SCHEDE PER ALUNNI CLASSE 4^

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LEGGI IL RACCONTO. RIORDINA LE SEQUENZE SOTTO DA 1 A 7 E POI CON IL COLORE ROSSO CERCHIA LE SEQUENZE E SCRIVI ACCANTO A CIASCUNA DI ESSE IL NUMERO CORRISPONDENTE. SOTTOLINEA DI VERDE GLI ARTICOLI, DI ROSSO I NOMI, DI BLU I VERBI PRESENTI NEL TESTO. DANTE, GRANDE ELEFANTE Un giorno tutti gli animali della foresta si riunirono per una festa in onore di Tigrella, la tigre più simpatica della compagnia. Anche Dante, l’elefante, fu invitato alla festa e portò dei bellissimi fiori alla festeggiata. Tigrella cercò di spegnere le candeline della torta, ma non riuscì nell’intento perché i lunghi baffi mandavano l’aria in tutte le direzioni tranne che verso il dolce. Allora provò Tamo, l’ippopotamo che, con un fortissimo soffio, fece volare la torta in faccia a Dante. Scoppiarono tutti a ridere e cominciarono a prendere in giro l’elefante per la torta che gli colava dalle orecchie e dalla lunga proboscide. Dante allora se ne andò triste e offeso e camminò a lungo nella foresta. Improvvisamente nell’aria si sentirono degli urli: l’elefante si voltò e vide la casa di Tigrella in fiamme. Senza pensarci due volte, Dante si mise a correre verso uno stagno vicino. Riempì ben bene la sua proboscide e, arrivato a casa di Tigrella, iniziò a gettare acqua sulle fiamme. Ripetè quell’operazione più volte finchè riuscì a domare l’incendio. Poi stanco, si sedette in mezzo ai suoi amici che lo festeggiarono come un eroe. SEQUENZE Gli animali della foresta vanno al compleanno di Tigrella. Dante viene festeggiato come un eroe. Tutti ridono e l’elefante se ne va triste e offeso. Tigrella non riesce a spegnere le candeline della torta. Con la sua proboscide piena d’acqua l’elefante spegne l’incendio. L’ippopotamo soffia forte e fa volare la torta in faccia a Dante. Improvvisamente scoppia un incendio nella casa di Tigrella. Rispondi alle seguenti domande 1) Chi è il protagonista del racconto? __________________________________________________________________ 2) Dove si svolge la vicenda? __________________________________________________________________ 3) Chi sono i personaggi secondari? __________________________________________________________________ 4) E’ un racconto: fantastico realistico verosimile


5) Quali tempo è stato usato per narrare la vicenda? __________________________________________________________________ 6) Le sequenze sono: narrative descrittive dialogiche Riassumi il racconto usando meno di cento parole __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ __________________________________________________________________ PER SINTETIZZARE IL TESTO HO USATO ______ PAROLE Esegui l’analisi grammaticale delle seguenti frasi. Gli=______________________________________________________________ animali=__________________________________________________________ della =____________________________________________________________ foresta=__________________________________________________________ vanno=___________________________________________________________ al=_______________________________________________________________ compleanno =_____________________________________________________ di=_______________________________________________________________ Tigrella=__________________________________________________________ L’=_______________________________________________________________ elefante=__________________________________________________________ spense=___________________________________________________________ l’________________________________________________________________ incendio=_________________________________________________________ con=_____________________________________________________________ la=______________________________________________________________ lunga=___________________________________________________________ proboscide=_______________________________________________________


COME ESEGUIRE UN RIASSUNTO O UNA SINTESI Riassumere un testo vuol dire rielaborarlo, scrivendo le INFORMAZIONI ESSENZIALI ed eliminando quelle SUPERFLUE, rispettando la struttura del testo (parte iniziale, parte centrale, conclusione). Per eseguire una sintesi occorre: - leggere con attenzione il testo per comprendere bene il contenuto e il significato delle parole (consultare il vocabolario per cercare il significato delle parole sconosciute ed eventualmente annotarle su parti bianche del testo); - scrivere frasi collegandole in modo COERENTE (con senso logico), utilizzando in modo opportuno le congiunzioni e un lessico non ripetitivo ma vario e ricco di vocaboli specifici; - non usare mai il discorso diretto; - usare solo la terza persona singolare. Ci sono diverse tecniche per ottenere un riassunto o una sintesi. • La divisione del del testo in sequenze significa suddividere un brano in pezzi e dare a ciascuno un titolo; poi si scrivono sintetiche frasi per ogni titolo dato a ciascuna sequenza. • La sottolineatura sottolineatura consiste nel sottolineare nel testo le informazioni essenziali, evidenziando le parole-chiave (si possono usare colori diversi). • La cancellazione consiste nell’eliminare in un testo le informazioni superflue, senza stravolgere il contenuto essenziale. • La riformulazione consiste nell’unione di più frasi in una sola che contenga in poche parole i contenuti essenziali del testo. • Il riassunto in un dato numero di parole: parole si esegue una sintesi utilizzando un determinato numero di parole (ad esempio 50 o 100) . • Ricavare ed utilizzare schemi: schemi dopo aver letto e sottolineato i concetti più importanti del testo, le informazioni essenziali sono inserite in schemi o mappe concettuali. Per esempio, molto usate sono: la mappa concettuale ad albero in cui si parte dal tema centrale da cui scaturiscono i concetti-chiave, collocati in box rettangolari o ovali, collegati da frecce che mettono in relazione il percorso da seguire nella lettura della mappa; la mappa a raggiera in cui si pone al centro della mappa il concetto più importante, racchiuso da un ovale da cui si fanno diramare tante frecce che portano alle informazioni secondarie.


