Prealpi iEdition 14

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TURISMO EDIZIONI & officinadanova

iEdition n. 14


Sommario Benvenuto nel mondo di PREALPI iEdition ibook magazine multimediale Sfogliando queste pagine potrai trovare interessanti spunti e informazioni su nuovi itinerari scelti per il tuo sport preferito. Per una migliore visualizzazione dei testi, orientare l’iPad in verticale; questa modalità limita l’utilizzo di gallery, immagini e altre funzioni multimediali. Versione formato PDF. Gallery fotografiche, video e altre funzioni multimediali saranno visualizzabili attraverso link che necessitano l’apertura di un browser e il collegamento alla rete internet. Potrai riconoscere i link e i collegamenti ipertestuali da cliccare dal colore rosso, per accedere alle gallery fotografiche , ai filmati e per visualizzare altri elementi multimediali, (identificabili anche dall’icona

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EDITORIALE MAIN PARTNER | OFFICINADANOVA NEWS LE PREALPI LUGANESI “SE MI DEVO CHINARE... PARTNER | CARLES GEL EXPEDITION MONTAGNA DI RICORDI MONTE TARTARO E MONTE META CIASPOLATA ALLA DIGA DEL GLENO SHOPPING COLOPHON

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EDITORIALE

Novembre ci ha regalato una bella nevicata, tanto bella da permettere a numerose stazioni di aprire in anticipo, rispetto alla tradizionale data dell’8 Dicembre, la nuova stagione sciistica. Finalmente, volgendo lo sguardo alle vette delle montagne, si possono ammirare incantevoli panorami bianchi. E allora fuori gli sci, le ciaspole, le tavole da snowboard, gli stretti sci da fondo e quant’altro vi faccia divertire sulla neve. L’inizio di questo nuovo mese, l’ultimo del 2013, vi porta alla lettura del nuovo numero di PREALPI, ricco di nuovi contenuti, racconti e suggerimenti per trascorrere splendidi momenti in cima alla montagna che preferite. Vi accompagnamo alla scoperta delle Prealpi Luganesi, vi portiamo a sciare in telemark, vi raccontiamo una storia ricca di ricordi, vi facciamo camminare sulle montagne del centro-sud Italia, vi facciamo ciaspolare in valle di Scalve. Buona lettura e buon divertiment0. Nel frattempo, noi ci impegneremo, come sempre, a realizzare un nuovo numero della vostra rivista di montagna, sicuri che qualche nuova modifica grafica sarà apprezzata. Chiudo con un suggerimento, che non smetterò mai di ripetere: godetevi la montagna, siate rispettosi della natura e siate prudenti, molto prudenti. Buone feste! Marco Spampinato

In copertina Lungo la cresta ovest del Monte Cortafon scendendo dal Motto di Paraone (foto Stefano Roverato) 2


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MAIN PARTNER | OFFICINADANOVA

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Click e


NOTIZIE E CURIOSITÀ

NEWS

a cura della Redazione

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CAREZZA D’INVERNO

rigenerante bagno di pino nella vasca Kaiser. Prezzo a partire da 665 euro. Chi apprezza non solo lo sci ma anche le avventure tra i

Novità 2014 per la ski area Carezza: sarà inaugurata la nuova

monti, può cogliere l’offerta “Escursioni invernali” valida per tutta

cabinovia che porterà gli appassionati degli sport sulla neve da

la stagione, con 7 notti in hotel, 2 escursioni guidate con la guida

Nova Lavante alla Malga Frommer. Avvolta dalle vette del

Ulli, una corsa andata e ritorno nella nuova cabinovia fino alla

Latemar e del Catinaccio, la ski area si snoda tra 40 km di piste di

malga Frommer, e un massaggio parziale defaticante per

diversi livelli, asilo nido sulla neve e parchi giochi per i piccoli,

escursionisti, a scelta. Prezzo da 699 euro. romantikhotelpost.com

sentieri tra i boschi e discese soleggiate per tutta la combriccola. LA SPORTIVA MOUNTAIN ATTACK TEAM Un grande brand italiano e l’organizzazione dell’evento skialp austriaco per eccellenza, annunciano la nascita del “La Sportiva Mountain Attack Team”. La Sportiva equipaggerà con scarponi da sci, abbigliamento un team di 21 persone comprendente sciatori professionisti e giovani promesse dello sci alpinismo. La prima gara in cui saranno impegnati sarà il prestigioso Mountain Attack in Austria, seguiranno poi Sellaronda, Tour de Ruitor e altre competizioni di caratura internazionale. L’obiettivo è quello di creare un team non solo in grado di vincere le competizioni più importanti al di fuori del mondo della World Cup, ma anche quello di promuovere lo sci alpinismo e i suoi valori in tutto l’arco alpino. Il Team La Sportiva Mountain Attack rappresenterà il marchio La Sportiva in Austria, contribuendo a far crescere il movimento E al Romantik Hotel Post, fioccano le offerte: dal 6 gennaio al 26

attorno a questo sport nel quale La Sportiva crede molto: questa

marzo 2014 si entra nel vivo dell’inverno con la“Settimana bianca

iniziativa darà inoltre continuità al progetto di partnership avviato

a Carezza”. La proposta comprende 7 notti in hotel (mezza

con l’evento Mountain Attack per i prossimi 3 anni. Il Team La

pensione) e 6 giorni di skipass “Fassa-Carezza”, oltre a un

Sportiva Mountain Attack è composto a oggi di 21 atleti di cui 10 6


professionisti dello sci alpinismo. Aschbacher Daniel, Bauer

PREALPI LOMBARDE OCCIDENTALI

Christina, Bauer Gerald (Sportlicher Leiter), Chesneau Julien, Eichholzer Johann, Glomser Gerrit , Hofmann Verena, Höllbacher

Una nuova guida scritta a quattro mani da Roberto Ciri e Oliviero

Lukas, Jank Andreas, Kastinger Michael, Klaus Tom, Kogler

Bellinzani: Prealpi Lombarde Occidentali, raccoglie 90 itinerari

Stefan, Kurz Maximilian, Kurz Roland (Team Manager),

escursionistici e alpinistici delle cime delle prealpi varesine e

Lienbacher Martin, Linseder Stefan, Pointner Alexander,

comasche. Si tratta del secondo di tre volumi dedicati alle Prealpi

Riedlsperger Thomas, Steiner Johann, Wallmann Robert, Zwinger

Lombarde e prende in considerazione i 13 gruppi montuosi

Bernd.

compresi nelle Prealpi Occidentali, dette anche Prealpi Varesine e Comasche: Tamaro, Nudo-Colonna, Campo dei Fiori-Martica, Sette Termini-PiambelloSan Giorgio, Camoghè, Fiorina, Gino, Generoso, Tr e m e z z o , G o r d o n a Bisbino, Palanzone, San Primo, Corni di Canzo. Si tratta di un vasto territorio che copre le province di Varese e Como, una parte del territorio ticinese, il Triangolo Lariano e 10 valli: Valcuvia, Valganna, Valle del Tresa, Val d’Agno, Val Colla, Val Morobbia, Valle di San Jorio, Val Cavargna, Val d’Intelvi, Val di Muggio. 90 vie normali ad altrettante vette e 7


informazioni su altre 90 cime secondarie, 368 pagine con foto a

una tisana, per un contrasto rivitalizzante tra caldo e freddo.

colori, cartine topografiche dei percorsi e dettagliate relazioni con

Un’emozione unica che continua grazie alla suite mountain chic

dislivelli, tempi, difficoltà, punti di appoggio, note storiche,

dedicata agli innamorati. Una camera mansardata di 60 mq, con

curiosità turistiche. Prezzo: 26 Euro ideamontagna.it - vienormali.it

zona living separata da quella matrimoniale da una porta scorrevole. Nella stanza matrimoniale, il letto rotondo domina

