Settembre 2016

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TRENTINI

MONDO

nel

MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

9/2016

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 59°

Anita Menegoni riceve dal presidente della Trentini nel mondo la bandiera del nuovo Circolo trentino di Banja Luka (Bosnia Erzegovina)


CIRCOLI, DELEGAZIONI E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Cile, Germania, Messico, Paraguay e Uruguay Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong - Tasmania, Townsville Belgio - 5 circoli - 1 delegazione Bruxelles, Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo Bolivia La Paz

- 1 circolo

Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla Brasile -

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia Bogotá

- 1 circolo

Danimarca Copenaghen

- 1 circolo

Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Manuel Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù

Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera

Peru Lima

Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Portogallo Portogallo

Germania - 7 circoli - 1 delegazione Colonia, Dortmund, Friedrichshafen, Monaco, Norimberga, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino

Romania Romania

Gran Bretagna - 1 circolo - 1 delegazione Londra - Manchester Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo Lussemburgo

- 1 circolo

62 circoli

Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Pedrinhas Paulista, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, Sao Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

L’elenco è consultabile (completo con indirizzi e nomi dei presidenti) sul nostro sito internet: www.trentininelmondo.it

- 1 circolo

Serbia Indija

- 1 circolo

- 1 circolo

- 1 circolo

Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 8 circoli Amriswil, Basilea, Sciaffusa, Ticino, Winterthur, Zofingen, Zug, Zurigo Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela Caracas

- 1 circolo


EDITORIALE SOMMARIO Pagine 2-3 AGENDA Pagine 4-5 DOSSIER IMMIGRAZIONE Pagine 6-9 GENTE E FATTI Pagine 10-15 CONVEGNO EZA-UNAIE SU ETICA, POLITICA E MIGRAZIONI Pagine 16-17 TRENTINO “SUPER” Pagina 18 BANDO CONCORSO «FOREVER TRENTINI» Pagine 19-21 CIRCOLI (Banja Luka, Sarajevo, Bento Gonçalves, Messico) Pagine 22-23 EVENTI Presentazione del monumento «Signora delle Acque» Pagina 24 ABBONAMENTI La rubrica «Giovani Oltreconfine» riprenderà nel prossimo numero

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s. Presidente Alberto Tafner

Direttore f.f. Francesco Bocchetti

TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E Direzione, amministrazione e redazione

Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, F. Casagrande, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, P. Dalla Valle, A. Degaudenz, E. Formilan, B. Fronza, L. Imperadori, E. Lorenzini, A. Maistri, S.Margheri, G. Michelon, N. Paulus, L. Pontalti, F. Pisoni, S. Regazzola, V. Rodaro, P. Rossi, G. Sbetti, A. Tafner, D. Zatelli, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - I. Turco Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Quote di adesione: Italia: Euro 20,00; Europa; Euro 20,00 Sud America: Euro 20,00; Nord America e Australia: Euro 25,00 Socio - Euro 30,00 Conto corrente postale n. 12509386 N. 9 SETTEMBRE 2016 Stampato il 17 novembre 2016

In copertina: la consegna della bandiera al nuovo Circolo trentino di Banja Luka.

SPUNTI PER UNA RIFLESSIONE APPROFONDITA SU UN FENOMENO DI PORTATA EPOCALE

Oggi, come ieri, siamo tutti migranti e figli di migranti L’editoriale di questo numero del giornale è firmato da Vincenzo Passerini, presidente della federazione regionale del CNCA, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza. Il CNCA è un’associazione di promozione sociale organizzata in 17 federazioni regionali a cui aderiscono circa 250 organizzazioni presenti in quasi tutte le regioni d’Italia, fra cooperative sociali, associazioni di promozione sociale, associazioni di volontariato, enti religiosi: è presente in tutti i settori del disagio e dell’emarginazione, con l’intento di promuovere diritti di cittadinanza e benessere sociale. Il 2 novembre il quotidiano «l’Adige» ha pubblicato un articolo a firma di Passerini, intitolato

«Partono perché vogliono vivere», che prendeva spunto dai flussi migratori in corso verso l’Europa e da un odioso episodio accaduto a Soraga, in Val di Fassa, dove ignoti hanno tentato di dare alle fiamme la struttura alberghiera destinata ad ospitare alcuni profughi in arrivo in Trentino In questo numero del giornale, nel quale presentiamo i dati del «Dossier immigrazione» e parliamo del convegno EZA-UNAIE su etica, politica e migrazioni, ci è parso opportuno pubblicare, con il consenso di Passerini, ampi stralci del suo articolo, per offrire anche ai nostri lettori stimoli e suggestioni per una riflessione seria, approfondita e pacata su un fenomeno di portata epocale. Maurizio Tomasi

P

erché partono? Perché affrontano questi viaggi pericolosi se sanno di rischiare la vita? Se sanno che magari non saranno accolti neanche bene? È una domanda che tanti si pongono, e che spesso mi pongono. Rispondo con i versi di una canzone: «Vestiti di stracci, in grandi greggi, / noi, carichi di un incredibile dolore, / ci recammo nella terra grande e lontana. / Alcuni di noi affogarono davvero. / Alcuni di noi morirono davvero di stenti. / Ma per ogni dieci che morirono, un migliaio sopravvisse e tenne duro. / Meglio affogare nell’oceano che essere / strangolati dalla miseria. / Meglio ingannarsi da sé che essere / ingannati dai lupi. / Meglio morire a modo nostro che essere / peggio delle bestie». Sono versi del «Canto degli emigranti». Un canto che sembra di questi nostri giorni. I naufragi nel Mediterraneo si susseguono e in dieci mesi sono morti quest’anno 3.800 profughi: bambini, donne, uomini. Una strage continua, da anni. Ma il «Canto degli emigranti» non è dei nostri giorni, è degli ultimi decenni dell’Ottocento, e lo cantavano i migranti tedeschi e italiani che attraversavano l’Oceano per cercare un’altra vita in America. Questo canto lo hanno pubblicato vent’anni fa due illustri studiosi italoamericani, Jerre Mangione e Ben Morreale, nel loro libro «La storia. Cinque secoli di esperienza italo-americana». Perché partivano? «Meglio

Quando la vita che fai è insopportabile, per la guerra, per la miseria, per le umiliazioni e le persecuzioni che devi subire, per la mancanza di dignità e di futuro per te e i tuoi figli, cosa fai? Parti. Parti, e non ti importa dei pericoli. Parti, perché la voglia di vivere è più forte della paura di morire. morire a modo nostro che essere / peggio delle bestie». Qui c’è tutto. Vale per ieri e per oggi. Quando la vita che fai è insopportabile, per la guerra, per la miseria, per le umiliazioni e le persecuzioni che devi subire, per la mancanza di dignità e di futuro per te e i tuoi figli, cosa fai? Parti. Parti, e non ti importa dei pericoli. Parti, perché la voglia di vivere

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è più forte della paura di morire. Perché se noi esseri umani non avessimo dentro questo fuoco che ci porta a non accettare per forza la condizione in cui ci troviamo, l’umanità non sarebbe sopravvissuta e non avrebbe fatto passi in avanti. Questo fuoco gli esseri umani ce l’hanno dentro da sempre,  CONTINUA A PAG. 2 9 - 2016


AGENDA

«Fiori d’arancio» e «fiocco azzurro», lieti eventi alla Trentini nel mondo È un autunno ricco di lieti eventi alla Trentini nel mondo. Sabato 1° ottobre Francesco Bocchetti, vice direttore dell’Associazione, si è sposato con Lucia Imperadori: i novelli sposi si sono conosciuti frequentando il Gruppo giovani dell’Associazione. La cerimonia è stata celebrata nel santuario di Madonna di Campiglio. Una cerimonia per familiari e pochi intimi alla quale è seguito un rinfresco a Comano Terme. I novelli sposi sono poi partiti per il

viaggio di nozze, con destinazione la costa occidentale degli Stati Uniti. Arrivo a Los Angeles e poi varie tappe fra le quali i parchi di Yosemite e Sequoia, il Grand Canyon e Las Vegas per assistere al millesimo concerto presso Colosseum del Caesar’s Palace della cantante canadese Céline Dion, della quale Lucia Imperadori è una grande fan. Il 3 novembre è invece venuto alla luce Gabriele, figlio di Giada Degasperi e di Fulvio Berloffa, che si sono sposati il 2 agosto dell’anno scorso.

«Gabriele è nato questa mattina alle 2.48, pesa 3,540 kg ed è lungo 51 cm. Adesso fa la nanna e non vede l’ora di essere spupazzato da tutti voi»: questo il testo del messaggio che Giada ha inviato ai colleghi dell’Associazione poco dopo le 6 del 3 novembre. Mamma Giada e Gabriele hanno fatto rientro a casa il 5 novembre, dove una settimana dopo è stata scattata la foto pubblicata qui sopra. Molti sono stati i messaggi di felicitazioni arrivati dai Circoli per i due lieti eventi.

Siamo tutti migranti e figli di migranti  CONTINUA DA PAG. 1 bianchi o neri che siano. Se non l’avessero avuto, i primi uomini non avrebbero lasciato l’Africa dopo alcuni millenni per andare a colonizzare, con rischiosissimi viaggi, il Medio Oriente e poi l’Europa. Siamo sulla nave. Il giornalista osserva e scrive: «E il peggio era sotto, nel grande dormitorio, di cui si apriva la boccaporta vicino al cassero di poppa: affacciandosi, si vedevano nella mezza oscurità corpi sopra corpi, come nei bastimenti che riportano in patria le salme degli emigrati cinesi; e veniva su di là, come da un ospedale sotterraneo, un concerto di lamenti, di rantoli e di tossi?». Sembra la descrizione di certi barconi che arrivano sulle nostre coste o sono salvati dal naufragio dalla nostra Marina militare. Quegli ammassi di corpi dolenti ci sono tristemente diventati familiari in questi anni. Ma il giornalista è Edmondo De Amicis, l’autore di «Cuore», che 9 - 2016

Tra i migranti arrivati ad Ellis Island all’inzio del 900 ci saranno stati anche dei ladri e dei violenti, oltre che degli ignoranti e degli stupidi. Ma i migranti avrebbero costruito la grandezza dell’America compie verso la fine dell’Ottocento un viaggio coi migranti italiani diretti in Argentina e imbarcati su una delle tanti navi che partono da Genova alla volta dell’America, e poi lo descrive con toni accorati nel libro «Sull’Oceano», pubblicato nel 1889. Descrive anche il terrore del naufragio durante una tempesta, quell’ossessionante pensiero «del rumore che avrebbe fatto l’acqua irrompendo dentro, in quanti secondi sarebbe giunta all’uscio, il buio repentino, la prima ondata nella gola, e quel dubbio orribile se avrei sofferto per lungo tempo». Quel terrore che tanti profughi sopravvissuti ai naufragi hanno sperimentato e che ci raccontano, oggi, quando riescono. E quando siamo disponibili ad ascoltarli e non li cacciamo pri-

ma ancora di incontrarli, come qualcuno ha voluto far capir in questi giorni con un atto intimidatorio nel paese di Soraga in Val di Fassa. Quando agli inizi del ’900 gli emigranti europei diretti negli Stati Uniti, tra cui moltissimi italiani, approdavano nel porto di Ellis Island, a New York, dovevano subire spesso umilianti e incivili procedure prima di essere accolti o respinti. Il Commissario all’immigrazione era William Williams, il quale parlava di «un’ampia quota di immigrati proviene da razze sottosviluppate e dalle classi più povere dei paesi più poveri d’Europa», e affermava che a causa delle «caratteristiche nefaste dell’immigrazione attuale, gli immigrati avrebbero continuato a riversarsi massicciamente in

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questo paese e di conseguenza ad abbassare il nostro livello di vita e di civiltà» (lo ricorda Donna R. Garbaccia nel suo bel libro «Emigranti. Le diaspore degli italiani dal Medioevo a oggi»). Naturalmente gli italiani erano tra i più colpiti dalla furia antimigranti di Williams. Tra i migranti ci saranno stati anche dei ladri e dei violenti, oltre che degli ignoranti e degli stupidi. Ma i migranti avrebbero costruito la grandezza dell’America. Criminalizzare i migranti in quanto tali era ed è solo razzismo. Ieri come oggi. Tra i migranti di Ellis Island, «stupidi e indesiderabili, provenienti da una razza sottosviluppata e candidati ad essere criminali», come li vedeva il commissario Williams, possiamo trovare naturalmente anche i nostri cognomi (compresi quelli degli attentatori di Soraga, se li conoscessimo). Io ho trovato, ad esempio, 305 Passerini. Siamo tutti migranti e figli di migranti Vincenzo Passerini


AGENDA IL DOCUMENTO È STATO SOTTOSCRITTO IL 2 NOVEMBRE NELLA SEDE DEL COMUNE DELLA CITTÀ SUDAMERICANA

Caldonazzo (Trentino) e Salto (Uruguay) fianco a fianco in un «patto di amicizia» Nella città di Salto, in Uruguay, ha sede il «Museo escultorico Edmundo Prati», che porta il nome di un artista di origini trentine, nato nel 1889 e scomparso nel 1970, autore di alcune delle più belle e famose sculture presenti in Uruguay. Edmundo (foto a fianco in alto) aveva un fratello gemello, Eriberto, (foto a fianco in basso) pittore, che a Salto ha decorato molti edifici. Edmundo ed Eriberto erano figli di Michelangelo Prati, nato a Caldonazzo. Proprio perché «accomunate da legami storici e culturali grazie all’opera di Edmundo ed Eriberto Prati» le amministrazioni comunali di Caldonazzo e Salto hanno sottoscritto un «patto di amicizia» con il quale si impegnano «ad affrontare un percorso di approfondimento della conoscenza reciproca ed al consolidamento dei legami affettivi, culturali e sociali fra le due comunità». Il «patto di amicizia» è stato firmato nella sede del municipio della città uruguayana mercoledì 2 novembre scorso dal sindaco di Caldonazzo, Giorgio Schmidt (secondo da destra nella foto in alto), dal sindaco di Salto, Andres Lima (terzo da destra) e dal vice presidente della Trentini nel mondo, Cesare Ciola (primo a destra), alla presenza dell’Ambasciatore

italiano in Uruguay, Gianni Piccato (secondo da sinistra). Nel documento redatto in italiano e spagnolo (foto a fianco) si afferma di voler «iniziare un percorso di avvicinamento tra le due comunità, che avrà come scopi fondamentali la conoscenza, l’incontro e la collaborazione tra le persone; lo scambio di esperienze e strategie; la valorizzazione delle opere d’arte di Edmundo e Eriberto Prati;la realizzazione di progetti comuni, basati sul rispet-

to reciproco di tradizioni tradizioni, usanze e diversità culturali e sociali; il rafforzamento dei legami tra popoli, per un arricchimento reciproco;

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diffondere i valori della ppace e della solidarietà». Nel documento si precisa c «l’Associazione Trenche ti nel Mondo, promotrice tini di questo patto di amicizia, si impegna ad operare, in col collaborazione con i soggetti coi coinvolti, per il raggiungimen degli obiettivi citati». mento A Assieme alla delegazione del Comune di Caldonazzo era presente il Coro La Tor, che - oltre che a Salto - ha proposto altri due suoi concerti in Uruguay, a Montevideo (per il 70° di fondazione del Circolo Trentino) e a Colonia del Sacramento e uno in Argentina, a La Plata (per l’80° del Circolo, foto a fianco). Nel prossimo numero del giornale pubblicheremo un ampio resoconto della trasferta, della quale si è parlato nella trasmissione radiofonica «Trentino nel mondo» andata in onda giovedì 10 novembre.

