Rodeo Magazine #55

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Euro

Mensile di Moda e Cultura Contemporanea

Marzo 2009 / N. 55 / Rodeo Magazine Italia

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Musica

EMPIRE OF THE SUN/ RöYKSOPP Arte

aNTHONY MCCALL/ ANDY WARHOL TV Cinema

CAROLINA CRESCENTINI Leggere

ALESSANDRO ZACCURI/ U.NET Moda

ANDREA ROSSo/ report moda uomo/ RICHARD MORTIMER Fotografia

ALESSANDRA SANGUINETTI

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POSTER DI PIN-UP

L A D I FUOR CIO S U G

Belgio €5,20 Francia €5,90 Germania €6,50 Lussemburgo €5,20 Spagna €5,20 UK £6,30 Svizzera Canton Ticino Chf 7,90 Svizzera Chf 8,90 Portogallo (Cont.) €4,45 Distribuzione Italia SO.DI.P Spa Distribuzione Estero S.I.E.S. Srl Spedizione in a.p. 70% — Milano ISSN 1971-050x

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ISSUE/N 55 Rodeo i ta l i a N. 55 MAR ZO 20 09

Creative Director Tim McIntyre tim@rodeomagazine.net

Senior Fashion Editor Marcelo Burlon marcelo@rodeomagazine.net

Editor in Chief Leo Mansueto leo@rodeomagazine.net

Art Director Didier Falzone didier@rodeomagazine.net

­ — Editorial Consultant Gisella Borioli

Empire of The Sun p. 61

gisella@rodeomagazine.net

Editor Pier Mario Simula pier@rodeomagazine.net

Music & Cinema Editor Tommaso Toma tommaso@rodeomagazine.net

Beauty Editor Ian Radolovich ian@rodeomagazine.net

Fashion Assistant Andrea Pappalettera andrea@rodeomagazine.net

Web & Agenda Editor Harold Barberini Anthony McCall p. 40

web@rodeomagazine.net

— Contributors Harold Barberini, Daniele Bolelli, Franco Bolelli, Nicolò Bongiorno, Noel Y. Calingasan, Marcelo Capizzano, Lorenza Chiarlone, Riccardo Conti, Jacopo Fo, Nicola Gaeta, Giovanni Gastel, Simon Harris, Carl Hjelte, Fred Jacobs, Shinsuke Kishima, Paul Maffi, Enzo Mansueto, Franca Mazzei, Matteo Montanari, Alberto Pellegrinet, Elia Quadri, Stefano Roncato, Rocco Rossitto, Saturnino, Bruno Staub. — Advertising Francesco Di Carlo fdicarlo@rodeomagazine.net Winter 2009/10 p. 37

Administration administration@rodeomagazine.net

Chief Operating Officer Per Tegelöf per@rodeomagazine.net Publisher Simona Varchi simona@rodeomagazine.net

Carolina Crescentini p. 50

— Rodeo Italy Srl Superstudio, via Forcella 13, 20144 Milano T +39 02 8940 5560 info@rodeomagazine.net www.rodeomagazine.it Distribuzione Italia: SO.DI.P. SPA - Società di Diffusione Periodici Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) Distribuzione Estero: S.I.E.S. Srl - Servizio Periodici Via Bettola 18, 20092 Cinisello Balsamo (MI) sies@siesnet.it www.siesnet.it Fotolito e Stampa: Grafiche Vela, Via Copernico 8, 20082 Binasco (MI) Direttore Responsabile Leo Mansueto Reg. Tribunale di Milano n. 538 del 24/09/03 I N C O P E R T I N A Fotografia Simon Harris. Moda: Georgia Ashdown. Giacca vintage in denim Levi’s e costume intero da Beyond Retro. Bracciali in pelle da Alexis Bittar

Fuori dal Guscio p. 76

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Prodotto e distribuito da: T.R.S. Evolution Spa - Tel. +39 059 421511

www.trussardi.com


N˚55/INDICE 16 18 20 22 24 32 36 37 40 42 44 45 46 47 48 50 53 58 60 61 62 64 65 66 67 96 98 100 102 104 106

Glimpse Delfina Rattazzi Attualità Shot! Guillaume Salmon Shot! Lotta Volkova Shot! Richard Mortimer Moda Hugo Moda Moda Winter 2009/10 Arte Anthony McCall Arte Warhol Tv Evolution Evolution Ingeo High Tech Retro Tech Cinema Cinema Carolina Crescentini Pin-up Moda Andrea Rosso Musica Musica Empire of the Sun Musica Röyksopp Musica Mr Pharmacist Dischi Leggere Alessandro Zaccuri Leggere Renegades of Funk Religione Thomas Paine Attualità Find Uscire Calendario L’oroscopo

pG22, Shot! lotta volkova. Fotografia Matteo Montanari. Realizzazione Marcelo Burlon

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NËš55/INDICE 26 33 34 68 76 84

Moda/Fotografia

Moda Freddo Ma Non Troppo Bellezza Impronte Stile Mai Senza Fotografia Alessandra Sanguinetti Moda Fuori dal Guscio Moda Hollow Hills

Moda Freddo Ma Non Troppo, p. 70. Fotografia Bruno Staub Moda Jean Marc Masala. Cotton shirt and cotton shorts Givenchy by Riccardo Tisci. Hat Tommy Hilfiger Denim.

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Penso che in una casa ci debba essere qualcosa che ti fa sognare, qualcosa che ti fa sorridere, qualcosa da condividere, qualcosa da fare che ti piace. E poi musica, tanta musica, soprattutto rock and roll. E libri, quelli veri, quelli che ti portano dove non sei mai stato.

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Glimpse/Delfina Rattazzi Fotografia alberto pellegrinet

Figlia di Urbano Rattazzi e Susanna Agnelli, Delfina Rattazzi è nata a Buenos Aires nel 1951. Scrittrice e giornalista, vive e lavora a Milano dal 1980. Ha scritto alcuni saggi insieme a Giuseppe Turani, fra cui Raul Gardini, il contadino la Montedison il Diavolo (Rizzoli, 1989). È anche autrice di Say Goodbye (Cairo Editore, 2006), dedicato alla sua esperienza newyorkese negli Anni Settanta, e Storie di insospettabili giardinieri (Cairo Editore, 2008). Attualmente sta lavorando a un romanzo ambientato in Argentina. Una casa non deve essere piena zeppa di ricordi. Tieni quello che ti infonde energia. E getti il resto, quello che ti appesantisce. I libri sono una passione per me. Li considero un grande divertimento. Ma butto quelli che non leggerò mai, o che non mi hanno dato niente. Il terrazzo è la stanza all’aria aperta,

il territorio degli ospiti inattesi: farfalle, uccelli, insetti di ogni genere. Nelle sere limpide si vede la luna. Mi piace il giardinaggio. Le piante riescono sempre a sorprendermi. Amo i frammenti: la maschera del samurai, il faro di cartapesta, il dente di squalo preistorico. Ho una bandiera americana vintage. Ne avevo una sopra al letto anche quando vivevo a New York. Non ho la mentalità del collezionista ma ho un debole per le fotografie in bianco e nero. Ne ho una di Marilyn Monroe che si trucca davanti allo specchio, assorta solo in se stessa. Ci sono tracce di amori: il rock and roll, il giornalismo, i miei figli. E una sfera di vetro al cui interno c’è la Statua della Libertà, di quelle in cui nevica dentro se le giri all’insù. Delfina Rattazzi

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18 /attualità

Di FRanCo Bolelli Ma come fanno quelli che giudicano il mondo nel quale viviamo così brutto e tremendo a non vedere che - fra tutte le disfunzioni e le contraddizioni - ci troviamo oggi in un’epoca di allargamento senza precedenti della nostra esistenza? Se c’è una cosa che sta sempre più emergendo è che la vita si sta espandendo, moltiplicando, proliferando. Fragilissima nelle sue manifestazioni singolari, la vita è nel suo complesso irresistibile, sfrenata. Nelle sue infinite forme ed espressioni, alla fine la vita non fa che riprodursi (e l’evoluzione è proprio questo: il risultato spontaneo di tutte quelle forze che spingono per espandere e delle loro miriadi di combinazioni). Al centro della scena ci sono e sempre più ci saranno le biotecnologie. Cosa mai potrebbe essere più decisivo della nostra possibilità e capacità di migliorare, di ampliare, anche di trasformare la quantità e la qualità della nostra esistenza, la salute e la forza e la bellezza del corpo, l’uso che possiamo fare della mente e del sistema nervoso? Intorno a tutto questo si sta scatenando un vero e proprio scontro di civiltà: se c’è una cosa che le ideologie e le culture che sventolano la bandiera della morale non potranno mai accettare è che gli esseri umani possano prendere la responsabilità del progetto vitale. Questa diventerà presto la più aspra battaglia - giorno per giorno, casa per casa, metro per metro mai combattuta fra innovazione e tradizione. É possibile che la lettura del nostro genoma seguirà la stessa parabola dei computer (e prima ancora dei telefoni): da pochi, costosissimi casi a una diffusione di massa, secondo quel modello - evidenziato ed esaltato dall’innovazione tecnocomunicativa - che attraverso l’allargamento della condivisione alza il valore di una cosa abbassandone i costi. É possibile che si moltiplichino rapidamente soluzioni e tecniche non ortodosse per prevenire e curare le malattie. É possibile che quelle sostanze performative sperimentate finora soprattutto dagli atleti possano generare un mercato di massa di prodotti per migliorare - non soltanto curare - le nostre risorse fisiche e mentali, la memoria, il sesso. Stiamo parlando di ridurre al minimo i danni e di estendere al massimo le possibilità della nostra esistenza biologica, e questa - che conferma come alla fine l’evoluzione tecnologica e scientifica è al servizio dell’evoluzione antropologica - è davvero la frontiera definitiva.

Fotografia: Noel Y. Calingasan

PIÙ VITA

NIENTE DA TEMERE (SE NON LA PAURA) “il problema è che qui manca la fiducia!”... mi dice pasang, con un certo tono da profeta. lui che per rincorrere il suo sogno americano è venuto fin dall’Himalaya per fare il venditore ambulante di hot dog e di pretzels, di uomini se ne intende. “lo vedo dai loro occhi”, continua “sembrano drogati, spenti… non del tutto presenti...”. Di niColÒ BongioRno

Mentre faccio il pellegrino dalle parti di Wall Street cercando di raccogliere dalla strada alcuni commenti, continuo a chiedermi come mai nessuno ai piani alti dei palazzi che mi circondano l’ha visto arrivare questo tsunami... eppure quando è crollato il castello dopo la bancarotta di Lehman Brothers se ne sono accorti tutti che era fatto di carta... viene voglia di chiamare in causa Carl gustav Jung; riferendoci a quel contenitore psichico universale, in collegamento costante tra tutti gli esseri umani, noto come inconscio collettivo. Se prima era sintonizzato sulla frequenza della cieca e irrazionale esuberanza, si è poi perso nelle frequenze nervose del panico e della paura, e ora sembra si stia assestando mestamente attorno al disperato bisogno di sicurezza e di una urgentissima iniezione di fiducia! Un buon suggerimento per gli iniettori di stimoli e di fiducia ci arriva da Chicago. e ci permette di inquadrare i misteri della psiche umana. É il mitico professor Richard Thaler a proporcelo (un pioniere dell’economia comportamentale). per trasformare un comportamento negativo generandone uno positivo, ha escogitato e messo in pratica un divertentissimo esperimento “comportamentale” nella toilette maschile dell’aeroporto di amsterdam. applicando dentro alcuni urinali (proprio in centro sulla porcellana vicino allo scarico) degli adesivi con dei disegni di piccole mosche, ha verificato la riduzione dell’80% della “pisciata fuori” dei frequentatori della toilette! “Agli esseri umani evidentemente piace avere degli obiettivi verso cui mirare” ha commentato il professore con una certa ironia. ecco una lezione sugli “spiriti animali” che sostengono l’attività economica! infatti insieme alla caduta a picco dei profitti delle grandi aziende e la rampante disoccupazione, iniziano a scricchiolare negli USA alcuni capisaldi come la cultura degli shopping malls e delle carte di credito. il mercato dell’immobiliare è letteralmente scoppiato come una bolla di sapone, innescando una spirale perversa che si sta tirando dietro un bel pezzo dell’intero sistema fi nanziario globale... il fallimento del sistema bancario americano ha generato un’onda lunga che investe tutto e tutti, dall’immigrato messicano illegale in Rodeo M aga zi n e MARZO

California che non trova più lavoro, alla famiglia “middle class” che con 55.000$ all’anno dichiarati oggi non riesce più a far quadrare i conti e si vede costretta a frequentare le mense dei poveri. per non parlar della trasformazione nell’industria dell’automobile USa, che oggi per far tornare i conti e tentare di sopravvivere sta licenziando migliaia e migliaia di lavoratori, chiude fabbriche che hanno dato lavoro a generazioni di famiglie e smetterà forse per sempre di produrre modelli mitici come le pontiac... che hanno contribuito a formare l’immaginario collettivo di una nazione. “Non abbiamo nient’altro da temere se non la paura” diceva Roosevelt già nel 1933 nel suo primo discorso inaugurale da presidente. Rifletto su queste parole mentre arrivo di corsa alla terrazza di Bethesda(immagine in alto), icona di Central park vista in moltissimi fi lm e citata in altrettanti libri di culto, e scendo con il cuore ancora in soglia dalla scalinata verso la famosa fontana e il laghetto. improvvisamente mi imbatto in un trio di archi che prova all’aria aperta attorno alla fontana per un concerto di musica da camera. la musica dolce, il tramonto che inizia a tingere il cielo di arancione, gli sguardi incantati delle tre bellissime esecutrici mi rapiscono e regalano una sensazione di quiete, di pace interiore. la loro è un’armonia lanciata al mondo, e l’angelo delle acque sopra la fontana è lì che custodisce il perfetto equilibrio... poco lontano un ragazzone afro-americano soffi a silenziosamente dentro a un grosso tubo formando delle enormi bolle di sapone colorate che si alzano verso il cielo danzando sulle note della fuga del violoncello. la cornice verde del parco, incastonata tra i grattacieli più eleganti e più belli della città… tutto richiama il sogno del trionfo della cultura e del progresso dell’occidente. Mentre vengo inondato dalla bellezza e dall’armonia della scena osservo con ammirazione la bolla di sapone gigante che fluttua nel cielo, e la mia mente in un lampo di debolezza perde l’attimo perché si fa cogliere da un dubbio. Quanto durerà la bolla prima di scoppiare?


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20 /shot!

GUiLLaUME SaLMoN We Like, We Do Colette, il concept store che ha aperto a parigi nel marzo del 1997, ha come principio di base l’idea di mescolare le interazioni tra le diverse creatività per un lifestyle a 360°, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione. il nuovo paio di cuffie da ascolto, il cd appena pubblicato, l’ultima fragranza fai-da-te, una mostra d’arte contemporanea: è tutto selezionato. i clienti possono variare dai quindicenni che acquistano un jeans, un paio di sneakers, una T-shirt, fino alla signora di 65 anni che compra prodotti di laboratorio per la cura della pelle. in rue St Honorè ci si finisce facilmente e questa sede raramente passa inosservata; durante le sfilate, poi, gli addetti non possono non fare un salto anche solo per guardare. al celeberrimo waterbar del piano inferiore, davanti ad un bicchiere di minerale svedese saporitissima, scambiamo qualche chiacchiera con guillaume, il pr di questo tempio “nonsolomoda”. Intervista pieR MaRio SiMUla Fotografia MaTTeo MonTanaRi Realizzazione MaRCelo BURlon

colette.fr

— Sei qui da quasi dieci anni. Mi racconti il segreto di Colette? C’è solo una regola che non è mai cambiata: we like, we do. acquistiamo e vendiamo solo ciò che ci piace davvero, scegliamo per intuito, con il cuore. Qui non decide vogue. — Cosa cambia in questo momento di crisi? niente. perché cambiare? da noi il vantaggio è che operiamo in diverse direzioni con un continuo turnover di articoli. Quindi abbiamo la possibilità di potenziare alcune proposte e di tralasciarne altre se non funzionano. — Pensate di aprire altre sedi nel mondo? aprire un Colette altrove? non ha senso, meglio prendersi cura del bebè qui a parigi. — Ok, torniamo qui. Qual è il must have della stagione? il jeans aderente è ormai passato, ora la ragazza vuole il boyfriend’s denim. Cioè quel jeans che le donne rubano ai fidanzati, un po’ consumato, largo, comodo. prima l’uomo si è infi lato nei jeans di qualche taglia più piccola, ora accade il contrario. Si chiama parità. — Qual è l’operazione recente meglio riuscita? Con Wool & The gang, in un allestimento interamente fatto di lana, siamo riusciti a vendere a natale un’infi nità di gomitoli e ferri da maglia a ragazze (e ragazzi) giovanissimi. — Mi puoi anticipare la prossima? non posso, ma ti ricordo che Barbie compie 50 anni ora, a marzo. e penso che qui sarà tutto rosa • Rodeo M aga zi n e MARZO


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22 /shot!

