PREALPI Una Montagna di Sport

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PREALPI iEdition

TURISMO EDIZIONI & officinadanova

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iEdition n. 00


Sommario Benvenuto nel mondo multimediale di PREALPI. Sfogliando queste pagine potrai scoprire interessanti spunti e informazioni su nuovi itinerari scelti per il tuo sport preferito. Per restare in contatto e scoprire eventi e news, leggi il nostro Blog, segui i nostri Twitt, diventa amico su Facebook, guarda i video nel canale PREALPI e consulta la gallery fotografica. Visita il sito prealpi.eu.


INTRO Suggerimento per l’utilizzo. Caro lettore, il nuovo formato di PREALPI, nella sua versione multimediale, richiede alcune attenzioni per una corretta lettura, completa di tutte le opportunità di informazione che i nuovi strumenti mettono a disposizione. Per coloro che vorranno consultare PREALPI in versione PDF (sia da PC che da Tablet e Smartphone), suggeriamo di avvalersi di alcuni programmi terzi fruibili gratuitamente come, per esempio, Adobe Reader (per leggere i file .pdf), Adobe Flash Player (per leggere il pdf sfogliabile dal portale issuu.com) e Google Earth (per consultare le tracce GPS)...Con pochi piccoli accorgimenti, potrai apprezzare tutti i collegamenti multimediali che troverai all’interno degli articoli. Potrai riconoscere i link e i collegamenti ipertestuali da cliccare di colore rosso, per accedere alle gallery fotografiche, ai filmati e per visualizzare altri elementi multimediali. Per gli utenti iPad, suggeriamo di scaricare le applicazioni Google Earth e Adobe Reader, facilmente reperibili sulla piattaforma iTunes.

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Versione per iPad.

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verticale; questa modalità limita l’utilizzo di gallery, immagini e

visualizzabili attraverso link che necessitano l’apertura di un

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MAIN PARTNER | OFFICINADANOVA

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EDITORIALE Il nuovo anno inizia con un’importante novità che ci riguarda, e che riguarda anche i lettori di PREALPI: dopo 6 anni di pubblicazioni cartacee, abbiamo deciso di invadere la rete con una nuova edizione telematica. Non è una minaccia… ma una scelta strategica dettata da alcune considerazioni di cui vogliamo rendervi partecipi.

La tecnologia e i nuovi metodi di

comunicazione si stanno spostando sempre di più sulla comunicazione multimediale e diretta ai reali fruitori delle informazioni. Internet e la condivisione online cresciuta con la diffusione di tablet e smartphone, ci spinge verso questa direzione. Oltre alla nuova edizione di PREALPI scaricabile dalla piattaforma iTunes per la consultazione con tablet iPad e Iphone, pubblicheremo una versione in formato pdf per tutti i possessori di pc. A queste, saranno affiancati un blog e un profilo Twitter. Una strategia di divulgazione più diretta e immediata, nel momento della pubblicazione delle notizie. Ultima, ma non per ordine di importanza, la scelta solidale di ridurre l’abbattimento di alberi per la produzione della carta e tutto quanto consegue ai consumi industriale per stampare i periodici. In tempo di crisi economica, inquinamento atmosferico e il tentativo di abbattere la famigerata co2, vorremmo dare il nostro (piccolo) contributo alla tutela del pianeta e alla salvaguardia della natura. Speriamo, cari lettori, che possiate e vogliate condividere con noi questo cambiamento volto a far crescere PREALPI - Una Montagna di Sport. Marco Spampinato

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Keynote Clicca sul logo per avviare la presentazione progetto editoriale.

Video 7


MOUNTAIN BIKE IN VAL GANDINO

MONTE FARNO CON LA NEVE di Roberto Lorenzi

Foto

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In questo articolo desidero proporre una uscita in mountain bike

percorso prosegue poi con lievi saliscendi e su fondo battuto

particolare e diversa dal solito, una bella esperienza

pedalabile con la neve, Raggiunte le piste da fondo si sale a

entusiasmante che non può mancare nel curriculum di un biker:

destra lungo la dolce salita battuta fino al rifugio Parafulmine. Al

pedalare sulla la neve. Il percorso

ritorno, quando il sole comincia a

proposto non si svolge su una

scendere, percorrete la ripida

facile e piatta pista ciclabile

discesa dedicata agli escursionisti

innevata ma sulla cima del monte

a piedi che sicuramente vi

Farno a 1400 metri di quota. Il

osserveranno un poco confusi, in

monte Farno è perfetto per

questo tratto dovrete utilizzare al

questa esperienza poichè si trova

meglio il vostro senso di

nella media val Seriana ed è

equilibrio, male che vada si cade

quindi raggiungibile velocemente

nella “soffice” neve. Raggiunto

evitando le lunghe code

l’asfalto e percorsi alcuni tornanti,

necessarie per raggiungere le

all’altezza delle antenne si svolta

località sciistiche più rinomate in

a destra percorrendo a tutta

alta valle, inoltre si sale su una

velocità la vecchia mulattiera

ampia strada asfaltata al sole che

sterrata che raggiunge la strada

viene mantenuta pulita per

dell'andata dietro la chiesa di

permettere agli sciatori di fondo di

Gallery

Barzizza. L’itinerario è da fare solo

raggiungere le piste, quindi

Si inizia a pestare la neve.

nel tardo pomeriggio in modo da

transitabile sia con l’auto che con

non rovinare le piste da fondo,

la MTB. Un luogo poco

quindi percorrere il tratto innevato

frequentato e tranquillo che ci farà rilassare con i suoi panorami

sul bordo delle piste da fondo

sulla valle Seriana molto suggestivi, in poche parole un vero

quando la giornata sta per finire e poco prima che passi il gatto

paradiso! Dopo i sei chilometri di salita necessari per raggiungere

delle nevi, di conseguenza dovete essere in dirittura di arrivo al

i parcheggi della ex colonia ed oltrepassato il rifugio Farno,

rifugio parafulmine mezzora - un ora prima del tramonto per poter

dovrete superare un breve tratto impegnativo in salita ma poi il

tornare quando ancora c’è luce. Se trovate una bella giornata 9


durante il ritorno avrete modo di gustarvi un tramonto stepitoso con gli ultimi raggi di sole della giornata a scaldare il vostro viso...ed i vostri occhi. Al rifugio Parafulmine troverete ristoro e cortesia, prima di fare ritorno un the caldo vi aiuterà a sopportare il freddo durante la discesa. Quasi tutti gli anni ci vado, neve permettendo, e negli ultimi anni la neve non è proprio mancata. L’ideale è fare questo giro quando in basso la neve è scomparsa ed è rimasta solo in quota e quando fa veramente freddo per far si che si trovi una neve compatta. Viceversa, se la neve è marcia, si fa una fatica immane per pedalare e rimanere in sella. Per verificare se c’è neve Sul Farno è sufficiente fare visita al sito del rifugio parafulmine e guardare la webcam aggiornata ogni 5 minuti a questo link. Come eseguire il percorso: Raggiungere il paese di Gandino verso le 14 - 15 in auto oppure in bici percorrendo la pista ciclabile della valle Seriana che parte da Ranica e mettendo in conto 1 ora e 20km in più, percorrere i 6 km di dura salita

Gallery Verso il rifugio Parafulmine.

asfaltata in bici fino alla ex colonia ed iniziare a sentire lo scricchiolio della neve sotto le nostre ruotone ben artigliate

