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INTRODUZIONE

1. I vola11ti1ri a11tijascisti. - Il presente repertorio si propone di fornire uno strumento di ricerca sulla propaganda antifascista a mezzo di volantini. Sono stati censiti 627 esemplari, reperiti nell'archivio della Direzione generale della pubblica sicurezza-Divisione affari generali e riservati. I volantini descritti costituiscono un campione limitato, ma rilevato in maniera sistematica, sufficientemente rappresentativo delle forze politiche e sindacali e dei vari gruppi e movimenti che fecero ricorso a tale forma di comunicazione in un arco di tempo compreso tra il novembre 1926 e il 25 luglio 1943.

Con r.d. 6 novembre 1926, n. 1948, fu · approvato il testo unico delle leggi di pubblica sicurezza che- in base alla l. 31 dicembre 1925, n. 2318, con cui il governo veniva autorizzato a modificare la normativa in materiadovevano essere collegate con il nuovo codice penale e altre norme. Il testo unico del 1926, modificato l'anno successivo, ebbe un regolamento d'esecuzione approvato con r.d. 21 gennaio 1929, n. 62. Come è noto il codice penale- che abrogava il codice Zanardelli del 1889 -fu approvato nel1930. Ciò rese necessaria l'approvazione di un nuovo testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, r.d. 18 giugno 1931, n. 773, il cui regolamento d'esecuzione fu approvato soltanto nel 1940, con r.d. 6 maggio, n. 635. Nel 1926, con l. 23 novembre n. 2008, veniva istituito il Tribunale speciale per la difesa dello Stato, le cui norme di attuazione furono approvate ·il mese successivo con r.d. 12 dicembre 1926, n. 2062. Il Tribunale speciale venne prorogato ogni cinque anni fino al dicembre del 1941.

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Con la promulgazione delle leggi speciali del 1926, con le conseguenti prime applicazioni delle nuove misure di polizia e con le sentenze del Tribunale speciale per la difesa dello Stato, agli oppositori del fascismo fu definitivamente sottratta non solo ogni possibilità di confronto politico e di espressione del dissenso mediante gli organi istituzionali, la stampa o il diritto di associazione, ma molti di essi subirono il carcere e altre gravi limitazioni della libertà personale o furono costretti all'espatrio clandestino. Si sviluppò allora un'intensa attività all'estero, tesa a riorganizzare i partiti e i sindacati e a richiamare l'attenzione delle potenze straniere sulle condizioni dell'Italia, che ebbe in Francia e soprattutto a Parigi i suoi centri più impor :tanti: si pensi alla Lega internazionale dei diritti dell'uomo (LIDU), che era stata costituita a Parigi nel 1922, ai Comitati proletari antifascisti (CPA), sorti in Francia nel 1925 tra gli emigrati italiani, alla Concentrazione antifascista, sorta a Parigi nel 1927, e infine alla fondazione del movimento Giustizia e libertà (GL) nel 1929. Troviamo la presenza di organismi antifascisti, sia pure in misura più limitata e talora sporadica, anche in Svizzera, in Belgio, in Olanda e nelle Americhe, soprattutto in Argentina e negli Stati Uniti, paese quest'ultimo in cui l'attività di propaganda contro il fascismo diventa più intensa con l'approssimarsi della guerra. Tra le provenienze individuate con certezza si contano almeno 147 volantini provenienti dalla Francia, 20 dagli Stati Uniti, 14 dalla Svizzera, 13 dall'Argentina, 4 dal Brasile e dall'Olanda, 1 dall'Uruguay e dall'Australia.