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ATTUALITĂ€ IL 27 OTTOBRE Ăˆ STATA PRESENTATA ANCHE A TRENTO L’EDIZIONE 2016 DEL ÂŤDOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONEÂť

Accoglienza, integrazione e cittadinanza sono le ÂŤsfideÂť poste dalle migrazioni Sono ÂŤaccoglienzaÂť, ÂŤintegrazioneÂť e ÂŤnuova cittadinanzaÂť le sfide poste dal fenomeno migratorio in Italia secondo i curatori del ÂŤDossier statistico Immigrazione 2016Âť realizzato dal Centro Studi e Ricerche Idos in partenariato con la rivista Confronti e in collaborazione con l’UNAR, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che è stato presentato in contemporanea in tutte le regioni italiane il 27 ottobre scorso (in Trentino la presentazione è avvenuta nella sede del Cinformi, a Trento). Accoglienza – afferma Idos – in primo luogo per i richiedenti asilo e rifugiati che arrivano in Italia; integrazione per loro e per i migranti da tempo in Italia; nuova cittadinanza come tema che riguarda la generalitĂ dei migranti e soprattutto le nuove generazioni.

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livello nazionale, nonostante un quadro numericamente stabile della presenza straniera in Italia, il ÂŤDossierÂť sottolinea una notevole movimentazione: 250mila stranieri sono stati registrati in anagrafe in provenienza dall’estero, mentre 178mila residenti sono diventati cittadini italiani, poco piĂš di 6mila sono morti e a molti disoccupati di lungo periodo non è stato rinnovato il permesso di soggiorno. La ripartizione territoriale dei residenti stranieri vede una leggera diminuzione nel Nord-Ovest (34,1%) e nel Nord-Est (24,5%), stabilitĂ nel Centro (25,4%) e un aumento nel Sud (11,3%) e nelle Isole (4,6%). I minori hanno un’incidenza tra i residenti stranieri del 21,2%; gli alunni stranieri in Italia nell’an-

Partendo dallo scenario globale, nel 2015 sono 244 milioni i migranti internazionali nel mondo, dei quali 3,2 milioni richiedenti asilo e 16,1 milioni rifugiati. Sono invece 65,3 milioni i migranti forzati, inclusi 37,5 milioni di sfollati interni. Guardando al nostro Paese, nel 2015 è stazionario il livello della presenza straniera in Italia: 5.026.153 residenti, con un aumento di sole 12mila unitĂ rispetto all’anno precedente. L’incidenza delle donne sul totale dei cittadini stranieri è del 52,6%. Le prime nazionalitĂ sono nell’ordine quella romena, albanese e marocchina, con Albania e Marocco in leggera diminuzione a seguito delle numerose acquisizioni di cittadinanza. Tra i residenti stranieri prevale la presenza europea, costituita per oltre la metĂ da cittadini comunitari.

Sussiste la necessitĂ di valorizzare al meglio le nuove presenze a livello formativo, occupazionale e sociale, impegno quanto mai funzionale alla fase di ripresa dell’economia no scolastico 2015/2016 sono 814.851 (9,2% di tutti gli iscritti), dei quali il 54,7% nato in Italia. I nuovi permessi rilasciati per lavoro sono 21.728, quelli per famiglia 107.096, mentre i permessi scaduti e non rinnovati sono 64mila. Gli occupati nati all’estero sono 2.359.000 (10,5% del totale) e i disoccupati stranieri 456mila (15,0% del totale), mentre il tasso di occupazione è del 58,9%. La retribuzione media è di 979 euro contro 1.362 euro degli italiani. Cala la presenza straniera

nelle costruzioni e aumenta invece nel commercio, in alberghi e ristoranti e in agricoltura. Ancora massiccia la presenza lavorativa presso le famiglie: 672.194 addetti stranieri su un totale di 886.125, ma si registra una diminuzione di 149mila persone rispetto al 2012. Nel 2015 sono sbarcate in Italia 153.842 persone, tra richiedenti asilo e migranti economici e si è accentuata fra gli italiani – afferma il Centro Studi e Ricerche Idos – la ÂŤsindrome dell’invasioneÂť. Secondo le proiezioni demo-

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grafiche dell’Istat, per garantire l’equilibrio demografico della popolazione in diminuzione (-150.000 persone nel 2015) si deve considerare che i nuovi ingressi di cittadini stranieri (solo in parte destinati a tradursi in soggiorni stabili) non si collocano al di sopra di queste previsioni. I curatori del Dossier Idos aggiungono che sussiste la necessità di valorizzare al meglio le nuove presenze a livello formativo, occupazionale e sociale, impegno quanto mai funzionale – afferma Idos – alla fase di ripresa dell’economia. Alla presentazione presso il Cinformi sono intervenuti, fra gli altri, l’assessore provinciale alla Salute e Politiche sociali Luca Zeni, il dirigente di dipartimento Silvio Fedrigotti, la sociologa dell’area studi e ricerche del

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ATTUALITĂ€ IN CRESCITA IL TREND DELLE NASCITE E LA DISOCCUPAZIONE

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dati 2015 indicano per il secondo anno consecutivo in Trentino un decremento della popolazione straniera residente, molto piÚ marcato rispetto a quello rilevato nel 2014. Pesano le acquisizioni di cittadinanza italiana (+60% rispetto al 2014) e le cancellazioni anagrafiche per irreperibilità o per scadenza del permesso di soggiorno. Gli stranieri residenti in provincia alla fine del 2015 ammontano a 48.466 persone, con una perdita rispetto all’anno precedente di circa 1.600 unità (-3,3%). L’incidenza degli

Cinformi Serena Piovesan, Patrizia Toss dell’area accoglienza Cinformi e un rappresentante della comunità siriana giunta in Trentino attraverso il corridoio umanitario. I dati del Dossier immigrazione – ha detto l’assessore Zeni – non solo consentono di cogliere compiutamente un fenomeno che incide significativamente sulle dinamiche sociali nel contesto globale, nazionale e locale, ma anche di distinguere nitidamente la percezione dalla realtà dei fatti. La consapevolezza del quadro reale dell’immigrazione ci permette inoltre di approntare

immigrati sulla popolazione complessiva è ancora in flessione: dal 9,3% al 9,0%; un valore al di sopra della media nazionale (8,3%) ma inferiore a quelli medi del Nord-Est (10,6%). Guardando alle nazionalitĂ maggiormente presenti, i cittadini romeni sono saldamente al primo posto con oltre diecimila persone. Si mantengono rilevanti anche le quote di cittadini albanesi e marocchini. Il trend delle nascite di stranieri torna positivo (+3,7%); con 864 nati da genitori entrambi stranieri, l’incidenza sul totale dei nati in

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i necessari interventi per poter gestire e non subire questo fenomeno. Una sfida cruciale - ha aggiunto l’assessore Zeni - è l’accoglienza dei profughi. In Trentino la Provincia ha scelto la strada di un’assunzione diretta di responsabilitĂ coinvolgendo la comunitĂ . Una distribuzione in piccoli gruppi sul territorio ci consente di attivare percorsi di incontro e inclusione che sono giĂ una diffusa e concreta realtĂ Âť.

Il sistema di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, ma piÚ in generale la risposta al tema immigrazione in Trentino – ha affermato il dirigente del dipartimento Salute e Politiche sociali Fedrigotti – vede una piÚ che positiva sinergia fra Provincia, Commissariato del Governo e Questura. Una formula che sul piano operativo rende unica la risposta di questo territorio alle diverse sfide che la presenza dei

cittadini stranieri comporta. Sfide alle quali rispondiamo attraverso l’impegno di un team di persone che con dedizione e passione rendono possibile governare, per quanto ci compete, il fenomeno migratorio in TrentinoÂť. La positiva sinergia fra il Commissariato del Governo e la Provincia è stata sottolineata anche dal Vicario del Prefetto, Domenico Lione, che ha messo in risalto in particolare la pronta ed efficace risposta del sistema trentino di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale inviati dallo Stato sul territorio provinciale. (Uff. Stampa PAT)

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provincia si porta ad un valore pari al 17,9%. I saldi occupazionali dei nati all’estero rimangono negativi; non emergono particolari segnali di dinamismo del mercato del lavoro provinciale. Nel 2015 i disoccupati stranieri sono cresciuti del 12%, mentre quelli italiani sono diminuiti del 6%. Nelle scuole l’incidenza straniera raggiunge il 12%. Cresce solo la componente dei nati in Italia, pari al 61,5% degli alunni stranieri; diminuisce invece l’apporto degli stranieri nati all’estero.

In Trentino l’accoglienza dei profughi avviene attraverso una distribuzione in piccoli gruppi sul territorio e percorsi di incontro e inclusione

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GENTE E FATTI DURANTE L’EVENTO, CHE SI È SVOLTO SABATO 22 OTTOBRE, È STATO CONSEGNATO IL DIPLOMA A 584 STUDENTI

Trento, Piazza del Duomo ha ospitato la terza cerimonia pubblica di laurea

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suoi laureati: «In un’epoca in cui i confini sembrano inasprirsi, questa università ha cercato di insegnarvi a superarli. Vi ha allenato a raccogliere la sfida dell’andare oltre e ha cercato di farvi cittadini del mondo mostrandovi che superare i confini è un’opportunità, non una minaccia». La parola è poi passata all’ospite della cerimonia, Andrea Cambruzzi, laureato in Ingegneria dei Materiali all’Università di Trento e ora ingegnere alla Schindler Aufzüge di Ebikon in Svizzera, l’azienda che ha ideato e prodotto «Solar Impulse», il primo aereo a energia solare ad aver completato il giro del mondo. A partecipare alla terza edizione della cerimonia pubblica c’era una rappresentanza di chi si è laureato nel periodo giugno 2016/ottobre 2016, laureati del Collegio di Merito Bernardo Clesio dell’Università di Trento e dei corsi di laurea del primo

ciclo dei dipartimenti di Economia e Management, Ingegneria civile, ambientale e meccanica, Ingegneria e Scienza dell’informazione, Ingegneria industriale, Fisica, Matematica, Psicologia

Fotoservizio: © GiuliaAdami.com per Università di Trento

pingersi oltre il limite e vivere gli ostacoli come un’opportunità per diventare migliori e per allargare i propri orizzonti, senza avere paura della diversità. È un messaggio di incoraggiamento quello che è emerso in modo trasversale in tutti i vari interventi che sabato 22 ottobre, in una Piazza Duomo affollata e festosa, hanno fatto da cornice alla «Cerimonia pubblica di laurea». Avere il mondo come orizzonte ed essere consapevoli dei legami maturati negli anni di Università a Trento è l’invito che è stato rivolto ai 584 neolaureati e neolaureate che hanno preso parte oggi insieme a familiari e amici a questo importante momento di passaggio che è la proclamazione della laurea. Una cerimonia arrivata alla sua terza edizione, organizzata dall’Università in collaborazione con il Comune di Trento e con la Provincia autonoma di Trento. Il programma si è aperto pochi minuti prima delle 11 con il Corteo accademico che è partito dal Rettorato per raggiungere Piazza Duomo. A segnare l’avvio della cerimonia l’Inno nazionale e il benvenuto del rettore dell’Università di Trento, Paolo Collini. Quindi i saluti istituzionali, del sindaco di Trento Alessandro Andreatta e dell’assessore alla salute e alle politiche sociali della Provincia autonoma di Trento, Luca Zeni. Il rettore Paolo Collini ha concentrato il suo intervento sulla visione aperta e internazionale dell’Università di Trento e dei

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e Scienze cognitive, Lettere e Filosofia, Sociologia e Ricerca sociale e del Cibio - Centro di Biologia integrata. A Dario Mirossi, miglior laureato tra i partecipanti alla cerimonia, è spettato il compito di prendere la parola a nome di tutte le colleghe e di tutti i colleghi. Sulle note dell’«Inno europeo» si è arrivati all’atto della consegna delle pergamene. I primi a salire sul palco sono stati i laureati del Collegio di Merito Bernardo Clesio dell’Università di Trento, che hanno ricevuto il diploma dalle mani del rettore Paolo Collini e di Maurizio Giangiulio, delegato del rettore per il Collegio di Merito. Giangiulio ha ricordato come il Collegio sia una comunità di giovani impegnati in studi sia umanistici sia scientifici, provenienti da ogni parte d’Italia e dall’estero, nella quale viene favorito l’interscambio di punti di vista e di tematiche di studio, l’approfondimento, il confronto, il dibattito e il rapporto con la cittadinanza anche attraverso un programma di proposte culturali. Una residenza nel cuore della città, che ogni anno apre le porte a 28 nuovi giovani motivati, impegnati e con un buon rendimento negli studi e dà loro la possibilità di rendere più ricca la propria esperienza universitaria e di ottenere maggiori competenze per la vita professionale. A consegnare il diploma a tutti gli altri neolaureati e neolaureate sono stati Collini e il prorettore vicario, Flavio Deflorian. (Uff. St. Università Trento)