Consigli utili: Consigliato l’utilizzo di copertoni larghi e ben

percorrendo le piste da fondo tra le ore 16 - 17 (un’ora prima del

artigliati, una dotazione e vestiario adeguato alle basse

tramonto, dipende dal periodo) in modo da arrivare in cima e

temperature e magari un paio di stivali da neve caricati nella rete

tornare indietro prima che arrivi il buio. Ovviamente potete

porta casco del vostro zaino. Portate con voi faretto anteriore e

arrivare in auto fino alla ex colonia ma personalmente ritengo un

posteriore casomai il buio vi colga di sorpresa o dobbiate

peccato saltare la parte della salita

e poi della discesa

percorrere la ciclabile al ritorno. Eseguire il percorso quando fa

percorrendo la vecchia mulattiera sterrata che raggiunge

freddo in modo da essere sicuri di avere un fondo compatto. Non

Barzizza.

rovinare i binari da fondo per nessuna ragione, pedalare sul bordo 10


e sul lato opposto dei binari facendo attenzione di non rovinare il fondo battuto delle piste, se non vi lasciano passare, utilizzate la salita diretta per gli escursionisti a piedi (quella utilizzata anche per il ritorno. La scheda: partenza e arrivo: Gandino (BG) 502mt slm lunghezza tracciato: 21 km - dislivello: 1100 mt punto piĂš elevato: rifugio parafulmine, 1527mt slm difficoltĂ medio-alta - sentieri percorsi: CAI 545

www.valleserianabike.it

Gallery Multimediale

Rifugio conquistato.

Scarica la traccia GPS 11


click

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TURISMO A VILLACH

VACANZA OUDOOR a cura della Redazione

Video

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Per chi ama passare le proprie vacanze all’aria aperta, lontano

dare uno sguardo ai tranquilli ruminanti per sapere quale

dalla città e dal suo vivere rumoroso e caotico, Villach offre

meraviglia sfornerà la sua cucina! Il sentiero dove potranno

diverse attività, dal trekking, al campeggio, al golf. A pochi

essere avvistate è facilmente percorribile da tutti perché si

chilometri dal confine italiano di Tarvisio, un vero e proprio

sviluppa costantemente ad una quota compresa tra i 1.750 e i

paradiso per gli amanti dell’outdoor accoglierà chi del contatto

1.850 metri. Una volta lasciate le simpatiche e colorate mucche e

con la natura fa un vero e

le loro malghe, si prosegue con i

proprio stile di vita. Gerlitzen

tortelloni carinziani al formaggio

Alpe e il “Sentiero degli

proposti dal rifugio Pöllingerhütte

assaggi”, per stare in forma

per concludere con i dolci del

gustandosi la buona tavola!

rifugio Gipfelhaus (tre buoni per

L’Alpe Gerlitzen con la

altrettante degustazioni costano

stagione estiva diventa la

all’incirca 15 Euro). Scoprire gli

meta ideale per chi vuole

animali nel loro habitat sul Monte

coniugare una passeggiata

Dobratsch -Il Parco Naturale del

in montagna alla

monte Dobratsch, nella regione di

degustazione di piatti tipici

Villach, si distingue per la sua

della cucina carinziana. Qui il

particolare flora e fauna e per le sue

"Kostale Weg" (letteralmente

diverse fasce climatiche. Qui tutti gli

"Sentiero degli assaggi")

amanti del trekking potranno

offre, con i suoi tre rifugi, agli

Filmato

seguire facili itinerari alla scoperta

escursionisti una carrellata di

I primi 3 minuti della nuova presentazione di Villach.

delle numerose specie animali che

ottime pietanze locali: si

lo abitano. Salendo lungo i pendii

parte dalla bistecchina di bue alpino al Neugartenstüberl di Hans

del Dobratsch sarà impossibile non soffermarsi ad ascoltare il

Maier, famoso anche per le sue mucche dipinte che scendono

silenzio e respirare i profumi che rendono uniche le sue

veloci dai pascoli solo al suo richiamo! Originali menù "alternativi"

escursioni. L’“Alpengarten” della Villacher Alpe che si raggiunge

dell'oste che ogni anno fa dipingere con colori assolutamente

facilmente a piedi dal parcheggio n.6, indicato anche sulle

atossici alcune delle sue mucche da un artista di Villach. Basta

piantine, è un vero e proprio gioiello botanico. Drava, Faak, 14


Ossiach e Afritz, tanti itinerari per tutti gli amanti delle uscite sui

gestita da Gary Foster e il suo team. Per informazioni:

pedali Per gli appassionati del cicloturismo, Villach offre diverse

www.gcfinkenstein.at . Sognare dormendo sotto le stelle -Villach

piste ciclabili e itinerari. Per un’escursione completamente

apre le porte all’estate e con lei, anche a tutti coloro che vorranno

immersi nella natura ecco ad esempio i circa 30 chilometri della

passare le proprie vacanze sulle soleggiate sponde dei suoi laghi.

pista ciclabile intorno al Lago di Ossiach, collegata alla ciclabile

Durante il periodo estivo ci si può cimentare con corsi di

della Drava, un percorso di circa 366 chilometri che seguendo

windsurf, sci nautico, sub (corsi organizzati esclusivamente sul

l’omonimo fiume dalle sorgenti a Dobbiaco, attraversa il Tirolo

Lago di Ossiach) o canoa.

Orientale e la Carinzia per giungere a Maribor in Slovenia. Anche il Lago di Faak ha diversi percorsi ciclabili che seguono le sue

Tutte le informazioni sono consultabili al link www.region-villach.at

sponde, lungo le quali ci si potrà anche fermare a riposarsi e rinfrescarsi presso uno dei numerosi locali presenti. Pedalando lungo questi itinerari si potrà ammirare l’isola al centro del lago. Per i più giovani e per tutti gli amanti della mountain bike irrinunciabile una tappa ad Afritz, dove è stata allestita una pista permanente di downhill, una vera sfida per i mountain biker più temerari! La maggior parte dei treni che attraversa la Regione di Villach ha una o più carrozze riservate alle biciclette, dando quindi la possibilità agli amanti del cicloturismo di raggiungere facilmente le località da cui partire per le proprie escursioni. In relax sul green -Il campo da golf a 18 buche Schloss Finkenstein, situato tra Villach e il lago di Faak è la meta ideale per tutti gli amanti del green. Sei laghetti, oltre ad abbellire il paesaggio, costituiscono una sfida per il gioco. Ogni buca dispone di sei battute, ideale in eguale misura per rookies e pros. La residenza

Gallery

“Schloss Finkenstein” dà il nome al campo e conferisce alla

Trekking sui sentieri.

struttura un’atmosfera nobile e signorile. L’edificio ha circa 200 anni e oggi ospita la club house e il ristorante. La scuola di golf è 15


REPORTAGE

L’ANTICO REGNO DI LO: MUSTANG di Milva Bigoni

Foto

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Da tempo sentivo parlare dell’antico regno di Lo, di persone che

secoli… Finalmente i tempi sono maturi, sono decisa, si parte alla

lo visitavano per vedere il mondo come era stato, per fare una

scoperta dell’antico regno Himalayano: il Mustang aperto ai

sorta di viaggio nel tempo, in questo lembo di terra nella parte

visitatori solo nel 1992, con accesso limitato e un permesso

nord occidentale del Nepal, ai confini con il Tibet, qui ci si sente

costoso. Partiamo il 29 ottobre al termine del monsone estivo,

tagliati fuori dal resto del mondo, tutto è rimasto fermo da

siamo in sei guidati da me che ormai qui sono di casa. La

Immagine Canne d’organo verso Yara.

