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Osservatorio internazionale

Altra crisi politica nel Caucaso

Alla fine dello scorso febbraio, la polizia ha fatto irruzione nella sede del Movimento Nazionale Unito (MNU), partito di opposizione a Tbilisi, in Georgia, per arrestare il suo presidente, Nika Melia. Il raid e l’arresto, trasmessi in diretta e video registrati da osservatori, hanno gettato il paese in una nuova, profonda, crisi politica. Dato il ruolo di lunga data di Melia come spina nel fianco del partito attualmente al potere, il «Sogno Georgiano», la sua detenzione è sembrata essere una dimostrazione di forza politicamente motivata per intimidire i critici del governo. La mossa ha provocato proteste in Georgia e UE; Stati Uniti e organizzazioni per i diritti umani hanno espresso preoccupazione.

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L’incidente solleva interrogativi sulla traiettoria politica e strategica della Georgia e a seguito dell’intero scacchiere del Caucaso. Per quasi due decenni, l’ex repubblica sovietica è stata lodata come una delle più brillanti democrazie della regione. Tuttavia, uno sguardo più attento agli sviluppi politici dalla sua «Rivoluzione delle rose» del 2003 rivela ripetute oscillazioni tra tendenze opposte, che riferiscono agli interessi strategici contrapposti di Mosca e dell’Occidente. L’ostilità tra il MNU e il «Sogno Georgiano» è radicata nella reciproca animosità e inconciliabile divergenza ideologica tra i rispettivi fondatori: rispettivamente l’ex discusso presidente Mikheil Saakashvili e l’eccentrico miliardario Bidzina Ivanishvili. Uno scandalo carcerario del 2012 aveva messo in moto un’inchiesta approfondita che ha portato alla luce gli eccessi extragiudiziali dei servizi di sicurezza di Saakashvili, che ha permesso al «Sogno Georgiano» di sconfiggere il MNU alle elezioni del medesimo anno e avviare un progressivo, anche se contestato, riavvicinamento a Mosca.

Ivanishvili, pur non avendo un ruolo formale, resta centrale nella vita politica georgiana, mentre Saakashvili, ora in esilio (e dopo molti problemi anche in questa condizione nella città ucraina di Odessa), continua a lottare contro il «Sogno Georgiano» etichettandolo come un partito filo-russo desideroso di allontanare la Georgia dalla sua traiettoria filo-occidentale e riportare la nazione nella soffocante influenza di Mosca. La storia personale di Ivanishvili e i suoi sforzi per migliorare i rapporti con Mosca hanno aiutato questa narrativa. La realtà, tuttavia, è molto più sfumata. Ciò che è chiaro è che il contrasto tra i due uomini e tra le loro fazioni politiche è profondo, sottolineando la realtà di un paese profondamente diviso e che non ha fatto onestamente i conti con il proprio turbolento passato, sia esso recente o meno. Gli attriti tra le due linee politiche sono ulteriormente peggiorati dopo le elezioni del 2020, che l’opposizione accusa di essere state manipolate a favore del «Sogno Georgiano», nonostante l’OSCE le abbia dichiarate corrette, sebbene la pandemia Covid-19 abbia complicato gli sforzi degli osservatori elettorali.

A seguito dei risultati, le opposizioni (MNU in testa) hanno deciso di boicottare l’assemblea parlamentare (la Georgia ha un parlamento monocamerale), ma come spesso accade, l’idea dell’Aventino porta a scarsi risultati e marginalizza gli assenti e l’arresto di Melia ne è stata ulteriore prova, anche se la stessa coalizione al governo è scossa da problemi interni e defezioni. Saakashvili è stato ben considerato in Occidente per le sue riforme anti-corruzione e di

Il leader dell’opposizione georgiana, Nika Melia (periodicodaily.com).

governance, nonché per i suoi sforzi per orientare sal- menti intrapresa da tempo da parte dell’Azerbaigian, damente il paese verso l’Occidente (UE e NATO) e non ha registrato una decente risposta. Tuttavia, la una dura posizione verso Mosca. Tuttavia, pare che struttura di politica estera dell’amministrazione Biden abbia aumentato il controllo sui media, politicizzato non sembra ancora completamente attrezzata per afla magistratura e i servizi di sicurezza, (anche lui) re- frontare i crescenti problemi della regione, mentre presso l’opposizione e solleticato il populismo e l’ul- Washington ha già una lunga lista di questioni più urtranazionalismo georgiano. genti, quali la priorità della sfida cinese rispetto a