LoTTa VoLKoVa Ora faccio la Donna lotta nasce a vladivostok e per studiare Fotografia e video alla Saint Martin’s si trasferisce nel 2001 a londra, dove diventa subito un simbolo della night culture. apparsa più volte sulle pagine di Rodeo, sia come designer, sia come stylist e fotografa, inizia nel 2005 a customizzare abiti per poi dar vita alla sua collezione uomo. Ha sfilato a londra e parigi e i suoi vestiti vengono venduti in europa e in giappone. ora, appena venticinquenne, è diventata la signora adam sposando alban. È sempre più bella, decisamente più sobria, e da un anno e mezzo vive a parigi. Ci presenta la sua prima linea donna, ispirata al fetish con molta femminilità. Intervista pieR MaRio SiMUla Fotografia MaTTeo MonTanaRi Realizzazione MaRCelo BURlon

— Come ti trovi a Parigi? Mi piace qui. È tutto molto diverso rispetto a londra. Come prima differenza avverto uno stile di vita più rilassato, la possibilità di concentrarsi sul lavoro grazie al silenzio della città, il buon cibo. — Ti manca Londra? amo londra e ci torno spessissimo, i miei grandi amici sono lì, i migliori club… ripeto, parigi è ottima per lavorare, londra è decisamente più divertente! — Mi parli della tua prima collezione donna? È un’evoluzione della linea maschile, ma molto sexy. Sono stata molto influenzata da vari tipi di musica che fanno parte del mio passato. le forge sono semplici, quasi da ragazzina, ma nascondono elementi molto sensuali che sfociano nel sadomaso. nel complesso è una collezione molto meno dark di quella dell’uomo. — Cosa ti piace del mondo della moda? in realtà mi interessano i vestiti e quello che rappresentano, più che il sistema della moda. Mi piace ragionare attorno alle idee e alle scelte di acquistare, indossare e creare abiti. Si voglia o no, vestendoci raccontiamo qualcosa di noi stessi, in un gioco in bilico tra il mostrare e il nascondere. — Cosa vorresti dal tuo futuro immediato? voglio iniziare a fare un passo per volta, sviluppare le mie collezioni con un’evoluzione il più naturale possibile, fare tutto più lentamente. e poi vorrei una bellissima casa qui a parigi, dove poter vivere e lavorare comodamente • Rodeo M aga zi n e MARZO


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24 /shot!

RICHaRD MoRTIMER À Paris Richard ha iniziato qualche anno fa ad organizzare feste nel pullulante east end londinese: golf Sale, Family, BoomBox, ponystep sono ormai parte della storia della nightlife. Rispettatissimo dal mondo della moda britannico, ha ridato “frisson” alle sfilate di londra con feste memorabili: personalità come pugh, deacon, Campbell, Saunders, Formichetti, Hack, insieme ad un’infinità di ragazze e ragazzi iperstilosi ma non fashionisti a tutti i costi. Tutto ciò che Richard fa deve essere accessibile, ma la door selection è severissima e capirne i criteri è quasi impossibile. Ci incontriamo all’Hotel amour l’indomani della prima serata ponystep a parigi. innanzitutto, chiede per favore di non essere ricordato come “quello del BoomBox”, perché lui fa e farà ben altro… Intervista pieR MaRio SiMUla Fotografia MaTTeo MonTanaRi Realizzazione MaRCelo BURlon

ponystep.com

— Ponystep si è spostato a Parigi. Ti sei stancato di Londra? no, non di londra. dopo cinque anni mi sono un po’ stancato di me stesso, del successo, delle solite persone. Ho fatto abbastanza là, ora è il turno di parigi; voglio conoscere nuove persone. Servono nuove sfide, se no che senso ha creare? — Ieri notte sembravano scomparse le esagerazioni nei look dei tuoi ospiti. Che ne pensi? Finalmente oggi lo stile è diventato qualcosa di più sopraffi no, una giacca tagliata bene, un particolare vezzoso. Basta con i travestimenti! — Quali sono per te i migliori stilisti della scena londinese in questo momento? Certamente gareth pugh, grande amico con cui lavoro spesso, gilles deacon, Charles anastase e louise grey, un nome nuovo; è sua la T-shirt che indosso. — Com’è la tua vita ? il lavoro è costante per me. ora faccio parte del double Club (progettato da Carsten Höller per la Fondazione prada, thedoubleclub.co.uk, ndr), dove propongo i migliori dj dal martedì al giovedì. poi sono interamente dedito al sito ponystep.com e quando ho un po’ di tempo libero vado al george&dragon per rivedere i vecchi amici. — Cosa è cambiato nell’East End rispetto ai tuoi esordi al George&Dragon? Beh, Shoreditch è cambiato molto, ma il g&d è sempre lì, uguale. il West end, da sempre un po’ più commerciale, sta spingendo verso l’east, e di conseguenza l’east sposta i suoi confi ni, ridisegnandoli • Rodeo M aga zi n e MARZO


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Moda/

Freddo Ma Non Troppo. Fotografia Bruno Staub, Moda Jean Marc Masala. In questa pagina: Cardigan Diesel. Nella pagina accanto: giacca Dunhill. camicia Diesel.

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Giacca e canotta Polo Ralph Lauren. Pantaloni da ginnastica Y-3.

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In questa pagina: Camicia polo RALPH LAUREN Nella pagina accanto: Camicia McQ Alexander McQueen. Polo Lacoste. Modello Sam Mason/ Independent. Assistente stylist India Trusselle

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32 /moda

HUGO Sinestesi Tedesca Intrigo intimo e nervoso. Sopraelevazione distintiva. Scissione della realtà materiale. Sono questi gli elementi che scorrono nella prossima collezione invernale maschile di Hugo, la terza sotto la direzione artistica di Bruno Pieters, ma la prima presentata a Parigi. L’ispirazione alla cultura artistica tedesca dei primi anni del Novecento si traduce in una moda sinestetica, che fa collidere sfere sensoriali differenti attraverso l’astratto total black, l’ottico contrasto fra i due non-colori per antonomasia e una rigorosa costruzione delle componenti vestimentarie.

Testo EliA quadri

hugoboss.com

È la poetica dell’espressionismo tedesco che ispira il belga Bruno Pieters per l’uomo del prossimo inverno. La sfilata si apre con una parata di uniformi nere, tese e mentali, che sembrano il risultato di un’equazione matematica, quasi a voler metaforizzare l’uomo espressionista, annichilito, svuotato dalla burocrazia e dall’industria, ma nella cui mente vorticano pensieri e intenzionalità non esprimibili. Si tratta di un nero che cerca l’astrazione, l’autoallontanamento, ma che crea l’immagine di un uomo affascinante, e che cattura lo sguardo. Per sottolineare questi concetti, ai completi vengono abbinati degli occhialetti rotondi, anch’essi neri, che impediscono il contatto visivo. Procedendo cronologicamente

sia nella sfilata che nel percorso artistico tedesco, appaiono in passerella giacche slim, ampi cappotti abbinati con skinny pants. Il tutto caratterizzato da stampe grafiche che contrappongono il bianco e nero in griglie a scacchiera, diagonali e zig-zag che ricordano l’Optical Art nata negli anni Cinquanta, forma derivata da alcune pratiche Bauhaus; Escher, Vasarely e Riley sembrano rivivere negli abiti. I geometrici contrasti cromatici sono studiati per modificare le percezioni visive, creando movimento, vibrazioni, immagini nascoste e dinamiche che certamente mandano in subbuglio la retina, i coni e i bastoncelli. La relazione fra forma e funzione fa quindi sì che la realtà perda significato, concedendo il sopravvento di un’irrequietezza dei Rodeo M aga zi n e MARZO

sensi quasi metafisica. Presentati nella splendida cornice del Couvent des Cordeliers, un vecchio convento parigino del quindicesimo secolo, gli abiti concorrono a una scenografia che richiama il cinema espressionista, in cui venivano spesso rappresentati ambigui personaggi che si muovevano svelti nella notte. Basta dare un’occhiata al capolavoro di Robert Wiene, Il gabinetto del Dottor Caligari, in cui uno dei protagonisti è un sonnambulo dagli occhi cerchiati di nero, per accorgersi di quanto i riferimenti siano forti... •


33 /bellezza Impronte

Fotografia alberto pellegrinet Realizzazione IAN RADOLOVICH

Dall’alto, in senso orario: Chance CHANEL. Idole LUBIN. J’Adore DIOR. Organza GIVENCHY. Trésor Lancôme.

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34/stile Mai Senza

Fotografia alberto pellegrinet Realizzazione MARCELO BURLON

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Assistente stylist: Andrea Pappalettera

Da sinistra a destra: Wrangler. CK Jeans. Lee Jeans. Mappamondo Louis Vuitton. Nolita. Pepe Jeans. Meltin Pot. Levi’s. T-shirt H&M. Liu Jo. Borsa da viaggio Valextra. Occhiali Lacoste. Camicia Diesel Black Gold Denim. T-shirt Nike. MCQ by Alexander McQueen. Top Adidas. Scarpe Versace. Gas Jeans. Sisley. Liu Jeans. Byblos.

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36 /moda

Desigual apre Bread&Butter Siamo stati al Bread&Butter come partner editoriali. In apertura della fiera, in un contesto post-industriale, una vecchia fabbrica tessile catalana, abbiamo assistito alla sfilata di Desigual: la collezione “All Together”, divertentissima, è basata sul mosaico di tessuti e stili mescolati fra loro. Uomini e donne portatori sani di spensieratezza, ottimismo e positività per il prossimo Autunno-Inverno. desigual.com

Blauer conquista Pirro Blauer ha presentato la sua prima collezione di caschi in collaborazione con Premier, azienda storicamente dedita alla produzione di elmetti da moto. La linea Blauer Helmets ha subito conquistato l’interesse di Michele Pirro, giovane e promettente pilota del campionato Superbike con il team Yamaha, che ha scelto undici modelli in edizione limitata. Gli esemplari verranno poi battuti all’asta per beneficenza. blauerhelmets.com A Little Piece Of Mind Il mondo creativo si arma di ferri e gomitoli per creare quadrati che possano comporre una coperta per i meno fortunati. Al London Newcastle Project Space di Londra dal 10 al 15 Aprile, e poi a New York e Glasgow, le creazioni verranno battute all’asta per la fondazione britannica Shelter e la statunitense Bowery Mission. Dietro la buona operazione, le menti di Marque Creative e “le braccia” di Kate Moss, Pringle, Stella McCartney, Vivienne Westwood, Marc Jacobs, Hussein Chalayan, tra i tanti. alittlepieceofmind.org

Il primo jeans senza cuciture Grazie al centro ricerca e sviluppo di Gas, arriva sul mercato il primo jeans termosaldato, senza cuciture, comodo, resistente e morbido. La collezione comprende pantaloni e giacche per l’uomo in blue dark denim. Altra novità, che verrà presentata in anteprima a La Rinascente di Milano, è un jeans in edizione limitata firmato da Andrea Dovizioso, campione MotoGP. Da Marzo. gasjeans.com Against My Killer È una linea unisex che si basa sulla ricerca di una nuova silhouette che prescinde dalla funzionalità dei capi, per lasciar spazio a costruzioni scultoree. Sei modelli di denim, realizzati con due tipologie differenti di tela giapponese da abbinare ad altrettante T-shirt over in viscosa con i cartamodelli dei jeans stampati sul fronte. Dietro il progetto la firma di Andrew MacKenzie. andrewmackenzie.com

SHOPPING ON-LINE The Corner, gruppo Yoox, è arrivato sul web nel 2008 con una selezione di collezioni moda che oggi si arricchisce di nomi nuovi come Neil Barrett, Diesel Denim Gallery e Walter Van Beirendonck. Arrivano nella vetrina virtuale anche Comme des Garçons Shirt con camicie e topwear costruiti attraverso tagli, tessuti sovrapposti e patchwork geometrici dai colori vivaci, la sartoria partenopea di Isaia e le collezioni accessori di n.d.c. con la novità della linea da barca Alithia. Il department store vede così attualmente on-line la presenza di 40 corner dedicati a designer internazionali e marchi di ricerca, ognuno con un mini-shop personalizzato. Tra i designer già presenti brand come Raf Simons, Marc Jacobs, Victor & Rolf, Helmut Lang, Kris Van Assche, Bernhard Willhelm, Veronique Branquinho, Adam Kimmel, Rick Owens, Corto Moltedo, Coming Soon o ancora gli italiani Santacroce, Marsèll e Premiata, tanto per citarne alcuni. thecorner.com Harold Barberini

PUMA SCEGLIE ZONA TORTONA Il prossimo numero di Rodeo presenterà in anteprima la nuova campagna di Puma per le scarpe Easy Rider. Questo progetto, in esclusiva per il nostro magazine, segna l’inizio del rilancio del brand in Italia. Per l’occasione, Puma sceglie di collaborare con il fotografo svedese Carl Hjelte, ben noto per i suoi ritratti e i suoi lavori documentaristici. Oltre all’immagine della campagna, Rodeo 56 comprenderà un redazionale curato dal nostro Ian Radolovich. “La storia si è sviluppata tra il Superstudio Più e il Superstudio 13, nell’area Tortona di Milano, che ha un aspetto urbano molto ruvido, con la sua grande varietà di stili architettonici, che ben si sposa con il senso grafico compositivo delle mie fotografie, sia nella campagna, che nel redazionale - spiega Hjelte. Poichè lavoro spesso con la luce naturale, Milano è stata perfetta, così fosca e affascinante”. soderbergagentur.com - puma.com HB

KAYE PER LIU JO Grazie all’utilizzo di un filato speciale, oggi il tessuto diventa maggiormente stretch e resiste meglio all’usura e ai lavaggi. Così nasce Liu Jo Bottom Up Hype-Fit, che diventa protagonista di un vero e proprio film, girato a Los Angeles, con le top Oluchi Orlandi e Polina Kouklina. Le due ragazze, incontrandosi per strada, si accorgono di condividere una folta capigliatura afro ma, soprattutto, lo stesso paio di jeans, che esalta le loro forme. “Bianco e nero, taglio cinematografico leggero, che – dice Cristiano Sturniolo - coinvolgerà emotivamente anche questa volta le nostre clienti, che riconoscono la passione e l’autenticità che sta dietro alle nostre campagne.” Lo spot, che è in onda da Febbraio, nasconde dietro la macchina da presa un grande regista, Tony Kaye (American History X). Suoi anche gli scatti per la campagna affissioni. Tra l’altro, grazie alla spinta del produttore Lorenzo Cefis (The Family), nel 2010 verrà presentata una mostra retrospettiva sul regista/artista a tutto tondo in bilico tra cinema, musica, pittura, fotografia. liujo.it HB

(Harold Barberini) Rodeo M aga zi n e MARZO


moda/37

winter 2009/10 Milano / Parigi

Anche il sistema moda, dimensione in cui creatività e mercato si intersecano, deve affrontare il periodo del soldo sfiduciato, incerto o assente, della decadenza finanziaria. La dimensione visuale vede d’accordo le Maison: gli eccessi entrano in letargo, la costruzione si fa più sobria e sostenibile senza però rinunciare all’identità. Sono invece i contenuti narrativi e i retroscena che differiscono. Ciascuno risponde a proprio modo.

