipavano anche gli italiani, per cercare di giungere ad una soluzione della diflicile si Illazione creatasi tra polacchi e ucraini. I lavori si protrassero fino a maggio e portarono ad una proposta di Convenzione che fu però respinta dai polacchi. 60 Maggiore Generale Scgre (Regio Esercito italiano, Comando Supremo. Missione italiana per l'm111isti zio, Commiss ione Smobilitazione) a Comando Supremo, Ufficio Segreteria, Vienna 2 aprile 1919, 11° 5 180 di protocollo, OGGETl'O: h ,jimnazio11i sull"lJi:raina, in A.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E 8, h. 90, fase. 12. 61 Romei alla Delegazione militare italiana al Congresso della pace, Parigi IO aprile 1919, n° 146 di protocollo riservato, OGGETIO: Memoriale riassuntivo sulle quPslio11i terriJoriali polau:he, in A.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E 8, h. 101, fase. 2.
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un'annessione di te1Titorio, ma piuttosto legi ttima rla qua ndo essa si appoggiasse a motivi d' ordine militare, politico ed etnico. Questi ultimi, di ordine etnico, erano quelli che più si riallacciavano ai principi di giusti zia, essendo "innegabile fondamen to della costituzione e della conservazione di ogni stato quello della nazional ità". Secondo tale princi pio "ogni nazio ne, e cioè l'assieme di un determinato numero di individui parlanti tutti una data li ngua, legati da tradizioni di comune, propria cul tura, accomunali dalla convivenza in un detem1inato territorio, ha diritto a governarsi a norma dei principi meglio rispondenti all'indole, ai bisogni, alle conven ienze dei pro pri componenti, nei limi ti del territorio da questi lcgiltimamente posseduto". Tale affermazione di principio non impediva a Romei di esprimere con estrema deci sione la sua nella convin zione della naturale te nde nza delle nazioni, al pari degli individui , a "espandersi a spese di quelle che declinano o che muoiono", a nc he se tale affermazione era poi atten uata da quanto il generale precisava sull'illegittimi tà di procurare "colla viole nza ingiusta la morte o, sia pure, lo indebolime nto di una nazionalità". Romei, comunque, affe rmava che il principio del do minio delle maggioranze era il cardine di qualsiasi costruzione politica e sociale e che la sua negazione po1tava alla violenza oligarchica, o a quella anarchica; pe rtanto, se in un dato territorio convivevano due o più elementi nazionali bisognava lasciarsi guidare dal c1ile rio del la ricerca della maggioranza etnica locale, c ui assegnare il dominio, non per viole nza contro g li altri elementi etni ci di minoranza, ma in virtù dell ' applicazione dei principi di g iusti zia e di ordine sociale e politico. Romei non tralasciava però di avveri.ire c he non per questo le maggioranze potevano "violentm·e" le minoranze, negando loro il di1itto all'esistenza in quanto tali e a svi luppare, nei limiti della legge comune voluta dalla maggioranza dei cittadini, la propria potenzialità nume rica e ideologica. E questo perc hé "la minoranza di oggi può diven ire, per naturale evoluzione di idee, la maggioranza di domani". Il generale concludeva queste note di filosofia politica affermando che " il principio, oggi di moda, dell'autodecisione dei popoli[ ... ] è in pe1fetta armonia con quanto esposto". Quindi egli esprimeva la convinzione che non fosse affatto difficile trovare una soluzione ai problemi Lcrritoriali polacchi che toccavano anche la Galizia orienta.le, dove quella polacca era una minoranza rispello alla popolazione ucraina (solo il 2530%). Per questo si sarebbe dovuto dedurre c he i polacchi non avessero alcun dirillo etni co sulla regione. Ma a questo punto Romei introduceva importanti di sting uo affermando c he lino al 1848 i rulc ni (ucraini) di Gali zia si erano considerati polacchi e solo dopo, ad opera del governo austri aco che se ne voleva servire per li mitare il ruolo dei polacchi all ' interno del Reichstag, era stato creato "ad arle" un separati smo rutcno in Gali zia. Quindi il movimento ruteno in qu ella terra era per Romei una "creazione arlilìciale (made in (ìcrmany)". La stessa passiva accettazione, da parte degli ucraini. del nome di " rule ni" - imposto dagli austriaci per far credere loro di non appartenere allo stesso ceppo degli ucraini di Russia ed evitare in tal modo la possibilità di un eventuale irTedentismo verso i fratelli russi - era la dimostrazione del!' ignoranza del la loro nazionali Là e la testimonianza della completa attificiosità del loro movimento nazio nale. In base a queste sue convinzioni Romei sposava chi aramente la causa dei polacchi e trae-
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va una nella conclusione: "I ruteni , considerati come tali o come uk raini , non so no una ver' nazionalità Isottolineato ne l testo)", negando quindi loro una storia come popolo e come naz io ne , non avendo neppure "nessuno dei due e le me nti essenzia li di ogni nazionalità: territorio e lingua" . Quanto al territorio Romei ricordava come e ssi stessi non avessero saputo precisarne i confi ni durante le lunghe trattative con la Ru ssia di Kcrcnskij e con que ll a di Le nin e come fosse comun4ue, 4uanto a proprietà te rriera. in mano in maggioranza dei russi, ma soprattutto dei polacchi (con il 51 n1n delle terre de lla Galiz ia orientale) e de i coloni tedesc hi ; le stesse industri e, il co mmercio, gli istituti di cultura. le banche, le isli tu7.ioni pubbliche erano nelle mani dei polacchi . I ,a lingua, a sua volta, era definita senza attenuanti "rozzo dialello" parlato solo dai contadini e sconosciuto all' inte llettualità di quelle regioni . Gli stessi uomini di c uln1 ra ucrain i, 4uali Gogol' e Korolenko, avevano sc ri tto in russo, tranne Sevcenko, che però era da considerarsi soltanto un fenome no non sunicicntc per fare "de l dialetto paesano ukraino una ling ua vera e propria" . In quest' otti ca veniva dato l' ennesimo g iudizio negativo su Petljura; tanto negativo da annullare ogni opinione positi va espressa da altri uffic ia li italiani: per Romei Pctljura non era che un "a11i sta di ca ffè concerto" c he si era barca menato fra tedeschi e Intesa dopo essere tornalo trionfante a Ky'i"v alla lesta di truppe austro-tedesche, prima c he fosse da esse stesse cacciato per far posto a Skoropads 'kyj . Era poi to rnato ancora una volta a Ky"iv facendo credere di aver rotto ogni legame co n g li Imperi centra li, mentre e ra provato il contrario. Romei. inlinc , non ri conosceva in Petljura alcun pri ncipio naziona lista , dal momento c he aveva assalito i polacchi in Gali zia ·'per conquistare pochi kilomctri 4uadrati di terreno" e aveva lasciato invece ai ho lscevichi ru ssi pie na "li bertà di occupare nel frattempo tutta la vera, la grande Ucraina" . Ult eriore conferm a dell'inesistenza degli ucraini come popolo e della loro coscienza di patria, era pe r Romei il fatto che essi conducessero una lotta contro i polacchi piullosto che contro i bol scevichi , ·'negatori di tulle le patrie. depredatori ed affamatori". Per questi moti vi il genera le non poteva considerare i rute ni , "accolta hrigante sca", alla streg ua dei polacchi, predo min anti per interessi, c ultura, tliri tti storici nelle terre gal iziane. al possesso del le <.JUali avevano pertanto diritto. L'esclusione dei rutcni d alla Galizia avrebbe avuto inollrc per l'Europa occident a le una fun zione imp011antissima che Romei ancora richiamava: im pedire la rormazione del corridoio-c uneo in G ali zia orientale, "magnifica po r1a aperta a ll'invasione holsccvika" e in funrro " perico losissima comunicazione tra slavi russi e jugoslavi" c he avrchhc permesso quella te mibil e alleanza di Lutti gli slav i; un panslavismo c he Rome i vedeva come " uno de i peggiori nemici che la Storia ri serbi a l domani pe r le nazioni d' Occidente"'. Egli pertanto affermava che l'i nte resse dell'Europa occidentale poteva ampiame nte giustificare la chius ura de l corridoio, con l'attribuzione del la Cializia orientale ai polacchi , face ndo così confinare la Polonia con la Romania, anche se ciò voleva dire "viole ntare [ . . . I le aspirazioni rutene". Una viole nza giustificata, nell ' analisi machiavell ica di Romei, al la luce de ll ' interesse della maggioranza - l ' universa le - che doveva superare 4uello delle minoranze - il particolare. "Nel consorzio delle nazioni libere - egli scri veva - l'interesse dei più deve prevalere a 4ucllo del singolo".
Do Brest a Riga: le Missioni militari i1alùme in Russia e Polonia ...
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Di fallo PcLlj ura avrebbe firmato un accordo con i polacchi il 24 maggio; in base ad esso il governo ucrain o, per essere riconosciuto da que llo po lacco, av rebbe rinunciato alla Galiz ia orienta le, a pa11e de lla Vo linia e al territori o di C ho lrn, impegnandosi a sottoporre le lince della propria politica estera allo Stato po lacco.
111. lJa Versaille.ç a RifW
Nell a primavera del 19 19, me ntre incalzavano i com batlimcnti fra le truppe di Pcllj ura in ritirata, le truppe bia nc he di Dcnikin , l' eserc ito rosso e i contadini di Mac hno e a Parigi la Delegazione del la Re pubblica ucraina guidata da Sydore nko s i batteva per il ri conoscimento di uno Stato ucraino unitario con la fusio ne delle d ue Repubbli che, orie nta le e occidentale. nate s ull a carta il 3 gennaio 1919, i comunicati militari continuavano a fo rnire ampie notizie sull a siluazio ne del l' eserc ito di Pctljura, su Ile defezioni di a lcuni corpi passati a i bo lscevic hi , su sbandamenti di a ltri formati d a ru teni dell a Gali zia62, s ull'adesio ne a lle forze bo lsceviche dell a "parte più nume rosa" guidata da Pav lenko - oslil c all 'accordo di Pctljura con i poh1c.c.hi . Pertmllo la situazione in Ucraina appari va sempre più co nfu sa, in uno stato di "o scura anarc hia'". co n un eserc ito di viso e con " bande locali" dall'attin1dine "spesso incerta, fac ili a passare da un campo all'a ltro", me ntre la condo lla dell o stesso Petlj ura appariva sempre pii, a mbi gua, sì che i notiziari comuni cavano di no n riuscire ad affermare se in Ucraina es is tesse "ancora un fro nte a nti-bo lsccvico" 63 . Perta nto l'Ucraina. agli occhi de ll a Conuni ssio nc in tera lleata d i Pa ri g i, appariva ele mento " molto dubbio" nel 4uadro de ll a lo tta antibolscevica e c i si orie ntava a considerarla " una delle tante repubbliche sovietiste dell a Russia che, sotto par venz a di sta to indipendente, sfrullano le aspi razioni nazionali a vantaggio e sotto gli o rdini del governo rnassimal ista" M. Quindi la Conferenza dell a pace riunita a Versailles ne l giu gno del 19 19 a sseg nava l'Ucraina sub-carpati ca - rich iesta dalla Delegazione uc raina per aggregarl a a ll a Ga li zia - alla Cecoslovacchia ; la definitiva assegnazione de lla Ile ssarabia ne ll a parte rivendicata da ll ' Ucraina ru per il mo me nto rinviata. Per i confini orie ntali della Polonia la C o mmiss ione Carn bon segna lò due soluz io ni (che presero poi il no me da l generale Curzon - Segre tario degli Esteri ing lese, la c ui proposla era di farli passare lun go la linea de l fiume Bug): una che lasciava 62 I luglio ]()19, Estrall o dal Summary of lntelligenu: del War Office n° 30. Russia. Sitiw zione militare nella Galizia oriert1ale ed Ucraina , in A.U.S.S.M.E., MM I in Polonia, E 8, b. I m, fase. 7 e Parigi 18 agosto 19 19, Bollcnino n° 9 I <i, Confidenziale, Appendice,
Notiziario bolsavù:o. Rapporto di un Ufficiale Svedesi' sulla ~-i11wzione in Russia. La situa'-imw politico-militare in Hussia (Studio ,il'/ Ten. Olef Ribbing). in /\. U.S.S.M. E., E 8, h. 95, fase. 7. 63 Dall'opuscolo Notizie militari e politiche s111/a Ru.uia ,, Siberia, riservatissimo. Consiglio Supremo cli Guerra-Sezione ital iana, Delega7.ione italiana per la pace-Sezione mi litare, luglio 19 19, in A.U.S.S.M.l:L H 8, b. 95, fase. 6. 64 l v i.
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Manuela Pdleg rino
la G ali zia fuori dall a Polonia e un 'altra che la includeva. La questione de lle fro ntiere della Ualizia, sollo il LiLolo di Gali zia orientale, era quindi lasciata sospesa da Versailles; attraverso l'istituto del ma ndato, la Galiz ia ru attribuila te mporaneamente alJa Polonia per 25 anni 65 . Una so luzione. qu esta, che fu respinta deci samente dai polacch i e sconte ntò gli uc raini, rimanendo quindi aperta ad altre ipotesi, mentre sul territorio ucraino continuavano a scontrarsi l'esercito naz ionale, quello bolscevico e le truppe bianche66 . Particolarmente dura la battaglia intorno a Ky"i"v Ira forze naz io naliste di Petljura e truppe bianche; nella ste ssa giornata del 30 agosto la c ittà veniva presa da Pelljura e ri presa da Oen ikin67, mentre conte mporaneamente sia da parte di Oc nikin che dei sovidici veni vano diffuse tra la popolazione le rispettive ipotesi sul destino de ll' Ucraina. Entrambe ri spondevano ad un ' ottica federati va, anche se di segno opposto. Oeni kin ipotizzava l' inserimento della Piccola Russia ne ll' ambito di una Russia indivisihilc68, me ntre le corre nti sovietiche, espressione dei circoli di Charkiv, sostenevano, grazie a ll ' identità lingui stica e rel igiosa, la sua compl eta assimilazione al " popolo russo" e pertanto il suo inserime nto ne lla Rcpuhhlica federativa sovietica69. La situazio ne, comunq ue, continuava ad apparire conru sa agli osservatori italiani che da Varsavia inviavano le loro impressioni sulle vicende ucraine, desunte a loro voli a da noti zie giunte a ll o Stato Maggiore dell'esercito polacco70 ne lle quali si alternavano informazioni di intese, ma pure di scontri tra le forze di Ocnikin e quelle di Petljura7 1• La situazione quale si andava faticosamente delineando nel sette mbre in tutto il territorio ucraino era esaminata anche da un inlc n;ssa ntc osservatorio, quello dei russi e migrati dopo la Rivoluz ione a Be rlino - espressione. secondo il Capo del la Missione mili tare italiana in German ia, il generale Bencivenga, di " tutti gli e le menti della Ru ssia" - che rappresentavano uno spaccalo politico di di versi partiti e dai quali venivano recuperate informazioni trasmesse poi a l Comando 65 Per un 'e ffi cace sintes i del le tnrluose vicende dei conlini, d r. A Gi annini, La ··grande Ucraina" , c ii., p. 53 1 e scgg. 66 Romei a Stato Magg iore Regio Esercito (Roma), Varsav ia 15 apri le 1920, n" 740 di pro tocollo, in /\.U .S.S.M.E. , MM I in Polonia , E 11 , h. 57, fase. 6. 67 La notizia veniva data telegra ticamente da Taganrog il 3 1 agosto dal generale Rassig nano al Ministero dell a G uerra. in A.U.S .S.M.E.. E 11 , b. 123, fase. 1/ 1. Mi ssione del gcn. Bassignano presso 1· Armata bianca. 68 Taganrog 25 agosto 19 19, Prm:lanw ,kl gnwml" n en.ikin. Alle popolazioni della l'irrnla Russia, in A. lJ.S.S.M. E., E 11, b. 123, lasc. I/ I. 69 Articolo slntkiato dal g iornale "Ekatcrinoslavski Ycstnik" del 30 agosto 1919. in A.U.S.S.M.E .. E Il. b. 123. fa se. 1/ 1. 70 Dal Regio Esercito italiano, Comando Supremo, Sezione militare in Polon ia a Comando Supremo, Seziom: E - Ro ma e a Delegazione per la pace, Sezione militare Parigi, Varsavia 12 sellcmbrc 19 19. " Communicatio ns dc l' Etat Major Generai d c I" Arméc Po lonai se du 2 scptcmbrc 19 19" contenuto nel n° 184 d i protoco llo riservato. ()(,(, ETTO: A vvenimenti in Ru.uia, in A.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E 8, b. 103, fasc. 7. 7 1 Così telegrafava il generale Ferigo da Bucarest al Comando Supremo, Ufficio Informazioni , il 19 settembre, tclcgrnrnrna N° 91 7 S T, in A.U.S.S.M.E., E 8, b. 123. fase. 2.
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Supre mo. alla Oelcgaziom: ita liana per la Pace e al Mini slro degli Esteri, Tittoni 72 . Pe r la situazione in Polonia, nel rapporto inviato dalla Missione in Geramani a, Re ncivenga evidenziava come la linea politica prevalente fosse quella dei c ircoli " pan-polacchi" i quali appoggiavano la nascila di una federazione degli Stati dell'Europa oricnlalc sotto la propria leadership, con una parlicolare aspirazione a conqui stare le regioni ucraine ancora occupate dall'esercito di Petljura. Per 4uanLo ri g uardava l'Uc raina, ne i circoli russi si sottolineava la s ua importanza econo mica per l'intera Russia e la funzione di snodo viario tra Ru ssia ed Europa occidentale, mentre era rilcnuta "assoluta mino ranza" la presenza dei "massimalisti", al pari de i pa11iti di estrema destra, rispetto alle formazioni democrati che che raggruppavano invece il 60% del la popolazione e che, secondo l'emi grazione russa, avevano raggiunto un accordo per realizzare un unico ohicllivo: la "salvezza della Russia" dal holsccv ismo. A tal fine avevano e laboralo un piano c he prevedeva la fusione de lle fronti anliholsccvic he de l Don, del Kuban · e del Tarek. il rafforzamcnlo dei piccol i proprietari c he avrcbhcro costituito " la hase" de l futuro governo. la creazione di un eserc ito volo ntario guidato da "specialisti" di eserciti stranieri, la ripresa de lle relazioni commerc iali con l'Europa, " in primo luogo con l' Ita li a", divenendo in la i modo g uida della concreta lotta antibolscevica per altre regioni de ll a Rnssi:i. I .'e mig razione sosteneva che i capi partilo cercavano di attirare verso questo obiettivo sia Dcnikin che Petljura, anc he se q uesti , per i successi ollcnuti, si era irrigidito ne lle sue posi zioni, "accecato dall a ambizione pe rsonale". Con lalc l'rasc si confermava l'ostilità anche da parte dcll' cmi1:,>razione russa verso una separazione de ll ' Ucraina dalla Madre Russia e veniva con fermala la possibilitù di un ' intesa tra i due schieramenti , quello di Oenikin e di Petljura, registrala anche da a ltre fonti e vanificata solo dall'"amhizionc" di quest' ultimo. A comme nto di 4ucsli dati il generale Bencivenga, giudicando "grave" lo stato attu ale , soste neva che neppure per l' inverno si sarebbe del ineata " una situaz ione che indichi chiaramente quale via seg uirà il colosso russo nella trnsformazione che la Rivoluzione ha in iziato". Ormai per<\ attraverso informaz ioni pervenute allo Stato Maggiore polacco e trasmesse al Comando Supremo it;ili ano dal colo nne llo Franchino, adde tto militare a Varsavia, si ev inceva la chiara separaz ione di Petljura ùa Ocnikin e il suo avv ic inamento sempre piL1 manifesto a lla Polonia; il capo del governo ucrai no aveva ricordalo ai membri dell'Intesa che "da lre ann i" egli si batteva insie me a l suo go verno per "di rendere i s uoi diritti nazionali e sociali contro la Russia holscevica e contro l' imperialismo di Dcnikin" e che in tale lotta contava s ul l'appoggio de lla Francia e della RornanjaTI. Quindi il colonne llo Franchino defi72 Brig. generale Bcncivenga (Capo dell a Missione militare italiana in Germania) a Comando Supremo. Ufficio Esteri, a Delegazione italiana per la pace, Sezione militare e al Ministro degli /\ffari Hsteri, Rerlino 11 scltembrc l 9 I9. n° 238 H , ri serva1issin10 di protocollo con annesso rapporto. in A.U.S.S.M.E., MMI in (ìermania, E 8, b. 93, fase. 2. 73 Colonnello Franchino a Comando Supremo. Sezione E - Roma, Varsav ia 5 novembre 19 19 . n° 330 di protocol lo, OGGETTO: Notizie su/l 'Ucraina, in /\.l J.S.S.M.E., MMI in Polo nia. E 11 , b. 62 bis. fuse. I.
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niva un '"offcnsiva" dal "carallcrc rmlitico", più che strategico, quella di Petljura contro Denikin, dimostrativa del "carattere nazionale" dell'esercito ucraino. Per poter sconfiggere definitivame nte Deni kin, Petljura, secondo lo Stato Maggiore polacco, chiedeva " l'aiuto dei paesi vici ni e soprattutto della Rumani a e della Polonia". Verso quest' ultimo Paese l'attcggiamcnto di Pctljura scmhrava a Franchino preludere ad un accordo, viste anche le "buone di sposizioni de lla Polonia verso gli Ucraini della Galizia". Le " buone disposizioni" polacche cui alludeva Pranchino riguardavano le concessioni di autonomia da patte del governo di Pilsudski ai palatinati galiziani - dopo l'attribuzione per 25 anni della Galizia alla Polonia - che avevano placato anche i dissensi ali' interno della Conferen1.a de lla pace sorti intorno al problema ga liziano74 . La si tuazione, tu ttav ia, era destinala a mutare ancora nell'arco di pochi giorni. Non solo Petljura, che nel dicembre a veva firmato l' armistizio con la Polonia impegnandosi a cedere la Gali zia7 5 , perdeva il contro llo del proprio territorio e il suo esercito era "dispe rso"76 , ma anche le sorti di Denikin erano segnate. L'esercito bolscevico. infalli, avanzava occupando Kyi'v. Pollava e Charki v77_ me ntre folte bande contadine. g uidate da Machno. bloccavano i rifornimenti per Odessa 78. Pctljura intanto intensificava i rapporti con i polacchi e da Varsavia Romei. tornato in Polonia ne l novembre a capo della Missione italiana, informava de lla presenza in Polonia del Capo del governo ucraino e di altri membri del governo stesso79. Romei, che per la sua alla carica era a contatto con il governo polacco, con i circoli diplomatici e con PiJsudski in persona. era in grado di fornire informa7.io ni sull'atteggiame nto della Polonia e sulla volontà di PiJsudski di e nt rare in Ucraina e "rimcltcrvi ordine" essendo il Paese, dopo la sua fuga e le sconfit74 A. G ia nnini, La "grande " Ucraina. cii. , p. 534. 75 Ta le accordo fu fortemente c riticato da diversi uomini pol itic i ucraini ; es ponenti
de lla destra nazionalista il 9 dice mbre diedero vita a Parig i a un Comitato nazionale uc raino co n me mhri de lla De lega1.ione de ll a Repu hhlica popolare ucraina a lla Conferenza della Pace e a ltri politic i favorevoli a lla federaz ione con la Russia e a una unifìca.lionc di tulti i territori abitali da uc raini. C fr. J. J. Bruski, Petljumwci. Centrum Paftslwmve Ukraùhkiej Repu/Jliki Ludowej 11u wydwdislwie ( /9/9-1924 ), Kraknw. Arcana, 2000, p. 122. 76 Rome i a Comando del Corpo di Stato Maggiore, Uffc io Esteri - Roma. Varsavia 10 dicembre 19 19. n° 148 d i protocollo. in A.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E 11. b. 57. fase. 4. 77 Maggiore D' Alessandro, Regio Esercito italiano, Coma ndo Supre mo (Reparto Operazioni , Uffi cio " E") a Delegazione italiana per la pace, Sezione militare , Parig i, telegramma in partenza 11° 2 16 proveniente da Taganrog in data 17 dicembre 1919, in /\.U.S.S.M.E. , E 8, b. 9J, fase. 6. 78 Colonnello Vitale, Regio Esercito italiano, Comando Supremo (Reparto Operazioni. Ufficio E) a Delegazione italiana per la pace, Sezione militare, Parig i, telegramma in partenza 11° 1670 proveniente da Costantinopoli in data 20 dicembre 1919, in /\.U.S.S.M.E .. EX, b. 91, fase. 6. 79 Dalla MMI in Polonia, Varsavia 27 dicembre 1919. n° 202 di protocollo. OGGETTO: Rt'sidP.117.a dd Petljura a Vm:~avia, in A.U.S.S.M.F.., MMT in Polonin, E 11, b. 57, fa se. 8 .
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Riga: /p Mis.1·itmi mi/ilari italiane in Russia e Po/0 11ia ...
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te di Oenikin, " in preda all' anarchia e al brigantaggio"80 . Rome i, stando alle voci che c ircolavano a Varsavia, non escludeva che Pilsudsk i potesse ri stabilire in Ucraina Petljura, che però sarebbe diventato "vassallo del la Po loni a" . Secondo Romei, infatti, "il Pildzuski preferi rà ave re come vici no sulla delicata fro ntie ra della Galizia orientale un uomo che è om1ai nelle sue mani come Pe tlj ura piuttosto che gli anarchi c i bolscevichi e piuttosto c he un governo retto da Denikin il quale, incarnazione del tramontato czarismo, non potrebbe essere che nemico di Pildzuski, ex esiliato in Sibe ria, e de lla Polo nia resasi indi pendcmc dalla Russia". In realtà Pilsudsk i, come aveva confidato personalmente a Romei durante il ricevimento uffic iale di Capoda nno, nutriva molte perplessità non sulla possibili tà di conqui stare Ky'iv, quanto sull a st rategia successiva nei confronti de ll' Ucraina. "1,'ani va rc i è dunque il meno, ma poi una volta giunto che cosa rart:i? Ecco la vera dirlicoltà. Rispondere a questa domanda". Certam ente l' ipotesi che Pilsudski accarezzava era que lla di una conl'cdcraziont: ucraina sotto il controllo polacco, ossia la linea panpolacca, all a quale aveva accennato il rappo1io del generale Renc ivenga, tenuta presente ora anche dal generale Rome i nei suoi noti1,iari dirdti a l Comando de l Corpo di Stato Magg io re ne i quali sottolineava come il fu turo assetto de ll 'Ucraina era visto nd l'ottica di una "confederazione d i d iversi stati di c ui uno, que llo a contatto co n la Gal iz ia. potrebbe essere retto da Petlj ura". Inta nto il Consiglio Supre mo d i Pa rigi riprendeva in esame il problema della Cìali zia cercando di annullare qu e ll a che Rome i defini va " ibrida sol uz ione" dell'assegnazione del la Gali zia all a Polonia "sollanlo" pt:r 25 ann i e nel frattempo la Polonia, che aveva ottenuto da Petljura la sua rinuncia alla Galizia, il 17 aprile 1920 invadeva l'Ucraina sovietica e la Bielorussia, avendo come obiettivo la costituz ione di uno Slalo cuscint:Llo ucrai no fra Polonia e Russia. Tale Stato, ribadiva ancora Romei nell'aprile del 1920 , a flìdalo a Pctlj ura con Mazt:pa pre sidente del Consigli o e Levyc' kyj ministro degli Esteri , sarebbe divenuto "u n vassallo del la Poloni a"8 1 e non senza compiaci mento il generale italiano sottolineava la sua perfetta identità di vcdulc con la stampa polacca (il Corriere di Vc1rsavia) che negava ovviamente l'esistenza di una coscienza nazionale ucraina, relegandola a un "debole" movimemto d i inte llettuali al qua le era estranea la popolazione contadina. Ma gli avvenimenti incalzavano e, malgrado le resislenzc di a lc uni scllori dell 'opinione pubblica polacca, l' accordo polacco-ucraino diventava una realtà; il 28 aprile Romei te legrafava all o Stato Maggio re la notizia de ll'avvenuto riconoscimento da parte de ll a Polo ni a della Repubblica ucraina t: della proclama zione d i Petlju ra come atam ano; contemporaneamente Petlj ura - informava Romei - lanc iava un proclama per la mobili tazio ne generale "a fi anco delle trnp80 Romei a Comando del Corpo di Stato Maggiore - Roma, Varsavia 2 gennaio 1920,
n" 11 di prolocollo, in A.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E 11 , b. 57, fase. 8. 81 Romei a Stato Maggiore Regio Esercito - Roma. Varsavia 23 apri le 1920. 11° 795 di protocollo riservato, OG(ìETIU: Dalle lralllllive di pace a li 'offensiva polacca, in A.U.S.S.M .E ., MMI in Polonia, E 11 , b. 57, fase. 9.
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pc polacche" contro il "nemico comune" , il bolscevisrno82_ Il commento di Romei era eslremamcnlc duro e ri calcava quanto g ià eg li varie vo lle aveva affermato circa l'inconsistenza di uno "slalo ucraino". "Così - scriveva Ro me i ha avuto uffic ialmente vita lo stato ukraino, non delcrrninato da alcu n carattere né etnico, né storico, né geog rafico, concepito ne l passato dall ' Au stria soltanto pe r inte ressi politici cd economici, e per gli stess i interessi resuscitato ora da Pilsudsk.i". Quanto agli scopi dell'offensiva militare polacca, egli ne individuava con chi arezza due: "uno militare per obbligare il Governo di Mosca ad accettare le condil ioni di pace che la Polonia crede indis pensabili per la sua esistenza" e l' a ltro "politico per costituire il cosiddetto stato ucraino ed insediarvi Pclliura". Per il ragg iungimento de l primo scopo l' obiellivo principale era que llo di occupare i nodi ferroviari into rno ai quali si trovava la maggiore concentrazione di forze bolsceviche, obicLLivo raggiunto con la sconfitta dell a I 2" armata sovie ti ca che li difendeva; per il secondo occorreva raggiu ngere Ky"iv e la linea de l Dni epr verso cui si andavano dirigendo le colonne di Pifsudsk i. Rome i, comunque, non si limi Lava a individuare tali obietti vi, ma s i interrogava sui molivi di fo ndo che sollecitavano i polacchi a dar vita ad uno Stato ucraino . " Pe rc hé - si c hiedeva il Capo della Missione itali ana - Pifsud ski ado pera le am1i e il san g ue dei suoi soldati per costituire questo nuovo staio?" La risposta, o le risposte. che egli ora forniva sc ioglievano l'interrogativo che lo stesso Pilsudsk.i si e ra posto e c he Rome i aveva riferito: ''una volta g iunto in Ucraina, che cosa farc i?" Nella sua lucida anali si eg li individuava una serie di "compl essi interessi" di natura economica e politica che legavano la Po lonia all 'Ucraina. L' insed ia me nto di un governo indipendente, ma di fatto "vassallo de ll a Polonia", ri solveva "tutti gl i in!l:n;ssi della Polonia in Uk.raina"; infatti , ing lobando nello Stato vassall o i fe11ilissimi terre ni della Volinia e della Podoli a, al 50% in ma no a polacchi , la cui annessio ne diretta avrebbe costre tto a un ' occupazione militare, no n avrebbe leso g li interessi dell'aristocrazia e della ricca borg hesia proprietarie di que lle terre e c iò avrcbhe costitui to un va li do aiuto per le future elezioni presidenziali . Quanto agli aspetti territoriali, Rome i faceva notare c he la Polonia e ra be n consapevole di essere "chiusa" tra Ge rmania e Russia, "entrambe nemic he". Ma mentre nei confronti della Germania Pilsudski si mostrava, anche "in qualche conversazio ne privata", di sponihil c ad un "accordo", ritenuto da Ro me i " una necessità", ris petto alla Russia l'unica via pe r neutrali zzarla era que ll a di "sme mbrare quanto è possibile l'ex Impero russo forma ndo del g rande colosso tanli stati minori e ne mi ci fra loro". Che l' Ucraina fosse un territorio da "srrutlare" pe r " la natura e l'ubicazio ne delle sue ricchezze", era comunque opinio ne diffu sa in Polonia e Rome i la coglieva nei suoi contatti con esponenti del governo i quali, come il generale 82 Romei a
Stato Maggiore Regio i--:,<;ercito, Varsavia 28 aprile I 920, n° 8 12 di protocollo riservato, in A.l J.S.S.M.E., MMl in Polonia, E 11 , b. 57, fase. 11 : da qui le citazioni seguenti; dr. anche maggiore Stabile (Missione militare italiana in Polonia) a Stato Maggiore Regio Esercito - Roma e a Sezione mil itare italiana - Parigi, Varsavia 26 aprile 1920, n° 806 di protocollo ri servato, in A.U.S.S.M.E., MM I in Polonia, E 8, b. 102, fase. I.
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Sonskowski , viceministro dclb Guerra e "alter ego" di Pifsudski, erano ben consapevoli dell ' importanza economi ca dcli' Ucraina che, grazie al suo affacciarsi sul Ma r Nero e al po,10 di Odessa, era in una posizione strategica di grande importanza, potendo comunicare con tutte le pote nze dell 'orie nte e de l Mcditcrranco83_ L' avanzata de ll'esercito polacco era intanto proseguita raggiungendo ag li ini zi di maggio il Dniepr e Ky"iv, costringendo i bolscevichi a ritirarsi oltre la linea del fiume, dove si riorgani zzavano pe r lanciare una controffensiva. Romei, considerata la situazione, era del parere che ai polacchi non sarchhcro potuti gi ungere aiuti conc reti dall'esercito ucraino, le c ui di visioni erano solo due, e per di più incompl ete, ri spetto alle sei previste, e con "qualiti1 morali" mollo scarse, sì che egli ipoli l'.1,ava che un a iuto cl"lì<.:ace sarehhe potuto giungere solo dall'ann ata del generale Vrangcl ' che pe rò , essendo un luogotene nte di De nikin, era guardato ··con diffidenza' '84 . L' avanzata dei polacchi, secondo Rome i, e ra stata salutata "festosamente" dovunque, a nche se egli indi viduava diverse modali tà di approccio ne lle campagne e ne i centri urhani ri spetto all' cserc ito po lacco. I contadini . assicurati che le te rre non sarebbero state socializzate e c he le proprietà acqu isite sarebbero state regolari zzate con leggi oppo11unc. avevano contrihuito efficacemente all ' avanzata <le ll ' esercito polacco non solo dando copiose informazioni sul ne mico ma, e soprattutto, prestando la loro opera manuale per 1iparare ponti, linee fe rroviarie, strade e fornendo vettovaglie e meai di trasporto al seguito delle colonne. Be n di vt:rsa t:ra stata invece l'accoglie nza a Kyi'v, centro della " terroristica potenza·• bolscevica dove infie1ivano "le più terribil i epidemie, quali il tifo esantematico e la peste po lmonare, alimentale da lle infelici condizioni igieni che in cui si trova la ciltà, sporehissima, priva di acqua e senza fognature". A conclusione dell a sua analisi Romei si interrogava sui motivi c he avevano impe dito all 'a rmata sovietica di bloccare l'avanzala polacca, visto che le truppe de i Soviet no n erano " né poche, né impreparate'·, arricchile anzi del bottino in muni zioni e materiale hcllico preso all ' esercito di De nikin. E Rome i ri spondeva c he alle truppe sovietiche "numerose e be n provvedute di am1 i, muni7.ioni e mate riali" e ra mancata " la co nsiste nza moral e" di strulla dal holsccvismo, incapace ora di " ri suscitarla", malgrado essi implicitamente avessero rico nosciuto )'"assurdo delle loro dottrine"; "per ridare al loro eserc ito que lla forza morale che sa far combattere e vincere, Le nin e Troski hanno dovuto ricorrere ai vecchi idea li e ai vecchi nomi [ ... ] hanno proclamato la guerra santa per salvare la patria russa. La "santa patria" ltra virgolette nel testo] , questi nomi sui qua li erano stati scagliati tutti gli anatemi, ricompaiono 83 Ro me i a Stato Maggiore Esercito - Ro ma e a Sezione militare it alia na - Parigi , Varsav ia I O maggio 1920, n° 846 di prolocollo riser valO. OGGETIO: Colloquio col Generale Sonskmvski sul/'r!ftènsiva polacca allo stato ucraino. in A.U.S.S.M.E .. MMI in Polo nia. E I l. b. 57. fase . 11. 84 Rome i a Stato Maggiore Regio Esercito - Ro ma e a Se/.ione militare italiana - Parigi, Varsavia 26 maggio 1920, 11° 894 di prolocollo riservato, OGGETIO: L'~ffensiva polacca in Ukraina, in A.U.S.S.M.F:., MMT in Polonia, E 11 , b. 57. fa se. 11 . Da qui le ei1azioni segue nti.
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ne i proclami del Governo di Mosca" . Inoltre si richiamavano nell'eserc ito i generali dell'ex Impero e si invitavano gli uf'fi ciali a "dimenticare i torti e le ingi usti zie s ubite [per] il bene della patria. Preziose confessioni !" Anche se Romei non riusciva ad ipotizzare quale sarebbe stato l'esito di queste esortaz ioni , ccrlamcnlc l' esercito bolscevico appari va ora in migliori condi zio ni di quando era slalo sconfillo a Kyi'v, rncnlrc l'esercito polacco aveva commesso l'errore di avanzare su una fro nte tro ppo estesa. di 200 km, diffic ile da te nere se nza adeguate riserve. /\nc he se i polacchi al numero supe riore de i soldati bo lscev ichi conlrapponcvano "una grande l'orza morale: il patriotti smo", Romei non si illudeva che questa bastasse per fro nteggiare il nemico, non potendo contare né su Petljura e le sue truppe, né su un aiuto da parte de lle Potenze occidentali. La situazione inte rna polacca era intanto scossa dalle d iscussioni intorno all a sorlc de i lcrrilori ucraini, mentre si andavano ipoti zzando richieste di pace con la Russia. Ro mei informava de lle tensioni presenli sempre lra governo (in particolare tra il Presidente del Consig lio Skulski) e il pa11ito democratico naziona le g uidalo dal dc pulalo (ìrahski , il primo favorevole a " una giusta pace" con la Russia e a lla costituzione di uno Slalo ucraino , il secondo contrario del tutlo a "un ' intesa disonorante con Pe tlj ura" e favorevole invece a inglobare nel la Polonia i territori ncrnini85. La controffensiva bolscevica aveva avuto modo intanto di farsi sentire a nord de l Bug in direzione di Vynnycja, dove risiedeva il governo di Petljura86 e il 12 i holsccvichi riconquistavano Kyi'v. Petljura, resi dente a Kam 'janec'-Podil's' kyj chiedeva al governo polacco di tras lc rirsi a Varsavia, ma gli veniva concesso, data la "situazione politica inte rna" (con ev ide nte riferimento a lla spaccatu ra tra filo e antiucraini all ' inte rno de l governo), solo il trasfe rimento in una località vicina a Cracovia (Rzcszow)87_ Durante l'estate si andavano infittendo notizie di trattative di pace tra polacchi e russi88, ma in un primo tempo le condiz io ni poste dai russi venivano respinte dai polacchi in quanto durante le sedute a Minsk, alle quali partecipava no delegazioni polacche, ru sse e ucrai ne, ma de ll' Ucraina "sovictisla", erano stalc poste le pre messe per qu e l la c he Ro mei de finiva - nei s uoi rapporti a llo Stato Maggiore - la "holscevizzazio ne della Polo nia". La Ru ssia avrebbe riconosciu to come confini quelli proposti a Versailles dall a "linea C urzon" : sulla hasc c ioè di presupposti etnici, non avrebbe richiesto indennità di g uerra, avrebbe riconosciuto l'indipendenza polacca, ma chiedeva l' impegno de ll a Polonia a no n far transitare sul proprio territorio truppe o materi aJe bellico di Stati nemic i sia della 85
Romei a Stato Maggiore Regio Esercito - Roma, Varsavia 14 maggio 1920. n° 856 di protocollo riservato, in i\.U.S.S.M.E., MMI in Polon ia, E 11 , h. 57, fase. 13. 86 Romei a Stato Maggiore Regio Esercito - Roma, Varsavia 30 maggio 1920. n° 878 di protocollo riservato S I, in A.U.S.S.M.E.. MMI in Polonia, E 11. b. 57, fase. 11. 87 Romei a Stato Maggiore Regio Esercito - Roma. Varsavia 15 luglio 1920. n° 957 di protoco llo riservato grigio, in A. lJ.S.S.M.E., MM I in Polonia, R 11 , h. 57, fase. 11 . 88 Romei a Ministero tiella Guerra, Divisione Staio Maggiore, Varsavia 4 scllembre 1920, 11° 12 1I di protocollo riservato. OGGETIO: Le trattative di pace fra la Po lonia e la R ussia, in A.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E 11 . b. 57, fase. 9.