Nell'arco di tempo compreso tra il 1927 e il 1935 prevalgono volantini - firmati o attribuiti con certezza - di organismi antifascisti con una chiara e consolidata configurazione ideologica: troviamo dunque volantini della LIDU, dei CPA, della Concentrazione antifascista, del Partito comunista d'Italia (PCd'I), del Partito socialista (PSI), di anarchici, di Giustizia e libertà, di repubblicani, di ex-combattenti, della Federazione italiani dei lavoratori del mare (FILM), del Soccorso rosso internazionale (SRI), della Confederazione generale italiana del lavoro (CGIL), che nel 1927 si scinde in quella riformista (CGL) aderente alla Federazione sindacale internazionale (FSI) e in quella comunista (CGL) aderente all'Internazionale rossa (ISR) . Nel 1934 compaiono i primi volantini firmati congiuntamente dal PCd'I e dal PSI. Si costituiscono in questo primo arco di tempo nuove formazioni come l'Alleanza antifascista italiana del Nord America e quella dell'Argentina, quella Svizzera e l a Lega antifascista italiana del Belgio, mentre per l'intero arco cronologico dal 1927 al 1943 risultano censiti ben 65 Comitati diversi. Negli anni compresi tra il 1935 e il 1943, in relazione ai temi connessi alle guerre - Spagna, Etiopia, guerra mondiale- compaiono, accanto ai gruppi partiti e movimenti che operavano in precedenza, nuovi soggetti politicamente definiti come l'Unione popolare italiana, il Partito d'azione o le formazioni partigiane slovene e giuliane. Ma si trovano anche altri gruppi che non risultano sempre chiaramente qualificati e talora, forse, semplici cittadini che esprimono la loro protesta contro il fascismo che ha portato il paese alla catastrofe. Nel 1939 troviamo due volantini cattolici incentrati sull'obiezione alla guerra, mentre nel 1939-1940 non vi sono volantini comunisti. Ai Comitati per le vittime del fascismo si affiancano nel tempo Comitati per le vittime della Spagna e Comitati contro l'impresa coloniale.

Oltre all'azione politica svolta all'estero, si sviluppa anche una più rischiosa lotta clandestina all'interno del paese condotta con maggiore incidenza dai comunisti, i quali svolgevano un'attività semiclandestina già prima dello scioglimento dei partiti. I comunisti potevano contare su un'organizza- zione internazionale e quindi su maggiori aiuti finanziati e soprattutto sull'esistenza di strutture organizzative che consentivano una penetrante attività di sensibilizzazione politica e sindacale rivolta a una pluralità di categorie sociali tradizionalmente o potenzialmente antifasciste. I comunisti si rivolgono prevalentemente alle masse operaie, ma anche ai contadini, alle donne, ai giovani e, con l'approssimarsi della guerra, estendono i loro appelli ai militari e a tutti gli italiani e quindi anche ai fascisti. Oltre Wl sesto dei volantini censiti è riconducibile ai comunisti (34 dal 1927 al 1943) o al PCd'I (62 dal 1927 al 1943) o alla Federazione giovanile comunista (19 fino al 1935); sono prevalentemente comunisti anche i volantini firma t i da gruppi femminili .

Anche gli antifascisti non marxisti, riuniti nel movimento clandestino Giustizia e libertà, di cui si conservano 36 volantini, operano dapprima all'estero e poi anche in Italia, mirando a rendere presente nel paese, anche attraverso gesti dimostrativi isolati, la coscienza antifascista.

Nei volantini comunisti, accanto a lucide analisi politiche, troviamo volantini improntati a una più consapevole tecnica propagandistica, come si evince dallo stile semplice e diretto, dalla scelta dei temi spesso attinenti alle difficoltà economiche e ai problemi del lavoro o all'enfatizzazione della lotta di classe e all'esaltazione acritica dei successi del movimento operaio nell'Unione Sovietica, dai riferimenti culturaU e dal linguaggio. Analoghe caratteristiche troviamo in parte dei volantini delle confederazioni sindacali, presenti la FSI con 13 volantini fino al 1931 e la ISR con 40 fino al 1936, mentre sono globalmente almeno un centinaio i volantini di contenuto sindacale fino a quell'anno. Dal linguaggio usato e dai frequenti riferimenti alla fame emerge una società povera, non politicizzata, ma suscettibile di sensibilizzazione se toccata nelle difficoltà quotidiane. Nei volantini firmati da Giustizia e libertà invece le esortazioni all'impegno rivoluzionario sembrano di massima congiunte all'obiettivo di informare attraverso analisi politiche accessibili a destinati di livello culturale più elevato.

Tra i destinatari dei volantini, esplicitamente menzionati, prevalgono gli operai, con 67 volantini dal 1927 al 1943, ai quali vanno aggiunti i 37 volantini diretti a determinate categorie di lavoratori, tra cui più numerosi appaiono quelli diretti ai lavoratori del mare, alle mondariso e ai lavoratori dei trasporti. Seguono le donne, con 54 volantini dal 1927 al1943, e i giovani, con 32 volantini dal 1930 al 1942; 28 volantini sono destinati ai detenuti, 21 ai soldati, 12 agli ex-combattenti. Impiegati, intellettuali e studenti sono esplicitamente menzionati - rispettivamente in 8, 9 e 7 volantini - solo a partire dal 1934 e i cattolici in 7 volantini dal 1932 al 1939.

