L'ESERCITO ITALIANO NELLA GRANDE GUERRA- VOL.V tomo 2 bis

Page 1

MINISTERO DELLA DIFESA STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO UFFICIO STORICO

L'ESERCITO ITALIANO NELLA GRANDE GUERRA (1915-1918)

VOLUME V LE OPERAZIONI DEL 1918

TOMO 2° bis LA CONCLUSIONE DEL CONFLITTO (Documenti)

Da pag. I a pag. 829


,:)

AVVERTENZA

I

Sono indicati come «Documenti» le riproduzioni dei reperti d'archivio dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, in originale od in copia. Sono definiti invece «Allegati» le riproduzioni di documenti da altre pubblicazioni o le compilazioni di sintesi, schemi o situazioni, elabotare dall'autore dell'opera sulla base dei documenti dell'Ufficio Storico. Le abbreviazioni, sigle, maiuscoli e minuscoli, etc. - difformi spesso da un Comando scrivente all'altro - non sono state unificate per rispettare l'integrità documentale del testo.

© Copyright by Stato Maggiore dell'Esercito Ufficio Storico - Roma 1988


VII

VI

N° di ordine

2 3

N° Prot.

Mittente

1

Data

Oggetto del documento

del · testo

del volume

Consiglio S.mo Interalleato _Come sopra Come sopra

21.1.18

Azione militare da intraprendere nel 1918

10

I

13.Xll.17

Raccomandazioni circa la condotta della guerra

10

9

24.XIl .17

Parere dei Rappr .ti Mil.ri Perm.ti sulla situazione italiana

li

Il

19

13

28

17

5

-

8.1.18

6

Pres. Wilson C.do S.mo

Felicitazioni per il successo ottenuto ed invito a far seguire operazioni offensive sugli Altipiani I «quattordici -punti»

1895/S

8.2.18

Articoli americani sull'Italia

29

20

7

-

-

-

Sommario delle conferenze e degli accordi interalleati intesi a realizzare un coordinamento nella condotta della guerra

34

23

Verbale e decisioni della 5 • Sessione del Consiglio Supremo ad Abbeville

34

Deliberazione circa le funzioni dei Rappresentanti Militari Permanenti a Versaglia

35

IO

Cons. S.mo Interalleato

-

Come sopra

N. 2116

Gen. Robilant

2883

18.VIl.18

Contrasti di vedute fra gli Alleati circa i poteri del Gen . Foch

35

35

9573 G.M.

1.IV.18

Comando Unico Interalleato

36

38

-

2.IV.18

Comando Unico Interalleato

36

41

2.V.18

27 .VIl.18

R.M.P .

li

12

italiano Gen. Diaz Pres. Orlando

14

lmp . Carlo d'Asburgo Comando Supremo

-

17.X.18 25.VII.18

del testo

del volume

Uff. Capo S.M .

-

20.XIl.07

Proposta per la eccezionale promozione a scelta del Ten. Col. S.M. Armando Diaz

78

51

16

e.do S.mo

-

27.IV.18

Relazione «Fayolle» del 26.II.1917

83

52

17

R.M.P.

3157

25.Vll.18

Comunicazione al R.M.P. americano circa la posizione del Comandante in Capo Italiano per rispetto al Generale Comandante in Capo Foch

84

77

Italiano a Versaglia

18

C.do S.mo

-

ottobre 1918

Direttive per l'impiego delle Grandi Unità nella difesa

88

78

19

e.do S.mo

-

sett. 1918

Direttive per l'impiego delle Grandi Unità nell'attacco

88

116

20

C.do S.mo

-

agosto 1918

Promemoria del 7.VIII.1918 relativo alla pubblicazione «La battaglia del Montello»

91

159

21

Capo S.M.R.E.

1813

11.IV.20

Discorso tenuto da S.E. il Generale d'Esercito Cav. Enrico Caviglia

91

161

22

Int.za Gen.le

83103/A

3.VIII.18

Materiali tipo Ansaldo

94

165

23

Pres . Orlando

-

1.Vll.18

Circa non opportunità di azione oltre Piave

98

169

24

Gen. Diaz

12001

6.Vll.18

Lettera del Gen. Diaz al Gen. Foch in risposta alla sua del 27VI-1918 (Doc. n. 4)

98

171

25

R.M .P.

2285

25.Vl.18

Riferisce sull'ambiente contrario all'invio di forze francesi o inglesi, o di rinuncia ad unità americane a favore dell'Italia

100

174

21025

25.Vl.18

Chiede notizie su idee del Gen. Wilson circa eventuale intervento di forze alleate in Italia

101

178

11851 G.M.

28.Vl.18

Comunica a Pres . Orlando impressione che non sia possibile fare assegnamento sul concorso alleato

101

179

26

33

-

italiano a Versaglia Proclama ai Popoli dell'Impero

41

43 26

-

Oggetto del documento

15'

ALLEGATI AL CAPITOLO II 13

Data

N° Prot.

'

Nota coli.a N . 12 Nota coli.a N. I Nota coli.a N. 6 166

27.Vl.18

Mittente

ALLEGATI AL CAPITOLO IV

Gen . Foch

9

N° di ordine

ALLEGATI AL CAPITOLO· I

4

8

Pagina in cui è citato

Pagina in cui è citato

Promemoria dell 'Ufficio Operazioni con numero ed efficienza delle Grandi Unità austro-ungariche stimate sulla nostra fronte

42

"Pres. Orlando

45 27

Gen. Diaz


VIII

Pagina in cui è citato

N° di ordine

Mittente

28

Gen. Diaz

N° Prot.

11857

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume 180

46

Pres . Clemenceau

-

30.VI.18

Messaggio a Gen. Diaz su questione aiuti alleati all'Italia

101

181

47

Mar. Foch

48

Rappr. Mii. Perm . Versaglia

49

30

Pres. Orlando

21887

5.VIl.18

Riferisce impressioni di colloqui a Parigi

102

182

31

C.do S.mo

12041

14.VII.18

Segnalazione a Versaglia di afflussi tedeschi al nostro fronte

103

183

32

e .do S.mo

20493

17.VII. 18

Come sopra, e richiesta di rimpatrio di lavoratori italiani in Francia e di cessione di yprite e tanks

103

184

33

Gen. Ca!cagno da Bacon (Francia) Gen. Diaz

96 S.I.

20.VIl.18

Riferisce su andamento operazioni in Francia, con note del Gen. Diaz

103

185

Sollecita intervento di R.M .P . italiano a Versaglia per cessione mezzi Raccomanda iniziative offensive

105

186

105

187

Comunica impossibilità di rinvio in Italia di 70.000 lavoratori

105

189

Forze americane in Italia

106

21.VII.18

G.M.

35

Gen. Foch

2050

13 .VII.18

36

Gen. Foch

2179

17.VII.18

37

N° Prot.

Mittente

101

1039

12308

Pagina in cui è citato

Tele al Pres. Orlando a seguito del precedente

Pres. Orlando

34

N° di ordine

28.VI.18

G .M .

29

IX

Gen. Robilant Versaglia

3286

3.VIIl.18

38

Gen . Pershing

-

28.VIl .18

Lettera al Gen. Foch

106

195

39

Gen. Foch

2550

30.VIl.18

Lettera al Gen. Pershing

106

196

40

C.do S.mo

12352

22.VII.18

Attività delle truppe in linea

107

197

Data

31 R.P.

30.VIl.18

Lettera al Gen. Foch circa operazioni sull'Altopiano di Asiago

107

198

42

Gen. Foch

2692

6.VIIl.18

Lettera al Gen. Diaz

108

203

43

Amb.re a Parigi

-

9.VIll.18

Tele a Pres. Orlando

108

206

44

Mar. Foch

-

12.VIIl.18

Tele a Gen. Diaz

108

207

45

Gen. Diaz

12739 G.M.

13.VIIl.18

Lettera a Mar. Foch

108

208

del volume

Lettera a Pres .l Orlando

108

210

-

18.VIII.18

Tele al Gen . Diaz

109

212

-

date varie luglio e agosto 1918

Disegni di operazioni per gli anni 1918 e 1919 (in stralcio, con 3 annessi) '

109

213

Pres. Orlando

2087

5.VIIl .18

Esprime sue preoccupazioni a Gen. Robilant

109

228

50

R.M.P. Versaglia

Nota colla. N. 37

10. lX .18

Politica generale degli Alleati per l'autunno 1918 e per l'anno 1919 (in stralcio)

110

229

51

e.do S.mo

-

16.VIIl.18

Promemoria Ufficio Operazioni sulla situazione

110

238

52

C.do S.mo

18881

21.VIIl.18

Direttive per operazioni «ipotesi F»

111

242

53

C.do S.mo

c.s.

c.s.

Seguito alle precedenti

111

246

54

e .do 6· Armata

1772

15.VIIl .18

Rinforzo dello schieramento difensivo «ipotesi F»

111

247

55

Pres. Orlando

-

18.VIII.18

Lettera al Pres. Clemenceau

111

249

56

e.do S.mo

-

Memorie «Azioni offensive italiane nell'attuale periodo»

111

252

57

Gen. Badoglio

13134 G.M .

31.VIIl.18

Tele a Pres. Orlando circa situazione in Albania

111

261

58

13203 G.M.

4.IX.18

Tele a Gen . Diaz circa Albania

111

262

59

Come sopra C.do S.mo

-

24.VIIl.18

Progetto difensivo alleato in Macedonia

112

263

60

C.do S.mo

24039

18.VIII.18

Memoria e lettera circa un eventuale offensiva alleata in Macedonia

112

267

61

Gen. Robilant

-

5.IX.18

Conferenza presso il Maresciallo Foch

113

269

62

Gen. Diaz

13240

1.IX.18

Riferisce circa esito suoi colloqui a Parigi

116

280

63

R.M.P. Italiano

4353

3.IX . 18

Memoria e documenti presentati dal Gen. Robilant, relativi al disegno di operazioni italiano per l'autunno 1918 ed 1919

117

282

G.M.

Gen. Diaz

del testo

15.VIII.18

191

41

Oggetto del documento


XI

X

N° di ordine

64

Pagina in cui è citato N° Prot.

Mittente

Data

f 17.IX.18

Oggetto del documento

del testo

del volume

Trasmette un memorandum circa il colloquio Gen. Diaz e Gen . Pershing svoltosi a Parigi il 3.IX.1918

117

297

Gen . Perelli presso Q.G. americano in Francia Amb .re a Parigi

836

-

8.IX. 18

Lettera a Pres. Orlando

118

301

66

P res . Orlando

313.292

11.IX.18

Tele a Gen. Robilant

118

304

67

P res. Orlando

2932.231

12.IX.18

Tele al Gen. Robilant

118

305

68

Lord Cavan

31 7/5

5.IX.18

118

306

69

Gen. Robilant

4709

15.IX.18

Trasferimento di forze britanniche . Tele a Pres. Consiglio circa co lloquio con Gen. Foch

118

70

Pres. Orlando

-

14.IX. 18

Lettera a Gen . Diaz con 2 annessi

118

65

Pagina in cui è citato

N° di ordine

Mittente

82

C.do S.mo

N° Prot.

13582 G .M .

Data

25.IX.18

Oggetto del documento

del testo

del volume

Operazione «ipotesi F»: operazione Pasubio è definitivamente rinviata

124

326

ALLEGATI AL CAPITOLO V 83

Gen. Mola (Londra)

790

3.X.18

Trasporto reclute italiane da America

127

327

84

Uff. Coli. 3" A .

80

19.X.18

Condizioni del XXV C.A ,

128

328

85

C.do S.mo

-

-

Situazione Es. It. al 10 luglio 1918 (dati statistici)

129

330

307

86

C.do S.mo

-

-

Situazione Es. It. al I O ottobre 1918 (dati statistici)

129

331

308

87

C.do S.mo

22890 R.S.

11.Vll.18

Riparti di marcia e complementari

130

332

L

71

Gcn . Diaz

41 P

14.IX.18

Tele a Pres. Orlando

119

311

72

Pres . Orlando

2392

14.IX.18

Tele a Gen . Diaz

120

313

73

Gen . Diaz

13473 G.M.

17.IX .18

Tele a Pres. Orlando

120

314

74

Pres. Orlando

26344

18.IX.18

Tele a Gen. Diaz

120

75

Pres. Orlando

2461

24.IX. 18

Comunicazione ali' Ambasciatore a Parigi con annessa copia di lettera al Mar. Foch

76

Mar. Foch

4280

28.IX. 18

77

Pres. Orlando

-

78

Pres. Clemenceau

79

Gen. Diaz

80

81

88

C.do S.mo

23290 R.S .

26.VII .18

Incorporazione del personale ricuperato dalle riduzioni agli organici

131

335

89

C.do S.mo

22814 R.S.

5.VII .18

Complementi per le truppe operanti

131

337

315

90

C.do S.mo

22826 R.P.

5.VII .18

Ordini per riduzione personale in Comandi ed Enti vari

131

340

121

316

91

C.do S.mo

-

13.VII.18

Riassunto della conferenza tenuta dal Sotto Capo di S.M. ai Capi di S.M . delle Armate

131

343

Risposta alla lettera del Presidente Orlando

123

320

92

e.do S.mo

23010 R.S . 23768 R.S. 24250 R.S .

346

1.IX. 18

Risposta alla precedente

322

Disposizioni varie per il recupero di uomini quali complementi ed il migliore impiego dell'elemento uomo in zona di guerra

131

123

15 .VII . 18 16.VIII .18 l.X.18

93

e.do S.mo

26 .IX. 18

Tele a Pres. Orlando trasmesso a Gen . Diaz

124

323

12112 G.M.

11.VII.18

2461

Formazione e schieramento dell'Esercito (con I annesso)

132

353

27.IX .18

Tele a Pres. Orlando

124

324

-

-

-

Principali movimenti di unità fino al 30.IX. 18 (allegato)

139

355

Gen . Badoglio

13645 G.M. 13 559 G.M.

23 .IX.18

Tele a Gen. Diaz a Roma chiede autorizzazione a trasferimento artiglierie da 1• ad 8" e 3" Armata

124

325

94

C.do S.mo

363

31.VIII .18

Corrispondenza diretta al Comando Supremo

149

357

95

C. do S.mo

5866

3.III .18

362

117215

23.IX. 18

Autorizza i movimenti di artiglierie

124

325

Servizio per gli Ufficiali di collegamento

150

Gen . Diaz

93bis


XII

XIII

' N°di ordine

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

Pagina in cui è citato del testo

del volume

96

e.do 3• Armata Uff. «I»

-

18.VII.18

Organizzazione del Servizio Informazioni sul nemico delle regioni invase

140

97

C.do S.mo

13356

11.IX.18

Aeroplani per il trasporto dei noti informatori oltre le linee

150

98

C.do S.mo

11089/A

20.VIII .18

Organizzazione di moti insurrezionali e di una guerriglia nel Veneto

150

370

99

C.do S.mo

32555

12.IX . 18

Nuovo tipo di battaglione di fanteria

152

376

100

e.do S.mo

837

30.IX. 18

Trasformazione del battaglione di fanteria

153

378

364

C .do S.mo

17000 R.S.

26 .VI.18

P lotoni d'assalto reggimentali

154

387

102

e.do S.mo

17700 R.S.

17.VII .18

Nuovi organ ici per le compagnie mitragliatrici carreggiate FIAT e Mod. 907 F

156

390

103

lsp.to Bombardieri

-

5.X . 18

Lanciabombe Stokes

156

392

e.do 1• Armata

362

9.IX. 18

Circa l'eventualità della costituzione di una Divisione alpina (con 2 annessi)

158

C.do 1• Armata

-

-

Reparti di Assalto costituiti e loro impiego (allegato)

159

402

106

e .do 1• Armata

-

-

Composizione del Corpo di Armata d'Assalto al 24.X.1918

159

405

107

Gen. Diaz

-

25.VIIl.18

Appunto per Gen . Diaz circa costituzione di Corpi d 'Armata d 'Assalto

160

408

108

e .do S.mo

15450 R .S.

29.VI.18

Costituzione di Comandi divisionali di artiglieria

161

409

109

C .do S. mo

41 850 R.S.

7.X .18

Attribuzione e compiti dei Comandi divisionali di artiglieria

161

41 2

110

C .do 3• Armata

61 20

12.VII. 18

Cannoncini da 37

163

413

C.do S.mo

-

s.d .

Relazione sul Servizio telegrafico e radiotelegrafico nella battaglia del Piave

167

Mittente

N ° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

112

C .do S.mo Uff. Teenico

29767

16.XII .17

Organizzazione del servizio gas presso le Armate, i Corpi di Armata, le Divisioni, i Reggimenti e Battaglioni autonomi (con un annesso)

168

415

113

Cp. Spec. «X»

-

maggio '18

Relazione sulla organizzazione ed attività della scuola lanciagas

168

420

114

C .do S.mo Uff. Teenico

38158

2.VII . 18 ..

Relazione sui tiri a gas fatti dal nemico il 15 giugno u .s. e sull' efficenza dell'organizzazione antigas

169

423

115

e .do S.mo Uff. Teenico

39136

1.IX. 18

Bombardamenti a gas fatti dai Tedeschi

169

427

116

e .do S.mo

-

25 .VIII .18

Situazione aviazione al 25 . VIII.1918

174

429

117

e.do S.mo

152525 R.S.

10.Ill. 18

Istituzione del Comando Superiore d ' Aeronautica

174

430

118

e.do S.mo

47773

22.X . 18

Norme provvisorie d ' impiego del Servizio d ' Aviazione per la Cavalleria

175

432

119

Int.za Gen.le

89261

20.VIII . 18

Costituzione dell'Intendenza 8" Armata. Scioglimento dell'Intendenza 9• Armata

175

435

120

e.do e.A. d'Assalto

3599 V.P.

25.VII . 18

Servizio V.P .

178

438

121

C.do S.mo

13549

25.IX.18

Situazione alla testata di Val Stizzo ne (con due annessi)

180

440

122

C.do S.mo

15266

4.X .18

Si rappresentano al Presidente del Consiglio le preoccupazioni degli Ufficiali delle categorie in congedo al riguardo della loro situazione nel dopo guerra

180

444

123

e .do S.mo . 29800

29.VIIl .18

Promozioni per merito di guerra e ricompense al valore

180

A45

124

e.do S.mo

14522

20.IX.18

Spirito delle popolazioni desunto dalla censura

180

448

125

e.do S.mo Segr.

234

17.VI.18

Esperienza di-guerra

181

449

ss

397

105

111

Pagina in cui è citato

369

101

104

N° di ordine

41 4


xv

XIV

N°di ordine

126

127

Pagina in cui è citato N° Prot.

Mittente

C.do S.mo Uff. Op.

11562

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

19.VL18

Preparazione delle operazioni

181

451

23 .Vl.18

Metodi tattici del nemico

181

452

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

.

Data

25

128

C.do S.mo Uff. Segr.

132

4.VII.18

Esperienze della recente battaglia

181

457

129

C.do S.mo Uff. Segr.

357

7.VIIl.18

Impiego tattico dei cannoncini da 37 mm.

182

468

130

C.do S.mo

691

19.IX .18

Impiego tattico dei carri d'as1 salto

182

470

131

e.do S.mo

1070

24.X.18

Istruzioni e norme sullo impiego delle squadriglie di automitragliatrici blindate e delle motomitragliatrici

182

480

132

e.do S.mo

339

30.VII.18

Passaggio di corsi d'acqua

182

486

133

e.do S.mo

9465 G.M .

29.IIl.18

Colpi di mano

182

487

134

C.do S.mo

145 R.S.

20.IV.18

Piccole operazioni offensive

183

488

135

e.do S.mo

13197

4.IX.18

Piccole operazioni offensive e colpi di mano

183

490

4.V.18

Studio del Generale Francesco Graziali sulla formazione e preparazione dell'Armata mobile di riserva

183

491

G.M.

Oggetto del documento

del testo

del volume

144

e.do S.mo

-

6.VIIl.18

Promemoria «Organizzazione dell'Artiglieria»

188

554

145

C.do S.mo

13533

25.IX .18

Sistemazione delle artiglierie

188

558

146

C.do S.mo Uff. Tecn.

51769

8.VII.18

Miglioramento delle artiglierie in servizio, delle loro munizioni e della tecnica del tiro

191

560

147

C.do S.mo Uff. Tecn.

43063

24.Vll .18

Armamento batterie bombardieri

191

564

148

C.do S.mo Ord. e Mob .

31880 R.S.

2.IX.18

Scuole di perfezionamento per Comandanti di battaglione e di gruppo

196

566

149

e.do 9• Armata

3227

2.Vll.18

Graduati

196

571

150

C.do S.mo

12204 G.M.

17.VII.18

Si interessa il •Ministero Armi e Munizioni per la «produzione munizioni»

198

573

151

C.do S.mo

12707 G.M .

12.VIII .18

Produzione munizioni

198

574

152

C.do S.mo

14341 G.M.

22.X.18

Produzione delle munizioni di artiglieria

198

576

153

C.do S.mo

11878 G.M.

I.VIl.18

Come sopra

198

577

154

C.do S.mo

11901 G.M.

I.VII .18

Come sopra

198

580

155

lnt.za Gen.le

-

3.VII.18

Promemoria circa i trasporti ferroviari militari durante l'offensiva austriaca del giugno 1918

198

582

156

lnt.za Gen.le

3258

8.VII.18

Aumento stazioni di scarico e loro potenzialità

199

583

157

C.do S.mo Uff. Op.

-

11.VIII.18

Promemoria circa provvedimenti per migliorare il servizio di rifornimento munizioni

199

585

G.M.

C.do S.mo Uff. Segr.

136

' N° di ordine

e .do 5• Armata

1733

137

C.do S.mo

38

26.Vl.18

Grandi Unità d'Assalto

184

514

138

C.do C.A. d'Assalto

1130

I.VIl.18

Norme per l'impiego tattico delle Oranti Unità d'Assalto

184

516

139

C.do C.A. d'Assalto

-

agosto '18

Appunto senza data «ridare moto alla guerra»

185

536

140

e.do S.mo

13480 G.M .

17.IX.18

Guerra di movimento

185

538

141

C.do S.mo

-

28.IX.18

Conferenza tenuta dal Sotto Capo di S.M. dell'Esercito

185

541

158

C.do S.mo

12233 G.M.

17.VII.18

Fabbisogno di autocarri: si interessa Gen. Robilant

199

588

142

e.do Gen . Arma Cav.

2100

16.VIIl.18

Osservazioni sull'impiego e direttive di istruzione

187

549

159

C.do S.mo

-

20.Vll.18

Conclusione di una riunione del 20-VII circa gli autocarri occorrenti all'Esercito

199

590

143

e.do S.mo

12209

16.Vll.18

Riserva Generale di Artiglieria

188

553

160

C.do S.mo

-

15.VIII .18

Promemoria sulla cessione alla Francia di autoveicoli FIA T

199

593

G.M.


XVI

N° di ordine

XVII

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

ALLEGATI AL CAPITOLO VI

Oggetto del documento

del testo

del volume

541

19.X. 18

Riferisce su esito azione a M. Corno Battisti in data 18.X, con annotazione del Gen. Badoglio

256

652

178

C.do S.mo

-

-

Specchio con l'indicazione del numero dei prigionieri fatti e di quelli caduti in mano nemica nel periodo fra il giugno e l'ottobre 1918

259

653

608

179

e.do 4• Armata

7052

7.X. 18

Condizioni morali dell'Esercito Austriaco

262

654

202

609

180

C.do S.mo Uff. Op.

-

14.IX.18

Schieramento dell'Esercito durante il periodo invernale

263

656

Progetto per una operazione offensiva

202

617

181

-

24.X . 18

Esprime avviso di dare maggiori aiuti all'Italia

271

658

14.IX.18

Progetto di operazione offensiva

202

Lettera di Whitney Warren e.do S.mo

39 R.P.

8.IX.18

661

7.VIII.18

Piccole operazioni oltre Piave

205

636

12609 G.M.

8.VIIl.18

Piccole operazioni offensive

237

637

Riassunto della conferenza tenuta ai Capi di S.M. d'Armata presso il Comando Supremo 1'8 settembre 1918

272

12608

183

-

23.IX . 18

664

10.VIII.18

Promemoria su «Ipotesi A»: sfondamento della linea del Piave

275

Sommario 254

C.do S.mo Uff. Op.

184

e.do S.mo

13589 G.M.

25.IX. 18

Artiglierie ad 8 • Armata

276

667

185

C.do S.mo Uff. Op.

13608 G.M .

25.IX.18

Studio di una operazione offensiva attraverso il Piave

276

668

186

Gen. J.C. Graziani

9/3

15.X. 18

Comunica a Mar. Foch direttive ricevute per offensiva

277

672

187

Col Girard

18

17.X.18

Riferisce probabile ritardo di offensiva

277

674

188

Pres. Orlando

2490

27.IX. 18

Circa cooperazione alle operazioni francesi in Macedonia con nostre azioni in Albania

278

675

189

C.do S.mo Op.

-

4.X.18

Appunto «Argomenti da toccare con S.E. Caviglia»

286

676

190

e.do 8· Armata

-

5.X.18

Risposta al precedente

286

678

191

Gen. Ca!cagno (Parigi)

325

26.IX.18

Riferisce su . colloquio con Mar. Foch

286

681

4022

29.VI.18

Operazioni offensive

202

596

162

C.do S.mo

12206 G.M.

16.VII.18

Movimenti di artiglierie

202

600

163

e.do 4• Armata

13432

2.IX.18

«Questione del freddo»

202

602

164

e.do S.mo

13013 G.M.

26.VIII.18

Progetto di operazione offensiva

202

165

e.do 8· Armata

6317

8.IX.18

166

e.do 8· Armata

6565

24.IX.18

167

e.do 3• Armata

7815

168

C.do S.mo

169

e.do S.mo

171

Data

e.do 1 • Armata

e.do 7• Armata

Uff. Inf. Forze Brit. in Italia

N° Prot.

Mittente

177

161

170

N° di ordine

Pagina in cui è citato

Studio di operazioni offensive - della 8 • Armata verso le alture di Valdobbiadene

ALLEGATI AL CAPITOLO VII

618 182

Il .

Note sui colpi di mano di Asiago del 9 agosto

237

638

Come sopra

S.P. n. 28

sett. 1918

Extracts from an Austro-Hungarian Handbook on mountain Warfare

237

641

172

C.do III C .A.

10585

12.IX.18

Relazione sulla perdita di M. Mantello-P.S. Matteo

244

645

173

Consiglio Naz. Cecoslovacco

570 B.M13

23.IX.18

Messaggio di compiacimento di Edoardo Benes alla 6• Divisione Cecoslovacca per il suo comportamento nell'azione del Dosso Alto in data 21.IX

246

648

174

e .do 6· Armata

2114 S/G

6.X .18

Colpi di mano

254

649

175

C .do S.mo

13885 G .M.

6.X.18

Colpi di mano

254

651

176

e.do S.mo

13884 G.M.

6.X.18

Piccole azioni offensive

254

651


XVIII

N° di ordine

XIX

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

Pagina in cui è citato N° di ordine

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

192

Pres. Orlando

2525

2.X.18

Tele ad Amb. Bonin a Parigi

286

683

211

Gen. Diaz

1475 G.M.

15 .X.18

Sbarchi sulla costa adriatica orientale

292

704

193

Pres. Orlando

2529

2.X.18

Tele ad Amb. Macchi a Washington

286

683

212

Amb.re Parigi

4131/1271

15.X.18

Lettera a Ministro Sonnino

292

706

194

Gen. Ca!cagno

365

6.X.18

Circa comunicato Agenzia Havas

288

684

213

Pres. Orlando

2576. L.18

17.X.18

Tele a Gen. Diaz

293

710

195

e.do S.mo

13886 G.M.

6.X.18

Circa voci di armistizio

288

685

214

Pres. Orlando

2583

18.X.18

Tele a Gen. Diaz

293

711

196

Pres. Orlando

-

7.X.18

Proseguire nei preparativi

288

686

215

Gen. Diaz

14258 G.M.

18.X.18

Tele a Pres. Orlando

293

711

197

Gen. Diaz

13929 G.M.

7.X.18

Da assicurazione

288

686

216

Col. Girard

19

19.X.18

Riferisce a Mar. Foch

293

712

198

e.do S.mo

-

8.X.18

Appunto su «Morale delle truppe»

288

687

217

e.do S.mo

14273 G.M.

18.X.18

Direttive per l'azione della 4•, 12• e 6• Armata

294

714

199

e.do S.mo

13913 G.M .

7.X.18

Forze britanniche

289

688

218

Gen. Ca!cagno

395 S.I.

19.X.18

Chiede notizie su inizio operazioni

294

716

200

C.do S.mo

13912 G.M.

7.X.18

XII Corpo d'Armata francese

289

689

219

e.do S.mo

14332

21.X.18

Risposta al precedente

294

716

220

C.do S.mo

16.X.18

Tiri di artiglieria

294

717

13927 G.M.

7.X.18

14189 G.M.

221

e.do 4• Armata

7543 I.T.O.

21.X.18

Nemico si aspetta nostra offensiva

294

718

201

e.do S.mo

Forze francesi e britanniche

290

690

202

e.do 6· Armata

2120 S/G

8.X .18

Ripartizione del fronte a datare dal 9 corrente

290

691

222

e.do 6· Armata

3798 INF.

22.X.18

Come sopra

294

718

203

C.do S.mo

14096 G.M.

12.X.18

Direttive per l'azione

291

692

223

e.do S.mo

14348 G.M.

21.X.18

Direttive per l'azione

294

719

204

C.do S.mo

14062 G.M.

12.X.18

Costituzione della 12• Armata

291

695

224

C.do S.mo

14349 G.M.

21.X.18

Giorno "X"

294

722

205

C.do S.mo

14063 G.M.

12.X.18

Costituzione della 10• Armata

291

697

225

e.do S.mo

-

24.X.18

Appunti circa afflussi di artiglierie alla 4 • Armata

294

723

226

C.do S.mo

-

24.X.18

724

Pres . Orlando

2532 G.

13 .X. 18

Tele a Gen. Diaz

291

699

Appunti circa afflussi di artiglierie alla 4• Armata

294

206

227

C.do S.mo

725

2542 G.

14.X.18

Tele a Gen. Diaz

291

700

Azione del medio Piave rinviata fino a nuovo ordine

294

Pres. Orlando

14432 G.M.

24.X.18

207

228

-

29.X .18

Tele a Gen. Diaz

295

726

208

Gen. Diaz

45

14.X.18

Tele a Pres. Orlando

292

701

Pres. Orlando

229

25.X. 18

Tele all'Ambasciatore a Londra

295

727

Pres. Orlando

2553 G.

15.X .18

Risposta al precedente

292

702

Pres. Orlando

2625

209

230

Gen. Diaz

-

30.X.18

728

Pres. Orlando

-

Tele a Pres. te Consiglio circa inizio azione

295

210

231

Gen. Diaz

-

30.X.18

Come sopra

295

729

14.X.18

Lettera a Gen. Diaz su sbarchi in regione Dalmata

292, 906

703


xx

N° di ordine

Mittente

Pagina in cui è citato

N° Prot.

Data

ALLEGATI AL CAPITOLO VIII Gen. Fayolle

233

C.do S.mo

8755

234

C.do S.mo Uff. Op.

-

236

237 bis 238

del volume

Progetto «Fayolle»

297

730

2.III.18

Operazioni nel teatro di guerra italiano

297

734

20.Xl.18

Relazione sulla preparazione dell'artiglieria per la battaglia di Vittorio Veneto

308

735

N° di ordine

Pagina in cui è citato N° Prot.

Mittente

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

251

e.do 12• Armata

55 / 3

18.X.18

Instruction personnelle et secrét

349

786

252

e.do 12• Armata

138/3

22.X.18

Pian d'action de la XII Armée

350

790

253

e.do 8" Armata

7018

13 .X.18

Direttive per l'offensiva oltre Piave

360

795

254

e.do 8" Armata

7130

17.X.18

Direttive per l'impiego delle artiglierie

360

798

C.do Gen. Genio

29833

17.X.18

Sopraelevazione livello Piave

314

746

255

e .do S.mo

20.X.18

801

14226

17.X.18

Direttive per l'impiego dell'artiglieria

360

C.do S.mo

14236 G.M.

Riordinamento delle unità della Riserva

314

747

256

e .do 8° Armata

7097

15.X.18

803

25.X.18

Riunione del Corpo d'Armata d'Assalto

361

14446 G.M.

Ordine di inizio forzamento del Piave la sera del 26-X

320

748

257

7238

20.X.18

Promemoria

361

804

-

-

e .do 8° Armata

Movimenti delle unità

321

749

258

23.X.18

Comunicazione

361

805

Brevi cenni monografici sul fiume Piave

328

751

e.do 8° Armata

7316 Op.

settembre 18

259

e.do 8° Armata

7259 Op.

21.X .18

Funzionamento dei Servizi del Genio

361

806

260

e.do 8· Armata

7415 Op.

26.X.18

Direttive per il Corpo d'Armata d'Assalto

368

810

261

e.do 23° Div. fr .

4015/ S

21.X.18

Directives concernant le passage de la Piave et la manoeuvre

369

811

262

e.do 10• Armata

-

16.X.18

Ordine di operazione n. l

372

813

263

e.do 10• Armata

-

17.X.18

Istruzione preliminare n . l

372

814

264

e .do 10• Armata

-

23 .X.18

Istruzione preliminare n. 3

372

816

265

e.do 10• Armata

360/7

17.X.18

Proposte per la cattura delle Grave (di Papadopoli)

372

819

266

e.do 8° Armata

7163

18.X.18

Occupazione delle Grave di Papadopoli

372

819

267

e.do 10• Armata

360/10

18.X. 18

Opportunità di conquistare le Grave 24 o 48 ore prima della offensiva

372

820

G.M.

237

Oggetto del docùmento del testo

232

235

XXI

C.do S.mo

e.do 8" Armata

ALLEGATI AL CAPITOLO IX 239

e .do 4• Armata

15944 Op.

15.X.18

Direttive azione «Solco» Primolano-Arten

338

755

240

C.do S.mo

14286

19.X.18

Assegnazione Divisioni alla 4 • Armata

340

760

241

C.do S.mo

14313 G.M.

20.X.18

Assegnazione Reparti d'Assalto alla 4° Armata

340

760

242

e.do 4• Armata

16183

19.X.18

Direttive per l'azione «Solco»

340

761

243

e.do 4• Armata

16405

22.X.18

Seguito direttive

341

767

244

e.do 4• Armata

-

22.X.18

Conferenza del 22 ottobre a Comandanti dipendenti

341

771

245

C.do 6° Armata

-

3.X. 18

Conferenza del 3 ottobre a Comandanti dipendenti

346

773

246

e .do 6· Armata

2138

10.X.18

Sunto conferenza del l O ottobre

346

775

247

C.do 6" Armata

2181 S/ G

19.X.81

Direttive per l'azione

347

778

268

e.do s· Armata

7213 Op.

20.X.18

Risposta al precedente

372

822

248

C.do 6• Armata

2210 S/ G

22.X.18

Direttive per i''azione

347

780

269

e.do 8° Armata

7202 Op.

19.X.18

372

823

249

e.do 6· Armata

2210 bis

22.X.18

Direttive per l'azione

347

783

250

e.do 12• Armata

15/ 3

15 .X.18

Istruzioni preliminari n. l : necessità di garantire il fianco sinistro della 10• Armata per il caso che !'VIII C.A. fallisca o ritardi il passaggio del Piave

Ordre préparatoire

349

784

270

e.do 10• Armata

360/14

21.X.18

Esigenza di una riserva

372

824


XXIII

XXII

Pagina in cui è citato

N° di ordine

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

Pagina in cui è citato N°di ordine

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

271

e.do 8" Armata

7293 Op .

22.X.18

Riserva della 10• Armata

372

825

287

e.do 8· Armata

7292 Op .

22.X.18

Condizioni del Piave

460

913

272

e .do 3• Armata

8450 Op .

14.X.18

Direttive per l'eventualità di un'offensiva

374

826

288

e.do 12• Armata

183/ 3

25 .X.18

Lettera al Comando Supremo

461

914

273

e.do 3• Armata

8527 Op.

17.X. 18

Direttive per l'azione offensiva verso la Livenza

374

827

289

e.do S.mo

14480 G.M .

26.X.18

Risposta alla precedente

461

915

274

-

-

-

Assegnazioni ed impiego dei reparti del genio pontieri (Allegato)

385

830

290

Missione Mii. Brit.

S.B.M. 416

24.X.18

Chiede proroga di 24 ore alla ripresa delle operazioni

461

916

-

24.X.18

Risposta alla precedente

461

917

-

-

-

291

e.do S.mo

275

Passaggi previsti ed attuati sul Piave (Allegato)

385

831

292

e.do 4• Armata

16717

25.X.18

Proseguimento operazioni

472

918

-

-

-

Ponti di equipaggio costruiti ed utilizzati dal giorno 29 ottobre (Allegato)

385

834

293

e.do 4• Armata

16744 Op.

25 .X.18

Norme per la condotta delle azioni

472

919

277

e.do 1• Armata

7073

24.X.18

Direttive

368

836

294

e .do 10• Armata

O.Op. n.8

25 .X.18

Ordine per notte sul 26/ X

474

920

278

C.do S.mo C .do Sup. Aer .

-

28 .Vl.18

L'Aeronautica nella recente offens iva (15-25 giugno)

387

838

295

e.do 10• Armata

O.Op . n.9

25.X.18

Dispone forzamento la sera del 26

474

920

296

e.do S.mo

Ordine a 4• Armata per 26/X

479

921

C.do S.mo

90139

21.X.18

L'Aeronautica nella futura battaglia

387

846

14453 G.M.

25 .X.18

279

297

26.X.18

Proseguimento azione

490

922

C.do S.mo

-

-

Notizie sulla situazione della Aeronautica italiana al 24.X.1918

388

852

e.do 4• Armata

17832 Op.

280

298

e.do 4a Armata

16830

26 .X.18

Concorso dell'artiglieria all'azione della 12• Armata

490

924

299

25.X.18

Azione giorni seguenti

491

925

391

e.do 6· Armata

2239

Ordine di battaglia dello Esercito Italiano sul fronte Stelviomare al 24.X.18

300

e.do S.mo

-

24.X .18

501

926

Ordine di battaglia dello Esercito Austro-Ungarico al nostro fronte al 15.10.1918

396

Promemoria «Osservazioni al piano d' attacco della 4• Armata»

301

e.do S.mo

-

27 .X.18

Promemoria «Operazioni svolte dalla 4" Armata»

501

928

302

C.do S.mo

-

30.X.18

Promemoria sull'azione svolta dalla 4" Armata

501

929

276

ALLEGATI AL CAPITOLO X 281

282

C.do S.mo

C.do S.mo

-

-

-

-

854

898

ALLEGATI AL CAPITOLO XII 283

C.do 4" Armata

16649 Op.

284

e.do 6" Armata

2229

24.X.18

285

e .do 10• Armata

O.Op . n . 6

286

C.do 10• Armata

360/ 17

24.X .18

Ordine per l'azione del 25/X

453

910

Ordine per l'azione del 25/X

455

911

24.X.18

Sospensione operazione

459

912

22.X. 18

Segnala situazione Piave ed impossibilità di gittamento dei ponti

460

912

-

ALLEGATI AL CAPITOLO XIII 303

e .do S.mo

14469 G.M.

26.X.18

Sostituzione per intere Divisioni

510

931

304

e .do 12• Armata

197/3

26.X.18

Ordine particolare per I C.A.

510

931

305

e.do 12• Armata

200/3

26 .X.18

Ordine di Operazioni n. 261

510

933


xxv

XXIV

N° di ordine

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento del testo

del volume

N° di ordine

Pagina in cui è citato Mittente

N° ProL

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

306

C.do g• Armata

7422 Op.

26.X.18

Ordine del giorno

510

935

326

e .do 12• Armata

224/ 3

27 .X .18

Ordine di operazioni n . 262

552

954

307

C.do 8· Armata

7455

27.X.18

Ordine a XXII C.A.

528

935

327

e.do 12• Armata

240/3

28.X.18

Ordine di operazioni n. 263

554

956

308

C.do S.mo

14491 G.M.

27.X.18

Tele a Comando 8• Armata

529

936

328

e.do 8· Armata

7518

28.X.18

Interventi di artiglierie

562

957

309

e .do 8· Armata

-

27 .X.18

Comunica sue decisioni a Comando Supremo

529

936

329

e .do 8· Armata

7529

28 .X .18

Ordine d' operazione

562

958

310

C.do S.mo

14496 G .M.

27.X.18

Comunica approvazione del Comando Supremo

529

937

330

C.do 8• Armata

7542

28.X.18

Operazioni VIII e XVIII C.A . per 28 .X.

562

959

311

e.do 8· Armata

7459 Op.

27.X. 18

Comunica provvedimenti presi a Comando Supremo

529

937

331

C.do 10• Armata

O.Op . n .13

28.X.18

Ordine operazioni giorno 29.X.

568

960

312

C.do S.mo

14519 G.M.

27.X . 18

Trasferisce a 10• Armata 31 • Divisione e 332° Rgt. USA

529

938

332

e .do S.mo

14545 G.M .

28 .X .18

Ordini a Divisioni di Cavalleria

568

961

313

C.do 8• Armata

7470

27 .X.18

Proseguimento dell'azione

529

939

333

e.do 10• Armata

O .Op. n.14

28.X.18

Ordini per la 1• Divisione Cavalleria

568

962

314

e.do 8· Armata

7485

27.X.18

Impiego del Corpo d'Armata d'Assalto

529

940

334

C.do Art. 12• Armata

1740

7.Xl.18

Action de la contrebatterie de la XII Armée pendant la bataille du Piave 24-30 octobre 1918

574

963

315

e.do 8· Armata

7408

25 .X. 18

Direttive per l'impiego dei mezzi aeronautici

529

941

316

e.do 8· Armata

7475

27.X.18

Centri abitati organizzati dal nemico

530

942

317

C.do 10• Armata

O.Op. n.11

27.X .18

Ordini per 28 ottobre

530

943

318

C.do 8• Armata

7491 Op.

27.X.18

Approva il precedente, ma chiede anticipo

530

944

319

C.do 4• Armata

16861

27.X .18

Proseguimento azione

549

945

320

C.do S.mo

14503 G.M.

27.X.18

Operazioni

549

946

C.do 4• Armata

16878 Op.

27.X.18

550

947

322

e.do 4• Armata

16881

27 .X.18

Proseguimento delle operazioni

550

949

323

e.do S.mo

14527

27 .X.18

Risposta al precedente

550

951

324

C.do 4• Armata

16886

27 .X.18

Ordine operazioni per giorno 28

550

952

325

C.do 6• Armata

2145 S/ G

27.X .18

Ordine di operazione per il giorno 28

550

953

321

Proseguimento operazioni

ALLEGA TI AL CAPITOLO XIV 335

e .do 12• Armata

248/ 3

29.X.18

Ordine di Op . n. 264

583

966

336

e.do 8· Armata

7557 Op.

29.X . 18

Ordina rientro XVIII C.A. ad 8· Armata

592

967

337

C.do 8• Armata

7562 Op.

29.X .18

Ordina avanzare arditamente

595

967

338

e.do 8· Armata

7591 Op.

29.X.18

Direttive pel proseguimento delle operazioni nella giornata del 30 corrente

596

968

339

e.do 8· Armata

7593 Op.

29.X.18

Azione della I Divisione di Cavalleria

596

970

340

e.do 10· Armata

Ord. Op. n .15

29.X.18

23 • Div. ed altre unità passano alla 3 • Armata

602

971

341

e.do 10• Armata

O.Op. n.16

29.X.18

XVIII C.A . rientra a 10• Armata, ed ordini per il 30 ottobre

603

972

342

e.do 4• Armata

16891

28 .X.18

Operazioni

605

973

343

C.do S.mo

14576

29.X .18

Azione offensiva della 4• Armata sospesa per 30 ottobre

611

975

G .M .


XXVI

N° di ordine

344 345

XXVII

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

del testo e.do 4• Armata

17012 Op.

e.do S.mo

14571 G.M.

29.X. 18

29.X.18

N° di ordine

Oggetto del documento

Operazioni per domani 30

del volume

611

975

Dispone azione 3• Armata per giorno 30/ X

614

976

346

e .do S.mo

14574

29.X.18

Impiego del Corpo di Cavalleria

614

977

347

C.do 12• Armata

263/3

30.X .18

Ordre Général d'Opérations n. 266

617

978

348

· C.do S.mo

14593 G.M.

30.X.18

Ordina ad 8 • A. di assecondare avanzata di 12• Armata

618

978

349

e.do 3• Armata

7627 Op.

30.X .18

Affrettare occupazione Passo di S. Boldo

620

979

350

e .do 3• Armata

7621 Op.

30.X. 18

l • Div. Cav. raggiunga fronte Sacile-Polcenigo

624

979

351

C.do 3• Armata

7619 Op.

30.X.18

Vittorio occupata; avanti!

624

979

352

e.do 8· Armata

7630 Op.

-

Speditezza nella marcia

624

980

353

C .do 3• Armata

7636 Op.

30.X.18

Ordini per operazioni nella stretta di Fadalto

624

981

354

C.do S.mo

14605 G.M.

30.X.18

Ordini inseguimento a 12• ed 8· Armata

625

982

355

e.do 8· Armata

7644 Op.

30.X.18

Ordini per il 31 / X

625

982

356

e.do 10• Armata

O.Op. n.17

30.X.18

Ordini per giorni successivi fino a costituzione di teste di ·ponte oltre la Livenza

630

983

357

C.do 3• Armata

8710 Op.

24.X.18

Azione offensiva

631

358

C.do 3• Armata

8863 Op.

29.X.18

Attacco mattina del 30/ X

359

C.do 3• Armata

8917 Op.

30.X.18

360

C.do S.mo

14608 G.M.

30.X.18

10• Armata punti su Motta di Livenza

648

987

361

e .do 4• Armata

17081 Op.

30.X .18

Per giorno 31/X stessi ordini del 30/X

652

987

362

e.do 6· Armata

2255 S/G

30.X.18

Ordini per il 31/ X

654

988

Ordine di operazione n . 6 per 31/X

636 643

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

363

e.do 12• Armata

268/ 3

31.X.18

Ordre Général d'opérations

659

990

364

e .do S.mo

14619 G.M.

31.X.18

Nemico cede di fronte a 4• Armata; 12• Armata proceda celermente su Feltre e Fonzaso

660

992

365

e.do 10• Armata

Ord. Op. n.19

31.X.18

Ordini per l'avanzata al Tagliamento

672

992

366

e.do 3• Armata

8949 Op.

31.X.18

O.Op. n. 7; portarsi alla Livenza all'altezza della 10• Armata

673

994

367

e.do 3• Armata

8966 Op.

31.X.18

O.Op. n. 8; ordini per I/Xl

680

996

368

e.do 4• Armata

17097 Op.

31.X.18

Ordina avanzata generale con obiettivi del 24/ X

688

997

369

C.do S.mo

14619 G.M.

31.X.18

Direttive per l'inseguimento del nemico

695

998

370

C.do S.mo

14657 G .M.

l.Xl.18

Modifiche ali' ordine precedente per la 12• Armata

700

1001

371

e .do S.mo

14673

2.Xl.18

1• Div. Cav. raggiunga Stazione per la Carnia via Maniago

701

1001

2.Xl.18

1• Armata coordini avanzata di 7• Armata

702

1002

ALLEGA TI AL CAPITOLO XV

G.M .

372

C.do S.mo

14690 G.M.

373

C.do S.mo

14695 G.M.

2.Xl.18

Massima aggressività ed energia

704

1002

374

e .do S.mo

14702 G .M.

2.Xl.18

3• e 10• Armata puntino a raggiungere Tagliamento

704

1003

375

C.do S.mo

14717 G.M.

2.Xl. 18

Divisioni Cavalleria avanzino arditamente

704

1003

376

C .do S.mo

14734 G.M.

3.Xl.1 8

Spingere III C. d' A .

705

1003

377

e.do S.mo

14735

3.Xl.18

Fino a esito trattative armistizio respingere proposte di cessare ostilità

705

1004

3.Xl.18

Trattenere parlamentari; intensificare avanzata

705

1004

3.Xl.18

Comunicazione relativa ad armistizio e cessazione ostilità ore 15 del 4/ Xl

705

1005

984 985 986

G.M.

,.

378

C.do S.mo

14754 G.M .

379

"C.do S.mo

14750 G.M.


XXIX

XXVIII

Pagina in cui è citato

N° di ordine

Mittente

380

C.do S.mo

381

e.do S.mo

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

N° di ordine

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

14769 G.M.

4.Xl.18

Radunata in piano della 12• Armata

705

1006

398

e .do 4• Armata

17280 Op .

2.Xl.18

Occorre aggirare le difese di Fonzaso

723

1033

14774

4.Xl.18

Nuovo assetto della fronte

705

1008

399

e.do 4• Armata

17321 Op .

2.Xl.18

Viabilità in Val Brenta - Cismon

723

1034

707, 1002

1012

400

e .do 8· Armata

7726 Op.

2.Xl.18

VIII C.d'A . provveda a copertura proprio fianco destro a Passo della Mauria

725

1035

401

e.do 8· Armata

7712 Op.

1° .X. 18

Inconvenienti

725

1036

402

e.do 4a Armata

17397 Op .

4.Xl.18

Occupare possibilmente certe località entro ore 15,00 del 4/ XI

734

1037

403

e .do 12• Armata

218/ 3

27.X .18

Chiede il recupero dall'Altopiano di 24• Div. Fra.

739

1038

404

e .do 12• Armata

247/ 3

29.X .18

Sollecita il ritorno della 24 • Div . Fra. alle proprie dipendenze

739

1039

405

e .do S.mo

14591 G.M .

30.X .18

Sostituzione in linea della 24• Div . Fra. e della 48• Div. Brit.

739

1040

406

e .do S.mo

14596 G.M.

30.X.18

Interessa 6• Armata perché sfrutti situazione con le forze a disposizione

739

1041

407

e.do S.mo

14595

30.X.18

Comunica a Generali Graziani e Cavan sospensione della sostituzione della 24• Div. fra. e della 48 • Div. brit.

739

1041

G.M. 382

Ufficio Ricostituzione Ponti-Treviso

63F

31.X .18

Segnala difficoltà lavori ricostruzione ponti fissi sul Piave

383

C.do S.mo

14658 G.M.

1° .Xl.18

Interessa Comando Gen. Genio per recupero personale et materiale da ponte

707

1013

384

C.do S.mo

14658 G.M .

1° .Xl.18

Come sopra diretto alle Armate

707

1014

385

C.do S.mo

14716

2.Xl.18

Sistemazione dei ponti sul Piave

707

1015

G.M . 386

C.do S.mo

14744 G.M .

3.Xl.18

Sollecita riattamento strade oltre Piave

707

1017

387

Gen. Diaz

112325

31.X .18

Messaggio al Pres. del Consiglio sulla situazione nei paesi liberati

707

1017

388

e .do 4• Armata

17143 Op.

31.X.18

Direttive per l'inseguimento

709

1018

389

C.do 4• Armata

17152

31.X .18

Ordine di Operazioni per l'l/XI

709

1021

390

C .do S.mo

14662

1° .Xl.18

Coordina operazioni 4• e 6• Armata in Val Brenta

711

1022

391

e .do 4• Armata

17235 Op .

1° .Xl.18

Operazioni per il 2/ XI

711

1022

392

e.do 12• Armata

289/ 3

31.X .18

Ordre Général d' operations n . 268

712

1023

393

C.do 12• Armata

303/ 3

1° .Xl.18

Ordre général d'operations n. 269

713

1024

394

e.do 8· Armata

7680 Op.

1°.x1.18

Ordini per il 1°/XI

714

1027

395

e.do 8· Armata

7681 Op.

1° .Xl.18

Direttive per l'inseguimento del nemico

714

1028

396

e .do 4• Armata

17257 Op .

2.Xl.18

Direttive per l'inseguimento (2° tempo)

722

1031

397

e.do 4a Armata

i7273 Op.

2.Xl.18

Ordini a Corpi d'Armata dipendenti

723

1033

G.M.

G.M.

408

e .do 6· Armata

2261 S/ G

31.X.18

Direttive per l'inseguimento

742

1042

409

e .do 6· Armata

2271 S/ G

1° .Xl.18

Direttive per l'inseguimento del nemico

747

1044

410

C.do 6· Armata

2274 S/G

2.Xl.18

Ordine di operazione per il 3 novembre

751

1045

411

e.do 6· Armata

2279 S/ G

3.Xl.18

Ordine di operazione per il 4 novembre

755

1046

412

e.do 1a Armata

s.n.

27 .X .18

Promemoria circa l'eventuale spostamento in avanti delle truppe della 1• Arm.

759

1047

413

e .do 1a Armata

28.X.18

Direttive

760

1050

399 R.P.

-


xxx

N° di ordine

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

414

e.do 1• Armata

403

415

C.do I• Armata

406 R.P .

416

C.do I a Armata

407 R .P.

417

e.do 7• Armata

7172 Op.

418

C.do 7• Armata

7198 Op.

419

C.do 7• Armata

7239 Op.

420

XXXI

Data

!:fl

Oggetto del documento

del testo

del volume

I° .Xl.18

Direttive per operazioni

761

1052

I O .Xl.18

Tutto sia pronto per mattino del 3/XI; eventualmente attacco anche pomeriggio del 2

762

1054

Attacco immediato

764

2.Xl.18 30.X.18

779

I .Xl.18

Direttive per l'inseguimento del nemico

780

1057

2.Xl.18

Azione sulla fronte del XXV Corpo d'Armata in unione ad altra azione sulla fronte della I • Armata

781

1059

Sollecita azione Corpi d'Armata dipendenti

781

1061

1055

e.do 7• Armata

. 7253 Op.

421

e.do 7• Armata

7289 Op.

3.XI.18

Ordine di operazione per il 4/XI

789

1061

422

e.do 3• Armata

8968 Op.

31.X.18

Direttive per l'avanzata oltre Livenza

798

1063

423

e .do Corpo CavaiJeria

3397 Op.

29.X .18

Ordine movimento

801

1065

424

2.Xl.18

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

430

C.do 3• Armata

9061 Op.

2.Xl.18

Azione su Latisana e Palazzone della Stella

828

1075

431

e.do 3• Armata

9081 Op.

2.XI.18

Ordine di Operazione per giorno 3/ XI

803

1076

432

e.do 3• Armata

9125 Op.

3.XI.18

Ordine di Operazione per giorno 4/ XI

846

1077

433

e .do 3• Armata

9140 Op.

3.XI.18

Comunicazione di armistizio e azione per 4/ XI

846

1078

434

e.do Corpo Cavaileria

3514 Op.

4.XI.18

Ordine di azione fino ore 15,00 del 4

855

1079

435

Pres. Consiglio

-

I O .XI.18

Sollecita operazioni via mare

865

1080

436

C.do S.mo

14687 G .M.

I O .XI.18

Comunica a Parigi la richiesta dei Triestini di un intervento immediato

865

1080

437

Pres. Consiglio

-

2.XI.18

Sollecita occupazione di Trieste

865

1081

438

Pres. Consiglio

-

3.XI.18

Come sopra

865

1082

439

Pres. Consiglio

-

4.XI. 18

Nostre occupazioni territori austriaci avvengono in esecuzione clausola armistizio

865

1082

1054

Direttive per l'attività e la sorveglianza sulla fronte

O

N°di ordine

Pagina in cui è citato

ALLEGATI AL CAPITOLO XVI 440

Intendenza Generale

58 S.M.

28.IX.18

Guerra di movimento

868

1083

441

e.do S.mo

14561 _ G .M.

29.X.18

Costituire depositi viveri e munizioni su sinistra Piave

871

1086

442

Intendenza Generale

96150 SM

2.XI.18

Delegazione dell'Intendenza Generale di Treviso

871

1087

C.do Corpo Cavaileria

3403 Op.

C.do Corpo CavaiJeria

3434 Op.

426

e .do Corpo CavaiJeria

3472 Op.

2.XI.18

Inseguimento del nemico

807

1070

443

C.do S.mo

14472 G.M.

26.X.18

Segnala deficenza trasporti ad 8· Armata; interessa Intendenza Generale

876

1089

427

C.do 3• Armata

8998 Op.

I O .XI.18

Ordine di Operazione n. 9

814

1072

444

C.do S.mo

14703 G.M.

2.XI.18

876

1089

428

e .do 3• Armata

. 9052 Op.

2.XI.18

Dispone costituzione colonna autocarrata

828

1074

Interessa Intendenza Generale perché sia data precedenza a treni vettovagliamento; scorte Intendenza Altopiani vanno esaurendosi

429

e .do 3• Armata

9072 Op.

2.XI.18

Dispone impiego colonna autocarrata per occupazione ponti di Latisana

828

1074

445

e.do S.mo

14507 G .M.

25.X . 18

Organizzazione di lavori

880

1090

425

30.X.18

30.X . 18

Impiego del Corpo di Cavalleria

Impiego del Corpo di Cavalleria

801

802

1066

1068


XXXII

N°di ordine

Mittente

XXXIII

Pagina in cui è citato

N° Prot.

Data

Oggetto del documento del testo

del volume

Pagina in cui è citato

N° di ordine

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

446

C.do S.mo

14744 G.M.

3.XI.18

Riattamento strade oltre Piave

880

1091

461

Pres. Consiglio

s.n.

18.X.18

Osservazioni alla 14145 G.M. (Doc. 460)

907

1141

447

C.do Gen. Genio

32130

3.XI.18

Come sopra

880

1092

462

C.do S.mo

14305 G.M.

22.X.18

Gen. Diaz. risponde alla precedente

907

1142

448

lnt. Gen. Dir. Tra.

40922

15 .X.18

Sollecita scarico dei trasporti militari

885

1093

463

C.do S.mo

14568 G.M.

29.X.18

Necessità di assicurare linea displuviale alpina

908

1143

449

C.do S.mo

14307 G.M.

20.X.18

Limitare richieste trasporti e organizzare scarico

885

1094

464

C.do S.mo

62

31.X.18

Come sopra al Pres. Consiglio

908

1144

12.XI.18

Relazione sul funzionamento dei Servizi d'Intendenza durante l'offensiva dello ottobre-noverobre 1918

888

1095

465

Pres. Consiglio

s.n.

2.XI.18

Istruzioni circa armistizio

908

1144

466

Pres. Consiglio

s.n.

3.XI.18

Istruzioni circa armistizio

908

1145

-

467

28.X.18

1146

1109

Giudizio sulla situazione - resistere fino alla settimana prossima

912

893

e.do S.mo Austriaco

-

Attività delle forze aeree nella battaglia (Allegato)

8.XI.18

Relazione «L'Aeronautica nella battaglia di Vittorio Veneto»

896

1110

468

C.do S.mo

-

28 .X .18

Iniziare trattative di armistizio

913

1147

469

C.do S.mo

14653 F.T.

1°.XI.18

Cessione flotta a.u. a Comitato Jugoslavo

914

1148

450

lnt. 8· Armata

s.n.

ALLEGA TI AL CAPITOLO XVII 451

C.do Sup. Aeron.

s.n.

452

C.do Sup. Aeron.

103143 S.I.

ALLEGA TI AL CAPITOLO XVIII 453

C.do S.mo

14399

10.IX.18

Relazione quindicinale sullo spirito delle popolazioni civili

901

1118

470

C.do S.mo

14677 G.M.

1°. XI.18

Comitato Jugoslavo lancia appello a Presidente Wilson

914

1149

454

C.do S.mo

14522

20.IX.18

Spirito delle popolazioni desunto dalla censura

901

1119

471

Gen. Von Weber

-

29.X.18

Lettera di presentazione Com~ missione di Armistizio

914

1150

455

C.do S.mo

-

26.IV .15

Testo dell'Accordo di Londra del 26.IV .1915 e Accordo contro la pace separata del 30.XI.1915

902

1120

472

C.do S.mo

50

29.X.18

Messaggio Radio Pola chiede arresto pressione Esercito ltaliano ,

915

1151

456

e .do S.mo

13433 G.M.

473

e .do S.mo

14.IX.18

1152

1127

Comunica a Pres.te Consiglio presentazione Commissione austriaca e risposta data

915

905

14575 G.M .

29.X.18

Conversazione avvenuta tra il Col. De Ambrosis ed il Magg . . Johnson

457

Pres. Consiglio

474

C.do S.mo ·

5282 S.I.

53 L. 28

30.X.18

5.X.18

1153

906

1134

Gen. Diaz chiede sia incluso in armistizio passaggio attraverso territorio austriaco

917

Imperi Centrali domandano armistizio

458

Pres. Consiglio

-

6.X.18

Stralcio Verbale Conferenza interalleata del 6 e 7 ottobre a Parigi

906

1134

475

Pres. Consiglio

-

3.Xl.18

Testo Trattato di Armistizio di Villa Giusti

918

1154

459

R.M.P.

-

8.X.18

Condizioni di armistizio con Germania ed Austria-Ungheria

906

1135

476

-

-

-

Sorte dei Comandi e delle Grandi Unità avversarie (Allegato)

938

1163

14145

14.X.18

Linee di armistizio

907

1138

-

-

3.Xl.18

Perdite nella battaglia di Vittorio Veneto (Allegato)

939

1165

Versailles 460

C.do S.mo

G.M.

.

ALLEGA TI AL CAPITOLO XIX

476 bis


xxxv

XXXIV

N° di ordine

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

ALLEGATI AL CAPITOLO XX 477

Pagina in cui è citato

Pagina in cui è citato

-

I

-

I

3.XI.18

Ammutinamenti presso reparti austro-ungarici (Allegato)

979

La guerra non è conclusa; occorre mantenere l'Esercito in piena efficienza

997

N° di ordine

Mittente

494

C.do S.mo

-

2.XI.18

Studio di radunata al confine bavarese coli' Austria

1015

1203

495

R.M .P . it. a Versaglia

6088

3:xu8

Comunicazioni del Gen. Robilant relative ad operazioni contro la Baviera

1016

1210

479

C.do S.mo

e.do S.mo

14993 R R

5.XI.18

496

R.M.P. it. a Versaglia

6111

5.XI.18

Comunicazioni del Gen. Robilant relative ad operazioni contro la Baviera

1016

1212

14771 G.M.

4.XI.18

497

e .do S.mo

14768 G.M .

4.XI.18

Operazioni contro la Germania

1016

1212

498

e .do S.mo

15785 G.M.

7.XII.18

Memoria per l'operazione in Baviera

1017

1213

499

e .do S.mo

14800 G.M.

5.XI.18

Si ordina il vettovagliamento deUe truppe austriache e l'occupazione della linea Trento-Brennero

1019

1218

500

e.do 1• Armata

3/ A

7.XI.18

75• Divisione si spinga ai forti di Finstermunz

1019

1219

501

C.do 1• Armata

-

7.XI.18

Forze tedesche si avvicinano al Brennero

1020

1219

502

C.do I a Armata

6073 Op.

8.XI.18

Riferisce Bavaresi a Fortezza

1020

1220

503

e .do S.mo

14900 G.M.

8.XI.18

Occupazione di Nauders, Landeck, Innsbruck e Kufstein

1020

1221

e.do 1• Armata

444 Op .

9.XI.18

Chiede concorso 4 • Armata

1021

1222

C.do S.mo

14972 G.M.

9.XI.18

Risponde al precedente prescrivendo intervento 8" Armata

1021

1222

1179

Disposizioni circa esecuzione armistizio

1004

1181

480

C.do S.mo

54585 R S

4.XI.18

Commissioni di Controllo

1004

1182

481

C.do S.mo

1068559

9.XI.18

Fare ordinanze di consegna delle armi

1004

1184

482

C.do S.mo

14911 G.M.

7.XI.18

Entrata in linea della 9• Armata

1005

1185

483

C.do S.mo

15236 G.M.

17.XI.18

Raggiungere linea armistizio

1006

1187

484

C .do S.mo

15165 G.M.

15 .XI.18

Assetto della fronte nell'attuale periodo

1008

1188

485

C.do S.mo

15275 G.M.

18.XI.18

Governatori Trieste e Trento continueranno a funzionare

1008

1193

486

e.do S.mo

-

19.XI.18

Ordinanza di nomina Governatori Trento e Trieste

1008

1193

487

C.dp S.mo

15459 G.M .

25.XI.18

Attribuzioni militari e politiche

1008

1194

488

C.do S.mo

86 R R

28 .XI.18

Direttive politiche sommarie per i territori occupati entro la linea di armistizio

1010

1196

489 490 491 492 493

C .do S.mo e .do S.mo C.do S.mo

2111

30.XIl .18

15275 G.M.

19.XI.18

20140

22.XIl .18

Amministrazione civile nei territori occupati dal Regio Esercito

1010

Comando 4 • Armata sostituisce Comando 8" Armata

1010

Intervento oltre linea di armistizio (in Valle Gai!)

1013

Data

1175

ALLEGA TI AL CAPITOLO XXI 478

N° Prot.

504 505

-

Parere in merito di Ministro Sonnino

1013

1202

C.do S.mo

16210

31.XII.18

Non procedere ad occupazioni oltre linea di armistizio

1013

1202

,

76 Op.

11.XI.18

Come sopra

1021

1223

507

C.do I a Armata

472 R.P.

14.XI.18

Direttive per l'occupazione del Trentino

1021

1224

508

e .do 1• Armata

471 R.P .

13 .XI.18

Rifornimenti

1022

1232

509

C.do I• Armata

6400

15 .XI.18

Avanzata delle truppe della 75• e 6" Divisione

1022

1233

510

e .do I" Armata

475 R.P .

17 .XI.18

Occupazione della Valle dell'Inn

1022

1234

511

e .do S.mo

s.n .

19.XI.18

Sospendere nostra avanzata

1022

1235

1201

26.XIl .18

del volume

e .do I" Armata

1200

4097

del testo

506 1198

Min. Esteri

Oggetto del documento


XXXVII

XXXVI

N° di ordine

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

Pagina in cui è citato N° di ordine

Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

512

C.do I• Armata

6607 Op.

21.Xl.18

Arrestato movimento

1022a

1236

530

e.do 4• Armata

20975 Op.

11.I.19

Misure di rappresaglia

1029

1261

513

e .do 1• Armata

6614 Op.

21.XI.18

Conviene riprendere movimento

1022

1237

531

e.do 9• Armata

5939 Op.

7.Xl.18

Nuovo assetto della fronte

1031

1262

15380 GM

22.XI.18

Riprendere movimento giorno 23

1237

14934 G.M.

8.Xl.18

Situazione a Gorizia

1022

e.do S.mo

1264

e.do S.mo

532

1032

514

16429 I.A.

1032

1264

6691 Op.

24.Xl.18

Riferisce su occupazione Landeck e Innsbruck

1022

1238

C.do XI Corpo d'Armata

Come sopra

e.do 1• Armata

533

10.XI.18

515 516

C.do III C.A.

166 A.C.

2.XIl.18

Situazione politica di Landeck

1023

1239

534

e.do 9• Armata

6111 Op.

18.Xl.18

Ordini per occupazione linea armistizio

1033

1265

517

C.do S.mo

3268 com.

14.1. 19

Riferisce notizie da Innsbruck

1023

1241

535

4982 P.

15.Xl.18

Norme per il Servizio P

1033

1266

518

C.do S.mo

-

10.XII.18

Circa la situazione nel Trentino ed in Alto Adige

e.do 9" Armata

1023

1242 536

e .do 9• Armata

6112 Op.

18.Xl.18

Proposta di occupazione oltre linea di armistizio

· 1033

1272

Popolazione in apprensione per avvicinarsi truppe jugoslave

,1023

537

e.do 9• Armata

18 A.C.

22.Xl.18

Autorità politica nei territori occupati

1033

1273

Costituzion.e di milizie nell'Austria tedesca

1024

1245

538

e.do 9• Armata

6266 Op.

27 .Xl.18

Relazione sulle modalità seguite nella presa di possesso dei territori oltre il vecchio confine

1033

1274

539

e.do 9• Armata

146 A.C .

6.XII .18

Direttive politiche sommarie per i territori occupati entro la linea d'armistizio

1033

1278 ·

540

e.do 9• Armata

-

15.11.19

Relazione sull' opera compiuta dal!' Armata dalla cessazione delle ostilità (in stralcio)

1034

1283

541

e .do 9• Armata

6554 Op.

21.XII.18

Segnalazione incidenti alla frontiera

1034

1285

542

e.do 9• Armata

6432 Op.

10.XII.18

Incidenti di confine

1034

1286

543

C.do 9' Armata

911 lnf.

18.1.19

Ordinamento dell'Ufficio I.T .O. ed azione svolta dopo 1' 11 novembre 1918

1034

1289

544

e .do 3• Armata

9202 Op.

6.Xl.18

Nuovo assetto della fronte

1035

1300

545

e.do S.mo

14932

8.XI. 18

XIV Corpo d'Armata a presidio penisola istriana

1035

1303

9.Xl.18

Formazione e dislocazione della 3" Armata

1035

1304

519

C.do I• Armata

7336 Op .

C.do I• Armata

7041 Op .

521

C.do I• Armata

38 Op .

1.1.19

Nuova ripartizione del territorio dell'Armata

1025

1246

522

e.do 8" Armata

7828 Op.

6.XI.18

Nuov~ assetto dell'Armata

1026

1248

523

e .do 8" Armata

7958 Op.

10.XI.18

V Raggruppamento alpini a Siilian

1027

1251

524

e.do 8" Armata

~111

18 .XI.18

Tarvisio è stata occupata il gior· no 16

1028

1251

e.do 8" Armata

8120 Op .

Circa l'occupazione linea armistizio e punti fuori di essa

1028

e.do 8" Armata

8176 Op:

Cessione alla 4" Armata dell'attuale fronte e nuovo assetto dell'Armata

1028

e .do S.mo

34059 Op.

Riporta segnalazione di armati jugoslavi'

1029

Pattuglie Serbe ad Arnoldstein

1029

520

525 526

527 528

e .do 4" Armata

18737 Op.

7.XII.18 6.XII.18

18 .XI.18 21.XI.18

21.XI.18 28 .Xl.1'8

1244

1252 1253

1255 1256

G.M.

529

e.do 4• Armata

18966 Op.

2.XIl .18

Dislocazione delle truppe e ripartizione delle zone di Corpo d'Armata

1029

125?

546

C.do 3" Armata

9349 Op.


XXXVIII

N°di ordine

Mittente

N ° Prot.

Data

XXXIX

Pagina in cui è citato Oggetto del documento del testo

547 548

e.do 3• Armata C .do S.mo

9315 Op.

8.XI.18

Protesta di un «Governo nazionale sloveno-croato-serbo»

1036

1307

14924

8.XI.18

Agire contro tentativi di eludere condizioni di armistizio

1036

1307

G .M .

549

del volume

Uff. Coli . 3• Armata

7 RP

550

C.do 3• Armata

9449 Op .

12.XI.18

Occupazione del territorio

551

C .do 3• Armata

9501 Op .

15 .XI.18

Segnalazione incidente nelle vicinanze di Nauporto

1037

552

C.do 3• Armata

9527 Op .

16.X I.18

Incidente di confine a Longatico

1037

553

Presid. Consiglio

14.XI.18

Condizioni Fiume impongono intervento

1038

554

C.do S.mo

15.XI.18

Disposizioni intervento a Fiume

1038

s.n. 15163

10.XI.18

G .M.

Situazione delle terre occupate

1036 1036

N° di ordine

Pagina in cui è citato N° Prot.

Mittente

Data

Oggetto del documento

del testo

' 567

Gov.to Trieste

483 S.M.

15 .XI.18

del volume

Ex-prigionieri concentrati a Trieste

1042

1331

568

C.do S.mo

15276 G.M .

18.XI.18

Concorso britannico

1042

1332

569

C.do S.mo

141328

16.XI.18

Concorso Marina

1042

1332

570

Gov.to Trieste

19

u.s.

24.Xl.18

Situazione

1042

1333

571

Gov.to Trieste

330

27 .XI.18

Come sopra

1042

1333

572

e.do 3• Armata

9702

20.XI.18

Situazione

1043

1334

573

Gov.to Trieste

193 A .C .

25 .XI.18

Evitare internamenti

1043

1335

574

e.do S.mo

57219 R.S.

1.1.19

Servizio dei CC.RR. nelle terre redente

1043

1337

575

C.do S.mo

45444 0.M.

3.Xl.18

Distaccamento per l'occupazione dell'Istria

1046

1339

576

C.do S.mo Uff. Ord . e Mob.

-

Truppe che verranno inviate in Dalmazia

1047

1340

577

e.do S.mo Uff. Ord. e Mob.

-

Sintesi delle occupazioni oltremare (Allegato)

1047

1342

1308 1310 1311 131 l

1312 1313

555

C.do 3• Armata

9697 Op .

20.Xl.18

Fronte di occupazione militare

556

C.do S.mo

15439 G.M.

25 .XI.18

Linea di occupazione avanzata '

1039

1316

557

C.do S.mo

15877 G.M.

11.XIl.18

Rettifiche di confine

1039

1317

558

C .do 3• Armata

269 A .G.

11.1.19

Applicazione dell'ordinanza 27.XII . 1918 del Comando Supremo

1039

1318

578

CapoS .M . Marina

151561

30 .XI.18

Dipendenza Governo Dalmazia

1050

1344

17.XI.18

Notiziario politico-economico (stralcio)

1040

1322

579

Gov.to Dalmazia

474

26.Xl.18

Fabbisogno di forza

1050

1345

Evitare eccessivi cambiamenti nei comandi di presidio

1040

1324

580

Capo S.M . Marina

S.N.

2.Xl.18

Richiesta occupazione di Fiume

1052

1347

559 560

e .do 3• Armata

Il .

1

1039

1314

Gov.to Trieste

3238 Gov.

561

C.do S.mo

35803 Op .

29.XII.18

Attribuzioni degli uffici I.T.O .

1040

1325

562

C.do 3• Armata

184 A .G .

7 .I.l 9

Attività dell'Ufficio 1.T.O.

1040

1325

581

Amb . Parigi

2277/604

7.Xl.18

Manifestazione per annessione Fiume

1053

1348

563

C.do S.mo

16332 G.M.

I .I.19

Chiede elementi risposta circa lagnanze Consiglio Nazionale Lubiana

1040

i327

582

Min. Esteri

1631

9.Xl.18

1053

1348

e .do 3• Armata C.do S.mo

389 A .G .

14.I.19

Risponde al precedente

1040

1328

Esprime parere contrario ad incoraggiare aspirazioni irredentistiche oltre i limiti Patto di Londra

45407 R .S.

2.Xl.18

583

13.XI.18

1349

1329

Parere favorevole del Pres . Consiglio

1053

1041

Pres. Consiglio

2836

Corpo Occupazionale Trieste

-

3.XI.18

Proclama del Gen. Petitti di Roreto

1041

1330

584

e.do 3• Armata

4797

14.XI.18

Situazione a Fiume

1053

1350

564 565 566

Gov . Trieste

23.XIl . 18

O

'


XL

N°di ordine

585

XLI

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento del testo

C.do S.mo

15118

14.Xl.18

Chieste decisioni per Fiume

1053

1351

s.n.

14.Xl.18

Procedere ad occupazione Fiume

1053

1351

15163

15 .Xl.18

Disposizioni per intervento a Fiume

1053

1352

G.M.

586

Pres. Consiglio

587

C.do S.mo

del volume

G.M .

Pagina in cui è citato

N° di ordine

Mittente

605

C.do S.mo

2551/16127

23.XII.18

Situazione a Fiume

1062

1383

606

Pres. Consiglio

3212

24.Xll .18

Come sopra

1062

1385

607

C.do S.mo

16128 G.M.

22.Xll.18

Ordini a C .do Presidio Fiume

1062

1386

608

C.do S.mo

16627 G.M.

17.1.19

Condotta da seguire dal Comandante del Corpo d'Occupazione Interalleato di Fiume

1062

1387

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

588

e.do 3• Armata

9641 Op.

19.Xl.18

Battaglione serbo vuole ritornare a Fiume

1057

1353

589

e.do 3• Armata

9879 A.G.

25 .Xl.18

Base francese a Fiume

1058

1354

609

C.do S.mo

14997 G.M.

10.Xl.18

Commissioni per lo studio della futura linea di frontiera

1063

1388

590

e .do 3• Armata

9920 A .G.

26.Xl.18

Dichiarazioni Generale Traniè

1058

1356

610

C.do S.mo

4646 A.C.

30.Xl.18

Linee di confine

1063

1389

591

C.do 3• Armata

9950 A.G.

27 .Xl.18

Incidente a Fiume

1058

1357

592

e.do S.mo

15505

27 .Xl.18

Ordini per Fiume

1058

1357

Ordini per Fiume

1058

1358

G.M.

593

C.do S.mo

15509 G.M .

27 .Xl.18

594

C.do S.mo

15530 G.M .

28 .Xl.18

Direttive per l'occupazione di Fiume

1058

595

e .do S.mo

15531 G.M.

28.Xl.18

Direttive complementari per l'occupazione di Fiume

1058

596

Pres. Consiglio

3027

28.Xl.18

Disposizioni per Fiume

1058

1361

597

e .do 3• Armata

10010 A.G.

30.Xl.18

Situazione a Fiume

1059

1362

598

e.do 3• Armata

10068 A.G.

1059

1366

599

C.do Corpo Occ.ne Fiume

341

Contegno dei comandi e delle truppe francesi in Fiume

1059

1368

Min .

1761-bis

3.XII.18

Costituzione di una Commissione di quattro Ammiragli per Adriatico

1059

1370

15675

3.XII.18

Comunicazione di quanto sopra

1059

1370

10304 A.G.

7.Xll.18

Base francese a Fiume (con I annesso)

1060

1371

16104

21.XII.18

Deliberazione del Consiglio nazionale di Fiume

1061

1377

23.XII.18

Situazione a Fiume (con I annesso)

1062

1378

600

Esteri 601

C.do S.mo

1° .xn.18 1°.xn.18

G.M.

602

e .do 3• Armata

603

C.do S.mo

G.M.

604

e.do 3• Armata

10854 A.G.

611

C.do S.mo

350 A.C .

25 .Xl.18

Studi per le trattative di pace

1064

1390

612

C.do S.mo

866 A.C.

29.Xll.18

Studi compiuti circa i confini

1064

1392

613

Consiglio S.mo di Guerra

7197

8.XII .18

Invia due memorie su trattative armistiziali

1065

1393

614

C.do Gen. Aeron.

-

13 .XI.18

Promemoria circa riordinamento unità e smobilitazione

1066

1404

615

C.do Gen. Aeron.

81476 Av.

17.Xl.18

Nuovo ordinamento dei mezzi aeronautici in zona di guerra

1066

1407

616

C.do Gen. Aeron.

19191 C.A .

24.XII.18

Scioglimento dei Comandi delle difese aree

1067

1411

617

Min. Guerra

24110 G.

I O .XI.18

Provvedimenti per il dopoguerra

1069

1414

618

D.G. Leva e Truppa

-

1° .XI.18

Forza alle armi al 1.VIl.1918

1069

1416

619

e .do S.mo

-

10.Xl.18

Costituzione dei Comandi nel tempo di pace (con I annesso)

1070

1417

620

C.do S.mo

-

18.XI.18

Progetto di riordinamento dell'artiglieria per il dopoguerra

1070

1419

621

e .do S.mo

-

28.XI.18

Progetto di difesa permanente del confine

1071

1422

622

e.do s• Armata

8273 Op.

26.Xl.18

Sorte delle truppe d'assalto

1071

1424

623

C.do S.mo

-

14.Xl.18

Provvedimenti per la smobilitazione

1071

1429

624

Min. Guerra

1460 G.

27.I.19

Ufficio smobilitazione ed ·ordinamento dell'esercito

1074

1435

1359 1360

ALLEGATI AL CAPITOLO XXII

Situazione a Fiume


XLII

N° di ordine

XLIII

Pagina in cui è citato Mittente

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

Pagina in cui è citato N° di ordine

N° Prot .

Mittente

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

625

Min. Guerra Uff. Ord. e Smob.

-

7.II.19

Promemoria a S.E. Il Ministro relativo alla smobilitazione

1074

1437

642

Comm. Inchiesta Violazioni Diritti

-

1919

Stralcio Relazione - voi. III Trattamento prigionieri di guerra e degli internati civili

1086

1483

626

C.do S.mo

-

11.I.19

Situazioni effettivi ed unità alla data dell'll.I.1919

1074

1452

643

e.do 3• Armata

144 A.G.

7.I.19

Maltrattamenti ad ex-prigionieri ed in terna ti

1087

1487

627

C.do S.mo

56317 R.S .

6.XII .18

Scioglimento di unità

1075

1454

644

e .do 8· Armata

8053 Op .

15.XI.18

Separare elementi russi

1087

1487

628

C.do S.mo

57440 R.S .

13.I.19

Spostamenti di personale fra brigate di fanteria . Scioglimento di compagnie mitragliatrici

1075

1456

645

C.do S.mo

15388 G.M.

18.Xl.18

Evitare che truppe siano lasciate in ozio

1087

1488

8.1.19

1088

1489

56005 R.S .

24.XI.18

Elementi che verranno ceduti al Ministero delle Colonie

1077

1462

e .do 3• Armata

224 A.O.

e .do S.mo

646

Cura del soldato

629

647

C.do S.mo

120 R.S.

10.I.19

1491

C.do Gen. Aeron.

81980 Av .

27.XI.18

Forze aeree per la Libia

1077

1465

Infrazioni al regolamento sull'uniforme-richiamo all'obbligo del saluto

1088

630

,631

Min. Guerra D.G. Pers. Uff.

2181

25 .XI.18

Congedamento di Ufficiali

1079

1468

648

Min . Guerra

2600

22.I.19

Contegno dell'Esercito nelle pubbliche dimostrazioni e nelle competizioni di parte

1088

1493

649

e.do S.mo

3353

genn. 1919

Uffici di collocamento

1088

1494

632

e .do 1• Armata

3308 P.

12.XII.18

Stato d'animo degli Ufficiali

1081

650

1700

5.IIl.19

«Commissioni di avviamento al lavoro»

1088

1496

633

Min . Guerra

C.do S.mo

33923

5.XI.18

Prigionieri italiani liberati

1082

1472

634

e .do 3• Armata

9240

6.XI.18

Segnalazione afflusso di più di 100.000 ex-prigionieri

1082

1472

651

Gen. Grazioli

-

30.X.18

Condizioni zona liberata

1090

1497

635

C.do S.mo

58665

7.XI.18

Disposizioni per sgombero ex prigionieri

1082

1473

652

Pres.za Consiglio

5000

19.XI.18

Amministrazione civile nei territori occupati

1092

1499

636

e.do 3• Armata

9610Op.

18.XI.18

Urge risolvere problema vettovagliamento

1083

1474

653

C.do S.mo

-

19.Xl.18

Ordinanza

1092

1501

654

9.XI.18

1502

4072 R.I.

20.XI.18

Relazione sullo spirito delle truppe e dei prigionieri italiani liberati

1083

1475

Organizzazione delle Intendenze in relazione al nuovo raggruppamento delle Armate

1094

C.do 3• Armata

Int.za Gen.Je

94 S.M.

637

655

19.XI.18

1505

80066 R.S.

15.IV.19

Ex-militari dell'Esercito a.u . da sgombrare in paese

1085

1478

Nuova sistemazione delle Intendenze d'Armata

1095

C.do S.mo

Int.za Gen.Je

110 R.P.

638

656

1096

1510

9788 A.G.

23.XI.18

Mazze ferrate

1085

1480

20099 Op.S.

Servizio sanitario

e.do 3• Armata

e .do 4• Armata

23.XII.19

639

657

38523

22.XII .18

1511

60739 R.S.

Difficoltà settori vestiario ed equipaggiamento

1098

C.do S.mo

e.do 3• Armata

658

C .do S.mo Uff. Tecn .

85411

9.XII . 18

Funzionamento del servizio recuperi materiali

1099

1512

659

e.do S.mo Uff. Tecn.

-

apr. 1919

Materiali recuperati (allegato)

1100

1516

I

.

640 641

C.do S.mo

-

11.I.19 28.IV .36

-

1470

ALLEGA TI AL CAPITOLO XXIII

Disciplina dei prigionieri di guerra

1085

Situazione prigionieri catturati e deceduti (allegato)

1086

1481 1482


XLIV

Pagina in cui è citato

N° di

Mittente

ordine

N° Prot.

Data

Oggetto del documento

del testo

del volume

660

Com.do Gen.le Genio

31500

29.X.18

Organizzazione dei lavori

1100

1518

661

C.do Gen.le Genio

32259

5.XI.18

Manutenzione stradale

1104

1522

662

C.do S.mo

14852

6.XI.18

Risponde al precedente

l-104

1523

18.XI.18

Lavori stradali

1104

1524

7322 Op.

17.XII.18

Encomiabile lavoro fatto dalle compagnie ferrovieri del Genio

1104

1526

15987

18.XII.18

Concorso dell'Arma del Genio nella restaurazione delle opere pubbliche danneggiate dalla guerra

1105

1528

20431 Op.

30.XII.18

Trasporti

1107

1529

14693

16.Xl.18

È. indispensabile disporre di tutta produzione nazionale autocarri

1107

1531

G.M.

663

e.do S.mo

15273 G.M.

664

C.do 1• Armata

665

e.do S.mo

G .M .

666

e .do 4• Armata

667

e.do. S.mo

G .M .

ALLEGATI AL CAPITOLO XXIV 668

e .te des. Armata Genova

217

4.IIl. 14

Memoria circa l'istruzione della truppa

1121

1532

669

-

-

-

Confronto della estensione ed unità dei fronti francese ed italiano (Allegato)

1135

1534

DOCUMENTI


-1DOCUMENTO N. I

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA SEZIONE ITALIANA - VERSAILLES 21 gennaio 1918 NOTA COLLETTIVA N. 12 DELIBERAZIONE PRESA DAI RAPPRESENTANTI MILITARI NELLA SEDUTA DEL 21 GENNAIO 1918 CIRCA LA CAMPAGNA DEL 1918

N. 1 - Nel sottomettere al Supremo Collegio di Guerra il loro parere circa l'azione militare da intraprendersi durante il 1918, i rappresentanti militari stimano necessario di esporre al Supremo Consiglio, nel modo più breve possibile, le basi su cui si fonda questo parere. N. 2 - Esaminando tutti i teatri di guerra essi hanno studiato lo stato di fatto tanto nei teatri principali che in quelli secondari; prima di tutto dal punto di vista della sicurezza delle fronti in ognuno di questi, e poi, dal punto di vista delle condizioni favorevoli che possono presentarsi per ottenere un successo decisivo, o in ogni caso di grande portata, in qualsiasi di questi teatri. N. 3 - Nel far ciò essi hanno supposto che il Regno Unito sia al sicuro da qualunque seria invasione, e che tutte le misure militari e navali per la sua difesa, nel caso di un attacco, non portino ostacolo alle operazioni delle forze britanniche d'oltre mare. N. 4 - Dopo il più accurato ed esauriente esame, si sono trovati d'a,ccordo sul punto che la sicurezza della Francia può anche essere assicurata. Ma in vista della potenza dell'attacco che il nemico può sviluppare su questa fronte, attacco che nell'opinione dei rappresentanti militari può raggiungere la forza di 96 divisioni (esclusi i «roulemens») essi sentono di dover aggiungere che la Francia sarà salva durante il 1918 soltanto sotto certe condizioni; cioè: a) che le forze francesi ed inglesi in Francia siano continuamente mantenute nella loro presente forza totale complessiva, e ricevano l'atteso rinforzo di non meno di due divisioni americane al mese; b) che vi sia un sostanziale e progressivo aumento nei cannoni di ogni calibro, nelle mitragliatrici, negli aeroplani e nei tanks, col personale necessario, e che vi sia l'impiego più coordinato di questi e di ogni altro mezzo meccanico; c) che sia presa ogni misura per rinforzare e coordinare il sistema di difesa più particolarmente nei settori esposti a forte attacco;


-2-

d) che i trasporti ferroviari siano migliorati e coordinati; e) che tutta la fronte alleata in Francia sia trattata come un unico campo di azione strategico e che la dislocazione delle riserve, la periodica revisione del punto di giunzione fra le varie forze alleate sulla fronte attuale, e tutte le altre disposizioni siano dominate da queste considerazione. N. 5 - Essi hanno riconosciuto che l'Italia è al sicuro, ma anch'essa sotto certe condizioni; cioè: a) che l'esercito italiano sia ricostituito, istruito e provvisto di artiglieria prima del 1° maggio, e che parecchi sistemi difensivi siano costruiti con criteri moderni dietro all'attuale linea; b) che si aumenti la-possibilità di rapidi trasporti ferroviari nell'interno d'Italia stesso, e fra Francia e Italia in modo da assicurare l'unità strategica di. azione sopra questi due teatri; c) che in aggiunta alle necessarie misure prese dal Governo italiano contro il pacifismo gli Alleati sovvengano l'Italia con carbone, grano ed altre necessità per impedire il formarsi di condizioni economiche che diminuirebbero la forza di resistenza interna del paese. N. 6 - Se si accetta l'assunto dei paragrafi 3-4 e 5 si giunge nell'esame del problema alla seguente conclusione: che il nemico nel corso del 1918 non può ottenere una netta decisione militare che gli permetta di rompere definitivamente in un teatro principale la resistenz~ di una qualunque delle potenze alleate. · N. 7 - Se il nemico non può raggiungere una decisione finale contro gli alleati, sorge la questione se vi sia qualche possibilità che nel corso del 1918 gli alleati possano assicurarsi nei teatri occidentali principali µna decisione finale, o almeno di grande portata, contro il nemico. I rappresentanti militari stimano che, prescindendo da qualunque successo inerente alla ~on riuscita di un'offensiva nemica, o dato da locali contrattacchi, nonché lasciando da parte improbabili e imprevedibili crolli interni delle potenze nemiche, o il risveglio militare della Russia come serio fattore militare, non si possa raggiungere tale decisione nel 1918. E che neanche'l'aggiunta delle truppe americane previste per questo periodo, né i rinforzi èhe potrebbero trarsi dai teatri secondari, o dalle riserve esuberanti alle necessità locali, potrebbero portare una differenza sufficiente nelle forze opposte, tale da giustificare la speranza di raggiungere ùna simile decisione. Nondimeno, ciò non dovrà impedire gli Stati Maggiori alleati di sorvegliare attentamente la situazione nel caso che il corso favorevole di avvenimenti imprevisti offrisse l'occasione di offensive vigorose alle quali gli Stati Maggiori Alleati dovranno tenersi costantemente preparati.

-3-

.. •

Ad.ogni modo, la difensiva sulla fronte occidentale non dovrà avere soltanto carattere passivo, ma dovrà svolgersi in modo ben stabilito e scientifico, colla ferma intenzione di trarre il miglior partito dalle occasioni che si possono presentare su questo teatro. Il dettaglio e la natura delle misure da tener presenti per questo scopo formano l'oggetto dell'allegato qui unito. N. 8 - Gli alleati si trovano davanti a un cambiamento fondamentale , benché non permanente, delle condizioni sulle quali deve basarsi la loro strategia, paragonandola alle condizioni esistenti o previste fintanto che le forze russe tennero il campo. Per conseguenza essi sono costretti ad esaminare come questa strategia debba essere modificata per trarre il miglior vantaggio da quelle opportunità che rimangono aperte per essi durante la fase di iniziazione sulla fronte occidentale. In altri termini, si deve esaminare quale azione può essere intrapresa contro il nemico, all'infuori dei teatri occidentali, la quale possa assicurarsi un risultato di grande portata nei suoi effetti sulla situazione politica nell'Oriente vicino ed in Russia, durante e dopo la guerra, e capace di preparare la strada per un successo definitivo contro le principali armate nemiche, mentre si attende lo squilibrio delle forze che si spera di raggiungere nel 1919, dal continuo arrivo di truppe americane, cannoni, aeroplani, tanks, ecc. e dal progressivo esaurimento della forza di resistenza del nemico. Permettere che trascorra l'anno senza cercare di ottenere un risultato in qualsiasi teatro di guerra, e lasciare l'iniziativa interamente al nemico, sarebbe, secondo i rappresentanti militari, un grave errore strategico, anche facendo astrazioni dall'effetto morale che una tqle condotta potrebbe produrre sulle nazioni alleate. N. 9 - La possibilità di raggiungere qualsiasi risultato di grande portata nel teatro balcanico è chiaramente esclusa, ad ogni modo presentemente, per la forza e relativa omogeneità delle forze nemiche e per la grande superiorità della rete di comunicazioni nemica. Certamente è possibile che in questo teatro le forze alleate possano essere fortemente attaccate e costrette a cedere terreno. Una tale contingenza, per quanto sgradevole per se stessa, non dovrebbe dare soverchie apprensioni purché si facciano in tempo gli opportuni preparativi per l'occupazione di più corte e più forti linee coprenti la Grecia propriamente detta e possibilmente Salonicco. N. 10 - Rimane il teatro turco. L'infliggere una serie di-disfatte schiaccianti agli eserciti turchi, tali da condurre la Turchia al crollo finale ed alla sua eliminazione dalla guerra non avrebbe soltanto risultati di grande portata sulla situazione generale militare, ma potrebbe anche, purché non troppo in ritardo, permettere agli alleati di entrare in diretto contatto cpn quegli elementi di resistenza alla dominazione tedesca che ancora esistono in Ro-


-4mania e a sud della Russia e dal loro efficace aiuto ottenere anche un successo minore, quale quello che libererebbe definitivamente le regioni arabe dal gioco turco e obbligherebbe i tedeschi a mandare considerevoli forze in Oriente per salvare la Turchia, rinforzerebbe di gran lunga la posizione degli alleati, sia dal pÙnto di vista della situazione militare che da quello di eventuali negoziati di pace, e giustificherebbe qualunque sforzo si possa fare compatibilmente colla sicurezza della nostra difesa nel teatro occidentale. N. 11 - La condizione presente della Turchia è quella di un quasi completo esaurimento materiale e morale. Le forze turche sono andate progressivamente diminuendo ed ora contano al massimo 250.000 uomini, e diminuiranno più rapidamente se seriamente attaccate, data la completa mancanza di riserve. Inoltre esse sono necessariamente disperse su una area enorme. Le comunicazioni fra le diverse fronti sono così difettose che qualunque spostamento di truppe può farsi solo con estrema lentezza e con grandi perdite per malattie e diserzioni. La principale comunicazione ferroviaria con Costantinopoli e con le potenze centrali è essa stessa di assai limitata potenzialità e vulnerabile con attacchi aerei. Rinforzi di truppe o munizioni dalla Germania potrebbero accumularsi solo molto lentamente e il loro invio comporterebbe un grosso sforzo delle risorse di trasporto del nemico. N. 12 - I rappresentanti militari constatano che in vista della minaccia sulla fronte occidentale e delle difficoltà circa il tonnellaggio, non si può parlare di un trasferimento su vasta scala di truppe dalla fronte occidentale alla orientale nelle presenti circostanze. Ad ogni modo essi stimano che le forze alleate esistenti in Palestina e Mesopotamia sono già abbastanza superiori numericamente al nemico e anche come mezzi e come morale, per giustificare la speranza che si possano sviluppare con queste forze operazioni fortunate, purché esse forze siano mantenute a numero. Essi inoltre chiedono vivamente che si concentrino nel teatro turco tutti quei rinforzi minori e addizionali che potrebbero ottenersi colla fine delle operazioni nel!' Africa orientale, con la costituzione di nuove unità· in India o nelle colonie francesi, col trasferimento di tutte le truppe montate superflue nel teatro occidentale, o possibilmente, ad una data posteriore, col trasferimento di una o due divisioni da Salonicco, qualora il nemico non faccia alcuna seria offensiva nei Balcani e l'organizzazione dell'esercito greco sia così progredita da potervi contare sopra per rimpiazzare le divjsioni partite. N. 13 - Il problema di assicurare un risultato decisivo in questo teatro è ad ogni modo più una questione di mezzi di comunicazione che di effettivi. La difficoltà non è tanto quella di sloggiare le truppe turche da una determinata posizione quanto quella di inseguirle di impedir loro di raccogliersi, di ricevere rinforzi e riorganizzarsi, per trasformare la loro ritirata in una

-5rotta e nell'annientamento finale. Questa è una questione che dipende in parte dalla mobilità delle stesse forze alleate (cioè dal loro potere di avanzare rapidamente e a considerevole distanza dalla loro più vicina testa di linea o porto) e in parte dalla rapidità ed energia colla quale gli alleati possono costruire nuove ferrovie (scartamento normale, ridotto, leggere o aeree), riparare le esistenti, rifornire il materiale rotabile, e aprire o migliorare basi nei porti della costa. Lo sforzo che si richiede in questo riguardo è grande. Ma su di esso riposa tutta la speranza di raggiungere qualsiasirisultato decisivo per la causa degli alleati nel 1918, e guardando le risorse materiali e tecniche che gli alleati posseggono, non solo in Europa, ma in Egitto, in India, nei Domini britannici e negli Stati Uniti si vede che esso sforzo non dovrebbe essere al di là del nostro potere. N. 14 - La questione del tonnellaggio e delle scorte è una seria limitazione tanto nei riguardi del presente rifornimento di munizioni e di vettovaglie quanto nei riguardi della possibilità di operazioni strategiche dipenden° ti da movimenti di truppe per mare. Qualunque cosa faciliti lo sviluppo di sorgenti di rifornimento a est del canale di Suez o localmente (come per esempio l'occupazione di Haruan) migliorerebbe la situazione del tonnellaggio e delle scorte nel Mediterraneo e così renderebbe disponibile una aliquota dell'uno e delle altre per eventuali trasporti strategici. N. 15 - L'aviazione· è di particolare importanza in questo teatro di guerra sia per l'opportunità di offensive strategiche aeree contro le comunicazioni turche, sia per i vantaggi generali che conferisce la superiorità nell'aria in regioni dove le comunicazioni sono limitate, i mascheramenti difficili e i mezzi contro aerei difettosi. Gli alleati nel teatro turco presentemente godono di questa superiorità e si dovrebbero prendere le misure necessarie per mantenerla e possibilmente per aumentarla. La creazione di basi aeree strategiche e indipendenti a Cipro e nell'Egeo e la organizzazione di servizi aerei navali nel Mediterraneo orientale per intensive offensive strategiche, sono elementi essenziali in qualunque progetto di serie operazioni contro la Turchia. N. 16 - Considerando insieme la situazione turca in se stessa, e gli obiettivi politici che gli alleati hanno in vista in questa parte del mondo i rappresentanti militari sono convinti della necessità che la strategia e la politica vadano assolutamente di conserva. Mentre i successi militari possono di per sé portare profondi mutamenti nella situazione politica in Turchia e nell'Oriente vicino, è certo che questi cambiamenti possono essere stimolati e che si può affrettare il successo con una ben definita, combinata e vigorosa offensiva politica fra le razze non turche dell'impero ottomano e fra i turchi stessi. Qualsiasi mancanza di unione da parte dei ministeri degli


-7-

-6esteri nel trattare i problemi politici direttamente. o indirettamente collegati colla situazione dell'oriente vicino, qualunque manifestazione di gelosie o qualunque mira individuale porterà pregiudizio, non solo al futuro assetto, ma anche allè presenti operazioni militari. N. 17 - Gli aspetti sui quali si insiste nei precedenti paragrafi mettono in evidenza il bisogno della più energica cooperazione e del più stretto coordinamento non solo di tutte le forze militari alleate in Palestina, Mesopotamia e Armenia, ma anche di tutte le forze alleate navali ed aeree lungo l'intera costa della Turchia asiatica, dei governi di Egitto, India, Cipro, o diqualunque regione possa offrire rifornimenti, materiale e lavoro, e, non gli ultimi, di tutti i ministeri degli esteri alleati. È essenziale per il successo della offensiva contro la Turchia che essa non sia progettata come una serie di operazioni separate, ma come un unico progetto coordinato, il cui scopo è di eliminare dalla guerra una delle potenze nemiche. N . 18 - I rappresentanti militari considerano che non sia parte delle loro funzioni di prescrivere il dettaglio di quelle operazioni sulle varie fronti colle quali si può nel miglior modo sviluppare un'offensiva contro la Turchia. Ciò può essere fatto soltanto dal comandante in capo al quale è affidato il compito di coordinare ed eseguire queste operazioni. Vi sono certamente alcuni obiettivi più immediati come Haifa, la regione granaria del Hauran, Damasco e Bejrut, che sembrano indicati non solo per la loro importanza militare, economica e politica, ma anche per la prospettiva che danno di poter assestare efficaci colpi alle forze turche, che, verosimilmen-· te non li abbandoneranno senza contrasto. Ma lo scopo dei rappresentanti militari non è quello di suggerire determinati obiettivi geografici, bensì quello di esporre una linea generale di condotta che con qualunque grado di successo, fortificherà la posizione degli alleati, sia dal punto di vista del proseguimento della lotta nel 1919, sia sotto il punto di vista della volontà del nemico a concedere ragionevoli condizioni di pace. N. 19 - Da questo punto di vista, i rappresentanti militari, avendo esaminato colla massima cura tutto il problema della guerra del 1918, avendo rilevato, che se certe condizioni sono osservate, non sarà possibile al nemico di ottenere una decisione contro gli alleati nei principali teatri occidentali essendo pure venuti alla conclusione che gli alleati non possono, a meno di circostanze per ora imprevedibili, ottenere in questi teatri una vera decisione contro il nemico, e avendo considerati tutti i fattori della situazione politico-militare nel teatro turco, esprimono l'opinione che gli alleati devono intraprendere una offensiva contro la Turchia mirando all'annientamento de1le armate turche e al crollo della resistenza turca. Il Rap. Mii.. Perman. Sezione Francese Weygand

Il Rap. Mii. Perman. Sezione Inglese Wilson

Il Rap Mii. Perman. Sezione Italiana Cadorna

ANNESSO AL DOCUMENTO N . I

21 gennaio 1918

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA SEZIONE ITALIANA - VERSAILLES ALLEGATO ALLA NOTA COLLETTIVA N . 12 (a cui si fa allusione al par. 7 di detta nota) Nella sua seduta del 1° dicembre, il Consiglio Supremo di Guerra ha incaricato i suoi Rappresentanti Militari di studiare in dettaglio l'insieme della situazione e di fargli conoscere le operazioni che essi consigliano . I Rappresentanti Militari, dopo aver ponderato la situazione, esprimono il seguente parere: 1° - Sulla fronte occidentale - La defezione della Russia, conferendo per un certo tempo la superiorità agli Imperi Centrali, impone agli eserciti dell'Intesa una attitudine di attesa per i primi mesi del 1919, e senza dubbio, fino al momento in cui l'esercito americano entrerà effettivamente

in linea. Un tale atteggiamento, lungi dall'essere passivo, comporta invece per questi eserciti la necessità di profittare di ogni occasione per imporre la propria volontà all'avversario, e l'idea di riprendere, appena possibile, l'offensiva, la quale soltanto può condurre alla vittoria. Per questo scopo, questi Eserciti dovranno: a) In caso di attacco nemico, non solo fermarlo e contrattaccarlo sul terreno stesso dei suoi attacchi, ma eseguire anche delle ampie controffensive di alleggerimento su terreni scelti e preparati in anticipo per una esecuzione il più possibile rapida. b) Se il nemico non attacca, essere in misura di prendere l'iniziativa di operazioni con obiettivi limitati, collo scopo di dominare il nemico, logorarlo, e mantenere il valore combattivo delle proprie truppe. c) Nell'uno e nell'altro caso, essere in condizioni d'impegnare eventualmente tutte le forze disponibili in una offensiva combinata della maggiore potenza ed estensione, mirante: - sia a far desistere il nemico nel caso in cui cercasse con uno sforzo violento e ostinato il logoramento materiale e morale di uno degli Alleati; - sia a ricercare la decisione, se il logoramento subìto dal nemico, o qualunque circostanza favorevole nella situazione generale permettessero di operare un simile risultato. È perciò necessario che nel più breve tempo possibile i Comandanti in


-8Capo degli Eserciti Britannico, Francese e Italiano: 1°) preparino dei piani di attacco, rispondenti alle condizioni dei par. (a) e (b) e prevedano tutto per sferrare rapidamente tali attacchi, qualora venissero decisi; 2°) preparino le operazioni d'insieme, rispondenti alle condizioni del par. (c); la qual cosa comporta: - per i Generali Comandanti in Capo degli Eserciti Britannico e Francese la compilazione di un progetto di offensiva combinata sulla fronte franco-inglese . - per il Capo di S.M . dell'Esercito Italiano, la compilazione di un progetto di offensiva il più possibile estesa, sulla fronte italiana. Sarebbe desiderabile che i Governi facessero inviare questi ptani e progetti al Consiglio Supremo di Guerra, che assicurerà il coordinamento di questa azione d'insieme.

-9DOCUMENTO N. 2

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA- RAPPRESENTANTI MILITARI 13 dicembre 1917 NOTA COLLETTIVA N. 1 CONDOTTA DELLA GUERRA

AL CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA In conformità alle istruzioni contenute nel discorso del 1° dicembre del Signor Clemenceau al Consiglio Supremo di guerra, ed alle decisioni successivamente prese, i Rappresentanti militari permanenti, dopo aver esaminato la situazione militare generale sulla base delle informazioni fornite dagli Stati Maggiori dei loro rispettivi Governi, ed aver preso in considerazione le possibili conseguenze dell'armistizio sulla fronte Russa, nonché le condizioni attuali rispetto alla disponibilità di uomini nei Paesi alleati in vista della necessità di trovare uomini per la produzione delle munizioni, per rimpiazzare il tonnellaggio, e per aumentare la produzione dei viveri ecc ... sono della opinione che la seguente condotta della guerra deve essere adottata dai Governi alleati e posta in esecuzione dai loro stati maggiori senza indugio: 1°- Deve essere adottato dagli alleati un ben definito e coordinato sistema di difesa dal mare del nord all'Adriatico. Questo comprenderà: a) la ripresa in esame delle linee di difesa esistenti e la costruzione di altre successive linee di difesa per impedire l'avanzata del nemico; b) il massimo uso di tutti i mezzi tecnici; in vista di: - predisporre la massima riserva mobile; - dare riposo e modo di allenarsi alle riserve; c) il massimo sviluppo possibile di comunicazioni per ferrovia e per mare fra le diverse parti della fronte e le predisposizioni per i movimenti di truppe fra queste differenti parti, specialmente riguardo alla fronte italiana ed alle misure da prendersi in caso di attacco germanico attraverso la Svizzera. La condotta difensiva così patrocinata non deve precludere quelle minori forme di difesa attiva che ogni Comandante in Capo può ritenere necessarie per mantenere lo spirito offensivo delle proprie truppe. Di più la condotta di una forte difensiva non solo non preclude, ma precisamente prepara per qualunque offensiva che in qualsiasi teatro di guer-


- 11 -

-10-

DOCUMENTO N . 3

ra possa venir decisa per il 1918, quando la presente situazione politica in Russia e la situazione militare in Italia saranno più chiaramente definite. 2°- Una simile condotta di ben studiata difesa deve essere adottata nei Balcani. Nel caso di serio attacco del nemico in questo teatro di guerra nel quale potrebbe essere impossibile di rinforzare adeguatamente le truppe che ora vi sono disponibili, è necessario di considerare la possibilità di un arretramento sistematico e predisposto da una parte, ad ogni modo, della fronte esistente. Il carattere e la direzione di un tale arretramento sono così intimamente connessi con le considerazioni riguardanti la politica dei Balcani e la guerra sottomarina che essi formeranno il soggetto di un documento separato. 3° - Per quanto concerne il teatro di guerra turco (Palestina, Mesopot~mia, Armenia) i Rappresentanti militari permanenti non sono in grado d1 fare qualsiasi previsione circa la possibilità di ulteriore sviluppo e sfruttamento dei successi recentemente ottenuti dalle forze alleate. 4°- Il massimo sviluppo coordinato della fabbricazione di tutto il materiale da guerra è di primaria importanza, come pure lo è l'uso di questo materiale da guerra per ottenere i migliori risultati dalle unità esistenti. Questo problema potrà richiedere mutamenti nelle organizzazioni di alcuni eserciti. . 5°- In vista di una produzione grandemente aumentata di aeroplani d1 sempre crescente potenza ed autonomia, nel corso del 1918, i Rappresentanti militari permanenti desiderano attrarre l'attenzione sulla necessità di uno studio accurato sulla possibilità di una offensiva aerea coordinata sulla più grande scala possibile. 6° - I principi su esposti dovrebbero essere adottati subito e i Rappresentanti militari permanenti sottoporranno relazioni dettagliate su questi argomenti ad una data ulteriore. Il Rap . Mii. Perman. Sezione Francese Cons. Sup. di guerra Weygand

Il Rap. Mii. Perman. Sezione Britannica Cons. Sup. di guerra Wilson

Il Rap Mii. Perman. Sezione Italiana Cons. Sup . di g~erra Cadorna

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA SEZIONE ITALIANA - VERSAILLES 24 dicembre 1917 NOTA COLLETTIVA N. 6 DELIBERAZIONE PRESA DAI RAPPRESENTANTI MILITARI PERMANENTI NELLA SEDUTA DEL 24 DICEMBRE 1917 CIRCA LA SITUAZIONE ITALIANA

Il Consiglio Supremo di Guerra avendo incaricato, nella sua seduta del 1° dicembre (colla deliberazione n. 5) i Rappresentanti militari permanenti di studiare la situazione attuale della fronte italiana tanto dal punto di vista offensivo che difensivo e di compilare una relazione appena fosse possibile, questi hanno redatto il rapporto qui unito, ed esprimono il seguente parere: 1°- La situazione sembra attualmente ristabilita sulla fronte italiana. L'Esercito italiano ha dato prove nelle sei ultime settimane, di seria capacità di resistenza che deve permettergli, col concorso delle forze alleate, di tenere la linea Piave-Grappa-Altipiani. 2°- Non sembra per ora né possibile, né vantaggioso di prendere l'of-

fensiva in Italia. L'atteggiamento delle forze deve essere una difensiva della più grande tenacia, allo scopo di mantenere la linea attualmente occupata, che copre il porto di Venezia. Per questo scopo tale linea deve essere rinforzata con tutti i mezzi tecnici e raddoppiata a tergo con linee successive e a compartimenti stagni, in modo da permettere la difesa palmo a palmo . Come misura precauzionale, l'esecuzione di lavori intrapresi dietro il Bacchiglione e dietro la linea Mincio-Po deve essere spinta senza indugio. 3° - I rinforzi alleati, nella situazione attuale della fronte italiana, sono sufficienti. La situazione generale non permetterebbe del resto, per il momento di aumentarli. 4°- La riorganizzazione e l'istruzione dell'Esercito Italiano sono da spingersi con la maggiore rapidità, tanto per parare a tutte le eventualità che si possono produrre sulla fronte italiana, quanto per facilitare il ritiro di tutte o parte delle truppe Anglo-Francesi in Italia, nell'avvenire più prossimo. 5°- I Rappresentanti militari permanenti continueranno a seguire da


-12-

-13-

molto vicino la situazione italiana e faranno conoscere i pareri che qualunque modificazione a questa situazione potrebb suggerire.

DOCUMENTO N. 4

7

Il Rapp. Mii. Perman. Sezione Inglese f 0 Wilson

Il Rapp. Mii. Perman. Sezione Francese f Weygand 0

Il Rapp. Mii. Perman. Sezione Italiana f 0 L. Cadorna

LE GENERAL FOCH COMMANDAT EN CHEF LES ARMÉES ALLIEES Au. Q.G., le 27 Juin 1918 N. 166 - Personnel et secret A S.E. LE GENERAL DIAZ CHEF D'ETAT-MAJOR GENERAL DE L'ARMÉE ITALIENNE . COMANDO SUPREMO

Excellence, Votre lettre du 21 Juin m'est arrivée le 24. J'y réponds. Tout d'abord, recevez mes plus vives félicitations pour vous et vos vaillantes Armées. Vous avez infligé à l'ennemi un très grand échec. Il faut en établir !es conséquences possibles. Comme vous l'écrivez, la lutte en Italie est une menace sérieuse pour l' Autriche, étant donnée sa situation intérieure en particulier. L'intéret de l'Entente, est, par suite, de l'entretenir et de la poursuivre dans !es conditions !es plus avantageuses, comme aussi de la pousser aussi loin que !'on peut y prévoir des résultats de valeur. Il est possible, comme vous le supposez, quel' Allemagne, pour entrainer l' Autriche à l'action, lui ait promis de l'aider dans sa marche en Italie, qu'elle ait formé le projet de jouer, avec ses troupes, la deuxième manche d'une partie dont l' Armée autrichienne aurait gagné la première manche. Mais, aujourd'hui, grace à vos indiscutables succès, la situation est nette et bien établie: !es espérances autrichiennes sont transformées en cruelles · réalités. L' Armée austro-hongroise est battue; la première manche de l'attaque sur l'ltalie est perdue. Si l' Allemagne veut encore jouer cette attaque sur l'ltalie, elle est obligée de la reprendre entièrement, d'en faire !es frais, d'en fournir !es moyens, et celà en présence d'une Armée ltalienne victorieuse, au mora! légitimement surexcité; d'y consacrer des forces très importantes, ou elle ne peut rien exspérer. Elle n'a pas la possibilité de le faire actuellement, avec la grande bataille qu'elle a engagée sur le front francobritannique. Dans l'impossibilité de prendre à son compte l'attaque sur l'Italie, l' Allemagne pourra faire quelques efforts pour soutenir l' Armée autrichienne dans ses épreuves, en empecher la ruine. De là, peut-etre, l'arrivée de quelques secours allemands sans que nous devions y trouver la possibilité d'une attaque sérieuse contre vous. Nos préparatifs en France, l'arrivée rapide des Américains, qui va porter, dans quelques jours, le chiffre des hommes débar-


-14-

qués à 1 million, ne peuvent que limiter grandement l'apport des Allemands en Italie. Vous ne pouvez don-e etre sérieusement attaqué, à la suite d'un renforcement allemand. Et des dispositions défensives répétées, sur toutes les parties de votre font, doiventvous permettre d'apporter les forces nécessaires aux points où se produirait quelque offensive partielle par surprise. Une fois développées ces considérations de prudence, il reste à établir les conséquences possibles à faire sortir de vos succès. Si l'Entente farnie le projet d'achever définitivement l' Autriche, dès à présent en mauvaise situation intérieure, et dont l' Armée vient d'etre battue, il faut que les forces alliées marchent sur Vienne (à 500 kilomètres de distance), en battant les Armées autrichiennes; c'est dire l'importance que doivent présenter ces forces. Mais, en outre, camme cette direction de marche laisse, sur son flanc gauche, la région Alpestre, et, au Nord de cette région, l' Allemagne avec ses armées nombreuses et dans une position centrale, les Alliés ne peuvent s'engager dans cette direction qu'après avoir conquis, dans la région Alpestre, una profondeur de terrain et organisé des positions, capables de garantir à leur marche une liberté et une siìreté suffisantes. Le développement d'un parei! système de siìreté, surplus de 500 kilomètres et en présence d'une menace aussi grosse que celle del' Allemagne, élèverait évidemment à un chiffre considérable les forces alliées nécessaires à l'entreprise. On ne peut l'entrevoir pour le moment. C'est à ces seules conditions, cependant, que l'Entente peut poursuivre rationnellement le renversement intégral, par les armes, de la puissancè autrichienne. Mais, sans viser immédiatement ce résultat tota!, qu'interdit aujourd'hui le nombre restreint des forces disponibles du c6té allié, on doit chercher à exploiter, pour l'obtention de résultats partiels, la supériorité acquise en Italie à la suite de vos derniers succès. Dans quelle direction porter Ies coups? A moins d'une désorganisation ou d'une fatigue profondes del' Armée autrichienne, que l'onne peut escompter, il est à présumer que, sur la rive gauche de 1a Piave, Ies progrès italiens' seront bient6t arretés par la nature couverte du pays, facilement utilisable par la défense et par Ies organisations existantes de l'ennemi; que, pour poursuivre ces succès, il faudra procéder à des attaques méthodiques et vigoureuses. Elles sont difficiles à organiser à proximite du fleuve. Au tota!, la Piave constitue une mauvaise base de départ pour une attaque dans la direction de l'Est. Tout progrès italien dans la plaine serait d'ailleurs rnis en question par la possession autrichienne de là région montagneuse Valdobiadene-Vittorio, que l'encerclement de la Piave rend particulièrement

- 15 -

difficile à attaquer. C'est donc par un violent effort que devrait débuter la marche à l'Est. Il ne semble pas à entreprendre actueUement, où il ne peut etre soutenu. Cette entreprise, coiìteuse et dure par elle-meme, peut etre d'ailleurs mise en péril par suite du manque-de profondeur, entre Piave et Brenta, de l'occupation du Grappa. Elle ne semble pas capable de résultats immédiats . Au total, elle paraìt peu recommandable, à moins d'un état d'abandon de l'ennemi, difficile à mesurer de loin, et la Piave semble devoir rester, pour le moment, le front défensif de l' Armée Italienne. Camme on l'a vu précédemment, qu'il s'agisse d'entreprise lointaine en direction de Vienne, ou d'entreprise à courte portée sur la rive gauche de la Piave, toute action de l'ltalie est dominée par la possession d'une certaine profondeur de la région montagneuse. Dès lors, sa première préoccupation semble devoir etre de profiter de sa situation favorable actuelle, pour asseoir la zone de départ des entreprises ultérieures, qu'elle peut envisager pour le jour où les Alliés passeront eux-memes à une offensive d'ensemble sur tous les fronts. D'une façon générale, en effet, on peut dire: Pour réduire les Empires Centraux, il nous faudra les attaquer avec ensemble sur tous les fronts de Salonique, d'Italie, Franco-Britannique, et cela, dès que nous aurons reconquis, sur ce dernier front, la supériorité numérique que la défection russe avait passee de leur c6té. L'arrivée en masse des Américains rétablit tous les jours l'équilibre des forces à notre avantage. Leur jeunesse apporte un élément d'ardeur et de valeur à des Armées déjà vieillies et éprouvées par 4 années de guerre. Ces conditions nous permettent d'entrevoir la possibilité d'une offensive générale puissante au mois de Septembre prochain. Mais, pour pouvoir lancer à ce moment une offensive capable de résultats appréciables, il est nécessaire que chaque Armées entreprenne, dès à présent, des offensives partielles, lui fournissant les moyens de viser ultérieurement ces résultats. Dans ce cadre général, la part de l' Armée ltalienne dans l'offensive d'ensemble semble devoir etre la conquete de la route de Trente à Feltre et de la région de Trente, dont la possession est indispensable pour permettre une poussee ultérieure verso l'Est et au-delà de la Piave. Dès maintenant, pour préparer cette entreprise, en profitant de la situation favorable actuelle il y a intéret pour l' Armée ltalienne à reprendre et à exécuter le plus tot possible ses projets d' offensive du plateau d'Asiago, étendue à l'Est de la Brenta, en vue de se rapprocher le plus possible de la route de Feltre par la conquete du massif des Melettes et du Mont Lisser. La préparation de cette offensive vous amènerait à orienter, dès main-


-17-

-16-

tenant, une partie importante de vos réserves vers cette région montagneuse. Comme cette région est également la seule où il semble que l'ennemi puisse tenter avantageusement un effort contre vous, ces réserves seraient toutes disposées dans le cas où l'ennemi vous préviendrait, pour briser cet effort et passer à la contre-offensive immédiate. J'attache le plus grand prix à savoir dès que possible si vous partagez toute ma manière de voir sur la conduite à tenir et les objectifs à viser par les Armées Italiennes tant.immédiatement que dans l'avenir. Vous pouvez ètre assuré que, de mon còté, je ne manquerai pas, au cours des événements prochains, de vous tenir au courant de la façon dont j'envisage la situation générale, et de l'action de chacune des Armées Alliées. Je saisis cette occasion de vous dire combien le Commandement Français se félicite de sa collaboration intime avec votre 2° Corps D' Armée dont le Commandement et les troupes font preuve d'autant d'intelligente activité que de vaillancè. Recevez, Excellence, l'assurance de mes bièn dévoués sentiments, F. Foch

DOCUMENTO N. 5

I QUATTORDICI PUNTI DI WILSON (Messaggio al Congresso degli Stati Uniti dell'8 gennaio 1918)

Noi siamo entrati in questa guerra a causa delle violazioni al diritto che ci riguardano direttamente e rendono impossibile la vita del nostro popolo a meno che non siano riparate e il mondo sia assicurato per sempre che non si ripeteranno. Perciò in questa guerra non domandiamo nulla per noi, ma il mondo deve essere reso adatto a viverci; e in particolare deve essere reso sicuro per ogni nazione pacifica, che, come la nostra, desidera vivere la propria vita, stabilire liberamente le sue istituzioni, essere assicurata della giustizia e correttezza da parte degli altri popoli del mondo e altresì essere assicurata contro la forza e le aggressioni egoistiche. Tutti i popoli del mondo in realtà hanno lo stesso nostro interesse, e per conto nostro vediamo molto chiaramente che, a meno che non sia fatta giustizia agli altri, non sarà fatta a noi. Perciò programma della pace mondiale è il nostro stesso programma; e questo programma, il solo possibile, secondo noi, è il seguente: I. - Pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente, e dopo i quali non vi siano più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una diplomazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità. Il. - Assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, così in p~ce come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in tutto o in parte da un'azione internazionale diretta ad imporre il rispetto delle convenzioni internazionali. III. - Soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace e si associno per mantenerla. IV. - Scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli Stati saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna. V. - Regolamento liberamente dibattuto, con spirito largo e assolutamente imparziale, di tutte le rivendicazioni coloniali, fondato sulla stretta osservanza del principio che nel risolvere il problema della sovranità gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli richieste dei governi i cui titoli debbono essere stabiliti. VI. - Evacuazione di tutti i territori russi e un regolamento di tutte le questioni che riguardano la Russia che assicuri la cooperazione migliore e più libera delle altre nazioni del mondo, allo scopo di dare alla Russia tutta la possibilità di determinare senza impacci né ostacoli in piena indipendenza, il suo proprio sviluppo politico e la sua organizzazione naziona-


- 18 le, e che le assicuri anche un'accoglienza sinceramente benevola nella Società delle Nazioni libere, in cui essa entrerà con le istituzioni che avrà scelto; e, più ancora che un'accoglienza benevola, ie assicuri anche l'aiuto di ogni sorta di cui essa potrà aver bisogno e desiderare. Il trattamento accordato alla Russia dalle sue nazioni sorelle nel corso dei prossimi mesi sarà anche la pietra di paragone della loro buona volontà, della comprensione dei bisogni della Russia, astrazione fatta dei loro propri interessi, la prova della loro simpatia intelligente e generosa. · VII . - Il Belgio, e tutto il mondo sarà di una sola opinione su questo punto, dovrà essere evacuato e restaurato, senza alcun tentativo per limitare l'indipendenza di cui gode al pari delle altre nazioni libere. Nessun altro atto particolare servirà come questo a stabilire la confidenza nelle leggi che esse stesse hanno stabilite e fissate per le relazioni reciproche. Senza questo atto salutare l'intera struttura e la validità del diritto internazionale sareb' per sempre. bero minate VIII. - Il territorio della Francia dovrà essere completamente liberato e le parti invase restaurate. Il torto fatto alla Francia dalla Prussia nel 1871, a proposito dell'Alsazia-Lorena, torto che ha compromesso la pace del mondo per quasi 50 anni, deve essere riparato affinché la pace possa essere assicurata di nuovo nell'interesse di tutti. IX . - Una rettifica delle frontiere italiane dovrà essere fatta secondo le linee di demarcazione chiaramente riconoscibili fra le nazionalità. X. - Ai popoli dell'Austria-Ungheria, alla quale noi desideriamo salvaguardare ed assicurare un posto fra le nazioni, deve essere accordata la più ampia possibilità per il loro sviluppo autonomo . Xl. - La Romania, la Serbia e il Montenegro dovranno essere evacuati, i territori occupati dovranno essere restaurati, alla Serbia accordato un libero e sicuro accesso al mare; e le relazioni reciproche di alcuni stati balcanici dovranno essere stabilite da una amichevole scambio di vedute, tenendo conto delle somiglianze e delle differenze di nazionalità che là storia ha creato, e dovranno essere fissate garanzie internazionali dell'indipendenza politica ed economica e dell'integrità territoriale di alcuni stati balcanici. XII. - Alle regioni turche dell'attuale impero ottomano dovrà essere assicurata una sovranità non contestata, ma alle ·altre nazionalità, che ora sono sotto il giogo turco si dovranno garantire un'assoluta sicurezza di esistenza e la piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacoli. I Dardanelli dovranno rimanere aperti al libero passaggio delle navi mercantili di tutte le nazioni sotto la protezione di garanzie internazionali. XIII . - Dovrà essere creato uno Stato indipendente polacco che si estenderà sui territori abitati da popolazioni indiscutibilmente polacche; gli do-

-19vrà essere assicurato un libero indipendente accesso al mare, e la sua indipendenza politica èd economica, la sua integrità territoriale, dovranno esser garantite da convenzioni internazionali. XIV. - Dovrà essere creata un'associazione delle nazioni, e in virtù di convenzioni formali, allo scopo di procurare a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie di indipendenza e di integrità territoriale.


-20-

- 21DOCUMENTO N. 6

COMANDO SUPREMO SERVIZIO INFORMAZIONI

Roma 8 febbraio 1918 N. 1895/S di prot. Riservatissimo OGGETTO: Articoli americani sull'Italia AL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI AL MINISTERO DELLA GUERRA AL MINISTERO DELL'INTERNO -

GABINETTO

DIV . S. M. SEZ. 7• GABINETTO -

A S.E . L'ON. GALLENGA -

MINISTERO DELL ' INTERNO

AL COMANDO SUPREMO -

UFFICIO SITUAZIONE

La rivista The American Review Of Reviews, in un articolo intitolato «II progresso del mondo» (fascicolo di gennaio 1918) pubblica i seguenti paragrafi: «Avviso ai nostri àmici italiani».

Il Presidente Wilson desidera che il suo messaggio venga interpretato letteralmente ed ha diretto la maggior parte di esso all'Europa piuttosto che all'America. Gli Italiani si attendevano da noi la dichiarazione di guerra all'Austria, nel momento in cui il loro nemico aveva riportato una grande vittoria e grave era il loro pericolo; il Presidente accondiscese a questo desiderio ed il Congresso, con un solo voto contrario, decise immediatamente la guerra. Il Presidente Wilson, però, nello stesso momento, dichiarò che all'Austria non deve essere negato un conveniente accesso al mare. Tale dichiarazione si riferisce alle rivelazioni testè fatte dal socialista bolshevico Trozski, padrone dell'archivio del Ministero degli Esteri russo, che ha resi pubblici alcuni accordi e patti segreti conclusi dagli Alleati nei primi periodi della guerra. Fra questi è specialmente degno di considerazione il trattato in base al quale la Gran Bretagna, la Francia e la Russia persuasero l'Italia ad entrare in guerra e ad attaccare l'Austria nel Maggio 1915. Il documento fu firmato a Londra il 26 aprile 1915 da Sir Edoardo Grey, Ministro degli Esteri inglese, e dagli ambasciatori francese e russo presso il Governo inglese. Oltre all'aiuto navale contro la flotta austriaca e ad altre forme di assistenza finanziaria e materiale, l'Italia riceveva la garanzia della permanente anness.ione del Trentino e del Tirolo meridionale, di Trieste con la provincia dell'Istria e tutta la costa dalmata, facendo così dell'Adriatico un lago italiano e tagliando l'Austria Ungheria dal mare.

«Accordi ormai nulli»

L'Italia doveva anche controllare le relazioni internazionali della Albania, acquistare importanti nuovi vantaggi in Africa, territori in Asia Minore, e divenire padrona di certe isole dell'arcipelago greco, che da lungo tempo fanno parte delle aspirazioni greche. Questi contratti erano naturalmente stati appresi in via confidenziale dal Presidente Wilson, che non' poteva renderli pubblici. Egli poteva soltanto esporre il suo punto di vista e i motivi per cui credeva di poter persuadere gli Alleati e rivedere i loro programmi. Egli, a quanto sembra, non è spiacente del fatto che gli accordi relativi all'Italia siano stati resi pubblici, benché abbia dichiarato di non avere alcuna fiducia negli scopi e nei metodi che i Bolshevichi seguono. La cosa importante, e che deve essere ben compresa è che il Presidente Wilson disapprova quello speciale patto fra gli Alleati e lo dice abbastanza chiaramente, mentre nello stesso tempo dichiara guerra all'Austria ed offre all'Italia l'aiuto dell'America. La verità è che tale accordo fa parte di tutta una serie consimile e venne quando la Russia aveva già concluso il suo contratto con l'Inghilterra e la Francia, in base al quale queste acconsentivano a che essa si impadronisse di Costantinopoli e degli stretti e facesse grandi acquisti nella Turchia asiatica. La Francia dal suo canto aveva ottenuto l'assenso della Russia, e forse anche dell'Inghilterra, al ricupero dell'Alsazia e Lorena e ad altri maggiori vantaggi territoriali a spese della Germania. Le alte Autorità inglesi avevano già ripetutamente affermata l'intenzione dell'Inghilterra di annettersi permanentemente la totalità dell'Impero coloniale tedesco. Non contenti dei loro progetti di permanente conquista, gli Alleati avevano anche stabilita una serie di rimaneggiamenti della futura carta di Europa nei riguardi degli Imperi Centrali, del Balcani e della Turchia programma questo che già era delineato nel documento preparato il 1° gennaio in risposta alla Nota di Wilson, che desiderava conoscere gli obbiettivi e gli scopi delle Nazioni belligeranti. Quella infelice risposta ha servito più che qualsiasi altra cosa ad intensificare i sentimenti tedeschi, austriaci, bulgari e turchi durante il 1917, prolungando così la guerra, che veniva da essi considerata difensiva. «L'America disapprova»

Una delle principali ragioni per cui molti americani si opposero alla entrata in guerra nella primavera scorsa, fu senza dubbio l'indifendibile programma di conquiste annunziato dalla Gran Bretagna e dai suoi alleati. Il Presidente è in assoluto disaccordo con tale programma, ed il suo messaggio di dicembre ha l'intenzione di informare i Capi dei due campi belligeranti. Il Presidente Wilson non desidera che la carta europea, che egli si è


-22-

-23-

prefissa, sia sostituita da qualsiasi altra. Egli richiede che si rinunci completamente al principio delle conquiste con la forza, per favorire invece i progetti destinati a raggiungere la futura cooperazione ed i buoni rapporti fra le nazioni. Dalle dichiarazioni fatte da Wilson nel chiedere al Congresso la guerra contro l'Austria, si può dedurre che è impossibile per il Governo italiano onorevolmente domandare od accettare qualsiasi aiuto dagli Stati Uniti, se l'Italia ancora ritiene valido il documento del 26 aprile 1915 e se tuttora intende collocarlo fra i suoi scopi ·di guerra. IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI Col. O . Marchetti

ALLEGATO N. 7

SOMMARIO DELLE CONFERENZE E DEI PRINCIPALI ACCORDI INTERALLEATI INTESI A REALIZZARE UN COORDINAMENTO NELLA CONDOTTA DELLA GUERRA I Periodo: delle Conferenze interalleate (1915-1917):

-

Conferenza Conferenza Conferenza Conferenza Conferenza Conferenza Conferenza Conferenza

di Chantilly (7 luglio 1915); franco-britannica di Calais (4 dicembre 1915); di Chantilly (5-8 dicembre 1915); interalleata di Chantilly del 14 febbraio 1916; interalleata di Chantilly del 12-14 marzo 1916; interalleata di Chantilly del 15-16 novembre 1916; interalleata di Roma del 16 gennaio 1917; franco-britannica di Calais (26-27 febbraio 1917).

II Periodo: della ricerca della costituzione di un Comando Unico (fine 1917-1918): - Conferenza di Rapallo (6-7 novembre 1917). Stabilì la costituzione di un Consiglio Superiore di Guerra, formato dai Presidenti del Consiglio e da un Ministro dei Paesi partecipanti alla Conferenza (Francia, Gran Bretagna e Italia) cui si uniranno successivamente gli Stati Uniti d'America); venivano previste riunioni periodiche e la consulenza di Rappresentanti Militari Permanenti dei vari Paesi, con sede normale a Versaglia. In annesso n. 1 il testo di quanto approvato nella conferenza. Successivamente si ebbero numerose «Sessioni» del Consiglio Supremo di Guerra e «Raccomandazioni» e «Note Collettive» dei Rappresentanti Militari Permanenti espresse in apposite riunioni. Il Consiglio Supremo diede vita successivamente ai «Comitati interalleati» per: i rifornimenti alimentari, gli armamenti, i trasporti marittimi, nonché ad organismi vari minorì per il coordinamento di produzioni specifiche, quali gli aerei e le «tanks». - Convegno franco-britannico di Doullens (26 marzo 1918), successivo alla crisi sul fronte -francese in zona di Amiens. Stabilì l'attribuzione al Gen. Foch di poteri di coordinamento fra le armate alleate sul fronte francese. Testo dell'accordo in Annesso n. 2. - Convegno franco-britannico-americano di Beauvais (8~14 aprile 1918). Stabilì l'attribuzione al Gen. Foch della direzione strategica delle operazioni militari sul fronte occidentale. I Governi interessati attribuirono al Gen. Foch il titolo di Comandante in Capo delle Armate operanti in Francia. Testo dell'accordo in Annesso n. 3. Il Governo belga, per motivi costituzionali, non intese porre le sue for-


-24-

- 25 -

ze sotto il Comando del Generale Foch, pur aderendo alle sue direttive strategiche. - Conferenza di Abbeville (5" riunione del Consiglio Supremo di Guerra) (1-2 maggio 1918). L'Italia aderisce ad attribuire al Gen. Foch i poteri di coordinamento previsti dall'accordo di Doullens del 26 marzo 1918; i poteri di comando previsti dall'accordo di Beauvais dell'aprile potrebbero essere attribuiti solo nel caso della presenza sulla fronte italiana di Armate Alleate combattenti insieme, nelle stesse condizioni che in Francia. Circa il testo dell'accordo allora sottoscritto si veda al Documento n. 8.

«8° Le Conseil supérieur siège normalement à Versailles, où résident les représentants militaires permanents et leur~ états-majors. Il peut tenir ses séances en tout autre lieu, par décision spéciale et suivant les circonstances. «Les réunions du Conseil supérieur de guerre ont lieu au moins une fois par mais. «Les représentants militaires permanents au Conseil supérieur de guerre sont: «Pour la France: le général Foch; «Pour la Grande-Bretagne: le général Wilson; «Pour l'ltalie: le générale Cadorna» .

ANNESSO N. 1 ALL'ALLEGATO N. 7

Testo della risoluzione approvata nell'incontro di Rapallo del 6 e 7 novembre 1917 « 1° En vue d' assurer une meilleure coordination de l' action militaire sur le front occidental de l'Europe, il est formé un Cònseil supérieur de guerre composé du président du Conseil et d'un membre du gouvernement de chacune des grandes puissances dont les armées combattent sur ce front. «L'extension des attributions de ce Conseil aux autres fronts fera l'objet de discussions ultérieures avec les autres grandes puissances; «2° Le Conseil supérieur de guerre a pour mission de veiller à la conduite générale de la guerre. Il prépare les éléments des décisions des gouvernements, s'assure de leur exécution et en rend compte aux divers gouvernements; «3° L'état-major général et le commandement militaire des armées de chacune des puissances, chargés de la conduite des opérations militaires, demeurent responsables- devant leurs gouvernements respectifs; «4 ° Les plans généraux de guerre, établis par les autorités militaires compétentes, sont soumis au Conseil supérieur de guerre qui, sous la haute autorité des gouvernements, assure leur concordance et suggère, s'il y a lieu, les changements nécessaires; «5° Chaque puissance délègue au Conseil supérieur de guerre un représentant militaire permanent, ayant la fonction exclusive de conseiller technique; «6° Les représentants militaires reçoivent de leurs gouvernements et des autorités militaires compétentes de leur pays tous les projets, renseignements et documents relatifs à la conduite de la guerre; «7° Les .représentants militaires tiennent le Conseil supérieur au courant, de façon permanente, de la situation des forces et des moyens de tout genre dont disposent les armées alliées et les armées ennemies;

ANNESSO N. 2 ALL'ALLEGATO N. 7

Testo della risoluzione approvata il 26 marzo 1918 nel convegno franco-britannico di Doullens «Le général Foch est chargé, par les gouvernements britannique et français de coordonner l'action des armées alliées sur le front occidental. Il s'entendra, à cet effet, avec les généraux en chef, qui sont invités à lui fournir tous les renseignements nécessaires».

ANNESSO N. 3 ALL'ALLEGATO N. 7

La precedente risoluzione fu successivamente integrata per comprendere le armate americane. Il testo approvato nel convegno di Beauvais risultò il seguente Le général Foch est chargé de la direction stratégique des opérations. Le général Foch est chargé, par les gouvernements britannique, français et américain, de coordonner l'action des armées alliées sur le front occidental. Il lui est conféré, à cet effet, tous les pouvoirs nécessaires, en vue d'une réalisation effective. Dans ce but, les gouvernements britannique, français et américain, confient au général Foch la direction stratégique des opérations militaires. «Les commandants en chef des armées britannique, française et américaine, exercent, dans la plénitude, la conduite tactique de leurs armées. Chaque commandant en chef aura le droit d'en appeler à son gouvernement si, dans son opinion, son armée se trouve en danger par toute instruction reçue du général Foch».


-27-

-26-

Inghilterra

Stati Uniti

Maresciallo Haig - Comandante in Capo l'Esercito Inglese in Francia

Gen. Pershing - Comandante in Capo delle forze di spedizione Americane

Gen. Wilso'n - Capo di S.M. Imperiale

Gen . Bliss - Rappresentante Militare Permanente

Gen. Sackville-West - Rappresentante Militare Permanente

Gen. Lochridge

Gen. Lawrence

Colonnello Etling

Amm. Wemyss

Colonnello Boyd

DOCUMENTO N. 8

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA - SEZIONE ITALIANA VERSAILLES VERBALE DELLA SECONDA SEDUTA DELLA 5• SESSIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA, TENUTASI NELLA CHAMBRE DES NOTAIRES, AD ABBEVILLE, GIOVEDÌ 2 MAGGIO 1918 ALLE ORE 11 ,30 •

Presenti

Francia

Italia

Sig. Clemenceau - Presidente del Consiglio, Ministro della Guerra (Presidente)

S.E . Orlando Consiglio

Presidente del

Segretariato

Inghilterra

Stati Uniti

Sig. Lloyd George - Primo Ministro

Sig. Frazier - Primo Segretario dell'Ambasciata degli Stati Uniti a Parigi

Lord Milner Guerra

Ministro della

Ten. Col. Hankey Sir William Wiseman

Francia

Cap . Portier

Inghilterra

Italia

Ten. Col. Storr

Ten. Col. Martin Franklin

Stati Uniti

Col. Giant

Interprete

Prof. Mantoux

A titolo consultivo

Francia

Italia

Gen. Foch - Comandante in Capo le Truppe Alleate in Francia

S.E. il Gen. Robilant - Rappresentante Militare Permanente

Gen. Petain - Comandante in Capo le Armate del N. e del N .E.

Colonnello Businelli

Gen. Belin - Rappresentante Miitare Permanente Amm. de Bon Gen. Mordacq Gen. Weygand Com. Lacombe

* Pagine 2-6 del verbale omesse. Si riportano le parti di interesse dalla fine della pagina 7 fino a pagina 11 del verbale. Si riportano altresì le «Decisioni» prese nella 5• Sessione; per le deliberazioni non interessanti l'Italia si riproducono solamente i titoli .

Clemenceau dice che rimanda l'esame della Nota Collettiva n. 4, poiché sa che il Signor Orlando è desideroso di sollevare la questione dell'accordo di Beauvais. Questo accordo non è stato ufficialmente presentato al Governo Italiano per la sua adesione. I Governi Francese, Inglese ed Americano si sono acccordati per la nomina del Generale Foch, come Comandante in Capo degli Eserciti Alleati in Francia, sotto certe condizioni. Ora la questione è se i poteri del Generale Foch debbano estendersi all'Italia, e se il Governo Italiano aderisce a questa estensione. Ciò che egli desidera sapere è esattamente che cosa comporterebbe questa estensione. Del resto il Signor Orlando appare disposto ad accettare questo. Se si decidesse di estendere i poteri del Generale Foch alle forze Alleate in Italia, ne verrebbe di conseguenza che egli potrebbe liberamente muovere truppe fra la Francia e l'Italia. Egli pensa che non vi dovrebbe essere ostacolo a ciò, purché nel caso che il Generale Foch desse un ordine che il Comandante in capo Italiano ritenesse contrario agli interessi del suo Eserci-


-28-

-29-

to, questi potesse appellarsi al suo Governo. Una simile clausola esiste nell'accordo di Beauvais. Orlando pensa che l'intera questione largamente dipende dallo spirito di cooperazione che deve esistere fra i Generali interessati. Clemenceau pensa che, come il Governo Americano ha accettato la giurisdizione del Generale Foch sulle truppe Americane in Francia, non vi sia ragione per cui il Governo Italiano non l'accetti egualmente. Orlando rileva che il suddetto accordo si riferisce ai tre Eserciti in Francia. Se in avvenire si verranno a trovare tre Armate Alleate in Italia per far fronte ad un'offensiva nemica, egli pensa che il Governo Italiano accetterebbe il principio di un Comandante Supremo . Il Generale Foch dice di comprendere il punto di vista del Signor Orlando. Egli ha dichiarato che se in avvenire tre Armate Alleate si troveranno a combattere a fianco in Italia allora vi dovrà essere un Comandante Supremo con poteri identici a quelli che egli ora possiede in Francia. Ma, secondo lui, anche senza che si verifichi questo caso, è della massima importanza che l'Italia accetti ed adotti lo stesso sistema di coordinamento, che hanno gli altri Alleati in Francia. È di grande interesse per il Generale Diaz di conoscere in qualunque momento quale sia la situazione in Francia e quali siano i piani dei Comandanti Alleati in quel teatro; egualmente il Comandante Supremo in Francia deve avere conoscenza esatta della situazione in Italia per poterne tener conto nel fare i suoi piani. Egli pensa che si debba applicare il sistema di coordinamento anche all'Italia. Ciò non significa menomamente l'applicazione del Comando Unico all'Italia ma soltanto un completo sistema di coordinamento, mediante direttive al Generale Diaz. Orlando dichiara che egli ha provato ad esporre chiaramente le sue vedute il giorno avanti dicendo che interpretava l'accordo di Beauvais com.e avente due portate: 1° - Perché stabilisce il principio di un Comando unico delle truppe Alleate sullo stesso teatro di guerra, e benché ciò presentemente, non si applichi fuori della Francia, egli accetterebbe il principio quando si pensasse necessario di applicarlo anche all'Italia. 2° - Perché stabilisce il principio di coordinamento di tutti gli Eserciti Alleati. Anche questo egli intende accettare, ma desidera far rilevare che finora egli è rimasto all'infuori delle parti contraenti al riguardo dell'accordo di Beauvais. Lloyd George dice che egli fa una distinzione fra coordinamento e funzioni del Generale Foch come Comandante Supremo. L'accordo deciso a Beauvais segna un notevole progresso per rispetto a quello accettato a Doullens. Il Generale Foch come generalissimo, ha in Francia funzioni, che non

si applicano all'Esercito Italiano. Il Generale Foch ora da ordini per la dislocazione delle truppe in Francia. Egli pensa che bisogna invitare il Signor Orlando a non accettare lo accordo di Beauvais per l'Italia, ma soltanto quello di Doullens, che mira a coordinare gli sforzi combinati degli Alleati dalla Manica all'Adriatico. Clemenceau dice che tutti sono d'accordo circa i poteri del Generale Foch in Francia, che comprendono le truppe francesi, inglesi ed americane, che ivi si trovano. Il Generale Foch fa rilevare che l'accordo di Doullens non ha più valore poiché è sostituito dall'accordo di Beauvais. Egli protesta contro la riesumazione di un accordo ormai sepolto. Lloyd George pensa che il Consiglio sta discutendo su due questioni differenti. Egli pensa che il Sig. Orlando accetterebbe certamente che il Generale Foch comandasse quelle truppe italiane che si trovano o che verranno inviate in Francia, ma egli stesso vorrebbe andare più avanti, e vorrebbe chiedere al Signor Orlando di accettare il principio del coordinamento del Generale Foch, esteso alle coste dell'Adriatico . Clemenceau dice che ciò è quanto egli stesso desidera. Il Generale Foch dice che l'accordo di Doullens mirava a coordinare l'azione sulla fronte Occidentale. L'accordo di Beauvais è andato più in là . Orlando ripete che l'accordo di Beauvais ha doppia portata. Comprede il coordinamento e il Comando unico . Egli stesso ha accettato il principio del coordinamento. Clemenceau pensa che forse il Sigp.or Orlando è erroneamente in apprensione. Egli desidera far rilevare che il Maresciallo Haig ha il completo controllo delle sue truppe ed il Generale Diaz lo avrebbe egualmente. Il Generale Pershing pensa che il Signor Orlando ha forse dimenticato la clausola dell'accordo di Beauvais che autorizza un Comandante Alleato ad appellarsi al proprio Governo, quando senta di non potere accettare un ordine del Comandante Supremo. Con questa restrizione egli pensa che il Signor Orlando potrebbe accettare l'accordo di Beauvais, esteso all'Italia, poiché egli sarebbe del tutto salvaguardato dalla detta riserva. Clemenceau esprime la sua adesione a questa opinione. Lloyd George esprime il dubbio che il Consiglio abbia un'esatta nozione della questione sulla quale tutti si sono trovati d'accordo. Presentemente il Generale Foch è Comandante in Capo di tutti gli Eserciti in Francia, eccetto quello belga. La questione è, quale sarà la sua posizione per rispetto all'Esercito Italiano in Italia. Egli stesso è favorevole a dare considerevoli poteri al Generale Foch per un'ingerenza larga sugli Eserciti in Italia e di più il potere di coordinare l'azione dell'Esercito Italiano come pure quella di altre Armate in Italia.


-30-

- 31-

Clemenceaù ha compreso che il Signor Orlando ha accettato questo principio. Orlando dice che ha accettato il principio di coordinamento. Lord Milner aggiunge «ma niente di più». Orlando dice che ciò è quanto egli intende di accettare per il momento . Clemenceau dice che ad ogni modo qualora gli Eserciti Alleati si trovassero a combattere in Italia nelle stesse condizioni in cui ora combattono in Francia, diventerebbe necessario dare al Generale Foch gli stessi poteri e la stessa posizione che egli ha per rispetto agli Eserciti Alleati in Francia conservando sempre la riserva concernente l'appello di ogni Comandante 1 in Capo al proprio Governo contro gli ordini del Comandante Supremo. Egli propone che il Consiglio si aggiorni, e dice che nella prossima Seduta egli sottoporrà per l'approvazione del Consiglio una Deliberazione riassumente i risultati della discussione.

grande importanza che vi è a prendere misure per far fronte alla nuova situazione creatasi nel Mediterraneo Orientale per la minacciata cattura da parte del nemico della flotta russa nel Mar Nero, il Consiglio Supremo fa premura al Governo Italiano perché dia il suo consenso alla proposta del Consiglio Navale Interalleato e perché la metta in esecuzione al più presto .

(La Seduta è sospesa alle ore 12 e 50)

DECISIONI PRESE NELLA 5 a SESSIONE TENUTASI AD AB BE VILLE NELLA CHAMBRE DES NOTAIRES il 1° ed il 2 Maggio 1918 Salonicco [... ]

Il Comitato Esecutivo

Estensione dei poteri del Generale Foch alla Fronte Italiana

1° - Il Generale Foch ha il Comando in Capo delle truppe Italiane sulla fronte di Francia, allo stesso titolo per cui esercita quello delle altre truppe Alleate. 2° - Sono estesi alla fronte italiana i poteri di coordinamento conferiti al Generale Foch dall'accordo di Doullens . 3 ° - Se le circostanze portassero la presenza sulla fronte Italiana di Armate Alleate combattenti insieme, nelle stesse condizioni che in Francia, S.E. Orlando accetterebbe che vi fosse un Comandante in Capo degli Eserciti Alleati della fronte Occidentale, e che questo Generale Comandante in Capo fosse il Generale Foch. Rimane inteso: 1° - Che la fronte Occidentale si estende dal Mar del Nord all'Adriatico. 2° - Che conformemente all'accordo di Beauvais, il Generale Comandante uno degli Eserciti Alleati può sempre appellarsi al proprio Governo, se stima che gli ordini ricevuti dal Generale Comandante in Capo costituiscono un pericolo per il suo Esercito . Trasporto di truppe Czeche dalla Russia [... ]

Il Consiglio Supremo di Guerra decide che, in considerazione della designazione del Generale Foch come Generale in Capo degli Eserciti Alleati sulla fronte Occidentale, il Comitato Esecutivo di Guerra formato nella Seduta del Consiglio Supremo di Guerra del 2 febbraio 1918 venga abolito.

La cooperazione dell'Esercito Americano

Le Forze Navali Interalleate nel Mediterraneo

Utilizzazione delle risorse ferroviarie belghe

Il Consiglio Supremo di Guerra, dopo aver considerato i documenti ad esso presentati comerisultato dalla 3a Seduta del Consiglio Navale Interalleato tenutasi in Parigi il 26 e 27 aprile 1918, prende atto che di massima, esiste un accordo generale sull'opportunità che vi sarebbe di trasferire a Corfù delle Dreadghnauts Italiane a fine di liberare navi da guerra francesi per accrescere le forze navali interalleate nell'Egeo. Nella considerazione della

[... ]

[... ]

Trasporto di materiale rotabile dagli Stati Uniti d'America [... ]


-32-

- 33 -

Aiuto da darsi all'Esercito Italiano in caso di offensiva nemica su quella fronte

DOCUMENTO N. 9

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Il Consiglio Supremo di Guerra approva la Nota Collettiva N .19 dei Rappresentanti Militari Permanenti «Piano per aiuto all'Esercito Italiano i~ c_aso_di offensiva nemica su quella fronte», eccezione fatta in quanto questa s1 ~1fensce al Comitato Esecutivo di Guerra, e con riserva di qualunque ulter_10re propo~t~ che i R~ppre~entanti Militari Permanenti possano proporre m conform1ta alla Dehberaz10ne 7• presa dal Consiglio Supremo di Guerra nella 3• Seduta della 4• Sessione. ·

La situazione nel teatro orientale [... ]

Attività navale alleata nell'Adriatico Il Consiglio Supremo di Guerra approva la Nota Collettiva N. 21 dei Rappresentanti Militari Permanenti riflettente l'attività navale Alleata nel1' Adriatico .

Trasporti fra Francia ed Italia Il Consiglio Supremo di Guerra approva la Nota Collettiva n. 22 dei Rappresentanti Militari Permanenti concernente i trasporti tra la Francia e l'Italia.

Roma, 27 luglio 1918 N. 2116 OGGETTO: Funzioni del Consiglio di Versailles A SUA ECCELLENZA IL MINISTRO DELLA GUERRA TENENTE GENERALE VITTORIO ZUPELLI DIVISIONE STATO MAGGIORE - ROMA Il Consiglio Supremo di Guerra nella sua 7• sessione votò una deliberazione riguardante le «funzioni del Consiglio di Versailles». Detta deliberazione non fu subito redatta perché occorreva eliminare alcune divergenze; essendo stato ora approvato tanto dai Governi francesi e Britannico quanto da quello Italiano il testo definitivo di tale deliberazione ne trasmetto copia all'E.V. per opportuna <:onoscenza. Avverto che faccio eguale comunicazione al Ministro degli esteri ed al Comando Supremo. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

ANNESSO AL DOC. N . 9

Abbeville, 2 Maggio 1918

DELIBERAZIONE CIRCA LE FUNZIONI DEL CONSIGLIO DI VERSAILLES Allo scopo di ottenere il massimo rendimento dei servizi dei Rappresentanti Militari Permanenti di Versailles, nel concorso da essi dato al Consiglio Supremo di Guerra per quanto riflette la condotta generale della guerra, e, per evitare qualsiasi confusione fra le attribuzioni loro assegnate e quelle assegnate dal Consiglio Supremo di Guerra al Generale Foch ed a qualsiasi altra autorità esecutiva, il Consiglio Supremo di Guerra fa le seguenti proposte: 1° - I Rappresentanti Militari di Versailles sono i competenti Consiglieri del Consiglio Supremo di Guerra in materia di politica militare generale. Il loro compito, per quanto riguarda la fronte Anglo-FrancoAmericana, in consulto col Generale Foch; e per quanto riguarda le altre fronti, in consulto con i Capi di Stato Maggiore e con i Comandanti in Ca-


-34-

- 35-

po, è di studiare nelle sue grandi linee la situazione militare dal punto di vista strategico, avendo presenti tutti gli elementi, quali: avvenimenti politici; situazione navale, quella del tonnellaggio, ·impiego dei nuovi mezzi di guerra e dei nuovi metodi tattici, ecc. e di esaminare l'influenza di tali elementi in tutti gli attuali e possibili teatri di guerra. 2° - I Rappresentanti Militari presentano, sotto forma di parere, al Consiglio Supremo di Guerra, il risultato dei loro studi sulla situazione. Tali pareri possono essere espressi su speciali questioni ad essi proposte dal Consigliò Supremo di Guerra o dai Governi; oppure su ogni altra questione che i Rappresentanti Militari stimino opportuno esaminare, oppure ancora su qualsiasi questione che possa essere loro presentata dal Generale Comandante in Capo Foch. Le decisioni al riguardo sono di competenza del Consiglio Supremo di Guerra. Attualmente è compito speciale dei Rappresentanti Militari Permanenti di studiare il piano di campagna alleato per i prossimi autunno ed inverno come pure per quello dell'estate 1919, in consulto col Generale Foch ma all'infuori degli studi personali del Generale Foch, dei quali egli non deve render conto che ai Capi di Governo. Per quanto riguarda gli altri teatri di guerra, i Rappresentanti Militari Permanenti consultano le altre autorità competenti. Essi presenteranno al Consiglio Supremo di Guerra ed al più presto possibile, le conclusioni di tali studi. Versailles, addì 4 Luglio 1918

DOCUMENTO N . 10

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA SEZIONE 1TALIANA - VERSAILLES 18 luglio 1918 N. 2883 di prot. A S.E. il Ten Gen. ARMANDO DIAZ (Capo di S.M. dell'Esercito) e per doverosa informazione: A S.E. V .E. ORLANDO (Presidente del Consiglio dei Ministri) A S.E. Il Ten. Gen. VITTORIO ZUPELLI (Ministro della Guerra) Il Rappresentante Militare Permanente degli Stati Uniti, Generale Bliss, mi indirizza la lettera e la nota di cui allego copia. Affinché V .E. possa rendersi conto della natura e del valore del documento, premetto che nell'ultima sessione del Consiglio Superiore di guerra (primi del mese corrente) fu discussa tra i capi di governo l'opportunità di rivendicare al Consiglio Supremo di guerra di Versailles in tutta la loro ampiezza, le attribuzioni che sono nello spirito stesso della sua istituzione, soprattutto per quanto concerne gli studi della ulteriore condotta della guer~ ra, materia essenziale di sua competenza. Tale discussione fu dovut_a ad iniziativa del Governo inglese e il movente intimo deve ricercarsi nella costante tendenza di esso a non lasciar menomare o cadere in dessuetudine l'effettivo esercizio di tutti i poteri del Consiglio, per poter controbilanciare in qualche modo quelli del Generalissimo Foch; generalissimo che l'Inghilterra ha accettato per forza maggiore sotto la pressione degli eventi disastrosi del decorso marzo, ma attraverso il quale essa cercà di combattere tenacemente l'invadenza e il predominio francese, specie per quanto riguarda i teatri di operazione extra Fraqcia e - a più forte ragione - extra Europa. L'accordo fra Francia e Inghilterra su questo punto è stato raggiunto soltanto alla data d'oggi, poiché le divergenze su talune questioni di forma del testo dell'accordo che ora appare stabilito basavano su divergenze sostanziali ben più gravi: la Francia tende infatti ad impedire che il Consiglio divenga un ente di controllo dei criteri di condotta della guerra e una remora nei liberi poteri del Generalissimo a danno della prontezza e dell'unità d'azione; l'Inghilterra riconosce invece - e a malincuore - nel Generale


-36-

- 37 -

Foch il Comandante sulla fronte degli alleati «in Francia» e il coordinatore - nel senso strategico - della condotta delle operazioni sulla fronte Manica-Adriatico; ma non lo riconosce assolutamente 'arbitro degli altri scacchieri europei ed extra-europei: le recentissime conferenze sull'atteggiamento da adottarsi sul fronte balcanico e sull'impiego del tonnellaggio per il trasporto di truppe americane hanno dato luogo a tale riguardo a vivaci sintomatiche discussioni in piena seduta, caratterizzate da nette, taglienti dichiarazioni del primo ministro inglese che respinse ogni indebita ingerenza della Francia nell'impiego delle forze e dei mezzi dell'Impero britannico e ogni tentativo di disporne, anche in parte, senza preventivi accordi. Mentre l'intesa, che oggi sembra definita, circa il pieno libero esercizio degli integrali poteri del Consiglio era ancora nella fase di laboriose trattative, gli argomenti di studio delle possibilità operative nella ulteriore condotta della guerra cominciavano di già ad essere posti; l'unita nota del Generale americano ne è un saggio. E, poiché, all'infuori di ogni concordato protocollare e di ogni formale procedura e al di sopra di ogni divergenza (fortunatamente limitata finora al coperto, ma sempre latente ed acuto dissidio franco -inglese) stanno gli interessi di tutti gli alleati, ritengo necessario conoscere fin d'ora quale sia il giudizio di y.E. sulle idee che man mano vengono esposte; mi interessa sommamente, infatti, essere messo in grado di rispecchiare in ogni eventuale discussione oltre il punto di vista generale del governo, quello particolare e tecnico del Comando Supremo sul gran quadro della guerra. Prego quindi V.E. di volermi comunicare il suo apprezzato parere personale sulle vedute che il Generale Bliss prospetta nella nota unita, limitandomi per -conto mio a far osservare come egli rispecchi lo spirito del suo paese, ultimo entrato in guerra, ricco di risorse, di mezzi, di danaro, metodico per indole e per mentalità, privo di una propria esperienza sulle ripercussioni sociali di un indefinito prolungarsi del conflitto: non diversamente potrebbe spiegarsi la tranquilla teorica metodicità su cui sono basate leprevisioni sulla guerra del 1919 ed oltre ... Rilevo anche come sia di già nettamente visibile un avviarsi dell' America a una graduale ma decisa affermazione della propria individualità di fronte agli alleati; lealmente disposta a rinunciare a tale individualità come armata nazionale operante fin che la presente crisi stia ad esigerlo e a giustificarlo, indubbiamente la Repubblica nord-americana, di pari passo con lo sviluppo delle proprie forze ne farà sentire il peso e forse oltre la misura dell'equo e del desiderabile, navigando, per così dire, nella scia dell'Inghilterra o per quanto concerne l'alto apprezzamento del proprio contributo , dei propri diritti e, di conseguenza, dei compensi che sarà per richiedere. Ciò si viene manifestando con insensibile, ma chiara progressione ed

è mio dovere il segnalare la tendenza - immancabile del resto - non appe-

na essa si appalesi - e prima che abbia a maggiormente accentuarsi: Ritengo superfluo mettere in evidenza il carattere strettamente confidenziale e personale della presente comunicazione, la quale contiene apprezzamenti e impressioni d'ambiente non ad altri destinate che a V.E. e alle LL.EE. il Presidente del Consiglio e il Ministro della Guerra cui le dirigo in pari tempo per opportuna e doverosa informazione. IL TENENTE GENERALE R. I. P. fto. Robilant


-38-

- 39DOCUMENTO N. 11

COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni N. 9573 di prot. G .M.

1 Aprile 1918

OGGETTO: Comando unico interalleato A S.E. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO e per conoscenza: A S.E. IL MINISTRO DELLA GUERRA Ho ricevuto da S.E. Giardino il telegramma 579 - che ritengo già noto a V .E. e che ad ogni modo accludo in copia - circa la attuale situazione alla fronte franco-inglese e la prospettata eventualità che venga a noi sollecitata l'adesione al comando unico. Mentre vivissima è la mia soddisfazione per il confortante andamento delle operazioni sul fronte occidentale, reputo doveroso esprimere alla E.V. le seguenti considerazioni circa l'eventuale estensione del comando unico anche per quanto riflette l'esercito italiano, premettendo che queste mie dichiarazioni sono assolutamente obbiettive ed escludono qualsiasi considerazione di persona e più specialmente qualsiasi suscettibilità. Che in Francia si sia dimostrato alla prova dei fatti come necessario anzi indispensabile il comando unico, è cosa che risulta subito evidente anche da un rapido esame della situazione. Territorio francese e terreno di operazione quasi uniforme, ben noto a tutti i combattenti e comprendente un settore nel quale sono state coinvolte subito e seriamente truppe inglesi e francesi, ossia truppe dei due grandi eserciti colà operanti. Rapporti di forza in assoluta preponderanza per i francesi, che hanno circa 100 divisioni mentre gli altri ne hanno sensibilmente meno (60 gli inglesi - 12 i belgi - 7 gli americani - 2 i portoghesi). Nemico unico, poiché sinora non si ebbe contatto che con divisioni tedesche. Infine larga disponibilità delle riserve francesi, ottenuta a suo tempo anche con l'allargamento della fronte inglese, e che ha permesso ora di ristabilire la situazione, e ciò naturalmente sotto la direzione francese. Ma tali elementi essenziali non esistono per il nostro teatro di guerra così dissimil_e da quello francese. Per poter esercitare qui efficace azione di comando, occorre avere una esatta cognizione delle difficoltà del nostro scacchiere ed una precisa cono-

scenza dei mezzi nostri e del nostro soldato, elementi questi che il comando francese ritengo non valutati nella sua completa e sostanziale essenza, come ebbe a dimostrarsi nelle laboriose trattative del Novembre u.s .. D'altra parte i rapporti di forza in Italia non giustificherebbero agli occhi di nessuno il provvedimento che si vorrebbe proporre, giacché, di fronte alle nostre forze, che sono in complesso 54 divisioni (tenuto conto delle forze non indivisionate), non vi sono che sette divisioni alleate, ossia appena quanto si richiederebbe a semplice titolo di rappresentanza. È certo che se in Italia vi fossero, o si prevedesse sicuro l'impiego di almeno 60 divisioni alleate, il provvedimento del Comando unico potrebbe scaturire come logica od almeno giustificabile conseguenza. ·Ma nelle condizioni suaccennate, ed anche di fronte ad un qualche aumento nelle forze degli alleati, che pur nelle migliori previsioni non raggiungerà mai la metà delle forze italiane; l'adesione al comando unico avrebbe come logico significato quello puro e semplice della rinunzia alla azione del comando nazionale, fatto di valore eminentemente morale. E ciò sarebbe profondamente sentito soprattutto dal nostro Esercito che, se ha avuto una pagina triste, non può dimenticare il suo glorioso passato e la energica ripresa effettuata con le sole sue forze. Per dippiù ciò non può, a mio avviso, essere accolto senza valutare tutte le gravi conseguenze che ne deriverebbero in avvenire, specialmente nei nostri futuri rapporti con la vicina repubblica. In ispecie poi si deve tener presente, che la continua svalutazione fatta dal comando francese della potenzialità del nemico che ci sta di fronte, la finalità del suo pensiero che si è rivelata diverse volte non del tutto corrispondente ai nostri vitali interessi, la tendenza a ritenere il nostro teatro di guerra d'importanza affatto secondaria, sono stati di fatto che ci devono rendere molto cauti nell'accettare quella soluzione che S.E. Giardino intravede come opportuna e che risulterebbe contraria alle sue precedenti dichiarazioni. Rappresento in ultimo la grave questione della difficoltà della esatta definizione delle responsabilità della condotta delle operazioni e delle non meno lievi difficoltà di funzionamento di questo comando dipendente da un altro che risiede lontano nel teatro delle operazioni e le cui decisioni possono anche essere spesso sorpassate dagli avvenimenti. Per parte mia, come ho già esposto verbalmente, consenziente l'E.V., considero le due fronti dell'intesa come completamente distinte, e ritengo che la unità nell'azione si possa solo realizzare con un rapido e tempestivo spostamento della riserva strategica, da farsi dopo ponderato esame delle esigenze di ciascuna fronte, contro ciascuna delle quali operano due eserciti distinti ed entrambi individualmente potenti.


-40-

Il nemico stesso ci dà l'esempio di questa forma di azione, forma che si è manifestata ed applicata anche presso di noi come la più opportuna e che reputerei buona previdenza non abbandonare. Per quanto poi riguarda l'offerta delle divisioni nostre, è ben noto a V.E. che ieri l'altro ho telegrafato a S.E . Giardino essere mio vivissimo desiderio che comando francese si attenga alle decisioni del comitato di Torino, che cioè qualora debbano partire altre divisioni oltre quelle richieste, queste siano divisioni italiane. E questo mio desiderio ripeto ora a S.E. Giardino, nel segnalare ad esso ricevuta del suo telegramma e nel significargli il mio punto di vista circa la opportunità del comando unico. Queste le mie considerazioni, quali sono dettate dall'esame sereno ed obbiettivo della questione; dopo di che io mi rimetto completamente alle eventuali decisioni che la saggezza del Governo vorrà prendere, dichiarandomi pronto ad eseguirne gli intendimenti nel solo ed esclusivo scopo di ottenere i maggiori vantaggi materiali, morali e di prestigio presente e futuro che sarà possibile realizzare per il nostro Paese.

-41DOCUMENTO N. l2

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Roma, 2 aprile 1918 A S.E. IL GENERALE DIAZ (Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Comando Supremo) Ho ricevuto la lettera Sua, in relazione alla quale invio, alla mia volta, copia del telegramma riservato che ho spedito a S.E. Bonin. V.E. ne intenderà lo spirito. D'altra parte io confido di conferire presto di persona, dappoiché, se nulla in contrario avverrà, io conterei di partire giovedì 4 aprile sera per codesto Quartier Generale. Al quale proposito desidero che V.E . mi faccia conoscere se è possibile che io trovi alloggio in quella villa Giusti, dove alloggiarono gli altri Ministri nell'ultima nostra venuta. lo avrei con me un segretario. Su quest'ultimo punto vorrà riscontrarmi telegraficamente. Con saluti amichevoli e cordiali mi confermo. Orlando

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL;·ESERCITO Diaz

ANNESSO AL DOC. N. 12

DISPACCIO TELEGRAFICO A S.E. il Conte BONIN, Ambasciatore Italia -

Parigi

Rispondo al tuo telegramma di ieri sera stop. Ringrazio il signor Cle7 menceau del modo riguardoso ed amichevole con cui ti ha manifestato confidenzialmente il suo pensiero stop. In via ugualmente amichevole e confidenziale ti manifesto le mie impressioni stop. Credo superfluo avvertire che per me nessuna pregiudiziale deve prevalere sull'interesse della causa comune e credo altresì superfluo aggiungere quanto grandi siano la mia stima e la mia fiducia verso il Generale Foch: il signor Clemenceau ricorderà certamente come io tali sentimenti abbia dimostrato in una occasione memorabile stop. Detto ciò, io trovo in merito che occorrerebbe sapere quale sia il contenuto preciso dell'accordo di Doullens stop. Più particolarmente bisognerebbe sapere se esso abbia tratto continuativo o se si limiti all'attuale fase dell'azione: in altri termini se concentrazione comando si limita alperiodo di una battaglia manovrata o se perdurerà anche quando fosse ripresa guerra posizioni stop. Non debbo spiegare importanza somma della differenza tra i due casi stop. Da un punto di vista tecnico poi, è facile osser-


-42-

vare che mentre eserciti inglese, francese e americano costituiscono effettivamente un unico esercito per la continuità del fronte e combattano una sola battaglia, la situazione geografica rende il nostro fronte effettivamente autonomo ed esercizio di un comando unico incontrerebbe difficoltà e creerebbe inconvenienti pratici e formali non lievi stop. Come esempio di inconvenienti pratici basterebbe il caso di due grandi offensive simultanee in Francia e in Italia; come farebbe un comandante unico a dirigerle contemporaneamente? Dal lato formale ricordo per tua personale norma che secondo nostro Statuto Capo dell'Esercito è S.M. il Re e che Capo Stato Maggiore assume responsabilità operazioni militari verso Parlamento: or tale costruzione non so più come reggerebbe qualora còmandante fosse uno straniero stop. Ripeto però che queste mie impressioni sono manifestate in relazione ad un ordinamento di cui ignoro i particolari, la conoscenza dei quali è dunque necessaria per controllare sino a qual J?Unto esse siano fondate stop. Ti prego di dar privata comunicazione del presente telegramma al Generale Giardino. PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI

-43DOCUMENTO N. 13

PROCLAMA DELL'IMPERATORE CARLO Vienna, 17 ottobre 1918 Ai miei fedeli popoli austriaci! Da quando sono salito al trono è stato mio fermo proposito assicurare a tutti i miei popoli la pace tanto desiderata e indicare la via di uno sviluppo senza dissidi dei singoli caratteri nazionali, anche per valorizzare appieno ogni loro risorsa spirituale ed economica. La terribile lotta imposta dalla guerra ha sinora impedito l'opera di pace. II valore e la fedeltà, i sacrifici sopportati a causa della carestia e di tutte le altre privazioni hanno difeso sino adesso in modo glorioso la nostra patria. Ma proprio questi immani sacrifici devono ora assicurarci una pace onorevole che oggi, con l'aiuto di Dio, è ormai prossima. Per questo motivo occorre provvedere senza indugio ad una_ristrutturazione dell'impero in base a naturali e, quindi, più sicuri criteri. E necessario conciliare ed esaudire i desideri delle varie popolazioni che costituiscono l'impero. Sono deciso a realizzare una simile opera cori il libero concorso dei miei popoli nello spirito di quei principi fatti propri dai sovrani alleati con le loro proposte di pace. Rispettando la volontà dei suoi popoli, l'Austria deve diventare una federazione, in cui ogni gruppo etnico possa costituire nei territori attualmente occupati una propria comunità statale. Non si vuole in alcun modo pregiudicare l'unione delle regioni polacche dell'Austria a una Polonia indipendente. La città di Trieste con il suo entroterra, accogliendo le richieste di quella popolazione, avrà uno statuto speciale. II nuovo assetto, che intende salvaguardare l'integrità territoriale della corona di S. Stefano, deve garantire a ciascuno stato nazionale una propria autonomia, senza peraltro compromettere gli interessi comuni. E sarà necessario unire tutte le nostre forze per risolvere in modo equo e ragionevole i numerosi problemi scaturiti da questa guerra. Il mio governo ha ricevuto l'incarico di predisporre senza indugio quanto necessario per dare vita a questa nuova forma di coesistenza, nell'intesa che le attuali strutture resteranno invariate fino al momento in cui verranno pro. mulgate le apposite leggi. Questo mio appello è rivolto a tutti i popoli che contribuiranno con la loro autodecisione a creare il nuovo Reich, affinché i consigli nazionali - formati da parlamentari del Reichsrat di ogni nazione - collaborino per tutelare gli interessi delle singole popolazioni e i rapporti con il mio governo.


-45-

-44-

Possa la nostra patria, resa più forte dalla rinnovata concordia fra le nazioni che la compongono, uscire dalla tempesta della guerra come una federazione di liberi popoli. Che l'Onnipotente benedica il lavoro che ci accingiamo a compiere, affinché l'opera di pace realizzata costituisca la fortuna dei miei popoli!

DOCUMENTO N. 14

R. ESERCITO 1T ALIANO - COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni PROMEMORIA 25 luglio 1918 OGGETTO: Quali e quante Divisioni A.U. si possono considerare veramente efficienti così da essere impiegabili in operazioni di guerra di grande stile L'Ufficio Operazioni, sulla base delle informazioni pervenute, ammette che l'Austria Ungheria possegga alla data del 25 Luglio 1918: 92 Div. così ripartite: sulla fronte italiana sulla fronte russo-romena e nell'interno della monarchia sulla fronte albanese

Div. 65.1/2 ] Div. 23 Div. 3.1/2

Totale 92 Div. delle quali [ 79 .1/2 di fant. 12.1/2 di cav.

*** Il valore che ad esse si può attribuire non è uguale per tutte. Alcune divisioni infatti sono costituite con elementi di scarso valore bellico, con reparti di nazionalità infide, con Btg. di Lst. e di Stz., che comunque contribuiscono a dare a tali divisioni la caratteristica di unità più specialmente atte alla guerra difensiva in regioni tranquille, nelle quali appunto vengono di preferenza dislocate. Tali unità vengono di solito denominate con un nome di località (Gr. Riva, Brg. costiera, ecc.) e non di rado sono costituite con nuclei il cui inquadramento riesce ancora difficile precisare.

*** FRONTE ITALIANA Sulla nostra fronte si possono comprendere in tale categoria le seguenti unità: La Brg. Costiera - rinforzata recentemente dal gruppo Duic dell'Orievt Corps, è forte di 8 Btg. di varia fisionomia (marinai, Tir. volont., Btg B.E .).


-46-

-47-

La 201 a Brg. Lst. - forte di 6.1/2, Btg. elementi di Lst. e quindi di poco valore. La Div. imprecisata (92a?) dislocata fra Pédescàla e Val Tovo, forte di 13 Bgt. Lst., di volontari e di Stz., in complesso poco efficienti. Il Gr Posina - forte di 7 Brg. quasi tutti di Lst. e di Stz. Il Gr Trento - 14 Bgt. di Lst. e Stz. assegnati in gran parte in seguito allo scioglimento di alcune divisioni note (9P, 94a, 92a, ecc.). Il Gruppo Fortezza di Riva - 12 Btg. (di Lst. e di Stz. e 2 Btg. campali dei quali da tempo manca notizia) di scarsa efficienza bellica.

effetto delle considerazioni esposte più sopra, risulta così modificata: 6.1/2 Div. vanno diminuite dalle forze impiegabili per operazioni offensive perché di inquadramento vario e impiegate sempre in settori difensivi; 3.1/2 Div. vanno diminuite analogamente perché la loro efficienza è così scarsa da ritenere che assai difficilmente possono venir impiegate in operazioni di una certa importanza. Sottraendo quindi queste 9 .1/2 Div., risulterebbero disponibili per un utile impiego offensivo sulla fronte italiana, 56 Div. L'esame dettagliato di queste 56 Div. fa conoscere che: con 50 Div. si è avuto contatto recente (tra il 15 giugno e il 24 luglio) e cioè: Div . Fant. P, 3a, 4\ 5a, 6a, sa, 9\ 10\ 12\ 13a, 14a, 16a, 17a, 18a, 19a, 20a, 22a, 24a, 26\ 27\ 28\ 29\ 3P, 32\ 33a, 35a, 36a, 38\ 4P, 42a, 44a, 46a, 4ga, 49a, 50\ 52a, 53a, 55\ 56\ 57\ 5ga, 6oa, 64a, 70a, 74a; Div. cav. P, 6a, 9a, 10a, lP. Per altre 3 Div. si sono avute positive notizie della loro presenza sulla nostra fronte e cioè: la 15 a, che da documenti risulta presente fra Brenta e Piave, la 3 a cav ., che risulta giunta sulla nostra fronte ai primi di giugno, da dichiarazioni di prigionieri e da documenti; la ga cav., confermata in linea a sud di Vidor, da dichiarazioni di prigionieri. Per le rimanenti 3 Div. le notizie sono più vaghe, ma attendibili sempre, sono: la 51 a Div., le artiglierie della quale risultano presenti nella pianura veneta insieme ad alcuni reparti della Div. stessa; • la 39a Div., la cui presenza nelle retrovie del Piave e del Trentino è stata ripetuta più volte; la 40a Div. H., che è stata segnalata sull'altopiano di Asiago, ove viene ripetuto che dovrebbe sostituire la 74a Div. In complesso quindi sulla Fronte Italiana si può ritenere con buon fondamento che delle 65.112 Div. A. U. considerate a noi contrapposte, soltanto 56 (49 di Fant. e 7 di Cav.) sono divisioni che per il loro valore possono essere impiegatf in azioni di guerra in grande stile.

Il Gruppo d'inquadramento ] 16 Btg. quasi tutti di Lst. e di impr. della 49a Div. (considerato Stz. o elementi campali poco vapari a 1 Div.) lidi Il I ed il II Rayon - forti in complesso di 23 Btg. aventi le stesse caratteristiche di cui sopra.

*** Normalmente si computa ogni Div. costituita su 2 Brg.; applicando tale concetto nel riassumere le unità testè prese, esse ammontano ad un totale di 13 Brg., pari cioè a 6.1/2 Div. forti in complesso di N°. 100 Btg. Occorre inoltre rilevare che per alcune delle divisioni presenti alla fronte italiana (65.1/2), mancano precise indicazioni sulla loro presenza e della zone ove sono dislocate e che esse sono composte con elementi poco validi e poco fidi tanto che da oltre sei mesi non sono più state portate in linea. Tali divisioni sono: la 106a Div. Lst. composta di reparti di Lst. assai provati nelle azioni del dicembre e gennaio u.s. Si ripetono le voci della sua presenza nel Trentino; la 21 a Div. Schz. composta di reparti di nazionalità czeca. Si ha notizia dei Regg.art. di questa Div. e della presenza nei pressi di Bolzano di alcuni reparti della Div.; la 67a Div. composta di elementi eterogenei, di scarso valore bellico. Probabilmente questa divisione non esiste più, per lo meno nella formazione attuale. Queste 3 divisioni evidentemente non costituiscono una forza su cui il comando a.u. può fare sicuro assegnamento. Possono quindi essere scartate d.al novero delle divisioni impiegabili in qualsiasi settore ed in qualsiasi momento per operazioni di una certa importanza.

*** In complesso la cifra della 65. l /2 Div. presenti alla fronte italiana, per

*** FRONTI DIVERSE DA QUELLA ITALIANA Esaminiamo la fronte orientale, l'albanese e l'interno della monarchia a.u. Le poche e vaghe notizie che a tali regioni si riferiscono non permetto-


-48-

-49-

no di stabilire con sicurezza se tutte le 26.1/2 Div. che ivi si suppongono presenti siano realmente dislocate in tali regioni. Sulle informazioni più attendibili si considerano:

il Gr. Schultz - costituito con elementi di Lst. (probabilmente disciolt); la 1 a Brg. cav. Lst. - costituito con elementi di Lst. (probabilmente disciolta);

6 Div. di fant., probabilmente trasferite o in

trasferimento verso la fronte italiana 3 .1 /2 Div. di fant., sulla fronte albanese

e cioè Div. : 7\ 34a, 37\ 43\ 59a, 72a e cioè Div.: 45\ 47a, 1/2 6P, XIX/P

3.1/2 Div. (1.1/2 fant., 2 cav.) segnalate nella regione di Odessa 1 Div. di fant. segnalata nella Podolia 12.1/2 Div. (9 fant., 3.1/2 cav.) in riserva nell'interno della monarchia o di presidio nei territori occupati sulla fronte occidentale

e cioè Div.: 30a, 2a cav., 7a cav., 145a Brg. m. e cioè Div. 155a e cioè Div.: 2a, 11 a, 25 a, 54 a, l /2 6P, 62\ 63\ 92\ 28a Brg. m., 121 a Brg. Lst., Gr. Schultz, 4a cav., 5a cav., 12a cav., I a Brg. Lst. cav.

Il valore che si può attribuire a tutte queste unità è assai vario. Alcune sono scadenti sia per le idee massimaliste che serpeggiano fra le file dei combattenti, sia per la scarsa efficienza dei reparti in gran parte costituiti con elementi vecchi ed abituati a presidiare passivamente i settori più tranquilli . Esaminando queste 26.1/2 Div., si può infatti affermare che le unità meno efficienti e sulle quali poco o nessun affidamento può essere fatto per operazioni attive, sono: la 145a Brg.m. - probabilmente è stata sciolta e gli elementi sono stati fusi con altre unità; la 61 a Div. - costituita da elementi di Lst. e quindi di scarso valore bellico; la 62 a Div. - costituita da elementi di Lst. e considerata malfida; la 63a Div. - costituita da elementi di Lst.; (è stata segnalata l'ultima volta il 9 aprile alla fronte romena); la 92 a Div. - costituita da elementi di Lst. di scarso valore e poco disciplinati; la 28a Brg. m. - costituita con elementi di Lst. (probabilmente disciolta); la 121 a Brg. Lst. - costituita con elementi di Lst. (probabilmente disciolta);

la XIX/I a Div. ] la 47a div.

costituite in gran parte con elementi di Lst., di Gj e di bande; quindi poco efficienti.

*** Sono in complesso 8.1 / 2 Div. almeno che si può ritenere non siano impiegabili per la guerra di movimento e debbano essere esclusivamente impiegate in settori tranquilli o in servizi di retrovie e di ordine pubblico. Perciò delle divisioni che sono posizionate sulla parte orientale di quella albanese e all'interno della Monarchia, potrebbero essere impiegate in operazioni offensive e perciò in parte venir spostate sulla nostra fronte, qualora cessasse il bisogno di tenerle dislocate dove ora sono : 26.1/2 Div. - 8.1/2 Div. = ossia 18 Divisioni delle quali 13 di Fant. e 5 di Cav. App. Queste 18 divisioni sono : la 2 a - che è stata più volte segnalata in partenza per la fronte italiana. Qualche reparto sarebbe stato visto nelle retrovie del Piave; l' 11 a - che il 14 giugno da corrispondenza risultava presente in Ucraina; la 25a - reparti della quale furono segnalati in partenza e qualcuno pure giunto nelle retrovie del Piave; la 30a - la cui presenza fu confermata in maggio nella regione di Odessa e reparti della quale nel mese di giugno furono segnalati in Trentino; la 45a - con la quale si è avuto recentemente contatto (6 luglio) in Albania; la 54a - segnalata presente con alcuni servizi ad Odessa (11 giugno) e con alcuni reparti a Bruneck (30 maggio); la 155a - la cui presenza fu confermata in Podolia nel maggio scorso e reparti della quale furono visti ad Innichen nel giugno scorso. la la la la la la

7a 34a 37a 43a 59a 72a

le notizie riguardanti le quali sono così insistenti ed attendibili da far ritenere che queste unità siano da comprendersi fra quelle la cui presenza è possibile sulla nostra fronte.

la 2 a cav. - la cui presenza nella regione di Odessa fu confermata il 14 maggio; ed un Rgg . della quale fu segnalato presente a Bolzano il 5 giugno;


-51-

-50-

la 4 a cav. - che doveva essere trasferita sulla fronte italiana: Indizi della sua presenza si ebbero il 15 giugno u.s.; . la 5a cav. - due Rgg. della quale furono segnalati in aprile ed in luglio nella pianura veneta; la 7a cav. - che venne segnalata in giugno come presente sulla nostra fronte; la 12a cav. - la cui presenza fu più volte segnalata nel Trentino settentrionale.

*** CONCLUSIONE Dall'esame fatto risulta che al 25 luglio 1918 le divisioni austro-ungariche aventi caratteristiche di una vera combattività sono:

sulla fronte italiana sulla fronte albanese sulla fronte orientale nell'interno della monarchia (comprese le sei Div. ritenute in probabile arrivo sulla fronte italiana) CIOÉ IN TOTALE

56 Div.

49 di fant., 7 di cav.

18 Div.

13 di fant. 5 di cav.

74 Divisioni

62 di fant. 12 di cav.

*** Queste 74 Div. sono state prese dettagliatamente in esame e si possono così classificare: 8 si possono classificare ottime (di cui alla .fronte ital. 8) 34 si possono classificare buone (di cui alla fronte ital. 32) 32 si possono classificare mediocri (di cui alla fronte ital. 16) IL COLONNELLO CAPO UFFICIO Ugo Cavallero

-.

DOCUMENTO N. 15

Roma, 20 Dicembre 1907 UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO PROPOSTA PER LA ECCEZIONALE PROMOZIONE A SCELTA A SENSO DELL'ART. 25 A FAVORE DEL TENENTE COLONNELLO DI STATO MAGGIORE DIAZ CAV.ARMANDO

Il Tenente Colonnello Diaz ha fisico robustissimo, resistente alle fatiche, è abile in tutti gli esercizi sportivi. Ha mente molto equilibrata; è molto intelligente pronto, riflessivo; lavoratore volenteroso, sollecito, accurato; ha molto criterio - riunisce in modo spiccato tutte le qualità che si richiedono in un ottimo ufficiale di stato maggiore. Alla testa del suo corso d'accademia e della scuola d' applicazione, fu il primo del suo corso della scuola di guerra. Sia presso i comandi ed uffici cui fu addetto, sia alle truppe presso le quali prestò servizio, meritò le più lusinghiere annotazioni per parte delle superiori autorità. Da più anni è addetto al comando del corpo e regge l'ufficio segreteria del Comandante in 2°, dando prova nel disimpegno delle sue assai delicate attribuzioni, oltreché di una grande intelligenza, di molta serietà, di tatto squisito, di eccezionale operosità. In vista delle qualità militari possedute da questo distinto ufficiale superiore in modo veramente spiccato, la Commissione ritiene che la sua eccezionale promozione a scelta a senso dell'art. 25 della legge ridonderebbe a beneficio dell'esercito e dello Stato eppertanto ne· inoltra la proposta . LA COMMISSIONE Il Colonnello f 0 Zupelli

Il Colonnello f° Cavaciocchi

Il Colonnello f Delmastro 0

Il Ten. Gen. Pres. f 0 Massone


- 52-

- 53 DOCUMENTO N. 16

RELAZIONE SULL'EFFICENZA DELL'ESERCITO ITALIANO, DEL GENERALE FAYOLLE MARIE EMILE (ESERCITO FRANCESE) A . Nota di presentazione.

La Relazione «Fayolle» porta la data del 26 dicembre 1917. Compilata naturalmente nei giorni precedenti a questa data, deve ritenersi largamente influenzata dalle impressioni riportate nel periodo delicatissimo del novembre-dicembre 1917, quando l'Esercito Italiano aveva appena ripiegato dall'Isonzo e stava conducendo su posizioni non predisposte la difficile battaglia difensiva sul Piave mentre una sua aliquota consistente era in riordinamento. La Relazione, dopo aver presentato la situazione degli effettivi ed i lineamenti essenziali della organizzazione delle nostre unità indicandone consistenza ed armamenti, esprimeva giudizi piuttosto sprezzanti su organizzazione, preparazione ed attività, soprattutto dei nostri Comandi e dei Quadri. In particolare, la Relazione indicava quali cause del recente insuccesso: - una insufficiente conoscenza, da parte del Comando, dei metodi di guerra del momento; - una· organizzazione difettosa; - un deficiente addestramento dei Quadri, specie inferiori, e delle truppe; - un impiego non unitario delle Divisioni; - una deficiente cooperazione fra fanteria ed artiglieria. Essa, infine, esprimeva un giudizio critico sulla situazione del momento ravvisando: - la mancanza di provvedimenti idonei a dare incremento all'istruzione con la costituzione di campi di addestramento per Grandi Unità; - sintomi di morale incerto ed eccessivo nervosismo nell'Alto Comando, rilassatezza individuale e collettiva nei soldati. Ignorando o sottovalutando quelle che potevano essere state le cause della situazione in atto e le effettive difficoltà superate o da superare, essa finiva per suggerire, quale necessario e sufficiente «toccasana», l'invio di «consiglieri» francesi da inserire a tutti i livelli di Comando (dalle Armate alle Brigate nonché ai Reggimenti di artiglieria pesante e pesante campale e nelle scuole) per indirizzare le attività di istruzione ed i metodi di coni.battimento secondo il modello francese. Notiamo come questi metodi non impedirono all'Esercito francese di subire le conseguenze delle offensive tede-

schedi primavera 1918: né, d'altra parte, merita la pena di esaminare criticamente la fondatezza dei giudizi allora espressi su una situazione che aveva cause e giustificazioni in buona parte note e discusse nel corso di questa Relazione Ufficiale. In questa sede si ricorda come il Generale Marie Emile Fayolle fosse il Generale Comandante delle Forze francesi inviate in Italia nel novembre 1917 il cui intervento in linea era stato così a lungo dilazionato. Ritornato in Francia, il Fayolle, che godeva della fiducia -del Generale Foch influenzandone assai le opinioni in merito alle questioni interessanti il nostro fronte, presentava nel febbraio un suo progetto di operazioni nel Trentino («Progetto Fayolle») da eseguire nella primavera del 1918. La presentazione di questo progetto dettagliato in sede di Comitato dei Rappresentanti Militari Permanenti (vi era allora il Generale Giardino) aveva provocato malumore come indebita intromissione nella condotta delle operazioni sul nostro fronte; esso e le sue premesse rimarranno alla base di tutte le successive pressioni del Foch per una azione offensiva a fondo sugli Altipiani, sostanzialmente non condivisa nell'ambito del nostro Comando Supremo . La «Relazione Fayolle», compilata - come si è detto - nel dicembre 1917 ed inviata anche al War Office britannico, perveniva in via confidenziale da Londra al nostro Comando Supremo solo nell'aprile 1918 nella traduzione inglese. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito, Gen. Diaz, molto equilibratamente la annotava così: «Questa relazione rappresenta uno stato di fatto ormai sorpassato. Conviene quasi riscriverla mettendo le cose a posto oppure segnare in nota tutte le differenze, sia di cifre che di dati; e vedere se non convenga mandare tutto ciò all'addetto a Londra perché ne abbia norma. Lo stesso si può fare con S.E. Robilant perché sappia in quali acque si naviga e chiarisca quando ne ha l'occasione. Poiché però vi sono pure delle osservazioni giuste, tenerne conto per !:!liminare gli inconvenienti che più appariscono sensibili e raccogliere a parte tutte le osservazioni di metodo e di idee perché si possano segnalare in conferenze ai Comandanti in Armata perché si adoperino a tutto migliorare, mentre possano averne regola per convertire con prove di fatto gli Ufficiali alleati di collegamento». Risultava infatti evidente come molte osservazioni critiche potessero attribuirsi alla situazione così difficile attraversata in quel momento dal nostro Esercito. Per quanto si riferiva alla insufficiente istruzione dei Quadri e delle Truppe nel corso della Relazione l'argomento è stato affrontato ed approfondito in questo volume della relazione, individuandone le cause essenziali: sia in certe situazioni strutturali che hanno sempre vincolato la preparazione dei Comandi e dei Quadri e ben note fin dal tempo di pace (ec-


- 54-

- 55 -

cessivo numero di unità, deficiente inquadramento, mancanza di grandi campi di istruzione, ecc.); sia nell'enorme processo ~i ampliamento subito dall'Esercito; sia, infine, nell'impegno prolungato delle unità su un fronte la cui estensione impediva gli opportuni avvicendamenti e turni di riposo e di addestramento. Ad alcune delle deficenze e degli inconvenienti lamentati dal Fayolle era già stato ovviato nel I semestre del 1918, mentre ad altri si provvederà nel corso dell'estate; ma, in molti casi, ciò fu reso possibile solo per l'avvenuto accorciamento del fronte e soprattutto grazie al lungo periodo di relativa quiete operativa che il nuovo Comando Supremo riuscì ad assicurare al nostro Esercito, nonostante le pressioni francesi in contrario.

l

III. Misure da attuarsi per completare la riorganizzazione Istruzione di comandi, Artiglieria eFanteria IV. Conclusioni

I. SITUAZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO NEL MESij DI DICEMBRE 1917 1

I. -Effettivi

B. Testo della Relazione 1

26 dicembre 1917 RELAZIONE SULL'EFFICENZA DELL'ESERCITO ITALIANO DEL GENERALE FAYOLLE

***

In base alle informazioni fornite dal Comando Supremo e dal Ministero della Guerra, risulta che dal principio della guerra furono arruolati 4.350.000 uomini (compreso l'esercito permanente che già si trovava sotto le armi quando fu dichiarata la guerra). Le diminuzioni causate da ragioni diverse sono indicate nella seguente tabella:

SOMMARIO I. Situazione dell'esercito italiano alla fine di dicembre 1917 1. 2. 3. 4.

Effettivi Organizzazione Istruzione Attuale valore combattivo dell'Esercito Italiano

II. Provvedimenti adottati dal comando supremo per la riorganizzazione dell'esercito italiano 1. Effettivi 2. Materiale 3. Istruzione

1 La relazione del Generale Fayolle, che porta la data del 26 dicembre 1917, fu comunicata al nostro addetto militare a Londra da persona di fiducia del War Office, nella sua traduzione inglese. La presente versione è fatta sul testo inglese: sorge pertanto il dubbio che essa non sia esattamente conforme all'originale francese . Mancano alcuni degli specchi allegati alla relazione. La relazione fu presentata a Diaz dall'Ufficio Operazioni del C .S. il 27 aprile 1918.

TUTTORA SOTTO LE ARMI

DIMINUZIONI

Morti e dispersi .................. Prigionieri ................... ........ Congedati ........................... Nelle fabbriche e officine Disertori (dopo l' arruolamento) .... .......... ..... ......... Disponibili per essere chiamati ......... ...... ...............

340.000 420.000 260.000 90.000

In zona di guerra ..... .. ....... 2.010.000 60.000 Nelle colonie .................... Assegnati a lavori agricoli 90.000 130.000 Nei depositi ..........................

70.000

In servizio territoriale . . ...

350.000

330.000

Feriti negli ospedali ecc . .

200.000

1.510.000

2.840.000

4.350.000 uomini

1 La maggior parte delle cifre che figurano nel presente capitolo sono state derivate dai seguenti rapporti inviati dal Capo della Missione francese direttamente al Ministero della Guerra (francese) : rapporto N. 178 del 30 novembre _(fanteria) rapporto N. 179 del 3 dicembre (artiglieria) rapporto N . 181 del 7 dicembre (armate di riserva) rapporto N. 183 del 12 dicembre (effettivi) rapporto N . 184 del 17 dicembre (descrizione) rapporto N. 186 del 21 dicembre (programma di riorganizzazione)


- 56-

- 57-

La cifra di 2.010.000 uomini in zona di guerra risulterebbe composta come segue: Categorie Comandi Carabinieri

1

Fanteria .................. . Cavalleria Artiglieria Genio Intendenza Servizio sanitario Servizio veterinario . Aviazione Battaglioni di lavoratori Milizia territoriale Servizi ausiliari . ......................... ........

Grandi Truppe nei campi unità di riorganizzazione

Servizi

15.000 12.000 (?)

940.000 20.000 116.000 105.000

100.000 100.000 30.000 .... 30.000 80.000 60.000 4.000

8.000 50.000 60.000 45.000

20.000 5.000 1.241.000

Negli ospedali in zona di guerra In licenza Ufficiali e vari ....... ........... .

230.000

329.000

1.800.000 100.000 30.000 80.000

Si può calcolare che, deducendo il numero degli uomini giacenti negli ospedali, di quelli che si trovano nei centri di organizzazione e delle truppe che operano in Macedonia e Albania (110.000 uomini), l'Esercito Italiano può disporre di circa i .500.000 uomini da impiegarsi immediatamente (sulla sola fronte italiana).

II. Organizzazione a) Fanteria. Fino al 20 novembre 1917 esistevano 186 reggimenti di fanteria (raggruppati in 93 brigate, delle quali 88 in Italia). 2 reggimenti di fanteria autonomi. 19 reggimenti di bersaglieri, dei quali 17 in Italia (10 raggruppati in brigate, 7 autonomi). 10 battaglioni autonomi di bersaglieri (dei quali uno in Italia). 4 gruppi di bersaglieri ciclisti.

1

Questa cifra sembra notevolmente esagerata.

71 battaglioni di alpini I dei quali due sono di sciatori. 16 reparti d'assalto 2 • Armamento: fucile (modello 1891) calibro 6 m/ m 5, caricatore a 5 cartucce, pistola a ripetizione, mitragliatrice Fiat. Le tabelle da I a IV danno una descrizione particolareggiata delle unità fino alla brigata inclusa; si possono aggiungere le seguenti osservazioni: I lanciatori di bombe a mano nella compagnia non sono specializzati come nella compagnia francese e non sono neppure provvisti di un'arma che corrisponda alla nostra V.B. (Viven-Bessières). Il fucile mitragliatrice è sostituito da una pistola mitragliatrice la quale ha valore notevolmente inferiore come arma, essendo la sua gittata di soli 300 metri. Il battaglione e il reggimento italiano sono in pratica identici alle equivalenti unità francesi (3 battaglioni in un reggimento; 4 compagnie in un battaglione, una delle quali di mitragliatrici). La Brigata italiana differisce dalla vecchia brigata francese specialmente per il fatto che dispone di 2 compagnie mitragliatrici, ma poiché la compagnia mitragliatrici italiana è di 4/6 armi e quella francese di 8, la dotazione di mitragliatrici per ogni brigata viene ad essere ugual~ nei due paesi 3 • In breve, le caratteristiche principali della fanteria italiana a paragone di quella francese, per quanto riguarda l'armamento, sono le seguenti : Mancanza di lanciatori di bombe a mano specializzati; Mancanza di V.B.; Pistola-mitragliatrice anziché fucile-mitragliatrice; Dotazione di mitragliatrici sostanzialmente identica. b) Artiglieria.

L'artiglieria da campagna comprende 34 reggimenti (2 gruppi di 4 battaglie su 4 pezzi ciascuna) armati di cannoni tipo Krupp 1906 o Déport 1911. Munizioni esattamente eguali per entrambi i tipi con una dotazione di 320 colpi per pezzo nella batteria. 1 2

3

Eventualmente raggruppati in due gruppi di tre o quattro battagl. Di composizione variabile (1-3 compagnie). Cioè: Italia (1 brigata)

6 2

compagnie dei btg . compagnie di brg.

6 6

armi ciascuna = armi ciascuna =

Francia (2 reggimenti) 36 12

8 armi ciascuna = 48

48

48

Alla divisione sono pure assegnate due compagnie di mitragliatrici; ma si si tiene conto delle compagnie di mitragliatrici da posizione esistenti in Francia, l'armamento dei due eserciti risulta sostanzialemente uguale.


-59-

- 58-

Come sistema ogni divisione ha il suo reggimento di batteria da 75 (alcune ne hanno 10). Artiglieria a cavallo. Comprende 2 batterie su 4 cannoni per ogni divisione di cavalleria. Artiglieria pesante campale. Consiste di batterie armate con cannoni da 105 o da 149 e con bombarde da 149, formate in gruppi di tre batterie su 4 pezzi ciascuna (rifornimenti assegnati alla batteria: 100-150 colpi per pezzo secondo il materiale). Sono pure aggregate all'artiglieria pesante campale alcune batterie autocarreggiate da 102. L'artiglieria pesante campale viene generalmente fornita dal Corpo d'Armata e dalle Armate. (Il corpo d'Armata è generalmente dotato di un gruppo di bombarde da 149) 1 • Artiglieria da montagna. (In parte someggiata e in parte carreggiata). È armata con materiale modello Krupp da 65,75 e 70 rigido , con una dotazione di 575 colpi per pezzo per l'artiglieria carreggiata o di 200 per quella someggiata. Artiglieria d'assedio e da fortezza. È formata in maggiori e minori raggruppamenti come la nostra artiglieria a piedi e, a somiglianza di questa, dotata di materiale molto vario di cui i principali tipi sono compresi nella tabella V. Solo alcune di queste unità possiedono mezzi propri di trasporto. Artiglieria antiaerea. Consiste di: 4 batterie automobili Deport, 4 batterie fisse di cannoni Deport o da 87 o da 75 rigidi. Artiglieria da trincea. È dotata in massima di materiale da 58 e 240 (batterie su 8 e 12 pezzi) e non è raggruppata. Questo armamento è di valore molto variabile. Si può stabilire che nel complesso corrisponda, per ciò che riguarda il materiale e la proporzione di armi moderne, al nostro armamento nel 1916 all'inizio delle operazioni s-ulla Somme. c) Genio. Comprende: Battaglioni di zappatori assegnati alle Divisioni e Corpi d'armata, al massimo un battaglione per Divisione. Battaglioni di pontieri (assegnati all'Armata, eventualmente al Corpo d'Armata). Sezioni divisionali di telefonisti. Compagnie di telegrafisti (una per Armata od al massimo 2 per Corpo d'Armata). 1 Non è stato possibile finora di stabilire l'esatta funzione dell'artiglieria pesante nell'Esercito italiano, nè di avere particolari riguardo al munizionamento. Si faranno seguire altri dati.

Sezioni di radiotelegrafisti (una per Armata o Corpo d'Armata). Battaglioni di minatori (uno per Armata). Compagnie di ferrovieri. d) Cavalleria. Esistono 3 Divisioni di cavalleria di 2 brigate su 2 reggimenti ciascuna. Armamento: Moschetto modello 1891; Sciabola e talvolta lancia; Mi- . tragliatrice Maxim 1911. e) Aviazione. L'Esercito Italiano dispone attualmente di: 10 squadriglie da caccia ciascuna 17 squadriglie da ricognizione con 7-12 8 squadriglie di artiglieria apparecchi 19 palloni 13 squadriglie da bombardamento di 4 apparecchi ciascuno. Le suddette formano parte dell'Esercito nella sua presente costituzione; l'organizzazione progettata per il 1918 è la seguente: per Armata per Corpo d'Armata a disposizione del comando Supremo

2 squadriglie da ricognizione; 9 aeroplani ciascuna [ 2 squadriglie di artiglieria; 9 aeroplani ciascuna

l

1 squadriglia da ricognizione di 9 aeroplani 20 squadriglie da caccia di 12 aeroplani 13 squadriglie da bombardamento di 6 aeroplani 24 palloni

f) Grandi unità.

Le forze italiane sono attualmente ripartite in: 5 Armate (3 in linea, 1 in riserva, 1 composta di unità in ricostituzione). 23 Corpi d'Armata (dei quali 22 in Italia). 53 Divisioni (delle quali 51 in Italia). Il Corpo d'Armata e la Divisione di fanteria non risultano formati su basi rigidamente stabilite; in complesso essi comprendono: Comando 2 divisioni di fanteria Corpo d'Armata Truppe suppletive

1

Talvolta elementi di artiglieria da montagna

1 reggimento di bersaglieri 1 gruppo di bombarde da 149 1 1 battaglione del genio 2 compagnie di telegrafisti 1 squadrone di cavalleria 1 reparto di carabinieri


-60-

Divisione di fanteria

-61-

Comando 2 brigate su 6 battaglioni ciascuna 1 2 compagnie mitragliatrici divisionali 1 reggimento di artiglieria campale 1 battaglione del genio 1 sezione telefonisti 1 reparto di carabinieri

I loro principali difetti derivano da: - mancanza di metodo e di qualità organizzatrici; - insufficiente adattabilità alle contingenze e alle esigenze della presente guerra, dimostrata anche nel modo col quale fu condotta la guerra sino all'ottobre 1917 contro il nemico che si aveva di fronte .

In teoria l'ordinamento sopra descritto presenta molti punti di somiglianza con quello del corpo d'armata francese e della divisione su 4 reggimenti; ma in pratica nell'Esercito Italiano, almeno per quanto riguarda la fanteria, non si segue una regola fissa, contrariamente a quanto avviene fra noi. Strettamente parlando una divisione dovrebbe comprendere un nucleo permanente, cioè lo Stato Maggiore e l'artiglieria divisionale 2 ; ma le brigate di fanteria che la formano cambiano continuamente. g) Formazione attuale delle varie Armate

Al 25 dicembre i Corpi d'Armata e le Divisioni erano ripartiti fra le 5 Armate come segue: Armate

Formazione

I C.d'A. su 3 Div .. 7 C .d'A . su 2 Div . 2 div. isolate ..... 4• Armata ...................... . 4 C.d'A. su 2 Div .. 3• Armata ....................... . 4. C.d'A . su 2 div . 3 Div. isolate ....

Numero di C.A. Div.

3° C.d'A. (isolato) .... I• Armata.

in linea

in riserva in ricostituzione

2• Armata

3 C.d'A. su 2 Div. 1 Div. (solo il comando)

5• Armata ... ........... ......... . 3 C .d'A. su 2 Div. Totale .

3 7 4

16

4

li

3

7

3

6

22

51

8

Risulterebbe che una delle principali cause di debolezza in questo esercito proviene dal fatto che il Comando non si è ancora persuaso dell'importanza di mantenere le differenti unità in istretto contatto fra di loro, ciò che è base di ogni organizzazione militare. Mentre da noi è solo l'Armata, e in caso di necessità il Corpo d'Armata, l'ente che comprende un numero definito ma indeterminato di fattori, cioè le divisioni, nell'esercito italiano solo dalle brigate insù si può trovare una certa stabilità. Questo fatto produce una enorme perdita di efficenza nei riguardi delle relazioni tra Comando e dipendenti, una fatale mancanza di coesione tra le due armi principali, la fanteria e l'artiglieria. Il Comando dichiara che questo difetto non è mai perduto di vista: tuttavia si continua a distaccare delle truppe per il minimo pretesto 1• La mancanza di organizzazione e di metodo appare anche nell'economia che si fa nel sostituire le truppe. Di regola le truppe impegnate in un'azione non vengono ritirate dal settore fino a che non sono completamente esaurite. Alcune divisioni furo no lasciate a presidio di settori tranquilli per mesi, persino per anni, e di conseguenza diventarono completamente inattive, mentre altre furono tenute in zone pericolose fino al loro completo logoramento. In breve, la mancanza di pratica nell'effettuare sostituzioni di grandi unità (divisioni), aggiunta all'abitudine di impiegare le unità in azione fino al loro completo esaurimento, impedisce di usare il sistema di rinnovare con grande larghezza le riserve, disponendo che grosse unità siano ritirate dai settori tranquilli e vengano sostituite da truppe ritirate in tempo dalle fronti pericolose.

*** III. Istruzione a) Comandi e Stati Maggiori

Nei riguardi dell' impiego tattico delle truppe in azione, due punti sono degni di considerazione:

Gli Stati Maggiori sembrano attivi e sono in genere formati da ufficiali validi. 1 2

Vedi tabella IV per i dati sulla composizione delle brigate Ma anche questa è sovente distaccata

1

mata

la difesa non è sufficientemente distribuita in profondità; l'impiego delle artiglierie è difettoso.

Vedi la tabella VII, che offre un esempio nella costituzione delle divisioni della 4• Ar-


-62-

-63-

La mancanza della distribuzione in profondità della difesa appare sotto due aspetti: mancanza di profondità nelle posizioni occupate, cpe molto spesso consistono solo di una trincea 1; mancanza di profondità nello schieramento delle fanterie. Le truppe sono ammassate in prima linea a battaglioni, talvolta persino a reggimenti; gli uomini si trovano a contatto di gomito, ma di solito a tergo non esistono delle riserve. Quando poi esistono riserve parziali, queste vengono inviate il più delle volte in prima linea appena una zona è minacciata da un attacco. In tal modo si deplorano gravi perdite durante il tiro nemico di preparazione, e, se la prima linea è perduta, non si hanno riserve disponibili per sferrare un contrattacco tempestivo e locale. Non si ha nulla da opporre ai progressi del nemico, il quale può così far dilagare le sue forze attraverso una breccia in modo assolutamente non proporzionato ai mezzi che ha impiegato. Nei riguardi dell'impiego dell'artiglieria nella difesa, sembra che il Comando non si sia reso conto dei principi che l'esperienza ci ha insegnato, vale a dire: formazione di gruppi corrispondenti alle grandi unità; compiti ordinari ed eventuali di tali gruppi; stretto collegamento in tutto lo scaglionamento delle fanterie e delle artiglierie. In questo modo il tiro di contropreparazione e quello di sbarramento non possono essere eseguiti in tempo o con la necessaria efficacia. Risulta pure esistente nei comandi italiani una deplorevole tendenza di spingere le artiglierie troppo innanzi, talvolta quasi in prima linea (col pretesto di rafforzare le fanterie); ne segue una grande difficoltà nell'esecuzione del tiro di contro-preparazione e di sbarramento, giacché il più piccolo progresso del nemico paralizza le batterie, che spesso soffrono di gravi danni al materiale. Finalmente è d'uopo notare che l'artiglieria italiana dimostra una marcata riluttanza ad eseguire tiri di contro-batteria, pei quali trova delle difficoltà in causa della mancanza dei campi di tiro (istruziòne ??) e per il deficente addestramento del servizio di osservazione aerea.

oppure sono sferrati con troppo ritardo. D'altra parte, i contrattacchi metodici sono spesso prematuri, eseguiti da truppe fatte avanzare in gran fretta senza che si sia stabilito un piano di impiego, per assicurare l'azione contemporanea - la cooperazione - fra artiglieria e fanteria). Certe specialità della fanteria, come i lanciatori di bombe, i collegamenti ecc., hanno uno sviluppo e una istruzione insufficiente. Quantunque l'addestramento tecnico dell'artiglieria si dimostri buono, pure essa non possiede lo spirito di condotta necessario per una efficace cooperazione con la fanteria, come non conosce esattamente la sua potenza, la necessità di un fuoco a massa e preciso, i mezzi necessari per eseguire un tiro di distruzione: in una parola, essa manca di esperienza nell'uso dei metodi di fuoco necessari in questa guerra. È doveroso però osservare che l'elemento uomo, tanto nella fanteria quanto in artiglieria, possiede ottime qualità, è svelto, sobrio, semplice e paziente, e quantunque sia soggetto a depressioni nervose, pure dà spesso prove di notevole resistenza. I quadri inferiori sono giovani ed inesperti, solo gli ufficiali superiori sono uomini provati. Concludendo si può affermare che il «materiale grezzo» dell'esercito non è cattivo, e che potrà dare buoni risultati se sarà convenientemente impiegato. IV. Valore combattivo dell'Esercito Italiano

L'Esercito Italiano comprende 3 armate in linea, più un corpo d'armata distaccato ad occidente del lago di Garda, un'armata di riserva (la 2a), che è formata da unità che saranno tra breve ricostituite, e un'armata (la 5a) che è composta da reparti che si stanno completamente riorganizzando. Alla data del 25 dicembre le forze erano all'incirca divise come segue: Numero delle divisioni di fanteria Armate

b) Truppe

L'istruzione delle truppe soffre naturalmente delle deficenze riscontrate nei Comandi. Le fanterie non conoscono abbastanza i procedimenti usati nella guerra di oggigiorno, e non sanno né scaglionarsi in profondità né sferrare un contrattacco. · (I loro contrattacchi locali o non avvengono per mancanza di riserve, 1 Sta il fatto che nelle fronti da tempo organizzate vi sono parecchie linee di trincee, ma le fanterie non sono per questo meglio schierate

3° Corpo d'A. 1• Arm. 4• Arm. 3• Arm. Arm. Francese 2• Arm. 5• Arm. Totale

1

Settore tranquillo attivo

unità non impegnate fresche stanche

-

3 5

9 1/21

17 1/2

-

2

-

-

6

3,1/2 16 9 10 1/2 6 6

-

-

8

6

51

2 2 1

-

4

10

9 1/2

Brigata italiana dislocata tra due divisioni francesi.

-

Totale

-

1/2 6 4

in riod.

3 3


-64-

a) Armate in linea

La 3 a Armata tiene la fronte dal mare a Nervesa, e nonostante la ritirata alquanto affrettata che ha dovuto compiere dal Carso alla Piave, pure essa si è rapidamente rimessa in efficenza. Dopo essersi stabilita per quasi due mesi dietro un serio ostacolo, e avendo sofferto assai poco nella ritirata, essa ha potuto celermente ricostituire i suoi effettivi e i suoi materiali, e fondere nei reparti i rinforzi avuti. Il suo morale, sembra buono, tenendo presente che essa è esposta a un minimo di privazione e ha poco a temere dell'attività del nemico. Il Comando d'Armata sembra proclive ad idee di progresso, ne mette alcune in pratica e si pccupa attivamente dell ' addestramento di tutti i suoi elementi. (Le divisioni di fanteria furonò convenientemente scaglionate in profondità, ma non si può essere certi che tali disposizioni saranno mantenute in caso di minaccia di un attacco nemico). La 4 a Armata tiene la fronte sino al Brenta, escluso il Monte Tomaba, e prese parte alla ritirata dopo il disastro dell'Isonzo, in circostanze difficili per qualcuno dei suoi corpi d'armata. Dopo che essa si potè stabilire sulla linea della Piave, la 4a Armata si era dimostrata la più stanca e la meno efficente; la sostituzione di un tratto della fronte da essa tenuta per parte degli eserciti alleati le rese possibile di ricostituire le sue riserve e di dare del riposo alle sue unità più stanche. La situazione della 4a Armata si è notevolmente migliorata da che il nemico, dopo l' 11 dicembre, · ha incominciato le sue operazioni offensive tra la Piave ed il Brenta. Il XVIII Corpo d'Armata si è battuto molto bene allo Spinoncia, e quantunque nel settore di Col Beretta sembra si sia ceduto (brigata Modena a monte Asolane) pur tuttavia la 4a Armata ha difeso nel complesso le sue posizioni metro per metro. Se si tolgono le ultime perdite, che non si sono ancora potute ripianare, gli effettivi e i materiali della 4a Armata sono al completo . Parecchie unità sono però stanche. Il morale, non raggiungendo quello della 3 a Armata, non sembra cattivo, eccettuato il caso di qualche battaglione isolato, che ha dato segni di rilassatezza. Nei riguardi della 4a Armata non si può parlare di istruzioni, neppure per le sue unità di riserva: essi si occupa solo di difendere il Grappa. La J a Armata occupa la linea tra il Brenta e il lago di Garda, e non è stata direttamente colpita dagli avvenimenti dell ' ottobre 1917; ha dovuto solo raccorciare di poco la fronte ad Asiago e nella zona orientale, per pren-

-65-

dere il collegamento con la 4a Armata. Si pensava allora che il valore bellico delle sue truppe, in gran parte alpini, fosse rimasto intatto; risulta però, che la difesa delle Melette, tra il 4 e il 6 dicembre, non sia stata molto brillante (16.000 prigionieri). Il 23 dicembre gli austriaci attaccarono di nuovo ad oriente di Asiago, e non sembra abbiano incontrato nessuna seria resistenza 1 • Bisogna tuttavia notare che le truppe italiane sugli Altopiani sono soggette a dure privazioni e che, data la mancanza di sostituzioni frequenti e regolari, i reparti ammassati sull'Altopiano (la maggior parte dei quali non ha ricoveri) si trovano in condizioni particolarmente difficili. Il loro morale, che si è sinora mantenuto buono, risentirà inevitabilmente coll'andare del tempo. Invece le truppe che sono dislocate ad occidente dell' Astico sino al lago di Garda sono meno dense, posseggono migliori ricoveri, si trovano da lungo tempo in trincee già organizzate, e possono perciò sopportare meglio i disagi del clima. Esse proclamano di essere certe di respingere qualsiasi attacco nemico, ma non bisogna dimenticare che da un pezzo queste truppe non sono state impegnate in combattimenti. Prima dei recenti avvenimenti, gli effettivi e i materiali della 1a armata erano assolutamente al completo. In complesso il morale dell'armata appare molto buono ad occidente dell' Astico, e anche sugli Altopiani, nonostante le cattive condizioni ora descritte. Non furono presi provvedimenti per l'istruzione dei quadri e delle truppe. II III Corpo d'Armata, che è dislocato tra il lago di Garda e lo Stelvio, gode del più assoluto riposo. Le sistemazioni difensive sono complete, e di solida costruzione. Le truppe hanno una gran bella apparenza, e, per la stessa ragione di quelle sull'Adige, si sentono sicure di sostenere una vittoriosa resistenza: il loro morale è molto alto. È bene tuttavia considerare con qualche riserva il valore combattivo di queste truppe, giacché esse furono mantenute per lungo tempo in un solo settore, e non furono mai impegnate. Anche qui non si sono presi dei provvedimenti per l'addestramento degli uomini. Riassumendo si può dire che le armate in linea sono composte da unità che, salvo rare eccezioni, sono al completo nei riguardi dei loro effettivi e dell'armamento. Non si sono prese però delle misure per sviluppare l'istruzione, che appare deficente. II morale delle truppe, che si è assai elevato dopo.il ripiegamento sulla 1 La debole resistenza opposta dalle truppe italiane si deve imputare ai Comandi più che alle truppe, giacchè queste, mal scagionate e insufficientemente sostenute dall'artiglieria, dovettero combattere in condizioni di inferiorità.


-66-

-67-

Piave e l'arrivo delle forze alleate, appare buono nei settori tranquilli, sarà soggetto a un rapido abbassamento nei settori che verranno attaccati.

do ·di completare la propria istruzione e nel tempo stesso di prepararsi per le prove che dovranno sostenere. Riassumendo, l'esercito italiano dispone attualmente di 45 divisioni di fanteria (51 fra poche settimane) che potrebbero essere impiegate in combattimento, e precisamente:

b) Armate in riserva

La 2 a armata si trova in riserva nella regione di Padova, e comprende 3 Corpi d'Armata. Il XXX Corpo d'Armata (divisioni 13" e 47") è stato completato negli effettivi e nel materiale, e comprende anche dell'artiglieria di medio calibro (3 batterie da 149 p.c.). Il XXIX Corpo d'Armata (divisioni 25" e 53") appare completo e in buone condizioni per combattere. Il I Corpo d'Armata, (divisioni 24" e 70") che fu assai scosso durante la ritirata, sta completando il suo riordino, e i suoi effettivi sono quasi al completo. Nei riguardi del materiale, la 24" divisione manca ancora di due batterie da campagna, e la 70" ha bisogno ancora di un certo numero di fucili (vi è una media di 125 fucili per compagnia). Il 1° Corpo d'Armata potrà essere pronto a muovere per i primi di gennaio. Nulla è stato fatto per dare impulso all'istruzione della 2" Armata; tolte poche esercitazioni o marce eseguite dalle compagnie, le truppe che non sono occupate per lavori sembra siano tenute a completo riposo. Non è stato possibile accertare lo stato morale di queste truppe, giacché esse non sono state messe alla prova. Un esame della loro corrispondenza potrebbe solo fornire dei dati sicuri su questo punto, ma non disponiamo di informazioni al riguardo. La 5a Armata si sta riordinando nella zona Parma-Piacenza. Non vi è nulla da aggiungere alla relazione compilata in data 21 dicembre dal capo della missione militare francese, dopo la visita che egli ha fatto a quella armata. Una succinta descrizione della 5" Armata è rappresentata nell'annesso specchio VIII. Due punti meritano speciale attenzione: - Il generale comandante la 5" armata sembra si occupi seriamente dei problemi connessi coll'addestramento delle sue truppe; - Il morale non è quello che si potrebbe desiderare, data anche la provenienza di parte dei suoi contingenti (l'antica 2• armata), la scadente qualità dei quadri inferiori e la sfavorevole zona nella quale l'armata è stata dislocata. Sta il fatto che esiste il proposito di allontanare l'armata dalla zona sopra accennata, ma sarebbe forse consigliabile, sotto due punti di vista, di non lasciare nelle retrovie quelle unità fino a primavera. Se ad ogni divisione fosse fatto fare un turno in un settore tranquillo, si darebbe loro mo-

- 27 divisioni fresçhe (di cui 17 1/2 in linea in settori tranquilli, 2 1/2 in riserva); - 18 divisioni stanche (10 in linea, 8 in riserva). Ciò dovrebbe sembrare sufficente, date le attuali condizioni, nei riguardi della quantità e così pure dell'equipaggiamento. La qualità non è quella che si potrebbe desiderare, specie in vista della mancanza di istruzione delle truppe e dei quadri. Il morale nel complesso non è cattivo, e si potrebbe subito elevare se si provvedesse a migliorare la condizione delle truppe con maggiore cibo, e un adeguato sistema di turno in linea e di regolari licenze.

Il.

