PREALPI iEdition
TURISMO EDIZIONI & officinadanova
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iEdition n. 00
Sommario Benvenuto nel mondo multimediale di PREALPI. Sfogliando queste pagine potrai scoprire interessanti spunti e informazioni su nuovi itinerari scelti per il tuo sport preferito. Per restare in contatto e scoprire eventi e news, leggi il nostro Blog, segui i nostri Twitt, diventa amico su Facebook, guarda i video nel canale PREALPI e consulta la gallery fotografica. Visita il sito prealpi.eu.
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EDITORIALE Il nuovo anno inizia con un’importante novità che ci riguarda, e che riguarda anche i lettori di PREALPI: dopo 6 anni di pubblicazioni cartacee, abbiamo deciso di invadere la rete con una nuova edizione telematica. Non è una minaccia… ma una scelta strategica dettata da alcune considerazioni di cui vogliamo rendervi partecipi.
La tecnologia e i nuovi metodi di
comunicazione si stanno spostando sempre di più sulla comunicazione multimediale e diretta ai reali fruitori delle informazioni. Internet e la condivisione online cresciuta con la diffusione di tablet e smartphone, ci spinge verso questa direzione. Oltre alla nuova edizione di PREALPI scaricabile dalla piattaforma iTunes per la consultazione con tablet iPad e Iphone, pubblicheremo una versione in formato pdf per tutti i possessori di pc. A queste, saranno affiancati un blog e un profilo Twitter. Una strategia di divulgazione più diretta e immediata, nel momento della pubblicazione delle notizie. Ultima, ma non per ordine di importanza, la scelta solidale di ridurre l’abbattimento di alberi per la produzione della carta e tutto quanto consegue ai consumi industriale per stampare i periodici. In tempo di crisi economica, inquinamento atmosferico e il tentativo di abbattere la famigerata co2, vorremmo dare il nostro (piccolo) contributo alla tutela del pianeta e alla salvaguardia della natura. Speriamo, cari lettori, che possiate e vogliate condividere con noi questo cambiamento volto a far crescere PREALPI - Una Montagna di Sport. Marco Spampinato
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Keynote Clicca sul logo per avviare la presentazione progetto editoriale.
Video 7
MOUNTAIN BIKE IN VAL GANDINO
MONTE FARNO CON LA NEVE di Roberto Lorenzi
Foto
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In questo articolo desidero proporre una uscita in mountain bike
percorso prosegue poi con lievi saliscendi e su fondo battuto
particolare e diversa dal solito, una bella esperienza
pedalabile con la neve, Raggiunte le piste da fondo si sale a
entusiasmante che non può mancare nel curriculum di un biker:
destra lungo la dolce salita battuta fino al rifugio Parafulmine. Al
pedalare sulla la neve. Il percorso
ritorno, quando il sole comincia a
proposto non si svolge su una
scendere, percorrete la ripida
facile e piatta pista ciclabile
discesa dedicata agli escursionisti
innevata ma sulla cima del monte
a piedi che sicuramente vi
Farno a 1400 metri di quota. Il
osserveranno un poco confusi, in
monte Farno è perfetto per
questo tratto dovrete utilizzare al
questa esperienza poichè si trova
meglio il vostro senso di
nella media val Seriana ed è
equilibrio, male che vada si cade
quindi raggiungibile velocemente
nella “soffice” neve. Raggiunto
evitando le lunghe code
l’asfalto e percorsi alcuni tornanti,
necessarie per raggiungere le
all’altezza delle antenne si svolta
località sciistiche più rinomate in
a destra percorrendo a tutta
alta valle, inoltre si sale su una
velocità la vecchia mulattiera
ampia strada asfaltata al sole che
sterrata che raggiunge la strada
viene mantenuta pulita per
dell'andata dietro la chiesa di
permettere agli sciatori di fondo di
Gallery
Barzizza. L’itinerario è da fare solo
raggiungere le piste, quindi
Si inizia a pestare la neve.
nel tardo pomeriggio in modo da
transitabile sia con l’auto che con
non rovinare le piste da fondo,
la MTB. Un luogo poco
quindi percorrere il tratto innevato
frequentato e tranquillo che ci farà rilassare con i suoi panorami
sul bordo delle piste da fondo
sulla valle Seriana molto suggestivi, in poche parole un vero
quando la giornata sta per finire e poco prima che passi il gatto
paradiso! Dopo i sei chilometri di salita necessari per raggiungere
delle nevi, di conseguenza dovete essere in dirittura di arrivo al
i parcheggi della ex colonia ed oltrepassato il rifugio Farno,
rifugio parafulmine mezzora - un ora prima del tramonto per poter
dovrete superare un breve tratto impegnativo in salita ma poi il
tornare quando ancora c’è luce. Se trovate una bella giornata 9
durante il ritorno avrete modo di gustarvi un tramonto stepitoso con gli ultimi raggi di sole della giornata a scaldare il vostro viso...ed i vostri occhi. Al rifugio Parafulmine troverete ristoro e cortesia, prima di fare ritorno un the caldo vi aiuterà a sopportare il freddo durante la discesa. Quasi tutti gli anni ci vado, neve permettendo, e negli ultimi anni la neve non è proprio mancata. L’ideale è fare questo giro quando in basso la neve è scomparsa ed è rimasta solo in quota e quando fa veramente freddo per far si che si trovi una neve compatta. Viceversa, se la neve è marcia, si fa una fatica immane per pedalare e rimanere in sella. Per verificare se c’è neve Sul Farno è sufficiente fare visita al sito del rifugio parafulmine e guardare la webcam aggiornata ogni 5 minuti a questo link. Come eseguire il percorso: Raggiungere il paese di Gandino verso le 14 - 15 in auto oppure in bici percorrendo la pista ciclabile della valle Seriana che parte da Ranica e mettendo in conto 1 ora e 20km in più, percorrere i 6 km di dura salita
Gallery Verso il rifugio Parafulmine.
asfaltata in bici fino alla ex colonia ed iniziare a sentire lo scricchiolio della neve sotto le nostre ruotone ben artigliate
Consigli utili: Consigliato l’utilizzo di copertoni larghi e ben
percorrendo le piste da fondo tra le ore 16 - 17 (un’ora prima del
artigliati, una dotazione e vestiario adeguato alle basse
tramonto, dipende dal periodo) in modo da arrivare in cima e
temperature e magari un paio di stivali da neve caricati nella rete
tornare indietro prima che arrivi il buio. Ovviamente potete
porta casco del vostro zaino. Portate con voi faretto anteriore e
arrivare in auto fino alla ex colonia ma personalmente ritengo un
posteriore casomai il buio vi colga di sorpresa o dobbiate
peccato saltare la parte della salita
e poi della discesa
percorrere la ciclabile al ritorno. Eseguire il percorso quando fa
percorrendo la vecchia mulattiera sterrata che raggiunge
freddo in modo da essere sicuri di avere un fondo compatto. Non
Barzizza.
rovinare i binari da fondo per nessuna ragione, pedalare sul bordo 10
e sul lato opposto dei binari facendo attenzione di non rovinare il fondo battuto delle piste, se non vi lasciano passare, utilizzate la salita diretta per gli escursionisti a piedi (quella utilizzata anche per il ritorno. La scheda: partenza e arrivo: Gandino (BG) 502mt slm lunghezza tracciato: 21 km - dislivello: 1100 mt punto piĂš elevato: rifugio parafulmine, 1527mt slm difficoltĂ medio-alta - sentieri percorsi: CAI 545
www.valleserianabike.it
Gallery Multimediale
Rifugio conquistato.
