Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo del mese di maggio

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

5/2018

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 61°

01 appartenenza al Circolo trentino di Toronto (Canada). David Corazza e la figlia Stephanie esibiscono orgogliosi la loro 5 - 2018


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02 5 - 2018

Venezuela Caracas

Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) - 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-4 CELEBRATO IL LEGAME TRA VALSUGANA E VORARLBERG Pagina 4 AGENDA Pagine 5-9 GENTE E FATTI Pagine 10-11 LA «CARTA DI SAN MICHELE» A SALVAGUARDIA DELLE API Pagine 12-13 60 ANNI D’EUROPA Pagine 14-17 CIRCOLI (Ticino, Lorena, Zofingen, Montevideo, S. Rosa La Pampa) Pagine 18-19 LI RICORDIAMO COSÌ Pagine 20-23 «NATI IN TRENTINO 1815-1923» Pagina 24 PROGRAMMA DELLA FESTA PROVINCIALE DELL’EMIGRAZIONE

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa: Euro 20,00; Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 5 MAGGIO 2018 Stampato il 29 giugno 2018

In copertina: David e Stephanie Corazza, da Toronto in visita alla Trentini nel mondo.

DOPO L’ASSEMBLEA, ASSOCIAZIONE AL LAVORO CON UNA NOTEVOLE CARICA DI ENTUSIASMO

Coraggio e determinazione per affrontare gli impegni

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uesto nuovo mandato triennale che la Trentini nel Mondo si appresta ad iniziare si apre con il consueto fardello di problematicità che pesano sulle spalle ma, se si vuole essere davvero sinceri, si presenta anche con una notevole carica di entusiasmo, indispensabile per affrontare la sfida delle novità contenute in particolare nel campo della nuova emigrazione. Inizia quindi una nuova avventura che dovrà correre lungo i binari individuati nella relazione approvata all’unanimità dall’Assemblea elettiva di aprile. La condivisione pressoché totale di una mission impegnativa come quella che ci spetta, aggiunge responsabilità e obblighi ai molti che già ci siamo assunti nel passato, ma costituisce anche uno stimolo smisurato ad andare avanti con coraggio e determinazione su questa strada. Sulle problematicità da affrontare ci sarebbe da raccontare una storia infinita, ma c’è così tanto lavoro da fare che non è nemmeno il caso di sprecare tempo per elencare tutte le complicazioni ed i problemi che attraversano il mondo del volontariato e, in particolare, del settore che si occupa di solidarietà: chi ha deciso di farsi socio e intende operare all’interno della Trentini nel Mondo conosce bene la complessità e le difficoltà presenti ed ha deciso liberamente di partecipare nella piena consapevolezza di non ottenere nulla in cambio, se non l’intima e personale soddisfazione di fare qualche cosa di buono per il prossimo. Lo scopo fondamentale dell’Associazione, così come recita l’Articolo 1 del nostro Statuto, è quello di “perseguire esclusivamente finalità di solidarietà sociale”. Sono poche e semplici parole che, se si intende applicarle senza pregiudizi o interpretazioni personalistiche, dovrebbero far passare in secondo piano tutte le problematiche anche se, come esseri umani che vivono all’interno di una società imperfetta e largamente difettosa, non possiamo far finta che le difficoltà non esistano.

L’asse portante dell’attività del prossimo triennio è la prosecuzione dell’opera di aggregazione dei Circoli in qualità di Soci della Trentini nel mondo, in modo che il senso e lo spirito della «Comunità Trentina» nel mondo possa continuare a crescere e produrre così i migliori risultati per tutti, e affrontare le sfide poste dalla «nuova mobilità» L’importante è non farsi sopraffare dalle difficoltà e non lasciare che le ombre (costruite in malafede o per motivi personali) condizionino la nostra attività. Già dobbiamo affrontare leggi, norme e burocrazie (nazionali ed internazionali) sempre più vincolanti e soffocanti, che non possiamo permetterci di toglie ulteriore tempo e spazio all’elaborazione e alla realizzazione della nostra mission che, iniziata 60 anni fa, continua ad essere valida ed utile nel perseguire i suoi principi fondamentali. Di complessità, problematicità e difficoltà dunque è pieno l’orizzonte, ma affrontare tutto questo nel prossimo triennio fa parte del lavoro che abbiamo volontariamente scelto di svolgere e cercheremo di farlo al meglio, così come è stato fatto in tutti li anni scorsi. Quello su cui dobbiamo puntare con sempre maggiore impegno è invece la

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parte innovativa della mission che si concentra principalmente nell’elaborazione e nell’utilizzo della memoria (in collaborazione principalmente con i Circoli esistenti nei vari Continenti) e nell’elaborazione e nell’accompagnamento della nuova mobilità dei trentini all’estero. Tutto questo in effetti non può venir considerata una novità assoluta, in quanto ormai costituisce da anni un punto fondamentale dell’attività svolta dalla Trentini nel Mondo, per cui appare come un solido presente. Quello che davvero deve rappresentare l’asse portante del nuovo agire è invece la prosecuzione dell’opera di aggregazione dei Circoli in qualità di Soci della Trentini nel Mondo, in modo che il senso e lo spirito della Comunità Trentina nel Mondo possa continuare a crescere e produrre così i migliori risultati per tutti. Alberto Tafner 5 - 2018


AGENDA

Celebrato ad Hard il legame tra Valsugana e Vorarlberg T ra il 1875 e il 1910 Hard nel Vorarlberg (Austria) è stato protagonista di un importante flusso di emigrati dal Trentino e particolarmente dalla Valsugana. Oltre 1.300 persone hanno lasciato il Trentino per lavorare nelle industrie e nei cantieri del Voralberg. Il 9 e 10 giugno la città austriaca ha ospitato una manifestazione organizzata con l’intento di ricordare quel momento storico e per rafforzare i legami con la terra di origine di molti suoi abitanti. All’incontro ha partecipato una delegazione proveniente dal Trentino, formata da sindaci della Bassa Valsugana, rappresentanti di varie istituzioni pubbliche e culturali, fra le quali

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Il 9 e 10 giugno la città austriaca ha ospitato una manifestazione con la quale si è voluta ricordare l’immigrazione dal Trentino avvenuta tra 1875 e 1910 e rinsaldare il rapporto esistente

ler (Roncegno), Ivano Lorenzin (Castelnuovo), Ornella Campestrini (Torcegno). Erano inoltre rappresentati i Comuni di Castel Ivano, Scurelle, Primiero San Martino di Castrozza, il Centro Tesino Cultura e la Cassa Rurale Alta Valsugana. Il Comune di Hard, con il sindaco Harald Köhlmeier (foto in alto a destra) ha reso omaggio alla delegazione trentina ricordando quei trentini che fra

anche la Trentini nel mondo (che ha collaborato all’organizzazione dell’evento), con il suo vice presidente, Armando Maistri e l’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento. I sindaci presenti erano Fabio Dalledonne (Borgo), Ruggero Felicetti (Ospedaletto), Leopoldo Fogarotto (Grigno), Cesare Castelpietra (Carzano), Luca Guerri (Bieno), Giorgio Schmidt (Caldonazzo), Mirko Montibel-

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la fine del 1800 e l’inizio del 1900 arrivarono numerosi nel Vorarlberg, tanto che all’epoca una percentuale pari al 45% degli abitanti di Hard provenivano proprio dal Trentino. Lavorarono alla costruzione del traforo dell’Arlberg inaugurato nel 1884, contribuirono alla canalizzazione alla foce del Reno, mentre la componente femminile di quel flusso di emigrazione trovò occupazione nelle filande. Nel suo intervento Enrico Lenzi, consigliere delegato, rappresentante della Comunità di Valle «Valsugana e Tesino» non ha mancato di sottolineare, a riguardo, quanto sia essenziale per le amministrazioni tenere alta l’attenzione su questi aspetti della storia dei rispettivi paesi. Un concetto condiviso e ribadito anche dall’Associazione Trentini nel Mondo, che ha contribuito all’organizzazione dell’evento e vi ha partecipato proprio per dare un segno tangibile dell’importanza che assumono questi legami che hanno origine da storie di emigrazione. Il vice presidente dell’Associazione, Armando Maistri, nel suo intervento ha in particolare fatto riferimento alle iniziative che la Trentini nel mondo sta mettendo in campo rivolte ai giovani, sia a quelli che lasciano il Trentino per cercare opportunità di lavoro e di realizzazione personale all’estero, sia a quelli che, provenienti da luoghi che nel passato sono stati meta di flussi migratori dal Trentino, intendono conoscere meglio la «terra dei padri». L’iniziativa di Hard, durante la quale si è respirato un forte senso


AGENDA

di identità e di comunità trentina, che ha accomunato gli austriaci di origine trentina e la delegazione arrivata dal Trentino, ha dimostrato che il legame con la terra di origine rimane vivo, come ha evidenziato Antonella Giordani, dell’Ufficio emigrazione, che ha preso la parola in rappresentanza del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Ugo Rossi, che è anche assessore all’emigrazione. La manifestazione ha avuto come organizzatore e finanziatore l’architetto Giuseppe «Joe» Armellini, originario di Borgo e particolarmente legato alla Valsugana, alla sua storia, alle sue tradizioni, alla sua cultura. Proprio per questo ha voluto che ad Hard fosse presente anche il «Coro Valsugana», diretto dal maestro Riccardo Baldi. Il programma della manifestazione prevedeva anche la visita alla Volkschule di Hard,

un progetto ambizioso in via di ultimazione (foto qui sopra). È un polo scolastico architettonicamente estremamente moderno, costruito con materiali ad alto risparmio energetico. Lo studio di architettura, che si è aggiudicato - su quaranta partecipanti - il concorso di idee indetto dal Comune a livello europeo, ha scelto la «trasparenza» come criterio guida per la progettazione dell’edificio. Ai muri, ad esempio, sono state preferite strutture in vetro. La scuola, che ospiterà oltre seicento studenti, comprende laboratori di fisica, di chimica, di cucina, di musica, di teatro e una palestra sarà pronta a settembre, quando inizierà l’anno scolastico. Momento culminante dell’incontro è stata la serata organizzata presso il centro polifunzionale «Spannrahmen», con la partecipazione di circa seicento persone. Sul palco, oltre alle autorità, è

salito anche il prof. Meinrad Pichler, storico del del mondo dell’immigrazione. La serata è stata anche un’occasione per rimarcare come il Vorarlberg, che è stato un territorio di immigrazione, debba essere oggetto di un approfondimento e di una riflessione sugli sviluppi e le ricadute che quei flussi hanno generato. La serata è stata allietata dall’esibizione degli allievi della «Musikschule» di Hard e da un trio musicale alquanto bizzarro, di cui «Joe» Armellini è il factotum. Anche il Coro Valsugana ha più volte cantato durante la serata, riscuotendo un grande successo e rendendo davvero speciale la serata. A conclusione i prodotti tipici della Valsugana sono stati un degno coronamento dell’evento, sotto l’impeccabile organizzazione di Michele Tessaro.

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Armando Maistri (a destra) vice presidente della Trentini nel mondo, durante l’incontro in Comune.

