Revolution Magazine N.12

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TENDENZE

PHOTOGRAPHY EDITORIAL ISSUE Intervista a F. Bergamasco

Look: Anni 80 VS Nuovo Millennio

MUSICA

BELLEZZA

ESCLUSIVA

Beauty: Le novità dell’ autunno Lady Madonna: Still lovely at 53!

Intervista a Larry Camarda Rock in the Casbah

LIFE Al cuore non si comanda: si racconta ...

PSICOLOGIA La donna nell’ultimo 30ennio

“evoluzione di una mentalità”

CINEMA Vita da gigolò Julian Kay VS Roy

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N. 12 SETTEMBRE 2011

In questo numero REVOLUTION RADAR 8. Pizzicati in rete - Momaboma 9. La moda va in scena a New York

GLI SPECIALI 10. “Cosa resterà di questi anni 80” 13. Le auto cult degli anni 80 14. Bohème - va in scena la bellezza

PERSONAL SHOPPER 16. So eighties: e tu che capo anni 80 sei? 17. Combinazioni vincenti

BELLEZZA & BENESSERE 20. Beauty: le novità dell‟autunno 22. Sopracciglia: e tu a che epoca appartieni? 24. Lady Madonna: still lovely at 53! 25. Febbre: gli errori da non fare

ALIMENTAZIONE 26. 3 cm in meno con i legumi 27. Curati con l‟omeopatia 28. Impara a mangiare in modo corretto

A LEZIONE DI LEGGE 30. Il mobbing

PSICOLOGIA 32. La donna nell‟ultimo 30ennio: evoluzione di una mentalità

PHOTOGRAPHY 34. M. Margheri - Back to vintage 40. A. Caramagna - The killin Moon 48. Andrea Beci - Remembrance 54. Paolo Loli - Sixty Swing 60. Marta Forgione - Hippie Chic 66. A. Migliardi - Visioni strutturali 74. U. Baldassarre - Urban Rock 80. REVOLUTION SHOOTING 88. F. Bergamasco - Intervista 94. Fashion Tips: E tu che modella sei? 95. Recensione fotografica all‟attrice Giorgia Wurth

ON THE COVER Exclusive shooting with Photo Paolo Loli Model Veronica Baleani MUA Marina Macii

TENDENZE 96. I “must have” degli anni 80 97. Brilla come una stella 98. Look: anni 80 VS nuovo millennio 99. Vintage Handbags

Revolution Magazine è un progetto editoriale fresco, giovane, dinamico e accattivante che mixando il giornalismo tradizionale ai nuovi format comunicativi, si propone lanciare e promuovere artisti emergenti e non solo. Moda, gossip, life-style, design, arte, tendenze sono solo alcuni dei contenuti di questo nuovo e pratico progetto.

STILE 100. Cool & (ridi)Cool 101. Lo stile di Marilù shoes

LIFE 104. Al cuore non si comanda: lettera allo psicologo G.Gaglione

MUSICA & ARTISTI 105. Larry Camarda: Rock in the Casbah 108. Biennale di Venezia 2011 110. A.F.Ripetto: Eco wedding designer

PUBBLICITA‟ & CONTATTI

SPORT

marketing@revolutionmag,it http://www.facebook.com/revomagazine

112. Cosa sai del Rugby?

VIAGGI 115. Insieme a Madagascar

CUCINA 117. Cucina & Sommelier

CINEMA 118. Cosa c‟è di nuovo 120. Vita da gigolò: Julian Kay VS Roy 7


Radar di Enrica Belli

Giunge alla sua 14ma collezione Momaboma eppure con massima accortenza e dedizione, non perde mai di vista l'ingrediente che ha reso il brand celebre: l'innovavazione. Con un occhio al passato e uno rivolto alle tendenze future e alle esigenze delle sue clienti, Momaboma propone per l'A/I 2011-12, una linea rinnovata nelle forme e nei materiali, con accostamenti di colori inediti e uno stile vintage, ancora una volta presente nella moda italiana confermando le future tendenze. Diverse le linee che compongono la nuova collezione. La novità assoluta è costituita dalla B.A.R BURN AFTER READING: Pelle vintage rivestita da quotidiani bruciati a mano per dare un effetto "mappa del tesoro" unico nel suo genere.

„ momaboma ‟

Seguono: OLD ENGLAND: Dalla tracolla alle borse a mano, passando per le minuterie e portafogli, un ritorno alla vecchia Inghilterra. BACK TO THE ORIGIN:Realizzata con l‟ausilio di autentici quotidiani degli anni 50/70

P.O.P. POWER OF PAPER:Una linea giovane, che si ispira alle atmosfere degli anni ‟60 ricordando twiggy... Una pelle scamosciata dal tocco soffice accoppiata con i nostri materiali. Su tutti i modelli sono applicati cerchi di pelle colorata che donano alle borse un tocco di allor POP e vivacità. EYES: Studiata per una donna elegante che non intende rinunciare alle comodità delle borse spaziose. Pelle impreziosita da ricami ed applicazioni completa il tutto una mascherina per gli occhi dedicata ai momenti di relax...

WOOF WORK OUT OF OFFICE:La prima vera collezione da uomo Momaboma comprende 9 diversi modelli. Dalla borsa classica dal design minimalista, alle borse e gli accessori per la vita quotidiana. TRAVEL: La nuova collezione travel è inspirata alle borse da viaggio degli uomini d‟affari degli anni del dopoguerra.

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Fall-Winter 2011-12


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Gli Speciali di Giuseppe Agus

Non erano ancora trascorsi del tutto che già Raf cantava “ Cosa resterà di questi anni 80” , segno che forse non erano stati così memorabili. Eppure quel decennio ha rappresentato un punto di svolta importante dal punto di vista sociale, economico e politico (e non solo in Italia) perché si è aperto con l‟ uscita da una stagione di crisi profonda culminata nei cosiddetti “ anni di piombo” e si è concluso con l‟ ingresso in un periodo di riformismo politico e democratico che in Europa portò alla caduta del Muro di Berlino e in Italia alla fine del dominio dei partiti storici con la stagione di Mani Pulite, che appartiene sì agli anni ‟ 90 ma che fu anticipata dalla crisi politica e culturale del modello craxiano della “ Milano da bere” alla fine degli ‟ 80.

In mezzo tanti avvenimenti memorabili. Ricordiamoli insieme ...

COSA RESTERA‟ DI QUESTI ANNI 80? Nello sport la vittoria dell‟Italia calcistica ai mondiali di Spagna nell‟82 e gli scudetti del Napoli di Diego Armando Maradona, in letteratura Umberto Eco pubblica Il Nome della Rosa e Pier Vittorio Tondelli le sue opere più famose (prima di morire di AIDS a soli 36 anni), al cinema arrivano capolavori come E.T., Shining e cult movie popolari come Ritorno al Futuro mentre in Italia C‟era una volta in America e i migliori film di Massimo Troisi. In ambito musicale nasce MTV, esplode il fenomeno Madonna ed esce “Thriller” di Michael Jackson, il videoclip che segnò uno spartiacque assoluto del genere. La moda diventa coloratissima, le gonne tornano ad accorciarsi, le spalline delle giacche si imbottiscono e tutto ciò che è firmato va più bene, dovunque sia stato comprato. Sono gli anni del disimpegno. Dagli USA arriva la moda dell‟aerobica, (e non è un caso che la principale testimonial sia Jane Fonda, che sveste i panni dell‟attrice politicamente impegnata per indossare tuta e scarpe da ginnastica), nasce il mito degli “yuppies” (anche se avranno breve durata, spazzati dalla crisi economica del 1987), nascono le reti Mediaset, che propongono un modo diverso di fare televisione, senza canone ma in cui ogni trasmissione è finalizzata alla vendita di beni di consumo; nascono trasmissioni che diventano autentici fenomeni di costume, come Quelli della Notte di Renzo Arbore (in RAI, però) e, ancor di più, Drive In, forse il vero manifesto culturale, sociale e politico di quel periodo. Il focus socio-filosofico, per così dire, si sposta dal mito del collettivismo globale verso gli ideali dell‟individualismo, che non è più 10

considerato un difetto da censurare, ma una condizione necessaria per il raggiungimento del successo. Dopo la stagione delle rivolte, dell‟enfasi sui “collettivi” – nelle università, nelle fabbriche, nelle redazioni, nel cinema, nei movimenti artistici e culturali – della ricerca sociale della felicità e dopo il fallimento delle grandi ideologie che nacquero con l‟intento di cambiare gli scenari politici e sociali del Paese ma si conclusero con l‟assassinio di Aldo Moro, le nuove generazioni si rifugiarono nell‟individualismo e dell‟affermazione del sé, da realizzare non più in funzione dell‟appartenenza di gruppo (o di classe) ma come un percorso essenzialmente individuale. In altre parole, ci si stacca dai riti noiosi del contenuto e dell‟impegno e si passa ai riti gioiosi della forma e del piacere edonistico. Nasce il periodo del “riflusso”: la società civile, diremmo oggi, che aveva invaso le piazze come una marea, constatato l‟esaurimento della forte spinta ideologica degli anni ‟70, ora si ritira nel proprio privato, dedicandosi alla ricerca del piacere individuale e un po‟ superficiale attraverso il consumismo e il possesso dei beni materiali. Improvvisamente ci troviamo invasi dalla necessità di comprare, possedere e consumare. Lla guerra al capitalismo e ai suoi rappresentanti – il mercato, le multinazionali - che era stato il collante dell‟ ideologia sessantottina, lascia il posto al possesso delle merci come affermazione della propria identità personale: consumo, quindi esisto.


Ma come si troverebbe un adolescente di oggi nel mondo degli anni ‟80? Riuscirebbe ad adattarsi al un mondo sicuramente vitale e dinamico ma tecnologicamente primitivo? Proviamo ad immaginarlo alla prese con alcuni momenti della sua vita di tutti i giorni. Lo vediamo all‟uscita di scuola che ha perso il treno e deve chiamare qualcuno per farsi venire a prendere. Per telefonare deve dirigersi verso un telefono che si trova o appeso alle pareti di edifici pubblici o dentro degli abitacoli a base quadrata in cui entrano al massimo un paio di persone alla volta, dette “cabine telefoniche”. Se è fortunato, può tirare fuori una scheda con una banda magnetica da infilare

in una fessura di un grande apparecchio telefonico di metallo rosso, o al massimo delle monete da 100 o 200 lire; se non lo è deve procurarsi un disco di metallo con delle scanalature incise su entrambe le facce, il “gettone telefonico”. Arrivato a casa, scopre che l‟insegnante di storia gli ha chiesto una ricerca, per fare la quale deve compulsare alcuni pesanti tomi di un opera chiamata “Enciclopedia”, un volume della quale porta sul dorso la scritta “Atlante Storico”. Lo prende, individua gli argomenti che gli servono, consulta altri volumi ed altre voci a cui la lettura dell‟Atlante lo hanno rinviato, e inizia a scrivere, con grafia chiara e con la sua penna a sfera BIC su un quadernone a righi. E siccome studiare con la musica lo aiuta a concentrarsi, accende un apparecchio su cui gira un piatto rotondo, con un supporto che termina con una testina da cui fuoriesce una puntina, che lui appoggia su un disco nero percorso su entrambe le superfici da strani solchi, facendo scaturire la musica che vi è incisa sopra. Resta un attimo a guardare, perché non è riesce a capire bene come la puntina che esplora quei solchi di vinile possa produrre un suono così chiaro e forte. E che fatica trovare quel disco, ha dovuto girare due tre negozi prima di poterlo avere tra le sue mani. Alla radio ha sentito che è successo qualcosa di grave, ma non ha avuto modo di approfondire, dovrà aspettare il telegiornale delle 20.00; ma di solito lui a quell‟ora è ancora fuori con gli amici, quindi se ne parla l‟indomani, quando comprerà il giornale. Decide di chiamare gli amici per incontrarsi la sera dopo lo studio. Ovviamente non ricorda tutti i numeri a memoria, ma per fortuna ha una rubrica ben organizzata che riporta ordinatamente i nomi e numeri di telefono di tute le persone che conosce. Ma che noia comporre tutti quei numeri su quel vecchio apparecchio a disco, che ogni tanto scappano le dita dal buco e deve ricominciare daccapo. Avesse almeno l‟ultimissimo modello a tastiera. Ah, come sarebbe bello avere un sistema che uno scrive tutti i numeri delle persone che vuole raggiungere e manda a tutti contemporaneamente un messaggio: “ci vediamo stasera in pizzeria?”. E come si chiamava quella ragazza conosciuta ieri, alla fermata, a cui ha chiesto se potevano diventare amici? L‟avrà sicuramente scritto da qualche parte, ma dove? 11

Come farà ora a contattarla? Ritroviamo quello stesso adolescente oggi e vediamo come si muoverebbe nel suo mondo. Perso il treno tira fuori dalla tasca il suo cellulare di ultima generazione e con pochi “tap” sullo schermo chiama a casa. Una volta a casa, accende il suo PC, controlla la posta elettronica e comincia a lavorare alla sua ricerca di storia. Apre Wikipedia, si muove tra i vari link che il motore di ricerca gli propone, copia e incolla i testi che fanno a caso suo in un documento di Word, lo modifica in base alle sue esigenze, inserisce delle immagini a supporto del testo e lo invia in stampa, senza scrivere a mano una sola parola. Nel frattempo ascolta la musica attraverso il suo lettore MP3, musica dematerializzata, acquistata on-line senza muoversi di casa. Mentre la ricerca è in stampa decide di approfondire quella notizia che ha sentito poco prima alla radio, collegandosi con un quotidiano on-line per capire bene cosa è successo, dopo di che può passare ad organizzarsi la serata. Seleziona sul cellulare il gruppo di amici che vuole raggiungere, scrive un breve messaggio (“ci vediamo stasera in pizzeria?”) e in pochi secondi lo invia a tutti i destinatari, che nel giro di qualche minuto gli hanno già risposto. Infine si collega con il suo profilo su Facebook per contattare quella ragazza carina che ha conosciuto alla fermata e per chiederle se magari vuole unirsi a loro quella sera. Poi chiacchiera un po‟ con gli amici della sua “rete”, mentre magari finisce di fare i compiti o guarda un film sul PC o compra una maglietta su un negozio on-line. Notate le differenze? Al di là dei “device” utilizzati per organizzare la vita quotidiana, noi oggi viviamo una realtà in cui le distanze si sono di molto accorciate, il tempo ha subito un‟accelerazione notevole e nuove forme di relazione e di comunicazione basate sulla tecnologia sono diventate abituali. Le modalità che usiamo per relazionarci con il mondo esterno sono caratterizzate dall‟uso spesso invasivo della tecnologia, che da un lato ci consente di essere sempre “connessi” – e quindi sempre al corrente di quello che accade nel nostro mondo – e “multitasking”, ma dall‟altra ci espone a problemi di interpretazione e di filtraggio delle informazioni, che presuppone l‟utilizzo di strumenti critici spesso molto complessi.

History eighties

La televisione, soprattutto quella commerciale, e gli altri mezzi di comunicazione di massa giocano un ruolo fondamentale in questo contesto, perché sono in grado di arrivare contemporaneamente a milioni di persone e, attraverso il linguaggio della pubblicità, riescono non solo a portare il pubblico nuovamente verso il mercato dei consumi, spesso attraverso la rappresentazione di modelli di vita del tutto disancorati dalla realtà, ma addirittura a creare bisogni indotti, che devono essere soddisfatti con prodotti di cui non viene percepita una reale necessità. Da quel momento in poi i mezzi di comunicazione di massa assumono un‟importanza sempre crescente nella società, tanto da influire e in certi casi determinare le modalità stesse con cui gli uomini si relazionano tra di loro e con il mondo esterno. A partire dalle innovazioni tecnologiche dell‟epoca (l‟introduzione del personal computer, lo sviluppo delle reti cellulari, la diffusione di Internet) la nostra società subisce mutamenti decisivi i cui effetti sono ancora oggi evidenti. Da questo punto di vista, gli anni ‟80 hanno rappresentato una sorta di Big Bang: da quel momento in poi è iniziata una nuova fase dell‟evoluzione del genere umano che è ancora in piena espansione (proprio come l’Universo), e che ha avuto un‟accelerazione tale che se ne sono perse in qualche modo le tracce iniziali.


Anche se per un adolescente di oggi è naturale crescere in mezzo alla tecnologia del terzo millennio, che contribuisce alla sua socializzazione e alla sua crescita come individuo, la quantità di dati, notizie, input ai quali siamo sottoposti crea problemi di interpretazione e riconoscimento di ciò che è reale da ciò che non lo è, di ciò che è vero e affidabile da ciò che è frutto di interpretazione non controllata. Noi oggi viviamo in quella che possiamo definire “società dell‟informazione”, perché il bene più prezioso che possediamo sono diventate le informazioni, sia a livello individuale, sia a livello globale. Mentre negli anni ‟80 l‟affermazione della propria individualità passava attraverso il possesso delle merci, nella società del terzo millennio ciò che contano solo le informazioni e la capacità che abbiamo di accedere ad esse e di utilizzarle per i nostri scopi. Ma se non riusciamo a trasform are quelle inform azioni in “conoscenza” rischiamo di avere una visione solo parziale e priva di senso delle relazioni con il mondo esterno. Per trasformarle in conoscenza, ci occorrono strumenti critici che solo le istituzioni come la scuola, la famiglia, lo Stato possono darci. Nel nostro tempo, il concetto di individualismo tipico degli anni ‟80 muta di forma, perché se è vero che una persona davanti al proprio computer è sola, tuttavia ha la possibilità di entrare in contatto con una quantità potenzialmente infinita di altre “individualità” con cui scambiare opinioni, idee ed emozioni, utilizzando una forma di relazione “mediata” ma allo stesso tempo diretta, solo apparentemente inferiore rispetto alla relazione faccia a faccia, che in ogni caso rimane quella privilegiata, perché l‟uomo rimane comunque un “animale sociale”, che forma la propria identità e il proprio senso nel rapporto con gli altri. Solo che oggi i modelli di relazione sono molteplici, frammentati e distribuiti.

Ora che la profezia che il giovane Bill Gates fece nella preistoria dell‟ informatica può dirsi compiuta (“Nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa”, 1975), le possibilità di comunicazione sono diventate pressoché infinite.

Oggi, più di 30 anni fa, abbiamo veramente il mondo a portata di mano. Ma il desiderio universale di capirlo questo mondo, di interpretarlo e, perché no, cambiarlo non passerà mai, e unirà sempre le generazioni passate a quelle presenti e a quelle future, qualunque siano gli strumenti che avremo a disposizione per farlo.

CURIOSITA’ il telefilm cult degli anni 80 HAPPY DAYS diventa un musical con la Compagnia della rancia

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Gli Speciali

Nell'immaginario collettivo gli anni 80 sono ricordati come gli anni dell'eccesso, del trasformismo. Costumi, politica, lusso (tra cui le automobili), risentivano fortemente delle nuove e stravaganti tendenze che tuttavia, registravano anche dei colossali flop. L'automobilismo fu il settore meno colpito proponendo vetture innovative, intelligenti e azzeccate. Ciononostante, accanto a queste, non mancarono quelle incomprensibili e malriuscite, quelle che, nonostante le novità da un punto di vista meccanico, sono rimaste nella storia per la proverbiale bruttezza.

“MUST” ANNI 80 1

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TOP 5 AUTO 3 FIAT UNO che per oltre 10 anni ha detenuto il titolo di macchina più venduta in Italia (e anche la più rubata) 4

Segue la FIAT PANDA: l'utilitaria spartana che si lascia ricordare per l'inconfondibile rumore del motore;

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FIAT TIPO dal design originale e tecnologia di bordo; FIAT DUNA un vero e proprio oggetto di culto e che ormai si è guadagnata il titolo di auto trash

NUOVA LANCIA YPSILON

L'ARNA: il capolavoro pseudo-lussuoso

NUMBER ONE PER VELOCITA' Lamborghini Countach: la cui produzione venne interrotta nel 1990 ma che tutti ricorderanno per essere apparsa su "Quattroruote" perchè in grado di raggiungere i 300 km/h di velocità, allora impressionanti

ANCORA IN VITA

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taccuino /

Y10 che con gli opportuni restyling è viva ancora oggi.

