VTTTQRIOi
ViWlTD
I
'alifornìa
?ionaI
6EN.ENRIC00^rGUA
VITTOJUO VEN'ETO
EDJZIONEDELmOlS^ MILAN0191O
INTRODUZIONE
.
La
"
vittoria
e
sono
morale ed anche una grande
vittoria
stati
che hanno
negoziatori,
di
una
italiana fu
vittoria militare,
eserciti
gli
cacciato
d' Italia, e
dal
territorio
non astuzie italiano
gli
Austriaci. "
Il
sua
piano del generale Diaz è» stato largo e magistrale nella concezione,
combattimento
quanto
leale,
italiani
La sobrietà
avere
hanno dimostrato "
"
coraggioso
senza
nella
sua
esecuzione.
alcun vantaggio, la
gli
In
eserciti
loro superiorità „
MORNING POST
..
dei comunicati italiani potrebbe far credere in al-
cuni ambienti che la decima armata al comando di Lord Cavan,
abbia effettuato il movimento principale
;
piano fu eseguita
principale dell' intero
comando del generale Caviglia.
Inoltre
mentre in realtà la parte dall' ottava
armata,
al
non dobbiamo dimenti-
care i duri combattimenti della quarta annata e della dodicesima,
ed è giustizia far rilevare che soltanto due divisioni britanniche furono impegnate fra
Brenta ed
il
il
mare, e che una sola
divisione francese era incorporata nella
armata
al
dodicesima
comando del generale
francese Oraziani .. •
TIMES ..
Uf
generale Cavlggia. Con quella sua maschia persona di
tra
soldato e di marinaio, serena e robusta sulle" gambe
arcuate di navigatore, con quella sua parlatura ci vecchio ligure, d' una cordiale rudezza, intramezzata da scoppi ci risa sonori,
il
generale Caviglia dà subito 'magine d' un
di forza e di guerra.
Il
suoi maggiori hanno plasmato sui
con quelle grandi mani che
i
duri ordegni del navigatore,
e con quei
il
sopracciglio energico
bili
come V acciaio.
uomo
suo discorso è netto, il suo gesto breve,
suoi chiari occhi sotto
che vedono lontano,
Tutte le volte che mi
lucidi
e
infiessi-
sono trovato davanti
a questa forza misurata e tenace, di uomo di vecchia razza italiana,
aspro come
minatore
di
di salsedine
marina, ottimo ed espedito cam-
contrade, ho sentito venirmi incontro il vento a!>erto
e selvaggio dei grandi orizzonti e
ho imparato
dalla
sua voce
quale sia la voce che domina la procella, indurisce i cuori nel rischio,
incatena la sorte e
U' generale Caviggia. Così
l'
comanda
alla
vittoria.
ho udito nominare con un ac-
cento d' inesprimibile orgoglio da un soldato ligure, in una notte d' inferno,
sotto Inhovo,
Padania gettavano vortici
i
spumosi. Era
sul greto dell' Isonzo.
ponti sul il
fiume tenebroso
I
pontieri
della
che passava
momento supremo. Caviglia aveva
a
giu-
rato a se stesso che tutto il suo ventiquattresimo corpo sarebbe
passato di
di
là,
su quell' altra sponda che
si
rom.peva
in
balzi
rocce quasi a formulare un divieto. Ma Caviglia voleva pas-
sare, e
tutti
sapevano che
oltre le linee,
coi
piedi
si
sarebbe passati. II generale era là,
nell' acqua,
confuso coi pontieri^
e
li
10
ammaestrava da uomo esperfo Diceva parole che a
me
:
pece.
ìa
e intorno
addossati alle rive del fiume guardavano tutb!
fanti
i
corda e
nei trattare la
non udivo ma che presentivo
io
a quel punto donde
la
voce veniva, pacata e sicura.
quallresimo' corpo passò con epico
volo,
fìssi
venti-
11
snidò dalie rocce
il
nemico, attinse le cime selvose, si rovesciò dagli opposti declivi, dilagò sui pianori, marciò di vetta in vetta verso il suo destino di
gloria e di vittoria
;
e
il
generale lo vidi più tardi,
dodici
chilometri di là del fìjme, al centro della Bainsizza, allogato in
una tenda da campo, sotto
il
fuoco
dei" cannoni
due nuove
divisioni fresche,
ad afferrare per
i
nemici, tempe-
sempre più
stare che bisognava procedere avanti,
Ah,
avanti.
e Caviglia sarebbe volato
capegli la fortuna d' Italie ?
Fino da allora...
E tenne sotto mente fino
rovescio di Caporetto che lo scopriva intera-
tenne sotto il furore nemico, la Bainsizza
La tenne attaccando e riattaccando
air ultimo.
stretti, tri
il
alla sua sinistra,
corpi,
con
ritirandosi
battaglioni,
in
r ora tragica
in
cui
la
anche quella
agli
il
altri
tutte
le
sue
terribile
i
corpo
suoi
s'
impegnò a re-
sfinito
da
dieci
Chi lo vide in quei
spaventevole energia che quest' uomo trasfuse in .
suoi. Pioveva. Tutto era caligine e
perduto.
i
Caviglia non permise né a se ne
dubbio, e formidabilmente
giorni di disperata battaglia di retroguardia. giorni sa la
tutti
sorte balenava, e parve per un momento linea.
con quel suo ventiquattresimo
sistere
con
artiglierie,
ordine perfetto di combattimento. Sul Piave, nel-
intenibile
tutti
denti
coi
mozzando l' anelito del pianto, raccogliendo divisioni d' al-
Imbaldanziti
dal
trionfo,
i
fango.
Tutto
pareva
nemici assalivano a
orde
ubbriache, con furibonda vertigine di distruzione. Vidi allora Caviglia e
non
lo
dimenticherò mai.
Mi guardò un poco senza rili
spondere I
mio
al
e
svaluto
angoscia delle mie labbra serrate.
all'
suoi occhi d' acciaio mi
:
—
dobbiamo fermare.
Li
con
detta
flessibile
guardò lontano. Vide forse
— Era una promessa
serena. Poi
semplicità
volse al
si
quell' immensa
in
sua voce,
la
non ebbe un brivido quando
quella sua maschia voce bonaria
mi disse
cuore,
nel
s' infissero
in-
Piave,
rovina la
grigia
luce di questo giorno trionfale ?
comando del decimo corpo,
Al
con
sugli Altipiani,
Giugno 1" urto nemico
imperiale del
in
collegamento
sua destra, resse nell'offensiva
divisioni britanniche alla
le
già
dilagante in
Val Ca-
Non direttamente attaccato, vide nel primo tumulto della
naglia.
battaglia la minaccia d' avvolgimento sospèsa sul corpo di Lord
Cavan tutte
;
le
e di sua
sue
iniziativa,
artiglierie
niche un fuoco di
distruzione.
— Sospendete — Ci sono
gli
rude sorriso
il
orientato
sulla :
fuoco, voi tirate sulle nostre linee.
Austriaci nelle Caviglia.
di
Lord Cavan,
di
venne un disperato appello a Caviglia
nemica,
direttiva
Dal comando
austriaca e non ancora
sorpreso dalla mossa
ordinò a
con fulminea prontezza,
concentrare sulle prime linee britan-
di
vostre linee
— rispese
Con un balzo leonino
i
largo e
il
Britannici
si
slanciarono all'assalto schiacciando il nemico. La tremenda minacsbarrata
cia era fugata,
andò a
stringere la
una magnifica prova
di
ha salvato
la
artiglieria
che
tutta la
— Lord Cavan — Voi mi avete dato — disse — La vostra situazione — Ala seppe che anla
mano
solidarietà
:
gli
.
allora
destra del decimo corpo aveva contemporaneamente
avuto r ordine
di
tenersi pronta.
giudizio di
La sera che
via di Val Canaglia.
a Caviglia
fu
Il
colpo
assunto i.mprovvisamente
tava armata, ebbi
la
d' occhio
e
il
sicuro
Caviglia è tutto qui. al
comando
dell' ot-
singolare fortuna di trovarmi al suo arrivo
nella grande villa palladiana presso Isfrana. Caviglia era a mensa
quando d' ore
fonogramma
il
cedere
generale Pennella
e assumere dalle mani del l'
otta-va
armata
:
da una
sede
nella
un
in
paio
il
comando
Ali' ora
fissata la
sua automobile
nuovo comando, e Caviglia
del
del-
presso Thiene doveva recarsi
località
a una località presso Istrana. entrava
Doveva
recapitato.
fu
gli
generale Cattaneo il comando del decimo corpo
al
saliva
lo
scalone monumentale con quella sua andatura quieta
con quella sua grande faccia
e dondolante,
energica e serena.
La sua è una calma prodigiosa che spegne qualunque turbamento,
anche
che prende
quell' eccitazione
momenti
certi
in
diffonde nei suoi sottoposti, al
più umile soldato,
naturale
della
voce,
in tutti
gradi della gerarchia fino
i
sua maschia compostezza,
quella
gesto
del
uomini meglio provati. Caviglia
gli
quella
sua volontà misurata, quella sua aspra e insieme bonaria titudine di soldato di razza
duttore di uomini.
assunto
il
Schivo
comando a
naturale del
forme 'esteriori,
di
cui tutto
egli
ha
prime
linee,
Montello,
al
sulle
Piave, osservando di persona minutissimamente ogni dello schieramento difensivo.
istinto
il
nome. La
battaglia di Vittorio
d' estate dalle linee del il
Piave,
Ma fin da allora volgeva nella
dobbiedenc e dalla nebbia
i
poggi
di
mattutina di
Veneto
A'iontello,
sul
piano
egli
speranza e
suo
vide in quell' alba
i
suoi
figgendo
di Sernaglia,
in
il
la
tra
i
chiari lucidi
monti di Val-
Conegliano, così prossimi,
come
del
rive
particola-
grande piano offensivo a cui sarà legato
sua mente
occhi oltre
1'
obbedisce e si piega. Appena
nuovo comando andò a riposarsi qualche ora. Poi,
air alba, si recò sulle
rità
ret-
che fa di lui uno straordinario con-
ma velati
una lontananza chimerica di
sogno.
13
L' uomo di neilo discorso e di laboriosa ienacifà che
è Cavi-
non visse da quel momento se non per realizzare quesfa
glia
speranza e questo sogno.
cennò
Mi sia permesso evocare un pome-
davanti a un grande plastico, egli mi ac-
riggio di luglio in cui,
alla possibilità di
questa manovra strategica
due r esercito austriaco. Nulla mi
Ma io fremetti. Egli teneva
più.
dito sul
il
:
Vedeva limpido e
giusto,
di
monte Cesen, e pa-
reva che vedesse galoppare sui dossi del baluardo battaglioni.
tagliare in
né mi poteva dire
disse,
suoi bei
i
con l'occhio che non falla,
l'occhio della sua vecchia gente di navigatori e di soldati.
E
come volle, operò. Principale esecutore del piano strategico che, con la battaglia di Vittorio Veneto distrusse per manovra in campfo
ebbe
l'
1'
intera
fiducia
mosse
Diaz e tèrzi
esercito
d' un altro
d* armi lui
aperto
di
di
austro-ungarico,
Diaz e
grande capo,
in titanico
il
generale Caviglia
Badoglio e
di
la
solidarietà
generale Giardino,
il
che con
collegamento nella battaglia. L' audacia di
Badoglio è ormai manifesta. Essi sguarnirono
del fronte
per addensare una favolosa massa
quaranta divisioni
tra
il
i
d' urto
due di
Grappa e il Montello. Giardino doveva monti
sacrificarsi per trattenere sui
le
riserve nemiche, Caviglia
vibrare il colpo d' ariete contro il centro austriaco per infrangerlo.
E Caviglia lo infranse. ...V generale Cavìggia ! Lo vedo, come ieri, come sempre, pacato e possente sulle sue gambe arcuate, la chiara onesta faccia eretta il
come a dominare
la
rotta della
pugno a imprigionare 1' evento. E
sua voce usa
alle procelle,
l'
sorte,
saldo
il
cuore e
riodo, tra gli scoppi della
impeto cordiale de! suo riso ru-
demente paterno. Nulla è mutato
in
lui.
Schivo di pompe, que-
sto italiano e questo ligure di tempra antica è lieto dell' opera
compiuta, e non
domanda se non l'operoso silenzio per l'Italia 14
di
àomani." Tra
è tra
i
i
primi a credere nella necessità
della
guerra,
primi ad averla portata a vittorioso compimienfo. Domani,
neir Italia pacificata, egli sarà sempre al
sua stupenda
virtù
di
suo posto. Perchè la
soldato è solo superata dalla sua
grande fede nazionale.
6 Novembre 1918.
TOMASO MONICELLl.
avvenimenti storici sono il risultato
ili
una grande quantità di fattori, tutti
non
necessari,
lente
analisi
ne sono
l'
esponente,
fattori,
umana
dalla
e spesso
e
;
intelligenza
uomo, o
1'
compiuta-
afferrabili
con
uomini che
gli
rappresentano uno solo dei
non
più importante.
il
Gli avvenimenti eternati dall' Iliade non sono certo
né così vasti né così grandiosi
còme
nostra guerra, ed a noi sembra che
quelli della
le
forze e gli
elementi allora in lotta dovessero essere facilmente
ponderabili per uomini
dell' intelligenza
o dei poeti che hanno cantato su Troia.
