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. L’ATTIVITÀ DEGLI ARSENALI MILITARI DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE
Maria Grazia Turco
che procedono anche con la conclusione della guerra, fino a quando il manufatto, poi, viene definitivamente dismesso, nel novembre 1918.
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Un Promemoria dell’Ufficio del Capo di Stato Maggiore della Marina, datato 12 luglio 1919, ne illustra la consistenza e le potenzialità, anche se ormai la la struttura viene pressoché abbandonata:
“Ad Augusta esiste, quasi completamente ultimato, un Aeroscalo con hangar capace di allogare un’Aeronave tipo «M». Non è una Stazione destinata a Idrovolanti … Essa è situata poco entro terra in fondo alla parte Nord del Golfo. Comprende un hangar lungo cento metri, largo 26 ed alto 30, di cemento armato con portoni metallici. – Una caserma con dormitorio per 200 soldati. Una palazzina per 12 ufficiali. Una palazzina per 15 Sottufficiali. - Un’infermeria. - Cucina e Refettorio. Magazzini, depositi, ecc. Tutti i locali sono in muratura con circolazione di acqua ed illuminazione elettrica. È uno stabilimento completo e confortabile nel quale, utilizzando anche l’hangar ed ingrandendo le cucine, potrebbero trovar allogamento anche un migliaio di uomini. Nel programma del tempo di pace esso figura come Aeroscalo di riserva custodito da un guardiano e da un piccolo numero di uomini per la vigilanza del materiale, fino a quando non si potrà utilizzare per il traffico aereo con la Libia, per il quale si trova in ottima posizione. Ritengo che l’Ammiraglio Ispettore non avrebbe difficoltà a cederne l’uso al R° Esercito per accasermarvi militari purchè fossero conservati i caratteri di eventuale impiego dello Stabilimento e assicurata la buona conservazione dei locali; anzi la presenza di militari comporterebbe la possibilità di utilizzare l’Aeroscalo come eventuale tappa dei viaggi delle Aeronavi del Basso Tirreno e Adriatico, ciò che non può avvenire anche in un comodo Aeroscalo senza la presenza di almeno un paio di centinaia di uomini”91 .
Conclusioni
La conoscenza degli arsenali militari richiede oggi attenzione, questo nell’obiettivo di restituire nuova identità a tali manufatti storici, spesso abbandonati e degradati, attraverso azioni di studio e approfondimento oltre che indicazioni progettuali e di valorizzazione basate sul riconoscimento e il mantenimento dei ‘valori’ storici e architettonici ad essi correlati oltre che sul rispetto del carattere dei luoghi, visto che attualmente molte di queste strutture sono inserite in un contesto naturale e paesaggistico e hanno instaurato con il territorio un connubio unico e inscindibile.
La valorizzazione di tali siti marittimi porterebbe, infatti, a soddisfare la recente, e sempre più impellente, richiesta di ‘uso’ delle risorse architettoniche, culturali e ambientali di un contesto oltre che una domanda di ‘cultura’ sempre più ampia e impellente. Si tratta di territori in cui sono inseriti manufatti architettonici che oggi richiedono tutela e valorizzazione. Percorsi di conoscenza e consapevolezza che garantiscono e aumentano l’attrattività dei territori in cui tali strutture sono inserite.
Gli arsenali rappresentano, infatti, i punti di forza di tali aree attraverso cui poter creare un’offerta ampia e differenziata di risorse, capace di soddisfare una richiesta il più possibile variegata, garantendo, allo stesso tempo, lo sviluppo locale. Essi possono, quindi, essere considerati una ricchezza, quale insieme di elementi sedimentati nel tempo.
Queste aree sono caratterizzate da una commistione di luoghi e risorse spesso scarsamente valorizzate, che sovente non rientrano nei percorsi turistici tradizionali, incentrati sulla visita alle principali attrazioni.
Un patrimonio che ha avuto storicamente un ruolo importante dal punto di vista sociale ed economico nello sviluppo delle città e che, contestualmente, ha contribuito alla costruzione di una specifica cultura urbana.
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