SA E' PSILON - CO Y A L L A 0 1 DALLA Y e portiere llone). E le du bilmente CAMBIATO ttro più il porte ira

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2 Settembre 2011 Arena di Verona Le Profumerie Douglas hanno organizzato un evento davvero molto particolare e suggestivo all'Arena di Verona in occasione della messa in scena della BohĂŠme di Giacomo Puccini per la regia del francese Arnaud Bernard. Tra gli invitati molti giornalisti e anche blogger di moda e non solo. Una serata davvero molto elegante con ottimo cibo, coloratissimi cocktails e preziosi omaggi che i selezionatissimi invitati hanno ricevuto durante la serata. Secondo voi, potevamo mancare? 14


Photo di Paolo Brutti Alessandra Pepe Marina Macii

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Personal Sh opper di Paola Amati

So Eighties

E‟

proprio vero, la moda ogni tanto ritorna e con essa riappaiono anche i ricordi legati a quegl‟ anni che ogni singolo abito porta con sé. Chi non ricorda le t-shirt stampate, le spalline, i fuseaux, le maniche a pipistrello e i jeans strappati dei mitici anni ottanta? Se anche voi avete un po‟ di nostalgia di questi anni allora fate con me un tuffo nel passato, scegliendo il vostro pezzo eighties” preferito e correte ad acquistarlo, perché tutti questi capi saranno attualissimi questo autunno.

L’OROLOGIO FLUO Gli orologi bombati in gomma colorata sono stati il pezzo forte degli anni ottanta e ritornano sempre più di moda in questi ultimi anni. Il modello Mash Up ACD proposto da Too Late (www.too2late.it) è in silicone ed è disponibile in tantissimi toni fluo. Sceglilo se ... vuoi dare un tocco di colore ai tuoi outfit da giorno. E‟ poco impegnativo, simpatico e facile da portare

LO ZAINO A POIS Negli anni ottanta lo zaino era sulle spalle di tutti i ragazzi e ragazze. Pratico, semplice e leggero, come il modello Super Break proposto da JanSport (www.jansport.com). La fantasia a spot multicolor giganti è davvero molto eighties. Sceglilo per ... le tue attività all‟aria aperta, per lo sport e per i tuoi viaggi. Ti darà sicuramente un tocco di allegria.

LA T-SHIRT PIPISTRELLO La maglia color cipria di Traffic People (www.trafficpeople.it) ha le maniche a pipistrello e una grande stella centrale in paillettes oro. Anche il taglio, né troppo lungo né troppo corto, rispecchia perfettamente le mise degli anni ottanta. Sceglila se ... le tue braccia non sono molto toniche, in questo modo potrai nasconderle.

L’ABITO CON SPALLINE Gli anni ottanta resteranno nella memoria per le spalline: non c‟era t-shirt, maglia, abito o giacca che non avesse un paio di spalline voluminose pronte a rinforzare e geometrizzare la figura. E allora ecco l‟abito proposto da Traffic People (www.trafficpeople.it) con spalline larghe e fantasia rettile multicolor, assolutamente da non perdere. Sceglilo se ... hai le spalle strette o cadenti, ti aiuterà a riproporzionare la figura.

LE SNEAKER Coloratissime e di ispirazione hip hop, ecco come dovevano essere le sneaker anni ottanta. Il modello Feather di Adidas Sport Performance (www.adidas.com) in color corallo accesso rispecchia perfettamente queste caratteristiche ed è un must per tutte le sportive appassionate. Sceglile se ... sei appassionata di running, tutte le tue amiche le invidieranno.

I LEGGINGS COLORATI Allora si chiamavano fuseaux, oggi sono diventati leggings, ma sono pur sempre rimasti un must. Ecco due diverse versioni proposte da Traffic People (www.trafficpeople.it): i primi con stampa nera, gialla e rosa e i secondi a effetto piume, entrambi con l‟elastico dorato in lurex. Sceglili se … hai fianchi e gambe magre: i colori e le stampe creeranno l‟illusione di volume. 16


Personal Sh opper di Enrica Belli

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Come molti di voi sanno, la maggior parte delle nuove collezioni vengono annunciate a metà estate ed escono poco prima dell'autunno (almeno qui da noi), quindi vediamo subito quali sono le novità che sono già presenti nei nostri negozi preferiti o che troveremo in vendita tra non molto. Cominciamo subito con la collezione della Kiko Cosmetics, la Chic Chalet (in edizione limitata), che a dire il vero è piuttosto interessante visto che si compone di pochi pezzi, ma davvero ben studiati; la palette con quattro colori, uno smalto di uno splendido color smeraldo, non mancano cipria, fard e terra (tutti rigorosamente cotti), illuminante fluido in penna, fino ad arrivare all'eyeliner, al rossetto ed il gloss. Beh che dire? Una collezione molto completa a prezzi decisamente accessibili. La Pupa invece, presenta la collezione Folk Waves con sei nuovi ombretti; tre perlati e tre satinati (anche qui tutti cotti e che quindi possono essere usati sia asciutti che bagnati), due eyeliner, due nuovi rossetti (uno rosso ed uno marrone), tre nuovi smalti ed i blush trio che sono disponibili nei toni dell'arancio e del rosa . Dior punta tutto su un unico colore...il blu (che io personalmente adoro) e chiama la sua collezione proprio Blue Tie dove gli ombretti, gli smalti ed l'eyeliner sono tutti sui toni del blu. I nuovi rossetti sono piuttosto nude e non poteva che essere così visto che quando gli occhi sono molto intensi è bene lasciare le labbra piuttosto naturali! Una collezione piuttosto particolare è quella della Estee Lauden, dal nome piuttosto lungo e complicato; The Mercury Pure Color che si compone di ombretti, eyeliner, terra e rossetti. Se devo essere sincera sono solo i rossetti quelli che mi sono piaciuti in modo particolare; vanno dal nude al rosso, passando per uno splendido color magenta, un colore che amo usare sulle pelli piuttosto chiare! Chanel presenta Illusion D'Ombres una collezione davvero molto bella. A mio avviso non dovete lasciarvi scappare i tre nuovi smalti; Graphite (nero fumo shimmer), Peridot (verde dorato metallico) e Quartz (marrone intenso perlato), anche se i miei occhi si sono illuminati alla vista dei sei nuovi ombretti che proprio come gli smalti sono disponibili in diversi finish; perlato, satinato e anche glitterato. Concludo con le anteprime, parlandovi della collezione autunno inverno che più mi è piaciuta; Jardin de Minuit di Yves Saint Lauren. I colori degli ombretti sono stupendi; vanno dal blu al viola, passando per il lilla e l'azzurro, i blush hanno dei colori davvero molto particolari e lo stesso discorso vale per gli smalti, ma anche qui a mio avviso, i rossetti sono il pezzo forte della collezione, con colori che vanno dal nude al viola intenso. Questa secondo me è davvero una collezione da non perdere!

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Bellezza di Marina Macii

Foto Beauty anni '80: Ph.: Paolo Loli Model: Chiara Nicolanti Mua: Marina Macii 22


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e dovessi presentarvi le sopracciglia da un punto di vista strettamente etimologico, vi dovrei solo dire che: le sopracciglia sono un elemento anatomico e servono a proteggere gli occhi dalle goccioline di sudore che cadono dalla fronte. Ma le sopracciglia non sono solo un elemento anatomico in quanto da sempre rappresentano un importante mezzo di comunicazione. Pensate al cattivo dei fumetti ad esempio, ha quasi sempre gli occhi piccoli e le sopracciglia aggrottate, contrariamente al buono che viene rappresentato con gli occhi grandi e le sopracciglia più lineari. Le sopracciglia sono cambiate davvero molto nel corso del tempo. Ho volontariamente messo a confronto i Sumeri e gli Egizi. Come potete vedere all'epoca dei Sumeri le sopracciglia erano unite, mentre già all'epoca degli Egizi non solo era ben distanziate, ma anche allungate, almeno quanto lo era il trucco.

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la macchina del tempo Il 1900

ediamo quali sono state le tappe fondamentali del cambiamento delle sopracciglia nel secolo scorso: anni '10: la figura della donna è subalterna a quella dell'uomo. Basta guardare un film dell'epoca per vedere che la donna appare molto sofferente. Le sopracciglia sono allungate verso il basso e questo rende lo sguardo triste e malinconico. anni '20: le sopracciglia sono sempre allungate verso il basso, però l'occhio è molto meno marcato rispetto agli anni '10. anni '30: grazie alla rivoluzione messa in atto da Coco Chanel la donna inizia a essere più sfacciata; le sopracciglia diventano sottilissime. anni '40: sono gli anni della seconda guerra mondiale, tutto appare militarizzato; i vestiti squadrati, i capelli

Come prendersene cura

Investite su una buona pinzetta perchè la corretta epilazione delle sopracciglia vi garantirà anche una perfetta stesura dell'ombretto, i peli non permettono infatti una corretta sfumatura e quindi devono essere rimossi accuratamente prima del make-up. Lo scovolino vi servirà per pettinarle e per alzarle in modo tale da vedere più nel dettaglio se ci sono ancora peli superflui da togliere. Lo stesso scovolino vi servirà poi per passare il fissante o la lacca spray dopo aver disegnato le sopracciglia. Per disegnarle bisogna scegliere una matita, in questo caso dura, il più vicino possibile al colore naturale delle sopracciglia e riempire con piccoli tratti solo quelle parti che sono prive di peli o che ne hanno meno. Dopo aver usato la matita, bisogna usare un ombretto e ancora una volta è opportuno usare un colore molto vicino al colore naturale delle nostre sopracciglia. Non scurite troppo perchè in questo modo non otterrete un effetto naturale ma sembrerete il cattivo dei fumetti del quale vi ho parlato all'inizio di questo articolo. Utilizzate poi lo scovolino per pettinarle delicatamente e come ultima cosa spruzzate della lacca sopra quest'ultimo e passate sulle sopracciglia per fissare il tutto. Per fare queste semplici operazioni vi serviranno pochi minuti, se riuscirete a curare bene le vostre sopracciglia non avrete neanche bisogno di truccarvi, perché tutto il viso sarà pulito ed in ordine, provare per credere! 23

curati e il make-up piuttosto pulito. Le sopracciglia sono naturali ossia ad ali di gabbiano. anni '50: le sopracciglia rimangono invariate rispetto al decennio precedente, ma contrariamente agli anni 40 ci si comincia a concentrare non solo sugli occhi, ma anche sulla bocca che diventa molto grande. anni '60: questi sono gli anni di Twiggy, che diventerà la modella emblema della rivoluzione concettuale degli anni 60, le sopracciglia sono stondate. anni '70: ancora una volta l'occhio diventa importante e le sopracciglia, proprio come negli anni '30, tornano sottilissime. anni '80: nella prima parte degli anni 80 le sopracciglia saranno ancora sottili, ma dalla seconda metà del decennio, a seguito di un'altra rivoluzione, le sopracciglia diventeranno enormi e folte.


Bellezza di Marina Macii

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Negli anni 80 Madonna muoveva i suoi primi passi nel mondo della musica, oggi è una delle più grandi pop star a livello mondiale e riesce ancora ad emozionare il suo pubblico come allora, ma gli anni sono passati e non bisogna certo guardare questa foto per rendersene conto.

ady Ciccone però è sempre in forma, questo bisogna dirlo, forse grazie anche all'aiutino di qualche punturina miracolosa, ma è pur sempre una splendida 50enne che può sicuramente fare invidia a molte ventenni dei giorni nostri. Il punto di forza di Madonna è da sempre stato il look. Un look che è riuscita a cambiare anno dopo anno, senza mai fare un passo falso e che le ha assicurato lo scettro di regina incontrastata del Pop che ancora oggi detiene e che nemmeno Lady Gaga è riuscita a rubarle! Madonna ha influenzato la moda fin dai primi anni, ad esempio chi non ricorda le collane con i crocifissi e i pizzi del periodo di Like a Vergin? La cosa che colpisce però, è che ancora oggi è un'icona della moda; Dolce e Gabbana infatti continuano a preferirla a molte top models per le loro campagne pubblicitarie e se ciò accade ci deve essere un perchè! Il suo look è cambiato nel tempo e con il tempo. Agli inizi sbarazzino e poco curato, oggi più sofisticato, maturo e studiato, perchè Madonna non ha mia fatto un passo falso nemmeno con il make-up; è una donna consapevole degli anni che passano, che ha imparato a nascondere quei piccoli difetti, che con gli anni si evidenziano, con stile ed astuzia e probabilmente con l'aiuto di un buon make-up artist! Negli anni 80 i capelli erano arruffati, spettinati, poco curati e cotonati, le sopracciglia folte e decisamente poco definite. L'utilizzo dell'eyeliner nero negli occhi, l'aiutava a rendere il suo sguardo più languido, dolce e allo stesso tempo provocante. Il rossetto rosso e la bocca disegnata a cuore erano il suo must in quegli anni. Oggi Madonna preferisce un look più curato; i capelli sono sempre ben pettinati e spesso mossi, le sopracciglia ben definite e disegnate. Non mette più la matita nera per non rimpicciolire l'occhio, ma sapientemente opta per l'utilizzo della matita bianca che ha esattamente l'effetto contrario e riempire le sue ciglia, superiori ed inferiori, di molto mascara. Questi piccoli accorgimenti, le permettono di rendere gli occhi più grandi, di sembrare più fresca e quindi più giovane! La bocca non è più color rosso fuoco ed anzi abilmente preferisce le tinte nude con al massimo un tocco di gloss, questo perchè il rossetto rosso avrebbe bisogno di qualche attenzione in più, perchè potrebbe finire nelle piccole rughette della rima labiale, rendendo più evidente la sua età. Madonna è una donna che sa rendersi conto del tempo che passa, che sa accettare gli anni che aumentano e che sa adattare il suo look al tempo e non al personaggio, per questo non può che essere ancora oggi, proprio come allora, la numero uno! 24

BIO Nata a Bay City nel Michigan, Madonna è la terza di sei fratelli. Nel 1977, sotto l‟incoraggiamento di Flynn, Madonna lasciò il college alla fine del secondo anno per recarsi a New York e proseguire la sua carriera come ballerina e cantante. Durante questo periodo Madonna frequenta Dan Gilroy, col quale forma la band dei Breakfast Club. Nei primi anni ottanta, invece, si lega prima al suo collaboratore Stephen Bray, poi all‟artista Jean-Michel Basquiat, poi ancora al dj Mark Kamins e infine al musicista Jellybean Benitez. Nel 1982 Madonna firma il suo primo contratto discografico con la Sire Records dando inizio alla sua carriera. Nel 1984 la canzone Like a Virgin le dà una notorietà a livello mondiale e viene soprannominata dai media Material Girl dal nome di una sua canzone.


Benessere Di Kev in Miller

FEBBRE: Gli errori da non fare

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Cercare di “far sudare” il malato coprendolo con strati di coperte e piumoni: in questo modo non si fa altro che impedire la traspirazione. Tenere il malato in un ambiente molto caldo e umido: anche in questo caso si impedisce la traspirazione. Tenere la persona a digiuno completo: il cibo è importante perché aiuta il fisico a mantenersi in forze. L‟ Aspirina va somministrata ai bambini soltanto su indicazione del medico, perché il principio attivo di questo farmaco potrebbe scatenare la sindrome di Reye, un‟ alterazione importante del sistema nervoso centrale. Di solito per abbassare la febbre nei bambini si preferisce adottare un farmaco a base di paracetamolo, una sostanza che, tra le altre cose, è anche meglio tollerata dallo stomaco.

TUTTE LE CAUSE DELLA FEBBRE Nella maggior parte dei casi, la febbre è causata da virus o batteri (come quelli del morbillo o dell‟ influenza), che una volta entrati nell‟ organismo stimolano la reazione del sistema di difesa. La febbre però può essere provocata soltanto dalla reazione del sistema di autodifesa dell‟ organismo nei confronti di virus e batteri, ma anche dalla presenza di malattie serie. Anche i problemi al sistema nervoso centrale possono essere causa diretta della febbre: oltre ai tumori del cervello sono da prendere in considerazione anche i grossi traumi, che possono provocare emorragie interne e quindi problemi di funzionamento all‟ ipotalamo. Infine, bisogna fare un accenno alla sindrome della stanchezza cronica (CFS), una malattia riconosciuta e diagnosticata soltanto negli anni „80, di cui ancora oggi non si conosce la causa. Uno dei sintomi classici di questa sindrome è la febbricola costante: la temperatura corporea infatti è sempre attestata su valori intorno ai 37,2 - 37,5°C. Purtroppo però, poiché non si conosce la causa della febbricola, non esiste una cura in grado di riportare la temperatura ai livelli normali.

> QUANDO E’ ACCOMPAGNATA DA CONCULSIONI In circa il 5% dei bambini di età inferiore ai 5 anni la febbre può essere accompagnata dalle cosiddette convulsioni febbrili, sussulti involontari che coinvolgono tutto il corpo. Le crisi durano, di solito, dai 5 ai 10 minuti e non lasciano alcuna conseguenza sull‟ organismo del bambino se non un senso di spossatezza. Durante questi attacchi, che si presentano nella maggioranza dei casi, nel primo giorno di febbre, i genitori devono stimolare la respirazione del bambino con leggeri schiaffi sul viso e sul corpo e con spruzzi di acqua fresca. In questi casi è opportuno chiamare il pediatra e somministrare farmaci in grado di abbassare la temperatura corporea, a base preferibilmente di paracetamolo.

> ATTENZIONE AI FALSI ALLARMI

LO SAPEVI CHE … Il Paracetamolo deriva da una sostanza chimica chiamata paraaminofenolo ed agisce riducendo la sintesi di molecole chiamate prostaglandine, che sono dei mediatori dell'infiammazione. Se somministrato per bocca (per os), viene assorbito dal tubo gastroenterico, inizia a dare beneficio 30 minuti dopo l'assunzione ed ha un massimo di attività due ore dopo la stessa. Il dosaggio varia a seconda del peso del bambino: ne vanno somministrati 10-15 milligrammi per chilo (non più di 20) ogni 4-6 ore per via orale, oppure 20 milligrammi per chilo per via rettale. La somministrazione ideale è per via orale, ma esistono anche delle formulazioni in supposte, che vengono assorbite dai vasi sanguigni della mucosa del retto andando ad incidere meno sul fegato. Sono molto utili soprattutto in caso di vomito (in cui le formulazioni orali vengono rigettate senza dare beneficio) od in bambini con malattie epatiche. Può essere tossico per il fegato a dosaggi uguali o superiori a 120 milligrammi per chilo al giorno.

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Dopo un intenso e prolungato sforzo fisico, per esempio un allenamento o una gara “di fondo”, soprattutto se eseguito nella calura estiva, si può assistere a un improvviso aumento della temperatura corporea. In questi casi, però, è sbagliato parlare di febbre e di malattia: si tratta di un fenomeno transitorio, destinato a cessare nel giro di qualche minuto. L‟ aumento della temperatura è infatti dovuto alla produzione di calore da parte dei muscoli, così intensa da superare la capacità di dispersione del calore stesso da parte del centro termoregolatore dell‟ organismo. Non appena la respirazione e il battito cardiaco avranno ripreso il ritmo abituale, anche la temperatura ritornerà a essere normale.


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Benessere | I trattamenti omeopatici contro i sintomi più diffusi Di Kev in Miller

CURATI CON L’ OMEOPATIA L‟omeopatia è una medicina che nasce nell‟ 800. Una scienza che considera i sintomi di una malattia come la conseguenza del meccanismo di resistenza del corpo che agisce per respingere l‟attacco degli agenti esterni. Per l‟ omeopatia quindi è fondamentale rendere più resistente l‟organismo. Ad esempio, secondo la medicina omeopatica, la febbre non è altro che una reazione del corpo che mira ad eliminare un disturbo. Pertanto non vanno prescritti farmaci per „eliminarla‟, come vorrebbe la medicina tradizionale, bensì un rimedio che aumenti questa azione

rio per la Famiglia il prontua Omeopatia I principali rimedi. Un prontuario per le malattie più comuni.