Scarica la traccia GPS 11
click
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TURISMO A VILLACH
VACANZA OUDOOR a cura della Redazione
Video
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Per chi ama passare le proprie vacanze all’aria aperta, lontano
dare uno sguardo ai tranquilli ruminanti per sapere quale
dalla città e dal suo vivere rumoroso e caotico, Villach offre
meraviglia sfornerà la sua cucina! Il sentiero dove potranno
diverse attività, dal trekking, al campeggio, al golf. A pochi
essere avvistate è facilmente percorribile da tutti perché si
chilometri dal confine italiano di Tarvisio, un vero e proprio
sviluppa costantemente ad una quota compresa tra i 1.750 e i
paradiso per gli amanti dell’outdoor accoglierà chi del contatto
1.850 metri. Una volta lasciate le simpatiche e colorate mucche e
con la natura fa un vero e
le loro malghe, si prosegue con i
proprio stile di vita. Gerlitzen
tortelloni carinziani al formaggio
Alpe e il “Sentiero degli
proposti dal rifugio Pöllingerhütte
assaggi”, per stare in forma
per concludere con i dolci del
gustandosi la buona tavola!
rifugio Gipfelhaus (tre buoni per
L’Alpe Gerlitzen con la
altrettante degustazioni costano
stagione estiva diventa la
all’incirca 15 Euro). Scoprire gli
meta ideale per chi vuole
animali nel loro habitat sul Monte
coniugare una passeggiata
Dobratsch -Il Parco Naturale del
in montagna alla
monte Dobratsch, nella regione di
degustazione di piatti tipici
Villach, si distingue per la sua
della cucina carinziana. Qui il
particolare flora e fauna e per le sue
"Kostale Weg" (letteralmente
diverse fasce climatiche. Qui tutti gli
"Sentiero degli assaggi")
amanti del trekking potranno
offre, con i suoi tre rifugi, agli
Filmato
seguire facili itinerari alla scoperta
escursionisti una carrellata di
I primi 3 minuti della nuova presentazione di Villach.
delle numerose specie animali che
ottime pietanze locali: si
lo abitano. Salendo lungo i pendii
parte dalla bistecchina di bue alpino al Neugartenstüberl di Hans
del Dobratsch sarà impossibile non soffermarsi ad ascoltare il
Maier, famoso anche per le sue mucche dipinte che scendono
silenzio e respirare i profumi che rendono uniche le sue
veloci dai pascoli solo al suo richiamo! Originali menù "alternativi"
escursioni. L’“Alpengarten” della Villacher Alpe che si raggiunge
dell'oste che ogni anno fa dipingere con colori assolutamente
facilmente a piedi dal parcheggio n.6, indicato anche sulle
atossici alcune delle sue mucche da un artista di Villach. Basta
piantine, è un vero e proprio gioiello botanico. Drava, Faak, 14
Ossiach e Afritz, tanti itinerari per tutti gli amanti delle uscite sui
gestita da Gary Foster e il suo team. Per informazioni:
pedali Per gli appassionati del cicloturismo, Villach offre diverse
www.gcfinkenstein.at . Sognare dormendo sotto le stelle -Villach
piste ciclabili e itinerari. Per un’escursione completamente
apre le porte all’estate e con lei, anche a tutti coloro che vorranno
immersi nella natura ecco ad esempio i circa 30 chilometri della
passare le proprie vacanze sulle soleggiate sponde dei suoi laghi.
pista ciclabile intorno al Lago di Ossiach, collegata alla ciclabile
Durante il periodo estivo ci si può cimentare con corsi di
della Drava, un percorso di circa 366 chilometri che seguendo
windsurf, sci nautico, sub (corsi organizzati esclusivamente sul
l’omonimo fiume dalle sorgenti a Dobbiaco, attraversa il Tirolo
Lago di Ossiach) o canoa.
Orientale e la Carinzia per giungere a Maribor in Slovenia. Anche il Lago di Faak ha diversi percorsi ciclabili che seguono le sue
Tutte le informazioni sono consultabili al link www.region-villach.at
sponde, lungo le quali ci si potrà anche fermare a riposarsi e rinfrescarsi presso uno dei numerosi locali presenti. Pedalando lungo questi itinerari si potrà ammirare l’isola al centro del lago. Per i più giovani e per tutti gli amanti della mountain bike irrinunciabile una tappa ad Afritz, dove è stata allestita una pista permanente di downhill, una vera sfida per i mountain biker più temerari! La maggior parte dei treni che attraversa la Regione di Villach ha una o più carrozze riservate alle biciclette, dando quindi la possibilità agli amanti del cicloturismo di raggiungere facilmente le località da cui partire per le proprie escursioni. In relax sul green -Il campo da golf a 18 buche Schloss Finkenstein, situato tra Villach e il lago di Faak è la meta ideale per tutti gli amanti del green. Sei laghetti, oltre ad abbellire il paesaggio, costituiscono una sfida per il gioco. Ogni buca dispone di sei battute, ideale in eguale misura per rookies e pros. La residenza
Gallery
“Schloss Finkenstein” dà il nome al campo e conferisce alla
Trekking sui sentieri.
struttura un’atmosfera nobile e signorile. L’edificio ha circa 200 anni e oggi ospita la club house e il ristorante. La scuola di golf è 15
REPORTAGE
L’ANTICO REGNO DI LO: MUSTANG di Milva Bigoni
Foto
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Da tempo sentivo parlare dell’antico regno di Lo, di persone che
secoli… Finalmente i tempi sono maturi, sono decisa, si parte alla
lo visitavano per vedere il mondo come era stato, per fare una
scoperta dell’antico regno Himalayano: il Mustang aperto ai
sorta di viaggio nel tempo, in questo lembo di terra nella parte
visitatori solo nel 1992, con accesso limitato e un permesso
nord occidentale del Nepal, ai confini con il Tibet, qui ci si sente
costoso. Partiamo il 29 ottobre al termine del monsone estivo,
tagliati fuori dal resto del mondo, tutto è rimasto fermo da
siamo in sei guidati da me che ormai qui sono di casa. La
Immagine Canne d’organo verso Yara.
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compagnia aerea Qatar ci porta a Kathmandu alle pendici
nel segreto, piccolo regno di etnia tibetana. Con un piccolo aereo
dell’Himalaya, città di transito di molte spedizioni alpinistiche.
di 14 posti, praticamente tutto nostro voliamo tra le nuvole: a
Immediato è l’impatto con la popolazione locale che ci accoglie
volte non s’intravede nulla, c’è il silenzio, poi di colpo ci troviamo
con un caloroso Namastè… Due giorni di sosta nella città ci
infilati tra i colossi della catena dell’Annapurna e del Dhaulaghiri
permettono di visitarla nei suoi molteplici aspetti, la città ci
lasciandoci alle spalle il mondo moderno, non abbiamo parole,
stupisce con evidenti contrasti: i suoi suoni, le immagini e i suoi
siamo tutti a bocca aperta davanti a tanta imponenza, sembra di
colori ci danno emozioni forti. Sulla cima della collina sorge
sfiorarle con un dito tanto siamo vicini. Dopo 25 minuti di volo,
l’antico stupa di Shawanbhunath con dipinti sui quattro lati gli
vediamo la pista incavata nel fondo della valle del Kali Gandaki:
occhi di Buddha che vegliano in ogni direzione. A Durban Square
una rapida virata che lascia con il cuore in gola ed eccoci sani e
respiriamo la quasi magica atmosfera della piazza circondata da
salvi a Jomson a 2800 metri; qui troviamo i nostri portatori e i
magnifici templi, santuari, palazzi reali. Bodhnath centro religioso
muli. Si apre davanti a noi un nuovo mondo tra il torreggiare del
per eccellenza è il più grande stupa al mondo, qui nell’aria
Nilghiri, percorriamo la valle del Kali Gandaki il canyon più
risuona il mantra “ om mani padme om” tra un volteggiare
profondo del mondo. Dopo tre ore di cammino giungiamo a
multicolore di preghiere che sopite dal vento salgono al cielo.
