CIRCOLI, DELEGAZIONI
E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo
Coordinamenti
Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Europa, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay
Argentina - 48 circoli
Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Corrientes, Corzuela, Formosa, General Roca, General San Martín, La Plata, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Viedma, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate
Australia - 8 circoli - 1 delegazioni
Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania
Belgio - 4 circoliCentre & Borinage, Charleroi, La Louviére, Liegi
Bolivia - 1 circolo
La Paz
Brasile - 59 circoli
Ascurra, Balneário Camboriú, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Guabiruba, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Trento, Ouro Fino, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Imigrante, Vitoria, Xanxerè
Bosnia - 4 circoli
Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla
Canada - 5 circoli
Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit
Cile - 3 circoli
Copiapò, La Serena, Santiago
Colombia - 1 circolo
Bogotá
Danimarca - 1 circolo
Copenhagen
Ex emigrati - 2 circoli
Società Americana di Storo, Svizzera
Francia - 2 circoli
Grenoble, Lorena
Germania - 3 circoli - 2 delegazioni
Colonia, Dortmund, Stoccarda – Berlino, Monaco
Gran Bretagna - 2 circoli
Londra, Trentini UK-Irlanda
Italia - 8 circoli
Br escia; Bresciani amici del Trentino; Como; Friuli; Milano; Agro Pontino; Roma; Trieste
Lussemburgo - 1 circolo
Lussemburgo
Messico - 12 circoli
Aguas Calientes, Ci tlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa
Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)
Paraguay - 11 circoli
Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Ciudad del Este, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù
Peru - 1 circolo
Lima
Portogallo - 1 circolo
Lisbona
Romania - 1 circolo
Romania
Serbia - 1 circolo
Indija
Stati Uniti - 21 circoli
Alliance, Chicago, Cleveland, Denver& Colorado, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming
Sud Africa - 1 delegazione
Cape Town
Svizzera - 5 circoli
Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen
Uruguay - 4 circoli
Carmelo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera - Sant'Ana do Livramento (UY- BR)
Venezuela - 1 circolo
Caracas
Pagina 2
QUANTA DISUMANITÀ
NELLE PAROLE DEL MINISTRO DELL'INTERNO ITALIANO
Pagine 3-5
AGENDA
Pagine 6-9
ATTUALITÀ
Pagine 10-11
60 ANNI D'EUROPA
Pagina 12 FROM HOME TO HOME
Pagine 13-15
GENTE E FATTI
Pagina 16-23 CIRCOLI
Pagine 24-28
DAL TRENTINO
ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO
Presidente Direttore
Armando Maistri Francesco Bocchetti
TRENTINI NEL MONDO
Mensile dell’Associazione
Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E
Direzione, amministrazione e redazione
Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO
Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it
Direttore responsabile
Maurizio Tomasi
Comitato editoriale
M. Anderle, G. Bacca, C. Barbacovi, B. Cesconi, A. Chemotti, A. Degaudenz, S. Giordani, H. La Nave, A. Leonardi, E. Lenzi, A. Maistri, P. Rizzolli,
V. Rodaro, P. Rossi, M. Setti, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches
Hanno collaborato:
R. Barchiesi - S. Corradini
G. Degasperi - F. Bocchetti - I. Turco
M. Grazzi - A. Liber
Autorizzazione del Tribunale di Trento
n. 62 - 6 febbraio 1958
STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN)
Per ricevere il giornale:
Dal 2020 il giornale dell’Associazione ha cambiato il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo. A pagina 29 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio.
N. 2 - 2023 - Stampato il 7 MARZO 2023
Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.
Ci aspettano fatiche e grandi soddisfazioni
Il volontariato è per noi non solo un simbolo di partecipazione, ma un’abitudine al lavoro evoluto, un supporto fondamentale all’azione organizzata, oltre che un’occasione, singolare e collettiva, di crescita e maturità. Se poi questo ha una dimensione globale, come nel caso dell’Associazione Trentini nel Mondo - visto che la sua stessa articolazione si avvale di oltre 200 Circoli in quattro continenti nel mondo - si comprende quale sia la capacità, oltre che le potenzialità di questa enorme rete, che si basa in gran parte sull’opera volontaria.
I nostri dipendenti e collaboratori hanno l’onere e, credo anche l’onore, di modulare la propria azione tenendo conto di innumerevoli e diversi contributi provenienti da ogni parte del mondo. Se da una parte non è semplice districarsi in una così vasta e diversificata contribuzione di stimoli, richieste e indicazioni, dall’altra vi è la necessità di confrontarsi: quindi fare sintesi risulta l’evidenza necessaria ad andare avanti, a proseguire il cammino, ad affrontare il futuro, considerando la storia essenziale, sia al confronto che alla proposizione, sia all’analisi di ciò che è stato fatto finora, che alle nuove progettualità.
Capita talvolta di incrociare persone, anche amiche, perplesse sulla validità e l’attualità del nostro agire: noi invece, quotidianamente, troviamo stimoli a proseguire nel solco tracciato da grandi uomini in quasi settanta anni di storia della Trentini nel Mondo e questo ci conforta. Qualche esempio?
Il Centro Studi Judicaria ha recentemente messo intorno a un tavolo, oltre all’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di
Quotidianamente troviamo conferma della validità e dell’attualità del nostro agire e stimoli a proseguire nel solco tracciato da grandi uomini in quasi settanta anni di storia della Trentini nel Mondo
Trento, il Museo Storico del Trentino e il Museo Etnografico del Trentino, per valutare il progetto del «CMET» (Casa Museo dell’Emigrazione Trentina) che si vuole fare a Pinzolo, dove il Comune ha già garantito una sede importante: noi c’eravamo all’incontro, così come all’inizio del percorso.
Nei prossimi mesi a Rovereto sono previste quattro serate sul Messico; quattro conferenze che vedranno la partecipazione del Vescovo mons. Lauro Tisi e della rappresentanza diplomatica messicana. Gli eventi nascono dalla collaborazione di due Comuni, due Comunità di Valle, due Scuole, Fondazione Campana dei Caduti, Museo Civico, Associazione Padre Kino, oltre a diverse Associazioni: noi ci siamo.
Il Museo Etnografico di San Michele ha recentemente pubblicato il libro «Rio dos Cedros nella nostra mente» di Renzo Maria Grosselli e Andrey Taffner Fraga. Un grosso lavoro di scanning presso le comunità trentino-tiro-
lesi brasiliane, la cui identità non ha visto soluzione di continuità in quasi centocinquanta anni di storia, un'identità alla quale l'attività della Trentini nel mondo - presente in quell'area da cinquant'anni - ha dato un importante contributo. Il cospicuo lavoro degli autori, che fa emergere dalle interviste - quasi tutte in taliàn –valori e tradizioni dal profumo antico e moderno allo stesso tempo, non è solo ricerca storica, ma un percorso segnato da un sempre presente taglio antropologico.
Nell’incontro annuo di programmazione della Trentini nel Mondo – che ha visto riuniti personale, collaboratori e giunta – è emerso tanto di quel materiale da riempire un libro. Dai bandi relativi al turismo delle radici a quelli regionali ed europei (riguardanti storia – musica - arte – cultura - lingua) emerge un quadro complessivo di impegni che vedranno – in un percorso di condivisionefatiche notevoli, ma anche grandi soddisfazioni.
«Non smetterò mai di dire – ha dichiarato l’amico Oscar De Bona (Presidente di UNAIE e della Bellunesi nel Mondo) – che il Sistema Italia con un investimento di 1, coinvolgendo le comunità italiane all’estero, può portare a casa 10».
Tutto questo per dire con Shakespeare che non «...soffriamo dardi d’oltraggiosa fortuna…» e che dal dilemma amletico prendiamo l’essere, per andare avanti con entusiasmo e partecipazione.
Armando MaistriQuanta disumanità nelle parole del ministro dell'Interno italiano
Con la sua riconosciuta sensibilità e la sua capacità di far riflettere e di suscitare emozioni, Ángel Boligan, artista nato a Cuba e che vive e lavora in Messico, nel disegno pubblicato su questa pagina, intitolato «La partenza», fa intuire con quale strazio chi emigra abbandona la propria casa. E fra le migliaia di persone che ogni giorno si lasciano alle spalle il loro mondo, nel tentativo di cercare migliori condizioni di vita e con la speranza di realizzare la loro legittima aspirazione ad una più elevata dignità sociale, c'è chi lo deve fare senza poter nemmeno portare con sé in una valigia quel poco che ha. Come i profughi afghani, pachistani, siriani, iraniani, stipati sulla nave che a fine febbraio è naufragata davanti alle coste di Crotone, in Calabria, in una fredda notte con forte vento di scirocco e mare forza 4-5.
Di fronte a quella immane tragedia, costata la vita a decine di persone fra le quali molti bambini, il ministro dell’interno italiano, Matteo Piantedosi, ha affermato che «la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli».
Da dove gli deriva questa granitica quanto arrogante certezza? Dall’«essere stato educato alla responsabilità» ha spiegato. A differenza, si deduce, di quegli scriteriati genitori che salendo su quella barca si sono affidati ad «illusori viaggi della speranza che mettono in pericolo vite umane», come li ha definiti il
Matteo Piantedosi: «non si può invocare il diritto-dovere di partire. La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli»
terra natale, pur provando sulla sua pelle un’indicibile e soverchiante disperazione. Forse sul lungomare di Napoli, città dove è nato? Sui banchi dell’università di giurisprudenza? Dietro la scrivania di prefetto a Lodi, Bologna e Roma?