SE SI SOFFRE DI CRAMPI E SI HA DIFFICOLTA’ A INGERIRE Questi sono disturbi di origine prevalentemente psicosomatica, ma esistono rimedi omeopatici in grado di risolvere la situazione. Sono l‟ Argentum nitricum e la Calcarea carbonica. Il primo è indicato quando la persona ha sempre la sensazione di costrizione a livello dello stomaco. E‟ ideale per chi è nervoso e ansioso. Il secondo è indicato quando i dolori si presentano dopo mangiato, soprattutto dopo l‟ ingestione di liquidi caldi, alla sera e quando sono alleviati da eruttazioni. Chi ha questi problemi generalmente, alterna fasi di fame insaziabile a quelle in cui perde l‟ appetito.

Storia e principi fondamentali dell'omeopatia. Prezzo €15,50

SE IL PROBLEMA E’ LA NAUSEA E IL VOMITO In questo caso i rimedi omeopatici adatti sono due, la Ipecacuana e la Nux Vomica. La prima è indicata quando la nausea è praticamente sempre presente. Il disturbo viene scatenato soprattutto dall‟ indigestione di frutta, carne di maiale, dolci, gelati, ma anche dal mal di testa, tosse e mestruazioni. La persona che ne soffre è spesso disgustata dal cibo ed è molto nervosa. Il secondo rimedio invece (Nux Vomica) è indicato quando la nausea si presenta la mattina, magari quando ancora si è a letto, dopo mangiato e quando è sempre accompagnata da sudorazione e salivazione abbondante. Di solito i cibi caldi e il calore danno sollievo. La persona che soffre di questi disturbi è sempre in cerca di nuovi stimoli: anche se sa di soffrire di nausea non rinuncia a caffè e alcolici o a nottate in bianco. 27

> 6 REGOLE DA NON DIMENTICARE 1. Evitare, durante il trattamento, di prendere menta, canfora, sostanze aromatiche e soprattutto farmaci tradizionali: potrebbero annullare l‟efficacia di quelli omeopatici. 2. Non toccare i globuli con le mani: portarli alla bocca servendosi dell‟ apposito dosatore. 3. I globuli non vanno “sgranocchiati”: bisogna lasciarli sciogliere lentamente. 4. Essere costanti nell‟ assunzione: i granuli devono essere presi ogni giorno, alla stessa ora. 5. I globuli non vanno posizionati sotto la lingua. 6. Non bere né mangiare nella mezz‟ ora che precede l‟ assunzione del rimedio.


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A lezione di legge | Come riconoscerlo e tutelarsi Di Alessandra Rotili

MOBBING

Settembre è il mese in cui si riprende ogni attività lavorativa nonostante sempre di più lavoratori siano soggetti al terribile fenomeno del mobbing. Il termine mobbing deriva dal verbo inglese “to mob” e significa accerchiare, circondare,assediare, attaccare, assalire in massa, affollarsi intorno a qualcosa o qualcuno. Di solito è usato in etologia per indicare il comportamento di alcune specie animali e consiste nel circondare e minacciare un membro del branco fino a costringerlo ad allontanarsi dal gruppo. La definizione è ripresa da Heinz Leyman, studioso tedesco emigrato in Svezia, che all‟inizio degli anni ‟90, per primo ha condotto studi sul tema introducendo, appunto, il termine mobbing. Sebbene il fenomeno del mobbing esista in molti ambiti, nella sua trasposizione in quello lavorativo, indica il comportamento vessatorio, persecutorio e di violenza psicologica perpetrata dal datore di lavoro o da colleghi (mobber) nei confronti del lavoratore (mobbizzato) per costringerlo alle dimissioni o comunque ad uscire dall‟ambito lavorativo.

I MOTIVI E GLI ELEMENTI PER IDENTIFICARLO I motivi della persecuzione sono i più svariati: invidia, razzismo, diversità religiosa o culturale rispetto al gruppo prevalente, carrierismo sfrenato, o semplice gusto nel far del male ad un'altra persona. Purtroppo il mobbing e' una fenomeno in crescita, si manifesta nei settori lavorativi piu' disparati e riguarda tutte le categorie professionali. Gli elementi identificativi del mobbing sono: a) la presenza di almeno due soggetti, il mobber (parte attiva) ed il mobbizzato (partepassiva), che entrano in contrasto tra di loro; b)l‟attività vessatoria continua e duratura;c) lo scopo di isolare la vittima sul posto di lavoro e/o di allontanarla definitivamente o comunque di impedirle di esercitare un ruolo attivo sul lavoro. La pratica del mobbing consiste nel vessare il dipendente o il collega di lavoro con diversi metodi di violenza psicologica e in casi estremi addirittura fisica. Ad esempio: sottrazione ingiustificata di incarichi o della postazione di lavoro, dequalificazione delle mansioni a compiti banali, così da rendere umiliante il prosieguo del lavoro; rimproveri e richiami, espressi in privato ed in pubblico anche per banalità; dotare il lavoratore di attrezzature di lavoro di scarsa qualità o obsolete, arredi scomodi, ambienti male illuminati; interrompere il flusso di informazioni necessario per l'attività; continue visite fiscali in caso malattia, e spesso al ritorno al lavoro, la vittima trova la scrivania sgombra.

Insomma, un sistematico processo di esclusione del lavoratore accompagnato dalla progressiva preclusione di mezzi e relazioni interpersonali indispensabili allo svolgimento di una normale attività lavorativa. 30


LACUNA E INTERVENTI LEGISLATIVI

COME AGIRE

Nonostante il fenomeno del mobbing esista da tempo, in Italia non ha trovato organica ed autonoma disciplina, anche se da diversi anni oramai vengono presentati disegni di legge, perciò il concetto di molestie, e di discriminazioni, è stato mutuato dalla disciplina di derivazione comunitaria la cui nozione, recepita dal nostro ordinamento nei decreti legislativi 215/2003 e 216/2003, dispone che “le molestie sono da considerarsi una discriminazione in caso di comportamento indesiderato adottato e avente lo scopo o l‟effetto di violare la dignità di una persona e di creare un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante od offensivo”. La tutela che l'ordinamento prevede per prevenire e sanzionare le ipotesi di mobbing si svolge su ambiti giuridici diversi e fa riferimento a diverse fonti in primis la Costituzione agli articoli 32, che riconosce il diritto alla salute come diritto fondamentale dell‟uomo, articolo 35, che tutela il lavoro in tutte le sue forme e l‟articolo 41 che vieta lo svolgimento della attività economica privata se esercitata in contrasto con l'utilità sociale o qualora rechi danno alla sicurezza, alla libertà ed alla dignità umana.

Il mobbizzato, come previsto dal Legislatore, può agire attraverso l‟azione di risarcimento del danno ex articolo 2043 c.c. se la condotta dell‟amministrazione sia lesiva per il dipendente, costituendo il rapporto di lavoro l‟occasione e non la causa della pretesa di risarcimento; se il comportamento della P.A. è riconducibile a una violazione degli obblighi di protezione ex art. 2087 c.c,. è il rapporto di lavoro ad essere oggetto dell‟illecito. La tutela si può ottenere anche attraverso il conseguimento della prova del danno da demansionamento, che si configura non solo quando il lavoratore viene adibito a una mansione inferiore, ma anche quando è sottoposto a un periodo di inattività prolungato ed ingiustificato. La prova del danno subito può essere fornita in giudizio con qualsiasi mezzo, in particolare anche con presunzioni; nonché nella richiesta di liquidazione del danno non patrimoniale ex art. 2059 c.c. previa dimostrazione del danno morale ed esistenziale che il mobbizzato ha subito. Pertanto poiché il mobbing è un fenomeno unitario caratterizzato dalla reiterazione e dalla sistematicità delle condotte lesive e dalla intenzionalità delle stesse in direzione del risultato perseguito di isolamento ed espulsione della vittima dal gruppo in cui è inserita, non si ha diritto al risarcimento nel caso in cui manchino in concreto le caratteristiche di reiterazione, sistematicità e intenzionalità della condotta. Da ultimo la sentenza n. 2352/2010, depositata dalla Terza Sezione Civile della Suprema Corte di Cassazione lo scorso 2 febbraio 2010 ha affrontato il tema del mobbing nella quale si ribadisce la necessità di una tutela immediata per il lavoratore professionista mobbizzato effettuata attraverso il risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale..

Tutte queste situazioni non sono facilmente traducibili in "prove certe" da utilizzare in un eventuale processo per cui è anche difficile dimostrare la situazione di aggressione. Subire sistematicamente azioni di questo genere determina comportamenti ed emozioni spiacevoli fino all'insorgenza di vere e proprie patologie: ci si sente sminuiti, offesi, arrabbiati, emarginati, discriminati, isolati con un profondo sentimento di disagio, frustrazione, irritabilità, instabilità e fragilità emotiva che possono concretizzarsi in disturbi d'ansia, disturbi psicosomatici , disturbi dell'umore.

il mobbing è un fenomeno unitario caratterizzato dalla reiterazione e dalla sistematicità delle condotte lesive e dalla intenzionalità delle stesse in direzione del risultato perseguito di isolamento ed espulsione della vittima dal gruppo in cui è inserita 31


Psicologia | Di Giuliano Gaglione

Così è accaduto, accade ed accadrà per la donna, la quale, figlia di epoche e tempi che hanno plasmato la sua identità rivoluzionando spesso il confronto con il sesso opposto, riesce ad essere il fulcro attorno al quale ruota instancabilmente ogni forma d‟arte, dalla poesia alla prosa, dalla pittura alla scultura, dal teatro al cinema. Questa pregevole e carismatica sintesi di mente e corpo tinti di rosa si è delineata ed è sbocciata a seconda del contesto e delle qualità individuali che ognuna possiede: ogni attimo ha scandito un cambiamento ed ogni cambiamento rappresenta la base per ulteriori evoluzioni fino ad arrivare ad oggi, in cui il gentil sesso si chiede: “Qui ed ora, chi sono?”. “L‟oggi è il domani di ieri e lo ieri di domani”: allo stato attuale la donna serba in sé il bagaglio di epoche e tempi ormai trascorsi ed in particolare negli ultimi trent‟anni all‟interno di questa sua valigia conserva un angolo non sempre visibile ma che ha mutato radicalmente la sua forma mentis, modificando di conseguenza ogni tipo di relazione con la realtà; questo bagaglio ha il nome di riscatto.

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Così è accaduto, accade ed accadrà per la donna, la quale, figlia di epoche e tempi che hanno plasmato la sua identità rivoluzionando spesso il confronto con il sesso opposto, riesce ad essere il fulcro attorno al quale ruota instancabilmente ogni forma d‟arte, dalla poesia alla prosa, dalla pittura alla scultura, dal teatro al cinema. Questa pregevole e carismatica sintesi di mente e corpo tinti di rosa si è delineata ed è sbocciata a seconda del contesto e delle qualità individuali che ognuna possiede: ogni attimo ha scandito un cambiamento ed ogni cambiamento rappresenta la base per ulteriori evoluzioni fino ad arrivare ad oggi, in cui il gentil sesso si chiede: “Qui ed ora, chi sono?”. “L‟oggi è il domani di ieri e lo ieri di domani”: allo stato attuale la donna serba in sé il bagaglio di epoche e tempi ormai trascorsi ed in particolare negli ultimi trent‟anni all‟interno di questa sua valigia conserva un angolo non sempre visibile ma che ha mutato radicalmente la sua forma mentis, modificando di conseguenza ogni tipo di relazione con la realtà; questo bagaglio ha il nome di riscatto.

Questa pregevole e carismatica sintesi di mente e corpo tinti di rosa si è delineata ed è sbocciata a seconda del contesto e delle qualità individuali che ognuna possiede: ogni attimo ha scandito un cambiamento ed ogni cambiamento rappresenta la base per ulteriori evoluzioni fino ad arrivare ad oggi, in cui il gentil sesso si chiede: “Qui ed ora, chi sono?”. “L‟oggi è il domani di ieri e lo ieri di domani”: allo stato attuale la donna serba in sé il bagaglio di epoche e tempi ormai trascorsi ed in particolare negli ultimi trent‟anni all‟interno di questa sua valigia conserva un angolo non sempre visibile ma che ha mutato radicalmente la sua forma mentis, modificando di conseguenza ogni tipo di relazione con la realtà; questo bagaglio ha il nome di riscatto.

- Questa pregevole e carismatica sintesi di mente e corpo tinti di rosa si è delineata ed è sbocciata a seconda del contesto e delle qualità individuali che ognuna possiede: ogni attimo ha scandito un cambiamento ed ogni cambiamento rappresenta la base per ulteriori evoluzioni fino ad arrivare ad oggi, in cui il gentil sesso si chiede: “Qui ed ora, chi sono?”. “L’oggi è il domani di ieri e lo ieri di domani”: allo stato attuale la donna serba in sé il bagaglio di epoche e tempi ormai trascorsi ed in particolare negli ultimi trent’anni all’interno di questa sua valigia conserva un angolo non sempre visibile ma che ha mutato radicalmente la sua forma mentis, modificando di conseguenza ogni tipo di relazione con la realtà; questo bagaglio ha il nome di riscatto -

Esistono tante categorie di donne, descriverle una ad una è un compito impossibile; fatto sta che col passare del tempo il colore rosa da tenue sta diventando shocking e questa metamorfosi cromatica obbedisce ad un desiderio in passato sopito di guardarsi, guardare e farsi guardare, ma uno sguardo che non si sofferma solo sull‟aspetto estetico – anche se questo è un altro argomento attuale e, per determinati aspetti, delicato – ma su chi sono le donne, da dove provengono e verso quale territorio approderanno. Il genere femminile, anzi quel genere femminile che serba in sé valori quali educazione, dignità, rispetto e stima di sé e dell‟altro in quanto persona e non come immagine da esporre, rappresenta un‟ancora di salvezza, una fonte di ispirazione per l‟intera umanità e oggi sento di affermare che molte donne, le quali spesso hanno attraversato periodi della loro vita dai colori non sempre vivaci, siano in grado non solo di vivere ma anche di insegnare ad affrontare la giornata a testa alta e con dignità. Da come osservo la mia realtà desidero associare alla parola “donna”, il termine “garanzia”, sono ottimista e spero che qualcosa realmente si stia muovendo affinché ogni tipo di difficoltà di cui è protagonista il genere femminile venga superato con esiti così a lungo bramati; la donna “oggetto” sta lentamente tramontando favorendo conseguentemente l‟ingresso ad una donna “soggetto” capace di gestire, organizzare e fornire un senso concreto alla propria esistenza. Viva le donne!

Così è accaduto, accade ed accadrà per la donna, la quale, figlia di epoche e tempi che hanno plasmato la sua identità rivoluzionando spesso il confronto con il sesso opposto, riesce ad essere il fulcro attorno al quale ruota instancabilmente ogni forma d‟arte, dalla poesia alla prosa, dalla pittura alla scultura, dal teatro al cinema. Questa pregevole e carismatica sintesi di mente e corpo tinti di rosa si è delineata ed è sbocciata a seconda del contesto e delle qualità individuali che ognuna possiede: ogni attimo ha scandito un cambiamento ed ogni cambiamento rappresenta la base per ulteriori evoluzioni fino ad arrivare ad oggi, in cui il gentil sesso si chiede: “Qui ed ora, chi sono?”. “L‟oggi è il domani di ieri e lo ieri di domani”: allo stato attuale la donna serba in sé il bagaglio di epoche e tempi ormai trascorsi ed in particolare negli ultimi trent‟anni all‟interno di questa sua valigia conserva un angolo non sempre visibile ma che ha mutato radicalmente la sua forma mentis, modificando di conseguenza ogni tipo di relazione con la realtà; questo bagaglio ha il nome di riscatto. Così è accaduto, accade ed accadrà per la donna, la quale, figlia di epoche e tempi che hanno plasmato la sua identità rivoluzionando spesso il confronto con il sesso opposto, riesce ad essere il fulcro attorno al quale ruota instancabilmente ogni forma d‟arte, dalla poesia alla prosa, dalla pittura alla scultura, dal teatro al cinema. 33


Abiti Moschino forniti dallo show-room B52'S di Lucca

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Abiti Moschino forniti dallo show-room B52'S di Lucca Borsa: Prada

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Abiti Moschino forniti dallo show-room B52'S di Lucca Borsa: Prada

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Abiti Moschino forniti dallo show-room B52'S di Lucca Borsa: Prada

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Abiti Moschino forniti dallo show-room B52'S di Lucca Borsa: Prada

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Abiti Moschino forniti dallo show-room B52'S di Lucca Stylist: Niki Frondi

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Remembrance Art Director & Make-up Andrea Beci Make Up Photographer: Teresa Malara Ph Stylist : Rachele Terrinoni Models : Giuseppe Leccisotti Noemi Renzetti _ yourwaymanagement

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Abiti: Simona Cataldo Scarpe: Guess

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Abiti: Simona Cataldo Scarpe: YSL

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Abiti: Simona Cataldo Scarpe: YSL

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Abiti: Simona Cataldo Scarpe: Guess

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Abiti: Simona Cataldo Scarpe: Guess

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Abiti: Denny Rose trasparente a fiori Accessori: H&M 61


gonna cotone bianco lunga costume velluto beige pellicciotto smanicato bershka bracciali e collana H&M cintura pelle e metallo intrecciato handmade

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gonna cotone bianco lunga costume velluto beige cintura pietre e cuoio bracciali collana e fasciacapelli H&M

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gonna cotone bianco lunga costume velluto beige cintura pietre e cuoio bracciali collana e fasciacapelli H&M

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Photographer: Fabio Bergamasco Make Up Artist: Anna Lucas & Fabio Delise Hair Stylist: Fabio Delise

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R. Ciao Fabio e benvenuto tra noi. Comincio subito col chiederti: quando hai preso in mano la tua prima macchina fotografica? Ricordi qual era? F. Era il 1994, ho comprato una Yashica usata completamente manuale di cui non ricordo il modello. Ero un completo neofita, non ci capivo assolutamente niente anche perché non sapevo proprio nulla di aperture, diaframmi ecc. Nel 1998-1999 ho frequentato dei corsi base e pian piano è iniziato tutto …

mente meno costoso per il fotografo (non necessita infatti di tutto l‟entourage di truccatrici, parrucchieri, abiti ecc) e quindi all‟inizio più remunerativo. I servizi matrimoniali quasi sempre rispondono ad alcuni cliché difficili da cambiare: pose, location, espressioni ecc sono quasi sempre di un certo tipo, mentre la Moda è sicuramente molto più stimolante, offre varietà pressoché infinite, permettendo alla mia parte artistica di essere espressa al massimo livello.

R. Attualmente, come si compone il tuo garage fotografico? F. Il mio portfolio attualmente è composto da due categorie principali: Moda e Servizi Matrimoniali.

R. Ti va di enumerarci qualche tua esperienza professionale che orgogliosamente vanti? F. Non me la sento di citarti qualche servizio in particolare. Ogni servizio viene curato sotto ogni aspetto da me e dal mio staff di make-up artist ed hair stylist. Tutto viene creato per sviluppare una storia, un tema e tutti collaborano senza riserve alla realizzazione delle mie idee, con suggerimenti e confronti che non fanno altro che migliorare la riuscita del set.

R. Notavo nello sfogliare le tue galleries, una propensione al bianco e nero (soprattutto nel fashion e glamour). Au contraire, totalmente assente nella galleria dedicata al ritratto : come mai questa scelta? Qual è il fattore determinante che ti spinge ad una scelta piuttosto che ad un’altra? F. Sono amante sia del bianco e nero sia dei colori. La passione per il bianco e nero nasce dalle mie prime esperienze quando sviluppavo i rullini fotografici nella mia camera oscura (per dovere di cronaca era il mio bagno attrezzato a tale!!!). Iniziando ad utilizzare il digitale pian piano ho apprezzato la magia dei colori. La scelta definitiva riguardo ad ogni singola foto dipende da come la visualizzo in post produzione oppure dalla scelta del cliente.

