Euterpe n°33 - "Amori impossibili tra arte, storia, mito e letteratura"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

Giselda Fojanesi e la sua avventura siciliana di LUCIO ZINNA149 Fatta eccezione per gli specialisti del nostro Ottocento letterario o per i cultori di biografie, il nome di Giselda Fojanesi150 rimane sconosciuto ai più. Eppure si tratta di una singolare figura femminile, di una autrice di racconti veristi non privi di interesse, nella cui esistenza entrarono – e uscirono, lasciando indelebili segni – due grandi della letteratura siciliana ed europea: Giovanni Verga e Mario Rapisardi. Avremo modo di notare come in questo incrocio esistenziale questi due personaggi finiscano per non figurare con la loro migliore immagine. Giselda, nonostante le tribolate vicende che si troverà ad attraversare, raggiungerà una piena conquista della propria autonomia. Era una fanciulla diciottenne della provincia toscana, aggraziata nell’aspetto e forbita nell’espressione, che si era trovata, per amicizia di alcune compagne di collegio, a frequentare il prestigioso salotto letterario di Francesco Dall’Ongaro151, negli anni di Firenze capitale. Da quel salotto parte l’’avventura siciliana’, come ci piace chiamarla, della ragazza Giselda: sarà determinante per la sua esistenza (o gran parte di essa). E a quel salotto approda, nella primavera del 1869, uno scrittore siciliano, non ancora trentenne: Giovanni Verga, presentato da una lettera di un giovane e apprezzato poeta, Mario Rapisardi, catanese anche lui, che l’anno precedente aveva pubblicato un poema: La palingesi, che aveva avuto successo, anche all’estero, suscitando, fra l’altro, un lusinghiero apprezzamento da parte del grande Victor Hugo152. Di Verga era uscito, nel 1866, senza particolare clamore, il romanzo Una peccatrice, sulla scia di un romanticismo decadente. Non famoso ma non del tutto sconosciuto, il giovane autore è consapevole dell’importanza dell’occasione che gli viene offerta. Cerca di presentarsi al meglio, anche nell’aspetto, rimodernando il suo guardaroba. Verga avrà modo di conoscere e stabilire contatti con poeti

LUCIO ZINNA (Mazara del Vallo, TP, 1938), opera a Palermo dal 1958 al 2007; vive a Bagheria (PA). Laurea in Pedagogia. Ha pubblicato: di poesia: Il filobus dei giorni (1964), Un rapido celiare (1974), Sàgana (1976), Abbandonare Troia (1986), Bonsai (1989), La casarca (1992), Il verso di vivere (1994), La porcellana più fine (2002), Poesie a mezz’aria (2009), Stramenia (2010), Le ore salvate (2020). Di narrativa: Come un sogno incredibile / Il caso Nievo (1980; 2006); Il ponte dell’ammiraglio (1986), Trittico Clandestino (1991), Un’estate a Ballarò (2011). Saggi critici, in prevalenza su autori siciliani del ’900, in parte raccolti nei volumi La parola e l’isola (2007) e Lettere siciliane (2019). Ha curato la sezione Sicilia in Dialect Poetry of Southern Italy, a cura di Luigi Bonaffini (1997) e in Una tragedia senza poeta. Poesie in dialetto sulla Grande guerra, a cura di M. Mancini (2016). Ha diretto la rivista letteraria «Arenaria». Gli sono stati attribuiti un Premio della Cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri (1985) e vari premi alla carriera. 150 Giselda Fojanesi nasce a Foiano della Chiana (AR) nel 1851 da famiglia di piccoli proprietari terrieri, trasferitisi nel 1861 a Firenze, dopo aver ceduto la proprietà. Conseguito il diploma di insegnante, la giovane, versata nello studio della lingua italiana e delle lettere, frequenta il salotto di Erminia Fuà Fusinato, dove conosce Prati, De Gubernatis, Bakunin e altri. Dopo il matrimonio con Rapisardi nel 1872, nonostante le traversie della situazione familiare, mantiene una sua attività di scrittura. Cura i rapporti con Matilde Serao e Ferdinando Martini e dal 1879 inizia a collaborare con «Il Fanfulla della Domenica» con suoi racconti (raccolti in volume nel 1886 col titolo Cose che succedono) e poi con «La Tribuna» e «Scena illustrata». Separatasi dal Rapisardi e dopo la cessazione della sua relazione con Verga, laureatasi a Firenze, insegna italiano negli istituti superiori. Diverrà ispettrice degli educandati femminili. Si dedicherà agli studi pedagogici, con pubblicazioni specifiche, anticipando alcuni aspetti del montessorismo. Autrice anche di testi per l’infanzia e l’adolescenza. Come narratrice, vanno ricordati i menzionati racconti e il romanzo Maria, pubblicato a puntate nel «Fanfulla» nel 1879. 151 Francesco Dall’Ongaro, poeta, drammaturgo, nato a Mansuè nel 1808. Dopo un periodo di permanenza in Svizzera e in Belgio, rientra in Italia nel 1859, stabilendosi a Firenze, dove insegna letteratura drammatica e tiene un salotto letterario che accoglie il fior fiore di artisti e intellettuali. Dopo il periodo fiorentino tocca altre residenze, fino a Napoli, dove muore nel 1873. Numerose le sue opere, di poesia, ballate, libretti musicali e drammi fra i quali Bianca Cappello e Il fornaretto. 152 Sulla “Palingenesi” Victor Hugo scrisse al Rapisardi: «J’ai lu, monsieur, votre noble poème. Vous êtes un précurseur…» («Ho letto, signore, il vostro nobile poema. Siete un precursore…» (cit. in: M. RAPISARDI, Poemi Liriche e traduzioni, Sandron, Palermo, 1912). 149

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