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compagnia aerea Qatar ci porta a Kathmandu alle pendici

nel segreto, piccolo regno di etnia tibetana. Con un piccolo aereo

dell’Himalaya, città di transito di molte spedizioni alpinistiche.

di 14 posti, praticamente tutto nostro voliamo tra le nuvole: a

Immediato è l’impatto con la popolazione locale che ci accoglie

volte non s’intravede nulla, c’è il silenzio, poi di colpo ci troviamo

con un caloroso Namastè… Due giorni di sosta nella città ci

infilati tra i colossi della catena dell’Annapurna e del Dhaulaghiri

permettono di visitarla nei suoi molteplici aspetti, la città ci

lasciandoci alle spalle il mondo moderno, non abbiamo parole,

stupisce con evidenti contrasti: i suoi suoni, le immagini e i suoi

siamo tutti a bocca aperta davanti a tanta imponenza, sembra di

colori ci danno emozioni forti. Sulla cima della collina sorge

sfiorarle con un dito tanto siamo vicini. Dopo 25 minuti di volo,

l’antico stupa di Shawanbhunath con dipinti sui quattro lati gli

vediamo la pista incavata nel fondo della valle del Kali Gandaki:

occhi di Buddha che vegliano in ogni direzione. A Durban Square

una rapida virata che lascia con il cuore in gola ed eccoci sani e

respiriamo la quasi magica atmosfera della piazza circondata da

salvi a Jomson a 2800 metri; qui troviamo i nostri portatori e i

magnifici templi, santuari, palazzi reali. Bodhnath centro religioso

muli. Si apre davanti a noi un nuovo mondo tra il torreggiare del

per eccellenza è il più grande stupa al mondo, qui nell’aria

Nilghiri, percorriamo la valle del Kali Gandaki il canyon più

risuona il mantra “ om mani padme om” tra un volteggiare

profondo del mondo. Dopo tre ore di cammino giungiamo a

multicolore di preghiere che sopite dal vento salgono al cielo.

Kagbeni a 2810 metri, cittadina ricca di fascino, vera e propria

Come buon auspicio, da bravi pellegrini anche noi ci accingiamo

porta d’ingresso del Mustang, un regno che proviene

a compiere la sacra Kora, ossia il periplo. Con un bus di linea ci

direttamente dal passato. Da qui in poi si fa sul serio, il trekking

trasferiamo a Pokara, cittadina circondata da splendide

entra nel vivo, d’ora in poi saremo circondati da estensioni enormi

montagne che si riflettono nelle acque del lago Pewa, vi

a cui faranno corona possenti vette himalayane, il vento ci fa da

giungiamo appena in tempo per assistere al magnifico scenario

compagno. Incuriositi da un suono di tromba, ci dirigiamo al

creato dalla luce del tramonto che illumina le pareti di ghiaccio e il

gompa del paese ed in silenzio con le gambe incrociate

triangolo roccioso del Machapuchare, sicuramente una delle

assistiamo alle cerimonie serali, lasciandoci trasportare dai

montagne più fotografate dell’Himalaya che nonostante la quota

mantra, rotti solamente da qualche “brontolio di pancia”, è ora

relativamente modesta di 6887 metri, spicca con la sua eleganza

della cena. Il piatto base è il riso, ciapati, noodless, uova,

e il suo slancio sulle altre cime che racchiudono il santuario

formaggio di yak, ai quali noi aggiungeremo alcune fette di

dell’Annapurna. Kepy la nostra guida ci indica che là, proprio alle

bresaola e qualche spicchio di parmigiano reggiano, very made

loro spalle vi è il Mustang. Finalmente domani andremo alla

italy! La mattina seguente dobbiamo registrare la nostra entrata a

scoperta di questo regno, tanto decantato, avvolto nel mistero e

tutti gli effetti al posto di polizia, io sono la 1014 turista che 18


calpesta

questa terra.

intrecciati e legati a

Lasciamo il posto di controllo

forma di croce, il loro

con un namastè…il cammino

nome è Zor e la

prosegue per buona parte a

credenza popolare vuole

mezza costa tra continui

che essi catturino gli

saliscendi, molta solitudine,

spiriti maligni che

tanto tanto vento. Dopo

minacciano la casa.

parecchi chilometri troviamo

circa un’ ora da Tange si

una serie di chortèn colorati di

t ro v a i l v i l l a g g i o d i

n e ro , b i a n c o , ro s s o c h e

Chuksang a 3100 metri,

caratterizzeranno tutto il

villaggio sormontato da

Mustang e saranno per noi un

pareti rocciose e

costante segnavia del

abitazioni rupestri

percorso. Siamo a Tange a

scavate da chissà quale

3060 metri, l’abitato è un

eremita; qui

dedalo di vicoli stretti che si

raggiungiamo i nostri

snodano tra case intonacate,

portatori con il cuoco

campi di grano saraceno,

che ci ha preparato il

coltivazioni di orzo, frumento e

pranzo.

frutteti. Al primo impatto pare

abbandona la valle del

disabitato, giro tra i vicoli in

Kali Gandaki, superato

silenzio per non disturbare

un ponte, si sale al

questa quiete, cercando di

villaggio di Chele a 3300

cogliere alcuni particolari: sulle porte d’ingresso di molte case sono appese delle corna di pecora e numerosi rametti

Gallery Bodhnath.

A

L’itinerario

metri, arroccato su belle rocce rossastre tra campi di grano e orzo. Non perdiamo tempo, 19


montiamo l’accampamento e prepariamo la cena per poi

trattative ed acquisti proseguiamo tra colline dai toni giallo grigio;

ammirare il cielo stellato. Sembra quasi che le stelle ci cadono

spesso durante il percorso incontriamo carovane di locali con

addosso da quanto sono vicine. Come ogni mattina la sveglia è

cavalli carichi di sale, orzo, mele. Sembra di essere su di una

alle sei ed oggi ci attende una tappa lunga ed interessante,

grande via carovaniera dell’Asia del passato. Questa gente

caratterizzata da canyon, torrioni rocciosi giallo ocra, spettacolari

cammina per giorni, prima di raggiungere i mercati, dove

strapiombi; valico dopo valico dal Chele La 3630 metri a Yamdo

scambierà i prodotti della terra con ciò che serve loro per la

La 4010 metri di quota, raggiungiamo il Shyangmoche a 3850

sopravvivenza; il tutto avviene a cavallo unico mezzo di trasporto.

metri per poi scendere rapidamente al villaggio di Gelino a 3600

Passo dopo passo giungiamo a Drakmar, circondata da un

metri; da lontano spicca il gompa che sovrasta le case

anfiteatro di falesie di roccia rosa e rossa, qui la natura ha dato il

imbiancate sparse qua e là nella valle. Proprio vicino ci

meglio di sé! Montiamo le tende e subito siamo circondati da

accamperemo per la notte. Alle prime luci del mattino dopo una

bambini incuriositi della nostra presenza; sui loro volti si vedono i

ricca colazione a base di chiapati, miele, marmellata, porridge…

segni del gelo, del vento, del sole ma anche stupendi occhi dallo

ma è ancora aperta la caccia al barattolo di nutella che da alcuni

sguardo profondo e intenso. Ci prendono per mano come fanno

giorni non si trova…un dubbio ce l’hò !!

che il mitico mister

gli amici di vecchia data e ci accompagnano alla scoperta di

toblerone ossia lo Zio Franco abbia ceduto alla tentazione e

canyon rosso fuoco, falesie blu lapislazzuli in questo meraviglioso

assalito in piena notte da una crisi di cioccolato, abbia frugato nel

spettacolo di madre natura. In particolar modo qui a Drakmar il

sacco viveri e pappato tutto d’un colpo il barattolo!!!

