Mensile dell'Associazione Trentini nel mondo del mese di agosto 2020

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO onlus ADERENTE ALLA F.U.S.I.E

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Foto: Thomas Capone

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Trento - Taxe Percue

anno 63°

La «macchina racconta storie» del progetto «Dal Trentino al mondo, storie di migrazioni», promosso dai giovani della Trentini nel mondo (articolo a pagina 2)


CIRCOLI, DELEGAZIONI comunicazioni E FEDERAZIONI/COORDINAMENTI DI CIRCOLI dell’Associazione Trentini nel Mondo - onlus

Coordinamenti Argentina, Australia, Benelux, Bosnia, Brasile, Canada, Germania, Messico, Paraguay, Stati Uniti e Uruguay

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Argentina - 57 circoli - 1 delegazione Alta Gracia, Avellaneda, Azul, Bahia Blanca, Bariloche, Buenos Aires, Catamarca, Chajarì, Chilecito, Colonia Tirolesa, Concepción del Uruguay, Concordia, Cordoba, Cordoba Sud, Corrientes, Corzuela, Cruz del Eje, Formosa, General Roca, General San Martín, La Carlotta, La Plata, La Toma, Lanteri, Las Breñas, Machagai Plaza, Makallè, Malabrigo, Malagueño, Mar del Plata, Mendoza, Olavarria, Pampa del Infierno, Presidente Roque Sáenz Peña, Puerto Tirol, Quitilipi, Reconquista, Resistencia, Río Cuarto, Romang, Rosario, Salta, San Jaime, Sampacho, San José (Depto. Colon), San Nicolas de los Arroyos, Santa Fé, Santa Rosa de la Pampa, Tandil, Tucuman, Venado Tuerto, Viedma, Villa Carlos Paz, Villa General Belgrano, Villa Ocampo, Villa Regina, Zárate - Comodoro Rivadavia

Canada - 5 circoli Alberta, Montreal, Toronto, Vancouver, Windsor & Detroit

Australia - 8 circoli - 2 delegazioni Adelaide, Canberra, Mackay, Melbourne, Myrtleford, Perth, Sydney, Wollongong Tasmania, Townsville

Germania - 6 circoli - 3 delegazioni Colonia, Dortmund, Reno Neckar, Stoccarda – Berlino, Monaco, Norimberga

Belgio - 4 circoli - 2 delegazioni Centre du Borinage,Charleroi, La Louviére, Liegi – Limburgo, Bruxelles Bolivia - 1 circolo La Paz Bosnia - 4 circoli Banja Luka, Sarajevo, Stivor, Tuzla

Cile - 3 circoli Copiapò, La Serena, Santiago Colombia - 1 circolo Bogotá Danimarca - 1 circolo Copenaghen Ex emigrati - 3 circoli Australia, Stivor (BIH), Svizzera Francia - 3 circoli Grenoble, Lorena, Parigi

Gran Bretagna - 2 circolo Londra, Trentini UK-Irlanda Italia - 13 circoli Biella; Borgosesia; Brescia; Bresciani amici del Trentino; Como; Famiglia Trentina di Roma; Friuli; Milano; Pontino; Predazzani nel Mondo; Roma; Società Americana di Storo; Trieste Lussemburgo - 1 circolo Lussemburgo

Brasile - 61 circoli Ascurra, Belo Horizonte, Bento Gonçalves, Blumenau, Brusque, Caxias do Sul, Colatina, Coronel Pilar, Corupà, Curitiba, Divino di Laranjeiras, Encantado, Erexim, Florianopolis, Garibaldi, Gasparin, Gramado, Guaramirim, Indaial, Jahú, Jaraguà do Sul, Joinville, Jundiaì, Laurentino, Londrina, Luzerna, Nereu Ramos, Nova Brescia, Nova Trento, Ouro Fino, Passo Fundo, Piracicaba, Porto Alegre, Presidente Getulio, Rio de Janeiro, Rio do Oeste, Rio do Sul, Rio dos Cedros, Rodeio, Salete, Salvador, São Paulo, Sananduva, Santa María, Santa Olímpia, Santa Teresa, Santa Tereza do Rio Taquarì, São Bento do Sul, São João Batista, São Miguel do Oeste,São Sepe, São Valentim do Sul, Taiò, Tapejara, Trentin, Três de Maio, Tucunduva, Venda Nova do Emigrante, Veranòpolis, Vitoria, Xanxerè

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Federazioni ITTONA (Canada e Stati Uniti) Messico - 13 circoli - 1 delegazione Aguas Calientes, Citlatepetl, Città del Messico, Colonia Manuel Gonzalez, Colonia Diez Gutierrez, Cordoba, Huatusco, Monterrey, Puebla, San Luis de Potosí, Tijuana, Veracruz, Xalapa - Cuernavaca Paraguay - 10 circoli Asunción, Atyrà, Caacupé, Caaguazù, Concepción, Fernando de la Mora, Lambaré, Luque, Paso Barreto, San Pedro Ycuamandiyù Peru - 1 circolo Lima Portogallo - 1 circolo Portogallo Romania - 1 circolo Romania Serbia - 1 circolo Indija Stati Uniti - 21 circoli Alliance, Chicago, Cleveland, Denver, Hazleton, Milwaukee, Minnesota, New England, New York, Norway, Ogden, Pittsburgh, Readsboro, San Francisco, Seattle, Solvay, South Alabama, South East Pennsylvania, Seattle, Southern California, Washington, Wyoming Sud Africa - 2 delegazioni Pretoria, Cape Town Svizzera - 6 circoli - 1 delegazione Amriswil, Basilea, Ticino, Winterthur, Zofingen Sciaffusa Uruguay - 5 circoli Carmelo, Cerro Largo, Colonia del Sacramento, Montevideo, Rivera (S. Ana do Livramento - BR) Venezuela - 1 circolo Caracas


editoriale IN QUESTO NUMERO Pagina 2-7 AGENDA Pagine 8-11 ATTUALITÀ Pagine 12 60 ANNI D’EUROPA Pagina 13 ASSEMBLEA STRAORDINARIA: RELAZIONE DEL PRESIDENTE Pagine 14-16 ASSEMBLEA ORDINARIA: RELAZIONE DEL PRESIDENTE Pagine 17-23 CIRCOLI Pagine 24-26 GENTE E FATTI Pagina 27 TRENTINO HISTORY Pagina 28 DAL TRENTINO

ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO O.n.l.u.s.

Presidente Direttore Alberto Tafner Francesco Bocchetti TRENTINI NEL MONDO Mensile dell’Associazione Trentini nel Mondo aderente alla F.U.S.I.E

Direzione, amministrazione e redazione Via Malfatti, 21 - 38122 TRENTO Tel. 0461/234379 - Fax 0461/230840 sito: www.trentininelmondo.it e-mail:info@trentininelmondo.it Direttore responsabile Maurizio Tomasi Comitato editoriale G. Bacca, C. Barbacovi, B. Cesconi, C. Ciola, M. Dallapè, A. Degaudenz, M. Fia, B. Fronza, L. Imperadori, H. La Nave, E. Lenzi, E. Lorenzini, A. Maistri, G. Michelon, P. P. Mini, F. Pisoni, P. Rizzolli, V. Rodaro, P. Rossi, M. Setti, P. Svaldi, A. Tafner, R. Tommasi, V. Triches, G. Zorzi Hanno collaborato: R. Barchiesi - S. Corradini - G. Degasperi F. Bocchetti - M. Grazzi Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 62 - 6 febbraio 1958 STAMPA: Grafiche Dalpiaz srl Ravina di Trento (TN) Per ricevere il giornale: Dal 2020 il giornale dell’Associazione cambia il rapporto con i propri lettori: non più solo abbonati ma soci della Trentini nel mondo. A pagina 29 il modulo per la richiesta di adesione in qualità di socio. N. 8 - 2020 / Stampato il 3 NOVEMBRE 2020 Le affermazioni e le opinioni espresse negli articoli firmati rispecchiano le posizioni degli autori.

L’ATTIVITÀ DI QUEST’ANNO HA RISENTITO DELLE LIMITAZIONI IMPOSTE DALLA SITUAZIONE

Nonostante la pandemia bisogna pensare al futuro

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li effetti del Covid 19 sono tornati a farsi sentire in Trentino, in Europa e in tutto il resto del mondo con tutta la loro tragica violenza. Come succede in queste drammatiche situazioni tutti soffrono, ma c’è sempre chi soffre più degli altri e sono i più poveri, i più deboli e quanti devono subire le conseguenze più estreme nella più totale solitudine affettiva e sociale. È a tutte queste persone più sfortunate ed indifese che deve andare tutta la nostra solidarietà e dovrebbero essere sempre queste persone le prime a ricevere l’aiuto di chi ha l’onere di gestire la cosa pubblica. Oggi però le scelte non sempre vengono fatte in base al senso di umanità che dovrebbe stare alla base della nostra civiltà. Oggi purtroppo si assiste spesso ad una angosciosa gara tra chi è più realista o più negazionista, tra chi tende a privilegiare la salute o spendersi per salvare l’economia ed ancora più drammaticamente c’è anche chi si trova a dover scegliere se curare e cercare di salvare prima un giovane o una persona anziana. Sono prove alla quali nessun uomo dovrebbe mai essere messo di fronte tanto sono incredibilmente difficili da affrontare e comunque ci sarà sempre qualcuno convinto che si sarebbe potuto fare diversamente e meglio. Per questo le persone che hanno ancora un minimo di coscienza dovrebbero continuare a fare la loro parte evitando di lasciarsi andare ad atteggiamenti e considerazioni dettate dalla paura, dall’ignoranza o dal dispregio per tutto quello che fanno e pensano gli altri, per cui basterebbe usare il buon senso e seguire le regole che vengono emanate

La Trentini nel Mondo ha già predisposto, seppure con tutte le cautele del caso, una serie di iniziative che dovrebbero svolgersi nell’arco del prossimo anno per non andare ad alimentare il disordine imperante. C’è infatti fin troppo caos dettato spesso da chi insegue le interpretazioni degli agitatori professionali privi di qualsiasi base scientifica, così come c’è fin troppo smarrimento provocato da credenze ed interpretazioni di chi cerca magari di sfruttare, politicamente o economicamente, quanto di spaventoso sta avvenendo oggi nel mondo. Questa epidemia è davvero troppo spaventosa per potersi permettere ulteriori strumentalizzazioni che andrebbero a minare alla base il concetto stesso di solidarietà e di collaborazione reciproca tra gli uomini. E tutto questo diventerebbe ancora più grave se tra chi minimizza o addirittura nega l’evidenza per ignoranza o per opportunismo, figurassero personaggi che detengono il potere decisionale, in quanto contribuirebbero a mettere a repentaglio la sicurezza ed il futuro di milioni di persone. La Trentini nel Mondo, per parte sua, cerca come sempre di

comportarsi al meglio seguendo le disposizioni ed i suggerimenti che vengono dagli esperti ed è in questo senso che si sono apportate alcune modifiche alle attività di quest’ultimo scorcio dell’anno. A parte lo svolgimento delle riunioni, degli incontri con altre istituzioni e dei Consigli di Amministrazione in remoto, è stato concordato con i partner europei lo slittamento a febbraio prossimo dell’annuale convegno di EZA sul tema del lavoro e della mobilità, che avrebbe dovuto svolgersi al il 6 e 7 novembre al Museo della Scienza di Trento (MUSE). Per quanto riguarda invece l’attività giornaliera continua a svolgersi in sede almeno finché sarà possibile. Nell’eventualità che si dovesse procedere alla temporanea chiusura degli uffici, come già avvenuto in primavera, si è già programmata tutta la procedura e la strumentazione per proseguire con la modalità home working in modo da non CONTINUA A PAGINA 2

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agenda AL VIA UN PROGETTO PROMOSSO DAI GIOVANI VOLONTARI DELLA TRENTINI NEL MONDO

«Dal Trentino al mondo», storie di emigrazioni

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resentazione ufficiale in Comune a Trento del progetto «Dal Trentino al Mondo: storie di emigrazioni», una proposta presentata da Trentini nel mondo al Comune, che rientra nell’ambito della cura dei beni comuni. Presente il nuovo assessore di competenza Paolo Zanella, è stata illustrata l’iniziativa, nata dall’idea di alcuni giovani volontari dell’Associazione, rallentata e in parte modificata dal lockdown, ma ora pronta per diventare pubblica e coinvolgere la cittadinanza in un processo di interazione tra storie personali, di viaggi e di comunità. «Beni comuni – ha evidenziato l’assessore Zanella - è un progetto nodale per il nostro comune, che interseca diversi servizi e che si basa sul principio di sussidiarietà orizzontale: vede il coinvolgimento dei cittadini che si attivano per prendersi carico di alcuni bisogni della collettività. È un grande valore aggiunto. È una competenza che si sta sviluppando in tante città. Far partecipare la cittadinanza è una grande opportunità. Si basa sul principio di partecipa-

zione e di cittadinanza attiva». Il fenomeno dell’emigrazione di tanti trentini è una parte importante della storia della comunità e del suo patrimonio culturale, un bene comune immateriale da tutelare e valorizzare. Inizialmente previsto come uno scambio continuo di storie scritte su lettera, da far correre di mano in mano, il progetto «Dal Trentino al Mondo: storie di emigrazioni» è diventato ora più “virtuale” per rispondere alle esigenze imposte dall’emergenza sanitaria. L’idea era quella di creare un punto di

distribuzione di storie, una macchina raccontastorie, dove con facilità si potesse accedere a brevissimi aneddoti da leggere su due piedi in una breve pausa dalla routine quotidiana. Un distributore attrezzato con cassette della posta da cui prendere le storie da leggere e dove lasciare i nostri scritti. Cosa raccontano queste storie? Aneddoti, impressioni e pensieri del migrante, biografie o racconti di viaggio, nostalgia di casa. Mol-

te storie arrivano direttamente dai discendenti degli emigrati e raccontano anche delle comunità all’estero, dei Circoli trentini, e di come il Trentino sia vivo oggi su quattro continenti grazie al mantenimento, alla conservazione e alla trasmissione, di lingua, valori, tradizioni e storie tipiche. Il “distributore di storie” c’è ancora, ma avrà il ruolo di promotore del progetto, riportando sulle cassette affisse un «QRCode» che rimanda al sito web (riportato qui sotto), ora vero riferimento del progetto.

