Football 01

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NUMERO 01

OTT/NOV 2019

football

DANIELE DE ROSSI RIVISTAFOOTBALL.IT




FOOTBALL

PHOTO: Mari Carmen Del Valle Cámara @lostkids

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FOOTBALL

L'EDITORIALE “Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio”. E’ con questo spirito, da questa famosissima citazione di Jorge Luis Borges, un simbolo supremo di passione e meraviglia, che nasce Football! Una nuova rivista bimestrale, di approfondimento, con speciali, analisi, interviste, inchieste, foto esclusive e tanto altro edita da Football-Magazine.it. Football è passione, poesia, storia, un posto dove immergersi e leggere le storie più affascinanti sul calcio e non solo. Football nasce per questo. Dall’opportunità di confrontarsi con altre persone che come noi cercano una narrazione calcistica, abbiamo capito che romantiche, più che le storie che raccontiamo, sono la cura e la passione per la ricerca che ci mettiamo nel raccontarle. Football è anche uno strumento multimediale, in linea con i tempi. È un sito aggiornato con speciali e inchieste, un account Facebook e Instagram che si aggiorna continuamente. Football è un prodotto di Football-Magazine.it, diretto da Cristiano Peconi. Ogni numero avrà una storia da raccontare, uno spunto su cui riflettere o solo lasciarsi andare in un racconto sempre al lieto fine.

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SOMMARIO N. 01 / OTT-NOV 2019

IL RITORNO DEGLI DEI .10 DI ANDREA CEROFALINI

CALCIO E FINANZA .15 RUBRICA

ESSERE BOCA, STORIA DI UNA PASSIONE .16 DI LUCA MACRI

TRA PALCO E REALTA’ .22 DI MATTEO PANICCIA

INTER, STORIA DI UNA RINASCITA .30 DI NELLO PAOLO PIGNALOSA

CHI L’HA VISTO .35 RUBRICA

GIRLS POWER .36

DI REDAZIONE FOOTBALL

RACCONTI MONDIALI .40 DI DAVIDE PITEO

IL LEGAME MEDIACOM-FIORENTINA .46 DI MARCO PINO

GRANDI STORIE .48 RUBRICA

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IL PERSONAGGIO

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FOOTBALL

by komikks7 Francesco Nardi

IL RI TORNO DEGLI DEI PAG / 10


FOOTBALL

di Andrea CEROFALINI

E

’ lecito domandarselo, perché sì, non alziamo l’Europa League dal 1999 quando ancora era conosciuta con il nome di Coppa Uefa, e sì, la coppa dalle grandi orecchie non sbarca nella penisola dal lontano 2010, però il nostro massimo campionato sta riconquistando quell’appeal unico di cui godeva prima dell’avvento della Premier League. Lo dicono loro, i grandi protagonisti che hanno fatto ritorno, o l’ingresso, in quello che per anni è stato (e ci permettiamo di dire che forse lo è ancora) il campionato più difficile di tutti. E se Pitagora diceva che “i numeri regnano sull’universo”, allora tanto vale affidarsi anche a questi per capire come e perché il nostro calcio si stia rialzando: solo cinque anni fa, la sessione estiva si era conclusa con una spesa totale intorno a mezzo miliardo di euro. Poi, l’anno scorso, arriva in Italia un ragazzo nato a Madeira, piuttosto famoso, che indossa la maglia numero sette della Juventus. Si supera il muro del miliardo: 1.120.000.000€ spesi nel mercato estivo. Record. Si, ma solo per un anno. Perchè al 2 settembre 2019 il conto di uscite complessive per il calciomercato recita 1.200.000.000€. Ma con questi soldi, con questi investimenti, con chi si è abbellita la nostra Serie A? In primis, c’è lui,il sergente di ferro che fa ritorno dalla terra londinese: Antonio Conte, bandiera bianconera, che si accasa all’Inter. L’ex tecnico del Chelsea non è arrivato a Milano senza far “spesa”