Chissà !

contatto con gli abitanti è spontaneo, la gioia di vivere è

Conoscendolo… resta il fatto che non ce né neppure l’ombra. Fa

disegnata sul volto di tutti. Anziani, donne, bambini esprimono

molto caldo, si sale a due passi il Nyi La 4020 metri e il Ghemi

una naturale simpatia nonostante la povertà con cui devono

La. Ogni volta che oltrepassiamo un valico, le guide lanciano in

convivere. Le condizioni ambientali sono le principali cause per la

aria sassi per scacciare gli spiriti maligni urlando : Sciò! Sciò!

popolazione locale di infezioni oculari, bronchiti, polmoniti,

Sciò! Per avvertire gli Dei del nostro passaggio tra lo sventolare

malattie della pelle ed i più esposti sono i bambini e gli anziani,

multicolore delle bandiere di preghiera blu, verde, rosso, giallo e

solo i più forti sopravvivono. Medici e medicine sono pressoché

bianco, colori che indicano acqua, legno, fuoco, terra, etere. Ora

sconosciuti mentre vengono usati tradizionali rimedi naturali,

ci attende la discesa sull’omonimo villaggio di Ghemi a 3520

tanto vegetali quanto minerali, con l’aiuto degli ancora presenti

metri, dove siamo ospiti per il pranzo dalla cugina del re, che

sciamani. Nonostante tutto i bambini hanno e danno il piacere del

insistentemente tenta di venderci pezzi del suo monastero. Dopo

loro sorriso…appena la nostra carovana e con essa i nostri sacchi 20


spedizione ci raggiungono, radunati tutti grandi e piccini in fila indiana su di un muretto nell’aia di un cortile, prendo le veci di “ Babbo Natale” ed inizio a distribuire berretti, occhiali, maglioncini, pantaloncini, doposci ed in un attimo tutti sono messi a nuovo! Si guardano l’un l’altro, la cosa gli suona strana, poi iniziano a sorridere, a correre nel cortile, non sanno più come ringraziarmi. C’è addirittura chi s’inginocchia, ma il grazie più grande è il loro Namastè ormai diventato Tashitelè con le mani giunte, il loro sguardo fisso negli occhi colmi di gioia…che riempie il cuore, è inevitabile commuoversi! La mattina seguente a malincuore lasciamo alle nostre spalle D r a k m a r, i p i ù p i c c i n i c i accompagnano tenendoci per

Gallery Dhakmar.

mano sino all’imbocco nel canyon colorato di rosso oro dalle prime luci del sole e poi tutti in fila come per formare una barriera davanti a 21


noi ci salutano con le mani giunte ed un forte tashi-telè. Alcune

dalle malattie e dagli spiriti. Ci osserviamo a vicenda incuriosite…

lacrime dal profondo dell’anima scendono sul mio volto…per loro

Facciamo una tirata unica sino al rientro in capitale, dopo cinque

la vita continuerà a scorrere seguendo ritmi naturali per noi

ore a cavallo siamo tutti abbastanza provati, ma tra di noi c’è

inconcepibili, scanditi dal sorgere e tramontare del sole… i loro

ancora chi ha voglia di gareggiare. A Lo Manthang ritroviamo

volti resteranno e saranno per sempre nel mio mio cuore e

papà Enrico che invece di venire con noi, stanco di giorni a base

faranno parte del libro della mia vita. Dopo un lungo giorno di

di riso, ha pensato bene di acquistare una capra, della legna e

cammino ci accoglie un forte vento, arriviamo al passo Chogo La

alcune casse di birra Everest. Ha invitato un po’ di locali e in

a 4320 metri, in lontananza finalmente avvistiamo Lo Manthang a

serata abbiamo festeggiato tutti insieme mangiando, bevendo e

3790 metri con i suoi tre gompa dipinti di rosso, circondata da

intonando qualche canzone tra danze italo-nepalesi. Con le prime

mura e campi d’orzo mossi perennemente dal vento; la capitale

luci dell’alba lasciamo Lo Manthang e riprendiamo il cammino per

del regno, fondata nel 1400 vero proprio cuore del Mustang

la via di ritorno, lungo un sentiero a mezza costa, poco battuto e

presenta al visitatore una visione d’altri tempi, dove oggi il

più faticoso sempre in quota, in un paesaggio molto arido dove

veneratissimo regnante, re Jinghe Palbar Bishta ha più potere

acqua e vento hanno scavato i fianchi della montagna creando

carismatico che amministrativo. Sostiamo nella capitale un giorno

solchi profondi simili a canyon, canne d’organo, lunghi enormi

per riposare…ho i miei dubbi! Nel nostro vocabolario riposare non

pendii, estesi altipiani. Superato il Lo La a 3950 metri ora ci

esiste! Ed infatti decidiamo di visitare a cavallo dei monasteri più

attende una discesa che ci porta rapidamente a Dhy e poi a Yara

a nord, verso il confine con il Tibet… immaginatevi di essere sul

ove pernotteremo. Lo spirito di adattamento durante il trekking ha

tetto del mondo, ove gli spazi sono infiniti, deserti senza inizio e

provato tutti: notti in tenda con temperature molto basse, assenza

senza fine, che si perdono nel blu intenso del cielo. Questo è

d’acqua per igiene personale, ma anche questo è il Mustang.

l’alto Mustang, già da lontano si possono scorgere magnifici

Oggi la tappa è molto lunga e quindi partiamo presto. Ci

monasteri di un rosso fuoco, alcuni arroccati, incastonati tra le

dirigiamo verso Tange. Siamo messi alla prova da alcuni guadi

rocce. Visitiamo il gompa di Jampa Lhakhang ove dal suo tetto si

che dobbiamo attraversare…denti stretti, scarponi alla mano e

gode una magnifica vista sull’intera vallata, il gompa di Thubchen

via! Poi si risale nuovamente a 3850 metri di quota e percorriamo

e di Choprang proseguendo verso nord-ovest sino al paesetto di

immensi altipiani. Attraversiamo un

Phuwa dove incontriamo donne in costume tipico, sempre scuro

ricorda Brice park in America, per poi scendere al villaggio a 3285

tendente al viola, ma ravvivato da scialli e grembiuli multicolori;

metri. E’stata una giornata dura, ma la vista da questa posizione

per usanza portano tra i capelli grossi turchesi come protezione

ripaga appieno le nostre fatiche; ad accoglierci tre chorten

bellissimo canyon che mi

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colorati lungo le rive del Kali Gandaki, ci sediamo a contemplare il magnifico panorama con le luci del tramonto… Sveglia all’alba, oggi ci aspetta una lunga via, dieci ore di cammino, saliamo sino al passo Phan La a 4200 metri. Il panorama ci offre una vista a 360° e giù a Tetang. Ci dirigiamo verso il Gy La 3980 metri, il sentiero sembra non finire mai, pietra dopo pietra, nevaio dopo nevaio, l’aria che si respira è frizzante, alla fine il terreno si distende, il panorama si allarga all’improvviso; davanti a noi si erge solitario il Dhaulaghiri con tutta la sua maestosità e imponenza, qui il nostro pensiero va a Sergio Dalla Longa che da lassù ci saluta con il suo indimenticabile sorriso; alla nostra sinistra l’imponente Annapurna e il Thorong La, la nostra meta di domani. Alcuni passi ancora ci conducono al grande chorten del valico, ornato da centinaia di bandiere di preghiera; il cuore è subito rinfrancato dalla fatica alla vista di tanta bellezza. Un’ultima discesa e finalmente raggiungiamo Muktinath a 3800 metri, l’imponente centro religioso sia induista che buddista, punto di passaggio del trekking dell’Annapurna, è d’obbligo la visita dei luoghi sacri: il tempio Juwala Mapa. Curiosiamo tra le vie di questo villaggio che mi ricorda il far-west con tanto di sceriffo e saloon, aspettando sera assistiamo ad una macellazione di yak a cielo aperto tra un silenzio infranto dal battito di un telaio

