TURISMO EDIZIONI & officinadanova
iEdition n. 06
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INTRO
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EDITORIALE
Una stagione coi fiocchi. E quanti! Un inverno così abbondante di precipitazioni proprio ci voleva, per dare una spinta al turismo di montagna, per la gioia di operatori e appassionati di neve, e per cercare di allontanare questa ombra scura di pessimismo legata alla crisi economica. Tutte le stazioni comunicano valori sullo spessore del manto nevoso con numeri che mancavano da un po’, utili per una tranquilla prosecuzione fino alla fine di Aprile. Dati confortanti per tutto il settore dell’attrezzatura tecnica e per l’abbigliamento da montagna, bloccato da due stagioni. Un segnale positivo è giunto anche dalla recente fiera Ispo di Monaco di Baviera. Tanti operatori (moderatamente) ottimisti, hanno presentato i nuovi prodotti delle collezioni A/I 2013-2014, proponendo migliorie tecnologiche e materiali innovativi. Alcune novità da scoprire, nella nostra rubrica dedicata allo shopping. E per continuare a sfruttare al meglio questa stagione di neve, proseguiamo con alcuni suggerimenti per trascorrere una bella giornata in montagna, tra una ciaspolata e una gita con le pelli sotto gli sci. Vi invitiamo a inviarci I vostri racconti, le escursione, le giornate trascorse sulle vostre montagne preferite; la redazione leggerà con attenzione I contenuti e il migliore selezionato sarà pubblicato nella sezione “Scritto da voi”, sul prossimo numero di PREALPI iEdition, magazine multimediale. Inviate i vostri commenti, idee e suggerimenti per migliorare la vostra rivista, scrivendo a mail.prealpi@gmail.com Continuate a seguire le news, collegandovi al blog prealpi.wordpress.com e sulla pagina PREALPI iEdition di Facebook. Buona lettura. Marco Spampinato 4
MI PIACE
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NOTIZIE E CURIOSITÀ
NEWS
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PASQUA E PASQUETTA IN VETTA A pochi km da Madonna di Campiglio (TN), destinazione glamour per eccellenza, sorge il più classico dei masi alpini, tutto legno e merletti. Il Relais & Gourmet Maso Doss, che fa parte di Trentino Charme - consorzio che riunisce strutture gestite con l’amore di chi sa di poter offrire un territorio unico in spazi esclusivi attorniati dalla natura - incanta gli amanti della montagna dal 1500. Solo sei stanze, completamente immerse nell’atmosfera romantica di inizio secolo che permea ogni dettaglio. Tutti i pomeriggi, di ritorno dalle piste, ci si possono scambiare le esperienze sportive insieme ad una merenda genuina e la sera ci si ritrova davanti al camino. Fino al 14 aprile 2013 prezzi a partire da 75 euro per persona al giorno con pernottamento e ricca prima colazione a buffet, brindisi di benvenuto, snack “after sport” pomeridiano, l’uso di racchette da neve per gite negli itinerari del Parco Naturale Adamello Brenta. E poi... tutti insieme appassionatamente al maso! Maso Doss può essere affittato in esclusiva con la famiglia o con gli amici: dipsone di 6 camere doppie con 12 posti letto e, a Pasqua, è proposto a partire da 4200 euro a settimana. Trentino Charme Relais & Gourmet Maso Doss trentinocharme.it/relaisgourmetmasodoss 7
LAVAREDO ULTRA TRAIL Il14 febbraio si sono aperte sul sito www.ultratrail.it le iscrizioni all’edizione 2013 di uno dei più importanti appuntamenti italiani, la The North Face® Lavaredo Ultra Trail. Giunta alla settima edizione, questa corsa di 118 km e 5.700 m di dislivello si terrà a Cortina d’Ampezzo il prossimo 28 giugno. La gara, che vanta uno degli scenari più belli al mondo, ha visto trionfare, negli ultimi anni, campioni internazionali come Sébastien Chaigneau, Iker Karrera, Fernanda Maciel e Francesca Canepa. Le iscrizioni alla Cortina Trail, gara di 46 km e 2.500 m di dislivello positivo che si svolgerà sabato 29 giugno su parte del percorso della gara lunga, apriranno invece il 1° marzo. Per ognuna delle due gare sono disponibili solo 700 posti quindi i runner dovranno davvero… correre ad iscriversi sul sito. Main sponsor dell’evento è The North Face®, leader mondiale nel settore dell’abbigliamento, dell’attrezzatura e delle calzature outdoor tecnicamente d’avanguardia. (foto: The North Face®/Thierry Sourbier)
e all'avventura, in programma dal 25 aprile al 5 maggio a Trento e poi fino all'8 maggio a Bolzano. DESTINAZIONE...TURCHIA Sono bastate due edizioni alla sezione “Destinazione...” del Trento Film Festival, itinerario cinematografico - ma non solo - in un paese o
61^ TRENTO FILM FESTIVAL
area geografica affine per territorio e culture a quelli abitualmente frequentati dalla manifestazione, per diventare un percorso dal
Novità alla 61esima edizione del primo e più antico festival
profilo originale e riconosciuto all'interno della variegata proposta
internazionale di cinema dedicato alla montagna, all'esplorazione
del festival, che ha trovato un pubblico nuovo e attento. Dopo i 8
progetti dedicati alla Finlandia (2011) e alla Russia (2012), il Trento
e alla propria “normalità” - lavoro, famiglia, figli - riservando
Film Festival punterà verso Sud, oltre il bacino del Mediterraneo,
all'alpinismo esclusivamente il suo tempo libero: le sue vacanze e
invitando gli spettatori a scoprire la Turchia, in particolare i suoi
le festività, occasioni in cui si libera di giacca e cravatta per
territori più interni, rurali e remoti, segnati dai paesaggi montuosi
aggrapparsi a qualche parete impossibile per realizzare imprese
del Caucaso.