Allo stupore e all'indignazione suscitati da quelle affermazioni, il ministro ha ribattuto con irritante sicumera, che non c’è disumanità nelle sue parole. Ma si fa fatica a trovare traccia di umanità in chi anziché sentire ed esprimere dolore e compassione, impartisce lezioni su come stare al mondo. «Astenersi perditempo» è la formula che spesso chiude gli annunci di compravendita, offerte di lavoro, richieste di contatti. «Astenersi sproloquianti» è l'invito da rivolgere a chi ha pronunciato parole tanto proterve ed irrispettose.
ministro, secondo il quale l'unica cosa vera che va detta è che di fronte a tragedie come quelle di Crotone «non si può invocare il diritto-dovere di partire».
Viene da chiedersi chissà mai dove e quando il ministro - mettendo in pratica quella responsabilità alla quale è stato forgiatoabbia rinunciato a lasciare la sua
«Nessuno lascia la propria casa a meno che casa sua non siano le mandibole di uno squalo»: inizia così la poesia «Home» (Casa) di Warsan Shire, insegnante e poetessa britannica nata nel 1988 da genitori somali in Kenya. Che poi aggiunge: «Dovete capire che nessuno mette i figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra»: possibile che il ministro non sia stato nemmeno sfiorato dal pensiero che potesse essere proprio questa la certezza di coloro che sono saliti su quella maledetta barca? Altra loro certezza è che amavano i loro figli, li amavano più di loro stessi. Piangiamoli in silenzio
Maurizio TomasiWarsan Shire: «Nessuno lascia la propria casa a meno che casa sua non siano le mandibole di uno squalo. Dovete capire che nessuno mette
i figli su una barca a meno che l’acqua non sia più sicura della terra»
intitolerà «Artico: lo splendore di un mondo in pericolo» la mostra dedicata a Lorenzo Fracchetti che sarà inaugurata mercoledì 26 aprile a Trento presso Palazzo Trentini, sede del Consiglio provinciale. L'esposizione è inserita nel programma della 71a edizione del Trento Film Festival ed è organizzata in collaborazione con la Trentini nel mondo.
Lorenzo Fracchetti è un pittore canadese di origine trentina, che ha fatto della rappresentazione artistica dell’Artico la propria vita. «L’Artico - afferma Fracchetti - è un mondo da favola, una grande espressione di pace e di silenzio, che è la vera voce dell’universo, con una luce che ti fa uscire dalla nostra realtà caotica di tutti i giorni e ti trasporta in un mondo surreale e fantastico».
Nato ad Avio nel 1946, nel 1952 emigra con la famiglia in Svizzera e fin da giovane inizia a sviluppare una passione per la maestosità delle montagne e il fascino di vallate, crepacci, laghi e fiumi. Studia all’Accademia di Belle Arti di Milano, perfezionando poi gli studi in Svizzera, dove si dedica per due anni al design artistico.
Nel 1967 si trova a dover scegliere fra emigrare in Canada o in Australia: sceglie la pri-
ma destinazione a causa della sua passione per la stagione invernale.
Arrivato nel paese nord americano si inserisce nella comunità artistica di Toronto, lavora come illustratore per George Lonn, rinomato editore di libri sull’Artico e professore all’Accademia degli Artisti dell’Ontario. Sarà proprio Lonn a dargli la spinta cruciale per la sua arte alcuni anni più tardi, quando lo manderà sull’isola di Baffin per disegna-
re, fare fotografie e prendere appunti
L'Artico di Lorenzo Fracchetti in mostra a Trento a Palazzo Trentini dal 26 aprile S'
In quel momento Fracchetti ha trent’anni e si innamora dell’Artico, degli animali e delle persone che lo popolano, nutre un interesse profondo per gli Inuit (Eschimesi) e la loro cultura, il loro modo di vivere. Il suo amore per l’estremo Nord non è mai venuto meno. «Mi sono innamoraro dell'Artico forse perché lo vedevo come un mondo desolato, solitario e con un freddo polare, tutte cose che quasi tutti gli uomini odiano malgrado che si tratti del “frigorifero" del pianeta. Ma esiste anche una solitudine sublime e trascendente che ti fa sentire parte integrante della natura».
L'arte di Lorenzo Fracchetti è un invito a conoscere e salvaguardare quella parte del pianeta minacciato dal cambiamento climatico, un pericolo del quale Fracchetti si era reso conto già negli anni 80 del secolo scorso. Il quadro nella foto sopra, intitolato «Viaggiatori nel mondo bianco», sarà presente in mostra, che rimarrà aperta fino al 12 maggio.
In occasione del suo più recente viaggio in Italia, nel settembre dell'anno scorso, Lorenzo Fracchetti ha fatto vista alla Trentini nel mondo, alla quale ha regalato una sua opera, un quadro con il Castello di Avio.
10 post x 10 concetti: le riflessioni degli studenti del Liceo Rosmini sul viaggio dell’emigrante
L'Associazione Trentini nel Mondo il 26 gennaio ha incontrato i ragazzi del Liceo Rosmini di Trento. È stata una mattinata di riflessione attorno al tema della migrazione, per parlare di quello che ha rappresentato nella storia del Trentino e di quello che ancora oggi vuol dire emigrare.
Il direttore della Trentini nel mondo, Francesco Bocchetti ed Alice Liber, che sta svolgendo il suo servizio civile presso l'asso-
#saggezza e #conoscenza
Saggezza, quella che serve per prendere una decisione importante come partire, intesa come conoscenza, innanzitutto di sé stessi, per capire se si è adatti al viaggio, e poi del mondo, per evitare di incorrere, malauguratamente, in un gigantesco errore.
Pensiamo a chi partiva perché gli agenti di emigrazione, con i loro manifesti e le loro
ciazione, hanno ragionato assieme ai ragazzi sul tema del «viaggio per emigrare». Il tutto è stato poi tradotto in dieci «hashtag», di parole chiave, che possono riassumere i tanti aspetti, problematici o meno, a cui si può andare incontro.
Gli «hashtag» (riportati su queste pagine) sono stati pubblicati uno al giorno, sul profilo Instagram della Trentini nel mondo.
promesse di una vita migliore, facevano circolare cartoline con immagini impressionanti di polli giganti e frutti grandi più degli alberi. Propaganda truffaldina per spingere intere famiglie a vendere tutto e partire oltre oceano. Pensiamo a chi parte perché "lo fanno tutti" e poi invece di vivere un'esperienza arricchente si trova a soffrirne e pentirsi.
#chiudogliocchievolo #senzavoltarsi
«Chiudere gli occhi» rappresenta l’ignoto verso cui si sta dirigendo l’emigrante, che non può sapere cosa troverà; “e volo” racconta il viaggio in aereo per raggiungere un luogo, ma è anche metafora dell’andare più in alto, in un posto migliore, con speranza e con coraggio
Le dieci «parole chiave», emerse dall'incontro presso la scuola, che possono riassumere i tanti aspetti, problematici o meno, a cui può andare incontro chi emigra, sono diventate altrettanti «hashtag» pubblicati uno al giorno sul profilo Instagram della Trentini nel mondo
#yineyang
Nulla è così categorico, nessuna decisione così netta. Un viaggio di emigrazione può essere anche un viaggio di ritorno. Nostalgia, curiosità o necessità, le motivazioni sono varie. La decisione di tornare non è facile, e spesso può essere scambiata per sconfitta. Il ritorno è solo una parte del percorso, la prosecuzio-
#lisolachenoncè
Come Peter Pan, l’emigrante è in viaggio verso un’isola che promette una prospettiva migliore, ma nasconde anche dei pericoli e insidie sconosciute.
#lontananzadacasa
Chi raggiunge un altro paese lascia tutto ciò che ha di familiare, come i suoi amici o i suoi parenti, a casa. Per quanto il viaggio possa essere emozionante, la nostalgia è un sentimento con cui bisogna avere a che fare.
ne di un viaggio di cui siamo noi a stabilire la fine
Quando parti, lasci una parte di te, del tuo passato e ti rivolgi verso il tuo futuro, per ricominciare da zero. Fondamentali, in un viaggio di emigrazione, sono la speranza e la curiosità che ti portano a guardare dritto di fronte a te, senza voltarti.
#nostalgiadelleradici #rischiare
Attaccamento e volontà di non staccarsi dalla natura e dalle radici, il luogo da cui provengono gli antenati. Emigrazione come voglia di partire ma senza recidere tutti i legami.
«Chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia, e non sa quel che trova». Emigrare è un rischio che chi parte deve affrontare.
#esperienzediviaggio
L'emigrazione, oltre ad essere un viaggio, è anche un'esperienza: vale la pena godere di ogni istante.
#mammacheviaggio
La preoccupazione della mamma, che rimane a casa e vede un figlio o una figlia partire, è trasversale nei secoli. Per questo, nel tempo, sono nati diversi gruppi di sostegno tra mamme, riunite per scambiarsi consigli e vicinanza quando i figli decidono di partire.
Un altro nome di primo piano del mondo dell’illustrazione si aggiunge all’ormai lunghissimo elenco di autori che hanno firmato il Manifesto del Trento Film Festival: è quello di Lorenzo Mattotti, autore dal tratto inconfondibile il cui universo artistico spazia ormai, senza soluzione di continuità, tra fumetto, pittura, illustrazione e cinema d’animazione. Saranno le montagne candide, i prati verdi e
il cielo azzurrissimo dell’opera di Mattotti a rappresentare lo spirito di un Festival che, festeggiati i settant’anni nel 2022, ritornerà ad animare i cinema, le piazze e tanti luoghi di Trento dal 28 aprile al 7 maggio 2023.