www.daltrentinoalmondo.wordpress.com

Nonostante la pandemia bisogna pensare al futuro CONTINUA DA PAGINA 1 interrompere il lavoro. In questa situazione pensare al futuro non è certo facile, eppure la Trentini nel Mondo ha già predisposto, seppure con tutte le cautele del caso, una serie di iniziative che dovrebbero svolgersi nell’arco del prossimo anno. Tra le manifestazioni principali messe nel calendario 2021, oltre all’assemblea per il rinnovo delle cariche sociali, proseguirà l’attività di formazione sull’emigrazione trentina nelle scuole e nelle comunità locali, così

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come si intensificherà la collaborazione con la Provincia, la Fondazione Campana della Pace di Rovereto e con il Comune di Trento. In quest’ultimo caso sarà aperto al pubblico un sito sulle storie di emigrazione e proseguirà la presentazione di volumi e filmati –anche in videoconferenza – sul tema dell’emigrazione, mentre proseguirà il lavoro di diffusione a livello provinciale della mostra «E-migr@ zione» realizzata per raccontare le comunità trentine all’estero. Più condizionata dall’andamento della pandemia in corso risulterà l’attività all’este-

ro. Per il momento si sono comunque previsti alcuni appuntamenti come la Convention di Ittona ad Albany (USA) , l’incontro dei Circoli Trentini d’Europa ed alcune attività che interesseranno in particolare il Messico, il Cile ed Paraguay. Particolarmente rilevante sarà poi l’appuntamento in Argentina fissato per l’inaugurazione della nuova sede della Trentini nel Mondo a Cordoba che, da questo punto centrale del Paese potrà più agevolmente occuparsi dell’intero Sud America. Alberto Tafner


agenda i lavori si sono svolti in modalitÀ mista, cioÈ in presenza e on line, il 9 ottobre

Approvati dall’assemblea il bilancio 2019 e il nuovo statuto

È

stata la sala della Circoscrizione di Cognola ad ospitare venerdì 9 ottobre l’Assemblea Ordinaria e Straordinaria dell’Associazione Trentini nel Mondo. Convocati, in presenza o in videoconferenza, tutti i soci, chiamati ad approvare il bilancio e il nuovo Statuto dell’Associazione. Durante l’assemblea straordinaria, alla quale ha partecipato il notaio Armando Romano, sono state illustrate le motivazioni, di legge, che hanno portato a dover ripensare l’Associazione nella sua forma giuridica, ed è stata dichiarata l’intenzione di non mutare e tradire la sostanza dell’Associazione, restando fedeli ai principi di solidarietà e reciproca collaborazione con gli emigranti trentini. Nel nuovo statuto sono state recepite le indicazioni previste dalla riforma del cosiddetto Terzo Settore, che

ha cancellato le Onlus, categoria nella quale rientrava l’associazione di via Malfatti, e la Trentini nel mondo diventerà un ETS, Ente del Terzo Settore. In apertura dei lavori assembleari hanno portato il loro saluto il neo eletto sindaco di Trento, Franco Ianeselli (foto a fianco), e l’Assessore provinciale all’emigrazione, Mattia Gottardi (foto in alto a destra), che ha confermato l’attenzione e il sostegno della Provincia nei confronti dell’Associazione. Per offrire ai soci e ai lettori un’adeguata documentazione dell’assemblea, il quartino centrale di questo numero del giornale è interamente dedicato alle relazioni presentate dal presidente Alberto Tafner all’assemblea straordinaria (a pagina 13) e a quella ordinaria (da pagina 14 a pagina 16).

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Il «Viaggio verso le radici...» dei Circoli trentini dell’Uruguay alla «Giornata della migrazione»

Presentata l’ultima edizione del «Rapporto Italiani nel mondo» che contiene un saggio sul Trentino

Dal 2011, ogni due anni, i Circoli trentini dell’Uruguay organizzano il «Viaggio verso le radici...» , che offre l’opportunità ai partecipanti di trascorrere una decina di giorni in Trentino. È un’iniziativa che ha sempre avuto grande successo, con una cinquantina di iscritti ogni volta: proprio questa esperienza è stata al centro della relazione che Maurizio Tomasi, direttore responsabile del periodico «Trentini nel mondo» (nella foto) ha svolto a Mantova il 3 ottobre scorso in occasione della «Giornata della migrazione» organizzata dall’Associazione Mantovani nel Mondo, guidata da

Martedì 27 ottobre è stata presentata in teleconferenza la quindicesima edizione del «Rapporto Italiani nel mondo», edito dalla Fondazione Migrantes: vi hanno partecipato 57 autori che, dall’Italia e dall’estero, hanno lavorato a 51 saggi articolati in quattro sezioni, fra le quali lo «Speciale Province d’Italia». Il saggio sul Trentino è stato curato da Maurizio Tomasi, direttore responsabile di questo giornale. Come sempre il volume raccoglie le analisi socio-statistiche delle fonti ufficiali, nazionali e internazionali, più accreditate sulla mobilità dall’Italia.

Daniele Marconcini. Quest’anno i temi principali dell’evento erano il “Turismo delle radici” e la presentazione del Mei – Museo dell’emigrazione italiana, che sarà inaugurato nel 2021 a Genova.

Nel prossimo numero sarà pubblicata un’ampia presentazione del «Rapporto».

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agenda

Un alzabandiera dedicato ai t nella «Cartolina» dal Castello U 4

na cartolina ricca di storia e cultura, la sesta inviata dalla Trentini nel Mondo lo scorso 11 ottobre. Il racconto online dei luoghi significativi e delle attività rappresentative della vita in Trentino ha portato lo staff dell’Associazione all’interno del Castello del Buonconsiglio di Trento. Uno dei monumenti più conosciuti e visitati, simbolo della città è stato raccontato anche grazie alla presenza della direttrice del Castello, la dottoressa Laura Dal Prà, che è stata guida d’eccezione tra le sale e le logge della struttura. Dopo l’ingresso al Castello, condotti dal direttore della Trentini nel Mondo, Francesco Bocchetti, il collegamento si è spostato subito nella Loggia Veneziana con Giada Degasperi e la direttrice: «questa loggia è il cuore di Castelvecchio – evidenzia la dottoressa Dal Prà che ci introduce subito nella ricca storia di Trento e della struttura - l’edificio più antico,

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una vera e propria fortezza e la prima residenza dei Principi vescovi di Trento che poi la ampliarono ed abbellirono nel corso degli anni. È una loggia che si affaccia sulla città: da qui si domina la città con i suoi principali campanili, il Duomo, la chiesa di Santa Maria Maggiore e quella di San Pietro, dove si officiavano le messe in lingua tedesca, e Torre Verde. Si chiama loggia veneziana perché riprende lo stile, il gotico fiorito, di Venezia. Su questo piano troviamo le stanze private dei principi vescovi, ma anche quelle di rappresentanza». Nella loggia veneziana trova alloggio anche un decoro particolare, una sferica pietra nera. «Si tratta di un specchio di pietra nera, levigatissima, circondata da una scritta in latino e greco che dice “Conosci te stesso”. Era un invito a coloro che si mettevano davanti alla pietra a riflettere su se stessi: un gioco molto dotto, unico nel panorama del periodo e che

fa di questo decoro un pezzo d’eccezione». È poi Maurizio Tomasi ad offrire un’altra esperienza davvero unica agli spettatori: una salita alla Torre d’Augusto, l’imponente torre cilindrica su cui sventolano le bandiere d’Italia, d’Europa e quella della Provincia di Trento, che è stata issata appositamente per la diretta, in omaggio a chi seguiva collegato dal mondo. Il Castello, come gran parte delle strutture museali del mondo, sta attraversando un periodo di difficoltà, con numeri in calo per quan-


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trentini nel mondo o del Buonconsiglio to riguarda gli accessi dovuti ovviamente alle normative anti Covid. Non certo ad un calo di interesse e di attrattiva. Rispetto alle abituali 350.000 visite annuali, oggi il Buonconsiglio, assieme agli altri Castelli del Trentino, registra un accesso del 40%. Ma dal giorno della riapertura al pubblico, il 2 giugno, in più occasioni gli ingressi al Buonconsiglio sono stati 950, tetto massimo giornaliero concesso dalle norme anti Covid. Quando la linea torna a Giada si trova, sempre accompagnata dalla direttrice, nella Log-

gia del Romanino. «Cuore del Magno Palazzo – spiega la dottoressa Dal Prà – voluto e fatto costruire da Bernardo Cles nel 1528, per avere una dimora rinascimentale all’altezza dei principi vescovi trentini. Fu edificato vicino a Castelvecchio, ma non adiacente, perché Castelvecchio doveva conservare le sue funzioni di fortezza e luogo di amministrazione del principato». A caratterizzare la loggia, gli affreschi delle volte. «Questo è un capolavoro di Girolamo Romanino. Cercò impiego alla corte di Bernardo Cles e seppe lasciare qui importanti cicli affrescati. Nella loggia si dipana una serie raffigurazioni che spaziano da scene di vita di corte alla mitologia». A raccontare gli affreschi sulla parete che conduce verso l’uscita dal Castello è poi Francesco Bocchetti, che evidenzia la bellezza di questi decori, seppur meno noti. Il suo percor-

so conduce poi ai giardini, dove un tempo trovavano spazio piante rare, ornamentali, fontane con giochi d’acqua, logge e grotte. Oggi resta poco di quelle meraviglie, perché nella lunga storia del Castello sono andate perdute. In particolare dal 1803 fino alla fine della Prima Guerra Mondiale fu utilizzato come caserma e molti spazi di valore estetico furono trasformati. Chiusura dedicata come sempre alle domande e curiosità degli spettatori. Si scopre così, grazie sempre alle risposte della direttrice, che il nome del Castello, Buonconsiglio, resta in parte un mistero. Probabilmente inizialmente era chiamato Castello del Malconsiglio, una locuzione relativa ad un luogo dove ci si riuniva per prendere decisioni. Poi trasformato in Buonconsiglio perché il nome Malconsiglio non piaceva più. Michela Grazzi

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agenda L’iniziativa, realizzata dal gruppo «Poesie Erranti» nell’ambito di un progetto del «Piano Giovani», ha avuto il sostegno della Trentini nel mondo

Storie di migranti e migrazioni in È

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giunto a conclusione il progetto di abbellire la città di Trento con murales dedicati alle storie di migranti e migrazioni. Sono due le opere realizzate, una a Povo e l’altra nei giardini Duca d’Aosta, nel quartiere di San Giuseppe. È un passaggio fondamentale di “Poesie Erranti”, un progetto presentato nell’ambito del «Piano Giovani di Zona di Trento Arcimaga 2020», nato dalla voglia di un gruppo di giovanissimi appassionati di poesia di mettere la loro arte a disposizione del tema delle migrazioni. Progetto che si è potuto realizzare grazie al sostegno e alla collaborazione della Trentini nel mondo, che ha

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curato gli aspetti amministrativi. I giovani poeti hanno intervistato italiani emigrati all’estero e stranieri che hanno deciso di intraprendere un viaggio per vivere in un Paese diverso da quello di origine, sintetizzando poi i loro racconti in poesia, per raccontare le loro storie. Il passaggio successivo è stato quello di rendere “visibili” queste storie attraverso la realizzazione di murales che rappresentino graficamente le poesie e al contempo abbelliscano di storie la città di Trento. Senka Semka ha realizzato un’opera di 16 metri per 2 di altezza (foto qui sotto) lungo il tragitto che collega la stazio-

ne ferroviaria di Mesiano alla facoltà di matematica a Povo, prendendo spunto dalla poesia “Generazione Schengen” di Dennis Gozzer. Opera assolutamente

astratta ma con i versi più significativi della poesia ad accompagnare il dipinto. «Sono stato contattato dai ragazzi di “Poesie Erranti” ancora in fase di progettazione della proposta – ci racconta Senka – poi ovviamente è passato un po’ di tempo perché loro hanno raccolto le poesie. Quando ci siamo rivisti avevano un bel po’ di materiale tra cui decidere. La scelta è caduta su “Generazione Schengen” e direi che è adatta anche al luogo, trovandosi sul tragitto che porta dalla stazione del treno alle facoltà universitarie e ad un centro di ricerca. È un racconto molto generale, seppur tratto dalla storia di una ragazza che vive ora a Barcellona, che interessa chiunque si sposti e lasci casa. Le altre erano storie tutte molto belle, ma più personali». Come si trasforma