PROVVEDIMENTI ADOTTATI DAL COMANDO SUPREMO PER LA RIORGANIZZAZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO 1) Effettivi. - Il processo di rifacimento dell'Esercito dopo gli avvenimenti di ottobre prese la forma della soppressione di 171 battaglioni 1 • In tal modo, e col concorso del sistema di scaglionamento allora iniziato, fu possibile ricostruire l'Esercito sulla base di un totale di 51 divisioni (oltre a pochi reggimenti non assegnati a divisioni). Non si pensa per il momento di aumentare il numero delle divisioni. 2) Materiali

a) - Artiglieria - Le perdite sofferte dall'artiglieria durante il mese d'ottobre sono dimostrate dalla tabella VI, la quale rappresenta anche quale sarà la situazione per quanto riguarda l'artiglieria grazie all'aiuto dato dai governi francese e britannico. Alle cifre date bisogna aggiungere la produzione delle officine e degli stabilimenti italiani, i quali sembra funzionino molto bene. b) - Equipaggiamento della fanteria - L'aiuto dato dai Governi Alleati (300.000 fucili e 4.000 mitragliatrici) pare sufficiente a ristabilire la si-


-68-

-69-

tuazione preesistente. Infatti la 5 • Armata è già completamente equipaggiata, difetta ancora di attrezzi 1•

da parte dell'alto Comando, e da rilassatezza individuale o collettiva fra i soldati.

c) - Quadrupedi e materiali vari - A giudicare dalla consistenza nella 5 • Armata non vi è ragione di prevedere particolari difficoltà in questo campo.

L'influenza francese si può far sentire dal punto di vista delle riforme necessarie, soltanto mediante l'istruzione, nel seguente ordine di importanza:

3) Istruzione. - I vari centri di istruzione e le varie scuole che funzionavano in ottobre e quelle ora in funzione sono indicate nella tabella IX È assai facilè rilevare quanto siano scarsi tali centri. · Nessun campo di ìstruzione per grandi unità è stato preparato finora nella zona di guerra. Non sembra che il comando supremo, nonostante i suggerimenti che è stato possibile dargli, si renda conto della necessità urgente di sviluppare tale organizzazione. Il massimo che si può sperare è il ristabilimento dei metodi in uso prima dello scacco italiano, metodi dei quali disgraziatamente è stata dimostrata la insufficienza. In sostanza il Comando Supremo finora ha preso urgenti misure per la riorganizzazione materiale del suo esercito, ma non ha adottato nessun provvedimento di qualche importanza per dare incremento all'istruzione. Nessun programma, nello stretto senso della parola, è mai stato formulato allo scopo di riorganizzare e di istruire le unità.

III. PROVVEDIMENTI DA PRENDERE PER COMPLETARE LA RIORGANIZZAZIONE DELL'ESERCITO ITALIANO

Le cause principali di debolezza dell'esercito italiano sono state brevemente passate in rivista. Esse sono specialmente: -

organizzazione difettosa;

- insufficiente conoscenza da parte del comando dei metodi di guerra odierni; mancanza di istruzione delle truppe e dei quadri; condizioni morali incerte, dimostrate da un ecces~ivo nervosismo 1

~ur?no soppres~i 3 C.A. (12 div., 23 brigate), 3 reggim~nti appartenenti a brigate prima costitmte su 3 reggimenti, 2 reggimenti e due battaglioni autonomi dei bersaglieri 16 battaglioni alpini. '

- istruzione dei quadri (comprendendo al tempo stesso i Comandi e i quadri minori); istruzione dell'artiglieria; istruzione delle truppe. Inoltre un metodo di istruzione, se fosse possibile applicarne uno, rea-. girebbe su tutta l'organizzazione dell'esercito, mettendo in evidenza i suoi punti deboli, ed anche sulla sua efficienza morale, che ha per primo presupposto la fiducia in sé stessi. Il compito è delicato, poiché il principio di una nostra partecipazione alla riforma dell'Esercito Italiano non è ammessa 1• La suscettibilità degli italiani è molto viva ed anche nell'entourage del generale Diaz vi è un forte risentimento contro qualsiasi nostro intervento. Ci conviene pertanto procedere più cautemente che sia possibile, per raggiungere il nostro scopo, se si può, in tempo e senza offendere le suscettibilità dei nostri alleati. Vi sono tre vie per raggiungere tale scopo: Il consiglio L'esempio La penetrazione.

Il consiglio. Questo metodo continuerà ad essere usato col Comando Supremo, nella forma più delicata e con ogni possibile cautela. Strettamente parlando non ha prodotto grandi risultati, benché non sia stato del tutto sciupato 2 • L'esempio. Le scuole della 10" Armata sono in via di formazione 3 e comprenderanno tutti i tipi di scuole che si vuol avere in Francia, compreso 1 A prova di questa tendenza si può citare il seguente esempio: sembrava ovvio che, per adoperare il materiale da 75 fornito dalla Francia, l'Italia ricorresse a istruttori francesi. Il comando italiano chiese in tutto 6 operai francesi da inviare alla 5 • armata e chiese l'autorizzazione di comandare 6 ufficiali e 12 operai dalle unità francesi, per averne aiuto per la conoscenza del materiale. 2 Recentemente il Comando Supremo ha pubblicato due circolari le quali mettono in evidenza la necessità dello scaglionamento in profondità e il pericolo di tenere artiglieria in 1• linea; sembra che queste circolari siano il risultato diretto dei consigli dati.

3

È cosa assai difficile trovare un terreno adatto per esercitazioni di artiglieria.


-70-

-71-

u? Centro informazioni. Tali scuole saranno impiantate su scala più vasta d1 quanto occorrerebbe per gli effettivi dell'Armata francese in Italia allo ' scopo di accogliere un gran numero di ufficiali italiani. Tuttavia con questo metodo, anche supponendo che gli ufficiali italiani frequentino regolarmente le nostre scuole, la loro istruzione generale procederà lentamente perché le idee saranno diffuse, per così dire, solo di seconda mano e non potranno dare frutto per la primavera del 1918.

La penetrazione. Per raggiungere rapidamente il nostro scopo, sarebbe necessario di ricorrere ad un altro mezzo , vale a dire di destinare un certo numero di ufficiali scelti (per anzianità ed esperienza) nell'esercito italiano. Perché tale provvedimento fosse adottato, sarebbe forse necessario consentire, in qualche misura, uno scambio reciproco, tuttavia non trovia~o uno svantaggio nell'ammettere un certo numero di ufficiali italiani nell'esercito francese. II criterio della scelta degli ufficiali francesi da destinare a un simile compito assumerebbe la maggiore importanza; oltre a possedere anzianità ed esperienza essi dovrebbero essere forniti di grande tatto, in modo da non urtare la suscettibilità di coloro coi quali si dovrebbero trovare a contatto, giacché il loro compito sarebbe quello di cercare di essere apprezzati ed ascoltati. In ogni caso tali ufficiali non dovrebbero presentarsi ~ome i~trutt?ri, ma in qualità di spettatori, venuti a scambiare le idee per Il profitto d1 ambo le parti. Di conseguenza il carattere di tali ufficiali avrebbe maggiore importanza del loro numero, quantunque anche quest'ultimo fattore potrebbe avere il suo influsso nella rapidità con la quale le nostre idee verrebbero diffuse. Facendo il conto del numero degli ufficiali che sarebbero necessari si può formulare il seguente progetto : ' Per:

brigata di fanteria comando di divisione di fanteria comando di corpo d'armata comando di armata artiglieria di corpo d'armata artiglieria pesante scuole italiane

1 ufficiale cioè 1 ufficiale cioè I ufficiale cioè 2 ufficiali cioè 4 ufficiali cioè 4 ufficiali cioè 4 ufficiali cioè

100 50 20

Totale

355

100 50 25 IO

. Tale sistema potrebbe poi essere esteso ai reggimenti, all'aviazione, al gemo ecc .. Questo ci sembra essere l'unico mezzo atto a fornire pronti risultati (sup. ponendo però che gli italiani vi consentano senza «arrière pensée») giacché

in questo modo la diffusione dei nostri metodi avrebbe effetto contemporaneo in tutti i corpi e in tutti i gradi. Sorge la questione se questa proposta possa venire accettata. Bisognerebbe anzitutto assicurarsi che l'esercito francese sia in grado di fornire i quadri richiesti (in gran parte ufficiali superiori) . Superata questa diffiéoltà, si dovrebbe eliminare ogni esitazione o cattiva disposizione del Comando Supremo di fronte all'applicazione di un simile provvedimento; e ci sembra che l'unico mezzo possibile per risolvere prontamente le difficoltà sarebbe quello di far intervenire trattative dirette tra governo e governo. S'intende che se l'esercito britannico volesse cooperare in questo compito, l'aiuto da esso fornito dovrebbe essere accettato senza restrizioni.

IV. CONCLUSIONI L'esercito italiano costituisce un organismo che potrebbe essere di utilità nella coalizione; esso rappresenta tuttora una forza, nonostante le gravi perdite subite in ottobre, e possiede tutti gli effettivi e i mezzi necessari per il suo sviluppo, quale è oggi richiesto 1• Non ha però la sufficiente conoscenza della condotta della guerra, come si svolge oggigiorno, potrebbe però acquistarla, se facesse volenterosamente lo sforzo necessario. II suo morale è, e probabilmente rimarrà, buono, ma non costante. Tutto ciò che si può richiedere oggi ali' esercito italiano sta che esso difenda la sua fronte senza cedere, e per questo compito possiede la forza sufficiente. Non è impossibile tuttavia che possa succedere una rotta. Alle forze franco-britanniche disponibili è affidato il compito di sventare immediatamente qualsiasi disgraziata contingenza, e, nelle presenti circostanze, i loro contingenti sembrano sufficienti allo scopo. Se per una grave crisi si dovesse ricorrere ad un aiuto più forte, le forze alleate dovrebbero essere aumentate ad ogni costo. È prematuro di formulare qualsiasi opinione sulle prospettive che si possono presentare circa il futuro impiego delle truppe italiane; troppi fattori possono intervenire prima che queste misure abbiano avuto il loro effetto. La misura nella quale il Comando Supremo vorrà accettare e sopportare l'azione dei nostri ufficiali potrebbe in special modo avere effetto su 1 Non si intende di aumentare per ora il numero delle 51 divisioni di fanteria ; però potrebbe sembrare, a giudicare dal gran numero di giovani tenuti nelle retrovie, che questo non sia il massimo sforzo al quale possa arrivare l'esercito italiano.


-73-

-72TABELLA VII Variazioni nella composizione delle divisioni

quei_ risultati a~ quali noi tendiamo. Però, nella migliore delle ipotesi, non c~ediamo che _si possa abbandonare l'esercito italiano ai suoi·compiti prima d1 un tempo indeterminato.

• •• 4' Armata

Tabelle annesse alla relazione Situazione generale dell'artiglieria italiana

•••

C.d'A.

Div.

1) Artiglieria campale e pesante

27°

51'

Brg. Aosta, 2 Btg. alpini, Btg. bersaglieri

Brg. Aosta, Brg. Modena

15 '

Brg. Tanaro, Brg. Trapani

Brg. Cremona, Brg. Pesaro

23•

Brg. Messina, Brg. Cremona

2 Brg . bombardieri

56'

3° gruppo alpino, 1 reggimento fanteria

Brg. Ravenna, Brg . Campania

24 •

Brg. Ravenna, Brg. Emilia

Brg. Gaeta, Brg. Taranto

17 •

Brg. Como, Brg . Basilicata

Brg. Calabria, Brg. Basilicata

18·

Brg . Alpi, Brg. Reggio

Brg. Como, Brg. Reggio

66·

Brg. Cuneo, Brg. Abruzzi

Brg. Cuneo, Brg. Messina

67·

Brg. Taranto

Nessuna truppa: Comando a disposizione del Comando Supremo

grosso calibro (oltre 210) Numero dei cannoni presso le Armate al 23 ottobre ..... ...... id. id. al 3 dicembre ............. Perdite ......

.... .

Composizione della stessa divisione al 10 dic.

Composizione al 25 novembre Brigate e Reggimenti

............ ...

medio calibro (da 95 a 210) 3. 140 1.563 1.577 50%

155 58 97 63%

piccolo calibro (fino a 90) 3.945 2.467 1.478 37%

totale

7.240 4.088 3.152 43%

90

Dati dai governi: Francese (da 75, da 120 = Ob. da 155 = Obici) ... ...... ..... Britannico .. .... .. .... .... .......... ..

175 215

300 300

475 515

Totale ............... .... .. ....

390

600

990

1.953

3.067

5.078

Il numero dei cannoni sarà perciò aumentato a: cioè, in confronto delle cifre iniziali, una percentuale di:

18°

58 37%

62%

79%

60

70%

2) Artiglieria da trincea da 58 e V.D. Numero dei pezzi colle Armate al 23 ottobre id. id. al 3 dicembre ............ .... ... .. ....... .... .... ...

1.940 1.080 860 44%

Perdite ..... ......... ................. ················· ..... ... ...

'

TABELLA IX Esercito Italiano - Centri d'istruzione da 240 e oltre 1.378 508 870 63%

totale 3.318 1.588 1.730 52%

grosso calibro

Produzione giornaliera attuale:

1

S.M. Comandanti di unità di fant., art., g., cav.

3) Munizioni

Situazione al 15 novembre (totale includendo quelle nelle retrovie) .... ................................... Totale delle perdite ............. ....... ...

Corso

70.000

medio calibro 1.900.000 2.000.000

g~osso e m~dio calibro 20.000 colpi piccolo calibro 35.000 colpi

piccolo calibro 8.700.000 5.600.000

Aspiranti di ogni arma ( 0 ) Aspiranti di fanteria ( 0 )

Località

Personale in corso d'istruzione

Scuole Note

Durata

1. Corsi comuni a tutto l'Esercito 120 tenenti da tutti 3 mesi Verona i corpi 30 giorni (tenenti anziani) Peschiera 30 giorni (tenenti anziani) Caprino 25 giorni (tenenti anziani) Verona 4 mesi (tenenti anziani) (altre categorie)

Ravenna Caserta e Ravenna

soldati

3 mesi

giovani con titoli di studio

3 mesi

diede 7000 uff. diede 1700 uff. diede 320 uff. diede 60 uff. nel 1916 = 17

(

diede 3200 aspiranti. La 3 • Armata ha un corso proprio


-741

Corso

Località

Aspiranti di artiglieria ( 0 ) Aspiranti del genio ( 0 )

Mitraglieri (

0

Mitraglieri avanzato

Durata

id .

id.

id.

id.

id.

Sassuolo (S.E. di Parma)

)

Personale in corso d'istruzione

Torino

[ "'"'"~'

Bombardieri

-75-

] offi'.iali prn,o,i~,i ) 30-40 dall art1ghena id. dalla cav.

·

giorni J 5~-60_ g1orm

Note

Tale scuola sta spostandosi

pag. 4

aspiranti e soldati 3 mesi Brescia (Fiat) uff. fanteria Torino (S . ] 20 giorni Etienne) riparti mitragl. Bar barano ufficiali mitraglieri 20 giorni

Armamento caricatore a 6 cartucce (anziché a 5); mitragliatrici Fiat e S. Etienne gittata della pistola mitragliatrice: fino 400 metri(anziché soli 300 m .) pag. 6

2. Corsi della 3 • Armata Mitraglieri avanzato ( 0)

pag. 3 - I dati della tabella sono ricavati.soltanto con larga approssimazione perché alla data alla quale le cifre complessiva furono comunicate al capo della missione francese non era ancor stato possibile fare uno spoglio della situazione, distinta per armi. Lo si ha ora, sufficientemente esatto, alla data del 22 dicembre. In particolare la cifra dei CC.RR. (12.000) è inferiore al vero (i CC.RR. erano circa 18 .000).

Treviso Cento

tenenti, sottoten . soldati

Artiglieria pesante campale consiste di batterie armate con cannoni da 105 e obici da 149 (cancellare «e con bombarde da 149») Cancellare la parentesi «(Il corpo d'armata è generalmente dotato di un gruppo di bombarde da 149)»

3 mesi

Aspiranti uff. colleg. to ( 0 ) 3. Corsi della 5• Armata Corso d'istruzione per tenenti

IO uff. per regg.

1 mese

Un corso in ogni Corpo d'Armata

Artiglieria da trincea È riunita in gruppi, e i gruppi sono riuniti in raggruppamenti (novembre 1917).

* * * COMANDO SUPREMO Ufficio Ordinamento e Mobilitazione OSSERVAZIONI <2> pag. 2 - Alla tabella delle diminuzioni e della forza sotto le armi sostituire la seguente: Diminuzioni Morti e dispersi .. ........ .. .......... .. .. . Prigionieri .. .. ...... ......... ......... ... .. ... . Congedati .... .. ... ... .... .. .... ........ ... ... .. Fabbriche, officine, agricoltura . Disertori, condannati, perdite della Libia ecc . ..... .. ..................... .... .... ... Soldati promossi ufficiali (o aspiranti) .. .. .. .... ....... ...... ... .... ... ... ..... .. ...

340.000 420.000 202.000 400.000 50.000

Artiglieria da montagna Il materiale 75 Krupp è di dotazione eccezionale: ne esistono solo 4 btr. in Albania.

Tuttora sotto le armi In zona di guerra (compresi feriti, ..... ... ... ... ... ammalati) ... . 2.000.000 Nelle colonie .. ..................... .... .. .... 60.000 Depositi e serv. territoriali ........ . 528.000 Feriti e ammalati in territorio .... 250.000 2.838.000

100.000 1.512.000

pag. 7 Genio Battaglioni zappatori: assegnati 1 per divisione, più alcuni a disposizione dell'armata. Compagnie telegrafisti (novembre 1917): 2 per ogni comando d'armata 2 per ogni comando di corpo d'armata Sezioni radiotelegrafisti: numero vario, a disposizione delle armate. 1 per ogni divisione di cavalleria Minatori: numero vario di compagnie (talora raggruppate in battaglioni) distribuite tra le armate a seconda delle necessità.

1

I corsi segnati O sono attualmente aperti Le "Osservazioni" costituiscono un annesso presentato dall 'Ufficio Ordinamento del Comando Supremo a correzione di alcuni dati contenuti nella "Relazione Fayolle" 2

d) Cavalleria

Esistono 4 divisioni di cavalleria


- 76-

-77-

Armamento: mitragliatrici Fiat 1914 (anziché Maxim 1911)

pag. 8

DOCUMENTO N. 17

N. 3157 di Prot.

f) Grandi unità

25 Luglio 1918

Corpo d'armata

Truppe suppletive

1 regg. bersaglieri (eccezionale) 2 compagnie telegrafisti 1 o 2 squadroni di cavalleria 1 plotone e 1 sezione CC.RR. 2 (eventualmente 4) gruppi pes. campali

Divisione fanteria anziché 1 reparto CC.RR. porre: 1 plotone e 1 sezione CC.RR. IL COLONNELLO CAPO UFFICIO Ambrogio Bollati

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PERM . ITALIANO AL RAPPRESENTANTE MILITARE PERM. AMERICANO Posizione del Comandante in Capo Italiano per rispetto al Generale Comandante in Capo Foch.

In riscontro al foglio a sigla T.H.B./G ME odierno circa la questione in oggetto ho l'onore di comunicare alla S. V. che in relazione alle Deliberazioni di Abbeville del 1° e 2 Maggio 1918:

- Nessun ulteriore accordo o deliberazione ha modificato i poteri di coordinamento estesi alla fronte italiana e conferiti al Generale Foch dal1' accordo di Doullens del 26 Marzo 1918; - fino ad oggi non si sono verificate le circostanze che portassero la presenza sulla fronte italiana di Armate Alleate combattenti insieme, nelle stesse condizioni che in Francia e per le quali S.E. il Presidente del Consiglio dei Ministri Italiani Orlando accetterebbe che vi fosse un Comandante in Capo degli Eserciti Alleati della fronte occidentale e che questo Generale Comandante in Capo fosse il Generale Foch. Il Ten. Generale RAPPRESENTANTE MILITARE PERMANENTE 1TALIANO f 0 Robilant


-78-

-79DOCUMENTO N. 18

INDICE

Riservatissimo (da non portarsi in prima linea)

CAPO I CONCETTI FONDAMENTALI

COMANDO SUPREMO Art. 1. Art. 2.

Compito della difesa ............. Caratteristiche della difesa ...................

Pag. 9 1 »

10

» » » »

12 25 39 43

» »

47

»

64

»

68

CAPO II

DIRETTIVE(

1 )

per l'impiego delle grandi unità nella difesa

ORGANIZZAZIONE DELLA DIFESA Art. Art. Art. Art.

3. 4. 5. 6.

Sistemazione del terreno Lo schieramento di sicurezza Lo schieramento rinforzato ............. I piani di difesa ............................................ .............. .

CAPO III CONDOTTA DELLA DIFESA Art. 7. Art. 8.

La contropreparazione .......... ..................... . La reazione dell'avanzata nemica .......... .

52

APPENDICE Roma COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE Sezione tipo-litografica

Azioni difensive con mezzi ridotti ..

ALLEGATO

ottobre 1918

Questioni più salienti per la redazione di un piano di difesa di corpo d'armata nell'ipotesi di schieramento rinforzato ... 1

Emanate a firma A. Diaz agli Ufficiali Generali con la dicitura: le presenti Direttive sono compilate in armonia di intenti e di materia con quelle relative all'attacco ed esigono uguale studio ed analoga diffusione.

1

I numeri delle pagine sono quelli della pubblicazione originale


- 80-

- 81 -

CAPO I

Lo scaglionamento in profondità, purché venga praticato, sia per le truppe che per le artiglierie, in raggio proporzionato alla giurisdizione di ciascun comando, consente di preparare e condurre la battaglia difensiva coi procedimenti più atti a contrastare quelli dell'attaccante, e pone la difesa in grado di reagire con maggiore energia quando lo sforzo nemico si sia delineato, e nella direzione più idonea a neutralizzarlo. In questa capacità reattiva, che si afferma inizialmente con la contropreparazione e si estende in seguito dal contrattacco dei rincalzi fino alle azioni controffensive di maggior stile, risiede quasi totalmente la forza della difesa. La rinunzia, anche parziale, ad essa, in quanto segna soggezione alla volontà dell'attaccante, priverà la difesa di uno dei maggiori fattori di successo.

Concetti fondamentali ARTICOLO I

Compito della difesa 1. - La difensiva strategica non può, da sola, determinare avvenimenti risolutivi per la condotta della guerra; essa è atteggiamento transitorio imposto da fattori di vario ordine, principale fra tutti, perché di maggior peso nei riguardi tattici, una inferiorità di effettivi e di mezzi rispetto al nemico. Ciò spiega come tutto il problema difensivo si imperni attorno al principio dell'economia delle forze; la sistematica applicazione di questo principio, quando sia avvalorata dal più razionale impiego delle armi della difesa, non solo impedisce che lo squilibrio iniziale si accentui, ma tende a progressivamente ridurlo fino ad invertire i rapporti delle opposte forze a danno del nemico. Raggiunta così la superiorità numerica, o comunque affermatasi una superiorità tattica, si renderà possibile l'offensiva strategica in quella stessa fronte o in altre fronti, secondo i disegni del comando. Compito della difesa è dunque quello di assicurare l'inviolabilità della fronte, consumando il minimo delle proprie forze ed infliggendo al nemico le maggiori perdite. ARTICOLO 2

Caratteristiche della difesa 2. - Attributi caratteristici della difesa sono la sistemazione del terreno e lo scaglionamento in profondità delle forze e dei mezzi. Entrambi rispondono egualmente bene e al principio dell'economia delle forze, e al più razionale impiego delle armi della difesa. La sistemazione del terreno, in quanto accorda protezione al difensore e gli assicura l'impiego a gran rendimento dei mezzi d'azione, compensa quell'inferiorità originaria di cui si è detto, e pone la difesa in favorevoli condizioni di lotta rispetto all'attacco. Essa pertanto deve essere considerata, non come una predisposizione di carattere sussidiario e statico, ma come uno degli elementi essenziali e dinamici della battaglia difensiva. Intesa in questo senso, la sistemazione del terreno risulta, come è necessario che sia, di esclusiva competenza dei comandi tattici al pari dell'impiego delle truppe.

CAPO II Organizzazione della difesa

ARTICOLO 3

Sistemazione del terreno 3. - Come già è stato detto nelle «Direttive per l'impiego delle grandi unità nell'attàcco» le Odierne fronti difensive sono costituite da una successione di sistemi scaglionati in profondità quanto è necessario perché le artiglierie dell'attacco non possano, per ragioni di distanza, prendere contemporaneamente sotto il tiro di preparazione due successivi sistemi. Siffatto scaglionamento in profondità, mentre impone all'attaccante una sosta per lo spostamento innanzi di parte almeno delle artiglierie, benefica la difesa di un tempo particolarmente vantaggioso ai fini del reintegro della resistenza e della stabilizzazione della fronte. Esso è pertanto elemento essenziale di differenziazione fra sistema e sistema, né se ne potrà prescindere senza falsare il concetto informatore e le caratteristiche fondamentali dell'organizzazione. · II compito di ciascun sistema nell'economia generale dell'azione sarà fissato dal Comando Supremo in relazione alla condotta sti;ategica prescelta per la difesa, e comunicato ai comandi di armata in sede di direttive concrete e con specifico riferimento alla fronte dell'armata. Qui per inquadrare il problema tattico, saranno sufficienti pochi cenni sulla costituzione di un sistema, e precisamente di quel sistema che si sup-


- 82-

pone designato a sostenere l'urto nemico e a costituire quindi l'intelaiatura della battaglia 1 • 4. - È noto che oggi tutto ciò che si presta al rilievo fotografico aereo, ovvero risulta comunque individuabile, è soggetto a distruzione certa per parte dell'artiglieria nemica. Ogni studio che fosse esclusivamente rivolto a conferire maggior valore protettivo alle masse coprenti rimarrebbe sterile tentativo di fronte alla supremazia del cannone che quattro anni di guerra hanno ormai posto in luce ed affermato . Ne deriva che qualsiasi organizzazione difensiva risponderà, tanto più e meglio alla sua funzione, quanto più e meglio riuscirà a sottrarsi a tale sicura azione distruggitrice. È quindi una questione di occultamento, daricercarsi genialmente adattando la fortificazione al terreno: ma dove l' occultamento non è possibile, occorrerà rendere difficile l'individuazione, moltiplicando gli elementi fortificatori ed assegnando solo ad una parte di essi, razionalmente scelta, i compiti essenziali per la condotta della difesa: e criterio di base a tale scelta sarà la conoscenza dei procedimenti di attacco del nemico. La necessità di rendere difficile l'individuazione condanna nei moderni sistemi la linea - ossia l'elemento individuabile e vulnerabile per eccellenza - ed esige che sia sostituita dalla striscia, intendendo per striscia un aggregato di elementi fortificatori di qualunque natura e specie (appostamenti o trincee per tiratori, postazioni per artiglierie, per armi automatiche e per armi da trincea, capisaldi, ricoveri, posti di osservazione, etc.), distesi nel senso della fronte e variamente scaglionati a scacchiera in una profondità variabile fra un minimo di 50 m. e un massimo di 300 m. 2 • Non si descrivono particolareggiatamente i vari tipi di striscie, trattandosi di argomento che sarà più opportunamente trattato nell'istruzione per l'organizzazione del campo di battaglia; qui basta affermare che, nella striscia, avranno la prevalenza gli elementi caratteristicamente atti alla resistenza, ovvero quelli solo idonei alla copertura e all'osservazione, a seconda del compito tattico ad essa assegnato. E così pure sarà il criterio tattico associato allo studio del terreno che deciderà della convenienza e del modo di avere la striscia frontalmente continua; continuità da conseguirsi mediante camminamenti fra elemento ed elemento, oppure mediante l'ostacolo passivo. 1 . A titolo illustrativo, e non certo come modelli, potranno consultarsi gli schizzi uniti al testo. (Schizzi annessi). 2 In massima sono da prefissarsi le striscie profonde, come quelle che più si differenziano dalla linea; ma questa dimensione dipenderà oltre che dal terreno , dalla natura degli elementi fortificatori che la striscia racchiude.

- 83 -

5. - Fissati questi concetti generici tornerà utile esaminare le parti costituenti un sistema difensivo con riferimento alla funzione spettante a ciascuna di esse nelle varie fasi della battaglia. In massima si avrà una fascia di osservazione e una fascia di resistenza; la prima antistante ed adiacente alla seconda. Per maggior chiarezza, e per coordinare questa distinzione di carattere tattico con la definizione di striscia che è invece di indole fortificatoria, conviene precisare subito che ciascuna fascia potrà comprendere, secondo i casi, una semplice striscia o più striscie, variamente organizzate come sopra è detto. 6. - Scopi della fascia di osservazione sono: - assicurare l'integrità della fronte contro attacchi improvvisi di limitata ampiezza; - trarre in errore il nemico sulla ubicazione della fascia di resistenza e sugli intendimenti della difesa; - attirare il fuoco di distruzione delle artiglierie e, soprattutto, delle bombarde, distogliendolo dalla fascia di resistenza; quanto meno disperdere fra le due fascie il tiro stesso; - segnalare l'avanzata nemica, proteggendo la difesa dalla sorpresa tattica e ponendola in grado di intervenire nella lotta tempestivamente ed in forze; - mediante l'azione delle truppe e dei mezzi che ne presidiano i punti più forti - azione da integrarsi, come verrà spiegato in seguito, con quella delle artiglierie e delle mitragliatrici dislocate nella fascia di resistenza indebolire l'impulso offensivo delle unità d'assalto nemiche prima che affrontino la fascia stessa. Scopo unico della fascia di resistenza è di infrangere, arrestare e respingere l'attacco nemico. In sintesi si può dunque affermare che l'organizzazione a duplice fascia risponde al concetto di costringere il nemico a combattere, non nella zona ove egli ha preparato l'attacco, bensì in quella ove la difesa, conservando efficiente la propria capacità reattiva, ha preparato la resistenza. Intesa in questo senso tale organizzazione costituisce il primo atto che il difensore compie per sottrarsi alla volontà dell'attaccante e per imporgli la propria. 7. - La fascia di osservazione sarà caratterizzata da una occupazione rada di nuclei destinati all'osservazione e di nuclei destinati a logorare il nemico e incanalarne l'irruzione attraverso prestabilite zone di ostacolo e di fuoco. E gli apprestamenti fortificatori si uniformeranno naturalmente


-84-

-85-

a questi compiti: si sistemeranno cioè a capisaldi 1 quei punti di maggior valore difensivo che saranno presidiati dai nuclei di logoramento; si organizzeranno inveèe con lavori di minore efficienza (ad esempio tratti di trinceramento, appostamenti per tiratori, per lanciatori di bombe o per armi automatiche, posti di vigilanza, ecc.), i rimanenti tratti di fronte che saranno guarniti solo con nuclei di osservazione. Per i capisaldi sono requisiti di primaria importanza: a) che non appaiano quali organi a sé, delimitabili e individuabili dal rilievo aereo, né assumano ampiezza eccessiva così da richiedere presidio superiore al battaglione; siano invece confusi negli elementi, veri o fittizi, della striscia la quale complessivamente deve presentare aspetto uniforme su tutta la fronte; b) che la chiusura alla fronte di gola - la quale è sempre consigliabile - sia fatta con opportuni accorgimenti perché il nemico, impossessandosi del caposaldo, non lo utilizzi a nostro danno; c) che la loro ubicazione tenda il più possibile ad assicurare scambievole appoggio e protezione di fuoco; d) che agli inttrvalli fra essi corrispondano estese e poco appariscenti zone di ostacolo intensamente battute dalle artiglierie e dalle mitragliatrici dislocate dietro la fascia di resistenza. · Peri tratti di fronte da organizzare come elementi di osservazione, prevalga su ogni criterio quello dell'occultamento, nella considerazione del vantaggio che deriva a tali nuclei dal vedere bene senza essere visti. Solo a queste condizioni infatti essi potranno conservarsi - come è necessario - vigili durante i periodi di sosta ed attivi durante il combattimento. Una rete di camminamenti, strettamente commisurata alle esigenze delle organizzazioni a cui deve servire, collegherà la fascia di osservazione a quella di resistenza.

8. - Nella fascia di resistenza si difenderà ad oltranza l'intero sistema. La organizzazione di essa deve informarsi al principio generico dello scaglionamento in profondità ed alle specifiche esigenze di un razionale impiego delle forze della difesa. Di massima comprenderà pertanto tre striscie, corrispondenti alle tre linee secondo le quali si schiera normalmente una grande unità per la battaglia. La prima striscia, ossia quella adiacente alla fascia di osservazione, è la striscia di combattimento per eccellenza, dove la difesa si impegna risolutamente e in forze per contendere palmo a palmo il terreno dell'attaccante. Rappresenta la travatura della fascia di resistenza, e assicura protezione allo schieramento delle artiglierie della difesa. Alla striscia di combattimento seguono la striscia dei rincalzi e la striscia delle riserve. Queste, oltre ad accrescere il valore difensivo del sistema e a conferirgli una profondità rispondente al migliore impiego delle armi della difesa, sono destinate, in unione a organizzazioni traversali fra striscia e striscia, a costituirè base di partenza per le azioni di contrattacco, siano essi contrattacchi immediati di rincalzi o controffensive di più ampio raggio, affidate alle grandi unità di riserva. 9. - La striscia di combattimento frontalmente continua, avrà solida struttura fortificatoria. Sarà coperta sul dinanzi da un velo di armi automatiche esterne alla striscia, accoppiate in appostamenti ben protetti ed aventi azione negli intervalli e nelle zone di ostacolo della fascia di osservazione, e comprenderà numerosi capisaldi scaglionati a scacchiera col criterio del concorso di fuoco reciproco e verso le interposte cortine. Queste, per quanto intrinsecamente meno munite dei capisaldi e con minore densità di occupazione, dovranno essere attive e concorrere ad assicurare l'integrità della striscia. Le striscie dei rincalzi e delle riserve, e così pure le sistemazioni traversali fra striscia e striscia, saranno organizzate col concetto di creare alla difesa le più ampie possibilità controffensive. Questo si traduce in uno studio delle direzioni più fruttifere di contrattacco - studio basato su concezioni semplici e su ipotesi verosimili - e, conseguentemente, in un apprestamento difensivo che conservi in efficienza rincalzi e riserve prima che siano chiamati ad agire, ne agevoli il pronto intervento e li appoggi con efficace azione di fuoco. In pratica, quindi, tanto queste striscie arretrate, come quelle trasversali che con esse fanno sistema, saranno organizzate con criteri analoghi a quelli indicati nell'attacco per la sistemazione delle posizioni di partenza della fanteria 1; e cioè numerosi ricoveri con facili sbocchi offensivi prolun-

1 Per caposaldo devesi intendere una organizzazione, di massima chiusa, con azione su più direzioni, dotata naturalmente o ad arte di prevalente capacità di resistenza e di reazione rispetto alle organizzazioni vicine appartenenti allo stesso sistema. Quasi sempre esso è caratterizzato da una considerevole efficienza fortificatoria destinata a proteggerne possibilmente le parti più vitali (postazioni per armi automatiche, organi di fiancheggiamento, osservatori, ecc.), dal copo di medio calibro. Nell'uso corrente, con la locuzione caposaldo, si adoperano promiscuamente quelle di punto di appoggio, centro o isola di resistenza; e si suole differenziare l'uno dall ' altro a seconda delle forze che li . presidiano. Ma è distinzione affatto convenzionale e che, in tema fortificatorio, non sussiste, rispondendo tutti e tre ·questi elementi all'identico concetto di località a cui, nell'economia generale del sistema_diferisivo, compete una più valida resistenza. Si conserva pertanto la sola denominazione caposaldo, con l'intesa che esso abbia presidio di forza variabile e commisurata alla funzione tattica assegnatagli.

1

Cfr. Direttive per l'impiego delle grandi'unità nell'attacco, .n. 22 e seg ..


- 86-

-87-

gatisi anche attraverso i reticolati con varchi chiaramente individuabili dalle truppe della difesa. Siccome peraltro, non si può escludere che ·un insuccesso nella striscia di combattimento, sposti la lotta verso la striscia dei rincalzi e verso quella delle riserve, converrà sempre rendere anche queste ultime striscie idonee alla resistenza ad oltranza, conferendo ad esse caratteristiche difensive analoghe a quelle della striscia di combattimento. Così sarà sempre possibile, col concorso delle organizzazioni trasversali, arginare e contenere l'irruzione qualora essa siasi verificata solo attraverso brecce aperte nella striscia di combattimento; contrastare il progresso nemico sulle striscie più arretrate ove tutta la prima striscia sia caduta. È tuttavia da tenersi presente al riguardo che una striscia in perfetta efficienza è sempre preferibile a più striscie scarsamente efficienti; e pertanto, dovendosi ripartire materiali e attività lavorativa in ordine di importanza e di urgenza, avranno la precedenza su tutti i lavori quelli della striscia di combattimento , dalla cui conservazione dipendono, in gran parte, le sorti della difesa. 10. - Le comunicazioni sono da considerarsi come organi vitali del sistema difensivo a cui servono. Il loro sviluppo deve esser tale da assicurare, con criterio di larga preveggenza, la circolazione facile delle truppe e dei materiali necessari ad alimentare le difesa nei periodi di massima intensità operativa, e quindi con schieramento rinforzato. Di norma si avrà una rete di grandi comunicazioni e, dipartentesi da questa, una rete di comunicazioni minori che si addentra nei sistemi difensivi, e, nello stesso sistema, si ramifica in camminamenti verso la striscia di combattimento. La rete delle grandi comunicazioni deve assolvere il problema logistico dell'intera fronte col concetto di semplificare il più possibile il compito spettante alle comunicazioni minori. le une e le altre valga, come principio inderogabile, lo sfruttamento massimo di qualsiasi mezzo meccanico che si traduca in risparmio di energie umane. Non minore importanza hanno nel sistema difensivo i collegamenti e l'osservazione. I collegamenti mantenendo in costante comunicazione comandi e reparti, assicurano la continua ed effettiva condotta tattica dell'azione secondo gli intendimenti superiori e s~condo le esigenze della situazione. A questo fine gioveranno la perfezione tecnica e la molteplicità dei mezzi adoperati; nia entrambe rimarrebbero infruttuose se facesse difetto l'organizzazione, intesa come. armonico e ben coordinato impiego dei mezzi stessi e, insieme, garanzia di pronto e perfetto funzionamento del servizio fino alle ultime ramificazioni.

Siffatta organizzazione risulta dall'istruzione sui collegamenti; quì, come concetto fondamentale, è sufficiente affermare la necessità che in ciascuna grande unità il servizio dei çollegamenti costituisca organismo a sé, guidato dal capo di stato maggiore della grande unità stessa quale unica autorità dirigente e responsabile. Quanto all'osservazione, la sua importanza scaturisce dalla necessità che siano seguite con assidua diligenza tutte le manifestazioni dell'attività avversaria, sia per ricavarne utili indizi di proposito offensivi del nemico, sia per fare entrare tempestivamente in azione tutti i mezzi della difesa ove si delinei un attacco improvviso. Il maggior contributo a questa vigile opera di tutti i giorni e di tutte le ore sarà dato dai comandi e dagli osservatori più avanzati che, attraverso il consuetò contatto con le truppe e con le organizzazioni che hanno di fronte, devono acquistare una speciale sensibilità tattica di grande valore informativo. I particolari di organizzazione del servizio di osservazione risultano dalle norme sulla sistemazione del campo di battaglia e dalle norme d'impiego dell'artiglieria. 11. - Si è così tracciato in questo articolo solo la struttura scheletrica di un sistema difensivo, prescindendo dalle forme del terreno che alla struttura stessa devono dar corpo, e che - come è noto - hanno importanza preminente in qualsiasi organizzazione. Si è cioè svolta solo la parte dottrinaria del problema quale è suggerita da una razionale condotta della battaglia difensiva, lasciando la parte applicativa ai comandanti di grandi unità, per i quali lo studio tattico del terreno - ossia fatto nel quadro della missione ricevuta - deve essere fondamento e base di qualsiasi progetto fortificatorio. Tale studio si traduce in un'analisi delle forme topografiche nei riguardi delle condizioni d'impiego che esse creano alle armi della difesa: condizioni che, in concreto, saranno tanto più favorevoli quanto maggior sviluppo assumeranno gli elementi seguenti: il fiancheggiamento la protezione il dominio gli ostacoli all'attacco nemico le comunicazioni. Il problema applicativo risiederà dunque nell'adattare al terreno loscheletro del sistema difensivo qui illustrato, cercando di ben valorizzare questi elementi là dove naturalmente esistono, creandoli o sostituendoli con altre risorse difensive là dove mancano. Ed è adattamento da farsi rifuggendo da ogni rigido schematismo, specie

Per


- 88 -

in montagna in cui alle forme topografiche accentuate, corrispondono qualità difensive parimenti accentuate, che prevarranno al disopra di ogni idea preconcetta. In questi casi, come in qualunque altro in cui sia possibile sfruttare caratteristiche naturali comunque propizie alla difesa, sarà il terreno che detterà legge e guiderà nella designazione dei tracciati, nella delimitazione delle fascie di osservazione e di resistenza e, soprattutto, nella determinazione dei capisaldi . 12. - La convenienza di lasciare la più ampia latitudine nel campo pratico, sconsiglia di fissare a priori alle parti del sistema difensivo dimensioni che, determinate senza alcun concreto riferimento al terreno, risulterebbero improprie ed inopportune. Si può solo indicare come dato di base che lo_spessore della· fascia di osservazione 1 dovrebbe - consentendolo le condizioni locali - esser tale da porre la fascia di resistenza almeno fuori del raggio di azione delle bombarde nemiche, il che è quanto dire, allo stato attuale delle cose, a circa 1500 metri da esse. Ed è questo un dato medio che in taluni casi - e precisamente nelle fronti difensive che non difettano di profondità - potrà essere superato con sicuro vantaggio per la difesa che risulterà rinvigorita nella fascia di osservazione e più elastica nel complesso. Negli altri casi, di fronte alla ferrea necessità di cedere il meno possibile terreno o di difendere ad oltranza linee naturali assai ravvicinate alla fronte nemica ma di indiscutibile valore tattico, bisognerà considerare lo stesso dato come un limite a cui bisogna tendere subordinatamente ad altre esigenze difensive suggerite dal terreno, e, come tali, preminenti. Queste stesse esigenze potranno anzi influire sullo spessore della fascia di osservazione fino al punto da determinare la fusione delle due fascie in un'unica fascia che riunisca in sé i còmpiti di osservazione e di resistenza; il che si verificherà per quelle posizioni costituenti perno dell'intero sistema difensivo e il cui possesso è di importanza capitale per la condotta della difesa. In simili casi dovranno le risorse fortificatorie rendere questi capisaldi inespugnabili, compensando, con la potenza dell'organizzazione, le sfavorevoli condizioni difensive derivanti dall'immediata vicinanza della fascia di resistenza alla parallela di partenza dell'attacco. 1

In linea teorica la profondità della fascia di osservazione dovrebbe essere tanto maggiore quanto minore è l'efficienza della fascia di resistenza , sia per valore fortificatorio sia per densità di artiglierie. Ma questa legge, pur ponendo in luce la funzione reciproca delle due fascie , non è suscettibile di pratica applicazione che nelle fonti da organizzarsi ex novo e nelle quali siavi una certa latitudine nella delimitazione della fascia di osservazione.

~

89-

no solo a titolo di generico orientamento da 200 a 400 m. fra la striscia di combattimento e la striscia dei rincalzi; da 800 a 1000 m. fra questa e la striscia delle riserve. 13. - Quanto ai sistemi successivi, si può prescindere dal descriverli, dato che essi avranno costituzione del tutto analoga al primo sistema, salvo la maggior latitudine conèessa nell'organizzazione della fascia di osservazione. Infatti, essendo questa fuori contatto del nemico e, verosimilmente, assai meno vincolata alle condizioni locali di cui si è fatto cenno, potrà ove si voglia dare larga applicazione al criterio della difesa elastica - avere spessore maggiore di quello medio indicato. Basta solo ricordare, per queste organizzazioni arretrate, che fascie di resistenza traversali dovranno essere preparate fra due successivi sistemi, nel duplice intento di creare favorevoli basi di partenza ad azioni controffensive, e di ristabilire, con :raccordamenti, la continuità della fronte nell'eventualità di un parziale sfondamento. Converrà inoltre che le fascie traversali incidano i due sistemi non ortogonalmente, ma obliquamente, giovando ciò a ridurre nel sistema più avanzato la vulnerabilità dei salienti risultanti ai punti di raccordamento. Tale compartimentazione assume in montagna una importanza tutta particolare, non di rado con ripercussioni anche d'indole strategica. Essa deve basarsi, al pari degli altri aspetti del problema difensivo, su uno studio profondo del terreno coordinato con l'esame delle possibilità offensive attribuibili al nemico, non escluse quelle più sfavorevoli alla difesa. ARTICOLO 4

Lo schieramento di sicurezza 14. -

Lo schieramento di sicurezza risponde ai seguenti intendimenti:

provvedere, in caso di operazioni offensive nemiche condotte di sorpresa, alla difesa ad oltranza del primo sistema; in caso di azioni nemiche previste, ma delle quali raggio ed ampiezza non siano valutabili in precedenza, svolgere una difesa temporeggiante finché non abbia il comando maggiori elementi di giudizio sulla situazione e, per riflesso, sull'impiego delle riserve; lasciare al comando, dopo soddisfatte queste esigenze, la più ampia disponibilità di forze e di mezzi; disponibilità che, in periodo operativo, potrà essere destinata a rinforzo di altre fronti violentemente attaccate ovvero prescelte dal comando per azioni offensive o controffensive, in periodo di sosta, al riposo e all'addestramento delle unità non impiegate. In complesso si tratta di una larga applicazione del principio dell'economia delle forze, rivolta a mettere in valore le fasi di inattività che l'attua-


-90-

- 91-

le guerra impone, trasformandole in periodi di potenziale raccoglimento e di intensa preparazione d'animi e di armi alle lotte future. 15. - Lo schieramento di sicurezza si attua, nell'ambito delle singole armate, secondo una ripartizione settoriale della fronte che, per le caratteristiche di stabilità che le sono proprie, favorisce , anche coll'avvicendarsi delle truppe, l'unità d'indirizzo nello sviluppo dei lavori, consente una certa economia di effettivi e fa di ogni settore una individualità difensiva di sicuro rendimento per la condotta della battaglia. Partendo da questi concetti si delimitano i settori in modo che a ciascuno di essi corrisponda, per ampiezza di fronte e per quantità e specie di forze e mezzi impiegativi, una giusta autonomia tattica; e si assegna in genere ad ogni settore una divisione che rimane così, anche nella difesa come lo è nell'attacco, la grande unità fondamentale. Non è possibile stabilire, neppure come dato medio, l'ampiezza del settore, essendo essa determinata dal terreno e da circostanze che sfuggono ad ogni previsione; di fronte ad ampiezze minime di circa km. 3, non sono da escludersi ampiezze massime triple ed anche quadruple. Quanto alla profondità, la giurisdizione del settore rimarrà in genere limitata ad un sistema difensivo e raramente si estenderà fino a includere due successivi sistemi. I settori converrà ripartire in sottosettori e questi in sezioni 1; ripartizione da farsi evitando ogni schematismo e con giusto riferimento alle condizioni locali, allo schieramento adottato e alle possibilità controffensive. Più settori, in genere due o tre, saranno raggruppati in una zona, nell'intento di coordimirne la condotta difensiva sotto un unico comando, che di regola, sarà di corpo d'armata, ed avrà le necessarie forze per estendere la propria azione in profondità almeno su due successivi sistemi. Tutta questa ripartizione e lo schieramento che con essa si connette, dovranno essere suscettibili di adattamento a variazioni di forze, in aumento o in diminuzione, che la situazione può esigere di frequente e con carattere di urgenza. E così potrà verificarsi, ad esempio, che, entrando in linea una nuova divisione a rinforzo dello schieramento, un settore si trasformi in zona di corpo d'armata e, conseguentemente, i sottosettori in settori di divisione; oppure inversamente che una divisione, in seguito al ritiro di un'altra, debba estendere la propria fronte ad un'intera zona di corpo d'armata. 16. - Lo schieramento con le unità affiancate comunemente - detto per ala - risulta, tanto per la divisione rispetto alle brigate come per il corpo d'armata rispetto alle divisioni, il meglio rispondente alle esigenze della difesa. Esso infatti crea condizioni propizie sia all'esercizio del coman-

do, sia alla fusione delle fanterie con le altre armi, artiglieria in ispecie, sia infine allo sviluppo dei lavori che rimangono affidati sempre alle stesse unità. Condizioni del pari favorevoli non si verificano per l'addestramento che non può compiersi che per piccole unità, e non per brigate e per divisioni come pur è necessario che si faccia. Lo stesso dicasi per il riposo che, con le unità affiancate, oltre a non beneficare i comandi, riesce poco fruttifero anche per la truppa più prossima e più vincolata alla fronte. Fra queste opposte esigenze - esigenze di pura difesa ed esigenze di addestramento e di riorganizzazione - solo l'apprezzamento della situazione potrà dare un criterio sulla opportunità o meno di schierare i corpi d'armata e le divisioni con le unità (rispettivamente divisioni e brigate) una dietro l'altra - ossia per linea secondo la dicitura corrente - invece che affiancate. Per le unità inferiori alle brigate la convenienza generica dello schieramento per linea è da ritenersi normale, dato che esso risparmia le truppe e risponde bene ai requisiti di una difesa in profondità ed attiva. 17. - Fissato il tipo di schieramento, il dosamento delle forze deve farsi con larga applicazione del principio dello scaglionamento in profondità, sia perché, oltre un certo limite di densità, le truppe sono esposte a considerevoli perdite senza che ne derivi per le posizioni che esse presidiano una maggiore capacità di resistenza, sia perché solo attraverso l'impiego dei rincalzi e delle riserve può vantaggiosamente affermarsi nella lotta la volontà della difesa e svilupparsi quella potenza reattiva che costituisce uno dei maggiori determinanti del successo. Nella pluralità dei casi risponde bene a questi concetti uno scaglionamento di forze in profondità che destini un terzo delle forze complessivamente a presidio degli elementi di osservazione e della striscia di combattimento, e i rimanenti due terzi ripartisca fra le striscie dei rincalzi e delle riserve. Tale schieramento, in periodo di sosta delle operazioni, si attuerà solo nella misura richiesta dalla necessità di fronteggiare azioni nemiche condotte di sorpresa; saranno quindi guarnite la fascia di osservazione e parte della fascia di resistenza, e cioè la striscia di combattimento e i capisaldi più importanti delle striscie più arretrate. Le rimanenti truppe saranno dislocate in raggio proporzionato alla loro funzione tattica e alle concrete possibilità che il terreno offre al loro intervento. Si dovrà altresì tenere il massimo conto del sicuro vantaggio derivante dalla centralità delle riserve. 18. ~ Le mitragliatrici e le armi sussidiarie della fanteria dovranno anch'esse essere scaglionate in profondità associando i tiri indiretti a quelli diretti, dando il maggior sviluppo alle azioni fiancheggianti, tenendo soprattutto presente il problema della difesa, ma anche la necessità di infliggere

1 In genere la sezione, coi reggimenti schierati per linea, corrisponde alla fronte tenuta da un battaglione.


-92-

- 93-

continue perdite al nemico colpendolo nelle zone di sosta o di passaggio più frequente e di maggiore vulnerabilità. 19. - Per le artiglierie lo scaglionamento in profondità si impone oltre che per le ragioni fondamentali che sono comuni a tutte le armi della difesa, per ragioni intrinseche derivanti dalla necessità imprescindibile di eseguire la manovra di fuoco sopra ampi settori. Tale scaglionamento sarà ottenuto utilizzando le gittate e, in genere, le caratteristiche delle bocche da fuoco in modo appropriato ai còmpiti, e cioè: in caso di attacco nemico, tiri di contropreparazione sulle organizzazioni nemiche; di sbarramento davanti e nell'interno della fascia di osservazione e davanti alla fascia di resistenza; di repressione sulla fascia di resistenza; in periodo di sosta, còmpiti di distruzione e di logoramento delle artiglierie e delle truppe nemiche, e di concorso a eventuali piccole operazioni offensive. Tutti questi còmpiti potranno essere felicemente assolti col dislocare la quasi totalità delle artiglierie in una zona dai 6 ai 7 km. di profondità · e il cui margine anteriore dista in massima dai 3 ai 4 km. dalla fronte nemica. La zona delle artiglierie rimane dunque protetta dalla fascia di resisten° za alla quale anzi, in parte, si sovrappone. Solo eccezionalmente qualche pezzo potrà essere postato nella fascia di osservazione, ma per còmpiti di carattere temporaneo oppure particolarmente importanti e non altrimenti assolvibili. Anche le bombarde saranno piazzate nelle organizzazione della fascia di resistenza per partecipare all'azione di sbarramento che le artiglierie e le mitragliatrici devono compiere contro le fanterie nemiche avanzanti attraverso la fascia di osservazione. Qualche eccezione a queste norme potrà essere giustificata dalla necessità di battere zone in angolo morto rispetto ai tiri di sbarramento e di interdizione vicina. 20. - Lo sbarramento, nel quadro tattico a cui risponde lo schieramento di sicurezza, è fondamentale procedimento di difesa, sia perché l'esiguità dei mezzi può menomare considerevolmente gli effetti della contropreparazione, sia perché questa può del tutto mancare nei casi di azione nemica di sorpresa. L'organizzazione dello sbarramento esige pertanto da un lato utilizzazione a pieno rendimento delle artiglierie particolarmente idonee allo scopo (leggiere e campali pesanti) associate alle mitragliatrici e alle bombarde, dall'altro una fµnzionalità sicura, impeccabile e quasi automatica. Questi requisiti si soddisfano ricorrendo nella maggior misura possibile all'azione fiancheggiante che, a parità di armi impiegate, frutta un più ampio tratto sbar-

ramento e còmpiti eventuali di concorso, infine impiantando mezzi di collegamento molteplici pronti e sicuri fra fanteria e artiglierie. Il problema, nel suo complesso, è di competenza dei comandi di divisione che stabiliscono quali siano i tratti di fronte da sbarrare dalla fanteria con le mitragliatrici e i mezzi sussudiari, quali quelli da sbarrare dall'artiglieria. Sulla base di questa ripartizione preliminare, i comandi di artiglieria qivisionale organizzano lo sbarramento di artiglieria procurando - in quanto sia consentito dai mezzi disponibili - che il tratto di fronte corrispondente ad ogni sezione sia sbarrato da un gruppo organico o tattico di batterie 1• Il comandante di gruppo che ha la responsabilità dello sbarramento su una determinata sezione, dovrà risiedere nella stessa località o in località molto prossima alla sede del comando di battaglione o di reggimento a cui è affidata la difesa della sezione stessa. Ciò perché, nella consuetudine giornaliera, si affermino vincoli di concorde ed armonica cooperazione. In massima lo sbarramento si organizza tanto davanti alla fascia di osservazione, quanto davanti alla fascia di resistenza; ma il primo è, in ordine di importanza, subordinato al secondo, che nell'economia generale della difesa è essenziale. Entrambi costituiscono una cortina fissa, la più prossima possibile ai nostri reticolati. In taluni casi si potrà anche avere uno sbarramento mobile 2 sia nella zona neutra fra le linee nemiche e le nostre, sia nell'interno della fascia di osservazione, quando vi si voglia ostacolare l'avanzata nemica con una prolungata azione di logoramento. Quest'ultimo procedimento, come verrà spiegato in seguito, esige però una certa profondità di fascia di osservazione. 21. - Poiché la disponibilità di artiglieria - trattandosi di schieramento di sicurezza - sarà relativamente modesta, occorrerà che l'azione di tutte le batterie si possa svolgere sul massimo settore orizzontale e che eventualmente si completi mercè appostamenti sussidiarì, giovevoli anche per meglio proteggere le batterie stesse. In quest'ordine di concetti non sono consigliabili le installazioni in caverna che, mentre accordano assai discutibile protezione, limitano considerevolmente i settori di tiro. In genere la caverna è utile come ricovero delpersonale; per il materiale è superflua e sovente addirittura dannosa. Solo in via eccezionale potranno praticarsi installazioni in caverna per 1 Ogni cannone di piccolo calibro su affusto moderno o obice campale pesante può efficacemente sbarrare una fronte dai 40 ai 50 metri con tiro frontale, una dai I 00 ai 200 metri con tiro d'infilata. Piuttostoché diluire il tiro con una densità minore di questa, conviene, ove difettino i mezzi, ridurre i tratti di fronte da sbarrare con artiglierie ed aumentare invece quelli affidati alle mitragliatrici. 2 Lo sbarramento mobile è del tutto diverso dal barrage roulant praticato dall'esercito francese che corrisponde invece al nostro tiro d'accompagnamento.


-94-

-95-

artiglierie a tiro rapido aventi còmpiti particolari di fiancheggiamento a settar(\ ristretto,e con cannoniere ad asse difficilmente imboccabile. '22. l- La migliore protezione all'artiglieria deve venire dalla fanteria con la,q~)tle combatte; peraltro è opportuno che le batterie provvedano alla loro di'fesa vicina, circondando gli appostamenti di reticolati, preparando ostruzioni attraverso le strade di accesso, costruendo, con giusto coordinamento con le organizzazioni circostanti, elementi di trincea e postazioni per mitragliatrici. Tutto ciò riveste particolare importanza per le batterie più avanzate e, _in genere, per tutte quelle dislocate presso le più facili vie di penetrazione dell'attacco.

La parte essenziale della difesa sarà affidata alle artiglierie, ma vi concorreranno, come sempre, anche le mitragliatrici. In massima si avrà: una aliquota di artiglierie leggiere dislocate a pezzi o a sezioni isolate in modo di battere d'infilata, a puntamento diretto e alle brevi distanze, la via di probabile irruzione dei carri d'assalto; uno schieramento di mitragliatrici ben protetto, disposte lateralmente alle vie d'irruzione, col mandato di battere di fianco e da tergo le fanterie seguenti i carri d'assalto. Tanto le artiglierie come le mitragliatrici saranno accuratamente mascherate e, salvo imperiose necessità tattiche, non dovranno rivelarsi che al momento di entrata in azione, per il particolare còmpito cui sono destinate. Inoltre, nell'intento di rinforzare l'azione delle artiglierie saranno prese le necessarie predisposizioni perché sezioni mobili, dai loro appostamenti normali, possano, all'accorrenza, celermente spostarsi verso posizioni avanzate precedentemente designate come idonee allo scopo. A complemento della difesa attiva dovranno organizzarsi difese passive atte a immobilizzare le macchine nemiche o, quanto meno, a ostacolare la marcia orientandola e rendendola possibile solo verso le zone più battute dalle artiglierie e dalle mitragliatrici. Non è il caso di precisare tali difese dovendo esse adeguarsi ai tipi di carro d'assalto che presumibilmente metterà in linea il nemico; in ogni modo per le macchine oggi in uso costituiscono un utile ostacolo banchi di mine funzionanti sotto determinati pesi, abbattute di alberi collegati fra loro con intreccio di filo spinoso, zone di palafitte, zone inondate e infine fossati di conveniente profondità e larghezza 1• 26. - La organizzazione della fronte si completa con la difesa controaerea che, a terra, è affidata a speciali riparti di artiglieria e di mitragliatrici. L'azione delle artiglierie, costringendo gli aerei a navigare ad alte quote, tende ad ostacolare ogni forma di attività aviatoria nemica, particolarmente quella di osservazione. L'azione delle mitragliatrici integra quella delle artiglierie ed è rivolta contro gli aerei che siano riusciti, a malgrado del tiro di artiglieria, a portarsi a bassa quota o per scopi di ricognizione o per scopi offensivi. Uno schieramento tipo può essere il seguente: le artiglierie, generalmente da posizione 2 , sono schierate su due linee di cui la prima alla distanza dai

23. - Lo schieramento delle artiglierie non deve essere rigidamente vincolato ai limiti di settore, specie per quelle a lunga gittata per le quali il criterio del migliore impiego avrà la prevalenza su ogni considerazione di territorialità. Lo stesso concetto è applicabile anche alle artiglierie leggere, ma in più ristretto raggio, data la necessità per tali artiglierie di partecipare in tutto e per tutto alle vicende del settore alla cui difesa sono preposte, e di risentire il meno possibile delle vicende dei settori vicini. Le zone di contatto perciò saranno quasi sempre caratterizzate dal frammischiamento di artiglierie assegnate all'uno e all'altro dei settori finitimi; il che faciliterà i collegamenti tattici laterali e renderà più salda la giunzione fra le grandi unità che, per sua natura, è particolarmente vulnerabile. 24. - Il problema delle dipendenze per le artiglierie deve essere risolto con criteri generali non dissimili da quelli fiss~ti al riguardo per l'attacco, salvo naturalmente le limitazioni imposte dalla non larga disponibilità di mezzi, limitazioni che per poter operare a massa, condurranno ad un ordinamento, specie per le batterie pesanti, alquanto accentrato. Siffatto accentramento deve consentire facili e ampie manovre di fuoco, e, in situazioni di carattere controffensivo, permettere l'assegnazione alle unità minori di aliquote di artiglierie proporzionate al còmpito da assolversi dalle unità stesse. Nel complesso sussiste anche per la difesa la convenienza di lasciare a ciascuna grande unità le artiglierie aventi còmpito normale limitato al settore della grande unità stessa; di accentrare invece nelle grandi unità superiori (accentramento di dipendenza ben inteso) le artiglierie aventi azione su più settori e su più zone. 25. - Lo schieramento di sicurezza terrà conto altresì delle esigenze della difesa contro i carri d'assalto nelle fronti nelle quali non si verifichino condizioni proibitive all'impiego di tali mezzi.

1

Per le palafitte occorre che i pali sporgano dal suolo almeno mezzo metro e siano a scacchiera e ravvicinati in modo da impedire il passaggio negli intervalli; per le zone inondate è necessaria una profondità di acqua non inferiore al metro; quanto ai fossati , cominciano a costituire ostacoli rilevanti se profondi più di 2 metri e larghi più di 5 metri e a pareti verticali. 2 Le batterie autocampali 75 C. K., unitamente ai cannoncini di piccolo calibro con funzionamento automatico, devono essere riservate agli schieramenti rinforzati.


-96-

-97-

2 ai 4 km. dalle nostre posizioni più avanzate, la seconda arretrata dai 4 ai 6 km. rispetto alla prima; le sezioni intervallate in una stessa linea dai 4 ai 6 km. 1 e, nelle due linee, sfalsate a scacchiera. Quanto alle mitragliatrici, i reparti speciali controaerei non saranno schierati con criterio di uniformità analogo a quello indicato per l'artiglieria, ma saranno invece destinati alla difesa di località di particolare importanza che devono essere protette dalle ricognizioni e dalle offese a bassa quota. All'azione di questi reparti speciali si associa quella delle compagnie ordinarie mitragliatrici che potranno concorrere alla difesa controaerea quando abbiano alcune delle loro armi provviste di speciali dispositivi di puntamento e siano dotate di munizionamento incendiario. Mezzi di sorveglianza, di illuminazione e di collegamento (per solito una rete telefonica a parte) assicurano il funzionamento della difesa a terra che è organizzata per armata e, mediante direttive del comandante di armata, deve coordinarsi con l'azione dell'unità aviatorie da caccia. Anche per la difesa contraerea si adotterà una ripartizione settoriale estesa in profondità fino alle località più sensibili delle retrovie e, per quanto possibile, accordantesi con la ripartizione della fronte in assetto di sicurezza.

to più particolarmente riflette la loro dislocazione, non si può non attribuire il dovuto peso ad un'altra esigenza, quella cioè di sottrarre i comandi di grandi unità alle prevedibili oscillazioni della fronte di battaglia e di evitare, nella misura del possibile, la grave crisi di un mutamento di sede durante l'azione. Occorre però che questo assetto prudenziale sia preso nei periodi di sosta delle operazioni, poiché un arretramento dei comandi fino all'ultima ora, nell'attesa di un'attacco nemico, avrebbe ripercussioni di ordine morale e materiale delle più sfavorevoli: esso è pertanto da escludersi i~ via assoluta e categorica.

27. - I reparti del genio sono impiegati nello schieramento di sicurezza con le grandi unità di cui organicamente fanno parte secondo i criterì generici e per gli scopi già indicati nelle direttive per l'impiego delle grandi unità nell'attacco 2 • Uguale riferimento deve farsi per i mezzi aerei 3 che operano sempre con procedimenti offensivi sia nell'attacco che nella difesa; e per la cavalleria che, impiegata a piccole unità può rendere servizi ancora maggiori nella battaglia difensiva, data la perfetta conoscenza che è possibile acquistare del terreno di manovra 4 • Quanto agli altri mezzi di difesa o sussidiari alla difesa (difesa contro i gas, emissione di gas, mine, mezzi fotoelettrici, ecc., ecc.), non si ritiene necessario stabilire delle norme; essi saranno utilizzati a seconda dei criterì d'impiego propri dei mezzi stessi e delle particolari caratteristiche delle varie fronti. 28. - Per i posti di comando, i requisiti generici segnalati come necessari per l'attacco 5 sono anche da ricercarsi nella difesa: ma, per quan1

Questi dati numerici variano secondi materiali: i dati inferiori si riferiscono al cannone 75/911 C. quelli superiore al cannone 76/45. 2 Cfr. Direttive per l'impiego delle grandi unità nell'attacco art. 4 N. 18. 3 Ibidem art. 4 N. 17. 4 Ibidem art. 4 N. 19 secondo capoverso. 5 Ibidem art. 6 N. 27.

ARTICOLO 5

Lo schieramento rinforzato 29. - Lo schieramento rinforzato tende a conferire alla difesa l'efficienza necessaria per infrangere un attacco nemico di grande stile. Potenzialmente tale efficienza deve ritenersi raggiunta quando il primo•e il secondo sistema difensivo siano bene organizzati e dotati delle forze ed artiglierie occorrenti per resistere ad oltranza nella regiÒne delimitata dai due sistemi. Dalla resistenza che opporranno tali truppe in queste posizioni dipenderà l'andamento della battaglia. La pratica attuazione dello schieramento rinforzato è in istretta connessione con la disponibilità totale delle forze, con la possibilità o meno di sventare la sorpresa nemica e infine con le misure adottate per la pronta utilizzazione delle truppe e delle artiglierie di rinforzo. Si prescinde dal problema della disponibilità delle forze che è estraneo a queste direttive e si fa riserva di far cenno nei piani di difesa delle predisposizioni per il migliore impiego dei rinforzi. Quanto alla sorpresa, è nell'ambito delle legittime previsioni escluderla, se i comandi e le truppe in linea saranno vigili e se i mezzi aerei, mantenendosi attivi di giorno e di notte, seguiranno con assidua e acuta osservazione le esterne manifestazioni di vita delle retrovie nemiche. I dati così desu~ti, associati alle notizie che gli uffici informazioni àttingerano a più dirette fonti, metteranno il comando in grado di giudicare con chiarezza la situazione e, conseguentemente, di attuare in tempo i provvedimenti atti a fronteggiarla. 30. - Se lo schieramento di sicurezza avrà densità adeguata ai suoi còmpiti, le grandi unità di rinforzo non serviranno a raffittire lo schieramento nel primo sistema; saranno invece destinate in parte a guernire il secondo sistema, in parte a formare riserve di corpo d'armata e di armata


-98-

-99-

per scopi controffensivi ovvero per sostituire, durante la battaglia, le grandi unità più provate. La dislocazione delle riserve sarà subordinata al criterio che esse possano intervenire nel combattimento prontamente e nelle direzioni presumibilmente più utili. Quindi, in regione montana, al riguardo influiranno soprattutto le comunicazioni; e dove, per l'uniforme sviluppo della rete stradale, tale influenza è minore, converrà fare gravitare le riserve verso le ali, sia per' rafforzarle ed impedire che esse vengano coinvolte in avvenimenti eventualmente sfavorevoli dei settori vicini; sia per concorrere da direzioni efficaci ad azioni controffensive delle unità contigue. Potrà accadere però che superiori esigenze abbiano imposto uno schieramento di sicurezza troppo rado ed assolutamente impari ai bisogni della difesa. In questi casi si renderà necessaria l'inserzione in settore di intere grandi unità, inserzione che - per gli inestimabili vantaggi derivanti dal1' essere comandi e truppe bene orientati - sarà tanto più redditizia quanto più accuratamente sia stata predisposta e quanto prima venga effettuata. 31. - Con l'attuazione dello schieramento rinforzato la difesa si arricchisce, oltre che delle artiglierie divisionali organicamente appartenenti alle grandi unità di rinforzo e che, per quanto è possibile, debbono considerarsi inscindibili da queste, di un'aliquota di batterie da ripartirsi fra i vari nuclei dello schieramento di sicurezza preesistente, col concetto che questo costituisca ossatura al nuovo. Rimarranno quindi invariati i còmpiti dei singoli nuclei così rinforzati e, nel complesso, lo schieramento sarà caratterizzato da un più profondo scaglionamento, in armonia col criterio fondamentale a cui deve informarsi l'intero organismo difensivo. Questa tendenza a scaglionare indietro le artiglierie di rinforzo non esclude però che vi si possa derogare postando avanti qualche batteria, tutte le volte che si riconosca l'utilità di svolgere azione lontana contro obiettivi particolarmente sensibili per il nemico. D'altra parte, consentendolo l'entità dell'aliquota di rinforzo, converrà pure dislocare nei sistemi difensivi più arretrati qualcuna delle batterie di minor rendimento e qualche altra di maggior gittata che possa concorrere anche alla difesa del primo sistema; ciò nell'intento di tener sotto il fuoco le vie principali di irruzione e di creare un embrione di schieramento per le eventualità più avverse. Anche per le artiglierie, come per le grandi unità, riveste una grande importanza la completezza degli studi e dei lavori onde ne è stato preparato l'impiego. Pertanto, in ogni fronte tutto dovrà essere predisposto perché la trasformazione dello schieramento di sicurezza in schieramento rinforzato si compia celermente e nelle migliori condizioni possibili; occorre cioè

che per l' aliquota di rinforzo siano apprestate postazioni, vie di accesso, osservatori, collegamenti, documenti di tiro, depositi di munizioni, e che i relativi lavori siano tenuti occultati al nemico per evitare che le nuove batterie siano individuate ancor prima di entrare in azione. Decisa l'attuazione dello schieramento rinforzato, affluiranno altresì batterie autocampali controaeree, cannoncini di piccolo calibro con funzionamento automatico e compagnie mitragliatrici controaeree, tutti a rinforzo della difesa controaerea di sicurezza nei tratti di fronte ove si vuole assolutamente impedire la ricognizione avversaria. L'affluenza e la sistemazione di questi mezzi dovrà pertanto precedere l'arrivo delle grandi unità e dei nuclei di artiglieria di rinforzo. 32. - Quanto si è detto presuppone che il servizio informazioni abbia funzionato a dovere e che la difesa, ricevuta notizia dell'attacco, abbia potuto attuare in tempo lo schieramento rinforzato. Ma non è da escludersi che condizioni così propizie possano venire a mancare, e che un attacco in forze sorprenda la difesa in semplice schiera~ mento di sicurezza ed abbia ragione della resistenza delle truppe che presidiano il primo sistema. In questi casi, di fronte alla imperiosa necessità di ristabilire ad ogni costo e con ogni mezzo una situazione compromessa, sarebbe grave errore il vincolare le proprie decisioni a piani preesistenti; e però le unità e le artiglierie di rinforzo saranno impiegate traendo esclusivamente norma dagli avvenimenti, e saranno destinate, in parte, a rinforzare i fianchi della breccia per impedirne l'allargamento e, appena possibile, strozzare mediante azione controffensiva, il saliente, in parte a contenere il ne' mico di fronte ed arrestarlo. Siffatti provvedimenti dovranno esser sempre presi _di urgenza. Ma, pur tenendo in giusta considerazione questa necessità, occorre non lasciarsi indurre dalle incalzanti vicende della lotta a impiegare affrettatamente e tumultuariamente le truppe giungenti sulla fronte minacciata. Occorre insomma contemperare due opposte esigenze, senza però varcare i limiti di tempo che, qualora fossero forzati, potrebbero compromettere per l'intera battaglia il rendimento delle unità di rinforzo. In massima, truppe affaticate da una lunga marcia di trasferimento non saranno impiegabili se non dopo un periodo di otto o dieci ore dal loro arrivo: periodo riducibile a metà, quando il trasferimento si sia compiuto per ferrovia o per autocarro. Circa i comandi, quanto maggior tempo essi potranno dedicare, precedendo le truppe, all'orientamento preliminare e all'impianto dei collegamenti tanto più avveduta ed efficace risulterà l'opera loro durante il combattimento.


-100-

-101-

ARTICOLO 6

riore. Ad esempio, prevedendosi, nel passaggio allo schieramento rinforzato, la trasformazione di un settore in una zona di corpo d'armata, ossia lo sdoppiamento di un settore di sicurezza in due settori di difesa (ciascun nuovo settore costituito da un ex-sottosettore), saranno di competenza del corpo d'armata, tanto il piano di difesa della nuova zona, quanto quello del nuovo settore ove sarà inserita la divisione. Tutti i piani di difesa hanno carattere di territorialità, ossia fanno parte integrante della sistemazione del settore e della zona; quindi in occasione di cambi di grandi unità, saranno trasmessi da comando a comando, al pari degli altri organi e mezzi di difesa o logistici che non seguono le truppe perché strettamente attinenti alla organizzazione della fronte. 35. - Nell'allegato alle presenti direttive sono esposte, a titolo di orientamento e di esemplificazione, le principali questioni da prendersi in esame per la compilazione di un piano di difesa. Qui basta porre in rilievo che, essenzialmente, esso deve racchiudere il concetto e i modi secondo i quali la difesa intende reagire all'attacco nelle varie fasi della battaglia: concetto e modi che debbono avere fondamento nello studio delle probabili azioni del nemico e nella conoscenza dei procedimenti tattici che esso di solito predilige. Questi stessi procedimenti potranno in concreto subire delle varianti; sta alla difesa di intuirle o di procurarsene notizia per modificare in conseguenza le predisposizioni date. In ogni modo, nel caso più sfavorevole che tutto ciò venga a mancare e che il nemico riesca a conseguire la sorpresa tattica, si adatterà il piano, nei limiti del possibile, alle necessità del momento. Il piano di difesa dovrà inoltre contenere, tanto per le grandi unità come per le artiglierie, le prescrizioni per disciplinare e rendere facile e spedito il passaggio dallo schieramento di sicurezza a quello rinforzato.

I piani di difesa 33. - Sistemazione del terreno e schieramento rimarrebbero disposizioni di natura statica, e quindi di limitato valore, se il disegno operativo del comando non le animasse, trasformandole in forze vive della difesa. A questo scopo risponde il piano di difesa, che, invece di subire la battaglia opponendo passivamente forze e terreno, tende a disciplinarla e condurla secondo procedimenti scelti dal difensore, in contrapposto a quelli che presumibilmente praticherà l'attaccante. Inteso in questo senso, ossia come reazione più che come resistenza, il piano di difesa, che è una affermazione di volontà, potrà essere imposto in grado maggiore o minore - ossia più o meno fedelmente attuato - a seconda della maggiore o minore rispondenza fra previsione e fatti. Ma, qualunque sia per essere l'attuabilità che lo sviluppo della lotta lasci al piano, esso obbedisce ad una inderogabile necessità della difesa, in quanto traccia una sicura direttiva per i comandi più avanzati nella prima fase della battaglia, durante la quale è da escludere ogni possibilità di tempestivo intervento per parte dei comandi superiori. Inoltre il piano di difesa, per virtù degli studi occorrenti per la sua compilazione e dei documenti illustrativi che lo accompagnano, offre il vantaggio di render familiari ai comandi i vari aspetti del problema difensivo e le organizzazioni che dovranno difendere. 34. - I piani di difesa sono compilati dai comandi di armata e dai dipendenti comandi di grandi unità, ciascuno nel rispettivo ambito tattico, sul presupposto che lo schieramento sia stato rinforzato; ossia che la difesa sia nell'assetto che deve precedere un attacco nemico in forze, atteso e previsto. Questa deve infatti essere da noi considerata come la normalità. Il caso eccezionale che l'attacco sorprenda la difesa in schieramento di sicurezza deve formare oggetto di un piano che si chiamerà di sicurezza e servirà sia contro le piccole operazioni offensive, sia contro le maggiori, per una prima resistenza fino all'arrivo dei rinforzi. Del resto, per le divisioni in linea, le differenze fra l'una e l'altra situazione e quindi fra il piano di difesa e il piano di sicurezza -'-- astrazione fatta dalla diversa condotta dell'artiglieria dipendente dalla minore densità non saranno considerevoli, dato che, di regola, le grandi unità di rinforzo sono destinate a guernire il secondo sistema. In ogni modo, nei casi in cui è prevista l'inserzione in settore di una intera grande unità, i relativi piani di difesa saranno di competenza della grande unità immediatamente supe-

CAPO III Condotta della difesa ARTICOLO 7

La contropreparazione 36. - La contropreparazione, intesa in senso lato, comprende ogni forma di attività della difesa diretta ad ostacolare i preparativi offensivi del nemico, a distruggerne o neutralizzarne i mezzi apprestati per l'attacco. E poiché, di solito, i preparativi offensivi in parte si compiono di lunga mano, in parte nel periodo della preparazione immediata o poco prima, ed inol-


-102-

- 103-

tre i primi anche negli scopi sono nettamente differenziati dai secondi, così la difesa si comporterà in modo diverso secondo che si tratti di reagire all'una o all'altra fase preparatoria. Si farà pertanto separato cenno dei due procedimenti della difesa, e cioè della contropreparazione preventiva e della contropreparazione immediata: terminologia questa che si stabilisce per meglio distinguere i due periodi, ma non certo per mutare in rigida corrispondenza di tempo la corrispondenza di concetto che vincola l'atteggiamenk> della difesa a quello dell'attacco . 37. - La contropreparazione preventiva, rispetto all'attività normale della difesa, sarà caratterizzata da una intensificata azione di logoramento delle forze vive nemiche e particolarmente delle artiglierie. Essa però, in quanto svela la reazione della difesa, implica rinunzia a sorprendere col fuoco l'attacco: circostanza questa da tenersi presente nel decidere l'intensità e lo sviluppo della contropreparazione preventiva, dato che anche nella battaglia difensiva la sorpresa tattica, raggiunta ai danni dell'attaccante, è importante elemento di successo. I maggiori risultati nella contropreparazione preventiva si otterranno dall'azione di controbatteria, con la quale si tenderà a menomare il più possibile l'efficenza dell'artiglieria avversaria, così da renderla impari al grave còmpito assegnatole nell'attacco. L'artiglieria della difesa, per quanto, di solito, in inferiorità numerica rispetto all'attacco, sosterrà con vantaggio questa lotta se l'organismo di controbatteria sarà stato ben preparato e se sarà impiegato in modo avveduto; ossia con azioni a massa e rendendo, con ogni mezzo, principalmente con la mobilità, difficile al nemico, l'individuazione delle batterie. Il logoramento delle forze vive si eserciterà altresì con tiri di interdizione diretti a contrastare qualsiasi attività preparatoria dell'attacco; con tiri di distruzione contro organizzazioni nemiche aventi carattere offensivo; con tiri di annientamento rivolti contro abitati e contro zone di raccolta e di alloggiamento. I mezzi aviatori, oltre a ostacolare la ricognizione e la osservazione aerea nemica, collaboreranno con l'artiglieria estendendo in più ampio raggio l'azione di logoramento di cui si è detto. Occorre però che tale somma di sforzi sia diretta a segno, e cioè che sia fondata su una conoscenza esatta e, possibilmente, completa dei preparativi del nemico. Se questa condizione non è soddisfatta si avrà un dannoso dispendio di energie e si forniranno, oltre tutto, all'attaccante utili notizie sulla capacità reattiva della difesa. L'efficacia della contropreparazione preventiva è quindi subordinata al grado di perfezione raggiunto dal servizio informazioni; a sussidio del

quale converrà compiere, in questo periodo, dei colpi di mano che, oltre ad elevare nelle truppe della difesa la combattività e i coefficienti morali, potranno fruttare, mediante cattura di prigionieri, dati di notevole importanza per il più razionale sviluppo della contropreparazione immediata. 38. - La contropreparazione immediata si inizia non appena i preparativi offensivi perdono il loro carattere di predisposizioni potenziali, per assumere quello di provvedimenti dell'ultima ora, preludianti l'attacco. Siffatto mutamento del contegno nemico, che potrebbe corrispondere in taluni casi all'entrata in linea delle grandi unità di urto, in altri invece all'approssimarsi alla fronte dei carri d'assalto, non dovrebbe di regola sfuggire alla difesa. Ma se ciò disgraziatamente accadesse, la contropreparazione immediata si svolgerà, se non in precedenza di qualche ora come è desiderabile, in contemporaneità con la preparazione immediata, che si manifesterà subito come tale per intensità e timbro di tiro. In ogni modo, fisserà quest'ora di inizio il comando a cui è affidata la condotta della battaglia, lasciando un ragionevole adito alla iniziativa dei comandanti di grandi unità in linea, e tenendo presente la convenienza che ha la difesa di prevenire l'attacco, col colpirlo in tempo e il più a lungo possibile nelle parti più vive e più efficienti dell'apparecchio offensivo. Tali sono le truppe d'assalto e i loro rincalzi raccolti nelle posizioni di partenza e pronte allo scatto: contro di esse sarà rivolta la gran massa delle energie della difesa (artiglieria, mitragliatrici, mezzi aviatori) che le sottoporrà a un così intenso tormento di fuoco da fiaccarne ogni impulso offensivo. Quindi, salvo poche batterie che possono essere lasciate all'azione di controbatteria per neutralizzare artiglierie nemiche particolarmente moleste e poche altre riservate all'interdizione lontana contro obiettivi di speciale importanza, tutte le rimanenti artiglierie pesanti dovranno agire contro le fanterie con tiri di interdizione vicina e di annientamento. E anche per questi tiri vale, e a maggior ragione, quanto è stato detto circa l'efficacia della contropreparazione preventiva; e cioè che essi saranno veramente fruttiferi se saranno rivolti proprio là dove si trovano le fanterie avversarie e sono più vulnerabili. Pertanto, non fuoco uniformemente ripartito su tutta la fronte e contro le difese nemiche come se si trattasse di distruggerle, ma tiri concentrati contro le località (parallele di partenza, zone di raccolta di truppe d'assalto e di rincalzi, camminamenti e vie di accesso costituenti arterie principali, posti di comandi e osservatori ecc.) nelle quali la presenza di truppe o di comandi risulti, dalle informazioni raccolte e dalle osservazioni compiute, come dato certo e sicuro. Insomma, perché la contropreparazione immediata produca - come è necessario - una grave menomazione della capacità offensiva dell'attac-


-104-

- 105-

cante, occorre che si svolga con un programma di tiri di insolita intensità e violenza, possibilmente osservati, assolutamente ben diretti. Queste esigenze mentre rendono la contropreparazione quanto mai costosa, implicano una consapevole rinunzia al massimo di densità dello sbarramento 1 che rimarrà affidato, oltreché alle mitragliatrici, alle artiglierie leggere, alle bombarde ed a parte delle artiglierie campali pesanti: a meno che, sulla via delle soluzioni medie - le quali, scarseggiando i mezzi, sono sovente necessarie - non si disponga perché parte delle artiglierie destinate ai tiri di contropreparazione passino, nell'imminenza dell'assalto, a rinforzo dello sbarramento. In ogni modo fra contropreparazione immediata e sbarramento intercedono rapporti di compensazione così evidenti da giustificare sia la rinunzia di cui si è fatto cenno, sia una sottrazione di mezzi fatta alla prima a vantaggio del secondo. 39. - Durante la fase della contropreparazione preventiva dovrà se già non è stato fatto prima - avere effettiva e completa attuazione lo schieramento delle forze della difesa, in conformità delle norme contenute nei piani e delle disposizioni che, a complemento o a modificazione di esse saranno impartite dai comandi, ciascuno nel proprio ambito, in prevision; della battaglia. In tal guisa si eviteranno movimenti di truppe sotto i tiri della preparazione nemica e la difesa sarà tempestivamente posta in perfetto assetto. È del pari della massima importanza che ciascuno sia al proprio posto di combattimento nell'imminenza dello scatto delle truppe di assalto. La intuizione di questo istante non è facile, perché l'attaccante curerà con ogni mezzo che nessun indizio lo riveli prematuramente. È tuttavia obbligo dei comandanti di grande unità di provvedere, anche traendo norma delle informazioni che si posseggono, perché le esigenze di vigilanza e di prontezza alla reazione siano sicuramente soddisfatte. In caso contrario l'attacco sorprenderà intere unità della difesa nei ricoveri, inette a ogni resistenza; mancherà o sarà tardiva, e quindi inefficace, la reazione di alcuni organi essenziali, ad esempio Io sbarramento; e l'intero congegno difensivo ne riceverà uno sconvolgimento iniziale, le cui ripercussioni potrebbero essere delle più funeste per le ulteriori vicende della battaglia.

ARTICOLO 8

1

Dello sbarr~mento qui si fa cenno solo per incidenza; se ne tratterà invece nell'art. 8, dato che esso, mtnnsecamente, è reazione all'avanzata nemica, e che si differenzia dalla contropreparazione nei fini e nei modi di azione. Ciò non esclude però che raffiche di sbarramento si_ compiano talvolta, a intermittenza, durante la contropreparazione immediata, sia per non farsi sorprendere dalle onde di assalto quando mancano indizi sul!' ora dello scatto sia al fine di colpire reparti nemici appostatisi in prossimità dei nostri reticolati per irromper~ più prontamente nei varchi.

La reazione all'avanzata nemica 40. - Uno schieramento di artiglieria, per quanto potente e ben impiegato, difficilmente potrà da solo avere ragione di un attacco condotto razionalmente e sostenuto con energia e con risolutezza. Questa massima che, riposando su elementi morali, non soffre eccezioni né per armi né per metodi tattici, spiega come il successo nella battaglia difensiva si maturi durante la contropreparazione che è compito fondamentalmente spettante all'artiglieria, ma si raccolga nella fase successiva, per opera della fanteria, che rimane, nella difesa come nell'attacco, l'elemento risolutivo del combattimento. Sarà dunque la lotta delle fanterie che darà linea e colore a questa fase della battaglia; della quale si mettono qui in rilievo solo le caratteristiche più salienti, perché il tracciarne un quadro completo condurrebbe nell'ambito tattico delle minori unità, ossia fuori dei limiti segnati alle presenti direttive. 41 . - La reazione della difesa deve risultare distribuita variamente e con intensità crescente dalla fascia di osservazione alla fascia di resistenza. Questo principio, che trova la sua applicazione nello scaglionamento in profondità delle forze e dei mezzi, si accorda altresì col concetto di resistenza elastica a cui s'informa la stessa sistemazione del terreno. In pratica esso si traduce attribuendo alle truppe della fascia di osservazione reazione di fuoco, alle truppe della fascia di resistenza reazione di fuoco e di movimento; attribuzioni fondate sul presupposto che il bilancio generale delle forze della difesa non consenta, nelle prime ore di combattimento, quando cioè Io sforzo nemico sfugge ad ogni possibile valutazione di intensità e durata, di adottare il dispendioso regime dei contrattacchi anche per la fascia di osservazione. Questo almeno è il criterio di massima che differenzia la lotta nell'una e nell'altra fascia; non escludendosi per altro che, in condizioni particolari di terreno e di disponibilità di forze, anche le unità presidianti la fascia di osservazione reagiscano, oltre che col fuoco, col movimento, ossia contrattaccando. Ma salvo questi casi speciali, da definirsi chiaramente nel piano di difesa, la completa riconquista della fascia di osservazione sarà frutto non di iniziative locali, ma di determinazione del comando a cui spetta il governo delle forze durante la battaglia. 42. - Il primo atto della reazione è affidato allo sbarramento delle artiglierie, delle bombarde e delle mitragliatrici. Come è stato specificato al n . 20, esso si effettua sia sul dinanzi della fascia di osservazione, secondo


-106-

-107-

i casi, fisso o mobile, verso le linee nemiche; sia nell'interno della fascia stessa, mediante una cortina grado a grado retrocedente fino sul dinanzi della fascia di resistenza, ove si fissa. Questo ultimo procedimento di sbarramento mobile è evidentemente subordinato ad una certa profondità di fascia di osservazione e alle possibilità, riservate alla difesa, di impegnare il nemico in una lotta di logoramento attraverso le organizzazioni esistenti nella fascia stessa. Se queste condizioni non si verificano, converrà rinunziare, nell'interno della fascia d'osservazione, allo sbarramento mobile che, per difetto di spazio e di tempo, non potrebbe essere disciplinato a dovere, e limitarsi invece allo sbarramento (fisso o mobile) davanti alla fascia di osservazione, il quale, col progredire dell'irruzione, arretrerà di un balzo davanti alla fascia di resistenza. Esclusa così la fase di logoramento, la prima cortina dovrebbe tendere a rompere l'attacco, la seconda ad arrestarlo. Ma quale si sia il procedimento che verrà adottato, è indubbio che lo sbarramento perde gran parte della sua efficacia se non è tempestivo, ossia se non si inizia qualche minuto prima dello scatto delle fanterie avversarie. A questa precedenza di tempo che, non conoscendo il piano d'attacco nemico, non è facilmente raggiungibile, bisogna tendere con ogni mezzo. Gioveranno all'uopo, oltre a molteplici e sicuri sistemi di collegamento tra fanteria ed artiglieria - ciò che è esigenza fondamentale specie per lo sbarramento mobile - prescrizioni di vario genere intese a rendere l'intervento dello sbarramento quasi automatico: ad esempio, lo stabilire che la formazione di densa nebbia artificiale davanti alla nostra fronte o l'insistente sparo delle nostre mitragliatrici equivalga senz'altro a richiesta di sbarramento. Così pute sono consigliabili intermittenti raffiche di sbarramento durante la contropreparazione per gli scopi indicati nella nota a pag . 51. La cortina davanti alla fascia di resistenza non deve ulteriormente arretrare, anche se reparti nemici, riusciti a sorpassarla, abbiano messo piede su organizzazioni della nostra striscia di combattimento, necessitando che il fuoco di sbarramento conservi, per densità e frequenza, tutto il suo valore di ostacolo disgregatore della sopraggiungente massa d'urto. 43. - La lotta entro la fascia di osservazione può assumere fisionomia diversissima secondo la complessiva disponibilità delle forze della difesa. A taluni tratti della fronte potrà infatti essere assegnata pura funzione di vigilanza, e quindi alle truppe che li presidiano còmpito di avamposti che, segnalato l'attacco, ripiegano sulla striscia di combattimento lasciando sgombra una zona per la reazione di fuoco delle artiglierie e mitragliatrici della fascia di resistenza. Ad altri tratti invece, organizzati a capisaldi e destinati a costituire scogli contro i quali s'infrangerà l'irruzione, deviando verso le predisposte zone di ostacolo e di fuoco, competerà funzione di resistenza

ad oltranza. Ad altri infine spetterà una funzione intermedia fra quella di vigilanza e quella di resistenza ad oltranza, che rappresentano due forme tipiche rispettivamente rispondenti a massima economia e a massimo dispendio. Come si vede il problema è da risolversi caso per caso, con riferimento alle condizioni locali. Ma occorre in ogni modo che risulti chiaramente definito e dalle prescrizioni del piano di difesa e dalle disposizioni completive, il compito fissato per ciascun reparto e il modo col quale esso deve essere assolto: definizione necessaria anche per ben coordinare l'azione di questi reparti con la reazione di fuoco della fascia di resistenza. 44. - Spostatasi la lotta sulla fascia di resistenza, tutte le energie della difesa devono essere rivolte ad assicurarne l'integrità; e, ove la fascia venga intaccata, a contrastarvi accanitamente al nemico ogni progresso. La reazione di fuoco e la reazione di movimento costituiscono i mezzi per il raggiungimento di questi scopi. La prima è affidata alle artiglierie e ai reparti che guerniscono le varie organizzazioni della striscia di combattimento. Le artiglierie proseguiranno nei tiri d'interdizione vicina e di annientamento, nei tiri di sbarramento davanti alla fascia di resistenza, nell'azione di controbatteria contro le artiglierie in questa fase più attive e più moleste, fra le ~uali verosimilmente saranno le batterie nemiche di accompagnamento. I riparti di presidio alle organizzazioni, anche se provatissimi dal bombardamento, le difenderanno strenuamente fino all'ultimo uomo e fino all'ultima cartuccia. La potenza di fuoco di cui dispone oggi la fanteria, grazie specialmente alle armi automatiche e sussidiarie, è certo considerevolissima, e l'attaccante che ne venga investito mentre attraversa una zona irta di ostacoli di ogni genere, e quindi di per sé stessa ritardatrice, sarà assoggettato ad una così intensa azione di logoramento, subirà una così grave menomazione dell'impeto offensivo, che difficilmente potrà avere energia residua per resistere al nostro contrattacco . Ma, armi potenti e avveduti procedimenti tattici a nulla valgono se gli animi non sono saldi: si può pertanto affermare che tanto maggiore sarà il consumo delle forze vive dell'attacco quanto più ferma sarà la condotta delle truppe che difendono la striscia di combattimento. Non è qui il caso di insistere su questione che riposa essenzialmente su elementi morali e che si risolve, più che con precetti d'impiego, con l'addestramento e con la preparazione dell'animo dei combattenti. Basta solo ricordare, come fondamentali per la condotta della difesa, i due principi seguenti : La penetrazione di nuclei o di riparti di assalto attraverso una striscia, non giustifica menomamente l'abbandono dell'intera striscia, perché la temerarietà di pochi non deve aver ragione della risolutezza e della forza co-


-109-

-108 -

gione, siffatta immediatezza viene a mancare, meglio rinunziare ad un atto tattico che, svolgendosi tardivamente, sarebbe affetto da errore originario e si risolverebbe in sterile consumo delle preziose energie della difesa. La capacità reattiva della difesa si esplica inoltre con la controffensiva, che impiega intere grandi unità organiche ed esige preparazione ed accompagnamento di artiglieria o di carri di assalto, e cioè procedimenti del tutto analoghi a quelli occorrenti per l'azione offensiva. Sostanzialmente trattasi di un vero e proprio attacco diretto alla riconquista di posizioni di recente perdute, e che deve trarre però, da speciali condizioni di tempo e di luogo, fondate probabilità di buon successo. Tali condizioni possono essere offerte da una direzione controffensiva particolarmente promettente, da precaria situazione del nemico non ancora consolidatosi sulla nuova fronte, da sorpresa tattica attuata su vasta scala e da qualsiasi altra circostanza che si traduca in squilibrio di forze materiali o morali a danno del nemico. Bisogna ad ogni costo procurare che il maggior numero di fattori di questo genere intervengano a favore della controffensiva; perché, se facessero completamente difetto, essa verrebbe a trovarsi, quanto a dispendio di energie, sullo stesso piano dell'azione offensiva normale, e risulterebbe in contrasto col principio dell'economia delle forze su cui si basa tutto il problema della difensiva strategica. In tale sfavorevole ipotesi è preferibile destinare le forze che avrebbero dovuto impiegarsi nell'azione controffensiva alla sostituzione delle grandi unità più provate e al rinforzo dei sistemi arretrati. Con questa condotta la difesa compie, è vero, una considerevole rinunzia nel campo reattivo, ma, in compenso, rinnova ed accresce la propria capacità di resistenza, e, mercè un largo giuoco di riserve, si pone in favorevoli condizioni per fronteggiare a lungo e con successo lo sforzo nemico. Le azioni controffensive devono essere previste dal piano di difesa ed attuate in conformità delle predisposizioni esistenti poste in armonia con la situazione del momento. In ogni modo, siano tali predisposizioni utilizzabili oppure no, è requisito fondamentale che le controffensive siano ben preparate, proprio come le azioni offensive, con le quali hanno comuni caratteristiche e procedimenti. Pertanto, pur attribuendo un giusto peso alla prontezza della reazione, non si dovrà mai sacrificare la compiutezza dei preparativi al desiderio di operare al più presto. Sovente una manchevolezza nella preparazione può co~promettere l'esito dell'operazione; e, per contro, un ragionevole differimento, può racchiudere in germe il successo, quando sia motivato dalle necessità seguenti:

sciente di molti. L'irruzione, prontamente arginata mediante l'utilizzazione delle striscie trasversali, deve rimanere localizzata al tratto dove la breccia si è prodotta; e, quanto più ristretta si mantérrà la breccia puntellandone le estremità, tanto più agevolmente l'irruzione sarà fermata dalle organizzazioni più arretrate, e tanto più efficace riuscirà la successiva manovra controffensiva tendente a strozzare per i fianchi il saliente nemico. Un caposaldo potrà essere oltrepassato dall'attacco, ma non mai aggirato, dovendo esso essere capace di difesa autonoma 1 e in tutte le direzioni. La sua essenziale funzione di elemento disgregatore dell'attacco comincia anzi quando l'onda d'assalto, dopo averlo superato, si addentra nella fascia di resistenza. Il presidio del caposaldo quindi, quali si siano le vicende della battaglia, lotterà fino all'ultimo, nella fiduciosa attesa del contrattacco liberatore al quale, potendo, concorrerà. La reazione di movimento si basa per intero sul congegno dei contrattacchi: congegno dispendioso che funzionerà con rendimento solo se sarà razionalmente preparato, sia con gli studi attinenti al piano di difesa, sia con uno schieramento ben commisurato alle esigenze di una difesa manovrata. Questo quanto alla preparazione. Quanto all'esecuzione, è requisito imprescindibile che i contrattacchi succedano con automatica immediatezza ad ogni progresso nemico e vigorosamente lo .c ontrastino mediante ben vibrati colpi. In tal guisa l'avversario sarà colto sulle posizioni appena conquistate in acuta crisi di logoramento e non ancora in grado di resistere all'urto di truppe che vi si rovescino con impeto e risolutezza. I contrattacchi saranno dunque opera dei minori reparti di fanteria 2 ; saranno effettuati per iniziativa dei comandanti locali, con l'appoggio delle • armi sussidiarie e senza attendere preparazione di artiglieria, e avranno per iscopo di ristabilire la situazione nell'ambito di un settore, impegnando rincalzi o, al più, riserve divisionali. Come direzioni di contrattacco saranno seguite - in quanto, ben inteso, si accordino con la situazione - quelle indicate nel piano di difesa che sono le più fruttuose, anche perché rispondenti alle più favorevoli posizioni di partenza. Ma, di tutte le condizioni a cui deve obbedire il contrattacco, la più importante è che esso si scateni in tempo, ossia subito. Se, per qualsiasi ra1 È da tenersi presente al riguardo la possibilità che si ha oggi di rifornire un·caposaldo dall'alto. 2 Non si ritiene necessario di meglio precisare questa dicitura generica, dato che l'elemento differenz'iatore fra contrattacco e controffensiva, assai più che nelle forze impegnate - certo maggiori nella seconda - risiede nel procedimento tattico che è del tutto diverso per l'uno e per l'altra.

riconoscere e chiaramente stabilire la situazione nostra e avversaria;

/


- 110-

- 111 -

concretare il piano di attacco con giusta rispondenza alla situazione stessa, e, particolarmente, determinare il tratto più sensibile della fronte nemica su cui convergerà lo sforzo principale; compiere con ordine e con calma lo schieramento più appropriato al dispositivo di attacco; concedere alle unità nuove giunte il necessario riposo; orientare comandanti e comandi sul terreno e su compiti di rispettiva pertinenza; sistemare i collegamenti; svolgere una preparazione immediata giustamente proporzionata alla efficienza della fronte nemica.

soli mezzi dello schieramento di sicurezza, quando occorra fronteggiare un attacco in forze prima che siano giunte grandi unità ed artiglierie di rinforzo. All'infuori di questo quadro di grandi operazioni, la difesa, con lo schieramento di sicurezza, deve essere in grado, oltre che di compiere le consuete azioni di distruzione e di logoramento che sono proprie dei periodi di sosta, di reagire sia ad azioni offensive di raggio limitato, sia a colpi di mano . In ciascuno di questi casi la condotta della difesa è tracciata dal piano di sicure"zza che contempla appunto le suaccennate eventualità. 47. - La prima è da considerarsi del tutto eccezionale, dato che i preparativi di una grande offensiva nemica non possono e non devono sfuggire alla difesa e coglierla impreparata. L 'eccezione può tuttavia verificarsi, quando necessità di ordine strategico non consentano, almeno in un primo tempo , l'invio del rinforzo, e impongano, con lo schieramento di sicurezza, un regime di rigorosa economia al quale si informerà tutta la condotta della difesa. In massima si tratterà dunque di svolgere una difesa temporeggiante e la meno dispendiosa possibile sul primo sistema, fino all' arrivo dei rinforzi che - come si è detto - sono di regola destinati a guernire il secondo sistema. Il miglior criterio sarà di evitare una resistenza uniforme su tutta la fronte che, disperdendo gli sforzi, condurrebbe verosimilmente ad una difesa debole ovunque. Quindi la più intensa reazione sarà opposta nei tratti di fronte di maggior valore difensivo; negli altri, se sarà necessario, si cederà gradualmente terreno, arginando però l'irruzione entro ristrette breccie, contenendola nella compartimentazione trasversale e salvaguardando con ogni mezzo la continuità del sistema. Quanto alla condotta tattica, tenuto conto della modesta disponibilità di artiglierie e della necessità di non diluirne l'azione, si limiterà la contropreparazione ad obiettivi di accertata importanza e di singolare sensibilità, e, a compenso di tale limitazione, si organizzerà il più denso possibile lo sbarramento. Iniziatasi l'avanzata nemica, l'artiglieria continuerà ad operare a massa, uniformandosi al concetto fondamentale del concentramento degli sforzi nei tratti di maggior resistenza ed accordando la precedenza ai vari obiettivi, in relazione al grado di minaccia da essi esercitata sulle fanterie della difesa. Per le grandi unità in linea, non si verificheranno di solito differenze sostanziali fra schieramento di sicurezza e schieramento rinforzato: tuttavia la necessità di assicurare una resistenza nel primo sistema la più durevole possibile, imporrà un regime di battaglia più economico e, per certi riguardi, meno reattivo di quello consentito dallo schieramento rinforzato.

45. - Non si è parlato né si parlerà di ripiegamenti, perché, quando la lotta si svolge entro la fascia di resistenza, essi restano del tutto fuori del quadro della battaglia difensiva quale fin qui è stato tratteggiato . Il sistema, ove il comando ha deciso la resistenza ad oltranza, si difenderà resistendo strenuamente sul posto, contrattaccando, mai ripiegando. Questo precetto tattico, pur come semplice intuizione, sia nell'animo di ogni combattente rafforzato dall'intima persuasione che, retrocedendo, egli cade sotto il tiro d'interdizione, mentre rimanendo al proprio posto di combattimento è meglio protetto dagli effetti dell'artiglieria avversaria e si trova nelle più favorevoli condizioni per opporre all'irruenza del nemico il micidiale fuoco delle proprie armi. Ma l'animoso contegno dei difensori varrà ad assicurare l'integrità complessiva del sistema, non ad impedire che questo venga parzialmente intaccato. Le inflessioni della fronte sono dunque da considerarsi inevitabili, e potranno avere per effetto che batterie della difesa si trovino serrate così da vicino dai progressi dell'attacco da non poter intervenire nella lotta col fuoco dei propri pezzi. In questa contingenza gli artiglieri, memori delle gloriose tradizioni dell'arma, difenderanno strenuamente la posizione col moschetto, con le bombe a mano e con le mitragliatrici, finché non pervenga l'ordine di arretramento dal comandante di grande unità alla cui dipendenza tattica è posta l'artiglieria, o da altra autorità che abbia avuto apposita delegazione dal comandante medesimo. Ove non sia possibile ritirare le bocche da fuoco, gli artiglieri ne asporterano le parti indispensabili al funzionamento: ma, salvo il caso che venga espressamente prescritto, non le distruggeranno. APPENDICE Azioni difensive con mezzi ridotti 46. -

Queste azioni sono svolte dalla difesa con le sole forze e coi

I


- 112 -

- 113 -

Tale minor reazione riflette solo la reazione di movimento, e deve essere intesa nel senso che i contrattacchi siano riservati alla riconquista di posizioni da cui dipende la resistenza dell'intero sistema; negli altri casi di parziali successi nemici aventi ripercussione del tutto locale, il criterio del risparmio delle forze deve prevalere su quello della rioccupazione ad ogni costo del terreno perduto. 48. - Le azioni offensive di raggio limitato ed i colpi di mano, di solito, sorprenderanno la difesa, a cui possono passare inosservati i preparativi di non grande entità che queste operazioni esigono . La reazione della difesa, quindi, a meno che non si posseggano altri indizi, rimane vincolata nel tempo e non potrà scatenarsi che come risposta alla preparazione nemica, la quale è, in massima, brevissima. La risposta dovrà dunque essere istantanea e violentissima e spetterà non solo alle artiglierie e mitragliatrici del settore o della zona minacciata, ma anche alle artiglierie dei settori vicini. L'intervento di tutte queste batterie deve avvenire, in difetto di ordini superiori, di iniziativa dei rispettivi comandanti; e ciascuna assolverà un còmpito - in massima di contropreparazione o di sbarramento - fissato come normale per l'eventualità di attacco nemico di sorpresa nel proprio settore, o nel settore vicino. Questa reazione di artiglieria proseguirà con non diminuita intensità nella prima fase dell'avanzata delle fanterie nemiche, e fino a quando non sia in grado il comando di assumere, sulla base di un concreto apprezzamento della situazione, la condotta della battaglia. Intanto, l'atteggiamento del nemico nei vicini settori permetterà di determinare la direzione principale e l'entità dello sforzo nemico e, conseguentemente, di fare affluire le riserve verso i tratti di fronte più minacciati traendole sia dalle grandi unità non impegnate dislocate nelle vicinanze, sia dai settori meno cimentati. I primi rinforzi saranno diretti a canalizzare l'irruzione ed impedirne l'allargamento; gli altri successivamente ad arginarla di fronte e a costituire la massa controffensiva per operare, possibilmente, sul fianco nemico. Mercè queste provvidenze, che acconce predisposizioni renderanno prontamente attuabili e che si riassumono nella formula non un uomo né un 'arma che siano a portata del combattimento rimangano inattivi, la difesa potrà superare la crisi della sorpresa, ristabilire la situazione là ove fosse compromessa e, nel complesso, condurre la battaglia con un regime di resistenza e di reazione non dissimile da quello consentito dallo schieramento rinforzato.

ALLEGATO Questioni più salienti per la redazione di un piano di difesa di Corpo d'Armata nell'ipotesi di schieramento rinforzato

A) Condizioni generali della difesa e concetti fondamentali per la condotta della battaglia. Cenni monografici sul terreno. Presumibile piano offensivo del nemico. Corrispondenti forme di reazione della difesa, e còmpiti per il corpo d'armata e delle divisioni dipendenti.

B) Descrizione della zona difensiva assegnata al corpo d'armata

1•

Limiti laterali ed in profondità della zona. Sistemi difensivi che ne fanno parte. Descrizione di ciascun sistema e delle fascie trasversali fra sistema e sistema. Delimitazione dei settori in senso frontale e in profondità.

C) Schieramento. Composizione normale del corpo d'armata nello schieramento di sicurezza. Forze assegnate al corpo d'armata nello schieramento rinforzato. Entità, composizione e modo di affluenza del rinforzo. Ripartizione settoriale e scaglionamento in profondità nella zona delle forze del corpo d'armata rinforzato. Riserva di corpo d'armata. Prescrizioni per lo schieramento delle dipendenti divisioni in particolare: reparti destinati al presidio della fascia di osservazione e, per ciascun reparto, chiara definizione del còmpito assegnatogli e modo di assolverlo (resistere, ovvero ripiegare, quando e come); reparti destinati a guernire la fascia di resistenza e loro scaglionamento; presidi dei più importanti capisaldi; riserve divisionali. Norme per la sollecita affluenza delle unità dalle sedi normali di riposo al posto di combattimento corrispondente allo schieramento rinforzato. Località di raccolta, in caso di allarme, per le unità eventualmente prive di destinazione. Posti di comando .

D) Direttive per il progetto d'impiego delle artiglierie.· Artiglierie assegnate al corpo d'armata nello schieramento di sicurezza e in quello rinforzato. Entità e composizione del rinforzo. 1

Descrizione breve ma largamente sussidiata da documenti cartografici.


-114-

Prescrizioni e provvedimenti intesi a renderne facile l'affluenza e pronto l'impiego. Ripartizione e dipendenze delle artiglierie non organicamente assegnate alle divisioni. Còmpiti normali e còmpiti eventuali. Concorso da prestare o da ricevere dalle artiglierie delle zone finitime; accordi con queste circa le postazioni fuori zona. Norme relative alla contropreparazione, e particolari disposizioni per il suo inizio in difetto di ordini superiori. Istruzioni circa la organizzazione dello sbarramento fisso e di quello mobile; concorso delle bombarde, delle mitragliatrici e di altri mezzi sussidiari. Norme per l'azione di controbatteria. Programma di preparazione per eventuali azioni controffensive. Assegnazione di munizioni e loro scaglionamento. Rifornimenti.

E) Direttive per l'impiego dei mezzi aerei. Ripartizione delle sezioni aerostatiche e loro funzioni. Assegnazione dei mezzi aviatori ai còmpiti di ricognizione, di osservazione, di collegamento e di combattimento; norme d'impiego. Cenno dell'attività aviatoria a grande raggio svolta a cura dei comandi superiori ed interessante la fronte del corpo d'armata.

- 115 -

L) Eventuali istruzioni per la difesa contro i carri d'assalto. Cenni sulle organizzazioni difensive. Condotta della difesa.

M) Comunicazioni. Ripartizioni ed utilizzazione delle vie di comunicazione. Prescrizioni circa il transito, la manutenzione e la polizia stradale.

N) Direttive per il funzionamento dei serivizi. O) Istruzioni per la raccolta e il pronto sfruttamento delle informazioni sul nemico immediatamente prima e durante la battaglia. Prescrizioni per affrettare la trasmissione delle informazioni provenienti dalle ricognizioni, dai centri raccolta, informazioni, truppe operanti e da tutti gli organi di osservazione. Disposizioni per l'interrogatorio dei prigionieri.

P) Direttive per l'eventualità che il nemico battuto rinunzi all'attacco e ripieghi scosso ed in disordine. Obiettivi da raggiungere dal corpo d'armata e dalle dipendenti divisioni. Delimitazione dei settori di avanzata. Istruzioni per l'inseguimento.

F) Direttive per l'impiego delle truppe del genio. Reparti disponibili e loro còmpiti durante la contropreparazione e durante la battaglia. Prescrizioni categoriche circa il servizio delle ostruzioni e delle interruzioni stradali.

G) Eventuali istruzioni per la cavalleria. Unità assegnate e loro dipendenza. Probabili còmpiti.

H) Collegamenti. Ripartizione delle varie reti (telegrafiche, telefoniche, geotelegrafiche, radiotelegrafiche, ottiche). Plotoni guide; altri mezzi di collegamento. Norme di funzionamento .

I) Norme di difesa contro i gas. Cenni sulle misure protettive esistenti; norme per attuarle.

NOTA. - Le stesse questioni qui accennate formeranno oggetto del piano di sicurezza; ma saranno esaminate e risolte con riferimento al quadro tattico e alla disponibilità delle forze che sono propri' dello schieramento di sicurezza.


- 116-

- 117 DOCUMENTO N. 19

COMANDO SUPREMO agosto 1918.

Riservatissimo (da non portarsi in prima linea)

Agli Ufficiali Generali.

COMANDO SUPREMO

DIRETTIVE per l'impiego delle grandi ùnità nell'attacco

Queste Direttive segnano i criteri per l'impiego delle grandi unità nell'azione offensiva; e cioé per l'impiego della divisione, che è la grande unità di attacco· per eccellenza, e delle unità maggiori. Esse interessano quindi più particolarmente i generali, ma devono altresì formare oggetto di studio da parte di tutti gli ufficiali superiori, nell'intento di diffondere fra essi le dottrine tattiche che le battaglie combattute in questi anni su tutte le fronti hanno poste in luce ed affermate. Deliberatamente si è fatta astrazione da qualsiasi problema strategico che, essendo di competenza del Comando Supremo, non può essere affrontato, né tanto meno risolto in sede di regolamento; e nel campo tattico, anche per contenere le Direttive in giusta armonia di concetto e di materia, non si è estesa la trattazione oltre la divisione, fino alle unità inferiori a questa. Per queste unità e per ogni altra questione tattica di minore raggio di quelle qui considerate, valgono le istruzioni per l'impiego delle varie armi, la istruzione per l'organizzazione del campo di battaglia e quella sui collegamenti, che completano e integrano le presenti norme. R Capo di Stato Maggiore dell'Esercito A. DIAZ

Roma COMANDO DEL CORPO DI STATO MAGGIORE Sezione tipo-litografica settembre 1918


-118 -

- 119 -

INDICE

CAPO I. Concetti fondamentali sull'azione offensiva

CAPO I

ARTICOLO 1

CONCETTI FONDAMENTALI SULL'AZIONE OFFENSIVA

Fattori del successo

Art. 1. - Fattori del successo .. ........ .... ..................... .......................... . Art. 2. - Obiettivi - Successione degli attacchi . ................. . Art. 3. - Computo e schieramento delle forze costituenti la massa offensiva .................... ........ ........ . Art. 4. - Il comando e le varie armi .......

Pag. * 9 »

10

Pag. 14 Pag. 19

CAPO II PREDISPOSIZIONE PER L'ATTACCO* Art. 5. Il piano offensivo .. ................... Art. 6. La sistemazione del terreno d'attacco .... Art. 7. - Raccolta di informazioni sul terreno e sul nemico - Studio della fronte di attacco ................. . Art. 8. - La dislocazione iniziale e la preparazione speciale delle truppe costituenti la massa offensiva ..

Pag. 27 »

29

Pag. 36 Pag. 37

CAPO III L'ATTACCO Art. 9. - L'inizio dell'attacco e le sue fasi Art. 10. - La preparazione immediata Art. 11. - Lo scatto e l'avanzata delle fanterie verso l' obiettivo normale ....................... ........... .......... ....... ........ . Art. 12. - Eventuale sosta dell'avanzata Art. . 13. - La conquista dell'obiettivo normale e il suo consolidamento ........... .... ...... . Art. 14. - La prosecuzione dell'offensiva attraverso le posizioni organizzate del nemico - Lo sviluppo del successo . Allegato. - Questioni più salienti per la redazione di un piano offensivo di corpo d'armata

* Sono indicate le pagine del testo originale.

Pag . 40 Pag. 42 Pag. 49 Pag. 54

1. - Chi attacca mira, mercé una somma di forze morali e materiali, ad imporre la propria volontà a chi si difende. Conseguita questa superiorità di volere, ed avutane coscienza, l'attaccante è sulla sicura via del successo. Fattori del successo sono pertanto: l'ascendente morale; la superiorità dei mezzi e dei procedimenti di azione; la sorpresa. 2. - L'ascendente morale si acquista col mettere in valore le maggiori energie morali dei comandanti e delle truppe, prima fra tutte la ferma e fondata fiducia nel successo. In questo campo l'opera educativa dei capi di ogni grado deve svolgersi instancabilmente e fervidamente, sia di lunga mano, sia nel periodo preparatorio che precede l'offensiva. 3. - La superiorità dei mezzi e dei procedimenti di azione è la risultante della preponderanza di uomini e di materiali nella fronte di attacco e ~ella bontà del metodo nell'impiego dei mezzi stessi. 4. - La sorpresa, sia conseguita nel campo strategico, sia ottenuta, in più ristretto raggio, nel campo tattico, è, per ovvie ragioni, un altissimo coefficiente di successo. Tutte le attività saranno pertanto messe a profitto per realizzarla. Ad essa si deve tendere diramando nella misura strettamente indispensabile e con le più rigorose cautele i documenti di carattere operativo, mascherando con ogni mezzo al nemico le predisposizioni offensive, traendolo in inganno a riguardo del settore d'attacco, innovando genialmente e continuamente i procedimenti di attacco .

Pag. 57 ARTICOLO 2 Pag. 63 Pag. 74

Obiettivi -

Succcessione degli attacchi

5. - Le odierne fronti difensive sono costituite da una successione di sistemi fortificatori i, normalmente scaglionati in profondità col criterio che l'apparecchio offensivo allestito contro un sistema - ossia la massa offen l

Ciascun sistema comprende in genere più fascie difensive.


-120-

siva posta in condizioni di perfetta funzionalità - risulti per ragioni di distanza o di condizioni locali non atto all'espugnazione del successivo sistema. Queste caratteristiche fortificatorie che, entro certi limiti, sono oggi comuni a.tutte le fronti , spiegano come solo un'azione offensiva che si risolva in una «battaglia di rottura» possa aprire la via a risultati strategicamente decisivi; spiegano cioé che per prostrare la resistenza avversaria ed averne ragione, occorre spezzare e scardinare nel più breve tempo possibile la fronte nemica, operandovi una breccia estesa in profondità all'intero complesso dei sistemi, e di ampiezza frontale proporzionata alle necessità strategiche e logistiche della massa di manovra destinata ad irrompere attraverso alla breccia stessa. È questa la concezione più semplice della battaglia di rottura, ma pur bastevole per giustamente inquadrare lo studio del meccanismo dell'attacco che qui, in ispecie, interessa. Un'offensiva di grande stile, che miri cioé ad obiettivi strategici, avrà pertanto la fisionomia seguente; una serie di attacchi nel senso della fronte e nel senso della profondità, tendenti ciascuno ad uno sfondamento parziale e, nel loro complesso, alla rottura della fronte nemica. Gli attacchi, considerati nel senso della fronte, troveranno nel disegno operativo del comando razionale coordinamento di tempo e di luogo: coordinamento necessario per moltiplicare gli sforzi in atto e nelle loro prevedibili ripercussioni. In relazione tale disegno, gli attacchi nelle varie parti della fronte saranno quindi contemporanei o no. · Nel senso della profondità invece la successività degli attacchi è imposta dalla stessa successione dei sistemi difensivi e dalla necessità di spostare, rifornire e rinvigorire per ciascun attacco l'apparecchio offensivo. Ma è fattore di capitale importanza che gli attacchi, pur obbedendo alle accennate necessità, si succedano l'uno all'altro il più rapidamente possibile, con ritmo celere e sempre più incalzante. Se questa condizione non è osservata, lo sfondamento operato nei sistemi antistanti avrà portata del tutto locale, e per contro, fra attacco e attacco, rimarrà al nemico il tempo e la possibilità di manovrare le riserve, di riorganizzarsi e di ridare al sistema, mercé nuovi apprestamenti, la profondità perduta. In una parola, la fronte risulterà lesa ma non spezzata; e la difesa, pur attraverso una grave crisi, riuscirà ancora a stabilizzarsi. Tali essendo le esigenze dell'azione offensiva, consegue che ciascun attacco si proporrà, di massima, l'espugnazione di un sistema difensivo nemico e un progresso al di là di tale sistema fino a raggiungere una fronte idonea a divenire base di partenza per attaccare al più presto il successivo sistema. Questa fronte, determinata a priori in rapporto al raggio di azione efficace delle artiglierie dell'attacco e tenendo altresi il massimo conto delle

- 121 -

esigenze dell'osservazioni ai fini delle operazioni future, costituirà l'obiettivo normale dell'attacco . 6. - È evidente che il progresso al di là del sistema difensivo espugnato deve essere il più ampio e il più rapido possibile, oltre che per penetrare più profondamente nelle organizzazioni del nemico e quindi scuoterne più violentemente la resistenza, per catturare la maggior quantità delle batterie costituenti l'ossatura del sistema stesso. Ed è del pari evidente che in circostanze favorevoli di lotta, l'attacco potrà e dovrà essere portato al di là dell'obiettivo normale senza che si renda necessaria una nuova preparazione di artiglieria. Una situazione così propizia, che è quasi sempre dovuta ad un principio di disgregazione nell' organismo difensivo del nemico, e che nella battaglia moderna si verifica assai di frequente dopo il primo urto, deve essere sfruttata senza indugio: converrà pertanto che oltre e di là dell' obiettivo normale sia sempre considerato un obiettivo eventuale che, verificandosi determinate condizioni, dovrà essere raggiunto, secondo prestabiliti procedimenti, dalle truppe di attacco. Infine, nell'ipotesi che l'attacco non possa raggiungere di sbalzo l' obiettivo normale, converrà prevedere fra questo e la fronte di-partenza, una sosta in una linea di attestamento opportunamente scelta; sosta destinata a rinvigorire e a regolare il funzionamento dell'apparecchio offensivo, specie per quanto concerne il complesso meccanismo dei tiri di accompagnamento. Ad ogni modo, la preventiva determinazione e specificazione degli obiettici deve rappresentare una guida allo sviluppo dell'azione, non già un vincolo o, peggio, un ostacolo all'immediato sfruttamento di una situazione che si delinei particolarmente promettente. In quest'ordine di previsione, il piano offensivo, pur ispirandosi al presupposto fondamentale delle successive resistenze nemiche e quindi della graduale successione degli sforzi, dovrà sempre tenere presente l'eventualità di un improvviso e grave cedimento nemico, e conseguentemente considerare i necessari provvedimenti per trarre, anche molto al di là degli obiettivi eventuali, il maggiore e più sicuro vantaggio. ARTICOLO 3

Computo e schieramento delle forze costituenti la massa offensiva 7. - Il computo e lo schieramento delle forze costituenti la massa offensiva è in stretto rapporto col disegno operativo del comando. Questo, alla sua volta, scaturisce dal coordinamento dei fattori seguenti: esame della situazione nemica e scelta della fronte di attacco;


- 122-

-123 -

determinazione dell'ampiezza, della profondità e della celerità di sfondamento; direzione e ràggio secondo i quali, rotta la fronte, intendesi operare per sfruttare il successo. Si tratta quindi di un ampio concepimento che, per la stessa complessità e mttura degli elementi a cui attinge, non può essere disciplinato da norme tassative né, tanto meno, assoggettato a formule schematiche. È lecito tuttavia stabilire che, di norma, una massa offensiva risulterà costituita da tre distinti nuclei avente ciascuno una missione propria:

I due fattori della capacità offensiva devonsi dunque riferire sempre alla formazione in cui una determinata unità si presenta all'attacco, è non sono quindi assoluti. Questa loro dipendenza dalla formazione è assai meno sentita per le minori unità che non offrono una grande varietà di formazioni di attacco: lo è assai più per le maggiori (dalla brigata in su) che invece sono in grado di assumere per l'attacco formazioni con caratteristiche essenzialmente diverse: o estese prevalentemente in senso frontale, ovvero molto scaglionate in profondità, ovvero ancora con caratteristiche medie di estensione frontale e di profondità. A queste ultime formazioni aventi caratteristiche medie è opportuno riferirsi per fissare numerica a puro titolo di orientamento, e come dati di computo di valore medio la capacità offensiva del battaglione e della divisione di fanteria che per definizione si chiameranno, l'uno l'unità elementare di combattimento l'altra la grande unità di attacco. La capacità offensiva del battaglione, con due compagnie in prima linea, si può ritenere espressa all'incirca da m . 300 ..,.. 400 frontali per metri 1000 ..,.. 800 di profondità 1 • La capacità offensiva di una divisione di fanteria su dodici battaglioni, che presenti quattro battaglioni sulla fronte di attacco e si scaglioni in profondità su tre linee di battaglioni, può ragguagliarsi all'incirca a metri 1200 -;- 1500 frontali per metri 3000 -;- 2500 di profondità. Questi dati medi non hanno alcun carattere di rigidezza, ma sono solo da considerarsi come utile guida per il computo gioveranno sopratutto i seguenti criteri di massima: l'ampiezza della fronte di attacco assegnata ad una grande unità è inversamente proporzionale alla lontananza degli obiettivi da raggiungere, all'efficienza delle organizzazioni da espugnare, alla probabilità di sviluppare il successo dello sfondamento; la consistenza numerica della massa di rottura, a parità di altre condizioni, dovrà essere tanto più forte quanto maggior vigore deve assumere l'atto offensivo e, sopratutto, quanto più veloce si vuole la successione degli sforzi. Non si ripartirà dunque in modo omogeneo l'intero fronte di sfondamento fra le divisioni di prima linea attribuendo a ognuna di esse quei dati numerici di estensione e di profondità che sono propri della capacità offensiva media. Invece, le divisioni di prima linea avranno ciascuna assegnato un maggiore o minore tratto di fronte e risulteranno variamente scaglionate in profondità, in relazione agli obiettivi cui devono tendere, alle partico-

a) un nucleo di prima linea destinato all'urto iniziale; b) un nucleo di seconda linea destinato ad addentrarsi, con successivi urti,

nei sistemi difensivi nemici, sostituendo il nucleo di prima linea quando l'attitudine di questo allo sfondamento sia esaurita o anche solo menomata; c) un nucleo di terza linea destinato a sfruttare il successo dopo, o eventualmente, durante la rottura della fronte. '

I nuclei a) e b) sono dunque preposti all'urto e allo sfondamento delle organizzazioni difensive nemiche e, nel loro complesso, costituiscono la massa di rottura; il nucleo c), con caratteristiche e funzioni di riserva strategica, costituisce invece la massa di manovra. 8. - Bastano questi pochi cenni per porre in luce come il nucleo c), strumento ed estrinsecazione insieme del pensiero del Comando, non possa e non debba essere determinato in queste direttive che rispondono a tutt'altri fini. Si può solo dire che esso avrà la forza e la composizione che il Comando crederà di dargli in armonia al concetto secondo il quale si proporrà di operare al delinearsi della battaglia di rottura. Anche i primi due nuclei, in quanto debbono essere proporzionati ai limiti e ai modi di sfondamento, risentono necessariamente, nella composizione loro, degli intendimenti del Comando. Per altro quando si siano fissati questi elementi fondamentali (e cioé limiti e modi) è possibile, riferendosi a dati di base desunti dall'esperienza di guerra in tutte le fronti, porre il problema della determinazione della massa di rottura in termini concreti. In questo intento, occorre dapprima definire che per capacità offensiva di una data unità di fanteria, disposta in una determinata formazione, devesi intendere la sua attitudine a sviluppare un attacco su una certa ampiezza di fronte e a progredire attaccando per una certa profondità. Essa pertanto sarà sempre espressa da due dimensioni: una indicante l'ampiezza della fronte d'attacco, l'altra il progresso misurato secondo l'asse dell'attacco. E le due dimensioni stanno una rispetto all'altra in ragione inversa, essendo intuitivo che, a parità di forze, a più ristretta fronte di attacco corrisponde, entro ragionevoli limiti, una maggiore attitudine alla progressione nel senso della profondità.

1 La capacità offensiva del battaglione, e, per riflesso, quella della divisione risulteranno considerevolmente accresciute dalle innovazioni nell'armamento e nella composizione del battaglione che sono in studio.


-124-

- 125 -

lari circostanze di tempo e di luogo secondo le quali devono urtare ed addentrarsi nelle difese nemiche, ed infine alle ev~ntuali ripercussioni che l'azione di una divisione può avere nell'azione delle divisioni vicine. Circa il nucleo di seconda linea, di norma, esso non sarà inferiore in forza al nucleo di prima linea; sarà invece superiore quando la profondità complessiva dei sistemi fortificati del nemico esige una successione di replicati sforzi, e alla successione stessa si vuole imprimere carattere di estrema violenza e di rapidità travolgente. Condizione quest'ultima da ritenersi fondamentale per operare la completa rottura della fronte e aprire la via allo sfruttamento nel campo strategico. In genere quindi ad ogni divisione di prima linea dovranno corrispondere una o più divisioni di seconda linea. 9. - Quanto al raggruppamento delle divisioni in unità maggiori (corpi di armata ed armate) è questione che sfugge non solo a qualsiasi prescrizione, ma anche ad una generica trattazione. È sufficiente ricordare che le divisioni, in numero variabile da due a quattro, saranno raggruppate in corpi d'armata, con l'esclusivo criterio di coordinare e disciplinare gli sforzi singoli nel modo meglio rispondente al piano offensivo. A titolo di esempio, ed esclusa sempre ogni idea di schematismo, si indica il corpo d'armata a quattro divisioni, delle quali due affiancate in prima linea appartenente al nucleo a) e due parimenti affiancate in seconda linea appartenenti al nucleo b), come un dispositivo che, per le favorevoli condizioni di comando esistenti rispetto alle divisioni di prima linea, per la spiccata attitudine al pronto progresso in profondità derivante dalle divisioni di seconda linea, risponde assai bene alle esigenze della odierna lotta contro posizioni organizzate.

per caso, nella fase preparatoria, col criterio di aggiungere alle armi che organicamente costituiscono la divisione, e alle truppe pure organicamente assegnate ai corpi d'armata o alle armate una massa di bombarde, di artiglieria pesante e, tal volta, anche leggera I capace di sicuramente assolvere, in unione alle artiglierie divisionali, i molteplici compiti che nella battaglia di sfondamento sono assegnati alle varie specie di artiglieria. La specificazione di tali compiti e il modo di assolverli risultano dalle Norme d'impiego per l'artiglieria. 2 Qui dopo aver ricordato che essi sono di distruzione, di neutralizzazione, di annientamento, di interdizione, di accompagnamento e di sbarramento 3 , si suggeriscono alcune densità medie di schieramento di artiglieria come guida largamente approssimativa per la compilazione dei progetti di attacco. Esse sono desunte dall'esperienza e si riferiscono, naturalmente, ad un apparecchio offensivo allestito contro una fronte organizzata coi criteri vigenti e in perfetta efficienza: artiglierie pesanti, un pezzo ogni 20 30 m. di fronte di attacco 4; artiglierie leggere, un pezzo ogni 20 -;- 25 m.;

ARTICOLO 4

Il comando e le varie armi 10. - Ogni grande unità comprende un comando e varie armi in proporzione variabile. Il comando organizza e dirige gli attacchi. Il comandante, e nell'organizzazione e nella direzione, è coadiuvato dagli ufficiali del proprio stato maggiore che, con lo studio ed ancor più con le ricognizioni, gli forniscono gli elementi di giudizio e di decisione. Essi debbono essere in diretto e continuo contatto con le truppe, dei bisogni delle quali si renderanno interpreti presso il comandante con vigile preveggenza e premurosa sollecitudine. 11 . - Il rapporto quantitativo fra le varie armi è in parte problema organico ed in parte problema tattico. Il problema organico esce dal quadro tracciato a queste direttive: il problema tattico deve essere risolto caso

1

Con la denominazione «artiglierie leggere» si designano quelle idonee a manovrare su qualsiasi terreno ossia le artiglierie di piccolo calibro; con la denominazione «artiglierie pesanti» si designano quelle dotate di minore manovrabilità, ossia le artiglierie pesanti campali e quelle di medio e grosso calibro, impropriamente dette di assedio. 2 In corso di pubblicazione sono pur uscite nel 1921. 3 Per maggiore chiarezza si definiscono subito questi compiti che sono più diffusamente trattati nel testo delle direttive, articoli 9, 10 e 11. La distruzione e la neutralizzazione possono essere rivolte sia contro le artiglierie (azione di controbatteria) sia contro le difese nemiche. Con la distruzione si tende a togliere per sempre, ovvero solo per alcuni giorni, qualsiasi efficienza all'obbiettivo (artigliere o difese) . Con la neutralizzazione si tende a paralizzare, per breve tempo, il personale delle batterie o il presidio delle difese. L'annientamento ha lo scopo di fiaccare la capacità offensiva e difensiva delle fanterie colpendole ovunque esse si trovino. È azione affine alla distruzione, ma con obiettivo le fanterie nemiche. L'interdizione mira ad impedire, dietro la fronte nemica, sia il movimento delle truppe, sia il funzionamento dei comandi e dei servizi. Si distingue in interdizione vicina e in interdizione lontana secondo il raggio in cui si esplica. L'accompagnamento ha lo scopo di facilitare e proteggere l'avanzata della fanteria, precedendola e fiancheggiandola con una cortina di fuoco che paralizzi i mezzi nemici d 'osservazione, di difesa e di contrattacco rimasti efficienti dopo il tiro di preparazione. In relazione all'ampiezza e alla regolarità degli sbalzi impressi alla cortina mobile, si avrà un accompagnamento vicino che avvolge la fanteria come in una guaina e gradualmente si sposta con essa plasmandosi sulla sua manovra, ed un accompagnamento lontano, caratterizzato da un'azione a maggior distanza dalla fanteria e da sbalzi assai più ampi e meno strettamente legati al progresso dell'attacco. Lo sbarramento tende ad arrestare nella zona immediatamente antistante alle nostre difese passive l'avanzata delle fanterie attaccanti o contrattaccanti. Gran parte di questi compiti, come risulta dalla trattazione, l'artiglieria assolve in concorso con le mitragliatrici e coi mezzi sussidiari della fanteria. 4 Questi dati sono da riferirsi all'estensione lineare della fronte contro la quale si compie l'azione offensiva.


- 126-

-127-

12. - Oltre i mezzi fin qui considerati, concorreranno alla costituzione della massa offensiva forze aeree, ed eventualmente, altri mezzi di attacco, ad esempio carri d'assalto. Ma tale concorso sarà definito in specie e quantità volta per volta, sulla base delle disponibilità e con concreto riferimento al problema dell'attacco. 13 . - La fanteria, protetta dal tiro di accompagnamento dell'artiglieria, avanza nella zona dove si è svolto il lavoro di distruzione e di neutralizzazione, supera combattendo le successive resistenze del nemico che spazza dalle trincee, dai ricoveri, dalle caverne, e procede con impulso travolgente e senza arrestarsi fino all'obiettivo assegnatole. Dopo averlo espugnato, lo organizza prontamente a difesa e lo conserva contro eventuali contrattacchi. Tutti questi compiti la fanteria assolverà mercé appropriata utilizzazione dei mezzi sussidiari che organicamente le appartengono e di quelli che, in avvenire, potranno esserle assegnati. Tali mezzi sussidiari oltre ad arricchire la fanteria di potenza di fuoco, tendono a integrare l'azione di accompagnamento dell'artiglieria, e saldare sempre più e meglio nel campo tattico l'attività delle due armi. 14 - Le mitragliatrici 1 costituiscono ormai l'armamento essenziale della fanteria. L'azione loro si esplica; sia nell'immediato accompagnamento delle unità di cui organicamente fanno parte; accompagnamento che, in analogia con quello svolto dall'artiglieria, si esplica appoggiando col fuoco l'avanzata, e costituendo l'ossatura della resistenza sulle posizioni raggiunte; sia operando a massa con titi d'interdizione e di logoramento rivolti contro obiettivi lqritani. 15. - L'artiglieria spiana la via alla fanteria, distruggendo o neutralizzando tutto quello che si oppone alla sua marcia, e cioé difese, difensori, artiglierie. Protegge la fanteria sulle posizioni conquistate, sbarrandone gli accessi immediati e contrastando al nemico i contrattacchi. Interdice l'affluire di riserve e di rifornimenti alla battaglia; paralizza o quanto meno, Jitarda ed ostacola la varia attività dell'organismo della difesa. Si pone in condizione di pienamente assolvere tutti questi compiti, non solo all'inizio dell'attacco, ma anche e, soprattutto, durante e dopo il suo sviluppo, e qualunque sia il progresso che la fanteria vi realizzi. 16. - Questa ingente somma di compiti esige, per l'artiglieria, una netta definizione delle sfere di dipendenza che eviti azioni di comando dannosamente sovrapponentisi o richieste di intervento contemporanee e non

sempre concordi. Occorre cioé predisporre uno snodato.congegno di dipendenze che pur concedendo, come le imprevedibili vicende della battaglia consigliano, un giusto decentramento di parte delle artiglierie alle divisioni di attacco, affidi alle unità maggiori il maneggio delle masse di fuoco che, per la stessa ampiezza della fronte ove sono chiamate ad operare, per la stessa natura dei loro compiti, sono da impiegarsi a grande rendimento e quindi non sono frazionabili. In quest'ordine di principi conviene in massima:

1 In questa locuzione generica si comprendono tutte le armi automatiche; e cioé mitragliatrici leggere e pesanti, pistole mitragliatrici, moschetti mitragliatori, ecc.

porre alla dipendenza delle divisioni di prima linea tutte le artiglierie destinate all'interdizione vicina, all'accompagnamento e allo sbarramento, le bombarde e le artiglierie destinate alla distruzione e alla neutralizzazione delle difese nemiche ed aventi settore di azione all'incirca pari alla fronte di attacco della divisione; affidare ai corpi di armata l'azione di controbatteria nella zona per ciascuno stabilita dal comando dell'armata; alle armate l'interdizione lontana e l'azione di annientamento; alle armate e ai corpi di armata la manovra di particolari masse di fuoco aventi compiti vari durante l'attacco (distruzione, neutralizzazione, interdizione, annientamento) e possibilità di rapido intervento su ampia fronte. In sintesi si può dunque affermare:

che ogni comando di grande unità deve avere alla diretta dipendenza tutte le artiglierie che sono indispensabili alla grande unità stessa per assolvere il compito assegnatole in combattimento; che ogni comando di grande unità superiore deve poter disporre direttamente delle artiglierie necessarie per coordinare l'azione delle grandi unità dipendenti e rinvigorirla ove occorra. 17. - L'aeronautica combatte per il dominio dell'aria, assicurando il lìbero esercizio della nostra osservazione aerea ed ostacolando, in concorso con la difesa contraerea, l'osservazione nemica; opera come arma di offesa contro i bersagli terrestri. Essa attacca gli aereoplani, i dirigibili, i palloni frenati e le basi aviatorie nemiche;

compie ricognizioni per informare i comandi sui movimenti e sulle organizzazioni del nemico; mantiene il collegamento fra le truppe ed i comandi durante l'attacco; regola coli' osservazione aerea il tiro dell'artiglieria; interviene nella lotta terrestre con bombardamenti dei punti sensibili nemici e coll'azione di mitragliatrici e bombe sulle truppe avversarie.


- 128 -

-129-

18. - Il genio, durante la preparazione, concorre all'esecuzione dei lavori che, per le attitudini che richiedono, non possono essere assunti dalle altre truppe. Durante l'attacco, accompagna la fanteria combattendo, solo in casi eccezionali, e provvedendo alle distruzioni e ai riattamenti per i quali non è bastevole la capacità lavorativa degli zappatori di fanteria. Durante la preparazione e durante l'attacco impianta, mantiene e prolunga i collegamenti telefonici e telegrafici che sono affidati ad altre truppe speciali. I compiti sempre crescenti che la battaglia odierna impone alle truppe del genio, esigono un parsimonioso e appropriato impiego di questo personale specializzato e di difficile sostituzione. In tale intento, anche per ragioni di rendimento, i reparti del genio non dovranno essere frazionati e dovranno ricevere largo concorso di lavoro da parte di ausiliari di fanteria e delle altre armi. 19. - La cavalleria non può, di norma, trovare impiego finché il combattimento si svolge nella zona organizzata con difese continue ed efficienti . Un intervento prematuro, che contravvenisse a questo principio, segnerebbe certo lo sterile sacrificio di un'arma che deve invece essere riservata a condizioni speciali di terreno e di lotta. Essa pertanto è mantenuta in potenza, pronta a partecipare alla battaglia in buon momento, sia per allargare e completare il successo, sia per iniziarne l'ulteriore sfruttamento. Ma, fermi restando questi principi riguardanti l'impiego a massa della cavalleria, è da tenersi presente - anche per l'addestramento dell'arma che piccole unità che abbiano chiara conoscenza dei moderni procedimenti taajci, siano affiatate ~on le truppe di fanteria ed orientate sul terreno, possono, col fuoco o con l'urto avvalorati sempre dalla manovra, intervenire assai utilmente nelle più varie contingenze del combattimento, specie per assicurare o ristabilire collegamenti tattici incerti o compromessi.

Solo così la ingente somma di forze e di mezzi che occorre mettere in opera per vincere la resistenza di una fronte organizzata, sarà impiegata a gran rendimento e con fondata probabilità di successo. Ogni disegno offensivo deve pertanto concretarsi in un quadro il più possibile completo dell'impresa da compiere sia in fase pi:eparatoria, sia in fase di attuazione. Tale quadro costituisce il piano offensivo. Base del piano saranno le direttive che il Comando Supremo emana ai comandi di armata circa le possibilità offensive delle varie fronti: elementi del piano, il concetto operativo del comando che ha la condotta dell'azione, le forze assegnate, i progetti di lavoro e di operazione dei comandanti di grandi unità che vi dovranno partecipare. Il piano sarà inizialmente tracciato a grandi linee per servire di preventivo orientamneto e di guida ai comandi dipendenti nella redazione dei progetti: sarà in seguito completato in tutti i particolari, non appena i progetti stessi, elaborati sulla base delle ricognizioni preparatorie e debitamente coordinati ed approvati dai comandi superiori, avranno assunto formadefinitivaeconcreta. Per semplificare e rendere più spedito e più riservato questo lavoro di esame e di coordinamento, assai più che i carteggi, gioveranno scambi di vedute fra comandi contigui e affini, e istruzioni verbali dei comandi superiori ai comandi inferiori. In ogni modo, sulla traccia del piano a grandi linee, dovranno essere iniziati subito i lavori offensivi, salvo a successivamente completarli e porli in armonia coi progetti non appena questi siano approvati. Studi e progetti devono essere condotti con la più scrupolosa riservatezza dai comandi di grande unità che ne sono partecipi. Gli ordini che ne scaturiscono, finché l'operazione rimane in fase preparatoria, saranno impartiti dai comandi di grandi unità ai comandi o enti dipendenti in modo da non rivelare gli intendimenti del Comando. I lavori dovranno apparire rivolti al rafforzamento di un determinato settore in previsione di un attacco nemico. Qualsiasi trasgressione a siffatte prescrizioni sia considerata e giudicata come gravissima infrazione al dovere militare. A semplice titolo di generico orientamento e di esemplificazione, ed esclusa ogni idea di schema prestabilito, sono esposti in allegato i principali argomenti da prendersi in considerazione in un piano offensivo di corpo d'armata.

CAPO II Predisposizioni per l'attacco

ARTICOLO 5

Il piano offensivo ARTICOLO 6. 20. - .Il problema offensivo ha oggi assunto tale importanza e complessità che non può essere affrontato e risolto senza profondo studio ed accurata preparazione.

Sistemazione del terreno di attacco. 21. -

I lavori per la sistemazione del terreno di attacco sono iniziati


-130-

- 131-

non appena tracciato nelle sue linee generali il piano offensivo. È della massima importanza che tale sistemazione si compia gradualmente, di lunga mano, perché il nemico non tragga da una più interisa localizzata attività lavorativa sicuri indizi dei nostri propositi offensivi. Con queste predisposizioni si avrà altresi il vantaggio di poter allestire l'apparecchio offensivo in pochissimi giorni, quanti cioé occorrono per rinforzare lo schieramento dell'artiglieria e per raccogliere la massa offensiva. I lavori sono più particolarmente rivolti a dare massima efficienza offensiva al nucleo destinato al primo urto; ma non devono perdere di mira anche gli altri attacchi in profondità che succederanno al primo sfondamento e che - come si è detto - è indispensabile svolgere e rinnovare con incalzante rapidità e senza concedere tregua al nemico. In massima occorre provvedere: alla sistemazione delle posizioni di partenza della fanteria, alla organizzazione dello schieramento delle artiglierie, · alla sistemazione dei posti di comando, alla sistemazione delle comunicazioni e dei collegamenti, alla sistemazione dei mezzi aeronautici.

All'infuori di questi limiti torneranno opportune, in massima, rettifiche della fronte: secondo i casi, rettifiche di arretramento o rettifiche di progresso, e quest'ultime fatte con le dovute cautele, per non rivelare al nemico i preparativi offensivi. Qualora, come si verificherà soventi, tali rettifiche di progresso non siano possibili, converrà escogitare volta per volta i provvedimenti atti ad avvicinare, durante il tiro di distruzione, i primi reparti di assalto alle zone prescelte per l'irruzione attraverso le difese nemiche. 24. - Ripari. Bisogna che risultino i più idonei a dare protezione alle truppe, tenuto conto del terreno ove devono essere ricavati e della prevedibile reazione che possa attribuirsi al nemico. In taluni casi potranno essere sufficienti semplici mascheramenti o movimenti di terra (sbancamenti); in taluni altri occorreranno invece ricoveri alla prova o caverne. Necessita in ogni modo che la capacità di ricovero delle truppe di as·salto - si comprendono in queste tutti i battaglioni destinati al primo sbalzo e quelli di rincalzo - sia calcolata con larghezza e che gli sbocchi verso il nemico siano facili e numerosi. 25. - Camminamenti. Sono le arterie destinate a porre l'apparecchio offensivo nelle migliori condizioni di funzionalità: essi pertanto devono costituire non un intricato labirinto, ma un organico sistema di comunicazioni nel quale si possa con facilità e prontezza designare, oltre che l'orientamento fondamentale, le vie di afflusso e quelle di deflusso. In genere si avranno camminamenti principali e camminamenti secondari, differenziati gli uni dagli altri con indicazioni chiaramente appariscenti. Il numero e lo sviluppo dei camminamenti principali, sarà determinato dallo scaglionamento in profondità delle truppe, dai prevedibili spostamenti di forze durante l'azione, dalla configurazione del terreno. Parallelamente ai camminamenti principali, occorre preparare piste in terreno aperto, possibilmente defilato, per aumentare, all'occorrenza, la capacità di afflusso e deflusso. I camminamenti secondari deriveranno dai principali, mentenendosi in giusta correlazione col dispositivo di attacco. Essi andranno moltiplicandosi dalla zona delle riserve verso la parallela di partenza. È della massima importanza che i camminamenti da utilizzarsi durante l'attacco non siano gli stessi che, attraverso i consueti tiri di disturbo, risultano individuati dal nemico. Occorrerà pertanto, per disperdere e deviare la contropreparazione, che i primi siano con ogni cura mascherati, e che i secondi, resi ad arte appariscenti, funzionino da falsi camminamenti. Guide pratiche, cartelli e segni indicatori, posti di sorveglianza dovranno assicurare l'ordine, la disciplina e la regoìarità della circolazione.

22. - Sistemazione delle posizioni di partenza della fanteria. Questi lavori mirano ad assicurare alla fanteria massima protezione durante la contropreparazione nemica, facilità di sbocco e di movimento durante l'attacco. Essi devono estendersi in profondità, tenendo conto delle zone defilate retrostanti alla fronte di attacco. In genere, si tratterà solo di adattare gli apprestamenti esistenti alle necessità del piano offensivo, così da risultare, a lavori compiuti, un sistema costituito da: parallele di partenza, ripari, camminamenti. 23. - Parallele di partenza. Devono essere tracciate ed organizzate in modo da permettere alle truppe destinate al primo urto di muoversi verso i loro obiettivi nelle migliori condizioni di rapidità e di coesione. La distanza delle parallele di partenza dalla prima posizione nemica deve essere subordinata: alla velocità maggiore o minore con cui può superarsi il terreno di attacco, alle esigenze di protezione imposte dai tiri dell'artiglierie amica. Tenuto conto di tali elementi, si indica come dato medio una distanza variabile fra i 200 e i 500 m.


- 132-

26. - Organizzazione dello schieramento delle artiglierie. Si tratta di un complesso di lavori intesi a rendere possibilè la pronta messa in opera del nucelo di batterie di rinforzo che trasformerà lo schieramento di sicurezza presistente in schieramento offensivo. Tali lavori, c~ndotti in conformità dei progetti dei comandi di artiglieria, rifletteranno quindi non solo le postazioni delle batterie, ma altresì le vie d'accesso, gli osservatori e i relativi collegamenti, i depositi per munizioni. È della massima importanza che tutto ciò, e soprattutto le nuove postazioni, rimanga ignorato dal nemico. In questo intento non si farà mai abbastanza per trarlo in inganno, inscenando lavori fittizi ed occultandogli accuratamente e in tempo, ossia durante la costruzione, quelli veri. Contemporaneamente a questi apprestamenti, i comandi di artiglieria appartenenti alle grandi unità in linea compiranno tutte le operazioni preliminari inerenti alla preparazione del tiro, in modo da rendere possibile la pronta entrata in azione delle batterie, anche se giungano nella fronte di attacco nei giorni immediatamente prima dell'offensiva. Rivolgeranno inoltre l'attività loro al problema del celere spostamento dell'aliquota di artiglieria occorrente all'ulteriore sviluppo dell'azione offensiva dopo conquistato l'obiettivo normale. E deve essere attività non solo di studio ma di predisposizioni, trattandosi di questione di capitale importanza e la cui soluzione non può essere improvvisata durante la battaglia. I comandi di artiglieria, per assolvere questi molteplici compiti, oltre che del proprio personale si varranno di elementi temporaneamente tratti da comandi non impegnati, ma già designati per partecipare all'azione. Mercé questo personale sussidiario, si avrà altresì il vantaggio di poter costituire dei nuclei di ufficiali per guidare ed orientare i comandanti dei reparti di artiglieria giungenti a rinforzo dello schieramento. 27. - Sistemazione dei posti di comando. I comandi di grande unità di prima linea (corpi d'armata e divisioni) stabiliscono il loro posto dicomando in modo da poter osservare il terreno di combattimento delle pro-· prie truppe ed intervenire prontamente e sicuramente nell'azione. Occorre però che essi non .sacrifichino alle esigenze dell'osservazione diretta - che specie per i comandi di corpo d'armata sono accessorie la regolarità e continuità del loro funzionamento, che sono invece essenziali. Per questo, i posti di comando di corpo d'armata e di divisione dovranno completarsi con osservatori più avanzati che funzioneranno sotto la direzione di ufficiali del comando e saranno direttamente collegati con esso. Il problema si risolve dunque con la scelta di buoni osservatori e con l'impianto di molteplici e sicuri collegamenti, sia con le truppe impegnate, sia con le riserve. Per i comandi di armata l'Òsservazione diretta non ha importanza, an-

- 133 -

.'

che perché raramente sarà possibile dominare, da un solo punto, l'intera fronte dell'armata. In generale converrà pertanto esercitare il comando dalla sede normale, e affidare l'osservazione, in ragionevole misura, ad osservatori avanzati e ben collegati. Oltre i posti di comando e di osservazione corrispondenti alla situazione di partenza, dovranno essere scelti, e possibilmente organizzati, posti più avanzati per il progressivo sviluppo dell'azione. I comandanti delle gqmdi unità di seconda linea stabiliranno il loro posto di comando col concetto di poter intervenire in buon momento nella battaglia il più prontamente ed efficacemente possibile. Essi si terrano perciò a stretto contatto dei comandi di prima linea che saranno chiamati a sostituire e del comando superiore dal quale dipendono per l'azione. 28. - Sistemazione delle comunicazioni e dei collegamenti. Questi lavori sono da progettarsi e da intraprendersi allo scopo di assicurare, con criterio di larga previdenza, al problema tattico la possibilità logistica, dato che questa è condizione imprescindibile alla felice soluzione del problema stesso. Essi riguarderanno pertanto sia la costruzione di buone vie, sia il miglioramento di quelle esistenti, sia infine la loro manutenzione e la loro utilizzazione durante il combattimento. Particolare cura dovrà porsi, specie in regione montana, nell'esame della rete stradale agli effetti del rifornimento delle munizioni di artiglieria, ove non si voglia incorrere, per scarso munizionamento, in un manchevole sfruttamento delle batterie costituenti la massa offensiva. Quanto ai collegamenti, solamente quelli a filo elettrico richiedono impianti preliminari di qualche entità, specie nelle zone più intensamente battute, ove occorre disporre , oltre che di linee aeree, di linee in scavo. In massima converrà organizzare una rete comune a tutti i comandi e tre reti speciali: una per l'artiglieria, una per l'aeronautica e una per la difesa controaerea. Entrambi i problemi delle comunicazioni e dei collegamenti devono essere studiati e, in quanto possibile, risolti anche per la fase dell'offensiva susseguente alla conquista dell'obiettivo normale. 29. - Sistemazione dei mezzi aeronautici. Riguarda sia l'impianto di nuovi campi, a sussidio di quelli già esistenti in prossimità della fronte di attacco, sia la scelta e l'adattamento di località di atterraggio presso i posti di comando, sia infine l'organizzazione del servizio di collegamento fra comandi di gruppo e di squadriglia e i comandi tattici a vantaggio dei quali l'attività aviatoria è rivolta. Analoghe predisposizioni di impianto e di collegamento saranno necessarie per i palloni frenati.


-134-

- 135-

L'aumento dei mezzi aeronautici in una determinata fronte è uno dei sintomi più significativi e più facilmente rilevabili di preparativi offensivi: occorre pertanto che i nuovi impianti siano ridotti al minimo, e quelli indispensabili siano mascherati fino all'ultimo e attivati solo all'inizio della battaglia.

mente soddisfatta quanto maggior sviluppo avrà il periodo preparatorio; in ogni modo non si dovrà prescindere da essa qualunque possa essere la durata del periodo stesso. Ove si disponga di un tempo considerevole, potrà convenire ad esempio:

ARTICOLO 7

successivamente sostituirle per un periodo assai più lungo, non inferiore a quattro settimane, con le divisioni di seconda linea: infine riportarle in linea negli ultimi giorni, o anche nelle ultime ore, avanti l'attacco.

Raccolta d'informazioni sul terrena e sul nemico e studio della fronte di attacco. 30. - I moderni procedimenti di attacco nella guerra di posizione'si basano su una conoscenza sicura e completa dell'organizzazione difensiva nemica. Ove questa conoscenza sia errata o anche solo imperfetta, l' intero piano offensivo risulta falsato da un errore originario, e con tutta probabilità l'attacco è destinato a fallire. Questo spieghi l'importanza delle funzioni che gli uffici informazioni delle armate sono chiamati a disimpegnare in tale campo; funzioni che le Norme generali per il servizio informazioni presso le truppe operanti definiscono ed illustrano. Qui basta ricordare che l'opera di questi uffici, condotta di lunga mano e metodicamente aggiornata, deve concretarsi in succinte memorie monografiche sulle organizzazioni nemiche, forze e artiglierie comprese. Tali memorie, diramate ai comandi delle grandi unità costituenti la massa offensiva, serviranno di generico inquadramento e di guida per gli studi e per le ricognizioni particolareggiate che i comandanti, e più specialmente quelli delle grandi unità di prima linea, devono compiere, nel periodo preparatorio, allo scopo di acquistare diretta conoscenza del settore di attacco e di conformare il dispositivo d'impiego delle proprie truppe alle caratteristiche del terreno e dell'occupazione nemica. ARTICOLO 8

La dislocazione iniziale e la preparazione speciale delle truppe costituenti la massa offensiva. 31. - È problema che deve risolversi col criterio che le grandi unità destinate al primo urto siano riposate, e che compiano, prima dell'azione, e possibilmente in terreno simile a quello di attacco, un periodo di metodico allenamento ed addestramento che le specializzi nelle varie fasi dell'impresa a cui sono chiamate e le trasformi in vere e proprie divisioni di assalto. Questa duplice esigenza (riposo e addestramento) sarà tanto più facil-

porre in linea, per un breve periodo, le divisioni destinate al primo urto;

Seguendo questo ciclo, che esige però particolari accorgimenti per assicurare la segretezza, le divisioni d'urto utilizzeranno il primo periodo per l'orientamento preliminare e per l' avviamento dei lavori; il secondo per l'addestramento, non disgiunto però dal necessario riposo; il terzo - purché abbia, ben inteso, la durata di qualche giorno - per completare le ricognizioni e per le predisposizioni dell'ultima ora tendenti a porre in perfetto assetto l'apparecchio offensivo. Qualora invece, come accadrà sovente, il terzo periodo sia ridotto a poche ore, gli ufficiali svolgeranno ugualmente le ricognizioni prima che le divisioni entrino in linea, e con le opportune cautele suggerite dalla necessità di assicurare la sorpresa. Dal canto loro le divisioni di seconda linea, durante il secondo periodo, oltre a completare i lavori già avviati dalle divisioni d'urto che esse sostituiscono, acquisteranno perfetta conoscenza del settore ai fini della missioni ad esse assegnata durante l'azione, pur tenendo presente però l' eventualità che, per circostanze impreviste, possa qualcuna di esse essere destinata a sostituire, nel compito d'urto, la rispettiva divisione di prima linea. Il primo e il terzo periodo saranno - come è ovvio - dalle divisioni di seconda linea dedicati all'addestramento, orientando le minori unità verso i procedimenti della guerra di movimento, e familiarizzando comandi e 1 truppe sia alla manovra di scavalcamento sia a quella di sostituzione • Qualora per difetto di tempo, non si possa o, per altre ragioni, non si voglia svolgere il ciclo sopraccennato, si rinunzierà per le divisioni di prima linea al periodo di orientamento preliminare nel settore di attacco, e si darà sviluppo, secondo gli accennati criteri di successione e di durata ai periodi secondo e terzo.

1 Con la manovra di scavalcamento una unità di seconda linea scavalca una unità di prima linea e ne assume il compito cedendole il proprio. Colla manovra di sostituzione invece, l' unità sostituita - avendo subito nella battaglia un considerevole logoramento - non assume il compito dell'unità sostituente, ma viene ritirata dal combattimento e mandata nelle retrovie a ricostituirsi.


-136-

CAPO III L'attacco

ARTICOLO 9

L 'inizio dell'attacco e le sue fasi 32. - L'inizio dell'attacco, convenzionalmente, si farà corrispondere all'inizio della preparazione immediata, intendendo per preparazione immediata il complesso dei tiri di distruzione, di neutralizzazione, di annientamento e di interdizione coi quali l'artiglieria, in collaborazione con altri mezzi offensivi, con azione rapidissima e violentissima apre la via alla irruzione delle fanterie . Ma prima, e precisamente negli ultimi giorni della fase preparatoria dell'offensiva, l'artiglieria potrà avere già compiuto quella parte del lavoro di distruzione e di interdizione lontana che, sia per la natura degli obiettivi cui è rivolta - essenzialmente batterie, organizzazioni arretrate, centri di rifornimento, sedi di comando - sia per il modo con cui si deve esplicare non può essere contenuto nel periodo, necessariamente breve, della preparazione immediata 1 • Non è però da escludersi che, attribuendo la maggiore importanza al fattore sorpresa, si rinunzi a questi tiri da eseguirsi in precedenza e si concentri tutto il lavoro di distruzione e d'interdizione nella preparazione immediata. 33. - L'ordine dell 'inizio dell'attacco sarà emanato dal comando che ha la condotta delle operazioni, non tralasciandosi nella diramazione alcuna cautela che valga ad assicurare la segretezza e, per riflesso, la sorpresa. Pertanto minima diffusione, e fatta al più tardi possibile, compatibilmente con la necessità di attuare in tempo tutte le predisposizioni derivanti dall'ordine stesso. L'ordine di attacco, in massima, si limiterà a fissare poche prescrizioni d'indole esecutiva che integrino quanto già è stato stabilito nel piano circa lo svolgimento dell'azione. L'ordine non dovrà contenere l'indicazione dell'ora dello scatto delle fanterie, che formerà oggetto di comunicazione a parte, non telefonica, circondata anch'essa del più rigoroso riserbo. 1

In particolari condizioni di terreno, ad esempio nelle regioni montane, in cui la vita del1' organismo difensivo è vincolata allo sfruttamento delle comunicazioni, questi tiri preliminari potranno assumere considerevole sviluppo e rispondere a un più ampio programma rivolto ad isolare la difesa e menomarne la capacità di resistenza prima della battaglia. Si tratta insomma di un'azione di logoramento che, quando sia condotta in modo da non pregiudicàre la sorpresa, può facilitare la successiva azione di sfondamento .

-137-

34. -

Nell'attacco sono da considerarsi come tipiche le seguenti fasi:

preparazione immediata; scatto ed avanzata delle fanterie verso l'obiettivo normale; eventuale sosta prima dell'obiettivo normale; conquista dell'obiettivo normale e degli obiettivi eventuali; sviluppo del successo. Ciascuna di queste fasi, avendo caratteristiche proprie, merita separata trattazione. Ma rimanga bene stabilito che con questa successione, qui seguita solo per ragioni di chiarezza, non si intende in alcun modo di attribuire all'attacco caratteri di gradualità e di lentezza che non ha, e che non deve avere. Iniziatasi la preparazione immediata, tutto sia rivolto ad imprimere all'azione una irresistibile irruenza: l'attacco si abbatta violentemente sulle organizzazioni nemiche e vi si addentri travolgendole almeno fino alla zona delle artiglierie della difesa, che è il minimo pegno di ogni offensiva condotta con grandi mezzi. ARTICOLO 10

La preparazione immediata 35. - La durata di quest'atto del combattimento, di cui gli scopi sono stati definiti al n.32, dipende essenzialmente da un duplice ordine di fattori: quantità e celerità di tiro delle artiglierie preposte al compito di distruzione e di neutralizzazione delle difese nemiche; efficienza difensiva del nemico, quando si compendino in questo termine il valore fortificatorio delle organizzazioni da espugnare e la capacità di re&istenza di chi la presidia. Sulla base di questi elementi si fisseranno i limiti di tempo della preparazione immediata, tenendo presente però che i determinanti del successo, assai più che nella completezza del lavoro di distruzione, stanno sia nella intensità e nell'efficacia dell'azione neutralizzante durante l'attacco, sia, sopratutto, nella sorpresa, che è da ricercarsi in ogni campo e ad ogni costo. E la breve preparazione, che della sorpresa è attributo indispensabile, troverà compenso nello sviluppo e nella potenza dei tiri di neutralizzazione. 36. - La preparazione immediata potrà essere accompagnata, oppur no, da tiri di pseudo-preparazione rivolti su uno o più tratti della fronte accortamente scelti per trarre in inganno il nemico e distoglierlo dall'effettivo settore di attacco.


- 138 -

- 139-

Tale finta sarà più o meno colorita a seconda della disponibilità dei mezzi; ma se, per difetto di questi, non fosse possibile darle il necessario carattere di verosimiglianza, si rinunzi senz'altro alla pseudopreparazione, che si tradurrebbe solo in una sottrazione di artiglierie alla massa offensiva e in uno sterile consumo di munizioni. 37. - La preparazione immediata comprende:

«colpi di mano» oltre che per i vantaggi propri di queste piccole imprese, per infondere nei combattenti la persuasione che una buona preparazione consente sempre di penetrare profondamente nelle organizzazioni nemiche. Di norma l'azione contro le difese si esplicherà in parte mediante tiri di distruzione, e in parte mediante tiri di neutralizzazione. Il rapporto fra azione distruggente e azione neutralizzante sfugge ad ogni prescrizione tassativa ed è in stretta correlazione con la durata della preparazione e col dispositivo di attacco che le organizzazioni nemiche - considerate sia intrinsecamente sia nelle loro reciproche influenze - avranno consigliato. In genere si distruggeranno o si neutralizzeranno tutte le difese attive e passive esistenti, ovvero aventi azione, sulle zone d'irruzione, estese in profondità fino all'obiettivo normale; si neutralizzeranno, fuori delle zone stesse, tutte lè altre difese attive, di qualunque specie (centri di resistenza, nidi di mitragliatrici, ecc.)la cui espugnazione deve essere frutto, più che diattacco diretto, del rapido progresso e dilagamento della irruzione attraverso le difese distrutte. L'azione neutralizzante, mercé l'efficace concorso dei mezzi sussidiari della fanteria, raggiungerà la sua massima intensità durante l'avanzata, coordinandosi debitamente coi tiri di accompagnamento; ma per adempiere con successo la sua funzione paralizzatrice, si inizierà e si svolgerà anche durante la preparazione immediata. In questa fase dell'attacco, è di capitale importanza la lotta contro gli organi di fiancheggiamento. Essi rappresentano, come è noto, i centri vitali della resistenza e, solamente distruggendoli, o tenendoli in iscacco se la distruzione non è possibile, si colpirà a morte la difesa. Il raggiungimeno di questo scopo è intimamente legato, oltre che all'eficacia dei tiri, alla esatta individuazione degli obiettivi. Tale individuazione - come si è detto - deve risultare dal lavoro degli uffici informazioni di armata; ma occorre che a questo difficile compito ciascun comando, nel proprio ambito, e mediante precisi rilevamenti sul terreno, dia assiduo tributo di scrupolosa collaborazione. La verifica, come la direzione del lavoro di distruzione o di neutralizzazione delle difese, compete ai comandanti di divisione di prima linea alla cui dipendenza sono messe, in genere, le artiglierie preposte a questo particolare compito . Ai fini della verifica, il piano di attacco potrà prevedere soste o allungamenti di tiro durante la preparazione; sulla base degli accertamenti compiuti in questi intervalli, mercé le più favorevoli condizioni di osservazione e mercé rilievi aerei e rapide ricognizioni di pattuglie miste di artiglieri e fanti, i comandanti di divisione regoleranno l'ulteriore azione delle masse di fuoco di cui dispongono. Qualora queste si fossero dimostrate insufficienti, i comandanti di di-

l' intensificazione della lotta contro le artiglierie avversarie; l'azione contro le difese nemiche; l'interdizione; l'azione di annientamento. La maggior somma di questi compiti spettano all'artiglieria, ma vi concorrono altresi e, in misura considerevole, i mezzi aerei ed eventualmente altri mezzi di lotta che l'industria o i procedimenti di guerra possono suggerire come idonei allo scopo. Qui si tratterà in particolare dell'azione dell'artiglierie e dell'aeronautica; quanto agli altri mezzi sussidiari al lavoro di preparazione, norme speciali da inserirsi nel piano offensivo ne disciplineranno l'impiego coordinandolo con l'opera dell'artiglieria. 38. - La lotta contro l'artiglieria avversaria già metodicamente condotta con tiri di distruzione, nella fase di sosta delle operazioni e, purché lo si reputi opportuno, durante il periodo in cui si sta preparando l'azione offensiva, verrà proseguita o ripresa con crescente intensità, ma con diverso carattere, durante la preparazione immediata. In questa fase la difficoltà di eseguire tiri di esattezza imporrà, in genere, di rinunziare alla distruzione, per proporsi solo la neutralizzazione delle batterie nemiche, e soprattutto di quelle di sbarramento e di interdizione vicina che sono le più dannose per le fanterie dell'attacco. Il tenere queste batterie sotto il fuoco in modo da paralizzarle immediatamente prima e durante l'avanzata della fanteria fino alla stabilizzazione della nuova fronte, è elemento di successo di capitale immportanza. Solo se questo risultato sarà raggiunto, si potrà dire che l'organismo della controbatteria avrà felicemente assolto il suo compito. Nessun espediente dovrà pertanto essere tralasciato per indurre le batterie di sbarramento e di interdizione a svelarsi prematuramente. 39. - L'azione contro le difese nemiche in massima è riservata quasi totalmente al periodo della preparazione immediata. I pochi tiri di distruzione che, eventualmente, occorresse effettuare prima di tale periodo, devono confondersi con analoghi tiri, in tutt'altra parte della fronte per non rivelare innanzi tempo al nemico il settore di attacco. A questi tiri di distruzione potrà talvolta convenire di far seguire dei

/


- 140-

- 141 -

visione solleciteranno dai comandanti di corpo d'armata il temporaneo intervento di altre batterie per portare a compimento, nel periodo stabilito, il lavoro di distruzione. Soste nel tiro ed allungamenti, del pari che improvvise intensificazioni di fuoco, gioveranno inoltre a disorientare il nemico e trarlo in inganno sull'imminenza dello scatto delle fanterie . 40. - L'interdizione tende a porre l'organismo difensivo in critiche condizioni di funzionalità. Essa è affidata in genere alle artiglierie di corpo d'armata e di armata, e si esercita contro obiettivi lontani quali, sedi di comandi, nodi di comunicazioni, centri di rifornimento, ecc. , e contro obiettivi vicini dislocati nelle immediate retrovie del settore di attacco , quali accessi alle prime linee, sbocchi ed incroci di camminamenti, ecc. In questo campo i risultati maggiori si otterranno durante la preparazione immediata e il successivo periodo dello scatto delle fanterie; ma alcuni particolari obiettivi - ad esempio sedi di importanti comandi - potranno essere presi sotto il fuoco in precedenza, uno o due giorni prima dell'attacco, a meno che non si giudichi preferibile rinunziarvi a vantaggio della sorpresa. In ogni modo questi tiri, come quelli di distruzione che eccezionalmente si eseguiscono prima della preparazione immediata, dovranno essere mascherati da altri tiri di pseudo-preparazione. Nella interdizione vicina, e così pure nello sbarramento, efficace ausilio può essere dato all'artiglieria dalle mitragliatrici impiegate sia a puntamento diretto, sia a puntamento indiretto e con grandi angoli di elevazione. Quest'ultimo procedimento però esige un'azione di fuoco assai intensa, quale solo può essere svolta da compagnie mitragliatrici impiegate a massa. 41. - L'azione di annientamento completa le altre sin qui considerate e, per certi riguardi, si sovrappone ad esse. Mira ad infliggere gravi perdite al difensore ovunque esso si trovi, a menomarne la capacità e la volontà di resistenza , a fiaccarne insomma le fo rze fisiche e morali. Si tratta quindi di effetti terrificanti, da ricercarsi con concentramenI ti di artiglierie pesanti di insolita intensità e violenza, rivolti sia contro le truppe in linea, sia contro quelle in riserva.

42. - Iniziatasi la preparazione immediata, l'aeronautica, non più costretta alle cautele dovute osservare nella precedente fase preparatoria per non rilevare prematuramente il settore di attacco, interviene nella lotta nella pienezza dei suoi mezzi. Essa deve tendere a conseguire al più presto il dominio dell'aria, sia per assicurare le più favorevoli condizioni d'impiego ai nostri elementi di osservazione, di ricognizione e di collegamento che, in questo periodo di lotta di artiglieria, devono essere attivissimi , sia per creare nello stesso campo circostanze proibitive al nemico. Questo duplice compito le squadriglie da caccia assolveranno con atteggiamento offensivo portando la lotta il più possibile nel cielo nemico, ove incroceranno con pattuglie di sbarramento. Alla protezione vicina saranno invece destinati minimi mezzi aviatori, essendo questa missione affidata in prevalenza alle artiglierie antiaeree. Quanto alle squadriglie da bombardamento , esse collaboreranno con l'artiglieria della quale completano l'azione estendendola in più ampio raggio . Essenzialmente il loro intervento sarà assai fruttifero in questa fase e nelle successive per l'interdizione lontana e, più ancora, per l'annientamento, Lo stesso dicasi per le squadriglie di combattimento la cui azione si esplicherà in continuità, durante la battaglia, a ttaccando a piccola quota tutto ciò che appaia comunque vulnerabile; e per gli aeroplani di collegamento che rileveranno periodicamente il progresso dell'avanzata e ne riferiranno ai comandi.

1 Poiché in queste direttive è ripetutamente ado'perata la locuzione «concentramento» e poiché d'altra parte ad essa sovente si ricorre nelle richieste di fuoco durante l'azione, è utile preci~arne il significato . Concentramento vale intensificazione degli effetti del tiro nel tempo e nello spazio. Condizione essenziale perché tale intensificazione si verifichi è che il concentramento sia operato con artiglierie caratteristicamente idonee e preparate a battere efficacemente l'obiettivo sul quale il éoncentramento stesso è rivolto. Se.tale idoneità manca, il concentramento si tradurrà in una sterile ma novra di fuoco e in una dannosa sottrazione di a rtiglierie ai compiti fondamentali a cui sono preposte.

ARTICOLO 11

Lo scatto e l'avanzata delle fanterie verso l'obiettivo normale 43 . - Lo scatto delle fanterie è segnato con cronometrica precisione dall'istante in cui le truppe di assalto - ossia i battaglioni di prima e seconda linea delle divisioni destinate all'urto iniziale - muovono, con assoluta simultaneità, alla conquista dei rispettivi obiettivi. È necessità di ordine superiore che lo scatto sorprenda il nemico ancora nei ripari e, possibilmente, prima che si scateni lo sbarramento. Pertanto nè cambiamenti di regime nel tiro di preparazione, né tanto meno interruzione di fuoco devono rivelare al nemico l'approssimarsi dell'assalto. La continuità fra il termine della preparazione immediata e lo scatto, e l' irruenza dell'assalto, devono essere tali che gli ultimi proietti dei tiri di distruzione e i primi animosi dei reparti di assalto raggiungano quasi contemporaneamente le trincee nemiche.


-14244. - Occorre che la zona dello sbarramento nemico sia superata nel più breve tempo e dalla maggior quantità di truppe possibile. Questa necessità imporrà, per l'istante dello scatto e per i primi minuti che lo seguono, un dispositivo di assalto che tenga i battaglioni di prima e seconda linea piuttosto addensati verso la testa. L'indispensabile snodamento di questa massa d'irruzione, costituita da reparti sceltissimi fra gli scelti, e il suo scaglionamento in profondità, oltrepassata la zona di sbarramento, verranno riacquistati quasi automaticamente per virtu delle doti manovriere proprie di quei reparti, e per le stesse vicende della lotta che, necessariamente, condurranno ad azioni parziali ed epi~s~~ r i ~ o del!e quali n~n si danno qui_pre~criz_i~ni _partico~are~giate che, interessando 11 combattimento delle mmon umta d1 fantena, nsulterebbero in queste direttive fuori sede. Basta solo affermare che la massa d'irruzione, procedendo il più velocemente possibile attraverso le organizzazioni nemiche distrutte, articolandosi e manovrando intorno a quelle non distrutte ma prese sotto i tiri di neutralizzazione, avanza conservandosi in giusto rapporto di tempo e di distanza con la cortina mobile dei tiri di accompagnamento, avanza sempre, anche temerariamente, fino a raggiungere l'obiettivo normale assegnato alle grandi unità. 1 • Questa condotta tattica che si compendia nel motto progredire ad ogni costo, se alleggerisce la massa d'irruzione di ogni cura relativa ai collegamenti, esige da parte dei comandi delle grandi unità stesse particolari provvidenze intese ad evitare situazioni tattiche irrazionali ed estremamente rischiose per l' attaccante. Occorre pertanto che sia nella mente di tutti il canone fondamentale che il contatto fra unità laterali deve essere ricercato e mantenuto sempre avanzando e non mai retrocedendo; ma occorre altresì che, in ciascuna grande unità, reparti non appartenenti tatticamente alle truppe di assalto abbiano mandato specifico di collegamento, e trovino nella razionale concezione del piano di attacco (scelta degli obiettivi, prescrizioni circa fronti di attestamento e linee di contatto, ecc.), condizioni propizie al migliore adempimento del compito loro . 45. - Con la preparazione immediata, l'artiglieria, non ha assolto che la parte più semplice e più facile del suo compito. Essa ha infatti solo tracciato alle fanterie la via dell'attacco, ma non l'ha spianata. Il maggior tributo di cooperazione, che l'artiglieria deve alla fanteria per alleviarla effettivamente del grave peso della battaglia, si inizia all'istante 1 È in questa fase della lotta che potranno impiegarsi con maggior vantaggio le cortine di nebbia artificiale.

- 143 -

dello scatto, si svolge con l' accompagnamento di essa, e si compie fissando una cortina di sbarramento al di là dell'obiettivo normale conquistato. In questa fase della lotta, che è tatticamente decisiva, l'intervento dell'artiglieria dovrà poggiare su due elementi fondamentali, l' osservazione ed il collegamento, ed informarsi ai seguenti principi : 1° Il porre in scacco le artiglierie della difesa rappresenta il più valido soccorso per le fanterie dell'attacco . Bisogna quindi che tutta la potenza offensiva dell'organismo di controbatteria sia rivolta a neutralizzare almeno la maggior parte delle batterie della difesa; e che siffatta azione si sviluppi con continuità durante tutto l'attacco fino al consolidamento dei progressi raggiunti. 2° La reazione degli organi di fiancheggiamento e dei centri di resistenza nemici, rimasti ancora in efficienza dopo il tiro di distruzione, può ostacolare gravemente, e talvolta paralizzare, il progresso della massa d'irruzione. Necessita pertanto che l'azione neutralizzante, già iniziatasi contro parte delle difese durante la preparazione immediata, raggiunga durante l'avanzata la massima intensità e si adatti, armonizzandosi coi tiri di accompagnamento, alle contingenti vicende della battaglia. 3° I tiri di distruzione e quelli di annientamento , anche se violentissimi , non bastano per togliere ai difensori ogni capacità di resistenza. Contro questa efficienza residuale della difesa - che è da prevedersi come sicura, specie nelle organizzazioni nemiche più arretrate - occorre proteggere le truppe d'assalto mediante una cortina mobile di tiri di accompagnamento, la quale, con opportune variazioni di gittata, le preceda a distanza di sicurezza, e con esse faccia sistema spostandosi o fermandosi secondo che l'attacco progredisce o sosta. Siffatta cortina di accompagnamento frontale si completerà con cortine fiancheggianti, destinate cioé a dare protezione anche sui fianchi alle truppe di assalto. In tal guisa la cortina, in movimento avrà missione neutralizzante; nella sosta invece missione di sbarramento e di interdizione. 46. - Il meccanismo del tiro di accompagnamento è per sua natura così complesso che non sempre può riposare esclusivamente sull'osservazione e sui collegamenti che per quanto accuratamente organizzati e predisposti, possono diventare, durante la battaglia, incerti ed aleatori. In previsione di ciò occorrerà talvolta che il tiro di accompagnamento, si leghi al progresso delle fanterie attraverso dati di tempo, che possono essere stabiliti a priori, e dati di velocità di avanzata che, per quanto soggetti alle imprevedibili vicende del combattimento, sono pur sempre suscettivi di una preventiva valutazione media assai prossima al vero.


- 144-

- 145 -

Sulla base di tali due elementi - tempo e velocità - sarà dunque possibile, caso per caso, ed in sede di disposizioni preordinative, disciplinare il tiro di accompagnamento trasformandolo in una successione di sbalzi corrispondenti a determinati tempi. Gli intervalli di tempo tra sbalzo e sbalzo sono commisurati alle presumibili velocità di avanz ta; le variazioni di gittata costituenti l'ampiezza dello sbalzo sono fissate~endo conto delle caratteristiche delle bocche da fuoco e del raggi~zione dei proietti. Le linee-intermedie di attestamento, desig~.,eivbrevi soste dell'attacco, gioveranno a regolare il congegno riferendolo, se necessario, a nuovi dati di partenza; mentre il collegamento a vista tra fanteria e artiglieria, ridotto a segnalazioni convenzionali di estrema semplicità e sicuramente note a tutti, consentirà di allargare e restringere i tempi in armonia con le necessità della battaglia. In tal guisa il congegno può svincolarsi da ogni rigidità e avvantaggiarsi di quella giusta elasticità e scioltezza che sono caratteristiche essenziali di qualsiasi procedimento tattico. L'azione dei tiri di accompagnamento dovrà essere integrata dall'intervento di batterie leggere destinate ad accompagnare materialmente le fanterie nell'avanzata verso l'obiettivo normale. Ai tiri di accompagnamento partecipano tutte le batterie che non hanno compiti speciali che perdurano per tutto lo sviluppo dell'attacco, e cioé compiti di controbatteria, di neutralizzazione di centri di resistenza, di interdizione lontana.

intermedie nell'economia generale della lotta, e quale debba essere la condotta della varie armi per trarre dalla sosta il massimo profitto ai fini dell'ulteriore sviluppo della battaglia. 48. - Indipendentemente da questa sosta preordinata, può accadere che vicende di combattimento non sempre prevedibili impongano un arresto, sia pure solo locale, all'avanzata; e per converso può verificarsi che, per effetto' di resistenza nemica fortemente scossa e menomata al primo urto, la sosta prevista sulla linea intermedia non risponda affatto a nessuna delle necessità considerate al precedente paragrafo. In queste condizioni è evidente che la battaglia non può rimanere rigidamente vincolata al piano senza che si incorra in uno schematismo assurdo; ed è del pari evidente che si impone, in maniera inderogabile, un'azione di comando illuminata e pronta che modifichi il piano e felicemente lo armonizzi con la concreta realtà. Di norma tale intervento, nei casi di una sosta non prevista, spetta ai comandi di divisione che devono sempre essere in grado - ed è questo obbligo tassativo e specifico per essi - di spiegare in tempo utile un'azione personale e diretta su tutte le truppe della divisione. E saranno strumenti a tale azione la manovra delle riserve e l'impiego del fuoco delle artiglierie divisionali, sussidiate all'occorrenza da parte di quelle di corpo d'armata. Quando - come sovente avviene - l'arresto si determina solo in qualche tratto della fronte, converrà intensificare i tiri di distruzione e di neutralizzazione contro le organizzazioni nemiche tuttora efficienti che hanno arrestato l'attacco, e spendere le riserve, non in isterili sforzi contro di queste, ma nei settori dove maggiore è stato il progresso, allo scopo di operare in seguito per dilagamento e sul rovescio dei settori contigui. In questo procedimento, che rivolge lo sforzo più intenso verso i punti di maggiore cedimento mentre neutralizza quelli più resistenti, il fuoco e la manovra rappresentano due forze aventi due distinti punti di applicazione, ma integrantesi a vicenda e concorrenti verso un unico fine: determinare rapidamente a favore dell'attacco, una rottura di equilibrio di tale gravità da condurre alla disgregazione della difesa. Nei casi invece in cui la prevista sosta nella linea intermedia risultasse manifestamente dannoso arresto di un travolgente impeto offensivo ormai affermatosi, la decisione di proseguire l'avanzata, se potrà avere ripercussioni oltre il raggio tattico della divisione, spetterà ai maggiori comandi. Ma se a priori tali ripercussioni sono da escludersi, la decisione stessa spetta ai comandanti di divisione. In ogni modo, quali si siano i limiti di competenza che il sano criterio tattico consiglia e che indubbiamente devono essere a base di ogni interven-

1

ARTICOLO 12

Eventuale sosta dell'avanzata 47. - Le linee di attestamento intermedie sono fissate dal comando là dove prevedesi necessaria, o anche solo utile, una sosta nell'avanzata. Esse rispondono al concetto di : concedere breve riposo e possibilità di riordinamento alle truppe di assalto; permettere la sostituzione dei battaglioni di prima linea con battaglioni di seconda linea, ovvero agevolare e rendere più redditizio l'intervento di truppe di riserva; disciplinare e registrare su dati fissi e noti il tiro di accompagnamento; verificare ed eventualmente riattivare i collegamenti. Bastano questi cenni per porre in luce quale sia la funzione delle linee


- 146-

to di comando durante la battaglia, siano costa_ntemente tenuti presenti i principi seguenti: il comandante di una grande unità non deve solo limitarsi ad organizzare la battaglia, egli deve_;!Jtt es{ dirigerla mercé un avveduto impiego delle artiglierie e delle riser ie, ed essere in grado di dominarla -con la sua volontà in ogni istant · il coman nte che non si costituisce adeguate riserve rinuncia implicitamente all'azione di comando; la passività in un comandante è sempre colpa, dote essenziale è invece il sentimento, anzi il desiderio della responsabilità, responsabilità animosamente cercata e consapevolmente sostenuta. ARTICOLO 13

La conquista dell'obiettivo normale e il suo consolidamento 49. - Raggiunto l'obiettivo normale, le divisioni di prima linea Io·occupano con un razionale scaglionamento in profondità che risparmi alle grandi unità perdite e logoramento inutili, e conservi ad esse le più ampie possibilità controffensive. A questo fine occorre: - assumere uno schieramento che tenga in linea le sole forze necessarie ad una solida difesa - e forze possibilmente non logorate dalla battaglia - e le altre ripartisca fra truppe di seconda linea, e truppe di riserva. - reagire contro la frequente tendenza dei minori comandi ad addensare truppe nelle linee conquistate, offrendole facile bersaglio ai tiri di re- . pressione e agevole preda ai contrattàcchi del nemico . Questa opera di riassetto e - entro certi limiti - di ricostituzione, potrà in taluni casi compiersi nello stesso ambito delle grandi unità di prima linea mercé opportune rotazioni fra battaglioni meno provati e battaglioni più provati; in altri casi - e saranno i più frequenti ove si voglia riprendere l'azione al più presto e con rinnovata energia - potrà invece esigere l'entrata in linea, la sera stessa della battaglia, di intiere grandi unità e precisamente di quelle di seconda linea che scavalcheranno o sostituiranno quelle di prima. In previsione di tale eventualità le divisioni di seconda linea, che di norma dipenderanno dai comandi di corpo d'armata impegnati, saranno ravvicinate per tempo, e cioè fin dai primi atti della battaglia, a quelle di prima linea, serrando le distanze in profondità dello schieramento iniziale, ma non trascurando la necessaria protezione contro gli effetti della contropreparazione nemica.

- 147 -

Quanto all'operazione dello scavalcamento o della sostituzione, essa, si compirà tanto più agevolmente e con tanto maggior frutto quanto più accuratamente sarà stata preparata: preparazione logistica e soprattutto preparazione di stati maggiori, che di questa particolare manovra debbono acquistare padronanza assoluta. 50. - Contemporaneamente al riordinamento delle forze deve svolgersi, senza perdere un istante, la sistemazione della nuova fronte. Si compendia in questo compito sia l'apprestamento fortificatorio della posizione raggiunta, sia la rapida organizzazione dei tiri di sbarramento e di interdizione vicina, sia infine il prolungamento della rete dei collegamenti fino ai nuovi posti di comando e in relazione alle future esigenze del combattimento. L'apprestamento fortificatorio riceverà maggiore o minore sviluppo a seconda della durata della sosta fra due attacchi consecutivi; in ogni modo esso implica sempre una rettificazionè della linea raggiunta dopo il combattimento, che non è sempre la più idonea per opporsi ai contrattacchi e per prendere le mosse per il successivo sbalzo offensivo. Di questa duplice esigenza e particolarmente della somma importanza che hanno per le operazioni future la scelta e l'occupazione di punti atti all'osservazione, bisogna che sia tenuto conto nel definire il tracciato della nuova fronte dopo la conquista dell'obiettivo normale. Tale definizione deve essere fatta sollecitamente e sotto la responsabilità dei comandanti delle divisioni di prima linea che, oltre a porre a frutto l'opera degli ufficiali di stato maggiore che hanno seguito la battaglia fra i combattenti, si valgono delle proposte che, con giusto senso d'iniziativa e sulla base delle ricognizioni compiute, inoltreranno i comandi dipendenti, non escluso naturalmente quello d'artiglieria. 51. - I tiri di sbarramento e di interdizione vicina, nei quali l'azione dell'artiglieria dovrà completarsi con quella delle mitragliatrici, costituiscono elementi essenziali di protezione della nuova fronte contro la prevedibile reazione nemica. Alla loro organizzazione i comandanti di artiglieria divisionali dedicheranno prima e durante il combattimento largo tributo di studio e di previdenza; in seguito, con azione personale improntata ad attività e solerzia instancabili, non tralasceranno alcuno sforzo perché l'obiettivo normale, non appena espugnato, sia già sbarrato e interdetto al nemico. La cortina del tiro di accompagnamento che, oltre l'obiettivo normale si trasforma, come già si è detto, in sbarramento ed in interdizione, costituirà la prima intelaiatura di questa organizzazione. In seguito, e il più sollecitamente possibile, si rafforzerà con l'avanzata di quelle batterie leggere e pesanti campali delle quali deve essere già studiato lo spostamento, anche


- 148-

-149-

in previsione degli attacchi futuri che - non è superfluo ripeterlo - occorre sferrare al più presto / In questa fase del_yvbattaglia, in cui la espugnazione dell'obiettivo normale avrà fru~aconquista di gran parte delle artiglierie avversarie, ogni audacia ____,,_.i-n quanto tende ad accentuare la crisi che la difesa attraversa - deve essere lecita: ogni indugio - in quanto può fornire alla difesa la possibilità di ristabilire una situazione già gravemente compromessa - deve essere ritenuto funesto. Queste necessità considerino gli artiglieri, comandanti e gregari, con alto spirito e forte volere nell'affrontare, dopo una giornata di lotta, il rude lavoro dello spostamento delle batterie lungo le sconvolte retrovie della battaglia. Le difficoltà siano segnalate e riconosciute solo per meglio superarle; e soprattutto sia convinzione unanime che la conservazione del primo successo, il suo ampliamento e'le probabilità dei maggiori successi futuri, sono indissolubilmente legate alla rapidità con la quale l'artiglieria avanzando asseconda e rinvigorisce l'impulso offensivo della massa di rottura. Oltre ai compiti accennati c)1e sono quelli fondamentali, dovrà essere proseguita in questa fase e con le batterie delle quali non è richiesto subito lo spostamento in avanti, l'interdizione lontana per ostacolare il movimento delle riserve, la controbatteria per distruggere o neutralizzare le batterie nemiche messe in salvo o comunque rimaste efficienti ed attive al di là del1' obiettivo normale, e infine, compatibilmente con le disponibilità di fuoco, l'annientamento per affrettare la disgregazione della difesa. 52. - Lo spostamento dei posti di comando di divisione, se, come accadrà quasi sempre, non si è effettuato durante la battaglia per non pregiu- · dicare la continuità dei collegamenti, si compirà certamente non appena raggiunto l'obiettivo normale e con larga previsione delle necessità future. Criteri non dissimili, fatte naturalmente le debite proporzioni per il maggior raggio di comando, valgono per i posti di comando di corpo d'armata. In ogni modo è superfluo ricordare le ragioni morali di altissimo ordine che additano in proposito ai _c omandanti di grandi unità una direttiva chiara e sicura, e cioé: essere e farsi sentire prossimi alle truppe che si ha l'onore di condurre, compatibilmente con le esigenze imposte dal migliore esercizio del proprio comando. In relazione a tali movimenti di posti di comando le truppe del genio, che già durante la battaglia avranno assicurato il funzionamento dei collegamenti esistenti, provvedono al prolungamento di questi e all'impianto dei nuovi in conformità dei progetti predisposti e delle reali necessità della situazione. Questo servizio, che è di vitale importanza per la ulteriore condotta del combattimento, deve svolgersi sotto la diretta responsabilità dei capi di sta-

to maggiore di corpo d' arm~ta e di divisione, ciascuno nell'ambito della propria giurisdizione. 53. - La definizione che è stata data dell'obiettivo eventuale (n. 6) spiega come l'avanzata verso di esso e la sua conquista non possano essere vincolati a norme rigide o a decisioni che si maturino fuori dello stretto raggio della lotta sulle prime linee. L'opportunità di questo particolare atto tattico avrà un carattere contingente che potrà bene apprezzare solo chi riceve dalla battaglia una sensazione immediata e diretta. Il tempo stesso ha in tale decisione un'importanza preminente, dato che anche un breve indugio può significare mutate circostanze di lotta e, sopratutto, inversione dei rapporti delle opposte forze. Saranno dunque i comandanti di divisione di prima linea che uniformandosi alle direttive generiche contenute nel piano di attacco, e sempreché ordini superiori non dispongano altrimenti, decideranno, dopo essersi assicurata la necessaria protezione dei tiri di accompagnamento, l'ulteriore avanzata verso l'obiettivo eventuale. Dal canto loro i comandi superiori, resi edotti di tali decisioni, non perderanno di vista, in questa particolare fase del combattimento, la questione dei collegamenti laterali; anche nella considerazione che la lotta condotta, come è necessario, con ardimento e talvolta con temerarietà dovrà inevitabilmente risolversi in azioni di carattere episodico e quindi influire sulla continuità della fronte di battaglia. ARTICOLO 14

La prosecuzione dell'offensiva attraverso le posizioni organizzate del nemico. - Lo sviluppo del successo.

1,

\

I

54. - Il quadro precedentemente tracciato di una offensiva di grande stile spiega come la conquista dell'obiettivo normale e degli obiettivi eventuali, non rappresenti che una prima fase dello sforzo offensivo destinato a sfondare la fronte fortificata del nemico e a portare la lotta in campo aperto. Le successive fasi saranno segnate da altrettanti attacchi diretti ad approfondire ed allargare la breccia nelle organizzazioni nemiche fino a determinare la completa rottura della fronte. Occorre peraltro dir subito che sarebbe concezione assai rigida e teorica il supporre che, per ciascun attacco, sia necessario un apparecchio offensivo predisposto e azionato con mezzi e criteri analoghi a quelli praticati per il primo urto. A parte la considerazione che, in seguito al primo successo, un ingente


- 150-

- 151 -

somma di fattori morali e materiali deve aver spostato a favore dell'attaccante il rapporto delle ~ost~ forze, e che la menomata efficienza della difesa deve-eensentifeéfi intraprendere con vantaggio il nuovo sforzo anche con uno strumento offensivo meno potente di quello iniziale, sta di fatto che un procedimento informantesi alla concezione sopraccennata condurrebbe ad una successione di sforzi intervallati almeno del tempo necesario allo sp'o stamento innanzi della massa dell'artiglieria dell'attacco, Orbene un tale tempo, anche se contenuto mercé opportune provvidenze in termini ristrettissimi, anziché tradursi - come potrebbe sembrare - in un incremento di potenza per l'attacco, tornerebbe decisamente a vantaggio della difesa che lo sfrutterebbe al massimo nel reintegrare la capacità di resistenza perduta. Ne deriva che nella fase dell'offensiva la quale, dopo espugnato l'obiettivo normale, mira allo sfondamento totale delle organizzazioni nemiche, tutto deve essere subordinato a queste necessità:

visione delle lotte future, alle quali le divisioni già impegnate bisogna che ritornino al più presto. Sarà dunque il nucleo dellè divisioni di seconda linea (in tutto o in parte) che, dopo avere scavalcato o sostituito 1 le divisioni di prima linea inizierà e svolgerà, eventualmente colla massa di manovra, questa fase della lotta che deve risolversi in una battaglia di rottura. Tale nucleo si appoggerà .a d uno schieramento di artiglieria così costituito:

vibrare il più rapidamente possibile una serie di colpi della difesa; non conceder/e mai tregua né mai perdere il contatto con essa; impedirle ad ogni costo la stabilizzazione della fronte.

Completeranno la massa offensiva: unità del genio in misura eccedente gli organici e largamente proporzionata alla vastità e complessità del compito loro, compito che si può definire: porre al più presto il nuovo apparecchio offensivo nelle più favorevoli condizioni di funzionalità, sia nell'ambito tattico, sia nell'ambito logistico; mezzi sussidiari di attacco destinati a compensare con la sorpresa e con la violenza del loro intervento la diminuita potenza dell'artiglieria di distruzione: grandi unità di cavalleria delle quali l'impiego a cavallo o con appiedamento può essere assai redditizio in questa fase della battaglia in cui sempre più si apre il campo all'iniziativa e alla manovra; unità aviatorie proporzionate alla più intensa attività aerea imposta dalle caratteristiche della lotta già messe in rilievo, ed ai risultati sicuramente promettenti che è lecito attendersi dall'azione di bombardamento e di combattimento contro un nemico in parte disorganizzato.

Il successo risiede dunque in una gara di velocità nella quale bisogna che l'attacco sopravanzi di molto la difesa. E bastano siffatti principi fondamentali per far comprendere come in questa fase il procedimento di attacco, pur partecipando delle forme della guerra di posizione, dalla quale evidentemente non si può prescindere finché la lotta si combatte entro la regione fortificata del nemico, debba già orientarsi verso la guerra di movimento sia nella costituzione della massa offensiva sia, per quanto è possibile, nel suo impiego. Di questa duplice direttiva occorre che sia tenuto il massimo conto nell'addestramento e nella preparazione morale dei quadri e delle truppe delle grandi unità d'attacco. 55. - Quanto alla costituzione della massa offensiva, non ne faranno parte di massima le divisioni di prima linea dello schieramento di partenza perché, anche se non eccessivamente provate dallo sforzo compiuto nel primo sfondamento, non saranno certo in grado con la sola capacità offensiva residua, di alimentare e condurre la lotta con quelle caratteristiche di impetuosità di cui ampiamente si è detto. Tutt'al più, ove si conservino ancora efficienti, esse potranno essere"Clestinate a guarnire il primo sistema difensivo conquistato, mentre l'azionè progredisce oltre la linea degli obiettivi normali. Ma se neppure a questo compito risultino più idonee, non si dovrà frapporre indugio a ritirarle dalla battaglia e ad alacremente ricostituirle in pre-

artiglieria leggera con buona proporzione di batterie someggiate per l'accompagnamento immediato, e artiglierie pesanti campali; le une e le altre organicamente o tatticamente assegnate alle divisioni di seconda linea; una conveniente aliquota di batterie molto mobili e di bombarde leggiere appartenenti allo schieramento iniziale e di cui, in sede di progetto, è stato già preordinato il celere spostamento da attuarsi subito dopo conquistato l'obiettivo normale.

Infine, per l'intera massa offensiva, comandi e servizi dovranno essere, spiccatamente atti alla guerra di movimento, sia perché questa, in seguito, ad un grave cedimento della difesa, può delinearsi improvvisamente e non deve trovare l'attaccante impreparato; sia perché qualsiasi avanzata riu1

Quest'operazione si compirà in genere dopo espugnato l'obiettivO'normale, mentre si prepara l'ulteriore avanzata ovvero all'inizio dell'avanzata stessa. Un sec_o ndo scavalcamento, per talune grandi unità, e in direzione ove occorra alimentare e intensificare al massimo lo sforzo offensivo, potrà farsi in seguito, durante la battaglia, o in una sosta o anche in piena azione. Per questo è necessario che le divisioni del nucleo di seconda linea non impegnate si spostino, mantenendosi sempre nel raggio tattico del combattimento ,


- 152 -

scirebbe, non solo inutiy-a-d:innosa, se i rifornimenti di ogni genere non fossero in grado-di-seguire le grandi unità ed alimentarne l'impulso offensivo. 56. - I concetti generali fin qui espressi e le stesse norme fissate alla costituzione della massa offensiva, danno già una chiara idea dei procedimenti tattici da seguirsi in questa seconda fase della battaglia offensiva che deve segnare transizione fra la guerra di posizione e la guerra di movimento. Poche note d'impiego basteranno quindi a inquadrare l'azione nelle sue linee caratteristiche, e insieme a servire di guida ai comandi per lo sviluppo del combattimento . Il comando cui è affidata la condotta della battaglia, resosi rapidamente conto del sistema difensivo nel quale il nemico, imbastendo una nuova resistenza, cerca di contenere la irruzione e di opporsi alla rottura della fronte, completa con un breve ordine di operazione le direttive contenute nel piano offensivo a riguardo dello sviluppo del successo. Questo intervento di comando, pur limitandosi a poche prescrizioni di indole esecutiva sul procedimento del nuovo attacco che deve condurre alla rottura della fronte, sulle direzioni di marcia e sugli obiettivi, sulle linee di collegamento e di attestamento delle grandi unità, non potrà farsi sentire che dopo trascorso un certo tempo dalla conquista dell'obiettivo normale. Frattanto la battaglia rimarrà affidata ai comandanti d'armata o di corpo d'armata, che in questo periodo estremamente critico per l'avversario nel quale occorre che la lotta sosti il meno possibile, agiranno con ragionevole iniziativa e con giusto riferimento al disegno operativo. E bene risponderà a questi concetti ogni impresa che, oltre i previsti obiettivi, conduca ad approfondire o ad ampliare la breccia.operata col primo sfondamento, ossia a maggiormente disorganizzare la difesa. Tali azioni devono in seguito trovare giusto coordinamento nel quadro d'insieme che il comando, al più presto possibile, traccia al combattimento. Superata questa breve fase intermedia nella quale, mentre si consolidano o si accrescono i vantaggi conseguiti, si rinnova e si sposta rapidamente l'apparecchio offensivo, e attraverso i nuovi ordini, si afferma la volontà del comando, la. lotta si riaccenderà su tutta la fronte di battaglia. 57. - L'attacco, trattandosi di vincere la resistenza di una fronte organizzata, dovrà essere preparato. Si eseguirà cioé una preparazione intensa, alquanto breve, caratterizzata essenzialmente da tiri di distruzione di estrema violenza concentrati sui punti di appoggio naturali o su capisaldi dai quali è da attendersi la più vigorosa reazione della difesa. Questi stessi punti e capisaldi, e così pure le artiglierie nemiche più attive e più moleste, saranno tenuti in seguito sotto una potente azione neutralizzante, mentre le fanterie, precedute da tiri di accompagnamento, maggiormente addensantisi nelle zone ove si vuol compiere il più intenso sforzo, attaccheranno i

- 153 -

tratti della fronte ritenuti più.deboli, ,ovvero risultanti dopo il primo urto più vulnerabili. Questo meccanismo di attacco per il quale l' artiglieria batte e sconnette i pilastri delle organizzazioni nemiche , e la fanteria, irrompendo fra pilastro e pilastro, dilaga e si addentra sino a raggiungere e paralizzare gli elementi vitali della difesa ....,... ossia le artiglierie e i comandi - esige da parte dei comandanti di grandi unità di attacco un ' azione personale vigile, continua e, specie per la manovra delle masse d~fuoco di artiglieria, intimamente pulsante con le vicende della battaglia. Esige ancora, da parte dei comandanti minori, una esperimentata capacità manovriera e una condotta tattica improntata a grande aggressività. Quanto alle formazioni di attacco, saranno preferibili quelle maggiormente scaglionate in profondità, come le più idonee ad assicurare alle grandi unità massima attit1:1dine alla progressione . Le più ristrette fronti di attacco, che questi dispositivi profondi necessariamente implicano (v. n.8), sono in giusta rispondenza col fatto che, alternandosi i tratti attaccati con quelli solo neutralizzati, le divisioni di attacco non saranno ripartite con densità costante sulla fronte di battaglia fino a saturarla uniformemente per l'intera sua estensione. D'altra parte giova considerare che le formazioni profonde non differendo molto da quelle di marcia, bene rispondono a questa fase della battaglia nella quale, ove solo si delinei un principio di guerra di movimento, oltre che combattere, occorre celermente marciare. Invero in tali contingenze uno spostamento di grandi unità, fatto tardivamente, può fruttare al nemico la stabilizzazione della fronte che esso non avrebbe raggiunto se fosse· stato subito incalzato. 58. - L'impiego dell'artiglieria riposerà sopra due condizioni fondamentali: - chiara enunciazione del concetto di attacco, e netta definizione degli obiettivi da raggiungere; - continuo ed intimo scambio di vedute fra i comandanti di grandi unità e i rispettivi comandanti di artiglieria. Dal canto loro i comandanti di artiglieria di corpo d'armata e di divisione manovreranno le masse di fuoco di rispettiva giurisdizione, facendo largo impiego di concentramenti e tenendo presente che: - compito preminente ed essenziale dell'artiglieria in questa fase della battaglia - assai più che nella prima fase in cui la maggiore disponibilità dei mezzi consente molteplicità di compiti - è appoggiare il più efficacemente possibile la fanteria; - le attività delle due armi devono tendere ad una sempre più stretta


.

>~-:15·-:~-- . . . .

fus10ne, a mano a mano che nella lotta s1 accentuano 1caratten della guerra di movimento; - i cambiamenti di posizione rompono la continuità dell'azione dell'artiglieria: tuttavia si renderanno necessari ogni qualvolta l'appoggio dato alle fanterie non abbia più il voluto grado di efficacia. Essi saranno sem~ pre eseguiti per scaglioni ed in buon momento, ossia in maniera che la crisi dello spostamento non coincida con un atto tattico decisivo. Si tenga presente in ogni modo che la mobilità è uno degli attributi dell'artiglieria leggera; dev'essere suo vanto il metterlo in valore sempre ed ovunque. Questi stessi principi serviranno di guida nella questione delle dipendenze tattiche dell'artiglieria; le quali dipendenze, dovendo armonizzarsi con le vicende del combattimento, non potranno essere assoggettate a rigide prescrizioni, ma saranno regolate con criteri di giusta elasticità. Di norma saranno lasciate a disposizione delle divisioni di attacco oltre che le artiglierie divisionali e le bombarde leggiere, una aliquota di artiglierie pesanti campali proporzionata ai compiti di distruzione, di neutralizzazione e di accompagnamento inerenti al raggiungimento degli obiettivi assegnati a ciascuna delle divisioni stesse. Un tale indispensabile decentramento deve pur consentire un rapido e temporaneo passaggio di dipendenza di parte delle aliquote pesanti campali dai comandi artiglieria divisionali ai comandi di corpo d'armata, per l'effettuazione di quelle manovre di fuoco che, come si è detto, rientrano nel quadro tattico della battaglia. Naturalmente, i comandi di corpo d'armata decideranno tale concorso di fuoco dopo esatta valutazione dell'importanza relativa del nuovo obiettivo su cui si concentra il tiro, rispetto agli obiettivi dai quali il tiro stesso viene distolto, e dopo aver dato il giusto peso alle inevitabili ripercussioni che questa sottrazione di fuoco avrà per lo sviluppo dell'azione affidata alle dipendenti divisioni. Non si è accennato finora ai comandanti di artiglieria di armata perché la modesta entità del nuovo schieramento di artiglieria ed i descritti modi d'impiego non fanno prevedere come necessaria, durante il combattimento, una più alta azione di comando, oltre quella attribuita ai comandi di artiglieria di corpo d'armata e divisionale. I comandanti di artiglieria di armata pertando dopo avere, sulla base delle direttive dei comandanti di armata, ripartito fra i corpi di armata dipendenti le artiglierie del nuovo schieramento, coordineranno in combattimento l'azione delle artiglierie dei corpi d'armata. Inoltre, del primitivo schieramento impiegheranno quelle batterie a lunga gittata che, con azione di interdizione o di annientamento, sono ancora in misura di intervenire utilmente nel combattimento. Cureranno inoltre Io spostamento innanzi di al-

- 155 -

cune di queste batterie scelte fra le più mobili e fra le meno ingombranti quanto a munizionamento, purché tale sbalzo, anche se eseguito in un successivo tempo rispetto all'aliquota che viene spostata subito dopo conquistato l'obiettivo normale, risulti tempestivo e compatibile con gli altri movimenti di retrovia indispensabili per alimentare la battaglia in corso. 59. - Con la rottura della fronte che segna il termine della fase della lotta fin qui considerata, si spiana la via alla massa di manovra e si iniziano in campo aperto le grandi battaglie offensive dalle quali solo è lecito ripromettersi risultati strategicamente risolutivi. Alla massa di manovra compete infatti Io sfruttamento strategico del successo conseguito dalla massa di rottura; sfruttamento strategico da intendersi nel senso di costringere l'avversario, già battuto nella zona delle organizzazioni difensive e scardinato da queste, ad accettare battaglia nelle condizioni di tempo, di luogo e di forze a lui più sfavorevoli. Trattasi dunque di questione di tutt'altra natura e portata di quelle esaminate, e che trascende dai limiti fissati a queste direttive; e pertanto come e si è omesso di definire la composizione della massa di manovra, così e a maggiore ragione - non si parlerà del suo impiego che coinvolge e compendia in sé i più ardui problemi della condotta della guerra. In ogni modo si può affermare che, al riguardo, non c'è una nuova dottrina da posare, non essendo né potendo essere radicalmente nuovi, i procedimenti della guerra di movimento che, in sostanza, ha conservato immutati i suoi principali strumenti di lotta e cioé: fanteria, artiglierie leggere e pesanti e cavalleria. Né l'arma aerea, per quanto destinata a portare nuove e grandi energie alla battaglia, potrà influire su quelle terrestri, così da cambiarne le caratteristiche fondamentali d'impiego ed innovarne ulteriormente i metodi tattici. Consegue pertanto che, per la condotta delle grandi unità in questa fase, saranno sufficienti le direttive che il Comando diramerà, a tempo debito, con concreto riferimento al quadro operativo tracciato alla massa di manovra. ALLEGATO Questioni più salienti per la redazione di un piano offensivo di corpo d'armata

A) Concetto fondamentale ed obiettivi della azione offensiva Compito e zona d'azione assegnati al corpo di armata e cenno dei compiti alle grandi unità vicine. Concetto operativo. - Eventuale ripartizione dell'azione in fasi. -


- 156-

~

L'attacco dalla posizioni di partenza. - Gli--~cchi successivi. - Obiettivi e tempi per ciascuna fase . ~

B) Prescrizioni d'insieme Istruzioni particolari per conseguire la sorpresa. Forze assegnate e loro schieramento iniziale. Delimitazione della fronte e dei settori di azione fra le divisioni o fra ' le unità dipendenti dal Corpo d'Armata; per ciascuna, designazione degli obiettivi. Procedimenti e formazioni di attacco. Prescrizioni per assicurare il collegamento tattico fra le unità. Disposizioni preordinative per lo scavalcamento delle divisioni. Istruzioni per la riserva. Prescrizioni per riparti aventi compiti speciali. Posti di comando ed osservatori. Direttive per la preparazione delle truppe all'azione.

C) Direttive per il progetto d'impiego dell'artiglieria 1• Assegnazione delle artiglierie non organiche alle varie unità. Determinazione , dei compiti caratteristici e delle dipendenze. Compiti delle artiglierie direttamente dipendenti dal Corpo di Armata. Accordi fra le unità contigue circa la postazione delle batterie. Prescrizioni per i tiri d'inquadramento e per i tiri che precedono la preparazione immediata. Programma per i tiri della preparazione immediata. Prescrizione per i tiri d'accompagnamento e per le batterie di accompagnamento immediato; altri procedimenti di azione dell'artiglieria durante l'avanzata della fanteria. Spostamento delle batterie dopo la conquista dell'obiettivo normale. Il nuovo schieramento. Assegnazione di munizioni e loro scaglionamento. Rifornimenti.

D) Progetto d'impiego delle mitragliatrici per tiri a grande distanza Assegnazioni supplementari di unità di mitragliatrici per compiti speciali. Designazione dei compiti. Munizionamento. 1 Per il progetto d'impiego dell'artiglieria vedansi le "Norme per l'impiego dell'artiglieria".

- 157 -

E) Progetto d'impiego del genio Ripartizione delle unità del Genio. Loro compiti durante la preparazione e durante le varie fasi dell'azione.

F) Progetto d'impiego de/l'aeronautica Ripartizione dei mezzi aerei. Compiti e direttive d'impiego per il primo attacco e per i successivi. Disposizioni per lo spostamento avanti delle sezioni aerostatiche.

G) Eventuali istruzioni per la cavalleria Unità assegnate e loro dipendenza. Probabili compiti.

H) Progetto dei collegamenti Ripartizioni delle varie reti (telegrafiche, telefoniche, radio-telegrafiche, ottiche) . Assegnazione di altri mezzi di collegamento . Norme di funzionamento.

I) Comunicazioni Ripartizione ed utilizzazione delle vie di comunicazione . Prescrizioni circa il transito, la manutenzione e la polizia stradale. L) Direttive per il funzionamento dei servizi durante ii primo attacco e durante i successivi. M) Istruzioni per la raccolta e il pronto sfruttamento delle informazioni sul nemico immediatamente prima e durante la battaglia. Prescrizioni per affrettare la trasmissione delle informazioni provenienti dagli organi di osservazione e dalle ricognizioni. Disposizioni per l'interrogatorio dei prigionieri.

N) Direttive per l'eventualità che il nemico ceda al primo urto e cerchi di rompere il combattimento. Unità destinate a sfruttare il successo e loro compito. Delimitazione dei settori di avanzata. Prescrizioni circa il collegamento tattico. Missione dell'artiglieria, dell'aeronautica, del genio e della cavalleria. Istruzioni per i servizi. O) Progetto dei lavori. Lavori per conferire massima efficenza all'apparecchio offensivo. Sistemazione di partenza delle truppe di attacco. Schieramento delle artiglierie. Posti di comando ed osservatori. Preventivo dei tempi.


- 158 -

- 159-

Lavori da eseguirsi durante l'attacco per l'organizzazione egli obiettivi raggiunti e per lo sviluppo dell'azione offen,siva fino alla rottura della fron~. ~ Assegnazione del personale e dei mezzi lavorativi. Depositi e rifonimenti di materiali.

DOCUMENTO N. 20

COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni 7 agosto 1918

PROMEMORIA

L'Sa Armata chiede il nulla osta per la diramazione del presente fascicolo: «La battaglia del Montello» Si osserva che in esso si accenna: 1° Alla scarsa azione della nostra artiglieria durante il passaggio del Piave da parte del nemico (pagina 59). 2° Alla poca resistenza incontrata dalle fanterie nemiche nel saliente settentrionale del Montello (pagina 61). 3° Al fatto che la nostra prima linea sarebbe caduta ovunque di sorpresa senza poter opporre valida resistenza (pagina 64). 4° Alla mancata simultaneità di sforzi nell'azione controffensiva dell'8" Armata (pagina 73). Per quanto sopra si propone di rispondere che la distribuzione del volume sia limitata soltanto ai comandi italiani da quello di Divisione in su, ben s'intende come documento d'armata e non del Comando Supremo. I membri dovranno essere avvertiti che la pubblicazione deve essere tenuta riservata. Copia a S.E. Morrone F. 10 S. Scipioni

Annotazione del Sottocapo di S.M., Gen. Badoglio: "No, sia sospesa la distribuzione sino a che la nota inchiesta non sarà ultimata."


- 160- 161ANNESSO AL DOCUMENTO

. 20

COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni

DOCUMENTO N . 21

STATO MAGGIORE DEL REGIO ESERCITO 10 Agosto 1918

Pubblicazione «La battaglia del Montello ». AL COMANDO DELL '8" ARMATA Questo Comando ha preso visione della pubblicazione «La battaglia del Montello » redatta per cura di codesta Armata (luglio 1918), e poiché in essa sono esposti degli apprezzamenti sull' azione delle nostre truppe durante la recente offensiva nemica, dispone che ne sia sospesa la distribuzione sino a che non sarà ultimata la nota inchiesta ora in corso . IL SOTTOCAPO DI STATO MAGGIORE (Gen. Badoglio)

Riservatissimo personale N. 1813 di protocollo

11 aprile 1918

OGGETTO: Discorso tenuto da S.E. il Generale d'Esercito Cav. Enrico Caviglia A S.E . IL MINISTRO DELLA GUERRA e per conoscenza: A S.E. L'ISPETTORE GENERALE DELL'ESERCITO A S.E. IL PRIMO AIUTANTE DI CAMPO GENERALE DI S.M. IL RE Nel resoconto del discorso tenuto da S.E. il Generale d'Esercito Cav. Enrico Caviglia agli aviatori appartenenti alle squadriglie della Venezia Giulia, pubblicato dal Corriere della Sera nella Puntata del 12 Marzo u.s. è detto quanto segue: «Nella battaglia del Piave vi fq una sorpresa strategica e tattica per parte degli austriaci e la nostra difesa in generale fu in tutte le sue parti alquanto arruffata, tumultuaria come già era accaduto nella difesa fatta nel 1916, quando il nemico invase gli altopiani. Più che il valore della nostra organizzazione, si mostrarono le ottime qualità delle singole Unità» . Tale affermazione mi è parsa tanto grave che con telegramma in data 13 Marzo mi sono rivolto a S.E. l'allora Ministro della Guerra Tenente Generale Cav. Alberico Albricci perché volesse interpellare S.E. il Generale Caviglia se per caso il resoconto del giornale non avesse alterato il suo concetto. Con foglio in data 10 Aprile V .E. mi ha comunicato la risposta data da S.E. Caviglia nella quale è detto che il sunto del discorso, è nell'insieme corrispondente a quanto egli ha detto. Rimane perciò stabilito che ad Ufficiali aviatori che non rappresentavano certo l'elemento più idoneo- per giustamente apprezzare argomenti e giudizi di tale natura, il prefato Generale ha affermato: 1° - che nella battaglia della Piave vi fu per parte degli Austriaci una sorpresa strategica e tattica; 2° - che la difesa fu in generale alquanto arruffata e tumultuaria;


-162-

- 163 -

3° - che più che la bontà della nostra organizzazione si mostrarono le ottime qualità delle singole Unità.

*** Gravi appunti invero che involgono un severo biasimo all'opera del Comando Supremo, che acquistano certo notevolissimo risalto dall'alto grado di chi li ha pronunziati, e dalla sua posizione attuale di Comandante Generale delle RR. Truppe della Venezia Giulia. Brevemente, ma con dati, quali sono in mio possesso per competenza d'Ufficio e solo per il dovere che la carica mi impone, devo obbiettivamente osservare: '

'

1 ° - Non vi fu per parte dell'Austria nella Battaglia del Piave (15-23 Giugno 1918) alcuna sorpresa strategica. Il servizio d'informazioni, che funzionava in modo perfetto, verso la . seconda decade di Maggio, aveva fornito così minuti e precisi dati che il Comando Supremo aveva esatta la percezione che l'attacco nemico sarebbe stato steso fra l' Astico e il mare. Ne conseguirono due ordini principali di provvedimenti:

a) rinforzo di quasi 500 bocche da fuoco alle Armate 8a e 3a e di 12 Btg. Ciclisti alla 3a Armata, Armate queste che a differenza della 4a e 6a già in grado di far fronte ad ogni attacco erano in schieramento assottigliato di sicurezza. I movimenti iniziati verso il 20 Maggio erano ultimati il 6 Giugno. b) schieramento di parte della riserva generale ad immediata portata del sistema difensivo Cittadella-Castelfranco-Trivignano-Treviso-Meolo (Corpi d'Armata 22a, 25a, 26a, 30a). c) ordine di ricognizione dei predetti Corpi d'Armata sulle linee delle Armate 4a, 8a e 3a dato che la 6a Armata aveva già 3 Divisioni in riserva (7° Britt., 24a Francese, 52a Alpina). d) Prenotazione presso la prima e la 7a Armata delle Divisioni 54a, 27a 37a e 21 a e 22,a per essere prontamente trasportate nella zona Vicenza-Treviso-Mestre. e) Organizzazione del parco automobilistico, di 1800 autocarri a Padova per il pronto trasporto delle forze. Dunque le informazioni avute, ed i provvedimenti presi dal Comando Supremo, sono perfettamente corrispondenti alla direzione della minaccia austriaca - e non vi fu di conseguenza alcuna sorpresa strategica. 2° -

Non vi fu sorpresa tattica, poiché si potè conoscere a tempo,

\ ~

giorno ed ora dell'inizio del fuoco d'artiglieria non solo, ma anche modalità sul tipo di questo fuoco di preparazione nemica, al quale si è potuto contrapporre la Eccellente contropreparazione, ben nota oramai a tutto l'Esercito. Né si può parlare di sorpresa tattica se il nemico riusc.ì a sfondare in diversi punti le nostre linee; essendo ciò dovuto ad una temporanea superiorità d'urto su alcuni punti della nostra fronte, cosa questa che si verifica in ogni offensiva. Sorpresa strategica e tattica si possono riscontrare nell'attacco tedesco allo Chemin Des Dames - non certo nella battaglia del Piave, nella quale il Comando Supremo ebbe a tempo debito tale esatta somma di notizie che nessun avvenimento gli riuscì inaspettato. 3 ° - La condotta della difesa non fu affatto né alquanto arruffata, né tumultuaria. Sono persuaso che S.E. il Generale Caviglia si convincerà certamente di questo, quando potrà leggere l'esatta relazione della battaglia, ora in corso di stampa. Dalla narrazione in essa fatta, sulla esclusiva base dei documenti, risulta: a) che alla fine della prima giornata il Comando Supremo aveva esatta la percezione che l'attacco degli altopiani era fallito - che quello sul Grappa era ancora in grado di produrre qualche notevole cedimento, e perciò per precauzione fu fatto avanzare il 22° Corpo d'Armata ad occupare la linea del Mussolente - che quello sul Piave non aveva superato nei punti in cui era riuscito il primo sistema di difesa e perciò bastava rinvigorire la difesa con· qualche rinforzo (Divisione 50a, 13 a e 33 a) per non impiegare il grosso delle riserve che a situazione chiarita; b) che nei giorni 16-17 e 18 Giugno, sparita oramai ogni minaccia sulla fronte montana il Comando Supremo, provvide alla raccolta di tutte le sue forze, anche dai lontani settori, verso il solo tratto ancora minacciato, pur non cessando di alimentare la difesa delle prime organizzazioni. c) Che nel giorno 19 fu predisposto dal Comando Supremo un contrattacco nella zona del Montello, con due Corpi d'Armata della Riserva Generale 22 a e 30a con direttrici i due lati del saliente; d) che il giorno 20, avuta l'informazione che i ponti erano asportati dalla piena e in parte rotti dalla nostra artiglieria, il Comando Supremo, intuendo la grave situazione nemica, arrestò i costosi attacchi della nostra fanteria, e diede ordine di portare nella ristretta zona occupata dal nemico allo estremo limite, il tormento di fuoco della nostra artiglieria (rinforzata da nuove bocche da fuoco e largamente dotata di munizioni) decidendo così il nemico alla ritirata.


-164-

In tutta la durata della lotta, il Comando Supremo governò nettamente la Battaglia, che è e rimarrà uno dei tipici esempi di battaglia difensiva egregiamente condotta. Né dato quanto ho esposto si può ammettere alcun paragone fra questa difesa e quella effettuata nel 1916. Né entro in merito allo apprezzamento fatto sulla bontà della nostra organizzazione, giacché l' appunto è fatto in termini così generici che non si presta ad una confutazione.