R. Tu sei per la fotografia analogica o digitale? F. Visti i passi da gigante compiuti dalla tecnologia negli ultimi anni sono sicuramente un sostenitore del digitale. La velocità e le infinite possibilità che ti offre sono indubbiamente un grande aiuto. Un altro aspetto molto importante è anche sicuramente la spesa che per il digitale è notevolmente ridotta (rullini, sviluppo ecc). Ricordo ancora, la mia piccola tecnica di effettuare i primi scatti di moda in analogico senza rullino per permettere alla modella di mettersi a suo agio ed entrare nel clima senza però sprecare materiale prezioso e costoso.

R. Oltremodo, rimanendo in tema, non si può far a meno di notare anche l’assenza di un genere che fa tanto parlare di sé, il nudo. Che mi dici in proposito? F. Ho avuto un periodo in cui mi piaceva molto cimentarmi nel nudo artistico, dal 2003 al 2005. Ho frequentato un bellissimo corso al termine del quale avevo creato un piccolo studio , con il tempo però mi sembrava sempre più limitato e non mi dava più molta soddisfazione quindi avevo smesso. Il nudo è stato un ottimo inizio ed è quello che mi ha dato le basi soprattutto nelle pose (aspetto in cui sono maniacale) la posizione delle mani, dei piedi ecc.

R. Fermati un attimo e riflettici su. Guarda la “fotografia” di ieri e oggi: cosa pensi sia migliorato e/o cosa rimpiangi? F. Avendo iniziato con l‟analogico e tutto ciò che ne conseguiva (vedi la camera oscura in bagno citata precedentemente) posso dire che è stato un piacere partir da quelle tecniche per poi passare alla comodità del digitale. Non rimpiango niente però, tutto è servito a farmi diventare quello che sono e non posso che apprezzare i benefici che la nuova tecnologia apporta.

R. Manca un genere e fa immediatamente da contrappeso il servizio matrimoniale, che negli ultimi anni sta assistendo all’allontanamento di molti professionisti del settore emigranti verso la moda. Perché, a tuo avviso, molti tuoi colleghi si orientano verso la moda piuttosto che a matrimoni (o qualsivoglia evento importante) nonostante si sia diffusa l’opinione che il lavoro del fotografo sia “a costo zero”? ( Tra l’altro, solo pochi giorni fa un tuo collega inglese -Tony Sleep- ha postato su twitter un link che diceva: “sono un fotografo e non lavoro gratis”, largamente condiviso dai colleghi del social … questo è il link http:// www.facebook.com/notes/agnese-aggie-morganti/ sono-un-fotografo-e-non-lavoro-gratis-defendphotography/10150353529986117 ). F. La differenza sostanziale tra il servizio di moda ed il servizio matrimoniale è sicuramente il mercato. E‟ ovviamente molto più semplice trovare un cliente interessato ad un servizio matrimoniale rispetto all‟altra categoria, almeno nel mio “bacino di utenza” (mediamente Friuli Venezia Giulia). E‟ indubbia-

R. Un link al tuo portfolio F. http://www.fotostudio54.it

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FASHION TIPS: E tu che modella sei?

Quando si dice „modella‟ tutti pensano alla ragazzina anoressica che sfila in passerella, ma non è proprio così.. Nel settore della moda e della pubblicità non è solo importante l‟aspetto fisico – bellezza – ma anche la riconoscibilità del soggetto con tratti fisici particolari. Caratteristica principale è un buon carattere e la spontaneità: saper recitare di fronte ad una macchina fotografica con pazienza e disponibilità richiede anche dover sopportare il caldo e il freddo, location poco comode e diverse ore per la realizzazione del make-up e delle acconciature. Vari tipi di modelle interessano il mercato ecco quali sono: Modella per sfilata: i campionari degli stilisti vanno dalla taglia 38 alla 42. Altezza minima richiesta 1,76 m fino ad un massimo circa di 1,85 m. Forme proporzionate e non vistose, fisico asciutto. Modella per cataloghi: i campionari per gli showroom vanno dalla taglia 40 alle 42. Altezza minima richiesta è solitamente 1,70 m, comunque solitamente viene uniformata con le altre modelle presenti. Modella per intimo o moda mare: fisico formoso e ben proporzionato con minimo una terza di seno o comunque una seconda abbondante. Disinvoltura e sensualità. Hair Model: l‟altezza non è importante ma può capitare la richiesta minima di 1,64 m. Disponibilità al taglio e colore Fotomodella pubblicitaria: è il settore più competitivo, poiché non sono richieste specifiche particolarità se non la grande espressività del soggetto Fotomodella glamour: fisico ben proporzionato e formoso, sensualità e disinvoltura. Spesso si richiede di posare senza indumenti e la capacità di saper esprimere al meglio con il proprio corpo la femminilità Fotomodella per parti del corpo: indispensabile avere occhi, labbra, mani, gambe e piedi molto belli. Mercato molto settoriale. Fotomodella per nudo artistico: molto simile al glamour, l‟altezza non è indispensabile. I compensi sono molto alti, ma si devono saper scegliere con accuratezza i lavori seri. Un'altra categoria di modelle che personalmente ammiro molto sono quelle di Elena Miro’ , dalla taglia 44 in poi e non solo sulla stessa linea c‟è l‟agenzia „Ciao Magre‟ ,l‟unica in Italia specializzata in modelle oltre la taglia 46 e si rivolge a tutte le donne che sognano di proporsi nel mondo della moda, della fotografia e della pubblicità.

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Ph otograph y | I consigli Di Konsuelo Gennari


Ph otograph y | Recensione fotografica Di Paolo Menegh etti

Recensione fotografica all‟ attrice

Per il filosofo Deleuze, il pittore Bacon avrebbe cercato di dipingere < la sensazione… presa in se stessa >. Gli interessava < il modo in cui ci rapportiamo al mondo >. La dimensione < dell‟esteriorità > per noi è tale nel < medium > della vista, dell‟udito, dell‟olfatto, del tatto, del gusto. Per Bacon conta essenzialmente il fatto che < nel contempo, sentendo “si diviene” e qualcosa “accade” mentre la sentiamo >. La vista, l‟udito, il gusto, l‟olfatto od il tatto vanno considerate < nel loro rapporto con l‟esteriorità >, anziché < in se stesse >. Conta la < sensazione >, non < il senso >. Fra i pittori, per Deleuze il primo a cercare tale soluzione estetica sarebbe stato Cezanne. Mostrare < la sensazione… presa in se stessa > diventa possibile facendo in modo che questa < abbia una sua “vitalità” >. Cezanne dà alla nostra visione del quadro un vero e proprio < ritmo >. Il tipico < proto-cubismo > cerca d’assegnare alla sensazione una precisa < logica >. La nostra visione, < mantenuta entro il rapporto con la sua esteriorità > (non più < fine a se stessa >), è dipingibile se quella < ha un ritmo >, che alla fine la “rivitalizza”. Il < protocubismo > di Cezanne fa in modo che il < semplice senso > manifesti una sua < dimensione spazio-temporale >, per cui lo percepiamo letteralmente < ad accadere >. Per Deleuze ciò significa < dare un… “ritmo” alla vista >. Dal canto suo, Bacon avrebbe la stessa estetica. Se consideriamo il quadro < Studio di Isabel Rawsthorne >, ad esempio, sulla testa femminile spuntano “fantasticamente” degli ovali, aggiunti allo scopo di sgranare gli occhi, gonfiare le narici, prolungare la bocca, far “dondolare” la pelle. Per Deleuze, Bacon così cercherebbe un modo perché percepiamo i cinque sensi < nel loro insieme >. Se il cerchio mostra bene quanto un punto centrale < sia in rapporto > con la sua esteriorità, l‟ovale aggiungerebbe al primo una < vena… ritmica >. Ricordiamo ad esempio la curva della corrente alternata, od il piatto inclinato della batteria musicale. Casi in cui la forma ovale si percepisce in via ritmata. La fotografia di Giorgia forse ci manifesta la stessa estetica? Inevitabilmente, saremmo colpiti dalla coppia di “cerchi centrali” sul volto. Oltre a quello dovuto al < chewing gum >, ne vediamo un secondo, più nascosto, seguito l‟incurvarsi dei capelli sulla mascella sinistra. Pare che i due cerchi < si “sfasino” apertamente, uno dietro l‟altro >. L‟incurvarsi dei capelli sulla mascella sinistra a sua volta ha una profondità. La palpebra inferiore dell‟occhio destro continuerebbe in alto, tramite il < piercing >. La curva sarebbe la stessa che vediamo più chiaramente sui capelli della guancia sinistra. Potremmo percepire una seconda < sfasatura figurativa >, che incroci quella fra i due < cerchi > al centro. L‟apertura del colletto nella giacca determina la visione d‟un < rombo >, coinvolta la punta a sinistra del tatuaggio (che sembra un < becco >…). Forse è eccessivo parlare d’una terza < sfasatura >; quantomeno si percepisce una simmetria. Vestendosi di nero, segnata dal < piercing > e dal tatuaggio, senza pettinatura sul volto, Giorgia assumerebbe un‟espressione “cattiva”. L‟occhio destro punta su di noi in via straordinariamente < glaciale >. La sua pupilla è “artificialmente tagliente” quanto il vicino < piercing >. Per converso, il < chewing gum > riconduce Giorgia all‟età “infantile”. Tornerà la percezione estetica della < sfasatura >, ora in chiave concettuale. Il volto di Giorgia mostra organi di senso < sovraccaricati > dalla trasformazione in più < ovali >. La bocca diventa la bolla del < chewing gum >, la mascella sinistra nasce da una treccia di capelli, l‟occhio 95

destro “punta” nella “perforazione” del sopracciglio. Tutta la fotografia vale esteticamente sulla virtualità che il tatto, la vista e pure il gusto abbiano un < ritmo percettivo >. Interessa < la sensazione… presa in se stessa >, che si dà < in rapporto alla propria esteriorità >. Pensando all‟ironia iconografica del < duro che però mangia il chewing gum >, non dimentichiamo gli < ovali > proto-surrealistici del pittore Arcimboldo. Bibliografia consultata: G. DELEUZE, Francio Bacon: logica della sensazione, Quodlibet, Macerata 2002, pp. 85-101

BIO Giorgia Wurth (nata a Genova nel 1979) è attrice, conduttrice e annunciatrice televisiva. Cresciuta a Milano, si laurea in < Scienze della comunicazione >. La sua carriera inizia nel 1998, quando è chiamata a condurre un programma su < Disney Channel >. Dal 2003 al 2008, Giorgia Wurth è una delle < signorine buonasera > su < Rai Tre >. In seguito lavora come attrice in alcune < fiction televisive > (fra cui ricordiamo < Il bene ed il male >, < Un medico in famiglia >, < Moana >). Nel Gennaio del 2010, Giorgia Wurth pubblica il suo primo romanzo, intitolato < Tutta da rifare > e pubblicato da < Fazi Editore >. La storia è quella d‟una ragazzina che, ossessionata dalla bellezza, finisce per “rovinarsi” con la chirurgia estetica. Il libro vince il < Premio Afrodite 2010 >, quindi il < Premio Falerno Primo Romanzo 2010 >. Recentemente Giorgia Wurth ha lavorato come attrice nei due film (diretti da Fausto Brizzi) < Maschi contro femmine > e < Femmine contro maschi >, molto seguiti dal pubblico italiano. www.giorgiawurth.com


T endenze | Story Di Carmen Cav allaro

Gli anni ‟80 tornano alla ribalta! Dopo vari preannunci che ci rivelavano un possibile ritorno, quest‟anno finalmente la conferma! Gli stilisti si sono guardati indietro ed hanno portato la moda degli anni „80 nelle passerelle delle sfilate del 2011. Nella moda anni 80 per essere cool non serve spendere grandi cifre e fare shopping nei negozi di marca, dovete conoscerla a fondo e poi cercare quello che vi serve nei mercatini, nei negozietti di poco prezzo. Uno dei simboli le giacche con le spalline, un capo d‟abbigliamento immancabile nello stile dell‟epoca. Adottate tanto dalle “donne in carriera”, quanto da quelle che preferivano invece uno stile più casual. Molto popolare era la giacca di pelle, i leggings ( che sono presenti nel nostro armadio già dall‟anno scorso) abbinati a maxi maglie. Qualcuno ha anche ripresentato le tute intere. Le tute vengono proposte ,già da qualche tempo, anche in stile più sportivo in ciniglia, grande ritorno di questo materiale che era un must degli anni '80. Ancora, colori neon e pantaloni a vita alta! Se pensiamo poi agli anni 80 confrontandoli ai nostri, non c‟è donna migliore che possa sottolineare questo cambiamento che la grandiosa Madonna. Tutto cominciò da lei ,e dopo numerosi anni è ancora lei che detta legge in fatto di stile! Chi non ha visto le sue immagini con i capelli cotonati, piena di strass, merletti e calze bucate? Una delle ultime grandi icone in vita della nostra epoca!

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T endenze | Fall Winter 2011/12 Di Viv iana Marciani

Le passerelle al femminile per le prossime stagioni ci hanno mostrato quanto il color block consacratosi durante la scorsa estate resista con l'abbassarsi delle temperature, portando pennellate di colore inusuali nelle fall/winter collections. Accanto ad esso la scelta in fatto di trend non manca, non senza apprezzatissimi revival. Dal military mood firmato Alexander McQueen visto più volte su Catherine Middleton al tartan di Moschino Cheap&Chic e Sonia Rikyel. Burberry Prorsum e Prada ci riportano al passato, a quegli anni '60 caratterizzati da un'eleganza mai eccessiva e, se la linea Marc by Marc Jacobs d'ispirazione hippie rappresenta un chiaro riferimento agli anni '70, Stella McCartney e Miu Miu reinterpretano i più eccentrici anni '80. Yves Saint Laurent ed Hermés ci vogliono invece candide, mentre la sobrietà della maison Chanel fedele al "less is more" osannato da Mademoiselle Coco propone linee maschili. Fra tutte le tendenze poi sta dilagando quella che ha per protagoniste le stelle. I decori a cinque punte nel corso dei mesi a venire illumineranno capi ed accessori di non poche fashion addicted così come un cielo sereno durante la notte. Le abbiamo viste interpretate da top model del calibro di Candice Swanepoel, Alessandra Ambrosio ed Isabeli Fontana al defilé made in Italy di Dolce & Gabbana. Dopo la linea estiva che ha riportato alla luce la femminilità più pura ed innocente ma non per questo priva di sensualità con il pizzo in primo piano, il geniale duo punta a far brillare la donna, ancora una volta al centro dell'attenzione senza un'ombra di volgarità. Nei toni del blu, giallo, bianco, nero o in versione sparkling la polvere di stelle rappresenta la stampa del momento più amata dalle celebrities che sfoggiano abiti da sogno a tema sulle cover dei fashion magazines più glamour tanto quanto sui red carpet. Harper‟s Bazaar US ha ricoperto di accessori la deliziosa Puffetta lo scorso mese, mentre sul numero di Settembre la top Maryna Linchuk indossa un abito giallo in chiffon con decori blu, Beyoncé ammicca con un minidress sparkling color oro dalla copertina di Instyle Magazine e la dolce Anne Hathaway è su Marie Claire UK di Settembre con un tubino nero con stelle bianche. E ancora Britney Spears, Fergie, Jessica Alba, Kim Kardashian ed Olivia Wilde per fare alcuni nomi. E voi? Siete star addicted ma comprensibilmente queste creazioni non sono alla portata del vostro portafoglio? Ancora un volta Asos, lo shop online british per eccellenza, corre ai ripari proponendo lo stesso mood su top, minidress e pantaloni, assolutamete chic tanto quanto cheap. Se invece non amate l'all over star print perfetto sotto i riflettori ma, diciamolo, non proprio adatto al quotidiano e allo stesso tempo non volete rinunciare a seguire il trend puntate sul dettaglio che si sa, fa la differenza. Direttamente dal firmamento le stelle ricoprono sneakers e decollétes, per non parlare di gioielli e bijoux che, nonostante le temperature rigide impongano di aumentare i centimetri di stoffa, continuano a farsi notare grazie alle loro misure che non accennano a diminuire. Desiderate invece un must have? Allora rompete il salvadanaio: non potrà mancare nel vostro armadio la Star Clucth (ancora firmata Dolce&Gabbana). Le varianti di colore non mancano, ma la più femminile é senza alcun dubbio la versione in pelle nera su cui sono cucite le immancabili stelle in formato maxi e color fucsia. Glam & pop!

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T endenze | Il ritorno degli anni 80 Di Alessandra Di L ev a

abiti e decorate. I pizzi, i merletti, il sangallo tornano a ornare gli abiti e questa volta anche gli accessori. Possiamo utilizzare strisce di pizzo per legare i capelli o per fare i lacci delle scarpe da ginnastica, ovviamente Reebok col tacco e la caviglia alta. Eh già, anche le scarpe degli anni Ottanta sono tornate sui nostri piedi! Le comodissime Superga o le scarpe da aerobica, le sneakers, disponibili sia in colori accesi che neutri, dai lacci larghi o fini da abbinare coi scaldamuscoli. Ma si può seguire anche lo stile di quegli anni senza essere eccessivamente sportive, ad esempio con dei jeans a vita alta super attillati, magari col risvolto al fondo, con sotto le zeppe. E sopra? Neoblouson con maniche a pipistrello, sensuali e comodi o canottiere sblusate, che attualmente vengono proposte a righe, pallini o fantasie modulari geometriche o romantiche come fiocchi e cuoricini. Da non dimenticare strass e paillettes per la sera, con minigonne mozzafiato e multistrato e per le più coraggiose arricchite dai tulle. Ma una delle cose più divertenti da indossare per rievocare quegli anni sono gli accessori. Braccialetti in plastica colorata, o in metallo laccato in finto oro con pietre false ma vistose, le collane con riferimenti religiosi come le croci, o tempestate di fiocchi e cuoricini, in stile Madonna. Grandi orecchini luccicanti ma non preziosi, con perle e in finto oro. Difficili da recuperare sono i guantini, in pizzo o pelle, che tanto piacevano negli anni ‟80, ma che ora risultano scomodi ed esagerati. Per quanto riguarda le borse, sono ovviamente in pelle, con le frange, borchiate, laccate, o in stoffa a fantasia colorata a forma di bauletto o shopping bag. Parliamo di trucco e parrucco, attualmente non vedremo in giro permanenti impossibili come allora, ma l‟effetto cotonato è in voga, i capelli si possono tenere in ordine con fermaglietti di tutti i tipi, cerchietti e fasce. Il trucco esagerato non viene visto bene, ma i colori accesi sono perfetti soprattutto in estate, intramontabile l‟effetto smoky eyes con rimmel in quantità sulle ciglia e il rossetto. Non sono solamente le donne a riprendere le mode di allora, anche i ragazzi si ritrovano ad acquistare le famose cinture in cuoio El Charro, a indossare jeans anche a vita alta col risvolto, T-shirt in jersey, vistosi orologi plasticosi, cappelli tipo Borsalino, felpe Best Company e scarponcini Timberland. Insomma gli anni Ottanta sono intramontabili e attualmente esercitano ancora un bel fascino contagioso. Il vantaggio è che non siamo costretti a spendere grosse somme di denaro per vestirci come allora, ma possiamo frugare negli armadi alla ricerca di vecchi abiti dismessi, oppure proviamo a rovistare ai mercatini dell‟usato e del vintage alla ricerca di qualche pezzo unico che dopo qualche ritocchino ci farà apparire cool .

