Sono sveglio sul divano. Penso a te che stai dormendo. Non c'è zucchero in cucina, e son preso da un tormento. Ieri sera sei rientrata, con un mal di testa forte; e io sono tutto preso, dalla mia cattiva sorte. Non mi accorgo che stai male, per quel tizio molto oscuro; per quel tale risaputo, solo fronzoli e barbuto. Ho deciso che ora basta, con questo silenzio amaro; con quest'aria puzzolente, solo cibo per la mente. Questo mondo che va a male, non può più tirarmi addosso; la sua ira assai crudele, e le scarpe ancora addosso. Vado in bagno, e faccio piano, a lavarmi la stanchezza; poi arrivo dentro il letto, e ti sto vicino tosto. Sei più bella quando ridi, sei una creatura dolce; sul tuo viso ancor si legge, che mi ami sempre molto. Non perché sia mio dovere, non perché lui è solo stronzo; ma è giusto che io faccia fino in fondo, il compagno che tu hai scelto. Ho con me solo il mio corpo, che rinchiude in un cassetto; una rosa che si apre, quando sento la tua voce. Quando penso a me da solo, mi sovvien solo la morte, mi ricordo che non posso più restare, senza te dentro al mio letto.