Lanvin

Givenchy

Prada

Testo ELIA QUADRI

Da Milano a Parigi c’è chi la crisi l’affronta ad armi spiegate. È il caso di Miuccia Prada, che decide di buttarsi alle spalle l’ambigua fragilità delle passate stagioni, presentando un uomo pronto a combattere e che, soprattutto, vuole sopravvivere. Le giacche senza collo, in pelle o flanella scura, i dritti pantaloni e le scarpe si ornano di fiere borchie, mentre sulle teste appaiono fasce da lottatore. L’allure seriosa e austera rimane comunque serena e compiaciuta. Anche Raf Simons da Jil Sander non si fa intimorire. La fiducia e la confidenza sartoriale sono i leitmotiv della collezione. Le giacche sono come sagome scolpite nel marmo, sobrie e dalle rotondità sensuali, rigorose senza scadere nella stucchevolezza. La magistrale ricerca dei tessuti, che passano dal nero al bianco esplorando le tonalità

intermedie, concorre a creare un’immagine elegante, sicura e fiera. Si acciglia invece il nuovo uomo di Rick Owens, serio, sepolcrale, religioso. Il designer resta fedele alla poesia della sua donna, creando una linea molto maschile, giocando con i materiali più svariati: pelliccia, coccodrillo, lana e sintetico esplorano una palette cromatica tenebrosa. Le forme sono interessanti e di un’assoluta modernità. Autorevoli ma puliti gli abiti della Maison Martin Margiela, che propone il surrogato di un detective dalle referenze Seventies, che non affronta la crisi con veemenza, ma piuttosto la ispeziona cercandone il colpevole. Intriganti gli stivali e le giacche trattate come se fossero state esposte a un acquazzone, così come la camicia macchiata di vino rosso. Anche l’uomo di Kim Jones per Dunhill cerca una risposta nel

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passato della Maison, i cui battenti rimasero aperti anche durante la seconda guerra mondiale, e rovista negli archivi rispolverando vecchie idee, rinnovandole con spirito. Le costruzioni sono eterodosse, ma decisamente scrupolose. Tomas Maier da Bottega Veneta, per l’inverno turbolento che ci aspetta, prevede invece di avvolgersi nella maglia, cercando di attenuare i colpi bassi dell’economia. Suggerisce dunque una moda soffice e confortevole, dall’inconfondibile lusso pacato. Partendo dall’attitude del cardigan, gli abiti si fanno morbidi e adottano tonalità che spaziano dal grigio al cioccolato. Ambiente pacato anche da Louis Vuitton, dove Paul Helbers si immagina “il guardaroba da viaggio di un re africano”. Spruzzi di

Rick Owens

Bottega Veneta

Dunhill

Gucci

Jil Sander

38 /moda

etnico incontrano l’abito formale in una parata di completi soffici che si mescolano a sciarpe dalle stampe africane desaturate. Hit commerciale con le rossissime sneakers, disegnate da Kanye West per l’occasione, e con una canvas costruita da esagoni quasi fosse stato un pallone da football. La Collezione che gioca sui contrasti tra il fragile e il reale, è quella di Lucas Ossedrijver e Alber Elbaz per Lanvin. Trasformismi e inversioni di genere aleggiano tra foulard di seta e delicatissimi occhielli vengono abbinati a giacche e trench dai sentori militareschi. Il clima è quasi zen; vi è la necessità di studio e serietà per ritrovare valori nuovi. Christopher Bailey descrive la nuova collezione di Burberry Prorsum “sincera, onesta, seria”. La forza della collezione sta nella maglieria dai colori dell’autunno della campagna inglese. Nostalgica, ma che cattura

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pienamente l’essenza del momento. C’è poi chi coglie al balzo i tempi duri per distinguersi e per definire la propria immagine. È il caso di Givenchy by Riccardo Tisci. Gli abiti sono indulgenti, speziati, ma eleganti. Aderentissimi pantaloni di pelle con stringhe laterali vengono accostati con disinvoltura a maglioni di lana e giacconi. Gli elementi del sistema vestimentario femminile hanno, in questo caso, il compito di esaltare la mascolinità. Il paradosso è stuzzicante e il gusto sfiora un bondage di classe. Ed è come se scappasse dalle difficoltà Neil Barrett, che pur mantenendo il contegno che lo contraddistingue, applica ai suoi calcolati schemi formali accenti di irrazionalità ed evasione. Quelli che sembrano leggings di lana che spuntano dal risvolto del pantalone,

Maison Martin Margiela

Louis Vuitton

Burberry Prorsum

Neil Barrett

moda/39

sono invece fasce di maglia alla caviglia; disegni tipici della maglieria sono impressi a rilievo su un maglione e una giacca di pelle. Infine poi Frida Giannini da Gucci sembra proprio non voler rinunciare all’ottimismo. I suoi uomini new wave, che indossano camicie coloratissime, cardigan a scacchi, stretti completi in jacquard, skinny jeans, mocassini bicolore e addirittura stampe leopardate e lurex, ci ricordano che forse sarebbe il caso di prendersi meno sul serio. La necessità di rinnovarsi traspare da queste ultime sfilate. La crisi economica diventa impulso per una creatività che vuole elaborare, risolvere e proporre: uno slancio verso nuovi orizzonti •

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40 /arte

ANTHONY MCCALL Solid Light

Dopo una serie di personali nei più importanti musei del mondo, anche a Milano si celebra l’eccentrica figura dell’artista inglese Anthony McCall, classe 1946, veterano del cinema sperimentale britannico, newyorkese d’adozione che da decenni lavora sull’elemento più intimo del cinema: la luce. Creando vere e proprie sculture luminose, magiche e minimali. Per gli enormi spazi dell’Hangar Bicocca, fantasmagorica cattedrale post-industriale dell’arte milanese, McCall presenta sotto il titolo Breath (The Vertical Works) opere recenti ed inedite per la prima volta allestite insieme in un unico ambiente. A McCall abbiamo chiesto di raccontarci come nascono e qual è il loro rapporto con il cinema. E con i fumatori... Intervista RICCARDO CONTi Ritratto SHINSUKE KISHIMA

anthonymccall.com

— Lei è stato un autore di cinema sperimentale negli anni Settanta. Oggi molte di quelle pratiche, processi sperimentali e “fuori formato” sono diventati molto comuni nel linguaggio degli audiovisivi che comprendono anche i videoclip e gli spot commerciali. Pensa che sia ancora possibile concepire e fare “expanded cinema”? Le cose sono cambiate moltissimo dagli anni ‘60 e ‘70 quando “l’expanded cinema” come categoria aveva un grande valore. In questi ultimi venticinque anni però, il cinema sì è frazionato in dozzine di pratiche differenti, questo è per lo più una conseguenza dell’ascesa dei media digitali e dell’economia dell’informazione, così come la pressione incombente dei “nuovi barbari”. Ora è possibile vedere diversi istanti di immagini in movimento in ogni dove: sulle facciate dei palazzi, sul web, sugli iPod, i PC, i telefoni cellulari, la tv via cavo, You Tube, e sui dvd: ci sono così tanti strumenti per consumare e partecipare alle immagini in movimento che si può affermare che il cinema con la “C” maiuscola sia oramai svanito, al suo posto

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arte/41 abbiamo tutti quei “piccoli-cinema”. Non c’è da sorprendersi se questo slittamento abbia prodotto una risposta immediata all’interno dei musei e delle gallerie, al punto che i video e le installazioni multimediali oggi sono familiari al pubblico come le mostre di pittura: in molte di queste espressioni si può rintracciare l’influenza di quelle pratiche delle prime avanguardie intermediali e dell’expanded cinema. — Parlando della sua mostra all’Hangar Bicocca, come ha iniziato a pensare di intervenire in uno spazio simile? Qual è stato l’approccio? La prima cosa che mi ha colpito quando ho camminato nel grande corridoio più di un anno fa è stata la sua dimensione pura.

Nella pagina accanto: Between You and I, 2006. Vista dell’installazione presso Peer/The Round Chapel, Londra, 2006, Fotografia Hugh Glendinning. Qui, dall’alto: Coupling, Studio per installazione, 2005/6. Between You and I, 2006, Vista dell’installazione presso Peer/The Round Chapel, Londra, 2006, Fotografia Hugh Glendinning. Between You and I, 2006, Vista dell’installazione presso Institut d’Art Contemporain, Villeurbanne, 2006, Fotografia Blaise Adilon.

Le mie opere occupano uno spazio tridimensionale e vanno percorse attraverso ed intorno per coglierne la loro forma.

Il volume di spazio chiuso è sorprendente. Ma la cosa importante per me era l’altezza dello spazio. Dal 2004 stavo producendo costantemente opere verticali, dove la sorgente è in alto e proietta in giù verso il pavimento. Per questo ho bisogno di 11 metri di spazio verticale. Non ci sono molti spazi nel mondo dell’arte simili a questo. L’Hangar Bicocca ha la giusta altezza ma anche la larghezza: ci permette di mostrare insieme sei di questi lavori come fosse un’unica installazione. Solo una di queste opere è stata precedentemente esposta. Dal punto di vista scultoreo, la verticalità collega concettualmente queste opere al corpo, e sin dalla fase di lavorazione iniziale mi sono riferito spontaneamente a loro indicandole come “figure in piedi”. I sei lavori formano un gruppo naturale, ciascuno di questi ruota attorno all’idea del corpo, ed al loro rapporto reciproco. — I registi iniziano a lavorare ai loro progetti tramite le sceneggiature e gli storyboard, gli scultori tramite dei disegni. Quale processo adotta lei per realizzare le sue sculture di luce e film? Fondamentalmente, io realizzo forme che occupano una specie di territorio di mezzo tra scultura, cinema e disegno. Scultura, poiché le mie opere occupano uno spazio tridimensionale e vanno percorse attraverso ed intorno per coglierne la loro forma. Cinema perché questa forma cambia

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con il tempo, ha una struttura temporale. Il disegno, perché in fondo tutto ciò che viene proiettato è un semplicissima animazione di una linea disegnata. È questa linea, proiettata attraverso il fumo che crea le forme volumetriche che si vedono nelle installazioni. — Il fumo gioca un ruolo fondamentale nelle sue installazioni e permette al pubblico di rivelare le basi fisiche dell’illusione cinematografica. É anche un riferimento agli anni in cui era permesso fumare nei cinema? Tutti quelli di una certa età possono ricordare l’esperienza dello stare in una sala cinematografica e guardare in su il fascio di luce del proiettore che sfarfalla sopra la propria testa, reso visibile dai fumatori in sala. Infatti, nei primi anni ‘70 quando feci i primi film di luce solida, il fascio di luce proiettata era rivelata in parte dalla presenza della polvere che era presente in queste vecchi spazi industriali e loft dove lavoravo, ed in parte dalla presenza di alcuni fumatori con le loro sigarette. Ora tutte le mie installazioni includono le macchine per il fumo. La macchina per il fumo ha permesso non solo ai fasci di luce di essere visibili, ma mi sono reso conto che la foschia prodotta si insinua tra i fasci luminosi, creando dei momenti descrittivi che contribuiscono a sottolineare la curvatura, o la piattezza, delle forme, e la loro reiterazione ha costituito un elemento saliente dell’opera Pulse •


42 /arte

ANDY WARHOL Un Americano a Parigi Cosa c’è ancora da dire sulla icona pop più celebrata del ‘900? è vero che la sua iperproduzione e la sua incessante presenza su e con tutti i media possibili lo hanno reso ubiquo, universale e infinito, eppure sembra non smettere mai di stupire e interessare ancora oggi. Scoprendo o sottolineando lati meno noti. Dopo Londra l’Andy della tv é arrivato con gran clamore a Parigi.

Testo GISELLA BORIOLI

lamaisonrouge.org

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arte/43 “ QUANDO HO COMPRATO LA MIA PRIMA TV HO SMESSO DI INTERESSARMI ALLE RELAZIONI INTIME.

Chi ha perso la bella e insolita mostra Andy Warhol, Other Voices, Other Rooms terminata da poco alla Hayward Gallery londinese, ritroverà nell’ex-officina all’Arsenale La Maison Rouge altre stanze, altri schermi, altri incontri, altri aspetti della warholmania. La storia d’amore di Warhol con il piccolo schermo é tutta qui, con una concentrazione di produzioni televisive che lo raccontano a partire dalle prime “Soap Opera” da lui realizzate nel ‘64, attraversando storici show come i celebri Fifteen Minutes o la serie Fashion o le Interview, fino all’orazione funebre di Yoko Ono, capitolo finale dell’avventura terrena e televisiva nel 1987. Si assiste alla mostra comodamente seduti su poltrone di design (di Vitra) o stravaccati sui cuscini della stanza retrò, si prende fiato con un drink o un lunch al piccolo ristorante installato nella casetta rossa interna, si finisce a riempirsi di libri, dvd e cataloghi alla libreria accanto. Bel posto, la Maison Rouge per passare un po’ di tempo tra omaggi ad artisti consacrati e avanguardia. Fondazione privata di interesse pubblico, aperta appena nel 2004 dal collezionista Antoine de Galbert, ha spazi e proposte per tutti. Grandi temi nei grandi spazi industriali. Micromostre per talenti emergenti nel “Vestibolo”, incontri e letture “da camera” nella “Suite”. Installazioni open-air nel “Patio”. Merende d’arte e d’immaginazione attraverso la formula “raccontami una storia” per i bambini fino agli undici anni. Visite commentate e gratuite per tutti nel weekend alle 16. Brunch la domenica, con nuovo menù ad ogni esposizione. La mostra Warhol Tv dura fino al 3 Maggio, e si sovrappone alla grande rassegna di ritratti Le Grand Mond d’Andy Warhol al Grand Palais che inizia il 18 Marzo e chiude il 13 Luglio: ce n’è abbastanza per fare il pieno.

Qui: Andy Warhol. TDK, campagna pubblicitaria, 1982. Collection Andy Warhol Museum, Pittsburgh. Nella pagina accanto: Andy Warhol nello studio televisivo. Con lui, da sinistra: Don Munroe, Vincent Fremont, Jay Shriver, Sue Etkin. New York, 1985. Fotografia: Christopher Makos. Courtesy of La Maison Rouge.

Warhol Tv @ La Maison Rouge, 10 Boulevard Bastille 75012 Paris. Fino al 3 Maggio.

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44 /evolution

eVonews Coleotteri cyborg È radiocomandato dal computer ed è capace di compiere evoluzioni aeree come un “normale” insetto, grazie a un leggerissimo apparato (solo 1,3 grammi) a sei elettrodi collegato al cervello e agli arti. È l’ingegnoso cyborg scarabeo rinoceronte realizzato dai ricercatori dell’Università di Berkeley in California col supporto finanziario dell’agenzia americana per lo sviluppo tecnologico e americano. La presentazione ufficiale, con tanto di volo dimostrativo immortalato in un video, ha avuto luogo a Sorrento nel corso dell’edizione 2009 del IEEE MEMS (Micro Electro Mechanical Systems). Nanotecnologie: l’energia pulita prodotta dai batteri Sembra fantascienza ma il progetto ha solide basi scientifiche: sfruttare il moto dei batteri per produrre energia pulita, utile ad alimentare dispositivi elettrici miniaturizzati. È l’ambizioso progetto a cui stanno lavorando i ricercatori italiani dell’Istituto Nazionale di Fisica della Materia (Infm-Cnr), i quali hanno realizzato un sistema di microingranaggi dalla forma asimmetrica, con denti di lunghezze differenti e orientati nella medesima direzione, simili a stelle lievemente sbilenche. Gli studiosi assicurano che basta immergere questi ingranaggi in una soluzione di batteri perché questi ultimi, col loro movimento spontaneo, li facciano girare a velocità costante. Il chip che ricostruisce i tessuti umani La notizia arriva dall’Università di Edimburgo dove un’equipe di ricercatori, guidati da Alan Murray, direttore del dipartimento di ingegneria ed elettronica, ha messo a punto una tecnica per ricostruire tessuti umani danneggiati. La tecnica permette ai neuroni di crescere su un chip di silicio che, inserito nel corpo umano, consentirebbe la ricostruzione dei nervi e dei tessuti. Il chip viene immerso in una miscela brevettata di proteine e i neuroni crescono lungo la superficie del modello. La tecnica funziona anche con le cellule staminali. Gli scienziati sostengono che in futuro il chip consentirà di sostituire le fibre nervose o muscolari danneggiate, ma potrà essere impiegato anche per lo sviluppo di protesi.

