David Ives - Venere in pelliccia

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DAVID IVES VENERE IN PELLICCIA traduzione di Masolino d’Amico

contemporanea


Proprietà letteraria riservata © 2011 by David Ives Published 2011 by Northwestern University Press All rights reserved © 2013 RCS Libri S.p.A., Milano Titolo originale dell’opera Venus in Fur ISBN 978-88-17-07036-2 Prima edizione BUR novembre 2013

Per conoscere il mondo BUR visita il sito www.bur.eu


VENERE IN PELLICCIA


Uno schianto di tuono e un lampo improvviso rivelano Thomas in una spoglia sala prove in affitto. Fine di un pomeriggio. Qualche vecchia sedia di metallo. Un tavolo con sopra un lume attaccato con la molla e un mucchio di curricula con fotografie. Un frusto divano di scena coperto con un telo. Un tavolinetto metallico con una macchina per il caffè e qualche tazza di cartone. In mezzo alla stanza, un tubo di ferro scompare nel soffitto. Da una parete pende una scatola di fusibili. (al cellulare, camminando su e giù) Macché. Niente. Nessuno. Da diventare matti, è una congiura. Le donne così non esistono. Giovani o giovanili. Belle trattino sexy. Nisba. Giovani sexy trattino articolate con un minimo di cultura classica e una particella di cervello nel cranio. Neanche a pagarle. Chiedo troppo se voglio un’attrice che sia in grado di pronunciare la parola «degradazione» senza un insegnante di dizione?

THOMAS

Rombo di tuono. 7


Nel libro Wanda ha 24 anni, sant’Iddio. A quei tempi una donna di ventiquattro anni era sposata. Aveva cinque bambini e la tubercolosi. Era una donna. Oggi la maggior parte delle ventiquattrenni parlano come bambine di sei anni sotto elio. «Ero tutta cioè insomma tipo hai capito e lui era tutto cioè hai capito e io vado come tipo e lui allora hai capito, no?» Amore, amore, oggi ho visto trentacinque attrici. Quello che ci vuole non ce l’avevano neanche quelle in prepensionamento. Chiunque ce l’abbia o sta girando una serie televisiva o comunque per un dollaro la settimana non lo fa. Senza contare il cretinismo. Si portano appresso il materiale, sacchi interi pieni di costumi. E la femminilità che fine ha fatto, me lo dici? Me ne fate vedere almeno un pochino, per favore? Oggi le ragazze non la sanno nemmeno recitare, la femminilità. Metà sono vestite da mignotte, e l’altra metà da lesbiche. Se mi mettessi una sottana e un paio di calze, andrei meglio io come Wanda della maggior parte di queste qua… Be’, la nostra Wanda sarà pure lì fuori da qualche parte. Però a questo punto… Tuono e fulmine. Le luci nella stanza tremano. Pronto? Pronto? Amore? Amore, ci sei? WANDA

(da dentro) Toc toc!

Entra Wanda con tacchi vertiginosi, dentro un soprabito fradicio. Trascina una sacca enorme, una borsa, e un ombrello nero molto malconcio. 8


È troppo tardi? È troppo tardi, vero? Cazzo, cazzo!

WANDA

Se è venuta per Venere in pelliccia, sono andati tutti a casa mezz’ora fa.

THOMAS

Dio, mi dispiace, mi dispiace tantissimo, sono rimasta bloccata a mezza strada e mi è morto il cellulare. Poi questo cazzo di tacco mi si è incastrato in una di quelle cazzo di griglie sulla fogna o chissà cosa. Poi questo tizio sulla metro, non glielo sto a raccontare, ma insomma, mi si strofina sul culo per tutto il tragitto. Poi arriva il diluvio universale. Mi fradicio fino alle ossa. Cazzo! Cazzo!

WANDA

Si lascia cadere su una sedia. Dio. Come sono sempre fortunata. Cazzo… Cazzo! THOMAS

Si sente bene?

Sì, benissimo, è solo che le cose mi vanno sempre così. Grazie tante, Dio, come al solito! Salve. Scusi. Wanda Jordan.

WANDA

THOMAS

Wanda…?

Capisce cosa voglio dire? Mi chiamo persino come lei! Quante ragazze in questa città si chiamano Wanda con la V? Qui a New York tutti dicono «Uanda», io invece sono sempre stata Wanda, all’europea. Comunque, sono perfetta per la parte e quel cazzo di treno rimane bloccato nel tunnel mentre quel tizio cerca di farmisi. A proposito, come dire, di destino. E lei è?

WANDA

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THOMAS WANDA THOMAS WANDA THOMAS WANDA THOMAS

Thomas Novachek. Salve. Ehi, un momento. Thomas Novachek? Thomas Novachek. Lo ha scritto lei! Sì. Be’, l’ho adattato. E fa anche la regia, giusto? Assolutamente.

Dio, come mi piacciono le sue commedie! Dico, quelle che conosco. L’anatomia delle ombre? Ecco, wow. L’anatomia delle ombre è una cannonata. Cioè, le parti che ho letto. Roba che scotta.