Tuttavia
della lotta Giove, dei
Troiani, e
indica.
*
il
il
che pesa
i
manda
la
poeta
due
vittoria
Omero
di
vittoria
greca
lascia
arbitro
dei
Greci e
la
bilancia
fati
dove
Questa soluzione, che a prima vista sembra
infantile,
fico :
spesso
la
racchiude un profondo significato
filoso-
risultato solo dà la misura della superiorità di
una
delle parti
in
contrasto.
23
Così la battaglia della Marna è certamente una vittoria francese. Per quanto i
Tedeschi
siano
si
ritirati
quando
hanno voluto e dove hanno voluto, il fatto è
preparazione
-Nella essi
della
che
si
avevano ben considerato
invasione
della
sono
invasione la
ritirati.
della
Francia
possibilità
della
Prussia Orientale per parte delia
Russia, avvenimento non nuovo nella storia militare e già accaduto in analoghe circostanze. Ma, o l'ave-
vano supposto più
o ritenevano
tardivo,
di
poter
conseguire più rapidamente una' vittoria che prostrasse immediatamente la Francia. Vien fatto allora di
pensare che essi non calcolassero abbastanza
forte la resistenza del Belgio,
che
la
neutralità dell' Italia
Francia di rivolgere tutte
mania
uno
e di ritardarne
o non si aspettassero
avrebbe permesso le
alla
forze contro la Ger-
almeno la vittoria. Il tempo è
dei principali elementi strategici e, nel calcolo
che se ne fa, deve essere lasciato un largo margine air imprevisto.
24
Sorpresi dall'invasione della Prussia Orientale prima della vittoria totale,
dificare
il
Tedeschi hanno dovuto mo-
i
loro piano di
guerra,
rinunciare alla
e
loro volontà di vincere immediatamente. Dovettero
mandare
Prussia Orientale
nella
alla manovra in Francia, e sità
forze destinate
le
da ciò conseguì la neces-
di ritirarsi, di assumere una posizione difensiva,
e su quella aspettare
risultato della lotta
il
Prussia Orientale.
nella
Tale decisione tedesca fu giustamente considerata
come un errore,
tanto più grave in quanto
r insegnamento di simili,
poi
e
Fu un errore
:
guerra
della
Federico
i
che,
II,
prima
battere
preferì
in
era
condizioni
Francesi
i
vi
a
tondo,
Russi a fondo.
ma nei risultati di quella prima parte 1'
invasione
Prussia
delia
Orientale
ebbe un' influenza decisiva, avendo essa determinata la
Fu un errore
;
ritirata
ma tra
i
tedesca.
fattori
politici,
militari
ed
anche personali che 1' hanno preparato e provocato,
non ponderabili facilmente,
il
principale
fu certamente la resistenza
francese. Il
risultato fu la tutti
lo
vittoria
riconoscono
:
francese della Marna, noi Italiani per
i
e
primi.
25
Avvenirneiiti analoghi si ebbero sul teatro di guerra italiano.
Nel maggio del IQió austro-ungarico,
attaccò
nostre linee del
le
sorpresa strategica •
intera.
diare
le
rare e
difficoltà
le
preparare in
dell'
esercito
nemico aveva avuto
Il
mezzi e
esercito
dislocazione la frontiera
La
Trentino.
italiano
vi
fu,
e
tutto il tempo di stu-
e gli ostacoli
che doveva supe-
potevamo opporgli
forze che noi i
dell'
della
preponderanti verso
delle «nostre forze,
orientale,
comandante
il
approfittando
;
e
di
forze adeguate per vincere
le
un determinato tempo.
Nel calcolo del tempo
disponibile egli doveva, non solo tener conto della
mese
differenza di un
quella
russa,
fra
ma anche
la
del
primavera italiana e
tempo occorrente
al
comandante italiano per trasportare nel Trentino le ^.^iserve dell' Isonzo.
Di questo secondo elemento il
comandante austriaco non tenne
il
dovuto conto,
oppure credette che la sua avanzata dovesse essere più rapida
ma
;
il
risultato fu la ritirata
delle sue truppe.
Come la battaglia della Marna è una vrttoria francese, così questa è
una
vittoria italiana:
ed altret-
tanto grande è per noi nei suoi risultati la nt)stra,
quanto per
i
Francesi quella della Marna *
4.
;
ma noi 26
r abbiamo compiuta
per
condizioni
in
i
Francesi,
condizioni in cui si trovavano, non dovettero
le
Le nostre brigate del Carso e dell' Isonzo
ricorrere.
accorsero, - cantando agli Austriaci
vedere noi!
„, -
"
Ve la faremo
a chiudere il varco aperto sugli Al-
Da documenti tedeschi appare che già dalla
tipiani.
fine
strategiche più
con rapida manovra, alla quale
difficili,
di
maggio
consideravano come
essi
fallita
la
spedizione austriaca: prima, cioè, che la Russia movesse dai suoi sonni invernali verso
la
campagna
primaverile. Per noi l'equilibrio cominciò a ristabilirsi
verso
il
10
giugno; il 15 l'equilibrio era stabile,
di
ed il 16 cominciammo ad attaccare noi dappertutto
25
il
Il
ì'
Austria
:
ritirava.
comandante austriaco aveva studiato la sua ma-
novra lungamente,
1'
aveva preparata con
accorgimenti possibili e i
si
mezzi che
vai d' Adige
vi
aveva
1'
destinati,
in
uomo
ne
non aveva pensato che noi
era stato distolto.
Egli
avrem.mo
tempo a portar
fatto
a
gli
accumulandoli
non un cannone, non un
:
tutti
aveva sviluppala con tutti
le
nostre
forze
dall'Isonzo nel Trentino prima che le sue sboccassero in
pianura
;
e questa
fu
la
ragione determinante
della sua sconfìtta.
Chi
tolse
ali' Austria
la
volontà della vittoria non 27
furono truppe
Russi
i
;
e
:
poiché
furono
esclusivamente
nostra artiglieria
la
potuto portare nella lotta che
le
nostre
le
non aveva
sole batterie leg-
gere< fu più particolarmente il nostro fante, il nostro
buono, paziente, resistente fantaccino, che nulla do-
manda, nemmeno domanda che siano riconosciuti i
in
suoi sforzi ed i suoi sacrifici. La Russia concorse
quanto impedì all'Austria di inviare sugli Altipiani
nuove truppe
e rinnovare
1'
attacco.
Noi manchiamo ancora noi
stessi.
Dicendo
"
di fiducia in
noi
„
molti della mia generazione,
giovani
;
non
dei
che questi, in grande maggio-
ranza, grazie a Dio, e r hanno dimostrato volendo
dola.
parlo di
la
ne abbondano, guerra e vincen-
Ma noi, che, per la nostra età, formiamo la
cosidetta classe dirigente,
manchiamo
tanto- di
fi-
ducia, da dubitare delle nostre forze anche quando
esse escono vittoriose dalla lotta. Così ancora noi ci
dilaniamo la ferita di Caporetto, e non esultiamo,
come farebbe qualsiasi popolo, per Vittorio Veneto, la
grande
vittoria riportata dalla intera
Nazione sul 28
nemico secolare
unica,
1' ;
dalla parte degli Alleati alla
;
vera
e
grande
vittoria
quella che ha messo finp
guerra.
L Italia, con un anno di espiazione dopo Caporetto, ha trovato tre
il
in
sé stessa
le
virtù
di redimersi,
men-
nemico gradatamente degenerava. E come
nemico aveva scelto
mento
il
depressione morale nostra per infliggerc-i
di
Caporetto, .soffrendo gere,
il
punto opportuno ed un mo-
così
noi,
egli
perdite relativamente leg-
momento opportuno, sebbene
al
alquanto tardivo, e nel punto più conveniente, abbiamo vibrato
il
colpo, che ha travolto nella rovina
r esercito e
Tutto
guerra
questo :
"
fu
1*
impero degli Absburgo.
compiuto con
buona regola
di
nemico
demoralizzato,
ed
attaccare
il
abbatterlo col minimo dispendio di
forze.
„
Iella primavera
le
forze austriache.
noi di
il
Esse avevano su
vantaggio morale della vittoria
Caporetto. Noi avevamo la nostra
rigenerazione e tutta L' Austria
del 1918 noi eravamo
Piave in equilibrio con
sulla linea del
si
1'
La situazione offriva a due operazioni che
Italia
decisa a non cedere.
preparava ad attaccare.
ci
noi la possibilità di tentare
promettevano grandi risultati
strategici.
Una, secondaria, per
il
Tonale, scendente
a "Bol-
zano. Bisognava prepararla con cura, per vincere
grandi difficoltà logistiche e tattiche, e lanciarla
le
qualche giorno prima che austriaca,
qualche mese L' altra,
la
si
scatenasse l'offensiva
dopo aver lasciato le
principale,
nella inerzia per
truppe di quel settore. era
quella,
Veneto. Seguire
Vittorio
Di
fronte al saliente del Piave, tra
1'
sviluppata poi,,
offensiva austriaca,.
di
non precederla. Conegliano e
Vidor, ossia di fronte all' VÌII Armata, gli Austriaci
3S
non avevano che una crosta difensiva di pochi chilometri di profondità, rotta la quale
vano
pili
difese.
non
si
trova-
Un' operazione in quella direzione,
spinta rapidamente fino a impadronirci delle Prealpi Bellunesi, avrebbe separato gli Austriaci della pia-
nura da
quelli della
ad ogni specie pianura,
spalle
alle
nemico, con
montagna, ed aperto la strada
manovra
di
delle
risultati
montagna ed
in
due
parti
risolutivi,
in
dell' esercito
defmitivamente
risolutivi.
Era
vera manovra strategica centrale
la
napoleonica.
pNeir impresa testé finita le grandi forze 3^ portate
in
linea
e
i
grandi mezzi di
cui esse disponevano avevano limitato la
guerra a lunghi, eterni
menti
di
era attraversata in vari fensive,
trincee
sensi
da lunghe
linee
di-
còme dighe opposte al dilagare di correnti
contrarie, che limitavano la guerra di
Erano come all'altra,
combatti-
continue. L' Europa
movimento.
due linee di pressione opposte
nelle quali i due nemici si
l'
una
trovavano nella 34
ccJhdizione di due lottatori abbiacciati.
reciprocamente, neli' attesa del per dargli
dell' avversario
ii
prementisi
cedimento colpo
grazia.
di
Ma, in generale, gli Alti Comandi non avevano la sensibilità
immediata dei
lottatori, -per
cogliere
il
momento di debolezza dell' avversario e la linea di minor resistenza; erano troppo che
collegamento,
di
ficiali
essere al corrente della
si
impiegavano per
essi
situazione,
apprezzavano morale
fisico e
Né gli uf-
erano
in
con-
bene della vita di prima linea,
dizioni di informarli
dove solo
lontani.
Facendo assegr.emento
sul
sintomi del cedimento
i
del nemico. servizio
degli
ufficiali
informatori, e ritenendolo sufficiente, non consulta-
vano,
in
generale,
i
comandanti
in
sottordine,
non per iscritto. Questo accadeva presso eserciti
alleati
e nemici.
Inoltre,
nei primi
tutti
se gli
anni di
guerra, -fmchè, cioè, non salirono agli Alti Comandi ufficiali,
che avevano
fatta
la
vita dì trincea,
come
comandanti di baitaglione, di reggimento e di brigata,
non
si
conosceva bene
la
guerra di prim.a linea
qual' era in realtà.