GENTE E FATTI

In un articolo sulla Convention dei Circoli trentini d’Australia (pubblicata nel numero 4/2016 della rivista) era stato fatto cenno al cinquantesimo anniversario di sacerdozio di don Ferruccio (Frank) Bertagnolli, salesiano, che da 60 anni opera in Australia, partito per quella terra ancora giovane con un gruppetto di Salesiani, prima ancora di intraprendere gli studi ecclesiastici per il sacerdozio. In Australia il suo anniversario di sacerdozio è stato infatti celebrato, insiema alla comunità trentina, durante la Convention dei Circoli d’Australia, che si è svolta dal 22 al 24 aprile, a pochi giorni di distanza dalla data di ordinazione sacerdotale,

50 anni di sacerdozio per padre Bertagnolli che cadeva il 13 aprile. In quella occasione tutti i Circoli Trentini hanno festeggiato questa ricorrenza, esprimendo a Padre Bertagnolli la riconoscenza della comunità trentina per la sua costante presenza, la sua guida e il suo incoraggiamento per tutti i Trentini in Australia. Alla fine di giugno sono stati invece la parrocchia e il paese natale di padre Bertagnolli (Taio in Val di Non) a fare da cornice ai festeggiamenti per l’avviversario

di sacerdozio. Il 26 giugno padre Bertagnolli ha celebrato una messa solenne nella chiesa parrocchiale (foto qui sopra), davanti alla quale era stato innalzato un bell’«arco» tradizionale (foto in alto a sinistra). Alla messa e al successivo pranzo con i famigliari ha partecipato anche il presidente della Trentini nel Mondo, Alberto Tafner, che a nome dell’Associazione ha consegnato una targa ricordo a padre Bertagnolli.

L’anniversario è stato ricordato anche in occasione della Festa provinciale dell’Emigrazione, che si è svolta ad Aldeno in luglio, quando padre Bertagnolli ha concelebrato la messa insieme all’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, e dopo la messa è salito sul palco allestito in piazza per gli interventi delle autorità, portando il saluto di tutti gli emigrati trentini. Al suo rientro in Australia alla fine di luglio, il Circolo di Sydney ha voluto onorare padre Bertagnolli durante la festa annuale di San Vigilio, tenutasi al «Fogolar Furlan» (ora Club Italia), dove a suo tempo era stato celebrato il suo venticinquesimo di sacerdozio!

LA COOPERATIVA FONDATA A RESISTENCIA NEL CHACO (ARGENTINA) SI OCCUPA DI CURA E ASSISTENZA DOMICILIARE

La «Sol-Tre-Cha» ha compiuto 15 anni Lo scorso 28 settembre si sono festeggiati i 15 anni della cooperativa di cure domiciliari SOL TRE-CHA (Solidarietà Trento Chaqueña), con una riunione che si e svolta presso la sede della struttura della Trentini nel Mondo nella città di Resistencia, capitale della provincia del Chaco (Argentina). La cooperativa è stata fondata nel 2001, inizialmente per assistere i discendenti dei trentini della provincia, e poi dal 2008 ampliando l’utenza agli abitanti in stato di bisogno. La cooperativa ha come scopo contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone che ha in cura e quelle di coloro che lavorano al suo interno, e basa la sua attività su valori come la vocazione al servizio, l’amore per il prossimo, la formazione professionale, la totale attenzione per l’assistito e il suo contesto, e

tra le altre cose, la formazione permanente. Tutto questo impegno ha avuto riconoscimento da parte degli organi di informazione, sia a livello provinciale che nazionale, che hanno indicato l’attività svolta dalla SolTreCha come esempio di buona pratica, non solo per l’eccellente qualità del servizio, ma anche per la

qualità umana dei suoi operatori. Il traguardo dei quindici anni è stato festeggiato con un brindisi a cui erano presenti il coordinatore della Associazione Trentini nel Mondo, Roberto Paolazzi, il consiglio di amministrazione della cooperativa con la sua presidente Josefina Sànchez, la segretaria Laura Maciel e la

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tesoriera Alicia Alegre, i soci, famigliari e amici della cooperativa: tutti insieme si è trascorso un momento piacevole e divertente, tra risate, aneddoti, buon cibo e l’augurio che il meglio debba ancora venire e che questo progetto, caro a tutte le persone che ne sono coinvolte, abbia ancora un’ulteriore crescita. 9 - 2016


GENTE E FATTI È STATO UN PROTAGONISTA DELLA VITA PUBBLICA PROVINCIALE PER MOLTI DECENNI

È scomparso Giorgio Grigolli politico e giornalista attento L’8 novembre, all’età di 89 anni, è venuto meno Giorgio Grigolli. È stata una delle figure che per la sua e la nostra terra ha speso buona parte della vita prestando il suo impegno nel giornalismo e nella politica ricoprendo cariche pubbliche di primo piano nel partito della Democrazia Cristiana e del governo regionale e provinciale. Apparteneva a quella generazione formatasi nelle file dell’Azione Cattolica fin dalla giovinezza, dove Umanesimo Cristiano e cultura del servizio preparavano i cattolici a vivere e testimoniare la loro fede nel privato ma, anche e soprattutto, nell’impegno politico impegnandosi per il bene pubblico. Negli anni cinquanta ha lavorato a Roma nella «Giac» nazionale (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) accanto a personaggi come Carlo Carretto, che lasciava tutto per farsi discepolo di Charles de Foucauld e Umberto Eco, che seguirà altre strade, respirando i fermenti che preludevano ed anticipavano nella Chiesa e nella società la grande rivoluzione del

Quando era presidente della Provincia ascoltò e condivise le ragioni degli emigrati trentini che chiedevano l’istituzione di una Consulta e si impegnò affinché il progetto fosse realizzato Concilio Vaticano Secondo. Fu giornalista e chi l’ha conosciuto non poteva immaginare per lui professione diversa. Curioso ed attento alle novità ed ai fermenti, veloce nello scrivere e disposto al dialogo e alla ricerca delle ragioni che, senza negare le sue convinzioni, potessero offrire le basi per possibili convergenze. Fu a lungo vice direttore del giornale “l’Adige”. Militò nel partito della Democrazia Cristiana e ne fu segretario provinciale. Dal 1967 al 1973 fu presidente della Giunta regionale del Trentino –Alto Adige, anni in cui si approvò il nuovo Pacchetto di autonomia che di fatto ridefiniva le competenze delle due province di Trento e di Bolzano svuotando le competenze della Regione e riproponendo nuove regole di convivenza fra i gruppi etnici della Regione. Dal 1974 al

1979 presiedette la Giunta della Provincia Autonoma di Trento attuando il nuovo “Pacchetto” dell’Autonomia. Fu anche per molti anni presidente del Calcio Trento ricavandone soddisfazioni ma anche grane, soprattutto per il venir meno della base sociale e per il mutare delle condizioni nella comunità trentina. Una sua caratteristica fu la mitezza e la cordialità nei rapporti umani. Non rifuggiva dalle responsabilità neanche quando la causa sposata incontrava molte avversioni. Nel mondo delle migrazioni durante la sua presidenza alla Regione e alla Provincia si ebbe in Italia dopo tanti anni un saldo positivo fra esodi e rientri. La ventata del ’68 portò anche in quel mondo una maturazione democratica con un forte desiderio di protagonismo e di partecipa-

Nella foto qui sopra, scattata nel 1975 nella sede della Provincia Autonoma di Trento, Giorgio Grigolli mentre incontra una delegazione dei Circoli trentini della Svizzera, per discutere dell’istituzione della Consulta per l’emigrazione e della futura legge provinciale in materia di emigrazione: il primo a sinistra è Bruno Fronza, presidente onorario della Trentini nel mondo. Nella foto in alto, l’intervento di Grigolli ad una riunione della Consulta.

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 9 - 2016

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zione ai processi decisionali e alla gestione della “res pubblica” da parte di coloro che si vivevano e lavoravano all’estero. I Circoli, soprattutto europei, erano aumentati di numero e cresciuti nella consapevolezza della loro funzione. Dagli emigrati trentini in Svizzera, sollecitati da altre esperienze regionali, venne la prima richiesta di istituire la Consulta provinciale dell’emigrazione. Questa nacque nel 1970 in forma non istituzionalizzata e formata dai presidenti dei Circoli operanti e da esponenti delle forze sociali che condividevano gli obiettivi dell’associazione. Questa Consulta preparò le linee sulle quali nacque la prima legge provinciale dell’emigrazione nel 1975 e la consulta istituzionalizzata. Mai mancò l’attenzione e il sostegno del presidente Grigolli e della Provincia, nel rispetto del principio di sussidiarietà che vuole che l’ente pubblico non accentri le competenze ma aiuti le forze sociali disponibili a dare il loro apporto con il massimo di autonomia possibile. Nel 1975, nel primo centenario dell’emigrazione in America Latina, Grigolli accompagnò una delegazione dell’associazione in un viaggio in Brasile, che segnò un po’ la rinnovata attenzione della Provincia per i propri cittadini all’estero. Ferruccio Pisoni


GENTE E FATTI IL RICONOSCIMENTO VIENE ASSEGNATO DAL 2009 A PERSONE CHE HANNO OPERATO A FAVORE DELLA COMUNITÀ

Pinzolo, le «chiavi del paese» consegnate al trentino-americano James «Jim» Caola «Le chiavi del paese» è un premio ideato, nel 2009, dal compianto Italo Maffei «Lustro» come riconoscimento a persone che hanno operato a favore delle comunità di Pinzolo, Sant’Antonio di Mavignola o Madonna di Campiglio. Consiste in una pergamena, con le motivazioni, accompagnata da un elegante plexiglass con all’interno una grande chiave contenente il rododendro, fiore alpino che fiorisce vicino ai ghiacciai, simbolo del Comune. Il premio viene concesso dal Consiglio Comunale a seguito della segnalazione di alcuni residenti, in questo caso coinvolti da Bruno Caola. Quest’anno il premio è andato a James Caola, per gli amici Jim, alla presenza dei consiglieri comunali, degli amici, estimatori e parenti. James Caola trentino-americano discendente da emigranti di Pinzolo negli Stati Uniti, ogni anno trascorre diversi mesi nel paese continuando le ricerche genealogiche nella val Rendena e nelle Giudicarie. La grande attività di James nel campo genealogico ha portato notizie e conoscenze storiche a tante famiglie e potrebbe portare, se opportunamente valorizzata, a ulteriori benefici di tipo sociale, culturale e storico alle comunità di Pinzolo, della Val Rendena e del Trentino. James è anche il fondatore e amministratore del sito Facebook «Children of Pinzolo» attraverso il quale numerosissimi emigranti e discendenti di emigranti, in tutto il Mondo

e in particolare negli USA, si mantengono in contatto e accedono a notizie, in tempo reale, sulla vita, sulla storia e sugli avvenimenti del paese, della valle e di molte famiglie. James è anche impegnato nella difesa dei principi democratici, dell’ambiente, dei diritti umani e dell’economia solidale.

È anche un convinto sostenitore della cultura e delle tradizioni popolari locali. Recentemente ha scritto, in occasione della processione della festa dei Santi: «A Pinzolo, come in tanti altri paesini del Trentino, tali eventi sembrano toccare qualcosa di molto profondo nell’anima delle persone, suscitando un intimo senso di connessione col luogo, col tempo, colle tradizioni, con la famiglia; aiutandoci a tirarci indietro dal bordo del vuoto spirituale della modernità, con una risonanza che, come il battito forte di un tamburo, o il semplice rintocco di una campana, portano il passato nelle nostre preoccupazioni quotidiane e ci conducono, almeno per alcuni momenti, a vibrare reciprocamente con la stessa frequenza, attraverso il tempo. E lì, sopra e intorno a noi, ci sono sempre le nostre amate montagne, che hanno creato quello che siamo, che ci chiamano a ritornare, che ci ricordano delle cose che durano. Sono lì sempre presenti, testimoni di questi nostri giorni, attraverso i millenni». La consegna è avvenuta nella serata di mercoledì 5 ottobre scorso, nella sala del Consiglio comunale, durante una breve ma emozionante cerimonia, da parte del sindaco Michele Cereghini alla presenza di tutto il consiglio comunale presieduto da Cesare Cominotti, di numerosi censiti e del coro Presanella che ha creato la giusta atmosfera. Luciano Imperadori

Cuoco vegetariano appassionato di genealogia James Caola «Biatin» (soprannome di famiglia), è nato a Boswell, Pennsylvania, il 15 dicembre del 1951. È figlio di Joseph Giampietro Raffaele Caola e di Mary Kathryn Simpson, purtroppo entrambi scomparsi. Il nonno paterno era Albino Clemente Caola che emigrò negli Stati Uniti nel 1896. Il nonno paterno, nato a Pinzolo 17 aprile 1872, era figlio di Giuseppe Caola (Biatin) e Lucia Catterina Martello (Tesàdri) mentre la nonna si chiamava Bernardina Giovanna Maria Collini (Giuanara), nata a Pinzolo il 26 novembre 1883, figlia di Giampietro Collini (Giuanara) e Leonilda Paolina Lorenzetti (Bartoldo). Il nonno Albino, emigrato negli Stati Uniti prima del 900, tornò a Pinzolo nel 1904 per sposarsi il 28 febbraio 1905 nella Chiesa Parrocchiale di San Lorenzo e poi ripartire con la sua

sposa e non farvi più ritorno James Caola di lavoro fa il cuoco vegetariano a domicilio e nel tempo libero svolge un’attività di ricerca e archiviazione genealogica, che se, all’inizio, riguardava solo la sua famiglia, poi si liata è ampliata fino a comprendere tutte le lie famiglie esi dei paesi della Val na Rendena con la aformazione di un da-tabasee di cir-

ca 90.000 persone(nella foto, l’articolo pubblicato nel numero di ottobre 2011 di «Trentini nel mondo»). È stato il creatore del sito Children of Pinzolo su myfamily.com noto motore di ricerca di alberi genealog genealogici, sostituito nnel 2014 da Children Of Pinzolo in Facebook. IIl gruppo è a ddisposizione ddi tutti gli abita tanti della Val R Rendena e dei dis discendenti di em emigranti che viv vivono in Italia i qualsiasi o in part parte del mone è utile per do ed cond condividere eventi che riguardano la val valle: notizie di