straordinarie. A 57 anni l'inglese Mike Fowler, attuale presidente
50 ANNI DI ALPINISMO A STELLE E STRISCE CON REINHOLD
del prestigioso Alpine Club di Londra, è uno dei più forti alpinisti
MESSNER Cinquant’anni fa, nella primavera del 1963, un team di
in attività. The Observer l'ha nominato “scalatore tra gli scalatori”.
alpinisti americani, stupiva il mondo con una impresa senza
Queste sono solo alcune delle importanti novità previste per la
precedenti, la prima attraversata del tetto del mondo, l'Everest,
nuova edizione del Festival. Per informazioni: trentofestival.it
salendo dalla inviolata cresta ovest e scendendo dalla via dal Colle Sud, percorsa per la prima volta dieci anni prima da Hillary e Tenzing. Dopo i tentativi di Charles Houston sul K2 era questa la prima importante affermazione dell'alpinismo a stelle e strisce sugli ottomila, dopo i successi di francesi, britannici, italiani, tedeschi, svizzeri, austriaci e giapponesi. In questa serata, partendo da questa impresa che fece sensazione e che rivivrà nei ricordi di un protagonista di quella spedizione, il capo spedizione e cineasta Norman G. Dhyrenfurth, Reinhold Messner ripercorrerà alcune delle più importanti tappe dell'alpinismo americano, dalla Yosemite Valley e quello stile di arrampicata “pulito” che ha influenzato generazioni di alpinisti, fino ai protagonisti di punta di questo alpinismo ai giorni nostri. MIKE FOWLER, “SCALATORE TRA GLI SCALATORI” Per la prima volta al Trento Film Festival l'alpinista inglese Mike Fowler racconterà al pubblico di Trento “la normalità delle imprese straordinarie” di cui si è reso protagonista, pur non praticando l'alpinismo da professionista.
Reinhold Messner, durante una conferenza al Trento Film Festival 2012
Fowler infatti non ha infatti mai rinunciato alla propria quotidianità 9
FONDO DA CAMPIONI ALL’ALPE DI SIUSI
fondisti principianti. Bambini compresi. Che le piste dell’Alpe siano davvero uniche viene dimostrato anche dalla presenza,
Panorami incantati, silenzi profondi, atmosfere da favola: solo per
sugli anelli di fondo, dei campioni delle squadre
questo l’area vacanze Alpe di Siusi meriterebbe un viaggio. Ma
nazionali (“azzurri”, ma anche svedesi, norvegesi, tedeschi e
oltre a tutto ciò, l’Altopiano ha in
finlandesi) che si allenano in
serbo per i suoi fan qualcosa di
vista delle gare più
più: la possibilità, cioè, di
impegnative della stagione.
praticare lo sci da fondo in un
Perché proprio l’Alpe di Siusi?
ambiente unico nel suo genere.
Perché, spiegano coach e
Gli amanti di questa disciplina
allenatori, il training in quota
nordica trovano qui chilometri e
sfrutta gli effetti che il minor
chilometri di piste (un’ottantina,
contenuto d’ossigeno nell’aria
dicono i bene informati) preparate
ha sull’organismo. Il risultato?
per lo skating e la tecnica classica
Il corpo reagisce alla minore
che grazie alla loro altezza,
ossigenazione del sangue
compresa tra i 1.700 e i 2.100
formando un maggior numero
metri, godono di un innevamento
di globuli rossi che porta,
abbondante e sicuro, fino a
negli atleti, ad ottenere
primavera inoltrata. Dal punto di
migliori performance. Si scia
vista paesaggistico, poi, gli
in piena luce e in pieno sole,
itinerari sull’Alpe regalano
ovviamente, perché Sciliar,
emozioni uniche: nei quasi 60
Sasso Piatto, Sasso Lungo e
chilometri quadrati di estensione
le altre cime dolomitiche
dell’Altopiano, infatti, si alternano dolci rilievi, colline appena
rimangono, come scenografiche quinte, sullo sfondo
accennate, pianori estesi. Conseguenza? I tracciati e le piste
dell’Altopiano senza allungare le loro ombre sulle piste. Per
sono più stimolanti e, grazie ai dislivelli presenti, offrono diversi
informazioni: Alpe di Siusi Marketing Tel. 0471.709600
gradi di difficoltà, impegnando, senza troppa fatica, anche i
alpedisiusi.info 10
TRAIL SUL “FERRO DI CAVALLO”
partecipanti potranno infatti godere di un vista a 365 gradi sul patrimonio naturale UNESCO delle Dolomiti, con le Alpi Aurine, le
Saranno i Monti Sarentini il teatro di una gara davvero selettiva: la
“Ötztaler Alpen”, le “Stubaier Alpen” (Alpi Breonie di Ponente), la
Südtirol Ultrarace. La competizione di trail estremo rappresenta
zona dell’Ortles ed il Brenta, a fare da contorno al tracciato di
certamente la corsa in montagna più dura dell'Alto Adige, e
gara. Le iscrizioni, aperte già dal primo di febbraio, sono possibili
anche per questa ragione, dal 26 al 28 luglio sono attesi a questo
sia sul sito internet della manifestazione, ovvero suedtirol-
“vernissage” numerosi atleti in grado di accettare la sfida. «Il
ultrarace.it, e anche sul sito Datasport, datasport.com. Il numero
tracciato di gara, che si sviluppa lungo il sentiero Ferro di Cavallo
massimo dei partecipanti è fissato a 1000 persone. I concorrenti
è lungo 124 chilometri e solitamente gli escursionisti lo affrontano
devono essere maggiorenni. Altre informazioni sulla Südtirol
dividendo il percorso in ben sette tappe – commenta Josef
Ultrarace al sito: suedtirol-ultrarace.it