Gallery Kagbeni.

manuale. Nel cuore della notte, con 20° sotto zero saliamo al Thoron La a 5450 metri di quota nell’anfiteatro dell’Annapurna. Alle tre iniziamo la dura salita di 1600 metri di dislivello. Sarà la nostra vetta perché è il punto più alto del trekking. Lo scenario è mozzafiato, foto di rito e poi giù ritorniamo a Muktinath dove ci 23


attendono i portatori con un’ottima torta di mais per festeggiare tutti insieme. Ci incamminiamo verso Jomson ove l’aereo ci riporterà nella cosiddetta civiltà lasciandoci alle spalle questo Shangri-La… Ultimi giorni a Kathmandhu che dedichiamo alla visita delle antiche capitali Patan e Baktaphur, piccoli gioielli d’architettura e a Pashupatinath ove assistiamo in silenzio e con rispetto ad una cremazione. Dedichiamo due giorni a Nagargot per godere a 360° l’alba sull’Himalaya e per finire effettuiamo un volo panoramico nella valle del Kombu, dopotutto non potevamo ripartire senza prima salutare a naso la Dea madre Sagarmatha ossia il Monte Everest. Come sempre è ora di partire, siamo già in volo e c’è già chi tra di noi pensa alla prossima avventura. Emozioni, sensazioni, immagini di questi luoghi e di questo popolo umile ed accogliente, gli sguardi penetranti ed il loro sorriso rimarranno impressi nel cuore di ognuno di noi. Namastè.

24


SCIALPINISMO IN VAL DI SCALVE

MONTE BARBAROSSA di Vincenzo Aliberti

Foto

25


Ci sono diversi modi di andare in montagna d’inverno: con

commerciale verso le terre bresciane) questa cima è stata per

ciaspole e bastoncini ripercorrendo i sentieri estivi; con picca e

parecchio tempo considerata “minore” rispetto alle vicine

ramponi sugli itinerari più impegnativi e “ghiacciati”; con gli sci e

dolomitiche Presolana, Ferrante, Pizzo di Petto, Pizzo Camino e

le pelli per andare ovunque. Quest’ultimo è sicuramente il sistema

tutte le altre splendide vette scalvine; ma la sua particolare

più semplice e divertente per conoscere la montagna in veste

posizione e l’offerta nella sua ascensione di sempre diverse

invernale ma, soprattutto, per scoprire la soddisfazione dello

caratteristiche morfologiche e ambientali la rendono perfetta per

scivolare a valle con gli sci in presenza di diverse condizioni di

la pratica dello scialpinismo invernale. A parte la qualità della

neve: prima di tutto l’entusiasmo della discesa nella “polvere”

neve, che a volte si presenta farinosa (in pieno inverno) anche per

invernale, poi l’impegno nella conduzione degli sci in presenza di

la “protezione” offerta dalla muraglia del Pizzo di Petto che

neve ventata o crostosa, e ancora l’energia messa nel tracciare

rimedia all’esposizione a est del tracciato con un’influenza più

serpentine in quella “pesante”, più bagnata. Una volta che si è

“settentrionale”, a volte, proprio a causa della sua esposizione,

imparato a riconoscere lo stato della neve che si deve affrontare,

già trasformata. Quello che rende interessante il Barbarossa è un

a volte con cambiamenti repentini dovuti, per esempio, alla

terreno sempre diverso che va dal bellissimo bosco iniziale agli

diversa esposizione del pendio, il “gioco” della discesa diventa

ampi pendii intermedi con divertenti salti di pendenza al

sempre più divertente e appagante. In questo caso parliamo del

caratteristico “colle” che lo divide dal vicino monte Pizzul, alla

monte Barbarossa (2.148 m) in val di Scalve; si tratta di un

sottile e non difficile cresta che porta in vetta, e che, in presenza

itinerario tipicamente invernale, ultimamente molto frequentato, e

di rigelo notturno consiglia l’utilizzo dei ramponi per un breve

con pericoli oggettivi facilmente individuabili; anche in caso di

tratto finale. Ma iniziamo dal parcheggio di Teveno dove

abbondanti nevicate è possibile la scelta dell’itinerario migliore

lasceremo le auto: lo troveremo facilmente vicino il campo di

per evitare la possibilità di incappare in distacchi spontanei dalle

calcio del paese che avremo raggiunto da Colere per la val Notte

verticali pareti del vicino Pizzo di Petto (2.270 m) anche questo

o da Vilminore. Calzati gli sci la salita lungo il primo pendio

bellissima cima scalvina meta di scialpinisti nel periodo invernale.

(vecchia sciovia dismessa) ci porta ad attraversare un torrentello

Nonostante l’importanza del nome (probabilmente la

sulla nostra sinistra (salendo) e a continuare a seguire una

toponomastica fa riferimento all’imperatore Federico Barbarossa

comoda mulattiera che con diversi tornanti ci fa attraversare una

che nel 1154 concesse grandi privilegi a tutta la Valcamonica

radura che vede sulla sinistra le strapiombanti pareti del pizzo di

dopo i violenti e sanguinosi scontri tra il vescovo di Brescia e

Petto; saliamo ancora nel bosco e infine usciamo sui prati aperti

Bergamo che allargava sempre di più l’influenza politico

che con un ultimo strappo ci portano alla Malga Bassa di 26


Gallery Oltre il colle delle Oche. 27


Barbarossa (1.704 m) dove è obbligatoria una sosta perché lo

poco dopo, ci ritroviamo sull’ampio pendio finale delle vecchie

sguardo inizia a spaziare su tutte le cime circostanti ( in caso di

piste; a questo punto le serpentine non hanno più costrizioni e

cattivo tempo il riparo è ottimo visto che il benevolo malgaro ha

spaziano da un lato all’altro della discesa !!!! Siamo arrivati al

lasciato sotto l’ampia tettoia anche una vecchia poltrona da noi

parcheggio felici per una gita sci alpinistica “completa” in un

scherzosamente chiamata la “poltrona dello scilapinista”). Adesso

ambiente, quello della val di Scalve, che sa regalare emozioni

si continua a salire sfruttando il dosso che limita la conca sulla

indimenticabili.