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famiglia, di storia, e di cultura, fotografie storiche e attuali con lo scopo di mantenere vivo il rapporto tra i discendenti di molti migranti rendeneri con la loro terra di origine. Per il futuro James ha presentato a diversi soggetti locali un articolato progetto per la costruzione di un database genealogico per la val Rendena e le Giudicarie, nel quale attraverso i dati degli archivi parrocchiali della Chiesa di Trento, andando a ritroso per almeno 300 anni si può ricostruire la storia di intere famiglie e comunità. Un data base preziosissimo che sarebbe un peccato venisse disperso. I soggetti pubblici e privati come i Comuni, le Casse Rurali i BIM, le associazioni di storia e di ricerca come Judicaria, la Trentini nel Mondo ecc., potrebbero sponsorizzarlo con grande beneficio per tutta la comunità. 9 - 2016


CONVEGNO EZA-UNAIE ORGANIZZATO DALLA TRENTINI NEL MONDO SI È SVOLTO A COMANO TERME, IN TRENTINO, DAL 14 AL 16 OTTOBRE

Migrazioni, etica, politica, Europa al centro del convegno EZA-UNAIE

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l convegno ha esaminato in modo completo le cause e le conseguenze delle migrazioni, offrendo sia una precisa analisi scientifica che una visione più personale ed emotiva del fenomeno migratorio. Un esempio di questo tipo di approccio più soggettivo, è stato il resoconto di Azim Koko (del Centro Astalli), originario del Sud Sudan, che ha raccontato il suo viaggio dalla terra natale all’Italia. Ha evidenziato come vi siano due motivazioni che spingono le persone a lasciare le loro regioni e insediarsi in Europa. Non ci sono solo la violenza e le guerre che durano da molti anni tra i diversi gruppi etnici, a spingere la gente ad abbandonare le loro terre, ma anche altre ragioni, meno menzionate, come lo sfruttamento e il grave degrado ambientale, distrutto dalla non regolamentata e illimitata attività di alcune multinazionali. Queste aziende corrompono i funzionari dei governi locali che avrebbero il compito di proteggere la salute e le condizioni di chi vive nelle città e nel territorio. Altro esempio di approccio personale è stato quello di Diego Leoni (Laboratorio di storia di Rovereto), che nella sua relazione ha raccontato la tragedia personale vissuta dalle donne trentine e dai loro figli durante lo sfollamento di massa della Prima guerra mondiare, dal Trentino ad altri territori dell’allora esistente Impero Austro-Ungarico (foto a fianco). Sebbene la ricollocazione avvenne in regioni relativamente vicine, causò profonde sofferenze e la popolazione, priva di protezione, fu costretta a miserabili

Le relazioni e gli interventi dei partecipanti hanno approfondito e discusso cause e conseguenze del fenomeno migratorio

I lavori del convegno si sono aperti con i saluti di Rosa Franzelin, in rappresentanza di EZA (su delega della segretaria generale Sigrid Schraml) e del vice presidente vicario dell’UNAIE, Aldo Aledda.

condizioni di vita. Nelle altre parti del seminario i relatori hanno offerto un’analisi più analitica dei differenti aspetti della migrazione in Europa.

Franco Narducci, presidente dell’Unaie, ha presentato un quadro dettagliato, anche se spietato, della situazione dei migranti oggi. Ha ricordato che

crisi di carattere religioso, lotte di potere per zone di influenza, guerre locali ma diffuse, interessi economici, stanno provocando massicce migrazioni forzose vero l’Europa, che hanno messo in crisi i sistemi socio-economici consolidati da decenni in Europa, con conseguenze pesanti. Tra le conseguenze citate, la messa in discussione dell’accordo Schengen; la «Brexit» e le prese di posizione degli stati del Centro Europa, che hanno congelato l’accoglienza e vanificato il valore della solidarietà europea; la politica che viene influenzata da un populismo dilagante, alimentato da radicalismi di partito legati alla conquista di posizioni di potere oggi, senza proiezioni strategiche verso il futuro. In questo contesto, nel quale anche gli appelli di Papa Francesco sull’accoglienza sono inascoltati, la democrazia corre seri rischi di delegittimazione e l’avvenire è aperto alla decadenza: anziché avere fede nel futuro e nel progresso, ha affermato Narducci, c’è nostalgia per un passato mitico e retrogrado. Nel suo intervento Elisa Sodde ha presentato il libro di Aldo Aledda «Gli italiani nel mondo e le istituzioni pubbliche. La politica italiana nei confronti dell’emigrazione e delle sue forme di volontariato all’estero» (ne parliamo ampiamente alle pagine 14-15). Con riferimento alla nuova mobilità che interessa le giovani generazioni, Elisa Sodde ha sottolineato che il desiderio di rientro in Italia si scontra con un sistema immutato, prospettive inesistenti e poca apertura del mondo del lavoro. L’intervento di Elisa Sodde è

Tre giornate, cinque sessioni, dodici relatori e un documentario Il convegno, al quale hanno partecipato dodici relatori, si è articolato in tre giornate. Due sono stati i temi al centro delle relazioni delle due sessioni della prima giornata: «Etica e politica, un dialogo necessario» e «Profughi e migranti italiani all’estero». Il filo conduttore della sessione mattutina della seconda giornata è stato «Migranti in bilico tra sfruttamento e crimine» con relazioni sugli esiti del Summit di La Valletta (Malta) 9 - 2016

del 2015, sulle rotte seguite dai migranti verso l’Europa, sul loro difficile inserimenti nel mercato del lavoro, tra pregiudizi, precariato, sfruttamento. Nel pomeriggio, nella sessione intitolata «Esperienze e confronti dai paesi europei» sono stati presentati esempi concreti di iniziative in corso in alcuni paesi per favorire l’inserimento nella società e nel mondo del lavoro dei migranti. Nell’ultima sessione, domenica mattina,

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sono state tirate le somme del convegno e si è dato spazio ai partecipanti per esprimere le loro considerazioni. I lavori sono stati conclusi dalla proiezione di «88 giorni nelle farm australiane», documentario sul fenomeno dell’emigrazione giovanile italiana verso l’Australia, promosso dalla Fondazione Migrantes, realizzato dai ricercatori Michele Grigoletti e Silvia Pianelli, con la regia di Matteo Maffesanti.


CONVEGNO EZA-UNAIE

Da qui sopra, in senso orario, i relatori in ordine di intervento: Franco Narducci, Diego Leoni, Elisa Sodde, Martine Cassar, Milena Sega, Dora-Olivia Vicol, Luigi Minale, Fre-

stato concluso dalla proiezione di un breve filmato realizzato da Cristina Marras, che «sta provando a vivere in Italia per la terza volta, dopo trent’anni di emigrazione», come afferma lei stessa nel video, nel quale descrive le motivazioni che l’hanno spinta al rientro (gli affetti, l’intenzione di «spendere» in Italia le competenze professionali acquisite, l’intento di contribuire a «migliorare» il paese) e le difficoltà, soprattutto burocratiche e amministrative che sta incontrando. «Sono ottimista, ma non mi illudo: so che sarà dura», afferma Cristina Marras in chiusura del video. Martine Cassar, commissario ai rifugiati di Malta, ha offerto una valutazione critica sulle conseguenze del summit di La Valletta dell’11 novembre 2015, che vedeva il coinvolgimento dei leader di Europa e Africa. L’obiettivo del summit era di porre rimedio alle migrazioni di massa dall’Africa verso l’europa, risolvendole alle radici. Le soluzioni concordate prevedevano, nei paesi di origine dei migranti, di incentivare gli investimenti per aumentare l’offerta lavorativa, una più efficiente lotta contro il traffico di esseri umani, aumentando la capacità amministrativa nell’elaborare le richieste dei rifugiati, e il comune accordo di rimpatriare i migranti che non hanno acquisito lo status di rifugiati. Le più grandi sfide

deric Spagnoli, Michele Battisti, Azim Koko, Juan Carlos Barcia Barrera, Aldo Degaudenz. Qui sotto, uno scorcio della sala durante i lavori del convegno.

per attuare questi piani strategici sono rappresentate dalla corruzione che contamina gran parte classe politica africana, e che rischia di far perdere le risorse finanziarie offerte dall’Europa per la creazione di posti di lavoro, e la riluttanza di alcuni governi a rimpatrare i migranti che non hanno ottenuto lo status di rifugiati. Milena Sega (del sindacato CISL) ha parlato dello sfruttamento della manodopera migrante in Italia. Gli immigrati tendono ad essere impiegati nel segmento meno qualificato del mondo del lavoro; dove questo è prevalentemente se non esclu-

sivamente manuale, più pesante e con remunerazioni misere e contratti precari. Ma ci sono anche coloro che lavorano senza un contratto di lavoro o con un contratto di lavoro fittizio, con salari inferiori fino al 50% rispetto quelli contrattualmente previsti, con orari di lavoro compresi da un minimo di 8 ore fino 12 ore e oltre. Lo sfruttamento di manodopera, ha affermato Milena Sega, ha un carattere sistemico ben radicato; anche se vietato dalla legge il caporalato resta purtroppo il tratto distintivo nell’organizzazione di molte aziende agricole italiane, ma non solo. Per contrastare lo sfruttamento dei lavoratori bisogna puntare su leggi apposite ma anche sulla promozione della cultura della legalità: Milena Sega ha citato il progetto «San Francesco Cisl Filca» come un esempio concreto per contrastare il fenomeno: si tratta di un’associazione nazionale di promozione sociale con sede in provincia di Como, che attraverso la formazione permanente e la collaborazione con tutti i protagonisti sociali, altre associazioni, sindacato e imprese, il centro studi promuove la cultura della giustizia e della lotta alle mafie come strumento strategico per la costruzione di un welfare della legalità.

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CONVEGNO

Migrazioni, etica, politica, Europa al centro del convegno EZA-UNAIE  CONTINUA DA PAG. 11 Un approccio originale nell’indagare le motivazioni meno palesi e i canali delle migrazioni interne all’Europa, è stato proposto da Dora-Olivia Vicol, dottoranda dell’Università di Oxford (Gran Bretagna). La giovane ricercatrice ha evidenziato le reti personali che creano le condizioni per trasferirsi dalle zone rurali della Romania a Londra per lavorare. La relazione ha descritto quanto siano vulnerabili i giovani lavoratori rumeni, in balia di coloro che organizzano il loro viaggio, offrono il lavoro e l’alloggio e come le regole in vigore nel Regno Unito contribuiscano a favorire la loro permanenza in uno stato di necessaria dipendenza. Dai dati forniti da Luigi Minale (Università Carlos III di Madrid) è emerso come i migranti che raggiungono l’Europa siano in numero molto ridotto rispetto a quelli che raggiungono e si fermano nei paesi, come Libano,

Turchia e Iraq, limitrofi alle zone interessate dalle guerre. La presenza di milioni di profughi crea situazioni disastrose dal punto di vista alimentare, igienico sanitario ed è anche per questo che in molti preferiscono cercare nuove prospettive, anche a rischio di morire, ad esempio attraversando il Mar Mediterraneo. «L’immigrazione in Francia: tra valori della République e questioni politico-economiche» era il titolo della relazione di Frederic Spagnoli (Università di Besançon), con la quale ha ripercorso le principali tappe della storia dell’immigrazione in Francia e passato in rassegna la legislazione e gli interventi sociali che hanno accompagnato l’arrivo degli stranieri. La Francia si trova a fare i conti sia con l’insofferenza delle seconde generazioni che rivendicano la difesa, se non addirittura, la promozione delle rispettive culture e religioni, mettendo in crisi le politiche di integrazione, sia con le spinte

populistiche di partiti radicali che raccolgono crescenti consensi tra la popolazione e mettono in difficoltà le politiche di apertura ai nuovi fenomeni di migrazioni. Michele Battisti, ricercatore dell’Università di Monaco, ha presentato i risultati di una recente ricerca fatta tra i rifugiati arrivati in Germania durante gli ultimi anni della grande ondata migratoria. Su 610.000 domande già esaminate, il 60% dei richiedenti ha acquisisto lo status di rifugiato. Per facilitare il processo di integrazione è stato fatto un cambiamento importante nel regolamento, permettendo ai rifugiati di entrare nel mercato del lavoro già nel periodo di attesa di completamento del processo di richiesta di asilo. Una mossa importante considerando che, come hanno dimostrato le esperienze passate, l’integrazione dei rifugiati nel mercato del lavoro richiedeva più tempo rispetto a quella dei migranti per motivi economici. L’integrazione nel mondo del la-

voro è supportata dalla condizione favorevole dell’economia tedesca e dall’approccio positivo dei datori di lavoro tedeschi che accettano i migranti come lavoratori. Il 55% di loro assumerebbe un rifugiato nella sua impresa, soprattutto nel turismo, negli hotel, nella ristorazione e nel commercio al dettaglio. Il più grande ostacolo per trovare lavoro per un rifugiato è la mancanza di