La giornata di domenica ha visto la delegazione salire sul battello «Hohentwiel» - un’imbarcazione estremante lussuosa che risale al 1913 perfettamente restaurata, nella foto qui sotto per una traversata di parte del lago di Costanza Roberta Sembenotti

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AGENDA

La Trentini nel mondo ospite in due puntate della trasmissione «Community» di Rai Italia Le puntate di Community, la trasmissione di Rai Italia destinata agli italiani all’estero che vivono in paesi extraeuropei, andate in onda il 3 e il 4 maggio hanno avuto come ospite Maurizio Tomasi, direttore responsabile della rivista «Trentini nel mondo». Nell’intervista in onda il 3 maggio (foto in alto), condotta da Gloria Aura Bortolini, si è parlato del diario di Giuseppe Piva, stampato l’anno scorso dal Centro Studi Judicaria e curato dalla Mnemoteca del Basso Sarca, che il sarto emigrato da Molina di Ledro aveva annotato durante il suo primo periodo di emigrazione in Uruguay, dal 1930 al 1934. Scritto su un quaderno e intitolato «Ricordi dell’esilio», il dia-

rio è arricchito su ogni pagina da moltissimi disegni che illustrano gli eventi raccontati ma anche il paesaggio, la flora, la fauna della località dove Giuseppe Piva era emigrato. Il concorso promosso dalla

Trentini nel mondo «Forever Trentini» è stato invece il tema dell’intervista in onda il 4 maggio, realizzata da Alessio Aversa. L’Associazione, in occasione del suo 60° anniversario di fondazione, aveva invitato i giovani delle

comunità trentine all’estero a produrre dei lavori che documentassero il legame esistente fra i discendenti degli emigrati trentini e la terra di origine. Per i vincitori, il premio consisteva nella possibilità di andare a visitare un Circolo trentino anche di un paese diverso rispetto a quello di residenza. Durante l’intervista sono stati anche proiettati alcuni minuti del video «El Parlar dela Zent del Cedro» -La parlata della gente di Rio dos Cedros) - realizzato per il concorso «Forever Trentini» da Andrey Taffner Fraga. Le puntate possono essere riviste sul sito di Rai Italia, selezionando la trasmissione «Community».

Alfiero Vivaldelli, un alpino da copertina Alfiero Vivaldelli, 82 anni, nato a Varone di Riva del Garda, emigrato in Uruguay e attuale socio del Circolo trentino di Montevideo, è venuto in Trentino per partecipare all’Adunata nazionale degli Alpini, che si è svolta a Trento dall’11 al 13 maggio. Durante la sfilata che il 13 maggio ha attraversato la città, c’era anche lui a sorreggere lo striscione della sezione ANA dell’Uruguay, con la scritta «Nemmeno l’oceano ci divide». La foto scattata durante il passaggio sotto Torre Vanga è stata pubblicata sulla copertina del precedente numero del giornale. Siccome il soggiorno in Trentino di Alfiero si è protratto oltre la conclusione dell’Adunata, c’è stata l’opportunità per Maurizio Tomasi, direttore del periodi5 - 2018

co «Trentini nel mondo», di raggiungere Alfiero ad Arco e di consegnargli personalmente alcune copie della rivista. Grandi sono state la sorpresa e la gioia di Alfiero quando ha avuto fra le mani «in anteprima

mondiale» il giornale fresco di stampa, con la sua foto in copertina. Gioia e sorpresa che sono aumentate quando sfogliando ha trovato, sulle pagine dedicate all’Adunata, un’altra foto che lo ritraeva ancora più da vicino.

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Commosso ha ringraziato e ha ribadito il suo orgoglio e la sua soddisfazione per aver preso parte all’Adunata: «per me era un appuntamento al quale non potevo assolutamente mancare ha affermato - e le emozioni che ho provato durante la sfilata sono state molto forti e rimarranno indimenticabili. E questa copertina ne rafforzerà il bellissimo ricordo». Alfiero ha chiesto di poter rivolgere anche dalle colonne del giornale il suo ringraziamento a Pio Rizzolli (consigliere della Trentini nel mondo) per la sua squisita ospitalità a Trento durante l’Adunata, a Giada Degasperi (della segreteria dell’Associazione) che ha scattato la foto e a tutta la Trentini nel mondo per l’attività che svolge.


ATTUALITÀ 64 ANNI, DISCENDENTE DI TRENTINI EMIGRATI DA TESERO È NATO IN URUGUAY DOVE HA SVOLTO IL SUO SERVIZIO PASTORALE

Felicitazioni a padre Pedro Wolcan nominato Vescovo di Tacuarembò «Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo della diocesi di Tacuarembó (Uruguay) il Rev.do Pedro Ignacio Wolcan Olano, del clero di Mercedes, finora Vicario Generale e Parroco di Nuestra Señora del Carmen»: la notizia, riportata dal «Bollettino della Sala stampa della Santa Sede» del 19 giugno scorso, è stata accolta con grande gioia e soddisfazione dalla Trentini nel mondo e dalla comunità trentina dell’Uruguay, per la quale ha sempre rappresentato una guida spirituale. Nipote di trentini emigrati da Tesero, in Val di Fiemme, padre Pedro Wolcan è sempre stato molto legato alla sua terra di origine e per molti anni è stato anche il presidente del Circolo trentino di Colonia del Sacramento, dove svolgeva la sua funzione di parroco. «Le tue capacità, la tua umanità e la tua dedizione agli altri ed in modo particolare ai più umili - ha scritto in un messaggio il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner (con lui nella foto) ha sempre suscitato nella Trentini nel Mondo un sentimento di gratitudine e di fierezza e sempre ti abbiamo

portato fra tutti i trentini come esempio da seguire e da imitare. Personalmente sono convinto che il ministero pastorale che ti è stato affidato - pur gravoso, ma anche carico

di speranza - saprai assolverlo al meglio, così come hai sempre dimostrato di saper fare. Da parte mia e da parte di tutta la Trentini nel Mondo - conclude Tafner - ti facciamo una montagna di auguri e di felicitazioni, sicuri come siamo che continuerai ad essere una guida saggia e sicura per tutti sulla strada da te intrapresa». Il comunicato della Sala stampa della Santa Sede, riporta una sintetica biografia del nuovo vescovo. «Il Rev.do Pedro Ignacio Wolcan Olano, è nato a Nueva Helvecia il 21 ottobre 1953. Ha svolto gli studi ecclesiastici nel Seminario Interdiocesano dell’Uruguay ed è stato ordinato sacerdote il 21 settembre 1986, incardinandosi a Mercedes. È stato Parroco della Cattedrale di Mercedes (1986- 1991), Parroco di Santísimo Sacramento (19912005), nello stesso periodo è stato Segretario della Commissione Nazionale di Pastorale Popolare della CEU. Nel 2005 è stato Parroco di Santísima Trinidad, dal 2006 fino ad oggi Parroco di Nuestra Señora del Carmen e dal 2015 è anche Vicario Generale di Mercedes».

La straordinaria magnificenza delle Dolomiti in mostra al Palazzo delle Esposizioni a Roma miti, ha «respirato» quella bellezza che ci affascina e scattando le foto ci ha restituito arte, nell’arte. Nello Spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni, con un allestimento che valorizza ancor più le vedute dolomitiche di Tappeiner, «Dolomiti. Il cuore di pietra del mondo» sarà visitabile fino al 2 settembre. La mostra è promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Crescita culturale e dall’Azienda Speciale Palaexpo in sinergia con

la Fondazione Dolomiti UNESCO. Queste panoramiche delle Dolomiti esaltano, attraverso la luce, il dettaglio e lo sguardo professionale, la straordinaria bellezza che ha conquistato e continua a «stregare» milioni di persone nel mondo. Quelle di Georg Tappeiner sono vedute stupefacenti che diventano creazioni artistiche del paesaggio e tornano a restituire all’arte della fotografia quella dignità che pareva essere

smarrita. Non a caso «National Geographic», la prestigiosa rivista nata per «esplorare il mondo e prendersi cura della Terra», ha pubblicato per prima alcuni dei bellissimi scatti di Tappeiner e proprio a seguito di questa iniziativa è nata la mostra allestita a Roma. Lo sguardo del fotografo è di grande efficacia comunicativa e, al contempo, immortala con assoluta potenza la straordinarietà del Bene Naturale Dolomiti.

Foto di Georg Tappeiner

Per la prima volta a Roma nella prestigiosa sede di Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale - la magnificenza delle Dolomiti, monumento d’arte diffuso che l’UNESCO ha riconosciuto come Patrimonio Mondiale per la loro straordinaria bellezza e importanza scientifica per la storia della Terra, è documentata in una mostra con una quarantina di autorevoli scatti del fotografo Georg Tappeiner. L’autore, che vive nelle Dolo-

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GENTE E FATTI È STATA SCOPERTA IL 17 MAGGIO AI PIEDI DI CASTEL ROCCABRUNA, SEDE DEL MUNICIPIO

Una targa per il patto d’amicizia tra i comuni di Fornace e Rodeio Mauro Stenico, sindaco di Fornace (a destra nella foto in basso) e Paulo Roberto Weiss, sindaco di Rodeio, città dello stato di Santa Catarina in Brasile, il 17 maggio scorso hanno scoperto a Fornace una targa che ricorda il patto di amicizia sottoscritto fra le due amministrazioni comunali il 19 agosto dell’anno scorso. La targa è stata collocata nel piccolo giardino ai piedi di Castel Roccabruna, sede del Comune di Fornace, spazio che adesso è denominato «Piazzetta dell’amicizia italo-brasiliana». Lo scoprimento della targa è stato preceduto da un incontro nella sala del consiglio comunale di Fornace, durante il quale i due

sindaci hanno ribadito quanto sancito nel patto di amicizia, cioè che Fornace e Rodeio, che alla fine del 1800 è stata la meta di emigrati trentini molti dei quali partiti da Fornace, sono unite da legami storici in virtù di origine, usi, costumi, tradizione cristiana e lingua, nonché dal forte desiderio di coltivare una più profonda conoscenza reciproca in àmbito sociale, culturale, economico, turistico e territoriale Il patto di amicizia ha fra i suoi scopi dichiarati - la conoscenza, l’incontro e la collaborazione tra persone; lo scambio di esperienze e strategie; la realizzazione di progetti comuni, basati sul rispetto reciproco di tradizioni e

diversità socio-culturali. All’incontro nella sede del Comune di Fornace, per la Trentini nel mondo erano presenti ed hanno preso la parola il vice presidente, Armando Maistri, e il direttore del periodico «Trentini nel mondo», Maurizio Tomasi. Il sindaco di Rodeio ha fatto tappa a Fornace per l’inaugurazione della targa in occasione del viaggio di un gruppo di amministratori pubblici brasiliani in visita ad alcune fiere specializzate in Europa, del quale facevano parte Jean Grundmann (Prefeito di Benedito Novo), Matias Kohler (Prefeito di Guabiruba), José Luiz Columbi (Prefeito di Botuvera), Jorge Krueger (Pre-

feito di Timbò), Jorge Luiz Stolf (Viceprefeito di Rio dos Cedros, Fernando Tomazelli (Direttore del Consorcio Intermunicipal dos Municipios do Medio Vale do Itajai)

In visita dal Circolo di Toronto

«Festa della polenta» a Ouro Fino Oltre quattrocento persone hanno preso parte alla «Festa della polenta» che si è svolta il 28 aprile ad Ouro Fino (Minas Gerais - Brasile), organizzata dal Rotary Club della città in collaborazione con il Circolo trentino. Giunta alla sua quarta edizione, la manifestazione ha

Accolti dal direttore della Trentini nel mondo Francesco Bocchetti (primo a sinistra nella foto), il 7 giugno scorso sono arrivati nella sede dell’Associazione (da sinistra) il presidente del Circolo trentino di Toronto (Canada), David Corazza, con la figlia Stephanie e sua sorella Lorena insieme con il marito Gaetano Danelon, che si trovavano in Trentino per visitare i parenti in Val di Non. David e Stephanie indossavano due diverse magliette che in comune avevano uno stemma del Circolo di Toronto, come è possibile vedere molto bene nella foto di copertina di questi numero della rivista. 5 - 2018

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quest’anno reso omaggio alle famiglie Semião e Ferrentino. Cone ha reso noto Paulo Henrique Chiste Silva, direttore sociale del Circolo trentino (secondo da sinisra nella foto) l’anno prossimo la «Festa» sarà dedicata alle famiglie Medau e Miranda.


