Il nuovo orientamento 4
� L’orientamento – Premesse
� Il piano dell’orientamento
� I soggetti e le risorse
� E-Portfolio e Quaderno personale dell’orientamento
� Linee guida per l'orientamento
Il Quadro Nazionale delle Qualificazioni (QNQ) rappresenta il punto di riferimento metodologico e lo strumento per descrivere e classificare le qualificazioni rilasciate nell’ambito del Sistema nazionale di certificazione delle competenze. È lo strumento che permette la personalizzazione dei percorsi educativi e di gestire i passaggi tra i diversi sistemi formativi (con particolare riferimento ai percorsi di IP e di IeFP), garantendo la trasparenza e la spendibilità delle competenze acquisite nelle varie fasi dei percorsi dell’istruzione professionale. Esso si basa su una serie di descrittori di risultati di apprendimento espressi in termini di competenze. I tre livelli di riferimento che interessano i percorsi quinquennali dell’istruzione professionale sono riportati nella seguente tabella e hanno corrispondenza con i livelli EQF 2, 3, 4.
L’orientamento – Premesse
Noi siamo ciò che più ci prendiamo a cuore.
Harry G. Frankfurt
La presente sezione intende fornire ai docenti e alle docenti un aiuto per l’orientamento dei ragazzi e delle ragazze della scuola secondaria di primo grado, tenendo conto della profondità della sfida educativa che ogni insegnante conosce in quanto ne fa esperienza in qualsiasi momento della sua giornata. È una realtà che le recenti Linee guida per l’orientamento emanate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alla fine del 20221 racchiudono nella frase: «L’orientamento inizia, sin dalla scuola dell’infanzia e primaria, quale sostegno alla fiducia, all’autostima, all’impegno, alle motivazioni, al riconoscimento dei talenti e delle attitudini, favorendo anche il superamento delle difficoltà presenti nel processo di apprendimento».
Per smuovere il desiderio di sapere che, secondo Aristotele, è proprio di ogni essere umano, occorre risvegliare negli studenti e nelle studentesse le forze di vita che a loro volta suscitano le forze della conoscenza. Ci troviamo di fronte a qualcosa che riguarda direttamente il cuore del compito della scuola: offrire un’avventura culturale che, mentre consente ai ragazzi e alle ragazze di ampliare la conoscenza del mondo, ne affina lo sguardo su se stessi ed edifica gradualmente la consapevolezza del proprio legame con il mondo reale e quindi la presa di decisione circa il prossimo passo nel futuro, ossia la scelta relativa al percorso nel secondo ciclo di istruzione e formazione.
La questione dell’orientamento è oggi essenzialmente una questione esistenziale la cui posta in gioco è la formazione nello studente e nella studentessa di un’identità personale, perseguita tramite un’esperienza culturale viva
Per fare questo occorre superare non solo la concezione dell’orientamento come un’appendice del curricolo da consegnare a degli specialisti, ma anche l’impostazione comportamentista che lo considera come una funzione dei risultati scolastici e delle attitudini rilevate tramite tecniche specifiche, mentre un vero orientamento sorge dalla progressiva e consapevole “presa sul mondo” da parte dello studente e della studentessa, nel vivo delle questioni che segnano l’attuale fase storica, mosso da un intento non solo conoscitivo ma anche formativo ed etico.
La presente sezione si fonda sull’assunto che l’orientamento è l’esito più personale del triennio, che accade quando le studentesse e gli studenti, sollecitati dal lavoro concorde dell’insegnante, imparano a riconoscere la corrispondenza tra ciò che apprendono sulla realtà e il proprio mondo interiore, tanto da essere in grado di dare forma e direzione al loro percorso di inserimento significativo nel mondo. Costituiscono fattori decisivi di questa impostazione:
� la considerazione di ogni studente e studentessa come persona connotata da un intreccio misterioso di fragilità e grandezza;
� la convinzione che ogni insegnante, in quanto dotato di maestria e buon senso, nel legame di appartenenza a una comunità educativa è anche educatore e orientatore;
� l’importanza della pratica come ambito privilegiato per la formazione culturale e morale della persona;
� l’idea del lavoro “buono” come componente fondamentale della persona capace di offrire i propri talenti per soddisfare i bisogni degli altri e rendere più umana la società.
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Il
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1. Decreto ministeriale n. 328 del 22 dicembre 2022.
Alzate l’architrave, insegnanti! La strategia del “Cigno nero”
Abbiamo preso a prestito il titolo di una nota novella del 1955 di Jerome David Salinger2, tratta dal 111° frammento di Saffo («Alzate l’architrave, carpentieri. Lo sposo, simile ad Ares sopraggiunge, il più alto fra tutti gli uomini»), per rivolgerlo agli insegnanti perché alzino le aspettative nei confronti dei propri studenti e studentesse, e quindi verso se stessi.
L’architrave dell’opera educativa va riposizionata all’altezza dell’umano.
Consegnare ai ragazzi e alle ragazze il potere dell’esperienza culturale nel mettere in moto i propri dinamismi vitali è un’operazione che si basa non tanto sul livello dei loro “prerequisiti” educativi e culturali, quanto sullo sguardo pienamente umano degli insegnanti.
È richiesta innanzitutto fiducia nel fatto che essi possiedono, in quanto persone, ciò che costituisce la caratteristica propria della condizione umana: il desiderio di dare un senso all’esperienza del vivere, di uscire dallo stallo esistenziale in cui spesso si trovano e di incontrare un luogo e degli adulti con i quali poter preparare nel miglior modo il prossimo passo nel cammino – a tratti misterioso – orientato al compimento della propria personalità. Di attendersi da loro una risposta inattesa e sorprendente: quella del “Cigno nero”.
Il Cigno nero
Già si parlava dei Millennials3 come di una “generazione dell’incertezza”, in quanto manifestano in maggioranza la paura del futuro e la convinzione che avranno minori disponibilità economiche e prospettive di carriera rispetto alle generazioni precedenti. Ma solo quella attuale è stata investita sin dall’infanzia da una serie di eventi fortemente destabilizzanti: l’emergenza ecologica e la necessità di cambiare il nostro modello di sviluppo, la pandemia da Covid-19 e infine la guerra in Ucraina e il conflitto israelo-palestinese.
I processi di formazione dell’identità di preadolescenti e di adolescenti subiscono un forte impatto, ma di tipo indiretto: essi soffrono soprattutto la condizione della mancanza, in quanto gli adulti con cui si relazionano si rendono conto dell’inadeguatezza della strategia dell’iperprotezione, non sapendo come ci si pone nei loro confronti nella modalità dell’educazione.
Mentre si sta abusando del termine “fragilità”, un fenomeno ideologico di tipo paternalistico e autoassolutorio che consiste nel sovrapporre sui giovani le dinamiche proprie del mondo adulto invece di coglierne le esigenze peculiari, la letteratura ci offre un’immagine molto evocativa del compito educativo del nostro tempo: il Cigno nero.
È un’immagine introdotta dal poeta latino Giovenale per indicare la fedeltà come qualità umana molto rara, poi ripresa recentemente con connotazioni nuove dal matematico di origine libanese Nassim Nicholas Taleb nel libro Il Cigno nero – Come l’improbabile governa la nostra vita, scritto nel 2007.
I nostri ragazzi e ragazze possiedono le qualità del Cigno nero poiché vivono un tempo di imprevisti che comporta per loro la mancanza di punti di riferimento per la vita, ma che non presenta solo aspetti negativi in quanto gli eventi inaspettati e di grande portata, visti retrospettivamente, giocano un ruolo molto rilevante rispetto agli eventi ordinari, con possibili esiti sorprendenti che contraddicono le numerose (e assordanti) teorie della fragilità dei giovani.
2. La novella, scritta nel 1955, rappresenta la svolta fondamentale di Jerome David Salinger. È inserita nel volume pubblicato da Einaudi nel 2019 Alzate l’architrave, carpentieri e Seymour. Introduzione
3. I Millennials, definiti anche “Generazione Y”, sono le persone nate tra il 1980 e il 1994, che sono divenute maggiorenni nel nuovo millennio. Sono la prima generazione digitalizzata: hanno assistito alla nascita di Internet e alla progressiva diffusione dei social network.
51 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan Il nuovo orientamento 4 L’ORIENTAMENTO – PREMESSE
Passare dallo stereotipo della “generazione della fragilità” alla fiducia nella “generazione della possibile sorpresa” richiede agli educatori tre mosse fondamentali:
� la prima, necessaria per avvicinare in chiave educativa gli adolescenti di questa generazione, consiste nel non limitarsi a osservare gli aspetti esteriori – spesso carenti – del loro modo di vita, ma nel guardarli come persone che si manifestano e nello stesso tempo si nascondono, non solo agli altri, ma anche a se stessi;
� la seconda richiede di non considerarli come soggetti che agiscono senza un senso personale, limitandosi ad adattarsi passivamente al contesto, ma come persone dotate di una posizione razionale circa la loro esistenza, tenuto conto del contesto in cui sono impegnati a «dare forma, significato e continuità alla propria esistenza»4, pur non possedendo una fonte verbale per esprimere pienamente la loro ragione;
� la terza esige di non guardare ai giovani tramite la lente dei “problemi” (che spesso incupisce l’animo e inibisce i tentativi di intervento), ma con quella del desiderio di persone e ambienti come punti di riferimento affidabili, che sappiano insegnare come trovare la propria forza da porre in gioco in una strada che si apre improvvisamente e che consenta loro di fare la scoperta del mondo e in esso del proprio Io.
La strategia del Cigno nero consiste nella possibilità di mettere all’opera i ragazzi e le ragazze confidando nel valore educativo della cultura viva, non quella ridotta a “rispostine” funzionali a prendere un voto, bensì quella che corrisponde alla qualità a disposizione di tutti e tutte e che – in determinate condizioni – ci spinge a mettere in gioco tutte le nostre facoltà nel tentativo di definire una traiettoria convincente per la nostra vita, trovando la strada nella selva delle visioni scettiche, oggi molto diffuse, riferite al mondo, al futuro, all’uomo e al lavoro.
L’insistenza su questo tema è confermata anche dalla campagna per la formazione delle soft skills, e in particolare dell’intelligenza emotiva. Sono elementi che rivelano una preoccupazione circa la debolezza delle forze che dovrebbero reggere nei giovani il desiderio di sapere e di misurarsi con le sfide della crescita e dell’inserimento nella società complessa.
Le Linee guida per l’orientamento pongono l’accento sul compito della scuola di fornire agli studenti e alle studentesse un cammino di formazione dell’Io, ovvero di dotarlo – tramite i contenuti e le esperienze loro offerti – di un’identità particolarmente solida e capace di affrontare le sfide connesse alla crescita umana nella società complessa. La studentessa o lo studente della scuola secondaria di primo grado non riceve la coscienza del suo essere nel mondo dalla sola componente cognitiva del sapere, in quanto una didattica limitata alla trasmissione delle conoscenze non è in grado di procurare questo beneficio: ritrova se stesso trovando la giusta corrispondenza con il reale tramite un processo di scoperta che mette in moto proprietà emergenti che stanno nell’anima e che ne indirizzano l’impulsività.
La fiducia, l’autostima, l’impegno e le motivazioni non sono solo atteggiamenti; si tratta invece di vere e proprie qualità personali che risultano strettamente connesse alla maturazione della coscienza di sé e del mondo da parte degli studenti e delle studentesse, che emerge da un’esperienza di cultura viva che sollecita in loro uno stile di partecipazione non solo diligente, ma pienamente coinvolto, trattandosi di un’avventura che li riguarda e li trasforma.
Formare l’identità dello studente e della studentessa
Secondo le Indicazioni nazionali per il curricolo per la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione, la scuola secondaria di primo grado opera «affinché ogni persona sviluppi un’ identità consapevole e aperta» e ciò si concretizza nell’obiettivo di «valorizzare l’unicità e la singolarità dell’identità culturale di ogni studente». Si afferma inoltre che vi sono «molte occasioni per prendere coscienza della propria identità» che si definisce «progressivamente» e si articola in termini di «costruzione del sé, autostima, fiducia nei propri mezzi», intrecciandosi con i temi della «memoria» e della «cultura storica».
L’identità presenta tre caratteristiche: si manifesta tramite le differenze che costituiscono gli aspetti fisiologici, psicologici, etnici, sessuali che distinguono ogni essere umano dagli altri; pone la persona come essere sociale entro una rete di significati e di relazioni che ne costituiscono il proprio io; si radica sulla certezza circa la verità che sta al fondo di ogni essere umano e che si esprime nell’affermazione dell’uguale valore (uguaglianza) di ciascuno.
4. A. Arace, Adolescenti a scuola. Psicologia dello sviluppo e dell’educazione per l’insegnamento, A. Mondadori, Milano 2019.
Il nuovo orientamento 52 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan GUIDA E MATERIALI PER L'INSEGNANTE 4
La scoperta della propria differenza e del proprio posto nel mondo richiede una ricerca di ciò che costituisce l’identità comune a ogni essere umano. La persona è “Qualcuno”, non “qualcosa”, dotato di un proprio nome, quindi singolare e unico, che non si rivela mai come tale: il suo apparire rinvia a qualcosa che si mostra e si nasconde allo stesso tempo. È animata da un bisogno radicale di perseguire un inserimento nel mondo dotato di un senso convincente che soddisfi il suo desiderio di pienezza; per questo è in cerca di adulti e di un ambiente educativo dai quali sentirsi attesa ed essere accompagnata a «guidare da sé la propria canoa».
L’avventura dell’identità nel percorso degli studi trae inizio dall’incontro con una comunità di adulti che «sono lì per te» in senso esistenziale e non solo per espletare un obbligo contrattuale. Da questo incontro nasce una speciale affezione che, suscitando le sue forze di vita, ne mette in moto le forze di conoscenza.
Le due ultime generazioni di adulti si portano appresso una rappresentazione del cammino dell’esistenza come lotta del singolo contro le convenzioni sociali rigide allo scopo di affermare il proprio valore individuale; ma i giovani non si confrontano più con il primato del mondo collettivo dove la posizione sociale era concepita come una «gabbia d’acciaio» che strutturava tutta l’esistenza, bensì con un contesto mutevole, fluido e per sua natura perennemente incerto dove esplorare nuovi rapporti e attraversare nuovi confini.
L’individuo dotato di un «io ristretto» che riduce il reale alle sue reazioni immediate limitate al «mi piace, non mi piace» è facile preda dell’ideologia che intende il successo come potere, denaro, godimento e fama. La persona dotata di un’identità corrispondente alle esigenze profonde dell’io non si limita a mostrare ossessivamente le proprie differenze allo scopo di essere riconosciuta dagli altri, ma si ingaggia nel mondo quale parte della comunità di esseri umani mossi dal desiderio e nello stesso tempo essenzialmente bisognosi, spinti a un «andare incontro» agli altri e al mondo che richiede impegno e disponibilità al superamento dello stato di (apparente) autosufficienza.
La decisione orientativa scaturisce da questo intreccio esistenziale che porta lo studente e la studentessa a delineare un’identità personale non imposta dall’esterno, ma risultante dal dialogo che è capace di intrattenere con se stesso e con le varie identità che gli sono attribuite dalla famiglia, dalla società e dalla scuola. È un intreccio che vede l’orientamento non come un momento a sé stante, precedente alla scadenza della scelta degli studi superiori, ma come cammino che si sviluppa lungo tutto il percorso formativo, di cui rappresenta l’evidenza più compiuta.
La scelta orientativa è per questi giovani un passo molto più impegnativo che in passato, a causa del contesto di incertezza in cui si è delineata la loro attuale identità. Un’incertezza che riguarda le questioni di fondo del vivere umano, e che si riflette nell’impoverimento della vita sociale, ridotta sempre più al solo aspetto economico e povera di significati radicati nella vicenda della civiltà. I giovani, infatti, sono considerati soprattutto come consumatori di beni e di immagini, e allo stesso tempo sono visti come soggetti fragili da assecondare e tutelare, e non come persone poste di fronte al compito di trovare una corrispondenza di senso tra la realtà e il proprio mondo interiore e di individuare la direzione di una propria personale presa sul mondo. È in questo quadro inedito che gli attuali adolescenti affrontano la sfida dell’identità e della ragionevolezza del vivere.
