TRENTINI
MONDO
nel
MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E
4/2019
Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue
anno 62°
La sfilata in occasione dell’ultima giornata della «Festa provinciale dell’emigrazione» che Storo ha ospitato per la terza volta, dal45- al 7 luglio 01 2019
CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus
Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay
Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)
Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia
Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca
Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 2 delegazione Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia La Paz
- 1 circolo
Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -
Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá
- 1 circolo
Danimarca Copenaghen
- 1 circolo
Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera
Peru Lima
Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi
Portogallo Portogallo
Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga
Romania Romania
Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo
- 1 circolo
61 circoli
Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè
L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02
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Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù - 1 circolo
Serbia Indija
- 1 circolo
- 1 circolo
- 1 circolo
Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug - Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas
- 1 circolo
EDITORIALE SOMMARIO Pagina 3 FESTA DELL’EMIGRAZIONE Pagine 4-5-7 COMMEMORAZIONI PER ZANDONAI, LENZI, ZORTEA Pagine 8-9 RIUNIONE A TRENTO DEI COORDINATORI DEI CIRCOLI Pagine 10-12 ATTUALITÀ Pagina 13 COMMOSSO ADDIO A EUGENE PELLEGRINI Pagine 14-17 GENTE E FATTI Pagina 18 60 ANNI D’EUROPA Pagina 18 EDITORIA Pagine 20-23 CIRCOLI (Sydney, Ouro Fino, Gasparin, Tandil, Santa Rosa, Ticino) Pagine 24-27 DAL TRENTINO, DALL’ITALIA DAL MONDO
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner
Direttore Francesco Bocchetti
TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione
Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it
ANCHE IN TRENTINO IL TEMA DELL’EMIGRAZIONE OGGI È PIÙ CHE MAI ATTUALE
Alcune domande cruciali per progettare il futuro
I
l tema dell’emigrazione oggi è più che mai attuale e la Festa provinciale dell’emigrazione che si è svolta a Storo nella prima settimana di luglio ne ha dato un’ulteriore conferma. Per tre giorni i «vecchi» e «nuovi» emigranti si sono incontrati, hanno dibattuto, si sono confrontati ed hanno partecipato alle varie manifestazioni in programma. Alla fine della Festa - oltre alla conferma della capacità e dello spirito solidaristico dimostrato dalla Società Americana di Storo, che nell’occasione ha celebrato anche i suoi 110 anni di vita - è scaturita la forte volontà di coltivare la memoria di un pezzo così importante della storia trentina, oltre alla necessità di approfondire quanto sta accadendo oggi nel campo della mobilità internazionale. E che ci sia bisogno di affrontare con serietà la complessità dell’argomento al di là degli stereotipi e dei luoghi comuni è ormai evidente a molti, nonostante la politica con la sua latitanza alla manifestazione (tra l’altro organizzata dalla Provincia stessa) non abbia dato grandi segni d’interesse. Posto però che il tema dell’emigrazione costituisce un ele-
È necessario che la «Festa dell’emigrazione» continui a rinnovare vecchie amicizie e a rinsaldare nuove conoscenze, ma sarebbe auspicabile che assumesse anche un ruolo più centrale all’interno di una riflessione più generale sul sistema dell’emigrazione trentina, che deve avvenire al più presto mento fondante della società trentina - visto che non esiste una famiglia in Trentino che non abbia qualche emigrato tra i suoi parenti - è necessario che questa Festa continui a rinnovare vecchie amicizie e a rinsaldare nuove conoscenze, ma sarebbe auspicabile che assumesse anche un ruolo più centrale all’interno di una riflessione più generale sul sistema dell’emigrazione trentina, che deve avvenire al più presto. E per cominciare a farlo bisogna cominciare a dare alcune risposte esaustive ad alcune domande a cominciare da: «cosa rappresentano e come sono recepiti gli emigranti nel Trentino di oggi?» Questo però è solo il primo dei molti interrogativi che stanno
sul tavolo da tempo e che, in una società composita come l’attuale, non possono avere in risposta degli slogan o soluzioni semplicistiche, come quelle che tendono a considerare gli emigranti come dei numeri o come degli elementi statistici, anziché come uomini e donne con il loro carico di speranze, di paure e di bisogni. Di domande in attesa di risposta quindi ce ne sono ancora parecchie. Una sicuramente riguarda il «tipo di collegamento o dovrebbe esistere tra la storia degli emigrati di ieri e quelli di oggi?» Mentre un altro interrogativo si chiede: «oggi esistono un vero interesse e la volontà politica e CONTINUA A PAG. 2
Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa: Euro 20,00; Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 4 APRILE 2019 Stampato il 16 LUGLIO 2019 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.
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AGENDA
Alcune domande cruciali per progettare il futuro CONTINUA DA PAG. 1 culturale di coltivare la memoria del tempo dell’emigrazione?» Se poi si vuole andare ancora un po’ più in là, ci si deve interrogare sulla necessità di «mettere in confronto le diverse condizioni sociali, economiche, culturali, politiche ed economiche di ieri e di oggi, per ricavarne delle soluzioni che evitino il ripetersi di errori già compiuti in passato?» Di domande di stampo dottrinale ce ne sarebbero ancora parecchie, ma il succedersi degli avvenimenti che si accavallano sempre più veloci, necessita di risposte più attinenti alle necessità di tipo pratico e immediato, come potrebbe essere il ripensamento della legge 12 del 2000 riguardante proprio l’emigrazione.
Quale ruolo intende assumere l’Ente Pubblico nei confronti dell’emigrazione trentina e che rapporti intende mantenere con un Associazionismo che da oltre sessant’anni si occupa dell’argomento? Cosa rappresentano e come sono recepiti gli emigranti nel Trentino di oggi? Però si sa che le domande sono come le ciliegie: una tira l’altra. Ecco dunque che a questo punto emerge la domanda base e cioè: «quale ruolo intende assumere l’Ente Pubblico nei confronti dell’emigrazione trentina e che rapporti intende mantenere con un’Associazionismo che da oltre sessant’anni si occupa dell’argomento?» Se questa ennesima Festa Provinciale dell’Emigrazione adesso passa in archivio,
ciò non deve significare che non si parla più dell’argomento fino alla prossima edizione. Anzi. È necessario infatti riprendere fin da subito a camminare spediti lungo la strada che - almeno per la Trentini nel Mondo - ha come traguardo finale la realizzazione di una Comunità Trentina forte, solidale, rispettata e riconosciuta in tutto il mondo. Alberto Tafner
Tour di incontri con i Circoli trentini in Paraguay, Argentina e Brasile Accompagnati da Roberto Paolazzi, responsabile della struttura in Sud America della Trentini nel mondo, il prsesidente ed il direttore dell’Associazione, Alberto Tafner e Francesco Bocchetti, dall’8 al 17 giugno hanno effettuato un tour con tappe in Paraguay, Argentina e Brasile. Domenica 9 giugno c’è stato l’incontro ad Asuncion (foto in alto) con i Circoli trentini del Paraguay, organizzato dalla Coordinatrice Marta Beatriz Libardi. È stata una preziosa occasione per rinsaldare i rapporti con la comunità trentina del Paraguay, che ha ribadito la volontà e l’interesse di coltivare i legami con la terra di origine. 4 - 2019
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Seconda tappa è stata la città di Cordoba (Argentina) dove la delegazione è stata ospite del Circolo trentino, del quale è presidente Zonia Angeli (seconda da destra nella foto in basso). La destinazione in Brasile era Garibaldi, dove dal 14 al 16 giugno si è svolto l’incontro dei Circoli trentini del Rio Grande do Sul. Durante l’incontro Renato Borghetti (articolo a pagina 7) si è esibito in omaggio a Rino Zandonai, Gianni Lenzi e Luigi Zortea ed è stato attribuito il titolo di «socia benemerita» ad Iracema Moser. Un ampio resoconto sarà pubblicato nel prosssimo numero del giornale.
AGENDA L’APPUNTAMENTO, ORGANIZZATO DALLA PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO, SI È SVOLTO DAL 5 AL 7 LUGLIO
«Festa dell’emigrazione» a Storo N
el 2020 le Gallerie di Piedicastello di Trento accoglieranno una mostra dedicata all’emigrazione trentina nel mondo, con l’obiettivo poi che questo percorso diventi permanente, una sorta di «Casa della Memoria» dell’emigrazione trentina nel mondo. L’annuncio è stato fatto il 7 luglio scorso, a nome del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, durante la cerimonia che ha concluso l’edizione 2019 della «Festa provinciale dell’emigrazione», che si è svolta a Storo. Dopo la sfilata per le vie del centro e la santa messa, la terza e ultima giornata della Festa dell’emigrazione si è chiusa con i saluti delle autorità: sul palco, accanto al vicepresidente provinciale Mario Tonina, vi erano il vicesindaco di Storo Stefania Giacometti, il presidente della Trentini nel Mondo Alberto Tafner, quello dell’Unione famiglie trentine all’estero Mauro Verones e quello della Società Americana di Storo, Renato Sai, sodalizio che quest’anno ha festeggiato il suo 110° anniversario di fondazione. NEl suo intervento il presidente della Trentini nel Mondo Alberto Tafner, ha auspicato che la comunità trentina, costruita
da tutti i trentini sia da da quelli che vivono all’interno dei confini provinciali che da quelli che vivono all’estero, sia sempre più forte e coesa. Nei giorni precedenti la Festa aveva proposto (sabato 6 luglio) una tavola rotonda sul tema «Migranti di ieri e di oggi: il Trentino in movimento», con la partecipazione di giovani storesi che vivono all’estero o sono appena rientrati e discendenti di emigranti storici che hanno deciso di
rientrare in Trentino, durtante la quale è stato presentato anche il documentario «’Ndovat?», risultato di un laboratorio creativo di ricerca sulla nuova emigrazione trentina, a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo in collaborazione con la Provincia. Nella giornata di apertura (venerdì 5), c’era stata l’inaugurazione della mostra multimediale «Força expedicionaria brasileira (FEB): i soldati di origine trentina al fronte italiano durante la
seconda guerra mondiale» (curata dall’Unione delle Famiglie Trentine all’estero) e, alla sera, il recital teatrale «Storo - America: verso la speranza», messo in scena dagli alunni della Scuola primaria di Storo, al qauale sono seguite le testimonianze (intitolate «Nuovi viaggi: destinazione noi!») dei tre giovani della valle che nel 2016 avevao preso parte al progetto «Blueprint», promosso dall’Ufficio emigrazione della Provincia.
I 110 anni della Società Americana di Storo
La scelta di Storo quale sede della «Festa provinciale dell’emigrazione» per la terza vola (le precedenti sono state nel 2003 e nel 2009) è stata dettata anche dalla ricorrenza del centodecimo anniversario di fondazione della «Società Americana di Storo». L’emigrazione storese fu particolarmente rilevante negli anni 1903 – 1913 e si concentrò nel
centro minerario di Càmbria (Wyoming - Stati Uniti). Oltre cento emigranti tornarono a casa attorno al 1910. Vi tornarono con qualche guadagno in tasca e un ricco bagaglio di nuove esperienze, ed anche qualche sconvolgimento nello schema dei valori tradizionali e religiosi sui quali continuava a basarsi la società contadina locale.
Di questa situazione si preoccupò il parroco, don Giacomo Regensburger, che nel 1909 istituì la Festa degli Americani. Quattro anni dopo nacque la «Società Americana di Storo», con lo scopo di unire quelli che «sono stati al di là del mare». Oggi la Società, guidata da Renato Sai, si propone come riferimento per i discendenti dei primi
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emigrati, promuovendo iniziative per tenerne vivo il ricordo. Durante la cerimonia conclusiva della «Festa», il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, ha consegnato al presidente presidente della Società americana di Storo (a destra nella foto qui sopra) una targa con l’«albero dell’amicizia» in ricordo del centodecimo anniversario. 4 - 2019
AGENDA
Alla Campana dei caduti la commem «Q
uesto è proprio il luogo più adatto per ricordare Giovanni Battista Lenzi, Rino Zandonai e Luigi Zortea a dieci anni dalla loro scomparsa»: lo ha affermato Alberto Robol, Reggente della Fomndazione Opera Campana dei Caduti, nell’aprire la cerimonia con la quale nel pomeriggio del 31 maggio organizzata dalla Trentini nel mondo in collaborazione con la Comunità del Primiero, la Comunità Valsuga e Tesino e la Comunità Vallagarina, per commemorare le tre vittime trentine del tragico volo Rio de Janeiro - Parigi, precipitato nell’oceano causando 228 morti. La Campana dei caduti di Rovereto è il luogo più adatto, ha spiegato Robol, perché sul Colle di Miravalle si onora e si celebra la pace fra i popoli e il viaggio che aveva portato Lenzi,
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Zandonai e Zortea in Brasile era a tutti gli effetti un’azione di pace perché tesa a rafforzare i legami fra le popolazioni di quella terra
e il Trentino, dal quale sono emigrate migliaia di persone che oltre oceano hanno trovato nuove prospettive di vita.