Dall'analisi degli oggetti trattati emergono temi ricorrenti e temi specificamente legati all'evoluzione degli eventi. Tra i primi prevale, evidente- mente, l'invito alla lotta contro il fascismo e talora vengono indicate forme specifiche quali il boicottaggio o l'ostruzionismo (14 volantini dal 1931 al 1936), la resistenza passiva (4 volantini), la disubbidienza civile (4 volantini) e l'invito al sabotaggio (16 volantini), forme queste prevalenti negli anni della guerra. Troviamo poi il ricordo, la solidarietà o la protesta per le vittime del regime; espliciti riferimenti contro l'attività del Tribunale speciale (9 volantini fino al 1931 e 3 nel 1936); rivendlcazioni economiche e salariali e inviti allo sciopero, lotta contro la propaganda fascista negli ambienti dell'emigrazione italiana. Celebrazioni e ricorrenze sono costanti momenti di esortazione: al Primo maggio sono dedicati 12 volantini dal 1928 al 1937, mentre il 21 aprile, Natale di Roma, è ricordato in 6 volantini del 1934 come festa fascista in antitesi al Primo maggio; il 10 giugno, data della morte di Matteotti, che verrà poi a coincidere con l'entrata in guerra dell'Italia, compare 15 volte; il 29 ottobre, la Marcia su Roma, è ricordata 7 volte fino al 1934 e una volta nel 1942; la Rivoluzione di ottobre è ricordata 8 volte tra il1935 e il1937 e una volta nel 1943. Nel 1929 un solo volantino della Concentrazione antifascista fa riferimento al Concordato congiuntamente al «plebiscito », tema, quest'ultimo, ricordato anche dal PC d'I e dalla Confederazione del lavoro riformista. Nel 1931 solo 3 volantini parlano del conflitto tra lo Stato e la Chiesa sulle organizzazioni giovanili cattoliche, mentre risultano ignorati il codice penale e il giuramento di fedeltà al regime imposto ai professori universitari. È ben presente invece il tema della crisi economica e appare con frequenza il timore eli una possibile guerra alimentato dalle spese militari, ma soprattutto dall'occupazione giapponese della Manduria, vista come possibile preludio ad un attacco al comunisti cinesi e, addirittura, all'Unione Sovietica. Negli anni successivi il timore di una guerra si collega invece più realisticamente alla questione austriaca, all'allenaza con la Germania e alla politica eli aggressione nei confronti della Francia. II timore della guerra è presente con 2 volantini nel 1931, 8 nel 1932, 3 nel 1933, 6 nel 1934, 2 nel 1938 e 7 nel 1939. Nel 1934 si scioglie la Concentrazione antifascista e il Patto di unità di azione tra comunisti e socialisti è testimoniato da volantini che invitano a fare un fronte unico per la lotta contro il fascismo, sottoscritti dal PCd'I e dal PSI e talora da altri gruppi quantitavamente minori. Rifiuto del colonialismo, esortazione ai giovani a non arruolarsi, invito al sabotaggio e alla solidarietà nei confronti del popolo abissino, denuncia dei costi in termini umani e finanziari dell'impresa etiopica, plauso alle sanzioni e appelli ai popoli democratici sono i temi principali del 1935 e del 1936, anno i.n cui con la guerra civile spagnola la propaganda antifascista sottolinea come la politica del regime porti inevitabilmente a nuove guerre. La situazione spagnola è al centro dei temi trattati nei volantini del 1937, che toccano anche i) ventesimo anniversario della Rivoluzione d'ottobre; un solo volantino ricorda l'assassinio dj Carlo Rosselli e nessuno la morte di Gramsci. Guerra di Spagna e·allarme per l'alleanza italo-tedesca costituiscono i terni principali del 1938. Nel 1939 nessun volantino parla dell'occupazione italiana dell'Albania né dell'aggressione alla Polonia e dello scoppio della guerra. Un solo volantino ricorda le leggi razziali e un altro nel 1940 fa appello contro il razzismo e l'antisemitismo, mentre prevalgono il tema della solidarietà itala-francese e poi dell'occupazione italiana della Francia. Negli anni 1940-1941 i volantini censiti sono pochissimi, probabilmente in conseguenza del disorientamento tra le fila e le organizzazioni antifasciste. Molto numerosi invece nel 1942 e nel 1943 gli appelli contro la guerra, contro il fascismo, contro l'Asse. Sono anche presenti, come si è detto, inviti alla rivolta, alla diserzione, al sabotaggio e alla disobbedienza; espressioni di sostegno ai partigiani jugoslavi spesso a firma di formazioni slovene e giuliane; la richiesta di pace separata si trova in ben 14 volantini degli anni 1942-1943.

