Mensile dell'Associazione Trentini nel Mondo - settembre - ottobre 2019

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

9-10/2019

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 62°

Il ventesimo anniversario del Circolo trentino di Santa Rosa La Pampa (Argentina) del ballo 01 è stato festeggiato con una serata all’insegna anche della musica 9/10 - e2019


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti)

Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 4 circoli - 2 delegazione Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga

Romania Romania

Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

61 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it 02

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Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù - 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug - Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 GIOVANI Pagine 4-6 XIV RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO Pagina 8 60 ANNI D’EUROPA Pagina 9 GENTE E FATTI Pagina 10 VISITE IN SEDE Pagina 11 DALL’ITALIA Pagine 12-13 A TU PER TU CON IL SOCIO: IRACEMA MOSER CANI Pagine 14-23 CIRCOLI (Toronto, Alberta, Montreal, Melbourne, Wollongong, Ouro Fino, Rodeio, Santa Rosa La Pampa, Montevideo) Pagina 24 MODULO DI RICHIESTA PER ADERIRE COME SOCIO

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco - A. Sommavilla Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo: tutte le informazioni a pagina 7. A pagina 24 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 9-10/ 2019 Stampato il 13 DICEMBRE 2019 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

UN INTENTO FACILMENTE RAGGIUNGIBILE SE SI FA UN USO INTELLIGENTE DELLA MEMORIA

Facciamo durare tutto l’anno il clima e lo spirito del Natale

L’

«Incontro di Natale» è diverso da qualsiasi altro appuntamento che la Trentini nel Mondo organizza nel corso dell’anno perché il Natale è quel momento speciale dell’anno dove tutti sono più disponibili e premurosi, dove ci si abbraccia con più calore e ci si sorride con più amicizia del solito, ma è anche il momento in cui ci troviamo a svolgere qualche riflessione un po’ meno frettolosa del solito: - non è raro ad esempio soffermarsi a riflettere sul perché questi sentimenti di bontà e altruismo che dovrebbero rappresentare il comportamento abituale nei rapporti tra le persone, sono invece destinati a trasformandosi spesso in astio e risentimento, una volta spente le luminarie natalizie . - non è nemmeno raro poi riflettere sul perché gli uomini incontrano sempre più difficoltà nel condividere un rapporto di pacifica e civile convivenza che invece risulta sempre più inquinata da malignità, sospetti e cattiverie gratuite. - e non è raro ancora, indugiare su cosa sarebbe meglio fare per rimette nel giusto verso il senso comune della vita: una vita che non può considerare normali l’egoismo e il disinteresse e reputare invece come un’eccezione i sentimenti di altruismo e di condivisione. Purtroppo però, quello che dovrebbe costituire un comportamento abituale nei rapporti tra le persone, appare ormai relegato a questo limitato periodo dell’anno e questo dimostra lo scadimento delle relazioni umane contaminate come sono dalle cattive abitudini e dai cattivi esempi che ci vengono quotidianamente propinati. Il vero problema dunque è quello di far durare il clima e lo spirito natalizio per tutto l’anno ! E per farlo ci sarebbe un esercizio facile, gratuito e utile, capace di abbattere le meschinità , le invidie e le cattiverie che ci circondano : si chiama uso intelligente della memoria. Ricordare è indispensabile

soprattutto per non ripetere stupidamente gli errori già tragicamente commessi in passato e che hanno lasciato dietro di se una coda di macerie e di rottami materiali e morali , dai quali poi è difficilissimo liberarsi. Il messaggio di Natale è sempre stato portatore di sogni e di speranza fin dai tempi antichi quando si celebravano le feste del natale solis invicti che poi , con l’avvento del cristianesimo, si sono trasformate nella celebrazione del giorno della nascita di Gesù. Andando con la memoria a quei tempi – a proposito dell’uso della memoria – si può constatare ( magari con un sorriso sulle labbra ) come gli uomini non siano cambiati poi di molto. Anche a quei tempi infatti si trovavano tutti i pretesti per litigare. Per secoli infatti sono andate avanti le dispute teologiche sul giorno esatto della nascita di Cristo tanto che nel secondo secolo, uno dei padri della chiesa come san Tito Flavio Clemente scriveva che gli uomini “non si contentano di sapere in che anno è nato il Signore, ma con curiosità troppo spinta vanno a cercarne anche il giorno”. In effetti se Gesù sia nato il 25 oppure un altro giorno non ha davvero importanza (tant’è vero che la data non compare nemme-

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no nei Vangeli) in quanto quello che ha davvero significato è il senso profondo della sua venuta. Evidentemente gli uomini però sono da sempre incapaci di godere appieno di quello che ricevono e preferiscono difendere ognuno la propria “verità”, a costo di perdere di vista il vero valore delle cose. Per fortuna però non tutti sono così e a questo proposito vorrei chiudere ricordando il senso intimo e profondo del Natale come l’ha espresso lo scrittore e teologo americano Henry Van Dicke a fine ‘800: - siete disposti – dice - a dimenticare quello che avete fatto per gli altri e a ricordare quello che gli altri hanno fatto per voi ? - siete disposti a ignorare quello che il mondo vi deve e a pensare quello che voi dovete al mondo ? - siete disposti ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi e a cercare di guardare dietro i volti per vedere il cuore ? - siete disposti a capire che probabilmente la sola ragione della vostra esistenza non è ciò che voi avrete dalla vita, ma ciò che voi darete alla vita ? - Siete disposti a fare queste cose sia pure per un giorno solo? Allora per voi Natale durerà tutto l’anno.” Buon Natale a tutti. Alberto Tafner 9/10 - 2019


GIOVANI «LETTERA APERTA» DI ALCUNI GIOVANI DEL «GRUPPO TRENTINI IN FRANCIA E BENELUX» SUL TEMA DELLA «NUOVA EMIGRAZIONE»

Via dal Trentino per fame di futuro e per cercare nuove opportunità «Andate pure all’estero, ma poi tornate a Trento»: questo il titolo dell’articolo apparso il 27 ottobre dal quotidiano TRENTINO, con la cronaca della consegna delle lauree avvenuta il giorno prima in Piazza Duomo a Trento. L’articolo è stato letto anche da alcuni giovani trentini che vivono e lavorano in Francia, Belgio e Olanda e

fanno parte del gruppo che si è costituito pochi mesi fa a Lille, a seguito di un incontro promosso dalla Trentini nel mondo in collaborazione con l’Ufficio Emigrazione della Provincia Autonoma di Trento. Si sono sentiti toccati in prima persona dal contenuto dell’articolo e in particolare da un passaggio dell’intervento del vice

presidente della Giunta provinciale, Mario Tonina, che ha affermato «contiamo su di voi per far crescere il Trentino». Consapevoli della loro situazione di «nuovi emigranti» hanno sentito il desiderio di esprimere il loro punto di vista da diretti interessati, con la «lettera aperta» pubblicata su queste pagine.

«Noi siamo già cambiati, e voi?»

«C

© SirioFilm – Pierre Teissot

ontiamo su di voi per far crescere il Trentino»: sono parole che suonano amare, soprattutto quando per crescere come persona e professionista dal Trentino te ne sei dovuto andare. Chi parte dalla nostra regione, indipendentemente dall’età, non lo fa più per fame, come accadeva solo pochi decenni fa. Veniamo da una regione privilegiata, rispetto ad altre in Italia, con servizi di buon livello e una maggiore indipendenza nella gestione delle risorse. Abbiamo un’identità locale molto marcata e una connessione profonda con il territorio che è e resta il nostro punto di forza. Siamo circondati da elementi naturali straordinari nel panorama europeo e possediamo un patrimonio storico e culturale unico, proprio grazie

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al fatto di essere una regione di confine. Sulla carta abbiamo tutto. Eppure ce ne andiamo e sempre più numerosi. Quasi quanto i nostri antenati che se ne andavano per fame. Forse, quindi, si parte ancora per fame, ma una fame diversa da quelle delle generazioni passate. Un desiderio insaziabile di contemporaneità, nuove opportunità, apertura mentale, continua crescita personale e professionale, fame di futuro. Partire, vivere altrove, immergersi in un altro Paese è un’esperienza bellissima, unica e formativa, nonostante i momenti di sconforto, perdita, nostalgia, difficoltà che chiunque parta per l’estero è costretto ad affrontare, per lo più individualmente. Stare lontano da casa aiuta a conoscersi e a conoscere nuove realtà, nuove

culture, vivendo e relazionandosi con le differenze in modo costruttivo, soprattutto in un contesto dove il diverso sei tu. Ognuno può partire e poi re-

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stare per diversi motivi: chi per amore di una persona o del Paese di accoglienza; chi perché ha trovato condizioni lavorative non comparabili con quelle del luogo di origine; chi preferisce pagare le tasse in un Paese che garantisce un’elevata qualità dei servizi e diritti civili ancora non attuati appieno in Italia. Chi per altri motivi ancora. Spesso partire è una necessità in assenza di prospettive migliori sul territorio, che si trasforma in una possibilità reale di lavoro e di vita. Se non torniamo, non è per mancanza di riconoscenza verso il nostro territorio, non è per un freddo calcolo costi/benefici. Quasi sempre è un compromesso, ma è pur sempre una scelta personale e legittima. Ci chiedete di tornare, noi


GIOVANI

L’impegno a conoscere la realtà e le necessità della nuova emigrazione

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e recenti statistiche pubblicate sui quotidiani locali e nazionali testimoniano come la «nuova emigrazione» costituisca ormai una realtà imprescindibile sia sul piano economico che sociale del nostro Paese. La Trentini nel Mondo si occupa ormai da anni di questa situazione che coinvolge non solo i giovani, ma più generazioni che cercano all’estero risposte a esigenze diverse. L’Associazione si è posta l’obiettivo di indagare quali siano le necessità attuali e cervelli in fuga per alcuni, traditori per altri. Per molti di noi sarebbe un sogno lavorare nel proprio Paese e ritornare a casa, la tua vera casa. Poter vedere ogni giorno la propria famiglia, abbracciare i propri genitori senza uno smartphone che faccia da barriera, godere della natura mozzafiato che la nostra terra ci ha donato. Ma a quali condizioni? Il Trentino sembra essersi cristallizzato in una dimensione stagnante, soprattutto nel mondo del lavoro. Spesso ci chiediamo come sarebbe se tornassimo a vivere e lavorare in Trentino, o anche in Italia. Non pretendiamo tappeti rossi o applausi in aeroporto, parliamo di concretezza. Che piani reali avete per noi giovani e per affrontare la disoccupazione giovanile che ci sta facendo affogare? Abbiamo tante domande, e abbiamo anche tutto il diritto di avere risposte. Risposte sincere questa volta, e non slogan. Siamo stufi di questo. Se tornassimo, riusciremmo a trovare un lavoro in linea con le nostre competenze? Non uno qualsiasi. Un lavoro di quelli buoni, come abbiamo magari trovato con fatica all’estero, in cui la meritocrazia fortunatamente esiste. Un lavoro che permetta flessibilità di orari per conciliare la vita lavorativa con la vita privata. Un lavoro che garantisca continua crescita e nuovi stimoli. Un lavoro in cui ci sia uguaglianza di genere e pari opportunità. Un lavoro con una giusta retribuzione,

se sussistono esigenze diverse dall’emigrazione passata, della quale si occupa ormai da oltre 60 anni. Per avere risposte reali e concrete l’Associazione, in collaborazione con l’Ufficio emigrazione della Provincia Autonoma di Trento, a partire dall’anno scorso ha organizzato specifici incontri nei luoghi dove maggiore è il richiamo per la «nuova emigrazione»: Oxford in Gran Bretagna, Barcellona in Spagna e Lille in Francia sono state le sedi di questi incontri e sono

in corso di definizione le date per altri due, che coinvolgeranno i trentini in Germania e nei Paesi Scandinavi. In tutte e tre le occasioni l’Associazione ha ascoltato, raccolto istanze, bisogni ed idee, ha scambiato informazioni e creato occasioni d’incontro, dando infine la possibilità di partecipare ad una rete di reciproco supporto come quello che da anni ormai la Trentini nel Mondo sta sviluppando in tutto il mondo.