La moda fin dalla sua nascita è in continua evoluzione: abbiamo modificato nel tempo abiti, accessori, acconciature, trucco e persino la silhouette nel tentativo di seguire le ultime tendenze e sentirsi al passo coi tempi. Eppure sono molti i periodi in cui non bisogna solo essere à la page, ma avere anche riguardo per quello che concerne il vintage e il retrò. Le mode di tutte le epoche si sono sempre influenzate a vicenda, sono stati tramandati colori e fantasie degli abiti, tipologie di fogge e metodi di acconciature. Anche nel nuovo millennio infatti continuiamo ad utilizzare alcuni elementi che erano must degli anni passati. In particolare nell'ultimo periodo si può osservare un ritorno agli anni Ottanta. Una delle peculiarità della moda però è quella di non riproporre mai lo stile passato esattamente come era, ma di modificarlo per renderlo più contemporaneo e adatto al periodo storico. Quindi passeremo ora ad esaminare non solo gli elementi in comune dello stile attuale con la moda anni ottanta, ma anche le nuove modifiche apportategli e le piccole differenze che ce la ripresentano più stuzzicante. Innanzitutto come non notare il ritorno dei leggings? Allora venivano indossati a vita alta e con colori fluo, oggi possiamo torvarli di tutte le tonalità, a vita bassa, in ecopelle, molte volte arricchiti da fantasie particolari, pizzi e altre decorazioni. Ce ne sono di così tanti tipi che ogni subcultura giovanile riesce a usufruire di questo indumento senza doversi etichettare come seguace della moda anni '80. Ottime da abbinare ai leggigs, o alle calze colorate, sono le magliettone larghe, da indossare con una spalla calata sul braccio o anche con il girocollo più stretto o a V. Le mitiche spalline larghe tipiche del periodo ritornano un po‟ meno esagerate, talvolta applicate eternamente agli

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EVORA

LOCKTI

ALMA

SPEEDY

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Stile | Dagli anni 80 ad oggi, gli stili In e Out

Cool

KIM BASINGER Personaggio cool dei mitici anni 80 è Kim Basinger. La Basinger si trasferisce a New York nel 1980 dove inizia la sua meravigliosa carriera come attrice. Diventa sex simbol degli anni 80 grazie al film girato con Michey Rourke “Nove settimane e mezzo”. Nonostante le critiche mosse inizialmente e le censure avanzate, il film diventa però un “sexy” cult di quel secolo conferendo agli attori notorietà mondiale. L‟ evoluzione della Basinger, si può constatare nel tempo: infatti da sex simbol qual era, si rifiuta nel „97 di girare il sequel di “Nove settimane e mezzo” per dare di lei l‟ immagine di donna matura. Il successo si fece immediatamente risentire con la vittoria del premio oscar come attrice non protagonista nel film “L.A. Confidential”. Decisamente pollice in su per l‟attrice che e‟ riuscita a scrollarsi di dosso il clichè di donna oggetto vestendo i panni della donna in carriera … pur sempre sexy.

VS LADY GAGA

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Nata negli anni 80 e dal percorso professionale decisamente discutibile. Ha iniziato sin da piccola suonando da autodidatta il pianoforte per ritrovarsi poi a 20 sui palcoscenici dell‟est village a praticare l‟arte degli spogliarelli. Lady Gaga e le sue performance ormai rasentano il (ridi) cool. La giovane pop star continua a far parlare di sé grazie alle sue famigerate opere di beneficenza che “le” fruttano un po‟ di soldini. E‟ infatti resa nota l‟accusa mossa nei suoi confronti da un gruppo di noti avvocati statunitensi in merito alla vendita di alcuni braccialetti di gomma proposti sul suo sito. A quanto pare la pop star ed il suo staff avrebbero intascato gran parte dei guadagni extra invece di, come si era detto, devolvere l‟intero incasso in beneficenza al Giappone. Un‟ altra bella trovata pubblicitaria è stata quella di strappare e ingerire il blocchetto con le domande del presentatore David Letterman, durante il talk show presentato. Per questi e molti altri motivi un grande pollice verso alla cantante e la promozione della stessa a vip ridi-cool del momento.


Stile | Intervista

R. Marilù, è con estremo piacere che ti faccio il mio personale benvenuto in Revolution. Ti va di raccontarmi come nasce il brand “Marilù Shoes”? M. Con molto piacere, ho sempre avuto una grande passione per la moda e per le scarpe, soprattutto quelle con tacchi vertiginosi. Diciamo che non ho scelto il momento preciso, ho semplicemente deciso di far diventare la mia passione un lavoro. Dopo qualche corso specifico di Shoe Designer e un'esperienza sul campo, nel settore calzature per conoscere gli aspetti tecnici, ho concretizzato un personale progetto creativo di mie modelli firmati Marilù - designer e fondatrice del brand. R. Quale filosofia hai abbracciato per il tuo brand? M. La mia filosofia è basata su valori unici del “fatto a mano”, l'eccellenza artigianale, rispettando la tradizione del Made in Italy. La ricerca individuale di pellami pregiati e tessuti preziosi difficili da reperire mi permettono di realizzare in modo creativo e originale i miei modelli, dando un valore reale di unicità, per questo motivo non sempre è possibile la serialità, solo edizione limitata o pezzi unici. R. … e qual è il target di destinazione del prodotto? Il target di riferimento delle mie creazioni è rivolto alle donne che seguono la moda, amano scarpe esclusive, estremamente femminili di design unico, senza rinunciare alla qualità e sanno apprezzare il valore artigianale della scarpa. R. Marilù, potrei star qui ad elencarti i mille pregi delle creazioni marchiate “Marilù Shoes”, ma gradirei maggiormente cederti la parola per lasciare che sia tu a condurci nel settore calzaturiero e a spiegarci come avviene la scelta dei pellami, dei tessuti in generale e degli strass che vanno ad impreziosire le tue creazioni che oltremodo, risaltano il concetto, oramai un po‟ perduto, dell‟artigiano made in Italy … M. Per soddisfare i desideri unici e individuali delle clienti Marilù propone un servizio di personalizzazione dei modelli tra una selezione di tessuti preziosi e pellami ricercati seguendo il gusto e lo stile della cliente Questi modelli sono realizzati solo su ordinazione ovviamente il tempo di attesa per la consegna si allinea all'esclusività dello stesso. R. Ciò detto, qual è la tua opinione in merito alla produzione in serie? M. Mi piace creare modelli esclusivi e per essere tali devono essere pochi pezzi o unici. R. Quindi esclusività, unicità del prodotto, esigenze del cliente, eleganza, sono per te i fattori chiave intorno ai quali snodi la tua attività (che aggiungerei, eserciti con grande professionalità e soprattutto, immensa passione) e che da diversi anni dirigi anche alle future spose. Cosa puoi dirmi in proposito? M. Con la mia creatività da quest'anno ho dedicato una linea alla sposa. Modelli esclusivi, eleganti ,molto femminili studiati per lei, di altissima qualità artigianale, romantici dettagli e decorazioni in cristallo swarovski trasformano le creazioni sposa in veri e propri gioielli. I modelli sposa vengono realizzati solo su ordinazione si possono personalizzare scegliendo i materiali con una gamma colori che spazia dal perla, al rosa, toccando sfumature del cipria e avorio, da abbinare con l'abito. R. ...da aggiungere anche che il tuo brand non produce solo scarpe ma anche borse, corretto? M. Il mio brand produce solo scarpe, ho una collaborazione con artigiani di borse che realizzano pochette da sera in abbinamento alla scarpa . 101


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Gentilissima Stefania,

L ife | A tu per tu con Giuliano Gaglione

AL CUORE NON SI COMANDA

A tu per tu con giuliano gaglione

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Carissimi, mi chiamo Stefania Valente e sono una vostra grande fan. Vi seguo praticamente dal primo numero e il mio interesse cresce al crescere della vostra rivista, complimenti di cuore. Vi scrivo perchè volevo rivolgere una domanda allo psicologo della redazione, il Dott. Giuliano Gaglione nella speranza che possa rispondermi. La domanda è questa: Egregio Dott. Gaglione, dopo 13 anni di fidanzamento ho avuto il coraggio di chiudere una relazione che almeno per i primi 8 anni mi aveva procurato tanto dolore. Negli ultimi anni oramai, eravamo due buoni amici più che fidanzati e i litigi erano di gran lunga diminuiti ma le distanze tra noi erano aumentate. Non era un cattivo ragazzo ma il mondo girava solo intorno a lui, trascurando tutto quello che aveva intorno e soprattutto me. Prima di terminare questo rapporto, già in crisi, ho conosciuto un altro ragazzo, motivo che ha dato il taglio netto. Sinceramente gli ho detto le vere motivazioni e il risultato è questo ora: lui si è fidanzato dopo due mesi con una ragazza sbandierando il suo rapporto a tutti (compresa la mia famiglia). Mi dicono tutti che oggi a lei si dedica di più mentre trascurava me ... addirittura viaggiano sempre insieme. Io invece, convivo con questo nuovo ragazzo che amo ma provo un dolore nuovo: non riesco a sentirmi libera nel mio paese di origine. Ho paura che chi ci vede, può dirlo a lui, o peggi vederci, e che potrebbe soffrire per questo... io non riesco a vivere tranquilla questo rapporto perchè temo che lui ostenta il suo rapporto solo per ferire me. Aggiungo che lui, pur vivendo questa nuova relazione, ha in più occasioni sentito me, per motivi legati a questioni legali, e infangatta con le sue accuse ... ma in passato mi aveva anche tradita con una collega di lavoro. Mi può dare un consiglio? Perchè vivo male questo rapporto? Grazie, Stefania Valente

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se volessi paragonare le sue relazioni, almeno quelle sentimentali ad una bilancia mi sentirei di affermare che essa pende più verso la tendenza a prodigarsi verso l’altro piuttosto che ad occuparsi di se stessa. Attenzione questo non significa che questo legame sia oggettivamente sbagliato, quello che è importa è come lo si vive e dalle sue parole si evince che questa situazione non è stata e non è benefica nei suoi riguardi; tuttavia nonostante stia vivendo una situazione disagevole lei comunque non sta indossando alcuna maschera in quanto è consapevole di ciò che sta vivendo, quindi ora STEFANIA E’ AUTENTICA (e questo è un enorme passo avanti, si fidi). Torniamo a questa relazione: un detto dice: Dio li fa e poi li accoppia: come poteva non nascere una relazione tra chi è concentrato solo su se stesso e chi invece ha la tendenza a prodigarsi verso l'altro per paura di ferirlo? Ora ti spiego tutti i meccanismi psicologici sottostanti la tua situazione attuale: definirei questa una fase ciclica in cui col passare del tempo si è ritornati inconsapevolmente al punto di partenza: - di base tu nutri un profondo bene per il suo ex, ma davvero profondo - tu e lui eravate un incastro quasi perfetto: tu prodiga, attenta a lui e lui che concentrava la maggior parte dell'attenzione su se stesso - col passare del tempo è scattata la routine e con l'abitudine tutti gli schemi che hanno mantenuta “viva” la vostra relazione si sono spenti- nasce, cresce e muore la crisi tra voi due e con la morte della crisi finisce la relazione - In lui scatta in automatico il desiderio di dimostrare apertamente che nonostante lei abbia conosciuto un altro, lui comunque è felice con un'altra donna. Lui vive una relazione completamente diversa per la curiosità della differenza, è una cosa nuova per lui prodigarsi verso qualcun'altra e quindi, come un bambino di fronte ad un giocattolo nuovo, non solo è contento ed entusiasta, ma lo vuole anche dimostrarlo apertamente quando tu però ti crei un nuovo legame tutto ritorna al principio, ovvero la paura di fare male a qualcuno a cui lei vuole bene. Per lei credo sia adatto una mia personalissima frase guida: CONOSCERE PER CONOSCERSI e CONOSCERSI PER CONOSCERE, la prima fase è la sperimentazione delle relazioni: adesso lei dovrebbe tornare un po’ bambina che guarda con curiosità gli altri come si comportano, cosa avviene nelle relazioni sentimentali, può anche chiedere alle coppie cos’è che fa andare avanti il loro rapporto, indaghi, scopra … in una sola parola … CONOSCA …. da oggi lei è Stefania, la piccola esploratrice Augurissimi , Giuliano Gaglione


Musica | Intervista Di F abio Z agari

intervista 1. Ciao Larry e grazie per esserti reso disponibile. Partiamo da lontano, da quell'estate di dodici anni fa in cui iniziò l'era di Rock in the Casbah. Cosa ti spinse a creare l'evento? In realtà il merito va a tutta la Ratamcue Band, allora il Comune, tramite la "Congiura dei Guitti", organizzava i nostri concerti al Porto Vecchio di Sanremo e, dopo due anni di esibizioni, ci eravamo stancati di proporci ad un pubblico, per così dire, disattento, e così scovammo la location in San Costanzo per vedere quanto seguito effettivo avevamo, e per portare la gente in casa nostra, la Pigna. Un unico concerto che battezzai "Rock in the Casbah", e la Ratamacue propose solo brani originali con successo di pubblico e sorpresa per il meraviglioso posto. L‟anno dopo, per volontà di Angelo Giacobbe, Rock in the Casbah divenne un Festival, e, l‟anno dopo ancora divenne un Festival di musica d‟autore con la connotazione che ha ancora oggi. 2. Avresti mai scommesso che nel corso degli anni questa manifestazione avrebbe ottenuto il successo che oggi è sotto gli occhi di tutti? Dal terzo anno, e cioè quando approdarono in città vecchia i mitici Skiantos, dichiarai che Rock in the Casbah sarebbe diventato un importante Festival, il mio intuito azzeccò la previsione: "Vedrete ragazzi, un giorno qui vorranno venire a suonarci tutti!". 3. Rock the Casbah è una canzone dei Clash, presente nel loro album del 1982 Combat Rock. Perché hai scelto questo nome per la rassegna musicale?

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BIO Larry Camarda è nato a Sanremo in un inizio marzo del 1965, dai più viene definito un artista crudele che ha fatto di una passione una ragione di vita. Musicista e scrittore, fumettista e organizzatore di eventi, Larry si è saputo distinguere nel panorama musicale locale grazie ad uno spiccato gusto nel saper individuare talenti e creare location per dare visibilità e sonorità a gruppi emergenti e a quelli più conosciuti a livello nazionale. Larry, artisticamente parlando, nasce nel 1980 con i Parco X, ma è il 1992 l'anno della svolta, con la formazione della Ratamacue Band con cui partecipa, nel 1998, a "Sanremo Rock", oltre ad una serie di oltre 300 date in tutta la Riviera. Ma la Pigna, quartiere storico di Sanremo, è il luogo in cui Larry trova maggiore ispirazione per portare avanti un'idea che negli anni è diventata una meravigliosa realtà: Rock in the Casbah. Dal sodalizio, basato fin dai tempi della scuola, con il poliedrico batterista Enzo Cioffi nasce il progetto, evento musicale nato da un'idea della Ratamacue Band e promosso dall'Associazione Fare Musica composta da Larry Camarda, Enzo Cioffi, Giancarlo Forte e Angelo Giacobbe, in collaborazione con la Congiura dei Guitti. La rassegna canora, giunta quest'anno alla sua dodicesima edizione, rappresenta per la Città dei Fiori uno degli eventi di maggior seguito, grazie alla partecipazione di artisti che nel corso degli anni hanno dato, e ricevuto, emozioni e musica alle centinaia di giovani giunti nelle alture del centro storico sanremese. Tra gli altri, in questi dodici anni, sono saliti sul palco di San Costanzo artisti come gli Skiantos, Alberto Fortis, Frankie Hi Nrg Mc, Baustelle, Linea 77, Tre Allegri Ragazzi Morti, Casino Royale, Almanegretta, fino alla presenza ultima dei Marlene Kuntz. Ma è anche la musica locale che ha saputo trovare il giusto spazio per proporre la propria vena artistica. Tra questi una citazione la merita la Ratamacue Band, che nel 2000 aprì la rassegna come unico gruppo partecipante. E poi ancora i Lythium, gli Starry Eyes, i Datakill, i Dinamica, i Rossomargot, gli Estremo Ponente, questi ultimi vincitori del Premio della Critica "Rock in the Casbah", assegnatogli nelle ultime due edizioni. Oggi siamo in compagnia di Larry, per farci raccontare un po' di Rock, un po' di Casbah, un po' tutto quel che concerne fare musica, in maniera pulita, sincera, onesta. Perché musica è volersi divertire, mettersi in gioco, senza prendersi mai troppo sul serio.


Perché nei primi anni novanta, quando passavo la Pigna per recarmi a registrare, dicevo: "devo attraversare la casbah"; dato che stava iniziando il fenomeno dell‟ immigrazione, dalla casbah a Rock in the Casbah il passo è stato breve e felice. Poi, verso il 2006, per giustificarci verso un‟amministrazione che non vedeva di buon occhio il termine casbah, ci siamo aggrappati al fatto che anche Italo Calvino definiva la città vecchia una casbah, nel suo libro "La Strada di San Giovanni". 4. Chi vive la realtà del Ponente ligure si rende perfettamente conto che hai dovuto lottare, spesso con armi impari, per ottenere, amministrativamente parlando, le varie autorizzazioni per la riuscita della manifestazione. In questi ultimi anni, e grazie al successo ottenuto, le parti si sono ammorbidite, questo ti lascia ben sperare per il futuro? Rock in the Casbah ha rischiato ogni anno di venire soppressa, sia per problemi di natura economica, sia di natura politica e, spesso, per miopia. Abbiamo combattuto su ogni fronte e, con il supporto della gente e dei giovani, abbiamo sempre portato a casa un discreto risultato. Oggi è una realtà consolidata, ma, in tempi così incerti per la cultura e la musica, non mi sento di dire che la manifestazione sia una certezza per il futuro. 5. Rock in the Casbah non significa solo musica, anzi, nell'ultimo periodo storico avete anche fatto nascere Art in the Casbah, una rassegna dedicata all'arte in genere. Ma la Casbah, per Sanremo e il suo centro storico, è soprattutto aggregazione culturale, sociale, un luogo da far rinascere, una storia da valorizzare. Sei consapevole di quanto stai facendo?

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Negli ultimi anni in città vecchia sono nate molte associazioni, tutte fanno la propria parte per cercare di far rivivere e vivere la Pigna, ma, come dico spesso, ci vorrebbero gli imprenditori e una politica illuminata. 6. Piazza San Costanzo (Sanco per i sanremesi di vecchia data) è la location che hai scelto fin dagli albori, un luogo magico in cui si possono ritrovare le radici di una delle città più conosciute a livello nazionale ed internazionale. Un luogo in cui si difese la città dagli attacchi dei Saraceni. Oggi, metaforicamente, sta diventando il luogo per difendere la città dagli attacchi di questa moderna società: delinquenza, spaccio della droga. Le tue battaglie per questo sono conosciute, apprezzate ed approvate. Pensi che un giorno, magari non troppo distante, la Pigna possa realmente tornare ad essere un luogo sicuro dove aggregazione sociale e culturale possano offrire ai giovani un futuro migliore? Qualcuno ci sta provando. Ripeto, non bastano le associazioni, la musica e la buona volontà della gente, servono strumenti in grado di operare con metodo e continuità, e questo lo si potrebbe ottenere, appunto, solo con una politica forte e coerente. 7. Rientriamo in tema musicale. In questi due lustri abbondanti di storia sono saliti sul palco di San Costanzo decine di gruppi musicali, gruppi che stanno facendo la storia delle sette note locali e gruppi conosciuti nel panorama musicale italiano. Senza cercare il pelo nell'uovo e senza offendere nessuno, qual'è stata la performance musicale che più ti ha entusiasmato, che ricordi ancora con piacere?


Una grande emozione la provai per gli Skiantos, erano le prime star nazionali che mettevano piede a San Costanzo e, per ragioni personali, è la serata che ricordo con più affetto. Per quanto riguarda gli ultimi anni, sicuramente il concerto di questa estate dei Marlene Kuntz, Cristiano Godano, leader della band, ha letteralmente regalato una performance unica e memorabile. I Marlene Kuntz hanno suonato alla Casbah su pressioni e per volontà di Godano, che conosceva la manifestazione e ha voluto suonarci, questo prova l‟unicità di Rock in the Casbah. 8. Nell'ultima edizione, conclusa nella prima settimana di agosto, le presenze hanno superato di gran lunga ogni più rosea aspettativa. Nella serata conclusiva, a cui hanno preso parte i Marlene Kuntz, le presenze a San Costanzo hanno superato le duemila unità, un successo in cui i numeri parlano chiaro, chiarissimo. E' questo l'incentivo maggiore per trovare gli stimoli a fare ancora di più, a fare meglio? Certamente il successo e il gradimento da parte del pubblico stimola tutti noi a fare di meglio e di più, sicuramente il prossimo anno avremo già delle novità.

già qualche idea in serbo. 11, Io credo che dodici edizioni di una qualunque manifestazione non nascano per caso, non siano il frutto sporadico di un albero incolto. Ci vuole impegno, dedizione, spesa fisica, mentale ed economica. Cosa ti aspetti dal futuro, e cosa pensi, e speri, possa diventare la Casbah per le generazioni che verranno? Spero che questo albero dai buoni frutti venga preservato e curato in futuro dai ragazzi, che abbiano una visione diversa da quello che ci viene imposto dall‟alto, dei ragazzi come lo eravamo noi prima di Rock in the Casbah.

