Era un tale ben vestito. Si curava sempre il dito. In un mattino di Primavera, gli era sfuggita una parola. Si era detto: ora faccio; quel mascalzone che non sono. Corro appresso e dico in giro, che son solo un gran straniero; con la faccia malandrina, ma il vestito sempre nero. Piano pino, poi, l'idea; è diventata un'ossessione. Anche per la Polizia... Sono solo un gran coglione.
Me le invento, e poi ci credo; che son rogne per davvero. Non riesco piĂš un minuto, ad uscire dalla parte;
di chi ancora crede, che è più bello esser Gigante. Non un tale come un altro, ma un Sultano riverito; a cui manca e solo quello, un coniglio nel cappello.
Sai ce ne son molti, a cui risuona nel cervello, quel lontano carosello, che ci rende più sicuri. Più vicini alle coperte, che ci son mancate sempre; più vicini al davanzale, per vederla ritornare.