LE CONGIUNZIONI Le congiunzioni sono parole gancio o parole legame poiché collegano due nomi, due frasi, due verbi, due aggettivi, due pronomi. Sono: E- MA- POICHE’- PERCIO’- POICHE’- QUINDI- DUNQUEINFATTI - CHE - SE – O – INVECE – TUTTAVIA – INOLTRE –

ANCHE – EPPURE – CIOE’ – QUANDO … Sono INVARIABILI perché non cambiano, ossia, NON HANNO NE’ IL MASCHILE, NE’ IL FEMMINILE, NE’ IL SINGOLARE, NE’ IL PLURALE.

LE PREPOSIZIONI SEMPLICI Le preposizioni semplici sono: DI, A, DA, IN, CON ,SU PER, TRA, FRA FRA e COLLEGANO LE PAROLE E LE FRASI DI UN TESTO. SONO INVARIABILI.

LE PREPOSIZIONI ARTICOLATE Le preposizioni articolate si ottengono unendo a una preposizione semplice l’articolo determinativo. Anch’esse hanno la funzione di collegare parole e frasi in modo logico.

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GLI AVVERBI Gli avverbi sono parti invariabili del discorso che danno informazioni più precise su: verbi, aggettivi, nomi. In base all’informazione che danno possono essere raggruppati in: AVVERBI DI MODO (Come?) AVVERBI DI TEMPO (Quando?) AVVERBI DI LUOGO (Dove?) AVVERBI DI QUANTITA’ (Quanto?) AVVERBI DI AFFERMAZIONE AVVERBI DI NEGAZIONE AVVERBI DI DUBBIO

Bene, male, dolcemente, volentieri… Ieri, oggi, domani, spesso, mai, tardi… Qui, qua, là, lì, davanti, dietro, laggiù… Poco, molto, parecchio, assai, meno… Sì, sicuramente, certamente, certo, davvero… No, non, né, neanche, nemmeno… Forse, probabilmente, eventualmente, quasi…

GLI AVVERBI Gli avverbi sono parti invariabili del discorso che danno informazioni più precise su: verbi, aggettivi, nomi. In base all’informazione che danno possono essere raggruppati in: AVVERBI DI MODO (Come?) AVVERBI DI TEMPO (Quando?) AVVERBI DI LUOGO (Dove?) AVVERBI DI QUANTITA’ (Quanto?) AVVERBI DI AFFERMAZIONE AVVERBI DI NEGAZIONE AVVERBI DI DUBBIO

Bene, male, dolcemente, volentieri… Ieri, oggi, domani, spesso, mai, tardi… Qui, qua, là, lì, davanti, dietro, laggiù… Poco, molto, parecchio, assai, meno… Sì, sicuramente, certamente, certo, davvero… No, non, né, neanche, nemmeno… Forse, probabilmente, eventualmente, quasi…


L’AGGETTIVO QUALIFICATIVO L’aggettivo qualificativo è una parola che aggiunge al nome precise qualità. Si chiama di GRADO POSITIVO perché esprime una qualità senza alcun confronto. Concorda col nome nel genere e nel numero. I GRADI DELL’AGGETTIVO QUALIFICATIVO QUALIFICATIVO Se gli aggettivi qualificativi esprimono le qualità stabilendo un confronto tra elementi sono di GRADO COMPARATIVO (c’è un paragone tra due elementi). Il grado COMPARATIVO può essere di MAGGIORANZA se indica un rapporto di superiorità. Es. Marco è più alto di Andrea. Il COMPARATIVO DI UGUAGLIANZA indica un rapporto di parità. Es. Marco è alto quanto Andrea. Il COMPARATIVO DI MINORANZA indica un rapporto di inferiorità. Es. Marco è meno alto di Andrea. Gli aggettivi di GRADO SUPERLATIVO esprimono qualità possedute al massimo grado. Il SUPERLATIVO ASSOLUTO indica la qualità al massimo grado e senza confronti. Si ottiene: • aggiungendo alla radice dell’aggettivo il suffisso – issimo = altissimo; • premettendo all’aggettivo tanto, molto, assai = assai alto; • premettendo all’aggettivo prefissi come iper, super, arci, extra = superveloce; • ripetendo l’aggettivo = veloce veloce. Il SUPERLATIVO RELATIVO indica una qualità al massimo grado in relazione ad altri termini. Es. Il più generoso dei miei amici. Il più forte dei calciatori. FORME SPECIALI DI COMPATIVI E DI SUPERLATIVI GRADO POSITIVO Buono Cattivo Piccolo Grande Alto basso