«Per quale motivo dovremmo tornare nel luogo che ci ha fatto andare via? Se non torniamo, non è per mancanza di riconoscenza verso il nostro territorio, non è per un freddo calcolo costi/benefici. Il Trentino sembra essersi cristallizzato in una dimensione stagnante, soprattutto nel mondo del lavoro» e non sottopagato, o addirittura non pagato come molti tirocini. Non c’è dignità senza lavoro e non c’è lavoro senza retribuzione. La mancanza di novità ci porta ad andarcene. Com’è possibile che in Trentino (e in Italia in generale) manchino lavori che siano in grado di valorizzare l’interdisciplinarietà di competenze, premiare il talento e soprattutto guardare al futuro? Se tornassimo, quali politiche per le famiglie troveremo? Chi è madre, avrà la possibilità di conciliare carriera e cura della famiglia nei primi anni di vita di un bambino? Mancano investimenti concreti in strutture di sostegno alla maternità, permane una forte

e radicata discriminazione nei confronti delle donne con figli nel mondo lavorativo e conciliare il lavoro con gli impegni familiari è spesso un’impresa ardua. I nidi comunali sono troppo pochi e hanno orari incompatibili con quelli di una donna che lavora a tempo pieno. Per non parlare degli asili privati, con tariffe spropositate. Ma soprattutto, quando si comincerà veramente a parlare di congedo paternità? Nei Paesi nordici è la normalità vedere padri che si occupano dei propri figli mentre la madre lavora. Da noi, invece, ci si meraviglia quando si vede un padre che spinge la carrozzina al parco in piena

«Se tornassimo, riusciremmo a trovare un lavoro in linea con le nostre competenze? Non uno qualsiasi. Uno di quelli buoni, come abbiamo trovato con fatica all’estero, che permetta flessibilità di orari, che garantisca continua crescita e nuovi stimoli e una giusta retribuzione» 3

giornata lavorativa. Perché? Nei Paesi Bassi esiste il «papadag», letteralmente il giorno del papà, ovvero un giorno alla settimana garantito e retribuito ad ogni padre per prendersi cura dei propri figli. Siete pronti ad offrire qualcosa di simile? Perché, se rientriamo, tutto questo e molto altro ancora lo lasceremo alle spalle. Ne vale davvero la pena? Avete un’idea di quanti di noi siano partiti senza tornare? Negli ultimi dieci anni, più di 8.500 giovani della nostra Regione sono emigrati all’estero, con una perdita di più di mezzo miliardo di prodotto interno lordo potenziale, cioè di ricchezza che avremmo potuto produrre e condividere se fossimo rimasti. Tuttavia, si parla di noi sempre e solo riferendosi a numeri. Perché non ci avete mai chiesto i motivi che ci spingono a lasciare una terra meravigliosa come il Trentino? E per quale motivo dovremmo tornare nel luogo che ci ha fatto andare via? Idee ne abbiamo da riportare nel territorio. I ponti però si costruiscono in due. Siete disposti ad ascoltarci e a lavorare insieme a noi per far nascere azioni concrete? Solo dialogando e ascoltando veramente ciò che abbiamo da dire si potrà costruire qualcosa di nuovo e sperare di recuperare voi delle risorse, noi le nostre origini. Noi siamo già cambiati, e voi? Marco Camplani, Elena Corradi Claudia Neri, Ludovica Serafini Gruppo Trentini in Francia e Benelux

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ATTUALITÀ I DATI SUGLI ISCRITTI ALL’«AIRE» E SUGLI ESPATRI DEVONO INDURRE AD UNA ATTENTA RIFLESSIONE SUL FENOMENO

Per la «nuova mobiltà» italiana è arrivato il tempo delle scelte

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ono 5.288.281 gli iscritti all’AIRE al 1° gennaio 2019, con un aumento in 13 anni, dal 2006 al 2019, del 70,2% (erano 3,1 milioni). Quasi la metà degli iscritti all’Aire è originaria del Meridione d’Italia (48,9%, di cui il 32,0% Sud e il 16,9% Isole), il 35,5% proviene dal Nord (il 18,0% dal NordOvest e il 17,5% dal Nord-Est) e il 15,6% dal Centro. Oltre 2,8 milioni (54,3%) risiedono in Europa ed oltre 2,1 milioni (40,2%) in America. Nello specifico, però, sono l’Unione Europea (41,6%) e l’America Centro-Meridionale (32,4%) le due aree continentali maggiormente interessate dalla presenza dei residenti italiani. Le comunità più consistenti si trovano, nell’ordine, in Argentina (quasi 843 mila), in Germania (poco più di 764 mila), in Svizzera (623 mila), in Brasile (447 ), in Francia ((422 mila), ), nel mila), Regno Unito (327 mila) e negli Stati Uniti d’America (272 mila).

Delfina Licata, curatrice del «Rapporto Italiani nel Mondo» della Fondazione Migrantes, presentato a Roma il 25 ottobre scorso, ha affermato che bisogna mettere al centro del discorso, anche politico, «la persona umana» ed avere «memoria del passato» per collegarlo al presente, per poter poi «scegliere non solo da che parte stare, ma anche che tipo di persone vogliamo essere e in che tipo di società vogliamo vivere noi e far vivere le nuove generazioni» volume: «La mobilità italiana. Il tempo delle scelte». Introdotto dal video di Tv2000, realizzato da Giampaolo Marconato e presentato dal direttore della testata Vincenzo Morgante, lo studio è stato realizzato con il

contribuito di circa 70 ricercatori che hanno analizzato la mobilità dall’Italia e nell’Italia partendo dai dati quantitativi (socio-statistici), ma andando anche oltre. L’approfondimento di questa edizione è dedicato infatti

UN’EDIZIONE DELLA MATURITÀ

Sono solo alcuni dei dati illustrati il 25 ottobre a Roma in occasione della presentazione della XIV edizione del «Rapporto Italiani nel Mondo» della Fondazione Migrantes, che si è tenuta presso l’Auditorium Bachelet del Church Palace. Ad illustrare i dati la curatrice del Rapporto Delfina Licata insieme al presidente delle Acli, Roberto Rossini. In sala il direttore generale della Farnesina Luigi Maria Vignali, i parlamentari eletti all’estero Raffaele Fantetti e Massimo Ungaro e tanti volti noti del Cgie e dell’associazionismo italiano nel mondo. Una edizione «della maturità» questa del Rapporto 2019, come è stata definita oggi da Licata e come si coglie sin dal titolo del

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alla percezione delle comunità italiane nel mondo: «Quando brutti, sporchi e cattivi erano gli italiani: dai pregiudizi all’amore per il made in Italy»è il titolo dello «Speciale 2019», che invita a riflettere sulla percezione e sulla conseguente creazione di stereotipi e pregiudizi rispetto al migrante, italiano all’estero ieri e straniero in Italia oggi. IL FENOMENO È EPOCALE

Lo stretto legame tra le due facce della migrazione è stato oggi evidenziato da tutti gli interventi, a partire dalle voci della Chiesa, ovvero il presidente della Migrantes monsignor Guerino Di Tora e il segretario generale della Cei monsignor Stefano Russo, ma anche delle istituzioni, con l’intervento del ministro per il Sud e la Coesione Sociale,, Giuseppe Provenzano, ed il video messaggio del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. «Il fenomeno migratorio è epocale e riguarda il mondo intero», ha osservato monsignor Di Tora. «La mobilità è globale e gli italiani ne fanno parte da protagonisti». Nel nostro Paese non si è «mai smesso di emigrare», ha precisato Di Tora, piuttosto sono mutati i soggetti dell’emigrazione: oggi più giovani, ma non solo, perchè a partire ci sono anche i pensionati o i «nonni ricongiunti». Questa realtà fotografa il rapporto, ma non si tratta solo di dati, ha spiegato il presidente della Fondazione Migrantes. «Ci sono volti e storie incontrati in giro per il mondo e che ci dicono che è possibile abbattere ogni barriera,


ATTUALITÀ

stare insieme oltre le differenze e realizzare qualcosa di bello e costruttivo». Lo ha detto anche il Papa: «non mi piace parlare di migranti, preferisco parlare di persone migranti», dando così «dignità al racconto di un cammino». A sottolinearlo, prendendo la parola, monsignor Stefano Russo, che pure ha parlato di «accoglienza», «rispetto delle differenze»e «comunione fra i popoli». Il dibattito, moderato dal giornalista Paolo Pagliaro, è proseguito con l’intervento del ministro Provenzano, attivo ricercatore presso la Svimez prima dell’impegno in politica e per questo ben consapevole del valore «prezioso»di un Rapporto che, in tempi in cui si parla «solo di invasione», spesso utilizzando il «linguaggio dell’odio», l’opinione pubblica si è invece dimenticata della vera «emergenza»di questo Paese: l’emigrazione come «unica via di mobilità sociale».

fuggono», che si tratti di talenti o meno. Certo è che spesso è la fascia più istruita della popolazione ad emigrare con un costo sociale pari a 30 miliardi solo al Sud. L’emigrazione è «sempre più precoce», ha continuato il ministro, perché i giovani vanno alla ricerca di lavori che rispondano alle loro competenze e per realizzare «legittime aspirazioni». Bando alla retorica, il problema non è allora che i giovani se ne vadano, ma «la mancanza di circolarità»; il problema è che si va via «non per libera scelta ma per neces-

sità», ha denunciato il ministro. «La mobilità è il canto di Ulisse, ma oggi si combina con quelle fratture sociali che abbiamo bisogno di ricucire». L’Italia vive un «inverno demografico»- siamo il Paese con la più bassa natalità al mondo – e «i disequilibri sociali attraversano tutta la dorsale appenninica, da nord a sud», colpendo le «periferie urbane»anche delle Regioni più ricche. Lo si legge anche nel Rapporto della Migrantes. Nel 2018 sono espatr triati 128.583 italiani (su tr espatriati un totale di 242.353 iscritti all’AIRE), prevalentemente giovani tra i 18 e 34 anni (40,6%) e giovani adulti tra i 35 e 49 anni (24,3%). Il 71,2 ha scelto l’Europa e il 21,5%

NEL 2018 SONO ESPATRIATI 128.583 ITALIANI

«L’unica possibilità per migliorare la propria vita è andarsene»e non sono solo i «cervelli in fuga» a partire. «Sono le persone che