Se si considerano l'alto numero di volantini comunisti (115), i circa 30 socialisti (comprendenti massimalisti e riformisti), quelli del Fronte unico e quelli delle due confederazioni del lavoro si può rilevare che risultano prevalentemente espresse nei volantini l'ideologia mandsta e le dottrine socialist e. Il valore morale della politica e la critica al marxismo nel socialismo liberale dj Giustizia e libertà trova espressione diretta o indiretta nei 36 volantini a firma del movimento, ma un esplicito riconoscimento dei valori democratici e repubblicani si trova anche in 9 volantini dal 1933 al 1939, negli 8 firmati esclusivamente dal PRI, nei 5 del Partito d'azione e nei 6 di intonazione liberale. Cinque volantini dal 1927 al 1943 si collegano al Risorgimento, a Mazzini, a Garibaldi, a Manin e a Mameli. D r i fiuto della guerra e il pacifismo inteso come valore cristiano è presente nei tre unici volantini di provenienza cattolica (uno dei quali ftrmato da un gruppo femminile), mentre il richiamo ai valori dell'anarchismo è presente attraverso 21 volantini dal 1928 al 1939.

Dalle caratteristiche formali e dai testi dei volantini emergono modelli djversi di comunicazione. In 6 volantini dal 1928 al 1943 la propaganda si esprir.r.e in forma di canti e poesie, tra cui troviamo nel 1937 l'Inno degli antifascisti italiani emigrati. Ci sono vignette satiriche, illustrazioni di varia natura e un calendario antifascista. Taluni movimenti tendono a riportare frequentemente il loro emblema, per altri è presente solo a volte. Si è accennato in precedenza allo stile, al linguaggio e ai riferimenti culturali che connotano una forma di comunicazione esplicitamente e consapevolmente diretta alla propaganda, a raggiungere cioè e sensibilizzare chi non è già politicizzato. Di contro molti volantini risultano invece più funzionali a un'esigenza di

Volantini antifasci.rti (1926-1943) diffusione dell'informazione, mentre in altri la lunghezza del testo e il tipo del discorso fanno pensare piuttosto all'invio di una lettera circolare. Un aspetto particolare, rappresentato in ben 22 volantini dal 1928 al 1943, è costituito dalla stampa da parte di organismi e associazioni dei rispettivi programmi d'azione, statuti e regolamenti, talora uniti a schede di sottoscrizione. Queste peraltro sono frequenti in occasione di manifestazioni e cerimonie o di riunioni a scopo ricreativo.

Trattandosi di materiale diffuso clandestinamente, troviamo supporti e mezzi di scrittura diversi, la cui maggiore o minore presenza in determinati periodi può non essere insignificante. Frequente è il ricorso al ciclostile (circa 130 volantini) e alla carta riso (105 volantini, concentrati soprattutto negli anni 1933-1936), quest'ultima talora solo per alcuni esemplari di uno stesso volantino. Sono circa 40 i volantini gommati- soprattutto negli anni 19341938- destinati ad essere attaccati nei luoghi pubblici. Alcuni volantini sono manoscritti o scritti con timbri (poco meno di 20, numerosi soprattutto nel 1942) o risultano stampati con mezzi poveri. Pertanto vi si possono trovare errori di stampa, mentre in certi casi si tratta proprio di testi con errori di grammatica e di sintassi. In certi casi invece compare l'editore, il luogo e l'anno di stampa. Ci sono volantini scritti sul recto e sul verso e volantini ripiegati con il testo su quattro pagine. Diversi sono i modi per far entrare i volantini nel paese, tra cui ad esempio il ricorso ai palloncini volanti.