Allora presso tutti gli eserciti accadeva, che, invece di
cercare
la
linea di
minor resistenza e di prepa35
j
rare
il
momenio
opportuiio,
sistere ne!!* aìtacco
La sorpresa
scopi secondari. Noi,
come
i
nostri alleati e
facevamo consistere r atterrire
tutta
punto
I'
i
nostri nemici,
della guerra
arte
in-
per
era esclusa.
tattica
come
lattico
nel-
con lunghi concentramenti
avverserio
l'
ad
continuava
si
dello stesso
del fuoco dell'artiglieria e col distruggere le difese
passive, così che le
linee.
sua
potessero occuparne
fanterie
le
difensore concentrava allora il tiro della
Il
artiglieria sulle
cava r attacco
fin
fanterie avanzanti, dall' inizio
;
e ne stron-
oppure
concen-
lo
trava sulle trincee, occupate dalla fanteria nemica, e 'obbligava questa a ripiegare.
posizioni erano diventati
Più tardi pere
la
si
l'
I
nomi
di
alcune
incubo di intere nazioni.
capì casualmente che bisognava rom-
crosta
avversaria
difensiva
per poter ac-
quistare la libertà di manovra tattica con
le
truppe
mobili, così da penetrare profondamente nel campo delle difese
nemiche,
abbattendosi
e,
farne cadere larghi
tratti
Tolmino
d'iìttacco (circa si
fra
due
lati,
1917 noi attaccammo gh
Alla fine d' agosto del Austriaci da
ai
per avvolgimento.
al
50 km.)
mare. Nel vi
vasto
fronte
era un (ratto sul quale
poco combattuto, lungo il corso dell'Isonzo, Loga e Bodrez, dove il passaggio era possibile
era
36
e
cove gii Austricici non si aspettavano l'attacco. Vi
avevano costruito
messo buone (ruppe
difese,
;
ma
come un nostro 24° Corpo settore di riposo. Allora d'Armata, che si trovava di Fronte, dopo una lunga Isonzo fra Loga e e silente preparazione, passò ccnsideraio
quello era
due
dalle
parti
il
1'
Brodez,
sfondò
Vrh, e con
nemàcne della conca
linee
le
manovra
la
fece cadere tutte
di
linee
le
austriache della Bainsizza, fin davanti al M. 5anto,
spalancando una porta
e
15 km. di larghezza. Se
che furono poi portate a cozzare con-
delle forze,
tro
di
porta avessimo lanciato una metà
noi per quella
due cardini della porta
i
Lom
il
di
stessa,
il
5. Gabriele
Tolmino, noi, quasi certamente, sa-
rem.mo giunti a Aidussina, ed avremmo fatto cadere,
come pere mature, Tolmino e 5.
1
Hermada,
col
Gabriele compreso.
Allora nessuno dei belligeranti era preparato contro
la
manovra
tattica,
campo tattico
sul
;
perchè nessuno manovrava
perciò la manovra aveva
la
certezza della riuscita.
Ma per poter manovrare bisognava avere due nuclei di forze
:
r altro per la tare
:
che
le
uno per
rottura delle linee nemiche,
la
manovra
;
perchè
vi è
questo da no-
forze di rottura, giunte sulle posizioni
nemiche,
arresisvartO inevitabiimer.le,
si
non pote-
vano proseguire. Ls mente loro e dei loro comandanti e le loro condizioni morali le inducevano a indugiarsi
prime posizioni nemiche, e a non perseguire
sulle
la
vilioria.
avevo già osservato questo fenomeno
Io
ciuria presso
tro
ed
i
i
Russi,
alla
e
in
Alan-
Giapponesi, nella loro guerra con-
credevo fosse peculiare
all'
indole
natura di quel popolo, alla sua nutrizione,
quasi esclusivamente composta di riso, e ne avevo
preso nota nei miei rapporti. Il fenomeno era tanto contrario alla mia natura, che non lo credevo possibile
per noi
Italiani.
Invece, in questa guerra., mi
convinsi eh' era generale, e fui indotto ad attribuirlo alla
guerra
di
posizione,
movimento
facoltà di
la
quale
diminuisce
delle truppe e di
la
impulso
nei com.andi.
Nell'agosto del 1917 adunque l'arte della guerra
non si era ancora adattata
alle
nuove circostanze,
così da preparare e lanciare in ogni attacco i due nuclei di forze, i
Tedeschi d' attacco
i
in
ognuno col proprio compito. Furono
primi ad im.piegare
il
nuovo metodo
Francia, nella primavera del
1Q18.
Io,
adunque, ero sicuro che nella guerra di trincea
per
tratti
di
fronte
lunghi
centinaia
di
chilometri,
38
bisogna per ogni attacco preperare la sorpresa tattica eiiettuare i' attacco con V artiglieria e strategica ;
e
con
le
truppe di rottura
:
manovrare con le
truppe di manovra.
Operando
in
questo
essere minime, ed ottenere, cioè,
r
i
modo risultati
maggiori sforzo.
!e
perdite
grandissimi risultati
col
dovevano :
tali
minimo
da
lÀ PRER4RAZL0^
IME LOffÌAHA^
Io era sicuro, ripelo, di tutto questo,
allorché ebbi
1'
onore
e.l
del giugno
La Gii
battaglia
fumava ancora
erano
Austriaci
191S.
sul Montello.
sconquassati
usciti
dalla loro onensiva, ed
rr.odi
di essere desti-
comando deH' Vlir Armata, dopo r azione austriaca
nato
a
me
dente che essi non ne avrebbero tentale
sognava cominciare
la
in
tutti
appariva altre.
i
evi-
Bi-
nostra preparazione sùbito,
per essere pronti all'attacco al momento opportuno, che, inevitabilmente Il
doveva
venire.
tratto di fronte propizio strategicamente,
come già
ho accennato, era precisamente il saliente del Piave sulla fronte assegnata alla VIÌI Armata. Bi3cgnava non
attirare
tratto,
e
1'
attenzione
perciò
bisognava
azione secondaria attraverso nervisi
come pj-ima
sulla
Austriaci
degli
non il
tentarvi
fiume,
difensiva
su
quel
nessuna
bensì mante-
quasi
passiva,
gon una blanda attività di pattuglie tranquilìizzatrice, fare visibilmente moìii
lavori difensivi,
diminuire
il
43
tiro
a
artiglieria,
ecc.
Gli
ordini
Supremo che raccomandavano
dtì
Comando
ratTorzamenti
i
cooperavano a questo scopo.
difensivi
Non sarebbe stato nemmeno estremiamente attaccare
colline di S. Salvatore,
ie
giiano,
o
Valeva
la
di
V aldobbiadene
pena
:
ma a quale scopo ?
richiamare
di
difficile
presso Cone-
attenzione
1'
degli
Austriaci sul quel punto debole, ed arrischiare m.olte
perdite per così piccolo -?
opo
Ma allora non bisogna far nulla ?
« «
Nulla
;
»
se io debbo fare qualche cosa, dev essere
per risalire sulle alpi Giulie, sulle Gamiche e sulle Retiche. *
Questo era i
miei
era
il
risultato di tutte
il
ottimi
di
ufficiali
stato
le
discussioni con
maggiore
;
questo
mio ritornello agli uomini politici, agli uomini
ardenti di am.or patrio che venivano a trovarmi, e
a manifestarmi
la
attività
Nello il
i
guadi,
ecc.
due o
battaglioni
addestrarsi
al
per
il
di
una maggiore
fronte.
studiare minutamente
gettamento
Le truppe invece erano
passerelle, tre
mia
tempo facevo
stesso
Piave per
speranza sulla
per
passaggio
volta
sul
dei -fiumi
di
ponti,
inviate
a
Brenta,
per
sotto
tiro
il
•44
delle mitragliairici, dell' artiglieria e delle bombarde,
su passerelle, a nucto, a guado, il
soldato nuovo
ali'
attacco
riceve
una
im-
forte
pressione deprimente quando deve passare un fiume
capo
sotto r arco della traiettoria, raentre sul suo
sibilano ed urlano pallottole di mitragliatrici e proiettili
d'artiglieria. Gli esercizi di passaggio del Brenta lo
abituavano alla tranquillità e alla calma, il fante capiva lo
scopo ultimo
dicevo
:
ciamo
di
di
là
persuaso soltanto a
Mentre si
all' Vili
Il
fante sorrideva,
m.età.
Armata, già da! mese di luglio,
ci
preparava ad una inevitabile offensiva, pur co-
struendo lavori je
io gli
lo ricac-
dal Piave, e poi passiamo noi il fiume
diamo una buona lezione. ^
e gli
ed
queste esercitazioni,
Se i! nemico attacca di nuovo,
«
voci
di
di
fortificazione
disgregazione
interna
difensiva dell'
visibili,
impero Àu-
stro-Ungarico andavano progressivamente precisan-
Le
dosi.
notizie di
Francia, dei Belgio
che
i
Macedonia e
della
e di Albania,
Palestina
della
mostravano
nemici erano agli ultimi sforzi. Però nessun
indizio di indebolimento
o di minore disciplina appa-
riva nelle truppe nemiclìe che la nostra armata aveva di fronte.
Vi era qualche disertore czeco-slovacco,
ma non in misura maggiore de! passato.
^ROlNLuAUÀi^O
Verso
ordine
teso
offensiva,
l'
prevista. al
venne 1' at-
fine di settembre
la
Io
preparazione
della
incirce nella direzione
fui
chiamato ad Abano,
Comando Supremo, e
ricevetti
direttive. Il
fra
le
»
disegno mirava ad una azione decisiva
priiT.itivo
Nervesa
Dopo
per
all'
e
le
qualche
Grave accordo,
di
Papadòpoli comprese.
si
portò
1'
azione
nella
giusta direzione, quella delle bisettrice del saliente di
Falzè di Piave, .
direzione
la
rendimento e
Certo chi mi dette
cioè
minima
di
massimo
di
resistenza.
ordine deve aver visto
1'
la
mia
gioia e la mia certezza di successo dall' enumera-
me fatta dei
zione da
grandi
che biso-
vantaggi
gnava attendersi dalla nostre ezione. Solo una nota di
dubbio
vc'onià, perchè dirla:
perchè superiore
esisteva,
non era
nelle
il
rr^ese
delle
che durano due o
tre
piene per quel giorni,
nostra
nostre mani l'impe-
era l'ingrossamento del Piave.
tobre è
alla
11
mese d'ot-
fiume, piene
e possono
rovinare 49
operazione
qualsiasi
ad
attraverso
tentata
esso.
Non vi è esempio che sia passato un mese
)
d ottobre senza piena del Piave.
Questo era
il
|
punto debole, la sola carta rischiosa del nostro giuoco. il
i
gettare un ponte,
propiziano
si
non già come Achille che per
Con
Abano,
ritornavo
mio Quartier
al
mio cuore traboccava.
è vicina f
dolore, tutti
i
Scamandro
lo
quel
io
Generale
dolore
II
pur
che dolori
di
Finalmente,
Caporetto....
da
giorno
Andrea
5.
in
Cavasagra. presso Treviso
di
fiume,
spiriti del
preoccupazione restava.
animo
quale
gli
irritò
suo pessimo carattere ».
il
Ma la
Il
^
\
Piave, Faremo tutti gli scongiuri, supplicheremo Giapponesi, che, prima di ci comporteremo come «
e
,-
!
vendetta
la
Non
il
mio
non poteva essere uguagliato
della
vita,
compresi
;
causati
quelli
dalla morte delle persone più care, rimiti insieme,
accumulati
in
tutti
un solo momento nel cuore
un uomo, non uguagliano certo liazione di quei
non parlo
del
bravi soldati vidi,
affranti
tristi
I'
Corpo
dalla sciagura
e
di
quello
d' Armata,
dalle
di
umi-
Ma io
giorni della ritirata.
mio dolore, né del 24*
dolore,
il
dei
miei
che io
fatiche,
dopo 50
j
sette giorni
combattimenti e
di
sei notti
marce,
di
per far argine alla avanzata degli Austriaci, e dar
modo di salvarsi ai Corpi d' Armata della destra del nostro esercito. Parlo dei dolore
della Patria
umiliata in quei giorni di angoscia,
bandonati, delle violenze, del terrore. savo, sarà presto vendicato, e plizi
paesi ab-
dei
saranno
lo
pen-
Tutto,
sup-
i
nostri martiri nei lunghi anni dell oppres-
dei
sione politica ed
nostri eroi
sacrifizi dei
i
:
tutto
secolare calvario della Patria,
il
tutto sarà vendicato.
Ricordavo
sindaco
il
nostro vecchio confine
con
suH' ludrio.
me abbandonato
primo paese da
colloquio
Villanova
di
compiere
di
opera
difesa dei suoi amministrati
tavo
le
restare
sue
lacrime
a
nell'
partiva, e gli Austriaci
case del paese. «
E
il
piccolo
mattina
di
*
lo
sua
la
del
soldato
di
;
,
gli
vedetta
La prima
specchio d acqua
aver gettato il cuore
a(
rammen-
mentre
occupavano
Fra un anno »
dolorosa
e
abbracciarmi,
già
rivedrà qui vittoriosi
novembre...
di
inargentava
pareva
ci
qua
mio breve
per confortarlo nel suo propo-
lui
nimento di
di
al
e ripensavo al
;
il
io
le
prime
avevo
detto,
»
1
sui
Piave
luce
una
dell'alba
Mi
del
fiume.
di
del Piave,
là
51
per raccogliere
dolori
i
dei
Niente
«
:
nuovo ? »
Niente di nuovo.
«
«
di
Mi
oppressi.
fratelli
ero avvicinato alla vedetta
»
* Che cosa ne pensj di questa situazione ? » E una vergogna. Noi dovremmo essere sull'Isonzo.
Voi vecchi non avete
fatto
il
vostro dovere
I
»
Mi aveva preso per un suo compagno più anziano. Feci
rarmi
un
esame
rapido
di
aver
fatto
tranquillo
coscienza,
dovevo,
tuo comandante
posso assicurarti che ho
fatto
come sempre, posso
tener
muso duro.
mi
di
mio dovere, e
il
alta
la
testa
Tuttavia ciò che mi hai detto
fatto piacere.
Sta
di
buon animo
anno che noi ritorneremo
*
De! 99.
mi
e
il
ha
non passerà un
:
sull'
Di che classe sei ?