GENTE E FATTI

Il Primiero ha ricordato Angelo Mott

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l 21 aprile la Cassa Rurale Dolomiti di Fassa Primiero e Belluno ha ricordato la figura del senatore Angelo Giacomo Mott, persona mai dimenticata nel Primiero. Il dott. Graziano Molon, quale amministratore, ha portato il saluto della Cassa Rurale Dolomiti presentando i relatori. Il senatore Giorgio Postal, presidente del Museo Storico del Trentino, ha illustrato, con affetto, l’attività politica del senatore Angelo Giacomo Mott avendolo conosciuto personalmente, delineandone l’aspetto umano di persona realista, ma, capace di sdrammatizzare le tensioni con un’appropriata battuta scherzosa. Ha richiamato quanto Mott scrisse nel 1924, affinché fosse riportato il dialogo democratico, in relazione all’omicidio dell’onorevole Giacomo Matteotti ad opera dei fascisti e nel 1926 sul giornale “Il Nuovo Trentino” su un nuovo welfare, accostando quelle premonizioni al momento attuale. Ha raccontato come Mott, dopo l’otto settembre 1943 dette vita ad un percorso, per porre in salvo ricercati ed ebrei da Riva del Garda, dove prestava la sua opera di medico, fino in Svizzera passando di parroco in parroco. Mette in evidenza come, pur in presenza di personalità nel pieno delle forze, fu scelto Mott come candidato per le elezioni del 1963 per la sua autorevolezza, anche se ormai afono. Il dottor Vincenzo Visetti, dirigente della Federazione Trentina della Cooperazione, ha ricordato che Mott fu, per diversi anni prima Vicepresidente e poi Presidente della Federazione Trentina delle Cooperative, sostenitore appassionato e fattivo dell’attività delle Casse Rurali, delle Famiglie Cooperative e dei

Medico di professione, antifascista, cooperatore e politico, fu sottosegretario al Tesoro e il primo presidente dell’Associazione Trentini nel mondo Caseifici, settori importanti dello sviluppo economico del Trentino. Per sua indole Mott privilegiava soprattutto la cooperazione tra le persone, poiché nel confronto delle idee ognuno dà il meglio di se stesso. Il dottor Giorgio Orsega, Presidente di A.C.S.M. Spa Società Elettrica e di Servizi di Primiero ha ricordato quanto Mott si spese per evitare la nazionalizzazione dell’azienda nel 1962 e quanto, con l’avvocato Tullio Odorizzi, poi contribuì a farla crescere, agevolando la strada per la realizzazione della nuova centrale. Il dottor Albert Rattin, vice presidente della Comunità di Valle e sindaco di Canal San Bovo ha ricordato le qualità umane e la disponibilità di Mott a far propri ogni preoccupazione o problema gli fosse sottoposto. Lo evidenziavano la sua modestia, la sua

dedizione, animo buono e mite, invitava ad operare sempre per avere il meglio, un insegnamento di fraternità, un bene da conquistare giorno per giorno, un modo quotidiano di essere se stessi fino in fondo. Il dottor Rattin ha terminato dicendo: “Dicevano fosse un uomo che sapeva voler bene e noi possiamo solo dire che siamo orgogliosi che fosse uno di noi”. Maurizio Tomasi, direttore della rivista “Trentini nel Mondo” (foto qui sotto), ha ripercorso la fase costitutiva dell’Associazione, riportando i ricordi di Bruno Fronza, uno dei fondatori e attuale presidente onorario. Mott fu infatti tra i promotori e primo presidente, a buon titolo, avendo sperimentato cosa fosse il distacco dalla famiglia, poiché i suoi genitori e tutti i fratelli e le sorelle, negli anni venti, emi-

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grarono in Brasile e li rivide, in Brasile solo nel 1952. Tomasi ha poi donato ai familiari di Mott la riproduzione della prima pagina del primo numero della rivista “Trentini nel Mondo”, pubblicata nel gennaio 1958. Aver ricordato una figura importante ed impegnata come il senatore Mott e le sue opere ha fatto riflettere i presenti anche sulla complessità che precedono la realizzazione non solo di opere pubbliche importanti come l’autostrada del Brennero e l’Università di Trento ma anche delle piccole opere di tutti i giorni. Fra il pubblico erano presenti la senatrice del collegio elettorale del Primiero Elena Testor, i sindaci del Primiero geom. Gianni Bellotto, dott. Luca Gadenz, ing. Ferdinando Orler, il vicesindaco di Primiero San Martino di Castrozza ing. Paolo Secco, il direttore della Fondazione Museo Storico del Trentino dott. Giuseppe Ferrandi. Erano presenti anche l’ex sen. Renzo Gubert, il consigliere provinciale Marino Simoni e Marco Depaoli amico di famiglia. La senatrice Elena Testor, rappresentante attuale di Primiero, ha portato il suo saluto ed ha, inoltre, espresso la sua soddisfazione di aver potuto partecipare al ricordo di una personalità così attiva ed umana. Il figlio del senatore Mott, Gianantonio, ha chiuso l’evento ringraziando la Cassa Rurale Dolomiti per la professionale organizzazione, i presenti, i relatori e l’Associazione” Trentini nel Mondo” per il gradito omaggio evidenziando come il padre intendesse che ogni carica ricoperta fosse prima di tutto un “dovere“ e come avesse vissuto cercando di svolgere al meglio “il mestiere di Uomo”. 5 - 2018


GENTE E FATTI IL 9 MAGGIO UNA DELEGAZIONE HA PARTECIPATO ALLA MESSA NELLA CHIESA ST.CLEMENS

Il Circolo trentino di Dortmund ha voluto ricordare Aldo Moro Il 9 maggio 1978 veniva ucciso a Roma dalle Brigate Rosse, Aldo Moro. Come Circolo trentino di Dortmund (Germania) abbiamo pensato di ricordare questo nostro grande politico partecipando alla messa che è stata celebrata presso la chiesa cattolica «St. Clemens» di Dortmund, mercoledì 9 maggio, giorno in cui ricorreva il 40° anniversario del brutale omicidio. La scelta della chiesa non è

stata casuale: sull’altare maggiore, infatti, pende una croce 8 in bronzo che nel 1978 la scultrice dortmunde-se Liesel Bellmann ideò, creò e dedicò proprio ad Aldo Moro, battezzandola «Mein Aldo Moro - Il mio Aldo Moro». Nel corso della Messa il nostro socio Enrico Defrancesco ha illustrato ai pre pre-

senti la vita e la figura del grande uomo e grande statista. Mariannne, moglie di Enrrico, ha raccontato lla storia della croce ««Mein Aldo Moro». A questo proposito su sul n° 10 della rivista «T «Trentini nel Mondo do» dell’annata 2015, era stato pubblicato un articolo in merito (nella foto). Abbiamo voluto ricordare che lo stesso giorno in cui le Brigate Rosse ammazzavano Moro, in Sicilia a Cinisi veniva assassinato per le sue denunce contro le attività di Cosa Nostra Peppino Impastatato. Il delitto mafioso, avvenuto in piena notte, passò quasi inosservato, proprio perché in quelle stesse ore veniva ritrovato in via Caetani il corpo senza vita del Presidente della Democrazia Cristiana. Alcuni di noi qualche anno fa, hanno avuto modo fra l’altro, di conoscere personalmente Giovanni,

fratello di Peppino e altri amici del Centro Impastato di Palermo, presenti a Dortmund per una serie di manifestazioni sulla mafia, culminate con la proiezione del film «I cento passi» (tanti erano i passi per colmare la distanza tra la casa della famiglia Impastato e quella del boss mafioso Gaetano Badalamenti). Agnese

La raffinata eleganza del papavero È una fresca mattina di giugno. Esco da casa diretto al lavoro. Lo sguardo cade su un gruppo di papaveri a bordo strada. Mi colpisce il controluce mattutino ma soprattutto il rosso vermiglio dei fiori sullo sfondo scuro dell’ombra della siepe. Scatto con lo smartphone qualche foto. Il riflesso del sole sul piccolo schermo impedisce una chiara visione. Scatto comunque. All’ombra di un porticato verifico il risultato. Piacevolmente sorpreso ritorno a casa per «armarmi» di reflex. Ora la luce del sole non mi impedirà di vedere quello che voglio fotografare, poi via al lavoro. Dopo cena scarico sul computer le foto e.... meraviglia! Questi fragili quanto comuni fiori, nonostante il rosso sgargiante e la raffinata eleganza, se non affiancati a migliaia nei campi passano inosservati. Mentre le immagini scor-

Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi ma sono mille rossi. 5 - papaveri 2018 (Fabrizio De André)

rono sullo schermo altre, più lontane nel tempo, emergono dalla memoria. La fioritura dei papaveri coincideva con la chiusura delle scuole, con i primi bagni nelle ancora fredde acque del lago con i compagni di giochi e con il rientro a casa, a fine giornata, con le labbra e le dita delle mani colorate, dopo le scorpacciate di more colte dai gelsi. I papaveri si susseguono sullo schermo. I pensieri mutano. Il lungo lavoro svolto per la realizzazione della mostra «Parole scavate», allestita al Forte delle Benne di Levico, è ancora vivo. Le prime parole della canzone «La guerra di Piero» mi accompagnano: questa mostra non mi ha cambiato, ma sicuramente ha cambiato la mia percezione sugli uomini che hanno fatto e subito la guerra; il conflitto dentro di me nell’ascoltare le notizie e i messaggi elettorali sui salvataggi nel Mediterraneo è sempre più forte. Bruno Lucchi

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GENTE E FATTI È LA PRIMA DONNA A GUIDARE LA FEDERAZIONE: AL BALLOTTAGGIO HA SUPERATO L’ALTRO CANDIDATO, MICHELE ODORIZZI

Presidenza «rosa» per la Cooperazione, l’assemblea ha eletto Marina Mattarei Giornata storica quella dell’8 giugno per il movimento cooperativo trentino. Per la prima volta nei 123 anni di storia della Federazione Trentina della Cooperazione, infatti, è stata eletta una presidente donna: Marina Mattarei ha vinto al ballottaggio superando di dieci voti l’altro candidato Michele Odorizzi. Ma storica anche per il «metodo», cioè il raffronto tra quattro candidati presentati dalla base e non individuati dal Consiglio di Amministrazione, che dopo un confronto senza contrapposizioni hanno favorito una scelta democratica e libera da parte dei soci. Commossa e quasi stupita dal risultato, Marina Mattarei ha preso la parola ringraziando i soci, i suoi genitori e le sue figlie: «Cambiamento non significa buttare a mare quanto di buono è stato fatto, ma cercherò di ridare onore all’istituzione, riportando reputazione e credibilità a tutto il movimento. Accetto questo incarico con grande responsabilità,

garantendo fin d’ora l’interconnessione con le realtà cooperative anche periferiche, l’approfondimento delle relazioni e dei problemi sul territorio». Nel suo discorso introduttivo, Mattarei aveva sottolineato come l’evoluzione organizzativa delle Casse Rurali fosse centrale e prioritaria per tutti i settori, non solo quello del credito. «Dobbiamo cercare la convenienza nella Federazione unitaria e la Federazione si deve attrezzare per imparare nuovamente a connettersi con il territorio», aveva sostenuto. Marina Mattarei vive a Rabbi, è nata nel 1963. Maturità magistrale, due figlie. Presidente dal 2007 della Famiglia Cooperativa Valli di Rabbi e Sole, dal 2015 Vallate Solandre per fusione societaria con Cogolo, 2.700 soci, 12 negozi, 50 dipendenti, 9 milioni fatturato. Dal 2009 al 2015 consigliera Federazione; dal 2016 consigliera Sait.

