PREALPI iEdition 06

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TURISMO EDIZIONI & officinadanova

iEdition n. 06


Sommario Benvenuto nel mondo di PREALPI iEdition ibook magazine multimediale Sfogliando queste pagine potrai trovare interessanti spunti e informazioni su nuovi itinerari scelti per il tuo sport preferito. Per una migliore visualizzazione dei testi, orientare l’iPad in verticale; questa modalità limita l’utilizzo di gallery, immagini e altre funzioni multimediali. Versione formato PDF. Gallery fotografiche, video e altre funzioni multimediali saranno visualizzabili attraverso link che necessitano l’apertura di un browser e il collegamento alla rete internet. Per restare in contatto e scoprire eventi e news, leggi il nostro Blog, segui i Twitt, diventa amico su Facebook e fan della pagina Prealpi iEdition, guarda i video nel canale PREALPI e consulta la gallery fotografica. Visita il blog prealpi.


INTRO

Suggerimento per il lettore multimediale Caro lettore, il nuovo formato di PREALPI, nella versione iEdition, richiede alcune attenzioni per una corretta lettura e per usufruire di tutte le opportunità di utilizzo che i nuovi strumenti mettono oggi a disposizione. Per coloro che vorranno consultare PREALPI iEdition in versione PDF (sia da PC sia da Tablet e Smartphone) suggeriamo di avvalersi di alcuni programmi terzi fruibili gratuitamente come, per esempio, Adobe Reader (per leggere i file .pdf), Adobe Flash Player (per sfogliare la versione animata dal portale issuu.com), e Google Earth (per visualizzare le tracce GPS). Con pochi piccoli accorgimenti, potrai apprezzare tutti i collegamenti multimediali che troverai all’interno degli articoli. Potrai riconoscere i link e i collegamenti ipertestuali da cliccare dal colore rosso, per accedere alle gallery fotografiche (identificabili anche dal simbolo

), ai filmati

e per visualizzare altri elementi multimediali, Per gli utenti iPad, suggeriamo di scaricare le applicazioni Google Earth e Adobe Reader, facilmente reperibili sulla piattaforma iTunes.

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MAIN PARTNER | OFFICINADANOVA

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EDITORIALE

Una stagione coi fiocchi. E quanti! Un inverno così abbondante di precipitazioni proprio ci voleva, per dare una spinta al turismo di montagna, per la gioia di operatori e appassionati di neve, e per cercare di allontanare questa ombra scura di pessimismo legata alla crisi economica. Tutte le stazioni comunicano valori sullo spessore del manto nevoso con numeri che mancavano da un po’, utili per una tranquilla prosecuzione fino alla fine di Aprile. Dati confortanti per tutto il settore dell’attrezzatura tecnica e per l’abbigliamento da montagna, bloccato da due stagioni. Un segnale positivo è giunto anche dalla recente fiera Ispo di Monaco di Baviera. Tanti operatori (moderatamente) ottimisti, hanno presentato i nuovi prodotti delle collezioni A/I 2013-2014, proponendo migliorie tecnologiche e materiali innovativi. Alcune novità da scoprire, nella nostra rubrica dedicata allo shopping. E per continuare a sfruttare al meglio questa stagione di neve, proseguiamo con alcuni suggerimenti per trascorrere una bella giornata in montagna, tra una ciaspolata e una gita con le pelli sotto gli sci. Vi invitiamo a inviarci I vostri racconti, le escursione, le giornate trascorse sulle vostre montagne preferite; la redazione leggerà con attenzione I contenuti e il migliore selezionato sarà pubblicato nella sezione “Scritto da voi”, sul prossimo numero di PREALPI iEdition, magazine multimediale. Inviate i vostri commenti, idee e suggerimenti per migliorare la vostra rivista, scrivendo a mail.prealpi@gmail.com Continuate a seguire le news, collegandovi al blog prealpi.wordpress.com e sulla pagina PREALPI iEdition di Facebook. Buona lettura. Marco Spampinato 4


MI PIACE

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NOTIZIE E CURIOSITÀ

NEWS

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PASQUA E PASQUETTA IN VETTA A pochi km da Madonna di Campiglio (TN), destinazione glamour per eccellenza, sorge il più classico dei masi alpini, tutto legno e merletti. Il Relais & Gourmet Maso Doss, che fa parte di Trentino Charme - consorzio che riunisce strutture gestite con l’amore di chi sa di poter offrire un territorio unico in spazi esclusivi attorniati dalla natura - incanta gli amanti della montagna dal 1500. Solo sei stanze, completamente immerse nell’atmosfera romantica di inizio secolo che permea ogni dettaglio. Tutti i pomeriggi, di ritorno dalle piste, ci si possono scambiare le esperienze sportive insieme ad una merenda genuina e la sera ci si ritrova davanti al camino. Fino al 14 aprile 2013 prezzi a partire da 75 euro per persona al giorno con pernottamento e ricca prima colazione a buffet, brindisi di benvenuto, snack “after sport” pomeridiano, l’uso di racchette da neve per gite negli itinerari del Parco Naturale Adamello Brenta. E poi... tutti insieme appassionatamente al maso! Maso Doss può essere affittato in esclusiva con la famiglia o con gli amici: dipsone di 6 camere doppie con 12 posti letto e, a Pasqua, è proposto a partire da 4200 euro a settimana. Trentino Charme Relais & Gourmet Maso Doss trentinocharme.it/relaisgourmetmasodoss 7


LAVAREDO ULTRA TRAIL Il14 febbraio si sono aperte sul sito www.ultratrail.it le iscrizioni all’edizione 2013 di uno dei più importanti appuntamenti italiani, la The North Face® Lavaredo Ultra Trail. Giunta alla settima edizione, questa corsa di 118 km e 5.700 m di dislivello si terrà a Cortina d’Ampezzo il prossimo 28 giugno. La gara, che vanta uno degli scenari più belli al mondo, ha visto trionfare, negli ultimi anni, campioni internazionali come Sébastien Chaigneau, Iker Karrera, Fernanda Maciel e Francesca Canepa. Le iscrizioni alla Cortina Trail, gara di 46 km e 2.500 m di dislivello positivo che si svolgerà sabato 29 giugno su parte del percorso della gara lunga, apriranno invece il 1° marzo. Per ognuna delle due gare sono disponibili solo 700 posti quindi i runner dovranno davvero… correre ad iscriversi sul sito. Main sponsor dell’evento è The North Face®, leader mondiale nel settore dell’abbigliamento, dell’attrezzatura e delle calzature outdoor tecnicamente d’avanguardia. (foto: The North Face®/Thierry Sourbier)

e all'avventura, in programma dal 25 aprile al 5 maggio a Trento e poi fino all'8 maggio a Bolzano. DESTINAZIONE...TURCHIA Sono bastate due edizioni alla sezione “Destinazione...” del Trento Film Festival, itinerario cinematografico - ma non solo - in un paese o