GRADO COMPARATIVO MIGLIORE = più buono PEGGIORE = più cattivo MINORE = più piccolo MAGGIORE = più grande SUPERIORE = più alto INFERIORE = più basso

GRADO SUPERLATIVO OTTIMO = buonissimo PESSIMO = cattivissimo MINIMO = piccolissimo MASSIMO = grandissimo SUPREMO = altissimo INFIMO = bassissimo


GLI ARTICOLI Sono paroline che precedono i nomi e concordano con essi. Gli ARTICOLI DETERMINATIVI indicano una persona, un animale o una cosa in modo preciso e sono: Il - Lo (maschile singolare), I - gli (maschile plurale), l’- la (femminile singolare), le (femminile plurale). Gli ARTICOLI INDETERMINATIVI indicano una persona, un animale o una cosa qualsiasi e sono: un - uno (maschile singolare), un’- una (femminile singolare). Gli ARTICOLI PARTITIVI indicano una quantità non precisata. Si usano al posto del plurale degli articoli indeterminativi e sono: del-dello (maschile singolare), dei - degli (maschile plurale), della (femminile singolare), delle (femminile plurale).

I NOMI Indicano: persone, animali, cose. Sono formati da RADICE (variabile) e DESINENZA (invariabile). Es. ros-a: ros è la radice del nome, a è la desinenza che ci fa capire che il nome è di genere femminile e di numero singolare. I nomi sono di GENERE: GENERE MASCHILE e FEMMINILE. Sono di NUMERO: NUMERO SINGOLARE E PLURALE. Possono essere: • COMUNI se generici; • PROPRI se specifici e si scrivono con la lettera maiuscola; • CONCRETI se percepibili con i cinque sensi; • ASTRATTI se non percepibili con i cinque sensi ed esprimono stati d’animo, emozioni, sentimenti… • PRIMITIVI se non derivano da nessuna parola (es. acqua, latte…); • DERIVATI se derivano dalle parole primitive (es. acquaio, lattaio…); • COLLETTIVI quando con una parola al singolare si indica un gruppo di persone, di animali o di cose (es. scolaresca, gregge, fogliame…); • COMPOSTI se formati da due parole (es. portaombrelli, cavatappi…); • ALTERATI quando con i suffissi cambiano sfumatura ma non significato per es. casa può essere alterato in: CASINA(diminutivo), CASETTA (vezzeggiativo), CASONA (accrescitivo), CASACCIA (dispregiativo). RICORDA! I nomi concordano con l’articolo e con l’aggettivo.


I PRONOMI La parola pronome vuol dire “sta al posto del nome”. Infatti, sostituiscono i nomi e rendono il discorso più scorrevole, poiché ci consentono di non ripetere sempre le stesse parole. I PRONOMI PERSONALI I pronomi personali sostituiscono persone, animali e cose. Fungono da soggetto e da complemento. PERSONA 1^ persona singolare 2^ persona singolare 3^ persona singolare 1^ persona plurale 2^ persona plurale 3^ persona plurale

PRONOME SOGGETTO Io Tu Egli-ella- esso-essa-lei Noi Voi Essi- esse- loro

PRONOME COMPLEMENTO Me-mi Te- ti Lui-lei-sè-si-lo-la-gli-le-ne Noi-ci-ce Voi-vi-ve Esse-loro-si-li-le-ne-sè

Egli/ella si usano per le persone. Esso/essa si usano per gli animali e per le cose. Lui/lei è preferibile usarli come complementi e non come soggetti.

Le PARTICELLE PRONOMINALI sono pronomi personali usati come complemento e possono associarsi tra loro. Me lo Me la Me li Me le Me ne

Te lo Te la Te li Te le Te ne

Glielo Gliela Glieli Gliele Gliene

Se lo Se la Se li Se le Se ne

Ce lo Ce la Ce li Ce le Ce ne

Ve lo Ve la Ve li Ve le Ve ne

ATTENZIONE! Occorre fare attenzione a non confondere la-le-lo-gli pronomi con gli articoli determinativi. Quando svolgono la funzione di pronomi la-le significano a lei/a loro, lo-gli significano a lui/a loro e precedono un verbo. Sono articoli determinativi quando precedono un nome o un aggettivo.