NIGHT SPA PER DUE

l’ambiente e é orientato verso la vetrata che dà sulle maestose cime delle Dolomiti di Brenta, Patrimonio Unesco. Il costo di un

Legno, pelle e loden, colori caldi, tappeti e tendaggi di pregio,

pernottamento in mezza pensione con sistemazione in suite parte

morbidi cuscini e decorazioni curate nei dettagli. Al Biohotel

da 190 euro a persona. Info biohotelhermitage.it

Hermitage**** di Madonna di Campiglio si respira un’atmosfera intima e familiare, ma allo stesso tempo elegante e di charme. Immerso nella spettacolare natura delle Dolomiti di Brenta, in un panorama che la neve rende ancora più magico. Anche le proposte sono ricercate e mai banali: Night Spa con piscina riservata per la coppia. É l’ambiente forse più romantico dell’hotel, uno degli angoli più suggestivi: la piscina e il centro benessere. Una grande vetrata che dà sulle montagne, la luce soffusa delle candele, un sottofondo musicale e il profumo dei prodotti naturali utilizzati per i trattamenti... immaginate di avere a disposizione tutto questo solo per voi e il vostro partner! É la proposta esclusiva, novità della stagione invernale 2013/14: la “Night Spa”. Il pacchetto comprende: piscina riservata per la coppia in uso esclusivo, Champagne, lume di candela, massaggio di coppia, il tutto a partire da 300 euro a coppia. Da non perdere, dopo il calore della sauna finlandese e del bagno turco, una romantica passeggiata lungo il sentiero nella neve fresca del parco, avvolti nel morbido accappatoio sorseggiando 8


TOR DES GEANTS®

IT’S WINTER TIME

La Valle d’Aosta, con il video promozionale sul Tor des Géants®

La montagna in Alto Adige è un mantra. E d’inverno tra le

presentato al “World Sports content Media convention” di

Dolomiti e la Val Pusteria si snodano attrezzatissimi comprensori

Montecarlo (Sportel), svoltosi nel Principato dal 14 al 17 ottobre

sciistici, che invitano tutta la combriccola a sperimentare

2013, ha conquistato il terzo posto nella speciale classifica

emozionanti sport sulla neve. Le strutture Falkensteiner Hotels &

Golden Podium Awards, per il miglior trailer sportivo tra le

Residences propongono strepitose opportunità per vivere

produzioni presentate dalle emittenti televisive di tutto il mondo.

indimenticabili settimane bianche con tutta la famiglia. Camere

Un risultato di assoluto prestigio per il Tor des Géants® alla prima

rustiche arredate in legno coccolano gli ospiti del Falkensteiner

partecipazione a una manifestazione internazionale considerata il

Hotel & Spa Lamm Castelrotto (Alto Adige - Südtirol) nel paradiso

principale evento europeo dedicato al target Sport e televisione e

sciistico ed escursionistico Alpe di Siusi, alle pendici del

che ha registrato 2.551 partecipanti, provenienti da 65 Paesi di tutto il mondo. Il trailer sul Tor des Géants® è stato visionato tra gli altri dal principe Alberto II di Monaco e dal presidente del CIO, Christopher Froome, oltre che dai numerosi operatori del settore.

Guarda il video su Youtube 9


massiccio dello Sciliar (tra le Dolomiti Patrimonio Mondiale

americana capitana da Bode Miller e Ted Ligety, l’Olimpionica 2 é

UNESCO). Fra 80 km dell’anello di fondo, 7 piste da slitta di 18

il fiore all’occhiello di un’arena sciistica famosa per offrire piste

km di lunghezza, 30 km di sentieri per ammirare il paesaggio

sempre perfette, grazie a un sistema di innevamento

girovagando sulle ciaspole oppure partecipando ad incredibili sci

d’avanguardia. Un tracciato spettacolare, teatro di competizioni

tour e arrampicate. È un’area sciistica a misura di mamma, papà

sciistiche di primo piano, come di eventi snow & glamour, primo

e piccole pesti, che possono approfittare delle “Settimane

fra tutti l’Alpine Rockfest, quest’anno in calendario per il 23

bianche per famiglie by Falkensteiner”: 7 notti dal 29 novembre

dicembre. Collocato ai piedi delle Dolomiti del Brenta, l’altopiano

2013 al 13 aprile 2014 da 1.099 euro (2 adulti più bambino under

della Paganella é una delle località turistiche più amate dagli

15), compresa una romantica passeggiata con le fiaccole e una

appassionati di montagna, grazie a un comprensorio sciistico

serata d’intrattenimento con musica, oltre al pacchetto dei servizi.

d’avanguardia (50 km di piste, 1100 metri di dislivello, avanzato

Info falkensteiner.com

sistema di innevamento sul 100% dei tracciati, 17 modernissimi impianti di risalita) e alla posizione privilegiata nell’oasi

FIS ALPINE SKIING EUROPE CUP LADIES

naturalistica collocata tra la Valle dell’Adige e il Parco Adamello – Brenta, e i Comuni di Andalo, Molveno, Fai della Paganella,

Per il terzo anno consecutivo, la Coppa Europa Femminile di Sci

Cavedago, Spormaggiore. Info paganella.net

si disputerà sulla leggendaria pista Olimpionica 2 di Andalo (Paganella Skiarea), dove l’anno scorso hanno trionfato l’austriaca Eva-Marie Brem e la norvegese Nina Loeseth. L’evento avrà luogo il 12 e 13 dicembre con le durissime prove di slalom gigante e slalom speciale. I nomi in gara sono ancora tutti da scoprire. Grande l’attesa per conoscere la formazione azzurra, dopo le importanti performance rese lo scorso anno dalla valtellinese Elena Curtoni, nonché l’elenco completo delle atlete in gara. Prediletta dai grandi dello sci per il training intensivo (qui si allenano Aksel Lund Svindal e Kietjl Jansurd i top atleti della Nazionale di Sci Norvegese e tutto il team maschile) e prima di loro é stata base europea per la nazionale di sci Maschile

Podio 2012: Bertrand, Loeseth, Brem-Teyssot 10


CIASPOLARE IN VAL D’EGA

senza nessuna foga di fronte a uno spettacolo inimitabile, significa anche scivolare in piano sulla neve. E la Val d’Ega, a soli

In Val d’Ega, dal 1° dicembre fino a fine stagione, “La settimana

20 minuti di macchina da Bolzano, è quello che si dice un tempio

delle ciaspole”: il martedì e giovedì di ogni settimana si ciaspola

per lo sci di fondo. Gli appassionati di questa disciplina trovano

gratuitamente con la guida per 2 ore e mezza, con tanto di cartina

qui la garanzia di 100 km di piste sempre perfettamente innevate

che illustra le escursioni più belle da provare. Il pacchetto

per tutta la stagione e preparate per lo skating e la tecnica

comprende 3 o 7 pernottamenti in albergo, fino a 5 escursioni

classica, tra Carezza e Nova Ponente e, a pochi chilometri di

sulle ciaspole guidate, noleggio dell’attrezzatura (ciaspole,

distanza, PassoLavazé, a 1.800 m di altitudine. valdega.com

bastoni e ghette) e ulteriori prestazioni a seconda dell’alloggio: mobilcard, cartina invernale, trattamenti wellness, pranzo al sacco

GRANDE CORSA BIANCA

e tè caldo per l’escursione, servizio navetta da Bolzano. Prezzi a partire da 363 euro a persona. Procedere lentamente, avanzando