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Russia che dell ' Ucraina e a consentire invece il li bero transito comme rc iale da parte de lla Russia e de ll ' Ucraina "dei Soviets" . Pertanto ancora a selle mhre le trallative si prolungavano e no n si conoscevano le condizioni defi niti ve dell'eventual e accordo mentre l'armata polacca, a sua volta, iniz iava una controffensiva che portava al "di ssolvimento dell' esercito bolscevico" e al suo a llo ntanamento in territorio sovietico. Malgrado noti zie contrastanti, il 31 ottobre Romei poteva comunicare a llo Stato Maggiore con certezza che l' armistizio tra Petljura e il comando bolscevico era stato firmato e c he i holscevichi si accingevano a proporn e un o anch e a Yrangel' , da 4uesti cvenlua lrnenle accettalo se Mosca avesse garantito la convocazio ne di un'Assemblea Costituente 89 . Romei trasmetteva comunque anc he la ''lettura" data all'armisti zio dall a Missione uc ra ina, secondo c ui esso era stato accettalo da Petljura per far riposare le truppe, mentre il Capo della Missione ucraina Z ilyns' kyj aveva ancora una volta sottolineato co me il movi mento nazionale ucrai no si trovasse in un "circolo vizioso", non potendo mostrare la propria " lealtil" e continuare 4uindi la guerra contro i ho lsccvichi se la stessa Franc ia non f'orni va i " mezzi necessari ". Zi lyns' kyj confermava la f'e rma volontà degli ucraini di vo ler continuare a combattere contro le truppe bolscev iche in quan to, alclilÌi cli sollevaz ioni minori, er;li riharliva l'esistenza cii 1111 "vero movimento na ziona le ucraino" che voleva allontanare dal Paese g li " invasori bolscevic hi". Ma Rome i, pur fornendo la "versione" del Capo del la M issione ucra ina, non esitava a dare scarso valore a 4ues1e a ffe rmazioni , da acccllarc - scri veva - "con prude nte riserva", tornando ancora una volta a riba dire l' inconsistenza de l "cosiddetto movi me nto nazionale uc ra ino". La sua avversione a conside rare la "nazione" uc raina veni va ancor più sottolineata quando scri veva, ri petendo anti chi concetti, c he " l' Ucraina è un ' invenzione geogralica che non ha alcuna hase nazionale'', creata dall'Austria prima dello scoppio della guerra per fini politici ed econom ici, accettata dalla Fra nc ia quando nel 19 17 sperava di fa rne una base di guerTa contro il holsccvisrno e contro la Ocrmania, 1-.. I ri suscitala" da Pilsudski nel 19 19 e nel 1920 "per realizzare il suo sogno d i formare una zona di stati cuscinetto fra la Polonia e la Russia'''JO_Quanto a lle insurrezioni antibol sceviche scoppia te in parecchi di stretti uc raini , Romei le riduceva a manovre di "capi improv visali" che, approfittando del caos diffuso in te rritori già dominati d ai bolscevichi. tendevano a formare "piccoli domi ni sotto la loro autocrazia", ma senza "qual siasi ideale" e "pronti a vendersi no n appe na la sorte non volge propi zia". Da tutto ciò, comunque, Romei t.raeva la concl us ione che la situazione era "a ncora intrigata cd oscura" e gli sembrava che " lo stabi li mento di una pace solida" fosse " ancora lontano". Alla luce del la sua convinta negazione di un ' identit à ucraina si può leggere a nc he il giudizio negati vo su truppe e ufficiali ucraini di cui Rome i sottolineava 89 Romei a Ministero de lla ( ìue rra, Div is ione Stato Maggiore. Varsavia 3 1 ottobre. n° 1353 di protocollo riservato, in A.U.S.S .M.E., MM I in Po lon ia, E 11 , b. 57, rase. 9. 90 Sulle intenzioni de i polacchi d i creare in Ucraina uno Stato cusci netto tra Polo nia e Russia richiama l'attenzione O. S ubtclny, Ukraine. A Histor_); cit., p. 375.
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il ma lcontento, sia perché la di visione delle terre era rimasta solo in una fase progettu ale, sia perché il resto della popolazione delle piccole citLà, composta in gra n parte di ebre i, era inasprita dall a condotta delle truppe di Petlju ra c he avevano lasciato in città e villaggi " ricordi peggiori" di que lle bolsceviche91 . TI che era un ' ulteriore c onferma di come l' attuazione di poP,rom contro g li ebre i no n fosse prerogativa di un solo eserc ito, ma riguardasse truppe pc lljurianc, holsccviche ed eserciti contadini . Sul piano della propagand a naz io nalista si continuava - scriveva Romei - a tessere " l'apologia della grande Uc rain a na zio nale" che spaziava dai Carpaz i al Dniepr. Quanto all'armistiz io si sottolineava come il "comando dei soviets", rendendosi conto che una pace conclusa con Pe lljura in qua li tà di capo di un esercito indipendente avrebbe implic itamente sotto lineato il riconoscime nto di un ' altra Ucraina, oltre quell a so vie tica, si era limitato a considerarlo stipulato con un eserc ito che "completando il fronte polacco, faceva parte dell' esercito polacco stesso". Pe r la posizione de lla Prancia, si forniva no ullcriori c hiatimcnti riguardo a i suo i rapporti s ia con l'esercito bianco di Vrangel' c he con que ll o di Pctljura. La Missione francese, a llravcrso suo i delegati inv iati a G rodek, Gran Qua11ier Ge nerale dell 'armala ucraina, aveva illustrato a Petljura e Pavlenko i vantaggi di una comune azio ne antibolscev ica. promettendo di ottenere da Vrangel' . in camhi o rli una risposta positi va rli Petljura. il ri conoscimento de ll' Ucraina nazionale e indipendente con Ky'iv capitale. Di fronte all'allcggiamcnto dei bo lscevichi, per i quali Petljura era solo un ribe lle, la proposta francese era qua nto mai inte ressante e si riteneva che PetJjura. di fatto, avesse accettato il progetto impegnandosi per la ripresa della guerra il 17 novemhre, data di scadenza de ll 'armistizio. Conte mpo raneame nte, sotto " l' egida del governo francese", una delegaz ione ucraina e ra sta ta inviata a Ri ga dove dal sette mbre del 1920 sedevano i delegati della Con lcrcnza de ll a Pace e dove que lli polacchi avevano già ri conosc iuto l'esiste nza de ll'Ucraina sovie tica di Charkiv; la delcga,-.ionc cercava di giungere a un'unione di Finlandia, Lituania, Esto nia in funz ione antibol scevica, anche se le noti zie di una immine nte offe nsiva de lle truppe nemic he, fo rti di 40.000 uomini, contro l'eserc ito ucraino facessero prevede re "di sastrose consegue nze". Del tulto conlrapposlc alla v isione di Rome i e rano ovviamente le consideraz ioni espresse dal capo de ll ' Ufficio informazioni francese, annesse alla docume ntazione sulla " Russia bo lscevica" . I francesi, soste nitori di Petljura, parlavano di lui come del "symbole de l'avenir de /' Ukraine" e de ll'evoluz ione del sentime nto nazionale, "le pet/io urisme", e della sua diffusione tra i "paysans" c he " ne laissenl pas entrer dans leurs cha umières ceux qui par/enl la langue 'moscovite'", mentre g li operai "se tienne11t à l 'écart des comm.unistes, par suite de mauv(ves conditionv ma térielles". La documentazione francese sottoline ava inoltre come anche il partilo comunista ucraino andasse perdendo consensi, in quanto non accettava "le centra!isme moscovite, les p ersécutions rwtiunales", in 9 1 Dal Comando Supremo, Quartier Ge nera le, Unic io 2°, 15 novembre 1920, Re lazione : La Russia bolscevica , in A.U.S.S. M.E., MMI in Po lonia. E 11 . b. 57. fase. 18. Da qui le citazioni seguenti .
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sostanza " La po /itique russificatrice des russes" che andava sostituendo agli ucraini, " transportés en M osr.ovie", russi ed e bre i nell' amministrazione e in tulle le istituzio ni statali. Il partito bolscevico era quindi visto dai francesi come un ostacolo d i fatto alla pace e una minaccia c he travalicava i confini dell'Ucraina, in quanto esso preparava " une qffensive grandiose contre l'Eumpe"92. La visione ucraina della situazione economica e politica in questi mesi era fatta conoscere da Romei al Ministero della gue rra graz.ie alle conversazioni tenute con Zilyns' kyj (capo de lla Missio ne po lacca) che, oltre a evide nziare la gravissima situazione de l Paese, dove la requi sizione "propon:ionalc" imposta dai ru ssi sottraeva agli ucraini "tuLLo que l poco che ancora possedevano", sollolineava l' antibolscevismo degli uc raini este ndendolo a " tutte le classi sociali" dove si andava diffondendo, nel nome di Petljura, uno "spirito na,-.ionalc uc rai no". Ribadi va quindi quanto già espresso nei collo qu i di novembre circa la " russificazione'' forzata del Paese con la sostituzione di e le menti ru ssi in tutte le cariche amministrati ve e sociali con l' uni co obietti vo di lanciare la "grande offensiva" bolscevica contro l'Europa occidentale; e in ciò la sua analisi coincideva perfetta me nte con quella dei rranccsi. Mentre ne l novembre l'esercito bolscevico aveva la meglio su que llo controrivolu zionario di Vrangel' , che abba ndonava la C rimea dove si era rifugiato fuggendo dai porti de l Mar Nero, a Riga prosegui vano le trattative di pace tra le del egazioni polacca, russa ed ucraina, che alla fine di dicembre giungevano ad un accordo sull a restituzione dei reciproci prig ionieri9 3. Un dato interessante emerso durante le trattative, che veniva subito segnala to da Romei, era il riconoscimento implicito di uno Stato ucraino sovie tico indipe ndente in quanto il "rappresentante de ll'Ucraina sovietista" aveva preteso dalla delegazione russa che il trallato di pace e gli accordi supple me nta ri fossero reda tti " non solamente in 3 lingue, ma anc he in 3 esemplari", ossia "che il Governo uc raino fosse considerato come Governo di uno stato a sé, indipendente". Ciù per Romei faceva crollare "il dogma" sostenuto fino a que l mome nto dalla delegazione russa, dell'"assoluta fusione delle delegazioni sovieti ste rnssa ed uc raina". Di fa tto la Repubblica socialista sovieti ca ucraina, il 28 dicembre 1922, avrebbe firmato un tratta to con la RSfoSR nel quale sarebbe stata ri conosciuta l'indipe nde nza e la sovranità ucraina con capitale Chark iv. Alla vigilia della firma del trattato di Ri ga tra Polonia e Repubblica socialista sovie ti ca russa, Romei si lasciava andare a considerazioni pessimistiche sulle di verse rappresentanze diplomati che e militari presenti a Varsavia, dai de legati di Yrangel' a quelli de lle truppe di Pctljura c he, invece di svolgere un "lavoro concorde contro il loro comune nemico il bolscevi smo", cercavano ognuno "per conto s uo" di assicurarsi l' appoggio del governo polacco e dei rappresentanti de ll' Intesa, per averne "aiuti materiali al presente e la promessa di maggiori 92
Relazione prodotta dal capo dell ' Ulfa:io informazioni francese. La situalion en Uk m inl' au IO Xli 1920, allegato alla relazione del 15 novembre, cit. 9 3 Romei a Ministero della Guerra. Divisione Stato Maggion: - Roma, Varsavia 8 gennaio 192 1, n° 2 di protocollo riservato, in A.U.S.S.M.E., MMI in Polonia, E t 1, b. 57, fase. 18.
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Manu ela Pelleiri110
ricompense nel futuro", il che signifi cava dar vita a un " lavoro disgregante di concorrenza" al posto di una concreta cooperazionc" 94 . L' effettiva disgregazione de lle rappresentanze diplomatichc rillcttcva la confusione e il caos del Paese. dove Rome i registrava la presenza di " bande di partigiani", gruppi " ri voluz ionari contadini", formazioni cosacche che scorazzavano ne lle campagne, mentre nelle c ittà "organizzazioni ri volu zio nari e" sembravano pronte a insorgere per "spazzare" il potere dei Soviet in n1tta la Russia e in Ucraina95_ Alla luce di tale situazione Ro mei si mostrava ancora fiduc ioso nella "caduta del holsccv is mo" ad opera dell a "classe dei contadini", la pi ù numerosa e la più ostile al com uni smo96; ma tale fidu cia era destinata a hrcvc termine ad essere sconfessata da i fatti: l' esercito di Machno a lla fin e del I 92 1 sarebbe stato completame nte annie ntato e lo stesso Machno a vrebbe preso la via de lla fuga prima in Romania, poi in Po lo nia. L'esercito di Pc ljura alla macchi a avre bbe continuato a combattere tino al 1926. Petljura dall a Po loni a s i sarchhc tra sferito in Franc ia , ma a Parigi sarchhc stato assass inato d a un emissario sovie tico cbrco. La firma del trattalo di Rig a, avve nuta il 18 marzo 1921 , tra la Repu bblica socialista sovietica russa e la Polonia (ratifi calo poi il 15 april e dalla Dieta polacca) portava alla formaz ione di c inque commissioni esecuti ve, tra cui que lla re lativa alla delimitazione dei confini , c.on c;p.<le a Minsk97 . Con lo stesso lrallato l'Ucra ina occidenfa le veni va assorbi la da ll a Polonia, che così pre ndeva possesso de ll a provincia di Cholm, de ll a Volinia occidentale, di una porzione de ll a Po dolia, parli integranti dcll a Re pubblica socialista sov ietica ucraina. "se nza c he l'Ucraina stessa [ venisse I intcrpc llata" 98 . Ta li annessioni andavano ad accrescere i possedime nti ucraini della Poloni a che si era già annessa la Galiz ia , sì c he ben 4 milioni di ucra ini diventavano cittadin i polacchi . Alla Galizia la Polonia, il 15 m a rzo 1923 , con l' atto c he g iuridicamente ne decretava il posse sso. s i impegnava a dare ampia autonom ia e a conscntirc l' istituz ione di un 'Uni vers ità ucraina. A loro volta, il 27 dice mbre 1922, le diverse Repubhlic hc soc ialiste sovietic he (oltre l' Ucraina, anc he la Rieloru ssia, la Georg ia, l" Armenia e l' Azerba ig ian) costitui vano , secondo il progett o di Stalin, l'Unione de lle Rcpuhhliche sociali ste sov ietic he (URSS). "tulle sovrane" e uguali . La sorte delle due Ucraine da quel mo me nto è del tulio divaricala: mentre nell'Ucraina sov ieti ca, con il ripris tino de ll a lingua e della scuola ucraine, con l'impulso dato alla letteratura e a lla stampa periodica in ling ua nazional e si celebreranno i " fast·i de ll ' ucraini zzazio ne" . ne ll'Ucrai na cx austriaca s i ass isterà 94 Romei a Mini s1ero dt:lla Guerra, Divisione Stato Maggiore - Roma. Varsavia 9 fehhrnin 192 1, 11° 30 di protocollo riservato. in /\. U.S.S.M.E., MM I in Polonia, E I I. b. 58. fase. I O. 95 lvi. 96 Romei a Mini stero della Guerra. Divisione Stato Maggiore - Roma, Varsavia 22 febbraio 192 1, n° 42 di protocollo riservalo. in /\.U.S.S. M.E., MMI in Pulunia, E 11, b. 58, fase. I O. 97 Romei a Ministero della Guem1, Divisione Staio Maggiore - Roma. Varsavia 20 aprile 192 1, 11° 87 di protocollo riservato, in A.U.S.S.M.E.. MMI in Polonia, F, 11 , h. 58, lilse. 2. 98 S. Salvi , Tuttr le Russie, cit. , p. 188 e scgg.
Da Brest a Riga: le Missioni militari italiani' in Russia
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Polonia ...
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invece ai " nefasti" de lla polo ni zzazione e i gali ziani si impegne ranno in alti di "te rrori smo protestatario", dedicandosi pi i:1 lardi alla formazione di Circoli po liti ci clandestini 99. Ro mei, che da Varsavia infom1ava sui preliminari di pace e poi sul Lratlato di Riga 100, a comme nto della nola con la quale anc he do po la finna de l trattato il go verno dei Sov iet protestava contro la permanenz a in Po lonia di Petljura e di altri milita nti e d irigenti di organizzazioni antibo lsceviche, osservava con moll a luc idità: " Malgrado il lrattato di Riga, le questioni più g rav i non appaiono dc lìniLi vamenLe chiuse tra la Polonia e la Russ ia cd i pre testi per ri aprire la lotta non mancano. È mia opinione però che, per le ri s pe tti ve condiz io ni interne, così la Po lonia che la Russia deside rino ora che le ostili tà non siano riprese. Ciù non vuol dire che il governo di Mosca cesserà di minare il s uo vicino con la propaganda. Co nviene sempre ricordare che Trotzki ha detto e ri pen1to: «Il bo lscevismo può vivere soltanto guad agnando ogni g io rno, og ni ora nuovo terreno. Se si arresta muore»" 10 1• Una com:lusionc, questa, in line a col suo ne llo ri fi uto del bo lscevismo , rite nuto il " nemico·· per eccelle nza , pronto a diffo nders i, se non arginato, in tutta l' Euro pa con un programma di " russ ificazione" di c ui l'Ucraina, come altri Stati de ll'ex Impero russo , aveva già saggiato la portata. Gli a vvenimenti dei decenni successivi avrebbero confermato la prev isione di Rome i sull ' impossibilità di conside rare "chiuse" le ques tioni c he ri guardavano l' Uc raina. La sua " russi lìcazione" sarchhc esplosa negli anni del " terrore·· stalinia no con la liquidaz ione di ogni forma di istruzione " nazionale" e con l'eliminazione fi sica degli stessi membri del governo e dei diri genti de l Partito ucraino. I ,a vera e ffettiva indipenden1/.a e lihcrazione nazionale sarà fatico same nte re ali zzata, do po le tormentate vice nde della seconda guerra mondiale e de l dopoguerra, ne l 1991 , a ben 70 anni di di stanza dagli avvenimenti di cui Rome i e ra stato attent o osservatore, grazie ad una felice coincidenza di risveglio naziona le in tutta 1' U RSS , favorita dalla politica di Gorbacev incentrata sulla perestmjka e sulla glas11us( 102 .
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Ibidem . p. 190. llKl Romei a Ministero della Guerra, Divisione Stato Maggiore - Roma, Varsavia 20 niar7.o I 92 l , 11° 65 di protocollo ri servato, in J\.U.S.S.M.E., MMI in Polonia. E 11, b. 58, fi1sc. 18 e 20 apri le 192 1, n° 87 di prolornllo ri~ervato. cii. IO I Romei a Minislero della Guerra - Divisione Stato Maggiore - Roma, Varsavia 20 aprile 192 1. n° 87 di protocollo riservato, cit. 102 S ugli avvenimenti in IJcraina dalla Il guerra mondiale alla "seconda indipendenza". cfr. R. Yakcmtchouk, L'indipéndance de l'Ukraine , "Studia dipl omatica", vnl. XLVI ( 1993), nn . 3-4-5.
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Federica Saini Fas anotti LE INFERMIERE VOLONTARIR DELLA CROCE ROSSA ITALIANA TRA LA PRIMA E LA SECONDA GUERRA MONDIALE
1. Lil pri ma guerra mondiale Sebbene le crocerossine s i fossero impegnate g ià in preceden ti occasioni di caratte re c iv ile, come il ten-e moto calahro-siculo del 1908, e in altre prettamente militari s in dal 191 2 in Libia, fu d urante la guerra de l 19 15- 18 che esse lasciarono un seg no indelebile del loro operato . Pe r la Croce Rossa, come d' altro canto anche per l' eserc ito, la mob ilitaz ione precedette la dichiarazione uflì eiale di g uerra; fi n dai p1imi mesi de l 1915 l'urono organizzali i servizi sanitari necess ari a li vel lo terriwriale: le strutture g ià es iste nti furo no ampli ate, mentre m1merose assoc iazioni mi sero a di s pos iz io ne le proprie sedi , accertandosi che i locali destinati a ta le uso ri spettassero i principali criteri igienici . Una volta formato ~nche il pe rsona le, fu il momento della stipulazione di alcune convenz ioni con la Sanità m ilitare: fu stabilito che le volontarie potessero prestare la loro opera sia negli ospedali de ll ' Associazione, sia in qL1e lli militari. inizialmente esse s i occuparono della cu ra dei so ldat i, tralasciando quell a d egli ufficiali. Quando l' Ital ia prese parte a l confli tto, la CRI fu penanto da subito in grado di mo bilitare migliai a di infermi ere volontarie, ne lle zone di g uerra come ne lle retrovie, g uidate dall a duchessa Elena d' Aosta, is pettrice nazionale del Corpo, all a quale, nel marzo del 191 7, fu conferita la medaglia d ' argento al va lor mili tare 1 e successivamente la med aglia Flo rence Nightingale. l fronti d'azio ne l'urono assai estesi: le cruct:russine furono assegnate a lla zona dc ll ' Isonzo, a Caporetto, a lla linea Grappa-Montello-Piave, a Vittorio Veneto, anche in reparti mobili , come i treni ospedale, le a mbulanze o g li ospeda li da campo; inoltre esse operarono all' este ro in A lban ia , in Macedonia e ovunque fosse richi esto il loro intervento. A ridosso de lla prima linea ini z ialmente furono inviate donne prove nie nti dall'ari stocrazia, e solo in un secondo tempo volontarie appartene nti a ceti sociali me no elevati . Al lcrrninc di ogni azione bellica seguiva l'atTivo dei l'cri li che mobilitava tutto il personale , dai medici alle inl'c rmicre professiona li, normalmente stipe nd iate, alle volo ntarie.
1 Con la seguente motivazione: "Instancabile in opere di caril à, eon sacriticio di se stessa, ful gido esempio di alacrità e coraggio alle Infermiere Yolonlarie della Croce Rossa, nonoslanle i pericoli di ogni specie, si trattenne in lazzarelli di colerosi e in ospedalelli da campo dei più avanzali, in locali 1;1 baUute dall'artiglieria nemica, su tutto il fronte da l Trentino all'Isonzo, sempre serena. impavida. soccorritrice, benefica, portando ovunque, anche tra gli edifici croll anti, sotto le bombe dei velivoli avversari, un conforto amorevole ai nostri maiali e feri ti , ispirando in tutti alte vi11ù e fede". In i\lho d'oro delle lr(/èrmiere Vo lontarie dero rate al Va/or Militare, CRI, Roma 2001 .
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Federica Sai11i Fm·mwfli
Lont..ino dal fronte. comunque, le sore lle di Croce Ross..i conti nu avano ad essere addestrale, anc he solo per compiti di pace, come lo scamhio de i prig ionieri, o quello del la lou..i contro la tubercolosi che arrivò a mie tere più viuime de lla guerra stessa; oltre a ci<\ verso il te rmine de l conflitto, negli ospedali c ivili si affrontò l' epidemia influcnrnlc de lta "spagno la". li lavoro all'interno deg li ospedali territoriali era influenz..ilo d ..ill 'a ndamc nto de lle vicende bellic he, o ltre c he e pidemiche, e ri senti va de l necessari o smi stame nto dei feriti , spesso t.rasportati su treni allestiti per l'occas ione. Spesso, quindi , le ammissioni de i p..11.ic nti in tempo di g uerra avven ivano in blocco e non singolarmente e di e sse si occupava il medi co di guardia; si pass..iva successivamente a lla puliz ia de i feriti . a l cambio de lla bianc he ria, alle medicazioni. Presenti in tutti i re p..irli , le infermie re amb ivano a lavorare ne lle sale operatorie e ne lle corsie cli emergen1.a; amava no meno. invece, i turni di notte, massacranti e perico losi per la loro re putai.ione. Erano inibite dall ' o st ilità di alcuni uffi c iali medic i, o ltre c he dai c lassic i pregiudizi già eia q ualche te mpo diffusi; e spesso, proprio que sti ultimi , furono causa di ahha ndon i da parte de lle volontarie, equiparate a llora come oggi al grado di uffic iale dell 'eserc ito. L' andamento fondame nta le de l loro servii.io si basava sul sostegno morale c he esse dovevano fornire al malato, in conformità con gli ste:ssi princ ipi di Croce Rossa; solo in un secondo tempo erano valutate le capacità individuali e la preparazione2 . De lle 8.500 crocerossine mohilitatc ne morirono o ltre 40 in servizio, due furono ferite , tre rane prig ioniere: al Corpo, unita men te a quello militare della CR I, fu conferita la medaglia d 'argent o a l valor militare, nonché la medaglia d ' oro a l Merito, oltre ai 542 a ttestati di guerra e a lle 1.400 medag li e indi vidua li. ELENCO 01 COMANOl, UN ITÀ E SERVIZI DEL CORPO MILITARE DELLA CRI MORIJJTATI ALLE DIPENDENZE DEL COMANDO SUPREMO DURANTE LA CìUERRA 19 15- 191 8 NE I QUALI HANNO PRESTATO SERV IZIO LE C ROCEROSSIN E. OSPEDALI DA (ilJERRA 1-5, 7-9, 10-1 2, 14-22, 24 -26, 28-32, 34-36, 38-53, 56-68, 7 1-74. OSPEDALI DI TAPPA Ferrara, Mantova, Verona. AMBU LANZE DA MONTAGNA 3, 7-10, 15. 20, 22-24, 29-33, 37, 40, 45, 48-50, 59-60, 73, 75, 77, 82-83, 85, 87-88. AMBU LANZE RADIOLOGICHE I-VI. 2 S. Rartolon i, D 011ne al fi'onte, .l ouvcnce, Roma 1994. pp. 77-78.
Le infermiere vo/011/arie della Croce R ossa /1a/ia11a Ira la prinra...
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SEZION I DI SANITÀ 8 1-84. SEZIONE STOMATOLOGICA VI (II1 Annata). DEPOSITI DI RIFORNIMENTO Carnia: I-V, LX, Xlll Armata. Grappa e A ltopiani : IV Armata. MAGAZZINI DI RIFORNIMENTO Precotto. Mantova. DEPOS ITI PERSONALE MILITARE Bologna, Mi lano, Padova, Imo la. OSPEDA LI C HIRLJR(llCI MOl31LI I-III. POSTI DI SOCCORSO MILITARI 5-7, 16 , 25, 28, 30, 34, 36, 38, 40, 43-45, 49-50, 52. 57-6 1, 64-66, 73-76. TRENI OSPEDALE
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2. La seconda guerra mondiole Il IO g iug no 1940 lo St.alo Maggiore de ll 'esercito ilalia no diede ordine che lulli i reparti. le unità e le formazioni del Corpo militare di Croce Rossa fossero mobilitati per essere a dispos iz io ne de ll' eserc ito s tesso ne lla peni so la intera, nelle isole, nelle coloni e, con un 'atte nzione particolare al fronte no rd-occide ntale. Nello stesso giorno lo Stato Maggiore dell a Difesa rnobililò il Corpo militare di CRI per l'organizzazione di una protezione sanùaria antiaerea e a ntigas c he coprisse tutto il te rrito ri o nazionale; ne i reparti in questione furono inserite, come g ià accaduto durante la prima guerra mondia le , le infermi ere volontarie di Croce Rossa. Esse furono assegnate a ospedali da campo, a ospeda li di prima cura e s mi stamento. a que lli specialistici, ai pos ti di soccorso ferroviari, alle navi ospe dale . Con un decreto del 1° settembre 1939, il ruolo di ispettri ce del Corpo era staio assunto dalla principessa Maria Josè di Savoia , e da s ubito il suo lavoro si era dimostrato arduo ed estremamente impegnativo, a causa soprattutto della po11ata del conflitto, no n solo per quanto riguardò g li investimenti uman i, ma anc he per l' estensione lcrri1ori alc. Sorella Dc Marchi, allora ispcLLricc pro3 In g unm. in pace, Palombi, R.oma 1990, p. 26.
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Federica Saùii Ptismwlli
vinc iale di Milano, scri sse: "1---1 Sono Sore lle che, in a nni ne i quali avre bbero av ulo il diritto a un a giovinezza spensierata, seppero v iverla con sere nità e con fo rza in periodi di dmissimi sac rific i". Inizialmente l'alli vilà delle infe1111iere fu concenlrala in Libia e ne lle colonie dcli ' Africa orie ntale, e più di un centinaio di lo ro fu assegnalo agli avamposti di Tripoli, Bengasi, Barce, Derna, 'lbbruk, Bautra, Sollum, Marsa Malruk e Ain En Gazala, oltre che nell'ospedale di Umma Er Rzem, vicinissimo al fronte. Le condizioni di vita erano proibiti ve: clima torrido, pessi me nonne igieniche, lavoro massacranle. In seguito, però, ai fatti di El Alamein e alla ritirata delle lruppe de ll'Asse in Tuni sia, cessò l'impiego de lle infermiere volontarie sul territorio libico. Tra il 1941 e il 1943 altre duecento crocerossine venn ero impiegate su di un fronlc diverso, que llo russo ; nella nolle fra il IO e I' 11 luglio e ra cominc iato il trasrerirncnto de l Corpo di spedi zione ilal iano in Russia, dello CSIR, dai l.e rritori italiani alla volla di que lli in c ui si comba lteva, per coadiuvare l' azione delle truppe tedesche. Le di visioni o pera nti, spesso con successo, fu rono !Te, a loro si aggi un sero le sei dell' ARM lR. l' Am1ala di Russia, co n i suoi 220 .000 uomin i. Per comprendere la vastità e la drarnmalicilà dell ' impresa potre bbe essere interessante rifarsi ai dali riportati da G ia n Carlo Morando, attraverso le parole di Pie r Lu igi Bertinaria: " I cadu1i e i dispersi de l CSIR e dcli' ARMTR 11~11~ ~,1111pagne de l 194 1 e del 1942, esclusa la seconda ballaglia del Do n, si assommarono a 5.008, nella seconda ballaglia del Do n e nella rilirala c he ne seguì, dal! ' 11 dicembre 1942 al 30 marzo 1943, su 229.000 effe ttivi, l' VIII Armala coniò 84.830 caduti e di spe rsi, pari a l 32% de ll'intero o rganico. Di qucsli ullimi ne rientrarono in Italia poco più di I0.000, poiché secondo le fonti russe ne i campi di prigionia sovieti ci enlrarono 49.000 soldati itali ani, ed è ovviame nte da questi c he bisogna sottrarre i d iecimila rientrali, i morti ne i campi di concentramento risultarono 39.0()(), de i quali 27.000 già acccnati dag li stori ci russi incaric ati de lla ricerca archi visti ca. La pe rcentuale, l '80'.7o, è assoluLamc nle stupe facente. soprallullo se raffrontata con i decessi verificati si ne i non teneri campi di prig io nia a ustriaci dell a prima g ue rra mondia le e in que lli tedeschi de l secondo conflitto mondiale"4. G ian Carlo Morando fece parte del Corpo militare speciali zza lo partito dall'Italia per costruire con a ltri 50 ufficiali medici, a lcune crocerossine e 500 soldati, il più efficie nte ccnlro chirurg ico d' armala del la guerra di Russia. li luogo adibito ad esso fu Voroscilovgrad, c ittadina dell'Ucraina; in poco più di un mese, dal 6 agosto al IOsette mbre 1942, sulle basi di un vecchio ospedale c ivile sovie tico, sorse il Centro c hi rurgico. T duemila lcui di cui esso di sponeva venne ro occupati quasi subilo, con l' arrivo de ll 'autunno, sopratlullo da feriti pe r arma da fuoco. Ecco perché fu fondame ntale la presenza di personal e addestrato e istrui to a li vel lo specialistico, in grado di operare in situazioni di assoluta emergenza. Anche il fronte greco-albanese vide il loro ass iduo impegno: 500 sorelle, 24 1 in Albania e 265 fra Oalma,-.ia, Croazia e Mo ntenegro. Valona e ra il centro di raccolla e smistamento di tutti i rc rili e ammalati c he arrivavano pe r essere ripor4 G .C. Morando. Bisturi e 8'"'rra, Res Editrice, M ilano 1994, pp. 20-2 1.
Le ilifermiere voloH/arie della Croce Rossa Italia/la tra la prima...
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tali in Italia su navi ospedale: è: nolo il caso della nave " Po", a ffondata da un si luro nella ba ia di Valona il 14 marzo 194 1 e c he costò la vita a Ire crocerossine. Secondo la relazione dell' allora preside nte di Croce Rossa, Umberto Zanotti Bianco , le infermiere volontarie mobilitate pe r la seconda guerra mondi ale furono 4 .632. ripartile nel secondo modo: 8 12 - Navi ospedal e 108 - Ospedali da campo in Africa Sette ntrionale 241 - Ospedali da campo in Alhania 11 O - Ospedali da ca mpo in Grecia 265 - Ospedali da ca mpo in Dalmazia, Croazia, Monte negro 86 - Ospedali da campo in Russia I 06 - Treni ospedale per la Russia I 68 - Missioni speciali (Periplo dell ' Afric a) 2736 - Ospedali CRI, Esercito e Marina su territorio nazio nale Dic ioLto crocerossine morirono, delle quali: tre sulla '·Po", sci per malattia contratta in servizio, tre in seguito a fe1ite da bombardame nto aereo dell'Ospedale presso cui prestavano servizio, tre fucilate dai tedeschi. una a causa de i maltrattamenti subiti in prigionia, una per la scomparsa dell'aereo sanita rio su cui assisteva feriti gravi5. L'a rrnisliz io dc11' 8 se!lembre 1943 rese ogni cosa più difficile: da una parte i tedeschi crearono un vero e proprio clima di rappresaglia, dall'altra, col passare del te mpo, si venne a definire quella che poi sarchhc stata chi amala "epurazione". Con la caduta de l regime mu ssoliniano. infalli . Lulti g li organi smi che con esso avevano avuto rapporti. vennero passati a l setaccio, compresa la Croce Rossa Italia na. Durante g li anni de l conflitto erano stati indetti , su suo impul so, dei corsi acccllcrati de lla durata di un mese: alle aspi ranti era ri chiesta tutta una serie di certificati. tra i quali a nc he quell o di " razza aria na''; il bando affennava anche c he e ra necessario apparte nere al Pa,1ito Fascista. In seguito poi alla c re azione dell a Rcpuhhlica Sociale Italiana, a molte infermi ere venne chiesta una firma di adesione al nuovo ordine politico, un g iurame nto pubblico, pena l'esclu sione da qualunque impegno in Croce Rossa. È diffici le stabilire quanto la politica en trasse in questi ambiti, certo è che l' Associazione italiana fu cos tretta a venire a compromessi col fascismo per far sì c he i propri organi , primo fra tutti quello delle infermiere volontarie, fossero in grad o di compiere il loro dovere senza ostacoli , di portare a termine i compiti umanitari , mai così importanti e necessari. Ci si trovò di fronte a un paradosso stori co e modale: l'Associazione di Croce Rossa Italiana, nata con fini di fratellanza tra i popoli, dovette operare a fianco di un regime totalitario; le crocerossine, ne lla maggior pat1e dei casi per poter lavorare, furono costrette a giurare fcdc lLà prima al Partilo Fascista, poi alla Rc puhhlica Soc iale Italiana. Nonostante ciò !"impegno sul campo fu talmente inc isivo da far meritare loro tre medaglie d' argento alla "Me moria", dieci medaglie di bronzo, centodue croci al va lor militare. 5 La C,vce Rossa Italiana / 944-47, Biaru.:o . R o 11 ra 1947,
pp. 12R- 12'J.
relazione del Presidente generale U. Zanollo
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Federica Saini ràsa11otti
3. 1 treni ospedale
La tradi zione di soccorso attraverso l' utili zzo di tre ni ospedale nacque ne l 1881 , in occasione dell'Esposizione di Torino. Lì ven ne.: presentato il primo modello per il trasporto su rotaie d i feriti e ammalati c he si aggiungeva ai normali mezzi di soccorso della Croce Rossa. Il limite di questi ve icoli era dato da l fallo che essi potevano essere usati solo sul tcn-ilorio nazionale, o dove fosse stata presente una rete f"cn-oviaria: ciò spiega perché non entrarono in fun zione durante la carnpagna d ' Afri ca o la gue1Ta di Libia. Nel J886 i tre ni ospedale della CRI salirono a tredici, con una capacità di duecento posti Ictio ciascuno, e tali rimasero per circa un ventennio. In quel periodo vennero usali per lo più a scopo dimostrativo o per esercitazioni del personale infe rmie ristico. Nel 1902 furono aggiunti due ulteriori convogli e ne l 1908 le prime c rocerossine poterono partecipare a un viaggio sperimenta le; era il 23 giugno quando dodici infermiere salirono a Roma per raggiungere Pe rugia dove fu , per l'occasione, inaugurat o il primo corso di formazione per le volontarie umbre. li treno era composto da cinque vclture. una delle quali ad ibita a dormitorio per le infermie re. Il 28 de llo stesso mese, dopo aver fatto tappa a Poligno. Spoleto e Terni, l'esercirnzione si conr.ln se con il rientro a Roma. Il pieno utilizzo di questi mezzi avvenne durante la prima guerra mondia le quando, a causa dell ' ingente mov imento de i feriti. essi furono aumentati a ventiquattro. assu mendo u11 ruo lo decisivo ne l recupero e ne lla cura dei prigioni eri infermi. J vagoni erano salili a qualtonlic i, compreso un settore obbligatorio per i pazienti contag iosi. Oi norma il numero degli addetti previsti era di otto uffic iali , tra cui quallro medic i e un fa rmac ista, quarantotto tra solluffic iali e soldati , e quattro infermiere. Presto i convogli subirono modificazioni per ottenere una maggiore capac ità recetti va. arrivando a contenere trecento posti letto. Durante la prima guerra mondiale essi trasportarono 4.365.000 uomini, tra ma lati e feriti 6 . Tra il 1940 e il 1944. la C Rl mise a di sposizione dell 'Esercito italia no ben 106 crocerossine e 24 treni, tutti destinati a raggi ungere il front e russo e perfettainente allrczzali: erano dotati di ri scaldamento, scompartimenti per le sorelle, corsie, mediche rie e sala operatoria. Ai lati esterni delle vetture campeggiava una grande croce rossa su fondo bianco. di modo che essi non fòssero scambiati per treni militari o normali tre ni civili e per questo bombardati . I convogli, inoltre, partivano per la mi ssione umanitari a senza te nere conto del calendario: uno di questi si mise in viaggio il 23 dice mbre 1942; scrive sorella Maslromarino: " Il giorno di Natale ascoltiamo la Messa ferme a I ,undenberg [ ...]. È Natale e siamo molto lontane dalla nostra patria: vola il pensiero ai cari lontani ... poi qualcosa ci distrae e torna il buon umore". Il suo diario continua: "Alle IO comincia il carico de i feriti, sono barellati, quas i tutti congelati, molti feri ti e pochi ammalati ... il te mpo passa veloce. [... l 11 carico è completo, circa 275 soldati e 20 uflìciali , Lulli congelati e molto malandati, duramente provati 6 S. 13arloloni. Dnmrt> al f ronte, cit., pp. 127- 12 8.
Le it1fer111iere vo/011/arie della Croce Rossa ltalimw tm lo primo...
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per la lunga marc ia che hanno dovuto sostenere durante la ritirata. l russi gli hanno lolto le scarpe, i guanti, la pelliccia. 1 loro racconti sono tragici" 7. Venne a costituirsi una rete di posti soccorso re rroviari , 56 unità, di cui 44 ancora fun zionanti alla line del 1946. Lungo tutte le strade di transito si riuni vano volon tari, oltre alle crocerossine, attivi pe r la distribuzione dei viveri e degli indumenti. per le disinfestazioni e le medicazioni, per la distrihuzione di sussidi in denaro8.
4. Le navi ospedale Durante la seconda guerra mo ndiale sono state 8 12 le infenniere volontarie che hanno lavorato sulle nav i ospedale. Jni zialme nte esse erano nate come navi passeggeri o postali, ma con l'avvento del conlliuo rurono trasformate in veri e propri ospedali, allraverso l'installazione di sale operatorie, di corsie, di gabinetti radiologici e specializzati ne lla cura e nella diagnosi dei pazienti militari. Un esempio potrebbe essere quello dei piroscafi gemelli "Duilio" e "Giulio Cesare". transatlan ti ci del Lloyd Triestino, di circa 24.000 tonnellate, trasformati in navi ospedale nel 1941. quando il governo brita nni co, in seguito all'occupazione dell'Africa orientale, offrì all'Italia la possibil ità di rimpatriare i 30.000 profughi civi li rimasli atlravcrso la via del Capo di Buona Speranza, compie ndo il cosiddello "periplo". poiché il passaggio del Canale di Suez non era consentito. Insieme ad esse vennero utilizzate altre due imbarcazioni, la "Saturnia" e la "Vulcania", della socie tà Italia. Le missioni furono tre: dall ' aprile al giugno 1942, dal settembre 1942 al gennaio 1943, dal maggio all'agosto 1943. Anche la "Arno" subì la stessa sorte: si trattava del " Fort Sl. George". costruito nel 19 1 I i11 Ura11 Bretag11a e acquistato dall ' Italia nel 1936; venne successivamente ribattezzata ·'Cesarea" e impiegata nell ' Africa orientale italiana: compì inoltre sei viaggi consecuti vi alla volta delle coste lihiche per il rimpatrio di 3.000 feriti e fu affondata la notte del I O o ttobre del 1942 a 60 miglia a nord di Tohruk. Il numero complessivo di questi mezzi era di 22, ma soltanto due, la "Vulcania'· e la "Saturnia" uscirono illese dal conflilto. Fin dal 1935, durante la campagna di Etiopia, le crocerossine erano entrate in servizio all'interno delle navi, rischi a ndo e lavorando con un tale entusias mo c he nel g iugno di quello stesso anno furono numerosissime le attestazioni di stima e riconoscenza mani festate ne i confronti del Corpo. Così avvenne anche nella seconda guerra mondiale, quando le crocerossine presero definiti vamente il posto delle infermiere prorcssionali sulle navi; esse si occuparono de lla cura de i malati, ma anche dell' organizzazione dell e sale operatorie, della pulizia di tutti gli strumenti di medicazione, del riordino della hiancheria ospedaliera. Bernardo Valentino Vecchi affe rma che, in seguito all'inserdiamento deg li ing les i nella Somali a italiana, si 1 In guerra, in pau', cil., p. 12 1. 8 / ,n Cma Rossa /talia11a / 944-47. <.:il., pp. 83 84.