Talvolta il volantino fa riferimento ad altre tecniche di propaganda: 8 testi fanno riferimento alla diffusione di giornali antifascisti; 6 ai voli di propaganda, con riferimenti ovviamente a Lauro De Bosis e a Giovanni Bassanesi; 6 alle comunicazioni di Radio Madrid, di Radio Barcellona, di Radio Londra, nonché di Radio Italia e di Radio Milano; c'è anche qualche riferimento a proiezioni cinematografiche, come ad esempio l'invito nel 1937 del Comitato italiano d'azione antifascista a New Yorlc a partecipare alla proiezione del film« La Spagna brucia», a sostegno della Legione Garibaldi.

Queste brevi note si basano su elementi che risultano come centrali nel messaggio espresso dal volantino e hanno pertanto un valore di indicazione di massima, in quanto dalla lettura dei testi e dall'analisi delle immagini emerge un più complesso intreccio di considerazioni e riferimenti a eventi, luoghi, enti e persone.

2. La fonte. - I volantini censiti rappresentano, come si è detto, un campione rilevato in maniera sistematica in tre serie dell'archivio della Direzione generale della pubblica sicurezza- Divisione affari generali e riservati. Si tratta della categoria F1 - Stampa, articolata in una sottoserie di fascicoli numerati progressivamente e intestati a giornali e stampati clandestini, lacunosa, e in un'altra sottoserie per province, di cui si conservano solo i fascicoli relativi a Bologna, Gorizia e Matera; della categoria F4-Stampa estera e, infine, della categoria G1-Associazioni. Il fatto che dei fascicoli per provincia della categoria F1 siano rimasti quelli di tre sole città può comportare che da un confronto con gli archivi delle prefetture e delle questure potrebbero emergere altri volantini o la segnalazione della loro trasmissione agli organi centrali in aggiunta a quelli reperiti. È anche vero .che in molti casi esemplari dello stesso volantino sono presenti in due o in tutte e tre le categorie prese in considerazione. Su 627 volantini la maggior parte risulta reperita nella categoria F1, quasi un terzo nella categoria G1 e poco più di 50 nella categoria F4.

Dalla Divisione affari generali e riservati dipendevano tre sezioni, la prima per il movimento sovversivo, la seconda per l'ordine pubblico, la terza per gli stranieri, ma l'archivio era unico, articolato in un complesso di categorie annuali e in un più limitato numero di categorie permanenti. Le categorie annuali si caratterizzano per il fatto che anno per anno vengono istituiti nuovi fascicoli per ogni categoria e pertanto se un affare si protrae nel tempo si avranno vari fascicoli annuali ad esso relativi, contrassegnati dalla stessa categoria e dall'anno di riferimento. Ciò comporta la creazione di serie annuali comprendenti og1.una le stesse categorie e nell'ambito di ogni categoria i fascicoli contenenti i documenti prodotti nell'anno.

Per le categorie permanenti invece tutti i documenti relativi a un affare o a uno specifico aspetto di un affare sono inseriti in ordine cronologico i n un unico fascicolo. In questo caso per ogni categoria si costituisce una serie di fascicoli, talora articolata in sottoserie: in diversi casi i fascicoli si presentano numerati progressivamente e ciò consente di verificare con certezza se si tratta di una serie completa o lacunosa. La distinzione tra le serie annuali e quelle costituite dalle categorie permanenti deriva esclusivamente da esigenze pratiche. L'archivio della Divisione affari generali e riservati comprende inoltre le serie del Casellario politico centrale, poche buste dell'OVRA, le serie del Confino di polizia e degli Ammoniti e infine quelle dell'Ufficio rapporti con la Germania e dell'Ufficio internati.

In considerazione della particolare struttura dell'archivio che prevede intenzionalmente un incrocio complesso nella distribuzione in categorie diverse dei documenti afferenti agli stessi affari, al fine di conservare comunque traccia di un evento anche nell'ipotesi della dispersione o distruzione di un fascicolo, è possibile trovare volantini in qualsiasi serie dell'archivio. La scelta delle categorie relative alla stampa e alle associazioni è stata determinata dalla specifica loro afferenza alle due fondamentali modalità di espressione delle libertà civili e politiche. È stato fatto anche un puntuale riscontro con le schede del materiale a stampa conservato nei fascicoli del Casellario politico centrale, redatte sotto la direzione del dott. Aldo Ricci, e reso possibile dalla preesistente descrizione analitica degli oltre 160.000 fascicoli che ne compongono la serie principale. Sondaggi sporadici sono stati eseguiti anche in altre serie, ma non ne sono emersi volantini diversi da quelli già reperiti nelle tre categorie esplorate analiticamente.

