RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
come un addio a me. Smarrivamo gli occhi negli stessi cieli, meravigliati e violenti con stesso ritmo andavamo, liberi singhiozzando, senza mai vederci, né mai saperci, con notturni occhi. Or nei tuoi canti la tua vita intera è come un addio a me. Cuor selvaggio, musico cuore, chiudo il tuo libro, le mie trecce snodo. (Sibilla Aleramo a Dino Campana, Mugello, 1916)
Noi ci diciamo cose oscure di LORETTA FUSCO […] noi ci guardiamo, noi ci diciamo cose oscure, noi ci amiamo come papavero e memoria, noi dormiamo come vino nelle conchiglie, come il mare nel raggio sanguigno della luna. Noi stiamo allacciati alla finestra, dalla strada ci guardano: è tempo che si sappia! È tempo che la pietra accetti di fiorire, che l’affanno abbia un cuore che batte. È tempo che sia tempo. È tempo. (PAUL CELAN, “Corona”)
Noi ci diciamo cose oscure è un verso della poesia “Corona” di Paul Celan, il grande poeta
rumeno, di origini ebraiche, dedicata a Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca, con la quale ebbe una relazione intensa e tormentata che durò tutta la breve vita di entrambi. Due grandi personalità, unite dall’arte, legate indissolubilmente al proprio passato che per Celan fu dramma esistenziale che lo condusse al suicidio. S’incontrarono a Vienna, nella primavera del 1948 e fu amore assoluto, sei settimane che misero radici nelle loro anime e che è testimoniato da un carteggio postumo, che nella versione italiana della Casa Editrice Nottempo del 2010 ha il titolo di Troviamo le parole. Quasi vent’anni a rincorrersi senza strappare mai il filo che li univa nonostante le esperienze più disparate che li portarono ad allontanarsi anche per lungo tempo, cercando di spegnere in un altrove, l’arsura di vita che per Celan andava di pari passo con 84