Günther Mair, presidente del comitato organizzatore che fa capo all'associazione GRW (Cooperativa per lo sviluppo regionale e la formazione) e la varietà del tracciato richiede ai concorrenti una certa abilità nella corsa in alta quota, assoluta mancanza di vertigini ed una condizione psico-fisica al top, considerando il dislivello di 7.666 metri». La competizione di corsa estrema “The North Face® Ultra-Trail du Mont-Blanc®” ha inoltre riconosciuto la Südtirol Ultrarace come gara di qualificazione per l’edizione dell’UTMB 2014. Ogni partecipante riceverà il punteggio massimo di 4 punti. «Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento, che ci è stato dato dal comitato organizzatore di una delle gare di corsa estrema in montagna più importanti a livello mondiale - ha spiegato Josef Günther Mair – è davvero incredibile, soprattutto se si pensa che noi la nostra prima edizione la dobbiamo ancora fare». Gli sforzi profusi per portare a termine la difficilissima Südtirol Ultrarace saranno ricompensati da un panorama unico e mozzafiato: lungo tutto il percorso, i 11
SLOW E FREE, LA PASQUA AMPEZZANA
piccini potranno cimentarsi anche in escursioni sulle ciaspe, in
luoghi vergini e “off-line” dove i rumori della tecnologia lasciano il
120 chilometri di piste e 180 cm di neve in quota attendono a
posto al solo suono della natura. E per gli amanti dello sci, nella
Cortina chi desidera trascorrere una Pasqua bianca. In versione
sua versione più classica, a disposizione120 km di piste,
slow, per chi sceglie un soggiorno in malga da abbinare a
perfettamente innevate. E quando il sole di primavera splende
ciaspolate e sci nordico nel
Parco Naturale delle Dolomiti
alto nel cielo, all’attività sportiva si può abbinare un’invidiabile
d’Ampezzo. Anima free invece se si opta per discese in slittino in
tintarella. Suggestiva la Pista Vitelli, nella ski-area Tondi-Faloria:
notturna, ski safari e vie ferrate invernali. Dal 29 marzo al 1 aprile,
qui lo scii magicamente rallenta e da sport diventa spettacolo
a Cortina d’Ampezzo è ancora tempo di weekend bianchi da
panoramico, grazie a speciali points view allestiti lungo il percorso
trascorrere sulle piste innevate, tra ritmi slow e attività outdoor
con soste e tappe rigeneratrici. Speciali pacchetti vacanza a
che tengono con il fiato sospeso. Sport all’aria aperta ma con
partire da 330 Euro. cortina.dolomiti.org
approccio soft, per una full immersion nella natura. Scivolando lentamente nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, gli amanti dello sci nordico avranno a disposizione un’area di 11.000 ettari che, confinando con il Parco di FanesSennes-Braies, forma un comprensorio di circa 37.000 ettari. In tecnica libera o classica si potrà conoscere uno dei quattro parchi regionali del Veneto disturbati dal solo scricchiolio degli sci. Per assaporare appieno il lusso del silenzio, grandi e 12
ESCURSIONISMO
CIASPOLATA IN ENGADINA di Marco Spampinato
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Una facile passeggiata da effettuare con le racchette da neve, si può trovare a pochi chilometri dal confine con l’Engadina. Percorrendo la SS37 che da Villa di Chiavenna oltrepassa la dogana Svizzera, si prosegue inerpicandosi per alcuni tornanti, superando il Passo Maloja, fino a raggiungere l’abitato di Sils (1.810 m) che si trova alla punta nord dell’omonimo lago. Lasciata l’auto all’ingresso del paese, si inizia la ciaspolata proprio sulle acque ghiacciate e coperte di neve dello specchio d’acqua, che terminerà proprio a Maloja Posta, sulla punta opposta. L’escursione, risale la dorsale sinistra orografica del lago attraversando nuclei di baite alle testate delle valli Fex e Fedoz e il piccolo gruppo di baite di Ca d’Starnam. Dopo aver costeggiato per un centinaio di metri la sponda del lago lungo la pista da fondo, si comincia a risalire il bosco di larici e pini cembri, seguendo i cartelli che indicano Maloja, lasciandosi a destra la pista. Perdersi è quasi impossibile, considerando i numerosi cartelli che segnalano località e sentieri. L’ampiezza del bosco invoglia a tracciare nuove vie di percorrenza e segnare la neve immacolata presente ovunque. Di nuovo si ridiscende sulla pista da fondo, avendo l’accortezza di non pestarne i binari, e dopo circa 150 metri si rientra a sinistra nel bosco, sulla traccia del sentiero. L’ascesa progressiva nel bosco innevato 14
conduce fino a una terrazza panoramica
l’esposizione soleggiata
naturale rivolta verso il borgo di Fez, dove
invita a una sosta per
non è inusuale assistere al passaggio di
riposarsi e rifocillarsi dopo
c a r ro z z e t r a i n a t e d a c a v a l l i , c h e
lo strappo in salita. La
trasportano i turisti. Da qui, volgendo lo
discesa verso Maloja si
sguardo a destra, si domina il lago di Sils
affronta lungo il sentiero a
per tutta la sua ampiezza. Proseguendo
mezza costa che
per circa 15 minuti, tra una salita e una
ridiscende verso il lago,
discesa, incrociando ancora la pista da
seguendo i cartelli che
fondo, si rientra nel sentiero seguendo la
indicato Maloja Posta. Si
direzione opposta del cartello che segnala
tratta di una gita semplice
Val Fex-Isola. Si attraversa una valletta in
e senza particolari
salita, con una piccola baita di riferimento,
difficoltà o pericoli. Il
fino a raggiungere il segnale per la Val
tragitto misura circa 7
Fedoz e un cartello per la pista di
chilometri e può essere
mountain bike, per indicarci la direzione
tranquillamente percorso
che ci porterà alle baite di Ca d’Starnam.
in circa 3 - 4 ore,
Risaliamo la dorsale lasciando sempre il
comprese le soste
panorama del lago sulla destra che offre
necessarie per ammirare le
una spettacolare visione della larghissima
meraviglie naturali offerte
e dritta pista da fondo che da Sils arriva a
d a q u e s t o s c o rc i o d i
Maloja, passando di fianco a Isola.