A PALAZZO THUN IL 31 MAGGIO PER INIZIATIVA DELLE ASSOCIAZIONI «46° PARALLELO» E «TRENTINO CON I BALCANI ONLUS»

«Giornata internazionale delle fasce bianche» la manifestazione si è svolta anche a Trento È stata una manifestazione per ricordare una pace che non c’è ancora, quella in Bosnia; per ricordare le troppe volte in cui una guerra è terminata, senza però portare la pace; per ricordare che l’assenza di pace “Ci riguarda” sempre, perché dove non c’è pace non ci sono diritti, giustizia, equità economica, democrazia. Il 31 maggio anche a Trento, per iniziativa delle Associazioni «46° Parallelo» e «Trentino con i Balcani Onlus», in collaborazione con il Forum Trentino per la pace e i diritti umani e l’Associazione Progetto Prijedor e l’adesione di numerosi altri enti, si è svolta la «Giornata internazionale

delle fasce bianche». La manifestazione si è svolta nel cortile di Palazzo Thun, sede del Comune di Trento (che è stato rappresentato dall’assessore alla cultura Andrea Robol e dalla presidente del Consiglio comunale, Lucia Coppola), in contemporanea con Prjiedor (città della Repubblica Srpska, la parte serba della Bosnia Erzegovina) e altre 75 città europee. I presenti indossavano delle fasce bianche, in ricordo del gesto compiuto da Emir Hodžić nel 2012, quando si legò al braccio una fascia bianca e si mise solo, in piedi, nella piazza del municipio di Prjiedor.

Non disse nulla. Rimase zitto. Voleva protestare contro l’assordante silenzio delle autorità cittadine. Voleva si condividesse il ricordo di quello che era accaduto vent’anni prima, il 31 maggio 1992. Quel giorno, a Prijedor, era arrivato l’odio. Le autorità serbe di Prijedor, obbligarono tutti i cittadini nonserbi a mettere uno straccio o un lenzuolo bianco alle finestre di casa. Per essere riconoscibili anche fuori, in strada, furono obbligati a mettere una fascia bianca al braccio. Così, iniziò la tragedia. In pochi mesi 31.000 civili di Prijedor, tutti rigorosamente non serbo–ortodossi vennero rin-

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chiusi nei lager. 53.000 persone furono vittime di persecuzione e deportazione. Quelli uccisi furono 3.173. 102 erano bambini: i nomi dei bambini sono stati letti nel cortile di Palazzo Thun dagli Scout di Gardolo. Oggi la guerra è formalmente finita in Bosnia Erzegovina. Non si spara più, ma non c’è stato alcun gesto di riconciliazione. Lo stesso accade in Kosovo, a Cipro, nella Repubblica Democratica del Congo, in Rwanda: guerre finite che non conoscono la pace. La «Giornata internazionale delle fasce bianche» serve a ricordare tutto questo. 5 - 2018


DAL TRENTINO IL DOCUMENTO È STATO PRESENTATO IL 13 GIUGNO SCORSO PRESSO LA «FONDAZIONE EDMUND MACH»

Sottoscritta a San Michele la «Carta» per la salvaguardia delle api da miele

L’

ape, gestita dagli apicoltori da molti millenni, svolge un ruolo insostituibile per la conservazione della biodiversità e per la salvaguardia delle produzioni agricole; non deve essere considerata un animale domestico, ma componente fondamentale della fauna selvatica. Parte da questa premessa il primo documento elaborato dalla comunità scientifica italiana per la salvaguardia dell’ape da miele. Un documento che nasce alla Fondazione Edmund Mach (FEM), con il contributo delle principali istituzioni che si occupano di api e apicoltura in Italia. La sottoscrizione e la presentazione ufficiale si è svolta a San Michele all’Adige ll 13 giugno scorso. L’evento è stato patrocinato da Provincia autonoma di Trento, Accademia Nazionale Italiana di Entomologia, Società Entomologica Italiana, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, WBA World Biodiversity Association onlus. L’«Appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone di Apis mellifera Linnaeus, 1758 in Italia», parte da una traccia elaborata dagli entomologi di San Michele e completata, con un intenso lavoro

Il documento è un «appello» per la tutela delle api che, gestite dagli apicoltori da molti millenni, svolgono un ruolo insostituibile per la conservazione della biodiversità e per la salvaguardia delle produzioni agricole collettivo, dai maggiori apidologi ed entomologi italiani e col supporto di apicoltori sensibili da sempre a questa tematica. È in sostanza la base per future proposte ed azioni tecniche, sia nel campo della conservazione della biodiversità che dell’apicoltura a tutti i livelli. Paolo Fontana, responsabile

del programma di apicoltura alla FEM, secondo firmatario del documento, ha spiegato che «la cosa meravigliosa di questo documento è che la scienza ci dimostra che la tutela della diversità genetica dell’ape mellifica non solo è fondamentale per conservare gli equilibri ecologici ma è l’unico presupposto per riportare

ll’apicoltorre ad una ccondizione ddi produttiv tività anche da dal punto di vi vista economico». L’i L’importanza di questa sott sottoscrizione è leg legata al fatc to che per la stor dell’aprima volta nella storia picoltura la comunità scientifica italiana, supportata da molti studiosi stranieri, si esprime unitariamente sul problema della conservazione delle popolazioni autoctone dell’ape da miele. L’ape come animale selvatico, infatti, è un patrimonio di tutti e va tutelato come componente della fauna, anche per assicurare prosperità economica all’apicoltura e garantire le produzioni agricole. Oltre al contributo dei singoli studiosi, il testo è stato vagliato collegialmente dagli apidologi del CREA Agricoltura e Ambiente di Bologna, da lungo impegnati proprio su queste tematiche e dalle due principali istituzioni nazionali che si occupano di insetti, l’Accademia Nazionale Italiana di Entomologia e la Società Entomologica Italiana. Dal punto di

La tutela dell’ape va inquadrata nell’ottica «Questo documento, stilato e firmato da esponenti della ricerca scientifica e da personalità di rilievo del mondo dell’apicoltura e dell’ambientalismo, vuole sottoporre alle amministrazioni politiche l’urgenza di accordare un’adeguata protezione faunistica all’«ape mellifica» (Apis mellifera Linnaeus, 1758) e, in particolar modo, alle sue sottospecie autoctone»: inizia con queste parole la «Carta di San Michele all’Adige», che è stata elaborata partendo da un concetto fondamentale e cioè «la selvaticità dell’ape mellifica», il suo non essere un animale domestico. Questa specie, spiega la «Carta», pur essendo gestita dagli 5 - 2018

apicoltori da molti millenni, non può essere considerata un animale domestico e, in quanto insetto pronubo, svolge un ruolo insostituibile per la conservazione della biodiversità e quindi nel mantenimento degli equilibri naturali stessi, senza contare l’impatto sulle produzioni agricole: per questo «la tutela dell’ape mellifica da un punto di vista faunistico va inquadrata proprio nell’ottica della conservazione degli equilibri naturali, oltre che dell’apicoltura». Nelle sue conclusioni il documento afferma: «Molte organizzazioni ed enti si stanno impegnando per la salvaguardia delle api mellifiche, e molte azioni

concrete di sensibilizzazione delle amministrazioni politiche a tutti i livelli sono state e sono portate avanti in Italia e in Europa. La

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maggior parte di queste azioni sono però inquadrate principalmente in relazione all’apicoltura ed hanno dunque una imposta-


ha spiegato il presidente FEM, Andrea Segrè, primo firmatario - è aver stimolato la nascita di una rete di istituzioni scientifiche che, in sinergia, hanno redatto un “consensus paper” su una tematica fondamentale per la protezione della biodiversità. Questo è il punto imprescindibile di partenza per aprire la sottoscrizione della Carta al mondo civile e politico». La scelta del nome del documento e della location per la firma non è casuale - ha aggiunto Segrè : «la Fondazione Mach vanta una lungo impegno tecnico e scientifico nell’apicoltura, una tematica che rientra pienamente nell’approccio OneHealth della salute unica e globale tra esseri umani, animali e ambiente». L’assessore provinciale l’agri-

coltura, Michele Dallapiccola ha sottolineato l’importanza di questo documento. «Si tratta di un approccio globale al problema del mantenimento di un elemento essenziale del nostro ambiente e della nostra agricoltura: l’ape; strumento di progresso, di diversità, indicatore ambientale di qualità e di benessere. Elemento sostanziale della catena dell’impollinazione, ma anche capace di darci la misura della nostra capacità di gestione del nostro ambiente e del mantenimento della qualità complessiva. Che la politica, l’amministrazione e i tecnici si ritrovino uniti sotto una unica responsabilità è la sintesi di questo incontro di oggi».

Foto G. Buffa

vista conservazionistico è stato fondamentale anche il contributo della World Biodiversity Association onlus, impegnata negli ultimi anni anche su tematiche relative alla salvaguardia delle api mellifiche e selvatiche. All’evento di San Michele sono intervenuti, in apertura, l’assessore provinciale all’agricoltura, Michele Dallapiccola e il presidente FEM, Andrea Segrè. Sono seguite la lettura e la firma della Carta di San Michele con la regia di Paolo Fontana, responsabile del programma di sperimentazione e consulenza in apicoltura della Fondazione Mach e poi le relazioni scientifiche curate dai principali estensori della Carta. “Il primo grande risultato della Carta di San Michele all’Adige -

Foto G. Buffa

Foto G. Buffa

DAL TRENTINO

(Testi e foto, eccetto dove diversamente indicato: Ufficio Stampa FEM)

della conservazione degli equilibri naturali zione di tipo più zootecnico che naturalistico. Siamo consapevoli del valore di queste operazioni di sensibilizzazione e tutela che condividiamo, ma vorremmo, con questo documento, stimolare le amministrazioni pubbliche, a tutti i livelli, affinché mettano in atto azioni volte a tutelare le api mellifiche e le relative sottospecie autoctone e in questo modo garantire anche una concreta salvaguardia dell’ambiente e, come dimostrato da un’ampia letteratura scientifica, dell’apicoltura stessa. Le future strategie di tutela dovrebbero dare priorità a (1) definire un database nazionale del patrimonio di A. mellifera, su base morfometrica

e genetica, da collegare all’Anagrafe Apistica, quale strumento fondamentale per regolamentare e gestire al meglio il patrimonio, la movimentazione e il commercio di api; (2) rafforzare la ricerca apidologica per sostenere adeguate strategie di conservazione, favorendo gli studi volti ad individuare e valorizzare linee genetiche locali e determinare l’impatto di specie invasive (piante, animali, parassiti e patogeni), integrando queste informazioni per comprendere il potenziale impatto dei cambiamenti climatici sull’attuale diversità delle api.; (3) favorire le politiche volte a minimizzare la perdita di habitat

e rendere i paesaggi agricoli «beefriendly» (amici delle api). Vogliamo dunque richiedere con forza che tutte le amministrazioni e gli enti pubblici che possono svolgere una azione amministrativa, normativa o legislativa in tal senso, si adoperino al massimo livello e con la massima urgenza per predisporre nuovi interventi concreti per la tutela delle sottospecie autoctone di A. mellifera. Si tratta dunque di tutelare A. mellifera (nelle sue sottospecie autoctone e i relativi ecotipi locali), come specie, non in contrapposizione al lavoro di selezione svolto dagli apicoltori, ma in armonia con esso e con assodati