La Grande Corsa Bianca è una corsa particolare, si snoda per 175 km con 7000 mt. di dislivello positivo attraverso il Parco Adamello e Parco dello Stelvio in pieno inverno regalando ai concorrenti un ambiente severo ma impagabile dal punto di vista delle emozioni e degli incontri, non sarà difficile avvistare gli animali che abitano i Parchi. Un grande giro ad anello con partenza e arrivo a Vezza d’Oglio (Bs) Italia. Camminare in piena notte attraverso passi e boschi innevati con la compagnia ,se saremo fortunati, della luna piena sarà un ricordo che difficilmente si potrà dimenticare. I 175 km si possono percorrere con gli sci, oppure a piedi trainando una piccola slitta o con fatbike. Per questa edizione “zero” saranno ammessi 30 concorrenti, a invito. Il via alle 16.00 del 16 Gennaio 2014, 50 ore di tempo per completarla. L’organizzazione é curata da Marco Berni, atleta bresciano noto per aver partecipato a 5 Iditarod Trail, 11


conquistando negli anni diversi podi. marcoberni.com

15 che domenica 16 febbraio si potrà vestire il pettorale con il

info@lagrandecorsabianca.com

cuore e partecipare alla Just for Fun con il sorriso sulle labbra. Quello che conta maggiormente qui è divertirsi, senza l’assillo del cronometro e senza la pressione di scalare posizioni di classifica. Si scia per il puro piacere di farlo, di trascorrere una giornata di relax e allegria insieme ad amici, parenti e appassionati di fondo, con cui si fanno nuove conoscenze ogni anno. E al termine (la distanza consigliata è di 30 km ma ci si può fermare anche prima) i partecipanti sono chiamati all’appello di un ricco pranzo con prelibatezze in stile altoatesino. Nel pomeriggio di sabato, inoltre, spazio anche alla Mini Val Casies per le categorie giovanili tra i nati nel 1997 e quelli nel 2006 (Aspiranti, Allievi, Ragazzi, Cuccioli e Baby). L’evento è organizzato dal comitato GF Val Casies in collaborazione con 5V-Loipe. Per tutti coloro che intendono vivere la GF Val Casies in assetto da gara, le gare saranno in verità quattro, sulle distanze di 30 km e 42 km, in tecnica classica al sabato e in skating la domenica, e come ogni anno sono attesi anche i big del pianeta granfondo. L’evento è inserito nel calendario di Coppa Italia e nel circuito Euroloppet. Per iscriversi

GRAN FONDO VAL CASIES

alla Just for Fun www.valcasies.com

In Val Casies (BZ) il prossimo febbraio torna la nota ski-marathon con due giornate di gare in tecnica classica e libera, condite entrambe dalla “tradizionale” Just for Fun. Lo dice il nome stesso, divertimento è la parola chiave dell’evento parallelo alla Granfondo Val Casies – Gsiesertal Lauf agonistica, e sia sabato 12


LUOGHI DA SCOPRIRE

LE PREALPI LUGANESI

di Roberto Ciri

UN BALCONE PRIVILEGIATO SUI LAGHI LOMBARDI

Panorama sulla cresta est del Monte Cortafon (foto Stefano Roverato) 13


Territorio piuttosto esteso, dove il verde di pascoli e boschi prevale sul grigio delle rocce, le Prealpi Lombarde Occidentali, o Luganesi, offrono ampi spazi e panorami di grande suggestione attraverso i quali vivere intensamente la montagna. Dominate da orizzonti di grandi vette alpine, come l’onnipresente Monte Rosa o le cime svizzere del Vallese oltre i 4.000 metri, le montagne intorno ai grandi laghi lombardi stregano per la bellezza dei panorami e il fascino di essere profondamente immersi nella natura. Vero “paradiso dell’escursionismo”, nonostante la quota modesta o forse proprio per tale ragione, le cime delle Prealpi Varesine e Comasche offrono un’esperienza intensa e di arricchimento personale che lascia il segno, ideali per effettuare escursioni autunnali o invernali. Le Prealpi Lombarde Occidentali, dette anche Prealpi Luganesi o del Ceresio, comprendono tredici gruppi montuosi suddivisi fra le Prealpi Varesine (o Luganesi Occidentali) e le Prealpi Comasche (o Luganesi Orientali). Comprese fra il Lago Maggiore ad ovest, la linea LocarnoBellinzona-Gravedona a nord, il Lago di Como-Lecco ad est e la pianura padana a sud, insieme alle Prealpi Lombarde Centrali, o Prealpi Bergamasche, e alle Prealpi Lombarde Orientali, o Prealpi Bresciane e Gardesane, fanno parte dell’ampio complesso montuoso più generale delle Prealpi Lombarde. La sezione del cosiddetto “Triangolo Lariano” è rappresentata dal triangolo di monti compresi fra i due rami del Lago di Como e Lecco. Le Prealpi Varesine si estendono dal Passo di Monte Ceneri al Lago

Il Lago di Como visto dal Monte La Croce (foto Roberto Ciri)

di Lugano, alla Valle del Laveggio, alle Colline del Varesotto e al Lago Maggiore, occupando in territorio italiano la porzione centro 14


settentrionale della Provincia di Varese ed in territorio elvetico

San Giorgio, Monte Orsa e Monte Pravello in territorio italiano. Tali

parte del Mendrisiotto, del Luganese e del Locarnese nel Canton

rocce bituminose in passato venivano sfruttate dagli abitanti del

Ticino, culminando in territorio elvetico con il Monte Tamaro

territorio per ricavarne un olio che bruciava facilmente, ma a

(1.967 m). Le Prealpi Comasche si estendono dal Passo di San

partire dal 1830 i giacimenti iniziarono ad attirare l’attenzione

Iorio al Lago di Como e Lecco, alle Colline della Brianza e del

degli studiosi per i fossili contenuti negli scisti. Gli scavi hanno

Comasco, al Lago di Lugano e al Passo di Monte Ceneri,

permesso di estrarre migliaia di fossili dalla Formazione di

rimanendo nella Provincia di Como in Italia e nel Canton Ticino in

Besano, con il ritrovamento più spettacolare rappresentato dal

Svizzera, con il Pizzo di Gino (2.245 m) come vetta più elevata in

Besanosauro, presumibilmente un ittiosauro adatto a nuotare con

territorio italiano. Si tratta dunque di un vasto territorio che copre le tre province di Varese, Como e Lecco, e, da ovest ad est, tredici valli: Valcuvia, Valganna, Valle del Tresa, Val d’Agno, Val Colla, Val Morobbia, Valle di San Jorio, Val Menaggio, Val Sanagra, Val Cavargna, Val d’Intelvi, Valle di Muggio e Valbrona. Un territorio molto vario sia sotto l’aspetto geologico che naturalistico, con diverse aree classificate come Parchi Naturali, Regionali o di interesse comunitario, ognuna con le sue particolarità ambientali e culturali. Fra questi il Parco Regionale Campo dei Fiori, il Parco della Val Sanagra, la Riserva Naturale del Lago di Piano, la Riserva Naturale Integrale della Valsolda, il Parco Regionale del Monte Barro. Diverse zone del territorio delle Prealpi Luganesi rivestono un grande interesse dal punto di paleontologico per la presenza di importanti giacimenti fossiliferi in cui sono stati rinvenuti numerosi resti di rettili, anfibi, sauri ed altre forme di vita del periodo Triassico Medio (tra 245 e 228 milioni di anni fa), tanto da essere iscritto nel Patrimonio mondiale

Saurichtys (foto Museo dei Fossili del Monte San Giorgio-Meride)

dell’UNESCO. Famosi in tutto il mondo sono gli strati fossiliferi degli scisti bituminosi nei dintorni di Besano, nell’area del Monte 15


brevi e improvvisi scatti grazie alla spinta delle pinne grandi e

di Verbano-Cusio-Ossola, Novara, Varese). Lungo le coste del

affusolate. Inoltre a Saltrio, in provincia di Varese, è stato

Lago Lago Maggiore sono presenti numerosi castelli, come i

rinvenuto uno scheletro molto incompleto del più grande

Castelli di Cannero, situati su degli isolotti tra Cannero Riviera e

dinosauro carnivoro mai trovato in Italia: il Saltriosauro, vissuto

Luino e costruiti tra il 1200 e il 1300; il Castello Visconteo di

all’inizio del periodo Giurassico, circa 200 milioni di anni fa.