PUBBLICHIAMO UN AMPIO STRALCIO DELLA RELAZIONE TENUTA DAL PRESIDENTE DELL’UNAIE, FRANCO NARDUCCI

Squilibrio e sviluppo sostenibile sono i problemi da risolvere Quest’anno abbiamo commemorato il sessantesimo anniversario della tragedia mineraria di Marcinelle e l’anno scorso il cinquantesimo di quella di Mattmark, eventi che hanno riportato in primo piano, sia in Italia che all’estero, il sacrificio dei nostri emigrati nell’immediato dopo guerra e lungo l’intera storia della diaspora. Marcinelle è assurta a simbolo della memoria di quel sacrificio che per altro si è consumato in molte parti del mondo. Ma furono proprio quegli emigrati di casa nostra ad essere i primi costruttori dell’Europa unita, anzi i primi cittadini europei. “Se oggi c’è un’Europa più unita, disse il compianto Presidente Ciampi, è grazie a quei minatori”. Ricordare Marcinelle e Mattmark dovrebbe aiutare il Paese ad affrontare con maggiore consapevolezza le sfide del lavoro e dei suoi diritti, dell’accoglienza e dell’integrazione, dei flussi migratori e dei fenomeni nuovi e inediti della globalizzazione. L’associazionismo sociale riconducibile ai migranti si è dimostrato consapevole e dispo9 - 2016

Le sfide dei flussi migratori e dei fenomeni nuovi e inediti della globalizzazione devono essere affrontate con maggiore consapevolezza nibile ad affrontarle e ad essere protagonista come ha sempre fatto. Ma non può farlo da solo, vi è un bisogno pressante di politiche d’integrazione dei migranti da parte dello Stato e delle Regioni. Del resto la nostra emigrazione non è un’isola felice, non è fatta soltanto di imprenditori di successo o di protagonisti delle professioni prestigiose, dobbiamo ricordarcelo sempre, soprattutto di fronte al nuovo flusso di emigrazione dall’Italia, anche se ora si preferisce chiamarla “mobilità professionale transfrontaliera”. In Inghilterra la vicenda dei questionari nei quali i nostri studenti avrebbero dovuto indicare se erano “italiani, napoletani o siciliani”, insieme alle recenti proposte di schedare i lavoratori non inglesi, hanno fatto squillare

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O EZA-UNAIE «Non possiamo influire sulla realtà mondiale che ci sovrasta – ha affermato Degaudenz - possiamo solo tenere sempre presente che va recuperata l’etica. Il mondo si salverà quanto l’etica sarà l’ispiratrice di ogni azione umana».

conoscenza della lingua, quindi è questa la prima cosa da affrontare se si vuole seguire la strada dell’integrazione. Secondo i dati forniti da Battisti, i rifugiati sono consapevoli dell’importanza di acquisire la lingua: infatti già il 70% di loro parla tedesco. Juan Carlos Barcia Barrera rappresentante di Humanismo y Democracia ha raccontato l’attività del suo dipartimento,

che mira alla rivitalizzazione socio-culturale dei migranti nella regione di Madrid. Per agevolare come fine ultimo la loro integrazione nella società spagnola, viene offerta un’ampia rete di supporto, che include stage professionali, insegnamento della lingua, supporto psicologico, consulenze familiari e supporto per la ricerca del lavoro. La cooperazione con le aziende e i manager per trovare lavoro ai migranti, si è dimostrata un modo molto efficiente per l’integrazione nel mercato del lavoro. I sondaggi effettuati in Spagna, hanno dimostrato un’apertura della società spagnola verso i migranti: l’ 87% di loro si dichiarano integrati e il 71% degli spagnoli li considerano integrati. Questo sorprendente risultato suggerisce che anche gli altri stati d’Europa dovrebbero applicare lo stesso sistema d’integrazione che viene attuato in Spagna. Il dibattito seguito alle presentazioni della varie relazioni è

stato attivo e emozionante, come al solito nei seminari organizzati dall’UNAIE e dall’Associazione Trentini nel Mondo. I partecipanti hanno espresso l’opinione che al giorno d’oggi anziché l’etica prevalgano nelle persone l’individualismo e l’egoismo ed è facile cedere a politici che sollevano emozioni ostili contro i rifugiati. Come ha concluso Aldo Degaudenz (Trentini nel mondo, ex presidente UNAIE), ciò che è emerso dal convegno alimenta l’impressione che l’Europa e le nazioni che la compongono, abbiano perso il senso della solidarietà, il senso del nostro stare insieme e dei valori che hanno ispirato la nascita della Unione Europea. Ma la civiltà non può essere egoista e concentrata solo sui suoi interessi. C’è bisogno di principi, di onestà, lealtà, fede e moralità. Devono essere organizzati canali umanitari per aiutare i rifugiati a scappare dalle zone di guerra, anziché lasciare spazio al traffico di esseri umani. «Noi non

possiamo influire sulla realtà mondiale che ci sovrasta – ha affermato Degaudenz - non possiamo superare le guerre quando sono in gioco interessi politici, economici, di prestigio internazionale, di sopraffazione religiosa, etnica, culturale. Possiamo solo tenere sempre presente che va recuperata l’etica a tutti i livelli, partendo da ciascuno di noi, fino ai vertici delle responsabilità politiche ed amministrative. Il mondo si salverà quanto l’etica sarà l’ispiratrice di ogni azione umana». Dal convegno è anche emerso che accanto a questo quadro a tinte cupe, ci sono incoraggianti segnali: molti migranti sono integrati in Europa con successo, sono utili membri della società; in Italia gli emigrati stanno producendo un valore nell’economia pari al totale della produzione dell’industria automobilistica FIAT. Ciò che si deve fare è studiare e supportare gli esempi di successo di integrazione dei migranti in Europa. György Lajtai / Maurizio Tomasi

In Trentino l’accoglienza dei profughi avviene attraverso una distribuzione in piccoli gruppi sul territorio e percorsi di incontro e inclusione

il campanello d’allarme della nostra diplomazia a Londra, intervenuta con fermezza ottenendo una presa di distanza e le scuse del Foreign Office. Probabilmente si tratta di un fatto episodico che tuttavia c’insegna che non si è mai sufficientemente a Nord. Restano in ogni caso i tristi segnali di insofferenza nei confronti degli stranieri, tra i quali la presenza italiana è molto consistente. Al di là del caso inglese, il populismo trasferito dalla politica al mondo del lavoro si sta diffondendo in modo abnorme, con conseguenze spesso ingestibili sotto il profilo dei rapporti tra Stati, come è accaduto, per esempio in Svizzera con il referendum approvato dal popolo contro la cosiddetta emigrazione di massa. Un referendum voluto e sostenuto

con forza dalla destra populista e xenofoba, la cui applicazione, prevista nell’arco di due anni sta provocando difficoltà enormi al Governo svizzero nei rapporti con l’Unione Europea, con la quale furono sottoscritti accordi bilaterali che hanno portato molti vantaggi alla Svizzera e al suo sistema economico e finanziario, ma anche la libera circolazione delle persone appartenenti all’UE stessa. C’è sempre un «do ut des», ma lo hanno evidentemente dimenticato i cittadini del Canton Ticino che qualche settimana fa hanno approvato l’iniziativa “Prima i nostri” lanciata dalla Lega dei ticinesi, mirata a limitare l’accesso dei frontalieri italiani al mercato del lavoro ticinese, con profondo disappunto della Lega Nord che governa la Lombardia. Insomma quante leghe dovranno nascere, a quanti “prima i nostri” dovremo assistere e quanti muri tra stati dovranno essere eretti per risolvere i problemi dello squilibrio e dello sviluppo sostenibile?

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Eppure è a tutti noto l’impatto economico delle migrazioni in Europa che non solo si rivelano positive per i Paesi a basso ricambio giovanile nella loro classica funzione di sostegno al sistema pensionistico, ma anche sotto il profilo economico più generale. In Svizzera ogni quarta apertura di una nuova impresa è da attribuire agli immigrati e in Italia non va diversamente. Come cristiani, ad ogni modo, non possiamo ignorare il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che sarà celebrata anche nelle parrocchie in Italia domenica 15 gennaio 2017. Un messaggio che lancia un forte appello all’accoglienza, alla tutela e all’accompagnamento dei minori migranti e richiedenti asilo, che costituiscono una parte maggioritaria di chi oggi e in cammino e in fuga nel mondo e che sono - come dice il Papa - “tre volte indifesi”: perché minori, perché stranieri, perché indifesi”. Franco Narducci 9 - 2016


CONVEGNO EZA-UNAIE IL LIBRO È STATO PRESENTATO DA ELISA SODDE IL 14 OTTOBRE A COMANO TERME DURANTE IL CONVEGNO EZA-UNAIE

La politica italiana verso l’emigrazione, poca lungimiranza e troppa burocrazia

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li italiani all’estero hanno sempre lamentato, e spesso biasimato, lo scarso interesse dimostrato dallo Stato di origine nei loro confronti. Dal loro punto di vista la querimonia non sembra infondata, ma, in realtà, sostiene Aldo Aledda nel suo ultimo libro, è solo comune a tutte le altre che emergono dai diversi spaccati della società italiana. Si tratti di ambiente (terremoti e alluvioni), sanità, trasporti, ecc., dovunque si colgono i limiti dell’azione pubblica.

L’autore del saggio, Aldo Aledda è presidente del Cedise (Centro Europeo Diffusione Informazione Sardegna Estero) e vice presidente vicario dell’Unaie «Gli italiani nel mondo e le istituzioni pubbliche. La politica italiana nei confronti dell’emigrazione e delle sue forme di volontariato all’estero» (Editore, Franco Angeli, 2016) pp. 24, € 31, e.book € 22

MANCATE RIFORME E APPARATO PESANTE

Probabilmente è solo la distanza dal paese di origine che non consente ai connazionali all’estero di accorgersi dell’analogia di trattamento dei loro problemi con quelli dei residenti in Italia. E tutto ciò, conclude l’autore, anche da studioso dei problemi della pubblica amministrazione, a parte le inevitabili responsabilità politiche, è frutto soprattutto delle mancate riforme in questo campo che fanno ricadere sui connazionali all’estero (magari gratificati nel paese in cui vivono da servizi e burocrazie molto più efficienti) tutto il peso di un apparato la cui sostenibilità è affidata solo alla buona volontà dei singoli funzionari. I conti sembrano in qualche modo tornare all’autore quando analizza i risvolti politici dalle origini della grande emigrazione italiana. TRE DIVERSI APPROCCI ALL’EMIGRAZIONE

monta nel secondo dopoguerra sotto i suoi occhi, analisi, studi, conferenze nazionali, audizioni parlamentari, costituzione di commissioni, ecc. Impaurito del ripetersi di un’esperienza autoritaria, il nuovo costituente (che dà spazio nella carta fondamentale anche all’emigrazione, art. 35) crea i presupposti per un nuovo clima democratico attraverso un sistema istituzionale di poteri diffusi che comunque favorisce il confronto e l’analisi più che la decisione. E così, tra enunciazioni di principio, prese di posizioni e conferenze, appunto, si avvia a decantazione, alla fine degli anni Settanta, anche il problema dell’emigrazione. Sul tavolo rimane l’esigenza di dare in qualche modo spazio

alla rappresentanza degli italiani all’estero, la cui voce diviene sempre più insistente paradossalmente quanto più si assottiglia la propria base. E così, mentre si avvicinano gli anni Novanta, che hanno visto l’autore assumere anche la veste di testimone privilegiato per via di alcuni incarichi istituzionali, egli constata che lo Stato applica anche alla dirigenza del mondo organizzato dell’emigrazione la collaudata tecnica del coinvolgimento in responsabilità istituzionali dei vertici dell’associazionismo italiano nel mondo. A livello periferico, ossia le sedi consolari, attraverso la creazione di comitati vari che culminano con l’istituzione dei Comites, e, nel 1989,

Lo stato liberale del Regno, dopo un approccio cauto e conoscitivo (anche se un po’ preoccupato per i riflessi sull’agricoltura), si mostra fedele ai principi del laisser-faire, lasciando liberi i singoli di espatriare occupandosi soltanto, da stato-nazione moderno, di tutelarne i diritti e, per quanto possibile, la salute fisica e morale. Lo stato fascista utilizza l’emigrazione ai fini di potenza. La nuova Repubblica riserva all’ondata emigratoria, che 9 - 2016

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a livello centrale con la creazione del Consiglio generale degli italiani all’Estero (CGIE), organo dello stato presieduto dal ministro degli esteri e, infine, nel 2001, col voto degli italiani all’estero che consente ai maggiori leader della comunità italiana oltreconfine, di divenire finalmente essi stessi istituzione. SEMPRE MENO SOLDI PER L’EMIGRAZIONE

A vedere il bicchiere mezzo pieno il successo si profila totale. A vederlo mezzo vuoto, sembra di capire dalle riflessioni dell’autore, si è solo in presenza di un disegno di stile bismarckiano di cooptazione delle classi dirigenti finalizzato al graduale svuotamento delle loro istanze di base. Infatti, poco dopo gli anni 2000 (soprattutto nel 2008 in coincidenza con la crisi economica), l’impegno finanziario del sistema stato-regioni – vera cartina di tornasole della volontà politica, sostiene Aledda – si riduce ai giorni d’oggi di quasi l’ottanta per cento, con alcune importanti regioni che addirittura azzerano il relativo capitolo di spesa. MANCA UN DISEGNO DI «RACCORDO»

Si è in presenza di un disegno? Se così può sembrare a prima vista, anche in questo caso Aledda non si vuole fermare alle apparenze e rinuncia a indossare i panni del giallista politico, che vede ovunque cospirazioni e intrighi, in favore di quello più rassicurante dell’analista. Perciò gli sembra che, a fronte di un’opinione pubblica poco interessata alla sorte e alle vicende dei connazionali o dei vecchi parenti emigrati e di una classe politica dalla vista corta, sia difficile individuare un qualche disegno ma solo un succedersi di situazioni confuse e slegate sul piano istituzionale che si basano sull’incapacità cronica del sistema politico-amministrativo italiano, di stampo ancora primo-novecentesco, di tradurre le analisi e le riflessioni tipiche di un sistema democratico in azioni concrete e coerenti.


