Euterpe n°33 - "Amori impossibili tra arte, storia, mito e letteratura"

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RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM

Saggi Rubrica a cura di Lucia Bonanni, Valtero Curzi, Francesca Luzzio, Francesco Martillotto e Lorenzo Spurio

La barca dell’amore s’è spezzata… di AMEDEO DI SORA110 Bisognava farlo fuori. E lo hanno fatto fuori… Uccidere una persona con le sue stesse mani è la più terribile forma di omicidio, sacrilega e crudele.

(SERGEJ ĖJZENŠTEJN)

Nel suo recente e importante saggio, Il defunto odiava i pettegolezzi111, Serena Vitale, a partire dal titolo (che ripropone le parole della lettera d’addio di cui tra breve tratteremo), evidenzia con chiarezza gli obiettivi della sua ricerca-inchiesta: ricostruire gli eventi che precedono la morte violenta di Vladimir Majakovskij. Se il grande poeta rivoluzionario si è davvero suicidato il 14 aprile 1930 (incongruenze e aporie non mancano) con un colpo di pistola in pieno petto, perché lo ha fatto? Partiamo dal comunicato ufficiale della «Pravda», pubblicato il 15 aprile 1930, a pag. 5: «Ieri, 14 aprile, alle ore 10.15 del mattino, il poeta Vladimir Majakovskij si è tolto la vita nel proprio studio. Come ha riferito al nostro inviato l’inquirente I. Syrcov, le indagini preliminari dimostrano che il suicidio è stato causato da motivi di natura privata che nulla hanno a che vedere con l’attività pubblica e letteraria del poeta. Prima del suicidio il poeta ha sofferto di una lunga e grave malattia, dalla quale non si era mai completamente ripreso»112. Il comunicato circoscrive le cause dell’atto autodistruttivo del poeta, rivoluzionario e comunista, in un ambito strettamente privato con l’aggravante di una lunga malattia dalla quale non si sarebbe mai “completamente ripreso”113. La sfera pubblica (l’impegno politico e culturale) viene categoricamente esclusa. Ma è opportuno riportare, pressoché integralmente, l’ultima lettera rinvenuta nello studio del poeta:

AMEDEO DI SORA (Frosinone, 1953), docente di Italiano e Latino nei licei. Autore, regista, attore e vocalista, è direttore artistico della Compagnia Teatro dell'Appeso da lui fondata a Frosinone nel 1980, con la quale ha partecipato a vari festival e rassegne teatrali di carattere nazionale e internazionale. Poeta, narratore e saggista, collabora con numerose riviste letterarie ed è redattore della rivista Il piede e l’orma. È autore di numerose pubblicazioni, tra cui Poezi Poesie (poesie tradotte in albanese da Gëzim Hajdari, 2001), I luoghi e l'anima (2003), Alle sorgenti del Socialismo (2007), Il Teatro dell’Appeso (2010), Dieci registi in cerca d’autore (2014) e Tracce di mare (2015). 111 SERENA VITALE, Il defunto odiava i pettegolezzi, Adelphi, Milano, 2015. 112 Ivi, pp. 46-47. 113 Si alludeva, molto probabilmente, alla fandonia che Majakovskij fosse affetto da sifilide (la malattia del capitalismo!), diffusa da quello stesso Gor’kij che aveva versato lacrime di commozione sul panciotto del poeta dopo aver letto La nuvola in calzoni. 110

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