Il legame sempre più stretto tra finalità orientativa della scuola e questione esistenziale richiede di agire sui tre seguenti ambiti:
� un curricolo personale che coinvolga l’intero Consiglio di classe: a) nella scelta di nuclei del sapere veritieri, essenziali e appropriati; b) nell’adozione di una metodologia attiva che sappia mobilitare l’intelligenza e il protagonismo degli studenti e delle studentesse e sostenga una loro disposizione positiva circa il futuro; c) nell’assunzione dello stile della risonanza per agire sulle corde che smuovono le forze di vita dei giovani: l’amicizia, la bellezza, il corpo, la relazione con la natura, l’appartenenza alla comunità, l’alimentazione dell’anima;
� un corredo di moduli, laboratori e incontri orientativi volti a fornire agli studenti e alle studentesse la conoscenza viva, acquisita tramite esperienza e testimonianza di esperti con la caratteristica del magister, di esponenti del contesto economico e del lavoro secondo l’approccio dell’“apporto di valore” offerto dalle diverse famiglie professionali, nella prospettiva della pienezza e non solo dell’adattamento;
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L’ORIENTAMENTO – PREMESSE
� un presidio pedagogico che consiste nell’accompagnare l’efficacia esistenziale dell’insieme dei contenuti e delle esperienze fornite agli studenti e alle studentesse, nel “lavorare” dentro il loro mondo interiore facendo emergere l’autocoscienza, l’identità personale e l’identità sociale, ovvero i requisiti indispensabili che conducono a una decisione orientativa corrispondente al proprio Io e dotata di realismo.
I criteri del piano dell’orientamento che proponiamo, e che riteniamo appropriato agli studenti e alle studentesse e al contesto attuale, sorgono dal dinamismo di una scuola che opera su questi tre ambiti e comprende i dispositivi specifici indicati nelle Linee guida:
� l’E-Portfolio;
� i moduli annuali di 30 ore;
� le figure dell’orientatore e dei docenti tutor per l’orientamento;
� la rete territoriale per l’orientamento.
Il valore formativo della cultura
L’opera orientativa non si riduce al solo metodo, poiché la persona che si pone il compito della decisione orientativa ha bisogno di una vera conoscenza. Essa è tale quando non indica solo l’interiorizzazione di un insieme di concetti, ma rappresenta un habitus riferito al contesto in cui il soggetto svolge la propria esistenza, tenendo conto di ciò che gli sta a cuore.
L’apprendimento si pone nel tempo, nello spazio e soprattutto nelle relazioni che costituiscono il mondo comune in cui si esprime e si forma la personalità di ciascuno. La strada che sbocca nella decisione autentica richiede le necessarie “impalcature” culturali che consentono ai ragazzi e alle ragazze di entrare in relazione in aree per comprendere le quali le loro iniziali conoscenze non sono ancora adeguate, non permettendo loro di poter elaborare una decisione indipendente, essendo spesso segnate da stereotipi o miti che impediscono un vero esercizio della ragione.
È questo il compito dei nuclei del sapere
I nuclei fondanti del sapere
L’espressione “Nuclei fondanti del sapere” intende rispondere da una parte alla critica riguardante l’inerzia formativa delle conoscenze che è stata rivolta da più parti alla scuola, in particolare dai teorici della complessità, al fine di meglio focalizzare il ruolo del sapere nel processo educativo; dall’altra alla deriva metodologica che ha portato a inserire nel curricolo una quantità di progetti finalizzati a rendere interessante il lavoro a scuola, ma spesso carenti di un reale fondamento epistemologico e di intenzionalità formativa.
Il riferimento ai nuclei fondanti del sapere consente di tenere conto della globalità e della reticolarità dei contenuti e di superare la parcellizzazione delle discipline, assicurando agli studenti e alle studentesse una comprensione “competente” del reale che valorizza le connessioni tra queste. Tali nuclei derivano da ciò che della tradizione viva è essenziale trasmettere ai giovani affinché possano esercitare la loro libertà nel tempo presente.
Si tratta quindi dei concetti più significativi della tradizione culturale cui apparteniamo, generativi di conoscenze non solo per l’istruzione, ma anche per la formazione della personalità, in quanto capaci di mobilitare le facoltà cognitive che risiedono nella mente e di strutturare il ragionamento e la decisione. È intorno a essi che si può disegnare un curricolo veramente “integrato”. Ecco alcuni titoli di nuclei del sapere:
� La persona come “qualcuno” e non “qualcosa”
� La democrazia come partecipazione, l’autarchia come dominio
� Sostenibilità ed ecologia integrale
� Il dialogo e la buona conversazione
� La comunità e l’individuo
� Intelligenza naturale e intelligenza artificiale
� Il metodo scientifico e le previsioni
� Il lavoro al centro dell’esistenza e della civiltà
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L’importanza dei nuclei del sapere impone tre vigilanze:
� la prima di natura epistemologica, volta a evitare che, quando il “sapere esperto” diviene oggetto di insegnamento, la conoscenza venga travisata in funzione della sua scolarizzazione, perdendo così il peculiare progetto conoscitivo che garantisce una profonda solidarietà tra le idee fondanti e i metodi operativi. Questo travisamento impone agli insegnanti di non limitare lo scopo dell’insegnamento agli oggetti della conoscenza, ma di far cogliere ai ragazzi e alle ragazze il senso racchiuso nel reale e quindi il legame tra questo e i dinamismi propri dell’essere umano;
� la seconda è legata alla natura storica delle conoscenze, quel processo continuo di elaborazione nel corso dei secoli sotto la spinta di problemi o interrogativi che si sono imposti all’uomo e che lo hanno sollecitato a fornire una risposta convincente. Spesso, nel momento in cui si trasmettono, vengono posti ai margini o addirittura trascurati sia l’aspetto problematico da cui esse sono scaturite originariamente sia la corrispondenza tra il lavoro culturale dei “grandi” che ci hanno preceduto e quello che ciascuno di noi sta svolgendo nel tempo presente;
� la terza è di natura formativa e consiste nel mettere in moto i dinamismi del soggetto così che, consapevole del mondo e di se stesso, egli divenga capace di giudizio e di decisione circa le azioni che realizzano le potenzialità della sua personalità, mobilitandone le facoltà sia strategiche sia strumentali. In tal modo è possibile formare persone che dispongano di un’attitudine a trattare i problemi sapendo collegare i fenomeni del reale ai saperi e dare loro un senso; persone che possiedano le facoltà di compiere non solo operazioni circoscritte, ma vere e proprie azioni umane dotate della consapevolezza dei valori in gioco, della capacità di creare opere in cooperazione con gli altri, di valutarle, di riflettere e di argomentarle in modo convincente.
L’intelligenza delle mani
Il richiamo all’“azione umana” apre la prospettiva dell’intelligenza delle mani come accesso al sapere visto nella sua totalità.
Soprattutto gli studenti e le studentesse della scuola secondaria di primo grado, che mostrano una crescente insofferenza per la didattica additiva e per trasferimento, sono sensibili alla pratica del compito di realtà perché lo sentono come un modo di apprendimento più confacente alla loro intelligenza e più promettente per loro stessi, essendo concentrato sull’“imparare facendo”. Purché, come abbiamo visto, si vigili sul rischio di fare della didattica definita genericamente come “attiva”, che in realtà mira alla piacevolezza e a far passare il tempo, un modo per “alleggerire” i ragazzi e le ragazze dal sapere essenziale per la formazione della persona e del cittadino.
I compiti di realtà, collocati strategicamente nel percorso orientativo (vedi più avanti le proposte di Piano di orientamento per le varie classi), hanno il potere di mettere in moto i ragazzi e le ragazze facendoli uscire dalla loro comfort zone che, se pure criticata, vivono come una forma di sicurezza in quanto non li sollecita a un vero protagonismo.
Tali compiti:
� partono da un problema sfidante rivolto a gruppi di studenti e studentesse, inteso come situazione complessa, significativa e “comune”, che pone in gioco più dimensioni (intellettiva, operativa, strategica, metodologica, sociale e valoriale), per risolvere il quale sono possibili più strade e quindi viene sollecitato un livello più alto di facoltà del soggetto;
� mettono in moto naturalmente una rete di legami con tutti i campi del sapere, mobilitano processi (ordine e logica del metodo di studio, cooperazione, soluzione dei problemi, riflessione, comunicazione anche scritta e argomentazione) e disposizioni personali o “virtù” (apertura, affezione, dedizione, solidarietà, fortezza);
� si collocano nei momenti cruciali del percorso, quando è necessario porre gli studenti e le studentesse di fronte a una vera sfida, nella quale i saperi e le capacità prendono vita e diventano personali a seguito di un’esperienza di ingaggio in cui essi sono chiamati a mobilitare tutto il ventaglio delle facoltà degli studenti e delle studentesse, mentre gli insegnanti e le insegnanti operano come esperti, committenti e facilitatori.
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L’ORIENTAMENTO – PREMESSE
Le qualità formative dei compiti di realtà
Nei confronti degli studenti e delle studentesse, i compiti di realtà:
� pongono una sfida altamente motivante, che consiste nel carattere complesso del compito (per portare a termine il quale non basta applicare diligentemente ciò che si è imparato) e nella necessità di assumere il rischio di alcune importanti decisioni di gruppo e individuali, mostrando così (anche a se stessi) il proprio valore;
� danno rilievo e voce ai nessi che uniscono gli elementi del curricolo, e non solo al loro apprendimento isolato, e offrono un’esperienza di senso, vivezza e gusto di una cultura viva, dinamica, ricca di luce, calore e benefici.
Nei confronti degli insegnanti:
� rendono espliciti, nel confronto che si sviluppa tra i colleghi e le colleghe, i fattori spesso dati per scontati (capacità di processo e qualità personali) suscitando un dialogo più ricco e attento a tutti gli aspetti della crescita della personalità degli studenti e delle studentesse;
� sviluppano negli insegnanti una qualità maieutica propria del mentore5, il quale opera in modo indiretto, suscitando dagli animi degli studenti e delle studentesse quelle verità che essi stessi non sono consapevoli di possedere, così che diventino consapevoli del proprio valore e desiderino migliorare e perfezionare la propria personalità, scoprendo passo dopo passo i propri limiti e trasformandoli in risorse.
Formano la capacità riflessiva della comunità educativa, che cresce alla luce di quanto emerge di anno in anno dall’esperienza, messo in relazione al “tentativo” posto consapevolmente in atto per dare risposta alle esigenze formative esplicite e implicite degli studenti e delle studentesse.
Le tre capacitazioni
Il “compito” di decidere la propria scelta orientativa richiede agli studenti e alle studentesse tre capacitazioni che mobilitano l’intero mondo personale del soggetto. Questo termine, coniato dall’economista indiano Amartya Sen, significa qualcosa di più di “competenze”; se queste ultime indicano la possibilità del soggetto di sviluppare prestazioni risolvendo problemi e rispondendo positivamente alle sfide del mondo esterno, le capacitazioni si pongono nel rapporto tra la persona e la felicità: esse rappresentano la possibilità realmente esercitata di poter svolgere la vita cui, ragionevolmente, attribuisce valore. Sen precisa ulteriormente questo concetto nel modo seguente: «Se il nostro scopo (...) è mettere a fuoco le possibilità reali che ha un individuo di perseguire e realizzare i propri obiettivi, allora si deve tener conto non solo dei beni principali in possesso di ogni singola persona, ma anche delle caratteristiche personali pertinenti, quelle che governano la conversione dei beni principali in capacità di promuovere i propri scopi»6 .
Le capacitazioni si pongono pertanto come passaggio centrale che consente la trasformazione dei saperi in qualità personali e quindi in una identità all’altezza del compito della transizione tra la scuola secondaria di primo e quella di secondo grado.
Le tre capacitazioni sono:
� la corrispondenza;
� la lettura dei segni speciali;
� la scelta della guida come mentore.
La corrispondenza
Lo studio fa parte delle esperienze tramite le quali la realtà si rende trasparente alla persona, provocando l’apertura e la corrispondenza tra il reale conosciuto e l’io personale comprensivo delle sue facoltà. Tale corrispondenza prevede un duplice movimento: verso l’esterno, nella forma dell’avventura della scoperta del mondo, e verso l’interno nella modalità della consapevolezza. È questo duplice lavoro culturale che rende possibile la formazione dell’identità.
5. V. a p. 58 le caratteristiche del mentore.
6. A. Sen, Lo sviluppo è libertà, A. Mondadori, Milano 2000, pp. 78-79.
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L’educazione avviene non per “aggiunta” di contenuti e abilità, ma per suscitamento nella persona della sua “struttura nativa”, che custodisce la possibilità di tradurre le esperienze significative svolte in materiale adeguato a svelare e risolvere le questioni che sono presenti alla sua mente, sapendo trarre i criteri per giudicare la sua attuale posizione nel mondo e le qualità del proprio io (attitudini, vocazioni, forze), per poi indirizzarle nella prossima tappa del proprio percorso di vita.
Tutto il percorso degli studi sollecita e sostiene nel giovane il lavoro della corrispondenza che rivela l’io a se stesso, a condizione che la conoscenza venga proposta come possibilità di rendere trasparente la realtà alla ragione del soggetto.
Tre sono pertanto gli ambiti indispensabili perché avvenga il lavoro della corrispondenza:
� i campi del sapere visti nella prospettiva epistemica, storica e formativa;
� la ragionevolezza nativa, connaturata all’essere umano, che sta al fondo di ogni persona e che si propone come possibilità di conoscenza viva del mondo;
� la “scelta” come riconoscimento di una consonanza tra la natura peculiare del proprio Io e uno specifico ambito della cultura e della vita sociale entro cui affinare ed esercitare le proprie facoltà.
La lettura dei segni speciali
Il cammino orientativo richiede un impegno intelligente per cogliere i “segni speciali” che ci parlano di noi e ci indicano la strada
Tali segni non sono eventi straordinari che fanno dire allo studente o alla studentessa: «Finalmente so chi sono e che cosa devo fare per essere utile al mondo!», ma spesso si nascondono ai bordi dell’esperienza quotidiana, motivo per cui si rivelano solo se il soggetto sa attenderli, riconoscerli, coglierne il valore per sé e farne tesoro nel processo di decisione.
Un segno si rivela come piacere nello svolgere un’attività, ma anche come immagine su cui la nostra mente ritorna spontaneamente suggerendo implicitamente alla nostra coscienza la domanda: «Perché anche senza volerlo mi trovo a pensare a questa esperienza o a questa persona che mi ha detto questa frase? E perché ne sono stato colpito?».
� Il segno più vicino all’esperienza scolastica consiste nel sentirsi attratti verso un aspetto della cultura: l’astronomia, la poesia, la meccanica, la matematica, la scrittura... È un segnale che si manifesta come preferenza verso un certo campo del sapere, ma occorre aggiungere che spesso tale propensione è decisamente legata alla personalità dell’insegnante che ce lo fa amare. L’avvertire attrazione per molti campi del sapere, e specialmente per lo studio, è la condizione privilegiata per la scelta della scuola superiore, ma anche qui è necessario capire dai segni a quale tipo di scuola si è più portati.
� I segni di attrazione possono riguardare un aspetto della vita sociale non strettamente scolastico come la musica, la natura, il mondo della comunicazione, l’astronomia, le tecnologie, le costruzioni, l’energia e così via. Spesso capita che i ragazzi e le ragazze che si presentano in classe come persone poco vivaci, in realtà quando sono a casa coltivano interessi importanti a cui dedicano tempo e intelligenza.
� Ci si può infine sentire attratti verso un settore dell’economia e del modo di vita delle persone che vi operano. Ciò può essere legato, ad esempio, all’attività di una zia informatica, a una visita aziendale svolta durante le attività di orientamento, a una ricerca in Rete nella giungla dei video in cui dei professionisti mostrano come fare bene il proprio lavoro. In questo caso occorre superare il livello della mera attrazione, per passare a quello della decisione: fa la differenza l’avere chiarezza delle rinunce e dei sacrifici necessari, per evitare che quell’attrazione sia superficiale e non resista di fronte alle difficoltà.
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L’ORIENTAMENTO – PREMESSE
Il valore della guida
Non ci si “trova” fatalmente nel proprio posto nel mondo, ma ci si dispone entro un cammino su cui indirizzare la propria esistenza. Occorre però scegliere tra due direzioni: la via del viaggio “turistico” o quella dell’avventura “incantata”.
Il viaggio è quello di Christopher McCandless di Into the Wild, una vicenda individuale in cui il soggetto procede per conto proprio, convinto di non aver bisogno di nessuno, senza una vera meta e con scarsità di mezzi esteriori e interiori.
L’avventura è quella di Jim Hawkins dell’Isola del tesoro, che parte nella notte rispondendo affermativamente a chi gli dice: «Vieni con me», quel cavalier Trelawney che sa che cosa vuole e come fare: aiutare il giovane Jim, che è entrato in possesso della mappa, a recuperare il mitico tesoro del Capitano Flint.