Engadina.
Lungo
L’avvicinamento alla Val Fedoz lascia senza fiato per la
l’itinerario non esistono punti d’appoggio; pertanto è necessario
scenografia che la natura riesce a offrire agli escursionisti. Dopo
avere con sé una buona colazione al sacco. Va ricordato che
una breve discesa si supera un ponticello e di nuovo si risale
siamo partiti da Sils, dove abbiamo parcheggiato l’autovettura; il
verso il gruppo di baite di Ca d’Starnam a quota 2.024 m. A
ritorno può essere effettuato utilizzando un autobus della linea
questo punto siamo circa a metà della nostra escursione e
pubblica.
Gallery
15
ESCURSIONISMO
SCIALPINISMO AL MONTE TORO di Lucio Benedetti e Chiara Carissoni
16
Quando in un contesto di orobici scialpinisti si parla di escursioni, una di quelle con la “E” maiuscola è senz’altro la salita con le pelli alla nota vetta del Monte Toro che sovrasta Foppolo, in alta Val Brembana. La scialpinistica al Monte Toro, nota già ai tempi pionieristici decantati nella celebre 1a Guida sciistica delle Orobie, opera omnia del vulcanico Beniamino Sugliani, viene definita “Riservata a buoni sciatori alpinisti allenati, consigliabile solo con ottime condizioni di tempo e di neve”. Questa è una premessa che vale un po’ per tutte le salite alle nostre montagne, ma ancora di più a quelle cime, come al Monte Toro, dove la parte più alta lascia l’ovattato fondovalle al Passo di Dordona e si trasforma, richiedendo un approccio più tecnico, più alpinistico, più impegnativo. Dicevamo che la partenza proposta avviene da Foppolo, cioè dal versante meridionale delle Orobie, ma è assai remunerativa anche la salita valtellinese, cioè quella che vede la partenza da Tecce, 1.255 m, in Val Madre (SO), avendo come comune punto d’incontro il Passo Dordona. Foppolo, dunque, il comune più elevato della provincia di Bergamo, a 1600 m circa, oggi capitale del noto comprensorio sciistico Foppolo-Carona, costituito per lo più da grandi condomini, moderni alberghi e impianti di risalita di ultima generazione, è per noi bergamaschi il punto di partenza più abbordabile. Quassù il tempo dei contadini, dei pastori, degli emigranti, nell’arco delle due guerre è andato lentamente scomparendo, trasformandosi e adeguandosi alle esigenze del nuovo mondo che, affamato di spazio e di svago, andava cercando sempre più in alto, avendo come obiettivo un utilizzo di spendibilità turistica anche in inverno. Non più 17
contadini e pastori dunque, nelle frazioni di Teggie, Ronchi o
L’itinerario di salita: Raggiunto a Foppolo, attraverso via Rovera,
Rovera, a tirare la cinghia e in perenne lotta con la sopravvivenza,
il piazzale da dove parte la sciovia del Monte Toro, ossia
bensĂŹ moderne strade e strutture turistiche che alla fine
l’impianto posto piÚ a sinistra per chi guarda, bisogna iniziare a
favoriscono anche il nostalgico scialpinista che sale i monti,
salire fra campi innevati e bosco rado, tenendo la sinistra e
usando il motore delle proprie gambe.
puntando ai grossi paravalanghe in calcestruzzo. Da qui, in salita
Finalmente si raggiunge la vetta
18
a mezzacosta e con pendenza continua in direzione N, si arriva alla Baita Cornellini (1828 m). Aggirando ora verso destra la cresta rocciosa che scende dal Monte Cadelle, bisogna puntare direttamente all’ampia sella del valico e attraverso alcuni saliscendi si arriva al Passo di Dordona (2061 m; 1 h 30’), un valico reso noto da secoli di transumanza verso i grassi pascoli della Valtellina, ora anche vigilato sul versante settentrionale da un minuscolo rifugio aperto d’estate (tel. rifugio: 349 6148236 – cell. 333 3963514). L’ampia panoramica che qui si apre offre la veduta delle più importanti vette Retiche, dal Monte Disgrazia ai Pizzi Badile e Cengalo. Goduta la vista al valico, si ritorna sui nostri passi per un breve tratto, poi, prima di riperdere quota, si piega a sinistra e si prende a salire fiancheggiando la cresta NordOvest del Monte Toro. Bisogna ora superare i ripidi pendii che sostengono l’alta balconata (ben visibile), posta circa a metà percorso tra il Passo di Dordona e la vetta del Monte Toro lungo la cresta spartiacque, individuando il passaggio migliore a seconda delle condizioni di neve (vi sono due o tre possibilità). Raggiunto con un po’ di fatica il vertice superiore di questo terrazzo panoramico, ci si affaccia sul versante valtellinese in prossimità dei pendii settentrionali del Monte Sullo spartiacque con le Alpi Retiche sullo sfondo 19
Toro. Per accedervi bisogna perdere circa 20 metri di dislivello, cosa generalmente possibile semplicemente scendendo a scaletta (potete tenere le pelli), oppure a piedi in presenza di neve gelata. Seguendo una successione di dossi si guadagna un breve pianoro ai piedi della vetta. La parte finale dell’itinerario si svolge su terreno decisamente più ripido, la cui stabilità andrà valutata attentamente; eventualmente percorrendo a piedi la cresta destra (nord ovest) si raggiunge finalmente la vetta (2524 m, in circa 3h 30’). Dalla cima si apre un amplissimo panorama che, verso Sud, abbraccia gran parte della testata della Val Brembana e l’ampio comprensorio sciistico di Foppolo-Carona. A Nord sfilano invece tutte le maggiori cime delle Alpi Retiche. Le granitiche sagome del Masino, la solitaria mole del Monte Disgrazia e, più in lontananza, la maestosa parata delle vette