I SEGNI DI PUNTEGGIATURA I segni di punteggiatura sono importanti e servono nel testo scritto per indicare: PAUSE; ESPRESSIVITA’; INTONAZIONE; SEPARARE LE PARTI DEL DISCORSO. IL PUNTO FERMO (.) indica una pausa forte alla fine di una frase. La frase che segue si scrive con la lettera maiuscola. LA VIRGOLA (,) indica una piccola pausa per separare parti diverse o per separare le parole di un elenco. IL PUNTO E VIRGOLA (;) indica una pausa più lunga della virgola ma più breve del punto e serve per separare frasi diverse all’interno di uno stesso periodo. I DUE PUNTI (:) si usano per introdurre un elenco; si mettono davanti alle virgolette o alle lineette che racchiudono il discorso diretto: IL PUNTO INTERROGATIVO (?) segnala una domanda. IL PUNTO ESCLAMATIVO (!) indica l’intonazione che esprime sorpresa, stupore, allegria, dolore… I PUNTINI DI SOSPENSIONE (…) si usano per dare il senso del dubbio, dell’incertezza, oppure per sospendere una frase che non si vuole terminare. LE VIRGOLETTE O LINEETTE (<< >>, - -) racchiudono le parole del discorso diretto.

LA LETTERA MAIUSCOLA SI USA:

• ai nomi propri; • all’inizio di ogni frase; • dopo il punto, il punto interrogativo, il punto esclamativo, le virgolette o i trattini; • ai nomi geografici; • ai nomi delle feste.


I VERBI I verbi sono parole che indicano AZIONI. Le azioni possono indicare: • MOVIMENTI; • ATTI DI PAROLA; • ATTI DEL PENSIERO; • EMOZIONI.

LE PERSONE DEL VERBO I VERBI HANNO LE PERSONE, OSSIA, SONO I PRONOMI PERSONALI CHE CI INDICANO CHI COMPIE L’AZIONE. IO 1^ persona singolare TU 2^ persona singolare EGLI 3^ persona singolare NOI 1^ persona plurale VOI 2^ persona plurale ESSI 3^ persona plurale

LE TRE CONIUGAZIONI I verbi che non indicano né il tempo , né la persona sono di modo infinito. L’infinito è la forma base del verbo ed è quella che si ricerca sul vocabolario. Al modo infinito distinguiamo tre coniugazioni: i verbi che terminano in –ARE fanno parte della PRIMA CONIUGAZIONE (es: mangiare, studiare…); i verbi che terminano in –ERE fanno parte della SECONDA CONIUGAZIONE (es. leggere, vedere…); i verbi che terminano in -IRE fanno parte della TERZA CONIUGAZIONE (es. dormire, sentire…).


I VERBI ESSERE E AVERE I verbi essere e avere hanno una coniugazione propria. Quando sono da soli hanno una funzione autonoma e hanno significato proprio. Il verbo essere vuol dire: esistere, stare, trovarsi, sembrare, apparire. Il verbo avere vuol dire: possedere, ottenere, tenere, trovare, sentire. Accanto agli altri verbi, svolgono la funzione di VERBI AUSILIARI (dal latino AUXILIUM), poiché li aiutano a formare i tempi composti (passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore).

MODO INDICATIVO (indica certezza, realtà) VERBO ESSERE TEMPI TEMPI SEMPLICI COMPOSTI

VERBO AVERE TEMPI TEMPI SEMPLICI COMPOSTI

PRESENTE

PRESENTE

Io …………………. Tu ………………… Egli ………………... Noi ………………… Voi ………………… Essi ………………… IMPERFETTO Io ………………….. Tu …………………. Egli ………………… Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

PASSATO PROSSIMO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

Io …………………. Tu ………………… Egli ………………... Noi ………………… Voi ………………… Essi …………………

PASSATO PROSSIMO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

IMPERFETTO Io ………………….. Tu …………………. Egli ………………… Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

PASSATO REMOTO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

TRAPASSATO PROSSIMO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi …………………. TRAPASSATO REMOTO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

PASSATO REMOTO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

TRAPASSATO PROSSIMO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi …………………. TRAPASSATO REMOTO Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

FUTURO SEMPLICE Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

FUTURO ANTERIORE Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi ………………….. Voi ………………….. Essi ………………….

FUTURO SEMPLICE Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi …………………. Voi …………………. Essi ………………….

FUTURO ANTERIORE Io …………………… Tu …………………... Egli …………………. Noi ………………….. Voi ………………….. Essi ………………….