Il confronto tra le due linee politiche ne riflette uno quella russa. Oggi, non è chiaro se gli Stati Uniti pospiù ampio. La Russia, principale avversario della Ge- sano (o vogliano) favorire il ritorno di Saakashvili e, orgia nonché protettrice e occupante delle sue due re- in parallelo, tenere in sella il traballante Pashinian gioni separatiste, Abkhazia e Ossezia meridionale, ha consolidando così un saliente filoccidentale che avuto gioco facile nell’offuscare l’immagine di Saa- guarda al Sud russo, prossimo all’Iran (nonostante le kashvili e il suo modello di cambiamento democratico storiche buone relazioni di Tbilisi ed Erevan con Tedal basso. Le turbolenze in Georgia sono ancora un heran) e all’Asia centrale. altro esempio della capacità della Russia nel sottolineare la sua affermazione che le riforme politiche e La Francia conduce la sua prima esercitazione sistemi politici pluralisti non portano necessariamente spaziale militare stabilità o affrontano problemi socioeconomici di La Francia ha condotto la sua prima esercitazione lunga data. Inoltre, sin dal 1991, la Russia aveva un militare spaziale nella prima metà di marzo scorso, conto aperto con la Georgia neo indipendente, che si per valutare le sue capacità di protezione e sorveè subito contraddistinta per una veemente ostilità con- glianza satellitare in uno spazio sempre più militariztro Mosca e per la guerra dei «dodici giorni», (nel zato, che è diventato teatro di scontri tra potenze. 2008 Saakashvili, al potere dal 2003, tentò un colpo L’esercitazione AsterX — «un richiamo al primo sadi mano, malissimo organizzato, per riprendere il con- tellite francese» Asterix lanciato nel 1965 — organiztrollo delle due repubbliche separatiste, ma sonora- zata dall’8 al 12 marzo, è «una prima occasione per mente sconfitto dalle forze russe, intervenute rapidamente). Infine, l’ultimo sconvolgimento della Georgia arriva in un momento inopportuno per l’amministrazione Biden.

L’intera regione del Caucaso meridionale è in crisi, data la recente guerra tra Azerbaigian e Armenia e la conseguente instabilità politica a Erevan, capitale dell’Armenia, dove l’epigono filoccidentale di Saakashvili in Armenia, Nikol Pashinian, ha registrato delle performance assai scadenti nella governance e soprattutto, in quella disastrosa, nel conflitto che, sebbene prevedibile vista la corsa agli armaIl generale francese Michel Friedling, Comandante in capo del Comando spaziale (lefigaro.fr).

le Forze armate francesi e anche la prima in Europa», ha confidato il generale Michel Friedling, Comandante in capo del Comando spaziale; un vero stress test dei sistemi francesi al fine di valutare le esigenze future e supportare l’ascesa di questo nuovo comando, installato a Tolosa e che includerà una struttura di personale di 500 unità nel 2025 (anche l’US Space Force, il German Space Situation Center e l’AMI hanno partecipato a questa esercitazione). Lo scenario dell’esercitazione — completamente simulato e al quale era presente, alla sua attivazione, anche il presidente Macron — partiva da una crisi tra uno Stato dotato di capacità spaziali e un altro che aveva un accordo di assistenza militare con la Francia. Una serie di eventi hanno creato situazioni di crisi o minacce alle nostre risorse spaziali, ma non solo, ha spiegato il Generale, aggiungendo che media e social network fittizi avrebbero un ruolo nello scenario. Tra questi eventi era stato previsto il rientro, a rischio, nell’atmosfera di un oggetto spaziale che sarebbe stato monitorato per avvisare le popolazioni se necessario, oppure l’avvicinamento su uno dei satelliti strategici francesi e alleati.