61^ TRENTO FILM FESTIVAL

area geografica affine per territorio e culture a quelli abitualmente frequentati dalla manifestazione, per diventare un percorso dal

Novità alla 61esima edizione del primo e più antico festival

profilo originale e riconosciuto all'interno della variegata proposta

internazionale di cinema dedicato alla montagna, all'esplorazione

del festival, che ha trovato un pubblico nuovo e attento. Dopo i 8


progetti dedicati alla Finlandia (2011) e alla Russia (2012), il Trento

e alla propria “normalità” - lavoro, famiglia, figli - riservando

Film Festival punterà verso Sud, oltre il bacino del Mediterraneo,

all'alpinismo esclusivamente il suo tempo libero: le sue vacanze e

invitando gli spettatori a scoprire la Turchia, in particolare i suoi

le festività, occasioni in cui si libera di giacca e cravatta per

territori più interni, rurali e remoti, segnati dai paesaggi montuosi

aggrapparsi a qualche parete impossibile per realizzare imprese

del Caucaso.

straordinarie. A 57 anni l'inglese Mike Fowler, attuale presidente

50 ANNI DI ALPINISMO A STELLE E STRISCE CON REINHOLD

del prestigioso Alpine Club di Londra, è uno dei più forti alpinisti

MESSNER Cinquant’anni fa, nella primavera del 1963, un team di

in attività. The Observer l'ha nominato “scalatore tra gli scalatori”.

alpinisti americani, stupiva il mondo con una impresa senza

Queste sono solo alcune delle importanti novità previste per la

precedenti, la prima attraversata del tetto del mondo, l'Everest,

nuova edizione del Festival. Per informazioni: trentofestival.it

salendo dalla inviolata cresta ovest e scendendo dalla via dal Colle Sud, percorsa per la prima volta dieci anni prima da Hillary e Tenzing. Dopo i tentativi di Charles Houston sul K2 era questa la prima importante affermazione dell'alpinismo a stelle e strisce sugli ottomila, dopo i successi di francesi, britannici, italiani, tedeschi, svizzeri, austriaci e giapponesi. In questa serata, partendo da questa impresa che fece sensazione e che rivivrà nei ricordi di un protagonista di quella spedizione, il capo spedizione e cineasta Norman G. Dhyrenfurth, Reinhold Messner ripercorrerà alcune delle più importanti tappe dell'alpinismo americano, dalla Yosemite Valley e quello stile di arrampicata “pulito” che ha influenzato generazioni di alpinisti, fino ai protagonisti di punta di questo alpinismo ai giorni nostri. MIKE FOWLER, “SCALATORE TRA GLI SCALATORI” Per la prima volta al Trento Film Festival l'alpinista inglese Mike Fowler racconterà al pubblico di Trento “la normalità delle imprese straordinarie” di cui si è reso protagonista, pur non praticando l'alpinismo da professionista.

Reinhold Messner, durante una conferenza al Trento Film Festival 2012

Fowler infatti non ha infatti mai rinunciato alla propria quotidianità 9


FONDO DA CAMPIONI ALL’ALPE DI SIUSI

fondisti principianti. Bambini compresi. Che le piste dell’Alpe siano davvero uniche viene dimostrato anche dalla presenza,

Panorami incantati, silenzi profondi, atmosfere da favola: solo per

sugli anelli di fondo, dei campioni delle squadre

questo l’area vacanze Alpe di Siusi meriterebbe un viaggio. Ma

nazionali (“azzurri”, ma anche svedesi, norvegesi, tedeschi e

oltre a tutto ciò, l’Altopiano ha in

finlandesi) che si allenano in

serbo per i suoi fan qualcosa di

vista delle gare più

più: la possibilità, cioè, di

impegnative della stagione.

praticare lo sci da fondo in un

Perché proprio l’Alpe di Siusi?

ambiente unico nel suo genere.

Perché, spiegano coach e

Gli amanti di questa disciplina

allenatori, il training in quota

nordica trovano qui chilometri e

sfrutta gli effetti che il minor

chilometri di piste (un’ottantina,

contenuto d’ossigeno nell’aria

dicono i bene informati) preparate

ha sull’organismo. Il risultato?

per lo skating e la tecnica classica

Il corpo reagisce alla minore

che grazie alla loro altezza,

ossigenazione del sangue

compresa tra i 1.700 e i 2.100

formando un maggior numero

metri, godono di un innevamento

di globuli rossi che porta,

abbondante e sicuro, fino a

negli atleti, ad ottenere

primavera inoltrata. Dal punto di

migliori performance. Si scia

vista paesaggistico, poi, gli

in piena luce e in pieno sole,

itinerari sull’Alpe regalano

ovviamente, perché Sciliar,

emozioni uniche: nei quasi 60

Sasso Piatto, Sasso Lungo e

chilometri quadrati di estensione

le altre cime dolomitiche

dell’Altopiano, infatti, si alternano dolci rilievi, colline appena

rimangono, come scenografiche quinte, sullo sfondo

accennate, pianori estesi. Conseguenza? I tracciati e le piste

dell’Altopiano senza allungare le loro ombre sulle piste. Per

sono più stimolanti e, grazie ai dislivelli presenti, offrono diversi

informazioni: Alpe di Siusi Marketing Tel. 0471.709600

gradi di difficoltà, impegnando, senza troppa fatica, anche i

alpedisiusi.info 10


TRAIL SUL “FERRO DI CAVALLO”

partecipanti potranno infatti godere di un vista a 365 gradi sul patrimonio naturale UNESCO delle Dolomiti, con le Alpi Aurine, le