9. Naturalmente, e diversamente non potrebbe, Rock in the Casbah non è solo "Fare Musica", ma una serie di collaborazioni che hanno reso l'evento completo e di successo. Tra questi impossibile non citare la voce ufficiale dell'evento, Radiomandrake alias Simone Parisi, le foto di Luca Lombardi e di Arry, e tutti i ragazzi impegnati nell'offrire al pubblico una sana e divertente serata dedicata alla musica. Quali parole spenderesti per chi, con passione, dedica tempo alla riuscita dell'evento? Negli anni si è creata una sorta di "banda" che opera in modo professionale ed originale, tutto questo è nato spontaneamente e in amicizia, vorrei citare anche il grande lavoro di visual art che arricchisce la scena del palco realizzata da Danilo Bestagno. E poi, appunto, le magnifiche immagini dei nostri fotografi ufficiali rendono ogni anno testimonianza dell‟atmosfera che si respira e si vive durante il Festival.

12. Siamo in conclusione, ai saluti finali. Larry, prima di tutto ti ringrazio per esserti concesso a raccontarci un po' di te, della manifestazione e di tutto quello che ci ruota intorno. A nome di ogni sanremese ti ringrazio per ogni singola iniziativa che hai promosso in nome della città, aprendo nuove strade ai giovani, offrendo un'oasi di serenità e buona musica a chi giovanissimo non lo è più. Domani sarà un nuovo giorno, domani ci sarà, con speranza e impazienza, un'altra Casbah, pronta nuovamente ad emozionarci, sicuramente in grado di dare un'altra spallata al marcio che questa società è riuscita a radicare nel corso degli anni. Lasciaci un ultimo pensiero, uno slogan che si possa sposare con la musica, con la musica targata Rock in the Casbah. Il mio pensiero e omaggio finale va a due amici e compagni di musica che ci hanno lasciati prematuramente, ma che hanno segnato profondamente il mio gusto musicale e la mia creatività: Stefano Minutolo (chitarrista, dj e fotografo) e Marco Tudini che, praticamente, suonava bene qualsiasi strumento. Aggiungo che, senza l‟apporto di Enzo Cioffi, batterista molto apprezzato in zona e gli altri due membri dell‟Associazione Fare Musica, Angelo Giacobbe e Giancarlo Forte, Rock in the Casbah non sarebbe quello che è oggi. Una manifestazione che, è notizia di questi giorni, è stata individuata come la migliore della provincia di Imperia dal quotidiano La Stampa all‟interno del Fetivalmare 2011.

10. Come in ogni manifestazione seria, il termine dell'evento per molti significa aspettare la prossima stagione per tornare a godere di serate estive all'insegna della musica, per pochi, invece, significa ricominciare a lavorare, per giungere all'appuntamento con ogni singolo tassello inserito nell'apposito spazio. Quali saranno, se puoi anticiparci qualcosa, le novità della prossima edizione e gli eventuali gruppi che avranno l'onere e l'onore di parteciparvi? Le uniche bands che posso anticipare sono quelle che hanno vinto i premi della critica "Rock in the Casbah" nei concorsi a cui partecipo come giurato, ogni estate mi reco ad ascoltare nuove realtà musicali da ineserire nel nostro Festival, quest‟anno i "The Mad" dal concorso per band della città di Ventimiglia e gli "Sfregio" dal Red Music Festival si sono aggiudicati il diritto di partecipare alla tredicesima edizione di Rock in the Casbah. Per quanto riguarda l‟headliner è ancora presto, ma abbiamo

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Arte | Di Alessandra Di L ev a

La Biennale di Venezia non smette mai di sorprendere. Da oltre quindici anni riesce ad essere una delle manifestazioni artistiche più all' avanguardia in assoluto, nonché una delle più prestigiose istituzioni culturali del mondo. Ogni due anni artisti di tutto il mondo giungono a Venezia per mostrare le loro creazioni, che siano quadri, cortometraggi, musiche, sculture e molto altro ancora. Da quando venne istituita, nel lontano 1895 da un gruppo di intellettuali, la Biennale è stata caratterizzata dalla sua capacità di organizzare esposizioni multidisciplinari suddivise in diversi settori, tutti curati al minimo dettaglio. La mostra di quest‟anno con sede a Ca‟ Giustinian, prevede quattro settori principali: Arte, Cinema, Musica e Teatro.

68° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica

54° Esposizione internazionale d’Arte L‟esposizione verrà diretta da Bice Curiger e intitolata ILLUMInazioni. Quest‟anno vede il record per il numero di partecipazioni: 89 nazionali e 37 Eventi Collaterali in giro per il centro storico di Venezia. Tema della mostra sarà riflettere su cosa significano i concetti di identità e appartenenza, a cui gli artisti hanno risposto con opere realizzate con tecniche più tradizionali rispetto agli anni precedenti registrando un cambiamento di tendenza. Un‟importante novità è rappresentata dalla partecipazioni di paesi fino ad ora mai presenti come l‟Andorra, l‟Arabia Saudita, la Repubblica Popolare del Bangladesh e Haiti, e di altri paesi che tornano ad esporre dopo tanti anni, come l‟India, la Repubblica Democratica del Congo, la Repubblica Popolare dello Zimbabwe e il Sudafrica. Il padiglione italiano quest‟anno verrà curato da Vittorio Sgarbi. Altra innovazione è rivolta alle Università, Accademie di Belle Arti e Istituti di formazione Superiore con il progetto “Biennale Session”, che consente di visitare le esposizioni garantendo agevolazioni e assistenza per la durata della mostra. Un‟ altro evento degno di nota è “Meetings on Art”, una serie di incontri e seminari a cui parteciperanno artisti, curatori, filosofi e teologi che avranno inizio a Settembre.

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La mostra, diretta da Marco Müller, è suddivisa in sei sezioni delle quali due autonome. Si svolgerà presso il Lido di Venezia. Il film d‟apertura è l‟attesissimo “The Iders of March” diretto da George Clooney. Verranno proiettati lungometraggi e cortometraggi di artisti affermati o emergenti, inoltre non mancheranno retrospettive e omaggi a personaggi di rilievo per la storia del cinema. Quest‟anno è stato integralmente ricostruito l‟interno della Sala Grande, ora ricco di comodità, rimodernato e allargato. Nelle aree della mostra è attivo un servizio wi-fi gratuito per il pubblico, nonché un servizio trasporti più efficiente verso l‟aeroporto e gli alberghi principali. Il miglior film verrà premiato dalla giuria internazionale di Venezia con il celebre Leone d‟Oro.

55° Festival internazionale di musica Contemporanea Diretta da Luca Francesconi, il festival intitolato “Mutanti” dal cambiamento della cultura musicale occidentale, comprende 76 compositori, più di 80 brani di cui alcuni inediti. Non sono previsti solo concerti, ma anche installazioni audio-visive, performance musicali e interviste. Per questa edizione è stata invitata L‟ircam (Institute de Recherche et Coordination Acoustique/Musique di Parigi), che offre laboratori dedicati a giovani compositori italiani. Ci saranno live musicali con strumenti elettronici, corsi di informatica e conferenze. Il progetto si concluderà con due concerti: uno simbolico e contemporaneo, l‟altro un concentro-lettura di aspiranti compositori.


41° Festival internazionale del Teatro Direttore Alex Rigola. Si tratta di numerosi spettacoli di artisti da tutto il mondo. Ma il vero fulcro del festival saranno i più di 40 appuntamenti tra laboratori, interviste, conferenze e seminari. I laboratori saranno molteplici: movimento per attori, ripresa artistica, disegno e drammaturgia della luce, live video per registi, recitazione del verso in Shakespeare. L‟idea principale del festival è creare una collaborazione tra artisti, scenografi, coreografi e esperti di teatro da tutto il mondo con il pubblico, così da far riflettere sul concetto di teatro contemporaneo. Gli incontri si svolgeranno presso il Teatro alle Tese, aperto e modulabile, al Teatro Piccolo Arsenale, che offre un più diretto contatto tra palco scenico e platea, e al Teatro Goldoni.

I VANTAGGI DELLA BIENNALE Alcuni vantaggi della Biennale sono il recupero della Biennale Card e dell‟ iBiennale. La Biennale Card è stata creata per gli appassionati e gli specialisti che seguono le iniziative della Biennale. Acquistarla consente di usufruire di una serie di vantaggi, come la riduzione sull‟acquisto dei biglietti o degli abbonamenti, alcuni ingressi omaggio, l‟inserimento nella mailing list per la newsletter della Biennale. Tutto il ricavo ottenuto dall‟acquisto di questa card andrà a sostenere l‟operato dell‟Archivio Storico delle Arti Contemporanee, che punta a digitalizzare i catalogo del patrimonio artistico, a raccogliere nuovi prodotti artistici e archiviarli.

Per essere sempre informati sulle novità della Biennale, sui principali protagonisti in tutti i settori artistici, dalla danza, alla musica, dal cinema alla pittura, ci si può collegare su La Biennale Channel http://www.labiennalechannel.org, dove sono presenti video e discussioni al riguardo.

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L’ APPLICAZIONE

Biennale Card consente di usufruire di una serie di vantaggi, come la riduzione sull’acquisto dei biglietti o degli abbonamenti, alcuni ingressi omaggio

L‟iBiennale è la versione aggiornata e rinnovata dell‟ applicazione dedicata alla Biennale di Venezia. E‟ utilizzabile su I-Pad e I-Phone scaricabile su iTunes Store . Grazie ad essa è possibile consultare informazioni, saggi e mappe concettuali, si può accedere a foto, video, rotazioni virtuali. L‟applicazione spinge all‟interazione con i contenuti della Biennale risultando coinvolgente ed emozionante. Per essere sempre informati sulle novità della Biennale, sui principali protagonisti in tutti i settori artistici, dalla danza, alla musica, dal cinema alla pittura, ci si può collegare su La Biennale Channel (http://www.labiennalechannel.org), dove sono presenti video e discussioni al riguardo. Il sito propone anche concorsi online ai giovani di tutto il mondo per spronare e ricompensare la creatività, oltre a promuovere le attività della Biennale. Si possono inviare le proprie idee o creazioni al sito, sia per partecipare alla manifestazione stessa che ai concorsi, con l‟opportunità di ricevere dei premi. Sempre rivolta ai giovani è la sezione del sito “EDUCATIONAL” che propone ai singoli o ai gruppi studenteschi, corsi di formazione e laboratori aperti e interattivi, condotti da operatori selezionati e formati dalla Biennale.

La Biennale si conferma come un’esperienza culturale imperdibile per appassionati o semplici amanti dell’arte in tutte le sue forme.

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Arte | Di Marina Macii

mi ispiro alla natura

1) Ciao Alessandra e benvenuta in Revolution, ti va di presentarti in poche righe? Sono nata a Grosseto il 7 luglio 1964 e vivo a Roma, dopo studi scientifici e una laurea in psicologia ho lavorato nel settore della stampa tipografica dove ho curato sia la grafica che la vendita . Pur avendo fatto studi scientifici ho sempre avuto la passione per il colore e il disegno, anni i fa mi sono ritrovata a passare le nottate in rete per vedere gli artisti francesi, giapponesi, quello che mi piaceva era scoprire le tecniche e poi sperimentarle, non me ne rendevo conto ma per me è stata come una scuola . Nel 2009 ho deciso di provarci seriamente, complice la crisi nel settore tipografico, mi son detta tanto vale provare a fare ciò che mi piace veramente così ho iniziato a realizzare gli allestimenti per matrimoni ma anche collane ed elementi di design. Ho partecipato a IO SPOSA , poi nel 2010 a ROMA SPOSA e ad ottobre sempre a Roma a Female Cut ( Lanificio 159 ), poi a Milano a EcoPink e quest'anno a " Inventa un Film - sogni in mostra" nell'ambito del Festival internazionale del cortometraggio di Lenola. 2) Dimmi subito, come hai iniziato e come ti è venuta l'idea? Come dicevo prima è stato un caso, lavoravo come grafica e un giorno un cliente mi ha chiesto un tableau de mariage per il suo ristorante e ho capito che era l'occasione giusta per unire quello che fino ad allora era un passatempo creativo con un'opportunità di lavoro vera e propria. 3) Ho visto i tuoi lavori e sono davvero molto particolari da dove prendi ispirazione? La natura è certamente una fonte d'ispirazione per i miei lavori ma non è l'unica, mi piace guardarmi attorno, navigare in rete, girare per mercati, entrare nei ferramenta. Mi piace trasformare, assemblare, riciclare, reinventare materiali di uso comune per farne qualcosa di nuovo , credo sia una ricerca del bello a volte può partire da una forma , un colore qualcosa che mi suscita un'emozione. 4) La cosa che mi particolarmente colpito sono gli splendidi lavori che confezioni per l'eco wedding, ti va di parlarcene più nel dettaglio?

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8) Economicamente parlando, qual è la differenza tra un eco wedding e un matrimonio tradizionale? In entrambe i casi si possono spendere cifre contenute o molto alte, non c'è una regola. Il matrimonio green già molto diffuso in America e in altri paesi europei inizia adesso ad essere conosciuto in Italia la sua diffusione andrà di pari passo con la crescita delle offerte e dei prodotti. Per quanto riguarda il mio lavoro cerco sempre di fare proposte che siano in linea con il mercato e che possano soddisfare esigenze diverse.

L'idea iniziale è stata quella di creare delle linee complete per il matrimonio dal tableau ai centrotavola, il bouquet, le bomboniere ecc., a partire dai materiali poveri o riciclati o semplicemente insoliti, realizzando così oggetti che fossero durevoli e riutilizzabili nel tempo. Molti dei miei lavori sono arricchiti o fatti quasi interamente con fiori di carta pesta che prima modello e poi dipingo a mano, ad esempio i bouquet tondi o a cascata, i fiori all'occhiello e le collane, in altri casi utilizzo anche il cotone, i tessuti e i fili di rame come per alcuni centrotavola, altre ancora sono strutture di carta pesta leggerissime successivamente decorate come i centrotavola "Uova" e le lampade. Un matrimonio non è mai una spesa da poco, i fiori freschi sono bellissimi ma purtroppo finita la cerimonia vengono buttati ed è un vero peccato, i centrotavola e gli allestimenti che propongo possono essere regalati o semplicemente riutilizzati nella propria nuova casa. il Bouquet poi si conserva nel tempo e rimane come piacevole ricordo del giorno delle nozze.

9) Qual è la qualità predominante che bisogna avere per fare il tuo lavoro: la pazienza, la precisione, la fantasia o...? Sicuramente la fantasia, ma la passione più di tutte, è quello il motore che ci rende pazienti e precisi anche se non lo siamo . 10) Quali sono i tuoi progetti futuri e qual è il tuo sogno nel cassetto, professionalmente parlando, che vorresti realizzare? Il mio sogno nel cassetto era questo e ci sto lavorando, mi piacerebbe creare delle proposte eco sempre più diversificate . Adesso sono alle prese con il matrimonio Eco - Vittoriano che si rifà al periodo della regina Vittoria ( 1837- 1901) quindi allestimenti e bouquet ricchi di pizzi, merletti, nastri, perle, piume ...... nei toni del bianco, avorio, panna ed ecrù.

5) Sono molte le spose che preferiscono un matrimonio ecologico a quello tradizionale e qual è la loro età, se posso chiedertelo? C'è senza dubbio una nuova sensibilità verso i temi ambientali e tutto ciò che è Eco, questo non riguarda solo i giovani ma tutte le fasce d'età. Nel matrimonio ecologico questo si traduce in un interesse crescente verso tutta una serie di aspetti e di possibili scelte Ecofriendly, della location, al catering bio , al viaggio equo solidale alla scelta dell'abito in tessuti naturali . Le persone che mi contattano sono spesso giovani come è ovvio che sia ma ci sono anche coppie più mature. Lavorando e parlando con loro mi rendo conto che non è come si potrebbe pensare una moda ma quasi sempre si tratta di coppie realmente sensibili ai temi ambientali, alcune fanno parte di associazioni altre hanno adottato uno stile di vita più consapevole. 6) Immagino che le tue creazioni siano personalizzabili, qual è stata la richiesta più particolare che ti è stata fatta finora? Si possono essere personalizzati ovviamente nei colori ma anche nella forma per quanto riguarda i colori si cerca di creare un filo conduttore tra i vari elementi nel matrimonio il fatto che siamo dipinti a mano facilita il lavoro e mi permette di andare in contro ai gusti e alle esigenze degli sposi, i lavori più belli nascono proprio da un progetto comune. La richiesta più particolare è stata per un matrimonio al mare la cerimonia si è svolta sulla sabbia gli sposi erano al centro di un cerchio di fiori con i colori del bouquet e alla fine tutti gli invitati hanno raccolto un fiore come ricordo. 7) E qual è il lavoro che ti ha dato più soddisfazione? Quello di una coppia sposata l'anno scorso che si occupa di viaggi equo solidali per loro ho realizzato tutti i centrotavola nei tono del panna e lilla , dei rami con fiori per i tavoli buffet, il bouquet dei bracciali legatovagliolo i boutonniere e perfino i fiori per i capelli e gli accessori, ne è nata una bella collaborazione in un clima di serenità ed entusiasmo, ma ce ne sono tanti altri una sposa di Cesena ha poi aperto un negozio di remade design, con molte spose continuo a sentirmi tramite facebook.