Delfina Licata

le Americhe (il 14,2% l’America Latina), per un totale di 195 destinazioni in tutti i continenti. Il Regno Unito, con oltre 20 mila iscrizioni, risulta essere la prima meta scelta nell’ultimo anno (+11,1% rispetto all’anno precedente), al secondo posto, con 18.385 connazionali, vi è la Germania, a seguire la Francia (14.016), il Brasile (11.663), la Svizzera (10.265) e la Spagna (7.529). Quasi la metà degli italiani iscritti all’Aire è originaria del Meridione d’Italia (48,9% di cui il 32% dal Sud e il 16,9 dalle isole), il 35,5% dal Nord Italia e il 15,6% dal Centro. Se però si guarda alle partenze nel solo 2018 si può notare che, con 22.803 partenze, il solido «primato»è quello della Lombardia, seguita dal Veneto (13.329), dalla Sicilia (12.127), dal Lazio (10.171) e dal Piemonte (9.702). Le partenze nell’ultimo anno hanno riguardato 107 province italiane: le prime dieci, in ordine, sono Roma, Milano, Napoli, Treviso, Brescia, Palermo, Vicenza, Catania, Bergamo e Cosenza, a dimostrazione di quella trasversalità di cui ha parlato Provenzano.  CONTINUA A PAG. 6

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ATTUALITÀ

Mons. Guerino Di Tora

Mons. Stefano Russo

Giuseppe Provenzano

Roberto Rossini

È arrivato il tempo delle scelte  CONTINUA DA PAG. 5 «Dobbiamo fare i conti con chi bussa alla nostra porta, mentre c’è chi quella porta la apre per andarsene»: è questo il tema che «la politica deve mettere a fuoco», puntando, ha aggiunto il ministro, su politiche di assistenza alla famiglia come gli asili nido e l’assegno unico, ma anche su «politiche di sviluppo»che garantiscano «servizi e investimenti»laddove «il mercato e la logica del profitto non arrivano». Da questa «sfida», secondo il ministro Provenzano, «la generazione che emigra non è esclusa». Può parteciparvi sia mettendo «in rete»le «rimesse di know how e competenze»- il denaro no, perché oggi sono piuttosto le famiglie a sostenere economicamente i propri figli all’estero – sia puntando sul «ruolo straordinario delle comunità italiane nel mondo». POLITICHE PIÙ ATTENTE ALLE PERSONE

Anche l’Europa ha bisogno di nuove politiche che accompagnino gli Stati membri nelle scelte di accoglienza e integrazione legate alla mobilità, dimostrandosi «più attenta alle persone»e fornendo «condizioni favorevoli»per realizzare «insediamenti solidali», ha affermato David Sassoli nel suo contributo video alla presentazione. D’altro canto oltre la metà della totalità di iscritti all’Aire – parliamo di 2,8 milioni di italiani, pari al 54,3% - risiede in Europa e nello specifico il 41,6% si trova nell’Unione Europea, che 9/10 - 2019

all’estero hanno più alte possibilità di avere pari trattamento anche in termini economici. Queste condizioni spingono intere famiglie ad emigrare. Spesso si tratta di «famiglie non tradizionali», cioè non sposate ma con figli: i minori sono il 20,2% degli oltre 128mila registrati all’Aire nel 2018, ovvero quasi 26mila. Oltre la metà di loro ha meno di dieci anni. Solo il 15% di questi giovani (coppie e single) ha espresso il desiderio di tornare in Italia, perché la condizione di vita che trovano all’estero per sé e per i propri figli è migliore. DEVE ESSERE UNA SCELTA E NON UNA NECESSITÀ

All’estero è più facile che i ragazzi abbiano non solo un lavoro coerente con i loro studi, ma una «progressione di carriera». Ciò vale anche per le donne, che all’estero hanno più alte possibilità di pari trattamento anche in termini economici rappresenta l’area continentale maggiormente interessata dalla presenza di connazionali. Delfina Licata ha parlato di «mobilità strutturale», poiché «ogni anno perdiamo un corposo numero di cittadini nel pieno della loro vitalità umana e professionale». Si tratta di «capacità e competenze che, invece di essere impegnate al progresso e all’innovazione dell’Italia, vengono disperse a favore di altre realtà nazionali, che, più lungimiranti del nostro Paese, le attirano a sé, investono su di esse e le trasformano in protagoniste dei processi

di crescita e sviluppo». A dimostrazione di ciò ha citato alcuni dati il presidente delle Acli Rossini. In una ricerca che ha messo a confronto «stayers»e «movers»laureati, è emerso che il grado di soddisfazione tra chi resta è decisamente più basso (23%) rispetto a quello rilevato fra chi se n’è andato (49%) e si è giocato la carta del proprio titolo di studio in un altro Paese. Questo perché all’estero è più facile che i ragazzi abbiano non solo un lavoro coerente con i loro studi, ma una «progressione di carriera». Ciò vale anche per le donne, che

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Continua così la dispersione del grande patrimonio umano giovanile italiano e torna la questione che il Rapporto mette in luce ormai da diversi anni. «La migrazione deve essere una scelta e non una necessità», ha ribadito Delfina Licata, che alla politica ha rivolto l’appello suo e dei colleghi ricercatori: «vogliamo cominciare a parlare di ritorni, non solo di costi, ma anche di ricavi e di valore aggiunto dei percorsi di mobilità». Per far questo però bisogna mettere al centro del discorso, anche politico, «la persona umana»ed avere «memoria del passato»per collegarlo al presente per fare le nostre scelte. «Scegliere non solo da che parte stare, ma anche che tipo di persone vogliamo essere e in che tipo di società vogliamo vivere noi e far vivere i nostri figli, le nuove generazioni». (r.aronica\aise)


60 ANNI D’EUROPA

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60 ANNI D’EUROPA DIVERSITÀ E DIFFERENZE DEVONO DIVENTARE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA CULTURALE, CIVILE, POLITICA ED ECONOMICA

L’Euregio potrà avere un futuro se la popolazione l’apprezzerà

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on il mese di ottobre, è iniziata la presidenza del GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale) Euregio da parte del Capitano del Tirolo Günter Platter che rimarrà in carica per due anni. L’attività del GECT ha preso avvio nel 2011 dopo la sua costituzione formale avvenuta con la sottoscrizione dell’atto notarile a Castel Thun il 14 giugno da parte dei presidenti dei tre Länder. L’attività di questo strumento, previsto dalla legislazione europea per favorire la cooperazione transfrontaliera, sembra non venire ancora percepita dai cittadini perché non è riscontrabile alcun impatto concreto nella loro vita quotidiana. Non ho cifre da esibire, ma il riscontro che mi capita di avere con tante persone, mi conferma questa sensazione. Del resto, nel 2015, in occasione del ventennale di costituzione della sede comune di rappresentanza a Bruxelles, un sondaggio del TG regionale aveva rilevato una pressoché totale ignoranza di questa istituzione da parte delle persone intervistate. Le cause? Sicuramente una scarsa e poco convinta informazione da parte dei media, cui non è stata capace di supplire la retorica con la quale si è pavoneggiato il ceto politico provinciale in questi anni. Certo, non sono mancati i convegni, i dibattiti nei quali si è parlato di Euregio, della sua declinazione con temi dell’autonomia, della regione e dell’Europa. Ma sempre ad un livello riservato agli specialisti, agli appassionati e ai curiosi, caratteristiche, queste ultime due, sempre più rare nel tempo nel quale sembra prevalere il disinteresse e la rassegnazione di tante persone. Così è successo anche in occasione del recente incontro con Dellai e Durnwalder al Castello del Buonconsiglio nell’ambito dell’Uman festival organizzato da un gruppo di studenti universitari. Scambi di battute fra i due ex presidenti sul tema dell’autonomia e sull’indispensabilità dell’Euregio, analisi raffinate di Dellai, un approccio pragmatico e talvolta 9/10 - 2019

Il programma di lavoro per il biennio 2020-2021 del GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale) al quale aderiscono Trentino, Alto Adige-Südtirol e Tirolo, prevede cinquantuno progetti finalizzati, per la gran parte, alla tutela del clima e alla mobilità

NELLA FOTO: l’assemblea del Gect riunita a Bolzano nel 2013 per il varo del bilancio di previsione e il programma operativo di quell’anno. (Archivio Ufficio Stampa del Consiglio della Provincia Autonoma di Trento)

«sanguigno» di Durnwalder, molto poco o nulla sugli otto anni di esperienza GECT-Euregio. Ho trovato invece molto interessanti due interventi di Lorenzo Dellai sul quotidiano l’Adige: il primo del 23 ottobre, il secondo del 27 novembre scorsi. Due articoli dove si coglie l’intreccio originale tra Euregio ed autonomia, collaborazione innovativa fra tre territori confinanti con storie diverse e memorie comuni, esercizio e laboratorio di identità plurime, prefigurazione di un’Europa capace di sconfiggere e di andare oltre i nazionalismi identitari. Concordo con Dellai che «autonomia è storia di una umanità originaria, di montagna, di confine e di minoranza». Un’autonomia che nel contesto privilegiato dell’Euregio può diventare «laboratorio di pensiero e di esperienza sociale ed istituzionale che produce anticorpi contro le derive di questo tempo». Nel dibattito al Castello del Buonconsiglio il tema regione è stato appena sfiorato come se si temesse di venire scottati, regione come cornice utile non si sa bene a che cosa perché Durnwalder non è andato oltre. Molto chiaro è stato invece Dellai nel suo intervento del 23

ottobre. «Non la vecchia regione, ma un’Euroregione binazionale, plurilinguistica e multiculturale, oltre l’attuale GECT, nella prospettiva di un nuovo equilibrio fra Stati nazionali, Europa e comunità autonome territoriali». Una prospettiva formidabile, questa, delineata dall’ex governatore del Trentino che stimola a volare alto, a nutrire ambizioni proiettate in un orizzonte lungo, ad andare oltre il piccolo cabotaggio quotidiano e una visione meramente amministrativa e rivendicativa dell’autonomia. Una prospettiva che richiede convinzione, tenacia, capacità progettuale. Un’utopia realizzabile se l’attuale Euregio riuscirà ad entrare, finalmente, nella considerazione e nelle attese dei cittadini, nel loro quotidiano, con realizzazioni concrete di cui tutti possono beneficiare. Il programma di lavoro delineato dal presidente Platter per il biennio 2020-2021 presenta 51 progetti, forse troppi, finalizzati, per la gran parte, alla tutela del clima e alla mobilità. In tema di mobilità è previsto un biglietto comune per i tre territori, l’attivazione di un ulteriore collegamento Fortezza-Lienz e, sull’asse del Brennero, la possibilità di utilizzare nuovi vettori che potranno

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viaggiare sia sulle reti ferroviarie austriache che italiane. Sono previste ulteriori iniziative in tema di mobilità e, fra queste, l’ampliamento della rete di piste ciclabili a livello interregionale e la riduzione del grande traffico su gomma lungo l’asse del Brennero. Ottime cose se verranno realizzate, ma la domanda è: sulla mobilità non si poteva intervenire prima? Treni Euregio interregionali con biglietto unico e, se del caso, abbonamenti unici, per non parlare di piste ciclabili, sono iniziative che potevano essere realizzate a partire dal 2011, senza particolari difficoltà e costi. È con queste iniziative concrete che l’Euroregione può essere compresa ed apprezzata dalla popolazione dei suoi territori ed è a partire da queste realizzazioni, ce ne sono tante altre che potevano e possono essere concretizzate, che è possibile, a mio avviso, allungare gli orizzonti di senso e di futuro di questa istituzione; una nuova heimat capace di accogliere diversità e differenze per farne opportunità di crescita culturale, civile, politica ed economica per tutti. Utopia, sogni? Vale la pena di provarci. Vittorino Rodaro 4 dicembre 2019