La decisione non è infatti una facoltà che si esercita nella solitudine: ognuno ha bisogno di una o più guide con cui chiarire la propria situazione, discernere le opzioni più affini, ottenere consigli. La parola, orale e scritta, ha il potere di trasformare uno stato d’animo in un pensiero, di comprenderci meglio e di proiettarci nel futuro.
La figura fondamentale del nuovo orientamento è indubbiamente il docente tutor, che dovrebbe possedere la duplice qualità di coach e di mentore.
� Il coach è un adulto che si pone al fianco dello studente o della studentessa con il compito di sostenere e accompagnare il suo cammino secondo un approccio formativo, basato sul buon senso e sul valore educativo e culturale della pratica, affinché possa scoprire il mondo e i propri talenti, imparando a procedere da sé. Ciò secondo il principio dello scaffolding, che prevede, lungo il percorso formativo, la progressiva riduzione dell’assistenza agli studenti e alle studentesse perché possano affrontare e risolvere i problemi (assumendo le necessarie decisioni) con crescente autonomia e consapevolezza.
� Il mentore è “una persona adulta che tiene a te”, che sa mantenere vivo nell’alunno e nell’alunna (come Telemaco) la convinzione che il padre è vivo e tornerà; lo aiuta a combattere con il rumore esteriore e interiore, a non disperdere le proprie energie e il proprio tempo e a valorizzare ogni opportunità che gli viene offerta per guidare il proprio cammino scoprendo e conquistando il proprio “posto buono” nel mondo. Come afferma Massimo Recalcati, «le nuove generazioni siano abitate da una domanda inedita di padre, come accade proprio a Telemaco».
Il nuovo orientamento 58 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan GUIDA E MATERIALI PER L'INSEGNANTE 4
Il piano dell’orientamento
Essere umani dipende da un’interazione con il mondo reale, in cui la pratica detiene il primato sul linguaggio rispetto all’emergere dell’autocoscienza umana, del pensiero, dell’emozionalità e dell’identità personale, tutti precedenti, e più elementari, rispetto alla nostra acquisizione di un’identità sociale.
Margaret Archer
La strategia orientativa della scuola e della classe
Il piano dell’orientamento indica la strategia che la scuola adotta affinché gli alunni e le alunne possano conseguire in modo concomitante la formazione dell’identità personale, i risultati di apprendimento attesi e soprattutto la consapevolezza delle proprie attitudini e vocazioni.
È ciò che si intende quando si afferma che l’orientamento non è semplicemente una parte del curricolo, ma una premura connaturata all’intero percorso educativo svolto tramite l’esperienza culturale.
Muovendosi entro una prospettiva educativa, l’efficacia dell’orientamento dipende dalla capacità della scuola, in alleanza con la famiglia, di sollecitare tutte le dimensioni che fanno parte dell’esistenza del ragazzo o della ragazza, tenuto conto di ciò che gli sta a cuore, come affermato nella massima di Harry G. Frankfurt già citata: «Noi siamo ciò che più ci prendiamo a cuore».
È quanto indicato dalle Linee guida ministeriali: avendo come obiettivo l’orientamento, «le strategie sono la personalizzazione dei piani di studio, l’apertura interdisciplinare degli stessi, l’esplorazione delle competenze maturate anche in ambienti esterni alla scuola»7 .
Tale piano si inserisce quindi nel curricolo, segue i cinque passi del Quaderno dell’orientamento, che viene presentato nella parte quarta di questa Guida e che rappresenta l’ambito di responsabilità dello studente e della studentessa, a sua volta coerente con la struttura dell’E-Portfolio che rientra nell’ambito di responsabilità prevalente del Consiglio di classe.
L’istituzione scolastica non parte certo da zero 8, in quanto possiede un’esperienza di lunga durata che rappresenta la sua competenza orientativa, dalla quale partire e nella quale rintracciare gli elementi innovativi che probabilmente sono già presenti nella sua pratica, specialmente in riferimento alle tre caratteristiche che la strategia dell’orientamento ha assunto nel corso degli ultimi anni:
� la relazionalità nella forma dell’accompagnamento personale sia da parte dei docenti della scuola, sia con l’ausilio di personale specializzato, sia infine tramite testimoni e formatori presenti nei contesti significativi rispetto alle necessità degli studenti e delle studentesse;
� la concretezza degli interventi, da realizzare soprattutto tramite una decisa ripresa delle buone prassi pre-Covid, ma incrementando il riferimento alla realtà e, nel contempo, la giusta orchestrazione delle risorse disponibili nella prospettiva dell’alleanza educativa di comunità entro una visione di sistema e non di bricolage;
� l’avvio per tempo delle pratiche orientative, in modo da coinvolgere già gli studenti e le studentesse della prima classe della scuola secondaria di primo grado, senza concentrarle solo a ridosso delle scadenze decisionali, ma distribuendole lungo tutto l’arco dell’anno.
7. Linee guida per l’orientamento, allegate al DM n. 328/2022, paragrafo 8, E-Portfolio orientativo personale delle competenze
8. Per questo non si può dire, in riferimento al cammino reale delle scuole, che il disegno dell’orientamento previsto dalle Linee guida di cui al DM n. 328 del 22 dicembre 2022 sia davvero “nuovo”.
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Per giungere alla definizione del piano dell’orientamento della scuola, si consiglia pertanto di seguire la seguente traccia di lavoro.
1. Riconoscere il valore di quanto si sta già facendo e collocarsi entro un percorso di miglioramento che sorge sia dalla lettura delle nuove Linee guida sia dal monitoraggio e dalla conseguente riflessione su che cosa è cambiato rispetto a prima del Covid.
2. Individuare le esigenze orientative specifiche della popolazione scolastica tenendo conto delle tre aree (esistenziale, culturale, decisionale); convocare un numero adeguato di incontri della Commissione continuità e orientamento estesa ai docenti tutor con il compito di elaborare le linee e le principali componenti della strategia orientativa della scuola; discuterla con i coordinatori dei Consigli di classe e successivamente nel Collegio dei docenti acquisendone il consenso e i suggerimenti, in particolare per quanto riguarda il curricolo (visto lo stretto legame tra il percorso di orientamento e i nuclei del sapere che attengono alle questioni più rilevanti nella vita sociale) e i compiti dei Consigli di classe.
3. Progettare il piano di massima riguardante le iniziative riferite a tutto l’Istituto (accordi con le scuole superiori e i centri di formazione professionale presenti nel territorio, coinvolgimento di esperti e testimoni, progettazione di incontri di formazione ed eventi rivolti a tutti gli studenti, alle studentesse e alle loro famiglie, definizione operativa dei compiti del docente orientatore e dei docenti tutor per l’orientamento, progettazione dei moduli formativi, dei laboratori e delle visite...) e contemporaneamente gli opportuni adattamenti del piano orientativo a cura dei diversi Consigli di classe.
4. Definire e realizzare il corredo dei materiali (guide, dépliant, video, siti web...).
5. Elaborare il piano operativo dell’orientamento con attività, obiettivi, figure coinvolte, cronogramma e modalità di monitoraggio.
Le differenti esigenze orientative: esistenziale, culturale, decisionale
Gli studenti e le studentesse, di fronte alla scelta orientativa, non si trovano tutti nella stessa condizione. Si possono individuare tre aree di esigenze orientative, corrispondenti ad altrettante categorie di studenti.
� Coloro che non hanno chiarezza su di sé. Il primo gruppo è composto da quegli studenti e studentesse che non avendo chiarezza su di sé non trovano/offrono al docente tutor dei punti di riferimento per la scelta. Hanno bisogno di uno “scuotimento”, tramite esperienze di vita che suscitino le loro energie e la loro intelligenza nascosta. I genitori possono aiutarli trasmettendo loro una passione, insegnando loro attività pratiche, dando loro responsabilità. Gli insegnanti hanno la possibilità di proporre loro laboratori, gruppi di ricerca, scambi con altri ragazzi e ragazze, aiutandoli a riflettere sul valore esistenziale di queste esperienze rispetto alle tre domande chiave: “Che cosa mi attrae? In quale contesto? Per imparare che cosa?”.
� I disorientati (a ragione). Il secondo gruppo è composto da coloro che hanno un’idea abbastanza chiara di che cosa corrisponde al loro Io, ma sono disorientati a causa dell’eccesso di informazioni e di opportunità, oltre che per il continuo cambio dei nomi delle professioni. Essi sono sconcertati soprattutto di fronte a quattro stereotipi molto diffusi: “Saranno le tecnologie a fare tutto il lavoro umano”; “Le professioni di oggi tra cinque anni saranno totalmente cambiate”; “Lo studio serve a poco, è importante solo la pratica”; “Per salvare la Terra occorre fermare lo sviluppo”. La scuola può offrire loro la possibilità di confrontare queste affermazioni con la realtà, mobilitando in particolare i docenti delle discipline a cui afferiscono questi stereotipi, eventualmente anche coinvolgendo degli esperti. In un tempo scettico, dove le persone tendono a dare credito alle affermazioni più drastiche, risulta ancora più importante l’“operazione culturale” che è nelle corde di ogni ragazzo e ragazza e che richiede però un luogo e delle figure che li accompagnino in questa ricerca.
� Quelli che hanno idee chiare ed esigenze precise. Il terzo gruppo, più piccolo, è composto da coloro che hanno già maturato la propria vocazione formativa e professionale. Essi hanno bisogno di risposte molto precise alla domanda: “Quale scuola è preferibile per me e per quale percorso successivo?”.
Per scegliere la scuola occorre evitare la trappola del marketing orientativo, una tecnica di comunicazione che punta sugli aspetti attraenti e tace gli ostacoli e le rinunce. Sono più convincenti le testimonianze dirette dei ragazzi e delle ragazze di qualche anno più grandi, che possono esprimere un giudizio veritiero e offrire consigli già sperimentati.
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Un suggerimento: per scegliere l’Istituto è bene guardare alla qualità delle esperienze formative (laboratori, gruppi di ricerca e di progetto, PCTO, scambi...) a scuola, nel territorio e anche all’estero, in quanto occasioni speciali di formazione della personalità.
La differenza di esigenze orientative va tenuta in considerazione specie nella definizione del gruppo di studenti e studentesse per ogni docente tutor:
� è evidente che il primo gruppo necessita di una maggiore cura connotata decisamente in senso personale, anche con l’ausilio dello psicologo della scuola;
� le attività da rivolgere al secondo gruppo possono vedere compresenti tutti gli studenti e le studentesse della classe con il coinvolgimento dei propri docenti in quanto impegnati nel lavoro culturale;
� il terzo gruppo, infine, pur traendo benefici dalla partecipazione alle attività riferite ai primi due raggruppamenti, ha maggiormente bisogno dell’orientatore o degli esperti dello Sportello territoriale per l’orientamento.
Il piano dell’orientamento
Il percorso triennale della scuola secondaria di primo grado è centrato sulla formazione dell’Io dello studente e della studentessa secondo un approccio esistenziale: dai passi successivi di “presa sulla realtà” forniti dal curricolo egli trae le sollecitazioni dei dinamismi che ne alimentano la formazione dell’identità personale.
Il percorso dell’Io costituisce il cuore del curricolo in quanto disegno – meditato, condiviso e continuamente rinnovato – di una proposta educativa e formativa fondata e processuale. Esso è costituito da due parti:
� la prima, concettuale , che definisce le finalità educative e formative fondamentali e irrinunciabili, e la progettazione che dà attuazione a quelle finalità in una forma aderente alla realtà. Pone l’attenzione su ciò che “dovrebbe accadere” o si ha intenzione che accada nell’insieme dell’esperienza educativa;
� la seconda, empirica, in cui sono indicate le esperienze formative compiute dallo studente o dalla studentessa nei passi del suo cammino, svolte a scuola e anche nel “vasto mondo”. Indica il beneficio che le esperienze formative apportano agli studenti e alle studentesse, facendo riferimento a ciò che effettivamente succede nell’azione formativa e alle loro risposte.
Un curricolo veramente personalizzato coinvolge l’intero Consiglio di classe:
a. nella scelta di nuclei del sapere veritieri, essenziali e appropriati;
b. nell’adozione di una metodologia attiva che sappia mobilitare l’intelligenza e il protagonismo degli studenti e delle studentesse e sostenga una loro disposizione positiva circa il futuro;
c. nell’assunzione dello stile della risonanza che sappia agire sulle corde che smuovono le forze di vita dei giovani: l’amicizia, la bellezza, il corpo, la relazione con la natura, l’appartenenza alla comunità, l’alimentazione dell’anima.
È seguendo questi criteri che è stato elaborato il seguente piano dell’orientamento nella forma del “canovaccio”, una sorta di mappa delle iniziative orientative incorporate entro il curricolo dei tre anni della scuola secondaria di primo grado. Esso prevede cinque tappe:
1. A che punto mi trovo?
2. Conoscere il mio Io
3. Conoscere la società e la realtà del lavoro
4. Assumere la decisione
5. Scegliere l’Istituto a cui iscriversi.
Le varie iniziative presentate nelle pagine che seguono costituiscono la proposta per i moduli di almeno 30 ore previsti dalle Linee guida; abbiamo preferito non indicarne in modo preciso la durata in quanto possono essere gestiti con tempi variabili in base alle esigenze degli studenti e delle studentesse e alle caratteristiche economiche e formative del territorio.
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IL PIANO DELL’ORIENTAMENTO
PIANO DELL’ORIENTAMENTO
CLASSE PRIMA
Il primo anno si concentra sul nesso tra le esperienze culturali previste entro un curricolo essenziale e la consapevolezza di sé sollecitata negli studenti e nelle studentesse. Ciò a un livello di prima ricognizione, quello che, tramite l’apertura al mondo, consente di sviluppare in loro la conoscenza iniziale dei propri sentimenti, dei propri interessi e delle proprie capacità, e di formare un metodo di investigazione significativa ovvero contestuale del mondo e di sé.
ATTIVITÀ
COMPITI DI REALTÀ (CDR) CHI TEMPI
La conoscenza del reale e di sé come dono dell’esperienza culturale (nuclei del sapere essenziali)
• Biografie e romanzi “fondativi”
• Le figure importanti della storia umana e le loro opere
• Le scoperte geografiche e scientifiche e gli scopritori
• La bellezza e l’arte come alimento dell’anima
• Il territorio come spazio della vita comune
• Il corpo rivelazione dell’Io
• La natura, il cammino e la cura
Edith Stein, Gli altri risuonano dentro di noi
La mappa del territorio in cui vivo: forma, popolazione, economia
La vita di classe, di scuola e del “vasto mondo”
• Le regole
• I conflitti
• L’intesa
• La solidarietà e l’amicizia
• La responsabilità
• La festa
Diamoci una regolata!
Io e le amicizie, preziose, fragili, imperfette
Il metodo di investigazione significativa
• Il cuore della cultura: dare un nome appropriato alle cose
• Le emozioni e i sentimenti che hanno suscitato in me
• Che cosa ha richiamato il mio interesse
• Quali capacità ho scoperto in me
Metodo
Il “lavoro dentro” di ciò che imparo: interessi, emozioni, sentimenti e capacità
Docenti del Consiglio di classe
Docenti del Consiglio di classe e psicologo della scuola
Tutto l’anno
Coordinatore di classe e docente tutor9 per l’orientamento
Tutto l’anno
Tutto l’anno
Gli insegnanti del Consiglio di classe, con la guida del coordinatore, concorrono a formare gli studenti e le studentesse al metodo dell’investigazione significativa portandoli a “far lavorare dentro di loro” ogni nuova acquisizione del sapere.
Tramite la parola scritta, le immagini e i video, nei momenti più importanti del loro cammino formativo, li portano a riconoscere il cuore di ciò che hanno scoperto, a comunicare le emozioni e i sentimenti suscitati, a evidenziare ciò che è risultato per loro particolarmente interessante, a prendere nota delle capacità che hanno scoperto in loro stessi. In questa attività è di grande aiuto la realizzazione della natura formativa della valutazione, fatta per riconoscere il valore degli studenti e delle studentesse e indicare loro i miglioramenti progressivi.
9. Nell’a.s. 2023-2024 non è stata prevista l’attivazione del docente tutor nella scuola secondaria di primo grado. Fino all’attivazione di questa figura, previa partecipazione alla formazione propedeutica organizzata dall’INDIRE, le attività relative all’orientamento saranno svolte in base alla peculiare organizzazione di ciascuna istituzione scolastica.