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SAI TUTTO DEL RUGBY? All‟inizio non c‟era neanche l‟arbitro. Le controversie che nascevano dalla mancata osservazione delle regole (poche in verità: il pallone si gioca con le mani, il pallone si passa solo all‟indietro, più qualche accorgimento per evitare di farsi male) venivano risolte di comune accordo dai capitani delle due squadre. Solo in seguito, dopo circa una sessantina di anni, si sentì la necessità di avere un giudice di gara che dirimesse le dispute regolamentari. E anche oggi che l‟arbitro ha più potere e le regole sono più complesse, non molto è cambiato da quando William Webb Ellis lo inventò quasi due secoli fa. Ma cos‟è questo sport capace di affascinare popoli e culture apparentemente così lontane e diverse tra di loro? Di radicarsi in maniera così profonda tanto da diventare una vera è propria forma di culto per intere nazioni? Di nascere come sport di élite e diventare rapidamente un fenomeno popolare, un modo di vivere, con connotazioni sociali, formative ed educative? Tutto ebbe inizio in Inghilterra (e dove, sennò?), dove era stato appena inventato il football. Narra la leggenda che nel 1823 uno studente del college della cittadina di Rugby, nel Warwickshire, William Webb Ellis appunto, decise di movimentare una partita di football che gli doveva sembrare un po‟ noiosa, raccogliendo la palla con le mani ed iniziando a correre verso la linea di fondo campo avversaria, segnando di fatto la prima “meta” del gioco che non sapeva ancora di aver inventato. L‟idea sembrò geniale, soprattutto a coloro che con i piedi non ci sapevano fare, e ben presto si formarono club che iniziarono a praticarlo utilizzando le regole di Rugby. Nel 1871 questi club si riunirono nella Rugby Football Union, dando vita ufficialmente all‟omonimo sport. Nel frattempo, siccome gestire con le mani una palla tonda è attività troppo semplice, ecco che si fecero costruire da James Gilbert, il calzolaio che realizzava e sistemava le scarpe dei giovani studenti della cittadina inglese, un pallone ovale, che fosse allo stesso tempo più semplice da maneggiare, ma imprevedibile quando si trattasse di calciarlo e farlo rimbalzare per il campo da gioco. Nacque così l‟altro elemento caratteristico del rugby, la palla ovale. Ben presto il gioco prese piede nelle altre regioni Britanniche (Scozia, Galles e Irlanda), gli inglesi fissarono le regole fondamentali – che definirono laws, in inglese leggi, giusto per far capire che con questo gioco non si scherza – e lo esportarono, da bravi colonialisti, nel resto 112

del mondo: Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, ma anche in Francia e nel resto d‟Europa. In Gran Bretagna il rugby divenne ben presto una vera e propria religione (come diceva Clive Bergess, giocatore gallese che ha giocato anche a Brescia, “Uno la domenica sente il dovere di andare in chiesa. Io ho il bisogno di andare alla partita”). Le nazioni britanniche si confrontavano periodicamente, continuando nel campo da gioco l‟inimicizia e l‟avversione che nutrivano le une verso le altre (un nazionale inglese una volta disse: “Gli inglesi praticano questo gioco perché l'hanno inventato. Gli irlandesi
perché detestano gli inglesi e adorano le risse. Gli scozzesi l'hanno
adottato per la loro inimicizia storica nei confronti degli inglesi. I
gallesi hanno un enorme vantaggio sui loro avversari: tutti i loro giocatori
infatti sono nati su un campo di rugby o vi sono stati concepiti”) dando vita ad un campionato interno a quattro, che nel 1910 divenne il Torneo delle 5 Nazioni a seguito dell‟ammissione della Francia, e dal 2000 il Torneo delle 6 Nazioni dopo l’ammissione, con più ombre che luci, della nazionale italiana. Il rugby è uno sport spettacolare e affascinante, complesso ma nient‟affatto complicato, solo apparentemente violento. Certo, per Oscar Wilde era una buona occasione per tenere 30 energumeni pericolosi lontani da Londra nei fine settimana, mentre secondo P. G. Wodehouse dava l‟opportunità di fare ad un
proprio simile cose che fuori del campo avrebbero fruttato al minimo quaranta
giorni di prigione senza la condizionale, con l'aggiunta di una paternale
del signor giudice. Ma sentite come recita il codice morale dei Barbarians, una delle squadre più prestigiose del mondo: “Il rugby è un gioco per gentiluomini di tutte le classi sociali, ma non lo è per un cattivo sportivo, a qualunque classe appartenga”. La chiave per capire il fascino di questo sport è lo spirito sportivo con il quale è nato e che è riuscito a mantenere intatto nel tempo, fedele alla tradizione, alla cultura e alla storia del paese in cui è nato. Pur essendo uno sport di combattimento, in cui il contatto fisico tra avversari è privilegiato e addirittura fissato per regolamento, il rugby consente di stabilire un legame forte tra compagni e ma anche tra avversari, perché ogni forma di scontro fisico è contenuto all‟interno di regole semplici e primitive, che si ispirano ad un codice virile di combattimento. “Da sempre - diceva Lord Wavell


Wakefield, mitico personaggio del rugby inglese - gli uomini hanno giocato a battersi. Il rugby consente loro di farlo nel rispetto delle regole. È un gioco duro e questa è la sua principale virtù”. Dunque combattimento ma nel rispetto delle regole, per evitare che lo scontro fisico diventi brutalità gratuita. Ma per imparare a non infrangere le regole occorre fare opera di educazione non tanto alla tecnica del gioco, quanto ai valori sportivi del rispetto e del fair play, verso l‟avversario innanzitutto, ma anche verso se stessi e i compagni; richiamarsi al valore della disciplina, in campo e fuori, all‟indiscutibilità delle decisioni dell‟arbitro e al mantenimento dell‟integrità dello spirito stesso del gioco. Ecco così che il rugby assume significati che vanno oltre il gesto tecnico della corsa, del placcaggio o del passaggio, della vittoria o della sconfitta, connotandosi di valori educativi da mettere in pratica non solo durante il gioco, ma anche al di fuori di esso. Oggi, soprattutto con l‟avvento del professionismo, questi valori sono più sfumati e, almeno ad alti livelli, conta sempre di più l‟aspetto competitivo legato alla vittoria, a sua volta sempre più connesso agli interessi economici che stanno affacciandosi anche in questo mondo (gli All Blacks, la nazionale di rugby più famosa al mondo, è una vera e propria azienda, che fattura diversi milioni di euro tra sponsorizzazioni, partnership commerciali, impegni sportivi, consulenze alle aziende). Ma fino a qualche tempo fa, quando i giocatori erano solo dilettanti appassionati e ancora oggi nelle accademie giovanili e nelle leghe minori, il rugby era molto vicino a rappresentare la perfetta incarnazione dei valori decoubertiniani della pura partecipazione come premio assoluto nella competizione sportiva. Del resto il rugby è l‟ultimo sport che si è arreso al professionismo, e addirittura in Argentina esiste esclusivamente sotto forma di dilettantismo. Il rugby è essenzialmente uno sport di conquista e avanzamento. Lo scopo finale è portare con le mani la palla oltre la linea di meta avversaria, schiacciandola con un unico movimento giocatore-terreno-pallone nell‟area di meta. E tutto questo seguendo una regola fondamentale: è vietato passare la palla in avanti. Questo crea un movimento paradossale: uomini che corrono in avanti, ma passandosi la palla all‟indietro. Tutti schierati necessariamente dietro il pallone, costretti ad avanzare con movimenti organizzati e perfettamente sincronizzati, fatti di accelerazioni e frenate improvvise, cambi di direzione e finte di una eleganza degna di un balletto. Ma il rugby è fatto anche di gioco “a terra”, di mischie furiose per la conquista della palla tra schieramenti che si affrontano faccia a faccia e tentano in tutti i modi consentiti di superare la linea di difesa o di respingere gli attacchi avversari. Quando i giocatori corrono con la palla, il gioco si apre, è arioso, veloce, quasi in apnea. Quando si affrontano nelle mischie, il rugby si ferma, riposa, respira. Per poi riprendere di nuovo a tessere la sua danza sul campo. In ogni caso il gioco si nutre di questo elemento importantissimo: non è possibile conquistare terreno ed avanzare verso la linea di meta avversaria senza il sostegno, l‟aiuto e la partecipazione di ogni uomo della squadra. Il rugby è uno sport d‟ordine, dove ognuno sa perfettamente qual è il suo compito in campo e lo esegue con disciplina e determinazione, perché sa che da come svolgerà quel compito dipenderà il successo o la sconfitta della sua squadra. Ogni giocatore ha un ruolo preciso, in base al quale svolgerà il suo lavoro al servizio della squadra. Il rugby non discrimina nessuno, è democrazia e partecipazione compiuta. C‟è posto per tutti, perché tutti possono dare il loro contributo: i potenti sfondano, i veloci corrono, il piccolo sguscia, il furbo 113

ragiona, l‟alto salta. Un giornalista e scrittore francese ha detto: "Otto giocatori forti e attivi, due leggeri e furbi, quattro rapidi e un
ultimo modello di flemma e di sangue freddo. Una squadra di rugby è la
proporzione ideale fra gli uomini". Ciò che distingue il rugby da ogni altro sport, è il senso di squadra, per cui la forza e il talento del singolo, per quanto grandi, non possono nulla se non sono posti al servizio della squadra e dove non si è mai soli, ma si ha sempre bisogno del sostegno e della solidarietà dei compagni. Ecco perché il rugby rappresenta la metafora dell‟organizzazione perfetta. Ed ecco perché sempre più aziende organizzano seminari e incontri di formazione durante i quali giocatori o ex giocatori spiegano come costruire un efficace gruppo di lavoro, come si lavora per un obiettivo comune, qual è l‟importanza del proprio ruolo e del proprio contributo al successo del gruppo, quanto sia fondamentale il senso della disciplina e dell‟aiuto reciproco tra i membri di un organizzazione orientata al successo, come sia più proficuo e vantaggioso per l‟organizzazione mettere a disposizione del gruppo di lavoro il proprio talento, come infine, sia possibile motivare le persone a lavorare insieme per il raggiungimento di un obiettivo comune. Del resto, ecco cosa disse, a proposito di motivazione, il capitano del Galles prima di una partita contro l‟Inghilterra: “Guardate cosa hanno fatto al Galles questi inglesi bastardi. Hanno preso il nostro acciaio, la nostra acqua, il nostro ferro.
Comprano i nostri cavalli per divertirsi quattro giorni ogni 12 mesi.
Che cosa ci hanno dato in cambio? Assolutamente nulla. Siamo stati espropriati, derubati, controllati e puniti dagli inglesi.
E noi giochiamo contro di loro questo pomeriggio!” E poi c‟è l‟imprevedibilità e il rischio di giocare con un pallone ovale. Perché mentre negli altri sport che usano una palla perfettamente sferica le traiettorie sono prevedibili e facilmente controllabili, quando un pallone di rugby rimbalza per il campo non si sa mai dove andrà a finire. Puoi avere un rimbalzo favorevole e allora per te e i tuoi compagni le cose si mettono bene; ma puoi anche avere un rimbalzo sbilenco, e quello che credevi essere già tuo ti beffa e cambia improvvisamente direzione e non si fa più prendere. Allora hai di fronte a te un nuovo problema da risolvere. E in quei momenti è molto meglio avere un compagno vicino. Proprio come nella vita di tutti i giorni. Per chi volesse assistere a incontri di rugby di alto livello, dal 9 settembre e fino al 23 ottobre si giocherà in Nuova Zelanda la Coppa del Mondo di rugby, la Webb Ellis Cup, giunta quest‟anno alla sua settima edizione. 20 squadre di 5 continenti impegnate per quasi due mesi nell‟evento sportivo dell‟anno, che si sfideranno a colpi di placcaggi, mischie e passaggi rigorosamente all‟indietro.

SPORT - story A cura di Giuseppe Agus


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Viaggi | Tutto quello che c’è da sapere sulla meta scelta da Paola Di Paola Rapari

insieme a Madagascar Il nostro viaggio alla ricerca dei luoghi ideali per le vostre vacanze, ci porta nell‟Oceano Indiano, su un isola circondata da oltre 5.000 km di splendide coste, spiagge bianche, una barriera corallina con fondali di pesci dai molteplici colori e con le sue 50 aree protette tra riserve e parchi naturali tanto da essere stata dichiarata dal WWF uno dei Paesi con il più ricco patrimonio ecologico del mondo ... un vero paradiso terrestre per gli amanti della natura … tutto questo e molto altro ancora che cercheremo di scoprire insieme, è il Madagascar. La grande biodiversità di questa isola, ha origini africane in quanto dalle sue coste si è distaccata circa 165 milioni di anni fa. Visitando il Madagascar avrete la possibilità di vedere i suoi animali più famosi: gli acrobatici lemuri o gli straordinari camaleonti; ma da non dimenticare è anche la splendida flora dell‟isola con i suoi spinosi alberi „del polipo‟ e di baobab a forma di bottiglia. Dato che questa è un‟isola molto grande, il clima è molto variegato anche all‟interno della stessa stagione. In generale il periodo migliore per visitarla va da aprile ad ottobre – novembre mentre è meglio evitarne la visita tra gennaio e marzo, quando le forti piogge trasformano molte strade in un pantano impercorribile, mentre nella zona dell‟est e del nord-est aumenta il rischio di cicloni. Come vi dicevamo pocanzi molti sono i parchi naturali o le riserve speciali da visitare: nella zona nord c‟è la riserva di Ankarana, un luogo ideale per esplorare o tsingy e osservare i lemuri in questo parco selvaggio; il Parco nazionale d‟ Ankarafantsika per escursioni all‟insegna dell‟ecoturismo tra lemuri e uccelli acquatici. Nella zona sud, per gli amanti del trekking, tra gigantesche formazioni rocciose e fauna selvatica, bisogna assolutamente visitare il Parco nazionale di l‟Isalo. Se invece amate il mare e le belle spiagge, non può mancare nel vostro viaggio una tappa sull‟isola di Nosy Be e la spiaggia di Andilana, dove, oltre ad una lunga distesa di sabbia color bianco perla, bordata di acqua turchese e cristallina potrete ammirare un romantico e indimenticabile tramonto, con il disco rosso del sole che sembra tuffarsi nel mare proprio di fronte ai vostri occhi . Questa piccola isoletta di fronte all‟isola più grande del Madagascar, malgrado il gran numeri di turisti è riuscita a mantenere il fascino di isola incontaminata, come tutte le isolette limitrofe, dove l‟unica cosa che potrete fare è rilassarvi sulla spiaggia senza correre il rischio di essere disturbati dalle moto d‟acqua. Non vi sono molte strutture su questa spiaggia ad eccezione di un resort di lusso recentemente ristrutturato dell‟Alpitour: il Bravo Club Hotel Andilana Beach ed un altro villaggio più piccolo situato nella località di Bemoko (sulla costa Nord-Ovest di Nosy Be) di Veratour: l‟Orangea Village. Altra spiaggia stupenda, questa volta sull‟isola di Madagascar è la spiaggia di Ifaty dove sorgono tre villaggi di pescatori: Ifaty, Mangily e Madio Rano. La bellezza di questa zona è la possibilità di visitare la barriera corallina, che offre agli amanti delle immersioni, una grande varietà di pesci, anche se alcuni tratti della barriere sono morti o danneggiati. Si possono inoltre avvistare varie specie di squali, che si riescono a osservare soprattutto nei pressi di una fenditura presente nella barriera, nota come Passaggio a Nord. Inoltre se andate da luglio ad agosto è facile avvistare anche le balene che migrano attraverso il Canale di Mozambico. Sicuramente un viaggio indimenticabile per riprendere il contatto con la natura e con se stessi, insomma per staccare la spina dalla frenetica vita di tutti i giorni … 115

taccuino

Ecco ora le informazioni utili prima di recarsi in quest’isola: Documenti necessari Passaporto con almeno 6 mesi di validità dalla data di partenza. Anche per i minori è necessario il proprio passaporto, tuttavia i passaporti dei genitori contenente l‟iscrizione dei minori rilasciati fino al 24 novembre 2009 e non ancora scaduti, rimangono validi fino alla scadenza (vi consigliamo tuttavia prima di partire di verificare la situazione con gli organi competenti). Fuso orario Due ore in più rispetto all‟Italia durante l‟ora solare, uno ora in più durante l‟ora legale. Valuta La moneta ufficiale è Ariary (MGA). Attualmente il tasso di cambio è 1€ equivale a 2.819,55 MGA. Lingua La lingua ufficiale è il malgascio e il francese. Visto A partire dal 01/01/2011 è richiesto il pagamento del visto d‟ingresso all‟arrivo in aeroporto al costo di 65 € circa (costo che vari a secondo della fluttuazione dell‟euro). La tassa d‟uscita dal paese è compresa nel biglietto aereo. In aggiunta è prevista anche una tassa turistica da pagare direttamente in Hotel, a cura del cliente che attualmente è pari a 0,80 € al giorno a persona. Cucina Poco conosciuta offre al turista piatti saporiti arricchiti da spezie e legumi. Negli altopiani troviamo specialità a base di Zebù: maiale e pollo mentre nella zona costiera la fanno da padrone pesce, gamberi, aragoste, frutti di mare cucinate con salse di cocco e spezie locali. Sempre e ovunque troverete il riso per accompagnare o da base per i piatti. Vaccinazioni Non ci sono vaccini obbligatori per recarsi sull‟isola. Tuttavia è consigliabile la profilassi antimalarica (specialmente se si ha intenzione di visitare le zone più umide e interne). Prefisso telefonico Per chiamare l‟Italia dal Madagascar il prefisso internazionale 0039 (+39 da cellulare) mentre per chiamare sull‟isola dall‟ Italia è necessario comporre il prefisso internazionale 00261. Elettricità Il voltaggio è 220Volts. Si consiglia di portare un adattatore per le prese di tipo inglese a lamelle piatte (il costo parte da circa 15 Euro ed è acquistabile anche presso la nostra agenzia).


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Madagascar – Tour Operator Alpitour – Partenze dal 02 settembre al 29 settembre 2011 – Villagio Bravo Andilana Beach –7 notti - Formula tutto incluso – Quota volo da Roma o Milano + soggiorno - Quota a persona a partire da € 1.680,00 tasse e supplementi esclusi;

Mauritius – Tour Operator Francorosso – Partenze dal 02 settembre al 22 settembre 2011 – The Grand Mauritian a Luxury Collection Resort & Spa – 9 giorni/7 notti – Volo da Roma o Milano + soggiorno - Mezza pensione in Doppia deluxe - Quota a persona a partire da € 1.890,00 tasse e supplementi esclusi;

Madagascar – Tour Operator I Viaggi dell‟Atlantide – Partenze dal 28 agosto al 01 ottobre 2011 – Alla scoperta del vero Madagascar – 9 giorni/7 notti – 5 giorni/notti di tour + 4 giorni/3 notti di soggiorno mare Formula tour + soggiorno – Soft AllInclusive - Quota a persona a partire da € 1.820,00 tasse e supplementi esclusi;

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Madagascar – Tour Operator Alpitour – Partenze dal 02 settembre al 29 settembre 2011 – Tour del Madagascar Avaratra – 1° itinerario – 7 notti di cui 1 notte villaggio Bravo Andilana Beach, 3 notti di Tour+ 3 notti al villaggio Bravo Andilana Beach – Trattamento pasti come da programma – Quota volo da Roma o Milano + soggiorno Quota a persona a partire da € 2.090,00 tasse e supplementi esclusi;

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CUCINA A cura di

Sonia Colasante

Preparazione Roast beef con carote alla salsa Worcester

Roast beef con carote alla salsa Worcester

Il sommelier - Taccuino Il Valtellina superiore Sassella è un vino DOCG la cui produzione è consentita nella provincia di Sondrio. Ha origine nella zona ovest di Sondrio, da Castione Andevenno fino al capoluogo. Il nome deriva dalla località della Sassella (da sasso, rupe). Se viene invecchiato oltre 36 mesi in cantina, può fregiarsi della menzione Riserva. colore: rosso rubino tendente al granato. odore: profumo caratteristico, persistente che diviene più sottile e gradevole con l'invecchiamento. sapore: asciutto, leggermente tannico, austero, vellutato, armonico e caratteristico.

Abbinamenti consigliati Carni rosse, selvaggina, salumi saporiti e formaggi stagionati

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Legate il controfiletto dopo averlo salato, pepato e insaporito con un trito di salvia e rosmarino. Scaldate l‟olio d‟oliva in una teglia antiaderente sul fuoco a fiamma media. Unite la carne e cuocetela per un paio di minuti girandola. Cuocete poi in forno a 190°C per 50 min circa: il roast beef deve risultare rosato, tenero e molto gustoso. Lasciate raffreddare fuori dal forno. Spellate le carote e tagliatele a rondelle spesse. Scaldate il brodo e tuffatevi le verdure cuocendole al dente. Scolatele e fatele intiepidire; tritatele grossolanamente al coltello e conditele con la salsa Worcester e l‟olio. Tagliuzzate finemente l‟erba cipollina e unitela alle carote con salsa e pepe. Disponete le fette di roast beef nei piatti e ricoprite con le verdure.

La Valtellina, la valle del corso superiore dell' Adda, è una delle più importanti zone viticole della Lombardia. E' una zona di montagna che ha la particolarità di essere orientata da est a ovest, mentre tutte le altre valli fluviali alpine si sviluppano da nord a sud, delimitata da alte montagne e ripidi pendii oggi intensamente vitati grazie a onerosi lavori di terrazzamento che hanno comportato la costruzione di muri a secco per rendere coltivabili terreni prima inospitali. Si tratta di un'opera che ha coinvolto intere generazioni che, prive di supporti tecnologici, hanno trasportato a braccia o a dorso di mulo dal fondo valle a monte tonnellate di terra. Sia per l'esposizione che per le modeste precipitazioni distribuite uniformemente nel corso dell'anno la zona è particolarmente adatta alla viticoltura.