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Robol ha anche ricordato che è stato grazie alla collaborazione con la Trentini nel mondo che la Fondazione ha potuto assumere
AGENDA
orazione di Lenzi, Zandonai e Zortea
lo status di «Osservatore» presso l’ONU. Anche Alberto Tafner, presidente della Trentini nel mondo, ha ribadito che la scelta della Campana dei caduti come sede per la commemorazione, è stata fatta in considerazione dell’alto valore simbolico del luogo. Le biografie, i caratteri distintivi, l’impegno, l’eredità morale di Lenzi, Zandonai e Zortea sono stati al centro dei successivi interventi. Maria Carla Failo, che nel 2009 ricopriva la carica di vice presidente della Trentini nel mondo, ha ricordato Rino Zandonai. Al suo fianco c’era Giuseppe Filippi, in rappresentanza dei trentini del Belgio, paese nel quale Zandonai era emigrato e lavorava come insegnante prima di assumere l’incarico di direttore della Trentini nel mondo.
NELLE FOTOGRAFIE. In alto, da sinistra: Alberto Robol, Alberto Tafner, Maria Carla Failo con Giuseppe Filippi, Stefano Bisoffi, Attilio Pedenzini, Roberto Pradel e Mario Tonina. Qui sotto, il gruppo Abies alba.
Poi la parola è passata ai presidenti delle tre Comunità: Stefano Bisoffi (Vallagarina) per Rino Zandonai, Attilio Pedenzini (Valsugana e Tesino) per Giovanni Battista Lenzi e Roberto Pradel (Primiero) per Luigi Zortea. Il
saluto delle istituzioni provinciali è stato portato da Mario Tonina, vicepresidente della giunta. Tutti hanno ricordato lo spirito di servizio e di solidarietà con il quale Lenzi, Zandonai e Zortea svolgevano i loro compiti istitu-
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zionali e il grane vuoto lasciato nelle rispettive comunità di appartenenza, in Trentino e fra i trentini nel mondo I vari interventi sono stati intervallati da alcuni brani eseguiti dal gruppo Abies alba, che ha concluso la sua esibizione con «Merica Merica», canzone intonata poi in coro da tutti i presenti, creando un momento di grande partecipazione emotiva. Ultimo atto della commemorazione è stato l’intervento di mons. Luigi Bressan, Vescovo emerito della Diocesi di Trento. Davanti alla Campana dei Caduti ha invitato i presenti alla preghiera e alla riflessione sul valore del sacrificio di Lenzi, Zandonai e Zortea. Alle 19.00, come previsto dal programma, sono iniziati i rintocchi della Campana dei caduti, seguiti in silenzio e con commozione da tutti i presenti.
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DAL 2020 L’ABBONATO
DIVENTA SOCIO A partire dall’inizio del prossimo anno il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati, ma Soci della Trentini nel Mondo a tutti gli effetti. Essere soci significa diventare protagonisti della grande comunità dei Trentini nel Mondo, entrando a far parte di una grande rete di solidarietà, di conoscenze e di reciproco scambio, che si estende su tutti i Continenti. Il Socio ha il dovere di condividere lo spirito e le norme contenute nello Statuto ed ha il diritto di : • partecipare all’Assemblea annuale
• votare, candidarsi ed essere eletto per le cariche sociali • ricevere la tessera dell’Associazione che lo fa riconoscere in tutto il mondo • ricevere notizie su eventi e manifestazioni organizzate sia in Italia che all’estero • ricevere tutti i numeri della rivista “Trentini nel Mondo” Dal 2020 infatti la rivista verrà inviata solo ai Soci per cui chi vorrà continuare a ricevere il giornale non dovrà più versare la quota dell’abbonamento, bensì quella di Socio per entrare a far parte integrante ed effettiva della Trentini nel Mondo.
il socio...
della quota sociale ma anche, se lo desidera, impegnandosi in prima persona come volontario candidandosi alle cariche sociali, aiutando nell’organizzazione di iniziative in Italia e all’estero o semplicemente testimoniando la sua adesione nella propria famiglia e nella propria comunità. I soci partecipano a pieno titolo alla vita dell’Associazione e ricevono informazioni sulle iniziative, organizzate in Italia e all’estero, cui sono invitati a partecipare. In queste occasioni il socio non è “ospite” o “spettatore” ma è vero e proprio protagonista in quanto il socio “è” l’Associazione. (continua...)
è titolare di diritti e doveri I soci dell’Associazione sono titolari di diritti e doveri secondo quanto stabilito dallo Statuto. Innanzitutto i soci devono condividere gli scopi dell’Associazione che si propone di aggregare e assistere i migranti in stato di bisogno e in particolare di migliorare le condizioni economiche, sociali e culturali dei trentini emigrati, dei loro discendenti, di quanti intendono emigrare e degli ex emigrati. Una missione ampia e importante a servizio dei Trentini che vivono all’estero e nelle altre regioni italiane, ma anche di quanti ancora oggi si trovano a volere o dovere emigrare per costruire il proprio futuro. Il socio si impegna a dare il proprio sostegno volontario all’associazione, attraverso la sua adesione ideale, il sostegno economico attraverso il versamento 4 - 2019
PROSSIMAMENTE: • Il socio… è collegato al Trentino • Il socio... partecipa alla vita dell’Associazione • Il socio... è collegato a tutto il mondo • Il socio... ha una “casa” in Trentino • Il socio... sostiene e diffonde la memoria dell’emigrazione trentina
a pagina 28 il modulo da compilare 6
L’operazione è semplice: è sufficiente compilare – basta una volta sola – il modulo che si trova su ogni numero della rivista e inviarlo all’Associazione Trentini nel Mondo per posta, fax o email e versare annualmente la quota sociale di 30 euro che al suo interno comprende anche l’abbonamento alla rivista. Attenzione ! Tutti gli abbonamenti in essere sono validi fino alla fine del 2019, dopo di che è necessario farsi Soci versando la quota entro il 30 di marzo di ogni anno.
AGENDA La musica di Renato Borghetti in onore di Rino, Gianni e Luigi Renato Borghetti è uno dei più importanti e famosi musicisti del Rio Grande do Sul (Brasile). Borghetti e Rino Zandonai si erano conosciuti nel 2006 in occasione di un concerto a Trento. Nel corso degli anni, fra i due si era creato un sincero sentimento di amicizia, coltivato in incontri sia in Brasile che in Trentino. Era stato proprio Rino Zandonai a far scoprire a Renato Borghetti le sue origini trentine - i suoi antenati sono emigrati da Borghetto - e ad aiutarlo a ricostruire il suo albero genealogico. Proprio per questo Borghetti ha accettato l’invito della Trentini del mondo di esibirsi in un breve concerto in memoria di Rino Zandonai, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea, a dieci anni dalla loro scomparsa.
L’esibizione di Renato Borghetti, accompagnato da Pedro Figuereido e Daniel Sa, è avvenuta il 14 giugno a Garibaldi, nello stato del Rio Grande do Sul, davanti ai partecipanti all’incontro dei Circoli trentini di quell’area del Brasile, evento organizzato dalla Trentini nel mondo.
Le commemorazioni di «tre uomini simbolo» in Brasile, Argentina e Bosnia Erzegovina «Con il pensiero, con il cuore, tristi fino alle lacrime, ci uniamo a voi con i ricordi del nostro grandissimo amico Rino Zandonai e dei suoi e anche vostri due amici,. Giovanni Battista e Luigi, tragicamente scomnparsi dieci anni fa»: inizia con queste parole il messaggio arrivato alla Trentini nel mondo da sarajevo, dove il Circolo porta proprio il nome di Rino Zandonai. «Quando il 31 maggio avremo la nostra riunione - prosegue il messaggio - faremo un inchino alla sua immagine e alle sue opere». Delfina Marta Turrina, presidente del Circolo trentino di Buenos Aires (Argentina) definisce Zandonai, Lenzi e Zortea «uomini simbolo di fratellanza, solidarietà e sacrificio» ai quali rivolge un sincero e sentito ricordo a nome di tutto il Circolo. Anche il Circolo di Sampacho (Argentina) ha voluto commemorare Zandonai, «una persona molto apprezzata», inviando all’Associazione una foto che risle al 2003, scattata in occasione di una visita alla comunità trentina, alla presenza anche del sindaco di Sampacho. Il primo giugno nella chiesa di San Francesco di Assisi a Florianopolis (Santa Catarina - Brasile), per iniziativa del locale Circolo trentino, è stata celebrata una messa in suffragio di Zandonai, Lenzi e Zortea (foto a fianco) durante la quale si è esibito il Coro San Francesco d’Assisi di Rodeio. A Blumenau (Santa Catarina Brasile) la commemorazione si è svolta nella cattedrale di San
«Nell’ultimo viaggio che Rino hà fatto in Brasile - si legge nella lettera del Circolo - ha visitato diverse comunità di Santa Catarina, incluso Rodeio. Qui ha inaugurato il nuovo salone del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina, ha partecipato alla riunione con il Circolo e poi al pranzo festivo. È stato un incontro ricco di molta gioia, musica, familiarità e allegria. Con Rino c’erano anche Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zor-
Paolo Apostolo, per iniziativa del Circolo trentino con l’appoggio del Circolo italiano di Blumenau: la messa è stata accompagnata dai canti del coro «Canto Fratelli» del Circolo. LA «NOSTALGIA»
DEL CIRCOLO DI RODEIO «Nostalgia» è invece il titolo che il Circolo di Rodeio (Santa Catarina - Brasile) ha dato alla lettera inviata alla Trentini nelmondo.
Un momento della messa nella chiesa di San Francesco di Assisi a Florianopolis
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tea. Un gruppo del nostro Circolo li ha accompagnati presso diverse comunità in cui erano previsti incontri con i rispettivi Circoli locali. L’ultimo incontro è stato a Gaspar, il venerdi sera. Lì c’è stato il nostro ultimo abbraccio. Dieci anni dopo rimane viva la memoria del nostro caro Rino, direttore della Trentini nel Mondo. Rino è stato per noi grande Maestro, collaboratore e nostro forte incentivo. In tutte le riunioni del nostro Circolo lo abbiamo sempre ricordato. Abbiamo la certezza che Lui è ancora fra di noi. Era conosciuto per la sua semplicità, la sua umiltà e la sua straordinaria capacità di registrare nella sua fantastica memoria tutte le informazione raccolte dal vivo in qualsiasi luogo del mondo si trovasse. Al Circolo di Rodeio, Rino si sentiva uno dei nostri, animato da un sincero sentimento fraterno, che ha reso indimenticabili tutti gli incontri avuti con lui. Rino era abituato a chiamare i nostri soci «il suo staff»: anzi, «la me squadra» come diceva lui. Lo faceva perché apprezzava le capacità organizzative del Circolo. Nella «trentinissima» comunità di Rodeio, Rino è considerato una grande autorità, rappresentativa dei valori della nosta terra di origine. Rino, in questa ricorrenza vogliamo manifestare tutta la nostra NOSTALGIA e la nostra GRATITUDINE per tutto quello che abbiamo imparato da TE! AVANTI!» Circolo trentino di Rodeio 4 - 2019
AGENDA HANNO PARTECIPATO AD UN «SEMINARIO» CHE SI È SVOLTO ALLA TRENTINI NEL MONDO DAL 27 MAGGIO ALL’1 GIUGNO
L’Associazione ha chiamato a raccolta i suoi «Coordinatori dei Circoli trentini» «Vi ringraziamo per aver messo a disposizione il vostro tempo partecipando al seminario di Trento, vi ringraziamo anche per il lavoro svolto assieme all’ufficio, per aver portato idee e suggerimenti e condiviso con tutti il vostro ruolo e impegno di coordinatore nelle zone di competenza»: inizia così la lettera che il presidente della Trentini nel mondo ha inviato ai Coordinatori dei Circoli trentini, qualche giorno dopo la conclusione del «seminario di formazione e aggiornamento» al quale avevano partecipato a Trento dal 27 maggio all’1 giugno. Quella del «coordinatore» è una figura creata dalla Trentini nel mondo qualche anno fa, alla quale è affidato l’importate e delicato compito di mantenere un costante rapporto con i Circoli trentini attivi nella sua zona di competenza e di fare da tramite fra i Circoli e l’Associazione.
I Coordinatori durante l’incontro con la vice sindaco di Trento, Maria Chiara Franzoia, a Palazzo Thun.
I Coordinatori sono dunque una risorsa preziosa, essenziale per il buon funzionamento di un’Associazione estesa ed arti-
colata come la Trentini nel mondo. Dei diciassette coordinatori, ne erano presenti a Trento quindici La sede del seminario è stata la sede della Trentini nel mondo, per consentire la presenza costante ai lavori anche del personale dell’Associazione e permettere ai coordinatori di «vivere» gli spazi della sede. Obiettivi dichiarati del seminario erano favorire l’identificazione tra coordinatori e Associazione, formare i Coordinatori allo svolgimento del loro compito e condividere la programmazione di attività future. Il fitto programma prevedeva anche alcune visite ad enti e istituzioni provinciali e cittadine. Obiettivi raggiunti con soddisfazione sia dei partecipanti che dei promotori, come mette in rilievo il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, nell’articolo pubblicato qui sotto.