Locarno, eretto nel XIII secolo dai Visconti e distrutto e ricostruito

L’animale doveva essere lungo circa 8 metri ed alto 4 e

più volte dopo la cacciata della famiglia Viscontea; la Rocca di

costituisce forse il più antico rappresentante dei tetanuri, un

Arona, fondata dai Longobardi e in cui nacque nel 1538 Carlo

gruppo di dinosauri carnivori di cui fanno parte anche il

Borromeo. Il Lago di Lugano, o Ceresio, è un lago ramificato di

Tyrannosaurus rex, il Velociraptor e gli uccelli odierni. Alcuni

origine glaciale che si estende lungo il confine italo-svizzero tra il

esemplari di fossili sono conservati nel Museo dei fossili del Monte San Giorgio, nel centro del paese di Meride (Svizzera), e nel Museo Civico dei Fossili di Besano, presso il paese di Besano (Italia), ma anche nei Musei di Scienze Naturali di Milano e di Zurigo. I laghi prealpini La zona geografica e climatica a cui appartengono le Prealpi Luganesi è caratterizzata da un clima mite tipico dei grandi laghi prealpini, che determina la presenza di una vegetazione e flora particolarmente rigogliose. Il paesaggio delle Prealpi Varesine e Comasche è caratterizzato dalla presenza dei grandi laghi che costituiscono uno splendido sfondo panoramico per le escursioni sulle montagne circostanti. Il Lago Maggiore, o Verbano, è un lago prealpino di origine fluvioglaciale ed è il secondo lago per

Il Lago Maggiore visto dal Poggio Sant'Elsa (foto Mauro Colombo)

superficie in Italia. Il suo nome “Maggiore” deriva dal fatto che un tempo si riteneva fosse il più esteso dei laghi prealpini. Le sue rive sono condivise tra Svizzera (Canton Ticino) e Italia (province 16


Canton Ticino, la Provincia di Como e la Provincia di Varese.

idrografico del lago è composto da tre parti differenti: a sud-ovest

All’Italia appartiene la sezione nord-orientale col paese di

il ramo di Como, a sud-est il ramo di Lecco e a nord il ramo di

Porlezza e la Valsolda, in provincia di Como, ed un tratto della

Colico o “alto lago”. I fiordi meridionali racchiudono le montagne

costa sud-occidentale presso Porto Ceresio, in provincia di

del Triangolo Lariano.

Varese. Alla Svizzera appartiene invece la parte più estesa e centrale del bacino, con Lugano ed il centro di Morcote. Particolare è la posizione di Campione d’Italia, storica enclave italiana circondata da territorio svizzero. Il nome Ceresio, italianizzazione del nome latino Ceresium, potrebbe derivare dal latino “cerasa” (ciliegia) o dall’antico toponimo romano “Ceresium”, dal significato di “più blu del cielo”, oppure dal celtico “keresius” che significa “ramificato”, in riferimento alla forma del lago. Il Lago di Como, o Lario, è anch’esso un lago di origine glaciale ed è il terzo lago italiano come superficie e il primo per sviluppo perimetrale, con un perimetro di 170 km. Raggiunge una lunghezza di 46 km fra Gera Lario e Como e, con i suoi 410 metri di profondità, è il quinto bacino più profondo d’Europa. Ha una caratteristica forma a “Y” rovesciata, o a forma di uomo, come recita un detto locale: “Il lago di Como ha la forma di un uomo, una gamba a Lecco e quell’altra a Como, il naso a Domaso ed il sedere a Bellagio.” Designato dagli autori latini con il termine “Larius”, o come Polibio, il nome potrebbe avere un’origine prelatina e derivare dalla radice pre-indoeuropea “lar”, che sta per “luogo incavato”. Decantato nell’800 dai maggiori poeti ed artisti del Romanticismo, come Stendhal, Byron e Liszt,

Il Motto della Tappa visto da Vegna (foto Stefano Roverato)

deve la sua maggiore notorietà ad Alessandro Manzoni e al suo celebre inizio del romanzo “I Promessi Sposi”. Il bacino 17


Le montagne

gruppi del Camoghè, al confine con il Canton Ticino nel settore

Le Prealpi Varesine e Comasche comprendono ben tredici gruppi

più settentrionale, del Generoso, Tremezzo e Gordona-Bisbino, a

montuosi fra il Lago Maggiore e il Lago di Como-Lecco: Tamaro,

sud est del Lago di Lugano, del Palanzone e del San Primo, al

Nudo-Colonna, Campo dei Fiori-Martica, Sette Termini-

centro del Triangolo Lariano. Un vasto territorio che sa regalare

Piambello-San Giorgio, Camoghè, Fiorina, Gino, Generoso,

agli escursionisti più intraprendenti splendidi percorsi fuori dai

Tremezzo, Gordona-Bisbino, Palanzone, San Primo, Corni di

sentieri di grande frequentazione, con panorami mozzafiato sulle

Canzo. Le cime in essi presenti non sono caratterizzate da quote

distese azzurre dei laghi lombardi. Gallery

particolarmente elevate, ma permettono di effettuare escursioni estremamente panoramiche con splendide visuali sui laghi, specialmente per i gruppi montuosi che sono a ridosso di essi. Fra le più consigliabili vi sono le salite ai Pizzoni di Laveno (1.035 m) e al Sasso del Ferro (1.062 m), nel Gruppo del Nudo-Colonna o, nel Gruppo del Fiorina, le selvagge Cima di Fiorina e Torrione di Valsolda (1.810 - 1.805 m) e il Monte San Salvatore (914 m), con una bella via ferrata a picco sul Lago di Lugano. Gli amanti delle solitudini alpine apprezzeranno le più isolate vette del Monte Bregagno (2.107 m), Monte Cortafon (1.688 m), Motto della Tappa o Cima Verta (2078 m) e Pizzo di Gino (2.245 m), massima elevazione delle Prealpi Lombarde Occidentali. Gli appassionati di vie ferrate e dei percorsi su roccia avranno in vece di che sbizzarrirsi nel Gruppo dei Corni di Canzo, con le tre vette dei Corni di Canzo stessi (1373 m), il Corno Birone (1.116 m), il Corno Rat (906 m), la bella cresta del Monte Barro (922 m) e il panoramicissimo Monte Moregallo (1.276 m) con la famosa Cresta G.G.O.S.A. (Gruppo Giovanile Organizzazione Sportiva

In vetta alla Cima di Fiorina (foto Stefano Roverato)

Alpinisti), nota più semplicemente come Cresta OSA. Piacevoli e panoramiche escursioni vengono offerte anche dalle cime nei 18


TELEMARK di Claudia Cagliano “SE MI DEVO CHINARE… CHE SIA DAVANTI A UN’ALTA MONTAGNA”