«
sentii
Corpo d'Armata,
Io
e
che,
e
addolorato, ma con
«
il
per assicu-
coscienza sicura.
la
sono
:
di
quanto
Isonzo.
»
'
Di che paese ? » *
Di Brescia.
>
Buon giorno, piccolo. .» Ora è venuto momento di mantenere la promessa. «
il
Che io veda !a via giusta per fare
il
mio dovere.
passaggio
Vi
linea,
che
può
si
un fiume
di
nemico,
del
presenza
in
sorveglia
effettuare se
tutta
si
la
riesce a
jnsntenere l'avversario nell'incertezza circa
luogo e
il
saggio, almeno sino a che si
siano lanciate
di
al
là
del fiume
E una posta che
difenderli.
bisogna tentare
passaggio
il
tutti
in
cui è possibile gettare in di
di
e
perciò non
si
gioca
in
un punto solo, ma
:
poche ore un ponte
passare
il
Piave
Pede-
fra
Grave
di
Papadòpoli, sopra un tratto
una quarantina
di
chilometri.
robba
il
gettati
truppe per
le
equipaggio.
Si era progettato di
di
siano
punti del tratto destinato alla operazione,
in
i
momento del pas-
il
ponti
i
e
le
fiume ha un canale solo,
larghezza
:
in
sopra un greto
robba nato
ai
e
altri
di
si
parecchi
la
qualche punto cento
circa
di
divide
ponti della Priula
In
in
canali
Da Pede-
chilometri. il
letto
è
molto
e
la
incli-
Dopo
la
corrente
di-
corrente forte e torrentizia.
Priula- i* inclinazione diminuisce,
metri sparsi,
venta più lenta.
un ponte
punti in cui è
I
poche ore sono
in
gettare
possibile
quelli in cui
fiume
il
uno o due canali vicini, così che non
è ristretto in
sia necessario trasportare a braccia le pesanti bar-
che
un
attraverso
facilmente;
lungo
rendono più o meno opportuna punto anziché
Tenuto conto
di
saggio
:
furono
Nervesa
e
alle
tutto,
i
scelta
la
ciò
altro. scelti
per
il
Fontana
del
Buoro,
Grave di Papadòpoli passaggio
il
(a
pas-
monte ed
Priula).
dovesse
Buoro ed
più facile a Fontana del
un
un
Pederobba,
presumeva che
di
punti
di
a valle dei ponti rotti della
Si
capisce
Si
spazio.
ma vi sono molte altre condizioni che
alle
riuscire
Grave di
Papadòpoli. Nella prima località
forma un rientrante stra
dervi
ed il
è
il
:
la
fiume ha un solo canale e riva destra
domina
la
sini-
coperta di vegetazione utile per nascon-
materiale da ponte
;
è inondata dalle piene ; per
vazione aifstriaca
doveva
la riva
sinistra
ciò
linea
la
tenersi
lontana
bassa
d' ossei*-
alcune
centinaia di metri dal fiume, lasciando uno spazio
non osservato piede con
le
di notte
dove era possibile prender
prime truppe traghettate. Una buona
strada passa vicinissima
al
fiume.
56
Alle
Grave
numerosi
Noi
al
ficoltà
ma
;
di
un' isola. al
forte
Papadòpoli ii Piave divaga in canali
di
là
principale
il
questo eravamo
di
Tutti gli altri
passaggio
come
canali la
;
riva
sulla
è
destra.
possesso
di
non presentano
dif-
in
non
corrente
vi
è
così
tratto superiore del fiume.
nel
Questi due punti. Fontana del Buoro e Grave Papadòpoli, erano l'uno a monte e
1
di
altro a valle
della direttrice strategica d' operazione, la bisettrice
del saliente di Falzè di Piave, ed
anche questa era
una circostanza favorevole, perchè
prime
le
del passaggio avrebbero lasciato incerto sulla vera direzione
di
fi
fasi
nemico
attacco, invitandolo a divi-
dere le sue forze. In altri termini, questa circostanza
agevolava
la
sorpresa strategica sulla direttrice
d operazione.
La preparazione
del passaggio di
un
fiume neir ultima guerra era una operazione m.olto delicata. vegliava tutto
accumulare sotto
e
Il
nem.ico sor-
continuamente
corso del fium.e, e bisognava
il
i
da vicino
suoi occhi, in
vicinanza
della
57
corrente, senze che egli se ne accorgesse,
•
lutto
il
materiale necessario almeno per un ponte e mezzo. li
materiale da ponte è
d'
eccesso e
fra
•
raccolta
di
occorrono molti
giorni,
molte
o,
•
la
strada
materiale
del
Sono lavori, questi, per
fiume.
il
luogo
il
voluminoso, ingombrante,
Bisognava preparare
facilmente visibile.
i
quali
meglio,
notti.
Io avevo una buona esperienza in simili operazioni.
perchè,
come ho detto,
gosto
1917, avevo
fra
In
Loga
nell'
ultima decade
passato
di
sorpresa
Bodrez col 24° Corpo
e
quel tratto
valle
la
dell'
Isonzo
d'
dell' a-
1*
Isonzo
Armata.
è incassata
fra
due fianchi montuosi,
alti
da 4 a 500 m. sul fiume.
Da uno
si
legge
fianchi
dei
Si trattava
far
di
quel
che succede
come in un libro aperto.
suir altro,
discendere
i
pontoni
lungo
il
fianco delle alture di riva destra, per delle mulattiere
viste
nemico,
dal
^.ebbene
mascherate.
Si
lavorava in silenzio di notte. Le barche scendevano lentamente per di
legno,
le
senza
ripide
mulattiere, su dei cilindri
rumore
far
;
nessuno
parlava.
Air alba, dovunque esse giungessero, si fermavano, si
coprivano
sulla riva
del
di
ramaglie per nasconderle.
fiume,
si
mettevano
al
Giunte
riparo dietro 58
argini,
denaro case
appieiiavano
si
o
rotte,
si
mascheravano con rami o con macerie. Invece sul Piave facile
e
;
con
ir
trasporto del materiale era più
necessarie precauzioni,
le
arrivare
ad ingannare facilmente
cautele
non sono mai troppe. Se
nemico
il
poteva
si ;
ma le
nemico ha
il
sospetto che in qualche punto vi siano
il
novità, se
ne accerta sùbito con pochi colpi di medio càlibro,
come colpi di sonda che
prepara,
si
;
acquista
con un
e,
del trasporto
npnchè gnava
e
laboriosa
batterie,
dei
tiri
tiro
in
sui
all'
alla
delle
vari
bersagli il
;
all'
Durante nostri
tutta
questa
qua
do-
compiti
fra
aggiustamento
occorreva
preparazione
dovevano impedire a
venire al di
si
fare
nemico credesse
qualche vecchia batteria già a
del Piave, per
lui
gli
del
quelli
che biso-
Inoltre
ripartizione dei
quella
artiglierie,
munizioni,
inquadramento e
modo che
era
piazzamento delle
trasposto
del
e
ciò
tutto.
fare di notte, a lumi spenti.
veva provvedere le
lunga
del
di
concentramento
breve
d artiglieria, distrugge Altra preparazione
certezza
la
questo
trattarsi
di
nota.
aeroplani
nemico
di
spiare ciò che
stavamo preparando.
L' Vili A.rmata era
posta di Divisioni
normalmente com-
Corpi
tre
d'
Armata a due
ma le truppe destinate alle
:
Veneto consi-
operazioni di Vittorio
stevano di sette Corpi Divisioni
sei
cavalleria. terie
da
le
autonome,
e
Divisioni
di
dovevano venire numerose
Inoltre
altre
alcune
più
Armata
d'
della
parti
truppe assegnate
fronte
in
bat-
Fra
deli' esercito.
più dovevano essere
comprese due Divisioni
inglesi
ed una francese.
£ chiaro che. per
concentrare tante
solo tratto della fronte, tutto
il
resto.
era
forze
Bisognava che questa
fosse fatta nei più assoluto segreto per e perciò su tutta bolita,
sia
in
la
quella
fronte,
in
un
necessario indebolire
sia
rinforzata,
il
nemico
:
parte inde-
nella tutto
operazione
doveva con-
come se nulla di anormale accadesse. Il Comando Supremo dell'Esercito doveva dirigere
tinuare
questa
operazione
durante
la
delicatissima
preparazione,
il
in
nemico non
modo
che,
fiutasse la
63
Oitensiva
lìostra
non preparasse una controffen-
e
uno dei punii
siva in direzione di ,
1
f
Sotlo
indeboliti.
questo punto di vista i' operazione poteva sembrare feiTìeraria
ma
;
pur necessario riconoscere
è
si
era già fatto così numerose altre volte
le
grandi offensive
dell'
ultima guerra,
che tutte
in
:
Comandi,
i
j
Intesa sia degli Impei'i
avevano
Centrali,
*
sia
?
dimostrato sempre una certa incapacità a concepire,
i
i
l
dell
predisporre ed attuare una manovra controffensiva qualsiasi,
quando sapevano che il nemico si appre-
stava ad
attaccare.
erano solo
Tutti
preoccupati
respingere l'offensiva, ed a quello ^copo rivolge-
di I
vano ogni loro cura e ogni loro forza, ripuntandosi I
ben fortunati se potevano
i
Dei miei vecchi
tre
riuscirvi.
Corpi a Armata,
27°
il
era
^
]
I
a
Pederobba
sinistra, fra
centro, ò*".
1
Si
sul
Montello,
veniva
passava elle *
;
Grave
Vili, di
si
altre
Grave
22°
Ciano
di
corpo
il
linea
al
destra
sulla
destra
III
Armata
Piave,
fronte
Papadòpoli. Ogni Corpo in
;
a
;
d' Armata, che dalla
dislocata lungo
aveva una Divisione
Le \
all'
le
ad aggiungere,
ora
dell' 6°, l'I 1° Corpo
il
e
ed una
d' Armata in
riposo.
Divisioni di fanteria ed una di cavalleria
endeveno concentrando a portata
tattica
della
batfag'ia.
C4
Data la forma ad arco riunite
le
forze
cerchio
di
concavità
nella
della
fronte,
dell' arco,
erano
qualunque punto
in
misura
d' accorrere
in
fossimo
riusciti
a
ponti.
tutte
gettare
i
esse erano così numerose,
che
ne
le
era
per
saturata,
cui
avrebbero potuto passare
in
D' altra parte
tutta
più
concavità
la
vicine
ponti
ai
primo tempo,
le
altre
successivamente.
Le forze furono
manovra
divise in truppe di rottura,
di sfruttamento
e
della
Evidentemente io dovevo cercare presa almeno
di
sorpresa tattica
ì-a
passar
di
sor-
truppe necessarie per rompere
le
croste difensiva e mantenere aperta
manovra.
di
vittoria.
porta alla
la
poteva
la
durare
una
dozzina di ore, non più, data la vicinanza del
nemico su
tutta
la
fronte.
Bisognava, adunque, che ogni Corpo d'Armata avesse con sé le forze ed fiume,
rompere
la
così
porta
alle
la
parte,
mezzi necessari per passere il
crosta difensiva nemica e aprire
truppe
di
manovra.
D' altra
Corpo d' Armata non fosse riu-
qualora un
scito e gettare
i
i
ponti,
bisognava che
le
sue
riserve potessero accorrere sui ponti più vicini
Perciò ogni
eventualmente
gettati.
Corpo d'Armata in linea, fu rinforzato 65
come riserva di esso, nell'intesa che, qualora quel Corpo da una Divisione,
non fosse
quale doveva rimanere
ia
riuscito a gettare
riserva rimaneva a
di
la
Divisione
dell'
Armata
ponti,
i
disposizione
per essere impegnata
altra
in
direzione.
Poteva anche accadere che
ponti
i
rompessero
si
o che r artiglieria nemica ci costringesse a di
giorno
terie
in
:
tal
esso bisognava che
fuoco,
di
durante
isolamento,
loro
il
truppe passate
Come già ho detto, io
al
di
nutrivo
il
le
là.
fiducia che
lamento dei ponti sarebbe avvenuto Papadòpoli, perchè
bat-
le
proteggere con uno sbar-
fossero pronte a
ramento
ritirarli
tutte
il
git-
Grave di
alle
filone è dalla nostra parte,
e
a Fontana del Buoro, perchè vi si accumulano molte condizioni tecniche e tattiche favorevoli. in "guerra
Ma spesso
accade che si riesce dove meno si crede;
anzitutto perchè, se
il
nemico fa bene il suo dovere,
e
tonosce come noi dove sono
il
nostro attacco,. qui si prepara meglio e nel resto
della
fronte
operazioni
il
meno bene
;
e
poi
i
punti
perchè
facili
in
per
simili
caso ha talvolta un'influenza decisiva.
Bisogna perciò essere preparati a gli
tutti
eventi.