Generazione Schengen di Dennis Gozzer

Poco s Trop pazio, po p In q oco, ue Che sta vali gia a cc Que l ch’ etta sol o è nece Com e ss A po posso ri ario. u r Ogn i cal tar via c scire d o o nm r Tal m ic arte ordo a m e llan e ca te p Col ro? Da c ma il va ensiero ui ve gon e Per do Men der l’asp i paesag tre e g etto s di ca i Sem sa divie s a. ne s pre foca pi ta, Ogn ù anzia ib na, Ogn inario, i val Mar ca u igia, n Nell a mi segno Crea a an ndo ima ma Per , trov ppe e c ar are m e ste tine ssa.


agenda

n due murales a Povo e a Trento una poesia in un disegno? Beh io, in verità, avendo una formazione da vero “graffittaro” uso proprio le parole, le lettere come tema delle mie opere. I graffiti nascono come firme da lasciare sui muri delle città. Poi si evolvono e diventano indecifrabili, ma io parto sempre da lettere e parole. In questo c’è un bel parallelo tra me e una realtà come i “poeti erranti”. È stato un incontro interessante. Poi certo, una poesia di parole ne ha troppe per un graffito. Così ho chiesto loro di individuare una parola che riassumesse il senso della poesia, ed è “sfocata”. La base di tutto è proprio questa parola, che però elaborata, trascinata e distorta ora non si legge. In questo caso poi non c’è modo di vedere l’opera nel suo insieme, la visione è molto ravvicinata, quindi è davvero complicato intravvedere la parola. La poesia invece è ben impressa sopra. Il graffito è riconosciuto quindi oramai come forma d’arte vera e propria, perché tu hai realizzato anche opere per spazi istituzionali? Adattandomi, perché per fare opere istituzionali sono un po’ al limite. Per fare questi lavori devi scendere a compromessi tra il tuo percorso artistico personale e quella che è, giustamene, la richiesta di un committente. Però di alcune realizzazioni sono orgoglioso, la principale è l’asilo di Ravina. In questo caso, con i poeti non c’è stato alcun indirizzo o richiesta: ho avuto totale libertà d’espressione... l’unica indicazione era lasciarsi ispirare dalla poesia. Ma appunto, partire dalle parole è una mia caratteristica. Quanto tempo richiede rea-

lizzare un murales come questo? Se guardiamo le ore effettive di lavoro, circa tre giornate. Le variabili però sono tante. In questo caso anche il periodo particolare, dove avevo lasciato in sospeso per il lockdown un po’ di lavori e poi la luce: nelle ore pomeridiane non potevo lavorare, cambiava troppo la luminosità del luogo. Quindi tutto si è prolungato per circa un mesetto. Al Giardino Duca d’Aosta (foto in alto) i lavori sono iniziati più tardi e l’artista incaricato di realizzare il secondo murales è Madw1. L’anonimo muro che delimita il parco sul lato ovest è ora arricchito da un’opera che racconta «Il viaggio di Sevag», un viaggio reale affrontato da un ragazzo ma anche un percorso alla scoperta di sé. «I poeti si sono rivolti al tavolo StreetArt delle politiche giovanili di cui faccio parte. È un tavolo che gestisce gli spazi per i writers – sottolinea Madw1 – e loro guardavano proprio al mondo dei graffiti perché immagino pensano possa essere la forma d’arte e d’espressione che meglio si abbina alla poesia». Anche per te non c’è stata l’imposizione di una poesia, ma hai scelto proprio questa? Si, decisamente. Mi hanno fatto leggere tutte le poesie, circa

Il Viaggio di Sevag Un balzo è bastato Con smisurato coraggio Nella nebbia di me stesso. Trovai con mano esitante L’amara verità D’un mondo inospitale, Dove per avanzare Non hai che te stesso. Ho colto il meccanismo Di questa ardua strada, Cogliendo mani Che con sollievo Si rivelarono amiche, E gettando fiducia Come fosse moneta. La nebbia mi copre ormai le spalle E tra le innumerevoli porte Col tempo attraversate, Ho scoperto la più dura, Quella della vita. Ho girato la chiave Spalancando sia braccia che porta. Con un tintinnio di piacere Mi capisco ora maturo. di Dennis Gozzer

60. In realtà per interpretarle al meglio le ho fatte leggere a loro, per farmi ispirare dall’ascolto. Io ne ho selezionate una ventina e tra queste ho cercato una poesia che mi imprimesse un’immagine proiettata nella testa. “Il viaggio di Sevag” mi dava più ispirazione artistica. Orologi, porte... il murales è molto figurativo. Qual è lo spunto? Il tema della poesia è il viaggio di questo ragazzo che tra la nebbia di se stesso, il non conoscersi a fondo, e innumerevoli difficol-

tà, o porte, attraversate col tempo arriva al termine del viaggio sorpreso dall’aver trovato anche molte mani amiche. E capirà il senso di questo viaggio, di questa crescita personale. Nel murales ho scelto di collocare tutto in una stanza, il luogo che ci è più famigliare, il nostro rifugio sicuro in un mondo inospitale. Orologi e porte rappresentano proprio il tempo e gli ostacoli da superare crescendo. Affiancare la poesia, una difficoltà o può ispirare? Non ho trovato difficoltà. Il dubbio poteva essere se usare il lettering o il figurativo. Essendoci già la poesia scritta, ho optato per qualcosa di più narrativo, più diretto ed espressivo. Ho trovato interessante da subito questo rapporto tra graffiti e poesie, poterlo approfondire è stato curioso. In fondo siamo anche noi dei poeti maledetti, bene o male, c’è un bel parallelo. Mi avessero dato il muro ci avrei messo certamente del mio, avrei saputo cosa disegnare, ma avere un’influenza artistica esterna dà delle sfumature diverse, nuove. Perché stai approcciando l’arte di qualcun’altro e devi cercare di valorizzarla il più possibile, evitando di sminuirla o intaccarla. È un’operazione che richiede rispetto ed attenzione. I due artisti, Senka e Madw1, sono ora chiamati a collaborare per realizzare insieme un terzo murales. Sarà il paese di Cimone ad ospitare l’opera ispirata a “La barcarola”, un racconto dedicato nello specifico all’emigrazione trentina di fine ‘800 inizio ‘900. I dettagli sono in fase di definizione e a breve inizieranno i lavori. Michela Grazzi

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attualità

P a r a g u a y

Anche i Circoli trentini protagonisti d

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overeto ha celebrato sabato 24 ottobre il 75° anniversario delle Nazioni Unite, fondate nella stessa data nel 1945, con la “Notte blu”: una serata con tutti i musei aperti e ingresso gratuito dalle 18 alle 24 e le principali attrazioni tinte di blu. Al centro degli eventi la Campana dei Caduti, simbolo di un forte richiamo alla pace tra i popoli, aperta in via straordinaria dalle 18 all’1, con un ricco programma di eventi in calendario: proiezioni all’interno della sede di alcuni

Foto: Paolo Aldi

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articoli della Carta delle Nazioni Unite e della dichiarazione Universale dei Diritti Umani, oltre a frasi pronunciate da Premi Nobel per la Pace. Non ultima, tra le varie iniziative sul Colle di Miravalle, anche i collegamenti con alcuni Circoli della Trentini nel mondo, vere e proprie “ambasciate della Campana nel mondo”. «È un ruolo che i nostri Circoli interpretano con molta serietà – sottolinea Francesco Bocchetti, direttore della Trentini nel Mondo – molti Circoli hanno ricevuto

in passato una copia in piccolo della Campana che tengono nello loro sedi e l’hanno sfoggiata in questa occasione. Tutti hanno portato alla luce le iniziative messe in campo ogni giorno nelle loro rispettive città per la pace, sia nella collettività trentina , sia con il coinvolgimento delle istituzioni locali e delle rappresentanze diplomatiche italiane all’estero». Riflessioni sulla pace, richiami a momenti di storia e all’attualità di ogni comunità, la presentazione di monumenti e luoghi dedicati alla pace presenti in altre zone del

mondo: è stato vario il contributo portato dai circoli trentini alla «Notte blu» collegati da Argentina, Paraguay, Brasile, Uruguay, Stati Uniti Canada e Belgio: «una staffetta significativa – prosegue il direttore - che ha permesso di fare un virtuale giro del mondo, soffermandosi sulle iniziative dedicate alla pace». Ad aprire i collegamenti il Circolo di Charleroi, in Belgio, rilevante luogo di legame con la Campana di Rovereto per la presenza a Marcinelle di un’altra Campana, quella dedicata ai caduti sul lavoro, ge-


attualità

Canada

della «Notte blu» per il 75° dell’ONU

mellata con quella trentina. Il testimone è poi passato a New York (Stati Uniti), sede del «palazzo di vetro» dell’ONU: il presidente del Circolo trentino, Michael Pancheri (nella foto qui sopra), ha ricordato che il Reggente della Fondazione Campana dei caduti, Alberto Robol, insieme con Morena Berti, sono stati ospiti nella sede del Circolo, in occasione di una loro trasferta per partecipare ai lavori dell’ONU.

Il Circolo di Montevideo (Uruguay) ha proposto un viaggio fotografico alla scoperta dei luoghi di pace presenti sul territorio, soffermandosi sul monumento all’ultimo Charrua, realizzato da Edmondo Prati, che ricorda gli indios del paese. A Cordoba (Argentina) sono riusciti a coinvolgere le massime istituzioni, portando in collegamento il responsabile delle relazioni internazionali del Comune di Cordoba ed il Console italiano. Da Asuncion (Paraguay) un bell’esempio di collaborazione tra rappresentanti dei Circoli trentini di Fernando de la Mora, Caacupé e Luque, che per l’occasione hanno offerto un momento musicale con canzoni e danze.

Uruguay

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Anche Toronto (Canada) ha voluto presentarsi con tutto il territorio e nel grande saluto finale ha coinvolto tutti i Circoli del Canada. Chiusura in grande stile con il Circolo di Santa Olimpia (Brasile)

che ha proposto una coinvolgente diretta dalla piazza del paese con un vero e proprio show: musiche, letture, ed il suono della campana del paese per affiancarsi idealmente al suono di Maria Dolens.

Brasile

Argentina 8 - 2020


attualità LA RISPOSTA DEL SOTTOSEGRETARIO MERLO AD UNA INTERROGAZIONE DELLA SENATRICE TRENTINA TESTOR

Pratiche inevase della 379/2000, cosa dice il Ministero degli Esteri

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a senatrice trentina Elena Testor (Gruppo Lega-Salvini Premier-Partito Sardo d’Azione) è la prima firmataria di un’interrogazione a risposta scritta indirizzata ai Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dell’Interno, presentata il 18 giugno scorso. Questo il testo dell’interrogazione. Premesso che: l’associazione “Trentini nel mondo” dal 1957 opera a favore degli emigrati Trentini in tutto il mondo; l’obiettivo dell’associazione è promuovere, attraverso il lavoro di centinaia di volontari, la cultura, la lingua e lo stile di vita italiani nelle grandi città e nelle piccole località dell’Europa, dell’America Latina, dell’Australia, degli Stati Uniti e del Canada; ad oggi, infatti, l’associazione raccoglie oltre 200 circoli diffusi in trenta Paesi; considerato che: per i Trentini all’estero il riconoscimento della cittadinanza italiana rappresenta una situazione di particolare ri-

levanza; mentre la cittadinanza viene riconosciuta a tutti gli Italiani emigrati a partire dalla fondazione del Regno, per gli emigrati dal Trentino e dagli altri territori ex Austro-Ungarici divenuti italiani al termine della Prima Guerra Mondiale, la cittadinanza italiana è riconosciuta solo a partire dalla data dell’entrata in vigore del Trattato di Saint Germain del 16 luglio 1920; per sanare tale incongruenza, è stata emanata la legge n. 379 del 2000, che permette

anche ai concittadini Trentini emigrati prima di quella data, di richiedere, a determinate condizioni, il riconoscimento della cittadinanza italiana; l’adesione è stata molto significativa e le domande presentate sono state superiori alle aspettative. Molte persone hanno completato l’iter positivamente e ora sono riconosciute a pieno titolo come cittadini italiani; valutato che: per quanto risulta agli interroganti, come segnalato dall’Associazione Trentini nel mondo, molte famiglie sarebbero ancora in attesa e la documentazione di riferimento, nonostante sia stata regolarmente presentata nei termini, non risulta pervenuta all’ufficio della «Direzione centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze», incaricato dell’assolvimento delle pratiche relative alla legge n. 379 del 2000. Al contempo, sembrerebbe che gli uffici consolari che hanno accolto le domande non abbiano più pratiche in giacenza; il rischio è che molte delle richieste presen-

«Non risultano pratiche giacenti Qui di seguito riportiamo il testo della risposta fornita dall’on. Ricardo Merlo, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri e cooperazione internazionale, il 29 settembre. Onorevole Senatrice Testor, rispondo alla sua interrogazione n. 4-03699 sulle richieste di cittadinanza avanzate da trentini in America meridionale ai sensi della legge n. 379 del 2000, recante “Disposizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenenti all’Impero austro-ungarico e ai loro discendenti”. La legge menzionata consentiva consentiva alle persone originarie dei territori appartenuti

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Ogni istanza ricevuta risulta essere stata regolarmente trasmessa, con la dovuta documentazione, al competente Ministero dell’interno entro all’Impero austro-ungarico prima del 16 luglio 1920, emigrate all’estero, e ai loro discendenti, di ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana, rendendo apposita dichiarazione, nelle forme e con le modalità di cui all’articolo 23 della legge n. 91 del 1992, entro 5 anni dalla data di entrata

il termine di scadenza previsto dalla legge in vigore della stessa legge n. 379 (termine poi prorogato di ulteriori 5 anni, e quindi scaduto quasi 10 anni fa, il 20 dicembre 2010). Per ciò che concerne questo Ministero, si segnala che non ri-

sultano pratiche giacenti presso le sedi consolari italiane, in quanto ogni istanza ricevuta risulta essere stata regolarmente trasmessa, con la dovuta documentazione, al competente Ministero dell’interno entro il termine di scadenza previsto dalla stessa legge. Ogni adempimento di competenza di questo Ministero risulta pertanto espletato. Per parte sua il Ministero dell’interno ha riferito che dell’elevato numero di domande pervenute dalle sedi consolari italiane a far data dal 2003, per la maggior parte in Brasile e in Argentina, risultano ad oggi definite quasi 38.000 domande. Peraltro, nell’ottica di una semplificazione dell’iter istrut-


attualità

Cosa prevede la legge 379/2000 La legge 379/2000, «Disposizioni per il riconoscimento della cittadinanza italiana alle persone nate e già residenti nei territori appartenuti all’Impero austro-ungarico e ai loro discendenti», fortemente voluta dalla Trentini nel mondo, è rimasta in vigore fino al 2010. Prevedeva che ai discendenti degli emigrati di lingua e cultura italiane, originari dei territori che sono appartenuti all’Impero Austro-Ungarico prima del 16 luglio 1920 - ad esclusione di quelli che attualmente fanno parte del territorio della Repubblica austriaca - venisse riconosciuta la cittadinanza italiana qualora avessero reso una dichiarazione in tal senso, corredata da adeguata documentazione (come ad esempio atto di nascita dell’avo emigrato, estratti degli atti di nascita dei discendenti, estratti degli atti di matrimonio dell’avo e dei successori, documenti che dimostravano l’emigrazione nell’arco temporale compreso tra l’anno 1867 ed il 1920).