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Federica Saini Fasanolii
de lineò sempre più chiaramente la possihilità di una vittoria britannica sul te rri torio africano; pertanto si procedette all 'allontanamento de lla popolazione itali ana da que i luoghi. Le missioni furono imposte ne l g iro di poco tempo, trami te il governo americano e la Croce Rossa Tnternazionale, a l principio de l 1941 9 . Essi affermarono di non poter garantire l' incolumità degli italiani, sopratLUUo donne e bamhini, rimasti in que lla zona. Dopo una serie di riunioni , il governo fascista volse ali ' intervento immediato, inviando le navi sul posto; era previsto che esse viaggiassero accoppiate e distanziale di otto giorni per facilitare i rilùmime nti nei porti , e proprio il rifornime nto di carburante liquido si ri velò uno dei problemi più consistenti , poiché l'Ita lia ne era da tempo carente. Si decise di acquist,u-Io dagli inglesi, pagandoli, secondo k fonti del Vecchi, in oro attraverso hanc he svizzere. Nel luglio del 1941 nulla era ancora stato concluso e la prima spedi zione venne rimandata all'anno successivo quando, il 26 fchbraio, gi unse il salvacondotto britann ico che verme diramato a tutte le autorità nemiche. Oopo un'ulteriore serie di trattative, la pa1tenza fu fissala tra gli ultimi giorni di marzo e i primi di aprile: le navi vennero completamente dipinte di hianco, con quattro c roci rosse sui fianchi , due verso prua e due verso poppa. con la bandiera nazionale dipinta al centro dello scafo e sui due lati della ciminiera una croce bianca entro un disco blu e un sistema d'illuminazione notturna "di gala". Le navi salpru-ono il 4 aprile 1942 con la seguente rotta: Gibi ltcn-a, Canarie, isole di San Vincenzo, Capo Verde, Capo di Buona Speranza, Capetown. canale di Mozambico, oceano lndiano, golfo di Aden. Proprio per la durata dei viaggi, che spesso raggi ungeva i sessanta giorni , le navi avevano conservalo parte delle caratteristiche per il traspo110 passeggeri: al loro interno alcune avevano un cinema. sale per l'audiz ione di musica, hihlioteche; i quotidiani "Corriere della Sera··. "Popolo d' Italia", " Giornale d 'Italia" allestirono ediz io ni di bordo in formato ridotto. I ,e crocerossine conservarono sempre un ruolo fondamentale sia a livello socio-assistenziale, sia a li ve llo sanitario. Su ogni piroscafo era staio allestito un reparto ospedaliero capace di 150 le tti, con due camere operatorie, servizi igienici propri ; mentre co mpletamen te distaccato era quello, all'estrema poppa. pe r le mal atti e infettive. Ognuno dei settori al loro inte rno era sottoposto al controllo di un medico con alle dipende nze alcune crocerossine. In conclusione, un accenn o doveroso va al le Ire sorelle Federici, Sechi e Trarnontani 10 dalla "Po'·, silurala e affondata il 14 aprile 1941 nel porto di Valona da un aereo inglese. Queste tre sorelle, dopo i funerali avvenuti a Brescia, vennero insignite dalla medaglia d 'argento a l valore alla " Memoria".
9 Il .V. Vecchi , Navi Hia11c/1e, (ìastaldi. Mi lano 196~. I O " li 14 marzo 1941 , la Nave Ospedale ' Po' fu affondata nella baia di Balo na per opera di un aereo siluranle ing lese. Su di essa prestava la s ua opera, insieme ad altre due sore lle, E1111ia Tramontani che fu travolta dai rnarosi, scomparendo tra i flutti", in Albo d 'Oro dellt' Inferm iere Vo/011/arie decora te al \!a/or Militare, eit.
E lena Bigongiari L' AMMfNlSTRAZIONE FIDUCIARIA ITALIANA IN SOMALIA ( 1950- 1960) - IL CORPO OI SICUREZZA PER LA SOMALIA, IL RUOLO DELLE FORZE ARMATE
Introduzione Nel ricostruire le allivilà che sono slalc svolte dal Corpo di Sicurezza, ne l periodo 1949 - I O gennaio 1956, come co mpone nte de lla struttura de l!' Ammini strazione Fiduciaria italiana in Somalia 1, la c ui azione, come noto, si concluse ne l 1960, è essenziale focalizzare, in prima hai.tuta, l'attenzione sulla prohlernatica dcll ' affidamcnlo l"iduciario, nonché la dime ns ione giuridica e la vale nza politica de l mandato italiano. Nel prosieguo del lavoro di ri cerca e documenta7.ione lo schema log ico seguito e fi ssato come piano di e lahora7.ionc, è stato ripetutamente modificato per superare alcune oggettive difficoltà di stinguibili in due tipologie: la prima, di carattere storiografico, legata all a impossihilità di accedere ad una documenta7.ionc d ' ufli c io ancora soggclla alle resl1i zioni dettale dalla legislazio ne vige nte. La seconda. più sq ui sitamente metodo logica, ha inte ressato l'evoluzione stessa delle atti vità svolte dall'Amministrazione Fiduciaria ne l suo complesso, a fronte delle quali il Corpo di Sicurc,-.1.a per la Somalia2 ha adegualo la propria strutLura ordinati va alle esigenze imposte e fronteggiato. nel conte mpo, vincol i derivanti dalla decu11azione di bil anc io. La ricerca ha quindi osci ll ato tra l'esigenza di documentare, analizzare e valutare il dinam ismo sul campo e comprendere gli obiettivi cie li ' Ammini straz ione hduciaria italiana di cui il C.S.S. è stato efficace strumento operativo, valori zzando nella flessibilità dimostrata, le carallcri sti chc più idonee ncll' assol vimento cti 1111 compi to oneroso cd arduo. Nell 'analisi dei docume nti si sono percepiti i riverberi di una diffi cile diale ttica A.F.I.S .-Madrepatria, scaturita quasi certa mente dalle necessità imposte dall a ricostrn zione de l dopoguen-a. Si è ritenuto allrcsì essenziale porre I' allen7.ione su due eventi sostanziali del processo di edificaz ione del nu ovo Stato Somalo, da un lato il momento elettorale ne l corso del quale il Corpo di Sic urezza ha svolto il ruolo di garante dell'ordine, dall 'altro la fomiazione di una classe diri gente in grado, in prospclliva, di assumere la guida politica del paese. Tullo c iù ha messo in rilievo il ruolo fondamentale de lle Forze Armate in una situazione di emergenza e di crisi, il che ha ulte riom1ente evidenziato la coraggiosa scelta che l' Italia ha compiuLO nell ' affrontare il difficile prohlerna di avviare all ' indipcndcn:,.a un suo cx possedimento. 1 Ind icata d' ora in poi con l'acronimo: "A. F.I.S.''. '.) Indicato d'ora in poi con l'acronimo: "C.S.S.".
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h:lena Rigongiari
Capitolo I IL MANDATO ONU RADICI STORICO-POLITICHE, ELA BORAZIONE DEL TESTO Dopo la Seconda Guerra Mondiale con l'affermaziom: tielle due Super potenze, U.S.A. e U.R.S.S., si avviò il pmccsso c he in pochi a nni condusse all a defin izione delle nuove aree d ' influenza. Il riassello g lohale presentò non solo la difficoltà derivante dal progressi vo scontro tra i d ue blocchi contrapposti , ma anche i problemi insiti ne lla complessa realtà della Decolonizzazione. Particolare rilevanza ebbero le prosperti ve per il futuro delle ex-colonie delle Potenze sconfitte che era ora affrontato con una diversa predisposizione di fondo. Si stava, infatti, affermando nella Comunitì1 internazionale una nuova "Coscienza Coloniale Comune" 3, sollecitata dal crescere del senso di responsabi lità verso i popo li dipendenti già formalmente riconosciuta, con il Patto della Società delle Nazioni (19 19) e in seguito con la creazione dell'01xanizzazione delle Nazioni Unite ( 1945). Tale principio mora le tli tutela modificò i legami intercorrenti fra Stati e colonie attraverso l'inc re me nto d"ini ziative politiche, sociali ed economiche in favore di queste ul time. I ,e colonie risultarono, quindi, non più una competenza nazional-privala ma una pe11i ne nza internazionale legata all ' impegno per il mantenimento della pace e la ricerca di un canunino comune. Nel dettaglio, nell'arco storico compreso tra le due guerre mondial i, il sistema giuridico internazionale di riferimento per la gestione de lle colonie fu offe110 dal Patto della Società delle Nazioni. Questo, e ntrato in vigore il IOGennaio 1920, esplicitava un concetto innovativo, (la cui elaborazione era dovuta al sutlaf1icano Smuts e l'americano George Louis Ileer). poiché con l'art. 22. istituiva il Sistema tlei Mandati. 1 territori presi in consideraz ione tla ll'arlicolo erano qu elli non più sollo la sovra nità degli stati vinti e non ancora in grado tli governarsi. Il procedimento seguito per l' assegnazio ne tlci mandati fece riferimento agli accordi intervenuti in tempo tli guerra in virtù dei quali le potenze designate come mandatarie figurarono responsahili, verso la Soc ietà delle Nazioni, per l' am mini strazione dei "propri territori" . Il henesscre ed il progresso per i popoli a loro affida ti venne definito come: "Con1pilo sacro della civiltà". 1 mandati rurono di stinti in tre categorie: Nella prima (A) rientrarono Lulli quelli de l Vic ino Orient e ne ll'a ttesa di poter essere autosufficie nti. La formul a sanc ita fu: "the exisle ncc as inde pendent nations can be provisionally recog nised suhjccl Lo rendering of anuninislrativc ad vice and assistance by a Mantlatory untiJ such time as Lhcy are able to stand alonc" 4 . Per l' Africa, rite nuta ad uno stadio non ancora sufficiente di maturità politico-sociale, si definirono le a ltre due categorie (B e C): "to be besi admin istered under the laws o f Lhc Mandatory as integrai pari of its territory''. Togo e Camerun tedeschi furono posti rispclliva3 G. Yednvalo , Studi Africani cd J\.sia1ici lii. Pre 111essa pag. 8. R ivista di Studi Po li tici lnlernazionali in Firenze, l'oligraticn Toscano, 1964. 4 P:1t1n d r.Ila Soc ietà delle Nazioni , Articnlo 22, paragrafo (4).
L ·a111111inistrcr::,io11e.fìduciaria in Somalia ( 1950-1960)...
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mcnlc sollo la Francia e il Regno Unito come Mandati di tipo B. Dello stesso rango fu considerala l' Africa orientale t<:<lcsca posla sollo la Uran Brclagna. L'Africa s ud occide ntale, scarsamente popolata e progredita, fu assegnata ali' Unione Sud-afri cana e rientrò nel mandato di tipo C. Allo stesso modo fu considerala parte dcli ' Al'rica oricnLalc tedesca, Ruanda-Urundi , c he fu unita al Congo ed assegnata al llelgio. L' ltalia "atTotondava" la Libia verso occi<lcnlc (acquisendo parte de lla zona francese) e la frontiera orientale de lla colonia italiana veni va ritoccala dal lato egiziano. lnoltre nella Somalia italiana veniva assorbito il tetTitorio del Giuba, già apparlcncnlc ali ' Al'rica orientale britannica. S i può affe rmare c he l'assetto generale del 1919/20 derivava da eventi passali cd e ra in primis espressione di rapporti di pote nza tra Stati e del loro mutalo modo di rapportarsi, ma in esso venivano valorizzali anche aspclli clici. Tali rapporti furono sconvolti dall'avvento della Seconda guctTa mondiale, la cui conclusione ripropose la stessa esigenza d'equi librio del primo dopoguerra, ma la cui ricerca ora aveva come punto di parte nza uno scenario più vasto e quindi diverso. L 'importanza strategica delle colonie di venne un clcmc nlo molto seguito ne ll' impostazione dei trattati . Le colonie in realtà. durante il conflillo. quando non direttamente coinvolte, erano state utili zzate come basi militari. Esse perta nto si prcscnlavano slrcllamcnl.c con-elate alla sicurezza internazionale. In tale rilevante aspetto le Grandi Potenze posero particolare atte nzione alla ricerca <li " legittimi/giusti" trattali di pace e soprau uno della stesura della Carta che doveva istituire l'Organizzazione delle Nazioni Unile. Dal 23 aprile al 4 magg io 1945 si svolse a S. Prancisco la Conferenza che porlù alla formul azione dei principi della Carta delle Nazioni Unite. Le Grandi potenze rappresentale come membri permanenti nel Consigli o di Sicurezza delle Nazioni Unite avrebbero deciso le li nee guida dei trattati di pace. Tuttavia, in tale ambito, per quanto concerne le colo ni e l'argomento fu trattato in termini generali senza particolari riferimenti. Dalle di verse delegazioni furono avanzate proposte di vario genere sul sistema fiduciario internazionale. In prima battuta solo la delegazione australiana, auravcrso le paro le di Mr. Ford, ipoti zzò la creazione di un Organo "'ad hoc" che monitorasse cd informasse lutti i membri ci rca il progresso e lo sviluppo dei territori sotto mandato. Più in generale, una volta istituita una commissione e sottocommi ssione, per l' esame delle proposte sul siste ma di lnternational Trusteeship, le Polc111.c si schierarono su due di verse posizioni. Francia, Stati Uniti e C ina sollolinearono l'aspetto della ,vicurezza e del la pace, mentre Regno Unito ed Australia inte ndevano l'applicazione de l siste ma come estensibile a lutti i territori dipcndcnli (non solo a quell i sotto mandato inte rnazionale). Punto focale e ra la forma d' indipendenza cui tali territori sarchbcro approdali. Tutt.e le delegazioni considerarono primario lo sv ilu ppo economico, sociale e poli tico, tranne la Gran Bretagna c he "dimenticò" di menzionare quest'ultimo. In memoria di quanlo slabilito a Yalla ( 11 febbraio 1945) ness un riferimento fu fatto a specific i territori e, quindi, il criterio di appl icazione de l sistema si basù su ll ' individuazione di tre categorie : I) territori sotto Mandato; 2) territori sottralli a stati nemici , come conseguenza ciella Seconcia g11e rrn moncii a le; 1) territori c.he
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F:lnw Rigo11giari
volontariame nte si pongono sollo il Sistema e quindi affidati a Stati responsabili della loro amministrazione 5 . È evidcnlc come le w lonie sottratte all'Italia rientrassero nel secondo punto. La proposta statunitense, dopo di verse modifiche, costituì la base per il testo finale. La carta O.N.U. entrava in vigore il 24 ouobre 1945 ma nessun territorio sotto amministrazione fiduciaria internazionale poteva prendere vita prima della conclusione degli accordi per l'amministrazione de i vari territori e rela tiva approvazione da parte dell'Assemblea (ìcncrale delle Nazioni Un ite, bloccando così l'efficacia della sezione della Carta O.N.lJ. riguardante il Trustecshlp System. Nello stesso giorno di ottobre un te lespresso di Dc Uaspcri precedeva il "Me morandum sulle colonie italiane" che da lì a poco sarebbe stato inviato ai Governi delle Grand i Potenze. Nel tclesprcsso gli argomenti affrontati furono tre: innanzitutto considerava le colonie italiane come elemento di equilibrio politico nel McdiLcrranco e nel Mar Rosso: sottolineava poi come le stesse avessero consentito di assorbire l'emigrazione italiana. Infine, non bisognava sottovalutare la presenza stabile di mig liaia di italiani e la buona opera di amministrazione dcli' ILai ia svolta negli anni di precedente gestione. A novembre del 1945 il Memorandum giunse a dcsLinazione, mostrava c hiaramente il punto di vista italiano sull'angusta questione dell 'eventuale amputazione delle colonie e dichiarava la ferma aspirazione di voler continuare ad operare in territori così dirlìci li . LI testo era diviso in due parti, una generale, l'altra particolare riferita a ciascuna colonia ed alle sue effettive condizioni. Si ribadiva che l'Italia in cinquanta anni aveva porlato strutture civili e operative atle a consen tire non solo la "vita colo niale" ma, in senso più ampio, del vivere quotidiano. Ven iva. d i seguito, rimarcata la povertà de i territori, la forLe presenza di una componente di itali ani residenti stabilmente, ma anc he la necessità di un' unità amministrativa in ri sposta alla frammentazione etnica, sempre di diffici le gestione. A tal proposito dobbiamo ricordare che l'irnposLazionc della politica italiana in que lle terre era basata sul riwnoscimento de l ru olo politico delle diverse Lribù e autorità locali 6. Per lanlo il conLcnuto del trattato di pace con l'Italia avrebbe dovuto te ner presente sia la forte volontà di questa a non rinu nciare al le proprie colonie. sia dei de ttami de lla Carta de ll ' Organizzazione delle Nazioni Unite ri guardanti il Trustecship Systcm. Così come stabili to alla Conferenza di Londra, de l settembre del 1945 7• dal 16 al 26 dice mbre 1945 si svolse la Conl"crcn7.a tripartita di Mosca (U.S.A., Gran Bre tagna, Unione Sovietica). Si decise c he i Delegati supplenti nelle persone di : Dunn e Campbcll per gli Stati Uniti, Gladwin e Jebb per la Gran BrcLagna,
Na zioni Unile. Articolo 77 . 6 Ministero della Difesa, "VA DEMECUM l)ELLJ\ SOMALIA" (per le truppe). Dncu111e1110 originale ( 1949). Capitolo 2. pp. 15- 1(i-1 7 e Cap. 4 , voce: " Cabile", pp. 303 1. Appal1cn uto al Caporale Mauz us i An1n11io, IV Ballaglionc Motoblindalo I Compagni a. J\LLEC ìATO I. 7 C he ricordiamo si concluse in m odo insoddisfacente e solo i hunni usi diplomatic i evi tarono che ~i procl amasse. ape1tamente il suo fa llimenlo. .'i Carta delle
L 'a111111i11istrazio11e fiduciaria in Soma lia ( I 950- 1960)...
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Gusev pe r l'Unione Sovietica, Cou ve de Murville per la Francia; avrebbero dovuto riunirsi a Londra per la di scussione inere nte a ll a sistemazione de lle Colonie. S i stabi liva che le condiz ioni del traltato di pace con l'Italia doveva no essere e laborate dai Ministri degli Esteri di Gran Bretagna, Stati Uniti, Russia, e Franc ia (considerata come firmataria de lle condizioni di resa dell' Italia e, quindi, legiltimala a partecipare ai negoziati ). Compl etata la stesura il Consig lio de i Ministri avrebbe convocato una confe renza per esaminare il progetto sulla hasc del qual e, tenendo cont o delle raccomandazioni, gli Stati firmata ri de ll' ann isti zio c on l' Italia avrehhero dovuto redigere il testo fin ale del trattato. Una volta redatto, questo doveva essere firmalo dagli Stati rappresentali all a Confere nza e poi sottoposto formalmente ai M embri delle Nazioni U11ite che erano state in guerra con I' ILalia. Successiva mente sare bbe e ntrato in vigore dopo la ratifica da parte degli Stati firmatari dell ' armi sti z io. Mentre i lavori a M osca procedevano a pie no ritmo. Londra era sede dcll'assemhl ea Generale dell'Organizzazio ne de lle Nazioni Unite. Qui llevin, Primo Ministro ing lese e Bida ult, primo Mini stro francese, espressero l' intenzione di applicare ai propri Ma ndati il regime di trustecshi p, raffor1.andonc l' inlerpre tazione in senso ·'individuale". C iò gene rò da un lato , preoccupazione nel Governo italia no, da ll 'altro, disappunto americ ano che ne aveva d i contro una visione "colletti va" . Il disagio italiano si palesò ape ttame nte ne ll'in tervista di De Gasperi pubblicata dal New York Ti mes8 , ove il Presidente del Consiglio, inoltre, dic hiarava: "ci appelliamo alle Nazioni Unite e non credi amo che c i tolgano le colonie per punirci" . L' lta lia non voleva altro c he una pace giusta che te nesse conto degli sl"or1.i fatti nelle colonie e ne l te rritorio nazionale in seguito all ' armistizio de ll' 8 settembre 1943. In vista della sec onda sessione de lla ri unione dei Ministri degli Este ri , fissata a Parigi a fine aprile 1946. iniz iò la stesura di un secondo Memorandum italiano 9 integrativo del primo . In questo si faceva riferirnento specifico all e erogaz ioni lìna111.iarie dello Stato italiano per i te rritori in Africa. Le spese sostenute per le esigenze ordinarie e straordinarie delle colonie erano state ragguardevoli 10 . Nel ( ìcnnaio 1946 a J,omirn si riunirono i Delegati Supplenti e tranne qua lche mome nto di dibattito (si cita ad esempi o lo scontro su posizioni divergenti in proposito all 'esclusione o meno dell' Italia da incarichi amministrati vi), la riunione sembrò adattarsi ad un atteggiame nto di immobilismo. Fu la Gran Bretagna a shloccarc la scomoda condizione propone ndo un "Guardianship" 8 " TH H N HW YORK TIMFS ', 25 Gennaio 1946. 9 De l mar,:u 1946. IO G ian Lu igi R ossi. "Le Colonie italia ne alla Cor!ferenza di f'arigi (A11r. - /,ug. / 946r. Si riporta : Per la Libia /. W.174.968353 . JJ,,,. l'Africa orientale ilaliana I. 14.648.(}86.lUJH, di cui l. 9H.1.H33.303 per la Somalia. escludendo le spese militari eccezionali.(È opportuno tener presente che il valore della lira fosse superiore, com e potere di acquisto. nel periodo prebellico in cui f urono registrate tali mcite). A quesle SJJese si aggi1111ge11a110 poi quelle riJJortllle nel CaJJitolo a partp dnlicato all'Etiopia sostenute proprio per la 11alorizzazio11e di questa colonia.
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t;fe11a Higo11g iari
te mporane o per le colonie italiane affidato a ll e qu attro Potenze sino all a decisione linalc sul fuLuro delle sLcssc, più l'inscrimcnlo nel Lrall.alo di pace con l'Italia di una clausola in c ui quest'u ltima avrebbe rinuncialo a lutti i diriui sull e terre d ' oltremare. È probabile c he ta le proposta venisse presentata unicame nte pe r s uperare l'impasse creato da ll ' irrigidimento de lle diverse posizioni , poiché la Gran Hrclagna, in rcallà, mirava ad ev itare 4ualsiasi ingeren za sov iclica ne lle te rre d' Africa e specie ne lla Tripoli tani a. conside rata dall' URS S, insie me all ' E1itrea , avamposto de ll e sue repubblic he meridio nali. Ingerenza che si sarebhc certamente avuta in via di fallo poiché l'Unione Sovietica era proprio un a de lle quattro titolate a garantire la soluz io ne avanzala dai hritannic i. U Guardi anship fu bocciato e s uccessivamente lrn gennaio ed aprile 1946 si svol sero 19 riunioni. I Delegali non raggiunsero nessun concre to accordo s ull a siste mazione delle colonie da inse rire nel lraltato di pace con l' Italia. JJ 25 Aprile 1946, a P,u-igi. il Consiglio dei Ministri degli Este1i riprendeva i lavori, Molotov, Revin , Ridauld e Bymes assumevano atteggiamenti sempre più crisLalli zzati, Lullo scmhrava riproporsi con la stessa dinicoltà sino a che si regis1rì1 un cambiamento ne lle richieste russe. Mo lotov dichiarò non opportuno te ner fuo ri l'Italia dalle decisio ni s ulla questione de ll e colo ni e e rinunciando alla ric hiesta di trusteeship singolo sulla Tripo litania, avanzò la ric hiesta di maggiori prec isazio ni su come si dovesse inte ndere un 'a mministrazio ne fiduciaria "collettiva'' 11 . La Russia elaborò un ' idea di amministra zione bipartita: per ogni colonia si sarchhe avulo un armninislrato re allealo cd un vice amminislratorc italiano. Ma cosa de te rminò l'avvic inarncnlo russo all'llalia? Probabilmente esplic itava il clesiclerio sovietico cli influ enzare le imminenti elezioni italiane a favore de l Partilo Comunista, ma con molta più plausibilitìi offriva l'appoggio a ll a concessione delle co lonie ali' llalia come contropartita alle ri chieste jugoslave verso Trie ste. JJ 30 Aprile 1946 la Gran Bretagna presentò, nella forma di Me morandum, il primo progetto in mate ria coloniale, verame nte solido sia per i chi ari rife rimenti sia per le concrete di s posiz ion i 12 _ TI Diseg no, però, non fu ben accetto. s pecie da ll ' URSS c he propose una discussio ne combinala del proble ma con que ll o de ll a Ve nezia Giu lia. Fu. qu indi . la volt a di Re vi n, ormai convinto dell'italianitìi di Trieste, che co nsape vole de l tentati vo so vietico di baratlo di una nazionalità per l' a ltra, si oppose , non solo. al Piano britannico , ma con g ran tenac ia anc he a lla proposta russa. Il ym es di chiarò, tra lo stupore italiano, la inopportunità del mandato all ' Italia in co nsiderazione de lle sue sfavore voli condi zioni economiche e più precisamente 11 Secondo la visione statunitense, peraltro ahhandnnata nel I ,uglin 194 6 per lim ore del l'estendibiliti1 del trusleeship a lle isole del Pacifico. 12 Dal '·M emo randum by the Uniteci Ki11gdom lJelegatio n at t/1e Co11ncil of Fo reig11 Min islers ., in breve si desume: Pe r I '/Ja/ia - La rinunc ia a lla sov ranità su tutte le colon ie. Per la Uhia (comprendente Cire naica e Tripo litania) - J ,' ind ipenden1.;1. Pe r I.' F.ri/rea Ascoltare il Governo e tiopico prima di prendere una deci sione sull ' Eritrea. Pe r la Somalia ita liana : Arrivare alla fonnu lazionc di un territorio denominato Somalia Unita, co mprendente la part e britannica, italiana, l' Ogaden e Reserved Arca~, la cu i amminislnw.ione dovevi, possihilrnenle essere aflìd;rl a alla <ì. Rrela p,mr.
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asserì: "Sino ad o ra non si è suffo.:icntcrnc nte tenuto conto dei desideri...". dei popoli delle colonie1 3_ Vi era una sola visione cond ivisa da tutte le Delegaz ioni, ossia quella di considerare necessaria la rinunc ia de l! ' Italia a ll a Sovranità sulle colonie. Tuttavia venivano avanzati dubbi sull a reale capaci tà di q ueste d i autogovern arsi cd ino ltre no n era semplice valutare il tempo necessario per pervenire a ll'auspicata indipendenza. li Memorandum americano raccolse proprio questi interrogativi, prevedendo un rinvio della questione a ll ' esame de i Quattro Grandi da e ffclluarsi entro un atmo, allo scadere del quale a sua volta avrebbero dovu to rinviarla al Consigli o d i Tulcla dcll'O.N.U. D 'altra parte ciò che la Delegazione statunitense aveva riportato nero su bianco rapprcscr11ava, no n solo l' insieme dell e pe rplessità collettive, ma anche il frullo del timo re d i scontentare g li inglesi cd il mondo arabo 14 da una parte il Dipartimento di Stato da ll 'altra, perché facil mente irrilahili in proposito all a forma, colle tti va (che trovava contro gli inglesi ed arabi) o ind ividua le (non accettabile per il Dipartime nto) da applicare a l Trusteeship sulle colo ni e. T,e elezioni italiane, nel frattempo, giocavano un ruolo importante nel processo di cn;scita., Lra l'opinjone pubblica, dell ' interesse sulla n:allà somala. li Governo trasformò quest'u ltima in stniment:o di pressione attraverso l' intelaiatura di un sistema propagandi stico per mezzo di conferenze-dibattilo, organizzate con l'appoggio di istituzionj c ulturali ed a11icoli di giornali di piccola e grande tiratura. Parallelamente si muoveva un 'azione spontanea dal basso, che chiedeva ai T,eadcr politici posizioni ferme sulle richieste italiane in proposito al futuro dei territori d'oltre mare. Nei primi mesi del 1946 grandi e piccoli peri odici l5 interessavano il gran numero di leitori sullo s tatus politjco delle colonie e sug li svil uppi delle d iscussioni inerenti ad un eventuale "ritorno" dcli' lla lia. Si ricordi inoltre l'in izialiva del Centro studi Colon iali dell'Università di Firenze, che indisse un Convcgnolf1 sull' attività coloniale italiana per trarne un bilancio e spunti per il futuro. L'atteggiamento dei vari rappresenta nti politici italiani, se pur con logiche differen ti sfumature, era compattato attorno alla ferma volontà di un nuovo periodo in Africa, motivato, spesso, dall a convinzione de ll ' aver svolto una ollima azione di gesti o ne. Più in pa11icolare scambi di lcltere e documenti si intrattenevano Lra diplomatici italian i, Dipartimento di Stato e Foreig n Onice che mollo più esplic itame nte ris petto alle "carte ufficiali" facevano riferimento all'International trul3 Dal radio di scorso tenuto da Mr. BAYRNES, 20 maggio 1946. Cairo, 22 marzo 1945. nasce la Lega Araba. Scopo della associazione internazionale degli Stati Arabi è consolidare le proprie relazioni in ogni ca mpo. Stati fondatori: Arabia Saudita, Egitto. Transgionlania, Iraq, Lihano, Siria e Yemen del nord. l 5 Citiamo ad esempio: " IL TEMPO", il " CORRIJ~RJ,,' D 'INFORMAZIONE', il 14
''MESSAGGERO'', " I .A VOCI·: D'J\FRICA" , ·'IL PIONIERE'. l 6 Svoltosi, in seguito, nei giorni 12- 15 maggio 1947. [n apertura del quale fu letto
il Te legramma del Presidente del Co nsiglio On. Alcide Dc Gasperi. Tra i tanti partecipanti vi erano rappresentanti dcli' Associazione "f-RA LE IMPR ESE IN AFR ICA" e l'Assoc iazione "ITALO-ETIOPIC/\'', entrambe con sede a Roma. rontc: Raccolta /\tti del li Convegno <li Studi Coloniali. Firenze 1948.
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slccship singolo (auspicato ovviamente da Roma). Quest' ultimo infatti venne ufficialmente richiesto solo ne ll a primavera de l '46, a bbandonando così il principio dell'amministrazione diretta. Dc G asperi, come del resto Tarchiani (che sin dalle prime battute chiese al Governo un atteggiamento real istico nell 'avanzare pretese, astenendosi quanto più possibile ne lla speranza e.li ottenere di più) confidavano nell ' appoggio a mericano. I ,a delusione non fu tardiva, a soli cinque g iorni dall'inizio delle nuove discussioni e.lei Ministri degli Esteri sul da farsi, il 20 g iugno 1946, Byrnes dichiarò " non saggio" il ritorno dell'ltalia in Afri ca. Il rappresentante statunitense abbandonò il progello e.li e.licci anni, prima considerati necessari per il ragg iungi me nto dell ' indi pene.lenza di quei paesi e tornò sui suoi passi e su precedenti ipotesi. Così fecero anche gli altri rappresentanti. I Ministri non avrebbero più cambi ato posizione giustificando il rinvio e.li un anno del problema e la creazione e.li una Commissione Coloniale Speciale. Tale Commissione avrebbe dovuto rielaborare, negli aspetti J"ormali, il progetto americano, mentre ac.l una seconda Commissione s i dava l'incombenza e.li ricerc a e.li una giusta formula da inserire nel traltalo di pace attrave rso la quale L'Italia potesse collocarsi ne lla tipologia dei diritti previsti per le colonie. Una nota italiana giunse presto ai Minist1i degli Esteri riaffermando l' avversione a l "surrende r of right" proposta dai britannici impegnati a loro volta a non dare la possibilità di creazione di Commissioni Consulti ve nei luoghi interessati. per evitare qua lsiasi ingerenza e stranea ne ll'a rea c he, in concreto, era pur sempre sotto presenza militare degli ing lesi 17_ Proprio la grande operosità de i rappresenta nti della G. Bretagna portò, il 1° luglio 1946, alla presentazione, a l Consig lio dei Ministri, di un progetto di articolo, lìnalmenLe nitido, da inserire ne l trattato di pace italiano. Annessa a tale a11icolo vi era di seguilo una Dichiaraz ione da far sottoscri vere a lle Quattro Grandi. Il 12 luglio 1946 il testo finale di articolo era così formulato: Articolo (A)
1) " L'Italia rinuncia ad ogni diritto e titolo sui possedimenti lerriloriali italinni in Africa. 2) I detti possedimenti continueranno sollo l'attuale amministrazione,.fìnchè non sarà decisa la loro sorte defìnitiva. 3) La sorte dejìniliva di detti possedimenti sarà decisa di comune accordo dalle quattro principali polenze alleate entro un anno dall 'entratn in vif?ore del p resente trattato e secondo i termini della dichiarazion e comune odiema fatta dalle qual/ro potenze alleate". 17 L' Eritrea, dal 194 l , si trovava sotto amministrazione britannica dopo mezzo secolo di coloniali smi italiano. l'er completez7.a del quadro, ricordiamo che truppe ang lofrances i occupavano la Libia e la Somali a, mentre L' Etiopia era tornata sotto il controllo de l negus I laile Selassic.
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La Dichiarazione 18 prevedeva che i Governi di URSS, USA, Fl{ANCIA entro un anno dall 'entrata in vigon; del trattalo. 15 settembre 1947, si impegnassero a decidere la sorte delle colo nie, dal punto di vista geografico 19, politico cd amm inistrativo, tene ndo conto delle aspirazioni e il benessere dei popoli di quelle terre rispondendo, per di più, all 'esigenza di Pace e Sicurezza comuni a tutti i Governi interessati . Se non si fosse raggiunto un accordo la questio ne sarebbe stata rimandata alle Nazioni Unite e le Quattro Potenze avrebbero applicalo le raccomandazioni. Si stabilì inoltre che i sostituti dei Ministri deg li Esteri avrebbero continuato inchieste in tutti le Colonie italiane per registrare le vedute di quei po poli. Nel progetlo d i Trattato di pace con l' Ita lia veniva inserito anche " l'articolo britannico", numero l 7, così la Di chiarazione ven iva di vul gata auraverso un comunicato a fine riunione (stesso g iorno: 12 luglio 1946). Il 26 lug lio 1946, alle ore 16:30, nel palazzo de ll'ex Senato francese, Palazzo Lussemburgo, ebbe iniz io la "Conferenza dei 2 1" (i paesi vincitori), Oeorge Bidault, Presidente del Consigl io, tenne il discorso <li apertura a nume del popolo francese e <lei Cìovcrno s tesso, i sal uti fu rono rivolti ai delegati de i membri dell e Nazion i Unite ed ai conve nuti a Parig i. Poic hé il riassetto de l mondo a seguito dell a Guerra, scopo linalc della Conferenza, in concre to 1iguardava anche l' Italia. la de legazione italiana (De Gasperi 20, S,m1gat, Corbino e Bonomi), non invitata a partecipare, arrivava egualmente in Francia il 7 agosto ' 46, potendo solo accettare o meno le decisioni già prese a suo rig uardo. Ormai il dado era tratto e De Gasperi, a nome de l (ìovcrno Provv isorio, accettò, non senza un accorato discorso in difesa de ll'orgogl io naz io nale:! 1, le condiz ioni della Pace anteriormente elaborale. Il 26 Oicembre 1946 a segu ito dell ' approvazione degli otto accordi di Ammin is traz ione Fiduciaria da parte dcli' Assemblea Generale de lle Nazioni Unite (avvenuta il g iorno 13 Dicembre l 946)22 divenne finalmente e lfo:ace anche la sezione della Carta O.N.U., Chaitcrs C I-CJl2 3-Cll124 : "THE INTERIl! ALLEGATO 2. 19 Si
stabilivano i confin i.
20 De Gasperi prima dell'imbarco sull 'MS 74, dircno a Parigi (7 agosto '46), dichi ,1ra: "Non so nenuneno .\·e parto come impulalo. Direi che la mia posizione è per l/Uattro quinti quella di imputato come responsabile di una guerra e/te 1um ho fallo e che il popojigum di cobelligerante è lo non ha voluto. per un quinto quella di cobelligerante. riumo.w:iula nel prearnholo del Trattato come principio, ma nel lesto si tiene invece conto dei quaf/ro quinli, rap/Jresenlati dalla guerra perduta e non del quinto costituito dalla nuova guerra che abbiamo comballuLo ajianro degli ALLt:An. 'f'ullo lo sforzo che hisogna fa re mira a ricordare a!:li ALLEATI che li abbiamo chiamali così padu> li abbiamo crn/111i tali" (romun . A,ua ore 10.25) 2 I Il discorso generò lo slancio dei rappresentanti americani i quali si congratularo-
u,
no con una vigorosa strella di manu. 22 Dall' Yearbook of thc U.N., I 946- 1947 , pp. 188-205, Trust Terrilory. 23 I cui articoli: 75-85 stahiliscono i termini del sistema fiduciario internazionale. 24 l cui articoli: 86-9 1 deliniscono la composizione, fun zioni, poteri, modalità di voto e procedure del Trusleeship Coum:il.
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NATIONAL TRUSTRESHIP SYSTEM". Gl i ·'obbiettivi fondamentali" si potevano ora applicare alla realtà così come posti all 'a1t icolo 76: punto a) Favorire la pace e la sic urezza internaz ionale; punlo h) Promuovere il progresso politico, economico, sociale ed edu cativo degli abitanti ... ; punto e) Incoraggiare il ri spe tto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali per tutti ... L 'Obbligo di una rcsponsahilità Uni versale completava il nuovo modo di gestire le situazioni internazional i. Non solo i compiti Sac ri , ma anche le reciproche garanzie, uffi cialme nte riconosciute dagli Stati, si traducevano ora ne lla ricerca di coerenti strutture ammini strative e diretti ve politiche. Più specilìcalamente, in tale complesso di cle rnenli, il prohle ma colo ni ale si inseri va ne lla sfera tielle competenze politco-ammini strati ve e le popolazioni indigene di veni vano soggetti internazionali a c ui la Comunità Jnternaz ionale preservava quei tlirilli ormai garantiti , in prirnis: l' autonoma Sovranità. Jn breve, l'Amministraz io ne Fiduc iaria In ternaziona le si presentava quale esten sio ne, sviluppo del Mandato, ne rinvigoriva le polcnzialità, procedeva a precisazioni . È questo il nuovo legittimo strumento c he si pone in dire tto legame con la prese nza di zone slrateg ic hc25, ormai una delle voci più importanti ne ll'equili brio internaziona le ed in cui rientrano anche i territori delle colonie. Il I O rchhraio 1947 l'ltalia firma il Trattato di Pace delìnitivo, 182 pagine, 90 articoli e J 6 note annesse. Nella Parte Il, Sezione quatta, ossia l' a,t icolo 23 a l p unto I, si slahil iva: I . ltaly renoum·es ali righi nnd lit/e to the ltalian terriloria! posse.u ions in Africa, ie. Libya, Eritrea and llal ian Somalila nd26. In sintesi l' articolo 23, riprendendo l'articolo britannico, articolo 17, Sanciva urfici almenlc la perdita delle colonie italiane e stabiliva che queste sarehhcro rimaste sotto " l'allua le ammi nistrazione" sino a disposizioni finali .Tali di sposizioni, prese cong iuntamente dai Governi di lJ.R.S.S., (ìRAN RRETAGNA, e FRANCIA dovevano essere elaborate prima de llo scadere di un annoùall ' Entrata in vigore del trallalo di Pace con l'Ital ia. Di seguito vi era la ''Joinl declaration by the Governments ,~{ the Soviet Uni011. of the United Kingdom, of the U11ited Stntes nf America ami ,~( France cuncerning italian territorio/ possessio11s in Africa " (A nnesso C l)27. Essa riprendeva i quatlro p unii de lla dic hiarazione divulgata il 12 Lug lio 1946 con riferimenti più precisi. quali la data de lla firma del Trattato di Pace con l' Ita lia ( IO febbra io 1947) ribadendo la scadenza annuale delle decisioni da prendere in proposito alle coloni e. In seguito a lla suddetta scadenza sare bbe stato compito de ll'O.N.U decidere cornt: si ùovt:ssc procedere. I ,e raccomandazioni dc li ' Assemblea Genera le quindi sarebbero siate osservale e messe in atto dalle Quatlro Grandi Potenze. 25 2 aprile 1946: viene approva lo il progcllo di "Zona S trategica" O.S.J\. su lle iso le del Pacifico al c ui ari 13 si limitano le attività ispettive s u q uei territori per ragioni strateg iche. 26 A LLEGATO 3. 27 ALLEGATO 4.