Saranno i Monti Sarentini il teatro di una gara davvero selettiva: la

“Ötztaler Alpen”, le “Stubaier Alpen” (Alpi Breonie di Ponente), la

Südtirol Ultrarace. La competizione di trail estremo rappresenta

zona dell’Ortles ed il Brenta, a fare da contorno al tracciato di

certamente la corsa in montagna più dura dell'Alto Adige, e

gara. Le iscrizioni, aperte già dal primo di febbraio, sono possibili

anche per questa ragione, dal 26 al 28 luglio sono attesi a questo

sia sul sito internet della manifestazione, ovvero suedtirol-

“vernissage” numerosi atleti in grado di accettare la sfida. «Il

ultrarace.it, e anche sul sito Datasport, datasport.com. Il numero

tracciato di gara, che si sviluppa lungo il sentiero Ferro di Cavallo

massimo dei partecipanti è fissato a 1000 persone. I concorrenti

è lungo 124 chilometri e solitamente gli escursionisti lo affrontano

devono essere maggiorenni. Altre informazioni sulla Südtirol

dividendo il percorso in ben sette tappe – commenta Josef

Ultrarace al sito: suedtirol-ultrarace.it

Günther Mair, presidente del comitato organizzatore che fa capo all'associazione GRW (Cooperativa per lo sviluppo regionale e la formazione) e la varietà del tracciato richiede ai concorrenti una certa abilità nella corsa in alta quota, assoluta mancanza di vertigini ed una condizione psico-fisica al top, considerando il dislivello di 7.666 metri». La competizione di corsa estrema “The North Face® Ultra-Trail du Mont-Blanc®” ha inoltre riconosciuto la Südtirol Ultrarace come gara di qualificazione per l’edizione dell’UTMB 2014. Ogni partecipante riceverà il punteggio massimo di 4 punti. «Siamo molto orgogliosi di questo riconoscimento, che ci è stato dato dal comitato organizzatore di una delle gare di corsa estrema in montagna più importanti a livello mondiale - ha spiegato Josef Günther Mair – è davvero incredibile, soprattutto se si pensa che noi la nostra prima edizione la dobbiamo ancora fare». Gli sforzi profusi per portare a termine la difficilissima Südtirol Ultrarace saranno ricompensati da un panorama unico e mozzafiato: lungo tutto il percorso, i 11


SLOW E FREE, LA PASQUA AMPEZZANA

piccini potranno cimentarsi anche in escursioni sulle ciaspe, in

luoghi vergini e “off-line” dove i rumori della tecnologia lasciano il

120 chilometri di piste e 180 cm di neve in quota attendono a

posto al solo suono della natura. E per gli amanti dello sci, nella

Cortina chi desidera trascorrere una Pasqua bianca. In versione

sua versione più classica, a disposizione120 km di piste,

slow, per chi sceglie un soggiorno in malga da abbinare a

perfettamente innevate. E quando il sole di primavera splende

ciaspolate e sci nordico nel

Parco Naturale delle Dolomiti

alto nel cielo, all’attività sportiva si può abbinare un’invidiabile

d’Ampezzo. Anima free invece se si opta per discese in slittino in

tintarella. Suggestiva la Pista Vitelli, nella ski-area Tondi-Faloria:

notturna, ski safari e vie ferrate invernali. Dal 29 marzo al 1 aprile,

qui lo scii magicamente rallenta e da sport diventa spettacolo

a Cortina d’Ampezzo è ancora tempo di weekend bianchi da

panoramico, grazie a speciali points view allestiti lungo il percorso

trascorrere sulle piste innevate, tra ritmi slow e attività outdoor

con soste e tappe rigeneratrici. Speciali pacchetti vacanza a

che tengono con il fiato sospeso. Sport all’aria aperta ma con

partire da 330 Euro. cortina.dolomiti.org

approccio soft, per una full immersion nella natura. Scivolando lentamente nel Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo, gli amanti dello sci nordico avranno a disposizione un’area di 11.000 ettari che, confinando con il Parco di FanesSennes-Braies, forma un comprensorio di circa 37.000 ettari. In tecnica libera o classica si potrà conoscere uno dei quattro parchi regionali del Veneto disturbati dal solo scricchiolio degli sci. Per assaporare appieno il lusso del silenzio, grandi e 12


ESCURSIONISMO

CIASPOLATA IN ENGADINA di Marco Spampinato

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Una facile passeggiata da effettuare con le racchette da neve, si può trovare a pochi chilometri dal confine con l’Engadina. Percorrendo la SS37 che da Villa di Chiavenna oltrepassa la dogana Svizzera, si prosegue inerpicandosi per alcuni tornanti, superando il Passo Maloja, fino a raggiungere l’abitato di Sils (1.810 m) che si trova alla punta nord dell’omonimo lago. Lasciata l’auto all’ingresso del paese, si inizia la ciaspolata proprio sulle acque ghiacciate e coperte di neve dello specchio d’acqua, che terminerà proprio a Maloja Posta, sulla punta opposta. L’escursione, risale la dorsale sinistra orografica del lago attraversando nuclei di baite alle testate delle valli Fex e Fedoz e il piccolo gruppo di baite di Ca d’Starnam. Dopo aver costeggiato per un centinaio di metri la sponda del lago lungo la pista da fondo, si comincia a risalire il bosco di larici e pini cembri, seguendo i cartelli che indicano Maloja, lasciandosi a destra la pista. Perdersi è quasi impossibile, considerando i numerosi cartelli che segnalano località e sentieri. L’ampiezza del bosco invoglia a tracciare nuove vie di percorrenza e segnare la neve immacolata presente ovunque. Di nuovo si ridiscende sulla pista da fondo, avendo l’accortezza di non pestarne i binari, e dopo circa 150 metri si rientra a sinistra nel bosco, sulla traccia del sentiero. L’ascesa progressiva nel bosco innevato 14


conduce fino a una terrazza panoramica

l’esposizione soleggiata

naturale rivolta verso il borgo di Fez, dove

invita a una sosta per

non è inusuale assistere al passaggio di

riposarsi e rifocillarsi dopo

c a r ro z z e t r a i n a t e d a c a v a l l i , c h e

lo strappo in salita. La

trasportano i turisti. Da qui, volgendo lo

discesa verso Maloja si

sguardo a destra, si domina il lago di Sils

affronta lungo il sentiero a

per tutta la sua ampiezza. Proseguendo

mezza costa che

per circa 15 minuti, tra una salita e una

ridiscende verso il lago,

discesa, incrociando ancora la pista da

seguendo i cartelli che

fondo, si rientra nel sentiero seguendo la

indicato Maloja Posta. Si

direzione opposta del cartello che segnala

tratta di una gita semplice

Val Fex-Isola. Si attraversa una valletta in

e senza particolari

salita, con una piccola baita di riferimento,

difficoltà o pericoli. Il

fino a raggiungere il segnale per la Val

tragitto misura circa 7

Fedoz e un cartello per la pista di

chilometri e può essere

mountain bike, per indicarci la direzione

tranquillamente percorso

che ci porterà alle baite di Ca d’Starnam.

in circa 3 - 4 ore,

Risaliamo la dorsale lasciando sempre il

comprese le soste

panorama del lago sulla destra che offre

necessarie per ammirare le

una spettacolare visione della larghissima

meraviglie naturali offerte

e dritta pista da fondo che da Sils arriva a

d a q u e s t o s c o rc i o d i

Maloja, passando di fianco a Isola.

Engadina.

Lungo

L’avvicinamento alla Val Fedoz lascia senza fiato per la

l’itinerario non esistono punti d’appoggio; pertanto è necessario

scenografia che la natura riesce a offrire agli escursionisti. Dopo

avere con sé una buona colazione al sacco. Va ricordato che

una breve discesa si supera un ponticello e di nuovo si risale

siamo partiti da Sils, dove abbiamo parcheggiato l’autovettura; il

verso il gruppo di baite di Ca d’Starnam a quota 2.024 m. A

ritorno può essere effettuato utilizzando un autobus della linea

questo punto siamo circa a metà della nostra escursione e

pubblica.