Palazzo Madama a Roma, sede del Senato.

Il riconoscimento della cittadinanza italiana è visto non solo come un’opportunità per sé e per la propria famiglia, ma anche come un importante tributo alle fatiche e ai dolori degli antenati emigrati e come l’attestazione di un’identità italiana preservata per generazioni tate non trovino risposta da parte delle autorità sull’esito del riconoscimento; tale problematica è particolarmente sentita nella comunità del sud del Brasile, dove c’è un’alta concentrazione di comunità di origine trentina, ma si riscontra anche in diverse parti del mondo, in special modo in altri Paesi del Sudamerica; il riconoscimento della citta-

dinanza italiana è visto non solo come un’opportunità per sé e per la propria famiglia, ma anche come un importante tributo alle fatiche e ai dolori degli antenati emigrati e come l’attestazione di un’identità italiana preservata per generazioni, si chiede di sapere quali iniziative di loro competenza i Ministri in indirizzo intendano

intraprendere al fine di sollecitare un’accelerazione delle pratiche ancora inevase, e di sostenere, tramite gli interventi necessari, gli uffici competenti in modo che tutti i richiedenti possano ricevere una risposta in merito alle loro istanze. Testor, Centinaio, Lucidi, Tosato, Lunesu, Pianasso, Bergesio, Pittoni Alessandrini, Montani

presso le sedi consolari italiane» torio (che prevedeva il rilascio del nulla osta al riconoscimento della cittadinanza previo avviso della competente commissione interministeriale, istituita presso l’ufficio studi e legislazioni del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Viminale), il decreto ministeriale del 13 gennaio 2009 ha previsto che, nell’ipotesi in cui le istanze risultino munite di documentazione completa ed esauriente nonché del parere favorevole delle autorità riceventi, il nulla osta venga rilasciato direttamente dal direttore centrale per i diritti civili, la cittadinanza e le minoranze, senza il preventivo avviso della citata commissione, che viene convocata soltanto quando la complessità

Roma, la Farnesina, sede del Ministero degli esteri

dell’esame della documentazione necessiti di una più ampia ed articolata valutazione. Ciascuna pratica, ha precisato, rappresenta un caso a sé stante, vista la complessità della docu-

mentazione acquisita, e necessita di un attento esame poiché, pur facendo riferimento al capostipite della famiglia emigrato, può comprendere documentazione relativa ad un numero variabi-

le di richiedenti, discendenti dal medesimo avo (possono esservi pratiche contenenti anche oltre 100 istanze individuali). Risultano pertanto numerose istanze pervenute dalle rappresentanze consolari, a mezzo posta elettronica certificata, che il Ministero dell’interno riferisce essere ancora in corso di trattazione, anche per necessità di integrazioni documentali; e ve ne sono altre, non quantificabili perché mai registrate, che vengono segnalate dai diretti interessati, ma che non risultano agli atti e per le quali si rende pertanto necessario di volta in volta richiedere alle sedi diplomatiche competenti l’invio della relativa documentazione.

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60 anni d’Europa una riflessione sul profilo genetico, culturale e linguistico del «vecchio continente»

Le radici del DNA europeo P

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otrà sembrare singolare e bizzarro parlare di DNA europeo e delle sue radici in un contesto nel quale le preoccupazioni e i timori di cittadini e decisori politici, nazionali ed europei, sono concentrati nella lotta alla pandemia di coronavirus. La sua diffusione generalizzata si è fatta beffe di confini e frontiere e ha toccato tutti i territori europei senza alcuna eccezione. Più in generale potremmo dire, data la sua diffusione a livello mondiale, che il coronavirus è un figlio degenere della globalizzazione. La globalità della pandemia, come ogni altro fenomeno globale, ci mostra che il suo contenimento e la sua sconfitta possono solo derivare da una governance politica sovranazionale in grado di convergere su condivisione di vaccini efficaci e cure mediche universali. Rimanendo in Europa, mentre avanza a ritmi sempre più marcati la seconda ondata del virus, si fa ancora fatica a definire linee comuni di comportamento. Persistono diffidenze fra Paesi del Nord, del Sud e dell’Est europeo e ancora non è dato sapere con certezza quando saranno disponibili le risorse del Recovery Fund a sostegno delle economie disastrate dalla pandemia. Mentre esprimo queste considerazioni mi chiedo se sarà mai possibile che i cittadini europei o quantomeno i giovani e le componenti più sensibili della società civile europea desiderino e riescano a conoscere la storia del continente europeo, le rappresentazioni delle sue origini, la complessità della sua civilizzazione e della sua identità plurale. Recentemente è stato pubblicato, per i tipi de il Saggiatore, «Storia dell’umanità per gente che va di fretta», autori il genetista Johannes Krause e il giornalista scientifico Thomas Trappe, en-

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Noi europei moderni siamo il risultato

genetico di drammatiche ondate migratorie che si rivelarono determinanti nel modellare il nostro percorso storico, così come lo saranno quelle presenti e future, soprattutto se teniamo presente che il controllo dei confini nazionali non ha alcun potere sul genoma di una popolazione

trambi tedeschi. I due autori, attraverso nozioni basilari di genetica, hanno delineato un ritratto dettagliato dell’Europa dell’Olocene (un periodo di circa 12 mila anni fa succeduto alla fine dell’ultima glaciazione) e dei principali fenomeni migratori che l’hanno interessata nell’arco di migliaia di anni, definendo il profilo genetico, culturale e linguistico del nostro continente. Grazie al lavoro dei ricercatori, siamo in grado di affermare che in ogni persona di radici europee è riscontrabile una percentuale variabile di tre componenti, due delle quali sono il risultato di intensi fenomeni migratori avvenuti rispettivamente ottomila e cinquemila anni fa. Alle popolazioni originarie di cacciatori-raccoglitori, già presenti sul suolo europeo, se ne mescolarono altre provenienti dall’Anatolia e dal Vicino Oriente dove il clima mite aveva favorito lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento. Nuove conoscenze, utensili e

stili di vita si diffusero rapidamente nei luoghi raggiunti da famiglie di contadini e allevatori, dall’Ucraina all’Inghilterra. È la rivoluzione neolitica che segna il passaggio a un mondo sedentario e agricolo assumendo la dimensione di una autentica sostituzione culturale. La seconda ondata migratoria, più intensa di quella precedente, iniziò tre millenni dopo, quando popolazioni provenienti dalle steppe asiatiche, che si muovevano a cavallo e utilizzavano armi assai maneggevoli come l’arco corto, si introdussero nel continente, raggiungendone, con il passare dei secoli, quasi tutte le propaggini. Osservando le cartine, copiosamente presenti in «Storia dell’umanità», è possibile notare che i percorsi seguiti dagli uomini neolitici per raggiungere l’Europa sono i medesimi che oggi vengono definiti “punti caldi” nei quali si consumano i drammi umani del presente. I Balcani erano, così come lo sono oggi, il percorso più seguito per spostarsi via terra dalla regione anatolica e dal Vicino Oriente verso il cuore dell’Europa, raggiungendo da sud e da est quel corridoio, il corso del Danubio, più comodo e sicuro da seguire rispetto ad altri itinerari. Alcune riflessioni ci vengono proposte dai due autori nel capitolo conclusivo del libro (pp. 241270) dal titolo «La fine del nero e bianco» che i sovranisti nostrani, restiamo in Italia, dovrebbero avere l’onestà e l’intelligenza di leggere attentamente. I dati genetici, frutto di approfondite indagini e presentati dai due ricercatori, rivelano che “i due grandi cambiamenti epocali della preistoria sono inscindibili dalle ondate migratorie, quando i popoli immigrati rimpiazzarono in larga misura gli abitanti autoctoni. Uno sguardo attento a questi

dati ci parla di un’interazione complessa tra migrazione e scambio culturale che sarebbe impedita da un confinamento rigido delle popolazioni… Un ruolo decisivo lo ha sempre svolto la condivisione, oltre che la migrazione. Noi europei siamo il prodotto di questi processi e nei nostri geni si possono leggere tracce d’immigrazione, di sostituzione e di cooperazione”. Danilo Zagaria nel presentare il lavoro dei due autori tedeschi nel settimanale «La Lettura» del 27 settembre scorso, afferma che ”Krause e Trappe si limitano a ribadire che i loro studi confermano una sola verità: e cioè che l’isolamento (termine che è possibile leggere sia in termini scientifici sia traducendolo nella sua accezione politica, ossia nella forma del nazionalismo e delle teorie identitarie ad esso connesse) non è altro che un dogma non supportato in alcun modo da evidenze scientifiche. Noi europei moderni siamo il risultato genetico di drammatiche ondate migratorie che si rivelarono determinanti nel modellare il nostro percorso storico, così come lo saranno quelle presenti e future, soprattutto se teniamo presente che il controllo dei confini nazionali non ha alcun potere sul genoma di una popolazione”. Una considerazione importante per il nostro presente pandemico e sulla necessità, ce lo testimoniano anche le ricerche di archeogenetica, per i Paesi europei di cooperare per superare le crisi e vincere le sfide del futuro Vittorino Rodaro Trento, 3 novembre 2020


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rano anni ormai che si attendeva l’emanazione da parte delle autorità centrali, delle indicazioni definitive per adeguare le nuove norme e gli ultimi ordinamenti previsti dalla legge per disciplinare il comparto del Terzo Settore. L’unica certezza che la Trentini nel Mondo ha avuto fin dall’inizio dell’iter governativo è stata quella che avrebbe dovuto modificare sostanzialmente lo Statuto per adeguarlo, quanto meno, alla prevista cancellazione delle ONLUS. Si è quindi cominciato subito ad approfondire l’argomento analizzando le varie voci in essere, cercando di trovare una connotazione adeguata e compatibile con la legislazione italiana che disciplina il Terzo Settore, allo scopo di mantenere il più possibile la nostra identità e preservando la sostanza del nostro lavoro rivolto principalmente all’aiuto, alla solidarietà e alla reciproca collaborazione con gli emigranti trentini. Non si è trattato però solo di scegliere opportunamente una famiglia di appartenenza tra quelle che sono previste dall’ordinamento italiano e che spaziano dai sistemi delle Organizzazioni di Volontariato (ODV) a quelli delle Associazioni di Promozione Sociale (APS) passando attraverso numerose altre strutture organizzative e diverse formule associative, ma il lavoro più importante e difficile è stato quello di compatibilizzare queste esigenze con la vision che abbiamo perseguito fin dal 1957 . Ma non solo. Ancora più gravoso è stato l’impegno messo nell’elaborazione di un progetto che tenesse conto dei principi ai quali ci siamo sempre attenuti e che rispecchiano i contenuti nell’articolo 3 della Costituzione italiana che determina la “rimozione degli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana”. Così, da quando nel 2016 è sta-

L’Associazione è diventata «ETS» Ente del Terzo Settore La relazione del presidente all’assemblea straordinaria per l’approvazione del nuovo statuto

to emanato il decreto legislativo relativo al Codice del Terzo settore, si è cominciato a studiare tutta la nuova regolamentazione e gli aggiustamenti avvenuti negli anni a seguire fino al varo del definitivo disciplinare governativo con il quale veniva definita organicamente la materia, suddividendola in un totale di 104 articoli. Si è poi continuato ad elaborare, discutere ed analizzare il pro ed il contro fino ad arrivare ad individuare un percorso che potesse portare alla trasformazione dell’Associazione in un Ente in

grado di recepire le nuove disposizioni di legge pur mantenendo le caratteristiche identitarie della Trentini nel Mondo e garantire contestualmente lo svolgimento della propria mission. Al termine di un iter lungo e difficile - supportato anche dal contributo di specialisti ed esperti del settore come Paolo Duranti dello studio Confini Online - si è stabilito che l’Associazione venisse iscritta nel Registro Unico nazionale del Terzo Settore (una volta che sarà istituito) come “Associazione Trentini nel Mondo ETS”. Se la legislazione italiana ha dunque provveduto a disciplinare il Terzo Settore dandogli una nuova definizione giuridica, noi entriamo a farne parte a pieno titolo consapevoli che il Terzo Settore oggi comprende “il complesso degli Enti privati costituiti per il perseguimento senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale

che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi Statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi”. Per arrivare a questo è stato dunque necessario in primo luogo provvedere al riesame dello Statuto per adeguarlo ai criteri richiesti dal Terzo Settore e per rispettare il nuovo disciplinare che detta i criteri cui deve ottemperare e che sono principalmente quelli di “avere natura giuridica privata; assenza di scopo di lucro; perseguimento di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale; attuazione del principio di sussidiarietà; promozione e realizzazione di attività di interesse generale; ricorso a forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi”. La necessità di una rivisitazione globale dello Statuto si avvertiva comunque già da tempo in quanto i 26 articoli che lo componevano apparivano ormai datati e non più completamente corrispondenti alle necessità di un’Associazione sorta 63 anni fa, quando il mondo era decisamente diverso dall’attuale. I contenuti del nuovo Statuto – come verranno illustrati al termine del mio intervento dal direttore Francesco Bocchetti - si presentano rinnovati nella forma e in parte anche nella sostanza in modo da poter rispondere alle richieste intervenute negli anni e per adeguarli alle prescrizioni previste dalla legge. Oggi dunque l’Assemblea Straordinaria, alla presenza del notaio Armando Romano come prevede la legge, è chiamata a decidere cosa sarà la nuova Associazione e come agirà una Trentini nel Mondo nel 21° secolo, pur sapendo che i principi ed i valori sui quali intende muoversi saranno sempre e comunque quelli fondamentali della solidarietà e del reciproco aiuto.