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U problema coloniale era solo rinviato, l'Italia aveva , come del resto le Grandi Potenze, più tempo per elaborare le proprie istanze. Ciò di cui si era certi era la perdita delle colonie e che ora si poteva solo cercare la l:,'lUSta via per tornarvi . Il 15 scllcmhrc 1947 entrò in vigore il Trattato di Pace con l'Italia, da questo momento. carichi di significato, iniziano gli scambi di opinioni fra i vari Governi chiamati a decidere della so1te delle colonie italiane. Attenti ed attivi si fecero i rapprcscnlanli italiani nel sostenere le proprie richi este presso quegli stessi paesi, facendo sentire la presenza italiana, di fallo negata, nel processo di clahorazionc de ll e varie opinioni e proposte delle "Quattro Grandi'' s ull'argomento a noi caro. I supple nti dei Ministri degli Esteri di URSS, Gran Bretag na, Stati Uniti e Francia, il 20 o llohrc I 948, nom in arono la Commissione d ' Inchiesta con il compito di redigere un rapporto su cui prendere le dec isioni definitive . Dall'ottobre 1947 sino a maggio del 1948 i rappresentanti di U.S.A., U.R .S.S., Gran Bretag na e Francia, dopo sopralluoghi sul campo, sti larono diversi Rapporti s ulla situazione delle terre interessale e sulle presunte vo lontà dei Popoli che vi abitavano. Tali raccomandaz ioni venne ro quindi riunite ne l "!<apporto della Commissione d 'Inchiesta Delle Quattro Potenze "e sottoposto. il g iorno 3 1 agosto 1948, al Consiglio de i Minislri degli Eslc ri . Erano chiari Ire punii: I) che per l'Etiopia fosse importante lo "sbocco al mare", 2) che il Negus negesti H. Selassie considerasse l'Eritrea come culla dell a civiltà etiope, 3) che pochi erano i punti d ' incontro tra le potenze su un territorio crocevia marittimo cd aereo così strategicame nte impo rtante. Dopo estenuanti confronti di opinioni so stenute, spesso. da divergenti documentazioni , nulla ve nne definito. li 15 sellc rnhrc 1948 le "4 (ìrandi", con risoluzione A/645 , informarono il Segretario Generale de lle Nazioni Unite, Tryg ve Lie, s ull ' incapacità di non trovare un accordo. Consegu entemente secondo l' articolo 23, paragrafo 3, del Trattato di pace italiano, in ottemperanza a quanto stabilito in Annesso Cl, s te sso trattato, si rinviava il problema alle Nazioni Unile e più prccisarnenlc all a te rza sessione regolare dell'Assemblea Generale. In effetti , il 24 settembre l'Assemblea Generale rinviò la di scussione alla seconda parte della terza sessione che si sarehhc tenuta tra aprile e maggio 1949. Dal 6 Aprile al 13 magg io una grande vaiictà di proposte fu avanz ata rispetto ad ognuna delle lre regioni prese in considerazione, ossia la Libia, L' Eritrea e la Somalia italiana. Per ciò c he ri guarda la J,ibia fin dall'inizio delle di scussioni, fu tè.lfte la pressione per una rapida indipcndcn1,a cd unione con il Fczzan e la Cirenaica, mentre per l'Eritrea la possibili tà di una indipendenza fu pros pettata come più remota. L' opinione predominante fu quella di un ' annessione parziale dell'Eritrea nella terra etiope, vi furono però divergenze circa le regioni da incorporare. Per il ten-itorio somalo si pensò, tranne qualche e ccez ione, ad una ammi ni strazione fiduciaria sotto l'eg ida delle Nazioni Unite in previsio ne di una totale indipendenza. Tn palese disaccordo sulla presenza ilali ana come Stato ammin istratore s u mandalo O.N.U. furono Pakistan e Liheria28_ Posiz ione in favore era invece 28 Fonte: ·'Considaration by thc generai Assembly at its third Session". "Discussion in thc first Committcc", Paragrafi (d) cd (t) punto 2 ltalia n Somaliland.
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tenuta dagli Statj Unitj, U.K., Argentina, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nclhcrlands, Paraguay, Pa nama, Turchia, Unione Sud Africana e Venezuela. U.R.S.S., Polonia, Cecoslovaccrua, Yugoslavia, Ucrain a e Iliellorussia no n facevano riferimento alcu no all'Italia, chiedendo c he fosse il "Trusteesssship Council" coadiuvato da un Consiglio consultivo a decidere lo Stato a mm inistratore per quelle terre. Furono inollrc ascoltali dalla Commi ssione. La Lega dei Giovani Soma!i29, osti le alla presenza italia na30, precisava c he la amministrazione su mandato O.N.U. non doveva superare I Oanni. A tal proposito si ricordi l' invio di una lettera della Lega al Rappresentante del Pakistan, letta da Questi in Comm issione e che generò uno sbandamento nella disc ussione tant' è che fu avanzata dalla Polonia la richiesta di concedere libertà di espressione3 1• Altra voce fu quella della "Somali Cnnferrence a nd the Progressive l,Pague of Mijerstein" che indicava proprio l' Italia per svolgere il compito di Autorità amministratrice. IJ Conte Sforza, chiamato ad esporre il punto di vista italiano, replicava via diretta alle varie prospettjve confermando la piena volontà e prontezza dcli ' Italia a rispondere ad una eventual e chiamata. Dal 17 al 18 maggio nuove di scussioni si ebbero in seno alla riunione plenaria dell'Assemblea Gene rale ONU, in tal e occasione fu sempre l'U.R.S.S. ad avanzare perpl essità circa il molo rlell ' Ttalia al la luce rlell 'accorrlo "Revin-Sforza" rlel 6 maggio 1949, c he contemplava le spartizio ne dell 'Eritrea fra Sudan ed Etiopia con uno statuto speciale per Asmara e Massaua nonché precisi rife rimenti alla situazione dell a Libia e Somalia (ricordiamo che il 17 maggio, non raggiungendo i due terzi in Assemblea, il progctlo italo-ing lese fu bocciato, dclìnito come una so rta di complotto oscuro tra il Governo italiano e britan ni co) anche se ci furono sme ntite fatte dal rappresentante della Gran Rretagna predicando la positività, in rapporto ai problemi affrontati nel confronto tra il Ministro degli Esteri Sforza e l'inglese Ilevin. Da notare che in proposito al futuro dell' Eritrea l' Italia cambierà presto la sua posizione, a maggio optò, infatti , per un a immediata indipcndcm.a32_ 29 La Lega dei Giovani Somali - simile al la Mahbcr Fccrì Haghcr eritrea naia 2 anni prima - nasce a Mogadisc io in un locale di via Cardinal Massaia il 15 Maggio 194 3 con la struttura di una assoc iazione culturale piuttosto che di un movimento po litico. È però vero che oltre ad avere come scopo il fornire ai g iovani un ' istruzione più moderna e lo sv ilupodcl linguaggio , ancora solo orale, si ispira al messaggio nazionalista di Mo hamed ben Abballa Hassan, primo somalo che tentò di dare a tutti i somali sparsi nel Como d'Africa una unica Patria. Nel 1944 g li inglesi no n condiv idono lo stampo marxista e lo fan no chiudere. Una volta ri aperto no n sarà più lo stesso poiuchè ora è sottoposto al Sccurity Office e piano piano plrcndcrfcrà le form e di un movimento ,mli- ita liano seguendo la politica della BMA. 30 " I cui aderenti - s i legge nel documento O. C.- apparte nevano in massima parte a con-ent i na1.ionaliste d i te11den1.a estrema". 3I Forse anche in riferimento all'eccidio di Mogadiscio del g iorno 11 gennaio 1948. 3 2 Nasceva in Eritrea il Blocco per /'indipendenza critrca, il cui atto costitutivo fu firmato proprio ne l salo ne dell 'albergo Italia ad As mara. Firmarono i leader di (1 partiti e gruppi aderenti. Nel partito conlluiranno partiti che parteggiano per l' Italia.
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Dopo sei settimane di discussioni l'ONU prese le proprie decisioni, le risoluzioni proposte dal Comitato politico vennero messe a votazione. Nella seduta pomeridiana del 2 1 novembre 1949 (250" seduta plenaria dell'Assemblea Generale) la ri soluzione A, con delibera n· 289-IV, viene adottala con 48 voli a I - votò contro l'Etiopia - e 9 astenuti (Biellorussia SSR, Cecoslovacchia, Francia, Nuova Zelanda, Polonia, Svezia, Ucraina SSR, URSS, Yugoslavia). La sezione A della risoluzione A decise che la Libia - 49 voli a favore, nessuno contrario e 9 astenutiTl - divenisse "Stato autonomo ed Indipendente" entro il l Gennaio 1952. Per la Somalia, la sezione B - 48 voti a favore, 7 contnui (che furono gli Stati di : Hiellorussia SSR, Cecoslovacchia, Polonia, Ucraina SSR, URSS, Yugoslavia, Etiopia); e Liberia, Nuova Zelanda, Svezia come Stati astenuti - determinò la nascita di un Trnsteeship della durata di IO anni, da affidarsi all' Italia, affiancata a sua volta da un Consiglio consultivo composto da Colombia, Egitto e Filippine. ln ultimo la sezione C riguardante l'Eritrea - 47 voti a favore 5 con trari (Bielorussia SSR 34 , Cecoslovacchia, Ucraina SSR, URSS, 1-'o/onia) 6 astenuti tra cui l'Etiopi a - non essendoci stato nessun accordo prospettò la c reazione di una Commissione d' inchiesta composta dai rappresentanti di Birmania, Cìuatemala, Norvegia, Paki stan e Sud Africa con il compilo di redigere un rapporto entro il 15 Oiugno 1950 da inviare al Segretario Cìcncralc ONU " unitamente alle proposte che essa riterrà opportune per la soluzione del problema crilrco"35_ Le reazioni italiane presero la forma ufficiale nelle parole dell'Ambasciatore Tarchiani36 : "li voto odierno segna il ritorno dell ' Italia in Africa ... e significa il 1iconoscirncnlo della capacità dcli ' Italia a contri buire all'opera di civil tà nel continente africano". Non dobbiamo però dimenticare che si era in attesa del riconoscimento della piena sov ranità sul territorio somalo. L'articolo 77 della Carta ONU, inserito nella patte riguardante il sistema di Amministrazione fiduciaria, prevedevano infatti c he questo venisse applicato a territori di determinate categorie - fra c ui la (R)3 7 che contemplava territori staccati da Stati nemici a seguito della seconda guerra mondiale, quindi applicabile alla Somalia - e che gli accordi di amministrazione fiduciaria fossero elaborati di_rettamente dagli Stati interessali cd approvati dall 'Assemblea Generale dell'ONU, tenuta a sentire il Consiglio d' Ammini strazione Fiduciaria o di Sicurezza per le z.one strategiche. In casi poi particolari si prevedeva la preparazione di un progctlo del Consiglio di Amministrazione Fiduciaria e sua successiva approvazione da parte dell'ONU, salvo ratifica dello Stato che assumeva l' am ministrazione fiduciaria. 33 Gli Stati astenuti furono: Bielloru.uia SSR, Cn:oslovau:hia, fì-l1ru:ia, Nuova 7danda, Polonia, Svezia, Ucraina SSR, URSS, Yugoslavia. (Punte: Yearbuuk uf 1J1e U.N. 1949- 1950). 34 La Bielorussia faceva pmte dell'U.R.S.S., ma aveva titolo ad un seggio nell'Assemblea Generale dell'O.N.U ..
35 " Relazioni Internazionali", 1949, pp. 747-748.
36 "Corriere della Sera", 22 novembre 1949. 37 Tbidem pp. 2 e 3.
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Questa ultima procedura fu quella applicata alla Somalia. In seno a l Consiglio pi;r l'Amministrazione Fiduc iaria, il 9 di ccmhrc 1949, fu costituito un comitato con l'incarico di stendere il progetto di accordo per l'amminis traz ione fiduciaria . 1 delegati che lo compo nevano rappresentavano i paesi di U.S .A .. Inghilterra, Francia, Iran , Filippine e Repubblica di S . Domingo, me ntre Egitto ed Etiopia fi g uravano come osservatori dc li ' Itali a. li progetto fu approvato dal Cons ig lio per l'Amministraz ione f<iduciaria li 27 genna io 1950 ed in d ata 22 febbraio, L' Ita lia accettava l'ammini straz io ne s tessa la cui data di decorrenza veniva fi ssata al 2 dicembre 1950, giorno dell'approvazione dell'accordo da parte dcli ' A ssemblea Generale delle Naz ioni Unile. La ratifica da pm1e del!' Italia avvenne con la legge d e l 4 nove mbre I 951.
n.130138_ Sappiamo pc rù c he la cessione del te rritorio somalo da parte dell'a mministrazione britannica a que lla italiana a vvenne il g iorno I O Aprile 1950 al Palazzo di Mogadi scio e che il Corpo di Sicurezza italiano, prima cellula su cui s i pogg i<> l'intero sistema di gestione d el territorio, s ube ntrò g ià da a llora a li' A mministrazione britannica.
Figura I : Il Tricolore viene issalo sul Pala:a.o di Mogadisc io dopo l' ammainabandiera britannico. Il Corpo di Sicurezza e l'Amministrazione italiana prendono il posto dei mi lilari e dc li ' Amministrazione britannica. :ix IN ALLEGATO 5: (punto I) Resolutio n 442 (V) adopted on fourth Committee; (punto 2) Accordo di tutela, lesto riportalo nell a rela/.ione del Ministro degli Esteri On. Antonio Segni; (punto 3) Dichiarazione dei principi cosliluzionali richiamala dall 'art. 3 dcli ' Accordo; (punto 4) legge del 4 novembre 195 1, n. J 301, per la ratifica cd esecuzione del l'Accordo di tutela così come puhhlicato dalla Gazzetta Ufficiale della Repuhhlica Italiana n. 282 del 7 Dicembre 1951. rONTE: Yearbook or tbc U.N., 1949- 1950; Mi11i ~le10 degli Esteri, rapporti .So111alia- Italia, rela:1.iu11e a11110 1961 .
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Sin dall'aprile del 1948 s'iniziù, infatti, a lavorare per la costituzione di questa compagine militare cd amministrativa, in un clima di incertezza, poiché da un lato non si aveva ancora la sicurezza di un ritorno, dall ' altro l'ortc era la propaganda anti-italiana svolta già per lunghi anni nel LcrriLmio, oltre alle perplessità degli Stati Maggiori viste le disposi;,.ioni approntate dai britannic i per l'eventuale, e poi concreta, cessione del territorio. Si cita, ad esempio, il massiccio numero di uomini preventivato nel piano "Caesar" 39 e l'effettivo che poi prese il possesso del te rritorio. ln proposito alla presenza militare l'accordo per l'amministrazione fiduciaria, all 'anicolo 6, stabilì che si mantenessero reparti di polizia e contingenti di volontari delle Forze Annate per la sicurezza e l'ordine interno del territorio somalo. oltre al progressivo sviluppo di Forze Somale in appoggio. Particolari prescrizioni e decreti del Preside nte della Repubblica Italiana, nonché di sposizioni da patte del Ministero Affari Esteri e Difesa, regolarono quindi la costituzione, gli attributi, gli organici e la dislocazione del Corpo di Sicurezza. Quest'ultimo nasceva quindi allo scopo di otte mpe rare alle disposi7.ioni del mandalo, ma anche per risponde re alla necessità di un quadro razionale e sicuro a cui riferirsi in uno scenario vuoto, il "Tcrritorio" 40, tJi tutti quegli elementi c he danno vita ad una realtà isLitu1.ionalc ctJ organizzativa atta a consentire la vita civile e a costruire le colonne di appoggio di un Nuovo Stato: quello Somalo, fine ultimo ed alto a cui si accingeva I' 1Lalia41 . La forma provvisoria dcli' amministrazione italiana con inizio in data I O aprile 1950 e che vedrà la sua lìne nel 22 dicembre 1951 (ali' inizio del periodo A.Fl.S.) forse fu proprio la più difficile per gli intricati prohlcrni quali la mancanza di una compagine dirigenziale somala, tecnici e funzionari a c ui fare riferimento, in aggiunta all'assenza di unità etnica no nché linguistica 42 . Fu di rilcvanle importanza, anche se di difficile attuazione, 4ucsla nuova pagina di stori a italiana, questo progetto di nascila di un nuovo Stato su di un terreno così difficoltoso, poiché per la prima volta un Mandato veniva affidato ad uno SLaLo cx-nemico e colonizzatore del lo stesso tetTitorio concessogli e perso durante la guerra. Fu perdipiì:1 l ' unico Mandato al te rmine della Seconda Guerra Mondiale assegnato ad uno Stato non ancora facente parte delle Nazioni Unite. Per l'Italia signilicava una prova di maturità. un'alta responsabilità nei conf'ronLi del popolo somalo. forse un 'occasione per ripagare quel territorio e la sua gente di quanto dato nel periodo di colonizzazione c in quello hellico, ma anche un atto di fiducia a livello internazionale verso la " penisola", presumibilmente in ragione de ll'opera svolta in passato proprio nelle regioni oltremare. 39 li Piano fu compilalo dalle Auloritì1 britanniche con previsioni e predisposizioni per la sostituzione delle proprie truppe con quelle della Polena, - qualunque essa sarehbc slala - con Mandato fiduciario. 40 Nome assegnalo alla Somalia sotto Amministrazione italiana (ari. I del Mandato) identificabile nel territorio cunlinanle eun il Prol eUorato del Somaliland. l'Etiopia. il Chenia, il Cìolfo dell'Aden e l'Oceano Indiano. 4 1 Ci riferiamo agli articoli 4, 8 e 16 del Mandato Fiduciario O.N.U .. 42 Non esisteva alcun tipo <li lingua scritta.
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F:lena Rigongiari
Ci si apprestava ad un grande s rorm c:ivile, fin anziario ma anche militare poiché i primi pronti al ritorno effettivo furono proprio loro: g li elementi del Corpo di Sicurezza italiano, uomini, soldati, la loro volontà, il loro sacrificio ma anche le loro strutture, capacità di gestione, organizzazione e mezzi. L'impegno, l'energia propulsiva, furono chiesti in primis alle Forze Amiate. " .. .Soldati, la vostra missione è temporanea, ma la prova che voi darete dinnanzi al mondo sarà duratura ed io spero definitiva: è questo l'auspicio sicuro con cui vi accompagna il popolo italiano... ..43_
Figura 2: Stemma del Corpo di Sicurezza, 1950- 1956.
Capitolo II IL CORPO DI SICUREZZA 2.1 Costituzione e Struttura Il Corpo di Sicurezza della Somalia (C.S.S.), anche se compagine mi litare, andava ad assolvere un compito di "civilizzazione" intesa nel suo signifi calo più genuino, scevro della pesantezza del noto " fardello dell'uomo bianco"44 . 11 C.S.S. fu la risposta ad un nuovo ruolo di "state-builder" assegnato all' llalia, che qualificava una responsabilità di guida e di formazione. Gli uomi ni che andarono a formarlo si prepararono ad affrontare tre diverse dimensioni della missione. ln primo luogo imparare a conoscere il vivere della gente somala, per apportare così un contributo alla storia di una regione, di seguito far fronte, con capacitù tec niche e preparazione professionale, ad una difficile situazio43 Caserta. 26 febbraio 1950, d iscorso di Dc Gaspcri alle truppe in pa,tenrn. Dall'ordine del giorno n" 5 del 1.8 rnarw, Stato Maggiore. Ufficio 'l'/\V. Archivio Storirn Mi litare, Roma. 44 Nclh1 dc~finizionc di R. K.ipling.
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L'ammi11istrazio11e jìduciaria in Somalia ( 1950-1960)...
ne caratLcrizzata da continue tensioni tra fazioni alla ricerca di una supremazia di potere in un territorio povero e lkprcsso. Lufi ne, essere promotori di unità istituzionale, in quel momento totalmente assente sul Territorio, allravcrso un processo di crescila, anche culturale, che avrebbe offerto alla Somalia la possibilità di proseg uire da sola e sotto un'unica bandiera. In tal e quadro d'intenti fu svolla inizialmente una indagine a carattere conoscitivo per indi viduare il personale più idoneo da inserire nell'organico del Corpo, Lenendo conto di esigenze quali tative, di precedenti impieghi in territori coloniali ed in primis del requisito della volontarietà, tassativamente vincolan te per tale missione. Prima dell'estate del l 949 furono reclutati, tramite colloqui diretti e pe rsonali g li alti gradi del Corpo e si avviò, contemporaneamente, il processo di reclutame nto delle truppe. Dal I O agosto 1949 ebbe inizio la vera e propria organizzazione dell a struttura militare, furono diramate le tabelle organiche di riferimento (allora provvisorie ma, ben presto, dal 15 agosto, effettive) relatj ve a Comandi. Enti e Repa11i da costituire. Una base logistica sarebbe stata stanziala a Napo li ("base NapoJi"45) ove trovava siste mazione il Comando Militare del C.S.S., la cui direzione venne affidata al Generale di Rri gala Arturo Ferrara ed il cui compilo era la preparazione del contingente cd, in particolare, il controllo addestra tivo, la vigilanza sull' operato di Enti e Re parti che rimanevano alle dipendenze dei Comandi MilitaJi di rispetti va giurisdizione. ove il personale sarebbe rimasto sino a completa costituzione del contingente, ossia sino al momento del trasfe1imcnto, nell'arca del Comando di Napoli e, quindi, alle sue dirette dipe ndenze. Utficiali e Sottufficiali vennero istruiti su tutte le condizioni e questioni relative alla Somalia. Lo Stato Maggiore Esercito distribuì opuscoli con ca1te topografiche, stradali, fu rono impartite nozioni storiche, politiche cd ovviamente militari relative al territorio. In tali opuscoli si trovavano anche indicazioni di comportamento ed usi, in modo da non urlare i sentimenti dei somal i e al fine di evitare possibili tensioni derivanti da incomprensioni. Si o ffri vano indicazioni circa frasi o parole nel somalo più diffuso, di " prima necessità". Infatti, anc he se lingua cuscitica (della famig lia semilo-camitica) e quindi ri cca di dialelli , si riscontrava una certa omogenei là in lutla la ex Somal ia italiana - ad eccezione della città di Rrava cd isole llagiuini, in cui si era diffuso il bantu a Gibuti, in c ui coesisteva anche il dancalo - ed infine a nord e nella ex Somalia britannica. Per ciò c he concerneva l'addestramento delle tmppe principalmente fu a Caserta che si perfczionÌ> il personale i11 vista dei propri ruoli e cariche previsti dagli organici. Nel l'addestramento dei reparti fu valorizzala la preparazione specialistica e tecnica, venne svolta azione di amalgama tra g li elementi provenienti da zone diverse dell'Italia in considerazione del fatto che, una volta giunti in terra somala, avrebbero dovuto rimanere compatti cd unili seppur sta nziati in luoghi lontani l'uno dall' altro. Venne ro svolti dei corsi presso alcune scuole este rne all 'apparato propriamente militare ed inte rname nte ai Reparti rurono 45 La Base d i Napoli divenne operativa a pa1tire da l I setlemhrc 194CJ O
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t'Le11a Rigongiari
preparati elementi validi pe r svolgere ruo li professiona li e tecnici de l campo civile. lntin e ma no n in ordi ne d'importanza fu sviluppala l'i struzione tattica e la preparaziom: alle operazioni di sbarco che si sarebbe ro effettuate con l'arri vo a Mogadiscio e in Mig iurtini a46_
CORSI DI ADDESTRAMEN'l'O SPF.CT:\LJSTICO I~IZIATl TL 15 OTTOBRE 1949
Conduuori di automo::i:i , a c~serla. Panettieri e: costruttori forni, a N2110li (Panifido milit~rc). foie:mitri e portakriti, a Ca.iicrta. • Specialisti trasrnissioni rr., :i S. Giorgio a Cmnano (C.A.R.). ('..omluttod carrette cingolate, a CaSçcla (P.1//E). M«canici ~utornczzi, a Napoli (10• Centro autieri). C.orso pionieri, a Ch·it:ivccchia {Stuol9 artieri). Capi equipaggio hlind-0 e S<c".:(mdi pilnri, a Tot di Quinto. Allic1•i ~rmaioli e artificieri, a ~ apuli (Direzione Artiglieria <.!cl Comilitcr), Ufficiali e nuclei « I,, 1 presso Mli i battaglioui. L3vori del campo ili oottaglb, $Volti in u corsi prmo i battaglioni. Campi minati e mine, pr= i batta.~lioni. Cor~o pompicrist.irn, a S- Giorgio a Cremano {C.A.R.). C'.orso'·radiomomatori, :r S. · Gi-0rgìo a Crcm~no· (C.A.R,). Aerto:oopcm:ionc, presso 1".i.e10porto di Capo<lichino. Tdraulici, tubisti, lat1onicri, a Fircote. Laminatori, eleuricisti, magucti~ti, fal:bri, fucinatori, mont:ltori, motori&ti, radiatocisti, $2.ldatori autogeni, a Napoli (ro' O.R.A.). Figura]: Corsi approntati dall o Stato Maggiore Esercito cd effe llivi dal 15 ottobre 1949.
G ià a metà agosto ne lla Caserma del 75° Reggi mento fanleria a Napoli ini ziava uffic ialmente a fun zionare il C.S.S. che a sette mbre, I 949, prevedeva: - U n Comando 47 ; - Un Comando T ruppe Esercito; - U n Comando Marina; - Un Comando Aeronauti ca Dipendenti dai prop1i STATI MAGGIORI. Le Forze Terrestri si articolavano in: • 4 Battaglioni motobl indati di fanteria (ciascuno s u una compagnia comando) 3 compagn.ie fucilieri di cu i ogni compagnia fu ci lie ri su un plotone comando, un plotone armi di accompagnam ento (cannon i e mitraglialrici) 2 p loton i fu c ilieri ; una compagnia hlindata su p lolone comando ed un plo to ne c;;u-ri leggeri; • 3 battaglio ni rnolohlin dati carabinieri (ciascuno su 3 c ompagnie fu cili eri cd un a mezzi blindati); • una hall.e ri a di a11ig lieria da traino ruotato l 00/ 17 ; 46 Ricordiamo che lo sbarco si alluava in spiaggia aperta, situazione quindi con particolare difficoltà legata alla mancanza di impianti , particolari condizio ni cli matiche e basso fo ndale. 47 lJrtìcialrncnlc costituito nel s uccessivo 1° dicembre 1949 con fog lio 2440 de l 24 novernhn'. cklln S.M .E. , data dalla quale potè cscrcit:ire un az.io ne dirella sui rnparti.
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• una compagnia genio artig li eri (un plotone comando, un plotone a11ieri , un plutone idrici); • una compagnia genio Coll egamenti (un plotone comando, un plotone telegra fi sti e te lefoni st i, un plotone collegamento con ae rei. 2 plotoni rnarconisti con mezzi d i grande portala, un plotone marconi sti. per minori re par1i); • reparti e servizi vari ; • un nucleo 1~/jìciali per il primo inquadramento di reparti somali, di prevista costituzione e quindi anche di materiali necessari p er la costituzione di tali unità. Le Un ità della Marina Militare si articolavano in: • un nucleo di ufficiali (dislocato a Castellammare di Stabia); • un nucleo sottufficiali , capi servizi e marinai (concentrali a Napoli); • la nave Cherso, a dis posizione del comando per impiego immediato. Gl i e le menti destinati in Somalia furono posti agli ordini di un Capitano di Vascello. Le For1,e della Aeronautica militare si a11icolavano in: • 5 DC 53 (Douglas Dakota); • un DC 47 (Douglas Dakota); • 4 veli voli P. 5 1 (Mustang): • 3 velivoli L. 5 (leggeri per trasporlo feriti); • un 1-,•Tuppo misto e scrvizi vari. Dal 5 rebbraio 1950 l'Aero nautica trasportò pe rso nal e con i suoi stessi ve livoli. La preparazione di tale personale fu svolta principalmente ne ll ' aeroporto di Capodichino sotto il comando di un Colonncllo pilota. Il piano di sbarco elaborato nel 1948, approvato e perfez io nato con il tempo attraverso contatti e scambi tra S.M.E. e M.A.I.48 , s ubì ripetuti ca mbiamenti e limature. A causa di restrizioni dovute ad esigenze di bilancio le rorze del Corpo di Sicurezza furono, infatti, ridotte di due llallaglio11i Carabinieri i quali rimasero per alcuni mesi nei pressi di Case11a per eventua le necessità. Tn un secondo momento s i decise l' impiego di alcuni Quadri degli slessi per completare i I gruppo carabi ni eri con funzione di soslil11 1.ione del la poli1,ia britannica ed inquadramento della nuova forza di polizia somala. A ltro cambiamento fu apportato all a scadenza de lle manovre di spostamento in Somalia delle forze, ossia divenne necessario concludere tulle le operazioni di sbarco e ntro il mese di marzo del 1950, poiché il periodo successivo, marzoaprile, avrebbe portalo con sè i mon soni e reso impossibile l'approdo alle coste. Per tale mo tivo le prime due navi, "J\uriga" e "Assiria49, pronte a partire da Napoli, vennero caricate del materiale, ultimarono l' imbarco ris pettivamente il 2 e 3 fchhraio e il g iorno 6 rurono trasferite ad Augusta per guadag nare il maggior tempo possibile. ln tale ottica di tempi hrevi e 4uindi di necessità di agire con la massi ma efficie n7.a, il g iorno 7 l"ehbraio 1950 una Missione di collegamento, cui partec ipò lo 48 Ministero dell' Africa Italiana che da ora identificheremo con l' acronimo M.A.I.. 4 () Libc1t y.
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Elena Bigo11giari
stesso Comandante del Corpo di Sicurezza, paitì per Mogadiscio con lo scopo, non solo di conco rdare con le Autorità della B.S.A. (Ammi n.istrazione Britannica della Somalia) la messa in atto del "piano Caesar", ma anche e principalmente pe r raccogliere quante più infòrmazioni possibili sulla situazione de l terriLOrio e procedere al reclutamento di 1200 "camaJ i" nella probabile necessità di a iuto ne i porti per le navi in arrivo, come fu poi altuato a Render Cassim. Jn breve: lo scopo essenziale della missione era quello di acquisire il maggior numero possibile di clementi e quindi elaborare soluzio ni delle possibili difficoltà che si sarebbero creale all ' arrivo <lei Corpo di Sicurezza. I giorni 7 e 8 di febbraio le navi Auriga e Assiria partivano per Mogadiscio, il Saronno e l'Andrea Doria C. (entrambe navi di tipo Liberty) iniziarono le operazioni di carico partendo successivamente il 12 e 16 da Napoli. Il primo scaglione raggiunse tra il 20 f"cbbraio ed il 5 marzo le coste della Somalia. Tale sca~lione di avanzamento doveva preparare il territorio per l'arrivo del n:stanlc numero di truppe e materiali, il grosso <lei Corpo di Sicurezza, stanziato s ulle navi S.Giorgfo50, Urania 25 1, le due motonavi Giovanna C. e Genova, l'Auriga (che quindi compiva il secondo viaggio) ed il Milano 52 . Le navi salparono tra il 27 febbraio cd il 15 marzo raggiungendo Mogadiscio tra il 14 marzo ed il 2 di Aprile. Più precisamente la Giovanna, secondo piano italo-inglese, con a bordo il battaglione di carabinieri destinato a pn.:si<liare la Migiurtinia, s barcò sulla spiaggia <li Bcnder Cassim arrivandovi il giorno 14 marzo, e proseguendo il giorno s uccessivo verso Mogadiscio ove scaricò mezzi a ruote del battaglione e una co mpagnia mezzi blindati.
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Figura 4: Sbarco nel porto di Mogadist:io, 1950. SO Piroscafo. 5 1 Piroscafo.
52 Libe rty.
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f.'ammi11is1 razione fiduciaria in Somalia ( 1950- I 960)...
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Con il secondo scaglione, il giorno 8 mar.w dal porto di Napoli, partirono anche alcuni fun zionari A.El.S .. l1 sollosegretario agli Esteri Brusasca tenne un hrcvc discorso di saluto, riconfermando la volontà di portare in Somalia pace e concordia, ricordando che il lavoro svolto sarchhc slalo conlrollalo dalle Nazioni Unite e mettendo in guardia i funzionari slessi a non prestarsi a lle probabili pressioni de lle cahilc locali rihadendo che: "Ì:: nostro cotnpito altresì preparare una classe dirigente in vista del rar:r:hmiimento dell'indipendenza. Questa classe va forrnala da noi e con il nostro esempio"53 _ L'am mini strazione, 4uindi , fu affidata in gran pa rte ai funzionari del M .A.1.. Al verti ce dell ' apparato A.F.I.S. v i era l'Amminist ratore che, nominalo con decreto dal Presidente della R epuhhlica cd avente poteri legislativi e giuridi ci oltre che amministrativi, veniva coadiu vato da un segretario general e, sempre di nomina presidenziale. L'opera svolta dall'Amministratore si fondava sulla s uddi visione in sei comparti delle vari e atti vità di gestione, corrispondenti a i futu ri Mini steri de lla Somalia Indipende nte. li primo a prende re tale incari co fu I' Amhascialorc Giovanni Nnnari c he, dall'aprile de l 1950 sino al 1953, affronlò le proble mati c he istituzionali e sociali : un anall"ahcli smo del 99.40%, la presenza di un medico per ogni 60 mil a abitanti e di 1O ospedali pe r circa 1.242.000 persone di slm:atc in territorio vasto e mal collegato, scarsa presenza di impianti idri ci, nonché di strutture in muratura, poiché la maggior parte delle sedi ahitativc era coslituila da tucul e aridi (capanne di argi lla e fango). Ri sogna pcrù precisare c he. per un periodo iniziale, tali problemi furono risolti dal Corpo di Sicurezza stesso garantendo la soluzione di molle esigenze, adoperandosi per il mig lioramento delle condizioni di vita delle popolazioni, dei fun7.ionari e dei militari . Fu il Corpo di Sicurezza a trasportare e rendere crlicicnti forni per la produzione del pane o strutture di accoglicn1.a ospedaliera capillare, o ltre che apportare migliorie alle strutture idriche, elettriche e radiofoniche. Mo lta importanza chbc infatti il trasporto e la messa a terra di cavi elettrici, Luhi d ' ogni sorta e latrine da campo. ln totale furono trasportati con nove navi: - o ltre ai 5.791 uomini del C.S.S.; - 5.813 tonn. di materiale; - 793 a utomezzi di ge neri diversi; - 6 im barcazioni ; - 4 velivoli . Nel trasporlo si ebbe una pe rcentuale di perd ite, molto hassa (del 2 per mille di tutto il tonnellaggio) dovuta soprallullo ad un episodio di difficile approdo e scarico, verificatosi a Bcndcr Cassim, superato comunque co n prontez7.a dal contingente di carabinieri e con l'aiuto dei ca111ali in precedenza reclutati sul posto.
53 Ange lo Del fioca, "(ìli Italiani in Africa Orientale-nostalgia delle colonie" voi. IV, Capito lo In sbarro a Mogadiscio, Editori Laterza. 200 I.
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t:tena Bigongiari
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2.2 I ,'attività operativa sul territorio I "e forze italiane erano ritornate con mezzi e huoni proposi li nella "Terra deg li aromi"54, una terra cara, ma difficile di ci rca 461 .000 kmq che fu suddivisa in zone per gestire meglio il lerrilorio attraverso la dislocazione dei Reparti e di Unitìi, tenendo ben presente la cent.ralità della ci Llà di Mogadiscio qu ale nodo delle varie ar1 eri e logistiche e punto di rife rimento nel coordinamento delle allività impostale e regolale dal Comando del Corpo di S icurezza. I militari di stanza ne lla zona sellentrionale, la Mi giurtinia, trovarono un altopiano non sfruttabi le per l'agri coltura, abitalo da popolaz ione de dita alla pastorizia in tran sumanza, dis locata in villaggi spesso a capanne mobili in cui i nucl e i famjliari cosliluivano uni tà di produ zione e di consumo. Ne l la parte costiera, Golfo de ll ' Aden ed Oceano Indi ano, inconlrarono pescatori e navigatori di cahotaggio (mediante ve lieri), me ntre nella zona centrale del te rritori o un 'altra altopiano presentava la s1essa tipolog ia di abitanti-pastori, nomad i o seminomadi. La regione centro- me ridionale, compresa trn i fiumi Scebe li e G iuba, aveva caratteri stic he diverse, per la presenza di una pianura che si offriva all'atliv ilà agri cola stabile e pe r la esistenza di una relc slradale, a lratli in di sc rete condizioni, che perrnelleva, in quell a fascia, una maggior concentrazione di Somali e un discreto collegamento tra le regioni dell ' Hiran, de l Benadir (9 abitanti pe r kmq, ossia regione con maggior densità di popolaz ione) e de ll' Alto e Basso Giuba. 54 Greci e Romani attribui rono a lla Somal ia tale soprannome per l'abbondanza d'incenso . "Storia della somalia, l' Islam in Somalia, Il libro dei/i zengi " a cura dell' Amministrazione r iduciaria italiana della Somalia; Enrico Ceni lli, Istituto Poligratico dello Stato.
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Il restante territorio dominato da boscag li a hassa era scarsamente abitato da nomadi. per lo più ded iti alla pastoriz ia, con forti differe nze tra le genti dei centri a bitati e de lle campagne. l g ruppi agnali1,i erano base de ll 'edific io de i ra pporti tra le popolazio ni, essi si riparti vano in tot, tribù , c ome la Darol, Hauia, Raha nium. costituite appunto da gcns tutte di scendenti da un capostipi te comune, s uddivise a loro volta in rer e frazionate in gilih, gruppi minori. l contenziosi tra tol venivano definite ne lle scir composte dai capi, una sorta di assemblee intertrihali in cui gli anz iani e notahili decidevano a maggioranza. Questa era la base da cui partire per l'organizzazione amministrativa e l'ordinamento territoriale. Più precisamcnlc i di stretti cui fare riferimento erano 19 con due sotlo<lis trc ui , dipendenti da quattro capoluoghi di provincia: Bender Cassim per la Migiurtinia, Be/et Uen per il Mudugh, Jscia Baidoa per I' /\lto (ìiuha e Mogadiscio per il Benadir. Militarme nte il territorio venne s uddiviso in 6 zone: Migiurtinia, Mudug h Orientale, Mudugh Occidentale, Be nadir-Rasso Scchcli, Allo Giuba, Basso (ìiuha (v. cartina figura 4) L'amministrazione centrale si hasava s u sei Commissariati, corrispondenti alle zone s uddi vise militarmente, a loro volta organizzati in 2 1 Residenze. Nella prima zona si avevano 13ender Cassim, Alula (primo presidio ceduto dai britannic i agli italiani , in data 17 Marzo ' 50)'.15, Candala, Eil, Gardù, Scusciuban, ne ll a seconda vi erano Galcao, Dusa Mareb, El Rur, Ohhia, nella terza si contemplavano Bc lct Uen. Bulu Burti, nella quarta si avevano Mogad iscio, Afgoi (ammi ni strazio ne municipale /\udeglc) Balad, Ilrava, M erca, Itala, Villaggio Duca Abrnzzi (a mministrazioni municipali di Udlei e Mahaddci Ucn), la quinta era composta da Baidoa, Bardera, Bur /\caha, Lug h Ferrandi (amministrazione muni cipa le di Do lo), Oddur (a mminis trazione muni c ipa le di Uegit) e ne ll a sesta si trovavano Chisimaio, Afmadù, Marghe rita e Gelib. r Commi ssari regionali e i Reside nti 56 eserc itavano le proprie attribu zioni secondo le norme da tempo stabilite nell'ordinamento po lit ico-amministralivo 57 e compatibilmente al regime g iuridico del territorio, in attesa de ll 'emanalione di nu ove dis posizioni. Alle dirette dipe nde nze dei Reside nti si di spose un Corpo speciale58, su reclutamento volontario, di Guardi e di Reside nza detti " llalo". La costitu zione di ta li Unità è legata alla predis posiz ione e cost itu1.ionc di un apparato di forze di poli1.ia face nti riferimento al nuc leo di carahinic,i che , sin dall ' iniz io dell'operato A.EI.S., si prodigò per la messa a punto di un efficiente 55 "La Nuova Voce Della floscaglia"'. Anno 1° n. 35-36. Mogadiscio 27 ott./ Italia 4 novemhre ·so. 56 Elemen1i locali con capacità, posti a ricoprire ruoli di gestione del territorio assegnato. 57 Approvato con R.D. del 15 novembre 1937 n.2708 57, compatibilmente al regi me gi uridico de l territorio e sino all'emanazione di nuove dis posizioni. 58 Esso si comporrà di 1495 uniti, tra agenti e graduati. Il compilo fu di controllo degli spos tamenti carovanieri, delle tribù nomadi, pascoli, puzzi, abbeveratoi , garantendo così l' ordine pubblico nei centri rurali ."()uaderni della Pubblica Amrninistnu.inne·', "A.EI.S." . raccolta di Nino Papalado, Antonio Giuffrè. - Editore, 1954.