destra e che con pendenze più modeste ci fa raggiungere la malga Barbarossa alta (1.830 m) da dove è oramai visibile la cima e il passo che collega l’itinerario con Lizzola in alta val Seriana; al passo ( Colle delle Oche 2.050 m) ci arriveremo dopo diversi zig zag per superare gli ultimi ripidi pendii; a questo punto, normalmente, si lasciano gli sci e ci si appresta a percorrere (con i ramponi se necessario) la breve cresta, facile ma affilata, che conduce alla vetta . Per chi è in possesso di ottima tecnica sciistica è possibile anche la discesa con gli sci direttamemente da una decina di mt. sotto la vetta, ma, in questo caso il manto nevoso deve essere assolutamente stabile. Dal colle che divide il Barbarossa dal Pizzul (possibile anche una breve puntatina a questa cima) inizia la discesa vera e propria; normalmente la sciata in discesa ripercorre la traccia di salita, ma se le condizioni lo permettono e se le pareti del Pizzo di Petto sono completamente scariche di neve, è possibile scendere nel vallone sotto le strapiombanti pareti partendo dalla quota della malga bassa . Dalla baita, avvicinandosi alla parete, si imbocca la parte più ripida del canalone della Divinata che con divertente discesa

Gallery Dalla malga bassa.

ci riconduce alla mulattiera all’altezza della radura attraversata in salita. Con questa deviazione evitiamo un buon tratto di bosco e, 28


Lombardia – Prov. Bergamo – Orobie Regione – val di Scalve Teveno (Vilminore di Scalve) (1.148 Partenza m) Quota arrivo 2.148 m (Monte Barbarossa) Dislivello 1.000 m Difficoltà BS Esposizione in salita Est Esposizione in discesa Est Orario indicativo3 ore Periodo consigliatoDicembre-Marzo

Tipico itinerario invernale importante per la grandiosità dell’ambiente in cui si svolge e per le caratteristiche del terreno sempre diverse che permettono un utilizzo completo delle tecniche sci alpinistiche. Inoltre permette una buona valutazione Valutazione itinerario della traccia da seguire in caso di nevicate recenti o di neve trasformata (cresta finale percorribile anche con ramponi in caso di neve trasformata e rigelo notturno) e permette sempre un’ottima sciata anche in condizioni non perfette.

29


INTERVISTA A BATTISTA MARCHESI

OLTRE I 19.000 di Marco Spampinato

Foto

30


19.000? Già, 19.000 chilometri a piedi, per battere un record che Battista sta inseguendo da qualche anno ma che, per incidenti di percorso, non è ancora riuscito a raggiungere. Per ora. Abbiamo incontrato Battista Supporter

Marchesi durante uno dei suoi quotidiani allenamenti e, con la tranquillità e determinazione che

Scarpe

contraddistinguono questo atleta di 69 anni, ci siamo fatti raccontare come sta preparando e come affronterà la nuova sfida con l’asfalto. Dopo due tentativi, lungo il periplo di Montisola, interrotti per cause esterne, è nuovamente intenzionato a battere questo record? 1

Si, correre è la mia

2

Immagine interattiva 31


passione e non sarà certo una frana (che lo ha investito, durante l’impresa del 2009, ndr.) a fermarmi. Mi sto allenando, come ogni giorno, con grande impegno fisico e mentale, per affrontare nuovamente questo obiettivo: superare il record del francese Serge Girard, che ha percorso 19.097 chilometri. Come ha programmato la strategia di corsa? Nei

due precedenti tentativi, riuscivo a correre in media 75

chilometri al giorno e questo ritmo mi permetterà di raggiungere il traguardo in 260 giorni. 260 giorni? Ma sono praticamente 8 mesi! Si, sarà una lunga performance ma mi sento ancora in forma fisicamente e sarò supportato da uno staff tecnico che comprende anche un massaggiatore che mi aiuterà a sciogliere i muscoli… L’anno prossimo cambierà il percorso? Si, ho deciso di diversificare il tracciato e il “paesaggio”, anche per un discorso mentale: psicologicamente è meglio variare per non “annoiarsi” e puntare al nuovo obiettivo. La mia corsa sarà divisa in 4 tappe: i primi due mesi li trascorrerò a Lovere, per

Gallery Verso Capo Nord.

correre lungo la pista ciclabile della val Camonica; il terzo mese ritornerò a Montisola, e ripetere il periplo. Per un mese correrò lungo la pista ciclabile della valle Brembana, spingendomi verso la bassa valle, fin verso Dalmine. 32


Il restante periodo ritornerò a Lovere per concludere i chilometri

la Edil Mac dei f.lli Maccabelli di Gorle e la Salomon che mi fornirà

rimanenti. Li, sarò ospite dell’Albergo Lovere, che si è reso

le scarpe tecniche, senza scordare la società sportiva Runner

disponibile a supportare la mia impresa.

Bergamo.

Qualche record, però, lo ha già conquistato in passato.

In bocca al lupo per la nuova avventura. Non mancheremo di

A maggio del 2005 sono partito da Sedrina, il mio paese natale, e ho raggiunto Capo Nord, dopo 4.028 chilometri corsi in 59 giorni.

seguire le sue progressioni, tenendo informati i lettori di PREALPI. Ci vediamo all’arrivo!

Nel 2006 dal 9 aprile al 16 giugno, ho attraversato gli Stati Uniti, da Miami a Portland: oltre 5.500 chilometri, con una media di 81 chilometri al giorno. Ho anche compiuto il giro d’Italia in 76 giorni, dal 14 aprile al 30 giugno del 2007, percorrendo 6.400 chilometri con una media giornaliera di 85 chilometri. Una bella impresa! E quante paia di scarpe ha consumato? 1 paio ogni 1.000 chilometri, circa. Un bel test resistenza dei materiali. Per la nuova impresa, avrà il supporto tecnico di qualcuno o correrà sempre da solo? All’inizio di ogni giornata di corsa normalmente preferisco partire solo; userò questa strategia anche per il nuovo tentativo. Nel corso della mattinata, sarò seguito da un amico che mi farà compagnia durante la corsa e che fungerà da supporto tecnico. Vorrei però dire che, ciò che mi accingo a compiere sarà un’esperienza che verrà condivisa anche con chi mi seguirà da casa, ovvero i miei sponsor, che vorrei ringraziare: l’Hotel Lovere,

Immagine 33


Gallery Da Miami a Portland.

34


MONTAGNA ACCESSIBILE

LA MONTAGNA È PER TUTTI di Davide Novali

Video

35


Spesso la disabilità è considerata come impossibilità nel

In ambito sportivo è, per esempio, il caso degli atleti ipovedenti

compiere gesti atletici (dal punto di vista dei normali); sono

che sciano su ripidi pendii seguendo la voce della loro guida. Ma

diverse le occasioni nelle quali i normali non si cimenterebbero

se vogliamo spingerci oltre, possiamo citare la storia di Joch

neanche sotto minaccia. Una semplice passeggiata sui sentieri di

Dueck, sciatore freestyler diventato paraplegico nel 2004 a

montagna per raggiungere un rifugio, può essere considerata

seguito di un incidente occorso durante una esibizione

impegnativa da chi, normalmente, può camminare e vedere. Per

acrobatica. Curiosando in rete, ci siamo imbattuti in questa sua

questo, il CAI di Bergamo ha

video story che dimostra come, con tenacia, allenamento e una

lavorato con impegno

bella dose di coraggio, si

affinché il rifugio Alpe Corte

possano superare ostacoli per

d i Va l c a n a l e p o t e s s e

molti insormontabili. Nonostante

accogliere e ospitare turisti

questo handicap guardate cosa

con disabilità,

riesce a fare: dopo otto anni,

ribattezzandolo rifugio per

finalmente, il 3 febbraio Josh è

tutti senza barriere e senza

riuscito a diventare la prima

frontiere. Già da settembre

persona al mondo a fare un

2009, il rifugio è accessibile

backflip (salto mortale) sulla neve

ai disabili, grazie

su una “Sit Ski”. Un esempio di

all’eliminazione di tutte le

come le persone con alcune

barriere architettoniche

disabilità riescano a godersi la

esistenti, alla realizzazione

Filmato - clicca sull’immagine

vita, a coltivare le passioni e fare

di scivoli e di un ascensore

Fonte YouTube, credit Salomon Freeski.tv

cose incredibili, dando (a noi

interno che collega il piano

normali) un esempio.

terra con le camere al piano superiore.