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La relazione del presidente Albert

Provincia di Trento: incidenza %; genere; età

46.929 persone

8,7% della popolazione provinciale

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bbiamo appena concluso l’Assemblea straordinaria 53,4% donne indetta per esaminare ed approvare le modifiche allo Statuto - così come richiesto dalle norme stabilite dalla riforma del terzo settore - ed ora affrontiamo l’Assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio consuntivo 2019. Diciamo subito che il rendiconto si conclude con un disavanzo di Euro 4.001,86 con un sostanziale equilibrio tra entrate e uscite. I contenuti del bilancio, come di consueto, verranno illustrati con maggiore dettaglio e con maggiore capacità subito dopo la mia relazione dal Direttore Francesco Bocchetti e dal Presidente del Collegio dei Revisori, Bruno Cesconi. C’è da dire che in tempi normali questo appuntamento si sarebbe dovuto svolgere già nell’aprile scorso, ma in seguito ai tragici e noti avvenimenti legati al Covid 19, siamo stati costretti a rimandarlo fino ad oggi anche se, a ben vedere, le condizioni non si sono ancora del tutto stabilizzate. Per un’Associazione come la nostra che opera in campo internazionale e tiene contatti anche con Paesi che non sempre risultano completamente trasparenti sul piano delle informazioni sanitarie, questa situazione presenta più problemi del consueto nello svolgimento dell’attività quotidiana per cui, pur continuando a lavorare con tutta la buona volontà e ponendo la massima fiducia nel futuro, si percepisce tutt’attorno un clima non proprio del tutto sereno. Nonostante questa situazione di difficoltà generalizzata, la Trentini nel Mondo ha comunque continuato a lavorare anche nei momenti più difficili: lo ha fatto da casa quando gli Uffici sono rimasti chiusi per quasi due mesi così come è successo alla quasi totalità degli Uffici pubblici e privati, ed ha continuato a farlo

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Nonostante le tante difficoltà che ancora si profilano all’orizzonte, il 2021 potrebbe davvero presentarsi come un anno di svolta per l’Associazione che comincerà a raccogliere i frutti di analisi, preparazione e progetti sviluppati nel tempo. In particolare si può anticipare lo spostamento della Sede argentina dal Chaco a Cordoba (la seconda città per importanza del Paese) che diventerà a tutti gli effetti logistici e pratici il centro nevralgico della Trentini nel Mondo per tutto il Sud America quando a metà maggio si è potuto tornare ad operare in Sede, seppure con le limitazioni e tutte le precauzioni del caso. Durante tutti questi mesi davvero problematici, l’impegno e la professionalità della Trentini nel Mondo comunque non sono mai venuti meno per cui, oltre allo svolgimento delle attività consuete svolte dall’Ufficio, si è continuato a lavorare per interpretare e sviluppare la mission che ci siamo assegnati già da qualche tempo e che riguarda sia la più

consolidata “emigrazione storica” rappresentata principalmente dai Circoli e dai discendenti dei trentini emigrati in passato, sia il fenomeno più recente, ma sempre più diffuso e complicato, definito come “nuova mobilità”. Si tratta di due campi d’azione che seppure prendano origine da una matrice sostanzialmente analoga, con l’andare del tempo si sono differenziati notevolmente. Se infatti il senso profondo dell’“emigrazione storica” e della “nuova mobilità” può essere ri-

1978, Mauro Lando nella redazione di Trento del quotidiano «Alto Adige»

condotto ad una genesi comune legata ai cicli storici ed ai sommovimenti economici, politici o socio/culturali che investono periodicamente il pianeta, così come nasce dalla naturale tendenza dell’uomo alla ricerca di una sempre migliore qualità della vita e alla rincorsa dei propri sogni, si può dire con altrettanta sicurezza che l’influenza derivante dai differenti processi evolutivi presenti che si sono registrati nei vari Paesi del mondo, hanno potuto determinare cambiamenti


assemblea

to Tafner all’assemblea ordinaria La Trentini nel Mondo intende continuare sulla strada dell’impegno e della serietà, convinta che ora sia più che mai necessario difendere i valori ed i principi che stanno alla base di una Comunità come quella trentina, forte, coesa e solidale

La Trentini nel Mondo ha dimostrato una notevole lungimiranza nell’adeguarsi ai veloci mutamenti in corso per andare incontro alle esigenze degli emigrati trentini vecchi e nuovi e per affrontare le necessità della Comunità Trentina

sostanziali nella società globale ma anche nei singoli processi di vita individuale. L’impegno che la Trentini nel Mondo ha voluto mettere in questa mission è dunque quello di capire anzitutto le diversificazioni avvenute nel tempo ed interpretare i diversi modelli di sviluppo intervenuti nel mondo dell’emigrazione, per poter conseguentemente dare le risposte adeguate e adottare gli strumenti più utili alla soluzione dei problemi che si

Mattia Gottardi, assessore all’emigrazione

presentano. Tutto ciò, compatibilmente con le nostre possibilità come è ovvio e giusto che sia. C’è da dire che una spinta notevole in questo senso è arrivata paradossalmente proprio dalle difficoltà riscontrate in questi ultimi mesi dovute all’impossibilità di muoversi ed incontrarsi con le persone. È stato infatti necessario sviluppare appieno l’utilizzo dei social e delle piattaforme telematiche in dotazione, per poter mantenere i contatti e continuare così a sviluppare ulteriormente ed in maniera organica la rete che collega i Circoli, i Soci e tutti i trentini residenti nelle varie parti del mondo. E bisogna dire che i risultati si sono dimostrati più che buoni. L’Associazione infatti è riuscita a migliorare alcuni contatti strategici con i propri Coordinatori sul territorio che, a loro volta, hanno potuto organizzare tempi e modi di connessione con parecchi Circoli e numerosi Soci. Si sono potuti così svolgere numerosi meeting telematici, durante i quali si è discusso di vari argomenti, ci si è confrontati su problematiche di comune interesse, sono stati elaborati progetti comuni ed in pratica è stato disegnato assieme a tutti i trentini nel mondo un pos-

sibile futuro incentrato su una sempre più intensa collaborazione e ad un sempre più utile scambio di esperienze e conoscenze. In alcuni casi poi, si è cercato di coniugare l’uso delle piattaforme telematiche con la presenza fisica – seppure con i dovuti distanziamenti – svolgendo qualche riunione su temi mirati e presentando alcuni libri di recente pubblicazione, in modo da tenere sempre alta l’attenzione e l’interesse attorno al compar-

Franco Ianeselli, sindaco di Trento

to dell’emigrazione e dell’internazionalizzazione del Trentino. Continuando lungo questa linea sono poi state fissate già per i prossimi mesi alcune manifestazioni internazionali come il tradizionale convegno europeo di EZA sui temi del lavoro, della mobilità e del dialogo sociale; come l’assemblea elettiva dell’UNAIE; come la celebrazione dei 75 anni di attività dell’ONU che si svolgerà in collaborazione con la Fondazione Campana della Pace di Rovereto che – ricordiamo - grazie all’accordo stipulato con la Trentini nel Mondo e le sue diramazioni all’estero, è stata chiamata a far parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite in qualità di osservatore. Come si può vedere, l’uso di strumenti sempre più evoluti ed il diffondersi capillare di una tecnologia sempre più accessibile e popolare, hanno consentito alla Trentini nel Mondo di proseguire la propria attività anche nei momenti più complicati, seppure dovendo superare parecchie difficoltà legate in particolare all’utilizzo di un sistema non ancora del tutto consolidato ed a volte inadeguato nei contatti tra gli apCONTINUA A PAGINA 16

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La relazione all’assemblea ordinaria CONTINUA DA PAGINA 15

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parati, sia pubblici che privati. La Trentini nel Mondo ha comunque dimostrato una notevole lungimiranza nell’adeguarsi ai veloci mutamenti in corso per andare incontro alle esigenze degli emigrati trentini vecchi e nuovi e per affrontare le necessità della Comunità Trentina più in generale: tutto ciò nella piena coscienza dei propri limiti e dei propri mezzi così come nella consapevolezza di quanto siano complessi e delicati i rapporti da tenere con le istituzioni e le strutture pubbliche, necessari per poter crescere in maniera armonica ed essere d’aiuto a tutti i trentini. Ecco quindi che accanto al già consistente lavoro che l’Associazione svolge ogni giorno si è continuato a perseguire una visione di ampio respiro che consenta alla Trentini nel Mondo di rimanere un punto di riferimento certo e sicuro all’interno di una società che si presenta, ma sempre meno impegnata nei campi dell’etica, della cultura e della politica, così come in quello dei rapporti umani più in generale. Tutto questo lavoro viene svolto nella consapevolezza che i risultati pratici e di rapido consumo, come è in uso smerciare attualmente con estrema leggerezza, non potranno avere un riscontro immediato e spendibile sul palcoscenico delle apparenze, delle vanità personali e del chiacchiericcio fatto di slogan come va tanto di moda oggi. La Trentini nel Mondo infatti intende continuare sulla strada dell’impegno e della serietà, convinta che ora sia più che mai necessario difendere i valori ed i principi che stanno alla base di una Comunità come quella trentina, forte, coesa e solidale. Costruire e soprattutto usare una rete che unisca idee, speranze e proposte, adottando tipologie d’intervento specifiche che favoriscano un’interazione

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Anche durante i mesi problematici di questo 2020 si è continuato a lavorare per interpretare e sviluppare la mission che ci siamo assegnati già da qualche tempo e che riguarda sia la più consolidata “emigrazione storica” rappresentata principalmente dai Circoli e dai discendenti dei trentini emigrati in passato, sia il fenomeno più recente, ma sempre più diffuso , definito «nuova mobilità» tra storie, conoscenze e capacità spesso molto diverse tra loro, non è semplice e nemmeno facile farlo. Ma noi ci stiamo provando, con lo scopo di dare una spinta utile allo sviluppo ed alla crescita di un sistema trentino capace di unire idee, esigenze e speranze anche diverse, ma che sappiano dare ancora senso e fattibilità ad un’attività che dura ormai da oltre 60 anni come è appunto quella della Trentini nel Mondo. Sappiamo che si tratta di un disegno complesso e forse un po’ visionario, che richiede dedizione e professionalità e necessita di saldi rapporti con Enti e Istituzioni tra i quali emergono in prima linea i Soci Fondatori, le Università, gli Istituti di Ricerca, i Corpi Diplomatici, le Fondazioni, i Musei, gli Enti culturali, quelli sociali e di categoria con i quali già esistono buoni rapporti di collaborazione che vanno comunque intensificati e resi sempre più attivi. Un particolare rapporto di collaborazione esiste evidentemente con la Provincia Autonoma di Trento ed in particolare con l’Uf-

ficio Emigrazione. Quella tra l’Associazione e la Provincia tra l’altro è una relazione riconosciuta e definita dalla legge 12 del 2000 e dalle successive modifiche, per cui è indispensabile che questo dialogo vada avanti e si sviluppi ulteriormente su basi di reciproca fiducia, vicendevole collaborazione e nel rispetto dei rispettivi ambiti di lavoro in modo da poter esprimere al meglio le competenze, l’esperienza e le potenzialità di entrambe le strutture. In effetti è quello che il più delle volte succede anche oggi, nonostante la complessità della macchina burocratica che talvolta crea intoppi decisionali e non contribuisce a velocizzare le procedure del lavoro. Ciò nonostante la collaborazione funziona e si tratta quindi di comporre eventuali incomprensioni che potrebbero interferire nello svolgimento di un sereno ed utile rapporto con il mondo dell’emigrazione e più in generale con tutti i trentini all’estero. Detto questo, non resta che

andare avanti con il nostro lavoro, per cui non mi dilungo oltre se non per dire che nonostante le tante difficoltà che ancora si profilano all’orizzonte, il 2021 potrebbe davvero presentarsi come un anno di svolta per l’Associazione che comincerà a raccogliere i frutti di analisi, preparazione e progetti sviluppati nel tempo. In particolare si può anticipare lo spostamento della Sede argentina dal Chaco a Cordoba (la seconda città per importanza del Paese) che diventerà a tutti gli effetti logistici e pratici il centro nevralgico della Trentini nel Mondo per tutto il Sud America. La mappa della nostra presenza nel mondo sarà poi ulteriormente potenziata con l’apertura di una Sede a New York che, secondo i progetti in avanzata fase di rifinitura, sarà in grado di coprire tutta l’area degli Stati Uniti. Infine c’è da ricordare anche come nella primavera prossima si svolgerà l’Assemblea elettiva di un nuovo Consiglio Direttivo che dovrà reggere le sorti della Trentini nel Mondo per i prossimi anni.