GENTE E FATTI

Feste speciali al Circolo di Buenos Aires per i compleanni di Luciano e Gabriela

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egli ultimi mesi, il Circolo Trentino di Buenos Aires ha festeggiato il 90º e l’80º compleanno di due soci e cari amici di questa istituzione: Luciano Andreolli e Gabriela Anzelini. Luciano Andreolli, nato Gazzadina il 16 settembre 1929 ed emigrato in Argentina nel dicembre 1948, è stato per tanti anni membro del consiglio direttivo del Circolo ed ha ricoperto anche la carica di Presidente della Federazione dei Circoli Trentini dell’Argentina. In occasione del suo novantesimo compleanno, la moglie Eveline e tutta la famiglia Andreolli hanno organizzato una festa a sorpresa, che si è tenuta presso la sede del Circolo Trentino domenica 22 settembre. C’erano la sorella, i figli e i nipoti, insieme ai suoi cari amici del Circolo Trentino e del suo quartiere di El Palomar, in provincia di Buenos Aires. Il Trentino si è fatto presente con una lettera molto speciale della Trentini nel Mondo, una simpatica “finta” copertina del mensile dell’associazione e un video-messaggio di Antonella Giordani e Martina Saltori, a nome dell’Ufficio Emigrazione. Al telefono lo hanno anche salutato un grande amico trentino, Stefano Brichetti, ex direttore dell’Ufficio

Emigrazione, e dalla Germania il suo figlio residente a Karlsruhe, il quale avrebbe ritrovato poche settimane dopo, quando insieme alla moglie Eveline, Luciano ha fatto un viaggio in Europa per visitare familiari e amici. E il 16 ottobre hanno fatto visita alla Trentini nel mondo, dove sono stati accolti dal presidente, Alberto Tafner. Per Gabriela Anzelini, invece, la giornata speciale è stata quella dell’8 novembre, data del suo ottantesimo compleanno. Nata a

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Buenos Aires nel 1939, figlia di due emigrati nonesi - Giovanni e Maria - Gabriela ha partecipato alle attività del Circolo Trentino sin da bambina, è stata per otto anni Presidente (2008-2016) e ricopre tuttora il ruolo di consigliere nel direttivo dell’istituzione. Fa anche parte del gruppo corale ed è una delle magnifiche cuoche che ogni mese preparano le specialità della cucina trentina per accogliere soci e amici negli ormai famosi pranzi del Circolo Trentino di Buenos Aires. Domenica 10 novembre, i figli di Gabriela, Mariano e Santiago, hanno organizzato, a sua insaputa, un pranzo sorpresa con familiari e amici presso la sede del Circolo. A dire la verità, siccome la seconda domenica del mese si tiene il consueto pranzo tipico, Gabriela aveva aiutato anche a preparare il gulasch e non si aspettava l’arrivo di figli, nuora, nipoti e nipotini, molti dei quali hanno conosciuto per la prima volta la sede del Circolo. È stata una domenica piena di emozioni e non è mancata la torta né il brindisi. Luciano e Gabriela sono per tutti i trentini di Buenos Aires due grandi punti di riferimento e di ispirazione. Tantissimi auguri!!! E salute amici!!!

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VISITE IN SEDE

Stephanie Auman e Kevin

Joe e Rosanne Chemotti Joe Chemotti, del Circolo trentino di Solvay (Stati Uniti), ha fatto visita all’Associazione il 7 ottobre, insieme con la sorella, Rosanne Canestrare. Le loro radici trentine sono a Bolbeno e Zuclo

Stephanie Auman, del Circolo trentino di New York (Stati Uniti), in Italia con l’amico Kevin Romero per partecipare ad un battesimo, ha fatto tappa presso l’Associazione il 7 novembre.

Edi e Monica da Garibaldi

Emma Conzatti

Arrivata dal Messico in Trentino per partecipare all’«Incontro delle famiglie Conzatti - Gonzatti», che si è svolto a Patone di Isera dal 15 al 20 ottobre 2019, Emma Conzatti ne ha approfittato per visitare la sede della Trentini nel mondo.

Il benvenuto di Rosanna e Giada (rispettivamente a sinistra e a destra nella foto) a Monica De Antoni Farias (seconda da destra) presidente del Circolo trentino di Garibaldi (Rio Grande do Sul Brasile) ed a Edi Debenetti Mattuella (seconda da sinistra).

Silvana Sommadossi Per Silvana Sommadossi, ingegnere di Neuquen (Argentina), il motivo del viaggio in Trentino è stato il «Primo raduno delle Famiglie Sommadossi», organizzato a Ranzo il 14 settembre di quest’anno. Nella foto è con il vicepresidente, Armando Maistri.

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Luca Dorigatti Luca Dorigatti (al centro nella foto), Coordinatore dei Circoli trentini degli Stati Uniti (zona centro-ovest), non ha mancato di passare a salutare lo staff della Trentini nel mondo, in occasione di un suo recente viaggio in Trentino.


DALL’ITALIA CIRCA SETTECENTO TRENTINI HANNO PARTECIPATO ALLA SUA INAUGURAZIONE E ALL’UDIENZA PRIVATA CON PAPA FRANCESCO

Il presepio allestito in Piazza San Pietro è un dono della comunità di Scurelle «R

ivolgo un incoraggiamento alle vostre popolazioni che un anno fa hanno subito una tremenda calamità naturale con la tempesta Vaia. Questi sono segnali di allarme del Creato, che ci invitano ad assumere subito decisioni efficaci per difendere la nostra casa comune. Il presepe e l’albero che ci avete donato per questo Santo Natale saranno ammirati nei prossimi giorni dai cittadini di tutto il mondo, per laloro bellezza ma soprattutto per la forza del loro messaggio. Il presepe, che contiene elementi architettonici propri del Trentino, ed tronchi di legno posti lungo il percorso di accesso, sottolineano la precarietà nella quale si trovò la Sacra Famiglia nella notte di Betlemme. Questi simboli universali, che ho ricordato nella mia Lettera sul valore del presepe, ci richiamano al nostro dovere di essere solidali, e di donarci gli uni agli altri. Il Papa vi è grato per quanto avete recato in dono». Questi alcuni passaggi del discorso pronunciato da Papa Francesco il 5 dicembrte in Sala Nervi, accogliendo in udienza privata i circa 700 trentini giunti a Roma, assieme a molte autorità, fra cui il presidente della Provincia

Maurizio Fugatti e l’arcivescovo di Trento monsignor Lauro Tisi, per l’inaugurazione del presepio donato dalla comunità di Scurelle, che rimarrà in piazza San Pietro fino al 12 gennaio, all’ombra dell’albero che quest’anno arriva dall’Altopiano di Asiago.. Dopo l’albero di Natale donato al Vaticano dalla val Campelle nel 2016, quindi, di nuovo la Valsugana e in particolare la comunità di Scurelle è protagonista delle festività natalizie a Roma, nel cuore della cristianità, con il presepio allestito dal Comune, dal Comitato Amici del Presepio, e da almeno una settantina

di volontari che hanno dato il loro contributo all’iniziativa. Un presepio bellissimo, che occupa uno spazio di quasi 200 metri quadrati, trasportato dal Trentino a Roma con tre autoarticolati assieme a una ventina di Vigili del Fuoco, e poi riassemblato dai volontari del Comitato, presieduto dall’instancabile Ivo Tomaselli, con l’aiuto dell’architetto Lanfranco Fietta. Un presepio con 23 statue in legno a grandezza naturale, i cui volto sono stati scolpiti dall’artigiano Felix Deflorian, con il prezioso aiuto dei figli Tiziano e Maria Rosa, e due case in legno, la

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stalla della Natività e una caséra. Molte statue sono nuove rispetto a quelle che da 20 anni - da tanto dura l’impegno degli Amici del Presepio - vengono allestite in paese, pensato apposta per Papa Francesco, e che contiene anche il legno degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia lo scorso anno. Molto toccante quindi la cerimonia di accensione delle luci del presepio e dell’albero, officiata dal cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Dopo gli interventi di monsignor Tisi e del presidente Fugatti ha preso la parola fra gli altri il sindaco di Scurelle, che ha ricordato come «in questo presepio abbiamo trasfuso le tecniche e i materiali delle nostre montagne ma abbiamo anche proposto un piccolo spaccato della vita delle nsotre valli, in un passato non lontano. per questo la presenza di pastori, boscaioli, e di donne intente alle attività che la società dell’epoca richiedeva loro. Era una società povera, se vista con gli occhi dell’oggi. Ma anche una società ricca di valiri, come la solidarietà e il volontariato. Valori che vivono ancora oggi». Testo e foto Uff. Stampa PAT

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A TU PER TU C

Iracema Moser: i trentini nel mon

«S

Una donna orgogliosa delle proprie radici e una vera e propria istituzione: questa è Iracema Moser Cani, classe 1937, diventata negli anni un pilastro e un punto di riferimento per la Trentini nel mondo in Brasile. Nelle sue parole ritroviano storia, impegno ed emozioni

ono nata a Rodeio, in Brasile, nello Stato di Santa Catarina. Mio nonno, Antonio Moser, emigrò nel 1875 da Miola di Pinè, mentre la mia nonna era nata a Mattarello. Partirono con pochissimi bagagli e un insieme di sentimenti contrastanti nei loro cuori: dolore per il distacco dalla loro terra, incertezza per quello che avrebbero trovato dall’altra parte del mondo, ma anche fede e speranza nel futuro. Il primo impatto non fu semplice: gli indios, la foresta, la difficoltà di prendere confidenza con l’ambiente e costruire delle abitazioni, ma la voglia di impegnarsi e di riuscire ha avuto la meglio sulle difficoltà. I discendenti dei nonni sono nati tutti qui, ma non hanno mai smesso di sentirsi trentini, anzi, più precisamente “Pinaitri”». IL SUO NOME È UN ANAGRAMMA

