GABRIELE KĂ–GL
ANIMA DI MADRE Traduzione di Laura Bortot
Keller editore
1
M
ia nipote è arrivata dall’America. Eccola, la nostra Waltraud, svelta e carina, coi suoi capelli biondi. Si è fatta più magra, perché lui, l’americano che ha sposato laggiù in Florida, la vuole così. Ha fatto bene a prenderselo, un marito del genere; spesso penso al mio, di marito, sotto terra ormai da un bel po’. Almeno mi ha lasciato duemila euro di pensione di reversibilità, anche se non mi ha portata in palma di mano, come l’americano porterà la Waltraud, negli anni a venire di questa loro vita tutta americana. Al tempo, quando la Waltraud è partita, senza un diploma e con in tasca solo l’indirizzo di una famiglia dove lavorare come ragazza alla pari, nessuno ci avrebbe scommesso. Ma non per niente si dice che l’America sia la terra delle possibilità illimitate, perché in quale altro posto la Waltraud, con le sue quattro parole d’inglese, sarebbe riuscita a ottenere quello che ha oggi? Certo, ha avuto anche la fortuna di capitare nella famiglia giusta, una famiglia influente, danarosa, altrimenti sarebbe stato difficile mettere piede su quella barca, su quello yacht con cui, per un’estate intera, hanno scarrozzato i belli e i ricchi su e giù tra Miami e New York. A bordo di quella barca la Waltraud ha conosciuto suo marito, il James, che lavorava come designer navale. Che cosa facesse
9
di preciso non lo so, e neanche l’ho chiesto, perché comunque non ci capisco niente. Non voglio rimanere impalata come un’idiota ad ascoltare spiegazioni più di quanto non lo faccia già, perché non conosco il mondo, e perché tutto quello che so, lo so dalla televisione. Ma la Waltraud ha conosciuto gente importante, e oggi è una donna arrivata. Ha raccontato che adesso lavora anche lei come designer, arreda le case dei ricchi, con il suo gusto europeo e quel suo particolare fiuto per i materiali. La barca è stata fondamentale per conoscere le persone giuste, ma alla lunga quella non sarebbe stata vita, un giorno qui, l’altro là, dopotutto ognuno di noi ha delle radici e desidera appartenere a un qualche luogo. Pare che vivano a Palm Beach, dove sono di casa i belli e i ricchi. Ha portato delle foto, ma sono così minuscole che è difficile capire quanto sia grande e magnifico il loro appartamento. Sua madre ha raccontato che quando le ha fatto visita in America ha dormito in una camera per gli ospiti con un bagno tutto suo. Ed è andata in giro dappertutto in macchina, senza mai muovere un passo a piedi, perché là, ovunque si vada, è comodo, ci sono sempre parcheggi a sufficienza. Una volta però voleva fare una passeggiata nel parco che si vedeva dalle finestre dell’appartamento, ma la Waltraud le ha detto con una certa irritazione che andare a spasso nel parco era troppo pericoloso. Se ci teneva proprio a fare movimento c’era la palestra del condominio, che tra l’altro era anche climatizzata. La madre però non le aveva dato ascolto e aveva preferito la piscina di proprietà del comples-
10
so residenziale, col risultato che la Waltraud se le era sentite dall’amministratore perché la piscina poteva essere utilizzata unicamente in presenza di un bagnino. L’acqua era profonda solo un metro e mezzo, ha raccontato la madre della Waltraud, e ha aggiunto che ne aveva abbastanza dell’America, e che non ci sarebbe più andata se non poteva neanche passeggiare o nuotare quando e dove voleva. L’America è un paese libero, ha detto la madre della Waltraud, ma anche lei è una persona libera, e come tale può prendersi la libertà di non salire più a bordo di un aereo per andare nella terra delle possibilità illimitate. Adesso la Waltraud frequenta gente sciccosa e signorile, che nelle sue ville americane possiede mobili di fattura europea, e spesso le capita di mangiare in compagnia salmone e caviale, seduta a un tavolo di legno grande e antico. Quella roba non mi piace. Mi fa venire i brividi, quando ci penso. Mi ricordo ancora di quando mia figlia ci ha portato da Vienna un salmone. Alla fine se l’è divorato il gatto, perché noi non ce ne facevamo niente. Ma i signori raffinati hanno altri gusti rispetto alla gente semplice. Qui non potrebbe più vivere, ha detto la Waltraud, lamentandosi del gran caldo. Là in America tutti gli ambienti sono climatizzati, e allora fuori possono anche esserci quaranta gradi, e non si rischia mai di sudare. E le persone sono gentili, affabili, molto diverse da qui, e quando ci si incontra per le scale si scambiano sempre due parole, e nei ristoranti i camerieri non sono scorbutici come nelle nostre trattorie.