*** Non è mia intenzione, quale Capo di S.M. del R. Esercito di voler limitare in qualsiasi modo la libertà di pensiero e di giudizio su fatti avvenuti durante la guerra, ma ritengo mio stretto dovere di intervenire qualora, come succede nel caso presente, un Ufficiale in attività di Servizio ed in riunioni di servizio espone giudizi tendenti a svalutare l'azione di un organo a lui superiore sia pure ciò fatto in modo assolutamente impersonale. Nel caso in questione poi, oltre al procedimento che ritengo disciplinarmente poco corretto-, vi è un'altra grave conseguenza. Sinora la stampa estera ha sempre commentata in termini assai lusinghieri questa nostra battaglia, e giustizia ci fu resa dagli stessi austriaci nel resoconto sugli ammaestramenti della battaglia, e dal Generale Ludendorff nel suo ultimo volume. Quali saranno i commenti che se ne faranno in Paese e specie all'Estero, se una delle nostre più alte autorità militari tende ora a dimostrare che nel complesso l'azione fu poco ben condotta? Gioverà ciò alla nostra causa? Quanto sopra ho l' onore di esporre alla E.V. per quelle determinazioni che riterrà opportuno. IL GENERALE D' ESERCITO CAPO DI S.M. DEL R. ESERCITO A . Diaz

-165DOCUMENTO N. 22

R. ESERCITO ITALIANO

\

INTENDENZA GENERALE

N. 83103A di prot.

3 agosto 1918

OGGETTO: Materiali tipo Ansaldo AL COMANDO SUPREMO - Ufficio Tecnico e per conoscenza AL COMANDO SUPREMO - Ufficio Operazioni AL MINISTERO DELLA GUERRA - Divisione Stato Maggiore AL MINISTERO ARMI E MUNIZIONI - Divisione Artiglieria AL COMANDO GENERALE D'ARTIGLIERIA Durante lo svolgimento e dopo l'azione del giugno u.s. le richieste per sostituzioni di materiali tipo Ansaldo da parte dei Comandi di Artiglieria di Armata, sono state così ingenti (192 bocche da fuoco, 109 affusti, 1900 parti di ricambio) specialmente nei riguardi degli obici da 149 p.c. modello 1916 e dei cannoni da 105 che, la scrivente vivamente preoccupata, ha creduto doveroso indagare quali fossero le cause principali per prospettarle a cotesto Comando. A tale scopo furono interessati i Comandi di Artiglieria di tutte le Armate in linea a voler segnalare, sulla base dei dati raccolti dall'esperienza dell'ultima azione, gli inconvenienti principali verificatisi nell'impiego dei materiali Ansaldo. È risultato quanto segue: Mortai da 260 SA Non si ebbero a verificare guasti di grande entità tali da pregiudicare l'efficienza delle bocche da fuoco. Principali inconvenienti notati sono:

a) facile deformazione degli anelli plastici, specialmente quelli con guarniture di acciaio all'argento. b) facile perdita di glicerina dei freni Materiali da 152/45. Durante il tiro prolungato si ebbero i seguenti principali inconvenienti:

a) sfuggite di gas che produssero la fusione parziale del cannello nella testa a fungo rendendolo inservibile. b) corrosione ed inceppamenti all'otturatorino . Obici 149 p .c. modello 1916. È una buona bocca da fuoco sopra un cattivo affusto.


-166-

-167-

Bocca da fuoco. Ha dato buona prova anche dopo azioni intense di fuoco . In qualche obice si ebbe un leggero dist~cco del manicotto centrale. Affusto. Presenta molteplici e gravi difetti sia durante il tiro sia durante il traino: difetti che compromettono seriamente l'efficienza del pezzo rendendolo facilmente inutilizzabile. I principali difetti posti in evidenza durante il tiro sono:

corpo d'Armata su quattro batterie (16 pezzi) si sono avuti 8 affusti fuori servizio. Dal 15 Giugno al 30 Luglio giunsero dalla fronte alla Officina Ansaldo di Bologna per riparazioni a guasti (tutti dovuti all'uso e non al tiro nemico) circa 75 affusti senza contare quelli che vennero riparati direttamente dai 4 distaccamenti avanzati e restituiti subito alle batterie.

a) Rottura e incurvamento del tirante e piegamento dei coltelli del vomero nei tiri con cariche maggiori. Ciò costri.nge all'impiego dei cunei freno od a ripieghi non speditivi che diminuiscono molto la celerità di tiro. b) Flessione delle coscie di affusto in corrispondenza del cassettino. c) Cattivo funzionamento del congegno di svincolo .

Cannoni da 105. Si verifica l'inverso di quanto succede per l'obice 149 p .c. modello 1916; ossia una cattiva bocca da fuoco sopra un buon affusto . Si sono verificati i ~eguenti inconvenienti: · a) Forti erosioni nella camera polvere e all'origine della rigatura; di conseguenza si sono prodotte sfuggite di gas che hanno dato luogo a fusio ni di bossoli di tale entità da costringere alla cessazione del fuoco. b) Dopo sparati circa 900 colpi l'avanzamento aumenta sensibilmente tanto che dopo 1000-1300 colpi tale avanzamento è superiore al massimo tollerato e la bocca da fuoco deve considerarsi fuori servizio. In una sola Armata vennero dichiarate fuori servizio 20 bocche da fuoco. In un solo Corpo d'Armata su 60 cannoni, solo 35 erano in efficienza il giorno 25 giugno. Dal 15 Giugno al 30 Luglio giunsero dalla fronte alla Officina Ansaldo di Bologna perché fuori servizio (quasi tutte da ritubare) circa 90 bocche da fuoco. Concludendo: Tanto l'obice da 149 p.c. quanto il cannone da 105, ma molto più il primo, danno luogo a guasti così frequenti e di tale entità che in una azione di lunga durata, diminuiscono in larga misura l'efficienza della linea di fuoco. Sotto questo aspetto i materiali Ansaldo, come ha affermato il Comando d'Artiglieria dell'8a Armata danno una «gravissima preoccupazione». Questa Intendenza non ha mancato e non manca tuttora di attuare tutti quei provvedimenti che tendono, se non ad eliminare, almeno ad attenuare tali inconvenienti. E così ha provveduto: 1°- reintegro d'urgenza, nei limiti delle attuali disponibilità, ai Magazzini avanzati delle parti di ricambio di più facile consumo. 2°- a sostituire tutte le bocche da fuoco messe fuori servizio e quelle eccessivamente logore. 3°- a rinforzare durante l'azione i distaccamenti della Ditta Ansaldo (Laghetto, Noale, Campocroce) con operai specializzati tolti dall'officina di Bologna, inviando sul posto l'ingegnere della Ditta ed uno degli Ufficiali tecnici dell'Ufficio di Vigilanza e Controllo . 4 °- ad istituire presso l'officina Ansaldo di Bologna appositi corsi per-

d) Le molle Belleville che azionano la graduazione deWalzo sul tamburo si rompono spesso a danno dell'esattezza del tiro, costringendo così a verificare l'elevazione colpo per colpo ed a ricorrçre al quadrante a livello. e) Facile rottura dell'equilibratore e dell'embolo del freno di sparo. f) Frequentissima rottura o deformazione dei molloni del ricuperatore per difetto di tempra (sono note le gravi difficoltà incontrate dalla Ditta Ansaldo per il loro allestimento). Tale inconveniente è gravissimo perché provoca un irregolare afflusso di glicerina e conseguentemente un irregolare funzionamento del freno che è causa di guasti richiedenti parecchie ore per essere riparati. Sul fronte di una Armata dove erano in azione 24 pezzi tale inconveniente si è verificato in tutti i pezzi. Sul fronte di un'altra Armata su dodici batterie in azione quattro restarono per qualche tempo inutilizzate caus guasti e rotture ai molloni. g) Il congegno di brandegggio in pratica non risponde allo scopo p rché ii rocchetto zegrinato si logora facilmente e slitta sulla piastra. \

1

Durante il traino meccanico si sono verificati: a) Allentamento e rottura delle viti del congegno di svincolo dei bracci di alzo, dei tiranti e degli scudi del vomero, riscaldamento eccessivo delle bronzine, rotture di molti bulloni. b) Facile ribaltamento della vettura obice dovuta alla carreggiata troppo ristretta rispetto alla lunghezza dell'affusto. Nell'insieme sia per effetto del traino meccanico, forse per le eccessive velocità assunte, come per effetto del tiro, numerose sono state le bocche da fuoco messe-fuori servizio. Il giorno 25 Giugno in uno dei Corpi di Armata sopra 76 pezzi 41 sono stati trovati fuori d'efficienza, quasi tutti per guasti agli affusti. In un solo


- 168-

l'abilitazione degli operai delle batterie alle riparazioni più delicate del materiale ed in particolare di quelle dei freni di .sparo.

-169DOCUMENTO N. 23

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Inoltre proporrebb_e a codesto Comando: 1°- Dotare ogni Armata di un auto-carro laboratorio per urgente riparazione delle artiglierie in linea, analoghi a quelli usati presso l'Esercito inglese che, da informazioni assunte, bene rispondono allo scopo, ciò in relazione anche alla proposta fatta da codesto Ufficio con telegramma 51560. 2°- Dotare largamente ogni Laboratorio avanzato della Ditta delle parti di ricambio e di una congrua riserva di complessi da 105 e 149 p.c. 916 3 ° - Raccomandare ai Comandi di Armata di limitare possibilmente l'impiego delle cariche massime e per le batterie organizzate al traino meccanico la necessità di non superare la velocità di 8 Km. all'ora nelle marcie di trasferimento. Questi provvedimenti sono però un temperamento inteso a fronteggiare momentaneamente la crisi, certo non risolvono il problema dal lato tecnico, che invece, si ritiene, è necessario affrontare con tutta sollecitudine, sia per assicurare in qualsiasi momento l'efficienza di una importante massa di fuoco che in ogni Armata è rappresentata dalle artiglierie Ansaldo, sia per salvaguardare l'interesse dello Stato di fronte alle ingenti spese cui si va incontro per la provvista di un materiale che si ritiene non risponda

del tutto ai requisiti richiesti dalle moderne artiglierie a deformazione. L'INTENDENTE GENERALE DELL'ESERCITO Zaccone

1 luglio 1918 A S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DEL R.E. GENERALE ARMANDO DIAZ Cara Eccellenza, La ringrazio vivamente della cura premurosa che ha avuto di farmi pervenire con la Sua lettera del 30 giugno la copia della lettera del Generale Foch. Siamo perfettamente d'accordo nel ritenere che essa conferma leprevisioni fatte, ed io aggiungerò in maniera più particolare che essa chiarisce in maniera esplicita i dubbi cui io accennavo nel telegramma diretto ieri da Roma a V.E. È fuoridubbio che s'ha da fare sempre tutto quanto di più e di meglio si possa. In questo senso, essendo radicalmente escluso di poter avere aiuti dai francesi e dagli inglesi, non resterebbero che gli americani. Per guardarsi dalle illusioni, io debbo fare un rilievo in forma di dilemma. O si tratta di americani già sbarcati in Francia ed istruiti, e allora le difficoltà sono sostanzialmente le stesse di quelle che già abbiamo rilevato circa l'invio di forze francesi od inglesi, visto che ormai queste truppe americane sono virtualmente inglobate in quell'esercito che opera nel fronte occidentale, sotto gli ordini del Generale Foch. Se, invece, ci riferiamo a truppe che dovrebbero venire dir.e ttamente dall'America, allora questa difficoltà si attenua ma non si elimina, risultandomi che gli Stati Uniti hanno convenzioni con l'Inghilterra e con la Francia, secondo le quali l'arrivo delle forze americane, almeno per i prossimi mesi, è già impegnato a favore o degli inglesi o dei francesi. D'altra parte, non bisogna dimenticare, per la seconda ipotesi, che, trattandosi di truppe da far venire dagli Stati Uniti e da istruire, il loro impiego non potrebbe utilmente avvenire prima di tre o quattro mesi. Ancora un'altra allusione debbo fare per ciò che concerne tali nostre trattative con gli Stati Uniti, e cioé, che bisogna fare in modo da evitare l'accusa di fare un gioco separato: in altri termini, quando noi avessimo predisposte bene le cose, avremmo il dovere di informarne tanto il Governo francese quanto il Governo inglese. Ciò che io dico rileva da una certa esperienza di violenti dissidi scoppiati tra francesi ed inglesi per una ragione consimile. Come telegrafai a V .E. ieri e come ho detto avanti, torno ancora a ripetere che tutto ciò non deve interpretarsi come un pessimismo negativo, capace di inaridire l'azione, ma soltanto come avvedutezza e saggezza di chi, determinandosi all'azione, non ne nasconde tutte le difficoltà. E V.E .


- 171 -

- 170-

sa che fin da quando fui costì, nei memorabili giorni dell'ultima offensiva, io presi subito l'iniziativa dei passi verso l'America. E in tale iniziativa intendo fortemente perseverare. Per ciò riguarda il merito della lettera del Generale Foch, la mia impressione di «pubblico intelligente» è in complesso favorevole. Quanto alla valutazione degli effetti della disfatta austriaca, io nell'insieme, ho una impressione non dissimile da quella del Generale Foch. Le dichiarazioni del Wekerle hanno per me un grande valore confermativo della gravità della disfatta austriaca, mentre il complesso della situazione interna dell'Austria, ammesso anche che non porti a conseguenze peggiori, non mi sembra tale da consentire una troppo rapida ricostituzione dell'esercito. La qual cosa io credo che influisca sull'ipotesi dell'aiuto germanico. Nell'offensiva dell'ottobre 1917, poté una decina di divisioni tedesche dare l'anima combattiva all'esercito austriaco, che per conto suo trovavasi in efficienza. È lecito ora di dubitare se una simile misura di cooperazione debba ritenersi sufficiente o se non ne occorra una notevolmente maggiore. Circa i consigli dati da Foch intorno alle ulteriori nostre offensive, a parte la brillante operazione avvenuta sull'altipiano di Asiago, si può essere magari d'accordo con lui, qualora si lasci impregiudicato il tempo, che non potrebbe per noi essere prossimo. Del resto la lettere di Foch non parmi che prema circa il tempo, e farebbe intendere che la nostra offensiva dovrebbe coincidere con quella generale, grande offensiva che egli si propone per settembre. In questa situazione, io credo che l'intonazione della risposta di V.E. alla lettera del Generale Foch potrebbe essere consenziente, salve le dovute riserve sulla prima parte, insistendo sulla necessità dell'aiuto (anche accennando ad americani) nella ipotesi di un aiuto tedesco all'Austria. La maggiore o minore probabilità della ipotesi non toglie che questa si dia, e che resti in tal caso autorizzata la richiesta che in tal guisa noi manterremmo. Mi creda con saluti amichevoli e cordiali Aff.mo devoto Orlando

DOCUMENTO N. 24

R. ESERCITO ITALIANO

COMANDO SUPREMO Il Capo di S.M dell'Esercito N. 12001 di prot.

'.?,ona di guerra lì, 6 luglio 1918

AL GENERALE FOCH COMANDANTE IN CAPO DELLE FORZE ALLEATE, A BACON Nulla poteva riuscirmi più gradito delle felicitazioni che vi siete compiaciuto rivolgermi per il recente grande successo delle nostre armi; il vostro autorevole giudizio è motivo di grande compiacimento per me e per tutte le truppe operanti; ve ne ringrazio di tutto cuore. Vedo con piacere che condividete il mio pensiero a riguardo delle conseguenze della nostra vittoria; e cioé che la Germania non può disinteressarsene. Ne è prova il notevole cambiamento nei comandi dell'Esercito austriaco; ed è ovvio ritenere che l'aiuto tedesco non si ridurrà al solo invio del comandante supremo. Si hanno infatti fondati sintomi di preparativi per effettuare il trasporto di unità tedesche sulla nostra fronte. Può darsi che il nemico non rinnovi subito una sua offensiva sulla nostra fronte, _ma può pure darsi che si prepari a farlo in epoca non lontana, tanto più che la stagione propizia è relativamente breve; e la previggenza che è una delle più elevate funzioni del comando, e della quale voi avete dato sempre così luminosa prova, consiglia di tenersi pronti a qualsiasi eventualità, preparando fin da ora tutti i mezzi per effettuare un rapido trasporto di truppe, quando ciò apparisca necessario. Sarebbe perciò bene che si completassero tutte le disposizioni stabilite dalla nota concordata a Versailles a questo proposito, e che sono già state felicemente iniziate colla costituzione del deposito di carbone in Italia. Son certo che al momento del bisogno potremo contare sulla solidarietà alleata per quanto lo consentirà la situazione. Sono pienamente d'accordo con voi sul tipo di operazioni da svolgersi sulla nostra fronte, e per me è motivo di soddisfazione il constatare la costante unità delle nostre vedute sulla linea generale di condotta da seguire in relazione al momento opportuno ed alla convenienza che ci apparirà colla situazione. Il problema strategico oggi non può essere orientato sul raggiungimento di obiettivi molto lontani, ai quali potremo guardare in avvenire; ma bensì deve a mio avviso fondarsi essenzialmente sulla realizzazione di scopi più immediati, quali sono quelli che mi avete accennati e che sono già nel nostro programma, e sopratutto su quello che a noi importa


- 173 -172-

più che ogni altro, di battere cioé l'esercito avversario, che il resto verrà da se. Ma per fare ciò occorrono forze e sopratutto occorrono complementi per ripianare le inevitabili perdite e far fronte al fogoramente che deriva dal periodo di attività che ci è indispensabile mantenere per sfruttare nel modo più conveniente il successo così felicemente ottenuto. Son sicuro che voi, nella vostra alta esperienza, apprezzerete questa necessità e questo principio. Ora la questione della forza e dei complementi è oggi la più grave per noi e ad essa bisogna assolutamente provvedere. Come sapete, noi abbiamo già sotto le armi la classe giovanissima del 1900, non ancora completamente istruita, e con essa dobbiamo far fronte a tutte le necessità fino al venturo anno. Dobbiamo perciò assolutamente risparmiarla, e quindi , fino all' inverno dobbiamo fare assegnamento su tutti gli altri elementi suscettibili di inquadramento , dovunque si trovano, giacché oggi le nostre riserve di complementi sono molto scarse e non facilmente rinnovabili. Ciò stiamo facendo, ma non nascondo che il problema non è facile ed è perciò che dobbiamo trarre uomini dappertutto , anche dalle truppe ausiliarie e da una.revisione dei servizi, dei riformati ecc. Su questi fatti richiamo particolarmente la vostra attenzione, sicuro che non ve ne sfuggirà l'altissima importanza, tanto più che il tempo rilevante occorrente per costituire queste riserve di complementi ritarderà l' esecuzione del programma già stabilito. Sono molto lieto di avere da voi la conferma del grande concorso anche di uomini che avete dall'America; una aliquota degli stessi elementi, sia pure in proporzioni minori, sarebbe per noi di incalcolabile valore, indipendentemente dagli altri ricuperi ai quali come vi ho detto stiamo provvedendo. Ma oltre alla questione della forza che è la principale, ci interessa anche di poter disporre di qualche mezzo di guerra di cui sentiamo grandemente il bisogno , perché nuovo sulla nostra fronte e quindi di sicuro effetto: e ci occorrerebbe al più presto. Avremmo grande interesse di poter avere 20 tonnellate di Yprite ed almeno 25 tanks tipo Renault. E poiché mirisulterebbe che in Francia si producono largamente di questi mezzi, vi sarei molto grato se vorreste interporre la vostra autorità per una sollecita cessione di questa piccolissima aliquota della vostra produzione, che son certo non può turbare il vostro programma di organizzazione. L'Yprite ci occorre per un impiego nelle operazioni anche da voi propugnate, e sui tanks faccio grande assegnamento come mezzo di vera sorpresa per il nemico e di impiego utile, anche se limitato nella quantità. Per questo ci occorre essenzialmente il materiale, mentre per il personale, bastano due o tre squadre per istruire gli equipaggi che costituiremo. Reso fiducioso dal vostro largo spirito di cooperazione, ve ne ringrazio anticipatamente.

--

Sono molto lieto del lusinghiero apprezzamento che Voi fate del nostro II° Corpo d'Armata, il quale, con mia soddisfazione, ha potuto già dare prova della sua solidità e del suo spirito combattivo. Il vostro elogio è un vero compenso per le nostre truppe, e ve ne ringrazio molto. Queste azioni, tanto sulla fronte occidentale quanto su quella italiana, affermano brillantemente la nostra incrollabile solidarietà e la ferma decisione di raggiungere gli scopi.che la nostra causa comune si è così tenacemente prefissi. Ed è perciò che gli auguri ed i voti che io formulo per voi e per le vostre valorose truppe hanno un altissimo significato ed esprimono non solo i miei sentimenti, ma quelli di tutto l'Esercito Italiano e di tutti i combattenti che qui si sono affratellati sul campo di battaglia. Vi prego di accoglierli insieme ai miei sentimenti di alta stima, di particolare considerazione e di sincera cordialità. A. Diaz


- 174 -

- 175 DOCUMENTO N. 25

CONSIGLIO SUPREMO DI .GUERRA SEZIONE ITALIANA - VERSAILLES

N. 2285 di protocollo

25 giugno 1918

A S.E. L'AVV. VITTORIO EMANUELE ORLANDO Presidente del Consiglio dei Ministri e per conoscenza: A S.E. IL TEN. GENERALE ARMANDO DIAZ Capo di S.M. dell'Esercito A S.E. IL TEN. GENERALE VITTORIO ZUPELLI Ministro della Guerra A S.E. IL CONTE BONIN LONGARE Ambasciatore d'Italia

ROMA

Z.G. ROMA PARIGI

Mi riferisco alle istruzioni telegrafiche (nostro 2162) datemi da V.E. per secondare i passi che il nostro Rappresentante a Washington è incaricato di fare allo scopo di ottenere, ove occorra, dal Governo Americano l'invio di unità sulla fronte italiana in previsione della eventualità - sempre più probabile, a mio avviso. - che la Germania si induca a trasferire delle forze a sostegno dell'Austria, in considerazione dello scacco che l'Esercito Austriaco ha incontrato nella sua recente offensiva. Non mi indugio ad illustrare le considerazioni, molto ovvie, che stanno a favore di una tale ipotesi: la Turchia, estenuata da una serie di guerre che si protrae da circa sette anni; la Bulgaria prostrata da sforzi di molto superiori alla sua intrinseca capacità bellica e, forse, minata da discordie in cui lievitano i fermenti di un nuovo stato d'animo conseguente a delusioni probabili rispetto alle sue aspirazioni territoriali, rappresentano entrambe due valori di molto sminuiti nella compagine della Quadruplice Alleanza; ragione questa che, con logic.;i. inesorabile, impone alla Germania di sostenere l'unica sua Alleata ancora efficiente, preservandola dalle gravi ripercussioni interne che potrebbero conseguire al rovescio militare subito nella troppo strombazzata ed infelice sua offensiva. Sta di fatto, altresì, che già altra volta la Germania ebbe a dimostrarsi libera dai preconcetti d'ordine strategico che potrebbero consigliare di concentrare sempre gli sforzi contro l'avversario principale (i franco-anglo-americani, in questo caso) per tentar di mettere fuori causa il minore. . Non mancano, dunque, ragioni ottime le quali fanno apparire tutt'altro che inverosimile l'invio di un gruppo di unità germaniche contro la fronte italiana; provvedimento che ragioni prevalentemente politiche ed anche mi-

litari di primissimo ordine possono anzi far considerare oggi come il migliore partito, forse, cui al Comando avversario convenga attenersi per preservare la somma delle forze militari poste sotto il suo imperio da un processo di sgretolamento, di per sé gravissimo anche se nella fase di un semplice inizio. Ciò premesso, reputo mio dovere di concorrere ad illuminare !'E.V. sulla disposizione d'animo che qui ho avuto modo di constatare, di fronte allo stato di fatto creato dai crecenti avvenimenti sulla fronte italiana. Il Generale Belin, Rappresentante Militare Permanente per la Francia, col quale sono entrato in conversazioni preliminari per sondare il terreno nel senso che V.E. mi ha raccomandato, ha trovato ottima ragione nel nostro successo - del quale si era meco di già rallegrato con quello squisito senso di cordialità e di forma che è caratteristica dei suoi connazionali per dichiarare che considerava la nostra situazione come «eccellente» e «favorevolissima» all'esplicazione di nostri sforzi controffensivi immediati, intesi ad accrescere la gravità della crisi nella quale l'avversario si è volontariamente posto incontrando un così grave scacco. Da una tale valutazione consegue l'apprezzamento che di fronte ad un esercito battuto meno che mai l'Italia avrebbe oggi bisogno dell'appoggio di unità alleate; cosicché - si pensa - è evidente che la Germania è più che mai interessata a proseguire il suo sforzo sulla fronte franco-inglese per compensare l'insuccesso austriaco. Di qui la ragione di prospettare per gli alleati una linea di condotta che ha tutte le apparenze di una rigorosa logica nell'ordine strategico: intensifi-------------------_care al massimo il trasporto e l'istruzione delle truppe americane fino a rag· giungere un equilibrio che garantisca la metropoli, i nodi ferroviari ed i porti della Manica dalla minaccia oggi ancora sospesa; per oltrepassarlo infine sino al punto da poter procedere alla riduzione dei minacciosi salienti protesi verso Saint-Omer, Amiens e Parigi, con ben preparate operazioni; e da poter inviare di poi unità sulla fronte italiana allo scopo di esplicarvi un'offensiva intesa a dare il crollo al già demoralizzato esercito austriaco. Non ho elementi per pronunciarmi in modo deciso sulla sincerità o meno delle convinzioni che qui ho riassunto; stando alle apparenze, il quadro tracciato risponderebbe a concezioni basate su una piena buona fede; tuttavia per contribuire a fare un po' più di luce sulle reali convinzioni dell'ambiente militare ritengo opportuno trasmettere alcuni ritagli di giornali molto seri come «L'Homme Libre», «Le Matin» ed il «Figaro» che.sono concordi in tal modo di vedere . Ritengo altresì opportuno far notare come la stampa che oggi tende a mettere in luce il lato favorevole della nostra situazione militare esagerando in quanto riguarda la nostra capacità offensiva immediata senza nean-


- 176 -

-177 -

che fare un grossolano esame delle forze di cui disponiamo per alimentare una azione da condursi a fondo, è quella stessa stampa che ieri cercava di svalutare l'entità dello sforzo austriaco; indice questo sospetto, poiché adesso come prima, nell'uno e nell'altro senso, quasi rispondendo ad una parola d'ordine si tende alla conclusione unica che, dunque, l'Italia né si trova ora in condizione di abbisognare di rinforzi, né v'è alcuna probabilità debba trovarvisi nell'avvenire. Non è mio compito pronunciarmi sulla situazione militare in Italia, poiché tale giudizio è di esclusiva competenza di S.E. il Capo di S.M. dello Esercito; mi limito perciò ad osservare soltanto come la ostentata convinzione che un invio di unità germaniche alla fronte italiana, debba assolutamente escludersi; l'ottimistico apprezzamento sulla possibilità di una nostra offensiva immediata, e la prospettiva lontana di una ulteriore offensiva interalleata sulla nostra fronte, più che serie e sincere convinzioni molto probabilmente altro non sono che abili argomentazioni intese ad escludere a priori la cessione di forze, siano esse francesi, inglesi od americane, per meglio garantire la nostra fronte da attacchi dell'esercito austriaco che entro breve termine potrebbe essere rifatto, sostenuto da un nucleo, forse notevole, di unità germaniche, eventualità questa che una mente realmente obiettiva non può a meno di giudicare probabile. Basterebbe soltanto considerare ad esempio a quali condizioni rimanga subordinata una futura offensiva interalleata sulla nostra fronte, posto · che debba in antecedenza considerarsi garantita l'inviolabilità della fronte franco-inglese, e cioè, talmente progrediti il trasporto e l'istruzione dei contingenti americani, da dover presumere che l'inizio di una tale ipotetica operazione sarebbe forse rimandata ad autunno inoltrato.

e degli Alleati (fogli N. 2174 del 22 Giugno e 2234 del 24 Giugno). Ma poiché il Generalissimo Foch è oggi in diretti rapporti con S.E. il Generale Diaz ravviserei anche opportuno il concorso che allo stesso fine egli potesse esplicare, facendo sì che le sue dirette comunicazioni al Generalissimo, sia nel quadro particolare della situazione sulla·fronte italiana, sia nelle sue vedute su possibili riprese offensive da parte nostra, sia, infine, nei suoi apprezzamenti sulla situazione generale, tengano nel debito conto il modo di vedere - sincero o artificioso - da me rilevato, per contribuire allo scopo cui V.E. mira.

*** Mi sono alquanto diffuso nel prospettare ed analizzare le idee espresse nelle sfere militari e dalla stampa, affinché l'E.V. possa fin d'ora rendersi esatto conto dell'ambiente manifestamente contrario a prendere in considerazione l'eventualità così di cessioni di forze francesi od inglesi, come di rinuncia ad unità americane, a favore della fronte italiana. V.E. può assolutamente confidare che dell'importanza di tale questione sono compreso, appieno; poiché vedo chiaramente la situazione generale e sento qual beneficio si apporterebbe alla causa comune quando si riuscisse a indurre i nostri Alleati ad una più obiettiva e larga visione della guerra, anziché ad una immediata, ristretta considerazione della sola fronte nordoccidentale; tenterò perciò ogni mezzo per contribuire ad un tale scopo; ed ho di già procurato di orientare in tal senso i servizi informazioni nostro

IL TENENTE GENERALE F.to Robilant


-178-

-179DOCUMENTO N. 26

DOCUMENTO N. 27

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO· DEI MINISTRI

COMANDO SUPREMO

UFFICIO GABINETTO

UFFICIO AFFARI GENERALI

N. 21025 di prot.

26:6.18

A COMANDO SUPREMO, per S.E. DIAZ

Non avendo avuto controavviso, ritengo che ieri sia costì arrivato Capo Stato Maggiore Inglese Wilson. Sono certo che V.E. gli avrà prospettato le varie ipotesi nelle quali sarebbe indispensabile intervento di larghe forze alleate in Italia. Poiché giornali francesi ed anche inglesi accennano alla opportunità che nostra offensiva continui a premere esercito austriaco, sarebbe desiderabile conoscere quale idea si sia formata su di ciò Generale Wilson, specie in seguito ai chiarimenti che V .E. gli avrà dato. Presidente Consiglio

ORLANDO

11851 G.M.

A S.E. ORLANDO Presidente Consiglio Ministri

28 giugno 1918

ROMA

Generale Wilson parlando della situazione in Francia ha accennato chiaramente a preoccupazioni per grande superiorità forze e riserve germaniche loro contrapposte, et mentre comprende ed esalta sinceramente nostra vittoria, implicitamente ha fatto capire impossibilità inviare rinforzi in Italia. Così pure a mie richieste di mezzi vari, ha fatto riserve non credendo vi siano disponibilità dati i loro bisogni. Intonazione generale è che effettivamente non possa darci valido aiuto. In pari tempo da accenno verbale fatto da Generale Foch circa mia lettera suppongo che sua risposta sarà evasiva dicendo che gli avvenimenti hanno sorpassata la situazione che esponevo, mentre io parlavo proprio della eventualità della venuta di forze germaniche contro di noi. Così pure Foch ha risposto negativamente alla richiesta delle poche tanks che avevamo richiesto dicendo che per le perdite subite non poteva darle. Ad ogni modo attenderò la risposta alla mia lettera. Tutto ciò mi fa ritenere non si post fare serio assegnamento su concorso alleato che, ripeto, mi sembran non pienamente tranquilli. Generale Badoglio che ha assisti o mio colloquio con Generale Wilson e che ho delegato rappresentarmi Co , ·tato Guerra potrà fornire a V.E. maggiori particolari sulle impressioni ricevute. In pari tempo reputerei mol o necessario insistere con alleati per avere dalla Francia un certo numero di tanks Renault ed una certa quantità di lpryte che ci sarebbero di incalcolabile giovamento nelle operazioni che prevediamo. Generale DIAZ


- 181 -

- 180-

DOCUMENTO N. 29

DOCUMENTO N. 28

COMANDO SUPREMO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

UFFICIO OPERAZIONI

UFFICIO GABINETTO

11857 G.M. A S.E . ORLANDO Presidente Consiglio Ministri

28 giugno 1918 ROMA

Generale Robilant con lettera 2285 del 25 corrente, diretta anche a V.E. rileva come orientamento pensiero alleati a nostro riguardo sembra manifestarsi quale io supponevo e segnalato a V .E. con mio telegramma di ieri stop Ciò reputo dannoso non solo a nostra causa ma ad interessi comuni per il che sottopongo V .E . se non convenga una p1ù accentuata azione nostro Governo presso alleati, tanto più che finora Generale Foch non ha ancor risposto mia lettera nota a V.E. et che Genera.le Wilson ha promesso suo interessamento in forma condizionale, mentre che a mio avviso quistione oltre che militare ha un prevalente carattere politico stop Sarò grato a V.E. se vorrà farmi conoscere suo pensiero al riguardo stop. Generale DIAZ

F.T.N. 1039

30.Vl.18

A COMANDO SUPREMO, per S.E. Generale DIAZ G .A. telegramma 11857 anche con riferimento alle comunicazioni avute sui colloqui di V.E. col Generale Wilson, la situazione è estremamente delicata, poiché, mentre sono veri e giusti i nostri punti di vista circa le possibili gravi minaccie sul nostro fronte, non può, d'altra parte, disconoscersi che una minaccia, per lo meno uguale, pesa sul fronte dì Francia. Il fatto stesso della nostra recente vittoria, anche prescindendo da una sopra valutazione attribuitavi dai nostri stessi alleati, rende ancora più difficile la nostra situazione, essendo alquanto meno attendibile la domanda di aiuto che proviene da un esercito recentemente vittorioso in confronto di altri eserciti cui la fortuna non ha arriso nelle ultime operazioni. V.E. sa come io abbia già posato le questioni sull'aiuto americano, e ciò direttamente a Washington, e credo che sia da insistere in tale campo, più che presso il comando francese. La questione potrebbe essere ripresa anche in confro~to dei nostri alleati, solo nell'ipotesi in cui la minaccia di un intervento germanico potesse avere un principio di attuazione e di prova. Queste obiezioni io muovo al solo scopo di tener presenti tutti i dati della difficile questione, mentre va da sé che anche in questa mia gità a Versailles, farò tutto il mio possibile per avviare utili conv~oni nel senso ~ di comune desiderio. Presidente Consiglio Ministri ORLANDO

·


- 182 -

- 183 DOCUMENTO N. 30

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (da Versailles) N. 21887 di prot.

DOCUMENTO N. 31

COMANDO SUPREMO 12041 (Risposta 2523)

14.7. 1918

3.7.18

AL COMANDO SUPREMO, per S.E. Generale DIAZ Come riassunto delle conferenze avvenute qui, riproduco a V.E. le impressioni mie che con separato telegramma dirigo a S.M. il RE: «Situazione da me trovata qui coincide pienamente con previsioni da me fatte nei precedenti miei telegrammi. Come stato di animo qui si è ancora sotto incubo della minaccia di una offensiva a fondo, mentre nostra ultima vittoria viene valutata come una ragione piuttosto per aspettarsi aiuti a~ziché per darne. In seguito alle convenzioni intervenute e al fatto del comando di Foch gli arrivi americani sino a tutto agosto sono impegnati con Francia e Inghilterra. In tali condizioni unica cosa pratica mi sembrò di insistere in tutti modi e con tutte le persone circa minaccia di un attacco tedesco in Italia e il dovere degli alleati di intervenire. Su quest'ultimo punto tutti convenivano; ma sul primo le opinioni erano molto diverse. Credo aver determinato una certa impressione specialmente sugli inglesi, e Consiglio guerra ha disposto che comitato di Versailles d'accordo con Foch esamini tutta completa questione con la massima sollecitudine possibile. LLoyd Georges mi promise di dare istruzioni al suo rappresentante in senso a noi favorevole. Qui sono tutti d'accordo nel ritenere che infra 7 giorni si avrà la grande offensiva in Francia. Il verificarsi di tale evento o meno non potrà non gettare grande luce sui propositi del nemico. Intanto non vi era altro da fare che preparare convenientemente il terreno e seguire con la massima attenzione i possibili movimenti di truppe attraverso nostri uffici d'informazioni. Questo è quanto sintenticamente posso dire a V.E., riservandomi schiarimenti più analitici se, come spero, posso fare una gita al fronte dòpo tornato a Roma. Partirò domani sera. Aggiungo poi che per quanto riguarda tanks in consiglio si stabilì di rimettere tale concessione agli accordi fra Generale Foch e V.E . Quanto ai gas Generale Wilson Ìni promise d'occuparsene attivamente appena tornato a Londra. Orlando

A ESPERIT ALIA

VERSAILLES

Attualmente si hanno sicuri indizi della presenza alla nostra fronte di militari germanici isolati che potrebbero rappresentare forieri alloggiamento. Circa quantitativo forza che invierà Germania nostra fronte è per ora difficile fare supposizioni concrete. Prigionieri e disertori austriaci accennano a 10 Divisisioni, altri a 30 . Circa entità rinforzo a noi occorrente per far fronte situazione rappresento quanto segue: Nostro nemico ha complessivamente sulla nostra fronte 952 Battaglioni mentre noi disponiamo di 737 Battaglioni, compresi quelli Alleati. Tale proporzione fra nostre forze e quelle nemiche, poco superiore ai due terzi, è appena sufficiente per assicurare nostra resistenza contro offensiva nemica senza rinforzo germanico come hanno dimostrato recenti operazioni. Tale condizione di equilibrio di forza verrebbe sensibilmente alterato da rinforzo tedesco sia per loro propria efficienza sia per influenza morale che eserciterebbero su truppe ausiliari. Per controbilanciare quindi grandi vantaggi che risentirebbe nostro nemico da arrivo di forze tedesche sarebbe necessario che Alleati inviassero in nostro aiuto forze pari a quelle tedesche e cioé da 10 a 30 Divisioni. Ritengo che per ora studio cui accenna V.E. debba basarsi su concorso alleato di una ventina di Divisioni . Generale DIAZ


184

- 185 DOCUMENTO N. 32

DOCUMENTO N. 33

COMANDO SUPREMO 20493 Op.

A ESPERITALIA

RAPPRESENTANTE ITALIANO Presso Comando in Capo Fronte Occidentale (Bacon-Francia)

17.7. 19ì8

VERSAILLES

Segnalazioni circa invio truppe germaniche nostro fronte continuano ripetersi con insistenza. Prigionieri e disertori catturati uhima .quindicina sono concordi nell'affermare che sulla nostra fronte e specialmente fra Val Lagarina e Piave trovansi ufficiali e soldati germanici isolati inviati avanti per ricognizioni quali furieri alloggiamenti. Inoltre tutti ripetono essere prossimo arrivo divisioni germaniche e alcuni affermano che talune grandi unità sarebbero già arrivate a Trento = Caldonazzo e Primolano. Circa loro numero si accenna ora a 6 ora a 12 divisioni. Come è noto a V.E. anche informazioni provenienti da addetti militari e da servizio informazioni concordano nel fare ritenere che 5 o 6 divisioni germaniche si troverebbero già nel Tentino e si afferma anche che il Comando di dette unità sarebbe affidato al Generale V. Below. Ad avvalorare ipotesi che unità germaniche già appartenenti 14a armata che ha già operato in Italia vengano nuovamente avviate nostra fronte sta il fatto che da lungo tempo mancano i contatti sulla fronte occidentale. Premesso quanto sopra e tenuto conto che anche un modesto nucleo di divisioni germaniche potrebbe portare all'esercito austriaco un gran beneficio materiale e morale ne deriva da parte nostra la necessità di tutto predisporre affinche una eventuale e prossima ripresa offensiva austro = germanica ci trovi bene preparati ad affrontarla. Uno dei problemi da risolvere senza indugio è quello dei complementi. Presentamente noi non possiamo fare assegnamento che su una cifra di complementi del tutto insufficienti, ai bisogni di una nuova grande azione. Il rimpatrio dalla Francia delle truppe ausiliarie italiane assume perciò carattere di particolare importanza ed urgenza e questo Comando suo malgrado è costretto ad insistervi. Sono già stati restituiti o in via di esserlo circa 20.000 artiglieri abili. Interessa ora grandemente che siano restituiti gli altri 80.000 inabili coi quali sarà possibili sostituire altrettanti uomini più abili delìe classi dal 92 al 99 che trovansi in paese o nei vari servizi per avviarli ai servizi di prima linea. Sarei inoltre molto grato a V .E. se vorrà ottenere che ci vengano concesse dalla Francia le 25 Tanks tipo Renault et le 20 tonnellate yprite per cui ho interessato il Generale Foch con mia lettera del 6 corrente. Generale DIAZ

96 S.I. A COMANDO SUPREfytO -

20.7.18

Ufficio Operazioni

Z.G.

Notizie fino ore 8 giorno 20. 10a Armata ha nuovamente progredito prendendo fronte stamane: Montagna de Paris, Berzy, Saconin, Villemontoire, ovest Tigny, Fontaineau Chenes, est Billy-sur-Ourcq. 10 Armata ha catturato finora almeno 18.000 prigionieri e 360 cannoni. Stamane altra controffensiva per ributtare nemico ... Marna da laulgonne a Chatillon iniziata favorevolmente. Nemico reagisce poco e avanziamo(?). Si è anche iniziato stamane attacco forze inglesi sull' Ardre. Si ritiene sempre più probabile altra offensiva nemica su fronte inglese sud Ypres. Brigadiere Generale Calcagno

Annotazione del Capo di S.M. dell'Esercito in calce al messaggio: "Tener d'occhio questa scarsa resistenza tedesca. Va esaminata nelle sue cause probabili . E vigilare sul nostro scacchiere. Sollecitare l'Uff. I" A.D.


- 187 -

-186-

DOCUMENTO N. 35

DOCUMENTO N. 34

LE GENERAL COMMANDANT EN CHEF LES ARMÉES ALLIÉES

COMANDO SUPREMO

ETAT-MAJOR

UFFICIO OPERAZIONI

12308 G.M. A ESPERITALIA

21 luglio 1918 VERSAILLES

Per operazoni che ci interessa attuare in epoca non lontana su altipiani per profittare attuale momento est indispensabile poter disporre al più presto di 20 tonnellate yprite et possibilmente anche di 25 tanks stop Generale Foch oppone difficoltà quantunque trattisi di piccolissima aliquota loro produzione stop Ministro Nitti incaricato insistere richiesta avrà potuto forse già trattare tale questione et pregherei V.E. interpellarlo d'urgenza per esito suoi passi ed informarmene al più presto giacché da ciò dipende progetto operazioni e facilità riuscita trattandosi di mezzi ignoti al nemico e che possono avere grande effetto di sorpresa quantunque limitati in quantità. Prego di cortese sollecita risposta stop. Generale DIAZ

N. 2050 di protocollo

13 juillet 1918

LE GÉNÉRAL FOCH COMMANDANT EN CHEF LES ARMÉES ALLIÉES À S.E. LE GÉNÉRAL DIAZ CHEF D'ETAT MAJOR GENERAL DE L' ARMÉE ITALIENNE J'ai vu avec la plus grande satisfaction que nous sommes entièrement d'accord sur le genre d'opérations qu 'il y a lieu d'entreprendre aujourd'hui, et d'envisager pour l' avenir sur le front italien. En ce qui concerne les opérations à entreprendre dès maintenant, je me rends parfaitement compte des difficultés que vous rencontrez, et qui sont malheureusement communes à toutes nos Armées après plus de trois ans de guerre. Néanmoins, je tiens à marquer leur caractère d'opportunité, et je vous demande, en confirmation de ma lettre N. 1653 du 27 Juin, de me faire connaitre l'importance de ces opérations, les objectifs qu'elles visent, et la date probable de leur exécution, aussitot que vous aurez arreté ces différents points. En ce qui concerne les moyens matérials que vous demandez, le Gouvernement Français a été saisi de vos besoins en chars d'assaut et en Ypérite. Le Président du Conseil a fait connaitre à S.E. Mr. Orlando qu 'il était disposé a y donner suite dès que nous nous serions mis d'accord sur l'opportunité de leur emploi en ltalie, en vue d'une opération déterminée. Cette décision souligne l'intéret des renseignements que je vous demande ci-dessus . D'autre part, pour les chars, j'ai été avisé que le Gouvernement ltalien a fait dans ses usines une commande de 1000 chars type Renault; j'y vois l'indice de la décision prise par l' Armé ltalienne d' entrer largement dans la voie de l'utilisation de ce nouveau moyen de combat et dans ces conditions, la demande de 25 chars pourrait répondre à un but de formation de votre personnel. S'il en est ainsi, je crois qu'il s'offre à vous un moyen plus expédient de former des équipes: c'est d'envoyer des cadres et des détachements au «Centre d'Instruction Interallié de l' Artillerie d' Assaut» qui va etre créé dans ce but par ordre du Conseil Supérieur de Guerre, et qui sera pret à fonctionner fin Aoiìt. Si vous partagez cette manière de voir, je vous propose de faire régler


- 188 -

- 189-

tous les détails d'exécution par entente directe entre S.E. le Général di Robilant et le Général Commandant I' Artillerie d' Assaut française, Directeur du Centre. Recevez, Exèellence, l'assurance de mes bien dévoués sentiments. F. to F. FOCH

DOCUMENTO N. 36

LE GENERAL COMMANDANT EN CHEF LES ARMÉES ALLIÉES ETAT-MAJOR

N. 2179 di protocollo

17 juillet 1918

LE GÉNÉRAL FOCH COMMANDANT EN CHEF LES ARMÉES ALLIÉES À S.E. LE GÉNÉRAL DIAZ CHEF D'ETAT-MAJOR GENERAL DE L' ARMÉE ITALIENNE Excellence, S.E. Mr. Orlando et le President du Conseil des Ministres de France ont, d'un commun accord décidé de s'en remettre à nous du règlement de la question des travailleurs Italiens actuellement en France. Je suis très heureux d'une occasion de plus de m'entendre avec .vous. Après la lutte énergique que vous venez de soutenir, les besoins de vos Armées échappent à ma connaissance et je ne puis en discuter; mais ce que je puis àffirmer, ce sont les grands services que nous rendent les travailleurs italiens actuellement employés derrière notre front. - 7000 d'entre eux sont employés à la construction des nouvelles voies ferrées, que l'avance ennemie des premières journées de la bataille de Mars a rendues indispensables au maintien de communications suffisantes entre les fronts Britannique et Français . Ces voies sont donc d'un intéret stratégique supérieur, et leur construction ne peut sans les plus graves conséquences subir le moindre retard; - plus de 12.000 travaillent en ce moment à la construction des positions couvrant Paris; je n'ai pas besoins d'insister sur l'importance qui s'attache à tout ce qui est fait pour la protection de la Capitale, dont l'eI).nemi n'est qu'à 60 kilomètres; - enfin le reste, dont il faut retirer 4000 hommes environ envoyés en renforts au 2° C.A. Italien, une trentaine de mille hommes environ, est reparti en arrière du front de nos différentes Armées, pour y participer à tous les travaux d'organisation ou d'entretien des positions, de routes, de gares etc ... Dans les 350 kilomètres de secteurs calmes, et, par suite, très faiblement occ~pés, le concours des travailleurs italiens nous permet de mettre en ligne tout l'effectif de D.I. très étirées sur de vastes fronts. Dans les 275 kilomètres de secteurs de oataille, où les fluctuations continuelles du front nécessitent qes travaux nouveaux et un remaniement de ceux qui existent dé jà, ce concours nous est plus précieux encore.


- 191-

-190-

Partout vos hommes dont les chantiers sont parfaitement organisés, travaillent d'une façon remarquable et tous les chefs Français sous les ordres desquels ils sont passés leur ont adressé des éloges dont j'ai eu plaisir à lire aujourd'hui les témoignages écrits. Le retrait de ces travailleurs qu'il faudrait immédiatement remplacer parce que tout ce qu'ils font doit etre fait -, causerait dans nos Armées, sans parler de la charge nouvelle qu'il leur imposerait, une perturbation que je juge impossible d'y apporter en pleine bataille. J'ai tenu à entrer dans ces détails afin que vous compreniez à quel point il est nécessaire que au lendemain du jour où la bataille vient de se rallumer sur un front de 80 kilomètres, l'Italie nous continue le concours généreux qu'elle nous donne depuis six mois. Dans ces conditions, vous estimerez comme moi sans doute qu'enlever des travailleurs Italiens du front français, c'est enlever autant de combattants français du front de la bataille où nous soutenons une lutte acharnée pour la cause commune. Par suite l'intéret bien entendu de cette cause impose de les maintenir actuellement à leurs chantiers de France et je vous demande de vouloir bien en présence de ces considérations admettre que les travailleurs Italiens seront maintenus en France tant que les circonstances actuelles ne se modifieront pas. Ceci ne vous empechera en rien, je pense, de poursuivre vos projets d'offensive, en particÙlier entre la Piave et l' Astico. Les conditions actuelles d'impuissance et d'échec de l'ennemi recommandent impérieusement d'attaquer. Je vous adresse tous mes remerciements pour les compliments chaleureux que vous avez bien voulu m'adresser, sur la manière dont les troupes Alliées ont arreté la formidable ruée ennemie qui se déchafoe sur le front français depuis le 15 juillet au matin. Recevez, Excellence, l'assurance de mes bien dévoués sentiments. F. 1° FOCH

DOCUMENTO N. 37

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA SEZIONE ITALIANA -

VERSAILLES

Riservatissimo confidenziale N. 3286 di protocollo

3 agosto 1918

OGGETTO: Forze americane in Italia A S.E. IL GENERALE DIAZ - Capo di S.M . dell'Esercito e per doverosa informazione: A S.E. L'ON ORLANDO - Presidente del Consiglio dei Ministri A S.E. IL GENERALE ZUPELLI - Ministro della Guerra Mi riferisco al foglio 21563 Op. del 25 luglio u.s. che V.E. in pari tempo ha diretto per conoscenza alle LL.EE. il Presidente del Consiglio ed i Ministri della Guerra e degli Affari Esteri. La relazione del Generale Perelli mi era di già stata comunicata direttamente a titolo di doverosa informazione, eppertanto non erano sfuggiti alla mia attenzione gli argomenti invocati dal Generale stesso per facilitare l'invio di nuove forze americane in Italia. V.E. sa che al riguardo non soltanto condivido pienamente il suo desiderio, ma mi sono esplicitamente pronunciato per un'iniziativa decisa in tale senso al preciso scopo di risolvere in modo largo e stabile il nostro problema organico, come risulta dal mio foglio 2951 del 27 luglio u.s. che parimenti ho indirizzato alle LL.EE. Orlando e Zuppelli. Senonché mi corre ora l'obbligo di segnalare che il punto di vista del Governo Americano circa l'impiego delle proprie truppe in Europa è venuto a delinearsi più chiaramente dopo che io avevo diretto a V .E. il foglio sopracitato l'antecedente 2883 del 18 stesso mese che ora richiamo entrambi perché la serie delle comunicazioni da me fatte in argomento possa essere tenuta presente in quanto valga a meglio illuminare nelle fasi successive della sua elaborazione metodica - e fors'anco nelle sue oscillazioni - il pensiero animatore da quella che può definirsi la «progressiva affermazione militare degli Stati Uniti !Il Europa». Ho già doverosamente informato con ampio sunto telegrafico (telegramma 3291 _del 29 luglio u.s.) circa il risultato della 41 a seduta dei rappresentanti militari permanenti nella quale ho posto nettamente sul tappeto la questione delle predisposizioni da prendersi per rendere praticamente effettuabile e celere quanto possibile l'invio di unità alla fronte italiana in caso di

e


- 192-

- 193 -

serio attacco da parte dell'esercito austriaco rinforzato da unità germaniche, corredandola di documenti atti a dimostrare sia la probabilità eh.e una tale ipotesi abbia a verificarsi sia le condizioni di inferiorità nelle quali ci troveremmo in quanto concerne l'effettuazione dei trasporti. Con lo studio presentavo uno schema di nota collettiva, non tanto allo scopo di ottenerne l'approvazione immediata - che difficilmente sarebbesi raggiunta - date le abituali riserve e la riluttanza a pronunciarsi senza consultazione segreta dei governi, che sono proprie dei miei colleghi - ma soprattutto per guidare la discussione, dopo le abituali divagazioni, di fronte a conclusioni concrete. Non appena m'accorsi che era possibile un accordo sulla base della proposta di sottoporre lo studio al giudizio del Generale Foch in ottemperanza alla deliberazione della 7a Sessione del Consiglio Supremo di guerra relativo alle funzioni dell'organo di Versailles (vedasi in proposito il citato mio foglio 2883) non domandai di meglio e mi affrettai a promuovere la pronta adesione dei rappresentanti militari per salvare l'accordo dalle sorprese, sempre possibili di una discussione ulteriore: mio scopo precipuo era infatti quello di agire per la via ·più spiccia presso il Generale Foch, nel senso voluto da S.E. il Presidente del Consiglio, per richiamare la sua attenzione sulle esigenze della fronte nostra nella nota ipotesi, che qui , da parte francese soprattutto, si stentava e si stenta tuttora ad ammettere come possibile. Quanto fin qui ho esposto, mentre vale a illustrare il mio citato telegramma 3291, è premessa necessaria a porre in giusta luce le dichiarazioni del rappresentante americano che m'interessa di riferire. Fra i desiderata che il progetto di nota contiene riporto integralmente il comma 4):

Se il Generale Foch deciderà d'inviare alla fronte italiana divisioni francesi o britanniche o americane, il consenso del.mio Governo può considerarsi come dato in anticipo. Che se il Generale Foch non fosse del parere di farlo o se una raccomandazione dei rappresentanti militari permanenti venisse formulata prima della sua decisione, il Governo degli Stati Uniti considererebbe la cosa come una pressione esercitata sul Comandante in capo».

«4° - Costituzione in Italia (in Piemonte ad esempio) di campi di istruzione per talune divisioni americane, avviandosi in un primo tempo unità già parzialmente istruite che, in casi di bisogno urgente, potessero essere impiegate almeno in un settore tranquilìo del teatro di operazioni sudoccidentale per rilevarvi truppe italiane». Orbene, su questo punto il Generale Bliss ha fatto le dichiarazioni che qui riassumo quasi letteralmente: «Nel caso che sul progetto di Nota collettiva si raggiunga di massima l'accordo, propongo per parte mia la soppressione d~l paragrafo 4), o qualsiasi diretta allusione a divisioni americane, e ciò perché al riguardo ho ricevuto ultimamente istruzioni molto precise dal Governo degli Stati Uniti. Tutte le truppe degli Stati Uniti attualmente in Francia, o che stanno per arrivarvi, o che vi potranno giungere in seguito, fanno parte delle forze alleate raggruppate alla dipendenza strategica del Generale Foch.

Queste le dichiarazioni presso a poco integrali, del Generale Bliss, dichiarazioni che danno da meditare e che possono acquistare speciale significato se messe in raffronto con quanto già ho riferito col mio telegramma 3238 del 27 luglio u.s . e cioè con l'accenno fatto in occasione della seduta nella quale avevo raccomandato la cessione di tanks, di yprite e di autocarri a favore della fronte italiana, accenno in cui manifesta era l'intenzione di precisare quale sia la portata pratica dell'accordo sancito ad Abbeville dei «poteri di coordinamento», attribuiti al Generale Foch nei riguardi della fronte italiana, formula che intenzionalmente fu da noi accettata appunto perché generica epperò non impegnativa in quanto potesse portarci a subire ingerenze non desiderabili sulla condotta della guerra alla nostra fronte e sulla disponibilità delle forze nostre. È evidente che il Governo Americano, ammessa la necessità di porre le proprie forze - non ancora composte in un organismo nazionale - a disposizione degli alleati, preferisce farle dipendere dalla volontà di un solo e non esporl~ alle oscillazioni inevitabili di richieste dei vari alleati. Già a tale riguardo fin dalla fine di maggio il mio Capo di Stato Maggiore ebbe a riferirmi che in un colloquio avuto col Colonnello Boyd - anima dello Stato Maggiore del Generale Pershing - il Colonnello stesso parlando delle richieste di truppe americane disputate tra francesi ed inglesi, uscì in questa espressione: «Surtout il faut se persuader que l' Amérique n'est et ne veut pas etre un os à disputer enue les alliés comme s'il s'agissait de chiens en querelle entre eux». Riassumo l'esposizione - necessariamente diffusa di quanto ho creduto bene illustrare sin qui - in queste conclusioni precise: - che il Generale Foch è lo schermo prescelto dal Presidente Wilson per assicurare le forze tuttora amorfe ch'egli invia sui campi di battaglia europei dalle controverse richieste dei vari alleati (ciò che indubbiamente riesce assai gradito alla Francia e, di rimando, non può essere di soddisfazione per l'Inghilterra; a tale proposito noto qui di passaggio che gli Stati Uniti in questa e in altre occasioni han dimostrato - ed ostentato anche - una piena indipendenza dal punto di vista inglese); - che non è da escludersi possa essere vantaggioso condurre col Ge-


- 195 -

-194-

nerale Pershing pratiche intese a ottenere l'invio di altre unità americane alla spicciolata sino al limite massimo della divisione che ci fu verbalmente promessa ad Abbeville; e che i suggerimenti del Generale Perelli possono essere a tal fine tenuti in conto come molto giustamente V.E. raccomanda. Ma che le formali dichiarazioni del Generale Bliss stanno ad indicare che l'assegnazione di un'aliquota definita e commisurata al bisogno di unità americane allo scacchiere italiano, come vivamente ho propugnato nell'ultima parte del ripetuto mio foglio 2951, dipende dal consenso del Generale Foch - non già dal Generale Pershing né dal Consiglio Supremo-, sia che la questione debba essere con lui direttamente affrontata, sia che si preferisca passare per la «stanza di compensazione» cui può essere paragonato il Consiglio dei Rappresentanti Militari, sia cbe si proceda per la via maestra del Consiglio Supremo. Questo naturalmente fino a quando non intervenga la creazione della grande armata nazionale americana, epoca nella quale il Generale Pershing entrerà effettivamente nelle sue vere e definitive funzioni assumendo nei riguardi del Generale Foch una posizione che soltanto in allora sarà definita. Allego, per maggior chiarezza, copia del progetto di nota collettiva che andava unita allo studio entrocitato. IL TENENTE GENERALE R.M.P .I. Robilant

ALLEGATO N. 38

28 luglio 1928 AL Sig. GENERALE FOCH Comandante in capo ·delle Armate Alleate «Ricorderete certamente la nostra conversazione circa il concentramento degli sforzi alleati sulla fronte occidentale in Francia, così come le idee del Presidente Wilson a questo riguardo . Credo sapere che il Consiglio Superiore vi sottometterà tra breve una proposta tendente ad ampliare considerevolmente l'intervento delle truppe americane in Italia. Voi conoscete il mio punto di vista a tale riguardo e sapete che esso è ben fermo. Credo che il vostro modo di vedere sia uguale al mio. Tuttavia, se per caso avete qualche motivo di vedere la questione in modo diverso, vi chiedo di sospendere ogni decisione finché io non abbia potuto trattenermi con voi». Pershing Dalla Relazione francese -

Tomo VII -

Annesso 364


-196-

-197ALLEGATO N. 39

DOCUMENTO N . 40

COMMANDEMENT EN CHEF DES ·ARMÉES ALLIÉES

ESERCITO ITALIANO COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni

ETAT MAJOR GENERAL

M.2550

G.Q.G.A. il 30 luglio 1918 N. 12352 di prot. G.M.

«Mio caro generale, In risposta al vostro messaggio del 30 luglio, mi affretto a farvi sapere che condivido completamente il vostro modo di vedere e quello del Presidente Wilson sulla necessità di concentrare il nostro sforzo militare sulla fronte occidentale. In conseguenza, non può "entrare nel mio spirito" il pensiero di disto~liere verso un'altra regione una parte qualsiasi delle forze americane. E in questo senso che risponderei al Consiglio Superiore di guerra, se esso esaminasse la questione; ma non credo che vi giunga prima che noi abbiamo avuto l'occasione di parlarne insieme. Sinceramente vostro» Foch Dalla Relazione francese - Tomo V11 - Annesso n. 380

22 luglio 1918

OGGETTO: Attività delle truppe in linea AI COMANDI DI ARMATA Il nemico va accennando in questi giorni ad una maggiore attività sull'interfronte, evidentemente allo scopo di rinfrancare lo spirito combattivo delle sue truppe assai depresso dopo il grave scacco subito nella recente offensiva. Da parte nostra occorre assolutamente mantenere la superiorità materiale e morale acquistata sull'avversario, non solo rintuzzando energicamente ogni suo tentativo di offesa, ma, sopratutto, spiegando la maggiore aggressività, sia con tiro, sia con colpi di mano. Importa, insomma, non dar tregua al nemico per poter scuotere in tutti i modi la fiducia in sé stesso. Dovunque è possibile, si attivi il tiro indiretto delle mitragliatrici anche alle maggiori distanze, organizzandole in modo avveduto su bersagli ben definiti così da non avere tiri inutili o non redditivi; si agisca col tiro sulle retrovie avversarie per rendere difficili i rifornimenti e penosa la vita. Essenzialmente si dia rinnovato impulso alle piccole operazioni offensive, che sono state efficace preparazione delle nostre unità alle prove dello scorso giugno. Insisto ancora sulla necessità che dette operazioni vengano sempre accuratamente studiate e ben preparate e poi decisamente eseguite col consorso di tutti i mezzi riconosciuti necessari. L'esperienza ha ormai confermato che dove esse sono state bene organizzate il successo non è quasi mai mancato; e che per contro tali piccole operazioni non sono riuscite e spesso hanno dato luogo a perdite eccessive, là dove la preparazione è stata difettosa, Per l'attuazione delle accennate piccole operazioni le armate sono autorizzate, fino a tutto il prossimo mese di agosto, ad aumentare il consumo medio giornaliero attualmente fissato delle munizioni delle varie artiglierie, nella misura di un colpo per i m. e gr. calibri e di 2 colpi per i piccoli calibri; dovranno però essere risparmiate le munizioni-da 305, M. 210, 149 A, 149 p.c. e 6 mont. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO pto DIAZ


-199-

- 198 DOCUMENTO N. 41

COMANDO CONSIGLIO SUPREMO IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO

Riservatissima N. 31 R.P . di protocollo AL GENERALE FOCH Comandante in Capo delle Forze Alleate

30 luglio 1918

BACON

I brillanti e grandi successi riportati dalle forze Alleate in Francia sotto la Vostra illuminata direzione hanno causato in noi la più sincera soddisfazione e tengo ancora a felicitarmi vivamente con Voi, rilevando tutta la portata delle energiche operazioni svolte, le quali, per seguire così dappresso i risultati egualmente notevoli ottenuti in Italia e quelli conseguiti in Albania, assumono un particolare significato di superiorità delle nostre armi su tutti i fronti, indicando che la guerra tende ormai decisamente a volgere in nostro favore. E sono fiero che le truppe italiane così fraternamente unite a quelle valorosissime degli Alleati, abbiano largamente e degnamente corrisposto ad ogni loro dovere ed alla fiducia che meritatamente era in esse riposta. Nella Vostra lettera del 13 corrente Voi mi fate conoscere che avete veduto con la più grande soddisfazione che noi siamo pienamente d'accordo sul genere di operazioni che occorre intraprendere e sulla necessità di provvedere all'avvenire sulla fronte italiana. Questa soddisfazione io pienamente condivido per l'alto apprezzamento che faccio della Vostra esperienza, la quale Vi fa scorgere, come mi affermate, le difficoltà che noi incontriamo, e ciò io interpreto come una favorevole disposizione a dare ogni possibile contributo per superarle. Nella stessa lettera del 13 Luglio Voi accentuate il carattere di opportunità delle nostre operazioni, e mi chiedete gli ·obbiettivi che si prefiggono e la loro data probabile. Ebbene, posso confermarvi come le operazioni sono sempre in massima quelle che Voi già pienamente conoscete; e cioè una forte puntata sull'Altopiano di Asiago con lo scopo di acquistare spazio in quella direzione e permettere una eguale avanzata sul Grappa, dove, come Voi sapete, manchiamo di profondità. Tale scopo è unito a quello di agire sulle truppe nemiche, onde completare il successo materiale e morale recentemente riportato. Verso il Piave, escludo per ora e come Voi conveniste, una azione offensiva, perché non opportuna né conveniente, per direzione, obiettivi e risultati.

Circa l'epoca, reputo che occorrano almeno venti giorni di preparazione dal momento in cui potremo disporre dei mezzi occorrenti e dei quali ho già avuto l'onore di intrattenerVi nella mia precedente lettera. Tutto perciò è subordinato a questi mezzi, senza dei quali, io sarei costretto, con mio grande rincrescimento, a rinunziare al programma od almeno a ridurlo di molto, in attesa che le nostre risorse siano pronte e ci consentano di agire, mentre non è da escludere che, fallite le operazioni tedesche sul Vostro fronte, il nemico si decida a tentare qualche cosa sul nostro, con un invio, sia pure non grande, di unità tedesche, per ristabilire qui una situazione che oggi appare notevolmente scossa. Tutto perciò induce a far presto, compresa la stagione, che per noi è limitata all'ottobre. Ma non dubito che, fedele al principio costantemente applicato, Voi siate del mio avviso che le operazioni debbano essere iniziate solo quando , vagliate tutte le eventualità, si sia ben predisposto tutto ciò che è fattore di successo e di mantenimento dei vantaggi ottenuti. Come Vi ho già accennato, ciò che a noi è indispensabile sono: gas speciali, un piccolo numero di tanks e complementi in uomini. E spiego il pensiero già precedentemente manifestatoVi in modo sintetico. Per quanto riguarda l'Yprite ed i Tanks, il mio proposito è di avvalermene, non solo per il loro valore intrinseco e che ha dato ottimi risultati sul Vostro fronte, ma anche perché sono mezzi finora non adoperati sulla fronte italiana e quindi tali da riuscire di vera sorpresa per il nemico. E Voi sapete quanta importanza assume ogni elemento nuovo, che ha valore essenzialmente per la sua novità, e come giovi a far raggiungere risultati notevoli, anche con proporzioni apparentemente limitate. L'Yprite ci occorre per porre, con maggiore facilità e sicurezza, fuori causa i forti raggruppamenti di artiglieria che abbiamo di fronte sull' Altipiano di Asiago e sul Grappa e che costituiscono il principale ostacolo alla riuscita di una nostra operazione offensiva, anche tenuta nei limiti stabiliti dal piano che è già a Vostra conoscenza. E se ci fosse possibile, come spero a mezzo della Yprite in aggiunta all'azione delle nostre ben condotte artiglierie italiane ed alleate, di neutralizzare una parte delle artiglierie avversarie, il successo potrebbe anche essere più notevole di quanto un calcolo prudente ci consente di prevedere . Il vantaggio per la causa di tutti gli Alleati sarebbe perciò tale da giustificare l'insistenza con la quale io chiedo di poterne disporre. Ed a tale proposito devo farvi presente come sull'Altipiano noi abbiamo le artiglierie francesi ed inglesi insieme alle nostre e che perciò, oltre ad una certa quantità di Yprite per il caricamento dei nostri proiettili, sarebbe immensamente giovevole poter avere, per le dette artiglierie alleate, il quantitativo di proiettili già carichi di Yprite, sufficienti per tre giornate di fuoco . Sarebbe più sem-


-200-

- 201-

plice per Voi il provvedere con ambedue i sistemi. In tal caso occorrerebbero 30 Tonnellate di Yprite per il caricamento dei proiettili italiani, più 30.000 colpi da 155 e 30.000 colpi da 105. Per i tanks, è vero che si sta per darne ai nostri stabilimenti una ordinazione piuttosto considerevole; ma non possiamo affatto sperare di poterne disporre in breve tempo, perché occorrerà anzitutto attrezzare in parte gli stabilimenti, e poi impiegare materie prime che sono necessarie per altre lavorazioni pure urgenti e dare infine il tempo per la fabbricazione e per i collaudi, tutte cose che ci porteranno all'inverno, quando cioè non ci sarà più possibile di operare per l'impraticabilità assoluta del terreno a tali macchine. E, solo per accennare alle materie prime, posso dir Vi che oggi abbiamo una deficienza mensile di 60.000 Tonnellate di acciaio su un programma di 170.000, il che ci obbligherà a ridurre la fabbricazione di materiali che, pur nell'interesse generale, ci occorrono. Né vi sarà ignota la enorme deficienza di autocarri di cui soffriamo e che pure siamo stati costretti a chiedere. D'altra parte, pur di far presto e di sfruttare la sorpresa, non reputo, per ora, necessario un grande numero di tanks, tanto più che il terreno, diverso assai dal vostro, ne limita l'impiego e che essi dovrebbero agire in un settore di sfondamento piuttosto limitato. Per questo motivo, ne ho chiesto solo 25; se fossero di più, certo si avrebbe maggior vantaggio, ma ho voluto ridurre la richiesta a quel minimo che reputavo indispensabile e tale da non riuscire di intralcio ai Vostri programmi più vasti in relazione al terreno sul quale operate. Non è quindi per l'istruzione del personale che i tanks ci occorrono, ma per un effettivo impiego nelle progettate operazioni. Per quello che a noi necessita in un limitato campo ben definito, sarebbe sufficiente una rapida istruzione del nostro intelligente e capace personale, e seguendola qui con due o tre squadre dei Vostri istruttori. E non ho alcun dubbio che i risultati sarebbero più che soddisfacenti. In pari tempo però prendo atto della Vostra gentile offerta, ed, indipendentemente dall'attuale richiesta, mi propongo di inviare altro personale a prender parte al corso interalleato al quale avete accennato, e che potrà servire a formare gli equipaggi delle tanks che faremo costruire in Italia. Per intanto, ciò che ci occorre è di avvantaggiarci sollecitamente dell'attuale situazione. Questa è la ragione per la quale mi permetto di insistere ancora, convinto che Voi apprezzerete tutta la grande importanza degli elementi che ho avuto l'onore di esporvi. E vengo all'ultima questione importantissima dei complementi e dei lavoratori che hanno formato oggetto della Vostra lettera del 17 corrente, giuntami il 24 a questo Gran Quartier Generale. A tale proposito, io debbo fare una premessa di carattere formale, che

potrà forse essere superflua; ma, in materie così delicate, è sempre preferibile evitare anche la possibilità di un equivoco. Intendo riferirmi ai limiti del mandato affidatomi dal mio Governo per ciò che riguarda le trattative con Voi circa il ritorno delle centurie dei lavoratori. Questo mandato, come certo saprete, concerne esclusivamente la questione delle modalità tecniche del ritorno dei suddetti lavoratori, essendo stato già dai rispettivi Governi stabilito il principio che tali lavoratori debbano tornare in Italia nel più breve tempo possibile. Ciò mi è stato confermato a Roma dal Presidente del Consiglio per definire la portata del mio incarico; ma io reputo pure necessario che Voi siate pienamente informato delle condizioni di efficienza del nostro Esercito, e perciò, con la più grande riservatezza, soggiungo che lo stato dei nostri complementi, dopo l'ultima offensiva, è tale da compromettere la compagine del nostro Esercito e da costituire forse la più grave tra le nostre preoccupazioni di questi momenti. Il numero dei complementi che rimasero a mia disposizione dopo l'offensiva del giugno, è infatti tale da bastare appena per due o tre mesi nel caso di assoluta quiete del mio fronte: in caso di offensiva, o fatta da noi o fatta contro di noi, mi mancherebbero subito i complementi necessari per colmare i vuoti. Sarebbe del tutto inopportuno che io Vi spiegassi la gravità di tale situazione ed è egualmente superfluo aggiungere che il danno che un Esercito può soffrire per mancanza di lavoratori nelle retrovie è certo minore e più riparabile di quello che può soffrire un Esercito per mancanza di combattenti. Fu per tali motivi che, come Vi accennai nella mia lettera del 6 Luglio, ho dovuto ricorrere ai provvedimenti più energici per trarre uomini dovunque si trovano; ed ora aggiungo che ho ridotto i servizi dell'Esercito operante di una certà aliquota che li porta al minimo indispensabile, ho disposto per una rigorosa revisione del personale che si trova presso i Comandi mobilitati ed in paese e presso tutti gli Enti che in qualunque modo hanno elementi validi ed ho ottenuto dal Governo disposizioni intese a ricavare il massimo rendimento anche dalle classi anziane; ho perfino chiesto ed ottenuto (tra difficoltà che potrete immaginare) che una classe giovane della Marina fosse interamente assegnata all'Esercito. Non dubito che Vi renderete conto che per arrivare a ciò, il bisogno deve essere profondamente sentito. Non accenno alla mancanza di complementi alle truppe francesi ed inglesi che sono in Italia perché ritengo che ne siate edotto, mentre per esse non è possibile provvedere come si è fatto col nostro 11° Corpo al quale vedo che avete potuto dare 4000 complementi traendoli dai lavoratori, indipendentemente da ulteriori complementi che mi sono stati chiesti e che non so come dare integralmente.


- 203-

-202-

Come Vi ho detto nell'interesse generale di tutti gli alleati e della causa comune, nulla più mi dorrebbe di dover rinunciare o portare limitazioni ad un programma di offensiva da Voi stesso riconosciuto opportuno e sul quale Voi giustamente insistete nella Vostra ultima lettera del 17 corrente, dicendomi che le condizioni attuali comandano imperiosamente di attaccare. Ciò io riconosco perfettamente giusto; ma appunto per questo motivo, sarebbe molto grave il non mantenere salda la efficienza dell'Esercito che ha il preciso compito di operare. Tutti questi elementi particolari io ho creduto mio dovere di esporvi perché, data la gravità del comune cimento, Vi apparirà più chiaro che la richiesta del ritorno dei lavoratori deriva da assoluta necessità e dal sentimento della maggiore utilità per la causa comune. Resto, quindi, a Vostra disposizione per quanto concerne il programma concreto per il ritorno di questi lavoratori, programma sui particolari del quale posso deferire e deferisco a Voi, che potrete meglio valutare l'ordine con cui quegli uomini possono essere man mano ritirati: ma debbo aggiungere la più viva preghiera che l'inizio di tale programma abbia luogo con la maggiore sollecitudine, date le nostre grandissime urgenze e dato che già tre settimane sono scorse, per un doveroso riguardo usato alle speciali preoccupazioni e cure che hanno in Voi determinato le gloriose e vittoriose operazioni. Concludendo, io non dubito che nel Vostro equo ed obbiettivo giudizio Voi vorrete portare la Vostra alta attenzione su tutti gli argomenti che Vi ho esposti, perché mio vivo desiderio è di concorrere con efficace azione al bene comune e completare anche qui i successi conseguiti e che stanno a dimostrare sempre la comune decisione e la incrollabile fede comune. Vogliate intanto accogliere le espressioni della mia particolare considerazione ed i più distinti saluti. F. 10 DIAZ

DOCUMENTO N. 42

COMMANDEMENT EN CHEF DES ARMÉES ALLIÉS ETAT-MAJOR GÉNÉRAL

N. 2692 di protocollo

6 aout 1918

LE GENERAL FOCH, COMMANDANT EN CHEF LES ARMEES ALLIÉES A S.E. LE GENERAL DIAZ, CHEF D'ET AT-MAJOR DEL' ARMÉE ITALIENNE Excellence, Je vous ai écrit le 27 juin, au lendemain de vos succès de la Piave. Je vous écris aujourd'hui, pendant que se poursuivent nos succès de la Marne, au sujet desquels vous avez bien voulu me féliciter dans des termes dont je vous suis vivement reconnaissant. Ces événements confirment la manière de voir que je vous développais dans la lettre précitée. La Piave a marqué l'arrét des projets de l'ennemi en Italie; la Marne marque l'arrét définitif de ses projets en France, sur la partie principale du front occidental. L'ennemi a échoué dans son offensive du 15 juillet; - il a méme perdu les avantages réalisée dans celle du 27 mai; - carrément arrété en Champagne, il est rejeté de la Marne sur l' Aisne. Par là sont renversés les plans des Empires Centraux qui reposaient sur une grande offensive victorieuse avant l'arrivée des Américains. Ils aboutissent à l'arrét, c'est-à-dire à l'échec et méme à la retraite, tandis que les · Américains continuent d'arriver. Cette arrivée n'est pastelle cependant qu'elle nous permette d'espérer en 1918 une décision intégrale de la guerre, de renforcer suffisamment le front pour entreprende une offensive générale; - mais, dès à présent, l'intérét indiscutable de l'Entente est d'exploiter sans retard et dans toute la mesure possible le renversement obtenu dans la situation militaire, d'accent~er l'ébranlement moral qui ne peut manquer d'en résulter dans les Empires Centraux. L'Entente, doit, pour cela, frapper à coups redoublés et répétés, avant que l'ennemi ait eu le temps de refaire le moral de son pays, un plan de guerre, comme de reconstituer ses forces et son matériel. Les Armées Anglaise et Française, bien que fortement réduites, l' Armée Américaine, quoique incomplètement organisée, vont continuer, en France, leurs attaques sans arrét, et tant que la saison le permettra, pour disloquer la résistance ennemie et produire de nouveaux reculs.


- 204-

Pour répondre aux intérets de l'Entente, I' Armée Italienne doit agir dans le meme sens sans aucune perte de temps. Votre lettre du 29 juillet me montre que ·nous apprécions la situation de la meme manière, et que, comme moi, vous estimez !'offensive indispensable. Vous comptez l'entreprendre sur le plateau d'Asiago età l'Est de la Brenta, suivant votre programme d'opérations déjà établì, et vous me faites savoir que vous pourrez entamer ces opérations une vingtaine de jours après que vous serez assuré des moyens qui vous sont nécessaires . Ces moyens matériels consistent en ypérite et en chars d'assaut: 1° - la quantité d'ypérite dont nous disposons permettrait bien de mettre à votre disposition les 30 tonnes que vous demandez; mais le chargement des obus avec cette matière est si délicat que nous avons dù renoncer à cette solution qui n'aurait aucun rendement et qui risquerait de donner lieu à de graves accidentes . Mais nous pouvons vous fournir, d'ici au 15 aoùt, 30.000 obus de 75 chargés à l'ypérite et encartouchés pour etre tirés par le canon italien. En ce qui concerne les obus de 105 et de 155, nous n'en chargeons encore à l'ypérite qu'une petite quantité par jour, et nos Armées n'en ont pas encore tiré. Il ne sera donc pas possible de vous envoyer plus de 5.000 obus de chaque calibre; ces quantités représentent tout notre stock actuel. Elles vous seraient fournies dans le meme délai que les obus de 75. 2° - Afin de vous permettre de disposer , pendant toute durée des opérations projetées, des 25 chars d'assaut que vous y jugez nécessaires, je puis envoyer en ltalie, qans les memes conditions de temps, 3 compagnies de 25 chars chacune, formant à elles trois un bataillon avec sa section de réparations. L'emploi de ces engines amène, en effet, une grosse usure; il est indispensable de disposer de moyens de réparation et de rechange que ne pourrait pas fournir une seule compagnie. Ce bataillon sera renvoyé en France aussitot les opérations terminées. Il est bien entendu que le Centre d'lnformation Interallié, dont je vous ai annoncé la création, recevra, dans des conditions à déterminer ultérieurement, le personnel italien à instruire. En ce qui concerne les travailleurs auxiliaires italiens, sans revenir sur le principe déjà admis entre les Présidents de nos deux Conseils des Ministres, vous estimerez comme moi sans doute qu'il m'est, pour le moment, impossible de vous fixer aucune date pour le retour. Le mouvement en avant de nos Armées nous met, en effect, en possession d'un terrain dévasté par l'ennemi, dans lequel la destruction des routes et autres moyens de communications rend indispensable un travail de réfection immédiat. Ce travail

/

- 205-

urgent vient encore s'ajouter à ceux que je vous signalais dans ma derniè~e lettre· vos travailleurs nous y rendent les plus précieux services, et leur depart ~ous obligerait à les remplacer par autant de combattants français, qui manqueraient à la bataille. Je ne puis donc encore, comme je vous le disais plus haut, régler avec vous !es modalités du retour des travailleurs auxiliaires italiens, en dehors des 4.000 qui vont etre mis en route pour l'Italie à partir du 9 aoùt, par échange avec !es renforts que vous avez bien voulu envoyer à votre 2° Corps d'Armée. Je vous demande de vouloir bien me faire savoir si nous sommes d'accord sur ces différents points, et, en particulier, de me donner par télégramme votre réponse au sujet des o bus et des chars d'assaut, afin que je puisse en ordonner l'envoi. . J e vous demande, en terminant, de vouloir bien me faire connaitre pour quelle date, la plus rapprochée possible, vous envisagez le déclenchement de votre offensive. Veuillez croire, Excellence, à mes bien dévoué:s sentiments F. 1° Foch

Annotazioni del Sottocapo di S.M.: «Bisogna richiedere al minimo 1.500 autocarri.» «Il Gen~rale Foch non vuol capire che la questione vitale per l'Esercito italiano è quella dei complementi. Per far fronte alla situazione ?ccor~ono a noi i 49.000 circa lavoratori che avrebbero dovuto far tornare il ... Bisogna mettere bene il G . Foch alle strette. Con 50.000 complementi, quanti noi ne abbiamo per la fanteria, non si può intraprendere una vasta azione." "Tutto al più noi potremo dare dei colpi qua e là dopo Tonale, ma non di più. Esprimo l'avviso che non dobbiamo assolutamente cedere su questo punto: ci mandino almento 5 divis. americane». Badoglio


-207-

- 206-

DOCUMENTO N. 44

DOCUMENTO N. 43

REGNO D'ITALIA

COMANDO SUPREMO

MINISTERO DELL'INTERNO

LIAISON FRANçAISE AVEC LE G.Q .G. ITALIEN

12 aoiìt 1918

Copia di telegramma da Parigi in data 9 Agosto 1918 ore 18,30 COMMUNICATION A S.E. ORLANDO Ho veduto Clemenceau il quale mi ha detto aver ricevuto da Lloyd George proposta tenere prossima riunione a Londra per le stesse ragioni desunte dalla questione del tonnellaggio. Clemenceau ha risposto non potersi assolutamente muovere per ora. Battaglia in corso esige sua presenza ininterrotta in Francia. D'altronde è impossibile pensare che Foch consenta a muoversi nel momento presente. Clemenceau ha offerto a Lloyd George di mandare Londra Pichon e Tardieu non per prendere alcuna decisione, ma per esaminare cifre che sembra Governo Inglese non abbia ancora e preparare così lavori prossima riunione Consiglio Supremo. Circa questo Clemencea,u mi disse che a suo avviso non crede possa aver luogo che verso fine mese e che se non si riunisse a Versailles dovrebbe riunirsi in Italia secondo deliberato riunione precedente. (Riservatissimo) - Dopo fattami precedente comunicazione Clemenceau mi disse con tutte le opportune precauzioni di linguaggio che sarebbe a suo avviso opportuno che offensiva sul nostro fronte di cui si tratta fra Diaz e Foch «avesse luogo al più presto possibile appena che cioè ci siano giunti rifornimenti che abbiamo chiesto (tanks, yprite). Fatta più tardi, egli mi ha detto, nostra offensiva darebbe frutti minori». Mi sono astenuto naturalmente da esprimere mia opinione in argomento. BONIN

Annotazione del Sottocapo di S.M., Gen. Badoglio: «Concetto ripetuto in un telegramma di S.E. Bonin al M. degli Esteri. È sempre lo stesso pensiero senza basi giuste» Visto di S.E. Diaz

La Liaison Française a reçu du Marechal Foch le télégramme suivant destiné à S.E. le Général Diaz: «Votre telegramme subordonne l'execution de votre offensive à l'envoi de camions et à l'état de vos ressources en hommes. «La cession des camions est à regler par le Gouvernement que j'ai mis au courant de l'importance que vous y attachez. «Vos difficultés en hommes sont incontestables, mais celles de l'ennemi le sont encore davantage. C'est une situation à exploiter. «En resumé, vous aurez pour agir, quand vous l'aurez décidé, tout le necessaire en hommes et en materie!. Les circonstances sont en outre des plus favorables, ce qui semble devoir hater votre decision. «Dès que vous me l'aurez fait connaitre en m'indiquant la date de l'attaque, je ferai mettre en route le materiai convenu qui vous parviendra dans un delai très bref». Signé: Maréchal Foch». LE COLONEL, CHEF DE LA LIAISON FRANçAISE E. Girard


-208-

- 209DOCUMENTO N. 45

COMANDO TERRITORIALE DEL CORPO DI STATO MAGGIORE UFFICIO DEL COMANDANTE

N. 12739 G.M.

A S.E. IL MARESCIALLO FOCH Comandante in capo degli Eserciti Alleati

Roma, 13 agosto 1918

BACON

In relazione al telegramma di V.E . ieri pervenutomi mi è grato comunicarvi che i primi preparativi per la nota operazione sono già da qualche giorno iniziati. L'operazione, che nella sua forma definitiva tende da un lato alla riconquista dell'altipiano di Asiago - favorendo così di riflesso il desiderato miglioramento della situazione all'ala sinistra della 4a armata - e dall'altra ad acquistare profondità nel settore Pasubio coll'occupazio-ne del Col Santo, preparerà una favorevole base di partenza per le operazioni del venturo anno, che così potranno tendere a raggiungere obiettivi di carattere più decisivo. Prevedo che i preparativi in corso potranno essere ultimati veso il IO settembre e che per tale epoca - salvo imprevisti - potrà svilupparsi l' attacco, le cui direzioni principali sono quelle dianzi indicate, ma che verrà sussidiato da minori azioni concomitanti o diversive in altri settori della fronte. In relazione a ciò, sarò grato a V.E. se vorrà disporre pel pronto invio dei noti materiali, affinché tra il completo arrivo dei medesimi e la data dell'attacco possa decorrere il lasso di tempo di circa 20 giorni ch'io ritengo necessario per predisporre l' impiego delle tanks e per accumulare sull'alto le necessarie dotazioni di proietti ad iprite; tanto più che, per l'impiego ch 'io intendo fare di questi proietti, mi è necessario averli a posto qualche giorno prima dell'inizio delle operazioni . Prenderann o parte all'attacco 26 divisioni, vale a dire quasi la metà delle forze complessive di cui dispone questo Comando Supremo, e cioè le 5 divisioni alleate e 21 divisioni italiane più un certo numero di battaglioni alpini . Ed io mi permetto di richiamare l'attenzione di V.E . sull'entità di questo sforzo, nel quale l'esercito italiano si appresta a prodigare, nell' interesse della causa comune degli Alleati, le sue migliori energie; giacché, pur ammettendo l'ipotesi più favorevole, i complementi ora disponibili non basteranno a rÌpianare le inevitabili perdite, cosicché a battaglia finita, le unità italiane rimarranno forzatamente al disotto degli organici; essendo fer-

ma intenzione del Governo , e più che mai del Comando Supremo , che non si intacchi nel corrente anno la classe 1900, unica riserva pel 1919; ciò che corrisponde del resto al saggio provvedimento , adottato in Francia, di non intaccare la classe dei nati nel 1899. Ritengo necessario insistere su questo punto affinché l'E.V., che di tutti i problemi di questa nostra guerra possiede una visione così larga e completa, possa con sicuro fondamento giudicare delle condizioni di forza relative tra l'esercito italiano e quello austriaco; essendo assolutamente inesatto ritenere che l'Italia si trovi, in fatto di complementi, in condizioni migliori dell'Austria. L'esercito austriaco dispone in zona di guerra, secondo i calcoli più ristretti di circa 140 mila complementi, all'infuori della classe 1900, la quale ha dato un rendimento presumibile superiore a 350 mila uomini mentre la classe italiana dà 240 miia di rendimento teorico che si riducono a circa 210 mila di rendimento pratico. E debbo appena soggiungere che nel venturo anno l'utilizzazione dei prigionieri reduci dalla Russia - calcolata sia pure secondo i computi più modesti - darà all'esercito austriaco, in fatto d'uomini, una decisa superiorità su quello italiano. Di questi elementi di fatto occorre tenere il giusto conto nel valutare le conseguenze delle operazioni che si svilupperanno su questo teatro di guerra, non solo pei loro effetti immediati, ma anche e specialmente per la loro ripercussione sulla economia generale delle forze degli Alleati. Debbo anche insistere sull'argomento degli autocarri. Le richieste che io ho formulato e che il Generale Calcagno ha esposto al Generale Weygand, non muovono dal desiderio di ottenere una sia pur relativa abbondanza di mezzi , ma sono puramente inspirate al criterio dell ' indispensabile. E quanto ho esposto allora - nella presunta imminenza di un'offensiva austro-germanica - vale a maggior ragione e per misurare i bisogni corrispondenti ad una vasta offensiva nostra. Ed avrei torto se intraprendessi un' operazione offensiva così importante, come quella che impegna metà dell'esercito, senza essermi preventivamente assicurato dei mezzi necessari per svilupparla e per sfruttarne i possibili risultati. Basterà, beninteso , che gli autocarrri giungano in Italia una settimana prima dell'inizio delle operazioni. Sono certo che l'E. V., vorrà interporre presso il Governo Francese tutto il suo autorevole appoggio affinché anche questa importante questione sia risolta in tempo ed in modo corrispondente alle vitali necessità che hanno motivato la mia richiesta. · In questa fiducia porgo all 'E.V. i più sentiti ringraziamenti e l'espressione dei miei sentimenti devoti. f.to A. Diaz


- 211 -

- 210DOCUMENTO N. 46

15 aoiìt 1918 DE LA PART DE MONSIEUR CLEMENCEAU, À SON EXCELLENCE MONSIEUR ORLANDO . President du Conseil

ROME

régler, en toute connaissance de cause, notre coopération d'effectifs. Il pourra, en outre, mettre a votre disposition l' expérience que nous avons acquise dans l'art d'exploiter les ressources du personnel national, par en faire sortir des combattants. M. Nava, qui sorte de mon cabinet, a bien voulu me faire espérer que cette demande, uniquement inspirée de l'intéret commun, rencontrerait auprès de vous un accueil favorable. Je n' en avais pas douté. Signé: Clemenceau

L_' effectif des travailleurs prètés à la France a subi une grosse déperdition, et la nécessité de le renforcer se fait vrement sentir à présent. La progression des armèes alliées a dégagé beaucoup de terrain; elle peut se trouver compromise, si les travaux d'aménagement ne sont pas exécutés en temps utile, faute de main d'oeuvre. Je sais bien qu'une partie des travailleurs a été réclamée par vous en échange de renforts envoyés à vos divisions du front français. Mais il m'appara1t que, pur chacune des nations engagées dans la guerre, l'entretien des effectifs combattants est une obligation naturelle qui n'appelle aucune rémunération ou plutot qui trouve sa rémunération naturelle dans le succès commun. Au contraire, le droit de la France à recevoir des travailleurs alliés se justifie par le fait que les Français font niétier de combattants jusqu'à un age où /es hommes des autres nations sont maintenus à l'intérieur ou méme déliés de toute obligation mi/itaire. La population française a fourni de ce fait un effort inconnu des autres peuples de l'Entente. L' armée mobilisée a, d'autre part, compris jusqu'aux plus extrèmes limites l'effectif des organes de l'arriére et de l'intérieur, pour en extraire tous les hommes capables de porter les armes. Par ce moyen, elle a réussi et elle continuera à entretenir, sans défaillances, le nombre de ses unités; mais on est bien fondé à démander un appoint de travailleurs à nos Alliés moins épuisés . J'apprécie, tout le premier, la valeur des sacrifices faits par l'Italia. Je ne crois pas qu'ils aient été poussés au point de produire la mème raréfaction de personnel que chez nous. Si toutefois mon opinion etait erronée, je ne demanderais qu'à en ètre convaincu. Je suis prèt pour cela à envoyer auprès de vous, comme M. Lloyd George a bien voulu me permettre de le faire pour la Grande-Bretagne, l'officier qui par ses fonctions est le mieux qualifié pour vous exposer, avec documents à l' appui, le détail de l'effort française. Si vous_voulez bien consentir à lui faire communiquer une documentation paralléle à celle qu'il vous apportera, il sera en mesure d'etablir, d'accord avec vos services, la comparaison qui nous fait actuellement défaut pour

P.S . Vous trouverez, ci-joint, une lettre que m'addresse notre Ministre del' Armement, au sujet de la main d'oeuvre ltalienne en France. Vous verrez qu'il conclut, comme moi-mème, à la nécessité de l'augmentation. Ce n'est pas pour son avantage que la France du Nord et de l'Est se trouve ètre le principal théatre de la guerre, où se déroulent depuis quatre ans les grands efforts militaires, dont le choc déterminera l'issue finale en notre faveur. Pour qui ne songe qu'à assurer la commune victoire, la conséquence fatale de cet état de choses est que la plus grande somme de résistance doit necessairement ètre rassemblée sur le point où se produit la plus grande somme de pression ennemis. Il ne peut ètre question de distribuer troupes et matériel dans la belle symétrie d'un echiquier du temps de paix, puisque l'unique probléme est la disposition urgente de tous les éléments d'action militaire, selon les conditions imposées par les rassemblements de l'adversaire. Comme croire que, là-dessus, nous ne puissions pas nous accorder? Signé: Clemenceau


- 212-

- 213 DOCUMENTO N. 47

DOCUMENTO N. 48

COMANDO SUPREJv.1O

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA

LIAISON FRANçAISE AVEC LE G .Q.G. ITALIEN

SEZIONE ITALIANA

18 aoùt 1918 COMMUNICA TION La Liaison Française a reçu du Marechal Foch le telegramme suivant qu'elle est chargée de transmettre à S.E. le Général Diaz: «Il n'y a aucune disponibilité en camions en arrière des armées qui se servent à plein de tout c_e dont elles disposent. «Par suite, il ne peut ètre donné satisfaction à votre desir qui a fait l'objet de votre demande au Comite de Versailles en date du 17 Juillet dernier, et dont je ne suis directement saisi que par votre lettre du 13 Aoùt. «Je vous demande de me faire savoir sans retard si vous ètes amené par là à modifier vos projets, car ainsi que je vous l'ai ecrit, l'importance des operations en cours nous oblige à ne nous dessaisir de chars d'assaut et d'yperite que pour des operations et une durée de temps bien determinées. «J'attends votre reponse telegraphique pour en ordonner l'expedition». Signe: Maréchal Foch». LE COLONEL CHEF DE LA LIAISON FRANçAISE E . Girard

Riservatissimo personale N. 3788 di prot.

14 agosto 1918

OGGETTO : Disegni d'operazioni per gli anni 1918-1919 A S.E. IL TENENTE GENERALE ARMANDO DIAZ Capo di S.M. dell'Esercito Z.G. e per doverosa informazione: . A S.E. L'AVV. VITTORIO EMANUELE ORLANDO Presidente del Consiglio dei Ministri ROMA A S.E. IL TENENTE GENERALE VITTORIO ZUPELLI Ministro della Guerra ROMA

Faccio seguito al mio foglio 3743 del 13 corrente ed al precedente 2883 del 18 Luglio u.s . ivi citato, riferendomi agli studi delle Sezioni'Alleate che vi erano annessi e che, per maggiore evidenza ho fatto riassumere in forma schematica in uno specchio comparativo che ho trasmesso a mezzo del Colonnello Gazzera di codesto Ufficio Segreteria, e che allego ora per le LL.EE. il Presidente del Consiglio dei Ministri ed il Ministro della Guerra. A riguardo degli studi suddetti, che evidentemente non rispecchiano sol- · tanto i concetti dei Rappresentanti Militari ma debbono considerarsi come l'esponente delle vedute dei Governi, non éreqo sia il caso di diffondermi in considerazioni critiche, sebbene gli spunti non mancherebbero: una critica pura, anche se perfettamente obiettiva, avrebbe un valore puramente accademico posto che i progetti esposti non rappresentano già quanto di meglio possa conc'epirsi nel quadro strategico generale in relazione al pronto conseguimento degli scopi della guerra secondo un piano organico, ma piuttosto una serie di mezze misure, con le quali ciascuno mira a conciliare la tutela dei propri interessi più diret.ti - soprattutto in vista dei singoli programmi di espansione da riprendersi dopo la guerra - e con le limitazioni di mezzi derivanti dalla subordinazione - concordemente ammessa - all'efficienza della fronte nord-occidentale. Mi riferisco naturalmente, in modo più particolare, alla Francia e all'Inghilterra, poiché l'America non è ancora giunta alla maturità della propria affermazione bellica e potrà solo più tardi rivelare il proprio preciso indirizzo in quanto interessa i vari scacchieri mondiali.


- 214-

Mi limiterò quindi ad alcune brevi considerazioni d' ordine pratico, evitando intenzionalmente di discutere dei punti di vista che trovano la loro profonda ragion d'essere nei più vitali interes~i di ciascuna potenza. Fronte anglo-francese. - Appare concorde il parere che la decisione si debba raggiungere in Francia, ma nessun accenno è fatto alle linee generali del piano che converrebbe attuare: anche ammettendo che in virtù della superiorità numerica - desunta da cifre che conviene sperare si raggiungano - si riesca scacciare il nemico dalla estesa zona di territorio franco-belga ch'egli occupa, sembra molto difficile che si possa riuscire entro la stagione operativa del 1919 a fiaccare d~finitivamente gli eserciti, così da rendere possibile l'imposizione di una pace immediata o almeno una penetrazione abbastanza profonda nel territorio germanico che rappresenti una diretta pressione sulla volontà del nemico. Si tratta, in sostanza, di un'esposizione di programmi abbozzati e considerati entro un determinato limite di tempo, che rappresentano piuttosto la previsione di un risultato organico che uno studio di carattere operativo: forse anche in questo, almeno per quanto riguarda i Francesi e gli Americani, deve ravvisarsi la manifestazione di un esagerato rispetto alla sfera del Generalissimo; ma non si può a meno di osservare che dalla affermazione di una superiorità numerica al costringere il nemico alla pace, c'è un gran tratto; e nessuno, ritengo, può oggi pronunciarsi sul grado di resistenza che la Germania saprà opporre di fronte a un serio tentativo di invasione dei suoi confini, a meno di rivolgimenti interni o di imprevisti nel campo dell'alimentazione e dei rifornimenti, fattori questi su cui l'esperienza fatta ammonisce che occorre contare senza soverchio ottimismo . Fronte italiano. - Vi sono vari accenni alla nostra fronte, che viene generalmente riguardata come secondaria. Non si prende infatti in esame il caso di una grande offensiva interalleata condotta dalla fronte italiana contro l'Austria nell'intento di mettere fuori causa la minore delle avversarie e riaprire le comunicazioni con l'Oriente coordinando opportunamente tale offensiva con una azione in Macedonia che, occupata la Serbia minacciasse l'Ungheria. Pure tenendo conto delle notevoli difficoltà della radunata di ingenti forze sulla fronte italiana e della necessità di penetrare comunque profondamente; in ogni ipotesi di operazioni, nella regione alpina nonostante i gravi ostacoli che vi si incontrerebbero, il piano ora accennato avrebbe a mio avviso meritato a suo tempo e forse merita oggi ancora considerazione almeno quanto quello di una problematica e difficile marcia contro la fronte renana ed oltre, così come converrebbe farla per giungere alla desiderata decisione. V'è bensì, nello studio francese un accenno a un'azione sulla nostra

- 215 -

fronte, ma la stessa aliquota di forze prevista quale rinforzo per alimentarla è così modesta (10 Divisioni) da confermare che la necessità di risolvere il conflitto sullo scacchiere nord-occidentale è più che mai considerato come dogma indiscusso. Il principio di dislocare una riserva strategica in Italia è ammesso incondizionatamente dai soli inglesi; condizionatamente, invece, dai francesi e dagli americani: nuova riprova questa che la questione deve essere da noi risolutamente posta e calorosamente propugnata per rivendicare al nostro scacchiere l'importanza che gli si disconosce, anche ove non si consenta nella convenienza di trasportarvi il centro d' applicazione dello sforzo principale come ripetutamente ho esposto in mie lettere precedenti che V .E. certamente ben ricorda. Un'altra questione infine che merita di essere posta in rilievo è quella dei complementi. Lo studio americano infatti contiene un chiaro accenno alle scarse disponibilità di uomini in Francia ed in Inghilterra - ma non parla dell'analoga· situazione dell'Italia - e prevede che in un certo momento del 1919 detti paesi non saranno più in grado di tenere a numero il loro esercito, il che obbligherà gli americani a fare fronte anche a tali deficenze. Ora poiché il nostro Paese verrà a trovarsi nelle stesse condizioni, l'America dovrebbe adottare analoghi provvedimenti a favore della fronte Italiana. Fronte balcanico. - La tendenza generale è di mantenere lo stato quo: la Francia ha sempre vivamente insistito per un'offensiva di carattere politico militare per distaccare la Bulgaria dagli Imperi Centrali, facendo molto assegnamento sulla mutata opinione pubblica di quel paese rispetto alla Germania per delusioni patite nella prevista attuazione delle proprie mire territoriali; ma anche tale offensiva non avrebbe grande portata, poiché condotta con le sole forze che ora si hanno in quello scacchiere; ed è naturale che l'attività operativa su quella fronte non possa raggiungere l'intensità che potrebbe renderla largamente fruttuosa, posto che un'offensiva decisa contro l'Austria non è prevista, sopra tutto per le divergenze politiche esistenti tra la Francia e l'Inghilterra e tra la Francia e noi, nei riguardi della Bulgaria, della Serbia e della Grecia. Scacchieri asiatici. - In linea generale risulta una concordanza di vedute sull'opportunità di non proseguire le operazioni in Palestina; e di deviare verso il Caucaso ed il Mar Caspio le operazioni delle truppe in Mesopotamia. Per la conoscenza che ho di quelle regioni e dell'importanza relativa dei vari obiettivi, non ritengo sia prudente lasciare al nemico la disponibilità della ferrovia detta di Bagdad e riterrei indispensabile almeno l'occupazione di Aleppo e di Mossul.


-216-

- 217 -

Mi limito a questi brevi cenni essenziali, per non ritardare oltre la trasmissione di questa lettera destinata a dare a V.E. il sunto delle mie osservazioni, prima che il vasto problema sia posto. in discussione: in sostanza l'attenzione nostra deve principalmente concentrarsi sugli scacchieri italiano e balcanico, per i quali mi sarĂ piĂš particolarmente utile conoscere a fondo il pensiero di V .E .. Invio copia della presente per opportuna notizia alle LL.EE. il Presidente del Consiglio ed il Ministro della Guerra. IL TENENTE GENERALE Robilant

ANNESSO I AL DOCUMENTO N. 48

BRITISH MILITARY REPRESENTATIVE SUPREME WAR COUNCIL BRITISH SECTION, VERSAILLES

N. 26/F/8

31st july 1918

FROM: THE BRITISH MILITARY REPRESENTATIVE TO: SUPREME WAR COUNCIL FRENCH, ITALIAN, AMERICAN SECTION I forward a draft joint note on the subject of the Allied plans for the autumn of 1918 and for the year 1919. The note embodies I think the views we agreed on in principle the other day. I do not consider we ought to go into detail in such a note as it concerns policy only. I suggest that unless you find any important points on which you disagree, the French Military Representative might good enough to forward a translation to Generai Foch in order that before the suggested meeting with him, he may have an opportunity of examining the proposals so far as they effect the theatres of France and Italy. MAJOR-GENERAL ACTING BRITISH MILITARY REPRESENTATIVE SUPREME W AR COUNCIL (firma illegibile)

PROPOSED JOINT NOTE ALLIED PLANS POR THE AUTUMN OF 1918 AND POR THE YEAR 1919 (stralcio) 1. - The Supreme War Council at their last Meeting asked the Military Representatives to put forward their view as to what military action should be undertaken in the Autumn of 1918 and during the year of 1919. 2. - The Military Representatives, after examining the situation in both the main and the subsidiary theatres of war have reached the following conclusions. 3. - Since tendering their advice contained in Joint Note No. 12, dated 21st January, 1918, a fundamental difference in the generai military situation has arisen. Whereas, at the beginning of 1918, the Allies, owing to the collapse of Russia and the consequent increase of strength of the Centrai Powers on the front in France and Italy, were compelled to adopt an attitude of active defence, it is now possible for the reasons given in the following paragraph for them to change to a position of offence, as envisaged in Joint Note No. 12, paragraph 7. It may not be possible to assume immediately on ali fronts an active offensive, but a generai attitude of offence can be adopted and preparations made accordingly. 4. - The arrivai of large numbers of American troops in France has begun to turn the scale against the enemy, not only from a materiai point of view by adding to the number of combatants in the Allied Armies, but also from a mora! point of view owing to the strong and determined fighting spirit evinced by the American troops. 5. - The Military Representatives have endeavoured to arri ve at some generai estimate as to what will be the tota! strength at the disposal of the Allies from now onwards. This estimate must necessarily be of a somewhat hypothetical nature, depending, as it does, on certain factors which cannot be assessed with absolute accuracy. Similarly, it is impossible tostate definitely what will be the strength of the Centrai Forces at any given moment. But, taking into consideration the steady arrivai of American troops, the increasing rate of production of aeroplanes, tanks and other mechanical contrivances, in addition to the mora! factor, provided by the fine fighting qualities of the American Soldier, it is sufficient to say that the superiority of strength of the Allies on the Western Front will continue to increase. 6. - Frarice and Italy remain, as always, the main Theatres of War. In France and Italy alone can the. immense Armies at the disposal of the Allies and Centrai Powers be deployed for battle. In the other Theatres,


-218-

- 219-

the troops engaged are limited to comparatively small numbers by inadeguate communications and difficult terrain. Far this reason, the bulk of the farces available on both sides will be in France and Italy. In France also a decision favourable to the Allied would be finally decisive far it would involve the defeat of Germany and without German aid the remainder of the Centrai Powers would fall to pieces. lt is impossible at present to say at what date a final decision may be obtained, but from now onwards a continuous pressure must be maintained on the Centrai Powers, whereby the advantage of their interior lines may be counterbalanced. Up to this point three conclusions bave been arrived at:

of the active·campaigning season in France during the present year will probably be taken up with efforts to make the Allied positions secure in the respect above mentioned, and far this purpose all available resources in men and materiai will be required. So far however as the situation permits, it will be desirable to farm a reserve in Italy of divisions drawn from France with a view to meeting the danger in that theatre alluded to above.

A. The generai attitude of the Allies should be, from now onwards, one of offence instead of defence. B. The final decision must be sought on the Western Front. C. The final decision cannot be expected unti! a sufficient superiority is obtained aver the enemy. It is not probabile that such a superiority can be obtained befare the middle ofthe Summer of 1919 owing to this superiority depending on the arrivai of American troops in so far as personnel is concerned. The problem to be considered so far as the Western Front is concerned (including therein both France and Italy) falls naturally into two parts . The first of these relates to certain dangers inherent in the present situation which threaten the Allies and which require to be removed. Action under this head may be said to be in its essence defensive. The second relates to more definitely offensive action intended to aim at a decision. Proceeding on these lines, the Allies must, in France, first free themselves from all anxiety as to the position of: 1. The Channel Ports. 2. The Bruay Mines. 3. The communications through Amiens and across the Somme to the West of that piace. 4. ,Paris. With regard to Italy, they must make preparations to meet an offensive by the Austro-Hungarians during the Autumn of 1918 with the support of a number of German divisions transferred from France as soon as the pressure in that theatre is relaxed. The Commander-in-Chief of the Allied Forces in France will, no doubt, communicate to the Supreme War Council his views and plans as regards the sources of danger in France referred to above, and also his plans far supporting Italy in the event of an AustroGerman offensive taking piace in the Autumn of this year. The remainder

9. - Having come to the conclusions stated above, the Military Representative examined the remaining theatres of war . 10. -

In the Balkans .....

11. -

In Palestine .. .

12. -

In Mesopotamia.

13. - While strongly recommending the Supreme War Council to adopt the policy indicated in the faregoing paragraphs, the Military Representatives do not consider it to be within their province to give advice as to the details of execution of the course they advocate, but they wish to direct the attention of the Supreme War Council to the necessity far providing all the necessary mechanical devices and materiai resources (such as aeroplanes, tanks, gas, machine-guns, artillery, railway materiai, etc.,) as the various Commanders-in-Chief may require, each in his particular role, far ensuring to the Àllies a satisfactory peace based on complete and decisive victory. ANNESSO 2 AL DOCUMENTO N. 48

CONSEIL SUPERIEUR DE GUERRE SECTION FRANçAISE

6 Aoiìt 1918

N. 1049 C.S.G.

OBJECT: Projet de pian d'operations des alliés pour l'automne 1918 et l'annee 1919 1• PARTIE. Front Occidental

1.

CONSIDERATIONS D'ENSEMBLE

a) Front Français (de la mer du Nord à la Suisse).

Au Ier Aoiìt 1918 les Armées Allemandes présentent encore sur les


- 220 _ -

Armées Alliées opérant en Belgique et en France une légère supériorité numérique. Mais par suite de l'arrivée constante des ·forces américaines, la supériorité des effectifs passera nettement dès le commencement de l'automne du c6té des Alliés pour aller ensuite sans cesse en croissant. Cette supériorité peut etre évaluée. Au ler Janvier 1919 à 295.000 combattants d'infanterie soit la valeur de 35 Divisions allemandes. Au ler Mars 1919 à 457 .000 combattants d'infanterie soit la valeur de 51 Divisions allemandes . Au ler Juillet 1919 à 862.000 combattants d'infanterie soit la valeur de 102 Divisions allemandes. Il ne semble pas du reste que la situation des forces en p-résence en France puisse etre sensiblement modifiée par le transport sur ce théatre de guerre de forces prélevées sur les autres théatre. En Italie se trouvent en effet au ler Aoiìt: 56 divisions Alliées comptant 715 bataillons, contre 63 1/2 divisions autrichiennes fortes de 832 bataillons. Les Alliés ne sauraient donc faire de prélèvements sérieux sur leurs Armées d'ltalie; il paraìt de meme tout à fait improbable que les Autrichiens dirigent, dans l'avenir plus que pendant la période qui vient de s'écouler, des contingents considérables sur le front de la mer du Nord à la Suisse. Il ressort d'autre part des évènements du printemps dernier que dans l'état actuel del' Armé Autrichienne, des résultats importants ne sauraient etre obtenus en ltalie, par l'ennemi comme par les Alliés, qu'avec le concours d'unités prélevées sur le front de la mer du Nord à la Suisse. Dans ces conditions, si l'on considère: 1 - que les Allemands, avec une supériorité numérique de 30 Divisions environ, n'ont pu obtenir en 1918 aucun résultat décisif; 2 - que, malgré l'échec des offensives allemandes du printemps et de l'été 1918 et les efforts faits par les Alliés pour user par tous les moyens en leur pouvoir la force de résistance des Puissances centrales, cette force ne paraìt pas à l'heure actuelle avoir sensiblement fléchi, notamment en ce qui concerne l' Allemagne. On doit admettre que les Alliés ne disposeront qu'au printemps 1919 de forces suffisantes pour entreprendre avec chance de succès des opérations offensives assez étendues et poursuivies avec toute la vigueur nécessaire pour qu'on en puisse attendre des résultats considérables. Au contraire à partir du printemps 1919 les Armées de l'Entente auront une supériorité numérique qui, toujours croissante et jointe à une superiorité matérielle probablement très sensible dans le domaine des chars d'assaut et de l'aviation doit permettre de porter à l'ennemi des coups decisifs.

- 221-

1. A -

PLAN D'ENSEMBLE A ADOPTER

PERIODE D'AUTOMNE 1918 ET D'HIVER 1918-1919 1° -

Front de la mer du nord a la Suisse

De ce que qui précède il résulte que, pendant la période d'automne 1918 et d'hiver 1918-1919, il convient de conserver provisoirement l'attitude d'expectative active prévue par la Note Collective N. 12 des Représentants Militaires Permanents approuvée par le Conseil Supérieur de Guerre dans sa Séance du 21 ,Janvier 1918. En conséquence, tous les efforts devront tendre pendant cette période: a) d'une part à assurer la sécurité de nostre front contre toute tentative d'attaque nouvelle de l'ennemi, b) d'autre part à préparer dans tous les domaines !'offensive de 1919 de manière que celle-ce puisse etre éxecutée dans les meilleurs conditions et avec !es moyens les plus puissants . a) La sécurité du front ne aurait etre garantie que par une défensive inébranlable et mordante, comportant notamment la préparation d'actions éventuelles de contre offensive et !es offensives à portée relativement limitée qui pourraient etre jugées nécessaires pour porter le troubles dans !es préparatifs d'attaque de l'ennemi et l'amaner à engager prématurément ses forces. Il pourrait en outre y avoir intéret à entreprendre, dans le but de conserver l'initiative des opérations, des actions tendant à nous procurer des avantages positifs soit au point de vue militaire soit au point de vue économique, en améliorant notre situation pour l'avenir ou en privant l'ennemi de ressources dont il tire actuellement profit. Dans cet ordre d'idées pourraient etre envisagés: - la réduction du saillant du front allemand dans la direction d'Amiens; - le dégagement de la région minière de Bethune; - l'amlélioration de nos positions sur !es Cotes de Meuse en vue d'une opération ultérieure en direction de Briey et de la récupération de lignes ferrées et de voies fluviales particulièrement interessantes . Ces operations ne seraient toutefois à recommander que dans la mesure où il n'en rés~lterait pas une usure prématurée de nos forces et par suite l'affaiblissement des moyens disponibles au printemps prochain. b) La préparation de /'offensive du printemps comporle:

-

La réalisation et s'il y a lieu l'extension ou la mise en équilibre des


-222-

-223 -

programmes d'armement, tanks et aviation suivant !es vues du Général Commandant en Chef !es Armées Alliées;

aussi bien pour profiter éventuellement de toute défaillance des forces autrichiennes que pour empecher les prélèvements quel' Allemagne fera tous ses efforts pour obtenir de son Alliée.

- la préparation des troupes en vue de constituer des Armées présentant au plus haut dégré !es qualités nécessaires aux opérations offensives; - la préparation du théatre d'opérations suivant !es projets du Général Commandant en Chef.

2• PARTIE Theatres exterieurs

I CONSIDERATIONS GÉNÉRALES 2° -

Front italien

Les memes dispositions semblent devoir etre appliquées au front Italien. Si cependant !es circonstances et la situation de l' Autriche amenaient !es Alliés à envisager vis-à-vis de cette Puissance une politique active susceptible d'etre appuyée dans l'automne par une action militaire vigoureuse, bien qu'à portée relativement restreinte, une offensive en Italie par !es Armées Alliées serait indiquée, dès cette époque; avec des moyens aussi puissants , que le permettrait la sécurité du front de la mer du Nord à la Suisse. La comparaison des forces en présence en ltalie conduit à admettre qu'il serait nécessaire dans ce cas de transporter sur ce théatre la valeur d'une dizaine de divisions françaises, britanniques ou americaines. Seuls !es résultats des opérations en France pendant le fin de l'été pourront de permettre de juger si de tels prélèvements pourraient etre consentis. - B -

PERIODE DE PRINTEMPS ET ÉTÉ 1919

Bien que !es Alliés doivent disposer dans le courant de l'été 1919 de forces sensiblement plus considérables qu'au printemps on estime que !es opérations offensives visant la décision doivent etre entreprises aussitòt que la saison sera favorable; sinon, l'ennemi chercherait sans doute à nous prévenir pour nous retirer l'initiative et nous amener à engager nos forces dans les conditions contraires aux intentions du Commandant en Chef. Ces opérations doivent avoir pour théatre le front de la mer du Nord à la Suisse et etre conduites avec le maximum de moyens. Une décision ne saurait en effet etre obtenue que par une suite de succès remportés sur Ies Armées allemandes et poursuivis sans relache de manière à réaliser la désorganisation de ces armées et la destruction définitive de leur force de résistance. Dans ces conditions ne pourront avoir lieu sur le front Italien, en l'état des forces en présence, des opérations ayant le caractère d'actions décisives. Il n'en sera pas moins nécessaire d'entretenir sur ce front, à partir du commencement des opérations en France, la plus grande activité possible

Le théatre décisif de la guerre en 1919 sera incontestablement le théatre Occidental. L'Entente a donc intéret à mettre obstacle par tous les moyens au renforcement de la puissance militaire allemande sur ce front. Elle à également avantage à apporter la plus grande gene possible à toute amélioration de la vie intérieure des pays ennemis dont est fonction leur puissance militaire et que tous !es renseignements nous font connaìtre comme tres précarie. En conséquence, l'Entente peut donc se proposer comme buts principaux de son action sur les théatres extérieurs d'opérations: 1 - sances 2 action 3

- de retenir loin du front Franco-britannico !es forces que !es PuisCentrales y ont laissées et, si possible, d'en attirer de nouvelles; - de chercher à dissocier l'alliance des Puissances Centrales par une militaire, comme par une action diplomatique; - d'empecher ces Puissances d'exploiter !es pays qu'elles occupent.

L'Entent aurait enfin intéret à augmenter, en précision des futures négociations de paix, les gages que ses armées ont conquis. Ces buts justifient sur tous les théatres extérieurs une attitude active pour les Armées Alliées.

II MACEDOINE

III TURQUIE D' ASIE

A. -

PALESTINE

B. -

MESOPOTAMIE & PERSE_ ___


-224-

-225-

IV RUSSIE

tary defeat of Germany; and that her defeat would be followed by the collapse of enemy resistance in all theatres of war. b) That this decision can be obtained only in the theatre lying between the North Sea and the Adriatic. e) That the inability of the Allies in 1916 and 1917 to o btain a decisive victory over the enemy on the Western Front, when they possessed a numerica! superiority of about 30 division, and the similar inability of the enemy to obtain a decision this year when he possessed a like numerica! superiority, indicate that it is unlikely that if the German power of resistance remains substantially as now, a decisive military victory can be ensured to the Allies unless they attain a numerica! superiority on that front of approximately 1,000,000 rifles. d) That, if the attached table of Estimated Strengths of Allied Forces on the Western Front on July 1, 1919, be approximately correct, there will be a deèrease by that date in British and French effectives which must be much more than made up from the only available source of manpower, i.e., the United States. e) That the theatre in which this new man-power can be applied most quickly and most effectively is France; and that, therefore, American troops should be sent solely to France, to be regarded as reinforcements to the forces immediately under the strategie contro! of Generai Foch. The decision as to whether any of these troops, or any other troops on the French Front, should be sent to Italy orto other theatres, should rest with Generai Foch.

1 - Il importe d'abord d'émpecher les Puissances Centrales d'exploiter les ressources qu'elles pouvent trouver en Russie, et par suite de soutenir sans délai las élémente de résistance anti-allemande; ultériormente seulement on pourra envisager la constitution d'un nouveau front oriental. 2 - Ne pouvant consacrer de grosses forces aux théatres d'operations de Russie, l'Entente doit s'efforcer de grouper les éléments de resistance qui se trouvent surplace autour d'un petit noyau de forces, de les organiser et de les instruire pour en faire un instrument de lutte contre l' Allemagne. 3 4

5 6

ANNESSO 3 AL DOCUMENTO N. 48

SUPREME WAR COUNCIL AMERICAN SECTION

(Versailles -

France) 1 August 1918

OBJECT: Allied plans of campaign for the autumn of 1918 and for the year 1919 1 - The Resolution adopted by the Supreme War Council at its Seventh Session imposed upon the Military Representatives the task of studying the military situation in its broadest strategie aspect, in consultation with the respective Commanders-in-Chief in the severa! theatres of war, and of presenting the results of their study in the form of advice to the Supreme War Council. 2 - After due consideration the following points are recommended for consideration as bases for the determination of the military attitude to be adopted by the Allies on the different fronts during the autumn of 1918, the winter of 1918-1919 and the summer of 1919: a) That a decisive victory for the allies can be obtained only by the mili-

f) That as ocean tonnage is, and may be expected to continue to be, the factor that will definitely limit America's military effort, the attainment of the above superiority requires that no tonnage be diverted to secondary theatres of war except that now employed on those theatres.

g) That the above leads to the inevitable conclusion that all other theatres must be regarded as subordinate to that of the Western Front; that operations in those theatres must be confined to such as, in the opinion of Generai Foch, will harmonize with and contribute to the accomplishment of the plans of Genera! Foch for the Western Front; that diversions to secondary theatres of men, materials and ocean tonnage, must be confined to those necessary for the conduct of such operations; and that, in generai, the common resources of the Allies must be applied toward the development between the North Sea and the Adriatic of the maximum joint military effort of which they are capable. 3 - In view of the foregoing considerations the following generai attitudes suggest themselves as desirable in the respective theatres of war: (a) Western Front -

The numerica! superiority that will soon be at-


-226-

tained by the Allies, and the progressive increase there of that will result from the arrivai of American troops under the 80 division program, will render it practicable and avisable for the Allies to maintain an offensive attitude during the Autumn of 1918 and to undertake such Iimited offensive measures as ma appear practicable and desirable in preparation for the assumption of a generai sustained offensive in 1919, with a view to obtaining a final decision in the summer and autumn of that year, by which time the Allies should possess a numerica! superiority in rifles approaching 1,000;000 and probably a corresponding superiority in tanks, airplanes, and artillery. (b) Italian Front - In view of the great preparations necessary to be made in France for the above mentioned sustained offensive in 1919, it would seem undesirable to transfer from France to Italy any considerable force of Allied troops except as may be found necessary or practicable to meet one or the other of the following conditions: 1) A possible transfer of German divisions to the Italian Front;

-227 -

Prospetto annesso al piano Estimate of Comparative Rifle Strength, Western Front Combatant Strength of Divisional Infantry, including machine gun components July I, 1918

Jan I, 1919

Apr. I, 1919

778,000 590,000 202,992 62,000 25,800

770,000 567,000 710,000 50,000

770,000 567,000 947,000 48,000

Tota! Allies German

1,658,792 1,705,200

2,097,000 1,705,200

2,332,000 1,705,200

2,302,000 1,377,600 to J,654,800 I

Allies Superiority In Rifles

- 45,408

+ 391,800

+ 626,800

+ 924,400 to + 647,200 I

+ 47

+74

+ 110 to + 78

French British American Belgian Italian

Equivalent in Enemy divisions -5 to

-

-

July I, 1919 656,000 420,000 1,184,000 2 42,000

-

2) In the event that after the security of the Western Front is ensured it be found that some of the Allied divisions on that front can be employed to greater advantage in offensive operations on the Italian Front than in similar operations on the Western Front, with a view to attaining a better position for the launching of the offensive in 1919, should such an offensive be found possible and desirable in connection with the generai offensive in France. (c) Macedonian Front (d) Palestine -

(e) Mesopotamia

GENERAL, U .S. ARMY AMERICAN PERMANENT MILITARY REPRESENT A TIVE 1 The first of these figures is based on the assumption that none of the German Divisions on the Russian Front can be transferred to the Western Front; the second, on the assumption that ali 33 divisions may be so transferred. 2 This figure includes only 70 divisions, that is, the number that should arrive in France by May I, 1919, under the 80 division programme, and should have completed two months' training in France by July I, 1919. In addition to this figure there should be in training in France on July 1st, 1919, about 10 divisions, or 169,000 rifles.


- 229-

- 228-

DOCUMENTO N. 50

DOCUMENTO N. 49

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

RAPPRESENTANTI MILITARI PERMANENTI

N. 2087 A S.E. IL GENERALE DI ROBILANT Comando Supremo Interalleato

5 agosto 1918 Versailles, 10 settembre 1918

Nota Collettiva n. 37 VERSAILLES

Rispondo con ritardo a telegramma 3402 essendo stato alla fronte, dove ne ho conferito con S.E. Diaz. Sono lieto delle conseguenze favorevoli che V.E. trae da progetto di nota collettiva rappresentante militare inglese. Debbo tuttavia richiamare la sua attenzione sopra diversa impressione che si raccoglie dal rapporto sulle riserve inglesi che V.E. mi trasmise con nota del 27 luglio. Questo rapporto impressiona innanzi tutto per valutazione alquanto pessimista della diminuzione delle forze franco-inglesi sul fronte occidentale che trova compenso in aumento forze americane, ciò che predispone alla conseguenza che tutte le truppe americane debbano rimanere in Francia. Ma soprattutto mi ha fatto penosa impressione la circostanza che nel quadro finale che accompagna il rapporto è previsto il ritorno in Francia delle 3 divisioni inglesi attualmente in Italia e cosi pure delle francesi. Ben lungi dunque dal darci ulteriori aiuti si pensa a toglierci quel poco che abbiamo e ciò senza alcuna discussione collettiva. Probabilmente si risponderà che qui si tratta di studi puramente tecnici fatti su ipotesi; ma ipotesi che possono riuscire molto sgradevoli e così è nel caso attuale. V.E. farà bene di muovere qualche rilievo in proposito. Circa comunicazioni epoca stabilita prossima riunione consiglio, faccio osservare che in generale credo che V.E. sarà in grado di conoscere la cosa prima di me, specie se pregherà Bonin Longare di tenersi al corrente. Quanto a iscrizione argomenti ordine del giorno, governo italiano trovasi in grave imbarazzo non essendovi ancora opportunità di proporre formalmente invio truppe americane al nostro fronte . Dati infatti gli umori prevalenti negli ambienti americano e francese data incertezza attitudine inglese vi è da temere che Italia resti isolata mentre potrebbe essere preferibile fare la questione in sede della nota collettiva cui telegramma <li V.E. accenna. Sarà bene insistere in tal senso e del resto esperienza altra riunione insegna che inserzione materiale ordine del giorno può farsi anche all'ultima ora. Resta inteso quanto a richiesta di materiali, argomento su cui conferirò domani con collega Nitti appena tornato. ORLANDO

OGGETTO: Politica militare generale degli alleati per l'autunno 1918 e per l'anno 1919 (studio presentato dai Rappresentanti Militari Permanenti al Consiglio Supremo di Guerra in esecuzione d'una Deliberazione del Consiglio Supremo di Guerra in data 4 Luglio 1918)

PARTE PRIMA FRONTE OCCIDENTALE

1° -

CONSIDERAZIONI GENERALI

Francia ed Italia permangono, come sempre, i principali teatri della guerra. Gli Alleati non possono riportare una vittoria decisiva se non con la completa sconfitta degli Eserciti della Germania dovendo tale sconfitta involgere il crollo della resistenza nemica sul resto della fronte occidentale e sugli altri teatri d'operazione. Per conseguenza tutti gli sforzi degli Alleati devono tendere a mettere in campo sulla fronte occidentale, per le operazioni decisive, il massimo dei mezzi sia in effettivi e sia in materiali. La sconfitta completa della coalizione nemica non può realizzarsi che su quel tratto della fronte occidentale compreso fra il Mare del Nord e la Svizzera. Infatti qualora sembrasse possibile di schiacciare in Italia l'Esercito Austriaco èd una parte dell'Esercito Germanico, la sconfitta finale della Germania, anima della coalizione nemica, non può conseguirsi che sul teatro d'operazione, dove è dislocata la massa principale del suo esercito, cioè fra il Mare del Nord e la Svizzera. Le operazioni su gli altri teatri, devono concorrere alla decisione ricercata sulla fronte occidentale, contribuendo al logoramento materiale e morale della coalizione nemica, ma senza che vi siano assegnati mezzi tali da diminuire l'efficienza degli eserciti dell'Intesa operanti su la fronte decisiva. Infatti le sconfitte subite dagli Imperi Centrali su un altro teatro secondario della guerra non possono che costituire un passo verso la sconfitta completa della Germania, non certo apportare la decisione.


-230a) Fronte dal Mare del Nord alla Svizzera

Per il costante arrivo delle forze americane, gli Alleati disporranno fra il Mare del Nord e la Svizzera, dopo l'Autunno 1918, di una sensibile superiorità numerica che, andrà in seguito continuamente aumentando. Se, nonostante gli scacchi subiti nell'estate ed autunno 1918, la forza combattiva degli Eserciti nemici sarà rimasta integra, la superiorità numerica degli Alleati, alla quale deve aggiungersi unà superiorità, probabilmente sensibile, in carri d'assalto, in aviazione ed in altri materiali bellici, permetterà di fare assegnamento, a partire dalla primavera 1919 su successi abbastanza importanti e tali da essere vigorosamente perseguiti per provocare la decisione della guerra. D'altra parte vi è ragione di ritenere che non è possibile acquistare e sviluppare tale superiorità a meno che: a) La Francia, la Gran Bretagna e l'Italia mantengano il loro sforzo attuale; b) L'arrivo delle forze americane continui nelle proporzioni necessarie alla realizzazione del programma stabilito dal Maresciallo Comandante in Capo gli eserciti Alleati in Francia. Se si constatasse tuttavia che l'efficenza degli eserciti nemici fosse in diminuzione, spetterebbe al Maresciallo Comandante in Capo gli Eserciti Alleati di giudicare in qual misura, si potrebbe sperare, prima della primavera, in una rottura dell'equilibrio a favore dell'Intesa. b) Fronte Italiana

Nella situazione attuale delle forze contrapposte su questa fronte, risulta che: a) non sembra che gli Alleati possano effettuare alcun importante prelevamento sulle loro Armate d'Italia; b) fintanto che l'Esercito Austriaco non sarà rinforzato da importanti contingenti Germanici, gli effettivi Alleati in Italia sembrano sufficienti per garantire la sicurezza della fronte ed anche, per continuare con attitudine aggressiva, il logoramento e la disorganizzazione dell'esercito nemico. 11° -

PIANO GENERALE DA SEGUIRE

A) Periodo d'autunno 1918 e d'inverno 1918-1919 a) Fronte dal Mare del Nord alla Svizzera.

Da quanto precede risulta che, durante il periodo autunno 1918 ed inverno 1918-1919, gli Alleati, pur garantendosi la sicurezza della loro fronte contro ogni tentativo d'attacco nemico, devono preparare in ogni campo

- 231-

le operazioni offensive in vista della decisione, tosto che si sarà conseguita la superiorità e le condizioni climatiche lo permetteranno. La sicurezza della fronte non potrebbe essere garantita se non con una difensiva attiva e tenace comprendente eventuali azioni controffensive ed azioni di limitata portata, che potrebbero essere necessarie per turbare i preparativi nemici. La preparazione dell'offensiva importa specialmente di realizzare e, se del caso, estendere o coordinare i programmi d'armamento dei carri d'assalto, dell'aviazione e di altri materiali, secondo le vedute del Maresciallo Comandante in Capo gli eserciti Alleati: --'-- di mantenere e sviluppare la preparazione delle truppe per costituire eserciti dotati nel più alto grado delle qualità necessarie per effettuare operazioni offensive; - di proseguire la preparazione materiale del teatro di operazione, secondo i progetti del Maresciallo Comandante in Capo gli Eserciti Alleati in Francia; - infine e soprattutto di compiere ogni sforzo per conseguire al più presto la più considerevole superiorità numerica. In quest'ordine d'idee è della più grande importanza che le truppe americane continuino ad essere inviate in Francia, anziché in qualsiasi altro teatro d'operazione e messe a disposizione del Maresciallo Comandante in Capo gli Eserciti Alleati in Francia, fino a che il Consiglio Supremo di Guerra non disponga diversamente. A tal fine tutto il tonnellaggio necessario deve essere impiegato per i trasporti americani. Infine converrà prendere in esame tutte le operazioni dalle quali emerga l'utilità: sia per migliorare la nostra situazione in vista di ulteriori operazoni decisive, tanto dal punto di vista militare come dal punto di vista economico; sia per conservare l'iniziativa, impedire al nemico di ricostituire le sue forze od approfittare di ogni sua debolezza. Spetterà al Maresciallo Comandante in Capo gli Eserciti Alleati in Francia di stimare l'entità da assegnare a tali operazioni, secondo la situazione delle forze alleate e di quelle nemiche, avendo presente che le operazioni decisive dovranno eseguirsi col massimo della forza. b) Fronte italiana

Disposizioni analoghe dovranno essere applicate alla fronte Italiana. Se le circostanze e la situazione dell'Austria portassero gli Alleati a intravedere l'utilità dello svolgimento, a riguardo di questa potenza, di una politica attiva, suscettibile ad essere appoggiata da un'azione militare, mirante a conseguire la decisione su questa fronte, una offensiva degli eserciti


-233-

-232-

Alleati in Italia potrebbe essere indicata, da eseguirsi con quella potenza di mezzi che le disponibilità della fronte dal mare del Nord alla Svizzera lo permettessero, disponibilità da determinarsi dal Maresciallo Comandante in Capo gli Eserciti Alleati in Francia. In previsione di tali operazioni e per essere in grado di far fronte in tempo utile ad una eventuale offensiva dell'esercito Austro-Ungarico, sostenuto da contingenti germanici, è indispensabile spingere con attività ogni disposizione tendente al miglioramento delle comunicazioni fra Francia ed Italia, in modo da potere eseguire quei trasporti di truppe giudicati necessari prima che l'attacco nemico produca il suo effetto. B) Periodo del 1919

Nonostante che gli Alleati disporranno, nell'estate del 1919, di forze sensibilmente più considerevoli che nella primavera, si ritiene che le qperazioni offensive decisive debbano iniziarsi non appena la stagione lo permetta. In caso contrario si rischierebbe infatti di vedere il nemico prevenirci, per ritorglierci l'iniziativa ed obbligarci ad impiegare le nostre forze in condizioni contrarie agli intendimenti del Comandante in Capo. Queste operazioni avranno per teatro, la fronte dal mare del Nord alla Svizzera e saranno eseguite col massimo dei mezzi. Sulla fronte italiana, come sulle altre fronti, sarà necessario che con-· temporaneamente all'inizio delle operazioni offensive in Francia venga spiegata la maggiore attività possibile per approfittare di ogni circostanza favorevole e per impedire, in ogni caso, ai Germanici di compiere a loro vantaggio qualsiasi prelevamento sulle forze dei loro Alleati. Giova anche aver presente: 1° - che un'offensiva di grande stile dell'Esercito Italiano, combinata con l'offensiva generale in Francia, possa largamente contribuire alla decisione, mercé la disfatta dell'Esercito Austriaco, il quale, in tal momento, non potrebbe contare su alcun soccorso dalla Germania. 2° - che un'offensiva degli Eserciti Alleati in Italia possa essere possibile nell'autunno ed inverno 1919, in analoghe condizioni di quelle previste per l'autunno ed inverno 1918. PARTE SECONDA

tenze Centrali vi hanno lasciate e possibilmente attirarne delle nuove; 2° - cercare di disgregare l'alleanza delle Potenze Centrali sia con l'azione militare, sia con l'azione diplomatica; 3° -

impedire a tali Potenze lo sfruttamento dei territori occupati.

Tali scopi giustificano per gli Eserciti Alleati, su tutti i teatri esterni un atteggiamento attivo. MACEDONIA

Il° -

Le operazioni su questa fronte hanno costituito l'oggetto di uno studio particolare dei Rappresentanti Militari. Tale studio, sottoposto all'approvazione dei Governi, conclude: a) sia il caso di spingere attivamente i preparativi per un'offensiva nei Balcani, da eseguirsi dall'Armata Alleata, almeno dopo il 1° Ottobre, a condizione che tali preparativi non distolgano dalla fronte occidentale nessun concorso in uomini od in materiali né del tonnellaggio, attualmente disponibile o suscettibile di divenirlo, tonnellaggio che è necessario al continuo arrivo, al tasso massimo, dei rinforzi in effettivi ed in materiali indispensabili alla realizzazione del piano approvato per la fronte occidentale, dal Comandante in Capo degli Eserciti Alleati in Francia; b) sia conveniente, di massima, lasciare il Generale Comandante in Capo l'Armata Alleata d'Oriente libero di eseguire questa offensiva nel momento, che egli giudicherà più favorevole, salvo che circostanze nuove ed impreviste impongano al Consiglio Supremo di Guerra di stabilirne l'epoca o di rinunciarvi completamente. Se tale offensiva sarà eseguita nel 1918, le operazioni da effettuarsi nei Balcani nel 1919, saranno in relazione ai risultati conseguiti nel 1918 ed alla situazione generale. Nelle condizioni d'instabilità politica, nella quale sembrano trovarsi alcuni dei nostri nemici non sembra fin d'ora possibile prevedere quali dovranno essere queste operazioni. Nella preparazione dell'offensiva il Comandante in Capo l'Armata Alleata in Macedonia, non dovrà perdere di vista la necessità di migliorare costantemente le sue comunicazioni e stabilire delle nuove basi nella Vecchia Grecia, in conformità delle direttive del Consiglio Supremo di Guerra, espresso nella Nota Collettiva n. 4 dei Rappresentanti Militari.

TEATRI ESTERNI Ill I

0 -

CONSIDERAZIONI GENERALI

Sui teatri° esterni l'Intesa può proporsi quali scopi della sua azione: 1° -

trattenere lontano dalla fronte occidentale, le forze che le Po-

0 -

TURCHIA ASIATICA

a) Palestina - Mentre le Armate turche di Palestina sono relativamente deboli, di valore comune e mal rifornite, le Armate britanniche, nonostante la riduzione degli effettivi e la parziale sostituzione di truppe euro-


- 234-

- 235 -

pee con truppe indigene, possedernnno ancora un eccellente valore militare. Se non si tenesse conto della rispettiva situazione delle forze contrapposte, le armate Britanniche sarebbero in condizione di iniziare, su questo teatro, delle operazioni offensive di una certa importanza. Ma:

derevoli forze nemiche diminuendo perciò la pressione sulla fronte occidentale. · II Comandante in Capo sarà libero di avanzare su Mossul se ciò gli sembrerà vantaggioso, purché le operazioni a tal fine necessarie non comportino una conseguente diminuzione dello sforzo diretto verso il Mar Caspio .

1 - lo scarso numero e la deficienza dei mezzi di comunicazione, dei quali esse potrebbero disporre, durante la loro avanzata, limiterebbero necessariamente i loro progressi; 2 - da che le linee di comunicazione turche verso il Caucaso o la Mesopotamia possono utilizzare il Mar Nero, rinunziando alla ferrovia di Bagdad, gli eventuali obiettivi da assegnare a queste Armate hanno perduto di importanza. In tale situazione non è possibile né opportuno assegnare degli obiettivi lontani aUe armate Britanniche di Palestina, le quali dovranno invece eseguire delle operazioni limitate, ma tali da impegnare le forze nemiche ed attirarne delle nuove. Operazioni siffatte non giustificherebbero una grande superiorità numerica delle Armate Britanniche su quelle Turche; si potrebbe pertanto prendere in esame la riduzione di tali· arma(e durante l'inverno a profitto di armate di altre fronti. b) Mesopotamia e Persia - L'Armata Britannica della Mesopotamia possiede una forte superiorità numerica per rispetto alle truppe turche che le sono opposte o potrebbero eventualmente esserlo; sembrerebbe perciò che essa abbia una forza sufficiente per operare contemporaneamente in Mesopotamia ed in Persia, ma le comunicazioni ed i mezzi di trasporto dei quali essa dispone non le permetterebbero in realtà di agire contemporaneamente in tali due direzioni. In conseguenza: II Comandante in Capo in Mesopotamia, con le truppe attualmente disponibili, dovrà fare ogni sforzo per stabilirsi sulla sponda del Mar Caspio, per impadronirsi della strada Bagdad-Hamadan-Enzeli. Una solida fronte che comprendesse Bagdad ed il Mar Caspio limiterebbe l'attività germanica verso l'est e ci permetterebbe di prendere il contatto con le forze che potrebbero eventualmente penetrare in Russia da Vladivostock e dai porti artici. Qualora gli Alleati riuscissero a stabilirsi solidamente su tale fronte non solamente i Germanici non potranno più rifornirsi sfruttando le ricche risorse del Turchestan, attraverso al Mar Caspio e le ferrovie che corrono da est verso .ovest, ma tutti gli elementi sani, esistenti ancora in Russia, quali gli elementi anti-turchi ed armeni del Caucaso, saranno incoraggiati ad associarsi, per costituire dei corpi combattenti che immobilizzeranno consi-

IV 0

-

RUSSIA

Oltre il Caucaso che si unisce alla Mesopotamia ed alla Persia, la Russia comprende per gli Alleati due teatri di operazioni: la Russia settentrionale e la Siberia orientale. Quale che sia quello dei due che si voglia considerare, le operazioni degli Alleati devono proporsi come scopi: 1 - impedire alle Potenze Centrali Io sfruttamento delle risorse che esse possono trovare in Russia; 2 - raccogliere intorno a dei nuclei di forza gli elementi di resistenza anti-tedeschi, organizzarli ed istruirli per trarne aumenti di lotta contro la Germania; 3 - portar soccorso al più presto ai Czeco-Slovaçchi, che si trovano in critica situazione conseguente alla propaganda bolscevica esercitata fra di essi, all'appoggio militare dato ai bolscevichi dai tedeschi e dai prigionieri di guerra ed infine dal numero sempre crescente e dall'organizzazione continuamente in aumento di questi ultimi; 4 - inoltre, qualora le circostanze Io permettano, costituire una nuova fronte orientale, mercé la coordinazione ed il collegamento delle azioni iniziate nelle varie regioni della Russia (Russia settentrionale, Siberia, Caucaso) . Definiti tali scopi, giova aver presente che: a) per quanto riguarda la Russia Settentrionale - la situazione degli effettivi alleati non permette alle potenze occidentali dell'Intesa di rinforzare gli elementi, l'invio dei quali è stato previsto dalla decisione del Consiglio Supremo di Guerra in data 3 Luglio 1918, con prelevamenti di forze di una certa importanza sulla fronte occidentale; - d'altra parte, nella considerazione che in queste regioni le risorse locali sono pressoché nulle, il mantenimento dei contingenti Alleati dipenderà esclusivamente su quanto potrà loro essere inviato dalle metropoli e che le comunicazioni fra queste e le regioni considerate sono di già molto precarie; - in tale situazione, le operazioni nella Russia Settentrionale, dapprima di limitata entità non sembrano potere estendersi fin tanto che non sarà


-237 -236-

assicurato il contatto con i contingenti Czeco-Slovacchi della Siberia occidentale. b) per quanto riguarda la Siberia - sarà in questa regione che lo sforzo degli Alleati potrà conseguire il più grande dei risultati, sia per la presenza degli Czechi, dell'appoggio dei gruppi Russi a noi favorevoli, sia per le considerevoli risorse in viveri , ed approvvigionamenti di ogni sorta che può offrire il paese; - per conseguenza è in questa regione che conviene intensificare lo sforzo degli Alleati, senza tuttavia nuocere ai bisogni della fronte occidentale, fronte decisiva. · V

0 -

AFRICA ORIENTALE

Le operazioni su questo teatro dovrebbero essere continuate col massimo vigore per C\;!rcare di ottenere al più presto possibile una decisione. PARTE TERZA CONSID.ERAZIONI GENERALI RELATIVE AL MATERIALE BELLICO

Dopo avere esaminato la condotta delle operazioni su vari teatri di guerra, i Rappresentanti Militari Permanenti giudicano che importa continuare senza sosta lo studio d'insieme dei vari programmi alleati di fabbricazione e di stabilire definitivamente la relativa proporzione di materie prime, di mano d'opera e di tonnellaggio che dev'essere assegnato a ciascuna specie di fabbricazione, tenuto conto della sua relativa importanza per la condotta della guerra. Le risorse industriali degli Alleati sembrano infatti essere sfruttate attualmente al massimo, è tuttavia indispensabile per ricavarne il massimo rendimento, ripartirle rigorosamente in vista delle future operazioni secondo l'importanza dei vari bisogni militari. Tale ripartizione non può essere compiuta, se non dopo il parere espresso dai vari comandanti in capo dei vari teatri d'operazione circa il fabbisogno relativo dei vari materiali: artiglieria, aeroplani, carri d'assalto pesanti e leggeri, apparecchi per l'emissione dei gas, mezzi di trasporto, ecc. ecc., che essi giudicheranno necessari. Infine i Rappresentanti Militari Permanenti richiamano l'attenzione del Consiglio Supremo di Guerra sulla grande importanza di assicurare al più presto agli Eserciti Alleati il massimo dell'efficienza non soltanto in effettivi ma anche in materiali. Importa in ogni modo che il massimo sviluppo dei mezzi meccanici di ogni genere sia raggiunto nel momento stesso in cui gli eserciti dell'Intesa disporranno dei più forti effettivi. Se questa coincidenza è realizzata si dovrà guardare con piena sicurez-

za alle operazioni del 1919, anno che deve esserci latore della realizzazione delle nostre speranze vale a dire della pace e della vittoria. Il Generale Il Generale Il Generale Il Generale Rapp . Mii. Perm. Rapp. Mii. Perm. Rapp. Mii. Perm. Rapp. Mii. Perm. Francia Gran Bretagna Italia Stati Uniti


- 238-

-239DOCUMENTO N. 51

COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni PROMEMORIA 16 agosto 1918 Qui di seguito si espongono alcuni elementi essenziali atti a valutare la nostra prossima offensiva nei rapporti della situazione di guerra complessiva e nelle sue conseguenze prossime e lontane. 1 - L'andamento delle ultime operazioni in Francia (subito arrestate non appena si sono incontrate forte resistenze), il modo con cui la situazione su quella fronte è vista dai rappresentanti francese, inglese ed americano del consiglio supremo di guerra, fanno ritenere che nello scorcio del 1918 gli eserciti dell'Intesa non compiranno più in Francia operazioni così vaste da tenervi sicuramente avvinte tutte le forze tedesche, e da impedire quindi un prelevamento di unità germaniche per impiego sulla fronte italiana. 2 - Il nemico che ci sta di fronte non è così scosso, né per qualità così scadente come viene ufficialmente ritenuto nelle sfere francesi (bollettini e lettere del Mar. Foch). La sua alta capacità difensiva ci è stata dimostrata ancora di recente al Solarolo ed al Tonale. Sicché l'apprezzamento complessivo che degli Austriaci ha fatto il comando delle truppe britanniche in Italia nel suo rapporto del IO agosto risponde pienamente alla realtà. Perciò la superiorità numerica del nemico esiste realmente, ed un aiuto tedesco - anche non grande - potrebbe produrre un sentito squilibrio a nostro danno. È quindi doveroso considerare la possibilità di un potente urto nemico sulla nostra fronte entro l'anno 1918, ed il modo di fronteggiarlo. A tale scopo si può: a) o con potente azione offensiva arrecare una così forte scossa alle forze nemiche da renderle incapaci di compiere uno sforzo offensivo nel resto del 1918; b) o procurare di mantenerci sempre in grado di ricacciare, come si è fatto in giugno, l'attacco nemico. 3 - Secondo il parere dei rappresentanti francese, inglese ed americano del consiglio supremo di guerra, la soluzione della guerra dovrebbe - nel 1919 ~ cercarsi in Francia, e l'Italia fare assegnamento sulle sole proprie forze .

Dato che effettivamente tale fosse anche il piano d'azione del maresciallo Foch - e dobbiamo prevedere tale eventualità, che per noi è la peggiore - occorrerebbe più che mai risparmiare le forze del nostro esercito per l'avvenire. 4 - È prevedibile che a metà settembre si disponga di circa 85.000 complementi 1• Essi saranno sufficienti a ripianare le perdite della aizone offensiva in preparazione (perdite che è prudente prevedere in 80-90 mila uomini), ma senza alcuna rimanenza all'infuori della classe 1900 e dei ricuperi dèl paese (v. nota), ricuperi che saranno in parte scadenti fisicamente ed in genere tutti abbisognevoli di addestramento. 5 - L'offensiva in preparazione sarebbe effettuata a metà settembre e terminata entro lo stesso mese. Restano al nemico ancora un mese e mezzo almeno per portare contro di noi un urto potente, tempo sufficiente alla sua effettuazione. Occorre qui tenere conto che i tedeschi possono più celermente di noi inviare truppe alla nostra fronte (v. grafico Gen. Levi), anche se s'inizia l'invio contemporaneamente; e che essi tedeschi sono maestri nel celare i movimenti, sicché la percezione del trasferimento di forze tedesche potrebbe giungerci tardivamente. 6 - L'offensiva in preparazione non è così vasta, né con obiettivi così lontani, da potere dare un forte tracollo alle forze austriache e raggiungere lo scopo indicato al n. 2, comma a. Essa per contro è l'indispensabile atto iniziale per operazioni a fondo da compiersi nel 1919 con forze adeguate. Quindi solo l'affidamento di poter compiere a suo tempo simili operazioni giustifica l'azione offensiva attuale. Non concorre a dare un forte colpo agli alleati tedesco-austriaci se non è contemporanea ad una vigorosa azione offensiva sulla fronte occidentale. Essa è indubbiamente utile per evitare che grandi unità austriache siano inviate sulla fronte occidentale. Ma poiché le forze dell'Intesa e le tedesche all'incirca numericamente si equivalgono sulla fronte occidentale (intorno alle 200 divisioni per parte) l'invio di 10-15 o anche di 20 divisioni austriache non produrrebbe un così forte squilibrio come un invio di minor

1 In questo momento i complementi sono 96.000 e 15.000 si prevedono di prossimo ricupero (non si computa l'art. perché assorbita dalla batterie di n. formazione già previste) - totale già impegnati (automob. aviazione, ecc.)

rimanenza

111.000 25.000 86.000

In più ci saranno i ricuperi dal paese in seguito ai recenti provvedimenti. Non si sa a quanto possano aJl!montare (forse 30 mila?).


- 240-

- 241 -

numero di divisioni tedesche agli austriaci produrrebbe sulla fronte nostra. Ma ad ogni modo se gli austriaci inviassero forze in Francia noi saremmo pronti ad approfittare immediatamente di. una simile eventualità. Per contro, la offensiva ora in preparazione ci toglie quel non grande margine di complementi che ci restano, e ci mette in serio pericolo di fronte ad una probabile reazione austro-tedesca, ove non si abbia sicurezza di disponibilità di altre forze. 7 - Sintetizzando tutti gli elementi di analisi sinora esposti: 1 - l'offensiva dovrebbe essere da parte nostra completamente preparata secondo quanto si è concretato; 2 - ma prima di compierla effettivamente, si dovrebbe ottenere:

L'arretramento segnalato non è per ora che uno schieramento difensivo (sistema così detto di difesa elastica). Ritengo che prima di impegnare una così grossa partita che potrebbe portare a gravi conseguenze, S.E. il Capo debba parlare con Foch, e mettere bene le cose a posto. Non è ammissibile di giuocare una carta, bisogna che abbiamo sicurezza di non essere sopraffatti".

a) che sia fin d'ora dato affidamento circa l'assegnazione al teatro di guerra italiano nel 1919 delle forze sufficienti a portare a compimento l'azione a fondo della quale quella attuale non è che il primo passo; b) che sia, al momento dell'offensiva, almeno iniziato l'invio in Italia di 10 divisioni alleate prelevate dalla fronte occidentale - non per impiegarle ma per tenerle come sicurezza nell'eventualità molto probabile di potente reazione austro-tedesca. E si noti che simile richiesta ha il suffragio, sia del rappresentante francese al consiglio supremo di guerra - il quale pel caso di un'azione offensiva autunnale italiana ritiene necessario l'invio di una decina di divisioni alleate in Italia - sia del rappresentante inglese al consiglio stesso, rappresentante che prevedendo invece la possibilità di un'offensiva austro-tedesca in Italia nell'autunno 1918, riconosce la convenienza di costituire presso di noi una riserva di divisioni alleate. Le divisioni suddette potrebbero essere unità in corso di ricostituzione, se non di prontissimo impiego, a patto che siano inviati gli elementi necessari per ricostituirle; c) che contemporaneamente all'azione in Italia sia svolta azione vigorosa sulla fronte occidentale. A questa condizione non contrasta la richiesta di 10 divisioni alleate, dato che a noi basterebbero divisioni di non prontissimo impiego.

*** Il Sottocapo di S.M. qpponeva le seguenti annotazioni: - in testa al documento: "Sono accertate per contatto alla nostra fronte altre 2 div. Totale 66 accertate" - in calce al promemoria: "Gli uffici di informazione segnalano che gli austriaci attendono la nostra offensiva sugli altopiani, dove convergono forze dalla Pianura Veneta.

f10 Badoglio


- 242-

-243DOCUMENTO N. 52

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

Riservatissimo personale N. 18881 di protocollo G.M.

21 agosto 1918

OGGETTO: Direttive per operazioni ipotesi F A S.E. IL TENENTE GENERALE PECORI GIRALDI Comandante della 1a Armata A S.E. IL TENENTE GENERALE MONTUORI Comandante della 6a Armata A S.E. IL TENENTE GENERALE GIARDINO Comandante della 7 a Armata A definizione e completamento delle verbali istruzioni che le LL.EE. i comandanti delle armate 1a, 6a e 4a già hanno ricevuto presso questo Comando, comunico le direttive circa le operazioni ipotesi F da predisporre sull'altipiano di Asiago e nel settore Pasubio. ALTIPIANO DI ASIAGO (6" ARMATA)

1° - Scopi: 1° - acquistare profondità sull'altipiano e migliorare la situazione dell'armata, raggiungendo una linea di schieramento più economica dell'attuale; 2° - intercettare le comunicazioni avversarie dell'altipiano di Asiago con quello di Lavarone da un lato e colla Val Brenta dall'altro;

3° - preparare una base di partenza favorevole pel futuro proseguimento delle operazioni sia verso Trento sia verso la conca di Feltre.

Obiettivi: a ovest: il massiccio Campolongo-Erio-Verena. al centro: la linea di arroccamento dell'altipiano (Bocchetta di PortuleM. Galmarara-Campomulo-Roccolo Sbarbata! ecc.) e le alture che coprono tale arroccamento verso nord. a est: la strada di Enego che fa capo all'arroccamento anzidetto. 11° -

Modalità dell'azione. - L'azione si svilupperà in due periodi. 1° periodo: costituzione di un~ testa di sbocco centrale spinta innanzi quanto più possibile ed appoggiata lateralmente ai due massicci del Mosciagh e del Longara. - neutralizzazione del gruppo delle Melette; IIl 0

attacco del M. Erio da integrarsi, non appena caduto il Mosciagh, con decisa manovra, sul tergo del M. Erio per puntare· direttamente sul Verena. Si esclude, in questo primo periodo, l'attacco delle Melette, contro le quali non dovrà essere svolta alcuna azione di fanteria~ Tale attacco si risolverebbe infatti in una azione frontale attraverso l'impervio solco della Val Frenzela, non sostenuta dalle artiglierie di sinistra Brenta (4a armata), e male appoggiata da quelle della 6a Armata, che sono lontane ed hanno azione puramente frontale . Si fa eccezione per la sola Meletta davanti, il cui possesso potrebbe integrare quello del Longara ed impedire al gruppo delle Melette propriamente dette l'osservazione sulla piana d'Asiago. 2° periodo: proseguimento dell'azione verso nord per raggiungere ed oltrepassare l'obiettivo centrale (arroccamento Bocchetta di Portule-Roccolo Sbarbata! ecc.). - completamento dell'occupazione del gruppo Campolongo-ErioVerena; - attacco delle Melette in direzione principale di nord-est, puntando alla strada di Enego.

L'ordine di sviluppare l'attacco del gruppo delle Melette propriamente dette sarà dato dal Comando Supremo. Però il Comando della 6a armata provvederà senz'altro al celere spostamento delle artiglierie di distruzione, non appena lo consenta la situazione raggiunta dall' avanzata centrale. IV 0 - Funzione del settore Melette-Val Brenta nella fase preparatoria e nel primo periodo dell'operazione. Nel periodo che precederà immediatamente la data del nostro attacco il settore a cavallo della Val Brenta dovrà essere sfruttato per attirarvi l'attenzione del nemico distraendola dal centro dell'altipiano e specialmente dalla sinistra. Gioverà a tal uopo una attività sviluppata - con le volute cautele - sia contro le Melette, sia di fronte all'ala sinistra della 4a armata dalle artiglierie di questa. Nella fase di attacco la neutralizzazione delle Melette e il bloccamento della strada di Enego potranno essere ottenuti mediante tiri a gas (iprite).

-

V 0 - Forze. Totale 19 divisioni, comprese quelle ora facenti parte della 6a armata e compresa la 12a divisione (1 a armata) già passata alla dipendenza tattica della 6a. L'indicazione particolare delle unità di rinforzo e del loro raggruppamento viene comunicata a parte.


-244-

-245 -

Sarà messo possibilmente a disposizione della 6a armata 1 battaglione di tanks Renault francesi (peso 6 tonn.). Saranno inoltre a disposizione del Comando Supremo: 4 divisioni.

della 1a armata e della 6a armata debbano iniziarsi contemporaneamente; o quale debba essere, in caso contrario, l'ordine di precedenza fra esse.

VI ~ - Concorso della 1 a armata alle operazioni della 6°. Oltre alla 12a divisione passeranno alla dipendenza tattica della 6a armata tutte le artiglierie del X Corpo che sono in grado di concorrere all'azione sull'altipiano; tale passaggio di dipendenza avverrà sotto la data del 25 corr .. VIl - Concorso della 4° armata alle operazini della 6°. Passeranno alla dipendenza tattica della 6a armata tutte le artiglierie della 4a che si trovano dislocate sull'altipiano. Passaggio di dipendenza il 25 corr .. Il Comando della 4 a armata disporrà inoltre perché le artiglierie della propria ala sinistra diano tutto il possibile concorso alla 6a sia nel periodo preparatorio (v. n°. IV) sia durante lo sviluppo delle operazioni per la neutralizzazione delle artiglierie nemiche della regione di Fouza. Non farà tuttavia, se non eccezionalmente, spostamenti di batterie in avanti; si terrà invece ,in misura di parare all'eventualità che il nemico tenti, per reazione, un attacco sulla sua fronte, e particolarmente alla sua ala sinistra. Verificandosi tale eventualità le suddette artiglierie della 4a armata dislocate sull'altipiano di Asiago ritorneranno alla dipendenza della 4a armata stessa, a semplice richiesta del comando di quest'ultima. 0

OFFENSIVA IN REGIONE PASUBIO (I" ARMATA)

Scopo. - 1 - acquistare spazio in avanti in questo settore dove la nostra sistemazione manca assolutamente di profondità; 2 - preparare una buona base di partenza per le future operazioni verso l'altipiano di Folgaria.

Obiettivi. - Impadronirsi del Col Santo. Tranne il caso di situazione eccezionalmente favorevole, l'avanzata non sarà spinta oltre questo obiettivo. Modalità dell'azione. -

Saranno stabilite dal Comando dell'Armata, il quale fisserà pure il concorso dei corpi d'armata laterali al V, al quale appartiene il settore principale di attacco .

Forze. - La 1a armata ha ricevuto la 61 a divisione in rinforzo. Provvederà del p'roprio le forze che ancora fossero necessarie all'uopo . Lascerà a disposizione del Comando Supremo la divisione_di 2a linea del X C. d' Arm. (32a). DISPOSIZIONI GENERALI

1 -Mi riserbo di determinare a buon momento se le due operazioni

2 - Gradirò avere conoscenza, al più presto, dei progetti dettagliati dell'operazione; e prego comunicarmi per quale data la preparazione sarà presumibilmente completa.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO Dia z


-246-

- 247 DOCUMENTO N. 53

DOCUMENTO N. 54

COMANDO SUPREMO

COMANDO DELLA 6a ARMATA Stato Maggiore

UFFICIO OPERAZIONI

N. 18881 di prot.

21 agosto 1918

A S.E. IL COMANDANTE DELLA ia ARMATA A S.E. IL COMANDANTE DELLA 6a ARMATA Nel trasmettere all'E . V. l'acclusa copia delle direttive per le operazioni ipotesi F. credo opportuno aggiungere: I I preparativi dell'azione debbono essere spinti colla maggiore alacrità, tenendo presente però la necessità di regolare le varie operazioni in modo che sia possibile passare con sufficiente prontezza dallo schieramento offensivo a quello difensivo qualora la situazione abbia a mutare. 2°) La 6a armata negli studi e predisposizioni di sua competenza dovrà prevedere l'impiego delle tanks e dei tiri con proietti carichi di yprite. Circa la effettiva disponibilità di questi mezzi (epoca ed esatta misura) mi riservo di fare ulteriori comunicazioni. 3 °} Resta inteso che non sono ammessi per lo svolgimento dell'azione raggruppamenti tattici di grandi unità, diversi da quelli normali previsti: armata = corpo d'armata. 0

)

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F . ta Diaz

N. 1772 di prot. OGGETTO: Rinforzo dello schieramento difensivo

15 agosto 1918 Ipotesi F.

AL COMANDO DELLE FORZE BRITANNICHE IN ITALIA AL COMANDO DELLE FORZE FRANCESI IN ITALIA AI COMANDI DEI CORPI DI ARMATA: XIII e XX AL COMANDO DI ARTIGLIERIA DELL'ARMATA AL COMANDO GENIO DELL'ARMATA ALL'INTENDENZA 4a ARMATA ALL'UFFICIO SERVIZI 6a ARMATA ALL ' UFFICIO AERONAUTICA AL COMANDO CC. RR. D'ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO AL COMANDO DELLA 1a ARMATA AL COMANDO DELLA 4a ARMATA Vari sintomi, comprese alcune deposizioni di prigionieri e disertori nemici, lasciano dubitare che il nemico concentrerà le maggiori sue forze sugli Altopiani per aprirsi il passo rompendo il nostro fronte. Un primo provvedimento da parte nostra consiste nel rafforzare il nostro schieramento di artiglieria con nuove batterie concesse dal Comando Supremo. Tale rinforzo (che per ora riguarda solo le bocche di m.c. ma potrà, a suo tempo, estendersi a quelle da campagna) ci assicurerà una violenza di fuoco preponderante, consentirà di spingere qualche batteria anche più avanti, di quanto non comportino i criteri normali, in modo da poter cominciare da più lontano il logoramento nemico . Ciò è tanto più opportuno sul nostro tratto di fronte, perché, in seguito agli ultimi avvenimenti il nemico sta stabilendo una seconda linea d'artiglieria alquanto arretrata rispetto alla prima, e conviene perciò che noi prendiamo sotto il nostro fuoco anche tale seconda linea arretrata. Qualora si accentuassero le minacce nemiche verranno probabilmente avvicinati all'Altopiano anche rinforzi di fanteria che il Comando Supremo è disposto a concedere. Tutte le operazioni ora indicate debbono essere tenute segrete, Io schieramento delle artiglierie specialmente e con ogni mezzo; col curare molto i


- 248-

mascheramenti prima di iniziare i lavori; col tenere le nuove batterie silenziose, salvo aggiustamenti limitatissimi, e fatti con opportuni accorgimenti, e sopratutto coll'esigere nel modo più rigoroso la massima riservatezza da tutti coloro, che, per qualsiasi motivo, venissero a conoscenza di quanto verrà concretato ed attuato. Qualsiasi trascuratezza o negligenza al riguardo, sia negli uffici, sia a mensa, sìa in ritrovi. o in crocchi di persone, sarà molto severamente punita sempre quando non possa rivestire carattere di reato. Nel carteggio d'Ufficio, da tenersi nella categoria «Riservato alla persona» quanto riguarda la preparazione in corso sarà denominato: «Sistemazione difensiva = ipotesi F.» IL TENENTE GENERALE COMANDANTE Montuori

- 249DOCUMENTO N. 55

18 agosto 1918 Da parte del Ministro ORLANDO Al Signor CLEMENCEAU Presidente del Consiglio dei Ministri

PARIGI

Mentre mi rendo pienamente conto, con perfetto spirito di solidarietà, delle gravi ragioni che inducono il Governo Francese ad insistere perché le Centurie di soldati lavoratori siano lasciate in Francia e, anzi, tenute sempre in piena efficienza numerica, debbo alla mia volta vivamente pregar Vi di ricordare i precedenti di tale questione. Obbedendo ad una decisione del Comitato di Guerra che denunziava il prossimo disfacimento dei nostri complementi di uomini, e dopo di aver preso, per rimediarvi, provvedimenti ben gravi per l'economia del paese (cose tutte di cui davo spiegazione), io comunicai la richiesta di richiamo con telegramma indirizzato ali' Ambasciatore d'Italia il giorno 10 luglio 1918. Con telegramma del 12 luglio l'Ambasciatore d'Italia mi dava notizia del colloquio avuto con Voi e mi significava che Voi prendevate atto della determinazione del Governo italiano, pure facendo rilevare le gravi conseguenze che ne sarebbero derivate alla causa comune. Io controreplicai con un telegramma del 13 luglio, diretto al nostro Ambasciatore. Con esso, io insistevo nel far rilevare il vero stato di necessità militare in cui il Governo italiano si trovava, ed aggiungevo che appunto per effetto del carattere puramente militare di tale necessità, il Governo italiano non poteva dare una miglior prova della sua solidarietà e della sua deferenza verso il paese alleato che col rimettere ad accordi tra il Maresciallo Foch e il Capo di Stato Maggiore italiano lo stabilire tutte le modalità della questione. Con ciò, ripeto, il Governo italiano dava una grande prova di deferenze interalleata, poiché rimetteva i modi di attuazione del programma ai giudizi più competenti e più direttamente interessati: il Maresciallo Foch, che poteva meglio determinare il tempo e l'ordine·con cui il ritorno poteva avvenire col minor danno militare e il Generale Diaz, che poteva meglio stabilire l'ultimo estremo limite delle sue necessità di rifornire di uomini le unità combattenti. Su questo punto si formò il consenso tra i due Governi, tanto che il Maresciallo Foch, incaricato da Voi, ha discusso e discute l' argomento col Generale Diaz; e tale discussione avviene con così largo spirito di solidarietà da parte del Capo di Stato Maggiore italiano che, in conclusione, i nostri soldati lavoratori sono ancora interamente in Francia.


- 250-

- 251-

Ho creduto di ricordare questi precedenti, perché mi sembra che essi giustifichino la mia impressione, e cioè che la questione tra i due Governi dovesse ritenersi definita nel miglior modo possibile. Ma poiché, anche indipendentemente da ciò, mi è grato di valutare attentamente ogni osservazione ed ogni proposta che viene da Voi, io Vi dichiaro subito di non avere alcuna difficoltà di mettere in rapporto con l'Ufficiale che Voi vorrete designare, un nostro Ufficiale, con tutti gli elementi che illustrano la portata dello sforzo italiano. Questo sforzo io credo altissimo in via assoluta, e difficilmente superabile in via relativa, ove, cioè, si tenga conto di molte circostanze particolari all'Italia, tra le quali mi limito a ricordare soltanto questa: il difetto assoluto di contributo di mano d'opera estranea al paese, in confronto di altri Stati, che hanno potuto largamente usufruire il concorso di mano d'opera coloniale, o fornita dagli stessi alleati o da paesi neutrali. lo, anzi, non posso che trovare assai opportuno che sia riveduta insieme .tutta la situazione rispettiva dello sforzo compiuto da tutti i popoli combattenti e le condizioni in cui si trovano per ciò che concerne il fabbisogno di mano d'opera occorrente ai servizi militari e industriali di guerra, nonché al complesso della vita economica dei vari paesi. lo credo, a priori, che sarà ben difficile che da questo esame risulti che vi siano paesi in condizioni più gravi dell'Italia, dove il difetto della mano d'opera ha costretto di trascurare le opere di difesa militare sulle nostre retrovie, e dove, proprio recentemente, abbiamo dovuto lasciar morire alcune attività industriali di importanza vitale, perché non si riuscì a trovare quei duemila (dico duemila) lavoratori che ad esse occorrevano. Ma, ad ogni modo, permettetemi di aggiungere che, quale che sia l'esito di tali confronti, io non so vedere quale influenza esso possa avere sulla questione del ritorno dei soldati che attualmente lavorano in Francia. lo leggo nella Vostra lettera una frase altrettanto incisiva quanto giusta. Voi dite, infatti: «le droit de la France à recevoir des travailleurs alliés se justifie pade fait que les Français font métier de combattants, jusqu'à un age où les hommes des autres nations sont maintenus à l'intérieur ou meme déliés de toute cibligation militaire». Ciò è, ripeto, perfettamente giusto. Ma appunto per questo Voi troverete ugualmente giusto che l'Italia alla sua volta voglia che tutti gli uomini i quali ne abbiano la possibilità, facciano il mestiere di ·combattenti e non di lavoratori. Al qual proposito non sarà superfluo aggiungere che i soldati inviati costà non sono già dei· lavoratori per destinazione militare inerente alla loro qualità: essi formavàno parte di unità còmbattenti, il cui inquadramento tuttavia restò sconvolto in seguito alla grave situazione militare che seguì in Italia alla fine di ottobre dell'anno scorso. Essi, dunque, facevano il mestiere di combattenti; e si tratta di farli ritornare al loro mestiere, in conformità di quelle ragioni che con così legit-

tima fierezza Voi fate prevalere a proposito dei francesi in generale. Voi potrete di tanto più e meglio comprendere tutta la portata di quest'ultima considerazione, solo che vogliate considerare il rapporto strettissimo che passa tra le disponibilità di combattenti del nostro esercito e la materiale possibilità di svolgere quelle azioni offensive che il Maresciallo Foch, non meno che il Generale Diaz, desiderano e che Voi stesso avete sollecitato in una comunicazione fattami per mezzo del nostro Ambasciatore, comunicazione che io ho tenuto in quel grande conto in cui tengo ogni manifestazione di pensiero che da Voi proviene. F. to Orlando


- 252-

-253 DOCUMENTO N. 56

COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni MEMORIA

I. -

1

AZIONI OFFENSIVE ITALIANE NELL'ATTUALE PERIODO

1 - La grande offensiva austriaca dello scorso giugno ha potuto esser contenuta e poi completamente ributtata nonostante la sentita inferiorità delle forze alleate rispetto a quelle austriache, mercé la resistenza incrollabile opposta dalla nostra fronte montana ed il tempestivo concentramento delle riserve sulla minacciata fronte del Piave, ciò che consentì di sviluppare ed alimentare la manovra controffensiva fino al conseguimento della vittoria. Tutto ciò fu possibile per l'efficace preparazione compiuta, per le predisposizioni prese per fronteggiare l'urto nemico, urto che era atteso da tempo, grazie all'ottimo funzionamento del servizio informazioni. 2 - Respinto il nemico, l'interesse militare avrebbe evidentemente richiesto che alla difesa vittoriosa seguisse una potente offensiva, capace di disgregare e metter fuori causa il nemico già battuto e disordinato. Ma per ciò fare sarebbe occorso che il Comando Supremo italiano disponesse di una massa di manovra atta a conseguire risultati decisivi. Invece, a battaglia finita, l'esercito italiano si presentava bensì in piena efficenza difensiva, ma non in grado di riprendere l'iniziativa delle operazioni per sviluppare offensivamente il successo ottenuto. P oiché, se la battaglia perduta aveva costato al nemico perdite valutate a oltre 200.000 uomini, essa aveva prodotto anche a noi un logoramento notevole, nella misura di circa 90.000 perdite; mentre d'altro lato, nonostante il più economico impiego fatto delle riserve non rimanevano intatte che 6 divisioni, massa insufficiente per tentare un'offensiva di raggio abbastanza ampia per ottenere risultati proporzionati allo sforzo da compiere; e mancavàno, inoltre, i mezzi logistici occorrenti per sviluppare una siffatta operazione. Cosicché il Comando Supremo, pur avendo avuto costantemente di mira anche durante la battaglia lo sviluppo del concetto offensivo, dovette rinunciare al proseguimento delle operazioni, e intraprendere il sollecito rior1

Memoria senza data, compilata attorno al 23 agosto 1918 e tradotta in lingua francese per essere presentata dal Generale Diaz nel suo viaggio a Parigi e dal Generale Robilant in sede interalleata.

dinamento delle unità per ricostituire la massa di riserva, già fortemente logorata. 3 -; La ripresa del concetto offensivo si presenta oggi in condizioni profondamente mutate. Ed è anzitutto necessario sfatare una credenza, la cui diffusione risale per vero ai primi tempi della nostra guerra, ma che in questi ultimi mesi si è venuta rafforzando grazie ad informazioni non esatte, avventate o mal interpretate, che cioè l'esercito austriaco sia profondamente intaccato nella sua compagine e che debba bastare il primo urto per produrne la disgregazione. Nulla di meno esatto. L'organismo militare austriaco ha una solida ossatura che né le sconfitte, né le privazioni, né le lotte di nazionalità hanno ancora indebolito sensibilmente; il morale delle truppe è alto, la nutrizione se pure non abbondante, è però sufficiente al reintegro delle energie fisiche del soldato, il vestiario e la calzatura sono ottimi. Ciò è confermato dalle deposizioni dei prigionieri e dei disertori, dalle testimonianze di nostri ufficiali sfuggiti alla prigionia, e di altri ufficiali nostri che, pel favore di speciali circostanze, hanno potuto vivere alcuni mesi nel territorio occupato dalle truppe nemiche, attingendovi dati ed impressioni; erisulta anche da un rapporto compilato dal Comando delle forze britanniche in Italia, in seguito all'interrogatorio di numerosi prigionieri catturati nel fortunato colpo di mano dell'8 agosto. E del resto, ripeto, la leggenda dell'esercito austriaco in dissoluzione circola da oltre tre anni, ed il soldato austriaco continua, ciò nonostante, a battersi ostinatamente, come sanno gli alleati che combattono in Italia al nostro fianco; ed è noto anche che i nostri soldati combattenti in Francia hanno giudicato il tedesco avversario meno temibile dell'austriaco. Della non diminuita capacità combattiva di quest'ultimo si è avuto conferma recente nella ostinata resistenza opposta ai nostri attacchi al Tonale dalle truppe della 22 • divisione. 4 - Ciò ho detto, ripeto, nel solo intento di sfatare una leggenda, che nuoce alla esatta valutazione delle difficoltà da superare. Un'offensiva sulla fronte italiana è dunque impresa da affrontare senza preconcetti di debolezza dell'avversario, senza fare alcun assegnamento sopra un suo presunto stato di disgregazione. Ora, questo avversario, che trovasi in condizioni di combattività normali, è numericamente più forte di noi. La sua superiorità è di oltre 140 battaglioni, senza contare altri 38 battaglioni la cui presenza è ritenuta possibile alla nostra fronte; in fatto di complementi la sua superiorità è anche più notevole. Secondo i calcoli più modesti si può ritenere che di fronte a 160.000 complementi, di cui disporrà l'esercito italiano all'inizio della veniente primavera, ve ne saranno almeno 450.000 austriaci . Né tolgono valore a questo squilibrio di forze le voci corse e non ancora seriamente confermate, del trasferimento sulla fronte occidentale di uni-


- 254-

tà austriache, provenienti in parte dalla fronte italiana. Di fronte a siffatte voci stanno quelle dello scambio di tali unità con altre germaniche; e dello sforzo, che gli Imperi centrali stanno compiendo, per ottenere la formazione di un corpo bulgaro o turco-bulgaro, su 4 divisioni complete, da trasferire in autunno sulla fronte italiana. 5 - Di una tale situazione di fatto, il Comando Supremo italiano deve tener conto nel considerare la possibilità di un programma operativo che da un lato consenta all'esercito italiano di prestare il più largo contributo immediato agli sforzi militari dell'Intesa, e dall'altro lato conduca sulla fronte italiana a risultati di natura ed importanza tali che costituiscano una sicura base per lo sviluppo delle operazioni del 1919. 6 - Un programma operativo è stato invero concretato per aderire al desiderio espresso dal Maresciallo Foch, ricorrendo alla massima utilizzazione di tutte le forze, di tutte le artiglierie e di tutti i mezzi logistici che hanno potuto rendersi disponibili dopo avere assicurato il soddisfacimento delle ordinarie esigenze della nostra fronte. Esso comprende un vasto attacco sull'altipiano di Asiago, per acquistare profondità in quel settore e preparare condizioni favorevoli al futuro proseguimento delle operazioni verso Trento e verso Feltre; ed un attacco in regione Pasubio, per conquistare la posizione avanzata del Col Santo, e preparare la futura avanzata verso le fronti ovest e sud del campo trincerato di Trento. Per l'esecuzione di .questa duplice offensiva il Comando Supremo ha previsto l'impiego di 26 divisioni. La preparazione relativa è in corso e sarà ultimata verso il 10 settembre. 7 - Prima tuttavia di dare effettivo sviluppo a questa operazione che impegnerà metà delle forze alleate in Italia, il Comando Supremo italiano deve sottoporre al Superiore Consiglio di guerra alcune considerazioni essenziali. Anzitutto, l'offensiva di cui si tratta, sebbene rappresenti per noi il massimo sforzo possibile, non potrà condurre che a risultati locali; e questi, pur rappresentando una buona base di partenza per operazioni future, non avranno tuttavia intrinsecamente alcun valore decisivo. Si avrà, in sostanza, data l'entità degli ostacoli da superare e la relativa esiguità del nostro sforzo, una battaglia di logoramento, del tipo carsico ben noto, tale cioè che i vantaggi non compenseranno le perdite; e l'avversario che ci è superiore in forze, non risulterà abbastanza logorato perché non possa, appena esa_uritosi il nostro sforzo, approfittare della nostra crisi e attaccarci a sua volta colle riserve di cui dispone. Di fronte a tale attacco noi saremmo senza riserve, lqgorati dalla battaglia, esposti all'eventualità di un ripiegamento. Si ripeterebbe cioè, da parte nostra, la situazione austriaca dello scorso giugno sul Piave.

-255 -

La nostra sarebbe, in sostanza un'offensiva condotta a mezzo, ed irta di pericoli; e costerebbe non meno di 100.000 uomini. Ci costringerebbe cioè a intaccare fin da quest'anno la classe del 1900, unica riserva pel 1919. Ciò metterebbe il nostro esercito nella impossibilità di sostenere nel venturo anno qualsiasi grande operazione di carattere continuativo, sia essa offensiva o difensiva. 8 - Sono pertanto d'avviso che lo sviluppo dell'accennato progetto offensivo, la cui preparazione è già tuttavia in pieno svolgimento, debba rimanere subordinata ad un mutamento nella situazione generale od in quella particolare alla fronte italiana. L'apparecchio offensivo sarà pronto a scattare non appena si verificassero condizioni favorevoli tali, da far ritenere che il nostro sforzo possa conseguire risultati di valore essenziali. Tali condizioni potrebbero essere, per es., una decisiva sconfitta delle forze tedesche sulla fronte occidentale, o un deciso alleggerimento delle forze austriache sulla nostra fronte in conseguenza di avvenuti spostamenti verso la fronte occidentale. Ad ogni modo, questo è necessario affermare; che l'esiguità delle riserve e la deficenza di complementi impongono all'esercito italiano di non affrontare una grossa battaglia se non quando questa possa condurre ad un risultato decisivo. Tale risultato non può essere che la messa fuori causa dell'esercito austriaco.

II. -

POSSIBILITÀ DI METTERE FUORI CAUSA L'ESERCITO AUSTRIACO

9 - La fronte austriaca si presenta dotata di singolare capacità difensiva nel settore montano, dallo Stelvio al medio Piave, dove il nemico occupa in genere posizioni dominanti ed ha dietro di sé una zona montana profonda, favorevole a resistenze successive; è debole soltanto nel settore di pianura (Piave), dove però tale intrinseca debolezza è compensata dal fatto, non ignorato certamente dal nemico, che un'offensiva nostra in questo settore si svilupperebbe in condizioni strategiche sfavorevoli. 10 - Ma a questo intrinseco valore difensivo della fronte nemica, tatticamente considerata, si contrappone, nell'ipotesi di nostra offensiva, la debolezza strategica che è insita: a) nella conformazione a saliente del settore tridentino; b) nella presenza del massiccio del Grappa, che separa nettamente i due principali settori del Trentino e del Piave, e però le masse avversarie che vi sono dislocate; c) nella facilità colla quale, per contrapposto, è possibile la rapida manovra centrale delle nostre forze dalla zona di raccolta della pianura veneta.


- 256-

- 257-

11 - Basta considerare sinteticamente questa triplice condizione di fatto per rendersi conto come una nostra offensiva che riuscisse a recidere il saliente tridentino e a separare nettamente le due masse avversarie del Trentino e del Piave segnerebbe la disfatta dell'esercito austro-ungarico. Nell'ipotesi per noi meno favorevole, questo esercito subirebbe una tale sconfitta che lo porrebbe assolutamente fuori causa nella situazione guerresca complessiva.

È appena necessario accennare al valore del risultato che si otterrebbe, sbarrando in tal modo alla Germania la via dell'Oriente; e alla ripercussione che ciò avrebbe certamente sulla situazione interna della Russia.

12 - Per realizzare una tale manovra occorre però disporre di un apparecchio offensivo preponderante, capace di spezzare la resistenza intrinseca della fronte avversaria e sviluppare senza interruzione il successo fino all'integrale raggiungimento degli obiettivi. 13 - Tali obiettivi sono: a ovest Trento-Bolzano, da raggiungersi con azione contemporanea pei due fianchi del saliente per reciderlo; al centro l'alto Cadore e la ferrovia di Toblach, per separare la massa del Piave da quella del Trentino. 14 - Le forze necessarie per questa operazione risolutiva sono state calcolate come segue: lato occidentale del saliente tridentino: 5 divisioni; lato orientale: 25; alto Piave: 15. Totale 45 Divisioni. Delle 57 Divisioni italiane ed alleate ora in Italia, 22 potrebbero rendersi disponibili come massa operante. Occorrerà pertanto un concorso alleato di 23-25 divisioni. Sulle rimanenti forze ora disponibili in Italia, il Comando Supremo potrà, alleggerendo al massimo lo schieramento nei settori passivi, costituire una propria riserva di altre 10 divisioni. 15 - Beninteso, a complemento delle forze alleate da destinare in Italia, occorrerà una corrispondente aliquota di artiglierie di medio e grosso calibro, e di mezzi logistici. Ili . - VANTAGGI INERENTI ALLA MESSA FUORI CAUSA DELL'ESERCITO AUSTRIACO

16 -

Tali vantaggi sono di due ordini: politico e militare.

1 - Sotto l'aspetto politico, la sconfitta dell'Austria avrebbe conseguenze gravi e forse decisive per la compagine interna dell'Impero ed inoltre, essenzialmente, volgerebbe con tutta probabilità verso l'Intesa la Bulgaria già oscillante, isolando la Turchia.

18 - Quando avremo conseguito questi risultati, con sforzo relativamente non grande, la Germania, tagliata fuori dall'Oriente ed isolata, sarà virtualmente battuta. E la disfatta austriaca renderà inoltre disponibili un buon numero di divisioni italiane per affrettare e per accrescere la decisa superiorità dell'Intesa sulla fronte occidentale; ciò che permetterà di tradurre veramente in atto if principio della concentrazione delle forze e dei mezzi per raggiungere il risultato definitivo.

IV. -

MOMENTO PIÙ CONVENIENTE PER A TIACCARE A FONDO L'ESERCI-

TO AUSTRIACO

19 - In linea generale sembra evidente la disfatta dell'Esercito austriaco, per poter essere sfruttata al più presto ed interamente ai fini bellici dell'Intesa, dovrebbe essere conseguita entro il 1918. In tal caso le divisioni italiane di rinforzo potrebbero essere trasferite al fronte francese entro l'inverno ed essere pronte ad entrare in azione per la primavera. Ciò permetterebbe probabilmente di risolvere la guerra entro il 1° semestre del 1919. 20 - Per prendere una tale decisione siamo ancora in tempo, purché la si prenda senza indugio. Fino alla metà di ottobre sarà possibile dare inizio alla grande operazione che ho indicata a grandi linee; mentre, ammettendo che lo sviluppo di essa richieda un mese di tempo, si potrà condurla a termine prima che le condizioni della montagna divengano proibitive. 21 - Ricordo del resto che la importante posizione delle Melette, sull'altopiano di Asiago, fu conquistata dagli austriaci il 4 dicembre dello scorso anno; la linea M. Valbella-Col del Rosso fu da noi perduta il 23 dicembre 1917 e riconquistata nei giorni 28-29 del successivo gennaio; così pure i reiterati attacchi delle forze austriache e germaniche sul M. Grappa e la eroica resistenza delle truppe italiane si esercitarono ininterrotti durante il mese di dicembre 1917. 22 - La convenienza di dare sviluppo a una tale operazione entro il corrente anno appare evidente se si pensa che essa avrebbe, nei riguardi dell'esercito austriaco, carattere decisivo. Essa metterebbe fuori causa uno dei due avversari principali dell'Intesa e perciò rappresenterebbe un primo passo importante, fatto già in quest'anno, verso la risoluzione della guerra; mentre qualunque altra offensiva a fondo che si volesse compiere in quest'anno sulla fronte francese non potrebbe condurre che a risultati locali, anche se


-258-

- 259-

importanti; e che ad ogni modo si raggiungerebbero di certo e più facilmente al primo inizio della grande offensiva del 1919. Né del resto la necessaria sottrazione di forza dalla fronte occidentale dovrebbe preoccupare l'alto comando alleato in Francia, dacché le forze tedesche su quella fronte si sono rivelate inferiori, per numero di grandi unità da battaglia e per effettivi, a quanto si era ritenuto prima delle operazioni del 1918.

corso si renderebbe necessario da parte degli Alleati qualora la fronte italiana corresse serio pericolo di sfondamento, o, peggio, fosse stata sfondata. Ed è ovvio che in questo caso un tale spostamento di forze non si potrebbe evitare, sotto pena di vedere l'intera massa austriaca resa disponibile per la fronte occidentale. 27 - Queste considerazioni, muovono , come si vede, da una visione dei nostri interessi militari, non già ristretta alla fronte italiana, ma estesa a tutta la froU:te degli alleati, la quale, appunto perché unica nella concezione e nella realtà pratica, non tollererebbe soluzioni del problema guerresco che non apparissero inspirate alla obiettività più serena ed assoluta.

V. -

CONTRO L'APPLICAZIONE RIGIDA DEL PRINCIPIO CHE LA GUERRA

DEBBA RISOLVERSI SULLA FRONTE FRANCESE

23 - Insisto su questo concetto, poiché il principio, affermato dataluni, che il miglior procedimento per risolvere al più presto e più decisamente la guerra, sia quello di concentrare lo sforzo sulla fronte occidentale, non può evidentemente, senza grave pericolo, essere inteso in senso talmente rigido, da escludere un atto risolutivo sulla fronte italiana. È anzi da ritenere che una tale esclusione, la quale significa rinuncia ad un importante fattore della vittoria generale, porterebbe fatalmente a ritardare e forse anche a compromettere la risoluzione della guerra. Per rendersi conto di siffatta conseguenza bastano brevi considerazioni. 24 - Come si è visto, l' esercito italiano non può - senza pericolo di compromettere, più ancora che le proprie sorti, quelle generali dell'Intesa - cimentarsi in una offensiva logorante ad obiettivi locali; potrà invece, col concorso di non rilevanti forze alleate, intraprendere una vasta offensiva di carattere decisivo, con molta probabilità di poter mettere fuori causa l'esercito austro-ungarico. Rinunciare a siffatta offensiva significherebbe ridurre ad una funzione puramente negativa tutte le forze alleate in Italia, ciò che è evidentemente contrario ai principi fondamentali della guerra. 25 - E non è da ritenere che, assumendo sulla fronte italiana un atteggiamento strettamente difensivo, sia possibile farvi riduzione di forze a beneficio della massa offensiva sulla fronte occidentale. Una siffatta riduzione aumenterebbe la già sensibile superiorità numerica dell'avversario sulla fronte italiana, e renderebbe di tanto più arduo il nostro compito difensivo; essa potrebbe anche invitare gli imperi centrali a vibrarci un colpo decisivo, per rendere disponibile la massa dell'esercito austriaco sulla fronte occidentale. Ed è noto che gli imperi centrali possono concentrare le loro forze sulla fronte italiana con celerità quasi doppia di quella con cui le forze alleate possono trasferirsi dalla Francia in Italia. 26 - La situazione sulla fronte italiana è dunque tale che non si risolve che attaccando decisamente, a fondo-; ciò richiede come si è visto un concorso di circa 25 divisioni alleate. Ma si tenga presente che non minore con-

28 - Mi risulta esser opinione condivisa da molti che l' Intesa debba intraprendere senza indugio ed esclusivamente l' òffensiva a fondo sulla fronte occidentale al primo aprirsi della stagione operativa, attribuendo alla fronte italiana un compito pienamente difensivo . Ora dai calcoli contenuti in quegli studi, risulta che in quel momento la superiorità militare dell'Intesa sull'Esercito germanico non sarà ancora tale da portare ad un deciso squilibrio di forze, capace di condurre ad una pronta risoluzione. Inoltre tale squilibrio non sarà ancora sufficiente ad impedire al comando germanico di distrarre una modesta aliquota delle proprie forze per farle concorrere ad una offensiva a fondo contro l'Italia. 29 - Una tale concezione porta adunque con sé un prematuro logoramento delle forze dell'Intesa, con conseguente diminuzione della superiorità finale; annulla il valore delle forze italiane ed alleate presenti in Italia, espone quest'ultima fronte ad un pericolo assai probabile e grave. Infatti se il comando tedesco ha commesso quest'anno l'errore di dipartirsi dalla sua normale condotta strategica, e si è scagliato a corpo perduto contro il nemico più forte nella fallace speranza di risolvere la guerra, è verosimile ch'esso tenterà ora di rimediarvi e compierà ogni sforzo, per aumentare la propria riserva strategica sulla fronte occidentale. A ciò servirebbe soltanto una fortunata offensiva sulla fronte italiana. 30 - Si è dunque per accrescere la massa delle proprie forze nel momento decisivo ed impedire al nemico di fare altrettanto, che gli alleati hanno interesse a mettere fuori causa al più presto l'esercito austriaco. - Un tale risultato sarà tanto più proficuo quanto più prontamente raggiunto . - Se la nostra offensiva non potrà compiersi in quest'anno, ciò che sarebbe desiderabile, essa trarrà ancora risultati decisivi se sviluppata nella veniente primavera. Vi sarà tempo a battere l'Austria, prima che le forze alleate in Francia abbiano raggiunto quella superiorità sul nemico che potrà dirsi schiacciante, e sotto il cui peso, dopo che avremo battuto l'Austria, crollerà per sempre il militarismo germanico; e ad accrescere questa supe-


- 260-

riorità concorreranno, oltre alle forze alleate che avranno combattuto in Italia, anche un buon numero di divisioni italiane, ciò che conferirà maggior valore e più alto significato alla decisiva vittoria delle armi alleate.

- 26 1 -

,-

DOCUMENTO N . 57

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

N. 13134 G.M. Uff. Op. F .T . A S.E. ORLANDO -

31 agosto 1918

Presidente Consiglio

ROMA

S.E . Ferrero telegrafa che Comando Armata Francese oriente da interrogatorio due ufficiali disertori slavi, avrebbe appreso essere in preparazione offensiva austriaca fondo Albania per riconquistare territorio perduto et possibilmente per impadronirsi di Valona (stop) . Forze operanti sarebbero le due divisioni già prima presenti in Albania rinforzate da Orient Korps su dieci battaglioni e da due altre divisioni (stop). Di Orient Korps finora accertati su quella fronte solo quattro battaglioni e delle due nuove divisioni presenza di una risulta verosimile dell'altra invece indicazioni date sono inesatte et notizia merita maggior conferma (stop). Pur accogliendo con riserva le informazioni suddette, per larga misura precauzionale ho proposto a S.E. Diaz inviare rinforzo previsto da studi precedenti in ragione una divisione et nucleo artiglieria medio calibro in aggiunta Brigata Puglie già partita (stop) . In attesa decisione S.E. Capo Stato Maggiore per guadagno tempo ho disposto per raccolta mezzi navali occorrenti in considerazione che raccolta medesima richiede decina giorni et che può essere sospesa ove situazione si chiarisca in bene (stop). GENERALE BADOGLIO


-262-

- 263 DOCUMENTO N. 58

COMANDO SUPREMO

DOCUMENTO N. 59

R. ESERCITO 1TALIANO -

UFFICIO OPERAZIONI

N. 13203 G .M. A S.E. IL GENERALE DIAZ

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

4 settembre 1918 PARIGI

Per S.E. Diaz - Riservatissimo FT. Trascrivo testualmente lettera S.E. Orlando ora giunta virgolette: Una persona autorevole e fidata mi ha dato le seguenti informazioni, che dice risultarle da fonte sicura e diretta, sulla nostra situazione in Albania. Trascrivo testualmente: «Le cose vanno tanto male che la stessa Valona può esser minacciata, avendo gli austriaci potuto costituire una testa di ponte sopra una strada che vi conduce direttamente. A fronteggiare la situazione è necessaria non una brigata ma una divisione. Alti sono i lamenti per l'opera del Ferrero che si è impegnato a fondo con truppa insufficiente, facendo compiere l'offensiva in luglio da soldati quasi tutti febbricitanti per malaria; che ha fatto spese e feste grandi per lo Statuto, lasciando gli ospedali privi di ghiaccio, ecc. ecc.; che per gli ultimi insuccessi avrebbe perduto autorità ed equilibrio». Naturalmente io non assumo alcuna personale responsabilità delle cose che mi furono riferite, limitandomi a ripetere che la fonte da cui provengono è degna di considerazione. E mi parve quindi doveroso di rendernela edotta. Con saluti cordiali mi creda. Suo Orlando virgolette (stop). Comunico che la divisione sarà tutta riunita Brindisi otto corrente et che quando V.E. creda si può mandare in Albania il Generale Piacentini (stop). GENERALE BADOGLIO

Allegati n. 3 (Omessi)

24 agosto 1918 PROMEMORIA

PER S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO OGGETTO: Progetto di offensiva alleata in Macedonia Il 4 Luglio e.a. il Consiglio di Versailles incaricò la Commissione.. diplomatico-militare di studiare l'eventualità di un'offensiva alleata in Macedonia; condizioni di queste operazioni in quella regione avrebbero ·dovuto . essere: 1° - la probabilità di ottenere risultati decisivi, per poter influire sulla Bulgaria, e cercare di distaccarla dagli Imperi Centrali; 2° - l'esclusione di qualunque invio di forze e di mezzi alleati dalle fronti occidentali. Ben inteso che la esecuzione dell'eventuale progettata offensiva in Macedonia avrebbe sempre dovuto rimanere subordinata, in definitiva, aUe deci.sioni dei governi alleati. In seguito a ciò, i rappresentanti militari, richiesti dal Comitato diplomatico militare di esaminare la questione, compilarono in data 3 agosto una relazione, esprimendosi favorevoli all'esecuzione, nell'autunno prossimo, di un'offensiva alleata (condotta colle sole forze disponibili in Macedonia), che ritenevano avrebbe, potentemente influito sulle condizioni poHtiche della Bulgaria. Nel formulare tale giudizio i Rappresentanti Militari si basavano: 1 - sulla superiorità morale che l'esercito alleato possiede sulle forze nemiche; 2 - sulla impossibilità, per gli Imperi Centrali, fortemente impegnati in occidente, di inviare rinforzi alla Bulgaria. Ciò premesso ne deducevano che, se anche gli alleati avessero conseguito soltanto un successo parziale, questo non avrebbe potuto provocare una reazione da parte dell'avversario.

*** Alle stesse conclusioni veniva una memoria presentata sull'argomento


- 264-

-265 -

in data 5 Agosto, al Presidente del Consiglio Francese dal Generale Guillaumat, da poco reduce dalla Macedonia.

sesso di un'importante linea di osservazione e allontanerebbe la minaccia, assai pericolosa per gli alleati, di un attacco nemico in regione Moglena.

***

***

Intanto, il generale d'Esperey incaricato di riferire sopra una possibile offensiva alleata e di fare le sue proposte in merito, inviava in data 13 Luglio la propria relazione sull'argomento. Il Generale d'Esperey, favorevole all'esecuzione di tale offensiva basandosi anch'egli sulla superiorità morale dell'esercito alleato e sulla depressione di quello Bulgaro propone:

-Dall'esame complessivo del su menzionato progetto di offensiva si riceve l'impressione che i risultati da conseguire non siano commisurati ai mezzi disponibili; che, nell'apprezzare il valore delle forze contrapposte non si sia tenuto conto di molti elementi di giudizio indispensabili; ed infine, che sia mancata la valutazione del quadro generale, nel quale le operazioni dell'esercito alleato dovrebbero svolgersi', e dei necessari rapporti tra queste operazioni e la situazione nello scacchiere albanese. Si osserva pertanto quanto segue:

a) -

un attacco principale

(nella regione Vetrenik-Koziak - in direzione di Negotin, Kavadar, contro il centro dell'esercito Bulgaro per costringerne la destra, minacciata nelle sue comunicazioni, a ripiegare dalla regione dei laghi e da quella di Monastir e ad aprire, conseguentemente, alla sinistra dell'esercito alleato, la · strada verso Prilep ed Uskub: l'azione dovrebbe essere condotta da tutto l'esercito serbo (6 div.) e da 2 div.. francesi. b) -

due attacchi secondari

1 - nel settore Vardar - lago di Doiran, l'azione dovrebbe limitarsi a solo fuoco di artiglieria, con carattere impegnativo; l'attacco non si svolgerebbe che subordinatamente alla riuscita dell'azione principale, allo scopo di minacciare nel fianco la sinistra bulgara che volesse ripiegare sulla sinistra del Vardar; 2 - nel settore dello Struma l'azione dovrebbe essere condotta dalle unità elleniche, a solo scopo diversivo, per impedire lo spostamento di forze avversarie (allegato n. 1). Il Generale d'Esperey si ripromette grandi risultati da questa operazione, data la direzione assai redditizia dell'attacco principale. Egli non si nasconde però le difficoltà che presenta il terreno nella regione DebropolieVetrenik; ma la poca profondità delle difese costituitevi dal nemico, lo slancio dei serbi diretti alla riconquista della loro terra e la massa di artiglieria alleata (circa 700 pezzi di vari calibri) destinata all'attacco, lo inducono aripromettersi il successo. Tuttavia, il generale francese non si dissimula anche la possibilità che gli sforzi degli alleati abbiano a riuscire in gran parte frustrati e che il risultato dell'azione debba limitarsi alla conquista delle alture di DobropolieVetrenik. Anche in tal caso, egli ritiene, però, che il risultato debba ritenersi soddisfacente, poiché la conquista delle suddette alture ci darebbe il pos-

1° traposte:

che non si sia tenuto conto, del valore numerico delle forze con-

Btg. alleati: 315; fucili 170.000 Btg. nemici: 260; fucili 199.000 Le artiglierie contrapposte si equivalgono all'incirca quantitativamente, qualitativamente sono superiori le alleate; sarà bene notare che nel computo degli alleati armati di fucile, già di per sé scarsi, i greci, la cui poca combattività è nota, sono 42.000 (v. alleg. 2) delle 9 div. greche due non sono ancora equipaggiate - l'artiglieria da campagna del 1° Corpo d'Armata greco non ha munizioni. 11° - per la riuscita dell'offensiva prospettata si calcola essenzialmente sullo slancio dei serbi, sulla depressione morale dei bulgari, sulla speranza di poter impedire alle forze nemiche, dislocate lungo la fronte, di accorrere nel settore più minacciato. Questo compito, di fissare le forze non attaccate, è però in gran parte affidato a truppe greche, che non si è ben certi siano capaci di risolverlo. Inoltre non si tien presente: a) che, se il nemico è depresso, la compagine del suo esercito è però ancora tale da far prevedere una tenace resistenza, specialmente contro l'urto dei serbi, che sono i nemici ereditari dei bulgari; b) che la buona rete di comunicazioni di cui dispone il nemico (v. allegato 3) facilita l'accorrere di rinforzi, anche se lo schieramento in profondità, non favorisce lo spostamento di questi. 111° - Non sembra, inoltre che si sia affatto considerata la situazione dell'ala sinistra dell'esercito alleato, il quale, quando fosse riuscito all'attacco sfondante nella regione Dobropolie-Vetrenik, dovrebbe col centro e colla destra raggiungere la linea Vardar-Strumitza-mare Egeo. Ora,


-266-

un'avanzata dell'estrema ala sinistra alleata su Uskub necessiterebbe un contemporaneo progredire verso nord anche delle nostre forze in Albania, ciò che non è affatto conforme alle nostre intenzioni, non corrisponde alle possibilità della situazione generale e non è assolutamente consentito dalle forze ivi presentemente disponibili.

- 267DOCUMENTO N. 60

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

Quindi rimanendo immutata la situazione militare in Albania, l'estrema ~inistra alleata non potrebbe oltrepassare il lago di Okrida e le forze alleate dovrebbero necessariamente arrestarsi sulla linea Okrida-Prilep-Gradsko-Vardar.

N° 24039

Concludendo: questo progetto di azione offensiva a fondo è ben lungi dal persuadere.

OGGETTO: Progetto di un'eventuale offensiva alleata

E sembra che la progettata offensiva non possa ripromettersi che dei risultati parziali. Quindi, in conformità del criterio stesso cui si è ispirato il Comitato diplomatico-militare di Versailles nel considerare la convenienza di un'eventuale offensiva alleata, subordinandone cioè l'attuazione alla probabilità di risultati decisivi (battere la Bulgaria), si ritiene che, nelle presenti condizioni, valga meglio soprassedere per ora all'esecuzione di vaste operazioni offensive.

A S.E. IL BARONE SIDNEY SONNINO - Ministro degli Affari Esteri e per conoscenza: A S.E. L'ON. V.E. ORLANDO - Presidente del Consiglio A S.E . IL TEN. GEN . ZUPELLI - Ministro della Guerra

*** Si propone pertanto di rispondere a S.E. il Presidente del Consiglio il quale ha sollecitato i necessari elementi di giudizio sulla questione, riassumendo i sopra esposti apprezzamenti sul progetto del generale d'Esperey, e confermando che questo Comando, secondo quanto fu già esposto nel foglio 24539 addì 18 agosto, mentre non ha nulla da obbiettare all'esecuzione di azioni locali, che del resto sono di competenza del Comandante dell'Esercito Alleato, non è per contro propenso alle vaste operazioni offensive prospettate. Queste, qualora non ottenessero i risultati decisivi attesi - e l'insuccesso sembra insito nel modo stesso come l'operazione è imbastita - non condurrebbero che all'inutile sacrificio dell'esercito serbo ed alla conseguente diminuzione dell'efficenza degli eserciti alleati in Macedonia. Per contro il nostro insuccesso si ripercuoterebbe sul nemico rinvigorendo la compagine dell'esercito bulgaro a tutto danno della nostra futura situazione in quello scacchiere e del presente lavorio politico per staccare i bulgari dagli Imperi Centrali. A parere di questo Ufficio il momento di mettere in valore, offensivamente, lo scacchiere macedone, non è ancora giunto. · IL COLONNELLO CAPO UFFICIO F. to Ugo Cavallero

18 agosto 1918

(Risposta al foglio 2485 dell' 11 -8)

Non conosco il rapporto del Comitato Militare di Versailles sulla eventuale offensiva alleata sulla fronte macedone, cui allude il R. Ambasciatore a Parigi, non essendomi finora pervenuto; non posso, quindi, pronunciarmi sulle sue conclusioni. Tuttavia, di qualsiasi genere siano dette conclusioni, non sembra si debba loro attribuire un carattere impegnativo, in quanto che il rapporto in parola risponde soltanto all' invito di studiare l'eventualità di una prossima offensiva alleata sulla fronte macedone, rivolto dalla Commissione diplomatico-militare nella deliberazione del!' 11 luglio u.s. ai rappresentanti militari del Comitato di Versailles. Spetterà in seguito, ai Governi alleati di decidere, in via definitiva, sulla convenienza di tale offensiva. Ad ogni modo dall'esame dei dati a me noti sulla efficienza delle forze alleate dislocate su quella fronte, a me consta che il loro recente incremento sia dovuto unicamente all'arrivo di nuove unità elleniche, di dubbia saldezza e di combattività scarsa. Quindi, dal momento che il su menzionato rapporto del Comitato Militare di Versailles ammette che la prospettata offensiva debba effettuarsi eventualmente con le sole forze alleate disponibili su quella fronte, la superiorità numerica degli alleati, riferita nel rapporto su citato secondo il telegramma 416 del R . Ambasciatore di Parigi come uno dei maggiori coefficienti di successo, non mi sembra sia commisurata ai risultati decisivi che il Comitato diplomatico-militare, nella nota deliberazione del!' 11 luglio, si ripromette dall'eventuale offensiva alleata in Macedonia. D'altra parte, risulta che, se le condizioni morali rendono l'esercito bulgaro incapace di operazioni offensive, la sua compagine si mantiene tuttora


-268-

tale da far prevedere che l'eventuale offensiva alleata incontrerebbe una resistenza vivacissima. Ciò posto, sono d'avviso: a) che, mentre azioni locali, sulla cui convenienza del resto la decisione spetta al Generale D'Esperey, sembrano poter avere, nelle condizioni attuali, molta probabilità di successo, un'offensiva in grande stile, colle unità attual~ente disponibili in Macedonia condurrebbe ad un inutile logorio di forze, madeguato ai risultati che si potrebbero conseguire, col rischio di incorrere anche in spiacevoli sorprese, a parare le quali si richiederebbero conseguentemente, inevitabili disperdimenti di energie; i recenti avvenimenti d'Albania insegnano quanta instabilità nascondano le situazioni apparentemente più favorevoli; b) che, ad ogni buon fine, converrà mettere, nuovamente, ben in chiaro di fronte agli alleati il nostro punto di vista che cioè non intendiamo di accrescere né di un uorno, né di un'arma il nostro contingente macedone. IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F.to A. Diaz

-269)_,

DOCUMENTO N. 61

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA SEZIONE ITALIANA.

.Riservatissimo confidenziale (annesso un fascicolo riservatissimo)

Versailles, 5 settembre 1918

OGGETTO: Conferenza presso il Maresciallo Foch A S.E . L'AVV. VITTORIO EMANUELE ORLANDO Presidente del Consiglio dei Ministri

ROMA

Mi onoro trasmettere a V.E. copia di una memoria di carattere confidenzialissimo nella quale ho riassunto in termini quasi integrali lo svolgimento della conferenza convocata dal Maresciallo Foch presso il suo Quartier Generale al Castello di Bombon il 26 agosto u.s. Copia di tale memoria ho rimesso subito all'atto del suo arrivo qui, a S.E. il Generale Diaz, ritenendo indispensabile che, prima di conferire col Maresciallo, egli fosse pienamente edotto dell'attitudine da questi assunta, del suo punto di vista sulle questioni che ci interessano e delle argomentazioni che gli avrebbe svolto. Ritengo superfluo far notare a V.E. come la riunione avvenuta non fosse sede opportuna per contraddittori e per obiezioni di carattere polemico; e come nel breve colloquio a parte che vi fece seguito, piuttosto che affrontare argomenti di ritorsione i quali non avrebbero condotto ad alcun risultato pratico, convenisse piuttosto favorire il più confidenziale avviamento della conversazione da parte del Maresciallo, che di solito procede con recise e laconiche affermazioni, evitando ogni preambolo e ogni commento che possa far leggere più chiaramente nel suo pensiero; ciò che può anche essere da parte sua una tattica deliberata. Ben poco avrei da aggiungere alle precise conclusioni che chiudono la memoria, nella quale mi sono diffuso illustrando tutti i passi più importanti della conferenza, cui assisteva anche il mio Capo di Stato Maggiore uomo esperimentato, di fine intuito, il quale conosce ormai molto bene l'ambiente - e che riportò le mie identiche impressioni. Da quanto S.E. il Generale Diaz mi ha riferito dopo il suo primo colloquio e da ciò ch'egli ha aggiunto oggi prima di ripartire per l'Italia circa il suo secondo abboccamento col Maresciallo Foch, risulta che nessun accordo ha potuto essere concluso sulle questioni che più direttamente ci interessano; salvo per la cessione di una certa quantità di yprite; ma che da parte del Maresciallo sembra siavi minore insistenza per una prossima nostra offensiva. Anche la questione delle truppe ausiliarie resterebbe qelle condizioni


- 270-

attuali di un preannunciato graduale richiamo, previo diretto accordo fra i due comandi. Confermo quindi all'E. V. che ne traggo riuovo argomento per concludere, come ho diffusamente esposto in varie mie lettere precedenti, che il riconoscimento debito e pieno delle esigenze della nostra fronte e l'assegnazione di mezzi adeguati difficilmente potrà ottenersi in colloqui e in passi isolati, data la situazione creatasi per il fatto del troppo rigido riconoscimento da parte degli americani dell'esclusivo imperio del Maresciallo - atto di saggezza per preservare da un temuto smembramento i propri contingenti, troppo disputati fra gli Alleati - e per il manifesto giuoco svolgentesi d'intesa fra il Maresciallo Foch e il Presidente Clémenceau per cui, le richieste, dopo un abile reciproco palleggiamento in forza della invocata rispettiva incompetenza, rimangono di solito insoddisfatte: in queste poche parole sta tutta la sintesi della situazione. Cosicché, per spezzare un tale circolo vizioso, che potrebbe troppo a lungo sussistere a quasi esclusivo beneficio della Francia, rion vedrei altro sistema che quello di porre sul tappeto al Consiglio di guerra in modo reciso e formale le esigenze e le richieste nostre - debitamente dimostrate e documentate - di fronte a tutti gli alleati, facendo precedere tale atto da un'efficace preparazione a Washington, ove forse può ancora sperarsi eco favorevole e leale riconoscimento delle eque nostre pretese poiché da parte delle maggiori autorità militari, quali il Generale Pershing e il Generale Bliss, si accentua manifestamente una resistenza basata sul rigido rispetto del predominio accordato al Generalissimo . Ho trasmesso a parte una relazione del Generale Perelli, addetto al G.Q.G. del Generale Pershing (foglio 4177 del 30 agosto u.s.) che conforta in parte le mie conclusioni. Assicuro V.E. che in questa fase particolarmente difficile e delicata della nostra azione verso gli Alleati farò di tutto per coadiuvarla nel modo migliore; come credo di fare nel tenerla di continuo a giorno di quanto si svolge in questi ambienti, e nel riferirle i miei apprezzamenti personali, affinché V .E. - nel suo illuminato senno - possa giudicare la via migliore da seguire a tutela dei nostri più vitali interessi, attraverso le difficoltà create, in ultima analisi, dalla rigida pregiudiziale dell'importanza prevalente del fronte franco-belga, pregiudiziale in cui Francia, Inghilterra ed America sono oggi assolutamente concordi di fatto, sia pure per moventi d'ordine assai diverso, che hanno di già in sé il germe originario delle future divergenze. IL TENENTE GENERALE RAPPRESENTANTE MILITARE PERMANENTE 1TALIANO Robilant

-271ANNESSO AL DOC. 61

CONSIGLIO SUPREMO DI GUERRA Sezione Italiana I Rappresentanti Militari Permanenti del Consiglio Supremo di guerra furono ricevuti dal Maresciallo Foch nel suo ufficio presso il Quartier Generale, nel Castello di Bombon il 26 Agosto 1918 alle ore 15 e 3/4. Egli dichiarò di aver ricevuto delle memorie compilate dalla Sezione americana, inglese e francese, concernenti gli studi sull'andamento generale delle operazioni nei vari teatri di guerra dall'autunno del 1918 alla primavera del 1919: soggiunse di non aver alcuna osservazione particolare sugli studi medesimi; dichiarò soltanto che non gli era ancora pervenuto l'analo. go studio della Sezione italiana. Mi diedi allora premura d'informarlo che tale studio sarebbe stato presentato da S.E. il Generale Diaz, il cui arrivo risultava prossimo; ed osservai come, in base al deliberato di una delle ultime sedute dei Rappresentanti militari permanenti doveva essergli stato trasmesso altresì dal Rappresentante francese, una memoria concernente la fronte italiana e più particolarmente le condizioni d'inferiorità della rete franco italiana nei riguardi dei trasporti militari, memoria che concludeva con l'affermazione della necessità di adottare speciali misure per assicurare i debiti rinforzi alla fronte italiana in ogni eventualità di guerra e segnatamente nel caso di un attacco austro-germanico in forze. Fra tali misure emergeva come provvedimento necessario la dislocazione preventiva di un nucleo di unità alleate nell'alta Italia, sede opportuna sia per gli alloggiamenti, sia per la facilità d'istruzione nel caso si trattasse di unità parzialmente istruite. Ponendo tale questione miravo a patrocinare la proposta particolare dell'assegnazione permanente di un gruppo di divisione americane. Il Maresciallo Foch sollevava immediatamente una eccezione di principio circa la presa in considerazione di tale memoria particolare, che considerava trasmessa in via puramente confidenziale e su cui non riteneva di poter esprimere alcun apprezzamento di carattere formale. Con che evidentemente tendeva a schermirsi da ogni impegno, fosse pure costituito da un puro apprezzamento; e ciò in forza di questo dilemma che appariva evidente nella sua laconica dichiarazione, benché non esplicitamente formulato: «o le misure proposte rappresentano una formale domanda, ed allora siano trasmesse per il tramite dei governi per dare loro la necessaria autorità; o esse sono soltanto un desideratum espresso dal rappresentante italiano ai propri colleghi, senza assumere veste né di deliberazione, né di nota collettiva, ed allora trattasi di un suggerimento circa il modo col quale si dovreb-


-272-

be esplicare la mia azione di comando o i poteri di coordinamento onde sono investito, suggerimento che io non sono tenuto a seguire». Dopo questa dichiarazione particolare il Maresciallo, ostentando un tono marcatamente asciutto, invitava i rappresentanti militari a esporre i quesiti che eventualmente avessero a sottoporgli, dicendosi pronto a rispondervi nella misura in cui gli era consentito. Fattosi portare dal proprio Capo di stato maggiore il testo integrale della deliberazione della 7a sessione del Consiglio supremo di guerra, relativa appunto alla funzione dell'organo di Versailles, ne traeva argomento per confermare come le sue attribuzioni nei riguardi della consultazione dei rappresentanti militari dovevano limitarsi a rispondere a ben determinati quesiti postigli, ciò beninteso, a titolo «consultivo» e cioè non in documento scritto, né in forma di decisioni. A questo proposito e con marcata intonazione che sembrava intesa a far risaltare la sua scarsa fiducia nell'utilità di tale consultazione, dichiarava presso a poco quanto segue: - «Signori, ho esaminato i vostri progetti: nulla ho da osservare su di essi; vi sono delle buone idee di cui trarrò profitto. Consento in parecchie di esse, ma alla mia approvazione non posso dar carattere ufficiale: le fronti balcanica, della Palestina, della Mesopotamia, ecc. esorbitano dalla mia competenza. Per quanto riguarda la fronte nord-occidentale, non trovo particolari su cui esprimermi, poiché, essendo essa nella mia sfera di comando, vi siete astenuti dal fare particolari apprezzamenti; non sta a me sollevarli: ché, se a vostra volta mi interrogaste, non saprei che cosa rispondervi. Che cosa volete, infatti, ch'io possa dirvi su ciò che farò nella primavera del 1919? Farò ciò che la situazione mi consiglierà; né vi risponderei diversamente se mi chiedeste ciò che farò fra quindici giorni: data la mutevolezza della situazione, potrei soltanto dire oggi quello che ho intenzione di fare domani. Questo per le operazioni: ché in quanto alla produzione o assegnazione di materiali, esistono speciali comitati competenti con cui siete in relazione; non ho quindi che a rimandarvi ad essi, che sono in grado di rispondervi assai meglio di me. Alla osservazione del Generale Bliss che le memorie trasmesse non erano veri piani di operazione, ma piuttosto studi sull'andamento generale della guerra, e che quindi sembrava sempre possibile al Maresciallo dichiarare se fosse d'accordo nelle idee generali prospettate, egli obiettava come gli studi delle varie sezioni lumeggiassero idee in parte diverse fra loro; cosicché, pure giudicandole giuste e ragionevoli tutte, si trovava nell'impossibilità di sposare un programma a preferenza di un altro. A questo punto, come se ritenesse di avere a sufficienza dimostrato la

- 273 -

scarsa praticità della vagheggiata collaborazione e forse in considerazione dell'imbarazzo creatosi nel consesso in seguito alla sua attitudine di tacita, ma evidente resistenza passiva, e come per trarne forza per meglio affermare i suoi principi, il Maresciallo, animatosi 'improvvisamente, faceva le seguenti dichiarazioni: «Tutto ciò ch'io posso dirvi è questo: che nessuno sforzo deve essere risparmiato per ottenere nella primavera del 1919 una schiacciante superiorità numerica: seguiti l'afflusso delle forze americane, il più celere che sia possibile; le attuali divisioni inglesi e francesi siano, a prezzo di qualunque sforzo, mantenute nel numero attuale e rimesse in efficenza pel 1° aprile 1919. Ogni riduzione sul numero attuale delle divisioni (e in questo punto appariva evidente la risoluta opposizione al noto studio organico presentato dalla Sezione inglese) è inammissibile e non potrò mai consentirvi. Tutto il tonnellaggio disponibile di tutti gli alleati sia sfruttato al massimo per il trasporto delle truppe americane. Alla osservazione del rappresentante inglese che all'Inghilterra occorrevano braccia per la produzione carbonifera e per la ricostruzione del tonnellaggio perduto, il Maresciallo replicava subito: - E allora non vinceremo la guerra! - Tutte le braccia che lavorano per le costruzioni navali degli anni 1920-1921 sono braccia votate agli interessi commerciali del dopo guerra; ciò che oggi preme è lo sforzo militare attuale e prossimo; altrimenti la guerra si trascinerà ancora e noi dobbiamo vincere, possibilmente entro il 1919. A richiesta del Generale Bliss il Maresciallo dichiarava che gli era necessario disporre di cento divisioni americane in grado di prendere l'offensiva pel primo luglio del 1919. Ritornando poi all'osservazione del Rappresentante britannico e facendo evidente allusione agli attuali attriti anglo-americani per risparmiare tonnellaggio a favore del commercio, confermava in modo ancora più reciso le precedenti dichiarazioni contro ogni distrazione di forze e di mezzi: non uomini nei cantieri e nelle miniere per parare alle crisi remote, ma tutti nelle trincee; non navi adibite a trasporti che non abbiano diretto contributo nella guerra, ma tutte per le truppe americane. «Se, aprendo un rubinetto, ne chiudiamo un altro il livello non salirà; e ci abbisogna che salga per avere il sopravvento». Dopo tali dichiarazioni il Maresciallo si rivolse al Generale Belin Rappresentante francese, il quale fino allora non aveva interloquito, nell'attesa che il Maresciallo avesse ultimato l'esposizione dei suoi punti di vista. Con intonazione accentuatamente brusca, quasi a dimostrare che non riservava al rappresentante del proprio paese un trattamento di maggiore accessibilità, in confronto con l'attitudine asciutta dimostrata di fronte ai rappresentanti alleati, affermava laconicamente di avere esaminato lo studio partico-


-274-

-275 -

lare della sezione francese e di non avere speciali obiezioni da opporre. Il Generale Belin, con tono marcatamente dimesso e conciliativo, esponeva il principio che, non esistendo obiezioni ·di massima da parte del Maresciallo, giudicava da parte sua utile proseguire nella elaborazione degli studi medesimi, per tendere alla armonizzazione delle idee, possibilmente in un programma unico. Il Maresciallo rispose in termini che suonavano all'incirca come, un'affermazione del suo personale disinteressamento dal particolare indirizzo che le operazioni potranno assumere negli scacchieri su cui egli non esercita azione di comando né di coordinamento. Riassumendo le sue precedenti dichiarazioni, dopo aver affermato che offensive locali, e specialmente nei Balcani, sarebbero state certamente molto utili in concomitanza con le operazioni del teatro principale, dichiarava testualmente: «Non posso che applaudire a tutti gli sforzi che si esplicheranno su tutti gli scacchieri mondiali allo scopo di tenervi impegnate le forze nemiche e di logorarle». A questo punto, avviandosi evidentemente la conferenza al suo termine, tra una generale impressione, mista di imbarazzo e di delusione per le mancate conclusioni nei riguardi di una reale e fruttuosa consultazione delusione evidente, specie nel rappresentante inglese, poiché l'iniziativa di una vitale collaborazione dei rappresentanti di Versailles con il Generalissimo devesi appunto all'Inghilterra - colsi il destro per insistere presso il Maresciallo a favore dei desiderata espressigli circa il fronte italiano, prendendone argomento dalla offensiva progettata sulla fronte balcanica, su cui il Maresciallo si era favorevolmente espresso. E più particolarmente lo invitai a considerare una tale offensiva, adeguatamente alimentata, non potesse avere ripercussioni molto favorevoli sulla risoluzione della guerra, forse non inferiori a quelle di successi diretti sulla fronte franco-belga. Sviluppando il mio concetto prospettai una concezione di programma in contrapposto con quelle affermate in termini così categorici dal Maresciallo Foch. La tesi da me sostenuta fu quella che meritasse considerazione l'ipotesi di una offensiva combinata contro l'Austria, partente, con forze e mezzi adeguati, e con opportuna scelta di tempi, dalla fronte balcanica e dalla fronte italiana, per approfittare del menomato ·spirito dell'esercito bulgaro e di quello austriaco, disorganizzarne le fronti rispettive, avanzare verso le regioni vitali dell'impero, provocare forse favorevoli rivolgimenti: mettere in conclusione fuori causa l'Austria, per isolare la Germania, chiuderne le comunicazioni con l'Oriente, strapparle ogni speranza su quegli obiettivi ecostringerla, o a segnare una pace alle condizioni volute dagli alleati o a difendersi in condizioni disperate da una offensiva finale destinata a schiacciarla.