I suoi genitori, Marcello e Carolina, che le hanno dato un nome che è l’anagramma di «America», ebbero dodici figli. «Oggi sembra un numero spropositato ma all’epoca era normale. Mettere al mondo molti figli significava avere più aiuto per lavorare la terra e provvedere al sostentamento della famiglia. A me è stato concesso un grande privilegio: sono stata l’unica a poter studiare. Ho frequentato le scuole in lingua portoghese, perché nel 1942 il governo dello Stato aveva imposto l’obbligo dell’assimilazione per gli immigrati, e questo comportava anche l’istruzione in lingua portoghese,

per poterci rendere “brasiliani” a tutti gli effetti». Iracema completa il ciclo di istruzione superiore e si iscrive all’università, scegliendo il corso di lettere e filosofia, che concluderà conseguendo la laurea in lettere e filosofia, alla quale faranno seguito ventisei anni dedicati all’insegnamento, soprattutto della lingua portoghese. Ma nella vita di Iracema c’è stato spazio anche per la famiglia. “Mi sono sposata nel 1967 e ho avuto due figlie femmine: Glaucia, nata nel 1967; e Deborah, nata nel 1970, che mi hanno dato ben tre nipotini: Barbara, di 16 anni; Bernardo, di 14; e Leonardo di 12. Quella di dar loro dei nomi italiani è stata una scelta

ben precisa, fatta in onore delle nostre origini. Finì l’università mentre ero incinta di Deborah. Ogni giorno, con il mio pancione, percorrevo con i mezzi circa 50 chilometri per raggiungere l’università che si trovava lontana da Rodeio. Sono stati anni di sacrifici ma la laurea, raggiunta nel 1976, mi ha ripagato con una grande soddisfazione”. È il 1975. La vita di Iracema si divide tra studio, insegnamento e famiglia, ma succede qualcosa che inaspettatamente la sorprende, aprendole gli occhi su considerazioni che fino a quel momento aveva approcciato solo in maniera marginale. NEL 1975 L’INCONTRO CON L’ASSOCIAZIONE

“In quell’anno giunse a Rodeio una delegazione della Provincia Autonoma di Trento e della Trentini nel mondo, all’epoca sotto la presidenza di Bruno Fronza. Avevano scelto di visitare l’area di Rodeio e Rio dos Cedros perché si erano rivelati i luoghi con la maggior presenza di immigrati trentini rispetto a quelli provenienti da altre zone d’Italia. Fu il mio primo contatto

«In Trentino sono stata travolta da un mare di emozioni: lo stupore di trovarmi in un posto così meraviglioso, il pensiero dei nonni, che avevano respirato quella stessa aria prima di emigrare» 9/10 - 2019

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con l’associazione e la mia prima vera presa di coscienza sulle mie origini. Nel corso dell’incontro con la nostra comunità, Bruno Fronza ci disse una frase che si scolpì nel mio cuore: “Voi siete trentini!”. Da quel momento qualcosa iniziò a muoversi dentro di me, a desiderare di conoscere più a fondo le mie origini, di saperne di più e tenere vive cultura e tradizioni della terra dei nonni”. Per Iracema inizia così una nuova avventura alla quale dedica tutto il suo entusiasmo. Comincia con il fondare un primo gruppo di canto e di conversazione in dialetto trentino, per poi passare anche al teatro. “Si è trattato di un’opera di diffusione della trentinità, dei nostri valori, della nostra cultura, della nostra storia, che potesse essere prima di tutto una fonte di arricchimento per noi, ma anche un esempio per le altre comunità emigrate. Il direttore della Trentini nel mondo, Rino Zandonai,


CON IL SOCIO

ndo sono per me fratelli e sorelle Nel mese di giugno di quest’anno la Trentini nel mondo «con stima e gratitudine» le ha conferito la qualifica di «socia benemerita»

è stato preziosissimo nel farmi comprendere l’importanza di essere legati ad un’associazione come la Trentini nel mondo, con la quale ho deciso immediatamente di collaborare attivamente ad una serie di progetti come congressi e seminari dedicati a tutte le comunità trentine del Brasile”. È stata tra i fondatori del Circolo trentino di Rodeio, nel 1975, e prima presidente fino al 1979, carica che ha poi ricoperto dal 1980 al 1983. L’impegno di Iracema si è concretizzato poi anche con l’assunzione di nuove, grandi, responsabilità. Per dodici anni, e tre legislature consecutive a partire dal 1989, ricopre la carica di rappresentante delle comunità trentine di tutto il Brasile e con-

sultrice per la Provincia Autonoma di Trento, mentre dal 2000 al 2018 è coordinatrice generale dei Circoli trentini del Brasile e presidente dei rispettivi coordinatori. È TORNATA IN TRENTINO TREDICI VOLTE

Iracema ha sorvolato l’oceano per raggiungere il Trentino ben tredici volte, ma come spesso accade, è la prima quella che ricorda con più emozione. “Era il 1980. Assieme ad un altro gruppo di discendenti trentini abbiamo deciso di andare a vedere come fosse quella terra che fino ad allora avevamo solo immaginato. Sono stata travolta da un mare di emozioni: lo stupore di trovarmi in un posto così diverso

e meraviglioso, la commozione, il pensiero dei nonni, che avevano respirato quella stessa aria prima di essere costretti ad emigrare. Ricordo che io e il mio gruppo venivamo scambiati per trentini autoctoni e questo ci riempiva di orgoglio. È stata un’esperienza incredibile e indimenticabile” Il lavoro di Iracema non è certo passato in sordina. Un importante riconoscimento c’è stato nel 1993, con l’attribuzione del titolo di «Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana» : l’insegna e la pergamena, firmata da Oscar Luigi Scalfaro e Carlo Azeglio Ciampi, al tempo rispettivamente Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio dei Ministri, le furono consegnate tramite il Consolato Italiano di Curitiba. «È stata una sorpresa - ricorda Iracema - proprio non me l’aspettavo: la segnalazione per l’assegnazione dell’onorificenza era stata fatta a mia insaputa dall’allora presidente dell’Associazione, Bruno Fronza, e da Camillo Stedile, che era consigliere» Nel giugno di quest’anno poi, in occasione di un incontro dei Circoli trentini del Rio Grande do Sul svoltosi nella città di Garibaldi, in base all’articolo 3 dello statuto dell’Associazione le è stata conferita la qualifica di «socia benemerita» della Trentini nel mondo, con la seguente motivazione: «con stima e gratitudine per aver creduto nell’Associazione, per averla affiancata in

molti momenti significativi e per essere sempre stata un’esemplare testimone dello spirito e dei valori che la guidano». «È stata un’emozione fortissima. Non ho parole per spiegare quello che la Trentini nel mondo abbia rappresentato e rappresenti ancora oggi per me. L’associazione ha fatto sì che tutti i discendenti e le nuove generazioni capissero l’importanza dei Circoli, il valore dell’unione, della condivisione di cultura e tradizioni che grazie alla continua opera di trasmissione non andranno mai persi. La mia vicinanza all’Associazione è forte nonostante la distanza geografica, sono orgogliosa e grata di poter fare parte di questa grande famiglia, perché io gli altri soci e tutti i trentini nel mondo li considero proprio così: come fratelli e sorelle». Alice Sommavilla

NELLE FOTO (in senso antiorario): Iracema (seconda da sinistra, seduta) circondata da figli, nipoti ed altri componenti della sua famiglia. Al suo fianco il fratello Enrico Dionisio (che oggi ha 90 anni) e la sorella Miriam (che vive nello stato di Minas Gerais ed è stata la fondatrice del Circolo trentino di Belo Horizonte); Iracema durante un intervento per le celebrazioni dei 140 anni di emigrazione in Brasile; la consegna dell’attestato di «socio benemerito» della Trentini nel mondo;con le figlie Glaucia e Deborah; con i nipoti Bernardo, Leonardo e Barbara.

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CIRCOLI IL BOLLETTINO TRIMESTRALE SI APRE COME DI CONSUETO CON IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE, DAVID CORAZZA,

Un altro numero di «Notizie dalla Baita» con informazioni sul Circolo di Toronto È

arrivato puntuale alla redazione anche stavolta, direttamente da Toronto, il bollettino trimestrale «Notizie dalla baita», a cura del Circolo trentino, che si apre come di consueto con un messaggio del suo presidente, David Corazza: «L’estate se n’è andata e spero sia trascorsa piacevolmente per tutti. L’arrivo di settembre ci porta non solo l’inizio del nuovo anno scolastico, ma anche l’impegno di preparare vino e salsicce fatti in casa. Purtroppo non ci saranno appuntamenti presso la sede del Circolo fino al 2020, a causa del maggior tempo richiesto dai lavori di rinnovamento della struttura. Le prossime attività in programma si svolgeranno quindi presso Casa Ricca, che può accogliere fino a 140 persone». Il Circolo ha esperesso le sue congratulazioni a Natalia e Franco Prevedel, che hanno raggiunto il traguardo dei 50 anni di matrimonio, celebrato nel 1969 presso la chiesa di St. Norbert a Toronto, e oggi festeggiato dai figli e dai loro quattro nipotini Francesco, Alexia, Luca e Jacob. Sono invece 60 gli anni trascorsi insieme da Alice e Benito Corazza, anche loro festeggiati con affetto dai familiari e dai tre nipoti Michael, Stefanie e Matthew (foto in basso qui a fianco). I membri del circolo si uniscono nell’augurare ad entrambe le coppie ancora tanti anni di vita serena e felice l’uno accanto all’altra. Annunciate invece con tristezza la scomparsa di Rino Filippi, di 79 anni; e di Anna Salvaterra, 93, da tanti anni membro del Gruppo Donne. Ad entrambe le famiglie il Circolo esprime le più sentite e sincere condoglianze.

Lo scorso 25 agosto, il presidente Corazza ha partecipato all’incontro preparativo di ITTONA (International Tyrolean Trentino Organization of North America), tenutosi ad Albany, nello Stato di New York, assieme ad altri venti rappresentanti dei Circoli trentini del Nord America (Stati Uniti e Canada). L’incontro ha stabilito la data per la prossima convention ITTONA, che si svolgerà ad Albany dal 31 luglio al 2 agosto 2020. Il Circolo comunica che per quanti vorranno partecipare, sarà programmato un servizio di trasporto e accompagnamento. Nel bollettino sono stati inseriti anche un report dell’annuale «Polenta pic nic», svoltosi con successo lo scorso 18 agosto

presso l’Heart Lake Conservation Park, alla presenza di più 250 persone tra adulti e bambini; e una rubrica intitolata «Incontriamo i membri», nella quale si è dato spazio alla conoscenza della storia personale di due soci del Circolo: Padre Claudio Moser e Gabriella Tanel. Dal 25 al 27 ottobre si sono invece svolti i festeggiamenti per il 90° anniversario del Tyrol Club of Solvay con la messa presso la chiesa di Santa Cecilia e a seguire incontri conviviali con musica e gastronomia. Segnalata anche la visita di Matteo Kluc, un giovane trentino la cui madre è nata a Toronto da immigrati italiani, che a settembre ha soggiornato nella città canadese per familiarizzare e creare una rete di contatti in quella che desidera possa diventare la città dove studiare e lavorare nei prossimi anni. Il Circolo ha fornito a Matteo una serie di supporti logistici e non, ed invita i suoi soci a contattarlo per poter sostenere il suo progetto. In ultimo è stata annunciata la composizione del nuovo direttivo del Circolo trentino di Alberta, composto dal neo presidente Gerardo Odorizzi; dalla segretaria Susie Springetti Greco; dall’addetta alla contabilità Raquel Spinato e dal simpatico cagnolino Max, mascotte ufficiale del Circolo (vedi articolo qui sotto).