Ipotesi tutt’altro che fittizie: nel 2017 il satellite spia russo Louch-Olympe ha tentato di avvicinarsi al satellite militare franco-italiano «Athena-Fidus» (Access on theatres for european allied forces nationsFrench italian dual use satellite) e l’anno scorso Washington ha accusato la Russia di condurre un test non distruttivo di un’arma anti-satellite dallo spazio. Per rinforzare la sua posizione spaziale, Parigi ha stabilito una strategia spaziale di difesa nel 2019 e prevede di dedicarvi quasi 5 miliardi di euro per tutta la durata della legge sulla programmazione militare (2019-25), inclusi 3,6 miliardi di euro per il rinnovo delle sue capacità satellitari — «CSO 2» di sorveglianza ottica, «Ceres» (Capacité de REnseignement Electromagnétique Spatial) di intelligenza elettromagnetica, «Siracuse 4» di comunicazioni militari — e sorveglianza spaziale. Per questo, la Francia ha un database di oltre 10.000 oggetti spaziali in orbita, che monitora continuamente. Entro la fine del decennio, Parigi prevede di acquisire satelliti di sorveglianza e controllo dotati di telecamere ad altissima definizione e sistemi di deterrenza per mantenere i satelliti potenzialmente ostili a una certa distanza dai suoi sistemi spaziali.

Missioni di pace: un trampolino di lancio per una maggiore influenza di Pechino nelle Nazioni unite

La Cina sta spingendo per diventare un attore più importante nel mantenimento della pace delle Nazioni unite, e più in generale acquisire un peso maggiore all’interno dell’organizzazione. Le passate involuzioni nei conflitti in Mali e Sudan hanno dimostrato che la Cina è capace e disposta a coinvolgere le proprie truppe nelle missioni ONU. La minore presenza di altri importanti contributori ha permesso alla Cina di approfittare di uno spazio lasciato libero da altri partner/concorrenti. Dalla sua adesione all’ONU nel 1971, la Cina ha sviluppato una posizione sempre più attiva nei confronti delle missioni di mantenimento della pace. Tra il 1999 e il 2002 ha partecipato alla crisi di Timor Est, inviando polizia civile e ufficiali di collegamento come parte dell’Autorità di transizione delle Nazioni unite a Timor orientale (UNTAET). Nel 2009, ha superato la Francia diventando il maggiore contributore di personale di manteni-

La Cina è sempre più attiva nelle missioni di peacekeeping (insideover.com).

mazioni terroriste nel nord. L’impegno di combattimento, accanto al consolidato invio di unità del genio e reparti di polizia civile, ha segnato un importante cambiamento e un maggiore coinvolgimento cinese nelle missioni di mantenimento della pace. Nel 2015, la Cina ha rafforzato ulteriormente le iniziative di mantenimento della pace con un impegno di 1.031 caschi blu costituiti da unità di fanteria motorizzata, del genio e della sanità alla Missione delle Nazioni Peacekeepers impiegati in Mali (MINUSMA) durante un corso di formazione (unlops.unmissions.org). unite in Sud Sudan (UNMISS) dopo che i combattimenti sono mento della pace nel Consiglio di sicurezza delle Na- ripresi alla fine del 2013 nella capitale, Juba, tra le zioni unite. In seguito al conflitto a Timor Est, Pe- popolazioni Dinka e i Nuer. La maggiore presenza chino ha pubblicato la sua dottrina di sviluppo della Cina nelle missioni di mantenimento della pace pacifico che si è fusa con la precedente politica di si- delle Nazioni unite può essere attribuita a una serie di curezza cinese, il New Security Concept (NSC), che fattori. Il primo è che vuole migliorare le relazioni con includeva tre principi per sostenere le operazioni di i paesi africani per sviluppare e tutelare i propri intesicurezza internazionale. Il primo era una maggiore ressi. Ciò è fortemente sostenuto dalla partecipazione attenzione alla cooperazione reciproca e paritaria, che alla missione delle Nazioni unite in Sud Sudan, dove rifiutava approcci unilateralisti alle iniziative di sicu- la Cina ha un interesse specifico per le risorse naturezza. Il secondo era il principio di sovranità che sot- rali. Inoltre, il fatto che UNMISS sia il maggiore contolineava l’importanza del consenso del governo in tributo della Cina agli sforzi di mantenimento della carica nella conduzione delle operazioni. Il terzo è pace fino a oggi, evidenzia un motivo economico alla stato l’utilizzo delle Nazioni unite come attore prin- base del maggiore attivismo di Pechino. Questa stracipale nella risoluzione delle controversie. tegia ricorda le relazioni franco-africane dal 1960, in