11
La Waltraud ha avuto davvero coraggio, se si considera che è partita tutta sola per andare così lontano, e in più con la difficoltà della lingua straniera. Anche mia figlia se n’è andata via da qui, e così uno dei miei due figli maschi, e si è visto com’è finita, a me non è mai andata giù, per fortuna però mia figlia si è fermata a Vienna, se non altro avremmo potuto raggiungerla ogni tanto, per vedere come stava. Grazie al cielo però non è stato necessario, perché quando le chiedevamo notizie di sé diceva sempre che stava bene. Ma partire per l’America è ammirevole. Una volta suo padre ha deciso di andare a trovarla e di portarle vino rosé e olio di semi di zucca, perché non dimenticasse la sua patria, solo che poi, mentre era in volo, l’olio si è aperto e il liquido verdastro è colato lungo il corridoio dell’aereo. A lei non manca assolutamente niente laggiù, dice la Waltraud, e non sarebbe nemmeno venuta a trovarci se i suoi non le avessero pagato il viaggio, a lei e al James. È perché sperano che magari prima o poi torni in Europa, se rivede il suo paese e tutti i parenti e i conoscenti. I suoi erano anche contrari al matrimonio con l’americano, e quando la Waltraud ha scritto che lui le aveva regalato un anello di brillanti, sua madre si è arrabbiata e le ha risposto che un anello lo poteva ricevere anche da suo padre, e che non per questo doveva sposare un perfetto estraneo, in più, da quanto tempo lo conosceva, l’americano, magari era membro di una qualche setta o qualcosa del genere, e aveva solo intenzione di spolparla e di farle il lavaggio del cervello. E allora la Waltraud si è inferocita e ha scritto a chiare lettere che difficil-
12
mente il suo fidanzato avrebbe potuto spolparla, visto che da casa non le arrivava neanche un soldo e che quello che guadagnava le serviva tutto per vivere. Sua madre non l’avrebbe mai lasciata partire. Non era necessario che partisse, i genitori avevano ottimi contatti alla posta e in comune, dove poteva con facilità trovare un impiego. Con i ragazzi era stato un problema, quando viveva ancora qui. Un paio di volte era uscita, prima con uno, poi con un altro, ma la madre non avrebbe mai permesso che un suo eventuale ragazzo dormisse da loro. A chiunque si presentava a casa mostrava subito quanto fosse contraria, perché sua figlia era speciale, e si sa bene che cosa vogliono in realtà i ragazzi. Con il figlio maschio aveva un atteggiamento quasi opposto, lo incoraggiava ad avere tante ragazze e a non fare sul serio con nessuna, mentre con la figlia si doveva stare attenti, diceva, era diverso. Stando lì alla Waltraud non sarebbe mancato niente, sua madre le avrebbe addirittura ristrutturato il garage per trasformarlo in un piccolo appartamento, se fosse rimasta, ma lei voleva assolutamente partire, come se altrove fosse meglio che nel suo paese. Certo, la madre della Waltraud non poteva sapere che la figlia avrebbe conosciuto un uomo gentile come il James, che non beve e non fuma, e che aiuta sua moglie perfino a fare la spesa. Solo il fatto che non sappia il tedesco non le va giù, perché la Waltraud deve sempre tradurre tutto se si vogliono fare due chiacchiere con lui, ma per il resto sembra essere un ragazzo a posto.
13