Il manifesto è stato presentato il 14 febbraio nel corso di una conferenza stampa, alla quale era presente anche l'assessora alla cultura del Comune di Tren-
Con un’altitudine media di 1.330 metri sul livello del mare è uno dei Paesi più alti del pianeta
Dopo l’edizione speciale della 70ª edizione, che aveva trasformato «Destinazione…» in un viaggio fantascientifico nel tempo e nella storia del Trento Film Festival, la seguitissima sezione torna nel 2023 a esplorare paesaggi e culture del pianeta, rivolgendo lo sguardo all’Etiopia.
«La scelta di dedicare la sezione Destinazione… all’Etiopia vuole invitare lo spettatore, per la seconda volta dopo il successo della selezione dedicata al Marocco nel 2019, a confrontarsi con immagini e storie
Nel manifesto del «Trento Film Festival», una visione pacificata della presenza dell’uomo in montagna
to, Elisabetta Bozzarelli.
«Con il Manifesto di questa 71ª edizione possiamo dire che si chiude una sorta di trilogia, che era iniziata con Gianluigi Toccafondo e poi proseguita, nell’anno del Settantesimo, con Milo Manara. Una trilogia di opere di grandi autori italiani, che – ognuno col suo stile e la sua poetica – han-
no messo al centro il complesso rapporto tra l’uomo e la natura» spiega il Presidente del Trento Film Festival Mauro Leveghi.
«Dopo il lupo di Toccafondo, che ululava alla luna e forse parlava all’uomo, e l’ondina di Manara, chiusa nella sua dimensione mitologica e fiabesca, che guardava con diffidenza all’umanità
dal continente africano, scoprendo paesaggi e tradizioni di un Paese unico e affascinante, e affrontando fenomeni geopolitici epocali, ignorati o sottovalutati dalla lettura troppe volte miope proposta in Europa e
in Occidente» spiega Sergio Fant, responsabile della programmazione cinematografica del Trento Film Festival.
Con un’altitudine media di 1.330 metri sul livello del mare, l’Etiopia è uno dei Paesi più
che la insidiava, Mattotti sembra proporci una visione conciliante e pacificata della presenza dell’uomo in montagna. Le proporzioni chiariscono i ruoli, i colori suggeriscono la possibilità di un equilibrio, le linee sembrano indicare che tante possono essere le strade da percorrere verso il futuro, ma che il cammino dell’uomo, citando Alex Langer, dev’essere più lento, più profondo, più dolce di quanto non sia stato fino ad oggi».
«Siamo onorati di aver potuto collaborare con Lorenzo Mattotti, un autore la cui traiettoria artistica ha intrecciato molte volte il mondo del cinema, fino alla realizzazione del manifesto della 79ª Mostra del cinema di Venezia nel settembre scorso. Ci piace ricordare con orgoglio che il Trento Film Festival è la seconda rassegna di cinema più longeva d’Italia, seconda solo a Venezia, quindi è una di quelle coincidenze che
L'autore
Lorenzo Mattotti vive e lavora a Parigi. Esordisce alla fine degli anni Settanta come autore di fumetti e nei primi anni Ottanta fonda con altri disegnatori il gruppo Valvoline.
Jung avrebbe definito significative, ricche di significati simbolici e forti emozioni» racconta la Direttrice del Festival, Luana Bisesti.
«Abbiamo chiuso da poco più di un mese l’anno del Settantesimo: un’edizione lunga un anno, e anche di più, considerato che la mostra Scalare il tempo è ancora aperta a Le Gallerie, e che in quella sede il 10 marzo presenteremo il libro realizzato in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino. Ma il nostro sentiero non si chiude sicuramente qui, e siamo pronti per riempire Trento di proiezioni, presentazioni letterarie, laboratori per bambine e bambini, serate alpinistiche, tutti appuntamenti con un altissimo livello di originalità, che è la caratteristica più significativa del Trento Film Festival, da sempre abituato a creare, sperimentare e innovare format e contenuti».
Per permettere al pubblico
Nel 1984 realizza «Fuochi», che viene accolto come un evento nel mondo del fumetto e si aggiudica importanti premi internazionali. Da «Incidenti» a «Stigmate», passando per «Il signor Spartaco» e «Doctor Nefasto», fino alle recenti pubblicazioni per #logosedizioni, «Oltremai», «Ghirlanda» e «Blind», il suo lavoro evolve nel segno costante di una grande coerenza e al contempo dell’eclettismo di un artista che sceglie di esplorare continuamente nuovi territori.
Oggi i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo, mentre i suoi disegni appaiono su riviste e quotidiani quali The New Yorker, Le Monde, Das Magazin,
di “acclimatarsi” alle alte quote dell’edizione 2023 del Trento Film Festival, ritornano i classici appuntamenti degli «Avvicinamenti», che quest’anno dal 6 marzo al 5 aprile alterneranno cinema e letteratura.
Svelate anche le date dell’edizione di Bolzano, confermata
Suddeutsche Zeitung, Le nouvel Observateur, Corriere della Sera e la Repubblica. Numerose le esposizioni personali, culminate nella retrospettiva «Sconfini» e nella mostra «Covers for The New Yorker». Nel maggio 2019 ha presentato con grande successo a Cannes, nella sezione «Un Certain Regard», il suo primo lungometraggio animato come autore e regista «La famosa invasione degli orsi in Sicilia», ispirato alla favola/apologo di Dino Buzzati.
nella sua collocazione primaverile dal 5 al 10 giugno grazie alla collaborazione con la Provincia e il Comune di Bolzano, nell’ambito della quale riparte il Natura Short Film Contest, un concorso di cortometraggi organizzato dall’associazione BeYoung.
(Ufficio Stampa TFF)«Destinzione» sarà l'Etiopia
alti del pianeta. La sua vetta più alta è il Ras Dascian che raggiunge i 4.533 metri, mentre Addis Abeba, a 2.355 metri, è la quarta capitale più alta al mondo. All’interno del continente africano, con le sue crisi e problematiche, l’Etiopia rappresenta un caso particolarmente attuale, e drammatico: il 12 novembre scorso è stato firmato l’armistizio tra governo etiope e Fronte popolare di liberazione del Tigrai, la regione a nord del paese dove dal novembre 2020 era in corso un conflitto tra forze federali e autorità locali,
in una delle peggiori crisi umanitarie mondiali recenti.
«Tutto questo in un Paese in cui la bellezza del paesaggio, con le sue verdeggianti montagne, sorprendenti per chi immagina un Corno d’Africa brullo e desertico, racconta di comunità dalle tradizioni millenarie, con legami profondi con un territorio che, se non fosse depredato da interessi locali e globali, rappresenterebbe una risorsa naturale unica nel continente», prosegue Fant.
Astraendo dall’attualità per guardare alla
storia, il progetto di Destinazione… Etiopia giunge a maturazione proprio quando il recente centenario della marcia su Roma, e dell’avvento del regime di Mussolini, rendono prezioso il contributo che il Festival può dare anche alla riflessione post-coloniale, e alla conoscenza di territori e popoli vittime delle mire imperialiste del fascismo.
Il programma cinema ed eventi di «Destinazione… Etiopia» ha ricevuto il Patrocinio della Repubblica Federale Democratica d’Etiopia. (Ufficio Stampa TFF)
«Vite di miniera», libro da leggere con passione
«Vite di miniera» è il titolo di un libro di racconti dedicati alla vita di miniera in Belgio, autrice Vilma Calzà di Dro, presentato a Drena il 4 dicembre scorso. Sulla storia delle miniere di carbone in Belgio esiste una vasta bibliografia che affronta vicende storiche, organizzazione del lavoro in miniera, sistemi di sicurezza e diritti negati, incidenti sul lavoro, lotte sindacali, tanto per citare alcuni ambiti bibliografici.
Fra i tanti libri pubblicati in Italia e in Belgio, merita di essere ricordato «Per un sacco di carbone» curato dalla giornalista Laura Franciosi su iniziativa delle ACLI del Belgio e il contributo importante del prete operaio trentino Claudio Pellegrini; un libro ponderoso che, a partire dall’accordo fra il Governo di Alcide De Gasperi e il Primo Ministro belga Achille van Acker del 1946 con le sue clausole vessatorie, raccoglie contributi di esperti, fotografie, interviste a ex minatori, storie di vita con al centro la tragedia di Marcinelle del 1956.
Ricordo anche un altro scrittore della miniera belga di origini trentine, Eugène Mattiato. Mattiato, terzo figlio di Vittoria
L’attenzione e la sensibilità dell'autrice, Vilma Calzà, legate ad una grande capacità narrativa, hanno creato un’opera in grado di condensare in poche pagine emozioni, vissuti, paesaggi dell'emigrazione in Belgio
dacalista. Inizia a scrivere prima articoli per i giornali sindacali dei pozzi, poi racconti, romanzi, pezzi teatrali dove mette sistematicamente in scena i compagni di miniera, descrive le loro condizioni di lavoro e di alloggio, analizza le relazioni tra i lavoratori di diverse nazionalità.
Nel 1958, il suo romanzo «La Légion de sous-sol» (La Legione del sottosuolo), purtroppo non tradotto in italiano, ottiene un enorme successo che, però gli costa il licenziamento dalla miniera dove allora lavorava.
e Eugène Mattiato arriva in Belgio nel 1924 per raggiungere il padre, minatore da due anni nella miniera di Gilly nella provincia dell’Hainaut. Mattiato figlio scende in miniera a 14 anni. A 19 anni si iscrive ai corsi serali e, in occasione dei grandi scioperi dei minatori nel 1932, assume le sue prime responsabilità di sin-
Ho voluto mettere in relazione il libro di Vilma Calzà con i due libri precedenti, diversi tra loro, che raccontano storie e vicende di miniera nei quali il contributo di trentini o di origine trentina è determinante, quasi a sottolineare il particolare interesse e la profonda empatia dei trentini per un tipo di esperienza, spesso
drammatica, che ha accompagnato tanti nostri emigranti in cerca di fortuna nelle miniere del Belgio.
