RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
Mala Zimtebaum ed Edek Galinski: un amore ad Auschwitz di ANTONIETTA SIVIERO107 Mala, ebrea di origine polacca, deportata nel 1942 ad Auschwitz, marchiata col n°19880, poiché parlava correttamente cinque lingue, non finì nella camera a gas insieme alle altre donne. I nazisti la usarono come traduttrice e messaggera. Bellezza, cultura, generosità d'animo e lo status privilegiato d’interprete, le permisero di salvare la vita a molte compagne di prigionia. Edek, polacco, cristiano, internato nel 1940, segnato col n°531, lavorando come meccanico responsabile di un’officina di ferramenta, riuscì ad aiutare, portando nel laboratorio, i prigionieri più deboli e malati salvandoli da morte certa. Grazie al lavoro che svolgevano, non fu difficile per i due incontrarsi. Due numeri diversi, due credo opposti. Uno sguardo, un sorriso e la scintilla divampò in fuoco, la passione li travolse. Giovani, adorati per la loro grande umanità, furono subito ribattezzati col nome di Giulietta e Romeo e godettero nel campo, dell’appoggio di tutti i compagni. Incredibilmente, e forse scandalosamente, là dove si respirava gas e s’inalavano ceneri di morti, il loro amore cresceva, era vivo, pieno di promesse, di progetti. Per amarsi si davano appuntamento nel laboratorio di radiologia dove i nazisti conducevano esperimenti di sterilizzazione con raggi x. Posto lugubre, ma sicuro. Intorno, squallore, orrore, ma loro erano altrove, volavano in alto, possedevano le ali dell’amore, della libertà. I loro corpi erano calore, luce, palpito vitale più forte della morte. Un amore senza speranza? Non per loro che non volevano uscire dall’inferno del lager da un camino della fornace. Loro sognavano di riacquistare la libertà perduta, di vivere insieme amandosi per sempre. Con accorgimenti e complicità concretizzarono il loro intento. Lui indossando la divisa tedesca, lei, camuffata da operaio con un lavandino in testa, varcarono senza destare sospetti, il cancello del campo. Erano liberi! Libertà e luna di miele, purtroppo durarono poco. Mala fu riconosciuta e catturata. Edek, che da lontano tutto aveva visto, poteva salvarsi, raggiungere la Polonia, ma tenne fede alla promessa, al sentimento che così fortemente lo legava a Mala. Spontaneamente si presentò al campo. Entrambi condannati all’impiccagione e torturati nelle celle segrete del blocco della morte, lasciarono a testimonianza i loro nomi incisi sulle porte di legno. L’amore spesso, sublimizza anche il martirio. Un’ebrea, un cristiano, due numeri in un campo di sterminio, nulla tolgono alla bellezza del loro idillio. Per alcuni, il loro, fu un sentimento scomodo, fuori da ogni canone. Per Mala ed Edek, anche se impossibile, il loro amarsi fu soffio di vita, tocco di tenerezza dell’unico Dio dell’amore. 107
ANTONIETTA SIVIERO (Arzano, NA, 1947) risiede a Termoli (CB) da sempre. Ha pubblicato la raccolta in dialetto termolese
Tèrmele ndù córe (Termoli nel cuore) nel 2018.
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