Gallery

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ESCURSIONISMO

SCIALPINISMO AL MONTE TORO di Lucio Benedetti e Chiara Carissoni

16


Quando in un contesto di orobici scialpinisti si parla di escursioni, una di quelle con la “E” maiuscola è senz’altro la salita con le pelli alla nota vetta del Monte Toro che sovrasta Foppolo, in alta Val Brembana. La scialpinistica al Monte Toro, nota già ai tempi pionieristici decantati nella celebre 1a Guida sciistica delle Orobie, opera omnia del vulcanico Beniamino Sugliani, viene definita “Riservata a buoni sciatori alpinisti allenati, consigliabile solo con ottime condizioni di tempo e di neve”. Questa è una premessa che vale un po’ per tutte le salite alle nostre montagne, ma ancora di più a quelle cime, come al Monte Toro, dove la parte più alta lascia l’ovattato fondovalle al Passo di Dordona e si trasforma, richiedendo un approccio più tecnico, più alpinistico, più impegnativo. Dicevamo che la partenza proposta avviene da Foppolo, cioè dal versante meridionale delle Orobie, ma è assai remunerativa anche la salita valtellinese, cioè quella che vede la partenza da Tecce, 1.255 m, in Val Madre (SO), avendo come comune punto d’incontro il Passo Dordona. Foppolo, dunque, il comune più elevato della provincia di Bergamo, a 1600 m circa, oggi capitale del noto comprensorio sciistico Foppolo-Carona, costituito per lo più da grandi condomini, moderni alberghi e impianti di risalita di ultima generazione, è per noi bergamaschi il punto di partenza più abbordabile. Quassù il tempo dei contadini, dei pastori, degli emigranti, nell’arco delle due guerre è andato lentamente scomparendo, trasformandosi e adeguandosi alle esigenze del nuovo mondo che, affamato di spazio e di svago, andava cercando sempre più in alto, avendo come obiettivo un utilizzo di spendibilità turistica anche in inverno. Non più 17


contadini e pastori dunque, nelle frazioni di Teggie, Ronchi o

L’itinerario di salita: Raggiunto a Foppolo, attraverso via Rovera,

Rovera, a tirare la cinghia e in perenne lotta con la sopravvivenza,

il piazzale da dove parte la sciovia del Monte Toro, ossia

bensĂŹ moderne strade e strutture turistiche che alla fine

l’impianto posto piÚ a sinistra per chi guarda, bisogna iniziare a

favoriscono anche il nostalgico scialpinista che sale i monti,

salire fra campi innevati e bosco rado, tenendo la sinistra e

usando il motore delle proprie gambe.

puntando ai grossi paravalanghe in calcestruzzo. Da qui, in salita

Finalmente si raggiunge la vetta

18


a mezzacosta e con pendenza continua in direzione N, si arriva alla Baita Cornellini (1828 m). Aggirando ora verso destra la cresta rocciosa che scende dal Monte Cadelle, bisogna puntare direttamente all’ampia sella del valico e attraverso alcuni saliscendi si arriva al Passo di Dordona (2061 m; 1 h 30’), un valico reso noto da secoli di transumanza verso i grassi pascoli della Valtellina, ora anche vigilato sul versante settentrionale da un minuscolo rifugio aperto d’estate (tel. rifugio: 349 6148236 – cell. 333 3963514). L’ampia panoramica che qui si apre offre la veduta delle più importanti vette Retiche, dal Monte Disgrazia ai Pizzi Badile e Cengalo. Goduta la vista al valico, si ritorna sui nostri passi per un breve tratto, poi, prima di riperdere quota, si piega a sinistra e si prende a salire fiancheggiando la cresta NordOvest del Monte Toro. Bisogna ora superare i ripidi pendii che sostengono l’alta balconata (ben visibile), posta circa a metà percorso tra il Passo di Dordona e la vetta del Monte Toro lungo la cresta spartiacque, individuando il passaggio migliore a seconda delle condizioni di neve (vi sono due o tre possibilità). Raggiunto con un po’ di fatica il vertice superiore di questo terrazzo panoramico, ci si affaccia sul versante valtellinese in prossimità dei pendii settentrionali del Monte Sullo spartiacque con le Alpi Retiche sullo sfondo 19


Toro. Per accedervi bisogna perdere circa 20 metri di dislivello, cosa generalmente possibile semplicemente scendendo a scaletta (potete tenere le pelli), oppure a piedi in presenza di neve gelata. Seguendo una successione di dossi si guadagna un breve pianoro ai piedi della vetta. La parte finale dell’itinerario si svolge su terreno decisamente più ripido, la cui stabilità andrà valutata attentamente; eventualmente percorrendo a piedi la cresta destra (nord ovest) si raggiunge finalmente la vetta (2524 m, in circa 3h 30’). Dalla cima si apre un amplissimo panorama che, verso Sud, abbraccia gran parte della testata della Val Brembana e l’ampio comprensorio sciistico di Foppolo-Carona. A Nord sfilano invece tutte le maggiori cime delle Alpi Retiche. Le granitiche sagome del Masino, la solitaria mole del Monte Disgrazia e, più in lontananza, la maestosa parata delle vette che compongono il massiccio del Bernina, mentre il fondovalle è generalmente offuscato dalle foschie. A Ovest, lo stretto e ripido valico della Bocchetta dei Lupi consente il collegamento con la Val Tartano e la zona dei Laghi di Porcile, mentre a Est, sulla Val Cervia, si apre il Passo di Valbona che si trova a Sud del Monte Toro in cima alla valletta secondaria che porta alla Casera di Valbona. La discesa: Questa è possibile, con tutte le cautele richieste dalla morfologia del terreno e del manto nevoso, effettuarla per lo stesso itinerario di salita, oppure come spesso si vede fare anche dagli scialpinisti bergamaschi, scendere dal versante valtellinese, sciisticamente più remunerativo, sino alla Casera di Valbona (1904 m). L’esposizione verso nord, garantisce quasi sempre neve Il Monte Toro

polverosa e di godibile sciata. Dal pianoro sottostante la vetta vi 20


sono due possibilità: la prima consiste nel proseguire a sinistra, scendendo a sfiorare il colletto dal quale ci si è calati per una ventina di metri, provenendo dal Passo di Dordona, per continuare lungo una successione di dolci pendii che portano alla Baita Piodèr (2062 m); la seconda alternativa è quella di traversare lungamente a destra, portandosi fin sotto il Passo di Valbona, raggiungendo così alcuni versanti più ripidi e solatii che, dalle pendici meridionali della Sponda Camoscera, calano decisi verso la Baita Piodèr. Da quest’ultima località, in ogni caso, bisogna raggiungere la sottostante Casera di Valbona (1904 m), e lo si può fare mantenendosi indifferentemente a destra o a sinistra della profonda forra incisa dal torrente. Gustata la pausa al sole nella conca dell’Alta Val Madre, si rimettono le pelli puntando in direzione Sud-Ovest, verso la semisommersa Baita Spiaz e, pur senza raggiungerla, ci si dirige sul colle di Dordona, ben identificabile dai tralicci dell’alta tensione, dove ad aspettarci ci sarà la Santella in legno con la Madonna di Lourdes. Spellati gli sci, gettiamo un ultimo sguardo alle Alpi Retiche e giù su Foppolo, magari calcando le tracce della strada estiva dove ci aspetta una fresca birra. Monte Toro