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MilifJri! l crT, tn r i ;,l r:
Figura 5: Cartina iden1ifi<.:a1iva della divisione in sei zone d el Territorio.
cellula di pol izia mista, nazionali e somali , costituita con uno dei primi atti dcli ' A.F.l.S., ini zialmente composta da 26 Ufficiali italiani , 398 sottufficial i di cui solo 154 italiani e 2.0 18 agenti di cui 34 1 naziona!i59 . Lo scopo della costituzione di 4ucsla compagine si legava ali' impegno più ampio dell 'Ttalia nella preparazio ne di una solida hasc su cui poggiare il nuovo Staio, più in particolare fu diretta conseguenza di quanto accaduto precedenteme nte all'anivo del Corpo in Somali a. Infatti, prima dell '"Iland Over" e cioè del passaggio ufficiale di consegna Ira britannici ed italia ni dell 'a prile del 1950, nel corso della Missione di collegamento, furo no presi accordi con l'amministrazione britannica per l'arruol amento di ex Ascari so mali, concretamente alluato dai britan nici stessi e vincolalo, per ci<> che riguarda l'arma mento, al l'avvenuto insediamento dell'Amministrazione italiana. Tale alto fu il primo passo de l processo di "Somalizzazione" il cui obiettivo era la sostituzione graduale e coscienziosa, con elementi somali, di tuni i na7.ionali , in ogni settore, nonché loro prc59 Maria Gabriell a l'asqualini , "'Missioni dei Carabinieri a/l'estero 1936-200 / ··, Ente Ed itoria le per l'Arma dei Carahinicri, Ro ma 2002.
L 'amministraz.iow, fiduciaria i11 Somalia ( 1950-1960)...
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parazione ad una vita civile e mi ljtare interamente autogestita. Il primo effe tto della presenza dei suddetti Ascari delle la possibi lità di riduzione dei due battaglioni di carahinicri, a cui abbiamo già fatto menzione, in secondo luogo innescÌl il processo di formazione che porterà alla nascita di Battag lioni interamente coshtuiti da somali, previo addestramento e preparazione scolastica di base per gli Ufficiali.
Figura 6: Unit à tipica (collezione privata).
Di fallo il 1° marLo 1950 il Comandante Ferrara dette disposizione circa l'istituzione di centri di addestramento nelle sedi di Uarsciek, Itala e Dananc. 1 nuovi arruolali , appartenenti per la stragrand e maggioranza alle genti Hauia, furono in un numero così elevalo che consentì, da subito. la costitu1.ionc d i due batlaglionj_ Successivamente grazie ali ' inquadrame nto dato da gli Ufficiali del primo nucleo del Corpo di S ic urcaa con l' aiuto d ei SoLLufficiali, tratti dagl i stessi battaglioni ascari in scioglimento, dopo un intenso addestramento, si g iunse alla cosliluLiune del I Rattag lione somalo de nominato "Fasce Cremisi" e l' unjtà partecipò alla cerimonia Figura 7: Cartolina raffigurante il ufficiale della presa di possesso del terri torio, simbolo del III Battaglione somalo da parte dell'Italia. I O aprile I 950. ll Gene rale di Uerseik (Collezione privata).
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Ferrara considerando l'importanza del la presenza di questa nuova realtà come segno di un cammino hen avviato, lo definì quale buona aliquota de ll ' Eserc ito somalo che: "con cura ed amo re L'Italia preparerà per la futura Somalia Indipendente" . li 15 Apri le, in Mogadiscio, faceva seguito, pe r necessità d'inquadramento de l personale indigeno addetlo a lavori e servizi richi edenti resiste112a ed abi tud ine al clima e quatoriale, la costituzione di una compagnia somala te rritoria le ed in data I O maggio am:hc il Il Battaglione era già operallle c d cl'fic ic nte. Il I O agosto si ebbe la nascita del Ili Hatlaglionc ed il 1° dic embre 1950 chiuse il cic lo il IV Battaglione, trasformato poi nel 1952, in batta~lione somalo scuola con caratteri stiche lieveme nte diverse. A quesl'ullimo, che si distingueva per la presenza di un C omando (con sezione studi), una compagnia fucilieri anziché tre ed in aggiunta una compagnia allievi, era pre posto lo svolg imento dei corsi milit.uri e la gestione de i colleg i per figli di militari60. Completava il quadro della compa gine somala una Se zione artig]jeria 100/17 da posizione, costituita da una squadra comando, quattro obici da I00/1 7 e d un autodrappcllo. I primi Marescialli so mali, nelle persone di: Fara Barrè, Ibrahim Osman, Ussen Alì, Mohamud Ahmed, Fido Giumale; ricoprirono così la prima fonna d ' incarico istituzionale, se pur militare, con proprie responsabilità, capaci Là e doveri, assegnate a somali 61 . L'importanza de trimpcgno pe r la creazione di un eserc ito somalo era in armoni a con le pres umibili possibili tà de lla rutura Soma lia indipende nte ma il futuro delle li>rzc armate somale e ra vincolato dal prohlcma, che si de lineava come sempre piì:1 incisivo, de ll'one re finanziario imposto dal manlcnirncnlo de l C.S.S. in Somalia e non del tutto giustilicato in Patria, basti pensare all 'art icolo dal titolo e sottotitolo: "Troppe sei/emi/a per.w me per amministrare la Somalia. Solo adesso si mi.vurano L'inutilità di /anlo schieramen/o burocratico e l'esa~erata larghezza con mi si fis.rnno gli stipendi"62 . Presumibilmente mancava a molti una visione d'insieme sulle difficoltà da affrontare nel territorio somalo e de l fine etico a cui si voleva comunque giungere cari candosi di una forte rcsponsabilitù, anz i dire i duplice, ne i confronti de i Somali , che se pur reticenti a ll'ini zio, acquisteranno una capacità di vita a utonoma e se nz' altro migliore e nei confronti della Madrepatria, che se pur critica. di ce110 anelava ad una huona riuscita dell'ope rato , sia nell ' ambito dei ve rtici , con scopo di riabilitaz ione internaz ionale, sia da parte dell 'opiitione pubblica, provata dalla fase cruciale di transizione che allravcrsava il Paese e bisognosa di notiz ie positive. Anche se errori e qualche spreco di troppo furono commessi, come da buona tradi zione, la serietà e l'impegno del personale de l)' A.F.I.S. e de i militari de l 60 T utti i Battag lioni erano poi completati da una compagnia comando - Archivio Storico Eserc ito; rapporti del Generale Ferrara con lo Stato Maggiore Esercito (allegati) 1950. 6 1 A LLEGATO 6. 62 Dal "Corriere dell a Sera", 27 maggio 195 1, articolo di Maner Lualdi (uno d ei poc hi g io rnali sti c he visit<\ la So malia ).
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C.S.S. (i più csposli a far rronte alle problematic he de l quotidiano) erano grandi e certo la " vita" dei nazionali in Somalia e la lontananza dai propri cari pesava quanto l'assuefazione al clima. Fu proprio ùall 'atlenla analisi svolla da due e le menti di quel personale, ossia i I Generale Ferrara e l'Amministratore Fornari e dai loro contatti e scambi d 'opinio ni sulla realtà che stavano vivendo, che emerse un primo programma ùi contrazione delle forze, una risposla corn;rcla sulla fallibililà e messa in atto delle richi este provenienli dal Ministero dell 'Africa Ital iana. S i profilò in sostan za un rimaneggiamento della dislocazione de i Reparti sul tenitori o, proprio grazie alla nascita di compagini interamente somalc63.
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Il programma fu attuato e permi se entro il I ottobre del 1950 la riduzione di
un plotone per Presidio ad eccezione del presidio di Relel Uen, ove vi fu la riduzione di due compagnie, di que llo di Gallaeaio ridotto di una compagnia e di Bcnde r Cassim dove oltre a due eompagnje ed un plotone fucilieri si ridusse anc he di una compagnia mezzi blindati. Rimasero inalterati i Presidi di A lgoi , Bardera, Lugh Ferrandi, Villabruzzi, Fer Fer, Ousa Mareh, Oardoe, (ìardò, Alula. L'avv icendamento e sostiluzionc dei repa11i nazionali con reparti somali ebbe un momento di accele razione il 22 Giugno 1951 . ln tale data la JO la 2° ,3° e 4° compagnia del 1° ' 11° , I1I0 e IV 0 battaglione somalo erano suhenlrale alle 63 Stato Maggiore Esercito, "Somalia " , volume Il, Roma 1960.
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forLC italiane. In particolare a Bender Cassim lo stesso Comando, o ltre la 1° compagnia Carabinieri motohlindata furono sostituiti dalla 3° compagnia del 1° btg. Somalo (20 novembre 1950)64 . Fornari informò il M.A.l. durante tutta la trasformazione del C.S.S. e proprio in virtù di tale abi tudine, nel marzo del 195 1, ad ulteriori richieste di decurtazione provenienti dall'Italia, Ieee presente le difficoltì1 di raggiungere 700 unità e ntro il termine stabilito, ossia il giugno 195 1, poiché non era ancora pronto e non lo sarchhc stato neanche in giugno, il personale somalo di sostituzione dei nazionali. Pomari prevedeva infalli un possibile, se non certo, esubero di circa 500 unità nazionali di cui 400 Esercito e I 00 tra Marina ed Aviazione, ric hiedendo così, oltre a due miliardi previsti, una spesa straordinaria impegnandosi a "contenersi nei lirniti"65 . Le richieste della Madrepatria si delineavano come un taglio ne tto che destava preoccupazioni specie per le necessità dettate dalla volontà di buon operare del C.S.S .. A questo si aggiunga il poco tempo a disposizione per rendere effi cienti e professionali i somali nello svolgere attività c he in futuro avrebbero dovuto com piere autonomamente. Per fa r fronte alle nuove direttive furono quindi organizzati corsi aggiunti vi di specializzazione nei reparti del geni o e si procedette alla abolizione graduale tki Comandi <l' J\rma. Tullo il peso dell'istruzione dei soldati e loro formazione militare gravò sulle spalle di pochi Ufficiali. Un compito difficile specie per il l"ra:t.ionamento dei battaglioni ncll' ampio tetTitorio e le ordinarie necessità di servizio. Le scuole del C.S.S. avevano lo scopo di provvedere alla elevazione del live llo culturale, generale e tecnico. Più spccilicatamente, per i gradi più elevati degli autoctoni, i MaresciaJli, si dava una formazione specifica in materia amministratjva e contabilc66_ Inizialmente furono più di trenta i corsi di specializ.w zione che dopo oppo11uni passaggi a gradi di preparazione sempre più elevata avrebbero fornito l' humus da c ui cogliere gli elementi di spicco che in tempi ed in età differenti avrebbero potuto puntare al grado di aspi rante o sottotenente (e gradi successivi). Parallelamente a tali corsi si svolgevano attività in altre tipologie di scuole, esterne all 'apparato militare, come la ormai hcn avviata Scuola di preparazione politir.a e amministrativa di Mogad iscio nata nel 26 scltcmhrc 1950 su volontà dello stesso Fomari , il quale volle offrire anche una palestra per l'"uso" della struttura politica e rappresentativa dando vita al Consiglio territoriale, un organo rappresentativo delle popolazioni ed obbligatmiamcnlc consulti vo in ogni materia eccello difesa cd attiui esteri. Un organo centrale, consulti vo la cui caratteristica di spicco era la composizione eterogenea basata su un ' attenta ripat1izione dei seggi, i memb1i erano 35 di cui 28 somali, le tendenze tradizionaliste di origine tribale si conciliavano con le inclinazioni avanzate dei partiti politici, che crescevano di
64 S taio Mag giore Esercito, Uffi cio Storico: '"Somali" ", volume Il, allegalo n° 13 1. Roma 1960. 65 Telegramma in pa11en7.a 11° 28 1 dell'Amministratore Fornari, Mogadiscio I O aprile 195 1, al Ministro dell 'Africa Ita liana. Archiv io Storico Esercito, materi ale d el Comando del Corpo di Sicurezza. 66 Cfrt. Materiale del Comando Corpo di Si<.: urezza (Mogadis<.:io). periodo di comando d el G enerale Ferrara. Archivio S torico Esercito.
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numero pur rimanendo legati al substrato dei gruppi tribali e quindi lontani da una visione comune. Eccezione era la le,?a dei Giovani Somn!i67 che, raccogliendo in sé la frang ia più pro!,rressista, lontana dalle divisioni tribali, era in favore di un nazionalismo unitario. Inoltre, con ordinanza del 28 dicembre 1950 n° 146, si estesero ag li ordinamenti basil~u-i il Codice civile e que llo di Procedura civile italiani, oppo11unarnente modificati ed adeguati . Nel quadro di queste att.ività va considerai.a la costituzione, nel successivo 1952 a Mogadiscio, delr Associazione somala per l'organizzazione internazionale che intensificò sempre più la sue attività e la sua presenza ne l processo di nascita di uno Stato somalo. L' Anunin.istrazione civile si impegnava quindi ne ll'opera di ahhattimcnto dcll 'analrahcti smo e di preparazione di una futura e capace classe dirigente collaborando fianco a fianco con il C.S.S .. Si può affermare che l'atteggiamento dell'Amministrazione ed il suo rapportarsi con le strutture del C.S.S. ru di collahorazionc e costante sino al 30 gi ugno 195 1, anno in cui erano ancora presenti , in Somalia, 1700 militari nazionali de i quali 14 1 di Marina e 174 di Aeronautica (disposti come ne lla seguente cartina), ma con l'inizio del nuovo anno di bilancio 1952 - 1953 una grande riduzione d' organico modificava radicalmente il quadro. Malumori si diffusero tra Ufficiali e Sottufficiali per la consequenziale riduzione del le licenze e per la realtà di Reparti "sollo organico ridotto"6 X, mentre l'Amministrazione non poteva più suppo11are, come prima, le attività del C.S.S ..
Figura 9: Trasformazione della di slocazio ne dei reparti in data 30 novembre 195 1. 67 In acronimo: S.Y.I,.. 68 Cf11. Documenti del Comando di S icurezza, rnpporlo del Generale Ari uro r e rra ra, anni 1952-1953 operato del C.S.S., Archivio Storico F.~crci lo.
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Consegue nza di quanto detto fu c he durante tutto il 1952 ed in seguito ne l 1953, si ebbero ri adattamen ti non solo nell ' inquadramento dei Comandi , Reparti, servi zi ma anche ne lle scuole. Molti de i programmi scolastici furono ritoccati se non addirittura annullali. Pochi e sacrificati Uffi ciali svolsero i molti corsi che, sempre più , crescevano di numero. Oue esempi per tutti : in Danane, alla data di cembre '52, si riporta un numero di 2 Uflìcia li che svolgono attività didattica in quattro corsi , ossia il Il anno del corso di perfezio namento per Marescialli Somali ( 16 Marescia ll i), il II anno del corso di perfezionamento per Sergentj Maggiori e Sergenti Somali ( I I SoLLuffic iali), il I anno de l Il c orso di perfezionamento per Scrg. Magg.ri e Sergenti Somali (l 7 Sottufficiali). il Corso per graduati di contabilità. A Mogadiscio quattro Ufficiali, oltre ad altri compiti , tennero in e fficienza: il corso di perfezionamento aspiranti Ufficiali somali ( 1 I ) ed il Collegio pe r i ligli de i mililari69 ( 16 allievi ). Ino ltre in Lutti i presidi, per i militari di ogni grado si trovavano corsi per elevare il grado di c ultura c ivi le. Quanto detto, potrebbe apparire un e lenco di attività consone e dove rose rispc llo al compito assegnato a li' Amministrazione Fiduciaria, ma appare sorprendente considerando che proprio dal 1952 in poi fu vo luto, svollo e supportato uni camente con le ri sorse del C.S.S.. se nza ai uto finan z iario dc li ' Ammini straz ione civile la quale, comunque, si interessava di programmi <li insegnamento ed impostazione a lla future attività gestionali anche se in forme meno capillari di qu anto veniva fatto dagli Ufficiali ed elementi del Corpo d i Sicurezz.a. Con questo si intende sottolineare che non solo tulle le attività presenti nei presidi di carattere prettamente militare, ma anche Il Battaglione Scuola ed i corsi presso Eserci to, Marina ed Aeronautica, come la formazione di infennieri, condullori mczl'.i di trasporlo, Lc lc fonisli, pompie ri , idraulici, panettie ri , ac rologisti , dattilografi, calzola i, bagnini e persino musicanti 70 , successivame nte permisero 1' impiego di molti somali pre parati, in stazioni meteorolog iche dc li' Aeronautica, nel le oflic inc militari , nei porti gestiti dalla Marina. Finanche alcuni militari nazionali furono ceduti. temporaneamente. a li' Amministrazione Civile. Per tutti si c ita il caso de l Capitano Alberto Bassoni, c he e bbe il compito di realizzare pozzi di petrolio previo un periodo di approfondimento su tal e materia negli U.S.A., ove, dal 12 rnarm al 20 giugno 1953, visitò impianti industriali e seguì corsi per prospezione di minerali fluidi. Dal 76% di analfabeti del 1950, presente nelle Forze Armate, grazie a ci rca mille corsi vari , si raggiunse il 27% nel marm 1951. Inoltre durante gli a nni '52'53 il C.S.S. cedette molto materiale agli Enti A.Ji.l.S. 7 1, che a sua volta ccdcl69 In A llegato le norme pe r la vita interna a l Collegio. Anno 1952. 70 Vedasi ALLEGATO labelle B e C. 71 Per un ammontare pari a 9.000.000 So .. così come ri porlato dalla relazione finale, dopo 3 anni di incarico, del Gen, Brg. Arturo Ferrara d iretta allo Staio Maggiore Eserc ito, a nno 1951. Fo nte: Archivio Storico Mililare, Roma . Ri cordiamo c he il So fu isli tuito con ordinanza n° 14 del 15 maggio 1950, suddiviso in centesimi e con parità aurea di grammi O, 12'1'1 I'1 di oro fin o. Al cambio un somalo va leva lire 87,50.
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tero in gran par1e alle Autorità c ivi li , così come successe per l'Ospedale De Mar1ino Materi ale chirurgico e/o in generale per il se1vizio sanitario 72, ma anche realtà dcl"inite cd efficienti di per sé come un intero ospedale da campo costituirono l'impianto di accoglienza sanitaria a cui poteva far capo la stragrande maggioranza dei somali. Dato ancora più signi lìcativo è che il 30 settembre 1952 vi fu lo scioglimento della Sezione Lavori Genio MiLitare ed il C.S.S. si fece carico di molti compiti nel settore delle infrastrutture. Spesso per la realizzazione di costrnzioni ed impianti s i ricorreva a cave e fornaci di sponibili nei presidi e 1imesse in cflìcienza per la produzione di calce s' impiegava il personale militare per lavori extra rispetto a quanto stabilito all ' ini zio del Mandato. In conclusione dopo tre a nni di politica di riduzione degli effcllivi, gli uomini de l Generale Ferrara avevano saputo rispellare e portare a termine i compiti : mantenimento della sicurezza e preparazione delle forze armate somale con il ritmo im posto dal mandalo, costituz ione di una intela iatura di servizi cd e nti, ospedalie ri, educativi ed economic i, pronti per essere amp li ati e gestiti e sclus ivamente da somali. In più si era prodotta una ricchezza di c irca 2.300.000 So., a favore della Somalia, "extra hilanc io"7:l_ Ni snlta e h~ in clata 3 1 settemhre 1953 (due mesi dopo il primo cambio di Comando de l C.S.S.) il materiale ceduto ad e nti civili dcli' A.Fl.S. dallo sbarco a tale giorno risultava, secondo la Sc;,.ionc Servizi, di Lit. 629.440.155,= =74 . li periodo di comando del Generale di Brigata Arturo Ferrara si concludeva dopo tre ann i di lavoro di continuo adattamento alle difficoltà. Il Comandante aveva concluso il periodo più delicato del ritorno e presenza degli ital iani in Soma lia, aveva superato difficoltà econo miche e funzionali , subito c ritic he da parte dei molti nazio na li che ritenevano inopportuno l'onere finan;,.iario e la di ssipazione di ene rgie necessari per un ' Italia segnata dal1' ultima guerra. Come Ferrara anche ali' Amministratore ed Ambasc iatore Fornari, c he agli ini zi del 1953, lasciò la dirige nza al nu ovo Ammini stratore Martino si presentarono dubbi e perplessità circa le modalità di atluazione del programma di sviluppo teso alla indipendenza dello stesso terri torio, ma il più era stato fatto, anche se mollo si doveva ancora fare. Comunque i successori rurono sicuramente agevolati nel loro operato. Esperienza e strutture già operanti passavano così nelle mani del Colonne llo Antonio Nani e del!' Am ministratore Ma11ino. 72 Come: lcllini, le111,uola, garze, medicinali ed ancora stufe di dis inl"czione (ìiannoli, potahilizzatori Hatman. 73 Rapporto del Gen. Brg. Arturo Ferrara, dircllo ali' Amministrazione Centrale di Mogadi sc io, anno I 9.'i3, Faldone ann i 1952- 1953. Arch ivio Storico Mili t,1re. 74 Ripartiti in 8.245.9226, == per la Marina, 8.640.672, ==per l'Aeronautica (compresi tred ic i automezzi). Lit. 40.301.458, = = per la San ità. Lit. 79.879.467, = = per il Co111111 issariato, Lit. 384.050.55 1, == per la Motorizzai.ione (compresi centonove automezzi), Lit. 60.574.944, = = per I' A1tiglieria cd infine Lit. 47.747. 137, = = per il Genio7 4.
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Capitolo III IL PROGRESSO CIVILR, LE PRIME ELEZIONI, LA NASCITA DELLO STATO SOMALO Al passaggio di consegne del C.S.S., il I O agosto 1953, ci si apprestava a mettere in atto grandi cambiamenti , di carattere politico istituzionale e c ivi le c he avrebbero interessato la maggior parte dei somali sotto /\mministrazio ne Fiduci ari a. Ne i primi mesi di gesti one ufficiale del Tenitorio, pe ri'>, il primo problema che dovcllc affrontare il Comandante Nani fu il mantenimento detrordine pubblico. A lcuni incidenti si verifi carono infaui a Rosaso, in Mi giurtinia e d in particolare, produsse effetti negativi l'uccisione del consigliere te rritoria le Osman Mohamed Hussein, del Partito Hi bia Dig hil & Mirifle. L' azione di ripristino de ll'ordine pubblico ru svolta con tempestività, ma l' accaduto rimise in luce i sentimenti di sfiducia e disagio che trovavano sfogo anc he in occasioni quali gli scontri tra cabile, per moti vi di pascolo e di gestione dei pozzi di acqua, questioni c he richiedevano spesso, nell'immediato l' inte rvento di forze del C.S.S. ma anche del l'Amminis trai.ione atl raverso la pacificazione tra rappresentanti e ca pi Trih1ì. La si tuazione ai con ri ni ven iva dcscriu.a come soddisfacente, anche se si erano verificate razzie da parte di predoni d'oltre confi ne, comunque di non grave entità e pron tamente riso lte con l'intervento della Polizia. Vi fu certamente un nello miglioramento ri spetto agli anni precedenti, sia per la continua vig ilanza di Po lizia ed IJalo, sia per la recente costituz io ne, negli ultjmi mesi del 1953, sotto il Comando Ferrara, di un Reparto speri mentale Camme ll ato del C.S.S. addestrato da ex graduati dei Repa1ti di Dubrur che in 5-6 mesi doveva p011are alla costituz ione del primo plotone Canunellato. Il repaito così fatto, c irca trenta camme lli scelti ed addestrati, era ideale per g li interventi nell a boscaglia somala75. In generale nonostante alcu ni eventi si riscontrava una buo na capacità di controll o delle tensioni interne al territorio cd un avvicinamento sempre più consistente a ll' amminis trazione di chi era apparso ostile a ll a gestione italiana, al meno nel primo periodo come, ad esempio, la Lega dei Giovani Somali. Con mo lta probabilità tutto ciò, assommato ad una crescita del rec iproco rispetto tra italiani e somali, a lla concreta realizzazione di slrullurc per il progresso civi le favorì 75 Vitale Massimo, "il Ca111rnellu e i rc.::parli cammcllati", UTET, Artigrafiche Roma, 1922.
In !aie testo ritroviamo l'indicazione che nelle regioni del Niger, dal 1893, il Capitano Duprè aveva formato un piccolo nucleo di meharisti, successivamente fu il cap. Moli nel 1902 a provvedere ad 1111a regolare fonnazionc della compagine canm1eI1ata sino poi a successivi impieghi da parte francese cd inglese. Si sottolinea, sempre nello stesso teslo che per l'ind igeno, inoltre, il cammello era parte di se stesso e sicuramente lo trovava più familiare di una camionetta. A testirnoniann1 viene citata una canzone araba, diffusa in tutti i paesi d' Oriente, che così rc.::citava: "fra tutte le cose che Dio ha dato all'uomo due sono le più bt:lle, il vollo ridente di una giovane vergine cd un bel cammello, sia lm.lt: a Dio".
L 'ammini,1·1rozùme fiduciaria i11 Somalia ( 1950- /960). ..
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la prima prova civi le a cui fu ch iamala la popolazione, le e lezioni amministrative, la prima grande consullazione popolare. Anche se interessò un quinto dei somali, I' cvcnlo fu al centro della vita politica dei mesi di gennaio-febbraio sino al 28 marzo del 1954, giorno delle elezioni. Nel conte mpo alcuni limiti emersero subito, ancor prima de i ri s ullali. Molli somali non dettero il nominativo durante il censimento degli aventi dirillo al voto dell'anno precede nte, a lLri ancora rilasciarono generalità fal se. li motivo si indi viduò nel timore che le rive lazioni fatte ali' Amnùnistrazione avessero uno scopo Lribulario e , di fa tto, dete rminò c he nell'immine nza delle e lezioni molle di queste persone si riversassero agli unic i anagrafe de ll e varie Municipalità, per esservi iscritte e d oltcncrc il ccrlilìcato e lettorale. Fu necessario riaprire i termini e nuove iscriz ioni furon o fatte previo accurate indag ini da parte dei Residenti e dei Giudic i regionaJi competenti. intensa fu l'auività propagandi stica de i vari partiti, addirillura Hag Mohamed Ussen, cx Presidente della Lega, rianimò i giovani somali con un intervento dal Cairo, mentre Abdullai lssa, l'allora Presidente Lega,fece una lunga esposiz ione, all a presenza di una moltitudine di somali, della situazione generale del territorio e della volontà di costruire uno Stato capace d i gra ndi co se. L' A.F.I.S. da l canto suo lìna nziò Paitito Hibia Dighil & Mirillc76 e diversi partititi minori, in questa corsa a ll e amministrati ve. non ollcnc ndo però grandi ris ultati. Il 28 Marm si svolse la votaz ione per le Consullc M un icipali, mo lti uomini della Poli zia coadiuvati da llalo garantirono la correttezza de llo svolg imento de lle e lezioni e l' Esercito fu pronto ad inte rvenire, qua lora venisse falla ri chiesta. Ben 3 8. l 19 elettori su 50.740 iscritti ne i regis tri elettorali (75, 1%) affl uirono presso i 29 1 uffici e lettorali s parsi in lutto il territorio ed espressero liberamente e segretamente il proprio voto senza che si verificasse alcun incidente. Dato ancor più significativo è che le schede nulle furono un numero irrisorio, ossia 422,me ntre elevato fu l' assente is mo (12.62 1 elettori). Quasi tutti g li aventi dirillo al voto furono in g rado di esercitarlo e I' e sperimento de lle prova della capacità di inte razione politico civile con la popolazione definendo il peso e la posiz ione dei si ngo li partili e gruppi nella vita del Territorio. D i sicuro ne nscì a tesla alla la S. Y.L., la maggioranza relativa di voli , ossia il 47,7 %, pari a 17 .982 voti andò proprio a questo Partilo di progressis ti c he conseguì anc he la magg ioranza assoluta dei seggi pari ad un numero di 141 , seg uito dal H .D.&M. con 57 seggi, poi U.A.S. con 28 seggi, dalla l ,cga Progress ista Somala con 22 seggi. Tenulo conlo dei 37 seggi non e lettivi riservali alle Comunità minori , ripartili in 23 arabi 10 italiani , 4 agli Indiani e Pakislani, la nuova composizione delle Consulte Munic ipali consentì alla Lega di contare su 13 Municipalità, mcnlrc 6 furono de ll a H.O.&M. e una alla L ega Progressista. Nelle rimanenti 15 Municipalità non vi era una magg ioranza prccoslituita77 . 76 In acronimo H.D.&M. con cui lo identificheremo d ' ora in po i. 77 Rapporto ddl' Uflicio Se7.i one Operativa, Add estramento ed Ordinamento, settore po litico S.M.E, Faldone anni 1953 1954, A rc hivio Stor ico Militare.
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Le Consulte avevano 3 anni di durata78 . Rimaneva invariala la presidenza, affidala ai Residenti, secondo le Ordinanze del 195 1 istitutive le Municipalità, con eccezione fatta per Mogadiscio in cui la presidenza era affidata ad un Com missari o di nomina da parte dell'Amministratore. I Parli ti minori trassero l'inscgnarncnlo che per contare bisognava fare numero. Iniziò così la graduale coalizione tra di essi che porLÌl a lla nascita del "Grn ppo Democratico Soma lo'·, il cui Presidente Abdullai Hagi ùi sania era un giovane macslrn rientrato dall'Italia dopo aver pertez iona to gli studi. Con tale atto si semplilì cava così il quadro politico somalo, ora di più fac ile interpre tazione e comunque complicato da innumerevoli tensioni e g ioc hi di cquilihrio. Mogadisc io nello stesso pe riodo era centro di esercitazioni militari, proprio in una di queste presenziò il Vi ce Ammiraglio francese 13ajiot, che assiste lle ad una manovra a fuoco dei carahinic ri somali visitando successivame nte scuole e reparti militari, Barjot espresse al termine della visita apprezzame nti per il "mag nific o sfòrzo educativo e sociale che perseguono le Forze Annate Ita lian e su questa terra d'Afrirn"19_ Nuovi centri di addestramento ginn ico-sportivo militare, a Mogadiscio così come a Baidoa, erano entrati in fun Lione pn:via inaugurazione, spesso accompagnata da saggio ginn ico- militare. Avvenne in ta li termini, per esempio, l'apertura di quello di Mogadiscio. in conispomlcn1.a del giorno di cele brazione de l 118° annuale del corpo dei Bersag lieri. a lla presenza del Segretario Ocncralc a con l' Intervento di un Inviato d e l C.O.NJ .. O ltre che in Mogadiscio eserc itazioni, di carattere g innico-sportive d i repar10, si ebbero a Chisimaio , me ntre a I3aidoa ve nne ina uguralo il "Centro assi.1·tenza perfamiglie militari somali". Nel mentre, duran te il Lri mcstrc da genna io a marzo, si sostenevano molli degli esami di fine corso d'i struz ione elementare cd ai rima ne nti, ancora in svo lgi me n Lo, stava no partecipando 11 37 militari soma li . In Mogadiscio si erano contemporaneamente ini 1.iati 3 corsi, uno culturale, il seco ndo di radiote legrafisti cd il terzo di pilotaggio aereo80 ; si stava per di più organizzando la prima Colonia Marina con carattere sperimentale a cui si prevedeva sarchhcro stati destinati 200 hamhini in turni mensili . Volutamente non sono stati menz ionati i restanti ed innumerevoli corsi d i va rio ge ne re, quali ad e se mpio , c ors i pe r professionisti s an itari in Mogadi sc io, Baidoa, be let Ue n e Ga llacaio resi operali vi anche con il so ste g no dcli' Amministrazione, quindi 110 11 de l tutto dipendenti da ini ziativa del
C.S.S.81 _ Nel settore de ll' istruz ione dobbiamo per di più precisare che, ne l periodo di ?8 Con f"un l iuni per ora no n decisionali. 79 Rapporlo del l'Ufficio Sezione Operativa Addestramento Ordina mento , settore
militare, S.M.E. , Faldone anni 1953 - 1954, Archivio Slorico di Roma . 80 Vedi nota (16. 8 I Dal punlo di vista sanita1io il C.S.S. aveva provveduto alla vaccinazione antivaiolosa d i Lulli i Rcpait i, a cau sa d i alc uni cas i, tra somali , di alaslrim.
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lìnc comando de l Colonnello Antonio Nani 82 e della quasi contemporanea ammi nistrazione Martino, vi fu una inte nsa attiv ità legis lati va, tesa a dare un preciso asseno all a islru7.ione secondaria ed alla posi 7.ionc g iuridica cd economica dcgli insegnanti e supplcnti delle sc uole primarie e secondarie. I provvedimenti riguardarono quindi aJ1che la Scuo la di Discipline Is lamic he , il Collegio Profess ionale Ag rario di E l Mug ne e la Scuo la Professionale Mariuima e di Pcsca. Il 15 lug lio 1954 il Comando de l C.S.S. venne assegnalo al Co lonnello Gi useppe M assaioli . mentre rimaneva, al vertice de ll ' Amministrazione, Ma rtino che vide il concludersi e il s uggellars i del l'Accordo di Cooperazione Rconomica c di assistenza tecnica a favore della Somalia lra Ita li a e Stati Uniti d ' America. Pu infatti s tanziato, in via di tale atto ufficiale, un fondo ini zia le di sv iluppo pro Somalia di c irca 8 milioni di So83. Sempre con l'impegno dell'Amministratore Martino i Consigli Municipali acquisivano poteri deliberativi s u un vasto campo di attività mnministrntive e si a.llìdava la direzio ne deg li affari municipali ad un Commissario no minato dall'Amm inistratore, non più quindi al capo di distretto della rispettiva municipalità. Tn tali tennini era poss ihilc affidare a somali, considcrali adatti e rronti a svolgere tali funzioni, il molo di capi de lle a mministrazioni ed in tali termini si sarebbero svolti i lavori all'interno di tulle le munic ipalità che i rrimi di aptilc s' insediarono uflicialmcntc 84 . Che i somali fossero pronti a sentirsi pa11e di una Nazione, ormai in procinto di nascere e che custodissero un sentime nto di appa1tenenza ad un ' unica entità s i esplic itò qua ndo la proposta di adottare una Bandiera d ell o Stato Somalo, in seno al Consig lio territoriale <li Mogadiscio, verme acccllala ali ' unanimità e <la arplaus i scroscianti, fatto reso ancor più eclatallte in quanto il provvedimento non rientrava ne mmeno nell' ordine del g iorno 85 . Il 6 settembre 1954 a seguito di tale entus iastica approvazione seguì il Decreto che ist.itui va la Randiera Somala: un rella11gulu <li color azzurro con al centro una stella bianca a c in4ue punte 86. La paternità di tale vessillo s i deve ad un ex uffic iale di cavalleria, medaglia d' argento al va lor militare, /\maldo Chiti che insieme a Rem ardo Pianetti <lella Stufa, fun z ionario A.F.I.S., una sera colorarono il rettangolo di un hlu Savoia e vi stag liarono idealmente lo Stellone d ' Italia con l'intento comune di m ettere nella drappo quanta più patria italica possibile. 82 Sotto il cui comando si ebhe anche l' importanre unificazione della Sanità civile con quella militare. Relazione del dicembre 1954, Faldone "Somalia". Archivio Storico Militare. 83
Allegato 11° I del fog lio n° 08/336-A-2 del 3 1 7 1954, Archivio Storico di Roma. (un So= 87,50 Lire; ved i nota 62). 84 Al Municipio di Mogadiscio la cerimonia di insediamen1 o avvenne il 27 april e con particolare solennità in quanto intervennero il Segretari o Generale cd il delegato egiziano nel Consiglio Consultivo. 85 L'ordi ne del giorno ri guardava infatti la concessione di indenn ità annuale da corrispondere al S ultano di Za111;ibar, secomki art. 4 Convenzione di I ,ondra del I 5 luglio I <)24, poi bocciata perché considerata lesiva del principio di sovranità del popolo somal o. 86 Allegato al fog lio n. 08/420-J\-2 del 30 settembre 1954, Faldone " 1954'" vari e, Archivio Storico S.M.E .. Roma.
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Tutto ciò trovò poi una seconda lettura; legittimante la scelta fatt a; il blu divenne il ciclo somalo, lo stellone il simbolo delle cinque parti della "Urandc Somalia", ossia la Somalia Italiana, il SomaJiland britannjco, che in seconda battuta si sarebbe unito alla Repubblica somala, la zona della frontiera rivendicata al Kcnia, una retta dcll'Ogadcn etiopico ed infine il lerriLorio francese di Gihuti8 7 . Si riconosceva così non solo la presenza di una nuova bandiera ma anche la voglia dei somali di sentirsi percepiti da tutti come una nuova realtà civile, dignitosa e fiera, come un Popolo al di là di divisioni tribali e politiche.
l<'igura IO: Randiera della Repubblica della Somalia (Col lezione privata).
Capitolo IV IL C.S.S. CONCLUDE IL CAMMINO: LE ELEZIONI POLITICHE, LO SCIOGLIMENTO DEL C.S.S., IL CONTRIBUTO SPECIALISTICO
li 15 luglio 1954 il Colonnello Giuseppe Massaioli, nuovo Comandante in capo del C.S.S. si apprestava far fronte, non solo al mutato terreno civi le politico in cui si muoveva ora il Corpo, ma anche alla riduzione continua di persona87 " IL (ìlORNALE"', Ex colonie, tricolore e ricordi di g ioventù: "t; 111ade in /Jaly la bandiera somala". di 13ernar<lo Pianelli <lella Stufa.
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le e dei materiali che, ceduti in gran parte ad Enti civili, 11011 venivano reintegrati per la sempre più dirlìcilc concessione, da parte dcli' Italia, di un supporto meccanico logistico adeguato88 .
Figura 11: Automezzi italiani deteriorati per uso e condizioni atmosferiche difficili, quali salsedine, alta umidità, sabbia, vento e temperature trop1xi e levate (J\rchivio Storico S.M.E., Roma).
Proprio per motivi economici fu messa in di scussione, dopo alcuni scambi di fonogrammi e valutazioni di costo, la presenza del Reparto Cammellato, costituito da: un Ufficiale, tre Marescialli, cin4uc Sergenti magg., sci Caporal Maggiore, sen e Caporali e 62 soldati, per un costo annuo pari a So. 10.205.300, in aggiunta a cui si sommava la spesa per le razioni dei camme lli , di circa So. 40.000 (si parla anche di spese di soprassaldo spcc. In So. 26.000. U Com.te Massaioli era convinto che il reparto non rispondendo più a necessità del C.S.S. doveva essere sciolto, i quadrupedi sarebbero stati ceduti al Corpo di Polizia o se in eccesso venduti, mentre il personale sarebbe andato a costituire la 2° compag nia l ·ucilieri del li Battaglione Somalo. Avvenne così che, il 30 novcmhrc 1954, il Reparto fu sciolto secondo le direttive del Comandante G. Massaioli89 . Continuava intanto in ambito prettamente civile il cambiame nto del profilo amministrativo somalo e una spinta in tal senso venne data dalla trasfom1azione dei Consigli territoriali in vere e proprie assemblee clctlivc a suffragio universale. In tale prospettiva il problema e ra, trovare una g iusta formula per conciliare le caraucristi chc della popolazione somala e far sì che sarebbe una effettiva rappresentanza delle popolazione in tali asscmhlcc. Si doveva te ner conto di una Somalia in via di crescita. "alti va" nelle città e nei vi llaggi. c he aveva già parlc88 Si necessitava di pezzi di ricambio e di assistenza tecni ca. 89 Con eccezione fatta per la destinazione dell a selleria che invece di essere consegnata al Comando C,ruppo Carahinieri, fu ceduta il :m dicemhre al 11uclen mobile fanteria. faldone " 1954", varie, Archi vio Storico S.M.E., Roma.