6G
-
iLl'ul^. %*'»
>- »
Avevo pertanto
che
stabilito
che fosse riuscito a gettare le
Corpo
il
«i - M ii
Armata
ci
doveva lanciare
ponti,
i
-1 '»-t%;«K--%»fciF^j
ma anche a destra
sue forze, non solo avanti,
ed a sinistra, per andare ad agevolare il
gittamento dei ponti d' Armata
Questa manovra era 1'
Corp*
ai
laterali.
stata
da me già attuata
battaglia che prese
Isonzo. Infatti nella
sul-
nome
il
jj
era
riuscito a gettare
della
Bainsizza,
?'
sulla
mia
1
Divisione Bersaglieri (Generale Fara). L'operazione
ì
si
io
I
a Loga, e
sinistra
svolgeva sotto
i
miei occhi.
centro non riusciva a gettare ^ l '
i
Avevo
i
ponti
passata
colà era
visto
la
che il
ponti a Canale, dove
gH Austriaci resistevano ed avevano preparato fra
i
ruderi del paese nidi di mitragliatrici assai attivi. Ordinai allora alla Divisione Bersaglieri di mandare due
!
Battaglioni a prendere Canale di rovescio. Così fu
'^
fatto e, sulla sere, del
Canale, le
si
truppe
ragioni,
primo giorno stesso, occupata
potere ;:o gettare
sulla destra,
i
ponti per far passare
Ma poiché,
centro.
del
a
Bodrez,
i
per
analoghe
ponti erano
in-
compiuti, nel secondo giorno alcuni battaglioni del centro,
passati a Canale,
Bodrez
di
dei
ponti
rovescio,
andarono ad occupare
permettendo
anche a Bodrez ed
il
il
compimento
passaggio
della
67
r-.
'-vt
mWIL
Ili
i
a m* ;
Queste manovra, adunque, non era nuova
flestre.
per me, e potevo ripeterla sul Piave con piena fiduIo
cia.
potevo
fossi riuscito
di 5.
Salvatore
dividevano la
raggiungere
pieno
il
gli
se
e di
Conegliano, come quelle che
Austriaci in due parti; là cominciava
separazione dei nemici della
della
successo
ad occupare in primo tempo le alture
montagna.
Bisognava
pianura da
quelli
che
prime
perciò
le
truppe passate oltre il fiume, dopo quelle destinate a proteggere
ponti,
si
dirigessero sìibito
alPoccupazione
di
quelle alture.
i
Nessuno si doveva teria
arrestare nelle trincee della fan-
nemica: dovevano tutti marciare sùbito all'oc-
cupazione delie batterie, vincendo
tenace e ge-
la
nerale tendenza ad arrestarsi sulle prime posizioni
voce e con gli
avversarie.
Perciò insistevo con
ordini
scritti,
affinchè
lutti
fossero
convinti,
non
la trincea
della
fanteria
fosse
che, ,
il
primo
obiettivo,
batterie
la
bensì
nemiche.
le
Armaia nostra
vi
VI Armata austriaca, che
si
'^^^^ Di fronie
^ "Ì"^^3 era
la
VIÌÌ
alla
stendeva con sei Divisioni fra la stretta
Quero e Susegana. Da Susegana il iT.dre vi era la V Armata
di
verso
alla
In
nostra IV Armata, stavano sei Divisioni.
generale
punti di congiunzione di due
i
sono punti è
dieci Divisioni; sul Grappa, davanti
con
austriaca,
di
debolezza
questa, che, se
Hna giunzione,
i
il
il
dono ad cadeva
carta,
le
i
Armate
ragione principale in
due mozziconi tendono a ritirarsi, la
propria via di
allargare la rottura.
Comando,
ritirata
ossia ten-
Ma questo non acV Armata
giunzione della VI e della
Come si vede dando un' occhiata alla vie
di
comunicazione convergono su Co-
negliano e su Vittorio tava
la
proprio Centro di
nella
austriaca.
e
nemico riesce a penetrare
divergendo ciascuno per
o verso
;
monconi
a -divergere.
,•
e questa particolarità por-
a riunirsi, a concentrarsi,
L' importanza strategica
dell"
anziché attacco,
che rVIII Armata doveva operare, stava adunque 69
Ì
proprio' nella separazione delle Torze austriache della |
pianura de quelle della montagna, e nel cadere sulla
due
linea di ritirata delle
Le
avevamo
notizie che noi
vano anche a erano
così
:
|
l
due
Divisioni
la
Y altra
fra
Conegliano
nella
conca
riserve
di Feltre.
Infine
Val Mareno
in
Vittorio
e
pianura
in
V Armata; due Di-
VI Armata, una
per
I
austriache
le
verso Motta di Liv»nza per la visioni
f
del nemico, ci induce-
che
stabilire
distribuite
montagna.
della
parti
il
;
due Divisioni
Maresciallo
.
*
i.
j,
'^
Boroevich aveva due Divisioni
j
m riserva generale verso
I
Tagliamento.
il
I
I
Le
sei
Divisioni di prima linea e quella di
ì
reno avevano una sola linea
1
nimento. manovra,
t
mareno,
!
il
corre
\
ritirata),
corridoio ai
di
Valma-
operazione
ed era
(rifor-
la linea di
ben riparato da
alture,
Val-
che
piedi delle Picalpi Bellunesi.
Da Vittorio, dove era
il
centro di
Armata
rifornimento della VI
Comando e di
austriaca, per il cor-
ridoio di Valmareno, funzionava il sistema nervoso (telegrafi
-
telefoni)
ed
il
lare delle sette Divisioni. fra
Vittorio e
Cison
io
sistema nutritivo e vasco-
Se da un punto
qualsiasi
fossi penetrato in
Valma-
i;
reno, le sette Divisioni erano tagliate dal loro Centro
70
F,««X#> M^Vrl* ^A IIHWW lWlW^*—!»
Comando e di' RiforniiTìenlo,
ài
numerose
artiglierie
che
e così pure lulte le
posizione fra Valdobbiadene e di
avevano
Austriaci
gli
S. Salvatore.
Io mi preoccupavo pure che
le
due
Belluno non fossero portate contro
Divisioni di Vili Armata,
1'
ma trattenute contro la nostra IV Armata potesse
ritenevo
forte
:
perciò
azione
dimo-
avrebbero potuto trovarsi contro
esse
truppe
nostre del
bastare una
IV Armata per trattenerle. Se ciò non
strativa della
riusciva,
in
alture
le
della pianura di
secondo giorno, dopo
venendo per
passo
il
il
di S.
Sernaglia,
la
le
sera
passaggio del Piave,
Boldo. Dirò poi
come
ho provveduto con l'artiglieria contro questa eventualità,
che non
si
poteva escludere. Così pure le
Divisioni austriache dislocate verso il Tagliamento
potevano
giungere
Quelle
Valmareno
di
Conegliano
a
il
terzo
giorno.
Vittorio potevano pren-
e di
der parte alla battaglia fra
la
sera del primo e
il
mattino del secondo giorno.
Questi particolari tecnici hanno importanza, ed io
non credo è
di
annoiare esponendoli, perchè non vi
nulla di difficile in quanto, io narro.
della
guerra è basala sul
geniale
sta
nell' intuire
i!
Tutta l'arte
buon senso. La parte
momento opportuno,
in
71
ispecie
il
momento morale, e. nel prevedere ciò che
vorrà fare
nemico, per neutralizzarne
il
e paralizzarli. L'artiglieria
Tutto
sforzi
gli
resto è volontà.
il
nemica era divisa in tre masse
potenti.
Una intorno a Vidor, uHa sulle alture di 5. SalvaQueste
tore, e la terza in pianura.
da rade cortine
collegate
di
erano bene inquadrati. Però la
quale
principio alla
mezzi
per
e per
guerra
della
masse erano
tre
batterie.
di
tattica
loro
I
nostra,
battaglia del Montello del giugno
aveva dimostrato una notevole
era al
tiro,
superiore alla
tiri
austriaca,
l'artiglieria
già
1918
inferiorità.
modo
Noi avevamo disposto
le
che il loro
compito di neutralizzare le
tiro,
oltre al
nostre batterie
masse nemiche, soddisfacesse a distruzione, di
tutti
in
compiti di
i
preparazione, di accompagnamento dell' attacco,
ecc.
Sul A^ontello avevo collocato alcuni gruppi di batterie
a lunga gittata per battere
strade che da di
gli
sbocchi delle tre
Valmareno scendono
nella pianura
Notte e giorno quegli sbocchi dove-
Sernaglia.
vano essere
battuti
dopo
fiume
delle
nostre
fanterie,
siasi
rinforzo
Divisioni della
austriaco
il
passaggio
al
di là del
per impedire a
qual-
anche
due
(perciò
alle
conca di Feltre) di venire in soccorso 72
•»¥».JW».>>
'...<«.-.,.
delie truppe
che difendevano il passaggio del Piave.
Tutte le forze austriache ch'erano di Sernagial
nella pianura
non dovevano uscirne, e
quelle che erano fuori
non dovevano entrarvi.
ì
X
^
i i I
'
t
i
{
'
!
!
I
:-i"''ì;
:.--..^-%
^.
r/y/A
®LEVLrJME® DiaPOÓIZlON
r^^^^^"^^ Tutti gli ordini, dal Comando Supremo fino ai minori comandi, erano dati verbalmente e direttamente agli ufficiali
*
mascherando
interessati,
come
razione,
nuova
a ricacciare una
se
ci
dopo Il
1'
giungevano
di
vavano
e
il
andava raccogliendo
si
in
batterie gradatamente andavano
notte
depositi
ai
a
reggimenti e le divisioni di
accampavano
si
fiume,
ossatura della battaglia; le munizioni
costituendo
i
le
con
averla respinta.
da ponte
materiale
punti prestabiliti;
batterie;
di
l'ope-
apprestasse
austriaca,
offensiva
r intenzione di passare noi
tutta
si
e
portata
delle
fanteria arri-
accantonavano
nella
concavità del Piave, fra Asolo e Treviso, dentro il
Montello e
le
alture asolane.
Si calcolava che il
22 ottobre tutto sarebbe
pronto, se il tempo
si
le
stato
fosse mantenuto b"^no.
Se
piogge avessero turbato il movimento, si poteva esser pronti
Mentre
tutto
il
25 ottobre.
andava a posto, quando già
1'
ordine 77
operazione
di
era
pronto,
mando Supremo riuniva ed
i
Comandanti comunicare
per
modificava
truppe
delle 1
di
nuove Armate
e
;
la
francesi il
quale
precedenti.
Cam-
biava, cioè, la ripartizione delle stituiva due
Co-
il
d' Armata
inglesi
ordini
gli
ottobre,
d" operazione,
ordine
alquanto
13
ii
Comandanti
i
forze,
poiché co-
X. sotto il Comando
Lord Cavan. comandante del 14° Corpo d'Ar-
mata inglese
;
la
Xli sotto
francese
Alla
X Armata, costituita
Oraziani,
Comando
il
X
La
rale
da me insieme con dal
del gene-
Armata dipendeva l'
Vili.
14°
Corpo
d'
Ar-
mata inglese (meno una Divisione limasta sull'Alti11°
piano) e dal nostro era assegnato
Grave
di
il
Corpo d'Armata, fronte delle
Papadòpoli.
La XII Armata doveva occupare alia mia sinistra un tratto della mia fronte, fra Pederobba e la foce del Curogna, presso Onigo. nonché il Monfenera della
IV
Arm.ata.
Non saprei indicare le ragioni che
determinarono
questa decisione. L' andamento della preparazione
continuava come tutto era stato predisposto era nelle mie intenzioni di non impiegare inglesi e
francesi come truppe di rottura,
le
;
solo forze
ma come 78
truppe
Dovendo
manovra.
di
portare
che poteva attirare prese
striaci) si
prima
che costituiva una
lìnea forze inglesi, e francesi (il
novità,
in
attenzione degh
1'
Au-
precauzione di vestire di grigio-
!a
verde quelle truppe impiegate nelle trincee di prima linea,
e di
non impegnare
le
batterie da campagna
delle Divisioni inglesi e francesi nei
precedenti
1'
Nel nuovo ordine risultava pure e cioè che anche alla
compito
giorni
operazione. un' altra
novità,
IV Armata era dato il
attaccare dal Grappa,
di
risolutamente.
fiume
Il
si
manteneva
in
una
mezza piena, ed il
tempo era piovoso. L' attacco fu fissato per la notte fra
ed
il
25. Le condizioni del
il
giorno
24
fiume lasciavano pre-
sagire grandi difficoltà per
ed
il
il
gittamento
mantenimento dei ponti.
Il
gittamento dei ponti d' equipaggiamento è rimasto
tecnicamente nelle condizioni
tempi dei Romani.
suo passaggio del Danubio descrive
le
difficoltà
in
cui
si
trovava
Napoleone, quando parla all'
isola
ai
del
di Lobau,
e
che ha dovute superare, non
trova un termine di confronto più recente di quello 79
1
del passaggio del Reno
ed afferma che
da parte, di Giulio Cesare, da
difficoltà
le
lui
sono
vinte
più gravi di quelle superate dal
Grande Romano. Il
Piave non è certo paragonabile
I
Danubio come volume
i
piena,
''
raggiunge
quelle degli altri
l
ghiaioso
\
cita
<
fortissime
come quello del
sono gettare
i
l
'j
\
giorno
22 circa
!
f'
l :
i
in
a
allorché
le
ponti
spezzano.
si
la
velo-
si
pos-
m. 2,50, non
perchè
ponti i
ai
àncore
ai
èrano
il
m. 2,50.