Il nuovo orientamento 62 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan GUIDA E MATERIALI PER L'INSEGNANTE 4
(CDR) Edith Stein, Gli altri risuonano dentro di noi
� Letture: frammento di Edith Stein: «Il mondo in cui vivo non è soltanto un mondo di corpi fisici: in esso ci sono, esterni a me, soggetti che vivono e io so di questo vissuto... Non so soltanto quello che è espresso dal volto e dai gesti, ma anche ciò che si nasconde dietro. Che cos’è questo rendersi conto? Questo è ciò che vorrei sapere».
� La situazione-problema: ci capita spesso di risentire degli stati d’animo degli altri: si potrebbe dire che le loro emozioni risuonano dentro di noi. Si tratta di empatia, il cui significato viene chiarito da Edith Stein nel frammento sopra riportato.
� Il compito: divisi in gruppi, vi chiediamo di leggere e discutere insieme il brano di Edith Stein e, sugli stimoli di quanto emerso, di realizzare una mostra dal titolo “Gli altri risuonano dentro di noi” dove potete esporre materiali di diversa natura (poesie, racconti, articoli, fotografie, quadri...) che mettano in luce la capacità di condividere gli stati d’animo degli altri. Aggiungendo alla fine della mostra una vostra riflessione su che cosa significa “il mondo che risuona dentro di noi”.
� Fasi del compito:
1. ogni gruppo di studenti e studentesse legge il brano e lo commenta facendone emergere i significati. Quindi ricerca materiali di varia natura (poesie, racconti, articoli, fotografie, quadri...) che documentano l’empatia, ovvero la capacità che possediamo di risuonare in rapporto ai sentimenti e alle emozioni degli altri;
2. raccolti i materiali, il gruppo ne seleziona alcuni che esprimono meglio ciò che sta cercando, e li dispone su 3-4 manifesti per una mostra da svolgere in classe, seguendo un percorso coerente con la riflessione emersa;
3. i gruppi espongono reciprocamente alla classe il lavoro svolto e decidono come unificarlo entro un’unica mostra basata sul tema.
La mostra viene esposta in modo da poter essere vista dagli studenti e dalle studentesse delle altre classi, corredata da un manifesto iniziale di presentazione e uno finale in cui si mette in luce la risposta alla domanda di Edith Stein: “Che cos’è questo rendersi conto degli altri?”.
(CDR) La mappa del territorio in cui vivo: forma, popolazione, economia
� La situazione-problema: ci sono persone che sanno tutto della squadra della propria città, ma sono totalmente inconsapevoli del proprio territorio, tranne che per informazioni superficiali. Così accade che, quando qualcuno di fuori chiede: «Che cosa c’è di bello da voi?», essi rispondano: «Le solite cose che ci sono in ogni altra città», mostrando così di non amare il luogo in cui vivono.
� Il compito: vi chiediamo di dividervi in gruppi omogenei in base alla residenza, e di disegnare una cartina-cartellone del vostro territorio con simboli, colori e legende riferiti alle tre dimensioni indicate:
– la forma (orografia, geologia, situazioni a rischio, ambiente naturale e ambiente urbanizzato, patrimonio artistico e architettonico, risorse del sottosuolo e del suolo, coltivazioni e allevamenti...);
– la popolazione (autoctona, immigrazione ed emigrazione, composizione per età, dinamiche nel corso degli anni...);
– l’economia e il lavoro (settori primario, secondario e terziario per unità e addetti; prodotti/servizi tipici; occupati e disoccupati...).
� Fasi del compito:
1. innanzitutto, occorrerà distribuire i tre ambiti e decidere il tipo di cartina-cartellone in base ai talenti dei partecipanti del gruppo: chi sa disegnare, chi scrivere i nomi e i testi...;
2. successivamente occorre cercare le informazioni essenziali e decidere il modo in cui tradurle (ad esempio: la scelta dei colori per l’orografia e i simboli per il patrimonio e per i rischi);
3. si consiglia di produrre prima delle “brutte” per poi – quando vi sentirete sicuri e avrete chiara la visione di insieme – realizzare il vostro prodotto.
È importante elaborare un testo di spiegazione di quanto avete disegnato, in modo da far capire meglio ciò che volete comunicare.
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IL PIANO DELL’ORIENTAMENTO
(CDR) Diamoci una regolata!
� La situazione-problema: la classe, appena formata, rappresenta un aggregato disomogeneo di individui, divisi in gruppi di persone che si conoscono avendo frequentato la stessa scuola primaria. Perché possano affrontare in modo positivo il cammino formativo dell’anno occorre che diventino una vera classe, composta da persone che condividono un legame di appartenenza e uno stile di comportamento, tenendo conto delle inevitabili tensioni che si possono creare al suo interno. Per raggiungere questa coesione è molto utile lavorare sulle situazioni tipiche della vita di classe – discussione, lavoro di gruppo, laboratorio, vita quotidiana a scuola – per cogliere in ognuna di esse le opportunità che offre, le problematiche che vi possono sorgere, il modo di affrontarle a beneficio di tutti.
� Il compito: vi chiediamo di dividervi in gruppi, ognuno dei quali si concentrerà su una delle quattro situazioni tipiche sopra indicate, con il compito di analizzare le opportunità offerte agli studenti e alle studentesse, ma anche le tensioni o i problemi che possono emergere, per poi individuare la modalità di intervento nel caso di una crisi, che comprenda le regole di riferimento perché la classe possa procedere in modo positivo nel suo cammino, traendo beneficio anche dal lavoro comune per il superamento delle difficoltà incontrate. Inoltre, vi chiediamo di rappresentare quanto avete prodotto nella forma più gradita dal gruppo (un manifesto, una presentazione in PowerPoint, un video, un fumetto...), per poi presentarla al resto della classe.
� Fasi del compito:
1. si costituiscono quattro gruppi, ognuno dei quali discute la situazione tipica che gli è stata attribuita, cercando innanzitutto il valore delle opportunità che questa offre agli studenti e alle studentesse, e inoltre le possibili tensioni o problemi che vi possono emergere, meglio se riferiti a un’esperienza reale vissuta da alcuni dei partecipanti;
2. dopo aver identificato una crisi tipica e significativa, il gruppo si impegna nel comprenderne la natura e nell’individuare un intervento “giusto” per i singoli e per la classe, in modo da renderla un’esperienza di crescita per tutti. Elabora inoltre le regole basilari di riferimento per una gestione positiva della situazione analizzata.
A questo punto il gruppo sceglie la forma più gradita di presentazione pubblica di quanto prodotto e la espone a tutta la classe secondo un metodo concordato.
(CDR) Io e le amicizie, preziose, fragili, imperfette
� Letture:
– La signorina Euforbia di Luigi Ballerini (San Paolo Edizioni, 2014)
– I proverbi di Gianni Rodari
– Il ricordo di un amico di David Maria Turoldo
– Se potrò impedire di Emily Dickinson
– Amicizia di Jorge Luis Borges10
� La situazione-problema: l’amicizia non è certo un problema, ma un dono che ci rende lieve la vita. È una risorsa preziosa per affrontare nel modo migliore i problemi che via via si incontrano, come accade a Marta e a Matteo, i due amici protagonisti del racconto di Luigi Ballerini. La lettura di questo testo è lo stimolo per entrare nel mondo dell’amicizia attraverso lo strumento che ne sa meglio esprimere il valore: la poesia.
� Il compito: partendo da quanto suscitato dalla lettura del testo di Luigi Ballerini, a ogni gruppo è chiesto di condividere esperienze di amicizia presenti o passate, in modo da mettere in luce il loro valore come sostegno e aiuto che ci toglie dalla solitudine e rende la vita più bella. Il compito consiste nello scrivere una poesia sull’amicizia, traendo ispirazione dalle quattro poesie sopra indicate.
� Fasi del compito:
1. ogni gruppo condivide esperienze personali di amicizia, presenti o passate, lasciandosi coinvolgere dai racconti dei propri compagni e compagne senza giudicare, per lasciare che emerga a poco a poco il senso proprio dell’amicizia;
2. successivamente si leggono le quattro poesie suggerite e si sottolineano le parti nelle quali risuonano le storie raccontate; queste parti rappresentano lo stimolo di una poesia scritta con il contributo di tutti: si prendono “in prestito” le frasi e le parole e le si adattano a ciò che è emerso dalla condivisione.
Le poesie scritte dai diversi gruppi, corredate da immagini, sono presentate a tutta la classe e vengono infine raccolte in una presentazione in PowerPoint dal titolo “Io e le amicizie, preziose, fragili, imperfette”.
10. Tutte le poesie si trovano in https://www.elle.com/it/emozioni/a23245623/poesie-sull-amicizia-di-autori-famosi./
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(CDR) Il “lavoro dentro” di ciò che imparo: interessi, emozioni, sentimenti e capacità
� La situazione-problema: quando si conosce qualcosa di nuovo, avviene sempre un “lavoro fuori” che riguarda la porzione di mondo che avete scoperto, ma insieme anche un “lavoro dentro” che comprende le emozioni, i sentimenti, gli interessi e le capacità che questa nuova apertura al reale ha suscitato dentro di voi.
Ad esempio, riguardo ai primi due elementi, una poesia può evocare in voi paura o meraviglia e arricchire il vostro glossario sui sentimenti, una scoperta scientifica vi ricorda qualcosa di cui vi ha parlato il vostro papà, una lezione di storia – per esempio su Alessandro Magno – vi fa riflettere sul desiderio di infinito che ognuno sente dentro di sé.
Lavorando dentro di voi, insieme ai compagni e alle compagne del gruppo potete scoprire i vostri interessi e le vostre capacità: fare domande, prendere appunti e compilare un testo breve, tenere in ordine i materiali, spiegare ciò che avete imparato di nuovo...
� Il compito: dividendovi per gruppi casuali, vi chiediamo di scrivere un testo (nella forma che preferite) nel quale indicare, per gli apprendimenti significativi che avete acquisito nell’ultimo mese, le emozioni, i sentimenti e gli interessi che hanno suscitato in voi, e inoltre le capacità che avete appreso (o migliorato). Spiegate infine i benefici che il “lavoro dentro” porta con sé.
� Fasi del compito:
1. il primo passo consiste nel richiamare alla memoria ciò che vi ha maggiormente colpito nell’ultimo mese: dopo averlo raccontato, segnatevi le emozioni che ha suscitato in voi. Da qui è facile passare ai sentimenti richiamati da parole, ricordi, incontri, avvenimenti che avete vissuto; tenete conto che le emozioni sono reazioni immediate, quasi istintive (piacere, dispiacere, noia...) mentre i sentimenti sono disposizioni stabili (empatia, solidarietà, curiosità, meraviglia, disagio...).
2. discutete insieme ai compagni e alle compagne su quanto emerso, ponendovi a vicenda domande di chiarimento o di approfondimento; in questa fase possono emergere alcuni temi ricorrenti che aiutano a passare alla fase successiva;
3. è il momento di approfondire gli interessi che sono stati suscitati in voi: per “interesse” si intende una particolare attrazione personale verso l’ambito considerato.
Infine, si chiede di indicare le capacità acquisite o migliorate: ascoltare e comprendere il contenuto, fissarlo su un foglio oppure digitarlo sullo smartphone, cercare il significato delle parole, tenere un “quadernone” ordinato, esporre ciò che avete imparato.
Collegialità
Si consiglia di prevedere, in ciascuno degli incontri collegiali previsti per il Consiglio di classe:
� il tema dell’orientamento, per programmare, realizzare e monitorare il suo percorso in chiave pedagogica, integrato entro il curricolo della classe;
� incontri con esperti o esperte dell’economia e del lavoro (compresi i colleghi e le colleghe).
Corresponsabilità delle famiglie
� Incontro iniziale su:
– l’importanza della formazione dell’identità personale e sociale dei ragazzi e delle ragazze;
– i due doni della cultura: la conoscenza del reale e di sé;
– il metodo di investigazione significativa;
– la richiesta di collaborazione nell’ambito della vita di famiglia.
� Incontro finale di verifica di quanto realizzato, nel quale ripercorrere quanto è stato svolto e comunicare gli obiettivi raggiunti, e inoltre raccogliere le osservazioni e le riflessioni delle famiglie.
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nuovo orientamento 4
Il
IL PIANO DELL’ORIENTAMENTO
CLASSE SECONDA
Nel secondo anno, tramite un grado ulteriore di apertura al mondo, gli studenti e le studentesse saranno accompagnati a scoprire le questioni decisive del nostro tempo. Con questo “bagno di realtà” sarà sollecitata la comprensione delle proprie attitudini e dei propri valori e verrà ampliata la capacità di proiezione verso il futuro.
ATTIVITÀ
COMPITI DI REALTÀ (CDR) E COMPILAZIONI (CO)
Le questioni decisive del nostro tempo: smontare gli stereotipi e i miti alla luce dei fatti e del parere degli esperti
Stereotipi e miti fake:
• “Saranno le tecnologie a fare tutto il lavoro umano”
• “Le professioni di oggi tra cinque anni saranno totalmente cambiate”
• “Lo studio serve a poco, è importante solo la pratica”
• “Per salvare la Terra occorre fermare lo sviluppo”
(CDR) Smontare gli stereotipi e i miti fake:
– Le rivoluzioni tecnologiche hanno sempre portato all’aumento del lavoro umano
– La parte applicativa del lavoro cambia velocemente, ma il valore e la cultura rimangono stabili
– La società complessa richiede persone che sanno esercitare la propria intelligenza
– La sostenibilità è il nome del nuovo sviluppo
Conoscere la società e le sue dinamiche
• Incontro con un esperto o un’esperta dell’economia e del lavoro
• Incontro con un esperto o un’esperta di formazione
• Ricognizione dei settori e delle famiglie professionali (cura della natura, del cibo e delle bevande, cura dell’abitare, della persona e del sapere, gestione delle risorse finanziarie, gestione dell’energia e dell’acqua, gestione dei sistemi tecnologici, dei trasporti e del commercio, cura del turismo e dell’artigianato artistico)
(CDR) Valori e lavori delle principali famiglie professionali
Primo passo per imparare a decidere: a che punto mi trovo?
• Come ottenere la serenità esteriore
• Come ottenere la serenità interiore
• Fare le cose con metodo: il Quaderno dell’orientamento
• Qual è la mia situazione attuale?
A che punto mi trovo – Ipotesi di scelta
• Quali sono le mie attitudini?
• Quali valori riconosco come miei?
• Per che cosa mi sento portato? Alcune ipotesi di scelta
Due opzioni
• Messa alla prova delle prime ipotesi alla luce dei valori e delle culture delle principali famiglie professionali
(CO) Presentazione del Quaderno dell’orientamento e primo passo: “A che punto mi trovo?”
CHI TEMPI
Tutti i docenti degli insegnamenti affini alle questioni poste con la guida del coordinatore di classe e l’aiuto del docente orientatore Prima metà dell’anno scolastico
(CO) Conoscere il mio Io: attitudini, interessi e valori. Prime ipotesi di scelta per il mio futuro
Esperti, i docenti coinvolti, il docente orientatore, il docente/i tutor per l’orientamento con la guida del coordinatore di classe
Anche i genitori nel ruolo di testimoni dei settori professionali Prima metà dell’anno scolastico
Coordinatore di classe, docente/i tutor11 per l’orientamento e psicologo dell’orientamento 12 Da febbraio a giugno
Coordinatore di classe, docente/i tutor per l’orientamento e psicologo dell’orientamento Da febbraio a giugno
(CO) Restringere il campo a due opzioni
Coordinatore di classe, docente/i tutor orientativi e docente orientatore Da febbraio a giugno
11. Anche per quanto riguarda il docente orientatore, il coinvolgimento potrà avvenire una volta attivata la figura.
12. O docente della scuola esperto in materia di orientamento.
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Metodo
Partendo dalle questioni decisive del nostro tempo, espresse nella forma degli stereotipi e dei miti più diffusi, e producendo piccoli dossier, gli studenti e le studentesse sono ingaggiati come veri ricercatori. Avendo a disposizione dossier, visite e incontri con testimoni ed esperti, essi sono chiamati a una conoscenza obiettiva dei fatti, all’espressione di un giudizio comune in base ai valori in gioco e infine a dare voce alla premura che ciò suscita in loro non come generico stato d’ansia, ma come sollecitazione interiore a “fare bene” il proprio compito per trovare il modo di rendersi utili agli altri e alla comunità.
In questo modo, gli studenti e le studentesse scoprono i valori in gioco e avvertono la premura di un impegno personale e di classe per il loro perseguimento.
Nel misurarsi con le questioni decisive del nostro tempo, e nel prendere posizione su di esse, si forma il senso morale che accresce la consapevolezza del proprio legame con il mondo, conferendo così consistenza al proprio Io.