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Sole abbondante e buon vino alla nona edizione di «MagnaBento» D

omenica 18 ottobre il Circolo Trentino di Bento Gonçalves (Rio Grande do Sul – Brasile) ha organizzato la nona edizione di «MagnaBento», un’attività complementare alle azioni culturali sviluppate presso il «Punto di Cultura Vale dos Vinhedos». L’evento sostenuto da Aprovale, Trentini nel Mondo e Trentino Promozioni è stato poco pubblicizzato ed ha avuto una partecipazione limitata a causa dell’attuale momento di emergenza sanitaria che stiamo attraversando. Anche così ha però raccolto circa trenta partecipanti che sono rimasti incantati dagli splendidi paesaggi della Linea Leopoldina / Vale dos Vinhedos. Il punto di partenza è stato presso la Igreja do Vinho (la Chiesa del Vino), dove è stata raccontata brevemente la storia dell’immigrazione italiana e del-

la costruzione della chiesa. Poi è seguita una buona colazione per prepararsi al meglio alla passeggiata. «MagnaBento» è proseguita visitando i vigneti, il punto dell’artigianato per conoscere oggetti tipici dei nostri immigrati, l’Igreja das Almas (la Chiesa

delle Anime) dove i partecipanti hanno conosciuto la storia di questa chiesa e dei suoi fondatori. Poi una visita al cimitero della comunità, dove riposano i primi immigrati arrivati in zona, tra cui Lázaro Giordani, la cui storia è raccontata nella casa museo «Epopéia Italiana».

Sulla via del ritorno il gruppo si è fermato davanti al capitello Milani / Titton, visitando anche la Cantina Titton. Tornati al «Punto di Cultura Vale dos Vinhedos», è stata servita una polenta con salsa bolognese, vino, succo, salame e formaggio. Nonostante le restrizioni, l’attività si è svolta normalmente, mettendo in atto alcune azioni di prevenzione dal contagio, come il mantenimento della distanza fra i partecipanti e l’uso di mascherine. Gli organizzatori del tour si sono dichiarati soddisfatti dell’andamento dell’evento, perché ha permesso ai partecipanti di avere una maggiore conoscenza della storia locale di questa parte della Linea Leopoldina, in una domenica con sole abbondante e buon vino.

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Tuzla è tornata a vivere e ad animarsi grazie alla «Giornata della gastronomia»

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a tradizione nasce nel 2010, quando l’associazione “Rino Zandonai” e il Circolo trentino di Tuzla in BosniaErzegovina organizzano una manifestazione chiamata “Giornata della gastronomia italiana a Tuzla”. Una giornata in cui i membri del Circolo trentino presentano la cucina italiana ai loro concittadini. A Tuzla vivono più di duecento cittadini che possono vantare origini trentine e almeno altri cento con origini in altre parti d’Italia. Da quel 2010 ogni anno l’appuntamento si rinnova, sempre nello stesso luogo, nella zona pedonale del centro cittadino, il primo sabato di settembre. Quest’anno, il 5 settembre, la manifestazione ha coinvolto quindici donne del Circolo, che su base volontaria hanno preparato diversi piatti italiani ed offerto, all’aria aperta, le prelibatezze ai passanti. Ogni anno vengono distribuite gratuitamente ai cittadini di Tuzla circa 500 porzioni di pasti e 30 litri di vino e acqua minerale. La tradizione non è stata interrotta neppure in questo 2020 nonostante le difficoltà legate all’epidemia di corona virus. Il Circolo ha organizzato l’evento in maniera altamente professionale, rispettando tutte le misure preventive contro la diffusione del Covid. Ha consultato le istituzioni pubbliche responsabili della sanità pubblica, l’ispettorato sanitario della città e la Polizia, ottenendo tutto il sostegno necessario per organizzare l’evento in sicurezza, indossando le mascherine e facendo rispettare la distanza minima di 1,5 m. I pasti italiani sono stati confezionati in singoli pacchi, utilizzando apposite scatole

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da imballaggio. La logistica è stata perfettamente organizzata, seguendo la disposizione degli anni precedenti, con grandi tavoli per la distribuzione ed un impianto audio messi a disposizione dal Comune di Tuzla. La distribuzione di circa 400 porzioni di pasti e circa 25 litri di vino e acqua minerale è iniziata alle ore 19. I pasti sono stati preparati e distribuiti da tredici donne, munite di grembiuli e mascherine del Circolo e guanti. Insieme a loro anche due ragazzi e un gruppo di 25 volontari addetti alla logistica e all’organizzazione. I cittadini di Tuzla sono stati molto felici nel vedere che qualche evento culturale e tra-

dizionale riparte e riaccende la città. Erano stanchi di stare a casa, rinchiusi, in un tempo carico di tensione e di ricevere tanti, e spesso confusi, ordini dai responsabili delle istituzioni. Per mesi a Tuzla non si è svolto alcun evento dal vivo e questa manifestazione è stato il primo grande appuntamento all’aperto organizzato da marzo, quando in BosniaErzegovina sono entrate in vigore le prime restrizioni dovute al Coronavirus. Quindi, oltre all’aspetto gastronomico, questo evento ha assunto un’importanza sociale rilevante, alleggerendo il clima e l’atmosfera di costante paura e limiti in cui viveva la città. I cittadini si sono congratulati per il successo della manifestazione e hanno ringraziato le cuoche del Circolo che hanno cucinato ed offerto vino e ristoro. Quest’anno era presente anche un gruppo di otto soci dell’Associazione italiana - Club trentino di Banja Luka, che ha partecipato come ospite all’evento ed ha trascorso l’intera giornata a Tuzla. Non ha potuto invece essere presente un gruppo di trentini, bloccato a casa dalle limitazioni dei movimenti transfrontalieri. La manifestazione è stata finanziata dall’Associazione Trentini nel mondo, Comune di Tuzla e Fondazione Tuzlanske zajednice. L’evento è stato annunciato dai media su RTV 7 Tuzla. Radio Kameleon ha seguito l’intero svolgersi della manifestazione, trasmettendone una parte in diretta sulla sua pagina Facebook. L’evento è stato segnalato anche sul sito web dell’associazione www.ugip-tz. ba, fb group Trentini a Tuzla e diverse pagine facebook personali.


circoli la presentazione del volume È stata fatta a tuzla (bosnia erzegovina) il 5 settembre

Pubblicati gli atti del convegno dedicato a Leonardo Bancher L o stesso giorno della «Giornata della gastronomia italiana a Tuzla», il 5 settembre, nel cortile dell’Atelier Ismet Mujezinović Tuzla si è tenuta la presentazione del libro su Leonardo Bancher: erano presenti i soci del Circolo Trentino di Tuzla, i soci dell’Associazione Italiani Circolo Trentino di Banja Luka, i membri dell’assemblea comunale, storici, comuni cittadini e i media. Si tratta della pubblicazione che riporta gli atti del convegno «Leonardo Bancher - uomo indimenticabile» che l’associazione italiana “Rino Zandonai” - Circolo Trentino Tuzla aveva organizzato l’8 marzo 2020. Leonardo Bancher è un rivoluzionario italiano, cresciuto a Tuzla, in Bosnia-Erzegovina. Nato a Siror, in Trentino, nel 1899, arrivò a Tuzla con i genitori come famiglia di migranti. Terminata la scuola per muratore, ha lavorato alla costruzione di edifici e infrastrutture nella regione di Tuzla. Ma è conosciuto più come il rivoluzionario che ha dato la vita per gli ideali di libertà dei lavoratori. Fu torturato dalla polizia del regime, condannato a cinque anni di lavori forzati nel carcere di Sremska Mitrovica e morì all’ospedale della prigione di Belgrado nel 1936. È stato colui che ha posto le basi dello stile di vita multiculturale a Tuzla, da quando era uno dei leader dei sindacati, assieme ad altri leader con diversi background nazionali. La città di Tuzla è conosciuta in Bosnia-Erzegovina come l’unica in cui nessun partito nazionale era al potere: i socialdemocratici hanno sempre governato in città e l’ambiente di vita molto positivo che hanno creato ha permes-

so di far emergere il valore di uguaglianza tra i cittadini di Tuzla, indipendentemente dalla loro nazionalità di origine. Alla radice di questa realtà ci sono gli sforzi e le opere di Leonardo Bancher (Leonard Banker, nel linguaggio di Tuzla). A lui sono state intitolate a Tuzla una strada e la scuola media di ingegneria civile. Per sottolineare e ricordare l’importanza di Leonardo Bancher e il contributo della sua famiglia nella lotta all’ingiustizia e al regime fascista nella seconda guerra mondiale, l’associazione italiana “Rino Zan-

donai” - Circolo Trentino di Tuzla ha organizzato la conferenza internazionale “Leonardo Bancher - l’uomo indimenticabile” che ha visto la partecipazione di esperti arrivati da Francia, Italia e Bosnia-Erzegovina. Ospiti alla conferenza anche i discendenti di Bancher provenienti dalla Serbia e dalla Bosnia-Erzegovina. Gli articoli e i documenti preparati dagli esperti, risultati di grande valore, sono stati compilati sotto forma di atti della conferenza e tutti tradotti dalla lingua madre in cui sono stati scritti, italiano, francese e inglese, per diventare una pubblicazione. Il curatore del libro è l’istituzione pubblica Cultural Center Tuzla. Il libro, nelle sue 159 pagine, riporta sette articoli, la loro traduzione e la ristampa di tre articoli su Leonardo Bancher recuperati

da “Tuzla u radničkom pokretu i revoluciji - knjiga 1” (Tuzla nel movimento operaio e rivoluzione - libro 1) pubblicato nel 1979. L’editore è Tihomir Knežiček, la copertina è stata disegnata dal membro del Trentini Club Tuzla Nikola Šimić. I promotori sono stati Kadrija Hodžić, Sinan Alić e Tihomir Knežiček, mentre a moderare c’era lo storico Senad Begović del Centro Culturale Tuzla. Un discorso speciale è stato tenuto dal sindaco di Tuzla, Jasmin Imamović. Gli autori del libro sono: - Francesco Bocchetti: Primiero - l’origine di Leonardo Bancher - Kadrija Hodžić: Leonardo Banker - Struggle for multiethnic template for social justice - Frédéric Spagnoli: By steps of French revolutionary resistance movement Bruno Bancher - from Tuzla a Sevran via Trento - Zdravko Latal: Prospettiva familiare di Leonardo - Nardi Bancher - Mijo Franković: Monumento sulla tomba di Leonardo Banker a Belgrado - Sinan Alić: Nomi delle strade di Tuzla - Tihomir Knežiček: Bibliografia identificazione di Leonardo Bancher - Edvard Cucek: Leonardo e Bruno Bancher, padre e figlio, due figure da ricordare nella storia del Trentino e della Bosnia

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Celebrazione in vid dell’emigrazione it

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ra l’anno 1881 quando trenta famiglie di origine trentina sbarcarono nel porto di Veracruz e dopo diversi lunghi giorni di cammino arrivarono in questo luogo, dove con grande fatica e lavoro costruirono le loro case e impararono a coltivare la terra, un’esperienza che continua passando da una generazione all’altrai. Oggi festeggiamo i 139 anni di migrazione italiana in Messico e la fondazione della Colonia Manuel González: sono 139 anni pieni di storia, amore e passione per le nostre terre con l’aroma del caffè e il gusto dolce della canna da zucchero. Il 2020 è stato un anno di grandi sfide ma grazie alla buona volontà di tutti i cittadini stiamo andando avanti, abbiamo imparato a vivere nella nuova normalità, dove un abbrac-

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cio è impossibile ma contano di più le buone azioni del cuore. Il Circolo trentino di Colonia Manuel González, in collaborazione con il Comune di Zentla, han realizzato un video da trasmettere in occasione dell’anniversario dell’emigrazione, dal momento che la situazione impediva di celebrare la ricorrenza «in presenza». Il video è stato trasmesso domenica 18 ottobre alle ore 10:00 su Facebook sulla pagina ufficiale del Comune di Zentla: inizia con la messa di ringraziamento nella parrocchia di San José di Colonia Manuel González,


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deo per i 139 anni taliana in Messico

seguita dalla posa di una ghirlanda al monumento di Manuel González, cerimonia alla quale hanno partecipato il sindaco di Zentla Pedro Rincón, sua moglie Jacinta Munguia, l’amministratore unico Mónica Córdoba e il consigliere Yolanda Quintero, accompagnati da Mónica del Carmen Fadanelli Figueroa co-

ordinatrice dei Circoli Trentini in Messico, da Gabriela Parissi presidente dell’associazione Bellunesi nel Mondo México e dal console onorario dall’Italia Emilio Zilli. Nell’occasione sono stati cantati gli inni dell’Italia e del Messico e ogni partecipante ha inviato un messaggio alla comunità. Anche i Circoli trentini di Colonia Manuel González (presidente Mónica del Carmen Fadanelli), di Córdoba (presidente Jaime Crivelli) e di Xalapa (presidente Marisol Sampieri) hanno realizzato un video molto emozionan-