EMOZIONI DI UNA TELEMARKER A SPASSO PER IL MONDO

19


“Mehemea ka tuoho ahau me maunga tei tei”. “Se mi devo chinare che sia davanti a un alta montagna”; così suonava un vecchio detto maori. Appassionata di sci, di montagna, ma anche di mare, più in generale attratta irresistibilmente dalla bellezza della natura, un giorno “nel mezzo del cammin…” mi sono imbattuta per caso in Sergio, noto ai più come “Blade Runner”, che si é subito inginocchiato ai miei piedi… nel vero senso della parola. Lui era in telemark e io ancora “rigida” (ma questa é un’altra storia e accadeva tanti anni fa). É stato subito amore, anche per il telemark. Da quel giorno ho cominciato a inginocchiarmi e insieme abbiamo percorso molta strada: nella vita e nella powder in giro per il mondo. Idealista, determinata, e un po’ testarda, insomma non amo molto piegare la testa, piuttosto le ginocchia e solo quando ne vale la pena: in luoghi incantati, davanti a un’alta montagna. Nuova Zelanda La prima volta l’avevamo fatto in mongolfiera: a Las Vegas… il matrimonio! Fedeli alla nostra fama di svitati cronici, amanti delle emozioni in quota, avevamo pensato di fare le prove generali nel tempio del kitch. Il commento sprezzante delle rispettive genitrici, alla vista delle fedi in argento lavorate a mano dai Navajos della Monument Valley, era però stato prevedibile e quindi non ci restava che convolare a nozze più tradizionali. All’uscita dalla chiesetta, ad attenderci sul sagrato, gli amici del telemark club Blade Runner con un tetto di alpenstock. Terminata la festa, salutati, rigorosamente genuflessi, gli amici, siamo partiti per la 20


tanto attesa luna di miele, ovviamente in Nuova Zelanda, per

sogno. La giornata é splendida, la neve caduta solo due giorni

provare l’ebbrezza della powder di fine Luglio! Ed ecco finalmente

prima, tutto perfetto. Cominciamo la discesa di 15 km in uno

avverarsi il sogno di un viaggio all’altro capo del mondo: dopo 24

scenario da film di 007; Mount Cook troneggia nel cielo e, curva

interminabili ore di volo, dall’aereo scorgiamo la “Terra della

dopo curva, arriviamo alla base, felici e con le gambe un po’ a

Lunga Nuvola Bianca” (“Aotearoa” in maori neozelandese). Due

pezzi: davvero indimenticabile! Il giorno dopo ci aspetta una

isole molto diverse tra loro: prettamente alpina quella del sud, più

giornata di heliski: iniziamo subito con qualche plateau a 35° di

simile al Sud America quella del nord, con un comune

pendenza a nord e la neve polverosa. Parto a manetta sul

denominatore: gente superospitale e un paesaggio mozzafiato.

verticale con dei “grissini” da telemark recuperati con molta fatica

Giunti a destinazione, ci dirigiamo verso Lake Tekapo, nel centro

(qui infatti non è una disciplina molto popolare), finché mi stampo

dell’Isola del Sud (per me il Paradiso Terrestre): montagne che si

di faccia e, alla prima, “tortella” ne seguono altre: la neve diventa

specchiano in laghi e laghi che riflettono montagne in un magico

sempre più crostosa e le mie gambe sembrano spezzarsi. Finite

gioco di colori. Siamo in viaggio di nozze ma quasi quasi ho deciso di sposarmi di nuovo, nella chiesetta di Lake Tekapo: dietro l’altare c’è una vetrata spettacolare che si affaccia sul lago e sulle catene di montagne spruzzate di neve in cima e, in quel momento, ho la certezza che “Dio esiste!”. Il mondo all’inizio della creazione doveva essere tutto come in questo magico angolo di terra. Dopo una sveglia all’alba, per godere ancora una volta della vista strepitosa, ci dirigiamo verso Mount Cook, dove ci attendono le guide per accompagnarci nella traversata del Tasman Glacier, una specie di Vallèe Blanche “down under”. Il nostro aereo con i pattini atterra direttamente sul ghiacciaio; aiutiamo il pilota a liberare una delle due ali del velivolo che si è “impigliata” nella neve. Il paesaggio è surreale: un’immensa distesa bianca, iceberg azzurri, architetture di ghiaccio dalle forme improbabili e tutto intorno le montagne, il cielo blu cobalto, l’aria frizzante. Siamo soli con la guida, sembra di essere in un 21


le forze e le finanze, ci dirigiamo a Sud, a Queenstown, alla volta delle stazioni di sci “tradizionali”, per modo di dire, visto che per raggiungerle occorre fare mediamente 20 km di strada sterrata per trovarsi di fronte a impianti di risalita decisamente “old fashion”, per usare un eufemismo. La nostra prima meta é Treble Cone, sulle Harris Mountains, dove sciamo con vista sul lago Wanaka: il paesaggio è da “pelle d’oca”, fortissimo il contrasto tra il bianco della neve in quota e il verde della pianura e strepitosa neve! Dopo 5 giorni trascorsi girando l’isola del Sud tra pecore, kiwi, foche, balene e pinguini, proviamo la combinata telemark/ terme nella fantomatica e surreale stazione di “Hamner Spring”: niente da stupirsi se alla richiesta di sci da telemark ci mostrano quelli da fondo. Ci spostiamo poi nell’Isola del Nord, voliamo su Auckland diretti alla volta del Ruapehu, un cratere vulcanico che ospita al proprio interno un lago, gelato nella stagione invernale, con una vista strappalacrime. Il maltempo imperversa, dobbiamo rinunciare all’ascesa con le pelli di foca. Anziché godere di una scialpinistica con vista, mi devo accontentare di una sciata fuoripista a Whakapapa, una modesta stazione sciistica alle pendici del vulcano, rimirando da lontano, all’ora dell’aperitivo, la “divinità” incorniciata dalle colonne neoclassiche dello Chateau Whakapapa, una specie di albergo extra-lusso, ora un po’ decadente, che si trova tra i due vulcani dai nomi maori impronunciabili: Ruapehu e Ngaururhoe. Dovrei rassegnarmi: i vulcani decisamente non mi portano fortuna (dall’Etna, al Villarica in Cile), ma prima o poi ritornerò a inginocchiarmi ai piedi di questo luogo incantato!

Alaska A essere sinceri la mia primissima volta, da inginocchiata, è stata in Alaska: la prima donna italiana telemarker avvistata nel paradiso del freeride estremo, l’ultima frontiera, il paradiso del “vertical”, le catene di montagne che assomigliano a pandori glassati di neve, con i couloirs a 45° immortalati nelle riviste più importanti del mondo. Il sogno vissuto per anni e anni, sfogliando 22


le pagine patinate di Powder, finalmente diventa realtà. Il nostro

“Prospector”, il bazar più pazzo d’America, dove si può trovare

viaggio era cominciato in Canada, con una sessione di heliski in

ogni genere di attrezzatura e diavoleria (dai fucili a pompa ai

Klondike, ad Atlin, il paese dei cercatori dell’oro, affacciato su di

guanti lunghi fino al gomito). L’Alaska è davvero una malattia

un lago ghiacciato (memorabili il volo con l’aereo con i pattini e il

infettiva, da cui è difficile guarire, per cui ci ritorno qualche anno

giro in telemark trainata da una motoslitta) ed era proseguito con

dopo, a rimirare i ghiacciai di Juneau e a nutrire le “bald

un lunghissimo trasferimento verso l’Alaska nella bufera, dove

eagles” (le aquile dalla testa bianca) con aringhe surgelate come

abbiamo incontrato i lupi, lungo l’Highway 1, contornata a sinistra

“esca”, ma il tempo è davvero inclemente con me. Non mi

dalla maestosa catena del Wrangell St. Elias, con meta la mitica

arrendo, riproverò a genuflettermi davanti alle sue montagne,

Valdez. Con me, immancabilmente, la mia dolce metà,

come già detto per i vulcani!