Gallery Località di partenza: Foppolo, m 1.600 - Dislivello in salita: m 924 + 170 - Dislivello in discesa: m 635 + 459 - Tempo di salita: 3 h 30’ Esposizione: Varie - Periodo: da Gennaio ad Aprile - Difficoltà: BS - Carte IGM: 18 II SO BRANZI – Kompass n. 104 - Pala, Artva e sonda

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SCRITTO DA VOI

CANALE NORD DEL RECASTELLO

di Marco Moratti

ESCURSIONE IN ALTA VALLE SERIANA

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La giornata si preannuncia splendida e le previsioni meteo sono corrette: cielo terso e sole splendente. Carico nello zaino l’attrezzatura necessaria: ramponi e piccozza, ghette d'ordinanza e via. Non ho ben in mente che fare, però penso di salire al Diavolo di Malgina o magari al Gleno. Giunto a Valbondione, inizia la salita e, all'altezza della partenza della teleferica trovo Marìca pronta a salire verso i suoi cari monti per aiutare il guardiacaccia Valerio; mi fermo a scambiare quattro piacevoli chiacchiere. Mi pare di intravedere qualcuno salire la panoramica, ma non me ne curo e devio al solito verso la “scorciatoia”. Il sentiero è pulito, presenta qualche pozzanghera ghiacciata e un po' di vetrato evitabile laddove l'acqua continua a bagnare le pietre. Per ora pericoli non ce ne sono, ma se continua così bisognerà prestare sempre più attenzione. Arrivo dunque al Curò, tutto ancora in ombra nella conca, solo le vette maggiori alte e i pendii a Est (vedi il Coca o il Redorta) sono ben assolati e assumono i caldi colori dell'alba. Mi fermo un poco sulla panchina accanto alla fontanella per un po' di colazione ristoratrice, nel mentre giungono le due figure che avevo scorto salire la panoramica. Sorpresa e coincidenza, uno di loro è un escursionista che già incontrai sul Redorta. Lui e un suo amico salirono il couloir Fantasma, io il ben più modesto canalone Ovest, poi scendemmo insieme e gli diedi un Cima, anticima Ovest e cresta Ovest (Corti-Lenatti) del Rescatello

passaggio sino a Valbondione dove avevano lasciato 23


l'automobile il giorno precedente.

e ramponi. Da li, inizio la vera e

Con lui, ma lo scoprirò solo in

propria salita verso il Canale. Il

vetta al Recastello, è un alpinista

mese di fermo obbligato dalla

di quelli seri. Istruttore CAI, ha

montagna, causa maltempo, si fa

fatto parte della prima ripetizione

sentire. Caspita se tira sto pezzo

della via Cassin al McKinley, e ora

di salita! Arrivo nell'antro Nord del

sta aprendo sulla nord del Fop, a

Recastello. Abbracciato a sinistra

Valcanale, una via di 30 tiri, circa

dalla cresta dei Corni Neri (o via

800 metri. E questo incontro oggi

Combi-Pirovano) e a destra dalla

sarà, oltre che piacevole, decisivo

lama che scende dritta

per la mia giornata. “Sei solo?

dall'anticima ovest, ovvero la

Dai, vieni con noi”. Mai mi sarei

parete NW (o via Rigoli-Pirovano)

aspettato un'occasione del

lo spettacolo è quantomai

genere, e la colgo al volo! Mi

imponente e meraviglioso. Qui è

avvio verso i Corni Neri. Sul

già slavinato e i segni sono

sentiero due tratti sono

evidentissimi. La neve è

totalmente ghiacciati e la coltre

marmorea, e si sale, si sale, si

non è spessa. Moltissima

sale... Ma quanto diamine si sale?

attenzione! Una volta passato il

Mica me lo ricordavo così ripido

ponticello innanzi alle cascate

già da qui. Che faticaccia! Ma non

della Val Cerviera, devio. E la Verso il canale prima sensazione è ottima: neve

si molla per questo. Fino a che la

dura, qui camminabile, non si

l'attacco vero e proprio del

neve è bella si va! Così arriva

sfonda per nulla, fa quel giusto cric-croc che ti fa capire che la

canale: curvone a S e lì si presenta in tutta la sua magnificenza...

neve è “matura” per qualche salita come si deve. Allora sciolgo

Una linea bianca dritta, che finisce solo quando inizia l'azzurro del

gli indugi e parto... Poco oltre il lago dei Corni Neri, all'altezza

cielo. Altro cambio: via un bastoncino, mano alla piccozza. Il

della palina per le misurazioni nivologiche faccio il pit-stop: ghette

canale è nelle condizioni ideali, slavinato. Neve spettacolare, 24


granitica, dura come non mai, si vede addirittura il riverbero ghiacciato sulla superficie. Unico inconveniente, non è troppo ideale per le soste che, giocoforza, una salita così ripida richiede. Ma non ci vuole chissà che, piantata la picca si allargano le gambe e qualche secondo per tirare il fiato c'è. E così via, salgo soffiando come un mulo ma con la voglia di arrivare in cima. E in cima ci arrivo... Ma qui la sorte, o meglio, la natura beffarda gioca il suo scherzo più beffardo. Se fino a ora la neve era stata uno spettacolo, negli ultimi 3 metri prima dell'uscita diventa una cosa ignobile. Al limite del pericoloso, se si fosse trovata più in basso. Il colletto di uscita è esposto al vento, testimone ne è una microcornice sulla sinistra, e la neve ventata non è di certo rigelata e dunque è sfaldata, pare farina. I miei amici, qualche decina di metro sotto, si fermano: “Prova a uscire tu, perché qui butti giù roba, ti aspettiamo”, mi urlano; ma ogni sforzo è vano. Nemmeno sui sassi affioranti riesco a far presa, provo in spaccata, ma mi mancano i centimetri nelle gambe. Così si procede come giusto: cambio della guardia. Mi sposto a sinistra, tanto qui la neve permette di fermarsi, e i due compagni mi raggiungono: forti di due picche ciascuno, altezza che non guasta e un pelo di esperienza, escono e scavalcano il muretto di neve. Mi passano una picca e riparto anch’io. E sono fuori! Giù lo spettacolo è meraviglioso... A vista d'occhio un intreccio di colori, in basso multicolore, in alto il bianco invernale. Proseguiamo per la cresta e questa volta restano loro davanti. Ma le difficoltà ora sono minime, stante l'attenzione che bisogna sempre metterci. L'arrivo in vetta è sempre un'emozione, una soddisfazione e una gioia.