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c ipato alla nascita de lle munic ipa lità elenjve persino attraverso propri partiti. l)i a ltrettanta attenzione doveva anc he essere oggctlo la Somalia "tribale ", pastorale, tradi zionalista legata a vincoli etnic i e rel igiosi, ancora un po' lontana dai moderni meccanis mi di vita associata, ma sempre molto presente ne ll a mo hilitazio ne del consenso po pola re . S i o ptò così per una sistema mi sto di consultazione, diretto a scheda segreta per le popolaz ioni sedentarie. Per il restante 70% de lla popolazione tota le , ossia la nomade e se m inom ade, il voto era invece indircllo e pubblico. Il meccanis mo trovava la s ua pietra angolare ne l poter radunare la popolazio ne non sedentaria in scir (collettività composte dag li uomini di maggior spicco e potere all'interno di una Cahila), ogni scir votava un rappresentante e l' insieme di questi ultimi si recava a l voto segreto e diretto de i rappresentanti delle propri e c ircoscrizioni. Il 30 novembre 1955 scgnù proprio la data di chiusura delle elezioni e lettorali di primo grado. Le politiche si tennero il 29 febbraio del 1956. L'ONU criticù il doppio voto denunciando la possibi lità di manegg i illeciti di fatto denunciati anche dal Cons ig lio consultivo. L'O.N.lJ. incalzava per il mig lioramento del sistema in v ista delle elezioni per l' A ssemblea costitue nte del l 959, spronando a lla messa in alto del censimento delle popolazioni no madi per farle votare direttamcntc90 con una maggioranza assoluta. Tale scelta appativa com unque molto m·dua e complessa nell ' attuazione. La Lega dei Giovani Somali ottenne 43 seggi su 60, che s i concretizzarono nella presenza, alla prima As semblea legislatjva in 43 deputati a fronte dei 13 de ll a I1i sbia Cighil & Mirifle 3 del Partito democratico so malo, I dell'U nione Marehan e IO delle minoran ze, suddivisi in 4 italiani9 1, 4 arabi9 2, 2 indo-pakistani93. La prima leg is latura fu inaug urata il 30 aprile 1956. L' Assemhlca con uno dei primi atti, il 7 magg io, approvò la legge n. 1 rig uardante la nascita del governo autocto no somalo avente poteri cd effetti vità a partire dal genna io 1957. Il seg retario generale dell a S Y L, g ià dal 194 7, Abdul/ahi Issa Mohamud, fu scelt o dalla Lega com e Primo Mini stro, il 26 sette mbre 1956 illustrava davanti a ll a Asse mblea legislati va il primo programma di governo, ponendo l'accento s ul problema dell e fronti ere con l' Etiopia. La transizione aveva ass unto la forma ufficiale e palese di un governo propri o. il popolo somalo ed il Territorio erano ora una Nazione. Il sentimento di appartenenza ad una "Paese", promosso dalrAmministrazione e portato capillarmente dai soldat i in tuui gli angoli della Somalia, prendeva le forme di una struttura capace di autogoverno. 1 passi fatti in ambito ci vile ed istjtuzionale approdavano alla cos ti tuzione di un nuovo panorama civile e po litico, che pcrù non si sarebbe avuto senza l' apporto costan te del lavoro dei militm·i e la pa11ec ipazione popolare. In 4ucsto c lima di forti trasformaz ioni no n dobbiamo tralasciare i mutame nti che si registrarono, in parallelo a l progresso civi le politico deg li anni 1955')0 Alphonso A. Castagno, Somal ia. ln1ernatinal conciliation, Carneigic Endowmcnt for Intcrnational pcaee, New York 1959, p. 356. Opera cit. in "( ìli ital iani in Africa orientale", Angelo Del Hoca. 9 I I tlelegat i rappresentavano 4.(i(i9 membri della eomunitit. 92 In rappresentanza di 30 mila tlo111icil ia1i in Somalia. 93 In rap1)rescntanzn di un migl iaio di pcrsonl!.
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1956, nei comandi e gestione de l Corpo di Sicurezza. Il Colonnello Giuseppe Massaioli aveva lasciato, il 16 settembre 1955, il Comando al Tene nte Colonne llo A.A. r.n. Dino Mazzei, quest' ultimo ebbe il primato del più hrevc periodo di esercizio delle funzioni 94 in quanto già da l I O gennaio 1956 dive niva Comandante il Tenente Colonnello Cesare Pavoni. Questi continui passaggi di gestio ne eerLo non furono positivi per il C.S.S., come del resto non ben accetto lo sciog limento di alcuni Reparti e strullurc militari che dopo tanti an ni avevano raggiunto un buon livello di erlìcienza. Fu proposto lo scioglimento de l Comando Marina, la fusione in unico reparto dello squadrone blindo - cora:1.zato e della compagnia carri ; in ambito di gest ione dei battaglioni proprio nel '55 si propose la riunione, sollo un unico eleme nto , d i più funzioni prima de legate a diverse persone. Ne risultò un ennesima ricomposizione del quadro delle for7.e c lTcLLive nel Territorio ed anche se lo stu dio della stessa fu svolto dal Comamlantc del Corpo di concerto con gli alti urli ciali non fu hen accetto specie dalla Marina. Conseguenza fu che, ne l 1955, il C.S.S. si presentava composto da: - Comando del Corpo di Sicurezza, sempre di stanza a Mogadiscio; - Comando Aero na uti ca, di stanza a Mogadi scio ; - Squadrone hlindo - corazzato; - Compag ni a carabinieri somala, di stanza a Mogad iscio; - Batteria 100/17, di stanza a Mogadiscio; - Compagnia speciale gen io, di stanza Mogadisc io; - Reparto scuole e qurtier generale, Mogadiscio; - Autoreparto; - Comando deposito (amministrazione, magazzini , officina, reparto deposito); - Distaccamento Marina, di stanza a Mogadiscio. • 1 bauaglione somalo di Callirno - J compagnia di staccala a Dusa M areb; - Distaccamento di plotone a S ina<logò. • Il bauaglione somalo di Raidoa - III compagni a distaccala a C hi si maio; - distaccamento di plotone a Bardera. • lii ballaglione sorna/o di Re/et Ut!n - D istaccamento di plotone a Mata ban. li giorno I O settcmhrc 1955 fu presa in consegna la Caserma dell a disciolta Hl compagni a del I Hattaglio ne somalo. ln tale immohilc, a Mogadiscio, furono accasermati gl i all ievi carabinieri che f"requentarono , da que l momento in poi, un corso di sei mesi. Stessa procedura di presa in consegna di un immohile avvenne il I O o ttohrc 1955, per l' avvenuto scioglime nt o della I compagnia de l III Ratlagl io nc somalo, in M ogadi scio. Di sorientamento si era creato anche tra le fila del la Polizia poiché, a seguilo di un congedo fo rzato voluto da "Roma" molli 94 G. Massaioli stelle in Comando poco più di tre mesi. sino al giorno 31 dicernhre 1955 . Te mpo assai breve per rendersi e ffellivarnenre co nto de lle problematiche e quindi dei m c l odi eia inlrnprendere per risolverle.
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ex poliziotti volevano il rei ntegro in servizio. La prev isio ne di una immine nte fi ne del Corpo stesso se nza de lle diretti va precise e ordi ni e contrordini c he si s usseguivano, aventi come oggetto il rimpatrio de l pe rsonale e il passaggio dello stesso ad a ltri Enti , portavano incertezza, indistintamente, tra le fila degli Uffic iali di M,u-ina, Aeronauti ca cd Esercito. li Comando de l Corpo iniz iò la stesura di un piano rig uardante la nuova struttura militare da adottare in Somali a. Contemporaneamente anche l' Autorità politi ca si mosse in lai senso, ma come era fac ile prevedere i ri s ul tati presentati dopo poco te mpo diffe riro no notevolmente. specie nella visione delle articolazioni de i Comandi e dell'organizzazio ne logis tica. Entram bi i programmi furon o comuni cati al Ministero Esteri e Ministero della Difcsa,che dopo una analisi fatta da civili e militari sui mo lteplici a spetti funz ionali cd organizzativi, si giunse alle direttive che dettero poi vita alla decretazione n.1 6. l 7 e 18 del I O gennaio 195695_ L'A mministratore Enrico Anzi lotti, considerata l' o ppo rtunità di adeguare la struttura delle Forze Armate alle nuove esigenze del territorio, decretò lo sc ioglime nto de l Corpo di sicurezza. s pecificando%, c he il personale italiano veni va 1impatriato ed il somal o a ssorbito dal Corpo di Poli zia, secondo dis posizio ni s uccessive e manale da l' A mministratore stesso. [I materiale del C.S.S sare bbe passato alla gestione dcli' Ammini straz ione della Somalia. I ,' Amministra tore stahiliva la costitu:,,.ionc di uno squadrone blindo-corazzato alle sue dirette dipendenze con eccezione falla in amhito di sciplinare, s fera di compete n za dell' Ufficiale ita liano Co mandante del Corpo di Poliz ia. Per gli clementi dell'Aeronautica e Marina militare ques ti sarebbero passati temporaneamente a lle d irette dipenden ze dcli' Amministratore provvedendo in un secondo momento a ll a a lternanza graduale del personale con a ltro personale della Ma rina ed aeronautica attraverso decre ti s pec ifici. Con successivo decreto N. 17 Rcp. De l 1° genn aio '56 si stabilì c he le Forze militari dell'ormai soppresso corpo dovessero raggrupparsi, ad eccezio ne dcli' Aeronautica , sotto un ' uni ca compagine denominata "Esercito Somalia'' c he aveva il co mpito di assic urare l'efficie nza e l' impiego dei reparti ed en ti, attu ando la g radu ale trasformazio ne a l fine dell'inseri me nto degli stessi ne lle forze di poli zia. Una volta portate a te rm ine tali operaz ioni di trasforma:,,.ionc e di trapasso degli e nti dipendenti, l'Eserc ito Somalia avrebbe preso la denominazione di Ufficio Stralcio, per le e,;ompeten ze di gestione amministrativa, passando a lle dipende nze della Direzione affari finan:,,.iari97. Il Co ma ndo de lle forze di polizia della Somali a avrebbe così anuninistralo direttamente il personale Ufficio Stralcio e la Sezione affari amministrativi militari sare bbe stata soppressa . Con la riorganizzazione del Corpo di Po li zia de ll a Somalia quest'ultimo si indicava con la denominaz ione di Forze di Polizia della Somalia, dipendenti dal]' Amminis tratore e costituite da un Comando affidato ad un comandante col grado di Tenente Colonnell o affi ancato da un ufficiale superiore che o ltre al 95 Vedasi ALLEGATO 6 . 96
Decreto n. 16 Rep. del 1° gennaio '56. Ibidem.
97 Assorbendo compiti e uo mini della Sezio ne affari amm inistrati vi mi litari.
L'a111111i11istrazio11e fiduciaria in Somalia ( / 950-/ 960)...
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mmpito di sostituirlo .in caso di assenza o impedimento, aveva le attribuzioni delegate da l Comandante. A tale Comando dovevano far capo uffici, reparti, scuole ed enti ispettivi ammini strati vi e logistic i necessari al funziona mento delle For;:c di Polizia un organizzazione territoriale costituita da comandi regionali e dis trettuali di Po liz ia. Una organ izz.azionc mobile con un Comando Gruppo mo bile e compagnie mobili . La di slocazione delle stesse sarebbero in un successivo momento state stabilite con decre ti de ll ' A mm inistratore da applicarc entro il 30 Giugno 1956. TI 1° genna io '56 il C.S.S si scindeva cffcllivamcnte in due Comandi, quello dell'Eserc ito Somal ia e s uoi e nti dipende nti e quello dell ' Aeronauti ca della Somalia con tutti gli enti g ià da esso dipendenti. Il Comando Esercito Somalia a lla c ui dipendenze aveva tutti i comandi e raparti del Corpo di sicurezza ed il Comando Aeronautica de ll a Somalia alle cui dipe ndenze aveva g li enti gii, da esso dipe nde nti . Furono presi i provvedimenti necessari pe r l'adeg uamento dei Re parti cd Enti vari senza alterarne le fun zionalit à. Il 3 1 gennaio furono sciolte la compag nia carabinieri somali e i tre battaglioni somali il cui personale andava ora a costituire le 5 compag nie mobili carabi nieri passate a lle dipendenze del le Forze d i Poliz ia e ntro la data I O maggio 56. In tale pe ri odo alle dipendenze delle Porze di po liz ia passarono il Collegio per i li gli di militari somali, l'autore parto e il reparto arti gli eri a e genio. Le operazioni interessarono così il congedo di militari somali in esubero ed il rimpatrio dei nazionali in lla li a. Nel conte mpo provenivano da ll a penisola i carabinieri destinati a sostitui re i militari soma li di cavalleria e carristi dello squadrone bli ndocorazzato. Il g iorno 1° giugno 1956 i reparti e gli e nti erano tutti sotto diretta responsabilità delle Forze di poli zia, mentre il Comando E serc ito continui'> a s ussiste re per la defini zio ne delle res idue questioni ammini strative e di sistemazione di pe rso na le, l' Ufficio Stralr.io e quindi anc he il Coma ndo E sercito, si sciolse succe ssivamente il 3 1 di cembre 1956. Con que sti drastic i provved ime nti le forze che erano state così e fficie nti e presenti ne i momenti di costruzione civi le e de l nuovo Stato, nonc hé effi cie nti ss ime nel mante nime nto de ll ' ordine e messa in e ffic ienza di strutture cd edifici ora fun zionanti ed essenz iali per il vivere di tutti i somali, veni vano così congedate, trattate come una voce di bilancio, specie da chi vedeva quel Corpo da lontano, al di là del mare. A fron te d i quanto detto sarebbe bene, quindi. ricordare, che tipo di "vo ci" furono in verità le For1:c italiane per il Territo rio, e che tipo di uo mini operarono ne i vari Corpi del C.S .S ..
4.1 La Marina Ancor prima della presa effetti va in gesti one del Territorio. da parte ita liana, la nave C herso aveva già attuato una ri cogniz io ne ne i sorgitori 98 de lla costa somala, da Re nder Cassi rn a Mogadiscio, tale ricogni z ione portò alla stesura di una relazione sulla poss ibilità di intervento e di messa in atto di opere di recupero di impianti e sulle opere g ià in atto pe r la costruzione di altri. li Comando 98 S pazio di a ncornggio in rnda :-ipcrla .
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Marina apprese che su oltre mille miglia di costa il sistema di fanalaggio si traduceva in soli tre fari in effettiva fun zione. Questo ridotto numero si doveva in parlicolarc alla distruzione, avvenuta d uran te la guerra, di tuttc le strulturc portual i. la cui presenza si doveva sempre all'opera ilaliana. Progetti, preventivi, idee in relazione alla rist111tturazione e rimessa in efficienza del reticolo di sistemazioni lungo costa era di responsabilità ciel Comando Marina che dopo un mese stilò e rese conosci ulo il programma cd i compiti da svolgere. Si prevedeva l'insta ll azione di stazioni di Radio Trasmissione9'J ad Al ul a. Merca e Chisimaio con trasporto dei materiali necessari a mezzo della nave Cherso, contemporaneamente si doveva all.uarc il 1iprist ino del sistema di fa nalaggio della costa, portando i fari da tre a quanordici, di cui quattro con po1tata tra 20 e 30 mi glia. Infine, come terzo ed ultimo punto programmatico, si sarebbe avuta una ricogn izione idrografica del Cherso nei vari sorgitori lungo la costa per l'aggiornamento delle relative puhhlica:t.ioni nautiche (non aggiornate dal 1939) e per l'identificazione di numerosi rclilli che rendevano peri colosi e a volte impraticabili le rade. Il progra mma aveva una scaden7.a annuale di attuazione cd il pilaslro, per la sua realizzazione, era proprio la nave C hcrso, nave per il lrasporto di personale e materiale, capace nell'attività di appoggio per varie spedizioni di carattere idrogralìco e dotala di una clficicnlc oflìcina meccan ica di hordo. Si deve ricordare, in proposi to alla efficienza del C he rso che molti e costosi lavori, tesi alla massima idone ità della nave, erano stati compiuti in Italia. Tutto era stato previsto e predisposto con oculatezza, poche sembravano le deficienze del rnatcrialc 11l0 e se, come in effetti ru. c i fossero stali problemi , sarebbero stati risolti da llo spirito di abnegazione e sacrific io degli eq uipaggi e personale della Marina e del Genio. All 'alto pratico i segnal amenti marittimi del fanalaggio di Chisimaio, il loro ripristino e messa in efficienza venivano effettuati dal C herso, che contestual mente rinveniva nella rada di C hisi maio cinq ue relitti non segnalati sulle carte, rende ndo più sicure ed agihili que lle acq ue. Ouranle gli stessi mesi, maggio, g iugno e lu glio a C hisimaio, Mcrca, Mogadiscio si sistemavano le stazioni K.T.. mentre si dava prova di "Una squi si ta opera marinaresca" 1111 • compiuta durante un monsone e con esigui mezzi, per la sistemazione di una boa luminosa d i 6 Lonncl latc all'ingresso della rada di Chisimaio. il Cherso però, proprio durante la preparazione di una spedizione idrografica ne l basso G iuba, a Bardera e Gobuin, per ragioni di ristrettezze economic he dovcltc interrompere le sue attività. Con rammarico di mol ti l'evento fu superato e il lavoro riprese con grandi dinìcollà. Nonostante ciò la Marina riuscì a costruire una struttura efficiente di 27 stazioni per le radio trasmissioni, il cui risultato nel 1954 era di circa 1.77 J.652 99 (Che d'ora in poi identificheremo con !"acronimo ICI'.).
100 Cnrne le ca ldaie a carbone de lla nave Cherso stessa. lOI Nino Geraci , " L'opera della marina da f!.uerra nei primi dieci mesi di amministm-:,ionefìduciaria in Somalia '·, RIVISTA MARrI TIMA, anno .1951 , vol ume 323, p. 34.
t:amminisl razione jiduciaria in Somalia ( 1950-1960) ...
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parole pe r il traffico interno, 783.646 parole per il traffico di oltre mare, che assom mate a quelle per servizi vari esclusa sta mpa raggiungevano nel un totale di 2.467.500 parole in un anno. Furono cffctLUali sin dai primi anni installazioni di impianti pmtuali di vitale irnporta111,a non solo logistica rna anche economica, fo11e fu la spinta all a messa a punto di rotte di cabotaggio gestite quasi interamente da somali.
Figura J2: Carli ne di dis locazione impianti di radiu<liffusio nc e fari (Colkziunc pri vala).
r Fari furono stanziati a I3ender Cassim ove vi era anche la capitaneria di porto, Alula ove vi era una delle staz ione radio Marina militare, Capo G urdafui , Ras Hafun, Obbi. Itala, Merca ove si trovava una capitaneria di porto, Rrava, Gia mbo e a Gardò un radiofaro avvicinarm:ntu. La M arina istituì, oltre a i vari corsi intern i di cui abbiamo parlato in precedenza, la Scuola Professionale Marittimi e Pesca e cercò attraverso i suoi ufficiali e sollurlic iali di dare una capacità tecni ca di gestione dei predelt.i impi anti ai somali che dimostravano maggiori altitudini.
Figura 13: Freg io del contingente de lla Ma1-isomalia.
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Ini z ialmente il Comando Marina fu di stanza a Mogadiscio ma poi fu sciolto e lì ne rimase solo il distaccame nto. I ,e navi della Marisomalia (nome del contingente Marina in Somalia) avevano trasportato materiale e personale civile e militare per tutti gli anni di amm inistrazione, avevano permesso proprio il trasporto del C.S.S. nel 1950 e ne l 1956 dopo lo scioglimento de l C.S.S., 1956, molti tecnici rimanevano ai loro posti per condu1Te per mano i somali verso una propria autonomia di gestione di quegli apparecchiature e strutture c he erano sta te c reate o rimesse in funzione con tanto sacrificio. La Marina nel J 956, o forse è megli o dire chj rimaneva della Marisoma lia, era in attesa di diret6ve precise circa la graduale sostituzione del personale c he doveva passare alla diretta dipendenza dell'Amministratore fiduciario. Come tutti i componenti del Corpo di S icurezza aveva mostrato capacità tenacia e s pi rito di sacrific io per il raggiung imento de ll ' obbiettivo comune: l'indipendenza e creazio ne di uno Stato. Come tulle le compagini della slrutlu ra militare si trovò di fronte al proble ma di bilancio e vi fece fro nte senza perdere la voglia di continuare nell'opera assegnata, anzi lavorando con maggior impegno e spirito costruttivo.
4.2 Aeronautica Il 1 1 marzo il Comando di Aerosomalia W2, oss ia Aeronautica della Somalia, prese sede nell'aeropo,to di Mogadi scio organizzato in un ufficio Comando, un re pa1to ope raz ioni alle cui dipendenze vi era un g ruppo mi sto, ossia una compagine eo stil.uita da una squadriglia tras porli e collegamento e da una squadriglia caccia, si aveva inoltre la presenza di due rapa1ti uno tecnico l' altro logistico. Come per tutti i corpi anche l' Aeronautica s ubì , per effetto dell a contrazione ordinativa dovuta alle già citate restri zioni di hilancio, una modifica nell'organi co. Da 769 naziouali previsti , Ufficiali , Sottufficiali, truppa e civili di vennero 622 e ntro il I O aprile 1950, per poi arriva re, dopo vaiie successive ridu1.ioni a 128 nel dice mbre 1955 ed in fine dopo lo scioglimento de l C.S.S. a 61 nel clicemhre 1959. L ' Acrusomalia. 11011 ebbe da subito una sua bandiera, infatti, alla costituzione de l comando ne era sprovvista, fu consegnala al reparto successivame nte, esatlamente il 28 marzo 1954. Si adollo un dislintivo particolare, raffigurante un' ala d' aquila sovrastante le stelle della costellazione della Croce del Sud che evocava così il vecchio motto de.Ila aviazione somala del 1930, "Australi sub cruce" 103_ L'Aeronautica poté, da suhiLo contare su IO aeroporti, oltre quello di Mogadiscio, che fu tra l' allro il punlo di appoggio della maggioranza dei velivoli e loro spostamento in quanto l'unico fornito di pi sta in macadam. Dei 54 aeroporti somali a seguito della campagna d ' Africa e del conllillo mondiale ne erano rimasti agihili solo 11 . Con grande impegno si iniziò alla loro I02 Nome del contingente dell'Aeronautica presente ne l decennio di J\mministrazio ne Fiduciaria. I01 Si lvano Hronc hiti, L'Aeronautica df'lla somalia ( /')5 0- /')60).
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messa a punto ed al loro miglioramento, mentre si decise che per il traspoito, in determ inate condizioni meteorologiche, per la struttura degli aeropotti disponibili, per k lunghe distanze da coprire, il velivolo più adatlo era il P5/ Mustang, per i collegamenti a breve raggio l' L.5 Senlinel e per il trasporto aereo, ruolo di maggior rilievo, il bimotore Dou[.;las nelle versioni C.47 e C.53. Nel giro di poco più di tre anni da i 18 aerei iniziali si passò ai 7 del 1953 e dopo lo scioglimento del C.S.S. nel 1958, alla data 3 1 dicembre, la linea di volo era composta da un C.53, due C.47 e due C.45 104. Il 14 marzo 1950 fu la data simbo lo dell ' inizio de lla presenza dcl i' Aeronautica in Somalia, giorno in c ui due caccia P.5 1, in volo di collaudo, sfrecciarono su Mogadi scio dimostrando che dopo nove anni le insegne dell ' Aeronautica erano tornate nel cielo della Soma Ua. Attraversando problematic he di vari a natura vennero poste le basi pe r lo sviluppo di installazioni aeroportuali , aprendo al traffico acro militare 12 aeroporti interni al paese. Vennero impiantati tutti i servizi radioelettrici e meteorologici per esigenze di controllo e per l'assistenza al volo, nonché per l' opera di soccorso in caso di particolari necessità. Proprio una missione di soccorso ad Alula, il I O aprile 1950, aprì le atti vità o pP.rMivP.. SP.g uirono molti :iltri vo li c.on sr.opo rii soc.c.orso e: ric.e:rc.;l, pP.r trn sp or-
to feri ti cd ammalati dai presidi dell'interno. l voli furono effettuati anche per il circolo e trasposto posta, personale in avvicenda mento e per Autorità in visita. Gra nde impulso venne dato al potenziamento dei collegamenti radio tra aeroporti dell ' interno, delle radioassistenze e dell e stazioni meteo. L' Acrosomalia ru impiegata nel trasporto delle popolazioni autoctone dell'interno che erano prive di adeguate vie di comunicazione e relativ i sistemi di trasporto. La scarsità dei mat.e riali di ricambio per i velivoli dovuta alle ristrettezze che si fecero sempre più cospicue a partire dal '52- '53, fu arginala dall 'opera dei tecnici e direttive dei comanda nti decisi a continuare con di gnità ed impegno, pur senza grandi mezzi, l'atti vità assegnata. Ammi rabile fu la capacità "tecnico-inventiva" degli specialisti che, recuperando pc;u.i fuori uso, riuscirono con maestria e preparazione a sopperire a questa grave lacuna, ossia la mancanza di sostegno economico e quindi materiale da patte della PatTia, costretta, per spinte interne e necess ità di ri costru1.ionc del paese dopo una faticosa guerra, a tagliare i "viveri" . Con 4.983 voli , ossia 7.095 ore, vennero trasportati 28.522 passeggeri, 306.316 quintali di posta e I 16.252 to,rnellate di merci e materiali . Con una media di 2 ore e 45' quotidiane il personale riu sciva, con mezzi quasi sempre al massimo del carico, a rendere cllicicnte il servi zio, reso ancor più dirlìcilc dai forti venti monsonici, piogge equatoriali, tempeste di sabbia, elevata umidità e terreni di atterraggio appe na battuti . I sacrili ci e la capacità degli addetti alla manutenzione furono premiati dalla bassa incidenza di perdita velivoli (solo tre di cui due non per cause legale ad avarie), una consolazione magra ma c he da il senso de lla volontà di compiere bene il lavoro assegnato. L' Aerosomalia aveva provveduto inoltre a fornire una giusta preparazione ai somali attraverso corsi I04 Thidem.
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tenuti da Ufficiali e Sottufficiali, un esempio su tutti i corsi scolastici elementari per adulti a c ui ne l 1955 si iscrissero ancora 96 avieri somali e 74 militari somali il cui corpo insegnanti era costituito da Sottufficiali de ll ' Aeronauti ca militare. La preparazione avveniva a nche attraverso l'opera de ll a Scuola per Specialisti Somali e negl i istituti e scuole dell'Aeronautica militare in lla lia. Si fa ino ltre menzione, sempre nel 1955, della presenza di un nido d'infanzia gestito da ll' Acrosornalia105_ L' ultimo volo fu effettuato il 30 giugno 1960, giorno di cessazione del mandato O.N.U., per il trasporto dell'Amministratore italiano a Nairobi, la bandiera che fu l'ultima tra i gonfaloni dei vari corpi a lasciare la Somalia, aveva già raggiunto il Vittoriano in quanto era s tata rimpatriata, dopo una sole nne cerimonia il 28 g iugno l 960. Il Comando venne sciolto con circolare n. 2408/252 del 12 lug lio 1960 dello Stato Maggiore Aeronautica. Rimanevano nel territorio somalo, per l'assistenza tecnica e di supporto per la nascita e funzionamento dcli ' Aviazione militare somala, il nucleo ' 'A.M." (Av iazione Militare) costituito da 20 perso ne, tra c ivili e militari.
4.3 Carabinieri - Poli7.i::i
Sin dal 5 febbraio l 950 le attività de l Corpo de i Carabinieri furono incentrale s ul prob lema del ritorno ne l Territorio, fu quello infatti il g iorno di parte nza del I O nucleo avanzato carabinieri il cui Comandante si apprestava a svolgere anche il ruolo di Capo della po liz ia. Il nuc leo era costituito da 514 unità di c ui 25 Ufficiali de ll'A rma, 143 Sottuffi ciali , 346 tra appuntati c carabin ieri se mpli ci. Il l O aprile 1950 il (ìruppo Carabinieri subentrò nella direz ione della polizia locale, che dal 1945 era stata inquadrata dalla Gran Bretagna e c he aveva in latti il no me di Somalia I'olice Force . A tale proposilo si deve ricordare il non certo fac ile passaggio delle compagini, abituale alla direzione inglese, ad una comando italiano. lnfolli propaganda anti-italiana era stata operata nei mesi precedenti alla venula dei nostri so ldati ed interessò particolam1ente la compagine de lla poliz ia, e a più stretto conta tto con g li inglesi che non vedevano di buo n occhio, né tanto meno nutrivano liducia, verso g li italiani. Attenendosi a qua nto ripo rtalo dalle varie circolari del generale Ferrara si sottoline ava, proprio come elemento centrale e problematico, ne llo svolgersi delle attività di gestione e comando il fattore ''.fidatezza del somalo ", poiché era stata impartita una immagi ne dell'italiano non veritiera e mollo lontana dai veri scopi de ll a presenza su l territorio, inducendo qu indi i somali a sfiducia verso gli italiani. Di fatto, il gio rno dell'ammaina bandiera Inglese e dell'alzabandiera ltaliana a Mogadiscio, i due reparti di poli zia (i nglese ed italiano), si davano il cambio e con essi anche le due Amministrazioni. !05 Varie, faldone "AFIS 1956- 1960'' Ulfo.:io Slorico -Archivio dello Stato Maggiore E~crcito.
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l<'igura 14: Mogadiscio, schieramento dei reparti britannico ed italiano, l " aprile 1950.
Alle 9:30 del mattino le due fanfare presenti salutarono i ri spettivi vessilli e gli stessi ricevettero gli onori, poco dopo un soldato inglese aveva gilt la sua Bandiera tra le braccia mentre in silenzio il Tricolore incominciava la salita s ino al culmine dell'asta da dove principiò a sventolare. Attimi di silenzio e tensione rurono intcrrotli da un giuhilo che segnava così ealorosamcnlc l'avvenuto passaggio. Da quel momento il Territmio già suddiviso in g iurisdizioni dcli' Anna dei Carabinieri (stazioni, compagnie, gruppi etc.) a seconda dell'importanza, vennero stanziate sedi di compagnia, di tenenza, di sezione, di stazioni o nuclei mohili. L' opera dei Carahinicri prese due direzioni , quella della preparazione professionale dei somali sul Territorio e, individuati gli elementi di maggiore capacità, l' affinamento della preparazione in Italia. Un primo ciclo del I corso per Allievi Unìciali di Poli1,ia somala chhe inizio nell'anno 1953 a Pirenze presso la Scuola Centrale Carabinieri. Secondo quanto disposto da A.F.l.S. foglio n. 5 1 1230/2 130 del 9 dicembre 1952, il 1° gennaio 1953 iniziò il Corso Allievi Ufficiali per la Polizia Somala in prosec uzione del primo ciclo svolto a Firenze. Le lezioni, che si tennero dal 5 gennaio al 5 agosto a Roma, furono freque ntate da otto Allievi Ufficiali somali e vennero tenute da cinque insegnanti civili e dieci militari. Le sedici materie spaziavano dall'Italiano al Diritto e Procedura pe nale, non tralasciando educazione sportiva e tecniche di polizia giudiziaria, si insegnava inoltre tattica, log istica, equitazione e dattilografia. Il terzo ciclo del I O corso si svolse dal 1° ottobre 1953 al 31 gennaio del 1954, le materie si riducevano di numero ma aumentava la specializzazione, attento era lo studio al Codice Penale militare e di grande importanza il corso di polizia scientifica. Gli Allievi inoltre dal 22 al 28 aprile e dal I O al 26 settembre 1953 effettuarono gite d'istruzione nelle principali eillà italiane e v is itarono alcune scuole militari tra cui quella delle truppe corazzate di Caserta. di Fanteria in Cesano, la scuola t\eroeooperazione di Cìuidonia e molte altre. TI 15 m arzo 1954 vennero,
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per mano dell'Amministratore Martino, ratti ufficiali di polizia della Somalia otto asp iranti rientrali dall' ltalia. Con Decreto n. I 8 A.F.I.S. de l l O gennaio 1956 venivano istituite le Forze di Polizia della Somalia, il primo Comandante de lle Fori.e di Polizia della Somali a. con decreto n. 19 A.F.I.S. ru il Tcn. Colonnello Umberto Ripa di Meana il quale poco prima di lasciare il Comando, per freque ntare un corso in Italia, aveva inaug urato l' o1fanotrofio per i figli dei soldati.
..;,,.,,,.
Figura 15: Orfanotrolìo voluto da Umberto Ripa di Meana pe r l'accog lienza degli orfani dei militari somali.
Gli successe il Comandante Alfredo ;\mera sino al passaggio del Comando, Il 23 dicembre l 958 I06, al Maggiore Mohamed Ahscir Mussa, passato al g rado di Colonne llo e proveniente dai corsi indclti proprio dall' Anna per la cre az io ne di elementi validi per il c ammino autonomo dello Stato Somalo. Ne l contempo infatti il Comando Genera le del l'arma, lJllicio Adclcslrarnc nlo e regolamenti aveva i ndclto, con l"ogl io n.4 1/22-Ris de l 30 agosto 1956, iI secondo corso Allievi U rlìcial i di poli zia Somala con decorrenza dal I O settembre 1956 al 15 giugno 1957. I fre que ntatori furono dodici , gli insegnanti 14 di cui sette c ivili, aume ntavano le mate rie ad un numero di 18 in quanto s' inserirono i corsi di Arabo e Scherma. Seg uì l'anno accademico ' 57-' 58 per la conclusione del secondo Corso. Nel 1958 si e bbe invece il Corso di Addestramento in indal 06 Decrclo
11.
63604 A.Fl.S.
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gini tecnic he di po lizia g iudiziaria per Ufficiali della polizia dell a Somalia in cui l'approfondimento de lla conoscenza verteva su la classificazione impronte, anali si di lahoratorio, accertamenti fotografici e altre metodi analitici e di catalogazione. Il corso fu frequentato da un solo Ufficiale ma ciù non impedì il rinnovo nell' anno successivo di tale ciclo di pcrlò.ionamcnto. Il SouoTcncntc so malo che uscì dal secondo corso era così in possesso di un 'elevata professionalità e quindi di ripo1tare in Somalia una buona conoscenza di tecniche da applicare in cas i particolari. Il 16 lugl io 1958 la compagnia Comando Carabinieri delle Forze d i Poli zia diven ne "compagnia autonoma Carabinieri italiani in Somalia" composla da un Comandante, sette Ufficial i, 27 sottufficiali e 26 carahinicri. In occasione del 144° t\ nnuale della Fondazione dcli' Arma dei carahi nicri il Comandante delle Forze Amiate, rimasto in tale carica sino al 24 luglio 1958, l'Am minis trato re Anzi lotti conferì alla Compagnia Autonoma carabinieri l'Encomio Solenne. Successivamente ne avvenne lo scioglime nto, secondo disposizioni A.EI.S .. il 30 g iugno 1960, mentre con l'Accordo di cooperazione tecnica tra Italia e Somalia 1imasero in loco un Uffi ciale e nove tra Sottufficiali e carabinieri per assistere ne l loro o pe rato le Forze di Poliz ia somale e coad iuvarle nell o svolg imento uc l proprio lavoro.
4.4 Guardia di Finanza li contingente della Guardia cli Finanza presente a Mogadiscio, da l 9 agosto 1950, era costituito da 35 uomini, di cui qu attro Ufficiali, quindici Sottulfo;iali e sedici militari cli truppa, al comando il Capitano dc Laurcntis 10 7 _ Il compito assegnalo era quello di creare una compagine capace cli vigilare e tute lare le norme di carattere fiscale ed economico, ove si sarebbe in seguito inserito l'e le mento somalo adeguatamente preparalo in prcccdcm:a.
Figura 16: Mostrina da bavero della Guardia di Finanza in Somali a. 107 Da l volume: " Via mme (iialle i11 Africa" seconda parte, la Guardia di Finanza in Somalia dopo l'istituziom: dell'Amministrazione fiduciaria de ll' Ital ia. Comando generale Guardia di Finanza, Roma, Ouohrc 1974.
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F,/e,ia Rigongiari
Per quanto piccolo il nucleo della finan za incominciò, non solo all'istruz ione dei somali in campo fiscale legislativo attraverso corsi di qualificazione per lìnanz ieri , U flìciali e sottuflìciali , ma anche alla divulgazione della legislazione tributaria ed all'assistenza dei contribuenti. Già ne l 1954 alla fine de i due corsi allievi finanzieri e di un corso a llievi sottufficiali si provvide all'impiego immediato deg li stessi nei c;ompit.i meno difficili ma comunq ue di resrmnsahilità. Molta cura fu posta nell'addestramento de i militari somali e lo sv iluppo economico c he seguì negli anni mise alla prova tali insegnamenti, impegnando la compagine somala nell'intensa attività della Guardia di Finanza. Nel l'anno 1956 si chiudeva il secondo c iclo d'insegnamento cui parteciparono sci alliev i Ufficiali somali , che, trasferiti in Italia furono avviati ali ' Accademia e Scuola di Applicazione del Corpo a Roma, pe r frequentare un corso integrativo. Con lo scioglimento del C.S.S., le elezioni del magg io 1956 e la creazione del primo Governo somalo, la Guardia di hnanza passava alle dirette dipe ndenza del Ministero per gli Affari finanziari. Agli inizi del 1957, i somali inviati a Roma concludevano il corso integrativo conseg ue ndo la promozione a Sotlotenenle. Una volta tornati a Mogadiscio venivano investiti delle funzioni inerenti il nuovo grado e le capacità profess ionali. Oltre ali' avvio dei soma Ii verso una preparazione professionale nel 1956, non dohhiamo dimenticare che, durante il periodo seg uente la crisi per la chiusura del canale di Suez 10l\ la Guardia di Finanza prestò ai uto e coll aborazione all 'opera intrapresa dal Ministero degli Affari econo mici. Provvide infatti a bloccare le giacenze dei gene1i alimentari al line di prevenire l'accaparramento dellt: merc i ed il rialzo dei prezzi, collaborò !08 Nel 1956 il Governo egiziano di Nasser nazionalizzò la compagnia che gestiva il canale di Suez. a prcvalcnlc capilalc anglo-francese. Per reazione r-rancia e Gran Brcrng na, di concerto con lsn1c lc, aggredirono l'Egitto.
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alla stesura di un dec reto legge e manato per re primere ogni ti po abuso realizzabile in tale momento di diffi coltìi. Questo intervento limitò i danni che si verificarono invece in altri paesi conlinanli, ossia una limi la1.ionc nei consumi cd un innalzamento de i prezzi. Ma il 1956 vide anche lo studio ed il perfezionamento, da parte de ll a commissione legislativa pre posta, di concerto con la Finanza somala, di un ordinamento sugli scambi c ommerc iali con l'estero e sul reg ime valutario. La G ua rdia di f<inanza fece valere le sue competenze e di retti ve apportando migliorame nti sia in affari interni che esterni , potenziando le strutture e servizi già esiste nti , creando nuovi reparti in relazione alle crescenti esigenze, completando i quadri sino al totale ade mpime nto del proprio incarico. nonché la sco mparsa delle deficienze di serv izio. Provv ide alla costruz ione di nuove case rme, alla dotazione di tutti i reparti di automezzi ed un'adegua ta attrezzatura tecni ca, csportù il s istema gerarchico, di runzioni , ord inamenti , carteggio d' urli cio così come crealo e utili zzalo dalla Madre Patria e lo stesso sistema tributari o fu ispirato a quello italiano Vi fu la collaborazione della G.F. somala con le Com mi ssioni competenti per l'clahoraz ionc di norme lìnam:iaric e continua ru la presenza attraverso la lìgura del Comandante. nel molo di membro permane nte. in seno alla Commissione tecnico-consulliva per il rilascio di licenze import-export. Ui rilievo fu. altresì, l'opera del Nucleo di poliz ia tributaria di Mogadi scio per la real izzazione di uno schedario tributario. Infatt i dopo una rilevaz ione anagrafic o-tributaria, attuata nei primi due anni , dei contribue nti della sede e dei centri più importanti nel Territorio, allravcrso una diffic ile e lunga opera di classificazio ne dei contribu enti, ne lle varie categori e di reddito. il Nuc leo dette v ita ad uno schedario di elevata validitìi ai fi ni del servizio. In conclusione dohhiamo notare che i riconoscimenti ottenuti dalla Cìuardia di hmmza durante la sua presenza in SomaJj a, nel decennjo d'ammirùstrazione, sono diversi e danno il senso dell a estrema importanza del corpo nella corsa al raggiungimento di un 'indipendenza gestionale del Territorio da parte dei somali stessi, ohicllivo per eccellenza di tutto il C.S.S .. Nel 1956, con precisione il 5 lug lio, giorno della festa di Corpo, il Segretario Generale dell 'Amministrazione Fiduciaria, in riconoscimento dei meriti acquisiti , concesse appunto il seguente encomio: "Attraverso sci anni di assidua ininte rrotta sc rupolosa azione di servii.io per la tutela deg li interessi tributari ed economici de l Territorio, mediante costante ed appassio nata opera, supe rando molte plic i difficoltà ambientali, conlri huiva notevolmente alla forma zio ne di una disciplina e(·mwmica in Somalia, base indispensabile per la costituzion e del f uturo Swto somalo". Altro riconoscimento fu in seguito concesso dalla stessa Autorità al Comand ante de lla Guardia di Fi nanza della Somalia e a lla fine de lla presenza in Somalia il giorno 9 ma rzo 1959, il Comandante ddlc Forze Armate dell a Somalia concesse l' e ncomio a ll' ultimo Comandante della Gua rdi a di f<i nanza de l Paese, Capitano Creti pe rché "con la sua infaticabile a zione re ndeva possibil e, in data anteriore al previsto, la compl eta somali zzaz io ne de l Corpo, effettuata in perfclla c rtic ic nza".