Come ricordavo all’inizio, il libro è stato presentato a Drena, paese e territorio dal quale molte famiglie hanno incontrato, direttamente o indirettamente il duro lavoro nelle miniere di carbone in Belgio. Di questa vicenda migratoria sono testimonianza la statua di S. Barba-
ra, la lanterna posta accanto alla statua della Vergine nella Chiesa parrocchiale e il Monumento al minatore posto simbolicamente nel centro abitato (foto qui sopra), come ha ricordato Giovanna Chiarani, sindaca di Drena, nella presentazione del romanzo. Romanzo che è una carrellata di persone, volti che raccontano esperienze personali nelle quali si intrecciano incontri, storie, la quotidianità della vita lontana dal Paese di origine, delusioni e speranze.
Se posso fare un raffronto con le due opere che ho citato all’inizio di questa mia nota, queste analizzano, descrivono contesti
più generali, hanno l’ambizione di diventare paradigma per andare oltre, denunciando, le miserie della vita e del lavoro in miniera.
I racconti di Vilma Calzà hanno, a mio avviso, un profilo più intimo, delicato che sollecita una partecipazione interiore ed emotiva del lettore e suscita una profonda simpatia nei confronti dei protagonisti. Una sequenza di micro-storie che la grande storia spesso non ricorda, ma di cui essa dovrebbe fare memoria per essere più vera e più umana.
Mi piace chiudere questa mia breve nota richiamando un passaggio della Sindaca nella presentazione del libro: «L’attenzio-
ne e la sensibilità della signora Calzà, legate ad una grande capacità narrativa, hanno creato un’opera di rapida lettura in grado di condensare in poche pagine emozioni, vissuti, paesaggi. Nelle pagine ricche di frasi dal linguaggio poetico e ricercato, cariche di suggestioni e sintesi narrative, valorizzate anche dall’uso di altre lingue europee, si intrecciano vite di personaggi immaginari…, i piccoli borghi limitrofi (a Drena), le stazioni ferroviarie, fino a spingersi in terra straniera…»
Un libro, insomma, da leggere con passione.
Vittorino Rodaro 28 febbraio 2023
Una serata-evento per la presentazione
«Un importante momento dedicato al ricordo della gente del nostro territorio che ha dovuto ripetutamemte lasciare la propria terra per emigrare verso le zone di richiesta di manodopera per il duro lavoro estrattivo da miniera»: così veniva descritta nell'invito la serata dedicata alla presentazione del libro «Vite di miniera», che si è svolta il 4 dicembre scorso presso la sala polivalente di Drena, organizzata dalla Prolo Loco di Drena con il patrocinio del Comune di Drena.
Durante l'evento, al quale erano presenti il vice presidente ed il direttore della Trentini nel mondo, Vittorino Rodaro e Francesco Bocchetti, l'autrice ha dialogato con Vincenzo Sagnelli, mentre Rosanna Sega ha letto alcuni brani del libro e Gianni Girardi si è esibito alla fisarmonica.
Viviamo tempi nei quali è molto difficile formulare risposte ai tanti problemi che ci assillano, ci rendono preoccupati e insicuri: dai postumi di una pandemia non ancora sconfitta, agli orrori dell’invasione e della guerra della Russia all’Ucraina, ad una situazione economica che per il nostro Paese non promette nulla di buono ai giovani in particolare e alle persone meno garantite a livello occupazionale e sociale.
Un tempo nel quale l’Italia e l’Europa sembrano chiudere ipocritamente gli occhi di fronte al moltiplicarsi delle tragedie dei profughi in mare con un grande paradosso: la capacità di accoglienza efficiente messa in atto, in tutti i Paesi europei, dinanzi a un’ondata migratoria mai vista prima, cinque milioni di ucraini arrivati alle frontiere d’Europa in appena quattro mesi. La strage del mare di fronte a Crotone, a fine febbraio, l’ennesima, chiama in causa la cattiva coscienza europea e la pessima gestione italiana dei salvataggi in mare che salvano ben poco dopo l’assurdo
Una nuova Unione Europea dopo crisi e scandali
Nonostante criticità, contraddizioni di ogni tipo, reticenze ed egoismi nazionali, l’Unione europea ha avuto ed ha un ruolo importante, necessario in questa fase difficile, tumultuosa dei rapporti internazionali
ostracismo governativo nei confronti delle Organizzazioni Non Governative che praticano come missione il soccorso dei migranti.
Eppure, nonostante criticità, contraddizioni di ogni tipo, reticenze ed egoismi nazionali, l’Unione europea ha avuto ed ha un ruolo importante, necessario in questa fase difficile, tumultuosa dei rapporti internazionali. Mi sono passate per le mani, in questo periodo, due pubblicazioni, una in lingua francese «Le réveil européen et transatlantique», (editore Equateurs, Paris) e «Mamma Europa» di Elisabetta Gualmini (editore il Mulino).
Il testo francese, che probabilmente non verrà tradotto in italiano, raccoglie i contributi di alcuni studiosi apparsi sul-
la piattaforma francofona «Le Rubicon» (LeRubicon.org) che si occupa di questioni internazionali, di sicurezza, difesa e di politica estera. L’offensiva russa in Ucraina ha avuto l’effetto controproducente di rafforzare in maniera considerevole ciò che Mosca si sforza, da anni, di indebolire: l’Europa e la Nato. La guerra ha accelerato la trasformazione dell’Unione europea in potenza geopolitica, consolidata la coesione e l’ancoraggio dell’Alleanza atlantica sul continente, stimolato un aumento generalizzato delle risorse destinate alla difesa.
Tuttavia, sostengono gli autori, la durata di questa ritrovata unità europea dipenderà molto dalla volontà politica dei suoi Stati membri una volta dissipa-
ta la nebbia della guerra e dalla conferma o no delle convergenze raggiunte nei primi giorni del conflitto russo-ucraino.
Per quanto riguarda i dissensi europei sulla questione dei regimi illiberali, si osserva una «pausa» nelle tensioni intra-europee grazie al ruolo importante giocato dalla Polonia nei confronti dell’Ucraina e a una temperata postura pro-russa da parte dell’Ungheria di fronte all’emozione suscitata dall’aggressione militare dell’Ucraina. Il prosieguo di questa pausa, che facilita l’unità europea, è incerto. Esso dipenderà dalle prossime elezioni presidenziali ungheresi e dall’evoluzione del conflitto.
Il libro, fresco di stampa di Elisabetta Gualmini, docente di Scienza politica nell’Università di Bologna e parlamentare europea - di cui il titolo di queste pagine riprende il sottotitolo - traccia un profilo dell’evoluzione dell’Unione europea a partire dalle elezioni parlamentari del 2019. Si parte dalle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo con un diffuso atteggiamento euroscettico:
l’Europa viene percepita come matrigna e i sovranisti si rafforzano all’interno del Parlamento. I partiti sovranisti si sono rafforzati come reazione ad un eccesso di accentramento di sovranità a livello sovranazionale e per raccogliere il malcontento delle periferie che si sentono private sempre di più della propria possibilità di decidere.
Su queste premesse vanno inquadrati gli atteggiamenti di Polonia e Ungheria che hanno ingaggiato un vero e proprio duello con la Commissione sul primato del diritto nazionale su quello comunitario.
La Brexit e la pandemia da coronavirus mostrano drammaticamente che pandemie e guasti planetari della globalizzazione non si risolvono a livello di singoli Stati ma implicano politiche incisive in termini di visione e di risorse che possono essere efficaci solo a livello di grandi sistemi che l’Unione appunto incarna e rappresenta. Nascono così i programmi «Sure» e «Next Generation Eu».
Il piano di ripresa stanziato dal-
I programmi «Sure» e «Next Generation Eu», il piano di ripresa stanziato nel 2020 dalla Commissione che ha dato origine ai «Piani Nazionali di Resilienza e Ripresa» (PNRR), una serie di provvedimenti che vanno dall’agenda sociale europea
al salario minimo europeo, evidenziano «una vicinanza inedita delle istituzioni europee ai propri cittadini, forse ancora poco conosciuta e metabolizzata dall’opinione pubblica»
la Commissione nel 2020 che ha dato origine ai «Piani Nazionali di Resilienza e Ripresa» (PNRR) facendo leva, per la prima volta, sull’emissione di debito comune, rappresenta il primo mattone di una nuova Europa, seppure con le incertezze e con le ombre che ogni processo di cambiamento trascina inevitabilmente con sé. Se a ciò si aggiunge il bilancio pluriennale 2021-2027, si superano i 2.000 miliardi di aiuti messi a disposizione degli Stati membri.
Seguono una serie di provvedimenti, li cito solo per titoli, che vanno dall’agenda sociale europea, al salario minimo europeo, alla tutela dei «riders» e dei lavoratori delle piattaforme. Cambia la logica d’azione dell’Unione che passa dal riequilibrio della dimensione economico-finanziaria ad un irrobustimento delle politiche sociali. Il ridimensionamento dell’approccio rigorista e delle politiche di austerità va di pari passo con il potenziamento di programmi e iniziative a favore dei cittadini europei.
Il racconto che ho cercato di sintetizzare richiamandomi a due recentissime pubblicazioni, «evidenzia –sono le parole di Elisabetta Gualmini - una vicinanza inedita delle istituzioni europee ai propri cittadini, forse ancora poco conosciuta e metabolizzata dall’opinione pubblica, e difficile da spiegare in una fase in cui la crisi economica è ancora molto forte e che certamente ha caratterizzato la cifra della IX legislatura europea».