L'alta val Seriana, Strinato, Torena, cime di Caronella, al centro il lago naturale del Barbellino ghiacciato

25


Ammiro estasiato il panorama, faccio qualche fotografia, il sole picchia, siamo a mezzogiorno, così riprendiamo subito la discesa. Fino a dove sbuca la normale tutto ok, poi inizia il tratto un pelo delicato. La neve, che è al sole dalla mattina, si rivela invece salda, anzi giustamente percorribile: non marcia, ma si riesce a scalettare che è una meraviglia. Bisogna scendere tutto a retromarcia, facendo qualche bel traversino su neve. Arriva il tratto dove c'è la catena, ma è pieno di neve quindi si può scendere sfruttando in alternanza la picca o la catena. Così, in breve, sono ai piedi di questo tratto. Ora posso tranquillamente guardarmi in giro: uno spettacolo senza pari. Dal Tre Confini, alla valle del Cornello Rosso sino in Val Cerviera tutto è un morbido manto bianco. La prima parte di discesa dopo il canalino è la più pericolosa: sopra la neve, dura uno strato farinoso mette a durissima prova l'equilibrio e la sicurezza. Tant'è che... “ma sì, lo faccio”: sedere sulla neve, ramponi come timoni e picozza per freno e giù, tipo slitta. Un po' per frenare, ci vuole, perché la neve farinosa è un po' alta e quella sotto troppo dura, quindi la picca ci mette un attimo a stopparmi, ma tanto in fondo spiana e mi sarei fermato ugualmente. Da qui nulla da aggiungere se non che, inaspettatamente, la neve è stupenda: entra solo il rampone. Cosa mai vista in Val Cerviera, quasi. Ultimo incontro di giornata: un bel branco di stambecchi che si godono il sole. Il rientro è solito, tranquillo. Mi godo la soddisfazione di questa gran bella giornata nelle Orobie. Magico!

Gallery

Inaspettatamente in Val Cerviera troviamo un folto gruppo di stambecchi 26


ESCURSIONISMO

CIASPOLARE IN VALLE D’AOSTA

di Paolo Erba - A.m.M.

IL PARCO NATURALE DEI MONTI AVIC E GLACIER

27


Confinanti con il parco nazionale del Gran Paradiso (il più antico

parte nel bosco e poi all’aperto nei vasti pianori del Dondena e

parco d’Italia) e meno conosciute al grande pubblico per la

per poter essere percorso necessita di neve assestata. L’itinerario

mancanza di un 4.000 e dei relativi ghiacciai che lo circondano, si

4 può presentare dei pericoli nei due risalti prima del lago Muffè e

trovano le Valli di Champorcher e Champdepraz. Poste sul

del colle, e si svolge in ambiente completamente aperto con vista

versante orientale della dorsale dei monti Avic e Glacier, dal 1989

su tutte le cime della valle di Champorcher.

sono venute a formare il primo parco naturale della Valle d’Aosta, ampliato poi nel 2003 per comprendere l’alto vallone di Dondena. Il territorio del parco faceva parte della riserva di caccia dalla casa reale e ancora oggi esistono diversi toponimi che lo ricordano a partire dal “Sentiero del Re”. Il parco, facilmente raggiungibile attraverso la statale per Champorcher uscendo a Pont Saint Martin dall’autostrada oppure attraverso la strada che arditamente si inerpica da Verres fino a Champdepraz, è fruibile per l’intero anno. In estate, le centinaia di chilometri di sentieri presenti, consentono di effettuare escursioni dalle più semplici e rilassanti fino a vere e proprie traversate anche di più giorni, usufruendo dell’accoglienza dei diversi rifugi presenti. Passaggi impegnativi e arditi portano a raggiungere la vetta del monte Avic a oltre 3.000 metri, dall’inconfondibile sagoma (Avic infatti significa aguzzo in dialetto), che domina l’intera zona. Il tutto circondati dalla classica fauna alpina: stambecchi, marmotte e camosci, qui presenti in gran numero. In inverno, oltre alle interessanti piste da sci di Champorcher, il parco offre la possibilità di piacevoli e tranquille ciaspolate. Ecco alcune idee: il primo e il terzo itinerario, sono prevalentemente nel bosco, particolarmente suggestivo in inverno con la neve, che non presentano particolari problemi; l’itinerario 2 alterna una prima

Lago Servaz 28


CAPPELLA DI SANT’ANNA Salendo in automobile dal fondo valle verso Champorcher, prima di arrivare alla frazione Chateau, la più grande e importante del comune, si gira a destra per la località Grand Rosier. Qui prima delle baite si trova un ampio parcheggio. Indossate le ciaspole ci si dirige verso le baite attraversandole e prestando attenzione alle belle architetture con cui sono state costruite e restaurate. Presso le ultime baite si trova un fontanile e quindi una casa: la si aggira entrando nel vasto pianoro. Leggermente a destra si trova un cartello indicatore, si prende così la comoda sterrata verso destra, dopo poche centinaia di metri pervenuti a un bivio si abbandona la strada che più avanti si trasforma in un sentiero molto esposto, e quindi pericoloso, per la Tete du Mont. Si gira quindi a sinistra in salita nell’incantevole bosco di abeti. La traccia non è evidente e i segnavia rari se non assenti; bisogna salire tenendosi leggermente sulla destra della dorsale fino a incontrare degli alberi caduti oltre i quali il bosco si fa meno fitto. Il sentiero

In salita verso il bosco

qui sale a zig-zag per arrivare al Col de la Plan Fenetre dove si trova un cartello (1 ora di cammino). Dal colle si può salire

salire sulla destra (ore 2), su un sasso nascosto sotto la neve con

qualche decina di metri sulla destra in direzione della Tete du

un po’ di fortuna è possibile leggere l’indicazione che consente di

Mont per ammirare il panorama. Si sconsiglia poi di proseguire,

scendere nuovamente a Grand Rosier chiudendo l’anello. In caso

perché la traccia continua tagliando il pendio in maniera

contrario ovviamente conviene scendere per la via di salita. È

pericolosa. Dal Colle, andando invece verso sinistra senza una

consigliato comunque, prima di cominciare la discesa, salire con

traccia obbligata con percorso pianeggiante, si giunge in pochi

pochi, brevi tornanti ora abbastanza evidenti, al Col de Possauel

minuti alla Cappella di Sant’Anna. Da qui si continua sempre in

(20 minuti) uno dei tanti valichi che unisce a varie altezze, le valli

piano nel bosco fino a raggiungere un’area attrezzata e quindi il

di Champorcher e Champdepraz.