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Capitolo V
I RAPPORTI ANNUALI A.F.I.S. Dall'esame del primo Rapporto annuale de l 1950 a quello del 1erzo, nel 1952, gli Organi delle Nazioni Unile chhero modo di coslalare il carnhiamenlo, seppur lento, dcl l'allcggiamento dei rappresentanti politici somali nei confronti dell'Italia e del suo operato. Tant'è c he al Consiglio di tutela che di scu teva sul Rapporto del 1952, Abdulcader Mohamed Hassan, in rappresentanza di alcuni partiti sollceiLù l'aiuto inlerna:1,ionalc in appoggio all 'allività dell'amministrazione italiana, mentre il Rappresentante della Lega dei Giovani somali, Abdu llahi Issa Mohamud pur ric hiedendo assicurazioni circa l' indipendenza somala entro il 1960 assicurò c he la Lega stessa si rendeva conto delle difficoltà dell 'espletamento del Mandato affidato al l' Italia. La storiografia in tale occasione te nde ad enfatizzare gli atteggiamenti posi tivi, in favore della nostra Patria, si riportano per esempio il commcnlo del delegato della gran Rrelagna, Alan Rum , e quello degli stati Unili d'America, Mason Sears, g lorilìcanti l'opera messa in atto dall'Italia, ma dobbiamo invece considerare, con piÌI ri gore storir.o, imr.ora ape rta la rliffirlenza internazionale nei nost1i eonrronti , la preoccupazione di molti somali circa le modalità dell'intervento futuro italiano e la non condivisione di alcun i atti di forza compiuti comunque per il man1enimento dell'ordine. Perché non riconoscere le prohlemal.iche di gestione e controllo di tale territorio? Perché non annotare sentenze presentale da alcuni rapprese ntanti somali, ad esempio negli armi '52, '53, proprio dirette all'O.N.U. e contenenti critiche alla presenza italiana? Molto più realisticamente ci dohhiamo e possiamo soffem1arci invece su un reale livellamento, avvenuto negli anni, delle dillidcnze reciproche italiane e somale, un dovuto riconoscimento da parte internazionale della creazione e messa in funzione, attuata dall' A.F.J.S. e C.S.S., di strntture necessarie, prima mancanti, a lla vita civile di un Paese. Dohhiamo inollre, sulla stessa scia d'intento, annotare che la prcscnta:lione del quarto Rappo110 Annuale ali' Assemblea delle Nazioni Unite ripo11ava nuovamente attenzione sull'opera svolta nei 4 anni di Anunùlistrazione, in termini simili a quanto espresso dall' J\mmi nislratore Mart.ino al Lerzo convegno economico italo-africano tenutosi a Milano in occasione della grande Fiera Internazionale, alla quale il Territorio era stato presente con un padiglione, altresì simili al briefing su lavori dell' A.F.I.S. dall'inizio del mandato pronunciato, sempre daJJ ' Amministratore Martino alla Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale a Roma. Intendo qui dire che sia plausibile che non tutto ciò che effettivamente si verificava o si era verificato nel trascorre re degli anni nel Territorio venisse riportato fedelmente nei Rapporti diretti all'O.N.U., o in di scorsi proclamali nelle più disparate sedi. Quindi possiamo solo soffermarci, più serenamente, sui dati economki di spesa e rendiconto, possiamo constatare che comunque, hene o male una parte cospicua della somma destinata alla Somalia si impiegù nel seltore dell'istruzione, dello sviluppo economico e c rescita professionale della popolazione.
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Dal scslo rapporlo all'O.N.U. si desume che la popolaz ione scolastica si aggirava s ulle 25 mila ur1ità e che 155 giovani erano ospiti di Univcrsitù, sc uole militari ed istituti superiori e che, notizia scarsamente riportata in re lazioni uffic iali, si cercò, con accortezza, di trattare argomenti lo ntani dalla mentalitù dcll'llalia di al lora, attraverso il Vademecum per Uffic ial i iLaliani del C.S.S, quindi un lesto dirello ad una fasc ia ben defin ita di indi vidui, che descriveva prassi legate alla re ligione islamica 109, ma anche per mezzo de ll a radio e gio rmtli, come il Corriere Somalia, che inf'ormavano s u cvcnLi interni legali all a Lradizionc, coinvolgendo una più ampia fascia di interloc utori. Durante il mese di maggio de l 1954, infatti. proprio la Radio trasmise un programma speciale dal le ore 22 a l le 23 a base di musiche e le11ure varie, di spiegazione del Corano in lingua somala durante il mese del Rarnadarn , a l termine del quale. il 5 giugno il Segretario Generale dette un Ricevi mento nel la sua Residenza. Se si procede all'esame del rapporto del 1954, c he pre ndeva in considerazione l'opera della seconda Missione di visita delle Nazioni Unile del scllcrnhrc dello stesso anno, le conclusioni sono sempre le stesse. ossia favorevoli reazion i per ciò che era stato raggiunto nei 5 anni di tutela, nonostante i giudizi difformi della Missione stessa. Forse il moli vo è da ricondurre a lla positiva visio ne d'insieme esposta dal Consiglio consultivo ma la ciliegina sulla to na fu senz' altro la frase del Rapprcscnl anlc degli Stati Uniti, Mr. Edward Mulcahcy, c he alformù come l'Arnrnini slrazionc Italiana in Somalia "rappresenti un esperimento che polrchhc realizzare i sogni e le speranze di un ' opinione mondiale illuminata circa il desti no futuro dei Paesi che non hanno ancora raggiunto la piena indipendenza"' 10 • Nel 1956, al nuovo dihatLiLo al Consiglio di tuLcla, l'Italia si presentava con nuove caratteristiche derivanti no n solo dalla vo lontà di scioglimento di un importante co mpagine della gestio ne de l territorio, il C.S.S . e conseguente sistemazione del personale indcrogahilmcntc non sostituibile presso le varie amministrazioni , ma anche come me mbro del Consiglio stesso. A llra novità rilevante fu l' intervento ne l Rappo110 italiano relativo all ' anno precede nte (il 1955) dei rappresentanti della prima Assemblea legislativa. del Presidente dell'A ssemblea Aden Ahdulla O sman, del Vice Ahdi Nur Mohamed cd il Primo Ministro Issa Mohamud. Molti riportarono, ovviamente le parole de ll'On. Aden che si compiaceva de ll'affidamento che l'Amministrazio ne italiana faceva sui somali, dimost ra to con l' anticipo dell 'assegnazione di ruoli e poteri a mminislrativi e legislativi rispello ai termini prefissati. È comunque vero, desumendolo dal Documento T/ 12 11 " Rappo rto I" aprile 1956 - 3 1 marzo 1957'' che il Consigl io stesso, con ava ll o italiano, avesse frequenti contatti di collaborazio ne con i componenti del (ìovcrno somalo e dc li' Assemblea, con parli e gruppi politici e con privali cilladini . Nei resoconti della XXIV sessione del Consiglio di tute la , "Supple mento n. I09 Yade met:um della Somalia per ul'lit:iali e sotluf'fit:iali , Staio Maggiore Esert:ilo,
1949, Cap 4 paragrafo 4 pgg. 62 a 68. I I O Relazione ufficiale al Parlamento Italiano, consegnata dal Ministro Affari Esteri O n. Antonio Segni . ottobre 196l Ro ma.
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4 (A/4 I00), parte generale", rig uardante il 1958, si ritrova il riconoscimento, da parte del Rappresentante dell ' URSS che ris ultati concreti erano stati " invero" raggiunti ne l Territorio durante il periodo di tutela e che era lodevole la proposta italiana di fissare come meta c.lcll'indipcndcnza somala il giorno 2 dicembre 1960. Aggiungerci che ancora più rilevanti furono i giudizi espressi dal Rappresentante della Repubblica Araba Unita, sempre durante il resoconto 1958, riconoscendo i progressi in campo sociale, politico ed educativo somalo. Egli dichi arò c he dopo il raggiungimento della costituzione dello Stato somalo " questo adempimento meriterà di essere iscritto negli annali della Storia" 1I I. Parole favorevoli, forse in questo frangente dovute all ' ormai palese progresso somalo, furono espresse dal Delegato francese che pose in accento la brev ità del Mandato e così come fece il rappresentante australiano, e quello dell'India. Persino l'U RSS, non prima di un'attenta analisi de lla relazione preparata dal Ministro somalo degli affari economici, espresse compiacimenti per la situazione di progresso raggiunta . In conclusione s i può affermare che al lV Comitato del l'Assembl ea generale, 962" seduta del 20 novembre 1959, il dibattito durant.c il Rapporto del Consiglio Consu lti vo su l!' Ammin istrazione de lla Somalia presentò tutti i D e legati , dal Giappone agli Stati Uniti d ' Ame1ica. concord i nel riconoscere come buono, in alcuni casi ottimo, il lavorn Mt1rnto cbll' Amm ini strazione Italiana. Questa realtì1, di una ex coloni a portala a ll' autosufficienza pol itico civile , fu perciò e leme nto di rill essione. Alcuni stati auspicarono che l'ese mpio italiano ven isse seguito da a ltre Autorità amministratric i e di tale opinione era fermo assertore Rahnema. in rappresentanza dell'Tran. I ,a nascita dello Stato somalo, raggiunta grazie all'opera italiana, sollevù per di più l'interessante discussio ne tra i Paesi di recente indipendenza, sia nella 965" sed uta da parte della Guinea 11 2, del la Rcpuhhlica Dominicana 11 3, de l Marocco 114 e della Tunisia 11 5, c he ne lla 972" d e l 27 novembre 1959, in c ui fu 111 Documento T/PY. 1028 del 27 luglio .195'), Rapporto a l Consiglio di Tutela. I 12 li primo dei possedimenti fran cesi in africa a divenire indipendente fu proprio la Guinea nel 1958, pagando durame nte le conseguenze devastanti dello smantellamento complclo dell'apparato economico coloniale. Primo Presidente fu Sékou Tourè, leader storico del movimento panafricano, nonché capo del partito democratico. I I 3 I ,0 stato caraibico per la sua debolezza fu soggetto a contiue invasioni, ispanica e francese in primis. Solamente nel 1865 raggiunse l' indipendenza ma nel 1916 fu occupat.:1 dagli USA divenendo Protettorato sino al 1924 1i manendo da tale data nell'orbita statunitense. 114 Dopo la Seconda gucm1 mondiale le agita1.io11i indipendentistiche contro Francia e Spagna si moltiplicarono e trovarono il loro principale protagonisla nel pai1ito lstiqlal il cui opcrnto crn incoraggiato da Yussuf Moametto V, Sultano deposto dai francesi nel 1953. Gnl/je ad una soUcvazionc popolare con l'Appoggio del partito arrivò l' indipendenza nel 1956 sotto lo scettro di Maometto V. tangeri tornava sotto sovrnnitì1 rnamu:hina seguita da lfni nel 1966. I l5 Dopo il conflitto armato tra i guerriglieri (fcllagha) cd i fran cesi che occupavano il territorio, la [rancia cedette e la Tunisia il 20 marzo l 956 divenne indipendenle. Membro della Lega araba si mantenne comunque solidal e con l'occidente evitando gli eslremi smi del nazionali smo arabo più radicale . Nel 1988 aderì all ' Unione del Magrhreh
arabo (UMa).
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fissata la data del I O luglio come giorno della Indipe ndenza somala ed in c ui si volle affermare. spec ie dal rappresentanlc indiano (S ig nor Rasgotra), che ta le indipendenza poteva e doveva essere l'ini zio del processo evolutivo di vaste aree de ll ' Africa ancora sollo regime coloniale. Tutti si rendevano con lo, per esperienza diretta, anche se con diversi vissuti , delle difficollà e problemi che dovevano essere risolti durante il processo di limnazione e nascita di uno Stato. A magg ior ragione coloro che ne rurono testimoni diretti come il Regno Unito che si univu al coro di apprezzamento. Non do bbiamo negare che a lcune critiche furon o mosse alla gestion e italia na, a nc he se il senso critico del Consiglio Cons ulti vo si e ra arfievo lito di anno in anno. anche ne ll ' ultimo Rappo rto annual e a l Consig li o di T ute la, riguarda nte il pe riodo dal 1° aprile 1959 al 3 1 marzo I 960, si po neva in luce qualche pecca , ma il g iudi z io nel complesso era più che favo revole come sottolin eò M a uro Baradi , Presidente de l Con sig li o consultivo durante la XXTV sessione. Il I 0° ed ultimo rapporto del Consig li o passava in rasseg na i progressi avuti negli anni del Mandato, i I trasferimento dei poteri inte rno alle vari e Istituz ioni ed i meccani smi e di sposiz ioni messi in allo in vista della indipe nde nza. L' ILalia nei s uoi rappo rti al Consig lio ovviamente aveva m esso in luce i trag uardi raggiunti (trattati nel parag rafo " lo Sviluppo") ma era chi aro c he lo sforzo per raggiun ge rli era stato alto, c iù testimoniato dall e parole dc li' Ambasciatore Edmond de Hol lc Castell o c he ri cord ò l'opera affida la all' ltalia come un vero miracolo, compiuto con te nac ia e con la collaborazione anche de l popolo somalo . Al dire di Mr. Edmond, in nome della Nuova Zelanda, un miracolo persino imharazzante pe r altre Autorità Ammini stratric i I 16_ Per il rappresentante francese Kosezi usko-Mori zet fu una scommessa, 4uella itali ana, che: " ... oggi - dichiarò durante l'ultima discussione - hanno vinto ... grazie alla loro tenacia e al loro genio di costruttoii" . Molto soddi sfatto il delegato dell ' lndia, Mr. Jha, che parlò a lungo dei princ ipi cui si e ra ispiralo il progetto di Costituzione de lla Somalia. ritornando a parole di elogio anche durante il progetto di risoluzione del Consig li di tutel a. La sessione si chiuse il 30 giugno / 960, l'Ambasc iatore Ortona, rappresentante italiano presso le Nazioni Unila, dette la comunicazione del tcslo del teleg ramma indiri z;.,.a lo dal governo italiano al Segretario generale dell'Organi zzazione per informarlo de lla cessazione c lTc lli va, nella notte stessa, dell'Amministrazione di tutela italiana e della divenuta indipendenza dello Stato Somalo. Seguirono nuovi plausi verbali e non, nei conf"ronli di Ortona, de i De legati italiani, del popolo e Gove rno somal o, da parte di tutti presenti: Belg io,
116 Documento T/PY. 1907. Di s<.: ussione d ella Sessione XXVI, Consiglio di lulcla, maggio-giugno 1960.
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C ina. f<rancia, Paraguay, Regno Unilo, Repubblica Araba Unila, Stati Unili d'America e del Presidente bi rmano.
Il 1° luglio /960 la Smnalia era indipendente, era nata la Repubblirn Somala 11 7 ; il Presidente provv isorio, Aden Abdu llah Osman , cspl ic ili'i s ubil o la volo ntà della Repubblica di entrare a far parte delle Nazion i Un ile. h1 così inrormato il Seg retario Generale de ll' O .N.U. e la richiesta fu po1tata a l Consig lio di Sicurezza, convocato apposilamcnlc il 5 luglio del 1960 e rormalO da: il Presidente Correa (Equatore) ed i De legati di Argentina, Ccylon, Cina, Stati Uniti d ' America, Franc ia, Itali a, Poloni a, Regno Unito, Tunisia, Unione delle Re pubbliche Socialiste Sovieti che. Nella seduta di esamina de lla richi esta suddetta, avanzata in sede da Italia , Regno Unito e Tunisia , L' Ambasciatore italiano Orto na. si soffermò ancora sLil dipanarsi, nel decenn io 1950- 1960 11 8 , delle atti vità e modalità di progresso de l terri torio somalo, nel quadro dell a s pinta motrice degli italiani che erano riuscili, stringendo rapporti amichevoli e di collaborazione, a portare a buon fine la missio ne affidata proprio dall ' O.N.U. e veder realizzato in un breve periodo, in relazione a ciò che offri va il Territorio ne l 1950, di un prog resso politico, economico e c ivile notevole. Il Regno Unito, nella persona di Picrso n Oixon. l' Argentina con il s uo rappresentante Quijano, la Francia allravt.:rso le parole di Millet, i De legati Wijegoonawarrdena per il Ceylon. Slim per la Tunisia e Wilcox per gli stati Uniti d ' America resero omaggio all'opera compiuta dall ' Italia e al progresso de llo Staio Somalo. Da parte britannica si ebbe il riconosci me nto c he durante il <;moni toraggio"' dell 'opera svolta nel Territorio, cresceva l'a111111ira1.ionc per il Governo e la gestione italiana (q ue sto probabilmente per una reticenza e prevenzione ini ziale verso le capac ità ita li ane). Tuttavia i di ec i a nni, secondo i britannic i, erano una lcgiuimazio ne a lt a per la riconoscenza che il popolo somalo nutriva, ora, per l'llalia. l •"elicitazioni si ebbero da parte della Prancia e tulli riconobbero l'alto li vello po litico c ivile cui e ra riuscito a raggiungere il popolo soma lo. Di certo l'entu siasmo, secondo mio giudi1.io. non prove niva soltanto da c iò c he si era riusciti ad ottenere, ossia uno Stato indipe nde nte e capace di cammi nare con le proprie gambe, ma anche dall ' incerto ini zio, visto come una vera e propria scommessa da molli . Pochi credettero alla riu scita di tale intento. Ora peri'> i folli parlavano e il Popo lo so malo mostrava una maturità c ivile radicata, seppur g iovane. Unan ime ru l' approvaz ione con la qual e il Consiglio di Sic urezza raccomandava ali' Assemblea gene rale l'ammi ssione de ll a Rc puhhlica Somala in que lla compagine, unanime fu la votaz ione, durante la X V sessione, nella seduta del 20 settembre 1960, c on c ui l' Asse mbl ea general e acco lse la raccoman dazione. 117 Si riporta, in ALI ,EGATO 7, la legge c.:un la quale si anticipava l'indipendenza somala e quindi si stabiliva la cessazione dell ' A.F.I.S. ( 1° luglio 1960). I IX ALLEGATO 7.
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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE L'analisi dell'attività svolta dal Co'l)<> di Sicurezza nel periodo di amministrazione della Somalia sollo egida O.N.U., offre nei dettagl i esecutivi e nella capacità di impiego delle risorse professionali ed intellettuali, una straordinari a chiave di interpretazione delle concrete possibilità, che polrchhc avere un contingente militare, di conumcrc al superamento della delicata fase di transizione di un paese da una situazione di c1isi sociale politico-ecoonomica a quella di stabilitf1e di ordine interno. Nasce però un paradosso: i militari, forza esecutrice e coattiva, diventano nel contesto esaminato uno strumento llcssihilc, adatto in situazioni di emergenza civi le alla realizzazione del decollo istituzionale e sociale di un popolo. I sei annj presi in considerazione sono stati dedi cati all'assolvimcnlo di un compito c he sembrerebbe implicito nella stessa acce zione dell 'acronimo C.S.S., ossia ric reare una cornice di sicurezza per garantire l'incolumjtà fisica di tutti i membri dcli' Amministrazione 1, iduciaria e l'ordine pubblico sul territorio. Tutto ciò era indispe nsabile per consentire lo svolgime nto delle attività necessarie alla costruzione di uno Stato, assistendo il cammino di una popolazione sino al conseguimento della piena indipendenza cd autonomia. Il Corpo di Sicurezza però sviluppò altresì una ampia gamma di impegni che non attengono propriarncnlc alla srcra dell'organi zzazione militare, come l'islruzionc primaria, l'alfabetizzazione su vasta scala, la formazione professionale di tecnici qualificati , addetti alla pesca ed agricoltura, clcuricisti clc., la costru zione d ' infrastrutture e persino la polahilizzazionc idrica. A ciù si aggiungano i sensibili contributi ai traspo11i, il ripristino e la messa in opera della fatiscente viabilità, il funzionamento delle strutture portuali, la promozio ne e la tutela delle rotte costiere per il piccolo cabotaggio. Sotto il profilo più strettamente umanitario sono da sottolineare il funzioname nto di strutture ospedaliere e di pronto soccorso, la formazione di assistenti, infem1ic ri cd infine, soccorsi e trasportj sarutari di emergenza. l.n temùni più attuali l'azione svolta appartiene alla dimensione del "NationState huilding" in cui a contingenti militari. fuori dagli schemi tradizionali, può essere affidato il delicato compito di realizzare il henessere e la promozione sociale e culturale della popolazione, nonché la base per la nascita di uno Stato. ln questo il C.S.S. è stato l' antesignano di una tradizione italiana che si è sviluppala in questo ultimo decennio e prosegue attualmente nell'attivitù di peace keeping. o più tecnicamente di I'eace Support Operations. Nell' espe1ienza italiana dcli ' Amministrazione Fiduciaria il C.S.S. è stato lo strumenlo llcssihilc cd incisivo nell'avvio di un paese all'indipendenza. La sfida per l'Italia ru consistente ed impegnativa. Non si trattava solo di recuperare una credibilità internazionale ma anche di farsi accreditare una reale capacità di tutela di un paese non ancora sviluppalo, indirizzandolo verso un valjdo sentiero di crescita. La sfida ru consistente sotto il profilo economico, logistico ed o rganizzativo, allora amplificata rispetto alle effettive risorse disponibili in quel momento in Italia, un paese provato dalla guerra e afflitto dai problemi della ricostruzione e della disoccupazione. ove l'unico rimedio disponibile sembrava essere l'emigrazione.
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U na dura politica di co ntenimento della spesa accompagnò ben presto il cammino de ll ' A.F.T.S. e molto più que llo del C.S.S. i cui Comandanti furono progrcssivamcnlc schiac.x:iali dal proble ma de lla insufficienza complessiva delle risorse. La continua necessità di ridurre il personale, cercando comunque di ragg iungere quegli obiettivi considerati " minimi". di efficie nza ed efficacia. cominciò ad intaccare la stessa compattezza del contingente c he proprio nei primi anni di atti vità si era contraddistinto per coesione cd unitarietà nella propri a azione. Ciò comportò, tra l'altro, il so vraccarico per i quadri che dovevano sostenere attività didattiche prolungate e differenziate. La sicura conclusione, un po' in sordina e ant.icipata nei tempi, della missione de l C.S.S., nonché il suo sciog lime nto, vanno visti nell'ottica della forte costriz ione finanziaria a cui i militari risposero eccezionalmente, con g rande dignità, riuscendo a concludere il processo di somatizzazione di molti reparti prima de i tempi prev isti. Inoltre la decisione di lasciare un a l'orza di Polizia, dopo lo scioglimento del C.S.S., rispose a ll a precisa scelta di gravitare, con le limitale risorse. sulla slrullura dire llamente operante nel settore dell a sicurezza pubblica. Tale organizzazione andò di fa tto a costituire, per l'Autorità del nascente Stato, un telaio di riferimento su nmo il territorio, sia dal punto di vista simbolico, sia, soprattutto, sollo il proli lo della tutela della legge. in quei tre anni rimanenti sino al la data dell'effettiva indipendenza. Il mantenere una rorza mobi le di tipo blindato, alle dire tte dipendenze dell'Amministratore, certamente " anomala" dal punto di vi sta militare, appare invece pie namente ri spondente a c rite ri d' impiego ne lle situazion i di emergenza, in c ui è necessario poter esprimere un minimo di capacità di deterrenza impreviste e a grandi distanze. La rinunc ia invece a mante ne re un nucl eo di base rispondeva alla necessità di evitare onerosi vincoli pe r il futuro, poiché l'Italia si sarebbe trovata impegnala in anni di assistenza lccnico-mili Lare e c iò sarebbe stato fuori da lle re ali possibilità finanz iarie. Nel bilancio di fine missione, comunque, si può onesta mente annoverare il contribulo dei militari fornito ali' /\ .F.I.S., sia ne l processo di avvio de lle attivi tà politic he - isti tuzionali , sia attraverso il sostegno e le garanz ie assicurale al regolare svolgime nto delle prime e lez ioni amministrative e successivamente politiche, nonché alla forma7.ione di una classe dirigente, agevolata e sostenuta, in Italia con la frc4uc111.a a corsi presso le Accade mie e Scuole militari - ricordiamo che ne l 1959, secondo qua nto stabilito da Decreto Ministeriale 11 9, vi fu l'ammissione e frequenza di tre militari somali al)a Accademia Militare di Modcna 120 - e in Somalia con la pro1:,rressiva responsabilizzazione del personal e somalo aHe armi e la frequentazione del Collegio per i figli di militari somal i. I l9 D. M. del 2 1 agosto 1959, in d ispe nsa 29 agosto, n. 35 circolare 423 pag 1334 de l Giornale Militare U lfa:iale. 120 Per l'esattezza l'ammissione fu al 16° corso, ossia biennio 1959- 1961. come ud i-
tori m a so ggetti alle stesse regole inte rne. I tre Militari a llievi som ali pa1teciparono a tutti i diciassette corsi. I ,e spese di manten imento furon o sostenute dall' Amministrazione Pidueiaria stessa. A fine corso furono assegnati ali ' Arma di Artigl ieria e Fanteria (carristi), serietà e fa ci lità ne ll'inserimento della virn d' Accademia.
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In tale dimensione, pur w n tut.li i limiti e le c.Jclusioni, l'azione de i militari italiani fu allora esemplare nel promuovere un modello di integ razione statuale e soprattutto di senso di appa,tenenza ad una ide ntità nazionale. La capillarità e la diffusio ne s ul territo rio de lle unità militari italia ne, progress ivamente sostituite c.Ja quelle o rgani che del nascente esercito somalo, costituì, a poco a poco, l'elemento c.Ji ri l'crimcnto e di coagulo della nuova organizzazione stata le so mala e, ne l frattempo. fo rnì a ll ' Amministrazione centrale t\.F. T.S . con sede a Mogac.Jiscio il modo di po ter proiettare e coordinare, nell'ampio te rritorio somalo, i semi pe r la costit uenda struttura del nuovo Staio. Si deve pe rò ev idenziare un limite nell' impostaz ione della politica estera italiana. oss ia quello di 11011 aver collegato alle auività cd azioni ini1.iali , ohiellivi conseque nz ia li e quindi differiti nel tempo, anche se, s uccessivamente a ll ' inclipcndc n1.a dell a Somalia, si ebbe la stipulazione cli Trattati di Amic izia e di coordina me nto economico italo-somali . È da sottolineare, inoltre, che il "ritorno", a fronte di difficili impegni assunti inte rnazionalmente, fu rnoc.Jcslo ri spetto ai costi economici ed umani richiesti . Nel dece nni o dcli ' Amministrazione fiduciaria i sacrifi c i e le spese fatt e furono senz' altro mo lti ed alti, me ntre i ricavi furono scarsi. sia in ambito storico che c.Ji riconoscimento internazionale. Resta comunque inde lebile ed e ntra quasi ne l nostro patrimonio culturale la figura de l militare italiano con il ruolo di "State huilder ", che sa anche operare come costruttore c.Ji civiltà dimostrando una professionalità ed una umana atte nz ione ali" altro c he prescinde dalla definizione cano nica cli soldato.
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/!,'l ena Bigong ia ri
ALLEGATI Allegato 1
DELLA DIFESA STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO
IV Battaglione Motoblindato I
~
COMPAGftflA
.VADEMECUM DELLA SOMALIA (per
la
T r uppa)
(
1949
l'a,nmi11is trazio11e.fìduciaria in Somalia ( 1950-/960)...
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2. NOTIZIE SULLA SUDDIVISIONE IN COMMISSARIATI E RESIDENZE DEL TERRITORIO DELLA SOMALIA E DATI STATISTICI SULLA POPOLAZIONE D u rirnle l'arnmini st,l'a.zione italianu, il Lenilorio ùella fio r11ali<:1. P.ra sndrliv iso in Cornmiss ft ri,11 i . 1 Comm issa . 1·ic1li in R esid en ze . A -c apo di ogni Con ,rnissaria.to \'i era. un CommiSIS<.l rio ,r-ivile o mililart> . A cil-PO di og ni H.c;:..idcmJ(i un r csiòe n te civile o militare . LP relazfoni eon le ,popolazioni vcniv.ino svolte da 1 ~udd Pt.li fu nz ion ari (C()mmis.. ">an o r•csid e nt i) per Ln1 111ile <k·i c.i pi cabil a e d(~i Cadi 11ornirn-1t.i t.l.lll'au lm'i"lù <'
/ .irwnd i ali . I ,a giustizq.t P r1,111nli nistrala rlai _., i.1·nl,u ru ilal ia1ia .
<:adì tc·
,d all a rnagi-
l Cadì giuclir·ano in bnse al diritto m11.s~11 lmano (St·eri a) c·<i ,ti diYiUo 1·o nsrn:t,11dinario 1' 1 e tur). r r'<'3id en1i ·g iuJ ieano "le eat1se ci vili e p.cnal i di minor e grnvili1 tra ci Uadini italiani e ·trr1,nieri e tm qu e-
sti ed i nativi. J,,, •'au <-e p iù irnpo d.,rnti son0 th •v0lu tt' al giudi"e d nlln Colon i/-\.
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Elena Bigongiari
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LcnuLc in graude considel'azione p.erc.llò di or1g1m non bene definii.E> p, f,er chi> apparbengouo u COJ)P.i negroid i, ed esi.wcit.ano mestieri che i somali cli ruzza pura di;;,prez.zano. Queste genti sono c.ostHnitP. dai : 'l'umal (fa.bbt·i ), Midgau (cacx:ialori , medici ~ lavoraLori d el cuoio), J~Lir ,(:;,intu..,;;forie ~d indovini}, Miwanni (cosl.ru lLor.i <li capanne), Eile (calX'iatori eù alle:vatori <li e.ani ), Bagiuni (pescatori}, Oaboni (hivorttl;ori della t.crri.1.). Oli apparlrnenti ttllc suddelte popol:azioni hanno in genera.le i caratteri ·fisici ben, dive~i ùa quelli dei somali: slatnra poe-o alla, Ci!.POlli lan0$i, p 1"0gn ati::-n10, fort-e sviluppo tfrlb:.L 11wscolatm~,1,, setto nasale al1arg1tt0. Le cabile. Le prin eipa.li cahiìe. sono: Osman Mahamud. 1\li Solirnun , 8 1111,Ton,_Issa. M-alrn.mo(l, Df'6oe.Ì*.i.a , Alì Gilmi i l, Uguz; S0lin:11an, Dolbohanta, Omar Mahamur! , himail Solima!l, U1t.rsa.n gh e l l i, Abduraim Roliman, iJaJdamoe hc, f,rlMIC IUR11NL,. -
C.il55€ ,
Gwptnn io, Ghossagull&, Issa Da.rof, Arrd:)i, Arnan-
kh, IsmaiJ. Jnni-:;, Abda.lh1, A:hdulla, -f ;h ~ll,"i'kì Cnhò, Aor thab le, Liban nhe::.al, Ocioma.,d1\ Iùig I<1alo, Uabrnei a . IL TeRiHTORI(1 nE1 . NOfai.. - Otnal' M.it,arnmi , f &~ÌL ~iHJnunnò. Rnno porò a!J,l'h P. rapprosentatP, si.i Plll'l' il, 1nioim~ partP, talune cabile propr.i e de.Ua Mii:ri\H'lirtia. ft!!CtO~E 01 Omni\ . - Omar l\tla.hii.Jl'.md , A\terglwdi.r, R rissa, R~r Anlism, Abdnra.im .. B,;Ni\lllR. Ave r g ht1tli r, l\ u:ullt-, t\g-11'1.t\W, n a;fdi ,\ddo , GalA"i,,1, Gi1!1 P1 A lcfo ll,t Oal11 tr1, Himal, · Jca<:t:!t
r.:u Onl&·, Mobilen, &eeal, Uaesle, Uari$angh~m 1 El.&i. (;heledi, Giddo, Mn1'0$ilda, Tunìlli. .• ·'
L'OLtu GIUBA. -
Rarii, Moruun~ Zupiàr, Bert.iì-
4"{·!}, Maca.bul, TaiJamoghe, At.Hon, ~ . ,•
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L'amministrazione.fiduciaria in. Somalia ( / 950-/960)...
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Allega/o 2 (B)
l)if'hiara zione
I) " I Governi dell 'Union e delle Rcpuhhlichc Socialiste Sovietiche, degli Stati Uniti d ' America e della Francia, convengono di decidere di comune accordo, entro un anno dall 'entrata in vigore del Trattato di pace con l'Italia, che porta la data ... , della so1t e definitiva dei possedimenti te rritori ali italiani in Africa, sui quali l'lralia, in base all ' articolo ... del Trallato, rinuncia ad ogni diritto e titolo. 2) Le 4uallro potenze decideranno della sorte definitiva dei territori in questione e procederanno alle opportune modifiche dei contini dei territori stessi, tenendo conto delle aspirazioni e di benessere degli abitanti, ollre che delle esigenze della pace e della sicurezza, prendendo in considerazione i pareri degli altri Governi interessati. 3) Se le qua/lro potenze non possono mettersi d'accordo sulla sorte di un qualunque dei detti territori, entro un anno dall 'entralll in vigore del presenle Trattato. la questione sarà sottoposta all'Assemblea generale delle Na zioni Unite per una raccomandazione e le quattro potenze convengono di accellare la raccomandazione stessa e di prendere le misure del caso , per darvi esecuzione. 4) I sostitu ti dei Ministri degli Esteri continueranno l'esame della questione della sorte delle ex colonie italiane, allo scopo di sottoporre al Consiglio dei Ministri degli Esteri e loro raccomanda;,.ioni al riguardo. Essi invieranno inoltre commissioni d'inchiesta in qualsiasi delle ex-colo nie italia ne, perché raccolgano sollopongano ai sostituti stessi le necessarie infonnazioni sull ' argomento cd accertino le vedute delle popolazioni locali".
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Elena BiRongiari
Allegato 3
SECTION IV ITAIJAN COLONlliS Article 23 I. " ltaly re nounces ali righL an<l title to the Italian Le1Titorial possessions in Afri ca, ie. J,ibya, Eritrea and ltalian Somalil and . 2. Pcmling Lhc ir final di sposal, tbe said posscssions shall continue under thc ir present ad ministration. 1. The final dis posal of thcsc posscssions shall be determined jointly hy the Govcrnmcnts of the Soviet U nion, of Lhc lJnited Kingdom, of the Unitcù Statcs of A meri ca, and of France within o ne year fro m lhc coming into force of lhc present Treaty, in thc manncr laid down in the j oin l dcclaralion of IO Februm-y 1947 issued by the said Governrnc nls, which is reprod uced in Anncx Xl".
Di seguito alla settima Sezione riguardante l'Etiopia si stabiliva:
SECTIONVII ETHIOPIA Artide 33 lta ly recogniscs anù undertakes to respect the sovcrc ig nty an<l inde pendence of the State of Ethjopia.
Article 34 lta ly fo1111ally renounces in lavour of Ethiopia ali property (aparL from normal diplomatic or cons ular prernises), rights, interests and advantages o f a li kinds acq uired al any I.ime in E thiopia by the lta lian Stai e, as we ll as a li para-stata I property as de fincd in paragraph J of A nnex XIV or Lhc present Treaty. Italy also renounces a li claims to s pecial in terests o r influe nce in Ethiopia.
Articlc 35 Ita ly rccognises the legality of al i rncasures whi ch the Governmc nt of Ethi opia has Lakcn or may hereafter take in orùcr Lo annui Italian measures respecting Ethiopia takcn alkr 3 October 1935, and thc cffccls of s uch measures.
Article 36 Ital ian nationals in Ethiopia w ill enjoy the sa me juridica l statu s as other rorc ig n nationals, but Italy rccogniscs the legality of aJI measurcs of the Ethiopian (ìovcrnment :mn11lling o r modifying concessions or spec i al rights
L'a111111i11istrazio11.e fiduciaria in Somalia ( 1950-/960)...
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granted to JtaJian nationals, provided such measures are taken within a year from the coming into Force of the present Treaty.
Artide 37 Within e ig hteen months from the coming into J"orcc or lhc present Trcaty, ltaly shall restorc ali works of art, relig ious objects. arc hives and objects of historical value belonging to Ethiopia or its nationals and removed from Rthiopi a to Italy since 3 October 1935 .
Artide 38 The date from which the provisions or Lhe present Trcaty shall hccornc applicable as regards ali measures and acts of any kind whatsoever entailing the responsibility or llaly or of ltalian nationals towards Ethiopia, shall be he ld 10 be 3 October 1935.
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F.lena Bigongiari Allegato 4
ANNEXXI (Inserito nel Trattato di pace con l'Italia, 10 febbraio 1947) I. 'T he Govcmmcnts of the Un ion of Soviet SocialisL Republks, of the United Kingdom of Great Britain and Northcrn lre land , of the U 1ùted Statcs or America, end or France agree that they wi ll. within onc year from the coming into rorcc or the Trealy or Pcacc with Italy bearing the date or IO February 1947, jointl y detcrnùne the firmi disposal or ltaly's territoria l possessions in Africa, to which, in acconlance with Article 23 or lhc Trcaty, ltaly renounces ali right and till e. 2. Thc final di sposai of the territories conccrncd and the appropriate adjustme nt of their boundarics shall be made by the 1---'our Powers in the light of the wishes and we/jt1re of the inhabitants and the intere.\·/.\· of pear.e and security, taking into consideration Lhe views of other interest d Govemments. 3. lf wilh rcspcct to any of these territorics lhc Four Powers are unable to agree upon their di sposal within one year from the corning inlo force of the Treaty or Peace w ith lta ly, the mallcr shall he referred to the Generai Asscmhly of the Unitcd Nations fora reconunendation, and Lhe Four Powers agree lo acccpl the rccommendation and to lakc appropriate measures for giving cffc<.:L Lo il. 4. Thc Oeputi es of the roreign Minislcrs shall conti nue the considcralion of the questio n or thc di sposal or the former ltalian Colonies with a view to suhmitting to the Council or Foreign Ministe rs the ir rccornmcndations on this rnattcr. They shall also send out commi.\·sions o.f investigatiun lo any of the fonne r ltalian Colonies in arder lo supply the Deputies with the necessary data 011 this questiun and to a.w:erlain the views of the locai populatinnf".
L'am111i11istraz.ione.fìduciaria in Somalia ( /950-/960 )...
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J\lleRafo 5
(punto I )
Kesolution 442 (V) adopted on fourth Commitcc
442 (V).
Tro11t~é1!11hi1, Al,~Ccment fnr the T:err-irorJ or &ma IUand und~r ltalisn odn1int1t1tratfon
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t:Lena Bigongiari
288 (punto 2)
ACCORDO DI TUTELA per il Territorio della Somsl.ia aotto Ammio istraa:iooe 6c1ucia:ria italiana
PREAMBOLO COXSIDERATO che i capitoli XII e XIII dello Statuto delle Nazioni Unite prevedono l'organizzazione di un Regime internazionale di Amministrazione fiduciaria; CONSIDERATO che per l'art. 23 del Trattato di pace fra le potenze alleate ed associate e l'Italia, firmato a Parigi il 10 febbra.io 1947, l'Italia ba rinunciato a ogni diritto e titolo sui suoi possedimenti territoriali in Africa; CONSIDERATO che, in applicazione del paragrafo 3 dell'Annesso XI del predetto Trattato, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ò stata invitata a formulare delle raccomandazioni circa lo statuto futuro dei territori di cui all'art. 23 del predetto Trattato; CONSIDERATO che in base al paragrafo 3 dell'Annesso XI del predetto Trattato, i Go\'"erni di Francia, dell'Unione delle Repubbliche Socialist.e Sovietiche, del Regno Unito di Gran Bretagna e lrla,oda del Nord e degli St.ati Uniti d'America, hanno convenuto di accettare la raccomandazione fatta dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite al riguardo; CONSIDERATO cbe l'Assemblea generale, dopo aver esaminato la questione nella sua terza e quarta sessione, ha adottato nella sua. 25()& seduta plenaria, del 21 novembre 1949, una. risoluzione che raccoma.nda, per quanto riguarda il territorio già conosciuto come Somalia italiana, che detto territorio divenga uno Stato indipendente sovrano; eho la sua indipendenza divenga effet.tiva al termine di un periodo dì dieci anni dalla data di approvazione della convenzione di amministrazione fiducia.ria da parte dell'Assemblea generale e che durante questo periodo di dieci anni, il t~rritorio sia posto sotto il regime internazionale di tutela, che l' Italia sia l'Autorità amministratrice, e che essa sia aiutata e consigliata. da. un Consiglio consultivo composto dai rappresent.anti della Colombia, dell'Egitto e delle Filippine; COXS1DERATO che il Consiglio di tutela, a richiesta della Assemblea. generale, ha negoziato uno schema di ac.cordo di tutela. con l'Italia e lo ba approvato nella sua ot.tava seduta della sua sest.a sessione, il 27 gennaio 1950; CONSIDERATO che il GoYerno d'Italia ba accett ato la responsabilità di Autorità amministratrice di questo territorio; CONSIDERATO che i Governi di Colombia, Egitto e Filippine banno accettato di aiut.are e coni,igliare l'Autorità amministratrice in qualità di membri del Consiglio consultivo; Di con!;eguenza,, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite approva. i termini di Amministrazione fiduc-iaria cbe seguono per il territorio già conosciuto come Somalia italiana: .Art. l.