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principi di conservazione della biodiversità apistica e dei servizi ecosistemici ad essa collegati. Lo chiediamo nella convinzione che, per quanto riguarda le due sottospecie endemiche italiane, la tutela di A. m. ligustica nella penisola e in Sardegna e di A. m. siciliana in Sicilia, come patrimonio faunistico e naturalistico non sarebbe di ostacolo alle aziende italiane che allevano api regine di queste sottospecie, ma renderebbe ancor più fruttuoso il lavoro dei selezionatori, che operando in seno ad un territorio protetto, potrebbero concentrarsi su linee di selezione mirate alla produttività ed alla salute delle api usate dagli apicoltori». 5 - 2018


60 ANNI D

Europa, ovvero la pre «L

a prevalenza del cretino» è un libro di Carlo Fruttero e Franco Lucentini scritto nel 1985 e pubblicato da Mondadori. Scrivono gli autori nella prefazione che «è stato grazie al progresso che il contenibile stolto dell’antichità si è tramutato nel prevalente cretino contemporaneo, personaggio a mortalità bassissima, la cui forza è in primo luogo brutalmente numerica; ma una società ch’egli si compiace di chiamare molto complessa gli ha aperto infiniti interstizi, crepe, fessure orizzontali e verticali, a destra come a sinistra, gli ha procurato innumeri poltrone, sedie, sgabelli, telefoni, gli ha messo a disposizione clamorose tribune, inaudite moltitudini di seguaci e molto denaro…in una parola gli ha permesso di realizzarsi». Nel linguaggio corrente, secondo il vocabolario Treccani, il termine ‘cretino’ è usato nel significato di stupido, imbecille e simili. In psichiatria, il cretinismo si configura come sindrome da insufficienza tiroidea, caratterizzata da deficit mentale più o meno grave e da altri disturbi. Non intendo qui parlare di cretinismo individuale, non ne ho il diritto e nemmeno le competenze. Sono invece molto preoccupato del fenomeno di cretinismo collettivo che, a mio modo di vedere, si configura come cretinismo culturale. Il cretinismo culturale si manifesta quando una società, una comunità dimentica o tradisce le proprie origini , la sua storia, i valori fondanti il vivere collettivo, la solidarietà, l’accoglienza, ossia le virtù civiche che stanno alla base della cultura occidentale, della tradizione giudaico-cristiana, delle tre fedi monoteistiche. Oggi sembra trionfare il cretinismo culturale, complici anche gli effetti perversi della globalizzazione, in primis l’uso non intelligente di internet e dei social, dove ognuno può pubblicare e condividere false notizie, stupidità, bufale madornali, insultare e istigare all’odio contro qualsiasi altro, qualsiasi diverso ritenuto pericoloso per sé o per il proprio clan. A fronte di fenomeni reali come crisi economica, povertà, 5 - 2018

mancanza di lavoro, criminalità, immigrazione, l’uso «cretino» dei social diffonde false notizie, numeri non rispondenti al vero sulla criminalità e sul fenomeno migratorio, diffonde paura sul rischio, assurdo e smentito dalle statistiche, di invasione, attribuisce all’immigrato ogni possibile tendenza a delinquere. Questo terrorismo della falsa notizia induce a una progressiva chiusura, a invocare misure forti per impedire l’«invasione», la precedenza per i locali in ogni sorta di politica, a iniziare da quella per il lavoro; quando anche nella nostra provincia, diverse imprese artigiane faticano a trovare manodopera locale. Questa è la situazione del nostro Paese, questa è la situazione dell’Europa, una realtà dove regna grande confusione e una incredibile babele di egoismi nazionali. Si fa sempre più marcata la tendenza degli Stati europei a difendere con ogni mezzo gli interessi nazionali mentre il perseguimento degli interessi comuni viene messo in secondo piano o addirittura osteggiato. Si dimentica che l’Unione europea ha garantito sessant’anni di prosperità e di pace ai suoi

membri e si dimentica pure che la costruzione comunitaria ha promosso valori di solidarietà, di uguaglianza, di rispetto della dignità delle persone e di partecipazione democratica. Certo, molti sono stati gli errori commessi dalla classe dirigente europea e dalle classi dirigenti nazionali, molto resta ancora da fare per mostrare il volto bello dell’Europa che, comunque, tanti giovani sono capaci di apprezzare. Posto che ciò sia ancora possibile, data la barbarie culturale che ci circonda. Sono tanti i responsabili delle difficoltà che oggi paralizzano il vecchio continente come abbiamo sottolineato in precedenti articoli. In una conferenza sulla stupidità tenuta a Vienna nel 1937, il grande scrittore Robert Musil sostiene che «la stupidità di solito eccita l’impazienza e in rari casi la crudeltà…; la stupidità autentica è un po’ dura di comprendonio, è povera di idee e parole, nonché maldestra nell’usarle. Preferisce

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Il cretinismo culturale si ma una comunità dimentica o la sua storia, i valori fon la solidarietà, l’accoglienza, os alla base della cultura oc giudaico-cristiana, dell In questo momento in Europ e una incredibile babele di egoi marcata la tendenza degli Stat mezzo gli interessi naziona degli interessi comuni vien o addirittura osteggiato. Si dim ha garantito sessant’anni di pros e si dimentica pure che la costru valori di solidarietà, di uguagl delle persone e di parte


D’EUROPA

evalenza del cretino

anifesta quando una società, tradisce le proprie origini ndanti il vivere collettivo, ssia le virtù civiche che stanno ccidentale, della tradizion le tre fedi monoteistiche. pa regna grande confusione ismi nazionali. Si fa sempre più ti europei a difendere con ogni ali mentre il perseguimento ne messo in secondo piano mentica che l’Unione europea sperità e di pace ai suoi membri uzione comunitaria ha promosso lianza, di rispetto della dignità ecipazione democratica

le cose comuni che, continuamente ripetute, le si imprimono bene in testa». E ancora, «date le condizioni di vita attuali, così complicate, difficili e confuse, la stupidità occasionale del singolo diventa facilmente la stupidità costituzionale della collettività». Parole tremende e profetiche sul nazionalsocialismo hitleriano che andava tessendo in Europa, siamo nel 1937, la sua rete di odio, di violenza e di barbarie. Oggi, in un contesto fortunatamente diverso, ma non privo di gravi pericoli per ll’unità unità europea, il cretinismo individuale sta diventando cretinismo collettivo, nel nostro e in altri Paesi europei. La cronaca di questi giorni è ricca di esempi. Il prevertice europeo fra alcuni capi di Stato e di governo tenutosi a Bruxelles domenica 24 giugno sul tema immigrazione, è stato un fallimento, nessuna intesa, ciascuno fermo sulle proprie rivendicazioni nazionali.

«Un’Europa in cui si lascia dilagare l’indifferenza per il male, in cui manca ogni volontà politica di contrastarne la mascherata violenza, è un’Europa che tradisce il “giuramento”, non scritto ma realissimo, che ne aveva riunito le nazioni dopo la guerra». (Massimo Cacciari) Come se gli immigrati fossero cose, numeri e non persone. Il nuovo governo italiano, costituito sulla base di un contratto tra Lega e 5 stelle che il quotidiano francese Le monde ha ridicolizzato mettendolo a confronto con il contratto di governo siglato tra CDU e SPD in Germania, è stato chiamato dalla giornalista Denise Pardo il governo dello scambiamento: il ministro dell’interno parla di tasse, di commercio e di vaccini, quello dello sviluppo economico di flat tax e di superamento dei vincoli europei. Tutti dichiarano sulle materie degli altri. Con un presidente del Consiglio che dà l’impressione di

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essere fuori posto, nelle mani di Salvini e Di Maio. Queste sono le credenziali con le quali l’Italia si è presentata all’incontro del G7 in Canada lo scorso 8 e 9 giugno, questi sono i personaggi chiamati a rappresentare l’Italia in Europa anche in occasione del Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno, con all’ordine del giorno il tema della migrazione, della sicurezza e difesa con l’obiettivo di realizzare una cooperazione strutturata permanente. Gli esiti della riunione al momento di scrivere questo articolo non li conosciamo, perché data del Consiglio e della stampa di questo numero del giornale coincidono. Ci viene però da chiederci cosa andrà a dire l’Italia leghista e pentastellata: userà il linguaggio dell’aggressione di Salvini, pensando di trovare spazio in un’assemblea dove gli euroscettici si vanno rafforzando nelle loro posizioni sovraniste e che non offriranno alcuna sponda all’Italia? Che fare, dunque, di fronte a un cretinismo dilagante, come reagire all’ignoranza, alla volgarità, alla demagogia irresponsabile, come ridare senso al confronto politico, evitando la trappola delle parole corrotte? Hanna Arendt in un saggio del 1968 scriveva «anche nei tempi bui abbiamo diritto di attenderci una qualche illuminazione». Michela Murgia ci invita a stabilire un limite, tracciare un confine tra uomini e no, perché, come sostiene Massimo Cacciari «un’Europa in cui si lascia dilagare l’indifferenza per il male, in cui manca ogni volontà politica di contrastarne la mascherata violenza, è un’Europa che tradisce il “giuramento”, non scritto, ma realissimo, che ne aveva riunito le nazioni dopo la guerra». Vittorino Rodaro 5 - 2018


CIRCOLI LA TRADIZIONALE TRASFERTA È STATA FATTA DAL 19 AL 21 MAGGIO CON LA PARTECIPAZIONE DI TRENTUNO SOCI

Resoconto in dialetto della gita annuale del Circolo trentino del Ticino a Ravenna 19 maggio 2018: ghera na volta en grop de omeni e done che i neva en gita. I era bei e gioveni, ma col pasar dei ani i è maduradi e adeso a vardarli e ga già na certa età. El temp l’è pasà ma la voia de star ensema e veder robe nove lei restada. Sentada en font a la corriera vardo e vedo ciutar su tante teste con varie sfumadure de gris e da li ho vist l’età che l’è avanzada. (meno male che ghè la Dana che tira en gio la media….!) Beh dopo tutt tra i vari mali e le spemgiude se va avanti, bravi che ghe seo e che tegnio dur. Contadi sen 31 e partin per Ravenna, el nos brao Gianni autista (che no go mai capì quanti ani el ga) falo part anca elo de sta gioventù? Pensà, sen partidi almen en orario e ne sen già fermadi par el cafè e ne pisada. Appena risalidi sula corriera el capo l’è già dre a parlar del mangiar de mezodì e l’è apena le dese! Entant fe bon viagio! Nelle vicinanze de Modena, tonda e tonda, sen rivadi all’agriturismo. Bel par quel, i na dat subito da bever e gaven scomenzià a magnar, bon appetito.

Tutti a naso in su per ammirare i mosaici sul soffitto.

Felici e contenti de gaver la pancia piena ne rimeten en viagio. Masna chilometri Gianni che

doven arivar a Sant’Appollinare in Classe prima che i seria! Voi no saveo cosa se vede dal

Profumo di crauti a Davesco per la «Festa di primavera» Anche quest’anno con gioia il 15 aprile nell’oratorio di Davesco abbiamo organizzato per i nostri soci la «Festa di Primavera». Una bella spanciata di crauti con vari contorni è tutto quello che desiderano i nostri amici. Con simpatia e voglia di stare insieme ci hanno raggiunto una cinquantina di soci. Ci conosciamo da tanto tempo e nel vederci

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ci raccontiamo quello che ci è successo ultimamente. Sono quasi tutti anziani ma con la voglia di stare insieme, farci una bella risata, una bella mangiata e una bella bevuta. Grazie carissimi che partecipate, senza di voi che ci spronate a fare sarebbe tutto più noioso. Vi auguriamo tanta salute e ogni bene fino alla prossima festa.