Kagbeni a 2810 metri, cittadina ricca di fascino, vera e propria
Come buon auspicio, da bravi pellegrini anche noi ci accingiamo
porta d’ingresso del Mustang, un regno che proviene
a compiere la sacra Kora, ossia il periplo. Con un bus di linea ci
direttamente dal passato. Da qui in poi si fa sul serio, il trekking
trasferiamo a Pokara, cittadina circondata da splendide
entra nel vivo, d’ora in poi saremo circondati da estensioni enormi
montagne che si riflettono nelle acque del lago Pewa, vi
a cui faranno corona possenti vette himalayane, il vento ci fa da
giungiamo appena in tempo per assistere al magnifico scenario
compagno. Incuriositi da un suono di tromba, ci dirigiamo al
creato dalla luce del tramonto che illumina le pareti di ghiaccio e il
gompa del paese ed in silenzio con le gambe incrociate
triangolo roccioso del Machapuchare, sicuramente una delle
assistiamo alle cerimonie serali, lasciandoci trasportare dai
montagne più fotografate dell’Himalaya che nonostante la quota
mantra, rotti solamente da qualche “brontolio di pancia”, è ora
relativamente modesta di 6887 metri, spicca con la sua eleganza
della cena. Il piatto base è il riso, ciapati, noodless, uova,
e il suo slancio sulle altre cime che racchiudono il santuario
formaggio di yak, ai quali noi aggiungeremo alcune fette di
dell’Annapurna. Kepy la nostra guida ci indica che là, proprio alle
bresaola e qualche spicchio di parmigiano reggiano, very made
loro spalle vi è il Mustang. Finalmente domani andremo alla
italy! La mattina seguente dobbiamo registrare la nostra entrata a
scoperta di questo regno, tanto decantato, avvolto nel mistero e
tutti gli effetti al posto di polizia, io sono la 1014 turista che 18
calpesta
questa terra.
intrecciati e legati a
Lasciamo il posto di controllo
forma di croce, il loro
con un namastè…il cammino
nome è Zor e la
prosegue per buona parte a
credenza popolare vuole
mezza costa tra continui
che essi catturino gli
saliscendi, molta solitudine,
spiriti maligni che
tanto tanto vento. Dopo
minacciano la casa.
parecchi chilometri troviamo
circa un’ ora da Tange si
una serie di chortèn colorati di
t ro v a i l v i l l a g g i o d i
n e ro , b i a n c o , ro s s o c h e
Chuksang a 3100 metri,
caratterizzeranno tutto il
villaggio sormontato da
Mustang e saranno per noi un
pareti rocciose e
costante segnavia del
abitazioni rupestri
percorso. Siamo a Tange a
scavate da chissà quale
3060 metri, l’abitato è un
eremita; qui
dedalo di vicoli stretti che si
raggiungiamo i nostri
snodano tra case intonacate,
portatori con il cuoco
campi di grano saraceno,
che ci ha preparato il
coltivazioni di orzo, frumento e
pranzo.
frutteti. Al primo impatto pare
abbandona la valle del
disabitato, giro tra i vicoli in
Kali Gandaki, superato
silenzio per non disturbare
un ponte, si sale al
questa quiete, cercando di
villaggio di Chele a 3300
cogliere alcuni particolari: sulle porte d’ingresso di molte case sono appese delle corna di pecora e numerosi rametti
Gallery Bodhnath.
A
L’itinerario
metri, arroccato su belle rocce rossastre tra campi di grano e orzo. Non perdiamo tempo, 19
montiamo l’accampamento e prepariamo la cena per poi
trattative ed acquisti proseguiamo tra colline dai toni giallo grigio;
ammirare il cielo stellato. Sembra quasi che le stelle ci cadono
spesso durante il percorso incontriamo carovane di locali con
addosso da quanto sono vicine. Come ogni mattina la sveglia è
cavalli carichi di sale, orzo, mele. Sembra di essere su di una
alle sei ed oggi ci attende una tappa lunga ed interessante,
grande via carovaniera dell’Asia del passato. Questa gente
caratterizzata da canyon, torrioni rocciosi giallo ocra, spettacolari
cammina per giorni, prima di raggiungere i mercati, dove
strapiombi; valico dopo valico dal Chele La 3630 metri a Yamdo
scambierà i prodotti della terra con ciò che serve loro per la
La 4010 metri di quota, raggiungiamo il Shyangmoche a 3850
sopravvivenza; il tutto avviene a cavallo unico mezzo di trasporto.
metri per poi scendere rapidamente al villaggio di Gelino a 3600
Passo dopo passo giungiamo a Drakmar, circondata da un
metri; da lontano spicca il gompa che sovrasta le case
anfiteatro di falesie di roccia rosa e rossa, qui la natura ha dato il
imbiancate sparse qua e là nella valle. Proprio vicino ci
meglio di sé! Montiamo le tende e subito siamo circondati da
accamperemo per la notte. Alle prime luci del mattino dopo una
bambini incuriositi della nostra presenza; sui loro volti si vedono i
ricca colazione a base di chiapati, miele, marmellata, porridge…
segni del gelo, del vento, del sole ma anche stupendi occhi dallo
ma è ancora aperta la caccia al barattolo di nutella che da alcuni
sguardo profondo e intenso. Ci prendono per mano come fanno
giorni non si trova…un dubbio ce l’hò !!
che il mitico mister
gli amici di vecchia data e ci accompagnano alla scoperta di
toblerone ossia lo Zio Franco abbia ceduto alla tentazione e
canyon rosso fuoco, falesie blu lapislazzuli in questo meraviglioso
assalito in piena notte da una crisi di cioccolato, abbia frugato nel
spettacolo di madre natura. In particolar modo qui a Drakmar il
sacco viveri e pappato tutto d’un colpo il barattolo!!!