sopravvissuto 4 anni prima a una slavina sul Python, con la tavola

Gallery

a coda di rondine. Da Valdez, dove alloggiamo, ci dirigiamo a Thompson Pass, base di partenza dell’heliski, dove c’è solo una capannuccia di legno quasi sommersa da enormi muri di neve. La ricerca dell’Artva nascosto sotto la neve sembra un giochino divertente, ma presto si tramuta in un incubo: siamo a 25° sotto zero. Finalmente si parte in elicottero, arriviamo in cima a uno spot dal nome “Cracked Ice”; sotto di noi i pendii immacolati, tagliati dai ghiacciai con i seracchi a vista. ”Dove si scende?” chiedo un po’ intimidita e la guida mi mostra una cornice di 5 metri: non mi resta che tuffarmi in telemark. Alla sesta discesa le mie gambe sono distrutte: mi sembra di avere una muta intera di cani da slitta attaccata ai polpacci! La giornata però é indimenticabile. Purtroppo restiamo bloccati per un paio di giorni, perché nevica a larghissime falde. Il paesaggio è fantastico. Ci divertiamo a giocare nel porto di Valdez con un’otaria: unico essere vivente in mezzo ai pescherecci ricoperti di neve e ghiaccio. Quando siamo quasi congelati, ci tuffiamo nel 23


24


SCRITTO DA VOI

MONTAGNE DI RICORDI STORIA DI UN INCONTRO, DI UN AMORE.

di Carles Gel

Villnöss (Dolomiti/Südtirol) 25


Nella vita incontriamo persone, uomini o donne, che, per una ragione o per un’altra sono capaci di lasciarci un’impronta indelebile. Non importa se quei momenti durano ore, giorni o semplicemente trenta secondi. Basta uno sguardo, una parola, una ascensione, una montagna, un desiderio in comune perché quel ricordo rimanga vivo per sempre. Il mondo é pieno di cose belle e interessanti e, se il paesaggio è forse la cosa più bella, anche questi momenti vissuti accanto a una persona, sono istanti pieni di magia, ricordi che sempre rimarranno nei nostri pensieri. La vidi solo una volta e fu nel cuore dell’Atlas, il luogo dove i monti, dopo essere nati nel deserto, costruiscono sentimenti a forma di montagna e cuore nomade, che si alzano oltre i quattromila metri, allungando le loro ombre fino a superare i limiti dell’immaginazione. Ricordo degli occhi, uno sguardo così tenero, un sorriso timido e allo stesso tempo provocante, un cuore aperto alle cose sconosciute. Abbiamo condiviso così poco che è stato abbastanza per fare breccia nel mio cuore. Il destino incrociò i nostri cammini, forse solo per regalarci un giorno della nostra vita. Ci regalò un momento unico che sicuramente non ritornerà, momenti sotto le montagne più alte che

Forcanada (Pirenei Catalani)

per un momento lasciarono il cielo senza fiato. Poi seguii il mio cammino, un sentiero che mi avrebbe 26


portato verso la cima più alta. Ci sono alcune persone, così come

pensai, ti sognai e così toccai la tua pelle oscura. Arrivai alla

alcune montagne, che ci segnano per sempre e ci danno la

cima, bianca e uniforme, castigata dal freddo vento del nord, dai

felicità tanto anelata. Un giorno qualcuno disse che la felicità è

sentimenti e dai sogni più audaci, castigato dalla tua assenza.

passeggera, che nasce per tornare a morire. Forse è vero.

Tuttavia, il vero piacere della vita consiste nell’incontrare il

Tuttavia se scaliamo e sciamo sulle montagne che più amiamo,

cammino giusto e farlo proprio; seguirlo e riempirlo d’amore,

conseguiremo un piacere che potremo perpetuare per sempre. Il

tenerezza e passione, costruire un sentiero fino al giorno che

vero piacere della vita ha radici nelle cose più piccole, le cose

incontreremo la fine...

quotidiane. Sono queste le cose che ci fanno veramente felici.

(tradotto dalla versione originale in spagnolo)

Gallery

Ricordo con molta nostalgia qualcuno che disse che io ero il suo tesoro, che voleva viaggiare e fare alpinismo con me, fossero Dolomiti, Alpi, Pirenei o Himalaya; qualcuno che diceva di essere felice con le mie lettere, i miei scritti. Parlare, pianificare, sognare, desiderare… Tornare a scalare, però, questa volta sognando. Come la leggenda più bella, accadde che un giorno di primavera una persona si avvicinò tanto a me, desiderando di averla accanto per poterla amare, con la quale condividere le montagne della nostra vita e tutto quello che ci avrebbe portato alla felicità e che ci avrebbe colmati. Cosa importavano le difficoltà in quel momento? Volere in silenzio… Amare durante lunghe notti di totale oscurità… Un amore pieno di misticità, di solitudine quando ho scalato quella facciata nord completamente congelata, unito alla vita reale solo grazie ai miei ramponi e pioletti. E, in silenzio, ti ho seguito, pensandoti come un tesoro, ricordando istanti, sia nei Pirenei o nelle Alpi. Ricordi quella foto di quella montagna bianca, dove il mistero e la solitudine

St. Peter (Villnöss/Südtirol)

camminavano insieme? Seguii scalando quella facciata nord bagnata dal freddo polare, solo per poter vedere al tuo interno e ti 27


Carles Gel ĂŠ uno scrittore di montagna e appassionato alpinista catalano. A oggi, ha pubblicato ben 38 libri, che raccontano la passione per il suo territorio e le esperienze vissute durante spedizioni e traversate nei piĂš aspri territori nel mondo. 28


ESCURSIONISMO

MONTE TARTARO E MONTE META

di Luciano Pellegrini

ITINERARIO LAZIO, ABRUZZO E MOLISE

Le mainarde da monte Tartaro 29


Con quattro amici, Lelio, Paolo, Sergio e Gabriella, ho fatto un’escursione al Monte Meta, 2.242 m. I Monti della Meta sono una piccola catena montuosa nella zona al confine tra Lazio, Abruzzo e Molise e comprende i comuni di Alfedena (AQ), Picinisco (FR) e Pizzone (IS). Alle sue falde si trova il Passo dei Monaci,1.981 m. Il nome della catena ha origine dalla bellissima e imponente cima, il monte Meta. Oltre al monte Meta, le cime più alte dei monti della Meta sono, il Monte Petroso 2.247 m, il Monte Cavallo 2.039 m e il Monte Mare 2.020 m. Nelle valli che si sviluppano all'interno della catena montuosa scendono copiose le acque del fiume Melfa e Mollarino in provincia di Frosinone e del Rio Torto in provincia dell'Aquila. I rilievi più bassi dello stesso massiccio, al confine tra Lazio e Molise, sono storicamente detti Mainarde. Sono le montagne in cui la presenza dell'uomo, per il clima meno rigido, era permanente e non stagionale e pastorale, come per i Monti della Meta. Protagonista e dominatore incontrastato del superbo scenario montuoso è sicuramente l'orso bruno marsicano, con le sue caratteristiche di orso solitario e vagabondo. Questo suo carattere, purtroppo, gli sta causando diversi incidenti, specialmente con le vetture. Accanto all'orso sono da segnalare sicuramente i branchi di lupo, in continuo movimento in cerca di prede. I monti della Meta e le Mainarde offrono un habitat ideale anche per il camoscio d'Abruzzo, i cervi e i caprioli, che sono facili da avvicinare e