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me posto dopo che ne sen rimessi en viagio…l’è el moment dela digestion e apena ne sen sentadi gio, le teste enveze che ciutar su le se sbasa e no te vedi pu nesun, tuti i dorme. Viagia e viagi sen arivadi in Classe e nen a visitar la Basilica di Sant’Appollinare.A dirla en talian “un vero gioiellino” Tuta de matoni rosi de fora e dentro mosaici e marmo. Tante arcade tute lavorade e le colone en marmo. Veramente bela, valeva la pena de vederla. Dopo de onda sen nadi en albergo. Gaven cenà, bevù il cosiddetto amaro par digerir e po tuti a dormir. 20 maggio 2018: stamatina dopo na bela colazion sen partidi prest par visitar Ravenna e le so belezze.Ne sen encontradi con la guida che la na portadi a visitar la Basilica di San Vitale e Galla Placidia, Aveo vist che magnificenza? Un pu bela de l’altra. Mosaici sfarzosi e marmo da partut. La guida che tra l’altro lei stada bravissima, la na spiegà par filo e par segno la storia e la nascita della Basilica con spiegazion dei mosaici. Dopo sen nadi a veder


CIRCOLI

la Galla Placidia che la doveva eser la sua tomba, ma enveze lei morta a Roma e i la sepolida lì. La Galla Placidia l’era la sorela de Teodorico vel ricordave? Prima de nar ennanzi ne sen fermadi nella piaza del comun e dela curia vescovile e come galine ne sen sparpaiadi par bever en cafè. Po gaven vist la tomba de Dante

Alighieri e da ultim gaven visità la cesa de Apollinare Nuova. Anca lì mosaici belissimi. L’è quasi mezodi e nen a magnar. Dopo en breve viagioariman a Comacchio. En bel paesin denominato piccola Venezia. L’è proprio carino coi soi ponti e le so cale. Gaven magna en de un ristorant tipico. Quant’pes, naven

magnà na spanciada. Tut bon, ma quant’! Subito dopo sen nadi a veder le Valli di Comacchio. De segur tuti ne sen imaginadi le solite val come da noi e po’ che meraviglia veder sol acqua. Sen salidi sul batel e fat en viaget tra strade de acqua con vista sule varie oasi piene de osei emigradi da noi. Fenicotteri, garzette e tante

altre specie, le stanziava nelle nosse acque- Aven vist i casoni e n’do ai tempi i pescava le anguille e come i viveva i pescadori. Ala fin strachi morti sen tornadi en albergo a cenar e dopo tuti a nana. 21 maggio 2018: eccoci en partenza par tornar en dre. Colazion come sempro abondante, no se sa mai se dopo magneren ancora…. E via che se va. Dopo qualche deviazion gaven cipà la strada giusta e sen rivadi a Polesine Parmense all’agriturismo Cavallino Bianco. Che aperitivo ragazi! Salamino di culatelle, grana stagionato, fugaza e en bon bicer de vein a volontà po tuti a taola. En menu degno den re vera? Tuti pieni e contenti i na portadi a veder i volti del culatello, na roba impressionante! Adeso sen sula coriera e tornan a casa nosa. El viagio l’è fini e speran che seo stadi contenti de tut, noi aven fat del nos meio. Ringrazio Riccardo par el laoro e saludo tuti voi e ve auguran una bona estate e a rivederci a prest. Grazie per la vosa compagnia. Maria Rosa

Circolo trentino della Lorena

Sono state battezzate «Coser Garniga», «Grumes» e «Rino Zandonai» le tre stufe a legna per cuocere la polenta, che il Circolo trentino della Lorena (Francia) ha fatto costruire a Grumes e ha inaugurato nel mese di maggio in occasione della tradizionale «Festa della polenta», alla quale hanno partecipato circa duecento persone. Per l’occasione sono stati preparati 130 chilogrammi di polenta, duecento salsicce e quaranta chili di ragù.

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CIRCOLI

In 160 al pranzo del Circolo di Zofingen Più di 160 persone, tra soci parenti e amici si sono trovati l’11 marzo scorso nella sala parrocchiale di Zofingen (Svizzera) per il pranzo sociale del Circolo Trentino. Sembra proprio che la cucina di Irene e la polenta di Oscar piacciano molto. Infatti, ogni anno aumenta il numero dei partecipanti. Al pranzo ha partecipato anche l’ex presidente Giuseppe Dallio (nella foto) con la moglie. Per noi è stata una sorpresa molto gradita. Giuseppe Dallio si è meravigliato della grande affluenza a questo evento e della presenza di molti giovani e bambini. Con gioia ha potuto constatare, che il Circolo trentino esiste e vive ancora. Anche quest’anno un gran numero di giovani e volontari hanno dato una mano al direttivo, aiutando

a servire il pranzo composto da, insalata, polenta con spezzatino e formaggio. Il tutto innaffiato da un buon bicchiere di Marzemino. Ormai anche l’intrattenimento di canzoni italiane con Luca sta diventando tradizione durante e dopo il pranzo. E non pochi hanno cantato insieme a loro. Per la prima volta, è stato allestito un angolo giochi per i più piccoli, che è stato subito preso d’assalto. Non poteva mancare la tradizionale tombola con molti ricchi premi. La festa si è conclusa tra canti, chiacchiere e risate nel tardo pomeriggio con l’augurio di rivedersi ancora più numerosi il prossimo anno. Markus Schlatter Presidente Circolo trentino di Zofingen

Vertici rinnovati al Circolo di Montevideo Silvia Norbis (a destra nella foto) è la nuova presidente del Circolo trentino di Montevideo (Uruguay): è la seconda donna a guidare il Circolo, dopo Rosanna Barchiesi (che ha ricoperto la carica nel biennio 2004-2005) e succede a Sergio Sartori, che lo ha guidato negli ultimi anni. Alla vice presidenza è stata eletta Maria Graciela Vivaldelli (a sinistra nella foto). Il nuovo direttivo risulta inoltre composto da: Segretario: Jorge Zás Fernández Pro Segretaria: Maia Cristina Simonelli Tesorieri: Vero Riva Pro Tesoriere: Líber Noria Consiglieri: Maria Cristina Zás, Vigilio Bresciani, Liliana Vivaldelli, Sergio Sartori, Alfiero Vivaldelli Consiglieri supplenti: Raul Berti, Juan Calzá, Lydia Delbono. 5 - 2018

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CIRCOLI

C

on la partecipazione di circa 15.000 persone, il 15 aprile, si è svolta la «Prima Festa pampeana delle collettività», presso il complesso ricreativo municipale “Horacio del Campo” della città di Toay (Argentina). Il Circolo Trentino Santa Rosa La Pampa, è stato uno dei coorganizzatori insieme con l’Associazione Hispano Argentina Santa Rosa La Pampa, l’Associazione Araba di La Pampa, l’Associazione dei discendenti di tedeschi a La Pampa, Bolivia Unida, Club Italiano di Santa Rosa, il Centro Umbro, Gent dël Piemont La Pampa, l’Associazione Meridionale d ‘Italia e il Comune di Toay. Il compito di dare il benvenuto a nome di tutte le comunità è stato affidato alla presidente dell’Associazione Ispanica Argentina di Santa Rosa, Ana Maria De La Iglesia, che ha anche gli organizzatori per gli sforzi fatti per realizzare la manifestazione che ha definito «un sogno diventato realtà»; la festa, è stato anche affermato, «rappresenta un omaggio a quegli immigrati che più di cento anni fa raggiunsero il Cono Sud dell’America, sbarcando in Argentina e raggiungendo le terre polverose

Anche il Circolo di Santa Rosa tra i protagonisti della «Primera Feria pampeana de las colectividades» della Pampa carichi di illusioni, di fede e speranza, portando la loro cultura, la loro cucina, le loro danze ma soprattutto quei valori che dobbiamo sempre tenere vivi: il lavoro, l’onestà e l’impegno». Il programma è iniziato al mattino con una grande sfilata di vecchie automobili nella piazza centrale, alla quale hanno partecipato membri delle varie associazioni con le rispettive bandiere e indossando abiti tipici. Poi, nel «Complesso Horacio

del Campo», presso gli stand di ogni collettività è stato possibile assaggiare cibi tradizionali ed assistere a vari tipi di spettacolo. Sono stati oltre trecento gli artisti che si sono esibiti, fra i quali la banda Immer Truff (Colonia Barón), il «Ballet municipal infanto juvenil de Toay», la scuola di danza Andrea Santamarina, il laboratorio di danza classica locale, Aires de Zamba, il coro dell’Associazione Hispano, la scuola di danza Al Hayal di Be-

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tiana Elizondo, il gruppo di danza “La vita ballando” dell’Associazione italiana XX di settembre di General Pico, Aires del Sur, Miguel Lastra, l’«Academia Arabianaisa» di Natalia Pieraligi e Sol Naciente (Río Negro), il balletto municipale locale “Claro en el Monte”, la scuola di danza araba di Amir Thaleb de Mariela Dal Santo, il corpo stabile di danze dell’Associazione Hispano, il gruppo di danza popolare “Sentimiento” e Paola Ruiz Díaz. La festa è stata un vero successo e i sapori, gli aromi, la musica e le danze sono stati i protagonisti della manifestazione. I trentini hanno offerto cibi tipici come canederli, strudel di mele, crostata di mele e altri piatti italiani come pizze, struffoli, caffè nero, tra gli altri. Come in altre occasioni, il Circolo trentino ha dato valore al legame fraterno con le altre collettività, mettendo in risalto come il lavoro, la compagnia, la gioia e la speranza di questo tipo di iniziative aprano la porta a nuovi progetti, incoraggiando le persone a partecipare, avvicinandole alle loro radici. Francisco Canepele Domenech

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LI RICORDIAMO COSÌ

Con la scomparsa di Guido Zanella, il Circolo trentino di Sydney perde un altro caro amico Lo scorso gennaio ci ha lasciato Guido Zanella, grande sostenitore del nostro Circolo, oltre che socio fondatore e membro del comitato per moltissimi anni. Guido nasce a Malé (Val di Sole) nel 1925. Da giovanissimo, inizia a lavorare presso l’Hotel Vioz, a Cogolo di Peio dove impara il mestiere di cuoco, professione che praticherà per il resto della sua vita lavorativa. Guido

parlava sempre volentieri di quel priodo della sua vita: «tempi duri, tanto lavoro, ma anche tanti bei ricordi» diceva. Nei primi anni 50 gestisce il noto Bar Fiorentina in Via Calepina a Trento, assieme al fratello. Qualche anno dopo parte per Sydney, Australia. Qui lavora come cuoco presso un’azienda italiana. A Sydney conosce la sua futura moglie, Germana. Nel 1977, Guido fa parte di quel piccolo gruppo di amici Trentini che, sotto la guida dell’allora presidente della Trentini nel mondo, Bruno Fronza, forma il primo comitato del Circolo trentino di Sydney. Sin dalle prime uscite, Guido si dava da fare come nostro chef, preparando innumerevoli piatti di polenta, canederli, cotechino e altre delizie della nostra tradizione trentina. Chi lo ha conosciuto non può non ricordare la sua passione per le natie montagne trentine, e la nostalgia per la sua amata Val di Sole. Guido raccolse una ricca documentazione dell’attività del nostro Circolo, fatto da articoli di giornale, foto, lettere e altri

ricordi. Purtroppo questa raccolta andò persa qualche anno fa. Ha sempre partecipato con grande entusiasmo alle Covention dei Trentini in Australia. Uomo affabile e sempre disponibile, Guido lascerà un grande vuoto nel nostro Circolo. Nella foto qui sotto Guido è insieme con (da sinistra) il figlio Anthony, i nipoti Olivia, Zac e Rhiannon, Gianluca (nipote della sorella Irma) e Donna la moglie di Anthony. Da parte del comitato del Circolo Trentino di Sydney, sentite

condoglianze alla famiglia di Guido, anche da parte di tutti i Trentini in Australia. Anche la direzione della rivista si unisce al cordoglio per la scomparsa di Guido Zanella, che era un fedelissimo lettore del giornale. Era stato il primo a rispondere all’«appello» lanciato nel 2015, perché gli abbonati inviassero una loro foto che documentasse luogo d’arrivo e destinatario della rivista. Guido aveva firmato il messaggio che accompagnava la foto così: «un trentino nostalgico».