dall’Inghilterra. Prima si è fatto regalare un suo vecchio pupillo, uno capace di segnare oltre 100 goal in Premier League, che risponde al nome di Romelu Lukaku, arrivato a Milano per una cifra intorno ai 75 milioni di euro bonus inclusi. Poi, ha scommesso su un altro giocatore che in Italia è cresciuto, maturato ed esploso, per poi volare in Spagna ed Inghilterra a disegnare calcio. Sì, perché Alexis Sanchez aveva già giocato e stupito in Italia, quando con Antonio Di Natale formava una delle coppie offensive più letali del nostro campionato. Infine, o per meglio dire in principio, dato che il suo arrivo è dichiarato sin dall’ultima metà dello scorso campionato, i neroazzurri hanno rinforzato anche il pacchetto arretrato con Diego Godin, che per anni è stato il baluardo di una delle difese più solide d’Europa, sponda rojiblanca di Madrid. Ovviamente il Napoli di De Laurentiis e Ancelotti non è stato a guardare. I partenopei hanno fatto un mercato pragmatico, intelligente, in estrema sintesi: da grande squadra. Pochi acquisti, mirati. E se per la difesa si è andati su di una certezza della Serie A come Kostas Manolas, ecco che per gli altri reparti si è guardato all’estero, per la precisione in Olanda, nella città di Eindhoven, dove per oltre 40 milioni è stato prelevato un talento che faceva gola a mezza Europa, che risponde al nome di Lozano, e di soprannome fa Chucky. Perché? Perché (leggenda vuole, smentita a metà dal diretto interessato) ai tempi

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FOOTBALL

di miracoli e leadership tra i pali: Pau Lopez, che ha il compito di non far rimpiangere Alisson (se possibile) e non far ricordare Olsen (auspicabile). La Lazio dal canto suo insegue sempre la strategia di colpi low-cost, con la speranza che si tramutino in grandi top player, ed è così che si spiega l’acquisto di Vavro, roccioso difensore slovacco, mentre l’arrivo di Jony, esterno dotato di buona gamba e con il vizietto del goal, appare orientato a garantire qualche turno di respiro a capitan Lulic.

del Pachuca i compagni si accorsero che Lozano terrorizza le difese avversarie come la bambola assassina Chucky fa con le sue vittime nel celebre film diretto da Tom Holland. Ma gli Azzurri non si sono limitati al talento messicano, perché in avanti è arrivato un signore da oltre 100 goal in carriera, che nonostante i 30 anni abbondantemente superati ancora sa come far goal, cioè quel Fernando Llorente che da quanto ha vestito la maglia del Napoli ha già segnato 3 goal e fornito un assist (in poco più di 120’ complessivi), andando poi a completare il reparto con una scommessa, che si direbbe vinta viste le prime apparizioni, che risponde al nome di Eljif Elmas, prelevato dal Fenerbahce. Anche nella capitale si è fatto spesa all’estero, infatti in casa giallorossa l’allenatore Paulo Fonseca, direttamente dal Porto, plana sulla panchina della Roma con un bagaglio di bel gioco e calcio “all’europea”. E per proporre il calcio brillante che ha in mente va anche lui a pescare in Inghilterra, dove preleva il talento, discontinuo ma cristallino, di Mkhitarian, oltre a due rinforzi per la difesa, quali Smalling e Zappacosta (ben ritrovato). Infine, dopo i disastri di Olsen, la Roma si tutela anche in porta, dove arriva un altro craque, che ha incantato nella Liga a suon

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E nell’estate più calda per il mercato italiano, poteva non assestare qualche colpo il Milan? Assolutamente no, e così nonostante le difficoltà economiche e la mancata partecipazione alle coppe, ecco che a Milano, sponda rossonera, sbarcano, tra gli altri, due giovani di grande prospettiva: Theo Hernandez, canterano dell’Atletico Madrid ed ex di Real Madrid e Sociedad, e Rafael Leao, funambolo esploso nel Lille, che nella scorsa stagione ha terrorizzato, insieme a Pepe, tutta la Ligue 1. E se le inseguitrici provano a colmare il gap, cosa fa la prima della classe per allungarlo ulteriormente? Per iniziare, riporta in Italia Maurizio Sarri, uno degli allenatori che più ha deliziato gli appassionati di questo sport, con quel 4-3-3 melodico che ha mostrato a Napoli ed Empoli (con più varianti nel modulo di partenza) e poi ha regalato al fresco vincitore dell’ultima Europa League il gioiello ambito da mezza europa: Matthijs de Ligt. Classe 1999, eppure non ha bisogno di presentazioni, perché pur avendo appena 20 anni è già titolare della nazionale olandese ed uno dei migliori al mondo nel suo ruolo, tanto che ci sono voluti 75 milioni di euro per convincere l’Ajax a privarsi del suo capitano, battendo la concorrenza, tra le altre, di un certo Barcellona. Poi, altri due colpi di spessore internazionale in mezzo al campo, entrambi a parametro zero: Rabiot, dal PSG, e Ramsey, dall’Arsenal. Due calciatori moderni, due box-to-box midfielder, due top player. Poi, in chiusura di mercato, arriva anche il ritorno dei ritorni, soprattutto se si parla di Juventus, perché arriva nero su bianco la firma di un signore che qualcosa


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