Dal pizzino di Italia Nostra a....

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Viterbo & AltoLazio

Domenica 8 Aprile 2012

Prosegue il racconto delle “strane” avventure capitate al dottor De Santis impegnato in un’operazione Trasparenza

Dal“pizzino”di Italia Nostra all’abusivismo sul lago, cosa sta bollendo in pentola? A

ltra puntata dell’incredibile vicenda che coinvolge il dottor Roberto De Santis e la Riserva Naturale del Lago di Vico. “Come narrato nelle precedenti puntate, le reazioni innescate subito dopo il nostro accesso agli atti hanno prodotto effetti a catena, ricevendo come ricompensa, non meno di venti denunce che spaziano da reati come il pascolo abusivo, alle minacce, �no ad arrivare alle ultime per stalking. Denunce sistematicamente archiviate . Desideriamo ricordare, tra le tante, una denuncia per aver rappresentato ai guardia parco come nelle loro rare passeggiate non potessero non accorgersi che molti argini del lago erano stati alterati per impiantare e mettere a dimora nuove colture di nocciole. Di conseguenza ci siamo sentiti in dovere di rispondere presentando un esposto per omissioni di atti d’uf�cio. Con una differenza sostanziale, la loro denuncia inventata di sana pianta, la nostra assolutamente veritiera. Purtroppo, pur avendo attentamente documentato con foto e video le dighe realizzate sugli argini, la nostra denuncia è stata archiviata, ma per motivi a nostro avviso poco comprensibili. Dal fascicolo di archiviazione, gli agricoltori interpellati sostengono motivazioni spicce e poco credibili, addossando ogni responsabilità a delle povere nutrie. Animali quest’ultimi sicuramente transgenici, una razza mutante, di proporzioni enormi, che, dotata di ruspe e blocchetti si è evoluta in modo particolare realizzando delle barriere insormontabili. Non si capisce altresì, pur in presenza di foto e video che documentano inequivocabilmente il misfatto, come gli agricoltori ascoltati in procura abbiano potuto dichiarare che le opere in questione fossero presenti da molti anni! Non comprendiamo pertanto come il pubblico ministero abbia potuto prendere per vere le dichiarazioni rilasciate dagli agricoltori e comunque non

abbia immediatamente disposto, come prevede la legge Galasso, il ripristino di tali aree. Il nostro obiettivo nonostante tutto non deve essere frainteso, perché il �ne cui tendiamo è smascherare le contraddizioni di un area protetta tutta sulla carta che recentemente ha approvato investimenti per centinaia di migliaia di euro. Investimenti che sarebbero forse stati più utili per sostenere la fertirrigazione e progetti di sostenibilità, per coniugare gli interessi degli agricoltori e tutelare i consumatori che utilizzano le acque dell’invaso per scopi alimentari, e non dispendiosi quanto mai inutili percorsi di birdwatching! Troppo facile sarebbe scaricare sugli agricoltori ogni responsabilità, anello debole della catena, convinti che tali comportamenti possono essere modi�cati investendo in azioni di sensibilizzazione: il problema è a monte di tutto il processo. Per tornare alle denunce di stalking, come certamente ricorderete, parte dell’accesso da noi presentato riguardava alcune strutture sulle rive del lago, di proprietà del nipote del Direttore della Riserva Naturale, un certo Nello Lupino. Strutture inizialmente di carattere precario, realizzate con scorze di legno, successivamente sostituite con opere in muratura. Dunque per tornare al nostro resoconto, diversi esponenti della Riserva del Lago di Vico e del Comune, hanno pensato di prenderci sicuramente per s�nimento, rinviando i nostri appuntamenti di volta in volta con motivazioni tra le più banali, �no a quando esaurita la nostra pazienza si richiese l’intervento delle forze dell’ordine. La mattina dell’otto aprile 2011, presso gli uf�ci comunali, accede un appuntato scelto che informato brevemente dei fatti, si rivolge per chiarimenti alla responsabile dell’uf�cio tecnico, l’Arch. Braghetta. Queste le sue dichiarazioni risultanti dagli atti: “Purtroppo a causa di

“Dopo l’accesso agli atti sono stato accusato di pascolo abusivo, minacce e stalking. Tutte denunce archiviate”