Chissà !
contatto con gli abitanti è spontaneo, la gioia di vivere è
Conoscendolo… resta il fatto che non ce né neppure l’ombra. Fa
disegnata sul volto di tutti. Anziani, donne, bambini esprimono
molto caldo, si sale a due passi il Nyi La 4020 metri e il Ghemi
una naturale simpatia nonostante la povertà con cui devono
La. Ogni volta che oltrepassiamo un valico, le guide lanciano in
convivere. Le condizioni ambientali sono le principali cause per la
aria sassi per scacciare gli spiriti maligni urlando : Sciò! Sciò!
popolazione locale di infezioni oculari, bronchiti, polmoniti,
Sciò! Per avvertire gli Dei del nostro passaggio tra lo sventolare
malattie della pelle ed i più esposti sono i bambini e gli anziani,
multicolore delle bandiere di preghiera blu, verde, rosso, giallo e
solo i più forti sopravvivono. Medici e medicine sono pressoché
bianco, colori che indicano acqua, legno, fuoco, terra, etere. Ora
sconosciuti mentre vengono usati tradizionali rimedi naturali,
ci attende la discesa sull’omonimo villaggio di Ghemi a 3520
tanto vegetali quanto minerali, con l’aiuto degli ancora presenti
metri, dove siamo ospiti per il pranzo dalla cugina del re, che
sciamani. Nonostante tutto i bambini hanno e danno il piacere del
insistentemente tenta di venderci pezzi del suo monastero. Dopo
loro sorriso…appena la nostra carovana e con essa i nostri sacchi 20
spedizione ci raggiungono, radunati tutti grandi e piccini in fila indiana su di un muretto nell’aia di un cortile, prendo le veci di “ Babbo Natale” ed inizio a distribuire berretti, occhiali, maglioncini, pantaloncini, doposci ed in un attimo tutti sono messi a nuovo! Si guardano l’un l’altro, la cosa gli suona strana, poi iniziano a sorridere, a correre nel cortile, non sanno più come ringraziarmi. C’è addirittura chi s’inginocchia, ma il grazie più grande è il loro Namastè ormai diventato Tashitelè con le mani giunte, il loro sguardo fisso negli occhi colmi di gioia…che riempie il cuore, è inevitabile commuoversi! La mattina seguente a malincuore lasciamo alle nostre spalle D r a k m a r, i p i ù p i c c i n i c i accompagnano tenendoci per
Gallery Dhakmar.
mano sino all’imbocco nel canyon colorato di rosso oro dalle prime luci del sole e poi tutti in fila come per formare una barriera davanti a 21
noi ci salutano con le mani giunte ed un forte tashi-telè. Alcune
dalle malattie e dagli spiriti. Ci osserviamo a vicenda incuriosite…
lacrime dal profondo dell’anima scendono sul mio volto…per loro
Facciamo una tirata unica sino al rientro in capitale, dopo cinque
la vita continuerà a scorrere seguendo ritmi naturali per noi
ore a cavallo siamo tutti abbastanza provati, ma tra di noi c’è
inconcepibili, scanditi dal sorgere e tramontare del sole… i loro
ancora chi ha voglia di gareggiare. A Lo Manthang ritroviamo
volti resteranno e saranno per sempre nel mio mio cuore e
papà Enrico che invece di venire con noi, stanco di giorni a base
faranno parte del libro della mia vita. Dopo un lungo giorno di
di riso, ha pensato bene di acquistare una capra, della legna e
cammino ci accoglie un forte vento, arriviamo al passo Chogo La
alcune casse di birra Everest. Ha invitato un po’ di locali e in
a 4320 metri, in lontananza finalmente avvistiamo Lo Manthang a
serata abbiamo festeggiato tutti insieme mangiando, bevendo e
3790 metri con i suoi tre gompa dipinti di rosso, circondata da
intonando qualche canzone tra danze italo-nepalesi. Con le prime
mura e campi d’orzo mossi perennemente dal vento; la capitale
luci dell’alba lasciamo Lo Manthang e riprendiamo il cammino per
del regno, fondata nel 1400 vero proprio cuore del Mustang
la via di ritorno, lungo un sentiero a mezza costa, poco battuto e
presenta al visitatore una visione d’altri tempi, dove oggi il
più faticoso sempre in quota, in un paesaggio molto arido dove
veneratissimo regnante, re Jinghe Palbar Bishta ha più potere
acqua e vento hanno scavato i fianchi della montagna creando
carismatico che amministrativo. Sostiamo nella capitale un giorno
solchi profondi simili a canyon, canne d’organo, lunghi enormi
per riposare…ho i miei dubbi! Nel nostro vocabolario riposare non
pendii, estesi altipiani. Superato il Lo La a 3950 metri ora ci
esiste! Ed infatti decidiamo di visitare a cavallo dei monasteri più
attende una discesa che ci porta rapidamente a Dhy e poi a Yara
a nord, verso il confine con il Tibet… immaginatevi di essere sul
ove pernotteremo. Lo spirito di adattamento durante il trekking ha
tetto del mondo, ove gli spazi sono infiniti, deserti senza inizio e
provato tutti: notti in tenda con temperature molto basse, assenza
senza fine, che si perdono nel blu intenso del cielo. Questo è
d’acqua per igiene personale, ma anche questo è il Mustang.
l’alto Mustang, già da lontano si possono scorgere magnifici
Oggi la tappa è molto lunga e quindi partiamo presto. Ci
monasteri di un rosso fuoco, alcuni arroccati, incastonati tra le
dirigiamo verso Tange. Siamo messi alla prova da alcuni guadi
rocce. Visitiamo il gompa di Jampa Lhakhang ove dal suo tetto si
che dobbiamo attraversare…denti stretti, scarponi alla mano e
gode una magnifica vista sull’intera vallata, il gompa di Thubchen
via! Poi si risale nuovamente a 3850 metri di quota e percorriamo
e di Choprang proseguendo verso nord-ovest sino al paesetto di
immensi altipiani. Attraversiamo un
Phuwa dove incontriamo donne in costume tipico, sempre scuro
ricorda Brice park in America, per poi scendere al villaggio a 3285
tendente al viola, ma ravvivato da scialli e grembiuli multicolori;
metri. E’stata una giornata dura, ma la vista da questa posizione
per usanza portano tra i capelli grossi turchesi come protezione
ripaga appieno le nostre fatiche; ad accoglierci tre chorten
bellissimo canyon che mi
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colorati lungo le rive del Kali Gandaki, ci sediamo a contemplare il magnifico panorama con le luci del tramonto… Sveglia all’alba, oggi ci aspetta una lunga via, dieci ore di cammino, saliamo sino al passo Phan La a 4200 metri. Il panorama ci offre una vista a 360° e giù a Tetang. Ci dirigiamo verso il Gy La 3980 metri, il sentiero sembra non finire mai, pietra dopo pietra, nevaio dopo nevaio, l’aria che si respira è frizzante, alla fine il terreno si distende, il panorama si allarga all’improvviso; davanti a noi si erge solitario il Dhaulaghiri con tutta la sua maestosità e imponenza, qui il nostro pensiero va a Sergio Dalla Longa che da lassù ci saluta con il suo indimenticabile sorriso; alla nostra sinistra l’imponente Annapurna e il Thorong La, la nostra meta di domani. Alcuni passi ancora ci conducono al grande chorten del valico, ornato da centinaia di bandiere di preghiera; il cuore è subito rinfrancato dalla fatica alla vista di tanta bellezza. Un’ultima discesa e finalmente raggiungiamo Muktinath a 3800 metri, l’imponente centro religioso sia induista che buddista, punto di passaggio del trekking dell’Annapurna, è d’obbligo la visita dei luoghi sacri: il tempio Juwala Mapa. Curiosiamo tra le vie di questo villaggio che mi ricorda il far-west con tanto di sceriffo e saloon, aspettando sera assistiamo ad una macellazione di yak a cielo aperto tra un silenzio infranto dal battito di un telaio
Gallery Kagbeni.