IL PRESIDENTE DELLA TRENTINI NEL MONDO FA UN BILANCIO POSITIVO DELL’INIZIATIVA DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO
È stato un incontro utile e proficuo
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e si dovesse dare un titolo capace di identificare l’epoca in cui viviamo , il più azzeccato sarebbe sicuramente la “stagione della comunicazione”. Mai come in questi tempi infatti i rapporti tra le persone sono determinati dall’uso di un sistema di comunicazione sempre più veloce, sempre più esteso e diffuso, ma purtroppo anche sempre più difficile da usare correttamente. Con gli strumenti che la tecnica
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mette oggi a disposizione ognuno infatti può infilare la propria voce nel chiacchiericcio mondiale, chiunque può diffondere qualsiasi cosa gli passi per la testa e tutti possono comunicare qualunque notizia voglia dare: vera o falsa che sia. In attesa che si stabiliscano delle norme etiche e dei comportamenti adeguati alla mancanza di una coscienza civile e sociale - che al momento sembra abba-
stanza carente - questa “stagione della comunicazione” ha bisogno ancora di passare attraverso il filtro dell’incontro. Infatti le video conferenze, i tweet, le mail o le video chat che oggi sono sempre più diffuse, non sono ancora sufficienti per cogliere quelle sensazioni e quelle emozioni che possono dare il senso vero e compiuto dell’incontro tra le persone. Se davvero si vogliono confrontare idee e proposte o se
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si desidera scambiarsi pensieri e sensazioni è ancora necessario praticare l’arte dell’incontro perché è solo parlandosi faccia a faccia che si possono intuire le reali intenzioni di chi ci sta di fronte e solo guardandosi negli occhi si possono capire i veri sentimenti delle persone con cui si parla. Dal convincimento che - almeno per il momento - questo sia ancora il modo migliore per
AGENDA
I COORDINATORI (foto scattata alla Campana dei caduti). In prima fila, da sinistra: Jorge Zas (Uruguay); Ivo Finotti (Canada); Rafael Acuña Agnelli (Argentina); Simone Sehnem (Brasile); Marta Beatriz Libardi (Paraguay); Michael Pancheri sviluppare una crescita armoniosa ed equilibrata, è dunque nata l’idea di chiamare a raccolta i Coordinatori della Trentini nel Mondo provenienti dai vari continenti: per una settimana - riuntiti tutti assieme nella sede di Trento dell’Associazione - si è parlato, si è studiato, si è cercato il modo migliore per utilizzare l’immenso patrimonio di esperienza e di competenza custodito in particolare dai Circoli Trentini. I Coordinatori del Brasile e del Canada, dell’Argentina e dell’Europa, del Paraguay e degli Stati Uniti, dall’Uruguay e dall’Australia – alcuni per la prima volta – hanno potuto guardarsi in faccia e scambiarsi reciproche conoscenze, progetti e speranze, competenze ed esperienze, nella ormai raggiunta consapevolezza di rappresentare la Trentini nel Mondo ognuno nel proprio Paese. Questo incontro ovviamente non è servito solo a sviluppare un proficuo seminario di forma-
(Stati Uniti); Eraldo Stenico (Brasile). In seconda fila: Giuliano Berti (Brasile); Rodolfo Veronesi (Argentina); Giuseppe Filippi (Europa occidentale); Oscar Menapace (Argentina); João Felix Andreis (Brasile); Carlos Trentin (Argentina);
zione, così come non è servito solo come un utile corso di aggiornamento per i Coordinatori che hanno potuto confrontarsi direttamente con lo Staff dell’Associazione, con alcuni Consiglieri, con i dipendenti provinciali dell’Ufficio Emigrazione e con i rappresentanti di vari Enti ed Istituti interessati all’argomento. Questo incontro è servito anzitutto per sottolineare due concetti fondamentali: rafforzare la consapevolezza che i Coordinatori rappresentano la Trentini nel Mondo nel proprio Paese e fortificare quel senso di Comunità unita e coesa che si sta cercando
Luca Dorigatti (Stati Uniti); Silvano Rinaldi (Australia). La «squadra» dei Coordinatori è completata da Monica Fadanelli (Messico) e da Franjo Rover (Europa orientale), che non hanno potuto partecipare all’iniziativa.
di diffondendo fra tutti i trentini del mondo. In questa settimana di lavoro e di scambio c’è poi stato un momento di particolare intensità che ha messo in risalto il senso di condivisione e di partecipazione dei sentimenti e delle emozioni: la cerimonia svolta in ricordo di Rino Zandonai, scomparso dieci anni fa assieme a Giovanni Battista Lenzi , Luigi Zortea ed altre 282 persone che tornavano da una missione umanitaria in Brasile. Nella cornice altamente simbolica della Campana della Pace di Rovereto decine e decine di persone si sono riunite
Per una settimana si è parlato, si è studiato, si è cercato il modo migliore per utilizzare l’immenso patrimonio di esperienza e di competenza custodito in particolare dai Circoli Trentini nei vari paesi del mondo 9
per ricordare che nel mondo c’è ancora spazio per la solidarietà e per l’altruismo, quei sentimenti che ci fanno inseguire ideali di umanità e altruismo senza cedere al tragico richiamo dell’indifferenza e dello sterile egoismo che stanno rapidamente distruggendo il senso civico delle Comunità. Incontrarsi serve soprattutto a questo: a irrobustire amicizie, a rafforzare la stima reciproca , a consolidare principi e concetti che nessun sofisticato strumento di comunicazione sarà mai in grado di fare. Ecco dunque che dopo una settimana di lavoro, di incontri e di confronti i Coordinatori sono ritornati nei rispettivi Paesi per riprendere con rinnovato vigore e consapevolezza l’opera di tessitura di una rete capace di unire i vari Circoli Trentini e chiunque si sente di condividere lo spirito e gli obiettivi di una Trentini nel Mondo sempre più partecipata ed organizzata. Alberto Tafner 4 - 2019
ATTUALITÀ DOPO ALCUNI ANNI DI OTTIMO PIAZZAMENTO PRECEDE SIENA E TRIESTE NELLA FASCIA TRA DIECIMILA E VENTIMILA ISCRITTI
Università di Trento sul podio più alto come migliore ateneo statale in italia
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Foto di Roberto Bernardinatti
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A premiare l’Ateneo trentino è la classifica «Censis 2019/20». Decisive le performance delle voci internazionalizzazione e comunicazione, ma ottimo anche il giudizio su borse di studio e strutture do posto nel settore psicologico e delle scienze cognitive (110 a pari merito con Bologna), spicca al quarto posto nel gruppo economico (103), al quinto per il settore linguistico (105), settimo in quello letterario-umanistico (92). Chiude Architettura e Ingegneria civile al 18° posto (83), al 20° Ingegneria industriale e dell’Informazione (89,5) e Arte
e design al 28°posto (81,5 in cui si trovano discipline delle arti figurative e della musica). Per quanto riguarda le lauree magistrali Trento ottiene ottimi piazzamenti: è prima nel settore psicologico e delle scienze cognitive (110), secondo in Informatica e tecnologie ICT (103), ottavo in quello politico-sociale e comunicazione (91,5), nono in quello
Foto di Alessio Coser
Università di Trento riconquista il podio dei migliori atenei italiani statali. Il risultato è stato reso noto sul quotidiano la Repubblica dal Censis, che da quasi vent’anni redige una classifica molto consultata come vademecum per la scelta universitaria. Dopo alcuni anni di ottimo piazzamento in seconda o terza posizione, UniTrento ha superato gli altri atenei concorrenti della fascia di riferimento e si è collocata al primo posto tra gli atenei di medie dimensioni (tra i diecimila e i ventimila iscritti) davanti a Siena e Trieste. Il punteggio totale di 97/110 è poi risultato il migliore in assoluto tra gli atenei italiani, a prescindere dalla grandezza. UniTrento si piazza così davanti ai politecnici e a grandi e rinomate università statali come Bologna e Roma Sapienza. Considerando i sei parametri presi a riferimento, decisivi per l’ottima performance di UniTrento nella classifica 2019/20 sono gli indicatori: “internazionalizzazione” (104) e “comunicazione e servizi digitali” (103). Molto positivi sono anche gli esiti ottenuti dalle borse di studio (98) e dalle strutture (98). Da quest’anno è stato inserito anche un parametro nuovo riferito all’occupabilità, che misura il tasso di inserimento nel mondo del lavoro di laureati e laureate magistrali del 2017 a un anno dal conseguimento del titolo. Anche in questo caso Trento registra un buon punteggio (93/110). Insieme all’analisi generale per ateneo, il Censis ha pubblicato anche le classifiche per la didattica con buoni piazzamenti per l’Ateneo trentino. Nella graduatoria dei corsi di laurea a ciclo unico Trento è prima con Giurisprudenza (101,5), mentre è tredicesima per Edile-Architettura (83). Nelle lauree triennali è prima nei settori Informatica e tecnologie ICT (108), in quello scientifico (100, in cui si trovano Fisica, Matematica e Biologia) e in quello politico-sociale e comunicazione (106,5, in cui si trovano relazioni internazionali, scienze della sicurezza), al secon-
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letterario-umanistico (94,5), decimo posto in quello scientifico (90) e Architettura e Ingegneria civile all’11° posto (80). Grande soddisfazione per il risultato è stata espressa dal rettore Paolo Collini: «Il primo posto tra le università di medie dimensioni, peraltro con il punteggio più alto tra tutti gli atenei italiani, è un dato che conferma la posizione ai vertici che Trento ha sempre ottenuto in questa classifica. È una dimostrazione della qualità del lavoro che svolgiamo da anni e che è certificata anche dalle massime valutazioni ricevute dalle agenzie ufficiali, come l’Anvur (Agenzia per la valutazione del sistema universitario e della ricerca) e dagli istituti di ricerca che compilano i ranking. Una posizione solida ai vertici del sistema accademico del Paese che prova come l’Università di Trento sia uno dei migliori luoghi dove studiare e fare ricerca in Italia, se non il migliore. Ma colloca anche il nostro Ateneo al pari delle migliori università europee per le opportunità che offre ai suoi studenti e studentesse. Desidero ringraziare tutta la comunità accademica e il personale dell’Ateneo per l’ottimo lavoro svolto: questo risultato è senz’altro frutto di un impegno collettivo, prolungato nel tempo». (Uff. Stampa Unitn)
ATTUALITÀ AL MOMENTO DELLA FIRMA PER LA TRENTINI NEL MONDO ERA PRESENTE IL VICE PRESIDENTE ARMANDO MAISTRI
«Alleanza» fra il Trentino e l’Argentina
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a Fondazione Edmund Mach amplia il proprio network internazionale e stringe una collaborazione con l’Argentina, in particolare con l’Università di Rio Negro. L’accordo sottoscritto dal presidente Andrea Segrè, dalla direttrice del Centro Agricoltura Alimenti e Ambiente, Ilaria Pertot, e dal rettore Juan Carlos Del Bello, prevede per il futuro lo scambio di studenti e ricercatori e l’individuazione di progetti di ricerca comuni in campo frutticolo e alimentare. Contestualmente alla firma la delegazione proveniente dall’Università argentina, guidata dal professore Rodolfo Veronesi, delegato del Rettore dell’Università di Rio Negro, e accompagnata dal vicepresidente dell’Associazione Trentini nel Mondo, Armando Maistri e dal coordinatore della stessa associazione in Argentina, Oscar Menapace, ha visitato laboratori, serre e attività di campo della Fondazione Edmund Mach. I docenti argentini hanno avuto
È stato sottoscritto un accordo quadro tra Università di Rio Negro, Fondazione Edmund Mach e «C3A» per lo scambio di studenti e ricercatori e l’individuazione di progetti di ricerca in campo frutticolo e alimentare modo di scambiare informazioni con i ricercatori e di conoscere ed apprezzare l’elevato livello raggiunto dalla ricerca FEM, prestando particolare attenzione alla formazione universitaria del Centro Agricoltura, Alimenti e Ambiente. «L’accordo - spiega il presidente FEM, Andrea Segrè- non ha solo un valenza scientifica, che pure è assai rilevante. Infatti molte comunità della regione in cui ha sede l’università argentina hanno radici trentine e quindi questa collaborazione rafforzerà un antico legame che negli anni è stato tenuto vivo grazie all’impegno dell’Associazione Trentini nel Mondo». L’Università nazionale di Rio
Negro potrà costituire un partner internazionale di assoluto rilievo per la FEM e il C3A, sia per le infrastrutture di ricerca, sia per le filiere produttive delle tre regioni in cui ha sede che presentano molte similitudini con la produzione agroalimentare trentina. Infatti, le principali colture sono melo, pero, vite, ma anche nocciolo, noce e castagno, che sono state portate nella regione da comunità di origine italiana. Collaborazione accademica, ricerche scientifiche e attività didattiche congiunte, mobilità di docenti, ricercatori, studenti e dottorandi per attività formative, scambio di informazioni e di risorse bibliografiche, condivisione di esperienze nell’uso di strumen-
ti tecnico-scientifici complessi, ma anche attività di consulenza alle aziende e partecipazione a seminari e incontri accademici. Corposa e ambiziosa l’attività congiunta al centro dell’accordo quadro sottoscritto. Anche il C3A trarrà giovamento da questa collaborazione, come sottolinea la direttrice, Ilaria Pertot: «Con questo ulteriore accordo internazionale si allargano le opportunità offerte agli studenti dei corsi del C3A per completare la formazione all’estero, che dunque possono allargare le loro competenze anche alla comprensione di realtà agricole dinamiche e in rapido sviluppo come quelle argentine». L’Università nazionale di Rio Negro è un’università pubblica argentina nata nel 2007. È strutturata su tre sedi: la sede centrale dell’Atlantico, quella andina e quella della valle centrale. All’interno dell’offerta formativa ci sono corsi di laurea in agronomia, scienze ambientali, scienze alimentari e biotecnologie.