Il disegno così prospettato, in contrapposto con la concessione rigida ed esclusiva del Maresciallo di concentrare gli sforzi unicamente contro l'avversario principale, era dipoi sostenuta dalla considerazione che qualsiasi immane sforzo degli alleati sul teatro franco-belga, condurrà, nell'ipotesi migliore, all'attacco della fronte renana e a una serie di operazioni costosissime, prevedibilmente lunghe e difficilmente decisive, ove la Germania adottasse l'attitudine di una difensiva metodica, passo a passo, associata a un regime ferreo di approvvigionamenti che può riservarci sorprese nella durata della sua resistenza, specie se sostenuta da un appello alla difesa del suolo nazionale, appello questa volta sincero, che potrebbe trovare eco profonda nello spirito della popolazione germanica e allontanare quella risoluzione della lotta che il Maresciallo, sotto la impressione degli attuali avvenimenti favorevoli, sembra considerare probabile in epoca abbastanza prossima. Tale quadro operativo tenevo a lumeggiare piuttosto per i fini particolari della nostra fronte che per il progetto in sé, il quale poteva forse trovare più favorevole attuazione in tempi anteriori: nessuna speranza infatti di trovare il Maresciallo consenziente in un ordine di idee che la mentalità francese, per troppe ragioni, non è disposta a dividere. Lo scopo di tale esposizione era pertanto quello di affermare l'importanza della fronte italiana anche nei riguardi di una possibile offensiva, per combattere la tendenza a restringere la visione al solo teatro franco-belga e preparare il terreno a successive richieste di truppe e di mezzi in misura tale da garantire in modo stabile l'efficienza della nostra fronte, nell'ipotesi che così da parte del nemico come da parte nostra vi si possa esercitare uno sforzo tale da preludere ad avvenimenti risolutivi. Il Maresciallo interruppe più volte la mia esposizione, pur senza troncare la successione incalzante dei vari argomenti, sia per obbligo di cortesia, sia perché intuiva l'impossibilità di impugnarli con la stessa facilità dimostrata di fronte alle timide parole del rappresentante inglese, il quale dopo un primo tentativo di affacciare le ,proprie ragioni, aveva assunto un'attitudine di assoluta riserva. Poiché le mie ultime parole tendevano appunto a connettere la illustrazione del piano d'attacco contro l'Austria dalle fronti balcanica ed italiana con l'affermazione della necessità di misure preventive per assicurare alla nostra fronte la debita efficenza offensiva e difensiva, prima fra le quali la dislocazione di unità alleate nello scacchiere padano, il Maresciallo veniva spinto a fare delle dichiarazioni finali che costituirono la parte forse più interessante della conferenza, posto che questa non ha raggiunto in sostanza lo scopo cui era ispirata nella intenzione dei rappresentanti militari. In sunto le sue dichiarazioni furono presso a poco le seguenti: Conce-


-276-

- 277-

pisco benissimo dal punto di vista teorico l'importanza di un piano che miri con attacchi convergenti a mettere l'Austria fuori causa; ma nelle condizioni attuali lo credo di difficile attuazione: se i bulgari sono scossi potremo ottenere vantaggi sulla fronte balcanica; ma le ripercussioni di questi nei riguardi della fronte principale saranno pressoché nulle. Mi parlate di una avanzata che miri all'Ungheria! Ma questo presuppone un'offensiva alimentata con forze importanti; ora voi sapete quali cattive linee di comunicazione siano quelle tra la Francia e Salonicco, attraverso i porti italiani e date !'insidie delle vie marittime nej paraggi greci: e già con molta f!ltica che riusciamo a tenere a numero le nostre unità dell' Armata d'oriente! Quanto alla fronte italiana, io non ritengo vi sia altro da fare che di assumervi attitudine offensiva ed al più presto possibile. Mi si obietta che vi manca la superiorità numerica e che attaccando si avrebbe un pericoloso logorio di forze; ma bisogna tener conto del morale del nemico che oramai è maturo per la débacle. D'altronde sono io forse in condizioni diverse? Anch'io mi trovo sinora in condizioni di inferiorità numeriche e nop. ho risorse per completare le unità francesi ed inglesi logorate negli attacchi; eppure attacco egualmente! Persuadiamoci che la guerra è una spesa! Mi logoro! Ma, oggi, i tedeschi si logorano più di me. Che teme in sostanza il Comando italiano? Ha avuto recentemente un attacco in grande stile e lo ha parato molto bene. Ora potrebbe decidersi all'offensiva con la maggiore fiducia che dà il morale più elevato; e converrebbe che si decidesse presto, perché se si dà al nemico il tempo di rifarsi le perdite sono• maggiori. Vedete quello ch'io faccio: seguito ad attaccare ed attaccherò ancora: le resistenze sono minori di quelle di un tempo, giacché l'iniziativa è mia; e le perdite relativamente lievi perché ho il vantaggio oella sorpresa. E il Comando italiano che cosa, dunque, teme? Se ha respinto gli austriaci una prima volta quando essi erano persuasi di rovesciare la vostra fronte, a più forte ragione li respingerà la seconda volta quando la fiducia dell'attaccante sarà molto scossa. E non mi parlate di concorso germanico sulla fronte italiana; i tedeschi hanno ora altro da fare che venire ad attaccarvi; penserò io a non lasciare · loro né il tempo né il modo di farlo. Nessun pericolo dunque, o almeno, nessun pericolo immediato. Simili attacchi si palesano in anticipo perché richiedono preparativi. Se ne sarà il caso, formerò una riserva ed accorrerò su quella fronte; ma non ammetto assolutamente di immobilizzare delle forze in Italia per parare a pericoli possibili od a svariate eventualità; e neanche a puro titolo di

maggiore garanzia dell'attitudine difensiva che si seguitasse a conservarvi. No, nessuna riserva! Basta il necessario; tutte le truppe disponibili siano sul fronte di battaglia in Francia; ed aboliamo ogni riserva, che sarebbe un articolo di lusso, mentre oggi abbiamo delle necessità impellenti. Tutto quello ch'io posso fare è di appoggiare le misure intese a rendere pronti gli spostamenti di riserve per ben determinate eventualità. Voi avete espresso il desiderio di migliorare le comunicazioni ferroviarie di Modane, e in questo desiderio io ho consentito, dando una spinta ali' attuazione: se domani si dimostrasse la necessità di una forte offensiva alla fronte italiana, acconsentirei ad alimentarla, ma nelle condizioni attuali non vedo assolutamente la ragione di dare alcun contributo. Lavori e predisposizioni si e quanto volete; forze ipotecate per scopi non determinati, assolutamente, no. L'indomani di Caporetto, benché i miei precedenti accordi col Generale Cadorna a Vicenza (aprile 1917) prevedessero come necessario l'arrivo di rinforzi in italia solo il 24mo giorno dall'inizio di un attacco austro-ungarico - si decideva l'inizio di soccorsi in Italia e dopo tre giorni le divisioni cominciavano a partire: Si ha dunque la certezza che, specialmente con l'adozione delle misure in corso sulla linea di Modane, arriveremo sempre in tempo.

*** Dopo ciò la sedùta venne sciolta ed i convenuti si trattennero in colloqui privati in attesa di un thé che il Maresciallo Foch ci pregò di accettare. Il Maresciallo mi chiamò allora in disparte offrendomi occasione di uri colloquio ulteriore, che fu ripreso prima della mia partenza dopo che gli altri rappresentanti si erano allontanati. Durante i pochi minuti che intenzionalmente mi ha dedicato, egli insistè sulla necessità di una pronta offensiva sulla fronte italiana, allo scopo di assicurare il nostro fianco sinistro, che egli ritiene molto debole per la scarsa profondità delle nostre posizioni montane. Espresse il parere che in quest'anno tale offensiva si possa e si debba tentare e si disse pronto a dare a tale scopo materiali ed artiglierie occorrenti. Affermò che, se avesse avuto tempo disponibile, si sarebbe recato egli stesso in Italia per parlarne; ma trovandosi nell'impossibilità di farlo per le esigenze delle operazioni in Francia, mi espresse il desiderio che il Presidente del Consiglio e il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito venissero al più presto al suo Quartier Generale. Concluse esprimendo l'avviso che all'atto della pace converrebbe all'Italia non soltanto aver liberato i territori invasi, ma essere penetrata con


-278-

-279-

le sue truppe, almeno in parte, nei territori irredenti ai quali aspira. E, animandosi nella dimostrazione della necessità di attenersi ad untale programma - dimostrazione alla quale non ritenni utile opporre obiezioni per lasciarlo andare fino in fondo nella rivelazione del proprio pensiero - chiudeva con queste parole presso a poco testuali: «l'offensiva è necessaria? Se non lo farete, l'Esercito ed il Paese, il cui morale è ora altissimo, potrebbero chiedervene conto!».

deva, infatti, con la previsione di future diminuzioni nel numero di unità per mancanza di complementi; tenuto conto delle esigenze dei cantieri navali e delle mine carbonifere. È contro tale riduzione che principalmente furono rivolte le recise dichiarazioni fatte dal Maresciallo al riguardo. Si connettono poi sempre alla questione degli effettivi tutte le richieste di dati organici e statistici che sotto diversa forma e per molteplici vie la Francia rivolge all'Inghilterra ed a noi allo scopo di dimostrare come il nostro sforzo militare sia inferiore al suo.

*** Esposto diffusamente quanto di più importante si è detto nella riunione al Quartier Generale del Maresciallo, riunione durata complessivamente circa un paio d'ore, allo scopo di lumeggiare l'atteggiamento assunto dal Maresciallo di fronte ai vari problemi che più direttamente ci interessano, espongo ora alcune mie personali impressioni e considerazioni: 1 - Nessun dubbio che la sostanza di quanto il Maresciallo espose fosse previamente concordata col Governo francese e particolarmente col Presidente del Consiglio e Ministro della Guerra Sig. Clemenceau, cosicché le sue parole debbono considerarsi come il punto di vista francese, forse esagerato in quanto riguarda le troppe categoriche affermazioni del sacrificio di ogni esigenza alla pura ragione militare, sino a giungere al paradosso di rischiare la paralisi dei rifornimenti mondiali per accumulare uomini sulla fronte. Ma a questo proposito è evidente che le dichiarazioni fatte per affermare il principio sotto la veste di un paradosso non vanno interpretate alla lettera. 2 - L'attitudine del Maresciallo, quasi ostile alla progettata consultazione, deve indubbiamente interpretarsi come una ostentata opposizione alla traduzione in atto del deliberato della settima sessione del Consiglio Supremo, deliberato su cui, come è noto, si raggiunse un accordo dopo molti stenti, essendo evidente la riluttanza con la quale la Francia ha aderito all'iniziativa inglese, intesa ad un più largo esercizio dei poteri del Consiglio Supremo come ente moderatore di quelli - mal tollerati - del Maresciallo Foch. 3 - Le recise dichiarazioni sulla priorità assoluta delle esigenze militari e sulla importanza della frorite nord-occidentale e sulla necessità inderogabile di evitare ogni riduzione nell'attuale numero delle unità inglesi e francesi, stanno a dimostrare la rigorosa esattezza dei miei precedenti apprezzamenti - espressi diffusamente per lettera - circa il controllo che la Francia tende ad esercitare sulla questione degli effettivi: uno studio inglese di carattere organico, del quale ho trasmesso a suo tempo il testo, conclu-

*** Mi dispenso da ulteriori considerazioni circa il punto di vista espresso dal Maresciallo in ordine alle esigenze della fronte italiana, punto di vista che può riassumersi in questi crited fondamentali: a) Necessità di una pronta offensiva per la quale sarebbe disposto a concedere soltanto limitate e determinate quantità di materiali. b) Disposizione favorevole verso tutte le misure che possono facilitare lo spostamento di riserve fra Francia ed Italia e viceversa. c) Opposizione assoluta alla stabile assegnazione di forze destinate ad aumentare l'efficenza offensiva e difensiva della nostra fronte, anche setale concorso fosse limitato alla dislocazione in Italia di unità americane in corso di istruzione. Tali conclusioni, d'altronde, conseguono in linea diretta dalla premessa, su cui non sembra volersi ammettere discussione, della importanza predominante ed assoluta della fronte nord-occidentale·; ed al fatto che gli Stati Uniti riconoscendo al Maresciallo Foch la facoltà inappellabile di disporre delle forze americane hanno creato una situazione di diritto a favore della fronte francese, situazione che non potrà, a mio avviso, risolversi con semplici richieste dirette al Generalissimo, il quale, valendosi di principi cui dà la forza di dogmi, potrà sempre schermirsene, opponendo facilmente delle negative assolute. È quindi soltanto con una azione diretta di governo ed, occorrendo, col porre la questione dinanzi al Consiglio Supremo, che si potrà sperare di devolvere a nostro favore una congrua aliquota di forze alleate in genere, e americane in ispecie: l' aliquota che ci è dovuta e che il _governo americano - così compreso delle necessità di ordine pratico -:- potrà forse accordarci se le nostre esigenze saranno rappresentate in blocco, come una soluzione razionale di un problema organico, e risolutamente sostenute dimostrandone la necessità non dal punto di vista del nostro interesse particolare, ma da quello dell'interesse di tutti gli alleati e della causa comune.


- 281 -

- 280DOCUMENTO N. 62

IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO (Parigi)

AL COMANDO SUPREMO Ufficio Affari Generali N. 13240 G .M.F.T.

ABANO

a momento opportuno rinforzi alleati in italia per tali operazioni se si dimostrerà conveniente. In sostanza però non essendosi presi impegni positivi e essendo escluso invio rinforzi in Italia in questo momento, Maresciallo pare siasi reso conto nostra situazione e la consideri con sufficiente larghezza .di vedute, ciò che faciliterà rapporti avvenire fra alleati. Vedrò ancora Maresciallo prima rientrare. Nei prossimi giorni vedrò altri generali alleati e truppe italiane in Francia. Per regolare(?) mio programma ho telegrafato S.E. Orlando pregandolo farmi conoscere se ha notizie circa data per riunione Consiglio Supremo non avendo io po~uto qui raccogliere notizie concrete. Eguale telegramma trasmesso a Presidente Consiglio.

I O settembre 1918 GENERALE DIAZ

Per Generale Badoglio. Ho visitato ieri 30 Presidente Consiglio, Ministro Esteri e Presidente Repubblica. Mentre 2 primi si sono interessati delle nostre operazioni in modo generico limitandosi ad una discreta allusione alla nostra desiderata offensiva, Presidente Poncaré si è per contro soffermato su tale argomento in modo insistente, dicendo che suo pensiero rispecchiava quello del Maresciallo Foch. Colloquio con questo ultimo ha avuto luogo stamane 31 presso Quartier Generale. A Maresciallo, cui accoglienza fu marcatamente cordiale, ho rappresentato considerazioni ben note a V .E. circa nostra progettata offensiva e specialmente inevitabile sproporzione fra perdite prevedibili e possibili risultati oltreché pericolo che potente reazione avversaria ci colga poscia in piena crisi logoràmento. Maresciallo obbiettò specialmente condizioni secondo lui molto depresse esercito austriaco e opportunità trarre immediatamente partito attaccando a fondo e ciò anche in relazione avvenimenti qui in corso. In amichevole discussione, la quale assunse carattere conversazione reciproco orientamento, contestai pretesa diminuzione efficienza esercito austriaco, rappresentai Maresciallo che data necessità essere pronti operare a fondo per venturo anno non è possibile spingere operazioni di questo anno fino a un punto che comprometta efficienza nostro esercito; ciò tanto più dopo dichiarazione da lui fattami non essere possibile in questo anno invio forze alleate su fronte italiano. Debbo del resto soggiungere a V .E. essere mia impressione che presente situazione su questa fronte non consentirebbe tale invio. Comunque dinanzi tale impossibilità e tenuto conto mie argomentazioni Maresciallo, pur insistendo nel suo concetto della generica opportunità di attaccare al più presto sulla fronte italiana, finì per ammettere convenienza che nostro esercito assuma per ora contegno aggressivo tenendosi pronto sfruttare situazione che si manifestasse propizia. Ciò corrisponde in pratica ad una larga libertà d'azione lasciata al Comando Supremo italiano. Argomento operazioni anno venturo è stato appena toccato, ma Maresciallo non ha escluso eventuale invio


- 282-

- 283 DOCUMENTO N. 63

ANNESSO AL DOCUMENTO N. 63

IL RAPPRESENTANTE MILITARE PERMANENTE ITALIANO N° 4353

MEMORIA SUI DISEGNI D'OPERAZIONI PER L'AUTUNNO 1918 E PER 1919

3 settembre 1918

I

Allegati 3 (I Annesso e 2 Appendici all'annesso) OGGETTO: Disegni di operazioni degli Alleati per l'autunno 1918 e per l'anno 1919 AL RAPPRESENTANTE MILITARE PERMANENTE FRANCESE, BRITANNICO, AMERICANO Ho l'onore di trasmettere l'accluso studio sui disegni di operazioni degli Alleati per l'autunno 1918 e per l'anno 1919 che sottopongo all'esame ed alla considerazione dei miei colleghi prima della nostra prossima riunione, per discutere l'importante argomento in oggetto. A seguito dei miei fogli: N. 3138 del 24 luglio 1918 circa «l'assegnazione d(materiali bellici all'esercito italiano» (40a seduta R.M.P.); N . 3074 del 21 luglio 1918 circa «Spostamenti di riserve fra la fronte francese e quella italiana» (41 a seduta R.M.P .); ed in relazione a quanto esposi verbalmente al Maresciallo Foch nella nostra riunione del 26 agosto u.s. circa: - la necessità di adottare per la fronte italiana misure atte a fronteggiare ogni eventualità di guerra; - la convenienza di non trascurare la considerazione dell'eventualità che convenga mettere fuori causa l'Austria per isolare la Germania e batterla così più facilmente. Lo studio annesso lumeggia chiaramente l'importanza della fronte italiana nella ipotesi che così da parte del nemico come da parte nostra vi si possa esercitare uno sforzo tale da preludere ad avvenimenti risolutivi. Importanza che non traspare nella sua interezza, in nessuno degli studi che finora mi sono stati proposti dai miei colleghi. Oltre alle sole misure che possono facilitare lo spostamento di riserve fra Francia ed Italia e viceversa, vi è necessità assoluta di altri provvedimenti preventivi per assicurare alla fronte italiana la debita efficenza sia offensiva, sia difensiva nel contributo che essa arreca alla causa comune degli Alleati. F.to Robilant

CONSIDERAZIONI GENERALI

A) Per fronte principale

1 - È, secondo il principio ormai proclamato, l'intera fronte dal Mare del Nord all'Adriatico. Nel complesso di questa fronte entrambi gli scacchieri franco-britannico ed italiano consentono la possibilità di operazioni decisive. 2 - Nello scacchiere franco-britannico la superiorità delle forze può consentire all'Intesa di conservare l'iniziativa delle operazioni, ormai strappata al nemico, imponendogli senza tregua la propria volontà fino ad esaurirne la capacità di resistenza e a batterlo in modo definitivo. 3 - È tuttavia a prevedere il caso che il nemico riesca ad approfittare della sosta, che sarà imposta alle operazioni dalla stagione invernale e prima ancora dal logoramento, che le forze dell'Intesa incontrano necessariamente nella loro avanzata vittoriosa, in modo da rimettersi in condizione di esercitare, a primavera, una resistenza lunga ed ostinata, su posizioni ristrette, e organizzate in precedenza. Data la superiorità forse ancora limitata che le forze dell'Intesa avranno all'inizio della primavera, è verosimile che ciò porti ad una offensiva di logoramento molto prolungata, la quale potrebbe ritardare notevolmente la decisione. 4 - La durata di una tale resistenza non è prevedibile, fino a che la Germania avrà il fianco sinistro guardato dall'esercito austriaco, e le rimarrà aperta la via dell'Oriente attraverso la Bulgaria e la Turchia. 5 - Condizioni ben diverse si verificherebbero se l'attacco a fondo contro la Germania si sviluppasse dopo aver messo fuori causa l'esercito austriaco. 6 -

Si avrebbero in tal caso i seguenti vantaggi:

a) Politici: ripercussioni incalcolabili sulla compagine interna della Monarchia; influenza forse decisiva sul contegno della Bulgaria, che è già oscillante e che una sconfitta austriaca volgerebbe probabilmente verso l'Intesa; isolamento della Turchia; chiusura della via dell'Oriente alla Germania; ripercussioni sulla situazione interna della Russia (Polonia, Ucraina, ecc.). b) Militari: Praticamente la messa fuori causa dell'esercito austriaco


-285 -

- 284-

corrisponderà all'isolamento militare della Germania, mentre l'Intesa potrà attaccarla a fondo con superiorità decisiva; poichè la disfatta e messa fuori causa dell'esercito austriaco renderà disponibili buon numero di divisioni italiane da portare in aumento alla massa offensiva dell'esercito alleato sullo scacchiere franco-britannico . 7 -

Possibilità di mettere l'Austria fuori causa

Nello scacchiere italiano, se le difese nemiche sono potentemente organizzate e la compagine dell'esercito austriaco si presenta tuttora molto salda (allegato I), la fronte nemica presenta, però, dinanzi ad una nostra offensiva, una debolezza strategica corrispondente, sebbene in misura diversa, a quella che la nostra fronte presenterebbe dinanzi ad una offensiva austriaca. Tale debolezza è insita nella conformazione a saliente del settore tridentino e nella presenza della zona montuosa del Grappa, che separa le due masse avversarie del Trentino e del Piave. Le condizioni dello scacchiere italiano sono dunque favorevoli ad una nostra offensiva, purchè fatta colle forze e coi mezzi necessari per condurla a fondo. Rinunciare ad una tale operazione significherebbe annullare l'importante concorso che le forze alleate in Italia potrebbero portare alla vittoria decisiva, affrettandola e, forse, determinandola. 8 - Beninteso, questa operazione non potrebbe essere compiuta colle sole forze alleate presenti in Italia. Essa richiederebbe un rinforzo di 20 a 25 divisioni alleate ed una corrispondente aliquota di artiglierie e di mezzi logistici; ciò che permetterebbe agli alleati di proseguire contemporaneamente nello scacchiere franco-britannico mercé la crescente superiorità di cui ancora disporranno - l'azione di logoramento diretta a preparare la decisione finale. 9 - Un tale procedimento consentirebbe verosimilmente di risolvere la guerra entro l'estate del 1919 colla completa disfatta dell'esercito germanico. B) Fronti secondarie

IO - In massima converrà che l'attività guerresca in tutti gli altri scacchieri sia informata ad un concetto difensivo, oppure si limiti ad operazioni locali con le forze sul posto, per non sottrarre forze e mezzi al teatro principale. Tale q:mcetto potrebbe essere escluso solo per lo scacchiere russo, data la grande importanza che avrebbe la ricostituzione della fronte orientale dell'Intesa. ·

II DISEGNI DI OPERAZIONI

A) Fronte italiana

11 - Estate-autunno 1918 - Sebbene l'esercito italiiino, pur comprese le forze alleate in Italia, si trovi in condizioni di inferiorità rispetto al nemico, il Comando Supremo Italiano ha tuttavia progettato - ed è ora in corso di avanzata preparazione - una azione offensiva nel settore tridentino. Scopo di tale operazione è di preparare condizioni favorevoli per le operazioni risolutive del 1919. L'effettivo sviluppo di quest'operazione e le proporzioni ch'essa potrà assumere dipenderanno beninteso della situazione generale; dovendosi tenere ben presente l'eventualità che alla nostra offensiva - la quale, per le condizioni di forza dell'esercito italiano, non potrà avere ad ogni modo che obiettivi limitati - potrebbe, grazie alla superiorità numerica del nemico seguire subito dopo una potente reazione avversaria che ci coglierebbe in. crisi di logoramento. Quanto è ora avvenuto nello scacchiere franco-britannico a vantaggio dell'Intesa potrebbe in tal modo ripetersi in Italia a gravissimo danno degli alleati. Dobbiamo perciò essere estremamente guardinghi; e l'offensiva, se effettuata, dovrà essere contenuta e limitata a quel tanto che garantisca contro un dannoso logoramento; il quale, oltre ad esporre l' esercito italiano al pericolo dianzi accennato, renderebbe impossibili le operazioni del 1919, date le scarse risorse di complementi di cui dispone l'Italia. Converrà perciò che l'esercito italiano tenga pel momento contegno aggressivo, pronto ad approfittare, mercé la preparazione già fatta, dell'occasione favorevole che avesse a presentarsi, per una azione decisa e sicura . nelle direzioni già previste. Non sono in massima prevedibili grandi 12 - Inverno 1918-1919 azioni sulla fronte italiana. 13 _:_ Primavera-estate 1919 - La grande azione a fondo diretta a mettere fuori causa l'esercito austriaco potrebbe avere sviluppo nel pro~si• mo maggio; sarebbe molto utile, in tal caso, che una parte almeno della massa alleata di rinforzo (10-15 divisioni) fosse portata a svernare in Italia. Qualora una tale azione a fondo non fosse possibile, converrà che l'esercito italiano limiti la propria azione ad impegnare le forze nemiche che lo fronteggiano, con azioni di raggio limitato, pronto a passare all'attacco risolutivo qualora la situazione si delineasse singolarmente propizia, sia per avvenuto spostamento di forze austriache dello scacchiere italino a quello franco-britannico, sia per essersi prodotti su quest'ultimo scacchiere avve-


-286-

nimenti a noi favorevoli di importanza tale; da giustificare da parte italiana l'esplicazione del massimo ed estremo sforzo offensivo, per concorrere alla decisione sicura. 14 - Beninteso, pel venturo anno, anche la possibilità di un attacco a fondo contro l'Italia, fatto da forze austro-germaniche, deve essere prevista, per quanto la situazione presente possa farla giudicare poco probabile. E tutte le misure conviene siano prese pel tempestivo adeguato rinforzo dello scacchiere italiano, qualora se ne manifestasse la necessità .

- 287APPENDICE N. 1 ALLA MEMORIA SUI DISEGNI DI OPERAZIONE PER L'AUTUNNO 1918 E PER IL 1919

27 agosto 1918 PROMEMORIA SULLE PROBABILI RELAZIONI DI FORZA (FUCILI) DAL 1° AGOSTO 1918 AL 1° APRILE 1919 TRA L'ESERCITO ITALIANO E QUELLO AUSTRO-UNGARICO I

B) Fronti secondarie 1 - Di massima non converrà sciupare forze negli scacchieri secondari (così in Albania, in Palestina, in Mesopotamia, in Persia), bastando mantenere le attuali occupazioni senza spingersi in avventure che certo richiederebbero rifornimenti di uomini e di mezzi; e nemmeno appare conveniente operare offensivamente nei Balcani, poiché l'impresa non offrirebbe possibilità di risultati decisivi, dato che l'esercito d'Oriente non può fare assegnamento né su rinforzi né su complementi . E, nella impossibilità di ottenere risultati decisivi, sembra conveniente non mettere in valore, con un attacco che susciterebbe una immediata reazione, l'esercito bulgaro, nel quale sembra penetrare, favorita dal lavorio politico, una lenta disgregazione. 2 - In Russia, stabilite le basi di Mourmansk , di Arcangelo e Vladivostock, interesserà avanzare verso sud e verso ovest a sostegno immediato degli czèchi, raggruppando e organizzando gli elementi di resistenza, per tendere in primavera al collegamento fra Arcangelo e la Siberia, il Caucaso e la Persia ed alla costituzione, se possibile~ di una nuova fronte orientale sulla linea Vologda-Samara.

È questo, beninteso, un programma massimo, che ci dobbiamo proporre come obiettivo lontano, anche se le probabilità di attuarlo integralmente appaiono per ora limitate. Circa il Mar Caspio e la strada Bagdad-Hamada-Enzeli, converrà che gli alleati se ne assicurino il possesso, in quanto però ciò non richiegga invio di forze: in massima converrà prendere norma dalla situazione locale, dovendosi fare assegnamento anche sulle popolazioni e sulle forze sparse nella regione russa.

ESERCITO ITALIANO

(comprese le due divisioni in Francia ed escluse le forze alleate ora in Italia) La situazione in fucili dell'esercito italiano al 1° agosto 1918 era: fronte italiana - fucili fronte albanese - fucili Totale fucili

342.000 23.000 365.000

Questa cifra è stata calcolata sulla media di 500 fucili per ogni battaglione di fanteria, esclusi i mitraglieri, salmeristi, lanciabombe, lanciafiamme, ecc. ed in base al numero di 684 battaglioni di fanteria di 1a linea (fanteria di linea, bersaglieri, ciclisti, truppe d'assalto) presenti sulla fronte italiana, e di 71 battaglioni combattenti sulla fronte albanese. Si è supposto che al 1° agosto siano già state ripianate con i complementi disponibili, tutte le perdite sofferte nei combattimenti di giugno-luglio. Al 1° agosto rimangono disponibili nelle retrovie della fronte italiana 70.000 fucili circa come complementi di cui 50.000 di pronto impiego. Sino al 31 dicembre 1918 si calcola di poter ricavare dal paese e dalla zona di guerra con speciali provvedimenti di revisione degli uomini chiamati alle armi altri 55.000 complementi. Si ha cioè un totale di 125.000 complementi disponibili, oltre alla classe del 1900 che per la fanteria si calcola possa fornire circa 180.000 u .. Supponendo che le operazioni militari sulla fronte italo-albanese dal 1° agosto al 31 dicembre non apportino notevoli mutamenti nella situazione, si può calcolare che la media delle perdite mensili che sopporterà l'esercito italiano in questo periodo non supererà i 62.000 u., cioè un totale di 310.000 u .. Queste perdite potranno essere ripianate per 2/3 (44.000 u. mensili totale 220.000 u.) dagli ordinari ricuperi dei guariti che ritornano alla fronte, per 1/3 (18.000 u. mensili - totale 90.000 u.) dai complementi disponibili.


-288-

-289-

Epperò al 1° gennaio 1919 la situazione in fucili dell'esercito italiano sarà: fronte italo-albanese .... complementi (avanzi disponibili del 1918) 35.000 classe 1900 (fanteria) 180.000

215.000 u.

Totale fucili .. .......... ..

580.000 u.

365.000 u.

O

Per tutto il I settembre del 1919, l'esercito italiano non potrà contare su altre fonti di complementi, giacché la classe del 1901 non potrà rendersi disponibile che nel secondo semestre. Epperò, continuando a supporre che le operazioni militari non apportino notevoli varianti alla situazione, e che le perdite medie mensili non siano superiori alla media precedente di 62.000 O u., si avrà che al I aprile del 1919 la cifra dei complementi disponibili avrà subito la riduzione di 54.000 fucili (18.000 u. per ognuno dei tre mesi gennaiofebbraio-marzo) e quindi la situazione delle forze italiane sarà:

e 4Ji, e presso i depositi nell'interno della monarchia i successivi battaglioni. La classe del 1900 non è ancora comparsa in linea, ma prigionieri asseriscono che essa è già inquadrata nei 40i battaglioni di marcia. Poiché per tutto il 1918 i complementi nell'esercito u.u. avrebbero dovuto essere forniti: a) dalla classe 1900; b) dalla revisione degli esoneri delle classi 1894-99; c) dagli uomini validi sostituiti da donne negli impieghi speciali; d) dagli ordinari ricuperi mensili dei feriti ed ammalati guariti, si può ritenere che fino al 1° agosto siano state esaurite le fonti b) e c) e le relative aliquote mensili della fonte d) e rimangano quindi disponibili per i rimanenti mesi del 1918 -

la classe 1900 (fanteria) . ricuperi mensili (45.000 u.) ................. Totale complementi

in linea sulla fronte italo-albanese - fucili complementi - fucili ..... . .. .. . ........... .

365 .000 161.000

Totale fucili

526.000

cioè la classe del 1900 sarà già stata intaccata di 20.000 u. circa. II ESERCITO AUSTRO-UNGARICO O

Al I agosto 1918 l'esercito a.u. era così dislocato sul teatro di guerra italo-albanese: fronte italiana.. .. . .. ..... ....................... .. .. ..... Btg. 862 fronte albanese ........ ............. ................. ..... Btg. 58 interno monarchia, Ukraina, Romania ....

J

Btg. 920 Btg. 245

Assegnando anche ai Btg. a.u. il valore medio di 500 fucili ciascuno come per i Btg . italiani, si ha una disponibilità in fucili: ' ..................... ..... 431 .000 sulla fronte italiana di .... sulla fronte albanese di .... 29.000 interno, monarchia, Ukraina, Romania

460.000 122.500

Complementi disponibili - È noto che le perdite sofferte nella battaglia del Piave furono ripianate con l'assorbimento dei Btg. di marcia 38i e 39i. Sono quindi disponibili nelle immediate retrovie i Btg. di marcia 40i

con 350 .000 u . con 225 .000 u . 575 .000 u .

È noto che le perdite medie mensili dell'Austria-Ungheria ammontano a 70.000 u. le quali si calcolano ripianate per 2/3 con i ricuperi mensili (45.000 u. ) e per 1/3 (25.000 u.) con i complementi disponibili. Pertanto, nei cinque mesi dall'agosto al dicembre 1918, con i 350 mila u . di perdite a calcolo, saranno ripianati con i 225 .000 u . ricuperati previsti, e con 125.000 u. della classe 1900. In conseguenza, supponendo che non siano state apportate varianti alla distribuzione dei battaglioni a.u. quale risultava al 1° agosto 1918 (cosa che non si ritiene probabile perché già al 25 agosto due nuove divisioni sono state spostate dall'interno della monarchia alla fronte italiana), la situazione dell' esercito austro-ungarico al 1 ° Gennaio 1919 risulterebbe la seguente: fronte italo-albanese - fucili in linea .... complementi disponibili (residui del 1900) - fucili nell'interno della Monarchia, Ukraina, Romania

460.000 225.000 122.500

Col 1° gennaio però una nuova fonte di uomini si renderà disponibile per l'esercito a.u., e cioè quella dei prigionieri di guerra rimpatriati dalla Russia e dalla Romania. È noto che sin dalla conclusione della pace di Brest-Litowski e di Bukarest fu iniziato il rimpatrio dei prigionieri, i quali, siccome si desume dalle liste ufficiali, possono essere calcolati in cifra tonda ad 1.500.000. È noto però che non tutti questi prigionieri potranno essere utilizzati per completare le truppe combattenti sulla fronte occidentale perché: - una parte ha costituito le legioni czeco-slovacche combattenti in Russia e in Siberia;


- 290-

- 291-

un'altra parte è stata utilizzata per combattere i predetti; altri non rimpatrieranno; altri infine non saranno impiegati pei la loro inabilità fisica o inidoneità morale (affetti da bolscevichismo acuto). Pertanto non si crede di esagerare asserendo che soltanto 1/3 del totale dei prigionieri (500.000 u.) potrà essere utilizzato. Questi uomini, scelti, fra i più idonei per robustezza fisica e fede politica, opportunamente addestrati nei numerosi campi d'istruzione già all'uopo costituiti, e ricostituiti anche fisicamente con adatto regime alimentare (nei limiti della possibilità economica dell'Impero), al 1° Gennaio 1919 potranno costituire una buona riserva di complemento. A quella data però, molto probabilmente, il Ministero della Guerra darà corso al promesso congedamento (licenza illimitata) degli uomini appartenenti alle classi 1870-71-72. Calcolando a 200.000 circa il contingente di fanteria disponibile di queste classi, e supponendo che il loro congedamento si effettui gradualmente nel primo trimestre 1919, O avremo al I aprile del venturo anno il seguente bilancio di forza dell'esercito a.u.:

al 1° Agosto 1918

al 1° Gennaio 1919

al 1° Aprile 1919

Italia

A.U.

Italia

A.U .

Italia

A .U.

in linea

365 .000

460.000

365.000

460.000

365.000

460.000

complementi

305.000

350.000

215 .000

725 .000

161.000

450.000

totali

670.000

810.000

580.000

1.185.000

526.000

910.000

Superiorità numerica

=

140.000

=

=

384.000

605 .000

u. 450.000

APPENDICE N. 2 ALLA MEMORIA SUI DISEGNI DI

totale

u. 275.000

u. 200.000

O

Complementi residui al I O aprile dopo colmate le perdite

no dei fucili

u. 725.000

u. 75.000

u. 500.000 u. 225.000 totale

le forze fra gli eserciti italiano ed austro-ungarico alle varie date prese in esame.

È evidente che l'attuale superiorità numerica che l'esercito a.u. ha su quello italiano, oltre che essere conservata, andrà notevolmente aumentando fino a raggiungere un massimo al 1° gennaio 1919; ma per tutto il corso dell'anno prossimo essa sarà sempre notevole. Si consideri inoltre che in questo studio, si è supposta sempre inalterata la distribuzione dei battaglioni campali a. u. nello scacchiere europeo; il che, come si è detto, è poco probabile che avvenga, giacché al 25 agosto e.a. già due nuove divisioni (1~· cav. e 51 •) sono comparse in linea sulla fronte italiana. Dopo il 1° aprile 1919 la relazione tra le forze si può considerare all'incirca costante, giacché al costante riprodursi delle perdite mensili, farà riscontro la disponibilità della classe 1901 che dopo il 1° luglio sarà perfettamente istruita ed in grado di essere inquadrata nelle unità combattenti.

Perdite da colmare: (1 ° gennaio - 1° aprile) congedamento classi 1870-71-72 ... .... ... ........................ perdite mensili normali (escluso il contingente colmato dai ricuperati) ............ . ....... ....... ......... .................. .

Complementi disponibili al I gennaio: prigionieri di guerra ......... ..... ... .. .......... . residui classe 1900 ................................................ .

,..,

OPERAZIONI PER L'AUTUNNO 1918 E PER IL 1919

Dislocazione dei battaglioni campali al I O aprile Si suppone rimanga sempre inalterata quella del 1° agosto 1918, quantunque con poca probabilità.

PROMEMORIA SULLE CONDIZIONI D'ELL'ESERCITO AUSTRO - UNGARICO 27. VIII. 191 8

III CONCLUSIONE

Il seguente specchio riepilogativo dà un'idea chiara della relazione del

I CONDIZIONI MATERIALI

La situazione complessiva dell'esercito austro-ungherese combattente, accertata in seguito ai recenti avvenimenti svoltisi sulla fronte italiana ed


- 292-

- 293 -

albanese, ed alle notizie controllate giunte dalle fronti orientali, risulta: Divisioni di fanteria numerate ... ....................... . Divisioni di cavalleria numerate ............ . Gruppi e brigate autonome o non numerate: della forza di una Divisione ...................... . della forza di una Brigata 11 = pari a Divisioni

71 12

Divisioni di fanteria dell ' Esercito:

5.1/2 90.1/2

Queste unità alla data odierna, sono così dislocate: Div. Div. Div. Div. Div.

64 4 8 2 12.1/2

La piena efficienza e la esistenza delle Divisioni numerate di fanteria e di cavalleria, è documentata dai continui contatti quotidiani sulle fronti combattive. È noto che attualmente la divisione a.u. è dotata di una potenza di fuoco veramente.notevole. Il seguente specchietto ne dà un'idea:

64

p. di m.c.

[

16 obici da 150 8 cann. da 104 36 obici da 105 4 obici da mont.

44 108 12 42 34 104 156 6500

partenenti ai principali .eserciti ora combattenti, fa rilevare che la divisione a. u. è fra le più forti .

2

Totale Divisioni

fronte italiana ................................. ............................ fronte albanese-macedone ..................................... . fronte orientale (Ukraina, Romania) .............. fronte occidentale ....................................................... nell'interno della Monarchia ...............................

.-,

d" [ 36 cann. da 77 p. 1 p.c. 8 cann. da mont. bocche da fuoco di p. e m.c. bombarde di g. e m.c. bombarde di p.c. e lanciabombe cannoncini da trincea mitragliatrici pesanti mitragliatrici leggere fucili.

Oltre alle bocche da fuoco di grosso calibro (obici da 420 - mortai da 305 e 240, ecc.), che, senza essere assegnate organicamente alle divisioni, vengono volta a volta concesse dai Comandi Superiori. Un piccolo raffronto con i mezzi assegnati alle divisioni fanteria ap-

Bocche da fuoco di p .c. Bocche da fuoco di m.c. Bombarde di grosso e medio ca!. Bombarde di p.c. e lanciabombe Cannoncini da trincea Mitragliatrici pesanti Mitragliatrici leggere Fucili

Germanico

Francese

Inglese

Americano

24 12 (I) 12 36

36 12 18 ?

36 12 8 (4) 24 (5)

=

9 72 324 4050 (9)

64 288 (6) 5400 (7)

48 24 12 24 12 224 768 (8) 9600 (10)

108 234 5400 (2)

?

Italiano =

32 (1) =

57 16 152 72 6000 (3)

(1) Alle divisioni in azione vengono assegnate delle art. pes . camp. in numero vario a seconda dell'obiettivo . (2) In media 600 fucili per Btg. (su 4 cp.) . (3) In media 500 fucili per Btg. (4) Quasi tutte le div . hanno due batt. di bombarde pes . su 4 pezzi. (5) Una btr. Stokes su 8 pezzi per Brg. (6) Mitragliatrici leggere Lewis . Il Btg. zapp. divisionale possiede inoltre altre 12 di queste mitragliatrici. Alla div. è spesso assegnato un numero vario di mitragliatrici antiaeree. (7) Escluse comp. mitragl. e zapp. del genio; 600 fucili in media per Btg . (8) Fucili automatici. (9) Il Btg. su tre compagnie : 150 fucili per compagnie = 450 per Btg. (10) Escluse cp . mitr. e zapp . genio = in media 800 fucili per Btg.

Sulla fronte italiana l'efficienza delle unità a.u. è ancora maggiore inquantochè alle artiglierie appartenenti organicamente alle divisioni già dislocate, sono aggiunte altre artiglierie appartenenti a divisioni che risultano ancora sulla fronte orientale o nell'interno della Monarchia. È noto infatti che documenti e prigionieri hanno fatto accertare la presenza sulla nostra fronte delle brigate di artiglieria 2 •, 43 a, 59 a , 34 a, le cui divisioni di fanteria risultano altrove. L'efficenza delle Divisioni a.u . non si limita solo al materiale, ma si estende anche al personale, giacché è noto che la forza media in fucili delle compagnie di fanteria oscilla fra i 100-130 (500 circa per battaglione), e che il numero dei complementi disponibili nelle retrovie e nell' interno del paese (come risulta da studio a parte) è più che sufficente per gli ordinari bisogni dell'esercito. L'ordinamento dei reparti a.u. è ora basato sul sistema germanico, conservando però quelle speciali caratteristiche che danno una particolare impronta di forza alla divisione a.u .. Il nuovo ordinamento è venuto così a semplificare ed uniformare la


- 294-

- 295 -

costituzione delle unità che le varie esigenze della guerra avevano gravemente sconvolta, ed a ridare all'esercito nemico la sua tradizionale perfezione che lo facevano classificare fra i primi d'Europa. Anche l'istruzione della truppa è orientata attualmente sul sistema germanico; non si esclude che istruttori germanici dirigano i principali corsi d'istruzione in Austria-Ungheria, ma è accertato che ufficiali e graduati a.u. frequentano corsi d'istruzione in Germania per apprendervi il frutto che ricava dall'esperienza della guerra lo S.M. alleato. La battaglia del Piave ha fornito numerosi documenti che attestano il nuovo indirizzo istruttivo; tutta la condotta della battaglia, dalla fase preparativa a quella dello sviluppo, è stata del resto uniformata alle nuove modalità spiegate dallo S.M. germanico nelle recenti offensive sulla fronte occidentale. Dopo la ritirata del 24 giugno, passato il primo inevitabile periodo di abbattimento prodotto dalla grave sconfitta, il comando nemico ha ripreso con mano più ferma la direzione dell•istruzione della truppa. Dalla condotta del fuoco di artiglieria e dal contegno della fanteria, nonché dalla intensa istruzione che i riparti svolgono nelle retrovie, si rileva tutto un febbrile lavorio di riorganizzazione inteso a correggere gli errori che si sono manifestati nella battaglia del Piave ed a trarre profitto dalla dura esperienza. Sulla fronte italiana la situazione quale oggi si presenta è meritevole di esame speciale. Subito dopo la battaglia del 15 giugno, la gravità della lotta portò alla necessità di sostituire quasi tutte le divisioni che avevano combattuto in 1a linea. Sulla fronte montana ove il contatto con le nostre truppe era immediato, la sostituzione avvenne realmente per tutte le unità; sulla fronte del Piave protette dall'ostacolo fluviale, potettero rimanere in linea le unità meno provate e fu possibile anche diradare lo schieramento. Le unità così ritirate dalla fronte, furono largamente sparpagliate nelle retrovie, talune anche furono mandate a ricostituirsi nell'interno della Monarchia - su molte di esse mancano quindi notizie sicure. Verso la metà di luglio però, una serie di voci provenienti da tutte le fonti d'informazioni (non esclusi prigionieri e disertori nemici e nostri fuggiaschi) mise in rilievo l'effettuazione di un doppio movimento sulle retrovie della nostra fronte: un movimento di deflusso di unità verso altre fronti (Francia?, Ukraina?, Albania?) ed un movimento di afflusso di nuove unità provenienti dall'interno della Monarchia. Queste voci andarono in seguito sempre più incalzandosi e precisandosi, e furono citati dai vari servizi informazioni degli eserciti alleati anche numeri di unità a.u. che dalla fronte italiana si sarebbero andate raccoglien-

do specialmente nel settore di Arlon (sulla frontiera del Lussemburgo). Finoggi però di preciso, ed accertato da contatti risulta: a) l' arrivo sulla nostra fronte delle divisioni 40\ 5P, 12a cav. dallo interno della Monarchia. b) la partenza dalla nostra fronte per quella albanese del gruppo Duic e per quella francese delle Div. 1a e 35 a . Tutti gli altri movimenti segnalati sono ancora allo stato di voci, quantunque attendibili, poiché in nessun modo è stato possibile accertare lo spostamento di altre unità. Esaminando il complesso di queste voci, si ha:

partenza di 5 div. dalla fronte italiana verso quella occidentale (Div. 13\ 72a, 14\ 29\ 3P) partenza di 1 div. (38a) dalla fronte italiana verso l'interno della Monarchia (Croazia) partenza di 1 div. (11 a cav .) dalla fronte italiana verso quella albanese. arrivo di 7 div. dall'interno della Monarchia e dalla fronte orientale alla fronte italiana (2a, 25\ 43\ 34\ 37\ 59\ 11a) Cioè: PARTENZA dalla fronte italiana segnalata reale

di di

7 Div. 2.1/2 Div .

di

9.1/2 Div.

segnalata reale

di di

7 Div . 3 Div.

totale

di

10 Div.

totale ARRRIVO sulla fronte italiana

Dunque: Ammesso che i movimenti si effettuino tutti come sono stati segnalati, si riducono ad uno scambio di unità. La situazione sulla fronte italiana anziché subire una diminuzione di forze riceverebbe nuovo incremento, perché truppe fresche ed in piena efficenza sostituirebbero truppe logore e già provate. Altre voci pretenderebbero che unità germaniche affluirebbero sulla fronte italiana, sia per rafforzare ed inquadrare le divisioni a. u., sia per render palese e tangibile la fratellanza d'armi ammessa col «Waffenbund» . Su questa possibilità però per ora non si ferma la nostra attenzione, perché per quanto non sia da escludere che in un tempo da venire essa sia tradotta in realtà, per ora mancano dati concreti ed accertamenti convincenti.


- 296-

Con la fronte italiana è strettamente connessa quella albanese, ove in questi ultimi tempi le operazioni svolte dalle nostre truppe hanno risvegliato l'attività combattiva. È noto che alle due divisioni a.u. (47 8 , e XIX/I) prima ordinariamente dislocate in quel settore, nuovi rinforzi sono sopraggiunti. Vi è stata accertata la 45 • Div. ed il Gruppo Duic nonché altri Btg. isolati, portando così la forza da 43 a 64 Btg. Altre voci però, da accettarsi per ora con riserva, segnalano l'arrivo di almeno altre due divisioni, delle quali una (11 • cav.) proverrebbe dalla fronte italiana (è già stata calcolata fra quelle segnalate in partenza) ed una (5 • cav .) dalla fronte orientale. Se si verificassero questi arrivi, la forza nemica dislocata sulla fronte albanese, ammonterebbe a div. 5 .1/2 pari a 84 Btg. di fanteria. La produzione del materiale bellico della Monarchia è tutt'altro che deficente. Numerose fabbriche occupano nell'interno oltre un milione di esonerati per la produzione di tutto ciò che occorre all'esercito in campo. Il materiale di artiglieria è sempre in continua rinnovazione: è recente l'introduzione di un nuovo cannone da campagna M.18 ed è noto che è allo studio un nuovo mortaio da 305. Negli anni 1916 e 1917 quasi tutto il materiale di medio calibro è stato rinnovato. Ugualmente dicasi per l'armamento personale e le armi da trincea. Il munizionamento è abbondante . Alquanto deficente è fors e l'equipaggiamento individuale del soldato per scarsezza delle materie tessili; le scarpe però sono ottime. Anche il vettovagliamento delle truppe di 1 a linea è sufficente. Risulta in modo positivo che le razioni viveri assegnate ai soldati sono pari a quelle assegnate ad altri eserciti d'Europa.

- 297DOCUMENTO N. 64

MISSIONE MILITARE 1TALIANA PRESSO IL GRAN QUARTIER GENERALE AMERICANO IN FRANCIA N° 836

17 settembre 1918

Annessi A S.E. IL CAPO DI S.M . DELL'ESERCITO ZONA DI GUERRA Alcuni giorni fa, in una conversazione col Sottocapo di Stato Maggiore Americano, Gen. Eltinge, questi mi ha detto che certamente il Gen. Mac . Andrew, Capo di S.M., avrebbe gradito qualche appunto sul colloquio svoltosi a Parigi tra V.E. ed il Gen. Pershing. Mi è sembrato allora opportuno cogliere l'occasione per presentare il qui unito «Memorandum». Naturalmente non ho mancato di avvertire che tale «Memorandum», pur cercando di riferi re più fedelmente possibile gli argomenti trattati nel colloquio e di rispecchiare il pensiero delle Autorità Italiane, è da considerarsi soltanto come mia cosa personale e come non avente alcun carattere ufficiale. IL BRIO. GEN . CAPO DELLA MISSIONE Perelli

ANNESSO AL DOCUMENTO N . 64

18 settembre 1918

MEMORANDUM I

Avendo il Generale Pershing espresso il pensiero che in questo momento un'offensiva Italiana avrebbe un grande valore per gli Alleati (pur dichiarando di non essere in grado di giudicare circa le possibilità tecniche di una tale offensiva), S.E . il Generale Diaz ha fatto presente che: a) noi nelle presenti condizioni, siamo completamente isolati sul nostro fronte e ci troviamo in condizioni di inferiorità numerica di circa 10 Divisioni, rispetto agli Austriaci;


- 298-

-299-

b) l'esercito Austriaco, nonostante la penosa situazione generale in Austria, è ancora in abbastanza buone condizioni, come è dimostrato dallo stato dei prigionieri ultimamente fatti anche dalle truppe Francesi ed Inglesi in Italia;

III

c) soprattutto è da tenersi in conto l'artiglieria Austriaca, numerosissima e tecnicamente abile; d) la natura del terreno sulla nostra fronte, per 2/3 di alta montagna, si presta ad una difensiva ostinata e prolungata per la quale l'esercito Austriaco conserva ancora tutte le attitudini; di modo che se noi intraprendessimo una offensiva di entità e di profondità tale da esercitare una qualche influenza sul teatro occidentale, otterremmo certamente successi, ma questi sarebbero puramente locali, e verrebbero conseguiti a costo di consumo di forze che aggraverebbe la nostra inferiorità numerica e che ci esporrebbe sia a gravi conseguenze di fronte ad una controffensiva nemica autunnale eseguita col concorso di truppe Germaniche, sia a perdere la facoltà di sviluppare quella vigorosa azione che sarà necessaria da parte nostra durante le battaglie decisive della prossima primavera.

II Sarebbe invece senza dubbio di interesse generale per gli Alleati lo studiare se ed in quale misura si possa raggiungere un risultato rapido e decisivo della guerra, dando all'Austria un colpo tale da metterla assolutamente e definitivamente fuori causa. Alle Autorità Americane sono perfettamente note le condizioni interne dell'Austria, ed è quindi da ritenersi che le Autorità Americane siano già convinte dell'influenza politica e militare che eserciterebbe sull'Austria (e di conseguenza anche sulla Bulgaria e Turchia) una grande vittoria sul1' esercito Austriaco. Le Autorità Italiane sono del parere che una grande offensiva di carattere decisivo sul fronte Italiano potrebbe essere condotta a buon risultato, cioè potrebbe essere sferrnta, sviluppata ed alimentata fino alle ultime conseguenze, quando l'esercito Italiano, nel suo stato attuale di efficenza, fosse rinforzato con 20-25 Divisioni. Il fronte Italiano offrirebbe anche il vantaggio di poter divenire attivo, per gli scopi sopra indicati, in stagioni nelle quali il fronte occidentale, per ragioni di clima, cessa o non ancora comincia ad offrire la possibilità di grandi operazioni. Dimodoché è da ritenersi che sul fronte Italiano possano ottenersi a momento opportuno risultati decisivi sulle sorti della guerra, quali sono voluti dagli Stati Uniti, con impiego di mezzi e con sacrifici relativamente limitati.

Nel corso del colloquio, il Generale Pershing ha detto che Egli parecchie volte si è rivolto il quesito: che cosa avverrebbe se gli imperi centrali ottenessero un successo decisivo sul fronte Italiano. Ciò dimostra quale esatto conto il Gen. Pershing si sia reso dell'altro lato del problema, cioè dell'importanza militare e politica del fronte Italiano sotto il punto di vista difensivo. Sotto questo punto di vista la battaglia della Piave è da considerarsi forse della stessa importanza della I a battaglia della Marna. Ma la battaglia della Piave è stata condotta dagli Austriaci colle sole proprie forze. D'altra parte studi recenti hanno condotto _a concludere che sulla base della condizioni attuali dei trasporti e della dislocazione delle riserve, la Germania rispetto all'Intesa, potrebbe condurre sul fronte Italiano forze pari in metà tempo e forze doppie in pari tempo. È ciò nella migliore ipotesi, (che mai si potrà verificare se l'iniziativa è dalla parte della Germania) che i trasporti di truppa da parte della Germania e dell'Intesa comincino nello stesso giorno. La gravità di un tale stato di fatto è dimostrato appunto da ciò che avvenne in seguito agli avvenimenti di Caporetto: una deJle ragioni per le quali fummo costretti ad abbandonare al nemico un così grande spazio di territorio è stata appunto quella di interporre tanto spazio da guadagnare il tempo necessario al sopraggiungere delle riserve, che dovevano tutte venire dalla Francia attraverso le Alpi. Ed è da notare che la situazione strategica attuale è forse più delicata che prima del 24 Ottobre 1917: poiché colla conformazione attuale del nostro fronte, basta che gli imperi Centrali forzino di poco la fronte montana per raggiungere obbiettivi vitali e per rendere precaria la situazione sul Piave. Dimodoché risulta evidente la necessità che la dislocazione delle riserve generali dell'Intesa sia tale, da evitare tali gravi conseguenze. Si ritiene che lo scopo potrebbe essere ottenuto dislocando all'est delle Alpi, cioè nell'alta Italia, un numero di Divisioni che risponda alle seguenti due condizioni: a) essere pronto a rinforzare in un primo tempo il fronte Italiano in caso di pericolo, b) essere sempre in condizioni di ritornare in Francia abbastanza in tempo per poter prendere parte a una grande battaglia nella quale sia necessario impegnare tutte le riserve. Evidentemente il numero di tali Divisioni dipende dal calcolo della capacità--dei trasporti ferroviari attraverso le Alpi.


- 301 -

-300-

DOCUMENTO N . 65

IV In relazione a quanto sopra, S.E. il GeneFale Diaz ha espresso il pensiero che Egli sarebbe ben lieto di offrire per la sistemazione di tali riserve tutto il territorio Italiano , dove le truppe troverebbero ottime condizioni sia nei riguardi del clima, sia nei riguardi dei mezzi di addestramento.

COPIA DI UNA LETTERA INVIATA DALL'AMBASCIATORE D'ITALIA A PARIGI, BONIN, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO ORLANDO Parigi 8 settembre 1918

V

Caro ed Illustre Amico, S.E . il Generale Diaz, ha anche tenuto a mettere in luce i seguenti coµcetti : a) che i problemi relativi tanto a una azione offensiva sul fronte Italiano quanto ad una conveniente dislocazione in Italia di una aliquota delle riserve generali dell'Intesa, sono considerati dalle Autorità Italiane come questioni interessanti non l'Italia ma le sorti dell'Intesa e l' esito generale della guerra. . . b) che è quindi interesse di tutti il prendere in considerazione quale so. lozione tali problemi meritino , in relazione alla situazione generale. c) che le Autorità Americane sono forse le più idonee ad un esame dell' argomento, poiché esse sole non essendo legate da preoccupazioni di difesa del proprio territorio e dei propri concittadini, sono meglio in grado di conoscere sp·assionatamente i mezzi migliori per giungere ad una pronta e completa decisione. Per questo sarebbe sommamente gradito alle Autorità Italiane che numerosi ufficiali Americani di alto grado e competenza si recassero sul fronte Italiano a prendere in esame tutte le caratteristiche e tutti i bisogni di quel teatro di _operazioni. VI Infine S.E . il Generale Diaz ha anche espresso la sua convinzione che nella presente situazione di guerra, si cadrebbe in errore da parte dell 'Intesa, se essa non spingesse ora sul fronte occidentale le cose fino al massimo dei risultati conseguibili. I problemi relativi al fronte Italiano subentreranno e acquisteranno tutta la loro importanza appena sarà possibile percepire che sul fronte Francese una soluzione decisiva non può essere conseguita prima dell'inverno. IL BRIO . GEN. CAPO DELLA MISSIONE Perelli

Hai accolto così benevolmente le considerazioni che mi ero permesso di esporti con la mia lettera particolare del 24 Agosto scorso, prima dell'arrivo del Generale Diaz, che mi permetto di venirti a riassumere nella stessa forma le impressioni che mi lascia la sua visita ora compiuta. Credo anzitutto che essa abbia giovato ai rapporti fra i due Comandi Supremi. Il nostro Generalissimo si è fatto conoscere ed apprezzare come merita, e mi è sembrato soddisfatto del modo onde è stato accolto, specie da Foch, da Pétain e da Clémenceau nonché dai Comandanti inglese ed americano . Parlo, s'intende, delle accoglienze fatte alla sua persona: purtroppo le sue domande, come a quest'ora egli già ti avrà riferito, non hanno avuto, almeno per quanto riguarda il concorso di truppe americane e i tanks , risultato positivo. Il Generale Diaz non ne rimase però sorpreso come non lo fui io, attesoché il maresciallo Foche per lui il Signor Clémenceau ci avevano sempre detto in precedenza che il materiale da guerra da noi desiderato ci sarebbe dato in vista di una offensiva a data fissa, e il Generale Diaz non era disposto ad assumere nessun impegno di tal genere. In tali condizioni e data anche la nuova situazione sul fronte di Francia che, qui si spera, con quanto fondamento non saprei ancora affermare, di portare fino alla vittoria decisiva, non era il caso , e tale era l' opinione dello stesso generale Diaz, di insistere più lungamente. Egli invece si mostrò soddisfatto che non si insistesse qui sull'idea di una nostra immediata offensiva e che l'opportunità di questa come il momento da scegliersi fossero lasciati al suo giudizio. Nell'insieme dunque il nostro Generalissimo appariva contento d'esser venuto e mi disse, cosa di cui fui lieto, che egli si proponeva di ritornare e di avere nuove conferenze con i suoi colleghi alleati. Da-quanto cortesemente mi disse il Generale, nei ripetuti colloqui che ebbi con lui, devo argomentare che egli, non avendo preso alcun impegno circa l'offensiva nostra che qui gli era domandata, la rinvia a epoca indeterminata ritenendola attualmente non opportuna. Ho sempre avuto orrore dei civili che in cose di guerra pretendono saperla più lunga dei militari, e quindi basta che quella sia l'opinione del nostro Comando perché sia anche la mia. Ciò premesso, credo che si debba prendere subito in esame gli


- 302-

- 303 -

effetti riflessi che la passività del nostro .fronte sarà per avere sulla nostra situazione in seno dell'alleanza. In questo esame dobbiamo tener conto di due circostanze di fatto che si sono prodotte rec·entemente. In primo luogo degli avvenimenti militari d'Albania che obbligandoci ad insistere per ritirare nostre truppe dal fronte di Salonicco ci conducono ad opporci indirettamente anche all'azione offensiva su quel fronte alla quale qui invece si tende ostinatamente. In secondo luogo alla piega vittoriosa che prende l' offensiva alleata sul fronte francese, situazione che a noi giova assai perché rende più improbabile un attacco austro-tedesco sul nostro fronte e che concentrando sempre più l'attenzione degli alleati sul fronte francese dove si lusingano di decidere la guerra, li porterà poco a poco a disinteressarsi del nostro fronte, avrebbe per conseguenza una specie di nostro isolamento nel seno dell'alleanza traendo seco gravi pericoli che certo non ti sfuggono soprattutto se ci avvicineremo alla fine della guerra, i Francesi con il loro territorio liberato e noi con il nostro ancora invaso. La modestia, nella prosperità, non è, come sai virtù francese; né sarà, ne sono altrettanto sicuro, virtù degli Americani i quali, non doviamo farci in proposito alcuna illusione, aspireranno sempre più a dire la parola decisiva nei consigli degli Alleati. Pure ispirandosi quindi nella nostra politica militare a tutta la prudenza necessaria a prevenire funeste delusioni, converrà tener conto delle inevitabili ripercussioni di quella prudenza nel campo diplomatico e impedire che ci pongano in una specie di angolo morto dell'alleanza. Come si possa prevenire questo pericolo è difficile precisare senza cadere nella colpa che pur dianzi ripudiavo di dar consigli militari. Restando però entro i limiti che possono essere consentiti a civili, penso che si deva anzitutto cercar di combattere il pregiudizio troppo invalso nei nostri alleati senza distinzione che cioè l'esercito austriaco abbia perduto ogni combattività e che la nostra inferiorità di numero e di armamento sia largamento compensata dalla poco solidità delle truppe i.r.; converrà dimostrare per quanto possibile che le interne tendenze centrifughe che travàgliano la Monarchia e che dobbiamo del resto favorire, avranno pur sempre un'azione lenta sulla compagine dell'esercito tenuta salda da vecchie tradizioni militari e da quadri eccellenti. Converrà portare nella lotta su questo fronte tutto quel concorso che potrà esserci consentito dalle esigenze del nostro. Converrà infine vedere che l'atteggiamento difensivo che le circostanze ci impongono non cela propositi di passività a tempo indefinito ma risponde invece al proposito di prender appena si possa senza temerità prendere le iniziative necessarie a liberare il nostro territorio e a raggiungere i nostri fini di guerra. E tale dimostrazione sarà fatta .se noi intendiamo tutti i nostri sforzi a preparare quella iniziativa con le cautele e le previsioni che impone la sollecitudine dei supremi interessi della patria.

Riassumo in poche parole il mio pensiero. Noi ci troviamo di fronte a una doppia difficoltà. Da un lato i nostri alleati ci domandano d'intraprendere una offensiva che il giudice meglio competente, cioè il nostro comando, non crede di poter consentire: dall'altro la rinunzia all'offensiva minaccia di condurci insensibilmente a un isolamento militare che può avere per lontano effetto anche una specie d'isolamento politico. Occorre intendere tutta la nostra abilità a evitare che la savia circospezione che le circostanze impongono alla nostra attività militare abbia la temuta ripercussione sulla nostra situazione politica di fronte agli alleati. Perdonani se ho abusato del tuo tempo prezioso e credimi sempre F.to Bonin


- 305 -

- 304-

DOCUMENTO N. 67

DOCUMENTO N. 66

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Il.

313 .292

11 settembre 1918

A S.E. ROBILANT, Rappresentante Militare lta~iano presso il Comitato Supremo Interalleato

12 settembre 1918

n. 2932 .231

A S.E . ROBILANT, Rapresentante Militare Italiano

PARIGI

Sono venuto al fronte per avere da S.E. Diaz dirette impressioni circa suoi colloqui con Foch. Anche per regolare su di esse mie decisioni definitive circa mia gita Parigi, richiesta da Foch (un gruppo errato) dall'insieme delle varie circostanze mi sembra certo che invito Foch tende rinnovare esortazioni per esecuzione nostra offensiva. Opinione Diaz est contraria e io personalmente sono convinto delle di lui buone ragioni, di cui ho potuto alcune direttamente controllare. Si tratta del resto della nota circostanza della nostra inferiorità di numero e di posizioni verso il nemico . Debbo quindi credere che mia vènuta non muterebbe situazione, salvo che Foch si decidesse fornirci mezzi di uomini e di materiali: ciò che mi sembra impossibile. Malgrado tutte queste ragioni mia venuta potrebbe essere utile al fine di cercare di modificare ambiente che viene formandosi costà in seguito al nostro rifiuto dei cui motivi non si rendono sufficientemente conto. Per questa ragione ripeto che io affronterei il disagio di un colloquio di cui anticipatamente debbo riconoscere inutilità. Siccome però mi sarebbe impossibile venire su diretto invito di Foch al di fuori di cotesto Presidente del Consiglio e dello stesso Governo Inglese, reputerei opportuno che V .E . conferisse di tutto il complesso argomento con Bonin, telegrafandomi non solo le vostre impressioni di merito, ma anche proposte concrete circa la forma da osservare, senza dimenticare che io dovrei avvertire per lo meno Capo di S .M. Inglese. Sarò a Roma venerdì mattina, dove attendo riscontro . PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI Orlando

presso il Comitato Supremo Interalleato

PARIGI

Assolutamente riservato alla persona di S.E. stop Comando Inglese presso nostro fronte ha comunicato ordine Capo di Stato Maggiore Inglese Generale Wilson per ritirare le tre divisioni inglesi attualmente in Italia, sostituendole con altrettante divisioni logorate dalla battaglia di Francia stop Questo provvedimento è motivato per la necessità di concentrare in Francia tutte le maggiori forze disponibili stop Poiché Generale Wilson fu recentemente Parigi si ha da ritenere che tale provvedimento sia stato preso d'accordo con Foch stop Intanto V .E. sa che le tre divisioni inglesi sono appunto in quel settore da cui dovrebbe muovere offensiva desiderata da Foch stop Se questi è d'accordo ciò significa che egli ha rinunziato all'offensiva stessa la quale non sarebbe possibile finché durerà la crisi della trasformazione di quel settore stop lo crederei opportuno che V .E. si procuri un colloquio con Foch al quale esporrà questo incidente per vedere quale atteggiamento egli assumerà stop Naturalmente V.E. dovrà condursi ih ciò con molta prudenza pur cercando tuttavia di mettere in rilievo che ormai offensiva sul nostro fronte non sarebbe più poss_ibile per un fatto derivante dai nostri stessi alleati stop Confermo sarò Roma domani mattina stop PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI Orlando


- 307-

- 306-

DOCUMENTO N. 69

DOCUMENTO N. 68

COMANDO DELLE FORZE BRITANNI CHE IN ITALIA S.G. 317/5

5 settembre 1918

AL COMANDO SUPREMO AL COMANDO DELLA 6a ARMATA ITALIANA

N° 4709

DA S.E. ROBILANT A PREFETTURA

15 settembre 1918

PARIGI TORINO

4709 L.R. stop Pregasi comunicare S.E. Presidente Consiglio che tran-

1 - Questo Comando ha ricevuto ora ordini precisi riguardanti il trasferimento di truppe britanniche dall'Italia in Francia. Gli ordini sono i seguenti. 2 - Le divisioni saranno in un primo tempo riorganizzate sulla base di 9 battaglioni. La forza dei battaglioni sarà perciò aumentata da 715 uomini, come è attualmente, a 900 uomini. 3 - I 9 battaglioni resi disponibili partiranno per la Francia al più presto possibile. 4 - Ali' arrivo di questi battaglioni in Francia sarà da quella fronte inviata in Italia una divisione stanca, per sostituire la 7a divisione, la quale dopo l'arrivo di questa partirà a sua volta per la Francia. 5 - Dopo l'arrivo della 7a divisione in Francia, una seconda divisione stanca partirà da quella fronte per sostituire in Italia la 23 a divisione. 6 - Non sono stati ricevuti ordini riguardanti la 48a divisione. F.to Cavan

siterà costà domani 16 seguente telegramma riservato personale dandomene assicurazione stop Cifrario V.O. stop Ebbi iersera 15 lungo colloquio con Maresciallo Foch il quale si disse soddisfattissimo che V.E. abbia aderito al suo desiderio stop Egli in sostanza conserva suo punto di vista favorevole nostra offensiva che considera destinata a buon successo in questa fase di ininterrotta armonica fortunata attività svolta da truppe francesi inglesi ed americane stop Circa sostituzione divisioni inglesi nostro fronte dichiarò che decisione ritiro divisioni fresche fu presa appunto in vista della nostra rinuncia alla offensiva rinuncia che pertanto egli considera quale causa giustificante et non quale conseguenza del cambio delle divisioni stesse stop Identico punto di vista mi aveva esposto in precedenza generale Cavan comandante forze inglesi Italia stop Ulteriori particolari darò a V .E. a viva voce stop Generale Robilant


- 308-

- 309DOCUMENTO N . 70

REGNO D'ITALIA MINISTERO DELL'INTERNO

Annessi: 2 A S.E. GENERALE ·DIAZ

14 settembre 1918 COMANDO SUPREMO

Arrivato qui, trovai telegramma di Bonin e Robilant, che in risposta al mio telegramma di cui parlai a V.E. costà, dichiarano che, tenuto conto della situazione, credono che ih ogni caso sia assolutamente utile mia gita Parigi. Ho poi lungamente conferito in proposito con Sonnino, il quale, riassumendo le sue impressioni, raccolte anche durante il periodo della mia assenza, ritiene fermamente che persistenza del nostro rifiuto costituisce un fatto politico assai dannoso ai nostri interessi. Per giustificare tale giudizio, Sonnino adduce le ragioni che già esaminammo costà e sulle quali non ritorno. Ma egli ne aggiunge due che mi sembrano degne di particolare rilievo, e cioè: primo, la circostanza di fatto che nella progettata azione concorrerebbero largamente truppe alleate, la quale cosa fa si che le eventuali nostre perdite sarebbero in parte sopportate dagli Alleati. Al qual proposito si osserva che il ritiro dei nove battaglioni inglesi rappresenta già per noi una perdita di effettivi, capace di compensare una parte di quelle perdite che ci potrebbe costare l'azione. Secondo, si osserva che, data l'iniziativa così energicamente assunta da Foch, l'eventuale insuccesso, o, altrimenti le conseguenze dannose di esso, non possono non determinare effetti di responsabilità per lo stesso Foch, e rendere, quindi, più efficienti i doveri di lui di po~tarci soccorso in caso di'bisogno. Reciprocamente, se noi persistiamo nel nostro rifiuto, veniamo con ciò ad affermare praticamente la nostra assoluta indipendenza verso colui cui sono affidate le sorti del fronte unico, il che potrebbe determinare uno stato d'animo in virtù del quale, ove in seguito si verificasse una situazione difficile per noi (ciò che potrebbe accadere anche indipendentemente dal fare o non fare ora l'offensiva), la spinta di Foch a venirci in aiuto sarebbe certamente più debole, e potrebbe egli trovar modo di dire che le nostre difficoltà derivano dal fatto stesso della autonomia che abbiamo voluto serbare rispetto a lui. Non disconosco che quest'ultimo argomento fa molta impressione. In sostanza, la nostra attitudine verso Foch in quest'ultima questione rappresenta praticamente il disconosci~ento di ogni e qualsiasi sua autorità sul nostro fronte. Or, come ciò può giovare sotto alcuni aspetti, non può tuttavia !1egars( che ci nuoce, non fosse altro in quanto aggrava e peggiora il nostro stato di isolamento militare in cui attualmente versiamo.

Poiché io avevo d'altronde ritenuto utile la mia gita a Parigi, e tale utilità viene confermata dal telegramma di Bonin e di Robilant, io ho stabilito di affrettare tale partenza, e farò in modo che essa abbia luogo domani sera. V.E. tuttavia mi farà cosa gradita telegrafandomi sia a Roma, sia a Torino, sia a Parigi le sue impressioni sul riguardo e specialmente su questo punto: se, cioè, a Parigi io debba tenere una attitudine di intransigente fermezza nel rifiuto di operare, o se non possa venire a qualche considerazione subordinata che la nostra azione colleghi col rifornimento dei materiali stati sinora chiesti e così insufficientemente forniti: in altri termini, se debbo contenermi nei limiti di una pregiudiziale (sia pure dandone le più ampie giustificazioni), o se sia, invece, possibile di venire al merito. PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI Orlando

ANNESSO 1 AL DOCUMENTO N . 70

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN, AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO T.

GAB.

1771/481

Parigi, 15 settembre 1918, ore 14 (perv. ore 19)

Da conversazioni da me avute con Clemenceau e Pichon, da Robilant . con Foche anche da altri, appare evidente ripercussione che ha sulla nostra situazione nell'alleanza il proposito manifestato dal nostro Comando Supremo di non intraprendere offensiva sul nostro fronte. Ripercussione si accentua anche più a cagione dei buoni risultati raggiunti dalle varie offensive sul fronte francese, dalla presenza su questo fronte di truppe austroungariche, della scarsa combattività che queste dimostrano e che sembra accertata dal grande numero di prigionieri. Atteggiamento che àccennava a prendere Clemenceau nella conferenza che ebbi con lui è che riferii a S.E. Orlando in relazione alla sua imminente venuta, era quello di una specie di in,differenza per il nostro fronte come se esso rimanendo passivo dovesse offrire sempre minor interesse per l'economia generale della guerra. Non è necessario far credere, aggiungo, che ho cercato di opporre tutti gli argomenti che giustificano i propositi del nostro Comando, ma ci troviamo di fronte ad una situazione della quale dobbiamo preoccuparci in vista di conciliare la prudente condotta di guerra che le circostanze ci impongono col nostro supremo interesse politico.


- 310-

- 311 ANNESSO 2 AL DOCUMENTO N. 70

DOCUMENTO N. 71

IL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO

COMANDO SUPREMO 41 P . Riservatissimo

Roma, 16 settembre 1918, ore 10,30

A S.E. ORLANDO

Insidiose proposte Austria di negoziati pacifici e aumento suo contributo sul fronte occidentale aggravano notevolmente nostra situazione politica verso alleati e ci obbligano, secondo me, a consentire un'azione nostra offensiva, cercando di avere serie garanzie per eventualità militari contrarie, ma senza dare l'impressione di subordinare nettamente nostro concorso ad una assoluta garanzia militare. Non è che mostrandoci disposti di rischiare anche noi per la causa comu_ne nei momenti decisivi che potremo avvincere a noi l'interessamento dell'opinione pubblica e degli alleati.

}

14 settembre 1918 ROMA

Ricevo suo telegramma e Jispondo subito stop V .E. conosce situazione avendola constatata et condividendo programma tenersi pronti per operare senza indugio quando si manifestassero condizioni favorevoli che compensassero sproporzione derivante da forze mezzi e terreno stop Non si tratta dunque, come V .E. convenne, di rifiuto pregiudiziale ma di impiego subordinato condizioni che cesserebbero qualora ci si concedessero mezzi e sopratutto adeguato rinforzo truppe anche se queste siano in ricostituzione, purché impiegabili per tenere fronti difensive stop Su queste basi sarebbe possibile ogni accordo qualora alleati si convincessero reale stato delle cose senza fondarsi su concetti generici giusti in tesi teorica, ma errati se riferiti a nostre ripetute constatazioni stop Per quanto riguarda considerazione Ministro Sonnino circa largo concorso truppe alleate esistenti su nostro fronte avverto che partenza nove battaglioni inglesi sarà compiuta con oggi et che Comando inglese ha dichiarato che sino a cambio ultimato di due sue attuali divisioni con altrettante già provate sul fronte di Francia non est in grado di intervenire nella offensiva stop Quindi concorso alleato si limita a sole due divisioni francesi stop Lascio V.E. giudicare se eventuale nostro insuccesso involgerebbe responsabilità Maresciallo Foch e più grave obbligo per lui portarci soccorso in caso di bisogno perché tutto sta nel sapere se può o no farlo e se potendolo giungerebbe in tempo stop Ad essere benevoli devo ritenere che non possa farlo altrimenti non potrei spiegare rifiuto e che tutto si basi su sua errata valutazione nostra situazione et efficienza nemica stop Dichiaro ancora che nostro concetto non è per nulla basato su desiderio indipendenza fronte unico ma su difficoltà reali che deploro non siano giustamente valutate dagli Alleati aggiungendo che fronte unico imporrebbe invece assicurare nostra azione come quella che solo in caso di certo e duraturo successo riuscirebbe giovevole alleati stop Riassumendo ritengo che non debba opporsi intransigente rifiuto di operaI"e come assolutamente non rispondente a nostre intenzioni ma che nostra azione, sempre pronta ad essere effettuata, deve subordinarsi o a situazione più favorevole su nostro fronte quali sarebbero ripercussione date da vittorie decisive in Francia o da gravi moti interni paesi nemici ovvero a concorso alleato con adeguati mezzi essenzialmente in rinforzo truppe stop Non escludo che situazione e considerazioni politiche possano imporsi ed in tal caso me ne oc-


- 312 -

- 313 -

correrebbe esplicita dichiarazione Governo che decida e in conseguenza ordini operare non avendo questo Comando modo di giudicarne portata sia verso estero che verso interno paese stop In ultimo informo che qualora venga presa decisione di operare senza nuovo concorso truppe alleate dovrei subito avere in zona guerra classe 900 con conseguenze già prospettate su operazioni venturo anno stop Stimo necessario pure segnalare V.E. campagna stampa francese richiedente nostra sollecita azione sembrandomi fare parte di tutto un programma che può turbare coscienza pubblica se tutto non venga chiarito e posto su basi leale obiettiva e serena valutazione completi elementi nostra linea di condotta stop GENERALE DIAZ

DOCUMENTO N. 72

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 2392 Riservatissimo A S.E. DIAZ

14 settembre 1918 COMANDO SUPREMO

Difficoltà sopravvenute nella soluzione della questione delle armi e munizìoni mi obbligano rinviare partenza che spero possa aver luogo domani stop Ho ricevuto suo lungo telegramma di cui riconosco tutta la giustezza stop Sembrami sopratutto importante che nella presente delicatissima situazione si fermi bene il campo delle responsabilità stop Dal nostro punto di vista nazionale, in nessun caso e per nessuna ragione assumerei la responsabilità di una azione militare al di fuori della piena e libera volontà della autorità militare che ne è legalmente moralmente responsabile stop D'altra parte esiste un potere militare interalleato, il quale nei nostri riguardi manca di confini sicuri ed occorre assolutamente evitare che si determini una influenza indeterminata la quale mentre non si trova al caso di poter assumere la responsabilità dell'agire lascia a noi la responsabilità del non agire stop Questa situazione deve essere chiarita ed est sopratutto per questo io credo indispensabile la mia sollecita partenza per Parigi stop ORLANDO


- 314-

- 315 DOCUMENTO N. 73

DOCUMENTO N . 74

R. AMBASCIATA ITALIA

PRESIDENZA CONSIGLIO DEI MINISTRI

PARIGI

N. 13473 GM. - K.18 personale per S.E. PRESIDENTE CONSIGLIO

17 settembre 1918 ROMA

A meglio chiarire mio pensiero circa operazioni fronte italiana ritengo necessario aggiungere quanto segue a mio precedente 41 stop Situazione attuale ci impone sviluppare offensiva a fondo soltanto se operazioni in Francia anziché risolversi in una stabilizzazione della fronte contro posizioni linea Hindemburg procederanno oltre decisamente stop In tale attesa tengo vivace contegno aggressivo come dimostrano operazioni proficuamente compiute in questi giorni et come dimostreranno azioni parziali di maggior raggio che seguiterò a sviluppare con intento verificare se diminuita efficienza nemica consigli azioni maggiori stop Mi propongo in tal modo fissare forze austriache su nostro fronte et mi tengo pronto passare all'attacco a fondo non appena situazione in FFancia si delinei nel senso sopra indicato stop In caso contrario qualora cioè si producesse deciso arresto nella offensiva alleati non solo non ravviserei utile né conveniente spingere nostra offensiva a fondo, ma riterrei doversi molto seriamente considerare eventualità già prospettata anche da stampa inglese di un grande attacco austro-tedesco contro Italia come avversario ritenuto più debole et dovrei prendere tutte misure necessarie per farvi fronte stop GENERALE DIAZ

n. 26344 A S.E. DIAZ

18 settembre 1918

COMANDO SUPREMO

Ebbi ... colloquio con Clemenceau ... ieri era con Lord Milner e oggi ho passato giornata con Foch stop Sotto l'aspetto della valutazione militare e ... della nostra situazione credo di avere ottenuto un successo notevolmente superiore alla stessa aspettativa stop Come aiuti materiali io stesso non avevo speranza stop La situazione in complesso si pre~enta tale che l'assorbimento di ogni disponibilità avviene fatalmente laddove si combatte stop Sotto questo aspetto appare decisiva la conversazione con Lord Milner il quale pur eliminando ogni interpretazione meno che amichevole, per noi, ha messo bene in evidenza che il fronte italiano essendo considerato come un fronte tranquillo, deve trovarsi giustificato che esso venga sacrificato al fronte francese dove ferve la battaglia stop Così riduzione cambio divisioni inglesi rappresentano quasi le perdite di una o·ffensiva stop Non diversa è la impressione che si riceve da Foch col quale mi lasciai nei migliori rapporti e con una piena libertà che fu riconosciuta legittima stop Egli ha molto gradito concetti suo telegramma di ieri e mi ha ... che sino a ... stagione non impedisca terrà sempre vitale la battaglia stop In sostanza noi siamo in un circolo vizioso per cui mentre per agire ci mancano i mezzi, il non agire ci sottrae i mezzi stop Detto ciò in via generale, han entro in particolari, ritenendo preferibile fare ciò di persona stop All'uopo prego l'E. V. di telegrafarmi se preferisce vedermi a Torino aut al fronte aut a Roma dove V.E. verrebbe stop Forse quest'ultima soluzione sarebbe preferibile ma in tal caso occorrerebbe che sua venuta fosse sollecita, poiché il tema deve essere affrontato senza indugio stop Conto partire domani sera stop Prego spedire subito copia del presente telegramma a S.M. il Re stop PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI Orlando


- 317 -

- 316DOCUMENTO N. 75

N. 2461 IL PRESIDENTE ORLANDO ALL'AMBASCIATORE BONIN

24 settembre 1918 PARIGI

Comitato di guerra ha tenuto due lunghe sedute il} cui è stata considerata sotto ogni aspetto nostra situazione militare. Fu riconosciuto : 1°) che sarebbe un grave danno e pericolo per l' Italia restare militarmente isolata; 2°) che nelle condizioni attuali di inferiorità nostra verso esercito austriaco, un'offensiva determinerebbe un periodo di crisi assai pericolosa. Per cercare di conciliare queste due opposte esigenze, fu spedita una lettera al maresciallo Foch, in cui mentre si riconosce effettiva la sua autorità di capo supremo anche per l'Italia, si richiama la di lui attenzione sulle necessità e sui pericoli che presenta il nostro fronte. Questa lettera viene direttamente portata a Foch da un ufficiale che parte questa sera per il quartiere generale dove arriverà giovedì. Governo italiano ha pure ritenuto necessario di dare notizie di questa lettera ai capi di governo anche per i nessi che essa presenta con la questione del comando unico. Un ufficiale è incaricato di rimettere tale copia a V .E. perché ne dia comunicazione a codesto Presidente del Consiglio. Ciò risponde anche alle giuste osservazioni dell 'E .V. contenute nel telegramma 481. Prego di dare riservata notizia di questo telegramma a Di Robilant aggiungendo che una copia del documento viene trasmessa anche a lui per averne notizia. ORLANDO

ANNESSO 1 AL DOCUMENTO N. 75

24 settembre 1918 Signor Maresciallo, in seguito al colloquio che ebbi l'onore di avere con Voi il 18 corrente, io, appena tornato in Italia, ho adunato il Comitato di guerra, a cui è affidata, secondo le nostre leggi, la suprema responsabilità di decisione delle cose che riguardano la guerra. Il Comitato ha pienamente confermato la dichiarazione da me fatta Vi e secondo la quale l'Italia, prescindendo da ogni interpretazione rispettiva, ritiene il fronte italiano così intimamente saldato col fronte occidentale, da considerarsi compreso in quel complesso di altissimi poteri e responsabilità

che a Voi furono affidati dalle deliberazioni dei Governi Interalleati. Il Governo Italiano, quindi, non solo ammette, ma profondamente augura che si verifichino delle condizioni di fatto che sono materialmente necessarie perché Voi abbiate ad effettivamente esercitare il comando sul fronte italiano, ma comprende ugualmente (secondo, peraltro, una allusione che Voi mi avete fatto costà) che, almeno per ora, queste condizioni non si possono verificare, atteso che tutto il grande sforzo dell'Intesa è concentrato sul fronte occidentale contro l'esercito tedesco. Ma anche al di fuori di tale ipotesi, il Governo italiano intende nella più larga maniera l'altra facoltà che a Voi compete di coordinazione strategica, ed è in via di effettivo riconoscimento di essa che, dopo di avere esaminato a fondo la situazione militare sul nostro fronte, Vi rivolge la preghiera di valutare la situazione stessa in relazione a quella offensiva che il Governo e il Comando italiano ritengono, non meno di Voi, sommamente desiderabile di fare. La nostra situazione militare generale, come appare al Governo italiano, Vi fu da me diffusamente esposta in quel mio colloquio e la riassumo in queste quattro proposizioni essenziali, cioè: 1°) che il nemico ha una assoluta superiorità di forze rispetto a noi, superiorità che può essere da 10 a 16 Divisioni, ma che resta sempre considerevole anche se si ammette la cifra più bassa; 2°) che le posizioni del nemico sono considerevolmente superiori sia sotto l'aspetto tattico, che sotto l'aspetto strategico; 3 °) che il nemico ha una superiorità, sebbene non grande, quanto a mezzi e materiali; 4°) finalmente, che la solidità delle truppe nemiche che si trovano contro di noi si è rivelata assai considerevole tanto nelle fasi della battaglia del Piave, quanto in quelle degli attacchi parziali che si sono seguiti in queste ultime settimane, e che, anzi, hanno rivelato che l'esercito austro-ungarico si è più fortemente riorganizzato traendo profitto dall'esperienza della sconfitta subìta. Stabilita così la situazione generale, ·il Comitato di guerra ha osservato che la formazione del nostro fronte non consente operazioni offensive salvo che in un sol punto, e ciò in piena corrispondenza coll'autorevolissimo giudizio Vostro. Se non che questo unico punto in cui si può utilmente operare, non consente una offensiva limitata, capace, cioè, di essere compiuta con forze relativamente scarse. Una tale offensiva, o deve essere portata a fondo, o non giova assolutamente a nulla e forse peggiora la situazione nostra. Per essere portata a fondo, cioè per affacciarsi sul parallelo di Feltre, si ritiene che occorra impegnare da 18 a 20 divisioni, mentre la necessità di alcune operazioni concorrenti su altre parti del fronte, determinerà l'impiego di 6 a 8 divisioni. Si tratta, dunque, in complesso di circa venticinque divisioni da impegnare, contro l'esistenza di sole circa 10 divisioni di riserva, di cui l'esercito italiano dispone.


- 318 -

Un simile sforzo non potrà, dunque, non costare considerevolmente, determinando i seguenti due pericoli: che nel periodo di crisi di ricostituzione, quando 1'esercito italiano mancherà di riserve disponibili, il nemico, appunto per la sua stessa superiorità di forze, tenti una contro offensiva che ci troverebbe impreparati a sostenerla; 1. -

2. - che, data la scarsezza dei nostri complementi di uomini, si renda necessario di impiegarne immediatamente una parte della classe 1920 e di servirsi di essa per tutti i complementi che occorreranno durante il periodo invernale, in guisa da arrivare alla primavera del 1919, avendo la classe 1920 in buona parte impegnata. In tal caso, l'Italia si troverebbe assolutamente senza più alcuna riserva di uomini, e costretta, quindi, a sciogliere alcune divisioni per alimentare le altre. La sussistenza di questi due pericoli apparirà indubbiamente assai grave al Vostro giudizio, per il danno immediato e diretto che ne verrebbe non solo all'Italia, ma anche a tutta la situazione interalleata. Per ciò che riguarda la conseguenza indicata col numero 2°), io sono convinto che, se e in quanto questa crisi di effettivi si abbia a verificare al di fuori di ogni possibilità di rimedio, ciò sarà tenuto in giusto conto nell'equa ripartizione di quegli ulteriori contributi sui quali l'Intesa fa assegnamento e che potranno essere disponibili nella prossima primavera. Ma, per quanto riguarda il primo di quei due pericoli, poiché l'effetto di esso potrebbe avere effetti disastrosi immediati, io Vi prego di considerare se non sia possibile premunirsi verso un tale pericolo, in guida da non diminuire l'efficienza militare sul fronte occidentale o di diminuirla in maniera da potersi ritenere tollerabile. In altri termini, l'Italia assumerebbe di compiere tutto lo sforzo dell'offensiva con le proprie forze (comprese, naturalmente, le divisioni alleate che si trovano già sul nostro fronte e la cui efficienza dovrebbe restare indiminuita); e chiede soltanto l'invio di truppe, le quali per ora non siano idonee a prendere parte ad una battaglia. Considerando il nostro bisogno al minimo, noi chiederemo soltanto dieci divisioni (della forza media di una divisione franco-inglese-italiana) le quali divisioni fossero o in via di ricostituzione in seguito a logoramento della grande battaglia o in via di preparazione per essere rese atte alla grande battaglia. In altri termini, si tratterebbe di divisioni, a cui fosse possibile di affidare sezioni di fronte in istato di pura difensiva, in guida da poter disimpegnare le divisioni efficienti che vi sono destinate, e ricostituire in tal modo quella riserva capace di fronteggiare l'evento di un ritorno controffensivo del nemico, e costituire, insomma, il mezzo di parare quelle eventualità per cui la progettata nostra offensiva potrebbe determinare una crisi per noi assai pericolosa.

- 319 -

Io so che Voi avete ben presente quest'ultima possibilità, e sono egualmente certo che in tal caso Voi provvedereste all'invio di truppe per ristabilire l'equilibrio del nostro fronte ove questo fosse rotto in nostro danno, come già avvenne nell'ottobre del 1917. Vi prego, tuttavia, di considerare due cose: la prima è che un aiuto il quale venisse dopo un grave insuccesso, dovrebbe essere ben più abbondante e ben più efficiente di quello che noi vi domandiamo soltanto allo scopo di parare l'eventualità. Nell'ottobre del 1917, pur essendo in complesso assai minori le disponibilità dell'Intesa, furono inviate in Italia undici Divisioni in piena efficienza, mentre noi ne chiediamo ora soltanto dieci e di efficienza non completa. In secondo luogo, poi, le condizioni dei nostri trasporti franco-italiani danno ogni ragione di temere che lo spostamento di quelle forze non abbia tutta la rapidità desiderabile, malgrado tutta la buona volontà possibile: il che fu pure dimostrato dagli eventi dell'ottobre e novembre 1917. E persuaso della nota maggiore rapidità per cui i nostri nemici possono concentrare forze sul nostro fronte nella metà di tempo che occorre a noi, io Vi prego vivamente di voler credere che le considerazioni che ho avuto l'onore di esporvi, discendono esclusivamente da quel senso di responsabilità che il Governo e il Comando Italiano provano in rapporto alla grande guerra comune, sicché essi mancherebbero ad un loro preciso dovere verso di Voi e verso gli Alleati se tacessero queste loro ragioni di grave preoccupazione. Ciò non toglie, e anzi conferma, il sentimento di profonda deferenza che ci anima verso di Voi come Comandante in capo delle forze interalleate, di guisa che, come ebbi a dirVi costà, il Governo italiano non esiterebbe, dopo aver fatto le presenti dichiarazioni, di rimettersi interamente a Voi per ciò che riguarda ogni decisione in qualsivoglia ca'so e senza alcuna restrizione se, in conseguenza di ciò, voi credete di poter assumere l'intera responsabilità dello svolgimento delle operazioni sul nostro fronte. Nel colloquio che io ebbi costà, Voi, con quel senso superiore di coscienza che Vi distingue, mi avete detto alcune ragioni che Vi impediscono di assumere una tale responsabilità nelle presenti condizioni di fatto. Coteste ragioni sono altamente rispettabili, ed io le rispetto; ma io sono certo che Voi pure Vi renderete conto delle ragioni, le quali, riferndosi al nostro senso di responsabilità, ci hanno obbligato di richiamare l'attenzione Vo stra sulle considerazioni che la presente lettera contiene. Vi prego, signor Maresciallo, di accogliere i sensi della mia più profonda considerazione e della mia più amichevole e deferente osservanza.


- 321 -

- 320DOCUMENTO N. 76

COMMANDEMENT EN CHEF DES ARMÉES ALLIÉES ETAT-MAJOR GÉNÉRAL

N. 4280

Au Q.G., le 28 septembre 1918

LE MARECHAL FOCH, COMMANDANT EN CHEF LES ARMÉES ALLIÉES, À SON EXCELLENCE M . ORLANDO, PRESIDENT DU CONSEIL ROME Excellence, Dans ma correspondance avec le Général Diaz, depuis le mois de mai, j' ai, conformément aux arrangements de Beauvais et d' Abbeville, appelé l'attention du Comando Supremo sur l'importance d'une offensive en Italie, comme aussi sur ses possibilités, compte tenu des ressources disponibiles, et sur les résultats à lui faire poursuivre pour lui éviter toute imprudence (V oir le plan établi). J'ai éga1ement levé, dans toute la mesure possible, les difficultés que cette offensive présentait à ses yeux, en lui accordant le matériel demandé pour l'époque qu'il assignerait à l'exécution de ses projets. Aujourd'hui encore, ma manière de voir les choses reste la meme. En fait, la saison impose de passerà l'exécution d'une offensive limitée dans ses objectifs et dans ses moyens, mais sans aucun retard. Pour donner un avis impératif dans une opération qui n'engage qu'une faible partie del' Armée Italienne, il faudrait d'abord éclaircir la question de savoir d'une façon précise quels pouvoirs me confère le texte d' Abbeville, sur lequel vous ne pouvez pas vous prononcer vous-meme, bien que vous l'ayez rédigé. D'ailleurs, je n'ai ni le temps ni les moyens d'aller approfondir l'étude d'une opération qui n'engage qu'une faible partie del' Armée Italienne sous le Commandement direct de son Chef. Quant aux Divisions que vous me demandez pour cette opération, elles sont toutes engagées dans la bataille générale du front franco-anglais et ne se reuposent que le temps strictement nécessaire pour recommencer le combat. Enfin, si je disposais de ces divisions, vous ne pouvez pas ignorer que le transport en est impossible en raison des nécessités memes de notre bataille, et que si ce transport était possible, il ne serait terminé que dans 3 semaines, c'est-à-dire quand il ne serait plus temps de se battre. Je cherche en vain ce que je pourrais ajouter, car, pour ce qui est d'obtenir de moi Ùn conseil qui, de votre aveu, me laisserait «l'entière responsabi-

/ité du dévelloppement des opérations sur le front ita/ien», c'est une hypothèse que nul homme de raison ne saurait envisager. En tout cas, les Armées Alliées: Belge, Anglaise; Française, Américaine, Serbe, Grecque ... attaquent actuellement sans arreter. Depuis le Jourdain jusqu'à la Mer du Nord, tout le front est ébranlé. Il n'y a pas de guerre sans risques; la question est aujourd'hui de savoir si, ces risques, dans l'ébtranlement moral et dans la dèsorganisation del' Armée Autrichienne, le Commandement Italien est dispoé à les courir. Bien sinceramente à vous, F. Foch


- 323 -

- 322-

DOCUMENTO N . 78

DOCUMENTO N. 77

IL PRESIDENTp DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

COMANDO SUPREMO

DAL GRAN QUARTIERE GENERALE ITALIANO

UFFICIO AFFARI GENERALI

Personale Riservato

1 ottobre 1918

DAL SIGNOR ORLANDO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI ITALIA AL SIGNOR MARESCIALLO FOCH COMANDANTE IN CAPO DEGLI ESERCITI ALLEA TI Signor Maresciallo, Nella lettera Vostra del 28 settembre, che ho l'onore di subito riscontrare, sono espressi alcuni giudizi, nei quali io non potrei consentire, senza qualche necessario chiarimento. Così, per esempio, io dovrei pregarvi di considerare che non ho mai creduto di non essere io stesso in grado di valutare il preciso contenuto dell'accordo di Abbeville; ho, invece, detto che ero e sarei sempre disposto ad accettare spontaneamente la più larga estensione possibile di esso in guisa da confondere il potere di «coordinamento» con quello di «comando», se non dovessi riconoscere che ciò darebbe luogo ad una ipotesi che Voi, con piena ragione, dichiarate tale da non poter essere concepita da alcun uomo ragionevole. Ma non credo utile di soffermarmi su questo e su altri punti di possibile discussione, dappoiché io sono interamente d'accordo con Voi in questo punto essenziale, e cioè che questo è momento di azione e non di discussione. Vi dico dunque semplicemente che son subito venuto al fronte dove ho preso accordi con il Generale Diaz (che ho del resto trovato pienamente consenziente) perché l'esercito italiano passi all'offensiva nel più breve tempo possibile. Posso anzi aggiungere che egli, pur nell'attesa della Vostra risposta, ne aveva già cominciati i preparativi. Con ciò il mio compito politico è esaurito, per dar luogo a quello puramente tecnico e militare, per cui bastano i diretti rapporti esistenti tra cotesto Comando e quello italiano . Vi prego, Signor Maresciallo, di voler gradire l'espressione più cordiale della mia profonda ed amichevole osservanza, onde mi confermo devotissimo. V.E. ORLANDO

N. 2461 G.F .T. Riservatissimo

26 settembre 1918

AL COMANDO SUPREMO PER S.E. GENERALE DIAZ Viene in questo momento da me l'ambasciatore di Francia che mi comunica il seguente telegramma ricevuto da Clemenceau: «L' offensiva italiana si impone in questo momento tanto-più in quanto i nostri progressi nella regione di Salonicco potrebbero essere arrestati da forze austriache importanti se completa libertà d'azione fosse loro lasciata dall'esercito italiano». Tanto per norma dell'E. V. PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI Orlando Annotazione del Sottocapo di S.M. , Gen . Badoglio: «Proporrei di rispondere: " Siamo perfettamente convinti della necessità dell'offensiva, perciò attendiamo che gli alleati ci pongano in condizioni di farlo". B. ».


- 324-

- 325DOCUMENTO N. 80

DOCUMENTO N. 79

COMANDO SUPREMO N. 13645 G.M. (Risposta 2461) A S.E. ORLANDO Presidente Consiglio Ministri

COMANDO SUPREMO 27 settembre 1918

13559 G.M. S.I.

23 settembre 1918

A MINISTERO GUERRA (DIV. S.M.) ROMA

Come ho sempre affermato azione offensiva costituisce principale proposito Comando Supremo et tutte predisposizioni sono prese per attuarlo non appena si verifichino condizioni già note a V .E. et rappresentate a Maresciallo Foch stop. Confermo ancora che qualora avvenimenti fronte occidentale prenderanno piega decisamente favorevole l'occasione sarebbe immediatamente colta stop. Non risulta finora che avvenimenti Macedonia producano spostamenti nemici da nostro fronte stop. GENERALE DIAZ

Per S.E. DIAZ Riservatissimo stop. Est noto a V.E. che pochi giorni or sono nemico avvicinò al Piave numerose divisioni che poi furono ritratte sul Livenza et più ad est stop. Ora colombigramma giunto da nostro agente ad ottava armata informa che nella conca di Follina sono concentrate numerose truppe stop. Ciò mi induce a ritenere che il nemico est pronto sia ad opporsi in forze contro un nostro tentativo di forzamento del Piave sia ad eseguire un contrattacco specie contro la ottava armata qualora noi effettuassimo un'avanzata sugli altopiani stop. Ad ogni modo riterrei prudente rinforzare alquanto artiglierie della terza ed ottava armata togliendo alla prima armata quanto le avevamo dato per operazione su Pasubio stop. Naturalmente si rinuncierebbe ad azione su Pasubio il che dato difficoltà intrinseca della operazione non perfetta identità veduta fra Comando armata et Comando Corpo d'Armata et stagione già inoltrata sarebbe a mio avviso ottima decisione stop. Attendo perciò ordini da V.E. stop. GENERALE BADOGLIO

DOCUMENTO N. 81

117215 D.S.M 1.S

23 settembre 1918

DAL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO AL COMANDO SUPREMO (per S.E. BADOGLIO)

ROMA

Approvo proposta fattami con fonogramma odierno circa spostamento di artiglieria dalla 1a alla 8 a armata. GENERALE DIAZ


- 326-

- 327DOCUMENTO N. 82

R. ESERCITO ITALIANO -

DOCUMENTO N. 83

COMANDO SUPREMO

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 13582 di prot. G.M.

UFFICIO OPERAZIONI

25 settembre 1918

OGGETTO: Operazione ipotesi F AL COMANDO DELLA I a ARMATA AL COMANDO DELLA 9• ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO DELL'8• ARMATA ALL'UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE Questo Comando è venuto nella determinazione di rimandare definitivamente l'operazione del Pasubio. In conseguenza:

I. - Sulla fronte del V corpo d'armata dovrà essere assunto schieramento difensivo. 2. - Le artiglierie di rinforzo assegnate alla I a Armata per le operazioni sono destinate a rinforzare lo schieramento delle Armate del Piave. Gli ordini esecutivi pel movimento di queste artiglierie vengono comunicati a parte. 3. - Le divisioni 10• e 61 a saranno sollecitamente sostituite in linea dalla 55• e ritirate in piano ove rimarranno a disposizione di questo Comando. Il Gomando della· I a Armata vorrà far conoscere al più presto la dislocazione che assumeranno queste due divisioni e quando potranno essere completamente raccolte in piano. 4. - Le divisioni 10• e 61 a dovranno esclusivamente trasferirsi nella zona: Villa del Conte-Loreggia (escluso)-Rustega-Massanzago-FiumicelloCampodarsego-Campo S. Martino e passare alla dipendenza della 9a Armata. Sull'argomento verranno a suo tempo dati ordini esecutivi. Intanto il comando della 9• Armata vorrà studiare la sistemazione delle due suddette divisioni nella zona indicata. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

Registrato al N. 30248

Provenienza Londra Data di spedizione li 3/10/18 ore 9.25 Data di consegna alla Sezione Cifra li 4/10 ore 15 Finito di decifrare li 5/10 ore 8.45 Finito di copiare ore 9.10 Ufficio Operazioni 790 RP.-AM. Consiglio Interalleato Trasporti Marittimi, cui partecipai ieri, prese seguenti importanti deliberazioni riguardanti trasporti reclute Italiane da America a Italia, calcolate non molto inferiori a 400.000. È desiderabile che detto trasporto avvenga per via marittima più diretta e sia considerato e regolato su basi internazionali (?), attingendo occorrenza ... e globale naviglio alleato intendendosi naturalmente che in quest? rimangono le navi già(?) cedute da Italia a Inghilterra per trasporto Amencani in Francia, nonché navi Taormina e Regina Italia. Tale deliberazione è stata facilitata da precedente adesione ministri Italiani delegati a ... alla completa attuazione noto programma 80 divisioni Americane ~er. Franc~a che costituiva ragione fondamentale presumere ... milmente nav1gho era m gran parte portata deliberazione che ci ... Per contro America si è impegnata porre a disposizione alleati tutto proprio naviglio esuberante dopo effettuazione suddetto programma ... che si presume verso marzo. BRIGADIERE GENERALE Mola


- 329-

- 328DOCUMENTO N. 84

GRUPPO UFFICIALI DI COL~EGAMENTO DEL COMANDO SUPREMO PRESSO IL COMANDO 3a ARMATA N. 80 di prot.

o.e.

19 settembre 1918

OGGETTO: Condizioni del XXVI C.d.A. AL COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni Durante la prima quindicina di settembre, nei reparti di pima linea della 3a armata la somma degli ammalati giornalieri riconosciuti affetti da febbri malariche è salita a 20.000 uomini, dei quali 15.000 presso il solo XXVI C.d'A. Ne consegue che la forza disponibile dei battaglioni è ridotta in media a 300 fucili presso la 45 a divisione, a 250 presso la 54 a. Considerando uno dei battaglioni che si trovano nelle migliori condizioni (e cioè il battaglione di estrema sinistra della 45a div.) si vede che la linea di resistenza (coincidente con la linea di osservazione) è difesa da 18 piccoli posti (di 8 uomini l'uno, il che rappresenta il minimo per assicurare i turni) distesi su 1800 m. di fronte. Una ventina di uomini (in più dei 14 porta-ordini) è assorbita dal servizio dei collegamenti e delle trasmissioni, dopo l'abolizione dei telefoni. Per la manovra il comandante del battaglione dispone di una quarantina di zappatori e di una decina di soldati. La prima riserva in grado di accorrere a sostenere questo esiguo nucleo si trova 1000 m. più indietro, né può serrare più sotto, dovendo tenersi in misura di accorrere anche sulla fronte di altri battaglioni (estensione totale 5-6 km.). In caso di attacco contemporaneo su tutta la fronte della brigata, l'aliquota della riserva ora detta sulla quale il battaglione considerato potrebbe fare assegnamento non supererebbe i 300 uomini. Due km. più indietro è dislocata una riserva divisionale (aliquota per il battaglione considerato, calcolata come sopra: 100 uomini) e più. indietro ancora la riserva di C.d' A., divisa in due nuclei rispettivamente a 4 e a 12 km. (aliquota 600 uomini). , In totale dunque, nella prima giornata di combattimento la frazione di cui trattasi non potrebbe contare che su 1300 uomini se le riserve devono essere ripartite uniformemente sulla fronte del settore, su 3300 uomini se lo sforzo massimo del nemico localizzandosi contro la frazione stessa esigerà e permetterà che tutte le riserve accorrano in quel punto.

La medesima frazione è difesa direttamente dalla compagnia mitragliatrici del battaglione, da tre comp. mitragliatrici postate più indietro per il tiro indiretto; possono inoltre concentrarvi il fuoco, se la situazione delle frazioni laterali lo richiede, altre sei comp. mitragliatrici; con le riserve (di brigata, di divisione e di C.d' A.) possono ancora giungere nella 1a giornata di combattimento da un minimo di 4 ad un massimo di 12 comp. mitragliatrici. In totale quindi, nella prima giornata di combattimento, da un minimo di 48 ad un massimo di 88 armi. Quanto sopra su di un'estensione di 1800 m. e una profondità di 12 km., e nell'ipotesi che i vari collegamenti funzionino tempestivamente ed a dovere. La densità del fuoco di sbarramento è, in questo settore di un pezzo leggero ed uno pesante ogni 130 m. circa. Ora è da prevedersi che la forza andrà ancora diminuendo sin verso la metà di ottobre - anche perché mancano i complementi e, se vi fossero , non converrebbe inviarli in linea perché presto contrarrebbero l'infezione malarica e quindi più non servirebbero a ricostituire i reparti quando la divisione sarà ritratta in zona più salubre. A partire dalla 2a quindicina di ottobre è da prevedersi che i casi malarici andranno gradatamente diminuendo, e che potrà cominciare il ritorno ai reparti dei ricuperi dagli stabilimenti sanitari; ma contemporaneamente coll'inoltrarsi della fredda stagione compariranno le forme di affezioni reumatiche ed articolari, molto comuni e diffuse nella regione ed altrettanto perniciose quanto la malaria. Si può ritenere quindi che la forza del C.d' A. rimarrà stazionaria, ossia ridotta ai minimi termini, se non interverrà una notevole assegnazione di complementi - che non so da dove verrebbero tratti perché la fonte delle formazioni di marcia dell'armata è da tempo inaridita. Sino a che durerà sulla fronte del Piave l'attuale situazione di calma e di assoluta inerzia da parte delle fanterie nemiche questo stato di cose non può destare preoccupazioni. Ho ritenuto tuttavia doveroso segnalarlo a codesto comando per quel conto che crederà farne nel valutare l'efficenza del C.d' A. nell'eventualità di azioni offensive sia da parte nemica sia da parte nostra. IL TENENTE COLONNELLO DI S.M. (A. di San Martino)


ALLEGATO N. 85 *

SITUAZIONE FORZE E MEZZI AL 10 LUGLIO 1918 Dati ricavati dalla situazione al 10 luglio 1918 Mitragl. Fronte

Italia

Francia Albania Macedonia Libia 4 Egeo

Nazionalità

Divisioni

Battaglioni

Totale combattenti 1

Fucili

Fucili ant. o pist. mitr.

italiana francese britannica Totale Alleaf

51 2 3 56

659 20 36 715

1.209.776 28.000 69.425 1.305.201

698.022 18.000 32.312 748.340

4.778 1.240 732 6.740

Austria (stima) 2

66

865

1.320.000

692.000

10.380

2 1 1

25 22 25 42 4

34.991 67.882 32.631 35 .800 3.150

25.860 45.511 23.785

156 188 156

italiana italiana italiana italiana italiana

-

-

-

-

-

-

Aviazione

Artiglierie

coi reparti

da posiz.

ris.

camp.

pesante

8.222 373 144 8.739

2.452

880 6 91 977

3.202 132 108 3.442

2.986 80 157 3.223

54 320

3.134

4.008

80 197 32 234

20 91 42

-

-

IO

-

48 2.500 6.920

270 264 246 54 16

-

90

-

20

58

-

2

-

caccia

bomb.

ricogn.

25

71

-

71

245 24 27 296

394

25

195

-

12 4

-

15 11

-

4 -

9 12 46

-

Forza nei Forze terdepositi ritoriali del fronvarie te 3 168.955 -

1.656 170.611

3 4

Sono tenuti per base: D.f. 20.000 u. 108 pezzi D. cav. 12.000 u. 24 pezzi . Btg o 1/2 Regg. cav. 800 u. 12 mitr. legg . 8 mitr. pes . Sono disponibili come complementi circa 115.000 uomini, dei quali 45 .000 impiegabili nelle unità di fanteria. Non sono comprese le truppe coloniali, 2 battaglioni M.T., 1 battaglione presidiario

1.255 558.295 w w

o

7.512 7.541 1.658

6.677 16.772 12.984

-

-

-

-

* Sintesi di situazioni inviate al Comitato di Guerra Interalleato a Versailles 1 Dati riferiti alla sola truppa. Non è compreso il corpo cecoslovacco (1 Div. su 2 Brigate, ciascuna su 2 Reggimenti di tre battaglioni) 2

557.000

I


ALLEGATO N. 86 *

SITUAZIONE FORZE E MEZZI AL 1 OTTOBRE 1918 Situazione al 1 ottobre 1918 (per alcuni dati al 12 settembre) Mitragl. Fronte

Italia

Nazionalità

italiana francese britannica americana Totale Alleati

Div.

Batt.

Comb.ti (1)

Fucili

nei rep.

da pos.

camp.

pes.

caccia

bomb .

rie.

3.507

3.463

290

74

286

132 108

84 177

15 59

-

24 37

-

-

-

3.747

3.704

364

74

347

2.780

4.000

415

35

225

80 194 40 244 10

20 92

-

6 3

-

51

641

1.350.325

795.827

4.158

2.580

2.610

2 3

20 36 3 700

·28.000 66.466 3.865 1.474.470

18.000 31.886 3.663 841.376

864 ' 603 1.411 7.036

373 108 32 3.093

-

56

Aviazione

Artiglierie

Fuc. aut. o pistole mitr.

84

2.694 .

Forza nei Depositi del fronte

Forze Territoriali

83.329 (2)

488.345 (3)

2.851

2.746

2.500 2.000 1.300

7.762 25.364 11.567

. Austria (stima) Francia Albania Macedonia Libia Egeo

italiana italiana italiana italiana italiana

64

842

1.280.000

673.600

10.104

6.736

2 1 1

25 40 25 42 4

40.611 59.199 33.505 35.000 3.150

30.670 38.631 24.345 27.000 2.550

156 188 156 16

270 310 250 77 16

-

-

90

111

-

-

42

-

18 12

-

-

-

4

21 10 39 -

-

-

* Sintesi di situazioni inviate al Comitato di Guerra Interalleato a Versailles 1

I dati di forza comprendono la sola truppa, per un totale di 1.915.697 uomini. Sono compresi i ricoverati in luogo di cura; non è compreso il Corpo Cecoslovacco (1 div. su 2 brg. su 2 rgt. di 3 btg.); sono compresi i presidi' delle piazze marittime di Venezia, Brindisi, Taranto, La Spezia e Maddalena. 2 Di cui 45 .000 di pronto impiego e 43 .000 in corso d'istruzione o indisponibili. 3 Truppe e servizi mobilitati che non rientrano nelle categorie dei «combattenti» e della «Forza nei Depositi del fronte»


- 332-

- 333DOCUMENTO N. 87

R . ESERCITO 1TALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 22890 di protocollo R.S .

11 luglio 1918

OGGETTO: Riparti di marcia e complementari Al COMANDI DI ARMATA e per conoscenza: AI COMANDI DI CORPO D'ARMATA AI DEPOSITI DI CONVALESCENZA E TAPPA ALLA INTENDENZA GENERALE AL MINISTERO GUERRA - L.T. AL MINISTERO GUERRA - S.M . AI COMANDI DI CORPO D'ARMATA TERRITORIALE L'attuale forza esigua dei battaglioni di marcia e la necessità di immobilizzare, per servizi fissi, il minor numero possibile di uomini, consigliano di generalizzare presso tutte le armate lo scioglimento dei reparti di marcia quali erano contemplati dalla circolare 154420 del 22 marzo u .s. di questo Comando. Tale scioglimento dovrà essere effettuato nel seguente modo: 0

1. incorporamento - nei battaglioni complementari della rispettiva brigata - dei nuclei ricuperi dei battaglioni di marcia. 0

2. riunione - dei complementi di nuova assegnazione dei battaglioni di marcia - nelle brigate o reggimenti di marcia seguenti:

7° armata - una brigata, su 2 reggimenti, da dislocare nella zona tra Brescia-Salò-Desenzano; un reggimento in Valtellina-Valcamonica . O

I armata - una brigata su due reggimenti - nella zona Verona-Pescantina; una brigata su due reggimenti - nella zona Schio-Thiene-Vicenza. 6° armata - una brigata su due reggimenti - nella zona S. Pietro in Gu-Breganze-Bassano. 4° armata - una brigata su due reggimenti (XXIX - 85° e 86°) nella zona Bassano-Asolo. 8° armata - una brigata su due reggimenti - nella zona CastelfrancoMontebelluna-Treviso. 3 ° armata -

una brigata su due reggimenti nella zona Treviso-Mestre.

9 ° armata -

due brigate di marcia su tre reggimenti ciascuna (un co-

mando di brigata e un comando di reggimento debbono esserle cedute dalla 3a armata) nella zona Padova-Camposampiero-Camisano. Ogni reggimento sarà composto di più battaglioni su 1200 uomini ciascuno (1° -11°-111° ... battaglione. Il numero dei battaglioni varia, pertanto, a seconda della disponibilità di complementi di ciascuna armata). Avrà inoltre un battaglione ricuperi, nel quale potranno temporaneamente essere incorporati i militari ricuperati appartenenti ai reparti fanteria dell'arina~a stessa. Ciascun battaglione avrà amministrazione autonoma e un propno centro di mobilitazione; i comandi di brigata e quelli di reggimento saranno amministrati da uno dei dipendenti battaglioni. Il battaglione ricuperi avrà in forza il solo nucleo di inquadramento: il personale ricuperato che vi transiterà sarà semplicemente tenuto in aggregazione. Le brigate restano a disposizione delle armate, per colmare le perdite che si verificano nelle proprie unità. Pertanto le brigate di marcia rappresentano nuclei di complementi e di istruzioni a disposizione immediata delle armate e non effettuano spostamenti di loro elementi quando una unità passi da un'armata all'altra. Una brigata che si sposti da un'~rmata all'altra sarà seguita solo, in fatto di complementi, dal suo battaglione complementare. Occorre ripetere che nei battaglioni complementari e nelle brigate di marcia debbono essere incorporati solamente militari di pronto impiego quali complementi: dovranno essere non idonei alle fatiche di guerra i soli militari di inquadramento e dei servizi fissi. RIFORNIMENTO DEI COMP LEMENTI - R imane sempre invariato e dovrà esser rigorosamente rispettato il principio del ritorno al corpo rispettivo dei militari ricuperati dal paese e dalla zona di guerra. Tali militari quando non affluiscono direttamente ai corpi (o direttamente o per il tramite dei battaglioni complementari della rispettiva brigata) dovranno affluire al battaglione ricuperi della brigata di marcia della rispettiva armata; da tale battaglione saranno smistati ed inviati al corpo rispettivo. Questo ultimo sistema sarà tenuto principalmente per i ricuperi che affluiscono dal Paese. I comandi d'armata daranno le opportune istruzioni per lo smistamento dei militari ricuperati appartenenti a riparti che abbiano frattanto cambiato d'armata. I complementi di nuova assegnazione, provenienti dal paese o dalla zona di guerra, saranno incorporati nei battaglioni ordinari delle brigate di marcia; i comandi di armata li impiegheranno per rinforzare i corpi dell'armata stessa. La tenuta a numero degli effettivi delle brigate di marcia sarà effettuata da questo comando in base alle disponibilità di complementi e alla situazione generale.


- 334-

*** Conseguenza della riunione dei complementi di nuova assegnazione in un minor numero di unità è lo scioglimento di un certo numero di comandi di brigata, di reggimento, di battaglioni di marcia. Il personale di truppa di essi sarà inglobato nelle brigate di marcia: gli ufficiali devono essere messi a disposizione di questo Ufficio Personale, al quale devono essere segnalati nominativamente per il giorno 20 corrente. Pel giorno 20 corrente i comandi di armata vorranno inoltre comunicare: 1° le brigate e i reggimenti di marcia rimasti presso l'armata stessa; 2° il centro di mobilitazione che prescelgono per ciascun battaglione; 3° la stazione di scarico per ciascun reggimento di marcia. Questa ultima indicazione serve soprattutto per l'affluenza dei ricuperi e del personale di nuova assegnazione dal Paese.

*** Nulla di mutato, rispetto a quanto prescrive la circolare 154420 del 22 marzo u.s., per i battaglioni complementari. La loro forza potrà essere tuttavia superiore a quella prevista (200 uomini per compagnia) quando i ricuperi disponibili, dopo aver portato a numero i battaglioni attivi, sorpassassero - eccezionalmente - la cifra predetta. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

- 335 -

....

DOCUMENTO N. 88

R. ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 23290 di prot. R.S.

26 luglio 1918

OGGETTO: Incorporazione del personale ricuperato dalle riduzioni agli organici A seguito delle disposizioni impartite con circolari n. 22807 e 22826 in data 4 e 5 corrente mese si dispone quanto segue circa l'utilizzazione dei militari di truppa affluiti ai depositi convalescenza e tappa delle singole armate per effetto delle riduzioni di cui al foglio sopracitato. 1° Tutti i militari idonei ad incondizionato servizio comunque affluiti ai depositi convalenscenza e tappa dovranno senz'altro essere avviati: a) se di fanteria e sue specialità: - alle brigate di marcia della rispettiva armata, avvertendo che per le armate eventualmente prive di una data specialità l'avviamento sarà il seguente: bersaglieri: alla 27a brigata di marcia della 3a armata (scarico Mestre); alpini: alla 29a brigata di marcia della 4a armata (scarico Lonigo); granatieri: alla 5a brigata di marcia della 9 a armata (scarico Camposampiero);

- mitraglieri: ai «riparti mitraglieri» della rispettiva armata; - bersaglieri ciclisti: al battaglione di marcia bersaglieri ciclisti della 3 a armata (scarico Dolo). L'intendenza generale, i comandi generali e i comandi ed enti autonomi vari che non hanno alla loro diretta dipendenza riparti di marcia faranno affluire i militari ricuperati di fanteria di linea a Strà presso l'ispettorato brigate di marcia della 9a armata, avviando invece quelli delle altre specialità dell'arma di fanteria alle località sopra indicate. b) se di cavalleria:

a Ferrara presso il deposito del reggimento Lancieri Aosta che provvederà al loro successivo smistamento secondo gli ordini che gli verranno all'uopo impartiti direttamente dal comando generale dell'arma di cavalleria. c) se di artiglieria e sue specialità:

al comando del nucleo di Legnago ove, secondo direttive già date da questo comando al comando generale di artiglieria, verrà loro impartito un


- 337-

- 336-

breve periodo di istruzione rimanendo quindi a disposizione di questo comando (ufficio ordinamento e mobilitazione) quali complementi. Il personale ufficiali occorrente all'inquadramento provvisorio di tali complementi verrà fatto affluire a Legnago per cura dell'ufficio personale di questo comando, dal quale detto personale continuerà a dipendere direttamente quale riserva di complementi ufficiali dell'arma di artiglieria. d) se del genio e sue specialità:

continuano ad affluire ai rispettivi depositi di convalescenza e tappa, come è già stato prescritto, rimanendo a disposizione delle singole armate quali complementi per il ripianamento delle deficienze dei riparti genio dipendenti. 2 ° Tutti i militari ricuperati eventualmente inabili dovranno invece sempre affluire ai depositi convalescenza e tappa delle singole armate ove subiranno la prescritta visita bimestrale, in esito alla quale: quelli dichiarati permanentemente inabili potranno essere impiegati dai comandi di armata per le note sostituzioni dei militari abili di classi giovani da avviare alle brigate di marcia; e quelli temporaneamente iµabili saranno versati, se di fanteria, alle compagnie presidiarie della rispettiva armata quali complementi, se di altra arma, ai riparti di 1• linea della propria arma per essere impiegati nei servizi interni, finché dura la loro inabilità alle fatiche di guerra. · 3 ° Tutti i militari idonei ad incondizionato servizio comunque ricuperati a misura che affluiranno alle località sopra indicate dovranno essere subito sottoposti ad intenso lavoro di preparazione morale e professionale secondo le direttive di cui alle circolari di questo comando n. 153730 del 4 marzo u.s. e n. 23260 del 21 corrente, affinché possano acquistare in breve volgere di tempo il voluto grado di solidità morale e· capacità professionale per essere all'occorrenza sicuramente impiegati quali complementi nei riparti di prima linea della rispettiva arma e specialità. Tutti i comandi cui la presente circolare è diretta faranno pervenire a questo comando entro la prima decade del mese di agosto p.v. uno specchio numerico diviso per arma, specialità e grado di inabilità dei militari ricuperati ed avviati alle destinazioni stabilite dalla presente circolare. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

DOCUMENTO N. 89

R. ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 22814 di prot. R.S.

5 luglio 1918

OGGETTO: Complementi per le truppe operanti A S.E. IL MINISTRO DELLA GUERRA e per conoscenza A S.E. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Con riferimento a quanto fu già esposto sia in precedenti lettere, sia testè in Comitato di Guerra da S.E. il Sottocapo di S.M. dell'Esercito ritengo necessario riassumere l'attuale situazione di forza ed i provvedimenti che occorrono per mettere l'Esercito operante in grado di far fronte alle esigenze presenti e future delle operazioni. Per effetto delle perdite subite durante le azioni dal 15 giugno ad oggi, e che ammontano certamente a più di 100.000 uomini, la disponibilità di complementi in zona di guerra per i reparti di 1• linea di fanteria e sue specialità verrà a ridursi a poco più di 50.000 uomini: e, cioè, in caso di un nuovo periodo di azioni intenso quanto quello suaccennato, non sarebbe possibile reintegrare più di metà delle perdite. Da parte di codesto Ministero, non possono più essere forniti complementi, essendo segnalato il loro esaurimento presso i depositi: i ricuperi come l'esperienza dimostra - sono appena sufficienti a compensare le perdite che si verificano nell'Esercito operante durante i periodi di relativa calma sulla fronte. Sulla classe 1900 non conviene fare assegnamento finché possibile, costituendo essa ormai l'ultimo cespite per l'intero corso di un anno. Pertanto, l'Esercito operante non potrebbe affrontare i nuovi periodi di operazioni intensive che certamente si verificheranno, a meno di adottare colla massima urgenza provvedimenti eccezionali che valgano a trarre dal Paese tutti gli elementi idonei per età e fisico al servizio di 1• linea, nonché tutti quegli elementi che, pur non avendo tali requisiti, possano comunque essere impiegati in 2 • linea o in Paese per rendere disponibili altrettanti idonei. Taluni di essi, relativi a riduzioni e revisioni, sono di competenza di codesto Ministero, che ha già convenuto nella necessità di attuarli. Per altri invece occorre anche l'intervento di S.E. il Presidente del Consiglio, affinché siano superate tutte le difficoltà che alla loro attuazione potrebbero opporsi.


- 338-

- 339-

Essi sono i seguenti: parte dei quali è già stata proposta in recenti occasioni:

Soltanto l'applicazione immediata, completa e costante dei provvedimenti suaccennati può sollevare l'Esercito dalla grave situazione che già si delinea ora e che peggiorerebbe in avvenire. Epperò io prego vivamente codesto Ministero di volere mercè l'appoggio di S.E. il Presidente del Consiglio, ottenere l'attuazione dei rimanenti. Sarò grato a V .E . di farmi cortesemente conoscere al più presto gli intendimenti suoi e del Governo al riguardo, anche per predisporre in zona di guerra i provvedimenti conseguenti.

- Oltre alla verifica dell'ultima revisione dei riformati, effettuare una nuova visita a tutti i riformati, sulla base di un nuovo elenco di infermità che consenta di utilizzare tutti coloro che possono dare la loro opera a pro' dell'Esercito sia in zona di guerra sia in zona territoriale; - Sostituire, in tutti gli stabilimenti industriali dipendenti dal Commissariato d'aeronautica e dal Ministero armi e munizioni, il personale militare idoneo al servizio di 1a linea mediante personale inabile, o mediante personale civile. Frattanto, sospendere qualsiasi nuova assegnazione di personale dall'esercito operante agli stabilimenti predetti; - Ritirare dalla Francia le truppe ausiliarie, allo scopo di incorporare in 1a linea gli elementi che risultassero idonei, ed impiegare il rimanente in 2a linea od in Paese; - Poiché l'associazione della Croce Rossa ha tuttora in zona territoriale il personale di 3 a categoria delle classe dall' 84 al 90, e tutto il personale della classe 83 e più anziane, riversare in zona di guerra tutti gli idonei delle classi a categoria suddette dal 78 in poi, per incorporarlo in reparti o servizi operanti a seconda dell'età e grado di idoneità: sostituendolo, negli stabilimenti territoriali della C.R., con inabili o con personale civile. Al riguardo converrà anche assicurarsi che non vi siano stabilimenti territoriali della C.R. non sufficientemente sfruttati e che possono perciò essere soppressi; Assegnare all'Esercito la classe 99 della R. Marina, lasciando a questa il 900 di cui essa potrebbe anticipare la chiamata; - Obbligare tutto il personale civile addetto a servizi civili automobilistici a prestar servizio analogo presso gli enti militari territoriali, sostituendolo con altro personale civile che gli interessati provvederanno a procurarsi ed istruire; - Infine, e con riferimento a taluni dei provvedimenti suaccennati, ricorrere in modo organico ed intensivo alla mobilitazione civile: costringendo, per lo meno, tutti gli appartenenti alle classi 72 e 73 a prestare, in zona territoriale, servizi di carattere militare. Per quanto concerne la zona di guerra, sono stati già attuati, e sono in corso provvedimenti intesi a trarre personale dalle armi e servizi che possano, comunque, subire qualche riduzione senza danno delle operazioni: ma il loro rendimento non potrà essere che scarso, finché dalla zona territoriale e dal Paese non si riversi in zona di guerra una corrente tale da produrre efficaci risultati.

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO f.to Diaz


- 340-

- 341 DOCUMENTO N. 90

et il personale abile fatiche guerra che si ricava dalla abolizione sia inviato depositi convalescenza et tappa stop.

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

4 ° Siano sciolti tutti i comandi tappa et presidio mobilitati et simili che non rispondano ad assolute esigenze et si ricorra ove necessario all'ol?era delle autorità militari territoriali locali, anche se di grado poco elevato stop.

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 22826 di prot. R.mo P. (fonogramma)

5 Luglio 1918

5° Siano sciolte tutte le scuole di armata che le LL.EE. i comandanti di armata non ritengano assolutamente indispensabili nell'attuale momento stop.

OGGETTO:Riduzione della forza A:

6° In ogni comando et corpo et servizio non di prima linea (intendonsi di prima linea tutti i comandi et corpi et servizi contemplati dallo specchio allegato al foglio 36051 B. del 15 novembre e che si allega in copia ad eccezione delle sezioni sanità et ospedaletti da campo da 50 letti et autoservizi, i quali debbono anch'essi considerarsi servizi di seconda linea) tutti uf~iciali inferiori non provvisti di cavallo dovranno avere un attendente ogm due ufficiali stop.

COMANDI ARMATE I", 3\ 4\ 6\ 7", 8"., 9" INTENDENZA GENERALE COMANDO GENERALE CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO COMANDO SUPERIORE AERONAUTICA COMANDI PIAZZE MARITTIME VENEZIA-LA SPEZIABRINDISI-TARANTO-LA MADDALENA e per conoscenza MINISTERO GUERRA - DIVISIONE S.M. MINISTERO 'GUERRA - LEVA E TRUPPA UFFICIO 1° AIUTANTE DI CAMPO DI S.M. UFFICIO AFFARI GENERALI DEL COMANDO SUPREMO COMANDO QUARTIER GENERALE DEL COMANDO SUPREMO

7° 2/3 dei portaferiti degli ospedaletti et ospedali da campo debbono essere sostituiti con personale inabile alle fatiche di guerra qualunque arma, ma che tuttavia possa disimpegnare servizio portaferiti stop. Personale da detrarre deve essere abile fatiche guerra et appartenere classi giovani fino 88 compresa stop. 8° Stessa riduzione di cui al n. 7 deve essere effettuata su ospedali tappa et territoriali dipendenti da varie intendenze ~top.

Attuale deficienza complementi impone assolutamente provvedimenti di carattere eccezionale stop. Mentre questo comando riservasi stabilire organici definitivi per alcuni enti, ordina senz'altro seguenti riduzioni stop.

9° Ogni sezione pistole mitragliatrici viene ridotta di 4 soldati portatori di munizioni e rifornitori quindi in complesso organico sezione est ridotta a 23 uomini di truppa stop.

1° Ogni quartier generale, dal Comando Supremo fino a quello dei Comandi di corpo d'armata inclusi, et di intendenza deve cedere un quinto della sua forza di truppa effettivamente presente alle ore Odel 6 luglio (escludere i CC.RR. l'autodrappello, l'ufficio postale) stop. Personale da detrarsi deve appartenere arma combattente, essere idoneo fatiche della guerra et di classe giovane fino 1888 compresa stop. Non deve essere sostituito et perciò rappresenta riduzione permanente sulla forza stessa stop. Riduzione da effettuare immediatamente stop. 2° Entro giorno 20 corrente stessi quartieri generali dovranno effettuare con stesse modalità altra riduzione un quinto stop. Personale così detratto dovrà essere sostituito con inabili fatiche guerra aut classi 76, 77, 78 et lasciasi perciò tale margine tempo per effettuare sostituzione stop. 3 ° Siano aboliti tutti i distaccamenti di comandi, di quartieri generali, di magazzini, di infermerie etc. che non siano assolutamente indispensabili,

10° Vengono aboliti i due soldati di riserva di ciascuna sezione mitragliatrici someggiata 1907 F . stop. Sono aboliti i due esploratori per ciasc~na sezione carreggiata e someggiata Fiat (totale 6 uomini per compagma Fiat) stop.

***

'

J

II personale così reso disponibile deve affluire depositi convalescenza e tappa armata rispettiva (deposito 9" armata per Comando Supremo et Intendenza Generale et Intendenza C.D.) stop. Personale di sanità va trasferito fanteria stop. Personale delle pistole mitragliatrici et delle sezioni mitragliatrici deve affluire reggimenti marcia mitraglieri di ciascuna armata stop. Personale ufficiali va segnalato nominativamente a questo Ufficio Personale stop.


- 343 -

- 342-

Predette riduzioni sono tutte all'infuori di quelle ordinate con telegramma 22807 del 4 luglio u.s. stop. Personale affluito depositi convalescenza et tappa per effetto presenti disposizioni et di quelle telegramma 22807 rimane disposizione questo comando: esso deve essere opportunamente istruito daJle armate affinché si possa impiegarlo quale complementi in fanteria (se di fanteria aut sanità et sussistenza trasferite in fanteria) aut negli altri reparti prima linea delle armi combattenti escludendo loro reimpiego nei servizi stop.

*** Rendimento pratico predette disposizioni riposa su loro rigorosa osservanza et attuazione senza restrizioni di sorta stop. Questo comando fa perciò affidamento sull'opera delle LL.EE. i comandanti di armata e del sig. Intendente Generale affinché essi, compresi della gravità della situazione, curino l'assoluta esecuzione degli ordini precedenti, che mirano ad assicurare per l'avvenire gli stessi vantaggi ottenuti dal nostro Esercito durante le recenti operazioni stop. Per giorno 20 luglio venturo dovrà essere comunicato a questo comando il risultato numerico di ciascuna riduzione, stop. Con la circostanza avvertesi che questo comando sarà grato delle proposte di ulteriori riduzioni che pervenissero dalle LL.EE. i comandanti di armata e dal sig. Intendente Generale stop. GENERALE DIAZ

DOCUMENTO N. 9 I

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

13 Luglio 1918 Riassunto della Conferenza tenuta da S.E. il Sottocapo ai Capi di S.M. d'Armata il 13 luglio 1918

COMPLEMENTI NECESSARI E PROVVEDIMENTI OCCORRENTI - Nel 1917 sono stati consumati circa 800.000 uomini, del nostro esercito, cioè il reddito di 4 o 5 classi: perciò, nel novembre scorso si è dovuto portare in linea il 99'. Il sistema dei battaglioni complementari e di marcia ha consentito di rinsanguare le divisioni nello scorso inverno e primavera e durante le recenti azioni, e ricostituire quelle più provate: ma il consumo continuo, l'esaurimento di complementi e le perdite prodotte dalla recente offensiva austriaca e dalla nostra vittoriosa controffensiva (circa 100.000 uomini) hanno ridotto tanto l'attuale forza dei reparti complementari e di marcia da non poter far fronte alle esigenze di un nuovo periodo d'azione intenso. Occorre perciò rastrellare uomini ovunque è possibile, per rimettere dette unità nelle necessarie condizioni di forza. Il Governo ed il Ministero della Guerra, stanno prendendo - dietro le insistenze del Comando Supremo - tutti i provvedimenti possibili (ritiro delle truppe ausiliarie dalla Francia - revisione dei riformati e loro utilizzazione in servizi sedentari anche se non idonei a servizio militare -e-- riversamento in zona di guerra del personale giovane della C.R. - assegnazione all'Esercito della classe 99 di Marina - impiego di personale civile, maschile e femminile in servizi di carattere militare - riduzione dei servizi territoriali e in ispecie soppressione di servizi di guardia armata - ispezioni nei depositi, affidate a ufficiali generali adatti, ecc.) per raccogliere personale abile o inabile e riversarlo in zona di guerra. Altrettanto è necessario si faccia in zona di guerra, ed a ciò mirano i recenti provvedimenti relativi a diminuzioni di organico nei Comandi e s,ervizi e a costituzioni di personale. Tali provvedimenti debbono essere applicati rigorosa,mente ed attuati mediante continua cura dei Capi di S.M. d' armata e dell'Intendente Generale. Già qualche ufficiale generale è stato incaricato di ispezioni, che si sono rivelate molto fruttifere, ma i Capi di .S.M. propongano, ciascuno per la propria armata, un ufficiale generale (l' ispettore delle Brigate di marcia,


- 344-

- 345 -

od altro adatto) che in base alle direttive dell'Ufficio Ordinamento e Mobilitazione si dedichi particolarmente a rilevare le infrazioni alle norme vigenti e ne riferisca al Comando Supremo, tenendo anche continuamente informato il rispettivo Capo di S.M. d' armata. I Comandi d'armata riferiscano al Comando Supremo circa il rendimento dei provvedimenti in questione. Solo in questo modo si potrà ottenere ciò che il Comando Supremo desidera: e cioè che la classe 900 sia chiamata in zona di guerra soltanto nel prossimo inverno, affinché riversata sulle brigate di marcia, abbia tempo di istruirsi ed essere efficiente nella prossima primavera.

sono state risparmiate in vista delle loro speciali condizioni, vengano ora utilizzate per dar riposo alle altre divisioni.

ISTRUZIONE DELLE UNITÀ DI MARCIA - Si tenga presente che le unità di marcia debbono essere curate, in fatto di disciplina e istruzione, quanto le unità di 1a linea: e poiché esse costituiscono, in massima, il naturale primo rifornimento delle armate in caso di azione, è interesse diretto di ogni armata il renderle efficienti. All'uopo, siano date alle unità di marcia dislocazioni che consentano utile sviluppo delle istruzioni, distaccandole anche se del caso, previa accordi col Comando Supremo, nel territorio di altra armata. È inteso che colle unità di marcia non si debbono costituire nuove unità combattenti, giacché in tal modo verrebbero a mancare i complementi. ISTRUZIONE DEI REPARTI A RIPOSO - Contemporaneamente all'istruzione delle unità di marcia, si curi l'istruzione delle divisioni a riposo nell'interno delle rispettive armate, e di quelle della 9a armata: sen;a però che il periodo di riposo si converta in periodo di attività tale da far preferire il ritorno in 1a linea. E si tenga presente la necessità di giornate intere di vero riposo (per es. le domeniche). CONCORSO NELLE OPERAZIONI DI RACCOLTO - Le unità di 2a linea compatibilmente colle esigenze di servizio e d'istruzione, diano largo concorso alle operazioni del raccolto, per le quali anche il Comando Supremo concorre con mezzi di trasporto. LICENZE - Si tenga presente l'importanza morale delle licenze, le quali debbono essere sospese soltanto in casi assolutamente eccezionali. TURNI DI TRINCEA - Per l'attuazione dei turni di trincea, oltre al cambio delle divisioni nell'interno delle armate il Comando Supremo concorrerà colle divisioni della 9a armata quando necessario, in modo che le divisioni ritirate possano rimanere a riposo per periodi di un mese: sempre col concetto ·però di restituire alle armate le proprie divisioni. E poiché le divisioni composte di truppe alpine in questo ultimo mese

MITRAGLIATRICI - Siano restituite tutte le mitragliatrici Schwarzlose catturate, col rispettivo munizionamento: esse verranno impiegate per la difesa antiaerea, in cui Ì'impiego è occasionale quindi il consumo delle munizioni è relativamente scarso: il che coincide colla impossibilità di fabbricare altre cartucce Schwarzlose in Paese. Verranno aumentate di 2 le armi delle comp. mitragliatrici Fiat, portandole ad 8. Con ciò le compagnie mitragliatrici riescono più pesanti: e d'altronde nulla vieta che le compagnie impieghino in operazioni di movimento solo 6 o 4 armi, tenendo le rimanenti a difesa di linee o di posizioni speciali. Frattanto si sta allestendo un tipo di mitragliatrice leggera atta a sostituire l'attuale pistola mitragliatrice, che verrà trasformata in moschetto mitragliatore.

e

CANNONI ANTIQUATI - In Paese si stanno raccogliendo parecchi cannoni antiquati (affusto rigido) che consentiranno di aumentare le artiglierie delle armate destinate a tiri di sbarramento. RISERVA D'ARTIGLIERIA - Si sta costituendo una riserva d'artiglieria a disposizione del Comando Supremo: essa si è già dimostrata preziosa nelle recenti operazioni, consentendo di rinforzare rapidamente la fronte di talune armate. Tale riserva non deve invogliare i Comandi d'artiglieria d'armata a chiedere l'assegnazione permanente di parte di essa alla propria armata: essa è una riserva comune, che rinforzerà in primo tempo la fronte là dove occorra prima di ricorrere alla sottrazione di artiglierie da altra armata. IMPIEGO DELLA UNITÀ DIVISIONE - L'unità divisione deve essere mantenuta unita non solo organicamente ma anche come impiego tattico: è una unità atta ad eseguire quei contra_ttacchi di una certa consistenza che costituiscono la più efficace difensiva, e quindi non va frazionata per provvedere a bisogni locali. Inoltre, l'impiegarla frazionata rende difficile il ritirarla a momento opportuno durante o dopo l'azione per sostituirla con una divisione della riserva; e rende quindi più difficUe la sua pronta ricostituzione. Tutti gli elementi, sia riparti, sia servizi, debbono essere ritirati quando la divisione viene ritirata dalla linea. La durata d'impiego di una divisione durante l'azione non deve essere inferiore ai 3 o 4 giorni di battaglia: ciò è confermato anche dall'esperienza di altri eserciti. (La divisione non deve essere ritirata dopo un giorno di combattimento: la sua fanteria, per l'abilità del Comando dev'essere in grado di conservare la sua forza combattiva per più giorni consecutivi non meno di 4 - Ludendorff).


- 346-

- 347ANNESSO I AL DOCUMENTO N. 92

DOCUMENTO N. 92

REGIO ESERCITO 1TALIANO - COMANDO SUPREMO

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 23010 di protocollo R.S.

addì 15 luglio 1918

A: COMANDI ARMATE P, 3\ 4", 6", 7", 8", 9" INTENDENZA GENERALE COMANDO GENERALE CAVALLERIA - ARTIGLIERIA GENIO COMANDO SUPERIORE AEREONAUTICA COMANDI PIAZZE MARITTIME VENEZIA-SPEZIA-BRINDISITARANTO-LA MADDALENA et per conoscenza: MINISTERO GUERRA - DIVISIONE S.M. MINISTERO GUERRA - LEVA E TRUPPA UFFICIO 1° AIUTANTE DI CAMPO DI S.M. UFFICIO AFFARI GENERALI DEL COMANDO SUPREMO COMANDO QUARTIER GENERALE COMANDO SUPREMO Con riferimento nostro 22826 del 5 corrente avvertesi che dalle note , riduzioni da effettuarsi nel perso~ale dei quartieri generali dei comandi devono essere esclusi militari truppa addetti speciali servizi per i quali sono richiesti determinati requisiti stop. Così est da escludersi per ora personale tecnico addetto servizio fonotelemetrico, fotoelettrico, radiotelegrafico, informazioni et intercettazioni, colombofilo et gas asfissianti, personale che del resto presta servizio nelle prime linee secondo i compiti di speciale competenza del servizio cui appartiene stop. Per contro est compreso nella riduzione tutto il personale addetto ai servizi sopraindicati ma senza carattere tecnico vale a dire piantoni, scritturali, dattilografi, ciclisti, attendenti ecc. ai quali devono èssere assolutamente applicate disposizioni nostre circolari 2750 et 22826 stop. Occasione avvertesi che tutto personale addetto servizio colombofilo deve d'ora innanzi essere unicamente tenuto in forza da compagnie telegrafisti assegnate grandi unità presso le quali singole colombaie prestano servizio stop. GENERALE BADOGLIO

N. 23768 di protocollo R.S.

16 agosto 1918

OGGETTO: Applicazione delle disposizioni per il ricupero dei complementi AI COMANDI DI ARMATA E GRANDI UNITÀ AUTONOME AI COMANDI GENERALI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO AI COMANDI DELLE PIAZZE MARITTIME ALL'INTENDENZA GENERALE ALL'UFFICIO AFFARI GENERALI DEL COMANDO SUPREMO Continuano a pervenire quesiti ovvero richieste di dispense dalla esatta e completa applicazione delle disposizioni recentemente impartite da questo Comando con circolari 2750-22807-22826 per la migliore utilizzazione dell'elemento uomo ai fini della guerra, richieste che generalmente non hanno fondamento di sorta. Sono ben note a questo Comando le difficoltà che i dipendenti Comandi di Armata hanno dovuto affrontare per effettuare integralmente le sostituzioni e riduzioni prescritte coi suddetti provvedimenti, ma questo Comando, dato l'alto scopo che si vuol raggiungere, ha altresì fatto assegnamento sul concorso volenteroso di tutti i dipendenti Comandi, Corpi, Reparti e Servizi per poter superare al più presto tali difficoltà, per il conseguimento del fine supremo: la Vittoria. Recentemente questo Comando, mediante la disponibilità di inabili messi a disposizione dell'esercito operante dal Ministero della Guerra, ha provveduto ad assegnare a ciascun Comando di Armata un'aliquota di circa 1000 inabiÌi. Si provveda perciò con tali elementi a continuare le sostituzioni degli individui di classi giovani addetti ad incarichi speciali non ancora ultimate e si completino le riduzioni prescritte in modo che entro il 30 corrente tutti i provvedimenti di che trattasi abbiano avuto la loro piena completa e rigorosa attuazione. Questo Comando confida pertanto che anche tutte le eccezioni affacciate finora verranno al più presto direttamente eliminate in modo che il quantitativo dei complementi ricuperato per i riparti di marcia sia effettivamente il massimo possibile. E in tal senso si gradirà formale assicurazione entro il 30 corrente. IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Diaz


- 348-

- 349ANNESSO 2 AL DOCUMENTO N. 92

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N . 24250 di protocollo (Allegato 1 specchio)

settembre 1918

OGGETTO: Impiego dell'elemento uomo in zona di guerra A: COMANDI DI ARMATA E DI GRANDI UNITÀ AUTONOME COMANDI PIAZZE MARITTIME COMANDI GENERALI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO INTENDENZA GENERALE e per conoscenza: AI SIG. UFFICIALI GENERALI ISPETTORI (Distribuzione estesa fino ai Comandi di Divisione) Le ispezioni eseguite dai sigg. Generali Ispettori durante la seconda quindicina di agosto nelle retrovie delle grandi unità mobilitate hanno nuovamente messo in evidenza gravi generali infrazioni alle disposizioni di questo· Comando circa l'utilizzazione dell'elemento uomo in base alla classe di leva ed al grado di inabilità: infrazioni che per conoscenza e norma di tutti i Comandi cu.i ia presente è diretta si riassumono nello specchio annesso. Una parte ragguardevole di tali infrazioni dimostra chiaramente che i recenti provvedimenti emanati da questo Comando per restituire ai reparti di 1 a linea il massimo numero possibile di complementi, specie per quanto riguarda la sostituzione di elementi di classe giovane con altri di classe più anziana ovvero di elementi idonei alle fatiche di guerra con altri non idonei, non hanno avuto ancora completa applicazione e talora anche nemmeno inizio di attuazione. Ciò se può trovare una qualche giustificazione nel fatto che il quantitativo di individui inabili affluiti alle singole Armate è ancora molto inferiore al bisogno, dimostra però chiaramente che è mancato l'interessamento e la buona volontà di taluni comandanti di riparto o capi servizio nell'affrontare e superare le inevitabili difficoltà che derivano da ogni riduzione o sostituzione di personale. Ricordino tutti i dipendenti Comandanti di Grandi Unità, Corpo, Riparto e Capi Servizio che - nel grave momento presente in cui si deve compiere il massimo sforzo per il conseguimento del fine supremo - l'interesse generale deve a vere assolutamente la prevalenza su ogni considerazione od interesse di carattere particolare. E poiché tale sforzo i nostri combattenti compiono giornalmente sulle prime linee con eroica abnegazione e con in-

domito coraggio, ogni maggiore sacrificio deve essere affrontato nelle retrovie per assicurare ad essi il massimo possibile concorso morale e materiale. Ora tale concorso sarà veramente il maggiore possibile quando nelle retrovie si faccia ogni più stretta economia dell'elemento uomo . È stato invece ripetutamente constatato che nelle retrovie l'uomo non rende come dovrebbe; il lavoro che in altri tempi, per altri scopi e con determinati utili, veniva eseguito da un individuo solo, è oggi a mala pena eseguito da parecchi; l'orario di lavoro spesso non è osservato; troppo frequenti sono i periodi di riposo e spesso non autorizzati; numerose le distrazioni di forza per servizi od incarichi tutt'altro che giustificati. · Con riferimento pertanto al foglio di questo Comando n. 23768 del 16 corrente si richiamano nuovamente tutti i Comandi cui la presente è diretta e segnatamente i Comandi di Armata, di Grandi Unità Autonome e l'Intendenza Generale, a cercare con ogni mezzo che l'impiego dell'elemento uomo nel territorio della propria giurisdizione risponda quanto più è possibile alle tassative prescrizioni di questo Comando in merito: soprattutto per quanto riflette il trasferimento nei riparti di prima linea e di marcia di tutti i militari idonei ad incondizionato servizio di classi giovani comunque finora impiegati in servizi di seconda linea senza alcun diritto. Ogni infrazione sia inesorabilmente ed esemplarmente punita, chiamando direttamente responsabili i singoli comandanti di riparto e capi servizio. Questo Comando per proprio conto, a mezzo dei sigg. Generali Ispettori di Armata, si assicurerà che entro la prima quindicina di settembre tutti i numerosi inconvenienti già segnalati siano stati totalmente e prontamente eliminati soprattutto per quanto riflette la sostituzione di militari di classi dal 1892 al 1899 pei quali qualsiasi eccezione non è più ammissibile. Ed affinché tale servizio di sorveglianza e di controllo possa dare il massimo rendimento possibile, si pregano le LL.EE. i Comandanti di Armata, di Grandi Unità Autonome e l'Intendente Generaie dell'Esercito di dare ai sigg. Generali Ispettori oltre al mandato ispettivo che già disimpegnano anche quello esecutivo, nei limiti e colle direttive che ritenessero del caso, salvo, beninteso, l'obbligo di riferire volta per volta sulle infrazioni riscontrate e sui provvedimenti presi sia al proprio Comando di armata sia direttamente a questo Comando (Ufficio ordinamento e mobilitazione) come per il passato. Sia cura dei Comandi di armata, di G. U .A. e dell'Intendenza Generale di rappresentare a questo Comando le eventuali difficoltà che assolutamente si opponessero alla completa applicazione dei provvedimenti di che trattasi, facendo altresì quelle proposte che ritenessero del caso per il più celere e completo raggiungimento dello scopo. Si prega di accusare ricevuta. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 351-

- 350COMANDO SUPREMO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

Principali infrazioni riscontrate

Provvedimenti da prendersi entro prima quindicina di settembre

Specchio annesso alla circolare 24250 del 1° éorrente Principali infrazioni riscontrate

Provvedimenti da prendersi entro prima quindicina di settembre

Nelle colonne salmerie e carreggio delle singole armate si trova tuttora numeroso personale di classi più giovani di quella del 1892 appartenente alle varie armi.

Il personale appartenente alle varie armi deve essere utilizzato per fornire complementi ai riparti di 1' linea, sia incorporandolo nei riparti di marcia se di fanteria , sia versandolo nei depositi convalescenza e tappa per il pronto reimpiego nei reparti di 1' linea di artiglieria e del genio.

Appartenenti al treno d'artiglieria e al treno del genio.

Il personale appartenente al treno d'artiglieria e del genio deve essere impiegato nei riparti combattenti delle varie armi e servizi che hanno tale personale, in sostituzione di quello di classi più anziane incorporato nei riparti stessi che dovrà essere avviato sulle varie colonne salmerie e carreggio.

Nei battaglioni di M.T. e nelle centurie è notata la presenza di militari idonei alle fatiche di guerra della classe 1879 e più giovani.

I militari idonei alle fatiche di guerra della classe 1879 e più giovani devono senz'altro essere incorporati nelle brigate di marcia di fanteria, per essere utilizzati quali compiementi (restando inteso che data la loro età quelli delle classi più anziane debbono essere impiegati per quanto è possibile nei servizi vari reggimentali e delle linee avanzate in sostituzione di elementi giovani). Tanto nei battaglioni M.T. quanto nelle centurie ordinarie non vi possono essere altro che militari delle classi 1876-1877-1878 idonei alle fatiche di guerra; quelli di classi più giovani vi possono essere incorporati soltanto se inabili permanentemente alle fatiche di guerra dichiarati tali da recente visita medica passata dalle Giunte sanitarie di armata.

Le riduzioni del personale dei vari servizi ordinate dal Comando Supremo sono state effettuate nell'ambito delle classi dal 1888 al 1889 seguendo criteri diversi per modo che si verifica il fatto di militari appartenenti a classi giovani che sono stati trattenuti presso i servizi stessi, mentre altri delle classi più anziane sono stati inviati ai riparti di mareia, originando malcontenti e sospetto di favoritismi.

Ciò è derivato dalla presenza presso i riparti e servizi di seconda linea di un considerevole numero di personale di classi giovani. Dovrà provvedersi sollecitamente e con opportuni scambi e sostituzioni nei riparti per togliere tutti gli elementi delle classi giovani, acquistando militari da utilizzare quali complementi e cercando di togliere le attuali disparità di trattamento.

Nei riparti di sanità più avanzati (sezioni di sanità e ospedaletti da campo) si trovano in genere militari delle classi più anziane mentre negli stabilimenti più arretrati si trovano militari delle classi relativamente giovani.

Dovrà procedersi gradualmente ma con sollecitudine allo scambio di tali militari nell'interno di ciascun Comando di Grande Unità, avvertendo che soltanto le sezioni di sanità debbono considerarsi riparti di 1' linea; tutti gli altri enti e stabilimenti sanitari sono di seconda linea e come tali non debbono avere militari di classi più giovani del 1892 all'infuori dei diplomati (infermieri, studenti in medicina, ecc.).

Le visite bimestrali delle giunte sanitarie ai riparti presidiari, ai servizi d'intendenza ed in genere a tutti i militari non idonei alle fatiche di guerra comunque impiegati in 2 ° linea non si effettuano regolarmente ed un rilevante numero di personale si sottrae alle visite stesse. Talora la visita è passata da un medico solo del riparto stesso - è rilasciata una dichiarazione di inabilità irregolare e non autentica - vengono usate diciture non autorizzate: per es . «meno atto alle fatiche di guerra»; «maggiormente inabile», ecc.

Occorrono precise e tassative disposizioni alle dipendenti Direzioni di Sanità intese agarantire le visite di controllo pretendendo nel modo più assoluto che i Comandanti di Riparto sotto la loro personale responsabilità facciano sottoporre alle visite stesse tutti i loro dipendenti, ricorrendo se del caso a provvisorie sostituzioni del personale e ricuperando al più presto ed immediatamente quali complementi gli elementi dichiarati idonei alle fatiche di guerra. Ad ogni modo ogni individuo visitato deve essere munito di un apposito modulo con la data della visita e colla esplicita dichiarazione del grado di inabilità autenticato dalla Giunta Sanitaria di armata. Ogni individuo dichiarato abile deve essere subito avviato ai riparti di marcia o di 1' li- . nea senza attendere ordini da nessuno e ciò sotto la personale responsabilità del Comandante del riparto.

Alcuni reparti presidiari hanno forza eccedente agli organici stabiliti perché sono trattenuti ai riparti stessi in attesa di ordini gli elementi idonei alle fatiche di guerra, ovvero per motivi inerenti allo speciale servizio cui è addetto il reparto.

Circa l'immediato ricupero degli idonei di cui sopra deve essere ridotta la forza dei riparti presidiari a quella stabilita dagli organici, proponendo se del caso la costituzione a questo Comando di nuovi riparti, ovvero utilizzando il personale esuberante quale complemento per i reparti ove esistono deficienze .

I Comandanti dei battaglioni presidiari per avere i dipendenti reparti distaccati e !ontanitra di loro non curano affatto le funzioni ispettive sui riparti stessi, né sorvegliano l'impiego del personale né l'amministrazione dello stesso.

Curare che tali comandi funzionino realmente e dando loro la necessaria responsabilità oppure proporne a questo Comando Supremo (ufficio ordinamento e mobilitazione) l'abolizione, colla quale si otterrà economia di personale a vantaggio nel servizio, tenendo presente che la maggior parte delle compagnie presidiarie vengono oggi impiegate isolatamente.

Presso Comandi ed Uffici è tuttora notata la presenza di personale delle classi più giovani del 1892 e che non è mai stato in 1' linea: soprattutto anche non specializzato.

Occorre provvedere con ogni mezzo all'immediata sostituzione di tali individui in applicazione alle vigenti tassative disposizioni nella considerazione che per ovvie ragioni morali nei riguardi dei militari combattenti e di quelli recentemente trasferiti la presenza di essi in posizione privilegiata ingenera malcontento. Il Comando Supremo, appena avrà il personale specializzato (dattilografi , disegnatori, tipografi , ecc .) dal Ministero della Guerra lo metterà subito a disposizione delle armate.


- 353 -

- 352-

DOCUMENTO N. 93 Principali infrazioni riscontrate

Provvedimenti da prendersi entro prima quindicina di settembre

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

I documenti amministrativi e giustificativi dei vari reparti di 2• linea sono di massima in disordine. Taluni riparti non tengono nemmeno il Giornale di contabilità prescritto .

Siano stabilite ispezioni amministrative frequenti e siano presi provvedimenti di rigore a carico dei comandanti dei riparti responsabili .

Presso riparti e servizi ove sono state effettuate le note riduzioni esistono in aggregazione ed in sussistenza numerosi militari di altri corpi e reparti , colla presenza dei quali viene frustrato il provvedimento della riduzione di forza sulla base degli organici.

Debbono essere allontanati e restituiti ai ripatti cui sono effettivi tutti i militari in parola, eccezione fatta per coloro che vi si trovano per temporaneo brevissimo servizio determinato da ragioni speciali. Militari aggregati non se ne debbono né possono prendere. I militari «in sussistenza» non dovranno rimanere al riparto più di 15 giorni .

I Comandi di tappa non sono informati sufficientemente della dislocazione dei riparti che si trovano nel territorio di loro giurisdizione, per modo che gli avviamenti di personale sono resi difficili e molto lenti.

Settimanalmente dovrà essere comunicata a ciascun Comando di tappa dipendente la dislocazione dei vari Reparti e servizi che si trovano nel territorio, informando sempre i Comançli stessi delle varianti che avvengono. Ad ogni modo si stabiliscano appositi collegamenti coi Comandi di tappa.

11 luglio 1918

N. 12112 di protoco1lo OGGETTO: Formazione e schieramento dell'Esercito Allegato n. 1 (specchio)

A S.A.R. E ALLE LL.EE. I COMANDANTI DELLE ARMATE La necessità di rinforzare alcuni tratti della fronte durante la recente azione offensiva nemica e di sostituire di poi successivamente diverse grandi unità provate, ha portato ad un completo rimaneggiamento nella costituzione della riserva del Comando Supremo e a notevoli mutamenti nella · formazione delle armate. Lo specchio della formazione dell'Esercito annesso al foglio n. 10183 del 26 aprile resta pertanto abrogato e sostituito da quello allegato alla presente il quale indica quale sarà - a movimenti in corso ultimati .,,_ la formazione delle armate e della riserva del Comando Supremo . Poiché non è escluso che altri movimenti· per sostituzione di unità da tempo in linea possano essere effettuati in prossimo avvenire, lo specchio ha essenzialmente valore in quanto indica il numero delle grandi unità assegnate alle armate, alla riserva, e il numero delle grandi unità che eventualmente le armate in linea debbono cedere al comando supremo: non per quanto si riferisce alla numerazione delle unità medesime. IL SOTTOCAPO DI S.M . DELL'ESERCITO Badoglio


ALLEGATO AL FOGLIO N. 12112 G.M. DELL' 11 LUGLIO 1918 sostituisce l'allegato n. 1 al foglio 10183 G.M. del 26 aprile 1918 SCHIERAMENTO E FORMAZIONE DELLE ARMATE (a movimenti in corso ultimati)

FORMAZIONE Armata

3a ga

4a

6a

1a

7a

9a

Settore

Piave S. - da Palazzon al mare Piave N. - da Pederobba a Palazzon Grappa - da Col Moschin a Pederobba Altipiani - da Sculazzon a Col Moschin

C.d.A.

XI-XXVIII-XXVI XXVII-XXII-VIII

23a_37a_31 a_25a_53a_ 45a_4a 66a_51 a_57a_6oa_4ga_ ' 5ga

-

Comandante

due divisioni

-

S.E. Giardino

una divisione

un regg.to bersaglieri

S.E. Montuori

due divisioni un reggimento bersaglieri

26 a_34 a_ 1oa-c .s. -5 5 a_ 4 gruppi alpini 69a_32 a_9a_ 12 a

S.E. Pecori

due divisioni due gruppi alpini

75 a_5 a_6a-2oa-21 a_ 22a

-

S.E. Tassoni

due divisioni tre gruppi alpini

61 a_27a_54a_l a_56a-ll 13a _33a_7a_l aA. zaA;

-

S.E. Morrone

17a_1ga_15a_59a_ 47a_5oa-24a_70a

XIII-XX Forze Britanniche C.A. Francese

14a_2ga _29a _2a_52a. 7a_23 a_4ga_23 a_24a.

XII-XVIII-XXIII-A.

Truppe suppletive

S.A.R . il Duca d'Aosta S.E. Caviglia

IX-VI-XXX-I

Garda-Astico - dal XXIX-V-X Garda a Sculazzon Stelvio-Garda - dal III-XIV-XXV P. Scalino al Garda

Riserva

Divisioni

Unità da tenere disponibili eventualmente per il Comando Supremo

un regg.to bersaglieri

due divisioni

N.B. - Tutte le armate devono mettersi in grado di fornire le unità sopraindicate in 24 ore, eccetto la 3a armata che potrà dare una delle due visioni in 48 ore, e la 6a entro 72 ore.


- 355 DOCUMENTO N. 93-bis

Principali movimenti di Unità da una all'altra Armata, effettuati dal 1° 1uglio al 30 settembre 1918 * DATA

I

4 4 5 6 7 7 7 8 8 8 8 9 9 Il Il

luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio luglio

14 luglio 14 luglio 14 luglio 14 luglio 16 luglio 16 luglio 16 luglio 16 luglio 16 luglio 18 luglio 18 luglio 19 luglio 21 luglio 21 luglio 21 luglio 23 luglio 25 luglio Agosto 3 agosto 9 agosto lO agosto 15 agosto 15 agosto 15 agosto 15 agosto 15 agosto 16 agosto 18 agosto 20 agosto 25 agosto 25 agosto 25 agosto 27 agosto 27 agosto 27 agosto

REPARTI IV brigata bers. (14° e 20° rgt.) VI brg. bers. (8° e 13 ° rgt.) V brg. marcia (20° e 22° rgt.) 5z• div. (I O e 2° Rgpt. alp.) 24• div . (brg. Taranto e Gaeta) e.do vm e.A. 48• div . (brg. Tevere e Aquila) 45 • div. (brg. Sesia e Cosenza) C.do XXX C.A. 47 • div. (brg. Bologna e Lombardia) so• div. (brg. Aosta e Udine) 6 I O rgt. marcia 33° rgt. marcia 10• div. (brg. Toscana e I bers.) 2° rgt. bombardieri

DA 3• I• 4• 4• 8•

Armata Armata Armata Armata Armata

9• Armata 4• Armata 9• 9• 9• 9• 6• 3•

Armata Armata Armata Armata Armata Armata

9• 3• 9• 9• 3• 9• 9• 3• 3• 9• 9' 4• 4• 4' 4' 3' 3'

Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata

I gruppo reparti assalto II gruppo reparti assalto 61 • div. (brg. Catania e Arezzo) 59' div. (brg. Modena e Massa) C.do XVIII C.A. I• div. (brg. Umbria ed Emilia) 56' div. (brg. Como e Ravenna) II gruppo reparti assalto 54 ' div. (brg. Granatieri e Novara) 20' div. (brg. Parma e Lazio) 4' div. (brg. Torino e III bers.) C.do XXX C.A. 47' div. (brg. Bologna e Lombardia) so• div. (brg. Aosta e Udine) brg. Puglie

9' 9' 9' 9' 9' 9' 9• 6' 9' 7' 3' 4' 4' 4• 3'

Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata Armata

2° rgt. bers. 3° rgt. bers.

8' Armata 6' Armata

27• div. (brg. Taro e Marche) 61 • div. (brg. Arezzo e Catania) 53 • div . (brg. Jonio e Potenza) 10• div. (brg. Toscana e I bers.) C.do XXIII C.A. C.do XXV C.A. C.do XXVI C.A. 7' div. (brg. Bergamo e Ancona) 54• div. (brg . Granatieri e Novara) 11 • div. (brg. Pavia e Perugia) 25 • div. (brg . Ferrara e Avellino 59• div. (brg. Modena e Massa) e.do XVIII C.A. I • div. (brg. Umbria ed Emilia) 56 ' div. (brg. Como e Ravenna) . 33 • div . (brg. Sassari e Bisagno) 26' bgr. marcia (76° e 83 ° rgt.)

A I• 3• 9• 6• 4a

Armata Armata Armata Armata Armata

8· Armata 3• Armata 4• Armata 4• Armata 8• Armata 4• Armata 9• Armata a disp. lsp.to bomb. 4• Armata 9• Armata 3• Armata I• Armata 9• Armata 7• Armata 3• Armata 9• Armata 9• Armata 4• Armata 3• Armata 9• Armata 9' Armata 9' Armata 9' Armata 9' Armata 9' Armata 7' Armata 6' Armata I• Armata 4' Armata 4' Armata 4' Armata 4' Armata 9' Armata 3' Armata 9' Armata 9' Armata 9' Armata 9' Armata 9' Armata XVI C.A. (Albania) 3' Armata 3• Armata

• Dal "Riassunto degli avvenimenti" dell'Ufficio Operazioni del Comando Supremo


- 356-

- 357Segue DOCUMENTO N. 93bis

DATA

REPARTI

A

9• Armata (XXIII C.) 9• Armata (XXIII C.) 3• Armata

XVI C .A. (Albania) 7• Armata (XIV C .) C.do Dif. Mobile Cost. 4• Armata (VI C.A.) I • Armata (V C.A.) 6 3 Armata (XX C.A.) 6· Armata 6 3 Armata 6 3 Armata 7• Armata (XXV C.A.) 8· Armata

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

Settembre 5 settem.

13• div. (brg. Palermo e Barletta)

14 settem.

4• div. (brg. Torino e III bers.)

18 settem.

I gruppo ciel. (4°, 5°, 12° bgt.)

18 settem.

2• div. ass. (IV, V, VI gruppo)

19 settem.

bgt. alp. «Cividale»

20 settem.

7• div. (brg. Bergamo e Ancona)

22 22 22 23

e.do XII e.A. 20• div . (brg. Parma e Lazio) 27 • div. (brg. Marche e Taro) 11 • div. (brg. Pavia e Perugia)

settem. settem. settem. settem.

DA

DOCUMENTO N. 94

.

23 settem.

I• div. ass. (I, II, III gruppo)

28 settem.

2• div. (brg. Regina e Livorno)

29 settem.

6· div. (brg. Chieti e Valtellina)

9• Armata (C.A.A.) 7• Armata (II C.A.) 9• Armata (XXIII C.A.) 9• Armata 9• Armata 9• Armata 4• Armata (IX C.A.) 9• Armata (C.A.A.) 6 3 Armata (XX C.A.) 9• Armata (XXIII C .A.)

9• Armata (XXIII C.A.) I• Armata (XC.A.)

UFFICIO SEGRETERIA

N. 363 di protocollo

. 31 agosto 1918

OGGETTO: Corrispondenza diretta al Comando Supremo Allegato n. 1 specchio AI COMANDI DI ARMATA, DI CORPO D'ARMATA DI DIVISIONE AI COMANDI GENERALI DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO ALLA INTENDENZA GENERALE ED ALLE INTENDENZE DI ARMATA AI MINISTERI DELLA GUERRA E DELLE ARMI E MUNIZIONI AL COMANDO TERRITORIALE DEL CORPO DI S.M. AI COMANDI TERRITORIALI DI CORPO D'ARMATA E DI DIVISIONE Nell'avviamento della corrispondenza ai vari uffici del Comando Supremo esiste ancora qualche incertezza e qualche tendenza ad inviare documenti di ogni genere solo a determinati uffici; ciò è fonte di ritardo nel disbrigo delle varie questioni. Si riassumono perciò le norme per l'invio di detta corrispondenza e si allega uno specchio con l'indicazione sommaria dei principali compiti assegnati a ciascun ufficio. Le poche varianti rispetto a quello analogo diramato con circolare n. 12460 del 16 aprile u.s. corrispondono a modificazioni di attribuzioni già attuate nell'interno del comando (sono aboliti lo specchio così sostituito e la circolare n. 6000 in data 17 febbraio u.s.). 1° Pel sollecito arrivo delle corrispondenze indirizzate al comando supremo: tutte le lettere devono portare, nell'indirizzo posto in testa al foglio, l'indicazione dell'ufficio al quale sono dirette; sulla basta invece: se spedite per mezzo della posta ordinaria, portare la semplice indicazione: Comando presidio A.B. - Abano.


- 358-

- 359-

se spedite per mezzo di corrieri, portare l'indicazione Comando Supremo - Ufficio ... 1• 2° All'ufficio segreteria debbono essere ·dirette soltanto: a) le lettere le quali debbono essere personalmente aperte dalle LL.EE. il capo ed il sottocapo di S.M. o dal sottoscritto; b) le lettere dirette alla sezione istruzioni, indicando però tra parentesi

Allegato alla circolare n. 363 Ris.ma del 31 agosto 1918

CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO SOTTOCAPO DELL'ESERCITO GENERALE ADDETTO Ufficio Segreteria

Riunione e coordinamento degli elementi che devono essere sottoposti all'esame delle LL.EE. il capo e il sottocapo di S.M. e del generale Addetto. Trasmissione delle disposizioni delle LL.EE. e del generale addetto . Istruzioni ed impiego tattico quadri e truppe (Sezione Istruzioni) .

Ufficio Operazioni

Studio e sviluppo operazioni - Assegnazione forze, art. e munizioni - Movimenti grandi unità, e di piccoli riparti se originati da necessità operative - Sistemazioni difensive . Avvenimenti - Situazione guerra. Elaborazione dati sul nemico . - Uffici informazioni armate . Scacchieri esteri - Missioni militari all'estero.

Ordinamento e mobilitazione

Truppa: reclutamento, chiamate, assegnazioni, avanzamento, perdite, ricuperi, licenze, esoneri, congedamenti, armamento, equipaggiamento. Quadrupedi e carreggio ordinario ed automobile. Formazione di guerra delle grandi unità e dei loro elementi (organizzazione, costituzione, nuove formazioni, assegnazioni, ricostituzione, spostamenti non originati da necessità operative) - Organizzazione e impiego dei prigionieri di guerra. Documenti riservati di mobilitazione. Spese, economie, indennità di carattere generale.

Affari generali

Questioni di indole generale. Disposizioni di massima, provvedimenti, inchieste. Disciplina - Consigli di disciplina - Divisa degli Ufficiali e della truppa. Ricompense ed onorificenze. - Licenze individuali. Norme per la circolazione, soggiorno e transito in zona di guerra. Servizio tipo-litografico e fotocollozincografico . Servizio cartografico . Rapporti gerarchici coi reparti direttamente dipendenti dal comando supremo. Servizio cifra pel comando supremo.

Ufficio Tecnico

Costruzione e produzione artiglierie, bombarde, armi portatili, da trincea; loro munizioni e parti accessorie. Traino meccanico delle artiglierie. Esame questioni stradali, ferroviarie, navigazione interna, fortificatorie - Costruzione e produzione materiali del genio; granate a mano, artifizi pirotecnici; materiali da segnalazione, fotoelettrici, di asco!tazione, perforazione, ventilazione. - Esplosivi - Mascheramenti. Gas asfissianti; difesa, impiego - Compagnia speciale X. Servizio lanciafiamme - Mezzi fumigeni . Colombi viaggiatori; colombaie, personale relativo. Servizio metereologico - Servizio fonotelemetrico e fotoelettrico .

Servizio Informazioni

Raccolta notizie militari, economiche, politiche sugli stati esteri. Polizia militare e spirito truppe - Censura corrispondenze - Opera mutilati di guerra - Controspionaggio - Sorveglianza e chiusura frontiere. Rapporti coi servizi informazioni eserciti alleati. Trattamento dei prigionieri di guerra nostri presso il nemico.

Ufficio Personale

Questioni generali e pratiche individuali relative agli Ufficiali: destinazioni, avanzamento, esoneri, ricuperi, avvicendamenti. Bollettini speciali e varianti - Ruolini ufficiali. - Rapporti informativi. - Ufficiali di stato maggiore ed a disposizione - reclutamento e impiego.

talè sezione sull'indirizzo. 3° I telegrammi devono essere indirzzati al Comando presidio A .B. Abano; l'indirizzo dell'ufficio al quale sono diretti deve essere messo, cifrato, dopo il numero di protocollo e la provenienza; Es . 302 Speciale stop Proviene comando 2° divisione stop per (cifrato) Ufficio operazioni stop .. . (cifrato) 4° Le presenti disposizioni vanno senz'altro in vigore. d'ordine IL GENERALE ADDETTO Scipioni

1

Alcuni uffici e comandi generali hanno proprio indirizzo e cioè: Ufficio promozioni speciali: ufficio promozioni speciali - Bologna. Ufficio giustizia militare: Presidio A.B.G.M. -

Abano.

Ufficio stampa e propaganda: Presidio A.B. Padova. Ufficio centrale doni e propaganda: Ufficio centrale doni -

Bologna.

Comando generale di cavalleria: Comando generale cavalleria Comando generale artiglieria: Presidio A .B. Artiglieria Comando generale genio: Presidio A.B. genio -

Abano .

zona di guerra.

Abano.


- 361 -

- 360-

Segretariato Generale per gli affari civili

Esercizio potere politico amministrativo Comando Supremo in zona di guerra: rapporti fra autorità militari civili e fra i rispettivi servizi sanitari. • Amministrazione civile territori occupati oltre confini del regno - Custodia e provvedimenti per gestioni enti locali territori sgombrati. Tutela proprietà privata e patrimonio artistico storico zona di guerra. Emanazione di bandi e ordinanze riguardanti la popolazione civile. Allontanamento, rimpatri, adesioni transito da e per l'estero. Sgomberi popolazione civile dal territorio operazioni e avviamento profughi. Reclutamento operai e assicurazione infortuni. Distribuzione energia elettrica.

Ufficio Stampa e Propaganda

Stampa: Bollettini di guerra - Comunicati - Corrispondenti guerra - Censura stampa e fotografica. Propaganda: Fra le truppe nostre e verso il nemico - Commissione centrale interalleata - Questioni politiche relative ai prigionieri di guerra nemici. Concorso alla propaganda all'interno e all'estero - Pubblicazioni varie - Servizio fotografico - Cinematografico e artistico. Missioni militari stati neutrali - Accompagnamento missioni non militari.

Ufficio Marina

Collegamento tra Comando Supremo e Capo di S.M. della Marina, e tra i servizi informazioni del R. esercito e della R. marina, di cui costituisce una sezione.

Gruppo missioni Eserciti alleati

Collegamento tra missioni e uffici e comandi . Accompagnamento missioni militari speciali. .

Ufficio Giustizia Militare

Istituzione e soppressione tribunali di guerra. Destinazioni ufficiali ai tribunali. Sorveglianza sui tribunali. Norme applicazione legge e determinazione competenza tribunali. Istanze di grazia per pene capitali. Esame delle richieste relative a procedimenti da iniziarsi contro ufficiali per i più gravi reati.

Ufficio centrale doni e propaganda

Riceve le offerte private destinate alle truppe (non ai militari singoli): le ripartisce; diffonde fra le truppe materiale di propaganda civile.

Com.do Superiored' Areonautica

Ìndirizzo tecnico, direttive d'impiego, distribuzione, coordinamento di azione dei mezzi aeronautici dell'esercito mobilitato o dislocati nella zona di spettanza del com . supr. - Loro rifornìmenti. Difesa aerea della zona di spettanza del com. supr.: indirizzo teenico, direttive d'impiego, distribuzione, coordinamento d'azione dei mezzi. Servizio fotografico aereo e servizio aerologico. Azione diretta di comando sui mezzi aeronautici e contraerei direttamente dipendenti dal com. supr. Avanzamento, assegnazione alle cariche , movimenti personale aereonautico e contraereo mobilitato. Rappresentare il com . supr. per trattare col commiss. gener. d'areon. circa programmi costituzione di nuove unità, rifornimenti di materiale, reclutamento, istruzione, affluenza del personale.

Com.do Superiore dei CC .RR.

Funzioni consulenza, eventualmente ispettive, per impiego CC.RR. mobilitati. Coordinamento impiego CC .RR. mobilitati e delle legioni territoriali aventi giurisdizione zona guerra. Salvacondotti .

Comandi generali cavalleria, artiglieria, genio

Funzioni di consulenza tecnica, eventualmente ispettive, circa impiego rispettive armi. Eventuale azione di comando diretto su reparti tenuti a disposizione del com. surp. . . . . Studi, predisposizioni, ecc. a volta a volta affidati. J\1ovu~entl personale ufficiali delle rispettive armi secondo parucolan accardi con ufficio personale.

Ufficio promozioni speciali

Istruisce e sottopone alla commissione per l'esame delle promozioni speciali le proposte ed i reclami relativi promozioni merito guerra, eccezionale, a scelta. · Passaggi ruolo, riammissione S.A.P. . Dà corso proposte accolte e notifica ai proponenti le respmte.

Quartier Generale

Sistemazione alloggi degli uffici e del personale del Comando Supremo. . .. Amministrazione del personale del Comando e d1sc1plina del persanale di truppa. Sorveglianza sui vari servizi.


- 362-

- 363 DOCUMENTO N. 95

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

Circolare N. 5866 di protocollo

3 marzo 1918

OGGETTO: Servizio per gli ufficiali di collegamento Allegati n. 2 (omessi) AI COMANDI DI ARMATA AI COMANDI DI CbRPO D'ARMATA e per conoscenza AI COMANDI GENERALI DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO All'attuale servizio degli ufficiali di collegamento fissi presso i Comandi di corpo d'armata viene sostituito un servizio di collegamento mobile disimpegnato presso i comandi di armata da ufficiali superiori S.M . o delle varie armi aventi spiccate attitudini al servizio stesso . Pertanto a modificazione delle precedenti disposizioni, che si intenderanno abrogate, il servizio degli ufficiali di collegamento sarà d'ora innanzi regolato nel modo seguente: COMPITI: Gli ufficiali di collegamento dovranno: a) impratichirsi del terreno, delle difese, dello schieramento delle truppe e delle artiglierie sulla fronte dell'armata presso cui sono inviati in modo da poter prontamente rispondere ai quesiti che fossero loro rivolti dall'ufficio operazioni; b) seguire le operazioni che avessero sviluppo sulla fronte dell'arma e ciò secondo direttive loro impartite dall'ufficio operazioni; e riferire all'ufficio secondo le direttive medesime; c) eseguire ricognizioni a scopo determinato, secondo ordini di detto ufficio, od anche di propria iniziativa, e riferirne succintamente; d) tenersi al corrente circa il morale delle truppe, e riferire al Comando Supremo i fatti salienti; e) eseguire i compiti speciali che l'ufficio operazioni, secondo gli ordini di S.E. il Capo, potesse loro affidare. MODALITÀ D'IMPIEGO: a) gli ufficiali di collegamento risiederanno presso i comandi di armata in numero di uno o due per ciascun comando. Essi faranno capo ad un capo-

centro dipendente dall'ufficio operazioni, che ne coordinerà il lavoro e ne integrerà l'azione in base a direttive del Capo ufficio operazioni. Tale capocentro insieme a qualche ufficiale di collegamento di riserva risiederà presso il comando supremo ; b) con opportuno impiego degli ufficiali di collegamento di riserva sarà stabilita una rotazione in modo da poter indirizzare ed orientare tutti gli ufficiali di collegamento sul lavoro dell'ufficio operazione, e cambiandoli di comando, portarli ad impratichirsi successivamente nella zona di più armate; c) gli ufficiali di collegamento dipenderanno nei riguardi disciplinari ed amministrativi direttamente dal Comando Supremo; d) i documenti periodici ed eventuali che presentemente venivano inviati dagli ufficiali di collegamento dovranno essere mandati direttamente dai comandi delle armate. (allegato I); e) il servizio di collegamento potrà essere integrato adibendovi ufficiali di S.M. eventualmente disponibili, che allo scopo verrebbero temporaneamente chiamati a far parte del Comando Supremo. La prima assegnazione degli ufficiali di collegamento risulta dall'annesso elenco (allegato 2). Gli attuali ufficiali di collegamento, esclusi quelli destinati a continuare nello speciale servizio, resteranno in funzione presso i corpi d'armata fino a nuovo ordine. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F.to Badoglio


- 365 -

- 364DOCUMENTO N. 96

COMANDO 3" ARMATA UFFICIO INFORMAZIONI

18 luglio 1918 OGGETTO: Organizzazione del servizio informazioni sul nemico nelle regioni invase

(da parte dell'Ufficio I.T.O. della 3" Armata) Avvenuto il nostro ripiegamento sulla linea del Piave, l'ostacolo del fiume, interposto per la quasi totalità della fronte dell'Armata tra noi e gli austriaci, venne a rendere di una difficoltà estrema quei contatti con l'avversario che sono indispensabili per poter conoscere la situazione periferica delle forze contrapposte e per poter trarre, dagli interrogatori, abilmente condotti, elementi di giudizio per conoscere anche l'entità delle riserve e le intenzioni del comando nemico. Nei primi mesi dell'inverno, lo stillicidio quasi quotidiano dei disertori e dei prigionieri all'ansa di Zenson e nel delta del Piave rendeva ancora possibile un lavoro di un rendimento discreto per l'apprezzamento della situazione da Salgareda al mare. Ma spazzato il nemico anche dalla testa di ponte di Zenson, i contatti diventarono possibili soltanto nel settore a mare, in corrispondenza di Capo Sile, di Cava Zuccherina e di Cortellazzo. Questo settore, chiuso fra Piave e Sile, quasi compartimento stagno scarsamente presidiato, era ben lungi però dall'offrire materia sufficiente per conoscere le forze gravitanti contro l'Armata e per intuirne le intenzioni. Si imponeva di escogitare altre fonti di informazione, tanto più che l'avvicinarsi della stagione propizia alle grandi operazioni faceva sentire sempre più grave la deficienza dei nostri mezzi di indagine: né a questa situazione penosa poteva porre riparo lo sfruttamento della nostra aviazione che attraversava una delle più gravi crisi e che, d'altra parte, l'esperienza di tre anni aveva dimostrato essere un mezzo assolutamente inadatto per apprezzare lo schieramento e l'entità delle forze nemiche. Sorse così l'idea di inviare dei nostri fiduciari nelle terre invase. Né poche, né lievi erano le difficoltà da superare per l'organizzazione di un tale servizio ed i primi assaggi fatti fecero dubitare della possibilità di attuarlo. La grande sorveglianza nemica sulla fronte densamente presidiata e attentamente sorvegliata, la vigilanza attivissima della gendarmeria austriaca nei territori invasi, i sistemi delle comunicazioni e delle segnalazioni, la scelta delle persone atte alla generosa e pericolosa missione, l'apprestamento dei mezzi per arrivare nei centri di vita dell'esercito nemico rappresentano al-

trettanti aspetti sotto i quali il complesso problema doveva essere affrontato e superato . Ad agevolare l'opera dell'Ufficio concorsero le informazioni fornite da nostri ufficiali prigionieri sfuggiti alla prigionia austriaca, dai quali si poterono avere numerosi e precisi dati sull'organizzazione dei servizi di vigilanza nemici sulla fronte, lungo il litorale e nell'interno del territorio occupato, ma più che tutto a risolvere il problema concorse l'offerta generosa di arditi aviatori che si assunsero l'incarico di portare al di là i nostri informatori. Per i mezzi di comunicazione si ritenne conveniente limitarsi a due: a) trasmissione di messaggi a mezzo di piccioni lanciati in prestabilite località dei territori invasi, con cestini a paracadute muniti di particolari dispositivi studiati dall'Ufficio; b) segnalazioni di notizie di particolare importanza a mezzo di lenzuola distese sui prati in punti prestabiliti e con prestabilite modalità.

*** Il tratto della fronte nel quale maggiormente interessava conoscere la situazione delle forze nemiche era quello settentrionale, a nord della ferrovia di Ponte di Piave, in quanto ché la mancanza assoluta di contatti, che si prolungava da mesi, avrebbe potuto riserbarci qualche dolorosa sorpresa. Pertanto si ritenne necessario di iniziare in quel settore il servizio e particolarmente di stabilire un centro di informazioni a Vittorio Veneto e nella zona di Pordenone. Quello di Vittorio Veneto, centro di vita principalissimo del nemico e sede di numerosi ed elevati comandi, ci avrebbe permesso oltre che di conoscere la situazione periferica dell'avversario nel settore a cavallo della Priula, di osservare tutti i movimenti attraverso la stretta di Serravalle entro la quale si svolge la grande via di arroccamento tra lo scacchiere montano e quello della pianura Veneto-Friulana. Il centro nella zona di Pordenone avrebbe permesso di sorvegliare gli ammassamenti fra Livenza e Tagliamento ed i movimenti sulla grande arteria ferroviaria U dine-Casarsa-Conegliano . Per quanto riguarda il personale cui affidare la delicata missione si seguì il principio di scegliere persone dei luoghi che, oltre a riunire le necessarie doti di coraggio, di fermezza, di riservatezza, avessero nei paesi ove avrebbero dovuto andar a svolgere la loro attività, larghe aderenze e fedeli amicizie. Vennero pertanto prescelti: a) pel centro di Vittorio : Ten. di Cav. de Carlo Camillo, aviatore del 1° Gruppo areoplani, che volle avere a compagno un soldato bersagliere, nativo di Fregona.


- 366-

- 367-

b) Pel centro di Pordenone: Ten. dei bersaglieri De Carli Nicolò, che prescelse per compagno il proprio fratello, caporale dell ' 8° Bersaglieri.

Il risultato della battaglia del Piave, con lo spazzamento del nemico da tutta la zona tra Piave Nuovo e Sile, venne ad eliminare anche quei tre minuscoli tratti dove eravamo a immediato contatto con l'avversario (Capo Sile-Cavazuccherina-Cortellazzo) ed a privarci di quello stillicidio di prigionieri e disertori che, per quanto imperfettamente, ci forniva elementi sulla situazione delle forze nemiche. Tale penoso stato di cose richiedeva pronti e radicali provvedimenti e pertanto l'Ufficio studiò un piano organico per stabilire nei territori occupati, con qualsiasi mezzo ed a qualsiasi costo, una rete di informatori . . E anzitutto stabilì i punti dai quali i fiduciari, per la vicinanza di importanti nodi stradali e per le particolari condizioni topografiche delle località, avrebbero potuto dare il maggiore rendimento e precisamente:

Per portare gli arditi oltre il Piave si offerse il Capitano aviatore Gelmetti, pilota di Voisin, di saldo cuore e di ben provata perizia. Dopo una diligente preparazione, curata in ogni più minuto dettaglio perché nulla fosse affidato alla fortuna, la notte fra il 30 ed il 31 maggio, l'apparecchio Voisin col Ten. De Carli ed il soldato bersagliere, partiva dal campo di Marcon, atterrava nel campo di aviazione di Aviano illuminato dal nemico perché erano in aria dei suoi apparecchi, e dopo aver deposto l'Ufficiale ed il proprio compagno riprendeva il volo e rientrava felicemente un'ora e quaranta minuti dopo la partenza a Marcon. Due giorni dopo il Ten. De Carli dalla prestabilita località nei pressi di Vittorio segnalava a mezzo di lenzuola distese il suo felice arrivo . Si iniziò allora nottetempo il lancio dei piccioni a mezzo di paracadute, ma il non perfetto orientamento degli osservatori d'aeroplano portò con sè che nei primi tempi i piccioni venivano gettati a qualche chilometro di distanza dal punto ove il De Carli si trovava, cosicché questi non potè comunicarci che notizie di carattere generale a mezzo di segnalazioni con lenzuola. Però il lancio dei piccioni, anche se eseguito nei primi tempi irregolarmente, ci fruttò preziose notizie poiché le popolazioni delle terre invase, con uno slancio veramente commovente, rispondevano sempre ai nostri appelli e provvedevano a rimandarci i piccioni con tutte le notizie di carattere militare che era loro dato di raccogliere. Basti dire che di 31 piccioni lanciati dal 1° giugno al 10 luglio ne ritornarono alle nostre piccionaie 21 con una percentuale del 70%, veramente superiore ad ogni nostra migliore aspettativa. Il 29 giugno giunse il primo messaggio scritto dal De Carli, al quale altri ne seguirono il 2 luglio (due dispacci) e il 5 luglio. L'ottimo risultato del primo esperimento consigliò, con il nuovo periodo lunare, a tentare una seconda impresa per stabilire il centro di Pordenone. Ma due volte il Voisin, partito dal campo pilotato dal Capitano Gelmetti con a bordo i due fratelli De Carli, dovette far ritorno senza aver atterrato nel territorio invaso perché le nebbie rendevano pessima la visibilità del terreno d'atterraggio: una terza volta il tentativo andò pure a vuoto perché mentre l'apparecchio stava per scendere sul campo di Aviano ed era a poche decine di metri da terra, venne improvvisamente illuminato da un razzo lanciato da un posto di sorveglianza nemico . *

**

Zona di Udine: per tener sorvegliato quell'importantissimo nodo ferroviario ove confluiscono le linee della Pontebba e dei Tauri e per avere in tempo la sensazione degli ammassamenti che il nemico predisponesse nel-1' eventualità di una nuova azione offensiva sul basso Piave. Zona di Casarsa e Zona di Portogr. : pé tenere sorvegliati i due più importanti punti di passaggio ferroviari e rotabili attraverso il Tagliamento. Zona di Spilimbergo: per sorvegliare gli eventuali ammassamenti di truppe che scese dalla Pontebba, deviassero per Gemona nell'alta pianura friulana. Zona di Caorle: per sfruttare talune fonti importanti di informazione colle quali l'Ufficio è già in relazione, e per poter stabilire per mare una via abbastanza celere e sicura per la trasmissione di notizie. Lungo e non facile è stato il lavoro per la scelta delle persone atte ad assolvere un compito tanto grave e delicato e ancora la scelta di taluna non è definitiva. Nella zona di Udine andranno i éapitani Locatelli e Allatere. Nella zona di Spilimbergo il capitano Martina. Nella zona di Casarsa i tenenti Vuga e Bornancin. Nella zona di Portogruaro il capitano Dispenza, già fatto prigioniero dal nemico il 15 giugno e sfuggito alla prigionia per via di mare. Nella zona di Caorle il capitano medico Romiati . I mezzi scelti per portare a destinazione i vari fiduciari sono tre: - aeroplani che atterreranno nelle praterie di Pavia di Udine e di Bicinicco, per il centro di Udine, e nelle brughiere di Pordenone, pei centri di Casarsa e di Spilimbergo; - idrovolanti che ammarreranno nel Canale di Nicesolo (Nord di Porto Falconera), per il centro di Portogruaro;


- 368 -

M.A.S. della R. Marina per accostare nella spiaggia di Caorle. Si è creduto di escludere, per ora, il lancio dei fiduciari dall'aeroplano mediante paracadute, anzitutto perché tale sistema non è accolto con favore dai generosi che si sono votati al sacrificio pel bene del Paese, in secondo luogo perché non torna facile al momento dell'atterraggio distruggere il paracadute e, d'altra parte, l'abbandonarlo senza distruggerlo equivarrebbe a dare in mano al nemico la prova della presenza di nostri fiduciari nei territori invasi e-porterebbe ad un inasprimento delle misure di vigilanza. La partenza dei fiduciari si inizierà, qualora le condizioni atmosferiche lo consentano, il 23 corrente e si nutre fiducia che, per la paziente preparazione fatta, anche questa impresa debba avere il felice risultato che il primo esperimento lascia sperare. I generosi che si sono offerti all'impresa danno pieno affidamento. Per tradizioni familiari, per atti di valore compiuti durante la guerra, per fervore di fede e spirito di sacrificio, segnalati da superiori e compagni, essi rappresenteranno nelle terre invase il simbolo della Patria viva e presente. La loro missione sarà suscitatrice di energie e confortatrice delle più alte speranze presso le popolazioni che attendono e invocano l'ora della liberazione. Essi formeranno altrettanti piccoli centri dai quali una benefica fede si irraggerà negli animi intimiditi ed oppressi. Come al tempo dei nostri padri, le virtù si fortificheranno nell'asprezza stessa delle prove e si trameranno nel silenzio e nell'ombra i nostri indistruttibili destini. IL COLONELLO CAPO SEZIONE INFORMAZIONI Ercole Smaniottò

- 369DOCUMENTO N. 97

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

N. 13356 di protocollo G.M.

11 settembre 1918

OGGETTO : Aeroplani per il trasporto dei noti informatori oltre le linee AL COMANDO SUPERIORE DI AERONAUTICA I comandi di armata (uffici I.T.O.) fanno presente che il trasporto dei noti informatori oltre le linee non può aver luogo regolarmente, né potrà effettuarsi nel prossimo periodo lunare se non verranno adibiti a tale scopo i mezzi di aviazione necessari. Poiché attribuisco a tale servizio la massima importanza, prego codesto Comando di voler provvedere di urgenza ad eliminare le attuali deficienze in guisa che i trasporti di personale previsti possano essere con certezza eseguiti nel prossimo periodo lunare. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F. to Badoglio


- 370-

- 371 DOCUMENTO N. 98

REGIO ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO SERVIZIO INFORMAZIONI

N. 11089/A

20 agosto 1918

OGGETTO: Organizzazione di moti nel territorio invaso ALL'UFFICIO SEGRETERIA e per conoscenza ALL'UFFICIO OPERAZIONI L'Ufficio Informazioni dell'8• Armata ha diretto all'Uffiçio Operazioni, a questo Servizio ed al Comando della suddetta Armata, l'unito rapporto nel quale, riassumendo le notizie che si hanno sul numero e sulla composizione delle nostre compagnie di prigionieri nelle regioni invase, sui frequenti e facili mezzi di evasione che denotano una menomata sorveglianza nemica, e sull'esistenza di veri e propri nuclei di resistenza armata italiana in parecchie località montane, specialmente nella Carnia, propone l'organizzazione di una campagna insurrezionale nelle regioni invase, mediante bande di prigionieri e di patriotti da mandare in soccorso dei nuclei di resistenza e da aiutare mediante lancio aereo di rifornimenti viveri e munizioni. L'insurrezione dovrebbe essere organizzata in modo da avvenire simultaneamente al momento da noi voluto e precisamente durante il corso di operazioni guerresche; e dovrebbe colpire specialmente con attentati e incursioni di nuclei armati i centri di vita del nemico, i depositi di munizioni e le vie di comunicazione. In relazione a queste proposte dell'Ufficio Informazioni dell'8• Armata, comunico che già da qualche tempo questo Servizio si sta adoperando per organizzare tutti o parte dei nostri prigionieri in Austria in modo da fare in ogni campo un centro di azione guidato da uomini risoluti, pronti a qualsiasi sacrificio, alimentando lo spirito di rivolta col sentimento di odio e di reazione contro lo scempio che il nemico fa della nostra gioventù, e dando istruzioni e mezzi per stabilire contatti con le organizzazioni segrete boeme, con i campi serbi, con quelli di prigionieri russi non inquinati, e con i famosi depositi di disertori e rivoltosi a. u. Come località verso cui i nuclei ribelli, una volta esplosa la rivolta, potessero più facilmente indirizzarsi, questo Servizio aveva già per suo conto designato la Carnia, essendo la regione che evidentemente si presta, per la conformazione del terreno, a questo tipo di guerriglia e ad una- resistenza

di nuclei su posizioni naturalmente adatte a difesa ove le nostre forze aeree potrebbero giungere facilmente cooperando ad alimentare i presidi. La cosa, bisogna riconoscerlo, non è affatto facile, specialmente per un'azione in grado di vera e propria guerra guerreggiata; mentre sembra più agevole per azioni di sabotaggio ed attentati individuali che effettivamente già sin da ora si stanno compiendo. Si farà ad ogni modo tutto il possibile per stabilire rapporti di tal genere coi campi ed addivenire ad accordi per questa più vasta organizzazione. Se essa potrà, anche embrionalmente riuscire, sarà necessario stabilire a suo tempo il momento preciso in cui dovrà funzionare, in relazione alle operazioni dell'Esercito operante, perché altrimenti ogni tentativo non tempestivo rischierebbe di essere inesorabilmente soffocato . IL CAPO DEL SERVIZIO INFORMAZIONI Col. Marchetti

ANNESSO I AL DOCUMENTO N. 98

COMANDO 3• ARMATA - STATO MAGGIORE UFFICIO INFORMAZIONI

4 ottobre 1918 OGGETTO: Piano per l'attuazione della guerriglia nei territori invasi In correlazione col programma già prospettato nelle sue linee generali e approvato in massima dal Comando Supremo per organizzare un'azione di rivolta e di guerra nel Veneto invaso, si espone il piano concreto che, in relazione ai mezzi di cui oggi possiamo disporre, si ritiene possa dare affidamento di riuscita.

Scopi dell'atione. L'azione progèttata avrà lo scopo principale di portare disordine, panico e disgregazione nelle retrovie e nei centri più sensibili di vita e di comando dell'avversario, in stretta correlazione con una azione militare dell'esercito nazionale. Ma assumerà anche un alto significato politico, in quanto il concorso dei Friulani alla liberazione delle proprie terre, costituirà la più tangibile smentita alle menzogne propalate dalla stampa austriaca circa l'acquiescenza degli abitanti delle terre invase al nuovo stato di cose così creatosi, e neutralizzerà la subdola campagna separatistica da tempo iniziata dal nemico per dimostrare come etnograficamente il Friuli non appartenga all'Italia. Questa pertanto è stata la ragione per la quale


- 372-

- 373 -

i fattori principali e gli attori del movimento sono stati per la gran parte prescelti tra gli ufficiali nativi delle provincie invase.

FASCIA DEL TAGLIAMENTO : Nuclei di azione: Spilimbergo; Valvasone; S. Vito al Tagliamento; Morsano; Latisana.

Caratteri e limiti territoriali dell'azione. La dura esperienza fatta durante il ripiegamento delle nostre truppe dalla linea dell'Isonzo a quella del Piave, ci insegna quale gravissime perturbazioni possano portare anche nel nesso di truppe solide, le audacie di qualche manipolo di arditi, pronti al sacrificio e quali conseguenze possano derivare anche da cause di lieve momento . Grida di allarme lanciate al momento opportuno lungo una colonna di pesanti traini, l'esplosione di qualche ordigno predisposto in punti ben scelti, l'improvvisa apertura del fuoco di una mitragliatrice ben appostata, il danneggiamento, anche parziale, di un manufatto, la rottura di linee telefoniche e telegrafiche ecc. ecc., possono portare tale inquietudine nei comandi e tale panico tra le truppe, specialmente se scosse da precedenti combattimenti, da mutare in rotta disastrosa un regolato movimento di ritirata. Pertanto i nostri nuclei dovranno essere preparati fisicamente e moralmente a tale specie di guerriglia e la loro opera dovrà essere caratterizzata dalla sorpresa, che non potrà conseguirsi se non mediante un'azione tempestiva e contemporanea di tutti i nuclei. La organizzazione di questa guerriglia potrà evidentemente portare i maggiori frutti in corrispondenza dei due principali corsi d'acqua delle retrovie del nemico: Livenza e Tagliamento: ed è qui pertanto che dovremo localizzarla, in quanto la scarsità dei mezzi di aviazione, di cui possiamo oggi disporre non consente di trasportare in un tempo relativamente breve che un limitato numero di nuclei. Occorre anche tenere presente che buona parte dei mezzi dovendo essere impiegata nell'invio di viveri, armi, munizioni ~ nel mantenimento dei collegamenti, verrà effettivamente sottratta al trasporto delle persone. Il voler abbracciare una più ampia fascia di terreno porterebbe d'altra parte inevitabilmente ad un disperdimento degli scarsi mezzi di cui possiamo disporre, ad uno slegamento dell'azione, a difficoltà quasi insormontabili di collegamento tra i nuclei, separati da considerevoli distanze e privi di mezzi di rapida comunicazione, e infine ad una minor efficacia nell'azione di comando per parte del capo destinato a dirigere l'impresa.

Collegamenti: I vari nuclei di azione delle due fasce saranno collegati mediante alcuni posti fissi di raccordo stabiliti nei pressi di S. Foca, di Pordenone, di Tiezzo (Azzano Decimo) e di Portogruaro. Il nucleo di collegamento di Azzano Decimo funziona già per l'opera di nostri fiduciari, gli altri verranno costituiti con elementi locali. Si provvederà pure con gli stessi elementi a collegare nucleo e nucleo di ciascuna delle due fasce. Il collegamento col comando d'Armata verrà mantenuto con l'invio di colombi viaggiatori, con segnalazioni a mezzo di lenzuola e con lancio di palloncini e con messaggi entro bottiglie. Poiché, tuttavia, l'esperienza ha dimostrato la precarietà dei mezzi sopraddetti, ad assicurare un collegamento più sicuro e continuativo, si provvederà all'impianto di due stazioni radiotelegrafiche e di due posti di corrispondenza. Le stazioni radiotelegrafiche le quali, secondo studi precedentemente.compiuti, verranno poste in corrispondenza fra di loro e con una stazione di al qua del Piave, si impianteranno l'uQa sui versanti meridionali di M. Cavallo; l'altra ·nella zona lagunare nei pressi di Villa Viera. I due posti di corrispondenza si troveranno lungo la spiaggia adriatica nei pressi di Porto S. Margherita e di Foce del Tagliamento. Ad essi saranno fatti affluire, in mancanza di altri mezzi, tutte le notizie raccolte dai vari nuclei dislocati lungo la Livenza e lungo il Tagliamento; ed essi alla loro volta avranno cura di inoltrarle con la massima sollecitudine al comando d'Armata sia a mezzo di motoscafi o di idrovolanti che periodicamente si recheranno nei punti fissati, sia a mezzo di piccioni di cui saranno ampiamente dotati. Occorrendo, potranno anche essere distaccati dai posti di corrisponde_nza imbarcazioni, che guidate da gente esperta del luqgo, riescano a raggiungere la spiaggia entro le linee italiane 1•

Dislocazione dei nuclei. Partendo dalle suesposte premesse, conviene sia determinata fin d'ora l'ubicazione dei nuclei che dovranno costituire lo scheletro dell'organizzazione, salvo ad apportare sul luogo quelle lievi modificazioni, che fossero consigliate da imprescindibili necessità e che p.ermettessero di meglio sfruttare le particolari condizioni di una data zona. FASCIA DELLA LIVENZA: Nuclei di azione: Sacile; Brugnera; Portobuffolè; Meduna di Livenza; S. Stino di Livenza; S. Elena.

Costituzione dei nuclei: Ogni nucleo d'azione sarà costituito da almeno due militari, dei quali almeno uno ufficiale. Ai nuclei, che verranno dislocati in zone presumibilmente occupate da truppe czeche potrà venire addetto anche un ufficiale di quella nazionalità. I partecipanti all'impresa saranno tutti volontari. Organizzazione del movimento e obbiettivi principali durante l'azione: I nuclei porteranno con sé armi e munizioni sufficienti per adunare ciascuno intorno a sé un piccolo gruppo di uomini pronti ad ogni prova più 1 Segnalazioni circa gli intendimenti e i movimenti dell'esercito nazionale saranno fatte per mezzo di aeroplani percorrenti le due fasce di nuclei.


- 374-

- 375-

audace. La ricerca pertanto e la scelta di codesti uomini dovrà essere la loro cura prima e precipua. Gli elementi dovranno essere scelti tra i prigionieri italiani evasi tuttora aggirantisi per la regione o sparsi per le case, fra i prigionieri incorporati nelle compagnie lavoratori, fra le truppe slave, specie czeco-slovacche, insofferenti dell'oppressione austriaca e desiderose di vendetta per le impiccagioni dei compagni già combattenti tra le file italiane. Grandissima cura da parte di ciascun nucleo sarà posta, naturalmente, nel ben riconoscere i centri nemici di vita, di movimento e di rifornimento più prossimi, con la scorta dei dati dei quali partirà fornito; nell'acquistare un'esatta nozione dell'andamento delle linee telefoniche e telegrafiche, nello studiare l'accesso ai comandi, ai depositi di armi portatili e di munizioni, ai magazzini di materie infiammabili, e via dicendo. Sulle direttive impartite dal comando si creeranno al più presto i posti · di raccordo 1• Assicurata la partecipazione al movimento degli elementi migliori, i nuclei illustreranno loro accuratamente i vari compiti a cui sono chiamati, cercando di suscitare e mantenere in loro lo spirito aggressivo, la fede sicura e ardente nell'impresa. Gli ufficiali czechi che eventualmente faranno parte della spedizione cercheranno alla loro volta di entrare immediatamente in rapporto coi propri connazionali, di studiarne l'animo, di incitare e organizzare alla rivolta coloro che si manifesteranno ad essa maggiormente propensi. All'organizzazione tecnica dovrà naturalmente corrispondere un'intensa opera di propaganda fra la popolazione civile. Sebbene il suo intento diretto nell'azione non sia ritenuto necessario, essa potrà e dovrà col proprio contegno favorirne potentemente lo svolgimento. Compiti principali nel momento, in cui si inizierà l'azione, sar;mno: colpi di mano su comandi, cattura di armi portatili presso i depositi precedentemente segnalati, intesi a crescere, il più possibile, il numero degli armati; rottura delle linee telefoniche e telegrafiche, danneggiamenti di manufatti, interruzioni e ostruzioni di ponti, di strade ferrate e ordinarie, salti di depositi di munizioni, spargimento di panico fra truppe scosse o in ritirata. Ufficiali czechi, o altri appartenenti ai nuclei, conoscitori perfetti dell'esercito a.u. vestiti dell'uniforme nemica, potranno nei nodi stradali e nel passaggio dei ponti, specie di notte, con ordini contraddittori portare al massimo la confusione delle colonne e dei carreggi refluenti verso la retrovie. Né si esclude che qualche reparto slavo ben preparato possa, al momento opportuno, rompere in aperta rivolta sotto la guida degli ufficiali appartenenti ai nostri nuclei.

Cominciato il deflusso nemico verso il Tagliamento i nuclei operanti sulla Livenza andranno via via spostandosi verso il Tagliamento stesso, per raffittire e rinsaldare i nuclei che già opereranno in quella zona. Per la felice riuscita dell'impresa è indispensabile, che ai vari elementi di ciascun nucleo siano affidati compiti ben definiti e opportunamente distribuiti. La massima riservatezza dovrà essere osservata durante il periodo preparatorio, la massima decisione e precisione dovranno regolarne l'azione.

1

Qualor.a i prigionieri italiani si prestino numerosi all'impresa, si dovrà anche studiare se non sia possibile, la costituzione di reparti maggiori e più organici nella zona prealpina (M . Cavallo), sul tipo dei noti «depositi verdi» austro-ungarici.

Mezzi di trasporto. Rifornimenti. All'infuori dei centri più settentrionali (Sacile-Spilimbergo), gli altri verranno raggiunti per via di terra, dopo avere ammarrato con idrovolanti sul Nicèsolo, sul canale dei Lovi, o sul Tagliamento. Non è da escludere, nelle notte sfavorevoli alla navigazione aerea, l'approdo per mezzo di M.A.S. sulla spiaggia ad oriente di S. Margherita, dove esiste già una nostra organizzazione, o sulla Pineda destra del Tagliamento. L'esperienza ha dimostrato, che il servizio di trasporto di persona mediante l'aviazione terrestre va soggetto a troppe e troppo mutabili condizioni, perché possa riuscire di grande e sicuro rendimento. Tuttavia per i due nuclei più settentrionali, troppo lontani dal mare, si ritiene opportuno il trasporto con apparecchi Voisin i quali, come da studi ed esperienze precedentemente fatte, potranno trovare buoni punti di atterramento nei pressi di Aviano e di Vivaro. Se qualche nucleo consentirà, potrà anche essere deposto da apparecchio terrestre con paracadute nella zona prescelta. Il trasporto di materiali (viveri e munizioni) sarà fatto principalmente con apparecchi terrestri (Caproni) nelle zone interne, e con Idrovolanti e M .A.S . nelle zone costiere. lvi i posti di corrispondenza potranno servire da base di rifornimento. I viveri consisteranno principalmente in gallette e carne in conserva; le armi in pistole con relative munizioni, in bombe a mano, in esplosivi, ordigni ecc.; se sarà possibile, anche in mitragliatrici leggere. Si provvederà anche all' invio dei medicinali per la profilassi antimalarica. · Materiali. Alla preparazione dell'impresa occorreranno materiali diversi (ordigni, paracadute, palloncini-messaggi, viveri in conserva, vestiari borghesi, lampade elettriche tascabili, orologi, ecc. ecc.) che verranno volta volta prelevati presso i vari depositi o acquistati direttamente in commercio. Si ritiene inoltre indispensabile che la dotazione del Gruppo Speciale I, addetto a questo Comando venga cresciuta di almeno due apparecchi Caproni, e che si costituisca al più presto possibile a disposizione dello stesso Comando un deposito di 250 pistole con relative munizioni. IL COLONNELLO CAPO SEZIONE INFORMAZIONI Ercole Smaniotto


- 377 -

- 376DOCUMENTO N. 99

ta per la sezione lanciafiamme resta al comando di reggimento facendo servizio per le tre squadre lanciafiamme dei battaglioni.

COMANDO SUPREMO DELL'ESERCITO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 32555 di protocollo R.S.

12 settembre 1918

OGGETTO: Nuovo tipo di battaglione di fanteria Allegati N. 4 specchi (omessi) AL COMANDO DELLA 9a ARMATA ALLA DIREZIONE SCUOLE PERFEZIONAMENTO U.M. Questo Comando è venuto nella determinazione di sperimentare un nuovo tipo di battaglione largamente provvisto di armi automatiche e di mezzi sussidiari. La formazione dettagliata di detto battaglione risulta dagli specchi allegati (omessi). . . . al nuovo battaglione, in aggiunta alla sezione lanciabombe e al riparto zappatori di cui oggi dispongono i battaglioni di fanteria, vengono assegnati i mezzi sussidiari che oggi sono in consegna (o in corso di distribuzione) ai Comandi di reggimento (cannoncini nell'aliquota di un terzo di quella assegnata ai reggimenti, plotone d'assalto nella stessa formazione di quello reggimentale). Tutti i predetti elementi sussidiari (plotone d'assalto, lanciabombe, lanciafiamme, cannoncini) sono riuniti in una compagnia mista, organicamente e disciplinarmente, sebbene essi possano naturalmente scindersi nel campo tattico. La compagnia mitragliatrici di battaglione viene aumentata di una sezione, portandola per conseguenza su 10 armi. · Nelle compagnie di fucili la sezione pistole mitragliatrici è abolita e sostituita da tre squadre moschettieri, ciascuna con 2 moschetti automatici, assegnate in ragione di una a ciascun plotone ordinario della compagnia. A ciascun plotone ordinario viene distribuita altresì una mitragliatrice leggera (SIA). In tal modo ogni plotone ordinario resterà formato di una squadra di fucili, una squadra di mitragliatrici leggere, una squadra moschettieri (37 uomini di truppa). Nulla di variato per il plotone misto. Nulla di mutato di massima - rispetto alle formazioni attuali - per quanto riguarda le salmerie reggimentali ed il carreggio di battaglione con la sola differenza che il battaglione acquista una carretta destinata ~ssenzialmente al trasporto delle munizioni del moschetto mitragliere e la carret-

*** L'esperimento di detto battaglione dovrà essere compiuto: a) presso la 9a Armata - formando un battaglione con allievi caporali della Scuola di Piazzola - e un battaglione presso il corpo d' armata d'assalto con gli elementi della classe 1900 del gruppo di assalto di marcia A. opportunamente inquadrati da elementi anziani. Il Comando d'Armata vorrà dare i conseguenti ordini richiedendo a questo Comando quei reparti speciali cui non potesse provvedere. b) Presso la Scuola di perfezionamento di fanteria U .M. con elementi della classe 1900 tratti dal Deposito Fanteria Piacenza O. inquadrati da graduati anziani. Per quest'ultimo battaglione questo Comando provvederà la squadra lanciafiamme, la sezione lanciabombe, la sezione cannoncini, la compagnia mitragliatrici . Gli accordi per la cessione del personale dei rimanenti elementi dovranno essere presi direttamente dalla Direzione delle Scuole di Perfezionamento con il Comando del deposito predetto. Questo Comando si riserva di inviare i moschetti automatici e le mitragliatrici SIA, nelle località che ciascun Comando interessato vorrà comunicare ed aderirà alle richieste che gli saranno fatte per i mezzi vari, di sua spettanza, occorrenti alle predette costituzioni, restando inteso che i mezzi di competenza delle Intendenze dovranno essere richiesti direttamente alle Intendenze medesime. I metodi da seguire nell'istruzione dei battaglioni accennati ed i quesiti cui ciascun comando, dopo sufficiente periodo di prove, dovrà rispondere nei riguardi della formazione e dell'impiego dei battaglioni in parola formeranno oggetto di altra comunicazione. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 378-

- 379DOCUMENTO N. 100

COMANDO SUPREMO SEZIONE ISTRUZIONI

N. 837 di protocollo riservato

30 settembre 1918

OGGETTO: Trasformazione del battaglione di fanteria Allegati N. 2 AI COMANDI DI ARMATA AI COMANDI GENERALI DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO e per conoscenza: A S.E. IL 1° AIUTANTE DI CAMPO GENERALE DI S.M. IL RE AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M.) 1° I generali direttori delle scuole d'armata, che furono quì riuniti il giorno 24 settembre avranno già verbalmente messo al corrente cotesto comando degli esperimenti che sono in corso presso la 9" armata e la scuola perfezionamento di fanteria U.M. per la trasformazione organica e dei procedimenti tattici del btg. di fanteria. Le ragioni di tali trasformazione - alla quale ho già sommariamente accennato nella lettera n. 13480 dell'ufficio operazioni del 17 corrente, oggetto «Gu,erra di movimento» - e gli scopi che si intendono di raggiungere dopo che essa sarà stata eseguita, sono riassunti negli uniti documenti che trasmetto per uso di cotesto comando e per la diramazione a quelli di grande unità, avvertendo che gli esperimenti in corso si propongono di definire i particolari delle formazioni sinora studiate teoricamente (compagnia, plotone, squadra, ecc.) la distribuzione fra esse degli armamenti e degli equipaggiamenti, i procedimenti tattici, le questioni relative ai servizi ecc .. Dopo i risultati degli esperimenti si potranno avere perciò nelle formazioni stesse, alcune varianti rispetto ai dati indicati in tali documenti, ma nel complesso la forza in uomini ed in armi automatiche del nuovo battaglione e le caratteristiche generali di esso possono già ritenersi definite (pag. 7 e 8 dei documenti citati). 2° Il riordinamento delle scuole nell'interno delle armate ha fra gli scopi quello di rendere possibile la trasformazione delle unità di fanteria, nel momento e nel modo che verranno ordinati, o di preparare ai nuovi compiti gli ufficiali, buona parte dei quadri di truppa e una parte almeno dei militari di truppa che avranno speciali impieghi nei riparti. All'uopo emanerò fra giorni disposizioni esecutive.

In relazione a tali concetti dispongo intanto che i comandi di grande unità, con conferenze da iniziarsi subito, comincino ad orientare i propri stati maggiori e gli ufficiali superiori di fanteria dei riparti dipendenti su quanto sta per farsi e ne preparino le menti ai nuovi procedimenti tattici. Potranno per ora essere utilmente consultate le pubblicazioni indicate a pag. 10 dei documenti allegati alla presente. È superfluo che io raccomandi la maggiore riservatezza possibile in materia, e le cure nella custodia dei documenti. Si limitino per ora le diramazioni sino ai comandi di divisione. 3° L'opera di trasformazione alla quale l'arma di fanteria si accinge, è complessa ed assai importante ed il tempo disponibile per effettuarla non è molto, giacché a primavera dovremo esser pronti, coi nuovi organici e coi nuovi procedimenti. Essa richiede più che l'esecuzione degli ordini, la fervida cooperazione di tutti; dai maggiori comandanti ai minori, e la fiducia che dopò averla compiuta con fede di intendimenti e tenacia di volontà, l'arma di fanteria disporrà di una potenza di mezzi pari alla capacità di sacrificio che le è propria e di cui essa ha saputo dar prova luminosa durante la guerra. IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F 0 Diaz


- 380-

- 381 ANNESSO AL DOCUMENTO N. 100

COMANDO SUPREMO

tiri di sbarramento diretti o indiretti (per sostituire il fuoco delle artiglierie leggere allorché queste allungano il tiro per turbare i movimenti e i servizi di collegamento avversario e per impedire l'accorrere di riserve).

SEZIONE ISTRUZIONI

24 settembre 1918 RAGIONI E SCOPI DELL'ESPERIMENTO PER LA TRASFORMAZIONE ORGANICA E DEI PROCEDIMENTI TATTICI DEL BTG. DI FANTERIA 1. - Nelle operazioni offensive tedesche svoltesi sulla fronte occidentale nella primavera di quest'anno , il battaglione tedesco (880 uomini ripartiti in 5 compagnie - una con 10 mitragliatrici pesanti, 4 con 6 mitragliatrici leggere - totale 34 armi automatiche) basa la propria azione quasi completamente sul «valore offensivo» del fuoco delle mitragliatrici. Mitragliatrici leggere

Per le caratteristiche di mobilità e per la potenza di fuoco, costituiscono l' ossatura del combattimento della fanteria e sono parte integrante dei suoi minori riparti (due armi per plotone). Sono le «punte dell' attacco» ed hanno sostanzialmente il compito di assicurare con reciproco appoggio ininterrotta continuità di fuoco nel congegno di sbalzi e di soste che caratterizza l'avanzata dei riparti attaccanti. Devono perciò costringere il nemico a terra nelle proprie trincee: farne tacere le mitragliatrici che tentassero di entrare in azione, cacciare col fuoco l'avversario dalle proprie posizioni e colpirlo mentre ripiega: proteggere le unità attaccanti che si rannodano. Mitragliatrici pesanti

Appoggiano col fuoco l' attacco delle mitragliatrici leggere e dei fucilieri, affinché possano spingersi quanto più lontano è possibile e li proteggono contro i ritorni offensivi avversari. P er l' applicazione di tali compiti essenziali, eseguono:

- tiri falcianti sugli obiettivi sui quali si dirigono le mitragliatrici leggere e i fucilieri, al fine di inchiodare l' avversario nelle proprie posizioni e nei camminamenti; - tiri al di sopra delle proprie truppe, e negli intervalli al fine di poter avere massima potenza di fuoco là dove l'attacco si manifesta decisivo;

Schieramento delle mitragliatrici pesanti. Quanto più possibile ai fianchi dei riparti attaccanti e scaglionate in profondità. I comandi devono far mantenere tale scaglionamento durante l'avanzata così da poter sempre avere dà esse pronto ed efficace intervento nel momento e nella direzione decisiva. 2. - In sostanza: l'impiego delle mitragliatrici leggere e quello delle mitragliatrici pesanti sono nettamente distinti e la continuità di fuoco che deriva dal reciproco appoggio delle une con le altre tende a mettere il difensore nell'impossibilità di impiegare le proprie armi ed a farlo sorprendere, inerme, dall'attaccante. Questi mira a ricacciare l'avversario dalle proprie posizioni, col fuoco e non coll'urto e sovrattutto a far giungere sulla posizione nemica, o a tergo di essa, un mitragliere che agisca con tiri d'infilata o di rovescio . 3. - Gli attacchi portati dai battaglioni tedeschi con così forte impiego offensivo del fuoco di mitragliatrici hanno determinato la sorpresa tattica sui battaglioni avversari, già dotati dì un fo rte numero di armi automatiche, ma non ancora preparati a tali procedimenti. I fucilieri di essi, e per la sorpresa anche in parte i mitraglieri restavano come paralizzati nelle proprie trincee dal fuoco delle mitragliatrici tedesche attaccanti; viceversa contrattacchi immediati non appoggiati in modo analogo dal fuoco offensivo delle proprie mitragliatrici fallivano sotto quello delle mitragliatrici tedesche rimaste quasi indisturbate dal fuoco della fanteria dell'attacco e comparenti di sorpresa l'una in difesa dell'altra (linee di mitragliatrici, e zone di nidi di mitragliatrici). 4. - Conclusione. Il battaglione mitragliere tedesco si è trovato di fronte un battaglione che per l'azione tattica svolta si può classificare ancora tra i fucilieri e ciò gli ha dato, in gran parte, il buon successo. Ugualmente è rimasto fuciliere il nostro battaglione di fanteria, e siccome tale, ha ancora recentemente dimostrato di possedere scarsa capacità a progredire nell'attacco (Montello-Piave). Per restituire ad esso capacità offensiva - ciò che si traduce anzitutto nella coscienza dei nostri soldati di non essere inferiori ai propri compiti nella lotta contro le mitragliatrici avversarie - occorre in primo luogo trasformare gli armamenti e i procedimenti tattici al fine di farne un battaglione mitraglieri.