24 ottobre la luna calante si levava alle per gittare ponti avevamo quattro o i
cinque ore
di
ore 23,
luna non sarebbe stata abbastanza alta
la •
i
J
;
Reno ed al superiori
La velocità in quei giorni era vicina Il
^.
al
ma, quando è
velocità,
Piave,
mantiene superiore
si
;
due fiumi. Orbene, con un fondo
fondo, ed Ì^
d* acqua
Fra
le
oscurità,
tenuto conto che, fino alle
per illuminare
il
fiume.
truppe messe a mia disposizione
Corpo d' Armata di assalto,
io
vi
era
il
non ho mai cono-
sciuto un organismo di l lerra così formidabile, e
non so se ne siano mai
esistiti
istruzione individuale e collettiva, fisico,
come
qualità
di
al
mondo.
Come
come allenamento
decisione,
di
volontà,
di
impulso, di audacia intelligente, personali e colletJ
1
m
five,
era veramente un organismo di guerra ecce-
zionale
certo non avrei potuto trovare migliori
:
truppe di rottura di quelle. Decisi di far passare queste truppe per a Fontana del
Buoro
e a Nervesa.
per parte.
— Passare, formare
ponte per
il
fronte
da Nervesa, Buoro,
e di fianco
alture di 5.
le
prime
prima
testa
di
ed attaccare
di
la
gittamento dei ponti,
le
una Divisione
Fontana del
da
Salvatore.
La successione delle operazioni doveva essere questa: appena essere
luce
la
da poter
iniziare
crepuscolare
cominciare
visti,
fosse
così attenuata
operazioni allo scoperto senza
le
di
qualche compagnia
il
gittamento dei
il
traghetto
suH' altra riva
contemporaneamente iniziare
;
ponti
e
continuare
il
traghetta-
mento. Queste operazioni dovevano durare parecchie ore e bisognava farle nel
più assoluto silenzio.
Le prime truppe passate sulla riva sinistra dovevano distendersi
ad arco intorno al punto di sbarco, per
proteggere
il
giramento
dei ponti
traghettamento delle altre truppe e il
sistenza necessaria,
;
poi,
appena avevano la con-
dovevano attaccare di sorpresa,
possibilmente senza sparere, le linea di osservazione
nemica, ed impadronirsene.
Gettati
i
ponti,
passati
i
primi reggimenti,
doveva aprire un violentissimo
ria
tiro di
l'artiglié-
prepara-
zione sulla prima e sulla seconda linea di resistenza
nemica. Questo tiro doveva essere brevissimo sulla
prima linea
di
resistenza e
contemporaneo
all' at-
tacco delle truppe d'assalto; doveva poi allungarsi sulla
seconda
linea di resistenza, e durare finché le
truppe d'assalto fossero prossime alle trincee nemiche.
Era
che
da prevedersi
sarebbero
state
resistenza
:
nemiche vicine
riserve
le
portate
seconda
sulla
linea di
perciò bisognava battere questa
con particolare violenza.
Se durante questa operazione
il
fosse stato scoperto e segnalato,
nostro passaggio il
nemico avrebbe
certo iniziato il fuoco d'artiglieria. Allora le nostre batterie
dovevano aprire
e di controbatteria,
fronte dal quale
il
il
fuoco
preparazione
di
limitatamente
al
nemico avesse
Non bisognava mai arrestare
il
tratto
di
reagito.
passaggio sui ponti,
ed ogni reggimento doveva portare con sé i
viveri
per quattro giorni, e munizioni.
Queste
le
principali misure.
CUWECLIAN©
sa= -»' Cideija
i ?f.
k^
^m^^^^^^mmm^'^.im^^m,^m>?.%wm
iLPASSAaeio
-
'
Quando la mandante
giorno
linee.
Sono bagni
nel
bianco
co-
il
deve dedicare
qualche ora
ogni
valore.
dere
battaglia è vicina,
delle truppe
alle
prime
morali di grande
soldato ha bisogno di
11
occhi
degli
il
bonaria ed affettuosa
sentirne la voce calma,
vedergli prendere qualche
ve-
suo comandante, ;
di
decisione di particolari,
rapida e pronta; di sentire un parere riassuntivo e conciso, detto così per caso, od uno scherzo. Tutto ciò fa rapidamente il giro delle trincee, di
ragionamenti e
di
dà materia
discussioni, rincora
ed esalta.
Le
notizie dell
vie,
degli
od agglomerati batterie di ogni
munizioni notte,
ammassamento di truppe sulle retro-
equipaggi
da ponte nascosti
sulle rive del fiume,
càlibro,
grande quantità
della
depositate presso
nei paesi
delle numerose
le
di
batterie durante la
arrivavano al fante delle prime linee, il quale
guardava
di
giorno
i
nostri
aereoplani, che, per
distrarlo e fargli vedere ch« noi
eravamo
i
padroni 95
dell' aria (e
eravamo
kli
così che
difetti,
recchi nemici non osa\ano mostrarsi),
gli
appa-
venivano a
fare arditi esercizi sportivi sulle linee del Piave. Il
fante
tiene
più lontani, le
conto li
di
conseguenze
Così r osservazione infiammavano.
In
tira
prevede ogni cosa.
e
aveva paura. Gli animi
quei giorni
vano un largo getto
di
Austriaci face-
gli
manifesti inneggianti
Ormai disperavano
pace.
elementi
gli
relazione,
in
degli atti del nemico gli faceva
intuire che dall'altra parte si si
riunisce
tutto,
mette fra loro
alla
vincere con le armi, e
di
tentavano una sùbdola offensiva pacifista, rivolgendosi apertamente più che
ai
soldati e ai popoli dell'Intesa,
governi. Per
ai
il
questo era un
soldato
sintomo non dubbio della paura del nemico, ed piccoli manifesti del
qualche frase
tenenti
come la
<
:
comandante
Baionette pronte
risposta di
> .
Erano
dell'
d' incitamento !
i
armata con-
e
conforto
di
Fra poco gli darete voi
accolti
con
la
soddisfazione
chi è perfettamente d' accordo.
L' artiglieria austriaca inquadrava
il
prie vie d'attacco al di là del fiume.
tirava
salve di quattro
nostre
linee,
affinchè
non
per
colpi,
richiamarvi
fossero
visti
gli
tiro
dei quali la
nostra
altri
sulle pro-
Ogni batteria due
sulle
attenzione
due colpi
tirati
96
.
sui
che
punti
genere
situati,
tacco.
II
<
suo
voleva inquadrare nel
come ho detto,
sulle
fante vedeva e sorrideva,
tiro,
in
sue vie di
at-
mormorava
e
:
Si preparano a scappare ». II comandante sentiva,
e questo ei'a un
anche Infatti
gli
mònito per lui:
<
animi sono pronti per
24 ottobre tutto era in
il
Bisogna sbrigarsi; I'
offensiva
»
ordine e a posto,
ed ognuno conosceva perfettamente i propri compiti.
Chi doveva decidere era il Piave. Pioveva, ed
il
Piave
in
aumento
si
velocità di m. 2,50, oltre la quale
mantenere
i
ponti.
d' osservazione,
dovettero ritirare alla
il
le
è possibile
Nella sera del 24 la piena aveva
invaso alcune trincee
Poiché
avvicinava alla
non
le
cosicché
si
guardie preposte
loro vigilanza.
notizie prospettavano l'impossibilità per
gittamento dei ponti, così
si
dovette
rimandare
l'operazione di due giorni. suoi atLa IV Armata aveva invece cominciato sul Grappa. Sulla fronte della X Armata, i
tacchi
dove
acque
la vi
velocità
del
fiume è
minore,
sebbene
le
sieno più profonde, reparti di truppe bri-
tanniche e italiane avevano passato il canale principale ed occupato parte delle
con
la
Grave di Papadòpok
cattura di alcune centinaia di uomini.
97
Un' ora dopo il tramonto ciavano
le
dei 26 ottobre incomin-
operazioni di passaggio del fiume sulle
Armata,
fronte deli' Vili
nel piìi profondo
silenzio.
Tre ponti del
si
dovevano gettare a Fontana
Buoro
e
due a Nervesa.
Le prime truppe traghettate furono
delle
due
Divisioni d' assalto.
Bisognava ammirarli quegli splendidi soldati. Ognuno esaminava di
le
sue armi, compiva
bombe a mano e di viveri,
la
sua provvista
in silenzio assoluto,
— perchè
salvo qualche parola breve, sottovoce, ,
ognuno voleva essere
fra
primi
i
a passare.
corrente era impetuosa e rapiva sùbito rità
le
barche
nell'
lanciate nel fiume. Intanto
cominciavano
il
i
La
oscu-
pontieri
gittamento
dei ponti.
Che differenza dal passaggio dell Isonzo per parte del
Colà
Corpo
24° le
d'Armata
nell'agosto
operazioni erano fatte
cannoneggiamento.
bocche e
delle
11
fuoco
bombarde e
nella valle incassata il
tra
il
infernale 1'
19171
piìi
intenso
di
tutte
le
immenso rimbombo
abbrutivano
nemico.
Sul Piave un silenzio quasi
religioso.
Se la sera 98
dei
26 Ottobre tra
già
era
stato
i
vi
a
me
fronte
di
era qualcuno, che
nemici
non
sull' Isonzo,
doveva certo pensare ad un attacco
gravi /
per
difficoltà ;
momento.
quel
in
Le
gittamento
il
vano ad urtare il lavoro ciato
dei
erano
ponti
barche e passerelle portate alla deriva anda-
più
Fontana
in
basso.
Ma verso la mezzanotte,
Buoro, due
di
incomin-
di gittamento già
funzionavano,
ponti
truppe passavano senza tregua, gittamento dei ponti
a
e
A Nervesa
le
f
!
il \
Intanto pioveva
fallì.
|
violentemente.
•
\
27 la situazione era questa 27° Corpo d' Armata aveva passato al ponte Il di Pederobba della XII Armata, alcuni battaglioni della Brigata Campania, nonché la Brigata Cuneo. sopra un ponte del 22° Corpo d* Armata a Alla mattina del
:
|
j
i
{
•
Fontana del Buoro. Il
22° Corpo d'Armata aveva passato seguita
sione d' assalto,
aveva occupato Sernaglia.
la
linea
formando con
teste
di
ponte
di
Divi-
57® Divisione,
dalla
dei villaggi la
1"
la
Brigata
di
;
ed
Moriago,
Cuneo una
;
i
quattro chilometri
circa di raggio. L' 8°
Corpo non
era
'
riuscito
.
a
gettare
i
ponti,
99
per
sia
1
opposte
difficoltà
le
azione
Fiume,
dal
La
X Armata
aveva
due
italiane
due britanniche, ed aveva
una
e
passato
per
sia
nemica.
dell' artiglieria
quattro
Divisioni, costituito
testa di ponte anch' essa di circa
quattro chilometri di raggio.
Bisognava aprire la
strada
la
8°
all'
manovra che, piacendo
Corpo mediante Piave, doveva
al
decidere della battaglia.
Q del 27, dopo d' aver comunicato questa
Alle ore
mia decisione
al
Comando Supremo (chiedo scusa ma son neces-
se mi dilungo in simili particolari sari per stabilire
raggiunta
1'
esattezza
sua
nella
;
storica,
ho
integrità)
non ancora ordinato
alla
X Armata, di prendere ai suoi ordini
il
d' Armata
passare
i
suoi
alla
già
ponti
sua
di
Grave, e di lanciarlo
sinistra
le
all'
Intanto la violenza
gettati a
ci
farlo
direzione
in
Susegana
di
e
di
terreno davanti a
il
Nervesa, ed aprire
nemica
per
preavvisato,
attraverso
Conegliano, per spazzare
glieria
18° Corpo
strada
la
8° Corpo.
del
fiume
costringevano
ed a
il
tiro
dell' arti-
ritirare
i
ponti
Pederobba ed a Fontana del Buoro.
nemico contrattaccava
per
giungere
ai
ponti,
Il
ma 100
r nostre truppe, lungi dal
le
terreno sotto
Di
glierie.
sione
guadagnavano
ritirarsi,
protezione delle nostre
vigile
la
queste truppe non dubitavo
d' assalto
e
Cuneo) avevano per quei
Costantissima
«
la
nervi solidi
i
già disfatti prima
ponti,
fragili
(Brigata
»
dubbio esisteva
il
;
arti-
Divi-
la
:
d essere compiuti.
Eppure
in
riuscita.
Esaminavo
fondo
anima avevo
all' i
grafici
fiducia della
la
tutte
di
le
piene del
|
\
Piave negli ultimi cinquant anni: mai erano durate
?