Vittorino Rodaro 27 febbraio 202312 2 - 2023 60 anni d’Europa
F R O M H O M T O H O M E
La storia dei Moléta
Dalle valli del Chiese e dalle Giudicarie partirono moltissimi arrotini, i moléta. Caricavano la Slaifera sulle navi: un attrezzo a pedale con una ruota per affilare i coltelli, che si poteva spingere come una carriola. Dalla Val Rendena in particolare, i moléta erano partiti per l’Inghilterra prima e per gli USA poi. A differenza di chi lavorava in miniera, il moléta viveva in città e, per necessità, era costretto a imparare in fretta la lingua, e farsi intraprendente, poiché era molto in competizione con tanti altri immigrati di diversi paesi.
I moléta erano padroni di sé stessi e della loro produzione; veri e propri imprenditori che si adattarono molto bene alle innovazioni tecnologiche e alle necessità del nuovo contesto. Già dai primi del ‘900, la slaifera venne sostituita da una bicicletta prima e da un camioncino poi, e divenne una vera e propria officina ambulante. Superarono la grande depressione riunendosi in una corporazione, che stabiliva tariffe uguali e assegnava le zone di competenza ai soci Rifornivano ristoranti e alberghi di lame sempre perfettamente affilate.
In varie parti del Trentino ci sono statue e targhe in loro onore
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https://daltrentinoalmondo.wordpress.com
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Si è conclusa alla fine del mese di febbraio a Oradea (Transilvania, Romania) con un notevole successo di pubblico e di critica, la mostra d'arte «Preghiere di vetro - Fantasie di cristallo» dell'artista veneziano Luigi Ballarin, i cui quadri hanno trovato un'ispirazione letteraria nelle leggende trentine e rumene raccolte e riscritte dallo scrittore trentino Mauro Neri. L’esposizione era stata allestita nelle sale del Palazzo Vescovile Romano-Cattolico di Oradea (nella foto), in collaborazione con il Vescovado Greco-Cattolico della medesima città.
Dal 7 marzo i quarantadue quadri si trovano a Bistrița, sempre in Romania, nel Complesso Museale Bistrița- Năsăud, dove rimarranno esposti fino al 10 aprile. La mostra è accompagnata da un coloratissimo «libralogo», grazie al quale sarà possibile portarsi a casa sia la bellezza dei quadri di Luigi Ballarin, sia le storie trentine e transilvaniche narrate da Mauro Neri.
«Preghiere di vetro - Fantasie di cristallo» è infatti una contaminazione tra arte figurativa e letteratura popolare che trae spunto
dai venditori ambulanti (Klòmeri) della Valle dei Mocheni (Trentino, Italia) che, percorrendo ogni anno a piedi e in inverno la penisola balcanica, nella seconda metà dell'Ottocento vennero in contatto coi contadini della Transilvania che occupavano le giornate rigide dell'inverno per dipingere icone ortodosse su vetro. Questi semplici e affascinanti quadretti
di religiosità popolare vennero diffusi in tutti i Balcani proprio dai Klòmeri trentini e ancora oggi è possibile trovarne esemplari in case private oppure in collezioni e musei d'arte popolare.
La mostra fa conoscere una religiosità semplice e genuina (le preghiere di vetro, appunto) e le storie nate dai sogni, dalle speranze ma anche dalle rabbie dei
popoli trentini e transilvanici, in connubio originale tra fede e fantasia, tra desiderio di soprannaturale e storie che raccontano l'umano in tutte le sue declinazioni. E di leggende – della Val dei Mocheni in Italia e della Transilvania in Romania – parlano i ventuno grandi quadri di Ballarin, realizzati con colori acrilici e smalti su tela, che offrono una interpretazione originale alle antichissime storie delle tue terre tra loro "sorelle", contenute nel libralogo (in lingua rumena) collegato alla mostra. Assai godibili nella loro "esplosione" di colori e di contenuti profondamente religiosi sono anche le ventun icone più piccole, realizzate in stile orientale (venti dipinte con colori acrilici e smalti su tela e una su vetro). I dipinti di Luigi Ballarin, afferma il curatore della mostra prof. Aurel Chiriac, «sono un esercizio di ricupero di sé stesso tramite il bello artistico e dimostrano cosa vuol dire la contaminazione tra l’arte visiva e la scrittura, tra i colori e le parole, ma anche tra le civiltà dell’Occidente e dell’Oriente allo stesso tempo».
La mostra arriverà a Trento il prossimo autunno.
«Preghiere di vetro - Fantasie di cristallo», dopo Oradea la mostra allestita a Bistrita
La storia «dimenticata»
Nel mese di novembre 2014
Alceli Maria Fontanari (nella foto a fianco) inviò da Estrela, nel Rio Grande do Sul (Brasile) dove vive, una lettera indirizzata alla parrocchia di Castagné San Vito con la richiesta dell’atto di nascita del bisnonno Giovanni Fontanari, che riteneva fosse nato a Castagné San Vito il 10 dicembre 1863, figlio di Giacomo e Orsola Fontanari. Don Remo Vanzetta mi girò la richiesta e sui registri della parrocchia non figurava nessun Giovanni nato nel 1863 e figlio di Giacomo e Orsola. Inviai una mail ad Alceli informandola dell’esito negativo della ricerca.
Alceli proseguì l’indagine presso l’Archivio diocesano di Trento, ma anche qui nessun risultato. In un certificato che le era stato rilasciato in Brasile il 5 dicembre 2014 relativo alla nascita di Rinaldo Luigi, nato il 23 agosto 1897, figlio di Giovanni Fontanari e di Francesca Bettanin, Giovanni risultava figlio di Giacomo e Caterina. In un altro certificato datato 8 aprile 2015, relativo al matrimonio di Giovanni con Francesca Bettanin avvenuto in data 23 maggio 1880, Giovanni figurava figlio di Jacob e Catharina Sanun
Nel marzo 2022 Alceli si è rivolta nuovamente all’archivio diocesano di Trento avanzando l’ipotesi che il bisnonno potesse essere un figlio illegittimo e la ricerca questa
volta è andata a buon fine dimostrando che Giovanni Fontanari era nato il 4 aprile 1860 all’Istituto delle Laste di Trento, dove le ragazze madri partorivano i figli che venivano dati in affidamento ad altre famiglie. Giovanni era figlio di Cattarina Fontanari di Sant’Orsola, fu battezzato lo stesso giorno della nascita e madrina fu la signora Cattarina Bertagnoli (sic);
rimase 15 giorni in compagnia della madre, l’1 maggio fu accolto gratuitamente nell’ala degli esposti dello stesso Istituto delle Laste e il 21 maggio venne affidato alla famiglia di Felice Zanon e Rosa di Brusago nel distretto di Civezzano. Alceli aveva finalmente risolto il mistero della nascita del bisnonno Giovanni e quest’anno pubblicherà un libro (nella fot) dal titolo «Giovanni Fontanari Resgate de uma historia esquecida» (Giovanni Fontanari. Recupero di una storia dimenticata) con la storia della famiglia e dei discendenti dei bisnonni Giovanni e Francesca Bettanin, con un’interessante ricerca riguardante anche l’«Istituto degli esposti, delle partorienti e dell’istruzione delle mammane alle Laste in Trento» denominato anche Triplice Istituto alle Laste
che funzionò dal 1833 al 1886 nel luogo ove c’era un convento delle Suore Carmelitane Scalze nel quartiere di Trento chiamato «Laste» costruito nel 1618 (foto qui sopra). Nel 1810 le leggi anticlericali napoleoniche decretarono la chiusura del convento e dell’annesso santuario. Nel 1870 l’Istituto fu trasferito a Innsbruck e fino al 1886 mantenne la funzione di orfanotrofio. Nel 1941 le Suore Carmelitane Scalze ritornarono al convento e santuario, ora denominato «Santuario della Madonna delle Laste».
Il 10 gennaio 2023 ho incontrato a Pergine Juliano Fontanari (foto sulla pagina a fianco), medico psichiatra e primo cugino di Alceli; per posta elettronica mi ha spedito l’interessante storia del suo bisnonno Giovanni (18601923), della bisnonna Francesca Bettanin (1864-1955) e della loro discendenza.
Nella ricerca di Alceli risulta che il bisnonno Giovanni a soli 13/14 anni nel 1873/1874, con una piccola borsa e pochi soldi, emigrò in Brasile in compagnia di una famiglia. Arrivati probabilmente a São Vendelino (Rio Grande do Sul) si riposarono in una locanda, dove un tedesco accoglieva a quel tempo gli emigranti. Di buon mattino la famiglia proseguì il viaggio per Caxias do Sul abbandonando al suo
Nella foto, scattata nel 1912, ci sono (seduti) João, Francesca Bettanin, Giovanni Fontanari, Anna e (in piedi) Reinaldo, Maria, Guilherme e Angela.di Giovanni Fontanari
(1890-1953) + Rosa Tarrasconi (1894-1980): 9 figli
6. Maria (1893-1922) + Odorico Brás Piccoli (1890-1946 fratello di Mario): 2 figli
7. Rinaldo Luigi (1897-1965) + Fiordalice Baldi (1898-1946): 7 figli
La ricerca di Alceli (102 pagine) è arricchita da copie di documenti e da tante fotografie, tra le quali quella della numerosa famiglia dei nonni Guilherme Benvenuto e Rosa con 7 figlie e 2 figli: Alcide José (1927-1992), papà di Alceli, ed Euclidio João (1930), papà di Juliano.