Nel 2026 in Trentino le Olimpiadi invernali Per la prima volta nella storia, la bandiera olimpica, con i suoi cinque cerchi in rappresentanza dei cinque continenti, sventolerà sul Trentino: questo grazie alla decisione assunta il 24 giugno scorso a Losanna (Svizzera) dal Comitato Olimpico Internazionale, che ha assegnato a MilanoCortina i giochi della XXV Olimpiade invernale in programma dal 7 al 22 febbraio 2026. Ad ospitare le gare saranno località della Lombardia, del Veneto, del Trentino e dell’Alto Adige.
Per quanto riguarda il Trentino, sono tre le località interessate: a Baselga di Piné si terranno le gare di pattinaggio di velocità.
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A Tesero andrà in scena lo sci nordico. A Predazzo è previsto il salto con gli sci. Predazzo e Tesero ospiteranno anche le gare di combinata nordica. «È una giornata storica per l’Italia e per il Trentino - ha detto il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti - siamo emozionati e felici per aver contribuito a rafforzare la candidatura di Milano-Cortina». Sono circa 1140, fra atleti e tecnici, le persone che arriveranno in Trentino. 4 - 2019
ATTUALITÀ IL MUSEO DI PIEVE TESINO OSPITA FINO AL 3 NOVEMBRE UNA MOSTRA CON PRESTIGIOSI PRESTITI DALL’ITALIA E DALL’ESTERO
«Lutero Per Via», immagine e propaganda ai tempi della Riforma a
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a distribuzione di stampe luterane, diffuse «per via» dai venditori ambulanti, fu uno dei veicoli propagandistici principali della Riforma protestante. Attraverso parole e immagini riprodotte a stampa e commerciate per le strade, nelle piazze e nelle locande dell’epoca, le idee di Lutero si disseminarono rapidamente tra il popolo, coinvolgendo tutte le classi sociali, fino a fare di questo fenomeno il primo vero «evento mediatico» della storia occidentale. Se oggi le immagini circolano rapidamente grazie alle nuove tecnologie, all’epoca della Riforma la loro propagazione fu resa possibile solo dal coraggio dei venditori ambulanti di libri e stampe: una categoria nascente che nei secoli a venire avrebbe riscritto anche la storia dell’altipiano del Tesino, facendone la terra per eccellenza degli «uomini dell’immagine» a cui il Museo di Pieve Tesino è dedicato. Sfidando i divieti imposti dagli editti del Sacro Romano Impero e dell’Inquisizione romana, furono loro il motore della grande operazione comunicativa orchestrata da Lutero, che riuscì a far penetrare le istanze della Riforma nelle piazze di tutta Europa e perfino in Valsugana, grazie alla protezione garantita da alcune famiglie feudali tirolesi. Sono queste le storie al centro
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NELLE IMMAGINI (in senso orario). «La cornamusa del diavolo», 1530 circa, xilografia colorata, London, British Museum: l diavolo suona la cornamusa che ha le sembianze di un monaco, soffiando attraverso le sue orecchie e il suo naso. L’allusione al monaco quale strumento del diavolo non può essere più esplicita; «Bibbia»: questo esemplare è stato stampato nel 1556 a Wittenberg dal tipografo Hans Lufft, lo stampatore della prima edizione licenziata da Lutero nel 1534. Il volume è illustrato da 175 incisioni; «Immagine degli avversari di Lutero come mostri»,1521 circa, incisione colorata, Nürnberg, Germaniches Nationalmuseum.
della mostra «Lutero Per Via. Ambulanti e stampe in Trentino e in Valsugana al tempo della Riforma», che grazie agli studi e alla curatela di Alessandro Paris e Massimo Rospocher, ricercatori dell’Istituto Storico Italo Germanico della Fondazione Bruno Kessler, fa rivivere tra le sale del Museo Per Via il clima di quella che fu un’epocale battaglia di idee, combattuta per la prima volta anche a colpi d’immagine. Si assiste così a papi e cardinali che diventano diavoli e buffoni, a contadini ribelli che sfogano una feroce critica anticlericale, mentre alcuni esemplari di testi
luterani scampati all’occhio dell’Inquisizione dimostrano l’astuzia dei tipografi, capaci di nascondersi dietro a curiosi escamotages editoriali. Come nel caso di una rarissima antologia di testi luterani, tradotti in volgare nel 1540 e fatti circolare fingendoli opera dell’umanista Ersamo da Rotterdam, le cui opere non erano state ancora condannate dalla Chiesa romana. Tra materiali d’epoca e riproduzioni in altissima qualità, il percorso finisce così per ricordare anche al visitatore contemporaneo come le immagini siano da sempre veicolo, più o meno espli-
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cito, di trasmissione di pensiero, di rappresentazione di modelli di comportamento e di costruzione di simboli identificativi che ancora oggi sono l’essenza di ogni propaganda. I 40 pezzi, per lo più stampe, che compongono l’esposizione provengono da importanti enti prestatori quali la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, il Germaniches Nationalmuseum di Norimberga, la Stiftung Schloss Friedenstein di Gotha, la British Library e il British Museum di Londra, la Biblioteca Seminario vescovile di Padova e il Castello del Buonconsiglio di Trento e numerosi altri. Tra di essi anche l’unica delle sedici Bibbie di Lutero conservate in Italia stampata nella sua città, Wittemberg, nel 1556 dal suo primo stampatore ufficiale, Hans Lufft. È la prima volta che in Trentino viene organizzata una mostra sulle tracce della Riforma luterana nell’attuale territorio provinciale. La mostra (inaugurata il 13 luglio) sarà visitabile fino al 3 novembre 2019 durante gli orari d’apertura del Museo. La mostra è organizzata dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi in collaborazione con l’Istituto Storico Italo Germanico della Fondazione Bruno Kessler ed è curata da Alessandro Paris e Massimo Rospocher, con il contributo della Fondazione Caritro.
GENTE E FATTI AVEVA NOVANT’ANNI. PER 23 ANNI È STATO PRESIDENTE DELL’«ITTONA» LA FEDERAZIONE DEI CIRCOLI DI USA E CANADA
Commosso addio a Eugene Pellegrini «cacciatore» di trentini in Nord America
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rave lutto nel mondo dell’emigrazione trentina in Nord America. Si è spento a Chicago all’età di 90 anni Eugene Pellegrini, leggendaria figura di protagonista nel sostenere l’orgoglio trentino negli Stati Uniti ed in Canada; un impegno sviluppato attraverso una lunga ed infaticabile azione di promozione e motivazione con contatti ed iniziative portate avanti con il sostegno, divenuto devozione, da parte della moglie di origine polacca Patricia ed il coinvolgimento della sua intera famiglia. Figlio di padre emigrato da Malgolo, in Val di Non, e di madre emigrata da Bersone, nelle Giudicarie, ha assorbito fin da ragazzo principi e valori della terra di origine dei genitori, che hanno costituito per lui catalizzatori nel buttarsi anima e corpo in infaticabili ricerche con straordinaria dedizione nell’unire i trentini d’America. La sua casa a Westchester, sobborgo della metropoli dell’Illinois, era diventata un centro operativo a sostegno della comunità trentina nordamericana, con un centralino telefonico in quasi permanente collegamento con i Circoli trentini ed il Trentino. È stato fra i fondatori della federazione dei Circoli trentini del Nord America (I.T.T.O.N.A.), partecipando al primo incontro avvenuto nei giorni 7-9 giugno 1974 a Hazleton, in Pennsylvania nell’Hotel Genetti, di proprietà di emigrati di Castlefondo, presente unitamente rappresentanti dei sette Circoli trentini allora attivi nel Nordamerica, fra cui Louis Rossi, ideatore unitamente ad Amelia Braskie Defant della Federazione. Dopo essere stato molto attivo nel «Trentino Alpine Club di Chicago», divenendone presidente, alla Convention di Toronto, nel 1982, venne eletto presidente dell’Ittona, ruolo che coprì per 23 anni, durante i quali è stato vulcanico ideatore e promotore di iniziative volte ad unire i trentini ed a rafforzare rapporti con la terra d’origine. È stato indefesso «cacciatore»
B Bonifacio fra i nostri trenti tini d’America), collocato in inizialmente presso il munic nicipio di Trento e posto poi ddefinitivamente a Vigo Cave Cavedine, paese natale del Franc Francescano. Fu con grande gioia ed imme immensa emozione che Pellegrin in rappresentanza dei legrini, Circol trentini nordamericani Circoli riuniti nnell’Ittona, alla Convention del 22002 svoltasi a Trento ed in occasio occasione della quale concluse un suo primo pr ciclo di presidenza Ittona, pprese la parola nel DuoT mo di Trento; una Convention che per lui e la sua intera famiglia avu avuto anche un significato particol particolare in quanto dedicata al tanto amato padre Bonifacio. Euge Eugene Pellegrini, piastrellista di pprofessione, parlava poco l’italia l’italiano e un po’ il dialetto trentin trentino, ma riusciva ad essere un gran grande comunicatore e trascinatore di persone. Amava tanto la sua famiglia, orgoglio orgoglioso dei suoi tre figli, di cui il min minore salito agli alti gradi dell’eser dell’esercito statunitense comandò truppe tr di combattimento nella pr prima missione Usa in Afghanis Afghanistan dopo l’attacco alle Torri gemelle. gem Person Personalmente ho avuto un rapporto del tutto speciale con questo straordinario trentinotirolese tirolese, del quale ritornano alla mente le numerosissime telefonate alle a ore più impensate, i numeros numerosi incontri nella sua casa di Nelson Street a Westchester. Ricord Ricordo con particolare emozione, e ttanta gratitudine, la vicinanza ch che ho avuto in occasione della realizzazione, real nell’autunno del 1985 1985, del filmato «Il pane della min miniera», quando con lui, padre Bo Bonifacio, padre Efrem Trettel e altri trentini d’America, siamo and andati a documentare testimonianze di speranza, sofferenza e morte dei nostri emigrati in terra ame americana. Tutto iil Trentino deve grande riconosce riconoscenza a questo straordinario figlio fig della nostra terra, che merita merit di entrare nella nostra storia e al quale si devono rispetto e ammira ammirazione. Paolo Magagnotti
di trentini in Nordamerica, soprattut-ati to negli Stati niva Uniti. Se veniva a conoscenza che in qualsiasi parte ziodella federazionse, ne statunitense, ccoli anche in piccoli si, vi centri dispersi, ndenti erano discendenti di emigrati trentideva ni non perdeva ndatempo per andarli e re a contattarli coinvolgerli nel mondo della noone, stra emigrazione, osì svolgendo così olo anche un ruolo ella importante nella costituzione di nuovi Circoli.. azia La diplomazia non era il suo forte, ontaneità ma la sua spontaneità tezza che mai ed immediatezza o che pensava e celava quello ettere, sono state voleva trasmettere, contagiose. llegrini, con tutta Eugene Pellegrini, lia, si è dedicato la sua famiglia, ore e indescrivibicon tanto amore le generosità a sostegno dell’adre Bonifacio zione di padre ella ricerca per Bolognani nella ne della storia la ricostruzione zione trentina dell’emigrazione ica, conclusasi in Nordamerica, licazione delcon la pubblicazione tale opera «A la monumentale Courageous People from the Dolomites», di cui è stato mesore fra le nostre ticoloso diffusore reoceano. comunità Oltreoceano. rini era un punto Casa Pellegrini o fisso nei numedi riferimento rosi viaggi di padre Bonifacio lungo le vie d’America alla rie e documenti. ricerca di storie ande umile franQuando il grande ciava quella che cescano lasciava era diventata ormai la «Father m», partiva sempre Bonifacio room», con molto di ciò che gli serviva in viaggio. ene Pellegrini a voÈ stato Eugene ere anche con propri lere, e sostenere ali, il busto dedicato mezzi personali, all’«Apostoloo degli emigranti» nosciuto padre (così era conosciuto
Foto Corrado Poli
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GENTE ALLA MOSTRA A CHARLEROI (BELGIO) OLTRE ALLE OPERE DELLE DUE TRENTINE ERANO ESPOSTE QUELLE DI VALERIE DENAMUR
Al Bois du Cazier l’«universo» artistico delle sorelle Angela e Franca Menegoni
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l «Bois du Cazier» di Marcinelle (Belgio), luogo tragicamente famoso e luogo di memoria per gli emigrati italiani in particolare, ha la consuetudine di ospitare eventi culturali come mostre o spettacoli di una certa rilevanza. Per esempio noi Trentini, abbiamo il piacevole ricordo della prima di tutte le mostre organizzate in quel sito prestigioso, che ha accolto, alla fine del secolo scorso, il gruppo «La Cerchia» di Trento, o più recentemente l’emozione suscitata dallo spettacolo «Marcinelle... Estate ’56», con testo di Robert Scarpa, un nostro socio, ed interpretato con grande bravura nell’aprile 2017 dal gruppo «PoeMus», pure di Trento. Questa volta la mostra che il museo ha ospitato, dal 14 al 21 febbraio scorso, era intitolata «3 Donne - 3 Universi», con riferimento alle artiste che esponevano
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le loro opere: Valérie Denamur e le sorelle Angela e Franca Menegoni. Pur consapevole che con solo il cognome di una persona non si possono fare congetture sulle sue origini, quel cognome ha stuzzicato la mia curiosità, e mi sono
trovato a pensare che forse… quel cognome, Menegoni, essendo anche diffuso in Trentino, poteva essere che… Ed in effetti, informandomi direttamente alla fonte, ho scoperto che il papà delle nostre due protagoniste era nato in Trentino e, guarda caso,
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sono venuto a sapere che Angela è sposata con un nipote di uno dei primi «pionieri» partiti da Cis per il Belgio nel periodo fra le due guerre. Il mondo è proprio piccolo! Anche se il primo motivo del mio proposito era di accertarmi
E FATTI
delle origini di queste due sorelle artiste, e che in questo contesto la mia obiettività potrebbe essere messa in dubbio, pur non essendo proprio per nulla esperto in critica d’arte, desidero informarvi sulla maestria delle tre espositrici. Di Valerie Denamur erano esposti quadretti in ceramica, vere e proprie instantanee di espressioni di vita, ma anche oggetti realizzati con la tecnica del «raku», ricami in ceramica di ispirazioni giapponese, che sembrano vestiti di alta moda per bambole (foto in alto a destra). Accanto c’erano le ispiranti sculture in legno o in pietra di Angela Menegoni.
