RIVISTA DI POESIA E CRITICA LETTERARIA “EUTERPE” APERIODICO TEMATICO DI LETTERATURA ONLINE NATO NEL 2011 ISSN: 2280-8108 N°33 * LUGLIO 2021 * – WWW.ASSOCIAZIONEEUTERPE.COM
Il simbolo e la metafora fra mitologia, arte, poesia e letteratura di APOSTOLOS APOSTOLOU119 Il professore Nicolae Panea dell’Università di Craïova sostiene: «Se la letteratura antica attinge nella mitologia, che costituisce la sua seconda natura, la letteratura moderna tende a divenire essa stessa una mitologia – quella della creazione. Ma anch’essa continua a dissimulare dei miti antichi sotto nuove forme. La letteratura antica greco-latina può difficilmente essere separata dalla religione, almeno quella che noi oggi consideriamo mitologia greco-latina in quanto, da una parte, l’artista abbandona, anche se non completamente, le emozioni strettamente personali per far posto alla voce della comunità e, d’altra parte, perché gli avvenimenti contemporanei sono dissimulati in racconti che riprendono dei miti»120. Ciò che unisce la mitologia, la letteratura, la poesia e l’arte, è il simbolo, termine (dal greco symbàllò, ovvero “metto insieme”) designante in origine le due metà di un oggetto che, spezzato, può essere ricomposto avvicinandole: in tal modo ogni metà diviene un segno di riconoscimento. (Secondo quanto riportato dall’Enciclopedia Garzanti) il simbolo è un fatto che la figura mitologica è assolutamente al centro della letteratura, dell’arte e della poesia. Didier Anzieu ha esaminato in maniera sistematica la mitologia greca ed è giunto alla conclusione che circa un terzo di essa gira intorno all’allegoria edipica. Robert Graves fu il primo che sostenne che «la mitologia greca, nel suo contenuto, non era più misteriosa dei manifesti elettorali di oggi». (Robert Graves nel suo saggio I miti greci è riuscito a rianimare questa materia ormai inerte, restituendocela con tutto il suo splendore, il suo senso. Secondo lui molti sono i miti che ci hanno suggestionato nel corso del tempo e della nostra educazione e cultura: Il Ratto di Persefone, Apollo e Dafne, Orfeo ed Euridice, il mito di Narciso e il mito di Giacinto e Zefiro “narrati da Ovidio nelle Metamofosi”, Dedalo e Icaro, il mito di Fetonte e il carro del Sole, Teseo e il Minotauro, il Vello d’oro di Giasone, e numerosi altri che sarebbe troppo lungo elencare.) E C. Jung scriveva: «Non si può certo supporre che il mito o il mistero siano stati coscientemente inventati per qualche fine: tutto fa pensare piuttosto che essi rappresentino un involontario riconoscimento di una precondizione psichica inconscia». È un fatto che la mitologia greca ha fatto nascere molte nozioni importanti della psicoanalisi (per esempio l’allegoria edipica, la figura di Narciso, ecc.). Secondo C. Jung: «Simboli nefasti sono la strega, il drago – ogni animale che divori o avvinghi, come un grosso pesce o il serpente – […]. Quest’elenco non pretende di essere esaustivo; esso si limita a indicare le caratteristiche essenziali dell’‟archetipo della madre”». Pertanto l’ermeneutica del mito archetipico il labirinto di Cnosso e il caso di Teseo potrebbe funzionare con l’universalità dinamica del simbolo, per vedere nella narrazione con linguaggio figurativo del riferimento auto trascendente del Ego (Io). Il Labirinto di Cnosso è un leggendario labirinto, che secondo la mitologia greca fu fatto costruire dal Re Minosse sull’isola di Creta per rinchiudervi il mostruoso Minotauro, nato dall’unione della moglie del re, Pasifae, con un toro. Era un intrico di strade, stanze e gallerie, costruito dal geniale Dedalo con il figlio Icaro, i quali, quando ne terminarono la costruzione, vi si trovarono prigionieri. Dedalo costruì delle ali, che appiccicò con la cera alle loro spalle, ed APOSTOLOS APOSTOLOU, docente di filosofia e scrittore. Ha insegnato Antropologia filosofica all’Università di Scienze Sociali e Politiche, “Panteion”. Ha insegnato teoria della letteratura e arte in Art–Act, visiting professor all’Università di Padova. Direttore responsabile della rivista letteraria e filosofica e di cultura umanistica «L’Ombrello». Scrittore e giornalista è collaboratore di varie riviste in Grecia, Italia e Francia. 120 La traduzione dal francese è di Anna Gueli. 119
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