Già al lavoro il direttivo del Circolo dell’Alberta Come abbiamo riferito in un precedente numero della rivista, l’organizzazione di un pic-nic che si è svolto il 25 agosto ha segnato la ripresa in grande stile dell’attività del Circolo trentino dell’Alberta (Canada). Nella foto, il nuovo direttivo del Circolo: ne fanno parte (da sinistra) il presidente Gerardo Odorizzi, Susie Greco (Springhetti), Dennis Springhetti, Raquel Spinato e Roberto Montagni. «Siamo lieti di proseguire e onorare i Trentini Nel Mondo», hanno scritto in un messaggio inviato all’Associazione. 9/10 - 2019

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CIRCOLI

I canti, il menu e i premi hanno reso meravigliosa la «Festa delle castagne» del Circolo trentino di Montreal La «Festa delle Castagne» organizzata dal Circolo Trentino di Montreal (Canada) è stata davvero meravigliosa. Vi hanno partecipato ben 125 persone. Molte le cose che l’hanno resa tale, a cominciare da un gustoso e ricco buffet di antipasti, seguito da polenta e costolette brasate per finire con le caldarroste. Eccezionali erano poi i premi messi in palio per la lotteria. C’erano due bellissimi orologi Maison Birks (donati da Monica Calliari). Brigitte Gascon (nuora di Marie Allaire Pozza) vicepresidente della società finanziaria «Optimum Gestion de Placements / Optimum Asset Management» ha messo a disposizione un paio di biglietti per assistere alle partite di hockey dei «Montreal Canadiens» e un paio di biglietti per l’opera. Faema Montreal ha fornito diverse confezioni di caffè! E ci sono molti altri premi, come una bottiglia di Marzemino della Cantina d’Isera in Trentino. Intonare «L’Inno al Trentino» e altre canzoni popolari italiane, delle quali sono stati forniti i testi, è stato un modo meraviglioso per ricordare il nostro patrimonio culturale. Musica meravigliosa. Ottimo lavoro Montreal! Il direttivo di del Circolo di Montreal augura Buon Natale e Felice n anno nuovo a tutti i trentini nel mondo.

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CIRCOLI

Una giornata piena di per la gita annuale del C

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el giorno della nostra gita, il tempo era grigio, ma non pioveva. Io ero nervoso. Mi chiedevo: «Ho fatto tutto bene l’anno scorso? Il programma sarà gradito dai nostri cinquantaquattro soci partecipanti?» L‘autista ci rassicura, che il sole si farà vedere più tardi. Durante il tragitto durato più di due ore, Annalisa ci comunicò con umore e fantasia, alcune informazioni riguardante il Cantone di Glarona, la nostra meta. Numeri di abitanti, superfice, specialità gastronomiche e personalità. Glarona è un Cantone di passaggio, verso il sud e luoghi sciistici che pochi conoscono. Per gustare un caffè e un cornetto abbiamo fatto sosta nel più piccolo capoluogo di un cantone svizzero. Abbiamo anche avuto il tempo per visitare una Chiesa, assistere al passaggio di una corsa di veicoli elettrici o semplicemente passeggiare e scoprire questo piccolo centro pittoresco. Io ero ancora nervoso e mi sono concesso una birra fresca. Il viaggio è poi proseguito verso la nostra meta, Betschwanden. Scesi dal bus, sono stati i più piccoli ad esclamare: «Che bello, un circo». Il clown Ischa ci è venuto incontro su una bicicletta molto speciale e ci ha invitato a gustare l’aperitivo. Ischa si è preso cura di

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ogni cosa. Ha aiutato i più giovani a salire sui veicoli più curiosi che mai, ha insegnato a destreggiarsi con le clave o palline. Anche alcuni degli adulti sono tornati bambini e presi dall’ambizione, hanno anche loro tentato di guidare quegli strani veicoli. Markus il nostro presidente (foto a destra sulla pagina a fianco), ha mostrato a tutti come si sale elegantemente su quelle biciclette. Ischa era alla ricerca di nuovi talenti a fare esibire in giochi circensi. A quel punto il mio nervosismo si placò: ”Fino adesso ho fatto tutto per bene?”. Ischa ci ha invitato a prender posto sotto


CIRCOLI

vera magia in un circo Circolo di Zofingen (CH)

il tendone del circo per farci assistere al suo spettacolo. Era lui adesso nervoso e maldestro o era solo spettacolo? Palloncini volavano sotto il tendone o scoppiavano. Con magia ha creato dei bei copricapo per i bambini. Ha poi invitato Alessia a presentare insieme a lui un numero di giocoleria. Il pubblico ha applaudito calorosamente e i genitori e i nonni erano orgogliosissimi. Ormai era ora di pranzo. Ci aspettavano gustose grigliate e fresche insalate preparate nella cucina del circo. Un buon vino italiano non poteva mancare. I bambini erano di nuovo a giocare. Si leggete bene, giocare, non al telefonino, ma di nuovo a destreggiarsi su

quei trabiccoli strani. Neanche il tempo per fumare una sigaretta, che lo spettacolo riprende, con acrobazie sempre più difficili. Di nuovo volano palloncini. Con uno di essi Ischa crea un fiore e un cuore. Poi scruta tra il pubblico a chi regalarli e intonando il canto di «tanti auguri» li porge a Maria che compiva gli anni. Che bella sorpresa. Dopo il dessert, caffè e la grappa, l’ultimo spettacolo con musica e magia. Come di solito non poteva mancare la tradizionale foto di gruppo. L’ora di partenza è arrivata troppo presto e lasciare il circo è dispiaciuto a tutti. Una

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giornata piena di vera magia era terminata. A questo punto non mi rimane che ringraziare di cuore la famiglia circense Mugg, la dita Zurkirchen per l’organizzazione del viaggio e il nostro autista perché la sua profezia si era avverata. Il sole ha infatti fatto capolino tutta la giornata Franz Ambühl

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CIRCOLI IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO DI FINE ANNO SI È SVOLTO IL 24 NOVEMBRE PRESSO IL CENTRO DON BOSCO DI LYSTERFIELD

Incontro di Natale dei trentini di Melbourne

In vista del Natale, da oltre 50 anni il Circolo Trentino di Melbourne (Australia) organizza un incontro sociale presso il Centro Don Bosco di Lysterfield, alla periferia di Melbourne, sia per scambiarsi gli auguri, sia per «far memoria» e ricordare i soci che sono passati ad altra vita. Così il Comitato del Circolo aveva fissato domenica 24 novembre quale giornata per questo incontro tradizionale.

Padre Ferruccio «Frank» Bertagnolli ha celebrato la santa messa nella cappella del Centro. I «veci» sono rimasti in pochi; ma i loro figli - che quando erano ancora bambini facevano parte di un folto gruppo di Trentini che si incontravano nello stesso luogo - continuano la tradizione. Nel pomeriggio è arrivato «Babbo Natale» con un regalo per i più piccoli, mentre per gli adulti il Comitato ha offerto un buon

bicchiere di «prosecco» italiano, incoraggiando tutti a partecipare alle varie attività. È stato annunciato che l’anno prossimo, dal 24 al 26 aprile, il Circolo di Myrtleford inviterà tutti ad un «Incontro-Convention» che si terrà appunto a Myrtleford. A tutti i lettori, e alla direzione della «Trentini nel Mondo» felici auguri di buone feste. Padre F. Bertagnolli

ALL’ASSEMBLEA ELETTIVA È SEGUITO L’APPREZZATO INTERVENTO DI GIANFRANCO GIACONI SULLA STORIA DEL TRENTINO

Il Circolo di Wollongong ha una nuova presidente l’assemblea ha eletto Monica Millar, ex tesoriera I soci e sostenitori del Circolo trentino di Wollongong si sono trovati al club italiano di Fairy Meadow domenica 17 novembre per trascorrere insieme il pomeriggio. Durante l’assemblea dei soci, sono state rinnovate le cariche ed è stata eletta la nuova presidente del club Monica Millar, già tesoriera (seconda da destra nella foto qui a fianco). Al termine dell’assemblea, si è andati avanti con la relazione di Gianfranco Giaconi, uno dei membri del direttivo, che ha fornito con diapositive, mappe e videoclip una presentazione storica del Trentino. Dopo un sintetico quadro generale del Trentino nei secoli precedenti il 19˚ secolo, l’esposizione si è concentrata sull’evoluzione

del quadro storico del tardo ’800 ed inizio ’900, proseguendo poi nel periodo tra le due guerre, la seconda guerra mondiale ed il secondo dopoguerra, con la creazione delle fondamenta della attuale Autonomia.

L’intervento (foto qui sopra) è stato informativo e coinvolgente e il pubblico ha ascoltato con grande interesse. Due bellissimi costumi donateci dal Circolo di Myrtleford sono stati esposti durante la presentazione.

Per comunicare con la redazione del mensile:

redazione@trentininelmondo.it 9/10 - 2019

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Notizie dal Circolo di Ouro Fino (Minas Gerais - Brasile)

I

Lo scorso 17 ottobre il presidente del Circolo trentino di Ouro Fino ha rilasciato un’intervista all’emittente EPTV, un canale televisivo brasiliano con sede nella città di Varginha, con una copertura di 162 comuni e 2.906.433 spettatori. L’intervista è stata condotta dalla giornalista Barbara Siviero, che ha posto delle domande per far conoscere mag-

giormente cultura e tradizione trentina. Paulo Henrique Chistè Silva ha parlato della «Festa della polenta», dei suoi scopi e dei suoi obiettivi, ovvero divulgare e salvaguardare la cultura e la tradizione del Trentino all’interno del comune di Ouro Fino, concludendo di sentirsi onorato di essere cittadino italiano e ancora più fiero di essere di origine trentina.

l presidente del Circolo trentino di Ouro Fino, Paulo Henrrique Chistè Silva, ha consegnato lo scorso 6 settembre le divise per la squadra di pallavolo femminile ourofinense (20 magliette e pantaloncini) al prof Cesar Bonamichi, allenatore della squadra, da 32 anni impegnato attivamente nella promozione di questo sport. Chistè desidera ringraziare pubblicamente Fabio Bolognani, che ha realizzato le divise, e il console della Repubblica italiana, dott Dario Savaresi che, assieme a Ricardo Vincintin, ha provveduto alla sponsorizzazione. Chistè si è detto molto felice di poter consegnare le uniformi, poiché oltre a supportare il volley femminile, si tratta anche di un modo per far conoscere l’Italia ed in particolare il Trentino nella regione, sottolineando come sia anche un fondamentale veicolo di formazione per i giovani e il loro futuro.