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 5 - 2018

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LI RICORDIAMO COSÌ AVEVA 86 ANNI ED ERA STATO TRA I FONDATORI DELL’ASSOCIAZIONE «BRESCIANI AMICI DEL TRENTINO» DI PIEVE DI BONO

Addio a Giorgio Radi, volontario «doc» Il 17 maggio scorso, all’età di 86 anni, ci ha lasciato Giorgio Radi, il grande protagonista nel mondo del volontariato nelle Giudicarie. Giorgio nasce il giorno di Natale del 1932 a Cremona, ma ben presto la famiglia si trasferisce a Montevico in provincia di Brescia, dove Giorgio trascorre l’infanzia, l’adolescenza ed i primi anni di gioventù. Non ancora trentenne viene assunto dalla Edison, una delle grandi ditte che in Italia, verso la fine degli anni ’50, si occupava della costruzione di centrali idroelettriche. Si trasferisce dunque a Pieve di Bono dove, presso l’attuale centro scolastico, l’Edison aveva uffici e magazzini, come funzionario della ditta stessa. Sono gli anni dei grandi lavori in Val di Daone che portano alla realizzazione delle dighe di Morandino, Boazzo e Bissina e delle centrali di Boazzo e Cimego. Molti erano i cantieri e qualche migliaio le persone impegnate nella realizzazione delle opere. È in questo contesto che Giorgio si stabilisce a Pieve di Bono, nella frazione di Creto ed è qui che incontra la sua futura moglie Ester, impiegata presso l’ufficio postale; dalla loro unione nascono Sara e Stefano. Giorgio fin da subito si inserisce attivamente nella comunità di Pieve di Bono, portando il suo valido contributo in varie associazioni, come la società sportiva Pieve di Bono Calcio, la Banda Musicale ed altre ancora. Con la meritata pensione il suo dinamismo

non viene meno; per vari anni è stato presidente del Comitato: Aiutiamoli a vivere, un’associazione di volontari che organizzava dei soggiorni presso le famiglie della nostra valle di bambini bielorussi, dopo il disastro nucleare di Chernobyl, oltre ad inviare aiuti di vario genere in Bielorussia. Insieme a Gaetano Ballini, Aldo Serioli, Ivano Erbaggi e fratel Luciano è stato tra i fondatori della nostra associazione “Bresciani amici del Trentino”, un’occasione, egli di-

Lutto a Toronto per Mary Lisa Martini Troiani Con profondo cordoglio, il Circolo trentino di Toronto (Canada) comunica la triste notizia della scomparsa all’età di 55 anni di Mary Lisa Martini Troiani, vedova di Leo Troiani, avvenuta il 22 giugno, dopo una breve malattia. Era un’appassionata insegnante di francese del distretto scolastico cattolico di Toronto, dove nel corso della sua carriera ha toccato la vita non solo di molti studenti, ma anche della comunità scolastica più ampia. La fede era estremamente importante per lei. Mary Lisa era una lettrice e una componente del coro italiano nella chiesa di San Paschale Baylon. La sua personalità spumeggiante e la sua gioia di vivere erano contagiose. Era sempre disponibile a conversare, a rac-

ceva, per condividere momenti di amicizia e di solidarietà con coloro che, come lui, venivano da fuori. È in gran parte merito suo se la nostra associazione è entrata a far parte della Trentini nel Mondo, la grande comunità di tutti gli immigrati ed emigrati trentini sparsi un po’ ovunque. È vero, lui come altri, non era trentino a tutti gli effetti, ma immigrato sì, e pian piano un po’ trentino lo è diventato, mantenendo però anche l’identità del suo luogo di origine. Ha saputo operare con grande impegno e dedizione, dimostrando una notevole capacità organizzativa, sia in occasione delle gite, sia nel portare a termine iniziative di solidarietà. Fino a quando ha potuto ha sempre cercato di partecipare anche alle manifestazioni della Trentini nel Mondo, convinto com’era che l’incontro con persone provenienti da luoghi diversi è sempre fonte di arricchimento. Giorgio dunque non si è mai risparmiato in fatto di impegno, vorrei però ricordarlo anche per il suo sorriso, per la sua pungente ironia e per i tanti momenti conviviali passati insieme. Come dimenticare, poi, la sua simpatica scaramanzia nel non pronunciare mai il numero che egli chiamava 16 + 1; com’è strana, a volte, la vita, visto che a questo numero è legata la sua dipartita. Ciao Giorgio. Grazie di tutto. Marcello Salvini socio dei Bresciani Amici del Trentino ed ex sindaco di Pieve di Bono

Cordoglio degli ex Emigrati in Svizzera per Orlando Dalvit

contare una nuova storia sui suoi viaggi e non le mancava la battuta spiritosa. Era convinta che il vero senso della vita stava nel nutrire e mantenere relazioni e apprezzare le cose semplici. Per lei ogni giorno era un dono da amare. Lascia il padre Flavio Martini, la sorella Tina, i nipoti Vanessa e Matthew, che la amavano come una seconda madre. Mary Lisa sarà ricordata con affetto dalla sua famiglia, dagli amici, dai colleghi e dalla comunità ecclesiale.

Lunedì 4 giugno 2018 ci ha lasciati, vinto dalla malattia sopportata con silente rassegnazione, il nostro caro amico Orlando Dalvit. Da poco aveva compiuto 87 anni, gran parte dei quali trascorsi per lavoro a Ginevra in Svizzera, assieme alla sua amata moglie Rita e il figlio Luciano Rientrato in Italia si è prodigato subito a fondare nel 1986, assieme ad altri ex emigrati, il Circolo Trentino Ex Emigrati In Svizzera, collaborandovi attivamente anche come vicepresidente fino all’esaurimento delle sue forze di volontà. E proprio per questo suo grande spirito di lealtà e amicizia, noi tutti del comitato assieme a soci e amici, desideriamo esprimere

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a Luciano e alla sua famiglia, i nostri più vivi sentimenti di cordoglio ed eterna grata memoria. Circolo Trentino Ex Emigrati in Svizzera 5 - 2018


NATI IN TRENTINO I DATI CHE CONTENGONO SONO FONDAMENTALI PER LA RICERCA GENEALOGICA MA ANCHE PER STUDI SULLA POPOLAZIONE

Nei registri parrocchiali del Trentino un patrimonio di valore inestimabile Il volume «Nati in Trentino. 1815 - 1923. Prospettive di ricerca», coordinato dall’Ufficio Emigrazione della Provincia autonoma di Trento e curato da Katia Pizzini e Chiara San Giuseppe, scaturisce da un’iniziativa congiunta di Arcidiocesi di Trento e Provincia, È un progetto ricco e complesso, articolato in una decina di saggi diversi, che trae le sue basi dall’enorme mole di informazioni a disposizione nella banca dati dei Nati in Trentino 1815 - 1923, composta da oltre un milione e trecentomila schede anagrafiche

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Le curatrici: Chiara San Giuseppe e Katia Pizzini.

poter approntare una serie di studi comparativi sulla popolazione dell’arco alpino che dimostrano come anche il Trentino dell’Ottocento partecipi ad una serie di dinamiche sociali e demografiche proprie dell’area alpina. Il fatto che a questo lavoro abbiano dedicato attenzione non solo l’Università di Trento, ma anche altri prestigiosi atenei italiani, bene evidenzia come a

livello nazionale siano davvero poche le realtà che abbiano i dati raccolti in unica sede fisica come quella dell’Archivio Diocesano Tridentino – oggi nella nuova e funzionale sede, il Vigilianum – ma soprattutto che questi dati siano stati informatizzati. I saggi passano dall’ambito storico-sociale a quello demografico, da quello onomastico a quello linguistico, sino a quello

Fondo storico Faganello

“Nati in Trentino: 1815-1923. Prospettive di ricerca”, intende mettere in luce la potenzialità di una banca dati che sebbene nata da esigenze prettamente amministrative, ovvero dalla legge nazionale 379/2000 («Disposizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenuti all’Impero austroungarico e ai loro discendenti»), si è presto rivelata una miniera di informazioni per molteplici discipline. Le oltre un milione e trecentomila schede anagrafiche di cui è composta, sono senza dubbio una mole enorme di dati, che raramente gli studiosi hanno avuto la possibilità ad avere a disposizione. Certo, si tratta di rilevazioni relative finora ai soli registri dei battezzati e senza i dati relativi ai matrimoni e alle morti non è possibile avere studi demografici completi. Ciononostante gli studiosi, appartenenti a discipline anche molto lontane tra loro, in questo volume di ricerche hanno fornito i primi risultati dei loro lavori partendo dall’analisi dei big data (tra tutto, quasi 10 milioni di dati), che formano la banca dati “Nati in Trentino 1815 - 1923”, e sono riusciti ad illustrare bene i molteplici campi di indagine che si rivelano possibili già allo stato attuale delle cose. I registri parrocchiali, base fondamentale di partenza della raccolta dei dati, si rivelano essere quindi, non solo fondamentali per la ricerca genealogica, settore in grande espansione sia nel nostro Trentino che fra coloro che nel nostro territorio hanno solo radici lontane, ma anche per

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storico-economico. Non sono state trascurate neppure le raccolte di fonti che possono integrare i dati in questione come il fondo del Triplice istituto delle Laste conservato presso l’archivio provinciale di Trento o i fondi, come fonti militari o censimenti della popolazione, conservati presso l’Archivio di Stato di Trento. Se l’approccio alla banca dati da parte delle singole discipline è stato sviscerato scientificamente nei singoli saggi, questi sono stati affiancati da una serie di schede di approfondimento che, partendo da dati documentali, focalizzano l’attenzione su singoli argomenti, talora molto circoscritti, o su rielaborazioni numeriche dei dati, pensate per sollecitare l’interesse del lettore nei confronti di una fonte documentaria che spesso, accanto ai dati anagrafici, custodisce informazioni del tutto impensabili. Una ricca sezione di apparati, liste e infografiche, completa l’opera. Infine in un volume che si occupa soprattutto dei nomi e cognomi di più di un milione di nati in Trentino, è sembrato giusto presentare anche i loro volti, per ricordare e onorare anche le persone dietro quei nomi, le loro storie, le loro vite. Per fare questo si è attinto al patrimonio di ritratti – purtroppo anonimi – conservato presso l’Archivio Fotografico Storico della Provincia autonoma di Trento che raccoglie oltre un milione di negativi su lastra e pellicola e positivi databili dal 1862.


NATI IN TRENTINO

Una straordinaria quantità di informazioni “Nati in Trentino 1815 - 1923” contiene una straordinaria quantità di informazioni, da cui partire per sviluppare innumerevoli linee di ricerca: un patrimonio di valore inestimabile articolato in una decina di saggi storici, una ventina di schede trasversali agli argomenti trattati e alcune appendici. Il database contiene infatti i nominativi di più di un milione e 300mila persone, a cui sono stati assegnati 20.951 cognomi, 5.327 nomi maschili, 5.306 nomi femminili. Il cognome che ricorre più frequentemente è Ferrari (5.988 occorrenze), seguono: Zeni (5010), poi Lorenzi (4672), Rossi (4557), Martinelli (4526), Pedrotti (4328), Sartori (4254), Valentini (4041), Moser

(3811), Bertoldi (3701). In sostanza, con i primi 500 cognomi si copre la metà dei Nati in Trentino tra il 1815 e il 1923, cioè più di 600.000 persone. Appartengono alla tradizione cristiana, invece, i nomi più diffusi, Giuseppe (52.290 ricorrenze) per gli uomini, Maria (89.947) per le donne, seguiti da Giovanni (47.999) e Luigi (25.782), nonché da Teresa (22.652) e Anna (21.298); un triste primato poi i nomi convenzionali di Neonato (34.175) e Neonata (21.066) coi quali si designavano i bambini e le bambine morti alla nascita, un dato che ben illustra la tragica incidenza della mortalità infantile nel periodo considerato.