WANDA

Si toglie il soprabito, rivelando un top di cuoio con borchie, una corta sottana di cuoio, e un collare da cane con borchie d’argento. Veramente sexy, eh. O magari erotica, se vuole volare basso. Ah, tra parentesi, non è che io normalmente vado in giro con la biancheria di cuoio e il collare da cane. Di solito sono abbastanza modesta, insomma. È solo che ho pensato di entrare come dire nella parte. Cioè, in sostanza è sadomaso, no? Dico, il testo? THOMAS

Non esattamente. E si svolge nel 1870.

Mmm. Allora forse questo non è proprio 1870, vero.

WANDA

THOMAS

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No.


Però chissà, magari a quei tempi i sadomaso erano vestiti proprio così.

WANDA

Estrae dalla borsetta una foto tutta spiegazzata. Ad ogni modo, ecco il mio book. Il curriculum è un po’ scarno, lo so. Però io sono brava. Cioè, sono fatta per questa parte, giuro su Dio. Come Hedda Gabler ero uno schianto. (guardando il suo curriculum) La stagione al Teatro Urinale. Temo di essermela persa. Aveva un appuntamento?

THOMAS

Sì, alle due e un quarto. Cioè tre ore fa, dico bene? Be’, meglio tardi che mai.

WANDA

THOMAS

(controlla la lista degli appuntamenti) Wan-

da…? Jordan. Tutti dicono sempre: ma è davvero così? «Wanda Jordan»?

WANDA

THOMAS

Io qui il suo nome non lo vedo.

Davvero? Il mio agente ha detto che lo avevano combinato eccetera. Sono venuta, no? Le due e un quarto. Merda. Dio, ti ringrazio un’altra volta! Comunque…

WANDA

Si toglie il top, rivelando un reggiseno sensazionale. Mi butto! THOMAS

Ehi, ehi, ehi. Che sta facendo?

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(sfilandosi la sottana di cuoio, rivelando mutandine nere e giarrettiere) Ho portato un po’ di costumi.

WANDA

THOMAS

No… Wanda…

Mi basta un secondo, giuro. Ho trovato un vestito fantastico. Roba autentica, d’epoca.

WANDA

THOMAS WANDA THOMAS

No, davvero. Non si disturbi. Cosa? Cioè… insomma… niente audizione? Sì, niente audizione.

Sì, ma. Dato che sono qui, tanto vale che ci provo, no?

WANDA

Non c’è nessuno con cui provare. Quello che doveva fare la lettura con lei se n’è andato a casa.

THOMAS

La faccio con lei. È sempre un onore leggere con l’autore in carne e ossa.

WANDA

THOMAS

Con l’adattatore.

Sentire com’è veramente il testo da chi lo conosce davvero è sempre il massimo. Andiamo, che cosa ha da perdere? Io sono già…

WANDA

Ferma. Ferma. Per dirle la verità, signorina, ehm…

THOMAS

WANDA THOMAS WANDA

Wanda. Stiamo cercando qualcuno di un po’ diverso. Davvero? Che cosa state cercando?

Be’, qualcuno con un po’ più di, non so come metterla…

THOMAS

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Qualcuno che non sono io. Io sono troppo giovane. Io sono troppo vecchia. Io sono troppo grande. Io sono troppo piccola. Il mio curriculum non è abbastanza lungo. Okay.

WANDA

China la testa e si mette a piangere. Okay. Dio, mi dispiace. È stata una giornataccia. D’altro canto, come fa lei a sapere chi sono io o che cosa so fare? Cazzo… Cazzo…! THOMAS

Annunceremo altre audizioni molto presto…

Sì, ma io sono qui. Giusto? Non può ascoltarmi adesso, così si leva il pensiero di quando sarà? E mi risparmia di dover tornare fino a qui da casa del diavolo?

WANDA

Senta, Wanda, è stata una giornata faticosa. Sono sfinito. Le dico la verità, sono un po’ malconcio anche io.

THOMAS

WANDA (rimettendosi la sottana) Okay. Ho capito. Okay. THOMAS WANDA

Mi aspettano per cena. Mi rendo conto.

Non è la condizione ottimale per me. A quest’ora del giorno. In una giornata così. Nel tardo pomeriggio mi sento sempre stanco, mi metto a riposo…

THOMAS

(rimettendosi l’impermeabile) Ma sì. Certo. Capisco.

WANDA

THOMAS

E poi penso che sarebbe meglio quando io 13


sono a mente fresca. In ogni modo grazie per essere venuta. Ci rivediamo. Wanda si dirige verso la porta con la sua roba ma poi di colpo si ferma. Sì, ma non credo. Comunque grazie per averlo detto. Lei sembra veramente una persona ammodo. È solo… il mestiere, mi capisce? Questo maledetto mestiere del cazzo. Senza contare che ho dovuto sganciare dieci verdoni da Screaming Mimi per questo cazzo di vestito.

WANDA

Estrae dalla sua sacca un abito lungo bianco, ottocentesco. Cioè, non è autentico milleottocentocos’era? THOMAS

È molto milleottocentosettanta. Questo era.

Non è lei sputata? Tipo, Wanda in tutto e per tutto? Ho pensato che si sarebbe messa uno di quei vestiti a culo lungo perché a quei tempi tutti odiavano il loro corpo.

WANDA

È un luogo comune sul diciannovesimo secolo, ma è sbagliato.

THOMAS

Be’, non posso almeno farglielo vedere, come mi sta? Per favore, in nome di Dio, proprio per favore?

WANDA

Squilla il cellulare di Thomas. THOMAS

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Chiedo scusa.


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