36


INTERVISTA

ALIMENTAZIONE E SPORT di Giovanni Frangi e Daniele Frigerio

37


I praticanti degli sport di montagna sono sempre più numerosi, e

C'è un malinteso di fondo in chi vuole dimagrire, purtroppo

talvolta i praticanti dell'uno si mescolano all'altro. Abbiamo

supportato da una generale disinformazione scientifica. Per

chiesto a Luca Speciani, medico e nutrizionista responsabile

dimagrire non serve controllare le calorie. Occorre piuttosto

dell'alimentazione della squadra nazionale di ultramaratona e

lavorare sulla qualità dei cibi assunti, sugli orari e sulle

ultratrail, se vi siano differenze importanti nell'approccio

composizioni dei pasti, e naturalmente sul movimento fisico.

alimentare delle diverse specialità.

Quest'ultimo non come “consumatore di calorie” ma come

Innanzitutto occorre capire se stiamo parlando di alimentazione sotto sforzo o di alimentazione in genere, quella di tutti i giorni. Se parliamo del cibo quotidiano possiamo incominciare a dire che lo sportivo in genere ha esigenze e fabbisogni diversi rispetto a chi è sedentario. Ho trattato questo argomento molto in dettaglio su un libro di recente uscita scritto con Lyda Bottino dal titolo “Oltre l'alimentazione dello sportivo”. Chi fa sport deve mangiare. Non è più possibile pensare di ragionare in termini di sole calorie per stabilire quanto e cosa. Recenti studi scientifici hanno ben documentato come la normocaloricità (ovvero la copertura dell'intero fabbisogno calorico quotidiano) e la normoproteicità (ovvero la soddisfazione dell'intero fabbisogno proteico) siano strettamente correlati con lo sviluppo e la conservazione di adeguate masse muscolari, che servono poi a tutti, qualunque sia lo sport praticato.

portatore di un messaggio. Il nuovo paradigma su cui si deve lavorare se si vuole perdere del grasso superfluo richiede un approccio di messaggio, con abbandono della logica delle calorie che ha fatto tanti danni nel secolo scorso. Questi concetti sono alla base della DietaGIFT, un regime alimentare sano ed equilibrato che ho strutturato negli anni scorsi insieme a mio fratello Attilio, medico immunologo. Allora, le calorie non contano più. Può spiegarsi meglio? Ciò che conta non è l'apporto calorico di un cibo ma la sua capacità di indurre effetti biologici sul nostro organismo. Un litro di olio extravergine ha più o meno le stesse calorie di un litro di gasolio, ma l'effetto biologico sul nostro organismo è completamente diverso, come ciascuno di noi può facilmente immaginare. L'esempio è paradossale, ma chi di noi conosce la differenza tra le 30 kcal di un gambo di sedano e le medesime di

Quindi, anche in sovrappeso, bisogna comunque che lo sportivo

un caffè zuccherato? Il primo si pareggia con il costo masticatorio

mangi? Molti si avvicinano agli sport outdoor anche per perdere

dello stesso, il secondo genera invece uno sbalzo glicemico

qualche kg.

violento, con coinvolgimento dell'insulina e immediato stimolo all'ingrassamento. Chi vuole dimagrire deve tenere conto di 38


queste dinamiche molto più che delle calorie. Il conto delle calorie

energie, e l'atleta si trova nel giro di poco tempo demuscolato.

invece torna buono in relazione al computo dei fabbisogni minimi

Naturale che per comprendere cosa stia succedendo all'interno

di chi fa sport: l'atleta perde muscolo e motivazione se mangia in

del corpo occorrono strumenti adeguati – come un affidabile

quantità inferiore rispetto ai propri fabbisogni.

bioimpedenziometro – che consentano di analizzare la composizione corporea in termini

P e rd e m u s c o l o ? P e r q u a l e

di muscolo, acqua e grasso. Lo

motivo?

sportivo non può permettersi una dieta ipocalorica. Mai.

La regolazione dell'accumulo o del consumo di grasso nasce a

E sotto sforzo, che cosa succede?

livello dell'ipotalamo, un pezzo molto importante del nostro

Sotto sforzo le cose cambiano. E

cervello più antico, che fa da

cambiano in modo differente a

integratore di informazioni e da

seconda dello sport praticato. Chi

generatore di comandi attraverso

corre un trail, una skyrace o

la nostra rete neuroendocrina,

anche una semplice gara in

indirizzando i nostri organi (tiroide,

natura, deve sottoporsi a uno

s u r re n e , g o n a d i ) e d a n c h e

sforzo cardiaco piuttosto elevato

l'apparato osteomuscolare verso

(anche 170-180 battiti/minuto),

un maggiore o minor funzionamento. I segnali a cui l'ipotalamo risponde sono gli

Gallery Sport invernale.

che rende minime le possibilità nutrizionali. Diverso il caso dell'escursionista, che ha invece

stessi a cui rispondeva l'uomo

pause frequenti e ritmi cardiaci

primitivo, sempre attento a

piuttosto bassi. Il nordic walker si

risparmiare energia. Dunque un eventuale regime ipocalorico

trova invece in una posizione intermedia. Più alto è l'impegno

(letto dal cervello come una carestia) segnala all'ipotalamo

cardiaco, meno il nostro apparato digerente è in grado di

l'impossibilità di costruire massa muscolare, per non sprecare

processare degli alimenti. L'altra variabile è poi la lunghezza del 39


tragitto, che influenza, di solito, l'impegno cardiaco. Un'uscita di

aumenta (e in salita è pressoché inevitabile) il consumo di

un'ora è ben diversa da quel punto di vista da una prestazione da

zuccheri sale, e si può andare incontro a un precoce esaurimento.

8-10 ore.

Dunque il fattore limitante della prestazione sono gli zuccheri?

Che cosa possono mangiare sotto

A meno che l'uscita sia molto

sforzo questi sportivi?

breve (diciamo inferiore alle due

Prima di tutto va capito se

ore di impegno) si può dire di sì:

possono o non possono

in quel caso un'integrazione

mangiare. Il nostro organismo

zuccherina può dare dei benefici,

possiede (se le scorte sono piene)

ricordando che sotto sforzo non vi

una disponibilità di zuccheri tra

è rischio di picco glicemico, come

fegato e muscoli (sotto forma di

invece avviene se si assumono

glicogeno) pari a circa 30 kcal per

zuccheri mentre si è seduti sul

kg di peso. Diciamo dunque che

divano. Sotto sforzo intenso o

un adulto parte per l'allenamento

medio (corsa, sci da fondo, nordic

o per l'escursione con circa 2000

walking impegnato) che si

kcal zuccherine disponibili. Inoltre

prolunghi oltre le due ore, può

ciascuno di noi dispone di scorte

essere utile assumere zuccheri

di grassi pressoché illimitate (150.000 kcal per un individuo magro), che tuttavia non possono

Gallery Sport estivo.