IL DIARIO Il diario è un testo in cui l’autore esprime le proprie emozioni e i propri sentimenti. L’emittente e il destinatario sono la stessa persona e, quindi, non occorre la firma. Non è fondamentale riportare il luogo ma la data poiché chi scrive un diario, in genere, lo fa tutti i giorni. Il testo è scritto in prima persona singolare con un linguaggio semplice, libero, spontaneo. I tempi verbali più usati sono il presente e il passato prossimo. Le frasi sono generalmente brevi. Si usa un registro linguistico informale e familiare, vicino al parlato di tutti i giorni, senza preoccuparsi troppo per la precisione e lo stile. Sono presenti espressioni particolari della lingua parlata, gerghi personali, sigle. Esistono diverse forme di diario, usati come mezzi di documentazione: di bordo, di viaggio, di guerra, di classe, degli esami. I diari usati dagli alunni sono: DIARIO PERSONALE E’ segreto e non deve leggerlo nessuno. Vi si scrivono le proprie esperienze, le proprie emozioni e sensazioni. Si tiene in un luogo segreto. Lo si può disegnare, riempire di immagini, di frasi…

DIARIO SCOLASTICO Le pagine hanno la data. Lo si mette nello zaino. Vi si scrivono compiti e avvisi. Lo si legge per eseguire i compiti a casa e per informare i genitori. Si usa nel periodo scolastico (da settembre a giugno).


IL DIZIONARIO O VOCABOLARIO Il dizionario o vocabolario è il libro nel quale sono raccolte le parole di una lingua. Le parole sono disposte in ORDINE ALFABETICO e per orientarci nella ricerca delle parole, dobbiamo leggere quella riportata nel bordo superiore. Il vocabolario ci dà molte informazioni su ogni parola. Dopo la parola cercata: • a volte c’è la divisione in sillabe; • poi troviamo l’INFORMAZIONE GRAMMATICALE (se si tratta di un nome, di un verbo, di un articolo, di un aggettivo, di un avverbio, di una congiunzione, seguita dal genere che può essere maschile o femminile); • dopo c’è la DEFINIZIONE, cioè, il significato o i significati della parola (una parola può avere più significati); • infine possono esserci i SINONIMI (le parole che hanno significato simile) o i CONTRARI (le parole che hanno significato contrario a quella cercata) della parola cercata. Bisogna ricordare che: 1) i nomi e gli aggettivi sono riportati solo al genere maschile e al numero singolare; 2) i verbi si trovano all’infinito.

Es. Aquila (A-qui-la) n.f. Grande uccello rapace, di colore bruno, con becco ricurvo e vista acutissima.


IL TESTO INFORMATIVO Il testo informativo trasmette informazioni, notizie e dati che danno al destinatario l’opportunità di arricchire o di modificare le proprie conoscenze relative ad un certo argomento. TIPO DI TESTO INFORMATIVO INVITO

LUNGHEZZA DEL TESTO Breve

LINGUAGGIO

INFORMAZIONI PRESENTI - Chi si invita - Quando - Dove - Chi è che invita - Destinatario - Mittente - Luogo, data, ora - Contenuto - Nome di chi organizza lo spettacolo - Titolo dello spettacolo - Contenuto - Luogo, giorno e ora dello spettacolo - Nome degli attori - Altre indicazioni (costo, numero di telefono…)

SCOPO DEL TESTO

AVVISO

Breve

Formale

LOCANDINA

Breve

Formale

PROGRAMMA

Breve

Formale

- Orari dei programmi

Informare

GUIDE TURISTICHE

Medio-lungo

formale

- Luoghi da visitare

Lungo

Formale con uso di termini specifici relativi alla disciplina, spesso evidenziati dal carattere grassetto.

- Relative alla disciplina.

Dare al lettore informazioni sui luoghi da visitare Informare in modo specifico su taluni argomenti.

TESTI DI DISCIPLINE SPECIFICHE (storia, scienze, medicina,…)