Una decina di realizzazioni, in legni nobili incisi a mano, con sapienti intarsi in metallo e tracce
nervose di bruciato: sembrano dei moderni totem molto suggestivi. Ma l’Arte di Angela si esprime anche attraverso pezzi di pietre, raccolti qua e là, per poi essere scolpiti, esprimendo anche qui la sue sensibilità: esposte in quel luogo assumevano espressioni di strana umanità, Nei quadri dipinti da Franca Menegoni predominano silhouette di corpi e visi anonimi e vuoti, che sovrapposti con arte ed intelligenza, giocano contrastando il bianco, il nero e il grigio o graffiate colorate ed esprimono sofferenza e solidarietà. Proprio per il luogo dell’esposizione, un
quadro ha certamente colpito più degli altri i numerosi visitatori della mostra (foto in alto a sinistra): quello con cinque visi di minatori anonimi con l’elmetto in testa e la lampada frontale che illumina nel buio i loro strani destini. Un semplice invito, un luogo famoso, una mostra stupenda, né fuori posto né fuori tempo! E poi… un incontro insospettato ma sognato con due figlie della nostra terra trentina (anche se di mamma veneta!). Che dire: veramente, la vita, se sei attento, ti riserva dei momenti magici ! Gieffe
Campana dei caduti in trasferta a New York O
tto giorni pieni di lavoro culturale, politico e conoscitivo alle Nazioni Unite a New York dal 10 al 17 marzo. Tra assemblee di commissione e dibattiti plenari tutto il mondo è stato oggetto di ricerca e di studio per noi della Fondazione Campana dei Caduti. Insieme al direttore della Fondazione, dott. ssa Morena Berti, che ha svolto il suo lavoro in maniera egregia ed impeccabile, mi sono trovato al centro di un grande dibattito di prospettiva, che ha visto come protagonisti i paesi del mondo che sono in una stagione di forte mutamento e di antropologico sviluppo delle proprie strutture e dei propri atteggiamenti, in una parola abbiamo assistito alla trasformazione di queste all’inizio del terzo millennio. Negli incontri con la nostra Ambasciatrice, Maria Angela Zappia, siamo entrati nel cuore delle nostre delegazioni parlamentari e ministeriali; nel colloquio con il direttore dell’Istituto di Cultura Italiana a New York abbiamo percepito la vitalità di una presenza colta e discorsiva, di cui possiamo
sibilità di conoscenze dirette con pezzi della nostra storia, dall’incontro con gli Alpini delle diverse regioni italiane guidati da Luigi Covati, presenti all’adunata nazionale degli Alpini a Trento nel 2018 e prossimamente a Milano, con i Trentini nel Mondo numerosissimi e guidati da Michael Pancheri, entrambi Covati e Pancheri squisiti signori e capaci rappresentanti della nostra terra in quel di New York. Ci è sembrato in conclusione, un incontro fortemente utile e tale da rappresentare la migliore Italia all’estero, sia quello degli alpini di Luigi Covati sia quello dei Trentini nel mondo di Michael Pancheri. Abbiamo potuto dare agli uni e agli altri Maria Dolens, la Campana dei Caduti per la Pace che ogni sera suona per la difesa dei diritti umani, per la convivenza civile, per la pace. I suoi cento rintocchi testimoniano l’assoluta unitarietà di un suono che risveglia la coscienza del mondo e fa ragionare l’umanità sul suo destino unitario. Alberto Robol
e dobbiamo essere fieri. Ricor- consultivo attraverso l’Ecosoc e do che noi, come Fondazione siamo ormai abituali ospiti dei Campana dei Caduti per la Pace, lavori alle Nazioni Unite. Le foto su queste pagine sono tratte da www.facebook.com/Patricio-Cosentino-71632229614/ dal 2009 godiamo dello status Abbiamo avuto altresì la pos- Reggente Opera Campana dei Caduti
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GENTE E FATTI LE CONSIDERAZIONI DI ENRICO LENZI AL RITORNO DAL SUO PRIMO VIAGGIO IN BRASILE FRA LE COMUNITÀ TRENTINE
Per mantenere vivi i contatti servono gli incontri tra persone
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a tempo desideravo recarmi in Brasile, nelle terre di emigrazione trentina, rivedere quanti in molti anni avevo incontrato e conosciuto, vedere li luoghi in cui i trentini erano riusciti a realizzare una nuova esistenza. Per me non si trattava di un viaggio turistico ma era il completamento di un’esperienza nata con gli incontri con i Trentini del Brasile che negli ultimi 35 anni sono riusciti a tornare in Trentino, in Valsugana, a Samone, (per rivedere i paesi di partenza dei loro antenati, scoprire legami familiari, assonanza di parlata e di cognomi). Quante strette di mano all’arrivo, i primi convenevoli, poi la sintonia che fa scorrere fiumi di parole, il desiderio di restare insieme, la voglia di sapere, la curiosità e lo stupore di scoprire paesaggi e scorci fino a quel momento solo immaginati, poi il
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momento della partenza, sempre troppo veloce, le strette di mano che diventano abbracci e un nuovo groppo alla gola simile, anche se solo lontanamente, a quello che aveva sancito il distacco alla
partenza della prima emigrazione di fine ’800. Il desiderio di andare mi ha accompagnato per anni, ma sembrava non fosse mai il momento giusto. Gli impegni in Comune e
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la tragedia del 2009 con la perdita di Luigi, Rino e Gianni, con cui avevo progettato un prossimo viaggio, avevano allontanato questo momento. Poi, lo scorso autunno, il nuovo incontro con Alceu Xenofontes Lenzi, la consapevolezza della grande sintonia, tra la voglia di rivedersi e stare insieme, di condividere anche in Brasile il forte legame che ci unisce, la simpatia tra le nostre mogli, Liliane e Denise, ci ha fatto sentire che era arrivato il momento andare. Siamo partiti da Venezia il giorno di Pasqua e il mattino dopo eravamo a Florianopolis, con me oltre a mia moglie Denise due amici, Gianna Vecchietti e don Lamberto Agostini di Sopramonte, che poco conoscevo ma con cui l’intesa è stata perfetta fin dal primo momento. Ad attenderci Alceu organizzatore del nostro viaggio e soggiorno in Brasile
GENTE E FATTI
che per quindici giorni è stato autista, guida, accompagnatore, traduttore, cuoco ma soprattutto grande amico, come tutta la sua famiglia, che ci ha riservato un ospitalità eccezionale ed ha messo in campo doti di grande organizzatore. Abbiamo così avuto modo di visitare, nello stato di Santa Catarina, il territorio dove si erano insediati gli emigranti trentini. Se nelle premesse il mio viaggio aveva un’interesse personale, la notizia, in considerazione dell’incarico di Assessore che ricopro nella Comunità Valsugana e Tesino, è stata occasione per organizzare incontri istituzionali con Sindaci ed Amministratori dei Comuni di Nova Trento, Rio dos Cedros, Rodeio e Jaraguà do Sul. Sono stati questi, unitamente alla Santa Messa nel Santuario di Santa Paolina a Vigolo di Nova Trento e alla partecipazione al secondo incontro della famiglia Lenzi, momenti di grande intensità, che hanno permesso di rafforzare e tessere nuova trama del legame che unisce la Comunità Trentina del Brasile e quella d’Italia. Alcuni di questi incontri sono stati arricchiti dalla presenza di rappresentanti dei locali Circoli trentini che ci hanno accolti e accompagnati con grande calore
«Il desiderio di andare mi ha accompagnato per anni, ma sembrava non fosse mai il momento giusto. Poi, lo scorso autunno, il nuovo incontro con Alceu Xenofontes Lenzi» ed ospitalità, accompagnandoci nella scoperta dei luoghi più significativi e caratteristici, ma soprattutto condividendo con noi racconti del passato, i fatti del presente e le speranze del futuro. È stata una visita importante per me e per i molti che ho incontrato, mi sono reso conto che c’è un grande bisogno di conoscenza reciproca, di stare insieme, di condividere, di mantenere di qua e di là la conoscenza del dialetto,
radice comune che ci tiene uniti, che permette dialogo e comprensione, che da la consapevolezza di appartenerci. Ho capito che c’è bisogno di memoria, che deve essere costantemente alimentata, perché il ricordo e i libri non sono sufficienti, ma che per non perderci nuovamente dobbiamo incontrarci, qua e là, mantenere la frequentazione, condividere i racconti, la storia, il presente e
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progettare il futuro, conservare e rinnovare il piacere dell’incontro e dello stare insieme. Siamo una ricchezza gli uni per gli altri. I trentini del Brasile hanno un grande desiderio di mantenere il legame che si è creato in questi ultimi 30-40 anni di frequentazioni. È però necessario coinvolgere i giovani, nostri e loro, perché sono il futuro. I progetti di interscambio sono opportunità che vanno mantenute e migliorate perché siano volani di conoscenza e di esperienza. Gli Amministratori devono impegnarsi per costruire, rinnovare e ravvivare relazioni, creare momenti di incontro, costruire legami non solo con i singoli ma tra comunità. Nell’era della globalizzazione l’unico modo per mantenere vivi i contatti è l’incontro tra le persone e tra le istituzioni. I social media aiutano, facilitano la comunicazione, ma non creano legami duraturi; questi sono assicurati solo dalla conoscenza reciproca, dalla frequentazione diretta, dal vivere momenti di condivisione, non solo attorno ai tavoli di lavoro, ma anche a quelli dei profumi e dei sapori, condividendo un «bon disnar o na’ bona zena», consapevoli che «4 canti» insieme sono più efficaci di qualsiasi discorso. Enrico Lenzi
4 - 2019
60 ANNI D’EUROPA È ORA DI RILANCIARE L’IMPEGNO DELLA SOCIETÀ CIVILE CHE NON PUÒ LIMITARSI ALLE SOLE SCADENZE ELETTORALI
Ribellarsi alla deriva sovranista, un «dovere» di chi non si rassegna
4 - 2019
Audiovisual Press - European Parliament
A
un mese e mezzo dalle elezioni europee risulta ancora difficile capire quali saranno gli orientamenti della nuova governance che sarà a capo delle istituzioni più importanti dell’Unione. Il risultato elettorale non ha premiato le destre e ultradestre sovraniste come queste si aspettavano, ma ha indebolito le due principali forze politiche sulle quali si è retto finora l’equilibrio comunitario. I sovranisti hanno guadagnato consenso e seggi, ma non in maniera tale da rappresentare una minaccia reale a ruoli e politiche consolidate dell’Unione a vantaggio delle istanze nazionaliste e populiste avanzate da alcuni Paesi membri. Così almeno è auspicabile. Il percorso parlamentare di conferma delle candidature concordate alla presidenza di Commissione, Consiglio europeo, Banca centrale europea e Alto Rappresentante per la politica estera non è privo, tuttavia, di ostacoli e di possibili voltafaccia di qualche raggruppamento politico. Nello scenario complicato del post elezioni servirebbe chiarezza di visione geopolitica, capacità di lettura e di analisi dei fondamentali dell’economia internazionale, volontà di corretta lettura e interpretazione dei fenomeni migratori, impegno a non imbrogliare e disorientare i cittadini europei con notizie false o manipolate. L’attuale governo italiano non brilla per queste virtù, anzi ne è fortemente deficitario, a tal punto che in Europa conta quasi nulla ed è fortemente isolato, anche da parte di quei paesi sovranisti sui quali contava in modo particolare il leader leghista Matteo Salvini. La compagine governativa italiana ancora una volta ha dato l’impressione di essere un’armata brancaleone velleitaria e inconcludente. Voleva rompere il fronte franco-tedesco, di questo si è gloriato fantozzianamente il premier Conte, ma ne è derivato un rafforzamento della strategia di Macron e Merkel che propongono due donne (salvo ratifica del Parlamento), la tedesca Ursula Von der Leyen alla presidenza