Ciò per cui ciascuno di loro si sente portato emerge da un compito culturale in cui sono pienamente coinvolti. È ora possibile restringere a due opzioni di percorso degli studi che ciascuno sente come realmente significativi per la comunità e corrispondenti al proprio Io.
(CDR) Smontare gli stereotipi e i miti fake
� Letture:
– Il lavoro al centro dell’esistenza e della civiltà
– Lo sviluppo sostenibile
– L’intelligenza artificiale e la superiorità dell’intelligenza umana
� La situazione-problema: come mai siamo attratti maggiormente dalle teorie più strampalate, con preferenza per quelle negative? In attesa che filosofi e psicologi si mettano d’accordo sulle cause di questo fenomeno, è bene utilizzare la nostra intelligenza per smontare gli stereotipi (modi di pensare che sembrano verosimili perché “lo dicono tutti”) e i falsi miti che stanno al fondo di quelle idee, come per esempio il mito tecnologico, secondo cui l’uomo crea un automa sempre più perfetto tanto che alla fine ne viene dominato, oppure quello della “fine dal lavoro”, smentito dal fatto che il numero degli occupati aumenta poco tempo dopo ogni rivoluzione tecnologica.
� Il compito: suddivisi in quattro gruppi, vi si chiede di cercare informazioni obiettive e pareri autorevoli che smentiscono, per ciascun gruppo, uno dei seguenti stereotipi e che ne svelano il falso mito. Si chiede infine di documentare il cammino svolto e le conclusioni a cui siete giunti, esponendo poi il risultato alla classe.
Stereotipi e miti fake
“Saranno le tecnologie a fare tutto il lavoro umano”
“Le professioni di oggi tra cinque anni saranno totalmente cambiate”
“Lo studio serve a poco, è importante solo la pratica”
“Per salvare la Terra occorre fermare lo sviluppo”
� Fasi del compito:
Che cosa dicono fatti ed esperti/e
1. il primo passo consiste nel discutere sul significato della frase da “smontare”, alla ricerca dei dati di fatto che presuppone (e quindi di quelli che possono smentire quell’affermazione) e del mito, spesso nascosto, su cui si appoggia;
2. è molto utile scrivere le parole chiave del tema che si sta affrontando, in modo da acquisirne il vero significato;
3. successivamente dovrete cercare i dati che “falsificano” l’affermazione di partenza e spiegare con uno scritto il motivo per cui questo accade.
Infine, vi si chiede di esporre il lavoro svolto e i risultati a cui siete pervenuti mediante un video o altra modalità comunicativa efficace.
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IL PIANO DELL’ORIENTAMENTO
(CDR) Valori e lavori delle principali famiglie professionali
� Letture:
– Conoscere le famiglie professionali
– Le professioni STEM
– Le professioni della cura degli altri
– Le professioni della comunicazione e dell’arte
– Il lavoro manuale e il “ritorno alla terra”
� La situazione-problema: abbiamo visto che, mentre la parte operativa del lavoro (che cosa fa ogni addetto) risente della continua innovazione tecnologica e pertanto muta velocemente, i valori (per quale scopo lo fa) e la cultura (con quali attenzioni e capacità) delle famiglie professionali rimangono stabili nel tempo. Ad esempio, il valore della famiglia professionale dei trasporti e della logistica consiste nel trasferire le persone in base alle loro esigenze di lavoro e di turismo, e nel trasportare i beni dal luogo in cui vengono prodotti al luogo in cui ce n’è bisogno. La sua cultura prevede tre attenzioni e relative capacità: programmazione, sicurezza e tempestività. Quando uno studente o una studentessa entra in risonanza con i valori e la cultura di una specifica famiglia professionale, scopre una speciale attrazione per essa (passione) e sente che questa è la strada della realizzazione delle proprie potenzialità (vocazione).
� Il compito: a ciascuno dei 4 gruppi della classe (ma si possono anche riunire due classi parallele del plesso) si chiede di elaborare un testo e un video per 3 delle 12 principali famiglie professionali, che ne mettano in luce il valore per la società e le principali caratteristiche culturali, concludendo con 3 domande rivolte agli studenti e alle studentesse che ne possano svelare la speciale corrispondenza (nell’esempio dei trasporti e della logistica: “Ti interessano i viaggi e gli scambi nelle varie parti del mondo?”, “Sei attratto verso treni, aerei, navi e camion?”, “Ti piacerebbe progettare trasferimenti di persone per soddisfare le loro esigenze di lavoro, studio e tempo libero? O anche :“Trasporti di merci per renderle disponibili a chi ne ha bisogno?”).
� Fasi del compito:
1. inizialmente i 4 gruppi si ripartiscono equamente le 12 famiglie professionali, in modo che almeno due di esse siano particolarmente attraenti per i suoi componenti;
2. a questo punto bisogna decidere il formato del prodotto finale, comprendente un testo che segua una specifica traccia (presentazione della famiglia professionale, di che cosa si occupa e in che modo, qual è il suo valore per la società, quali sono le principali figure professionali che vi operano, con quali attenzioni e capacità); vi si chiede inoltre di programmare le interviste a persone del settore e infine predisporre 3 domande da rivolgere agli studenti e alle studentesse che ne possano svelare la speciale corrispondenza;
3. nella terza fase vi si chiede di svolgere il lavoro di ricerca, effettuare le interviste ai testimoni ed elaborare il testo finale che spiega il video.
Nell’ultima parte presenterete a tutti i compagni e alle compagne i lavori svolti, concludendo con le 3 domande e sollecitando nei compagni e nelle compagne una prima reazione, come segnale che andrà successivamente approfondito.
(CO) Presentazione del Quaderno dell’orientamento e primo passo:
“A che punto mi trovo?”
Uno dei docenti tutor presenta a tutta la classe il Quaderno dell’orientamento, spiegando a che cosa serve, come si usa e quali benefici può portare agli studenti e alle studentesse come strumento di supporto alla loro decisione.
Per una maggiore comprensione, il docente incaricato sottopone alla classe uno o più esempi di Quaderni, così che gli studenti e le studentesse possano disporre di una traccia di riferimento.
Infine, dà avvio alla compilazione del Quaderno, in piccoli gruppi, relativamente al primo passo “A che punto mi trovo?”.
I componenti del gruppo si aiutano nel chiarire la propria situazione ponendosi reciprocamente le opportune domande di approfondimento anche per evitare risposte generiche tipo “una scuola facile” o evasive (“boh!”).
Il nuovo orientamento 68 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan GUIDA E MATERIALI PER L'INSEGNANTE
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(CO) Conoscere il mio Io: attitudini, interessi e valori. Prime ipotesi di scelta per il mio futuro Con la guida di un docente tutor, si riformano i piccoli gruppi già in precedenza impegnati, allo scopo di compilare il secondo passo del Quaderno: “Conoscere il mio Io”. Al centro vi è la ricerca insieme ai propri compagni e compagne delle attitudini e degli interessi che si avvertono in relazione alle più rilevanti famiglie professionali, e in particolare ai valori che suscitano una speciale dedizione del nostro Io. Così facendo, risulta più agevole da parte di ogni studente e studentessa individuare alcune prime ipotesi di scelta per il proprio percorso futuro di studio e di lavoro.
È un primo passo verso la decisione: si tratta soprattutto di indicare alcuni nomi di percorsi/settori professionali a cui gli studenti e le studentesse hanno reagito con una particolare sensibilità e che meritano di essere successivamente approfonditi, evitando di rimanere intrappolati in un territorio “vago”.
(CO) Restringere il campo a due opzioni
Sempre procedendo nel lavoro nei piccoli gruppi, il secondo passo verso la decisione consiste nel selezionare – tra le varie ipotesi segnalate in precedenza – le due opzioni su cui concentrare l’attenzione. Va spiegata agli studenti e alle studentesse la rilevanza di questo passaggio intermedio: spesso essi risultano attratti da due opzioni aventi un’intensità simile in quanto la personalità umana è poliedrica, ma occorre prendere una decisione univoca e il più possibile convinta.
Pertanto, il docente tutor che guida i ragazzi e le ragazze in questo passaggio decisivo li sollecita a:
� escludere le soluzioni che appaiono più deboli: fare la scelta meno impegnativa è una mancanza di rispetto nei confronti di se stessi, mentre seguire quello che fanno gli altri è una rinuncia alla propria libertà;
� evidenziare le opzioni che sono state illuminate dal lavoro sui valori e sulle culture delle principali famiglie professionali;
� prestare attenzione anche a opzioni che hanno suscitato un intenso interesse personale anche se si rivelano più impegnative sia per gli studi sia per il percorso professionale.
Chi ha già un’idea chiara, di cui è convinto magari da molto tempo, può compilare il proprio Quaderno in base alla propria convinzione, e offrire il proprio aiuto ai compagni e alle compagne ancora incerti. Mentre la scelta dell’istituto tecnico, di quello professionale, del CFP e di alcuni licei “di indirizzo” richiede una certa chiarezza sul percorso da seguire, la scelta del liceo può anche essere motivata dal rinvio di qualche anno della decisione. Può essere ragionevole quando lo studente o la studentessa mostra un interesse per lo studio nell’ambito scientifico o in quello umanistico, ma risulta problematica quando non si fonda su una riflessione su di sé e sul proprio rapporto con il mondo. Una persona incerta può trovarsi in maggiore difficoltà, rispetto ai compagni e alle compagne più convinti, di fronte agli ostacoli e alle crisi di un percorso di studi per il quale non avverte una vera passione.
Le opzioni selezionate possono anche essere tre; ciò comporta un maggiore impegno nella ricerca e nella riflessione per giungere alla scelta di quella definitiva.
Collegialità
Il cammino per la scelta del percorso e dell’Istituto richiede un’intensa cooperazione di tutti i docenti del Consiglio di classe affinché gli studenti e le studentesse possano svolgere il proprio compito in un clima concorde e sereno.
Gli insegnanti tutor agiscono tramite un proprio coordinamento in modo da ottimizzare gli interventi, specie in riferimento ai ragazzi e alle ragazze che si trovano in difficoltà nel cammino orientativo. Inoltre, essi effettuano un monitoraggio finale dell’intero percorso orientativo.
Corresponsabilità delle famiglie
Le famiglie partecipano pienamente alle iniziative proposte nel secondo anno, accompagnando i figli e le figlie specie nella conoscenza e approfondimento del Consiglio orientativo, e fornendo il loro contributo alla decisione, nel rispetto della loro autonomia.
È utile organizzare un incontro iniziale sui percorsi degli studi e sulla scelta orientativa, prima del compito di realtà su “Valori e lavori delle principali famiglie professionali” in cui comunicare l’approccio adottato e chiedere la collaborazione delle famiglie. È pure utile un incontro finale di verifica del cammino svolto e di raccolta delle osservazioni e riflessioni delle famiglie.
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nuovo orientamento 4
Il
IL PIANO DELL’ORIENTAMENTO
CLASSE TERZA
Nel terzo anno gli studenti e le studentesse vengono accompagnati alla scelta orientativa, tenuto conto che la preiscrizione al percorso formativo successivo avviene entro il 30 gennaio. Tale accompagnamento richiede di assumere le due opzioni di scelta definite al termine della classe seconda per metterle alla prova tramite la conoscenza approfondita dei contesti di riferimento, la lettura e l’approfondimento del Consiglio orientativo, il confronto con la famiglia per poi giungere infine alla decisione personale.
ATTIVITÀ
• Vantaggi
COMPITI DI REALTÀ (CDR) E COMPILAZIONI (CO)
• Svantaggi (CDR) Opzioni a confronto
CHI TEMPI
Confronto fra le due ipotesi di scelta del percorso di studi successivo Docente/i tutor per l’orientamento con la guida del coordinatore di classe
Approfondimento delle due opzioni
• Lettura dei materiali orientativi
• Incontri con l’esperto di orientamento
• Colloqui, anche insieme ai genitori, con gli orientatori dello Sportello
Lettura e approfondimento del Consiglio orientativo
• Lettura del Consiglio
• Approfondimento con il coordinatore di classe e il tutor
Confronto con la famiglia e decisione personale circa il percorso di studi prescelto
• Dialogo entro la famiglia per giungere a una decisione comune nel rispetto dell’autonomia del ragazzo o della ragazza
Scegliere l’Istituto a cui iscriversi
• Open day presso le istituzioni scolastiche e formative del territorio
• Analisi delle scuole del territorio con distribuzione di materiale informativo
• Partecipazione a percorsi pomeridiani offerti dagli istituti superiori
Preparazione alla transizione
• Finalizzazione degli insegnamenti a una positiva conclusione del percorso della secondaria di primo grado che favorisca una serena transizione al percorso successivo.
Metodo
(CDR) Assumo la decisione del percorso di studi
Docente/i tutor per l’orientamento, genitori, orientatori dello Sportello territoriale
Coordinatore di classe e docente/i tutor per l’orientamento
Famiglia, docente/i tutor per l’orientamento
Da ottobre a dicembre
Da ottobre a dicembre
Novembredicembre
Novembredicembre
(CDR) Assumo la decisione riguardante l’Istituto cui iscrivermi
Docente orientatore, docente/i tutor per l’orientamento famiglie, docente/i tutor degli istituti ospitanti
Tutti i docenti, coordinatore di classe, docente/i tutor per l’orientamento
Novembredicembre
Febbraiogiugno
L’aver potuto ridurre a due le opzioni circa il successivo percorso degli studi consente di svolgere le attività del terzo anno con il giusto tempo a disposizione e uno stato d’animo più sereno.
Mentre questi possono approfondire tali opzioni, è bene dedicare le giuste attenzioni a coloro che ancora non hanno potuto individuare i percorsi alternativi tra cui scegliere; essi hanno bisogno di un supporto più intenso e di esperienze forti mirate a smuoverne i dinamismi interiori.
La sequenza proposta mira a favorire la “giusta” corresponsabilità della famiglia, la valorizzazione del Consiglio orientativo della scuola, e a consentire l’assunzione di una decisione personale da parte di ogni singolo studente o studentessa.
Anche la parte finale dell’anno vede un impegno di tutti i docenti nel preparare gli studenti e le studentesse a una conclusione dell’anno che li aiuti alla transizione.
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(CDR) Opzioni a confronto
� La situazione-problema: il passaggio dalle prime ipotesi alle due opzioni ha posto le basi per un lavoro più approfondito. Questo richiede di valorizzare le diverse opportunità disponibili: incontro con gli esperti, lettura del materiale informativo, testimonianza degli studenti e delle studentesse di qualche anno più grandi, colloquio con gli psicologi dei servizi di orientamento. Tutto ciò al fine di cogliere la corrispondenza personale dei due percorsi e compararne vantaggi e svantaggi di vario ordine: il percorso degli studi, la carriera, i sacrifici e i benefici connessi.
� Il compito: innanzitutto occorre formare dei gruppi composti da persone che condividono anche in parte gli stessi interessi, nei quali vi si chiede di approfondire le due opzioni avvalendovi delle diverse opportunità che vi vengono fornite, in modo da prepararvi alla decisione circa il percorso di studi successivo. Indicate i quesiti da cui partire, raccogliete le risposte appropriate e chiarite così le due opzioni.
� Fasi del compito:
1. organizzate i gruppi in base a interessi sufficientemente omogenei, così che ognuno dei partecipanti possa trovare beneficio dal lavoro comune; per evitare che alcuni studenti o studentesse rimangano soli, e che quindi non possano avvalersi del confronto con i compagni e le compagne, i docenti possono decidere di unire due classi parallele;
2. successivamente, vi si chiede di confrontarvi e condividere i quesiti e le risorse che aiutano a dare loro risposta;
3. a questo punto potete svolgere una ricerca usufruendo delle diverse opportunità fornite dalla scuola e da enti e servizi esterni.
A conclusione del compito, elaborate un testo personale con i quesiti, l’indicazione delle fonti che avete consultato e le risposte cui si è pervenuti.
(CDR) Assumo la decisione del percorso di studi
� Lettura:
Guida alla scelta delle scuole superiori, reperibile in formato virtuale e anche cartaceo presso la struttura che si occupa di orientamento, spesso lo sportello Informagiovani.
� La situazione-problema: dopo aver portato a termine il confronto fra le due opzioni, occorre giungere a una decisione relativa al percorso degli studi più confacente. È questo un passo dal carattere decisamente personale, che richiede la giusta considerazione del Consiglio orientativo della scuola e del contributo della famiglia.
� Il compito: tramite un lavoro individuale, ogni studente e studentessa prende nota di quanto gli è stato detto dagli esperti, approfondisce il Consiglio orientativo e, presentando il proprio parere personale, discute e condivide con la famiglia la decisione relativa al percorso da seguire.
