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12.1969. “Dice la gente che in Piazza Fontana forse è scoppiata una caldaia …”
degli inquirenti, la proclamata imparzialità dell’inchiesta, la costruzione della pista anarchica, i riferimenti storici di supporto. Riguardo quest’ultimo aspetto, il precedente delle bombe del 25 aprile è individuato nell’attentato alla IX Fiera Campionaria di Milano del 1928. Il “Corriere della Sera” opera qui con la stessa logica che proporrà solo qualche mese più tardi, all’indomani della strage di Piazza Fontana, suggerendo immediatamente ai suoi lettori i colpevoli. Nel racconto giornalistico delle bombe di aprile leggiamo, infatti, con richiamo al 1928, che «anche allora fu un gesto criminale di un gruppo anarchico»;73 mentre nella narrazione della strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, ci si richiamerà alla bomba del 1921, tratteggiando una Milano che «subisce la seconda ondata di violenza anarchica».74
“La Stampa” è più cauta e fa presente che anche alcuni fascisti sono stati fermati per le bombe di aprile75, mentre sulla linea di colpevolezza anarchica si assestano, unitamente al “Corriere della Sera”, “La Nazione” e “Il Tempo”. Alle esplosioni del 25 aprile seguono le bombe sui treni di agosto, e di nuovo, con imperturbabile certezza, la stampa conservatrice traccia il profilo di un’Italia sull’orlo di una crisi politica e sociale irreversibile, nella quale l’agosto infuocato delle bombe sui treni potrebbe essere solo una delle «prime avvisaglie d’una vera e propria azione tendente a scardinare le basi dello Stato democratico».76
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“Il Secolo d’Italia” non può che ammettere l’identità ancora ignota degli attentatori; nonostante ciò si dichiara convinto che la responsabilità sia da attribuire a gruppi anarcoidi e contestatori di estrema sinistra. “La Stampa” sembra sospettare della destra; indignata è “L’Unità” che denuncia il cattivo operato delle autorità inquirenti, in pieno disaccordo con il quotidiano della Dc, “Il Popolo”, che invece ne esalta le efficienti attività.
Nel racconto della carta stampata emergono quindi una stratificazione discorsiva e un immaginario diffuso dell’Anarchia come disordine, violenza, sangue, morte. Si costruisce nel tempo una sorta di «pregiudizio di colpevolezza»77 ai danni del movimento anarchico, un movimento debole perché eterogeneo, non incasellato nelle rigide gerarchie di partito, avvezzo all’uso di parole cruente e di fatto implicato più volte nel corso della sua storia in episodi di violenza e pratiche sovversive.
73Il massacro del 1928, “Corriere della Sera”, 27 aprile 1969, p.8. 74 A. Grisolia, Un tragico precedente: lo scoppio del Diana. La bomba esplose la sera del 23 marzo 1921 – Autori furono tre anarchici, “Corriere della Sera”, 13 dicembre 1969, p.9. 75 G.M., Per gli attentati 14 fermi fra gli anarchici e i fascisti, “La Stampa”, 27 aprile 1969, p.2. 76 F. Serra, Quattro ipotesi sugli attentati ai treni, “Corriere della Sera”, 12 agosto 1969, pp.1-2. 77 M. Dondi, op. cit., cit. p. 113.
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