Nello scenario complicato del post elezioni europee servirebbe chiarezza di visione geopolitica, capacità di lettura e di analisi dei fondamentali dell’economia internazionale, volontà di corretta lettura e interpretazione dei fenomeni migratori, impegno a non imbrogliare e disorientarei cittadini europei con notizie false o manipolate. L’attuale governo italiano non brilla per queste virtù della Commissione e la francese Christine Lagarde alla presidenza della Banca Centrale Europea. La visione miope e sconsiderata dell’esecutivo italiano ha contribuito in maniera determinante ad affossare la candidatura dell’olandese Frans Timmermans, già primo Vicepresidente della Commissione Junker, nemico dell’austerità e ben disposto nei confronti dell’Italia. Alla presidenza del Parlamento europeo è stato chiamato David Sassoli del Partito democratico italiano e alle presidenze e vicepresidenze delle commissioni parlamentari non è stata assegnata alcuna carica alla Lega. Ne consegue una considerazione molto elementare: inveire in maniera rozza contro l’Europa e le sue politiche, insultare i suoi rappresentanti come più volte ha fatto Salvini dando dell’ubriacone al Presidente della
Commissione, sbandierare posizioni antieuro con banalità che farebbero arrossire uno studente del primo anno di economia, non offrono alcun contributo serio all’auspicato cambiamento di rotta nelle politiche e nella governance istituzionale invocato anche da tanti europeisti convinti. Slogan demagogici, insulti alle persone, uso disonesto e volgare dei social come sistematicamente fa Salvini senza alcun pudore, servono a isolare ancora di più l’Italia in Europa e nel contesto internazionale. Il nostro Paese ha storia, cultura, tradizioni, memorie che godono di grande considerazione e prestigio nel mondo. Com’è possibile essere rappresentati da un governo che ha fatto dell’ignoranza e dell’arroganza le sue bandiere? È un incubo che lascia senza parole. Più volte i cittadini che non si
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rassegnano, che non si riconoscono nelle formazioni politiche che hanno dato vita e che sostengono questo governo, hanno guardato con speranza ai soggetti che fanno formazione, alle agenzie educative, alle rappresentanze del lavoro e dell’impresa. È ora di rilanciare l’impegno della società civile che non può limitarsi alle scadenze elettorali, ma che deve promuovere e sostenere un confronto pubblico permanente attraverso ogni mezzo possibile. I cittadini che non si rassegnano alla deriva etica del nostro Paese, favorita da una propaganda dissennata, cinica del leader leghista, hanno il ‘dovere’ di indignarsi e di ribellarsi. Come scrive Marco Damilano nell’Espresso del 7 luglio, “dovere significa rinunciare a qualcosa di mio per stare bene tutti. Dovere è la risposta alla domanda della coscienza, prima che a una esigenza della politica. Dovere è, anche, la premessa del vivere insieme, rispettando le regole. La comandante Carola Rackete ha trasgredito una regola del decreto sicurezza, ma ha fatto il suo dovere perché ha ubbidito al diritto marittimo internazionale che impone il salvataggio dei naufraghi e il loro attracco in un porto sicuro”. Il dovere di ribellarsi per costruire, insieme, un’alternativa alla deriva sovranista del nostro Paese. Vittorino Rodaro
EDITORIA L’AUTORE DEL LIBRO, EDITO DA FELTRINELLI, È IL GIORNALISTA CONCETTO VECCHIO, DELLA REDAZIONE DI REPUBBLUCA
«Cacciateli!», reportage sulla Svizzera di quando i migranti erano gli italiani
È
uscito da poco nelle librerie per Feltrinelli l’ultimo lavoro di Concetto Vecchio, giornalista della redazione politica di «Repubblica», che ripercorre la storia recente dell’emigrazione italiana in Svizzera. Un reportage sapientemente realizzato in cui la cronaca del tempo, ricostruita attraverso fonti giornalistiche, documentaristiche e bibliografiche s’interseca con straordinaria immediatezza con le vicende personali e familiari del narratore. Il valore aggiunto di questo lavoro sta proprio nella naturalezza con cui frammenti di storia privata si fondono con le vicende collettive creando una continua intermittenza tra i due piani narrativi che finisce con lo spingere il lettore a desiderare di conoscere a fondo le complesse vicende che hanno caratterizzato l’ultima ondata migratoria italiana avvenuta fra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta del secolo scorso. L’espediente narrativo è dato da un viaggio a Zurigo fatto di recente dall’autore che improvvisamente fa affiorare antichi ricordi legati all’infanzia, ricordi che fanno emergere con improvvisa urgenza tratti di vita dimenticati, uniti ad un senso di appartenenza e al contempo di estraniazione che spesso abitano chi è vissuto a cavallo fra due culture. Da questo viaggio prende il via una profonda necessità di capire, di approfondire la storia della migrazione italiana verso questa piccola nazione passata indenne dagli sconvolgimenti della guerra mondiale, ma anche il vissuto dei propri genitori emigrati in Svizzera. Partiti da Linguaglossa, piccolo centro sulle pendici dell’Etna nei primi anni Sessanta e che, come spesso avviene per chi è costretto a lasciare il proprio paese, faticano a raccontare quegli anni difficili, a fare affiorare quei ricordi, rimasti avvolti in una sorta di impalpabile pudore per
Il valore aggiunto di questo lavoro sta nella naturalezza con cui frammenti di storia privata si fondono con le vicende collettive creando una continua intermittenza tra i due piani narrativi che finisce con lo spingere il lettore a desiderare di conoscere a fondo le complesse vicende che hanno caratterizzato l’ultima ondata migratoria italiana avvenuta fra gli anni 50 e 70 del 1900
quasi mezzo secolo. A loro, come succede a molti emigranti, riesce difficile ricordare, riportare alla memoria le fatiche legate a quegli anni, l’incertezza
Una scrittura fluida quella di Concetto Vecchio che affronta la questione a tutto tondo aiutandoci a ricordare cosa siamo stati ma, inevitabilmente, a riflettere su quanto sta accadendo ora nel nostro paese 19
che accompagnava le loro vite, il senso di sradicamento dai propri affetti e dalle proprie origini e lo sforzo di dover aderire ad un’altra cultura, di comprendere un’altra lingua, di adeguarsi a comportamenti percepiti come estranei. Rimane sempre in fondo il ricordo, anche se mai esplicitato, di essersi sentiti diversi, sovente ospiti sgraditi in una terra a tratti ostile. La paura ha abitato con forza chi ha vissuto quegli anni di emigrazione, che ha visto crescere un’ondata popolare di ostilità nei confronti degli immigrati al grido di «prima gli svizzeri!» e che ha portato al primo referendum europeo contro gli immigrati indetto nel 1970 e voluto da James Schwarzenbach, unico rappresentante in Parlamento del partito populista di destra Nationale Aktion, che diffuse nel paese una campagna d’odio nei confronti degli stranieri accusati di rubare il lavoro, in una nazione in cui la disoccupazione si attestava allo 0,0%! Si trattava in fondo di una questione identitaria: la massiccia presenza di stranieri (700.000 solo gli italiani), peraltro indispensabile all’economia svizzera, creava un senso di vertigine nella popolazione locale. Una sensazione di sradicamento ha accomunato per molto tempo l’emigrante italiano cui la patria non ha saputo offrire l’opportunità di un futuro dignitoso, mentre in Svizzera si è sentito trattato come una merce. Ora le cose sono radicalmente cambiate e la fascinazione e il rispetto che gode la cultura italiana in questo paese si devono anche alla fatica, alle sofferenze e alla creatività di questo popolo di migranti. Una scrittura fluida quella di Concetto Vecchio che affronta la questione a tutto tondo aiutandoci a ricordare cosa siamo stati ma, inevitabilmente, a riflettere su quanto sta accadendo ora nel nostro paese. Paola Bernardi 4 - 2019
CIRCOLI IL PROGRAMMA DELLA FESTA PREVEDEVA LA MESSA E UN PRANZO
I Trentini di Sydney insieme per S. Vigilio Per i soci e amici del Circolo Trentino di Sydney (Australia), una delle tradizioni più sentite è quella della festa annuale di San Vigilio. Così anche quest’anno domenica 30 giugno è stata dedicata alla solenne celebrazione del Santo Patrono della diocesi di Trento. Per l’occasione Padre Bertagnolli era venuto da Melbourne. Un bel gruppo di Trentini
era presente alla santa Messa, celebrata in onore di San Vigilio, e per tenere vivo il ricordo di tanti Trentini che ci hanno preceduto nell’altra vita. Alla messa è seguito un pranzo conviviale presso un ristorante nella zona italiana di Sydney. A questa festa sono stati onorati vari soci che hanno servito fedelmente per molti anni come membri del Comitato del Cir-
colo. A loro, o alle famiglie, è stato consegnato un omaggio anche a nome dell’Associazione Trentini nel Mondo. Anche da queste pagine si
esprime il riconoscimento a Ugo Bergamo (presidente) e al suo Comitato per l’organizzazione di questa festa. Padre F. Bertagnolli
«Polenta party» solidale a Ouro Fino Si è tenuto il 27 aprile a Ouro Fino (Minas Gerais - Brasile) il quinto «Polenta Party», organizzato dal Circolo Trentino di Ouro Fino e dal Rotary Club: le famiglie Medau e Mirando sono state quelle festeggiate quest’anno. All’evento hanno partecipato oltre 400 persone, che hanno così avuto l’opportunità di gustare polenta fritta con pane italiano, pasta con tre diverse salse, melanzane e tanta musica. 4 - 2019
Paulo Henrique Chistè, direttore sociale del Circolo trentino, ha annunciato che il «Polenta Party» del prossimo anno sarà dedicato alle famiglie Buralli e Ferreira. Chistè ha anche spiegato che i ricavi della festa serviranno al Circolo e al Rotary per l’ acquisto di ausilii, come sedie a rotelle, che saranno messi a disposizione di persone con scarsa mobilità e di prodotti, come pannoloni, destinati agli anziani.
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CIRCOLI HA AVUITO GRANDE SUCCESSO L’EVENTO ORGANIZZATO IL 4 MAGGIO DAL CIRCOLO TRENTINO DI GASPARINA (BRASILE)
«Camminata» per oltre 400 persone Il 4 maggio si è svolta la seconda edizione della «Camminata Villa D’Italia», promossa dal Circolo Trentino di Gasparin (Santa Catarina - Brasile). In un sabato di sole, quasi 450 partecipanti hanno trovato musica, balli e tanto divertimento per le strade del quartiere Alto Gasparinho. L’evento ha coinvolto la comunità trentina locale, i residenti delle città vicine e appassionati della cultura italiana. L’organizzazione della «Camminata Villa D’Italia» in questo quartiere punta anche a dimostrare la forza che la tradizione italiana ha ancora tra i residenti di questo luogo, nel quale si sono insediati al loro arrivo gran parte degli immigrati trentini e dove vive ancora la maggior parte delle famiglie. Una vecchia casa del quartiere, mantenuta con tutte le sue caratteristiche originali dalla famiglia Marquetti, che oggi funge anche da locanda rurale, è stata il punto di partenza dell’evento. I partecipanti sono stati accolti con una colazione, dall’esecuzione di canti popolari italiani da parte di soci del Circolo Trentino di Gasparin mentre il Gruppo giovani del
Circolo ha proposto alcune danze tradizionali. Durante il percorso di 3,5 chilometri i partecipanti hanno potuto assaggiare dolci, polenta, formaggi, cachaça e liquori, tutti prodotti nella nostra città e esposti all’esterno delle case dei residenti nel quartiere. La «Camminata» è stata accompagnata da musica e canzoni e da carretti con vino, per gli adulti, e succo d’uva per i bambini. Punto di arrivo è stata la cappella di Santo Antônio, dove l’evento si è concluso con una deliziosa pasta e una mostra di prodotti tipici della regione. Nell’ambito dell’evento è stato anche organizzato il secondo concorso di fotografia scattata con il cellulare, al quale potevano partecipare sia adulti che bambini, con foto relative alla natura e alla geografia del posto, esplorando così un argomento così importante in modo leggero e disinvolto. Le foto dei vincitori della varie categorie («Miglior selfie per bambini», «Miglior selfie per adulti» e «Migliori foto di paesaggi», sono state pubblicate sulla pagina Facebook del Circolo trentino di Gasparin (/ circolotrentinodigasparin).