La Cina ha sempre criticato approcci unilaterali cui la sicurezza offerta da Parigi è stata scambiata per alla sicurezza come gli interventi della NATO in Libia un accesso garantito alle risorse naturali dei vari Stati nel 2011 e in Siria nel 2012, per i quali ha posto il della «FrancAfrique». veto a sei risoluzioni del Consiglio di sicurezza dal- Tuttavia, la partecipazione di Pechino in Mali, l’inizio della guerra civile in quest’ultima nazione, così come in Darfur, Libano e Haiti, dove non ha bloccando ogni reale azione del Palazzo di Vetro (bi- alcun reale vantaggio economico, serve a fare comsogna aggiungere che Pechino era solidamente in tan- prendere che il suo approccio è di natura politica e dem con la Russia). Nel 2013, la Cina ha inviato globale e punta a essere presente in ogni scenario e truppe alla Missione di stabilizzazione integrata mul- a farlo sapere a tutti. La seconda, è che la Cina negli tidimensionale delle Nazioni unite in Mali (MINU- ultimi anni ha subito un cambiamento di identità che SMA) in risposta al conflitto scoppiato tra il governo l’ha spinta ad agire più a livello internazionale: è didi Bamako e le fazioni ribelli dell’Azawad e le for- ventata più forte a livello interno, ed estremamente

più attiva all’interno delle organizzazioni internazio- affari politici e ora saldamente diretto da una diarchia nali e sempre più inserita (e determinante) nella co- franco-americana formata da Jean Pierre Lacroix e munità internazionale. Negli anni Ottanta e Novanta Rosemary Di Carlo), ha tuttavia dimostrato di poter la Cina si è allontanata dal suo obiettivo di rivolu- guidare le operazioni di mantenimento della pace sia zione nazionale e internazionale e si è concentrata nell’Africa occidentale che a Cipro. Inoltre, con gli sullo sviluppo interno. Oggi, questa enfasi sullo svi- Stati Uniti, che durante l’amministrazione Trump luppo interno è stata accompagnata dall’immagine hanno ridotto il proprio contributo finanziario e peso della Cina come potenza in ascesa. Ma essa tenta di politico all’ONU, la Cina si è trovata in una posizione scrollarsi di dosso la sua immagine di minaccia in- di vantaggio per accrescere la sua influenza ed è certo combente, soprattutto nei confronti del mondo in via che continuerà a fare pressioni per modificare gli apdi sviluppo e dell’idea di un modello di assistenza procci occidentali alle missioni di mantenimento della ricattatorio. Le operazioni militari diverse dalla pace delle Nazioni unite, in sintonia con il suo NSC. guerra (MOOTW - Military Operations Other Than War) come in Mali e Sudan, dove ha fornito assi- Prove di normalizzazione in Siria stenza medica, riparazione delle infrastrutture e sicu- Dagli inizi di febbraio scorso, la Lega araba ha rezza personale, hanno permesso alla Cina di ripreso alcune delle sue attività a Damasco, per la dimostrare la sua capacità militare all’estero, propa- prima volta dal novembre 2011, quando i ministri gandando così la sua immagine di grande potenza e degli Esteri dell’organizzazione panregionale hanno allettante partner economico. L’ultimo fattore è l’op- deciso di sospendere l’adesione della Siria. Una orposizione di Pechino all’intervento in stile occidentale ganizzazione sostenuta dalla Lega, l’Unione araba e la sua determinazione a promuovere il suo NSC. per le famiglie produttive e le industrie tradizionali