manuale. Nel cuore della notte, con 20° sotto zero saliamo al Thoron La a 5450 metri di quota nell’anfiteatro dell’Annapurna. Alle tre iniziamo la dura salita di 1600 metri di dislivello. Sarà la nostra vetta perché è il punto più alto del trekking. Lo scenario è mozzafiato, foto di rito e poi giù ritorniamo a Muktinath dove ci 23
attendono i portatori con un’ottima torta di mais per festeggiare tutti insieme. Ci incamminiamo verso Jomson ove l’aereo ci riporterà nella cosiddetta civiltà lasciandoci alle spalle questo Shangri-La… Ultimi giorni a Kathmandhu che dedichiamo alla visita delle antiche capitali Patan e Baktaphur, piccoli gioielli d’architettura e a Pashupatinath ove assistiamo in silenzio e con rispetto ad una cremazione. Dedichiamo due giorni a Nagargot per godere a 360° l’alba sull’Himalaya e per finire effettuiamo un volo panoramico nella valle del Kombu, dopotutto non potevamo ripartire senza prima salutare a naso la Dea madre Sagarmatha ossia il Monte Everest. Come sempre è ora di partire, siamo già in volo e c’è già chi tra di noi pensa alla prossima avventura. Emozioni, sensazioni, immagini di questi luoghi e di questo popolo umile ed accogliente, gli sguardi penetranti ed il loro sorriso rimarranno impressi nel cuore di ognuno di noi. Namastè.
24
SCIALPINISMO IN VAL DI SCALVE
MONTE BARBAROSSA di Vincenzo Aliberti
Foto
25
Ci sono diversi modi di andare in montagna d’inverno: con
commerciale verso le terre bresciane) questa cima è stata per
ciaspole e bastoncini ripercorrendo i sentieri estivi; con picca e
parecchio tempo considerata “minore” rispetto alle vicine
ramponi sugli itinerari più impegnativi e “ghiacciati”; con gli sci e
dolomitiche Presolana, Ferrante, Pizzo di Petto, Pizzo Camino e
le pelli per andare ovunque. Quest’ultimo è sicuramente il sistema
tutte le altre splendide vette scalvine; ma la sua particolare
più semplice e divertente per conoscere la montagna in veste
posizione e l’offerta nella sua ascensione di sempre diverse
invernale ma, soprattutto, per scoprire la soddisfazione dello
caratteristiche morfologiche e ambientali la rendono perfetta per
scivolare a valle con gli sci in presenza di diverse condizioni di
la pratica dello scialpinismo invernale. A parte la qualità della
neve: prima di tutto l’entusiasmo della discesa nella “polvere”
neve, che a volte si presenta farinosa (in pieno inverno) anche per
invernale, poi l’impegno nella conduzione degli sci in presenza di
la “protezione” offerta dalla muraglia del Pizzo di Petto che
neve ventata o crostosa, e ancora l’energia messa nel tracciare
rimedia all’esposizione a est del tracciato con un’influenza più
serpentine in quella “pesante”, più bagnata. Una volta che si è
“settentrionale”, a volte, proprio a causa della sua esposizione,
imparato a riconoscere lo stato della neve che si deve affrontare,
già trasformata. Quello che rende interessante il Barbarossa è un
a volte con cambiamenti repentini dovuti, per esempio, alla
terreno sempre diverso che va dal bellissimo bosco iniziale agli
diversa esposizione del pendio, il “gioco” della discesa diventa
ampi pendii intermedi con divertenti salti di pendenza al
sempre più divertente e appagante. In questo caso parliamo del
caratteristico “colle” che lo divide dal vicino monte Pizzul, alla
monte Barbarossa (2.148 m) in val di Scalve; si tratta di un
sottile e non difficile cresta che porta in vetta, e che, in presenza
itinerario tipicamente invernale, ultimamente molto frequentato, e
di rigelo notturno consiglia l’utilizzo dei ramponi per un breve
con pericoli oggettivi facilmente individuabili; anche in caso di
tratto finale. Ma iniziamo dal parcheggio di Teveno dove
abbondanti nevicate è possibile la scelta dell’itinerario migliore
lasceremo le auto: lo troveremo facilmente vicino il campo di
per evitare la possibilità di incappare in distacchi spontanei dalle
calcio del paese che avremo raggiunto da Colere per la val Notte
verticali pareti del vicino Pizzo di Petto (2.270 m) anche questo
o da Vilminore. Calzati gli sci la salita lungo il primo pendio
bellissima cima scalvina meta di scialpinisti nel periodo invernale.
(vecchia sciovia dismessa) ci porta ad attraversare un torrentello
Nonostante l’importanza del nome (probabilmente la
sulla nostra sinistra (salendo) e a continuare a seguire una
toponomastica fa riferimento all’imperatore Federico Barbarossa
comoda mulattiera che con diversi tornanti ci fa attraversare una
che nel 1154 concesse grandi privilegi a tutta la Valcamonica
radura che vede sulla sinistra le strapiombanti pareti del pizzo di
dopo i violenti e sanguinosi scontri tra il vescovo di Brescia e
Petto; saliamo ancora nel bosco e infine usciamo sui prati aperti
Bergamo che allargava sempre di più l’influenza politico
che con un ultimo strappo ci portano alla Malga Bassa di 26
Gallery Oltre il colle delle Oche. 27
Barbarossa (1.704 m) dove è obbligatoria una sosta perché lo
poco dopo, ci ritroviamo sull’ampio pendio finale delle vecchie
sguardo inizia a spaziare su tutte le cime circostanti ( in caso di
piste; a questo punto le serpentine non hanno più costrizioni e
cattivo tempo il riparo è ottimo visto che il benevolo malgaro ha
spaziano da un lato all’altro della discesa !!!! Siamo arrivati al
lasciato sotto l’ampia tettoia anche una vecchia poltrona da noi
parcheggio felici per una gita sci alpinistica “completa” in un
scherzosamente chiamata la “poltrona dello scilapinista”). Adesso
ambiente, quello della val di Scalve, che sa regalare emozioni
si continua a salire sfruttando il dosso che limita la conca sulla
indimenticabili.
destra e che con pendenze più modeste ci fa raggiungere la malga Barbarossa alta (1.830 m) da dove è oramai visibile la cima e il passo che collega l’itinerario con Lizzola in alta val Seriana; al passo ( Colle delle Oche 2.050 m) ci arriveremo dopo diversi zig zag per superare gli ultimi ripidi pendii; a questo punto, normalmente, si lasciano gli sci e ci si appresta a percorrere (con i ramponi se necessario) la breve cresta, facile ma affilata, che conduce alla vetta . Per chi è in possesso di ottima tecnica sciistica è possibile anche la discesa con gli sci direttamemente da una decina di mt. sotto la vetta, ma, in questo caso il manto nevoso deve essere assolutamente stabile. Dal colle che divide il Barbarossa dal Pizzul (possibile anche una breve puntatina a questa cima) inizia la discesa vera e propria; normalmente la sciata in discesa ripercorre la traccia di salita, ma se le condizioni lo permettono e se le pareti del Pizzo di Petto sono completamente scariche di neve, è possibile scendere nel vallone sotto le strapiombanti pareti partendo dalla quota della malga bassa . Dalla baita, avvicinandosi alla parete, si imbocca la parte più ripida del canalone della Divinata che con divertente discesa
Gallery Dalla malga bassa.
ci riconduce alla mulattiera all’altezza della radura attraversata in salita. Con questa deviazione evitiamo un buon tratto di bosco e, 28
Lombardia – Prov. Bergamo – Orobie Regione – val di Scalve Teveno (Vilminore di Scalve) (1.148 Partenza m) Quota arrivo 2.148 m (Monte Barbarossa) Dislivello 1.000 m Difficoltà BS Esposizione in salita Est Esposizione in discesa Est Orario indicativo3 ore Periodo consigliatoDicembre-Marzo
Tipico itinerario invernale importante per la grandiosità dell’ambiente in cui si svolge e per le caratteristiche del terreno sempre diverse che permettono un utilizzo completo delle tecniche sci alpinistiche. Inoltre permette una buona valutazione Valutazione itinerario della traccia da seguire in caso di nevicate recenti o di neve trasformata (cresta finale percorribile anche con ramponi in caso di neve trasformata e rigelo notturno) e permette sempre un’ottima sciata anche in condizioni non perfette.