Faggeta per arrivare al fortino Diruto

fotografare. Abbiamo scelto di fare un anello, con partenza dalla località Campitelli (Alfedena),1.420 m e salendo per il Fortino Diruto, (che è rovinato, ndr), a 1.775 m. Il Fortino era un’antica 30


casermetta utilizzata nella seconda metà dell’Ottocento sia per vigilare le bande di briganti che in quel periodo si rifugiavano sui monti per fuggire all’assedio della Guardia Nazionale e sia per assicurare il passaggio ai monaci, i pastori e commercianti che si dirigevano al Passo dei Monaci, 1986 metri. Dai ruderi del fortino, abbiamo proseguito il nostro percorso verso il Monte Tartaro, 2.191 m, seguendo una segnaletica “fai da te”. Una T per Tartaro e le frecce che indicano il percorso. Ci siamo addentrati nell’ampia conca dei Biscurri, un altopiano ondulato. Abbiamo risalito la cresta del Tartaro con la sua caratteristica forma triangolare, che in questo tratto si fa più stretta ed aerea, oltre che più ripida e siamo arrivati in vetta. Piccola e meritata sosta, per ammirare l’infinito panorama, la lunga cresta che porta al Monte Petroso, il lago di Barrea, Le Mainarde, le valli e la cresta Nord del Monte Meta, ancora lontana per raggiungerla. Dalla vetta del Tartaro, in direzione sud, per cresta, scendiamo alla sella, quota 2.040 m e quindi iniziamo a risalire la cresta nord del monte Meta che si presenta dapprima ripida e stretta e poi più dolce e larga, soprattutto nella parte finale dove si trasforma in un ampio pianoro dolcemente inclinato da dove è oramai visibile la croce di vetta, che abbiamo raggiunto, 2.242 m. Un branco di camosci ci fa dimenticare la fatica. Il capo branco, posizionato su uno sperone, controllava che tutto procedeva bene e senza guai per il branco. Un altro camoscio era fermo su un dirupo, gli altri brucavano l’erba. Quattro cervi, dalle enormi corna, hanno

Bellissimi esemplari di cervo

abbellito il quadro. Dalla vetta, è stato naturale entusiasmarsi per l’immensità degli spazi, la flora, i panorami, che donavano una 31


sensazione di pace, di appagamento, di soddisfazione. Purtroppo, abbiamo dovuto lasciare questo luogo incantevole ed iniziare la ripidissima discesa che ci ha portati al Passo dei Monaci. A metà discesa, una scena non programmata che ci ha lasciati un po’ allarmati, ma contenti per averla fotografata. Un bellissimo esemplare di Vipera Aspide, della lunghezza di quasi un metro, per nulla spaventata, al contrario nostro, che si è messa in posa per farsi fotografare e salutarci. Il Passo dei Monaci è un importante valico mulattiero che mette in comunicazione il paese di Picinisco (FR) con quello di Alfedena (AQ). Questo passo era l’unico collegamento fra il Lazio e l’Abruzzo, sia per i commercianti che pastori e monaci benedettini. C’era l’abitudine che i monaci arrivati al passo, erano soliti depositare una pietra che con gli anni, hanno formato cumuli alti un paio di metri, ben visibili al centro del pianoro. Il nome del passo dei monaci trae origine da una leggenda che narra che, tre monaci morirono nel tentativo di superare il valico durante una tormenta. Dal Passo dei Monaci abbiamo preso il sentiero in leggera salita che attraversa un ghiaione morenico, da percorrere con attenzione e siamo arrivati alla Conca del Biscurri e quindi al Fortino Diruto. Qui è terminato l'anello. Altra sosta doverosa per rimirare il percorso che abbiamo fatto e proseguiamo inoltrandoci nel bosco, per raggiungere Campitelli, dove c’è il parcheggio e la vettura. L’escursione ha un dislivello Vipera Aspide di 1100 metri ed una lunghezza di 15 km, compiuto in sette ore. Gallery 32


CIASPOLATE

ESCURSIONE ALLA DIGA DEL GLENO CIASPOLATA IN VALLE DI SCALVE

di Andrea Morini - AmM

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“Primo Dicembre 1923, ore 7 e 15 di mattina, Val di Scalve. Un violento spostamento d’aria, un boato che rompe il silenzio tra le montagne. Poi la catastrofe. Sei milioni di metri cubi d'acqua, fango e detriti precipitano dalla diga del Gleno a circa 1.500 metri di quota, e in mezz'ora raggiungono il lago d'Iseo, spazzando via tutto quello che incontrano.” Così può essere narrato in poche righe il tragico cedimento della Diga del Gleno. Costruita tra il 1921 e il 1923, prima nel suo genere per un sistema misto ad archi e a gravità (composta da due parti: la prima formata da 25 archi di calcestruzzo armato, la seconda invece a formare un imbuto che chiudeva la stretta del torrente), la diga formava uno sbarramento lungo 180 metri totali, capace di contenere 6/7 milioni di metri cubi d’acqua e formare un lago lungo circa 4 chilometri e largo 2. A partire dal 22 Ottobre 1923 la diga iniziava a riempirsi, anche a causa delle forti piogge del periodo, e il primo Dicembre dello stesso anno il disastro; il cedimento di alcune arcate della diga lasciarono cadere acqua, fango e detriti da un’altezza di 1.500 metri di quota e in pochi minuti si riversarono sulla vallata sottostante travolgendo e distruggendo tutto quello che trovavano lungo il percorso. La Valle di Scalve e i suoi abitati venivano così spazzati via, mentre l’acqua continuava la sua corsa fino al Lago d’Iseo danneggiando la “Via Mala” e la strada nazionale della Val Camonica e lasciando isolate alcune frazioni per incanalarsi infine nel percorso dell’Oglio, allagando così gli 34


abitati di Costa Volpino e Lovere e interrompendo in alcuni tratti la linea ferroviaria Brescia – Edolo. In totale si poterono contare 500 vittime, alcune delle quali ritrovate nel Lago d’Iseo, trascinate fino a valle dalla forza delle acque. La Diga del Gleno é oggi meta di escursionisti dalla valle e fuori, in tutte le stagioni dell’anno; tutti conoscono la tragica storia e tutti vogliono “toccare con mano” il luogo estremamente affascinante sia dal punto di vista storico sia naturalistico. Il sentiero che da Pianezza conduce alla diga del Gleno é di sicuro uno dei più conosciuti e frequentati; noi abbiamo scelto il mese di Dicembre per la nostra esplorazione poiché, con la neve, diga e valle assumono un fascino particolare. Lasciata l’auto a Pianezza, indossiamo le ciaspole e ci incamminiamo in uno stretto vicolo tra le case che porta, in poche decine di metri, all’imbocco del sentiero seguendo una comoda mulattiera e i muretti a secco che delimitano, nella bella stagione, pascoli e campi. Il percorso prosegue rettilineo per alcuni metri poi devia a destra passando accanto una baita. Si prosegue quindi lungo la mulattiera immergendosi in un boschetto di faggi completamente ricoperti di bianchissimi cristalli di neve. All’uscita dal boschetto uno spiazzo corrisponde ad un primo bivio; noi prendiamo a sinistra per “Diga del Gleno”, entrando così in un bosco di pini mughi, larici e ginepri. Dopo poche centinaia di metri un nuovo bivio ci porta ancora una volta a sinistra e un rapido susseguirsi di tornanti fa salire velocemente in quota costeggiando il tubo della condotta forzata dell’acqua. Raggiunta la località Paragulì, costruzione di cemento da cui parte la condotta dell’acqua, il sentiero diventa pianeggiante verso Nord35