- 382-

- 383 -

Non solo, tenuto conto delle evoluzioni imposte dalla guerra non è più sufficiente contrapporre al battaglione mitragliere austriaco o tedesco , un battaglione mitragliere analogo. Occorre contrapporgli un battaglione più potente e che pertanto rappresenti su quelli - per lo meno dal punto di vista degli armamenti e delle attitudini tattiche - una fase più progredita · dell'evoluzione. Ciò potrà appena controbilanciare la maggior pratica che l'avversario, avendoci preceduto su questa via, avrà dei nuovi procedimenti. Questi concetti hanno presieduto sulla determinazione del battaglione tipo, oggetto dell'esperimento.

9. - Moschetto automatico. Nasce dalla trasformazione della pistola mitragliatrice Fiat, ma-ha attitudini completamente diverse da questa. Consente colpi isolati, e serie celerissime di colpi che presentano analogia con la raffica della mitragliatrice: puntamento alla spalla o al fianco , e ciò risolve bene il problema del tiro camminando, dispone di una fortissi ma dotazione di colpi, ripartiti fra pochi uomini. Nella lotta vicina il tiratore può agevolmente voltarsi da qualunque parte, ciò che non è consentito che limitatamente e più lentamente alle mitragliatrici leggere e tanto meno alle pesanti. Per tutte le caratteristiche ora dette è l'arma più adatta alla lotta vicina col fuoco (esempio contro lanciatori di bombe) e per far giungere con l'appoggio delle mitragliatrici leggere e pesanti, un tiratore provvisto di uguale arma, sulla trincea nemica e prenderla d'infilata col tiro. È perfettamente idonea per servizi di pattuglia (consente di formare pattuglie poco numerose) e con l'appoggio di lanciatori di bombe per la pulizia delle posizioni conquistate. Nel complesso risolve in modo completo il problema già accennato di assaltare col fuoco, anziché coll'urto (cfr. N. 2) e poiché è un'arma nuova è già di per sé destinata ad esercitare sorpresa sull'avversario che ancora non la conosce.

Composizione del battaglione tipo (btg. T.) Si trascrivono alcuni dati di raffronto col battaglione di fanteria nella formazione presente (btg. O) . 5. -

Dal punto di vista numerico:

btg. T: 26 uff.; 304 truppa; 43 quadrup .; 20 carri ; 5 biciclette. btg. O: 22 uff.; 780 truppa; 35 quadrup.; 16 carri; 5 biciclette. 6. -

Dal punto di vista organico:

btg. T: 5 cp. (3 moschettieri; 1 mitraglieri; 1 mista). La compagnia mista formata da 1 plotone arditi con squadra lanciafiamme; 1 plotone cannoncini; 1 plotone lanciabombe; 1 plotone zappatori).

Nelle presenti formazioni i lanciafiamme (12) e i cannoncini (4) si trovano presso il reggimento. L'armamento in fucili 91 del btg. T è fra le questioni da definire.

10. - Mitragliatrice leggera (SIA) . Per le ben riuscite caratteristiche costruttive, possiede in modo spiccato le attitudini di mobilità richieste per l'impiego tattico accennato nel n. 1 di questa memoria. Sotto tale punto di vista ha decisa superiorità sulla Schwarzlose austriaca, la quale è stata semplicemente adattata, con ripieghi, alle funzioni anche di mitragliatrice leggera e perciò è solo relativamente mobile. Non richiede acqua per il raffreddamento. Consente tiri giusti anche alle medie distanze e poiché ha un cavalletto abbastanza stabile si può con essa imboccare una feritoia o battere efficacemente a raffiche il ciglio di fuoco di una trincea avversaria. Per l'uguaglianza del calibro e della cartuccia (mod. 91) e per l'alimentazione a caricatore, anziché a nastri, può ove occorra, trovare subito un certo rifornimento di munizioni nei fucilieri coi quali combatte.

8. - Nel complesso il btg. T ha all'incirca la medesima forza del btg. O: è più complesso organicamente e tecnicamente. Il progresso di esso sul battaglione O è dato dal maggior numero assoluto di armi automatiche (e per questo è mitragliere nella composizione e nelle attitudini) ed il progresso sul battaglione mitragliere austriaco o tedesco del 1918 è dato dalla più forte capacità di fuoco (numero complessivo delle armi automatiche) e dalla comparsa di una nuova arma (moschetto automatico).

11. - Mitragliatrici pesanti (10 armi per compagnia). Le armi sono già note: le Fiat; la compagnia ha avuto l' aumento di una sezione di due armi. Tenuto conto dell'impiego tattico indicato al n . 1 (vedi: schieramento delle mitragliatrici pesanti) l'aumento di tale sezione, se appesantisce da un lato l'intiero reparto, pare che dall'altro possa agevolare la formazione degli scaglioni di manovra (sezioni-mezze compagnie) e concorrere nel far mantenere lo scaglionamento durante l'avanzata.

btg. O: 4 cp. (3 fucilieri; 1 mitraglieri) e 1 riparto zappatori. 7. -

Dal punto di vista degli armamenti:

btg. T: 37 armi automatiche (10 mitragliatrici pesanti; 9 mitragliatrici leggiere; 18 moschetti automatici) 2 cannoncini, 4 lanciabombe, 4 lanciafiamme). btg. O: 14 armi automatiche (8 mitragliatrici pesanti, 6 pistole mitragliatrici) 4 lanciabombe.


- 384-

- 385-

12. - Cannoncini, lanciafiamme, lanciabombe-stokes. Nulla di particolare da notare.

FORMAZIONI RIASSUNTIVE DEL BATTAGLIONE TIPO Uomini Uff.

Attitudini e procedimenti tattici del btg. T.

13. - Col complesso di mezzi suindicati e di qualche altro che potrà essergli assegnato (es . bombe da fucile), con l'impiego a momento opportuno dei riparti specializzati (plotone arditi di btg.; plotone zappatori) il btg. così costituito, inquadrato ed appoggiato dalle artiglierie campali dovrebbe avere in campo aperto la sua capacità di procedere all'attacco su fronte di 400 metri per profondità 2-3 km. Ed, ove occorra, di passare attraverso una linea di mitragliatrici fiancheggiantesi. Con questo avrà implicitamente la capacità di ridurre un nido isolato di mitragliatrici. 14. - Impiego deijucilieri. Collegamento fra i nuclei d'attacco (squadre mitragliatrici leggere, squadre moschetti automatici): costituzione da soli o col moschetto automatico delle pattuglie di combattimento:-(determinazione dei punti di difesa nemica sui quali conviene concentrare gli sforzi : rammentare che devono essere i punti deboli e nori i punti forti della resistenza avversaria): scorte alle mitragliatrici pesanti o a quelle leggiere: pulizia delle trincee in concorso coi lanciatori di bombe - tiro all'uomo isolato (tiratori scelti) - servizi di collegamento - eventuale concorso nel rifornimento munizioni. 15. - Il dispositivo d' attacco delle compagnie di prima linea (cfr. n. 2) deve essere costituito da nuclei radi, collegati da uomini isolati e a coppie. Ciascun nucleo composto dai serventi dell'arma automatica e dalle pattuglie ctel rifornimento mmiizioni e per la difesa dell'arma. Tutta la forma~ zione a nuclei è molto adattabile al terreno ed è poco vulnerabile dai tiri delle artiglierie e delle mitragliatrici.

Squadra mitragliatrici leggere (I arma) Squadra moschetti automatici (2 armi) Squadra fucilieri

Truppa

Quadrupedi

Carri

Biciclette

8 7 20

COMPAGNIA MOSCHETTIERI Plotone misto 1 Plotone moschettieri 1 Sq. mitr. leggere 1 Sq. moschetti automatici I Sq. fucilieri 2° Plotone moschettieri 3° Plotone moschettieri Totale COMPAGNIA MISTA Plotone misto Plotone arditi con squadra di 4 lanciafiamme Plotone zappatori Plotone lanciabombe (4 armi) Plotone cannoncini (2 armi) Totale

I

29

I

37

1 1

37 37

4

140

I

25

I I 1 I

55 65 26 20

5

2 2

1

191

4

1

4

168

20

20

I

5 4 4 4 5 4

25 140 140 140 191 168

19

9

4

4

I

20

10

1

26

804

43

20

5

. 10 I I

30 50 45

9 2

4

5

3

4 100 129

2

1

78

80 109 2412

60

15

93

2726

244

66

21

COMPAGNIA MITRAGLIA TRIC! FIAT Carreggiata (5 sezioni di 2 armi) Totale BATTAGLIONE T Comando battaglione I• compagnia moschettieri 2' compagnia moschettieri 3 • compagnia moschettieri Compagnia mista Compagnia mitr. pesanti Totale Nota: Il materiale della squadra lanciafiamme è portato su di una carretta unica pei 3 battagl. e che fa parte del comando Regg. REGGIMENTO T Comando Reggimento (carreggio come sopra più una carretta e relativi quadrupiedi per le 3 squadre lanciafiamme) Plotone zappatori specialisti Plotone d'assalto Riparto artiglieria e bombarde reggimentali (assegnazione ancora in studio) Salmeria reggimentale 3 battaglioni T. Totale


- 387 -

- 386-

DOCUMENTO N. 101

SPECCHIO DI CONFRONTO FRA LE FORMAZIONI T ITALIANE E LE FORMAZIONI NEMICHE ITALIA

DATI

AUSTRIA

formazioni T

lotta vicina

830 45 (un plot.)

usuale

mitragl. pesanti migragl. leggere moschetti autom. (lotta vicina)

Numero delle compagnie (tutte provviste di mitragliatrici leggiere)

Armi e mezzi sussidiari

8 12

37

numero imprecis.

IO

20

24

34

18

-

-

5 3 moschet.ri I mitragl. I mista

5 3 fucil. I mitragl. I distac. tee.

5 4 fucil. I mitragl.

Cannoncini

2

Lanciambombe

4

Lanciafiamme

4

Zappatori di battaglione

usuale

880 30 (10 per cp. 108 (27 per cp. fucilieri) fucilieri)

IO 9

1

900

fucilieri e lanciatori di da definire bombe a mano e da fucile

Armi automatiche

2 2 o 4 (pie. ca!.)

-

65 (un plot.)

assegnazione temporanea con elementi tratti dal reggimento

40 (un plot.) Reggimento

Riparto assalto

45 (un plot.)

Zappatori di reggimento 50 Bombarde leggere o lanciabombe non definiti Artiglierie reggimentali 1

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

Battaglione

DI RAFFRONTO Forze in uomini militari arditi

GERMANIA

non definiti

-

I riparto con lanciaf. I compagnia 4-8 armi 6 (ripartibili fra i btg.) 2 o 4 cann. una btr. da campagna

Organici in corso di trasformazione. Col diminuire degli effettivi e col passaggio all'atteggiamento difensivo la Germania tende a ridurre la forza in uomini o forse il numero delle compagnie del battaglione e ad aumentare notevolmente il numero delle mitragliatrici leggere.

26 giugno 1918

N. 17000 di prot. R.S. OGGETTO: Plotoni d'assalto reggimentali AL COMANDO DELLA 9a ARMATA per conoscenza: AI COMANDI D'ARMATA ALL'INTENDENZA GENERALE AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M.)

Affinché ogni reggimento di fanteria possa avere in sé stesso gli elementi specializzati per svolgere piccole azioni di sorpresa, colpi di mano, atti controffensivi ecc. e i comandi di brigata e di divisione possano, occorrendo, riunire temporaneamente più reparti di tale specie, per compiere su più vasta scala le azioni predette, si stabilisce che, per ogni reggimento di fanteria di linea e bersaglieri delle divisioni in ricostituzione presso codesta armata, sia formato un plotone d'assalto, con la composizione di seguito specificata: PLOTONE DEL REGGIMENTO DI TESTA

PLOTONE DEL 2° REGGIMENTO DELLA BRIGATA

Un tenente comandante del plotone

Un s. ten. (aspir. aiut. di battaglia) comandante del plotone

Un s. tenente (aspir. aiut. di battaglia) Maresciallo o sergente maggiore 1 Sergenti o caporali maggiori 4

Marescialli e serg. maggiori Sergenti o caporali maggiori

Caporali Soldati (4 squadre)

Caporali Soldati (4 squadre)

4 36

4

4

36

La forza predetta non deve essere in aumento alla forza del reggimento : pertanto essa implica la sottrazione media di 5 uomini per compagnia (forza residua in ciascuna compagnia di fucili - 145 fucili più 27 uomini della sezione pistole mitragliatrici). Il plotone di assalto è tenuto in forza dalla compagnia S.M. del reggimento.


- 388 -

- 389-

Ai plotoni di assalto non si assegnano per ora in modo stabile mitragliatrici e pistole mitragliatrici. Tali armi debbono essere consegnate ai plotoni d'assalto al momento dell'azione, traendole da quelle del reggimento. A tale uopo però si dispone:

comando di brigata e formano una compagnia di cui assume il comando il tenente comandante del plotone del reggimento di testa). Possono anche, dal comando di divisione, essere impiegati tutti o in parte riuniti per divisione: in tal caso potranno formare fino a due compagnie delle quali assumerà il comando uno degli ufficiali superiori (o capitano) delle brigate del- ·

1° che una squadra (1 sergente, 1 caporale, 9 uomini) sia addestrata all'impiego delle mitragliatrici Fiat, in modo da poter formare per l'azione una sezione mitragliatrici (1 sergente comandante di sezione - 2 caporali o soldati capi mitragliatrice, 2 soldati serventi di sinistra, 2 soldati tiratori, 2 soldati primi rifornitori e vice tiratori, 2 soldati secondi rifornitori). A tale uopo gli elementi di tale squadra possono essere tratti da quelli, che abbiano i voluti requisiti di robustezza ed ardimento, delle compagnie mitragliatrici del reggimento o della ))rigata.

la divisione. Ai plotoni d'assalto (isolati o riuniti in compagnia) vengono assegnati, quali rincalzi, quando occorre, quei reparti dei reggimenti di fanteria che le circostanze consiglieranno. I plotoni d'assalto impiegati per brigata o per divisione vengono restituiti al reggimento appena cessata l'azione. II personale dei plotoni d' assalto vestirà la giubba da bersagliere ciclista (e maglione da bersagliere ciclista) con le mostrine della brigata cui il plotone appartiene. Porterà sull'elmetto il numero del reggimento. Userà lo speciale distintivo stabilito per i reparti d'assalto. Sarà armato di fucile e di pugnale.

2° Un'altra squadra sia addestrata all'impiego delle pistole mitragliatrici per formarne all'atto dell' azione una sezione (1 sergente comandante della sezione, 2 caporali o soldati capi squadra, 2 soldati porta armi e tiratori, 6 portatori di caricatori). Per la scelta degli elementi vale quanto è detto per la sezione mitragliatrici. 3 ° Delle due rimanenti squadre una sia specializzata più propriamente nel lancio di bomba a mano, e l'altra nell'uso del pugnale e del fucile, restando però inteso che tutti i militari dei plotoni d'assalto debbono essere addestrati anche a tali esercizi. Per l'azione, i comandi di reggimento potranno assegnare ai plotoni d'assalto una aliquota della sezione lanciafiamme reggimentale, e una sezione lanciabombe Stokes di battaglione. Per l'istruzione i plotoni d'assalto reggimentali possono essere riuniti per brigata e per divisione (specie nei periodi di riposo di questa) sotto la sorveglianza di ufficiali superiori del reggimento che abbiano la necessaria attitudine. Circa l'impiego dei plotoni d'assalto valgono le norme vigenti per i reparti d'assalto. In attesa di emanare al proposito norme di dettaglio si richiama l'attenzione sul fatto che i nuclei d'assalto non debbono concorrere al turno di trincea: ma tutte le loro energie debbono essere riservate per gli atti violenti (attacco e contrattacco). Si stabiliscono inoltre i seguenti criteri di massima. I plotoni d'assalto possono essere isolati (in tal caso l'impiego è regolato di massima dal comando di reggimento che potrà assegnarli a uno dei dipendenti battaglioni) e riuniti per brigata (in tal caso sono impiegati dal

IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL' ESERCITO F. Badoglio 0


- 391 -

- 390-

Si dispone a tal fine che le compagnie mitragliatrici Mod. 907 F. versino ai reparti mitraglieri delle rispettive armate la carretta da battaglione leggiera, ora assegnata al comando di compagnia, coi due quadrupedi e conducenti relativi, ed il seguente materiale:

DOCUMENTO N. I 02

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 17700 di prot. R.S.

6 lanterne 3 buste con fogli di mica

17 luglio 1918

OGGETTO: Nuovi organici per le compagnie mitragliatrici carreggiate Fiat e Mod. 907 F

6 6 8 10

AI COMANDI DI ARMATA, DI CORPO DI ARMATA E DI DIVISIONE (distribuzione estesa fino ai comandi di reggimento di fanteria, di bersaglieri, di battaglione autonomo e di compagnie mitragliatrici)

80 invogli di tela per nastri 300 caricatori metallici 1 cucina da tre completa per ufficiali armamento e bardature relative alla diminuzione di due conducenti e di due quadrupedi.

e per conoscenza: ALL'INTENDENZA GENERALE ED ALLE INTENDENZE D'ARMATA AL MINISTERO DELLA GUERRA - SEGRETARIATO GENERALE - DIV. S.M. -DIR. GEN. L.T. -ISPETTORATO IPPICO AL MINISTERO ARMI E MUNIZIONI AL COMANDO DEI RIPARTI MITRAGLIERI DI TORINO, BRESCIA, BAGNI DELLA PORRETTA AI COMANDI DEI RIPARTI MITRAGLIERI DI ARMATA AI VARI UFFICI DEL COMANDO SUPREMO Stante la necessità di aumentare il numero delle mitragliatrici sulla linea di fuoco, e data l'impossibilità di addivenire ad ulteriori costituzioni di nuove compagnie per deficienza di personale e di quadrupedi, si dispone che tutte le compagnie mitragliatrici Fiat da manovra, senza aumento di personale, vengano trasformate, progressivamente, su 8 armi, aggiungendo una 4" sezione a quelle già esistenti. Delle 4 sezioni, due saranno comandate da ufficiali, due da marescialli o sergenti maggiori. Ad evitare aumento di personale, le 4 sezioni della compagnia mitragliatrici Fiat carreeggiata su 8 armi assumeranno la formazione prevista dagli annessi specchi*. Tenuto conto però dell'impossibilità di far trasportare il materiale di nuova assegnazione, coi mezzi ora a disposizione delle compagnie stesse, queste verseranno ai reparti mitraglieri della propria armata una parte del materiale non strettamente indispensabile al loro funzionamento (secondo le indicazioni degli annessi specchi), ed aumenteranno di un mulo l'organico di ciascuna compagnia. I quadrupedi all'uopo occorrenti verranno tratti dalle compagnie mitragliatrici carreggiate Mod. 907 F. • Specchi omessi.

mazze gravine armature centrali da basto cofani per mitragliatrici Mod. 911

La trasformazione delle compagnie mitragliatrici Fiat sarà effettuata per divisione, secondo l' ordine progressivo che verrà indicato da questo comando, in base alle disponibilità di materiali; la riduzione nelle compagnie mitragliatrici Mod. 907 F. dovrà essere effettuata subito. I comandi dei reparti mitraglieri comunicheranno a questo il numero complessivo dei quadrupedi ricevuti per effetto delle disposizioni di cui sopra. Il personale ed i materiali rimarranno presso i reparti mitraglieri e verranno impiegati come complementi e per reintegro delle dotazioni assegnate a ciascun reparto; i quadrupedi saranno tenuti presso i reparti mitraglieri ad esclusiva disposizione di questo comando, che li impiegherà, opportunamente ripartiti fra le varie armate, per la trasformazione suddetta delle compagnie mitragliatrici Fiat. IL SOTTOPOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

,.


- 392-

- 393DOCUMENTO N. I 03

ISPETTORATO DEI BOMBARDIERI SEZIONE ESPERIENZE FANTERIA

Sassuolo , 5 ottobre 1918 OGGETTO: Il lanciabombe «Stokes» nelle operazioni giugno 1918 1° Il primo impiego su vasta scala del lanciabombe Stokes si ebbe in occasione dell'offensiva austriaca del giugno 1918, e nella successiva immediata controffensiva italiana. Di quanto si rilevò in siffatte azioni, l'ispettorato ritiene utile raccogliere i dati più importanti sembrandogli che la loro conoscenza possa riuscire veramente vantaggiosa per trarre da quest'arma il massimo rendimento. Le notizie che seguono sono desunte, in massima, dalle relazioni che buona parte dei comandi di corpo d 'armata hanno inviato all'Ispettorato, cortesemente aderendo alla preghiera avutane . 2° Data la natura delle ultime operazioni, l'uso più largo fatto dello Stokes fu in tiri di sbarramento dinnanzi alle nostre linee . In tale funzione lo Stokes apparve realmente, per giudizio concorde di tutti i comandi, arma ben rispondente ai requisiti di celerità e giustezza di tiro necessari in azioni improvvise e vivaci quali sono quelle di sbarramento, e grande risultò, in massima la sua efficacia morale e materiale specialmente per le sue caratteristiche di ottimo complemento al tiro di artiglieria. Con lo Stokes infatti, fu possibile battere efficacemente zone vicinissime alle nostre linee, che sarebbe riuscito pericoloso battere con altre bocche da fuoco; sbarrare accessi alle nostre posizioni e colpire punti di obbligato passaggio con ottimi risultati. Nelle azioni di carattere offensivo le sezioni Stokes vennero utilmente impiegate: a) per agevolare incursioni nostre nelle linee nemiche; b) per distruggere nidi di mitragliatrici taluno dei quali protetto anche da case; c) d) e) g)

in tiri di preparazione per l'attacco della fanteria a caposaldi nemici; per battere bersagli fortemente defilati; per aprire piccoli varchi nei reticolati; per battere imbarcazioni nemiche.

Circa l'impiego dello Stokes nel tumultuoso avvicendarsi della battaglia, un rapporto così si esprime: «le armi stokes arditamente maneggiate,

rappresentarono alle dipendenze di qualche comandante di battaglione quella immediata preparazione di fuoco che tanto rapida e precisa non sarà mai possibile ottenere dall'artiglieria nelle lunghe vicende di un combattimento di più giorni su un vastissimo fronte». Un altro rapporto dà questo giudizio: «nella difensiva questo nuovo mezzo di difesa rappresenta una terribile arma di rappresaglia perché con il suo intervento sui posti avanzati il nemico tace e cessa ogni molestia. Esso è temuto perché non si svela, e perché col suo tiro curvo e preciso colpisce dove l'artiglieria e altri mezzi a nostra disposizione non giungono. Sul Cornone, per esempio, si è riusciti a colpire in pieno, con tiro indiretto, un posto avanzato nemico distante da un nostro una diecina di metri causando la distruzione completa del piccolo presidio nemico». Da un'altra relazione si rileva che pochi colpi tirati su caseggiati dove erano annidate mitragliatrici nemiche, bastarono a terrorizzare i serventi che, abbandonando le armi, si volsero in fuga. 3 ° In complesso insomma tutto quanto allo Stokes fu richiesto fu dato, onde si può concludere con il parere espresso da un comandante di corpo d'armata e cioè: «la prova fin'ora fatta dalla nuova arma ha pienamente corrisposto allo scopo di mettere a disposizione della fanteria un mezzo di offesa e di difesa sicuro efficace e di pronto e facile impiego». 4° Resistenza dell'arma. - In massima la resistenza dei tubi d/ lancio fu soddisfacente, anche in azioni prolungate di fuoco. Infatti i tubi dovrebbero reggere ad una pressione di 700 atmosfere, mentre con le cariche massime fino ad ora impiegate, si raggiunge soltanto una pressione prossima alle 300 atmosfere, il che dà un margine di sicurezza più che sufficiente e tale da spiegare come, nelle esperienze, siansi qui potuti sparare con alcuni tubi fino ad oltre 200 bombe in un'ora, e oltre a 3000 in varie riprese senza che l'arma venisse in alcun modo deteriorata. Poiché già accadde però che due tubi scoppiarono per il solo effetto della carica di lancio, non si esclude la possibilità che qualche partita di tubi sia stata allestita con materiale meno perfetto, il quale, dopo avere sopportate bene le prove di collaudo, abbia poi manifestato la sua vera natura nel tiro continuato rompendosi. Ma le cause di questi inconvenienti già furono ricercate e determinato fu il modo di porvi riparo; onde è prevedibile che nelle armi che si distribuiranno in un prossimo avvenire, non potrà più il deplorevole fatto prodursi, neppure nella scarsa misura in cui, fortunatamente, è stato contenuto nelle prime armi distribuite alla fronte. È bensì vero che talvolta nell'interno dei tubi si manifestano sfaldatu-


- 394-

- 395-

re, ma questo però ove non siano molto profonde e non ostacolino la corsa della bomba, non compromettono il buon funzionamento dell'arma.

9° Assolutamente da respingersi è la proposta fatta da un reparto di ridurre la durata di combustione della miccia per non consentire al nemico un tempo relativamente sufficiente per ripararsi. Evidentemente questa idea deve essere sorta in seguito all'impiego saltuario e di pochissimi colpi isolati e a brevi distanze, poiché nel tiro intenso e continuato, anche di un'arma sola, la frequenza di arrivo dei colpi e la zona efficacemente battuta, sono tali da impedire assolutamente al nemico di ricorrere ad artifici per sottrarsi agli effetti del tiro. Ad ogni modo, mentre la riduzione manuale della lunghezza della miccia è assolutamente vietata per i noti inconvenienti cui essa può dar luogo (n. 24 dell'istruzione IV Edizione) la riduzione normale di essa, e quindi della durata della combustione, costituirebbe un danno gravissimo per l'impossibilità di impiegare efficacemente i proietti muniti di spoletta a tempo a distanze prossime alla gittata massima.

5° Nelle azioni prese in esame accadde pure la rottura di qualche collare di appoggio. Si osserva che questo inconveniente può essere notevolmente ridotto anzitutto con una buona postazione dell'arma, e secondariamente, curando che non manchi tra collare e tubo di lancio il cuscinetto costituito da una striscia di cuoio o da altro mezzo soffice analogo. D'altra parte, personale ardito - in caso di bisogno - potrà sempre continuare il tiro usufruendo di appoggi di eccezione e col tiro a mano senza cavalletto, al quale appunto vengono i serventi addestrati presso la scuola. 6° Parimenti una buona postazione e l'avvertenza di non fare uscire la vite di elevazione per più di 25 cm. dalla sommità del cavalletto, modificando, ove del caso, la postazione dell'arma, eliminano completamente l'inconveniente che qualche vite di elevazione si pieghi con un tiro prolungato. 7° Munizioni. - Pressoché unanime fu il giudizio favorevole alle cariche di lancio italiane in confronto con quelle inglesi, con addizionaÌi di cordite. L'esperienza alla fronte ha confermato infatti i risultati qui ottenuti nei tiri di poligono, che, cioè, gli elementi addizionali in sacchetti di seta con elastico, sono di più facile applicazione al codolo della bomba e di combustione più regolare. Producono meno fumo lasciando meno residui nel tubo di lancio e danno gittate più costanti. Occorre però che le cariche di lancio siano sempre preservate nel modo più assoluto dall'umidità e che i codoli porta cartuccia siano sempre accuratamente puliti dal grasso, poiché questo inumidisce gli elementi addizionali e talvolta anche le cartuccie, ciò che rende notevolmente irregolare il loro funzionamento, con pericolo anche di gravi incidenti. 8° Anche le bombe e gli inneschi debbono essere con cura protetti contro l'umidità. Questa può rendere completamente inefficaci capsule, miccie e detonatori, causando così quelle elevate percentuali di scoppi mancati che qualche reparto ebbe a lamentare e che sono in completo contrasto con i risultati ottenuti presso l'ispettorato. L'umidità inoltre agendo sulle bombe, ne arruginisce specialmente i bordi dei tappi i quali invece debbono essere sempre ben puliti ove si voglia che nella discesa del tubo non producano attriti, cadute lente sul percussore quindi colpi mancati, e qualche volta anche inceppamenti della bomba nel tubo.

10° Accessori. - Risulta che presso un reggimento le tre sezioni vennero pure munite di materiale telefonico. L'utilità di questo mezzo di comunicazione tra comandanti di sezioni e capi pezzo è indubbia ogni qualvolta la sezione sia in posizione coperta e l'osservatorio risulti da essa discosto. 11 ° Postazioni dell'arma. - In massima, da tutti è stata riconosciuta la grande facilità di postazione delle Stokes. Solo qualche comando ha denunciato qualche difficoltà incontrata dalle sezioni durante azioni offensive. Queste difficoltà, per quanto rare, non si disconoscono, specialmente quando trattasi di terreno roccioso, molto duro o di terreno paludoso. Anche esse però possono essere facilmente superate con ripieghi. Così sul terreno roccioso, la piattaforma può essere poggiata su sacchetti a terra oppure anche contro una sporgenza qualsiasi del suolo, frapponendovi un cuscinetto elastico di ramaglia, di rami o di fusti di alberelli; e in terreni paludosi sarà possibile sempre disporre le armi su zone in cui il fondo sia stato reso consistente con paletti, fascine, sacchi a terra, ecc .. Dalla bontà della postazione deriva, in gran parte la precisione del tiro che, in massima, è apprezzata come sufficiente da tutti i comandi. 12° Di giorno, nell'atmosfera pulverolenta della prime linee, si può ritenere che, anche con le massime cariche, a 500 metri la fiammata sia poco visibile; di notte invece avverte uno dei comandi interpellati, la fiammata smaschera più facilmente la postazione dell'arma se questa non sia riparata. Ma una buona mascheratura, facilmente ottenibile, ed un razionale impiego di bombe fumogene (tipo misto, scoppiante o fumogeno) riduce sensibilmente questo inconveniente.


- 396-

- 397 -

13° Mezzi di trasporto . - Più complesso fra tutti si è presentato il problema del trasporto dell'arma e delle munizioni al seguito della truppa. Talvolta fu risolto con mezzi adeguati; altre volte invece, nonostante le prescrizioni contenute nell'Istruzione, non lo si seppe risolvere tanto che, in un'azione di movimento, una sezione potè solo avanzare con 12 bombe per volta non avendo adeguati mezzi a disposizione, per cui, sparate le bombe, la sezione fu impiegata come reparto fucilieri. Per quanto riguarda i lunghi trasporti, quando il soldato deve portare il suo equipaggiamento. è evidente che tanto le armi quanto le bombe, debbono essere trasportate con carreggio o somaggio. Ove a questi mezzi non possa ricorrersi, le armi vengono s,palleggiate con appositi apparecchi che forse potranno essere sostituiti da armature a cuscinetto che, nelle prime prove, dettero buoni risultati. Sul campo di battaglia, invece, il rifornimento munizioni, deve essenzialmente essere eseguito a mezzo di squadre portatori ausiliari opportunamente istruiti e commisurate per numero di componenti all'importanza delle azioni da svolgere, alle distanze da percorrere e alla natura del terreno .

DOCUMENTO N. 104

COMANDO DELLA 1• ARMATA STATO MAGGIORE

N. 362 di prot. R.mo.

9 settembre 1918

OGGETTO: Circa l'eventualità della costituzione di una divisione alpina AL COMANDO SUPREMO (UFFICIO OPERAZIONI)

IL TEN. GEN. ISPETTORE F. to Sachera

/

La proposta da me inoltrata della costituzione di una divisione alpina formata dai gruppi VI, XIII e XVII, offre indubbiamente notevoli vantaggi nell'eventualità di un'azione offensiva, poiché solo in tal modo si può convenientemente predisporre ed armonizzare la azione di una notevole massa di battaglioni alpini e di batterie da montagna. Però, tale mia proposta mirava alla costituzione solo provvisoria di una grande unità alpina, poiché io ritengo che, durante i periodi di sosta delle operazioni e spesso anche durante l'azione difensiva, sia di grande utilità in una zona montana avere a disposizione piccole unità organiche, composte di fanteria ed artiglieria, colle quali far fronte alle esigenze della situazione senza dover ricorrere ad impegnare una divisione di fanteria, ciò che porta ad un incompleto sfruttamento dei mezzi, ad un eccessivo logorio delle truppe e ad un ingombro di servizi. Infatti, per la fronte montana così varia e complessa come quella fra Astico e Garda, nella quale si delineano tante zone di estensione più o meno notevole e presentanti ciascuna caratteri ben definiti, la divisione, come unità di combattimento, si è sovente dimostrata troppo pesante, perché quasi sempre ad essa è venuta a corrispondere una fronte sproporzionata o in eccesso o in difetto. Così in taluni casi la fronte che si doveva necessariamente affidare ad una divisione era troppo ampia, e per estensione assoluta e, più specialmente, perché era costituita da due o più settori, di ampiezza e di caratteristiche tanto diverse, e talvolta separati da elementi topografici tanto marcati, da rendere difficilissimo quello stretto collegamento che l'unità organica divisionale impone. Viceversa, sulla stessa fronte, due o più divisioni sarebbero risultate eccessive. In altri casi si presentavano tratti di fronte di estensione molto limitata, ma di caratteristiche topografiche così particolari che ne veniva accresciuta in misura notevolissima l'importanza tattica e che si richiedeva fossero affidati ad unità organiche di spiccata autonomia, quali appunto i gruppi alpini, di forza di gran lunga inferiore a quella di una divisione. Pertanto, nel soddisfare col loro impiego a tali peculiari necessità di


- 399-

- 398-

questa fronte, i gruppi alpini hanno spesso costituito come dei nuclei di collegamento tra due divisioni o corpi d'armata contigui, con inestimabile beneficio dell'economia delle forze. Non è d'uopo soggiungere che i gruppi alpini, appunto per la loro limitata forza, per la loro elasticità organica, per la loro autonomia e mobilità, per la loro composizione, hanno la più spiccata attitudine a servire come riserve tattiche a disposizione del Comando di armata, capaci come sono di venire impiegati con la massima prontezza e con altissimo rendimento nelle più svariate contingenze. . È noto del resto che essi sono considerati come le vere unità tattiche di montagna, la cui unione permanente in unità organiche di ordine superiore, dato il loro scarso numero, verrebbe ad annullare gran parte dei vantaggi che siffatta autonomia organica e tattica consente. Ciò ovviamente non esclude - ritengo necessario ripeterlo - la convenienza della loro temporanea riunione in raggruppamenti tattici maggiori per determinate operazioni offensive o controffensive, che anzi in tal caso l'armonico sfruttamento della loro forza intrinseca singolare ne moltiplica il rendimento complessivo. Mi sembrerebbe quindi assai opportuno, per le ragioni sopra esposte, che venisse costituito in permanenza e posto a completa disposizione del1' armata, un comando di divisione, il quale dovrebbe costantemente tenersi a giorno della situazione sui vari tratti della fronte, degli studi relativi ai medesimi nelle varie ipotesi offensive e controffensive, in guida da potere, a momento opportuno, coordinare e dirigere l'azione di più gruppi alpini in quelle operazioni nelle quali l'impiego a massa di tali truppe sia da considerarsi come fattore essenziale del buon successo. F. to Pecari Giraldi

ANNESSO 1 AL DOCUMENTO N. 104

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

14 settembre 1918

N. 13333 G.M.

rif. foglio n. 362 R.mo del 9 corr. OGGETTO: Costituzione di un divisione alpina AL COMANDO .DELLA 1" ARMATA Questo Comando è venuto nella determinazione di costituire una divisione con i gruppi alpini destinati all'operazione offensiva in preparazione sulla fronte di codesta armata, non soltanto per aderire al desiderio espresso da codesto Comando, ma altresì nella convinzione della necessità di avere anche nelle normali contingenze un comando organicamente costituito che possa m_eglio tutelare le esigenze dell'istruzione, disciplinari e logistiche dei detti gruppi. Ciò non toglie che in relazione alle speciali esigenze del settore di codesta Armata e alle caratteristiche dei gruppi alpini - le quali consentono un loro impiego come vere e proprie unità tattiche a sé stanti - si possa in particolari circostanze ricorrere temporaneamente all'impiego di qualche gruppo isolato. , Una tale deroga al principio della inscindibilità della divisione deve però essere intesa come limitata alle sole divisioni alpine. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


-400-

-401 -

ANNESSO 2 AL DOCUMENTO N. 104

COMANDO SUPREMO DELL'ESERCITO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

N. 32455 di protocollo R.S. OGGETTO: Costituzione della

11 settembre 1918

soa Divisione

di Fanteria

AL COMANDO DELLA I" ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO DELLA 7• ARMATA ALL'INTENDENZA GENERALE (STATO MAGGIORE E DIREZIONE TRASPORTI) AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M.) ROMA AL COMANDO TERR. DEL CORPO DI S.M. ROMA ALL'UFFICIO PERSONALE UFFICIALI DEL C.S. A datare dal 20 c.m. dovranno essere costituiti presso codesta Armata i c~mandi della so• Divisione di fanteria, dell'VIII e IX raggruppamento alpmo e del 20° gruppo alpino. · L'S0• Divisione dovrà risultare costituita nel seguente modo:

VIII raggruppamento alpini

IX raggruppamento alpini

6° Gr. (Btg. Levanna - V. Toce - Aosta) 3° gruppo artiglieria da montagna; 13 ° Gr. (Btg. Pieve - Antelao - Cismon) 25° gruppo artiglieria da montagna; Servizi· di gruppo alpino ora assegnati organicamente ai predetti gruppi. 17° Gr. (Btg. Suello - Exilles - Pelmo) 15° gruppo artiglieria da montagna Servizi di gruppo alpino ora assegnati. 20 ° Gr. (Btg. Saccarello - Cervino ed un battaglione che verrà ceduto dalla 7• armata, scegliendolo fra quelli dei gruppi a 4 battaglioni) Un gruppo artiglieria da montagna, che verrà assegnato dal Comando della 1a armata, scegliendolo fra quelli a sua disposizione. Una sezione telefonica che assumerà il numero 20° e che verrà costituita a cura della 1a armata (i quadrupedi, il

carreggio, i materiali varii saranno forniti dall'Intendenza generale). Compagnie mitragliatrici alpini 670° e 671 ° che verranno tratte dal 1° reparto mitraglieri. Al comando dell'S0· Divisione verranno inoltre assegnate organicamente le compagnie mitragliatrici 2214, 2215, 23 , 33, che verrano tratte dal 1° reparto mitraglieri. Il Comando della 1a armata assegnerà organicamente all'S0· divisione il 1° comando di raggruppamento da montagna. Il personale di truppa per il quartier generale della so• Divisione, per il Comando del 20° gruppo alpini e dei due raggruppamenti VIII et IX dovrà essere fornito dalla 1• armata. Gli ufficiali dello S.M. e del quartier generale della Divisione, per i Comandi dell'VIII e IX raggruppamento e del 20° gruppo alpini verranno forniti da questo Comando (Ufficio personale). Centro di mobilitazione per il Quartier Generale dell'80a Divisione, per i comandi dell'VIII e IX raggruppamento, per il Comando del 20° gruppo e per la 20• sezione telefonica, il deposito del 4 ° reggimento alpini (Ivrea). I materiali di equipaggiamento, le dotazioni varie etc. etc. dovranno essere richiesti all'intendenza generale. Le dotazioni di documenti riservati e riservatissimi saranno spediti a cotesto comando dal comando territoriale del Corpo di Stat<? Maggiore.

*** Il Comando della 1a armata prenderà diretti accordi col comando della 7a e colla direzione trasporti per il movimento del battaglione alpino da assegnarsi al 20° gruppo alpino; comunicherà a questo il nome di detto battaglione ed il numero distintivo del gruppo d'artiglieria da montagna assegnato al 20° gruppo alpino.

*** I rimanenti reparti e servizi, che organicamente dovrebbero risultare assegnati al comando della divisione e del 20° gruppo alpino verranno gradatamente forniti da questo comando. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


-402-

-403 DOCUMENTO N. 105

XXIII

XIX

8° bers. Verona

xxv

XVI

5° bers . Savona

XXVI

IV

2° bers. Roma

XXVII

V

23 ° f. Novara

XXVIII XXIX

XVIII XXIII

xxx

VII

55° f. Siena 80° f. Verona 3° bers. Livorno

XXXI XXXXII

VII

6° alp. Verona

REPARTI DI ASSALTO COSTITUITI E LORO IMPIEGO N. del reparto

N. precedente

Centro di mobilitazione Deposito di

I

X

2 ° f. Firenze

II III

XIII XVII

36° f. Firenze 18° f. Chieti

V VI

III VIII

2 ° f. Firenze 7° alp. Milano

VIII

XXII

55° f. Siena

IX X

VI XXIV

45° f. Ozieri S. 8° bers . Verona

XI

xx

55° f. Siena

XII

XI

36° f. Firenze

XIII

XXI

36° f. Firenze

XIV

XII

36° f. Firenze

XVI XVIII

xxv

xx

I

2 ° f. Firenze

XXII

II

2 ° f. Firenze

IX

15 ° f. Caserta 65° f. Cremona

Grande Unità con cui operò C .A.A., 2a D. Ass. (II Rgpt:, 5° Gruppo) II C.A., In -Francia III C.A. della 7a A.; nella battaglia di V. V. il reparto venne assegnato alla 4a A. ed operò con il XXX C.A. C.A.A., 2a D. Ass. (Il Rgpt., 5° Gruppo) C.A.A., 2a D. Ass. (II Rgpt., 6° Gruppo) C.A.A., 1a D. Ass. (I Rgpt., 3 ° Gruppo) IX C.A. della 4a A. C.A.A.,, 1a D. Ass. (I Rgpt., 1° Gruppo) XI C.A. della 3a A., nella battaglia di V. V., XI C.A. della 10a A. C.A.A., 1a D. Ass. (I Rgpt., 2° Gruppo) C.A.A., 1a D. Ass. (I Rgpt., 2° Gruppo) C.A.A., 2a D. Ass. (II Rgpt., 4° Gruppo) XVI C.A., in Albania XVIII C.A. della 4a A., nell'attacco al Pertica con VI C.A. C.A.A., 1a D. Ass. (I Rgpt., 1° Gruppo) C.A.A., 1a D. Ass. (I Rgpt., 3° Gruppo)

6° alp. Verona

XXXII

xxxv

XXVI

LII

XIV

61 ° f. Parma 6° alp. Verona

LV

66° f. Reggio E.

LVIII

66° f. Reggio E.

LX

66° f. Reggio E.

XXIII C.A. della 3a A., nella battaglia di V. V. operò con la 4a A. (VI C.A. fino al 27/10; poi con IX C.A.) C.A.A., 2a D. Ass . (Il Rgpt., 4° Gruppo) XXVI C.A. della ga A., trasferito nella battaglia di V.V. a 3a A. XXVII C.A. della ga A. , ricompletato dopo la battaglia del giugno · XXVIII C.A. della 3a A. XXIX C.A. della 1a A. C.A.A., 2a D. Ass. (Il Rgpt., 6° Gruppo) 1a A. (rep. ass. alp.) costituito presso il II C.A. in Francia nel settembre 1918 della ga A., assegnato a 4a A. per V.V. 35 a Divisione in Macedonia 52a Div. alp.; nella battaglia di V.V. con XX C.A. della 6a A. V C.A. della 1a A.; nella battaglia di V. V. assegnato a 4a A. (VI C.A. fino al 27 /10; poi con IX C.A.) Se ne iniziò la costituzione per l'assegnazione alla 8 a A., disciolto il 21/6/18 per completare il LXXII Per il X. C.A. della 1a A., disciolto quando in


- 404-

LXII

XII

via di costituzione, per alimentare il Reparto -d'assalto di Marcia A del C.A. d'Assalto Per il XII C.A. della 9a A.; poi disciolto (come sopra) Per il XIII C.A. della 6a A.; poi disciolto (come sopra) Per XIV C.A. della 7a A.; poi discolto (come sopra) XX C.A. della 6a A. XXII C.A. della 9a A.; nella battaglia di V. V. operò con detto C.A. assegnato all'8a A . Se ne iniziò la costituzione per l'assegnazione all'8a A.; disciolto il 21/6 per completare il LXXII

66° f. Reggio E.

LXIII

66° f. Reggio E.

LXIV

66° f. Reggio E.

LXX LXXII

66° f. Reggio E. 5° bers. Savona

LXXX

-405 -

66° f. Reggio E.

REPARTI DI ASSALTO DI MARCIA

I II III IV V VI VII X XI

R.A. di marcia R.A. di marcia R.A. di marcia R.A. di marcia R.A. di marcia R.A. di marcia R.A. di marcia R.A. di marcia (già R.A. "A") R.A. di marcia

66° 66° 66° 66° 66° 66° 66°

f. f. f. f. f. f. f.

Reggio Reggio Reggio Reggio Reggio Reggio Reggio

* *

E. E. E. E. E. E. E.

1a A. 2a e poi 8a A. 3a A. 4a A. 5a e poi 9a A. 6a A. 7a A. Reparti di marcia del C.A. d'Assalto, alimentati anche con lo scioglimento dei reparti LX, LXII, LXIII, LXIV

R.C.A.M.

*

Reparto bers. Ciclisti di Assalto di Marcia

• Non accertato il centro di mobilitazione, probabilmente il Deposito 66° f. Reggio Emilia

DOCUMENTO N. 106

IL CORPO D'ARMATA D'ASSALTO AL 24 OTTOBRE 1918 Comandante: Ten. Gen. Grazioli Francesco Capo di S.M.: Col. Bessone Edoardo fino al 31-X Col. Bianchi D'Espinosa Rodolfo Comand. Artigl. Ten. Col. De Perletti Ricasoli Cav. Leopoldo Comand. Genio Ten. Col. Baglioni Cav. Pasquale Reali Carabinieri

162a Sezione

412° Plotone

Fanteria, mitragliatrici e presidiaria

Gruppo reparti d'assalto di marcia X e XI Reparto d'assalto di marcia Battaglione bersaglieri di marcia ·Nucleo bersaglieri per formazione sezioni moto mitragliatrici (a disposizione C.S.) Battaglione speciale A 15 a Squadriglia autoblindomitragliatrici 4 D comp. presidiaria Cavalleria

Comando 2° gruppo Cavalleria Piacenza Genio

68a compagnia telegrafisti 73 a compagnia telegrafisti 12a compagnia Fotoelettricisti 51 a Sezione radiotelegrafica Servizi

72 ° Autoreparto con la 65 a autosezione 54 Autodrappello Ufficio Postale n. 83 Tribunale di guerra


-406-

- 407 -

P DIVISIONE ASSALTO Comandante Magg. Gen. Zoppi Cav. Ottavio Capo di S.M. Ten. Col. Campi Mario

2a DIVISIONE ASSALTO Comandante Magg. Gen. De Marchi Capo di S.M. Ten. Col. Dalmazzo

Reali Carabinieri plotoni 406 e 409

Reali Carabinieri plotoni 227 e 375

Fanteria, mitragliatrici e presidiaria Fanteria, mitragliatrici e presidiaria 111 ° battaglione bersaglieri ciclisti 1769-1770-1780 compagnie mitragliatrici divisionali 43 F compagnia presidiaria

XI battaglione bersaligieri ciclisti 388-521-621 compagnie mitragliatrici divisionali 8 C compagnia presidiaria

1 ° e 12° reparto cannoncini 37 mm.

1° Raggruppamento Assalto (Br. Gen. De Gasperi)

1° Gruppo d'assalto (Col. Grillo) X reparto d'assalto (501 salm. compi.) XX reparto d'assalto (243 salm. compi.) 1° battagl. bersaglieri (390 cp . mitr. - 290 salm. compi.) 2° Gruppo d'assalto (Col. Anselmi) XII reparto d'assalto (267 salm. compi.) XIII reparto d'assalto (202 salm. compi.) VII batt. bersaglieri (392 cp. mitr. - 291 salm. compi.) 3° Gruppo d'assalto (Col. Bertoletti) VIII reparto d!assalto (543 salm. compi). XXII reparto d'assalto (201 salm. compi.) IX batt. bersaglieri (393 cp. mitr. - 292 salm. compi.) Cavalleria

5° squadrone cavalleggeri Piacenza

Artiglieria montagna 9° gruppo (batterie 25-26-27) 29° gruppo (batterie 56-60- 72) Genio 122a compagnia telegrafisti 91 ° btg. zappatori (compagnie 220-221) Servizi 70a sez. sanità (70° rep. car. - 170-270 rep. som.); 75a sez. sussistenza 16° autodrappello; Ufficio Postale N. 142

2° Raggruppamento

Assalto (Brg ., Gen. Anfossi)

10° e 14° reparto cannoncini 37 mm. 4° Gruppo d'assalto (Ten. Col. Fasulo) XIV reparto d'assalto (244 salm. compi.) XXV reparto d'assalto ( 96 salm. compi.) III battaglione bersaglieri (279 comp. mitragl. - 427 salm. compi.) 5° Gruppo d'assalto (Ten. Col. Degli Oddi) I reparto d'assalto (396 salm. compi.) V reparto d'assalto (502 salm. compi.) XV battaglione bersaglieri (317 comp. mitragl. 428 salm. compi.) 6° Gruppo d'assalto (Ten. Col. Trivulzio) VI reparto d'assalto (127 salm. compi). XXX reparto d'assalto (567 salm. compi). LV battaglione bersaglieri (589 comp. mitragl. - 128 salm. compi.)

Cavalleria 6° squadrone cavalleggeri Piacenza Artiglieria 12° Gruppo da montagna (btr. 34-35-36) 24 ° Gruppo da montagna (btr. 11-19-100) Genio 168 a compagnia telegrafisti 92° btg. zappatori (compagnie 153-222) Servizi 36a sez. sanità (86° rep. car. - 186 e 286 rep . somegg). 65 a sezione sussistenza 19° autodrappello Ufficio Postale N. 147


-408-

-409DOCUMENTO N . 107*

DOCUMENTO N. 108

R. ESERCITO ITALIANO

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

COMANDO SUPREMO

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

IL Capo di S.M.

Circolare 25 agosto 1918

A S.E. BADOGLIO

N. 15450 di protocollo R.S.

29 giugno 1918

OGGETTO : Costituzione di comandi divisionali d'artiglieria

Esaminare quali sono le migliori divisioni per costituirle in corpi d'armata, di assalto e formarne la riserva. Questi corpi d'armata farebbero turno con gli altri, ma nei periodi di arretramento dovrebbero sviluppare istruzioni speciali di urto e di movimento, dilagamento ecc. È un'idea embrionale che prego vedere se ed in quanto si può gradualmente attuare. Mi pare che vi sia già la 33 • Divisione. A. Diaz

Annotazione del Sottocapo di S.M. "È già in istudio. B" Visto del Capo di S.M. "AD"

* Trattasi di un appunto olografo su carta intestata del Capo di S.M. dell'Esercito .

AI COMANDI D'ARMATA, DEL II E XVI CORPO D'ARMATA ALL'INTENDENZA GENERALE e per conoscenza: AI COMANDI DI CORPO D'ARMATA E DI DIVISIONE AL MINISTERO DELLA GUERRA - DIVISIONE S.M. AL COMANDO GENERALE D'ARTIGLIERIA AL COMANDO CAMPO RIORDINAMENTO ARTIGLIERIA AL MINISTERO ARMI E MUNIZIONI ALL'ISPETTORATO BOMBARDIERI Allo scopo di creare unità d'azione nelle artiglierie assegnate, in modo permanente o temporaneo, alle divisioni di fanteria e di dare a quest'ultime un organo tecnico per l'impiego delle artiglierie stesse, si stabilisce che ogni comando di divisione di fanteria, venga accresciuto, con le modalità di cui in seguito, di un nucleo di personale avente il seguente organico: Colonnello (eventualmente brig. generale) comandante divisionale d'artiglieria ......... . Capitano (o tenente) d'artiglieria - specialmente addetto al servizio di osservazione e di collegamento d'artiglieria

2

Subalterno d'artiglieria - specialmente addetto al servizio di osservazione e di collegamento d'artiglieria . . ..............................

1

Subalterno d'arma combattente - specialmente addetto al collegamento fra artiglieria e fanteria ................ .

1

Attendenti (dei precedenti ufficiali)

4

Scritturali

2

Ciclisti

2

Guide a cavallo .

3


- 410-

Alle dotazioni del comando di divisione vengono aggiunte le seguenti: una raccolta dei regolamenti e delle istn~zioni su1!_3rtiglieria; una macchina da scrivere; due binocoli; 1 cannocchiale ricercatore; 1 goniometro.

*** Il comandante divisionale d'artiglieria è il consulente tecnico del comando della divisione per ciò che si riferisce all'impiego delle artiglierie (comprese le bombarde) assegnate alla divisione stessa. Ne prepara l'impiego e lo regola nel campo tattico, secondo le direttive o gli ordini del comandante della divisione. Coordina il servizio delle munizioni delle artiglierie divisionali (il servizio delle munizioni d'altro genere è devoluto agli altri organi dello stato maggiore della divisione). Per l'esplicazione dei suoi compiti il comandante divisionale d'artiglieria si vale in ispecie del nucleo precedentemente specificato: i mezzi automobilistici, e gli altri, di corrispondenza, di cui avesse bisogno a rinforzo dj quelli precedentemente specificati, devono essere tratti da quelli del comando della divisione. Viceversa il comandante di divisione può disporre, a seconda delle esigenze del servizio, del personale e dei mezzi assegnati al nucleo divisionale d'artiglieria.

DISPOSIZIONI ESECUTIVE I comandanti divisionali d'artiglieria saranno creati utilizzando il personale oggidì disponibile e ricorrendo al minor numero di spostamenti possibile, senza aumentare gli organici dei colonnelli e dei brigadieri generali. Pertanto, mentre si dovranno subito costituire presso tutte le divisioni i nuclei del comando divisionale d'artiglieria, i comandanti titolari verranno forniti - per cura di questo comando - soltanto a un determinato gruppo di divisioni. I comandanti titolari, quali ufficiali appartenenti allo stato maggiore della divisione, seguono il comando di divisione in tutti gli spostamenti di questo. Nelle divisioni alle quali tale comandante titolare non sarà assegnato, finché duri l'assenza del comandante titolare, eserciterà transitoriamente le funzioni di comandante divisionale d'artiglieria il più elevato in grado o più anziano dei comandanti di riparti d'artiglieria assegnati alla divisione. In questo caso, tale ufficiale rimane in forza al proprio reparto, e ne conserva il comando disciplinare, cedendone il comando tattico al più anziano dei

- 411 -

comandanti di gruppo. Il comandante divisionale provvisorio segue, naturalmente, gli spostamenti del proprio riparto, da divisione a divisione. Gli ufficiali inferiori per il comando d'artiglieria vanno richiesti a questo comando (ufficio personale) restando inteso che i comandi di divisione dovranno già valersi di quelli di cui attualmente in parte dispongono. Il personale di truppa (montato, o a piedi) deve essere fornito dai comandi d'armata, traendolo dalle dipendenti unità d'artiglieria. Le biciclette e le dotazioni di regolamenti saranno provviste dall'intendenza generale. I binocoli, i cannocchiali e i goniometri saranno forniti dall'ufficio tecnico di questo comando. Il personale (ufficiali e truppa - eccetto, come si disse, i comandanti divisionali interinali) è preso in forza dal quartier generale della divisione e trasferito al centro di mobilitazione di questo; gli ufficiali fanno parte integrante dello stato maggiore della divisione.

*** In conseguenza della formazione dei predetti nuclei divisionali, i comandi d'artiglieria a disposizione oggi esistenti (2 del V corpo d'armata; 1 del XXIX corpo d'armata, 1 della 7a armata, 2 del XX corpo d'armata - eccetto per ora quelli della 6a armata assegnati alle truppe alleate) dovranno essere trasformati in comandi divisionali d'artiglieria e assegnati ad altrettante divisioni dipendenti dall'armata, comunicando a questo comando l'assegnazione fatta e mettendo a disposizione rispettivamente dell'ufficio personale ufficiali e dell'intendenza generale gli ufficiali ed i mezzi vari esuberanti. Circa gli elementi che eventualmente occorressero per colmare deficienze verrà provveduto a norma delle presenti disposizioni.

*** I comandi di grande unità daranno assicurazione a questo comando dell'avvenuta costituzione dei comandi d'artiglieria delle divisioni da essi rispettivamente dipendenti. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


-412-

- 413 DOCUMENTO N. 109

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

DOCUMENTO N. 110

COMANDO DELLA 3a ARMATA -

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

Circolare

12 luglio 1918

N. 6120 di prot. op.

N. 41850 di protocollo R.S.

STATO MAGGIORE

1• SEZIONE (OPERAZIONI)

7 ottobre 1918

OGGETTO: Attribuzioni e compiti dei comandi divisionali d'artiglieria AI COMANDI DI ARMATA, DI CORPO D'ARMATA E DI DIVISIONE e per conoscenza: AL COMANDO GENERALE D'ARTIGLIERIA ALLL'INTENDENZA GENERALE AL MINISTERO DELLA GUERRA - DIV. DI S.M. AL COMANDO GENERALE DI CAVALLERIA A seguito della circolare 15450 del 28 giugno u.s. relativa alla costituzione dei Comandi Divisionali d'artiglieria e ai compiti di detti Comandi si stabilisce che il Comandante divisionale titolare d'artiglieria non rivesta funzioni d'ordine disciplinare e amministrativo rispetto alle unità d'artiglieria dipendenti dalla Divisione. Il Comandante della Divisione può tuttavia, in materia disciplinare e di avanzamento, chiedere - a solo titolo informativo - al Comandante divisionale di artiglieria, il parere circa le questioni disciplinari e d'avanzamento riguardanti i comandanti o gli altri ufficiali dei riparti d'artiglieria dipendenti dalla Divisione. Al Comandante divisionale d'artiglieria non debbono altresì affidarsi funzioni di direttore d'artiglieria: pertanto le unità d'artiglieria assegnate alle Divisioni continueranno a corrispondere, per tutto ciò che ha tratto al materiale, coi rispettivi comandanti d'artiglieria di corpo d'armata. Il servizio delle munizioni delle artiglierie divisionali è di competenza, invece, come da circolare 15450 predetta, del Comando divisionale d'artiglieria. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

OGGETTO: Cannoncini da 37 AL COMANDO SUPREMO (UFFICIO OPERAZIONI) Nelle recenti azioni controffensive ed offensive fu vivamente sentito il bisogno di un'artiglieria molto leggiera per l'accompagnamento materiale delle colonne d'attacco; l'artiglieria da montagna rispose bene a questa esigenza dovunque venne impiegata, però talvolta mancò dove e quando improvvisamente se ne manifestò il bisogno, costringendo la fanteria a sostare in _attesa dell'arrivo dei pezzi. Se la fanteria avesse avuto a portata i riparti cannoncini da 37, formati per effetto della circolare 700 R.S . di codesto comando (ord. e mob.) in data 22 maggio scorso, in molti casi avrebbe potuto farsi strada da se senza chieder~ ed attendere l'artiglieria da montagna: senonché la distribuzione di queste nuove armi non è stata ancora iniziata per la 3a armata. Si rappresenta la cosa a codesto Comando perché voglia, se possibile, sollecitare la distribuzione anche alle brigate dell'armata di questo utilissimo strumento di guerra, essendo desiderabile che, prima di un'eventuale nuova offensiva del nemico, l'uso di esso sia divenuto noto a sufficienza alle truppe che dovranno impiegarlo . d'ordine IL TENENTE GENERALE CAPO DI S.M. A. Fabbri


-414-

- 415 DOCUMENTO N. 111

PROMEMORIA .

DOCUMENTO N. 112

R. ESERCITO 1TALIANO -

giugno 1918 Riassunto circa l'opera del servizio telegrafonico, ottico e radiotelegrafico nelle operazioni del giugno 1918

Il servizio telegrafica, telefonico, ottico e radiotelegrafico durante la recente offensiva austro-ungarica si è svolto, come sempre, colla massima regolarità e continuità, contribuendo efficacemente alla vittoria. Malgrado le enormi difficoltà da superare, le comunicazioni fra i Comandi, e tra questi e le truppe dipendenti, non mancarono mai, e perciò riuscì facile il funzionamento del comando e sicuro il coordinamento delle operazioni. Specialmente i collegamenti radiotelegrafici, costanti, diretti e indipendenti da ogni altro sistema di comunicazione, fra tutti i comandi e fra le unità di prima linea, hanno continuato a sussistere, sotto intensi bombardamenti. La radiotelegrafia assicurò inoltre costante legame fra la terra e il cielo, solcato dagli innumerevoli nostri ardimentosi velivoli, e appunto mediante la radiotelegrafia gli aeroplani poterono comunicare alle nostre artiglierie i bersagli nemici nella pianura coperta della Piave. Rapide segnalazioni radiotelegrafiche circa il sopravvenire di velivoli nemici, simultaneamente ricevute da tutti i nostri campi di sqmidriglie da caccia, fecero poi fulmineamente lanciare, verso le località segnalate, sciami di nostri arditi velivoli, e così la radiotelegrafia contribuì efficacemente alle nostre numerose e splendide vittorie aeree. Tali successi debbonsi specialmente all'unità di direzione e d'impiego del servizio delle trasmissioni per tutto l'Esercito, alla organizzazione razionale della rete telegrafonica in tutta la zona di guerra, dalle più lontane retrovie fino alle primissime linee, alla lunga e accurata preparazione organica, tecnica e logistica, alla disciplina delle comunicazioni, come pure allo zelo e alla attività di tutti gli enti tecnici direttivi di così importante e delicato servizio (Ispettorato Telegrafico Capo, Commissariato Generale Telegrafico, Ispettorati Telegrafici d'Armata e relativi Commissariati telegrafici) e allo spirito di dovere e di sacrificio, con sprezzo d'ogni pericolo di tutti i riparti del 3° Reggimento Genio, che riaffermarono le loro nobili tradizioni.

f. to Col. Cardona

COMANDO SUPREMO

UFFICIO TECNICO

Circolare N. 29767 di protocollo R.

16 dicembre 1917

Annessi 1 OGGETTO: Organizzazione del servizio gas presso le Armate, i Corpi di Armata, le Divisioni, i Reggimenti e Battaglioni autonomi AL COMANDO 1a ARMATA (E ZONE ALTIPIANO E III CORPO) AL COMANDO DELLA 3a ARMATA AL COMANDO DELLA 4a ARMATA AL COMANDO DELLA 2a ARMATA AL COMANDO DELLA 5a ARMATA e per conoscenza: AL MINISTERO ARMI MUNIZIONI ALL'INTENDENZA GENERALE Il frequente uso da parte del nemico ·di mezzi chimici di offesa fatto in genere col tiro di numerosi proietti a liquidi speciali di vario tipo e talora con l'emissione di nubi asfissianti, la necessità che le truppe sappiano valersi in modo perfetto e rapido delle maschere e degli apparecchi respiratori e contraggano l' abitudine di tollerare dette protezioni per lungo tempo anche in presenza delle sostanze più aggressive, la pratica che esige la appropriata esecuzione delle difese collettive (sbarramenti incendiarii e bombe calorifiche, chiusura dei ricoveri con tende, spargimento di soluzioni neutralizzanti l'Yprite od altre sostanze nuove), la necessità di sapere riconoscere giustamente e prontamente il pericolo per valersi tempestivamente delle difese predette, la diligente e costante indagine della direzione e velocità del vento in corrispondenza delle linee di resistenza, e la organizzazione sistematica dei tiri a gas da parte nostra, rendono sempre più complessa e quindi indispensabile l'opera degli Ufficiali Chimici e Metereologi addetti alle Unità. Perciò, oltre alle Sezioni Chimico-Metereologiche d'Armata, ed agli ufficiali chimici di Corpo d'Armata, occorre che le Divisioni siano dotate di ufficiali pratici in materia e che ai reggimenti ed ai battaglioni autonomi vengano pure addetti ufficiali i quali abbiano a suo tempo seguito il corso sui gas presso il poligono sperimentale della Compagnia X.


-416-

-417-

Si allega il quadro degli ufficiali che a questo Comando risultano essere addetti al servizio gas nelle varie unità affinché da ciascuna di queste tale dimostrazione sia completata ove occorre, ed·altresì perché da ognuna siano colmante al più presto le vacanze nei riguardi degli ufficiali da assegnarsi alle Divisioni ed ai reggimenti o battaglioni autonomi. Un tale quadro completo, coi nomi dei nuovi ufficiali, dovrà essere qui trasmesso non oltre il 25 corrente. · Gli ufficiali del servizio gas dovranno essere esclusivamente adibiti al medesimo; in conseguenza risiederanno presso i Comandi delle rispettive unità o corpi per esserne i consulenti in tutte le manifestazioni della materia, tenendosi in assiduo contatto cogli ufficiali vedetta dei battaglioni e delle compagnie nel fine di consigliarli e vegliarne costantemente l'opera. Gli ufficiali chimici dei corpi d'armata, quelli specializzati dalle divisioni o gli ufficiali vedetta addetti ai reggimenti, o battaglioni autonomi, dovranno avere a disposizione qualche graduato ed alcuni militari pratici che abbiano seguito con buon esito il corso di vedetta contro i gas.

e dei militari vedetta ed alle esperienze probative sull'efficienza delle maschere ai vari corpi.

*** Le sezioni chimico-metereologiche d'armata, oltre a rappresentare l'ente da cui si diparte la più attiva propaganda e la continua vigilanza, dovranno essere anche centro d'istruzione, sia per la preparazione di nuovi ufficiali e nuovi militari di vedetta, sia per lo svolgimento nelle varie località che si prestano, poste in prossimità degli accantonamenti di riposo delle truppe, delle esperienze probative allo scopo di convincere i soldati dell'efficacia assoluta che possiede il mezzo protettivo di cui sono dotati. All'uopo si sono già fatte distribuire alle sezioni chimiche delle armate operanti, tende apposite per sviluppare l'atmosfera deleteria ove far entrare e stazionare le truppe provviste di maschere durante le prove anzidette, e quanto prima giungeranno a posto le bombole di liquidi speciali coi materiali di manovra necessari allo scopo. Tali mezzi saranno fra breve distribuiti anche alla 2• e 5• Armata, non appena verranno costituite la loro sezioni chimiche. Siccome per la istituzione e il compimento delle esperienze di che trattasi occorre un personale specializzato, così questo comando ha già disposto affinché la Compagnia X distacchi non appena l'avrà pronta, cosa che sarà tra poco, presso ciascuna sezione chimica d'armata, una squadra di dieci uomini pratici con due graduati. Così le diverse sezioni chimiche possederanno in proprio tutti gli elementi per provvedere direttamente alla preparazione tecnica degli ufficiali

*** Alla Compagnia Speciale X sarà riserbato il compito importante di istruire le sezioni lancia gas negli speciali mezzi di offesa da posizione (impiego delle bombole per emissione) di studiare i materiali speciali, disponendo altresì per gli approvvigionamenti relativi e per la conseguente conservazione. Essa costituirà inoltre il centro di rifornimento e di raccolta dei mezzi per la difesa collettiva e l'ente, sia per la preparazione delle squadre che dovranno porre in opera gli sbarramenti di materiali incendiari, sia per l'addestramento del personale incaricato delle osservazioni metereologiche e della costruzione dei materiali speditivi occorrenti. Alla Compagnia X converranno in seguito ufficiali chimici di armata, di corpo di armata e quelli specializzati delle divisioni per le istruzioni di perfezionamento; ed all'uopo si inizieranno a tempo opportuni corsi pratici nei riguardi della chimica attinente ai gas asfissianti, lacrimogeni ed irritanti ed alle più interessanti questioni di meteorologia relative coll'argomento. Perché sempre più abbia a diffondersi la conoscenza della chimica dei gas che il nemico impiega con manifestazini sempre diverse e nuove, si provvederà perché nei primi mesi del venturo anno preso il laboratorio centrale di chimica della giunta istituita dal Ministero delle Armi e Munizioni siano svolte agli ufficiali chimici delle armate e dei corpi d'armata, ed agli ufficiali chimici della Compagnia X, una serie di conferenze sulle più importanti e caratteristiche questioni interessanti la materia. Analogamente sulla metereologia che riflette l'impiego dei gas, sia nei riguardi del tiro con proietti a liquidi speciali, sia per quanto ha tratto all'impiego delle bombole per emissione, verranno tenute agli ufficiali metereologici alcune conferenze all'istituto centrale di Metereologia di Roma. Gli ufficiali chimici visiteranno poi le fabbriche nostre di produzione di gas e di caricamento dei proietti. In tal modo la organizzazione chimica nostra riuscirà sempre più corrispondente alle esigenze, in maniera da poter così validamente fronteggiare, con mezzi appropriati di offesa e con sistemi adeguati di protezione e di difesa, ogni eventuale accrescersi dell'impiego dei gas da parte dell'avversario, sia nei riguardi della maggiore durata delle azioni relative, sia per quanto ha tratto alla maggiore efficacia aggressiva delle sostanze. Anche gli alleati di continuo migliorano ed accrescono le loro istituzioni relative al servizio gas, giacché i sistemi ed i mezzi che il nemico adopera vanno sempre più progredendo.


-418-

E siccome il servizio chimico di guerra degli alleati, colle migliorie che essi stanno attuando, riuscirà modellato ad un dipresso sulla base dei criteri nostri, così le organizzazioni dei tre eserciti che sulla fronte comune combattono il medesimo avversario si troveranno in tale campo di manifestazioni perfettamente in armonia l'una coll'altra.

*** Le varie sezioni chimiche d'armata trasmetteranno quindicinalmente a questo Comando (ufficio tecnico) una breve relazione sull'attività nemica e nostra nei riguardi dell'impiego dei gas; invece i fatti e gli avvenimenti straordinari ed importanti dovranno essere segnalati al più presto. Si insiste ancora sulla necessità di spedire, scortati da personale pratico, al Ministero delle Armi e Munizioni (servizio materiale chimico) i materiali di offesa e di protezione, e comunque quelli interessanti l'argomento dei gas, che si rinvengono sul campo, attenendosi ai criteri già specificati nella lettera circolare 29637 accompagnante il bollettino B del 14 dicembre, diretto alle Sezioni Chimico-Metereologiche della 1a, 3 a, 4 a Armata, Comando Truppe Altipiani e III Corpo d'Armata. Si gradirà assicurazione. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


Annesso 1 al Documento n. 112


-421-

-420DOCUMENTO N. 113

COMPAGNIA SPECIALE X Riservato

Maggio 1918

OGGETTO: Relazione sull'organizzazione ed attività della Scuola Lanciagas La Scuola Lanciagas della Compagnia Speciale X, ha essenzialmente questa triplice funzione: 1° L'istruzione teorico-pratica sui mezzi offensivi adottati dal nemico

e sui mezzi difensivi in uso presso il nostro Esercito e gli Eserciti Alleati. 2° La costituzione di Reparti destinati all'offesa (Sezione X-Lanciagas). 3 ° Lo studio delle novità relative ai gas e la diffusione delle disposizioni emanate in proposito dal Comando Supremo. A tale scopo la Scuola esplica la sua attività a mezzo di Ufficiali Istruttori laureati in medicina, chimica, fisica o scienze affini, specializzati nella materia, e di squadre di graduati all'uopo istruiti. Dispone di un Poligono per emissioni a nube, lancio di bombe a mano e con Projectors, sistemazioni di sbarramenti ignei ecc.; di una Camera del Gas; di Ricoveri Modello con tende alla prova di gas (adibiti a Posto di Soccorso e postazioni bombole); di un Gabinetto Meteorologico, per lo studio dei venti, della temperatura, dell'umidità, ecc.; di un Laboratorio Chimico per le analisi e le esperienze di tutto ciò che offre carattere di novità, sia da parte del nemico, sia da parte nostra e degli Eserciti Alleati. Un'Officina della Compagnia stessa provvede alla costruzione ed aggiustamento di apparecchi Meteorologici, e di tutti gli accessori relativi al funzionamento delle Sezioni X (Lanciagas) e degli Osservatori Meteorici in linea; un Laboratorio provvede al montaggio dei Respiratori Draeger, ed un impianto di Compressione Ossigeno al caricamento delle bombolette per gli apparecchi stessi; uno Stabilimento è adibito alla fabbricazione di mezzi protettivi, specialmente per le difese collettive, siano esse termiche o chimiche. Le Sezioni X - già impiegate più volte sul Carso e sugli Altipiani ora in numero di sei sono costituite su 200 uomini e 5 Ufficiali (compreso il Medico); ciascuna ha una dotazione di bombole adeguate alle circostanze di tempo e di luogo. Tre Sezioni sono già dislocate allo sbarramento di valli sul fronte di una nostra Armata; le altre - in attesa di destinazione - stanno completando la loro istruzione. Una Sezione è staccata a Nettuno presso quella Scuola Centrale di Ar-

tiglieria e costituisce un centro di esperienza e di istruzione per i Depositi Territoriali dell'Italia Centrale e Meridionale e della Sicilia. Tutte possono attingere largamente in complementi di uomini e materiali da una Sezione Complementare, tenuta in piena efficienza a cura della Compagnia X, che provvede altresì al completo rifornimento delle Sezioni Chimiche-Meteorologiche di Armata e delle squadre per sbarramento ignei. La Sezione Meteorologica, coadiuva efficacemente in linea l'opera degli Ufficiali addetti al Servizio Gas. A cura di questa Sezione - in tutte le località ritenute topograficamente pericolose - vengono stabiliti osservatori con anemoscopi ed anemometri, per lo studio delle correnti aeree. Tutte le osservazioni, accentrate al Comando di Sezione, vengono studiate e coordinate da personale pratico e specializzato, in modo da determinare con sufficiente attendibilità la frequenza e la forza dei venti probabili nelle diverse zone. Le risultanze di questi studi rappresentate graficamente con diagramma, e corredate d~ opportune relazioni dettagliate _o rias~untive vengono sempre e rapidamente trasmesse ai Comandi interessati. E superfluo dire dell'importanza di questa Sezione (specialmente per quanto concerne la dislocazione delle Sezioni X a sbarramenti di valli) quando si pensa che la nube di gas - comunque provenga - è sempre trasportata dal vento.

*** In questi ultimi tempi la Compagnia si è pure dedicata allo studio dei «Liven's Projectors» sia per quanto concerne il funzionamento e le modalità di impiego, sia per l'organico delle Sezioni già costituite. L'istruzione di questi reparti per gli attacchi con gas a distanza si svolge rapida in un Poligono adatto allo scopo tanto per la vastità quanto per la natura del terreno. A frequentare i Corsi della Scuola sono affluiti ed affluiscono tutti gli Ufficiali e graduati che presso Comandi di Grandi Unità mobilitate (e per l'addietro anche di Battaglione e Compagnia) sono adibiti al «Servizio Gas» o ad Osservatori Meteorologici; inoltre dall'interno ciascun Deposito di Reggimento, ciascuna Scuola Militare, Accademia, ecc. hanno inviato ai Corsi stessi almeno un Ufficiale e 2 Sottufficiali. I Corsi hanno la durata normale di 10 giorni; per gli Ufficiali di Armata e di Corpo d'Armata, il programma è sensibilmente più vasto e quindi di maggior durata. II programma consta di due parti; la prima tratta brevi nozioni di meteorologia; la seconda si occupa di chimica applicata ai gas, degli effetti sul1' organismo, dei modi di attacco, dei mezzi di difesa collettivi, dei mezzi protettivi individuali (con speciale riguardo al Respiratore Inglese) ed infine dei modi di risanamento della località investito dai Gas.


-423 -

-422-

A complemento delle istruzioni teoriche, gli Allievi vengono assuefatti alla presenza del gas sia con lancio di bombe asfissianti e lacrimogene, sia con la permanenza nella Camera Gas e nelle nubi emesse da bombola in campo aperto. A rendere più completa l'opera di istruzione e di propaganda la Sezione Sanitaria della Scuola ha il compito specifico di tenere al corrente gli Ufficiali Medici dell'Esercito su tutto quanto concerne l'organizzazione difensive dei Posti di Medicazione in linea e sulla sintomatologia dei colpiti con Gas. A tale scopo gli Ufficiali Medici specializzati svolgono conferenze e rapidi Corsi di istruzione, con esperienze pratiche, dovunque se ne manifesta il bisogno ed anche solamente l'opportunità. L'Ufficiale è sempre seguito da una squadra della Compagnia provvista del necessario per eseguire emissioni di Gas ed impiantare camere tenda. In questi ultimi tempi gli Ufficiali della Sezione Sanitaria hanno esplicato la loro attività presso le Sezioni Chimico-Meteorologiche di Armata, dando speciale importanza all'istruzione sull'uso del Respiratore Inglese e sui mezzi difensivi dei Posti di Medicazione con le tendine anti-gas. Questi Corsi vennero sempre completati con esperimenti probativi di lancio di gas asfissianti nei Poligoni delle Armate e contro i Posti di Medicazione apprestati a difesa in modo da persuadere gli Allievi della praticità e della sicurezza di tali sistemi di sbarramenti. Con speciali brevi pubblicazioni e circolari viene integrata l'opera della Scuola, di modo che ogni Allievo (istruttore a sua volta) è sempre al corrente di tutte le novità riguardanti il Servizio Gas, sia che si riferiscano alla difesa ed all'offesa, sia che trattino l'organizzazione sanitaria.

*** Circa l'attività della Scuola, basta accennare che negli ultimi tre mesi vi affluirono oltre 600 Ufficiali e 1200 graduati e si tennero circa 100 conferenze probative a Scuole e Comandi. Del risultato di questi Corsi speciali, si può affermare senz'altro che Ufficiali e soldati - un po' scettici al loro arrivo sull'utilità di questi insegnamenti - a corso ultimato, resi praticamente convinti dell'efficacia dei mezzi protettivi e dell'importanza assunta dai gas nella guerra attuale, danno tutti indistintamente sicuro affidamento di essere a loro volta convinti ed entusiasti propagandisti, consci della missione altamente patriottica e umanitaria loro affidata. Il Capitano Comandante la Compagnia X

DOCUMENTO N. 114

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO TECNICO

N. 38158 di protocollo

2 luglio 1918

OGGETTO: Relazione sommaria pervenuta dalle Armate sui tiri a gas fatti dal nemico il 15 giugno u.s. e sull'efficienza dell'organizzazione anti-gas Allegati N. una relazione AI COMANDI DI ARMATA AI COMANDI DI CORPO D'ARMATA AI COMANDI DI DIVISIONE Al COMANDI DI BRIGATA AI COMANDI DI REGGIMENTO e per conoscenza: AL PRIMO AIUTANTE DI CAMPO DI S.M. IL RE ·. AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI AL MINISTERO DELLA GUERRA AL MINISTERO PER LE ARMI E MUNIZIONI Nella recente offensiva, in cui il nemico ha fatto largo uso, quasi su tutta la fronte, di proietti a liquidi speciali, (lacrimogeni e tossic~) venne messa alla prova la nostra organizzazione di difesa contro i gas, la quale negli ultimi mesi erasi andata notevolmente sviluppando e perfezionando in ogni particolare. Con vera soddisfazione questo Comando ha constatato, giusta quanto risulta dalle referenze pervenute, compendiate nell'annessa relazione, come i risultati ottenuti siano stati ottimi sotto ogni aspetto e cioè tanto nei riguardi della difesa collettiva, come per quanto ha tratto alla protezione individuale data dal respiratore inglese, che si è completamente affermato, ispirando fiducia in tutti i combattenti. È perciò necessario che le constatazioni fatte per la loro importanza siano subito portate largamente a conoscenza delle truppe; così esse serviranno a sfatare ogni erronea leggenda diffusa ad arte dai nostri nemici, formatasi per erronea valutazione dei provvedimenti presi e creduta da coloro che non hanno l'intima conoscenza di quanto sia stato fatto presso il nostro Esercito operante nei riguardi della difesa individuale e collettiva contro i gas asfissianti. Affinché questa difesa vada sempre più perfezionandosi ed affermandosi, occorre che la nostra organizzazione anti-gas, composta di Ufficiali


-424-

-425 -

volenterosi competenti e pieni di fede, riceva ovunque il completo appoggio dei Comandi.

Nessun tiro con yprite. Le sostanze impiegate sono invece molto probabilmente bromoacetone e bromuro di cianogeno. Si eseguiranno analisi chimiche dei liquidi contenuti nei proietti inesplosi che sono molto numerosi. Il respiratore ha dato ovunque ottimi risultati e la difesa collettiva pure. Furono segnalati dieci uomini colpiti da gas di cui due soli gravi; venne riferito che a questi ultimi, in causa dello scoppio di un proietto, fu aspor. tato il respiratore.

Ciò contribuirà notevolmente ad infondere sempre maggiore fiducia nelle truppe, che così constateranno come nulla venga risparmiato per dare ad esse validi mezzi di difesa contro le insidie nemiche. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO A. Diaz

6a Armata ALLEGATO ALLA CIRCOLARE N. 38158 R.

2 luglio 1918

OGGETTO: Sommario delle relazioni pervenute dalle Armate sui tiri a gas fatti dal nemico il 15 corrente e giorni seguenti

1a Armata

X Corpo d'Armata. - Sulla fronte di questo Corpo d'Armata il nemico lanciò non meno di 3000 proietti con azione lacrimogena e soffocante. Furono raccolte alcune granate da 77 e da 100 mm. inesplose ed inviate allo speciale Laboratorio di investigazioni chimiche di Bologna. Dai caratteri del liquido contenuto nei detti proietti sembra si tratti per i lacrimogeni, di derivati alogenici dell'acetone e per gli asfissianti, di bromuro di cianogeno. V Corpo d'Armata. - Sulla fronte di questo Corpo d'Armata, in Vallarsa, furono lanciati dalle 3 ,30 alle 6 del giorno 15 circa 400 proietti lacrin:io~eni ed asfissianti. Non risulta che siano stati eseguiti tiri a liquidi spec1ah nella zona del Pasubio e di Monte Majo. Non vi furono vittime né inconvenienti. Il respiratore inglese diede ovunque ottimi risultati e fu tenuto in qualche caso per quattro ore consecutive.

sa

Armata

Il bombardamento a gas fu iniziato con proietti lacrimogeni ed asfissianti il giorno 15 alle ore 3. Verso le sette cessò il fuoco di neutralizzazione contro le batterie ed il nemico iniziò tiri di disturbo contro gli abitati le retrovie, i punti obbligati di passaggio ecc. fino alle ore 11 antimeridia~e. Nei giorni successivi i tiri a liquidi speciali furono scarsi. All'alba del giorno 15 da Vidor a Ciano il nemico eseguì un tiro con pr?ietti (da 240?) che produssero una fitta nebbia bianco-grigiastra, la quale mvestì le nostre prime e seconde linee per una profondità di due chilometri. Lo stesso avvenne tra Nervesa e Palazzon.

· Il bombardamento con liquidi speciali fu iniziato dal nemico su tutto il fronte dell'Armata alle 3 del 15 corrente, e ha durato ovunque parecchie ore (in qualche località fino alle 9 antim.). Fu poi ripreso ad intervalli nella giornata. Il tiro dei proietti a liquidi speciali venne diretto: contro le batterie, i passaggi obbligati, e le truppe di prima linea. È escluso che il nemico abbia tirato con yprite. Ha invece lanciato in Valle Brenta e sull'Altipiano numerosi proietti (da 77, da 100 e da 150 mm.); contenenti bromuro di cianogeno e bromo acetone. Sembra che siano stati lanciati su Cima Echar e Costa Lunga proietti con fosgene e difosgene. (Proietti a croce verde). Il respiratore inglese, tenuto anche per 3 ore consecutive, diede ottimi risultati. I pochissimi colpiti dal gas non hanno indossato in tempo la protezione. Le difese delle caverne con tende anti-gas hanno corrisposto. Occorre provvedere con più mezzi al rinnovamento dell'aria nelle caverne per renderla più respirabile , (ventilatori e bombole di ossigeno). Si ebbero in tutto 56 militari colpiti di gas presentanti quasi tutti lieve forme bronchiali od irritazioni agli occhi.

4a Armata Nella zona del I, VI, XVIII, IX Corpo d'Armata si ebbe ovunque bombardamento con proietti lacrimogeni ed asfissianti (da 77, da 100 e da 150 mm.). Si sta procedendo ora, da parte del Laboratorio di Investigazioni di Bologna all'analisi chimica dei liquidi contenuti nei proietti rinvenuti inesplosi. Il respiratore inglese ha corrisposto sulle linee e nelle batterie in modo veramente soddisfacente e tutti i militari ne sono fiduciosi. I colpiti furono pochi e, tranne uno, tutti lievi.


- 426-

-427-

7a Armata

Il nemico ha effettuato tiri con proietti a liquidi speciali in Val Camonica e nella zona del Tonale; ma senza grandi concentramenti di fuoco. Proietti da 77 e da 105 mm. In un baraccamento si ebbero due asfissiati gravi e ciò perché non eb. bero il tempo di applicare il respiratore inglese. Le ba_tterie fecero _fuoco per due ore consecutive col respiratore. Questa protez10ne ha cornsposto molto bene in tutta l'Armata. 3a Armata

. . . Il bombardamento a gas nell'XI, XXVIII e XXIII Corpo d'Armata ebbe m1z10 alle ore 3 e durò fino oltre alle ore 9 antimeridiane del 15 corrente. Non vi furono forti concentramenti di fuoco. In alcuni settori però il numero dei proietti lanciati anche nei giorni successivi vi è stato considerevole. , Si eseguiranno ~nalisi chimiche dei contenuti dei proietti inesplosi; è pero accertato che s1 tratta di sostanze lacrimogene ed asfissianti. Non è stata usata l'yprite. Nella 3 a Armata si sono avuti pochissimi casi di colpiti e tutti lieveme~te da gas lacrimogeno, perché qualcuno non applicò prontamente la protez10ne. Il respi~atore inglese ha corrisposto pienamente e fu tenuto applicato per parecchie ore anche a più riprese. · Conclusioni .

1~ Il nemico ha impiegato largamente su tutta la fronte numerosi proiet-

ti lacnmogeni ed asfissianti. 0

Il numero dei colpiti dai gas è veramente insignificante. Quasi tutti 1 casi avutisi sono lievi, pochissime le complicazioni, il numero dei morti per gas è minimo. •

~

. 3 ° Il respiratore inglese ha corrisposto perché la truppa era stata bene istruita nel rapido impiego della protezione ed aveva ricevuto il necessario allenamento per tollerarla a lungo. 4 ° La difesa collettiva fu usata tempestivamente e diede buoni risultati. , 5° Gli apprestamenti anti-gas nei ricoveri hanno pure corrisposto; per? occ?rre aumentare i mezzi per il rinnovamento dell'aria nei ricoveri (ventllaton e bombole di ossigeno), (si sta provvedendo). 6° L'organizzazione nel suo complesso si è dimostrata ottima si che ora ispira fiducia ai combattenti.

DOCUMENTO N. 115

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO TECNICO

N. 39136 di prot. R .

1 settembre 1918

OGGETTO : Bombardamenti a gas fatti dai tedeschi Al COMANDI DI ARMATA (Distribuzione estesa fino ai comandi di reggimento) AL COMANDO XVI CORPO D'ARMATA AL COMANDO II CORPO D'ARMATA AL COMANDO 35• DIVISIONE e per conoscenza: ALLE SEZ. CHIM . METEOROLOGICHE D'ARMATA AL MINISTERO DELLA GUERRA AL MINISTERO ARMI MUNIZIONI AL COMANDO PIAZZA DI VENEZIA ALLA COMPAGNIA SPECIALE X AL COMANDO GENERALE DEL GENIO AL COMANDO GENERALE DI CAVALLERIA AL COMANDO GENERALE DI ARTIGLIERIA ALLE MISSIONI ESTERE ALLEATE I tedeschi sulla fronte occidentale nei loro bombardamenti a gas hanno adottato il criterio di far precedere il tiro ad yprite o di proietti tossici con quelli di proietti a croce azzurra contenenti sostanze irritanti (arsine) allo scopo di determinare nel soldato forti irritazioni alle mucose e provocare starnutamento così da rendere difficile l'applicazione tempestiva delle protezioni antigas. Siccome i proietti a croce azzurra sono ad alto esplosivo e quindi non si distinguono nei riguardi dello scoppio da quelli ordinari, così è necessario a scopo di precauzione che all'inizio di ogni bombardamento avversario tutti applichino rapidamente ed a dovere il respiratore senza attendere di constatare la presenza di gas . Il personale specializzato in base alle norme ricevute durante i corsi seguiti nei campi d'istruzione o colle cautele che gli sono state precisate, potrà dopo un certo tempo stabilire se il tiro è a gas oppure a proietti ordinari e quindi dare le indicazioni ai Comandanti perché la maschera sia mantenuta oppure tolta per essere rimessa in posizione di «Attenti ai gas!».


- 429-

-428-

Si prega di dare disposizioni in tale senso ai Comandi dipendenti e di disporre perchĂŠ il criterio su esposto sia sviluppato durante l'insegnamento pratico che si compie nei campi di istruzione di Armata e di Corpo d'Armata per cura delle Sezioni Chimiche e degli Ufficiali addetti al servizio gas.

DOCUMENTO N. 116

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

COMANDO SUPERIORE DI AERONAUTICA

25 agosto 1918 IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

Sezione 5 a (Situazione ed Informazioni) SITUAZIONE: degli apparecchi nostri, alleati e nemici esistenti sulla fronte italiana alla data del 25 Agosto 1918 APPARECCHI FRONTE

POTENZA da caccia

Italiano

da bombardamento

da ricognizione

Italia Francia Inghilterra

280

67

-

-

293 24 36

Totale alleati

334

67

353

54

1

Austria Germania

463

35

185

-

-

-

Totale nemici

463

35

185

SITUAZIONE: dei nostri apparecchi esistenti sulle fronti Frai;1cese, Mace-. done ed Albanese alla data suddetta APPARECCHI FRONTE

POTENZA da caccia

Francese Macedone Albanese

1

da bombardamento

da ricognizione

Italia Italia Italia

-

19

-

12

-

17

3

11 28

Totale

29

22

39

Di questi 463 apparecchi, 352 presterebbero servizio nelle squadriglie da caccia, gli altri 111 sarebbero adoperati nelle squadriglie da ricognizione per servizio di scorta.


- 431 -

-430DOCUMENTO N. 11 7

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

Circolare N. 152525 di protocollo R.S.

10 marzo 1918

OGGETTO: Istituzione del Comando Superiore d'aeronautica AI COMANDI D'ARMATA E DI CORPO D'ARMATA AL COMANDO O.A .F.N. ALL'INTENDENZA GENERALE E ALLE INTENDENZE DI ARMATA ED UFFICIO SERVIZI C.D. AI COMANDI DELLE PIAZZE MARITTIME DI VENEZIA, SPEZIA, BRINDISI, TARANTO, MADDALENA AI COMANDI GENERALI DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO AL MINISTERO DELLA GUERRA, DELLA MARINA, DELLE ARMI E MUNIZIONI AL COMMISSARIATO GENERALE DELL'AERONAUTICA AI VARI UFFICI DEL COMANDO SUPREMO 1° - In considerazione dell'importanza assunta dall'aeronautica, e per intensificare nel suo ordinamento e impiego il carattere decisamente bellico imposto, ogni giorno più, dalle esigenze strategiche e tattiche della guerra e del coordinamento cogli altri mezzi di lotta, si istituisce il Comando superiore di aeronautica, quale parte integrante del C_omando Supremo. 2° - Il Comando Superiore d'aeronautica sarà costituito da un ufficiale generale comandante, da un ufficiale superiore di S.M. capo ufficio, e da alcune sezioni, il cui personale verrà tratto dall'ora esistente ufficio servizi aeronautici, il quale sarà soppresso. Per le relazioni e per l'indispensabile collaborazione da svolgere in modo intimo e continuo con gli altri uffici del Comando Supremo, il Comando superiore suddetto si atterrà alle norme, che pel servizio interno del Comando Supremo sono state date colla comunicazione N. 6025 del 15 febbraio u.s . 3° - Sono compiti del Comando superiore d'aeronautica: a) dare l'indirizzo tecnico e le direttive d'impiego e stabilire la distribuzione ed il coordinamento d'azione dei mezzi aeronautici (aeroplani, dirigibili, sezione aerostatiche), dell'esercito mobilitato o dislocati nella zona di spettanza del Comando Supremo, e provvedere ai loro rifornimenti;

b) dare l'indirizzo tecnico e le direttive d'impiego, e stabilire la distribuzione ed il coordinamento d'azione dei mezzi per la difesa aerea della zona di spettanza del Comando Supremo; c) sovraintendere al servizio fotografico aereo ed al servizio aerologico; d) esercitare azione diretta di comando sui mezzi aeronautici e contft'Jaerei direttamente dipendenti dal Comando Supremo; e) regolare l'avanzamento, l'assegnazione alle varie cariche e provvedere ai movimenti del personale aeronautico e controaereo mobilitato; f) rappresentare il Comando Supremo per trattare col Commissariato generale d'aeronautica le questioni relative ai programmi di costituzione di nuove unità, ai rifornimenti di materiale, al reclutamento, all'istruzione ed all'affluenza del personale. 4° -

In armonia agli ordini ed alle direttive del sottoscritto e di S.E.

il Sottocapo di S.M. dell'Esercito, il Comando superiore d'aeronautica avrà

pertanto relazioni dirette coi comandi delle armate, coi comandi generali d'artiglieria e genio, coll'intendenza generale, col Commissariato generale d'aeronautica. 5° - II Comando superiore d'aeronautica comincierà a funzionare il giorno 11 corrente. IL CAPO DI S.M. DEL_L'ESERCITO A . Diaz


-432-

-433 DOCUMENTO N. 118

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

SEZIONE SEGRETERIA

N. 4.J.773 S.S. di protocollo

22 ottobre 1918

Allegati: 2 (omessi) OGGETTO: Norme provvisorie d'impiego del servizio d'Aviazione per la Cavalleria AL COMANDO DELLO STORMO DI CAVALLERIA AL COMANDO DELLA 87a SQUADRIGLIA ALL'ISPETTORE SQUADRIGLIE DA CACCIA AL COMANDO DI AERONAUTICA DELLE ARMATE AL COMANDO DI AERONAUTICA A DISPOSIZIONE ALL'UFFICIO AERONAUTICO DELLA 6a ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO GENERALE DI CAVALLERIA AL COMANDO DELLA P, 2a 3• e 4• DIVISIONE DI CAVALLERIA AL COMANDO DELLE BRIGATE DI CAVALLERIA AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI L'aeroplano da cavalleria deve assolvere due compiti: 1° 2°

Servizio .di avanscoperta. Servizio di collegamento.

1° - Servizio di avanscoperta: viene assolto colla ricognizione compiuta avanti alle Divisioni di cavalleria per un raggio d'azione oltre queste dai 10 ai 30 km. L'osservazione deve essere portata a scopri~e l'efficienza e la occupazione di linee difensive nemiche arretrate, i movimenti lungo le rotabili ed i Centri di comando di rifornimento, le interruzioni sui corsi d'acqua e sulle diverse arterie di comunicazione, gli ammassamenti di truppa, gli accampamenti, le batterie in azione e il movimento. 2° - Servizio di collegamento: viene assolto col ricercare le nostre pattuglie di cavalleria e individuare la loro dislocazione. A tale scopo le pattuglie saranno dotate di piccoli teli bianchi per segnalazione e di fumate gialle. Il primo servizio è quello di maggior importanza. Per esso l'osservato-

re deve esplicare tutte le sue doti di acume e di spirito d'osservazione, studiando il terreno palmo paJmo con minuziosa abile ricerca. La ricognizione deve essere a vista giacché i rilievi fotografici non fornirebbero che tardive informazioni e sarebbero solo utili come conferma delle osservazioni fatte. La coscenziosa capacità degli aviatori annulla il bisogno di tale controllo. Nella preparazione ed esecuzione della ricognizione, l'osservatore dovrà attenersi a quanto prescrive «L'istruzione sul servizio delle squadriglie da osservazione» capo secondo e capo terzo (pag. 12, pag. 18). Nell'applicazione pratica delle norme date dall'istruzione, in questo speciale servizio si fa affidamento sulla iniziativa degli osservatori, iniziativa che deve essere ispirata a criteri di rapidità, di semplicità, di esatta o pronta percezione di cose o di fatti. Comunicazioni

A - Tra aeroplano e Comandi di Cavalleria. - Unicamente e sempre a mezzo messaggio. Varierà naturalmente la compilazione di esso a seconda che si tratti di riferire sul servizio di avanscoperta o su quello di collegamento. Dovrà essere cura dell'osservatore di portare con sé più carte al 100.000 della zona da riconoscere, per poter segnare su di quella i punti ove furono identificati bersagli o pattuglie nostre, e ciò a maggior spiegazione del messaggio. Quest'ultimo dovrà essere compilato in più copie in modo preciso e completo secondo modello di cui all 'allegato A (omesso). Il lancio del messaggio sarà fatto da bassissima quota sopra i Comandi di Cavalleria individuati dai segnali di riconoscimento di cui alla tabella (Allegato B) (omesso). B - Tra Cavalleria e Aeroplano - Le pattuglie indicheranno all'apparire di velivoli nazionali a bassa quota la loro posizione ogni qual volta potranno a mezzo dei teli bianchi e di fumate gialle. I Comandi di Cavalleria dovranno esporre sempre alla chiamata del velivolo (fumata a 3 scoppi) le striscie di segnalazione come da tabella (Allegato B). C - Tra il Comando del Corpo di Cavalleria e lo stormo S. V.A. Per il tramite dell'Ufficiale d'Aeronautica addetto al Corpo di Cavalleria che provvede alla comunicazione a mezzo telefono, R.T. o piccioni.

Compiti dell'Ufficiale di collegamento presso il Comando del Corpo di Cavalleria

1° - Far pervenire allo stormo, nel modo più rapido possibile, tutte le richieste ed ordini d'operazione del Corpo di Cavalleria e delle Divisioni dipendenti.


-434-

- 435 - ·

2° - Si tiene in comunicazione diretta col Comando Superiore di Aeronautica; raccoglie da queste tutte le notizie e tutti i dati relativi al nemico riferiti da tutti gli aviatori impiegati e li comunica al Comando del Corpo di Cavalleria . . 3° - Sorveglia e cura il funzionamento dei mezzi di comunicazione. 4° - Personalmente compie ricognizioni per assolvere missioni speciali affidatigli dal Comando del Corpo di Cavalleria.

*** L'Aeroplano di cavalleria, oltre i servizi sopradetti, dovrà concorrere all'azione terrestre, col mitragliare e bombardare nuclei nemici che costituissero bersaglio di grande entità; inoltre, ogni qual volta abbia rilevato un obbiettivo importante, dopo averne dato comunicazione al Comando di Divisione, dovrà atterrare al Campo di Quinto ove riferirà al Comandante della massa da Caccia. Questi provvederà per la partenza immediata di forti nuclei di velivoli per mitragliare e bombardare da bassa quota il bersaglio segnalato e comunicherà al Comando Superiore le informazioni avute ed i provvedimenti presi. Il Comando Superiore riferirà sempre al Comando Supremo-Ufficio Operazioni e darà se del caso, ulteriori disposizioni per far concorrere all'azione aerea altre forze. Tutti gli apparecchi da caccia, da ricognizione o da bombardamento sono stati informati di questo speciale servizio. Soltanto nel caso che abbiano notizie di forte interesse per il movimento della cavalleria essi sono tenuti a comunicarle, nel modo e rapidità che sarà loro consentito. IL MAGGIOR GENERALE Comandante Superiore di Aeronautica F. to Bongiovanni

DOCUMENTO N. 119

R. ESERCITO 1TALIANO -

INTENDENZA GENERALE

UFFICIO DEL CAPO DI STATO MAGGIORE - SEZIONE 1•

Allegati: 6 (omessi) -

N. 89261 di protocollo S.M.

20 agosto 1918

OGGETTO: Costituzione dell'Intendenza sa Armata Scioglimento dell'Intendenza 9a Armata ALLA INTENDENZA DELLA 9a ARMATA ALLA INTENDENZA DELLA 3 a ARMATA ALLA INTENDENZA DELLA 4a ARMATA ALL'UFFICIO SERVIZI C.D. e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI - UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE AI COMANDI DELLE ARMATE 3a, 4\ 6\ sa, 9a AL MINISTERO DELLA GUERRA- DIVISIONE STATO MAGGIORE - DIREZIONE GENERALE S.L.A. AL MINISTERO DELLE ARMI E MUNIZIONI ALLE DIREZIONI SUPERIORI DEI DEPOSITI CENTRALI DI: CASALE MONFERRATO - FIRENZE ALLA DIREZIONE TRASPORTI Il Comando Supremo, accogliendo le proposte presentate dai Comandi d~lle Armate 3 a ed 8 a, ed allo scopo di conferire a dette armate completa autonomia logistica, è venuto nella determinazione di separare il servizio d'intendenza delle due armate, provvedendo ciascuna di una Intendenza propria e di propri' stabilimenti. La nuova sistemazione sarà attuata sulla base delle direttive seguenti, comunicate dallo stesso Comando Supremo: 1° Passaggio della Intendenza della 9a Armata all'8a Armata. Conseguente soppressione dell'Ufficio Speciale di Pontevigodarzere, il cui personale sarà assorbito dalla nuova Intendenza C.D. ad eccezione del Capo Ufficio e di uno degli Ufficiali dello S.M., che passeranno all'Intendenza della ga Armata, allo scopo di assicurare la continuità del servizio. La sede dell'Intendenza dell'8a Armata sarà stabilita secondo gli ordini che crederà di dare il Comando dell'8a Armata. 2° Le grandi unità, volta a volta dipendenti dalla 9a Armata, si ap-


-436-

-437 -

poggeranno per gli ordinari rifornimenti e per la ricostituzione a quelle Intendenze nel territorio delle quali vengono ad essere dislocate; ed eccezionalmente a quella Intendenza che ha i suoi stabilimenti più vicini agli alloggiamenti delle unità stesse. Tale designazione sarà fatta volta a volta. 3b Passaggio dell'Ufficio Servizi C.D. alla 9a Armata, con nome e funzione d'Intendenza (Intendenza C.D.), previo trasferimento dell'Ufficio stesso a Mantova e con carico di provvedere ai servizi degli elementi della 9a Armata, non riuniti in grandi unità e che non fosse conveniente appoggiare alle altre Armate; nonché a quegli altri ai quali già finora ha provveduto e per i quali non sia possibile appoggiarli con razionale decentramento di alcuni di essi ai competenti organi territoriali. 4° Assegnazione alla Intendenza C.D. del compito di vero e proprio Ufficio Servizi, nel presiedere al riordinamento dei corpi della 9a Armata, con funzione di stretto coordinamento di accordi con le Intendenze interessate.

b) L'Intendenza della 3a Armata dovrà cedere a quella dell'8a Armata gli elementi che risultano dall'allegato n. 2, commisurati, alla diminuzione della forza, che prima gravava su di essa. c) Gli elementi già appartenenti alla Intendenza 9a Armata saranno così ripartiti:

*** Per l'esecuzione delle precedenti direttive, questa Intendenza Generale, presi gli ordini dal Comando Supremo, prega disporre quanto segue: 1° l'Intendenza dell'8a Armata comincerà a funzionare alle ore zero del giorno 1° settembre 1918. Alla stessa data avverrà lo scioglimento della Intendenza delìa 9a Armata, ed i cambiamenti di dipendenza logistica per pga Armata e per i corpi di armata della 9a Armata. 2° L'Intendenza dell'8a Armata si stabilirà nella sede, che le verrà indicata dal Comando ga Armata. 3° Stato Maggiore e Quartier Generale dell'Intendenza 8° Armata Sarà costituito col passaggio del personale e dei mezzi dell'Intendenza 9a Armata e della sua Delegazione di Este. Il personale dell'attuale Ufficio Servizi per pga Armata, in Pontevigodarzere, ultimate le consegne, sarà ceduto in rinforzo all'Ufficio Servizi C.D. in Mantova, ad eccezione del Capo Ufficio e di uno degli Ufficiali dello Stato Maggiore, che rimarranno presso l'Intendenza ga Armata, allo scopo di assicurare la continuità del servizio. Dovranno essere lasciati nelle condizioni attuali gli impianti esistenti in Pontevigodarzere, pel funzionamento degli uffici, collegamenti, etc. 4 ° Nuova ripartizione dei reparti, servizi e stabilimenti di Intendenza

a) tutti i reparti, servizi e stabilimenti, attualmente dipendenti dall'Ufficio Servizi in Pontevigodarzere, e che attualmente provvedono ai bisogni dell'8a Armata, passeranno integralmente all'Intendenza ga Armata, secondo quanto risulta dall'allegato n. 1.

una aliquota assegnata a complemento dei bisogni dell'Intendenza ga Armata (allegato 3A); - una aliquota ceduta all'Intendenza 4a Armata (allegato 3B); - una aliquota alle dipendenze dell'Intendenza C.D. (allegato 3C). L'Intendenza della 3a Armata è autorizzata a conservare in Monselice e vicinanze, i soli uffici dello Stato Maggiore d'Intendenza e laboratori già esistenti. Gli stabilimenti avanzati dell'Intendenza ga Armata conserveranno (od assumeranno) tutti il numero distintivo 2°. Il personale attualmente facente parte dei servizi e stabilimenti, che vengono assegnati alle varie Intendenze, passa integralmente, coll'ente di cui fa parte, sotto la nuova dipendenza. 5° Depositi Centrali - Alle ore zero del 1° settembre 1918 l'assegnazione dei Depositi Centrali sarà così modificata: - Depositi Centrali di Casale Monferrato - Passano alla dipendenza tecnica e disciplinare dell'8a Armata; - Depositi Centrali di Firenze - Passano alla dipendenza tecnica e disciplinare della 9a Armata. Continueranno quindi a rifornire la Intendenza C .D. e concorreranno ai rifornimenti della Intendenza 4a Armata fino ad un massimo giornaliero corrispondente a 130.000 uomini e 25 .000 quadrupedi. 6° L'Intendenza C.D. farà le eventuali proposte per i rifornimenti degli elementi sulla destra del Po, provvedendo a lasciare un apposito distaccamento (se indispensabile) a Modena. Per la cessione ad organi territoriali adatti al compito dei rifornimenti di qualcuno dei suddetti elementi, farà le proposte del caso a questa Intendenza Generale. Pregasi segnare ricevuta. L'INTENDENTE GENERALE DELL'ESERCITO Zaccone


- 439-

-438DOCUMENTO N. 120

COMANDO DEL CORPO D'ARMATA D'ASSALTO STATO MAGGIORE

Circolare N. 3599 V.P.

25 luglio 1918

OGGETTO: Servizio V.P. AL COMANDO DELLA 1• DIVISIONE D'ASSALTO AL COMANDO DELLA 2• DIVISIONE D'ASSALTO (Diram~ zione fino ai comandanti di reparto) e per conoscenza: A TUTTI GLI UFFICIALI DEL SERVIZIO V.P. A seguito del foglio 391/566 con il quale in data 23/25 giugno u.s. ebbi a trasmettere la circolare n. 2619 del Comando della 9• Armata ed a chiarirne i criteri di applicazione per questo Corpo d'Armata, ritengo opportuno ritornare sull'argomento del servizio di Vigilanza, Assistenza e Propaganda perché anche su questo punto si venga formando per tutti i reparti dipendenti una perfetta e sincera unità di vedute. Desidero che tutti si rendano pienamente conto: a) che agli Ufficiali del servizio V.P. è affidata una difficile, delicata, faticosa funzione che deve essere adempiuta con attività e spirito di sacrificio, per cui in nessun modo essi debbono credersi od essere da chiunque ritenuti moralmente menomati in confronto agli altri Ufficiali. b) Che essi debbono per contro essere considerati, da parte dei Comandanti da cui sono addetti, come preziosi strumenti di collaborazione per una costante indagine sullo spirito delle truppe e per le relazioni fra queste e le popolazioni, invece che agenti segreti di Autorità Superiori, come con nessun fondamento taluno ha dimostrato di ritenere. In conseguenza è necessario: - che sia, di massima, affidato agli Ufficiali di V.P., come ad aiutanti maggiori per questo ramo particolare, il disbrigo delle richieste e in genere tutte le pratiche di Ufficio riferentesi al servizio V.P. Di tal guisa si avrà un sollievo nel lamentato accumularsi delle pratiche di Ufficio presso i Comandi. - che gli Ufficiali del servizio V.P. nella manifestazione della loro attività, ricevano costante appoggio morale e mezzi materiali. da parte dei

rispettivi Comandanti ed anzitutto , mezzi di trasporto adeguati per potersi tenere costantemente a contatto con reparti. Stabilisco infine che, oltre le due relazioni da presentarsi il 1° ed il 16 di ogni mese (circolare 2619 del Comando della 9• Armata) tutti gli Ufficiali del servizio V. P. compilino per i giorni 7 e 22 un rapporto settimanale di tutte le novità, riguardanti vigilanza, assistenza e propaganda nella settimana. S'intende che il contenuto di tali rapporti sarà conglobato poi nella relazione quindicinnale aggiungendo le novità della seconda settimana della quindicina. I rapporti in parola saranno dai Centri Divisionali raccolti ed inviati in originale a questo Comando, evitando ogni lavoro di scritturazione. Prego segnare ricevuta del presente foglio. IL TENENTE GENERALE Comandante del Corpo d'Armata F.to Grazioli


-440-441 DOCUMENTO N. 121 ANNESSO 1 AL DOCUMENTO N. 121

COMANDO SUPR.r:MO COMANDO DELLA 4" ARMATA 25 settembre 1918 N. 13549 G.M. (Rif. foglio 14311 Op. del 20 sett.)

OGGETTO: Situazione alla testata di Val Stizzone

UFFICIO OPERAZIONI

27 settembre 1918

N. 14629 di prot. op. Risposta al foglio 13549 del 25 Sett. e.a. OGGETTO: Situazione alla testata di Val Stizzone

A S.E. IL COMANDANTE DELL~" ARMATA A S.E. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Si prende atto di quanto V .E. rappresenta col foglio sopracitato circa la convenienza di abbandonare le posizioni occupate nell'azione del 16 corr., ritornando gradualmente alle posizioni di partenza. Questo comando ritiene tuttavia opportuno richiamare l'attenzione di V.E. sulla necessità che per l'avvenire, prima di decidere simili operazioni locali ad obiettivi territoriali, sia ben esaminata la possibilità, ad azione compiuta, di mantenere l'occupazione delle posizioni conquistate in relazione all'intrinseca loro natura e caratteristiche, e ai rapporti che intercedono fra le posizioni stesse e quelle nemiche. Ove su questa possibilità non si possa fare sicuro affidamento è certamente preferibile imprimere all'operazione il carattere di semplice colpo di mano mirando unicamente a danneggiare le difese nemiche e a catturare prigionieri. Ciò nell'intento di evitare, o un inutile logoramento di forze per mantenere posizioni sfavorevoli, o l'abbandono di posizioni, che sia pure attuato con ogni accorgimento, può dal nemico essere sfruttato come un nostro scacco, e tradursi in motivo di depressione morale per le nostre truppe. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

I criteri, sui quali V.E. mi richiama per l'avvenire col foglio cui rispondo, sono stati da me stabiliti, e in forma ancor più recisa e tassativa, fin dal 1° maggio e.a., e cioè appena assunto il comando dell'armata (pag. 2 del foglio 6735 op., trasmesso per conoscenza anche al Comando Supremo, Ufficio Operazioni). In pratica, ed a parte naturalmente qualche difetto neppure frequente nella esecuzione, l'osservanza di tali criteri è sempre stata scrupolosamente curata da me e dai miei comandanti, dei quali, del resto, io esamino i progetti e gli ordini per le operazioni di qualche importanza, assumendone con ciò la responsabilità diretta. , In linea di fatto, per la cura minuziosa ed oculata sempre posta nello studio e nella preparazione delle operazioni, e per la diligenza efficace sempre usata nella salvaguardia e nella elevazione del morale delle truppe dell'armata, io posso genericamente riferirmi ai risultati ottenuti sotto il mio comando e per opera dei miei attuali comandanti in sottordine. Nel caso specifico, e come risulta dalla relazione sul fatto d'arme, che sarà trasmesso quanto prima al Comando Supremo, essendo appena ora pervenuta a questo, non la natura e le caratteristiche ben note delle posizioni obiettive della operazione, né i rapporti notissimi fra esse (che erano già state nostre per lungo tempo) e quelle nemiche, influirono sul risultato della operazione e sulle conseguenti decisioni di mia competenza, che ho comunicato co·l foglio 1431 1 del 20 sett.; vi influì per contro e soltanto la reazione nemica, la quale, mentre falliva presto contro la maggior parte della linea da noi voluta e raggiunta, riusciva invece con ostinati continui contrattacchi, e soltanto dopo circa ventiquattro ore, a riprendere la quota 1443, senza la quale diventava pericoloso mantenere integralmente la restante linea, che frattanto era già stata embrionalmente occupata in modo da essere poi mantenuta, secondo il progetto stabilito. Sono adunque, ed esclusivamente, le alee del combattimento, che nes-


- 442-

-443 -

sun preventivo esame credo possa prevedere, e sulle quali non credo possa mai fondare alcun affidamento sicuro un comandante che voglia o debba operare. · . Così stando, come stanno, le cose, non saprei a chi rivolgere, con fondamento e con giustizia, il richiamo di V.E., richiamo che, per quanto mi riguarda personalmente, ho anche dubbio se sia disciplinarmente regolare in relazione al R.D. N. 383 del 1° Aprile 1915, che riguarda evidentemente funzioni del tempo di pace (preparazione alla guerra esplicitamente~ etta) ed al R.D. N. 212 del 28 Marzo 1915 che non cita neppure nelle sue premesse il R.D. IO Marzo 1912 relativo al servizio in guerra escludendo perciò entrambi dipendenze gerarchiche, come sembra ovvio, anche in corrispondenza del rango che può avere il Sotto Capo di S.M. dell'Esercito.

di evitare un inutile logorio di forze o l' abbandono di posizioni che, per quanto fatto con tutti gli accorgimenti, non può non tradursi, opportunamente sfruttato, in un successo nemico e in depressione morale delle nostre truppe. Giusta l'ordine di V.E., le posizioni di testata Val Stizzone avrebbero dovuto essere da noi mantenute quant'era necessario per proteggere il miglioramento delle nostre linee retrostanti; nel fatto il 3 ottobre (quattordici giorni dopo l'ordine dato) Malga dei Pez non era ancora sgombrata, né il Comando Supremo era avvertito di questo cambiamento dovuto, a quanto ebbe a riferire il capo di S.M. di codesta armata, a premure fatte all'E.V. dal comandante del XVIII corpo. La notte dal 3 al 4 ottobre, com'è noto, la posizione venne attaccata dal nemico ed i nostri furono respinti sulla linea di difesa retrostante. La mantenuta occupazione di Malga dei Pez diede così all'avversario buona occasione di conseguire un successo, annunciato sul bollettino austriaco del 4 ottobre con la cattura di 6 ufficiali, 170 soldati e 12 mitragliatrici. Non solo; procurò alle nostre truppe un secondo scacco col fallito contrattacco sferrato nel pomeriggio della stessa giornata del 4 corr. Gli avvenimenti ora detti confermano in verità quanto il Comando Supremo segnalava a V.E. col foglio 13549 G.M. del 25 settembre, con l'aggravante di un contrattacco eseguito per riprendere una posizione che si sapeva di non dover mantenere. Le nostre truppe hanno così dovuto riprendere le linee di partenza, abbandonando posizioni non già per nostra volontà, ma per imposizione del nemico.

IL TENENTE GENERALE Comandante dell'Armata (Giardino)

ANNESSO 2 AL DOCUMENTO N. 121

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

Riservatissimo personale

11 ottobre 1918

N. 1 G.M.

OGGETTO: Situazione alla testata di Val Stizzone A S.E. IL COMANDANTE DELLA 4• ARMATA Con foglio 14311 Op. del 20 settembre V .E. comunicava al Comando Supremo d'aver disposto, in conseguenza della mancata completa conquista di quota 1443 alla testata di Val Stizzone, pel graduale nostro ripiegamento dalle posizioni occupate il 16 settembre a quelle tenute prima di tale data. Questo Comando, nel prendere atto della comunicazione, rappresentava l'opportunità, per l'avvenire, di non effettuare operazioni parziali con obiettivi territoriali, se detti obiettivi per la loro costituzione e pel loro rapporto con le posizioni nemiche non risultino poi effettivamente mantenibili, limitando, in caso contrario, l'operazione al semplice colpo di mano mirante a catturare prigionieri e a danneggiare le linee avversarie. Ciò allo scopo

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO (Diaz)


-444-

- 445 DOCUMENTO N. 122

COMANDO SUPREMO

DOCUMENTO N . 123

R. ESERCITO ITALIANO -

UFFICIO PERSONALE UFFICIALI

4 ottobre 1918 N. 15266 Protocollo

COMANDO SUPREMO

Circolare

OGGETTO: Preoccupazioni degli ufficiali delle categorie in congedo al riguardo della loro situazione nel dopo guerra

A S.E. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

ROMA

A mano a mano che la valutazione degli importanti avvenimenti in corso, maggiormente appassionando gli animi, affaccia e prospetta i problemi, anche individuali, del dopo-guerra, con ansiosa intensità, si riscontra una crescente preoccupazione in quasi tutti gli Ufficiali delle categorie in congedo che, richiamati alle armi, hanno dovuto interrompere, e per un tempo non breve, o gli studi, o la professione, o i commerci. Molti dubitano della possibilità di ricominciare con successo la carriera troncata, molti altri non si sentono allenati a riprendere gli studi, non pochi temono, dalla creazione e dallo sviluppo di nuove aziende, l'esaurimento od il fallimento delle proprie, dovute trascurare. Ad evitare una depressione d'animi che, nel momento della necessità della più tenace saldezza, potrebbe essere a questa di pregiudizio, occorrerebbe infondere, n~gli ufficiali predetti, una più forte fiducia nello Stato che senza dubbio, con provvide disposizioni, non vorrà disinteressarsi di chi, pei lunghi e nobili sacrifici compiuti, si è reso ben meritevole della gratitudine e dell'assistenza della Patria. Convinto che la questione meriti una speciale attenzione, credo doveroso farne partecipe l'E.V. per il caso ritenesse opportuno segnalarla alla Commissione designata allo studio dei problemi del dopo guerra, e ottenerne, se possibile, assicurazioni o provvedimenti che molto gioverebbero ad una sempre maggior elevazione morale degli ufficiali delle categorie in congedo. IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F.to Diaz

N. 29800 di Protocollo

29 agosto 1918

OGGETTO: Promozioni per merito di guerra e ricompense al valore AI COMANDI DI ARMATA AL COMANDO GENERALE DI CAVALLERIA AI COMANDI DEL II E XVI CORPO DI ARMATA E DELLA 35 " DIVISIONE AL COMANDO T.O .A.F.N. AI COMANDI DELLE PIAZZE MARITTIME DIRETTAMENTE DIPENDENTI (distribuzione fino ai comandi di reggimento od equivalenti) AL 1° AIUTANTE DI CAMPO GENERALE DI S.M . IL RE AI COMANDI GENERALI DI ARTIGLIERIA E GENIO AI COMANDI SUPERIORI DI AERONAUTICA E DEI RR.CC. ALLA COMMISSIONE PER LE RICOMPENSE ALLA COMMISSIONE PER L'ESAME DELLE PROMOZIONI SPECIALI · AL CONSIGLIO DELL'ORDINE MILITARE DI SAVOIA AGLI UFFICI DEL COMANDO SUPREMO AL SERVIZIO INFORMAZIONI ALL'INTENDENZA GENERALE ALLE INTENDENZE SPECIALI E STACCATE e per conoscenza: AL MINISTERO DELLA GUERRA- GABINETTO - DIR. GEN. PERS . UFF. AI COMANDI DI CORPO D'ARMATA TERRITORIALI Nelle proposte di avanzamento per merito di guerra che volta a volta pervengono alla Commissione per l'esame delle promozioni speciali e specialmente in alcune di esse motivate dal recente periodo di operazioni, ho dovuto constatare una certa tendenza a servirsi di tale mezzo per premiare essenzialmente il valore personale degli ufficiali segnalatisi nei fatti d'arme, senza tenere nella dovuta considerazione le attitudini degli ufficiali stessi a coprire degnamente il grado superiore ed il vantaggio di carriera che essi


-446-

potrebbero conseguire assolutamente e rispetto ad altri più meritevoli di molta considerazione. Tutto ciò non è in perfetta armonia con lo spirito stesso del provvedimento, mentre è assolutamente indispensabile che tali promozioni rispondano solo al criterio di una rigorosa scelta inspirata essenzialmente all'interesse dei quadri e del servizio. E come le promozioni per meriti eccezionali traggono la loro origine dagli insigni servizi resi dagli interessati allo Stato ed all'Esercito, è evidente che criteri analoghi debbano esser seguiti anche per le promozioni per merito di guerra, le cui conseguenze oltrepassano la- persona del premiato ripercuotendosi sugli altri, sicché è indispensabile che solo l'interesse generale debba poterle giustificare. Da quanto sopra consegue che l'ufficiale proposto per tale straordinario avanzamento, oltre all'aver dato bella prova di sé nel fatto specifico di guerra, deve aver anche largamente dimostrato di essere in indiscusso possesso di tutte le qualità necessarie per conseguire la promozione, sì da essere virtualmente riconosciuto come veramente idoneo al nuovo grado ed alla nuova carica che - se promosso - sarà chiamato ad esercitare. Il fatto d'arme viene pertanto ad essere solo una determinante per la prima redazione della proposta, ma, tranne casi assolutamente eccezionali, non si può prescindere, nel decidere di tale avanzamento, dalla attitudine del canditato a coprire il grado superiore, dal tempo di servizio prestato e dall'anzianità dell'ufficiale in esame, soli dati di fatto che, per il maggiore periodo di prove eè accertamenti che offrono in rapporto agli altri, possono fornire sicuri e decisivi elementi di giudizio: le eventuali eccezioni a questa regola ne affermano la necessità. Chi compila ed inoltra una proposta difficilmente può giudicare se essa risponda agli anzidetti criteri, giacché vede il problema limitato al proprio ambiente; tocca perciò alle superiori autorità in tutta la scala della gerarchia, il vagliare gli elementi assoluti e comparativi e porre quelle limitazioni necessarie che possano garantire da ogni provvedimento men che giusto ed obiettivo. È pertanto mio intendimento che le promozioni per merito di guerra rispondano ad un atto di alta giustizia e che non se ne debba usare né come benevola sanatoria di precedenti giudizi negativi, né con gli identici e soli criteri che vigono per il conferimento delle ricompense al valore. A proposito di queste ultime richiamo poi l'attenzione delle autorità èompetenti sulla necessità che esse siano veramente il simbolo del valore militare e quindi non un semplice corrispettivo per chi ha compiuto, anche molto bene, i suoi doveri di combattente, o di chi, per avventura, è stato colpito da proiettile avversario.

- 447 -

Occorre adunque che l' atto di valore ed il contegno del militare proposto siano emergenti e noti a tutti e che il contegno stesso sia stato di esempio e di incitamento agli altri, sì da suscitare in essi il senso dell'emulazione. Non basta andare all'assalto, subire il tiro dell'avversario, star vigile e calmo in trincea ecc. ecc. per conseguire una ricompensa al valore, giacché il compimento del proprio dovere è obbligo sacro ed imprescindibile per ogni grado. Per il conseguimento della ricompensa anzidetta è indispensabile l'atto di valore cosciente, bene accertato ed eseguito esclusivamente nell'interesse dell'azione generale, così da imporsi alla considerazione degli altri. Nel richiamare le autorità competenti alla esatta applicazione dei principii sovraccennati, già resi noti in precedenti circolari, insisto ancora sulla necessità di proporzionare equamente le proposte di ricompense al valore tra gli ufficiali ed i militari di truppa, affinché anche il coraggio, l'abnegazione ed il sacrificio di tanti oscuri eroi siano rapidamente segnalati alle competenti autorità e giustamente ricompensati. Il premio ha tanto maggior valore rispetto alle masse quanto minore è il grado del premiato. Insisto pure nel ricordare che vi sono molte gradazioni di ricompense, a cominciare dall'encomio, e che da questa graduazione, non sempre opportunamente osservata, emerge appunto il criterio di valutazione che non deve mai mancare in chi ha il diritto ed il dovere di inoltrare le proposte, come da essa deriva il grado d'importanza che le varie ricompense devono conservare perché raggiungano lo scopo per il quale furono istituite e conservino il loro giusto prestigio. Ogni esagerazione svaluta le ricompense di grado inferiore e le rende meno apprezzate. Si ricordi infine che la concessione delle ricompense, qualunque esse siano, è uno dei più forti e delicati mezzi di comando e che, come tale, deve trovare il suo fondamento nell'equità, nella giustizia e nell'illuminato e fondato giudizio e non nel desiderio di facile popolarità o di dar lustro alle collettività od agli avvenimenti col grande numero dei singoli premiati e con l'elevatezza delle ricompense. L'obiettività ed il senso della misura siano pertanto a tutti di guida, come elevati fattori di comando, di forza morale e di sicuro dominio sui cuori e sugli animi dei dipendenti. IL CAPO DI STATO MAGGIORE A. Diaz


-448-

-449DOCUMENTO N. 125

DOCUMENTO N. 124

COMANDO SUPREMO N. 14522 di prot.

COMANDO SUPREMO UFFICIO SEGRETERIA

20 settembre 1918 N°. 234 R.mo

OGGETTO: Spirito delle popolazioni desunto dalla censura ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI GABINETTO Un numero assai rilevante di corrispondenze esaminate dalla censura nell'ultima quindicina del mese di agosto e.a., è concorde nel lamentare non tanto la crescente penuria dei generi di prima necessità quanto l'aumento senza remora del costo d'ogni derrata. II fenomeno, causa di un grave disagio economico, quasi senza eccezione viene attribuito alla scaltrezza di accaparratori e all'ingorda sete di guadagno di chi abilmente specula sul momento; e se non è inquietante la sorda eccitazione che si rileva esistere nelle masse, ciò deve ripetersi da una maggiore valutazione del concorso americano, anche dal lato economico, e dalla fiducia ispirata dal più recente discorso del Ministro Crespi. A ques~o ~roposito e per la intima relazione che corre fra lo spirito delle popolaz10m e quello delle truppe, si comunica che l'opinione pubblica invoca la pronta attuazione dei provvedimenti annunciati dal Ministero predetto e cioè il diretto intervento dello Stato nella distribuzione e nel prezzo dei generi di prima necessità. Coll'occasione si comunica altresì che la censura segnala un movimento pacifista più accentuato in Toscana, in Piemonte, ed in alcuni cenfri della Lombardia e dell'Emilia. L'idea di una pace a prossima scadenza, e ad ogni modo prima dell'inverno, viene accreditata in rapporto alle felici operazioni di guerra in corso, sulla fronte dell'Intesa, in Francia. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F. to Badoglio

17 giugno 1918

ALLE LL.EE. I COMANDANTI DELLE ARMATE L'esperienza di guerra ha ripetutamente ed efficacemente dimostrato la capitale importanza, per la resistenza di qualunque linea difensiva, di appostamenti di mitragliatrici anche isolate, disposti a scacchiere a qualche centinaio di metri avanti alle linee, così da fiancheggiarsi, e sistemati avvalendosi di ostacoli o copertura di terreno o di coltivazione, anche senza speciale protezione. Questi appostamenti costituiscono veri capisaldi di fuoco, rompono la spinta dell'avversario e rendono possibile e facile il contrattacco. Se ne è avuta fulgida prova per quei punti dove ne è stata fatta opportunamente l'applicazione, come ne ha dato conferma la resistenza opposta ai nostri contrattacchi dal nemico che se ne è avvalso anche in terreno piano e fittamente coperto. Prescrivo perciò tassativamente che si faccia largo uso di questi appostamenti avanzati anche su linee occasionali; e l'avveduta applicazione dimostrerà il grande vantaggio che se ne ha per la resistenza e per l'economia delle forze. Si disponga perciò senz'altro per darvi attuazione. Richiamo l'attenzione di tutti i Comandi sulla importanza che hanno sempre i tiri di disturbo, di contropreparazione, di interdizione e di accompagnamento. Si ricordi come dogma che la protezione ed il concorso delle artiglierie è indispensabile ad ogni azione delle fanterie; per il che si deve esigere nei comandi di artiglieria previggenza per eventuali spostamenti di batterie, elasticità di impiego, rapidità di decisione. Ed a ciò contribuiscono enormemente i buoni collegamenti e l'essere al corrente delle situazioni. Ciò è essenziale, giacché è uno dei principali mezzi per dominare le situazioni, qualunque esse siano. Quasi nessun comando ha segnalato le caratteristiche dell'azione delle fanterie nemiche, mentre l'opportuno impiego delle nostre forze deriva dalla conoscenza di quanto fa l'avversario. Si usa la dannosa parola «infiltrazione» per spiegare in modo vago le cause di un ripiegamento, mentre invece è vocabolo da bandire, dovendosi considerare che in terreni molto coperti le così dette infiltrazioni sono cosa normale, e derivano dall'impiego di piccole colonne o gruppi arditi. Contro questi si agisce colle postazioni avanzate di mitragliatrici sopra segnala-


-450-

te, e soprattutto col resistere sul posto opponendo audacia ad audacia ché il nemico né per morale né per efficienza è a noi superiore. ' Si curi l'economia delle forze ed il loro avveduto impiego. Si portino queste norme al più presto a conoscenza degli interessati, anche telefonicamente, salvo a confermarle per iscritto onde tutti siano rapidamente ed opportunamente orientati sulla linea di condotta da seguire, e ne traggano la convinzione che nessuna difficoltà vi è ad arrestare il nemico, quando alla intelligenza soccorrano i cuori, come si è dimostrato e come la patria aspetta. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to A. Diaz

- 451 DOCUMENTO N. 126

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N.- 11562 di Protocollo G.M.

19 giugno 1918

OGGETTO: Preparazione delle operazioni AI COMANDI DELLE ARMATE In alcune azioni di contrattacco svolte in questi ultimi giorni si è manifestato un evidente slegamento fra i vari comandi e fra fanteria e artiglieria. Questa mancata armonia di direzione e di mezzi è stata la causa precipua di alcuni falliti o scarsi successi. Insisto perciò sulla necessità che ogni operazione sia minutamente studiata e preparata e che su di essa siano bene e sicuramente orientati tutti gli esecutori. E specialmente si impone come sempre il pieno accordo fra fanteria che muove, secondo le modalità stabilite verso gli obiettivi, e l'artiglieria che ne deve facilitare e proteggere il movimento. La rapidità della preparazione spesso imposta dagli avvenimenti, non deve far trascurare l'applicazione dei principi sui quali si fonda il successo di un'azione offensiva qualunque sia la sua portata. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to Diaz


-452-

-453 DOCUMENTO N. 127

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO SEGRETERIA - SEZIONE ISTRUZIONI

Circolare N. 25 di Protocollo

23 giugno 1918

OGGETTO: Metodi tattici del nemico AI COMANDI DI ARMATA, DI CORPO D'ARMATA, DI DIVISIONE (Distribuzione fino ai comandi di compagnia) AI COMANDI GENERALI DELL'ARMA DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO e per conoscenza: AL MINISTERO DELLA GUERRA: DIV. S.M. Le notizie raccolte sullo svolgimento della battaglia in corso e la consultazione di documenti caduti in nostro possesso consentono di stabilire i procedimenti più caratteristici adottati dagli austriaci e di trarre fin d'ora alcune deduzioni, da applicarsi immediatamente. 1° Avvicinamento del/e fanterie. - L'avvicinamento si effettua, di preferenza, durante la notte. Di giorno, è compiuto a piccoli gruppi, evitando per quanto è possibile le rotabili ed i nodi stradali, e seguendo itinerari poco appariscenti, su strade campestri ordinariamente poco percorse, lungo filari d'alberi, arginelli, ecc. Ciò serva di norma ai nostri osservatori terrestri ed aerei, e all'artiglieria (per i tiri d'interdizione). 2° Passaggio del Piave. - È stato effettuato su galleggianti (canotti, barconi da ponte) e passerelle, iniziando la costruzione di queste ultime, su qualche braccio del fiume a noi meno visibile (est Grave Papadopoli) la sera del giorno precedente l'attacco. · Il passaggio delle truppe destinate al primo urto doveva essere iniziato 45 minuti prima dell'ora improrogabile stabilita per l'irruzione (7,30), sotto la protezione diretta delle batterie da montagna e dei lanciabombe in azione contro la nostra prima linea.

Collegamenti: essenzialmente con razzi - eventualmente con telefono 1 • 3° Linee d'attacco, in montagna. - Non si è notata - nella regione montana - particolare preferenza del nemico ad operare per l'alto piuttosto che per i fondi valle, né tendenza ad evitare l'attacco dei capisaldi, alcuni dei quali sono anzi stati assegnati come obiettivi a grandi unità. Senza idee preconcette sulla possibile manovra nemica, si provveda quindi alle esigenze della difesa con l'opportuna dislocazione e manovra dei rincalzi e delle riserve. Si tenga sempre presidiata la seconda zona di difesa. 4° Impiego dei riparti d'assalto. - I riparti d'assalto, largamente provvisti di mitragliatrici leggere e di lanciafiamme, sono stati impiegati - su quasi tutta la fronte - per costituire le prime ondate d' attacco; mentre le successive ondate sono state costituite con truppe senza speciali caratteristiche, e probabilmente dotate di minore coesione materiale e morale. Sembra anzi che - a sfondamento compiuto - l'avversario cerchi di ritirare prontamente dalla prima linea i riparti d'assalto, allo scopo di risparmiarli quanto più è possibile e di costituire con essi riserve di manovra e di contrattacco. Ne deriva la grande importanza di riuscire ad infrangere - possibilmente ancor prima che si sviluppi - l'urto della prima ondata, per sfruttare l'influenza deprimente che indubbiamente deve esercitare, sulle ondate successive, lo scacco subito dalle truppe scelte. (I tiri di contropreparazione ed i tiri di sbarramento sono all'uopo di capitale importanza e rendimento). 5° Impiego delle masse d'assalto. - Si cita il caso di una divisione (btg. d'assalto, 1° regg., 2° regg., 3° regg. , 4° regg.) considerata d'assalto, la quale, sul Piave, avrebbe dovuto spezzare le nostre linee, attaccando su una fronte di poco più di 500 metri e adottando lo schieramento segnato a margine (quello della successione indicata in parentesi. N.d.A.). Compiuto lo sfondamento, il 1° reggimento avrebbe dovuto occupare stabilmente la linea raggiunta dal battaglione d'assalto; quelli successivi avrebbero dovuto spiegarsi, e seconda dei casi, sulla destra o sulla sinistra del primo .

1 Sono state adoperate, per il passaggio del Piave, le seguenti segnalazioni convenzionali: - razzi bianchi: arrivo sulla prima linea; - fasci di raggi verdi, lanciati in grande numero da uomini di truppa riuniti in gruppo, per chiedere l'allungamento del tiro di artiglieria; - razzi rossi, per chiedere il tiro di sbarramento dell'artiglieria.


-454-

-455 -

L'identificazione delle divisioni d'assalto e la determinazione delle posizioni di esse sulla fronte, possono - prima della battaglia e durante lo svolgimento - fornire notizie sulla probabile 'direzione del maggiore sforzo nemico.

ma ondata delle truppe di contrattacco deve tentare decisamente di oltrepassarli, cercando di evitarne le offese;

6° Impiego de/l'aviazione. - Era previsto: - Un primo attacco, da iniziarsi mezz'ora prima dell'irruzione delle fanterie, con tiro di mitragliatrici diretto essenzialmente contro il personale delle nostre batterie ancora in azione (durata un'ora - quota di volo 200 metri); - Attacchi ulteriori, di due in due ore, diretti specialmente contro le riserve italiane in marcia verso il campo di battaglia.

c) di adottare, anche se paiono più vulnerabili, formazioni che si prestino a tenere i riparti nella mano dei capi, ed evitino lo sparpagliamento di uomini, i facili allarmi, il panico. Spesso, in questi terreni, le offese del nemico sono più temute che reali.

7° Impiego di proietti speciali. - Molto sparso, ma generalmente non molto intenso, e preferibilmente diretto sulle batterie (proietti asfissianti, lacrimogeni, fumogeni). Non accertato alcun tipo ad Yprite. 8° Manovra in terreni piani e coperti. Posto dei comandanti. - Il nemico si attiene di preferenza ai seguenti metodi: a) pronta difesa della linea raggiunta, mediante nidi di parecchie mitragliatrici, esponendo alle perdite il minor numero possibile di uomini e conservando la massima forza per i contrattacchi. b) impiego di grossi e decisi pattuglioni, provvisti di mitragliatrici leggere, con il compito di spezzare di sorpresa, in qualche punto, la nostra linea, penetrare profondamente sul rovescio di essa ed agire essenzialmente per manovra ed effetto morale (tiratori con mitragliatrici leggere appollaiati sugli alberi o nascosti nel grano). Sul basso Piave un pattuglione di 60 uomini venne catturato da uno squadrone di cavalleria, circa 2 Km. dentro le nostre linee.

b) di combattere l'avversario con sistemi analoghi ai suoi, affrontandone risolutamente, anche con piccole forze, i pattuglioni;

La vulnerabilità si diminuisce sfruttando la folta copertura del suolo .

*** I nostri tiri di contropreparazione - là dove furono eseguiti in tempo - inflissero gravi perdite alle fanterie nemiche radunate ed alle masse d'urto, e disordinarono gli ultimi preparativi per l'attacco. Occorre che l'artiglieria sia perciò - sotto ogni punto di vista - pronta a rinnovare, al primo ordine, tale efficacissima forma di azione. All'uopo si fa rilevare che l'avversario - su qualche tratto della fronte - sembra che abbia spinto cautamente avanti, verso le nostre linee, prima ancora dell'inizio del fuoco d'artiglieria, qualche riparto d'assalto, il quale è venuto così a trovarsi pronto per l'attacco in una zona neutra compresa fra quelle rispettivamente battute dal tiro di preparazione delle proprie artiglierie e dal nostro tiro di contropreparazione. Si accerti dunque, con diligente esame, se il terreno offra, eventualmente, al nemico possibilità di effettuare di nascosto tali avvicinamenti e, ove esista, se ne tenga conto sia per la contropreparazione, sia per tempesti-

Se ne deduce la convenienza, confermata dai buoni risultati ottenuti:

vi sbarramenti. La vegetazione densissima, i reticolati, i numerosi argini e corsi d'acqua, la resistenza opposta dai nostri nidi di mitragliatrici hanno reso al nemico «enormemente difficile il terreno d'attacco», incerto l'orientamento, arduo il compito di mantenere il collegamento. In sostanza, nella zona ove è avvenuta l'irruzione avversaria, il terreno intricato e fittamente coperto ha messo l'attaccante e il difensore di fronte alle medesime difficoltà. Richiamo pertanto all'osservanza delle prescrizioni date da questo comando nel 1916, col fascicolo «Operazioni nei terreni piani e coperti», e

a) di affidare, nei contrattacchi, a determinati riparti (preferibilmente nuclei di arditi), accompagnati, quando è possibile, da cannoni da montagna, il compito di catturare, con azione avvolgente, o distruggere i nidi di mitragliatrici (utilissimi per tale compito i petardi offensivi); mentre la pri-

metto in evidenza: - come ai compiti difensivi debba provvedersi facendo largo uso di appostamenti avanzati per mitragliatrici, disposti in modo da fiancheggiarsi reciprocamente e sistemati sfruttando gli ostacoli naturali ed il maschera-

c) impiego di numerose piccole colonne (di forza generalmente non superiore al battaglione) aventi ciascuna un particolare obiettivo e con il compito di procedere avanti con la massima rapidità possibile, schivando i grossi centri abitati e non attardandosi in lunghi combattimenti di località. Posto dei comandanti: «alla testa delle proprie truppe».


-457-

-456-

DOCUMENTO N. 128

~ento offerto dalla vegetazione, anche rinunciando a qualsiasi altra protezwne; R. ESERCITO ITALIANO come, per i compiti controffensivi, siano preferibili le formazioni a fronte non ampia, con rincalzi piuttosto forti e vicini, e coperte sulla fronte e sui fianchi, con pattuglie d'assalto piuttosto forti (utilissima cooperazione hanno data le automitragliatrici blindate); . - c~me sia assolutamente necessario (dai comandi maggiori ai più piccoli reparti), mantenere dovunque e sempre un contegno aggressivo, entrando decisamente in azione, e cercando di spingere questa a fondo, rapidamente prima che il nemico possa orientarsi sulla situazione ed impiegare le riserve'.

*** L'esperienza ha infine nuovamente confermato la grande utilità di collegare le successive linee di una zona difensiva (e le successive zone fra loro) per mezzo di trasversali le quali, scomponendo la regione in numerosi scompartimenti stagni, rendano più difficile al nemico di allargare sui lati i successi eventualmente ottenuti.

COMANDO SUPREMO

UFFICIO SEGRETERIA - SEZIONE ISTRUZIONI

4 luglio 1918 N. 132 di Protocollo OGGETTO : Esperienze della recente battaglia AI COMANDI DI ARMATA (Distribuzione estesa fino ai comandi di compagnia) AI COMANDI GENERALI ED ALL'INTENDENZA GENERALE e per conoscenza: AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M.) A seguito della circolare N. 25 del 23 giugno u.s. (Metodi tattici usati dal nemico) espongo alcune altre considerazioni circa le recenti operazioni sulla nostra fronte . Vigilanza e preparazione delle truppe

IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO A. Diaz

1. - Il nemico ha potuto più agevolmente penetrare nelle nostre linee e soffermarsi più a lungo nei tratti dove, per speciali condizioni del terreno, il nostro contatto con esso era stato in precedenza più scarso e dove l'esistenza di un notevole ostacolo (Piave) pareva dare garanzia contro la sorpresa tattica. È dunque necessario che comandi e truppe ricerchino e mantengano su tutta la fronte questo contatto, qualunque siano le difficoltà da sormontare. Occorrono all'uopo l'impiego sistematico e assiduo di tutti i mezzi ed il contributo di tutti gli organi dei quali si dispone (ricognizioni terrestri ed aeree - osservatori terrestri ed aerei, analisi dei tiri nemici, dell'attività aerea avversaria, ecc.). Indispensabile complemento di tale attività sono i frequenti colpi di mano per catturare prigionieri, ciò che per la presente nostra decisa superiorità morale sull'avversario deve riuscire agevole. 2. - Si invigili per impedire che dal buon successo ora ottenuto, possa scaturire rilassamento nel servizio di vigilanza. Questo deve essere anzi intensificato e controllato ancora più assiduamente. Si moltiplichino i mezzi di avviso e di allarme, e tutti ne comprendano l'importanza. 3. - Si reagisca contro ogni idea preconcetta circa i punti o tratti di fronte ove presumibilmente il nemico potrebbe effettuare un nuovo att~c-


-458-

- 459-

co. Su qualunque tratto della regione montana, innanzi al Montello, sul Piave si deve essere - come e meglio di prima - pronti a rintuzzare qualsiasi azione offensiva nemica.

che si eviti qualsiasi possibilità di slegamento d'azione delle unità contigue e quindi si provveda alla sovrapposizione di truppe appartenenti alle unità stesse, alla dislocazione dei rincalzi e riserve a tergo delle_ saldature a nette delimitazioni di compiti e responsabilità, a più forte schieramento, di mitragliatrici, alla preordinata protezione con le artiglierie, al collega-

Schieramento delle forze

4. - Qualche unità è stata sorpresa dall'attacco nemico mentre avvenivano cambi di truppe sulle prime linee od erano in corso modificazioni nel tipo di schieramento. Poiché tali operazioni sono sempre delicate e determinano sovente situazioni difficili, occorre ben vagliarne la possibilità e l'opportunità in relazione alla situazione; alla vigilia di una probabile azione è preferibile uno schieramento imperfetto alla crisi ed al disorientamento derivanti da tardive modificazioni. E si ricordi che tutti erano preavvisati dell 'attacco nemico . 5. - Gli schieramenti delle fanterie e delle artiglierie rispondano sempre ad un concetto concreto di azione per far fronte ad un attacco di sorpresa da parte del nemico . Posseggano, in pari tempo, elasticità sufficiente per poter sopportare, senza esserne sconvolti, eventuali aumenti e diminuzioni nella densità, o senza che si palesino necessarie artificiose costituzionei di settori o gruppi tattici. L' una esigenza e l'altra influiscono sulla rete dei collegamenti, e sulla costituzione delle riserve: queste siano forti ed opportunamente dislocate, i comandanti siano sempre tenuti orientati sulla situazione (V . n. 9). L'assegnazione delle forze fatta in previsione della battaglia ha concesso di presidiare le due prime zon·e di difesa con sufficienti nuclei di truppa prima dell'attacco nemico. Tale provvedimento si è dimostrato di importanza capitale. In particolare poi è apparsa nuovamente la necessità che tutte le armi (artiglierie, bombarde, lanciabombe, mitragliatrici) abbiano forte scaglionamento in profondità, in modo da fare sottostare a fuochi logoranti, per lungo tempo, le fanterie nemiche, sottraendo le armi stesse il più che è possibile alle fluttuazioni del combattimento . Il tiro di tutte queste armi sia armonizzato in un unico concetto (V. n. 18).

6. - Sebbene non si possa affermare che l'avversario abbia scelto di proposito, per l'attacco, i punti di giunzione di grandi unità contigue, sta il fatto che tali punti hanno costituito tratti di minore resistenza della difesa. Occorre quindi: - che i punti di giunzione non coincidano con tratti particolarmente deboli della fronte; - che· ad ogni modo, in corrispondenza di essi, lo schieramento sia più forte;

mento, ecc. Necessità di celare al nemico la dislocazione dei principali elementi della difesa

7. _ Durante la preparazione il nemico ha erroneamente battute località nelle quali riteneva fossero dislocati comandi, riserve, artiglieri~, osservatori, ecc.; non ha battute talune arterie essenziali, e ne ha battute mvece altre che durante l'azione, erano state abbandonate per seguire piste nuove, prima ~ai svelate da noi. Ciò ha dato notevole contri~ut~ ~ll'~fficienz~ delle nostre difese. Si ricorra quindi con fede, con contmu1ta di pro~ed1menti alle astuzie, alle precauzioni, ai divieti che si riterranno necessan per indur;e l'avversario in errore; tutti siano convinti della utilità di queste predisposizioni e se ne convinca anche la truppa che deve_ applica~le. Insisto sulle precauzioni da adottarsi in modo contmuo, abituale, per celare i movimenti e la presenza di truppe immediatamente dietro la fro~te (fuochi, lumi, ecc.) nonché sulla necessità di r~nder~ mini~a la c~rcolaz~o~ ne diurna sulle retrovie. I trasferimenti si facciano m massima di notte, si dia sempre maggiore impulso ai mascheramenti; si inaffino le strade. 8. _ Si rammenti sempre la necessità assoluta di nascondere al nemico l'arrivo dei rinforzi di artiglierie e le postazioni di mitragliatrici. Queste devono sfuggire alla ricognizione fotografica aerea e~ alla _r,icog~i~io~e v~cina nello stesso modo che non devono dar presa al tiro (pm ordim di reticola~i bassi, a pochi fili, nascosti fra la vegetazione). Le post~zioni d~ mitragliatrici (nidi) occasionali e preparate, si trovino avanti e dietro le lmee, sugli alberi, ovunque. Devono costituire come una _larga rete, nella ~~ale ogni arma, ogni sezione, si svela di sorpresa, per ~ifendere quella vicma. Non dobbiamo essere in questo da meno del nemico: Sul Piave e sul Montello questi ne ha fatto impiego efficacissimo. I mitraglieri sieno dunque ~ente di cuore saldo ed abbiano coscienza della grande capacità della propna arma, da impiegare in perfetta armonia cogli altri mezzi della fanteria. Allora il nemico non passerà. Impiego dei rincalzi e delle riserve

9. _ È accaduto - e accadrà ancora - che grandi unità giungano da altre parti della fronte, nuove al terreno d'azione.


-461 -460-

Occorre dar loro tempo per orientarsi, per organizzare i servizi, per impratichirsi dei collegamenti, ecc. Si cerchi perci9 di utilizzare queste truppe per presidiare, in primo tempo, le zone arretrate di difesa, o costituire riserve di meno pronto impiego. Il loro impiego sia poi effettuato non a spizzico (come è avvenuto) ma in blocco per intiere unità organiche, dimenticando una buona volta per sempre l'impiego della brigata, per pensare esclusivamente all'impiego della divisione. Nell'attesa, i comandanti di tali unità e delle riserve in genere e i rispettivi S.M . si orientino sulla situazione generale e su quella locale. Per questo, si provveda a metterli subito in contatto coi comandi più elevati della zona di probabile impiego. Siano all'uopo agevolati con mezzi rapidi di trasporto· conducano seco un numero sufficiente di portaordini per comunicare c;lle proprie truppe, st~biliscano, allorché possibile, propri osservatori e propri centri di raccolta e di invio di comunicazioni, ecc.; si diano in tempo le carte topografiche che loro occorrono. La dislocazione di tali unità entro le zone loro assegnate sia stabilita, fin dall'inizio, in relazione alla successione ed alla direzione del loro prevedibile impiego: l'intervento di esse sarà più rapido e le truppe giungeranno in linea meno stanche. È assolutamente necessario che il loro movimento sulle strade venga rigorosamente disciplinato, sia colle predisposizioni, sia coll'intervento sul posto degli Stati Maggiori delle grandi unità, sia ancora con un rigoroso servizio di polizia militare. 10. - Là dove il nemico è riuscito ad addentrarsi nella nostra zona di difesa, è stato quasi ovunque subito attanagliato dalla nostra immediata e continuata reazione e costretto ad arrestarsi per difendersi sui fianchi e coprirsi sul tergo. Tale sistema sia quindi sempre praticato. Si distingua però bene il contrattacco immediato dall'azione controf-

fensiva. I contrattacchi immediati tendono a ristabilire situazioni compromesse in un settore limitato, richiedono prontezza ed irruenza e perciò l'iniziativa dei comandanti delle minori unità di fanteria, i quali devono averne già studiato l'attuazione nel proprio progetto di difesa. Devono proporsi di cogliere il nemico sui fianchi e sul tergo, mentre esso è in crisi per lo sforzo durato nell'attacco. Risulta che siffatti contrattacchi hanno trovato spesso buona base di partenza nelle linee di trincee (o anche semplici reticolati) che collegano le diverse zone difensive. Occorre però che tali compartimentazioni stagne siano abbastanza ampie per consentire lo sviluppo dei contrattacchi, sulla base dei quali, anzi, devono essere state progettate e costrutte.

11. - Il contrattacco immediato è dunque opera essenzialmente dei minori riparti di fanteria. I loro comandanti non devono quindi attendere - quale condizione necessaria ed indispensabile per eseguirlo - la preparazione dell' artiglieria. Questa, per le vicende del combattimento, non sarà sempre in grado di dare pronto ed efficace appoggio a tale azione, che è sovratutto di fuoco di fanteria (fucileria - mitragliatrici - bombe a mano - cannoncini, ecc.) e di impeto. 12. - La controffensiva si compie invece mediante l'impiego di grandi unità della riserva e deve essere preparata col fuoco d'artiglieria. Anziché essere sviluppata sull'intiero saliente dell'irruzione nemica, deve essere condotta decisamente e a fondo contro i punti più sensibili di esso. Tali punti sono più specialmente i fianchi, contenendo i quali si viene anche a limitare la progressione del nemico verso il vertice. La preparazione di queste azioni controffensive deve essere rapida, ma fatta in modo completo, anche a costo di soggiacere a qualche ulteriore temporaneo svantaggio; nel computo del tempo occorrente si tengan? ,pres~nti anche le esigenze dell'orientamento e del collegamento per le umta da impegnare e per le loro artiglierie. Siffatte azioni richiedono dunque: chiara valutazione della situazione, designazione degli scopi e degli obiettivi commisurata alle forze disponibili,

unità di comando. 13. - Queste azioni controffensive devono essere eseguite da intiere unità organiche e non da reparti raccolti sul momento, né da unità appena giunte ed ancora disorientate e stanche. Anche sotto questo aspetto l'impazienza dell'esecuzione riesce a sicuro danno del successo. 14. - Taluni sbarramenti delle strade (materassi di filo di ferro ribaltabili, cancelli, cavalli di frisia, ecc.) accuratamente predisposti, non hanno servito perché non chiusi in tempo; altrove la compartimentazione delle linee difensive coi reticolati ha recato impaccio e perdite alle nostre stesse truppe (mancanza di conoscenza dei passaggi prestabiliti). Appunto perché vi sono difficoltà ad ovviare sempre con pratici rimedi a questi inconvenienti, nulla si deve trascurare per cercare di ridurli (conoscenza del terreno, ricognizioni eseguite per tempo o durante l'att.e sa - ampliamento e moltiplicazione dei varchi - distribuzione di pinze alle truppe, ecc.).

Combattimento della fanteria 15 . - Nelle zone del Montello e del Basso Piave attaccante e difensore si sono trovati di fronte alle medesime difficoltà, derivanti essenzialmente dallo sminuzzarsi del combattimento in numerosi episodi slegati fra gruppi


-462-

-463 -

di tiratori e di mitragliatrici e dal più difficile concorso dell'artiglieria. La fanteria ha cioè sentito fortemente la mancanza della trincea e la conseguente imperfetta organizzazione dei tiri d'artiglieria: Richiamo su questi argomenti l'attenzione di tutti i comandanti affinché ne tengano il maggior conto nell'addestramento degli uomini e nell'istruzione dei riparti. La fanteria, con la manovra dei suoi elementi costitutivi e con la potenza di fuoco di cui è capace (fucili, mitragliatrici, Stokes, cannoncini, bombe a mano), ha in sé tutti i mezzi per il combattimento vicino. Deve sapersene valere senza esitazioni, senza esclusioni, con piena convinzione. Occorre che il buon impiego del fucile e della baionetta riprendano il primo posto nell'addestramento individuale: che ogni soldato si persuada di non essere nella lotta corpo a corpo inferiore ad alcun soldato nemico, e che si vincano nei riparti di fanteria quelle esitazioni (lenta defluenza dai ripari di partenza - scarsa velocità di movimento - incertezza di direzione) che, a detta dello stesso nemico, hanno ancora recentemente compromesso l'esito di talune nostre azioni. Richiamo le prescrizioni ripetutamente date per l'attacco dei nidi di mitragliatrici (aggredirli energicamente con tutti i mezzi di fuoco - utilissime le bombe offensive - avvolgerli contemporaneamente per agire sul tergo dei difensori) avvertendo che, data la estensione, nel senso della fronte e nel senso della profondità, delle zone di nidi di mitragliatrici che ora caratterizzano la difesa, bisogna che il gruppo di uomini, la squadra, il plotone, siano bene esercitati nell'attacco di un nido di mitragliatrici, e l'intero riparto (compagnia, battaglione, ecc.) nell'attacco di un'intiera zona. Anche in questo non è il brillant~ episodio individuale, ma la coordinata azione collettiva che decide del risultato. Allorché possibile, si facciano concorrere da vicino in queste operazioni artiglierie da montagna o someggiate, automitragliatrici blindate.

offensiva, vari profondamente la durata e le modalità della preparazione di fuoco. Per far fallire tale sorpresa, è necessario che si sfrutti ogni minimo indizio che lasci percepire, prima dell'azione, le probabili intenzioni del nemico; e che, durante l'azione, le ricognizioni terrestri ed aeree diano modo di adattare l'impiego del nostro fuoco alle modalità del suo attacco. Scopo essenziale da raggiungere è di fare sottostare le fanterie nemiche già raccolte per l'attacco ad alcune ore del nostro fuoco di contropreparazione.

Azioni di fuoco

16. - Caratteristiche della preparazione di fuoco dell'avversario sono state: la brevità, su tutta la fronte; e - su qualche tratto di essa - azione intensa su un'ala del nostro schieramento per indurci ad avviare in tale direzione le nostre riserve, mentre l'attacco venne di poi pronunziato sull'ala opposta. È indubitato che la nostra energica contr~preparazione ha sorpreso l'avversario e ne ha pregiudicato l'azione fin dall'inizio. È probabile - od almeno possibile, data l'importanza che giustamente il nemico attribuisce al fattore «sorpresa» - che esso, in una futura azione

17. - Su alcuni tratti della fronte fu destinato al tiro di controbatteria un numero di bocche da fuoco eccessivo, rispetto alla totalità di quelle disponibili per la contropreparazione. Occorre distinguere, nell'azione dell'artiglieria della difesa, due periodi: quello che precede e quello che s'inizia colla preparazione immediata nemica. Nel primo ha larga parte il tiro di controbatteria (di distruzione); nel secondo invece l'elemento più pericoloso, e che deve quindi costituire il bersaglio principale della nostra artiglieria, è costituito dalla fanteria nemica dislocata sulle prime linee o in prossimità di esse e pronta per l'attacco. Su tale obiettivo dovrà essere rivolta la gran massa del nostro fuoco (interdizione vicina e sbarramento), lasciando il minimo numero di batterie alla controbatteria (neutralizzazione) ed eventualmente alla interdizione lontana. 18. - È indispensabile, ad ogni modo, che l'azione di fuoco della difesa sia predisposta studiando l'impiego coordinato di tutti i mezzi (artiglierie, bombarde, armi da trincea; mitragliatrici, fucileria) sicché di ognuno si sfruttino le caratteristiche particolari: ciò darà azione più completa, più armonica, con la massima economia. Insisto su questo coordinamento che è della massima importanza. In particolare, la fanteria deve sistematicamente concorrere nelle azioni di fuoco, cogli stokes e coi cannoncini da 37: a) per l'interdizione vicina, battendo i passaggi obbligati nelle prime linee, allo scopo di ritardare e rendere più penosi i movimenti che il nemico effettua, specialmente di notte (afflusso delle fanterie di attacco, trasporti di materiali e munizioni); b) per lo sbarramento, a fine di colpire le fanterie nemiche appena accennino a muovere per l'attacco. 19. - Nelle zone d'irruzione il nemico ha fatto impiego di proietti e di particolari mezzi furnigeni, per la produzione di «nebbia artificiale». La comparsa di questa nella zona sottoposta a bombardamento od innanzi alle posizioni nemiche sarà utile indizio dell'approssimarsi del momento dell'attacco della fanteria: occorrerà du~qùe iniziare, se già non fu fatto, lo sbarramento di fuoco con tutti i mezzi preordinati, tenendo presente che il nemico sarà già in quel momento probabilmente assai vicino alle nostre difese passive.


-464-

Cavalleria, ciclisti

-465 -

20. - Cavalleria e ciclisti hanno efficacemente cooperato con le fanterie e sulla linea di queste con azioni di fuoco; nei compiti di collegamento (riuniti in riparti o frazionati in pattuglie) ed in genere nelle azioni episodiche che sono caratteristiche dei terreni piani e coperti. L'assegnazione sul campo tattico di uno squadrone di. cavalleria alle divisioni operanti nelle zone pianeggianti, sarà sempre buon provvedimento.

visione; e su certi tratti della fronte fino ai comandi di brigata. Invece, nella zona più avanzata, essi furono quasi ovunque subito interrotti dal bombardamento nemico. È stata nuovamente confermata la necessità:

Aeronautica

21. - Il principio dell'impiego a massa si è affermato per l'aviazione da caccia (sbarramento ininterrotto della fronte di battaglia), per le azioni di mitragliamento, e per quelle da bombardamento. Non rimane che da perseverare su questa via, cercando di far coincidere, per la più estesa applicazione di tale principio, le più intense azioni aeree con le fasi più culminanti del combattimento terrestre. Il servizio di ricognizione, vicina e lontana, ha ben servito agli scopi. 22. - L'esperienza ha confermata tutta l'importanza del servizio aerostatico per le grandi unità operanti in regioni di pianura. La ripartizione fra esse dei mezzi aerostatici fino dall'inizio della battaglia è però condizione necessaria per il buon funzionamento del servizio. È apparsa altresì la necessità di preordinare con somma cura i collegamenti. Difesa contro i gas

23. - Il nemico si è valso soltanto di liquidi lagrimogeni od asfissianti: non ha fatto impiego di Yprite. I mezzi protettivi e di difesa hanno funzionato molto bene; il numero dei colpiti è stato veramente insignificante; i casi lievi; il numero dei morti minimo. Il respiratore inglese ha bene corrisposto. Non è però da escludere che in una nuova fase offensiva, appunto perché stavolta i risultati furono scarsi, il nemico si valga di mezzi più potenti e su scala più estesa. Bisogna che, sulle basi dell'esperienza fatta e delle direttive emanate all'uopo, le istruzioni alle truppe e le organizzazioni per le difese collettive siano perfezionate e completate. Ma non si creino preoccupazioni, esagerando i pericoli. Si deve essere preparati con calma, fiduciosi nei nostri mezzi protettivi che hanno dato così buona prova. 24. - L'esperienza ha confermato ancora una volta che bisogna prevedere l'impiego di tutti i mezzi di trasmissione e di collegamento dei quali si dispone, organizzando ciascuno di essi come se fosse il solo esistente. I telefoni hanno funzionato generalmente bene fino ai comandi di di-

a) di tenere sempre ben distinte fra loro la rete di comando (rete generale) , quella per l' artiglieria, quella per l'aeronautica; b) di osservare e di far osservare stretta disciplina nell'impiego dei telefoni limitando le comunicazioni alle questioni interessanti direttamente le ope;azioni. All'uopo il controllo deve essere severo e l'infrazione esemplarmente punita; si stabilisca anzi su questo argomento una rigorosa abitudine disciplinare nei periodi normali. Si facciano esercizi di collegamento senza telefoni, come se fossero tutti rotti. La telegrafia ottica e le segnalazioni con bandiere hanno sofferto delle limitazioni imposte dalla nebbia e dal fumo. Si dia invece sviluppo ed importanza alle segnalazioni con razzi, che l' esperienza sul Carso ha dimostrato di grande utilità. Risultati generalmente molto buoni hanno dato i mezzi di trasmissione radioelettrici (telegrafo senza fili, geotelegrafo) ed i colombi viaggiatori (questi ultimi per collegare i riparti di prima linea con i comandi superiori, fino all'armata). Il servizio di collegamento con colombi viaggiatori è ancora oggetto di uno scetticismo ingiustificato, e che bisogna bandire. Nella regione di pianura, dove le nostre linee subirono le maggiori e più frequenti fluttuazioni, gli aeroplani di fanteria, largamente impiegati, hanno fornito ai comandi, dalle divisioni in su, frequenti indicazioni circa la situazione delle nostre truppe e di quelle avversarie, e circa i tiri delle artiglierie. Furono pure utilmente impiegati per scambio, in forma convenzionale, di ordini o di notizie fra comandi e truppe. Si facciano esercizi di collegamento. Buona prova, ancora una volta, così da confermare il pratico rendimento, hanno dato quasi ovunque i portaordini (staffette, ciclisti, guide a cavallo) e gli ufficiali di collegamento fra i comandi. 25. - In linea generale può affermarsi che, colla cooperazione dei vari mezzi, hanno complessivamente funzionato abbastanza bene, i collegamenti dall'avanti all'indietro, e quelli fra i comandi di battaglione o di gruppo. Meno bene invece quelli laterali, sia fra i comandi, sia fra le truppe. Ciò specialmente nelle azioni controffensive e perché non si erano fatte esercitazioni. Allorché si svolgono simili operazioni, e specialmente quando si agisce con truppe nuove alla zone di combattimento, occorre che vengano stabilite successive linee di attestamento o capisaldi del terreno sui quali si prenda collegamento materiale fra le colonne operanti.


-466-

-467-

26. - In conclusione, poiché nell'azione difensiva l'azione dei comandi superiori non può giungere che in ritardo, occorre che i comandi stessi diano sempre ordini chiari, rispondenti a situazwni concrete, e non direttive generiche. I comandi inferiori, nei casi urgenti, operino come il dovere impone ed informino al più presto di quanto hanno compiuto.

poter trovare, e troverà, i nostri soldati ugualmente saldi ma, dopo la vittoria, più s'icuri di sé stessi. Ed i comandi più esperimentati. Desidero che la pratica individuale o collettiva, acquisita sul campo, non rimanga patrimonio personale o locale, ma dia tutto il dovuto rendimento nella nuova preparazione. All'uopo si dia il primo posto alla collaborazione, sul terreno e al tavolino, fra gli stati maggiori di tutte le unità vicine; si tengano conferenze su larga scala, fra comandanti e inferiori, con l'intervento di ufficiali di tutte le armi e di quelli appartenenti ai principali servizi. Si curino i particolari in modo da essere certi del perfetto funzionamento di tutti gli organi, e si facciano esercitazioni applicative. Questi procedimenti saranno la più serena e la più efficace forma di controllo della preparazione dei mezzi e del vigore degli animi e il fondamento più solido .çii ordini chiari, precisi, promettenti unità d'azione eri-

Servizi

27. - È necessario che i comandi delle grandi unità dedichino alla preparazione logistica, fatta per tempo, le medesime cure che alla preparazione tattica. Si piettano all'uopo in raffronto, per la valutazione dei mezzi occorrenti e per la loro amministrazione, la vastità e l'imponenza della lotta, da un lato, lo sforzo ed il logorio di personale e di materiale dall'altro. Si accenna alle questioni principali: a) necessità che gli organi direttivi dei servizi abbiano e mantengano la piena disponibilità dei mezzi durante l'azione (in particolare occorre che nessuno trattenga, neanche per brevissimo tempo, mezzi automobilistici destinati ai rifornimenti od agli sgomberi, od ai trasporti di truppe); b) necessità che sia assolutamente evitata la creazione di organi improvvisati od accessori; c) necessità di intimo costante collegamento tra comandi e intendenze per mezzo di ufficiali di stato maggiore e dei direttori dei servizi. La parte operativa delle intendenze si porti durante la battaglia a contatto dei comandi e delle truppe; d) necessità dello scaglionamento in profondità degli stabilimenti, così da prestarsi al rapido spostamento, in varie direzioni, dei mezzi e dei materiali, nonché alla vita delle riserve. 28. - Il problema del rifornimento munizioni di artiglieria, in relazione ai grandi consumi, e quello dell'affluenza di esse sino alle batterie, presentano, specialmente nelle zone di montagna, particolari difficoltà ed esigono accuratissimo studio e previdenze meticolose, per le quali ho già fatto comunicazioni particolari. Conclusione

29. - La battaglia ora combattuta nulla di sostanzialmente nuovo ha messo in luce. Ha confermata l'impor.tanza di taluni procedimenti già noti, ma non abbastanza divulgati, o non ancora applicati, essendo essa la più grande bat.t aglia difensiva, su fronte estesa, sostenuta dal nostro esercito. Questo ha bene risposto alla prova. Il nuovo attacco, qualunque sia il nemico che intenda effettuarlo, deve

sultati sicuri. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO A. Diaz


-469-

-468DOCUMENTO N. 129

R . ESERCITO ITALIANO -

COMJ\.NDO SUPREMO

UFFICIO SEGRETERIA - SEZIONE ISTRUZIONI

Circolare Riservatissima N. 357 di Protocollo

7 agosto 1918

OGGETTO: Impiego tattico dei cannoncini da 37 mm.

I cannoncini devono essere, di norma, impiegati per riparto o per sezione. II comandante del reggimento può riservarsi l'impiego di tali armi nel campo tattico, oppure assegnarle ad uno o due dei battaglioni dipendenti (riparto intero o scisso nelle due sezioni). Soltanto nella difensi~a (per l'esecuzione di tiri di molestia) od in montagna (per battere ristretti passaggi obbligati) possono trovare impiego pezzi isolati ... ........ .. .. ... .... ... .. .... ..... .. ... .. .... . ... · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · · ·

····· ··························································································· F.to A. Diaz

Al COMANDI DI ARMATA, DI CORPO D'ARMATA, DI DIVISIONE (Distribuzione fino ai comandi di compagnia) Al COMANDI GENERALI DELL'ARMA DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO ALL'INTENDENZA GENERALE e per conoscenza: AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M.) 1° - Il cannoncino da 37 mm. è un'arma sussidiaria, il cui impiego è affidato alla fanteria, come quello dei lanciabombe Stokes e delle mitragliatrici. Le sue principali caratteristiche sono: a) la leggerezza dell'arma e del munizionamento, che permettono al cannoncino di accompagnare la fanteria in tutte le vicende del combattimento; b) la semplicità dell'aggiustamento del tiro; c) la precisione e la celerità del tiro. La granata da 37, mentre ha sufficiente efficacia contro bersagli animati è pure atta a battere blindamenti di non grande resistenza, quali sarebbero i ripari più leggeri costruiti sul campo di battaglia per appostamenti di mitragliatrici e di cannoncini. Si presta in ispecial modo, fino alla distanza di 1500 m., ad imboccare cannoniere e feritorie, ed a battere efficacemente veicoli corazzati (automobili, autocarri, carri d'assalto). 2° - A ciascun reggimento o gruppo alpino è assegnato un riparto cannoncini, composto di due sezioni di due pezzi ciascuna 1• 1 Qualora presso una brigata si disponga di un solo riparto di cannoncini da 37, il riparto stesso deve fare organicamente parte del reggimento di testa; ma, nel campo tattico, il comandante della brigata, può, a seconda delle circostanze, assegnare i cannoncini all'uno o all'altro dei reggimenti dipendenti .


-471-

-470DOCUMENTO N. 130

R. ESERCITO 1TALIANO -

sti studi e nella custodia di tutti i docuII1:enti generali o particolari che si riferiranno all'impiego dei carri.

COMANDO SUPREMO

IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO A. Diaz

UFFICIO SEGRETERIA - SEZIONE ISTRUZIONI

Riservatissima N. 691 di Protocollo

19 settembre 191 8

ALLEGATO AL DOC. N . 130

Allegati N. 1 COMANDO SUPREMO SEZIONE ISTRUZIONI

OGGETTO: Impiego tattico dei carri d'assalto

19 settembre 1918 AI COMANDI DI ARMATA (Diramazione estesa fino ai comandi di divisione) AI COMANDI GENERALI DI CAVALLERIA, D'ARTIGLIERIA, DEL GENIO AL COMANDO SUPERIORE D'AERONAUTICA e per conoscenza: ALL'INTENDENZA GENERALE AL MINISTERO DELLA GUERRA (Divisione S.M.) Nell'unita circolare sono state riunite tutte le notizie relative allo «Impiego tattico dei carri d'assalto nell'azione offensiva» derivate dall'esperienza di due anni è, sovratutto, dal largo e fortunato impiego fattone recentemente sulla fronte occidentale dai nostri alleati. Sulla base di essa e delle notizie che saranno loro direttamente fornite dagli ufficiali che vengono successivamente inviati in Francia per seguire presso la scuola interalleata il corso sull'impiego tattico dei carri d'assalto, i comandi potranno orientare i propri studi per prevedere in concreto l'impiego di questa specialità da parte nostra, in azioni offensive o controffensive. Per la difesa contro un attacco portato con carri d'assalto per parte del nemico si richiama la circolare di questo comando n. 40763 del 20 aprile 1918 (Ufficio Tecnico), i concetti della quale sono rimasti sostanzialmente immutati. Si gradirà conoscere per la fine del mese di ottobre le conclusioni dei comandi d'armata per quanto riflette la possibilità e la norma con cui potrebbe essere fatto l'impiego dei carri d'assalto nel rispettivo territorio (al di là e al di quà della linea attuale d'occupazione). Tenuto· conto della capitale importanza che ha l' elemento sorpresa nell'impiego dei carri d'assalto, prego esigere la maggiore riservatezza in que-

N . 691 R .mo OGGETTO: Impiego tattico dei carri d'assalto nell'azione offensiva Tenuto conto della capitale importanza che ha l'elemento sorpresa nell'impiego dei carri d'assalto, si esige la maggiore riservatezza nella custodia di tutti i documenti generali e particolari che si riferiscono a tale impiego.

Compiti generali dei carri d'assalto 1. -

Sono essenzialmente i seguenti:

- aprire alla fanteria, che li accompagna da vicino, un varco attraverso le difese nemiche ed aiutarla nello sbarazzare queste ultime dai nuclei avversari che ancora vi rimangono; - distruggere o almeno neutralizzare, i nidi di mitragliatrici ed i nuclei di resistenza in genere; - sostenere la fanteria nell'avanzata e mentre sta rafforzandosi sulle 1 posizioni raggiunte, opponendosi con la manovra ai contrattacchi nemici • 2. - Per adempiere ai compiti sopra elencati, sono stati sinora costrutti numerosi tipi di carri d'assalto 2 , i quali possono tuttavia essere raggruppati in due categorie principali 3 : 1 I carri si prestano anche a portare d' urgenza, alle truppe di prima linea, rifornimenti di acqua, di munizioni per armi portatili e di viveri attraverso le zone battute dal tiro nemico . 2 Dati tecnici sommari sui carri d'assalto francesi e britannici sono stati riassunti nel N. 8 delle «Notizie Militari», del 31 luglio I 918, e nella circolare di questo Comando (Ufficio Tecnico) N . 40763 del 20 aprile 1918, all'oggetto «Note relative alla difesa contro le tanks». Per i carri tedeschi circ. N. 4 delle «Notizie Militari». 3 Non si accenna ad un terzo tipo di carri, i medi, i quali tendono a scomparire, od a mutare caratteristiche (esempio: assumere caratteristiche di carri veloci).


-472-

-473 -

carri pesanti, più specialmente destinati allo sfondamento delle linee avversarie ed alla lotta contro i maggiori centri di resistenza nemici; carri leggeri, più specialmente destinati ad accompagnare le fanterie, a spazzare il terreno, ad affrontare i centri di resistenza di minore importanza e ben riconosciuti, ad arrestare i contrattacchi nemici.

ghe (oltre m. 1,80 per i carri leggeri, oltre 3 m. per i pesanti) e profonde, specialmente se scavate in terreno molle; ed in tal caso è necessario ricorre-

Capacità di marcia e di manovra e limiti d'impiego dei carri d'assalto

3. - Non conviene, finché è possibile, far marciare i carri d'assalto sulle strade dure (logorio del materiale), ed anche in terreno favorevole non bisogna imporre a tali macchine un percorso superiore ai 13-15 Km., senza prevedere soste o rifornimenti. La capacità di resistenza alla marcia degli equipaggi non può inoltre eccedere le 8-10 ore. Ne deriva la necessità di trasportare, finché è possibile, le macchine mediante la ferrovia (tipi pesanti e leggeri) o per mezzo di autocarri o carri da rimorchio specialmente attrezzati (tipi leggeri). Circa il passaggio di corsi d'acqua, si ritenga che i carri di assalto leggeri del tipo francese (6,5 tonn.) possono essere sostenuti dai ponti pesanti d'equipaggio 1 od essere traghettati su portiere di barconi. Non deve in tal caso preoccupare la costruzione delle rampe d'accesso, poiché i carri possono superare, su terreno favorevole, anche pendenze del 50%. 4. - I carri d'assalto (e specialmente quelli del tipo pesante) possono agevolmente aprire attraverso i reticolati dei varchi per la fanteria, la quale però deve aspettarsi di trovare sempre un certo ostacolo nel groviglio di fili metallici schiacciati contro terra, ma non distrutti. Il passaggio di uno o più carri pesanti attraverso una larga trincea può inoltre servire a farne crollare le sponde 2 ed a preparare una pista percorribile dai carri leggeri, e talora anche dall'artiglieria. Occorre, nei casi suddetti, che la fanteria che manovra coi carri ponga in corrispondenza dei varchi aperti segnali indicatori ben visibili, per norma dei carri e delle truppe che compongono gli scaglioni retrostanti 3• 5. - I terreni meno adatti alla manovra dei carri sono quelli molto fangosi o che presentano larghi affioramenti di roccia. Si oppongono però ugualmente all'avanzata dei carri i corsi d'acqua in genere (specialmente se a sponde melmose), i boschi con piante d'alto fusto, le strade incassate profonde, i rilevati a pendio ripido consolidato. Costituiscono difficoltà al movimento dei carri d'assalto le trincee lar1 2

3

Carri d'assalto non caricati su autocarri. Sempre inteso che queste non siano rocciose. La fanteria deve inoltre curare - appena possibile -

di migliorare i varchi stessi.

re a ripieghi. I carri d'assalto possono inoltre trovare seri ostacoli in terreno profondamente sconvolto dal fuoco delle grosse artiglierie. 6. - Gli equipaggi dei carri d'assalto hanno in pratica un campo di vista alquanto ristretto: ciò costituisce una notevole difficoltà nei riguardi del collegamento fra i carri e la fanteria ed esige che vengano assegnati ai carri stessi obiettivi facilmente riconoscibili ed itinerari, per quanto è possibile, semplici per raggiungerli. Per sopperire alle difficoltà del predetto collegamento occorre che l'addestramento del personale dei carri e della fanteria sia perfetto, che tutti abbiano esatta conoscenza dei propri compiti e ferma volontà di adempiere al proprio mandato. 7. - I carri d'assalto si possono, per ora, considerare invulnerabili, rispetto alle pallottole di fucile e di mitragliatrice, ma sono facilmente messi fuori combattimento, anche con un sol colpo in pieno, dall'artiglieria leggera. Siccome i carri d'assalto costituiscono nel combattimento un ottimo bersaglio, e non possono facilmente sottrarsi alla vista del nemico, occorre che la durata della loro permanenza nelle zone più avanzate sia ridotta al minimo possibile. Principi generali d'impiego 8. - Da quanto sopra è stato esposto, si deducono i seguenti princip'ì generali d' impiego, che l'esperienza di due anni di guerra ha confermato: a) L'impiego dei carri d'assalto devè essere preparato con molta accu-

ratezza ed eseguito a massa e di sorpresa, in terreno adatto alla manovra delle macchine e riconosciuto quanto meglio è possibile. Affinché un attacco portato con carri d'assalto abbia possibilità di buona riuscita è indispensabile: - che le condizioni di visibilità siano tali che il personale dei carri possa per una certa profondità vedere il terreno sul quale manovra, al fine di scegliere le rotte più opportune e scansare in tempo quegli eventuali ostacoli che comprometterebbero l'avanzata alle macchine; - che gli osservatori avversari e gli organi della difesa specialmente incaricati di opporsi all'avanzata dei carri d'assalto (artiglieria e fucili antitanks) non possano rilevare la presenza delle macchine, altrimenti esse correrebbero l'alea di essere distrutte prima ancora di avere ottenuto qualche successo. Per soddisfare alla prima di queste condizioni occorre che il combattimento si svolga di giorno, e per poter sfruttare tutta la capacità combattiva


-474-

-475 -

e di resistenza delle macchine (8-10 ore) conviene pertanto che esso venga iniziato all'alba. Per soddisfare alla seconda occorre per l'attacco approfittare della nebbia naturale, non troppo fitta (cioè non tale da compromettere la visibilità al personale dei carri), o creare un velo di nebbia artificiale che si sposti col tiro di accompagnamento, (impiegando per il detto tiro una certa proporzione di proietti fumogeni), ed acciecare gli osservatori avversari, noti o supposti, con intenso tiro a proietti fumogeni. La proporzione di proietti fumogeni da impiegare nel tiro di accompagnamento senza compromettere la necessaria visibilità ai carri, secondo l'esperienza conseguita dagli eserciti alleati deve ritenersi di 1/6 ad 1/4 dei proietti ordinari. L'attacco deve essere effettuato senza preparazione di artiglieria oppure (ed è il sistema migliore), dopo una preparazione molto breve e violenta. Nel caso - che deve ritenersi eccezionale - di una preparazione completa e metodica per la distruzione delle prime linee nemiche, eseguita a base di bombarde e medi e grossi calibri, non conviene impiegare i carri nella prima fase dell'attacco, sul terreno profondamente sconvolto; conviene invece appoggiare con i carri l'attacco degli ulteriori obiettivi.

Preparazione di un'operazione con carri d'assalto

b) L'attacco con i carri deve mirare alla conquista di una zona profon-

da, tale cioè da poter penetrare nel sistema de/l'artiglieria nemica. In caso diverso, il risultato dell'operazione non compenserà, generalmente, l'inevitabile perdita di un forte numero di carri 1• c) Quando le posizioni di resistenza dell'avversario siano precedute da un sistema avanzato debolmente difeso, non converrà impiegare carri d'assalto contro di questo, ma riserbarli per lo sfandamento delle posizioni di resistenza. L'occupazione del sistema avanzato e del terreno fra esso e le posizioni di resistenza sarà in tal caso effettuata, coi consueti procedimenti, da sole fanterie. Ne consegue che l'attacco si svolgerà in due momenti, o magari in giorni successivi. Tutto ciò è dovuto alla necessità di evitare ai carri una lunga marcia d'avvicinamento, sotto il fuoco dell'artiglieria avversaria, scaglionata in profondità 2 • d) È indispensabile che l'attacco dei carri d'assalto avvenga in stretta cooperazione con la fanteria, con l'artiglieria e coll'aviazione, come è specificato al N. 14 e seguenti. 1

Le perdite in carri ed in personale di essi subite dai francesi nell'azione 18-23 agosto sono le seguenti: ~a~erial~ 3_7%; ~e;sonale 47% (percentua!e media di 6 giornate di combattimento). R1part1 d1 carn d assalto potranno tuttavia - ove se ne presenti l'occasione - essere utilmente impiegati contro quei centri avanzati di resistenza che si oppongono energicamente ai progressi della fanteria.

9 . . - Un'operazione da seguirsi con il concorso dei carri d'assalto deve essere preparata dal comando dell'unità alla quale i carri sono assegnati, di pieno accordo con i comandanti dei riparti dei carri d'assalto. 10. - Le ricognizioni preventive, da eseguirsi, con molta cautela 1 e diligenza, devono prendere essenzialmente in esame: - l'obiettivo dell'attacco e le sue difese, attive· e passive; - la natura del terreno d'attacco, e le sue condizioni nei riguardi della percorribilità e della copertura (sfruttare molto anche le fotografie aeree); - l'ubicazione delle posizioni di partenza più convenienti, in relazione alla loro distanza dalla prima linea (la minore possibile) e del defilamento; - le posizioni più convenienti per raccogliere i carri, nella giornata precedente l'attacco, e le migliori vie di approccio alle posizioni di partenza; - le stazioni ferroviarie di scarico; - le sedi dei centri per i rifornimenti e le riparazioni (a 9-10 Km. dalla fronte). 11. - Nel progetto d ' attacco, da compilarsi tenendo conto dei risultati delle ricognizioni, devono essere essenzialmente considerati: - la ripartizione dei carri d'assalto sulla fronte; - il trasporto dei carri sulla fronte d'attacco, le loro posizioni di attesa e di partenza, i lavori eventualmente necessari per facilitare i loro movimenti (piste, varchi, mascheramenti, ecc.), l'ubicazione dei centri di riparazione e rifornimento; la marcia di avvicinamento; --:-- la cooperazione con la fanteria, con l'artiglieria e con l'aviazione; - le disposizioni per il combattimento (ripartizione degli obiettivi fra le unità, posto dei carri, linea di partenza, ora di partenza delle truppe, ecc.); le disposizioni per i collegamenti. Ripartizione delle unità sulla fronte d'attacco

12. - I carri d'assalto devono essere impiegati per riparti organici, ed assegnati alle unità d'attacco, in numero più o meno grande, a seconda della quantità di punti d'appoggio di cui dispone il nemico; tenei:ido pre-

1 Non si deve trascurare nessuna precauzione per celare il probabile impiego dei carri d'assalto non soltanto al nemico, ma anche alle proprie truppe, per evitare che indizi della progettata ·operazione giungano fino all'avversario, per mezzo di prigionieri o disertori, ecc.


- 476-

sente ad ogni modo che la fronte d'attacco non superi in media i 120 m. per carro pesante e gli 80 m. per carro leggero 1• Anche per i carri d'assalto vale il principio·dello scaglionamento in profondità e perciò si dovranno costituire di norma due gruppi di riserva: uno indispensabile per colmare i vuoti che si formeranno inevitabilmente nelle unità di carri di prima linea; l'altro destinato per lo sfruttamento del successo. In qualunque modo si rammenta che ad ogni scaglione o riserva di carri deve corrispondere uno scaglione o riserva di fanteria. Avvicinamento alle posizioni di partenza ed inizio dell'attacco

13. - L'avvicinamento alle posizioni di partenza deve essere eseguito di notte, seguendo itinerari accuratamente riconosciuti e prendendo opportune precauzioni per celare al nemico il caratteristico rumore prodotto dalla marcia delle macchine. Potranno servire a questo scopo, oltre il tiro delle artiglierie, voli di aerei con bombardamenti da bassa quota sulle posizioni avversarie, per coprire col rombo dei motori e col fragore degli scoppi il rumore prodotto dai carri. È necessario calcolare con molta cura l'ora in cui il primo scaglione di carri d'assalto deve lasciare le proprie posizioni di partenza, così da assicurare che esso raggiunga le fanterie che devono accompagnarlo quando queste stanno per muovere all'attacco. Il combattimento

14. - Nel caso, come si è accennato da ritenersi normale, de/l'attacco per sorpresa, la preparazione d'artiglieria (ove questa non venga tralasciata) deve essere molto breve e molto violenta. Ad essa deve far seguito un nutrito fuoco di accompagnamento, che preceda la fanteria ed i carri (avanzando a sbalzi di 150-200 m.) e comprenda la necessaria proporzione di proietti fumogeni (cfr. N. 8). È inoltre necessario provvedere: - alla neutralizzazione dell'artiglieria nemica, mediante una potente azione di controbatteria 2 e mediante tiro di proietti ordinari e fumogeni sugli osservatori terrestri che vedono il terreno d'attacco; - a sorvegliare attentamente il campo di battaglia e ad ostacolare, quanto più è possibile, l'osservazione aerea nemica. 1

La sezione di carri leggeri tipo francese, comprende 5 carri da combattimento, e può battere al massimo una fronte di 400 m. Generalmente i francesi assegnano alla divisione d'attacco 9 btg. di fanteria un battaglione di carri leggeri (45 carri da combattimento). 2 Speciali disposizioni devono essere prese per neutralizzare al più presto le batterie di difesa ravvicinata nemiche che si svelino durante l'azione .

- 477 -

Dalle condizioni sopra esposte, ed assolutamente indispensabili per ottenere il buon successo, risulta la necessità di un continuo appoggio da parte dell'artiglieria e dell'aviazione e perciò di un continuo collegamento. 15. - È sopratutto necessaria la più stretta cooperazione della fanteria con i carri d'assalto; ed a tale scopo i comandanti dei riparti di carri sono posti, per il combattimento, agli ordini dei comandanti delle truppe d'attacco. I carri d'assalto agiscono moralmente e materialmente sulle truppe che presidiano le trincee avversarie, obbligandole a sospendere il fuoco ed a tenersi coperte, e costituiscono quindi un potente aiuto per la fanteria; non modificano però la tattica di quest'arma, alla quale spetta pur sempre il compito di impadronirsi della posizioni nemica, di catturarne il presidio, di conservare il terreno conquistato . 16. - I carri d'assalto, all'ora stabilita, oltrepassano in formazione di battaglia la linea di partenza delle truppe d'attacco 1, aprono il passaggio alla fanteria attraverso le difese nemiche ed affrontano i centri di resistenza nemici; la fanteria deve muovere da presso ai carri, sfruttare rapidamente l'effetto, materiale e morale, prodotto da questi ed occupare rapidamente il terreno . I carri approfittano delle brevi soste sugli obiettivi intermedi per riordinarsi , per sorvegliare il terreno antistante, e per opporsi colla manovra ai contrattacchi nemici. Si ricorda però che la permanenza dei carri sulla posizione deve essere sempre assai breve e che, ove la sosta si prolunghi, essi devono essere ritirati non appena la fanteria possa respingere l'attacco con i propri mezzi. La fanteria non deve essere spettatrice del combattimento dei carri d'assalto, né subordinare la sua azione al buon successo di questi. Deve invece svolgerla secondo la propria tattica abituale, spingerla a fondo anche quando i carri non possano più accompagnarla, non seguire i carri nei movimenti di ripiegamento che questi compiono, sia per necessità di manovra, sia anche per mettersi al coperto, a missione ultimata. Per contro, la fanteria non deve abbandonare i carri nei momenti difficili, e non deve esitare a mettere in opera ogni mezzo per liberarli dal nemico, quando questi li abbia circondati.

1 Si fa riserva di indicare, in ulteriore pubblicazione, i particolari della manovra dei carri d'assalto e della fanteria. Le formazioni di questa dovranno, come sempre, adattarsi al terreno ed agli scopi della manovra: si potranno pertanto avere formazioni in colonne leggere (squadre di fianco per uno o per due) o formazioni in catena .


-478 -

Ripiegamento dei carri - Ricostituzione delle unità dei carri d'assalto

17. - Il ripiegamento dei carri, a meno c,he non sia imposto dalle condizioni generali della battaglia oppure siano stati raggiunti obiettivi prefissi, non deve avvenire che quando essi abbiano esaurito la loro capacità offensiva. · È di somma importanza che questo movimento non sia scorto dall'avversario e si ricorrerà quindi, per mascherarlo, al tiro dell'artiglieria a proietti fumogeni o ad altri mezzi fumogeni dei quali possono essere dotati i carri stessi. 18. - Nella preparazione e nella condotta di un combattimento, non si deve perdere di vista il fatto che i materiali e gli equipaggi dei carri d'assalto si logorano molto rapidamente e che nessun riparto può essere impegnato per oltre due o tre giorni nell'azione, sotto pena di richiedere un lungo periodo di permanenza in un deposito della specialità, per riacquistare una certa efficienza. Ne consegue la necessità di costituire, nel caso si preveda un'azione di lunga durata, sufficienti riserve di carri d'assalto da impiegare, insieme a riserve fresche di fanteria, dopo il secondo giorno di battaglia. Collegamenti

19. - Il collegamento fra i comandi dei riparti di carri d'assalto ed i comandi delle truppe attaccanti è assicurato, finché è possibile, dalla comunanza dei posti di comando. Durante il combattimento, il collegamento a distanza è disimpegnato per mezzo di carri d'assalto speciali, muniti di apparato radiotelegrafico, e per mezzo di segnalazioni ottiche o di colombi viaggiatori. Il collegamento vicino fra i carri d'assalto e fra questi e la fanteria attaccante, è affidato alle segnalazioni con bandiere e, più generalmente, alle staffette. 20. - Non devono essere dissimulate le gravi difficoltà del collegamento fra i carri e le truppe di fanteria e d'artiglieria, durante le fasi più critiche del combattimento. Tanto più necessaria è dunque una diligente preparazione dell'attacco e un perfetto addestramento di tutte le truppe che devono prendere parte all'azione. I reparti di carri d'assalto devono essere inviati al combattimento soltanto quando tutto il personale abbia ricevuto una completa istruzione tecnica e tattica, e le unità di fanteria soltanto quando abbiano eseguito, insieme ai riparti di carri destinati ad operare con esse, parecchie manovre, svolte in condizioni, per quanto è possibile, simili a quelle che si presenteranno in realtà.

-479-

Conclusione

21. - Dalle considerazioni d'impiego tattico dei carri d'assalto sopra esposte si possono trarre, come conclusione, alcuni principi capitali che devono essere tenuti sempre presenti da chiunque debba preparare prima, e poi guidare, un'azione offensiva o controffensiva 1 col sussidio dei carri d'assalto: a)/ carri d'assalto non possono sostituire in alcun caso la fanteria: non devono essere quindi lanciati all'assalto da soli od essere inviati ad otturare una falla aperta nella nostra linea da una azione nemica; b) Essi devono essere impegnati soltanto in operazioni diligentemente preparate, e adoperati a massa, di sorpresa, sotto la protezione di speciali condizioni di visibilità (bruna mattutina o cortine di nebbia artificiale) ed in concorso con truppe di fanteria fresche. e) I carri d'assalto non vanno confusi con il carreggio a trazione meccanica. Il compito affidato ad essi è durissimo ed estremamente logorante, per il personale e per il materiale. d) È necessario che gli Stati Maggiori dei comandi abbiano frequenti rapporti con gli ufficiali dei riparti di carri d'assalto, li consultino per ~vere esatte informazioni sui bisogni e le possibilità d'impiego delle specialità, e li chiamino a collaborare alla preparazione dell'operazione. e) Il buon successo di un'operazione condotta con carri d'assalto è possibile soltanto quando l'azione della nuova specialità si svolga in perfetta armonia, con quella della fanteria, dell'aviazione e dell'artiglieria: questa nelle tre forme di neutralizzazione degli osservatori avversari, di controbatteria e di accompagnamento. IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO A. Diaz

1 L'impiego dei carri nella controffensiva riuscirà efficace solo quando sia stato accura: tamente preparato in cooperazione con le altre armi: nessuna delle disposizioni da prendersi in vista di un'azione offensiva deve essere trascurata. Occorre evitare di radunare i carri troppo vicini alla prima linea per non essere obbligati per le fluttuazioni del combattimento a riportarli indietro prima ancora che siano stati impiegati.


-480-

- 481 DOCUMENTO N. 131

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO SEGRETERIA - SEZIONE ISTRUZIONI

Circolare

colpi di sonda), ed all'azione di sorpresa, offensiva e controffensiva, sui fianchi e sul tergo delle posizioni nemiche e relativa facilità di ritirarsi al momento opportuno; - necessità di un'accurata manutenzione delle macchine e di poter disporre perciò di personale provetto, di tempo e di mezzi per eseguirla.

Riservatissima

II. N. 1070 di Protocollo R.S.

24 ottobre 19 I 8

OGGETTO : Istruzioni e norme sull'impiego delle squadriglie di automitragliatrici blindate e delle motomitragliatrici AI COMANDI DI ARMATA AL COMANDO GENERALE DI CAVALLERIA AI COMANDI GENERALI DI ARTIGLIERIA E GENIO (diramazione estesa fino ai comandi di reggimento) AL COMANDO SUPERIORE DI AERONAUTICA e per conoscenza: ALL'INTENDENZA GENERALE AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M .)

I.

Proprietà e caratteristiche dell'automitragliatrice blindata

I.

Armamento potente (3 armi) 1;

- protezione quasi completa contro i tiri di fucilieria, mitragliatrici e shrapnels; -

mobilità grande, ma limitata quasi esclusivamente alle strade; grande velocità 2;

bersaglio e visibilità notevoli, per la mole delle macchine e per Ja polvere sollevata durante gli spostamenti. Ne conseguono:

- azione di fuoco di grande effetto morale e materiale; - possibilità di compiere imprese audaci a stretto contatto con l'avversario ed anche sul tergo di esso purché si possano evitare le zone intensamente battute dalla sua artiglieria; 1 .

piera) . 2

spiccata attitudine all'esplorazione su strada (limitata però a rapidi

Formazioni organiche e tattiche

2. - L'unità organica è la squadriglia composta di un comando, di 2 o 3 sezioni, comprendenti ciascuna 2 automitragliatrici e di una riser-va (con una automitragliatrice). Comanda la squadriglia un capitano, e la sezione il più anziano dei dus. subalterni ad essa assegnati 1 • 3. - Sul campo tattico, non è generalmente consigliabile l'impiego della squadriglia riunita, data la difficoltà dell'azione diretta del comando su tutte le macchine che la compongono e la grande visibilità del bersaglio offerto al tiro nemico da più macchine avviate sulla stessa strada, le quali potrebbero inoltre intralciarsi a vicenda. Devesi quindi ritenere come normale l'impiego delle automitragliatrici per sezioni, le quali, d'altra parte, sono in grado di esplicare una notevole azione di fuoco. All'impiego della squadriglia contro un solo obiettivo si potrà ricorrere solo in casi eccezionali, ad es ., quando il fascio stradale consenta di far convergere sullo stesso obiettivo le varie macchine per itinerari indipendenti. Tenuto conto della relativa frequenza con la quale le automitragliatrici, per le loro caratteristiche, possono guastarsi, od essere immobilizzate dal tiro avversario, non converrà l'impiego isolato di esse. 4. - In massima, le squadriglie di cui dispone un'armata sono assegnate, di volta in volta, ai corpi d'armata ed alle divisioni di fanteria dipendenti, in base alla situazione del momento ed alle caratteristiche del terreno. Per particolari operazioni le divisioni di fanteria, o di cavalleria potranno mettere una o più squadriglie agli ordini di un comando di brigata; ma, data la natura dei compiti normalmente assegnati alle automitragliatrici, non converrà discendere con l'assegnazione al disotto di quest'ultima unità, salvo ad assegnare, eccezionalmente, nella guerra di movimento, a qualche reggimento o riparto ciclisti qualche sezione di automitragliatrici per l'esecuzione di compiti speciali e ben definiti.

Due nella torretta girevole; una, con settore limitato, disposta pel tiro verso il tergo (popSu strade buone, piane e rettilinee, può raggiungere anche da 70 a 80 Km . all'ora.

1 Per maggiori dati si veda Io specchio allegato alla circolare n. 29500 in data 27 Settembre 1916 del Comando Supremo (Ufficio Ordin. e Mobilitaz .).


- 482-

III. -

Impiego delle automitragliatrici blindate

Criteri generali 5. - Dalle caratteristiche sopra esposte emerge che fattori essenziali per un utile impiego delle automitragliatrici sono: il movimento, l'audacia, la sorpresa.

In conseguenza è da prescriversi in modo assoluto l'impiego prolungato di esse da ferme, a guisa di torrette corazzate, perché in questo modo si verrebbe a rinunziare ad_uno dei principali elementi di buon successo, che è la sorpresa e si aumenterebbe la vulnerabilità delle macchine, esponendole inoltre ad una facile cattura, col dare modo al nemico di impedirne •il ripiegamento con sbarramenti di fuoco o con interruzioni stradali di poca entità, eseguibili da nuclei avversari rimasti eventualmente a tergo di esse. L'impiego delle automitragliatrici di notte, fuori delle proprie linee, in massima è da evitarsi poiché le macchine, dovendo procedere a fari spenti, perderebbero molto della loro mobilità,- e d'altra parte le tenebre impedirebbero la rapida percezione dei bersagli, ed un tiro efficace su di essi 1• 6. - La blindatura, e soprattutto la mobilità, costituiscono la migliore protezione delle macchine. Al riguardo è da avvertire: a) Sotto il fuoco di fucileria avversaria conviel).e cambiare spesso posizione, avanzare, retrocedere, scomparire dietro ripari od ostacoli per ricomparire all'improvviso e, preferibilmente su uno dei fianchi della posizione · occupata prima 2 • b) Sotto il tiro dell'artiglieria nemica occorre spostarsi, muovendo, ove si possa, obliquamente rispetto alla direttrice di esso; conviene altresì celarsi alla vista fino a che il fuoco non cessi o rallenti, per ricomparire rapidamente, lanciare qualche raffica e scomparire di nuovo. c) Se il nemico eseguisce fuoco di sbarramento, occorre superare lazona battuta a grande velocità con macchine intervallate e ripartite possibilmente su più strade. d) Conviene infine che gli equipaggi siano muniti oltre che di armi da fuoco portatili, di qualche bomba a mano e di bombe fumogene per rendere più facile il disimpegnarsi da situazioni critiche. 1

Qualora tale impiego venisse fatto, converrà coordinarlo con quello di qualche stazione auto-fotoelettrica . 2

Ogni qualvolta riesca possibile, converrà rivolgere al nemico il tergo delle macchine, perché da tale lato esse presentano la migliore protezione (le ruote del retrotreno sono blindate) e possono sviluppare la massima potenza di fuoco (3 mitragliatrici: I poppiera e le 2 della torretta girevole) .

-483 t'

7. - Nell'impartire le direttive_per l'azione da svolgersi dalle automitragliatrici e nel dare disposizioni pel movimento di esse in unione con le altre unità 1, i comandi devono tenere presente: - che non si devono incastrare le macchine in colonne che procedono al passo, per non obbligarle a muovere a minima velocità con danno dei motori; - che occorre evitare di avviare le macchine su strade senza avere la certezza che siano praticabili ad esse; se del caso, è meglio assegnare itinerari più lunghi, ma di sicura percorribilità; - che è opportuno scegliere itinerari a circuito per evitare arresti, retromarcie e voltate delle macchine su strade spesso strette od ingombre. 8. - Prima della entrata in azione delle automitragliatrici è indispensabile che i singoli comandanti di squadriglia, di sezione e di macchina siano perfettamente orientati sugli scopi da raggiungere e sulle modalità di esecuzione. Occorre che le aut~mitragliatrici siano provviste di carte topografiche esatte ed al corrente. Conviene inoltre eseguire, sempre che possibile, una rapida ricognizione, per evitare ogni incertezza ed ogni sorpresa circa gli itinerari e per poter sfruttare convenientemente la copertura, il defilamento, il dominio, offerti dal terreno . Ad ogni modo, per ottenere buoni risultati, specialmente quando non sia stata possibile la ricognizione preventiva, occorrono nei comandanti colpo d 'occhio sicuro ed esercitato, spirito di iniziativa, prontezza di decisione 2 • 9. - Co/legamenti. - Tutti i graduati e la maggior parte dei soldati delle squadriglie automitragliatrici devono conoscere l'alfabeto Morse e le principali segnalazioni convenzionali da eseguirsi a braccia o con bandiere. A qualche vettura della squadriglia possono esser dati bandiere a lampo di colore, razzi di segnalazione e colombi viaggiatori; ed alle sezioni, tutte le volte che sia possibile, un motociclista. Le macchine stesse potranno essere, eventualmente, impiegate come mezzo di collegamento rapido (porta messaggi) fra i comandi e le truppe in combattimento . 1

La cooperazione dell'artiglieria di automiteragliatrici blindate potrà efficacemente esplicarsi mediante un tiro di neutralizzazione sugli osservatori avversari (noti e supposti) e tiro di controbatteria rivolto specialmente contro le artiglierie leggere più avanzate. 2 I comandanti di squadriglia e di sezione devono avere sicura conoscenza tecnica del materiale loro affidato, e devono essere buoni tiratori e buoni conduttori di automitragliatrici.


- 484-

Impiego nell'offensiva 10. - Esplorazioni - Avanguardia - Fiqncheggiamento. - Le automitragliatrici, di massima non bastano da sole a svolgere ed a condurre a termine una qualsiasi operazione, pel fatto che sono vincolate alle strade e paralizzate dagli ostacoli, anche minimi, che queste possono offrire. Tornano al contrario molto utili in sussidio ad altri reparti: .

-485 -

esiti quindi a disporre per tale impiego, anche se non sarà possibile dare ad esse un appoggio immediato (cfr. N. 14).

Impiego nella difensiva

b) per trovare il contatto col nemico, procedendo a ventaglio e portando successivi colpi di sonda per chiarire la situazione e risolverla quando si tratti di deboli veli di protezione o di piccoli nuclei lasciati di retroguardia;

13. - L'impiego delle automitragliatrici è particolarmente indicato nei combattimenti di retroguardia a cagione della grande mobilità che loro permette di disimpegnarsi all'ultimo momento . Avranno azione utilissima: a) nel battere le vie d'accesso che il nemico può utilizzare; b) nell'ìnterdire, possibilmente con fuoco d'infilata, punti di obbligato passaggio; c) nell'appoggiare i riparti delle altre armi che muovono al contrattacco.

c) col rendere più rapide le ricognizioni e mantenere momentaneamente il possesso di abitati, boschi, strette, punti di obbligato passaggio in attesa dell'immediato accorrere dei reparti retrostanti.

In ogni caso però non devono venire assegnati alle automitragliatrici compiti di difesa fissa ad oltranza per non esporle a sicura distruzione o cattura (cfr. N. 5).

a) per raggiungere rapidamente determinati punti, col vantaggio di un notevole risparmio in energia degli uomini e dei cavalli degli altri reparti;

In azioni di tal genere l'impiego delle automitragliatrici, senza appesantire le unità con le quali esse operano, ne aumentano l'efficienza, conferendo loro quelle caratteristiche di mobilità e di sorpresa che facilitano sempre il raggiungimento di un determinato obiettivo. 11. - Combattimento. - Le automitragliatrici, potranno essere utilmente impiegate in concorso con altri reparti celeri I in azioni di manovra avvolgente, con lo speciale compito di sorprendere il nemico sui fianchi e sul tergo, per disorientarlo e disorganizzarlo mediante raffiche improvvise e intense. Nei combattimenti in campo aperto, potranno inoltre - grazie alla velocità di cui sono dotate - cercare il punto favorevole per insinuarsi nelle linee avversarie e, trovatolo, eseguire energiche puntate sul tergo di esse. Durante i contrattacchi nemici troveranno utile impiego nel coprire i fianchi delle proprie truppe, traendo vantaggio dalla propria mobilità e svolgendo rapide e intense azioni di fuoco. 12. - Inseguimento. - È il compito pel quale le automitragliatrici sono più specialmente adatte. Esse potranno conseguire effetti morali e materiali di grande efficacia se saranno condotte con decisione e ardire sul fianco dei riparti avversari in rotta, o lanciate senza indugio a prevenirli nei punti di passaggio obbligato. Ogni audacia in tali circostanze è destinata al buon successo. Non si 1

Ciclisti ed anche motomitragliatrici (cfr. N. 14).

IV. -

Motomitragliatrici (Caratteristiche ed impiego)

14. - Le motomitragliatrici sono delle mitragliatrici montate su motocarrozzette. Non hanno alcuna scudatura e loro principale caratteristica è la velocità; possono percorrere anche strade normalmente non transitabili dalle automitragliatrici blindate. - La mitragliatrice può essere facilmente smontata dalla carrozzetta • col relativo treppiede e messa in posizione da terra. - La 111itragliatrice montata sulla moto-carrozzetta può sparare tanto nel senso del movimento del veicolo (avanzando) che nel senso opposto (ritirandosi) . Le motomitragliatrici non sono in grado di sostituirsi alle automitragliatrici blindate, non potendo con esse competere come potenza di fuoco e mancando di protezione . Esse, oltre che costituire riserva mobilissima alla mano dei comandanti, potranno avere più specialmente utile impiego nell'inseguimento, portandosi a sostegno delle stesse automitragliatrici quando queste non possono ricevere, per qualsiasi ragione, appoggio dalla cavalleria, dagli squadroni di mitraglieri, o dai reparti ciclisti. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO Diaz


- 487 - -

-486DOCUMENTO N. 132

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

DOCUMENTO N. 133

,.

R . ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

UFFICIO SEGRETERIA - SEZIONI ISTRUZIONI

Circolare

Circolare N. 339 di Protocollo

30 luglio 191 8

OGGETTO: Passaggio di corsi d'acqua AI COMANDI DI ARMATA, DI CORPO DI ARMATA E DI DIVISIONE (distribuzione estesa fino ai comandi di battaglione) AI COMANDI GENERALI DELL'ARMA DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO e per conoscenza: AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M.) Le caratteristiche generali della regione di pianura al di là e al di qua delle nostre linee: quelle particolari di un lungo tratto della fronte: i numerosi episodi di pattuglie e di riparti che si svolgono giornalmente su di esso, mi inducono a richiamare l'attenzione dei comandi sulla necessità, per tutte le armi, della esecuzione di esercitazioni, individuali e collettive, di nuoto e di passaggi di corsi d'acqua. La presente stagione favorisce tali esercitazioni, le quali potranno rappresentare un interessante diversivo per le truppe, utile occasione per esperimenti di materiali regolamentari o di circostanza, mezzo fecondo per .tener deste e pronte le energie e le iniziative individuali. Potranno essere opportunamente combinate con tiri di artiglieria e di mitragliatrici e con emissioni di nebbie artificiali. Per le modalità di svolgimento di esse, e per evitare inconsulte disgrazie, si tengano presenti le prescrizioni generali sugli esercizio di nuoto e voga contenute nell'Istruzione per la ginnastica (norme per gli esercizi fisici) , e si selezionino gradualmente i nuotatori, sia per l'eventuale formazione di squadre speciali, da impiegare per particolari scopi tattici, sia per servirsene come istruttori. Gradirò che mi siano segnalate in precedenza le più importanti esercitazioni combinate, che si avesse occasione di fare, nonché i risultati degli esperimenti di materiali o di mezzi di passaggio. IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO A. Diaz

N . 9465 _di Protoc. G.M.

29 marzo 1918

OGGETTO: Colpi di mano AI COMANDI DI ARMATA, DI CORPO DI ARMATA E DI DIVISIONE (diramazione estesa fino ai comandi di Brigata) Ho ordinato ai Comandi di Armata (te!. G.M. data 27 corr.) di far eseguire su vari punti della fronte piccole ardite operazioni allo sco~o non sol~ di mantenere alto lo spirito combattivo delle truppe, ma essenzialmente d1 catturare dei prigionieri per procurarci delle notizie. Soggiungo ora che tali piccole operazioni devono essere ripetute con frequenza in modo da turbare il nemico, conquistando ovunque su di esso l'ascendente morale, del quale trarremo grande vantaggio nel giorno della prova. Tali colpi di mano daranno i risultati desiderati: - se studiati senza indugio accuratamente, fissando chiaramente scopi precisi e limitati; - se preparati con prontezza, diretti e condotti decisamente ed eseguiti da piccoli riparti arditi e risoluti. -Se anche, nello sviluppo di questa attività offensiva, non mancherà qualche insuccesso, ciò non desti preoccupazione né nei comandanti né nelle truppe. Per conquistare l'ascendente morale sul nemico occorre essenzialmente OSARE. Apremiare l'ardimento ed il coraggio personale siano IMMEDIATAMENTE concesse sul campo le ricompense al valore; inoltre alla pattuglia che riesce a catturare prigionieri siano concesse 100 lire per ogni prigioniero catturato e a ciascun militare della pattuglia si accordino 10 giorni di licenza premio (escluso il viaggio), facendo partire, i militari, così premiati, entro 48 ore dall'operazione . IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO A. Diaz


- 489-

-488DOCUMENTO N. 134

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO AFFARI GENERALI - SEZIONE ISTRUZIONI

20 aprile 1918 N. 145 R.S. di prot. OGGETTO: Piccole operazioni offensive AI AI AI AI AI

COMANDI COMANDI COMANDI COMANDI COMANDI

DI DI DI DI DI

ARMATA COMANDO D'ARMATA. DIVISIONE BRIGATA REGGIMENTO

Le piccole operazioni offensive eseguite in questi ultimi giorni sulla fronte delle diverse armate mi convincono della necessità di ben precisare quale deve essere l'indole e la portata di dette operazioni. In generale, dall'esecuzione di esse risulta che non è ben chiara l'idea dei mezzi da impiegare e dei procedimenti da seguire. Si fa esclusivamente fidanza sulla sorpresa locale ed immediata, mancata la quale si ritiene senz'altro l'operazione come fallita. Ora è bensì vero che la sorpresa è nella maggior parte dei casi uno dei fattori principali del successo, ma non è il solo sul quale si deve basare l'operazione, la quale deve essere anzitutto ACCURATAMENTE STUDIATA E BEN PREPARATA. Si deve perciò, quando occorra, contare anche su di un oculato impiego di artiglieria, bombarde, stokes, ecc., tendente ad aprire in brevissimo tempo la via alla fanteria ed a proteggerla, mettendo la fanteria e la artiglieria nemica in condizioni di non poter subito sviluppare i tiri di contropreparazione e di sbarramento e di effettuare i contrattacchi. Si devono mettere in azione tutti i mezzi offensivi che possono occorrere, ed essenzialmente le granate a mano, le pistole mitragliatrici, i lanciafiamme portatili. Si deve spesso ricorrere e brevi e violente preparazioni di artiglieria su altri punti del fronte, destinati ad attrarre altrove l'attenzione del nemico e facilitare così l'attenzione del punto prescelto. In conclusione, non si tratta solamente di tendere un agguato, si tratta di un piccolo combattimento che deve essere studiato nei minuti particolari dal comandante di reggimento o di brigata in linea, cui devono essere perciò concessi tutti i mezzi che si riconoscono necessari.

I comandanti di divisione e di corpo d'armata devono a_~uesto p~oposito stimolare le iniziative dei comandanti dipendenti, ~ faciht_are le mtes~ fra i comandanti delle unità di fanteria che eseguono I operazione e quelli . di artiglieria e delle bombarde che vi devono concorre:e. . È del massimo interesse che queste piccole operaz10m ~bbi~n~ l~rgo sviluppo in questo momento, nel quale il nemico manifesta dispos1Z1om offensive. Oltre all'impedire che le nostre truppe si abban~?nino ad ~n contegn? inerte e passivo, oltre all'elevarne il morale e lo spmto offensivo, esse disturbano seriamente la preparazione nemica e danno mezzo, ~on la cattura ' ·oni·eri di conoscere a tempo le disposizioni avversane. di. pngi ' , · · · · Il f d. Ogni comando di armata mi segnalera (ufficio ope:azion~) a a me i ogni settimana quali piccole operazioni sono state compiute e, m modo succinto, mi informerà dei procedimenti seguiti. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO A. Diaz


-490-

- 491 DOCUMENTO N . 135

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

4 settembre 1918

N. 13197 G.M.

OGGETTO: Piccole operazioni offensive e colpi di mano Al COMANDI DI ARMATA Alcune piccole azioni offensive e colpi di mano effettuati in questi ultimi tempi sono faliti per cause molteplici, fra le quali quella di aver tentato ugualmente l'azione pur sapendo il nemico informato dei nostri propositi e pronto a sventarli. Questa constatazione induce a ricordare che la sorpresa è attributo caratteristico di siffatte operazioni, le quali devono essere preparate accuratamente, ma col più rigoroso riserbo. E pertanto studi e predisposizioni si compiano in assoluta segretezza, curando in modo particolare che nulla trapeli neppure alle truppe in linea, e quando, per circostanze fortuite, la segretezza venga a mancare e si sappia il nemico vigile e preparato alla difesa, piuttosto che affrontarlo con scarse possibilità di successo, si differisca l'impresa a condizioni più propizie di tempo e di luogo. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F. to Badoglio

DOCUMENTO N. 136

STUDIO DEL GENERALE FRANCESCO GRAZIOLI SULLA FORMAZIONE E PREPARAZIONE DELL'ARMATA MOBILE DI RISERVA Nota di presentazione del documento e dei relativi annessi

Il Gen. Francesco Grazioli, Capo di Stato Maggiore della 5a Armata, presentava nel maggio del 1918 uno studio circa la formazione e la preparazione di una «Armata di riserva mobile strategica» (Annesso n. 1). Lo studio veniva inviato al Comando Supremo dal Ten. Gen. Morrone, Coman. dante della 5a (e poi 9a) Armata, il quale esplicitamente avvertiva la difficoltà di attuazione di quanto proposto, che veniva riconosciuto peraltro come «la espressione delle aspirazioni a cui deve tendere questo Comando nella costituzione e formazione dell'Armata» (Annesso n. 2). Al Comando Supremo lo studio veniva riassunto e presentato con un promemoria che è interessante per le annotazioni appostevi . Il Col. Gazzera annotava infatti: «lo studio ha ... valore puramente teorico»; a sua volta il Generale Scipioni scriveva: «Si tratta di uno studio che mi pare astragga completamente dallo stato di fatto e forse dalla realtà». Infine il Sottocapo, Gen. Badolio, apponeva la sua decretazione: «Dissertazioni inutili, non fondate sulla situazione. Pittura da impressionista. Atti e dispensare dal proseguire. B». Infatti la lettera, che era stata predisposta e che il Capo di Stato Maggiore aveva modificato integralmente di suo pugno (Annesso n. 3), non venne inviata. L'atteggiamento noh incoraggiante del Comando Supremo può attribuirsi alla tensione ed alle possibilità effettive del momento assai delicato, in quanto si era in attesa dell'imminente offensiva austriaca; ma è anche indicativo del carattere degli uomini allora alla testa dell 'Esercito: il Diaz ricettivo e pronto ad accogliere le proposte aventi qualche merito; il Badoglio, tendente ad evitare complicazioni e con i piedi molto per terra, sospet. toso delle novità e di quelle che egli chiamava «dissertazioni inutili». Il Diaz era pronto a compiacersi con inferiori che offrivano una valida collaborazione; il Badoglio manifestava spesso poco benevoli apprezzamenti verso uomini di spicco che intendevano mutare qualcosa; tale, per esempio, la manifesta ostilità, forse anche per qualche basso interesse di carriera, che risulta da qualche altro documento nei riguardi, ad esempio: sia del Caviglia, sia dei Generali Galati e Segre, comandanti delle artiglietie della 4a e della 6a Armata.