DEEP GARDEN SOGNI SOSTENIBILI Intervista LORENZA CHIARLONE Testo GIOVANNI GASTEL

Enel Contemporanea è il progetto promosso da Enel che prevede ogni anno la realizzazione di una serie di opere che nascono sul tema dell’energia. Nel 2008, durante la Biennale dell’Arte, viene affidato a Venezia il ruolo di ospite e al gruppo di architetti e designers A12 il compito di dare un’interpretazione artistica che restituisca alla città la magia che esprime da sempre, suggerendo soluzioni estetiche che facciano riflettere sul valore dell’ambiente. Nasce Deep Garden, un progetto che gioca con le regole e le situazioni di Venezia, considerata città immutabile, incastonata nel tempo che sembra non trascorrere, eppure così sensibile e viva per ciò che riguarda l’arte. A12 crea un giardino nascosto nel cuore di questa città incantata, un luogo isolato dove godere del silenzio e potersi immergere in uno spazio surreale: una stanza con un albero che sbuca da oltre le pareti, ricoperta da una superficie specchiante esterna, immersa tra le acque della laguna veneziana. Abbiamo incontrato i protagonisti del progetto: Paolo Iammatteo, responsabile corporate identity Enel, l’artista Antonella Bruzzese del collettivo A12 e il curatore Francesco Bonami. enel.it/enelcontemporanea — Come nasce Enel contemporanea e qual è la sua filosofia? Paolo Iammatteo: Enel Contemporanea nasce nel 2007, ed è una nostra iniziativa sull’arte contemporanea seriale. Abbiamo ragionato su come valorizzare il nostro modo di esprimere la responsabilità sociale d’impresa, anche attraverso la scelta di un linguaggio moderno, contemporaneo come quello trasversale dell’arte. — Chi sono gli A12 e come si sviluppa l’opera Deep Garden? Antonella Bruzzese: Siamo un gruppo di architetti originari di Genova basati a Milano, insieme dal ’93. Da tempo lavoriamo non solo sull’architettura classica ma anche su progetti che strizzano l’occhio all’arte contemporanea. Deep Garden è un’opera che vuole misurarsi con la città di Venezia ed è questo il motivo per cui è delimitata da specchi: il contesto si riflette e quindi la città in qualche modo entra. All’interno, poi, ci si immerge in uno spazio assolutamente intimo. Ci siamo inoltre confrontati con la tradizione di Venezia, utilizzando materiali che appartengono alla storia della città: di riciclo quindi i pali che sostengono le gondole, i legni e i pontili che permettono l’accesso al giardino segreto. — Cosa ha spinto Enel Contemporanea a scegliere Venezia per Deep Garden? Francesco Bonami:

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Siamo approdati a un luogo simbolico come Venezia non solo per volontà ma quasi per obbligo: è una delle poche città veramente ecologiche. — Quali sono le origini dell’albero protagonista dell’opera? Antonella Bruzzese: L’albero che abbiamo usato è una quercia rossa americana che adesso si può vedere crescere nei giardini botanici della città lacustre. Francesco Bonami: L’albero, che è stato portato dalla Toscana, rimarrà e crescerà qua. Simbolica è l’idea dell’energia che si trapianta altrove. Non è un segno forte architettonico, ma l’albero che si alza dà il senso della crescita, in rapporto al tempo della Storia legato a Venezia. — Open air invece che musei, arte invece di sovvenzioni. Perché? Paolo Iammatteo: Abbiamo lavorato ad una serie di installazioni pubbliche e quindi non rinchiuse in musei, fruibili da tutti: passanti, esperti, appassionati, in luoghi aperti delle città. Un esempio è la terza installazione permanente di Enel Contemporanea, creata dall’artista americano Jeffrey Inaba al Policlinico Umberto I di Roma, l’ospedale più importante della capitale e uno dei più grandi d’Europa. Colori, luci, forme geometriche ed elementi ecosostenibili diversi conferiscono all’ospedale un’energia nuova e vitale. •


evolution/45

INGEO Fantastic Natural Plastic Ingeo è la prima fibra naturale rivoluzionaria al mondo, deriva al 100% da risorse naturali rinnovabili annualmente e ha le stesse qualità delle fibre sintetiche ricavate dal petrolio. Il nome, derivato dal greco, sta per ingredienti naturali della terra: il processo di produzione di Ingeo prevede l’utilizzo del carbonio prodotto attraverso la fotosintesi delle piante invece che dai depositi di petrolio, che sono fonti non rinnovabili ed esauribili. Ingeo rappresenta la nuova tecnologia in grado di combinare sviluppo economico e responsabilità sociale e ambientale, come ci ha spiegato in questa intervista il Global Marketing Director Steve Davies. Intervista LORENZA CHIARLONE Testo GIOVANNI GASTEL

natureworksllc.com

— Come viene utilizzato, nella pratica, il polimero Ingeo? Con Ingeo è possibile produrre prodotti finiti sia nel settore delle plastiche che in quello delle fibre, coprendo una grande varietà di prodotti merceologici, dall’abbigliamento alla biancheria per la casa, dall’igiene personale ai packaging alimentari, dalle apparecchiature ai componenti per auto, dall’elettronica ai beni non deperibili, il tutto realizzato con plastiche naturali. — Chi ha già utilizzato Ingeo e a cosa si deve il suo successo? É già stato utilizzato da nomi importanti. Da Marithé & François Girbaud, Apple Computer, Gattinoni, dalla Coop per la produzione di piatti e di pannolini per bambini. Versace Sport l’ha utilizzato per un’intera linea di abbigliamento, Bagutta ha creato una linea maschile. É stato impiegato anche da importanti designer. Cappellini, Driade, Moroso e Zanotta hanno ricoperto una loro seduta con questo materiale. L’eccezionale successo di questi prodotti si basa su principi fondamentali di innovazione responsabile, che offrono ai produttori e soprattutto ai consumatori la possibilità di una scelta più consapevole. — Qual è l’impegno ecologico dell’azienda? Il biopolimero Ingeo rappresenta un grande passo in avanti verso un futuro migliore. L’impiego di risorse annualmente rinnovabili al posto del petrolio per produrre resine plastiche riduce la dipendenza dai combustibili fossili e contribuisce all’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica grazie a processi manifatturieri più sostenibili. Sostituendo il petrolio con una risorsa rinnovabile di origine vegetale, si impiega il 67% di combustibili fossili in meno rispetto ai polimeri tradizionali. L’impegno ecologico è attestato da una

valutazione ambientale rigorosa, comprovata da esperti nel settore e pubblicata su Industrial Biotechnology. — Come si differenziano i prodotti Ingeo da quelli già esistenti sul mercato? I prodotti Ingeo offrono performance identiche, e molte volte superiori, a quelle dei prodotti comunemente in uso. Non sono soltanto il frutto di processi scientifici altamente innovativi: grazie alla loro estetica accattivante, le scelte consapevoli non chiederanno più di scendere a compromessi. Sono ricavati dalla natura e prodotti dall’uomo: riuniscono così il meglio di questi due mondi in una realtà nuova, più responsabile, rispettosa sia delle scelte dell’uomo che dell’ambiente. — Quali sono i progetti previsti in Italia per il 2009? Quest’anno la Natureworks LLC, in collaborazione con Codiceasbarre, il brand nato all’interno del carcere di Vercelli, ha chiesto ad Alviero di personalizzare 365 T-shirt Ingeo che diventeranno il simbolo dell’Ingeo Earth Month 2009 per l’Italia. Solo 365, come i giorni dell’anno. Lo stilista ha disegnato un francobollo con al centro l’immagine stilizzata di una piccola pianta, materia prima da cui viene ricavato il biopolimero. Il timbro postale è il simbolo di ALV-Andare Lontano Viaggiando. — Un esempio dei vantaggi possibili derivanti dall’impiego su larga scala della fibra Ingeo? Se si producessero 10 mila magliette con la fibra Ingeo invece che in poliestere, si risparmierebbe una quantità di energia fossile pari a 2835 litri di petrolio e una quantità di gas serra equivalente a un viaggio in macchina di 29.070 chilometri •

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46 /high tech

KILLING YOU SOFTLY La nuova etica della videoludica Non ricordo la prima volta che ho ucciso. Dev’essere stato quella volta che ho salvato l’umanità dai demoni extraterrestri di Doom. Oppure quella volta in cui ho abbattuto un’astronave piena zeppa di alieni nel classico degli anni 90 Duke Nukem. O più probabilmente la volta che sono evaso dal nazicastello e ho ucciso Hitler, nei panni del soldato polacco-americano B.J. Blazkowick in Wolfenstein 3D. Testo RICCARDO CONTI

Ciò di cui sono sicuro è di aver puntato a lungo nel mirino di un’arma e aver spazzato via decine di migliaia di cattivi da quando gli ‘sparatutto’ in soggettiva sono diventati i videogame più popolari degli ultimi 15 anni. Penso a tutte quelle vittime: ciò che le accomuna, almeno nella finzione di quelle storie, è che, probabilmente, se lo meritavano. Alieni, mutanti, nazi e criminali sono caduti sotto i colpi dei miei proiettili, raggi laser e detonazioni senza provocarmi il benché minimo senso di colpa. L’amoralità è data per scontata negli sparatutto, poiché viceversa il peso psicologico delle migliaia d’uccisioni di esseri viventi renderebbe molti di questi ‘giochi’ insopportabili. Molti giocatori non vorrebbero vivere seppur virtualmente l’esperienza di poter inquadrare nel mirino del proprio fucile la testa di un innocente e premere freddamente il grilletto. Saranno i tempi, sarà una ritrovata coscienza dell’altro oltre che del politically correct, oppure -mi piace pensarlo- saranno i creatori di videogames dei raffinati lettori degli studi post-coloniali e di saggi come Davanti al Dolore degli Altri di Susan Sontag. Fatto sta che qualcosa sembra essere cambiato sotto il sole della videoludica. Piccoli dettagli forse,

ma non trascurabili. Ho recentemente giocato ad uno dei più acclamati titoli degli ultimi mesi, Call of Duty: World at War, sviluppato da Treyarch e pubblicato da Activision. Tanto divertente e piacevole è World at War, quanto l’elemento più interessante è in che modo sono bilanciati gli spunti morali con la spietatezza della guerra. Ovviamente non ci sono troppe domande etiche in World at War, apparentemente ogni avversario, tedesco o giapponese, merita di morire. World at War sin dalla premessa iniziale, vuole due schieramenti contrapposti: gli americani e i russi rispettivamente contro i giapponesi e i tedeschi. Ma al di là degli aspetti indubbiamente cruenti della trama, la contrapposizione dei dialoghi dei soldati sulla sensatezza delle uccisioni che stanno per compiere credo rappresenti una assoluta novità. I personaggi che talvolta hanno tutta la statura psicologica di attori cinematografici (il sergente Reznov dell’Armata Rossa per esempio è doppiato da Gary Oldman), snocciolano qua e là spunti di riflessione non scontati in un videogame mainstream come questo. In una missione ambientata a Berlino sentiamo dire da un soldato russo: “Questa non è guerra, è omicidio”. Rodeo M aga zi n e MARZO

Chi come me si è poi fatto completamente sedurre dall’ultimo episodio di Metal Gear Solid 4, Guns of the Patriots, fin dai primi minuti di gioco si sarà reso conto che, grazie anche all’ormai perfetto grado di illusività dato dalla sempre più precisa realtà virtuale, il gioco al massacro è assicurato. Con più di 60 armi a disposizione c’è solo l’imbarazzo della scelta su come trucidare gli avversari e a volte, mentre stai per premere il grilletto nascosto come un cecchino su un bersaglio facile, non è raro sentire un brivido che ti corre sulla schiena e pensare che, in fondo, per i teenager killer delle Columbine era la stessa cosa (riguardarsi Elephant di Gus Van Sant). Eppure in Metal Gear Solid 4 ci è consentito di fare delle scelte diverse: c’è infatti la possibilità di portare a termine la lunga missione semplicemente strisciando i muri, nascondendosi nell’ombra, serpeggiando nella vegetazione e addormentando, anziché abbattere, i propri nemici. Eh sì. Addormentarli ma non metaforicamente: stringerli, per così dire, in un abbraccio soporifero, oppure sparare loro proiettili di sedativo e vederli cascare a terra in sonni profondi. La cosa bella è che se si conclude così l’intera missione, senza uccidere nemmeno una mosca, si avrà anche un punteggio più alto. Allora mi piace pensare a Solid Snake (protagonista del gioco) non come ad un abilissimo assassino ‘a fin di bene’, ma come alla fatina della buona notte che, dal medio oriente all’Alaska, regala sogni d’oro tra i campi di battaglia •


retro tech/47

DYNA TAC 8000X Quando il telefono diventò mobile 1983, la Motorola tiene a battesimo il DynaTAC 8000X, il

Courtesy of Motorola Archives.

primo telefono cellulare della storia a essere commercializzato. L’oggetto rivoluzionario, costato oltre 100 milioni di dollari di investimenti, è figlio di 10 anni di prototipi e tentativi azzardati da Martin Cooper, ingegnere elettronico, classe 1928, passaporto americano. Coi suoi 25 centimetri di lunghezza, 793 grammi di peso e la foggia squadrata, il DynaTac (acronimo di Dynamic Adaptive Total Area Coverage) non poté che guadagnarsi l’appellativo di “brick”, mattone. Era dotato di display a led rossi e in aggiunta ai tradizionali 12 pulsanti sfoggiava 9 tasti speciali per assolvere alle funzioni di accensione, recall, volume, eccetera. La batteria aveva un’autonomia di 60 minuti (8 ore in stand-by) e necessitava di circa 10 ore di ricarica. Il DynaTAC 8000X si distinse anche per la sua antennona flessibile e per lo stratosferico prezzo al quale venne messo in vendita, quasi 4000 sonanti dollari. Nonostante il prezzo, divenne uno status symbol e spianò la strada all’inesorabile “cellularizzazione” del pianeta. La Motorola aveva ipotizzato che alla fine del secolo ci sarebbero stati un milione di utenti nel mondo. Ma si sa, la realtà supera quasi sempre la fantasia. Nel 2000, infatti, il numero di abbonati alla telefonia mobile raggiunse quota 109 milioni nei soli Stati Uniti. Oggi, Stati Uniti e Canada fanno insieme qualcosa come 277 milioni di abbonati. Ma il record è dell’Africa: dati di Wireless Intelligence alla mano, sono oggi più di 300 milioni gli utenti di telefonia mobile da quelle parti… • Leo Mansueto

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48 /cinema

B.A. Film Festival Dal 28 Marzo al 4 Aprile Busto Arsizio ospiterà la settima edizione di Made in Italy Anteprime riservato a lungometraggi inediti. Il presidente del concorso sarà Pupi Avati. Molti gli appuntamenti in programma, tra i quali la retrospettiva dedicata a Florestano Vancini (La Lunga Notte del ‘43, Bronte, La Calda Vita) e il concerto con musiche di Nino Rota, nel trentennale della sua scomparsa. Importante anche quest’anno il coinvolgimento dei più giovani attraverso proiezioni e laboratori. Accanto al concorso di sceneggiatura, la cui giuria è presieduta da Carlo Lizzani, sono confermate anche le sezioni Videoarte e le giornate del cinema di animazione. E nel 20° anniversario il Festival dedica un approfondimento alla caduta del muro di Berlino.

LIVE! IL REALITY PIÙ FEROCE Stiamo assistendo a una nuova forma di fiction, quella che guarda dentro sé stessa e scopre nuovi e inquietanti scenari. Capita nella tv inglese con il thriller/horror Dead Set (il reality Grande Fratello che si trasforma in un horror stile Notte dei Morti Viventi di Romero) e al cinema con Live!, ora nelle nostre sale, diretto a low budget dallo stimato regista e documentarista americano Bill Guttenberg. Oltrepassando i limiti etici, gia labili, della tv commerciale, Guttenberg ci racconta di un’audace dirigente televisiva, Katy Courbet (Eva Mendes), che cerca con tutte le forze di far trasmettere il reality più estremo mai pensato prima: il gioco della roulette russa in prima serata. Il regista si è convinto a girare Live! perché è rimasto stupito dai risultati di una recente ricerca sull’appeal che ha la violenza nel pubblico USA. Trovando risposte inquietanti come il fortissimo desiderio della gente di assistere via tv o via cavo alle pubbliche esecuzioni a morte. Chissà quali risultati avremmo in Italia se facesse la stessa ricerca. Da segnalare Eva Mendes che si abbandona sempre meno a pose sexy. moviemax.it Tommaso Toma

Bergamo Film Meeting

Biopic su Pancho Villa Tutto vero, a girarlo sarà il grande Emir Kusturica. Il film si intitolerà molto probabilmente Seven Friends of Pancho Villa and the Woman With Six Fingers. La sceneggiatura, co-firmata da Kusturica e Gordan Mihic (Gatto Nero, Gatto Bianco, Il Tempo dei Gitani), è un adattamento del romanzo The Friends of Pancho Villa di James Carlos Blake, basato sul personaggio di Rodolfo Fierro, il più fedele luogotenente di Pancho Villa. Le riprese cominceranno a fine anno e si svolgeranno per lo più in Messico e in Spagna. Kusturica ha già annunciato che spera di convincere Javier Bardem a interpretare Pancho Villa… Giovani Cuori Selvaggi Un bellissimo nome per il nono appuntamento con le consuete giornate del cinema del Quebec che quest’anno si svolgerà a Milano nella nota cornice del Centro Culturel Français (dal 12 al 21) e, novità, a Roma (il 17 alla Casa del Cinema). Si potrà visionare una selezione delle migliori voci del prolifico cinema made in Quebec. culturemilan.it

The September Issue All’ultima edizione del Sundance Festival tutti hanno parlato di questo documentario girato e prodotto da R.J. Cutler. Il docufilm entra nella vita privata e pubblica di Anna Wintour, la mitica direttrice di Vogue America e ci svela senza retorica il febbrile lavoro che sta dietro il concepimento della famosa edizione di fine estate del fashion magazine più popolare al mondo. Altro che Il Diavolo Veste Prada… Per adesso non è prevista circolazione in Italia del film. Comunque qui a Rodeo ne riparleremo con il regista. (Tommaso Toma)