bosco di Chioset. Quando la traccia, sempre molto labile, inizia a

Dislivello 400 metri; durata complessiva 3 ore. 29


CONCA DEL RIFUGIO DONDENA Si parcheggia l’automobile alla frazione di Chardonney, dove si trovano gli impianti da sci, e si segue a piedi la stradina lungo il torrente fino al ponte dove un cartello indicatore segna la direzione per il rifugio Dondena; da qui si indossano le ciaspole. Subito dopo si incontra un altro cartello che indica per il Dondena sia a destra sia a sinistra. Proseguire a sinistra in salita per prati e rari alberi attraversando uno stupendo scorcio tra due muretti a secco e puntando un grosso masso sulla sponda del torrente Laris (ore 0,15). Si continua ora sempre lungo il torrente con scenografici scorci su pozze d’acqua e cascatelle, a volte ghiacciate, arrivando in breve al ponte che consente di andare sulla sponda sinistra orografica (ore 0,30). Da qui in poi bisogna prestare molta attenzione alla neve perchÊ si attraversano dei canali di scivolo che, seppur brevi, possono risultare molto pericolosi. La direzione comunque segue ovvia verso ovest risalendo il torrente fino a uscire al pascolo di Champ Long, (ore 1,40), dove a destra si intravede la larga carrozzabile che unisce Dondena alla frazione di Grand Mont Blanc. Andando a sinistra si raggiungono e attraversano le diverse baite presenti, bolli visibili anche in inverno, fino a una evidente depressione creata da un ruscello estivo; la si supera e si risale in breve alla carrozzabile. Si segue ora la strada comodamente fino ad arrivare alla conca, da qui a sinistra in pochi minuti si raggiunge il rifugio Dondena (ore 2,45). Il ritorno avviene lungo il medesimo percorso dell’andata. Muretti a secco sopra Chardonney

Dislivello 750 metri; durata complessiva 5 ore. 30


LAGO DI SERVAZ, DA CHAMPDEPRAZ

ovvia e diritta si ritornerebbe alla zona delle chiuse. Presa la

Sul versante opposto del parco più freddo, boscoso e “nevoso”,

corretta via, si prosegue per un tratto in decisa salita

questo magnifico percorso porta al lago di Servaz, ghiacciato in

costeggiando alcuni enormi massi, testimonianza dei ghiacciai

inverno, senza presentare grosse difficoltà tecniche e/o fisiche.Si

che, alcuni millenni fa, coprivano la valle. Il sentiero ora torna

lascia l’automobile nel parcheggio del punto informazione del

pianeggiante e supera un’ampia conca con percorso

parco a Veulla, ultima frazione sopra Champdepraz raggiunta da

semicircolare a destra costeggiato da un folto bosco di pini

un’audace strada che in pochi chilometri porta dai 500 metri del

uncinati. Un’ultima breve salita ci consente di arrivare al lago di

fondo valle ai 1.300 metri e dove, recentemente, è stata aperta

Servaz, vero gioiello paesaggistico (ore 2,30). Da qui si potrebbe

una moderna struttura ricettiva. Al parcheggio si calzano subito le

continuare per il rifugio Barbustel ma il percorso è decisamente

ciaspole e ci si incammina lungo l’evidente carrozzabile a destra

faticoso e in alcuni tratti merita attenzione per alcune balze

che indica per il “magazzino”. Qui siamo in una zona

rocciose che incombono sul sentiero.

storicamente sfruttata per le miniere da cui si estraevano minerali

Dislivello 500 metri; durata complessiva 4,30 ore.

di varia natura e lungo il percorso avremo modo di osservare l’antico altoforno. Si procede allora in maniera ovvia nel fitto bosco che alterna abeti e larici a pini uncinati e, ignorando il bivio verso destra che porta al monte Barbeston, in breve raggiungiamo il trivio del Magazzino (ore 0,40). Si segue ora a sinistra con spettacolari vedute sul torrente di Servaz, facilmente si continua il cammino fino ai due tornanti a destra che immettono sul pascolo di Servaz di Sot (ore 1,20). In prossimità della baita si trova un cartello indicatore, si sale quindi alla vicina stradina che nasconde una condotta forzata: qui bisogna prestare attenzione alla traccia non chiara. A destra la stradina in breve finisce contro un ruscello, a sinistra si arriva all’altoforno e a delle chiuse panoramicamente molto suggestive, diritto invece segue il nostro sentiero. Dopo pochi metri bisogna però voltare a destra in salita per una traccia poco evidente, poiché seguendo quella più

Rifugio Barbustel 31


RIFUGIO BARBUSTEL DA CHAMPORCHER Si raggiunge in automobile la frazione di Grand Mont Blanc dove vi è un comodo parcheggio e si trovano le indicazioni per il Col de Lac Blanc. Si prende pertanto il sentiero numero 10, poco dopo prestare attenzione a un bivio, non evidente, dove bisogna seguire a sinistra in salita fino ad uscire sui prati di Cort (ore 0,20). Si passa vicino alle baite e prima di arrivare al torrente si risale a destra l’evidente pendio: spesso qui si trovano tracce di scialpinisti che si sono avventurati nei dintorni. A circa metà pendio si incontra una baita isolata dove ci si ricongiunge con l’itinerario estivo; si prosegue ora in salita lungo il torrente fino a trovare sulla sinistra un cartello indicatore. Si ignora la via a destra e si continua prima diritti e, una volta raggiunto il pianoro, piegando a destra per un ultimo risalto dietro il quale a pochi minuti si trova il lago Muffè (ore 1,15). La traccia non porta direttamente al lago ma una brevissima deviazione merita sicuramente di essere fatta e, se le condizioni lo consentono, è sempre emozionante attraversarne la superficie ghiacciata. Da qui inoltre è possibile vedere sullo sfondo a sinistra il colle di Lac Blanc. Si procede quindi in direzione nord-ovest per facili avvallamenti fino a sotto il pendio finale che viene risalito sulla destra con molteplici tornanti fino a guadagnare il passo (ore 2,30). Sotto di noi già compare la sagoma del rifugio Barbustel che viene raggiunto in breve con comoda discesa che però al ritorno sarà tutt’altro che una comoda salita! Lago Muffè

Dislivello 650 metri; durata complessiva 5 ore. Gallery 32


SHOPPING

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SALEWA La scarpa perfetta da usare con le ciaspole e per il trekking invernale quando fa freddo: questo è il presupposto su cui si sono basati gli ingegneri SALEWA per produrre la MS Snow Trainer. La parte superiore è in pelle scamosciata, con ghetta integrata, comoda imbottitura in Gore-Tex. Una nuova suola esterna VIBRAM ICEFRICTION, creata esclusivamente per SALEWA, per una stabilità senza pari su neve e ghiaccio (una tenuta fino al 25% s u p e r i o r e , s e n z a i n fl u i r e s u l l e caratteristiche positive della suola in gomma) garantita dalla fibra tessile, super-tecnologica che garantisce un grip senza precedenti, anche sul bagnato o su superfici ghiacciate. La fibra tessile si trova tra due diversi strati di gomma vulcanizzata che offrono aderenza e resistenza ottimali. 199,95 Euro