Le reazioni contrarie della Cina agli interventi della e sviluppate, ha aperto il suo ufficio regionale a DaNATO in Siria e Libia e la sua tiepida risposta all’in- masco, durante una cerimonia tenutasi al Teatro deltervento francese in Mali e Costa d’Avorio evidenziano la sua opposizione alle operazioni unilaterali sotto mandato delle Nazioni unite. La sua proattività nelle missioni di mantenimento della pace delle Nazioni unite è un mezzo per garantire una risposta multilaterale alle questioni di sicurezza e promuovere l’NSC. La Cina ha continuato a lavorare con le Nazioni unite per portare avanti i suoi obiettivi concentrandosi nell’assicurarsi posizioni di alto livello in ogni possibile ambito del sistema (segretariato, agenzie, fondi e programmi indipendenti) ma anche nel settore delle operazioni di mantenimento della pace. Sebbene non abbia avuto sinora lo sperato successo (come avere la guida del Dipartimento incaricato di queste operazioni, inizialmente diretto da un diplomatico francese e dal 2019 a seguito della riforma dei vari dipartimenti, fuso con quello degli Riyadh, 10 marzo 2021, il ministro degli Esteri della Federazione Russa, Sergey Lavrov in conferenza stampa dopo i colloqui con il ministro degli Esteri dell'Arabia Saudita Faisal bin Farhan (mid.ru).

l’Opera, sotto gli auspici del ministero siriano degli Esteri siriano Faisal Al-Meqdad, aveva ricevuto, in Affari sociali e del lavoro. L’Unione è affiliata al quei giorni, le credenziali di Ahmed Adi Muhammad Council of Arab Economic Unity e mira a promuo- Al-Razi, il nuovo ambasciatore della Mauritania a vere l’economia sociale e solidale, assistere le fa- Damasco. L’ambasciata mauritana è il terzo paese miglie produttive e i lavoratori nelle piccole arabo a riprendere il suo lavoro diplomatico a Daoccupazioni e nell’artigianato, oltre alle industrie masco, dopo gli Emirati Arabi Uniti e il Bahrein, che tradizionali. hanno riaperto le loro ambasciate nel 2018, ma senza

L’Unione opera anche per aiutare i disoccupati, nominare un ambasciatore. responsabilizzarli socialmente ed economicamente e migliorare il loro tenore di vita. Durante un incon- Tutti a Est di Suez tro al Cairo nel novembre 2011, i ministri degli La Francia sta percorrendo la propria strada come Esteri arabi hanno deciso di sospendere la parteci- potenza presente nell’Indo-Pacifico, una delle regioni pazione della Siria al Consiglio della Lega araba e più strategiche e instabili del mondo. Dopo aver intutte le organizzazioni e agenzie affiliate fino a viato il suo sottomarino d’attacco nucleare Émeraude quando non avrebbe dato piena attuazione agli im- attraverso il Mar Cinese Meridionale all’inizio di pegni di dialogo con l’opposizione e fornito prote- febbraio scorso, Parigi schiererà la portaelicotteri zione ai civili siriani. La decisione è stata seguita d’assalto anfibio Tonnerre e la fregata Surcouf per dalla chiusura delle ambasciate arabe a Damasco o navigare attraverso le acque rivendicate da Pechino dalla riduzione della loro rappresentanza diploma- e affermare la propria presenza nella regione. Neltica. Tuttavia, fonti siriane hanno riferito che le atti- l’ambito della sua missione annuale denominata «Jevità di alcune delle organizzazioni e agenzie affiliate anne d’Arc», la Marine Nationale prenderà parte alla Lega araba a Damasco non si sono fermate negli anche a esercitazioni su larga scala con le Marine ultimi anni, come il Radio and TV Training Center, delle nazioni partner dell’Indo-Pacifico — India, Aul’Arab Academy per il commercio elettronico e altre. stralia, Giappone e Stati Uniti (il Quad), ma anche Quando il regime siriano ha ripreso il controllo della con Indonesia e Corea. La Francia ha una forte precapitale e della maggior parte del territorio siriano nel 2018, con il sostegno della Russia, il paese ha ripreso i suoi sforzi, attraverso delegazioni e contatti informali, per tornare alla Lega Araba. Durante una conferenza stampa a Mosca, con il ministro degli Esteri saudita, il principe Faisal bin Farhan, a metà dello scorso gennaio, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha rivelato che Mosca e Riyadh avevano concordato diversi punti relativi alla Siria, incluso il suo ritorno all’interno della Lega. In questo contesto, una dichiarazione rilasciata dal ministero degli Affari esteri a Damasco affermava che il ministro degli Il ritorno al porto di Tolone del sottomarino francese ÉMERAUDE dopo una missione che lo ha portato, tra l’altro, nel Mar Cinese Meridionale (varmatin.com).