Foto dall’interno dell’agriturismo con vista lago

pratiche urgenti da evadere sono impossibilitata ad esaudire la richiesta del dott. De Santis”. A quel punto l’appuntato, come risulta dagli atti, media e concorda un appuntamento tra il sottoscritto e l’Arch Braghetta per il giorno 14 aprile 2011. Puntualmente la mattina del 14 aprile, l’Arch Braghetta, che nel frattempo si era organizzata l’offensiva, ci negò l’accesso. Non solo,quellamattinal’arch.Braghetta si fece trovare in compagnia di altri amici, che qualche giorno dopo, confermeranno e sosterranno la falsa denuncia per stalking. Tra le numerose deposizioni, spicca quella di un avvocato di Viterbo, quasi certamente consulente e sul libro paga del Comune. Anche il signor Nello Lupino, ovvero la persona direttamente coinvolta dal nostro accesso, pensò bene di seguire l’esempio, e non brillando certo di originalità , presentò un’altra denuncia per stalking. La nostra vicenda potrebbe tranquillamente ispirare Stevenson, il celebre autore di “Dr. Jekyll and Mr. Hyde”, per un successivo best seller. Queste le dichiarazioni rilasciate dall’Arch. Braghetta, nel pomeriggio del 14 aprile ai Carabinieri di Caprarola: “Non ho potuto consegnare la mattina del 14 aprile copia degli atti richiesti dal De Santis, in quanto tutt’ora è in corso un accertamento sull’appartenenza di questo signore ad Italia Nostra. Altresì il mio predecessore, ex responsabile dell’uf�cio tecnico, mi ha informata più di un anno prima che il dott. De Santis Roberto non era mai stato delegato all’accesso agli atti presentato a nome di Italia Nostra”. Ragazzi che storia, siamo seriamente combattuti e non sappiamo se ridere o piangere, tanto è assurda l’intera vicenda. E’ suf�ciente confrontare le dichiarazioni rese dall’Arch. Braghetta tra il primo intervento dell’arma dei carabinieri, in data otto aprile ed il successivo, del quattordici, per notare tutte le incongruenze del caso. Perché la Braghetta se era già a conoscenza che l’accesso agli atti fosse un falso, non ha immediatamente rappresentato, al carabiniere intervenuto l’otto aprile, tale circostanza non secondaria? Perché affermare che a causa della ingente mole di lavoro non poteva soddisfare le nostre richieste, rendendosi addirittura disponibile per un successivo appuntamento? Perché se già al corrente che il sottoscritto non fosse mai stato delegato da Italia Nostra, non ha pensato ad una ovvia soluzione, ovvero denunciare il sottoscritto per falso in atto pubblico? Tra i fedeli testimoni dell’Arch. Braghetta, spicca la �gura dell’ex assessore Giorgi, che oltre a confermare in toto la deposizione della sua compagna di partito, dichiarerà altresì che la famigerata mattina del 14 aprile, la nostra ira era motivata dal diniego per un progetto da noi presentato! Probabilmente il nostro povero ex assessore dimentica che il nostro progetto è stato presentato su basi

Immagine dell’agriturismo, di cui una parte è in materiale definitivo, un’altra in scorze di legno e teloni di diritto, su conoscenze giuridiche dirette, che dif�cilmente il signor Giorgi può comprendere, tale è il gap culturale che ci differenzia. Dimentica che il nostro accesso e le nostre denunce attinenti il lago di Vico risalgono a tempi non sospetti, come risulta da un’interrogazione del 2003 presentata in Regione Lazio. Il riferimento al nostro progetto è un autogol senza precedenti, un lapsus freudiano che denota il pro�lo di questo simpatico amico. Probabilmente dimentica che il nostro progetto è stato arbitrariamente respinto obbligandoci a ricorrere alla consulenza di un esperto amministrativista per far valere le nostre ragioni e subito dopo accolto. Il povero Giorgi forse non comprende che la pubblica amministrazione non può gestire a suo piacimento i progetti degli amici e negare quelli dei nemici, perché manca di totale trasparenza e pertanto ri�uta di mostrare dei documenti, a sua discrezione. Non è forse un caso che a seguito del cambio di giunta, una mattina in attesa di un tecnico del Comune, il signor Giorgi veniva colto in fallo mentre raccomandava caldamente ai nuovi assessori di non condividere il nostro progetto. Per questo motivo aperta la stanza ci siamo permessi di rimettere in riga il nostro simpatico amico. Caro Giorgi, comprendiamo che le sue leggi sono del tutto personali. Come altrimenti avrebbe potuto revocare con una semplice un’ordinanza, una legge di diretta emanazione nazionale, che disponeva l’obbligo per gli agricoltori, suoi elettori, di mantenere le distanze dalle acque del lago? Probabilmente, nostra la colpa per non aver compreso che Caprarola è un feudo dove l’assessore Giorgi è il vate indiscusso. Il loro tentativo ignobile, non ha fatto altro che rafforzare la nostra convinzione e nonostante avessimo carpito diversi messaggi, dai quali si avvertiva che il nostro progetto fosse legato a duplice �lo con il nostro accesso agli atti, non ci siamo fatti intimidire. Tornando alla Braghetta, ed alle sue dichiarazioni rilasciate ai