Da ben 26 anni si rinnova questa importantissima manifestazione. Da qui sono usciti i primi applausi per film che nelle sale di tutto il mondo sono diventati cult movie e dove i registi d’autore vengono volentieri a presentare le loro personali. E quest’anno è il caso di andarci (fino al 15 marzo). Due retrospettive di alto valore artistico: Carol Reed, dove non mancherà l’occasione di rivedere al cinema capolavori come Il Terzo Uomo (1949), Idolo Infranto (1948), Il Nostro Agente all’Avana (1959), film scaturiti dal fortunato sodalizio artistico con lo scrittore inglese Graham Greene. La seconda personale è dedicata alla “rockettara” regista francese Claire Denis, una delle voci più innovative del cinema europeo, capace di scavare nel quotidiano alla ricerca di poesia e di una verità umana spesso sorprendente. Si potrà vedere anche il suo nuovo 35 Rhums che sta viaggiando in alto ai botteghini di Parigi. E infine c’è tempo per la Fantamaratona, incursione notturna nel mondo della fantascienza e dell’horror. bergamofilmmeeting.it TT

VINCENZO ALFIERI min

2 Giovanissimo (Febbraio 1986) attore di cinema e tv, è diventato noto presso il grande pubblico grazie alla soap di Rai Uno, Incantesimo, dove dal 2007 al 2008 ha interpretato il ruolo di Dante Liuzzi. Vincenzo è anche uno degli attori più amati da Fausto Brizzi che lo ha voluto per i suoi film Questa Notte è Ancora Nostra e il recentissimo Ex dove recita a fianco di famosissimi attori. Tra gli altri suoi lavori, ricordiamo: le miniserie tv La freccia nera (2006), Caravaggio (2008). Inoltre ha partecipato ai film Milano-Palermo: il Ritorno di Claudio Fracasso. TT RODEO Qual è il film più bello che hai visto quest’anno? VINCENZO ALFIERI Il Cavaliere Oscuro R E in assoluto? VA Per me sono più di

uno... Heat. La Sfida, American Psycho, Tutto L’amore che C’e’, L’avvocato del Diavolo, Vanilla Sky, Crash, Forrest Gump, Le Ali della Libertà R Quello che hai visto al cinema più volte? VA L’avvocato del Diavolo R Il primo? VA Batman di Tim Burton R Il più bel film musicale? VA Mamma Mia R Quello che ti ha fatto ridere di più? VA Ace Ventura R E piangere? VA Forrest Gump R Qual è la sala cinematografica più Rodeo M aga zi n e MARZO

bella? VA Sala 4 del cinema Adriano di Roma R L’attore che emana maggior fascino? VA Hugh Jackman R E l’attrice? VA Michelle Pfeiffer R La scena più intensa che hai fatto? VA Nella soap Incantesimo, quando abbraccio mio padre e scoppio in lacrime R Il regista con il quale vorresti lavorare? VA Marco Martini R Il regista che stimi di più? VA Martin Scorsese R Fai collezione di DVD di qualche regista/ attore? VA Ho una collezione di 800 dvd e 700 videocassette R La scena più memorabile nella storia del cinema? VA James Dean nel Gigante, quando trova il petrolio R Il film con la colonna sonora più bella? VA Ogni Maledetta Domenica R Il film di cui tutti ti hanno parlato e non sei mai riuscito vedere. VA Non credo esista…



50 /cinema

CAROLINA CRESCENTINI Il Cinema come Gioco

Si è presentata al grande pubblico con i film che fanno innamorare i giovanissimi e i nuovi romantici: Notte Prima degli Esami di Fausto Brizzi e Parlami d’Amore di Silvio Muccino, eppure Carolina, bionda, bella e dagli occhi di un leggerissimo, affascinante azzurro non è la solita bambola, anzi ci colpisce per il suo sguardo a volte melanconico e la sua aura di giovane inquieta. Lei ama il cinema sopra ogni cosa, tanto che lo ha studiato in tutte le sue forme, dalla critica alla vera recitazione. Una professione nata quasi per caso ma che è diventata un’autentica ragione di vita. Adesso è nelle sale con un film corale, Due Partite di Enzo Monteleone, tratto dall’omonima piece teatrale di Cristina Comencini.

Intervista tommaso toma

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cinema/51

“ LA MIA CARRIERA NASCE QUASI PER PURA CURIOSITà INTELLETTUALE: LEGGERE OPERE SUL CINEMA ERA IL MIO HOBBY!

“ — Ciao Carolina, che stai facendo? Oh… In questo momento sto lavorando per la trasmissione radiofonica Hollywood Party (mitica trasmissione sul cinema di Rai Radio 3, ndr) e mi sta piacendo tantissimo. Sono in studio con Steve Della Casa e parliamo di film recenti e non, uno spasso per me! Infatti questa occasione mi ha dato la possibilità di rispolverare la mia antica passione di critico cinematografico. — Se tu dovessi allora scegliere di parlare di un film che hai visto di recente, quale sceglieresti? Mi ha colpito la perfezione narrativa di The Millionaire di Danny Boyle. Perfetto perchè è un film dichiaratamente commerciale ma nello stesso tempo è rigoroso ed estremamente ricercato nella fotografia, nel montaggio e nella musica che è strepitosa. Boyle sa oscillare benissimo tra il dramma e la commedia in piena tradizione brechtiana. — Sai che mi piace la tua voce? Atipica, ce ne sono poche in giro di attrici con una voce atipica, diciamo così, forse solo Asia Argento in Italia. Non è un complimento che ricevo spesso, quindi è bellissimo che me lo fai, grazie. — Boyle ha dichiarato anche di essersi ispirato al Neorealismo nella prima parte dedicata al protagonista quando era bambino… Non lo sapevo, però effettivamente i bambini negli slum di Mumbai mi fanno ricordare Paisà di Rossellini. — Io ti vedrei bene inserita nelle produzioni cinematografiche francesi, che so diretta da gente come François Ozon o Patrice Chéreau. Ti ci ritrovi? Guarda… di Ozon mi sono per l’appunto rivista di recente 8 Donne e un Mistero, per un motivo quasi tecnico, cercavo di trovare degli spunti prima di affrontare Due Partite di Enzo Monteleone, anche questo un film corale come quello di Ozon, nonostante i punti di contatto tra i due siano pochi. Il film di Ozon è praticamente un musical. E poi c’è la mia attrice preferita da sempre: Isabelle Huppert… — Ottima idea rivedere 8 Donne e un Mistero perché quel film nasceva da un testo teatrale

proprio come Due Partite... Due Partite è puro teatro scritto dalla brava Cristina (Comencini, ndr), quando ci siamo incontrate sul set non esisteva una sceneggiatura classica. Alla fine sì, devo dire grazie anche al film di Ozon… Un altro suo film che ho amato è Swimming Pool, anche questo dominato dalla presenza femminile: ho studiato a lungo le movenze e la recitazione di Ludivine Sagnier che è la protagonista assieme all’immensa Charlotte Rampling. C’è una scena in particolare dove Ludvine balla da sola in un salone, ubriaca e vicino a un uomo sconosciuto. Bravissima. Penso che Ozon ami dirigere le donne. — Torniamo a Due Partite, un film dove finalmente non vieni proposta come una lolita. Deve essere stata una piacevole soddisfazione per un’attrice che ha come caratteristica una bellissima presenza? Di questo sono molto contenta… Io sono molto soddisfatta anche se all’inizio avevo mille paure, che per fortuna si sono poi sbriciolate sul set. Mi ha lasciato il segno la complicità che è nata tra noi attrici, nessun tipo di competizione, neanche velata, è saltata fuori. — Anche se non hai propriamente un ruolo da protagonista, Due Partite potrebbe essere il punto di svolta nella tua carriera? Lo spero, me lo auguro. Il fatto che abbia iniziato a fare l’attrice senza portarmi addosso un trionfo di egocentrismo alla fine mi ha fatto bene. La mia carriera nasce quasi per pura curiosità intellettuale, visto che studiavo cinematografia e leggevo per hobby opere sul cinema. Ho provato e… non lo avessi mai fatto! L’emozione di salire in scena mi ha infiammato e mi ha fatto innamorare delle responsabilità che bisogna assumersi quando intraprendi questo mestiere che… alla fine è un gioco, il gioco di indossare la personalità e spesso il fisico di persone altrui. Recitare mi aiuta anche a conoscere il senso della vita, perchè ogni personaggio che interpreti lo devi analizzare, indagare nell’animo Rodeo M aga zi n e MARZO

per comprenderlo e farlo tuo. Un’analisi costante che a volte può anche far soffrire, ma ne vale la pena. — A proposito di gioco, quando ti sei veramente divertita sul set? Due anni fa, quando ho preso parte alla serie televisiva Boris dove ho indossato i panni di una persona davvero lontana dalle mie attitudini: una giovane raccomandata, ambiziosa, pronta a ogni compromesso. Ci siamo divertiti come dei matti, ridevamo sul set fino a piangere. In quella occasione ho percepito la netta sensazione di comunità unita e visionaria che accade lavorando per il cinema. Potremmo paragonarlo alla vita che scorre dentro un Circo. — Se tu potessi scegliere una delle stagioni dell’anno e dedicarle da protagonista un intero film, quale sceglieresti? Una stagione che mi può rappresentare è sicuramente la primavera, anzi il suo passaggio al periodo estivo. Ma se dovessi girare un film interessante sceglierei l’autunno: portatore di nostalgia ma anche momento nel quale possiamo ricaricare le nostre energie e aspettarci cambiamenti important. Penso che l’autunno non abbia niente da invidiare alla primavera se le intendiamo come fasi di evoluzione e rinnovamento! — E chi dovrebbe essere il regista? Paolo Sorrentino o Silvio Soldini che considero il nostro Paul Thomas Anderson! Sceglierei proprio Anderson se dovessi orientarmi su un regista straniero. Paul, puoi chiamarmi quando vuoi! •


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Fotografia Matteo Montanari. Moda Marcelo Burlon. Grooming Giorgia Panbianchi. Modella Aymeline/Women. Photo assistant Paolo Simi. Post Production Numerique.it Aymeline indossa Collana Ugo Cacciatori per Diesel. Shorts Diesel.


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1L 2M 3M 4G 5V 6S 7D 8L 9M 10 M 11 G 12 V 13 S 14 D 15 L 16 M 17 M 18 G 19 V 20 S 21 D 22 L 23 M 24 M 25 G 26 V 27 S 28 D 29 L 30 M 31 M

Fotografia Fred Jacobs. Moda Marcelo Burlon / 2DM Agency. Hair Stylist Sebastien de Corroller / Airport (using Bumble and Bumble). Make Up Dimitri Theer / Artlist. Assistente Moda Nicholas Galletti. Modelli Jonathan & Kevin / Ford Homme. Rodeo M aga zi n e MARZO


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Rodeo PIN UP Marzo 2009


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www.mandarinaduck.com


58 /moda

ANDREA ROSSO The Streetstyler Grafica. Tokyo. Pop art. Snowboard. Fotografia. Skate. Los Angeles. E ovviamente la strada, fonte di ispirazione e banco di prova. Il vocabolario di Andrea Rosso racconta una storia, descrive le tappe del viaggio compiuto da 55DSL, il brand di cui è direttore creativo. E che nel 2009 compie 15 anni, da festeggiare con una serie di iniziative speciali. In primis, una collezione ad hoc con 15 pezzi storici per stagione che avrà come etichetta il numero romano “XV”. E ancora, la sponsorizzazione della sezione 2D del concorso di design Cut&Paste e la partecipazione al Coachella Festival negli Stati Uniti che quest’anno, insieme a Cure, Paul McCartney e Killers, ospita astri nascenti come i djs Bloody Beetroots, cui è stata dedicata una light jacket nell’ambito del progetto 10.55. Oltre a una limited edition (555 pezzi) di occhiali realizzati da Safilo. Il numero 5 è diventato quasi un elemento magico. “Sono 5 anche i minuti che separano la nostra sede di Marostica dalla Diesel”, racconta a Rodeo Andrea Rosso, classe ‘77. La domanda su suo padre Renzo Rosso, fondatore del gruppo veneto, sorge spontanea. Visto che il “55” del logo rappresenta la data di nascita di Mr Diesel.

Intervista STEFANO RONCATO

55dsl.com

Andrea Rosso fotografato da Rocco Bizzarri. A destra: fotografia di Marcelo Capizzano.

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moda/59

— Non pesa quel cognome? Chiaramente ha i suoi pro e i suoi contro: aiuta e penalizza. Con 55DSL mio padre non c’entra, l’impronta è la mia. Decisivo è l’apporto di tutte le persone che lavorano qui con me. — Un bilancio di questi primi 15 anni? La linea 55DSL è nata nel ’94 in seno alla Diesel, all’epoca avevo 15 anni. Dal 2000 in poi ho iniziato a lavorarci ed è diventata indipendente sia come logistica che per la parte commerciale e il marketing. Il percorso che abbiamo fatto si è rivelato valido. All’inizio il marchio era focalizzato unicamente sull’action sport, sull’abbigliamento tecnico per snowboard e surfer, per poi allargarsi gradualmente ad un lifestyle più completo. Abbiamo costruito eventi ed exhibition. Grafica e fotografia sono una grande fonte di ispirazione per le nostre collezioni. — Lei è un appassionato d’arte street? Mi piace la grafica. E benvenga se proviene da un “pubblico street”. Sono attratto da tutto quello che ha un forte impatto cromatico. Dalla Pop art ad artisti come Thomas Campbell. Colleziono T-shirt usate, vintage, ironiche. Con paesaggi di natura e automobili. In armadio ne avrò qualche centinaio, in

Mi piace camminare nelle città: vedere come si vestono le persone è una grande fonte di ispirazione.

buona parte degli Anni 80. Non hanno un particolare valore commerciale, ma il loro impatto grafico mi piace molto. — E il futuro? Volete sfidare i “big names”? Come dimensione non credo che 55DSL voglia essere una grande azienda. Non penso che sfileremo mai, non vogliamo entrare nel loop di dover fare sempre di più, forzatamente. Amo le collaborazioni e abbiamo diversi progetti in ballo. Stiamo lavorando sulle calzature, che dovrebbero essere protagoniste della nostra prossima iniziativa. Un progetto in ambito tecnologico? Può darsi. Il mio ufficio è tappezzato di post-it con le collaborazioni che mi piacerebbe concretizzare… — Ma lo streetwear è uguale dovunque? In America è molto definito, c’è una vera cultura dello streetwear: basta girare per New York o Los Angeles per accorgersene. In Europa, a parte grandi città come Berlino, Parigi e Londra, ha invece una connotazione più snaturata e commerciale, è sinonimo di moda. In Italia lo streetwear è mainstream.

— Da dove nasce il nuovo? Sicuramente in Giappone, dove mi piacerebbe andare a vivere per un anno. Non perché nasca lì ma perché nel Sol Levante c’è una grande cultura di merchandising. Una visione futurista eppure amante del classico: un mix interessante. — Internet: croce o delizia? Per l’aspetto commerciale della nostra attività è un grande strumento che dovremmo sfruttare meglio in azienda, e ci stiamo pensando. Il web rappresenta il futuro dell’advertising, ti permette di comunicare rapidamente e in maniera allargata con l’esterno. — Quali marchi preferisce? Le scarpe Adidas e Nike, per il prodotto. Amo soprattutto le collezioni vintage, le riedizioni di modelli storici. Le Zx di Adidas sono tra le mie preferite. Mi piace anche il lavoro di Undercover e di nomi australiani come Ksubi, Perks and Mini e, sul fronte comunicazione, Insight51. In Australia ci sono stato anni fa, è un mercato libero con stagioni inverse. Interessante. Rodeo M aga zi n e MARZO

— Cosa pensa della moda? Non sono un seguace dell’alta moda o del design. Mi piace la moda per strada, la grafica, quello che le persone sono. La nostra passerella è la strada. Mi piace camminare nelle città. Vedere come si vestono le persone è una grande fonte di ispirazione. Mi fa un piacere enorme vedere qualcuno vestito da noi, soprattutto qualcuno di interessante. Vuol dire che il messaggio è arrivato coerente. — Come si definirebbe? Sono esecutivista, non disegno, non ne sono capace. Lavoro come creative director, tra la cura dell’immagine e quello che si può realizzare. Ma mi piace il prodotto, averlo tra le mani. Toccare quello che facciamo •


60 /musica

PJ HARVEY & john parish

Patti Smith È uscito per la collana Real Cinema di Feltrinelli un bel libro+dvd dal titolo Dream of Life. Stupendo il materiale video, frutto di 12 anni di riprese fatte e montate con stile da Steven Sebrig. E in più il libro Vita di sogni. Le rivoluzioni di Patti Smith di Ruggero Marinello. Un ottimo acquisto per non dimenticarsi di una donna che ha saputo far riemergere, dalla seconda meta degli Anni 70, l’essenza del rock’n’roll con un’anima da poetessa. feltrinellieditore.it Rock In Idro Milano rockettara all’aperto… Hmm, difficile. Per fortuna ci pensa, dopo due anni di assenza, questa manifestazione che propone sempre un cast davvero curioso ma funzionale per tutti. Quest’anno c’è lo stile british dei Babyshambles (a proposito, stilosa la line up che Doherty sta utilizzando per il suo tour da solista) e l’epos à la Springsteen/ The Hold Steady dei Gaslight Anthem, granitica rock band che guarda caso arriva proprio dal New Jersey. Se poi lasciamo da parte lo stile e guardiamo alla sostanza, ci si può lanciare in un circense pogo al concerto dei Limp Bizkit o dei Social Distortion… Tutto dal 12 al 14 Giugno all’Idroscalo.