disciolti in acqua a bassa concentrazione (6% circa), fino a un massimo di un litro/ora.

essere utilizzate se non

Qualunque cibo solido o

accompagnate da zuccheri. Un

contenente grassi e/o proteine (le

allenamento di durata deve dunque prevedere un consumo

classiche barrette) non solo non apporta energia (essendo

contenuto delle scorte zuccherine, sfruttando anche le scorte

richiesto un tempo digestivo tanto più lungo quanto più forte è

lipidiche. Ciò avviene se l'andatura è lenta. Se l'impegno cardiaco

l'impegno) ma soprattutto sottrae risorse richiamando sangue 40


verso l'apparato digerente e sottraendolo ai muscoli impegnati

secondo saranno consentiti i cibi di cui può fare uso

nello sforzo. Questo fenomeno, chiamato “furto di sangue”, deve

l'escursionista.

essere accuratamente evitato. Della frutta molto acquosa (arancia, mela, susina, albicocca) può essere un accettabile compromesso: non implica una digestione troppo complessa, e

E se poi una volta arrivati al rifugio ci si volesse tuffare su una fumante tazza di cioccolata calda?

fornisce anche minerali, antiossidanti, vitamine, che nessuna

I vincoli e le limitazioni valgono e hanno un senso fino a che

soluzione zuccherina è in grado di offrire.

siamo impegnati nel gesto sportivo. Una digestione pesante in

Questo vale anche per l'escursionista? In montagna si vede addentare di tutto

corso può anche guastarci la giornata, o rendere il nostro gesto meno naturale e piacevole. Quando abbiamo finito, se lo sforzo è stato ben dosato, ci troviamo in una situazione di svuotamento

L'escursionista è avvantaggiato dalla lentezza e durata del suo

delle nostre scorte di glicogeno. Che vanno rapidamente

esercizio. Quando le pulsazioni sono basse, diciamo intorno alle

ricostituite. Non chiedetemi, come nutrizionista, di avallare il

110-120/minuto, è praticamente possibile anche una minima

consumo di alimenti zuccherini fuori dall'attività sportiva: ne

funzione digestiva. Sono dunque tollerabili anche cibi solidi,

combatto quotidianamente l'abuso! Tuttavia se c'è un momento

purché non troppo ricchi di grassi o di proteine. No dunque al

in cui possiamo concederci qualche stravizio è proprio nelle ore

cioccolato, alle barrette complesse, al formaggio, mentre è

subito successive ad un'attività sportiva intensa o prolungata.

accettabile il consumo di carboidrati (magari integrali) come pane

Una bella cioccolata, specie in inverno, se non troppo zuccherata,

e marmellata, biscotti secchi, barrette al miele o alla frutta e

può essere un accettabile compromesso. Si vive una volta sola.

cereali, frutta disidratata o fresca (anche banane), gallette di riso/ mais ecc. E' chiaro che se il camminatore fosse un cardiopatico, diabetico, obeso, che per il solo camminare manda le sue pulsazioni molto in alto, varrebbero per lui le stesse limitazioni digestive del corridore. Il nordic walker è invece una perfetta via di mezzo. Il suo gesto può essere atletico e intenso o, pur nel rispetto della tecnica acquisita, lento e lieve. Nel primo caso le limitazioni nutrizionali saranno simili a quelle del corridore, nel 41


Chi è Luca Speciani Luca Speciani, che inizia da oggi la sua collaborazione con Prealpi e con Prowalking (partner tecnico della rivista), è medico e alimentarista. Inventore del metodo DietaGIFT con il fratello Attilio, è responsabile medico nutrizionale della nazionale italiana di ultramaratona, tecnico FIDAL e istruttore di Nordic Walking. Autore di numerosi testi di medicina, sport e alimentazione, collabora con diverse riviste, tra cui Correre, Triathlete, Ciclismo. Visita nei sui studi in Lombardia (Bellusco), Piemonte (Costigliole Saluzzo) e Veneto (Revine). Il suo sito di riferimento è w w w. d i e t a g i f t . i t e l o s i p u ò c o n t a t t a re a l l ' i n d i r i z z o info@lucaspeciani.it

dott. Luca Speciani. 42


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Sagitta Dome è un tocco di colore e di

le situazioni. Firmata Salomon, Ladakh

regolazione interno) nei divertenti toni del

calore per completare la tenuta invernale

FZ è ideale per lo sci, le escursioni in

verde prato, azzurro cielo e

delle active ladies. La soffice lana è

montagna, la vita cittadina nei lunghi e

naturalmente... rosa shocking! Un total

abbinata alla fodera in microfibra di

freddi inverni. E, quando il clima

look unico per affrontare con stile ogni

poliestere riciclato. Orecchie al caldo

comincia a farsi più tiepido, si indossa

sfida sulla neve. K Racy Duo: 99 Euro -

grazie all’apposita protezione. 30 Euro

sopra ad una T-shirt, perfetto esempio di

Kodiac Roll Fit: 105 Euro

Gallery

versatilità infinita. 180 Euro

Gallery 48


PRIMALOFT

C.A.M.P.

L’intramontabile Parka della linea /29 by

Durante le attività invernali in montagna

Norrøna acquista una nuova identità: i

un buon utilizzo delle mani è sinonimo di

materiali sono ad altissima tecnologia e il

benessere, di performance e di avere

design rivisitato in chiave “active”.

tutto “a portata di mano” a seconda delle

L’isolamento PrimaLoft® Sport, offre

situazioni : per l’alpinista, l’ice climbing,

calore pari alla piuma d’oca persino in

per gli sciatori o i semplici escursionisti

condizioni di bagnato estremo,

C.A.M.P. propone una rinnovata linea

morbidezza, leggerezza, totale

completa di guanti, con prodotti tecnici

idrorepellenza, traspirabilità,

che corrispondono ad ogni domanda e

comprimibilità. Strato esterno in tessuto

ad ogni utilizzo. Il design curato e la

GORETEX®, ghette per le mani, nuove

scelta dei migliori materiali offrono un

zip in metallo YKK®. Disponibile nelle

prodotto efficace al 100%. G Comp

due versioni uomo e donna. 700 Euro

Wind Leggeri ed avvolgenti per competizioni di sci alpinismo e alpinismo. Protezione antivento Windmit’N inserita nella parte alta del polso. 61 Euro

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COLOPHON Direttore Responsabile: Marco Spampinato Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Vincenzo Aliberti, Davide Novali, Roberto Lorenzi, Giovanni Frangi, Daniele Frigerio, Milva Bigoni Rivista bimestrale
 Autorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006 www.prealpi.eu - info@prealpi.eu
 TURISMO EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633 redazione@prealpi.eu
 Impaginazione: officinadanova
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© Tutti i diritti riservati. Riproduzioni in qualsiasi forma, memorizzazione o trascrizione con qualsiasi mezzo, sono vietate senza autorizzazione scritta dell’editore.
 Grande cura e massima attenzione sono state poste, nella realizzazione di questa rivista, per garantire l’attendibilità e l’accuratezza delle informazioni. L’editore tuttavia non può assumersi la responsabilità per le informazioni fornite direttamente o attraverso cataloghi, siti internet o altro, dai gestori delle singole attività e in particolare per le tariffe o per cambiamenti di indirizzi, numeri telefonici, orari e date degli avvenimenti e per l’utilizzo dei marchi, slogan, immagini fornite e usate dagli inserzionisti. Ci scusiamo con i lettori e con i diretti interessati per eventuali errori e/o omissioni. 52


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