che compongono il massiccio del Bernina, mentre il fondovalle è generalmente offuscato dalle foschie. A Ovest, lo stretto e ripido valico della Bocchetta dei Lupi consente il collegamento con la Val Tartano e la zona dei Laghi di Porcile, mentre a Est, sulla Val Cervia, si apre il Passo di Valbona che si trova a Sud del Monte Toro in cima alla valletta secondaria che porta alla Casera di Valbona. La discesa: Questa è possibile, con tutte le cautele richieste dalla morfologia del terreno e del manto nevoso, effettuarla per lo stesso itinerario di salita, oppure come spesso si vede fare anche dagli scialpinisti bergamaschi, scendere dal versante valtellinese, sciisticamente più remunerativo, sino alla Casera di Valbona (1904 m). L’esposizione verso nord, garantisce quasi sempre neve Il Monte Toro
polverosa e di godibile sciata. Dal pianoro sottostante la vetta vi 20
sono due possibilità: la prima consiste nel proseguire a sinistra, scendendo a sfiorare il colletto dal quale ci si è calati per una ventina di metri, provenendo dal Passo di Dordona, per continuare lungo una successione di dolci pendii che portano alla Baita Piodèr (2062 m); la seconda alternativa è quella di traversare lungamente a destra, portandosi fin sotto il Passo di Valbona, raggiungendo così alcuni versanti più ripidi e solatii che, dalle pendici meridionali della Sponda Camoscera, calano decisi verso la Baita Piodèr. Da quest’ultima località, in ogni caso, bisogna raggiungere la sottostante Casera di Valbona (1904 m), e lo si può fare mantenendosi indifferentemente a destra o a sinistra della profonda forra incisa dal torrente. Gustata la pausa al sole nella conca dell’Alta Val Madre, si rimettono le pelli puntando in direzione Sud-Ovest, verso la semisommersa Baita Spiaz e, pur senza raggiungerla, ci si dirige sul colle di Dordona, ben identificabile dai tralicci dell’alta tensione, dove ad aspettarci ci sarà la Santella in legno con la Madonna di Lourdes. Spellati gli sci, gettiamo un ultimo sguardo alle Alpi Retiche e giù su Foppolo, magari calcando le tracce della strada estiva dove ci aspetta una fresca birra. Monte Toro
Gallery Località di partenza: Foppolo, m 1.600 - Dislivello in salita: m 924 + 170 - Dislivello in discesa: m 635 + 459 - Tempo di salita: 3 h 30’ Esposizione: Varie - Periodo: da Gennaio ad Aprile - Difficoltà: BS - Carte IGM: 18 II SO BRANZI – Kompass n. 104 - Pala, Artva e sonda
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SCRITTO DA VOI
CANALE NORD DEL RECASTELLO
di Marco Moratti
ESCURSIONE IN ALTA VALLE SERIANA
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La giornata si preannuncia splendida e le previsioni meteo sono corrette: cielo terso e sole splendente. Carico nello zaino l’attrezzatura necessaria: ramponi e piccozza, ghette d'ordinanza e via. Non ho ben in mente che fare, però penso di salire al Diavolo di Malgina o magari al Gleno. Giunto a Valbondione, inizia la salita e, all'altezza della partenza della teleferica trovo Marìca pronta a salire verso i suoi cari monti per aiutare il guardiacaccia Valerio; mi fermo a scambiare quattro piacevoli chiacchiere. Mi pare di intravedere qualcuno salire la panoramica, ma non me ne curo e devio al solito verso la “scorciatoia”. Il sentiero è pulito, presenta qualche pozzanghera ghiacciata e un po' di vetrato evitabile laddove l'acqua continua a bagnare le pietre. Per ora pericoli non ce ne sono, ma se continua così bisognerà prestare sempre più attenzione. Arrivo dunque al Curò, tutto ancora in ombra nella conca, solo le vette maggiori alte e i pendii a Est (vedi il Coca o il Redorta) sono ben assolati e assumono i caldi colori dell'alba. Mi fermo un poco sulla panchina accanto alla fontanella per un po' di colazione ristoratrice, nel mentre giungono le due figure che avevo scorto salire la panoramica. Sorpresa e coincidenza, uno di loro è un escursionista che già incontrai sul Redorta. Lui e un suo amico salirono il couloir Fantasma, io il ben più modesto canalone Ovest, poi scendemmo insieme e gli diedi un Cima, anticima Ovest e cresta Ovest (Corti-Lenatti) del Rescatello
passaggio sino a Valbondione dove avevano lasciato 23
l'automobile il giorno precedente.
e ramponi. Da li, inizio la vera e
Con lui, ma lo scoprirò solo in
propria salita verso il Canale. Il
vetta al Recastello, è un alpinista
mese di fermo obbligato dalla
di quelli seri. Istruttore CAI, ha
montagna, causa maltempo, si fa
fatto parte della prima ripetizione
sentire. Caspita se tira sto pezzo
della via Cassin al McKinley, e ora
di salita! Arrivo nell'antro Nord del
sta aprendo sulla nord del Fop, a
Recastello. Abbracciato a sinistra
Valcanale, una via di 30 tiri, circa
dalla cresta dei Corni Neri (o via
800 metri. E questo incontro oggi
Combi-Pirovano) e a destra dalla
sarà, oltre che piacevole, decisivo
lama che scende dritta
per la mia giornata. “Sei solo?
dall'anticima ovest, ovvero la
Dai, vieni con noi”. Mai mi sarei
parete NW (o via Rigoli-Pirovano)
aspettato un'occasione del
lo spettacolo è quantomai
genere, e la colgo al volo! Mi
imponente e meraviglioso. Qui è
avvio verso i Corni Neri. Sul
già slavinato e i segni sono
sentiero due tratti sono
evidentissimi. La neve è
totalmente ghiacciati e la coltre
marmorea, e si sale, si sale, si
non è spessa. Moltissima
sale... Ma quanto diamine si sale?