Formale

Invitare

Avvisare qualcuno

Pubblicizzare uno spettacolo



IL TESTO NARRATIVO Il testo narrativo racconta una storia o una vicenda. Esso è strutturato in: 1) INIZIO o PARTE INIZIALE che introduce la vicenda; 2) SVOLGIMENTO o PARTE CENTRALE che narra gli avvenimenti; 3) CONCLUSIONE o PARTE FINALE con la quale si pone fine al racconto. Queste parti possono essere ulteriormente suddivise in SEQUENZE, ossia, parti di testo che contengono fatti o informazioni indispensabili alla comprensione della vicenda. Le sequenze possono essere: narrative (se raccontano gli avvenimenti), descrittive (se descrivono persone, animali, ambienti), dialogiche (quelle contenenti i discorsi diretti). Gli elementi del testo narrativo sono: i PERSONAGGI, l’AMBIENTE, il TEMPO. I PERSONAGGI sono l’elemento più importante della storia perché compiono le azioni o sono al centro dei fatti che la storia narra. Sono PRINCIPALI o PROTAGONISTI e SECONDARI o COMPARSE. L’AMBIENTE è il luogo in cui si svolge la vicenda e può essere REALE o FANTASTICO. Il TEMPO è l’epoca in cui si svolge la vicenda e ha una durata. Di solito gli eventi sono disposti in ordine cronologico. Occorre fare attenzione all’uso dei tempi dei verbi e non passare in modo illogico da un tempo all’altro. Se si usa la tecnica del FLASHBACK che consiste nell’interrompere la narrazione per raccontare un avvenimento del passato, si passa dall’uso del tempo presente all’uso di un tempo passato. Il NARRATORE di una storia è INTERNO se narra gli avvenimenti in prima persona e li ha vissuti; è ESTERNO se racconta gli avvenimenti in terza persona e non li ha vissuti direttamente. Se cambia il narratore, muta anche il PUNTO DI VISTA in base al quale la storia è raccontata.


LA COMUNICAZIONE La comunicazione si stabilisce tra chi invia un messaggio e chi lo riceve. Chi invia il messaggio è l’emittente. Chi riceve il messaggio è il ricevente o destinatario. Ciò che viene comunicato è il messaggio. Per trasmettere un messaggio occorre sempre uno strumento fisico, chiamato canale della comunicazione. Sono canali della comunicazione: l’aria, il computer, il telefono, la carta… Si può comunicare attraverso una moltitudine di segni diversi: i gesti, la mimica, i segnali luminosi o sonori, le immagini, le parole, i messaggi scritti… I segni della comunicazione hanno un significante che è qualcosa di materiale e percepibile con i sensi e il significato o referente che è il concetto o l’idea a cui il significante si riferisce. Per esempio le lettere che compongono la parola CANE sono il significante mentre l’idea di cane è il significato. Ogni messaggio ha uno scopo, cioè, il fine per cui si comunica: raccontare, consigliare, chiedere informazioni, convincere, socializzare,… La comunicazione avviene sempre in una situazione comunicativa in cui bisogna individuare: chi parla, dove, come, quando, cosa sta succedendo. Infatti, uno stesso messaggio può essere espresso in modi diversi perché la forma del linguaggio e il tono della voce cambiano a seconda di chi è il destinatario. Adoperiamo, perciò, in base alle situazioni, un differente registro linguistico. Il registro linguistico ha tre livelli: • familiare che si usa con i parenti e con gli amici; • medio che si adotta con le persone conosciute ma non troppo bene; • elevato che è adoperato per parlare con persone importanti, di riguardo, che spesso non si conoscono.


LA CRONACA La cronaca è un testo narrativo-informativo. Il suo scopo è quello di comunicare, raccontare, far conoscere, informare un fatto realmente accaduto. Il narratore dà degli eventi un quadro il più possibile chiaro, preciso e completo e li espone in rigoroso ordine cronologico. La cronaca è strutturata in: • INTRODUZIONE, in cui si presenta l’evento; • SVOLGIMENTO, in cui si riferisce il fatto nelle sue varie fasi; • CONCLUSIONE, in cui compaiono alcune considerazioni personali. Nella cronaca giornalistica l’autore espone i fatti in modo oggettivo, senza commenti o valutazioni. Per comprendere l’accaduto si fa riferimento alle coordinate dell’informazione, dell’informazione cioè quelle notizie utili per comprendere l’accaduto. Le domande-guida che stimolano la ricerca delle informazioni sono cinque: • CHI? • CHE COSA? • DOVE? • QUANDO? • PERCHE’? LA CRONACA La cronaca è un testo narrativo-informativo. Il suo scopo è quello di comunicare, raccontare, far conoscere, informare un fatto realmente accaduto. Il narratore dà degli eventi un quadro il più possibile chiaro, preciso e completo e li espone in rigoroso ordine cronologico. La cronaca è strutturata in: • INTRODUZIONE, in cui si presenta l’evento; • SVOLGIMENTO, in cui si riferisce il fatto nelle sue varie fasi; • CONCLUSIONE, in cui compaiono alcune considerazioni personali. Nella cronaca giornalistica l’autore espone i fatti in modo oggettivo, senza commenti o valutazioni. Per comprendere l’accaduto si fa riferimento alle coordinate dell’informazione, dell’informazione cioè quelle notizie utili per comprendere l’accaduto. Le domande-guida che stimolano la ricerca delle informazioni sono cinque: • CHI? • CHE COSA? • DOVE? • QUANDO? • PERCHE’?