� Fasi del compito:
1. ti si chiede di compilare l’agenda delle tue attività in base ai tre passaggi previsti;
2. prendi in considerazione il contributo dell’esperto di orientamento e l’approfondimento del Consiglio orientativo della scuola e aggiungi la tua riflessione personale; Infine, discuti con la famiglia i contributi, il Consiglio e la tua preferenza e condividi con essa la decisione circa il percorso degli studi.
(CDR) Assumo la decisione riguardante l’Istituto a cui iscrivermi
� La situazione-problema: una volta presa la decisione relativa al percorso di studi successivo, tenendo conto della corrispondenza con i valori e la cultura della famiglia professionale affine, occorre concludere con la scelta dell’Istituto, da assumere nell’ambito della famiglia. Ciò richiede due attenzioni:
– al marketing orientativo degli istituti, che spesso enfatizza gli elementi di attrazione e minimizza gli ostacoli, gli impegni e i sacrifici;
– alla distanza e ai costi umani ed economici di scelte di istituti più coerenti con il percorso scelto oppure reputati migliori rispetto a quelli più vicini.
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� Il compito: ogni studente e studentessa svolge, d’intesa con la famiglia, una ricerca puntuale circa gli istituti consonanti con il percorso degli studi prescelto e assume una decisione condivisa.
� Fasi del compito:
1. partecipa agli Open day delle istituzioni scolastiche consonanti con la tua decisione;
2. analizza il materiale informativo disponibile;
3. partecipa agli eventuali laboratori o percorsi pomeridiani offerti dagli istituti corrispondenti.
Rifletti in seno alla tua famiglia e decidete insieme la scelta dell’Istituto, considerando anche i vari aspetti logistici ed economici che questa comporta.
Collegialità
Il cammino per la scelta del percorso e dell’Istituto richiede un’intensa cooperazione di tutti i docenti del Consiglio di classe perché gli studenti e le studentesse possano svolgere il proprio compito entro un clima concorde e sereno.
Gli insegnanti tutor per l’orientamento agiscono tramite un proprio coordinamento, in modo da ottimizzare gli interventi, specie in riferimento ai ragazzi e alle ragazze che si trovano in difficoltà nel cammino orientativo. Inoltre, essi effettuano un monitoraggio finale dell’intero percorso orientativo.
Corresponsabilità delle famiglie
Le famiglie partecipano pienamente alle iniziative proposte nel terzo anno, accompagnando i figli e le figlie specie nella conoscenza e approfondimento del Consiglio orientativo, e fornendo il loro contributo alla decisione, nel rispetto della loro autonomia.
È decisivo programmare un incontro iniziale in cui comunicare l’approccio adottato, il senso e il valore del Consiglio orientativo della scuola e chiedere la collaborazione delle famiglie. È poi utile un incontro finale di verifica del cammino svolto e di preparazione alla transizione all’Istituto successivo.
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I soggetti e le risorse
Le persone hanno fame di risposte su tutte le questioni e, se ne accorgano oppure no, sentono il bisogno di vedersele risolte da qualcuno.
Charles Taylor
L’insegnante orientatore
Il docente orientatore ha il compito di aiutare lo studente e la studentessa nella scelta del percorso di studi più consono alle sue capacità e inclinazioni. Si rivolge quindi ai ragazzi e alle ragazze che hanno già chiarito i due aspetti riguardanti ciò a cui sono portati e le risorse possedute per affrontare con buona sicurezza gli impegni richiesti dal percorso di studi prescelto. L’orientatore usufruisce dei dati forniti dal Ministero e li rielabora integrandoli con quelli riferiti allo specifico territorio di riferimento della popolazione studentesca che frequenta la scuola. Si occupa quindi di metterli a disposizione degli altri docenti (in particolare dei docenti tutor per l’orientamento), degli studenti, delle studentesse e delle loro famiglie, avendo cura di finalizzare tali informazioni al percorso di studi e al tipo di professione da cui lo studente o la studentessa si sente attratto.
Nello svolgimento di questi compiti, l’orientatore si avvale delle informazioni contenute nella piattaforma digitale “UNICA” del MIM13 , specie per ciò che concerne la documentazione territoriale e nazionale riferita sia al sistema educativo sia a quello del lavoro.
L’insegnante tutor
Il docente tutor per l’orientamento è un insegnante della scuola, quindi non uno specialista di orientamento e neppure uno psicologo, che si arricchisce dei caratteri del coach e del mentore:
� del primo assume la funzione di accompagnamento dello studente o della studentessa, sostenendolo nel cammino orientativo (implicato in quello educativo, del quale costituisce una delle finalità) affinché possa scoprire il mondo e i propri talenti, imparando a procedere con crescente autonomia e consapevolezza, in modo da giungere a una decisione personale e realistica (ovvero inserita pienamente nel reale);
� del secondo assume il compito di trasmettere allo studente e alla studentessa la convinzione del proprio valore e di mantenere viva la disposizione umana nel cammino di scoperta e conquista progressiva del proprio “posto buono” nel mondo.
È una figura fortemente relazionale, in quanto tutor di un preciso gruppo di studenti e studentesse, che opera in un dialogo costante con lo studente o la studentessa, la sua famiglia e i colleghi. In rapporto a ogni studente e studentessa è chiamato a:
� aiutarlo a leggere e quindi “rivedere” il suo cammino scolastico con l’intento orientativo, documentato nel suo E-Portfolio personale riguardante il percorso degli studi compiuti, avendo presenti le attività di personalizzazione e lo sviluppo documentato delle competenze, viste nella prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale;
� sollecitarlo a elaborare le proprie riflessioni circa:
– le valutazioni via via conseguite nei diversi campi del curricolo;
– l’autovalutazione del proprio cammino indicandone punti forti (gli interessi, le capacità e i valori scoperti su di sé) e quelli che richiedono un impegno di miglioramento; – le intenzioni orientative che emergono via via dal percorso svolto;
� assisterlo nella scelta di almeno un prodotto per ogni anno che egli riconosce e motiva come il proprio “capolavoro”.
13. La piattaforma UNICA è disponibile sul seguente sito: https://unica.istruzione.gov.it/it.
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Il nuovo orientamento
In rapporto alle famiglie svolge il compito di costituirsi come “consigliere” in relazione al loro compito di fornire ai figli e alle figlie il giusto contributo alla definizione della scelta dei percorsi formativi e/o delle prospettive professionali cui quella prelude.
Infine, raccoglie presso il coordinatore di classe e i colleghi le informazioni rilevanti riguardanti il punto in cui si trovano gli studenti e le studentesse nel loro cammino orientativo, comunica al Consiglio di classe i passi che via via vengono effettuati e concorda con loro le iniziative di supporto, specie di natura culturale, che possono favorire il buon esito del percorso stesso.
La corresponsabilità della famiglia
Nel passato gli esperti dell’orientamento tendevano a considerare la famiglia con uno sguardo critico, in quanto era considerata troppo intrusiva nelle scelte dei figli e delle figlie. Ultimamente è stato rivalutato il ruolo educativo della famiglia e la sua corresponsabilità circa le scelte future dei propri figli e figlie.
Questa deve essere esercitata nel rispetto della loro autonomia, giungendo così a una decisione comune. Il contributo della famiglia è rilevante e si realizza in particolare:
� nelle conversazioni che si svolgono tra adulti e giovani in ordine alle questioni riguardanti la società, il futuro, lo studio e il lavoro;
� nella partecipazione ai vari incontri organizzati dalla scuola e dalle strutture dell’orientamento presenti nel territorio al fine di comprendere le questioni in gioco e cogliere il proprio ruolo;
� nel dialogo con i figli e le figlie al fine di comunicare loro quei fattori peculiari (interessi, capacità e vocazioni) che vedono in loro;
� nella conoscenza e nell’approfondimento del Consiglio orientativo della scuola;
� nella considerazione dei vari aspetti logistici ed economici connessi alla scelta del percorso e dell’Istituto.
L’alleanza con le strutture educative
In un’epoca di calo demografico, le istituzioni formative hanno fatto sempre più ricorso a tecniche di marketing al fine del reclutamento dei nuovi studenti e studentesse. Ciò significa che la comunicazione tende a enfatizzare gli aspetti di attrazione, mentre rischiano di essere sottaciuti alcuni aspetti che possono dare origine a difficoltà (ad esempio il tempo necessario per lo studio pomeridiano oppure la rilevanza della matematica) e le necessarie rinunce riguardo alle altre attività svolte (è noto il fatto che con l’inizio della scuola superiore molti giovani abbandonano l’attività sportiva praticata in precedenza14).
È quindi importante non solo la vigilanza comunicativa, ma anche la priorità data agli incontri diretti con docenti, studenti e studentesse delle istituzioni superiori, con preferenza per i micro-laboratori svolti con i docenti della scuola della possibile destinazione, in modo da avere una conoscenza diretta del metodo di studio che vi si pratica.
L’alleanza con il territorio
Molti enti e molte figure professionali presenti nel territorio possono essere risorse preziose per chiarire ai ragazzi e alle ragazze la realtà economica e del lavoro, tenuto conto della grande mutevolezza delle figure professionali e delle modalità di esercizio del lavoro.
È bene concordare in anticipo con questi testimoni alcuni aspetti del loro contributo:
� porre in luce il valore sociale dell’attività svolta, così da suscitare nei ragazzi e nelle ragazze la ricerca della possibile corrispondenza con ciò che essi considerano il bene della comunità;
� chiarire il carattere stabile della famiglia professionale, pur in presenza di una continua variabilità delle tecniche e delle forme di esercizio del lavoro;
� far comprendere la centralità della cooperazione piuttosto che del singolo individuo, in quanto l’opera comune, di cui la comunità ha bisogno, è superiore alla somma del contributo dei singoli collaboratori;
� renderli consapevoli dell’importanza di un esercizio professionale non rinchiuso nel cosiddetto “effetto silos”, ma comprensivo di una visione più ampia del contesto interno ed esterno in cui si esercita il lavoro;
� sottolineare l’importanza della capacità di cogliere gli imprevisti, il fattore cruciale di una società in continuo cambiamento, apportatori di problemi oppure di opportunità.
14. Questo naturalmente non vale per le sezioni a indirizzo sportivo dei licei scientifici.
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E-Portfolio e Quaderno personale dell’orientamento
Se volete farvi un’idea della personalità, della morale e dell’eleganza di un amico, dovete osservarlo mentre affronta circostanze difficili, non nella realtà rosea della vita di tutti i giorni Nassim Nicholas Taleb
L’E-Portfolio
L’E-Portfolio è uno strumento che consente al docente tutor, e all’intero Consiglio di classe, di documentare secondo una visione unitaria e progressiva il cammino orientativo di ogni studente e studentessa e, tramite esso, aiutarlo a “rivedere” il percorso di studi compiuti e lo sviluppo documentato delle competenze nella prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale. Esso prevede quattro sezioni:
� il percorso di studi compiuto, anche attraverso attività che ne documentino la personalizzazione, incluse le informazioni relative ai moduli di orientamento;
� lo sviluppo documentato delle competenze in prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale;
� le riflessioni dello studente o della studentessa in chiave valutativa, autovalutativa e orientativa sul percorso svolto e, soprattutto, sulle sue prospettive;
� i prodotti-capolavori (almeno uno per ogni anno scolastico), scelti “criticamente” e con obbligo di motivazione dall’interessato.
L’E-Portfolio comprende inoltre due importanti allegati:
� il Consiglio di orientamento per il passaggio dal primo al secondo ciclo di istruzione;
� la Certificazione delle competenze formulata dal Consiglio di classe.
Le quattro sezioni rappresentano indirettamente anche la traccia del cammino educativo dello studente o della studentessa, poiché questi è chiamato ad avere consapevolezza15 del proprio percorso (il “da dove arrivo” e il “dove sono”), comprendere il bagaglio di competenze che ha saputo formare in sé, esprimere le proprie riflessioni e intenzioni, includere un prodotto-capolavoro per ogni anno come evidenza della propria formazione.
Nella piattaforma “UNICA” del MIM è presente la struttura del portfolio digitale da compilare. Nella scuola secondaria di primo grado non è prevista, nell’a.s. 2023-2024, la predisposizione dell’E-Portfolio. Le scuole potranno però decidere di iniziare a esplorare questo strumento con gli studenti e le studentesse per familiarizzare con la struttura e i contenuti, anche nell’ottica della continuità dei percorsi.
La piattaforma potrà, inoltre, essere utilizzata dalle studentesse, dagli studenti e dalle loro famiglie per acquisire informazioni riguardanti i percorsi degli studi, l’offerta formativa, i curricoli e gli sbocchi lavorativi.
Da qui si comprende l’importanza di dotare lo studente del Quaderno personale dell’orientamento che presentiamo di seguito, in quanto il fondamentale criterio della personalizzazione non indica soltanto i documenti formali che attestano il percorso verso la scelta, ma seguono passo passo l’itinerario che lo porta a una decisione che gli corrisponde e che lo proietta pienamente e consapevolmente nella realtà.
È per questo che nel Quaderno troviamo tre nessi con l’E-Portfolio:
� la riflessione sul percorso degli studi (è nel primo passo “A che punto mi trovo?”).
� la valutazione, l’autovalutazione e la proiezione nel futuro (sono presenti dal secondo passo in avanti);
� il Consiglio orientativo (è preso in considerazione nel quarto passo “Assumere la decisione”).
15. Non a caso, come già evidenziato, le Linee guida usano il verbo “rivedere”.
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Il nuovo orientamento
Va ora chiarito un nodo molto importante: come selezionare i capolavori e come dotarli di una motivazione “autentica” da parte dello studente e della studentessa.
4 Il “capolavoro”
Il prodotto-capolavoro è quella realizzazione concreta (una ricerca, un video, un costrutto tecnico, un’opera artistica, il dossier di un evento...), compiuta individualmente o insieme ai propri compagni e compagne, mediante la quale lo studente o la studentessa mostra di aver tratto beneficio dall’esperienza dell’anno trasformandola in un’opera che racchiude in sé sia direttamente (testi ed esposizioni orali) sia indirettamente (valori, principi e criteri sottesi) il modo personale in cui ha saputo avvalersene.
Nel prodotto-capolavoro si coglie il “lavoro interiore” che lo studente o la studentessa ha saputo svolgere aggiungendo la sua parte a quanto fatto dai docenti; ciò accade in quanto – come spiegato nella citazione di Margaret Archer riportata a pagina 59 – il proprio dell’essere umano si coglie nell’interazione con il mondo reale, secondo una linea che trae inizio dalla pratica a cui si aggiunge successivamente la spiegazione tramite il linguaggio.
La conquista dell’autentica autocoscienza non procede nel modo della didattica fondata sul dualismo teoria-prassi, ma avviene per immaginazione (e illuminazione) pratica del pensiero, è intrisa di emozionalità e si concentra intorno al nucleo di interesse fondamentale del soggetto costituito dalla sua identità personale.
La pratica, correttamente intesa, rappresenta la modalità privilegiata di espressione del mondo interiore personalmente incorporato nel reale tramite il lavoro di appropriazione svolto autonomamente dal soggetto.
È bene quindi che il docente-tutor solleciti lo studente e la studentessa a dare ragione della scelta del prodotto-capolavoro significativo dell’anno non adottando l’approccio didattico bensì quello dei dinamismi propri dell’appropriazione personale del sapere.
Il Quaderno personale dell’orientamento
Il Quaderno personale dell’orientamento rappresenta lo strumento tramite il quale lo studente o la studentessa documenta e riflette sul proprio cammino orientativo; a differenza dell’E-Portfolio, questo è centrato sui passi che segnano il suo percorso, secondo la seguente progressione:
1. A che punto mi trovo?
2. Conoscere il mio Io
3. Conoscere la società e la realtà del lavoro
4. Assumere la decisione
5. Scegliere l’Istituto a cui iscriversi
Nella premessa si suggerisce allo studente e alla studentessa di conquistare uno stato d’animo sereno in riferimento sia all’esterno sia al proprio mondo interiore. È un’impresa che non può essere perseguita confidando sulle sue sole forze, ma necessita del sostegno dei genitori e della scuola, con particolare rilevanza della figura del docente tutor.