attenzione! Una volta passato il
Mica me lo ricordavo così ripido
ponticello innanzi alle cascate
già da qui. Che faticaccia! Ma non
della Val Cerviera, devio. E la Verso il canale prima sensazione è ottima: neve
si molla per questo. Fino a che la
dura, qui camminabile, non si
l'attacco vero e proprio del
neve è bella si va! Così arriva
sfonda per nulla, fa quel giusto cric-croc che ti fa capire che la
canale: curvone a S e lì si presenta in tutta la sua magnificenza...
neve è “matura” per qualche salita come si deve. Allora sciolgo
Una linea bianca dritta, che finisce solo quando inizia l'azzurro del
gli indugi e parto... Poco oltre il lago dei Corni Neri, all'altezza
cielo. Altro cambio: via un bastoncino, mano alla piccozza. Il
della palina per le misurazioni nivologiche faccio il pit-stop: ghette
canale è nelle condizioni ideali, slavinato. Neve spettacolare, 24
granitica, dura come non mai, si vede addirittura il riverbero ghiacciato sulla superficie. Unico inconveniente, non è troppo ideale per le soste che, giocoforza, una salita così ripida richiede. Ma non ci vuole chissà che, piantata la picca si allargano le gambe e qualche secondo per tirare il fiato c'è. E così via, salgo soffiando come un mulo ma con la voglia di arrivare in cima. E in cima ci arrivo... Ma qui la sorte, o meglio, la natura beffarda gioca il suo scherzo più beffardo. Se fino a ora la neve era stata uno spettacolo, negli ultimi 3 metri prima dell'uscita diventa una cosa ignobile. Al limite del pericoloso, se si fosse trovata più in basso. Il colletto di uscita è esposto al vento, testimone ne è una microcornice sulla sinistra, e la neve ventata non è di certo rigelata e dunque è sfaldata, pare farina. I miei amici, qualche decina di metro sotto, si fermano: “Prova a uscire tu, perché qui butti giù roba, ti aspettiamo”, mi urlano; ma ogni sforzo è vano. Nemmeno sui sassi affioranti riesco a far presa, provo in spaccata, ma mi mancano i centimetri nelle gambe. Così si procede come giusto: cambio della guardia. Mi sposto a sinistra, tanto qui la neve permette di fermarsi, e i due compagni mi raggiungono: forti di due picche ciascuno, altezza che non guasta e un pelo di esperienza, escono e scavalcano il muretto di neve. Mi passano una picca e riparto anch’io. E sono fuori! Giù lo spettacolo è meraviglioso... A vista d'occhio un intreccio di colori, in basso multicolore, in alto il bianco invernale. Proseguiamo per la cresta e questa volta restano loro davanti. Ma le difficoltà ora sono minime, stante l'attenzione che bisogna sempre metterci. L'arrivo in vetta è sempre un'emozione, una soddisfazione e una gioia.
L'alta val Seriana, Strinato, Torena, cime di Caronella, al centro il lago naturale del Barbellino ghiacciato
25
Ammiro estasiato il panorama, faccio qualche fotografia, il sole picchia, siamo a mezzogiorno, così riprendiamo subito la discesa. Fino a dove sbuca la normale tutto ok, poi inizia il tratto un pelo delicato. La neve, che è al sole dalla mattina, si rivela invece salda, anzi giustamente percorribile: non marcia, ma si riesce a scalettare che è una meraviglia. Bisogna scendere tutto a retromarcia, facendo qualche bel traversino su neve. Arriva il tratto dove c'è la catena, ma è pieno di neve quindi si può scendere sfruttando in alternanza la picca o la catena. Così, in breve, sono ai piedi di questo tratto. Ora posso tranquillamente guardarmi in giro: uno spettacolo senza pari. Dal Tre Confini, alla valle del Cornello Rosso sino in Val Cerviera tutto è un morbido manto bianco. La prima parte di discesa dopo il canalino è la più pericolosa: sopra la neve, dura uno strato farinoso mette a durissima prova l'equilibrio e la sicurezza. Tant'è che... “ma sì, lo faccio”: sedere sulla neve, ramponi come timoni e picozza per freno e giù, tipo slitta. Un po' per frenare, ci vuole, perché la neve farinosa è un po' alta e quella sotto troppo dura, quindi la picca ci mette un attimo a stopparmi, ma tanto in fondo spiana e mi sarei fermato ugualmente. Da qui nulla da aggiungere se non che, inaspettatamente, la neve è stupenda: entra solo il rampone. Cosa mai vista in Val Cerviera, quasi. Ultimo incontro di giornata: un bel branco di stambecchi che si godono il sole. Il rientro è solito, tranquillo. Mi godo la soddisfazione di questa gran bella giornata nelle Orobie. Magico!
Gallery
Inaspettatamente in Val Cerviera troviamo un folto gruppo di stambecchi 26
ESCURSIONISMO
CIASPOLARE IN VALLE D’AOSTA
di Paolo Erba - A.m.M.