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O? V O U N DI ’ E ’ C SA GENERE: Commedia ANNO DI PRODUZIONE: NAZIONE: Stati Uniti d'America DISTRIBUZIONE: Moviemax SITO UFFICIALE: http://macomefaafartutto.it/ ANNO DI DISTRIBUZIONE: 2011 DATA DI USCITA: 23-09-2011 Kate Reddy è una trentacinquenne in carriera che lavora in una società finanziaria, ha un marito talvolta noioso, due bambini piccoli e bisognosi di cure e un amante con cui conduce una relazione online. Come riuscire a fare tutto? E' questo il cruccio in cui si dibatte quotidianamente Kate, costretta a contare i minuti come le altre donne contano le calorie e impegnata a destreggiarsi tra appuntamenti di lavoro, impegni familiari, massaggi, sedute dal dentista e mille altre faccende. E tutto lascia presagire che, prima o poi, la situazione non potrà che precipitare, ma Kate è una donna che non si abbatte facilmente e ha dalla sua un'arma assolutamente invidiabile: l'ironia.

FINAL DESTINATION 5 Regia di Steven Quale. Con Emma Bell, Courtney B. Vance, David Koechner, Tony Todd, Miles Fisher, P.J. Byrne, Ellen Wroe, Arlen Escarpeta Genere Horror, produzione USA, 2011. Da venerdì 7 ottobre 2011 al cinema. trama Come nei precedenti episodi, anche in questo film la Morte è onnipresente e si scatena dopo la premonizione di un uomo che salva un gruppo di colleghi dal terrificante crollo di un ponte sospeso. Ma questo gruppo di anime ignare non avrebbe dovuto mai sopravvivere, e, in una terrificante corsa contro il tempo, lo sfortunato gruppo cerca freneticamente di scoprire un modo per sfuggire all'agenda sinistra della Morte. L'Alba del Pianeta delle Scimmie GENERE: Azione, Avventura, Fantascienza ANNO DI DISTRIBUZIONE: 2011 DATA DI USCITA: 23-09-2011 Trama Alla ricerca di una cura per l'Alzheimer, lo scienziato Will sviluppa un virus benigno che si diffonde nel tessuto cerebrale e lo cura. Dopo averlo testato su alcuni scimpanzé scoprirà insospettabili effetti collaterali: il figlio della sua cavia più promettente, battezzato Caesar, inizia ad evolversi e prende presto coscienza di sé. Per salvarlo dalla curiosità dei colleghi, Will lo nasconde e lo alleva a casa propria. Ma presto, Caesar fa onore al suo nome e decide di guidare la ribellione dei primati.

AMICI DI LETTO Un film di Will Gluck. Con Justin Timberlake, Mila Kunis, Emma Stone, Woody Harrelson, Patricia Clarkson Trama Uscita da una relazione disastrosa, una cacciatrice di teste e il suo nuovo cliente, divenuto il suo migliore amico, fanno il patto di porre fine al sesso occasionale qualora tra i due dovesse nascere qualcosa. All'inizio il piano funziona ma ben presto i due amici s'innamorano e dovranno rivalutare cosa significano l'uno per l'altra. Uscita al cinema il giorno 14 Ottobre 2011

DAL 23 SETTEMBRE AL CINEMA 119


E in un numero dedicato agli anni „80 non poteva di certo mancare il buon cinema di quel decennio. Così, per la gioia delle nostre lettrici, abbiamo selezionato un cult tutto da rivedere: “ American Gigolò”, dove a vestire i panni del sensualissimo e soprattutto richiestissimo Julian Kay, è Richard Gere. Richard Gere nasce a Syracuse il 29 agosto del 1949 e frequenta la North Syracuse Central High, dove impara a suonare la tromba e si distingue nelle gare di ginnastica. Dopo aver interrotto gli studi di filosofia alla University of Massachusetts, si dedica al teatro arrivando presto fino a Broadway. Nel 1975 debutta nel cinema in Rapporto al capo della polizia, poi interpreta In cerca di Mr. Goodbar (1977), I giorni del cielo (1978), Una strada chiamata domani (1978) e Yankees (1979). Nel 1980 ottiene uno strepitoso successo grazie ad American gigolò, che lo consacra come il nuovo sex-symbol del cinema americano. IL FILM Julian Kay (Richard Gere) è un gigolò, amato dalle donne per la prestanza fisica e la bellezza mascolina. Alle dipendenze di Anne (Nina Van Pallandt), si ritrova a lavorare per Leon (Bill Duke), uomo senza scrupolo alcuno. Julian incontra per caso Michelle Stratton (Lauren Hutton), moglie del senatore Charles (Brian Davies), ed i due si innamorano. Leon nel frattempo induce Julian a concedere una prestazione ad una coppia depravata, i Rheyman. La signora Rheyman viene trovata uccisa in modo cruento e Julian si trova tra gli indiziati, incalzato dal detective Sunday (Hector Elizondo). Abbandonato da tutti, capisce di essere oggetto delle macchinazioni del senatore Stratton, aiutato da Leon. Incapace di difendersi, incontra direttamente il senatore ed alla ricerca della verità Julian mette alle strette Leon che accidentalmente precipita dalla finestra dopo un' accesa discussione con Julian. Quest'ultimo viene a questo punto arrestato con l'accusa di omicidio, dal quale verrà però scagionato da una cameriera che lo ha visto tentare di salvare Leon. Michelle resasi conto del cinismo del marito, candidato al ruolo di governatore della California,e dell'amore che prova per Julian, come prova estrema d'amore abbandona il tetto coniugale e scagiona Julian fornendogli un alibi di ferro affermando di aver trascorso con lui la notte durante la quale è stato commesso l'omicidio

VS Roy

Intervista

uno gigolo‟ dei tempi nostri

Cos’ è un gigolo? Alla parola gigolo molti associano immediatamente un uomo che offre prestazioni sessuali a pagamento. Nella realtà però questo mestiere ha molte altre sfaccettature. Oltre ad essere un professionista del sesso a pagamento è uno psicologo, un compagno di giochi e di avventure, una spalla su cui piangere, un uomo oggetto per signore capricciose. Io offro tanti tipi di servizi, dall‟ingelosimento, al finto fidanzato, posso essere se necessario una sorta di sexual trainer, accompagnatore per una serata o un‟occasione particolare. Per iniziare perché non ci dici cos è scattato in te il giorno in cui hai intrapreso questa direzione? (del gigolo) Ho scoperto per caso di essere portato per questo tipo di lavoro. Sono nato in una città di provincia e probabilmente se non avessi sempre sentito una forte voglia di emergere e cambiare il destino che sembrava qualcun altro avesse già scritto per me, oggi lavorerei in fabbrica, avrei qualche figlio e una moglie che si occupa di me. Da quando mi ricordo però, la prospettiva di una vita normale e dignitosa mi è sempre stata stretta. Ho provato a lavorare come tutte le persone normali ma è stato un fallimento su tutta la linea, mi sentivo frustrato e infelice. Mi sono ben presto appassionato a lavori particolari, dapprima in discoteca come ragazzo immagine, poi sono diventato un strip man 120


molto richiesto e successivamente grazie ad una signora che voleva far ingelosire suo marito mi sono avvicinato al lavoro di accompagnatore. E‟ stata una trasformazione lenta e graduale. C‟è da dire che ho sempre avuto una passione sfrenata per le donne, ne frequentavo tante e diverse, a parte qualche eccezione da ragazzo, non sono mai stato portato per la monogamia. Com è stata la tua prima esperienza? Se ti riferisci alla prima esperienza di sesso a pagamento ad essere sinceri...non me la ricordo. Ti sembrerà curioso, ma prima di pretendere denaro per fare sesso con una donna io chattavo spesso con delle sconosciute con le quali poi avevo incontri a puro sfondo sessuale. Nel libro autobiografico che ho scritto “un‟immagine allo specchio” racconto di questo periodo. Per me era quindi normale uscire con una donna che non conoscevo, andarci a cena e poi a letto. Ad un certo punto ho intuito che la mia passione per le donne, la promiscuità, la curiosità per gli incontri al buio poteva trasformarsi in un lavoro e ho cominciato a chiedere denaro in cambio delle mie prestazioni. Forse il passaggio dalla mia vita privata alla mia attività di gigolo è stato talmente naturale che non ricordo la prima donna che mi ha pagato per fare sesso con me. Provi piacere nel lavoro che fai? È un lavoro o anche un piacere? Io amo il mio lavoro e mi da grande piacere. E‟ una continua emozione. Ogni appuntamento è come partire per un nuovo viaggio, una storia completamente nuova e questo devo dire mi eccita molto. Una donna mi chiama, sento la sua voce, provo nuove sensazioni, curiosità, la immagino, cerco di capire di che cosa ha bisogno, voglio farla stare bene, voglio che abbia un bel ricordo dei momenti passati con me. E‟ come uscire con una ragazza che ti piace nella tua vita privata. La prima volta è sempre quella più carica di emozioni, aspettative, è adrenalina pura. Io quasi sempre sto benissimo come le mie donne, la mia vita è costellata di ricordi e serate piacevoli, mi nutro delle loro storie ed esperienze. Io amo le donne e i loro segreti, le loro insicurezze, il loro bisogno di attenzione e dolcezza. Non fingo, quando sto con le mie clienti sono nel mio elemento e faccio ciò che mi piace. Mi ritengo un uomo fortunato. Se la donna in questione è esteticamente non bella, provi cmq piacere? Le belle donne sono spesso quelle più sole ed insicure, capita quindi di frequente io venga contattato da persone giovani e attraenti. Una volta la mia cliente era talmente bella che pensavo di stare su scherzi a parte. Era una modella bellissima e lei, più di una donna comune, aveva paura di frequentare uomini per fare solo sesso. Io sono una garanzia di discrezione e sparisco dopo aver fatto il mio lavoro. Non telefono o invio messaggi, svanisco come un sogno. E‟ la frase che ho coniato anni fa come “slogan” s ui m iei siti www.r o yesc ort.com , www.royforyou.com e www.roygigolo.com “Roy, il sogno di una notte che svanisce con l‟arrivo del giorno”. Per quel che riguarda il piacere fisico, la chimica con una donna, non è sempre detto siano le più belle ad essere le migliori a letto. Non è la sola bellezza che mi affascina, mi catturano molto la sua testa e la sua dolcezza, la femminilità e classe ed educazione. Mi piace la donna raffinata. Hai mai avuto esperienze tutt altro che piacevoli? Si, capita. Alcune clienti sono arroganti e maleducate ed è 121

la cosa che mi blocca più di tutte. Sono poco diplomatico e fatico a tacere quando mi capitano donne del genere. Non amo nemmeno chi cerca sesso estremo o ha perversioni particolari. Sono un tipo abbastanza classico quando si parla di erotismo. Quanto ti fa guadagnare la tua professione? Diciamo che non ho nulla da invidiare ad un manager affermato. Sono soddisfatto dal punto di vista economico. Ti sei dato una scadenza? In realtà no. Farò questo lavoro finchè non troverò qualcos‟altro che mi da lo stesso tipo di soddisfazione personale. Ci sono donne di tutte le età che chiamano un accompagnatore e che hanno bisogno dei servizi di un escort. Invecchierò insieme alle mie clienti. Non faccio programmi. Sarà la vita a dirmi quando è ora di smettere. Se ti dovessi innamorare di una ragazza, come pensi prenderebbe il fatto che sei o sei stato un gigolo? Per ora sono stato immune all‟innamoramento. Una donna innamorata soffrirebbe sicuramente sapendomi fra le braccia di un‟altra tre-quattro volte a settimana….non penso sarebbe facile accettarlo. Difficile scindere l‟amore dal sesso. Non penso sarei tranquillo sapendo che qualcuno soffre per ciò che faccio. Non voglio ferire nessuno. Quindi sono solo e non ho in programma di fidanzarmi. Non temi di restare marchiato a vita per questo? E‟ innegabile che il mio lavoro mi ha segnato e continuerà a farlo. Ma basta indossare l‟abito adatto per coprire il marchio, come si farebbe con un tatuaggio. I marchi più pericolosi sono quelli nel cervello, è l‟idea che ci facciamo di noi stessi, l‟opinione degli altri importa relativamente. Non sono però segni necessariamente negativi quelli lasciati dal mio mestiere. Ho conosciuto molte persone e storie che penso mi abbiano arricchito. Cerco di fare tesoro delle esperienze che vivo, ho incontrato donne colte ed interessanti che mi hanno insegnato molto. Nei miei incontri non è il sesso a farla da padrone. Di una donna preferisco ricordare la sua storia, la trovo molto più stimolante e unica rispetto al sesso che alla fine è abbastanza prevedibile. Hai mai utilizzato viagra o simili per portare a termine un incontro? Grazie al cielo per il momento non ne ho bisogno anche se per curiosità l‟ho provato qualche volta. Ti sei mai innamorato di una cliente? No, non è mai successo. Ci sono clienti con le quali c‟è una maggiore affinità, ma la mia professionalità non mi permette di andare oltre. Una cliente si è mai innamorata di te? Cerco di dissuaderle in ogni modo, e forse proprio per questo accade spesso. Credo però siano innamoramenti fugaci e poco duraturi. Le mie clienti amano l‟uomo che io impersono nelle serata insieme. Sono romantico, paziente, le vizio e coccolo, le faccio stare bene. Mi comporto esattamente come fanno la maggior parte degli uomini al primo appuntamento. Do il massimo. E loro si innamorano di questo, del sogno che vivono. Nella vita di tutti i giorni sono un uomo come molti altri, credo che molte di loro non sarebbero proprio entusiaste dei miei difetti che riesco a nascondere bene durante una serata galante. Anche questo fa parte dei compiti di un bravo gigolo. Evito sbandate pericolose.


Ci racconti uno strano incontro? Ci sono stati incontri particolari, situazioni bizzarre, alcune ironiche ed altre molto crude. Ne ho elencati almeno 15 nel mio libro: Un‟immagine allo specchio. Qui ne posso elencare qualcuno: Una ragazza al sesto mese di gravidanza mi ha presentato ai propri genitori spacciandomi per il padre del suo bambino. Una donna voleva un massaggio erotico mentre il figlio 18 enne ci spiava masturbandosi. Una ragazza lesbica candidata a sindaco mi ha esibito prepotentemente in tutti i luoghi pubblici della sua città per cacciare via tutte le voci maligne della sua omosessualità, prendendo così molti più voti. Una figlia mi ha fatto uscire con la propria mamma nei suoi ultimi giorni di vita rimasti a causa di un cancro. Una donna ha inscenato un finto matrimonio dove io interpretavo il finto marito per prendere soldi dai genitori. Ecc. ecc. ecc. Sei mai stato contattato da signore famose? Si, è capitato. Non amo parlare molto dell‟argomento, la discrezione è uno dei miei segni distintivi. Ti posso dire che anche la manager di successo o la donna del mondo dello spettacolo cerca un angolo di benessere e felicità nel quale rifugiarsi in tutta sicurezza. Io mi prendo cura di loro e durante le serate con me sono semplicemente delle donne e possono dimenticarsi impegni e responsabilità. Io forse conosco la loro parte migliore. Quanto costa se si può sapere un incontro cena e dopocena con te? Le tariffe variano a secondo del tipo di servizio e di chi mi chiama e anche in questo caso per ragioni di riservatezza preferisco non parlare di cifre. Sei mai stato riconosciuto e offeso in pubblico? Sono stato riconosciuto spesso, i media mi hanno sempre trattato bene. Fra televisione e riviste si è parlato spesso di Roy, sono un po‟ un punto di riferimento per questo mestiere qui in Italia. Devo ringraziare i giornalisti che mi hanno scelto e intervistato, a me fa sempre molto piacere raccontare la mia vita e uscire dall‟anonimato di una stanza di albergo. La vita dell‟accompagnatore viene spesso scambiata per una cosa sporca e sbagliata. Io difendo ciò che faccio a spada tratta, in fondo chi esce con me si regala momenti che rimangono dentro e lasciano ricordi molto piacevoli. Vengo spesso criticato ma non sono mai stato offeso. Sei mai stato “scoperto” dal compagno di una tua cliente? No, almeno non sono stato colto in flagrante con lei. E‟ capitato che qualche mia cliente si è fatta beccare degli sms e successivamente non ci siamo più potuti vedere. Di solito però i mariti non si arrabbiano con me. Io faccio il lavoro per il quale sono stato chiamato. Sono totalmente incolpevole e loro lo sanno. I guai li passeranno le moglie imprudenti. Com’è la tua donna ideale? Dolce, femminile, paziente, infinitamente paziente…, libero da pregiudizi e da preconcetti, bella e intelligente, indipendente ma con quel fondo di timidezza che la rende anche fragile. Mi piace proteggere la mia donna.

Come deve comportarsi un cliente alla prima esperienza con te? 122


Deve essere se stessa e tranquilla, al resto penso io. L‟unica cosa che chiedo tassativamente è igiene ed educazione. Toglici una curiosità. Secondo la tua esperienza.. una donna.. cosa cerca? Me lo chiedono molti giornalisti, la risposta sarebbe lunga e complicata e potrei per ogni incontro che ho avuto raccontarti qualcosa di diverso. Non esiste una sola donna, ne esistono a miliardi e ognuna ha esigenze diverse. Dovrei dare un miliardo di risposte diverse. C‟è quella che vuole le coccole, e quella che le odia, c‟è quella che vuole parlare, e quella che odia parlare. Cè quella che vuole farsi vedere a tutti i costi in giro con me, e quella che assolutamente non vuole farsi vedere con me. Diciamo che in linea di massima una donna che va con un gigolò deve colmare un vuoto e lo vuole fare in modo che non abbia conseguenze sulla sua vita privata. E sessualmente? Cosa cercano? E‟ raro trovare una donna che pretende sesso. Alle donne piace sia l‟uomo a prendere l‟iniziativa. Quando una cliente mi chiama difficilmente parla del sesso. Ci si incontra per una cena, a me piace sedurla e farla sciogliere piano piano. Lo trovo più eccitante e le mie clienti di solito apprezzano questo tipo di approccio. Una donna ha bisogno di rilassarsi e sentirsi in buone mani per lasciarsi andare, difficile andare subito a letto e fare sesso. Mi è capitato pochissime volte. Tu che opinione hai dell’amore? Per ora la mia idea è che l‟unico vero amore è quello di una madre. Il resto spesso è solo libidine, infatuazione, affetto o semplicemente abitudine. Ma sono comunque affascinato da questa parola e invidio gli innamorati. Faccio fatica ad immaginarmi monogamo, vorrei innamorarmi così tanto da essere felice ed appagato con una sola donna. Cerco questa donna da sempre. Sono innamorato dell‟idea di un amore perfetto che mi soddisfi totalmente, fisicamente e cerebralmente. Questa però è anche una specie di condanna, non penso mi fermerò mai. Forse lo cercherò per tutta la vita. E delle donne che ti contattano che opinione hai? Sono donne emancipate e intelligenti. Decidono di non buttarsi fra le braccia del primo che capita. Scelgono un uomo che le fa sentire al sicuro. Quelle sposate proteggono il loro matrimonio dai rischi di una relazione extraconiugale. Quelle libere spesso mi chiamano quando non si sentono ancora pronte ad affrontare una relazione ma hanno bisogno di stare con un uomo, senza che questo rovini la loro reputazione o condizioni la loro vita. Ho stima delle mie donne e grande gratitudine. Io esisto grazie a loro e ai loro desideri. E ora un ultima cosa per chiudere in modo leggero, cos hai pensato quando hai visto il gigolo del grande fratello? Ho sorriso alla vista di Giuliano. Sembrava più una gag di Zelig che un gigolo vero e proprio. Mi ha dato un pò fastidio il falso moralismo di alcuni conduttori che hanno bollato il mio mestiere in maniera negativa e non hanno dato la possibilità a chi fa veramente il gigolo di difendersi. E‟ sempre facile accusare chi si vende e additarlo come uno scarto della società. Alla fine chi fa la mia vita fa del bene, è sincero e onesto, non sono io ad importunare le mie donne per farmi pagare, sono loro che mi cercano e pagano consapevolmente e volentieri. Non c‟è inganno ne sfruttamento. 123


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