LA LETTERA La lettera è un tipo di testo usato per comunicare con destinatari diversi. Le parti che compongono la lettera sono: • in alto a destra si scrive il luogo in cui è scritta e la data; • un rigo più in basso a sinistra si indica il destinatario, si mette la virgola e si va a capo; • segue una frase di apertura o di introduzione o un saluto iniziale; • si scrive poi la parte centrale o contenuto della lettera; • si chiude con un saluto seguito in basso a destra dalla firma dell’emittente; • a volte in basso a sinistra c’è il P.S. (dal latino post scriptum = scritto dopo) l’informazione o richiesta aggiunta per completare il contenuto della lettera. Vi sono due tipi di lettera: la LETTERA INFORMALE e la LETTERA FORMALE. CARATTERISTICHE LETTERA INFORMALE Il destinatario è un parente o ad una persona con cui si ha confidenza. Si fa uso del “tu”. Si usa un linguaggio familiare. Le frasi di apertura e di congedo sono familiari, confidenziali e spontanee. Si può firmare solo con il nome.

LETTERA FORMALE I destinatari sono: uffici, autorità, enti pubblici, ditte, persone importanti. Si fa uso del “lei”. Si usa un linguaggio ricercato, preciso e accurato. Le frasi di apertura e di congedo sono formali, eleganti e ricercate. Si firma con nome e cognome.


LA POESIA La poesia è un testo formato da righe chiamate versi. I versi a loro volta sono raggruppati in strofe, separate da spazi bianchi. Il verso non occupa tutta la riga; lo spazio lasciato nel rigo indica o un momento di silenzio o la fine della frase oppure il poeta decide di spezzare la frase. Ciascun verso ha un determinato numero di sillabe. In genere in una poesia c’è la rima che si ha quando le parole finali dei versi terminano con lo stesso suono. La rima è indicata con le lettere maiuscole dell’alfabeto e può essere: baciata (AABB…), alternata (ABAB…), incrociata (ABBA), incatenata (ABABCBC…). Quando non c’è la rima, i versi si chiamano sciolti. Il poeta compone poesie per esprimere stati d’animo (gioia, tristezza, serenità,…). Utilizza diverse tecniche di composizione: l’allitterazione (la ripetizione degli stessi suoni), la similitudine ( i paragoni, ad es. bianca come la neve), la metafora (quando si compie un paragone, senza usare le espressioni della similitudine, ad es. occhi di ghiaccio), la personificazione (far assumere agli oggetti comportamenti umani). La parafrasi è la trasformazione del testo poetico in un testo in prosa, utilizzando un lessico più semplice. Il commento consiste nell’esprimere il proprio giudizio e la propria interpretazione del testo poetico.


LE CONGIUNZIONI Le congiunzioni sono parole gancio o parole legame poiché collegano due nomi, due frasi, due verbi, due aggettivi, due pronomi. Sono: E- MA- POICHE’- PERCIO’- POICHE’- QUINDI- DUNQUEINFATTI, CHE, SE… Sono INVARIABILI perché non cambiano, ossia, NON HANNO NE’ IL MASCHILE, NE’ IL FEMMINILE, NE’ IL SINGOLARE, NE’ IL PLURALE.

LE PREPOSIZIONI SEMPLICI Le preposizioni semplici sono: DI, A, DA, IN, CON ,SU PER, TRA, FRA e COLLEGANO LE PAROLE E LE FRASI DI UN TESTO. SONO INVARIABILI.

LE PREPOSIZIONI ARTICOLATE Le preposizioni articolate si ottengono unendo a una preposizione semplice l’articolo determinativo.

+ DI A DA IN SU

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I PRONOMI PERSONALI I pronomi personali sono parole che si usano al posto del nome per non ripeterlo tante volte. I pronomi personali che si riferiscono alle persone sono:

IO-ME-MI (1^ persona singolare) TU-TE-TI (2^ persona singolare) EGLI-ELLA-ESSO-ESSA-LUI-LEI-SE’ (3^ persona singolare) NOI-CE-CI (1^ persona plurale) VOI-VE-VI (2^ persona plurale) ESSI-ESSE-LI-LE-LORO-SE’ (3^ persona plurale)