Esce il 30 marzo per la Island e si intitola A Woman A Man Walked By. É il nuovo album di PJ Harvey e arriva a due anni di distanza da White Chalk. Il disco, come avvenne nel ‘96 con l’album Dance Hall at Louise Point, è firmato da Polly insieme a John Parish ed è stato registrato a Bristol e nel Dorset con il supporto di Flood. Le 10 nuove tracce, ha anticipato il giornalista John Harris, sono “maliziose, dannatamente serie, eleganti, poetiche e animate da una forza brutale”. Accompagnati da una band che annovera Eric Drew Feldman, Giovanni Ferrario e Jean-Marc Butty, PJ Harvey e John Parish suoneranno all’Auditorium San Gottardo di Milano il 4 maggio prossimo. Per il momento è l’unica data italiana annunciata. Prendete nota! pjharvey.net Leo Mansueto

ALLA RICERCA DELL’AUTENTICITà DEL POP

A

ABBA � ABBEY ROAD � CANTO A CAPPELLA � STRUMENTI ACUSTICI � ACUFF, ROY � ADVENTURES OF A BALLAD HUNTER �J. LOMAX� � PUBBLICITÀ � MUSICA AFROAMERICANA � ARTE AFRICANA � TAMBURI AFRICANI � MUSICA AFRICANA � AFRIKA BAMBAATAA � AFTER THE GOLD RUSH � AGITPROP � AIN’T NOBODY’S BUSINESS � ALBARN, DAMON � ALCOL � ALEX CHILTON � ALICE’S RESTAURANT � ALLEN, LEE � ALLEN BROTHERS � ALLEY, ALVIN � ALLEY, SHELLY LEE � ALLIN, G.G. � ALLMAN, GREGG � ALL MUSIC GUIDE � ALL OR NOTHING � ALL SHOOK UP � ALL THAT IS NATIVE AND FINE �WHISNANT� � ALL YOU NEED IS LOVE � ALL YOU WANNA DO IS DANCE � ALONG CAME JONES � ALONSO, PACHO � ALRIGHT � ALTAMONT MUSIC FESTIVAL �1969� � ROCK ALTERNATIVO � ALTERNATIVE TV � AMBIENT � AMERICA AND HER MUSIC �STRINGFIELD� � AMERICAN BALLADS AND FOLK SONGS �LOMAX E LOMAX, A C. DI� � AMERICAN IDOL � AMERICAN PICTURES �EVANS� � AMERICAN RECORDINGS � AMERICAN STARS ’N’ BARS � AMERICAN TRILOGY � AM I BLUE � AMOS, TORI � AMOS ‘N’ ANDY � ANARCHISMO � ANARCHY IN THE UK � ANDREA TRUE CONNECTION � AND THE HITS JUST KEEP ON COMIN’ � MUSICA ANGLOAMERICANA � ANGOLA � ANGRY YOUNG MAN � ANKA, PAUL � ANTHOLOGY OF AMERICAN FOLK MUSIC � ANTISEMITISMO � APACHE � APARTHEID � APOLLO THEATER � CANTI E BALLATE DEGLI APPALACHI � ARC � ARCHIES � ARCHIVE OF AMERICAN FOLK SONG � ARE YOU A BOY OR ARE YOU A GIRL � ARISTA RECORDS � ARKANSAS BAREFOOT BOYS � ARMSTRONG, LOUIS � ARNOLD, EDDIE � ARTHUR, EMRY � ARTHUR GODFREY’S TALENT SHOW � ART ROCK � ASCH, MOSES � ASHE, THOMAS � ASHFORD REMAND CENTRE � GIÀ RIFLUENDO COL MARE �WHITMAN� � ASTAIRE, FRED � ASTRAL WEEKS � ATKINS, CHET � ATLANTIC RECORDS � AUTENTICITÀ: AUTOBIOGRA� FIA, �ESSERE VERI�, CONFESSIONI, CULTURALE, �FINGERE� �SVENDERSI� OPPOSTO A, ONESTÀ E, MALATTIA DESCRITTA CON, PER GLI ASCOLTATORI, PERFORMANCE, PERSONALE, REINVENZIONE DELLA, ESPRESSIONE PERSONALE E, SINCERITÀ COME FATTORE DI, SOVVERSIONE DELLA,TRADIZIONE DI � AUTOBAHN � AUTOBIOGRAPHY � AUTOMATIC BABY � AUTOTUNING � AUTRY, GENE � AVALON BLUES � AXTON, MAE � AZNAVOUR, CHARLES BAABA MAAL � BAADER�MEINHOF � BA�BENZÉLÉ PYGMIES � BABY LET’S PLAY HOUSE � BABYSHAMBLES � BACHARACH, BURT � BACHATA � BASI MUSICALI � BACK� STREET BOYS � BAD GIRLS � BAEZ, JOAN � BAKER, FRANKIE � BAKER, JOSEPHINE � BALLAD IN PLAIN D � BALLAD OF BONNIE AND CLYDE, THE � BALLAD OF JOHN AND YOKO, THE � BALLAD OF THE ERIE CANAL, THE � BALLATE TRADIZIONALI � BALLION, SUSAN � BALLIT OF DE BOLL WEEVIL, DE � BAND � BANGS, LESTER � BANJO � BANSHEES � BARBARA ALLEN � BARBARIANS � BARBITURICI � BARCLAY RECORDS � MUSICA BAROCCA � BARRETT, SYD � �CANTASTORIE DA OSTERIA� � BARRY, JEFF � BASIE, COUNT � BASSO � BASTARDS OF YOUNG � BAUDELAIRE, CHARLES � BAY CITY ROLLERS � BAYLEY, ROBERTA � BBC � BEACH BOYS � BEATLES � BEAT ON THE BRAT � BEAUTIFULLY BROKEN � BEBOP � BEHIND THE MUSIC � BELLOTTE, PETE � BE MY BABY � BENÉT, STEPHEN VINCENT � BENNETT, TONY � BERLIN, IRVING � BERMAN, DAVID � BERRY, BRUCE � BERRY, CHUCK � BEVERLY, JOHN, VEDI VICIOUS, SID � STILE ORCHESTRALE � BIG SHOT � BIG STAR � BILLBOARD � BILLY THE KID � BINKLEY BROTHERS BARN DANCE ORCHESTRA � BIONIC BOOGIE � BIRKIN, JANE � BLACK, BILL � BLACK BETTY � IL SEME DELLA VIOLENZA � BLACKFACE � BLACK FLAG � BLACK FRANCIS � BLACK PANTHERS � BLACK ROCK � BLACKS, WHITES, AND BLUES �RUSSELL� � BLACK SABBATH � BLAME IT ON THE RAIN � BLAND, BOBBY � BLESSED BE THE NAME � CECITÀ � BLIND TOM � ANELLI E CATENE D’ORO � BLITZKRIEG BOP � BLOOD ON THE TRACKS � BLUEBIRD RECORDS � BLUE MOON BOYS � BLUE NOTE � BLUES � �ISTINTO BLUES� � VELLUTO BLU � BLUE YODEL �T FOR TEXAS� � BLUE YODEL NO. 3 � BLUE YODEL NO. 4 ��CALIFORNIA BLUES�� � BLUE YODEL NO. 9 � BLUR � BO DIDDLEY � BOGART, NEIL � BOGGS, DOCK � BOLERO � BONEY M. � BONGÓ � BONNIE E CLYDE � BOOGIE � �BOOGIEFICAZIONE� � BOONE, PAT � BORROWED TUNE � BOSSA NOVA BABY � QUESTA TERRA È LA MIA TERRA �GUTHRIE� � BOWIE, DAVID � BOYCE, TOMMY � BRADFORD, PERRY � BRANDO, MARLON � BRANSON, RICHARD � BRASILE � BREAKDANCER � BREL, JACQUES � BRIGGS, DAVID � �BRILL BUILDING� � BRIT AWARDS � BRITISH INVASION � SCENA MUSICALE BRITANNICA � BRITPOP � BRITT, ALBERT �ALLEN� � BROADWAY, STILE � BROCKMAN, POLK � BROOKLYN EAGLE � BROONZY, BIG BILL � BROWN, CHARLES � BROWN, JAMES � BRUNSWICK RECORDS � BUBBLEGUM MUSIC � BUDDAH RECORDS � BUENA VISTA SOCIAL CLUB � BUFFALO GALS � BUFFALO SKINNERS, THE � BUFFALO SPRINGFIELD � CORI BULGARI � URDEN, GARY � BURKE, KEN � BURNING LOVE � BURNS, RAY � BURNS, RUBEN � BUSH � BUSSARD, JOE � BUSTED � BUZZCOCKS � BYRDS � BYRNE, DAVID CAGE, JOHN � ROCK CALIFORNIANO � CALL�AND�RESPONSE � CALT, STEPHEN � CANTI DA CAMPEGGIO � MUSICA �CAMP� � CAMPTOWN RACES � CAN � CAN’T GET YOU OUT OF MY HEAD � CANTOR, EDDIE � CANTWELL, ROBERT � CAPITAL RADIO � CAPLINGER, WARREN � CAPTAIN BEEFHEART � CAPTAIN JACK � CAPTAIN SENSIBLE � CARELESS LOVE � CARLISLE, CLIFF � CARLOS, WENDY � CARNEGIE CORP. � CARNEGIE HALL � CARPENTERS � CARROLL, LEWIS � CARROLL COUNTY BLUES � CARSON, FIDDLING JOHN � CARTER, A.P. � CARTER, BO � CARTER FAMILY � CARTOON � CARUSO, ENRICO � CASABLANCA RECORDS � CASEY JONES � CASH, JOHNNY � CAUTY, JIMMY � CAVE, NICK � CCR � CELEBRITÀ � CERRONE � CHA�CHA�CHA BAND � CHAKACHAS � CHARLES, RAY � CHARLESTON �BALLO� � CHARTERS, SAMUEL � CHAVEZ RAVINE � CHERRY BALL BLUES � CHESS RECORDS � CHIC � MUSICA CHICANA � CHICKSAW COUNTY CHILD � CHICKEN SKIN MUSIC � CHILTON, ALEX � ACCORDI � RITORNELLI � CRISTIANESIMO � CHRISTY, E.P. � CHRISTY’S MINSTRELS � CHUMBAWUMBA � CHURCH, MICHAEL � CIRCLE JERKS � MOVIMENTO PER I DIRITTI CIVILI � GUERRA DI SECESSIONE � CLARE DE KITCHEN � CLASH � MUSICA CLASSICA � STAZIONI A ONDE MEDIE � CLINE, PATSY � CLIP�ON TIE �BERMAN� � CLUB LINGERIE � SCENA DEI CLUB � COAL MINER’S DAUGHTER � COASTERS � COAT OF MANY COLORS � COBAIN, KURT � COCAINA � COCHRAN, EDDIE � COCKER, JARVIS � CODY, BUFFALO BILL � COHEN, JOHN � COLD TURKEY � COLE, NAT KING � COLEMAN, ORNETTE � COLERIDGE, SAMUEL TAYLOR � COLLABORAZIONI � COLUMBIA PICTURES � COLUMBIA RECORDS � COME BACK BABY � COMES A TIME � COMISKEY PARK � COMME D’HABITUDE � SPOT � COMMON PEOPLE � PARTITO COMUNISTA � COMO, PERRY � COMPLICATED � CONCERTO FOR ROCK BAND AND ORCHESTRA � CONCERTI � CONFESSIONS � CONFESSIONS PART II � CONGO � CONGO: STUDIO DELLA RAZZA NEGRA, IL �LINDSAY� � CONGO SQUARE � APPROCCIO CONSERVAZIONISTA � COSTITUZIONE DEGLI STATI UNITI � CULTURA DEL CONSUMO � DETENUTI NERI � COODER, JOACHIM � COODER, RY � COOK, PAUL � COOKE, SAM � COON, CAROLINE � COPYRIGHT � CORDOVA, MIKE � CORRINE CORRINA � COTTON FIELDS � COUNTRY � COUNTRY ROCK � CANTI DEI COWBOY � TECNICA DI COMPOSIZIONE � CRAMER, FLOYD � CRASS � CRAZY BLUES � CRAZY HORSE � CREEDENCE CLEARWATER REVIVAL � CREEQUE ALLEY � CRESWELL, THOMAS � CROCKETT, DAVEY � CROSBY, BING � CROSBY, STILLS E NASH � CROSBY, STILLS, NASH & YOUNG �CSNY� � DISSOLVENZE INCROCIATE � CROSSROADS BLUES � CUBA AND ITS MUSIC �SUBLETTE� � MUSICA CUBANA � CULTI DADAISMO � DADDY AND HOME � DAILY WORKER � DALHART, VERNON � DAMNED � DANCE, DANCE, DANCE � DANCE MUSIC � DANCING QUEEN � DANTE, RON � DARBY, TOM � DARK WAS THE NIGHT, COLD WAS THE GROUND � DARWIN, CHARLES � DAVID, HAL � DAVIS, BLIND GARY � DAVIS, FRANCIS � DAVIS, JIMMY � DAVIS, JULIA � DAY IN THE LIFE, A � DEAD KENNEDYS � DEAN, JAMES � DEARBORN INDEPENDENT � DEATH DISCO � DEBORD, GUY � DECADE � DEEP PURPLE � DÉJÀ VU � BLUES DEL DELTA � DEMOISELLES D’AVIGNON �PICASSO� � DEMO � DEVIL GOT MY WOMAN � DEVO � DEWITT, HOWARD � DIAMOND, GREGG � DIAMOND, NEIL � DIARY �KAFKA� � DIARY OF ALICIA KEYS, THE � DICK, PHILIP K. � DICTATORS � DIDDLEY, BO � DIRTY T.B. BLUES � DISCO MUSIC � DISCO DEMOLITION DERBY � DISINCANTO � DISKIN, TOM � DISTRICT ATTORNEY BLUES � DIVINE � DIXIE � DIXIE CLOD HOPPERS � DIXON, WILLIE � DJ � DR. BATE AND HIS AUGMENTED ORCHESTRA � DOCTORIN’ THE TARDIS � DOCTOR WHO � DOHERTY, PETE � DO�IT�YOURSELF �DIY� � DOLENZ, MICKY � DOMINO, FATS � DONEGAN, LONNIE � DON’T BE DENIED � DON’T TELL A SOUL � DOOLEY, BILL � DOORS � MUSICA DA SALOTTO � DRIFTERS � BORDONE � DROWN IN MY OWN TEARS � DROGA � DRUM AND BASS � DRUM MACHINE � DRUMMOND, BILL � BATTERIA � DUB � DUB HOUSING � DURDEN, TOMMY � DUST BOWL BALLADS � DUST PNEUMONIA BLUES � DYLAN, BOB EAGLES � EARL JOHNSON AND HIS DIXIE ENTER� TAINERS � EASY RIDER � ECLETTISMO � EDWARDS, BERNARD � EDWARDS, RICHIE � EGREM STUDIOS � ELEANOR RIGBY � STRUMENTI ELETTRICI � ELECTRO � MUSICA ELETTRONICA � ELEPHANT PARTS � ELIOT, MARION � ELLINGTON, DUKE � ELVIS PRESLEY AND THE AMERICAN DREAM �GURALNICK� � EMINEM � EMI UNLIMITED EDITION � EMMETT, DAN � BALLATE INGLESI � ENO, BRIAN � ENTERTAINER, THE � ENTER� TAINMENT � EPSTEIN, BRIAN � ERLEWINE, STEPHEN THOMAS � ESCAPING THE DELTA �WALD� � ESTES, SLEEPY JOHN � ETNOGRAFIA � EURODISCO � SCENA MUSICALE EUROPEA � EUROPOP � EVANESCENCE � EVANS, DAVID � EVANS, WALKER � EVERLY BROTHERS � EVERYBODY KNOWS THIS IS NOWHERE � EVERYONE’S GOT SOMETHING TO HIDE EXCEPT ME AND MY MONKEY � EXILE ON MAIN STREET � EXTENDED MIX