29
INTERVISTA A BATTISTA MARCHESI
OLTRE I 19.000 di Marco Spampinato
Foto
30
19.000? Già, 19.000 chilometri a piedi, per battere un record che Battista sta inseguendo da qualche anno ma che, per incidenti di percorso, non è ancora riuscito a raggiungere. Per ora. Abbiamo incontrato Battista Supporter
Marchesi durante uno dei suoi quotidiani allenamenti e, con la tranquillità e determinazione che
Scarpe
contraddistinguono questo atleta di 69 anni, ci siamo fatti raccontare come sta preparando e come affronterà la nuova sfida con l’asfalto. Dopo due tentativi, lungo il periplo di Montisola, interrotti per cause esterne, è nuovamente intenzionato a battere questo record? 1
Si, correre è la mia
2
Immagine interattiva 31
passione e non sarà certo una frana (che lo ha investito, durante l’impresa del 2009, ndr.) a fermarmi. Mi sto allenando, come ogni giorno, con grande impegno fisico e mentale, per affrontare nuovamente questo obiettivo: superare il record del francese Serge Girard, che ha percorso 19.097 chilometri. Come ha programmato la strategia di corsa? Nei
due precedenti tentativi, riuscivo a correre in media 75
chilometri al giorno e questo ritmo mi permetterà di raggiungere il traguardo in 260 giorni. 260 giorni? Ma sono praticamente 8 mesi! Si, sarà una lunga performance ma mi sento ancora in forma fisicamente e sarò supportato da uno staff tecnico che comprende anche un massaggiatore che mi aiuterà a sciogliere i muscoli… L’anno prossimo cambierà il percorso? Si, ho deciso di diversificare il tracciato e il “paesaggio”, anche per un discorso mentale: psicologicamente è meglio variare per non “annoiarsi” e puntare al nuovo obiettivo. La mia corsa sarà divisa in 4 tappe: i primi due mesi li trascorrerò a Lovere, per
Gallery Verso Capo Nord.
correre lungo la pista ciclabile della val Camonica; il terzo mese ritornerò a Montisola, e ripetere il periplo. Per un mese correrò lungo la pista ciclabile della valle Brembana, spingendomi verso la bassa valle, fin verso Dalmine. 32
Il restante periodo ritornerò a Lovere per concludere i chilometri
la Edil Mac dei f.lli Maccabelli di Gorle e la Salomon che mi fornirà
rimanenti. Li, sarò ospite dell’Albergo Lovere, che si è reso
le scarpe tecniche, senza scordare la società sportiva Runner
disponibile a supportare la mia impresa.
Bergamo.
Qualche record, però, lo ha già conquistato in passato.
In bocca al lupo per la nuova avventura. Non mancheremo di
A maggio del 2005 sono partito da Sedrina, il mio paese natale, e ho raggiunto Capo Nord, dopo 4.028 chilometri corsi in 59 giorni.
seguire le sue progressioni, tenendo informati i lettori di PREALPI. Ci vediamo all’arrivo!
Nel 2006 dal 9 aprile al 16 giugno, ho attraversato gli Stati Uniti, da Miami a Portland: oltre 5.500 chilometri, con una media di 81 chilometri al giorno. Ho anche compiuto il giro d’Italia in 76 giorni, dal 14 aprile al 30 giugno del 2007, percorrendo 6.400 chilometri con una media giornaliera di 85 chilometri. Una bella impresa! E quante paia di scarpe ha consumato? 1 paio ogni 1.000 chilometri, circa. Un bel test resistenza dei materiali. Per la nuova impresa, avrà il supporto tecnico di qualcuno o correrà sempre da solo? All’inizio di ogni giornata di corsa normalmente preferisco partire solo; userò questa strategia anche per il nuovo tentativo. Nel corso della mattinata, sarò seguito da un amico che mi farà compagnia durante la corsa e che fungerà da supporto tecnico. Vorrei però dire che, ciò che mi accingo a compiere sarà un’esperienza che verrà condivisa anche con chi mi seguirà da casa, ovvero i miei sponsor, che vorrei ringraziare: l’Hotel Lovere,
Immagine 33
Gallery Da Miami a Portland.
34
MONTAGNA ACCESSIBILE
LA MONTAGNA È PER TUTTI di Davide Novali
Video
35
Spesso la disabilità è considerata come impossibilità nel
In ambito sportivo è, per esempio, il caso degli atleti ipovedenti
compiere gesti atletici (dal punto di vista dei normali); sono
che sciano su ripidi pendii seguendo la voce della loro guida. Ma
diverse le occasioni nelle quali i normali non si cimenterebbero
se vogliamo spingerci oltre, possiamo citare la storia di Joch
neanche sotto minaccia. Una semplice passeggiata sui sentieri di
Dueck, sciatore freestyler diventato paraplegico nel 2004 a
montagna per raggiungere un rifugio, può essere considerata
seguito di un incidente occorso durante una esibizione
impegnativa da chi, normalmente, può camminare e vedere. Per
acrobatica. Curiosando in rete, ci siamo imbattuti in questa sua
questo, il CAI di Bergamo ha
video story che dimostra come, con tenacia, allenamento e una
lavorato con impegno
bella dose di coraggio, si
affinché il rifugio Alpe Corte
possano superare ostacoli per
d i Va l c a n a l e p o t e s s e
molti insormontabili. Nonostante
accogliere e ospitare turisti
questo handicap guardate cosa
con disabilità,
riesce a fare: dopo otto anni,
ribattezzandolo rifugio per
finalmente, il 3 febbraio Josh è
tutti senza barriere e senza
riuscito a diventare la prima
frontiere. Già da settembre
persona al mondo a fare un
2009, il rifugio è accessibile
backflip (salto mortale) sulla neve
ai disabili, grazie
su una “Sit Ski”. Un esempio di
all’eliminazione di tutte le
come le persone con alcune
barriere architettoniche
disabilità riescano a godersi la
esistenti, alla realizzazione
Filmato - clicca sull’immagine
vita, a coltivare le passioni e fare
di scivoli e di un ascensore
Fonte YouTube, credit Salomon Freeski.tv
cose incredibili, dando (a noi
interno che collega il piano
normali) un esempio.
terra con le camere al piano superiore.
36
INTERVISTA
ALIMENTAZIONE E SPORT di Giovanni Frangi e Daniele Frigerio
37
I praticanti degli sport di montagna sono sempre più numerosi, e
C'è un malinteso di fondo in chi vuole dimagrire, purtroppo
talvolta i praticanti dell'uno si mescolano all'altro. Abbiamo
supportato da una generale disinformazione scientifica. Per
chiesto a Luca Speciani, medico e nutrizionista responsabile
dimagrire non serve controllare le calorie. Occorre piuttosto
dell'alimentazione della squadra nazionale di ultramaratona e
lavorare sulla qualità dei cibi assunti, sugli orari e sulle
ultratrail, se vi siano differenze importanti nell'approccio
composizioni dei pasti, e naturalmente sul movimento fisico.
alimentare delle diverse specialità.