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4 - 2019
CIRCOLI
Incontro fra i trentini di Tandil e di Santa Rosa de la Pampa
La seconda edizione dell’«Encuentro Pampeano de Colectividades», ha offerto ai soci dei Circoli trentini di Tandil e Santa Rosa de La Pampa(Argentina), la possibilità di trascorrere insieme una giornata di divertimento, applausi ed emozioni. Tra
le iniziative cultarali del programma dell’«Encuentro» c’era anche l’esibizione del Gruppo Folklorstico Italo Argentino «Italiani di Tandil», compagnia composta da oltre 35 artisti, fra i quali anche alcuni membri del Circolo Trentino di Tandil.
I due Circoli ringraziano Juan Pablo Scoccia Cestac (rappresentante della Federazione delle Entità Italiane di La Pampa), Francisco Canepele Domenech, il Club Italiano di Santa Rosa e il gruppo «Trentinos a Tandil», per aver reso possibile l’incontro.
Per comunicare con la redazione del mensile:
redazione@trentininelmondo.it 4 - 2019
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CIRCOLI IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO DI PRIMAVERA HA PORTATO IL GRUPPO DI PARTECIPANTI A FREIBURG, STRASBURGO E SCIAFFUSA
Gita in tre tappe per i Trentini-ticinesi
C
he fortuna, anche quest’anno riusciamo a fare questa gita! Dunque lasciate da parte le magagne e godetevi il panorama!!! Uno sparuto gruppetto di 23 persone questa volta si è messo in viaggio alla volta di Freiburg (Germania), Strasburgo (Francia) e Sciaffusa (Svizzera). Con la prima pausa pranzo, ecco sperimentata la cucina tedesca. Ne siamo rimasti soddisfatti. Ora riprendiamo il viaggio verso l’albergo. Dopo un breve riposino ci siamo diretti verso Freiburg. Una cittadina di 220.000 abitanti ordinata con un centro storico veramente bello. La particolarità di questa città sono le strade con le ex fognature a cielo aperto. Lì vi scorre acqua pulita ed è una stranezza vederla scorrere per le strade. Ci ha accolto la sua cattedrale in stile gotico del 1200 una vera meraviglia con le sue vetrate a mosaico!!! Le case attorno ben tenute e in stile tedesco. È ora di cena e affamati gustiamo con piacere le specialità dell’albergo rimanendo stupendamente colpiti per la bontà. Stanchi della giornata piena ce ne andiamo a letto. Domenica 26 maggio. Di buon matt ino, abbondante colazione, parliamo della notte trascorsa. Tutti o quasi hanno lottato col cuscino troppo morbido e il piumone troppo caldo. Ma sia quello che sia stato partiamo alla volta di Strasburgo (Francia). Un’ ora e mezzo di viaggio ed è originale passare dalla Germania alla Francia. Un momento prima sei in Germania e poi attraversato un ponte sul Reno ti trovi in Francia. È una bellissima giornata e
dopo aver attraversato l’immensa campagna germanica e francese verso le 10 arriviamo alla periferia di Strasburgo. Vediamo svettare la guglia della cattedrale e la seguiamo. Cammina cammina dopo una buona mezz’ora ci troviamo davanti alla cattedrale….una magnificenza!!! Iniziata nell’anno 1015 in stile romanico è continuata poi in stile gotico. Ci sono voluti parecchi anni per finirla. Con la guida ci siamo istruiti sulla storia dell’Alsazia passata parecchie volte dalla Francia alla Germania e finalmente nel 1944 dopo la seconda guerra mondiale finalmente è ritornata alla Francia. Abbiamo visitato la Petite Venice con le sue case tipiche mezze in legno. Dopo un pranzo megagalattico in quantità siamo saliti sul battello per vedere Strasburgo dall’acqua. Dagli auricolari abbiamo sentito
la storia dei vari ponti e palazzi lungo gli argini dell’Ill. Siamo passati accanto ai palazzi del Parlamento Europeo, dei diritti umani e altri molto importanti. Molto interessante. Dopo un’ora di navigazione si ritorna al punto di partenza e visitiamo l’interno la cattedrale. C’è un meraviglioso orologio astronomico da vedere e un bellissimo organo. Le vetrate sono incantevoli e il tutto ti lascia di stucco. Rientriamo in Germania nel nostro albergo e ceniamo. Siamo pieni come ovetti e stanchi ma contenti ci ritiriamo. Lunedì 27 maggio. Se il mattino ha l’oro in bocca, eccoci pronti a ripartire verso la Svizzera per Sciaffusa dopo un’abbondante colazione. Oggi è lunedì e lo si vede dal traffico intenso. Siamo arrivati tardi all’appuntamento col battello ma alla fine tutto si è risolto.
Un’escursione in barca sul Reno e vicino alle famose cascate! È stata una emozione bellissima. Come al solito abbiamo pranzato degnamente ed ora un pisolino per digerire il tutto. A questo punto dobbiamo ringraziare Riccardo per l’ottima organizzazione. Tutto è andato bene e come al solito abbiamo avuto bel tempo. Una curiosità in particolare, il nostro autista Marzio è anche lui un trentino di Trento e ci ha fatto piacere conoscerlo. Grazie per il comodo viaggio! Un applauso a Renat che con la sua veneranda età di 88 anni ci ha fatto capire che se si vuole qualcosa si può farla. Ha camminato tanto quanto tutti noi, BRAVA! Un grazie a voi tutti per aver reso possibile questa gita ed un arrivederci a presto. Buona estate da parte di tutto il comitato. Maria Rosa
Un altro successo per la «Festa di primavera»
Romeo, il secondo da sinistra nella foto, è stato il più giovane partecipante alla tradizionale «Festa di primavera», organizzata il
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7 aprile scorso a Davesco dal Circolo trentino del Ticino. Il menù prevedeva canederli, carne lessa, patate e fagioli, torte e caffè 4 - 2019
DAL TRENTINO È STATA INAUGURATA UNA MOSTRA E GLI È STATA INTITOLATA UNA VIA NEL PAESE DI ORIGINE
Ronzone: due anni di eventi per ricordare Frank Borzage Figlio di un emigrato della Val di Non è stato attore e regista di livello internazionale, vincitore di due Premi Oscar per la cinematografia
C
on l’inaugurazione il 12 luglio della mostra allestita nella casa dei Musei di Ronzone (che rimarrà aperta fino al 13 ottobre) e con la cerimoinia di intitolazione al suo nome di una strada del paese (avvenuta sabato 13 luglio), ha preso il via il programma delle celebrazioni in onore di Frank Borzage, attore e regista con oltre 100 film realizzati a cavallo tra l’epoca del film muto e quella del sonoro, due Premi Oscar, nato a Salt Like City e quindi è cittadino americano a tutti gli effetti, però con un piccolo dettaglio. Suo padre, Luigi Borzaga, era di Ronzone. Le origini si possono pertanto definire italiane e trentine. È stato prendendo spunto da questa circostanza che Stefano Endrizzi, sindaco del Comune di Ronzone, con la collaborazione dell’Associazione culturale Sguardi di Cles, della Provincia autonoma di Trento e di altri enti ha deciso di avviare una serie di eventi che si articoleranno su due anni, il 2019 e il 2020, sottom il titolo «Frank Borzage. Dalla Val di Non a Hollywood» . Lo scopo è di riscoprire le radici di questa famiglia ma anche di far conoscere il come di Borzage al grande pubblico italiano e trentino. Va detto, infatti, che il nome di Frank Borzage è molto conosciuto negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei, come la Francia e la Svizzera, e non a caso Samuel Fuller, storico indiscusso del cinema mondiale, lo definisce “uno dei più grandi registi americani di tutti i tempi”. In Italia invece il nome è pressoché sconosciuto e l’iniziativa del Comune di Ronzone si propone appunto di colmare questa lacuna. Il 2020 vedrà l’organizzazione di una retrospettiva dei film più significativi e la stampa di un robusto catalogo, che illustrerà l’attività e la carriera di questo grande regista. Il tutto accompagnato da una forte campagna di comunicazione. 4 - 2019
Foto Bruno Battocletti
Ma chi è Frank Borzage? Luigi Borzaga, il padre, nasce a Ronzone nel 1859. Attorno ai vent’anni emigra in Svizzera, dove lavora sia come muratore sia come operaio in una filanda per la seta. È qui che conosce la sua futura moglie, Maria Ruegg, nata a Ricken nel cantone di San Gallo nel 1860. Successivamente
si sposta negli Stati Uniti, prima ad Hazelton e poi a Salt Like City. Quando è in America il cognome Borzaga viene modificato in Borzage. Maria e Luigi Borzage mettono al mondo quattordici figli, sei dei quali morti in tenera età. Frank è il quintogenito e nasce il il 24 aprile 1894. La famiglia non è certamente ricca: il padre fa il muratore e poi riesce ad acquistare 40 mila metri quadrati di campagna e costruirsi una casa. Non è ricca ma è una famiglia serena, molto unita e con una passione comune: la musica. Luigi, il padre, suona la fisarmonica così come i figli Henry, Bill e Dan, Frank e le sorelle Dolly e Sue suonano il pianoforte, un altro figlio Lew il violino e la chitarra.
Frank Borzage. Dalla Val di Non a Hollywood Evento organizzato da Comune di Ronzone Provincia autonoma di Trento Trentino Film Commission Associazione Culturale Sguardi Ideazione e organizzazione Ettore Zampiccoli Mostra a cura di Roberto Festi Consulenza scientifica Gianluigi Bozza
Tre dei fratelli, Bill, Dan e Lew ad un certo punto creano anche un piccolo complesso musicale e lo battezzano «Borzage Brothers». Vanno a suonare nelle feste popolari, poi arrivano anche alla radio e negli studi cinematografici dove si girano i film muti, che hanno bisogno di un sottofondo musicale. GRANDE PASSIONE
PER IL TEATRO Frank Borzage ama sì la musica ma la sua grande passione è il teatro. Anche se a 12 anni deve interrompere la scuola per aiutare il padre nei campi, non manca di frequentare piccole compagnie teatrali della zona ed entra nella scuola di teatro di Salt Like City. Si aggrega prima ad una compagnia del posto, che mette in scena alcuni lavori nello Stato dell’Utah ma che fallisce dopo una breve tournée. Successivamente entra in un’altra compagnia, che avrà più fortuna e che gli permette di lavorare in alcuni teatri del Montana e del Colorado. La svolta avviene però a Denver. Frank è in città e un giorno legge l’annuncio di un giornale locale con il quale un famoso produttore teatrale, Gilmore Brown, futuro fondatore degli
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Foto Bruno Battocletti
DAL TRENTINO
studi Pasadena Playhouse, cerca «un giovane di bell’aspetto e con esperienza teatrale». Frank ha soli 16 anni ma sicuramente ha una bella presenza: fisico atletico – così scrivono i suoi biografi – alto 1,80, capelli folti e neri, occhi azzurri. Il giovane si presenta e viene ingaggiato subito dalla Gilmore Brown Company. È questa esperienza che gli permette di passare dal teatro al cinema, dove entra prima come accessorista, poi come comparsa. Il debutto come attore e protagonista avviene tra il 1912 e il 1913 interpretando ruoli in fim western. Siamo ancora nell’epoca del cinema muto e i film hanno una durata di 15/20 minuti. Queste sue prime apparizioni gli permettono di essere notato da Thomas Ince, uno dei maggiori registi e produttori dell’epoca, che lo scrittura facendogli ricoprire ruoli significativi. Nel 1915 Frank Borzage passa all’American Film Company, dove ottiene ruoli di primo piano ed esordisce nella regia con il film western «The pitch o’ chance». Inizialmente come regista realiz-
za soprattutto film western. Poi dopo il 1917 muta genere produce e dirige pellicole ispirate da romanzi melodrammatici, d’amore o di avventure, dove vengono esaltati la forza dei sentimenti e i valori coniugali e familiari. UNO STILE TUTTO SUO
COME REGISTA Nella realizzazione delle pellicole Frank Borzage inaugura anche uno stile tutto suo con suggestive soluzioni sceniche, che sfruttano l’illuminazione e la mobilità della macchina da presa. Nel 1920 esce Humoresque (L’inferno di New York) un film che raccoglie un grande successo di critica e di pubblico. Fra i suoi film significativi da ricordare Secrets del 1924, poi 7th Heaven ( Settimo cielo) del 1927 con Janet Gaynor e Charles Farrel con il quale conquistò il suo primo premio Oscar per la migliore regia di un film drammatico. Con gli stessi protagonisti gira nel 1928 Street Angel (L’angelo della strada) e l’anno dopo Lucky Star (La stella della
fortuna). Nel 1932 arriva il secondo Oscar con Bad Girl ( Ragazzaccia ). Di ottimo livello anche The River (Il fiume) del 1929 e A Farewell to Arms (Addio alle armi) del 1932 con Gary Cooper e Helen Hayes tratto dal romanzo di Ernst Hemingway.