La chiave di una scelta corrispondente e realistica è stata individuata nella capacità di ogni studente e studentessa di svolgere l’“operazione culturale” che consiste nell’esplicitare le opinioni, spesso dei veri e propri pregiudizi, che li bombardano direttamente o indirettamente e che abbiamo sintetizzato nei seguenti quattro stereotipi:
� “Saranno le tecnologie a fare tutto il lavoro umano”
� “Le professioni di oggi tra cinque anni saranno totalmente cambiate”
� “Lo studio serve a poco, è importante solo la pratica”
� “Per salvare la Terra occorre fermare lo sviluppo”
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Tali opinioni vanno trasformate in altrettanti quesiti (“è proprio vero che...?”) su cui lavorare per distinguere le fake news dalle affermazioni vere. È tramite questo lavoro culturale che lo studente o la studentessa si pone in modo personale entro il mondo assumendo le questioni più importanti che oggi vengono dibattute, la risposta alle quali influenza la sua disposizione verso il futuro.
Viene assunto qui l’insegnamento dello psicologo dello sviluppo Albert Bandura il quale, prendendo le distanze dall’approccio comportamentista, mostra che non si impara solo in base al meccanismo del premio e della punizione, bensì anche per via dell’apprendimento osservativo o apprendimento vicario, con particolare riferimento all’esempio degli altri in quanto dotato di un potere formativo.
Attraverso l’apprendimento vicario si forma il comportamento morale, che indica il modo in cui il soggetto si autoregolamenta entro il contesto sociale. Dalla teoria dell’apprendimento sociale, Albert Bandura trae il concetto fondamentale dell’autoefficacia (Self-Efficacy), che si regge su due assunti16:
� “la capacità di autoriflessione consente alla persona di analizzare le proprie esperienze, di riflettere sui propri processi di pensiero, di generare nuove capacità di pensiero e di azione”;
� “la capacità di autoregolazione consente di dirigere e di motivare se stessi mediante obiettivi e incentivi, in base a standard interni, restando autonomi rispetto a ogni altro fattore esterno”.
Il Quaderno assume con Bandura l’importanza del “lavoro culturale” svolto dagli studenti e dalle studentesse sotto la guida dei propri insegnanti; colloca quindi l’orientamento nel cuore del curricolo scolastico, come possibilità di implicazione personale nel mondo reale secondo la modalità della pratica, ovvero mossi dalla premura di fornire il proprio contributo al miglioramento della comunità. Questo approccio consente di conferire un fondamento morale, e insieme decisamente pratico, alla scelta orientativa degli studenti e delle studentesse.
Il Consiglio orientativo
Il Consiglio di classe delle classi terze della scuola secondaria di primo grado è tenuto a esprimere un Consiglio orientativo non vincolante per l’iscrizione a uno dei percorsi previsti dall’ordinamento: licei, istituti tecnici, istituti professionali, istruzione e formazione professionale. Esso tiene conto del percorso formativo compiuto dallo studente o dalla studentessa nell’arco del triennio e degli interessi, delle attitudini e dell’impegno dimostrati.
Il carattere non vincolante del Consiglio non ne sminuisce la rilevanza, ma lo differenzia da quanto previsto in altri Paesi, come ad esempio la Francia, dove è la scuola a decidere circa la scelta successiva dello studente o della studentessa, con la possibilità da parte della famiglia di appellarsi alla decisione. Ciò spiega l’utilizzo del termine “consiglio” che ne indica il carattere non prescrittivo, in quanto finalizzato ad aiutare la persona nella scelta successiva, sulla base degli elementi di giudizio a sua disposizione. Più precisamente, il documento del Consiglio si compone di due parti.
1. Le considerazioni circa quanto mostrato dal soggetto nel corso del triennio. Nell’allegato che si propone nella presente Guida si prevedono due ambiti relativamente a questa prima parte:
� le qualità e capacità personali:
– il desiderio di sapere rappresenta la fonte primaria che spinge l’allievo e l’allieva a vivere positivamente il percorso degli studi e ne sostiene la motivazione. Se tale desiderio è debole o mancante, egli o ella vive l’esperienza scolastica come una serie di adempimenti da svolgere, in quanto manca un legame vivo tra quanto viene proposto dalla scuola e il suo mondo personale;
– il senso positivo delle regole consiste nel cogliere il loro valore come strumento per raggiungere fini rilevanti per sé e per gli altri: la conoscenza del reale e di sé, il rispetto degli altri e dell’ambiente, la necessità di vincoli per creare nella scuola e nella classe una condizione di convivenza serena e proficua;
– l’impegno indica il grado di investimento delle proprie risorse personali (tempo, intelligenza, sensibilità, capacità) nella vita della scuola, e la continuità di tale investimento nel corso degli anni, specie quando il soggetto ha dovuto affrontare momenti critici;
– la cooperazione indica la disposizione a vivere un cammino di studi entro una relazione di condivisione e di aiuto reciproco con la classe, compresi i gruppi che si costituiscono anche con compagni e compagne di diverse classi;
16. Si veda https://www.stateofmind.it/2018/04/albert-bandura-psicologia/.
77 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan Il nuovo orientamento 4 E-PORTFOLIO E QUADERNO PERSONALE DELL’ORIENTAMENTO
– il metodo di studio comprende:
a) la capacità di organizzare in modo razionale e ordinato il proprio tempo;
b) la comprensione dei messaggi verbali, scritti o video;
c) la scrittura di appunti per fissarne il contenuto;
d) lo studio individuale e di piccolo gruppo in cui attivare le facoltà di riflessione, ricerca, sintesi, memorizzazione e comunicazione;
e) l’elaborazione di testi o mappe cognitive che ne attestano gli apprendimenti;
f) l’autovalutazione.
� Gli interessi e le attitudini riferiti ai campi del sapere presenti nel curricolo. È importante cogliere questi fattori prima ancora di valutare i risultati di apprendimento, perché essi rappresentano il movente che muove il desiderio di conoscenza della persona, che non sempre trova riscontro nei risultati, magari per carenze di metodo di studio o di padronanza linguistica, come pure è possibile che questi siano presenti ma in modo solo “diligente” senza che vi sia nella persona interesse per ciò che studia. È possibile che uno studente o una studentessa possegga interessi e attitudini riferiti a più ambiti del sapere.
2. Il Consiglio vero e proprio. Esso si compone di due elementi:
� l’indicazione dell’ambito formativo che lo studente o la studentessa può affrontare con profitto, espresso in anni (tre per la qualifica IeFP, quattro per il diploma IeFP e i percorsi sperimentali quadriennali dell’istruzione, cinque per i diplomi ordinari);
� l’indicazione dello specifico percorso formativo a lui o a lei appropriato, ovvero l’ambito della cultura e della vita sociale in cui può esprimere maggiormente le sue potenzialità.
Oltre alla sua formulazione, è importante la comunicazione del Consiglio orientativo allo studente, alla studentessa e alla sua famiglia.
In primo luogo occorre evitare che tale Consiglio “cada” su di lui o lei come un messaggio inatteso. Per evitare ciò è necessario che negli incontri preliminari, e nei messaggi inviati allo studente, alla studentessa e alla famiglia, ne siano stati anticipati e debitamente motivati alcuni elementi, anche sotto forma di opzioni possibili che al termine degli studi dovranno essere riassunti in un’espressione univoca. Ciò richiede un dialogo continuo e un presidio pedagogico lungo l’intero percorso. Inoltre, al momento della sua comunicazione è bene chiedere ai due interlocutori che cosa ne pensano, se è quanto si aspettavano, soprattutto se corrisponde con il loro punto di vista.
Il nuovo orientamento 78 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan GUIDA E MATERIALI PER L'INSEGNANTE 4
Allegato: CONSIGLIO ORIENTATIVO
NELLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO
Ai genitori dell’alunno/a classe III sez della Scuola secondaria di I grado di
Il Consiglio di classe, tenuto conto del percorso degli studi e a seguito delle attività di orientamento, come contributo alla scelta del percorso formativo successivo comunica le seguenti considerazioni circa quanto mostrato dall’alunno/a nel corso del triennio:
Qualità e capacità personali desiderio di sapere senso positivo delle regole impegno cooperazione metodo di studio
Interessi e attitudini letterario scientifico linguistico artistico musicale tecnico-pratico ginnico-sportivo
Tenuto conto del percorso di formazione della sua personalità e dei risultati scolastici conseguiti, il Consiglio di classe ritiene che l’alunno/a possa affrontare con profitto un impegno della durata di anni per il conseguimento di un e consiglia l’iscrizione al seguente percorso formativo
(Il docente segretario)
Il Consiglio di Classe
(Il docente coordinatore)
79 © Rizzoli Education S.p.A. – Rosetta Zordan Il nuovo orientamento 4 E-PORTFOLIO E QUADERNO PERSONALE DELL’ORIENTAMENTO
Linee guida per l’orientamento
(Decreto ministeriale n. 328 del 22 dicembre 2022)
1. L’orientamento scolastico nel contesto nazionale
1.1 Le presenti linee guida hanno lo scopo, anche attraverso la promozione di opportuni interventi legislativi e decreti, di attuare la riforma dell’orientamento, disegnata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ha la finalità di rafforzare il raccordo tra il primo ciclo di istruzione e il secondo ciclo di istruzione e formazione, per una scelta consapevole e ponderata, che valorizzi le potenzialità e i talenti degli studenti, nonché di contribuire alla riduzione della dispersione scolastica e di favorire l’accesso alle opportunità formative dell’istruzione terziaria.
1.2 Nel corso degli ultimi quindici anni, a livello nazionale, sono stati adottati numerosi provvedimenti, anche di carattere normativo, sull’orientamento sia a livello ministeriale che nell’ambito di accordi tra Governo, Regioni ed Enti locali. Le analisi e le prospettive di tale quadro risultano ancora oggi validi riferimenti per la progettazione e la realizzazione di un sistema efficace di orientamento permanente.
1.3 Le definizioni di orientamento sono molteplici, eppure concordi fra loro nell’indicare la sostanza dell’obiettivo. Una di queste è quella condivisa fra Governo, Regioni ed Enti Locali nel 2012: “l’orientamento è un processo volto a facilitare la conoscenza di sé, del contesto formativo, occupazionale, sociale, culturale ed economico di riferimento, delle strategie messe in atto per relazionarsi ed interagire in tali realtà, al fine di favorire la maturazione e lo sviluppo delle competenze necessarie per poter definire o ridefinire autonomamente obiettivi personali e professionali aderenti al contesto, elaborare o rielaborare un progetto di vita e sostenere le scelte relative”.
1.4 La letteratura scientifica sull’orientamento scolastico è concorde nel dichiarare conclusa la stagione che ha visto interventi affidati a iniziative episodiche. Serve, invece, un sistema strutturato e coordinato di interventi che, a partire dal riconoscimento dei talenti, delle attitudini, delle inclinazioni e del merito degli studenti, li accompagni in maniera sempre più personalizzata a elaborare in modo critico e proattivo un loro progetto di vita, anche professionale.
2. Il quadro di riferimento europeo sull’orientamento nelle scuole
2.1 L’Unione europea sostiene la necessità che tutti i sistemi formativi degli Stati membri perseguano, fra gli altri, i seguenti obiettivi:
– ridurre la percentuale degli studenti che abbandonano precocemente la scuola a meno del 10%;
– diminuire la distanza tra scuola e realtà socio-economiche, il disallineamento (mismatch) tra formazione e lavoro e soprattutto contrastare il fenomeno dei Neet (Not in Education, Employment or TrainingPopolazione di età compresa tra i 15 e i 29 anni che non è né occupata né inserita in un percorso di istruzione o di formazione);
– rafforzare l’apprendimento e la formazione permanente lungo tutto l’arco della vita;
– potenziare e investire sulla formazione tecnica e professionale, costituendola come filiera integrata, modulare, graduale e continua fino alla formazione terziaria (nel caso italiano gli ITS Academy), e aumentare la percentuale di titoli corrispondenti al livello 5, ma soprattutto al livello 6 del Quadro Europeo delle Qualifiche.
2.2 La recente “Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea sui percorsi per il successo scolastico”, che sostituisce la Raccomandazione del Consiglio del 28 giugno 2011 sulle politiche di riduzione dell’abbandono scolastico, adottata il 28 novembre 2022, disegna nuove priorità di intervento per il perseguimento del successo scolastico per tutti gli studenti, a prescindere dalle caratteristiche personali e dall’ambito familiare, culturale e socio-economico, con misure strategiche e integrate che ricomprendono, tra gli altri, il coordinamento con i servizi territoriali, il dialogo continuo con gli studenti, i genitori, le famiglie, la messa a sistema di un insieme equilibrato e coordinato di misure di prevenzione, intervento e compensazione, il monitoraggio costante degli interventi. Nello specifico dell’orientamento, la Raccomandazione sottolinea la necessità di rafforzare l’orientamento scolastico, l’orientamento e la consulenza professionale e la formazione per sostenere l’acquisizione di abilità e competenze di gestione delle carriere nel lavoro.
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orientamento
4 Il nuovo
3. L’orientamento nel quadro di riforme del PNRR
3.1 Gli obiettivi europei richiamati sono alla base di molte delle innovazioni del sistema scolastico previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), in via di attuazione, quali la riforma del reclutamento dei docenti, l’istituzione della Scuola di alta formazione per il personale scolastico, la riforma dell’istruzione tecnico-professionale connessa al sistema di formazione professionale terziaria (ITS Academy), la valorizzazione delle discipline scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche, matematiche (STEM), delle competenze digitali, i nuovi principi del dimensionamento scolastico, l’intervento straordinario per la riduzione dei divari e della dispersione scolastica. Tali misure concorrono trasversalmente anche alla ridefinizione dell’organizzazione e delle modalità di gestione dell’orientamento.
4. Il valore educativo dell’orientamento
4.1 La persona necessita di continuo orientamento e ri-orientamento rispetto alle scelte formative, alle attività lavorative, alla vita sociale. I talenti e le eccellenze di ogni studente, quali che siano, se non costantemente riconosciute ed esercitate, non si sviluppano, compromettendo in questo modo anche il ruolo del merito personale nel successo formativo e professionale. L’orientamento costituisce perciò una responsabilità per tutti gli ordini e gradi di scuola, per i docenti, per le famiglie e i diversi attori istituzionali e sociali con i quali lo studente interagisce.
4.2 L’attività didattica in ottica orientativa è organizzata a partire dalle esperienze degli studenti, con il superamento della sola dimensione trasmissiva delle conoscenze e con la valorizzazione della didattica laboratoriale, di tempi e spazi flessibili, e delle opportunità offerte dall’esercizio dell’autonomia.
4.3 L’orientamento inizia, sin dalla scuola dell’infanzia e primaria, quale sostegno alla fiducia, all’autostima, all’impegno, alle motivazioni, al riconoscimento dei talenti e delle attitudini, favorendo anche il superamento delle difficoltà presenti nel processo di apprendimento.
5. Orientamento nei percorsi di istruzione secondaria
5.1 Nei percorsi di istruzione secondaria l’orientamento efficace, secondo le indicazioni condivise a livello europeo, e sige “un più forte accento sullo sviluppo delle competenze di base e di quelle trasversali (responsabilità, spirito di iniziativa, motivazione e creatività, fondamentali anche per promuovere l’imprenditorialità giovanile); l’apprendimento delle lingue straniere; (...) l’innalzamento dei livelli di apprendimento in ambito lavorativo e la costituzione di sistemi di istruzione e formazione professionale di eccellenza; la permeabilità delle qualifiche e il riconoscimento delle competenze acquisite al di fuori dei percorsi dell’istruzione e formazione professionale; un crescente utilizzo delle tecnologie digitali, per facilitare l’apprendimento attraverso risorse educative aperte e collaborative; la presenza di docenti formati e motivati; ( ) una più stretta integrazione fra l’istruzione, la formazione professionale, l’istruzione superiore, l’università e le imprese”.
5.2. La dimensione orientativa della scuola secondaria di primo grado va potenziata, garantendo agli studenti l’opportunità di attività opzionali e facoltative infra ed extra scolastiche (quali ad esempio attività culturali, laboratoriali creative e ricreative, di volontariato, sportive, ecc.). Esse hanno lo scopo di consentire agli studenti occasioni per autenticare e mettere a frutto attitudini, capacità e talenti nei quali reputino di poter esprimere il meglio di sé.
5.3 Sono molteplici i percorsi di istruzione e formazione secondari che possono essere scelti dagli studenti in uscita dalle scuole secondarie di primo grado. Si tratta di percorsi che offrono esperienze diverse di apprendimento, tutte qualificate a cogliere le sfide future. L’orientamento e il contrasto alla dispersione scolastica suggeriscono anche la realizzazione, in prospettiva sperimentale, di “campus formativi”, attraverso reti di coordinamento fra istituzioni scolastiche e formative, che vedano compresenti tutti i percorsi secondari, al fine di ottimizzare iniziative che facilitino l’accompagnamento personalizzato e i passaggi orizzontali fra percorsi formativi diversi.