senza storica nella regione e ha ancora territori insulari nell’Indo-Pacifico che Parigi vuole mantenere a ogni costo. Polinesia e Nuova Caledonia, territori francesi con statuti particolari, ma differenziati tra di loro, sono legalmente territori non autonomi per l’ONU e quindi suscettibili di accedere alla piena indipendenza; in particolare la seconda dovrà affrontare nel 2022 l’ultimo dei tre referendum per l’autodeterminazione, previsti dagli accordi di Matignon del 1988.

I primi due sono stati vinti con una maggioranza via via più esigua che chiede di restare legata alla Francia. In caso di vittoria indipendentista in Nuova Caledonia, la questione dell’indipendenza della Polinesia si proporrà naturalmente e Parigi non vuole assolutamente restare esclusa da una presenza forte in uno scacchiere che si preannuncia come centrale per il futuro; ed è per questo che negli ultimi mesi, nonostante le difficoltà legate alla lontananza dall’Esagono e per il Covid-19, ha moltiplicato le azioni di convincimento di sviluppo e assistenza finanziaria (bisogna ricordare che la Nuova Caledonia è uno dei produttori più importanti di nickel, un materiale strategico per le nuove produzioni «verdi»).

Ma l’attivismo di Parigi si affianca a quello britannico, infatti, il Regno Unito, che sembra voler cancellare a ogni costo la «fine della sua presenza a East of Suez degli anni Sessanta», condurrà esercitazioni congiunte con Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Malaysia e Singapore, quando invierà il suo nuovo gruppo d’attacco di portaerei nell’Indo-Pacifico entro la fine dell’anno in corso, in quello che è stato descritto da Ben Wallace, segretario alla Difesa, come «il più significativo dispiegamento della Royal Navy in una generazione». Anche Berlino ha annunciato che una fregata tedesca salperà per l’Asia in agosto prossimo e, nel suo viaggio di ritorno, diventerà la prima nave da guerra tedesca ad attraversare il Mar Cinese Meridionale dal 2002, tra le crescenti tensioni con la Cina sui diritti di navigazione. La Cina rivendica quasi tutte le acque potenzialmente ricche di risorse energetiche, minerali e ittiche del Mar Cinese Meridionale, dove ha stabilito avamposti militari su isole artificiali in pericoloso contrasto con diverse nazioni della regione, a cominciare dal Vietnam.

L’intensità della presenza di navi da guerra pianificata per quest’anno è senza precedenti, ma sinora sembra più simile a una serie di road show nazionali per mostrare il loro impegno regionale, in attesa di arrivare a uno scenario coordinato (tuttavia unità francesi e canadesi hanno già partecipato, integrate in gruppi navali statunitensi, in diversi attraversamenti del Canale di Taiwan, definiti come provocazioni suscettibili di gravi conseguenze da parte di Pechino). Sia la Cina che gli Stati Uniti continuano a rafforzare la loro presenza nella regione strategica, che è un mosaico di importanti rotte commerciali. A tal riguardo, il più importante media anglofono di Pechino, il Global Times, ha riportato la notizia di esercitazioni militari cinesi nel Mar Cinese Meridionale per tutto il mese di marzo, in palese risposta alle frequenti missioni di aerei e navi da ricognizione statunitensi e del gruppo navale francese in arrivo.

Una nuova Euromarfor nel Golfo di Guinea?