Cognomi «cibo» nei registri dell’«Istituto degli esposti» alle Laste di Trento Tra le numerose strategie onomastiche finalizzate alla creazione del cognome, una delle più interessanti la si ritrova nei registri dell’«Istituto degli esposti, delle partorienti e dell’istruzione delle mammane» in funzione dal 1833 al 1870 alle Laste presso Trento. Sui registri che riportano i nominativi dei bambini illegittimi nati all’interno dell’istituto, nel tentativo di garantire l’anonimato della genitrice, si coniarono una serie di cognomi partendo da un determinato alimento. Il criterio venne però rapidamente abbandonato perché tali cognomi furono ritenuti ridicoli, causa di disagio, imbarazzo e contrari all’integrazione sociale dell’esposto. I registri conservati presso l’Archivio Provinciale di Trento, ne attestano la frequenza solamente nel periodo di tempo intercorrente tra l’aprile e il settembre del 1836: fra le denominazioni eccentriche ai neonati privi di identità anagrafica troviamo Zuppa, Pasticcio, Arrosto, Trota, Frittura e Salsa.

Nomi scomparsi

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rico Fagane

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Altri dati e curiosità alle pagine 22-23 21

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Alcuni nomi suggestivi 1917), Italia Redenta (Rovereto, 1919), Italo Trento Liberato (Prada di Brentonico, 1918), In due casi la sequenza dei nomi assume un tono insolitamente affettuoso: due bambini, senza alcuna relazione tra loro, furono chiamati Primo Vero Amore (foto sopra) e Luigi Primo Vero Amore (foto qui sotto). Fondo storico Faganello

Molto spesso, al momento del battesimo, al nato venivano imposti più nomi; in qualche caso, la successione dei nomi è tale, da portare alla creazione di “giochi di parole” come per esempio Abele Uomo Buono (Centa San Nicolò,1852), Desiderato Benvenuto (Tione, 1846), Italia Libera (Chizzola,

Italianizzazione dei cognomi in epoca fascista Il Regio decreto-legge n. 17 del 10 gennaio 1926 «Istituzione in forma italiana dei cognomi delle famiglie della provincia di Trento» così citava: «Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione, Re d’Italia, sentito il Consiglio dei Ministri... Abbiamo decretato e decretiamo: Art. 1. Le famiglie della provincia di Trento che portano un cognome originario italiano o latino tradotto in altre lingue o deformato con grafia straniera o con l’aggiunta di suffisso straniero, riassumeranno il cognome originario nelle forme originarie».

In Alto Adige, dove la questione si itnersecò con la toponomastica, furono attivissimi il sen. Ettore Tolomei e l’Istituto di studi per l’Alto Adige nel produrre elenchi tipo per la modifica

d’ufficio dei cognomi da riportare alla loro forma italiana. Mentre in Alto Adige l’italianizzazione fu dunque massiccia, in Trentino ne troviamo tracce nei registri dei Nati, ma in forma

sporadica. Nel caso riportato, tratto dal registro parrocchiale di Mattarello con i nati nel 1912, il cognome Schmid viene «mutato» in Fabbri.

Le annotazioni su coloro che emigravano Le pagine dei «Libri di battesimo» conservate dalle parrocchie e consultabili all’Archivio Diocesano non riportano esclusivamente le note ufficiali riguardanti nascita e battesimo. Molto spesso era uso dei parroci annotare accanto al nome la data di morte, eventuali matrimoni e - se ne venivano a conoscenza - qualche notizia relativa all’allontanamento dalla comunità a causa dell’emigrazione. Nel periodo considerato (1815-1923) si può trovare così, annotato vicino ad un nome: Girardi Maria Luigia, nata 8.3.1872 a Seregnano «Coi genitori emigrata al Brasile 25.10.1875». Oppure, alla fine dell’anno 1923 sul libro di Predazzo, l’aggiunta della nascita di due bambini Gabrielli nella lontana città di Brasov in Transilvania (oggi Romania) discendenti di quei predazzani partiti nel 1851. Si può trovare la registrazione collettiva di tre sorelle Ferrari «nate e battezzate in 5 - 2018

America» a Mattarello di Trento nel luglio 1888, probabile frutto di una lettera arrivata dall’America, o dell’ambasciata di qualcuno vicino alla famiglia, così come dev’essere successo per i tre fratelli Marzari, iscritti tutti insieme nel 1909 a Trento, ma nati a Cordoba, in Argentina. Difficilmente poi i cognomi sopravvivevano intatti al travaglio dell’emigrazione. Come il caso dei cognomi Fusinato e Dalsasso ritornati come Fuzinato e Dalsaso. Alle frontiere, nei porti, a Ellis Island, ovunque ci fosse un impiegato che controllava e trascriveva nomi e nazionalità degli emigranti era facilissimo veder storpiare per sempre il proprio cognome. Gli esempi sono tantissimi: il cognome Dalvit, ad esempio, su suolo americano divenne Dalveet. Nella foto, due lapidi di emigrati trentini nel cimitero di Rock Springs (Wyoming - USA)

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NATI IN TRENTINO

Cognomi più diffusi e altre curiosità

Fondo storico Faganello

Sui cognomi moltissime sono le disgrafie e le variantidei quasi 21.000 elencati; di questi 7692 cognomi compaiono una sola volta fra i nati in Trentino, 2681 cognomi sono portati da due persone, 1398 cognomi sono portati da tre persone e 251 cognomi hanno dieci occorrenze; Dal Pez, Danna, Facci, Galas, Galiani, Morandelli, Paina, Passera, Schergna, Selva, Segato, Speccher - tra il 1815 e il 1923 - erano poi cognomi portati, ognuno, da cento persone; Brigadoi era portato da cinquecento persone; Campregher era portato da 999 persone, preceduto da Turra e Gentilini con 1004 occorrenze. Fra le altre curiosità sui cognomi: la lettera D è l’iniziale della maggior parte dei cognomi di NiT, ben 2241, subito dopo c’è la B con 2024 cognomi, la Y è l’iniziale di soli 3 cognomi Yang, Yllichmann, Yocca, ciascuno con una sola occorrenza. E a proposito del cognome Yang, dai libri veniamo a sapere che compare in Primiero con la nascita nel 1923 di un bimbo il cui padre era un cinese di Shanghai e la madre una domestica di Transacqua che si erano sposati a Roma. Il cognome Trenti ha 736 occorrenze, Trentini 2127, Trentin 891, Trentinaglia 320. La maggioranza dei cognomi finisce con la lettera I. Un po’ di cognomi famosi: Barbacovi ha 358 occorrenze, Battisti 3427, Bresadola 328 (di cui 263 a Ortisè – Menas, frazione di Mezzana), Canestrini 469, Chini 1792 (di cui 1147 a Torra, frazione di Taio), Cles 5, Clesio 2, Degasperi 2684, Depero 255, Endrici 518,

4 cognomi più diffusi per unità territoriale: ANNO 1822

Grazioli 181, Kessler 6, Mattioli 165, Melotti 41, Moggioli 105, Negrelli 13, Oss Mazzurana 12

(2 Oss Mazurana), Orsi 210, Pilati 877, Prati 570, Riccabona 14, Rosmini 40, Tambosi 145,

Tartarotti 227, Thun 16 (Thunn 7), Zandonai 660. Non c’è più un Madruzzo.

4 cognomi più diffusi per unità territoriale: ANNO 1922

Il volume è consultabile on line su: www.mondotrentino.net 23

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PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Comune di Altavalle

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Foto di Lorenzo Zancanella

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CALENDARIO 1 maggio C.T. Rivera Livramento (UY-BR): Festa Anniversario C.T. Liegi (BE): gita alla diga di Eupen

15-17 giugno C.T. Piracicaba (BR): 11° Festa del Vino

4 - 6 maggio Encantado (BR): incontro della famiglia Conzatti

18 - 23 giugno C.T. Bento Gonçalves (BR): 3° Festival del cinema di Bento Gonçalves

5 maggio C.T. Piracicaba (BR): 24° cena Trentina C.T: Gasparin (BR): 1° camminata “Villa d’Italia”

20 giugno C.T. Toronto (CA): proiezione del film italiano “Il Premio” con rinfresco nella sede del Circolo

13 maggio C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale

23 giugno C.T. Bento Gonçalves (BR): cena “Pampa pietà” C.T. Toronto (CA): Torneo annuale di golf

14 - 20 maggio C.T. Bento Gonçalves (BR): partecipa alla 4° settimana della cultura e arte italiana 15 maggio A Rovereto, presso la Fondazione Museo Civico, conferenza “Catedra apertas: Villa Regina Italia en Patagonia, el caso de la inmigración trentina” a cura dell’Università Nazionale del Rio Negro e del C.T. di Villa Regina 19 maggio C.T. Bento Gonalves (BR): 5° cena “Polenta&Vin” C.T. Caxias do Sul (BR): “Festival do gnocchi” 24 maggio C.T. Montevideo (UY): inaugurazione del busto a “Cesare Battisti” posizionato nella sede del Circolo 25 maggio C.T. Toronto (CA): cena “Tortei di patate” raccolta fondi per l’Associazione ALS 26 maggio A Joinville (BR): 3 riunione del Gruppo giovani trentini brasiliani della zona centro (PR e SC) 30-31 maggio Viaggio a Genova per visitare il Museo dell’emigrazione “Galata” con la scuola di Vigolo Vattaro 2 giugno C.T. Tres de Maio (BR): 13° Filò urbano “La Festa della famiglia” C.T. Bento Gonçalves (BR): Dia do Vinho 3 giugno C.T. Rodeio (BR): Magnalonga C.T. Centre&Borinage (BE): Italy evenement in Utrecht (NL) 9-10 giugno A Hard (AU): Incontro Trentino “Valsugana Hard” 9-16 giugno C.T. Centre&Borinage (BE): viaggio in Trentino a Andalo

30 giugno - 1 luglio A Spiazzo Rendena (IT): primo raduno internazionale degli arrotini 7-9 luglio Ad Altavalle (Val di Cembra), Festa provinciale dell’emigrazione 8 luglio C.T. Denver –Colorado (USA): incontro mensile 13 luglio C.T. Presidente Getulio (BR): cena italiana C.T. Jaragua do Sul (BR): 28° festa italiana 28 luglio C.T. Taio (BR): Festa del Vino artigianale con la partecipazione della banda “Ragazzi dei monti” 28 - 29 luglio A Melbourne (AUS): incontro dei presidenti dei Circoli Trentini dell’Australia 29 luglio C.T. Toronto (CA): Picnic annuale C.T. Rodeio (BR): Ballo in maschera con la partecipazione del gruppo Folck 2- 13 agosto Visita ai circoli trentini di Stati Uniti e Canada 3-5 agosto A Cleveland (USA): 23° convention Ittona 8 agosto Incontro d’estate dei Circoli Trentini d’Italia e d’Europa 18 agosto C.T. Salete (BR): XXII Festa del Pollo C.T. Seattle (USA): Polenta Picnic 18 – 19 agosto C.T. Piracicaba (BR): Festa dell’Immigrazione 7-9 settembre A New York (USA): incontro giovani trentini

Una simpatica foto scattata durante il «Secondo Incontro Regionale Trentino» a Caxias do Sul (Rio Grande do Sul - Brasile)


Foto di Lorenzo Zancanella


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