IL PARCO NATURALE DEI MONTI AVIC E GLACIER
27
Confinanti con il parco nazionale del Gran Paradiso (il più antico
parte nel bosco e poi all’aperto nei vasti pianori del Dondena e
parco d’Italia) e meno conosciute al grande pubblico per la
per poter essere percorso necessita di neve assestata. L’itinerario
mancanza di un 4.000 e dei relativi ghiacciai che lo circondano, si
4 può presentare dei pericoli nei due risalti prima del lago Muffè e
trovano le Valli di Champorcher e Champdepraz. Poste sul
del colle, e si svolge in ambiente completamente aperto con vista
versante orientale della dorsale dei monti Avic e Glacier, dal 1989
su tutte le cime della valle di Champorcher.
sono venute a formare il primo parco naturale della Valle d’Aosta, ampliato poi nel 2003 per comprendere l’alto vallone di Dondena. Il territorio del parco faceva parte della riserva di caccia dalla casa reale e ancora oggi esistono diversi toponimi che lo ricordano a partire dal “Sentiero del Re”. Il parco, facilmente raggiungibile attraverso la statale per Champorcher uscendo a Pont Saint Martin dall’autostrada oppure attraverso la strada che arditamente si inerpica da Verres fino a Champdepraz, è fruibile per l’intero anno. In estate, le centinaia di chilometri di sentieri presenti, consentono di effettuare escursioni dalle più semplici e rilassanti fino a vere e proprie traversate anche di più giorni, usufruendo dell’accoglienza dei diversi rifugi presenti. Passaggi impegnativi e arditi portano a raggiungere la vetta del monte Avic a oltre 3.000 metri, dall’inconfondibile sagoma (Avic infatti significa aguzzo in dialetto), che domina l’intera zona. Il tutto circondati dalla classica fauna alpina: stambecchi, marmotte e camosci, qui presenti in gran numero. In inverno, oltre alle interessanti piste da sci di Champorcher, il parco offre la possibilità di piacevoli e tranquille ciaspolate. Ecco alcune idee: il primo e il terzo itinerario, sono prevalentemente nel bosco, particolarmente suggestivo in inverno con la neve, che non presentano particolari problemi; l’itinerario 2 alterna una prima
Lago Servaz 28
CAPPELLA DI SANT’ANNA Salendo in automobile dal fondo valle verso Champorcher, prima di arrivare alla frazione Chateau, la più grande e importante del comune, si gira a destra per la località Grand Rosier. Qui prima delle baite si trova un ampio parcheggio. Indossate le ciaspole ci si dirige verso le baite attraversandole e prestando attenzione alle belle architetture con cui sono state costruite e restaurate. Presso le ultime baite si trova un fontanile e quindi una casa: la si aggira entrando nel vasto pianoro. Leggermente a destra si trova un cartello indicatore, si prende così la comoda sterrata verso destra, dopo poche centinaia di metri pervenuti a un bivio si abbandona la strada che più avanti si trasforma in un sentiero molto esposto, e quindi pericoloso, per la Tete du Mont. Si gira quindi a sinistra in salita nell’incantevole bosco di abeti. La traccia non è evidente e i segnavia rari se non assenti; bisogna salire tenendosi leggermente sulla destra della dorsale fino a incontrare degli alberi caduti oltre i quali il bosco si fa meno fitto. Il sentiero
In salita verso il bosco
qui sale a zig-zag per arrivare al Col de la Plan Fenetre dove si trova un cartello (1 ora di cammino). Dal colle si può salire
salire sulla destra (ore 2), su un sasso nascosto sotto la neve con
qualche decina di metri sulla destra in direzione della Tete du
un po’ di fortuna è possibile leggere l’indicazione che consente di
Mont per ammirare il panorama. Si sconsiglia poi di proseguire,
scendere nuovamente a Grand Rosier chiudendo l’anello. In caso
perché la traccia continua tagliando il pendio in maniera
contrario ovviamente conviene scendere per la via di salita. È
pericolosa. Dal Colle, andando invece verso sinistra senza una
consigliato comunque, prima di cominciare la discesa, salire con
traccia obbligata con percorso pianeggiante, si giunge in pochi
pochi, brevi tornanti ora abbastanza evidenti, al Col de Possauel
minuti alla Cappella di Sant’Anna. Da qui si continua sempre in
(20 minuti) uno dei tanti valichi che unisce a varie altezze, le valli
piano nel bosco fino a raggiungere un’area attrezzata e quindi il
di Champorcher e Champdepraz.
bosco di Chioset. Quando la traccia, sempre molto labile, inizia a
Dislivello 400 metri; durata complessiva 3 ore. 29
CONCA DEL RIFUGIO DONDENA Si parcheggia l’automobile alla frazione di Chardonney, dove si trovano gli impianti da sci, e si segue a piedi la stradina lungo il torrente fino al ponte dove un cartello indicatore segna la direzione per il rifugio Dondena; da qui si indossano le ciaspole. Subito dopo si incontra un altro cartello che indica per il Dondena sia a destra sia a sinistra. Proseguire a sinistra in salita per prati e rari alberi attraversando uno stupendo scorcio tra due muretti a secco e puntando un grosso masso sulla sponda del torrente Laris (ore 0,15). Si continua ora sempre lungo il torrente con scenografici scorci su pozze d’acqua e cascatelle, a volte ghiacciate, arrivando in breve al ponte che consente di andare sulla sponda sinistra orografica (ore 0,30). Da qui in poi bisogna prestare molta attenzione alla neve perchÊ si attraversano dei canali di scivolo che, seppur brevi, possono risultare molto pericolosi. La direzione comunque segue ovvia verso ovest risalendo il torrente fino a uscire al pascolo di Champ Long, (ore 1,40), dove a destra si intravede la larga carrozzabile che unisce Dondena alla frazione di Grand Mont Blanc. Andando a sinistra si raggiungono e attraversano le diverse baite presenti, bolli visibili anche in inverno, fino a una evidente depressione creata da un ruscello estivo; la si supera e si risale in breve alla carrozzabile. Si segue ora la strada comodamente fino ad arrivare alla conca, da qui a sinistra in pochi minuti si raggiunge il rifugio Dondena (ore 2,45). Il ritorno avviene lungo il medesimo percorso dell’andata. Muretti a secco sopra Chardonney
Dislivello 750 metri; durata complessiva 5 ore. 30
LAGO DI SERVAZ, DA CHAMPDEPRAZ
ovvia e diritta si ritornerebbe alla zona delle chiuse. Presa la
Sul versante opposto del parco più freddo, boscoso e “nevoso”,
corretta via, si prosegue per un tratto in decisa salita
questo magnifico percorso porta al lago di Servaz, ghiacciato in
costeggiando alcuni enormi massi, testimonianza dei ghiacciai
inverno, senza presentare grosse difficoltà tecniche e/o fisiche.Si
che, alcuni millenni fa, coprivano la valle. Il sentiero ora torna
lascia l’automobile nel parcheggio del punto informazione del
pianeggiante e supera un’ampia conca con percorso
parco a Veulla, ultima frazione sopra Champdepraz raggiunta da
semicircolare a destra costeggiato da un folto bosco di pini
un’audace strada che in pochi chilometri porta dai 500 metri del
uncinati. Un’ultima breve salita ci consente di arrivare al lago di
fondo valle ai 1.300 metri e dove, recentemente, è stata aperta
Servaz, vero gioiello paesaggistico (ore 2,30). Da qui si potrebbe
una moderna struttura ricettiva. Al parcheggio si calzano subito le
continuare per il rifugio Barbustel ma il percorso è decisamente
ciaspole e ci si incammina lungo l’evidente carrozzabile a destra
faticoso e in alcuni tratti merita attenzione per alcune balze
che indica per il “magazzino”. Qui siamo in una zona
rocciose che incombono sul sentiero.