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F FABIAN � FADED LOVE �GURALNICK� � FAHEY, JOHN � FALSETTO � FAN � FARIAN, FRANK � FATBOY SLIM � FEDERAL BUREAU OF INVESTIGATION �FBI� � FERGUSON �SUONATORE DI BANJO� � FERNANDEZ,

JEAN � FERRER, IBRAHIM � FOLK FESTIVAL � MUSICA PER VIOLINO � FIELD HOLLERS � REGISTRAZIONI SUL CAMPO � PIFFERO � MUSICA ANNI CINQUANTA � FIFTY CENT � FILENE, BENJAMIN � FILTHY LUCRE TOUR � FIRE AND RAIN � FISHER, EDDIE � FLEETWOOD MAC � FLOWERS OF ROMANCE, THE � FLAUTO � FLYING SAUCERS ROCK’N’ROLL � FOLKLORISTI � FOLK � FOLK ROCK � FOLKWAYS RECORDS � FOLSOM PRISON BLUES � FONDA, PETER � FONTANA, D.J. � FORD, HENRY � 45 �DRUMMOND� � FOSTER, STEPHEN � FRANK, LEO � FRANKIE � FRANKIE AND ALBERT � FRANKIE BAKER � FRANÇOISE, CLAUDE � FREAK, LE � FREE JAZZ � SCENA MUSICALE FRANCESE � FREUD, SIGMUND � FROM EARTH TO HEAVEN � FROM ME TO YOU � FROM SPIRITUALS TO SWING, CONCERTO � CANTI DI FRONTIERA � FRUIT JAR DRINKERS � FUN FUN FUN � FUNK � FUSION GABRIEL, PETER � GAINSBOURG, SERGE � GALLOWS POLE � GANGSTA RAP � GARAGE ROCK � GARCIA, JERRY � GAYE, MARVIN � GAY � GENTRY, BOBBIE � GEORGIA � SCENA MUSICALE TEDESCA � GERSHWIN, GEORGE � GERSON, BEN � GIGANTIC � GILLETT, CHARLIE � GIMME SOME TRUTH � GIRL I KNEW SOMEWHERE, THE � GIRL YOU KNOW IT’S TRUE � GIVE ME THAT OLD�TIME RELIGION � GIVE PEACE A CHANCE � GLAM ROCK � GLASS ONION � GLITTER, GARY � GOD �LENNON� � GOD �LYDON� � GOD SAVE THE QUEEN � GODSPELL � GOFFIN, GERRY � GONZÁLEZ, RUBÉN � GOOD, JACK � GOODNIGHT IRENE � GOOD RIDDANCE �TIME OF YOUR LIFE� � GOOD ROCKIN’ TONIGHT � GORILLAZ � GOSPEL � DARK � GOT THE BLUES, CAN’T BE SATISFIED � GRACELAND � GRAINGER, PORTER � GRAMMY AWARDS � GRAND OLE OPRY � GRASSO, FRANCIS � GRATEFUL DEAD � GRANDE DEPRESSIONE � GREAT ROCK’N’ROLL SWINDLE, THE � GREEN DAY � GRIEVOUS ANGEL � GROSSMAN, STEFAN � GRUNGE � GRUNGE LIGHT � GUAJIRA � GUERRERO, LALO � GUERRIGLIA MARKETING � GUIDED BY VOICES � CHITARRA � GULLY JUMPERS � GURALNICK, PETER � GUTERMAN, JIMMY � GUTHRIE, ARLO � GUTHRIE, WOODY � GUY, BUDDY SCHEMI ABITUDINARI � HAGER, FRED � HAGGARD, MERLE � HAIR � HALEY, BILL � HALL, RAY � HALL, TOM T. � HALL OF MIRRORS � �HALSTON, GUCCI, FIORUCCI� � HAMILL, PETER � HAMMOND, JOHN � HAPPY? � HAPPY XMAS, WAR IS OVER � HARD DAY’S NIGHT, A �TUTTI PER UNO� � HARDIN, TOM � HARD ROCK � HARD TIMES � HARLEM � ARMONICA � ARMONIA � HART, BOBBY � HART, LORENZ � HARVEST � HARVEY, P.J. � ISTITUTO CINEMATOGRAFICO DELL’AVANA � CHITARRA HAWAIANA � HAKWINS, COLEMAN � HAKWS � HAY, GEORGE � HAYES, ISAAC � HAYS, BLIND ROGER � SOGNI PERDUTI � HEARTBREAK HOTEL � HEART OF GOLD � HEART OF ROCK AND SOUL, THE �MARSH� � HEAVY METAL � HELL, RICHARD � HELP! �AIUTO!� � HENDRIX, JIMI � �HENRY BUSSEY� �PSEUD.� � HENTOFF, NAT � EROINA � HERSH, KRISTEN � HE’S THE GREATEST DANCER � HEYWOOD, EDDIE � HIGHLIFE � HIGH POWERED MAMMA � HIGH WATER EVERYWHERE � HILLBILLY � HINES, EARL � HI�NRG � HIP HOP � HIPPY � HITLER, ADOLF � HOLIDAY, BILLIE � HOLIDAYS IN THE SUN � HOLLY, BUDDY � HOMEGROWN � HOME ON THE RANGE � HOME STUDIO � HONESTY � HOOKER, JOHN LEE � �GANCI� � HOPKINS, LIGHTNIN’ � FIATI � HOROWITZ, VLADIMIR � HOSKINS, TOM � HOSTAGE, THE � HOT BUTTER � HOT TIME IN THE OLD TOWN TONIGHT � HOUND DOG � HOUSE, SON � HOUSE MUSIC � HOW DEEP IS THE OCEAN � HOW DO YOU SLEEP? � HOWLIN’ WOLF � HOW TO HAVE A NUMBER ONE THE EASY WAY � HUCKLEBERRY FINN �TWAIN� � HUNTER, ALBERTA � HURT � HURT, ED � HURT, MISSISSIPPI JOHN � HUTCHINSON, FRANK � HÜTTER, RALF � INNI I AM A CHILD � I AM ME � I AM THE WALRUS � I BELIEVE I CAN FLY � I CAN’T HELP FALLING IN LOVE WITH YOU � IDA RED � I FEEL LOVE � I FORGOT TO REMEMBER TO FORGET � IF THINGS WERE PERFECT � I GOT A WOMAN � I GOT MINE � I HATE MUSIC � I LEFT MY HEART IN SAN FRANCISCO � I’LL BE YOU � I’LL CRY INSTEAD � I’LL TELL IT WHEREVER I GO � I’M A BELIEVER � I’M A CELEBRITY, GET ME OUT OF HERE! � I’M AGAINST IT � IMAGINE � I’M BOUND FOR THE KINGDOM � I’M COUNTING ON YOU � I’M IN LOVE WITH YOU, BABY � I’M JUST ONE OF YOUR TOYS � IMPERIALISMO � I’M SO GLAD � INDIE ROCK � IN DREAMS � MUSICA INDUSTRIALE � I NEED A GOOD BAD GIRL � IN HIS OWN WRITE �LENNON� � INK SPOTS � LETTERA A BERLINO �MCEWAN� � INSTANT KARMA � STRUMENTAZIONE � IN THE PINES � GUERRA IN IRAQ � MUSICA IRLANDESE � IRON MAN � IRONIA � I SAW HER STANDING THERE � ISLAM � IS THAT ALL THERE IS? � IT’S ECSTASY WHEN YOU LAY DOWN NEXT TO ME � IT’S NOBODY’S BUSINESS BUT MY OWN � IT’S NOW OR NEVER � I’VE RANGED, I’VE ROAMED, AND I’VE TRAVELED � I WANNA BE YOUR DRIVER � I WANNA HOLD YOUR HAND � I WANT YOU � I WAS THE ONE � I WILL DARE � I WOKE UP ONE MORNING AND I COULD HARDLY SEE

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JABBERS � JACK, TERRY � JACKSON, CHARLIE � JACKSON, JOHN � JACKSON, WANDA � JACKSON, WILLIE � JACKSON FIVE � JAGGER, MICK � JAILHOUSE ROCK � JAMES, ETTA � JAMES, SKIP � JANDEK � JANOV, ARTHUR � JARRETT, KEITH � JASPER TAYLOR BLUES � JAZZ � JAZZ HOUNDS � JEFFERSON, BLIND LEMON � JEFFERSON, RANDOLPH � JEFFERSON, THOMAS � JENNIE FROM THE BLOCK � JESSE JAMES � JE T’AIME �MOI NON PLUS� � JETHRO TULL � EBREI � GIGHE � JIM CROW SONG � JIMÉNEZ, FLACO � JIMMIE RODGERS �PORTERFIELD� � JIMMIE THE KID � JIMMY DEAN’S FIRST CHRISTMAS IN HEAVEN � JOEL, BILLY � JOHN, ELTON � JOHN HARDY � JOHN HENRY � JOHNSON, BLIND WILLIE � JOHNSON, EARL � JOHNSON, LONNIE � JOHNSON, ROBERT � JOHNSTON, DANIEL � JOLSON, AL � JONES, DAVID � JONES, GEORGE � JONES, STEVE � JORDAN, LOUIS � JORRÍN, ENRIQUE � JUKE JOINT � JULIA � JUNGLE FEVER � JUSTIFIED ANCIENTS OF MU MU � JUSTIFIED AND ANCIENT � JUST THE RIGHT SIZE � JUST THE WAY YOU ARE KAFKA, FRANZ � KAMA, CHARLES � KANTONEN, JUSSI � KARAOKE � K.C. MOAN � KEATS, JOHN � KEITA, SALIF � KEITH, BEN � KELLOGG’S � KELLY, R. � KENNEDY, ROBERT F. � �KENNY BURCH� �PSEUD.� � KEOGH, PAMELA CLARKE � KERN, JEROME � TASTIERE � KEYS, ALICIA � CAMBI DI TONALITÀ � KING, B.B. � KING, CAROLE � KING, MARTIN LUTHER, JR � KING KONG � KINGSTON TRIO � KINKS � KIRK, RAHSAAN ROLAND � KIRSHNER, DON � KISS � KITSCH � KLEIST, HEINRICH VON � KLF � KRAFTWERK � KRAUTROCK � KUBLA KHAN �COLERIDGE� � KU KLUX KLAN � KUNZE, MICHAEL LABELLE � LADY ISABEL AND THE ELF�KNIGHT � LADY JANE � LADY MARMALADE � LANDFORD, BILL � LANDFORDAIRES � LANEGAN, MARK � LANG, EDDIE � LANZA, MARIO � LAST TRAIN TO CLARKSVILLE � L’ULTIMO TRENO PER MEMPHIS �GURALNICK� � LATIN SIMONE �QUE PASA CONTIGO� � LAURIE RECORDS � LAVIGNE, AVRIL � LEADBELLY �HUDDIE LEDBETTER� � LEAR, EDWARD � LED ZEPPELIN � LEE, JAMES WARD � LEE, PEGGY � LEE, SPIKE � LEGEND OF PAUL REVERE, THE � LEGUIZAMO, JOHN � LEIBER, JERRY � LENNON, CYNTHIA � LENNON, JOHN � LENNON, JULIAN � LESTER, DICK � LETTS, DON � LEVENE, KEITH � LEWIS, JERRY LEE � LIBERTINES � LIBRARY OF CONGRESS � LIFE � LIFE SAVER BLUES � LINCOLN, ABRAHAM � LINDSAY, VACHEL � NOTE DI COPERTINA � LIPSCOMB, MANCE � PLAYBACK � LIQUID PAPER � LITTLE BIT ME, A LITTLE BIT YOU, A � LITTLE OLD LOG CABIN IN THE LANE, THE � LITTLE RICHARD � LIVE � LIVE RUST � LIVING BLUES � LOFGREN, NILS � LO�FI � LOMAX, ALAN � LOMAX, JOHN � LONER, THE � LONG�PLAYING �LP� � LONG TIME AGO � LOPEZ, JENNIFER � LORD LOVEL � LOS ANGELES � LOUISIANA HAYRIDE � LOUNGE MUSIC � LOVE, COURTNEY � LOVE HANGOVER � LOVE IN C MINOR � LOVE IS A ROSE � LOVESICK BLUES � CANZONI D’AMORE � LOVE TO LOVE YOU BABY � LULLABYE YODEL � LYDON, JOHN � LYNCH, DAVID � LYNN, LORETTA � TESTI MCCARTNEY, PAUL � MCCORMACK, MACK � MCDONOUGH, JIMMY � MCEWAN, IAN � MCGEE, SAM � MCLAREN, MALCOLM � MCMICHEN, CLAYTON � MCPHATTER, CLYDE � MCTELL, BLIND WILLIE � MCWILLIAMS, ELSIE � MUSICA MACCHINICA � MACON, UNCLE DAVE � MADONNA � MAHLATHINI � MAHLER, GUSTAV � MAID FREED FROM THE GALLOWS, THE � ACCORDI IN MAGGIORE � MAKE ME A PALLET ON THE FLOOR � MALCOLM X � MALI � MALONE, BILL � MAMAS AND THE PAPAS � MAMA WILL BARK � MANIC STREET PREA� CHERS � MANILOW, BARRY � MANSON, CHARLES � FANFARE � MARCOS GONZÁLEZ, JUAN DE � MARCUS, GREIL � MARIJUANA � MARSH, DAVE � MARTIN, DEAN � MARTIN, GEORGE � MARTIN, SARA � MASON, BOBBIE ANN � MERCATI DI MASSA � MASS MEDIA � MATLOCK, GLEN � MATRIX TEAM DI COMPOSIZIONE � MAYBELLINE � MAZER, ELLIOTT � �MEDIAZIONE� � MEEK, JOE � MEETING ON THE OLD CAMP GROUND � �ME GENERATION� � MEIN KAMPF �HITLER� � MELLOW MY MIND � MELODIA � MELTZER, RICHARD � MELVILLE, HERMAN � MELVINS � MEMPHIS JUG BAND � MEMPHIS MINNIE � MEMPHIS MINNIE�JITIS BLUES � MEMPHIS SLIM � MENINGITIS BLUES � MERCURY, FREDDIE � MERCY SEAT, THE � MERENGUE � METAL � METAL BOX � METALLICA � METAL MACHINE MUSIC � MUSICA MESSICO�AMERICANA � MICROFONI � MIDDLE CLASS � MUSICA MEDIORIENTALE � MIDDLETON, RICHARD � MIDLER, BETTE � MIDNIGHT SPECIAL � MILBURN, AMOS � MILKCOW BLUES BOOGIE � MILLER, MITCH � MILLI VANILLI � MINOGUE, KYLIE � ACCORDI IN MINORE, � MINOR THREAT � MINSTRELSY � MISSING YOU � MISSISSIPPI CORN SHUCKERS � MISSISSIPPI SHEIKS � MITCHELL, JONI � MIX � MOBY

rockinidro.com hubmusicfactory.com K

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3301 Records Questo è il titolo della stilosissima compilation concepita dalla G-Star che seguendo il concetto di musica “raw” (denim) ha selezionato delle sorprendenti tracce di autori immensi come Lou Reed, che fa il verso agli inglesi prima di attaccare una stupenda versione di Walk On The Side incisa in uno studio radiofonico newyorkese, nel 1972. Oppure una languida ballata di Al Green. Notevole la band “scoperta” dal team G-Star: gli Ipnotic Brass Ensemble. Nei negozi a 10 euro. Non male. € 29,00

Tango! Da nove anni a Pasqua, Torino si trasforma nella capitale Italiana del tango. Quest’anno ci si allarga. Nuovo nome per un bel festival che riesce a coinvolgere migliaia di tangueros: International Tango Torino Festival, grandi ospiti, stage a tutti i livelli e spettacolari esibizioni. Il 9 Aprile al Teatro Colosseo: Buenos Aires Tango, uno straordinario spettacolo di musica e danza in cui si esibiranno 7 coppie di ballerini di fama internazionale con la musica di Juan Jose Mosalini, tra i rari bandoneonisti capaci di far rivivere il tango in tutte le sue espressioni, insieme all’orchestra Ensemble Hyperion. Dal 9 al 13 Aprile, e da oggi sono disponibili anche interessanti pacchetti evento+hotel. marcelaystefano.com

(Tommaso Toma)