La categoria F1 comprende fascicoli relativi a quotidiani e periodici dal 1890 al1945, per un totale di 90 buste. Dat 1890 al1926 i fascicoli, raggruppati per provincia, costituiscono una serie permanente e, parallelamente ad essi, esistono fascicoli intestati alla F1 anche nelle serie annuali che risultano conservate organicamente dal1911, in maniera lacunosa dal1901 e saltuariamente dal 1879. Dal 1927 non troviamo più fascicoli intestati alla F1 nelle categorie annuali, mentre - come si è detto - si costituiscono nell'ambito della categoria permanente due sottoserie, una comprendente i fascicoli intestati a giornali e periodici clandestini numerati progressivamente da 1 a 1.440 e oggi piuttosto lacunosa, l'altra per provincia, ridotta alle sole città di Bologna, Gorizia e Matera.

La categoria F4-Stampa estera comprende 116 buste con un totale di 6.000 fascicoli per gli anni 1926-1943. Per gli anni precedenti esisteva solo come categoria annuale.

La categoria G1-Associazioni comprende 330 buste con un totale di 1.478 fascicoli per gli anni 1912-1945. È articolata in quattro sottoserie: la prima, relativa agli Affari generali e associazioni italiane e straniere, comprende 32 buste per gli anni 1912-1943; la seconda, Associazioni italiane per provincia, comprende 187 buste per lo stesso arco di tempo; in 8 buste si trovano relazioni dei prefetti dal 1925 al 1938, mentre la sottoserie rilevante ai nostri fini è costituita dai 1.035 fascicoli delle Associazioni sovversive in Italia e all'estero italiane e straniere, riuniti in 103 buste dal1926 al1945. Fino al 1925, parallelamente a quelli della categoria permanente si trovano fascicoli intestati alla G1 anche nelle serie annuali, mentre, a partire dal 1926, i fascicoli delle serie annuali sono intitolati al Partito nazionale fascista, ai sindacati fascisti e alla Milizia volontaria per la sicurezza nazionale.

Va rilevato che l'archivio nel quale si può supporre che sia conservata la maggiore quantità di volantini antifascisti sia quello del Tribunale speciale per la difesa dello Stato nel quale sono confluiti in allegato agli atti processuali volantini provenienti dalla polizia, dai carabinieri, dalla MVSN e anche dai tribunali ordinari. Per quel che riguarda la polizia il ritrovamento e il sequestro di volantini poteva dare luogo a misure di vigilanza o a misure di polizia quali la diffida, l'ammonizione o il confino, ma in caso di processo, il materiale sequestrato doveva essere trasmesso al Tribunale speciale e per- tanto; ove esistesse un solo esemplare di volantino, questo veniva stralciato dal fascicolo, come si rileva da note in cui si trova il riferimento a volantini o a opuscoli allegati, che però risultano mancanti. Non sono tuttavia da escludersi anche sottrazioni indebite di tale materiale da parte di ricercatori scorretti o dispersioni accidentali.

L'archivio del Tribunale speciale è stato versato all'Archivio centrale dello Stato nel 1990 a seguito di specifico provvedimento legislativo e solo di ne è stata avviata l'inventariazione analitica.