storicamente sfruttata per le miniere da cui si estraevano minerali
Dislivello 500 metri; durata complessiva 4,30 ore.
di varia natura e lungo il percorso avremo modo di osservare l’antico altoforno. Si procede allora in maniera ovvia nel fitto bosco che alterna abeti e larici a pini uncinati e, ignorando il bivio verso destra che porta al monte Barbeston, in breve raggiungiamo il trivio del Magazzino (ore 0,40). Si segue ora a sinistra con spettacolari vedute sul torrente di Servaz, facilmente si continua il cammino fino ai due tornanti a destra che immettono sul pascolo di Servaz di Sot (ore 1,20). In prossimità della baita si trova un cartello indicatore, si sale quindi alla vicina stradina che nasconde una condotta forzata: qui bisogna prestare attenzione alla traccia non chiara. A destra la stradina in breve finisce contro un ruscello, a sinistra si arriva all’altoforno e a delle chiuse panoramicamente molto suggestive, diritto invece segue il nostro sentiero. Dopo pochi metri bisogna però voltare a destra in salita per una traccia poco evidente, poiché seguendo quella più
Rifugio Barbustel 31
RIFUGIO BARBUSTEL DA CHAMPORCHER Si raggiunge in automobile la frazione di Grand Mont Blanc dove vi è un comodo parcheggio e si trovano le indicazioni per il Col de Lac Blanc. Si prende pertanto il sentiero numero 10, poco dopo prestare attenzione a un bivio, non evidente, dove bisogna seguire a sinistra in salita fino ad uscire sui prati di Cort (ore 0,20). Si passa vicino alle baite e prima di arrivare al torrente si risale a destra l’evidente pendio: spesso qui si trovano tracce di scialpinisti che si sono avventurati nei dintorni. A circa metà pendio si incontra una baita isolata dove ci si ricongiunge con l’itinerario estivo; si prosegue ora in salita lungo il torrente fino a trovare sulla sinistra un cartello indicatore. Si ignora la via a destra e si continua prima diritti e, una volta raggiunto il pianoro, piegando a destra per un ultimo risalto dietro il quale a pochi minuti si trova il lago Muffè (ore 1,15). La traccia non porta direttamente al lago ma una brevissima deviazione merita sicuramente di essere fatta e, se le condizioni lo consentono, è sempre emozionante attraversarne la superficie ghiacciata. Da qui inoltre è possibile vedere sullo sfondo a sinistra il colle di Lac Blanc. Si procede quindi in direzione nord-ovest per facili avvallamenti fino a sotto il pendio finale che viene risalito sulla destra con molteplici tornanti fino a guadagnare il passo (ore 2,30). Sotto di noi già compare la sagoma del rifugio Barbustel che viene raggiunto in breve con comoda discesa che però al ritorno sarà tutt’altro che una comoda salita! Lago Muffè
Dislivello 650 metri; durata complessiva 5 ore. Gallery 32
SHOPPING
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VIBRAM
il cavo standard USB, for nito in RC3 GPS unisce il GPS integrato alle
dotazione. La versione RC3 GPS Bike,
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funzioni Smart Coaching, basate sulla
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tecnologia avanzatissima sviluppata con
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migliorare la prestazione dell’atleta,
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a tre righe. Inoltre, grazie ai pulsanti dal
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design ergonomico ed il cinturino
del piede sul terreno è sempre più
ventilato, garantisce il massimo comfort
spostata verso il tallone. Partendo da
durante l’allenamento. RC3 GPS utilizza
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il modulo di ricezione satellitare GPS
progettato la tecnologia Vibram®
SiRFstar IV, il sistema più avanzato
RollingGait System, basata su un’unione
attualmente esistente sul mercato, che
esclusiva tra intersuola e suola, combina
consente un’acquisizione del segnale
shape e flessibilità con l’obiettivo di
rapida e costante durante l’allenamento.
avvicinarsi il più possibile al concetto di
Inoltre, questa tecnologia consente un
“rotolamento” del piede. La suola, infatti,
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shank support con lastra di protezione
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Appannamento 5X di Smith, I/OS
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più esigenti troveranno un’affidabilità
fornisce performance antiappannamento
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segmento “discesa” del freeride,
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rotazione, per esempio, impedisce lo
37
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Colophon Direttore Responsabile: Marco Spampinato Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Lucio Benedetti, Chiara Carissoni, Paolo Erba, Marco Moratti, Davide Novali Rivista bimestrale Autorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006 prealpi.wordpress.com - mail.prealpi@gmail.com TURISMO EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633 Impaginazione: officinadanova Concessionaria per la pubblicità: Sport Outdoor Network - info@sportoutdoornetwork.it Antonio Masucci - cell. 333.3632366
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