Euterpe n°33 - "Amori impossibili tra arte, storia, mito e letteratura"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

Gli amori impossibili nella Gerusalemme Liberata tra opposizioni e devianza GRAZIELLA ENNA139 Il termine erranti, presente nel proemio, è fondamentale per comprendere la Gerusalemme del Tasso e ci dà la chiave di lettura non solo del poema ma anche della concezione dell’amore. Quel vocabolo che secoli dopo Leopardi avrebbe usato per il suo pastore asiatico tormentato dall’erranza materiale e spirituale, rivela anche in Tasso la varietà del suo campo semantico. I compagni d’arme di Goffredo dopo tanti anni di guerra hanno bisogno di coltivare le loro aspirazioni lontano da quelle mura da tempo assediate, rincorrono i sogni di amore e di gloria, come ogni uomo rinascimentale, il poeta stesso, dopo aver definito loro erranti, chiama anche se stesso «peregrino errante». Esiste, infatti, una contraddizione palese in Tasso: la multiformità, che egli aborre in nome del formalismo e della ricerca di unità, si dissolve di fronte all’erranza e alla devianza. Da questo scaturisce l’impossibilità di rendere concreta qualunque storia d’amore perché comporta l’allontanamento dalla missione bellica dell’eroe combattente che vive per difendere la fede. In un certo senso la figura di molti crociati è un ritorno alle origini, alla nascita della Chanson de geste, in cui l’amore non era annoverato tra le prerogative del paladino che agiva come un vero martire della fede. La commistione tra vicende d’armi e storie d’amore, (operata da Boiardo e da Ariosto), introduce l’amore perché consona allo spirito umanisticorinascimentale, Tasso però è costretto a rinunciarvi, pur vagheggiandola, per uniformarsi alla rigida spiritualità controriformistica. Da questo conflitto nascono amori infelici e irrealizzabili. L’altra cifra degli amori tassiani è l’opposizione, i cristiani s’innamorano di donne pagane e viceversa, oppure sono attratti da amori svincolati da leggi morali e finalizzati alla ricerca dei sensi. Molti personaggi della Gerusalemme perciò nel loro agire tentano di soffocare, nascondere e dissimulare le loro passioni amorose che sono caratterizzate da ostacoli o impedimenti spesso insormontabili. Il primo personaggio che si prende in esame è la pagana Erminia che ama, non corrisposta, il cristiano Tancredi, parte di un triangolo amoroso impossibile da realizzarsi in cui l’uomo a sua volta ama un’altra pagana cioè Clorinda. È evidente fin da subito come Tasso voglia mettere in luce l’impraticabilità di un simile rapporto, anche se è consapevole che l’amore sarebbe capace di annullare le differenze di cultura e di religione e i ruoli imposti dalla guerra. Esso s’indirizza, infatti, verso rivali, nemici ed entra subito in contrasto con i doveri dei guerrieri che divengono per questo “erranti” e incuranti dei “celesti ardori” che dovrebbero perseguire. L’amore, come una forza centrifuga irresistibile li allontana dal loro alto compito e diventa un elemento di devianza. L’ambivalenza tassiana è frutto del suo tempo, di quel cosiddetto bifrontismo spirituale che lo caratterizza, con il quale si fa portavoce delle contraddizioni di un’epoca. Il conflitto cristiano-pagano s’identifica pertanto non in una guerra di religione ma come conflitto insanabile tra le istanze controriformistiche e l’edonismo rinascimentale. Gli amori infelici ne sono dunque la diretta e ovvia conseguenza. Il primo esempio è collocato nel terzo canto in un episodio chiamato, con riferimento all’Iliade, teichoscopia: Erminia e il re Aladino GRAZIELLA ENNA (Oristano, 1969) si è laureata in lettere classiche presso l’Università degli Studi di Cagliari, è insegnante di lettere al Liceo “S.A. De Castro” di Oristano. Sulla rivista «Euterpe» ha pubblicato vari saggi: “Due poeti francesi reinterpretati da Fabrizio De André: François Villon e Pierre de Ronsard” (n°28, anno 2019); “Il Metz Yeghern in tre opere letterarie” (n°29, anno 2019); “Il paradiso perduto: alcune interpretazioni e variazioni del topos dell’età dell’oro dal periodo classico al Cinquecento” (n°30, anno 2020) e “Lo sgretolamento dell’io di fronte alla società moderna” (n°31, anno 2020); sulla rivista «L’Ottavo» ha pubblicato, dal 2018 ad oggi, varie recensioni e saggi. 139

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