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te, con dei brevi messaggi nei quali i soci dei Circoli hanno espresso i sentimenti suscitati dall’anniversario. Ing. Mónica del Carmen Fadanelli Figueroa

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circoli Positive e apprezzate le iniziative messe in atto a Montevideo a La Plata, e a Resistencia

I Circoli trentini si sono attrezzati per insegnare la lingua italiana sul web

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na situazione di eccezionalità che non ha fermato la voglia di fare dei Circoli Trentini nel Mondo. In particolare, sfruttando le piattaforme web, i circoli hanno cercato di mantenere vivi i contatti tra le persone e le iniziative che vogliono aiutare a conoscere e non disperdere le tradizioni e i legami con la terra d’origine. In molti hanno mantenuto attivi i corsi di italiano, spostandosi sul web e ripensando le lezioni per una fruizione online. La didattica a distanza dunque è entrata nel quotidiano anche dei Circoli Trentini. Per favorire

l’offerta di questi percorsi di insegnamento, la Trentini nel mondo ha promosso un bando che ha dato l’opportunità ai Circoli che ne erano sprovvisti, di dotarsi di

webcam, microfono e software. E da parte degli studenti c’è stata una buona risposta “Agli inizi ci siamo trovati in difficoltà – scrive Elvira Milicchio,

direttrice del Circolo Trentino di La Plata, a Buenos Aires (Argentina)- tanto l´insegnante quanto gli allievi. Difficoltà superate con un po’ di pratica. E dopo un avvio un po’ incerto e un contesto nuovo che ci ha presentato qualche problematica ma anche tante possibilità, possiamo dire che siamo contenti della scelta fatta perché ci ha permesso di non interrompere la tradizione di diffondere la lingua e la cultura italiana.” Oltre 60 studenti hanno risposto con entusiasmo anche ai corsi proposti dal Circolo trentino di Resistencia, sempre in Argen-

I Circoli di Montevideo e Puerto Tirol «attivi» durante la Settimana della lingua italiana

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ell’ambito della ventesima edizione «Settimana della lingua italiana nel mondo», celebrata dal 19 al 25 ottobre, il Circolo trentino di Montevideo (Uruguay) ha proposto un’insolita lezione di italiano. La «Settimana» è un evento culturale internazionale che si svolge ogni anno nel mese di ottobre, con lo scopo di promuovere la lingua italiana, nelle sue varie sfaccettature, in tutto il mondo. Ogni edizione ha un tema specifico e quest’anno era «L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti», un argomento che si prestava ad essere declinato sia in chiave storico-linguistica, sia ponendo l’accento su forme espressive come il fumetto, la novella grafica e l’editoria per ragazzi. A Montevideo il Circolo trentino, che ha mol-

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ti corsi di italiano online attivi, per l’occasione ha proposto una video lezione di Melissa Fassina (nella foto), che ha raccontato l’evoluzione dell’arte figurativa e mostrato alcuni tra i tesori artistici italiani. Italiano, storia dell’arte e un po’ di geografia: davvero ricco di spunti il viaggio vituale proposto, che è partito dai graffiti rupestri della Val Camonica, per

arrivare ai graffiti urbani di oggi, passando attraverso il mito della nascita della pittura e scultura, la Cappella degli Scrovegni di Giotto a Padova ma anche i primi graffiti «illegali» nelle periferie delle metropoli, prima che la «StreetArt» fosse riconosciuta come forma d’arte vera e propria, in grado di regalare bellezza al grigiore delle città. Non a caso la videolezione si è chiusa con le immagini di «L’arte si prende gli spazi della città», il Festival dedicato ai graffiti che si è tenuto a Trento nel 2018. Sempre in occasione della XX Settimana della Lingua Italiana Nel Mondo il Circolo trentino di Puerto Tirol (Chaco - Argentina), ha organizzato una lezione online dal titolo “Breve storia della lingua italiana” (locandina sulla pagina a fianco), per avvicinare


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Riunione «virtuale» ma molto concreta per i Circoli trentini del Rio Grande do Sul

tina. Il Circolo è riuscito a coinvolgere studenti provenienti da tutta la regione del Nord Est del paese. In Uruguay il Circolo trentino di Montevideo è riuscito in questo anno scolastico ad allestire tre corsi di italiano per principianti, un corso avanzato e uno di conversazione. 53 gli studenti coinvolti nei cinque gruppi, seguiti dalle docenti, italiane di madre lingua, Melissa Fassina, 28 anni, di Bassano del Grappa e Carla Frione, di origine ligure. In Brasile, il Circolo Trentino di

Caxias do Sul, nello Stato del Rio Grande do Sul, ha avviato i corsi online da marzo, cercando le soluzioni migliori per ogni classe. Adattandosi alle differenze di età e di conoscenza tecnologica, gli insegnanti hanno preferito piattaforme diverse: una varietà di scelte che ha permesso a tutti gli studenti di seguire le lezioni restando a casa, in sicurezza. Ed una proposta accolta con favore, tanto che probabilmente non sarà abbandonata ma resterà come una buona opportunità anche a fine pandemia.

Piattaforme web importanti e fondamentali anche per permettere le riunioni dei Circoli. Coordinati da João Felix Andreis su internet si sono incontrati anche i Circoli trentini di Rio Grande do Sul, lo stato più meridionale del Brasile. Una buona opportunità di confronto per tutti: ogni Circolo ha esposto le proprie difficoltà nell’affrontare la pandemia, con i due mesi di quarantena prima e la necessità ora di seguire e attuare tutti i protocolli di sicurezza. La maggior parte dei Circoli non potendo fare attività in presenza, si è attrezzato per offrire occasioni di incontro e svago online. A Bento Gonçalves, anche se con qualche difficoltà, le attività sono tutte sul web: dal Gioco della mora,

al Festival del cinema, fino ai corsi di cucina típica trentina. A Caxias do Sul le lezioni di italiano da marzo sono tutte via web, così come le riunioni del direttivo. Anche a Gramado le lezioni di italiano sono online. Per altri circoli invece non c’è la possibilità di attivare la modalità virtuale e l’attività è completamente sospesa. L’esperienza è piaciuta e permetterà di organizzare riunioni con maggiore frequenza, per sentirsi più vicini, aggiornarsi, o anche solo per guardarsi in faccia e ridere un po’. Si è paralato anche del terzo incontro dei circoli trentini di Rio Grande do Sul, Uruguay e Argentina, al momento fissato per il prossimo anno in presenza. Ma prima ci sarà un pre-incontro virtuale.

Storia trentina per il Circolo del Lussemburgo Proseguono gli appuntamenti online proposti dal Circolo Trentino di Lussemburgo. Una serie di eventi “ad invito” sul web che vogliono parlare di Trentino e trentini. Buono il riscontro registrato anche da questa seconda proposta: dopo la scienza, è stato il momento della storia. Dopo l’incontro con la dottoressa Dorigatti che ha affrontato il tema del contagio da Covis, mercoledì 7 ottobre il Circolo ha incontrato via web Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo Storico del Trentino, per approfondire il tema “Due secoli di identità trentina: dal Tirolo storico all’Euregio” .

il pubblico all’idioma italiano e alla sua storia di lingua di nascita letteraria. Un evento con cui si è cercato di promuovere lo studio della lingua italiana e di far co-

noscere i principali protagonisti delle diverse epoche, i grandi scrittori che, attraverso i loro racconti letterari, hanno favorito l’unità linguistica in Italia. La discussione, in lingua spagnola, è stata coordinata dalla professoressa Haydée López Pujalte, professoressa di italiano presso l’Università Nazionale del Nordest, Dipartimento di Lingue Moderne e Dipartimento di Lingue

Straniere della Facoltà di Lettere e Filosofia, e presso l’Istituto di Istruzione Superiore “San Fernando Rey”. Oltre ad essere membro del Circolo Trentino di Puerto Tirol. La lezione web è stata pensata per gli studenti di lingua italiana, ma anche per il pubblico in generale. Per chi sente un’affinità con la lingua e desidera ampliare la propria conoscenza della cultura italiana.

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Le notizie dai nostri ri Coordinato Ciao Maurizio, mando le fotografie e l’autobiografia di Cecilia Croda, che fa parte del circolo trentino della Colonia Manuel González (Messico), da pubblicare sulla rivista. Monica Fadanelli

Laureata in «Pubblicità e Relazioni Pubbliche» all’Università di Xalapa, è nata ventisette anni fa a Huatusco ed è discendente di Ernesta Angheben, emigrata da Pomarolo

Cecilia Croda Castelán, «miss» sulle passerelle messicane

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i chiamo Cecilia Croda Castelán, sono nata il 5 luglio 1993 nella città di Huatusco (Veracruz – Messico). Sono la figlia di Conrado Croda Cantón e Cristina Castelán González. La mia famiglia è originaria del Rifugio, fondato nel 1881 da emigranti italiani: discendiamo da Ernesta Angheben, originaria di Pomarolo, in Trentino. Sono cresciuta in una comunità vicino a Huatusco, dove ho fatto la maggior parte dei miei studi. Ho frequentato l’Università Euro Hispanoamericana, che ha sede a Xalapa, dove mi sono laureata in «Pubblicità e Relazioni Pubbliche». Ho dei bellissimi ricordi di quando ero bambina e vivevo in campagna, crescendo circondata da animali, natura, giocando con le mie sorelle e la mia cugina più prossima; ricordo il calore della casa e l’educazione che i miei genitori mi hanno dato. Tutto questo mi ha fatto diventare la donna forte e gentile, empatica e impegnata che sono ora. I miei genitori Conrado Croda Cantón e Cristina Castelán González sono i pilastri del mio quotidiano, dei miei valori, di quello che sono e che sono sicura sarò per sempre. Grazie a loro conosco l’importanza di avere una famiglia nella nostra vita, per aiutare chi ne ha bisogno ed es-

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sere sempre grati a Dio e alla vita per quello che ci ha dato. Le mie due sorelle, Cristina e Claudia, rapp re s e nta no per me un sostegno incondizionato, l’amore eterno e la voglia di andare sempre avanti. Quando studiavo all’Università ho iniziato ad avere relazioni con persone che mi hanno messo in contatto con il mondo della moda e della fotografia, passione che mi piace ancora oggi e che mi ha portato a partecipare a concorsi di bellezza all’interno a livello locale e nazionale. Ho avuto l’opportunità di fare

da modella per grandi stilisti messicani che hanno mostrato la bellezza culturale del nostro Paese in giro per il mondo, così come per designer locali in crescita e talentuosi. Ogni volta che sfilo su una passerella è come se diventassi qualcun altro, perché mi immedesimo nella personalità espressa dall’abito che indosso in quel momento. A 24 anni ho rappresentato il Comune di Zentla, da dove viene la nostra famiglia, al concorso di bellezza denominato «Miss Earth» dove ho vinto la corona

di «Miss Earth water Veracruz 2018». Pochi mesi dopo sono stata designata dall’Organizzazione statale per rappresentare lo Stato di Veracruz come «Miss Intercontinental Veracruz 2018». Questo evento si è tenuto nello Stato dello Yucatán nel mese di dicembre 2018: mi sono classificata tra i primi quindici e il mio costume tipico è stato premiato come il migliore. Vivere queste esperienze, rappresentare il mio Comune e poi il mio Stato sono diventati eventi che hanno segnato per sempre la mia vita, mi hanno aiutato a crescere e ad imparare cose nuove da altre persone. Ora vivo con i miei genitori nel luogo in cui sono nata, circondata dalla tranquillità e dall’amore di una casa. Ad oggi e sulla base delle diverse esperienze lavorative, sociali e personali che ho avuto, mi considero una persona coraggiosa, felice, amata che cerca sempre il bene comune, per continuare ad imparare da ciò che la vita ci offre. I miei obiettivi più vicini sono crescere sul posto di lavoro, formare una famiglia e continuare a fare ciò che mi piace di più: godermi tutto accanto alle persone che amo e che celebrano i miei trionfi. Cecilia Croda Castelán


gente e fatti

Le notizie dai nostri ri Coordinato

Caro Maurizio, inoltro questo articolo che mi ha inviato Cristian Conci del Circolo Trentino di Colonia Tirolesa (Argentina). Suo fratello Walter a fine agosto ha pubblicato il suo primo romanzo. Oscar Menapace

Pubblicato «Forjador de Aesthdril» primo romanzo fantasy di Walter Conci

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lla fine di agosto Walter Conci ha presentato il suo primo romanzo pubblicato in Argentina dal titolo «El Forjador de Aesthdril». Walter Conci, 35 anni, è nato a Córdoba, in Argentina ed è cresciuto a Colonia Tirolesa. Attualmente vive a Oberá (provincia di Misiones). È discendente di quinta generazione di Abramo Gioacchino Conci, nato a Calliano ed emigrato in Argentina alla fine del XIX secolo. Il giovane scrittore è un designer industriale ed è specializzato nella produzione di opere artistiche, sia su tela che in digitale, nel disegno vettoriale e nell’animazione 2d. Ha partecipato a diversi concorsi di arte e design dove ha ottenuto importanti riconoscimenti, come il primo posto al concorso di arte e illustrazione

L’autore è discendente di quinta generazione di Abramo Gioacchino Conci, nato a Calliano ed emigrato in Argentina alla fine del XIX secolo

Fernet Branca. A livello internazionale un suo lavoro, un video di animazione dal titolo «My story in paper», si è classificato secondo nel concorso #VivereALLitaliana organizzato da zooppa.com e Ministero degli Affari Esteri - Farnesina Il libro. Il suo primo romanzo, destinato ad una saga che com-

prenderà dieci volumi, è un’opera fantasy epica, scritta negli ultimi anni ma le cui radici risalgono agli anni del liceo di Walter, quando è nato il suo interesse per la letteratura, e in particolare, il suo amore per il genere fantasy. Per la sua scrittura, l’autore è stato ispirato dalle culture e dai personaggi delle civiltà preispa-

niche, nonché dalla cosmologia persiana, greca ed egiziana. Walter ha curato anche le illustrazioni del libro, dando la possibilità al lettore di apprezzare ed entrare nel mondo di cui scrive attraverso i suoi disegni. Un mondo complesso: è una storia piena di cospirazioni, spionaggio e battaglie, oltre a catastrofi naturali. El «Forjador de Aesthdril» è ambientato in un continente immaginario e si concentra sulle vite di tre personaggi principali. Uno di loro, Lucifiel Da Bramante, un ex cavaliere dal passato glorioso, mosso dalla sete di vendetta, approfitterà di vari eventi per mettere in funzione una macchina da guerra mai vista. Il protagonista del romanzo sarà quindi costretto ad imbarcarsi in una missione per recuperare tutto ciò che gli è stato sottratto e trovare così il suo tesoro più ambito.