5.4 L’esigenza di innalzamento dei livelli di istruzione e di consolidamento delle competenze chiave per l’apprendimento permanente della popolazione adulta rende necessario che i Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) svolgano azioni rinnovate e ampliate di accoglienza, orientamento e accompagnamento, coordinate con i soggetti istituzionali competenti.
6. La certificazione delle competenze quale strumento per l’orientamento
6.1 Nel 2018 il Consiglio europeo ha raccomandato agli Stati membri di sviluppare l’offerta di competenze chiave per tutti i giovani a un livello tale che li prepari alla vita adulta e costituisca la base per ulteriori occasioni di apprendimento nell’ambito della vita lavorativa.
6.2 L’ordinamento vigente prevede la certificazione delle competenze al termine della scuola primaria, alla fine del primo ciclo, e a conclusione dell’obbligo di istruzione. Nella scuola secondaria di secondo grado, al diploma finale rilasciato in esito al superamento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione è allegato il curriculum dello studente di cui al decreto legislativo 13 aprile 2017, numero 62.
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Il nuovo orientamento
Al fine di assicurare i passaggi fra i percorsi di studio del sistema nazionale di istruzione e i percorsi dell’istruzione e formazione professionale (leFP) regionali o l’apprendistato formativo, nonché per l’attivazione di interventi di riorientamento, a partire dall’anno scolastico 2023-2024 sarà previsto, a richiesta, il graduale rilascio, da parte delle scuole, della certificazione delle competenze anche al termine di ciascuna annualità del secondo ciclo di istruzione. La certificazione delle competenze riveste una particolare importanza nelle annualità del biennio per favorire il riorientamento e il successo formativo, consentendo il passaggio ad altro percorso, indirizzo, articolazione, opzione di scuola secondaria di secondo grado in maniera più flessibile, riconoscendo la possibilità che la scelta effettuata durante l’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado possa essere rivista. Ai predetti fini, saranno raccordati i molteplici modelli di certificazione oggi in uso, in relazione alle competenze chiave per l’apprendimento permanente.
7. I moduli curricolari di orientamento nella scuola secondaria
7.1 Le scuole secondarie di primo grado attivano, a partire dall’anno scolastico 2023-2024, moduli di orientamento formativo degli studenti, di almeno 30 ore, anche extra curriculari, per anno scolastico, in tutte le classi.
7.2 Le scuole secondarie di secondo grado attivano a partire dall’anno scolastico 2023-2024:
– moduli di orientamento formativo degli studenti, di almeno 30 ore, anche extra curricolari, per anno scolastico, nelle classi prime e seconde;
– moduli curriculari di orientamento formativo degli studenti, di almeno 30 ore per anno scolastico, nelle classi terze, quarte e quinte.
7.3 Per la migliore efficacia dei percorsi orientativi, i moduli curriculari di orientamento formativo nelle classi terze, quarte e quinte sono integrati con i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), nonché con le attività di orientamento promosse dal sistema della formazione superiore, di cui al successivo punto 12.3, e con le azioni orientative degli ITS Academy.
7.4 I moduli di 30 ore non vanno intesi come il contenitore di una nuova disciplina o di una nuova attività educativa aggiuntiva e separata dalle altre. Sono invece uno strumento essenziale per aiutare gli studenti a fare sintesi unitaria, riflessiva e interdisciplinare della loro esperienza scolastica e formativa, in vista della costruzione in itinere del personale progetto di vita culturale e professionale, per sua natura sempre in evoluzione.
7.5 Le 30 ore possono essere gestite in modo flessibile nel rispetto dell’autonomia scolastica e non devono essere necessariamente ripartite in ore settimanali prestabilite. Esse vanno considerate come ore da articolare al fine di realizzare attività per gruppi proporzionati nel numero di studenti, distribuite nel corso dell’anno, secondo un calendario progettato e condiviso tra studenti e docenti coinvolti nel complessivo quadro organizzativo di scuola. In questa articolazione si possono anche collocare, a titolo esemplificativo, tutti quei laboratori che nascono dall’incontro tra studenti di un ciclo inferiore e superiore per esperienze di peer tutoring, tra docenti del ciclo superiore e studenti del ciclo inferiore, per sperimentare attività di vario tipo, riconducibili alla didattica orientativa e laboratoriale, comprese le iniziative di orientamento nella transizione tra istruzione e formazione secondaria e terziaria e lavoro, laboratori di prodotto e di processo, presentazione di dati sul mercato del lavoro.
7.6 La progettazione didattica dei moduli di orientamento e la loro erogazione si realizzano anche attraverso collaborazioni che valorizzino l’orientamento come processo condiviso, reticolare, coprogettato con il territorio, con le scuole e le agenzie formative dei successivi gradi di istruzione e formazione, con gli ITS Academy, le università, le istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica, il mercato del lavoro e le imprese, i servizi di orientamento promossi dagli enti locali e dalle regioni, i centri per l’impiego e tutti i servizi attivi sul territorio per accompagnare la transizione verso l’età adulta.
7.7 I moduli di orientamento saranno oggetto di apposito monitoraggio tramite il sistema informativo del Ministero dell’istruzione e del merito, nonché documentati nell’E-Portfolio di cui al successivo punto 8.
8. E-Portfolio orientativo personale delle competenze
8.1 Il contenuto di ciascun modulo di orientamento di almeno 30 ore è costituito dagli apprendimenti personalizzati, evidenziati dalla compilazione, in forma sintetica e nel dialogo con ogni studente, di un portfolio digitale. L’E-Portfolio integra e completa in un quadro unitario il percorso scolastico, favorisce l’orientamento rispetto alle competenze progressivamente maturate negli anni precedenti e, in particolare, nelle esperienze di insegnamento dell’anno in corso. Accompagna lo studente e la famiglia nell’analisi dei percorsi formativi, nella discussione dei punti di forza e debolezza motivatamente riconosciuti da ogni studente nei vari insegnamenti, nell’organizzazione delle attività scolastiche e nelle esperienze significative vissute nel contesto sociale e territoriale. Se l’obiettivo è l’orientamento, le strategie sono la personalizzazione dei piani di studio, l’apertura interdisciplinare degli stessi, l’esplorazione delle competenze maturate anche in ambienti esterni alla scuola.
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8.2. L’E-Porfolio consente, da un lato, di mettere in evidenza le competenze digitali di ogni studente ed eventualmente accrescerle anche con appositi interventi di sostegno da parte delle istituzioni scolastiche e formative; dall’altro lato, di valorizzare le competenze acquisite, di avere a disposizione le più importanti prove di una trasformazione di sé, delle relazioni con la cultura, il sociale, gli altri e il mondo esterno, a partire dal mondo del lavoro e del terzo settore.
8.3 In questa prospettiva, ogni istituzione scolastica e formativa individua i docenti di classe delle scuole secondarie di primo e secondo grado, chiamati a svolgere la funzione “tutor” di gruppi di studenti, in un dialogo costante con lo studente, la sua famiglia e i colleghi, svolgendo due attività:
1. aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni E-Portfolio personale e cioè:
a. il percorso di studi compiuti, anche attraverso attività che ne documentino la personalizzazione;
b. lo sviluppo documentato delle competenze in prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale. Trovano in questo spazio collocazione, ad esempio, anche le competenze sviluppate a seguito di attività svolte nell’ambito dei progetti finanziati con fondi europei o, per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO);
c. le riflessioni in chiave valutativa, auto-valutativa e orientativa sul percorso svolto e, soprattutto, sulle sue prospettive.
d. la scelta di almeno un prodotto riconosciuto criticamente dallo studente in ciascun anno scolastico e formativo come il proprio “capolavoro”.
2. costituirsi “consigliere” delle famiglie, nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o delle prospettive professionali, anche alla luce dei dati territoriali e nazionali, delle informazioni contenute nella piattaforma digitale unica per l’orientamento di cui punto 10, avvalendosi eventualmente del supporto della figura di cui al punto 10.2.
9. Consiglio di orientamento, curriculum dello studente ed E-Portfolio
9.1 Nella scuola secondaria di primo grado è previsto13 che a ogni studente venga rilasciato un consiglio di orientamento finale sul percorso di formazione da intraprendere nel secondo ciclo.
9.2 Nella scuola secondaria di secondo grado, invece, a partire dall’anno scolastico 2020/2021, al diploma finale rilasciato in esito al superamento dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione, viene allegato il “Curriculum della studentessa e dello studente”, in cui sono indicate le competenze, le conoscenze e le abilità anche professionali acquisite e le attività culturali, artistiche, musicali, sportive e di volontariato, svolte in ambito extra scolastico, nonché in quello dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) ed altre eventuali certificazioni conseguite, ai fini dell’orientamento e dell’accesso al mondo del lavoro.
9.3 L’E-Portfolio dello studente rappresenta un’innovazione tecnica e metodologica per rafforzare, in chiave orientativa, il “consiglio di orientamento”, per la scuola secondaria di primo grado, e il “curriculum dello studente”, per la scuola secondaria di secondo grado, ricomprendendoli altresì in un’unica, evolutiva interfaccia digitale.
10. Piattaforma digitale unica per l’orientamento
10.1 A sostegno dell’orientamento e dei contenuti curricolari con cui esso si sostanzia nel tempo, gli studenti, con loro i docenti e le famiglie, avranno a disposizione una piattaforma digitale unica per l’orientamento con elementi strutturati concernenti:
– nel passaggio dal primo al secondo ciclo di studi, l’offerta formativa e i dati necessari per poter procedere a scelte consapevoli sulla base delle competenze chiave, delle motivazioni e degli interessi prevalenti;
– la documentazione territoriale e nazionale riguardante il passaggio dal secondo ciclo all’offerta formativa del sistema terziario (distribuzione degli ITS Academy e dei corsi di laurea di Università, Istituzioni AFAM, dati sulla preparazione all’ingresso nei corsi di studio, dati sui corsi di studio, dati Almalaurea, Istat, Cisia ecc.);
– la transizione scuola-lavoro, con dati relativi sia alle professionalità più richieste nei diversi territori, sia sulle prospettive occupazionali e retributive correlate ai diversi titoli di studio secondari e terziari (Università e ITS Academy) trasmesse a ciascuna scuola dal Ministero;
– la presentazione delle migliori pratiche di E-Portfolio orientativo personale delle competenze degli studenti, nonché delle migliori esperienze realizzate dalle istituzioni scolastiche per lo svolgimento delle attività di orientamento;
– uno spazio riservato in cui sarà possibile consultare la stratificazione annuale del proprio E-Portfolio relativo alle competenze acquisite nei percorsi scolastici, ed extrascolastici.
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10.2 A sostegno dell’orientamento, ogni istituzione scolastica, nell’ambito del proprio quadro organizzativo e finanziario, individua una figura che, nel gestire i dati forniti dal Ministero di cui al punto 10.1, si preoccupi di raffinarli e di integrarli con quelli specifici raccolti nelle differenti realtà economiche territoriali, così da metterli a disposizione dei docenti (in particolare dei docenti tutor), delle famiglie e degli studenti, anche nell’ottica di agevolare la prosecuzione del percorso di studi o l’ingresso nel mondo del lavoro. In tale contesto le istituzioni scolastiche favoriscono l’incontro tra le competenze degli studenti e la domanda di lavoro.
11. La formazione dei docenti
11.1 L’orientamento è un processo non episodico, ma sistematico. A questi fini - negli anni scolastici 2023/2024, 2024/2025, 2025/2026 - l’Orientamento diviene priorità strategica della formazione, nell’anno di prova e in servizio, dei docenti di tutti i gradi di istruzione.
11.2 Per i docenti tutor per l’orientamento, delle scuole secondarie di primo e secondo grado, è prevista la realizzazione di iniziative formative specifiche, secondo indirizzi definiti dal Ministero dell’istruzione e del merito. La formazione dei docenti e del personale scolastico è attuata anche attraverso un programma specifico nell’ambito delle risorse del fondo sociale europeo (FSE+).
11.3 Le attività saranno svolte a livello territoriale, con il coordinamento del Ministero dell’istruzione e del merito e degli Uffici scolastici regionali, tramite i “Nuclei di supporto” di cui al punto 12.
12. Risorse e opportunità per la gestione dell’orientamento da parte delle scuole
12.1 Le azioni di orientamento possono essere sostenute da un utilizzo strategico e coordinato da parte delle scuole di tutte le risorse offerte da piani e programmi nazionali ed europei a titolarità del Ministero e da iniziative promosse a livello nazionale e locale da università, regioni, enti locali, centri per l’impiego, associazioni datoriali, enti e organizzazioni territoriali.
12.2 Il PNRR consente l’attivazione di molti percorsi e interventi per promuovere l’orientamento nell’ambito di diverse linee di investimento di titolarità del Ministero dell’istruzione e del merito, quali:
– Nuove competenze e nuovi linguaggi, che offre la possibilità di realizzare attività di orientamento, ad alto contenuto innovativo, verso gli studi e le carriere professionali nelle discipline STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) in tutte le scuole del primo e del secondo ciclo;
– Interventi per la riduzione dei divari e della dispersione scolastica, che contiene diversi strumenti a disposizione delle scuole per la personalizzazione della formazione e dell’orientamento in favore degli studenti con difficoltà scolastiche al fine di sostenerli nelle scelte didattiche e formative, anche con il coinvolgimento delle famiglie;
– Didattica digitale integrata, che consente la frequenza di percorsi formativi per il personale scolastico sulla digitalizzazione nonché sull’utilizzo di metodologie didattiche innovative, anche con riferimento ad attività orientative personalizzate, svolte ponendo al centro lo studente e le sue aspirazioni per far emergere i talenti di ciascuno.
– Sviluppo del sistema di formazione terziaria degli ITS Academy, che prevede lo svolgimento di attività di orientamento verso il conseguimento di qualifiche innovative ad alto contenuto tecnologico e con importanti esiti occupazionali promosse dagli Istituti tecnologici superiori.
12.3 Il Ministero dell’università e della ricerca, in collaborazione con il Ministero dell’istruzione e del merito, ha attivato, nell’ambito del PNRR, la specifica linea di investimento 1.6 “Orientamento attivo nella transizione scuola-università”, che consente a tutte le scuole secondarie del secondo ciclo di poter realizzare percorsi di orientamento di 15 ore ciascuno nelle classi terze, quarte e quinte, promossi dalle università e dagli AFAM, tramite sottoscrizione di specifici accordi. Si rinvia al riguardo al punto 7.3.
12.4 Nell’ambito delle risorse europee, il nuovo Programma Nazionale “Scuola e competenze” 20212027 prevede specifici interventi per sostenere la riforma dell’orientamento, introdotta dalle presenti linee guida, per le scuole del primo e del secondo ciclo e per i centri per l’istruzione degli adulti, mentre il programma “Erasmus+” 2021-2027 consente l’attivazione di percorsi di mobilità che abbiano anche un forte impatto in relazione all’orientamento alle scelte future.
12.5 Al fine di accompagnare l’attuazione delle presenti linee guida, presso ciascun Ufficio scolastico regionale sono costituiti “Nuclei di supporto”, anche in relazione agli aspetti organizzativi e gestionali delle istituzioni scolastiche.
13. Monitoraggio delle linee guida e valutazione dell’impatto
13.1 Le presenti linee guida sono oggetto di apposito monitoraggio sulla loro attuazione, attraverso l’analisi dei dati rilevati dal sistema informativo del Ministero dell’istruzione e del merito e dalle piattaforme correlate, con cadenza annuale, sulla base di specifici indicatori di realizzazione.
13.2 In esito al processo di monitoraggio e valutazione, le linee guida potranno essere aggiornate con decreto del Ministro dell’istruzione e del merito ai fini del rafforzamento della loro efficacia.
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Il nuovo orientamento
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA ESSENZIALI
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ASSORIENTA – Contiene una ricca documentazione sul sistema integrato di orientamento https://www.assorienta.it/sistema-integrato-di-orientamento/
CEDEFOP – Contiene molti documenti sull’orientamento https://www.cedefop.europa.eu/en
LAVOROEFORMAZIONE.IT – Guida al mondo delle professioni https://www.lavoroeformazione.it/le-guide-fare-impresa/
MINISTERO DELL’ISTRUZIONE E DEL MERITO (MIM) –Documenti relativi al sistema di Istruzione e Formazione professionale https://miur.gov.it/istruzione-e-formazione-professionale
ITALIA LAVORO – Banche dati relative alle politiche del lavoro http://bancadati.italialavoro.it/bdds/Prodotti.action?name=DOCUMENTA
ORIENTAMENTO.IT – Formazione gratuita per orientatori https://www.orientamento.it/formazione-gratuita-orientatori/
IL NUOVO ORIENTAMENTO