-493 -

-492ANNESSO 1 AL DOCUMENTO N. 136

FORMAZIONE E PREPARAZIONE'DI UNA RISERVA MOBILE STRATEGICA PREMESSA

La guerra moderna, con le sue esigenze di schieramento lineare continuo su tutto il vastissimo teatro delle operazioni e coll'inevitabile carattere statico di guerra di trincea che assume dovunque non si svolgano grosse operazioni offensive o difensive, impone la esistenza di una massa di riserva mobile strategica, destinata, come qualsiasi riserva, o a rafforzare opportunamente zone contro le quali si delineino gravi minaccie; o a tamponare brecce prodotte da poderose irruzioni nemiche e nello stesso tempo contrattaccare le masse irrompenti; ovvero a concorrere, con la manovra, ad operazioni offensive su grande scala per affermarne i risultati e coglierne i frutti. Tutta l' esperienza di questa guerra mondiale sta a dimostrarci da una parte i vantaggi che la esistenza di una tale riserva strategica a disposizione del comando supremo assicura agli eserciti combattenti; dall'altra i danni , talvolta gravissimi, che derivano dal trascurare un così importante e necessario strumento di manovra. Onde è che, ormai, si può dire non vi sia più esercito combattente, schierato su vasta fronte , che, conscio di tale necessità, non abbia provveduto a rispettarla. Senonché è troppo evidente che una riserva strategica in tanto vale, per gli scopi suaccennati, in quanto essa sia realmente in condizione di adempiervi. Non basta quindi averla istituita e tenerla dislocata dietro la fronte in posizione opportuna, occorre altresì , e soprattutto, che essa per costituzione organica, per inquadramento, per qualità delle truppe che la compongono, per dotazione di mezzi e servizi d' ogni genere e per costante speciale attività di addestramento, rappresenti realmente una massa poderosa, pronta a muovere al primo cenno e a balzare quasi bruscamente in azione dovunque e comunque le esigenze delle operazioni lo richiedano, e perfettamente atta ad improvvisare, da sola, direi quasi per istinto, e in modo sommario, tutto quel complesso di provvidenze che caratterizzano ormai l' impiego offensivo o difensivo delle grandi unità e dei gruppi di grandi unità. Basta questo cenno per convincere come una tal massa strategica di riserva non possa essere una parte qualsiasi del tutto, eccezionalmente distaccata all'indietro , ma debba avere una propria individualità ben spiccata, un proprio tipo, determinato essenzialmente dalle condizioni specialissime del suo impiego, che è notevolmente diverso dall'impiego normale delle grandi unità in linea e che deve rappresentare, in certo qual modo, la espressione

viva del concetto ormai largamente adottato nel campo tattico della «specializzazione ·dei compiti» portato nel campo strategico . Certamente un tal concetto presenta difficoltà assai gravi di attuazione. In primo luogo le esigenze normali della fronte sono così gravi e così complesse che solo eserciti ben provveduti di forze e di mezzi possono aver margine per costituirsi ancora una riserva come si è sopra descritto dopo aver sufficientemente provveduto a quelle esigenze. In secondo luogo la esistenza di una riserva generale di manovra, tenuta permanentemente ii:t potenza, contrasta con la necessità di quell'avvicendamento sulla fronte che risponde a concetti, ormai da tutti ammessi, di giustizia distributiva delle fatiche e dei pericoli di così lunga guerra ed anche all'interesse stesso della preparazione tecnica e morale delle truppe combattenti, che, è dimostrato, risente danno da una troppo lunga permanenza di truppe lontano dalla fronte. Ma l'una obiezione e l'altra possono trovare adeguato correttivo: la prima nell'adozione ormai dappertutto raccomandata della più stretta economia di forze sulla fronte , in quelle zone specialmente dove è da ritenere meno probabile la pressione nemica, il che consente di aumentare il margine di forze disponibili e di permettere quindi di crearsi ~na riserva generale oltre le riserve parziali di armata; e la seconda nel criterio di schierare per turno e temporaneamente in linea anche le grandi unità componenti la riserva generale, ma soltanto approfittando dei lunghi periodi di stasi delle operazioni attive, e non mai quando si prevedono prossime operazioni offensive o difensive su grande scala. Del resto in questo campo è questione di misura di opportunità del momento. L'essenziale è che il principio che la riserva generale strategica abbia speciale carattere proprio, ben rispondente alle specialissime esigenze di impiego cui dovrà provvedere improvvisamente, trovi nella costituzione stessa di tale riserva e nel suo ordinario addestramento la sua più evidente e reale applicazione. Esaminerò ora con qualche maggiore particolare quanto ho esposto sinteticamente in questa premessa, e, per essere più concreto, supporrò che l'armata di riserva strategica sia composta di tre corpi d'armata, caso da ritenersi normale, per quanto ci riguarda. A -

COSTITUZIONE DEL COMANDO

Una massa di manovra, la cui principale caratteristica deve essere, come si è detto, la prontezza di impiego e la celere e sicura adattabilità con un istintivo e risoluto spirito offensivo alle più mutevoli e imprevedibili situazioni, richiede evidentemente, come prima condizione di buon fu nzionamento, un comando perfetto, intendendo come comando non soltanto


- 494-

l'organo direttivo superiore, ma anche gli organi direttivi in sottordine, in specie quelli delle grandi unità. Quando infatti non è possibile, come nel nostro caso, una precisa, accurata e metodica preparazione delle operazioni da svolgere, appunto per la inevitabile indeterminatezza di tali operazioni, piuttosto che affannarsi a prevedere tutti i casi e a prepararvisi rigidamente a priori, convien porre stabilmente alla testa delle truppe a ciò destinate, uomini la cui principale qualità sia quella della rapida intuizione di una situazione qualsiasi e della conseguente pronta risoluzione dei provvedimenti sommari da prendere per farvi fronte. Perciò il comandante dell'armata ed i comandanti delle grandi unità, fino alle divisioni, dovranno essere scelti con particolare riguardo alle condizioni suesposte e, una volta scelti, conviene restino permanentemente assegnati a tali funzioni, quasi come un'alta gerarchia espressamente destinata e preparata a un compito che, sotto molti punti di vista, si differenzia da quello ordinario dei comandanti di grandi unità, combattenti in linea. Non importa se per le ragioni di opportunità accennate nella Premessa, si debbano avvicendare talvolta (il meno possibile) le truppe che da essi dipendono. Non importa neppure che talvolta, per temporanea fusione di parte della riserva generale strategica nelle armate in linea, taluno di quei comandanti di grandi unità di riserva resti temporaneamente a disposizione. Meglio così, che non avvicendare indifferentemente nella riserva generale comandanti qualsiasi di grandi unità, troppo speciali essendo, come si è detto, i compiti ad essi affidati e troppo personali le qualità di cui debbono essere dotati. Nei periodi in cui essi saranno a disposizione potranno compiere studi adeguati al loro particolare impiego e riconoscere le vaste zone sulle quali potranno essere chiamati ad operare. Ciò è sempre possibile, dato il numero di comandanti di grandi unità che risultano esuberanti ai bisogni normali della guerra. Questa specie di inamovibilità dei comandanti di grandi unità in riserva mobile, va estesa altresì ai comandanti di artiglieria e del genio delle stesse grandi unità e agli organi superiori dell'intendenza, per i quali altrettanto necessario è il possesso di doti personali, particolarmente adatte all'impiego specialissimo dell'artiglieria e del genio ed al funzionamento dei servizi per un'armata mobile, nonché un perfetto addestramento alle rispettive funzioni. Non così per i comandanti di unità minori delle varie armi, i quali basterà posseggano distinti e provati requisiti di combattività ed attitudine alla guerra mobile, requisiti questi che sono assai comuni fra i nostri comandanti di brigata, di reggimento e di battaglione. Passando dalle persone dei comandanti, all'ordinamento dei rispettivi comandi, è evidente che anche esso dovrebbe essere inspirato alle esigenze

-495 -

dell'impiego speciale dell'armata. Essenzialmente i comandi di grandi unità dovrebbero sentire la importanza particolare di tre rami della loro ordinaria attività: operazioni propriamente dette - movimenti logistici e funzionamento dei servizi - informazioni; e dovrebbero corrispondentemente disporre di organi agili e adatti a queste tre forme essenziali di attività di comando. Tutto il resto dovrebbe essere ridotto al minimo indispensabile, tagliando via radicalmente nel campo puramente burocratico, nell'intento di rendere più leggeri possibile questi comandi destinati ad essere essenzialmente mobili e manovrieri, e dando perciò ad essi la massima autonomia disciplinare ed amministrativa. In particolare, per quanto riguarda le operazioni propriamente dette, ogni comando di grande unità dovrebbe poter disporre di un organo incaricato di studiare, sulla traccia delle direttive del comando superiore, le operazioni ritenute come più probabili per la rispettiva grande unità; compiere le ricognizioni relative; e spingere la preparazione teorica di ciascuna operazione fino al massimo limite compatibile con la inevitabile indeterminatezza dei compiti da assolvere. Inoltre l'ufficio operazioni del comando di armata dovrà prendere visione e tenersi continuamente al corrente delle direttive strategiche delle varie armate in linea e seguirne metodicamente l'esecuzione, in modo da avere sempre una chiara idea della situazione nei vari settori del fronte, pel caso di impiego di tutta o di parte dell'armata a rinforzo o a sostegno di qualcuna delle armate già schierate. Pel caso di eventuale sfondamento di qualcuna di queste, si dovrà dare grande sviluppo alle ricognizioni e agli studi di occupazione sommaria delle linee arretrate esistenti in ogni settore o delle posizioni naturali di sbarramento che può offrire il terreno alle spalle di ciascuna armata. Lo stesso organo dovrebbe presiedere al ramo esercitazioni delle truppe, il cui indirizzo e la cui efficienza tecnica sono, come è ovvio, strettamente connessi alle operazioni da compiere, seguendo in questo campo i concetti informatori che saranno più innanzi esposti nel capitolo «Truppe». Lo studio dei movimenti logistici e del funzionamento dei servizi dovrà essere ricalcato fedelmente sugli studi anzi detti, relativi alle operazioni, nell'intento di abbozzare i piani per gli ordini di movimento ferroviari o per gli ordini relativi ai grandi trasporti automobilistici o per via ordinaria, e di concretare parallelamente il movimento dei servizi. In tutta questa materia avranno larga parte l'intendenza dell'armata e gli organi vari da essa dipendenti, ma nel comando stesso di armata dovrà esservi chi garantisca il perfetto affiatamento tra lo studio delle operazioni e il lavoro dell'intendenza, del quale sarà trattato particolarmente più innanzi. È chiaro come ben scarso affidamento potrebbe dare alla testa dei servizi dell'armata un organismo improvvisato, composto di elementi racco-


-496-

gliticci, privo di qualsiasi orientamento e costretto a funzionare in un momento di crisi e per un'armata che potrebbe esser chiamata ad operare offensivamente in campo aperto. Solo un organismo solido, già preordinato e costituito di personale pratico, dotato di spiccate attitudini indubbiamente maggiori di quelle che possano presentarsi per un'armata immobilizzata su un determinato tratto di fronte, darebbe pieno affidamento. Anche per quest'organo direttivo dei servizi vale quanto già si è detto per gli altri comandi combattenti dell'armata, e cioè condizione essenziale è che gli uomini che vi sono preposti siano scelti con particolare riguardo alle qualità peculiari che il compito speciale dell'armata richiede; essenzialmente nel campo dei servizi: spirito di iniziativa, intraprendenza, spirito di ripiego, chiarezza e genialità di idee, prontezza ed energia di risoluzione. In quanto al preordinamento dei mezzi logistici necessari, esso dovrebbe avere per base i concetti fondamentali della piena disponibilità ed efficienza e della massima mobilità. Le caratteristiche proprie ad una massa di manovra impongono la necessità di assicurare al momento dell'impiego la piena ed assoluta disponibilità dei propri mezzi di vita ed in misura tale che tutti i servizi possano e debbano funzionare immediatamente e bene. Ciò non è possibile se essa non disponga di mezzi propri, organicamente costituiti ed in piena efficienza, sia pure in via normale ripiegati o accantonati quando essi non occorrano per la vita normale dell'armata. Per qualunque ipotesi d'impiego questo criterio non soffre restrizioni, poiché, anche nel caso che l'armata debba agire su di una fronte dove funzioni l'intendenza di altra armata, a rincalzo, cioè, di un'armata di prima linea, o per schierarsi su di una linea di resistenza arretrata, sarà sempre utile che essa disponga di propri mezzi per concorrere con quelli esistenti in posto al regolare funzionamento dei servizi e per risparmiare così all'intendenza ricevente la grave crisi che ne risulterebbe, qualora quella di riserva ne fosse priva. Non si entra in particolari circa la costituzione di questi mezzi, sia perché un tal tema ci condurrebbe troppo le lun~he, sia perché converrebbe svolgerlo prendendo a base la situazione concreta del nostro teatro d'operazioni in materia di risorse, di viabilità, di comunicazioni, il che esorbita dai fini di questo studio. Affermato il concetto della pronta disponibilità e della massima mobilità, la determinazione dei mezzi costituirà il compito essenziale dell'intendente che avrà la responsabdilità del loro impiego. Quanto alla dislocazione normale di tali mezzi questo soltanto si può dire, che essa, piuttosto che corrispondere alla dislocazione normale delle grandi unità che compongono la riserva mobile (dislocazione che può temporaneamente rispondere anche ad altri fini), conviene sia studiata essenzialmente in base alle previsioni generiche di impiego strategico dell'armata, nel senso di sod-

-497-

disfare alla condizione di diminuire al minimo i trasporti per via ordinaria e di evitare complessi o difficili trasporti per ferrovia. Quindi in massima, posizione centrale per rispetto allo schieramento strategico generale, o quanto meno preponderante verso la zona di più probabile impiego; esistenza di una grande linea ferroviaria di arroccamento per spostamenti laterali rapidi e sicuri. Circa, infine, la caratteristica di speciale mobilità che in un'armata di riserva mobile gli stabilimenti ed i mezzi di seconda linea debbono possedere, non occorrono soverchie considerazioni per dimostrarne la necessità assoluta. Essa deriva dalla essenza stessa del compito dell'armata e dalla natura delle operazioni che è destinata a compiere e che richiedono celerità di movimento e prontezza d'impianto e di funzionamento. Quanto alle informazioni, le esigenze speciali di un'armata di riserva mobile risultano dai seguenti criteri sommari: organi centrali e periferici atti ad entrare in funzione subitamente, durante importanti operazioni già avviate su un settore qualunque della fronte od anche su fronti arretrate ed avanzate, e quindi in grado di sapere con somma prontezza e con la maggiore efficacia provocare, coordinare e sfruttare le necessarie informazioni sul nemico, per dedurne dati utili all'azione, quando anche essa debba avere carattere spiccatamente manovrato e in zone non appositamente preparate. Organi siffatti non possono quindi avere quel carattere di territorialità, né contare su quel periodo di adattamento al terreno ed al nemico che rende sistematico e particolareggiato il lavoro degli organi informativi corrispondenti delle armate in linea. Donde la necessità di organizzare il servizio informazioni in modo analogo a quello in uso presso l'esercito francese, e cioè con organi scaglionati in profondità e facenti parte organica dei vari comandi tattici. E quindi: ufficiali informatori presso i reggimenti di fanteria con proprio personale di truppa ausiliario - centri di raccolta divisionali e di corpo d'armata in stretta relazione con i rispettivi comandi di artiglieria; con gli osservatori; con i comandi di gruppo squadriglie areoplani - ufficio informazione centrale d'armata, in costante relazione con gli uffici informazioni delle armate in linea e con i vari organi tecnici raccoglitori di notizie della rispettiva armata. Un'armata di manovra le cui truppe debbono trovarsi sempre in condizioni morali e materiali ottime ed essere dotate di alto spirito offensivo, deve avere molto sviluppato un ramo speciale del servizio informazioni, quello cioè che comprende la vigilanza interna, la assistenza materiale e morale del soldato e la necessaria propaganda destinata appunto ad eccitare lo spirito aggressivo ed intraprendente. Anche questo ramo di servizio va ordinato scaglionandolo organicamente lungo la scala gerarchica per infondergli


-498-

-499-

unità di concetti e d'azione e per poter esplicare quel controllo dall'alto che assicura la massima efficacia di risultati.

merica e la massima diminuzione delle cause ritardatrici del movimento in genere e dell'impeto offensivo in specie. Ora la massa dell'attuale fanteria, così come è organicamente riparti·ta, equipaggiata ed armata nelle ordinarie unità (brigate, reggimenti e battaglioni), non rappresenta più uno strumento manovriero di notevole valore. Sotto un certo punto di vista essa, così come è, rappresenta spesso un peso morto o, quanto meno, un elemento ritardatore. Al punto in cui siamo giunti in questa guerra che si combatte da tre anni, con prevalenza di soldati di classi sempre più giovani e meno istruite, solo riparti leggeri di fanteria speciale, cioè dotati di speciali attitudini belliche, inquadrati, equipaggiati, armati ed istruiti in modo speciale, possono oggi rappresentare sul serio uno strumento offensivo o controffensivo degno di tal nome. Essi sono perciò assolutamente preferibili, nel caso che consideriamo, a masse assai più grosse di ordinaria fanteria, capaci solo di procedere faticosamente ad ondate dense e vulnerabili nell'attacco, e tendenti all'inerzia sotto la pressione nemica nella difesa. Intorno a questa fanteria speciale, piccola di numero, ma scelta come qualità e riccamente dotata dei più moderni mezzi ausiliari d'offesa e di difesa, dovremo tendere a raccogliere il maggior numero possibile di compagnie mitragliatrici, oltrepassando largamente la proporzione normale fra fanteria e mitragliatrici delle ordinarie unità e ciò appunto perché è _mediante la mitragliatrice che si può meglio realizzare l'ideale di concentrare in poco volume e in poco peso una efficienza di fuoco pari a quella di cui è capace ben più ingombrante e pesante massa di fucilieri. Bene inteso però un tal criterio organico deve trovare in pratica un adeguato impiego tattico, nel senso di ottenere che il binomio fanteria-mitragliatrici, con predominio assoluto di queste ultime, rappresenti veramente un aumento di efficienza bellica, il che esige una perfetta attitudine manovriera nei riparti mitraglieri e un geniale affiatamento fra i due strumenti di azione tanto nel battaglione, quanto nelle unità maggiori. Alla brigata, al reggimento e al battaglione dovranno essere aggiunti tutti quei mezzi che valgano a renderne completa l'efficienza, tanto nell'ttacco, quanto nella difesa, e ciò tanto più in quanto in primo tempo non si potrà far conto (come avviene ordinariamente per le corrispondenti unità già schierate in linea) sull'appoggio di mezzi già predisposti in sussidio della fanteria. Indispensabile sarà quindi assegnare alla brigata di fanteria (oltre le proprie mitragliatrici in ragione più alta della ordinaria) una aliquota di artiglieria leggera (meglio se da montagna) per provvedere a piccoli tiri di distruzione a breve distanza e ai tiri di accompagnamento vicini e di sbarramento. E per la stessa ragione la brigata dovrà poter disporre di batterie mobili di bombarde, preferibilmente Van Deuren, perché più maneggevoli .

B -

TRUPPE

La opportunità di una costituzione organica eccezionale, specialmente adatta agli scopi particolari ai quali un'armata di riserva mobile deve mirare, si manifesta, nei riguardi delle truppe,. in modo ancor più evidente che non nei riguardi degli alti comandi. Forze e mezzi offensivi e difensivi debbono infatti rispondere in modo egregio alle condizioni di massima mobilità, di sicura prontezza di impiego e di piena attitudine alla guerra manovrata in campo aperto, che sono le caratteristiche essenziali di un'armata di tal genere. È bensì vero che ciascuna delle grandi unità di cui un esercito moderno è composto deve essere in grado di passare quando che sia dalle lunghe stasi della guerra di trincea agli antichi metodi della guerra manovrata, la quale può diventare da un momento all'altro necessaria anche sulla fronte, o dopo una nostra fortunata operazione offensiva o dopo avvenuto uno sfondamento per effetto di offensiva nemica. Ma questa tendenza è inevitabilmente in pratica attuabile solo in minima parte con le ordinarie grandi unità, normalmente impiegate nel servizio di linea. Sperare di più è farsi delle illusioni, perché troppe cause dipendenti dalla natura stessa statica e deprimente della guerra di trincea e la stessa costituzione organica determinata dalle esigenze speciali di questa forma di guerra, si oppongono alla realizzazione piena e subitanea di quelle tre condizioni che abbiamo ora dette, invece essenziali per una guerra manovrata. E pertanto nello stesso modo che si affermò nocevole ai fini di un'armata di riserva mobile l'avvicendamento normale delle sue grandi unità sulla fronte, alla stessa stregua di una qualsiasi altra grande unità, così si ritiene necessario che la costituzione organica delle truppe che compongono grandi unità di riserva mobile, destinate a un impiego speciale, si ispiri esclusivamente alle esigenze di questo impiego, il che d'altra parte non pregiudica affatto quell'eccezionale loro temporaneo sèrvizio sulla fronte che abbiamo ammesso come possibile, anzi utile, nei periodi nei quali l'impiego dell'armata, come riserva mobile, appare meno probabile. Posta così la questione, vediamo quali criteri dovrebbero guidare nello stabilire la costituzione organica speciale di tali unità. Fanteria

Abbiamo detto: mobilità, prontezza di impiego, piena attitudine alla guerra manovrata. Perché tali caratteri siano possibili occorre che, a parità di efficienza bellica, si cerchi di realizzare il minimo di peso e di forza nu-


- 500-

Il reggimento avrà con sé (sempre oltre le proprie mitragliatrici in ragione più alta dell'ordinario) qualche batteria di lanciabombe Thèvenot a bomba offensiva e fumigena, e qualche sezione lanciafiamme. Il battaglione, almeno due sezioni lanciabombe Stokes e un forte nucleo di zappatori. In tal modo si avranno complessivamente brigate leggere ma scelte in fanteria; con spiccato carattere d'assalto; potenti di fuoco maneggevole e obbediente quale è quello della mitragliatrice; ben provvedute di mezzi ausiliari per superare difese di mediocre valore o per spezzare attacchi nemici quali possono aversi combattendo in campo aperto, e tutto ciò con spiccato carattere di autonomia organica che ben risponde alle esigenze particolari di truppe mobili di riserva. Naturalmente, per maneggiare brigate così complesse, occorre particolare capacità tattica e molta prontezza di colpo d'occhio e di decisione. Ma per ciò appunto si è detto occorrono alla testa di tali unità uomini scelti e bene addestrati, e quindi stabili per quanto possibile nel rispettivo comando, perché tutto quanto ora abbiamo esposto cadrebbe, qualora, per un eccesso di spirito di livellazione, si volessero considerare tali unità speciali alla stessa stregua di tutte le altre. Da uno studio concreto compilato dal sottoscritto, in base ai concetti ora detti, risultò possibile una notevolissima diminuzione numerica, e quindi un assai sensibile guadagno di mobilità con potenza di poco inferiore al normale nel fuoco di fucileria, compensata dalla possibilità di più agile manovra e dalla più larga dotazione di mezzi ausiliari. Ma, naturalmente, la parola decisiva non potrebbe esser detta che dalla esperienza, provando e riprovando in appositi poligoni, e con ben intesi esperimenti tattici e tecnici, la composizione più conveniente di tali unità speciali, facendo astrazione da qualsiasi preconcetto di rigidità o di similitudine organica alle unità normali. E queste prove e queste esperienze dovrebbero essere compito essenziale di un'armata di riserva mobile che voglia realmente prepararsi alla sua alta missione. Artiglieria

Prendendo sempre a base le due ipotesi fondamentali più probabili di impiego dell'armata, e cioè: rinforzo su un settore qualsiasi della fronte a scopo offensivo o difensivo , ovvero operazioni manovrate sul davanti o sul rovescio del nostro attuale schieramento, si possono dedurre facilmente i criteri che dovrebbero presiedere all'ordinamento dell'artiglieria in un'armata di riserva mobile ed al suo impiego. Nel primo caso l'armata troverà in luogo uno schieramento d'artiglieria già esistente e orientato ai bisogni della situazione locale, sul quale dovrà in certo qual modo fondersi in tutto o in parte lo schieramento dell'atti-

- 501 -

glieria dell'armata sopraggiungente, pur ispirandosi naturalmente agli scopi speciali a questa affidati. Questo caso di impiego, per essere corrispondente a una ipotesi meno caratteristica fra quelle cui un'armata di riserva mobile deve provvedere, è meno atto a gettar luce sulle questioni che formano oggetto del presente capitolo, a meno che il rinforzo sul settore che consideriamo non abbia lo scopo di maturare o proseguire operazioni iniziate felicemente, ché allora si rientrerebbe nella seconda delle ipotesi suaccennate. Quando infatti l'armata di riserva mobile verrà a trovarsi nella situazione di dover affrontare il nemico all'infuori di ogni preliminare disposizione di mezzi d'altre armate, e ciò sia per l'offesa che per la difesa, allora ci troveremo effettivamente nel caso tipico che più ci interessa e sul quale converrà impostare il problema importantissimo dell'artiglieria. Si tratterà infatti allora di vedere fino a che punto sarà possibile conciliare le esigenze di un immediato e poderoso impiego di quest'arma (tanto necessaria e di così varia attività in ogni fase del combattimento moderno) colle difficoltà di raccolta, di schieramento e di rifornimento dei mezzi occorrenti. Nella risoluzione di un tal problema, può solo servire di guida questo concetto: avere ben chiaro in mente, come in un gran quadro sintetico, tutto il complesso lavoro che alle artiglierie di vario calibro, e specie oggidì, compete, per assicurare alla fanteria un appoggio efficace e un ausilio ininterrotto durante tutta l'azione, e da questo quadro ideale, vasto e complesso, desumere in modo concreto quanto di essenziale sarà necessario imbastire subito con i pochi mezzi che si potranno avere in primo tempo alla mano, intorno ai quali andranno poi via via accumulandosi gli altri mezzi sopraggiungenti, come la grad~ale coloritura di un abbozzo sommario. Occorre dunque e soprattutto, in chi comanda l'artiglieria, una percezione netta e pronta della situazione per dedurne il necessario scaglionamento nel tempo dei mezzi disponibili, scaglionamento che d'altra parte non può essere precalcolato in modo astratto, in quanto che dipenderà dallo scopo che l'armata si propone e dalla natura ed entità degli ostacoli concreti che, caso per caso, si opporranno al conseguimento di esso.

Costituzione dei comandi di artiglieria I criteri esposti per la scelta dei comandanti delle grandi unità, fino alle divisioni, dovranno essere prèsi di norma per la scelta dei comandanti di artiglieria delle stesse grandi unità. Essi dovranno essere cioè uomini che conoscano perfettamente la nuova tecnica dell'arma, di pronto intuito, di grande iniziativa e di rapida decisione. Circa i comandi è innanzi tutto essenziale istituire quello di artiglieria


- 502-

- 503-

divisionale. Nelle divisioni, la fanteria e l'artiglieria devono costituire un tutto intimamente affiatato ed è perciò necessario che a lato del comando della divisione vi sia in modo stabile un comando di artiglieria divisionale che non subisca le oscillazioni dovute alla «anzianità» dei comandanti dei reggimenti che sono o possono venire assegnati temporaneamente alle divisioni stesse e che possa dedicare ogni sua attività al coordinamento ed al1'impiego dei mezzi messigli a disposizione. I comandi di artiglieria delle grandi unità - fino alle divisioni - debbono poter disporre di organi per le seguenti loro principali funzioni: osservazione-operazioni-rifornimenti. Quanto al servizio di osservazione le esigenze speciali dell'artiglieria di un'armata di riserva sono quali vennero prospettate parlando del servizio di informazione dell'armata, donde la necessità di organizzare e di aver sempre in perfetto grado di funzionamento presso i vari comandi:

Da ciò ne consegue che le batterie campali (leggere e pesanti) attaccate a cavalli, che sono le sole in grado di percorrere - si può dire - qualsiasi terreno e che, giunte sulla posizione, possono immediatamente aprire il fuoco, debbono costituire la massa delle artiglierie assegnate alle divisioni ed

a) un nucleo di osservatori terrestri, di ufficiali e truppa, provvisto di tutti i mezzi occorrenti (cannocchiali, binoccoli, goniometri, carte, telefoni, ecc.); · b) un gruppo di squadriglie di areoplani di artiglieria per l'osservazione aerea; gruppo costituito di almeno una squadriglia per ogni comando di artiglieria di divisione, di corpo d'armata, d'armata; c) un gruppo di draken, in ragione di -almeno due per divisione. Tali organi dovrebbero stare in costante relazione cogli uffici informazioni delle rispettive grandi unità. · Per quanto riguarda le operazioni ogni comando dovrebbe avere un organo incaricato di studiare, sulla traccia delle direttive del rispettivo comando di grande unità, l'impiego delle artiglierie cogli stessi criteri accen:1ati per l'analogo organo dei comandi di grande unità. Lo studio dei rifornimenti dovrà essere collegato cogli studi relativi alle op~razioni nell'intento di abbozzare i piani per la costituzione di eventuali depositi di materiali e munizioni e studiare i mezzi occorrenti per il loro trasporto alle batterie, le vie da seguirsi ecc .. Tale organo dovrà essere in stretta relazione con quello dei movimenti. Presso i comandi di artiglieria divisionali dovrebbe esservi un altro organo incaricato di studiare e regolare il servizio dei collegamenti.

Ordinamento tattico delle artiglierie Parlando delle condizioni alle quali debbono soddisfare le truppe facenti parte di un'armata di riserva abbiamo detto: massima mobilità - prontezza di impiego - piena attitudine alla guerra manovrata in campo aperto.

ai corpi d'armata. Batterie a trazione meccanica, che, più delle campali, sono legate alle rotabili, ma che su queste possono però raggiungere, negli spostamenti, velocità maggiori che non le batterie campali stesse, dovrebbero costituire la riserva di artiglieria dell'armata. Ad essa dovrebbe essere assegnato: un raggruppamento di autobatterie da 102, per rinforzare prontamente dove necessiti la massa di artiglieria; tanti raggruppamenti d'assedio quanti sono i corpi d'armata (ciascuno di un gruppo di cannoni da 149 A. o da 155 L. o da 120 L. francesi e di un gruppo di obici da 152 inglesi o di mortai da 210 su affusto De Stefano) o almeno altri due raggruppamenti d'assedio di tre gruppi ognuno (un raggruppamento di cannoni da 149 A. o da 155 L. o da 120 L. francese ed uno di obici da 152 inglesi o di mortai da 210 su affusto De Stefano) da impiegarsi per vincere le eventuali maggiori resistenze che si incontrassero nella lotta. Non potendosi prevedere quale sarà l'azione alla quale verrà chiamata l'armata e quindi come e quando verranno impegnate le singole divisioni converrà assegnare ad esse una quantità limitata di artiglierie, quella che indubbiamente, in qualsiasi circostanza, potrà impiegare, e destinare invece ai corpi d'armata un forte nucleo di batterie per essere in parte o totalmente ripartite fra le divisioni in relazione ai loro bisogni. Anche nell'impiego, del resto, delle batterie assegnate tatticamente alle divisioni si dovrà seguire il principio di un conveniente scaglionamento in profondità per assicurare la continuità nell'azione dell'artiglieria e per parare agli imprevisti che in guerra manovrata saranno più frequenti per le oscillazioni stesse della lotta. Tenuto conto di ciò e dell'esperienza di guerra già acquistata si ritiene che la quantità e la specie di artiglierie campali da assegnarsi alle divisioni ed ai corpi d'armata possa essere di: 2 reggimenti da campagna per ogni divisione; 1 reggimento da campagna, 1 raggruppamento di tre gruppi da montagna, 1 raggruppamento di tre gruppi di obici pesanti campali mod. 914, 2 raggruppamenti di tre gruppi di cannoni da 105 per ogni corpo d'armata. Per impedire l'osservazione aerea nemica dovrà inoltre essere assegna-

to all'armata (oltre le squadriglie a ciò destinate) un raggruppamento di almeno 8 batterie antiaeree.


- 504-

Rifornimenti munizioni Nella guerra manovrata, quale potrà essere quella cui l'armata di riserva potrà essere chiamata, le giornate di combattimento potranno essere molte, le truppe potranno spostarsi innanzi od indietro e pertanto l'armata dovrà e~sere ricca di munizioni, di mezzi di trasporto e di mezzi di ricambio (pezzi, quadrupedi, ecc.) da impiegarsi tempestivamente. Come ~ri~a dotazi?ne sarà necessario che vi siano almeno 2000 colpi ~er pe_zz? d1 piccolo calibro e 500 colpi per pezzo di medio calibro e che s1 ~bbia 1~ ~umero necessario di autocarri per trasportare dette munizioni ~a1_depos1t1, che potranno essere costituiti in prossimità delle località attuali d1 accantonamento dei reggimenti e dei raggruppamenti , alle posizioni che a~ran~o o_ccupa~~ le ~atterie. Una parte di esse dovrà essere di proietti fum~gem po1ch~ p1~ facilmente con questi che non coi proietti ordinari si potra ottenere 1 acc1ecamento degli osservatori nemici e coprire i movimenti delle nostre fanterie. Il rifornimento del_le_ m~nizioni dovrà essere abbondante ed eseguirsi nel tempo v~luto: c~ndm.?m necessarie perché l'artiglieria possa adempiere ~Ila_p~opn~ m1ss10ne. E questione della massima importanza e presenta s~ne difficolta nella guerra manovra a causa delle distanze, dei continui camb_1amenti nella situazione delle truppe , della necessità di percorrere incondiz10natamente le zone battute. Sarà necessario pertanto che al comando delle autocolonne siano preposti ufficiali di provata energia.

Reggimenti e raggruppamenti

.?

evidente che i comandi e le batterie dovrebbero essere in completa ~fficienza, con personale e cavalli perfettamente idonei al servizio, materiali al c~mpleto (carreggio compreso) ed in ottimo stato, ma sarebbe pur nece_ssano ~r?vvedere le batterie campali di altri mezzi oltre quelli stabiliti dagli orgamc1. Le batterie campali hanno organici appena sufficienti per fornire _ o~tre a pochi specialis~i - i serventi dei pezzi ed i conducenti. Il periodo di g~~rr~ p~ssato ha dimostrato che occorre uno speciale nucleo di ufficiali e _militan di truppa in più degli attuali organici specialmente per il servizio di collegamento, e se altrove si è ricorsi al ripiego di diminuire in parte il ~e~sonale addetto alla cura dei cavalli, non sarebbe possibile adottare tale _ npiego nell'armata di riserva le cui batterie più che mai devono avere · d d" . . 1qua ~~pe i curati al massimo grado per averli sempre in piena idoneità al se~v~zi~. L~ guerra manov_rata può imporre ogni giorno ai cavalli nuove e magg10n fatiche e le battene non possono quindi contare sull'impiego dei· con _ . d ucentI. m altre mansioni. ·

- 505-

Per assicurare la intima cooperazione fra l'artiglieria e la fanteria è necessario il loro più stretto collegamento; per assicurare il tempestivo ed esatto impiego del fuoco è necessario il collegamento fra comandi, batterie, osservatori; per il rapido e tempestivo impiego dei mezzi di rifornimento e di trasporto è necessario il collegamento fra le batterie in linea ed i propri scaglioni retrostanti. Questi collegamenti, che occorre funzionino in modo permanente, non possono essere mantenuti durante gli spostamenti che per mezzo di ciclisti e motociclisti, quindi necessita di fornire comandi e batterie di ciclisti e motociclisti. In posizione i collegamenti si possono ottenere con vari mezzi, ma il principale è certamente il telefono; occorrono quindi buon numero di telefonisti specializzati e guardiafili. Gli impianti telefonici non sono pochi, né sempre è breve il tratto di collegamento (specialmente fra batterie e pattuglie); occorre inoltre avere materiale per riparare le linee distrutte dal fuoco nemico o rotte dalle nostre truppe per impianti, negli spostamenti, di nuove linee in attesa che si ripieghino le vecchie; è necessario dunque un forte aumento delle dotazioni telefoniche stabilite. E poiché di norma si debbono iniziare gli impianti telefonici prima dell'arrivo delle batterie, è cosa utile che ogni gruppo sia dotato di un carro per telefoni capace di trasportare e il materiale telefonico delle batterie del grtuppo e il personale sufficiente per lo stendimento delle linee. A sussidio delle comunicazioni telefoniche occorrerà provvedere ad una rete di collegamento ottica, per la quale occorrono, naturalmente, un certo numero di eliografisti. Preposto a tale servizio ogni gruppo dovrà avere un ufficiale. Ed altri ufficiali ed altri militari di truppa occorrono per costituire le pattuglie di artiglieria ed a tale personale occorrono mezzi di rapido trasporto, a preferenza biciclette. Poiché è difficile in guerra manovrata provvedere il materiale cartografico è necessario che comandi e reparti abbiano una larga dotazione delle carte delle zone sulle quali l'armata potrà essere chiamata a combattere, una dotazione tale cioè da poter provvedere di carte gli ufficiali tutti ed i militari di truppa destinati ai servizi di guida, di collegamento, di esplorazione, ecc .. Le batterie dovranno pure avere una abbondante riserva di materiali di ricambio e di materie di consumo, nonché una dotazione permanente di materiali per mascheramento di varia specie, dei quali verranno trasportati unicamente quelli che potranno utilmente impiegarsi nella zona nella quale saranno chiamate a combattere.


- 506-

Per il trasporto di tutti i materiali che non facevano parte delle dotazioni di guerra prima della guerra, e che ora sono indispensabili al buon funzionamento di una batteria destinata alla guerra di movimento, occorrono altri due carri bagaglio. Meglio ancora sarebbe sostituire tutto il carreggio a cavalli con autocarri. Ogni gruppo dovrebbe poi avere un pezzo di ricambio. In conclusione, se si vuole che le batterie campali siano manovriere, è necessario aumentarle di uomini, cavalli e materiali. Per assicurare il rifornimento delle batterie da montagna operanti coll'armata di riserva necessita ridar loro la formazione che avevano prima della guerra. Genio

Sia,nell'offensiva che nella difensiva l'armata di manovra sarà, con ogni probabilità, chiamata ad agire su terreno non organizzato a difesa od insufficientemente organizzato. Non essendo possibile l'aggiramento delle ali degli eserciti combattenti e dovendosi sfondare un tratto più o meno largo della fronte, il fatto ha dimostrato che l'offensiva che fosse riuscita a far breccia, penetrando nel fronte nemico, premuta sul fronte e sui fianchi dalla difesa, non può facilmente progredire e deve sostare e rafforzarsi sul terreno conquistato prima di continuare il movimento di avanzata. La difesa invece cercherà di rinsaldarsi con nuove difese sul fronte e più specialmente sui lati della breccia, per impedire l'allargamento di questa e l'ulteriore avanzata, quando non debba arretrare su nuove linee organizzate o debolmente organizzate. Nell'un caso e nell'altro emerge la necessità di porsi in grado di organizzare il terreno a difesa con la massima rapidità, e che si abbiano personale e mezzi adatti per fronteggiare tale necessità. Il personale dei comandi del genio deve quindi possedere pronto intuito, larghe cognizioni tecniche e conoscere bene l'impiego delle varie specialità dell'arma. Quanto all'organizzazione delle truppe, qui di seguito si accenna alle modificazioni che occorrerebbe introdurre all'attuale costituzione. Specialità zappatori Il compito dei zappatori del genio nelle condizioni indicate è dei più importanti ed ardui, essendo specialmente ad essi affidato il compito di una estemporanea e pronta organizzazione del terreno di manovra. Converrebbe perciò:· a) dare ad ogni divisione due battaglioni zappatori, ovvero assegnare

- 507-

alle truppe suppletive d'ogni corpo d'armata o dell'armata un battaglione zappatori da inviarsi al momento opportuno dove più urge il bisogno; b) fornire ciascun corpo d'armata di un parco autocarreggiato con materiali da zappa e mina, costituito in modo da rispondere alle nuove esigenze della guerra campale (studi particolareggiati in proposito esistono già). S'intende che le compagnie dovrebbero avere i loro parchi al completo, ed anche le salmerie, potendo essere chiamate ad operare in montagna. Anche indipendentemente dall'assegnazione di due battaglioni zappatori alle divisioni, si rende indispensabile aver presso il comando di queste un ufficiale superiore del genio addetto, di speciale competenza, che possa senza preÒccuparsi del comando delle truppe, tradurre in atto i concetti del comando della divisione, progettando rapidamente e coordinando i lavori da eseguirsi non soli dai zappatori ma anche dalle altre specialità. Specialità Telegrafisti L'assegnazione attuale dei reparti telegrafisti ed i mezzi di cui dispongono sono sufficienti allo scopo. Sarebbe però opportuno stabilire una riserva di materiale telegrafico di linea e di stazione, su autocarri, da assegnarsi all'armata, per essere in grado di inviarla rapidamente là dove non siano sufficienti i mezzi a disposizione delle compagnie. Specialità Pontieri La pianura veneta nella quale l'armata può essere chiamata ad operare, intersecata da corsi d'acqua importanti, può richiedere l'impiego di truppe dei pontieri, ben istruite e provviste di materiali regolamentari. E poiché le divisioni sono quasi tutte sprovviste di sezioni da ponte regolamentari, né sembra possibile e conveniente assegnarne ora alle compagnie zappatori, nelle quali difficilmente, date le condizioni attuali di reclutamento, si trova personale adatto all'impiego, converrebbe meglio dare all'armata due battaglioni pontieri, con le compagnie provviste di equipaggio, sostituibile, per alcune compagnie, col materiale di più sezioni da ponte divisionali. Un battaglione dovrebbe assegnarsi a disposizione dell'armata, e l'altro dovrebbe fornire a ciascun corpo d'armata una compagnia. Specialità Minatori Quantunque i zappatori siano atti ad eseguire lavori di mina, si ritiene indispensabile assegnare all'armata un battaglione minatori, sia per interruzioni stradali, sia per altri lavori di mina di qualche entità.


- 508 -

Specialità Radio Per aumentare la celerità d'impiego delle stazioni, come si conviene ad un'armata di manovra, si ritiene conveniente cambiare le stazioni carreggiate, che dovrebbero servire per i corpi d'armata, con stazioni autocarreggiate.

Magazzino avanzato del Genio Oltre al_materiale dei parchi mobili è necessario che il magazzino avanzato del genio dell'intendenza sia ben fornito di materiali vari, non esclusi i carri completi da parco con i relativi caricamenti, per essere in grado di rifornire rapidamente i pàrchi. Occorre inoltre che esso abbia una buona scorta di materiali da lavoro, per poter all'occorrenza, con opportuni spostamenti di personale ausiliario, intraprendere lavori per linee od opere di difesa di qualche entità. Aeronautica

Fra i vari mezzi con i quali un'armata di riserva mobile può assolvere il suo compito di massa offensiva o controffensiva manovrante, debbono necessariamente trovare posto importante i mezzi aerei. E difatti la facoltà esplorativa e la possibilità di unafulminea azione offensiva, anche a distanza, che sono qualità caratteristiche dell'arma, corrispondono anche a due condizioni essenziali per un'armata di manovra di impiego subitaneo, la quale non può più oggi dì, per ragioni a tutti note, far conto su masse di cavalleria. Allorché l'attimo supremo dell'impiego dell'armata sarà per scoccare, molto oscura apparirà senza dubbio la situazione e il comandante dell'armata, a cui sarà stato dato il via dal comando in capo, si troverà ad un tratto gettato nella più ansiosa necessità di raccogliere notizie. O che si tratti di sferrare sull'invasore irrompente una risoluta controffensiva, o che si tratti di coronare con un atto arditamente aggressivo, una felice ma certo logorante resistenza sostenuta da una o da più armate schierate in linea, il bisogno di sapere e di saper presto premerà come non mai sull'animo del condottiero dell'armata di riserva il quale poco potrà dedurre dalle faraggine di notizie contraddittorie, o necessariamente ritardate, che gli giungeranno dalla fronte sfondata o dai logori resti della vittoriosa resistenza sulla fronte. · Questo appunto sarà il momento classico dell'attività esploratrice aerea dell'armata, la quale potrà certo trarre viva luce dall'opera collettiva ardita di squadriglie e di gruppi da ricognizione lanciati come un nugolo nelle direzioni che più interesserano per scoprire, per accertare, per coordinare quanto si sa e quanto non si sa sulla situazione da affrontare.

- 509-

Ma questa istantanea e vasta attività esploratrice va preceduta e accompagnata da una poderosa azione aerea di combattimento, intesa ad assicurarsi, almeno per un certo tempo nella zona che interessa, un assoluto dominio dell'aria; azione di combattimento che quando fosse spinta ed estesa mediante speciali squadriglie da bombardamento e da mitragliamento anche al di sopra e sul rovescio del nemico irrompente, potrebbe rappresentare altresì una efficacissima azione offensiva preliminare, simile agli antichi combattimenti di avanscoperta di cavalleria, intesa a sorprendere il nemico, disorientarlo, renderlo titubante e così preparare il colpo di maglio dell'armata di riserva sopraggiungente. L'aeronautica dunque, per un'armata come quella che consideriamo, non dovrebbe essere soltanto un mezzo bellico ausiliario, destinato alla esplorazione in genere, all'informazione del comando, all'eventuale intervento nella lotta terrestre, al collegamento; ma una vera e propria arma decisamente offensiva, qualche cosa che significhi potenza aggressiva rapidissima, e che cioè esprima dall'aria e prima di ogni altra forma d'azione, l'essenza stessa dell'attività dell'armata che deve decidere, aggredendo, improvvisamente e a fondo. Oltre a ciò nei mezzi aerei, il comando dell'armata e delle grandi unità che la compongono, troverà la soluzione d'un altro grande problema che lo assilerà nel momento critico del suo impiego: quello delle comunicazioni. Ne faremo un cenno più innanzi, ma intanto è opportuno dir fin d'ora che se è vero che l'aeroplano, oggi, rappresenta un ottimo mezzo non solo di collegamento fra le varie armi, ma anche fra comando e unità dipendenti, in un'armata di riserva ad impiego estemporaneo, imprevedibile, fulmineo, mobile, dove ogni organizzazione preventiva o successiva di comunicazioni sarà difficilissima e spesso impossibile, l'aeroplano sarà prezioso come agile messaggero del pensiero del comando alle truppe e come pronto e fedele rapportatore dalle truppe al comando della situazione raggiunta, e quindi mezzo di controllo della esecuzione degli ordini. Da tutto ciò si può dedurre che non è più concepibile oggi un'armata di riserva mobile che non sia largamente dotata di mezzi aerei da caccia, da ricognizione e da bombardamento e che nel campo speciale del combattimento aereo, o meglio dell'intervento deg'li aerei nel combattimento terrestre, una simile armata deve, per mezzi posseduti, per addestramento, per unità di comando, essere all'avanguardia di ogni altra armata in linea ed essere in grado di manovrare la propria aeronautica a massa, come una qualsiasi altra arma, anzi come l'arma più intraprendente e quindi più adatta alla missione particolare di riserva che è propria dell'armata.


- 511 -

- 510-

Cavalleria e ciclisti

Gli austro-tedeschi nelle due grandi offensive sferrate contro di noi, e specie in quella del Friuli, fecero largo e assai redditizio uso di distaccamenti volanti offensivi, composti di piccoli nuclei di cavalleria con mitraglieri ciclisti o motociclisti. Nel campo terrestre essi rappresentano l'applicazione concreta degli stessi concetti già esposti trattando dell'azione dell'aeronautica: arrivar presto e con mezzi arditamente offensivi. Ciò disorienta il nemico, ne rallenta la marcia o ne accelera i disgregamento e, nel caso di una irruzione nemica che abbia superata una breccia nella nostra fronte, può servire a neutralizzare l'azione corrispondente di analoghi riparti arditi avversari. Onde è che, a completare il quadro organico che dovrebbe servir di trama alla costituzione di un'armata mobile di riserva, conviene tener conto della opportunità di avere a disposizione anche codesti mezzi per la formazione dei quali l'esperienza è già matura e non mancano pregevoli studi di impiego che ad essi si riferiscono. Uno o due reggimenti di cavalleria e qualche battaglione ciclisti, appositamente addestrati a questo speciale impiego, potrebbero essere preziosi come distaccamenti di avanguardia e di sicurezza da lanciare in testa alle colonne sui fasci stradali seguiti dalle grandi unità e potrebbero anche servire, appoggiati in primo tempo dall'aeronautica di combattimento, a costituire un primo abbozzo di schieramento colà dove più converrà attestare le varie colonne per sferrare il nostro colpo offensivo o per arrestare l'impeto offensivo del nemico. Collegamenti e comunicazioni

Partendo sempre dal concetto che caratteristica principale dell'armata è il suo probabile impiego improvviso, con contegno eminentemente aggressivo, in un settore non esattamente prevedibile, occorre che le sue unità abbiano la possibilità di poter subito in caso di impiego provvedere all'importante servizio dei collegamenti e comunicazione nel modo più sicuro possibile, e senza poter far gran conto su impianti di qualsiasi genere già preesistenti sul posto, perchè questi potrebbero mancare del tutto. Sotto questo punto di vista i mezzi più sicuri e di più pronto impiego sono evidentemente i mezzi aerei, la radiotelegrafia e i colombi viaggiatori, perchè non hanno bisogno di impianto preventivo sul luogo di impiego, nè sono soggetti a interruzioni tanto facilmente. E pertanto occorre: 1° Assegnare, come si è già detto, i necessari mezzi aviatori per il collegamento fra le varie armi, fra comandi e truppe e per il servizio di artiglieria. 2° Assegnare i mezzi radiotelegrafici per il sicuro collegamento tra i vari comandi, almeno sino a quelli di brigata.

3° Predisporre il servizio dei piccioni viaggiatori, sia con l'impianto di colombaie fisse nelle retrovie e delle zone di più probabile impiego, sia con colombaie mobili di riserva al seguito delle truppe. Dalle colombaie fisse della zona di effettiva azione dell'armata i colombi verrebbero distribuiti fino alle unità al momento dell'impiego. Inoltre le unità dell'armata dovrebbero, s'intende, essere completamente provviste, come tutte le altre unità, degli ordinari mezzi di comunicazione e collegamento ottici, acustici, telefonici e telegrafici attualmente in dotazione. Intendenza d'armata

Dato l'attuale schieramento strategico e le particolari caratteristiche del nostro teatro di guerra, l'armata di riserva, come già si è detto, o sarebbe chiamata ~ tamponare una falla eventualmente prodottasi in un tratto qualunque della fronte, od a svolgere in una direzione qualsias_i un'azione propria offensiva o controffensiva. Nel primo caso la massa di manovra, operando nella zona di alimentazione di un'armata di prima linea, verrebbe ad avere in comune con questa i mezzi di rifornimento e le linee di sgombero. Sembrerebbe, quindi, che l'armata di riserva potesse in tal caso fare a meno, per i servizi, di un proprio organo e dovesse sfruttare i mezzi nella zona stessa esistenti. Nel secondo caso, specie se l'armata venisse chiamata ad operare in una zona fuori della giurisdizione di una delle attuali intendenze, o all'infuori dell' estrema ala sinistra dell'attuale nostro schieramento strategico (dove per relazioni di distanza e per le difficoltà di terreno assai difficilmente potrebbe provvedere al perfetto funzionamento dei servizi di una massa mobile di manovra l'intendenza dell'armata di estrema sinistra), la costituzione di un proprio organo per i servizi stessi è da ritenersi indubbiamente neccessaria. Tenuto conto della indeterminatezza circa il compito dell'armata, più prudente sembra assegnare permanentemente, anche all'armata che consideriamo una intendenza propria. In ogni caso, poi, non si potrà fare a meno, anche quando non si voglia conservare alla armata di riserva mobile una vera e propria intendenza, costituire almento per essa un ufficio servizi autonomo dotato di propri stabilimenti e di propri mezzi, per far fronte al secondo dei casi suesposti.


- 512 -

- 513 -

ANNESSO N. 2 AL DOCUMENTO N. 136

ANNESSO N. 3 AL DOCUMENTO N. 136

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO Sa ARMATA

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

UFFICIO OPERAZIONI

N. 10739 di protocollo G .M.* N. 1733 op

4 maggio 1918

OGGETTO: Studio sulla formazione e preparazione dell'Armata Carte annesse: una AL COMANDO SUPREMO -

Ufficio Operazioni

Il Generale Graziali mi ha, in questi giorni, presentato uno studio sulla ~ormazio~e e _preparazione dell'Armata che ritengo opportuno trasmettere m comumcaz10ne a codesto Comando. E ciò facci~ sia perché il complesso ed importante argomento parmi trattato con gemale e chiara visione dei compiti dell'Armata sia per dare a codesto Comando una prova della intelligente attività del mio capo di S.M. che so del resto ben favorevolmente apprezzato. Nell'inviare tale studio credo però necessario dichiarare che mentre conc?rdo nelle c?nc!usioni a cui giunge il Generale Graziali non considero pero l~ co_ncl~~10m stesse di possibile immediata attuazione ma sono invece a_m10 ~md1z10 da considerarsi soltanto come la espressione delle aspiraziom a cm deve tendere questo Comando nella costituzione e formazione del1' Armata. Pertanto, compreso delle molteplici, varie e contraddittorie esigenze cui d~ve provvedere codesto Comando, tengo a dichiarare che la trasmissione d1 questo studio non implica alcuna richiesta da parte mia. Tuttavia proposte e richieste mi riservo di concretare in seguito e mi auguro possano essere favorevolmente accolte e soddisfatte così da rendere ques~' Armata adatta e pronta ai compiti che le verranno assegnati ed ai quali confido essa saprà rispondere con onore.

19 maggio 1918

OGGETTO: Studio sulla formazione e preparazione dell'Armata mobile di riserva A S.E. IL COMANDANTE DELLA 5a ARMATA

Ho preso conoscenza della pregevole memoria compilata dal Generale Graziali, circa la ideale formazione e la preparazione di un'Armata mobile di riserva, e mi compiaccio dell'attività spiegata da questo Generale, in tale campo di studio, in aggiunta alle molte e gravose attribuzioni della sua carica. Gli esprimo perciò il mio compiamento. Però, come giustamente V .E. osserva e come è noto, i mezzi presentemente disponibili non permettono di dare per ora una applicazione, sia pure parziale, alle proposte d'indole organica che stanno a conclusione dello studio, mentre ha altresì note le esigenze della situazione che impongono delle mobilità di impiego dalle quali non è possibile discostarsi, pur riconoscendo che le proposte sarebbero preferibili, come quelle che idealmente rispondono al concetto di una riserva strategica quale, ad esempio, pare sia quella in Francia costituita; ma colà, come è risaputo, ben diverse sono le condizioni di terreno, mezzi disponibili e di comunicazioni. Tutto ciò invece che si riferisce alla prepaprazione delle truppe e delle grandi unità, dallo studio dei vari problemi che possono presentarsi ed in genere a quanto è possibile attuare nella presente situazione ed ha valore eminente pratico ed applicativo, potrà essere tenuto con vantaggio presente ed attuato. Il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito

IL TEN. GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F.to Marrone

* Lettera predisposta con annotazioni di pugno del Gen. A. Diaz e da lui approvata, successivamente non inoltrata.


- 515 -

- 514DOCUMENTO N. 137

COMANDO SUPREMO UFFICIO SEGRETERIA - SEZIONE ISTRUZIONI

Circolare N. 38 di prot. .

26 giugno 1918

OGGETTO: Grandi unità d'assalto AI COMANDI DI ARMATA AI COMANDI DI CORPO D'ARMATA e per conoscenza: AI COMANDI GENERALI DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO ALL'INTENDENZA GENERALE AL MINISTERO DELLA GUERRA (DIV. S.M.) Nelle recenti operazioni svoltesi sul basso Piave ha già avuto il battesimo del fuoco - rispondendo egregiamente agli scopi - la prima delle nostre grandi unità d'assalto. Con questo il Comando Supremo - dedicandovi cura particolare intende costituirsi, per la manovra offensiva e controffensiva, alcune potenti masse d'urto dotate di speciali caratteristiche organiche e tecniche, così da poterle avere, ad un tempo, agili e pronte nei riguardi della rapidità d'impiego; elastiche nei riguardi della comandabilità e della scioltezza di manovra; complete nei riguardi della composizione, con elementi delle tre armi, e delle disponibilità di mezzi tecnici. Sulle caratteristiche di esse richiamo l'attenzione e l'illuminata collaborazione delle LL.EE. i comandanti d'armata e di corpo d'armata, affinché -~pirandosi alla visi<?ne degli interessi generali e non solo a quelle di un particolare compito o tratto di fronte - tutti sappiamo trarre dalla bontà dell'istrumento, così prezioso e così difficilmente sostituibile, il massimo rendimento con minimo dispendio.

*** Le grandi unità d'assalto - qualunque possa essere la ragione, offensiva o controffensiva del loro impiego su un certo tratto della fronte - sono destinate ad agire inserendosi fra altre grandi unità, e devono costituire come le punte acciaiate dello schieramento complessivo. Ne derivano: 1° Impiego esclusivamente offensivo (o controffensivo) e di sorpresa. Ciò per non sottoporle al logorio dell'azione strettamente difensiva ed alle perdite gravì e non redditizie che inevitabilmente seguono la mancata sorpresa; sia questa dovuta ad affrettata preparazione, indiscrezioni, imprudenze.

Nessuna precauzione, nessuna astuzia dovrà essre trascurata per nascondere al nemico ed alle nostre stesse truppe la comparsa delle unità d'assalto sulla linea. 2° Impiego organico a massa o nella direzione decisiva; ciò che esclude tassativamente il frazionamento in battaglioni o l'impiego di unità per a,zioni diversive, ed esige estensione di fronte proporzionata alla profondità di avanzata che si intende ottenere. Questa deve essere almeno tale da raggiungere di un balzo la zona dei medi e grossi calibri n_e:11ici. . L'esperienza ha provato che, per avere reale capacita offensiva, un~ divisione di nove battaglioni può al massimo, in terreno leggermente acci- · dentato attaccare su una fronte di 2000 metri. 3° 'Necessità di ritirare al più presto le unità di assalto dopo il primo successo e pertanto di prevedere e di avere sempre pronte - nel~'or~it~ra e nello sviluppo del problema tattico - forze adeguate a prosegmre 1 azione od a sfruttare il successo, senza alcuna soluzione di continuità così sul terreno, come nel tempo. Ciò esige particolare allenamento delle grandi unità d'assalto e de~l~ altre grandi unità ad operare insieme, in manovre combinate, e perfetta umta di vedute e di dottrina fra i comandanti di quelle e di queste. 4 ° Necessità infine - derivante dalle caratteristiche della mobilità e del rapido impiego - di non appesantire soverchiamente le grandi unità d'assalto con artiglierie e con mezzi e servizi che non siano strettamente co~nessi con le esigenze dell'azione offensiva. Perciò a tali unità sono organicamente date soltanto auto-mitragliatrici blindate ed artiglierie da montagna, d'accompagnamento. Le rimanenti artiglierie od i mezzi volta_~ volta necessari per l'inizio e lo sviluppo dell'azione, devono essere formti dalle armate sulla cui fronte le grandi unità d'assalto vengono inviate ad operare. Dal complesso di tali esigenze emerge che l'impiego delle grandi unità d'assalto richiede costante orientamento dei loro capi sulla situazione generale; accurata preparazione delle operazioni, sino al dettaglio; ordini dati per tempo; mandati chiari, positivi, ben definiti'. provato ,af~iatamento con le grandi unità che dovranno sostenerle e continuarne 1 azione. Su tali basi il Comando Supremo, i comandi d'armata, il comando del corpo d'armata A, orienteranno i propri studi e prenderanno mano a mano disposizioni, per quanto riflette la preparazione, l'impiego, l'addestramento.

*** La presente circolare sarà dai comandanti di corpo d'armata comunicata solo verbalmente ai comandanti delle divisioni dipendenti. IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO A. Diaz


- 516-

- 517 DOCUMENTO N. 138

COMANDO DEL CORPO D'ARMATA D'ASSALTO Riservatissima N. 1130 di prot. Op.

I luglio 1918

OGGETTO: Norme per l'impiego tattico delle Grandi Unità d'assalto AGLI UFFICIALI DEL CORPO D'ARMATA D'ASSALTO Mi~ parso utile raccogliere in poche pagine quanto l'esperienza della guerra c1 consente finora di dire a riguardo dell'impiego tattico delle Grandi Unità d'assalto. . L'.e:fettiv~ impiego di queste Grandi Unità, nuove pel nostro Esercito, ci offnra, spenamo ben presto, occasione di altre osservazioni, di cui faremo tesoro per completare queste norme, che intanto dovranno servire come ~rimo ~rientamento nella preparazione delle nostre truppe per gli alti scopi che c_1 pro~oniamo. Sulla base delle presenti norme, intendo venga f~rn~andos1 fra 1 comandanti di tutti i gradi ed armi quella perfetta unità d1 cnteri che è indispensabile per l'impiego efficace di una unità d'assalto. Io sp~ro che p~r questa via, e mercé la vostra fervida cooperazione di ~ente e d1 cuore, c1 ~etteremo in brevissimo tempo in condizione di poter ns_po~dere con slanc10 travolgente e coll'impeto vigoroso e sicuro che è propno d1 truppe d'assalto, all'appello del Comando Supremo, dovunque ecomunque esso ~rederà di lanciare questo nostro poderoso strumento di guerra. . C~me pnma norma essenziale però, ricordate, o giovani ufficiali arditi'. che m g~erra il segre~o d'ogni buon successo sta nella disciplina ancor pu che nell ardore. A voi compete il difficile compito di conciliare nel cuore de~ ~~stri baldi soldati l'impeto sc<,1pigliato e le doti di sfolgorante aggress~v1ta che_ debbono animare le ondate d'assalto col più profondo e sostanziale sentimento d'onore e di disciplina, sì che la nostra diventi una cavalleresca legione di valorosi e non un'accozzaglia di soldatesche, buone forse a combattere, ma non a vincere. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE IL CORPO D'ARMATA D'ASSALTO F.to Grazioli

I CONSIDERAZIONI GENERALI SUL PIÙ PROBABILE IMPIEGO DI UNA GRANDE UNITÀ D'ASSALTO Base fondamentale che deve orientare ogni nostra attività deve essere un concetto chiaro di quel che a una Grande Unità d'assalto può essere richiesto. Bisogna riportare la nostra mente all'idea, nota a tutti, di quel che rappresenta nella guerra moderna il compito di un Battaglione d'assalto, e sforzarci di estendere teoricamente tale compito, fino alle dimensioni di tanto più vaste di una Divisione o di un Corpo d'Armata. Naturalmente questo grande ampliamento di dimensioni nello strumento di assalto, costituisce non un semplice aumento di forza e di peso, ma qualche cosa di molto più e di diverso, in relazione alle evidenti ben diverse esigenze tattiche che da così notevole aumento di forza e di peso derivano. Il concetto della massa d'assalto permane in quanto: I O - Scopo quasi unico di una Grande Unità di assalto sarà l'azione decisamente offensiva, sia nella forma più pura, sia nella sua forma derivata, ma molto simile, di controffensiva. 2° - Le modalità mediante le quali tale azione dovrà svolgersi, dovranno rivestire quel carattere di sommarietà, di speditezza, di rapidità che sono proprie di una massa d'assalto. 3° - Gli organi e i mezzi destinati a far funzionare una tal massa, saranno i più agili possibili e quindi i più semplici ed i più snelli, rinunziando ad ogni funzione che non sia direttamente connessa alle immediate esigenze dell'azione offensiva. E tali furono appunto i criteri fondamentali secondo i quali il Comando Supremo ha stabilito la composizione organica delle Grandi Unità d'assalto nelle quali entrano perciò in proporzione di 2/3 a 1/3 truppe d'assalto propriamente dette e fanteria (di linea o bersaglieri), con larga dotazione di mezzi ausiliari offensivi e di mitragliatrici; con un'aliquota di artiglieria leggerissima ed una di cavalleria e ciclisti. A noi non resta pertanto che orientare ogni nostro pensiero ed ogni nostro atto esclusivamente alla visione chiara e netta dei compiti speciali che possono esserci affidati, in modo che in brevissimo tempo si riesca a costituire ed a far funzionare questo istrumento nuovo costituito dalle Grandi Unità d'assalto, che di tanta efficacia potranno riuscire come altrettante pedine mobilissime nel gioco strategico diretto dal Comando Supremo. Un tale compito ci viene facilitato dal fatto che dovunque noi saremo


- 518 -

chiamati ad operare sulla fronte, troveremo in posto organizzazioni di combattimento , di rifornimento e di vita già perfetti, sulle quali ci appoggeremo per il tempo necesario allo sviluppo della nostra azione. Così per esempio se saremo chiamati ad operare sulla fronte di un'Armata qualsiasi, allo scopo di aggiungere ad una operazione offensiva preordinata lo slancio ed il vigore che ci sono propri, il nostro attacco risulterà preparato, inquadrato e accompagnato dl;\ll'azione delle truppe locali e specialmente dall'artiglieria di tutti i calibri che si troverà schierata su quel determinato tratto di fronte. Così pure il funzionamento dei servizi si inquadrerà nella rete locale già esistente per ciascun servizio. Qualora invece il compito delle Grandi Unità di assalto fosse di irrompere controffensivaniente per sbarrare il passo all'invasore che avesse brecciato le nostre linee, allora noi ci troveremo evidentemente ad operare in campo aperto, tenendo conto però che, come è a tutti noto, questo campo aperto sull'immediato rovescio della nostra fronte è solcato da numerose linee fortificate, delle quali si dovrà tenere il debito conto quali pedane di slancio o linee di appoggio per la manovra. Nel caso particolare ora considerato, noi avremo bisogno di una vera e propria dotazione di artiglieria corrispondente per specie e per calibri alle esigenze dell'azione della nostra stessa massa di Grandi Unità. A questo provvederà al momento opportuno il Comando Supremo, fermo restando l'impiego già detto per la nostra artiglieria leggerissima di dotazione permanente. Dopo quanto si è detto come orientamento generale, possiamo discendere a qualche particolare; lavoro questo però che deve essere compito essenzialmente dei comandanti di Divisione, di Reggimento, di Gruppo e di Reparto , ciascuno nel campo delle attribuzioni del proprio grado. Si tratta di studiare come le idee generali sopra esposte potranno trovare attuazione concreta in pratica; problema questo che, Jino ad un certo punto, è nuovo, e che impegna perciò tutto il nostro interessamento ed ogni nostra genialità, badando nello stesso tempo ad adde~trare i nostri dipendenti ad operare in ogni circostanza secondo le conclusioni alle quali saremo venuti. Allo scopo però di inalverare in giusto senso la corrente delle idee, in modo da evitare disparità di vedute tattiche o di sistemi di addestramento che si tradurrebbero in perniciosa perdita di tempo nella preparazione belli: ca delle nuove Grandi Unità, si daranno qui di seguito alcuni «criteri tattici generali» e ·alcune «norme particolari di impiego», quasi capisaldi teorici per l'orientamento del lavoro di tutti .

- 519 -

II CRITERI TATTICI GENERALI 1° -

Elasticità nella composizione dei complessi tattici

La composizione organica stabilita per le Grandi Unità d'assato, risponde alle esigenze tattiche normali. Ma i casi concreti nei quali truppe d'assalto possono trovare impiego sono estremamente vari e vanno dall'impiego di una sola compagnia a quello di tutta la Grande Unità a massa, e in ciascun gradino di questa lunga scala si può essere chiamati a fronteggiare situazioni sensibilmente diverse e su terreni molto differenti. Ne consegue che nostra caratteristica deve essere la perfetta elasticità nella composizione del corpo tattico da destinarsi ad ogni operazione, per modo che, pur stabilito l'assetto organico normale della nostra macchina, ·questa possa anche funzionare con la stessa prontezza, parzialmente o nel suo complesso, con un raggruppamento diverso delle varie parti, inspirato alle esigenze speciali dell'operazione da compiere. Ma perché un tale criterio possa trovare in pratica giusta applicazione, occorre sia ben penetrata in tutti l'esatta e precisa nozione del significato e del valore di ciascun elemento tattico, quale risulterà dal contesto dei criteri generali e delle norme che qui di seguito verranno esposte. 2°

- Sorpresa

Segreto di ogni nostro successo sarà la sorpresa. Noi potremo essere proiettati su un punto qualunque della fronte per una operazione offensiva, oppure lanciati sul fianco o magari a tergo di colonne nemiche irrompenti nel nostro territorio. Se nell'un caso o nell'altro riusciremo a piombare di sorpresa, il successo sarà assicurato. Quindi, segretezza assoluta in ogni cosa; estrema rapidità di movimenti; abitudine ad imbastire prontissimamente un'azione qualsiasi, dopo una rapida ricognizione del terreno e della situazione; decisione massima di esecuzione, la quale dovrà essere sempre · condotta a fondo senza esitazione, tanto più che l'esperienza dei fatti di guerra più recenti dimostra all'evidenza quali insperati risultati si possono ottenere lanciandosi a fondo ed in una direzione non prevista dal nemico . 3° -

Attacco travolgente

Tutta l'anima, tutto il calore, tutto lo slancio, tutto l'odio pel nemico, di cui possono essere capaci truppe addestrate, educate, specializzate per l'offensiva a fondo e ad ogni costo, deve prorompere nell'attimo dell'assalto, in una furia sfrenata e feroce, che si abbatta sul nemico come un colpo di maglio e lo disperda. Tale è la sola forma d'attacco possibile per una Unità d'assalto, sia che esso venga preparato da una precedente fase di tiro


- 520- 521 -

distruttore, sia che esso si scateni d'improvviso, favorito dall'astuzia e dalla sorpresa. I reparti d'assalto non conoscono camminamenti d'approccio, avvicinamenti metodici, lunghe attese per cogliere il momento propizio. Irrompono all'ora stabilita, allo scoperto, e cercano d'un balzo di raggiungere l'unico riparo possibile, che sia nel terreno al di là della fronte avversaria, dove l'artiglieria nemica non avrà avuto né tempo né modo di portare il suo tiro, perché disorientata dall'irruenza stessa del nostro attacco. Raggiunta quella zona, continuano a perforare dilagando, approfittando del1'attimo inevitabile di disorientamento nemico, per renderlo irreparabile a colpi di audacia e di temerarietà. Arrestati da ostacoli insormontabili o dal fuoco di linee retrostanti nemiche, si aggrapperanno al terreno, dovunque e comunque e chiederanno alle loro mitragliatrici, arditamente e abilmente appostate sul dinanzi, la protezione più sicura ai contrattacchi nemici, in attesa di essere rinforzati da altre truppe di linea. Costrette a difendersi da sole, le Grandi Unità di assalto si difenderanno contrassaltando. 4°

- Sicurezza

Nel momento dell'offensiva, la miglior sicurezza sta nella nostra propria forza e nel nostro proprio slancio travolgente. Una massa d'assalto in movimento per rovesciarsi sulla fronte nemica da sfondare, è come una valanga che nessun ostacolo laterale può arrestare nella sua corsa. II miglior modo di guardarsi i fianchi è di irrompere direttamente sul nemico che è dinnanzi. II fuoco di poche mitragliatrici ben postate è generalmente più che sufficiente per tenere in freno ogni tentativo nemico sui fianchi del corpo d'assalto.

6° -

Se per tutti i reparti è sacrosanto dovere dei capi di spen~ere bene ~~ vita dei propri uomini, per un reparto d'assalto questo dovere e ancora, pm essenziale, perché ogni soldato d'assalto rappresenta p~r 1:alto suo val?re combattivo personale un prezioso fattore di forz~ e_qumd1 la sua per~1ta, se non compensata da adeguato rendimento, costituisce un danno particolarmente grave. . Si tenga sempre conto di ciò. La vita è un bene_ trascurabile quando si tratta di difendere la Patria; ma la vita per la Patna va spesa bene, e la vita di un soldato, ardito, benissimo. Si economizzino dunque le forze, non spendendole poco (che sarebbe un errore) ma spendendole _bene._ . È questo il nostro preciso dovere di capi; per_questo_abb1a~o 11 gr~do, con questo ci accaparreremo sempre più la devoz10ne dei nostn soldati che ci seguiranno, con maggior fede, dovunque vorremo. 7° -

Infiltrazioni

Una Grande Unità d'assalto nell'assolvere il compito offensivo che le sarà ordinato, non dovrà mai preoccuparsi di quel fenomeno, ormai comune sui moderni campi di battaglia, della infiltrazione di piccoli nuclei arditi nemici fra gli intervalli ed anche sul rovescio delle nostre linee. Tali infiltrazioni sono il frutto naturale dell'impiego che anche il nemico fa di gruppi arditi offensivi, e sarebbe per lo meno strano che ciò preoccupasse truppe per le quali l'impiego ad oltranza di tali gruppi offensivi, deve essere appunto la specialità. A parare le infiltrazioni nemiche, penseranno altre truppe nostre retrostanti. Il solo modo di neutralizzarle, sta, per noi, di «infiltrarci» a nostra volta, a fondo, il più lontano possibile e dovunque sarà possibile.

Studio del nemico

Il nostro genere di guerra d'assalto deve essere sopra tutto geniale; deve essere sostanziato di astuzie, di trovate, di audacie, ma questo genere di guerra non può trarre ispirazione che dalla conoscenza p:of?nda ~d acuta di cià che sa fare e di ciò che non sa fare il nemico. Qm~d1 studiamolo questo nemico, sopra tutto nel momento psichico del combattu~~nto, e ~el~e osservazioni che ciascuno farà si dia pronta notizia alle auton~a supenon. Saranno per tutti i dati più preziosi per regolare la nostra azione. III NORME D'IMPIEGO TATTICO A) -

5° -

Economia delle forze

Fanteria e suoi mezzi ausiliari

La composizione organica ternaria, adottata ~e: le Gr~ndi ~nità ~·-assalto, consiglia di c~nsiderare particolarmente la_f1S1onomia tattica ~-I impiego caratteristico delle seguenti unità, gerarchicamente ascendenti. -

il Battaglione d'assalto; il Gruppo di due battaglioni d'assalto e di un battaglione di fanteria di linea o di bersaglieri; _ il Raggruppamento di tre Gruppi composti come al comma b). a) _ il Battaglione di assalto. - È un_ rep~rto ~he ha ~ià una st?ri~ propria gloriosa al suo attivo, perché il suo 1mp1eg? 1sol~t~ m operaziom ardite di piccola mole, ha procurato brillanti successi parz1ah ~Ile nostre armi nel recente periodo pre-estivo. L'altissimo spirito combattivo e lo sian-


- 522-

- 523 -

cio di cui i ~ari battaglioni hanno già dato luminose prove sono la migliore p~o~essa di quanto sapranno f11re, riuniti in fascio irresistibile di forza e d1 vigore, nelle attuali Grandi Unità di assaltò. Poche norme basteranno dunque a delinearne l'impiego.

Le pistole non cerchino precisione di tiro; siano armi di effetto morale, che tale è il loro carattere. I 150 arditi della ondata di primo assalto, suddivisi normalmente in sei gruppi, potranno coprire all'ingrosso una fronte di 300 metri, la normale per un battaglione d'assalto. Dietro questa prima ondata di nuclei arditissimi, quasi alle loro calcagne, e nella direzione più opportuna, monterà all'assalto la massa d'urto del battaglione, costituita dal grosso delle sue forze nella formazione meglio consigliata dal terreno, ma senza eccessivo addensamento, accompagnato, sostenuto e protetto durante l'attacco dal fuoco delle mitragliatrici pesanti, sulla azione delle quali si dirà particolarmente più innanzi. Conquistato l'immediato obbiettivo di assalto, mentre la prima ondata, quella dei nuclei leggerissimi, continuerà la sua guerriglia avvolgente sul dinnanzi e sui fianchi, la massa d'attacco del battaglione si riordinerà rapidamente sul margine tattico del terreno occupato, intorno all'ossatura sommaria del nuovo schieramento, costituita essenzialmente dalle prime sezioni mitragliatrici pesanti che avranno potuto spostarsi sulla posizione conquistata. Dietro questo schieramento i lanciafiamme dei battaglioni provvederanno alla pulitura delle linee nemiche superate, e, occorrendo snideranno i nuclei nemici che fossero rimasti appiattiti o che vagassero alle spalle del corpo d'attacco. Questa, nelle sue linee generali, tutta la scienza tattica offensiva di un battaglione di assalto, e su questa tela, esclusivamente su questa, dovranno essere imbastite e condotte le esercitazioni, cercando di specializzare bene i nuclei della prima ondata e di imprimere con ogni sforzo al grosso del battaglione la meccanica dell'urto travolgente, con formazioni bene adattate al terreno, senza addensamenti e senza esitazioni o incertezze di orientamento. Inutile pensare a ripararsi dal tiro nemico. Nel momento dell'assalto il modo solo possibile per neutralizzare il tiro di sbarramento dell'artiglieria nemica è quella di andare ad aggrapparsi corpo a corpo alla fanteria nemica che si ha di fronte. Il solo modo possibile per sfuggire al tiro delle mitragliatrici nemiche è quello di accecarle col fumo dei lancia bombe, come si dirà in seguito, e di piombargli sopra avvolgendole coi nuclei arditissimi della prima ondata. La salvezza sta nella corsa in avanti e nell'infondere il terrore nel nemico che si ha di fronte.

Ciascun Battaglione d'assalto deve sentire di costituire l'unità tattica fondamentale di una Grande Unità di assalto. La_ sua co_m_posizione organica su tre compagnie di fanti arditi (150 combattenti effett1v1 per compagnia) armati di moschetto, di pugnale e di bomb: ~ ma_no; ~re ~ezioni di mitragliatrici pesanti; sei sezioni pistole mitragliatnc1; sei sez10m_ lanciafia~me portatili, è tale da assicurare al Battaglione un complesso d1 forze e d1 mezzi sufficienti per costituire un blocco d'assalto nello stesso tempo poderoso e leggero. . _Si tratta di bene impiegarlo nel senso di sfruttare completamente e nel migh?r m_o_do_ lo slancio aggressivo del soldato ardito, le mitragliatrici e i ~ezzi aus1han ~ffensivi, ciascuno secondo le proprie caratteristiche, di cui il com~ndante d1 Battaglione e gli ufficiali tutti debbono avere nozione chiara e precisa.

Impiego tipico, quasi unico, di tale reparto, sarà: l'offensiva (o controffensiva) travolgente. _M_odo ~'azione~ il più semplice possibile, come si conviene a reparti s~~c1a~i, nati per ague brutalmente. Marciare dritto allo scopo per le vie pm spicce e con la maggior possibile celerità. ~uindi: investire il nemico che si ha di fronte (o in campo aperto O dent~o trmceramenti già squarciati o sconvolti da un precedente tiro di distruz10ne) con una prima linea o rete sottile a maglie larghissime, di nuclei eminentemente sciolti e leggeri, costituiti da 20 a 30 fanti arditi bombardieri e una sezione pistola ciascuno. ,

~is_sione di questa prima ondata: Perforare ad ogni costo dovunque

~ P?ss1~Ile la fronte nemica, gettarsi arditamente sul rovescio, apportarvi Il_ d1sor~e~tamento, Io slegamento e Io scompiglio senza alcuna preoccupaz10ne d1 sicurezza propria, di collegamento od altro. Astuzia destrezza temerarietà'. ferocia ~ebbono animare questi nuclei. Un solo che riesca a ~erforare la lmea nemica può raccogliere frutti inestimabili. Tali nuclei debbono rappresentare il proiettile umano che d'un balzo viene a completare Jo s,gre~ol~~ento della ~inea _nemica, già sconvolta dal tiro di distruzione delI art1ghe~1a. La loro irruz10ne deve quindi innestarsi con questo, per modo che le ultime granate arrivino sul nemico quasi contemporaneamente ai primi nuclei di assalto. Ques~i debbono essere addestrati, educati, ubriacati d'offensiva; sopratt~tto rotti alla manovra in qualunque terreno, coperto, scoperto, pianeggiante, erto, scosceso, intersecato dovunque.

b) - Il Gruppo. - Si è detto che il battaglione di assalto deve rappresentare il blocco tattico fondamentale. Il Gruppo di due battaglioni di assalto e di un battaglione di fanteria o bersaglieri, costituirà il primo complesso tattico ben coordinato e rispondente a evidenti esigenze d'impiego. Il comandante del gruppo dovrà proporsi innanzi tutto di ben conoscere la natura intima caratteristica delle tre anzidette unità, poste sotto il suo


- 524-

diretto comando, e questa natura cercare di conservare inalterata, perché ha un significato essenziale nell'azione coordinata del Gruppo. Oltre a ciò, allo stesso comandante compete l'impiego armonico del reparto d ' artiglieria leggera che fosse eventualmente assegnato al Gruppo, nonché delle sezioni lanciabombe Stokes, il cui impiego risponde normalmente ad esigenze superiori a quelle ordinarie di un battaglione. È ovvio che l'impiego tipico del Gruppo, così costituito, si orienti, come norma, verso uno schieramento tattico offensivo dei due battaglioni di assalto, per ala, in prima linea, col battaglione di fanteria o bersagljeri in riserva, cioè in seconda linea. Mentre quindi i due primi opererebbero come si è detto al comma a), al battaglione di fanteria spetteranno normalmente i seguenti compiti. 1° Affermare col suo intervento tempestivo ed ordinato la conquista della posizione fatta d'impeto dai battaglioni di assalto; difenderla ad oltranza col fuoco dei propri fucili e delle proprie mitragliatrici e, se occorre, con opportuni contrattacchi, da ogni possibile ritorno offensivo nemico . 2° Raccogliere con prontezza e con fer mo piede i reparti d 'assalto che si fossero infranti contro la resistenza nemica e fossero stati costretti a retrocedere alquanto scossi o slegati. 3° Costituire massa potente ed ordinata di fuoco ed urto, in mano al comandante del Gruppo, per parare ad ogni evento imprevisto e per integrare in genere l'azione delle truppe di assalto del proprio gruppo. Conseguentemente l'addestramento di questo bàttaglione deve differire sensibilmente dall'addestramento dei reparti d'assalto e continuare sulla traccia delle ordinarie norme tattiche di impiego della fanteria, badando solo al necessario stretto coordinamento con i reparti d' assalto , per il che il mezzo più utile è di fare qualche esercitazione d'insieme. Con questo battaglione starà normalmente nel campo tattico il comandante del Gruppo. Qualora l'azione tattica si risolvesse con impiego di un solo reparto di assalto, sostenuto dal battaglione di fanteria, l'altro reparto d'assalto del gruppo potrà essere impiegato a scopo di proseguimento ulteriore del successo, o meglio di inseguimento , nel quale caso si atterrebbe alle norme di impiego già dette per il battaglione di assalto nell'offensiva, accentuando naturalmente il carattere decisivo e travolgente della sua azione. c) - Il Raggruppamento o complesso tattico di tre gruppi misti costituiti come si è detto al comma b), comprende tutta la fanteria della Divisione. Il suo comandante funziona quindi da comandante della fanteria divisionale, organo nuovo nel nostro esercito e derivante dalla composizione ternaria ado'ttata nelle Divisioni di assalto. Il suo compito quindi , pur essendo analogo a quello di un comandante di Brigata , assurge a qualche co-

- 525 -

sa di più elevato, in quanto a lui compete la responsabilità della preparazione tecnica e tattica di tutte le fanterie della Divisione sulle direttive del comandante di questa. La stessa composizione ternaria delinea la distribuzione normale delle truppe nell'attacco, che potrà essere o con due Gruppi in linea e uno in riserva o con tre Gruppi successivamente rincalzantisi o infine con una massa d ' urto di soli reparti di assalto, opportunamente scaglionati, seguiti da una riserva di tre battaglioni di linea o bersaglieri. È in questo campo più vasto del Raggruppamento che si manifesterà infatti più frequente il bisogno di quella elasticità nella ripartizione delle forze che si è posta come uno dei criteri tattici generali nell'impiego di Grandi Unità d'assalto. Nel caso che il Comando della Divisione giudicasse opportuno tenere alla propria diretta dipendenza una frazione delle fanterie come riserva divisionale, al comandante del Raggruppamento sarà affidato il comando del complesso tattico di prima linea (gruppi di battaglioni e batterie): in ogni caso egli avrà il comando delle forze divisionali chiamate ad assolvere il compito più importante e decisivo. È compito importantissimo del comandante del Raggruppamento ricercare costantemente la situazione delle proprie fanterie e tenerne informato il comandante della Divisione. A tal uopo si useranno schizzi del terreno a grande scala preparati e distribuiti in precedenza ed in numero adeguato ai reparti combattenti. Mitragliatrici. - Si preferisce trattarne in modo particolare, perché dato l'alto valore offensivo e difensivo che esse rappresentano rimangano meglio scolpiti nella mente di tutti i criteri fondamentali del loro impiego, condizione essenziale per trarre da queste armi meravigliose tutto il rendimento possibile nell'offensiva e nella prima resistenza ad assalto riuscito. È necessario prima di tutto distinguere nettamente mitragliatrici leggere da mitragliatrici pesanti, avvertendo che pel momento, noi non possediamo mitragliatrici leggere vere e proprie, e solo per ripiego siamo costretti a far funzionare come tali le pistole mitragliatrici, le quali invece, data la loro minima gittata, sono semplici revolver automatici più adatti alla lotta vicinissima nei camminamenti e nelle trincee ed armi da effetto morale, che non a fu nzionare da mitragliatrici vere e proprie, trasportabili da un sol uomo. Tutte le pistole mitragliatrici saranno però trasformate in moschetto automatico, trasformazione che le rende più maneggevoli ed efficaci, ferma restando tutta la breve gittata (4 o 500 metri circa) che non permetterà se non un applicazione relativa dei criteri che seguono: La funzione tattica delle mitragliatrici leggere si collega strettamente al compito della prima ondata d'assalto, quella cioè dei nuclei irrompenti per i primi sulle posizioni nemiche. Quindi dovremo tendere a renderle mo-


- 527 -

- 526-

bilissime, ardite, intraprendenti, addestrarle a lanciare a momento opportuno raffiche brevi ed improvvise alle spalle del nemico, sgusciando nel terreno coperto, arrivando di sorpresa sui rincalzi e sui numerosi organi di rifornimento che sono dietro le linee nemiche. Per rendere possibile questa tattica conviene alleggerire al massimo grado la composizione in personale delle ordinarie sezioni pistola e contrastare in modo assoluto nelle esercitazioni la tendenza ad impiegarle altrimenti, per esempio come mitragliatrici ordinarie, come purtroppo spesso si vede fare. Per questo appunto è preferibile concentrare tutte le sezioni pistola del battaglione d'assalto nella sola prima ondata, affinché più presto giungano al di là delle linee nemiche, dove si trova precisamente il loro campo di azione più naturale. La funzione tattica delle mitragliatrici pesanti è ben altra, ed è ora di intenderla esattamente, sia per sfruttare una buona volta tutto l'alto rendimento offensivo o difensivo di tali macchine, sia per evitare che mezzi bellici così preziosi vadano perduti o dispersi come troppo spesso avviene per errato criterio di impiego o per colpevole trascuratezza dei comandi responsabili. La mitragliatrice pesante non è arma da assalto, nel senso semplicista della parola, ma è arma che appoggia, che sostiene, che accompagna, che corona l'assalto e sulle nuove posizioni conquistate crea l'ossatura più solida per la resistenza. Quando una massa d'urto monta all'assalto, in quel critico momento nel quale il fuoco distruttore della nostra artiglieria deve necessariamente essere spostato per non offendere le truppe d'assalto, allora qualche cosa ci vuol che: - tenga inchiodato il nemico col tiro falciante, a screstare, per obbligarlo a stare a testa.bassa nei resti delle sue trincee e dei suoi camminamenti, perché non veda ciò che sta avvenendo davanti a lui; - sia pronto a sbarrare con un fuoco intenso e falciatore qualunque velleità di controffensiva nèmica, specie sui fianchi del corpo di assalto; - sia capace di far piovere sull'immediato rovescio della posizione nemica una raffica di pallottole, sia pur disordinata, ma non per questo meno logorante e disturbatrice. Ebbene, tali sono appunto i compiti essenziali delle mitragliatrici pesanti durante l'assalto; per assolvere i quali le mitragliatrici pesanti non debbono muovere se non in quanto ciò possa occorrere a meglio adempierli. In via normale quindi, le mitragliatrici pesanti dei battaglioni d'assalto resteranno in postazione durante lo svolgersi dell'assalto, su posizioni possibilmente dominanti e fiancheggianti; ciascuna sezione avrà il suo compito ben definito dal comandante superiore, in relazione al disegno d'assalto del comandante del Battaglione.

,.

Ciò non esclude che qualche sezione possa muovere addirittura all'assalto colla fanteria, ma ciò sarà un'eccezione e per scopi eccezionali, sopra tutto per aver presto sulla posizione conquistata almeno una rappresentanza di queste armi che hanno così grande valore come mezzo per infrangere sul nascere gli eventuali contrattacchi nemici. A quest'ultimo scopo anzi, è naturale che appena conquistata la posizione tutte le mitragliatrici disponibili (salvo poche di sicurezza dei fianchi e delle spalle) vi accorrano per formare l'ossatura del nuovo schieramento e costituire elementi riannodatori del corpo d'assalto, inevitabilmente frammischiato e disordinato, e saldatori delle inevitabili lacune risultanti nello schieramento. Molto utili saranno anche in questa fase appostamenti arditi di Jortuna, spinti molto innanzi alla posizione e ben celati alla vista, ma pronti a gettare di propria iniziativa raffiche di fuoco di sorpresa sui fianchi di un eventuale contrattacco nemico. Così delineata la condotta delle mitragliatrici pesanti nell'assalto chiara apparisce la poca opportunità della ripartizione organica delle sezioni pesanti fra le compagnie di fanti d'assalto. Quindi come norma, nell'assalto, e perciò anche nelle esercitazioni, le tre sezioni pesanti vengano raccolte nel battaglione ed abbiano un capo proprio a stretto collegamento col comandante del reparto, che stabilisca il loro schieramento per l'assalto; schieramento che dovrà essere caratterizzato da un giudizioso scaglionamento in profondità per assicurare all'assalto la continuità di appoggio e di protezione di fuoco che gli è necessaria. In sintesi, per quanto in campo infinitamente più ristretto, si può riavvicinare idealmente lo schieramento delle mitragliatrici per l'assalto allo schieramento delle artiglierie di vario calibro per l'attacco in genere. Anche qui; ripartizione precisa dei compiti; scaglionamento in profondità per dare continuità all'azione di appoggio e per garantire i fianchi dalle soprese; azione automatica per parare a casi imprevisti e infine coronamento del successo con uno sbarramento di fuoco pronto, preciso, dilaniatore. In pratica tutto ciò richiede naturalmente molto e giudizioso addestramento, molto occhio al terreno, molta perizia nei comandi di sezione. Ai comandanti di Battaglione e di Gruppo compete l'educarseli, come essi hanno bisogno di averli, tenendo presente che con mitraglieri bene addestrati si potrà arrivare al supremo ideale di costituire con queste armi la vera ossatura tattica della massa operante. Le compagnie mitragliatrici divisionali o costituiscono massa di fuoco da aggiungersi a questo od a quel Gruppo, con criteri di impiego analoghi a quelli ora detti, o servono come riserva di fuoco in mano al comandante della Divisione.


- 528-

- 529-

Mezzi ausiliari di fuoco della fanteria

Scopo di questa artiglieria leggera è, come si è detto, l'accompagnamento dell'assalto, vale a dire:

Lanciambombe. - Tutte le truppe di assalto sono fornite di sezioni Stokes . Scopo di questi lanciabombe è di fornire la fanteria di un mezzo portatile di offesa potente e di discreto valore distruttivo. Come offesa potente, specie per l'effetto morale grandissimo, potrà essere utile l'intervento di questi mezzi come preparazione ed appoggio dell'assalto; ma ancor più caratteristico è l'impiego di essi contro gli ostacoli passivi di modesta entità e i nidi di mitragliatrici che l'assalto, nel suo procedere, può improvvisamente incontrare, oltre le prime linee nemiche. I lanciabombe Stokes possono anche lanciare bombe fumogene atte a creare grandi nuvole di fumo di lunga durata. Ciò faciliterà singolarmente la neutralizzazione delle mitragliatrici nemiche sopravissute al tiro di distruzione, contro le quali spesso si infrangono, come sappiamo per dura esperienza, intere ondate di assalto. Combinando la nube di fumo coll'attacco avvolgente dei nuclei della prima ondata, creeremo le migliori condizioni per mettere presto fuori causa queste impaclabili nemiche di ogni assalto. Cannoncini da 37 mm. - Loro caratteristiche sono: massima leggerezza;' precisione di tiro; molta mobilità; gittata fino a 2500 metri; tre serventi, un capo pezzo. Sono quindi da considerarsi come minuscole artiglierie assai adatte per piccoli scopi ben precisi: distruzione appostamenti mitragliatrici; imbocco feritoie; tiro di disturbo e di infilata su trincee e camminamenti; interdizione su punti vicini di obbligato passaggio, ecc .. Ma debbono agire di sorpresa e quindi da postazioni sempre mutevoli e per brevissimo tempo, per non correre pericolo di essere rilevati e distrutti dal tiro dell'artiglieria nemica. Lanciafiamme. - Del loro impiego si è già fatto cenno nel capitolo dell'impiego dei battaglioni di cui fanno parte integrante. B) -

Artiglieria

Il carattere speciale dell'impiego di una Grande Unità di assalto non . richiede che ad essa sia assegnata, in modo permanente, la dotazione ordinaria di artiglieria di vario calibro delle Grandi Unità comuni. Importa invece che essa possegga una dotazione propria di artiglieria leggerissima, a scopo di accompagnamento dell'assalto, artiglieria di cui la Grande Unità d'assalto dovrà disporre in modo permanente, perché dal costante esercizio d'impiego coordinato, derivi quell'alto grado di quasi istintiva cooperazione, sul campo di battaglia, che è indispensabile nell'atto supremo dell'assalto. L'applicazione di questo criterio ha condotto all'assegnamento organico a ciascuna Divisione di assalto, di un Gruppo di tre batterie da montagna, riparÙbile, a seconda del caso concreto, anche nelle sue tre batterie e cioè una per ciascun Gruppo di assalto.

1° - Fuoco di accompagnamento vicino, per assicurare alla fanteria le traiettorie sotto il cui arco essa dovrà montare all'assalto; traiettorie che in parte dovranno confondersi con quelle delle mitragliatrici destinate a tenere in quell'attimo inchiodato il nemico nei suoi ripari già sconvolti dal tiro di distruzione, frontale e laterale, che garantisca il corpo d'assalto da qualsiasi tentativo di contrassalto nemico, di fronte o di fianco. 2° - Fuoco di sbarramento vicino, sulle posizioni via via conquistate dal corpo d'assalto, per garantire le nostre truppe dagli immediati ritorni offensivi dei rincalzi e delle riserve nemiche più prossime alla fronte. Affinché questi due compiti siano assolti dall'artiglieria delle Grandi Unità di assalto in modo perfetto, occorre che i comandanti di Gruppo e di Raggruppamento si abituino a far manovrare i rispettivi reparti d'artiglieria sotto il loro diretto comando, e l'artiglieria, per parte sua, si rompa a tutte le audacie pur di mettersi in grado di dare alla propria fanteria l'appoggio che le compete. In un campo relativamente così ristretto, come è questo dell'impiego armonico di fanteria d'assalto e artiglieria leggerissima, non è il caso di pensare a complicate combinazioni orarie, che richiederebbero mezzi di collegamento troppo perfetti e ad ogni modo di non sicuro funzionamento nel turbine dell'assalto. Certe raffinatezze di impiego tattico combinato non sono fatte per noi, che abbiamo per caratteristica una irruenza e una brutalità quasi rudimentale di azione, che richiede mezzi estremamente semplici e la più larga parte al comando diretto coll'occhio e con la voce dei capi. Assicurato il possesso di una posizione, accorra qualche batteria a coronarla, anche con poche pezzi. Si abitui l'artiglieria delle truppe di assalto a fondere la propria azione di fuoco con quella delle mitragliatrici, in modo che lo sbarramento delle due specie di armi, la mitragliatrice ed il cannone, risulti strettamente coordinato e crei sul dinnanzi delle nostre linee una siepe di proiettili che non lasci alcuna zona indifesa e sia nello stesso tempo così elastico da concentrarsi istantaneamente colà dove si manifesti il bisogno di una più fitta gragnuola per infrangere una colonna d'assalto nemica. Tutto ciò richiede non solo affiatamento fra comandi di fanteria e di reparto d'artiglieria, ma spiccatissima attitudine per parte di questi ad agire automaticamente di fronte a situazioni nuove rilevate dalla vista o segnalate dalle pattuglie di collegamento, le quali dovranno essere con le primissime linee di fanteria, e addestrate in modo addirittura perfetto.


- 530C) -

Genio

. I reparti zappatori assegnati alle Divisioni di assalto rappresentano essenzialmente i lavoratori per tutte le opere di più spiccato carattere tecnico necessarie tanto alla preparazione ed accompagnamento dell'assalto, quan: to alla prima sommaria sistemazione delle posizioni via via conquistate. Si è a bella posta accennato a lavori di più spiccato .carattere tecnico per ricordare che reparti così speciali e di così difficile riordinamento e com~Ietam_ento come sono quelli del genio , non debbono venire prodigati con mco~s1der~ta larghezza, anche colà dove può e deve bastare l'opera degli stessi fanti d'assalto e sopra tutto del battaglione di fanteria di ciascun Gruppo. Oltre a ciò, ciascuno dei comandi di battaglione del genio dovrà rappresentare, nella rispettiva Divisione, un centro di studi e di esperienze di poligono, inteso a diffondere fra gli ufficiali di fanteria e specie fra i comandanti di compagnia e di plotone, la conoscenza e la pratica dei lavori più speditivi del campo di battaglia, che gli ufficiali stessi dovranno far eseguire dai propri fanti, non appena occupata una posizione, per meglio contrastare ritorni offensivi nemici. A tal uopo presso la sede di ciascun battaglione zappatori dovrà permanentemente stabilirsi un piccolo poligono, con i modelli dei lavori ora detti e dei materiali relativi. Tali poligoni saranno la lizza aperta per esperimentare tutte le buone idee che, in materia simile, possono germogliare facilmente nelle giovani menti degli ufficiali che hanno al loro attivo tesori di esperienze vere di guerra combattuta in prima linea. Sempre in vista dello scopo che ci proponiamo, per cura dell'ufficio del genio di Corpo d'Armata, sarà costituito uno speciale deposito di materiali vari _d~ guastatore, da costruzione e da lavoro, tutti di carattere leggero e sped1t1vo da trasportarsi con autocarri al momento opportuno a secondo le esigenze della operazione concreta da compiere, a guisa di parco mobile speciale per la Grande Unità di assalto. La composizione di tale parco è stata già stabilita e comprende essenzialmente materiali per la distruzione s~editiva o per oltrepassare di sorpresa difese passive nemiche; materiali vari d1 rafforzamento sommario; difese passive portatili, materiali da minatore per l'immediato scavo e armamento di piccoli ricoveri, esplosivi var1 ecc .. L'attività del genio di assalto sarà in modo speciale rivolta all'impianto e funzionamento dei vari mezzi di comunicazione e di collegamento di sua competenza (telegrafi, telefoni, stazioni radio, stazioni ottiche, piccioni viaggiatori, ecc.). Anzi, a questo proposito, converrà che, vista la capitai~ i~portanza di questo servizio, come sarà detto al seguente capitolo, funz1om presso l'ufficio del genio di Corpo d'Armata un organo centrale avente

- 531 -

carattere di ispettore dei collegamenti, la cui competenza dovrà essere estesa alla costante sorveglianza non solo dei mezzi suddetti che fanno parte del servizio del genio, ma anche degli altri affini, quali i servizi di segnalazione, di corrispondenza, ecc .. In tal modo il servizio delle comunicazioni e dei collegamenti acquisterà maggiore unità e maggior sicurezza di funzionamento, tenuto conto anche della sussidiarietà relativa dei vari mezzi . Proiettori. - Infine il genio curerà il funzionamento delle stazioni foto-elettriche il cui razionale impiego acquista particolare valore per truppe d'assalto. Nell'attacco notturno infatti i proiettori potranno essere adoperati sia per accecare il nemico gettandogli improvvisamente negli occhi il fascio luminoso, sia per segnare da grande distanza gli obbiettivi d'assalto alle colonne durante la loro marcia d'avvicinamento. A quest'ultimo impiego sono naturalmente adibiti i riflettori più potenti. Inoltre i riflettori potranno rendere utili servizi quando se ne utilizzi il fascio luminoso come mezzo di segnalazione. Nella difesa, per illuminare il terreno conquistato e sommariamente organizzato, si impiegheranno piccoli riflettori elettrici (portata 200-300 m.) il cui impiego potrà essere opportunamente combinato con quello delle mitragliatrici. Nell'impiego dei riflettori si terrà presente quanto segue: - nella luce diffusa intorno ad un fascio luminoso, truppe d'assalto possono avanzare senza essere scorte dal nemico; - gettando il fascio negli occhi del nemico, si può avanzare nel fascio stesso senza essere veduti. Del pari, il fascio luminoso si mantiene impenetrabile per chi lo osservi lateralmente; - per ben sfruttare la luce di un fascio è necessario essere vicini alla località battuta ed alquanto spostati lateralmente. Perciò i riflettori più potenti debbono illuminare gli obbiettivi da lontano e dall'alto. D) -

Collegamenti

Debbono costituire la preoccupazione costante dei comandi di unità di assalto. E difatti una Grande Unità destinata ad entrare in azione, dovunque occorra, ed a funzionare istantaneamente sul campo di battaglia con la massima prontezza e decisione, deve poter contare ad ogni momento su un servizio interno di comunicazioni così bene organizzato, da garantire in ogni circostanza il funzionamento tattico dei comandi in senso discendente, ascendente e laterale. La base più sicura di questo servizio, la sola veramente sicura per quanto meno celere, sta nella perfetta organizzazione e nel costante funzionamen-


- 532-

to in stazione, in marcia, in manovra, sempre di una rete di posti di corrispondenza (motociclisti, ciclisti, pedoni, e, per le ramificazioni più avanzat:, posti di corrispondenza con bandiere a lampo di colore e con lanterne). Sia dunque regola, e diventi quasi un istinto, in una Grande Unità d'assalto, il costante e perfetto funzionamento di tale rete, con appositi posti di c?ncentra~:nto ~elle n~tizie, e ciò quand'anche funzionino mezzi di magg10re celenta e d1 magg10r rendimento, ma in genere assai meno sicuri. Fra questi ultimi, e per cura della compagnia telegrafisti di Corpo d' Armata e di Divisione, si provveda normalmente a collegare telefonicamente fra loro i vari comandi sino a quello di battaglione incluso e fra i comandi superiori (Corpo d'Armata e Divisione) sia regolato l'impianto di una rete ottica sussidiaria, di funzionamento permanente, a scopo di esercizio. La dotazione di stazioni radio consentirà di collegare fra loro, anche con questo mezzo, il comando di Corpo d'Armata e i comandi di Divisione. . Per c?muni~aziòni minori si potrà disporre di sezioni T.P.S., le quali, m determmate cucostanze, potranno rendere utilissimi servizi. . All'atto_ dell'impiego della Grande Unità, per cura dell'ufficiale supenore del gemo del Corpo d'Armata, si provvederà allo immediato prelevamento dalla colombaia più conveniente, a seconda della zona di impiego, dell'occorrente numero di ceste di colombi, da distribuirsi al personale dei reparti già appositamente istruito, in modo che anche il servizio di collegame~to con colombi viaggiatori _possa immediatamente funzionare durante l'az10ne, come ·mezzo sussidiario eventuale. Infine appositi drappelli dovranno essere addestrati nel servizio di collegamen'.o con aeroplani, pel caso che nella zona d'impiego fosse possibile far funz10nare anche un tal mezzo di corrispondenza. . . ~elle esercitazioni dei minori reparti, e specie pel collegamento con l'art1~hena, si farà il più largo uso della corrispondenza a mezzo di segnalaziom convenzionali (~e più s_e~plici possibili) con bandiere, razzi, fumate e pistole Very, segnah acust1c1 (cornette a doppia tonalità, battute convenzio~ nali di crepitio di mitragliatrici avanzate) in modo che anche tale servizio ~iventi famigliare e riesca quindi di pratica applicazione durante il combattimento. Perché questo importantissimo servizio dei collegamenti così vario e così frazionato, possa funzionare a dovere, è necessario che' presso il comando del Corpo d'Armata - come si è già detto - e presso ciascun comando di Divisione, un ufficiale sia specialmente e se possibile esclusivame~~e ,adibito _alla s~a diretta e continua sorveglianza ed abbia l';lta responsab1hta della 1struz1one dei vari organi speciali che ad esso sono adibiti. . _u,n deficiente o tardo funzionamento del servizio di collegamento cost1tmra colpa assai grave da imputarsi ai comandi responsabili.

- 533 -

E) -

Cavalleria - Cicilisti - Mitraglieri ciclisti - Automitragliatrici

La formazione organica stabilita dal Comando Supremo assegna alla Grande Unità di assalto squadroni di cavalleria e battaglioni di ciclisti con proprie mitragliatrici su bicicletta. Oltre a ciò assegna un certo numero di sezioni mitragliatrici su moto-carrozzella. Questi elementi eminentemente mobili, purché adoperati su terreni adatti al loro impiego, potranno costituire in determinate circostanze uno strumento prezioso nelle mani dei capi delle Grandi Unità d'assalto, per assolvere alcuni compiti tattici speciali, molto importanti soprattutto nella ipotesi di operazioni manovrate in campo aperto, ipotesi probabile anche nella guerra moderna, sia dopo avvenuto uno sfondamento della linea nemica, sia in seguito ad una riuscita irruzione nemica sul rovescio delle nostre prime linee. È ovvio che quando più divisioni d 'assalto si trovino ad operare insieme, converrà riunire tutti gli elementi celeri suaccennati in un solo complesso tattico, al quale, per la sua maggior forza, sarà possibile affidare mandati più vasti, cioè più consoni alla natura eminentemente mobile di queste truppe. Trattandosi però di elementi aventi ciascuno ben marcate caratteristiche proprie, bisognerà badare a coordinarne opportunamente l'azione, per trarre dal loro complesso il maggior rendimento possibile. Donde la necessità delle poche norme particolari che seguono e che dovranno osservarsi scrupolosamente nell'addestramento di tali reparti. Reparti di cavalleria possono trovare anche nella guerra moderna utilissimo impiego a cavallo, quando vengano messi in condizione di poter espletare, senza incorrere nel pericolo di essere addirittura distrutti:dal fuoco nemico, le loro preziose qualità di movimento e d'urto per sorpresa, operando sempre con spirito aggressxivo e intraprendente. Occorrono però terreni adatti e metodi di manovra spigliati che si adattino prontamente alle esigenze concrete e in genere fugacissime della situazione, e quindi basati essenzialmente sul frazionamento delle masse e sul!' attitudine a manovrare guidati soltanto dallo scopo comune e nella direzione stabilita, con audacia e decisione. Quanto all'azione a fuoco, più che all'appiedamento, che presenta inconvenienti a tutti noti, conviene richiederla a reparti di mitraglieri . ciclisti o di motomitragliatrici, ben addestrati a manovrare in coordinazione col proprio reparto a cavallo. Il concetto fonçlamentale d'impiego di tale binomio: cavalleria e mitraglieri ciclisti o motociclisti, scaturisce naturalmente dalle premesse ora fatte e cioè: la cavalleria approfittando del potere offensivo o difensivo delle sezioni mitragliatrici opportunamente appostate a guisa di propri punti d 'appoggio, esplica nel modo più celere la sua caratteristica manovra di largo


- 535 -

- 534-

avvolgimento, intesa a circondare di sorpresa, valendosi delle coperture del terreno, i piccoli nuclei di resistenza nemica. «Questo tipo di manovra di nuclei misti ài mitraglieri ciclisti e cavalieri, con carattere più di guerriglia che non di azione regolare, potrà costituire, allorché esteso su vasta fronte mediante nuclei opportunamente intervallati, un ottimo sistema per avanzare sia offensivamente contro un nemico disordinato e disperso per l'avvenuto sfondamento delle proprie linee, sia-controffensivamente per opporre un ostacolo alla foga incalzante dianaloghi gruppi nemici che, dopo una irruzione attraverso le nostre linee, tendano a portare lo scompiglio nelle nostre retrovie. Più efficace riuscirà una tal forma d'azione, allorché ai nuclei in questione verrà aggiunto qualche reparto di fucilieri ciclisti che, appiedato a momento opportuno, mentre darà maggior sostanza ed elasticità alla rapida ed irruente azione di fuoco del nucleo, potrà altresì concorrere con la cavalleria all'atto decisivo dell'assalto e dell'avvolgimento. Su terreni piani e coperti da folta vegetazione e solcati da fitta rete stradale, che sono i terreni più comuni sui quali, data la nostra situazione generale, potremo essere chiamati ad operare nel modo anzidetto, sarà naturale valersi delle strade per l'avanzata e l'avvicinamento dei vari nuclei, salvo a riserbarle poi al momento dello scontro alle mitragliatrici, come appostamenti e come buoni campi di tiro, lasciando alla cavalleria e ai ciclisti appiedati il loro campo d'azione naturale, cioè l'adiacente terreno coltivato e coperto. I nodi stradali, in questa tattica, acquisteranno, come è evidente, valore particolare, cosi pure i caseggiati i quali però, utilissimi per la difesa, appunto perciò non dovranno mai essere assaliti direttamente nell'offensiva, ma evitati tendendo piuttosto ad avvolgerli negli intervalli e mirando a prenderli di rovescio o meglio ad oltrepassarli. Ove si potesse disporre di una forte massa di cavalleria e ciclisti con mitragliatrici, tale da costituire dopo un intenso e intelligente addestramento, un complesso tattico eminentemente agile ed offensivo come quello ora descritto e per di più di prontissimo distacco allorché convenga interrompere il combattimento, è facile immaginare a quali utili applicazioni esso si presterebbe come strumento d'azione ausiliario per rispetto ad operazioni più vaste da compiersi, in campo libero, da Grandi Unità d'assalto. Tratterebbesi, in fondo, di un adattamento di metodi tattici alle esigenze della guerra moderna così da conseguire, sebbene in campo molto più ristretto, scopi analoghi a quelli che erano un tempo assegnati alle truppe di avanscoperta. In tutte queste azioni a vasta scala, largo ed utile impiego potranno trovare le aùtoblindomitragliatrici, sia per la maggior potenza di fuoco che esse sono capaci di esplicare per rispetto alle ordinarie mitragliatrici, sia per

la maggior protezione che assicurano a tali armi, sia infine per la loro maggior rapidità di spostamento. APPENDICE Promemoria circa le disposizioni da prendere in azioni offensive Avvertenza

Stante il carattere particolare, già enunciato, dell'impiego di una Grande Unità d'assalto, generalmente operante innestata in una Armata già dis~o~ sta in linea e funzionante con tutti i suoi servizi, l'azione dei co_man~1 d1 tali grandi Unità d'assalto dovrà strettamente e prontamente coordmars1 con quanto già esiste nella zona di attacco. A tal uopo gli organi vari dei comandi di G.U. d'assalto dovran~o_pren~ dere subito contatto con i corrispondenti dell'Armata in linea per 1 b1sogm speciali del rispettivo servizio, coadiuvarli nell'attuazione dei provvedimenti conseguenti e tenere costantemente al corrente il comandante della Grande Unità d'assalto del procedere di tale lavoro. . Per facilitare tali compiti si è creduto opportuno indicare sommariamente nel seguente specchio pro-memoria (omesso) le principali operazioni da compiere.


- 537 -

- 536DOCUMENTO N . 139

APPUNTO DEL GENERALE. GRAZIOLI

sta rotazione di quelle con queste, è tempo ormai che i comandi di grandi unità portino le loro maggiori cure sulla preparazione delle truppe per la uerra di movimento, alla quale dobbiamo tendere con tutte le nostre forze in ragione diretta della non larga disponibilità di riserve c_he posse~iamo'. come è a tutti noto. Nelle recenti vittoriose giornate di giugno, sm monti e sul Piave, noi dovemmo i nostri successi assai più alla vivacità dei contrattacchi (sia pure spesso condotti molto disordinatamente) che no_n alla resistenza delle nostre linee fortificate. A che pro quindi cristallizzarsi nello sviscerare, e ritoccare sempre e soltanto il problema fortificatorio _loc_al~, raffittendo linee su linee, limando con artifiziosa virtuosità sistemaz10m difensive avanzate, e trascurare poi l'elemento vivo ed essenziale d'ogni ~ifesa, cioè la preparazione tecnica, tattica e morale delle truppe che all_a d1fe~a dovranno dare animo e moto? Come potremo guardare serenamente m faccia l'avvenire, che potrebbe anche offrirci il destro di passare a decisa ~ffensiva su ampia fronte e su grande profondità, se persistessimo a co~s1derare come principale pregio bellico delle nostre gran~i unit~ la costr_uz1~ne e la conservazione di linee fortificate e non la loro piena e sicura att1tudme alla guerra di movimento con tutte le sue esigenze tattiche, te~niche e logistic~e: Non certo il problema della difesa è da trascurarsi, ma esso non e 11 solo a cui si debbono· piegare le nostre menti, se dovremo ridar moto all~ guerra e se vorremmo risparmiarci dure sorprese allorché le circostanze Cl consentiranno di ridar questo moto .

! Agosto 1918

La guerra moderna con le sue estese fronti rigide e i suoi lunghi e inevitabili periodi di stasi, presenta il grave inconveniente di determinare a poco a poco una generale tendenza alla cristallizzazione delle menti e delle volontà intorno all'unico problema difensivo locale, che per la sua immediata contingenza più d'ogni altro assorbe in ogni settore l'attenzione dei comandi e delle truppe che la presidiano. È necessario che i vari comandi e specialmente i più elevati, sui quali pesa la maggiore responsabilità del giusto allenamento ai multiformi aspetti della guerra, reagiscano costantemente con instancabile energia e dando essi pei primi esempio della più intraprendente elasticità di pensiero e di azione, contro questo progressivo intorpidimento delle più elementari facoltà belliche dei propri dipendenti, e ciò per evitare che a poco a poco, col prolungarsi della guerra e specie nei periodi di sosta delle grandi operazioni offensive, decada ogni agile e pronto spirito aggressivo e l'organismo dell'esercito si mummifichi o si ipnotizzi sempre intorno ai medesimi oggetti topografici immediati, come se soltanto nella loro conservazione o nella loro conquista consistesse tutta l'essenza della guerra. Questa tendenza alla pura visione immobile locale, ove non fosse alacremente contrastata, condurrebbe a trascurare ben più importanti problemi che si può dire ogni giorno la guerra suscita intorno a noi, primo fra tutti quello che si riferisce alla necessità urgente di preparare tutto ciò che può occorrerci per ridar moto alla guerra, non appena e dovunque condizioni favorevoli lo consiglieranno. Basta soltanto porre un simile problema per risvegliare ad un tratto nella mente di tutti noi la visione delle più varie esigenze di addestramento, di allenamento, educazione, di preparazione intellettuale dei quadri, esigenze tutte che per l'urgenza del problema difensivo, immediatamente dopo il nostro ripiegamento, e poi per un progressivo e sempre maggiore attaccamento alle gloriose linee sulle quali allora ci fermammo e dalle quali due mesi fa ricacciammo vittoriosamente il nemico, furono, bisogna confessarlo, troppo da tutti trascurate. Compiuto ormai il poderoso riordinamento organico dell'Esercito, data individualità, compattezza e stabilità alla unità fondamentale di battaglia: la divisione; provveduto a rinvigorire l'armamento con i mezzi più perfezionati che la: tecnica ha potuto fornirci; stabilita una ripartizione delle forze tra unità in linea e unità di riserva ed assicurata la possibilità di una giu-


- 538-

- 539DOCUMENTO N. 140

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 13480 prot. G.M.

17 settembre 1918

OGGETTO: Guerra di movimento A S.A.R. ED ALLE LL.EE. I COMANDANTI DELLE ARMATE A S.A.R. IL COMANDANTE GENERALE DELL'ARMA DI CAVALLERIAA S.E.E IL COMANDANTE GENERALE DELL'ARMA DI ARTIGLIERIA A S.E. IL COMANDANTE GENERALE DELL'ARMA DEL GENIO AL SIGNOR INTENDENTE GENERALE Nel periodo di tempo trascorso dal novembre ad oggi le necessità contingenti e la situazio,ne di guerra avevano imposto al nostro esercito due compiti fondamentali: - ridar forza, morale e materiale, alla compagine organica delle unità, dalle minori alle maggiori, e completare e perfezionare l'addestramento delle truppe e l'impiego dei mezzi, con intento particolarmente difensivo e controffensivo; - far sorgere sulla fronte di schieramento assunta sullo scorcio del 1917 una solida sistemazione difensiva, e completare quella esistente, là dove le variazioni della fronte erano state nulle o poco notevoli. Questa duplice attività, integrata da un valido incremento ottenuto soprattutto con mezzi morali nello spirito aggressivo delle truppe, ci ha dato prima l'ascendente morale sul nemico, e poi - sugli altipiani, sul Grappa e sul Piave - la vittoria che ha aperto la serie dei grandi successi militari alleati del 1918. Ma la prevalenza che - di fronte alle più logiche previsioni della nostra situazione particòlare di guerra - si dovette dare in tal modo allo sviluppo dell'organismo difensivo e controffensivo ha prodotto talune conseguenze non evitabili, contro le quali - reintegrato ormai completamente il nostro apparato bellico dopo le battaglie del giugno-luglio - occorre sollecitamente reagire per essere pronti ad affrontare la nuova situazione che i frutti progressivamente maturati della nostra vittoria e gli avvenimenti della fronte occidentale vengono preparando. Tali conseguenze sono soprattutto: - pei comandi, l'abitudine lungamente radicata alla considerazione dei

problemi difensivi e controffensivi di carattere locale, però di ambito circ?scritto· abitudine che si ripercuote ora in modo evidente anche nello studio dei pr~blemi offensivi, producendo una limitazione della visuale tattica ~ strategica, effetto evidente della lunga costrizione imposta dalla gue_rra di trincea; limitazione che si ripete poi sull'indirizzo dato alla preparazione e all'addestramento delle truppe; - per te truppe, l'abitudine a considerare la trincea come l'espressione materiale, unica ed immutabile della guerra; i lavori di difesa come compito preminente, subito dopo quello dei turni di linea; il movimento come eccezione ed un peso assai malagevole a sostenere. I nuovi compiti, il nuovo indirizzo da imprimere a comandi ed a truppe balzano da questi accenni, senza uopo di lunghi commenti. Dobbiamo in sostanza preparare menti ed organismi alla guerra di movimento. Sia essa prossima o lontana, è questa fase della guerra che bisogna apparecchiarsi senza indugio, affrettando i tempi quanto più possibile, nel campo intell~ttuale, nel campo organico, nel campo dell'addestramento generale e particolare. II Comando Supremo ha già attuato, dal canto suo, taluni provvedimenti improntati a questo indirizzo e, ad altri importantissimi, darà attuazione fra breve, nell'intento specialmente di rendere le unità di fanteria più agili e dotate di maggiore potenza di fuoco, di rendere più mobile una parte almeno delle artiglierie e di rendere possibile una maggiore celerità di spostamento delle riserve e delle munizioni. Ma questi, ed altri provvedimenti che verranno presi, occorre siano integrati e completati dall'opera assidua e convinta di tutti, in ispecie dei comandi di grandi unità; opera che deve rivolgersi agli stati maggiori non meno che alle truppe, e per quest'ultime non soltanto nel campo dell'istruzione ma anche e vorrei dire principalmente in quello morale. Dirò prima delle truppe. Occorre strapparle alla concezione rigida e generale e radicata della trincea. Perciò occorrono istruzione e allenamento. La sistemazione difensiva sulla fronte è ormai così progredita da poterla considerare, salvo eccezioni, completa e rispondente ai bisogni. Pei lavori di finimento assolutamente indispensabili debbono bastare le truppe tecniche, se bene utilizzate, le centurie, i lavoratori. Pr~sc~ivo che da oggi le grandi unità di seconda linea siano dispensate da qualsiasi lavoro di sistemazione e attendano unicamente alle istruzioni. E si dia in questo preminente sviluppo al movimento. Le truppe siano allenate alle ~~ree c~n scopo tattico, ed abituate a considerare il movimento come la fisionomi~ necessaria e naturale della guerra. E si parli ad esso degli obiettivi lontam a cui miriamo, della liberazione dei territori invasi, della invasione del territorio nemico. Parlando così alla fantasia del soldato, si parlerà anche al suo cuore.


- 541 -

- 540-

Dovunque possibile, siffatta istruzione sia estesa anche alle brigate in rincalzo delle divisioni di prima linea; beninteso nei limiti consentiti dal terreno e dalla funzione tattica di queste unità. Per gli stati maggiori s'impone di riprendere in esame senza indugio il problema della guerra di movimento, orientare ad esso gli spiriti, rendere nuovamente famigliari le nozioni professionali che la guerra statica ha potuto fare, anzi ha certamente fatto, dimenticare in gran parte. Ai Comandanti delle grandi unità spetta di prescrivere ed esigere che ciò sia fatto e presto, e proficuamente. E si eseguiscano nell'interno delle Armate e dei Corpi d'Armata, esercizi pratici di movimento e di impiego di grandi unità colle truppe e coi quadri. È una preparazione da rifare: spirito dei comandanti, orientamento degli stati maggiori, preparazione materiale e morale delle truppe. Non si ponga indugio; guai se la nuova fase della guerra avesse a coglierci non del tutto preparati. Avremmo mancato al nostro dovere. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to Diaz

DOCUMENTO N. 141

CONFERENZA TENUTA DA S.E. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO PRESSO IL COMANDO DELLA 1a ARMATA Premessa. - S.E. il Capo di S.M . ha recentemente diramato alla LL.EE. i comandanti di armata la circolare avente per oggetto «Guerra di

movimento ». Il motto lanciato da S.E. il Presidente del Consiglio: «Resistere è vincere» tanto appropriato alle speciali condizioni nostre dopo il ripiegamento dell'Isonzo, non è ora più corrispondente alla situazione. Per battere il nemico ed annientarlo occorre ora: ·«dare movimento alla guerra»; questo deve essere il nostro motto, ed a tale scopo deve mirare la nostra preparazione. La concezione della resistenza, sia pur manovrata, o delle offensive aventi per obiettivi limitati vantaggi di terreno, non è più in questo momento rispondente a quanto il Comando Supremo intende attuare. La situazione presente lascia intravedere la possibilità di agire a fondo, con obiettivi molto lontani, da raggiungersi col movimento e la manovra, ed è a questi che il Comando Supremo vuol tendere. Ma quand'anche tale visione offensiva non potesse integralmente realizzarsi, la difensiva stessa importa, come già in parte si verificò, una somma di moto tale da essere possibile solo se nelle unità sarà stata attuata la preparazione alla guerra di movimento. A) -

Situazione dell'Esercito

Ad illustrare tale concetto è opportuno dare uno sguardo al passato ed a quanto è stato fatto finora, astraendo in ciò da qualsiasi idea di critica, sia perché se i criteri di oggi sembrano intuitivi, lo sono per la sanzione avuta dai fatti, sia perché la critica non potrebbe farsi senza toccare, non opportunamente, responsabilità personali. Dall'esame puramente obiettivo dei fatti risulta: 1° TRUPPE. - La fanteria era costituita in brigate che venivano spostate da un settore all'altro, in relazione al contegno difensivo od offensivo che dovevano assumere i settori stessi. L'artiglieria era costituita da batterie, gruppi, reggimenti, variamente raggruppati nei vari settori e che venivano spostati a seconda delle circostanze, senza alcun vincolo con la fanteria altro che quello, momentaneo , dello scopo comune da raggiungere volta per volta. I comandi di divisione e di corpo di armata avevano funzioni solo di


- 542-

- 543 -

nome, poiché essi erano, in complesso, veri comandi di settore, più o meno vasti di estensione e forti di truppa a seconda della situazione . Nessun comando di divisione aveva le medesime truppe di fanteria alla propria dipendenza per un periodo di lunga durata; spesso non oltre un mese. Al di sopra delle brigate di fanteria non esistevano cioè reali vincoli organici ed i comandi di grandi unità, anziché avere delle proprie truppe , finivano con l'avere successivamente a loro disposizione unità di fanteria, sempre diverse e più o meno riposate, unità che venivano assegnate, di fatto, ad un determinato settore per assolvere, unitamente all'artiglieria che trovavano sul posto, i compiti del momento. Il Comando Supremo attuale preoccupato, sin dall'inizio del suo funzionamento, di tale mancanza di coesione organica nelle grandi unità, emanò la circolare sulla inscindibilità delle divisioni. II provvedimento trovò bensì numerose difficoltà alla sua attuazione, dovute essenzialmente alla forza delle abitudini contratte, ma ogni incidente che diede luogo a pretesti per scindere le divisiof!i fu inflessibilmente condannato ed oggi, dopo otto mesi, le divisioni hanno un organico fisso, ed il concetto della loro inscindibilità è compenetrato in tutti e da tutti mantenuto. Ma non si è ancora raggiunto lo scopo dell'istruzione della divisione. Le truppe non sono atte alla marcia: durante gli spostamenti dello scorso giugno dopo tre giorni di marcia, i reparti non erano quasi più in grado di muoversi; sfiniti e spedati. La fanteria non è ancora orientata ed addestrata alla guerra di movimento, né è stato dato conveniente sviluppo a quanto concerne la manovra di artiglieria con fanteria. Tolte dal loro settore le truppe di fanteria, prive delle trincee e dei reticolati, che costuivano gli abituali elementi di inquadramento delle loro intelligenze in fatto di tattica, si trovano disorientate. Così pure l'artiglieria, senza la sua ricca rete di collegamenti o priva dei comodi osservatori propri della guerra di posizione, si sente impacciata. Da tutto ciò un disorientamento cui è necessario porre al più presto rimedio.

to e ripetuto del medesimo problema, legato al medesimo terreno. Così che, in ultima analisi, le menti vengono sviate tanto da ritenere che unico simbolo della funzione dell' esercito sia il mantenimento dell'elemento topografico.

2° COMANDI. - Per ragioni indipendenti dalla nostra volontà abbiamo finora avuto l'assoluto predominio della difensiva sull'offensiva. D'onde soverchia importanza ai lavori di difesa e la tendenza di convertire i reparti di fanteria (talvolta persino interi reggimenti) in terrazzieri anziché addestrarli come combattenti. Nello stesso senso ha sfavorevolmente influito la lunga permanenza dei comandi in un medesimo settore, che ha finito coll'ingenerare nei comandi stessi una esagerata importanza dell'elemento topografico, ed a determinare immobilità nelle idee dovuta al fissarsi delle menti nello studio prolunga-

3° SERVIZI. - Il danno dell'immobilità si è accentuato, ancor più, nei servizi tendenti ad ingrandirsi e territorializzarsi con impianti di magazzini e stabilimenti, appesantendosi, anche i minori (persino quelli a stretto contatto con le truppe), di cose superflue, e perdendo ogni attitudine al movimento. Nel ripiegamento dell'Isonzo fecero miserevole comparsa lunghe file di carri, carichi di masserizie e di oggetti propri della vita sedentaria anziché delle dotazioni, e si dovettero abbandonare ingenti quantità di materiali accatastati in numerosi depositi non rispondenti a vere necessità. I servizi debbono essere agili quanto le truppe, e mobili inquantoché essi debbono costituire un aiuto e non un impaccio al movimento. B) -

Provvedimenti

Per quanto si sia fatto per eliminare gli inconvenienti di cui sopra, siamo ancora lontani dall'avere le truppe, comandi e servizi nelle condizioni ~olute. Occorre pertanto che tutti persistiamo con opera tenace ad eliminare gli inconvenienti che ancora si verificano nei quadri, nei reparti e nei servizi ed a facilitare l'attuazione dei provvedimenti organici atti a completa' re tale lavoro di riorganizzazione e di preparazione. I principali punti sui quali deve fissarsi la nostra attenzione sono : 1° ISTRUZIONE DEI QUADRI. - Nell'esercito abbiamo un certo scetticismo nei riguardi delle scuole, e, mentre è lamentata la mancanza di istruzione negli ufficiali, vi è riluttanza a togliere questi dai reparti per inviarli alle scuole. Tale riluttanza, oltre che alla sfiducia nelle scuole, è dovuta alla tendenza assai sviluppata presso noi di adagiarsi sulla tranquillità dell'oggi anziché pensare e lavorare per il domani. Di più essa è alimentata dall'errato concetto che alcuni hanno, di calcolare perduti pei reparti gli ufficiali destinati alle scuole, e di considerarli quasi degli imboscati, tendenza questa che deve esser assolutamente eliminata. Prima necessità risentita è quella di avere maggiore unità di dottrina. Alcuni eserciti hanno a tale scopo attuato delle vere scuole, alle quali affluiscono ufficiali generali, per l'uniforme orientamento dei comandi su argomenti di speciale importanza. Presso di noi le circostanze hanno, in massima, impedito la riunione di ufficiali generali per tale scopo, ed il Comando Supremo ha cercato ovviarvi mediante pubblicazioni sui principali insegnamenti tratti dalle operazioni nostre, dei nostri alleati o dei nostri nemici. Ma ora verrà disposto che taluni ufficiali generali tengano ai loro col-


- 544-

- 545 -

leghi conferenze su argomenti che verranno fissati dal Comando Supremo e che serviranno pertanto a dare quell'unità di indirizzo, nella preparazione intellettuale, morale e materiale che si vuole ottenere. Il Comando Supremo intende inoltre avere quadri abili specie nei mandi di battaglione e di gruppo di batterie o squadroni, pertanto verrà dato, durante il periodo invernale, vivissimo impulso a tutte le scuole, rese tanto più necessarie dalle innovazioni che verranno quanto prima introdotte nelle nostre unità elementari. L'elemento più prezioso per noi, e non soltanto dal punto di vista umanitario ma per la stessa nostra efficienza, è l'uomo. Ora, mentre tutti riconoscono la necessit~ di risparmiarlo, per il passato lo si è veramente sperperato. Allo scopo di economizzarlo ora quanto più è possibile, il Comando Supremo si è prefisso il problema di ottenere nel battaglione, con opportune modificazioni d'armamento, una più potente produzione di fuoco con un relativo minor numero di individui. Tale provvedimento importa una maggiore complessità di costituzione del battaglione stesso il cui comandante non avrà quindi più, come una volta, un compito limitato a stabilire il numero, maggiore o minore, di compagnie da impiegare in prima linea, ma dovrà decider sull'impiego di molteplici mezzi, aventi speciali caratteristiche e dal cui complesso egli potrà avere una potenza di fuoco veramente formidabile se saprà bene coordinarli e adattarne l'impiego alle circostanze. Pertanto, nel periodo invernale, tutti i comandanti di battaglione verranno istruiti sull'impiego di tale nuovo tipo di battaglione avente per caratteristica la grande potenza di fuoco. Corsi di varia natura tenuti presso le armate (ed unità minori), completeranno poi le istruzioni in parola, divulgandone i principi e sminuzzandone la materia sino ai più piccoli elementi. Così presso i comandi di armata si istituiranno corsi speciali per il servizio di stato maggiore, resi necessari dal fatto che gli ufficiali impegnati in tale servizio (e che di massima hanno avuto una affrettata e troppo breve speciale istruzione), si sono spesso specializzati in un dato ramo e non sono pertanto in grado di fare un servizio completo come lo sono i vecchi ufficiali di S.M. In particolare tali nuovi ufficiali di S.M. non sono preparati alla soluziòne dei problemi della guerra di movimento, sia pur semplici come quelli relativi all'incolonnamento e marcia di grandi unità. Dovranno quindi essere scelti ufficiali di S.M. anziani, pratici della soluzione di tali problemi, e ad essi verrà affidata l'istruzione dei giovani ufficiali su quanto non ha potuto loro insegnare lo speciale servizio di settore finora disimpegnato.

c;-

Così pure presso le armate, a propria cura, si istituiranno corsi per comandanti di compagnia e di plotone.

Ed infine in ogni divisione dovranno essere fatti corsi per l'istruzione dei graduati di truppa, cosa questa che è già stata attuata presso alcune armate ov~ corsi per caporali e sergenti diedero risultati veramente ottimi. Per tal modo: come saranno uniformemente indirizzate le menti che dovranno guidare i maggiori complessi dell'organismo militare, verranno contemporaneamente ed uniformemente plasmate ed orientate le molecole dell'organismo stesso. 2° ISTRUZIONE ED ADDESTRAMENTO DEI REPARTI. L'istruzione dei reparti avrà la base della sua attuazione nello schieramento che assumerà l'esercito. Lo schieramento difensivo rinforzato, sinora tenuto , tratteneva quasi tutti gli elementi in linea: l'istruzione non poteva perciò essere né generale né intensiva. Lo schieramento invernale porterà invece ad avere il minimo di truppe in linea, regolandoci in ciò sull'avversario che ci sta di fronte, il quale ha sempre meno truppa di noi sulle posizioni, e ricordando che, ad ogni modo, il Comando Supremo è disposto anche a subire piccoli incidenti locali sfavorevoli piuttosto che tollerare eccesso di truppe in linea. Il Comando Supremo calcola che, con tale principio, per ogni divisione in linea si possa averne una indietro. Da ciò la possibilità di convenienti turni, con conseguente minor durata della vita disagiata di trincea, e la possibilità di istruire proficuamente la divisione con tutti i suoi elementi. A tale scopo lo schieramento dei corpi d'armata dovrà, di massima, essere attuato per linea. Si avranno così schierate divisioni (e possibilmente corpi d'armata) complete, mentre le altre unità assegnate all'armata saranno tenute indietro, pure al completo di ogni loro elemento, ad una o due giornate dalla prima linea, nelle migliori condizioni per la loro istruzione ed addestramento. Né si potrebbe ottenere uguale risultato ricorrendo allo schieramento per linea solo nell'interno delle divisioni, inquantoché il comando della divisione, naturalmente tratto ad occuparsi della brigata che è in prima linea, dedicherebbe troppo poca attenzione all'istruzione della brigata retrostante: cosa questa che non è rispondente agli scopi che questo comando intende raggiungere con lo schieramento invernale nei riguardi dell'istruzione. Ciò premesso, occorre ricordare che anzitutto, in vista della possibilità che la nuova fase della lotta sia di guerra di movimento, dovrà essere addestrato nuovamente il soldato a marciare. Ora si fa troppo assegnamento sui trasporti su autocarri perché non si attuano che spostamenti limitati nella forza e nello spazio: ma quando si dovrà muovere la massa principale dell'esercito nessuna disponibilità di


- 546-

- 547-

autocarri sarebbe sufficiente per il suo trasporto. D'altra parte gli autocarri debbono disimpegnare altri compiti essenziali quali gli ingentissimi trasporti di munizioni e di viveri, nei quali sarà assorbita la quasi totalità degli autocarri stessi. Il trasporto celere di truppe sarà solo da attuarsi in via eccezionale quando si tratti di superare rapidamente grandi distanze e risulti necessario ricorrere a tale mezzo. Le divisioni debbono saper marciare anche per una serie di giornate consecutive e, durante la marcia: manovrare, mantenere i collegamenti, applicare il servizio di sicurezza, e mettendo sempre gli avamposti alla fine di ogni marcia. Tale necessità già sentita nello scorso anno, durante il ripiegamento, sarà tanto maggiore in una guerra di movimento manovrata. A completare tale addestramento gioveranno poi esercitazioni di divisioni contrapposte, che le armate potranno fare in zona arretrata. Si verranno così a trattare problemi da lungo tempo trascurati e che pure debbono essere studiati e risolti affinché le unità nella marcia, nel combattimento e nello sfruttamento della situazione, possano dare il loro massimo rendimento. Altro provvedimento che già è stato adottato ma che maggiormente sarà in avvenire attuato nonostante abbia suscitato recriminazioni di vario genere, è quello di spostare le divisioni da un settore all'altro. Gli inconvenienti derivanti dalle lunghe permanenze nel medesimo settore, specie nell'immobilizzare le idee dei comandi e nell'appesantire i servizi, sono già stati messi in evidenza. Il rimedio più efficace lo si trova nell'applicare il detto «Fuge locum ubi aegrotasti». La difesa del settore non soffrirà certo dai cambi poiché le nuove truppe destinatevi vi porteranno nuove idee, e le truppe partenti acquisteranno freschezza nell'utile diversivo del trasferimento su altri campi d'azione.

ne: non è cioè sufficientemente sviluppato nel senso di poter esplicare una vera potente massa di fuoco. Il Comando Supremo conta di poter aumentare le mitragliatrici; calcola di poter presto dotare le attuali compagnie fucilieri di mitragliatrici leggere (Kg. 15,800 con cavalletto) e di moschetti automatici ottenuti dall'attuale trasformazione delle pistole mitragliatrici (serbatoio di 25 cartucce: tiro 1 colpo alla volta). Spera inoltre di poter dare alla fanteria oltre ai cannoncini da 37 anche cannoncini da 70 per il materiale suo accompagnamento nell'avanzata. Ad ogni modo certamente il battaglione come risulterà costituito potrà sviluppare una potenza di fuoco almeno tripla dell'attuale. Nei riguardi dell'artiglieria: si porteranno a 10 batterie tutti i reggimenti divisionali; si doteranno le divisioni stesse di bocche a tiro curvo mentre, per contro, saranno date ai corpi d'armata le bocche per la controbatteria. In complesso ogni divisione manovrante verrà ad avere assegnati, possibilmente un reggimento da campagna di 10 batterie, un gruppo da montagna ed un gruppo di obici pesanti campali da 149. Si estenderà a tutte le divisioni la assegnazione del comando di artiglieria divisionale, in modo che il comandante di divisione abbia a lato un vero comandante di artiglieria. Infine, in relazione alla graduale disponibilità di quadrupedi e di autocarri, verranno aumentati i mezzi di traino, dando tre pariglie ai pezzi ed autotrainando i secondi riparti cassoni.

Perfezionanèlo così l'organismo che già si è dimostrato di ottimo funzionamento nello scorso giugno, con l'istruzione dei quadri, l'addestramento delle truppe e la dotazione di maggiori mezzi offensivi, si ha motivo di ritenere che, nella prossima primavera, saremo pronti per lo sforzo finale che già si intravede.

C) -

Provvedimenti organici

Il Comando Supremo, oltre ai provvedimenti per l'istruzione dei quadri e l'addestramento dei reparti, ne attuerà altri d'indole oganica intesi a dare la massima efficienza ai reparti. Cura principale sarà portata allafanteria, che rimane pur sempre il nerbo del combattimento, il mezzo essenziale per .raggiungere ed affermare la vittoria. Come già fu accennato, il battaglione risente ancora troppo del vecchio battaglione fucilieri: esso contrappone ancora troppa carne al canna-

Il programma così delineato non è programma di operazioni (né sarebbe possibile tracciarlo) bensì un programma di lavoro. Esso richiede tempo sia per l'istruzione, sia per l'attuazione dei provvedimenti organici, i quali sono legati alla produttività delle nostre industrie, ed alla potenzialità dei trasporti dall'estero. Occorre in complesso l'intero periodo invernale. Di più il suo inizio, ed il suo sviluppo, dipenderanno dalle condizioni metereologiche e dall'andamento delle operazioni in corso. Evidentemente possiamo essere chiamati ad agire in guerra di movi-


- 548-

mento, anche molto prima che il programma sia svolto. Epperò è necessario attuarlo colla massima intensità rammentando che, per il momento decisivo, ci occorrerà poter riunire il massimo numero di unità nel minimo tempo, avere unità manovriere, ed ufficiali istruiti e fidenti nella guerra di movimento. Il Comando Supremo ha completa fiducia nella buona volontà e nello spirito di cooperazione di tutti in tale lavoro: tutte le volontà debbono convergere sullo scopo che ci siamo prefissi, ed ogni sforzo deve essere fatto per superare ogni difficoltà che al suo raggiungimento si opponesse. 28 settembre 1918

- 549DOCUMENTO N. 142

COMANDO GENERALE DELL'ARMA DI CAVALLERIA n. 2100 di prot. op.

16 agosto 1918

OGGETTO: «Osservazioni sull'impiego e direttive di istruzione». Al COMANDI DI DIVISIONE, DI BRIGATA E DI REGGIMENTO DI CAVALLERIA per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI E SEZIONE ISTRUZIONI AI COMANDI DI ARMATA - CORPO D'ARMATA ASSALTO E XVI CORPO D'ARMATA AL COMANDO DELLA SCUOLA D'APPLICAZIONE DI CAVALLERIA Nella recente battaglia sul Piave il concorso della cavalleria, se pur limitato nella forza intervenuta, è stato largo per le svariate forme di impiego e tale da confermare la necessità di una preparazione costosa a tutti i compiti che le possono venire affidati, perché essa sia sempre in grado di assolverli con la prontezza, la sorpresa, la vigoria, la generosità, caratteristiche del suo agire. Fatta eccezione di qualche episodio di vero e proprio combattimento a cavallo da parte di piccoli riparti - al massimo squadroni isolati - l'azione della cavalleria si è svolta in un terreno organizzato a difesa o ad immediato contato con le altre Armi. Tra le particolarità di questo suo impiego, merita essenzialmente considerare quella più di frequente verificatasi, e cioè l'urgente richiesta per intervento immediato. Perché tale si possa manifestare con la voluta efficacia, sono indispensabili: a) - Il costante e continuo contatto tra i Comandanti di cavalleria e quelli delle unità di fanteria dei settori nei quali i riparti a cavallo sono dislocati; b) -

L'esame del terreno nella particolare organizzazione;

c) - Lo studio del probabile impiego a cavallo ed a piedi, in relazione alla situazione, completato da ricognizioni spinte fino alle prime linee; d) -

Le predisposizioni tattico-logistiche.


- 550-

Nella circolare n. 911 Op. - 27 aprile 1917 - di questo Comando, venne diffusamente illustrata questa preparazione al combattimento; non sempre - però - risulta pienamente avvenuta nelle recenti azioni, specie nei riguardi del contatto con i comandi delle altre armi. Si ricordi che presso i detti Comandi, il comandante riparti di cavalleria è il consulente tecnico per l'impiego dell'Arma; interpellato, deve chiaramente esporre il suo criterio, ma ha il dovere pure di esprimerlo di prnpria iniziativa quando reputi opportuno segnalare la possibilità o la convenienza dell'intervento dei propri elementi. Sia guida l'obbligo di concorrere con tutti i mezzi, per raggiungere lo scopo comune; un mal inteso riguardo non giystificherà mai il mancato e tempestivo suggerimento. Quando non fosse possibile o non indipensabile la presenza del Comandante, il contatto sia mantenuto con Ufficiali di collegamento perfettamente orientati, vigili, accorti. Si è inoltre confermata la necessità delle predisposizioni tattico logistiche; smarrimenti di materiale e ritardato funzionamento dei servizi si sarebbero - probabilmente - potuti evitare, se in tempo si fosse provveduto e si fosse fatto esclusivo affidamento dei mezzi propri disponibili. Con l'insieme delle previggenze su accennate, sarà possibile evitare nel combattimento - quel concorso non orientato e che si manifesta tumultuario, incerto, slegato e con risultati inferiori ai mezzi impiegati, se non pure con inutile sciupio dei mezzi stessi. Quindi, non improvvisazione all'ultimo momento, ma previsione per quanto possibile completa, anche nei particolari che in molte circostanze assumono immensa importanza. Previsione vantaggiosa: - moralmente, perché conferisce calma negli animi e serenità di mente nelle impreviste situazioni, fiducia, dominio sulla truppa; - materialmente, perché permette il giusto impiego e lo scaglionamento della forza, l'economia dei mezzi a disposizione, il regolare funzionamento dei servizi sulla linea di combattimento, l'ordine negli elementi arretrati.

- 551 -

fatti avvenuti lo spunto per completare la preparazione, arricchendola con nuovi espedienti di lotta e orientandola ad obbiettivi che, se pure adesso fugacemente apparsi, devono costituire aspirazione avida e mira cost~nte. Vita è sinonimo di movimento; cavalleria di avanguardia: se voghamo che la nostra esistenza continui ad essere ritenuta necessaria, il ritmo del nostro cammino è nettamente delineato. Sui campi di Francia la cavalleria riappare tra le rovine fumanti nella sua antica missione, ma più potente per la collaborazione di nuovi mezzi, più agile nel concepire e introdurre altri modi per assolvere il s~o compito. Questo dev'essere per noi prezioso avvertimento e sprone a studio, a prova, ad attività. Mentre ci stiamo impratichendo in una più larga disponibilità di fuoco - riparti ciclisti e squadriglie automitragliatrici - altrove il con~~r~o _dell'aeronautica nelle operazioni di cavalleria, ha già raccolto magmfic1 risultati e altri mezzi di maggior potenza - carri d'assalto - si affacciano nostri probabili o prossimi collaboratori. Tutto questo ci deve avvertire che il nostro odierno lavoro non costituisce la meta, bensì uno sbocco in un cammino più ampio e più luminos?; ma anche di più severe difficoltà. Per non trovarci disorientati, è necessario integrare questo lavoro con lo sguardo a quello che potrà essere assai prossimo e non nella vaga indeterminatezza della fantasia, ma nella forma concreta del fatto compiuto. In un organismo che si conosce a fondo e che armonicamente funziona riesce possibile inserire altre parti che valgano ad accrescerne la resiste,nza ed a renderlo più potente: quindi, perché facile ed efficace possa svilupparsi la nostra azione quando venisse sorretta da nuovi mezzi, è n~cess~ria la piena ed assoluta padronanza di quelli attualmente a nostra d1spos1-

Questo - nella sintesi e in simili circostanze - occorre tengano presente i comandanti di cavalleria - qualunque sia il loro grado - e attuino senza risparmio di attività, ben valendosi degli elementi a loro disposizione. Le prove di valoroso contegno di nostri riparti, hanno nuovamente conformato le forze loro inesauribili e gagliarde sulle quali possiamo e dobbiamo fare assegnamento completo.

zione. E questa padronanza dobbiamo raggiungere con l'impiego sistematic~ ed assiduo di tutti i mezzi e con il contributo di tutti gli organi dei quah si dispone, quasi ad ottenerne il funzionamento automatico. . Le esercitazioni siano quindi imperniate su questo concetto e m esse sempre intervengano quanti dei mezzi assegnati possono trovare utile impiego nello svolgimento della manovra che si intende eseguir~. ~i tengan? all'uopo presenti, non soltanto le sezioni del genio e le squadngl~e aut~m1~ tragliatrici, ma ancora i riparti dei varii servizi per le loro normah_mans1?n~ e per quelle che verosimilmente potrebbero essere loro affidate m speciah

La battaglia sul Piave considerata negli aspetti ora trattati, costituisce - per noi - ragione di perfezionamento, ma verremmo meno al nostro dovere se a questo solo si limitasse il nostro lavoro e non cercassimo dai

circostanze. E come per impostare siffatte esercitazioni occorrono chiara visione delle esigenze odierne e accurata predisposizione, così per renderle proficuo addestramento, non sarà mai esagerata la cura di spiegarne nitidamente lo scopo


- 553- 552DOCUMENTO N. 143

e i modi per conseguirlo a tutti gli organi esecutori, per avere il loro miglior contributo nella intelligente e fattiva cooperazione, nella iniziativa disciplinata, nella responsabilità equamente ripartita·. Nella varietà del lavoro si cerchi la gradevole e buona utilizzazione delle energie; nelle gare l'emulazione per emergere, nei premi lo stimolo al perfezionamento: essenzialmente venga apprezzata la buona volontà, incoraggiata la passione, ricompensate l'attività costante o metodica.

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

16 luglio 1918

n. 12209 di prot. G.M .. OGGETTO: «Riserva Generale di Artiglieria». AI COMANDI D'ARMATA

Alla preparazione di pensiero e di opera - sopra accennata - miravano i provvedimenti già adottati da questo Comando - partecipazione a corsi d'istruzione presso altre armi, addestramento al passaggio di corsi d'acqua (circolare 1700 Op. del 16 luglio 1918), esercitazioni con riparti d'assalto ecc. - ed altri attualmente in corso di studio: concetto inspiratore, quello di costantemente ginnasticare le facoltà intellettuali e fisiche, evitando la polarizzazione che ne limita e restringe le manifestazioni. Chiaramente così precisato lo scopo, esso potrà in modo facile venir raggiunto con la concorde collaborazione dei comandi dipendenti, caratterizzata dallo slancio e dalla pronta percezione dell'Arma nostra: si ricordi che nulla si improvvisa e che la perseveranza è.qualità dei forti. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMA DI CAVALLERIA V. E. di Savoia Aosta

Con riferimento a quanto è detto nel F. 12118 G.M. dell' 11 corr. circ~ gli eventuali rinforzi di artiglieria che ~otran~o ri~evere le_armate, e perche se ne possa avere norma nello studio dei propn sch1erament1, segnalo la forza attuale della riserva di artiglieria a disposizione di questo Comando Supremo; 6 gruppi di C. 102 p.c. autocarreggiati 6 gruppi di C. 105 p.c. a trazione meccanica 6 gruppi di Ob. 149 p.c. a trazione meccanica 4 gruppi di C. 65 montagna. Trattandosi di predisposizioni, è bene che le singole Ar~ate pre:edano un rinforzo pari ad una notevole frazione della riserva anzidetta, sia per rinforzare lo schieramento attuale, sia per gli schieramenti da effettuare eventualmente a difesa delle linee arretrate. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 554-

- 555 DOCUMENTO N. 144

amministrative e tecniche . Solo eventualmente: funzioni tattica di controbatteria lontana.

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

16 luglio 1918

I rilievi del Comando Artiglieria 6a Armata sono tutti giusti. La soluzione proposta però non solo non Ii elimina, ma ne crea anche degli altri. Occorre esaminare il problema un po' particolareggiatamente.

ORGANIZZAZIONE DELL'ARTIGLIERIA

1 °) Sbarramento, accompagnamento, interdizione vicina, distruzione . Il Comando artiglieria della 6a Armata fa i seguenti rilievi sulla organizzazione attuale dell'artiglieria: 1°) La controbatteria è affidata tutta ai corpi d'armata; all'Armata solo l'interdizione lontana. Ciò porta di conseguenza i ·seguenti inconvenienti : a) L'Armata ha troppa poca artiglieria per far sentire la sua influenza diretta nel combattimento. Il più delle volte, di fronte a situazioni nuove, impreviste, deve ricorrere alle artiglierie di corpo d'armata, ordinando loro cambi di obiettivi. Ciò si svolge sempre in modo imperfetto, perché i corpi d'armata sono naturalmente portati ad agire di preferenza sugli obiettivi propri, che spesso possono non essere quelli richiesti dalla situazione generale. b) L' azione di controbatteria di ciascun corpo d'armata si esercita di preferenza sulle batterie che fronteggiano il suo settore, mentre per solito _queste batterie tirano su altri settori, e sul corpo d'armata in questione tirano artiglierie nemiche piazzate altrove. Questo fatto è tanto più sentito, quanto più è ristretto il settore del corpo d' armata. c) La suddivisione dell ' artiglieria pesante fra i corpi d'armata porta ad un impiego prevalentemente frontale, cioè scarso sfruttamento della gittata delle artiglierie pesanti per i tiri di fianco, i concentramenti, la manovra. 2°) Cita l'esempio di Col Moschin, l'organizzazione dell'artiglieria tedesca (per divisione e per Armata), e conclude col proporre il seguente schema di organizzazione dell'artiglieria: a) Alla Divisione: piccoli calibri; artiglieria di distruzione; artiglieria di controbatteria vicina (che deve comprendersi nella funzione dell'accompagnamento). Quindi grande sviluppo dei comandi artiglieria divisionale. b) Ali' Armata: artiglieria di controbatteria e d'interdizione lontana. Creazione di nuovi comandi d'artiglieria e disposizione dell'Armata. c) Al Comando Artiglieria di Corpo d'Armata: funzioni organiche _

Sono azioni di fuoco strettamente legate alla sicurezza immediata della I a linea ed alla azione della fanteria, quindi è necessario siano affidate alla Divisione, la vera grande unità tattica, responsabile della linea, e regolatrice dell'azione della fanteria. L'artiglieria che svolge quelle azioni deve essere alla diretta dipendenza del comando artiglieria divisionale.

2 °) Controbatteria vicina. Si svolge contro le batterie nemiche situate a _distanza non superiore ai 5 km. dalla nostra linea, cioè contro le artiglierie di breve gittata. Non conviene affidarla alla divisione, sia per non appesantire troppo questa unità, che ha già molto da fare coi compiti indicati al n. l e colle fanterie, sia perché riuscirebbe incompleta, per le stesse ragioni dette per la controbatteria dell'attuale corpo d'armata. Infatti il settore di concentramento delle artiglierie di piccolo calibro (6-7 km.) è superiore al fronte di una nostra divisione , quindi per svolgere una buona azione di controbatteria sulle artiglierie nemiche vicine che battono quella divisione, occorre l'artiglieria situata nel territorio suo e in buona parte del territorio delle due divisioni laterali. Da ciò la convenienza di affidarla al còrpo d'armata. Questo d'altra parte libero delle funzioni dette al n. 1 °), si può dedicare bene alla controbatteria e svolgerla in modo veramente completo. 0

)

3 °) Controbatteria lontana. Se la fronte dell'Armata è ristretta (una 20.na di km ., come la 6a e la 4•) l'accentramento della controbatteria nell'Armata può dare effettivamente i vantaggi indicati dal Comando artiglieria della 6a Armata, perché le artiglierie pesanti non sono molte, il settore di concentramento di dette artiglierie è quasi pari al fronte di tutta l'Armata, l'azione tattica dell'Armata (almeno per ciò che riguarda manovra di fuoco dell'artiglieria) può sostituirsi a quella del corpo d'armata.


- 556-

Se invece la fronte dell'Armata è superiore a detto limite (ad esempio 7\ 1a, 3a) si verifica: a) necessità di suddividere le artiglierie pesanti dell'Armata in tanti nuclei, corrispondenti ai settori di concentramento dei loro tiri (una 15 .na di km.) quindi creazione di nuovi comandi di artiglieria di settore (da sovrapporre a quelli di corpo d'armata); b) soverchio accentramento di artiglierie nell'Armata e quindi soverchia pesantezza, lentezza di funzionamento; c) azione dell'artiglieria pesante non sempre orientata sui veri bisogni della fanteria, perché troppo lontana da essa. Ciò è tanto più importante quanto più si vanno perfezionando i sistemi attuali di attacco (azioni rapide, improvvise, di sorpresa), i quali richiedono che l'artiglieria sia sempre pronta e forte dappertutto e sempre strettamente legata alle truppe ed ai loro comandi diretti: vale a dire: decentramento; d) Il corpo d'armata, com'è ora, cioè con funzione tattica, non può rimanere senza artiglieria. Quindi, privato della sua dal comando d'Armata, se ne costituirà un'altra, togliendola alla divisione. Cosicché il tutto si ridurrà ad una sottrazione di artiglieria alla divisione, cioè alla grande unità che deve svolgere il combattimento. CONCLUSIONE Allo stato attuale di' organizzazione e consistenza della maggior parte delle nostre Armate, è possibile ed utile assegnare tutta l'artiglieria di distruzione alle divisioni. Non conviene invece passare la gran massa delle artiglierie di lunga gittata dai corpi d'armata alle Armate, sia per non appesantire troppo queste e per non inceppare eccessivamente l'azione dell'artiglieria (che invece deve essere ancora più sciolta), sia perché non si devono privare i corpi d'armata dell'artiglieria necessaria a svolgere le funzioni loro affidate. Il problema del miglior impiego dell'artiglieria a lunga gittata è strettamente collegato a quello della funzione tattica del corpo d'armata. Vanno risolti insieme. Se il corpo d'armata deve esercitare funzione tattica, deve avere artiglierie e riserve. Tali artiglierie, data la convenienza di agire con rapidità su qualunque tratto del suo fronte (manovra di fuoco), e la necessità di affidare alle divisioni le artiglierie di piccolo calibro e di distruzione, non possono essere che artiglierie a lunga gittata. Ma queste, per un utile sfruttamento richiedono un settore di azione di una 15.na di km. Dunque il corpo d'armata, con funzione tattica, deve avere di massima tale ampiezza di fronte, e per conseguenza, più di due divisioni.

- 557 -

In tali condizioni il corpo d'armata può svolgere col massimo rendimento anche la funzione di controbatteria (vicina e lontana). Lo schieramento dell'artiglieria di corpo d'armata sarà di preferenza orientato sulle artiglierie nemiche. Di più dovrà essere anche in grado (con nuclei a parte, o con rapidi cambi di obiettivi a seconda delle condizioni specifiche), di fare l'interdizione lontana, di collegare le divisioni, di concorrere alla loro azione, rinforzandole con rapida manovra di fuoco, tutte le volte che il corpo d'armata lo riterrà opportuno. L'assegnazione delle artiglierie di lunga gittata ai corpi d'armata non deve escluderne una certa aliquota anche all'Armata, perché anche essa à funzioni tattiche, e deve quindi poter disporre di riserve e di artiglierie. Non è necessario però che tali artiglierie siano molte, dato che le divisioni sono già collegate dai corpi d'armata. Le basta quel tanto che è necessario per collegare i corpi d'armata, e per correggere eventualmente le loro deficienze. Quindi dì preferenza l'artiglieria d'armata sarà costituita da nuclei di grossi calibri e di cannoni a lunghissima gittata, posti in corrispondenza delle zone di contatto dei corpi d'armata e delle zone più pericolose, o più importanti. Se non è possibile l'attuazione del corpo d'armata grande (3 o 4 divisioni) con funzioni tattiche corrispondenti ad un comando di gruppo di divisioni, meglio abolirlo, perché allo stato attuale delle cose è più che altro un ingombro, sia nell'impiego delle truppe (manca di riserve), sia nel buon sfruttamento delle artiglierie (grandi e piccole). In tal caso però bisognerà adottare l'arma piccola, con fronte di una 20.na di km., e riunire tutta l'artiglieria a lunga gittata (colle funzioni di controbatteria, interdizione lontana, collegamento delle divisioni) nel comando d'artiglieria d'armata. Questo svolgerà la sua azione per mezzo di 2 o 3 comandi di artiglieria di settore.


- 558-

- 559DOCUMENTO N. 145

Per quanto in particolare riguarda le zone di contatto fra le armate 4•, 8 • e 3 • riferiranno per la stessa data: il comando della 4 • armata per le armate 4 • e 8 •; il comando della 3 • armata per le armate 8 • e 3 •.

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

n. 13533 O.M.

'"'

25 settembre 1918

OGGETTO: Sistemazione delle artiglierie.

AI COMANDI DI ARMATA Dall'esame degli schieramenti delle artiglierie, fatto dal comando generale, sono risultati i seguenti inconvenienti di carattere generale sui quali questo comando ritiene necessario richiamare l'attenzione dei comandi di armata.

1 °) deficienza di fuoco di artiglieria in molte zone di contatto tra le varie grandi unità, massima tra le armate. In modo speciale è da segnalare la zona di Palazzon, tra la 3• e 1'8• armata. Le zone di contatto sono naturalmente deboli, per note cause di vario genere. Il nemico per contro tende sistematicamente a sfruttarle nei suoi attacchi. Occorre rinforzarle, assicurando la possibilità di intensi concentramenti di fuoco di artiglieria nelle zone medesime . Ciò si potrà ottenere coi seguenti ripieghi: a) - incrocio materiale di un certo numero di batterie delle due unità confinanti, nella zona di contatto: batteria di piccolo calibro per le divisioni, batterie di medio calibro per i corpi d'armata e per le armate; b) - costituzione di nuclei arretrati di collegamento (medi e grossi calibri), in corrispondenza delle zone di contatto fra corpi di armata, alla dipendenza dei corpi d'armata, e capaci della manovra di fuoco su ambedue i settori. Nelle zone di contatto tra le unità di fanteria sarà curato analogamente l'incrocio di fuoco colle mitragliatrici. Nelle zone di contatto tra le armate i nuclei di collegamento di cui alla lettera b) saranno costituiti con artiglieria di ambedue le armate. Le funzioni e le dipendenze di tali artiglierie saranno fissate in appositi verbali tra i comandi delle armate interessate. Per le zone di contatto tra le armate 1•, 6a e 4• ciò è stato fatto in parte. Occorrerà tuttavia che le relative disposizioni siano rivedute e perfezionate; e siano qui comunicati per il 10 ottobre p.v. i relativi verbali di nuova compilazione.

2 °) Batterie bombarde di piccolo calibro. Le bombarde di piccolo calibro, per la loro gittata limitata, la scarsa celerità di tiro, che richiede l'impiego a massa, la grande vulnerabilità delle postazioni, troppo avanzate, convengono molto di più nella offensiva che nella difensiva. Ma d'altra parte non è possibile rinunciare completamente al loro impiego su tutte le fronti e durante tutti i periodi in cui non si fanno operazioni offensive. Bisognerà contemperare opportunamente l'una e l'altra esigenza, limitando l'impiego di dette bombarde in difensiva ai soli casi di assoluta e ben constatata utilità - cioè per battere gli angoli morti delle artiglierie di sbarramento - e sistemarle in modo da ridurre il più possibile le perdite, cioè a sezioni di poche armi per parte. Si ritiene che a questo scopo potranno bastare gli stokes della fanteria e le batterie da 58 divisionali, e solo in qualche settore molto esteso o molto coperto da angoli morti, sarà necessario il rinforzo alla divisione di qualche batteria d'armata. Tutte le rimanenti batterie e bombarde di piccolo calibro potranno pertanto preferibilmente essere ritirate a presidio delle linee arretrate o in riserva, a disposizione dei comandi di armata. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 560-

- 561 ,DOCUMENTO N. 146

COMANDO SUPREMO UFFICIO TECNICO

n. 51769 di prot.

8 luglio 1918

OGGETTO: Miglioramento nelle artiglierie in servizio, delle loro munizioni e della tecnica del tiro AL MINISTERO PER LE ARMI E MUNIZIONI Gabinetto del Sottosegretariato

ROMA

Ritiensi opportuno, a chiarimento ed a conclusione di varie comunicazioni e richieste fatte sino ad ora da questo Comando a codesto Ministero, riassumere le principali migliorie, che gradirebbesi fossero introdotte nel materiale e nelle munizioni di artiglieria e nella documentazione tecnica del tiro.

Cannone da 149 A. - È la bocca da fuoco che merita maggior considerazione: essa costituisce, per la sua proporzione rispetto alle altre, e per la varietà dei compiti affidatile, la più importante della nostra artiglieria d'assedio. Dovrebbe essere pertanto di impiego assai più sicuro ed agevole. Invece l'affusto antiquato, la limitata gittata, la lentezza di tiro, l'impressionante proporzione di scoppi e deteriorazioni gravi, ne limitano moltissimo il rendimento pratico. Occorrerebbe che fosse costruito un cannone da 149 A. su affusto a ruote, a deformazione, a grande settore verticale, con gittata di circa 18 Km. L'attuale bocca da fuoco raggiunge già, con la granata monobloc, i 14.200 metri, ma con dispersioni eccessive, a limitar le quali sembra opportuno che, in occasione del già deciso passaggio alla rigatura elicoidale, venga adottato un passo vicino ai 25 calibri. L'otturatore dovrebbe essere di celere manovra, per rendere più rapido il tiro in armonia con i vantaggi analoghi alla deformazione .

Cannone a lunga gittata. - Raggiungere, se possibile, i 40 Km. Conviene per tale argomento seguire gli studi che si fanno ora in Francia presso il «Centre d'etudes d' Artillerie», studi che furono già oggetto di comunicazioni a codesto Ministero (N.A., U.T. Spolette, Ispettorato Costruzioni). Cannone da 381. - Su installazione ferroviaria: portare la gittata massima da 21 Km. a 25 Km. almeno. Ciò potrà probabilmente ottenersi con modifiche al proietto, analoghe a quelle per cui il cannone da 19 mod. 1870/93 Francese è passato dalla gittata di 12.800 metri a quella di 18.100 senza aumentare la pressione interna (2200 Kg.).

Obice da 105. - Esaminato il materiale e le sue caratteristiche balistiche messe in rilievo dalle prime prove, questo Comando richiese che fosse portata la gittata massima ad 8000 metri almeno. Se la bocca da fuoco lo consente, sarebbe desiderabile fosse superata tale distanza, sino al massimo compatibile con la resistenza del materiale.

Obice da 305/17. - Eliminare gradualmente le installazioni mod. De Stefano; accelerare l'allestimento di quelle Garrone, e della prima Batteria su installazione Stampacchia per sottoporla a prove pratiche alla fronte. Mortaio da 260. - Adottare un affusto a ruote, più maneggevole di quello attuale e che non richieda ingenti lavori in terra né fondazioni di calcestruzzo. Definire un proietto di miglior rendimento (maggior capacità di esplosivo e maggior gittata).

Munizioni. · - Il miglioramento della forma del proietto (fondello rastremato, ogiva tronca e sopraogivata) sarà per la maggior parte delle bocche da fuoco sopra accennate un valido mezzo per raggiungere maggiori gittate. Nello studiare nuovi tipi di munizioni occorrerà tener presente che, più della massa e resistenza del proietto all'urto contro bersagli assai duri, conviene cercare la grande capacità, compatibilmente con la resistenza alla pressione dei gas della carica di lancio. Le spolette a doppio effetto dovrebbero essere portate a maggiori durate, onde aumentare il limite massimo del tiro a tempo. Ma soprattutto è necessario un rigoroso controllo su tutta la fabbricazione dei proietti, delle spolette, degli inneschi, dei detonatori e degli esplosivi, per ridurre a proporzioni minime l'eccezionale numero di scoppi prematuri, i quali oltre a ridurre la disponibilità di bocche da fuoco, esercitano un'azione deprimente sulle truppe, e rendono necessarie precauzioni minuziose che rallentano la cadenza del fuoco. A questo argomento si collega la necessità di provvedere al più presto

Mortaio da 210. - Aumentare la gittata, possibilmente fino a 11.000 metri, sia mediante modifiche alla camera, sia aumentando alquanto la lunghezza della bocca da fuoco; occorre inoltre che le attuali installazioni, l'una priva di mobilità ed a scarso settore, l'altra troppo poco resistente, siano gradualmente sostituite da un robusto affusto a ruote, che alla mobilità accorpi un ampio settore di tiro verticale ed orizzontale. Cannone da 152/45. - Aumentare il più possibile il settore orizzontale di tiro, attualmente di 60°, allo scopo di sfruttare meglio la gittata di questo materiale, che occorrerebbe portare verso i 23-25 km.

Obice da 149 p.c. e cannone da 75/906 - 911. - Le loro gittate sono ormai troppo scarse, di fronte alle esigenze della tattica moderna; occorrerebbe portarle verso i limiti raggiunti dalle analoghe artiglierie francesi e tedesche (10 km. circa).


- 562-

operai e strumenti per riparare, presso le Armate, la rigatura delle bocche da fuoco, le cui deformazioni sono causa assai frequente del prematuro funzionamento di quelle spolette, la cui sensibilità'- per difetto di costruzione - trovasi ad essere eccessiva.

Munizioni speciali. - La proporzione complessiva dei proietti speciali rispetto a quelli ordinari deve essere aumentata, e portata almeno al 300Jo. È da notarsi a tal proposito che, secondo la stampa alleata, n~lla recente offensiva sulla fronte occidentale i tedeschi impiegarono proietti speciali in una proporzione, rispetto a quelli esplosivi, che salì sino al 700Jo nei tiri di controbatteria, ed al 400Jo nei tiri di sbarramento . Dalla necessità di introdurre fra i proietti speciali quelli irritanti e vescicatori, è già stato trattato diffusamente. La proporzioni dei proietti fumigeni - ora quasi nulla - e di quelli incendiari (non ancora ben definiti) dovrebbe essere portata a circa 1/10 del complessivo munizionamento speciale. Mancano ancora t9talmente i proietti da 102 e 105 a fumata (per rendere più visibile il punto di arrivo) già ripetutamente chiesti nella misura di 1/10 del munizionamento delle rispettive bocche da fuoco. Documentazione tecnica del tiro. - La sorpresa, la necessità di sottrarre le batterie alla osservazione ottica ed acustica nemica, l'economia delle munizioni e delle artiglierie, esigono l'impiego abituale del metodo delle correzioni preliminari al tiro, dedotte col calcolo e con tabelle o grafici, dai dati ricavati da aggiustamenti precedenti e da alcune semplici misurazioni aerologiche. Occorrerebbe pertanto accelerare il lavoro già da tempo iniziato delle tabelle numeriche di correzione (da aggiungere alle attuali tavole di tiro) e dei monogrammi di tiro, alla cui compilazione attende una Commissione inviata in Francia da cotesto Ministero. È necessario inoltre accelerare la stampa e la distribuzione delle tabelle relative al cannone da 381, al mortaio da 260, all'obice da 305, già ultimate da qualche mese, ed ancora giacenti presso lo Stabilimento Foto-Litografico. Il nostro terreno poi esige che si faccia largo uso di traiettorie grafiche che mancano tuttora per talune bocche da fuoco in servizio, e per quasi tùtti i proietti di recente adozione. Nuove artiglierie. - Occorre che gli studi e le ricerche per le armi sempre meglio atte alle svariate e mutevoli esigenze di impiego seguano di pari passo lo sviluppo della tecnica presso gli Eserciti alleati ed avversari. Mezzi che sembrano rispendenti per ora soltanto a circostanze eccezionali della lotta, potrebbero diventare in un prossimo avvenire parte importante dell'armamento alleato o nemico, di fronte al quale il nostro non deve rimanere indietro.

- 563 -

Fra tali mezzi è da comprendersi l'artiglieria su cingoli motori tipo St Chamond, che sembra dotata di singolari qualità di mobilità, robustezza e potenza. Essa sarà oggetto di comunicazioni più particolareggiate. Ritiensi intanto opportuno che codesto Ministero prenda contatto con gli enti tecnici francesi (Direction des Inventions, études et expériences techniques) per raccogliere elementi utili al proseguimento delle ricerche per parte nostra, sulla base del lavoro e delle esperienze fatte presso i nostri alleati, ma con particolare riguardo alle esigenze dei nostri terreni ed alla convenienza di impiegare munizioni già esistenti. È noto a questo Comando che molti dei problemi sopra accennati sono già da tempo oggetto di studio e di prove da parte dei vari enti dipendenti da codesto Ministero; è però indispensabile che opportuni adeguati provvedimenti vengano presi perché ne sia accelerato lo svolgimento, e perché sia affrettata l'esecuzione materiale di quanto è già stato definito ed accettato. Questo Comando sarà grato a cotesto Ministero se vorrà metterlo al corrente dei risultati sinora raggiunti, e delle misure prese per il raggiungimento degli scopi delineati nella presente lettera. IL SOTTO CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 565 -

- 564DOCUMENTO N. 147

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO TECNICO

N. 43063 di protocollo

24 luglio 1918

OGGETTO: Armamento batterie bombardieri AL MINISTERO PER LE ARMI E MUNIZIONI e per conoscenza: ISPETTORATO BOMBARDIERI UFFICIO OPERAZIONI DEL COMANDO SUPREMO UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE DEL C.S . SEZIONE ISTRUZIONI DEL COMANDO SUPREMO Questo Comando concorda con codesto Ministero sulla necessità di concretare un armamento specialmente atto a seguire le truppe in operazioni offensive. Esso verrebbe a comprendere due bocche da fuoco già esistenti (cannoncino da 37 e lanciabombe Stokes) per le quali non vi è che accelerare e migliorare la produzione già avviata; e due altre ancora da definire: un cannoncino da 70, per cui sarebbero a buon punto gli studi, ed un mortaiobombarda di cui occorrerebbe delineare le caratteristiche. Su questo punto si può sin d'ora osservare come per non ricadere nei difetti ben noti delle nostre bombarde attuali occorrerebbe che tale mortaiobombarda fosse di calibro da 15 a 20 cm., rigato e dotato di mobilità analoga o di poco inferiore a quella del cannone da montagna. Resta ben inteso che le armi di questo tipo dovrebbero sostituire in tutto od in parte le attuali bombarde rigide ad anima liscia. Ciò posto, conformemente alle proposte di cotesto Ministero, questo Comando ritiene si debba: a) allestire due esemplari di cannoncino da 70 e sottoporli a prove di tiro comparativo col. cannoncino da 37 mm.; b) ottenere dal Governo Francese due esemplari di mortaio-bombarda del tipo più moderno (quello Archer sembra però sia liscio e senza freni) ed eseguire con essi prove di tiro e di traino, paragonandoli possibilmente con i minenwerfer germanici da 17 cm. e da 22 cm.; c) una volta eseguiti gli esperimenti in presenza di una Commissione composta dai rappresentanti di cotesto Ministero, dello Ispettorato delle Co-

struzioni di Artiglieria, dell'Ispettorato Bombardieri e di questo Comando e definite in modo completo le due armi, si potrebbe stabilire il quantitativo delle armi necessarie. Quanto alla località da prescegliere per i tiri di prova, questo Comando ne lascia la scelta a cotesto Ministero. Il complesso dei lavori deve svolgersi in modo sollecito onde poter ottenere la consegna delle armi e delle munizioni non oltre il marzo 1919. Si gradirà intanto conoscere l'epoca alla quale potranno presumibilmente essere pronti i materiali per le prove preliminari. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F. to Badoglio


- 567-

- 566DOCUMENTO N. 148

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

Circolare N. 31880 di protocollo R.S.

SCUOLA DI FANTERIA E MITRAGLIERI Avrà sede in Sala Baganza («Comando scuola perfezionamento fanteria U.M.»). Sarà composta dai seguenti elementi: a) Comando:

1 brigadiere generale o colonnello di fanteria 1 maggiore di fanteria 1 subalterno 1 ufficiale inferiore medico 1 ufficiale di amministrazione 4 scritturali 4 ordinanze di ufficio 4 ciclisti personale di governo e pei servizi vari - secondo richiesta della direzione delle scuole.

b) Gruppo istruttori:

4 ufficiali superiori di fanteria 4 maggiori e capitani aggiunti 1 subalterno specializzato nel servizio chimico-meteorologico 1 battaglione fanteria di linea organico 1 compagnia mitragliatrici 1907 F l compagnia mitragliatrici Fiat 1 reparto cannoncini da 37 l nucleo specializzato nel servizio gas 1 sezione lanciafiamme l plotone del genio (telegrafisti-radiotelegrafisti T.P.S.)

2 settembre 1918

OGGETTO: Scuole di perfezionamento per comandanti di battaglione e di gruppo AI COMANDI DI ARMATA AI COMANDI GENERALI DI CAVALLERIA, ARTIGLIERIA E GENIO e per conoscenza: AL COMANDO SUPERIORE D'AERONAUTICA AL MINISTERO DELLA GUERRA - DIV. S.M. ALL'INTENDENZA GENERALE AL COMANDO DEL CORPO D'ARMATA DI GENOVA AL COMANDO DELLA DIVISIONE DI PIACENZA

c) Truppa d'istruzione: Allo scopo di procedere al perfezionamento della istruzione pratica dei comandanti di battaglione e di gruppo vengono costituite nella zona FornovoParma-Piacenza tre scuole, rispettivamente per la fanteria, per l'artiglieria, per il genio. Dette scuole sono sottoposte ad una unica direzione. In particolare:

DIREZIONE DELLE SCUOLE Avrà sede in Parma («Direzione scuole perfezionamento U.M.»). Sarà composta di: 1 maggior generale direttore 1 ufficiale superiore addetto 2 ufficiali inferiori addetti 3 scritturali 4 ordinanze ciclisti - personale di truppa di governo e per servizi vari nella misura che verrà richiesto dalla direzione delle scuole. Avrà a propria disposizione un'autovettura, una motocarrozzetta, due motociclette .

Avrà a propria disposizione un'autovettura, una motocarrozzetta, 2 motociclette, otto autocarri attrezzati. Sarà provvista di apparecchi radiotelegrafici, apparecchi geotelegrafici, colombi viaggiatori ed altri mezzi speciali, nella misura che verrà richiesta dalla direzione della scuola.

SCUOLA DI ARTIGLIERIA Avrà sede in Collecchio («Comando scuola perfezionamento artiglieria U.M.»). Comprenderà: 1 brigadiere generale e colonnello d'artigliea) Comando: ria, comandante 1 maggiore addetto


- 568-

4 ufficiali inferiori (dei quali uno specializzato nel servizio chimico-meteorologico) I subalterno medico I ufficiale di amministrazione I disegnatore topografo 4 scritturali 4 ordinanze di ufficio 2 ciclisti personale di truppa di governo e per servizi vari - secondo la richiesta della direzione delle scuole b) Raggruppamento mi- I comando di raggruppamento misto d'istrusto d'istruzione: zione 3 comandi di gruppo d'istruzione (uno d'assedio, uno pesante campale, uno da montagna) un numero vario di batterie delle varie specialità e) Riparti varii: una compagnia mitragliatrici fanteria (tiro a grandi gittate, antiaerei ecc.) I drappello trattrici (4 trattrici di mod. vario) I sezione fonotelemetrica 1 sezione radiotelegrafica 2 plotoni di cavalleria (per servizio vedette) 1 plotone genio (telegrafisti-radiotelegrafisti T.P.S.) I comp. M.T. artiglieria fortezza (per manutenzione del poligono) Avrà a propria disposizione un'autovettura, due motocarrozzette, quattro autocarri attrezzati. Sarà provvista di apparecchi geotelegrafici, colombi, munizioni ed altri mezzi tecnici secondo le richieste che inoltrerà a questo comando la direzione delle scuole. SCUOLA DEL GENIO

Comprenderà: 1 ufficiale generale o colonnello comandante 3 ufficiali superiori o capitani addetti. Si eseguirà presso il deposito del 4 ° reggimento genio in Piacenza («Comando scuola perfezionamento genio U.M. »). Il personale e i materiali ne-

- 569-

cessari saranno temporaneamente forniti da detto deposito previ accordi del comando della scuola col comando del 2° gruppo dei centri di mobilitazione. La direzione delle scuole sarà amministrata dalla scuola di fanteria. Il personale (ufficiali e truppa) del comando e del gruppo istruttori della scuola di fanteria costituirà un «riparto autonomo scuola perfezionamento fanteria U.M. ». Il personale (ufficiali e truppa) del comando della scuola d'artiglieria e quello dei comandi di raggruppamento e di gruppo d'istruzione di detta scuola costituirà un «riparto autonomo scuola perfezionamento artiglieria U.M.». Detti riparti avranno am·ministrazione autonoma, con e.entri mobilitazione rispettivamente il deposito 26° fanteria Piacenza e il deposito 10° reggimento artiglieria fortezza Piacenza. I riparti autonomi considerati prenderanno in aggregazione il personale (ufficiali e truppa) che si recherà alla scuola per istruzione, nonché gli elementi di truppa che non hanno amministrazione propria. I riparti di truppa autonomi (batterie, compagnie mitragliatrici, ecc.) si amministrano da sé. Il personale della scuola del genio sarà preso in aggregazione, per tutto il tempo di sua permanenza alla scuola, dal deposito 4 ° Genio Piacenza. I materiali di dotazione generale delle scuole fanteria e artiglieria nonché della direzione delle scuole, saranno forniti dall'intendenza C.D. che provvederà altresì agli ordinari rifornimenti dei predetti enti. I mezzi automobilistici e ciclistici saranno forniti dall'Intendenza generale. Gli ufficiali per l'inquadramento, il personale di truppa ed i vari reparti saranno fatti affluire da questo comando appena vengano richiesti dalla direzione delle scuole. DIPENDENZA

Il personale della direzione e delle scuole dipenderà per tutte le questioni disciplinari e di governo dal comando 9a armata (32265); per quanto ha tratto. allo svolgimento generale dei corsi e all'istruzione d'insieme di tutte tre le scuole nonché per quelle speciali della scuola di fanteria la direzione delle scuole farà capo al Comando Supremo (ufficio segreteria - sezione istruzioni). I corsi d'artiglieria e del genio si svolgeranno secondo le direttive partic_olari e i programmi che saranno impartiti, alla direzione delle scuole, dai comandi generali d'artiglieria e genio (secondo le direttive avute dal Comando Supremo), i quali avranno sulle scuole medesime funzioni ispettive.


- 570-

- 571 -

DURATA DEI CORSI E INTERVENTO DEGLI ALLIEVI

Ogni corso avrà di massima la durata di ~irca 40 giorni . Vi parteciperanno capitani anziani (cui spetti il comando di battaglione o di gruppo) tratti dalle armate nella misura che per ogni corso e per ogni armata sarà indicata dall'ufficio personale. Al termine del corso gli ufficiali rientreranno alle rispettive armate.

DOCUMENTO N. 149

COMANDO DELLA 9a ARMATA UFFICIO OPERAZIONI

N. 3227 di prot. op .

2 luglio 1918

OGGETTO: Graduati

*** · Non appena le scuole predette funzioneranno, i comandi di armata dovranno tassativamente abolire le scuole per comandanti di battaglione e di gruppo esistenti presso le armate. Ciò non impedisce che presso le varie armate si continui come ora a tenere conferenze per gli ufficiali superiori delle varie armi. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI Esaminando i dati sulle perdite subite dai dipendenti corpi di armata nelle recenti operazioni sul Piave, ho rilevata la notevolissima percentuale dei dispersi rispetto al totale delle perdite. Il fenomeno è in parte spiegato dalla natura del terreno ove si è combattuta la lotta e dalle caratteristiche della lotta stessa. Dalle conversazioni avute coi capi e gregari ho potuto concludere che in sostanza è accaduto questo: i nostri contrattacchi decisi, violenti, ben condotti, dinnanzi alla resistenza tenace del nemico ed a causa del terreno fittamente coperto, intersecato da siepi, da corsi d'acqua, da linee di reticolati, si sono necessariamente snodati, frazionati in molti episodi parziali, staccati, ove piccoli nuclei di soldati, rimasti separati per forza di cose dall'azione grande, generale, hanno dovuto risolvere da sé dei problemi tattici non sempre facili. L'elevato morale, l'ardimento, il noto spirito di intraprendenza del nostro soldato, il vigore della spinta iniziale, hanno spesso risolti a nostro favore questi episodi secondari del campo di battaglia; è tuttavia accertato che è proprio in questi episodi che noi abbiamo lasciato nelle mani dell'avversario buon numero di prigionieri. Alcuni nuclei hanno subito il terrore del vuoto, l'azione depressiva dell'isolamento e sono stati facile preda del nemico. Ciò probabilmente non sarebbe accaduto se in ciascuno di questi nuclei vi fosse stato qualche graduato audace e risoluto. In questo difetto di inquadramento sta quindi, a mio subordinato parere, la spiegazione vera del fenomeno lamentato. Il carattere violentissimo ma episodico, frammentario, che assume oggi la battaglia sempre quando, dopo la fase iniziale dello sfondamento, viene combattuta in campo aperto, conferisce una importanza maggiore che per il passato, all'esempio personale, allo spirito d'iniziativa, agli atti di audacia. L'ascendente che in questo genere di lotta esercita sul soldato un compagno valoroso e pugnace è grandissimo e sarebbe assai agevole utilizzare questo ascendente conferendo ai soldati più ardimentosi il prestigio di un grado ed abilitandoli a guidare ed a comandare piccoli nuclei di uomini. Il vantaggio sarebbe molto grande se anche questi nuovi graduati non possedessero quel minimo grado di cultura elementare col quale, evidentemen-


- 573 -

- 572-

te, essi avrebbero già raggiunto il grado di caporale o di sottufficiale presso i reparti; il loro scarso o nullo rendimento dei periodi di stasi sarebbe largamente compensato dal rendimento dei periotli combattivi. Sottopongo quindi a codesto comando la proposta di organizzare, a lato della scuola per ufficiali subalterni di Piazzola sul Brenta, un corso speciale per creare questi nuovi graduati. Al corso, da svolgersi con carattere pratico come corollario logico dei concetti sopra esposti, potrebbero partecipare: - 1000 soldati da trarsi dai reparti dell'armata; - 1000 soldati da trarsi dalle reclute della classe 1900. I militari altresì sarebbero scelti nella seguente misura: per ogni reggimento di fanteria dell'armata: 1 sottufficiale 1 caporal maggior o caporale 25 soldati fucilieri per le reclute del 1900: 1 sottufficiale 1 caporal maggiore o caporale 25 reclute (per questi ultimi allievi i graduati sarebbero gli stessi attualmente adibiti alle loro istruzioni presso i depositi di provenienza) . Per l'inquadramento ufficiali provvederebbe direttamente questo comando scegliendo gli elementi più adatti da quelli presenti alla nota scuola di Piazzola sul Brenta. I locali da adibirsi ad accantonamenti (pagliericcio a terra) sarebbero: le fornaci di Piazzola sul Brenta la fabbrica di concimi chimici di Piazzola sul Brenta

Totale

posti 1000 posti 1000 posti 2000

Durata del corso circa 30 giorni. Direttore: l'attuale direttore della scuola ufficiali subalterni colonnello Crema. I caporali promossi servirebbero in un primo tempo, quelli tratti dai reparti dipendenti, per l'inquadramento dei reggimenti dell'armata - quelli della classe 1900, per l'inquadramento delle reclute stesse. Dopo il primo corso, ove codesto comando lo ritenesse opportuno, se ne potrebbero fare altri ·anche più numerosi, per le altre armate, traendo dalle armate stesse gli elementi idonei. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F. Morrone

DOCUMENTO N. 150

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 12204 di prot. G.M.

17 luglio 1918

OGGETTO : Produzione munizioni AL MINISTERO DELLE ARMI E MUNIZIONI per S.E. l'Onorevole Cesare NA VA Ho già fatto presente a V.E. col foglio 12002 G.M. del 9 corr. la limitata consistenza attuale delle munizioni di artiglieria, la scarsa produzione del mese di giugno, di fronte ai forti consumi avuti nella battaglia Astico-Piave, e la necessità di provvedere ad un adeguato incremento in detta produzione, proporzionando anche opportunamente le dotazioni specifiche dei vari tipi di artiglierie. Ho rappresentato anche a V .E. la necessità di raggiungere una consistenza totale di munizioni di 26.000.000 di colpi, sommando insieme le economie dei consumi ed il possibile aumento delle produzioni. Ma la possibilità, quale sembra delinearsi, che la nostra fronte sia fra non molto soggetta ad un nuovo attacco in forze, verosimilmente col concorso di truppe germaniche, impone di affrettare la costituzione di tale riserva, dando alla produzione il massimo incremento. Occorre, in sostanza, fare uno sforzo per raggiungere al più presto la consistenza dei 26.000.000 di colpi completi richiesti per costituire a tutte le artiglierie in linea 20 giornate di fuoco. Solo quando si sarà raggiunta la detta consistenza si potrà considerare il problema del munizionamento senza grandi preoccupazioni, qualunque siano gli avvenimenti che si matureranno sulla nostra fronte. Faccio pertanto vivo appello al patriottico concorso di V.E. perché dalle industrie del Paese adibite al munizionamento si ottenga quanto è assolutamente indispensabile perché si possano attendere con sicura fiducia i prossimi probabili eventi. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F .to Diaz


- 575 -

- 574DOCUMENTO N. 151

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 12707 di prot. G.M.

12 agosto 1918

OGGETTO: Produzione munizioni

Ministero.

AL MINISTERO DELLE ARMI E MUNIZIONI per S.E. l'Onorevole NA VA Facendo seguito al foglio 12204 G.M. del 17 luglio comunico a V .E. i seguenti dati: a) il completamento delle prime quindici giornate di fuoco per tutte le artiglierie in linea dovrebbe essere ultimato per la fine del corrente mese di agosto. b) Le rimanenti 5 giornate, che importano all'incirca 8.000.000 di colpi completi, cioè tutta la disponibilità dei proietti vuoti, dovrebbero essere pronte al più tardi per la fine di ottobre. c) Il consumo giornaliero delle munizioni alla fronte è, in questo periodo di attività estiva, notevolmente superiore a quello avuto nel semestre passato; si può calcolare che impegna più della metà della produzione. Quindi le economie sono scarsissime.

*

duzione nelle munizioni, faccio rilevare all'E.V. che la situazione non consente nessun compenso. Le esigenze e i consumi dell'esercito in linea sono in continuo aumento; ad essi devono corrispondere altrettanti aumenti nelle forniture e nella produzione del paese. Prego quindi l'E.V. di voler orientare in tal senso l'attività di codesto

**

Rinnovo perciò a V.E. la raccomandazione di volere ad ogni costo aumentare la produzione, sia per far fronte alle necessità sopraindicate, sia per ricostituire la riserva dei proietti vuoti, a cui giustamente V.E. tiene tanto. Nel mese di luglio la produzione giornaliera è stata di 88.300 colpi; 39.100 di m. e g. calibro, 49.200 di piccolo calibro. È molta, ma non ancora quanto è necessario per far fronte ai bisogni attuali, tanto più se si tiene conto della utilizzazione dei proietti vuoti.

*** Quanto poi alle possibili economie di acciaio e carbone da introdurre in altri campi della produzione bellica per far fronte all'armamento di pro-

IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F. to Badoglio


- 576-

- 577DOCUMENTO N. 152

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 14341 di prot. G.M.

DOCUMENTO N. 153

COMANDO SUPREMO DEL REGIO ESERCITO ITALIANO UFFICIO OPERAZIONI

22 ottobre 1918

OGGETTO: Produzione delle munizioni di artiglieria AL COMMISSARIATO GENERALE PER LE ARMI E MUNIZIONI - GABINETTO ROMA e per conoscenza: ALL'UFFICIO TECNICO ROMA Esaminata la situazione delle munizioni d'artiglieria del 30 settembre, qui annessa, questo Comando deve ancora richiamare l'attenzione di codesto Commissariato Generale sopra talune sentite deficenze, segnalate col foglio 12004 G.M. del 9 luglio, e sui provvedimenti che si rendono necessari e che hanno carattere di urgenza: 1° Permane sempre notevole disparità fra i munizionamenti dei diversi tipi di artiglierie, e cioè: a) forte eccedenza per i: C.254, C.203/45, C.152, Ob. e C.149 G., C.120/40, C.102, C.75 A., C.70 A., C.57 R.E., C.42; b) molto scarsi invece i munizionamenti delle artiglierie moderne, massime di quelle che hanno più largo impiego nel combattimento: M.210, C.65, C.105 p .c., C.149 A., C.75/ 906-11, Ob. 149 p.c. 2° Converrà sospendere, o almeno limitare più che possibile, la produzione per i prodotti delle categorie indicate al comma a), ed intensificare al massimo grado quella per i proietti di cui al comma b), specialmente per i M.210 e i C .65 M. Per i proietti delle categorie indicate al comma b) il computo del fabbisogno dovrà essere fatto tenendo conto delle nuove costruzioni in programma (quindi prendendo per base in ogni calibro il n. dei pezzi che si avranno al 31 dicembre) dei consumi ordinari giornalieri, e della necessità già segnalata di avere il munizionamento completo di 20 giornate almeno entro il prossimo marzo 1919. 3 ° È assolutamente necessario che la produzione non scenda mai al di sotto dei 100.000 colpi completi al giorno, dei quali almeno 25.000 di medio e grosso calibro. Mi sarà grato conoscere il programma di produzione che codesto Commissariato Generale vorrà concretare sulla base dei concetti sopra esposti. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to Diaz

N. 11878 di protocollo G.M.

1 luglio 1918

OGGETTO: Rifornimento munizioni AI COMANDI DI ARMATA ALL'INTENDENZA GENERALE e per conoscenza: AL COMANDO GENERALE DI ARTIGLIERIA ALL'UFFICIO TECNICO AL COMANDO GENERALE DEL GENIO Dall'esperienza fatta nel recente periodo di operazioni è risultato che il servizio rifornimento munizioni tra i depositi di artiglieria e le prime linee richiede ancora notevoli miglioramenti per poter assicurare il fuoco alle batterie in qualunque evenienza. Si accenna qui di seguito ai più importanti: I

O

Depositi munizioni dell'Intendenza Generale

Occorre aumentarne il numero e curare tra di essi una ben studiata ripartizione delle munizioni, in base alle esigenze effettive dei rifornimenti da fare alle singole armate (giornate di fuoco). Inoltre, in previsione di operazioni, sarà buona norma predisporre in precedenza presso ogni deposito treni già carichi, pronti a muovere alla prima richiesta. Per l'impianto dei nuovi depositi possono utilizzarsi i locali già esistenti a Crema, Cremona, Piadena (stazioni di Pontirolo e Medulfo) Mantova. Tanto questi depositi nuovi, quanto quelli avanzati già costituiti a Pontelongo, Monselici e Bevilacqua (foglio 11587 G.M. del 19 giugno) devono essere in carico alla Intendenza Generale, non alle Armate. Per i tre avanzati poi, resta sempre inteso che le munizioni in essi dislocate devono considerarsi come riserva da consumare solo in casi di estrema urgenza, durante le operazioni, e dietro autorizzazione di questo Comando. 2° Stazioni ferroviarie a) Le stazioni ferroviarie dei depositi dell'Intendenza Generale devono essere ingrandite e migliorate in modo da permettere non solo la spedi-


- 578 -

zione giornaliera alle Armate di tutti i treni consentiti dalla Direzione Trasporti, ma anche di ricevere regolarmente i treni di rifornimento, inviati ai detti depositi dal Ministero Armi e Munizioni e dalle fabbriche del Paese. b) Analoghi lavori di ampliamento devono farsi nelle stazioni delle singole Armate, per assicurare, anche nei periodi di massima affluenza, lo scarico ed il rinvio dei treni munizioni sempre in meno di 24 ore.

*** Occorrerà inoltre aumentare per ciascuna Armata il numero di dette stazioni di scarico, e specialmente quelle ravvicinate alle prime linee. Ciò allo scopo di ripartire i trasporti di autocarri (tra le stazioni e le batterie) sopra un maggiore numero di strade, e di accorciarne il più possibile il percorso, in modo da permettere agli autocarri stessi più viaggi nelle 24 ore. Una parte di questi lavori sono stati già iniziati sin dal maggio scorso (f. 10805 G.M . del 21 maggio) presso le varie Armate: occorre ora completarli al più presto e migliorarli in base all'esperienza fatta. Le stazioni che già si prestano a quanto sopra, sono: 7a Armata: Villa di Tirano, Edolo, Malonno, Vestone (Idro) 1 a Armata: Borghetto, Peri, Marano (presso Schio)

6a Armata: Marostica, Dueville

8a Armata: Fanzolo, Albaredo, Postioma o Paese 3a Armata: Treviso o Paese.

3° Comunicazioni tra le stazioni di scarico e la zona della batteria Le condizioni di trasporto tra le stazioni e le batterie sono ora deficienti presso quasi tutte le armate . La 4a, la 6a e la 7a Armata non possono trasportare più di 1/2 giornata di fuoco nelle 24 ore: tutte poi richiedono un numero di autocarri di gran lunga superiore alle disponibilità di questo Comando (specialmente la 1 a e la 6a). Bisognerà provvedere in ogni modo a migliorare tale condizione di fatto. Ciò si potrà ottenere oltreché coi provvedimenti già indicati per le stazioni di scarico, anche col migliorare ed aumentare le comunicazioni ed i mezzi di trasporto sussidiari (decauville, teleferiche, tranvie già in posto, ecc.). Raccomando a tutte le autorità interessate la massima cura e sollecitudine nello studio e nella risoluzione dei problemi accennati sopra.

- 579-

Si profitti dell'attuale periodo di sosta e si facciano lavori pratici, utilizzando in primo luogo e migliorando tutto quello che già esiste sul posto, e ricorrendo a nuovi impianti o lavori solo dopo aver ricevuto dal primo il massimo possibile. Prego riferirmi su quanto si sarà fatto in proposito . IL CAPO DI S.M . DELL'ESERCITO F.to Diaz


- 581 -

- 580DOCUMENTO N. 154

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 11901 di protocollo G.M.

1 luglio 1918

OGGETTO: Rifornimento munizioni AL SIGNOR INTENDENTE GENERALE e per conoscenza: AI COMANDI GENERALI DI ARTIGLIERIA E GENIO ALL'UFFICIO TECNICO A complemento del foglio 11878 G.M. odierno, segnalo a codesta Intendenza la necessità di esaminare e risolvere il problema dei rifornimenti munizioni alle armate soprattutto dal punto di vista ferroviario. Com'è noto, il numero dei treni occorrenti a rifornire una giornata di fuoco a tutte le artiglierie in linea è di oltre 80, mentre invece le condizioni attuali della rete ferroviaria tra il Po e le Armate non ne permettono che una ventina. Occorrerebbe poter raggiungere almeno la metà del fabbisogno totale, cioè oltre 40 treni al giorno; e ciò, ben inteso, anche per un periodo di molti giorni consecutivi. Prego V.S. di studiare e concretare i provvedimenti necessari per sanare tale gravissima deficienza. È inoltre di assoluta necessità aumentare ed accelerare i trasporti nell'interno delle armate 7•, 1•, 6· , 4• per le quali non sono sufficienti le strade e gli autocarri disponibili, anche tenuto conto dei miglioramenti prescritti col foglio 11878 sopracitato. L'unico provvedimento atto a risolvere il grave problema è di migliorare e completare la rete ferroviaria in modo da portare il più largo sussidio possibile ai mezzi di trasporti ordinari, troppo scarso essendo il rendimento che possono dare le ferrovie Decauville, alle quali converrà tuttavia dare frattanto il più largo sviluppo nei limiti dei materiali che sono disponibili e di quelli di cui potrà assicurarsi in seguito la produzione. Un tale completamento della rete ferroviaria è indubbiamente lavoro di mole e di lunga lena; ma, sebbene ci tro"viamo oggi in periodo operativo molto avanzato, non si deve desistere dall'affrontare energicamente il grave problema pel solo fatto che il rendimento di un tale lavoro non potrà aversi che a scadenza relativamente lunga. Di tale problema lascio lo studio a V.S .. Mi limito a additare, a titolo di semplice orientamento generico, che molto giovamento trarrebbero le ar-

mate 6· e 4• da due tronchi ferroviari che facessero capo rispettivamente verso Marostica e Asolo; che per la 1• armata converrebbe trarre il maggior rendimento dall'arteria della Valdagno fino a Recoaro e oltre; che nel territorio della 7• armata sarebbero molto utili i tronchi Vobarno-Idro e Tormini-Toscolano, e un notevole prolungamento delle ferrovie di Edolo e di Tirano. Prego V.S. di affrontare subito il grave problema e di volermi riferire quanto si ravviserà possibile di fare per risolverlo in misura adeguata all'importanza grandissima ch'esso riveste. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to A. Diaz


- 583 -

- 582-

DOCUMENTO N. 156

DOCUMENTO N. 155

R. ESERCITO ITALIANO -

INTENDENZA GENERALE DELL'ESERCITO

INTENDENZA GENERALE

SEZIONE ARTIGLIERIA

DIREZIONE DEI TRASPORTI

8 luglio 1918 N. 3258 di protocollo OGGETTO : Aumento del numero delle stazioni di scarico e della loro potenzialità di scarico in relazione al servizio rifornimento mu-

PROMEMORIA CIRCA I TRASPORTI FERROVIARI-MILITARI ESEGUITI DURANTE L'OFFENSIVA AUSTRIACA GIUGNO 1918 (per la pubblicazione sul Bollettino)

nizioni

I ~ovimenti ferroviari effettuati durante l'offensiva ebbero per iscopo essenzialmente i trasporti di truppa (strategici), i trasporti per munizioni e materi~li vari e quelli per lo sgombero dei feriti e malati (treni sanitari). L'mtenso movimento iniziatosi il 15 Giugno andò successivamente aumentando fino a raggiungere il massimo nei giorni 19, 20 e 21; esso superò nel complesso tutti i precedenti raggiungendo la media giornaliera di 194 treni. Per tale scopo fu necessaria l'attuazione da parte della Direzione Trasporti di speciali provvedimenti intesi a mantenere in ogni momento in ottime condizioni la circolazione nella rete ferroviaria interessata al movimento. Nulla fu trascurato per avere sempre le stazioni nella capacità massima di carico e scarico e le linee nella maggiore potenzialità inviando lungo ed alle teste di esse il personale direttivo della Direzione Trasporti per potere P_r~nta!11ente far _fronte agli eventuali inconvenienti. Solo in tal modo fu possibile 1 effettuazione del va~to programma di trasporti che richiese su una sola ~in~a -~ d~ppio binario ~l movimento di circa 74 coppie di treni al giorno, cioe pm di un treno ogm 20 minuti. Se poi si tiene conto che per il carattere urgente di quasi tutti i trasporti questi furono predisposti a mezzo di telegrammi con l'invio di circa 260 telegrammi al giorno e che nessun disguido o ritardo si verificò per tale fatto , si può facilmente dedurre quale complesso lavoro di organizzazione ha avuto per base il funzionamento degli enti_ addetti al servizio ferroviario-militare, ai quali ben corrisposero le Ferrovie dello Stato con l'abilità tecnica degli organi direttivi che fu pari alla patriottica attività di quelli esecutivi. Alcune stazioni teste di linea furono ripetutamente sottoposte al bombardamento da parte del nemico sia con tiri di artiglieria di grosso calibro sia mediante incursioni aeree, ma il servizio fu solo temporaneamente sospes~ in qualche stazione più avanzata che il nemico minacciava da vicino; mai il bomb~rdamento fece sospendere il lavoro nelle stazioni. I ferrovieri del genio provvidero sempre con ammirabile prontezza a riattare i danni causati dai tiri nemici, gli ufficiali dei Comandi Militari di stazione ed il personale delle ferrovie, animati da profondo sentimento del dovere, continuarono in ogni occasione ad adempiere il loro delicato ed importante servizio .

ALLE INTENDENZE 1a, 3a, 4\ 7a, 9a ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO TECNICO AI COMANDI DI ARMATA AL COMANDO GENERALE D'ARTIGLIERIA. AL MINISTERO ARMI E MUNIZIONI ALLA DIREZIONE TRASPORTI È stato ancora una volta notato come presso alcune stazioni ferroviarie nella zona delle Armate, lo scarico dei vagoni munizioni in arrivo proceda con molta lentezza, sicché durante la giornata si accumulano talvolta molti vagoni che non potendo essere scaricati ingombrano inutilmente le stazioni, inutilizzano del materiale e intralciano il regolare andamento del traffico ferroviario a danno anche degli altri servizi . Tale grave inconveniente oltre a pregiudicare notevolmente il servizio ferroviario diminuendone la sua potenzialità giornaliera ostacola e ritarda seriamente il rifornimento munizioni specialmente durante i periodi di operazioni intense. Sono già note a tutti le difficoltà non lievi che s'incontrano appunto durante tali periodi, per far fronte al trasporto dai Depositi Centrali ai Magazzini Avanzati, delle ingentissime quantità di munizioni necessarie. Tali difficoltà evidentemente aumentano ancora se i treni munizioni debbono essere fermati per intere giornate nelle stazioni precedenti a quelle di arrivo o addirittura nelle stazioni di partenza in attesa che siano scaricati

r

i primi treni giunti. È quindi una questione di vitale importanza che va studiata attentamente e risolta con molta cura mediante accordi fra Intendenze d'Armata e Comandi d'Artiglieria d'Armata e Delegazione Trasporti. I provvedimenti principali che s'impongono sono: 1° Aumentare più che sia possibile le stazioni di scarico, fissando per ciascuna di esse in vagoni la capacità massima di scarico giornaliera, in relazione alla potenzialità ferroviaria e alla disponibilità dei mezzi di scarico.


-584-

- 585 -

0

. 2_ Intensificare le operazioni di scarico in modo che ogni stazione utihzzab1le possa essere sfruttata al massimo della sua capacità di scarico.

fra

. 3 ° Suddividere le richieste di munizioni le varie stazioni di scarico 1~ modo _che per ciascuna di esse non sia superato giornalmente il numero d1 vagom consentito dal limite massimo di scarico sopra stabilito. _4° -~redisporre le cose in modo che i vagoni non appena giunti siano scancat1_1m'!1ediatamente evitando così l'intasamento delle stazioni e l'arresto qumd1 della circolazione ferroviaria. ,. Raccoma~d? alle Intendenze il massimo interessamento nell'esaminare 1 1~portant1ss1ma questione che costituisce la base per assicurare il buon f~nz10na_~e~to d~l rifornimento munizioni, anche durante le fasi di maggiore att1v1ta belhca. Gradirò conoscere le disposizioni prese al riguardo. L'INTENDENTE GENERALE DELL'ESERCITO Zaccone

DOCUMENTO N . 157

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

11 agosto 1918 PROMEMORIA

Argomenti trattati nella riunione tenuta stamattina tra rappresentanti della Direzione Trasporti, dell'Ufficio Operazioni e dell'Ufficio Tecnico, relativamente ai provvedimenti che si stanno studiando ed attuando per migliorare il servizio di rifornimento munizioni.

*** 1° Provvedimenti nei depositi centrali

Si è aumentato il numero dei depositi, aggiungendovi Crema, Cremona, Piadena, Mantova. Si stanno ingrandendo le stazioni di carico, specialmente quelle di Bologna e Piacenza. A lavori ultimati (fine di settembre) i depositi centrali potranno spedire giornalmente 45 treni munizioni al giorno cioè più della metà della giornata totale di fuoco (85 treni), vale a dire quanto è stato richiesto da questo Com. Supr.. 2° Provvedimenti nella rete ferroviaria tra Po e Veneto Nelle condizioni attuali la Direzione Trasporti può riservare solo una 20 na di treni al giorno al servizio munizioni. Per passare ai 45 richiesti, ha studiato la nuova ferrovia Legnago-Berici-Poiene (70 km.) . Il primitivo progetto per detta ferrovia richiede 18 mesi di lavoro: però il rappresentante della Direzione Trasporti (Colonn. Aiò) ha detto che intensificando molto i lavori si potrà contare di averla per la primavera del 1919. Fa assegnamento sul concorso delle Ferrovie dello Stato, con cui ha già fatto pratiche favorevolmente. Si stanno inoltre eseguendo notevoli lavori di ampliamento nella stazione di Padova; di essi i più importanti (nuovi finora) saranno ultimati per fine settembre. 3 ° Provvedimenti nelle varie armate

Tutte le armate devono ridurre il numero degli autocarri occorrenti per il trasporto dalle stazioni di scarico alle batterie (ora ne occorrono oltre 6.000 complessivamente); quindi costituzione di nuove stazioni di scarico, prossi-


- 586-

- 587-

me alle I e linee, ampliamento delle vecchie. Inoltre le Armate 73, 63, 4a e parzialmente anche la I a, devono raddoppiare le loro condizioni di traffico - per passare a 1/2 giornata di fuoco, alla giornata intera.

ta continuano a permanere cattive, e peggioreranno sempre più coi prossimi aumenti di artiglierie e truppe. ·* * *

rARMATA a) In Val Giudicarie si è studiato la prosecuzione della Ferrovia elettrica Brescia-Vestone-Idro fino a Ponte Caffero, e poi anche Storo. Per ora si applicherà la trazione a vapore, in seguito quella elettrica (come già nel tratto Brescia-Idro). Sono stati chiesti i materiali necessari all'America. I lavori sono già iniziati: tempo necessario 5 mesi. b) In Val Camonica si sta studiando l'utilizzazione della tramvia Bergamo-Lovere-Breno come sussidiaria della Rovato-Breno-Edolo. c) Non è possibile la prosecuzione della ferrovia tra Edolo e Ponte di Legno, per i grandi lavori che occorrono. Bisognerà limitarsi ai trasporti camionabili ed alla filovia. L'Armata sta costruendo una nuova rotabile nell'altra riva dell'Oglio. 6a ARMATA

Si sta costruendo il tronco Dueville-Marson con diramazione verso Calvene. Alle stazioni di scarico di questa nuova linea fanno capo varie filovie che portano sull'Altipiano. I lavori sono già iniziati: potranno essere ultimati per la 2 a quindicina di novembre. 4a e sa ARMATA

Si è progettasto il tronco nuovo Castelfranco-e. Fallier-C. Vescovo (a sud di Asolo). In queste due ultime località si faranno due stazioni da servire rispettivamente: alla 4a Armata per la zona Tomba-Monfenera, alla sa per la zona Monfumo-Cornuda. I lavori in parola, se iniziati subito saranno ultimati per fine novembre. Occorre l'approvazione di questo Comando. 1a ARMATA

II rendimento della attuale tramvia di Valdagna è scarsissimo e suscettibile di pochi miglioramenti. Occorrerebbe riarmarla con nuovi materiali e modificarne in vari punti il tracciato, per permettere il transito ai veicoli delle nostre ferrovie. La Direzione Trasporti non ne ha ancora fatto lo studio completo; ritiene però che i lavori siano lunghi. Quindi le condizioni logistiche di tutta la parte centrale della I a Arma-

I lavori sopraddetti sono tutti egualmente urgenti ed importanti. Tuttavia siccome non sarà possibile farli contemporaneamente, si propone di dare ~er ora la precedenza ai tronchi, già studiati, del ~~go d'Idri?, di Marson e di Asolo, cioè delle Armate 7a, 6a, 4a nelle quah e necessano risolvere una buona volta la questione della 1/2 giornata di fuoco. Contemporaneamente si inizierebbero i lavori più lunghi della LegnagoPoiana e si porterebbe al massimo Io sfruttamento delle tramvie di val Cavallina e di Val d' Agno, togliendole alle Società private. Nel prossimo autunno, ultimati i lavori delle linee dette sopra, si intensificherebbe tutta la nostra attività sulla arteria di Poiana e sulla trasformazione delle due tramvie, in modo da essere completamente a posto per la ventura primavera in tutti i settori di più probabile impiego di nuove forze. E ciò non solo per risolvere ampiamente il problema del rifornimento munizioni ma anche per far fronte a tutte le altre esigenze delle eventuali operazioni che non mancheranno di svolgersi nelle zone sopra considerate.

*** I materiali ferroviari per le sopraddette costruzioni ci sono. Costituiscono però la Riserva ferroviaria, che occorrerà rifare al più presto, per tenersi sempre in grado di far fronte a nuove esigenze. Tale ricostituzione deve essere fatta col concorso degli alleati. La Direzione Trasporti fornirà al più presto gli elementi necessari per le richieste.

*** Riepilogo Decisioni da prendere subito. Approvare il tronco di Asolo (4 a Armata). Approvare la tranvia di Idro, al posto della Decauville proget~ata come ripiego dalla 7a Armata, ed iniziata, col tracciato della tramv!a. . Far assumere alla Direzione Trasporti le tranvie di Val Cavallma e d1 Val d'Agno. Iniziare i primi lavori dell'arteria Legnago-Poiana, coll'aiuto delle Ferrovie dello Stato.

Annotazione apposta al promemoria: «approvati tutti da S.E. il Sot- . tocapo».


- 589-

- 588DOCUMENTO N. 158

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

Riservato personale N. 12233 G.M.

17 luglio 1918

OGGETTO: Fabbisogno di autocarri in vista di una prossima ripresa offensiva nemica sulla nostra fronte A S.E. IL GENERALE ROBILANT - Rappresentante italiano presso il Consiglio Supremo di guerra VERSAILLES Dal complesso delle notizie che da qualche tempo giungono a questo comando e dall'esame complessivo della situazione, si deve dedurre che a non lontana scadenza potremo trovarci a sostenere un nuovo poderoso sforzo nemico, con intervento di truppe germaniche. La superiorità di forze che avremo in tal caso di fronte, e le caratteristiche della tattica tedesca, basata sulla sorpresa e sulla velocità, fanno si che la fiducia nel successo nostro non possa essere fondata che sulla possibilità dei rapidi spostamenti delle riserve. E poiché i trasporti ferroviari sono, per deficienza di materiale rotabile e per altre ragioni insite nella natura stessa del mezzo, inadeguati allo scopo, è gioco forza fare larghissimo assegnamento sui trasporti per autocarri. L'esperienza del fronte francese è troppo eloquente perché occorrano altre dimostrazioni. In ferrovia noi possiamo trasportare al massimo una divisione ogni tre giorni. Occorre invece poter fare il trasporto di non meno di tre divisioni in una stessa giornata; e ciò senza compromettere in alcun modo la possibilità degli altri rifornimenti, tra cui in primo luogo quello delle munizioni. Il trasporto di tre divisioni richiede 3300 autocarri efficienti al minimo (1100 per div.). Per assicurare il rifornimento delle munizioni durante una grande battaglia ci occorre avere disponibili 2700 autocarri 1 da adibirsi esclusivamente 1 Nota. Aumento necessario alle armate per il trasporto delle munizioni e di altri mate' riali durante un 'azione offensiva nemica: 7• armata 500 autocarri armata I" 1100 autocarri armata 1000 autocarri 6" 4• armata 800 autocarri ga armata 400 autocarri 3• autocarri armata 600

Totale 4400 Considerando che non tutte le armate potranno essere attaccate contemporaneamente, ma che un attacco nemico possa interessare contemporaneamente 6", 4•, 8" e 3• (come nella recente offensiva) oppure 7", 1• e 6", si vede che per i rinforzi alle armate occorre poter fare assegnamento su 2700 autocarri circa.

a questo servizio. In complesso occorrono quindi 6000 autocarri a disposizione del Comando Supremo per la durata della battaglia. Oggi il Comando Supremo dispone di una riserva di 1000 autocarri. È quindi indispensabile poter ottenere entro un breve spazio di tempo (un mese al massimo) un aumento di altri 5000. Durante la recente offensiva nemica la fortunata circostanza di aver potuto fin dal primo giorno arrestare l'azione avversaria su tutta la fronte montana, consentì di concentrare tutti gli scarsi mezzi di cui si disponeva (circa 1800 autocarri) sulla fronte delle armate in piano. Tuttavia, pur avendo la massa delle riserve già gravitante verso quella fronte, questo comando ebbe a trovarsi nelle più difficili condizioni e solo riuscì a superare la crisi ricorrendo a mille espedienti e ad uno sfruttamento dei mezzi e delle energie che solo la brevità relativa dello sforzo nemico potè consentire. I conduttori degli autocarri di riserva sono rimasti per 56 ore consecutive al volante. Ma è questo uno sforzo sul quale non si può e non si deve fare assegnamento per un'altra volta. L'aumento di autocarri indicato è perciò condizione vitale per poter affrontare con fiducia i prossimi eventi. L'industria nazionale, per quanto stimolata al massimo grado, e pur tenendo conto della sospensione delle esportazioni, non potrà concorrere che in misura relativamente esigua, dato il breve termine entro cui è necessario provvedere. Occorre perciò che contemporaneo concorso ci sia dato dagli Alleati, sotto forma d·' un prestito di almeno 3000 autocarri da consegnarsi per metà subito oppure al termine delle presenti operazioni in Francia, metà al momento in cui sia segnalata imminente la ripresa offensiva nemica sulla nostra fronte. Per la restituzione potrebbe essere studiato un termine di tre mesi dalla consegna della prima aliquota; potendosi restituire la seconda al termine delle operazioni. Faccio pertanto vivo appellL l'opera dell'E.V. perché si ottenga questo indispensabile concorso dagli Alleati; nei quali è necessario far penetrare la convinzione che una qualunque forma di risposta dilatoria, o peggio un eventuale rifiuto, metthebbe in serio e quasi sicuro pericolo la nostra fronte nel caso di nuova offensiva nemica. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to Diaz


- 591-

- 590DOCUMENTO N. 159

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO SEGRETERIA"

20 luglio 1918 OGGETTO: Conclusioni della riunione tenuta il 20 luglio 1918 presso il Comando Supremo circa gli autocarri occorrenti all'Esercito

Costituzione parco trattrici art. assedio Aviazione ed eventuali minimi bisogni territ. TOTALE

(totale 300 autocarri)

114 autocarri

(totale 342 autocarri)

1000 autocarri

al mese

III

I

Tenendo conto delle esigenze normali delle armate, del Comando Generale Genio, ecc. il Comando Supremo dispone alla data odierna di circa 1000 autocarri come riserva a sua completa disposizione. II Il fabbisogno per l'esercito si può così concretare: a) altri 5000 autocarri per portare la riserva del Comando Supremo a 6000 autocarri; b) 1000 autocarri da ricevere mensilmente per far fronte ai reintegri ed alle previste nuove assegnazioni. Questo fabbisogno mensile si può così analizzare (pel trimestre luglio-agosto-settembre): reintegri rendere autocarreggiati 5 comp . pont. rendere autocareggiati 3 regg. art. ora da posizione (32°, 35°, 43 °) rendere autocarreggiati metà dei rip. cassoni dei regg. da camp. e delle batterie pes. camp. autocarreggiare 10 gruppi di nuove batterie pesanti campali attuare metà del programma del servizio radio telegrafico (1 sez. per corpo d'Armata) Albania e Macedonia

100 autocarri

300 autocarri 16 autocarri

(totale 50 autocarri)

90 autocarri

(totale 270 autocarri)

200 autocarri

(totale 600 autocarri)

100 autocarri

(totale 300 autocarri)

50 autocarri 30 autocarri

(totale 150 autocarri) (totale 90 autocarri)

Il Ministero Armi e Munizioni dà affidamento che verranno conegnati: nel mese di luglio nel mese di agosto nel mese di settembre TOTALE

1267 1450 1650 4367

autocarri autocarri (e forse 250 in più) autocarri (e forse 150 in più) autocarri (e forse 400 in più)

Sicché è possibile: - far fronte al fabbisogno mensile di ciascuno dei 3 mesi, - ed assegnare il rimanente alla riserva, che si accrescerà così di 43673000 = 1367 autocarri (e forse di 1767). Cosicché la riserva del Comando Supremo fino a settembre sarà di 2367 autocarri (e forse di 2767 autocarri). IV

a) Da ottobre in poi la produzione nazionale di autocarri sarà presumibilmente di 1800 al mese, sicché ne potranno essere dati 1000 al fabbisogno mensile e 800 per la costituzione della riserva, e quindi ove non si ricorra all'estero, la riserva di 6000 autocarri non potrà essere costituita che dopo 4-5 mesi e cioè solo al febbraio 1919. b) Il Ministero A . e M. ha perciò telegrafato in America per vedere se si possono acquistare 3000 o almeno 2000 autocarri senza carrozzeria. Sarà difficile però che si trovino di un tipo buono e unico, che anche se trovati possano giungere presto ed essere presto rimontati. Ad ogni modo si attende la risposta per poter decidere. c) Il Comando Supremo ha richiesto agli inglesi la cessione di 2000 autocarri, e poiché gli inglesi hanno per ora dichiarato non potere aderire alla richiesta, si è nuovamente interessato Lord Cavan recantesi in Inghilterra, per cercare di avere l'adesione. d) S.E. Nitti s'è recato a Parigi ove richiederà agli alleati la cessione di 2000 autocarri, oppure (secondo quanto s'è scritto a S.E. di Robilante fatto comunicare anche a S.E . Nitti l'imprestito di 3000 autocarri (1/2 su-


- 592-

bito, 1/2 nell'eventualità di imminente offensiva austriaca) da restituirsi la prima metà entro 3 mesi e l'altra metà al termine delle operazioni.

- 593 DOCUMENTO N . 160

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

V

a) La requisizione nel paese darà al massimo 400 autocarri, ma poiché 200 sono da dare al Ministero degli approvvigionamenti e consumi, ed alcuni altri che occorrono per bisogni vari interni, il Ministero A. e M. ritiene opportuno che non si faccia assegnamento su tale cespite. b) Non vi è più alcun impegno di forniture di autocarri a Stati od enti stranieri od interni. VI Circa la benzina: il consumo medio attuale è di 9000 tonnellate al mese; col solo aumento degli autocarri corrispondenti alle nuove assegnazioni il consumo mensile accrescerebbe di circa 1500 tonnellate. In cifra tonda il consumo mensile diventerebbe quindi di 10.500 tonnellate; e poiché occorre avere in zona di guerra la benzina per un mese occorrerebbe avere 10.500 tonnellate mensili. Inoltre il fabbisogno mensile corrispondente all'accrescimento della riserva di 5000 autocarri sarebbe di 2500 tonnellate, ma poiché le riserve sono appunto impiegate nei periodi di maggior lavoro, si attrib_uisce ad esse in cifra tonda il consumo mensile di 4500 tonnellate. In conclusione il Ministero Armi e Munizioni gradatamente, coll'accrescimento degli autocarri, porterà la dotazione di benzina della zona di guerra a 15.000 tonnellate (fabbisogno di un mese per tutti gli autocarri).

15 agosto 1918 Promemoria per S.E. il Capo di S.M. dell'Esercito sulla cessione alla Francia di autoveicoli Fiat

Riferisco a V.E. quanto segue sulla conferenza tenutasi in Torino il 12 corrente tra i Rappresentanti dei Governi Italiano e Francese, alla quale ho partecipato quale Delegato di questo Comando, conferenza che aveva per iscopo l'eventuale cessione di autoveicoli al Governo Francese. All'inizio della conferenza mi son trovato di fronte ad un fatto nuovo, ignorato dal C.S.: la Convenzione del 4 agosto firmata a Parigi dalle LL.EE. i Ministri Nitti e Louscheur con la quale gli impegni anteriori stipulati dai due Governi circa la cessione alla Francia di 1/3 produzione Fiat venivano formalmente mantenuti in vigore (Allegato n . 1) (Allegati omessi) . Tale cessione era stata sospesa dal nostro Governo con le note disposizioni, tendenti ad assicurare la completa produzione Fiat all'Esercito. In conseguenza della predetta Convenzione 4 agosto il Delegato Francese chiedeva: 1° La consegna di 816 autocarri BL residuo delle anteriori commesse per le quali la Francia aveva fornito le materie prime alla Fiat e da questa impegnate per le nostre forniture - da iniziarsi subito e da ultimarsi in breve periodo di tempo; 2° la fornitura di 2000 autocarri XV Ter. con relativi pezzi di ricambio quale programma per il 2° semestre 1918, fornendo la Francia le materie prime; 3° la fornitura di vetture, chassis di vario tipo, fornendo materie prime. L'impegno concluso da S.E. il Ministro Nitti avrebbe potuto portare non lievi conseguenze, qualora fosse subito entrato in vigore e la Fiat non avesse potuto garantire all'Esercito la consegna della quantità di autocarri mensilmente (1700 autocarri). Ho dichiarato, anzitutto, che non si doveva parlare di cessioni alla Francia prima dell'epoca in cui non fosse costituita la riserva a noi indispensabile di 6000 autocarri (marzo 1919). Il Delegato Francese ha risposto che su tali basi era impossibile discutere perché contrarie all'accordo stipulato il 4 agosto e che, se fossero mantenute, sarebbe stato costretto a telegrafare al proprio Governo proponendo la sospensione dell'invio delle 30000 granate ad yprite, che lo scopo del-


- 594-

la conferenza non era quello di annullare e modificare sostanzialmente tale convenzione, ma di concretare con la buona volontà delle parti le modalità delle cessioni in modo soddisfacente per i due Governi . Il punto di vista francese perché fosse accettabile, senza compromettere le nostre forniture di autocarri, presumeva la possibilità da parte della Fiat di una produzione tale da garantire anzitutto il minimum del nostro fabbisogno e l'esistenza, poi, di un margine sufficiente per le cessioni dovute alla Francia, cosa che sembrava impossibile, date le formali assicurazioni di detta Società al Ministero A. e M. che escludevano ogni possibilità di portare la produzione mensile oltre i 1700 autocarri (allegati N. 2 e 3). Interpellata la Fiat, si ha avuto, con vera sorpresa, l'assicurazione (allegato n. 4) che essa avrebbe potuto da ottobre in poi costruire 2200 autocarri mensili, purché il nostro Governo avesse adempiuto alcune condizioni, oltre alle 8 condizioni formulate nella lettera 7 agosto (Allegato N. 3). E ciò indipendentemente dalla nuova consegna di 2000 autocarri XV Ter e degli altri sopraccennati veicoli richiesti dal Governo Francese. Ciò dimostra come la Fiat sia in grado di produrre assai di più di quello che non abbia segnalato al Governo ed a condizioni non certamente inattuabili, o gravose per esso (La Fiat provvederebbe al trasporto materie prime dall'America con proprio tonnellaggio). A me ed al Colonnello Gargano è rimasta l'impressione che la Fiat abbia agito in tal modo per ottenere soprattutto dal Governo la stipulazione di nuovi contratti in base a maggiori compensi - (comma d, allegato N. 4) . Dopo di che, avendo il Colonnello Gargano esclusa la possibilità da parte del Ministero A. e M. di provvedere le materie prime alla Fiat per sfruttare a nostro vantaggio la sovraproduzione, ed in base alle nuove istruzioni telegrafiche avute da questo Comando, ho dichiarato, d'accordo col Rappresentante del Ministero predetto, di aderire alla domanda del Governo Francese: lasciare, cioè, a disposizione di esso la sovraproduzione degli autocarri, purché si accettassero le seguenti condizioni: 1° che la convenzione stipulata da S.E. Nitti a Parigi entrasse in vigore nel mese di aprile 1919 (cessione del terzo di produzione della Fiat); 2 ° che la consegna degli 816 autocarri B .L. fosse ripartita a piccole aliquote in 6 mesi a partire dal mese di ottobre, subordinatamente, però, alla consegna mensile dei 1700 autocarri al nostro Esercito, che dovrebbe - in ogni caso - avere la precedenza; 3° che tanto per gli 816 autocarri BL quanto per gli altri autoveicoli il Governo fosse esonerato dal somministrare alla Fiat le materie prime necessarie.