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Seguono poi No Greater Glory (I ragazzi della via Pal) del 1933, tratto dal romanzo di Ferenc Molnár; Little Man, Wath Now? (E adesso, pover’uomo?), 1934; Desire (Desiderio) con Marlene Dietrich (1936); Big City (La grande città), 1937 con Spencer Tracy e Luise Rainer; Mannequin (La donna che voglio), 1938 con Joan Crawford. Dopo una lunga pausa nel 1948 produce Moonrise (La luna sorge), poi, nel 1958, China Doll (La bambola cinese), l’anno dopo The Big Fisherman (Il grande pescatore) e nel 1960-61 Antinea, l’amante della città sepolta, portato a termine da Edgar G. Ulmer. È il suo ultimo film. Ammalato muore a Los Angeles il 19 giugno 1962. Seppur sposato tre volte non ha avuto figli. Frank Borzage ha prodotto 110 pellicole, sia come attore che come regista. Con Frank lui hanno lavorato molti famosi attori del cinema del secolo scorso, tra i quali Gary Cooper, Marlène Dietrich, Spencer Tracy, Luisa Raines e Victor Mature, anche quest’ultimo di origine trentina.
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DALL’ITALIA LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO È AVVENUTA AL QUIRINALE, PRESENTE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA MATTARELLA
La corrispondenza di Alcide De Gasperi, «monumento alla vita del popolo italiano» L’
«Edizione nazionale digitale dell’Epistolario di Alcide De Gasperi» è un progetto finalizzato a raccogliere e rendere disponibile al pubblico la grande mole della corrispondenza intrattenuta da Alcide De Gasperi con grandi protagonisti della politica nazionale ed internazionale, uomini di chiesa, amici, conoscenti e semplici cittadini. Un corpus monumentale, stimabile per difetto in non meno di cinquemila documenti, in parte ancora inediti se non addirittura sconosciuti agli storici. E, soprattutto, non soltanto una trascrizione, ma anche una pubblicazione degli originali, accuratamente scansionati: così che si possano cogliere molti altri dati relativi al documento. Alla cerimonia di presentazione, presso l’Archivio storico del Quirinale, alla quale ha preso parte anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stata inaugurata la piattaforma online che è accessibile a tutti dal sito www.epistolariodegasperi.it, su cui sono liberamente consultabili le prime 1.300 lettere. I documenti, raccolti in 106 archivi di 9 diverse nazioni, sono stati digitalizzati, trascritti scientificamente, corredati da un apparato critico e riversati sulla piattaforma da una community di 35 ricercatori, coordinati da un Comitato scientifico di altissimo livello, composto dai maggiori specialisti e presieduto dal Presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Giuseppe Tognon. La Redazione dell’opera è collocata a Trento, presso la Fondazione. Tra le lettere già pubblicate più di 200 provengono da archivi pubblici e privati della provincia di Trento. All’incontro hanno preso parte i famigliari dello statista, i professori che compongono la commissione scientifica dell’Epistolario, i collaboratori che hanno reso possibile la realizzazione del progetto, insieme a numerosi esponenti del mondo della cultura e delle istituzioni. È stato lo stesso prof. Tognon a presentare i risultati del lavoro mettendo in evidenza alcuni degli aspetti più significativi che emer4 - 2019
Grazie all’«Edizione digitale dell’Epistolario» sono liberamente consultabili online le lettere scritte e ricevute dallo statista trentino
www.epistolariodegasperi.it gono dall’analisi del materiale raccolto: «La corrispondenza di De Gasperi è un monumento alla vita del popolo italiano, perché coglierlo dal cuore del governo significa averlo in mano. I dati materiali non dicono però tutto. Ciò che appare ai ricercatori è qualche cosa di più importante: è una prospettiva storica densa di fatti e di personaggi, insomma è un film dell’Italia che siamo
stati e forse anche una prospettiva per l’Italia che vorremmo essere o che credo dovremmo ritornare ad essere. E la differenza è tutta qui: De Gasperi lavorò perché il necessario ritorno ai dati di realtà che la geopolitica impone potesse avvenire senza dover patire le umiliazioni e le sofferenze che gli italiani avevano subito. Governò con una intensità spaventosa per risparmiare all’Italia il più possi-
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bile di quello che di orribile aveva visto e vissuto”. Dopo di lui, Sara Tonelli, responsabile del gruppo di ricerca di Digital Humanities della Fondazione Bruno Kessler, ha illustrato le funzionalità dell’innovativa piattaforma di consultazione. Fra gli interventi anche quello del Direttore di Limes, Lucio Caracciolo, che ha riflettuto sull’attualità della lezione degasperiana, su cui il progetto dell’Edizione nazionale promette di gettare nuova luce. È infine intervenuto don Ivan Maffeis, Sottosegretario della Conferenza episcopale italiana, che si è soffermato sul significato del progetto dell’Epistolario e sui suoi contenuti. «Le lettere testimoniano il rispetto profondo, assoluto, dell’Autore per la persona e la sua dignità, per la comunità e i suoi valori». Le lettere finora raccolte rappresentano solo l’inizio della raccolta del materiale documentario: il progetto è ambizioso e una volta realizzato rappresenterà un unicum a livello nazionale e uno dei più importanti nel suo genere a livello internazionale. Non sarebbe stato possibile costruirlo senza una coraggiosa azione corale che ha visto coinvolto il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, che nel 2016 ha accolto e finanziato la richiesta presentata della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, dell’Istituto Luigi Sturzo e della Fondazione Bruno Kessler. L’opera, che si prevede possa essere conclusa nel 2021, si avvale di una Commissione scientifica nazionale composta dai più importanti studiosi di De Gasperi. Con la realizzazione dell’Epistolario di Alcide De Gasperi si riuscirà a portare in prima fila lo statista trentino, fino ad oggi il meno studiato a livello internazionale tra i grandi padri dell’Europa, così da poter comprendere che la vicenda italiana è uno dei casi storici e geopolitici più importanti dell’Europa del secondo dopoguerra. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Caritro e dalla Fondazione Cariplo.
DAL MONDO
Ci sono anche MUSE e Fondazione Mach tra gli autori della prima «mappa globale delle simbiosi nelle foreste» Ci sono anche la Fondazione Edmund Mach con Lorenzo Frizzera, Damiano Gianelle, Mirco Rodeghiero (Centro Agricoltura Alimenti Ambiente) e il MUSE con il collaboratore Francesco Rovero (docente al Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze), tra gli autori della pubblicazione di un importante articolo scientifico, che oggi ha guadagnato spazio e copertina sulla prestigiosa rivista internazionale NATURE. Utilizzando dati provenienti da 1.1 milioni di siti nel mondo - con 28.000 specie di alberi - la nuova ricerca è riuscita a mappare le tipologie più comuni di relazioni simbiotiche (ovvero di muto beneficio per piante e microbi) rivelando fattori che determinano il successo delle diverse tipologie. Il lavoro, in particolare, potrà contribuire a definire il ruolo di queste relazioni all’interno delle foreste del mondo e quanto potrebbero essere influenzate dall’innalzamento delle temperature. Inoltre, ha portato alla scoperta di una regola biologica che è stata denominata “regola di Read”. Dentro e intorno alle intricate radici dei suoli forestali, in una specie di vasto e diramato “mercato naturale globale”, i funghi e batteri scambiano nutrienti con le piante, in cambio di carbonio. Le analisi hanno riguardato tre delle più comuni tipologie di simbiosi, di cui due tra funghi e radici e la terza tra batteri e le radici degli alberi. I risultati confermano quanto già ipotizzato in passato – ma all’epoca ma non testabile in assenza dei dati oggi disponibili - ovvero che il clima, tramite la sua influenza sul processo di decomposizione, determina la distribuzione delle diverse tipologie di simbiosi. I ricercatori della Stanford University (primi autori del lavoro) hanno coinvolto un team di oltre 200 scienziati per generare le mappe e, grazie a questo lavoro, hanno scoperto una nuova regola biologica, battezzata la “regola di Read”, in onore di Sir David Read, il botanico pioniere della ricerca sulle simbiosi. Quale esempio delle implicazioni dei risultati di questa ricerca, il team ha usato i dati delle mappe per predire come le simbiosi potrebbero
cambiare entro il 2070 se le attuali emissioni di carbonio continuassero inalterate. Questo scenario comporterebbe una riduzione del 10% nella biomassa delle specie di alberi associati con un particolare tipo di funghi che si trova primariamente nelle regioni fredde del pianeta.
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Immagine: Sora Hasler
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MODULO PER LA RICHIESTA DI ADESIONE IN QUALITÀ DI SOCIO ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS VIA MALFATTI 21 - 38122 TRENTO
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Autorizzo l’invio delle comunicazioni ufficiali tramite l’indirizzo di posta elettronica Avendo preso visione dello Statuto che regola l’Associazione (*) Condividendo la democraticità della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche associative Essendo consapevole della gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti Essendo consapevole delle finalità di solidarietà sociale che l’Associazione promuove Avendo preso visione dell’informativa sui dati personali (*)
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(*) Disponibili sul sito www.trentininelmondo.it 4 - 2019
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CALENDARIO 14 giugno A Trento firma atto di impegno con le Comunità Val di Non, Vallagarina e i Comuni di Predaia e Rovereto, l’Associazione Culturale Padre Francesco Eusebio Chini e la Società Museo Civico di Rovereto
3 agosto C.T. Bento Gonçalves (BR): II° Mediaval Bento
C.T. Toronto (CA): proiezione del film “Moser, scacco al tempo”
3-18 agosto A Ledro Mostra “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo
15 giugno C.T. Bento Gonçalves (BR): 3° cena Pampa Pietà e 4° festival del Cinema
4 agosto C.T. Colonia del Sacramento (UY) pranzo 30° anniversario C.T. Montevideo (UY): Festa della Polenta
15-16 giugno Incontro dei circoli trentini del Rio Grande do Sul - Brasile
8 agosto A Ledro (TN): incontro circoli trentini d’estate
16 giugno C.T. Zofingen (CH): gita sociale
11 agosto C.T. Seattle (USA): Polenta picnic annuale
17 – 27 giugno C.T. Montevideo (UY): viaggio alla scoperta del Trentino
C.T. Montevideo (UY): festeggiamenti per il giorno del bambino 18 agosto C.T. Toronto (CA): Picnic Annuale
18 giugno C.T. New York (USA): cena a tema “Ravioli”
23-25 agosto Ad Albany (New York): Incontro presidenti dei Circoli trentini degli Stati Uniti e Canada
22 giugno C.T. Toronto (CA): torneo di Golf 23 giugno C.T. Villa Regina (AR): 3 incontro del ciclo culturale 2019 “identità, territorio e umore”
20 agosto al 20 settembre Comunità della Paganella (TN): Mostre “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” e “Vitigni migranti” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo
27 giugno C.T. Seattle (USA): Assemblea generale
20 -22 settembre A Lille (FR): “Generazione in mobilità: un capitolo da scrivere”, incontro giovani trentini in Europa (Francia, Belgio, Olanda e Lussemburgo)
30 giugno C.T. Santa Rosa La Pampa (AR): pranzo San Vigilio C.T. Caxias do Sul (BR): 26° anniversario
20 – 23 settembre C.T. Denver – Colorado (USA): medici del Circolo trentino fanno i volontari al Seattle King County Clinic “helping to create a community of compassionate care”
27 giugno al 28 luglio Canal San Bovo (TN): Mostre “e-Migr@zione Storia e attualità di un fenomeno che esiste fin dalle origini dell’umanità” e “Vitigni migranti” a cura dell’Associazione Trentini nel Mondo
5-6 ottobre C.T. Montevideo (UY): porte aperte per il giorno del patrimonio artistico
3 luglio C.T. Venda Nova do Emigrante (BR): 3° riunione dell’anno
12 ottobre A Carmelo (UY): incontro dei professori d’italiano dei circoli trentini dell’Uruguay
5-7 luglio C.T. Rio dos Cedros (BR): 29° Festa Trentina 5-7 luglio A Storo (TN) Festa Provinciale dell’Emigrazione
13 ottobre C.T. La Lorena (FR): cena sociale
12 luglio C.T. Presidente Getulio (BR): 24° cena italiana
17-18 ottobre C.T. Colonia Manuel Gonzalez (MX): celebrazione del 138° anniversario dell’emigrazione Trentina in Messico e della fondazione della Colonia Manuel Gonzalez
12 - 21 luglio C.T. Blumenau (BR): partecipa alla 26° edizione di Festitalia
17-20 ottobre A Riva del Garda (TN): convegno EZA-UNAIE “Europa di domani: 5 scenari per il nostro futuro”
13 luglio A Blumenau (BR) riunione del gruppo giovani Trentini Brasiliani 14 luglio C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale
20 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): 8° Mèric Mèrica MagnaBento
26 luglio A Rovereto rinnovo dell’accordo tra la Fondazione Opera Campana dei Caduti e l’Associazione Trentini nel Mondo 27 luglio C.T. Rodeio (BR): ballo in maschera
25-27 ottobre C.T. Solvay (USA): festeggiamenti per il 90° anniversario di fondazione
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Foto di gruppo dei ÂŤCoordinatori dei Circoli trentiniÂť alla Campana dei Caduti di Rovereto (articolo alle pagine 4/5)