Trentini di Cavedine in visita a Rodeio

Il 13 novembre il Circolo Trentino di Rodeio (Santa Catarina - Brasile) è stato visitato da una delegazione di Cavedine (Trento), accompagnata da Giuliano Berti, coordinatore regionale dei Circoli trentini di Paraná e del nord di Santa Catarina. Oltre a visitare la sede del Circolo trentino di Rodeio, i visitatori hanno visitato il Museo degli Usi e Costumi della gente Trentina e poi hanno pranzato al

ristorante «Adesso Cucina Moser», che è stato molto apprezzato per il suo servizio gastronomico di qualità. Dopo il pranzo, la delegazione ha visitato la vinicola San Michele, e i componenti si sono complimentati per la qualità dei vini assaggiati, tra i quali il «Barone» e il recente «Millecento». Poi hanno continuato il tour nella chiesa di São Francisco de Assis. Uno dei visitatori

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ha suonato l’organo e il gruppo ha cantato delle canzoni religiose. Alla fine hanno fatto rientro a Jaraguá do Sul, città che è stata la loro «base» durante la permanenza in Brasile. Gli ospiti trentini si sono meravigliati per l’accoglienza, per le bellezze naturali della città, come le risaie e la vegetazione e, soprattutto, per l’accoglienza della gente di Rodeio. 9/10 - 2019


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Il Circolo di Santa Rosa La Pampa in festa per il suo 20° anniversario

«L

’unica cosa vietata ai giovani, è chiedere il permesso». Con questa frase il presidente del Circolo trentino di Santa Rosa, La Pampa (Argentina), Francisco Canepele Domenech, ha espresso il suo desiderio di continuare a integrare le nuove generazioni nelle attività dell’organizzazione. Canepele ha inoltre sottolineato la necessità di ridefinire le funzioni del Circolo: «Paradossalmente - ha dichiarato il presidente - il futuro è in parte nel passato, nel ricollocare i principi di solidarietà e mutualismo, i valori che hanno fondato l’associazione nel nostro Paese, al fine di ricostruire spazi in cui prevalgano la solidarietà e il volontariato». I vent’anni del Circolo di Santa Rosa la Pampa sono stati festeggiati in ben due occasioni. La prima martedì 15 ottobre, data esatta dell’anniversario, con una cena alla quale hanno

partecipato membri e amici intimi del Circolo. Sabato 19 ottobre è stato invece il giorno della celebrazione pubblica, che ha avuto luogo presso la sede del Circolo italiano della città di Santa Rosa. Senza dubbio, è stata una serata unica in cui emozioni e ricordi sono stati condivisi con i molti che in questi due decenni sono diventati dei veri e propri amici.

Il Circolo Trentino di Santa Rosa la Pampa si è ufficialmente costituito dopo la visita di Bruno Fronza, ex presidente della Trentini nel mondo, avvenuta il 15 ottobre 1999. È stato così uno creato uno spazio in cui i trentini e le trentine di Santa Rosa avrebbero potuto incontrarsi per condividere - tra storie e fotografie - il sentimento di essere originari di

della stessa terra italiana. Alcuni anni fa l’istituzione ha attraversato un momento chiave, in cui è stata valutata la possibilità di continuare o meno le attività dell’organizzazione da parte dei giovani, che hanno accettato la sfida di continuare il lavoro iniziato dai loro nonni e nonne. L’impegno ha fatto si che le cose progredissero ed oggi il Circolo è un’entità consolidata, che continua a ritmo costante a scrivere una storia che, richiamando l’idea di «circolo», non ha fine. «È nostro compito, in quanto discendenti trentini e trentine, ridefinire i valori che hanno dato origine alle comunità in Argentina: costituire organizzazioni di supporto e solidarietà per collaborare ed evolvere con la comunità»:queste parole del presidente del Circolo hanno raggiunto il cuore dei soci e di tutti i presenti alla celebrazione. Si è trattato forse del messaggio

Un po’ di storia e di attualità del Circolo

I

nostri nonni sono arrivati in Argentina con il cuore sofferente, lasciandosi alle spalle i loro cari e la loro terra. I trentini di Santa Rosa non arrivarono contemporaneamente. Alcune volte sono arrivati solamente gruppi di uomini, giovani single, fratelli o amici; altre volte sono arrivate intere famiglie, coppie di neosposi, o nuclei familiari con bambini piccoli, per ricongiungersi agli anziani o ad altri parenti giunti

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qui prima di loro. La maggior parte di loro, prima di stabilirsi definitivamente a Santa Rosa,viveva nelle provincie di Buenos Aires, Córdoba o Santa Fe. L’Argentina, Paese aperto a tutti coloro desiderano stabilirvisi,ha accolto e ricevuto con calore i nostri genitori e i nostri nonni, così come tanti altri che sono venuti qui in cerca di rifugio e lavoro. Queste persone hanno


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più importante della serata, che ha invitato a proseguire il lavoro e ad affrontare le nuove sfide che si presenteranno, giorno dopo giorno. Il direttivo del Circolo ha lavorato duramente per realizzare un’idea che aveva in progetto da molto tempo: la ricostruzione di un bar alpino. All’interno, ad accogliere gli ospiti, una piccola serie di prelibatezze accompagnate da bevande tipiche e birra artigianale. Tra chiacchiere e consultazione di brochure e riviste dedicate al Trentino, sono stati espressi i ringraziamenti a quanti hanno scelto di partecipare, dando loro un caloroso benvenuto. L’artista locale Evangelina Corredera, ha poi deliziato tutti con diversi brani musicali eseguiti con violino e pianoforte.

trovato entrambe le cose, e con la stessa generosità, hanno fatto la loro parte, impegnandosi con onestà e perseveranza a contribuire alla costruzione di una grande Argentina. Il Circolo trentino di Santa Rosa è stato creato in seguito

Successivamente ci si è spostati nella sala principale della sede del Circolo italiano di Santa Rosa decorata con centrotavola commemorativi, e da un’illuminazione e da illustrazioni ispirate ai paesaggi trentini, dove convivono assieme fiumi, montagne, boschi e castelli.

alla visita del presidente onorario della Trentini nel mondo, dottor Bruno Fronza. Dopo un censimento e l’adeguamento alle condizioni richieste, quella che era una delegazione trentina è diventata ufficialmente un circolo il 15 ottobre 1999.

Il piatto principale - appositamente scelto per l’occasione - è stata una squisita lasagna, seguita da una tavola di dolci e - infine dalla torta di compleanno. Con l’occasione è stata espressa infinita gratitudine al coordinatore della Trentini nel mondo, Carlos Trentini e al Consultore della Provincia Autonoma di Trento, Mariano Roca, che hanno presenziato all’evento in rappresentanza anche dei Circoli trentini di apparrtenenza, e cioè La Plata e Buenos Aires.

Un ricordo è stato anche dedicato ai soci del Circolo scomparsi, che hanno lasciato un’eredità indelebile nelle nuove generazioni. La serata è stata piena di intrattenimenti organizzati dal direttivo del Circolo, tra i quali una cabina fotografica dove poter scattare un souvenir in ricordo della festa. Ma le sorprese non sono finite: spettacoli di tango, collegamenti video con saluti in diretta dal Trentino e da altre zone del Paese, e un «tanti auguri» intonato dal Coro Genzianella di Roncogno, che era stato ospite del Circolo nel 2013. A mezzanotte è stato distribuito un piccolo omaggio a tutte le mamme (in Argentina, quest’anno, la festa della mamma è stata commemorata domenica 20 ottobre), mentre il gruppo di danza «Taranteleando» di Santa Rosa si è esibito, passando dalla tarantella a musiche di diversi generi ed epoche, che hanno coinvolto nel ballo anche gli ospiti della serata.

Quella visita, fondamentale e storica per il Circolo Trentino di Santa Rosa la Pampa, è stata ricordata non solo dalle parole del Consiglio di amministrazione, ma anche da un video in cui i protagonisti dell’incontro hanno raccontato l’esperienza e i loro ricordi. Il Circolo si concentra, ad oggi, sulla creazione, la divulgazione e il mantenimento del patrimonio storico e culturale di quegli im-

migrati che sono giunti in queste terre molto tempo fa, promuovendo la lingua, i costumi e la cultura italiana, oltre a stabilire e mantenere contatti con altre organizzazioni di “Trentini nel mondo”. Il Circolo si propone di funzionare come un’organizzazione no profit, educativa, sociale, umanitaria e storica a beneficio comune dei suoi membri e di tutti i discendenti trentini che desiderano farne parte.

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Circolo di Montevideo affollato per la conferenza sul Concilio e l’onorificenza a Pedro Wolcan

G

iovedì 14 novembre 2019 alle 19.30, presso un’affollatissima sede del Circolo trentino di Montevideo (Uruguay) si è tenuta una conferenza sul Concilio di Trento. La serata è stata introdotta dalla presidente del Circolo trentino di Montevideo, Silvia Norbis. Relatore è stato il presbitero Guillermo Buzzo, professore di teologia. Con questa iniziativa il Circolo trentino di Montevideo ha dato il via ad una serie di conferenze riguardanti temi storico-culturali legati alla città di Trento. Si è deciso di inaugurare il ciclo di incontri parlando del Concilio, uno degli eventi più significativi successi a Trento, considerato una tappa importante del passaggio dal Medioevo all’età moderna, che si svolse tra il 1545 e il 1563, seppur intervallato da numerose interruzioni. La conferenza è stata agile e piacevole, seguita con attenzione da tutti i partecipanti. Al termine, l’ambasciatore italiano in Uruguay, Gianni Piccato, ha conferito al Vescovo di Tacuarembò padre Pedro Wolcan, il titolo di Cavaliere dell’ordine della Stella d’Italia, onorificenza che viene assegnata a quanti abbiano acquisito particolari benemerenze nella promozione dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra l’Italia e gli altri Paesi e nella promozione dei legami con l’Italia. Il Vescovo, di origini trentine, è stato presidente del Circolo Trentino di Colonia del Sacramento e 9/10 - 2019

grande collaboratore del Circolo trentino di Carmelo, durante gli anni trascorsi in quelle città. Il coordinatore dei Circoli trentini dell’Uruguay, Jorge Zàs Fernandez, ha letto un messaggio inviato dal presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, riferito sia alla conferenza che al riconoscimento conferito a Pedro Wolcan . L’ambasciatore italiano ha poi letto i messaggi pervenuti in occasione di questo evento da parte del presidente onorario della Trentini nel mondo Bruno

Fronza; dell’Arcivescovo emerito di Trento, mons. Luigi Bressan; dell’Arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi e del Vescovo di Mercedes, Carlos Colazzi. Si è soffermato in particolare sulla nota inviata da Bruno Fronza, una persona molto speciale per lui, che ha avuto modo di conoscere nel corso di una visita in Venezuela, dove il dottor Piccato stava svolgendo un incarico diplomatico, e che ha ricordato come un uomo verso il quale nutre profonda stima e rispetto. L’ambasciatore, giunto alla fine

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del suo mandato in Uruguay, ha ricevuto in dono dal Circolo di Montevideo un riconoscimento per ringraziarlo dell’amicizia e del supporto che Piccato non ha mai mancato di dimostrare nel corso degli anni, che il diplomatico ha accolto con gratitudine, facendo presente come il Circolo sia sempre stata un’istituzione presente in ogni occasione in cui veniva richiesto il contributo alla realizzazione di qualche attività. Ma non sono stati solamente Piccato e la moglie ad aver presenziato nella sede del Circolo. Numerose anche le altre personalità che hanno voluto esserci, come mons. Martin Krebs, Nunzio Apostolico in Uruguay. Erano inoltre presenti il Cardinale Daniel Sturla, Arcivescovo di Montevideo; mons. Milton Troccoli, Vescovo di Maldonado; mons. Alberto Sanguinetti, Vescovo di Canalones; il dott Carlos Moreira, sindaco di Colonia; il dott Eber Da Rosa, sindaco di Tecuarembò; la dott. ssa Antonella Vallati, direttrice del dipartimento di cancelleria consolare dell’ambasciata; il dott Daniel Campon, funzionario dell’ambasciata; il sindaco del comune di Montevideo e deputato Gabriel Otero; Livia e Piergiorgio Boschiero dell’Associazione Vicentina e le delegazioni dei Circoli trentini di Colonia del Sacramento e Carmelo, guidati dalle presidentesse Maria Bernardi e Teresa Gazza. Il Circolo di Rivera-Livramento è stato invece rappresentato da Teresita Romero.