Che
«
più di capiti
Dicevo
giorni.
tre
proprio ora
1
del destino d' Italia ?
a diminuire
che
ci i
fu
eccezione
me
stesso
ora
che
;
E impossibile
:
si
'
tratta
E non valse la notte dal 27 al 28,
mia fiducia
la
a
>
!
così sfavorevole da rendere inutili anche
ponti delle
Riandavo con ali
isola di
era
in
Grave
:
si
m.ente ai
la
doveva
tentativi
Lobau sul Danubio,
quel momerito
il
riuscire
Piave.
Il
in
di
!
^
;
piena
come lo
Maestro mi con-
altre
'
Napoleone
fortava nella decisione di non mutare il mio piano
d operazione, sebbene da
;
ì
direzioni mi
;
'.
\
j
venisse qualche segno d' impazienza. Il
28 mattina il
attraverso brigate
i
18° Corpo stentava a far passare
ponti delle
Como
e
Grave le truppe delle Sue
Bisagno.
Nessun
ponte
s'
*
era lOi
3
potuto gettare nella notte a Fontana del Buoro e
a Peclcrobba
pontieri erano stanchi, ed i! mate-
i
:
gran parte disperso dal fiume, cominciava
riale in
a scarseggiare.
colonne
di
Gli
aviatori
Nervesa
e verso Sernaglia.
A mezzogiorno
del
ancora
italiane,
alle
armi
28
ciava a vacillare. periglio passa la
annunciavano lunghe
truppe nemiche marcianti verso
> :
non sorrideva
qualche animo comin-
e
Grande in
•
1
vittoria
la
eie!
1'
ora del
bisognava mandare
parola animatrice a
tutti.
Allora emanai 1' ordine che mi permetto di
perchè rispecchia di
quel
la
momento
Alle LL. EE. d'
Armala,
tutte
dell'
riferire,
situazione morale
i
agli
:
Comandanti di Corpo ufficiali,
Armata, sento
alle il
truppe
dovere
chiedere che mantengano
il
di
loro
animo all'altezza della situazione. Tutto
il
popolo
italiano guarda in questo
noi,
cui
sono
Patria.
La
storia
a
momento
affidate in quest' ora le sorti delle dell' Italie
futura,
forse
per
un,
102
l'^maV ^. > ;Xiit .1 ù«>*K3«f ««KT^Lvl ,
^
dipenderà dalla {ermezza e dal fervore
secolo,
cui saranno capaci,
ì
3
I j
supreme decisioni
quest' ora.
di
•|
pari la
necessità
alle
gloria d' Italia
saranno assicurate.
}
i
fortuna e
la
Se
approssima.
si
avremo saputo mantenerci
noi
i
delle
prossime
nelle
di
24 ore,
animi nostri.
gli
L' ore
.
ponti siano nuoÈ necessario che stanotte tutti maggior nugettati. È necessario che i
vamente
mero
il
possibile di unità passino
sulla
sponda
sini-
j
stra del fiume.
È necessario, infine, che le truppe
j
che si trovano oltre Piave attacchino violentemente, {
• ij
tendano con ogni ardore
al
degli obbiettivi
ì
È r Italia che
j
1'
raggiungimento
prefissi.
Noi dobbiamo
ordine.
ubbidire.
!
!
I
Avevo appena diramato
quest' ordine,
quando un
mio generale, proveniente dalla X Armata, mi porj
;
•
lava
notizia di
la
aver visto coi proprii occhi
le
truppe delle brigate
Como e Bisagno a monte di
Cà
un' altre
che
dei il
Pescatori
fiume
;
tendeva
ad
notizia
annunziava
abbassare.
Dalla sera
prime non pioveva più
sui
monti,^ ed ora
splendeve
frt
[e
il
sole
I
i
nubi. •
1
103
Al Primo Soldato tutti
giorni
i
alcune dell'
ore.
Vili
e
a
d' italia.
5.
M.
il
Re.
che
passava
nelle
trincee del
Montelio
verso
sera
veniva
comando
Armata
della fronte,
ai
sentire
le
notizie del
annunciai
1'
azione delle
a
due brigate
del
27° Corpo,
j
preludio della vittoria.
resto
li—T^^g53|
16,30 emanai
Alle
fermava
presto,
passare
seconda Divisione d'assalto al più
Veneto
Vittorio
non
di
sarebbero
ponti
i
e
bandiere.
ponte.
29
la
Vittoria abbracciò
le
ore 24,
mentre
i|
lavoro di gittamento dei ponti ferveva, si cominciò a sentire
l'effetto
d' Armata,
poiché
dell'
aggiramento del
18° Corpo
le
batterie nemiche,
una dopo
r altra, cercavano di mettersi in salvo. Tutti
i
ponti
le
truppe
passarono
ed attaccando su
tutta la
fronte le linee nemiche,
furono
s'
gettati,
impadronirono ancora
Mentre
1'
i
dappertutto.
delle batterie. Sulla sera vi
ancora resistenze tenaci qua
e
là,
ne
si
erano
avevano
segni della ritirata generale.
azione
dell' Vili
1
:
f,
f-
Prealpi
le
Verso
al
t
ristabiliti.
arrestarsi per costruire inutili
Nella nottata dal 28 nostre
far
la
d' assalto
teste di
le
loro
Corpo
Armata
Scopo immediato ;
i
al
aggiungevo
ed
d'
dove prima
Bellunesi
ordine che con-
d'Armata
Corpi
ai
obbiettivi,
1'
Armata si svolgeva,
io
107
*
seguivo con intense attenzione nosi che
Ìli 2Q
la
ottobre
^
ancora su
^
ma ormai era troppo
perchè
tardi
ì
Grappa.
sul
resistevano
Austriaci
gli
quella fronte; ^\
attacchi sangui-
gli
Armata sviluppava
!V'
!
potessero
si
salvare.
.•
In
\
battaglie,
simili
allorché
comincia,
la rotta
tutti
ed ognuno impedisce
cercano
di
mettersi in salvo,
agli altri
di
muoversi. Gli artiglieri temono di per-
j
!
dere
>
carri per
le
batterie,
e
traino,
il
chiamano e
corrente che intralcia ' •
i
cavalli
strade,
le
battimento. ;
movimento di ritirata. Sal-
il
perdono ogni facoltà Gli
migliori
dei
animi,
anche
soldati,
crollano
comandi, spaventati, temendo
di
;,
I
'i
gionieri.
si
possono
per mettersi in salvo, e
f ;•
I;
;;
i-
'
allontanano
essere
alacremente le
fatti
pri-
quanto
più
truppe riman-
gono disorientate come pecore senza pastore. Tutte si
ì
com-
di
quelli
come muri vecchi.
^;
j;
auto-
gli
merie, parchi, automobili, cannoni, cavalli, uomini
intasano
p
e
formano una contro-
questi
accalcano
sulle
e diventano facile
comandante
di
strade, incapaci
preda
di
di
combattere,
pochi nemici. Qualche
grande reparto conserva
seria fermezza d' animo,
e
nello
sfacelo
la
neces-
generale 108
un argine
cerca di opporre
rofta
alla
definitiva
:
ma riesce e salvare solo una minima parte delle forze sconfìtte.
Per immaginare che
truppe,
le
confusione che nasce,
la
batterie,
le
pensi
accumulati
materiali
i
si
progressivcimente da un anno sopra una fronte di centinaia di chilometri, in
sfondamento la
io
avvenuto,
è
linea è
Così
pazzamente
affollano
si
poche ore su poche strade. Quando
di
e
lo
veggono
tutti
minacciata,
ritirata
già troppo tardi.
prevedevo
la
rotta
Allora bisognava dare il
*
Divisioni di cavalleria,
nemica
Pronti
I
>
29 ottobre.
il
ai
mezzi rapidi
:
mitragliatrici,
ciclisti,
autoblindate.
Alla sera del
29 la
linea del
Monticano, a circa
10 chilometri dal Piave, era stata raggiunta presso Conegliano. mitragliatrici,
Questo canale, costituiva
in
ai
un
notevole anche per truppe a fatti
vi
opponeva
ponti
diieso
pianura
all' avanzata
piedi.
della
Il
da
ostacolo
nemico
in-
X .4rmata una
certa resistenza, mentre, sulle alture di Conegliano e
verso Vittorio,
la
il
nemico
trascurato
aveva
resistenza era di
minore, perchè
costruirvi
difese.
109
Perciò
potè facilmente spuntare da quella parte
si
la
uno strano ordine verso
il
del
linea
La prima Divisione
di
Monticano.
cavajleria,
era
si
fatto
quale per
alla
passare
il
Piave
mezzogiorno del 2Q sopra un ponte della
X Armata, si trovava come imprigionata fra Piave e
Monticano. Si poteva però sperare che giorno dopo potesse avere strada
Alla sera dei
passare
il
già
Alle ore
Q
del
aperta.
29 le batterie cominciavano
fiume per sostenere delle
50
il
mio
comandante per
ottobre
sottocapo
della
informarlo
prima
dell'
1'
a
avanzala
fanterie.
Vittorio era occupata dalle
mandai
il
la
Y avviso
riceveiii
che
nostre
truppe. Allora
stato
maggiore dal
di
Divisione
occupazione
di
cavalleria,
Vittorio,
di
e
ordinargli di incolonnarsi con la sua Divisione per
Conegliano
e Vittorio,
girando così
il
Monticano.
per dirigersi poi verso Polcenigo, alle origini della Livenza. il
Infatti
era presumibile
Monticano, avremm.o trovato
ponti della Livenza
;
che
nei,
superato
delle resistenze ai
bisognava perciò girare quel
forte ostacolo alle sue origini,
verso
Polcenigo. 110
Così
fu
Alla sera
fatto.
50 anche
del
della Livenza era spuntata in
linea
la
qualche tratto
delle sue origini.
Se
prima fase
nella
battagha
della
le
alture
di
S. Salvatore e di Conegliano avevano un' impor-
tanza decisiva,
mo
interesse
nella
per
noi
seconda di
som-
era di
fase
impadronirci
sùbito
di
M. Cesen, e dell'estremità meridionale delle Prealpi per girare
Bellunesi,
le
nemico aveva organizzate Fadalto.
di
Il
stenza a S. Boldo !'
8°
Corpo, dopo
che certamente
ì\
Boldo
e
passi di S.
Il
22° Corpo incontrava
resi-
così pure
e
ai
di
essersi impadronito di Ser-
colli
vicini
;
e
non poteva raggiungere il passo di Fadalto.
ravalle,
ed era costretto a per
ai
comandante del 27° Corpo vi aveva
provveduto.
infatti
difese
Cansiglio,
il
come ho
detto,
1'
mandare una colonna per aggirare quel
celere^
passo.
Ma,
aggiramento era assiclirato già
dalla sera del 30, per l'occupazione dell'estremità
meridionale delle Prealpi Bellunesi per parte
27° Corpo Il
31
Ormai la
via
era
le
d'
del
Armata.
Prealpi Bellunesi erano ovunque superale.
il
di
finito.
nemico era
in
rotta
su
Vienna era aperta, ed
tutta il
la
fronte,
mio compito
Non restava che raccogliere dappertutto 111
i
.
..
r
i
fiufii
delle vittoria
pece da Vienna.
la
l
nemico
territorio
Ma V armistizio del 4 novem-
la marcia vittoriosa, quando avevamo davanti a noi nemici se non in fuga.
ì [
I
giungevano a
prigionieri
[
decine
di
ostentavano disprezzo per noi, ed un giorno,
vit-
a grandi urla esaltavano il loro odio trion-
affamati,
demoralizzati
gettando
come
armi.
le
suini,
Tutto
il
laceri.
avviliti,
umili
ed
ab-
mio odio per
il
nemico ereditario svaniva, e non provavo per quelle
j
povere creature umane che una immensa, profonda
I .
Non so se sia una forza o una debolezza; ma in questo sentimento sta la differenza
pietà.
4 '"
tra
\.
La battaglia
j
tuta senza vittoria
si
i
La
5
Armata,
tregua, per
ì
forze
oltre
una settimana,
e
la
era data a noi pienamente, come noi
battaglia la
noi e loro,
attesa ed invocata era stata combat-
avevamo
g
i
passavano
fante contro di noi, ora
bietti,
£
a
migliaia,
che
toriosi,
/'
non
più
spavaldi,
centinaia di migliaia. Essi, già così
j
dettare
e
bre arrestò
1
\
non dar
inseguire, incalzare,
:
penetrare nel
fregua,
5;
voluto, fortemente voluto.
incominciata
quale
nemiche
sul
Grappa
dalla
aveva colà attirato e fissato
che
la
fronteggiavano,
era
IV le
stala
112
Armata,
-dall'inizio alla fine - la baUtìgiia deirVIII
battaglia di Visorio Veneto.
la
Il
Comando della
X Armata era un pleonasmo come XIL
quello della
Per
colpi dell' Vili
i
Armala,
piano
fra
monte,
e
nella direzione della bisettrice del saliente del Piave,
mentre era
che,
per errore nemico,
pili
pericolosa, era anche
stenza,
due
la
linea
direzione
la
di
minor
resi-
avvenne la rottura del fronte austriaco
-
parti:
forze
le
della
pianura
in
violentemente
separate da quelle della montagna, col conseguente
con
aggiramento,
la-
demoralizzazione
definitiva, irrimediabile
Così avevo
visto
la
battaglia
e
la
rotta
nei secoli.
ed enunciata molti
mesi prima, a persone, fra le quali un illustre senatore di
Milano che ha una grande influenza sull'opinione
pubblica
e così è stata vista, al
:
opportuno dal i
mezzi
e
realizzata.
r Vili
le I
momento ancora
Comando Supremo, forze
per
vincere
contingenti alleati
Armata un
tutto
;
che ha così
è
riuniti
stata
hanno formato con
armonico, obbedendo ad
una sola idea centrale animatrice.