CONVEGNO EZA-UNAIE USA Francia Svizzera Argentina Germania Brasile Canada Benelux Venezuela GB

1876 -1976

27.000.000 54% vigilia Prima Guerra Mondiale

25% 1945-1976 I «numeri» dell’emigrazione italiana nel corso di un secolo.

Ma soprattutto è mancato, e sembra mancare tuttora, un disegno che miri a raccordare il grande mondo degli italiani all’estero con quello dei residenti o, ancora di più, secondo le ipotesi di Piero Bassetti, col più vasto mondo degli “italici” (ossia tutti coloro, anche stranieri, che si riconoscono nella cultura e nei valori italiani). UNO SGUARDO ALLA NUOVA EMIGRAZIONE

Se in questo campo, conclude l’autore, è chiaro che lo stato non può fare tutto, perché è indispensabile che si muovano soprattutto gli spaccati di società interessati, però una cosa la può fare: fondare una politica estera che, senza disturbare alcuna potenza amica, crei un soft-power italiano nel mondo con innegabili vantaggi anche economici per il nostro paese (anche se, qua e là, osserva che l’emigrazione italiana ha sofferto troppo dall’essere stata concepita strumentalmente solo in termini di “risorsa” economica).

Infine uno sguardo alla ripresa dell’emigrazione dall’Italia. Per Aledda, anche in questa occasione emergono inveterati limiti di approccio. Intanto il definirla “giovanile”. Le emigrazioni sono state sempre e in larga misura di “giovani”. Solo che questa etichetta rappresenta un pretesto per un approccio paternalista e contraddittorio al problema: prima racconti che il mondo è globale o che, soprattutto, in Europa i giovani devono circolare per farla realmente tale, poi gli dici che devono rimanere in

LO STATO ITALIANO

GLI ITALIANI ALL’ESTERO

Attrarre nuove professionalità ma lentezza nell’adeguarsi alle esigenze dei nuovi professionisti

Desiderio di rientrare ma senza rinunciare a stile di vita da professionista in paese meritocratico

Italia a consolidare il sistema (o addirittura non muoversi dalla propria regione). RISCHIO INVECCHIAMENTO E DECADENZA

Valorizzazione normativa rappresentanze

Anni ’70 fino 2000

1922-1945

Normativa tutela emigrati e libertà emigrazione

L’aspetto preoccupante per l’autore è che in questo modo riemergono vecchie e infondate paure che risalgono fino ai tempi delle prime emigrazioni ottocentesche in cui chi lasciava la famiglia e il villaggio era inviso alla società di origine, e altre nuove che si legano alla paura dello

straniero che delinque, porta via il posto di lavoro, altera i valori fondanti, ecc. E tutto ciò accade, sostiene Aldo Aledda, soprattutto quando si parla di esodo di professionalità, senza che nessuno voglia ammettere che la fuga di quasi tutti (non solo dei cosiddetti “cervelli”) avviene per avversione a un sistema vecchio, clientelare e scarsamente meritocratico e, per conseguenza, senza che chi ne abbia le responsabilità si ponga minimamente il problema che è proprio quello che deve cambiare, non solo per rendere possibile il rientro di chi vuole tornare in patria ma anche per consentire l’ingresso di energie straniere, come capita nei paesi più avanzati. Infatti la circolazione fisica, il confronto delle esperienze e il mescolamento delle culture – è uno dei messaggi di fondo del libro – rappresentano il presupposto per la crescita della società italiana che, in caso contrario, è destinata non solo all’invecchiamento ma anche alla decadenza. Elisa Sodde

Dalla «cooptazione in stile bismarckiano» delle classi dirigenti alla progressiva riduzione dell’impegno finanziario del sistema Stato-Regioni, si è assistito a un succedersi di situazioni confuse e slegate sul piano istituzionale che si basano sull’incapacità del sistema politico amministrativo italiano, di stampo ancora primo-novecentesco, di tradurre le analisi e le riflessioni tipiche di un sistema democratico in azioni concrete e coerenti

Chiusura frontiere e pubblica sicurezza

1888-1919

I principali paesi di destinazione dei flussi migratori dall’Italia fra 1875 e 1976.

1948 fino anni ‘60

Dal 2000 ad oggi

Articolo 35 Costituzione e ripresa flussi migratori

Culmine valorizzazione rappresentatività e disimpegno finanziario

I diversi «approcci» della politica italiana al tema dell’emigrazione.

Una sintesei degli obiettivi e delle aspettative al giorno d’oggi.

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di Mario Anelli LA NUOVA SEDE È OPERATIVA DALL’AUTUNNO 2015 NELLA ZONA INDUSTRIALE DI SPINI DI GARDOLO, ALLA PERIFERIA DI TRENTO

L’armonia delle forme è prerogativa degli edifici firmati «Larentis Lorenz»

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ome un sarto di classe, ma d’acciaio e d’alluminio. «Noi cuciamo abiti metallici su misura per ogni edificio, garantendo comfort ed armonie delle forme» dice Benito Larentis, il fondatore dell’industria Larentis Lorenz srl di cui è l’amministratore delegato. Al posto di preziosi tessuti usa acciaio, alluminio, vetro e compositi per costruire coperture vetrate, facciate, carpenteria metallica strutturale, serramenti e rivestimenti. Progetta modelli unici ascoltando bene il cliente fino a conoscerne le reali necessità, le interpreta e realizza. Quindi le installa. Nuova è la sede, aperta dall’autunno 2015 nella zona industriale a Spini di Gardolo (Trento). Tre i reparti specializzati, tra loro interconnessi: carpenteria, alluminio, rivestimenti. L’azienda si avvale pure di posatori esterni. In ditta sono all’opera centri di lavoro, presse piegatrici, taglierine, scantonatrici, saldatrici ecc., dotati di software di ultima generazione. L’impulso provie-

L’impresa fondata da Benito Larentis progetta modelli unici e usa acciaio, alluminio, vetro e compositi per costruire coperture vetrate, facciate, carpenteria metallica strutturale, serramenti e rivestimenti, prestando sempre la massima attenzione all’evoluzione della tecnologia e delle tecniche produttive ne dal settore progettazione che lavora a stretto contatto con la clientela pubblica e privata, prevalentemente con studi di architettura e specializzati. Compie le valutazioni preliminari cercando le migliori soluzioni tecniche da adottare per metterle poi in produzione Entrando in azienda s’avverte solidità e modernità quanto il fondatore esprime tenacia. Evidentemente necessaria, dal momento che Benito Larentis ha attraversato le vicende italiane e locali a partire dal 1961, quando

Alcune realizzazioni Larentis Lorenz: in alto le sedi di Helicopters Italia e di E-Pharma a Trento e, qui sotto il Liceo Pascoli di Bolzano.

www.larentis-lorenz.com ren rent ntti 9 - 2016

l’azienda diventò operativa. Entrò nella prima meccanizzazione trentina dell’agricoltura con piccole produzioni di carpenteria metallica, quindi nell’allora arrembante settore dell’edilizia. Tra il 1980 ed il 1990 riuscì ad espandere decisamente la

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carpenteria quindi introdusse le macchine a controllo numerico fino ai software attualissimi per la modellazione strutturale in tre D. Ora la ditta è in grado di progettare e costruire interi involucri edificiali. «Siamo sempre andati in progressione - sottolinea l’amministratore delegato - lavorando su commessa, dunque misurando ogni passo, ma sempre incollati all’evoluzione della tecnologia e delle tecniche produttive. Siamo riusciti così a non mettere mai in cassa integrazione i nostri collaboratori, ad autofinanziarci, a chiudere ogni anno i bilanci in attivo e ad espanderci nel mercato». Oggi la Larentis Lorenz s’occupa per lo più di medie e grandi lavorazioni, non solo in Trentino Alto Adige, ma in varie regioni italiane, con puntate in Africa,


PER REALIZZARE LA SEDE DELLA «DIAL» DI PERGINE VALSUGANA SONO STATE APPLICATE PARTICOLARI TECNOLOGIE COSTRUTTIVE

Forme e colori che evocano il mondo della montagna Tra le molte realizzazioni di eccellenza della Larentis Lorenz, spicca un lavoro assai particolare per tecnologia costruttiva e per la risposta data alle richieste del committente, l’azienda Dial srl di Pergine Valsugana, dove lavora e commercializza funghi ipogei. La nuova struttura riecheggia il mondo della montagna, i colori dei funghi sui rivestimenti esterni con una facciata mossa da una serie di pannelli in alluminio tagliati a laser e colorati per rappresentare il sottobosco. In particolare propone una palazzina vetrata con portico elissoidale ed una parete giallo oro evocativo del colore tipico del marchio aziendale. Tutta la struttura portante è in carpenteria metallica come il rivestimento. nell’area europea di lingua tedesca e mira sempre più ai mercati esteri. Può vantare realizzazioni di deciso impatto, come, ad esempio, l’hotel Al Mar, il primo cinque stelle di Jesolo sull’alto l’Adriatico. L’Urban City di Rovereto

con doppia facciata in materiali compositi e vetrazioni. La nuova sede de La Sportiva, multinazionale della calzatura da montagna a Ziano di Fiemme. Le facciate continue interne ed esterne del Liceo Pascoli di Bolzano. A Trento importanti opere per la Spes, E-

Pharma, l’aeroporto G. Caproni, la sede di Helicopters Italia, di Brennercom e delle Edizioni e Centro studi Erikson. La nuova sede dell’azienda Dial per la lavorazione di funghi ipogei a Pergine Valsugana e nel medesimo centro il nuovo teatro comunale. Tra le

banche, la Cassa rurale di Levico Terme. Nella periferia di Arco un particolare intervento di carpenteria strutturale con camicia sismica per una scuola. Ed ora sta costruendo 5.000 mq di facciate ventilate per un grande hotel a servizio dell’aeroporto di Vienna.

L’INGEGNER MARCO LORENZ PARLA DELLE PECULIARITÀ DELL’AZIENDA E DEGLI OBIETTIVI DI ESPANSIONE CHE SI È POSTA

L’Africa è e sarà un importante mercato M

arco Lorenz, ingegnere (52 anni, nella foto con il fondatore Benito Larentis), ha portato nell’azienda di cui è socio l’esperienza manageriale maturata nel decennio trascorso dirigendo la filiale di Rovereto della multinazionale svedese Sandvik, leader mondiale nella produzione di utensileria per lavorazioni meccaniche. Ora è al tavolo per gli appalti della provincia di Trento in rappresentanza di Confindustria. «Dentro la nostra azienda - segnala - è peculiare avere saputo unire le caratteristiche della conduzione familiare con quelle industriali introducendo logiche della multinazionale per razionalizzare l’azienda. Ora sia la contabilità che le metodologie di lavoro sono quelle dell’ambiente industriale». Quale futuro state preparando per la vostra azienda? Ora siamo all’aeroporto internazionale di Vienna-Schwechat per rivestire totalmente un nuovo hotel della catena Moxy su una superficie di 5.000 mq conferendovi un armonioso aspetto architettonico. Finiremo entro l’anno. Poi spingeremo maggiormente verso l’estero. L’approdo oltreconfine prefigura le prossime attività

«Abbiamo saputo unire le caratteristiche della conduzione familiare con quelle industriali e ci siamo organizzati per realizzare progettazioni complesse e di alto livello e per garantire standard elevati, mirati a lavori di assoluta qualità» aziendali? Certamente vogliamo continuare ad essere leader locali e ribadire anche il nostro ruolo in campo nazionale, ma puntiamo a conquistare una fetta del mercato estero di settore, nei lavori di nicchia, dove è importante la progettazione completa e di alto livello prima della produzione. Noi ci siamo qualificati appositamente in tale direzione, è la nostra innovazione. Ovvero? Ci siamo

completamente riorganizzati per progettazioni complesse e per standard elevati mirati a lavori di assoluta qualità proprio per occupare questa nicchia di mercato e per muoverci verso altri mercati. Anche esterni all’Unione Europea? Si, abbiamo già fatto consegne in Africa, in particolare

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in Nigeria e stiamo trattando per commesse in Ghana. L’Africa è e sarà ancor più un mercato importante negli anni a venire. Ed il mercato italiano? «Quello dell’edilizia, tradizionalmente a noi più vicino, ora é in lieve crescita, ma dopo la grande discesa degli ultimi anni. Comunque i lavori particolari ci sono sempre, bisogna dunque cercare di differenziarsi dalla massa mediante la progettazione. Cosa caratterizza la vostra azienda? Siamo riusciti ad unire nella progettazione e nella produzione acciaio ed alluminio. Nell’architettura moderna sono previste strutture complesse, unendo la peculiarità dei due materiali citati come di altri materiali compositi, noi garantiamo la possibilità di fare carpenteria strutturale di precisione, fornendo al cliente il pacchetto completo, sia relativamente alla parte strutturale che a quella di rivestimento architettonico evoluto. Qual’è il trend del vostro settore? La clientela si orienta verso le facciate vetrate evolute ovvero con caratteristiche termotecniche ed acustiche dotate di performance molto elevate. La richiesta di benessere nei due campi è assai alta. 9 - 2016


CIRCOLI

«Forever Trentini», un concorso per i giovani residenti all’estero in occasione del 60°anniversario della Trentini nel mondo In occasione del sessantesimo anniversario di fondazione, l ’Associazione Trentini nel Mondo invita i Giovani Trentini residenti all’estero a presentare lavori individuali sul tema «Forever Trentini – 60° anniversario».

al concorso (scaricabile dal sito dell’Associazione www.trentininelmondo.it) compilata in ogni sua parte. 6. I vincitori del concorso saranno comunicati entro il 30/05/2017.

1. Il tema potrà essere sviluppato con qualsiasi tecnica MA la documentazione dovrà essere consegnata in forma digitale su CD/DVD. Le attività ammesse al concorso possono essere ad esempio (ma non solo): filmati, interviste, racconti, raccolte di immagini e documenti, lavori artigianali o artistici, performance pubbliche, attività sportive e culturali, siti web, attività di solidarietà, che abbiano attinenza con le comunità trentine all’estero e che possano testimoniare il legame tra l’emigrazione trentina e la terra di origine.