3. Criteri metodologici. - Il censimento è stato affidato a cinque ricercatori - Livia De Dominicis, Pierfrancesco Sadun Bordoni, Gianluca Sadun Bordoni, Irma Staderini e Paolo Tirelli - i quali hanno esaminato carta per carta la documentazione di tutti i fascicoli delle serie considerate, identificando i volantini e fornendone una prima descrizione sulla base di una scheda di rilevazione appositamente studiata dai curatori del repertorio. La scheda per la prima rilevazione (vedi p. 21) era articolata in nove voci: intestazione, titolo, destinatario; incipit; firma; note tipografiche; tipo di stampa; dimensioni; segnatura archivistica; descrizione dell'oggetto in forma di regesto con data topica e cronica del documento cui il volantino era allegato. Gli stessi curatori hanno eseguito il controllo del lavoro realizzato in fase di prima rilevazione dei dati e hanno proceduto alla rielaborazione delle schede nella forma destinata alla stampa, previa fotocopiatura di tutti i volantini identificati. In particolare per la parte dedicata alla descrizione dell'oggetto si è resa necessaria una rigorosa revisione e normalizzazione dei testi in funzione della compilazione dell'indice, essenziale ai fini della consultazione. La specificità del volantino consiste nel fatto che - in considerazione della sua natura di documento a stampa destinato a un'ampia diffusione - richiede ai fini della descrizione l'applicazione di alcuni criteri propri dei materiali a stampa, o più esattamente del materiale bibliografico non librario, e altri propri del documento d'archivio. Per l'individuazione degli elementi necessari alla descrizione si è partiti dall'analisi dei pochi repertori di volantini, tra cui in particolare quello della Fondazione Luigi Micheletti di Brescia (Il fondo Repubblica sociale italiana, catalogo a cura di Daniele Mor e Aldo Sorlini, Brescia 1985). Nel nostro caso però l'accentuazione del carattere archivistico - trattandosi di volantini inseriti in fascicoli di serie documentarie di uno stesso archivio - ha consigliato di studiare un differente ordine di presentazione e più analitici criteri di descrizione.

D e s c r i z i o n e : i dati emersi in fase di rilevazione sono stati raggruppati in quattro aree distinte, la prima relativa a elementi trascritti dal testo del volantino, la seconda relativa alle note tipografiche e alla descrizi0ne esterna, la terza relativa alla descrizione dell'oggetto, la quarta infine àlle segnature archivistiche. a) Nella prima area sono riportati l'ente autore o patrocinatore, i getti destinatari del messaggio contenuto nel volantino, l'incipit, l'entè o:le persone firmatarie, la data. In questa parte della descrizione si sono mantènute con rigore filologico l'uso delle maiuscole e della punteggiatura, le zioni, le sigle presenti nel testo. Le varie parti sono separate da una barra, l'i11cipit è seguito da tre puntini. Si è deciso di non riportare i motti, talora presenti in qualche volantino, che risultano come un elemento estraneo alla struttura del documento. b) Nella seconda area, destinata alle note tipografiche, sono state nite- ove esistenti -le indicazioni della località di edizione, dello stampatore, dell'anno; di seguito, separati da una virgola, vengono segnalati" il_tipo di riproduzione se diverso dalla stampa, cioè ciclostile, a timbo, ecc., la pre_: senza di illustrazioni, le misure (altezza per base) in centimetri, il numero delle carte o, se numerate, delle pagine quando superiore a uno, l'indicazion'e di t·ecto e vet·so se il testo del volantino è scritto su entrambi i lati. Segue, separata dal punto, la segnalazione dell'eventuale presenza in testa o in calce del simbolo o emblema dell'ente autore. Segue ancora, preceduta dal P.unto, l'indicazione di altro esemplare con le specifiche caratteristiche, solo Se diverse da quelle del volantino descritto; altrimenti la presenza di altri esemplari identici in diversi fascicoli risulta dalla pluralità delle segnature archivistiche. E segnalato in quest'area, tra parentesi, l'eventuale riferimento al numero della tavola che riproduce fuori testo il volantino. c) Nella terza area si dà una sintesi dell'oggetto, una sorta di regesto, essen2iale ai fini dell'indicizzazione, nella forma del discorso indiretto.. Si è cercato di individuare l'oggetto o gli oggetti principali del sciando i molti riferimenti diretti o indiretti ricavabili dal testo, soprattutto nei casi dì lunghe ed elaborate analisi politiche. Sì è proceduto a le sigle del testo e a fornire i nomi corretti di enti e magistrature normalizzando la punteggiatura e l'uso delle maiuscole. Tanto in questa area quantQ. nella prima si dà, preceduta dalla parola verso, la descrizione relativa al reti:o del documento nel caso in cui si tratti di volantini diversi in un ll:fiÌco foglio