nari, nata a Sant’Orsola in valle dei Mocheni il 25 febbraio 1832, era figlia di Giacomo e di Orsola Facchini uniti in matrimonio nel 1822. A quel tempo essere figlio illegittimo appariva un marchio d’infamia, anche se il piccolo Giovanni non aveva nessuna colpa; si preferì così attribuire il nome dei genitori. Una parola di elogio ai genitori di Francesca Bettanin che accolsero Giovanni offrendogli non solo il lavoro, ma anche la mano dell’allora sedicenne figlia.
destino il piccolo Giovanni che non si era svegliato. Restò così presso la locanda come custode in cambio del vitto e alloggio fino al 1878, quando arrivò la famiglia Bettanin che iniziò l’attività di produzione di cappelli di paglia. Giovanni lavorò con loro e nel 1880 sposò la giovanissima Francesca, figlia del padrone e dalla loro unione sono nati i seguenti figli:
1. Anna Maria Maddalena detta
Anita (1882-1964) + Mario Piccoli (1881-1929): 6 figli
2. Fortunata Florinda (1884, deceduta in tenera età)
3. Angela detta Angelina (1886-1976) + Giuseppe Pizzato (1886-?): 6 figli
4. Giovanni Battista (18881971) + Maria Anna Piccoli (1888-1936; sorella di Mario): 7 figli
5. Guilherme Benvenuto
Dalla documentazione raccolta da Alceli si intuisce l’origine dei finti nomi dei genitori di Giovanni, che nei documenti appariva figlio legittimo di Giacomo e Caterina e poi di Jacob e Catharina Sanun; è evidente che Sanun è una storpiatura di Zanon, la famiglia di Brusago che lo prese in affidamento e, con ogni probabilità Giacomo o Jacob è il nome del nonno materno. Cattarina Fonta-
Nella prima richiesta di Alceli nel 2014 Giovanni appariva figlio di Giacomo e Orsola, che sono invece i suoi nonni materni.
La storia di Giovanni è un autentico romanzo!
Lino BeberNELLA FOTO. La famiglia di Guilherme Fontanari e Rosa Tarrasconi nel 1937: davanti in compagnia dei genitori Alcides, Josefina, Euclidio, Laura; dietro: Elza, Francisca, Adelina, Olga, Maria.
L'abito
A Tuzla soddisfatti di poter sfoggiare
L'Associazione «Rino Zandonai» - Circolo Trentino di Tuzla (Bosnia ed Erzegovina), nel 2022 si era attivato per ottenere cinque abiti tradizionali per i membri del Circolo. L'iniziativa ha avuto il sostegno del Comune della città attraverso il progetto denominato «La piuma nel cappello». Sulla base di alcuni esempi di abiti femminili e maschili, un sarto ha realizzato cinque com-
pleti femminili e cinque maschili. L'abito femminile è composto da quattro pezzi, quello maschile da due pezzi, con in aggiunta un cappello con una piuma di fagiano e un paio di calzettoni. Gli abiti sono stati realizzati su misura in base alla taglia individuale di ogni persona.
Questi abiti rappresentano per il Circolo un segno vitale per l'identificazione della tradizione
femminile è composto da quattro pezzi, quello maschile da due pezzi, con in aggiunta un cappello con una piuma di fagiano e un paio di calzettoni
ed orgogliosi abiti tradizionali
trentina a Tuzla e consentono di promuovere in maniera attraente la tradizione degli abiti nazionali.
Gli abiti tradizionali sono stati esibiti due volte a Tuzla e in entrambe le occasioni la comunità locale ha mostrato grande interesse. La prima volta sono stati indossati durante la sfilata per il centro della città nel settembre 2022 (foto qui sotto a sinistra) e la seconda volta durante l'as-
semblea annuale dell'associazione nel dicembre 2022 (foto qui sotto a destra).
L'intenzione è di ottenere altri cinque abiti entro i prossimi due anni. Quelli già a disposizione veranno indossati durante le cerimonie, la manifestazione della gastronomia italiana a Tuzla e in tutte le occasioni pubbliche in cui si riterrà importante essere presenti vestiti con abiti tradizionali.
L'iniziativa ha avuto il sostegno del Comune della città attraverso il progetto denominato «La piuma nel cappello».
Gli abiti sono stati realizzati su misura da un sarto
Incontro per auguri e tesseramento al Circolo trentino di Charleroi
Rilanciando le buone tradizioni di prima che arrivasse la pandemia del Covid, il Circolo trentino di Charleroi (Belgio) ha invitato i suoi soci ed amici per il sempre atteso pomeriggio dedicato agli auguri ed al tesseramento. È così che domenica 22 gennaio, giornata che possiamo qualificare come tipicamente invernale, una trentina di coraggiosi soci si sono riuniti per celebrare l’Anno Nuovo, nel caloroso ambiente della «locanda» del Circolo, osando affrontare la gelida umidità invernale, che anche se normale in Belgio in quel periodo
dell’anno, annienta facilmente ogni voglia di lasciare il mito tepore del focolare famigliare Seduti al tavolo per l’occasione collocato come al solito all’ingresso del locale, la tesoriera del Circolo e il segretario seduto al suo fianco accoglievano i soci che arrivavano pronti ad adempiere al compito - forse fastidioso, ma indispensabile per la vita del Circolo - del rinnovo della tessera annuale. Come riconoscimento per la loro generosità, ogni socio ha ricevuto una chiavetta USB (scusate l’ermetico linguaggio informatico…) con una ricchis-
sima carrellata fotografica che ripercorre simpaticamente sessant’anni di attività del Circolo (visibile anche sul canale Youtube della Trentini nel mondo).
Dopo il tesseramento, si è passati al vero motivo dell’invito: con poche ma sentite parole e invitando ad un brindisi, la presidente Annie Giovanazzi, ha augurato a tutti un Nuovo Anno all’altezza dei sogni magari i più pazzi… lasciando poi al segretario il compito di spiegare come il comitato intende dare concretezza a questi sogni… sempre con la sana motivazione di coltivare la trentinità, annunciando che saranno numerosi gli inviti a partecipare alle iniziative del Circolo che saranno inviati nei prossimi mesi. In questo breve momento «ufficiale, è stato reso omaggio ad Hector Dalpiaz, per essere stato il primo a rinnovare il suo «gesto di amici-
zia», versando in banca l’ammontare della tessera. L’interessato si è «scusato», confessando simpaticamente: «l’ho fatto subito, perché altrimenti mi dimentico!»
Il pomeriggio è poi proseguito con i soci impegnati a confrontarsi accanitamente in scatenate partite di «belote» (gioco di carte tipico del Belgio) ed in altri giochi di società, fra i quali il solito torneo di pirlo, e condividendo il sempre apprezzato spuntino offerto e preparato dal direttivo del Circolo. È stata anche proposta una simpatica mostra di gioielli fantasia, creazioni di Corinne, figlia di una collaboratrice del direttivo.
Come al solito il momento di ritrovo è stato «una dolce festa di vaghi color» e si è concluso con le solite sante parole: «A presto!», ciascuno sperando certamente in cuor suo: «Sì, al più presto possibile!» Gieffe
Successo del Circolo del Lussemburgo al «40° Festival delle migrazioni»
Grande successo per il Circolo trentino del Lussemburgo al «40º Festival delle Migrazioni», che si è svolto il 25 e 26 febbraio in Lussemburgo. Dopo tre anni di pandemia è stato fantastico ritrovarsi di persona nel « villaggio globale ». Grandi apprezzamenti per le nostre presentazioni sulla storia, la cultura, le bellezze naturali, ed i prodotti tipici del Trentino (vino, olio, polenta, grappa…).
Grazie al CLAE (Comité de Liaison des Associations d'Etrangers) e a chi ha sostenuto e collaborato alla nostra partecipa-
C'era anche il Circolo trentino all'incontro con il sindaco di La Plata
Carlos Alberto Trentin (primo a destra nella foto), consigliere del del Circolo trentino di La Plata (Argentina), ha fatto parte della delegazione della «FAILAP», Federazione delle Istituzioni Italiane della Circoscrizione Consolare di La Plata, che l'8 febbraio è stata ricevuta dal sindaco della città Julio Garro (al centro nella foto, con la
zione: associazione Trentini nel Mondo, Agraria Riva del Garda,
Marketing, Garda Trentino. Grazie soprattutto ai volontari del nostro Circolo trentino del Lussemburgo per il lavoro allo stand.
camicia scura).
Erano presenti anche la senatrice provinciale Florencia Barcia (terza da sinistra) ed il
direttore generale dell'assessorato alle collettività e tradizioni, Mauricio Castro (secondo da sinistra).
L'occasione è servita per uno scambio di saluti e di idee su alcuni progetti di interesse per gli italiani residenti nella zona.
Molino Pellegrini, Gruppo Mezzacorona; Gourmetto.lu, TrentinoPer il Circolo di Chajarí il 2022 è stato un anno positivo
Lo scorso 11 dicembre il Comune di Chajarí (Argentina) ha organizzato la manifestazione «Italia vive en Chajarí». Il Circolo trentino, insieme ad altre associazioni italiane presenti nella città, ha partecipato con uno stand (foto a fianco e in alto a sinistra), nel quale era in mostra anche la rivista "Trentini nel mondo».
Il 16 dicembre (foto qui sopra) si è svolta una riunione seguita da una cena e da un brindisi di fine anno. I soci si sono dichiarati molti soddisfatti e felici, perché il 2022 è stato un anno pieno di attività.
Spettacoli culturali e buon cibo alla sfilata «Flores de Pedra» nella Vale dos Vinhedos
Anche la comunità trentina della Vale dos Vinhedos (Rio Grande do Sul - Brasile) è stata invitata a sfilare in occasione della festa «Flores de Pedra». L'evento, arrivato alla sua quinta edizione, si svolge a Caminhos de Pedra e riunisce le comunità locali discendenti da Belluno, Arsié e Feltre.