7. Il concorso prevede 12 premi, un primo premio, un secondo premio e dieci menzioni speciali. I premi consistono nel rimborso delle spese di viaggio per incontrare una comunità trentina all’estero a propria scelta, fino al tetto massimo stabilito per ogni premio. Il premio inoltre sarà condiviso con il circolo che sarà visitato che riceverà un contributo per le attività. 8. La scelta del Circolo sarà condivisa con l’Associazione e il Circolo, all’interno delle preferenze indicate da ciascun vincitore.

2. I lavori presentati dovranno essere nuove realizzazioni create appositamente per il concorso, non sono quindi ammesse attività già realizzate alla data della pubblicazione del bando.

9. Saranno rimborsate fino al tetto massimo previsto dal premio, le spese relative a: costi di viaggio (biglietti treno, autobus ecc..), costi di alloggio, pasti in viaggio. Le spese devono essere giustificate con biglietti, scontrini, ricevute ecc… e saranno rimborsate dopo il viaggio e dopo che i documenti di spesa arrivino in associazione

3. Possono partecipare tutte le persone di origine trentina nate dopo il 01/01/1976 che vivono all’estero. I partecipanti devono essere maggiorenni. La partecipazione è individuale, può coinvolgere anche altre persone ma il premio spetta solamente alla persona che partecipa al concorso.

10. I tetti di spesa previsti sono 1. Premio: rimborso spese di viaggio fino a 800,00 Euro per il vincitore – 400,00 Euro per il Circolo ospitante 2. Premio: rimborso spese di viaggio fino a 500,00 Euro per il vincitore – 300,00 Euro per il Circolo ospitante Fino a n. 10 menzioni: rimborso spese di viaggio fino a 400,00 Euro per il vincitore – 200,00 Euro per il Circolo ospitante.

4. I CD/DVD con il lavoro o la documentazione di quanto realizzato devono essere inviati alla sede dell’Associazione Trentini nel mondo entro il 31/03/2017 (vale la data del timbro postale) 5. Assieme al CD/DVD dovrà essere inviata anche la scheda di partecipazione in allegato

Per informazioni sulla partecipazione si può contattare l’Associazione: info@trentininelmondo.it / Telefono: +39-0461-234379 9 - 2016

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CIRCOLI IL «BATTESIMO» È AVVENUTO IL 14 OTTOBRE DURANTE IL CONVEGNO EZA-UNAIE CHE SI È SVOLTO A COMANO TERME

È nato il Circolo di Banja Luka Era emozionata Anita Menegoni Halic nel ricevere dalle mani del presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, la bandiera del Circolo trentino di Banja Luka (Bosnia Erzegovina) della quale è presidente. La consegna, che ha dato ufficialità pubblica alla nascita del nuovo Circolo, è avvenuta il 14 ottobre scorso, durante il convegno EZA-UNAIE, che si stava svolgendo a Comano Terme (articoli da pagina 10 a pagina 15 di questo numero del giornale). Anita Menegoni ha espresso la sua sua gioia, il suo orgoglio e la sua soddisfazione, per essere riuscita, con l’aiuto di altri soci del comitato promotore del Circolo, a rintracciare e riunire i cittadini di Banja Luka di origine trentina. Attualmente sono circa ottanta i soci del Circolo, appartenenti ad una quarantina di famiglie che hanno le loro origini in alcune località della provincia: soprattutto Aldeno, Roncegno e Caldonazzo, ma anche Fiera di Primiero e Trento. I cognomi più diffudi sono Agostini, Baldo, Postai, Menegoni, Spanjoli, Montibeler. «Per noi questa bandiera ha un grande valore - ha detto Anita Menegoni - perché testimonia la

nostra appartenenza alla grande famiglia dei trentini nel mondo e sarà sempre con noi e ben esposta in tutte le occasioni e le iniziative alle quali il nostro Circolo sarà

presente. Ricevere questa bandiera ci gratifica molto e rappresenta per noi un grande stimolo a continuare con ancora maggiore determinazione la nostra attività:

questa bandiera ci fa sentire come una nave che adesso procede con il vento in poppa ». In Bosnia Erzegovina sono attivi anche i Circoli trentini di Stivor, Tuzla e Sarajevo, mentre a Mahovljani nel 2013, per iniziativa del Circolo trentino del Pontino, è stato inaugurato un monumento che ricorda i 130 anni di emigrazione dei trentini in quella località. Il presidente della Trentini nel mondo ha affermato che la nascita di un nuovo Circolo va salutata con gioia, si è congratulato con Anita Menegoni per l’impegno e l’entusiasmo con i quali ha operato in tutte le fasi che hanno portato alla costituzione del Circolo e ha assicurato l’attenzione e la collaborazione dell’Associazione nell’affiancare e promuovere le attività del Circolo. Tra le principali attività, promosse insieme all’Associazione italiana di Banja Luka, ci sono l’organizzazione di corsi di italiano (abbinate anche a rassegne cinematografiche) e l’allestimento di mostre di carattere culturale. Anita Menegoni ha anche ricordato gli incontri, come quello in occasione del Natale, che danno la possibilità ai trentini di Banja Luka di riunirsi, conoscersi, frequentarsi.

Solidarietà ai terremotati dai trentini di Sarajevo I cittadini d’origine italiana e il Circolo Trentino di Sarajevo (Bosnia Erzegovina), che hanno vissuto l’esperienza della guerra del 1993, ricordano molto bene la devastazione e le vittime causate dall’assedio alla città, durato più di 1.300 giorni e per questo comprendono e condividono i sentimenti e i problemi delle popolazioni del Centro Italia, colpite dal terremoto che il 24 agosto ha distrutto e danneggiato città e paesi e ha provocato molte vittime. A seguito di un appello alla solidarietà lanciato ai nostri soci, la maggior parte dei quali sono pensionati, siamo riusciti a raccogliere un contributo modesto nell’importo ma di grande valore perché sincero e fatto col cuore, che abbiamo già provveduto ad inviare alla Croce Rossa Italiana, tramite la banca Intesa San Paolo di Sarajevo. Questa iniziativa di solidarietà si aggiunge

alla normale attività svolta dalla nostra associazione che, grazie all’appoggio dell’Associazione Trentini nel Mondo, ogni anno organizza corsi di lingua italiana, sia per i nostri soci che per i cittadini di Sarajevo, che prevalentemente sono studenti universitari. Inoltre, ogni primo sabato del mese organizziamo presso la nostra sede le riunioni dei nostri soci, durante le quali ascoltiamo musica italiana e degustiamo insieme qualche sorso di vino. Negli anni precedenti organizzavamo per i nostri soci gite con i pullman, per visitare i più noti luoghi storici del paese dove viviamo: purtroppo quest’anno non siamo riusciti a trovare un finanziamento idoneo per realizzare questa iniziativa. Siamo in contatto con le altre tre associazioni dei cittadini d’origine italiana (Circoli Trentini) attivi in Bosnia - Erzegovina, che

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hanno sede a Tuzla, Štivor e Banjaluka e abbiamo ottimi rapporti con l’Ambasciata Zdravko Latal Italiana a Sarajevo. 9 - 2016


CIRCOLI

«Calici di stelle» a Bento Gonçalves Circa 120 persone hanno partecipato il 13 agosto scorso all’evento denominato «Calice di stelle», che si è svolto a Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul - Brasile), organizzato da «Trentino Promozioni» con la partecipazione del Circolo Trentino di Bento Gonçalves e con l’appoggio di altri enti e aziende locali, con l’obiettivo di avvicinare le città di Bento Gonçalves e di Isera (in Trentino). La «Casa do Filò» e Villa Michelon sono stati i luoghi dove i partecipanti hanno potuto ammirare lo spettacolo delle stelle cadenti e degustare i vini e gli spumanti prodotti nella Vale dos Vinhedos, l’area colonizzata a partire dal 1876 dagli emigrati trentini, molti dei quali partiti dalla Vallagarina e da Isera in

particolare. Durante l’evento non sono mancati la musica e deliziosi spuntini. Nella stessa giornata anche a Isera si è svolta un’analoga

manifestazione e la coincidenza fra le due date è stata voluta per rafforzare il legame fra le due comunità e valorizzare le radici comuni.

sede in via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO - tel. 0461 234379 - fax 0461 230840

e-mail: info@trentininelmondo.it / sito internet: www.trentininelmondo.it 9 - 2016

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L’evento ha avuto il sostegno e la partecipazione di aziende vinicole e di associazioni culturali della zona, come Aprovale, Associação dos Moradores do Vale dos Vinhedos, Prefeitura Municipal, Dom Cândido Vinhos Finos, Pizzato Vinhas e Vinhos, Anea Brasil, i cantanti Angélica Rizzi e Zeca Magnani, «Food Truck» di Tiago, Biscotteria Itallinni, Adega Splendor, Coopeg Produtos Orgânicos, Mondê Chocolates. Tra i vini stappati e degustati, alcune tra le più prestigiose e apprezzate etichette, come Velho Alambique, Vinhos Angheben, Battistello, Milantino. Sandro Giordani (con la maglietta rossa nella foto a centro pagina) si è dichiarato molto soddisfatto del successo avuto dall’iniziativa.


CIRCOLI IL RACCONTO DI MONICA DEL CARMEN FADANELLI, PRESIDENTE DEL CIRCOLO TRENTINO DI COLONIA MANUEL GONZALEZ

La gradita visita degli amici trentini

Mónica del Carmen Fadanelli Figueroa, presidente del Circolo Trentino di Colonia Manuel González (Messico), ci ha inviato il testo pubblicato qui di seguito. Il 7 settembre scorso abbiamo avuto la visita dei nostri amici trentini Cesare Ciola (vice presidente dell’Associazione Trentini nelmondo), Armando Maistri (consigliere dell’Associazione) e Renzo Tommasi. Gli ospiti, accompagnati da me e da Monica Fadanelli in rappresentanza del Circolo, sono stati ricevuti nel comune di Zentla dal sindaco della città, Ignacio Castelán e da sua moglie Elvia Fernandez. Più tardi siamo andati al bocciodromo «Armando Marini Nica» dove ai nostri amici trentini è stato illustrato il procedimento per produrre il caffè. Ritornati successivamente a Zentla, abbiamo visitato il museo «José Benigno Zilli Manica». Il consigliere della Trentini nel Mondo,

Armando Maistri, ci ha detto che il paesaggio della Colonia Manuel González e della zona circostante è molto simile a quello del Trentino, montagnoso con un clima fresco e umido. Nel pomeriggio siamo andati alla città di Huatusco, dove abbiamo incontrato i presidenti dei Circoli trentini di Cordoba, Huatusco e Xalapa. Il gruppo si è così è allargato ed

era formato da Monica Fadanelli, suo marito Andres Cruz e suo padre Rodolfo Fadanelli Toss (Colonia Manuel González), Jaime Crivelli (Cordoba), Jorge Durante, sua moglie Doris Cessa e Rosa Crivelli (Huatusco), e Marisol Sampieri, il marito Alexis Diaz e Eva Caddo (Xalapa). Dopo il pranzo si è parlato dei Circoli trentini, della loro attività, del collegamento con l’Associazione, tutti argomenti di grande interesse. C’è stata poi la visita al museo della città di Huatusco, che custodisce importanti reperti archeologici. Poi è stata la volta dell’interno del palazzo municipale, sulle cui pareti ci sono pitture dedicate al caffè. Per i trentini-messicani la visita della delegazione del’Associazione è stata molto gradita e un’occasione molto importante. Speriamo che i nostri ospiti siano ritornati in Trentino con un buon ricordo del paese del caffè. Mónica del Carmen Fadanelli Figueroa

Cordoglio a Melbourne per Adriano Finadri Lo scorso 27 agosto a Melbourne (Australia) è mancato improvvisamente Adriano Finadri di 48 anni, secondogenito di mio Marco Finadri, emigrato negli anni Sessanta in Australia, dove assieme ai figli Walter, Adriano e Denise conduce da molti anni una fiorente fabbrica di serramenti

d’alluminio, la «Finadri Windows PTY Ltd» a Brunswick (Victoria). Quest’improvvisa scomparsa ha lasciato un immenso dolore e un grande vuoto nella famiglia dei miei zii Marina e Marco (con lui nella foto). Ruggero Finadri

In ricordo di Giovanna Biasolli, moglie e mamma Dai famigliari di Giovanna Biasiolli abbiamo ricevuto il messaggio pubblicato qui di seguito. Giovanna Biasiolli ha lasciato tanti segni... Giovanna nacque il 2 gennaio 1937 in Ticino dov’è cresciuta con le sue tre sorelle. All’età di 20 anni si è trasferita a Basilea per aiutare una zia nei lavori di casa. Le piaceva frequentare luoghi dove s’incontravano ticinesi e italiani per ballare. Proprio lì incontrò il suo marito Celestino Biasiolli. Si sposarono il 1 agosto 1959 e la gioia fu grande quando nel 1961 nacque il loro figlio Fausto e poi nel 1967 la loro figlia Manuela.