- 595 -

Accettate queste condizioni, dopo lunga discussione, si è redatto l'accordo (Allegato N. 5), che ho dichiarato però di non sottoscrivere, non ritenendo che il Comando Supremo debba comunque direttamente intervenire in documenti del genere, di esclusiva competenza ministeriale. E ciò, per non impegnare in alcun modo il Comando Supremo. IL COLONNELLO F.to Maravigna


- 596-

- 597 DOCUMENTO N. 161

COMANDO 7a ARMATA -

STATO MAGGIORE

N. 4022 Op.

29 giugno 1918

OGGETTO: Operazione offensiva A S.E. IL TEN. GENERALE CONTE VITTORIO CAMERANACTE. III C.D' A. A. S.E. IL TEN. GENERALE PIER LUIGI SAGRAMOSO - CTE. XIV C.D'A. A S.E. IL TEN. GENERALE FRANCESCO GRAZIOLI - CTE. C.D'A. D'ASSALTO AL SIG. BRIG. GEN. FEDERICO BAISTROCCHI- CTE. D'ART. D'ARMATA Il Comando Supremo ordina che, sfruttando l'attuale stato di disorganizzazione dell'esercito austriaco in seguito alla fallita offensiva della Piave, e prima che il nemico possa riavere dal grosso scacco subito nei giorni scorsi, sia effettuata sulla fronte dell'armata una operazione offensiva. COMPITO. - Con operazioni concomitanti da effettuarsi in Valcamonica e nelle Giudicarie, aventi per direttrice generale di orientamento Tione, portare la nostra occupazione all'incirca sulla linea Tonale austriacoCrozzon del Diavolo-Gavérdina, approfittando con decisione di tutti quegli altri vantaggi che le circo~tanze del momento renderanno possibile conseguire. CONCETTI GENERALI DELL'OPERAZIONE 1° Nelle Giudicarie: azione energica di sfondamento, intesa ad oltrepassare le difese del campo trincerato di Lardaro. Modalità: a) ad oriente del solco delle Giudicarie, azione principalmente tendente all'attacco a fondo della dorsale del Cadria sino ad oltrepassare il parallelo dei forti del campo trincerato di Lardaro con primo obbiettivo il Nozzolo-Cadria ed obbiettivo successivo la Gaverdina. Contemporaneamente ad oriente della Val Concei intense azioni di fuoco di artiglieria ed eventuali azioni di fanteria intese a tenere impegnate le forze avversarie, togliendo ai difensori del Cadria l'appoggio delle artiglierie postate ad est della Valle Concei ed impedire lo spostamento di truppe nemiche verso ovest; b) ad occidente del solco delle Giudicarie azione secondaria con ob-

biettivo di primo tempo Dosso Brull e Dosso dei Moti, di secondo tempo il Cengledino. 2° In Val Camonica azione energica in regione Tonale-Adamello da svolgersi con modalità analoghe a quelle già studiate precedentemente (studio trasmesso dal comando del III corpo d'armata col foglio 137 S.M. in data 4 cte), a cavallo della direttrice del Tonale e di Val Genova, modificate per adattarle al caso presente, e tendenti ad impegnare fortemente il nemico in Val Vermiglio e c0nseguire quei progressi che consentano, allargandoli, di collegare anche nello spazio l'azione di Val Camonica con quella nelle Giudicarie. 3° Operazioni offensive secondarie partenti dal settore M. Fumo-Val di L~no, intese a sfruttare i successi conseguiti dalle operazioni 1° e 2° per guadagnare terreno sulla sinistra del Chiese, dalla testata di Val di Fumo alla Valle Danerba, compresa, e costituire come un anello di congiunzione tra l'operazione delle Giudicarie e quella della Valcamonica. RIPARTIZIONE DEI COMPITI E FORZE ASSEGNA TE L'azione a) (N. 1 precedente) è affidata a S.E. il tenente generale Graziali, comandante del corpo d'ar!]lata d'assalto, che avrà a sua disposizione un corpo d'armata su tre divisioni; l'azione b) è affidata a S.E. il tenente generale Sagramoso, comandante del XIV corpo d'armata, che avrà a sua disposizione un corpo d'armata su una divisione, una brigata di fanteria ed un gruppo alpino (il 18°). Spetta a S.E. il ten. generale Sagramoso provvedere anche a coprire la valle del Chiese. L'operazione di cui al n. 2° è affidata a S.E. il comandante del III corpo d'armata, incaricato altresì di condurre l'azione sulla sinistra di Val di Fumo, coordiriandola a quella di cui alla lettera b) del r_i. 1°. Forze da impiegare per le due azioni 2° e 3° quelle attualmente dipendenti dal III corpo d'armata. RISERVA DI ARMATA. brigata di fanteria.

È costituita da una divisione e da una

ARTIGLIERIE. - Oltre alle artiglierie ora dislocate sulla fronte dell'armata verranno assegnate per l'operazione dal comando supremo altre batterie di medio e grosso calibro, da montagna e di bombarde. Il comandante dell'artiglieria d'armata gen. brigadiere Baistrocchi, sulla base delle direttive da me ricevute, disporrà per la ripartizione delle batterie nuove assegnate, per gli spostamenti che si rendessero necessari di quelle già esistenti da un settore ad un altro dell'armata, e per lo schieramento di tutte le artiglierie.


- 598-

- 599-

Sin d'ora, e per l'operazione, regolerà tutto quanto ha tratto all'impiego di tutte le artiglierie sulla fronte dell'armata (studi, schieramento, addestramento, tiri di inquadramento, ecc.).

segreto . Sia vietata qualsiasi comunicazione telefonica che all'operazione si riferisca e sia fatto presente alle autorità interessate che qualsiasi trasgressione al presente ordine è da considerarsi reato. I comandi di grande unità diano tassativi ordini agli organi dipendenti incaricati della censura telefonica e siano severi - come io lo sarò - nel reprimere mancanze che venis-

EPOCA DI PREVISTO SVOLGIMENTO

Da quan~o è detto precedentemente, emerge la convenienza di non protrarre oltre il tempo minimo necessario la data di esecuzione dell'operazione, che secondo le intenzioni del comando supremo non dovrà essere prorogata oltre il 20 del prossimo luglio.

*** Mi riservo di far noto quando S.E. il ten. gen. Grazioli dovrà prendere il comando del-corpo d'armata che opererà ad oriente del Chiese. Resta inteso che sino a che non verrà da me diversamente stabilito, l'autorità del comandante del XIV corpo d'armata resta piena ed assoluta, quale è attualmente, su tutta la zona e su tutte le truppe ora dipendenti dal XIV corpo d'armata. È di competenza di S.E. il ten. generale Grazioli la preparazione tattica della operazione che a lui sarà affidata. Prego S.E. il ten. generale Sagramoso di agevolargli in tutti i modi tale compito, mettendolo in pari tempo al corrente degli studi fatti in precedenza. Al comand" del XIV corpo d'armata incombe altresì la preparazione logistica inerente a tutte le operazioni delle Giudicarie, in intelligenza per il settore ad est del Chiese col comando del corpo d'armata d'assalto. Intanto prego le LL.EE. i comandanti di corpo d'armata di trasmettermi possibilmente entro il 5 luglio p.v. un progetto sommario dell'operazione, per la parte che li riguarda, e con riserva di inviarmi al più presto - dopo l'approvazione da parte mia del progetto sommario - il progetto particolareggiato dell'operazione stessa. È necessario perciò che senza indugio il comandante d'artiglieria d'armata fornisca alle LL.EE. i comandanti di corpo d'armata i dati necessari. Spetta ai comandanti dei corpi d'armata III e XIV lo studio del problema logistico, segnalandomi d'urgenza i mezzi che ritengono ancora necessari per la sua risoluzione. Il comandante d'artiglieria mi trasmetterà per la stessa data un progetto d'insieme per l'impiego delle artiglierie.

*** SEGRETO SULL'OPERAZIONE. - Sull'esecuzione dell'operazione e sui preparativi ad essa inerenti deve essere mantenuto il più assoluto

sero segnalate. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE L'ARMATA F.to Tassoni


-600 -

- 601DOCUMENTO N. 162

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 12206 di protocollo G .M.

16 luglio 1918

OGGETTO: Movimenti di artiglierie AL COMANDO DELLA 7a ARMATA Sospesa l'azione progettata per le Giudicarie, codesta armata assumerà schieramento difensivo, convenientemente rinforzato per far fronte, al- · meno in primo tempo, ad eventuali operazioni nemiche. Perciò del nucleo di artiglierie avute recentemente codesta Armata conserverà solo le batterie sottoindicate: 1 batteria di obici da 305

Lo schieramento difensivo deve essere fatto seconcfo le norme date col foglio 12118 G.M. dell'll luglio e deve prevedere l'eventuale cessione ad altri settori, nel caso che quello della 7a Armata non sia attaccato, di: 2 + 3 gruppi di cannoni ed obici pesanti campali. I movimenti per passare dallo schieramento attuale a quello difensivo, devono essere tenuti il più possibile nascosti al nemico, compensando la diminuzione dei pezzi con un fuoco alquanto più vivace da parte delle batterie rimaste in posto. A tale scopo si autorizza codesto Comando a tenere. i limiti di consumo prescritti col foglio 11935 G .M. del 3 luglio calibro rispettivamente a 4 colpi giornalieri dei m. calibro è 6 colpi di piccolo calibro, per tutto il rimanente periodo di Luglio. I movimenti sopraindicati devono essere fatti al più presto, e regolati da codesto Comando, che prenderà direttamente coi Comandi riceventi e colla Direzione Trasporti gli accordi del caso.

1 batteria di mortai da 260

IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

7 batterie di mortai da 210 4 batterie di bombarde da 240 3 batterie di cannoni da 105 p.c. 3 batterie di obici da 149 p.c.

del XXV corpo d'armata

che insieme col rinforzo di pezzi che stanno affluendo dal paese per tutte le batterie antiquate, si ritiene per ora sufficiente agli scopi detti sopra. Tutto il resto sa(à ceduto alle unità nella misura sottoindicata: 2 gruppi cn. 149 A (24 pezzi) alla 1 a Armata 1 gruppo cn. 149 A (12 pezzi) alla sa Armata

1 gruppo cn. 149 A (12 pezzi) alla 3a Armata 1 gruppo cn. 105 (12 pezzi) al XXX c.d'a. (4a Armata)

1 gruppo ob. 152 I (12 pezzi) al Corpo Britannico (6a Armata) 2 gruppi cn. 105 p.c. (14 pezzi) a traz. meccanica alla Riserva (Legnago)

1 gruppo cn. 149 p.c. (12 pezzi) a traz. meccanica alla Riserva (Legnago) 1 gruppo cn. 102 (12 pezzi) a traz. meccanica alla Riserva (Legnago) 2 gruppi cn. 65 mont. alla Riserva (Legnago) S'intende che i gruppi da passare alle Armate sa, 3a, 4a e 6a sono quelli stessi costà assegnati col foglio 11838 del 28 Giugno.

***


-602-

- 603 -

,

VANTAGGI DELL 'OPERAZIONE. - I vantaggi di una tale linea rispondono a quanto ho enunciato più sopra, e cioè:

DOCUMENTO N. 163

COMANDO DELLA 4a ARMATA -

STATO MAGGIORE

UFFICIO OPERAZIONI

N. 13432 di prot. op.

- le posizioni raggiunte costituirebbero appigli tattici più forti degli attuali e dominerebbero il terreno antistante;

2 settembre 1918

- sarebbero tolti al nemico diversi osservatori che ora sorvegliano buona parte della nostra zona (Asolane, Pertica, Frassolan, Solaroli, Valderoa, Spinoncia); ...:_ si aumenterebbe notevolmente la profondità della nostra zona montana e la sua complessa efficienza difensiva sia togliendo al'nemico posizioni vantaggiose (Col Caprile, Col Beretta), sia allontanandolo dalle direzioni d'attacco più pericolose per noi (Val Cesilla, Val S. Lorenzo, ,Saliente), sia infine permettendoci di costituire dietro la nuova linea raggiunta una nuova zona difensiva molto forte appoggiata ad ottime posizioni (Col del Cuc, Roccolo, Pertica, Col della Martina, Berretta, Caprile).

OGGETTO: Questione del freddo AL COMANDO SUPREMO -

UFFICIO OPERAZIONI

Come è noto a codesto comando, questo ha da tempo studiato la possibilità e convenienza di un'operazione offensiva sulla fronte dell'armata con lo scopo di raggiungere una linea che per caratteristiche topografiche avesse sulla presente i seguenti vantaggi principali: - includere posizioni tatticamente più forti con evidente vantaggio del1' efficenza difensiva; \ -

dare alla sistemazione difensiva maggior profondità; diminuire la lunghezza della fronte.

La diminuzione di fronte da Val Stizzone al Brenta sarebbe notevole specialmente se lo sbarramento di Val Brenta potesse essere portato all'altezza delle pendici di Col Bonato (sbocco sud della conca di Cismon).

Per semplicità e riservatezza si è stabilito di indicare nella corrispondenza d'ufficio tale operazione con il motto «Questione del freddo» .

FORZE E MEZZI OCCORRENTI OLTRE QUELLI ATTUALMENTE A DISPOSIZIONE

OBIETTIVI. - Ho assegnato per tale scopo ai diversi corpi d'armata i seguenti obiettivi: i IX -

Col Caprile, Col B~retta, Col Bonato.

VI - Pertica, Prassolan, (centro vitale dell'organizzazione della artiglieria nemica) . XVIII -

I

Solaroli, Valderoa, Spinoncia.

I - Cooperazione diretta ld'artiglieria e con puntate verso Punta Zoe ed indiretta con azione dimosttativa nella Conca d'Alano. ' Dai progetti schematici già pervenuti ed approvati la nostra linea d'occupazione risultante dopo l'offensiva sarebbe la seguente: Spinoncia, Valderoa, Solarolo, 1601, 1676, 1671, Col dell'Orso, M. Forcelletto, Prassolan, contrafforte Campigolo, Col dei Prati, Col Bonato (per U. Fagher e Casorda), Col Beretta, Col Caprile. L'occupazione del Prassolan (q. 1481) utilissima in un primo tempo perché entra nel cuore della sistemazione dell'artiglieria nemica, potrà forse convenire sia conservata poi come posto avanzato sistemando invece come zona di resistenza quella retrostante e più conveniente di quota 1484. L'andamento della linea all'estrema sinistra dipenderà dal punto dove sarà possibile costituire lo sbarramento di Val Brenta e su ciò saranno presi accordi con la 6a armata.

-

Fanteria. - Per poter alimentare l'azione e sostituire prontamente le truppe eventualmente logorate dalla lotta ritengo sia necessario disporre di una divisione in più per ciascuno dei tre corpi d'armata che opereranno (VI, IX, XVIII) e di un gruppo d' assalto da assegnare al VI corpo per l'azione verso il Prassolan. Possibilmente le tre divisioni che impiegheranno soltanto per tenere le linee attuali durante l'offensiva. Artiglieria. - Vedasi annesso 1. Genio. - Due battaglioni per coadiuvare con gli altri reparti zappatori alla sollecita sistemazione delle nuove posizioni. SVOLGIMENTO SCHEMATICO DELL'AZIONE - L'attacco avverrebbe contemporaneo su tutta la fronte con una lieve precedenza all'azione del VI corpo che tende a guadagnar terreno verso il Prassolan di sorpresa. - Violenta e breve preparazione di artiglieria compresa quella del I corpo che svolgerebbe azione di vera preparazione d'attacco nella conca di Quero.


- 604-

- 605 -

Ogni corpo d'armata tenderebbe direttamente ai suoi obiettivi. Collegamenti fra di essi in Val Cesilla (VI e IX) in Val Stizzone (VI e XVIII) con colonne miste dei corpi d'armata interessati sotto un unico comando. EPOCA DELL'AZIONE. - 15 giorni dopo che siano concesse le artiglierie richieste (calcolando 7 giorni per gli spostamenti e 7 per gli aggiustamenti). COOPERAZIONI DELLE ARMATE LATERALI. - . Riterrei opportuno che sia la 8a e la 6a armata concorressero con la massa d'artiglieria a loro disposizione ed in grado di poterlo fare all'azione: - quella della 6a con azione armonica con le artiglierie di sinistra Brenta sia per la preparazione che per le fasi seguenti; - quella dell'8a con l'artiglieria del I corpo per l'azione dimostrativa in conca Alano (estesa anche alla zona di Valdobiadene) . Inoltre per le ragione accennate più sopra riterrei molto conveniente un'azione contemporanea in fondo Val Brenta tendente ad avanzare quanto più è possibile in collegamento con la sinistra del IX corpo.

zionamento occorrente a ciascun corpo d'armata per la nota operazione offensiva. In massima gli studi già fatti in precedenza sono applicabili anche ora quasi completamente per il IX corpo, ed in parte soltanto per il VI , in considerazione della maggior profondità di attacco in progetto. Tenuto naturalmente conto delle successive varianti alla situazione a sistemazione nostra e nemica, e dall'esame dei nuovi progetti sommari dei comandi di artiglieria di corpo d'armata si sono valutate le richieste conclusive di artiglierie o di munizioni che risultano negli annessi allegati (omessi). Nella valutazione dei mezzi si è stati guidati dalle seguenti considerazioni: 1° L'operazione da svolgere e lo sviluppo che ad essa intendono dare i comandanti di corpo d'armata richiedono l'impiego di ingenti forze e mezzi, quali si convengono ad un'operazione di grande stile, vasta e complessa, svolta in terreno montano e contro un nemico agguerrito e dotato di molti mezzi. 2° La necessità di risparmiare il più possibile le fanterie cui corrisponde la necessità di una maggior ricchezza di artiglierie che ci dia il sicuro predominio su quelle del nemico.

*** Rimango in attesa delle decisioni di codesto comando, avvertendo che i comandi dipendenti sono pronti ad agire anche con le forze attualmente a loro disposizione qualora la situazione creata da avvenimenti su altri parti del fronte lo consigliasse.

3° Il maggior numero delle difese nemiche da sorpassare e la loro maggior consistenza, per quanto neppure ora esse siano, in massima, da considerarsi molto robuste a causa dell'atteggiamento offensivo mantenuto finora dal nemico.

IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA Giardino

4° La contemporaneità d ' azione dei corpi d'armata VI, XI e XXX, alla quale dovrà associarsi un'azione del I corpo fortemente impegnativa - essenzialmente d'artiglieria, e con carattere di pseudo preparazione. Ne consegue quindi la necessità di provvedere partitamente ai bisogni dei singoli corpi d'armata.

ANNESSO AL DOCUMENTO N. 163

COMANDO ARTIGLIERIA 4• ARMATA N. 83 Op.

14 agosto 1918

OGGETTO: Studio operazioni AL COMANDO DELLA 4• ARMATA In ottemperanza al contenuto del foglio n. 11886 op. ed in base alle direttive del «Promemoria» trasmesso con n. 12366 op. di codesto comando, si è proceduto allo studio del fabbisogno di artiglierie e relativo munì-

5° Il concorso dell'artiglieria 6· armata, fornito nella maggior misura possibile, e costituito da una massa di controbatteria, alla normale dipendenza del XX corpo, sulle batterie nemiche aventi azione sul nostro fronte e situate nella loro zona d'azione normale, e d'una massa d'interdizione e di logoramento lontana, alla diretta dipendenza del IX corpo. Si fa presente a riguardo che, dato che si fa largo assegnamento su tale concorso, del quale si è tenuto conto nella determinazione dei mezzi, occorrerà che la operazione in oggetto abbia luogo quando si possa fondatamente presumere che le suddette artiglierie siano disponibili.


- 606-

6° Poiché interessa conservare la massima segretezza per dare alla operazione il carattere della sorpresa strategica - per cui si rende necessaria quanto più rapida possibile la messa in opera dei mezzi che si faranno affluire - si è data la preferenza nella richiesta alle batterie pesanti campali, che sono di più facile sistemazione e più facilmente spostabili ad obiettivi raggiunti. Si è anche considerato che le batterie pesanti campali sono gran parte della riserva d'artiglieria a disposizione del comando supremo, per cui su di esse si può fare più facile assegnamento. 7° Preparazione violentissima e di breve durata per realizzare il più possibile la sorpresa nel campo tattico; potente controbatteria di neutralizzazione, efficacissima interdizione ed accompagamento, per rendere possibile l'avanzata in zone, in gran parte, battute e scoperte. 8° Costituzione di masse ben distinte, con compiti unici di distruzione, controbatteria, interdizione, logoramento, accompagnamento. 9° La necessità, dimostrata dalla esperienza, di tutte le passate azioni, di rinforzare convenientemente la massa di controbatteria per la quale, nella determinazione del fabbisogno, si è considerata una dotazione minima - una sezione contro ogni batteria nemica - per ottenere una sufficiente neutralizzazione, tenendo conto soltanto delle batterie nemiche accertate e di pochissime molto attendibili. 10° La poca convenienza di costituire la massa di distruzione con maggior quantitativo di bombarde, poiché il loro impiego, date le caratteristiche di tali armi, sarebbe forzatamente limitato alla prima fase, e troppo lento sarebbe il loro successivo spostamento in avanti; ad eccezione del fronte del XXX corpo, ove la poca profondità di attacco, la natura del terreno e le ampie zone di obiettivi, ne rendono particolarmente redditizio l'impiego. 11 ° Il terreno d'azione, la sistemazione nemica a posti-scoglio, ed il conseguente frazionarsi della lotta in singoli episodi, consigliano lo impiego su vasta scala dei pezzi cacciatori - ed in tale considerazione si è richiesta l'assegnazione di un altro gruppo da montagna per ogni corpo d'armata - pur osservando che non si ritiene strettamente indispensabile per il XXX corpo, già sufficientemente fornito di batterie da 65 mont. 12° Si è considerato che le grandi unità che saranno fatte affluire in rinforzo avranno tutti gli elementi organici, e quindi i reggimenti da campagna, dei quali non si è perciò segnalato il fabbisogno, che altrimenti sarebbe di almeno un altro reggimento per ciascuno dei corpi d'armata VI e IX.

- 607 -

*** In quanto alle predisposizioni relative allo schieramento delle nuove unità richieste, si fa presente che in gran parte si potranno utilizzare i preparativi che furono già compiuti in epoca anteriore. Inoltre, la esistenza sul fronte dell'armata di circa 200 postazioni, quasi tutte prontamente occupabili, riduce i preparativi necessari a semplice adattamento di postazioni già pronte e che occorre solo rimettere in piena efficienza. Si soggiunge infine che sarà da ritoccare in parte l' attuale schieramento - avente carattere essenzialmente difensivo - con alcuni spostamenti secondo proposte che saranno inoltrate in seguito; preparativi, in ogni modo, che saranno resi facili e spediti dalle predette numerose postazioni. · D'ORDINE IL TENENTE COLONNpLLO CAPO UFFICIO F. R. Chappuis


- 608-

-609DOCUMENTO N. 164

R. ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

N. 13013 di protocollo G.M.

DOCUMENTO N. 165

COMANDO 8 ARMATA 8

8 settembre 1918 26 agosto 1918

OGGETTO: Progetto di operazione offensiva A S.A.R IL COMANDANTE DELLA 3• ARMATA A S.E. IL COMANDANTE DELL'8" ARMATA Prego S.A.R. e S.E. i Comandanti della 3• e 8" armata di voler concretare e trasmettere a questo comando un progetto di operazione offensiva per il rafforzamento della linea del Piave con obbiettivo le alture di Valdobbiadene per 1'8" armata e la linea della Livenza per la 3". I 2 comandi di armata dovranno far conoscere appena possibile le forze ed i mezzi che ritengono necessari per l'operazione. Raccomando la massima segretezza. IL SOTTOCAPO DI S.M . DELL'ESERCITO F.to Badoglio

STUDIO SOMMARIO DI OPERAZIONE OFFENSIVA DELLA 8" ARMATA VERSO LE ALTURE DI VALDOBBIADENE* Come premessa di uno studio concreto di operazioni offensive della 8" armata non pare superfluo richiamare l'attenzione sui dati positivi che si hanno sulla situazione delle forze avversarie sulla fronte Palazzon-Pèderobba e sulla dislocazione delle forze nemiche le quali sarebbero in misura di intervenire tempestivamente per opporsi ad una nostra offensiva. Contro i 74 battaglioni della 8 8 armata si trovano ora in I• linea 64-65 austro-ungarici più 26 (della 13a e 25• divisione): in tutto' circa 90 battaglioni. Il nucleo di 54 battaglioni che la più recente dislocazione probabile del C.S. dà nella zona della 6" armata austriaca ed una parte almeno dell'altro di 4 o più divisioni dislòcate tra Feltre e la Val Sugana possono gradatamente intervenire nell'azione: si può fare astrazione delle divisioni della 4" armata austriaca che a tergo della 5a (armata dell'Isonzo) potrebbero essere trattenute da azione della 3a armata italiana. Si avrebbero in complesso presumibilmente una massa da 150 a 170 battaglioni che potrebbero opporsi all'8 8 armata. Pur considerando le condizioni materiali e morali attuali delle truppe austriache dopo la ritirata del Piave vi è sempre una differenza di 80 a 100 battaglioni tra le forze costituenti la nostra 8 8 armata e quelle che possono entrare in azione da parte austriaca nello scacchiere di operazione corrispondente alla fronte Palazzon-Pederobba. Alle 700 bocche da fuoco (complessivamente di p.,m. e g. calibro, delle quali oggi dispone 1'8" armata), il nemico contrappone in due nuclei principali, uno nella zona di Valdobbiadene e l'altro in quella di S. Salvatore, circa 120 batterie fra accertate e presunte. Un tale numero pare tenda ad aumentare; non se ne hanno però precise notizie e forse non potrà essere ulteriormente accresciuto che per l'entrata in azione di piccoli calibri facenti parte delle divisioni di rincalzo. Le attuali condizioni della viabilità attraverso il massiccio M. CesenCol dei Moi-Col Visentin non consentono il traino rotabile che per la nuova strada del passo di S. Boldo. Altre vie di affluenza di truppe di rincalzo a quelle ora sulla sinistra del Piave, non si hanno che da Feltre a Se~usino * Studio trasmesso al Comando Supremo con foglio n. 6317 op. del 10 settembre dell'8 ' Armata


- 610-

- 611 -

o dalla Val Mareno, alla quale, oltre che per il passo di S. Baldo su accennato, si accede da Vittorio, o dalla pianura attraverso le alture di ConeglianoSusegana. Dalla attuale situazione delle due parti si può dedurre che la maggior difficoltà che 1'8" armata dovrebbe superare sarebbe il passaggio del Piave e la sua affermazione su una larga testa di ponte sulle alture.

no a Barche e a Fontana del Buono, per potere dilagando a destra, ed a sinistra, far cadere le difese nemiche e gettarci sulle batterie che costituiscono il nucleo di Valdobbiadene e possibilmente anche su quelle di S. Salvatore, l'azione delle quali è per noi molto minacciosa.

Un'azione offensiva del/'8° armata con obbiettivo le alture di Valdobbiadene deve prefiggersi: a) di raggiungere in primo tempo l'estremità sud ovest del massiccio che si protende fra il passo di Fadalto e la stretta di Quero e più, precisamente il nodo formato da M. Vallina-M. Zogno-M. Cesen-M. Barbaria limitato verso nord dal solco di Val Fredda-Val Paula - e verso sud da Val Raboso; estendendo l' occupazione, per ovvie ragioni, verso il piano alle alture di Col Maor (Farra di Soligo) al corso del Soligo, e possibilmente alle alture di S. ~alvatore; b) di portare innanzi in secondo tempo, ma senza indugio, la linea di occupazione lungo l'asse del massiccio sopra indicato fino al torrente Limana-Revine-Vittorio; saldandosi a sud con altre truppe eventualmente avanzanti nel piano di Conegliano, o formando da questa parte un fianco difensivo verso la pianura. L' avanzata di primo tempo venendo a migliorare notevolmente le condizioni della destra della 4" armata, questa dovrebbe approfittarne e insieme concorrere nell'azione per spingersi innanzi e possibilmente neutralizzare le batterie nemiche di Val Ornic, dalle quali può essere notevolmente ostacolato il movimento sulla altura di Valdobbiadene.

FORZE E MEZZI OCCORRENTI. - L'operazione deve essere improntata a molta decisione e rapidità e l'urto portato da forze certamente superiori a quelle delle quali presumibilmente dispone il nemico sulla nostra fronte. Ora, da Palazzon a Valdobbiadene risultano accertate, come già si è accennato in principio della presente, 6 divisioni in prima linea ed una immediatamente a tergo; nelle retrovie, in zona imprecisata, quasi altrettante, le quali sono in misura (muovendo al primo indizio della nostra offensiva) di accorrere verso Segusino, o da Vittorio per S. Baldo, sul massiccio al possesso del quale tendiamo, in un tempo molto maggiore di quello che può occorrere a noi, sfondata la linea di difesa sulla sinistra del Piave (che per ora risulterebbe semplice e non molto forte) , per portarci sugli obbiettivi sopra accennati . Salvo il caso in cui la 3 • armata passi il Piave per portarsi sulla Livenza (lettera 13013 del Com. Sup.) può convenire di non impegnare almeno inizialmente per il passaggio !'VIII corpo. Così pure non conviene sguernire in primo tempo l'attuale nostra linea di tutto il presidio che vi si trova che, pratico dei luoghi potrà , sino a situazione alquanto chiarita, rimanervi per sicurezza contro eventuali sorprese. La operazione potrà così iniziarsi con i due corpi d'armata di sinistra, per i quali si adotterà lo schieramento più opportuno. ,

PASSAGGIO DEL PIA VE. - Non dovrebbe essere tentato su ~n punto solo, ma su parecchi contemporaneamente, e ciò sia per evitare che il nemico potesse concentrare la sua resistenza sull'unico punto prescelto , sia per aumentare le probabilità di riuscita: il passaggio dovrebbe farsi possibilmente di sorpresa; mancata questa di viva forza.

Date le condizioni del fiume e lo scopo sarà necessario che per ciascuno dei cinque passaggi che si tenteranno sia assegnata almeno una compagnia pontieri e almeno due se ne abbiano in riserva immediata per il gittamento dei ponti stabili e per supplire alle inevitabili perdite di uomini e di materiali. Questi ultimi dovranno essere largamente provveduti, di tipo leggero, per il facile trasporto sul greto del Piave.

In ciascuno dei punti suddetti e precisamente verso Barche, Fontana del Buono, C. dei Faveri, C. Saccardo e Nervesa dovrebbero concentrarsi i mezzi per l'effettiva esecuzione del passaggio; in tal modo, riuscendo in più d'un punto, obbligheremmo il nemico a dividere la massa di fuoco delle sue batterie ed a ripartire le sue forze contro le molteplici nostre minaccie; e noi per contro, potremo così avanzare su più colonne con reciproco appoggio, per vincere le resistenze avversarie ed affermarci subito, con leprime truppe al di là del fiume, a protezione del passaggio delle retrostanti. Sarebbe ad ogni modo necessario poter superare l'ostacolo del fiume alme-

Lo studio accurato del fiume e le condizioni della stagione potranno anche consentire il passaggio a guado in alcuni punti; ma in massima leprime truppe dovranno traghettare ed occorrerà perciò personale pontieri addestrato come si dirà in seguito. Le prime truppe destinate al passaggio dovranno essere per ciascuno dei due punti principali precedute da gruppi di reparti d'assalto: ne occorrerà perciò due per i corpi d'armata di sinistra ed uno per una puntata dimostrativa a fondo di fronte all'VIII corpo puntata che potrebbe trasformarsi in attacco decisivo, anche da questa parte, sulle alture di S. Salvatore.


- 612-

Dietro le prime truppe dovranno muovere i gruppi d'artiglieria da montagna ora disponibili e perciò per le altre truppe che seguiranno sarà necessario disporre di almeno altri 4 gruppi di 3 batterie da montagna ciascuno tenendo conto che, date le condizioni del terreno, saranno le sole artiglierie disponibili per qualche tempo oltre Piave. Come si è detto in questa prima fase le linee sulla destra del Piave dovranno essere guarnite. Nell'avanzata il limite tra i due corpi d'armata sarà la linea FollinaMiane-Col S. Martino-~osnigo-Grave di Ciano. Per precedere oltre l'obbiettivo del primo tempo si dovranno impiegare altre divisioni per le necessarie sostituzioni in linea e perché l'operazione possa seguire con lo slancio necessario cosicché in complesso si dovranno impiegare: 2 corpi d'armata di sinistra dell'armata 1 corpo d'armata di destra (!'VIII) 2 corpi d'armata di nuova assegnazione (con quelli di sinistra) 1 corpo d'armata di rincalzo, dietro !'VIII corpo 3 gruppi di riparti d'assalto (da assegnare) 3 gruppi di alpini (da assegnare) 3 gruppi di artiglieria da montagna (6 batterie) attuali 4 gruppi di artiglierie da montagna di nuova assegnazione 2 compagnie di pontieri attuali 4-5 compagnie pontieri di nuova assegnazione 5 equipaggi da ponte completi per assicurare le comunicazioni fino a quando non potesse essere riattato il ponte di Vidor o gettati altri ponti stabili 90 circa batterie di medio calibro, oltre quelle attualmente disponibili. I criteri che hanno guidato nel concretare questa cifra e la specie delle batterie, nonché lo schieramento sommario di esse, risultano dall ' allegato N. 1 700 barche leggere (riserva compresa) 3500 metri di passerelle 3500 metri di passerelle su cavalletti. Salmerie complementari in ragione di una per reggimento . Se il passaggio e l'occupazione della testa di ponte di ValdobbiadeneFarra di Soligo-Refrontolo potessero riuscire di sorpresa basterebbero le forze sopra indicate. Nel caso che il passaggio e la costituzione della testa di ponte fossero fortemente contrastate, così da dover essere effettuate a viva forza, occorrerebbero altre 4 divisioni per una seconda sostituzione delle truppe avanzanti. Qualora poi l'operazione avesse esito favorevole, così da portare la nostra linea sopra gli obbiettivi di secondo tempo, occorrerebbe mantenere al-

- 613 -

..

l'armata un corpo d'armata in più, il quale potrebbe essere forse compensato dalla diminuzione di forze di fronte alla 4a armata. PREPARAZIONE DELL'OPERAZIONE. - Con ogni cura si deve cercare di impedire che il nemico abbia sentore delle nostre intenzioni e perciò mentre da un lato si provvederà a raccogliere ed avvicinare quei materiali che man mano si potranno sistemare come si dirà sarà opportuno intanto:

a) allontanare ostensibilmente dalla fronte dell'armata due delle divisioni di seconda linea facendone apparire almeno nuclei su altro tratto della fronte. Al momentaneo indebolimento si rimedierà con aumento di sorveglianza lontana dalla destra del fiume da terra e da palloni, più vicina con pattuglie e con velivoli; b) allontanare le barche ora esistenti sul fiume spostandole in luoghi un po' arretrati, bene occultate, in corrispondenza dei punti di passaggio; c) sopprimere temporaneamente le pattuglie offensive attraverso il fiume e rinunciare a piccole operazioni offensive; d) diradare i tiri d'artiglieria limitandosi ai tiri di disturbo e a qualche tiro di caccia; e) far eseguire in punti opportunamente scelti lavori difensivi ben visibili senza però sopprimere totalmente l'occultamento, sempre nell'intento di indurre in inganno il nemico. Tutto quanto procede per dare ad intendere un atteggiamento difensivo passivo. Di contro, per la nostra preparazione si dovrà: 1 - studiare nel frattempo osservatori, batterie, comandi, alloggiamenti del nemico; 2 - preparare, lavorando di notte e mascherando di giorno accuratamente, le postazioni di batterie per lo schieramento offensivo e costituire a poco a poco i depositi di munizioni, sicché i pezzi si possano portare a momento opportuno inosservati; 3 - mandare un pezzo per batteria nelle nuove posizioni per l'inquadramento del tiro, ed eseguire questo a poco a poco inserendo i colpi nel tiro di altre batterie, possibilmente dello stesso calibro; 4 - preparare tutto il materiale da ponte, da traghetto, di rifornimento, in vicinanza del fiume, perfettamente mascherato, ed intanto addestrare il personale delle compagnie pontieri su corsi d'acqua simili al Piave; 5 - studiare assiduamente il fiume ogni giorno e conoscerlo ogni notte con nuotatori, individui arditi ai guadi per conoscere minutamente dove si possono gettare i ponti, corde, passerelle, e dove stabilire i principali passaggi;


- 614-

- 615 -

6 - riconoscere e preparare, dove occorra, le vie da far percorrere alle barche per assicurarne il rapido impiego al momento stabilito per il passaggio. Con queste predisposizioni dovranno essere collegate altre particolari che si concreteranno durante la preparazione; fra esse giova notare quelle comprese nell'allegato N .2. Concludendo: Proporzionata larghezza di mezzi e adeguato periodo di preparazione danno affidamento di successo dell'operazione ideata: è appena necessario accennare che forze e mezzi non vanno strettamente calcolati, ma debbono permettere una conveniente elasticità; poiché l'operazione deve riuscire, per ragioni ovvie, specialmente morali. Occorre però altresì aver presente di scegliere il momento opportuno: e cioè un periodo di notti senza luna durante la magra almeno relativa del Piave; perciò in tale periodo non solo si avrebbe maggior facilità di passaggio all'inizio dell'offensiva, ma si renderebbe più facile tutto il movimento di rifornimento e di spostamento delle artiglierie. Ed inoltre, cosa questa di capitale importanza, si avrebbe tempo di provvedere a costituir:e stabili passaggi, prima di un periodo di piena, nel quale potrebbero per la massa e la velocità della corrente venir compromessi o inutilizzati quelli di equipaggio. Il tempo presumibilmente occorrente per una preparazione completa ed accurata non potrebbe essere minore di un mese, dal momento nel quale venisse dato il relativo ordine. In relazione poi allo studio che, con la lettera del Comando Supremo già citata, è stato contemporaneamente ordinato al comando della 3• armata, qualora le due operazioni non potessero essere contemporanee si esprime l'avviso che converrebbe dare la precedenza all'operazione per le alture di Valdobbiadene, in quanto il possesso di esse, allargati. secondo lo schema sopra esposto faciliterebbe, in progresso di tempo, qualsiasi operazione per il piano garantendone il fianco delle truppe in esso avanzanti.

2° disporre di una linea di batterie a lunga gittata ed in gran parte a tiro rapido per dominare la pianura sulla sinistra del Piave con tiri di ingabbiamento e di accompagnamento ai quali parteciperebbero, nella zona più vicina alla riva sinistra del fiume, anche batterie di obici p.c.: a questi ultimi verrebbero specialmente affidata la distruzione degli ostacoli e delle linee nemiche sui tratti da designare in relazione alla progettata operazione: essi verrebbero coadiuvati per questo scopo da un congruò numero di batterie di bombarde, la cui quantità e postazione sarà fissata in base al numero ed alla ubicazione dei punti da scegliersi per il passaggio;

IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELLA ga ARMATA F. to Caviglia

3° disporre di tre nuclei di batterie, incaricate di interdire gli sbocchi di Refrontolo-Solighetto e S. Martino. Per questo scopo sarà necessario spingere le batterie il più avanti possibile, sul pendio esterno del Montello. Questa zona è molto dominata dalle colline di riva sinistra, ed anche le doline che vi si trovano non sono in generale sufficienti per nascondere alla vista un forte numero di batterie a meno di postarle in modo che possano avere azione solo alle grandi distanze. Però trattandosi di posizioni da occuparsi all'ultimo momento e per un'azione offensiva, nella quale numerose batterie si sveleranno tutte insieme all'improvviso, l'inconveniente accennato può anche accettarsi; 4° preparare alcune bocche da fuoco di grande potenza e della maggiore gittata per tiri di disorganizzazione su centri vitali lontani e sedi di comandi. Lo schieramento risultante dallo schizzo non comprende le batterie da campagna nè quelle da montagna. La postazione delle prime rimane di competenza dei comandi delle grandi unità in relazione del piano di operazione; le batterie da montagna sarebbero destinate all'accompagnamento materiale delle truppe avanzanti, finché la costituzione di opportuni passaggi non permettesse di farle seguire da batteria da campagna e pesanti campali. L'accluso specchio dimostra il quantitativo di artiglierie preventivate senza tener conto: a) delle batterie di tipo antiquato ora esistenti (cann. 120 ob. 210 e 149

ALLEGATO N. I AL DOCUMENTO N. 165

PROGETTO DI SCHIERAMENTO DELLE ARTIGLIERIE Questo _progetto nelle sue linee generali è informato ai seguenti criteri: 1° avere due potenti masse di controbatteria per neutralizzare le batterie nemiche della zona di Valdobbiadene e S. Lucia-Susegana-Collalto;

G);

b) dei due gruppi cannoni da 102 assegnati temporaneamente all'armata. Si avrebbe così un totale di 251 batterie di fronte alle 121 che risultano dall'ultimo schieramento nemico; sicché anche ammettendo che non tutte le batterie nemiche si siano svelate, la proporzione risulta soddisfacente.


- 617 -

- 616ALLEGATO N. 2 AL DOCUMENTO N. 165

,-

DOCUMENTO N. 166

COMANDO DELLA ga ARMATA PROVVEDIMENTI PREPARATORI E PRbVVISTE MATERIALI 1° Generatori di fumo per neutralizzare le batterie che si trovano a monte dì Pederobba;

UFFICIO OPERAZIONI

N. 6565 Op. di protocollo

24 settembre 1918

OGGETTO : Progetto per una operazione offensiva

2° tiri a liquidi speciali dalla 4a armata sulle stesse; 3° nubi di fumo sul saliente di Falzé; 4 ° preparazioni di scorte viveri, munizioni e mezzi di trasporto acqua, materiali genio; 5° assegnazione ed avvicinamento di salmerie per i trasporti oltre fiume ; 6° concorso di aeroplani su tutta la Val Revine e su Vittorio per bombardare le riserve accorrenti; 7° procurarsi soldati di Valdobbiadene e dintorni per darli come guide alle colonne; 8° mettersi subito in relazione con i nostri fiduciari di là e possibilmente con i prigionieri di Campea e di Vittorio;· 9° compagnie mitragliatrici ai fianchi esterni, in batterie; 10° cavalieri per pattuglie di esplorazione 1; 11 ° nuclei di artiglierie con le colonne di assalto nella direzione delle batterie nemiche per cercare di rimetterle in funzione appena catturate; 12° mezzi di traino in montagna per batterie campali; 13° provvista di materiali per il riattamento dei ponti di Vidor e della Priula; 14 ° studiare il trasporto a someggio di stazioni radio .

1 Per il caso che l'operazione riesca può essere conveniente avere in potenza una divisione di cavalleria con alcuni battaglioni ciclisti, da lanciare nella direzione che risultasse più opportuna.

AL COMANDO DELL'VIII CORPO D'ARMATA Ringrazio per il «Progetto di passaggio del Piave» che ho letto con vivo interesse. Desidero ora, che sulla base di questo lavoro tecnico, codesto Comando studi un'operazione offensiva che si proponga come primo obbiettivo l'occupazione di Colle della Tombola. Supponga che contemporaneamente il corpo d'armata alla sua sinistra tenda alla pianura di Moriago e alle colline che la dominano da nord, e che a sud dei ponti della Priula non si sviluppi, almeno in un primo tempo, alcuna nostra azione offensiva. Tenga come limite di contatto del corpo d'armata di sinistra la strada 4 del Montello, e il fiume Soligo. Lo studio dovrà specialmente proporsi la determinazione delle forze, del loro schieramento, dello schieramento dell'artiglieria nostra e avversaria, dei mezzi tecnici occorrenti pel caso concreto, e delle successive fasi per cui intende V.E. far procedere l'operazione . Truppe: le attuali IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'8a ARMATA F. to Caviglia


- 618 -

- 619DOCUMENTO N. 167

COMANDO DELLA 3a A~MATA

MEMORIA sulla eventualità di un'operazione offensiva dell'armata, oltre Piave, con obbiettivo la linea della Livenza

UFFICIO OPERAZIONI

Annessa n. 1 memoria N. 7815 di prot. op.

14 settembre 191 8

OGGETTO: Progetto di operazione offensiva AL COMANDO SUPREMO -

ANNESSO AL DOCUMENTO N. 167

UFFICIO OPERAZIONI

Trasmetto con la presente una memoria contenente lo studio richiestomi col foglio 13013 del 26 agosto, su un'eventuale azione offensiva verso la Livenza. In omaggio alla segretezza raccomdanta col foglio stesso, lo studio è stato elaborato in un ristretto ambito dello stato maggiore del comando d' armata, senza richiedere la collaborazione dei comandi e dell'intendenza dipendenti: collaborazione però c~i sarà necessario ricorrere quarido si volesse approfondire maggiormente l'esame di alcune questioni. A tal uopo però si attenderà un cenno di codesto comando, per non allargare, prima del tempo, la cerchia delle persone che saranno a cognizione delle intenzioni e dei preparativi di codesto comando. È opportuno però mettere in rilievo come diverse delle predisposizioni rappresentate necessarie, devono essere iniziate molte settimane prima del tempo in cui si vorrà agire. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F.to E.F. di Savoia

INDICE Linea della Livenza ... Coordinamento dell'azione con 1'8a armata .. ............................ . .. ................... .. Tempo dell'offensiva............................................... Carattere dell'azione .................................... ........... ........ ............... .. Manovra .......................... ....................................... .. Passaggio del Piave .... .. ............. .... Azioni secondarie nella zona lagunare .......................................... . Calcolo delle forze ............ ......... . .. .......... .. ................. .. Raggruppamento delle forze ............... ,..... ... ..... . Impiego delle riserve ..... ........ ..... ... .. . Truppe d'assalto. .. ........... .......... .. Artiglieria .. Pontieri Cavalleria ....... . Aviazione Varie

Pag.

"

" " " " " "

" " " " " " " "

1 2 4 6 8 9 10 13 15 16 17 18 21 24 25 26

I LINEA DELLA LIVENZA

Il corso della Livenza non costituisce certo una fronte tatticamente vantaggiosa, rispetto a quella del Piave. Anzi è più debole. Il solo fatto del giungervi però, costituisce, e afferma, una tale prevalenza morale nostra sul nemico, da compensare largamente la minor efficienza tattica della nuova fronte . Contro un nemico battuto e respinto per circa 18 chilometri, la Livenza offre cioè un riparo che può considerarsi sufficiente. Essa offre invece vantaggi per un eventuale proseguimento dell'offensiva verso, ed oltre, Tagliamento. Minori difficoltà di passaggio del fiume - anse favorevoli a porre e tenere il piede sull'altra riva - ala sinistra appoggiata a montagne attraverso alle quali non sono da temersi notevoli azioni nemiche - ala destra appoggiata a vaste paludi.


- 621 -

- 620-

Di fronte a questi vantaggi che la linea della Livenza offre per un proseguimento dell'azione offensiva, vi sono forti ragioni che vietano di considerare quella della Livenza una fronte sulla quale si possa ritornare per un lungo periodo di tempo alla guerra di posizione. La fronte italiana, dal Pasubio alla Livenza, presenterebbe, accentuati, gli stessi pericoli che già essa ha dal Pasubio al Piave. Nonostante il possesso delle prealpi bellunesi e del Cansiglio, la fronte della Livenza sarebbe perciò in grave pericolo ogni volta che il nemico tentasse un'azione contro la fronte montana. Infatti, ogni meno fortunato evento su detta fronte porrebbe sul tappeto la questione del rimanere o no sulla Livenza, con l'aggravante di linee di comunicazioni più lunghe, e di un serio ostacolo come il corso del Piave attraverso il quale dovrebbero ripiegare, sotto la probabile pressione del ne: mico, tutte le truppe e tutte le artiglierie delle due armate. Riassumendo, la Livenza non dovrebbe costituire un obbiettivo a sé · ma soltanto un primo obbiettivo di una più vasta offensiva della 3a arma: ta. Una tale offensiva però presuppone un'assoluta fiducia nella solidità incrollabile della fronte montana, e perciò forse qualche azione tendente ad ampliare dove è necessario la zona di montagna alle spalle delle armate 1a , 6 3 e 4a.

II COORDINAZIONE DELL'AZIONE CON L'8 3 ARMATA Perché la 3 a armata possa avanzare e rimanere poi, sulla Livenza, è necessario proteggerne la sinistra formando, fra Piave e Livenza, una fronte rivolta a Nord. Questa fronte, per essere veramente forte, dovrebbe correre sulla cresta delle prealpi bellunesi da M. Cesen per Col Moi, Col Visentin e Fadalto al Bosco del Cansiglio: meno forti e perciò molto meno opportune sarebbero le fronti Valdobbiadene-M. Moncader-Mondragon-M. Piai-F. Meschio, o Valdobbiadene-M. Moncader-Mondragon-coll. Conegliano-F. Monticano; solamente per forza maggiore, si potrebbe accettare, in via transitoria, una fronte in pianura segnata all'incirca dalla ferrovia Conegliano-Sacile. Alla costituzione di questa fronte a Nord, dovrebbe giungere l'offensiva dell'8 3 armata, concomitante, o precedente, a quella della 3 3 • Se quest'azione non fosse fatta dall'8 3 armata, la 3a si troverebbe costretta ad eseguirla per proprio conto, pur costringendone lo sviluppo allo stretto indispensabile (fronte di pianura). In tal caso però l'azione presenterebbe tali probabilità di successo erichiederebbe tale forza da lasciare molti dubbi sulla sua convenienza. L'operazione più ampia, quella cioè con obbiettivo Valdobbiadone-Bosco del Cansiglio-Livenza, è preferibile a qualsiasi altra che si intenda fare

I.

oltre Piave, non solo per evidenti ragioni militari, ma anche perché risparmia alle città di Conegliano e Vittorio la completa distruzione a cui sarebbero votate qualora dopo un'offensiva la fronte si stabilizzasse per un lungo periodo di tempo nelle loro immediate vicinanze. Senza voler entrare nel merito di quella che dovrebbe essere l'azione dell'8 3 armata, è lecito mettere in rilievo come, da tutta la fronte PederobbaCortellazzo, la direttrice di attacco più redditizia sarebbe forse quella che, da sud a nord, puntasse verso la regione di Fadalto, tagliando o minacciando tutte le comunicazioni del nemico fra la pianura veneta e la zona montana. Una tale azione dovrebbe partire dalla fronte del Piave dal tratto (all'incirca) Nervesa-Salettuol: perciò qualora ne fosse progettata l'esecuzione, si dovrebbe prevèntivamente spostare il limite attuale di separazione fra le due armate a sud di Salettuol oppure a nord di Nervesa qualora sembrasse preferibile che l'azione principale su Fadalto fosse affidata alla 3a armata. Se invece le due armate devono svolgere la loro azione frontalmente, l'una interamente in pianura, e l'altra quasi del tutto in montagna occorrerebbe sempre prolungare verso nord-est l'attuale linea di delimitazione fra le due armate, per esempio nel modo seguente: ovest di C. Vendrame-est di C. Corner Campana-est di Bocca di Strada-ovest di Cittadella-ovest di Cao di Villa-est di Fossamerlo-ovest di Cosniga-est di S. Fior di Sopra-est di Pinidello-ovest di Villa di Villa-e di Cast.0 di Gordignano-Coll' Alto. III TEMPO DELL'OFFENSIVA Poiché uno degli ostacoli principali da vincere è il Piave (e non solo nell'atto di varcarlo, ma fino a tanto che non si è spinta la massa delle artiglierie nemiche fuori della possibilità di batterne efficacemente i ponti), per stabilire il momento dell'azione, si deve tenere nel massimo conto il regime del fiume. Occorre cioè profittare di un periodo di magra, che possa durare almeno qualche giorno dopo l'inizio dell'azione. Poiché l'autunno è ormai vicino, si può ritenere che una magra reale e persistente non si avrà più prima dei geli invernali. Si avrà tuttavia ora un periodo in cui le condizioni idrografiche si manterranno non sfavorevoli ad un'operazione: questo periodo si chiuderà all'inizio delle piogge autunnali, cioè, per quanto si può prevedere, verso la metà di ottobre. Per un'operazione di tale entità però un mese di preparazione è forse troppo poco. Una azione eseguita dopo una preparazione così affrettata e incompleta avrebbe molte probabilità di non riuscire e potrebbe impruden-


- 622-

- 623 -

temente compromettere iL magnifico risultato morale ottenuto con la vittoria del giugno. D'altra parte sembra che l'azione del1'8a armata sulle prealpi bellunesi non possa avere quel carattere di irruenza che, invece, è necessario e possibile in pianura: perciò prima che il successo dell'8a armata possa essere tale da dare protezione àl fianco sinistro della 3 a, passerà un tempo non precisabile, ma non breve, durante il quale, una contemporanea azione della 3 a armata, senza alcuna protezione da nord , non potrebbe senza pericolo essere spinta a fondo, come invece sarebbe necessario. Queste maggiori difficoltà e questo maggior tempo che le operazioni dell'8a armata richiedono, inducono a pensare se l'azione di questa armata non debba considerarsi principale; mentre quella della 3a armata sarebbe secondaria, e tendente non tanto allo scopo di raggiungere la Livenza quanto· al compito di proteggere l'ala destra dell'armata principale, impegnando in pari tempo sulla propria fronte la maggiore possibile quantità di forze nemiche. È certo che l'obbiettivo della Livenza sarebbe molto più facilmente raggiunto come èorollario di un'offensiva che ci avesse portato alla conquista di Fadalto e del Cansiglio. Qualora questo concetto prevalesse, toccherebbe all'8a armata stabilire il momento in cui la sua ala destra, muovendo dalla Priula verso il Cansiglio, dovrebbe essére protetta dalla 3• armata fra Piave e Livenza. È probabile che anche per 1'8a armata sia consigliabile attendere le magre invernali, sempre quando necessità strategiche non imponessero di prescindere dalle condizioni idrometriche del Piave.

In sostanza, per determinare la disorganizzazione a cui l'esercito austriaco sembra predisposto, occorre prima vincerlo, in una battaglia in cui esso è ancora in grado di sviluppare una notevolissima forza di resistenza. Due sono le difficoltà principali da superare in un'azione oltre Piave:

IV CARATTERE DELL'AZIONE Nonostante le molte notizie attendibili che si hanno sullo stato materiale e morale dell'esercito austriaco, certamente tale da minarne la forza ·di resistenza, non si deve far troppo a fidanza su questo elemento di successo. L'esperienza del passato, la saldezza di alcune truppe e specialmente dell'artiglieria, la. disciplina quasi automatica anche delle truppe meno fide, fanno ritenere che, almeno nella prima parte della battaglia, si incontrerà la stessa ostinata resistenza che l'esercito austriaco ha sempre opposto sul Carso. Quando si sia determinato uno squilibrio di forze materiali e morali, per effetto di un nostro successo iniziale, che costringa l'avversario a ripiegare, allora si potrà far calcolo anche sui molti fattori di disgregazione che l'esercito nemico ha in sè, per l'ulteriore sfruttamento della vittoria.

-

passare il fiume in presenza del nemico;

- respingere le artiglierie nemiche di tanto da garantirsi libertà di movimento attraverso il fiume. Per riuscire nel passaggio del Piave, occorre imitare i procedimenti che riuscirono agli austriaci; cioè: larghezza di mezzi, minuta organizzazione, breve e violenta preparazione di fuoco, passaggio in massa su ampia fronte. Varcato il Piave, per non essere costretti a rivarcarlo, bisogna penetrare rapidamente nel terreno nemico per una profondità di almeno 4 o 5 chilometri, in modo da obbligare l'artiglieria ad arretrarsi o a cadere nelle nostre mani. Per riuscire in ciò, occorre stabilire un primo obbiettivo a giusta distanza, ed imprimere la massima aggressività alle colonne d'attacco: solo dopo raggiunto tale obbiettivo, si potrà provvedere a migliorare i collegamenti fra le varie colonne prima di proceder oltre: fino a quel punto invece · ogni collegamento va cercato in avanti, e assicurato più con l'inserire nuove colonne d'attacco fra le prime, che non con l'obbligare le colonne contigue a ricercarsi fra di loro. A tal uopo, non basta dare alle colonne d'attacco direttive ed istruzioni intonate alla massima aggressività, ma bisogna formare le teste di colonna con truppe scelte e sicure; assegnare fronti ristrette; spianare loro la strada con potenti tiri di preparazione e di accompagnamento (sbarramento mobile) accuratamente predisposti; reiterare ed alimentare gli attacchi. V

MANOVRA La fronte rettilinea dell'armata, e quella convessa dell'intiero esercito escludono ogni manovra che non sia frontale: solo dopo una grande e fortunata azione dell'8a armata si potrebbe imprimere un diverso carattere all'operazione destinata a portare la 3a armata dal Piave alla Livenza. È possibile però creare, se non un pericolo, serie preoccupazioni sul fianco sinistro del nemico, mediante un'azione nella zona lagunare, tendente all'occupazione della regione di Càorle. Da Càorle infatti si minaccia non


- 624-

solo il rovescio della linea della Livenza, ma anche il nodo ferroviario di Portogruaro. Anche un'azione sulla direttrice Grisolera-Torre di Mosto può avere efficacia per favorire l'attacco principale; però è da prevedersi che il nemico, ricorrendo a inondazioni artificiali, cerchi di assorbire ivi forze nostre molto superiori alle proprie. Perciò a queste operazioni secondarie converrà assegnare solo le forze strettamente necessarie. L'azione del grosso dell'armata, dal Piave alla Livenza, si può scomporre in due periodi distinti: avanzata frontale sulla linea Monticano-bassa Livenza; conversione dell'ala sinistra dal Monticano all'alta Livenza, perno nella regione di Motta di Livenza. Le maggiori difficoltà sono da superare nella prima fase, tanto che, raggiunto il Monticano e la bassa Livenza potrebbe anche determinarsi quel profondo squilibrio di forze morali, dal quale è lecito sperare i massimi frutti della vittoria. La linea Monticano-Livenza si presta anche a prolungarvi alquanto la sosta, se ciò fosse imposto dalla non grande disponibilità di forze, o dalla necessità di attendere il successo dell'8" armata nelle prealpi bellunesi. Fin dal primo tempo però converrà prefiggersi di creare davanti a Oderzo una testa di ponte di ampiezza sufficiente. Analogamente converrà porre il piede, fin dal primo giungervi, entro qualcuna delle molte anse della Livenza. Qualora però all'azione della 3" armata si dovesse dare il carattere di protezione a destra di una più vasta operazione dell'8" armata sulla direttrice Priula-Fadalto, essa dovrebbe svolgersi altrimenti: la 3 • armata dovrebbe in questo caso proporsi di penetrare con l'ala sinistra nel terreno nemico di quanto occorre per seguire il movimento dell'8" armata, mentre più a sud le colonne di attacco avrebbero il compito di trattenere e possibilmente richiamare le forze nemiche (costituzione di ampie teste di ponte), attendendo però che il successo dell'ala sinistra faciliti loro grandemene la penetrazione fino alla Livenza. VI PASSAGGIO DEL PIAVE Solo l'esame minuto delle condizioni idrografiche del Piave e delle sue difficoltà di passaggio, potrà portare ad escludere qualche tratto di esso dalla fronte d'attacco, neutralizzandolo con azione di artiglieria. A priori però si può ritenere che i tratti in cui le difficoltà idrografiche sconsiglieranno il passaggio di viva forza non saranno molto estesi; talché essi influenzeranno l'azione dei singoli corpi d'armata, o meglio delle divisioni, ma non quella generale dell' armata.

- 625 -

L'esame idrografico del fiume non deve essere fatto col criterio di scegliere i punti di più facile passaggio, bensì con quello di escludere soltanto quelli dove il passaggio sarebbe tropo difficile. Il primo criterio eliminerebbe sì, molte difficoltà, ma condurrebbe ad una serie di azioni isolate nello spazio, difficili a coordinare, la riuscita delle quali sarebbe dubbia. Per sperare il successo bisogna invece rovesciarsi sul nemico da tutti i punti ove è possibile passare il fiume. Anche per fissare le modalità del passaggio occorre far precedere uno studio analitico del fiume, giacché i suoi caratteri mutevoli dalle Grave alla foce faranno preferire mezzi e metodi diversi per ciascun tratto. È certo però che dovranno essere impiegati promiscuamente ponti militari, passerelle di vario tipo e traghetti con imbarcazioni e galleggianti di vario genere. VII AZIONI SECONDARIE NELLA ZONA LAGUNARE La zona lagunare esistente fra Piave nuova e bassa Livenza assicura abbastanza efficacemente il fianco destro della grande unità che opera lungo la ferrovia S. Donà-Portogruaro. Pochi e piccoli distaccamenti di sicurezza basteranno a tener testa alle eventuali infiltrazioni che il nemico tentasse attraverso il terreno lagunare. Perciò, se necessario per economia di forze, sarebbe possibile limitarsi sulla fronte del Piave nuovo ad alcune energiche dimostrazioni per attrarre forze nemiche, senza proporsi l'occupazione del terreno di riva sinistra. Raggiunta la fronte della media Livenza, non sarà difficile obbligare il nemico che ancora permanesse nella zona lagunare, a sgomberarla. Se però è possibile dedicarvi le forze necessarie, le due azioni secondarie in questa zona sarebbero vantaggiose e non difficili. Minacciando da vi. cino il rovescio dell'ala sinistra austriaca possono concorrere validamente alla riuscita dell'azione principale, e, mettendo il piede sulla riva sinistra del basso Lémene, creano serie preoccupazioni anche per le retrovie lontane dell'armata austriaca. Meno utili ed importanti sarebbero queste azioni diversive nella zona lagunare, se l'armata dovesse limitarsi ad un compito di protezione dell'8" armata operante, facendo preponderare le sue forze più a nord. Conoscendo bene il terreno, con poche azioni vigorose che ci diano il possesso di alcuni punti di obbligato passaggio, si può far cadere la difesa dell'intera regione. Naturalmente l'operazione va studiata con cura nei più minuti particolari col concorso di ufficiali nativi del paese, ed eseguita poi con grande esattezza. Qualora non si potesse destinare a queste diversioni più di una divisione, sarebbe da preferire l'operazione su Càorle a quella su Torre di Mosto.


-626-

-627-

Se queste azioni secondarie precedessero quella principale, forse la faciliterebbero: però sarebbe molto da temersi di dare con esse il segnale dell'inizio dell'offensiva (probabilmente nota in g~Itere al nemico); inoltre queste operazioni, che nel corso di una grande battaglia non incontrerebbero forti difficoltà, eseguite da sole potrebbero trovarne di tali da compromettere (moralmente) tutto il complesso dell'operazione offensiva. Perciò sarà preferibile la contemporaneità. L'azione su Càorle dovrebbe fare molto assegnamento sul concorso della Marina, perché consisterebbe specialmente in uno sbarco contemporaneo in due o tre punti fra S. Croce e Porto di Falconera, in concomitanza ad un'azione da Cortellazzo lungo il litorale. Formata una buona base sulla marina di Càorle l'azione dovrebbe proseguire da sud a nord, a cavallo della Livenza verso la regione di Torre di Mosto. L'azione da Grisolera verso lo stesso obbiettivo dovrebbe consistere in primo tempo in un'energica puntata da Grisolera su Casa del Porto (Canale del Taglio): poi si procederebbe al proseguimento della puntata su Torre di Mosto cercandovi il contatto con le forze che operano lungo la ferrovia S. Donà-Portogruaro e con quelle risalenti da Càorle e contemporaneamente si provvederebbe a ripulire progressivamente dai nuclei nemici rimastivi la zona lagunare che rimarrebbe così fuori dalle proprie retrovie. L'azione di Càorle verso Nord condurrà all'occupazione della riva sinistra della bassa Livenza: una linea attraverso le paludi da Biveron (Torre di Mosto) per il canale Nicésolo a Porto di Falconera sarebbe una fronte opportuna, economica e vantaggiosa anche in relazione a future operazioni · offensive.

Quanta parte di queste forze verrebbe attratta da un'azione dell'8" armata, e quanta ne rimarrebbe a contrastare l'avanzata della 3", è impossibile valutare anche approssimativamente: vi influirà molto però la direzione p'attacco che sceglierà 1'8" armata ed il carattere che essa imprimerà alla propria azione; ed inoltre vi influirà il contegno della 4" armata verso le. comunicazioni che il nemico adopera per l'arroccamento fra il Trentino e la pianura veneta. È altresì da tener presente la possibilità che il nemico ha di concentrare sul Meschio tra Sacile e Vittorio una massa di manovra capace di agire tanto verso la 3" che verso 1'8" armata, limitando la libertà d'azione di entrambe e lasciando fino all'ultimo l'incerte.zza sulle forze opposte a ciascuna. Astrazione fatta per ora dagli elementi, oggi non precisabili, che potranno modificare in più o in meno il calcolo approssimativo che segue; si può intanto fissare che: - per assicurare la necessaria forza di penetrazione alla massa principale destinata a raggiungere nel minor tempo possibile la fronte (approssimativa) sud di Conegliano-nord di Torre di Mosto - circa 36 km. (senza tener conto delle molte tortuosità) - occorre calcolare almeno una divisione ogni 4 km., cioè 9 divisioni; - per formare teste di colonne occorre un'aliquota di truppe d'assalto (vedi in seguito); - per le due azioni secondarie su Càorle, e da Grisolera su Torre di Mosto, occorrono due divisioni; - per mantenere l'occupazione della linea del Piave almeno nella prima fase dell'azione, occorre un minimo di tre divisioni; - quale riserva generale, sia per alimentare la lotta, sia per parare agli imprevisti, pur facendo conto, in una seconda fase, anche sulle tre divisioni schierate sul Piave, occorrerebbe disporre di almeno quattro divisioni; - per guardare il fianco sinistro durante l'azione, occorre una forza che dipende essenzialmente dal carattere'e dalla direttrice che 1'8" armata darà alle sue operazioni; prudenza vuole che sia disponibile a tal uopo almeno una divisione: ne occorrerebbero almeno 4, se l'azione dell'8" fosse ·divergente. - Totale: ·da 19 a 22 divisioni: cioè 12-15 in più di quelle ora disponibili. Inoltre un'aliquota di truppe d'assalto.

VIII CALCOLO DELLE FORZE

Il calcolo delle forze occorrenti è necessariamente teorico: esso dipende da elementi oggi non determinabili, e soprattutto dal carattere che avrà l'azione contemporanea dell'8" armata. Se poi questa precederà, ed avrà successo assorbendo e logorando molta parte delle forze austriache dislocate nel Veneto, e se avrà determinato in esse la grave crisi morale a cui sembrano predisposte, certamente l'operazione dell'armata ne sarebbe tanto facilitata da non richiedere un aumento considerevole di forze . Oggi sono di fronte alla 3" e all'8" armata 16 divisioni austriache sul Piave, e da 10 a 13 in riserva nella pianura veneta; è possibile anche che una grande azione delle due armate italiane di destra faccia spostare da quella parte una parte delle divisioni austriache che sono in riserva nel Trentino . In conclusione non è esagerazione prevedere che un'azione delle due armate urterebbe contro una trentina di divisioni austriache.

IX RAGGRUPPAMENTO DELLE FORZE In considerazione del notevole aumento di divisioni ritenuto necessario per un'operazione offensiva della 3" armata, può essere conveniente esaminare quale potrebbe essere il miglior raggruppamento .di queste forze, per


- 628 -

dedurne quanti comandi di corpo d'armata sarebbero necessari, o utilmente impiegabili, per l'inquadramento delle 19-22 divisioni. Raggruppando le 14 divisioni di prima e seconda linea in quattro corpi d'armata, questi avrebbero tre o quattro divisioni, cioè forza sufficiente a raggiungere l'obbiettivo assegnato a ciascuno. Le rimanenti 5 o 8 divisioni, costituenti la riserva generale e la massa destinata a colmare il vuoto che si verificasse fra 3a e sa armata, potrebbero essere raggruppate in due, tre o quattro corpi d'armata. In conclusione le 12-15 divisioni di nuova assegnazio11e dovrebbero giungere con 3-5 comandi di corpo d'armata, salvo a trasferirne alcune ai corpi d'armata già in linea. Un maggior numero di comandi di corpo d'armata non troverebbe utile impiego, e perciò sarebbe più di danno che di vantaggio. Come dividere la fronte e le forze fra i quattro corpi d'armata di prima linea, non è opportuno ora di determinare, perché ciò dipenderebbe non solo da uno studio più particolareggiato della fronte e del terreno d'attacco, ma soprattutto dall'importanza dell'azione che 1'8a armata svolgerebbe nel settore contiguo, cioè a sud del Montello. X

IMPIEGO DELLE RISERVE La funzione principale delle riserve, di parare all'imprevisto, non consente di precisare l'impiego che se ne intenderebbe di fare: è tuttavia lecito mettere in rilievo quali ne s~rebbero gli impieghi possibili, affinché sia più facile, a momento opportuno, prendere la decisione più razionale in relazione agli avvenimenti. È perciò.da tener presente la necessità che si potrebbe verificare di impiegare truppe della riserva per mantenere il contatto fra la 3a e 1'8a armata la cui azione può essere divergente: così pure può presentarsi l'opportunità di agire con le riserve sul rovescio delle truppe austriache che ancora resistessero davanti all'ala destra dell'8 a armata. Mentre non si può escludere che parte della riserva sia dedicata ad alimentare la lotta in un settore dove la resistenza nemica si rivelasse superiore alla forza di penetrazione delle forze destinatevi inizialmente, sarebbe molto desiderabile poter lanciare questa massa di truppe fresche là dove si fosse ottenuto un primo successo per determinare ivi quella rottura definitiva che porterebbe con sè il cedimento dell'intera linea nemiça. La dislocazione delle-riserve tenderà a preponderare nel settore settentrionale dell'armata per la maggiore importanza che ivi potrebbe avere ogni successo od· ogni scacco, e per la maggior distanza, e la divergenza, degli obbiettivi cui tende l'azione dell'ala sinistra.

-629 XI

TRUPPE D'ASSALTO Sarebbe utile che ogni divisione d'attacco avesse un battaglione d'assalto con cui costituire la testa della colonna: per le divisioni cui sarà affi·dato un compito più importante e difficile, sarebbe meglio poter avere due battaglioni d'assalto, e anche più. Il fabbisogno di battaglioni d'assalto è perciò difficile a stabilirsi, anche perché sarebbe molto opportuno poterne tenere qualcuno in riserva. Più facile sarà perciò ripartire fra essi i compiti, quando si sappia su quanti battaglioni si può contare. Come dato approssimativo si può ritenere che 12 battaglioni sarebbero sufficienti, e che 18 battaglioni non sarebbero eccessivi. L'armata ne ha tre, perciò ne potrebbero occorrere da 9 a 15. L'impiego qui previsto porterebbe a impiegare i battaglioni in testa a tutte o quasi le colonne: dato il carattere frontale che avrebbe probabilmente l'azione, ciò sembra preferibile. Considerato però che le truppe d'assalto sono riunite in raggruppamenti e divisioni, potrebbe il comando supremo ritenere necessario un diverso impiego: in questo caso o si darebbe un intero raggruppamento d'assalto alle sole colonne che hanno compito più importanti e difficili, oppure tutta, o quasi, una divisione d'assalto potrebbe costituire una delle colonne (per esempio una di quelle dirette su Oderzo) e alle altre colonne si potrebbe dare, o meno, un battaglione d'assalto, secondo il numero dei battaglioni disponibili. Con ciclisti, bersaglieri, granatieri e marinai si supplirebbe alla mancanza di truppe d'assalto in testa ad alcune colonne. XII

ARTIGLIERIA Occorre passare gradatamente dallo attuale schieramento ad un altro di carattere offensivo: aumentare cioè il numero delle batterie, e spingerne molte più avanti per meglio sfruttarne tutta la gittata. Occorre perciò moltiplicare, mascherandole con cautela, le postazioni nella zona avanzata. -L'aumento delle artiglierie ed i tiri di inquadramento e orientamento dovrebbero essere fatti lentamente, per sfuggire all'attenzione del nemico, perciò l'invio delle artiglierie di rinforzo deve cominciare molto prima del tempo in cui si intende iniziare l'operazione. Tutte le specie di artiglieria sono utili: però è specialmente sentito il bisogno di quella a lunga gittata, capaci di sostenere, senza passare il Piave, l' azione della fanteria anche quando questa sarà penetrata profondamente nel terreno nemico: perciò saranno preferiti i calibri 152, 149 A e 105.


- 630-

- 631-

I grossi calibri saranno utilissimi anche per l'alto valore morale che la loro presenza produce non solo sul nemico, ma anche sulle nostre truppe. Se è difficile precisare la.quantità di fanteria occorrente per l'operazione, ancora più diffic;ile è calcolare il fabbisogno delle artiglierie. A priori si può dire che non v'è un limite massimo di tale fabbisogno: l'ampiezza e la natura della fronte permetterebbero l'ammassamento di una quantità di artiglierie superiore a qualsiasi disponibilità: perciò sì può affermare che la quantità massima che potesse essere assegnata, troverebbe utilissimo impiego, e non potrebbe creare ingombro. Volendo determinare un minimo indispensabile, si può dire che:

ogni modo è necessario che la preparazione di artiglieria sia accuratamente predisposta, per poterla sferrare prima o durante la battaglia, là dove se ne manifestasse la necessità. Varcato il Piave, le maggiori cure ed il maggior volume di fuoco dovrà essere dedicato alla neutralizzazione delle batterie nemiche ed allo sbarramento mobile davanti e sui fianchi delle colonne di fanteria. Ottenuto il primo successo, occorrerà gettare anche le artiglierie sulla riva sinistra del Piave, per sostenere, anche moralmente, l'azione delle fanterie: tale passaggio avverrà, in relazione ai calibri ed alla gittata, a misura che le fanterie avanzeranno, dapprima con prudenza, poi con un gr.andè ardimento, in modo che quando la fanteria raggiungerà la Livenza, anche la maggior parte delle artiglierie l'abbia. seguita sul terreno conquistato. Occorrerà a tal uopo predisporre mezzi per l'avanzata delle batterie che non hanno propri traini.

- l'aumento delle divisioni porterà un aumento di artiglieria da campagna, che si può ritenere sufficiente o quasi; - invece occorrerà dotare di artiglieria da montagna almeno le divisioni di prima linea come artiglieria di accompagnamento immediato; - allo stesso modo si può valutare il bisogno di artiglierie pesanti campali (obici e cannoni), delle quali occorrerebbe dotare almeno le divisioni destinate all'azione principale, e formare anche una piccola riserva per rinforzare l'azione delle colonne che incontreranno maggiori difficoltà con l'aumento delle artiglierie d'assedio dei vari calibri (A152/45, 1521, 149 A, 210, 120 o 155 F.), si dovrebbe raggiungere, sul tratto di fronte princpale (Palazzon-Musile-Km. 28) una densità media di un pezzo ogni 20 metri, che si può ritenere un minimo indispemiabile. L'armata dispone già di 7 gruppi cannoni da 102 e 105 e di 8 gruppi obici 149 p.c.; tenendo conto dei raggruppamenti pesanti campali organici dei corpi d'armata di nuova assegnazione si può ritenere che il fabbisogno di artiglierie pesanti campali, in più di quelle organiche, si ridurrà a due o tre gruppi di obici ed altrettanti di cannoni. Di artiglieria da montagna l'armata non ne ha affatto e perciò ne occorrerebbero una dozzina di gruppi. Per raggiungere la densità voluta sulla fronte principale occorrerebbero circa altri 12 gruppi, che potrebbero essere d'assedio. Si ritiene opportuno mettere in evidenza l'assegnazione di artiglieria da montagna e pesante campale a diretta disposizione dei comandi di divisione: tale provvedimento è necessario per dare alla divisione i mezzi indispensabili per raggiungere il suo obbiettivo. . Di bombarde leggere, con l'aumento delle divisioni, si raggiunge già una quantità all'incirca sufficiente: occorrono invece 4 o 5 gruppi di bombarde da 240 per averne in ragione di una batteria per ogni chilometro della fronte principale di attacco. Converrà esaminare a momento opportuno se convenga far precedere all'azione di fanteria una preparazione di artiglieria più o meno breve: ad

XIII PONTIERI Salvo ad adattare a suo tempo il programma alle reali disponibilità, si può affermare che uno dei massimi coefficienti di successo nella difficile operazione di passare il Piave sarà la larga abbondanza di mezzi per giungere sull'altra sponda. E perciò ponti regolamentari, passerelle del tipo adatto a ciascun tratto del fiume, barche per traghetto anch'esse di vari tipi. Un ponte militare per ciascuna divisione d'attacco non sarebbe di troppo: data la necessità di continua manutenzione del ponte sotto il fuoco, per ogni' ponte occorre una intera compagnia pontieri: occorrono perciò da 9 a 12 compagnie con equipaggio da ponte: l'armata ne ha ora disponibili tre. Da un calcolo già fatto in precedenza, e comunicato anche al comando generale del genio, tenendo presenti anche le necessità di varcare, oltre Piave, numerosi altri corsi d'acqua, e la necessità di sostituire il materiale dist~utto dall'artiglieria nemica, si ha un fabbisogno minimo di 10.000 metri d.i passerella dei vari tipi. 4000 metri vennero già chiesti al comando generale del genio del tipo galleggiante da esso recentemente esperimentato: altrettanto potrebbe esserne allestito nei laboratori dell'armata, purché i mezzi e la mano d'opera siano commisurati al tempo disponibile. Durante l'azione la produzione dei laboratori dovrebbe continuare intensa per far fronte al logorio forte e continuato. L'armata ha ora in corso nei suoi laboratori un programma di costruzione di barchetti adatti che porterà a 900 unità la flottiglia disponibile. Continuando il lavoro anche oltre questa cifra e aggiungendovi i mezzi regolamentari delle compagnie pontieri, si può ritenere che, a suo tempo, si avranno mezzi .sufficienti o quasi. Anche per questo riguardo occorre che la mano


- 632-

- 633 -

d'opera ed i mezzi di lavoro siano adeguati al tempo disponibile; e che la produzione sia continuata e intensificata durante l'azione. La forza attuale di una compagnia pontieri è sufficiente, oltreché al gittamento ed alla manovra di un ponte, anche ad un servizio di traghetto ed alla manutenzione di qualche passerella in vicinanza del ponte. È da escludere però che una compagnia pontieri possa da sola provvedere al ponte, ed a tutte le passerelle ed i traghetti che occorrono per una divisione. Specialmente per i traghetti il personale di una compagnia pontieri è insufficiente di numero . Si può calcolare che, in un'azione prolungata e sanguinosa, attraverso ad un fiume dei più difficili, dovendosi impiegare in prevalenza barche di piccola capacità e perciò in grande quantità, occorrano ad ogni divisione d'attacco non meno di un centinaio di barcaiuoli molto capaci e ben addestrati. I migliori barcaiuoli da fiume si trovano certo nei pontieri, i quali posseggono già la tradizione del remo: occorrendo aumentarne notevolmente il numero ritiensi conveniente che ciò avvenga nel seno delle compagnie pontieri. Si dovrebbe cioè aumentare la forza di ciascuna compagnia in modo da renderla capace di servire un ponte d'equipaggio, tre o quattro passerelle, e una ventina di traghetti contemporaneamente. Cento uomini, in gran parte barcaiuoli, sarebbero necessari all'uopo: con questi ultimi, e coi barcaiuoli già presenti si potrebbe costituire in ciascuna compagnia pontieri un plotone di un centinaio di barcaiuoli. L'armata sarebbe in grado di portare con mezzi propri alla efficienza voluta le tre compagnie pontieri di cui dispone, e forse anche l' 11 •, ora a disposizione del comando generale del genio: perciò, dato che fosse assegnata una compagnia pontieri a ciascuna divisione d'attacco, le compagnie di nuova assegnazione dovrebbero avere in più un plotone di un centinaio di barcaiuoli: se minore fosse il numero delle compagnie assegnate, maggiore dovrebbe essere la loro forza specialmente in barcaiuoli. Il reclutamento e l'addestramento dei barcaiuoli nel numero necessario, tenendo conto che anche 1'8° armata non può farne a meno, richiede un tempo non breve: sarebbe opportuno pertanto che la ricerca del personale adatto fosse subito iniziata, e che l'istruzione dei barcaiuoli fosse poi svolta intensamente e completata su corsi d'acqua a corrente veloce come quella del Piave (Ticino, Adda, Adige, Brenta). Dato che per la sola 3° armata non occorrerebbero meno di 600 provetti barcaiuoli in più di quelli che già possiede o sta formandosi, solo con provvedimenti organici solleciti e larghi, si può confidare di ottenere, per il momento del bisogno, il corpo di barcaiuoli che si ritiene necessario. Tenendo conto dei bisogni, delle eliminazioni e delle perdite, un primo reclutamento di 2000 soldati adatti a divenire barcaiuoli non sarebbe certo superiore al necessario .

XIV CAVALLERIA

Non in un primo tempo, ma quando la penetrazione delle fanterie abbia raggiunto la profondità di 4 o 5 chilometri, dopo la quale si può sperare che l'avanzata trovi minori ostacoli, unità di cavalleria possono trovare largo ed utile impiego. Uno squadrone per ogni divisione d'attacco ed altri due squadroni per ogni corpo d'armata sembrano sufficienti ai compiti che possono essere affidati alla cavalleria in una battaglia oltre Piave. A tal fine basta che ogni co,rpo d'armata abbia un reggimento di cinque squadroni. L'armata ne ha due su 4 squadroni: occorrerebbero perciò altri due o tre reggimenti, più il rientro dello squadrone mancante ai due reggimenti dell'armata. Inoltre, a disposizione del comando d'armata, una o due divisioni di cavalleria sarebbero a momento opportuno un efficacissimo strumento per accelerare la decisione della lotta, e raccogliere i frutti della vittoria. Le due divisioni potrebbero opportunamente essere riunite in un corpo di cavalleria.

xv AVIAZIONE L'esperienza recente sui campi di Francia dimostra che non vi è limite alla utilità di impiegare mezzi aerei in un'azione offensiva a largo raggio. È perciò ozioso stabilire un fabbisogno. Il massimo disponibile troverà utile efficacia ed intenso impiego. Ciò vale specialmente per l'aviazione da combattimento (caccia e boìnbarda1I1ento): per l'aviazione da ricognizione e collegamento invece può dirsi a priori che il numero di apparecchi e piloti oggi disponibili nell'armata sarebbe assolutamente insufficiente alle esigenze del servizio di ricognizione vicina, di collegamento con la fanteria, di osservazione d'artiglieria, in una grande operazione . E poiché queste specialità dell'aviazione sono quelle che più di tutte richiedono orientamento minuto sul terreno, affiatamento coi comandi e con le truppe, ne consegue che un sensibile aumento degli apparecchi da ricognizione, dei piloti e degli ufficiali osservatori dovrebbe precedere l'inizio di un'azione offensiva di un tempo non piccolo. Se la disponibilità dei mezzi lo permettesse, sarebbe molto utile l'assegnazione organica di una squadriglia da ricognizione e collegamento a ciascuna divisione di fanteria, o almeno a quelle di prima linea. Sarà utile aver previsto ed organizzato l'effettuazione a mezzo di aeroplani di: distruzione dei ponti sulla Livenza, ed oltre;


- 634-

appoggio alla fanteria, nel momento in cui essa esce dalla protezione efficace delle artiglierie ancora schierate sulla destra del Piave; - eventualmente, rifornimenti e sgombri' di importanza essenziale, in qualche momento in cui il transito attraverso il Piave fosse.in grave crisi.

XVI VARIE

1° La presenza di rappresentanze delle truppe alleate in una grande operazione avrebbe un valore morale altissimo sul nemico e sulle nostre truppe: perciò sarebbe molto gradita l'assegnazione di riparti francesi, inglesi, americani e czeco-slovacchi. 2° La penuria quasi completa di complementi che si verifica nel momento attuale fa considerare la necessità di avere disponibili, prima dell' azione, una giusta aliquota di complementi specialmente di fanteria. Senza di ciò si correrebbe il rischio di giungere alla fine dell'azione, e forse anche di trovarsi nel corso di essa, con unità esauste, senza possibilità di ricostituirle. Ciò sarebbe un gravissimo pericolo in caso di controffensiva nemica. 3° Sarebbe utile cercare in tutto l'esercito e raccogliere i militari originari o conoscitori del terreno fra Piave e Livenza. Assegnandone un drappello a ciascun comando ed a ciascun riparto (specialmente di fanteria e cavalleria), si avrebbero guide veramente pratiche e fidate che non si può sperare di trovare sul posto. Disporre di tali guide presso tutti gli elementi combattenti, almeno fino al battaglione è una vera necessità in un terreno, che oltre ad essere fittamente coperto, è reso intricatissimo da una rete di corsi d'acqua e nella parte meridionale da vaste paludi. Analogamente, se l'azione della 3a armata dovesse estendersi anche nel Bosco del Cansiglio, sarebbe utile l'assegnazione del battaglione alpino che recluta sul posto. 4° Le autoblindomitragliatrici si sono dimostrate efficacissime nei terreni di riva destra del Piave, e lo saranno perciò anche nei terreni identici di riva sinistra. Una squadriglia di 'tali macchine a ciascuna divisione di fanteria e di cavalleria troverebbe utilissimo impiego. 5° L'importanza del servizio delle comunicazioni in un'azione a grande raggio come quella in esame consiglia di curare minutamente l'organizzazione del servizio (personale e mezzi) presso tutte le unità destinate a parteciparvi. Corpi d'armata e divisioni di rinforzo devono perciò essere dotate di materiali e addestrare il personale in modo analogo a quanto si pratica nell'armata.

- 635 -

Le compagnie telegrafisti col personale e materiale di cui dispongono non sono in grado di seguire oltre Piave le grandi unità cui appartengono assicurando il servizio, senza lasciare in crisi la rete attuale sulla destra del Piave, la quale invece dovrà ancora funzionare con grande intensità almeno fino alla fihe della battaglia. Occorre perciò che tutte le compagnie telegrafisti siano preventivamente rinforzate di personale e materiale di quanto occorre a renderli mobili. ·Anche di materiale radio e geo telegrafico sarebbe desiderabile costituire in precedenza qualche riserva. 6° Non essendo prevedibile quanto potrà durare l'azione, ed essendo certo, durante le giornate di intenso combattimento, un consumo altissimo di munizioni, specialmente di artiglierie, occorrerà accantonarne, opportunamente scaglionate, le quantità massime, e prevedere la necessità di numerosi trasporti ferroviati, e di un'ingente forza di scaricatori alle stazioni di testa. · Considerazioni analoghe valgono per le munizioni di fucileria, mitragliatrici, bombe e artifizi vari. Occorrerà una ingente quantità di materiale da rafforzamento (filo di ferro, paletti, sacchi, attrezzi, ecc.) per la rapida organizzazione a difesa delle posizioni volta a volta raggiunte. Forti dotazioni dovranno perciò trovarsi ad immediata portata delle divisioni di prima linea. Per i trasporti d'ogni genere, ma specialmente di munizioni varie, occorrono anche mezzi adatti alle strade ordinarie ed al passaggio del Piave: cioè autocarri in genere, autocarri leggieri e salmerie. Per determinarne il quantitativo occorrerebbe chiedere ·un calcolo agli organi dipendenti, ciò che, per ii momento , è forse inopportuno. Ad ogni modo l'esperienza del giugno ·insegna: che occorrono larghi mezzi. Per i trasporti attraverso il Piave, anche sulle passerelle, converrà organizzare squadre di portatori. 7° Converrà far esaminare se il riattamento dei ponti e delle linee ferroviarie sia fattibile in un tempo tale da renderle utilizzabili nell'ultima fase della battaglia. Ad ogni modo sarebbe opportuna l'assegnazione all'armata di riparti ferroviari. 8° L'equipaggiamento della truppa, specialmente della fanteria, andrebbe ristudiato per vedere se qualche opportuna modificazione può concorre. re a ridurre al minimo le necessità di rifornimenti nel primo momento dell'azione. 9° Sarà utile prevedere l'impiego di apparecchi e di proiettili fumogeni. 10° Occorre preparare in tempo larghissime dotazioni di carte topografiche al 25.000 ed al 100.000 della zona fra Livenza e Tagliamento, ed oltre.


- 637-

- 636-

DOCUMENTO N. 169

DOCUMENTO N. 168

R . ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO

R. ESERCITO ITALIANO -

UFFICIO OPERAZIONI

UFFICIO OPERAZ IONI

7 agosto 1918

N . 12608

COMANDO SUPREMO

OGGETTO : Piccole operazioni oltre Piave (Risposta ai fogli 6590 del 29 luglio, 6645 del 29 luglio, 6713 del 1 agosto , 6762 del 2 agosto, 6785 del 3 agosto, 6771 del 3 agosto) AL COMANDO DELLA 3a ARMATA Questo Comando ha attentamente esaminato quanto codesto espone coi fogli sopracitati in merito alle necessità inerenti all ' esecuzione delle piccole operazioni oltre Piave, progettate alle Grave di Papadopoli, alle anse di Gonfo e di Musetta, a Revedoli. Dato il rilevante fabbisogno di mezzi prospettato come necessario , il logorio di uomini ed il consumo di munizini che richiederebbe il mantenimento delle posizioni che si mira a raggiungere, questo Comando ritiene che nell'attuale situazione convenga soprassedere, per ora almeno , all 'attuazione delle operazioni stesse. Resta pertanto stabilito che, pur mantenendo fermi gli studi già fatti , i conseguenti preparativi devono essere per ora sospesi. Saranno invece attuati colla maggiore possibile frequenza dei colpi di mano secondo le direttive contenute col foglio di questo comando n. 12437 G.M. del 28 luglio, allo scopo essenzialmente di mantenere il contatto col nemico e catturare prigionieri. IL SOTTOCAPO DI S.M . DELL' ESERCITO Badoglio

8 agosto 1918

N. 12609 G.M . OGGETTO: Piccole operazioni offensive AL COMANDO DELLA 9a ARMATA

Il giorno 3 corr.,alle ore 3 del mattino, dopo breve violenta ed efficace preparazione d'artiglieria un reparto del 108° Regg. Fant. francese (6a armata) è penetrato nelle posizioni nemiche di Zocchi attraversando tutte le trincee avversarie, catturando 124 prigionieri fra i quali un ten. colonnello, e riportando un cannone da 37 mm. e una mitragliatrice. Perdite subite 7 feriti. Lo stesso giorno alle ore 11,30 un reparto del 29° battaglione d'assalto (1 a armata) senza preparazione d'artiglieria ha di sorpresa attaccato e conquistato la quota 703 di Dosso Alto (pendici nord Altissimo) catturando 166 prigionieri fra cui 6 ufficiali, 8 mitragliatrici, 1 lanciafiamme, 1 riflettore ed infliggendo forti perdite all'avversario (furono contati oltre 30 cadaveri nemici) . Perdite subite 14 uccisi e 31 feriti. Si segnalano ai comandi delle altre armate a titolo di lode e ad incitaa mento delle truppe queste due brillanti piccole operazioni, le quali ancora una volta dimostrano come l'esito di siffatte azioni non può mai mancare ove esse siano accuratamente studiate e preparate e condotte con decisa volontà di riuscire. Questo comando si attende che anche sulla fronte delle altre armate venga dato pari impulso a quella attività da esso tante volte raccomandata (anche recentemente con foglio 12352 G.M. del 22 luglio) e che sola può servire a mantenere la superiorità materiale e morale sull'avversario da noi acquistata nelle recenti operazioni. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 638-

-639DOCUMENTO N. 170

UFFICIO INFORMAZIONI FORZ.I; BRITANNICHE IN ITALIA Note sui colpi di mano di Asiago del 9 agosto

Allegato al sommario n. 254 del 10-VIIl-1918 Gli 8 colpi di mano simultanei, sferrati su un fronte di 3 miglia, ebbero per effetto di determinare nel nemico una grande sorpresa, ed il convincimento che si trattasse di una operazione su vasta scala - e forse dell'offensiva che da qualche tempo si attendono su questo settore. Qualunque fosse lo schema difensivo nemico per il fronte soggetto ai colpi di mano, è evidente che alcuni punti furono molto più vigorosamente tenuti di altri, e per quanto la resistenza maggiore possa attribuirsi a condizioni locali di terreno, vi furono molti sintomi che denotano mancanza di uniformità nelle caratteristiche, nella qualità e nella fermezza dei presidi. In parte ci~ ha trovato conferma nel numero dei prigionieri catturati nei rispettivi colpi di mano; ed è particolarmente notevole che nel settore Canove avvennero seri combattimenti in caverne ed altri lavori difensivi, ove il nemico usò le sue mitragliatrici con molta disinvoltura ed efficienza, per modo che fu possibile catturare soltanto pochi prigionieri - mentre verso Gaiga sud, dove fu identificata la presenza del 6° Rgg. Bosniaco, la lotta fu così seria che non si riuscì a portare via neanche un prigioniero. Le caratteristiche dei Comandi locali si rivelarono anche per le forze disparate dei presidi delle prime linee e per esempio quelle di sinistra, verso Val D' Assa, erano evidentemente presidiate in misura considerevole fino nelle primissime linee. Tutti i dati desunti dalla testimonianza delle nostre truppe e dalle deposizioni dei prigionieri, confermano che in genere il nemico oppose energica resistenza. L'artiglieria nemica sembra essere stata completamente dominata dalla nostra sino dal principio. Pare che i cannoni di M. Erio non abbiano sparato affatto, indubbiamente in seguito alla nostra efficacissima controbatteria. Questa inattività da parte dell'artiglieria nemica è stata amaramente criticata dai prigionieri di fanteria, i quali ritengono (come già nelle operazioni del 15 giugno) di essere stati assai malamente aiutati dalla loro artiglieria, mentre, per contro, hanno sacro rispetto e sacra paura dell'artiglieria britannica. Si lamentano, unanimi, dell'inesorabile attività dei nostri cannoni sull'Altipiano, ed un ufficiale austriaco del settore Canove giunse fino a dire che avevano grande difficoltà ogni mattina per trovare il momento buono da recarsi alla latrina. Vi sono molte prove relative alle numerose

difficoltà dei rifornimenti attraverso l'Altipiano sino alle prime linee e delle perdite di personale e materiale che il nemico subisce in conseguenza. I prigionieri parlano anche della continua presenza dei nostri aeroplani, sia sul fronte che sulle retrovie, e accennano con disprezzo alla loro aviazione, che - essi dicono - non sembra avere molte occasioni di funzionare. Tutti i prigionieri si lamentano del modo nel quale sono tenuti al coper·t o~senza potersi mai muovere quando si trovano accantonati e a riposo, a causa delle frequenti ricognizioni dei nostri aeroplani. La voce di preparativi per l'arretramento della prima linea nelle vicinanze di Asiago non sembra aver fatto molta impressione sulle menti dei prigionieri. Essi comprendono perfettamente la difficoltà dei rifornimenti e dei movimenti attraverso l'Altopiano e dicono di ritenere che prima o doyo~ quando i nuovi lavori sulla linea difensiva dietr~ ~siago saranno terminati, il sistema difensivo sarà in qualche punto rett1f1cato, ma non sembra vi sia alcuna idea - secondo loro - di una ritirata imminente e completa del loro attuale sistema di prima linea. Si hanno adesso prove circa il tentato colpo di mano del nemico sui nostri posti intorno a Villa Dal Brun, che era stato preparato per la sera del 3 corr. e del quale si ebbe preavviso da prigionieri che i francesi catturarono la mattina dello stesso giorno. Sembra che un contingente considerevole di un battaglione di assalto fosse già pronto in posizione per l'assalto, dopo lunga e farraginosa preparazione, quando giunse di sorpresa il nostro sbarramento (circa la mezzanotte), col risultato di disorganizzare-del tutto i preparativi ed infliggere perdite così ingenti che il nemico dovette abbanbonare l'impresa senza neanche avanzare in zona neutra. Come indicato dai combattimenti, il morale delle truppe dinanzi al nostro fronte è tutt'altro che depresso; infatti, dalla loro valida resistenza nella massima parte dei settori attaccati il morale deve essere giudicato buono per quanto riguarda la combattività. Essi sono, per altro, indubbiamente molto stanchi della guerra e tengono d'occhio con molta ansietà tutti i segni che possono indicare la sua fine imminente. Se ne ebbe un esempio quando al campo dei prigionieri fu annunziato da uno dei loro, in un gruppo numeroso, che i germanici avevano subito ieri una grave sconfitta per parte delle truppe britanniche in Francia di fronte ad Amiens; al quale annunzio i prigionieri sembrarono interessarsi con compiacenza, tanto che uno uscì nella seguente frase pronunziata in tedesco: «Questo aiuterà.a finire più presto la guerra». Le condizioni fisiche dei prigionieri e i loro indumenti ed equipaggiamenti presentano un interesse anche maggiore di quello di due mesi fa durante la loro «offensiva». In circa 350 prigionieri esaminati, provenienti da 6 diversi reggimenti compresa la cavalleria, e da 3 divisioni l'aspetto ge-


- 641-

-640-

nerale della truppa era migliore di quel che avrebbe potuto attendersi dopo 4 anni di guerra, in questo momento. Non sembrano essere in cattive condizioni per quanto riguarda la mancanza di cibo; ma pare che abbiano lo stretto necessario per andare avanti . La scelta delle qualità e quantità di calorie-cibo sembra ben calcolata, ma la quantità è probabilmente insufficiente per uno sforzo prolungato, e l'assenza di grassi è evidentissima; è stato interessante rilevare, sia in questa occasione, sia dopo l'offensiva di giugno, come i prigionieri si sono rapidamente rimessi dopo vari giorni di alimentazione con le nostre razioni, per quanto esse siano limitate nel quantatitivo . Quanto agli indumenti, le uniformi sono tutt'altro che uniformi in qualità, assortimento, colore o quantità; varie qualità di stoffa hanno fatto apparizione, sino dal giugno, specialmente per le nuove reclute. La biancheria di cotone è comune con vari tessuti di altro genere mescolati insieme. La parte più caratteristica è rappresentata dalle scarpe, che sono di qualità straordinariamente buona, e tutte di buon cuoio e ben chiodate: quasi tutti i prigionieri ne avevano avuto di recente un nuovo paio; un ufficiale ha detto che erano state distribuite per «l'offensiva», per cui sembra che intendessero compiere marcie molto lunghe. La salute dei prigionieri sembra generalmente buona, ma essi hanno un aspetto di stanchezza, per quanto come già detto, ciò non possa ascriversi a mancanza di cibo. Nel fisico, i bosniaci sono i migliori, poi la cavalleria, (i cui sottufficiali sono specialmente buoni); la fanteria ha un grande numero di uomini in cattive condizioni fisiche, con affezioni polmonari. Gli ufficiali medici riferiscono che il 95% dei prigionieri è affetto da pedicolosi e che la scabbia è molto diffusa.

DOCUMENTO N. 171

EXTRACTS FROM AN AUSTRO-HUNGARIAN HANDBOOK ON MOUNTAIN WARFARE (Published in 1918, and captured August, 1918, by 6th ltalian Army) (S.P . No . 28) Generai observations

Mobility and endurance are the chief requirements of troops in mountain FIGHTING. The greatest success will often be decided when they exert greater efforts than the enemy consider them capable of. Decisive results can be obtained by large and small flanking movements. Mountain regions offer favourable opportunities of this nature nearly everywhere. Fire contro I is rendered difficult by the irregularity of the ground, which necessitates the splitting up of troops into numerous small groups. A great field is therefore offered for individua! initiative. Machine guns acquire a special value, especially in the high mountains, where the deployment of artillery is often limited to a few narrow avaibles routes. High angle fire is also particularly useful, as are hand grenades in dose fighting . Field artillery and heavy artillery, which can usually only be transported aver constructed roads in the mountains, must, when no mountain transport equipment is available, be brought into position actually on the roads or as near as possible to the roads . Special attention must be paid to the camouflage of such artillery on the march à.nd in position (also against aerial observation) as the necessary dose location of these guns to the roads facilitates their detection by the enemy; the consequent change 6f position is both difficult and long. The conditions of the ground will often necessitate separate guns or whole batteries being stationed in or near the fighting line. The fluctuations of the infantry fighting will then require the artillery to defend their guns in hand-to-hand fighting . The precautions against losing such guns should not be exercised to such an extent as to pregiudice the accomplishment of the mission attributed to them. The crews of these guns must unquestionably be provided with rifles and hand grenades. Bad ground, lack of good lines of communication, and unfavourable weather operate in such a way that no means of liaison - including airmen and wireless - can be absolutely relied upon. Only the employment of all means of communications at the same time_can justify the hope that one will always work.


-643 -

- 642-

Leadership

The Generai Officer Commanding will often have to reckon with the co-operation of columns and groups which have become separated by difficult or impassable obstacles and which become removed from his immediate influence, often for a long time. In such circumstances it will be necessary to give orders in the form of instructions and directions for two and more days. Every subordinate commander must be acquainted with the objective. The difficulty of directing and reinforcing often entirely separated columns demands great initiative from individuai columns. The subordinate commander in the mountains often finds himself in the position of being obliged to come to individuai dedsions which demand a comprehensive knowledge of the generai scheme of operations. Column Commanders should be definitely acquainted before their departure of the intentions of their superior officer, in order that they may be in a position to carry out his orders. In no other position is initiative, individuality, and persona! influence of such value in a subordinate officer as in the mountains. Leaders of ali arms and the troops themselves niust be made to understand that there is no obstacle in the way of the attacker which cannot be overcome. Every height can be taken, every forest crossed, and every gun brought into position when only the will to do so exists. Time and effort, however, must be taken into account. The sa.me thing applies to the enemy. Every possible surprise must, therefore, be expected. In the mountains the reserves should be dose to the rear of the decisive points. To appreciate this is the essence of Ieaderhip. Reconnaissance

In the clear mountain air, patrols are visible from a great distance on woodless ridges and may betray their intentions to the enemy. Suitable cover and the avoidance of noise (on loose stones, etc.), should, therefore, not be lost sight of. The reconnaissance of ground and road conditions is of the very greatest importance in the mountains. Artillery reconnaissance necessitates careful consideration and comprehensive measures. Timely occupation of advantageous observation points along the line of march by artillery or other patrols, and comprehensive steps to secure the liaison between the Scouts and the Artillery Commander by signals, etc., are the means of overcoming the difficultes of this task. Separate lateral observation posts will often render good service. The infantry will frequently be required to afford cover to the artillery scouts. Aviators can give excellent assistance.

Marching

The marking of routes is of the greatest importance. Advance by night and over bad roads should only be made with a thoroughly reliable guide. Frequent march pauses, and transmission of passwords to the rear and back again, help to ensure that no part of the column has got out of touch with the main body. Care should be taken to attach R.E. personnel to individuai columns. When the number of R.E. personnel available is small, they may be allotted to the different columns in platoons, when they will serve as instructors to the other men carrying out any undertaking. During difficult ascents pack animals usually demonstrate the necessitY of a rest by halting of their own accord; the necessity should be recognised, and after a short halt the march resumed. In descending steep gradients every driver should hold back the preceding pack animai by means of a rope band attached to each side of the pack saddle. Attach

a) Encounter Battle. - They delay or even failure of one group or column must not be allowed to alter the plans of the others. Mutuai flank support should be attempted. It will often be possible and effective for infantry and machine guns to fire over the advanced troops. Decisions are gained from time to time by separate fighting parties, operaiing independently from one another at different moments. The occupation of an important part of the enemy's position will often pave the way for a generai success. It is the duty of the Division command to recognise this part and to direct attacks and a concentration of the greatest number of batteries there, in order to exploit the partial success to the fullest and thus effect pressure on the remaining portion of the enemy. b) Attack against Positions Prepared. - The attack against steep mountain positions is often facilitated by the prevalent dead ground. A deviation of the assault troops from the indicated roads for the purpose of taking advantage of cover, may enable them to capture enemy positions which are not prepared against assault. The co-operation of mountain guns with the infantry, who have strong locai resistence to contend with, is often very profitable. When the attacker approaches the mountain ridge he is naturally so- _ mewhat exhausted by the difficult climb of the steep slopes, and thereby offers the enemy a favourable opportunity for a counter-assault.. The in-


-644fantry must be :rained not to become disconcerted by such counter-assault, but to repulse It calmly by well-directed fire or hand grenades. They will be afforded a powerful support if the artillery·and machine guns can bring the enemy thus exposed under their fire.

- 645 DOCUMENTO N. 172

COMANDO DEL III CORPO DI ARMATA STATO MAGGIORE

N. 10585 di prot. S.M.

Pursuit

12 settembre 1918

OGGETTO: Relazione sulla perdita di M. Mantello-P.S. Matteo . If the e~emy evacuates a position without prolonged resistance, and without . havmg suffered serious losses, the more difficult and hidden the ground 1s, the greater are the precautions that must be observed as a · b · , surpnse may ~ m store. The advance must, therefore, be carried out in readiness for act1on. If the enemy is for~ed into action, the pursuit often breaks down as a result of the over-exert10n of the troops in the battle Thi·s d · · 1 1 · · anger 1s parti cu ar Y gre~t m the mountains, as the strain of ordinary movements is alreçidy cons1derable.

. Strong d~tachments with machine guns, and also mountain guns, if poss1ble, should 1mmediately follow up the enemy and cause him all possible losses . Pack animals with munitions, rations and surgical dressings, should accompany the detachment to enable it to support any unusual marching demands. INTELLIGENCE, G.H.Q. BRITISH FORCE IN ITALY September, 1918

AL COMANDO DELLA 7" ARMATA A riscontro del foglio 5861 Op. in data 4 settembre, trasmetto: 1° - Relazione completa sull'operazione nemica del 3 settembre, fatta compilare dal comando della 75 • divisione; 2° - Relazione particolare sull'azione dell'artiglieria durante l'attacco nemico delle posizioni S. Matteo-Mantello, fatta compilare dal comando di artiglieria del corpo d ' armata.

Le due relazioni concordano nell'esposizione dei fatti e nei loro apprezzamenti e pertanto mi associo, in massima, a quanto in esse è esposto. Come osservazioni particolari che ho avuto occasione di fare in merito , rappresento: - Sin dal 24 agosto, rilevando la speciale attività nemica quotidianamente segnalata nei comunicati del comando della 75" divisione, invitavo il comando di questa a dare disposizioni opportune perché tale attività fosse attentamente sorvegliata allo scopo di affermarne la ragione ed essere pronti a rintuzzare ogni eventuale tentativo contro qualche nostra posizione; e particolare attenzione richiamavo precisamente sul costone che collega M. Giumella con Punta S. Matteo, che rappresentava la v.i ta di più facile percorso per una azione nemica tendente alla riconquista di M. San Matteo. Ordinavo inoltre di invigilare e spingere la nostra sistemazione sulle posizione di M. Mantello-Punta S. Matteo, affinché queste assumessero presto una consistenza difensiva tale da garantirle da qualche colpo di mano, e prescrivevo di assicurarsi che sempre tutti fossero vigilanti e le artiglierie pronte ad entrare in azione al minimo accenno di azione avversaria. Dal contesto della relazione risulta che queste mie prescrizioni sono state osservate, perché truppe ed artiglierie furono vigilanti. Le posizioni sono cadute in mano al nemico per un complesso di altre circostanze, ma non per effetto di sorpresa, o di ritardato o mancato concorso del tiro di artiglieria. - Una delle cause del successo nemico, è certo la morte avvenuta del capitano comandante la compagnia, e dell'essere il comando rimasto al te-


-647 -

- 646nente Egizi, giunto sul M.S. Matteo poco prima dell'inizio del tiro nemico e che non conosceva la posizione, né gli uomini del plotone che la presidiavano. Questo particolare importante ha messo in luce una grave irregolarità. Il plotone che era di presidio al S. Matteo, aveva il suo comandante titolare nel sottotenente Previtero, il quale era sulla posizione col suo reparto. Nel giorno 3 settembre, dovendosi inviare un ufficiale a prelevare i fondi per il battaglione, anziché comandare un ufficiale dei reparti non in linea, venne inviato il sottotenente Previtero, sulla base del turno speciale per questo servizio, senza riflettere alla irrazionalità della disposizione ed in contrasto alle prescrizioni del regolamento di Servizio in Guerra parte 1a - n. 89, per le quali i servizi esterni devono avere la precedenza su tutti quelli d'ordine interno. A sostituire il tenente Previtero sulla posizione venne inviato il tenente Egizi, che era con il suo plotone di rincalzo alla quota 3276 (a sud ovest di Pizzo Tresero). La responsabilità di ciò, che è indice di un sistema errato nel regolare il servizio fra gli ufficiali del battaglione, risale al comandante di esso, il quale per l'infrazione evidente ad una prescrizione regolamentare, è passibile di punizione che propongo sia 10 giorni di arresti di rigore, con la motivazione: «Regolava il turno di servizio fra gli ufficiali del battaglione in modo non conforme alle prescrizioni del Regolamento di Servizio in Guerra parte 1 a - numero 89, concorrendo così a creare una difficile situazione di comando in una posizione avanzata che, attaccata, cadeva in mano del nemico». - Dalle concordi risultanze delle relazioni del comando della divisione e del comando di artiglieria del corpo d'armata, emerge che il tiro nemico divenuto intenso alle ore 16,30, causò verso le ore 17, il crollo di un blocco che seppellì il baracchino contenente armi e munizioni, per cui la difesa, una volta manifestatosi l'attacco della fanteria, mancò dei mezzi per esplicarsi. Ciò significa che il tiro nemico, benché intenso non spinse il comandante della posizione a far armare i suoi uomini, per averli pronti ad ogni evenienza. Di questa grave manchevolezza la responsabilità risale al comandante della compagnia, capitano Berti, morto in seguito, seppellito sotto le rovine di una galleria in ghiaccio. · - Le relazioni del comando della 75a divisione e del comando di artiglieria del corpo d'armata, sono concordi nel segnalare l'aumento avvenuto nello schieramento difensivo delle artiglierie in sottozona Gavia e nel riconoscere che l'organizzazione del tiro era appropriata e che l'intervento delle batterie.fu pronto. Entrambi i comandi riconoscono anche che, a malgrado di ciò, per le avverse condizioni del clima e per l'interruzione di tutte le comunicazioni, il fuoco di sbarramento avanti alle posizioni non fu suf-

ficiente. II comando della 75a divisione attribuisce tale insufficienza anche alla limitata entità dello schieramento di batterie, ed a questa considerazione anch'io mi associo, ritenendo che se fosse stato possibile lasciare sul posto le batterie che concorsero all'azione di conquista, o almeno i piccoli calibri, sino a che la sistemazione delle nuove posizioni fosse compiuta, la difesa ne avrebbe certo tratto giovamento. - I rincalzi stabiliti alla quota 3276 (a sud ovest di Pizzo Tresero) erano in misura di contrattacco. Non posso escludere che con comandanti di maggiore percezione, audada ed iniziativa, il contrattacco avreb?e potuto forse tempestivamente sferrarsi, ma è pur da tener presente che l'mcertezza sulla situazione, derivante dall'interruzione di tutte le comunicazioni telefoniche, e dalla nebbia che, avvolgendo le posizioni, impediva di osservare quanto su di esse accadeva, ha essenzialmente contribuito a che esso non avesse luogo.

*** Concludendo: Tutto il possibile era stato fatto per porre le posizioni, dopo la loro conquista da parte nostra, in completo assetto difensivo. Buona era l'organizzazione del tiro, e le artiglierie fecero tutto quanto nelle speciali condizioni della giornata era dato di fare. . Opportuna era la dislocazione dei rincalzi e spiegabile il mancato contrattacco. Talune manchevolezze di comando ed una concomitanza di circostanze varie, che dalle relazioni risultano, hanno fatalmente contribuito alla perdita delle posizioni. . Non ritengo però che, oltre alle manchevolezze sopra segnalate, d1 altro debba farsi rimarco né ai comandi tattici in luogo, né a quelli di artiglieria.

*** Allego un progetto sommario di operazione per la riconquista delle posizioni perdute. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DEL CORPO D'ARMATA Camerana


- 648-

- 649DOCUMENTO N. 173

DOCUMENTO N. 174

ADDETTO MILITARE

COMANDO 6• ARMATA

PRESSO L'ESERCITO FRANCESE

N. 570 B.M. 13

Parigi, 23 settembre 1918

AL COMANDO SUPREMO (per Comando Divisione Czecoslovacca) Co~siglio Na~ionale desidera poter avere relazione fatto militare avven~to pr~ma che_ ~1gnor Benes parta per Italia e prega di voler trasmettere ai nostn soldati Il seguente messaggio del Consiglio Nazionale: . . «Come! no_stri fr~telli di Russia, Siberia, voi siete stati oggetto dei funos1 ~tta_cch1 d~1 nostn secolari nemici. Essi hanno constatato che i grandi ~forzi d_e1 nostn_ sold~~i _ci hanno valsa l'ammirazione del mondo intero ed 1 gr~nd~ successi poht1c1 che noi abbiamo ottenuto ultimamente presso le Nazwm dell'Inte~a. Voi più non vi battete per ottenere il riconoscimento co~e un popolo hbero ma essendo già stati riconosciuti come indipendenti V~1 ora _lottate per dar~ consacrazione definitiva al detto riconoscimento'. L Aust~1a ha tentato d1 annientare quelli che sono i porta bandiera della nostra !1bert~ ed indipendenza sul fronte Italiano. Vo_i avete vittoriosamente res_pmto l attacco. Tutta la nostra Nazione Czeco Slovacca Vi a · con f1e · d" mm1ra rez~~ e g_r~t1tu me. Noi Vi esprimiamo la nostra commossa riconoscenza e c1 !nchm1amo davanti a quelli che sono caduti nella suprema lotta per la patna. Viva la 6" Divisione Czeco Slovacca. A nome del Consiglio Nazionale Edoardo Benes». Colonnello Brancaccio

STATO MAGGIORE

N. 2114 S/ G.

6 ottobre 1918

OGGETTO: Colpi di mano AL COMANDO AL COMANDO AL COMANDO AL COMANDO e per conoscenza: AL COMANDO AL COMANDO AL COMANDO

FORZE BRITANNICHE IN ITALIA FORZE FRANCESI IN ITALIA XII-XIII-XX CORPO D'ARMATA ARTIGLIERIA E GENIO D'ARMATA 1•, 4• ARMATA IX, X CORPO D'ARMATA SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI

1° Nella notte dal 10 all' 11 corrente si effettuerà sul fronte dell'Armata un'azione intesa a catturare gran numero di prigionieri ed impegnare fortemente il nemico sull'altipiano ed in Val Brenta. 2° Tale azione consisterà in contemporanei colpi di mano partenti da tutti i settori e sottosettori del fronte. 3° Vi prenderanno parte almeno 1 battaglione per ogni fronte di divisione di 1• linea. 4 ° La mossa delle fanterie coinciderà coll'inizio del fuoco di artiglieria (controbatteria-interdizione-ingabbiamento) e sarà iniziata per tutti i colpi di mano alle ore 3. 5° Ogni Comando di Corpo d'Armata, oltre comunicare a questo Comando, entro il giorno 9, il progetto dei colpi di mano delle dipendenti divisioni di 1• linea, ne farà parte anche ai Corpi d'Armata vicini, affine di ben stabilire i rispettivi tiri di ingabbiamento, ed evitare che si sovrappongano in modo che le fanterie di un settore abbiano a restare colpite dai tiri del settore vicino. 6° I Corpi d'Armata XII e XX possono richiedere rispettivamente ai Corpi d'Armata X e IX l'intervento di qualcuna delle loro batterie a rinforzo del nostro fuoco di artiglieria. 7° Il XIII Corpo studierà se, senza impiegare troppe forze, l'attuazione dei due colpi di mano potesse trasformarsi nella conquista della linea nemica fra i punti (Carta Francese) 3667 (delle Portecche) e 2163 (Nord Val Bella).


- 651 - 650DOCUMENTO N . 175

Per tale ~ventualità occorrerebbe che l'occupazione dell'ala destra francese fosse spmta e mantenuta in direzione del punto 1261 (Sud Ronco di Carbon), . . . a protezione del fianco sinistro del tratto 3667-2163 . L e nuove posiz10m che così si occuperanno dovranno essere raccordate mediante bretelle alle nostre vecchie posizioni retrostanti. . La n~ova linea raggiunta sarà mantenuta come linea di vigilanza e·di pnma resistenza. Opportuni accordi saranno presi per le operazioni fra XIII e Corpi d' Armata laterali. 8°, I colpi di mano sulla restante fronte saranno tutti regolati in modo che all alba (ore 6) tutte le nostre truppe siano rientrate nelle nostre linee ~estando con ciò terminata l'azione delle fanteria (per il XIII C. d' A. vedi mvece precedente n. 7). . 9° Ripren~erà invece a tale ora (6) il tiro delle nostre artiglierie, inteso a battere tutto Il terreno tra prima e seconda linea nemica, e quello retrostan:e alla ~econda, ove possono trovarsi rincalzi o riserve nemiche accorrenti all'azione. Continuerà pure il tiro di controbatteria.

R. ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

6 ottobre 1918

N. 13885 di protocollo G.M. OGGETTO: Colpi di mano A S.E. IL COMANDANTE DELLA 6a ARMATA

Interessa a questo Comando che sulla fronte di codesta armata si effettui entro breve termine un importante colpo di mano nell'intento non solo di catturare prigionieri ma soprattutto per impressionare fortemente il nemico e mantenerne fissata l'attenzione verso codesto fronte. Pregarsi di impartire le necessarie disposizioni e di far conoscere la data in cui l'operazione avrà luogo. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F.to Badoglio

Questo fuoco durerà dalle 6 alle 7, sarà ripreso per una seconda serie dalle 1Oalle 11, per una terza dalle 14 alle 15, ed infine per una quarta dalle 18 alle 19. Queste quattro serie di tiri, dalle 6 in poi, saranno regolate dal Coma _ dante l'Artiglieria dell'Armata. n DOCUMENTO N . 176

IL TENENTE GENERALE COMANDANTE L'ARMATA F.to L Montuori

R. ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

N. 13884 di protocollo G.M.

6 ottobre 1918

OGGETTO: Piccole azioni offensive A S.E. IL COMANDANTE DELLA 1a ARMATA Interessa a questo Comando che entro breve termine sia eseguito un colpo di mano in forza su M. Maio, per catturare prigionieri, senza escludere che, se possibile, il possesso di questa posizione venga poscia mantenuto. Pregarsi dare le conseguenti disposizioni e comunicare a questo Comando la data in cui il colpo di mano avrà luogo. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F. to Badoglio


- 653 -

- 652-

DOCUMENTO N. 178 DOCUMENTO N. 177

COMANDO 1• ARMATA N. 541 Op .

1° Situazione dei prigionieri e dei disertori austro-ungarici

19 ottobre 1918

OGGETTO: Colpo di mano giorno 18 AL COMANDO SUPREMO -

UFFICIO OPERAZIONI

A scioglimento riserva contenuta comunicato di ieri sera riferisco andamento noto colpo di mano. Poco prima dell'alba giorno 18, 55° Reparto e 31 • Compagnia assalto col concorso compagnia mitragliatrici Cesare Battisti e arditi 157° Fanteria, tentarono il colpo di mano sboccando dalle gallerie di Monte Corno di Vallarsa aperte durante la notte e dalla testata della Boale Zocchi. La colonna principale sboccante da sommità Corno accolta subito da tiro mitragliatrici non riuscì a progredire verso selletta sottostante a quota 1801; la colonna risalente Boale Zocchi mancatole appoggio della sovrastante non potè avanzare. Più tardi protette efficace tiro nostre artiglierie ripiegarono nelle posizioni partenza. Reazione nemica pronta con mitragliatrici non fu molto vivace coll'artiglieria. Perdite: uccisi truppa 4; feriti ufficiali 5 truppa 26; dispersi N .N .. Dalle 19 alle 24 nemico tentò due attacchi contro nostre posizioni a Monte Corno di Vallarsa preceduti da azione artiglieria e fuoco mitragliatrici; fu nettamente respinto da nostro fuoco sbarramento, tiri mitragliatrici e lancio bombe a mano. Perdite 3 feriti leggeri. Ore 20.30 pattuglia nemica che tentava avvicinarsi nostre linee costa Tierno fu respinta; pattuglia nostra prese contatto col nemico a Cima Trepezzi scambiando fucilate e bombe a mano. Artiglieria avversaria dimostra scarsa attività; nostre batterie eseguirono numerosi tiri di disturbo e logoramento. Altre perdite uomini di truppa uccisi 1, feriti 10. Altezza neve: Altissimo cm. 20 Pasubio 40, Coni Zugna 5. Generale Pecori Giraldi

Annotazione del Sottocapo di S.M. in margine al tel,egramma: "È in piccolo l'azione del Pasubio e così andava a finire . B."

al 31 luglio 1918

prigionieri disertori Totale

163.952 5.232 169.184

(di cui Ufficiali 4.184) (di cui Ufficiali 104)

2° Prigionieri fatti e subiti nel periodo fra la battaglia del Piave e quella di Vittorio Veneto

luglio agosto settembre ottobre Totali

Austriaci caduti in nostra mano 468 1.519 1.324 813

Italiani caduti in mano austriaca 55 100

4.124

331

176


- 654-

-·655 DOCUMENTO N. 179

COMANDO 4a ARMATA .

STATO . MAGGIORE

UFFICIO I.T .O.

N. 7052 di prot. I.T.O.

7 ottobre 1918

OGGETTO: Condizioni morali dell'Esercito Austriaco AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI A S.E. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ARMATA Dall'interrogatorio di prigionieri e disertori, da contatti e da altri elementi informativi risulta che le condizioni morali delle fanterie dell'Esercito ':ustriaco sulla fronte dell'Armata, e con tutta probabilità sulla fronte Italiana, hanno subito in questi ultimi giorni (dal 15 settembre ad oggi) un vero crollo. Tale fenomeno è dovuto: . 1° ~gli avvenimenti militari sulla fronte Francese e Balcanica e alla capitolaz10ne della Bulgaria.

2° Al dilagarsi della sfiducia in un esito vittorioso della guerra. 3° Alla penetrazione di sentimenti bolscevichi tra le file dei combattenti. 0 • ~ A~l~ ripercussione alla fronte delle crescenti difficoltà economiche, dei -~isordm1 avv~nuti nell'interno della Monarchia e delle accese correnti poht1che contrane alla Germania e in generale alla nazionalità tedesca. 5° All'approssimarsi della stagione invernale. 6° Alla diminuzione del rancio. Disertori e p~igionie~i -:-- non solo appartenenti a nazionalità oppresse ma anche t~desch1 e magian - e altri elementi informativi, riferiscono che l'esasperaz10ne degli animi nei soldati è tale da poter condurre in un non lontano tempo all'annullamento dell'efficienza bellica dell'Esercito Austriaco. Soltanto gli Ufficiali con la loro presenza e col loro prestigio _ che è a~cora _ab~a~t~nza f~rte - mantengono la coesione e solo l'artiglieria e le m1traghatnc1 1mpermano e mantengono la resistenza. _Tra le fanterie si fa sempre più insistente e più diffusa l'idea di arrender~! n~l ca_so eh~ gli Italian1 attaccassero e riuscissero a rompere la prima ed mev1t~b1!e resistenza dovuta appunto principalmente alle mitragliatrici e alle art1gherie. . Il c~oll_o delle condizioni morali appare con evidenza dalle seguenti mamfestaz10m: . . 1° Le notizie delle vittorie degli Eserciti Alleati sono state accolte con

gioia non sempre celata dai soldati austriaci nella speranza che tali vittorie

conducano alla pace. In essi c'è ormai una insensibilità ed una indifferenza per una pace completamente favorevole a noi. 2° Vi è vivo malcontento contro il Comando Austriaco che, come non ha saputo preparare e condurre l' offensiva, così pure non ha preparato sulla fronte dell'Armata lavori che rendano meno penoso svernare e tale malcontento è così forte che si è cercato per diminuirlo di diffondere in taluni reparti la voce di un probabile arretramento in posizioni migliori. La mancanza di seconde linee ha però contribuito a togliere nel soldato ogni fiducia. Non essendo stati finora distribuiti indumenti invernali esso non si reputa più in grado di sopportare un quinto inverno. 3° Le diserzioni per fame, per avversione alla guerra sia da noi ma più all'interno, anche di soldati appartenenti a reparti di assalto e di marcia, vanno aumentando. I miglioramenti del rancio sono stati di breve durata ed irregolari. In molti reparti la razione di pane è stata nuovamente ridotta; le condizioni alimentari, malgrado il raccolto, sono andate peggiorando. 4 ° Soltanto la paura di rappresaglie alle famiglie trattiene buon numero di soldati, di tutte le nazionalità, dalla diserzione all'estero, ma molti hanno il desiderio e non lo nascondono di essere catturati perché sanno che in Italia malgrado quanto vien detto dai loro Ufficiali, i prigionieri sono trattati umanamente. 5° Lo spirito combattivo è stato vinto, oltre che dalle condizioni suaccennate anche dalla diffusione di sentimenti umanitari: molti prigionieri e disertori e soldati che sono al di là vantano e hanno elevato a motto quello «Non uccidere». 6° Le idee diffuse dai manifestini, lanciati da aeroplani, razzi e nei molteplici e continui contatti, hanno ormai attecchito: i soldati della nazionalità magiara e tedesca danno tutta la colpa della guerra alla Germania e sono persuasi che l'Austria è destinata ad esserne la vittima; i soldati appartenenti a naziònalità slave, tranne gli ignoranti, hanno acquistato la piena fiducia nella costituzione di propri stati indipedenti. Riassumendo lo scrivente ritiene che l'efficienza bellica morale dell'Esercito Austriaco fronteggiante l'Armata da un mese, e più principalmente da una quindicina di giorni a questa parte, è ridotta all'incirca della metà di quella che era agli ultimi di agosto e ai primi di settembre, e che è destinata ancora a diminuire sensibilmente ogni giorno malgrado le severe precauzioni e disposizioni dei Comandi nemici, disposizioni interpretate non più come un indice di autorità ma come un affannoso correre al riparo contro l'inevitabile crescente disgregamento morale. IL COLONNELLO CAPO DELL'UFFICIO I.T.O. Vigevano Attilio


- 657-

- 656DOCUMENTO N. I 80

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZION°I

14 settembre 1918 Schieramento dell'Esercito durante il periodo invernale (annesso uno schizzo omesso)

CRITERI DI BASE 1° Ogni armata schierata abbia forze sufficienti per assicurare la rotazione delle unità in linea. Economia delle forze in linea; schieramento normale del c.d'a.: una divisione in prima linea ed una in seconda; di massima, rotazione delle divisioni complete nel c.d'a. (potendo rotazione di corpo d'armata) 1• 2° Schierare sulla fronte Tombà-Palazzon un'armata interalleata, passandovi le unità francesi ed inglesi ora sull'altopiano (sarà difficile che ifrancesi accettino; se no il C.A.F. farà parte della 4° A.) 2 • 3° Le unità non schierate (dislocate a buona portata dei vari settori della fronte e prossime a centri ferroviari) raggrupparle in due masse: una di riserva (9a armata) ed una di manovra (8a armata), quest'ultima da prepararsi più intensamente per la battaglia di rottura e da addestrarsi per la guerra di movimento.

SCHIERAMENTO 7° Armata - 3 c.d'a.: il III con due div. in prima linea ed una in seconda; il XIV e il XXV con una divisione in prima linea ed una in seconda. In totale 7 divisioni. 1 ° Armata - 3 c.d' .a.: il XXIX con tr-e di-v. (compresa la cecoslovacca su tre brigate) due in prima linea ed una indietro; il V con quattro divisioni, tre in linea ed una indietro; il X con 3 divisioni, due in linea ed una indietro. In totale 10 divisioni. 6° Armata - 4 c.d'a.: con un totale di 9 divisioni. 4° Armata - 3 c.d'a.: due su due divisioni (una in linea ed una indietro) ed uno su tre (due in linea ed una indietro). In totale 7 divisioni. 1 2

Le paren.tesi dei paragrafi I O e 2° sono aggiunte di pugno del Sottocapo S.M. Il promemoria reca l'annotazione del capo di Stato Maggiore: "Tener Sospeso".

Armata interalleata - 3 c.d'a.: il XII francese (una divisione in linea ed una indietro), il corpo inglese (due divisioni in linea ed una indietro), l'VIII italiano (una divisione in linea ed una indietro). In totale 7 divisioni. 3° Armata _. 3 c.d'a.: l'XI su quattro div. (due in linea e due indietro); il XXVIII su due (una in linea ed ·una indietro); il XXVI su tre (due in linea ed una indietro). sa Armata - ( di manovra): 3 c.d'a.: (compreso quello d'assalto), ciascuno su due divisioni. 9° Armata - (di riserva): 2 c.d'a. su due d_ivisioni; brigate di marcia scuole, ecc ..


- 658- 659DOCUMENTO N. 181

HOTEL PALAIS D'ORSAY -

PARIS

24th. october 1918 Copy of letter sent senator lodge also to Mr. Frazier of the American Embassy - Paris - and to Mrs. Whitney Warren I am going to bore you again on the subject of Italy. Here as far as the Unite~ States i~ co~cerned, is the physical effort we have /e~t Jtaly in ~ur war wzth A ustrza. Eight months after the declaration of war, 3200 Amen~an_ troops w~re sent to Italy - three thousand two hundred! Up to date this figur~ r~mams th~ s~me - I do not mention the Red Cross nor the y oung Men Chnst1an Assoc1at10n, which are purely moral, nor the money we have placed at the disposal, purely financial. The <:7ermans are being driven from France and Belgium owing entirely to the immense physica/ supremacy of weight in this front. It should be remembered that, in France and Belgium, the entire weights of France, England, America, Be!gium and Portugal are concentrated, ex~ept such fragments as are in the Far East - The American element alone 1s betwee_n one million five hundred thousand and two million men. The Germa_n m f~ce ?f s~ch over-whelming numbers are retiring, probably to some Ime, st11l fied m ene~y's territory, where they feel, their line being shorte~e_d, that they can d1g themselves in and resist - even as the French a~d Bnt1sh forces have been resisting these four years _ Many think they w11l be unable to hold - that remains to be seen - at any rate _ it behaves us to go ahead and fight with all our energy «as if the war was to end to tomorrow and to prepare as though it might last, Jet us say; one or two years longer». These are the words of Petain. Many believe that the German farce ~hile greatly harassed is capable of resisting fora Iong time: _ I do not beheve Germany and its institutions are going to melt readily. Three months ago, we were trembling in our boots here in Paris and for cause! «Unser Kaisero and «Unser Gott» were at that ti~e synonyms to the German people. I cannot believe that a great change has come over the m_aJority of this people - on the contrary, it is natural to believe, that, f~nat1c~l, as they ha~e been in the face of adversity, they will put up a very s~1ff res1stance. I beheve therefore, that in all probability, next spring will fmd them entrenched in terrific positions and ready to fight to the death to prevent invasion and to obtain an advantageous peace. lf Austria could at that moment be put out of the running it would · be a great help. For at least three years we have heard that Austria was on her fast legs. She is still standing, and formidably, so, in Italy, who has been

left religiously alone to compete with her. Here are the officiai figures ~ . against 51 Italian Divisions are pitted 61 Austrians, having a supremacy of from one thousand to twelve hundred cannons. The Austrians moreover have the advantage of fighting on enemy's country and the advantage of strategie position. This is known by all who know the country, and is besides the very reason Italy is fighting namely, to beat home in its own country and not to be eternalty at the mercy of t he Enemy as she always has been in peace-time as will as in war-time. ltaly has been asked to make an offensive, but, in view of the inequality of effectives and of position, hesitates, and rightly so it would been, for fear of check or of not being able to push a possible first success to advantage :.:.._ Favorite expressions here, are that «one sirtks into the Austrians as into butter» and «did you ever see an Austrian who wanted to fight». The answer is, that at the last Piave offensive, the Austrians lost one hundred thousand ki/led and more than that number wounded. The ltalians up to Caporetto, one year ago, had lost in the war, four hundred and twenty thousand killed and since then have lost over one hundred thousand more. This not counting the dead from illness - their wounded have been about one million - These figures were given me by Generai Cadorna in Rome - From this it would seem there was «some» fighting in both the Italians and Austrians, and when the American losses tota! a like figure we may then claim that we a/so have been «some» fighting! And we shall have these losses before we see the end, unhappily believe me. As I have said, the Italians refuse, for the reasons given, to make the offensive un/ess given reserves, three hundred thousand Americans! How undoubtedly, Austria is the «weak sister» - but she has resisted and can and will resist unless help is given Italy to push her over. What I ask is, that since Italy has asked for help, it be sent her, in arder to shorten the war for ali concerned. Once Austria «all in» the end is near, and Austria can be brought to her knees far easier than Germany. For Heavens' sake, !et us prepare this winther to dea! the blow in the spring, or else the spring wi/1 arrive and another opportunity /ost, much timer, many lives and no end of money. Again, I repeat, we have been at war almost one year with Austria, our Army pitted against her numbers, three thousand two hundred men! And she is not strong enough to carry it through. Such a situation is inconceivable! ! The question may me be asked why Foch asks the Italians to make the offensive and does not send the reserves asked for - ls is probably because he is human. First of all, he does not command actively in Italy - this is unfortunate, but he only commands on the western front and consequently, in case of failure he bears no responsability. Again no generai


-660-

- 661-

will ever willingly a/low f orees under his command to depart unless ordered to do so by a higher authority - The only way to get the needed American reserves down to Italy is for America to say they must go to Jight her war against Austria. Again I reiterate, Austria is the weak sister of the Centrai Empires for Heaven's sake let us «do ber up» and properly so, this spring - then we can turn our undivided attention to the Hun-Bulgaria is in, Turkey they pretend .is going to topple - Austria under these conditions should be easy - and then Germany. From present advices it would appear that the Italians bave in spite of difficulties commenced an offensive: should this offensive fail or should it be impossible to push it to successful termination we will bave no one to blame but ourselves. FAITHFULLY YOURS (signed) Whitney Warren

DOCUMENTO N. 182

COMANDO SUPREMO UFFICIO SEGRETERIA

Riservatissimo personale N. 39 Prot.

8 settembre 1918

OGGETTO: Riassunto della conferenza tenuta ai capi di S.M. d'Armata presso il Comando Supremo 1'8 settembre 1918 AI COMANDI D'ARMATA La situazione complessiva di guerra quale si .presenta sulla fronte complessiva degli alleati non è completamente chiara. L'innegabile sistematicità del ripiegamento tedesco sulla fronte occidentale può far prevedere prossimo un nuovo periodo di stabilizzazione. Quindi le voci raccolte già da più parti che la Germania intende ancora riportare nell'anno un successo su altri teatri di guerra possono essere fondate; un attacco austro-ungarico contro di noi deve ritenersi ancora possibile. Sulla nostra fronte il nemico tiene in linea riparti fidati, a tergo ricostituisce e riorganizza le sue unità, ed intanto cerca di sollevare il morale delle proprie truppe con colpi di mano nelle varie parti della fronte. Con ciò mira indubbiamente a ridare alle proprie truppe spirito aggressivo, sia per azioni controffensive da opporre alla nostra eventuale offesa, sia forse anche per prepararsi a quell'attacco contro di noi che dobbiamo ritenere possibile. In tale situatione dobbiamo prepararci ad ogni eventualità, sia per svolgere azione offensiva qualora se ne appalesasse la necessità o l'opportunità (es.: invio di grossi contingenti austriaci alla fronte occidentale, proseguimento fortunato dell'offensiva alleata in Francia, gravi moti interni in Germania e in Austria, ecc.) sia per parare ad azioni 1nemiche in grande stile. In quest'ordine di idee il Comando Supremo ha fatto studiare operazioni d'attacco, in vari settori della fronte: per alcune di esse i preparativi sono anzi ultimati ed assai prossimi alla fine, per le altre si attendono i risultati degli studi, che devono essere sollecitamente ultimati. Di tali operazioni già in avanzata preparazione devono essere curati e perfezionati tutti i particolari, e le truppe devono essere mantenute allenate e moralmente pronte ad effettuarle non appena sia ordinato. Tale ordine può essere dato da un momento all'altro, sicché l'esecuzione avvenga a pochissimi giorni di distanza dall'ordine stesso. Ma all'infuori di queste operazioni più vaste, dobbiamo mantenere il sopravvento morale che abbiamo sul nemico; dobbiamo mantenere allena-


- 662-

te ed aggressive le nostre truppe; dobbiamo sÒndare le intenzioni del nemico togliendogli prigionieri, ed impedire al nemico stesso di sollevare il morale proprio. All'uopo le Armate devono eseguire piccole operazioni, colpi di mano, come quelli che con ottimo successo sono stati eseguiti nella scorsa primavera; deve essere stimolato e mantenuto lo spirito di aggrèssività e di decisione nei Comandi fino ai minori ed in tutti i loro organi. Le piccole operazioni suddette siano studiate e preparate in tutti i particolari, nulla lasciando al caso; sia curata la segretezza (che tanto spesso ci fa difetto) e tutto quanto può concorrere ad ottenere la sorpresa sul nemico. Si rinunci o si rimandi la loro esecuzione quando il nemico ne abbia avuto sentore (disertori nostri, ecc.): si pretenda in tal campo ad ogni costo la franchezza da parte dei dipendenti perché non siano nascoste le circostanze che abbiano creato elementi sfavorevoli alla esecuzione delle operazioni stesse. Ma le piccole operazioni di cui ora si tratta non potrebbero diventare compito speciale solo ·di determinati reparti, sema perdere gran parte del loro scopo, senza creare tra le truppe delle convinzioni di superiorità o di inferiorità dannose alla compagine dell'Esercito. T.utti i reparti devono pertanto compierne ed essere in grado di compierne. Ciò nonostante ad alcune fra le operazioni suddette potranno dare concorso le truppe del Corpo d'Armata d'assalto, a battaglioni, o anche a gruppi di battaglioni 1• Contemporaneamente la vigilanza delle truppe e l'affiatamento fra le varie armi deve impedire la riuscita dei colpi di mano 'del nemico. Ma oltre a compiere la preparazione destinata a soddisfare le esigenze immediate della situazione, occorre pensare all'avvenire, risparmiando uomini, accrescendo i mezzi, e aumentando il grado di efficienza e di addestramento di truppe e comandi. A tale scopo: - Il Comando Supremo ordinerà cambi di grandi unità - divisioni e possibilmente anche corpi d'armata - su vasta scala, tra le varie parti della fronte. Truppe e comandi si addestreranno così tutti alle esigenze varie della guerra; talune difficoltà vecchie saranno facilmente superate da comandi nuovi; tutte le unità riacquisteranno attitudine agli spostamenti, alla manovra. Parallelamente ai cambi di grande unità saranno fatti, quando sia opportuno, cambi di soli comandi o anche soltanto di componenti degli 1

Il Corpo d'Armata stesso verrà pertanto dislocato sul ridosso dei Colli Asolani, ed il Comando del C.d'A. stesso si porrà a disposizione dei comandi d'Armata per concretare gli studi di eventuali più larghe operazioni a cui possano prendere parte intere divisioni del corpo d'armata.

- 663 -

stati maggiori, per ravvivare lo scambio degli ammaestramenti, per dare mag: giore elasticità a tutti gli organi di comando: s_arà _con'{enie~t~ che cambi di divisioni o di interi comandi siano anche fatti dai comandi d1 armata fra le unità dipendenti. _ II Comando Supremo si ripromette di potere, durante l'inverno prossimo fare schierare per linea le divisioni, sicché ad ogni divisione in linea di m~ssima corrisponda una divisione nelle retrovie, per il cambio . Le divisioni così tenute indietro potranno effettivamente curare l'addestramento e l'istruzione delle truppe, ed eseguire esercitazioni d'assieme. _ Occorre che sia curata al sommo grado l'istruzione dei complementi, tenendo presente che il gettito attuale dei complementi ci dà un p~rson~le piuttosto mediocre tanto per fisico quanto per morale, quanto per 1struz10ne. 1 Comandi d'Armata diano il massimo impulso all'istruzione presso le brigate di marcia valendosi dell'opera d:i brigadieri a dis~osizione, e ~on~ vincendo il personale dei quadri delle brigate stesse che 11 loro compito e importantissimo, e, che richiede attività, applicazione, amore. _ Il Comando Supremo ha recentemente adottato una mitragliatrice leggera (peso totale 15 kg.); ha disposto per la trasformazione delle pistole mitragliatrici in moschetti mitragliatori che avranno il tiro regolabile a colpi isolati e a raffiche di non più di cinque colpi; accelererà la distrib~zione dei cannoncini e dei lanciafiamme, ecc .. Ha già studiato e sta defmendo la composizione del battaglione destinato ad impiegare tali armi, e ad avere la preponderanza di fuoco sul nemico. Gradualmente saran~o _così tras_formati tutti i battaglioni, dopo di avere istruito i comandanti d1 battaglione sull'impiego delle nuove unità. _ Si è disposto per la prossima apertura dei corsi pei comandanti di battaglione e di gruppo, per dare uniformità d'indirizzo all'istruzione di questi comandanti che sono le pietre angolari del nostro organismo. Il Comando Supremo intende inoltre che i comandi tutti esplichino grandissima attività sul terreno, con ricognizioni degli ufficiali degli stati maggiori, con contatti continui colle truppe di tutte le armi; che curino il benessere e l'igiene delle truppe·, sempre con ogni sforzo. La lunghezza della guerra o la maggior calma di taluni settori non debbono mai far dimenticare che si è in guerra, e ciò si deve trasfondere nel fervore delle opere, nelle misure da impiegare per sfuggire alle possibili offese del nemico, nel controllo instancabile dell'esecuzione degli ordini dati . IL SOTTOCAPO DI S.M. F. to Badoglio


- 664-

-66~ DOCUMENTO N. 183

R. ESERCITO ITALIANO -

COM~NDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

23 settembre 1918

IPOTESI "A" SFONDAMENTO DELLA LINEA DEL PIA VE Secondo i calcoli più recenti occ·orre sopra la fronte considerata (20 km.) la seguente massa di artiglierie: 250 batterie di picc. cal. (I pezzo picc. cal. ogni 20 m.; 50 pezzi per Km.) 165 batterie di controbatteria (I pezzo di m.o gr. cal. ogni 30 m .; 33 pezzi per Km.) 165 batterie di distruzione (1 pezzo di m.o gr. cal. ogni 30 m.; 33 p. per Km.) 90 batterie di bombarde (I bombarda ogni 30 m.; 33 bombarde per Km.). Le batterie nemiche di m. e gr. calibro segnalate in questo settore sono circa una 80 °•, perciò la nostra controbatteria può benissimo ridursi a sole 100 batterie di m.e gr. cal. Cosicché il fabbisogno complessivo resta ridotto a: 250 batterie di piccolo calibro 265 batterie di m.e gr.cal. (100 di controbatteria, 165 di distruzione) 1 90 batterie di bombarde. La 6· armata sopra una fronte quasi pari, ma più fortificata, aveva preventivato: 240 batterie di piccolo calibro 262 batterie di medio e grosso calibro 45 batterie di bombarde. Sulla fronte in esame trovansi già in posto:

mont., 47 batterie di m.e gr.calibro, 20 batterie di bombarde 240), più un nucleo da prendersi temporaneamente fra le artiglierie dell'armata stessa (6 batt. da mont., 24 d'assedio, 8 di bombarde da 240); b) dalla 7• armata: 6 batterie da mont.; 21 batterie d'assedio; 8 di bombarde da 240; c) dalla 3• armata (Basso Piave): 2 reggimenti suppletivi da campagna; 3 gruppi da 102; d) dalle divisioni di rinforzo (IO di F. e 2 di Ass.): IO regg. da campagna; 2 gr. da montagna; IO batt. bomb. da 58; e) dalla R.G .A.; 11 gr. da 65 mont. e pbs.; 1 regg. campagna autocarreggiato, IO batterie campagna a cavalli, 5 gruppi pesanti campali; 3 o più gruppi d'assedio, 1 gruppo misto di bombarde.

dalla l ' armata rinforzo rinforzo lpot. F dell'armata

Riepilogo

Batt. picc.cal. Batt.m.e gr. ca!. B.ombarde

65 75 p.c . ass. picc. gros .

6 -

24 23

-

6

dalla 3' arm.

dalla 7' arm .

-

6

-

16 12

-

24

-

21

-

20

8

Batterie piccolo calibro Batterie medio calibro Batterie bombarde

200-173 195-129 65- 50

-

dalle dalla divisioni Riserv. di rinforzo gen. Art.

6 80

IO

8

-

33 20 15 IO 3 1

Totale

57 116 51 78 13 37

173 129 50

27 66

Totale 108

15

70 batterie di medio calibro: 24 pesanti campali, 46 d'assedio 25 batterie di bombarde.

Tale differenza dovrebbe esser compensata dalla 6· Armata, che ha ricevuto per l'ipotesi F (compresi i 6 gr. pes. camp. della 9• armata):

Occorre dunque un rinforzo di: 200 batterie di piccolo calibro 195 batterie di medio e grosso calibro 65 batterie di bombarde.

Batterie mont. 12, Batt.m.e gr.cal. 76, Batt. bomb. 8: totale 96.

Tale rinforzo si può così ripartire: a) dalla 1 • armata: tutta l'artiglieria data per la ipotesi F (6 batt. da 1

Di detto nucleo una gran parte è già in movimento (le batterie del Piave e della R.G.); restano ancora m posto: 6 batt. da mont., 9 batt. d'assedio, 12 batt. bomb . 240 AL.

Dovendosi muovere all'ultimo momento, potrebbe costituirsi per la maggior parte con artiglierie pes.camp. (L'armata 6· ha ora 72 batterie pes. camp., comprese quelle della 9•), colle 12 batterie da montagna qui indicate e con qualche reggimento da campagna britannico delle divisioni a riposo. La massa totale di Artiglieria sulla fronte d'avanzamento sarebbe complessivamente così costituita: da 65

Batt. 72

da 75 a 84 I ................ .

Batt. 178

250

Piccoli Calibri


- 666-

- 667-

pesanti campali

Batt. 141

d'assedio da 58 ......

Batt. 124 Batt. 26

Medi e Grossi Calibri

DOCUMENTO N. 184

265

Bombarde

UFFICIO OPERAZIONI

90 da 240 ................... . .... .

Batt. 64 Ten. Col. F. Laviano

Annotazione del Sottocapo di S.M.: "Sta bene. Però si può sfruttare di più la 7• Armata che può dare: 4 batterie da 260 IO batterie da 210 6 batterie C. 149A 6 batterie Ob. 149 p.c. 6 batterie C. 105 32

Badoglio"

COMANDO SUPREMO

ALCOMANDO8•ARMATA N. 13589 G.M. Uff. Op. stop. Le artiglierie di nuova assegnazione a codesta armata devono essere schierate in modo da rispondere alle esigenze della difesa ma da consentire in pari tempo la possibilità di un vigoroso contrattaèco stop. Inoltre i movimenti devono essere rigorosamente tenuti nascosti al nemico stop. Perciò: · 1° I trasferimenti dalle stazioni di scarico alle posizioni siano fatti esclusivamente di notte. 2° Le postazioni e i lavori siano mascherati in precedenza. 3 ° I gruppi di nuova affluenza siano collocati più vi~ino che possibile a quelli già in posto e da quelli ricevano i dati di tiro in modo che nessuno dei pezzi di nuovo arrivo apra il fuoco fino a nuovo ordine stop. 4 ° Il consumo giornaliero delle munizioni dovrà essere rigorosamente mantenuto nei limiti attuali computati sulla base delle artiglierie di cui presentemente dispone l'armata e cioè non oltre 800 colpi di medio e grosso calibro e non oltre 1500 di piccolo calibro complessivamente per giornata per l'intera armata stop. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio 25 settembre 1918


- 669-

- 668DOCUMENTO N. 185

COMANDO SUPREMO

4° Inoltre, occupate le alture di Valdobbiadene e puntando su Feltre, si potrebbe determinare una grave crisi nelle truppe nemiche del Grappa, con possibili ripercussioni anche sull'altipiano d'Asiago.

UFFICIO OPERAZIONI

N. 13608 G .M. (Allegati omessi)

25 settembre 1918

OGGETTO: Studio di un'operazione offensiva attraverso il Piave Il presente studio è stato compilato sulla base dei concetti seguenti: 1° La nostra offensiva sull'altipiano di Asiago ha avuto un periodo di lunga e ripetuta preparazione, che non è sfuggita al nemico. Questo, che di tale offensiva è tuttora in attesa, ha preso tutte le misure per farvi fronte. 2° Così essendo, e tenuto conto delle gravi difficoltà di terreno, sembra potersi concludere che, ormai, la nostra offensiva sull'altipiano difficilmente potrebbe condurre a risultati apprezzabili; essa diverrebbe più che mai un'offensiva di tipo carsico. 3° Perciò, qualora si debba compiere uno sforzo offens~vo, il punto di applicazione di esso deve assolutamente ricercarsi altrove che sull'altipiano di Asiago. In tal caso la preparazione colà effettuata servirà per tenere distratti gli occhi del nemico dal nuovo punto di sfondamento prescelto. 4 ° E poiché si deve anche prevedere il caso che gli avvenimenti della guerra mondiale od il precipitare di avvenimenti politici possano imporci di agire a fondo entro quest'anno, così occorre ideare una nuova offensiva, la quale, tenuto conto di molteplici considerazioni - ovvie e che perciò non si enumerano - risponda alle seguenti esigenze: a) richiedere breve tempo per il suo allestimento; b) consentire la possibilità della sorpresa; c) essere di grande rendimento, senza richiedere forze e mezzi superiori a quelli di cui noi possiamo disporre, operando da noi soli. CONCETTO DELL'OPERAZIONE 1° Per rispondere alle due prime esigenze dianzi indicate - brevità di allestimento e possibilità di sorpresa - l'operazione non può essere svolta che in piano, cioè sulla fronte del Piave. 2° Delle due armate nemiche del Piave la più settentrionale (6") trovasi in condizioni criticissime, avendo per unica via di comunicazione la linea Sacile-Vittorio-Val Mareno. La strada Valdobbiadone-Segusino-Belluno è sotto tiro e d'altra parte non fa capo ad una linea di rifornimento importante. 3° Perciò uno sfondamento della linea del Piave con decisa puntata su Vittorio potrebbe darci la cattura dell'intera 6" armata nemica.

MODALITÀ GENERALI DELL'OPERAZIONE 1° Fronte di sfondamento - Dal saliente di Falzé alla estremità sudest delle Grave di Papadopoli: 20 km. circa. 2° Direttrice principale di avanzata - Ponte della Priula-Conegliano-Vittorio. Da Vittorio: a) occupazione di Valmarene, di Valdobbiadene, con cattura della 6" armata austriaca; b) avanzata a nord-est verso il Piave (conca di Belluno) da parte delle truppe d'attacco, e contemporanea avanzata a cavallo del Piave stesso, in direzione sud-nord, da parte delle ali interne delle armate 4" ed 8". c) occupazione del Cansiglio e costituzione del fianco difensivo sulla Livenza. 3° Sembra logico prevedere che, forzato il Piave sul fronte d'irruzione dalle nostre prime truppe, l'arretramento della 5" armata austriaca sulla Livenza si produrrebbe spontaneamente.In un successivo periodo: 4 ° Sfruttamento delle ripercussioni che la nostra avanzata avrà prodotto sullo schieramento nemico del Grappa e - se del caso - dell'altipiano. FORZE E MEZZI OCCORRENTI 1° È necessario creare la massa d'urto senza impoverire di molto lo schieramento delle armate 4• e 3• che sono destinate ad avanzare. Quanto alla 6" armata, si potrà ridurne l'artiglieria, lasciandola però alquanto al di sopra del fabbisogno calcolato per la difesa; se avverrà lo scardinamento del Grappa, la 6" armata avrà così mezzi sufficienti per avanzare a sua volta. 2° Forze (Allegato 2) a) Per operare sulla fronte di sfondamento ed oltre si potrà disporre delle seguenti unità: 4 divisioni dell'8" armata (corpi XXII e VIII) - 2 divisioni della 3• armata (1 di prima ed 1 di seconda linea dell'XI corpo) 10 divisioni di fanteria di riserva 2 divisioni, più un raggruppamento, di alpini 2 divisioni d'assalto 4 divisioni di cavalleria Totale 24 1/2 divisioni.


-670-

Non si è tenuto conto delle 3 divisioni del corpo d' A. britannico, il cui cambio, in caso di nostra decisione per l'offensiva, potrebbe forse essere ancora sospeso. b) Per avanzare a cavallo del Piave, in direzione nord-sud, dopo ottenuto l'avvolgimento della 6a armata austriaca: 4 divisioni (2 del XVII corpo e 2 del I corpo). 3° Artiglierie. - Bisogna averne in quantità tale da assicurare lo sfondamento totale ed assoluto della fronte prescelta (v. allegato 3).

- 671 -

b) i documenti, carte ecc. per tali unità siano tenuti pronti: per distribuirsi al momento in cui verranno diramati gli ordini. Le dotazioni cartografiche potrebbero anche essere preparate presso il Comando Supremo, evitando così indiscrezioni presso l'armata. 5° Occorrerà inoltre non variare lo schieramento delle grandi unità sulla fronte d'attacco e (se) non nella notte precedente l'attacco medesimo. Ciò potrà farsi nella notte sul giorno zero, se si suppone che il tiro di preparazione veng~ svolto 'nel pomeriggio del giorno zero per gittare i ponti all'imbrunire, ed avanzare nel giorno uno.

RIPARTIZIONE DELLA FRONTE

Tenuto conto del disegno generale dell'operazione converrà che qualche giorno prima dell'attacco: a) l'8a armata estenda la propria fronte tattica fino a comprendere l'XI corpo; tale estensione sarebbe mantenuta sino alla Livenza, dopo di che l'XI corpo sarebbe restituito alla dipendenza della 3a armata. b) La 4a armata estenda analogamente la propria fronte tattica sino a comprendere il XXVII corpo, che rimarrebbe però alla sua dipendenza per tutta la durata dell'operazione. SEGRETEZZA

1° Far credere che sia decisa l'offensivà sull'altipiano e che le misure verso il Piave abbiarto carattere difensivo. Perciò togliere le artiglierie della 6a armata solo all'ultimo momento; dislocare le riserve in modo che ciascuna divisione si trovi a una tappa circa dalla sua dislocazione definitiva e ottenere così di far gravitare tali riserve - apparentemente - verso l'altipiano. 2° Alle armate che cedono artiglierie all' 8 a non indicare la destinazione delle artiglierie medesime. Ciò si può ottenere senza inconvenienti mediante speciali disposizioni da impartire ai Trasporti. Alle armate cedenti basterà far conoscere le stazioni di carico. Analogamente l' 8 a armata non deve sapere da chi riceve o riceverà tali artiglierie. 3 ° Le predisposizioni da prendersi dal Comando 8 a armata saranno giustificate come misure contro possibile contrattacco nemico che si prevede in occasione di nostra offensiva sull'altipiano d'Asiago. 4° Alle grandi unità di riserva destinate a prender parte all'azione converrà dare istruzioni alcuni giorni soltanto prima dell'attacco, purché: a) si lasci intendere ch'esse dovranno operare sull'altipiano, e perciò si allenino alle marcie e siano completamente equipaggiate in vista della suddetta operazione;

IL COLONNELLO CAPO UFFICIO Ugo Cavallero

Annotazioni in calce al documento: "Prevedere minute precauzioni', facilitate dall'esistenza del fiume, per impedire diserzioni all'ultimo momento. Sci pioni." "Dar corso ai preparativi. Desidero poi riparlarne per l'artiglieria ed i ponti, nonché i servizi. Occorre una contemporanea azione di fuoco della 4a e 6a armata, che devono prendere tutte le disposizioni difensive, trasformabili al più presto in offensive . Preoccuparsi molto della situazione in rapporto a possibili contrattacchi nemici. A. Diaz"


- 673 -

-672DOCUMENTO N. 186

FORCES FRANçAISES D'IT ALIE ET XII ARMÉE ÉTAT-MAJOR - 3• BUREAU

Au . Q.G. le 15 octobre 1918 N. 9/ 3

LE GÉNÉRAL GRAZIANI , Commandant les forces française en ltalie et la XII e armée À MONSIEUR LE PRÉSIDENT DU CONSEIL, Ministre de la Guerre (État-major de l'Armée, Groupe de l'Avant) MONSIEUR LE MARÉCHAL FOCH, Commandant en chef les armés alliées MONSIEUR LE GÉNÉRAL Commandant en chef les armées du Nord et du Nord-est. J'ai l'honneur de vous rendre compte que, dans une réunion tenue samedi dernier au Comando Supremo et à laquelle étaient convoqués les commandants des armées italiennes intéressées ainsi que les commandants des forces britanniques et françaises, le général Diaz nous a mis au courant de l'opération offensive qu ' il veut exécuter à très brève échéance (vers le 20 octobre si l'état du Piave, très grossi en ce moment par les pluies, le permet). Dans l'ensemble, cette opération comporte une rupture du front adverse dans la région où se relient la 5 e et la 6 e armées autrichiennes, de manière à couper les communications de cette dernière età l'acculer vers le Piave. La rupture dois etre effectuées par la VIII e armée et, à sa droite, par une X e armée, comprenant 2 D.I. britanniques et 1 C.A. italien, dont on donne le commandement au général lord Cavan. Son mouvement se reliera, à gauche, avec celui d'une «12 e armée» dont on m'a confié le commandement et qui comprend le 1 er C.A. italien, la 52 e D.I. italienne, la 23 e D.I. française. La mission confiée à la 12 e armée, qui partira de la région Monte Tomba, Pederobba, est, d'abord, de porter son aile droite au delà du Piave en prenant comme objectif les hauteurs au N. de Valdobbiadene; ensuite, et sur l'ordre du Comando Supremo, de progresser à cheval sur le Piave, en direction générale de Feltre, appuyée à gauçhe par l'armée du Grappa et se reliant à droite avec la VIII e armée, dont le C.A. de gauche (27 e) passera probablement à ce moment sous son commandement. J'aurais voulu éviter ce fractionnement du 12 e C.A . dont une division (la 24 e} demeure momentanément sur l'Altipiano d'Asiago pendant que

l'autre est sur le Piave. Mais le Comando à jugé qu'il était nécessaire, pour ne pas dévoiler nos projects à l'ennemi, de laisser devant lui, sur le Plateau, les troupes qui l'occupent actuellement. C'est pour la meme raison que la 48 e D.I. britannique, qui est en secteur à la gauche de la 24 e D.1., est, elle aussi, séparée des deux autres divisions que lord Cavan a sous son commandement direct dans la région du Piave. Je ferai d'ailleurs tout mon possible pour récuperér ma 24 e division dans le plus court délai. L'opération projetée n'est pas sans présenter, en ce qui concerne ma zone d'action, certaines difficultés provenant surtout de très court délai dont disposent les troupes françaises pour la préparer et qu'augmente encore le très mauvais temps que nous avons depuis quelques jours. J'espère toutefois qu'étant donné leur moral élevé et le soin qui sera apporté à régler tous les détails de leur entrée en action, elles apporteront un concours des plus efficaces à la réussite de l'opération.

································································································ Graziani


- 675 -

- 674-

DOCUMENTO N. 188 DOCUMENTO N. 187

LIAISON FRANçAISES AVEC LE G.Q.G. ITALIEN Au. Q.G. le 17 octobre 1918

PRESIDENTE CONSIGLIO DEI MINISTRI A S.E. GENERALE DIAZ - COMANDO SUPREMO 27 settembre 1918

N. 18

SUBJET: État de préparation de l'offensive italienne LE COLONEL GIRARD, chef de la Liaison française à: MONSIEUR LE MARÉCHAL FOCH, commandant en chef les Armées alliées. Le mauvais temps continue. Les fleuves de la plaine vénitienne sont en pleine crue ............ ....... ............................. ........ .... ....... ....... .. . Mème si le temps se remet au beau dès maintenant, il faut compter 5 ou 6 jours au moins avant qu'on puisse lancer des ponts sur le fleuve . D'autre part, malgré ce qui m'avait été dit par le chef du bureau des opérations du Comando, !es préparatifs sont loin d'ètre terminés . La XII e armée (général Graziani) attend encore une partie du matériel de ponts qui lui est nécessaire. La 52 e division, qui lui est affectée • (y compris son artillerie) est seulement arrivée ce matin dans la région de Bassano. Elle aura encore deux étapes à franchir pour gagner sa zone de franchissement de la Piave. Le général Caviglia a déclaré qu'il ne croyait pas pouvoir marcher avant le 24. De toutes façons et dans !es conditions !es plus favorables !'offensive italienne ne pourrait donc pas commencer raisonnablement avant le 24 octobre. Mais la précipitation des événements surexcite de plus en plus le Comando qui craint d'ètre devancé par l'armistice et voudrait pouvoir déclencher son offensive le plus tot possible. Colone! Girard

' En remplacement de la 9 e division.

N. 2490 F.T. - Fummo richiesti da Governo Francese di un concorso navale nelle operazioni di Albania. Abbiamo consentito per ragioni che v .E. facilmente intende. Nel tempo stesso Zupelli ha comunicato un telegramma trasmesso _d a V .E. e proveniente dal Gener~le F_errero c~n cui il Generale Franchet domanderebbe una nostra cooperazione m Albama. lgno.ro il pensiero della E.V. su questa richiesta osservando solo genericamente che mentre resta senza dubbio preferibile di potere agire sulla nostra fronte, una azione in Albania potrebbe sino a certo punto dare una soddisfazione agli alleati. ' Consideri pure V .E. se data la ingente quantità di salmerie che occorrerebbero per una avanzata su Durazzo, non sia il caso di dare assicurazione al Generale Franchet di proteggerlo efficacemente sul suo fianco sinistro . Insomma la questione merita un attento esame da parte di V.E. ORLANDO


-677-

- 676DOCUMENTO N. 189

R. ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

4 ottobre 1918 OGGETTO: Argomenti da toccare con S.E. Caviglia 1° Direttrice principale di avanzata dità che deve avere l'azione.

(Vittorio). Carattere di rapi-

2° Schieramento -artiglieria deve essere offensivo - (Informare che le art. provenienti dalla 6a armata saranno ai piedi dell'altipiano pronte a muovere il mattino del 10). 3° Convenienza che XI c.d'a. operi alla dipendenza tattica dell'8a armata - S.E. Caviglia è d'accordo su tale convenienza? 4° Analogo quesito circa passaggio dell'ala sinistra dell'8a armata alla dipendenza tattica della 4 a. 5° Schieramento fanterie - Occorre conoscere il pensiero di S.E. Caviglia (progetto di schieramento 8 a armata) per definire lo schieramento delle grandi unità della riserva ed i loro movimenti preliminari. 6° Materiale da ponte e materiale per passaggio speditivo di corsi d'acqua - Occorre conoscere il fabbisogno dell'8" armata per poter stabilire una ripartizione dei mezzi esistenti presso le armate ga e 3a nonché di quelli di cui dispone il comando supremo. Bisogna tener presente che anche la 3a armata dovrà passare il Piave e perciò deve disporre di mezzi adeguati tanto più che il riattamento dei ponti stabili è per essa molto difficile o almeno molto lungo. 7° Informare S.E. che: a) si è disposto per concentrare a Treviso materiali di legname per la costruzione di circa m. 1000 di ponte. b) che si concentrano pure a Treviso 11 travate Eifel per funovia di 30 m. ciasc., 2 travate di 40 m. ciascuna e 2 travate di 30 m. ciasc. di ponte Sçarelli. 2 travate di 21 m. e 2 travate di 18 m. di ponte Eifel per strada ordinaria (di cui uno di 21 m. disponibile e il rimanente possibilmente da disimpegnare). Si è inoltre ottenuto dagli inglesi la disponibilità di tutto il materiale da ponte metallico che essi hanno in Italia (102 m. quadrangolare e 146 m. triangolare). Altri 300 m. sono stati richiesti.

su questo materiale inglese si farebbe assegn~men~o specialmente p~r creare ponti speditivi nei punti dove il filone ~el ~iave _e meno largo, d~st1nati ad assicurare il transito anche in Gaso di piena fmo a che non siano riattati i ponti stabili. . A tale scopo si farà un esperimento col materiale qu~drangolare sul Brenta presso Fontaniva. L'esperimento si inizierà probabilmente per domani mattina 6 corr. e durerà alcuni giorni (3 o 4). g0 Studiare le teleferiche attraverso al Piave .


- 679-

- 678,

COMANDO DELLA sa ARMATA -

DOCUMENTO N. 190

STATO MAGGIORE

UFFICIO OPERAZIONI

(Attualmente si hanno 2 equipaggi da ponte con le cp. 5a e 6a - 168 pontieri-; sarebbe conveniente che tutto il 2° battaglione pontieri fosse subito messo a disposizione del comando del genio dell'Sa Armata per prendere conoscenza del Piave e ultimare le ricognizioni).

5 ottobre 1918 AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI Rispondo punto per p4nto al promemoria di codesto Comando in data 4 corrente. 1_0 Sta bene per la direttrice di avanzata ed il carattere da imprimers·1 all'az10ne. . . 2 ° Sta bene per lo schieramento delle artiglierie - ho disposto nel senso 1~~ica~o: solo per ragioni di segretezza conservo le batterie vecchie sulle pos1z1om attuali. In ultimo tempo saranno spinte innanzi.

Passerelle: Occorrono m. 15.000 di passerella dei quali 5.000 su barchetti e 10.000 su cavalletti. Per essi occorrono 1.000 barchetti e 2.000 cavalletti. Attualmente sono a disposizione di questo comando: n. 125 barchetti di vario tipo, n. 800 cavalletti, m. 4.000 di impalcata. Per la metà del. mese questo comando (se non mancherà il legname) avrà:

3° D'accord~ per,1'~1-corpo per la sicurezza de/fianco destro in primo e secondo tempo fmche c10e la 3a Armata non sia sulla fronte della Li·venza.

m. 10.000 di passerella su cavalletti, più n. 125 barchetti con la relativa impalcata. In sostanza per la metà del mese si tratta di provvedere ancora 875 bar-

4°. In_pr_imo te~po il XX~II Corpo faccia parte dell'Sa Armata per le fu~z10m d1 protezwne del fianco sinistro sulle alture di Vidor-Col San Martmo.

chetti con la relativa impalcata. In parte potrebbero essere provveduti dalla 3a Armata sia con il materiale già costruito, sia costruendone altro; o dal Comando Generale del

5° ~nisco al presente due schizzi indicanti: il primo la dislocazione che le fanterie dovrebbero raggiungere per uno schieramento iniziàle· ed il secondo ~no sc_hema di schieram~nto approssimativo di partenza; duest'ultimo ~ero potr~ n~tur~mente subire qualche variante in dipendenza degli studi · · · ch e part1colareggiat1 dei .Comandi di Corpo d'Armata e delle di· spos1z10m . ess~ ~d~tteranno per 11 passaggio affiancando cioè o incolonnando le grandi umta dipendenti. 60 Equipaggi da ponte regolamentari:

Genio. Ponti di circostanza: Servono a sostituire al più presto i ponti di equipaggio . A Castelfranco vi sono m. 400 di ponte (mancano alcuni pezzi che saranno richiesti all'In-

in primo tempo 5 ponti: 2 per l'VIII C.A. (Nervesa); - 2 per il XXII C.A.; .- 1 per il XXVII C.A.; fra Fontana del Buoro e C. dei Faveri (S1 presume che l'XI Corpo abbia già i ponti stabili) in secondo tempo 4 ponti: - 2 per il XXII C.A. (saliente Montello); - 2 per il XXVII C.A. (Vidor). Riserva 2 equipaggi. . In totale al minimo 11 equipaggi da ponte che in parte dovranno funz10nare anche dopo il gittamento dei ponti stabili.

tendenza). Inoltre per disposizione del Comando Supremo saranno inviati a Treviso altri 1000 metri di ponte. Occorrono: 4 battipali a motore, 8 barconi per costruzione di portiere. Per la costruzione di tali ponti e per predisporre il necessario si richiederebbero temporaneamente il Capitano Guido Conti Vecchi specialista in questi lavori ed il Tenente Gino Ravà che attualmente si trovano alla 4a Armata. Ponti stabili: Necessario riattare le interruzioni dei ponti della Priula ordinario e ferroviario e del ponte di Vidor. a) ponte ferroviario della Priula - interruzione 110 m. - per disposizione del Comando Supremo sono disponibili 11 travate Eiffel di 30 metri; b) ponte per via ordinaria della Priula - interruzione di 173 metri. Sono disponibili 140 metri di travate Scarelli .


-680- 681 -

Alla parte mancante si potrebb r ordinaria che pare si renderebbero l'be suppi ire con travate Eiffel per strada , I ere a trave o con travat . 1 . , ro da tener presente la differenza di portata· fra 1· due t· . de _mg es1. E pe1p1 1 travata· c) ponte di Vidor - interruzione di 145 . . .. ' inglese. Sono stati chiesti' 168 t . . metn - destmars1 il materiale me n ritenendo che alt · 23 rere per una campata intermed'1a. n potessero occorSembra che per disposizione del Comando Su . . . rebbero riattate dall'Intende G 1 . . , premo le mterruz10m sapremo di darmi assicurazio;~a enera e: d1 c10 pregherei il Comando SuMi riservo di indicare le teleferiche necessarie. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F.to Caviglia

DOCUMENTO N. 191

MISSIONE MILITARE ITALIANA PRESSO LO S.M. DEL MARESCIALLO FOCH N. 325 di Prot.

26 settembre 1918

OGGETTO: Colloquio con Maresciallo Foch AL COMANDO SUPREMO -

UFFICIO OPERAZIONI

Questa mattina mi sono incontrato casualmente col Maresciallo. Egli mi fermò; domandandomi improvvisamente: - Avete notizia dell'Italia? È pronta l'offensiva? Risposi che non avevo notizie che modificassero quelle che erano a sua conoscenza e che ritenevo i preparativi dell'offensiva terminati - Ed allora che cosa aspettate? Che la neve vi impedisca ogni operazione? Che gli austriaci sicuri della vostra inazione si spostino su altre fronti? Risposi che secondo le idee espresse anche qui da S.E. Diaz il momento opportuno per una nostra offensiva sarebbe stato quello di un forte attacco sulla fronte francese, il quale segnasse l'inizio di una grave disfatta tedesca; allora l'Esercito italiano si scaglierebbe sugli austriaci. Che, in condizioni diverse, la superiorità nemica non faceva per ora ritenere conveniente al nostro stato maggiore una grande operazione .. . Il Maresciallo m'interruppe dicendo che questa questione della superiorità era perfettamente trascurabile, quando le cose per il gruppo nemico andavano dappertutto così male: in Francia, in Macedonia, in Palestina. «Del resto, soggiunse, in Albania voi avete la superiorità e non so perché non attaccate» (E i mezzi logistici? - annotazione di S.E. Diaz) . . Risposi che l'operazione dell'Albania era strettamente connessa a quelle in corso in Macedonia e che ritenevo non essere improbabile una nostra azione, se si accentuasse la progressione degli Alleati a nord e specialmente a nord-ovest di Monastir. Però nulla mi risultava di positivo. Alla sua osservazione che la superiorità nemica sulla fronte italiana si doveva eliminare nella zona del nostro attacco con delle operazioni dimostrative fatte altrove, risposi essere ben diverse le condizioni del nostro fronte rispetto a quello occidentale: che da noi unico era il fronte possibile di attacco; che esso era ben conosciuto dal nemico, il quale vi si era ben preparato a resistere ... Siccome il Maresciallo incominciava ad alzare il tono della voce dicendo che comprendeva benissimo tutte queste riserve in uomini politici (alludendo certamente al colloquio con S.E. Orlando), ma che non capiva come


- 682-

~ei mil!tari facesser? di simili questioni e mostrassero si grande indecisione nbatte1 che la quest10ne non era così semplice come sembrava· che solo u ' per:etta_ c_onoscenza della situazione avrebbe potuto permett:re dei giud:~ cosi dec1s1, _e che quella che poteva sembrare indecisione, rappresentava inve~e, a rag10n ved~ta, un preciso modo di vedere del nostro Comando (e ghelo ho detto, chiarendo bene il mio pensiero _ A • D.IaZ) .

- 683 DOCUMENTO N. 192

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO ALL'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN T.U. 2525

2 ottobre 1918

*** ~vide~t~mente il c~rso ~ei recenti fortunati avvenimenti offusca qui la chiara v1s10ne della s1tuaz1one; si vorrebbe ad ogni costo ved h sulla n t f . . . . ere anc e . . os ra ronte m1Z1ars1 una grande operazione, svalutando di molto l'efficienza e la capacità di resistere del nostro nemico. A q~esto pr_o~osito risulta da qualche discoi:so sentito, che ~el recente attacco d1 ~t.- M1h1el, l'unico tratto della fronte ove si sia trovata una resistenza sens1bile fu a Les Eparges, ove appuntò era in linea la 35 a D. · . a.u.. · . 1v1s10ne

Domani arriverà ufficiale che porta mia risposta Foch. Confido che essa sia tale da eliminare l'attuale penoso dissidio. Per avere però da parte nostra tutti i vantaggi della sorpresa verso il nemico, è necessario che in questo periodo di preparazione nulla trapeli delle nostre intenzioni. Le comunicazioni che farò alla Camera su questo punto, saranno ispirate al concetto di fuorviare il nemico, del che è bene che codesti altissimi circoli siano prevenuti, sempre con tutte le cautele di segretezza che il caso richiede.

IL BRIGADIERE GENERALE Calcagno

DOCUMENTO N. 193

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO ALL'AMBASCIATORE A WASHINGTON, MACCHI DI CELLERE T.G. 2529

2 ottobre 1918

In seguito al saputo scambio di lettere ho scritto ieri al comandante in capo delle forze alleate dichiarando che l'esercito italiano si dispone all'offensiva coi suoi soli mezzi. Per tal modo nostro ossequio al comando unico viene rivelato coi fatti e non si arresta dinanzi a sacrifici. Naturalmente, non solo ciò resta assolutamente segreto, ma io mi condurrò in guisa da fuorviare il nemico sulle nostre intenzioni. In questi circoli americani si diffonde insistente la voce di una decisione favorevole di codesto Governo quanto al concorso americano sul nostro fronte.


- 684-

-685DOCUMENTO N. 194

MISSIONE MILITARE ALLEATA PRESSO LO S.M. DEL MARESéIALLO FOCH AL COMANDO SUPREMO 365 S.I.

UFFICIO OPERAZIONI 6 ottobre 1918

Il Matin di oggi porta questo comunicato dell'agenzia Havas; Certi sommari del discorso del Ministro Orlando mirano (?) far credere che il Presidente del Consiglio italiano ha detto o fatto intendere alla camera che se il fronte italiano non aveva ancora pronunciato una offensiva dopo la battaglia della Piave è perché il Maresciallo Foch non glielo ha domandato. Questa interpretazione è manifestamente falsa poiché essa sarebbe il contrario della verità. Ho segnalato quanto sopra a Versailles, che.lo segnalerà a S.E. Orlando presente a Parigi. IL BRIGADIERE GENERALE Calcagno

DOCUMENTO N. 195

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

6 ottobre 1918 AI COMANDI DELLA P, 3a, 4a, 6a, 7a, 8a E 9a ARMATA AL COMANDO DEL XVI CORPO - ALBANIA AL COMANDO DELLA 35 a DIVISIONE - MACEDONIA ALL'INTENDENZA GENERA.LE ED ALLE INTENDENZE DELLE ARMATE N. 13886 G.M. Uff. Op. Stop. Si è diffusa ieri la voce che le potenze centrali abbiano rivolto agli alleati domanda di armistizio stop. Occorre che tutte autorità cui presente è diretto provvedano prontamente a sventare subdole manovre del nemico il quale si serve di queste notizie sensazionali per deprimere spirito combattivo nostre truppe suscitando improvvisi miraggi et deleterie lusinghe di pace stop. Si dia pertanto massima diffusione ad urgente comunicazione da diramarsi al riguardo a tutti enti dipendenti acciocché siano messi in guardia ufficiali e soldati cui si rammenti istruttivo esempio manovre ingannatrici con le quali Germania riuscì ad imporre a Russia giogo della pace tedesca stop. Si rappresenti che mentre queste stesse manovre riescono sicuro indice della gravità condizioni materiali et morali del nemico tanto più è ora necessario mantenere saldezza animo per ultimo sforzo acciocché nostra certissima vittoria non riesca vana stop. GENERALE DIAZ


- 687 -

- 686 -

DOCUMENTO N. 198 DOCUMENTO N. 196

R. ESERCITO ITALIANO -

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO

COMANDO SUPREMO

RIPARTO OPERAZIONI

Parigi, 7 ottobre 1918, ore 12,50 A S.E. DIAZ -

Ufficio Situazione ed operazioni di guerra 8 ottobre 191,8 .

COMANDO SUPREMO

Qui si è sempre in attesa comunicazione Wilson. Nessuna previsione può farsi ma frattanto si tengono· pronte condizioni armistizio. Ma poiché ipotesi di una rottura resta sempre nel campo delle cose probabili, è assolutamente necessario che V.E. si conduca nei suoi preparativi come se nulla di nuovo fosse intervenuto. Ciò ha una importanza incalcolabile. Gradirei conoscere impressione che sulle truppe ha arrecato notizia armistizio e se esse sono convinte della necessità delle giuste garanzie militari. Ciò ha per me una grande importanza ove fallissero armistizio ed occorrerebbe attuare divisamenti noti all'E.V .. ORLANDO DOCUMENTO N. 197

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

Abano, 7 ottobre 1918, ore 23,30 A R. AMBASCIATA ITALIA -

PARIGI

N. 13929 G.M. Uff. Op. K. 18. stop. Per S.E. Presidente Consiglio (stop). Ringrazio per suo telegramma odierno (stop). Assicuro V.E. che non solo ho proseguito ma intensifico al massimo noti preparativi (stop). Per quanto concerne spirito truppe informo V.E. che fin dalle prime notizie di una domanda d'armistizio da parte Imperi Centrali ho provveduto mettere in guardia Comandi et truppe contro possibile inganno proposta che mentre attesta diminuita efficienza nemica deve essere per noi incitamento a persistere nello sforzo et intensificarlo al massimo (stop). Nello stesso senso diramo oggi apposito proclama alle truppe (stop.) Non mi risulta che fino ad oggi siansi manifestate ripercussioni fra truppe in linea sebbene abbia notizie di movimenti et manifestazioni della popolazione in centri Paese con concorsi militari occasionalmente presenti ed ho disposto per evitarne ripercussioni (stop). Da ultimo reputo doveroso far presente che qualora per definire condizioni militarj armistizio V.E. ritenesse opportuna presenza costì di un provetto ufficiale di quest o comando sono pronto ad inviarlo (stop). GENERALE DIAZ

OGGETTO: Morale delle truppe Il capo gruppo collegamento della 1a Armata visitando ieri le trupp_e della Brg. Valtellina (6a div., X C.d' A.) ha potuto consta~are come la notizia della proposta di armistizio fatta dagli Imperi C~~trah, ~ur e_sse,ndo ac. fazi·one ne a tropco1ta con sodd1s _ ,· non ha dato luogo. ad eccess1v1 entus1asm1 . . . po grandi speranze, mostrandosi - ufficiali e truppa - pmttosto scett1c1 sulla portata e sulla sincerità della proposta _stessa. . . . . . Ha potuto ancora constatare che il comando d1 d1v1s1one e quello d1 c.d' a. già avevano organizzato opera di propaganda fra le truppe a mezzo degli ufficiali e soprattutto degli ufficiali P.. . Analoga constatazione ha potuto stamane fare 11 cap~gruppo col~egamento della 6a Armata nei riguardi della brg. Padova (28a div, XIII C.d A.).


- 688-

-689DOCUMENTO N. 199

R. ESERCITO ITALIANO -

DOCUMENTO N. 200

COMANDO SUPREMO

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 13913 di prot. G.M.

UFFICIO OPERAZIONI

7 ottobre 1918

OGGETTO: Forze britanniche AL GENERALE CONTE DI CA VAN Comandante delle forze britanniche in Italia In relazione al nostro colloquio di ieri Vi comunico che l'armata agli ordini di V .E. sarà costituita dall'XI corpo italiano e dalle divisioni britanniche 7 • e 23 •. Mi riserbo di comunicarvi la data' di tale costituzione. Ciò richiederà che il Comando delle Forze Britanniche si sposti appena possibile nella regione di Treviso. Per rendere possibile tale spostamento, a datare dalle ore zero del 9 corrente la 48" divisione britannica passerà alla dipendenza tattica del XII corpo d'armata italiano. · È necessario che le divisioni britanniche 7 • e 23 • siano tenute pronte a muovere al primo cenno. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio

N. 13912 di prot. G.m.

7 ottobre 1918

OGGETTO: XII corpo d'armata francese AL SIGNOR GENERALE GRAZIANI Comandante delle forze francesi in Italia In relazione al nostro colloquio di ieri Vi comunico che il corpo d'armata agli ordini di V .S. sarà costituito, oltreché dalla 23 • divisione francese, anche delle divisioni italiane 21 • e 22", che passeranno alla dipendenza tattica di V.S. Per la 21 • divisione tale passaggio di dipendenza si effettuerà alle ore zero del 9 corrente; per la 22 •, che è in trasferimento dalle Giudicarie, non appena sarà riunita nella zona di alloggiamento a nord di Cittadella. Analogamente, a partire dalle ore zero del giorno 9 la 24 • divisione francese passerà alla dipendenza tattica del XII corpo d'armata italiano. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 690-

- 691DOCUMENTO N. 201

R. ESERCITO 1TALIANO -

COMANDO SUPREMO

..

DOCUMENTO N. 202

COMANDO 6a ARMATA -

STATO MAGGIORE

UFFICIO OPERAZIONI

N . 2120 S/ G

N. 13927 di prot. G.M.

8 ottobre 1918

7 ottobre 1918

OGGETTO: Forze francesi e britanniche A S.E. IL COMANDANTE DELLA 6a ARMATA A partire dalle ore zero del giorno 9 corrente: a) il comando delle forze britanniche colle divisioni britanniche 7a e 23a passerà a disposizione di questo Comando·

. ' . , b) i_l co~a_ndo del XII C.d'A. francese e la 23a divisione francese passera a d1spos1Z1one di questo Comando; .

c) la 48 a divisi~ne._britannica passerà alla dipendenza· tattica del XII C.d'A. italiano; . · d) la 24 a divisione francese passerà alla dipendenza tattica del XIII C.d'A. italiano. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F . to Badoglio

OGGETTO: Ripartizione del fronte a datare dal 9 corrente AL COMANDO FORZE BRITANNICHE IN ITALIA AL COMANDO FORZE FRANCESI IN ITALIA AL COMANDO XII-XIII E XX CORPO ARMATA AL COMANDO ARTIGLIERIA D'ARMATA AL COMANDO GENIO D'ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO (UFF. OPERAZIONI) AL COMANDO 1 a E 4a ARMATA ALL'INTENDENZA DELLE ARMATE GRAPPA ED ALTIPIANI A datare dalle ore O del 9 corrente: a) la 24 a Div. Francese passerà alla dipendenza tattica del XIII Corpo Italiano; b) la 48a Div. Britannica passerà alla dipendenza tattica del XII Corpo Italiano. Da detta ora, perciò, i Comandanti del XIII e del XII Corpo assumeranno le funzioni tattiche complete inerenti a detto passaggio, e ciò tant"o per la difensiva, quanto per le operazioni di cui fu oggetto la conferenza del giorno 3 ottobre, e l'ordine n. 2114 in data 6 corrente. L'altipiano comprenderà, da questa notte, due sole zone di Corpo d' Armata: destra altipiano (XIII Corpo) sinistra altipiano (XII Corpo). Nulla è variato per la zona di Val Brenta (XX Corpo). In giornata saranno scambiate tutte le consegue tra i Corpi italiani e quelli Alleati, in modo che il nuovo ordinamento possa funzionare senza incagli. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE L'ARMATA F.to L. Montuori


-693 -

-692DOCUMENTO N. 203

R. ESERCITO ITALIANO - CO~ANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

Riservatissimo persona:le 12 ottobre 1918

N. 14096 di protocollo G.M. OGGETTO: Direttive per l'azione

A S.A.R. IL COMANDANTE DELLA 3• ARMATA ALLE LL.EE. I COMANDANTI DELLA 4", 6", 8", 10• E 12" ARMATA

della 12• armata; a destra formare fianco difensivo sul Cansiglio e alla testata della Livenza. 10a armata - avanzare alla Livenza colla sinistra a nord di Sacile, nel punto di contatto coll'8" armata che sarà fissato dal Comandante di questa, e con la destra a Porto Buffolé. Sino alla Livenza il generale conte di Cavan riceverà istruzioni da S.E. il Comandante dell'8" armata; raggiunta questa linea, passerà alla diretta dipendenza del Comando Supremo.

3 a armata - si terrà pronta ad avanzare alla Livenza, colla sinistra a Porto Buffolé, assecondando il movimento della 10• armata. Tale avanzata avverrà dietro ordine del Comando Supremo. 12a armata:

La nostra manovra offensiva si propone gli scopi seguenti: a) separare le due armate austriache 5" e 6" concentrando il massimo sforzo nel punto di giunzione di esse; b) tagliare le comunicazioni della 6" armata nemica, serrarla contro il Piave, in modo da renderle impossibile la ritirata e la difesa; c) sfruttare tutte le possibili conseguenze di questa manovra. I

FRONTE DI ROTTURA - Dal Iato nord del Montello incluso alle Grave di Papadopoli compresè. Agiranno su questa fronte le armate s• e 10•, quest'ultima secondo le istruzioni che il Generale conte di Cavan riceverà da S.E. il Generale Caviglia, comandante dell'8 " armata. II COMPITI ED OBIETTIVI: sa Armata: a) in primo tempo: avanzare oltre Piave, fronte a nord, mirando essenzialmente a raggiungere colla massima celerità la regione a nord di Vittorio, per intercettare la principale arteria di rifornimento della 6" armata nemica (Vittorio-Sacile), precludere la ritirata alle truppe avversarie nella conca di Valmareno, sbarrare le provenienze da Ponte delle Alpi; b) in secondo tempo: a sinistra ed al centro avanzare verso la convalle bellunese (occupazione di Ponte delle Alpi), tenendo il contatto colla destra

a) in primo tempo: porterà oltre il Piave la propria destra con obiettivo le alture a nord di Valdobbiadene, collegandosi colla sinistra dell'8" armata (XXVII corpo); b) in secondo tempo: punterà con tutte le sue forze verso nord a cavallo del fiume, con obiettivo la regione Feltre-Arten. L'ordine per l'avanzata del secondo tempo le sarà dato dal Comando Supremo, che si riserva di mettere alla dipendenza della 12• armata anche il XXVII corpo. Si accorderà col comando della 4" armata, che dovrà prestarle il necessario concorso di fuoco e protezione della sua sinistra. 4a armata - Si terrà pronta ad attaccare, per assecondare il movimento della 12• armata. Obiettivo la fronte Primolano-Arten. L'ordine di attacco le sarà dato dal Comando Supremo. Provvederà a prestare alla 12" armata il necessario concorso di fuoco , a protezione dell'ala sinistra di questa. 6a armata - Si terrà pronta a fronteggiare una possibile reazione nemica sull'altopiano, come pure a sfruttare ogni favorevole situazione. III FORZE E MEZZI

Armate sa, 10a e 12 - Dispongono delle forze, delle artiglierie e dei mezzi tecnici che sono stati messi a loro disposizione dal Comando Supremo durante il periodo di preparazione. Il Comando dell'8" armata avrà inoltre a propria disposizione le divisioni di cavalleria 1• e 4" . Armate 3 a, 4 a 6a - Faranno assegnamento sulle forze e sui mezzi di cui dispongono. Salvo casi eccezionali, non saranno rinforzate.


- 694-

A disposizione del Comando Supremo - Corpi d'armata 2 con 6 divisioni complessivamente, più il corpo di cavalleria su due divisioni (2a e 3a). Nota bene. - Dei materiali per il passaggio di corsi d'acqua è stata fatta la ripartizione fra le armate 3a, sa, 10a e 12a

- 695 DOCUMENTO N. 204

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

Riservatissimo personale IV

DAT~ DEL~'ATTACCO - Sarà stabilita dal Comando Supremo su proposta d1 S.E. 11 Comandante dell'8a armata, in relazione allo stato d~l Piave ed alle condizioni atmosferiche.

IL CAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Diaz

N. 14062 di protocollo G.M.

12 ottobre 1918

OGGETTO: Costituzione della 12a armata ALLE LL.EE. I COMANDANTI LA 4a E L'8a ARMATA AL SIG. GENERALE GRAZIANI COMANDANTE DELLE FORZE FRANCESI IN ITALIA e per conoscenza: AL SIG. INTENDENTE GENERALE DELL'ESERCITO ALLA DELEGAZIONE ITALIANA PRESSO LE TRUPPE FRANCESI ALL'UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE I Alle ore zero del 14 corrente sarà costituita un'armata tattica che assumerà il nome di 12° armata, agli ordini del Generale Graziani, Comandante Superiore delle forze francesi in Italia. II TRUPPE - I Corpo d'Armata Italiano (24\ 70a divisione); 23a divisione francese; 9a divisione italiana. Quest'ultima, attualmente dislocata tra Thiene e Schio, passerà alla dipendenza del Comando della 12a armata allorché si sarà trasferita nella zona a sud di Bassano, presentemente occupata dalla 21 a divisione (l'ordine per tale trasferimento sarà dato dal Comando Supremo). Rimarranno a far parte del I Corpo d'Armata oltre le divisioni 24a e 70a con tutti i loro mezzi organici, tutti gli elementi direttamente dipendenti dal Comando del Corpo d'Armata, le truppe supplettive d'armata (artiglieria compresa) e i mezzi tecnici che alla data del presente ordine sono assegnati al I Corpo d'Armata.

III SETTORE ASSEGNATO - Quello attualmente tenuto dal I corpo prolungato a sud secondo i seguenti limiti: ad ovest (carta al 100.000) - Posa, Pasini, quota 135 di M. Forcella,


- 697-

- 696-

Mattarelli, Bosco, torrente Giarone, Bessica, Ramon, Castello di Godego, Soranza, Treville (località nominate incluse);

DOCUMENTO N. 205

R. ESERCITO ITALIANO -

ad est (carta al 100.000) - Asolo (incluso) Altivole, Vallà (escluse); Castelfranco Veneto (in comune coll'8• armata), Treville (inclusa). Il Comando della 4• armata vorrà agevolare quanto più possibile quello della 12 a armata nella sistemazione delle dipendenti unità. Il Comando della 12• armata conserverà la propria sede a Villa Santini presso Rossano; eviterà di spostare gli elementi italiani che già si trovano dislocati nella zona ad essa assegnata; in caso di assoluta necessità prenderà accordi col comando della 4 a armata. IV Per quanto riguarda pratiche disciplinari e amministrative, rifornimenti e sgombri, le unità italiane della 12• armata si considerano come facenti parte della 4• armata. V

Per rifornimenti e sgombri delle truppe francesi la 12 a armata avrà a propria disposizione la stazione di Castel de Godego e la stazione di Castelfranco, quest'ultima in comune coll'8• armata secondo ripartizione che verrà fatta dalla Direzione Trasporti d'accordo col Delegato dei trasporti francesi. VI SERVIZIO INFORMAZIONI - Questo servizio sarà disimpegnato anche per la 12• armata dall'Ufficio Informazioni della 4• armata col quale il comando della 12 a armata vorrà stabilire i necessari collegamenti. VII

MEZZI AERONAUTICI - Oltre alla squadriglia pel servizio di C.A. di cui già dispone il 1° corpo armata il Comando Superiore di Aeronautica metterà a disposizione della 12 a armata ~ue sezioni areostatiche autocampali. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F .to Diaz

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

Riservatissimo personale 12 ottobre 1918

N. 14063 di protocollo G.M. OGGETTO: Costituzione della 10a armata

A S.A.R. IL COMANDANTE DELLA 3a ARMATA AL GEN. CONTE DI CA VAN, COMANDANTE DELLE FORZE BRITANNI CHE IN ITALIA e per conoscenza: AL SIGNOR INTENDENTE GENERALE DELL'ESERCITO A S.E. IL COMANDANTE DELL'8 • ARMATA ALLA DELEGAZIONE ITALIANA PRESSO LE TRUPPE BRITANNICHE ALL'UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

I

Alle ore zero del 14 corrente sarà costituita una armata tattica che assumerà il nome di 10° armata, agli ordini del Generale Conte di Cavan, Comandante Superiore delle forze britanniche in Italia.

II TRUPPE - XI corpo d'armata italiano (23a e 37• divisione); XIV corpo d'armata britannico (7a e 23• divisione britannica) . Rimarranno a far parte dell'XI corpo d'armata italiano oltre alle divisioni 23• e 37• con tutti i loro mezzi organici, gli elementi direttamente dipendenti dal comando del corpo d'armata, le truppe supplettive d'armata (artiglierie comprese) e i mezzi tecnici che alla data del presente ordine sono assegnati all'XI corpo d'armata. III SETTORE ASSEGNATO - Quello attualmente tenuto dall'XI corpo d'armata prolungato a sud come segue: ad ovest (carta al 100.000) - Ponzano Veneto, C. Vicentin, Falzanelle, Paese (località nominate escluse), Durigoni, Dolo, Mure (località nominate


-699-

-698-

comprese), Canizzano, Crocera, Zero Branco (località nominate escluse), Scorzè, Stigliano, S. Maria di Sala (località nominate comprese), C. Scabello (inéluso), Scaltenigo (escluso);

ad est - Porto di Fiera, est di Treviso, Borgo Furo, Casier, Lughigniano, Fornace di Riva Alta, Casale sul Sile (località nominate escluse), Zerman, Villa Bianchi, Villa Costantini (località nominate incluse), Gardigiano (escluso), C. Tarrù, C.se della Gatta (incluse), ferrovia Treviso-Mestre fino a Gazzera (inclusa), Asseggiano, Rossignano, Salzano, Cavino di Sala (località nominate comprese), Scaltenigo (escluso). Il Comando della 3 • armata vorrà agevolare quanto più possibile quello della 10" armata nella sistemazione delle dipendenti unità. Il Comando della 10• armata eviterà di spostare gli elementi italiani che già si trovano nella zona ad essa assegnata; in caso di assoluta necessità, prenderà accordi col comando della 3 a armata. IV Per quanto riguarda pratiche disciplinari ed amministrative, rifornimenti e sgombri, le unità italiane della 10• armata dovranno considerarsi come facenti parte della 3 a armata. V

Le stazioni ferroviarie di Marano e di Treviso (Porta Cavour) serviranno per la 10• armata (truppe britanniche).

VI SERVIZIO INFORMAZIONI - Questo servizio sarà disimpegnato anche per la 10• armata dall'Ufficio Informazioni della 3• armata col quale il comando della 10• armata vorrà stabilire i necessari collegamenti. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to Diaz

DOCUMENTO N. 206

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Roma, 13 ottobre 191S, ore 16 A S.E. DIAZ -

COMANDO SUPREMO

2532 G. Risposta Germania è quale io prevedevo cioè accettazione della nota Wilson. Notizia sarà pubblicata domani; presi provvedimenti attenuare ripercussione tra le popolazioni soprattutto curando che sia messo in rilievo che ciò non significa né la pace né l'armistizio che deve ancora essere trattato. Io confido che ordine pubblico non sarà turbato; per ogni evento tuttavia V .E. consideri se non sia possibile spostare qualche reggimento di cavalleria verso i grandi centri industriali nell'alta Italia. A proposito intanto armistizio richiamo sua attenzione su telegramma R~bilant circa istruzione da dargli per condizioni militari. Argomento dipende da competenza E. V.; ma osservo che tali condizioni non potrebbero essere stabilite nei loro particolari se prima non è definito il carattere generale del grado di severità cui tali condizioni dovranno uniformarsi e che non potranno non essere le stesse per tutti gli Alleati. ORLANDO


- 700-

- 701DOCUMENTO N. 207

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, ORLANDO A S.E. DIAZ - COMANDO SUPREMO* Tele 2542 G.

(In conclusione: fare un 'offensiva che possa svilupparsi se le cose vanno bene - possa essere qualificata come vasto colpo di mano se non riesce; ma l'entità delle forze riunite e dei mezzi posti in opera non può gabellare nessuno. Badoglio)

Roma, 14 ottobre 1918, ore 13,30

Ringrazio suo telegramma 14130. Non so quanto V.E. pensi intorno alla influenza che il nuovo avvenimento possa esercitare su note decisioni e ignoro quali siano le condizioni meteoriche di costà mentre qui sono state pessime. A me sembra che il momento che attualmente si traversa, per quanto giuridicamente ci lasci piena libertà d'azione, potrebbe determinare un elemento politicamente sfavorevole verso una eventuale azione offensiva che ci costasse molti sacrifici poiché si penserebbe che non valeva la pena di affrontare quei sacrifici per ottenere un effetto che a poca distanza di tempo si sa(non attaccare) rebbe ottenuto spontaneamente. Diversamente avverrebbe se condizioni armistizio non fossero accettate ma anche in questo caso sarebbe forse più facile ottenere dalle truppe di continuare una (attaccare) azione iniziata anziché di farle passare all'azione dopo un lungo periodo di riposo e dopo queste nette speranze di pace. Inoltre non mancano gravi ragioni che rendono desiderabile di non iniziare (?) la liberazione del nostro territorio soltanto da un atto diplomatico. (attaccare) La sola maniera di conciliare queste opposte e delicatissime esigenze, io penso che consista nel fare che nostre eventuali operazioni appariscano come il naturale svolgimento di azioni normali più che come un'offensiva di grande stile; nel quale concetto mi conferma la (attaccare a metà!) circostanza che il nemico persiste in tali operazioni come appare dallo stesso bollettino di questa mattina. So che questo era d'altronde il programma di V.E.; speriamo che gli eventi ci aiutino a svolgerlo. F.to ORLANDO ' ~on? riport~ti, tra _parentesi ed in corsivo, le annotazioni del Sottocapo di S.M., gen. Badogho, m margme ed m calce al testo del telegramma.

DOCUMENTO N. 208

Abano 14 ottobre 1918 DA COMANDO SUPREMO A PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

ROMA

N. 45. Riservatissimo. Rispondo suo 2542 G. stop. Nuovo avvenimento secondo mio pensiero non può né deve influenzare note decisioni né giuridicamente né militarmente stop. Alleati continuano e non vedrei ragioni per regolarsi diversamente ove altre esigenze non lo impongano, mentre ctccettazione condizioni da esigere significherebbe resa e non armistizio, ciò che può rendere difficili eventuali accordi et darci tempo per operare stop. Condizioni meteoriche perdurano pessime ma tutto procede per esser pronti per ogni evento stop. Decisione di operare est basata sulle condizioni del nemico a noi favorevoli onde non mi sembra assolutamente conveniente lasciare sfuggire simile occasione stop. Nostro successo coronerebbe degnamente nostra azione politica et militare affermando ancora enorme valore del concorso dato dall'Italia nella lotta comune et troncando malevoli apprezzamenti e discussioni sull'argomento stop. Attendere che eventuale armistizio dovuto essenzialmente all'azione armi alleate ci dia possibilità di conseguire senza nostro logorio i vantaggi desiderati non credo sia soluzione desiderabile et del tutto corrispondente alla nostra posizione et alla grandezza delle nostre aspirazioni stop. Come V.E. conosce mio programma comporta procedere guardinghi per non correre rischio di insuccesso et a ciò ho provveduto disponendo per un'azione che può avere graduale sviluppo ed anche essere arrestata senza gravi inconvenienti, ma occorre sempre una certa vastità iniziale senza di che potrebbe convertirsi in sterile tentativo che è da evitarsi assolutamente stop. Ciò che importa est di essere pronti in attesa che avvenimenti e stato atmosferico consentano operare come pure importa moltissimo ottenere calma et equanimità nello spirito pubblico e nella stampa che sarebbe necessario indirizzare per evitare dannose considerazioni che poi si ripercuotono sulle truppe di cui lo spirito che è oggi all'altezza della situazione importa assolutamente conservare immutato e saldo stop. Riassumendo sembrami che attuali avvenimenti non ci debbano fare modificare nostra linea di condotta concordemente prestabilita stop. GENERALE DIAZ


-702 -

-703 DOCUMENTO N. 209

DOCUMENTO N. 210

15 ottobre ore 17

14 ottobre 1918

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO AL COMANDO SUPREMO PER S.E. DIAZ

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI A S.E. IL GENERALE ARMANDO DIAZ

2553 G.

Grazie suo telegramma N. 45 che corrisponde perfettamente mio pensiero. Per ciò che riguarda particolarmente allusioni giornali in materia assicurala che ho da tempo dato le più precise ed energiche disposizioni perché ogni polemica o pubblicazione su tale argomento sia soppressa dalla censura. Se dunque si danno i casi cui il telegramma accenna ciò significherebbe inosservanza agli ordini dati e dovrei allora pregare V .E. di fornire particolari elementi per punire censori che non hanno obbedito. PRESIDENTE CONSIGLIO Orlando

Cara Eccellenza, Le riconfermo il mio telegramma di oggi soprattutto per ciò che concerne l'augurio finale che gli eventi si svolgano propizi al nostro vivissimo desiderio comune, cui corrisponde un vero ed alto interesse del paese. Sempre nel medesimo ordine di idee, io mi domando se, dinanzi all'incalzare degli avvenimenti, non sia anche il caso di mettere in azione un proge~to di cui si era anche parlato e che era stato studiato di accordo tra la manna e l'esercito, per qualche sbarco nella regione dalmata. Sarebbe certamente un bel colpo di mano, che potrebbe assorbire la questione dell'azione sul fronte terrestre. Ne ho parlato con il Ministro della Marina che mi ha detto che ne avrebbe avvisato il Capo di stato maggiore per prendere eventuali accordi con V .E .. Capisco che probabilmente ciò non sarebbe compatibile con lo sbarco a Durazzo; ma, francamente, per quanto ci interessi l'Albania, assai più ci interessa la Dalmazia. In ogni caso, se cosa si ha d~ fare bisogna che sia fatta prestissimo, poiché gli eventi premono da ogm lato. Mi creda cordialmente suo dev .mo e aff. mo ORLANDO


-705 -

-704DOCUMENTO N. 211

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

N. 1475 di protocollo G.M.

15 ottobre 1918

OGGETTO: Sbarchi sulla costa adriatica orientale A S.E. L'ON. V.E. ORLANDO Presidente del Consiglio dei Ministri

ente di sbarco nel modo sopra indicato, procedere anche se ~el caso all'oc~upazione di qualche punto importante dell'interno, ad es . mtercettare la · d. Metkovi·c che corre a breve distanza dalla costa. Progetto que. · h · ' ferrovia 1 sto da attuarsi in secondo tempo e in dipendenza della s1tuaz1one c e s1 sara intanto venuta maturando. , . Ciò posto, rimango in attesa delle decisioni che V .E. vorra comu~1carmi in relazione agli intendimenti di S.E. il Capo di S.M. della Manna, _e per procedere, in caso affermativo, al sollecito apprestamento del pn-

ciò

mo scaglione di sbarco. ROMA

F .to A. DIAZ Sono ben compreso dell'importanza del problema che l'E .V. prospetta nella sua lettera di ieri; e, poiché Durazzo è stata ormai occupata per via di terra, mentre è cessata la necessità di uno sbarco di viva forza in questa località, e permane la sola necessità di assicurare i necessari trasporti di truppa, ed i rifornimenti da questa base alle riostre truppe che operano a nord di essa, diviene possibile riprendere in esame il noto progetto di uno sbarco sulla penisola di Sabbioncello con contemporanea occupazione di Curzola ed eventualmente di altre isole del gruppo delle Curzolari. Tale progetto contemplava lo sbarco di un primo scaglione della forza di una brigata di fanteria con artiglieria e servizi corrispondenti, ed il successivo aumento del contingente ad una divisione su tre brigate. Non è d'uopo ch'io rappresenti a V.E. come, nella imminenza delle note operazioni su questa fronte, ogni distrazione di forze rappresenti un grave sacrificio. Tuttavia, in considerazione della necessità che non si lasci sfuggire l'attimo favorevole, troverò modo di rendere disponibile un raggruppamento alpino (6 battaglioni alpini e 6 batterie da montagna) per destinarli allo sbarco, se la Marina riterrà di poterlo effettuare ed assicurare in seguito i necessari rifornimenti. Subito dopo che saranno compiute le operazioni su questa fronte, procurerò di rendere ancora disponibile, per rinforzare l'occupazione, una intera divisione di fanteria, con che si raggrupperà il quantum di forze previsto nel progetto sopra accennato. Poiché, come V.E. osserva, lo sbarco, se deciso, dovrebbe effettuarsi sollecitamente, riterrei conveniente mantenere il progetto già minutamente studiato, anziché ricercare altre soluzioni che, se studiate affrettatamente, darebbero molto minore garanzia di buon risultato. Nel progetto concordato colla Marina l'occupazione doveva essere limitata all'istmo di Gradina (strozzatura a metà circa della penisola di Sabbioncello); ma, dato il presente peggioramento della situazione avversaria, ritengo si possa spingere l'occupazione fino all'istmo di Stagno (dove la penisola si attacca al continente) per poscia, dopo avere rinforzato il contin-


- 706-

- 707DOCUMENTO N. 212

R. RR. 4131/1271

Parigi , 15 ottobre 191 8

L'AMBASCIATORE A PARIGI, BONIN AL MINISTRO DEGLI ESTERI, SONNINO Da qualche tempo i nostri rapporti con il Governo francese sono andati sensibilmente peggiorando in modo da creare fra i due Stati Alleati una freddezza di relazioni che nuoce agli interessi d'entra~bi, e che potrà essere per noi un serio imbarazzo al momento, che oramai si avvicina rapidamente, della fine della guerra. Credo mio dovere riassumere qui in via riservatissima all 'E . V. le mie impressioni circa i motivi <;li questo deplorevole stato di cose. Premetto che quando parlo di rapporti con il Governo francese parlo di rapporti con Clemenceau; egli non solo personifica ma riassume in se stesso _tutto il Governo. Fra tutti i suoi Ministri non ve né uno che abbia personalità propria, non uno che [non] sia un semplice suo commesso incapace di prendere anche nell'ambito preciso della propria amministrazione una qualsiasi misura importante senza la licenza del P~esidente del Consiglio. L'unico Ministro· che abbia un qualche passato parlamentare è il Pichon, nia egli è per antichi legami d'amicizia anche più devoto degli altri a Clemenceau, e per il suo carattere pieghevole è meno di tutti gli altri disposto a resistere anche un solo minuto al temperamento impetuoso del presidente. Questa specie di dittatura è andata accentuandosi a misura che la sorte delle armi è venuta sorridendo alla Francia, ed ora che il paese vive in piena atmosfera di vittoria, Clemenceau è poco meno che un nuovo Primo Console. Le nostre presenti difficoltà sono con lui assai più che con la Francia; sono convinto che sarebbero prontamente eliminate se salisse al potere un altro qualsiasi uomo politico francese; ma fino a che durerà il regno di Clemenceau, ora più che mai consolidato, dovremo studiare unicamente in funzione dei nostri rapporti con lui così le difficoltà che abbiamo presentemente con la Francia come il modo di rimuoverle . Non parlo, s'intende, delle difficoltà fondamentali che possono derivare dalle naturali div~rgenze d'interessi e dai propositi latenti della politica francese naturalmente portata, per esempio, a non agevolare la nostra espansione soprattutto nel prossimo Oriente. Troveremo quelle difficoltà sotto qualsiasi Ministero francese; esse si potranno eliminare soltanto da una reciproca conciliante cordialità di spirito, alla quale appunto possono fare insormontabile ostacolo le difficoltà occasionali e transitorie, ma anche troppo palesi che vengo ad enumerare e che si tratta di eliminare se si vuole giungere a creare fra i due paesi quell'ambiente cordiale nel quale sol-

tanto si possono trovare i metodi per dirimere le difficoltà naturali e maggiori. . . . La prima occasione in cui incominciarono a manifestarsi qm nostre difficoltà con il Presidente del Consiglio fu quando nella prima metà di luglio ebbi incarico formale e preciso di significare al signor Clemenceau il prossi~ mo ritiro dei nostri lavoratori militari. Per quanto quell' annunzio sia stato circondato da tutte le possibili cautele di forma e da tutti i possibili temperamenti esso amareggiò profondamente il signor Clemenceau. Per mio conto avrei mille volte preferito che non venissero mai in Francia lavoratori militari italiani, e non ho bisogno di ripeterne qui le ragioni; una volta però concessi diveniva difficilissimo ritirarli senza attriti, almeno fino a che non fossero profondamente mutate le condizioni di guerra. Clemenceau poi attribuisce un'importanza specialissima all'opera di quei nostri lavoratori, il rendimento dei quali supera di gran lunga quello della mano d' opera francese e di colore. L'annunzio del prossimo richiamo giunse qui all'antivigilia dell'ultima offensiva germanica e mentre la continua avanzata dei tedeschi rendeva indispensabili sempre nuovi lavori di trincee e di strade. Mi venne riferito che Clemenceau parlando con suoi intimi qualificò il proposito da noi manifestatogli come «un coup de couteau dans le dos», frase evidentemente ingiusta e dovuta alla sua mentalità più di giornalista che di uomo di stato, e tutta scatti e violenza; ma frase che rivela tutta l'impressione prodotta in lui dalla nostra notificazione. Questa rimase poi di fatto lettera morta· le nostre truppe ausiliarie comunque ridotte di numero sono ancora in F;ancia, ma l'impressione era prodotta e da quel giorno l'uomo non fu più lo stesso. Sopravvenne la questione dell'invio delle truppe americane in Italia, che a mio modesto giudizio non fu da noi opportunamente condotta, e quella che ad essa si collega della mancata offensiva sul nostro fronte . Io credo soprattutto alla luce dei fatti che il miglior modo di porre la questi~ne era per noi di portarla a viso aperto al Consiglio di Versailles, subordmando la nostra offensiva all'invio dei rinforzi. Se ciò si fosse fatto nell'estate scorsa, le due questioni non si sarebbero inasprite come avvenne ed avrebbero forse trovato opportuna soluzione. Invece si tentò·varie vie di ottenere l'aiuto americano; d'ogni nostro tentativo, condotto talora da diverse persone non egualmente circospette, Clemenceau venne immediatamente informato e così egli si formò l'opinione che noi ricorressimo a mezzi sotterr~~ei ~i ~uella politica così detta machiavellica che si usa rimproverare agh italiam. Altra via che avremmo . potuto prendere era quella di accettare anche noi il Comando unico quando ci fu proposto nell'aprile scorso. Si cercò di evitarlo allora viste le speciali condizioni del nostro fronte, ma soprattutto per non nuocere al prestigio .del nostro Comando. Senonché l'accettazione


- 709-

- 708-

avvenuta da parte di tutti gli altri alleati, ha tosto messo noi in una specie di isolamento militare che non ebbe gravi inconvenienti finché la situazione nostra di fronte al nemico era analoga a quetla dei nostri alleati, ma che ne ha acquistato testé di gravissimi quando i nostri alleati si sono messi sulla via di successive e rapide vittorie, mentre noi rimanemmo immobili dinanzi al nemico accampato sul nostro territorio. Ora i nostri alleati ci fanno anche troppo sentire che la guerra decidendosi, anzi essendosi ormai decisa su questo fronte, ed essendo ormai crollati i fronti turco e bulgaro, il nostro che è il solo fronte sul quale il nemico mantenga le posizioni conquistate, offre scarso valore per l'economia generale della guerra e non interessa che noi soli. Ciò non avrebbe potuto avvenire se gli Alleati avessero dovuto assumere con il Comando unico anche la responsabilità del nostro fronte. Col Comando unico si sarebbero anche infinitamente semplificate tutte le lunghe, difficili e quasi infruttuose pratiche che abbiamo dovuto svolgere per avere rifornimenti e rinforzi d'uomini di munizioni e di materiali. Lasciammo invece soverchiamente scorgere la nostra intenzione di ottenere bensì quegli ausili ma rimanendo noi giudici dell'opportunità e del momento di volercene. Riserva questa che avrebbe potuto forse essere ammessa mentre anche questo fronte rimaneva sopra una stretta difensiva, ma che si respinse non senza ragione quando incominciò su questo fronte la battaglia decisiva. A misura poi che si disegnava qua la vittoria, scemarono con l'importanza del nostro fronte le buone disposizioni dei nostri alleati a rinforzarlo, fino a che ci riducemmo nella presente critica situazione di non potere agire senza temerità, né di essere inattivi senza grande danno. Del gravissimo pericolo che corrono i nostri interessi si rende conto chiunque passi anche poche ore a Parigi. L'Italia che dopo la bella battaglia del Piave fu per qualche tempo sul pinnacolo, ora è del tutto dimenticata dall'opinione pubblica. Tengono bensì alto il nostro onore le due divisioni italiane che combattono in Francia, ma troppo esigue di numero per avere un campo di azione proprio come Inglesi e Americani. Il loro valore non è apprezzato che da un pubblico ristretto che segue da vicino le operazioni militari; e poco notato dalle masse che non vedono che le grandi linee dell'offensiva di Foch. In Palestina non figuriamo che simbolicamente, in Macedonia rappresentiamo pure un contingente esiguo di fronte alle masse alleate; in Albania ci troviamo in campo d'azione secondario; il nostro fronte maggiore è del tutto inerte e ormai i principali giornali non ne pubblicano i bollettini che per memoria. Intorno a noi si fa un silenzio assoluto contro il quale non reagisce in alcun modo l'azione del Governo francese che anzi lo approva è lo suggerisce, come mi risulta in modo sicuro. Ad esso infatti, ora che è sicuro della vittoria finale e non ha più biso-

,.

gno di noi, non può dispiacere che l'Italia chiuda la guerra con una vittoria quale quella del Piave puramente difensiva e ormai antica; ciò non può che rendergli più agevole la liquidazione della cambiale che ci .ha rilasciato nel1' aprile 1915, alla quale egli protesta di voler fare pieno onore ma che non per questo meno gli pesa. Tale situazione è per noi tanto più crudele che non ammette facile via d'uscita. Una sola eventualità la risolverebbe tutta, anzi la rovescierebbe a nostro vantaggio: cioè una nostra pronta e felice offensiva. Ma qui ci troviamo di fronte ad un problema militare dinanzi al quale chi come me non può giudicare che dal punto di vista politico non può non farsi esitante. Vi è chi dice che anche un insuccesso sarebbe preferibile all'inerzia presente. Sotto un certo aspetto forse si, cioè al non far nulla sarebbe preferibile un mezzo successo, una «anceps pugna» con vantaggi e svantaggi compensari, che si potessero scontare come un successo; un insuccesso assoluto anche a prescindere dalle gravi conseguenze interne non migliorerebbe la nostra situazione diplomatica. Ma il problema di ottenere un successo sia pure parziale dovrebbe studiarsi con ogni mezzo e con l'intento di risolverlo affermativamente in vista della suprema necessità politica tenuta presente. In tutti i casi, parlo sempre dal punto di vista politico, converrebbe ridestare il nostro fronte con frequenti azioni secondarie che senza esporci a gravi scacchi lo tenessero vivo nell'economia generale di quest'ultimo periodo della guerra e impedissero al nemico di distrarre truppe in misura da formare un serio fronte sud-orientale. F.to Bonin


- 710-

·- 711 DOCUMENTO N. 213

Roma, 17 ottobre 1918 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO AL COMANDO SUPREMO PER S.E. GENERALE DIAZ

DOCUMENTO N. 214

Roma, 18 ottobre 1918 ore 11,15 DA PRESIDENTE CONSIGLIO MINISTRI A S.E . IL GENERALE DIAZ

N. 2576 - L. 28 . . , Age~zia Stefani ha da Berlino notizie di veri e propri ammutinamenti d1 soldati tedesch~. Si dice c_he volessero bruciare statua Hindenburg. . . ~on fo pubblicare questi telegrammi per ragioni ben comprensibili ma h m~1co a V.E. per l'evento di far gettare analoghi manifesti tra le tr~ppe nemiche. Nello stesso senso sono utili i telegrammi sul discorso Karoly alla Camera Ungherese che vien pubblicato. Data questa situazione appare tanto più desolante che co d' · · f ' h · · Il lZIOill atmos enc e c1 costnngano alla inazione in un momento così decisivo. ORLANDO

N . 2583 G. - Notizie politiche odierne sono di un'immensa gravità. Da parte della Germania tendenza è nel senso di cedere; certamente quelle truppe non si battono più . In Austria è successa una vera riunione sovversiva, sebbene per ora non per le strade. Ungheria ha dichiarato la sua indipendenza anche militare e deputati ungheresi hanno chiesto ritirare truppe p·er la difesa del proprio territorio. Proclama Carlo che concede autonomia non potrà certamente soddisfare non fosse altro per mancata unione di czechi e jugoslavi d'Austria con quelli d'Ungheria. Polonia austriaca viene ceduta al nuovo stato polacco. In tale situazione, che umanamente non potrebbe concepirsi più favorevole, la nostra inazione militare rappresenta un vero disastro. So bene le condizioni di fatto che si oppongono ad una nostra offensiva; ma sono questi -dei momenti in cui bisogna avere audacia e giocare il tutto per tutto. Gradirò sue sollecite comunicazioni e non escludo di fare una corsa costà per la ipotesi che un nostro colloquio possa essere utile. ORLANDO

DOCUMENTO N . 215

Roma 18 ottobre 1918 DA COMANDO SUPREMO A S.E. ORLANDO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO N. 14258 G.M. Rispondo suo telegramma n . 2583 G. stop. Sono più che mai comprese grande importanza momento attuale et di quanto V.E. mi significa stop. È appunto perciò che la sua venuta non solo sembrami utile, ma est da me desiderata, onde V.E. possa rendersi personalmente conto della situazione e delle opere intonate nel limite dell'umano ai comuni intendimenti stop. GENERALE DIAZ


- 713 - 712DOCUMENTO N. 216

LIAISON FRANçAISE AVEC LE G.Q.G. ITALIEN N. 19

19 ottobre 1918

SUBJET: Au sujet des futures opérations de l'armée italienne LE COLONEL GIRARD, chef de liaison française à: MONSIEUR LE MARÉCHAL FOCH, commandant en chef les Armées alliées.