L'invito al Circolo trentino di Bento Gonçalves a partecipare era stato rivolto al consigliere Sandro Giordani ed è stato accolto con grande gioia. Al termine della sfilata, spettacoli culturali italiani e buon cibo locale.
Ricca l'offerta di corsi di italiano da parte dei Circoli in Sud America
L'organizzazione di corsi di italiano è un'attività che vede impegnati molti Circoli trentini in Brasile, Argentina ed Uruguay. Il Circolo di Porto Alegre (Rio Grande do Sul - Brasile) propone un corso con oltre cento ore di lezione. Sempre in Brasile, si sono aperte le iscrizioni per il corso presso il Circolo di Santa Teresa, nello Stato di Espírito Santo.
In Argentina a metà marzo prendono il via i corsi proposti dal Circolo di La Plata, con il livello «principianti» che si svol-
gerà nelle giornate di martedi e venerdi; le lezioni del «Livello A2» sono invece in programma il lunedì, mercoledì e giovedi.
A Malabrigo (provincia di Santa Fe - Argentina), inizia il 13 marzo il corso organizzato in collaborazione con l'associazione Dante Alighieri. Anche a Resistencia (Chaco - Argentina) il 13
marzo segna l'inizio del corso di Italiano riservato ai principianti, che si svolge una volta a settimana, in modalità mista: il martedì e mercoledì sono previste due classi in presenza, martedì, mercoledì e giovedi c'è la possibilità si seguire lezioni online.
Saranno tutti virtuali i corsi proposti dal Circolo di Monte-
video in Uruguay: si tengono di lunedì, martedì e mercoledì e sono previste classi per bambini, ragazzi e due livelli per gli adulti, «principiante» ed «intermedio». La serata di giovedì è riservata alla conversazione, per chi già padroneggia la lingua.
Tre giorni di lutto a Rio dos Cedros per la morte di Osvaldo Osti
Il 6 febbraio scorso a Rio dos Cedros (Santa Catarina – Brasile) all’età di 89 anni è morto Osvaldo Osti. Era nato a Rio dos Cedros il 4 settembre 1933, quando la città era una frazione del comune di Timbó. Di famiglia numerosa, Osvaldo aveva quindici fratelli
Da adolescente si è trasferito a San Paolo, dove ha lavorato fino alla pensione. Successivamente, ha deciso di tornare nella sua città natale e di dedicarsi profondamente alle questioni culturali.
Nel 1989 Osvaldo è stato in prima linea nella formazione di una commissione per la ripresa
dell’attività del Circolo Trentino di Rio dos Cedros e nell’ideare la «Festa Trentina», un evento che sarebbe poi stato organizzato dal Circolo Trentino e dal Comune, per dare visibilità alla cultura trentina della città.
Nel 1989 si tenne la prima edizione della Festa, che riunì in città migliaia di persone in una manifestazione ricca di cultura e di tradizioni. Visto il successo, l´evento divenne annuale e si svolge ancora oggi. Nel 1992 Osvaldo assume la presidenza del Circolo Trentino, carica che conserverà fino al 2002. Durante questo periodo, fa crescere la Fe-
sta Trentina e promuove e sostiene diverse altre attività culturali, come il coro tipico, i corsi di italiano, i viaggi di scambio. Osvaldo è stato anche vicesindaco di Rio dos Cedros per un mandato.
Per il Circolo è stato un presidente esemplare, riuscendo a riunire e far collaborare tante famiglie trentine di Rio dos Cedros nello svolgimento di attività a favore della cultura, ha saputo relazionarsi con altri Circoli trentini e con le istituzioni della Provincia di Trento, collocando Rio dos Cedros nel circuito delle principali manifestazioni di promozione della cultura trentina. Per la sua
scomparsa sono stati dichiarati tre giorni di lutto cittadino.
Andrey José Taffner Fraga Coordinatore Circoli trentini di Paraná e Santa CatarinaFotocronaca delle celebrazioni per
A Colonia Manuel González nel comune di Zentla, nello stato di Veracruz (Messico) le celebrazioni per il 141° anniversario dell'arrivo degli italiani, si sono svolte il 19 ottobre (foto su questa pagina). Tra i momenti più significativi dell'evento, ci sono stati la messa di ringraziamento nella parrocchia San José, alla quale è seguito
lo scatto di una foto di gruppo (foto qui sopra), una seduta pubblica del consiglio comunale e la deposizione di una corona di fiori davanti al monumento dedicato al generale Manuel González Flores.
Il 3 e 4 dicembre si è poi svolta la prima edizione della «Festa della Colonia» (foto sulla pagina a fianco), con un programma ricco di iniziative.
Al saluto di apertura da parte del sindaco di Zentla, Rafael López Hernández, sabato 3 dicembre è seguita una conversazione sul tema «Colonia Manuel González e migrazione italiana in Messico», moderata da Miriam Manica, alla quale hanno partecipato lo scrittore e storico trentino Renzo Tommasi, l'autore della tesi di laurea «Colonia Manuel González, un successo all'interno di un pro-
i
141 anni degli italiani in Messico
getto fallito» Francisco Fontano Patán, e gli antropologi e storici dell'Universidad Nacional Autónoma de México, Verónica Bravo Almazan e Carlos Serrano Sánchez.
Nella stessa giornata sono stati presentati il libro «Explorando la historia de Zentla» di Miriam Manica Rincón ed il documentario video di Renzo Tommasi ed Óscar Zueck «Emigrante no hay camino. La historia de Fidel Zueck de Brez».
Domenica 4 dicembre si è svolto il torneo sportivo regionale di bocce, un gioco portato
dagli emigrati italiani. C'è stata la premiazione del più bel carro dedicato all'arrivo degli emigrati italiani fra quelli allestiti dai ragazzi delle scuole secondarie superiori del comune di Zentla.
C'è stata anche tanta musica con le esibizioni di cantanti regionali, del gruppo rock «Planta baja» e di altri due complessi musicali.
Durante la giornata sono stati offerti piatti tipici come pizza, pasta, polenta e dolci.
Tutti i partecipanti si sono dichiarati molto felici e desiderosi di tornare l'anno prossimo.
A Rovereto, quattro appuntamenti sui legami tra Messico e Trentino
Si parlerà anche di padre Kino e di Cassianio Conzatti nel ciclo di quattro incontri in programma a Rovereto, intitolato «Seminare una cultura ecologia - Uomini, incontri di popoli e culture tra Messico e Trentino» (locandina sulla pagina a fianco).
La serata «Cassiano Conzatti, botanico e pedagogo trentino», organizzata in collaborazione con la Trentini nel mondo e che avrà come relatore lo storico trentino Renzo Tommasi, è in programma venerdì 31 marzo presso l'aula magna dell'ITET (Istituto Tecnico Economico e tecnologico) «Felice e Gregorio Fontana» in via del Teatro 4 a Rovereto, con inizio alle ore 20.30. Durante la serata gli alunni della scuola musicale Jan Novak di Villa Lagarina eseguiranno musiche popolari messicane.
A parlare di «Padre Eusebio Chini e i Pima», il 26 maggio presso la Chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto saranno Alberto Chini, dell'«Associazione Padre Kino» di Segno in Val di Non e lo scrittore Mauro Neri. I cori Anin e Swingirls (della scuola musicale Jan Novak) e il gruppo Melipal, eseguiranno la «Misa criolla».
È previsto che oltre all'Arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, all'evento saranno presenti
la Console generale del Messico a Milano, Ambasciatrice Maria de los Amgeles Arriola Aguirre e la Console aggiunta Georgina Marina.
Organizzatori del ciclo di incontri sono l'ITET «Fontana di Rovereto», l'associazione APIBiMI e l'Associazione Culturare Padre Eusebio Francesco Chini, la Società Museo Civico di Rovereto e la Trentini nel mondo, con il sostegno delle Comunità della Vallagarina e della Val di Non, dei Comuni di Rovereto e di Predaia, delle Fondazioni (di Rovereto) Museo Civico, Campana dei caduti e Alvise Comel, del Consolato generale del Messicoa Milano, della scuola musiclae della Vallagarina «Jan Novak» e dal gruppo Manos Abiertas di Rovereto.
Nello Fava, socio della Trentini nel mondo e già presidente della
Società Museo Civico di Rovereto, è particolarmente soddisfatto dell'iniziativa, sia per i suoi contenuti che per i soggetti che la promuovono. «È da qualche anno che la Società Museo Civico di Rovereto ed il Museo di padre Kino organizzano congiuntamente un momento nel quale ricordare e rafforzare i legami che esistono fra il Trentino ed il Messico, che hanno la loro origine nell'emigrazione che ha avuto come meta anche il paese americano - commenta Fava - ed è significativo ed importante che quest'anno siano coinvolti nel dar vita al ciclo di incontri anche la scuola Fontana e la Campana dei caduti».
In particolare l'istituto Fontana mette a disposizione dell'iniziativa l'esperienza maturata nell'ambito di un progetto di sostegno alle popolazioni del Chiapas, che
ha coinvolto gli studenti, alcuni dei quali si sono anche recati sul posto.
«Tutte le conferenze sono riconosicute come attività di aggiornamento per gli insegnanti e questo è un altro aspetto che testimonia il valore dell'iniziativa» sottolinea Fava. Destintari della proposta ovviamente non sono solamente i docenti, ma anche gli studenti e l'intera cittadinanza.