I figli poterono godere di un’infanzia felice grazie a mamma Giovanna sempre presente per la sua famigliola. Abbiamo vissuto insieme tanti momenti di gioia che non dimenticheremo mai. Al capolinea della sua vita terrena il 18 agosto 2016 noi andiamo avanti vivendo dei tanti segni che ha lasciato nel nostro cuore. Cara moglie, cara mamma ti ricordiamo con infinita gratitudine. Il marito Celestino Biasiolli e i figli Fausto e Manuela

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EVENTI COLLOCATO AL PASSO DELLA FORCOLA NEL COMUNE DI LIVIGNO È STATO UFFICIALMENTE PRESENTATO IL 30 OTTOBRE

Il monumento «Signora delle Acque» opera dell’artista trentino «El Duca» Domenica 30 ottobre presso la Sala Consigliare del Comune di Livigno è stata presentata la scultura dell’artista El Duca dal titolo «Signora delle Acque», posizionata di recente in zona Passo Forcola (nella foto a fianco). Alla cerimonia ha partecipato anche una delegazione della Trentini nel mondo, formata da Alberto Tafner, presidente dell’Associazione, ex presidente dell’ENAIP, ex direttore della sede RAI del Trentino-Alto Adige; Aldo Degaudenz, membro dell’esecutivo della Trentini nel Mondo, ex insegnante dell’artista Guglielmo Bertarelli all’ENAIP di Trento, ex assessore della Provincia Autonoma di Trento, senatore; Paolo Rossi, componente L’opera è composta di due tipi di materiale che si trovano in natura: il ferro ed il legno, assemblati con bulloni e saldatura elettrica. Emotivamente e razionalmente sono stato portato e riferirmi a due specifici vocaboli essenziali e simbolici insieme: sincretismo e acqua. Questo suggerimento interiore mi portava a voler raggruppare tutti i “Credo” del mondo nell’unico elemento universale, ossia l’acqua, assunto come un bene essenziale per la vita sul pianeta per ogni essere vivente: vegetale, animale, uomo. L’acqua è di tutti e per tutti e per tutto il Creato: ciascun essere vivente ne ha bisogno, ed ogni persona (uomo o donna) ne ha

del direttivo della Trentini nel Mondo. Alberto Tafner e Aldo Degaudenz hanno anche preso la parola durante la cerimonia di presentazione. Oltre a quello dell’artista, ci sono stati anche gli interventi di Damiano Bormolini, sindaco di Livigno; Dario Polatti, sociologo, docente universitario; Zeffirino Castellani, presidente delle Regole Spinale e Manez (nelle Giudicarie); Remo Galli, vicesindaco di Livigno; Alessia Galli, assessore e moderatrice dell’evento; Marco Vitale, economista d’impresa; Paolo Lorenzini, direttore marketing e PR dei Servizi esterni della BPS di Sondrio; Guido Scaramellini, presidente lombardo dell’Istituto Italiano dei castelli.

L’OPERA E IL SUO SIGNIFICATO NELLE PAROLE DELL’AUTORE

L’acqua è essenziale per la vita sul pianeta pieno diritto. La sopravvivenza della vita sul pianeta, e la stessa sopravvivenza dell’umanità, sono strettamente dipendenti da questo indispensabile e determinante elemento, definito, appunto “vitale”. Conseguentemente, nella struttura da me prevista, e quindi ideata e creata, la figura umana risulta l’elemento emblematico rappresentativo dell’umanità. Sono, cioè, ricorso ad una figura femminile - la donna come “elar-

gitrice di vita” - tratta dalle ataviche civiltà che hanno costituito la storia e l’essenza della nostra cultura. Nella struttura realizzata, la “Signora” (la scultura di donna) è supportata da elementi in ferro tubolari: recipienti a piramidi tronche con sfere in metallo, assemblati a forma di torre, al cui apice troneggia una sfera che vuole simboleggiare “tutti i credo del mondo”. Osservando nel suo complesso

l’intero manufatto, verso il basso s’intravede una cripta stilizzata, nella quale è collocata la figura femminile, in legno di frassino, segno emblematico dell’essenza dell’umanità, ossia la ”donnamadre” che partorisce e dona vita umana; di essa diventa emblematica “sorella acqua” altrettanto indispensabile e costante generatrice di vita sulla Terra, poiché, altrimenti, senza acqua mancherebbe qualsiasi segno di vita e senza donna-madre mancherebbe qualsiasi segno di presenza umana: conseguentemente solo morte come su stelle pianeti composti unicamente da elementi minerali, privi di vita. Sempre osservando il manufatto, fermandosi sulla parte di soste-

GUGLIELMO BERTARELLI, NATO NEL 1945 A CAVRASTO, IN TRENTINO, È UN ARTISTA ECLETTICO DI FAMA INTERNAZIONALE

«El Duca», scultore, incisore e pittore Guglielmo Bertarelli, conosciuto con lo pseudonimo “El Duca” (classe 1945) è un artista nato in Trentino, a Cavràsto nelle Giudicarie. Vanta una poderosa produzione artistica, iniziata negli anni Sessanta, sia come scultore, incisore e pittore. La sua fama è internazionale, avendo conseguito riconoscimenti e premi per l’originalità e la sublime tecnica espressiva dei suoi capolavori presenti in gallerie d’arte, edifici e spazi all’aperto; alcuni, del tutto esemplari, nel Parco Nazionale dello Stelvio. Le sue esposizioni sono state ospitate in gallerie di fama in Italia, Francia, Germania, Austria, Svizzera, Danimarca, Svezia, Finlandia, America, Ucraina e Russia orientale. Guglielmo Bertarelli El Duca è un artista eclettico in diverse discipline e canali espressivi variegati; ha capacità poliedriche e 9 - 2016

riesce a comunicare la propria intuizione in modo complesso, fine e originale. Ha grandi doti espressive sorrette da un ingegno multiforme. Nella sua scultura sa far amare gli spigoli vivi con le linee morbide; ama esprimersi col vuoto e il pieno; dà forma alle sue creazioni plastiche che racchiudono la sua anima. La sua linea è unica e riconoscibile: è la sua inconfondibile impronta. Le sue opere rappresentano un patrimonio di particolare rilievo storico, culturale ed estetico. La sua produzione artistica consiste principalmente in sculture di vario genere e dimensione: quadri pittorici e bozzetti di studio per opere di arredo urbano, visibili dal sito www.bertarelli-elduca.com Firma le sue opere «El Duca» che si rifà al patronimico secolare di famiglia in uso in Trentino ed anche altrove.

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EVENTI LA SCULTURA, REALIZZATA IN FERRO E LEGNO, HA UN’ALTEZZA COMPLESSIVA DI 11 METRI

A 2.360 metri con lo sguardo rivolto verso il confine tra Italia e Svizzera La Signora delle acque è una scultura in ferro e legno, altezza complessiva 11 metri, composta da una torre in tubi metallici di dimensioni diverse, da palle in ferro di varie grandezze, tubolari in ferro e tondini di ferro. Tutti gli elementi sono assemblati tra loro con saldatura elettrica e bullonatura con la tecnica a incastro (femmina e maschio) il tutto è ancorato al suolo con 8 tirafondi (barre filettate di diametro 22 mm) doppia bullonatura su dei plinti in calcestruzzo di 8 tonnellate. Sembra che la scultura emerga dalla terra. Tutto il manufatto è preparato con vernici e cera per resistere alle intemperie nel tempo. L’opera è collocata sopra il Passo della Forcola a 2.360 metri in corrispondenza del confine di Stato (Italia/Svizzera), verso il quale è rivolto lo sguardo della «Signora delle acque». L’area è stata ripristinata come era in origine. insieme di parti interdipendenti, C’È ANCHE UN’ALTRA «FIRMA» TRENTINA AI PIEDI DELL’OPERA nel rendersi ogni elemento parte indispensabile l’uno dell’altro: se si toglie un solo elemento, tutto «La Lombardia è e resta la cade e la vita si spegne. Si tenga presente che in tutte vera ed emblematica “Terra delle le mie sculture all’aperto non Acque”: quella che sgorga dai esiste il “piedestallo” (o base ghiacciai e dalle infinte sorgenti d’appoggio). Ogni struttura ha e fin anche dai nascosti meandri come “base” lo stesso suolo, in del sottosuolo. Ricchezza di acmaniera tale che ogni struttura dà que che scorre negli storici fiumi l’impressione visiva di “uscire” che formano la magnificenza dei o dal prato, o dalla roccia, o dal laghi lombardi: vere perle che terreno. Mi spiego meglio: è mia danno alla regione lombarda intenzione che il visitatore veda un primato incomparabile»: lo ogni mia opera nascere dalla scrive Mario Antolini Muson, madre terra, intuendo che le ra- scrittore e giornalista trentino, dici vanno trovate nella sostanza che ha redatto il testo della targa eterna ma nascosta della natura, che è stata collocata sul basadove l’acqua – eterna sorgente mento dell’opera. «Proprio per questo - si legge di vita - continua a scorrere, sgorgando improvvisamente alla in un altro passaggio - un artista luce da quelle viscere e nascere, montanaro – giunto in Lombargorgogliando poi per rivi, torrenti dia dalla terra trentina delle e fiumi quasi mormorando ad Giudicarie altrettanto famosa per ogni persona, in maniera dolce la sua ricchezza di acque – si è ma ossessiva: «Serviti di me, ma trasferito ed insediato in una del- quasi accarezzare e baciare il le più singolari vallate lombarde, suolo lombardo con un’opera non distruggermi!». Guglielmo Bertarelli e se ne è talmente immedesimato d’arte scultorea dal titolo Nostra El Duca nel fantastico territorio da volere Signora delle Acque».

Lombardia, terra delle acque

gno in basso, si notano dei tubolari leggermente piegati, che stanno a significare l’opera dell’uomo, rappresentata simbolicamente nelle “condotte forzate” per la produzione dell’energia elettrica e quant’altro. All’interno dei tubi si intravedono delle palle in ferro, di varie misure, che stanno a significare le gocce d’acqua che, cadendo, vanno a bagnare i cinque tronchi a cono, che rappresentano i cinque Continenti della Terra. All’interno di ciascuno di essi risulta inserito un tubo piegato, il quale, evolvendosi verso l’alto, viene a significare la vita che prorompe dal terreno, come piante rampicanti che vengono alla luce quasi scoppiando verso la luce dalle radici. Tutto un

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CALENDARIO 8 ottobre A Jaragua do Sul (BR): Riunione di coordinamento con i rappresentanti dei Circoli Trentini di Santa Caterina e Paraná

Comune di Salto; 2 novembre CT Colonia di Sacramento; 3 novembre CT La Plata per i festeggiamenti del 80 anniversario del circolo.

A Santa Olimpia Piracicaba (BR): Camminata “La Magnalonga” di Santa Olimpia (percorso gastronomico)

30 ottobre C.T. La Plata (AR): pranzo sociale

A Porto Alegre (BR), 1° Riunione per l’organizzazione del secondo incontro Regionale Trentino (UY-AR- BR) nel Rio Grande do Sul 9 ottobre C.T. Denver – Colorado (USA): incontro sociale C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale “Asado criollo”

1 novembre A Salto (UY): firma del patto di amicizia tra il Comune di Caldonazzo e il Comune di Salto 4 novembre C.T Toronto (CA): commemorazione per i defunti

A Jaragua do Sul (BR): incontro presidenti dei circoli trentini di Santa Catarina e Parana

12 novembre C.T. Liegi (BE): Castagnata

10 -12 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): Festival del Cinema “Vale dos Vinhedos”

12 – 13 novembre C.T. Santa Teresa (BR): incontro di Bande e cori

13-14 ottobre C.T. Carmelo (UY): partecipazione con uno stand al Carmelo Garde Club per esporre le tradizioni e la cultura trentina 14-16 ottobre A Comano Terme Convegno EZA - UNAIE “Etica, Politica e Migrazioni” C.T. Londra (GB): gita a Chatswort&The Peak District 16 ottobre C.T. Bento Gonçalves (BR): V Merica Merica MagnaBento “Sagra Trentina” A Veracruz (MX): 135° anniversario dell’emigrazione Trentina 21 ottobre C.T. Carmelo (UY): visita il CT di Colonia di Sacramento 21- 22 ottobre C.T. Villa Regina (AR): 5° Trento Fest, Festa della Birra 22 ottobre C.T Toronto (CA):cena d’autunno A Presidente Getulio (BR): inaugurazione del monumento all’immigrante italiano 23 ottobre C.T. Charleroi (BE): Polentada d’Autum C.T. Zofingen (CH): Castagnata Società Americana di Storo (IT): pranzo sociale C.T. Montevideo (UY): partecipazione con uno stand alla “Settimana della lingua italiana nel Mondo”, con la partecipazione del Coro del circolo “Stella Alpina” C.T. Cordoba (AR): 12° Oktoberfest 27 ottobre C.T. Buenos Aires (AR): tradizionale te culturale, sul tema “a ritmo di due per quattro” (Tango)

13 novembre C.T. Carmelo (UY): partecipa alla Fiesta de las colectividades C.T. Buenos Aires (AR): pranzo sociale C.T. Florianopolis (BR): visita alla comunità trentina di Rodeio C.T. Villa Regina (AR): ): conferenza “Italia e le sue regioni: Lazio e Toscana” 19 novembre C.T. Montreal (CA): Festa delle Castagna 20 novembre Gruppo Donne del C.T. Toronto (CA): 33° anniversario di Fondazione 26 novembre C.T. Londra (GB): cena danzante C.T. Toronto (CA): cena dei cacciatori C.T. Carmelo (UY): festa di fine anno C.T. Charleroi (BE): 20° anniversario della sede del Circolo C.T. Porto Alegre (BR): cocktail 25° anniversario di fondazione 26 - 27 novembre A La Plata (AR): Incontro di lavoro con i coordinatori dei circoli trentini dell’Argentina 27 novembre C.T. Belo Horizonte (BR): Festa italiana 20° anniversario di fondazione C.T. Basilea (CH): pranzo sociale 4 dicembre Circolo Ex emigrati trentini in Svizzera (IT): pranzo di Natale C.T. Monaco di Baviera (DE): Festa di Natale 10 dicembre C.T. Montevideo (UY): Festa 70° anniversario di fondazione 11 dicembre C.T. Denver – Colorado (USA): Holiday Brunch C.T. Como e Lecco (IT): Natale Trentino

28 ottobre C.T. Jaragua do Sul (BR): cena italiana

C.T. San Francisco (USA): pranzo di Natale

29 ottobre C.T. Rodeio (BR): “pastelada”

15 dicembre Incontro di Natale dell’Associazione Trentini nel Mondo

29 ottobre - 5 novembre Trasferta del Coro “La Tor” in Uruguay e Argentina, con i seguenti concerti: 29 ottobre C.T. Montevideo; 1 novembre

16 dicembre C.T Toronto (CA): ultima serata dell’anno


Š GiuliaAdami.com

Il 22 ottobre Piazza del Duomo a Trento ha ospitato la terza cerimonia pubblica di laurea (articolo a pagina 6)


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