Il 25 gennaio l’UE ha lanciato il primo progetto pilota del nuovo concetto di Presenze Marittime Coordinate (CMP) nel Golfo di Guinea, al largo delle coste dell’Africa occidentale. Oltre alle attuali operazioni navali nel Mediterraneo e nell’oceano Indiano occidentale, Bruxelles sta rafforzando il suo ruolo di fornitore di sicurezza marittima globale. Il Golfo di Guinea, secondo l’Ufficio marittimo della Camera di commercio internazionale, ha visto un pericoloso crescendo di attacchi a navi mercantili, con sequestri di persona e pagamento di riscatti. Nel 2020 si sono verificati 84 attacchi alle navi, con un record di 130 persone rapite in 22 di questi episodi. La regione ha anche registrato un aumento di quasi il 60% dei rapimenti a scopo di estorsione tra il 2018 e il 2020. Attualmente rappresenta il 95% di tutti i rapimenti in mare. Oltre alla pirateria, il Golfo di Guinea soffre anche di numerose altre attività della criminalità organizzata e di altre fratture economiche e sociali che rendono la regione fragile e potenzialmente vittima della penetrazione del terrorismo islamista, che dal Sahel mira ad affacciarsi all’Atlantico.

Guinea, l’UE aggiunge un altro elemento all’impegno per promuovere la sicurezza marittima globale. In effetti, molti Stati membri hanno già una grande presenza nazionale in quelle acque e la CMP consentirà all’UE di utilizzare le risorse navali e aeree degli Stati membri esistenti per aumentare la sua capacità di agire come fornitore di sicurezza marittima. Il concetto CMP sarà implementato per la prima volta nel Golfo di Guinea e opererà su richiesta e in stretta collaborazione con i partner africani della Yaoundé Architecture, naturale evoluzione ed espansione L’area del Golfo di Guinea. Recentemente, in quest’area, l’UE ha lanciato il primo progetto pilota del nuovo concetto di Presenze Marittime Coordinate (cesi-italia.org). della Gulf of Guinea Inter-Regional Network (GoGIN), sostenendo

La pesca illegale persistente nelle acque dell’Africa il loro obiettivo da affrontare: pirateria e attività crioccidentale costa alla sottoregione, secondo la FAO minali in mare. Francia, Italia, Spagna, Olanda e Dacirca 1,3 miliardi di dollari l’anno. Significa anche nimarca (quest’ultima a chiara protezione degli che non c’è abbastanza pesce per la popolazione lo- interessi della maggiore società di container del cale. Nel frattempo, narcotici e altri prodotti illegali mondo, la danese Maersk) sono già presenti nella revengono trafficati lungo la costa e attraverso i confini gione e forniranno le risorse navali e aeree necessarie terrestri. Più in generale, la disoccupazione nei paesi e la CMP (e futuribile EUROMAFOR Guinea?); coodel Golfo di Guinea è stimata intorno al 40%, mentre pereranno con unità navali statunitensi, britanniche e la disoccupazione giovanile supera il 60%. Il rischio canadesi, nell’area. Il coordinamento avverrà su base che i giovani si intrattengano in attività criminali per volontaria e le risorse rimarranno sotto le catene di guadagnarsi da vivere è alto, poiché molti sono spinti comando nazionali. Questo strumento leggero e flesad aderire a bande di pirati e criminali, o condotti a sibile consente agli Stati dell’UE presenti nelle aree migrazioni irregolari in condizioni molto pericolose. di interesse di cooperare attraverso la Cellula di CoAffrontare questi fattori è necessario per migliorare ordinamento dell’Area di Interesse Marittimo la sicurezza marittima nella regione. (MAICC) istituita all’interno del Military Staff del-

Questo è il motivo per cui l’UE contribuisce atti- l’UE, utilizzando la rete MARSUR, sviluppata dalvamente parallelamente allo sviluppo delle capacità l’AED (Agenzia Europea per la Difesa). Questa rete locali degli Stati costieri della regione. In breve, la si- verrà utilizzata per la prima volta in questo progetto curezza marittima globale è una questione vitale per pilota per facilitare lo scambio di informazioni opel’UE, che in quanto secondo esportatore e terzo im- rative, come posizioni delle navi, tracce, dati di idenportatore al mondo, fa molto affidamento sulla neces- tificazione o immagini. Costruendo sinergie tra le sità di trasporti e rotte marittime sicure, dovendo risorse nazionali esistenti, il meccanismo CMP sarà a respingere le crescenti sfide legate alla pirateria e alla vantaggio per l’UE, tutti i suoi Stati membri e i parcriminalità organizzata. Con il lancio del concetto di tner locali e globali. Presenza Marittima Coordinata (CMP) nel Golfo di Enrico Magnani

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