Quest'ultimo non come “consumatore di calorie” ma come
Innanzitutto occorre capire se stiamo parlando di alimentazione sotto sforzo o di alimentazione in genere, quella di tutti i giorni. Se parliamo del cibo quotidiano possiamo incominciare a dire che lo sportivo in genere ha esigenze e fabbisogni diversi rispetto a chi è sedentario. Ho trattato questo argomento molto in dettaglio su un libro di recente uscita scritto con Lyda Bottino dal titolo “Oltre l'alimentazione dello sportivo”. Chi fa sport deve mangiare. Non è più possibile pensare di ragionare in termini di sole calorie per stabilire quanto e cosa. Recenti studi scientifici hanno ben documentato come la normocaloricità (ovvero la copertura dell'intero fabbisogno calorico quotidiano) e la normoproteicità (ovvero la soddisfazione dell'intero fabbisogno proteico) siano strettamente correlati con lo sviluppo e la conservazione di adeguate masse muscolari, che servono poi a tutti, qualunque sia lo sport praticato.
portatore di un messaggio. Il nuovo paradigma su cui si deve lavorare se si vuole perdere del grasso superfluo richiede un approccio di messaggio, con abbandono della logica delle calorie che ha fatto tanti danni nel secolo scorso. Questi concetti sono alla base della DietaGIFT, un regime alimentare sano ed equilibrato che ho strutturato negli anni scorsi insieme a mio fratello Attilio, medico immunologo. Allora, le calorie non contano più. Può spiegarsi meglio? Ciò che conta non è l'apporto calorico di un cibo ma la sua capacità di indurre effetti biologici sul nostro organismo. Un litro di olio extravergine ha più o meno le stesse calorie di un litro di gasolio, ma l'effetto biologico sul nostro organismo è completamente diverso, come ciascuno di noi può facilmente immaginare. L'esempio è paradossale, ma chi di noi conosce la differenza tra le 30 kcal di un gambo di sedano e le medesime di
Quindi, anche in sovrappeso, bisogna comunque che lo sportivo
un caffè zuccherato? Il primo si pareggia con il costo masticatorio
mangi? Molti si avvicinano agli sport outdoor anche per perdere
dello stesso, il secondo genera invece uno sbalzo glicemico
qualche kg.
violento, con coinvolgimento dell'insulina e immediato stimolo all'ingrassamento. Chi vuole dimagrire deve tenere conto di 38
queste dinamiche molto più che delle calorie. Il conto delle calorie
energie, e l'atleta si trova nel giro di poco tempo demuscolato.
invece torna buono in relazione al computo dei fabbisogni minimi
Naturale che per comprendere cosa stia succedendo all'interno
di chi fa sport: l'atleta perde muscolo e motivazione se mangia in
del corpo occorrono strumenti adeguati – come un affidabile
quantità inferiore rispetto ai propri fabbisogni.
bioimpedenziometro – che consentano di analizzare la composizione corporea in termini
P e rd e m u s c o l o ? P e r q u a l e
di muscolo, acqua e grasso. Lo
motivo?
sportivo non può permettersi una dieta ipocalorica. Mai.
La regolazione dell'accumulo o del consumo di grasso nasce a
E sotto sforzo, che cosa succede?
livello dell'ipotalamo, un pezzo molto importante del nostro
Sotto sforzo le cose cambiano. E
cervello più antico, che fa da
cambiano in modo differente a
integratore di informazioni e da
seconda dello sport praticato. Chi
generatore di comandi attraverso
corre un trail, una skyrace o
la nostra rete neuroendocrina,
anche una semplice gara in
indirizzando i nostri organi (tiroide,
natura, deve sottoporsi a uno
s u r re n e , g o n a d i ) e d a n c h e
sforzo cardiaco piuttosto elevato
l'apparato osteomuscolare verso
(anche 170-180 battiti/minuto),
un maggiore o minor funzionamento. I segnali a cui l'ipotalamo risponde sono gli
Gallery Sport invernale.
che rende minime le possibilità nutrizionali. Diverso il caso dell'escursionista, che ha invece
stessi a cui rispondeva l'uomo
pause frequenti e ritmi cardiaci
primitivo, sempre attento a
piuttosto bassi. Il nordic walker si
risparmiare energia. Dunque un eventuale regime ipocalorico
trova invece in una posizione intermedia. Più alto è l'impegno
(letto dal cervello come una carestia) segnala all'ipotalamo
cardiaco, meno il nostro apparato digerente è in grado di
l'impossibilità di costruire massa muscolare, per non sprecare
processare degli alimenti. L'altra variabile è poi la lunghezza del 39
tragitto, che influenza, di solito, l'impegno cardiaco. Un'uscita di
aumenta (e in salita è pressoché inevitabile) il consumo di
un'ora è ben diversa da quel punto di vista da una prestazione da
zuccheri sale, e si può andare incontro a un precoce esaurimento.
8-10 ore.
Dunque il fattore limitante della prestazione sono gli zuccheri?
Che cosa possono mangiare sotto
A meno che l'uscita sia molto
sforzo questi sportivi?
breve (diciamo inferiore alle due
Prima di tutto va capito se
ore di impegno) si può dire di sì:
possono o non possono
in quel caso un'integrazione
mangiare. Il nostro organismo
zuccherina può dare dei benefici,
possiede (se le scorte sono piene)
ricordando che sotto sforzo non vi
una disponibilità di zuccheri tra
è rischio di picco glicemico, come
fegato e muscoli (sotto forma di
invece avviene se si assumono
glicogeno) pari a circa 30 kcal per
zuccheri mentre si è seduti sul
kg di peso. Diciamo dunque che
divano. Sotto sforzo intenso o
un adulto parte per l'allenamento
medio (corsa, sci da fondo, nordic
o per l'escursione con circa 2000
walking impegnato) che si
kcal zuccherine disponibili. Inoltre
prolunghi oltre le due ore, può
ciascuno di noi dispone di scorte
essere utile assumere zuccheri
di grassi pressoché illimitate (150.000 kcal per un individuo magro), che tuttavia non possono
Gallery Sport estivo.
disciolti in acqua a bassa concentrazione (6% circa), fino a un massimo di un litro/ora.
essere utilizzate se non
Qualunque cibo solido o
accompagnate da zuccheri. Un
contenente grassi e/o proteine (le
allenamento di durata deve dunque prevedere un consumo
classiche barrette) non solo non apporta energia (essendo
contenuto delle scorte zuccherine, sfruttando anche le scorte
richiesto un tempo digestivo tanto più lungo quanto più forte è
lipidiche. Ciò avviene se l'andatura è lenta. Se l'impegno cardiaco
l'impegno) ma soprattutto sottrae risorse richiamando sangue 40
verso l'apparato digerente e sottraendolo ai muscoli impegnati
secondo saranno consentiti i cibi di cui può fare uso
nello sforzo. Questo fenomeno, chiamato “furto di sangue”, deve
l'escursionista.
essere accuratamente evitato. Della frutta molto acquosa (arancia, mela, susina, albicocca) può essere un accettabile compromesso: non implica una digestione troppo complessa, e
E se poi una volta arrivati al rifugio ci si volesse tuffare su una fumante tazza di cioccolata calda?