In questa area- salvo i casi, peraltro non numerosi, in cui il volaòtino una data certa - è stata fornita la data della nota con cui il volantino è stato trasmesso dagli uffici periferici alla Direzione generale. Ciò ha consentito di datare, almeno come data ante quem, tutti i volantini. Pertanto, quando i volantini non hanno una data certa o sicuramente desumibile dal testo.; si è preferito, secondo un criterio archivistico, collocare i vplantini sulla base -di un elemento certo rappresentato dalla data di ricezione. Tale data evidtmte-. mente può determinare per i volantini stampati alla fine dell'anno uno sconfinamento di posizione nell'anno successivo. d) Nella quarta area infine è stata posta- a margine destro -la tura archivistica del fascicolo in cui il volantino è conservato. Ove compaiono più segnature si tratta di diversi esemplari dello stesso volantino. o ,.r d i n e d i prese n t az i o n e e i 11 u strazi o n i : in considerazione del fatto che è stato possibile datare direttamente o indirettamente tutti i volantini, è parso opportuno collocarli in ordine cronologico. Il repert<?rio pertanto risulta articolato per anno. All'inizio di ogni anno è stata fornita una breve nota ·che fornisce alcune informazioni sulla provenienza e sui temi principali trattati nei volantini, segnalando altresl in alcuni casi il fatto che eventi molto importanti non risultano presi in considerazione. La combinazione della data e dell'oggetto ha consentito di evidenziare i momenti e gli eventi che hanno determinato un maggior ricorso a questo di propaganda. All'interno di ogni anno i volantini sono posti in ordine· alfasecondo la prima parola che compare nel volantino, senza tener ' conto dell'articolo.

Nonostante l'articolazione annuale i volantini sono contrassegnati da un'unica numerazione progressiva necessaria per quantificare i pezzi e soprattutto per un più funzionale reperimento delle informazioni dalle voci dell'indice. Tale numerazione non costituisce una segnatura in quanto i volantini, essendo conservati tra gli altri documenti nei fascicoli delle serie archivistiche esaminate, sono consultabili attraverso le segnature dei fascicoli, riportate nella quarta area di descrizione. Il numero progressivo tuttavia corrisponde alla raccolta delle fotocopie dei volantini, costituita per agevolare il lavoro dei curatori ma poi destinata a costituire una copia di sicurezza del materiale.

In considerazione della varietà di forme e tecniche nella redazione dei volantini è parso opportuno corredare il testo di un'ampia selezione di illustrazioni. La scelta delle illustrazioni, poste anch'esse in ordine cronologico, cerca di dar conto degli autori dei volantini, delle località di provenienza, della varietà dei temi trattati, degli aspetti formali.

I n d i c e : è parso opportuno elaborare un unico indice degli enti, delle persone, dei luoghi e delle cose notevoli. Sono state sciolte quasi tutte le sigle presenti nei volantini, per alcune delle quali si è resa necessaria una non facile indagine. Gli enti sono stati riportati secondo la dizione completa e corretta, segnalando le varianti solo nei pochi casi in cui si poteva creare qualche confusione. Nel caso di enti articolati in un ente centrale e altri periferici, questi ultimi sono stati ricondotti all'ente centrale, come voci ad esso subalterne. Per le voci relative ai luoghi sono stati segnalati le città, le regioni, gli stati che risultano citati nelle schede; dalla voce relativa allo stato si fanno rinvii alle voci relative alle città e alle regioni. Sono stati identificati quasi tutti gli pseudonimi e solo per una piccola percentuale di cognomi non si è riusciti a trovare il nome: in questi casi si è fatto riferimento, tra parentesi, a enti o giornali o altri elementi presenti nella scheda che ne consentano una indiretta qualificazione.

La scelta delle voci per le cose notevoli ha presentato delle difficoltà. Trattandosi di un periodo cosl breve e della compresenza di e v enti molto specifici e di concetti complessi, le voci dei soggettari nazionali o comunque ufficiali sono risultate troppo generiche. Ci si è rifatti ad esse solo nei casi io cui, risultando utilizzabili, potevano fornire una forma di espressione consolidata. Le voci scelte rappresentano una raziooalizzaziooe della pluralità degli oggetti emersi che tiene anche conto di alcune categorie interpretative finora utilizzate dalla storiografia. L'analisi degli oggetti ha consentito di elaborare per via induttiva un quadro astratto eli classificazione articolato io sottopartizioni tendenti dal generale al particolare strettamente pertinenti ai contenutj dei volantini. Si è poi proceduto a una semplificazione del sistema, optando per una più agile soggettazione inclusa io un unico indice generale. Segue infine l'elenco delle didascalie delle 64 tavole fuori testo.

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