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Tanti auguri a «Zio Vic» per i suoi 102 anni Sono grato a Dio, alla famiglia e a tutta la comunità trentina «A

pprezzo e ringrazio l’ambasciatore, dottor Gianni Piccato e la Repubblica italiana, per il riconoscimento che mi è stato dato, sapendo che corrisponde allo spirito che ci anima nella vita e ci rende parte di una comunità che, costruita sulle virtù e sui valori ricevuti, cerca di realizzare il trillo della storia attuale in collaborazione con i popoli che ci hanno accolti e che noi abbiamo accolto nel nostro cuore»: con questa parole mons. Pedro Wolcan ha concluso il suo discorso, dopo aver ricevuto l’onorificenza. Precedentemente aveva affermato di esprimere la sua gratitudine «come persona di fede, in primo luogo a Dio, Creatore e Padre, che mi ha dato la vita e mi ha permesso di esercitare il ministero sacerdotale. Un grazie è stato rivolto anche alla famiglia, ricordando che quella paterna già nell’anno 1764 era iscritta nei registri dei battesimu di Tesero. «Alcuni di loro - ha proseguito mons. Wolcan emigrarono in queste terre nel 1883, con la forza della fede e della vitalità umana, in un’area del

dipartimentimento di Colonia. Hanno costruito le loro vite e le loro famiglie e, attraverso le generazioni, hanno tramandato convinzioni, virtù e dedizione al lavoro, integrandosi nelle comunità locali ed entrando a farne parte». Per mons. Wolcan il Trentino e le sue associazioni rappresentano un bell’esempio di solidarietà. «L’espressione più grande di solidarietà - ha affermato - sono quei piccoli semi del bene che vengono piantati quotidianamente e silenziosamente attraverso le azioni che possiamo fare oggi per i Trentini, che non si sentono soli, ma uniti al grande albero delle origini e della

terra comune». Frutto di queste azioni è «il superamento dell’individualità e la costruzione di un’ampia rete di relazioni che ha come obiettivo il bene dell’altro, per mantenere viva la fiamma culturale comune. Questo è ciò che ci accomuna, che riesce a superare le distanze temporali e geografiche, in modo che lo spirito degli avi, che viene oggi coltivato nella nostra terra d’origine, rimanga vivo qui ed ora».

Il messaggio di Bruno Fronza Pregiatissimo Ambasciatore dott. Gianni Piccato, sono veramente felice che sia consegnata l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Ufficiale a Mons.Pedro Wolcan che conosco da vari decenni, questa onorificenza premia il Suo impegno e alimenta l’orgoglio di considerarci suoi concittadini.

Mi auguro che la manifestazione in onore di Mons. Wolcan sia veramente gioiosa e utile come esempio per tanti vescovi cattolici che sono in Uruguay. Cordiali saluti a Lei e soprattutto al caro Pedro Wolcan e a tutti gli amici del Circolo Trentino di Montevideo che ho visitato tante volte nel passato. Bruno Fronza, presidente onorario

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IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE

È un evento che rende orgogliosa la Trentini nel mondo Cari amici del Circolo di Montevideo, il Concilio di Trento è stato un avvenimento che cambiò non solo il volto del Trentino ma anche del resto del mondo che in quegli anni stava vivendo grandi sconvolgimenti economici, politici, religiosi e sociali. A distanza di 475 anni ci ritroviamo nuovamente in una situazione analoga, per cui è importante rammentare come la storia spesso ritorni, per cui sarebbe necessario ricordare tutti gli errori fatti in passato per non ripeterli e fare invece tesoro degli esempi positivi per trasferirli utilmente ai giorni nostri. La conferenza che avete organizzato sul Concilio di Trento è quindi sicuramente importante per conoscere la nostra storia, ma è anche utile per farci capire che da un momento di grandi cambiamenti si può uscire in maniera positiva, proprio come avvenne allora con il Rinascimento. In quel momento storico Trento costituì un esempio fondamentale di convivenza sociale, di saggezza amministrativa e di buonsenso popolare: valori che ancora oggi fanno riconoscere e distinguere i trentini in tutto il mondo. Infatti un esempio di questo spirito trentino viene riconosciuto proprio oggi con la consegna dell’alta onorificenza da parte dell’amico ambasciatore d’Italia Gianni Piccato a mons. Pedro Wolcan, vescovo di Tucuarembó e grande uomo impegnato nella educazione alla fratellanza, alla solidarietà e al rispetto della memoria di una storia trentina fatta di generosità, fatica e determinazione. La Trentini nel Mondo non può che essere orgogliosa e fiera di tutto questo e si unisce in un grande abbraccio di ringraziamento per quanto state facendo, non solo per i trentini che si riconoscono nel Circolo, ma anche in favore di tutte le persone che guardano a voi con fiducia e amicizia. Alberto Tafner 9/10 - 2019


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CHIEDE al fine di poter ricevere la rivista Trentini nel Mondo e partecipare alla vita dell’Associazione, di essere iscritto/a all’associazione di volontariato ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS in qualità di aderente Socio. Distinti saluti.

LUOGO E DATA

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(*) Disponibili sul sito www.trentininelmondo.it 9/10 - 2019

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CALENDARIO 7 novembre C.T. Porto Alegre (BR):Filò del Circolo Trentino

1 dicembre C.T. Perth (AUS): Festa di Natale Circolo Ex emigrati trentini in Svizzera (TN): pranzo insieme C.T. Toronto (CA): Festa di Santa Claus Gruppo donne del CT Toronto (CA): Bake sale C.T. New York (USA): Festa di Natale

8 novembre C.T. Montreal (CA): Santa Messa dei defunti 9 novembre C.T. Villa Regina (AR): Festa della birra A Puerto Tirol (AR): Incontro dei circoli trentini del Chaco

2 dicembre C.T. Gasparin (BR): festa di fine anno

10 novembre C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale

5 dicembre Trento, presentazione del libro «88 giorni nelle farm»

14 novembre C.T. Montevideo (UY): conferenza sul Concilio di Trento a cura del presbitero Guillermo Buzzo, professore di Teologia. Consegna da parte dall’Ambasciata d’Italia a Montevideo dell’onorificenza “Cavaliere della Stella d’Italia” al Vescovo Pedro Wolcan Olano

6 dicembre C.T. Solvay (USA): lotteria 7 dicembre C.T. Resistencia (AR): “Celebrar para encontrar” Chiara Lubich 1920-2010 C.T. Denver – Colorado (USA): colazione con Babbo Natale

16 novembre C.T. La Lorena (FR): castagnata C.T. Liegi (BE): castagnata C.T. Monaco di Baviera (DE): pranzo sociale C.T. Carmelo (UY): chiusura dell’anno con esposizione dei lavori realizzati nei laboratori e concerto del coro del Circolo

8 dicembre C.T. Montevideo (UY): visita alla vergine degli alpini C.T. Solvay (USA): Festa di Natale per i bambini C.T. Como (IT): Natale Trentino C.T San Francisco (USA): Trentino Holiday Festival C.T. Buenos Aires (AR): pranzo di Natale C.T. New York (USA): Colazione con Babbo Natale

17 novembre C.T. Tandil (AR): Pranzo sociale Società Americana di Storo (TN): pranzo sociale C.T. Wollongong (AUS): Assemblea generale e conferenza sulla Storia e Cultura del Trentino tra ottocento e novecento C.T. Denver – Colorado (USA): gita a Central City – Casino C.T. Solvay (USA): Chiken&Polenta dinner C.T. Buenos Aires (AR): incontro corale C.T. Villa Regina (AR): 8° incontro del ciclo culturale 2019 “identità, territorio e umore”

9 dicembre C.T. Bento Gonçalves (BR): Tavola rotonda: “La conquista della ‘Grande Cucagna’ in Brasile attraverso la ricchezza interculturale delle parole”; “Viaggio attraverso la lingua e le manifestazioni letterarie, artistiche e culturali degli italiani in Brasile” e “La presenza dell’immigrante italiano nell’ambito letterario brasiliano come autore e personaggio immaginario”

18-24 novembre C.T. Villa Regina (AR): Conferenze, firma di accordi e Master class di chef internazionali nell’ambito della 4° settimana della cucina italiana nel mondo

12 dicembre C.T. Caxias do Sul (BR): cena chiusura attività del circolo C.T. Montevideo (UY): festa anniversario del circolo C.T. Porto Alegre (BR): Filò con il Circolo

22 novembre C.T. Caxias do Sul (BR): cena enogastronomica C.T. Zofingen (CH): Assemblea generale C.T. Toronto (CA): cena cacciatori

13 dicembre C.T. Bento Gonçalves (BR): Cinema Krampus 13-15 e dal 20-23 dicembre C.T. Bento Gonçalves (BR): Mercatino di Natale

23 novembre C.T. Montevideo (UY): master class di cucina trentina a cura di Maria Bernardi, presidente del CT di Colonia del Sacramento C.T. Montreal (CA): Castagnata

14 dicembre C.T. Denver – Colorado (USA): Cena di Natale C.T La Plata (AR): festa fine anno C.T Colonia del Sacramento (UY): 2° Fiera di Natale con vendita di cibi tipici trentini a beneficio di “Huertas buscando espacio”

23-24 novembre C.T. Ciudad del Messico (MX) e C.T. Porto Alegre (BR): partecipano con uno stand al Mercatino di Natale

14 – 16 dicembre C.T. Centre& Borinange (BE): visita ai Mercatini di Natale in Alsazia

24 novembre C.T. Rodeio e Gruppo folk Trentino (BR): partecipazione alla sfilata di apertura della programmazione del Natale bella città C.T. Melbourne (AUS): Santa Messa e scambi di auguri

15 dicembre C.T. Myrtleford (AUS): Festa Natalizia C.T. Solvay (USA): Chiken&Polenta dinner

27 novembre A Buenos Aires (AR): Incontro coral con la partecipazione del coro Suyay e del Coral Trentino del CT di Buenos Aires C.T. Colonia del Sacramento (UY): festa fine corsi d’Italiano

18 dicembre Incontro di Natale dell’Associazione Santa Messa e scambi di auguri

29 novembre C.T. Montevideo (UY): festa fine corso della lingua italiana

18 dicembre C.T. Chajari (AR): cena di fine anno

30 novembre C.T. Montevideo (UY): Mostra dei lavori di fine corso realizzati dal gruppo di bambini che partecipano ai corsi del Circolo. C.T. Londra (GB): Festa di Natale C.T. Rodeio (BR): rappresentazione teatrale “ il bue e l’asino sulla via di Betlemme”

21 dicembre C.T. Zarate (AR): Mercatino di Natale C.T. Florianopolis (BR): Santa Messa 20° anniversario del circolo

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22 dicembre C.T. La Plata (AR): Fiera Natalizia con artigianato e cibo tipico 9/10 - 2019


Foto di Bruno Lucchi

9/10 - 2019 Un suggestivo scorcio autunnale del Parco Asburgico di Levico Terme:26sullo sfondo, i danni provocati dalla tempesta Vaia dell’ottobre 2018.


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