^A^^^Ì*'^'^Ora mi uniiiio profondamente, - io. moidesio soldato d Italia 1
^$i nemico
di
espiazione, ha
la
virtù
davanti
-
dato
di redimersi,
suoi
ai
figli
mentre l'impero
andava dissolvendo. Era
si
alla
dopo un anno
grande Madre, che.
una
quello
costruzione secolare costituita con materiali etnici di
natura diversa,
tenuti
insieme da
un forte ce-
mento, l'Esercito. Quattro anni di guerra, le dodici battaglie dell'Isonzo, la battaglia del Piave avevano
scompaginato largando rato
il
gli
struttura
la
inierslizi
cemento
:
1'
fra
intim.a i
dell' edifizio.
al-
maienali. e logo-
vari
Veneto fece
urto di Vittorio
crollare la costruzione già così lesionata.
Ad un Generale straniero, che mi diceva essere noi stati
fortunati,
risposi che era
mio Paese che
possa essere
vero
:
^
A-L:ouro al
fortunato
pQv
tanti
secoli quanto lo fu
il
abbiamo abbattuto
principale fattore storico della
nostra sventura. resistito
in
il
Ma
vostro:
il
e
lo
scxrè,
ora che
mio paese ha solterto e ha
questi lunghi anni
di guerra,
da solo 11?
.
contro rito
suo. principale nemico,
il
suo
così
avere mantenuta viva
di
libertà nei secoli, ultimi anni
e
Auguro
guerre.
di
al
vostro, uguale
— poiché pur troppo
popoli debbono taversare dei periodi
ed uguale misura nella
Nessuno
fra
vittoria
tutti
da
grandi
—
tristi
i
>
come
popoli combattenti ha avuto
i
noi difficoltà così ardui
della
fede nella vittoria in questi
la
forza nella sventura,
come è mefiamma
la
e
compiti
da assolvere, con mezzi tanto
scarsi.
così
vincere,
Per provarlo noi dobbiamo solo pensare ricolose condizioni strategiche
del
nostro
pe-
alle
confine
coir Austria per il quale eravamo avviluppati prima di
come eravamo
combattere, e ricordare
parati,
logori e stanchi
canti di armi,
di
della
guerra
impre-
man-
libica,
materie prime, di navi. Tutta
la
nostra vita economica era pervasa e dominata dall'
attività
carci.
straniera,
dizioni morali.
eravamo
Infatti
dovuto garantirci
avventura
per un quarto di secolo noi
rimasti chiusi in un'alleanza che avrebbe
consultarci,
anni
che ad un tratto venne a man-
Fummo sorpresi dalla guerra in difficili con-
di
i
la
pace
nostri alleati
;
all'
si
senza
improvviso,
slanciarono
in
una
guerra sopraffattrice. Per venticinque
evevemo marciefo con essi in una stessa
dire-
118
zionc
* ,
'
legami
;
t
erano
i
corso,
intrecciati.
ordinare
'
gli
amicizia, vincoli familiari, grandi
scuole,
di
arte,
di
affari
si
Ad un dato momento si dovette
fronte indietro.
il
Tutto
cammino per-
il
la
preparazione
si
dovette abbandonare,
tutta
economica,
morale
militare,
mentre
ed tutti
paesi belligeranti, amici e nemici, traevano
altri
Non basta,
dal passato.
profitto
/
di
relazioni di
interessi,
poiché non
tutti
fummo pronti a seguire Paese nella nuova diparte rczione. Una di noi era troppo spinta avanti il
;
l
j
la
Paese
economici
i
religiose,
l
" .
I ^
l
;
e
o
altri
poter
seguire
il
resto
per misoneismo o per interessi
finanziari,
o
per
politiche o
teorie
rimasero incerti e disorientati,
o conti-
nuarono a marciare come prima. Ciò era umano;
f
,;
vecchia strada per
per del
'
ma per questa condizione trata
in
cose
di
1'
Italia
guerra ancora una volta discorde.
pesava ancora
mancanza .di
su
noi
di
nostro
il
è
en-
E poi
passato,
la
che per molti
fiducia in noi stessi,
uomini dirigenti è una malattia inguaribile.
f
Tutto ciò gravava su
9
peso
lo
sentimmo
le
nel
nostre spalle, ed il grave
momento
della
sconfitta.
i
Ora possiamo parlarne serenamente, a vittoria ottenuta, senza dilaniarci la ferita come si guarda
j
una cicatrice ben rimarginata
f
—
;
possiamo consi-
e
llli
ì
«W1WHI. W I
II
derare ciò che
una
parve
ri
rovina,
grcì\'c
come
'
j
ma
\
sano. Le nuove giovani classi sono passate sere-
ì
crisi
la
'salutare
organismo
un
di
namcnte a rinnovellare
il
affaticato
sangue della nazione, ed
essa ha superato felicemente una
(
che ha
guerra,
|
travolto vecchi e grandi r austro-ungarico
ed
imperi il'
Anche ora attraversiamo una nuova addensano intorno
problemi
si
le attività
economiche
cati
e
interrotte;
come
\
russo.
<;
gravi
I
Riprendere
f
riguadagnare mer-
l
crisi
a noi.
;
sbocchi già nostri, ma contesi dalla concorj
renza altrui inasprentesi; intensificare l'utilizzazione nostri mezzi agricoli ed industriali;
dei la
e
\
e
morale del popolo
t
ignoranza
dar valore morale
difesa della sanità la
alla
lotta
contro
1'
(
riprendere
fisica
nostra emigrazione
;
;
provvederci
di
mezzi
di
|
»
trasporto, di materie prime; restaurare l'Erario, ecc. j
Tutti
problem.i
che
si
possono così
sintetizzare
:
|
Costruire più saldamente la vita morale del Popolo Italiano per renderlo più le
omogeneo, e perchè tutte
sue manifestaziorii politiche sociali economiche
siano più elevale,
maggiore,
la
il
la
Entrare nella
rendimento del suo lavoro sia
sua pace più sicura, sopra
pace
tutto
pace- interna.
dopo una lunga guerra pre120
senta in
ie
stesse
incognite
inevitabili
uan guerra dopo una lunga
come
entrare
Ma
pace.
nazione ha acquistato maggior fiducia
ora
'
Lì ;
in sé, nelli
!
sua forza economica, nella sua capacità organiz-
;
zatrice.
nella possibilità
diventare
di
una potenza ^
industriale
:
nella
sua resistenza
alle
d' ogni
lotte
•
mondo una sicura prova che non è una nazione etfirnera, ma genere. Infine
un edificio morali ideali
di
1'
Italia
ha
dato
profonde
intellettuali
e
a!
sicure
e
basi,
di
\
j
forze
\
materiali solide e resistenti, di
cHPaii e dominanti nel
pensiero
universale,
f
•
\
ideali
e
che essa
stessa loggio,
bandì
che ora comincerà 'a tradurre in
realtà per
il
del genere
bene suo
umano.
e
;
j ì
j
ì
Tutti
i
diritti
Ji
pro-
prietà artistica e letteraria
Per
sono riservali.
tradurre,
ripro-
durre, leggere in pubblico
la
presente o-
pera bisogna chiede-
re
il
permesso
a
L'EROICA Casella postale 1155
ONORIAMO L' ITÀUÀ VITTORIOSA Nei suoi morti e nei suoi
dovere
di
onorare
1"
Italia.
che
vivi
han
1'
L' Eroica,
pena
grande, è nostro
latta
nìagnifica rassegna ila-
la
liana,
che da dieci anni
nella
luce della Poesia quanto di più nobile vengon creando òn
lìd
sue ore
le
— poiché raccolgono nostro martirio.
del
nuova epopea,
della
in
e
Italia
all'
e
estero
anelito più puro delle più eroiche anime
oltre
tra
mirabile
la
primi
i
ormai
e
cinque
nei
rivelatesi
Locchi
Vittorio
del
:
anni
Mameli
popolarissiinvi
—
dovrebbe far imparar a memoria
ai
suoi
tigli,
blicati
«
madre
italiana
come ha ammonito Ada Negri,
Testamento e La Sveglie ',
Le canzoni dei Giacchio »
profonda umanità espressi pur arditissima bellezza. nella di
e le sue ore di gioia,
entusiasmo
Sagra di Santa Gorizia » che ha raggiunto le 50.000 copie
e che ogni
«
sconforto
di
poeti del pensiero e dell' azione
di
'
1'
opere che ogni italiano dovrebbe
di
con appassionato
dilfondere
esaltare
indomata fede,
di
ha pubblicato una serie
possedere, per
per
canta
e
ha voluto compiere questo
noi r arte e la vita,
dovere
combatte
collana de
gusto
e
di
*
I
in
'
I
una forma di
di
due donne
—
•
».
canti tutti di
composta e
opere
è
raccolta
libriccini
mirabili
e d ardore,
dall' anima
:
di
lirica
queste
de L'Eroica ^
grafica
ha pub-
Sonetti della malinconia
anche opere di Gabriele D' Annunzio, di
Cozzani e
L' Eroica
Singhiozzi e Risa >
Ognuna
Gioielli
ricchezza
»
,
—
che
contengono
Sem Benelli, di titore solare
:
Elisabetta
Barrett-Browning e Maria Konopiììcka.
123
— due Genovesi
Giovanni Cosìanzi e Rodolfo Fuinagalli
indolii
quasi ancora fanciulli nella luce della fuma da Gabriele D'An-
—
nunzio
—e
diventai! in guerra aviatori,
precipitati in fiamme
colosa bellezza, che L* Eroica ha «
^ ?
<
Poemi
I
Alati ».
vertiginose prose,
lirica
la
aneddoto,
1'
Rapsodìe
\.c
dia.
d'
»
in
;
cui
«
Jel
Montér.ero »
coglicrà :
Raspòdia
di
La Raspodìa di Reims »
un tempio
gloria
La
''
visione
la
—
Ali
*
una architettura
in 1'
Caporetto » di Vittorio
uragano. di
Francesco
Sircana
guerra e
<=
V.
La Rapso-
«
— sono come colonne — d'un vasto poema epico'chc
iyic-
tutto
di
il
patimento
nostro «
I
e
nostro
la
Bivacchi della Gloria »
Ugo D' Andrea, uno dei più forti libri narrativi usciti
di
e
novella e la meditazione.
la
esse non stoneranno
e tra
Costanzi
un impeto travoì-
Ugo Scandiani
di
costruzione
in
quasi mira-
Rodolfo Fumagalli
e
compongono
si
d'
infinito
dell"
ci
Giovanni
:
rombante, come una foresta sotto
ÌPcrri.
Ì'
e
raccolte
ascensioni liriche
,
volgente, d' una vastità oceanica
l
[
Buddha »
di
ansia
1'
yjer
— hanno lasciato opere
La Canzone
Offerta » vasta
dell'
liricha
di
dalia
Morello
Torrespini consacrata a Trieste redenta.
Ma alto su tutti il
trionfatore
vivi
i
— che
ha intraveduta
sta
nel
genio luminoso di Enrico Caviglia, «
Discorso di Finahnarina >
poderosa sintesi la grandezza dell' Italia futura,
in
come in « Vittorio Veneto vente grandezza
il
suo uiirabile
romana
^>
ha raccontato con semplice e commo-
il
trionfo della
r eterno barbaro,
futte queste edizioni
presse con studio
d'
del
sono composte e
ogni più delicata armonia grafica,
al
sacro libro di Fulcicri Paulucci di Càlboli, in cui vive
combattente con di
nazione in armi contro
l'
ardore luminoso
di
un profeta,
per
1
1'
l'
im-
modo eroe
opera
Ludovico Toeplitz'che t^a le lettere del grande caduto e della
sua fidanzata ha scelte con
mano abile e commossa quelle che, 124
componendo un ai I
oc(
e le
K
Gioielli
r..
Caviglia lire 3,.
lire
Di
e
n 05 fri
—
7,50
iuite
le
^-
uHre
ha arricchita si
1
<
1*
posso
l
D I.A^PRIMERE NELLO "ST-\B. GRÀFICO VALDISLRRA DI
FiNiTO
..
A.REKFDETTI&G.NICCOLA! A PE5CL\ !L iV
GRJGNO DELL'ANNO MC^\XX - VIVA PER SEAAPRE
L- ITALIA
A-
LUNNA DELLA POESIA E MAESTRA DEI POPOLI
A
000 021 063
3
Univen Sout Lib