Carabinieri nelle quali riportava di essere da tempo a conoscenza che il nostro accesso fosse un falso, queste sue considerazioni hanno origine da un documento, rinvenuto negli atti della procura, che testualmente riporta quanto segue: “Gent.le Sindaco, sono la Presidente della sezione di Viterbo di Italia Nostra, Francesca Romana Stocchi, le scrivo per dirle che non conosco il dott. Roberto De Santis, non mi risulta sia fra gli iscritti della sezione viterbese, e dichiaro di essere all’oscuro delle vicende intercorse tra il Comune di Caprarola ed il dott. De Santis”. Caro sindaco, queste le parole testualmente utilizzate da questa signora, lasciando presumere che sia stata pertanto direttamente contattata da questo solerte primo cittadino. Ma perché utilizzare un foglietto anonimo, molto più simile ad un pizzino che ad un documento uf�ciale di Italia Nostra, privo altresì di carta intestata e di qualsiasi riferimento oggettivo?!? La storia, signori, è molto diversa e spero che possiate comprendere come sia urgente approvare nel nostro paese quanto prima una legge sulla trasparenza. E’ importante �ssare un concetto base, ovvero che senza Trasparenza, non vi è Democrazia ma solo asservimento delle folle ai dignitari di turno. Questo improvviso muro di omertà, minacce, ed altro è stato eretto per opporsi al nostro tentativo di fare luce su meccanismi che non possono essere tollerati. Un espediente messo in atto da questi signori è stato ad esempio di mostrarci parte della documentazione sensibile, ma solo per testare le nostre reazioni. Come quando hanno tentato di capire le informazioni in nostro possesso mostrandoci dei documenti che attestavano la presenza di tali strutture in un periodo

precedente al 1967, e dunque per ovvi motivi prive di condoni. Ma un’altra deposizione, rilasciata dal precedente responsabile dell’uf�cio tecnico, è illuminante: “Ho autorizzato l’accesso agli atti presentato dal dott. De Santis, a nome dell’associazione Italia Nostra. Ai sensi della legge 241/’90 ho richiesto parere in merito a tutti i contro interessati e si veri�cò solo un silenzio assenso. Pertanto fu permessa la visione dei documenti ad una sola una persona. Non ho accertato se la lettera di Italia Nostra fosse regolare, ma ho inviato copia della documentazione con cui si permetteva di accedere alla documentazione, direttamente alla sede di Italia Nostra e non al dott. De Santis, per correttezza”. Per correttezza, questo è il termine utilizzato, intriso di non poche contraddizioni, poiché in primis l’accesso era stato accolto nella sua completezza e non su un solo soggetto. Seconda contraddizione, comprendere come mai l’Arch Braghetta, nella sua deposizione del 14 aprile, sostiene di essere stata informata dal suo predecessore sulla falsità del nostro accesso, e quest’ultimo la smentisce! Inoltre poiché questo solerte amministratore afferma di aver inviato “per correttezza” l’autorizzaz i o n e all’accesso direttamente ad Italia Nostra, come mai tale documento è �nito nelle nostre mani?!? Perché dunque l’Arch. Braghetta ha ritirato la sua denuncia per stalking se temeva addirittura per la sua incolumità? Forse aver compreso che nel fascicolo rinvenuto presso il Gip, il dott. Rigato, ci sono elementi più che suf�cienti perché l’intera vicenda possa, con effetto boomerang, ritorcersi loro contro? Pertanto la domanda lecita è la seguente: “chi dalla cabina di regia ha suggerito il passo indietro?”. Continua

“Senza Trasparenza non vi è Democrazia, ma solo asservimento ai dignitari di turno”


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