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POLAR

ore con GPS in uso e ricaricabile tramite

VIBRAM

il cavo standard USB, for nito in RC3 GPS unisce il GPS integrato alle

dotazione. La versione RC3 GPS Bike,

Nasce Vibram® Rolling Gait System:

funzioni Smart Coaching, basate sulla

include anche il cavo USB, sensore di

tecnologia avanzatissima sviluppata con

frequenza cardiaca; è stato sviluppato

f re q u e n z a c a rd i a c a H 3 ( We a r l i n k

il preciso obiettivo di agevolare la corsa

per offrire a tutti gli appassionati di sport

W.I.N.D.), sensore di cadenza CS

in discesa, rallentando l’insorgenza

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W.I.N.D. 299,90 Euro

dell’affaticamento nei muscoli flessori

dotato di tecnologia GPS integrata di

dorsali della caviglia e ottimizzando,

ultima generazione. Con soli 58g di peso

così, il dispendio energetico. L’attento

ed uno spessore di 1,37cm, RC3 GPS è

processo di analisi del cammino e della

uno dei più leggeri e compatti prodotti

corsa in montagna ha evidenziato che

con GPS integrato esistenti sul mercato.

durante la fase di discesa la calzatura

Allo stesso tempo, l’ampio display

può contribuire in modo determinante a

digitale permette una lettura dei dati

migliorare la prestazione dell’atleta,

facile, immediata e personalizzabile fino

Inoltre, all’aumentare della pendenza

a tre righe. Inoltre, grazie ai pulsanti dal

della discesa la prima fase di appoggio

design ergonomico ed il cinturino

del piede sul terreno è sempre più

ventilato, garantisce il massimo comfort

spostata verso il tallone. Partendo da

durante l’allenamento. RC3 GPS utilizza

questi presupposti Vibram® ha

il modulo di ricezione satellitare GPS

progettato la tecnologia Vibram®

SiRFstar IV, il sistema più avanzato

RollingGait System, basata su un’unione

attualmente esistente sul mercato, che

esclusiva tra intersuola e suola, combina

consente un’acquisizione del segnale

shape e flessibilità con l’obiettivo di

rapida e costante durante l’allenamento.

avvicinarsi il più possibile al concetto di

Inoltre, questa tecnologia consente un

“rotolamento” del piede. La suola, infatti,

ridottissimo consumo della batteria 250

non presenta alcun tratto longitudinale

mAH Li-Pol, con un’autonomia fino a 12

rettilineo, ma presenta un raggio di 35


curvatura che varia, assecondando le

l’outdoor, la calzatura V-Lite SpHike Mid

shank support con lastra di protezione

funzionalità del piede. Pluritestata in

WP offre tutti i benefici derivanti

dalle rocce; fodera Ortholite® per

laboratorio e sul campo, la tecnologia

dall’utilizzo della suola Vibram® SPHIKE

un’azione cushioning di lunga durata,

Vibram® Rolling Gait System oggi è

RGS, incrementando la sicurezza e il

dotata di trattamento anti-microbico per

disponibile nella nuova suola Vibram®

comfort durante l’avventura all’aria

la prevenzione degli odori.

SPHIKE RGS, utilizzata da HI-TEC per la

aperta. Tra le altre caratteristiche di base

creazione della calzatura V-Lite SpHike

la calzatura offre: tomaia in tessuto

Mid WP. Progettata per l’escursionismo e

sintetico impermeabile; sistema Ess

SMITH Il casco

Vantage è stato creato per

coloro che richiedono il prodotto più innovativo e all’avanguardia. La novità per il 2013 è l’adozione della struttura Aerocore ideata da Koroyd® che simultaneamente massimizza la protezione e aumenta la ventilazione. Grazie al nuovo Boa® FS 360 fit system con design 360º halo, il Vantage offre un comfort ineguagliabile. Combinando tutto questo con la tecnologia AirEvac di Smith che permette l’integrazione con le maschere, il Vantage offre la miscela perfetta tra tecnologia e stile. 200 Euro Maschera con lenti intercambiabili a filo, studiata per visi più piccoli. Le linee fluide e il rivoluzionario meccanismo di sostegno con stabilizzatori della I/OS 36


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DYNAFIT

maschera, che è riuscita a portare le lenti

intelaiatura che va a combinarsi a un’elevata resistenza fi no al valore di

intercambiabili a filo a un pubblico

Per l’inverno 2013/14, DYNAFIT presenta

sganciamento pari a 16. Quindi nel

ancora più ampio. Dotata della nuova e

Beast 16, un prodotto che rivoluziona il

n u o v o a t t a c c o D Y N A F I T o l t re a l

rivoluzionaria lente interna Anti-

mondo degli attacchi. In questo

“tradizionale” comfort in salita, i freerider

Appannamento 5X di Smith, I/OS

progetto, il gruppo di ricerca e sviluppo

più esigenti troveranno un’affidabilità

fornisce performance antiappannamento

dell’azienda del leopardo delle nevi ha

elevata che consentirà loro di esprimere

mai vista prima in una maschera

concentrato la propria attenzione sul

grandi performance nella discesa.

compatta. Da 180 Euro

segmento “discesa” del freeride,

L‘attacco Beast 16 ha una meccanica di

creando un attacco adatto a ogni

sganciamento complessa sia su puntale

disciplina e ogni tipo di terreno.

che sulla talloniera per offrire la massima

La grande novità di Beast 16 è

sicurezza: la struttura del puntale di

rappresentata dal sistema privo di

rotazione, per esempio, impedisce lo

37


sganciamento a seguito di colpi. Inoltre,

provvede a mantenere il capo stabile

l’altezza ridotta consente allo sciatore di

durante l’azione.

stabilire un contatto ottimale con lo sci.

S400 MEN’S X-WARM Long Tights

La corsa neutra grazie all’inclinazione

Perfetti per garantirsi protezione e

leggera e l’elevata rigidità torsionale

comfort. La vita in silicone aiuta a

ottenuta dall’ampio supporto, rendono

mantenere il capo stabile durante

l’attacco Beast 16 unico nel suo genere.

l’azione, senza creare alcun ingombro. Cavallo sagomato per il miglior comfort; ginocchia articolate.

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Colophon Direttore Responsabile: Marco Spampinato Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Lucio Benedetti, Chiara Carissoni, Paolo Erba, Marco Moratti, Davide Novali Rivista bimestrale
 Autorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006 prealpi.wordpress.com - mail.prealpi@gmail.com
 TURISMO EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633 
 Impaginazione: officinadanova
 Concessionaria per la pubblicità: Sport Outdoor Network - info@sportoutdoornetwork.it Antonio Masucci - cell. 333.3632366

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