NOMI PARTICOLARI In genere, per trasformare un nome dal singolare al plurale o dal maschile al femminile cambiamo la desinenza. Ci sono, però, nomi particolari. • Alcuni nomi cambiano la forma dal maschile al femminile: es. marito/moglie, padre/madre, frate/suora, fuco/ape, genero/nuora… • Alcuni nomi hanno la stessa forma sia per il maschile che per il femminile; es. nipote, preside, artista, farmacista… • I NOMI INVARIABILI hanno la stessa forma sia per il singolare che per il plurale; es. città, re, tè, cinema, slogan, caffè, bar… • I NOMI PROMISCUI sono nomi di animali che hanno la stessa forma sia per il maschile che per il femminile; es. tigre, serpente, uccello, verme… • Alcuni nomi cambiano significato passando dal maschile al femminile; es. porto/porta, manico/manica, velo/vela, suolo/suola, banco/banca… • I NOMI DIFETTIVI DEL PLURALE hanno solo il singolare (es. sale, pepe, oro, latte, sete…); i NOMI DIFETTIVI DEL SINGOLARE hanno solo il plurale (es. pantaloni, forbici, occhiali, manette…). • I NOMI SOVRABBONDANTI hanno due plurali (uno maschile e uno femminile) con significati diversi; es. muro: muri/mura, grido: gridi/grida, filo: fili/fila… NOMI PARTICOLARI In genere, per trasformare un nome dal singolare al plurale o dal maschile al femminile cambiamo la desinenza. Ci sono, però, nomi particolari. • Alcuni nomi cambiano la forma dal maschile al femminile: es. marito/moglie, padre/madre, frate/suora, fuco/ape, genero/nuora… • Alcuni nomi hanno la stessa forma sia per il maschile che per il femminile; es. nipote, preside, artista, farmacista… • I NOMI INVARIABILI hanno la stessa forma sia per il singolare che per il plurale; es. città, re, tè, cinema, slogan, caffè, bar… • I NOMI PROMISCUI sono nomi di animali che hanno la stessa forma sia per il maschile che per il femminile; es. tigre, serpente, uccello, verme… • Alcuni nomi cambiano significato passando dal maschile al femminile; es. porto/porta, manico/manica, velo/vela, suolo/suola, banco/banca… • I NOMI DIFETTIVI DEL PLURALE hanno solo il singolare (es. sale, pepe, oro, latte, sete…); i NOMI DIFETTIVI DEL SINGOLARE hanno solo il plurale (es. pantaloni, forbici, occhiali, manette…). • I NOMI SOVRABBONDANTI hanno due plurali (uno maschile e uno femminile) con significati diversi; es. muro: muri/mura, grido: gridi/grida, filo: fili/fila…


PRODURRE BIGLIETTI AUGURALI CON CARTA RICICLATA MATERIALE OCCORRENTE • • • • • • •

Carta di giornale Bacinella con acqua Frullatore Colori a tempera Setacci Phon Glitter- materiale per decoro

PROCEDIMENTO Spezzettare la carta di giornale in piccoli frammenti e immergerli in una bacinella d’acqua e lasciarla macerare per qualche giorno. Trascorso qualche giorno, si prende la poltiglia e la si frulla con del colore a tempera. Si versa il composto ottenuto in un setaccio, eliminando l’acqua in eccesso. Lasciare asciugare la carta nel setaccio; per velocizzare l’asciugatura, si può fare uso del phon. Quando la carta è asciutta, estrarla delicatamente dai setacci e decorare il foglio così ottenuto.


RADICE E DESINENZA Ogni verbo è formato da due pezzi: il pezzo iniziale che resta fisso si chiama RADICE, il pezzo finale, che cambia, si chiama DESINENZA. La desinenza ci informa su chi compie l’azione e sul tempo (passato, presente o futuro). Parl-o; Parl-iamo; parl-ò; parl-eremo…

IL MODO INDICATIVO Nella lingua parlata, il modo indicativo è quello più usato ed è formato da otto tempi. IL TEMPO PRESENTE che indica le azioni che avvengono in questo momento (Io mangio un gelato). Il passato ha cinque tempi. IL TEMPO PASSATO PROSSIMO indica un’azione passata da poco tempo (Io ho mangiato un gelato). IL TEMPO TRAPASSATO PROSSIMO indica un’azione del passato che è avvenuta prima di un’altra azione passata (Io avevo mangiato un gelato). IL TEMPO PASSATO REMOTO indica un’azione avvenuta in un tempo lontano (Io mangiai un gelato). IL TEMPO TRAPASSATO REMOTO indica un’azione del passato che è avvenuta prima di un’altra azione passata (Io ebbi mangiato un gelato). IL TEMPO IMPERFETTO indica un’azione che ha una certa durata o si ripete nel passato (Io mangiavo un gelato). Il futuro ha due tempi: IL TEMPO FUTURO SEMPLICE indica un’azione che deve ancora compiersi (Io mangerò un gelato). IL TEMPO FUTURO ANTERIORE indica un’azione del futuro che avverrà prima di un’azione futura (Io avrò mangiato un gelato). I tempi passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto e futuro anteriore sono TEMPI COMPOSTI perché hanno bisogno dell’aiuto dei verbi ESSERE e AVERE (VERBI AUSILIARI) per essere coniugati.


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