Il libro è ambientato in un continente immaginario e si concentra sulle vite di tre personaggi principali

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gente e fatti le parole del presidente del consiglio dei ministri alla presentazione del «rapporto italiani nel mondo»

Le grandi civiltà si sono formate attraverso le migrazioni «È

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nostro dovere costruire le condizioni per garantire ai connazionali all’estero la possibilità di tornare in Italia nel medio periodo». Così il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante il collegamento in videoconferenza con la Fondazione Migrantes per la presentazione del 15° «Rapporto Italiani nel Mondo» il 27 ottobre scorso. Un lavoro, ha detto il premier, importantissimo, che da anni è la “bussola” per quanti vogliano analizzare e studiare la mobilità italiana. «Assistiamo a flussi di emigrazione dall’Italia verso l’estero ed è ancora oggi fondamentale per il governo riflettere sulle motivazioni che ancora spingono tanti italiani, giovani e meno giovani, a scegliere la via dell’espatrio - ha detto il Premier, che ha definito il Rapporto Italiani nel mondo «una sorta di vocabolario per tradurre le cifre della mobilità italiana in indirizzi politici da perseguire». Oggi che «molti giovani ancora scelgono di partire per l’estero è

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L’associazionismo italiano all’estero «può vivere una nuova stagione di centralità, quale punto cruciale di legame di contatto tra l’Italia e gli italiani nel mondo» nostro dovere costruire le condizioni per garantire a questi connazionali la possibilità di tornare in Italia nel medio periodo» così che l’Italia possa arricchirsi «del bagaglio di esperienze umane, professionali, culturali e linguistiche maturate fuori dal nostro Paese. A loro

Palazzo Chigi a Roma, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri

dobbiamo offrire delle opportunità, assistenza e servizi attraverso ambasciate e consolati, ma anche incentivi a rientrare nel nostro paese». Secondo Conte «un ruolo molto importante può

essere svolto senz’altro dalle nostre associazioni di connazionali, potenziali partner strategici nella promozione del Sistema Italia”. Una “risorsa indispensabile per la creazione di reti, di network, punti di riferimento per chi arriva e deve integrarsi in un Paese straniero”. Le associazioni di italiani nel mondo, ha aggiunto, “possono essere riferimenti indispensabili anche per le varie istituzioni e gli enti italiani, pubblici privati; per le grandi imprese italiane che hanno bisogno, specialmente in questo periodo, di interlocutori affidabili nei Paesi stranieri”. L’associazionismo italiano all’estero “può vivere una nuova stagione di centralità, quale punto cruciale di legame di contatto tra l’Italia e gli italiani nel mondo”. “Esempi virtuosi – ha detto ancora Conte - ci insegnano una lezione fondamentale: investire sugli italiani all’estero, accompagnarli nel loro percorso umano e professionale fuori dai confini italiani è il percorso migliore per incentivarne il rientro, facendo loro percepire la presenza di una rete italiana che sa guidarli e che lavora per favorirne il ritorno in patria”. Solo così “le diverse collettività italiane all’estero possono confermare il proprio enorme valore aggiunto”. Citando lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo – “l’emigrazione è il cammino della civiltà” – Conte ha sostenuto che “tutte le grandi civiltà si sono formate attraverso le migrazioni”. Il merito più grande della Fondazione Migrantes è dunque quello di “tenere traccia, nel Rapporto, del cammino compiuto anche all’estero dal popolo italiano, nella costruzione dei valori fondanti della propria civiltà”. (m.c.\aise)


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Foto: Biblioteca Digitale Trentina, Perdomi, Trento, 1920-1930, collocazione TIC511-2757

attuale via Suffragio si chiamava via delle Osterie Grandi, in omaggio ai numerosi locali dove si beveva vino. Dopo, in seguito alla costruzione della Ferrovia del Brennero e allo spostamento del corso dell’Adige (1858), si chiamò anche per un periodo Contrada Todesca. Era infatti frequentatissima da viaggiatori che provenivano da nord e che sostavano con le loro diligenze nella vicina piazza della Mostra. Vi era un profluvio continuo di carri, cocchi, convogli e gente nuova. Il nome che la via ha adesso deriva dalla omonima chiesa di S. Maria del Suffragio, edificata nel diciottesimo secolo. Nella prima metà dell’800 la scuola trentina si sentiva pericolosamente assediata dalla città, dalle sue tentazioni e dai suoi luoghi più vivi, dove avveniva la socializzazione dei giovani. Tanta era la preoccupazione che il prefetto del ginnasio roveretano (preside di oggi) scrisse al Capitano circolare (responsabile dell’amministrazione), pregandolo di intervenire con tutta la sua autorità. Oltre a denunciare le osterie presenti nel roveretano, il prefetto del ginnasio segnala anche quelle presenti a Trento e fa riferimento

A spasso per Trento: le storie di via Suffragio proprio a via Suffragio e all’osteria il “Leoncino”. L’attenzione delle autorità era alta proprio su questa via, perché nella notte del 30 dicembre 1821, in un’osteria senza nome, studenti e artigiani - forse in preda all’alcool - si erano fatti trascinare in una bella azzuffata. Via Suffragio, attraverso il sottoportico Dorigoni (foto in basso a destra), sfocia su uno slargo, che è Piazza Silvio Pellico, dove c’era la vecchia fermata della Trento-Malé. Quando gli acquisti si dovevano per forza fare in città, i nonesi e i solandri che approdavano in piazza Silvio Pellico, spendevano i loro primi quattrini proprio nelle botteghe di via Suffragio. Svoltando a sinistra sbucando dal sottoportico Dorigoni, si incontra l’Hotel America e qui arriva la parte interessante per i nostri lettori di Trentini nel mondo. Nel 1923 inizia la storia di questo Hotel: ”El Merican”, alias Domenico, era curioso e coraggioso. Tutt’a un tratto, in un tiepido giorno primaverile, quando tutto può sembrare possibile, alla giovane età di

vent’anni, decise di smettere di lavorare nella cava di porfido di famiglia e si imbarcò su un mercantile verso l’America. Arriva in Wyoming e trova lavoro - come molti - nelle miniere da dove scrive lunghe lettere, in cui racconta di mondi lontani, di speranze e del sogno di fondare un albergo: l’Hotel America. Di giorno via Suffragio era trafficata, di notte nei portici uomini, che avevano bevuto troppo, si trascinavano verso casa. Chissà se nel loro incerto camminare pensavano ad altri mondi, come il nostro caro ”El Merican”. Oggi la via è tranquilla di giorno e anche di sera. Si riempiva di persone all’ora dell’aperitivo grazie a un delizioso bistrot dal nome francese, che prima delle restrizioni legate al Covid, animava “El Canton”, l’incrocio tra via Suffragio, via San Marco e via Manci. Durante la settimana, di notte solo gli spettatori del cinema Vittoria nell’adiacente via Manci, una volta finita l’ultima proiezione, riuscivano a rompere il silenzio col loro passo e qualche commento sul film appena visto, quando ancora era possibile affollare le sale dei cinema. Federico Duca trentinohistory.org

L’aneddoto sulle osterie e gli studenti dei ginnasi è stato tratto da Storia della scuola trentina, Q. Antonelli, Il Margine, Trento, 2013 Le altre informazioni sono state tratte da: «Cara Vecchia Trento», G. Pacher, Casa Editrice Panorama, Trento, 1978; «Vecchia Trento», F. Bertoldi, G. B. Monauni, Trento, 1957; sito dell’Hotel America: https://www.hotelamerica.it/hotel

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Foto: David Montone

Foto: David Montone

L’iniziativa, realizzata dal gruppo «Poesia Erranti» nell’ambito di un progetto del «Piano Giovani», ha avuto il sostegno della Trentini nel mondo

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dal Trentino

Cambiamenti climatici al lago di Tovel: meno ghiaccio e fondale più ossigenato

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Fino ad oggi la comunità scientifica internazionale era convinta che il riscaldamento globale riducesse l’ossigeno presente nei laghi, cosa che sta succedendo a molti specchi d’acqua di fondovalle. Una recente ricerca condotta dalla Fondazione Edmund Mach sul lago di Tovel ha di fatto modificato questo paradigma, evidenziando come nel lago trentino, famoso per il l’arrossamento delle sue acque fino agli anni Sessanta, il cambiamento climatico aumenta l’ossigeno nel fondale attraverso la perdita di quasi tre settimane di ghiaccio dalla metà degli anni Ottanta. Questo studio costituisce l’inizio di un cambio di paradigma per la ricerca di laghi di montagna; è stato individuato come importante contributo per la ricerca internazionale e pubblicizzato come “Editor`s Choice” nella rivista scientifica EOS.org. Il Trentino, con i suoi trecento e più laghi alpini, è un laboratorio naturale per la ricerca ambientale. Nel lago di Tovel, da decenni studiato dalla FEM grazie alla lunga serie di studi limnologici e meteorologici, questa recente ricerca ha

evidenziato come il ghiaccio si forma sempre più tardi a causa delle temperature più calde in autunno e questo ritardo comporta più ossigeno sui fondali del lago. L’ossigeno risulta fondamentale per la vita della sua fauna ittica, in particolare per i salmerini. Il lago di Tovel e la ricerca decennale FEM. La prima stazione meteorologica nel lago di Tovel è stata installata nel 1973 dall’allora Stazione Sperimentale Agraria Forestale di San Michele e contemporaneamente avviate le prime indagini idrobiologiche, che sono diventate mensili nel 1995. Grazie a questa lunga storia di dati scientifici, il lago di

Tovel è stato inserito come un sito di ricerca nella rete internazionale di Ricerche Ecologiche a Lungo Termine (LTER). “I dati a lungo termine -spiegano i ricercatori Giovanna Flaim, Daniele Andreis e Ulrike Obertegger, che hanno condotto la ricerca insieme al ricercatore Sebastiano Piccolroaz - hanno un’importanza strategica per capire e gestire il nostro patrimonio ambientale, particolarmente adesso con i cambiamenti climatici in atto. Questi cambiamenti influenzano tutti gli ecosistemi ed anche il lago di Tovel ne risente”. Ufficio Stampa Fondazione Edmund Mach

Il Lago di Lagolo per la «Quarta di copertina in musica» Anche in questo numero del giornale sulla quarta di copertina compare un «QR Code», che consente di ascoltare una musica che, secondo la redazione, ben si presta a fare da «colonna sonora» alla fotografia pubblicata. Coloro che hanno un cellulare con l’applicazione che legge i QR Code, devono semplicemente inqua-

drare il codice e saranno indirizzati ad una pagina del sito internet della Trentini nel mondo, da dove, attraverso un successivo link, potranno ascoltare il brano scelto come «colonna sonora». Per tutti gli altri, basterà digitare sul cellulare o sul computer, l’indirizzo riportato qui sotto.

http://www.trentininelmondo.it/component/content/article/819.html 8 - 2020


gente e fatti

MODULO PER LA RICHIESTA DI ADESIONE IN QUALITÀ DI SOCIO ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS VIA MALFATTI 21 - 38122 TRENTO

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Autorizzo l’invio delle comunicazioni ufficiali tramite l’indirizzo di posta elettronica Avendo preso visione dello Statuto che regola l’Associazione (*) Condividendo la democraticità della struttura, l’elettività e la gratuità delle cariche associative Essendo consapevole della gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti Essendo consapevole delle finalità di solidarietà sociale che l’Associazione promuove Avendo preso visione dell’informativa sui dati personali (*)

CHIEDE al fine di poter ricevere la rivista Trentini nel Mondo e partecipare alla vita dell’Associazione, di essere iscritto/a all’associazione di volontariato ASSOCIAZIONE TRENTINI NEL MONDO ONLUS in qualità di aderente Socio. Distinti saluti.

LUOGO E DATA

FIRMA

(*) Disponibili sul sito www.trentininelmondo.it 8- 2020


Lago di Lagolo (foto Giada Degasperi)

Il QR Code consente di ascoltare la colonna sonora di questa fotografia del Lago di Lagolo: a pagina 28 tutte le informazioni sull’iniziativa.


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