Il semble donc que si les deux actions ont lieu, ce ne peu~ ètre que sue. t celle de la Piave décalée d'un certain nombre de Jours sur celle cess1vemen , du Grappa. s ' t Ce endant le chef du bureau Opérations du ~oman~o up~emo ~me . p . mat1·n le désir que les deux act1ons puissent etre declenta1t devant m01, ce , chées en mème temps .......... ....... ................................................. .

································································································ COLONEL GIRARD

Le mauvais temps continue, cependant la Piave est pour le moment stationnaire. Mais sa largeur et la vitesse actuelle de son courant (4 mètres 50) interdisent peut-ètre pour une semaine les possibilités de franchissement. Dans son impatience de réaliser une action quelle qu'elle soit, le C~mando Supremo, à l'instigation du général Giardino, commandant la IV • armée, vient de décider l'exécution d'un projet que la IV • armée avait étudié depuis quelque temps. La IV• armée (armée du Grappa) va attaquer dans sa zone avec ses deux corps du centre: 30 • et 6 •, opérant de part et d'autre du val Seren. Cette action, appuyée à gauche et à droite par les deux corps d' aile (9 • et 1 er corps), aurait pour objectif lointain la dépression dans laquelle passe la route de Feltre à Primolano par Arten (Torrente Stizzone), 54 batteries de moyen calibre sont mises à la disposition de la IV • armée, dont les 3 corps de gauche auront chacun 3 divisions. L'attaque de la IV • armée sera appuyée par la droite de la VI • armée, qui ne se contenterait pas de lui prèter le concours de son artillerie, mais attaquerait elle-mème par ses deux corps de droite (13 • et 20 • corps) avec comme objectif le front Monte Lisser, Cismon (Val Brenta). La IV• armée devra ètre prete à attaquer à partir du 23 octobre au soir. Ce changement ne laissera pas d'influencer l'action projetèe sur la Piave. En effet, la XII• armée (1 er corps, 52 • division et la 23 • division française) repasse son 1 er corps à la IV • armée dont il était le corps de droite. De plus, la 52 • division, y compris son artillerie, est reprise par le Comando Supremo et va faire partie de sa réserve propre, à employer pour l'exploitation de l'action de la IV • armée. Une partie des batteries de la XII• armée, orientées face à l'est en vue de l'action de la Piave, vont faire face au nord pour appuyer l'action du 1 er corps.

J


- 715 -

- 714DOCUMENTO N. 217

R. ESERCITO 1T ALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 14273 di protocollo G.M.

18 ottobre 1918

OGGETTO: Direttive per l'azione della 4a, 12a e 6a Arm_ata A S.E. IL GENERALE A S.E. IL GENERALE A S.E. IL GENERALE A S.E. IL GENERALE e per conoscenza: A S.E. IL GENERALE

GIARDINO GRAZIANI MONTUORI CAVIGLIA MORRONE

1° Le attuali condizioni del Piave lasciano prevedere che l'azione predisposta sul fronte della 12•, 8" e 10• Armata debba essere alquanto ritar- . data. 2° Ciò posto intendo agire al più presto nel settore Piave-Brenta, con obbiettivo il corridoio Primolano-Arten-Feltre; obbiettivo il cui raggiungimento servirà di preparazione alla più vasta azione offensiva già predisposta attraverso il Piave. 3° Agiranno tra Piave e Brenta le Armate 4• e 12•. L'azione in questo settore è già stata studiata dal Comando della 4" Armata, il quale ne avrà pertanto la direzione generale. Il Generale Graziani, Comandante della 12• Armata, riceverà perciò da S.E . il Generale Giardino le necessarie istruzioni sia per la preparazione sia per lo sviluppo dell'azione. 4° Concorrerà all'operazione anche la 6" Armata, la quale, previo concentramento sull'ala destra del grosso delle proprie artiglierie, agirà sulla fronte dei Corpi d'Armata XX e XIII attaccando contemporaneamente alle armate 4" e 12• con obbiettivo la fronte Lisser-Cismon. 5° Il nucleo di controbatteria di Monfumo, agli ordini del Colonnello Olivero, sarà dalle ore Odel giorno 22 corr. e per tutta la durata dell'operazione agli ordini del Comando della 12• Armata. 6° Forza e mezzi - La 4" Armata riceverà subito il rinforzo di artiglieria che le è stato già comunicato. Avrà inoltre a propria disposizione le divisioni 80", 21 • e 22•. La 12• Armata lascerà la 57" Divisione a disposizione del Comando Supremo. Avrà a propria disposizione le artiglierie già assegnate. La 6" Armata svilupperà il proprio compito colle sole sue forze.

7 o Le divisioni 21 a e 22•, già assegnate all'8" Armata ~~r _le ~perazi~ni oltre Piave, verranno in tempo sostituite con altre due d1v1s10m da designarsi. go La preparazione d'artiglieria avrà carattere di brevità e di violenza per sfruttare il vantaggio della sorpresa. 9 o Tutti i preparativi dovranno essere ultimati per la sera del 23 corrente. La data dell'attacco e l'ora di inizio della preparazione della artiglieria saranno comunicati da questo Comando. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F .to Diaz


- 716-

717 DOCUMENTO N. 220

DOCUMENTO N. 218

MISSIONE MILITARE ITALIANA

COMANDO SUPREMO

PRESSO LO S.M. DEL MARESCIALLO FOCH

UFFICIO OPERAZIONI

N. 395 S.I.

Bacon, 19 ottobre 1918 ore 13

AL COMANDO SUPREMO -

Ufficio Operazioni

Mi_ si domanda con insistenza data inizio operazioni come se urgesse nostro mtervento. Prego di comunicare giornalmente condizioni atmosferiche. GENERALE CALCAGNO

DOCUMENTO N. 219

COMANDO SUPREMO Ufficio Operazioni N. 14332

Abano, 21 ottobre 1918

A BRIGADIERE GENERALE CALCAGNO Risposta suo 395 Stop Condizioni atmosferiche et stato Piave finora assolutamente avversi hanno migliorato ieri ma oggi sono nuovamente incerte Stop Preparativi stanno ultimandosi Stop Azione avrĂ luogo tra pochissimi giorni Stop GENERALE DIAZ

N. 14189 G.M.

16 ottobre 1918

OGGETTO: Tiri di artiglieria

Occorre richiamare l'attenzione del nemico sui settori del Grappa e del1' Altopiano per distoglierla dalla fronte del Piave. Perciò, non appena le condizioni atmosferiche lo permetteranno, le Armate 6" e 4" inizieranno sulle proprie fronti una serie di tiri di aggiustamento intensi e ben studiati, specialmente ricorrendo a spostamenti frequenti e numerosi di batterie, ed anche di pezzi isolati, da posizione a posizione; eseguendo tiri soprattutto da posizioni nuove, non ancora note al nemico. Per meglio raggiungere lo scopo, si autorizza, se del caso, anche un consumo giornaliero superiore ai limiti normali prescritti, ad eccezione che per i C. 149 e 65 mont. e i M. 210. IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO F .to Badoglio


- 718-

-719 DOCUMENTO N. 221

COMANDO DELLA 4a ARMATA -

_,.

DOCUMENTO N. 223

STATO MAGGIORE

R. ESERCITO 1TALIANO -

UFFICIO 1.T.O.

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

N. 7543 di prot. I.T.O.

21 ottobre 1918

OGGETTO: Comunicazioni

Riservatissimo personale N. 14348 di prot. G.M.

AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI AL COMANDO DELLA 4a ARMATA AL COMANDO DELLA 12a ARMATA Da due giorni il nemico attende la nostra offensiva da mezzanotte all'alba. Risulta da Radiotelegrammi intercettati che il Comando della 40a Divisione Honved il giorno 20 ha dato ordine di tenere preparate le truppe in dette ore. Risulta ancora che le truppe della 17a Divisione a.u. fino a nuovo ordine devono rimanere in «allarme» dalle ore 4 alle ore 6 antimeridiane. IL COLONNELLO CAPO DELL'UFFICIO I.T.O. Vigevano Attilio

21 ottobre 1918

OGGETTO: Direttive per l'azione .

.

A S.A.R. IL COMANDANTE DELLA 3a ARMATA ALLE LL.EE. I COMANDANTI DELLE ARMATE 4a, 6a, 8a, 10a, 12a I

Secondo le comunicazioni già fatte a S.A.R., ed alle LL.EE. i Comandanti delle Armate, la nostra manovra offensiva si propone gli scopi seguenti: a) con azione partente dal settore Brenta-Piave, separare la massa austriaca del Trentino da quella del Piave; b) con azione partente dal medio Piave: 1° separare le ~u~ arn:iate austriache 5 a e 6 a, concentrando il massimo sforzò nel punto d1 gmnz1one fra esse; 2° tagliare le comunicazioni della 6a armata nemica in modo da renderle impossibili la difesa e la ritirata; c) sfruttare tutte le possibili conseguenze delle azioni indicate dai comma a) e b).

DOCUMENTO N. 222

II

COMANDO 6a ARMATA N. 3798 INF. AL COMANDO SUPREMO -

22 ottobre 1918 ore 13,10 OPERAZIONI

Proviene Presidio R.S. Questa notte una pattuglia jugoslava a Col del Rosso ha catturato 11 nemici tra cui 1 aspirante del 3 ° battaglione 117° Fanteria. Aspirante dice che hanno avuto ordine ieri di stare sempre in guardia essendo finita la preparazione della nostra offensiva sul Piave e potendosi perciò attendere una offensiva italiana di giorno in giorno, offensiva che potrebbe estendersi anche al settore degli Altipiani. GENERALE MONTUORI

L'azione a) precederà l'azione b). Parteciperanno: -

all'azione a) le armate 4a e 12a;

-

all'azione b) le armate 12a, 8a e 10a ·

La 12a armata costituirà pertanto cerniera del movimento. La 6a armata concorrerà all'azione della 4a armata (v. n °. III); la 3a armata a quella della 10a armata (v. n °. V). III

ATTACCO FRA BRENTA E PIA VE 4a armata: attaccherà con obiettivo il corridoio Val Cismon-ArtenFeltre.


-720-

- 721 -

12a armata: opererà col 1° corpo d'armata in relazione all'avanzata della 4a armata e secondo le istruzioni che il sig. Generale Graziani ha già ricevuto da S.E. il Generale Giardino comandante della 4a armata. Si terrà pronta colle rimanenti forze a passare il Piave contemporaneamente alle truppe della 8 a armata.

avanzata avrà luogo non appena il comando della 3 a armata lo riterrà possibile, in relazione agli avvenimenti che si svolgeranno alla sua sinistra.

6° armata: appoggerà l'azione della 4a armata: 1°) con azione d'artiglieria per neutralizzare specialmente le batterie nemiche che hanno azione contro la sinistra della 4a armata; 2°) con azione di fanteria intesa ad assecondare il movimento della 4a armata, facendo avanzare le truppe dell'XI corpo lungo la Val Brenta fino a Cismon, e sviluppando sul resto della fronte intensa attività anche di fanteria (colpi di mano) per trattenere le forze nemiche sull'altipiano .

VI

FORZE E MEZZI Armate 4a, sa, 10a e 12a -

Dispongono delle forze artiglierie e mezzi tecnici già messi a loro disposizione dal Comando Supremo, durante il periodo di preparazione. Il comando dell' 8 a armata avrà anche a sua disposizione le divisioni di cavalleria 1 a e 4a. Armate 3 a e 6a - Faranno assegnamento sulle forze e sui mezzi di cui dispongono. La 6a armata terrà a disposizione del Comando Supremo la 28a divisione.

IV VII

ATTACCO DAL MEDIO PIA VE 12 a armata: porterà oltre Piave la propria destra con primo obiettivo le alture a nord di Valdobbiadene, collegandosi colla sinistra dell'8a armata (XXVII corpo). Punterà poscia con tutte le forze verso nord a cavallo del fiume, e riceverà alla propria dipendenza il XXVII corpo nel momento che verrà indicato dal Comando Supremo. Obbiettivo: Feltre (escluso) e la convalle bellunese fino al Cordevole. sa armata:

a) in primo tempo: avanzerà oltre Piave, fronte a nord-est, mirando essenzialmente a raggiungere colla massima celerità la regione a Nord di Vittorio, per intercettare la principale arteria di rifornimento della 6a armata nemica (Vittorio-Sacile), precludere la ritirata delle truppe avversarie della conca di Valmareno, sbarrare le provenienze da Ponte nelle Alpi. b) in secondo tempo: avanzerà con obiettivo la convalle bellunese, tenendosi a sinistra in stretto collegamento colla 12a armata (destra del XXVII corpo dopo che questo sarà passato alla 12 a armata) e a destra formando fianco difensivo sul Cansiglio e alla testata della Livenza.

10° armata: avanzerà alla Livenza colla sinistra a nord di Sacile, nel punto di contatto coll'8a armata che sarà fissato dal comandante di questa e con la destra a porto Buffolé. Sino alla Livenza il Generale Conte di Cavan riceverà istruzioni da S.E. il Generale Caviglia comandante 1'8a armata; raggiunta questa linea, passerà alla diretta dipendenza del Comando Supremo. V

3 a armata: si terrà pronta ad assecondare col fuoco l'azione della 10a armata e ad avanzare essa pure alla Livenza (sinistra a Porto Buffolé). Tale

DATA DELL'ATTACCO L'attacco fra Brenta e Piave (armata 4a e 12a) avrà inizio in un giorno X che verrà designato dal Comando Supremo; l'attacco del medio Piave alla sera dello stesso giorno X (v . n. VII).

VIII MODALITÀ DELLA PREPARAZIONE Attacco fra Brenta e Piave: L'attacco sarà iniziato il mattino del gior~ no X, previa preparazione di artiglieria le cui modalità saranno indicate dal comando della 4a armata per l'intera fronte della 4a e della 12a armata, come pur~ per il concorso di artiglieria da fornirsi dalla 6a armata. Attacco dal medio Piave: Si inizierà nelle prime ore notturne dello stesso giorno X; ed avrà luogo secondo le modalità già concretate da S.E. il Comandante dell'8a armata, alle quali vorrà uniformarsi anche la 12a armata, per quanto concerne il passaggio del Piave da parte della propria ala destra. IX Le presenti direttive sostituiscono completamente quelle emanate coi fogli: 14096 G.M. in data 12 corr. 14273 G.M. in data 18 corr.


-723 - 722DOCUMENTO N. 225

***

COMANDO SUPREMO

NOTA PER LE ARMATE sa E Jr - Il nucleo di controbatteria di Monfumo, agli ordini del Colonnello Olivero, formato di artiglierie italiane e francesi e posto alla dipendenza della 12• armata, dovrà, per l'attacco del medio Piave, concorrere all'avanzata tanto del XXVII corpo che dell' ala destra della 12" armata. All'uopo i comandi delle armate 8" e 12", prenderanno solleciti precisi accordi. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO A . Diaz

Rinforzo dato alla 4a Armata il 18 ottobre 1918

Da 6" armata

3 Gr. C. 149 A 3 Gr. Ob. 152 I. e 149 p.c. 1 Gr. Bomb. 240

Gr. 55°-225°-36° 23° p.c.-53° 1.-200° I. 18°

Da 1• armata

4 Gr. C. 105 p.c. 3 Gr. Ob. 149 p.c. 2 Gr. 65 mont.

36°-22°-27°-23° 3°-17°-16° 13°-33°

Da 7" armata

1 Gr. Ob. 149 p.c. 1 Gr. 65 mont. 2 Batt. bomb. 240 "LA

102° 11°

Da 3" armata

3 Gr. Ob. 149 p.c. 2 Gr. C. 105

2°-19°-49° 11°-31 °

1 Gr. Ob. 149 p.c.

6° (2 batterie erano alle scuole) 38°-51 °

DOCUMENTO N. 224

R. ESERCITO ITALIANO - COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

Riservatissimo personale N. 14349 di prot. G.M . .

Da 8" armata 2 Gr. C. 65 mont.

21 ottobre 1918

OGGETTO: Giorno X A S.A.R. IL COMANDANTE DELLA 3" ARMATA A S.E. IL GENERALE GIARDINO COMANDANTE DELLA 4" AR~ MATA A S.E. IL GENERALE MONTUORI COMANDANTE DELLA 6" ARMATA A S.E. IL GENERALE CAVIGLIA COMANDANTE DELL'8 " ARMATA AL SIGNOR GENERALE CONTE DI CAVAN COMANDANTE DELLA 10" ARMATA AL SIGNOR GENERALE GRAZIANI COMANDANTE DELLA 12" ARMATA Con .riferimento al foglio odierno N. 14348 G.M. si comunica che X = 24 (ventiquattro). d'ordine IL COLONNELLO CAPO UFFICIO Ugo Cavallero

Da Sassuolo Da Piacenza

2 batt. bombarde 240 LA 1 Or. C 149 A (4 batt).

Dalle scuole

1 batt. C. 149 A 1 batt. M. 210

*** Riepilogo

1 Batt. Ob. 280 ............... ......... ................ ........... 1 batt. 1 Batt. M. 210 ......................... ........... .................. 1 batt. 2 Gruppi Ob. 152 I .... ........ . ...................... . ... 6 batt. 3 Gruppi Ob. 149 A ...... .............. ...................... 10 batt. 9 Gruppi Ob. 149 p.c . ......... ....... ............. ...... 28 batt. 6 Gruppi c. 165 ...................................... ............ 18 batt. 5 Gruppi 65 mont. ....................... ............ ... ... 15 batt. 8 batt. bomb. 240 LA..... .. .............................. 8 batt.

m. cal. 64

picc. cal. 15 bomb. 8


- 725 -

-724-

DOCUMENTO N . 227 DOCUMENTO N . 226

R. ESERCITO ITALIANO -

COMANDO SUPREMO Specchio delle artiglierie nuove giunte alla 4a A. ali~ ore 19 del 23 ottobre 1918*

N. 14432 di protocollo G.M.

hanno

in efficenza

giunti

aggiustato il tiro

giunti 22

152

Obici da

Cannoni da 149 A

in efficenza

hanno aggiustato il tiro

giunti

20

20

44

in efficenza

37

2 in traino

hanno

aggiusta-

33

4

149 P .C.

in efficenza

giunti

to il tiro 112

93 7 in

3 in traino

hanno

aggiu stato il tiro 87

traino

di

ri serva

da riparare

da riparare

-

-

24 ottobre 1918

OGGETTO: Azione del medio Piave

Obici da

Mortai da 210

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

da riparare

E 12a e p'er conoscenza: A S. A.R. IL COMANDANTE DEL CORPO DI CAVALLERIA

Tenuto conto delle sfavorevoli condizioni atmosferiche il passaggio del Piave da parte delle armate ga, 10• e alla destra della 12a, che doveva iniziarsi questa notte, è differito sino a nuovo ordine. Proseguirà invece, e sarà spinta innanzi col massimo vigore, l'azione oggi iniziata fra Brenta e Piave da parte della 4a armata e dell'ala sinistra

da riparare

-

A S.A .R . IL COMANDANTE DELLA 3a ARMATA ALLE LL.EE. I COMANDANTI DELLE ARMATE 4a, 6a, ga, 10•

12

della 12a armata. La 6a armata seguiterà a coadiuvare l'azione della 4a secondo le preceCannoni da 105 giunti 72

65

Bombarde da 240 L

Cannoni da 65 man .

hanno in efficen za aggiustato il tiro

61

hanno g~unti

in efficenza aggiustato il

hanno

giunti

in efficenza

aggiustato il tiro

8 batterie

tutte 8 in traino

2

tiro

36

36

24

denti direttive. La 10• armata provvederà a completare e consolidare il possesso delle Grave di Papadopoli e a costruire alacremente almeno un passaggio stabile attraverso il filone del fiume. Accusare ricevuta. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to A. Diaz

da riparare

da riparare

7

-

* Non sono ;mcora giunte: -

3 batterie cannoni da 149 A I batteria mortai 210

da riparare

-


-726-

- 727DOCUMENTO N. 228

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29 ottobre 1918 IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO A S.E. GENERALE DIAZ - COMANDO SUPREMO Insistendo ne~ ~o~cetto espresso nel mio telegramma di ieri credo opportuno eh~ ormai 11 ciclo della nostra attuale offensiva sia riportata al 24. Il legame ~1 sembra che possa facilmente riscontrarsi nella necessità di una forte press10ne sul nemico nella zona montana come necessaria preparazione alla azione sul Piave. La ragione per cui ciò finora è stato taciuto può attribuirsi facilmente a motivi di discrezione strategica et cioè per non far avvertire al nemico la vera portata delle nostre intenzi<~mi. Questo concetto potrebbe essere accennato ne_i comunicati supplementari del Comando, ma vorrei soprattutto che fosse diffuso dalla stampa, organizzando la diffusione di esso tra i corrispondenti non solo italiani ma s·oprattutto esteri. _Est_inutile che spieghi la importanza di tale retro data della nostra offensiva m rapporto allo incalzare delle notizie di un prossimo armistizio. ORLANDO

DOCUMENTO N. 229

T. RR. 2625

25 ottobre 1918

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO ALL'AMBASCIATORE A LONDRA, IMPERIALI Come V.E. avrà visto, da ieri si è iniziata una offensiva sul fronte italiano. Necessità di ordine interno mi obbligano a non dare ad essa un gran rilievo e ciò per la comprensibile ragione che, dato le trattative sempre pendenti per un possibile armistizio, una parte del paese riporterebbe penosa impressione da un successivo spargimento di sangue. Né vale il confronto con quanto avviene sugli altri fronti, posto che in essi l'azione è stata sempre in corso e si tratta di proseguirla, mentre noi ci trovavamo in un periodo di inazione. Sono queste le ragioni di politica interiore che mi inducono a smorzare l'importanza dell'azione cui potrebbe dare colorito soltanto un grande successo. Queste ragioni evidentemente non. valgono per l'estero, e V .E. quindi potrà affermare con perfetta verità che noi facciamo qui quello sforzo militare che le circostanze ci consentono e farvi dare quella diffusione che potrà. Purtroppo anche quest'ultima esperienza dimostra tangibilmente che i dissensi interni dell'Austria non hanno alcuna ripercussione sulla solidità dell'esercito che anche ieri si difese con grande accanimento. Ma ai fini della giustizia internazionale ripeto che V.E. può giustamente mettere in rilievo l'entità del nostro presente sforzo militare.


- 728- 729DOCUMENTO N. 230

T. RR .

DOCUMENTO N. 231

30 ottobre 1918

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO , ORLANDO, A PARIGI

IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO, DIAZ, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO E MINISTRO DELL'INTERNO, ORLANDO, A PARIGI T.

Comunicato francese data 28 giuntomi ora dalla Stefani contiene seguente passo: «Sul fronte italiano l'azione si è riaccesa nell'ora stessa in cui l'Austria stanca della guerra e alla vigilia della rivoluzione ha chiesto un armistizio e la pace separata. La vittoria degli alleati italiani colla cooperazione delle truppe franco britanniche valse loro più di novemila prigionieri e cinquantuno cannoni». V.E. conosce le date della preparazione, sa che il primo atto della grande battaglia è stato il mettere piede sulla Grave di Papadopoli e se ciò si è fatto apparire sul comunicato ufficiale del giorno 24 come semplice colpo di mano fu per elementare riservatezza per non richiamare l'attenzione del nemico. Sa pure che l' azione fu ritardata da quelle avverse circostanze atmosferiche che dettero luogo al radiogramma inglese del 26 corrente sul quale ho dovuto richiamare l'attenzione di V.E .. Non fa d'uopo quindi che io esprima il dolore che a me e a qualunque italiano arreca la ingiusta e velenosa insinuazione del comunicato francese. Sono sicuro che V.E . saprà ottenere subito la doverosa e pubblica riparazione. Per quanto riguarda il concetto espresso da V.E. con suo telegramma odierno di dimostrare il concatenamento delle ripetute azioni sul Piave, avevo già oggi fatto diramare apposito comunicato Stefani. Tale idea sarà largamente sviluppata dai corrispondenti dei giornali e domani preciserò chiaramente date con comunicato.

30 ottobre 1918

Perché V.E. abbia altri dati di fatto inoppugnabili per dimostrare come nostra operazione sia stata maturata e iniziata prima che si conoscessero intenzioni nemico di chiedere armistizio pace separata: Primo, al Tenente colonnello Martino Francescolin partito da Abano la sera del 7 ottobre e giunto al quartier generale del maresciallo Foch il mattino del 10, erano state date larghe informazioni da ripetere al maresciallo Foch sulla azione in corso avanzato di preparazione. Secondo, al Comandante Parisot del Comando del maresciallo Foch trattenutosi qui dal 26 settembre al 17 ottobre erano state date identiche indicazioni aggiungendo che l'attacco avrebbe avuto luogo fra il 15 e il 20 ottobre. Terzo, la sera del IO ottobre S.E. Sottocapo Stato Maggiore R. Esercito si recò presso éomando forza francese per offrire al Generale Graziani il comando dodicesima armata dopo avergli esposto il piano della progettata azione. Quarto, il 12 ottobre riuniti a conferenza presso Comando Supremo i comandanti di armata compreso il Generale Graziani per dare direttive circa azione offensiva da compiere. Il 12 stesso vennero diramati gli ordini per la costituzione delle armate 12a (italo-francese) e decima (italobritannica) . Quinto. L'ordine definitivo per l'azione con la tassativa indicazione del giorno stabilito per l'azione stessa (giorno 24) fu emanato il giorno 21 ottobre. Sesto. Nella notte del 23 sul 24 ebbe luogo il colpo di mano sull'altipiano e la presa delle Grave di Papadopoli. Il 24 mattina attaccò la quarta armata. Nel tardo pomeriggio per il cattivo tempo persistente si rimandò l'azione sul Piave a nuovo ordine. Il 25 nelle prime ore del pomeriggio si fissò l'inizio del passaggio del Piave per la sera del 26 ottobre. _Settimo. La risposta dell'Austria al Presidente Wilson porta la data del 28 ottobre.


- 731 - 730DOCUMENTO N. 232

PROGETTO «FAYOLLE» DI OFFENSIVA SUL FRONTE ITALIANO PER LA PRIMAVERA DEL 1918

Si può prendere l'offensiva sia sul fronte del Piave, verso est, che nella zona montagnosa a nord. Lo scopo dell'offensiva dal Piave potrebbe essere la riconquista di quella parte del Veneto che è stata perduta alla fine del 1917. È evidente che l'avanzata nel piano, in direzione di Udine, non può avvenire se non si è padroni delle alture che la dominano a nord; occorrerebbe quindi cominciarla con l'occupazione dell'alta Valle del Piave (Feltre - Belluno) prima di marciare al Tagliamento; poi conquistare l'alta Valle del Tagliamento e così di seguito. Tale operazione non può iniziarsi se non si .ha la sicurezza della inviolabilità del tergo, cioè dal ponte del Piave alla frontie~a svizzera (Stelvio); è evidente che se le masse delle forze italiane, inglese e francesi si trovassero impegnate ad est, e di mano in mano più ad est, tale sicurezza non si potrebbe assolutamente avere. Un'offensiva generale in tale direzione è dunque estremamente pericolosa ed è perciò che io penso non sia da prendersi in esame. Occorre aggiungere che la costruzione di teste di ponte sul Piave è un'operazione molto delicata, non solo in sé stessa ma anche per il regime delle acque che è instabilissimo. Inoltre lo sfruttamento del successo al di là del Piave esigerebbe probabilmente forze assai superiori alla attuale disponibilità. Rimane quindi l'offensiva a nord nella zona montagnosa. Il solo scopo utile che ci si possa proporre da questo lato è la conquista del Trentino, in modo speciale l'occupazione di Trento. Occorre notare innanzi tutto che Trento è una piazza forte notevole e della quale occorrerà fare l'assedio. Tale assedio suppone un completo investimento, e cioè si impone la necessità di impadronirsi prima delle zone montane non solo ad ovest ed all'est della Piazza, ma anche a nord sino a Lavis. Tale operazione è di gran mole e richiede molto tempo. Trento deve dunque essere considerata come un obiettivo lontano, eventuale, mentre il primo obiettivo da proporsi in una offensiva generale, fronte a riord, rimane l'occupazione di Rovereto e della strada di arroccamento Caldonazzo, Levico, Primolano (alta valle del Brenta). Tale conquista sarebbe di per sé stessa di grande valore, dato che inter-

direbbe al nemico la calata nella pianura lombarda. Inoltre la linea di arroccamento e di comunicazione Trento, Feltre, Belluno sarebbe occupata. Infine sarebbe considerevole l'effetto morale che si otterrebbe con la conquista di località quali Rovereto, Levico, Primola~o. . . In linea generale non si può prendere l'offensiva che nella d1rez1one nella quale si dispone di ferrovie e di strade. Ai piedi della montagna corre la ferrovia Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza Cittadella, Castelfranco, Montebelluna. Da 'questa grande via longitudinale si distaccano verso nord le seguenti linee: a) il ramo Brescia, Edolo (Oglio) che raccoglie le comunicazioni del Tonale; b) il ramo Brescia, Vestone (Chiese) che raccoglie le comunicazioni Tione, Trento; , c) la linea Verona, Rovereto, Trento, Brennero (Adige) che porta direttamente a Trento; d) il ramo Vicenza, Thiene, Arsiero, Asiago che raccoglie le comunicazioni dell'Altipiano dei Sette Comuni; e) la linea Cittadella, Bassano, Valstagna, Primolano, Trento che raccoglie le comunicazioni dell'alta Valle del Brenta; f) il ramo Montebelluna, Feltre, Belluno (Piave).

a) Nulla da fare partendo dalla vallata dell'Oglio. Oltre Edolo non si può disporre che di una sola strada chiusa tra montagne di 2700 metri di altitudine a nord (Tonale) e di 3000 metri a sud (Alpi della Presanella). Tale via di penetrazione non permette di raggiungere alcun obiettivo, non potendosi spiegare i mezzi necessari in un così stretto corridoio.

b) Dal Chiese si può sboccare sia su Trento che su Riva; di qui si può raggiungere Mori (Adige). ' Questa strada è utilizzabile in un'offensiva d'insieme. . Ma Vestone, testa di linea della ferrovia, si trova a 35 km. dal fronte e non è legato ad esso che da una sola strada. Inoltre Riva è una piazza forte avanzata che copre Trento: per passare occorre espugnarla. Non si possono quindi tentare da questa parte che operazioni affatto secondarie. c) La Valle dell'Adige invece offre una ottima via di penetrazione su Rove-

reto e Trento. Tra l'Altissimo a sinistra, ed il Col Santo, a destra, oltre la ferrovia, si hanno, su un fronte di 20 Km. sei strade orientate da sud a nord.


- 733 -

- 732-

Qui è dunque possibile un grande spiegamento di artiglierie ed il terreno ci si presta.

d) Arsiero ed Asiago sono le teste di linea del ramo Vicenza, Thiene che si biforca in quest'ultima località. Partendo dal fronte Arsiero-Asiago (largo circa 20 km.) 1 si può raggiungere Caldonazzo e Levico per le Vallate dell' Astico e dell' Assa, avendo a disposizione cinque buone strade orientate da Sud Est a Nord Ovest. Anche qui è possibile lo spiegamento di potenti mezzi di artiglieria; ma si incontrano maggiori difficoltà di terreno. È da notarsi inoltre che oltre Levico si trova lo sbarramento costituito dalla linea Sommo-Alto, Belvedere, Luserna, Buso di Verle, Vezzena. Il loro attacco e la loro espugnazione sarà possibile disponendo dei pezzi di grosso calibro occorrenti. e) Per sboccare su Primo/ano, è conveniente manovrare per le due sponde del Brenta. Sulla riva occidentale si dispone della strada del Lisser, mentre a destra il massiccio del Grappa non dispone di alcuna buona strada continua. Di qui, per altro, il terreno si presenta in condizioni particolarmente favorevoli essendo la parte più elevata del massiccio in nostre mani e dato il nostro dominio sull'avversario su tutto il lungo ·pendio che scende fino al Brenta. Il fronte di attacco è lungo; al punto di partenza da Foza al M. Pertica circa 10 Km. Riassumendo tre direttrici di attacco favorevoli: Per la Vallata dell'Adige e della Vallarsa su Rovereto e Trento. 2a - Per la vallata dell'Astico e dell'Assa su Levico. 3a - Per la Vallata del Brenta su Primolano. 1a

-

La 1 a e la 3 a sono seguite da ferrovia che si addentra; per la 2 a le stazioni teste di linea sono Arsiero ed Asiago da cui si partono buone strade. MEZZI - A prima vista il numero di divisioni occorrenti per tali operazio-

ni potrebbe così essere valutato: su Primolano sul fronte Arsiero Asiago su Rovereto

7 Divisioni 1O Divisioni 8 Divisioni

Totale

25 Divisioni

1 I fronti ·reali di attacco saranno proporzionali ai mezzi disponibili, senza per altro che sia necessario disporli uniformemente su tutto il fronte .

L'Esercito Italiano con le sue 25 divisioni in riserva potrebbe dunque intraprendere questa operazione con i propri mezzi . Nat~ralme~te sa_r~bbe aiutato dalle Divisioni Alleate che potrebbero essere lasciate a d1spos1Z1one dell'Italia. In questo caso vi sarebbe forse la convenienza a costituire una Armata Anglo-Italiana per l'attacco su Primolano ed una Franco-Italiana per l'attacco su Arsiero-Asiago. Dal punto di visita dell'artiglieria pesante si può ritenere, da un sommario esame, che l'Esercito Italiano non potrebbe bastare a sé stesso, m~ dovrebbe ricevere un numero di batterie corrispondenti con forte approssimazione al numero di batterie inglesi e francesi ~ttualmente in Italia (circa 100 batterie) rinforzate da un certo numero di unità di artiglieria (A.L.G.P .). Dal punto di vista aeronautico l'aviazione da combattimento italiana dovrebbe essere fortemente rinforzata.

EPOCA - Sarebbe molto conveniente che tale attacco fosse preparato per un'epoca quanto più vicina possibile, ma occorre attendere che l'alta mo_ntagna sia praticabile, soprattutto per le truppe Alleate meno bene orgamzzate e provviste, per la guerra in montagna, di quelle italiane. Se non vi saranno nevicate più attardanti di quanto non lo sono state fino ad ora, il terreno di attacco potrebbe essere praticabile, nelle tre direzioni a cominciare dal 15 aprile. lavori di preparazione nelle zone a tergo per essere ultimati all'epoca fissata dovrebbero essere cominciati subito. Occorre dunque prendere senza ritardo una decisione .

i


- 735 - 734DOCUMENTO N. 234 DOCUMENTO N. 233

COMANDO SUPREMO R. ESERCITO 1TALIANO -

CO.MANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

UFFICIO OPERAZIONI

N. 8755 di protocollo G.M.

20 novembre 1918

2 marzo 1918

OGGETTO: Operazioni nel teatro di guerra Italiano

RELAZIONE SULLA PREPARAZIONE DELL'ARTIGLIERIA PER LA BATTAGLIA DI VITTORIO - VENETO

A S.E. IL GENERALE GIARDINO Le particolari condizioni della fronte italiana, in tutto il tratto dallo Stelvio al Grappa compreso, ossia proprio nella parte ove azioni offensive o controffensive sono militarmente redditizie, sono tali che richiedono molto tempo per l'organizzazione di terreni di attacco. Ciò risulta evidente per poco che si considerino, sia le difficoltà dei trasporti per la limitata estensione della rete stradale e per la limitata capacità logistica delle singole strade, sia i molti lavori occorrenti per far fronte ai vasti impianti per le comunicazioni telefoniche e telegrafiche, per i servizi di rifornimenti, per gli sgombri ecc. Per gli anzi accennati motivi, il Comando supremo non ritiene possibile di preparare terreni di attacco all'infuori dei seguenti: a) Passo del Tonale b) Val Lagarina e Col Santo c) Altipiani. Per quegli stessi motivi, e per la relativa limitazione di artiglierie e di mezzi di trasporto questo Comando non ritiene di potersi impegnare in altri settori, in tutte le ipotesi elencate nell'allegato alla nota collettiva n. 12 del Consiglio Supremo di guerra. Vuol dire che l'offensiva o la controffensiva nei settori suindicati avrà maggiore o minore sviluppo, a seconda che essa debba essere di alleggerimento, oppure con obiettivi limitati, oppure combinata della maggiore potenza ed estensione. Questo Comando si riserva di inviare a V.E. i piani sommari di questa offensiva non appena essi saranno compilati. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO Diaz

I Il primitivo concetto della nostra operazione offensiva di là del Piave era: a sfondamento sul settore Falzé di Piave-Grave di Papadopoli_ (2? Km. ) . d . d' a XXII VIII XI) con passaggio del fiume e marcia imme- setton e1 c. · , ' ' . diata su Conegliano, Vittorio e Ponte Alpi. . r 3a e 4a ' per occupare la lmea l b) azione successiva delle armate atera i della Livenza e tagliare le comunicazioni del nemico anche a Feltre e Fo~aso. d" tale concetto la massa di artiglieria necessana per In conseguenza i . ', r d va essere tale da asil fronte di sfondamento iniziale Falze-Papadopo 1 ove f tata di· sicurare in qualunque modo il passaggio del fiume. Essa u compu . 165 di distruzione: in media un pezzo

per ogni 30 metri 265 batt. di m. e gr. calibro 100 di controbatteria: essen~o circa

80 le batterie di m. e gr. calibro nemiche contrapposte in quel settore. 250 batt. di picc. calibro:

90 batt. di bombarde:

1 pezzo per ogni 20 metri 1 bomb. per ogni 30 metri

Sul posto vi erano già: 73 batt. di m. calibro

63 batt. di piccolo calibro 24 batt. di bombarde . appartenenti ai tre corpi sopradetti. Occorreva quindi un rinforzo d1: 192 batt. di m. e gr. calibro l 87 batt. di piccòlo calibro 66 batt. di bombarde e relative munizioni, preventivate a 8 giornate di fuoco.


- 737- 736-

Il concentramento e la messa in efficenza di questo rinforzo , effettivamente grandioso per la sua entità, la ristrettezza della zona di affluenza (Montebellu~a-Treviso), il breve tempo disponibile, la pioggia quasi continua, e le_catt1~e co~dizioni sanitarie delle truppe (influenza), fu compiuto nel termme d1 15 g10rni, dal 26 settembre al 10 ottobre. Le batterie furono spostate sempre a interi gruppi organici. Il movimento fu suddiviso nel tempo in 4 scaglioni successivi, dipendentemente dalle necessità di sfruttamento massimo delle ferro vie: fu fatto parte per via ferrata, parte per via ordinaria. a) Primo scaglione: tra il 26 e il 30 settembre - Le 87 batterie che lo · costituirono furono date: 35 dalla Riserva Generale; 52 dalla 1a armata: nucleo già della Riserva Generale, e dato temporaneamente alla 1 a armata per l'azione del Pasubio. Circa la destinazione di questo scaglione fu detto ufficialmente che doveva servire a rinforzare la sistemazione del Montello, su cui si temeva un contrattacco nemico (voci di truppe austriache raccolte a Pollina) durante la nostra offensiva sugli altipiani (in corso di preparazione); . b) Secondo scaglione: tra il 29 settembre e il 6 ottobre - Le 194 batterie che lo costituirono furono date: 44 dalla 7 a armata 68 dalla 1 a armata 28 dalla 3 a armata 54 dai campi di formazione dei nuovi reparti d'art. (Piacenza, Mirandola) . . Il segreto sulla loro destinazione, specialmente nelle linee di partenza (m~e~cettazioni telefoniche), fu mantenuto col seguente ripiego: si notificò ufficialmente che dette batterie dovevano andare a ricostituire la Riserva Generale. Una volta partite, ebbero per via la nuova destinazione: fronte Falzé - Papadopoli. .!~oltre si sospese per tutti questi reparti, fino al giorno 10 ottobre il servmo postale, e i militari che rientravano dalla licenza furono tratten~ti alle armate di provenienza fino a tutto il 13 ottobre. c) Il terzo scaglione fu dato dalla 6a Armata: fu fatto all'ultimo momento, perché la 6a Armata aveva schieramento rinforzato e doveva minacciare sempre l'offensiva sugli altipiani. Fu costituito tutto di artiglierie mobili (52 batterie pesanti campali e da montagna) e spostato per via ordinaria nelle notti tra 1'8 e il 10 ottobre.

d) Il quarto scaglione fu costituito da tutte le artiglierie e bombarde divisionali delle divisioni date in rinforzo alle armate di attacco: 12 reggimenti di artiglieria campale 12 batterie bombarde 58 A 6 batterie da montagna Queste artiglierie effettuarono lo spostamento insieme alle loro divisioni, dal 6 ottobre in poi, e si impegnarono sulla fronte successivamente , man mano che entrarono in linea le divisioni. Altri provvedimenti intesi a mantenere più che possibile nascosto al nemico il nostro nuovo orientamento offensivo dagli altipiani al Montello: a) movimenti delle artiglierie fatti di notte; b) presso le armate cedenti si mantenne invariato il n. dei colpi sparati giornalmente per disturbo, interdizione ecc.; c) presso le armate 6a e 4a si fecero intensificare i tiri 'giornalieri, dando grande sviluppo a quelli fatti con pei;zi isolati, spostati temporaneamente su posizioni nuove (per simulare nuove batterie e nuovi tiri di inquadramento). li

L'8 ottobre, il cattivo tempo e l'ingrossarsi del Piave fecero sorgere qualche dubbio sulla possibilità di passare il fiume nella zona di Nervesa. Si penò allora di estendere la fronte di attacco dell'8 a Armata anche a nord del Montello, fino a Pederobba, per utilizzare le Grave di Ciano. Fu perciò necessario rinforzare anche lo schieramento di artiglierie di questo settore. Contemporaneamente, per non appesantire troppo 1'8a armata, si costituirono ai fianchi di questa due armate sussidiarie, la 10a e la 12a, nei settori dell'XI Corpo (Palazzon-Ponte Piave) e del I Corpo (VidorMonfenera) di contatto tra l' 8 a armata e le armate 3 a e 4 a. Il rinforzo di artiglieria nel settore Falzé-Monfenera fu effettuato, con le relative munizioni (8 giornat~ di fuoco), tra l' 11 e il 15 ottobre, parte per ferrovia, parte per via ordinaria. Le 70 batterie che lo costituirono furono fornite: 9 dall'XI c.d'a.; sostituite da 8 batterie britanniche, venute col corpo britannico della 6a armata; 8 dalla 1a Armata 4 dalla 7 a Armata 1 dal campo di Piacenza


- 739-

- 738 -

27 dalla 6a armata, venute col corpo francese 21 di piccolo calibro divisionali delle 2 div. di rinforzo (52 a alp. e 23a) Totale: 70 batterie (5 di gr. cal.; 38 di m. cal.; 9 da camp.; 18 da mont.). III Il 18 ottobre, perdurando sempre il cattivo tempo e la piena del Piave, fu deciso di invertire l'ordine degli attacchi tra la 4a e 1'8a Armata; iniziando l'offensiva colla puntata su Feltre e Fonzaso. Dato però il nuovo carattere impresso all'azione della 4a armata (1 ° sfondamento), fu necessario anche a questa un notevole rinforzo di artiglieria disponendo essa di sole 200 batterie. Il rinforzo fu racimolato, con molti sforzi, tra le varie armate non impegnate direttamente nella operazione, avendo queste già dato tutto quanto era consentito dai limiti estremi della sicurezza. Affluì alla 4a Armata e fece i suoi tiri d'inquadramento nei giorni 19-23 ottobre; troppo in fretta per dare tutto il rendimento che poteva. Inoltre l'armata accentuò la crisi spostando anche una 20.na delle sue vecchie batterie di m. e gr. cal. le quali certamente, data la celerità dell'azione, avrebbero reso molto di più dalle posizioni primitive.

22 batt. 27 batt. 9 batt. 16 batt. 6 batt. 10 batt. 28 batt.

da 6 a Armata da 1 a Armata da 7 a Armata da 3 a Armata da 8 a Armata dalle scuole di artiglieria e Piacenza colle 3 div. di rinforzo

Totale: 118 batt. (22 d'assedio, 45 pes. camp., 16 camp., 26 mont., 8 bomb. 240). IV Alla data del 24 ottobre, la forza totale in artiglieria delle singole armate chiamate ad agire era (V. Allegati 1, 2, 3, 4):

8° Armata: 501 batterie, in media: 30 circa per Km. nel settore Falzé-Palazzon 12 circa per Km. nel setto Falzé-Vidor

10a Armata: 183 batterie, in media 23 batterie per Km. nel settore di attacco Palazzon-Papadopoli

12 a Armata: 116 baterie: in media 11 batterie per Km. su tutta la fronte. 4a Armata: 319 batterie: in media 15 batterie per Km. su tutta la fronte.

Riserva Comando Supremo: 56 batterie Concorso Armate laterali: 300 batterie Totale batt. impegn: 1475 (461 pesanti, 262 pes. camp. 586 di picc. calibro, 166 di bombarde). ·

Delle 586 batterie di piccolo calibro, 140 erano da 65 montagna per . . . . l'accomp/to immediato oltre Piave. Nel presente computo non sono conteggiate le art1ghene an~iaeree, che ammontavano, sulla fronte delle armate considerate, complessivamente a 70 batterie. V

Mezzi sussidiari e munizioni: . Oltre alle artiglierie dette sopra affluirono nella zona della battagha Vidor-Papadopoli i seguenti mezzi sussidiari in rinforzo a quelli preesistenti: 2 sezioni aereostatiche 14 squadriglie da caccia e ricognizione 6

batterie antiaeree autocampali

90 35.000

stazioni radio reti di mascheramento comandi di raggruppamento re le nuove artiglierie.

7

per inquadra-

Furono inoltre impiantati in 15 giorni, nella zona di Giavera, i binari di tiro per 4 batterie di c.381 su istallazioni ferroviarie. . , Il rifornimento delle munizioni ebbe inizio il giorno 4 ottobre, cioe dopo smaltito il grosso del movimento delle artiglierie. . Si fornirono successivamente, prima alla 8 a Armata, poi alle armate 10a e 12a e per ultimo alla 4a armata, le munizioni per 8 o 9 giornate di fuoco a tutte le artiglierie del rinforzo , vale a dire: alla 8a Armata: 1.400.000 colpi alla 10a Armata: 500.000 colpi


- 741-

- 740-

alla 12" Armata: alla 4" Armata:

ALLEGATO 1 AL DOCUMENTO N. 234

480.000 colpi 800.000 colpi

ARTIGLIERIA DELLA 8" ARMATA

Le sopradette munizioni furono fornite, per guadagnare tempo, quasi totalmente dai depositi centrali; si ricorse alle armate cedenti 1•, 7", 6", 3\ solo per quelle munizioni che mancavano ai depositi, specialmente per le fumogene e le .speciali (a gas). Il movimento delle munizioni tra i depositi centrali e le armate 8" e 10", per ragioni di segretezza, non fu fatto direttamente, ma coll'intermediario del Comando Supremo, come per le artiglierie. Si ordinò all'Intendenza Generale di costituire dei depositi avanzati di munizioni a Castelfranco, Signoressa, Castagnole, Vigodarzere, S. Giorgio delle Pertiche, Lancenigo, Noale, alla dipendenza diretta del Comando Supremo. Questi poi si passarono alle armate. Per il trasporto delle munizioni dalle stazioni di scarico alle batterie furono necessari i seguenti rinforzi agli autoparchi delle armate: 8" Armata 1600 autocarri 300 autocarri 10" Armata 1000 autocarri 4" e 12" Armata

J) Artiglieria di grosso e medio calibro Tot. Batt.

C .381 Ob.305 M.260 M .210 Ob.210 C.152/45 Ob.152/ I C .149 A. C .149 G. C.1 20 lt. C.120 Fr. Ob .149 c. Ob .149 G . C.105 C .102

*** Riepilogo

4 Gruppi 174°, 222° .. ....... .... ........ .............. ........ .... .. .... ........... .. 5 Gruppo 167° più 704" Batt .. ..... .. .. .. .. ...... . ... ...... ...... .. .. .. .. ... ..... .. 13 Gruppi 205°, 157° , 179° , 87°, 143° .... ................. .... .... .. .... ........ . 28 Gruppi 198°, 161°, 197°, 109°, 212°, 231 ° , 66°, 23° .... .. .............. . 8 Gruppi 180° , 4° ......... .. .. .. .... ....... . ... .... .... .. ... . .. ... .. . .. .. .. .. .... .. .. . 1 Batt. 723" .................. ......... .. .. .. .. ........ ... ...... ...... .. .. ... ........ ... . 8 Gr. 144°, 141 ° , 81° ........ .................. ............ .. .. ...... ........ .. ...... . Gr. 229° , 96° , 230°, 168°, 221 °, 98°, 232° , 101 °, 32°, 131°, 233 °, 49 10°, 88° , 207° , 151 ° .. .. .. ........ .. ...... ............ ...... ...... ... ............. .. Il Gr. 9°, 89°, 224° , 57° .. ...... .. .. ..... ... ............ .... .. .. .. ... .. .. ........ . .. . 7 Gr. 37°, 80° .... ...... .. ...... . · ........ ...... ...... ...... ...... .. .. ... .. .... ........ . 9 Gr. 1°, 119°, 127° .. .. ...... .. ............. ... .. . .... .. ........ .... .......... ..... .. Gr. 1° , 48° , 46°, 27° , 13 °, 101 ° , 40° , 43°, 9°, 31 °, 53°, 41°, 61° , 51 39°' 20°' 36° ' 7° ................... ...... ........ .... .. .. ................ ...... .... . 3 Gr. 57° .. ... . ... .. ...... ..... .... ..... ...... ... ....... .. ..... ..... .... ... .... .. ... .. ... . 42 Gr. 70, 320, 500, 10,330,430, 150, 20, 260,390,450,350, 30, 280. 6 Gr. 2° , 3° ..... ...... .. ... .. . .. .... ......... .... .. ... .. . ... .... ...... ...... .... ..... .. . _ _

Totale grosso e medio calibro. Batterie:

Il concentramento di una massa di artiglieria così imponente e delle relative munizioni (8 giornate di fuoco ordinario, 1 giornata di fuoco a liquidi speciali), in così breve tempo ed in condizioni climatiche molto avverse: 452 batt. sulla fronte Papadopoli-Falzé, in 15 giorni, dal 26 sett. al 10 ottobre; 70 batt. sulla fronte Falzé-Pederobba, in 4 giorni, dall' 11 al 15 ottobre; 118 batt. sulla fronte del Grappa, in 4 giorni, dal 19 al 23 ottobre, è stato certamente uno dei buoni fattori del successo. Va perciò segnalato; e va reso il dovuto merito, come è già stato detto avanti, alle autorità che lo hanno diretto: - Comandi di Artiglieria 7" I• 6" 4" 8" armata, XI C.d'A. e specialmente quello della I• A. Direzione Trasporti della Intendenza Generale - Sezione Artiglieria della Intendenza Generale - Ufficio Tecnico e Comando Artiglieria di Piacenza; ed in special modo a tutti gli artiglieri che lo hanno eseguito, superando colla consueta energia e disciplina, difficoltà e sacrifici di ogni genere. Ten. Col. F . Laviano

245

2) Artiglieria di piccolo calibro C .75/ 906-911 Regg. 7°, 2° , 43° , 3°, 30°, 48°, 14° , 52°, 11 ° , 25°, 13° , 45°, 56° , 54°; Rgg. Autocarregg. 61°; 2 Gr. art. a cav. 1° e 4°; Gr. 213° da pos ... .... ... ........ .. ... ... . ...... .... .............. .. .. . .... ..... .... .... .... . .... ... . Gr. d'Armata 26° , 5° , 23 °, 37°, 66°, 39° ; Gr. Div. Ass . 9°, 12°, C.65 M . C .65 pos. C .70 p.

24° ' 29° ... .. ····· ···· ·· ··· ·· ···· ··· ·· ···· ··· ······ ·· · ··· ·· ··· ··· ·· ···· ··· ···· ·· ·· ·· ·· ·· Gr. 240°, 241 °, 242° , 243°, 244°, 245 ° , 246°, 247° , 248° ............ .. . Batt. 711 • , 712" ...... .. .......... ........ ...... ....... .. ............ .. ........ . .... .

30 27 2

Totale piccolo calibro. Batterie:

203

Gr. 117°, 119° , 2°, 40° , 34° , 52° , 116°, 42° , 120° , 113° T ot. Batt .. Batt. Divisionali .. ... ... .. .. ...... .......... ... ... .. ...... .. ...... .... ..... ...... .. ..

41 12

Totale bombarde. Batterie:

53

3) Bombarde B.240 B.58

144

4) Artiglierie antiaeree

Tutte le artiglierie antiaeree poste attualmente nel territorio dell'Armata


-742-

- 743 -

ALLEGATO 2 AL DOCUMENTO N . 234

~-

ALLEGATO 3 AL DOCUMENTO N. 234

ARTIGLIERIA DELLA 10a. ARMATA

ARTIGLIERIA DELLA 12a ARMATA

1) Artiglieria di medio e grosso calibro

J) Artiglieria di medio e grosso calibro

1

Tot. Batt.

Tot. Batt. Mortai 210 C.152/45 C.149A. C.155 C.i49 G.

Gruppi 133° , 110°, 152°, 235°, 219°, 233° ..... ....,. .............. ......... . Batt. 720° .......... ......... .... ... ................. ....... ......... . .... ... ......... . Gr. 79°, 190°, 216° .. .... ................. .. ...................... .. ... .. ... ....... . Gr. 20° ........... ... .. ... ...... ............ ..... ..... ..... .... ................ ........ . Gr. 184° ........... .. .... ..... .................. ............... .......... .. ....... .. .. . Ob.149 P.C. Gr. 33°, 24°, 45°, 28°, 8°, 22°, 32°.... .. .... ...... .. .... ...... ..... ... .... .. . C.105 P.C. Gr. 34°, 30°, 52°, 40°, 37°, 44°, 5° .......... .... .. .. ........... .. ...... .. ... . C.102 P.C. Gr. 1°, 4°, 5°, 6° .................... ... ......... .. .. ....... ...... ...... .. .. ...... . . Ob.152 I. del Corpo Britannico ··························· ·· ················· ················ C.127 I.

21 10 3 3

21 21 12

··· ···························································

6 2

Totale grosso e medio calibro. Batterie:

100

Ob. 305 Ob. 280 M. 210 Ob. 210 C. 149 A. C. 149 G. M. 149A. OB. 149 p.c. C. 105 p.c. C. 155 L.F. c. 155 c.s. C. 145 L.F . C. 120 L.F. C. 105 F.

Batt. 150" ... ... ..... ........ ........ .... ..................... ..... .. ....... ... . Gruppo 8° ..... .......................................... ..... ........... ..... . Gruppi 11 °, 122° ...... .......... .. .... ..... ......... ................... ······ Gruppo 28° .................... ..... ...................... .............. . ..... . Gr. 5°, 104°, 188° ... .. .... .. ....... ........ ...... ................ ..... ... .. . Gr. 73°, 183 ° ....... ............... ................. ...... ............. . ...... . Gr. 28° bis ....................... .... .... ..... ............. .......... .... ... .. . Gr. 29° ....... . ........ ............. .. ..... ................ .......... ... .. .... .. . Gr. 12° ...... .......... .. .............. ........ ............ ....... .... ....... ... . Gr. IIl/112 (francese) . ............ ... .... .......... ......... ...... ......... . Gr. II e III/309, V/112 (francese) ............... .... ................... . Gr. IV / 112 (francese) ... ........ .. ............ .. .... ..... .... ....... .. ..... . Gr. II / 112 (francese) ...... .. .. ... ....... .. ...... ............ ..... .... ...... . Gr. I/112 (francese) .. .. ....... ........... ....... ....... .... .. ........ ...... .

2) Artiglieria piccolo calibro

Totale medio e grosso calibro.

C.75/ 906 C .75 A.

Regg.ti Div. 40" e 42"; Regg. d'A. 35°, 38° .................. .. ...... ... .. . Gruppo 135° ....... ........................ .......... ..... .. . .............. .... ...... . C.65 Mont. Gruppo 40°, 44° .................... ................. ..... ... .... ............... .... . C.84 e 114 I. 2 reggimenti divisionali ... .......................... .. ... ................... .. .... .

16

Totale piccolo calibro. Batterie:

57

32 3

3

8 6 4

3

3 2 12 2 2

3

57

2) Artiglierie di piccolo calibro

6

3) Bombarde da 240 da 58

Batterie .

1 3 5

Gr. 8°, 18°, 20°, 24°, 121°, 107° ........... ......... .. ... ... ... ... ........... . Batt. Divisionali 238", 418" ; ..... ...... .. .. .................. ... ................ .

24

Totale bombarde. Batterie:

26

2

4) Artiglieria antiaerea Tutte le batterie e sezioni attualmente dislocate nel territorio della 10a Armata

da da da da da C. da C. da C. C. C. C. C.

87 B. 75 camp 75/906 pos. 65 e 70 pos . 65 mont. 75 F. 65 mont.

Gruppo 40° ........ ........... ....... ......................... ................ . Regg. div. 21 °, 23° ............ ...... ... ............... ..................... . Gruppo A .. .... .. ...... ... . ....... . ....... ...... .. ... ......... .... ... ......... · Gruppo B.. ........... ......... .... ... .......................... .............. . 4 Gruppi Divisionali . ............... ......... .. . ... .... .. .. . . .............. . . 1 Regg. Div. . .......... .. ......... .... ....... . Art. Francese 2 Gruppi .. .. ... .... ............. ... ... .. . Totale piccolo calibro.

4

16 2

2

12 9 6

Batterie

51

Gr. 21° e 102° .......................... ... ... ............. ..... .. ... ........ . Batt. divisionale .... ............. ...................................... . ..... .

3

3) Bombarde B. da 240 B. da 58

Totale bomb.

Batterie

8

11

1 Le sottoindicate artiglierie fanno parte anche del 18° Raggr. (XXVII C.d' A.) per la controbatteria sulla zona Piave - Col S. Martino : Gruppi: 11 ° - 183° - 104° italiani Gruppi: I/112 - II / 112; II e I/309 francesi


- 745-

- 744 -

ALLEGATO 5 AL DOCUMENTO N . 234

ALLEGATO 4 AL DOCUMENTO N. 234

SITUAZIONE ARTIGLIERIE SULLA FRONTE D'AZIONE

ARTIGLIERIA DELLA 4 ~ ARMATA

1) Artiglieria di medio e grosso calibro

24 ottobre 1918 Tot. Batt.

Ob . 305 Ob . 280 Ob. 210 M. 210 C. 152 C . 152 l C. 149 A. C. 149 G. M . 149 A . C . 120 It. C. 120 F . C . 105 pos. C . 95 F. Ob . 149 p .c. C . 105 p .c.

Batt. 86 • ........ ........ . ...... .... .... . ... ... . ..... .. .... ....... ....... . ...... . Batt. 150• ... .......... ... ...... ..... ... ... ................ .... ........ ... ... ... Gruppo 148 ° ... ... . . ... .. .. . ....... ... ... .. .... .. ... ... .... ..... .. .... .. .... . Gruppi 59 °, 29°, 139° , 60°, 3°, 165° . .... ... .... .... .... ....... .... .. . Batteria 221 • ... ... .. ..... .... ..... . ... .. ..... ... ... ... .. .. .. . . .. .... ... .. .... . Gruppi 100°, 53 ° , 200° .. .. ... ... .... .. .. ... ...... .. .... ... ..... ... .... .. .. . Gruppi 136 ° , 149°, 26°, 50° , 146°, 14°, 36°, 55 °, 225° .... ..... . Gruppi 147 °, 84° ......... ...... ... ..... .... .... ...... ..... .. .... ........ .... . Gruppo 166° ..... ... ........ ... .... ..... ... .. ... ......... ...... ... ... ..... ... . Batteria 296 • Gruppi 19 ° , ~;·~·· ····· ·········· ·· ·· ····· ······ ···· ··· ·· ····· ·· ····· ···· ···· ·

1

3 17 I 9

31 5 3

.. .. ... ....... .. ... ... ........ .. .. ..... ... ..... ......... ... ... Batteria 438 3 ··· ·· ···· ··· ·· ·· ··· ·· ····· ········ ·· ·· ·· ··· ··· ··· ·· ····· ········· ·

5

Gruppo 22 ° ...... .. ....... .. ............... ...... .......... ........ .. .. .. ... .. . Gruppi 5°, 44°, 38°, 10° 34° 2° 19° 49° 102° 3° 17 ° 16 ° 23° 6° ' ' ' ' ' ' ' ' ' ' ····· ·· ··· ·· ···· ·· ····· ·· ···· ······· ··· ··· ··· ······· ··· ····· ··· ·· ··· Gruppi 29°, 13 °, 18 °, 11 °, 31°, 36°, 22 °, 27 °, 23° ... ........ .. .. .

2

Totale medio e grosso calibro.

1

42 27

Batterie

149

70°, Batt. 602 •, 603• .... ... ... . .. .... .... ....... ..... .... .. .... . 774 •, 773• :. .. ..... ... ..... .. .. .. ..... .. ...... ......... ..... .. ... .. . A .... ... .. .......... .... .. ... ...... .. ... ... .. .. .. ... ... .... . .. ... .... . . B

2

2) Artiglierie di piccolo calibro C . da 87 B. C . da 75/ 906 pos. C . da 75 A . C. da 75 B. C. da 70 pos. C . da 75 / 906/ 111 C . 65 mont.

Gruppo Batteria Gruppo Batteria

5 3

···· ··· ········ ····· ·· ·· ··· ·· ···· ···· ····· ···· ·· ······ ··· ·· ··· ····· ···

Batteria 267 • , A, 840", 6 J4 •, 604 · , 841" , 887 · ..... .. .... .... .... .. Regg .ti 1°, 33 °, 19 ° , 50° , 57 °, 20°, 28 °, 46° ... ........... ..... .. .. . Gruppi 8°, 62°, 2° , 1°, 6°, 61° , 11°, 13 ° , 33 °, 38 °, 51°, 3°, 15°, 25 ° , 48 ° . .. ..... ... .. .. .. ... ... .. .... ... ...... .. ...... ..... .. .. .... ..... . .

42

Totale piccolo calibro. Batterie

128

7

68

3) Bombarde B. B. B. B. B.

da da da da da

400 240 70 V.O . 58 A. 58 B.

Gr. 110°

······ ····· ···· ··· ··· ···· ···· ····· ···· ······· ·· ·· ······ ··· ········ ······

Gr. 41 ° , 103 °, ll0 °.. .... ..... .. .. ... ............ .. .. .. ........ .. .... ... . ... Gr. 110° , 38 ° .. ..... ... .... ..... ... .... ..... ............. ...... ... ... ... ..... Gr . 103°, 32° + 9 Batt. divisionali.. .. ... ... .. .. .. ...... ... .. .. ... ... .. Sezioni ... ... ..... . .. .. ...... .. ... .... ... ..... .... . ......... .... .. .. ... .... .. .... sez.

2

13 5 16 17

Totale bombarde . Batterie 36 + 17 sez. 58 B

Art. d ' assed

Art. pes . c.

Art. picc. c.

Bombarde

Btr.

pezzi

Btr.

pezzi

Btr.

pezzi

Btr.

pezzi

Batt.

pezzi

6a Armata 4• Armata 2• Armata s• Armata 10• Armata Concorso 3 • Ar.

136 80 45 146 46 IO

544 320 180 584 184 40

31 69 9 99 54

120 276 36 396 216

196 294 77 371 182

=

364 512 204 812 228 24

28 42 li 53 26

=

91 128 51 203 57 6

=

=

286 319 116 501 183 16

1224 1402 497 2163 810 64

Totali

463

1852

262

1044

536

2144

160

1120

1421

6160

Riserva Comando Supremo

=

=

=

=

50

200

6

42

56

242

Totale Generale

463

1852

262

1044

586

2344

166

Totale

Armate

1162 .1477

6402


-746-

-747DOCUMENTO N. 235

R. ESERCITO ITALIANO -

DOCUMENTO N. 236

COMANDO SUPREMO

COMANDO SUPREMO

COMANDO GENERALE DEL GENIO

N. 29833 di protocollo

UFFICIO OPERAZIONI

17 ottobre 1918

AL COMANDO GENIO III ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI

Relazione richiesta Comando Armata trasmessa da codesto Comando circa sopraelevazione livello Piave stabilito per inizio tiro in breccia questo Comando ritiene che anziché stabilire determinate altezze sia opportuno iniziare tiro in breccia in seguito ad ordine da emanarsi, in base a tutti gli elementi noti quando sia assolutamente necessario, dalla Direzione del servizio di piena stabilito presso codesto Comando stop Prego assicurarsi in ogni modo che punti (su argine di sinistra) scelti per battere in breccia sieno effettivamente inquadrati prendendo accordi con Comando Artiglieria. p. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE GENERALE DEL GENIO Verdinois

N. 14226 di protocollo G.M .

17 ottobre 1918

OGGETTO: Riordinamento delle unità della riserva A S.E. IL COMANDANTE DELLA 8a ARMATA A S.E. IL COMANDANTE DELLA 9a ARMATA e per conoscenza: ALL'UFFICIO ORDINAMENTO E MOBILITAZIONE

I. - Dalle ore Odi domani 18 corrente il XVIII Corpo d'armata colle divisioni 1• e 56• e le divisioni 12•, 21 • e 22• passeranno alla dipendenza della 8 • armata. II. - II Comando della 8• armata disporrà non appena possibile per il trasferimento della 12 a divisione nella zona ad ovest di Montebelluna, informandone questo Comando.

III. ~ Dalle ore O dello stesso giorno 18 corrente il comando del XIV Corpo d'armata passerà alla dipendenza del Comando della 9• armata. IV. -

II XIV Corpo d'armata sarà costituito colle divisioni 9• ed 80a.

v. -

II XXIII Corpo d'armata rimarrà costituito dalle divisioni 10",

61 • e 6· c.s. VI. - La 31 • divisione rimane per ora nel territorio della 3 • armata a disposizione di questo Comando; passerà in seguito, appena sarà possibile spostarla, a far parte del XIV Corpo . IL SOTTOCAPO DI S.M. DELL'ESERCITO Badoglio


- 749-

- 748 -

ALLEGATO N. 237-bis

DOCUMENTO N. 237

PRINCIPALI MOVIMENTI DI UNITÀ DA UNA ALL'ALTRA ARMATA AVVENUTI DAL 1° OTTOBRE AL 4 NOVEMBRE 1918

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

N. 14466 G .M .

25 ottobre 1918

ALLE ARMATE 8•, 10• e 12• e per conoscenza: ALLE ARMATE 3• e 4• AL COMANDO GENERALE DI CAVALLERIA Salvo condizioni atmosferiche decisamente avverse nota operazione avrà inizio domani sera 26 corrente stop Decima armata assicuri questa notte tutti passaggi intermedi fra sponda destra Piave et isole Caserta et Maggiore et Grave stop Accusare ricevuta ripetendo il numero del presente fonogramma stop GENERALE DIAZ

DATA ott.

,, 2 2

,,

2

" ,, 2

3 5

CORPI E REPARTI 6' div. (brg. Chieti e Valtellina) 21 • div. (brg. Siena e Forlì) 12' div. (brg. Casale e Bersaglieri) e.do XXX C.A. e 47' div (brg. Lombardia e Bologna) 50' div. (brg. Udine e Aosta) Comando 332° fant. S.U.A. e 2 btg. 10' div. (brg. Toscana e 1 Bersaglieri)

6

"

61 • div. (brg. Catania e Arezzo)

6

"

"

Comando XVIII C.A. e 1• div. (brg. Umbria e Emilia) 56' div. (brg. Como e Ravenna) 22' div. (brg. Roma e Firenze)

"

6' div. C.S. (XI e XII brg.)

9 9 9

"

33 • div. (brg. Sassari e Bisagno)

15 "

Comando XII C.A. francese e 23' div. (78°, 107 °, 138° regg.) Comando XIV C.A. Britannico e 7' div. (20', 22', 92' brg.) 23' div. (68', 69', 70' brg.) Comando 2' div. ass. e II rgpt. ass. (40, 5°, 6° gr.) XI btg. bersaglieri ciel. Comando XIV C.A. e.do 15 ° gr. alp . e btg. Ortler, Mondovì, Val d'Orco 9• div. (brg. Catanzaro II bersaglieri)

15 "

21• div. (brg. Siena e Forlì)

10 " 10 " 10 " 12 " 15 "

,, 15

Comando I C.A. e 24' div. (brg. Tara°:to e Gaeta), 70' div. (brg. Re e Trapam)

15 "

Com. 23' div. francese e 76° , 107°, 138° regg.

,, 15 ,, 15

Com. 52 • div. e I e II rgpt. alpini 2• div. (brg. Livorno e Regina)

DA

A

9' Armata (XXIII C.A.) 7' Armata (XXV C.A.) 1• Armata (XC.A.)

1' Armata (XC.A.) 4' Armata (IX C.A.) 9' Armata (XXIII CA.A)

9' Armata

4' Armata

Disposiz. C.S. 1• Armata (V C.A.) 1 • Armata (V C.A.)

3' Armata 9' Armata (XXIII C.A.) 9' Armata (XXIII C.A.)

4' Armata

9' Armata

7' Armata

9a Armata

(XIV C.A.)

(XXIII C.A.)

1 • Armata

9' Armata

(XXIX C.A.)

(XVIII C.A.)

9' Armata

8' Armata

(XXIII C.A.)

(XXII C.A.)

6' Armata

A disposiz. C .S.

6' Armata

A disposiz. C.S.

4' Armata

8' Armata

7' Armata

A disposiz. C.S.

7' Armata

9' Armata

1• Armata (XC.A .) 4 ' Armata

9' Armata (XIV C.A.) 9' Armata (XXIII C .A.)

4' Armata

12 ' Armata di nuova formazione

A disposiz. C .S.

Nuova formazione

6' Armata 9' Armata (XXIII C.A.)

8' Armata (XXVIII C.A.)


- 750-

DOCUMENTO N. 238

DATA 15 "

15 " 17 " 17 "

CORPI E REPARTI

DA

A

Com . XI• C._A. e 23• div. (VI e VII brg. bers.) 37 div. (brg. Macerata e Foggia)

3• Armata

10• Armata di nuova formazione

Com. XIV C.A. Brit. e 7• div. (20•, 22•, 91' brg.) - 23• div. (68•, 69•, 10• brg.) Com. so• div. e VIII - IX rgpt. alpini

18 " 18 "

Com. XVII_!_ C.A. e 1• div. (brg. Umbna ed Em1ha), 56• div. (brg. Como e Ravenna) Comando XIV Corpo Armata 12• div. (brg. Casale e V bersaglieri)

18 "

21 • div. (brg. Siena e Fori)

18 "

22• div. (brg. Roma e Firenze)

20 "

Com. so• div. e VIII - IX rgpt. alpini

22 "

Com. 18° gr. alp. e btg. Ivrea, V. Chiese, Adamello 10• div. (brg. Toscana - I bersaglieri) ·

22 " 23 " 23 "

Com. V rgpt. alp. div. (brg. Friuli e Venezia); I• e 4• div. Cav.

27 "

29 "

Co!Il. X:VIII C.A. e 33 • div. (brg. Sassan e B1sagno), 56· div. (brg. Como e Ravenna) 332° rgt. fant. S.U .A. 31 • div. (brg. Caserta e Veneto) Com. V rgpt. alp. e 15° e 18° gr. alpini I • div. Cav. Co!Il· X:VIII C.A. e 33 • div. (brg. Sassan e B1sagno), 56· div. (brg. Como e Ravenna) I• div. Cav.

29 "

Com. 23• div. e VI - VII brg. bersaglieri

27 27 27 28 29

10 10 10 10 10 20

" " " " "

nov.

"

" " " "

- 751 -

31•

2s• div. (brg. Padova e Teramo) Com. XVIII C.A. e div. 33 • e 56• l' div. Cav. II brg. bers. (sostituita in 9• div.) 32• div. (brg. Volturno e Acqui) · 2s·div.

COMANDO DELLA 8a ARMATA STATO MAGGIORE - UFFICIO OPERAZIONI

A disposiz. C.S. 1 • Armata (V C.A.)

Nuova formazione 9• Armata (XIV C.A.)

9• Armata

s• Armata

A disposiz. C.S. 9• Armata (XXIII C.A.) 9• Armata (XXIII C.A.) 9• Armata (XXIII C.A.) 9• Armata (XIV C.A.)

9• Armata s• Armata (XXII C.A.) 4• Armata (IX C.A.) 4• Armata (VI C.A.) 4• Armata (XXX C.A.)

7• Armata

9• Armata

9• Armata (XXIII C.A.) 7• Armata 1• Armata (XXIX C.) Corpo Cav.

s• Armata (XVIII C.A .) 9• Armata 9• Armata (XIV C.) s • Armata

s• Armata

10• Armata

3• Armata 3• Armata 9• Armata

10• Armata 10• Armata s • Armata

s • Armata

10• Armata

10• Armata

s• Armata

10• Armata IO Armata (Xl C.A.) 6• Armata s • Armata s • Armata 9 • Armata XC.A. 9• Armata

s• Armata 3• Armata 9• Armata 10• Armata Corpo Cav. Piazza Venezia XXIX C.A. 6• Armata

settembre 1918 Brevi cenni monografici sul fiume Piave

Cenni generali Il Piave può considerarsi che sbocchi in piano a Vidor. La sua valle dopo Quero va man mano allargandosi, i monti che la fiancheggiano si deprimono sempre più ed ampie zone coltivate a campi si estendono sulle due sponde del fiume. Il suo letto si va allargando e forma vasti banchi di sabbia e isoletti coperti di bosco ceduo; esso è contenuto, saltuariamente, da arginì o da muraglioni.

Caratteri del fiume Fino a Zenson è un corso d'acqua a regime eminentemente torrentizio. Nella zona dell'Armata scorre alle seguenti altitudini: Fener Pieve Ponte di Vidor Rivasecca

metri metri metri metri

176 148 137 131

S. Urbano Campagnole di sotto Ponte Priula Palazzon

metri metri metri metri

125 88 72

54

Fra Pederobba e poco superiormente al Ponte di Vidor esso scorre su ampio letto di ciottoloni e poderosi inghiaiati. In corrispondenza del detto ponte il SllO alveo si restringe di molto formando una stretta, dove la profondità è maggiore e la velocità della corrente è alquanto forte. Nel tratto da Ponte di Vidor fino a Nervesa scorre nuovamente su letto ampio pieno di ciottoloni e ghiaiati. Subito superiormente l'abitato di Nervesa l'alveo torna a restringersi ed il suo fondo è di natura rocciosa. Da Nervesa a poco superiormente al ponte della Priula, l'alveo presenta una sezione più larga con ciottoloni e ghiaiati. Il filone della corrente batte sempre sulla sponda destra fino a _circa mt. 300 superiormente al ponte. Passa quindi sulla sponda sinistra in corrispondenza della testata del ponte sulla rotabile Treviso-Conegliano. Passato il ponte ferroviario si suddivide in parecchi rami i quali si raccolgono poco superiormente alla località Palazzon.


- 752-

- 753 -

Sboccato dalla stretta formata dal bosco del Montello e dalle alture di Colfosco e S. Salvatore il Piave scorre quasi sempre incanalato in arginatura di pietrame che, in alcuni punti, raggiungono l' altezza di circa 8 metri. Dove il fiume non è arginato gli accessi al greto sono facili, non così ove è protetto da argini o da muraglioni. In questi tratti si trovano rampe di accesso al fiume in corrispondenza dei traghetti o nei punti ove, tra gli argini e la corrente, esistono larghe golene coltivate. Le principali caratteristiche del corso d' acqua sulla fronte dell'Armata sono riepilogate nel seguente specchio:

larghezza in metri Località

Fener Vidor Nervesa Ponti Priula

velocità in metri

profondità in metri

delle Natura del fondo del iacque nelle nelle nelle nelle letto ordi- piene magre piene magre narie 450 450 260 550

90 80 65 140

2

4,80 0,80 5.50 1.60 5.30 1.40

grosse ghiaie ghiaioso roccioso grosse ghiaie

Navigabilità del fiume Nella zona dell'armata il fiume è navigabile con zattere che però, durante le piene straordinarie, non possono navigare regolarmente (limite massimo fino al segno all'Idrometro della Priula m. 1,40 sopra zero).

Piene del fiume Dato il carattere torrentizio del fiume, le sue piene sono improvvise e di breve durata. Il modulo orario di crescita (all'idrometro della Priula) è ordinariamente dai 25 ai 30 cm . durante il periodo di tempo occorrente per la invasione delle sue ampie golene, che è di circa 6 ore. Dopodiché detto modulo orario di crescita va gradatamente diminuendo fino a raggiungere cm. IO circa per tutto il periodo ascendente del suo stato di piena·. Il tempo occorrente per passare dallo stato di magra a quello di piena

cioè all'altezza della guardia di vigilanza, che è a m. 1,40 sopra zero all'idrometro della Priula è di circa 6 ore. Il fiume anche nella stagione estiva può qualche volta passare dallo stato di magra a quello di piena, e ciò specialmente in conseguenza di forti acquazzoni nei bacini dei suoi confluenti inferiori, quali sarebbero il Tegorzo in destra ed il Soligo in sinistra. Queste piene però sono di brevissima durata, poiché, in circa IO ore, le acque ritornano allo stato ordinario. Fare previsioni sulle piene del Piave non è facile poiché esse non segnano sempre le stesse fasi nè sogliono propagarsi dal monte al piano in un determinato tempo ed in egual maniera. Le stagioni però in cui il fiume suole portarsi sopra la guardia sono la primavera - dall'aprile alla metà di giugno - e l'autunno - dalla metà di settembre alla metà di novembre -. Un forte sciroccale che possa spingersi tra i monti e promuova il generale squagliamento delle nevi, ed una diretta pioggia dispone subitamente il corso in piena facendolo passare da uno stato di assoluta magra a quello di una gonfiezza estrema. Le piene e le medie piene sono normalmente di breve durata e cioè raramente di oltre 4 o 5 giorni. Nel caso però di ripetuti acquazzoni o lento disgelo delle nevi il livello delle acque può oscillare per un periodo di giorni più lungo del citato, attorno al segno della guardia. Ad ogni modo il Piave risente immediatamente le conseguenze di un . acquazzone che si sia rovesciato nell'alto bacino e l'acqua di pioggia in poche ore scende a valle ingrossando il fiume. Non sussiste tuttavia costante proporzionalità fra le altezze delle pioggie nel bacino e i livelli del fiume. Talvolta a forti pioggie non corrispondono grosse piene; ciò accade quando quelle, avvenendo dopo un lungo periodo di siccità, trovano il terreno arido che assorbe larga parte dell'acqua caduta, mentre altra parte va evaporata. E concludendo, generalmente, le piene del Piave, susseguono a forti disordini di tempo con prevalente influenza sciroccale. Ora che noi manchiamo completamente cii dati relativi al bacino montano non è facile fare previsioni sulla funzione delle piene del Piave. Cronologicamente poi le piene si sono avverate alle volte con intervallo di un anno solo, frequentemente con l'intervallo di 4 a 6 anni, qualche volta a distanza di 10-15-20 ed anche 30 anni. Le maggiori tra quelle di cui si ha notizia avvennero nel 1816 - 1823 - 1825 - 1858 - 1872 - 1882 (piena disastrosa) - 1885 - 1889 - 1896 e nel 1903.


- 754-

- 755 -

Guadi 1

DOCUMENTO N . 239

Le località più facilmente guadabili sono quelle in èui.il filone principale presenta una maggiore larghezza, e più specialmente dove la corrente si suddivide in diverse ramificazioni. Le località più opportune all'uopo sarebbero le seguenti:

Riservato alla persona 15 ottobre 1918

OGGETTO: Direttive (azione solco Primolano-Artèn)

3) superiormente ed inferiormente l'abitato di Falzé; 4) in fronte l'abitato di Nervesa; 5) in fronte Cà Pastrolin; 6) dal ponte della ferrovia Treviso-Co.negliano fino a ,Palazzon. In questo ultimo tratto il fiume è guadabile in moltissimi punti. 1

Le località più adatte per gittamento dei ponti sul Piave sulla fronte dell'armata sono le seguenti: 1) 2) 3) 4) 5)

UFFICIO OPERAZIONI

N. 15944 Op.

1) in fronte all'abitato di Onigo; 2) in fronte all'abitato di Ciano;

Località adatte per gittamento di ponti

COMANDO DELLA 4a ARMATA

presso la stazione di Pederobba-Molinetto; all'altezza dell 'Abbazia di Vidor; presso Fontana del Buoro; presso Cà de Faveri; Nervesa, presso Villa Berti;

6) a circa un km. a valle del precedente, di fronte all'isola Lucca; 7) a valle del ponte carrozzabile della Priula; 8) ponte ferroviario della Priula.

A LL.EE. I COM.TI C.d' A. IX, VI, XXX AI SIGG. COM.TI ARTIGLIERIA E GENIO D'ARMATA AL SIG. INTENDENTE D'ARMATA AL SIG. COM.TE AERONAUTICA D'ARMATA e per conoscenza: COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI COMANDO 6a ARMATA COMANDO12 a ARMATA Nella manovra offensiva, della quale nella conferenza verbale tenuta ieri al mio comando, ho indicato riservatamente le necessarie linee di orientamento ai comandi interessati, i compiti dell'armata sono: a) Concorso di fuoco a protezione dell'ala sinistra della 12a armata; b) Attacco, dietro ordine del Comando Supremo, son obiettivo la fronte Primolano-Artèn, per assecondare il movimento della 12 a armata.

*** Le forze, i mezzi ed i servizi a disposizione sono quelli attuali (3 corpi d'armata su due divisioni) che, salvo casi eccezionali, non saranno aumentati.

*** In conseguenza degli ordini del Comando Supremo e presi accordi col comando della 12a armata per l'appoggio da dare alla sua azione, dispongo quanto segue:

1

dati forniti dall'Ufficio Idraulico.

1. - Preparazione della massa e del terreno a) Ogni corpo d'armata costituii:à in massa d'urto per zona di montagna una delle sue divisioni alleggerendola quanto è possibile di tutto ciò che è ingombrante, di difficile trasporto o che richieda laborioso rifornimento. Tale divisione, beninteso, conserverà la sua costituzione organica ma sarà dotata di tali mezzi di salmerie da garantire l'autonomia per almeno mezza tappa senza bisogno di ausilio di altri mezzi di trasporto.


- 756-

- 757-

b) La rimanente forza e mezzi di ciascun corpo d'armata servirà: per azioni nel raggio degli attuali rifornimenti, per il presidio delle posizioni ora e successivamente occupate e per formare una •riserva d'armata secondo le disposizioni che seguono. c) Sarà predisposto il sollecito miglioramento della rete di comunicazioni in modo da permettere di spostare in avanti i nuclei autocarreggiati e carreggiati, e quindi aumentare il raggio d'azione delle unità operanti.

b) Peurna, Sassuna con lo scopo sia di dominard passi di Forcella Alta e Bassa e tagliare le comunicazioni fra Stizzone e Tegorzo, sia di mantenere il collegamento e proteggere il fianco sinistro della 12 a armata nella sua avanzata verso nord; c) Sbocco di Val Stizzone, per sbarrare la valle, collegarsi col VI e proteggerne il fianco destro.

Assegnazione di mezzi per la divisione d'urto Artiglieria - AI VI e XXX corpo un raggruppamento di batterie da montagna o someggiate con tutti i loro organi (8 btr. al VI, 9 al XXX). Al IX corpo 1 btr. da montagna. Servizio sanitario - Temporaneamente i reparti someggiati delle divisioni di ogni corpo d'armata saranno assegnati alla divisione d'urto. Salmerie - Le divisioni di 2a linea cederanno temporaneamente le salmerie complementari di reggimento e di brigata alle corrispondenti unità della divisione d'urto . L'Intendenza fornirà: 2. -

8 salmerie da 50 muli alle divisione d'urto del VI e XXX corpo e 4 a quella del IX 4 salmerie da 100 muli al VI corpo 4 salmerie da 109 muli al XXX corpo. Con tale aumento in ogni corpo d'armata si avrà un numero di salmerie largamente sufficienti per eseguire il rifornimento giornaliero di una divisione che sia a mezza tappa dalla zona di attestamento dei mezzi carreggiati ed autocarreggiati. 3. -

Riserva d'armata

In primo tempo - una brigata del IX, una del VI, due battaglioni d'assalto (IX e XYIII), un gruppo di squadroni. In seguito anche una divisione del XXX ed, eventualmente, una divisione del IX, come dirò in appresso. Mi riservo di indicare la dislocazione a momento opportuno. 4. - Obiettivi

Obiettivi normali IX corpo - Col del Gallo, occupato in modo da dominare il tratto Primolano-fiume Cismon (escluso); VI corpo - Roncone, occupato in modo da dominare il tratto: fiume Cismon (compreso) - Arten; XXX corpo: a) Spinoncia (P.ta Zoe), Fontanasecca (M . Tas) per cooperare dall'alto dei contrafforti fra Ornic e Calcino e fra Calcino e Tegorzo all'azione della 12 a armata;

Obiettivi intermedi . IX Corpo - Col Berretta-Col Caprile-Col Banato VI Corpo - Prassolan-Col Fredina-Col di Bajo XXX Corpo - Solaroli-Valderoa. Tutti già previsti e studiati per le operazioni precedentemente progettate.

Obiettivi eventuali - Solco Primolano-Feltre nel tratto PrimolanoArten e pendici del massiccio a nord e cioè: IX Corpo - Cima Campo VI Corpo - Cima Lan XXX Corpo - M. Aurin-M. Avena. Mi riservo di dare in proposito ordini a momento opportuno. 5. - Condotta dell'azione - Le condizioni nelle quali si svolgerebbe l'azione rendono possibile e necessario un carattere d'impeto e di inseguimento senza troppa preoccupazione di collegamento . Tuttavia resta inteso che: a) fino all'ordine di attacco si dovrà restare in misura di resistere secondo i progetti stabiliti a qualunque reazione il nemico pronunciasse sul nostro fronte e di sviluppare, su ordine mio, azioni che impegnino il nemico in modo da impedirgli spostamenti di masse su altri settori; b) partendo per l'attacco, si dovranno lasciare presidiate sufficientemente le linee attuali; c) sulla linea degli obiettivi intermedi dovrà esser preso, almeno con truppe df rincalzo, il collegamento fra le diverse colonne; d) per l'avanzata oltre gli obiettivi intermedi, il VI corpo dovrà, occorrendo, preparare e sostenere l'avanzata del IX attraverso il Cismon verso Col del Gallo, sella di Val Nevera, regione Novegno; e) l'avanzata del IX corpo oltre il Cismon dovrà essere condotta in relazione alla situazione nemica sulla destra Brenta. Sarà mia cura regolarla e fornire informazioni e direttive. Si preveda il caso di non poter, in primo tempo, spingere su Col del Gallo che un'occupazione leggera tenendo invece il fronte sinistro Brenta, sinistra Cismon in collegamento col VI corpo che ad ogni modo dovrà spingersi sul Roncone. In tal caso potrebbe darsi


-758 -

che al IX corpo richiedessi una intera divisione da assegnare alla riserva d'armata; f) invece può avvenire che VI e XXX abbiano opportunità di spingersi fra Arten e Feltre per facilitare lo sbocco della 12 a armata salvo a cederle P?i t~l~ tratto di fronte. Si preveda il caso e si agisca di iniziativa se gli ordim m1e1 non potessero giungere in tempo. 6. -

Linea di contatto fino all'obiettivo normale

Fra 4a e 6a armata re dal IX al XX corpo).

Val Brenta (accordi per i particolari da prende-

Fra VI e IX corpo - Val Cismon fino a Corlo (località indicata al IX). Mulattiera Corlo-V. Cesilla (al IX). Val Cesilla fino alla linea di contatto attuale fra VI e IX corpo (accordi fra i due corpi d'armata inte~essati) . Fra VI e XXX corpo - Val Stizzone (al XXX) fino all'incontro con l'attuale linea di contatto (fra VI e XXX). Fra 4a e 12a armata - Dorsali scendenti fra Ornic e Calcino (P.ta Zoe) e fra Calcino e Tegorzo _(M. del Tas); dorsale Fonfanasecca-Peurna-Sassuna (località indicate al XXX corpo). Oltre il Sassuna, piccoli distaccamenti di collegamento, anche solo a vista, nella regione del Tomatico manterranno il contatto fra 4 a e 12 a armata (accordi diretti da prendersi per i particolari, dal XXX corpo con l'unità attigua della 12a armata). 7. -

Comunicazioni assegnate

IX -

Rotabile Val Brenta (accordi con XX corpo armata).

Rotabile (poi carrareccia-mulattiera) Colli Alti-Berretta-Bonato-Corlo· ' (piccolo allacciamento in V. Cesilla eventualmente da eseguire). VI - Carreggiabile Pertica-Col di Bajo-Caupo (da sistemare e ridurre per cura comando genio d'armata). XXX - Rotabile Val Stizzone, da allaccia;e a quella esistente in Val dei Lebi (provveda il comando genio d'armata) .

. Carrareccia p~i mulattiera Val delle Mure, da migliorare, (comando gemo armata) Fontanasecca-M. D'Avion-F.lla Alta. Mulattiera V. Ornigo-V. Calcino.

Compiti speciali di ciascuna unità e da iniziare subito . C~rpi d'~rmata - Formazione della divisione d'urto. Studio dei part1colan (predisposizioni materiali e terreno). 8. -

Artiglieria - Spostamento in posizione offensiva di qualche batteria· pre~is_posizi~ni per lo schieramento offensivo delle artiglierie, da compie~ tars~, 1~ segmto ad ordine, in non oltre 48 ore. Studio e lavori di nuove postaz1om - preparazione munizioni. Artifizi da segnalazione. Predisposizioni

-759-

per traini con ripieghi. Accordi col comando artiglieria della 12a armata per il concorso di fuoco da fornirgli e per quello che la 12a deve dare all'azione del XXX corpo su Spinoncia e Fontanasecca. Accordi col comando artiglieria della 6a armata per le azioni contro le artiglierie nemiche di destra Brenta in appoggio alla nostra avanzata.

Genio - Preparazione della rete stradale secondo ordini già impartiti direttamente (lett. 15918/ 14 c.m.). Predisposizioni per materiali di collegamento, per la riparazione delle probabili interruzioni, degli attrezzi da lavoro e del personale e materiali per la posa sollecita di teleferiche anche a contrappeso. Intendenza - Provviste, raccolta e dislocazione materiali occorrenti. Costituzione delle salmerie da fornire ai corpi d'armata. Provvederà inoltre a costituirne altre di scorta, traendole dai quadrupedi che sarà possibile rendere disponibili alleggerendo altri servizi. Aeronautica - Intensificherà l'allenamento al servizio di collegamento con fanterie (accordi diretti coi corpi d'armata). Orientata sui compiti dell'armata, manterrà attiva vigilanza sulla zona che interessa l'operazione e si terrà pronta ad intervenire con azioni di bombardamento sui centri di movimento e comandi nemici. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA Gaetano Giardino


- 760-

- 761DOCUMENTO N. 240

DOCUMENTO N. 242

COMANDO SUPREMO

COMANDO 4" ARMATA

UFFICIO OPERAZIONI

14286 G.M.

STATO MAGGIORE -

19 ottobre 1918

UFFICIO OPERAZIONI

N. 16183 Op.

19 ottobre 1918

Annesso 1 schizzo (omesso)

COMANDO 4 " ARMATA e per conoscenza: COMANDO 9" ARMATA COMANDO 8" ARMATA

OGGETTO: Direttive per l'azione «Solco»

Divisioni 80", 21 • et 22• passeranno dalle ore zero del giorno 21 corrente alla dipem:lenza- della 4" armata stop. GENERALE BADOGLIO

AL COMANDO DELLA 12" ARMATA FRANCESE AI COMANDI DEI CORPI D'ARMATA VI, IX, XXX AL COMANDO ARTIGLIERIA DI ARMATA AL COMANDO GENIO DI ARMATA ALLA INTENDENZA ARMATE GRAPPA E ALTIPIANI AL COMANDO AERONAUTICA DI ARMATA ALL'UFFICIO INFORMAZIONI DI ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI AI COMANDI DELLE ARMATE 6" E 8"

DOCUMENTO N . 241

COMANDO SUPREMO UFFICIO OPERAZIONI

N. 14313 G.M.

20 ottobre 1918

COMANDO 1• ARMATA COMANDO 9" ARMATA e per conoscenza: COMANDO 4" ARMATA Metto a disposizione Comando 4" armata un battaglione assalto della 1• armata e XXXII Btg. assalto della 9" armata stop. Comandi 1• et 9• armata disporranno per urgente trasporto per ferrovia rispettivo battaglione assalto nella località che Comando 4° Armata vorrà indicare stop. GENERALE DIAZ

Il Comando Supremo, visto che per lo stato del Piave l'azione sulla nostra destra deve essere ritardata, intende agire al più presto fra Brenta e Piave con obiettivo il corridoio Primolano-Arten-Feltre ed affida l'open;1.zione alla 4" armata, col concorso dell'ala sinistra (I corpo) della 12" armata che agirà sotto la mia direzione, e col concorso dell'ala destra della 6" armata che attaccherà sulla sua fronte, contemporaneamente alla 4" ed alla sinistra della 12", con obiettivo la fronte Lisser-Cismon.

*** La 4 • armata riceverà un rinforzo di 3 di visioni (21 •, 22 a, 80"), un certo numero di battaglioni d'assalto non ancora precisati, 54 batterie di medio calibro e 9 da montagna. La 12 • armata, oltre alle batterie già assegnatele, avrà alla sua dipendenza, dalle ore Odel 22 corr., il nucleo di controbatteria di Monfumo (Col. Olivero). Tutti i preparativi dovranno essere ultimati per la sera del 23 corr .. *** In conseguenza dispongo : 1. - Obiettivi normali IX Corpo - Col del Gallo, occupato in modo da dominare il solco Primolano-Feltre nel tratto da Primolano al fiume Cismon (escluso) e la


- 763 -

- 762-

valle del Brenta fino a Cismon (fianco difensivo) dove si collegherà con la 6a armata. VI Corpo - Monte Roncone, occupato ·in modo da dominare il solco nel tratto fiume Cismon (compreso) - Arten (compreso). Gli è affidato lo sbarramento della Val Cismon. XXX Corpo - Sbocco di Val Stizzone e dominio del solco PrimolanoFeltre nel tratto Arten (escluso) - Feltre (compreso) contornando il Tomatico sino a riprendere contatto col I verso Sanzan (al XXX). 12a Armata - Fianco difensivo a dominio della riva destra e del corso del Piave fino a Sanzan (escluso). 2. - Obiettivi intermedi IX Corpo - Col Caprile-Col Berretta-Col Bonatto. VI Corpo - Prassolan-Col Fredina-Col di Bajo. XXX Corpo - a) Solaroli-Valderoa-Spinoncia (P.ta Zoe); b) Fontanasecca, Monte Tas; e) Peurna-Sassuna. 12a Armata - a) Monte Madal, Alano; b) Rocca Cisa, Monte Bastia; e) M. Tesa-Cornella-Quero. 3. - Obiettivi Eventuali - Occupazione materiale del solco e delle alture che lo proteggono a nord, e cioè: IX Corpo - Cima Campo e sbarramento Val Brenta in collegamento con 6a armata. VI Corpo - Cima Lan. XXX Corpo - MonJe Avena-Monte Telve-Monte Miesna. 12a Armata - Prolunga il fianco difensivo sulla destra Piave fino a collegarsi col XXX alla confluenza Sonna-Piave. Per gli obiettivi eventuali mi riservo di dare ordini a momento opportuno; li ho indicati a scopo di orientamento e perché ciascuno possa agire di iniziativa, come dirò, in mancanza d'ordini, armonicamente al piano generale ed alle situazioni che possono presentarsi.

*** 4. - Ripartizione delle forze e dei mezzi La 12a armata ed i corpi d'armata della 4a avranno a loro disposizione forze e mezzi a ciascuno ora assegnati, più: a) Fanteria - 3 divisioni (21 a_22a e 80a) rispettivamente assegnate: la 21 a al IX Corpo; la 22a al VI corpo; la soa al XXX corpo. Alcuni btg. d'assalto in numero ancora imprecisato e che mi riservo di assegnare appena possibile.

Per la dislocazione delle divisioni nuove assegnate ho già disposto con foglio 16222 op. del 19 - per i btg. d'assalto saranno dati ordini. b) Artiglieria - 54 batterie di m.c. che saranno assegnate, a cura del comando artiglieria d'armata, ai corpi d'armata; 9 batterie da montagna che saranno assegnate: 6 al VI e 3 al IX in modo che con quelle già precedentemente assegnate: (1 al IX - 8 al VI - 9 al XXX) si avrà in totale: 4 al IX - 12 al VI - 21 al XXX (comprese quelle della soa divisione). e) Aeronautica - Il gruppo da caccia sarà aumentato in modo da avere 20 apparecchi in efficienza per ogni squadriglia. - Gli S.V .A. saranno portati a 12 (di cui 6 biposto) e saranno mantenuti in efficienza per cura del comando superiore aeronautica. - Il II e XII gruppo saranno portati e mantenuti ad un totale di 18 apparecchi in efficienza. Il servizio d'osservazione d'artiglieria sarà diretto dal comando artiglieria d'armata. _.:_ Per il servizio di collegamento con la fanteria sarà impiegata la 21 a squadriglia su 12 apparecchi (3 per C.d' A., compreso il I). - La massa da caccia e bombardamento del Comando Supremo provvederà alla sicurezza del cielo, scorte, bombardamenti e mitragliamenti secondo direttive che saranno comunicate al Comando superiore d'areonautica. d) Servizi - Saranno aumentati e completati quelli assegnati, in misura sufficiente per far fronte ai bisogni previsti. Comunicherò la loro assegnazione ed il loro impiego appena possibile.

*** 5. - Riserva d'armata - Sarà formata da: - 2 divisioni di fanteria fornite una dal VI ed una dal IX C.d' A. (mi comunicheranno quali sono); - 2 gruppi artiglierie da montagna (assegnati dal Comando Supremo oltre quelli sopra elencati); - qualche reparto d'assalto che sarà indicato nella ripartizione di tali truppe; un gruppo di tre squadroni.

*** 6. - Linea di Contatto Fra 4a e 6a armata - Val Brenta (accordi diretti da prendere tra IX e XX corpo). Fra VI e IX corpo - Val Cismon fino a Corlo (località indicata al IX) . La Val Cismon serve al IX logisticamente ma il suo sbarramento è af-


- 764-

- 765 -

fidato al VI. Mulattiere Corlo-Val Cesilla (al IX) - Val Cesilla fino alla linea di contatto attuale fra VI e IX.

Fra VI e XXX corpo - Val Stizzone (al XXX) fino all'incontro della attuale linea di contatto fra VI e XXX. Fra 4° e 12° armata - In primo tempo: - Dorsali scendenti fra Ornic e Calcino (P.ta Zoe) fra Calcino e Tegorzo (M. Tas) - Dorsale Fontanasecca-Peurna-Sassuna (località indicate al XXX). Oltre il Sassuna, dapprima piccoli distaccamenti per l'alto manterranno il contatto anche solo a vista in regione Tomatico fra 4a e 12a armata (accordi diretti fra XXX e I corpo d'armata della 12a armata). - Ad operazione ultimata il contatto avverrà a Sanzan (assegiiato al XXX).

.

*** 7. -

Comunicazioni assegnate

IX corpo Bonatto-Corlo.

-

Rotabile (poi carrareccia-mulattiera) Colli Alti-Berretta,

Rotabile Val Brenta appena libera (accordi con XX C.A.).

VI corpo - Carreggiabile Pertica-Col di Bajo-Caupo (da sistemare e ridurre secondo progetto del comando genio armata). XX corpo - Carrareccia, poi mulattiera Val delle Mure (da migliorare secondo ordini già dati)-Fontanasecca-Monte d' A vien-Forcella Bassa.

- Rotabile Val Stizzone, quando allacciata a quella esistente in val dei Lebbi secondo progetto del comando genio armata. - Mulattiera Valle Ornic-Val Calcino. 12 a armata - Tutte quelle situate ad oriente della linea di contatto fra 4a e 12a armata. Compiti speciali di ciascuna unità e da iniziare subito (uguali a quelli prescritti nelle direttive n. 15944 del 15 ottobre) .

*** 8. -

Condotta dell'azione

a) La preparazione immediata di artiglieria avrà carattere di brevità e violenza per sfruttare la sorpresa. Fin da ora però, come ho prescritto nel foglio 16196 del 19, mentre si eseguiscono gli aggiustamenti sarà iniziata e continuata ininterrottamente la_ distruzfone ed il costante disturbo del nemico in ogni sua posizione in ogni suo movimentò in modo da stancarlo e deprimerne il morale.

b) Dietro la sistemazione difensiva ora occupata dal nemico non sembra che vi siano altre linee sistemate; sfondata quindi la prima linea ci troveremo di fronte ad un terreno non organizzato a difesa salvo, forse, (fualche piccolo lavoro di non grande entità. Occorre quindi in primo tempo un poderoso sforzo capace di distruggere e soffocare la contrapposta sistemazione difensiva; in un secondo tempo, sfondata la linea nemica, colonne leggere fornite di viveri e munizioni in modo da non essere arrestate da difficoltà logistiche e che si dirigano celermente sugli obiettivi prefissati senza preoccupazione di collegamenti, preoccupate invece e solo di avanzare e di aiutare le laterali ad avanzare, girando gli ostacoli che si oppongono al progredire dei vicini. Anche nel primo tempo alcune di queste colonne più agili e più celeri (di preferenza i btg. d'assalto) saranno dirette, audacemente, anche oltre gli obiettivi successivi d'attacco, ai centri di organizzazione dell'artiglieria nemica per neutralizzarne l'azione. Non è necessario catturare le artiglierie; se tali colonne sono in dubbio se potranno mantenere il terreno fino all'arrivo dei rincalzi, basterà rendere le artiglierie inservibili. Tale operazione completa l'azione di primo tempo, e rende più celere e facile l'azione di secondo tempo. Genericamente il passaggio dal primo al secondo tempo può considerarsi segnato dalla linea degli obiettivi intermedi, nella quale sarà bene prendere i collegamenti prudenzialmente necessari. All'esecuzione del progetto così delineato sarà opportuna l'organizzazione per ogni corpo d'armata di una massa d'urto capace, fino a che non siano riattivate le comunicazioni, di avanzare con artiglierie da montagna e mezzi someggiati, come già avevo ordinato con le direttive, ecc .. c) Le linee di partenza dovranno essere mantenute presidiate. d) Per l'avanzata al Col del Gallo il IX corpo dovrà avere l'appoggio del VI dal costone Col di Bajo-Roncone. e) L'avanzata del IX corpo oltre il Cismon sarà condotta in relazione colla situazione sulla destra Brenta. Sarà mia cura fornire in proposito notizie, ed il comando IX corpo si terrà in costante contatto col comando del XX. Si deve quindi prevedere il caso che, mancando la garanzia delle truppe della 6a armata il IX debba limitarsi al fianco difensivo sinistra Brenta sinistra Cismon, e spinga su Col del Gallo sola occupazione leggera fino a che le posizioni dominanti di destra Brenta siano sgombrate dal nemico per effetto dell'azione della 6a armata. f) Giunti al solco sarà coronamento dell'azione assicurarne il possesso sorpassandolo ed occupando le alture che lo proteggono (obiettivi eventuali). Si dovrà quindi studiare bene il terreno e il fabbisogno dei mezzi per essere pronti ad agire d'iniziativa perché le occasioni per azioni ardite di


- 767-

- 766-

grande rendimento possono essere fugaci e non dar tempo agli ordini di giungere. Siano tutti i comandanti di colonna bene orientati sullo scopo generale da raggiungere e sappia ciascuno fare da sé: Non deve avvenire che per mancanza di ordini o per improvvise difficoltà logistiche si perda il vantaggio che l'audacia ci potrebbe dare. Nello schieramento finale delle truppe giunte al solco, il IX e XXX corpo tengano presente la possibilità che la situazione ulteriore permetta o richieda di spingere, su mio ordine, colonne leggiere per Val Sugana o ad est del Piave per concorrere alla riuscita dell'azione delle armate laterali. Il nostro morale è altissimo. Sarà ancora innalzato dal pensiero che i fratelli di Primolano, di Fonzaso, di Feltre, aspettano i fratelli dell'Armata del Grappa, come dice la loro mesta canzone. Siano fatte agire tutte le molle cui l'Armata è, come si sa, sensibilissima. Il morale dell'Austria invece è in terra. Nell'esercito austriaco non consta ancora che vi siano gravi ripercussioni di ciò ma noi, pur affrontando coscientemente un nemico che sappiano ancora forte, dobbiamo prevedere che quella ripercussione si manifesti ed aiutarla. Aggiramenti anche minimi, penetrazioni anche sottili, atti d'audacia d'ogni specie, tutto ciò che impressiona e scuote il nemico, dal punto di vista morale, sarà dunque utilissimo, forse decisivo, da curare in sommo grado fino ai minimi comandi. E ogni iniziativa sarà da me sempre approvata in quest'ordine di idee.

*** Il giorno della riscossa è finalmente giunto! L'Armata del Grappa compirà il dover suo. Già chiamata «Invitta e ferrea» nella difesa, essa deve ora conquistarsi il titolo di «Fulminea e vittoriosa» nell'attacco. Lo sappiano tutti, e il risultato non mancherà. Gradirò ricevere i progetti dei Coma:ndi dipendenti nel pomeriggio del 22 corrente. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F. to Giardino

DOCUMENTO N. 243

COMANDO DELLA 4 a ARMATA STATO MAGGIORE - UFFICIO OPERAZIONI

22 ottobre 1918

N. 16405 OGdETTO: Seguito direttive

AL COMANDO DELLA 12 3 ARMATA FRANCESE AI COMANDI C.A. VI, IX, XXX AL COMANDO ARTIGLIERIA E GENIO ARMATA ALLA INTENDENZA GRAPPA E ALTIPIANI AL COMANDO AERONAUTICA D'ARMATA ALL'UFFICIO INFORMAZIONI D'ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - OPERAZIONI 3 3 AI COMANDI DELLE ARMATE 6 e 8 In obbedienza a nuovi ordini ricevuti dal Comando Supremo, le mie direttive n. 15183 del 19 corrente restano così modificate e completate:

Obiettivo della 4° Armata, con appoggio e concorso delle armate 6° e 12°

Separare la massa austriaca del Trentino da quella del Piave, attacca~do il corridoio Val Cismon-Arten-Feltre (esclusa pertanto la parte del primitivo obiettivo fra Primolano e Val Cismon).

Concorso della 6° Armata - a) con azione di artiglieria (già concordata); b) con azione di fanteria, essenziale fra le quali l'avanzata del XX corpo lungo Val Brenta fino al paese di Cismon (dove prenderà pertanto contatto il IX corpo). Concorso della 12° Armata - Offensiva a cavallo del Piave, direzione nord, con obiettivo «Feltre, escluso, e la convalle Bellunese fino al Cordevole» in accordo con operazione del1'8 3 armata oltre Piave.

*** L'attacco fra Brenta e Piave (4 3 armata ed ala sinistra della 12a armata ossia I corpo d'armata italiano) è ordinato dal Comando Supremo per 3 il giorno 24 corr.; alla sera dello stesso giorno si inizierà l'azione della 8 armata oltre Piave. La determinazione della durata della preparazione di artiglieria e del1' ora dello scatto delle fanterie è dal Comando Supremo lasciata al comando


-769-

- 768-

della 4a armata per tutto il settore fra Brenta e Piave e per il concorso di artiglieria della 6a armata.

*** In conseguenza:

Obiettivi normali -

(n. 1, direttive 16183)

IX Corpo - Fianco difensivo lungo il ciglione di sinistra Brenta e di sinistra Cismon, dalle attuali posizioni di Rocce Anzini fino alla regione «Alle Coste»; quando la 6" armata fosse giunta a Cismon, il IX corpo ridurrà tale fianco fra Cismon (collegamento con XX corpo) e la regione «Alle Coste» (collegamento con VI corpo). VI Corpo - invariàto - lo sbarramento materiale di Val Cismon diventa compito eventuale in relazione al passaggio eventuale del IX oltre Cismon. XXX Corpo e 12 a Armata - Invariato per ragioni ovvie di garanzia che sono necessarie fino a che la destra della 12 • armata non abbia passato il Piave e proceduto abbastanza verso nord.

Con tutto ciò, diventa sempre più necessario che tutti siano orientati all'attacco di fanteria irruente, penetrante, con immediati reciproci aiuti di aggiramento, per reparti grossi o piccoli, come ho indicato; soprattutto, decisissimi, i reparti minori ad attaccare e spazzare le mitragliatrici che fossero rimaste in efficienza. Per quanto era detto nel comma f) del n . 9 delle direttive 16183, è inteso che il IX corpo non ha più da prevedere, come operazione immediata, l'invio di colonne leggere in val Sugana; anzi, se ridurrà il fianco difensivo fra Cismon e «Alle Coste», dovrà mettersi in grado di porre a mia disposizione anche una seconda divisione. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F. to Giardino

ANNESSO l AL DOCUMENTO N . 243

COMANDO DELLA 4 a ARMATA STATO MAGGIORE - UFFICIO OPERAZIONI

Obiettivi eventuali (n. 3, direttive 16183) IX Corpo - Occupazione leggera a sorveglianza ed eventuale dominio del solco Primolano-Arsiè (esclusa naturalmente ogni azione su Cima Campo fino ad ordini successivi di questo comando). Xl Corpo - · M. Aurin, arditamente; successivamente M. Avena. XXX Corpo - M. Telva, arditamente, coprendo Feltre in cooperazione con M. Aurin; successivamente M. Miesna, con operazione da sola, se le circostanze lo consentono, oppure in concorso con le truppe dell'ala destra della 12a armata che avanzeranno per la sinistra Piave. 12a Armata - Invariato, a seconda dei punti raggiunti dal XXX.

*** Condotta dell'azione (n. 9, direttive 16183) In relazione alle speciali condizioni di preparazione preventiva, nelle quali si deve iniziare l'azione, la preparazione di artiglieria, invece di essere breve e violenta, dovrà essere violenta ma alquanto lunga: e può essere alquanto lunga senza inconvenienti, giacché risulta che il nemico si tiene pronto a difesa e perciò non si può fare un assegnamento generale sulla sorpresa. Mi riservo di indicare la durata, e pertanto l'ora dello scatto delle fanterie, appena avrò sufficienti dati sul grado di aggiustamento raggiunto e quindi sulla necessaria durata del fuoco.

N. 16443 op.

22 ottobre 1918

OGGETTO: Operazione solco - preparazione artiglierie - scatto fanterie AL COMANDO DELLA 12a ARMATA Al COMANDI CORPI ARMATA VI, IX , XXX AL COMANDO ARTIGLIERIA DI ARMATA

AL COMANDO GENIO DI ARMATA ALLA INTENDENZA GRAPPA E ALTIPIANI AL COMANDO AERONAUTICA D'ARMATA ALL'UFFICIO INFORMAZIONI D'ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI Al COMANDI DELLE ARMATE 6" E 8a A seguito di quanto è ordinato nel foglio 16405 di questo comando odierno, prescrivo:

I. -

Preparazione di artiglieria

Sarà fatta: a) Con concentramenti saltuarii specialmente sui punti dove più interessi avere completa distruzione. Tali concentramenti saranno iniziati subi-


-770-

-771-

to e condotti in modo da non svelare innanzi tempo i particolari dell'attacco e tenere indeciso il nemico sul suo inizio. b? Con la preparazione vera e propria applicata con la massima violenza m tutte le sue caratteristiche (distruzione-controbatteria-interdizione lontana, ecc.). Tale fase avrà inizio per tutti (4a-6a e 12a armata) alle ore 5 del 24 corrente. . _c) Accordi diretti saranno presi per i particolari fra i comandi di artigh~n~ dell~ ~rmate e dei corpi di armata in seguito agli ordini che avranno dai nspett1v1 comandanti.

DOCUMENTO N. 244

RIASSUNTO DELLA CONFERENZA TENUTA DA S.E. IL COMANDANTE DELLA 4a ARMATA IL 22 CORR. AL COMANDO DI ARMATA 22 ottobre 1918

- Il I corpo regolerà Io scatto delle fanterie in relazione all'azione del XXX (accordi diretti fra i due comandanti).

In seguito alle modificazioni apportate alle direttive dal Comando Supremo per l'azione «solco» (n. 16103) con l'ordine 14348 G.M. del 21, S.E. il comandante dell'armata riunisce i comandanti della 12a armata e dei corpi d'armata tutti con i rispettivi comandanti di artiglieria. Assistono alla conferenza i capi di S.M. dell'armata e quello della 6a armata, i comandanti di artiglieria del genio e aeronautica di armata, il comandante di artiglieria della 6a armata ed il capo ufficio informazioni di armata.

- Analogamente il VI regolerà i suoi movimenti, in relazione della sua speciale situazione. . ·

***

Il. - Lo scatto delle fanteria avverrà alle ore 7.15 per tutti con le seguenti eccezioni: '

III. - Raccomando vivamente di non impiegare nell'attacco che le forze necessarie e di adottare formazioni rade, sottili, ed il meno vulnerabili possibili. IV. - Dall'inizio dell'azione saranno inviate notizie periodiche dai coman~i d~pen~enti, sugli avvenimenti alle ore 8-11-18-24 di ogni giorno ecomumcat1 subito i fatti più salienti. V. -

L'ora ufficiale sarà data dalla radio. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA Giardino

Letto l'ordine del comando supremo S.E. il comandante dell'armata fa notare quali siano le modificazioni sostanziali apportate al piano precedente. Tali modificazioni sono messe in evidenza dal nuovo ordine n. 16405 che S.E. il comandante dell'armata legge e commenta; (viene distribuito poi al termine della conferenza). Rimane da fissare la durata dell'azione di distruzione dell'artiglieria e l'ora dello scatto delle fanterie. E su questi argomenti si chiedono le situazioni particolari di ciascuno dei convenuti interessati. Sulla durata del fuoco di preparazione di artiglieria il comandante del1' armata premette che tutti ormai sono d'accordo nel desiderarla breve e tale desiderio è avvalorato per noi ed in questo momento dalle seguenti considerazioni: Le giornate corte non lasciano molto tempo all'azione delle fanterie se si prolunga molto quella dell'artiglieria. L'esperienza dei colpi di mano eseguiti sulla fronte dell'armata ha dimostrato che quelli per i quali la preparazione di artiglieria fu più corta sono riusciti meglio. L'artiglieria nemica ha ormai bene aggiustato il suo tiro quindi più è lunga la preparazione, più tempo avrà di orientarsi, prepararsi ad eseguire un'efficace controazione che potrà disturbare molto ed agire in modo deleterio sulle truppe che attendono lo scatto. Ma la preparazione breve vuole però un tiro giusto, se deve ottenere il risultato di spianare la via alla fanteria; occorre cioè colpire giusto per


- 773 -772DOCUMENTO N . 245

distruggere gli ostacoli passivi ed i ripari, colpire giusto per fracassare le mitragliatrici, colpire giusto per neutralizzare le artiglierie nemiche. Questo, nella speciale situazione dell'armata, è impossibile perché l'urgenza con la quale si deve eseguire l'azione ordinata dal Comando Supremo il 24 sera, mentre l'armata era in pieno assetto difensivo, non lo permette (il giorno d'inizio è già fissato dal Comando Supremo con suo foglio 14349 G.M. del 21). Mentre invece ognuno sente come sia necessario impiegare ogni mezzo, ogni sforzo per rompere la fascia di difesa-nemica che ci sbarra il cammino e come, dopo rotta questa crosta, il cammino diventerà più facile. Si tratta quindi di conciliare il presto nel tempo desiderato da tutti al1' abbastanza, nell'efficace ritenuto necessario per rompere la crosta. Non è il caso di preoccuparsi della sorpresa perché da sintomi di intercettazioni appare chiaro che il nemico è al corrente delle nostre intenzioni. S.E. il comandante dell'armata chiede quindi ai diversi comandanti quale sia l'attuale situazione, che durata di fuoco presumono occorra sulla loro fronte nelle condizioni attuali per ottenere lo scopo e, in relazione a tale situazione, quale sia l'ora dello scatto delle fanterie ritenuta più favorevole in relazione ai bisogni di ognuno. I diversi comandanti si dimostrano in complesso favorevoli a scattare al più presto, sia per approfittare del buio per eseguire movimenti di avvicinamento, sia per non tenere troppo tempo sotto la pressione dell'attesa le fanterie; ma d'altra parte riconoscono la necessità di lasciare alla artiglieria un po' di tempo con la luce per rendere più efficace il tiro dati gli aggiustamenti deficienti, in generale, causa la brevità del tempo per i preparativi. S.E . il comandante della armata si riserva, dopo avere raccolti questi dati, di comunicare le sue decisioni.

*** Segue altra conferenza tenuta da S.E. il comandante dell'armata alla quale assistono, oltre al cap9 di S.M. dell'armata, i comandanti di artiglieria della 4• e 6• armata, il comandante dell'aeronautica ed il capo ufficio informazioni. Ripresi in esame e vagliati i dati raccolti nella conferenza precedente e sentita la presunta situazione di efficacia che avrà l'artiglieria, S.E. il comandante dell'armata fissa la durata e le modalità della preparazione di fuoco dell'artiglieria e stabilisce di farla sussidiare da concentramenti preventivi essenzialmente a scopo di distruzione, da iniziare subito sui punti più importanti e più resistenti. Stabilisce pure l'ora per lo scatto delle fanterie e riassume queste sue decisioni nell'ordine 16443 che viene subito diramato. iL TENENTE GENERALE COMANDANTE D'ARMATA Giardino

PUNTO DELLA CONFERENZA DEL GIORNO 3 OTTOBRE 1918, TENUTA DAL COMANDANTE DELLA 6a ARMATA AI COMANDANTI DEI CORPI D'ARMATA (XII, XIII, XX), ED AL COMANDANTE DI ARTIGLIERIA DELL'ARMATA Dato il rapido modificarsi della situazione militare, ed il probabile al~ leggerimento delle forze austriache sulla fronte it~lian~, non è da escludersi il caso in cui la 6• Armata, per profittare della situaz10ne favorevole sul!~ propria fronte, debba attaccare facen~o. ~sse~namento sulle sole forze di cui attualmente dispone, e cioè su 9 divisiom. Poiché, di queste, almeno quattro, nel primo tempo dell'azio_ne, ~ovranno garantirci il possesso della linea di partenza, oc~orre che la situazione nemica sia tale da legittimare la fondata speranza di successo anche con l'impiego in 1° tempo di sole cinque divisioni. È quindi neccessario: 1. _ con ogni mezzo, e colla maggiore continuità, tenerci al corr~~te

delle ripercussioni che gli avvenimenti in corso hanno sulle forze (entita e qualità) e sulla occupazione nemica nel settore fronteggiante l'Armata (colpi di mano, ricognizioni di aeroplani, ecc.), 2. _ assicurare la pronta trasmissione al comando di armata di ogni informazione che si ottenga dai prigionieri e disertori, 3. _ tenersi costantemente pronti a sferrare l'azione, distinguendo questi due casi: a) che il nemico abbia iniziato un generale ripiegamento sull'altopiano. (caso R). . . In questo caso ogni C.d' A., di propria iniz~ati:a, fa ~vanza~e i reparti che ha disponibili, occupando senz'altro il terntono che '.l nemic_o abbandona e tenendo il contatto con le sue retroguardie. Immediato avviso~ questo ~ornando dovrà essere dato dai Comand~ di ~ -d' A. ap~en~ decidono l'avanzata di loro iniziativa: e così faranno cm C.d A. laterali. L avanzat_a, beninteso, potrà essere ordinata direttamente da questo Comando se le circostanze lo consiglieranno; b) che il nemico abbia invece considerevolmente alleggerito 1~ sua occupazione, a tal punto da darci fondata speranza di poterlo scacciare colle sole nostre forze . (caso RR) . In tale secondo caso, l'azione dovrebbe potersi sferrare con u_n p~eavviso di 36 a 48 ore; essa sarà di massima impostata (salvo le varianti che


- 775 -

-774-

DOCUMENTO N. 246

~erivano dalla diminuita forza impiegata in primo tempo) sulle stesse direttive dell"'operazione F" (primi obiettivi) rimanendo inteso: . - . che i varchi nelle linee avversarie dovranno essere tenuti aperti sulle pnme hnee e predisposti per l'apertura sulle seconde linee,. quasi costantemente; . ~he _il _XIII ~-A. opererà con una delle ·sue divisioni in linea, cogli stessi ob1ett1v1 dell'ipotesi F; - che saranno presi accordi coi Comandanti Francese e Britannico p~rché conquistino gli stessi obiettivi dell'ipotesi F - tratto Longara-Mo: sciagh; . . che il XII C.A.I. opererà con una divisione, col compito principale d1 nncalzare !a 48 a Brigata, qualora ciò apparisse necessario per la conquist~ del M?sc1agh, e subordinatamente a tale compito, provvederà a costituire un f1a?co difensivo a sinistra lungo l' Assa (riva sinistra) salvo crearsi la testata d1 sbocco al di là dell' Assa appena possibile; - che il XX C.A. darà una sua divisione quale riserva d'armata da dislocarsi inizialmente sul centro destro della fronte. ' . In ba~e a quanto sopra, i comandi di C.d' A. inizino gli studi per I'az10n~, ~er 11 pronto afflusso sull'altopiano degli elementi che fossero in zùna d1 nposo, e_ pe_r la sistemazione dell'occupazione della linea di partenza. . T:ng~no mfme presente che, qualora l'azione delle divisioni di prima h~ea nusc1sse favorevole, quelle di 2a linea rimaste a presidio della linea d1 ~arte?za, potranno essere chiamate al più presto a concorrere anch'esse all ultenore sfruttamento della riconquista dell'altopiano. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE L'ARMATA F.to Montuori

COMANDO DELLA 6a ARMATA N. 2138 di prot. S/G

STATO MAGGIORE 10 ottobre 1918

OGGETTO: Sunto della conferenza tenuta la mattina del 10 ottobre ai comandanti dei C.d' A. da S.E. il Comandante dell'armata A S.E. IL COMANDANTE DEL XII C.d' A. A S.E. IL COMANDANTE DEL XIII C.d' A . A S.E. IL COMANDANTE DEL XX C.d' A . AL SIG. COMANDANTE L'ARTIGLIERIA D'ARMATA AL SIG . COMANDANTE IL GENIO D'ARMATA AL SIG. INTENDENTE DELLE ARMATE GRAPPA E ALTIP. 1° Accenna alle conseguenze che ha avuto specialmente nella popolazione l'annunzio della richiesta di armistizio da parte degli Imperi centrali. Per quanto le truppe abbiano sin dal primo istante compreso quale era il contegno da tenersi, tuttavia conviene continuare nell'opera già iniziata, in quanto non è da esclud~rsi che i partiti sovversivi in paese tentino di sfruttare questo momento per intensificare la loro propaganda. Per questo motivo, speciale attenzione dovrà essere rivolta al personale che rientra da licenza. 2° - Necessità di non diminuire in alcun modo tutte le misure atte ad eliminare per quanto è possibile, i disagi inevitabili della vita di trincea. Il soldato però deve anche essere messo al corrente delle gravi difficoltà che realmente si incontrano nella attuazione dei vari rifornimenti, per deficienze delle materie prime, nei trasporti, ecc .. In modo speciale deve essere richiamata la sua attenzione sulla assoluta necessità delle massime cure per la conservazione degli indumenti invernali per cui la possibilità di sostituzione è assolutamente limitatissima. 3° - La nuova costituzione dell'armata non importa modificazione alcuna alle direttive vigenti per l'azione difensiva. Importa solo alcune varianti alla costituzione e dislocazione delle riserve di armata, le quali restano così costituite e dislocate: Presso la marginale: a) 1 reggim. della 20a divisione a Conca Carriola; b) 1 reggim. della 27a divisione a Campo Rossignolo; c) 1 reggim. della 28a divisione a Fontanelle oppure Rubbio. Riserve più arretrate: a) 1 reggimento della 27a divisione nella zona di Lusiana-S . Caterina;


- 777 -

-776 -

b) I brigata della 27a divisione nella zona di Lugo-Calvene-Zugliano; e) 2 Btg. d'assalto nella zona Molvena-Placa; d) I Brigata del XX C.d' A. nella zona Marsan-S. Floriano. Da queste riserve ed in relazione alla situazione che si produrrà durante l'eventuale azione offensiva nemica, il XX C.d' A. si terrà pronto a mettere le truppe a disposizione di questo Comando. Le presenti disposizioni difensive mirano soprattutto a tenere permanentemente al corrente le nostre predisposizioni difensive, le quali devono essere in ogni momento in grado di venir attuate, anche quando, come presentemente, l'ipotesi di un attacco nemico non sia da considerarsi fra quelle più probabili. 4° Più probabile, invece, è il caso che si verifichi l'ipotesi R., (ripiegamento volontario del nemico) oppure l'ipotesi RR., di un tale assottigliamento delle forze nemiche sul nostro fronte da consentirci di prendere l'offensiva . Nel primo caso (ipotesi R) è inteso che i C.d' A. sulla linea devono immediatamente inseguire l'avversario, non perdendone in nessun modo il contatto. Pel 2° caso (ipotesi RR.) occorre mettersi in grado di impiegare nell'azione offensiva le maggiori forze . A questo fine dispongo che i btg. complementari siano impiegati per presidiare la linea di partenza e perciò siano rafforzati col personale disponibile che può essere tratto dalla brigata di marcia. Buona parte dei btg. complementari sarà rafforzata da I cp. mitragl. Lewis, oppure da I cp. mitragl. da trarsi dal 6° reparto mitraglieri. Poiché i btg. complementari di cui sopra non sono sufficienti per guarnire tutta la linea di partenza, il settore ora tenuto dalla divisione francese sarà presidiato dal regg. della 27 a divisione dislocato a Campo Rossignolo, il quale per questo solo scopo riceverà ordini ed istruzioni dal comando del XIII C.d' A., restando però sempre a disposizione del comando di brigata, quale riserva di armata per tutte le altre operazioni che gli dovessero essere affidate. Appena possibile sarà comunicato ai corpi armata il numero esatto di compagnie mitragliatrici che saranno messe a loro disposizione. Intanto è indispensabile che fin d'ora i comandi stessi, in relazione all'impiego previsto per i vari battaglioni complementari facciano eseguire le ricognizioni necessarie e provvedano a costituire raggruppamenti dei btg. stessi, valendosi perciò degli ufficiali superiori attualmente a loro disposizione. Attuando questi provvedimenti, si può fare assegnamento di iniziare le operazioni con la quasi totalità delle forze dell'armata, secondo le modalità indicate nella conferenza del 3 ottobre . 5° - Artiglierie - Dopo eseguiti i colpi di mano , l'artiglieria dovrà assumere uno schieramento con fisionomia prevalentemente difensiva, tale

da consentire di passare allo schieramento offensivo entro 48 ore di tempo, in modo da appoggiare efficacemente_l'avanzata delle nostre forze. L'attuazione tanto dell'ipotesi R. quanto de_ll'ipo:esi RR ., esige 6 che gli animi ed i mezzi siano ben pronti all_a _gu~rr~, d1 mov1~ento. Sott~ questo punto di vista si approvano le dispos1z10m g1a date dai comand_antl . · d' armata e si raccomanda solo che: si insista nella preparazione , . · I d e1 corpi 1 degli stati maggiori alla soluzione dei prob~emi eh~ s1 dovranno nso vere nell'eventualità considerata; che le truppe siano a~1tu~te, con _graduale alle marce portando l'affardellamento md1spensab1le nella preIename nto , al . f d ta sente stagione e sulle nostre montagne, a mantenere i co11 egamen ~ e a s bilire un buon servizio di sicurezza durante 1~ azioni_ della g~erra_ l~ ~amp~ . f' che tutto sia predisposto per 1 attuazione dei serv1z1, m mo aperto; m me, · 'f · do che in nessun caso l'avanzata debba essere arrest~ta per mancati n o~~1menti di munizioni o di viveri, o per deficiente funzionamento del serv1z10 0

_

sanitario di sgombero. d'ordine IL MAGGIOR GENERALE CAPO DI S.M. F. to Bonzani


- 778-

-779DOCUMENTO N. 247

COMANDO 6a ARMATA -

STATO MAGGIORE

Riservatissimo personale

. 19 ottobre 1918

N. 2181 S/G

Carte annesse: 1 (omessa)

OGGETTO: Direttive per l'azione 6 Armata 3

ALLE LL.EE. I COMANDANTI XII, XIII, XX CORPO D'ARMATA AI COMANDANTI ARTIGLIERIA E GENIO D'ARMATA . ALL'IN:EI~mENTE ARMATA GRAPPA ED ALTIPIANI e per comumcaz10ne: ALLE LL.EE. I COMANDANTI p E 4a ARMATA ALLE LL.EE. I COMANDANTI IX E X C.d' A. AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI

1. - La 6a Armata, a datare dalla sera 23 corrente si terrà pronta ad operare sulla fronte dei Corpi XIII e XX con obiettivo la . L' Cis reg10ne 1sser' mon, mentre 1a 4a Armata avanza con obiettivo il corridoio Primolano F eltre. 2. -

Concetto dell'azione 6 3 Armata.

. a) I~ primo tempo, avanzare con la sinistra e il centro del XIII Cor o ~1.n~ alllFa lmea Bosco di Gallio-M. Longara-Meletta davanti-Ronchi-il Bu~o I a renzela-Valle dei Ronchi-Stenfle-Valbella. b) Spin~ere dalla regione dei Ronchi in direzione Est verso Valpiana-Foza-Lazzarett1-Gavello una rapida azione in concorrenza con colonne del XX Corpo che da V~l Brenta supereranno i contrafforti di Sasso Rosso e Croce San Francesco, r~montando anche le forze di Val Gadena-Val Vecchia e Val Frenzela, nonche Valcapra-Godelluna. c) In ~n secondo tempo, l'ala destra dell'Armata, neutralizzando ovvero conqmstando le Melette, affronterà la traversata di Val Gad cadere . . L. . ena per m_reg10ne 1sser-B1vio Dori-Sperone di Faffenecche e collegandosi ' presso C1smon colla sinistra 4a Armata. . _d) La s!nistra ~ell' Armata (XII Corpo) opera in primo tempo er cost~tmre un. f~anco difensivo all'Armata tra il Bosco di Gallio (a par~ire da Villa Rossi mcl usa) e l' Assa, preferibilmente a nord del Ghelpac. 3. -

Ripartizione dei compiti.

. Il XIII Corpo opera colla 24a Div. Francese e la 14a Div cogli ob ' tt' v1 del 1o tempo t V'll R . ., ie I. ' ra I a oss1-Longara-Meletta davanti-Meletta d'1 G 11· Ronch1-Stenfle. a 10-

Il XX Corpo avrà il compito dell'azione dai Ronchi verso Est e dalla Val Brenta verso nord, per l'occupazione della regione di Foza e per l'ulteriore avanzata in regione Lisser-Cismon. Avrà a sua disposizione oltre la 7a e la 29 3 Divisione, anche la 27 3 Div., ora in riserva d'Armata, ed i 2 battaglioni d'assalto. L'azione del XX Corpo dopo l'occupazione della regione di Foza-Gavello, per procedere sugli obiettivi finali Lisser-Cismon, sarà meglio definita a misura che l'operazione procederà, dipendendo essa dai nostri primi risultati, e dall'effetto di disorganizzazione dell'avversario. Non si esclude quindi anche l'avvolgimento delle Melette da Nord, se, come sembra prevedibile, la più diretta avanzata al Lisser da Sud (e cioè dalla regione Gavello, per l'una o l'altra sponda del Gadena) riuscisse ritardata, o estremamente difficile. 4. - Sul fronte del XIII e XX Corpo saranno immediatamente spinti, come già prestabilito, i battaglioni complementari, per tenere la linea di partenza, avvertendo che a guardia del fronte della 24 a Div. Francese provvederà il reggimento di riserva d'armata della 20 3 Div., anziché quello di riserva della 27 3 Div. (accordi da prendersi fra XII e XIII). 5. - L'intera 28 3 Divisione (tranne le artiglierie) passerà in riserva di Armata: essa si troverà dislocata, la sera del 23 corrente, in località che sarà precisata ulteriormente. 6. - Si sono ordinati immediati spostamenti di alcune artiglierie verso la nostra ala destra ed in posizione offensiva, per cooperare all'azione preponderante sulla destra Armata. 7. - L'attacco, appena verrà ordinato, sarà preceduto da una preparazione d'artiglieria breve e violenta, per utilizzare l'effetto della sorpresa. L'ora precisa d'inizio della preparazione verrà comunicata ulteriormente. 8. - Sulla base delle presenti direttive, i Comandi di Corpo d'Armata concreteranno il loro piano d'operazione, che mi sarà comunicato entro domani 20. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE L'ARMATA F. to L. Montuori


- 780-

- 781 DOCUMENTO N. 248

COMANDO 6a ARMATA- STATO MAGGIORE N . 2210 S/ G

22 ottobre 191 8

Allegata n . 1 carta al 100.000 (omessa) OGGETTO: Direttive per l'azione AL COMANDO XII, XIII, XX CORPO ARMATA AL COMANDO ARTIGLIERIA E GENIO D'ARMATA ALL'INTENDENZA ARMATE GRAPPA ED ALTIPIA NI per comunicazione: ALCOMANDOPE4aARMATA AL COMANDO IX E X CORPO D'ARMATA AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI I. -

Durante le prossime operazioni l'armata deve tenersi pronta a :

fronteggiare eventuali reazioni avversarie;

- dare il maggiore appoggio possibile alle operazioni della 4 a armata, che tenderà alla conquista della linea Cismon-Torrente Cismon-ArtenFeltre; -

trattenere le forze nemiche sull'altopiano;

- tenersi in grado di approfittare senza indugio delle circostanze favorevoli che si presentassero. II. -

L'appoggio alle operazioni della 4a armata deve consistere:

a) in azione di artiglieria, per neutralizzare specialmente le batterie nemiche che hanno azione contro la sinistra della 4a armata ; b) in azioni di fanteria intese ad assecondare il movimento della 4 a armata, facendo avanzare le truppe del XX C.A. lungo la Val Brenta sino a Cismon. III. - L'azione per trattenere forze nemiche sull 'altopiano sarà svolta con intensa attività di artiglieria e di fanteria (colpi di mano) su tutta la fronte, tenendosi in misura di sfruttare le situazioni favorevoli che si presentassero. IV. - Le azioni di cui al comma II e III avranno inizio nel giorno X che sarà designato dal Comando Supremo. V. - La 6a Armata disporrà delle truppe attualmente a sua dipendenza, ad eccezione della 28 a Divisione, la quale passa a disposizione del-

Comando Supremo, e della 6a Divisione, che rientra alla piena dipendenza del comando della 1a Armata. VI. - Dovrà essere completamente pronta all'azione a datare dalla sera del 23 c.m .. Per l'attuazione dei compiti suindicati: 1. - Il XII C.A. disporrà della 20a Divisione (meno una brigata), della 48 a Div. britannica, di quattro battaglioni complementari, delle artiglierie già attualmente a sua dipendenza. Porrà l'altra Brigata della 20a Divisione a disposizione di questo comando quale riserva d'armata, dislocandola nella notte sul giorno X a Conca Carriola, ed a Granezza d'Asiago. 2. ~ Il XIII C.A., disporrà della 24a Div. francese, della 14a Div. italiana, di una brigata della 29a Divisione, del 52° e 70° battaglione d'assalto , è dì tre battaglioni complementari, nonché delle artiglierie già a sua dipendenza (comprese quelle della 27a e 28a divisione).

3. - Il IX C.A. disporrà della 7a Divisione, della 29a Divisione (meno una brigata) e di tre battaglioni complementari, oltre le artiglierie già alla sua dipendenza. 4. - La 27a Divisione, continuando a dipendere agli effetti disciplinari dal XII C.A., costituirà riserva d'armata, e dovrà trovarsi dislocata nella notte sul giorno X nella zona Campo Rossignolo-Piazza-Vittarolo-Lusana-S. Caterina. 5. - La 28a Divisione dovrà essere ritirata in piano a cavallo della strada Nason-Bassano, a sud degli alloggiamenti che i comandi del XIII e XII C.A. fisseranno per le truppe loro assegnate. Rimarranno temporaneamente sull'altopiano le artiglierie divisionali, a condizione però di poter essere anch'esse ritirate sollecitamente non appena ne sia dato ordine. 6. - Il XX C .A . avanzerà lungo la Val Brenta (comma b del n. 11) man mano che le operazioni della 4 a armata procederanno su Col CarileCol Bonato e verso il Torrente Cismon, tenendo collegamento colla estrema sinistra della 4a Armata lungo la linea di contatto indicata dall'unito allegato. A Monte di San Narino regolerà la sua avanzata lungo la Val Brenta in base alla occupazione dei ciglioni di sinistra Brenta da parte del IX C.d' A., alle operazioni concorrenti che questo farà per i valloni dall'alto verso il fondo valle, ed in base alla situazione nemica su alture di riva destra del Brenta. 7. - Il concorso di fuoco di artiglieria da darsi alla 4a armata (comma a del n. II) sarà disposto dal comando di artiglieria di armata colle modalità che saranno indicate dal comando della 4a armata ed ulteriormente comunicate.


- 783 - 782DOCUMENTO N. 249

8. - In dipendenza di tali modalità saranno anche regolate le azioni di artiglieria e di fanteria sul restante fronte dell'armata. Con riserva di precisare giorno ed ora di-tali azioni, saranno intanto tenuti pronti, per essere sferrati al primo cenno a partire dalla notte sul 24 c.m., vigorosi colpi di mano su tutto il fronte dell'armata, trasmettendo al più presto i relativi progetti a questo comando. Si avverte che salvo ordini in contrario i colpi di mano dovranno effettuarsi alle ore 0.15 del giorno X .

N. 2210 bis

9. - Pel XIII C.A., il colpo di mano della 24" Div. francese sarà diretto al Sisemol, e quello della 14" allo Stenfle. Il comandante del XIII C. A. giudicherà se al termine di detti colpi di mano sarà possibile di mantenere il possesso tanto dello Stenfle, quanto del Sisemol, tenendo presente l'importanza di tale possesso per meglio trattenere il nemico sul nostro fronte , e per permetterci a momento opportuno l'attuazione di operazioni offensive. L'artiglieria dovrà mettersi in grado di proteggere efficacemente tale possesso.

e per conoscenza: ALCOMANDO1"E4"ARMATA AL COMANDO IX E X CORPO D'ARMATA AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI

10. - Dipendentemente dall'andamento delle azioni della 4" armata, e dalle ripercussioni che esse avranno, sarà determinato se ed in quale misura converrà attuare le disposizioni già date .per l'ipotesi RR .: ad ogni modo a datare dallo stesso giorno X i comandi di C.d' A. si terranno in grado di prontamente sfruttare la situazione favorevole che si presentasse. Conseguentemente fin d'ora l'artiglieria completerà con azioni saltuarie di fuoco l'apertura dei varchi sulle prime e seconde linee nemiche. Sarà inoltre necessario avere continuamente la conoscenza più esatta possibile delle forze, intenzioni, movimenti nemici, per il che i prigionieri fatti nei colpi di mano sopra accennati dovranno essere sollecitamente interrogati, trasmettendo senza indugio a questo comando le informazioni assunte, o dovranno essere predisposti altri piccoli colpi di mano per procurarsi altri prigionieri, qualora occorra. , 11. - Disposizioni particolari regoleranno il servizio di collegamento di questo comando coi comandi di C.d' A. e di artiglieria d'armata, ed il servizio di ricognizione con aeroplani. 12. attuale. 13. -

Questo comando manterrà il suo posto di comando nella sede Accusare ricevuta. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE L'ARMATA L. Montuori

N.B. -

COMANDO 6" ARMAT~ -

STATO MAGGIORE 22 ottobre 1918

OGGETTO: Direttive per l'azione AL COMANDO XII, XIII, XX CORPO ARMATA AL COMANDO ARTIGLIERIA E GENIO D'ARMATA ALL'INTENDENZA ARMATE GRAPPA ED ALTIPIANI

Sciogliendo le riserve contenute nel foglio odierno di pari numero ed oggetto, si stabilisce quanto segue: 1o Il concorso di artiglieria da darsi alla 4 • armata dovrà avere inizio colla massima violenza alle ore 5 del 24 corrente (n. 7 del foglio 2210). 20 L'avanzata delle fanterie del XX C.A . in Val Brenta (n. 6 del foglio 2210) avrà inizio alle ore 7 .15 del 24 corrente. 30 I colpi di mano di cui al n. 8 del foglio 22!0 av~a~no inizio alle ore 0,15 del giorno 24 colle stesse modalità seguite nei colpi d1 ~an~ ~re~edenti; e cioè la mossa delle fanterie dovrà coincidere col fuoco d1 artlghena predisposto per l'esecuzione dei colpi di mano. 4 o L'azione di artiglieria su tutto il fronte dell'armata, svol!asi dalle ·n poi secondo le esigenze dei colpi di mano, assumera alle ore ore O. 15 l , . Il' tt re 5 tutti i caratteri di una vera e propria intensa preparaz~one a a acca, golando opportunamente il tiro in corrisp~ndenz_a del S1semol e dello Stenfle, in relazione alle disposizioni che avra dato 11 comando del XIII C.A. in conformità del n. 9 del foglio 2210. 5o _ L'azione di fuoco di preparazione iniziata alle 5 dura fi~~ alle 9 dopo di che sarà attenuata, o ripresa più tardi secondo ord1m ch_e ~:;a;no dati da questo Comando, in base agli avvenimenti nelle altre parti. 0 _ Nelle ore antimeridiane del 23 c.m. i comandi C.A. e d'ar~i~lie6 ria d'armata manderanno a prendere presso questo Comando l'ora ufficiale. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE L'ARMATA L. Montuori

Il presente sostituisce il promemoria 2203 in data di ieri .


- 784-

- 785 DOCUMENTO N. 250

XII ARMÉE ET FORCES FRANçAISES EN ITALIE ÉTAT-MAJOR - 3 ' BUREAU

Secret

23 e DJ.F. - Ses éléments organiques et les unités d'artillerie déjà affectées (Ili e et IV e groupes du 1 er R.A.M.; - 1 er groupe du 309 e R.A.L.; - régiment porté de 75 français):

plus: 2 groupes de montagne de la 52 e D.I.; 2 batteries de bombardes de 240 L.

N . 15/3

Au. Q.G. 15 octobre 1918 ORDRE PRÉPARATOIRE

52 e O.I.I. tagne.

Ses éléments organiques, moins son artilleries de mon-

0

l -

-

La XII e armée attaquera avec deux divisions en 1 re ligne:

IV 0 PRISE DU DISPOSITIF

23 e D.I. française à droite; une D .I. italienne du 1 er corps, à gauche;

-

et 2 D.I. en 2 e ligne: 52 e D.I. et une D.I. du 1 er C.A.

-

11° LIMITE ENTRE LES DEUX D.I. DE PREMIÈRELIGNE • Le cours de la Piave jusqu'à 1 kilomètre N.O. du pont (détruit) de Pederobba; une ligne sensiblement parallèle au chemin de Pederobba à Caniezza et à 1. kilomètre N . .414., de ce chemin-, Costalunga (au 1 er e .A. I) · . . . , pms une hgne Jo1gnant Costalunga à casa Giapponi (2 kilomètres S.O . d'Asolo). Premiers objectfis ••. 23 e D.I.. - Franchissement de la Piave et occupation de la ligne générale Monte P1anar, Monte Perla, Casa Santa Maria, en liaison à l'est avec la VIII e armee (27 e C.A.I.). . D.I. du 1 er C.A.I. - Occupation de la 1 er position autrichienne Jusqu'à la ligne Spinoncia, Quero, en liaison à l'ouest avec la 1v e armée. 0

IIl RÉPARTITION SOMMAIRE DES FORCES MISÈS À LA DISPOSITION DE L 'ARMÉE 1 er C.A. -

Infanterie: 24 e et 70 e D.I.

Artillerie: Les unités mises antérieurement à sa disposition;

plus: deux groupes de montagne de la 52 e D .I.; moins: deux batteries de bombardes de 240 L. • Susceptible d'étre modifiée. •• Réclamés par message le 15 octobre.

La date de prise du dispositif d'attaque de l'infanterie sera fixée ultérieurement. En ce qui concerne l'artillerie, le dispositif offensif sera pris le plus tot possible. L' A.C.D./23 relèvera en conséquence les batteries de 75 italiennes de la 24 e O.I.I. (23 e régiment) dans leurs emplacements et dans les missions de barrage que ces batteries assurent sur la rive est de la Piave. L' A.C.D./23 passera provisoirement à cet effet sous les ordres du commandant de l'artillerie du 1 er C.A. Le général commandant l'artìllerie de l'armée est délégué pour donner les instructions de détail. Les groupes de 65 M. de la 52 e D.I. ont été demandés et seront mis dès que possible à la disposition du général commandant le 1 er C.A., qui ·possède dès maintenant les éléments nécessaires à l'établissement de son pian d'action d'artillerie. LE GÉNÉRAL COMMANDANT LA XIIE ARMÉE ET LES F.F.I. Graziani Destinataires: I er C.A.l., 23 e D./., Art., S ce Té/égraphique.


- 786-

- 787 DOCUMENTO N. 251

XII ARMÉE ET FORCES FRANCAISES EN ITALIE ÉTAT-MAJOR - 3 ' BUREAU

Secret N. 55/3

Au. Q.G. 18 octobre 1918

OBJECTIF: Instruction personnelle et secrète POUR LE GÉNÉRAL COMMANDANT LE 1 er C.A.I. LE GÉNÉRAL COMMANDANT LA 23° D.I.F. LE GÉNÉRAL COMMANDANT LA 52° D.1.1. LE GÉNÉRAL COMMANDANT L' ARTILLERIE LE COLONEL COMMANDANT LE GÉNIE et à titre de renseignements: AU COMANDO SUPREMO (BUREAU DES OPÉRATIONS) AUX GÉNÉRAUX COMMANDANT LES IV e ET VIII e ARMÉES Les armées opérant sur le front de la Piave entreprendront à brève échéance une action offensive de rupture à laquelle coopèrera la XII e armée. La mission de la XII• armée consistera: a) dans un premier temps, à porter son aile droite au delà de la Piave ayant pour objectif les hauteurs au nord de Valdobbiadene en se liant ave~ la gauche de la VIII• armée (27° corps italien); b) dans un deuxième temps (après avoir reçu l'ordre du Comando Supremo) à se porter en avant vers le nord, avec toutes ses forces, à cheval sur la Piave: Objectif: la région Feltre, Arten. Pour ce deuxième temps, le 27 • corps italien pourra etre mis sous les ordres du général commandant la XII• armée. La couverture des f/ancs de la XII • armée sera assurée: - à l'est par l'action offensive de la VIII• armée· ' - à l'ouest par la IV • armée qui attaquera le Monte Spinoncia et pretera au 1 e, C.A. le concours de son artillerie. CONDITIONS GÉNÉRALS D'EXÉCUTION La XU-• armée se trouve au pivot du mouvement. Il faut donc que ce pivot soit rapidement et fortement réalisé.

L'éxecution de cette première partie de l'opération est confiée à la 23 e D.I.F., dont l'action sera préparée et appuyée par la plus grande quantité d'artillerie; en particulier un groupement de contre-batterie, sous les ordres du commandant de l'artillerie du 27 e corps, s'efforcera de neutraliser l'artillerie de la région de Valdobbiadene. Cette intervention devra prendre pour objectif la région Monte Pianar, Monte Perlo. Sur l'autre rive de la Piave (rive ouest) le 1 er corps italien, par ses feux et par ses menaces d'attaque, empechera les fractions ennemies qui sont devant lui de s'opposer à la progression de la 23 • D.I.F. sur la rive est. Ce premier temps réalisé, et après que le pivot aura été solidement tenu et progressivement élargi, les liaisons établies dans la XII • armée et avec la gauche de la VIII e armée, les passages sur la Piave augmentés et améliorés, la manoeuvre de l'armée consistera en une série d'efforts alternés s'exerçant des deux cotés du fleuve, l'avance des uns facilitant la progression des autres. C'est ainsi que la 23 • D.I.F. facilitera (quand l'ordre sera donné d'entamer l'exécution du 2 • temps de l'opération) la progression du 1 e, C.A. vers la ligne Monte Cisa, Quero. Cette progression sera, du reste, appuyée par toute l'artillerie qui pourra y etre appliquée: cette artillerie continuera à interdire, comme dans le premier temps, les routes de la vallée ainsi que les chemins de la région de Schievenin par lesquels les réserves ennemies pourraient intervenir. Au fur età mesure de l'avance, les routes du fond de la vallée devront etre réparées le plus tot possible; de la rapidité du travail dépend en effet la facilité des liaisons et de la poussée en avant. DISPOSITIF INITIAL Deux divisions en 1 er ligne ....................... .

70 • D.I. italienne

Deux divisions en 2 • ligne .......

23 • D.I. française 24 •. D.I. italienne 52 • D.I. italienne

la 24 • se tenant prete à appuyer, dépasser ou relever la 70 •; la 52 • ayant une des ses brigades prete à prolonger à droite la 23 • D.I. française, l'autre brigade en réserve d'armée. SECTEURS D'ENGAGEMENT. -

OBJECTIFS S UCCESSIFS

Axes de liaison (voir croquies) (omissis).


- 789-188-

RÉPARTITION INITIALE DES FORCES ET MOYENS MIS À L A DISPOSITION DEL 'ARMÉE

1 er C.A.I. - dispose des 24 e et 70 e D.1.1.; de 2 groupes de 65 M. de la 52 e·D.I. (initialment) . 23 e D.I.F. -

troupes faisant partie organiquement de la D.I.:

2 groupes de 65 M. français du 1 er R.A.M .

1 er groupe du 309 e R.A.L. (3 batteries 155 C.S .) · 2 groupes de 65 M. de la 52 e D.I. (pour le 1 er temps) . 2 batteries de 240 L. (venues du 1 er C.A.) 1 escadron du 21 e chasseurs Compagnies 12/3 et 12/4 du génie de corps français Compagnie 12/ 16 d'équipage de pont 30 e compagnie de pontonniers et équipage de ponts italiens Section 40/ 6 de lance-fl,ammes 12 e batallion de mitrailleuses du 89 e Territorial (protection des ponts sur la Piave). 52 e D.I. - Troupes faisant partie organique de la division, moins ses 4 grupes de 65 M. mis initialement à la disposition du 1 e, C.A.I. et de la 23 e D.I.F. ARTILLERIE D'ARMÉE

Groupes d'artillerie française et italienne dont le détail sera donné ultérieurement dans le pian d'action de l'armée. AÉRONA UTIQUE

2 1 2 2

escadrilles française8 escadrille italienne ballons français .. . ballons italiens .. .

dont la répartition sera donnée par le pian d'action de l'armée

RÉSER VE D'ARMÉE

Une brigade de la 52 e D.I. Le 21 e chasseurs (E.M., 3 escadrons, 1 peloton de mitrailleuses).

LA MISE EN PLACE DES FORCES

Déjà commencée en ce qui concerne l' artillerie, sera réglée ultérieurement pour l'infanterie ei les troupes des autres armes. Les généraux commandant le 1 er C.A.I. et la 23 e D.I.F. feront connaitre d'urgence l'emplacement de leurs P .C . en vue de permettre l'établissement des liaisons nécessaires . Le p .C. de l'armée fonctionnera jusqu'à nouvel ordre à Rossano Veneto. Le P.O. de l'armée sera à l' observatoire du Salder. LE GÉNÉRAL COMMANDANT LA XII e ARMÉE ET LES F.F.I. signé Graziani


- 790-

- 791 DOCUMENTO N. 252

FORCES FRANçAISES EN IT ALIE ET XII e ARMÉE ÉTAT-MAJOR - 3 ' BUREAU

Secret N. 138/3

Au. Q.G. 22 octobre 1918

OBJECTIF: Pian d'action de la XII• armée

tir du moment où elle sera arrivée à sa hauteur - soit vers Sanzan, soit dans toute autre région où le l.°' C.A. se serait trouvé arreté - et d'où il reprendrait dès lors aussitòt !'offensive, en liaison avec les troupes de la rive est. La manoeuvre consistera ainsi en une série d'efforts alternés s'exerçant des deux còtés de la Piave, l'avance sur une rive facilitant l'avance sur l'autre. B -

Détermination des missions et des objectifs ·

a)

I. -

BUT DE L'ACTION. -

MISSION DE L'ARMÉE

a) Les armées opérant à l'est de la ~renta exécuteront à bref délai une action offensive visant en particulier à mettre hors de cause la 6 e armée autrichienne après l'avoir séparée des 5 e et 11 e armée. b) Dans une action préliminaire, au jour X, la IV e armée, couverte sur sa droite par le 1 °' C.A. italien, attaquera sur tout son front en prenant comme objectif le couloir Primolano, Arten, Feltre c) Dans cette action préliminaire, le 1 e, corps a pour objectif normai (D) Ies hauteurs qui bordent immédiatement la rive ouest de la Piave en aval de Sanzan (7 kilomètres nord de Quero). Eventuellement, sur ordre du commandant de l'armée, il doit pousser jusqu'au confluent de la Sonna et de la Piave (I kilomètre N.E. de Sanzan). Les objectifs intermédiaires (A., B., C.) qui lui ont été fixés sont indiqués sur le croquis ci-joint (omesso). d) Dans la nuit suivant (X à X + 1) la XII e armée par son aile droite (23 ° et 52 • D.I.) et Ies armées au sud de la XII O forceront le passage de la Piave. L'aile droite de la XII O armée s'emparera des hauteurs de Pianar, Perlo et de la partie ouest de Valdobbiadene; l'armée tout entière poursuivra ensuite son offensive dans la direction générale du nord, à cheval sur la Piave. · Il. -

A -

CONDITIONS GÉNÉRALES D'EXECUTION

Idée de manoeuvre

Tant que l'aile droite sera en retrait par rapport au 1 er corps, son offensive devra etre facilitée par Ies feux d'artillerie et d'infanterie que celui-ci sera en mesure de diriger sur l'ennemi à l'est de la Piave. L'idée de petits détachements Iancés de la rive droite sur la rive gauche (est) n'est pas à exclure. L'aile droite facilitera de meme l'action du 1 er C.A. vers le nord à par-

La 23 ° D.I. entamera le passage et formera tete de pont. Dès que cette tete de pont lui paraitra suffisamment défendue et solide, le général commandant la division Iaissera passer le 1 °' Raggruppamento de la 52 e D.I. dont la mission est de s'élever en direction générale de Monte Cesen pour flanquer ultérieurement sur sa droite le mouvement de la 23 ° division vers le nord . . b) Le Comando Supremo envisage que le 27 ° C.A. sera mis à la disposition de la XII e armée à partir du moment où Valdobbiadene aura été occupé. Quelle que soit la décision prise à ce sujet, la XII O armée continuera sa progression à cheval sur la Piave. Les détails de cette progression ne peuvent pas etre réglés à priori: elle devra se développer dans les zones indiquées sur le croquis et qui sont attribuées: -

celle du fond à la 23 • D.I. (ou aux unités qui l'auront relevée);

-

celle du centre à la 52 ° D.I.; celle de l'est à une partie ou à la totalité du 27 ° corps.

c) L'objectif C (Monte la Croce, Monte Miliana, Monte Zogo, Monte Cesen, Monte Forcelletta) a paru etre le plus éloigné que l'on piìt atteindre le soir du jour X + I. Mais, après sa conquete, des patrouilles devront etre poussés en avant pour conserver le contact avec l'ennemi. L'arret sur cet objectif permettra de faire reposer les troupes, de remettre de l'ordre, en particulier en vue des passages de ligne évenctuels, de faire avancer l'artillerie et vérifier !es liaisons. Afin de ne pas retarder l'exploitation du succès, toutes mesures seront prises pour assurer la transmission rapide des renseignements faisant connaitre !es points atteints . .Cette exploitation sera confiée dans chaque grande unité à des colonnes allégées pourvues d'un minimum de 5 jours de vivres (vivres du jour, vivres de combat, vivres de réserve). Ces colonnes pousseront hardiment de l'avant, les unes par !es cretes,


- 792-

le autres par les fonds, se prètant un mutue! appui, chacune faisant-tomber , en les tournant, les résistances que pourraient rencontrer les voisines - toutes connaissant l'objectif final: Feltre (exclu), la région amont jusqu'à Mel (inclus). III - PLAN D'EMPLOJ DE L 'ENSEMBLE DES TROUPES D'ATTAQUE a) Répartition initiale des forces et moyens de tous ordres mis à la disposition de l'armée. Unités de première tigne.

Le 1 er C.A.I. dispose, outre ses éléments non endivisionnés, des 24 e et 70 e D.I. -

de 2 groupes de 65 M. et la 52 e O.I.I.

La 23 e D.I.F., outre ses éléments organiques, disposera de: - 4 groupes de 65 M. (2 groupes français et 2 groupes de la 52 e D.1.1.) .

- 2 groupes de 155 C.S. (dont un en remplacement de son groupe orga1nique). 2 batteries de 240 L. (venues du 1 er e.A.I.). 1 escadron du 21 e chasseurs. Compagnies 12/3 et 12/4 du génie de corps français. Compagnie 12/16 d'équipage de pants. 30 e compagnie de pontonniers et équipage de pants italiens. 12 e bataillon de mitrailleurs du 89 e Territorial. b) Pian de mise en piace des f orces et moyens

Les mouvements qui ne sont pas réglés par l'Ordre n. 117 /3 du 21 octobre feront l'objet d'ordres particuliers. Les mouvements d'artillerie seront réglés par le général commandant l'artillerie. c) Zones d'action. - Voir croquis. d) Emplacement initiaux et déplacements des P. C. XII e armée. - Emplacements initiaux: P.C.: Rossano - P .O.: Monte Salder, pour le 1 er temps; La Castella, pour le 2 e temps. 1 er C.A.I. - P.C. 1 er échelon: Costalunga; Asolo . Déplacement ultérieur sur l'axe: Pederobba, Quero. 23 e D.I.F. - P.C. San Martino. Q.G. Riese. Déplacement ultérieur sur l'axe: Pederobba, San Vito .

- 793 -

52 e O.I.I. - P .C. 1 er échelon: San Martino . 2 e échélon: Riese. Q.G. Villa Stecchini. Déplacement ultérieur sur l'ax~: Onigo, Valdobbiadene, route muletière Funer, Monte Orsere, Marziaj. IV -

PLAN D'EMPLOI DEL 'ARTILLERIE

L'action de l'artillerie le jour X sera réglée par entente avec la IV e armée; - l'action pour le jour X + 1 par entente avec la VIII e armée. Le général commandant l'artillerie de la XII e armée, ayant pris les directives des commandants de l'artillerie des Iv e et VIII e armées, établira son plan d'emploi et addressera des propositions en conséquence. V -

PLAN D'EMPLOI DE L'AÉRONAUTIQUE

Toutes les formations aéronautiques sont aux ordres du commandant de l'aéronautique française. - 48 e escadrille italienne et la section de chasse qui lui est rattachée et ballons italiens (14 et 33) à la disposition du 1 er C.A. - Escadrilles et ballons français (escadrilles 22 et 254-1; section de chasse à 6 appareils de la piace de Venise; ballons 40 et 60). Missions réparties selon les besoins par le commandant de l'aéronautique. Toutefois, l'escadrille 22 et le ballon 40 travailleront plus particulièrement pour les commandants des 23 e et 52 e D.I. et pour le groupement du Vignaux. L'escadrille 254 et le ballon 60 pour le 1 er C.A.I. et le groupement Stefano pour le Vl/9 e R.A.L. VI -

RÉPARTITION ET MISS/ON DES TROUPES DU GÉNIE

Les compagnies 12/3, 12/4 du génie de corps, la compagnie 12/16 d'équipage de pants, la 30 e compagnie d'équipage de pants italien, à la disposition de la 23 e D.I.F., lanceront deux pants d'équipages dans la région de Molinetto (nuit de X à X + 1). Les pants devront dans les plus bref délai possible ètre doublés de passerelles pour le passage de l'infanterie. II y a Iieu, de prévoir que, lorsque l'objectif A sera atteint, les compagnies 12/3, 12/ 4, 12/16 et 30 e compagnie de pontonniers italiens repasseront aux ordres du général commandant l'armée. La 30 e compagnie de pontonniers italiens sera maintenue pour l'entretien des pants.


-795 -

- 794-

Les compagnies du génie de corps, renforcées s'il y a lieu par des compagnies divisionnaires, seront employées sous le commandement du colonel commandant le génie de l'armée à la réfeétion des routes: 1° Pederobba, Molinetto, Funer, San Vito; 2 ° route est de la Piave; et au remplacement des ponts d'équipages par un pont de pilots (aménagement du pont de Fener).

DOCUMENTO N. 253

COMANDO 8a ARMATA -

STATO MAGGIORE

Riservato alla persona N. 7018 Pr. Op

13 ottobre 1918

Allegati n. 3 (omessi) OGGETTO: Direttive per l'offensiva oltre Piave

VII VIII -

PLAN DE LIAISONS (omesso) PLAN DE RECHERCHE, etc. (omesso)

IX - DES COMMUNICATIONS, RA VITAILLEMENTS ET ÉVACUATIONS (omesso) LE GÉNÉRAL COMMANDANT LA XII e ARMÉE ET LES FORCES FRANçAISES EN 1TALIE signé Graziani

AI COMANDI DELLA 10a ARMATA, DEI CORPI D'ARMATA VIII-XXII-XXVII - D'ASSALTO e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO . AL COMANDO D'ARTIGLIERIA D'ARMATA AL COMANDO DEL GENIO D'ARMATA 1. - Sul Piave si trovano due armate nemiche: di esse la 6a fronteggia 1'8a italiana ed ha le sue forze dislocate, secondo le ultime informazioni, come risulta dallo schizzo allegato 1. Ha per sola via di comunicazione la rotabile Sacile-Vittorio-Valmareno, la cui direzione è parallela al tratto di fronte volto a nord della nostra armata ed a breve portata da esso . Lo sfondamento della fronte del Piave, seguito da una decisa puntata su Vittorio, può tagliare la ritirata alla maggior parte dell'armata austriaca. L'8a Armata ha l'ordine di compiere questa operazione, passando il Piave fra Pederobba e le Grave di Papadopoli (incluse); perciò da essa dipenderanno, per l'operazione, anche l'XI corpo di armata e le due divisioni del XIV corpo d'armata britannico, formanti la 10a Armata agli ordini del Generale Conte di Cavan. 2. - In conseguenza, mentre, a destra, la 10 Armata costituirà fianco difensivo, le masse d'urto dell'VIII e XXII Corpo d'Armata agiranno direttamente su Vittorio ed il XXVII fiancheggierà a sinistra il XXII. E precisamente, partendo dal tratto di fronte che ogni corpo d'armata occupa attualmente; a) La 10a Armata dal fronte dell'XI corpo deve costituire testa di ponte oltre la linea delle batterie nemiche e formare fianco difensivo a destra appoggiandosi al Piave; collegarsi a sinistra con l'VIII corpo; b) L'VIII corpo d'armata deve occupare le alture di S. Salvatore e Conegliano e costituire testa di ponte, cercando a destra il collegamento con la 10a Armata;


- 796-

-797 -

c) È compito del XXII Corpo d'armata: stabilire una testa di ponte (ed un fianco difensivo a sinistra nella pianura di Sernaglia fino a che il XXVII corpo non sia sboccato, tenendo conto della zona paludosa fra i torrenti Rosper e Raboso), occupare gli sbocchi della Val Soligo verso la pianura predetta, attaccare da ovest le colline di S. Salvatore;

8. - L'inizio delle operazioni avrà luogo di sorpresa durante le ore notturne di una giornata X da stabilirsi.

d) Il XXVII corpo d'armata deve, col concorso delle batterie della 4" Armata, neutralizzare le masse di batterie di Valdobbiadene, tentare il passaggio del Piave a monte di Fontana del Buoro e passarlo effettivamente, se possibile. Esso deve appoggiarsi a sinistra alla 12• Armata lungo la linea di contatto segnata nello schizzo N. 3. - Per la riuscita dell'operazion~ occorre risolutezza e rapidità. L'occupazione immediata delle colline di S. Salvatore-Conegliano è della massima importanza; deve essere compiuta di primo sbalzo per eliminare le batterie che vi si annidano . A tale scopo, assegno ai corpi d'armata VIII e XXII le divisioni d'assalto 2• e I•. Raggiunto questo obiettivo, le dette divisioni torneranno a far parte del loro corpo d'armata d'assalto che resterà a disposizione di questo comando . 4. - La linea approssimativa da raggiungersi nella prima giornata ed i settori di operazione dei vari corpi d'armata risultano dallo schizzo allegato 2. Gli obiettivi successivi sono indicati nell'allegato stesso con linee approssimative. 5. - Le forze assegnate, in primo tempo, a ciascun corpo d'armata per l'operazione risultano dall'allegato 3. 6. - Ciascun corpo d'armata deve tentare il passaggio del fiume nel maggior numero di punti possibili. Occorre tuttavia prevedere il caso che su di un certo tratto il passaggio riesca in primo tempo impossibile. Le unità laterali, giunte sulla sponda sinistra, devono essere pronte ad aggirare il tratto di linea nemica che impedisce l'avanzata dell'unità contigua, sia a richiesta di questa, sia di propria iniziativa o per ordine di questo comando che provvederà, ove occorra, a sostituire con una parte delle proprie riserve le forze impegnate in questo compito . 7. - L'allargarsi del fronte richiederà l'entrata in linea di nuove grandi unità, la cui direzione di impiego sarà consigliata dall'andamento delle operazioni; tuttavia lo schieramento iniziale di queste forze retrostanti indica, all'incirca, gli intendimenti del comando dell'armata nella direzione del loro impiego.

9. -

Il presente foglio deve essere custodito dai titolari dei comandi

ai quali è diretto e le disposizioni che ne conseguono devono essere date esclu-

sivamente in for!Ila verbale ai comandi dipendenti per la parte che interessa ciascuno. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F.to Caviglia


-798-

- 799DOCUMENTO N. 254

10• Armata -

COMANDO 8" ARMATA STATO MAGGIORE -

UFFICIO OPERAZIONI

N. 7130 Op di prot.

La ripartizione dei settori per il tiro di controbatteria resta così fissato:

17 ottobre 191 8

OGGETTO: Direttive per l'impiego delle artiglierie AL COMANDO DELLA 10" ARMATA BRITANNICA AI COMANDI DEI CORPI D'ARMATA VIII-XXII-XXVII AL COMANDO ARTIGLIERIA DELLA 8" ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI 1. - Dipendenza delle artiglierie. - Risulta dallo specchio allegato 3 al foglio 7018 Op. del 13 corr. di questo Comando. Dipenderanno direttamente dal Comando Artiglieria d'Armata: i gruppi 172 e 222 (cannoni da 381) le batterie 720 e 723 (cannoni da 152/ 45). Inoltre, pur lasciandoli, per ora, alle attuali dipendenze , questo Comando si riserva, ove le circostanze lo richiedano, di avocare a sé o di passare da Corpo d'Armata a Corpo d'Armata le batterie dei raggruppamenti 3 °, 38 °, 71 °, ed il gruppo d'assedio (obici da 305) che possono agire sulla fronte di più Corpi d'Armata e su obiettivi speciali. 2. - Preparazione immediata. - È necessario agire di sorpresa sfruttandone i vantaggi fino all'estremo limite. In conseguenza la preparazione immediata dovrà essere improvvisa e violentissima. Disposizioni particolareggiate per l'applicazione di questo concetto e per l'esecuzione del tiro di neutralizzazione e di distruzione verranno date dal Comandante d'artiglieria d'Armata, il quale curerà anche che sia predisposto, col tiro, l'accecamento dei riflettori nemici.

Azione di controbatteria. - Lo schieramento delle artiglierie nemiche è caratterizzato da tre masse di batterie (Valdobbiadene-S . SalvatoreLe Grave) collegate da due cortine relativamente leggere ad andamento pressoché lineare. Dalle caratteristiche di questo schieramento deve conseguire la designazione dei gruppi destinati alla controbatteria e la determinazione dei vari tipi di proietti ordinari e speciali da impiegare. AI XXVII Corpo d'Armata è affidata la neutralizzazione della massa di Valdobbiadene ed a tale scopo disporrà oltre che del 18° Raggruppamento, di 4 gruppi francesi e di 3 del I Corpo d'Armata.

Ad oriente della linea Palazzon-C. La Sega-Cittadella;

VIII Corpo d'Armata Cucco-S. Maria di Feletto;

Fra la linea predetta e quella Castelviero-M.

XXII Corpo d'Armata - Fra la linea di Castelviero-M. Cucco-S. Maria di Feletto ed il meridiano di Mosnigo. XXVII Corpo d'Armata -

Ad ovest del meridiano di Mosnigo.

La ripartizione dei settori pel tiro di controbatteria è fatta in base agli accertamenti a tutto il 5 corr.: da allora il nemico può avere modificato Io schieramento della sua artiglieria e continuare a variarlo. È perciò necessario che le artiglierie di controbatteria siano anche preparate ad allargare il loro settore verso le zone vicine, dove si presume, da indizi recenti, o da nuove osservazioni, che abbiano avuto luogo gli accennati spostamenti. Si tenga presente che il tiro di controbatteria assume nel caso nostro capitale importanza. Esso dovrà essere iniziato non appena le batterie nemiche aprono il fuoco, od assieme al tiro di distruzione, e continuato fino a che si confonda col tiro di accompagnamento. Sulle batterie nemiche che, a malgrado dei tiri a gas, riuscissero particolarmente attive e pericolose si dovranno eseguire potenti concentramenti a proietti ordinari.

Tiro di accompagnamento. - Stabilito unicamente come orientamento generico uno schema desunto dalle linee del terreno e da una ipotetica celerità media di avanzata della fanteria, il tiro di accompagnamento deve adattarsi principalmente alla effettiva avanzata della fanteria, accompagnandola con soste e con sbalzi di varia ampiezza e frequenza, a seconda delle vicende del combattimento. La conformazione del terreno oltre Piave, salvo nel settore della 10• Armata, consente l'osservazione dei movimenti delle nostre truppe, epperciò rende facile l'applicazione di questo concetto di elasticità del tiro di accompagnamento. Si completi questo vantaggio organizzando con cura meticolosa collegamenti semplici, costanti, direttamente fra le unità attaccanti ed i gruppi di accompagnamento, ed in tale studio si tengano presenti gli aeroplani ed i palloni che possono dare efficacissimo contributo. Questa concezione del tiro di accompagnamento è più logica e redditizia, ma anche quella che richiede la più costante attenzione degli osservatori e dei Comandi di artiglieria; inoltre, in alcuni settori, come quello della 10• Armata, è ostacolata dal terreno, senza considerare che le condizioni atmosferiche possono anche impedirla.


- 801 -

- 800-

DOCUMENTO N. 255

Converrà quindi, come sistema da applicarsi qualora riesca impossibile l' attuazione del concetto esposto, fondarsi principalmente sullo schema accennato sopra, desunto dalle linee del terreno e dalla celerità media di avanzata della fanteria, e stabilire che l'artiglieria di accompagnamento trasporti il tiro da l'una all ' altra delle linee di attestamento indicate nello schema, in seguito a richiesta della fanteria, fatta mediante segnali convenuti. Il passaggio non dovrà essere fatto di balzo ma con allungamenti successivi in modo da rastrellare il terreno interposto. Avvertesi infine che l'accompagnamento non deve essere solo fro ntale, ma deve fiancheggiare le truppe con cortine di fuoco che insistano specialmente sugli elementi fiancheggianti nemici. Quelli, fra questi, che sfuggiranno al tiro di accomppagnamento, verranno battuti dai pezzi delle batterie di piccolo calibro in posizione appunto per battere in caccia tali bersagli speciali e poi dalle batterie di piccolo calibro in accompagnamento materiale delle fanterie. 3. - Interdizione lontana. - Sarà eseguita dalle artiglierie di Corpo d'Armata nei limiti del loro settore e della gittata dei pezzi di cui dispongono. Gli obiettivi oltre tale gittata saranno battuti dalle batterie dipendenti direttamente dal Comando d'Artiglieria d'Armata. Tengasi presente che i punti da battersi sono essenzialmente: i ponti sul Monticano, lo sbocco delle rotabili sulla pianura di Sernaglia, i nodi stradali in Val Soligo, gli abitati di Valdobbiadene e S. Pietro di Barbozza. 4. - Avanzata delle batterie. - Per quanto lo schieramento offensivo delle artiglierie permetta di accompagnare le fanterie col fuoco per una notevole profondità, occorre prevedere e predisporre per un'avanzata a scaglioni dei gruppi più mobili e più addestrati. Sono specialmente indicate per tale compito le batterie destinate, all'inizio, alla controbatteria che si renderanno libere dopo che saranno eliminate le batterie avversarie. Di massima si tenga presente che converrà far passare: le batterie da montagna con le fanterie; dopo di esse le batterie da campagna ed infine le pesanti campali e le autocampali. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE LA 8a ARMATA F . to Caviglia

R. ESERCITO 1T ALIANO -

COMANDO SUPREMO

UFFICIO OPERAZIONI

Riservato personale N. 14236 di prot. G .M.

20 ottobre 1918

Risposta al foglio 7130 del 17 corr. OGGETTO : Direttive per l'impiego dell'artiglieria A S.E. IL COMANDANTE DELLA ga ARMATA Ho esaminato le direttive per l'impiego dell'artiglieria emanate col foglio sopra indicato e in massima le approvo. . Ritengo però necessario richiamare l'attenzione dell'E.V . sulla 1mp~rtantissima e delicata questione del tiro di accompagnamento delle fantene. Dei vari sistemi che si possono attuare due soli hanno caratteristiche ben determinate e possono essere assunti come base: a) il tiro a spostamento orario; b) il tiro su successivi allineamenti e da spostarsi dall'uno all'altro di questi allineamenti mediante segnali. Tali due sistemi, ben distinti, non possono assolutamente essere associati senza pericolo di confusione che non può non avere gravi conseguenze. II primo non può essere utilmente applicato colle truppe n?s~re , che non vi sono abituate, e soprattutto nei terreni nostri, di carattenst1che variabilissime di tratto in tratto della fronte . Il solo sistema attuabiie nei nostri terreni è quello degli sbarramenti predisposti su successive linee ben individaute da evidenti eleme~ti topog:afi~i 0 da caratteristici elementi della sistemazione difensiva nemica. Pochi allineamenti successivi a conveniente distanza, sui quali l'artiglieria porta il suo tiro e ne lo sposta allorché le fanterie giunte a distanza da essi tale da essere danneggiate fanno un convenuto segnale, il quale deve essere diverso da allineamento ad allineamento . L'accompagnamento a vista, aleatorio (ondulazioni del terreno, vegetazione, fumo, ecc.), e compito delle artiglierie leggere e dei cannoni p~santi campali, integra il sistema nei soli spostamenti dall' uno all'altro allmeamento dando ad esso la voluta elastic!tà. In tal senso desidero che V.E. dia precise direttive, richiamando l'attenzione dei comandi dipendenti sulla necessità che tutto sia predisposto nei


- 803 -

- 802-

più minuti particolari (aggiustamenti su successivi allineamenti, segnali per indicare all'artiglieria gli spostamenti del tiro - razzi da innalzarsi dalla fanteria, fumate fatte da aeroplani di collegamento, dischi per indicare, ove il terreno lo consente, la posizione raggiunta dalle fanterie). Soprattutto occorre assicurarsi che tutti comandi e reparti di fanteria e di artiglieria siano perfettamente edotti del sistema e dei segnali stabiliti e quindi ben collegati anche durante l'azione, onde assolutamente evitare tir~ dannosi per le nostre truppe. IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO F.to Diaz

DOCUMENTO N. 256

COMANDO DELLA 8a ARMATA - STATO MAGGIORE UFFICIO OPERAZIONI Riservatissimo 15 ottobre 1918

N. 7097 Op : di prot.

OGGETTO: Riunione del Corpo d'Armata A S.E. IL COMANDANTE DEL CORPO D'ARMATA D'ASSALTO

In relazione alle prescrizioni di cui al N. 3 delle direttive (N. 7018 del 13-10-18), prego V .E. di voler portare la sua attenzione sulle località nelle quali ritiene di poter raccogliere il Corpo d'Armata nella prima giornata dopo compiuta l'operazione del primo tempo. Resta inteso che il Corpo d'Armata d'assalto resterebbe al di là del fiume e che le maggiori probabilità d'impiego sono in direzione di Vittorio o p~r la direttrice Falzé-Vittorio, o per quella Conegliano-Vittorio. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE LA 8a ARMATA F. to Caviglia

I

/


- 805 -

- 804-

DOCUMENTO N. 258 DOCUMENTO N. 257

COMANDO DELLA 8a ARMATA

COMANDO DELLA 8a ARMATA STATO MAGGIORE -

STATO MAGGIORE - UFFICIO OPERAZIONI

UFFICIO OPERAZIONI

Riservato personale urgente

Riservato alla persona 20 ottobre 1918

N . 7238 di prot. Op.

Promemoria per le LL.EE. i Comandanti di Corpo d'Armata e per i Comandanti del Genio e di Artiglieria di Armata 1. - Traghettare le prime truppe e costituire testa di ponte. Contemporaneamente, gettare i ponti e continuare il traghettamento. Queste operazioni richiedono parecchie ore e devono essere fatte di sorpresa. 2. - Non appena sulla sinistra saranno passate sufficienti truppe, attaccare di sorpresa e senza rumore la linea di osservazione nemica. ,.

3. - Aprire violentissimo tiro di preparazione e quanto più breve è possibile sulla seconda e terza linea nemica. Tale tiro dovrà essere iniziato in modo da essere ultimato sulla seconda linea nel momento in cui le Divisioni di assalto sono tutte sulla sinistra e si slanciano all'attacco di essa. È necessario che questo tiro abbia la minima durata. In conseguenza, concentrare tutto il tiro possibile sulla seconda linea nemica e poi portarlo sulla terza, non appena la seconda sarà stata presa. 4. - Tenere presente che le riserve nemiche saranno proiettate sulle seconde linee. Battere queste con particolare violenza. 5. - Qualora il tentativo sia avvertito ed il nemico apra il fuoco, iniziare senz'altro il tiro di preparazione: in questo caso le operazioni che dovevano essere effettuate di sorpresa (gettamento dei ponti, passaggio delle Divisioni d'assalto, conquista della linea d'osservazione nemica) saranno compiute di viva forza. 6. - Non arrestare mai il passaggio sui ponti - una grande unità segua ininterrottamente l'altra. F.to Caviglia

N. 7316 Op. di prot.

23 ottobre 1918

OGGETTO: Comunicazione AL COMANDO DELLA 10a ARMATA AI COMANDI DEI CORPI DI ARMATA VIII-XVIII-XXII-XXVIID'ASSALTO AI COMANDI DI ARTIGLIERIA E GENIO DI ARMATA Sembra che il nemico sia informato delle nostre intenzioni. Occorre che tutto sia pronto per il passaggio del Piave di viva forza; le artiglierie siano in misura di entrare rapidamente in azione non appena il nemico dimostri di reagire alle nostre operazioni di passaggio . IL TENENTE GENERALE COMANDANTE LA Sa ARMATA F.to Caviglia


- 807 -

- 806DOCUMENTO N. 259

COMANDO DELLA 8a ARMATA STATO MAGGIORE - UFFICIO OPERAZIONI

N. 7259 Op. di prot.

21 ottobre 1918

OGGETTO: Funzionamento dei servizi del Genio in relazione ~Ile operazioni oltre Piave AL COMANDO DEI CORPI D'ARMATA VIII-XXII-XXVII AL COMANDO DEL CORPO D'ARMATA D'ASSALTO AL COMANDO DI ARTIGLIERIA DELLA 6a ARMATA AL COMANDO DEL GENIO DELLA 8 a ARMATA ALL'INTENDENZA DELLA 6a ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO DEL XVIII CORPO D'ARMATA I. -

BATTAGLIONI ZAPPATORI

I battaglioni genio divisionali rimarranno a disposizione delle rispettive divisioni. Gli altri a disposizione del Comando Genio d'Armata per essere impiegati immediatamente a tergo delle truppe operanti (strade, vie di accesso, consolidamento ponti, etc.). Il. -

BATTAGLIONI PONTIERI

La dislocazione delle 10 compagnie, i ponti ad esse affidati, le località del gittamento dei ponti, risultano dallo schizzo annesso (omesso). 32 sezioni da ponte - ora tenute in riserva - saranno impiegate per i passaggi secondari sul Piave o per i ponti sui fiumi minori: esse sono già concentrate, in parti pressoché eguali, a tergo dei Corpi d'armata attualmente in linea. 2500 metri di passerelle su galleggianti verranno distribuite alle compagnie pontieri. 10.000 metri di passerelle su cavalletti verranno prelevate - nella misura necessaria - presso i Comandi genio di corpo d'armata dalle compagnie pontieri. Il servizio degli equipaggi e delle sezioni da ponte sarà fatto esclusivamente dai pontieri; quello dei passaggi su galleggianti verrà fatto dai pontieri per la parte che riflette la condotta dei galleggianti stessi, il resto da ausiliari di fanteria. Le passerelle su cavalletti saranno costruite e~clusivamente da truppe combattenti. Oltre i predetti passaggi sarà provveduto al servizio dei traghetti (gal-

leggianti sèiolti e porti scorrevoli e girevoli) per cura de~ po~tieri. _All'uop~ sono raccolti in parti pressoché eguali circa 158 gallegg1ant1, ma m caso d1 bisogno potrà servire tutto il materiale d'equipaggio galleggiante. . Ponti e passerelle assumeranno la denominazione stabilita dal fogho 2942 del 19 corrente del Comando Genio. III. -

BATTAGLIONI MINATORI

Ad ogni corpo d'armata sarà assegnato un reparto minatori per liberare i centri abitati, i ponti, le opere d'arte in genere, da insidie nemiche. I rimanenti minatori rimarranno a disposizione del Comando Genio d' Àrmata ed avranno il compito principale di completare ed estendere l'opera dei tre reparti suddetti. . . Se sarà necessario, un'intera compagnia potrà essere messa a d1spos1zione di ciascun corpo d'armata. Le compagnie minatori saranno sin d'ora disimpegnate dagli attuali servizi secondo disposizioni impartite dal comando genio d'armata e si dislocheranno: - a Camalò, compagnie: 34-40-44; - nei pressi di Pigra di Levada, compagnie: 20-29-47. La 4a compagnia si raccoglierà fra Cusignana e Camalò dopo aver p~eso ordini dai comandi di corpo d'armata circa le interruzioni e le polveriere in consegna. . La 9 c compagnia presidiaria assumerà il servizio di guardia delle polveriere della zona. IV. -

SERVIZIO TELEGRAFONICO

L'Ispettorato telegrafico d'armata provvederà ad assicurare i collegamenti di questo comando col Comando Supremo, coi comandi di corpo d'armata e colle retrovie. Gli ispettori telegrafici di corpo d'armata provvederanno ai c?llegam~n~i interni dei corpi d'armata, a quelli con le unità laterali ed interm delle d1v1sioni. V. -

SER VIZIO RADIOTELEGRAFICO .

Le stazioni assegnate ai Comandi di grandi unità dovranno seguire i . comandi medesimi per assicurare la continuità delle comunicazioni. I mezzi di trasporto (specialmente per i materiali più urgenti: gruppi elettrogeni, batterie accumulatori di ricambio, stazioni di ascolto pel servizio artiglieria) saranno forniti dai comandi interessati.


- 809-

- 808-

VI. -

SERVIZIO IDRICO

Il rifornimento idrico del territorio sulla sinistra del Piave è dato attualmente dai seguenti acquedotti locali: · Susegana-Conegliano (con impianto di sollevamento); Vittorio-VenetoPieve di Soligo-Farra di Soligo-Cison-Follina-Vidor (di scarsa portata); Valdobbiadene-Bigolino, e da numerosi pozzi con acqua abbondante, esistenti a Moriago ed in tutta la pianura.

Compiti immediati da assolversi in un primo tempo: eventuale riparazione degli impianti esistenti - installazione di pompe a mano presso i pozzi - impianto di pozzi Northon nelle località presso il Piave. Per somministrare acqua potabile al territorio sulla sinistra del Piave saranno impiantati nei ghiaioni della riva sinistra dei pozzi Northon che danno l'acqua già filtrata naturalmente.

X. -

SERVIZI ELETTRICI

Provvederanno alla presa di possesso degli impianti elettrici, al loro riattamento ed alla distribuzione della luce secondo i bisogni. Provvederanno inoltre alla manutenzione dell'attuale rete sino alla consegna ad altro ente .

XI. -

Il Comando della sezione in primo tempo si trasferità a Montebelluna costituendo distaccamento a Montebelluna-Camposampiero-CastelfrancoIstrana e Musano. Sarà sempre in grado di intervenire là ove sarà richiesto lo speciale servizio e di continuare lo spostamento in avanti secondo ordini che verranno emanati. XII. -

VII . -

UFFICIO STRADE

Funzionerà secondo ordini già dati dal Comando Genio d'Armata. Occupata la zona di là dal Piave avrà a centri direttivi: Vidor-SernagliaPieve di Soligo-Susegana-Tezza ed impianterà nuovi cantieri a Spresiano-Sovilla-Cornuda-Castelli-Casa Marseille per la manutenzione stradale a nord della linea Caselle d'Asolo-Montebelluna-Treviso sino al Monticano. A sud di detta linea la manutenzione verrà assunta dalla Direzione del Genio civile dell'armata. VIII. -

SERVIZIO FOTOELETTRICO

Costituiranno riserva d'armata tre autostazioni e 5 proiettori ad incandescenza portatili per le urgenti richieste di illuminazione prima che le autostazioni abbiano varcato il Piave. Le compagnie 9-10 e 36 continueranno ad essere alle dipendenze dei comandi di corpo d'armata e del comando della difesa aerea secondo le modalità contenute nel foglio 5111 Op. del 13 Luglio di questo Comando . Lo spostamento in avanti di tutti i mezzi fotoelettrici si effettuerà con mezzi propri. IX . -

TELEFERICHE E TELEFORI

Saranno impiantati secondo il progetto comunicato da questo Comando. Vi sono inoltre 35 telefori di riserva che saranno distribuiti a seconda delle richieste dei comandi di corpo d'armata in relazione alle esigenze tattiche.

SERVIZIO POMPIERI

MATERIALI

Mentre in un primo tempo si continuerà ad attingere il materiale dai depositi, ne verrà impiantato uno a Spresiano - stazione più avanzata della rete ferroviaria dell'armata. Lo spostamento ulteriore dei depositi sarà regolato secondo le evenienze. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELLA ga ARMATA F.to Caviglia


- 810-

- 811DOCUMENTO N. 260

DOCUMENTO N . 261

COMANDO DELLA 8a ARMATA STATO MAGGIORE -

23 e DIVISION

UFFICIO OPERAZIONI

N . 7415 di Pr. Op.

ÉTAT-MAJOR -

26 ottobre 191 8

OGGETTO: Direttive per il Corpo d'Armata d'assalto AI COMANDI DEI CORPI D'ARMATA D'ASSALTO, VIII, XXII e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO -

UFFICIO OPERAZIONI

Come ho verbalmente indicato alle LL.EE. i comandanti di corpo d'armata ai quali la presente è diretta, non è da escludersi l'eventualità che le divisioni d'assalto possano raggiungere i loro primi obbiettivi di sbalzo e senza forti perdite. Una tale eventualità potrebbe essere conseguenza o delle attuali condizioni morali delle truppe che si hanno di fronte oppure anche della decisione, che potrebbe avere preso il nemico, di opporre resistenza più indietro, come farebbe supporre l'arretramento segnalato di sue batterie di grosso e medio calibro. Qualora un tale fatto avesse a succedere, io riterrei opportuno che le due divisioni di assalto, riunendosi sotto il comando di S.E. il Generale Grazioli, procedessero direttamente su Vittorio, ed in tale evento i due corpi d'armata laterali XXII e VIII, dovrebbero provvedere a formare scaglioni laterali a garanzia delle ali del corpo d'armata d'assalto . Questo Comando farebbe da parte sua seguire riparti ciclisti in appoggio del corpo d'armata d'assalto. Non verificandosi l'eventualità di cui sopra, resterebbero ferme le disposizioni già date, per le quali il corpo d'armata d'assalto verrebbe raccolto nelle località già studiate pel successivo impiego. Per quanto si riferisce, nell'ordine del Comando del Corpo d'Armata d'assalto, agli elementi della 48a divisione, poiché non può ritenersi sicuro il passaggio di essi sulle passerelle, potrà darsi che non si trovino in realtà nell'avanzata fra le due Divisioni d'Assalto; e perciò il Comando del Corpo d'Armata d'Assalto è bene non vi faccia alcun assegnamento: qualora vi si trovassero dovranno appena possibile essere fatti riunire alla 48 a Divisione. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F. to Caviglia

3 ' BUREAU

N. 4015 / S (Résponse à la note n . 89/3)

Q . G. 21 ottobre 1918

OBJECTIF: Directives du général commandant la 23 • O.I. concernent le passage de la Piave et la manoeuvre (1 •• temps) Ci-joint le résultat des reconnaissances techniques_ relatives au lancement des ponts, les horaires prévus pour leur construct10n et leur passage, et une carte. 1° Le Jour J-1, à tombée de la nuit, passage en 4 ou 5 groupes de 2 compagnies de 100 hommes environ, au total 200 hommes.

Mission: a) Prendre position sur la rive gauche de la Piave derrière le mouvement de terrain de Settolo Alto entre San Luca et Casa la Montagnola. b) Protéger le lancement des deux ponts. Ne pas se montrer, ne faire aucun bruit. Enrayer toute incursion ou manifestation de l'infanterie ennemi sur !es travailleurs ou sur les ponts. Dès que le pont sud est construit et a livré passage au reste du bat~illon (Rgt A), ce 1 e, bataillon s'oriente et se dirige sur le front ~o~te Pia~ar, Monte Perlo, ouest de San Gervasio, sur la route de San Vito a Segusmo, avec mission: _ de servir d'avant-garde, de reconnaitre et d'occuper ses pre~iers ?bjectifs qui serviront de point de départ pour remonter la Piave en direct10n du nord. Liaisons vers Funer avec !es premiers éléments de la 52 e D.I. alpine. 2° Le Jour-J -

Mission du 2 e bataillon du régiment A.:

Suivi par 2 batteries du III e;1 e, R.A.M ., servir d~ soutien à l'avan:garde en occupant: Monte Cei, Osteria Nova, San Vito, Casa Bernard1, (éventuellement Funer pour aider la 52 e D.I.). 3° Appui d'artillerie: Le passage des éléments précédents ne sera préparé par l'artill~r~e (':.C:, _ A.L.C., _ A.M.) de la O.I. que si les renseignements recueilhs devo1lent un ennemi prèt à résister et à combattre.


- 812 -

- 813 -

4° Mission du 3 e bataillon du régiment A.:

DOCUMENTO N. 262

Suivi par la 3 e batterie du III/I er R.A.M., sous la protection et l'appui des 2 bataillons précédents, progresser en direction de Segusino par la route.

COMANDO DELLA 10• ARMATA 16 ottobre 1918, ore 22

Flanc-garde poussée en direction de Spinoze et Stramare (liaison avec la 52 e D.I. alpine).

OGGETTO: Ordine di operazioni n. 1

5 ° Les régiments B et C. se rapprocheront des ponts en formation échelonnée et largement articulée sous la protection éventuelle de notre artillerie. - Toute l' A.C. et l' A.L.C. resteront sur la rive droite de la Piave, pretes à intervenir sur la rive gauche pour appuyer la progression du régiment A. Le IV /I e, R.A.M. sera piacé en batterie vers al Cristo, San Sebastiano, pret à etre porté en direction de Quero. Les éléments occupant les tranchées de la rive droite de la Piave (régiment B) prendront la suite du régiment A et seront remplacés dans Ieur mission par le 12 e bataillon de mitrailleuses. Le développement de la manoeuvre projetée après le I er temps sera adressé ultérieurement.

I. - La 7• Divisione Britannica del XIV Corpo d'Armata, darà il cambio in linea alla parte nord della 37• Divisione Italiana dell'XI Corpo. La carta topografica annessa mostra la delimitazione fra i Corpi d' Armata.

L'équipage de ponts français gardé initialment en réserve sera pret à réparer le pont de Fener aussitot que possible (meme le soir de J-1 si la progression du I er C.A. le permet). LE GÉNÉRAL COMMANDANT LA 23 e D.I. signé Bonfait

2. - Una Brigata di Fanteria della 23• Div.ne Britannica sarà aggregata alla 7• Div.ne Britannica per questo cambio e sarà posta in linea nella metà a nord del settore della 7 • Div .ne Britannica. 3. corrente.

II cambio avrà inizio il 18 corrente e dovrà aver termine il 20

4. - L'artiglieria britannica entrerà in posizione secondo gli ordini che saranno emessi dal Generale Comandante l'artiglieria Reale, e sarà in posizione per la mezzanotte della notte fra il 21 ed il 22 corrente. Nessun pezzo inglese farà fuoco, eccettuato in caso di attacco nemico, senza ordini di questo comando. 5. - La prima linea sarà tenuta molto leggermente con poche truppe e tutte le truppe che saranno in posizioni visibili al nemico e gli ufficiali e attendenti che muoveranno dalle retrovie verso posizioni visibili indosseranno elmetto e cappotto italiani. All'uopo saranno prelevate e distribuite 300 serie per il comando della 7• Divisione. 6. - Tutti i dettagli del cambio saranno stabiliti d'accordo fra la 7• Divisione Britannica, l'XI Corpo Italiano e la 37• Divisione. 7. - Una carta topografica delle nuove zone assegnate alla 7 a Divisione Britannica ed alla 37• Divisione Italiana è acclusa al presente ordine. 8. -

Pregasi accusare ricevuta. F. Gathorne Hardy MAGGIOR GENERALE CAPO DI STATO MAGGIORE


- 815 -

- 814DOCUMENTO N. 263

COMANDO DELLA lOa ARMATA 17 ottobre 1918

Istruzioni preliminari N. 1

. 1. - La 1oa Armata, in cooperazione con gli attacchi di altre armate m data che sarà più tardi comunicata, forzerà il passaggio del Piave ed avan: zerà rapidamente verso la Livenza. 2. - I limiti e gli obiettivi della 10a Armata sono indicati nella carta d_istribuita nella conferenza tenuta il 14 ottobre, corretta dall'accluso tracciato. 3. -

Il passaggio del fiume sarà diviso in due fasi:

a) Conquista dell'Isola di Grave di Papadopoli. b) Avanzata dalla suddetta Isola alla riva opposta. 4. __:_ Il piano generale sarà il seguente: a) Appena farà scuro varare i battelli necessari, e portare sulla riva i materiali da ponti. b) Ad un' ora che più tardi sarà comunicata - che sarà prossima alla mezzan?tte - cominciare il passaggio del fiume. Alla stessa ora sarà aperto pure 11 bombardamento di artiglieria. Non vi sarà accrescimento del fuoco di artiglieria prima dell'apertura dell'intenso bombardamento. c) Completare la conquista dell'Isola durante la notte. d) Avanzare all'attacco delle difese della riva opposta ad un'ora che sarà notificata più tardi, e che sarà verso l'alba. 5. - Ordini particolareggiati per l'artiglieria saranno impartiti dal generale comandante l'artiglieria d'armata. 6. - L'8 a Armata sul nostro fianco nord, attaccherà simultaneamente alla 10a Armata e proteggerà il nostro fianco nord. La 3a Armata a sud non attraversà il Piave, finché la 10a Armata non avrà liberato i passaggi. . L'XI corpo italiano sarà perciò obbligato a curare la protezione del suo fianco a sud. Per assicurarsi la suddetta protezione la fronte della 23 a Divisione bersaglieri sarà, nel giorno dell'azione, tenuta da non più di un reggimento. Il resto della 23 a Divisione bersaglieri sarà concentrato in una posi-

zione dalla quale possa essere rapidamente trasferito dall' altra parte del fiume, dietro la 37a Divisione italiana dell'XI corpo. 7. - Oltre alle unità del Genio che posseggono presentemente, le seguenti unità saranno aggregate ai corpi: All'XI corpo italiano: comando del 50° battaglione italiano pontieri e la 6a e 26a compagnia pontieri. AL XIV Corpo Inglese: la 18a e la 31 a Compagnia pontieri inglesi per i ponti sul Piave, così da mantenere intatto l'equipaggio delle sue compagnie campali. 8. - Per l'intercomunicazione nell'interno dell' XI Corpo Italiano il XIV Corpo inglese aggregherà uno squadrone del Northamptonshire Yeomanry all'XI Corpo Italiano. 9. - Istruzioni scritte possono essere inviate alle Divisioni, ma tutti gli ordini dati nell'interno delle Divisioni saranno, per ora, verbali. lO. -

Pregasi accusare ricevuta. F. Gathorne Hardy IL MAGGIOR GENERALE CAPO DI STATO MAGGIORE


- 816 -

- 817 DOCUMENTO N. 264

23rd october 1918 TENTH ARMY Preliminary Instruction n. 3

1. - The 56th ltalian Division has been alloted to the Tenth Army as Army Reserve, and will be directly under the orders of the Tenth Army. 2. - The Headquarters of this Division are at the moment at Quinto di Treviso . 3. - At an hour on a date to be notified later, probably during the 24th inst, this Division will concentrate North-east of Treviso. 4. -

The role of this Division cannot at the moment be clearly defined.

5. - 1t is probable, however, that it will be employed either to reinforce the left of the XIV British eorps and assist the XIV British eorps to gain touch with the VIII eorps of the Eighth Italian Army, or in a southeasterly direction on the right flank of the Xlth Italian eorps with the object of gaining the line of the Treviso-Oderzo Railway and clearing the bridges at Ponte di Piave for the passage of the Third Italian Army. 6. - The O.O.e., 56th Italian Division, should piace himself in touch with the eommanders of both the Xlth ltalian eorps and XIV British eorps and ascertain their plans and lines of approach to the crossings of the Piave. To advance to the attack of the defences on the left bank of the river at an hour to be notified later, which will be shortly after dawn, and will be called «H». 7. - The XI ltalian and XIV British eorps will make their own artillery arrangements for the capture of the Island Grave di Papadopoli, with the following reservations : a) No bombardment will be opened before 23 .30 hours except as laid down in para. 5 (b). b) The area shaded in Blue will be kept under fire from that time when artillery fire is opened until Zero plus 4 hours, when the artillery will lift and each eorps will clear up that portion within their own boundary. 8. - The advance to and beyond the left bank of the Piave will be carried out in stages :

First Stage: Green Dotted Line. Second Stage: Red Dotted Line.

Third Stage: Blue Line (Dotted). Fourth Stage: Green Line. Fifth Stage: Blue Line. 9. - The barrage will lift off the Green Dotted Line at «H» hours to a distance of 200 yards to enable the infantry to capture this line. Ad «H» plus 25 minutes the barrage will commence to creep and advance at the rate of 100 yards metres in five minutes to 200 yards beyond the Red Dotted Line where it will pause until «H» plus 2 hours and 35 minutes. . At «H» plus 2 hours and 35 minutes the barrage will commence to creep forward again at the rate of 100 metres yards in six minutes to a line 200 yards beyond the Blue Dotted Line where it will again pause. Once the Blue Dotted Line is reached the hour at which the barrage will again move, and the rate at which it will move, is left to the discretion of the eorps eommanders. 10.

Detailled orders for the artillery will be issued by the O.O .e .,

R.A ..

11. - The Third Army to the south will not cross the Piave until the action of the Tenth Army has freed the passages. The Xlth Italian eorps will therefore be o bliged to find the protection of its southern flank. To ensure this the front of the 23rd Bersaglieri Division will on the day of attack be held by not more than one regiment. The remainder of the 23rd Bersaglieri Division will be concentr_ated in a position from which it can be rapidly transferred across the river in rear of the 37th ltalian Division of the Xlth ltalian eorps . The Eighth Army on our northern flank is attacking simultaneously with the Tenth Army. In the first instance the VIIIth ltalian eorps of the Eighth Army will cross the Piave northwest of the Nervesa railway bridge, and will not therefore, until a considerable advance has been made, gain contact with the left of the XIVth British eorps. The XIVth British eorps will therefore, in the first instance, have to arrange for the protection of its left flank, and will not advance beyond the Blue Dotted Line, west of Borgo Malanotte, until information as to the progress of the VIII th Italian eorps has been forwarded from these headquarters. 12. - The final line reached will be held as a line of resistance. In addition a line of defence will be established along the Blue Dotted Line.


- 819-

- 818 -

13. - Strong points will be established in the neighbourhood of Roncadelle, Ormelle and S. Polo di Piave by the Xlth. ltalian Corps and in the neighbourhood of S. Polo di Piave, C. Paladih, Tezze and C. Benedetti by the XIVth British Corps. Definite parties will be told off in advance far the construction of these strong points and far their garrison. 14. - Corps will be prepared to push on rapidly to the further objectives on receipt of orders from Tenth Army Headquarters. 15. - In addition to the Engineer Units at present with then, the following additional units will be attached to Corps: To Xlth Italian Corps. H.Q. of 5th ltalian Bridging Battalion and 6th and 31st companies of pontonieri. To XIVth British Corps. 18th. Company of pontonieri. The XIVth British Corps will use the equipment of the British Pontoon Parks far the Bridges aver the Piave so as to maintain their Field Company equipment intact. There are new 50 boats at Treviso of which 30 are suitable far ferrying purposes. The Chief Engineer will issue these boats in equal proportion to the Xlth ltalian and XIVth British Corps.

DOCUMENTO N. 265

COMANDO DELLA 10a ARMATA N. S.G. 360/7 AL COMANDO DELLA 8a ARMATA 1. -

Propongo quanto segue per la conquista delle Grave di Papado-

poli. 2. - Appena l'oscurità lo permetterà saranno completati gli apprestamenti per la traversata, varati i battelli, portati avanti i materiali da ponte, ecc .. 3. - Alle 00.01 (mezzanotte) comincerà il passaggio del fiume . Alla stessa ora sarà aperto il fuoco di artiglieria. II Generale Paolini mi ha informato che tutti gli sforzi per sbarcare sulle Grave di sorpresa non sono riusciti nel passato per il fuoco di fucileria. Non credo, perciò, che lo sbarco possa effettuarsi senza il concorso dell'artiglieria. 4. - All'alba propongo di continuare l'avanzata verso la riva opposta. 5. - Se si presenterà l'opportunità, intendo di occupare previamente l'isola, ma ciò soltanto nel caso che possa essere fatto di sorpresa senza il concorso dell'artiglieria. IL GENERALE COMANDANTE LA xa ARMATA F.to Cavan

16. - For the purposes of inter-communication within the Xlth ltalian Corps, the XIVth British Corps will attach one squadron of the Northants Yeomanry to the Xlth ltalian Corps. 17. - Corps will retain the methods of inter-communication with aeroplanes to which they are accustomed. The position of the leading infantry will be denoted to aeroplanes by means of red flares in both the Xlth Italian and XIVth British Corps . For this purpose the D.A. Q.M.G. will issue 8,000 Red flares to the Xlth Italian Corps. (SD.) F. Gathorne Hardy MAJOR-GENERAL GENERAL STAFF

17 ottobre 1918

DOCUMENTO N. 266

COMANDO DELLA 8 a ARMATA STATO MAGGIORE -

UFFICIO OPERAZIONI

N. 7163 Op .

18 ottobre 1918

Risposta f. S.G. 360/7 del 17 ottobre OGGETTO: Occupazione delle Grave di Papadopoli AL SIG. GENERALE COMANDANTE LA 10a ARMATA Prendo atto delle disposizioni stabilite per l'occupazione delle Grave di Papadopoli e, in massima, concordo. Sarà forse necessario qualche lieve modificazione per le ore allo scopo di armonizzare l'azione della 10a Armata con quella dell'8a ed in proposito mi riservo di fare ulteriori comunicazioni. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE LA 8a ARMATA F. to Caviglia


- 821 -

- 820DOCUMENTO N. 267

COMANDOlQ•ARMATA 18 ottobre 1918

S.G. 360/10 AL COMANDO DELL'8• ARMATA

1. - Vi sono due punti riguardanti l'offensiva progettata che desidero portare a vostra conoscenza. 2. - Primo, considero che l'attacco nel settore della 10• Armata sarebbe molto facilitato se l'isola di Grave di Papadopoli potesse venire occupata 24 o 48 ore prima. Ciò richiederebbe il concorso dell'artiglieria. A ciò si può obbiettare la possibile mancata sorpresa. Unisco due dichiarazioni, una di disertori ed un'altra di prigionieri italiani fuggiti di cattività, le quali mostrano che non sembra potersi ottenere la sorpresa. Dall'accuratezza delle suddette dichiarazioni dipende in grande parte la decisione da prendere. 3. - Vi sono sintomi che le recenti piene hanno alterato qualche poco il filone principale del fiume. Considero che occorrerà lasciar passare 24 ore almeno dopo che il fiume sarà tornato al livello normale per permettere che siano compiute nuove ricognizioni. GENERALE COMANDANTE LA DECIMA ARMATA F. to Cavan

Dichiarazioni di disertori e di italiani fuggiti di prigionia sull'attesa offensiva italiana

Disertori del 2° /20° Regg.to Fanteria (9 Ottobre) dicono che si parla con insistenza di un prossimo grande attacco italiano. Si dice che l'offensiva comincerebbe circa il 18 Ottobre nella regione dell'alto Piave «dove cominciano le montagne» ed a sud di S. Donà. Il Comandante della 6· Compagnia parlò quasi giornalmente ai suoi uomini di questa offensiva nella quale, disse, Inglesi e Francesi avrebbero preso parte. Raccomandò agli uomini massima vigilanza. I disertori aggiunsero che è loro opinione che gli austriaci faranno strenua resistenza agli attacchi.

Dissero inoltre che recentemente gli zappatori reggimentali, hanno rinforzato i reticolati sull'argine del Piave e preparano dietro ad essi una serie di campi minati con un congegno di fili a nodo scorsoio per provocarne l'esplosione. . Questo lavoro fu principiato nei _pressi di Cà Solmi (fra S. Donà e Noventa di Piave). Nota - I disertori si presentarono presso S. Donà. - Due italiani fuggiti di prigionia dichiararono che i profughi dei villaggi lungo il Piave che erano stati alloggiati a Follina, Targo, Miane, Farra di Soligo e Farre sono stati trasportati altrove, e che tutta la popolazione civile di Pieve di Soligo e Refrontolo fu trasportata in camions il 3 ottobre a S. Giacomo di Veglia. Si dice che il nemico aspetti un attacco. Questi italiani dichiarano che non vi sono apparenti speciali apprestamenti per la difesa fino alla riva sinistra del Tagliamento.


- 823-

- 822-

DOCUMENTO N. 269

DOCUMENTO N. 268

COMANDO DELLA ga ARMATA

COMANDO DELLA 8a ARMATA

STATO MAGGIORE - UFFICIO OPERAZIONI STATO MAGGIORE - UFFICIO OPERAZIONI

19 ottobre 1918

N. 7202 Op. di Pr.

N. 7213 Op.

20 ottobre 1918 OGGETTO: Istruzioni preliminari n. 1

AL COMANDO DELLA 10a ARMATA

A S.E. IL COMANDANTE DELLA 10a ARMATA

Rispondo alla lettera S.G. 360/10 del 18 corrente. Sul numero 2 osservo che fu da tempo presa in esame la convenienza di far precedere l'operazione sulle Grave di Papadopoli al resto dell'azione offensiva. Ma non si credette opportuno farlo perché tutte le artiglierie nemiche nel raggio di una dozzina di km. sarebbero in misura di concentrare i loro fuochi sulle Grave quando l'occupazione fosse riuscita e renderebbero difficile mantenerla. Perciò sono spiacente di non poter convenire nella proposta di far precedere di 24 o 48 ore l'attacco delle Grave che credo debba essere contemporaneo al resto. Solo ritengo conveniente di occupare in precedenza le Grave, se è possibile farlo, di sorpresa come già era previsto da V.E .. Quanto al punto 3 concordo pienamente con V .E ..

codesto Comando. Sta bene quanto in esso è contenuto. «Prego però V .E. di tener presente come non si possa fare completo assegnamento sulla protezione del fianco a nord della 10a Armata, potendo accadere che l'Vlll Corpo d'Armata italiano (destra dell'8a Armata) non passi o ritardi il passaggio del Piave. Nelle quali due ipotesi il XIV Corpo d'Armata Britannico dovrà provvedere alla propria sicurezza e dovrà inoltre agevolare con una colonna diretta verso la Priula il passaggio alle truppe dell'VIII Corpo d'Armata Ita-

IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA F.to Caviglia

IL TENENTE GENERALE COMANDANTELA8aARMATA F. to Caviglia

Mi riferisco alle istruzioni preliminari N. 1 diramate il 17 corrente da

liana» .


- 825 -

- 824-

DOCUMENTO N. 271

DOCUMENTO N. 270

COMANDO DELLA 8a ARMATA

COMANDO DECIMA ARMATA N . S.G. 360/ 14

21 ottobre 1918

STATO MAGGIORE -

UFFIC IO OPERAZIONI

Riservato alla persona AL COMANDO DELL' 8a ARMATA 1. - Desidero far noto a V.E. che alla fine delle operazioni del primo giorno, anche se sarà soltanto raggiunta la linea delle artiglierie nemiche, terrò colle mie quattro divisioni una fronte di una lunghezza approssimativa di 20 chiiometri. Non posseggo sotto mano nessuna riserva per affrontare un contrattacco deciso o per sfruttare il successo .

2. - Credo inoltre che si intenda farmi spazzare i passaggi sulla fronte della terza armata, movendo a tale scopo, se possibile, verso sud, e potrebbe rendersi anche necessario di dirigere una colonna su Priula come è suggerito nella lettera N. 7202 del 19 ottobre dell'E.V .. 3. - Domanderei perciò a V.E. se non considera consigliabile di mettere a mia disposizione una Divisione fin dal mattino del primo giorno, così da averla alla mano e pronta ad affrontare qualunque evenienza fin dal principio dell'operazione. GENERALE COMANDANTE LA DECIMA ARMATA F. to Cavan

22 ottobre 1918

N. 7293 Op. di Prot. OGGETTO: Riserva della 10a Armata AL COMANDO DELL'lOa ARMATA

Rispondo alla lettera di V.E. N . 360/ 14 del 21 corr .. 1. - Come è detto al N. 2 delle direttive di questo Comando (lettera 7018 del 13 Ottobre), nell ' avanzata è compito della 10a Armata costituire fianco difensivo a destra dell' 8a Armata. Qualora occorresse spazzare i passaggi sulla fronte della 3• Armata, altre forze vi sarebbero destinate. 2. _ Convengo nell'opportunità di tenere ad immediata portata dicodesta Armata un'altra divisione, ed ho perciò ordinato che la 56" Divisione ora dislocata nei dintorni di Quinto di Treviso, passi alla dipendenza di 'codesta Armata, che la terrà come riserva a sua disposizione. Prego però, prima di impiegarla, di volermene dare informazione. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE LA 8a ARMATA F .to Caviglia


- 826

- 827DOCUMENTO N. 272

DOCUMENTO N. 273

COMANDO DELLA 3a ARMATA STATO MAGGIORE -

COMANDO DELLA 3a ARMATA

I• SEZIONE (OPERAZIONI)

N. 8450 di Prot. Op.

14 ottobre 1918

OGGETTO: Direttive per l'eventualità di un'offensiva AI COMANDI DEI CORPI D'ARMATA AI COMANDI DI ARTIGLIERIA E DEL GENIO D'ARMATA ALL'INTENDENZA D'ARMATA Il Comando Supremo ha comunicato le sue direttive per l'eventualità di un'azione offensiva. Direttrice principale di una tale offensiva sarebbe dalla base MontelloGrave di Papadopoli verso la conca bellunese. L'8a armata punterebbe dapprima su Vittorio, poi su Ponte nelle Alpi; la 10a armata ne seconderebbe la azione a destra con obiettivo la Livenza fino a Portobuffolé; la 12a armata farebbe altrettanto sulla sinistra con obbiettivo la regione Feltre-Arten. La 4a armata si terrà pronta ad attaccare con obbiettivo PrimolanoArten, mà solo dietro nuovo ordine del Comando Supremo. La 6a armata dovrà esser pronta a fronteggiare una possibile reazione nemica come pure a sfruttare ogni favorevole situazione. La 3 a armata dovrà esser pronta, dietro nuovo ordine del Comando Supremo, ad avanzare verso la Livenza assecondando il movimento della 10a armata. Essa dovrà contare sulle sole sue forze. Riceve però altre due compagnie pontieri (8a ella). Le zone di operazioni della 3a e 10a armata sono delimitate dalla ferrovia Ponte di Piave-Oderzo e da una linea che dal margine ovest di Oderzo, per il quadrivio di Villa Lunga va al margine est di Portobuffolé. Mentre si fa riserva di comunicare le direttive particolari per l'azione dei due corpi d'armata, si avverte che il carattere generale di essa conferisce all'ala sinistra dell'armata la maggiore importanza, mentre il compito della destra non può essere che secondario. I comandi di corpo d'armata vorranno orientare i propri studi e quelli dei dipendenti comandi di divisione alla situazione sopra tratteggiata, e spingere attivamente la preparazione, specialmente logistica, alla guerra di movimento, tenendo presente la necessità assoluta di essere pronti fra brevissimi giorni .ad assolvere il compito che potrà esserci assegnato dalla situazione che va rapidamente evolvendosi. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA Emanuele Filiberto di Savoia

STATO MAGGIORE -

P SEZIONE (OPERAZIONI)

Annessi: 1 schizzo (omesso) N. 8527 Op.

17 ottobre 1918

OGGETTO: Direttive per l'azione offensiva verso la Livenza AI COMANDI DEI CORPI D'ARMATA XXVI E XXVIII AI COMANDI DI ARTIGLIERIA E GENIO D'ARMATA e per conoscenza: AL COMANDO SUPREMO - UFFICIO OPERAZIONI AI COMANDI DELLA 8a E 10a ARMATA 1. - Dalle direttive del Comando Supremo, e dalla ripartizione delle forze si può presumere che l'eventuale azione della 3a armata sarà sensibilmente facilitata da una precedente azione della 10a armata, sulla sua sinistra. In analogia a questo movimento per la sinistra, anche le unità della 3 a armata, quando ne verrà dato l'ordine, dovranno avanzare verso la Livenza, con la sinistra in avanti: l'ala sinistra cioè dovrà avvantaggiarsi dell' azione della 10a armata per penetrare più profondamente nelle linee nemiche; in pari tempo dovrà concorrere, con la propria, all'azione dell'armata contigua (XI corpo). Il centro dell'armata dovrà a sua volta avvantaggiarsi dell'azione della sinistra; mentre l'ala destra pur cercando di porre il piede sulla riva sinistra dovrà rimanere, in primo tempo, all'incirca nelle attuali posizioni, trattenendovi le truppe nemiche che la fronteggiano: dovrà in ogni modo essere stata studiata, per essa, una puntata lungo la direttrice GrisoleraTorre di Mosto. Questo orientamento generale dell'azione non dovrà impedire alle unità che trovassero scarsa resistenza davanti a sé, di profittarne decisamente per avanzare, anche sopravanzando le unità di sinistra: quando tale eventualità si fosse verificata, si dovrà subito sfruttare il vantaggio così ottenuto sulla destra, per facilitare l'avanzata alle unità di sinistra. In altre parole, mentre l'armata tenderà ad avanzare con la sinistra avànti, non esiterà a spingersi avanti con la destra, o col centro qualora ivi il nemico opponesse minor resistenza. 2. - L'obiettivo da raggiungere è la Livenza, da Portobuffolé (escluso) a Tezze; in un primo tempo, perciò, si trascurerà il basso corso del fiume che attraversa la zona lagunare litoranea.


- 828 -

- 829-

La linea di contatto con la 10a armata e la linea di separazione fra le zone di azione dei due corpi d'armata appaiono dallo schizzo annesso. La sinistra del XXVIII corpo tenderà c·osì a Oderzo e Portobuffolé, la sinistra del XXVI corpo a Motta di Livenza. In precedenza, ed in seguito a nuovo ordine, il XXVIII corpo d'armata occuperà la frazione B.8, il XXVI corpo occuperà la frazione M.6.

Eppertanto, appena si abbia sulla sinistra del fiume una forza suffi~ dente, si dovrà spingerla decisamente in direzione di N.E . fino allo scolo Grassaga; ivi si dovranno proiettare a ventaglio le unità di rincalzo, ivi, e non prima, sarà cercato il collegamento con le altre colonne, Durante la lotta potrà avvenire che i contrattacchi nemici rompano in qualche punto la linea in formazione: ogni sforzo dovrà tendere a ristabilirla: le unità che riescono a mantenersi sullo scolo Grassaga non dovranno mai arretrarsi per essere state superate, su uno o su entrambi i lati, da forze austriache.

3. - L'ala sinistra dell'armata sarà costituita dal XXVIII corpo, il centro dalla 45a divisione del XXVI corpo, la destra dalla 54a divisione del XXVI corpo. Il compito dell'ala destra essendo secondario, da essa saranno tolte le forze necessarie ad alimentare la spinta del centro, a misura che la situazione consentirà di sguernire la linea del Piave nuovo. La riserva d'armata sarà costituita da un reggimento di ciascun corpo d'armata, dai battaglioni VII e XX R. Guardia Finanza, dal reggimento cavalleggeri Aquila e dalla 10a squadriglia automitragliatrici. I comandi di corpo d'armata indicheranno subito il reggimento designato per la riserva d'armata e lo terranno pronto a spostarsi appena sarà ordinato: lo stesso dicasi per il XX battaglione di Finanza. La 31 a divisione, col 332° regg. U.S.A., rimane per ora a disposizione del Comando Supremo. Il XXVI corpo disporrà della 19a compagnia pontieri, il XXVIII della 8 a e 26 a; la 11 a compagnia per ora rimane a disposizione del comando genio d'armata, e verrà impiegata dove se ne manifesterà il bisogno. 4. - La quantità di artiglierie disponibili non permetta di sviluppare una sufficiente azione di fuoco su tutto il tratto del Piave, sul quale si intende attaccare (Ma, Me e Ze): occorrerà perciò scegliere alcuni tratti del fiume e concentrarvi il fuoco della maggior parte delle batterie disponibili per ivi gettare ponti e passerelle ed effettuare i traghetti, nella misura che il materiale a disposizione permetterà. Il passaggio del fiume verrà così contemporaneamente effettuato da ciascuna delle divisioni di prima linea in un solò tratto non molto ampio . 5. - Varcato il fiume con la maggior celerità possibile, si dovrà penetrare subito vigorosamente fra le linee nemiche di quanto occorre perché le sue artiglierie siano costrette ad arretrarsi, o cadano nelle nostre mani. Se le artiglierie nemiche rimanessero a lungo in posizione dalle quali possono battere i passaggi del Piave, si potrebbe determinare presto una crisi che annullerebbe il vantaggio iniziale. Ciò è avvenuto, in nostro favore, nella battaglia çlel Piave. Il primo obiettivo da raggiungere perciò è una linea che può essere segnata dallo scolo Grassaga.

6. - Dallo scolo Grassaga l'ala sinistra dell'armata dovrà puntare decisamente (in armonia con i movimenti della 1oa armata) su Oderzo ed oltre, mentre il centro ne seguirà l'azione occupando successivamente le linee del fosso Bidoggia, e del canale di Piave. Tutta l'armata tenderà infine, nel più breve tempo possibile, alla Livenza, dove fin dal primo giungervi, dovranno stabilirsi sbocchi offensivi sulla sinistra del fiume, nell'interno delle anse convesse verso ovest. Per un'azione dalla regione di S. Stino di Livenza-Torre di Mosto verso Càorle per il possesso di entrambe le rive della bassa Livenza, nonché della destra del basso Lemene, verranno date nuove direttive, in relazione alla situazione che si sarà delineata sulla media Livenza. 7. -

I comandi dei corpi d'armata faranno conoscere per il giorno

19, e prima di emanare i loro ordini, i punti che avranno scelto per forzare

il passaggio del fiume, e le linee generali dell'azione che intendono svolgere. 8. - Accusare ricevuta telefonica indicando soltanto il numero di protocollo della presente. IL TENENTE GENERALE COMANDANTE DELL'ARMATA Emanuele Filiberto di Savoia


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.