Ovest contornando i ripidi fianchi della montagna in alcuni punti scavato direttamente nella roccia viva (prestare molta attenzione su questo tratto di sentiero, il ghiaccio è spesso presente, nascosto sotto la neve!). In diversi tratti del percorso il bosco si dirada regalando un panorama mozzafiato sulla Valle di Scalve e il massiccio della Presolana, dominato dalla sua famosa parete nord. Quando la via che percorriamo gira a destra davanti a noi, tra gli alberi, si mostra la Diga del Gleno in tutto il suo splendore e in tutta la sua grandezza; continuiamo così il cammino, ormai in quota, e in poco meno di mezz’ora raggiungiamo la nostra meta. Un percorso alternativo, ma altrettanto soddisfacente é quello che da Pianezza conduce all’osservatorio faunistico. Il primo tratto di sentiero combacia con quello precedente, fino al secondo bivio; lì invece che prendere a sinistra si prosegue dritti prendendo un sentiero che si inerpica nel bosco portandoci in breve in quota. Dove il bosco si dirada, lasciando spazio a sporadici cespugli di mugo e ginepro, é costruito l’osservatorio che oltre a essere un punto di avvistamento della fauna é anche un ottimo appoggio per ammirare il panorama sulla valle. Per il rientro, si ripercorre a ritroso lo stesso itinerario.

Gallery 36


SHOPPING

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SOREL La pelle primo fiore rende Cheyenne Lace Full Grain uno scarpone resistente e impermeabile mentre le cuciture termosaldate e la fodera Thinsulate™ garantiscono condizioni di tepore e asciutto durante le attività quotidiane nel rigido clima invernale. 150 Euro

COLUMBIA Comprimibile e straordinariamente calda, la versatile giacca Powerfly™ Down in piumino ha una fodera termoriflettente OmniHeat® in grado di trattenere il calore, una parte esterna idrorepellente e un'imbottitura di qualità in piumino d'oca 800 cuin, che la rendono perfetta per le attività al freddo quando servono leggerezza, facilità di trasporto e calore senza ingombro. 200 Euro 38


FISCHER Fischer presenta la nuova linea di sci Speedmax, frutto di anni di ricerca e sviluppo che si basa su Cold Base Bonding, ovvero un procedimento costruttivo “a freddo” che mantiene inalterate le strutture molecolari originarie della soletta e della struttura interna dello sci. Lo speciale strato di giunzione che si viene così a creare, funge da strato intermedio assorbendo efficacemente le variazioni termiche dei vari strati di materiale. Il risultato finale è uno sci racing dalla scorrevolezza elevata e, soprattutto, da comportamento costante al variare delle temperature. La tecnologia Cold Base Bonding è declinata su sci sia per la tecnica classica che per lo skating. Nella nuova scarpa RCS Carbonlite studiata per il fondo di vertice, Fischer ha applicato la nuova soluzione sviluppata nei laboratori di Montebelluna: il Climate Comfort. La scarpa impiega l’innovativa membrana traspirante Triple-F che mantiene la temperatura ottimale all’interno della scarpa: asciutta, calda e traspirante. Tecnicamente la scarpa da skating è dotata del gambale WC Carbon Cuff che offre stabilità laterale e piena mobilità longitudinale perché segue la forma del piede, e in accoppiata con il World Cup Carbon Crosslink assicura un’elevata resistenza alla torsione. Speedmax: 559 Euro - RCS Carbonlite 379 Euro

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PATAGONIA

SALEWA

Realizzati in tessuto impermeabile con struttura e zip

Fedele all’imperativo safety first, lo zaino Verbier dispone di un

idrorepellenti, i Black Hole proteggono le attrezzature da pioggia,

sistema ABS integrato che offre una percentuale di sopravvivenza

spostamenti e uso continui in ogni condizione. Lo stile degli zaini

del 97%. Si tratta dell’unico zaino Freeride speciale con sistema

fa un passo avanti con i tessuti a prova di bomba del Black Hole

ABS completamente integrato, l’airbag migliore e più affidabile

Messenger e del Pack. Gli spaziosi scomparti principali sono

sul mercato. L’elemento unico per uno zaino con airbag è il

dotati di custodie interne imbottite per il laptop e di una serie di

protettore dorsale integrato, che riduce al minimo il rischio. Gli sci

tasche e inserti per sistemare ogni cosa al suo posto. Le Duffel

possono essere attaccati in posizione frontale o diagonale, la

hanno comode cerniere a U nella parte superiore, due tasche in

tavola in posizione frontale. Anche il caschetto e la piccozza

rete imbottite interne, un inserto imbottito sul fondo e cinghie

hanno un posto dedicato e sicuro. 750 Euro

imbottite rimovibili per le spalle . Le grandi ruote della Wheeled Duffel e dello Snow Roller permettono facilmente anche lunghi spostamenti con carichi pesanti. Tutti i modelli sono realizzati in poliestere da 417 g 1200 denari (tinto in soluzione al 50%) con inserto in TPU laminato e trattamento Deluge DWR. Snowroller: 250 Euro Wheeled Duffle: 250 Euro

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SKINS

ASOLO

Nuovi capi per sciatori, nell’abbigliamento tecnico firmato Skins

Khumbu GV, adatto per backpacking, trekking ed escursioni

che, con la linea S400 offre un avanzatissimo strato termico e la

invernali, è dotato di tomaia in pelle scamosciata mm 1,6-1,8

rivoluzionaria tecnologia di compressione graduale: i muscoli

idrorepellente ed è foderato in Gore-Tex per offrire

vengono avvolti in una seconda pelle che applica livelli di

impermeabilità, traspirazione e comfort. Questo scarpone

pressione differenziati. Risultato: flusso del sangue accelerato e

dispone di sottopiede di montaggio Asoflex 00 MR e sottopiede

aumento dell’apporto di ossigeno ai muscoli che lavorano,

anatomico Lite 2. La suola, realizzata in collaborazione con

migliorando la capacità di resistenza e accelerando il recupero.

Vibram, è abbinata all’intersuola in microporosa a due densità e

Un’azione di supporto mirata che stabilizza i muscoli, riducendo

all’inserto anti-shock in poliuretano in corrispondenza del tallone.

la fatica e il rischio di lesioni. Maglia: 100 Euro - Pants: 110 Euro

Khumbu GV pesa 730 grammi (mezzo paio, misura 8 UK) ed è disponibile nelle misure 6-13,5 UK da uomo e 4-9 UK da donna, nella variante colore sia maschile che femminile wool/nicotine e carrot/carrot solo per uomo. 230 Euro

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FERRINO

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Grazie alle proprietà del tessuto a 3 strati (antivento,

stato disegnato partendo dalle basi del classico casco Smith

impermeabile e traspirante) e alla ghetta antineve, la giacca

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mantiene l’aria calda in costante fuoriuscita dalla maschera

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attraverso i fori di aerazione esterni e i canali interni situati nel

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rivestimento interno in EPS. L’aerazione interna può essere

rilassato in sintonia con il più puro

regolata grazie al sistema di regolazione del controllo climatico.

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Colophon Direttore Responsabile: Marco Spampinato Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero: Claudia Cagliano, Roberto Ciri, Carles Gel, Andrea Morini, Davide Novali, Luciano Pellegrini Rivista mensile
 Autorizzazione Tribunale di Bergamo n.27 del 30.08.2006 prealpi.wordpress.com - mail.prealpi@gmail.com
 TURISMO EDIZIONI - via Pio XII, 1 - 24044 Dalmine - Bergamo Redazione: tel. +39 349 7177035 - fax +39 035 19962633 
 Impaginato in collaborazione con officinadanova
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