Il t~mtQrfo al q1111Je tti applic:-& Ja p?e.MmUI Conn n1:ione li il t-t'zrìforio gii conotduto come Somalia il a.lianA e tle•ìgnat.ò d'ora In poi wn la e,p~ione • TMrit<irio •, eonfinuta OO'll il Protett orato t1d S0malil1.n1l, l' Etfopit1, il Cb.~nia, U Golfo di .~dt>.n e l 'Oc~uo Indiano. I iuo1 conl\nl ur.1nno quelli ft411ti dllgli accordi intemuioni1li e, peir quanto e-ui no.n •iano gi& deliinJt.oti, s1u311.110 Jelimltati 6«0ndo un & procMura a.pprout_a dall'Auemblu ~:nerale.
/ ,'am111i11is 1raz.ione fiduciaria
in Somalia ( I 950- I 960 )...
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A rt. 2.
L 'a.ruministruione del Territorio saTà. affidata all'Italia ed il Governo italiano (designato in questo Accordo come ,AutoTità. amministratricet) 11a.rà rappresentat.o da un Ammin;stratore. L'Autorità o.mministratrice sarà. rospoosa,bile veTSo le Nazioni Unite della pace, dell'ordine e della ·buona. amministrazione del Territorio secondo i termini del presente ..Accordo. L'Autorità amministratrice sarà aiutat.a e consigliato da un Consiglio con~ultivo com posto da.i rappresentanti della Colombia, dol1' Egitto e delle Filippine. La sede d ell'Amministratore e del Consiglio consultivo sarà. a Mogadiacfo.
Art. 3. L'Autorità Amministratrice s'impegna ad amministrare il Territorio secondo le nonno dello Statuto delle Nazioni Unite relative al Regime internazionale di tutela di cui ai capitoli XII e XIII , alle parti della Risoluzione 289 (IV) del 21 novembre 1949 dell'Assemblea generale ohe vi si riferiscono e al presente A ccor do, che comprende un annesso contenonto unu. Dichiarazione sui principi cost.itu.zionali, in vista di rendore effettiva l'indipendenza del Territorio al termine di dieci s.nni dalla data di approva.Lione del presenie .Accordo da p arte dell' Assemblea generale. L 'Autorità Amministratrice: l. incoraggerà, lo sviluppo di libere istituzioni politiche e favorirà il progl'esso degli abitanti del Territ orio verso l'indipendenza e. a questo fine, darà, agli abi tanti d el Tor rilorio una pnrttJCipazione progressivamente crescente nei vari organi ili governo;
2. svilupperà il progresso economico dogli a.hitanti e la loro cupacità. a 11opperire ai propri bisogni, e, a questo scopo, regolcri, l'uso delle risorse naturali; incornggcrà lo sviluppo della pesca, dell'agricoltura, del commercio e dell'industria; proteggerà gli a,bitanti dulia per . dita delle loro terre o risorse, e migliorerà i mezzi di tra~porto e di comunicazione; 3 . favorirà il progresso sociale degli abitanti e, a qncsto fine, proteggerà i diritti e le libertà fondamentali di tuUi gli cltHnenti deJJo. p opolazione scnz:i. dis tinzione; proteggerà e migliorerà In salute pubblica con l'incremento necessario dei serviti san itari ed ospedalieri per tutt e le categorie della popolazione; controllerà il tra.fileo d elle armi e delle munizioni, dell'oppio e di altro droghe nocive, dell'alcool e delle altro bevande alcooliche; proibirà ogni forma di scbia.ntù, ln tratta. degli schiavi come il matrimonio fra fanciulli; applicherà le convenzioni internazionali esistenti sulla prostituzione; proibirà tutte le forme di la \'Oro forzato o obbligatorio, sal"l"o che non si tratti di la.vori o di servizi pubblici essenziali, ed in questo ca so, soltanto in m omenti di emergenza pubblica con una adeguata protezione del benessere d ei lavorat ori; e stabilir;ì. qualsiasi allr a regolamentazione necessaria. per protegger e gli 0,biUnti contro quahiasi abusQ nel rampo soc.iale. A r t. 4. l. L'Aut.orit.à a mminist.rnlrice, riconoscentlo che l'istruzione, nel i,cnso più ampio, rappresen!.a, il solo sicuro fouùamcn tn sul qunlc può basarsi il p rogresso morale, tsnciale, politico ed economico degli abita.o ti del T enitorio e ritenendo che l'indipontlcnza nazionale, con il d ovuto rispetto p er la libertà. e lo. ,Iemocrazia, può essere costrnHa soltanto su questa base, s'impegna a ius tanrare un solido ed effìcace sis tema di ist.ruzione che t.coga nella dovuta conP.iderazione la cultura e la religione islamiche;
2. L 'Autodtà a uuni.nistratrice, pe.-tanto, s'irupegnn. a favorire lo aviluppo dell'i.!!lruziooc d egli abii.ànti e a q uesto fine sì imptsgna a stabilire il più r apidamente possibile uo sistema. di istrnziouc pubblica che compnmda scuole elementari, secondarie, professionali (in part.icolare istituti per la. 1ncpara zione degli in"eguanti) e tccnicLe, di foniire gra.tuitamente almeno l '~tntzione elementare e tli facili ta re l'istruzione aupcriore e profc,sionale ed il progresso culturale in t utt i i modi possibili;
3. In part icolare, l'Autorità. ammioiBtratrice p remlsrà tutte lo misure neccs8a.rie per: a ) far si che un adeguato n uwcro <li o;t utlenti cbe ne abbiano i req uisit-i, scelti ira. la, p opolaziouo indigena, ricevano ,rn'istnuione u11i,·ersiLari!\ o proi essionale a l di fu ori del
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Fil'-'1111
Rigongiari
Territorio in modo da aaaiourare che qneeto pOS11a. disporre di un auffi.ciente nmnero di peraone qnAlitlca:te allorohè il Territorio diventerà uno Stato &0vrano e indipendent.e; b) combattere l'analfabetismo oon tutti i mezzi possibili; ~) usic=e che nelle eouole e negli il!tituti di ìstru.zione vonga impartito l'.uu,egnamento sulle attività delle Nazioni Unit.e e dei loro organi, augli obiettivi fondamentali del Regime inte=ionale di tutela e snlb Dichi&rarà.one univer8ale dei diritti dell'uomo. Art. 5. L'Autorità a.mministratrice collaborerà pienament.e oon l'Aa.semblea genert.le delle Nazioni Unite e eon il Consiglio di tulela nell'esercizio delle loro funJlioni di cui agli iut.icoli 87 e 88 dello Statuto delle Nazioni Unii.e. In relazione a. ciò l'Autorità amministratrice s'impegna.: 1. a presentare a.ll'.À.88emblea. genera.le delle Nazioni Unit.e un rapporto annua.le com pilato sulla ba.se del quet1tiona.rio predisposto dal Conl!iglio di tutela in virtù dell'art. 88 dello Sta.tnto delle Nazioni Unite e d'includere in detto rapporto le informazioni relative alle miBure adottate p er attua.re i suggerimenti e le raooomanda.zioni dell'A11.semblea. generale e del Consiglio di tutela.; 2. a desi&•mue un rappresentante &eerellita.to a.d a.a6ÌJ3tere alle sedute del Corurlglio di tutela nelle quali vengano eaawina.ti i rapporti dell'Autorità amministratrice relativi rJ Territorio e le petizioni ohe si riCeriscono alle oondizioni nel Territorio; 3. a facilibre le vi.site periodiche al Territorio come previato da.ll'&rt. 87 dello Statuto delle Nazioni Unite a.ile da.te e 1!8COndo le disposizioni che que$ii organi delle Nazioni Unite po88ano prendere secondo i t.ermini del present-e .Accordo. Art. 6. L ' Autorità llolllillinÌBtra.trico avrà facoltà di mantenere forze di polizia e di arruola.re contingenti di volontari per il mantenimento della paco o del buon ordino nel Territorio. L'Antnrità ammini.stratri()O, dopo essersi <',ons,ùtAt& col Consiglio consultivo, avrà facoltà di stabilire installazioni e prondere nel Territorio tutte quelle misure, inclUBe il progressivo sviluppo di forze soma.le por la difesa, che potranno el!66ro nece11&arie, entro i limiti stabiliti dallo Statuto delle Nazioni Unite, per la difesa del Territorio e per il mantenimento della. pace e della. sicurezza internazionali. Art. 7. L'Autorità Amministratrice avrà. nel Territorio pieni poteri legislativi, amministrativi e gillliijnizional~. compatibilmente eon lo disposizioni dello Statuto dello Nazioni Unite, del p resen to Accordo e del suo .Annesso, ed avrà facoltà di applica.re al Territorio, tra.n.sitori.aw ente e con le modi6che che sa.ranno ritenute n cc<JSB&rio, quelle leggi italiane che sia.no ritenute appropriato a.Ile condizioni e all• nece.ss.ità. del Territorio e che n on siano incompatibili oun il :raggiungimBnto dell'in(lipeodeoza del Territorio •
.Art. 8. L'Autorità a.mministratrice tcrTà, informato il Consiglio consultivo su tutte le questioni relative al progresso politico, economico, socia.le ed educativo della popolazione del Territorio, coropr08a la legislazione che vi ai riferisce, ed il Consiglio consultivo avrà faeoltà di faro a.ll'Autorità amministratrice quelle osi;ervazioni e ra.ceomandp.zioni c'h.e riterrà. ne cesearie p er il raggiungimento degli obiettivi del presente Accordo. • L'Autorità. a.mministratrice chiederà. il pa.rere del Consiglio consultivo su tutte le misure p redisp oste p er l'inizio, lo sviluppo o la. susseg uente realizzazione della piona autonomia. del Ten·ilorio ed in pn.rticola.ro sui piani per: a) la. creazione e lo sviluppo di organi di governo; b) lo sviluppo economico e fin an ziario; e) il progresso dell'istruzione; IO
L'a111111i11is1razio11e fìduciaria in Somalia ( 1950-/960)...
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d) il progreeao eoeii!Je e la. regola.mentazione sul Ja.voro; e) il trasferimento delle !Ull%ioni di governo ad un governo indipendente e debitamente costituito del Territorio. L'Autorità amminiatratrice chiederà. il parere del Con.siglio consultivo sugli atti legislativi che, in rehuàone e.ll' a.rt. IS dell'Annesso al presente Acoordo, l'Amministratore del Territo. rio potrà predisporre e promulgaro in oui occezionaJi. Art. 9.
Al Consiglio consultivo ven-anno a.ooordate quelle agevola.zioni ed il libero accesso alle fonti d'inforrna.:r.ione che l'esercizio dello sne funzioni potrà richiedere.
.Art. 10. Noi Territorio i Membri del ConBiglio consultivo godranno dei privilegi e dello immunità. diplomatiche completo, il persona.le del Segretariato godrà dei privilegi ed immunità di cui godrebbe se la Convenzione sui privilegi eù immunità delle Nazioni Unito fosso applicata nel Territorio. .Art. 11.
l. Gli Sta.ti membri del Consiglio consultivo che non siano membri del Consiglio di tutela., avranno diritto a partecipare, senza voto, alle discussioni di detto ConAiglio su qualsiasi q ul'Stione che si rifori~ca. specificatamente al Territorio.
2. Nel corao di tali diecussioni, • m embri dol Conl!iglio consultivo o la maggiora.nza di essi, agenti in nome del Consiglio stesso o ciascun membro separafamente, a.vraauo facoltà di fare al Consiglio di tutela quelle dichiarazioni orali o di presenta.re quei rapporti soritti 0 1nernorie che essi riterranno necessari per permettere a quest"ultimo di eso.minare con piena cognizione ili cauaa. tutto le questioni che iuteres33.n o diretta.mente il Territorio .
.A.rt. 12. L'Autorità amministratrice s' impo;.,rna ad o~sorvaro l'applic.aziono dogli accordi e delle convenzioni internazionali attua.lmento vigenti nel T erritorio e ad applfrare qualsiasi conven.zione e raccomandazione fatte dalle Nazioni Unii.e, la cui applicazione sia. nell'interesso della p opolazione e non sia incompatibile con gli obiettivi fondamentali <lei Rci,ri_mc internazionale di tutela, con le diapo~i7.ioni della Ri,,oluziouo 289 (IV) d el 2 1 novembre 19.J.9 del!' Assemblea generale, e con i termini del prosonto Accordo. Art. 13. L'A.utorilà o.mininiatratrioo prenderà. le m Ùlllle n ecessarie p er far sì che iJ Territorio cooperi con gli Organi special izza.ti di cui all'art. 57 dollo Statuto d elle Nnzioni Unite e con lo alt.re Organizzazioni interuaziona.\i e partecipi allo loro a t tività.. Art. 14 . Al fi ne di fav orire il progre~,o socia.le ed economico della popolaziono autoctona., l'AutoriUi. amministrnMice dovrà., noi pre,lisporre le leggi relative al possesso o all'alienazione della torra o delle altre r isorse naturali , prendere in considcrazioHc lo lt',ggi cd i costumi degli a.utoet oui, ri~11ett.are i l oro diritti e salva.guardare i loro intcrcs.~i, sin presenti che futuri. L'Autorit:ì. amministratrice non d ovrà, senza il eonsen,o in cia.scun caso della maggioranza di dne terzi ùei membri del Consigl io teniloriale cli cui a11·art. 4 dell'Annesso, permettere che persone non a.u toctonG, o coinpa.gnio o associazioni coutrolfa.tc da tali persone, ac'luisu;cano un qualsiasi diritto sulla terra nel Territorio, sa,lvo concessioni in affitto e per il periodo fi~mto ùalla leggo. Nei e.asi in cui ò previ~t11, l' alicnitzione, in favore di persons non a.uto<'t,one 0 compa:;u ie o a;;aociazioni controllato da tali persone, di terra a scopi agricoli por 111110 estensione superiore a.i 11.1ille acri, l'Autorità ammiaiatratrice d oYrà anche richierler o il p itrere
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Elena BiROIIRÌltri
del Cotl6iglio consultivo oltre quello del Conaiglio territoriale, Elltl& includerà nel suo rap• porto annua.le al CoDBiglio di tutela un resoconto dett&gliat.o d&lle alien.a.zioni di proprietà. effettuate 11&eondo queste condizioni. · L'Autorità amminiatratriee proibirà l'acquiai.cione, da pe.rte di persone non avtootone o oompagnie o associazioni controllate da tali pe:nione, di qualsia.si diritto sulle altre rieollle natumli situate nel Territorio, &alva. la ceNione in a.ffitto o mediante contratto di conce8i!ione per un periodo determinato dalla. legge. Ne86una disposizione del preaente articolo ai applioherà ai t.erreni da eo1truzio:oe llituati nell'area municip!Lle dì Mog&dìaclo; ai potrà disporre di detti toneni in conformità alle diapolizioni di legge. Art. 15. Compatibilmente oon le diapoaizioni degli a.rtt. 14, 16 e 17 del presente À.ooordo l'Autorità amminiatratrioe prenderà tutte le IIllllUl'6 neceRlllU'ie per &Sllicura.re eguale tratta.mento nelle questioni aociali, economiche, indW!triali e commerciali a. tutti gli Stati membri nelle Nazioni Unite e loro ,udditi come ai propri eudditi, e a questo fine: a) IUll!Ìcurerà. a tutti i sudditi degli Stati membri delle Nazioni Unit.é, eome ai propri sudditi, libertà di transito e naviga.zione, ivi compreea la libertà. di traneito e naviguione aerea, la protezione della ~ona e dei beni, eompatibilmenUi con le eajganze dell'ordine pubblico e dell'osservanza della Jegielazione looa.Je; b) assicnrerà. a tutti i eudditi degli Sta.ti membri delle Nazioni Unite, gli et.e&i diritti che ai propri sudditi, per quanto riguarda il libero ac<:6118() e la reaidenza nel Territorio, l'acquisto di beni mobili ed immobili e l'esercizio delle profeasioni e dei meatieri; e) non farò. d.isoriminlU.ione e.Jcuna. per ragioni di nazionalità., nei confronti di qual!!ia.si r.uddito di Stato membro delle Nazioni Unite e dei propri endditi, in materia di rilascio di concessioni per lo sviluppo delle riaorae naturali del Territorio e non aeoorderà conceseioni a.venti carattere di monopolio generale; d) assicurerà uguaglianza di trattamento nell'amministra.zione della giustuia ai sudditi di tutti gli Stati membri delle N1&ioni Unite oome ai propri. I diritti conferiti da questo articolo ai sudditi degli Sta.ti membri delle Nazioni Unite e ai 911dditi dell'Autorità amministratrice ai eatendono, alle ,tesse condizioni, alle società ed &8800iuioni controllate da detti sudditi e coetituite in conformità. delle leggi dei riilpettivi
Stati membri delle Nazioni Unite o delle leggi dell'Autorità amministratrice.
Art. 16. Le misure prese per l'appliGa.Zione dell'art. 15 sa.ranno eoggotte al preminente dovere che fa carico all'Autorità. amministratrice in virti:l. dell'art. 76 dello Statuto delle Nazioni Unite, di promuovere il progresso politico, economico, 1100iale e dolla ietrnlione degli abitanti dol Territorio, di realizzare gli altri obiettivi fondu.went.u.li del Regime intern&Zi.onal.e di tutela e dolle dispoeuioni della. Risoluzione 289 (IV) dell'Assomblco. generale in data. 21 novembre 1040, e di mantenere la pace, l'ordine e la buona. amministrazione• ....f"L'Autorità. amministra.trice avrà, in particola.re faeoltlt.: a) di organi~zazza.re l!IBTVÌÀ a lavori pubblici essenziali nei termini e alle condizioni che essa riterrà oppottuni; b) d'istituire monopoli di oa.rattoro puramente ftscale al .fine di procnl'are al Territorio le risorse flaoa.li che riterrà più ada.tte alle esigenze locali o cho potll!a.no a.pparire più conformi agli interessi degli abit11.Dti; e) di costituire o di permettero che vengano costituiti, allorchè gli interessi dol progresso economico degli abita.nti lo richiedano, per scopi specifici, altri monopoli o consorzi aventi a.lcu.ni caratteri di monopolio, a condit,ione di un a.rloguato controllo pnbblico, sempre che, nella. scelta degli enti chiamati mettere in pratica gli scopi · di qncsto paragrafo, che non siano coutrollati dal Governo del Torritorio o nei quali il Governo partecipi, l'Autorità amniini1;tntrice non faooia discriminazione alcuna in materia di nazionalità nei confronti di Stati membri delle Nazioni Unite e dei loro sndditi.
i,
L'a111111i11istrm:,io11e.fìd11ciaria in Somalia ( / 950- / 960).. .
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Art. 17. Nulla di quanto contenuto in questo Accordo potrà. dare il diritto a. qua.llliui membro dello Nazioni Unite di richiedere per se steBSo o per i propri sudditi, società ed -~ioni. i benefici di cui a.ll'a.rt. l 5 l!Omprechè egli non conceda. agli a.bitanti, società. ed usociMioni del Territorio, n,gu&glia.nza di tratta.mento eon i sudditi, 1100ietà ed &8!100ia.:zioni dello Stato che egli tratta. più favorevolmente.
Art. 18. L'Autorità amministra.trico inelllderà. nel primo rapporto al Consiglio di tutela un re, soconto l!lulla sit.ua.zione nel Territorio dei beni appartenent.i 11, suddit.i, 11oci0Là o WISOciazioni di Membri delle Na.zioni Unite.
Art. 19. L'Autorità amministratrice dovrà, in uno apirito di tolleranza religiosa, a.ss.iourare nel Territorio la completa. libertà di cosoienu e religione e gara.ntire libertà d 'insegnamento r61.igioso od il libero esercirlo di tutte le forme di culto. I mi.s sionari di qnallliasi fede saranno liberi di entrare, viaggiare e risiedere nel Territorio; di a oqui.atarvi e possedervi proprietà, con le limi~oni di cui all'art. U del prellente Accordo, di erigere edifici religiosi ed ospedali, di aprire aonole soggette a. regola.menta.zioni ohe possono essere previste dalla. leggo per lo sviluppo educativo degli abitanti del Territorio. Le disposizioni del preeente articolo saranno 1oggette go}tanto a. quelle limitazioni che saranno ritenute nooessa.rie per il ma.ntenimento dell'ordine pubblico ed il rispetto del buon costumo.
.Art. 20. L'Autorità amministratrice garantirà agli abit-anti del T erritorio completa libertà. di parola, stampa, riunione e petizione, sen,:adù1tinzione di razza, aesao, lingua, opinione politica o religione, oon riserva •oltanto delle necessità. dell'ordine pubblico • .Art. 21. Nulla di quanto contenuto in questo .A.coordo potrà limitare il diritto dell'Autorità. amminilltratriee o del Consiglio di tutela di proporre, in qualsiaai data futura, la modifica o l'emendamento del presente .Acoorclo nell'interesse del Territorio o per ragioni che non siano in contra.sto con gli obiettivi fonda.menta.li del Regime internazionale di tutela. Le disposizioni del presente Accordo non potranno essere modificate o emendat.e se non in base a quanto previsto da.gli articoli 79 e 85 dello Statuto delle Na.zioni Unite• .Art. 22. Qualsiasi controvvnsia che dovesse sorgere tra l'Autorità. amministratrice od uno Stato Membro delle Nazioni Unite, in merito all'interpreta.zione o all'a.ppliazione delle disposizioni del presente .A.coordo, ove non possa essere risolta mediante negozia.ti diretti o altri mezzi, sarà sottoposta. alla Corte int.ernazionale di Gi11Stizia..
Art. 23. Il presente Accordo del quale è pa.rt.e integrante l' lillnessa Dichiara.zione sui princ1p1 co8tituziona.li, entrerà in vigore non appena approvato dall'A:ssemblea. generale d elle Nazioni
Unite e ratiflcaw dall'Italia. Comunque, d opo elle il Consiglio di tutela e l'Italia a vranno concordato i termini rlell'Acoordo ed in att.eaa della @\la approvazione da. parte dell'Agsemblea. generai.e, l'Autorità amministratrice assumorà. l'amministrazione provvisoria. del Territorio secondo lo disposizioni dello Statuto e dell'Accordo stesi;o; essa assumerà tale amministrnzione provvi"°ria all'epoca ed in conformità degli accordi per il regol/1.l'e trapasso di poteri conclusi fra. l'Italia. e il Regno Unito di Gran Bretagna o Irlanda. del Nord.
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F.fena l?igo11gi ari
Art. 24'.
II prllll6Ilte .A.cco:rdo eeMerà di avere vigore dopo dieci anni dalla data della 11ua appro, vazione da. parte della. .Assemblea genenùe; dopo di che il Territorio diventerà 11110 Stato &0vrano e indipendente. Art. 25. L'Autorità amministratrice presenterà al Consiglio di t,utela, al.meno diciotto mesi prima della. ecadenz.a di qul':8to .At'eordo, un piano pe.r il regola.re trapaao di tutte le funzioni di governo ad nn Governo debitamente costituito ed i.n dipendent.e del Territorio.
VISTO, à'Of'ditte del Preaiàfflte della .Repttbblica
n
Minù-tro per gli Àjfari Emri DE G.ASPERI
ALLEGATO
-S(punto 3) DICHIARAZIONE DEI PRINCIPI OOSTITUZIOXA.LI
PREAMBOLO VISTA la. Ra.ceomauda.zione fatta. dall'As.o;emblea generale delle Nazioni Unite nella. sua IV sessione ordina.ria. e tendente a. porre il Territorio gilL conosciuto come Somalia italiana sotto il Regime int.erna.:i;iona.le di tutela, oon l'Italia quale Autorità a.mrninistn,trice;
CONSIDERATE le disposizioni dello Statuto delle Nazioni t"nite che regolano il Regime internazionale di tutela. ed i termini dell'Accordo, di cui la presEcnte Dichiarazione è parie integrante, ed in conformità. con le disposizioni della Risoluzione ~gg (IV) adottata dall'Asserobloo generale;
.ALLO SCOPO <li garantire solennemeot.e i diritti degli abitanti del Territorio e di assicura.re secondo i principi democratici il gradnale sviluppo di illtitnti atti a reo.Jizzare la. piena autonomia, l'indipendenza, o gli obbiettivi fondllmentali de\ Regime internazionale di tutela., in conformità oon lo Statuto delle Nazioni Unite; SI DICHJARA:
.Art. 1.
La sovranità. del Territorio appa.rt.iene al EUO popolo e verrà ~nercit.ata, in suo nomo e alle condizioni segnenti, dall'Autorità che p er decisione delle Nazill:ri Unite ò iucaric&ta dell'amministrazione. .Ait. 2. L '.A.utorità a.mminist.ratrice prenderà le misure necessarie per dare agli abit.a.nti d el Territorio uno ~tallltO di cittadinanza del Territorio o ad assicurare la lv: o protezione diplomatica e consolare al di Iuori del Tcrritoril'l stesso e di quello dell'A utori1l amministratrice. Art. 3. L 'Ammin i11tratoro s..rà. il capo ùel poi.ere esecutiYo del Terri;orìo.
.Ait. 4. L'Amministratore nominj;rà. un Consiglio terrii-Orio.le compo,t<· ,fa abitanti del Territorio e rappresentativo della popolazione del territorio. Tu tntt.e le rpie,;t ioni che non si rifcri~cono alla. Jifesa. e agli af.!..."i esteri l'.Amwini.stratorn con&tùtorà il Consiglio territoriale,
L'ammi11islrtr.:.im1I' jiduciuria i11 Sonwliu ( 1950- /960) ...
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Jl potcro legislati,o ilei Territorio sarà normalmente eecrcjtat.-0 na.11".~mministratore dopo
a-.er consultai.o il Consiglio t«rritoria.le e ciò fino" quando n on verrà istituita un'ASllèmblea Jeg;slntiva elettiva. .Art. 5. Ju casi t1CCe•ion3.l..i l'.A.mministratore avrà facoltà, d opo D.ver consultato il Consiglio couaultivo, cli predisporre e promulgare quegli a.tti legislutivi che a suo avviso le circostan.o rii>hie-
dAno. Queeti a.tti ,;ara.nno presentati al Con•iglio territoriale n on nppen:1 pol!llibilo o l 'A utorit!. amminisl.ratrice includerà un re.ioconto su di e.sei nel suo rapporto annua.lo al Consiglio di tutela. .A.rt. 6. Per tutto le queationi r elative alla difesa, agli af!uri eeteri, come per le oltre, \'Autorità ammiuù,lr&trice d ovrà rispondere al Consiglio di tutela e terrà conto di quollo raccomandazioni cho detto Consiglio formnlerà.
.Art. 7. J,'Autorit.io. amminietrutri,.., istituirà un sistema giudiziario che garantisca l'Msol uta indipenden•a della wagistratura. Essa farà in modo ch6 i r,.ppresentanti ,lolla popola,iouo i;utoctona siano "['rogr~,;11ivament.e investiti delle fun.zioni giudi•iarie e cht1 la competenza dollo Curi.i di primo grado venga gradualmente ampliai.a.. L'Autorità ammiui•t.rairice applicherà, a seconda dei ca,;i, lo. legge territorinlo, il diritto islamico ed il diritto consuotuùinario locale.
Art. 8. L'Autorità a.minini•tmtriue, in conformità con i principi ,.aucili dalla propria Coatitu. zionn " h,gi,<la..ione, garantirà a tutti gli abitanti del Territorio i diritti um1>ni e le libertà. fondamental.i e la. piena egunglfanza <hvanti ..ua legge, senta distinziooo di ratz:>, """""• lin. gua, opinione politica o religione. Art. 9 . L'Autorit~ arnmiui1'tra.trice ga-raniirà a tutti gli abil.auti del Territorio pieni diritti civili ed = che quei diJitti poliiid compatibili col progresso politico, sociale, economico ed educativo degli aLitant.i e con l'evoluziono vonio un regime democratico n1.pp1e.e.ent.ativo che Lenga d6bito conto deUe istituzioni tradizionili. In purticolaro garantirà ad esai: I. La consorvaiioue dei propri statuti personali o s uccessori col d ovuto riguardo alla loro ovoluzione progressiva; 2. T:inviolabilìtà. della libortì'I. penmnale, che non potrà ll8eero limitata'"" non mediante mandat-0 dell'Autorità giudiziaria e @oltanto nc;i ca•i previsti ed iu relazione allo disposizioni di legge;
3. L 'inviolabilità dol <lomicilio al qua.le l'Autorità compot.enle polrà JLoceùere soltanto nolle formo proviate ilalla, legge e nello con,li:,,ioui prescritte in armonia con lo con•lleLu,liai !oc;ùi o subordinataruento o Ile garanzie p er la proiezione d ella libort./, Jlt'l'l'<•na.!11; 4 . L'iuviolabilità de)l:i libertà o ùel segreto di comuoica..ioo& e corrie1>01ulen.za che potrà. .,,.,.,,.., limitata. soltanto por orilinanz" motivata dell'Autorità giudiziaria. o subordinataweoto allo garnnzie preecr.tte daJla legge;
6 . Il diritto di proprietà ealv<:> i crtSi di espropriazione per pubblica. utilità o dietro p agamento d i una giusta indonnili, o seconilo le norme pregcritto d ~lla logge; 6. Il libero ll<!ercizio dello professioni e dello occupazioni secondo il costumo locale e le norme prescritte da.Ila legge;
7 . Il diritto a concorrere agli i mpieghi pubblici in baso allo norme prescritte dalla legge; 8. Il diritto cli emigrare o ili viaggiare con la Tiwrva delle ,li.apo~izicni previsto dalla legge per motivi di sanità e sicurezza.
Art. 10.
da.
L 'Autorità. ammini.stratrico ucceHa , .ome ide.al<, fol!Uiungere per ·a T enit.orlo la Dir.h iaraziooe uni\'ersal& <lei Dirit-ti d ell'uomo, adottatii dajl.'{\sromhl<'A> g,,.naralo·•,le.Jlo N".azioni Unite il 10 dicembre 19-18. ' Vi.<to, d 'ordi,i; àel. )'~ai!Ì,,nt<: della &p"bòlwa Il .lli,iinro p~ gJi .AffariEsteri . DE G.A.S:PERI
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Hlena 1Jig n11giari
(punto 4)
LEGGE .4, novembre 19~1, n . 1301.
••tt•
Ra1ifica ed eaec;uaioae ilcD'A«anlo ili bttcla p<r Il territorio della Som.olia amn,inl.,... &ione ,1aUana, ironciu.o • Giaewa con il Con.aigtio per l'A.m.mia.iltram"one &du.iriaria ~lle NUMni Unite il 27 gennaio 1950 ei1 appront• dell'AaemWea Cenenlc delle Nuò•ni Unile il 2 .li<emke l9Sf.
(Pubblicata n,Ua Gazzetta Ufficiale deUo &pubblico italiana " · 282 del 7 dicCfllM't 1961).
La Camera dei deputati ed il Senato dell• Iwipubblica hanno appTovato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Promulga la seguente legge: .Art, 1. Il Pre,;idente ·della. Repubblica è autoriua.to a ratificare l'Accordo di tutela per il ter. ritorio della Somali,. sotto a.mmioiatr&Zione it&liana coocluao a. Ginena con il Conoiglio per l'Amministraziooo fidnciarin, delle Nazioni Unite il 27 gennaio 1950 ed approvato dAll'Assem, blea. genera.le delle N1tzioni Unite il 2 di~mbre 1950. .Art.:!. Piena ed Intera esecunone ~ data all'Accordo suddetto a. decorrere d&llà data della aua. entra ta in vigore. Art. 3. F.ntro un anno dalla data di &ntro.ta in -vigor& del!& presente legge il Governo della Repub. blica è antorizzo.to 1111 ~mana.re, anoho in derog& alle leggi vigenti. le norme necessarie per duo attuuione all'Accordo predetto, comprese quelle per regolare I rapporti fra l'Amministrazione centràle italiana e l'Amministr.a.tione fiduciaria della Somalia, aooondo i principi ed i criteri dell'Accordo medesimo, nono.hò q uello necessarie per l'ordinamento amminiaLrn,tivo conta.bile del tenitorio.
.Art. • . T.'Amminir,tratore del t.,rritorio della Somalia. wtto &mministraziono itali1ma è nominato con decreto del PrMidenoo della Repubblica "" proposta del Preiiidente del Con•iglio dei Ministri di concerto con il Millistro p er gli aJla.ri esteri rentito il Consiglio dei Ministri. Egli dlpeatle dal Minù.tro per gli affari eeteri.
Art. Il. La. spm~~1. oeeorrcnto per assicurare il funzionam ento dcll'Arnminidra.z;ione. fiducia.ria della Somalia ~ dcterm;nata, per ogni c.&t')rcizio fiDAuziario, con Ja.. lr.gg,., di n.1:tprova.z;ione del bilana cio d ello Stn,to, Per l'esercizio corrente si pron·e,lt, con i fondi stanziati allo scopo nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'Africs. Italiana. Detti fondi saranno pertanto trasferiti, con decreti del )linislero del tesoro, nello st&t o di p re,·Ìl!ion~ della spesa. del Ministero degli affari esteri. Fioo
&
quando non sarà emanat o il n uovo ordinam.&ut.o ammluistrativo conta.bile di cui
al precedente art. 3> ii man tenuto in 'Vigore, p or l e spesa da f;ut1i ;n Soma.Ha. l'ordinamen to
amministrativo contabile approvato con il docr&to mini;te,iale 28 luglio 1928, n. 4622, emanato in 11,pplicazionc del regio decreto 28 giugno 1928, n . 1646. Por le spese do. far,;i in Italia ei o.s..o;;erverRDno ]e disposizioni della ]egge e del regolamento per l'a.wminiatrazinno dol patri~ monio o 111 cont11bilità generale dello Sto.to. La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita. nella Ruecolt11 u fl!ciale delle leggi & dei decreti della Repubblica Italiana. t fa tt o obbligo a chiunque spett.i ili oaserv11rla " di farla o..ervaro come legge dello Stato. Data a Roma, addì 4 novembre 195 1. EDl"AUDl De G,...peri - Vanoni Vist.u~ i-l Guarda&i9iUi: Zoli.
297
l! r1111mi11is1ra::,io11e fìduriarin in Somalia ( 1950- /960)...
Allegato 6
BOLLETTINO
Q Uf f I CIAL.E
DEL~' lft1MINl5THAZ1DNE FIUU&llllll ITALIIIA DELLA SDIIALIA (PUB8LICIQIONE Ml.ltlllliJ
Anno VII
Mogadiscio, 8 morto 1956
SONI1'11A.RI O
PARTE PRIMA 195G: DECRETI :
DECRETO n. 10 in dnfa 1• gennaio 11150: Soppreutunc del Corpo dt Si(;Ù.rel.:a della "Somalia
2CHJ
DECRETO n. 1'1 in dafa 1G gennaio 11150: Coatlt1uione dell'• R.urdto Som4Ua »
210
DECRBTO n. 18 in data 1• gennaio 1068: Costll1aione rùlle «.For• ze di Polizia ~ a Samali1u
211
DECRETO n. :iinn data 1• gennaio 1H6: Namma lkl Ten. Col. Umberto Ripa di Jllema4 a Commidan le delle e Foru di P()lma della Somalia > ·
N. N.
PARTE TERZA' N.N, \
Stamperia A.F.l.S. . Mopdbci•
\.
298
t:tena Bigo11giari
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,, :.yrs:r<i4/\t~cretq del
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195·\ ;n. 2367;
Decret.a: Art. 1.
Corpo di Sicurezza vieni! Art. S.
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I. 'wn111i11istrazio11e fiduciaria in Smnulia ( 1950- / 960) ...
299
2111 -
Art 6 J, ,\~•, n,u,l.in 1 u l, 11. Sonll..Ul e gli e!<.•m nt cll: t. :l.t!u iu Mli.",,rom,1110111 1 1n ~•m.alo q puttanù n.lli! d1te1t.. o._pflul.en , Ut!ll' -\m num•tr,·1' ~
c1~u..
Cm 11 °r,-~el•I dr,cre•1 d'mtg.;i c,,n I M,r:.,.wr11 D, r~ •. NP;-e V W H • 1i.1, , ul:a 11, r'll llli:> toslitux111nt dd pen~nlll, n .lllu1c dl'lh1 M, r 1r..a <' dcll Ac runa dl-~-. ,vn 111Um pr.r111nillt \l,1, ~l!i'-"10 , ll J i:etUUJn )llOO
1.. !'IH.JlNISTrl,H Olt' Antlloth 111srD ., illi',Jlf'.trata . s ,u. n . t.i MOjrAJ<!iti:io fi ts mar,ro ~~.i&.
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drt "11po •.li 5:rurw.;n, Llo-lla s;.mttfu.;
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'l ilf 't:&NU'I"à l>t f\N!i!!tBltà <'i i 1'05~\,Uttc, i:.n V l>JI I :n ,.. prr. yv1:1t11i n o;, V(!otr la f'H_p()Jllfibill tll tftll Jmf)hl•' ii: tuU1 d1 , ~U t, f r.-nb p•rltl (ltJ ,;,opp~ Cf,t'J» 'ltl fhlì>Ull'-7.ll ~lilla S<m!-"I' a. n .-rr.d.J•Jnt:' llull'A..1rorµì;_,, . · i ,~ [ioo 111 mt,m ..1m, ,dcl Jç,m U'lil)a.9S-l al Corpu rl PoltZJa è di 41,w!
pllna1t Je 1>l!'fr.112ionl'i)l stralc,w d,:I p,~th,t:.:. L'nJpo Il• ~,cureuà"
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a,
300
t:Jena Bigo11giari
301
I ,'ammi11is1 rff::.i1111e .fiducia ria in .\'1111111/ia ( I 950- I 960) .. .
- :tn .\rt. • . Al C:cm&11do r antw c.apo:
ammam5tratlvi e lr>11j•t.id
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trd '1n11 ttl)etllvi,
.11 n:1,nzlonuaemo d41J.-i f',_oae JJ
1:/nw Rigo11giari
302 Allegato 7
l,.E.GGE 28 giug uo 1960,
11 ,
643.
~INIIIMn(I dell'A m.mini~t:r•iùone Maitiaria i t•UanA ~ Ra Som•lia (Pubblico.la •«Ila Gauolt"' Ullieialo della Repubblica Italiat1a fl. 170 del 13 luglio 1960).
J ,n,
Camera dei deputati
Ot)
il Sonu.to della Repubblica ha.uno apvruvu.to;
lL PRESIDENTE DELLA REPl JDDLICA Promolg&
la ~egmmle legge: A r ticol o unico
fl t -0m1ine JffOV~to J;.tJJ'art. 24 4Joll'.A.ecordo <li tult\la por il t~rrilorio d(ilh SomaU:l. 1,011'0 Awmin ùstnu.io ,,o itnlio.na., concluso a Gine,Ta. il 27 ~ n na..io 1nr.O fra. l'll.a.Jia. ~<l il Consi,glio per l'.A.mmi oits\.J."tu~ione 1Muc:iR.ri1k dollo N11Zioni Unìt.o e reso Cf,Ocutivo eon logge 1 uovembro 105 1, 1301, ò au Licipato al J11 l1.1g1io 1060. Di conseguenza, l'Amn,iniatrn_ziont, fiduciaria. italiana de Ua Somalin., di oui olln. predetta legge. cc~ in h ,lo data. La prP.AA,n1.n lcggo muui ta del sigillo dello Stato, im.rò. ins.oritu, ucllo. .lt..14'.COlb , uffir:in.1o rlellc.:,foggi o ùoi U0ti1·ctì 1loll l}, Republllica l t alianA. ~. fatto ohhligo n, t• hiunquo ~peU.i i.li v ~ er varJa. e di fo.rla OBAerva1'0 corn e legge dello Stat-o.
11.
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Da.ta
a. Ito1ua., addl 28 giu gno l960. G RO~ Clll
Vi~to, il G1.u.m.lu11igilli:
GoNELLA.
1.·m11111i11i.1·1m~in11e jìt!11<'i11rill i11 So11111fia ( /950- /9()()) ...
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HIBUOGRAFI A
Documenti - Stato Maggio re Est:rc ito. lJ l'li c io Stori co - A rchi v io S tori co. l·i111do A YI. S .. attlla lme nte non inve ntariato poic hé i11 parte ancora no n completamente declassi li cato. - Co111a11do Ue11i.:ralc ddl' J\ nna dei Carabinieri . U fli c iu Storico - A rc hi vio Storico. l>orn111mw: io11e i\ .FI.S. I Somalia, anni 1950- 1960 , Roma. - J\ccatkmia Mil it;1rc di Mode na, Ufficio Storico - A rc hi vio S torico. i\111111uri ulliel'i .fin111<'11tm11i <' d11c11111t'lllozione n11ni <1cnule111ici Accude111ia di Modt'11r1. a nn i 1950- 1%0. - SI .il o M;1ggiorc Eserc ito. Ufficio Storico - Arc hi v io Fotografico. Mis('l'f/011t'o.
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