Oltre a padre Kino e a Cassiano Conzatti, gli altri temi al centro degli incontri saranno il 17 marzo la «milpa maya» (un «agroecosistema di coltivazione» che prevede la presenza contemporanea, nello stesso campo, di tre principali specie agronomiche: il mais, il fagiolo e la zucca)e il progetto nel Chiapas di Apibimi (Associazione Promozione Infanzia Bisognosa del Mondo Impoverito), che dal 1988 attraverso il sostegno a distanza supporta il diritto all’educazione di bambini e bambine in Asia, Africa e America Latina con l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze e sconfiggere la povertà). «Il vescovo Bartolomè de las Casas e la defensa de los indios», il 5 maggio, sarà l'argomento della relazione del prof. Amedeo Zoller; musiche e temi Mapuche saranno eseguiti dal gruppo Melipal.
Nel 2022 raccolte in Trentino quasi 3.000 tonnellate di olive
L'annata è stata caratterizzata da una prolungata siccità nei primi mesi e da un’estate molto calda e asciutta, che però non ha compromesso la produzione
Operatori e tecnici del comparto olivicolo del nord Italia e della Slovenia hanno partecipato il 2 febbraio alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all'Adige (Trentino) alla terza giornata tecnica olivicola per fare il punto sui problemi che l’olivicoltura presenta in queste regioni produttive e sulle prospettive per il 2023. L'evento, giunto alla sua terza edizione, è organizzato dalla Fondazione Edmund Mach in collaborazione con l’Università degli studi di Verona, l'Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia e l'Istituto Agrario e Forestale di Nova Gorica in Slovenia.
Introdotto dai saluti del direttore generale FEM, Mario Del Grosso Destreri e moderato da Lanfranco Conte, presidente della Società Italiana per lo Studio delle Sostanze Grasse, l'incontro ha presentato un resoconto della stagione produttiva 2022, con un focus sull’andamento dei principali fitofagi e patogeni, sulla necessità di ridurre e ottimizzare gli interventi
fitosanitari, sulle corrette pratiche agronomiche, cercando di fornire risposte territoriali e precise agli olivicoltori.
Il 2022, nel centro-nord Italia, si conferma un’annata che ha visto un aumento della produzione di olio rispetto al 2021: all'opposto nel sud Italia si è verificato un netto calo della produzione. La produzione nazionale complessiva di olio nel 2022 ha visto una riduzione del 37% circa, attestandosi sulle 208.000 tonnellate. In Trentino la produzione di olive è stata elevata e si attesta sulle 2.975 tonnellate; anche la produzione di olio è stata cospicua con 456 tonnellate e una resa media del 15,3%, più elevata rispetto al 2020 (12,7%).
Per il comparto olivicolo provinciale è stata un'annata caratterizzata da una prolungata siccità nei primi mesi dell’anno e da un’estate molto calda e asciutta, che però non ha compromesso la produzione in quanto quasi tutta l’area olivicola è dotata di una moderna e
capillare rete di distribuzione dell’acqua irrigua. Fortunatamente il gran caldo ha frenato lo sviluppo della mosca olearia che in primavera era iniziato in modo molto aggressivo. Un’attenta strategia di gestione dell’insetto ha permesso poi di contenere, senza particolari problemi, questa avversità che ha trovato il suo massimo sviluppo proprio nel periodo della raccolta.
In questi ultimi anni si sono manifestate delle alternanze molto importanti, con picchi di elevate e basse produzioni, non conosciute in passato. La Fondazione Edmund Mach sta studiando questo fenomeno per capire le cause e per poterle contrastare con delle pratiche agronomiche adeguate. Dai primi dati ottenuti dalla sperimentazione di campo si evidenzia come la potatura gioca sicuramente un ruolo importante nel garantire degli accrescimenti annui in grado di garantire la produzione l’anno successivo.
(Ufficio Stampa FEM)Il Museo Diocesano Tridentino è su «Google Arts & Culture»
Per consentire la più ampia accessibilità del patrimonio culturale, ad oggi sono presenti in rete numerose piattaforme e reti di condivisione internazionale. Grazie agli strumenti che offrono queste reti, questa modalità di comunicazione sta crescendo rapidamente anche come conseguenza dell’emergenza epidemiologica Covid-19 che ha colpito il Paese e il mondo intero dagli inizi del 2020.
È un dato di fatto che la visibilità dei musei e dei luoghi della cultura di una città e di un territorio viene moltiplicata a livello globale e viene rafforzato il dialogo con il più ampio pubblico.
Tra i compiti istituzionali del Museo Diocesano Tridentino rientra la promozione e valorizzazione della sede museale e un obiettivo prioritario consiste nell’abbattimento delle barriere fisiche e cognitive per garantire una migliore fruibilità delle collezioni in esse conservate, avvalendosi anche di tecnologie mediatiche avanzate come le piattaforme esistenti sul web, nello specifico «Google Arts & Culture».
IL PROGETTO. Grazie al progetto «Google Arts & Culture» il Museo Diocesano Tridentino è ora a portata di mouse: le opere condivise sulla pagina sono alcu-
Sulla piattaforma tecnologica sviluppata
la cultura
Cos'è «Google Arts & Culture»
ne delle più rappresentative della collezione e del percorso museale. Tra le principali:
- Congregazione generale del concilio di Trento di Elia Naurizio;
- Santa Chiara di Giovan Battista Moroni;
- il ciclo Arazzi della Passione di Cristo di Pieter van Edinghen, detto van Aelst;
- Pianeta rossa in damasco broccato di Manifattura italiana;
- Polittico ad ante mobili di Bottega trentina.Sono state inoltre create delle storie volte all'approfondimento di alcune tematiche principali del Museo, come «Il concilio di Trento» e «San Vigilio», di alcune particolari sezioni, come «La scultura lignea» e «Il tesoro della Cattedrale», e un focus sul «Ciclo di arazzi di Van Aelst».
(Uff. Stampa Museo Diocesano)
Google Arts & Culture è la piattaforma di Google che permette agli utenti di esplorare le opere d'arte, i manufatti e molto altro tra oltre tremila musei, archivi e organizzazioni da 80 paesi che hanno lavorato con il Google Cultural Institute per condividere online le loro collezioni e le loro storie.
Disponibile sul Web da laptop e dispositivi mobili, o tramite l'app per iOS e Android, la piattaforma è pensata come un luogo in cui esplorare e assaporare l'arte e la cultura online. Google Arts & Culture è una creazione del Google Cultural Institute.
per promuovere e preservare
online è stata messa a disposizione una collezione digitale di oltre 170 opere
Nella serra del MUSE scoperta una lumaca sconosciuta alla scienza
Non credevano ai loro occhi le ricercatrici e i ricercatori dell’Università di Siena e del Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici durante uno dei campionamenti presso la serra tropicale del MUSE di Trento: nel setaccio, tra il terriccio e le piante della serra tropicale, ha fatto capolino una piccola lumaca lunga circa due centimetri appartenente alla famiglia dei Rathouisiidae.
Grazie alla successiva analisi morfologica e molecolare condotta in collaborazione con l’Università di Poznań, in Polonia, è stato possibile determinare che quel piccolo invertebrato apparteneva ad una specie sconosciuta alla scienza. La nuova lumachina è stata quindi descritta in un articolo scientifico sulla rivista Zoological Journal of the Linnean Society, prendendo il nome Barkeriella museensis, in onore del malacologo neozelandese Gary Barker, e del MUSE di Trento, luogo della scoperta.
Il suo areale di origine rimane ancora un mistero, non essendo conosciuta in natura, ma potrebbe collocarsi in Asia orientale o in Australia visto che la famiglia a cui appartiene è diffusa in quelle aree. Ma incerta è anche la modalità con cui la lumachina è arrivata nel capoluogo trentino: probabilmente in seguito al trasporto di terriccio o di piante esotiche nella serra tropicale del museo.
La scoperta è avvenuta nell’ambito di un progetto di ricerca sulle specie aliene condotta dall’Università di Siena e dal Museo di Storia Naturale Accademia dei Fisiocritici, in collaborazione con l’Università di Poznań, in Polonia, e il National Biodiversity Future Center (NBFC) nell’ambito del PNRR. Il progetto è coordinato da Giuseppe Manganelli e Folco Giusti dell’ateneo senese, tra i pochi ricercatori italiani che si occupano prevalentemente di molluschi terrestri.
Non è la prima volta che il MUSE contribuisce all'identificazione di nuove specie in giro
Il link per vedere il video
Per l’occasione, il MUSE ha realizzato anche un video dal titolo «Barkeriella museensis. Una lumaca al museo», che illustra la scoperta. Il filmato racconta con un linguaggio chiaro e scanzonato l’importanza della ricerca scientifica condotta dai musei nel campo della biodiversità.
per il mondo, ma è la prima che diventa territorio di scoperta. Come spiega Massimo Bernardi, responsabile Ricerca e Collezioni del MUSE: «Il MUSE, nell’ultimo decennio, attraverso le sue attività di ricerca ha portato alla scoperta di circa 50 specie, quale esito dell’esplorazione territoriale. Nelle nostre collezioni sono conservati oltre 700 olotipi, cioè gli esemplari di riferimento per la descrizione di nuove specie. Questa volta, tuttavia, il MUSE diventa luogo di ricerca, a riprova di come non serva andare troppo lontano per scoprire nuova biodiversità: solitamente notizie di nuove specie ci arrivano da luoghi ad alta concentrazione di biodiversità come i Tropici o solo parzialmente esplorati come i fondali oceanici. In realtà, c’è biodiversità da scoprire tutto attorno a noi, anche nei luoghi che pensiamo di conoscere meglio, come una manciata di terriccio in una serra tropicale di un museo frequentata ogni anno da migliaia di persone».
(Ufficio Stampa MUSE)IL SOTTOSCRITTO/A
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LUOGO E DATA FIRMA
29 2- 2023 dal Trentino