fornisce anche minerali, antiossidanti, vitamine, che nessuna
I vincoli e le limitazioni valgono e hanno un senso fino a che
soluzione zuccherina è in grado di offrire.
siamo impegnati nel gesto sportivo. Una digestione pesante in
Questo vale anche per l'escursionista? In montagna si vede addentare di tutto
corso può anche guastarci la giornata, o rendere il nostro gesto meno naturale e piacevole. Quando abbiamo finito, se lo sforzo è stato ben dosato, ci troviamo in una situazione di svuotamento
L'escursionista è avvantaggiato dalla lentezza e durata del suo
delle nostre scorte di glicogeno. Che vanno rapidamente
esercizio. Quando le pulsazioni sono basse, diciamo intorno alle
ricostituite. Non chiedetemi, come nutrizionista, di avallare il
110-120/minuto, è praticamente possibile anche una minima
consumo di alimenti zuccherini fuori dall'attività sportiva: ne
funzione digestiva. Sono dunque tollerabili anche cibi solidi,
combatto quotidianamente l'abuso! Tuttavia se c'è un momento
purché non troppo ricchi di grassi o di proteine. No dunque al
in cui possiamo concederci qualche stravizio è proprio nelle ore
cioccolato, alle barrette complesse, al formaggio, mentre è
subito successive ad un'attività sportiva intensa o prolungata.
accettabile il consumo di carboidrati (magari integrali) come pane
Una bella cioccolata, specie in inverno, se non troppo zuccherata,
e marmellata, biscotti secchi, barrette al miele o alla frutta e
può essere un accettabile compromesso. Si vive una volta sola.
cereali, frutta disidratata o fresca (anche banane), gallette di riso/ mais ecc. E' chiaro che se il camminatore fosse un cardiopatico, diabetico, obeso, che per il solo camminare manda le sue pulsazioni molto in alto, varrebbero per lui le stesse limitazioni digestive del corridore. Il nordic walker è invece una perfetta via di mezzo. Il suo gesto può essere atletico e intenso o, pur nel rispetto della tecnica acquisita, lento e lieve. Nel primo caso le limitazioni nutrizionali saranno simili a quelle del corridore, nel 41
Chi è Luca Speciani Luca Speciani, che inizia da oggi la sua collaborazione con Prealpi e con Prowalking (partner tecnico della rivista), è medico e alimentarista. Inventore del metodo DietaGIFT con il fratello Attilio, è responsabile medico nutrizionale della nazionale italiana di ultramaratona, tecnico FIDAL e istruttore di Nordic Walking. Autore di numerosi testi di medicina, sport e alimentazione, collabora con diverse riviste, tra cui Correre, Triathlete, Ciclismo. Visita nei sui studi in Lombardia (Bellusco), Piemonte (Costigliole Saluzzo) e Veneto (Revine). Il suo sito di riferimento è w w w. d i e t a g i f t . i t e l o s i p u ò c o n t a t t a re a l l ' i n d i r i z z o info@lucaspeciani.it
dott. Luca Speciani. 42
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vivere una nuova dimensione: sono solo alcune delle esperienza
francese e corsi di pilotaggio in termica. Il Club volo libero Monte
da vivere con la scuola di volo Parapendio Monte Farno. Da più di
Farno si propone come punto di aggregazione per i piloti di
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parapendio che praticano questo sport sulle pendici del monte
piloti e offre a chiunque la possibilità di provare il volo in
Farno nella verde Val Gandino e più in generale nell’alta Val
parapendio biposto in compagnia dei suoi istruttori. La scuola
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offre agli aspiranti allievi la prima giornata di prova gratuita direttamente sul campo pratica ove cimentarsi con il primo approccio al parapendio; successivamente, si potrà decidere per l’iscrizione al corso. Il corso di volo si suddivide in due livelli: il primo si sviluppa nel week end ed eventualmente, in base alle esigenze dei partecipanti, anche nei giorni feriali. La durata approssimativa è di 7/8 giornate con circa 3 ore di lezione al giorno; durante questa fase l’allievo perfeziona le fasi del decollo e dell’atterraggio, cominciando con brevi stacchi da terra per giungere gradualmente ai primi voli alti. Questi sono i requisiti essenziale per aver accesso al secondo livello L’obiettivo del secondo livello è il raggiungimento della totale autonomia di volo e della gestione pratica e teorica del volo; questa fase si raggiunge effettuando non meno di trenta voli alti, tutti
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costantemente seguiti via radio dagli istruttori. Durante il volo, al fine di garantire la massima sicurezza, l’allievo verrà munito di ben due apparecchi radio collegati costantemente all’istruttore che da terra impartirà le
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sicurezza e comfort grazie al sistema di
Sagitta Dome è un tocco di colore e di
le situazioni. Firmata Salomon, Ladakh
regolazione interno) nei divertenti toni del
calore per completare la tenuta invernale
FZ è ideale per lo sci, le escursioni in
verde prato, azzurro cielo e
delle active ladies. La soffice lana è
montagna, la vita cittadina nei lunghi e
naturalmente... rosa shocking! Un total
abbinata alla fodera in microfibra di
freddi inverni. E, quando il clima
look unico per affrontare con stile ogni
poliestere riciclato. Orecchie al caldo
comincia a farsi più tiepido, si indossa
sfida sulla neve. K Racy Duo: 99 Euro -
grazie all’apposita protezione. 30 Euro
sopra ad una T-shirt, perfetto esempio di
Kodiac Roll Fit: 105 Euro
Gallery
versatilità infinita. 180 Euro
Gallery 48
PRIMALOFT
C.A.M.P.
L’intramontabile Parka della linea /29 by
Durante le attività invernali in montagna
Norrøna acquista una nuova identità: i
un buon utilizzo delle mani è sinonimo di
materiali sono ad altissima tecnologia e il
benessere, di performance e di avere
design rivisitato in chiave “active”.
tutto “a portata di mano” a seconda delle
L’isolamento PrimaLoft® Sport, offre
situazioni : per l’alpinista, l’ice climbing,
calore pari alla piuma d’oca persino in
per gli sciatori o i semplici escursionisti
condizioni di bagnato estremo,
C.A.M.P. propone una rinnovata linea
morbidezza, leggerezza, totale
completa di guanti, con prodotti tecnici
idrorepellenza, traspirabilità,
che corrispondono ad ogni domanda e
comprimibilità. Strato esterno in tessuto
ad ogni utilizzo. Il design curato e la
GORETEX®, ghette per le mani, nuove
scelta dei migliori materiali offrono un
zip in metallo YKK®. Disponibile nelle
prodotto efficace al 100%. G Comp
due versioni uomo e donna. 700 Euro
Wind Leggeri ed avvolgenti per competizioni di sci alpinismo e alpinismo. Protezione antivento Windmit’N inserita nella parte alta del polso. 61 Euro
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COLOPHON Direttore Responsabile: Marco Spampinato Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Vincenzo Aliberti, Davide Novali, Roberto Lorenzi, Giovanni Frangi, Daniele Frigerio, Milva Bigoni Rivista bimestrale Autorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006 www.prealpi.eu - info@prealpi.eu TURISMO EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633 redazione@prealpi.eu Impaginazione: officinadanova Pubblicità: Turismo Edizioni - tel. +39 348 3848389 info@prealpi.eu Prealpi - Una Montagna di Sport è associata al circuito Visiotrade
Project Manager iEdition: Marco Spampinato & officinadanova
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