�RICHARD MEL� VILLE HALL� � MU� SICA MODERNA � MOELIS, HERB � MOFFOU � �MOJO� �MOLINA, RALPH � MONDAY MORNING BLUES � MONEY HONEY � MONK, THELO� NIOUS � MONKEES �

HUGH BARKER & YUVAL TAYLOR

Musica di plastica MONKEES THE� ME � MONROE, MARILYN � MOORE, SCOTTY � MORÉ, BENY � MORE MORE MORE � MORIBUND, LE � MORODER, GIOR� GIO � MORRIS, DOUG � MORESCA � MORRISON, VAN � MORTON, JELLY ROLL � MORVAN, FABRICE � MOTHER � MOTOWN � MOULTON, TOM � MOULTY � MOUNTAIN WHIP� POORWILL, THE �BENÉT� � CINEMA � MR. TAMBOURINE MAN � MTV � MTV UNPLUGGED� MULESKINNER BLUES � �MU MU� � MURRAY, ALBERT � MUSICA POPO� LARE: APPROCCIO �ANTIMUSICALE� ALLA, AUTENTICITÀ NELLA, VEDI AUTEN� TICITÀ, �CATTIVA�, COMMERCIALIZ� ZAZIONE DELLA, COMPUTERIZZATA, CRITICA DELLA, EDUCAZIONE ALLA, RITORNI ECONOMICI SULLA, GENERI DELLA, VEDI ANCHE GENERI SPECIFICI, OMO� GENEIZZAZIONE DELLA, IBRIDA, IM� PROVVISAZIONE NELLA, INDUSTRIA DELLA, LOCALE, P RO D U Z I O N E , MERCATI PER LA, MECCANIZ� ZAZIONE DELLA, �MISTE RIOSITÀ� NELLA, NARRATIVA NELLA, SOVRAP� P RO D U Z I O N E , PRIMITIVISMO NELLA, PUBBLICA� ZIONE DELLA, CASE DISCOGRAFICHE, CANTAUTORI DI, VIOLENZA E � MU� SICAL � MUSIC IN YOUR OWN BACK YARD �A. LOMAX� � MUSICOLOGIA � VIDEO MUSICALI � MY LITTLE OLD HOME DOWN IN NEW ORLEANS � MY MUMMY’S DEAD � MY ROU� GH AND ROWDY WAYS � MITIZZA� ZIONE � MY WAY

Isbn Edizioni

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Davvero un arduo compito scovare residui di vera onestà tra le tracce di un disco pop. Eppure il bel saggio Musica di Plastica scritto a quattro mani dal compositore/filosofo Hugh Barker e dal saggista Yuval Taylor (ISBN Edizioni, pp. 332, 27 euro) riesce nell’impresa. Attraverso dieci capitoli i due autori ci svelano il difficile equilibrio che gli artisti di pop music affrontano oscillando tra l’essere autentici e il puro artificio. E gli autori lo raccontano per epoche (dagli Anni 30 ad oggi) e generi. C’è chi è stato “condannato” dal desiderio di autenticità come i Monkees e Kurt Cobain. O chi ha saputo imporre la sua personalità contro HUGH BARKER & YUVAL TAYLOR Musica di plastica tutto, esempio principe: l’esordio di John Lydon con la sua creatura, i PiL. C’è chi ha giocato con l’autenticità e l’ha trasformata in puro artificio per l’intrattenimento di massa: Donna Summer e la discomusic, i Kraftwerk. E c’è il Re, Elvis Presley, che con la sua voce ha saputo elevare l’artificio pop fino alla sommità del sublime. Un libro divertente e intelligente. isbnedizioni.it Tommaso Toma

NABELL, CHARLES � NARMOUR,WILLIE � NASHVILLE � NASHVILLE CLUB � NASHVILLE SOUND � NATIONAL FRONT � NATIVI AMERICANI � NAVAJOS � NAZISMO � �POTENZIALITÀ NEGATIVE� � NEGRO AND HIS SONG, THE �ODUM� � NEGRO FOLK SONGS AS SUNG BY LEAD BELLY �LOMAX E LOMAX� � NESMITH, MICHAEL � NEU � NEVILLE, JACK � NEVINS, RICHARD � NEW AGE � NEW FORD CAR, THE � NEW MAMA � NEWMAN, RANDY � NEW MASSES � NEW ORLEANS � NEWPORT FOLK FESTIVAL �1963� � NEWSWEEK � NEW WAVE � NEW YORK CITY � NEW YORK DOLLS � NEW YORK HERALD TRIBUNE � ROCK NEWYORKESE � NEW YORK TIMES � NICHOLSON, JACK � NICKELBACK � NICKELODEON � NIGHT BEFORE, THE � NILES, EDWARD ABBE � NIRVANA � NIXON, RICHARD � �NOBILE SELVAGGIO� � NOBODY’S BUSINESS BUT MINE � NOBODY’S BUSINESS � NOBODY’S DIRTY BUSINESS � NO IRISH, NO BLACKS, NO DOGS �LYDON� � NOISE � NOMAD SOUL � NORWEGIAN WOOD � NOWHERE MAN � NUMBER 9 DREAM � NYMAN, MICHAEL � NYMPHS

O

O’DONNELL, OWEN � ODUM, HOWARD � OH BONDAGE, UP YOURS � OH BOY! � OHIO � OH NO NOT MY BABY � OH YOKO � OKEH RECORDS � OLD BLACK CROW IN THE HICKORY NUT TREE � OLD CHISHOLM TRAIL, THE � OLD DAN TUCKER � OLD DEVIL BLUES � OLD HEN CACKLED AND THE ROOSTER’S GOING TO CROW, THE � OLD MAN � OLD SHEP � VECCHIE CANZONI � OLD�TIME MUSIC � ONCE UPON A TIME � ONE DAY IN 365 � 100 CLUB � ONO, YOKO � ON THE BEACH � IL TEATRO DELLE MARIONETTE �KLEIST� � OPEN AND REVOLVING � TRADIZIONE ORALE � ORBISON, ROY � ORDINARY GIRL �SUMMER� � ORGANO � ORIGINALITÀ � CANZONI ORIGINALI � ORIGINAL WASHBOARD BAND � ORQUESTA DE CHEPÍN � ORVELL, MILES � OSBOURNE, OZZY � OSBOURNE, GLI � OSMONDS � MUSICISTI OUTSIDER � OWENS, JACK PACHUCO BOOGIE � PALMER, BRUCE, � PAPERBACK WRITER � PARADISE AND LUNCH � PARAMOUNT RECORDS � PARCHMAN FARM BLUES � PARIS, TEXAS � PARKER, BONNIE � PARKER, CHARLIE � PARKER, COLONEL TOM � MUSICA DA CAMERA � PARODIA � PARSONS, GRAM � PARTON, DOLLY � PATROCINIO � PATTON, CHARLIE � PAUL REVERE AND THE RAIDERS � SCANDALO TANGENTI � PEACE IN THE VALLEY � PEACHES � PEARL JAM � PEDAL STEEL GUITAR � PEER, RALPH � PENNY DREADFUL � PENNY LANE � PENNYROYAL TEA � PERCUSSIONI � PERE UBU � PERKINS, CARL � PETER, PAUL AND MARY � PET SOUNDS � PHAIR, LIZ � PHILLIPS, SAM � PHILOSOPHY OF THE WORLD � PHREEK � PIANOFORTE � PIANO MAN � PICASSO, PABLO � PIEDMONT RECORDS � PILATUS, ROB � PILLOW TALK � PINK FLOYD � PIFFERAI � PITTMAN, BARBARA � PIXIES � PLANET ROCK � PLASTIC ONO BAND PLAY � PLAYBOY � CANTI DA CORTILE � PLEASANTS, HENRY � PLEASED TO MEET ME � PNEUMONIA BLUES � POCKET CALCULATOR � POLITICA � POLLY � POLY STYRENE � POOR BOY, LONG WAY FROM HOME � POP, IGGY � POP CLIPS � POPCORN � POP IDOL � PACCOTTIGLIA POP � MUSICA POP � PORTER, COLE � PORTERFIELD, NOLAN � PORTUONDO, OMARA � POSSUM HUNTERS � POSTGRUNGE � POSTPUNK � POSTPRODUZIONE � POWDERFINGER � POWELL, JOHN � PRAISE YOU � PRESLEY, ELVIS � CONFERENZE STAMPA � COMUNICATI STAMPA � PUBBLICO PREADOLESCENTE � PRICE, LLOYD � PRICE, VINCENT � TERAPIA DELL’URLO PRIMORDIALE � PRINE, JOHN � PRODIGY � PROGRESSIVE �PROG� � PROUDHON, PIERRE�JOSEPH � PRYOR, ALICE � PUBBLICO DOMINIO � IMMAGINE PUBBLICA � PUBLIC IMAGE � PUBLIC IMAGE LTD �PIL� � PUCKETT, RILEY � PUFF, THE MAGIC DRAGON � PULP � PUNK PRAYER, A � PUNK � MARIONETTE � PUTUMAYO � PUTUMAYO WORLD MUSIC HOUR QUEEN RACE RECORDS � RAZZISMO � RADIO � RADIOHEAD � RAFELSON, BOB � RAGTIME � RAIN � RAMBLIN’ MAN � RAM JAM � RAMONES � SOVRAPPOSIZIONI CASUALI � RAP � RCA � REAGAN, RONALD � REALITY SHOW � GIOVENTÙ BRUCIATA � COLLEZIONISTI DI DISCHI � CASE DISCOGRAFICHE � TROMBE ACUSTICHE � REGISTRAZIONI � STUDI DI REGISTRAZIONE � TECNOLOGIA DI REGISTRAZIONE � GIRADISCHI � REED, LOU � MONTAGGI SU CASSETTA � REEVES, GOEBEL � REEVES, JIM � REGGAE � RELIGIONE � REM � REMIX � RENT � REPLACEMENTS � REPÚBLICA DOMINICANA � RESIDENTS �

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La ricerca dell’autenticità nella musica pop

MUSICA RÉTRO � REVIVAL MUSICALI � REVOLVER � RITMO � RHYTHM AND BLUES �R&B� � RICE, DADDY � RICH, CHARLIE � RICHARDSON, DERK � RILEY, BILLY LEE � RIMBAUD, ARTHUR � RISE � RITZ, DAVID � ROB AND FAB � ROBBINS, EVERETT � ROBERTS, ELLIOT � ROBISON, CARSON � ROBOT � ROCKABILLY � ROCK AGAINST RACISM � ROCK AROUND THE CLOCK � ROCKIN’ IN THE FREE WORLD � ROCK ISLAND LINE � ROCK � ROCKWELL, TOMMY � RODGERS, JIMMIE � RODGERS, NILES � ROGERS, RICHARD � ROGERS, WILL � ROLLING STONE � ROLLING STONES � ROMANCING THE FOLK �FILENE� � POESIA ROMANTICA � RONETTES � RONSTADT, LINDA � ROOSEVELT, ELEANOR � MUSICA �ROOTS� � ROSALINDA’S EYES � ROSS, DIANA � ROTTEN, JOHNNY � ROTTEN TV � ROUGH GUIDE � ROUSSEAU, JEAN�JACQUES � ROXY MUSIC � ROYALTIES � RUBBER SOUL � RUBEN BURNS AND HIS SHORT CREEK TRIO � RUBIN, RICK � RUMOURS � RUN ON � PUBBLICO RURALE � RUSSELL, TONY � RUST NEVER SLEEPS ST LOUIS BLUES � ST PETE’S BLUES � SALAZAR, M.T. � SALSOUL ORCHESTRA � SALTY DOG � SAM BASS � CAMPIONAMENTO � SANNEH, KELEFA � SANTE, LUC � SATANICIDE � LA FEBBRE DEL SABATO SERA � LOVE TRAIN �JONES AND KANTONEN� � SA� TURDAY NIGHT LIVE � SASSOFONO � SAY A LITTLE PRAYER � SAY GOODBYE TO HOLLYWOOD � SCALA, CINEMA � SCHNEIDER, ABE � SCHNEIDER, BERT � SCHNEIDER, FLORIAN � SCHOTTISCHE � SCHUBERT, FRANZ � BALLATE SCOZZESI � SCREAMING TREES � SCUMFUCS � BALLATE MARINARE � SEARCH AND DESTROY � SEARCHING FOR ROBERT JOHNSON � CANTI MARINARESCHI � SEASONS IN THE SUN � SEBADOH � SEDAN DELIVERY � SEEGER, PETE � SEGER, BOB � SEGOVIA, ANDRÉS � SEGREGAZIONE RAZZIALE � SEGUNDO, COMPAY � AUTODISTRUTTIVITÀ � SELF EXPERIENCE � CANZONI SENTIMENTALI � SGT PEPPER’S LONELY HEARTS CLUB BAND � SESSION MAN � TURNISTI � 78 GIRI � SEX PISTOLS � SESSUALITÀ � SHAGGS � SHAKEY �MCDONOUGH� � SHAKUR, TUPAC � SHAM 69 � SHAPIRO, PETER � SHARP, CECIL � SHEARER, LLOYD � SHE DONE HIM WRONG � SPARTITI � SHELLEY, PERCY BYSSHE � SHE LOVES YOU � SHE SAID SHE SAID � SHE WORKS HARD FOR THE MONEY � SHIVER AND SHAKE � SHIVERLIE RED BLUES � SHOLES, STEVE � SHORTER, WAYNE � SHOWROOM DUMMIES � MUSICAL � SIANO, NICKY � SIMBOLI � SILVER CONVENTION � SIMON, PAUL � SIMONE, NINA � SIMPSON, ASHLEE � SIMS, HENRY � SINATRA, FRANK � CANTAUTORI � SIOUXSIE SIOUX � SISTER LOVERS � SISTER SLEDGE � SITUAZIONISTI � 6.5 SPECIAL � SKA � SK8ER BOI � SKIFFLE � SKILLET LICKERS � SKY IS BROKEN, THE � SCHIAVITÙ � SLEDGE, PERCY � SLIDE GUITAR � SLIDING DELTA � SLIP�CUEING � SLIVER � SLY AND THE FAMILY STONE � SMELLS LIKE TEEN SPIRIT � SMITH, BESSIE � SMITH, CARL � SMITH, HARRY � SMITH, MAMIE � SMITH, PATTI � SMITH, SHEL � SMITH, WARREN � SNOW, HANK � EMARGINAZIONE SOCIALE � SOFT ROCK � SON � COLLEZIONISTI DI CANZONI � SONGS FROM DIXIE � SONGSTERS � SOUL � COLONNE SONORE � MUSICA SUDAFRICANA � SOUTHERN, EILEEN � MUSICA DEL SUD � SOUVENIRS � SO YOU WANT TO BE A ROCK AND ROLL STAR � SPANIARD IN THE WORKS, A �LENNON� � SPEAKIN’ OUT � SPECTOR, PHIL � ANFETAMINE � SPEED METAL � SPIELBERG, STEVEN � SPIRES, BUD � SPIRITUAL � SPIVEY, VICTORIA � SPONTANEITÀ � SPOTTSWOOD, DICK � SPRINGSTEEN, BRUCE � SPUNGEN, NANCY � QUADRIGLIA � STACK O’LEE � STAGGER LEE � STAGOLEE � STAIND � CLASSICI DEL POP � STATE OF ARKANSAW, THE � STEAMBOAT BILL � STEREOTIPI � STEWART, MIKE � STILLS, STEPHEN � STING � STINSON, BOB � STIPE, MICHAEL � STOCKHAUSEN, KARLHEINZ � STOKER, GORDON � STOKES, FRANK � STOLLER, MIKE � STOMP AND SWERVE: AMERICAN MUSICA GETS HOT �WONDRICH� � STONE BLIND BLUES � STONE TEMPLE PILOTS � STOOGES � STORPER, DAN � STRAIGHT EDGE � TEMPO IN 4/4 � STRANGER, THE � STRANGERS IN THE NIGHT � STRANGLERS � STRAWBERRY FIELDS FOREVER � BALLATE DI STRADA � CANTANTI DI STRADA � LEGGE DELLA STRADA � STRING BAND � STRINGFIELD, LAMAR � BAND DA STUDIO � STUDIO INSTRUMENTAL RENTALS � SUBCONSCIO � SUBLETTE, NED � FECCIA BIANCA DI PERIFERIA � SUCH A NIGHT � SUGAR MOUNTAIN � SUGAR SUGAR � SUICIDIO � SUMMER, DONNA � ESTATE DELL’AMORE �1967� � SUMMER OF SAM � SUN RECORDS � SUPERGRASS � SURREALISMO � SUSPICIOUS MINDS � SUZIE Q � SWAN LAKE � SWAN RECORDS � SWING � SWITCHED�ON BACH � SYLVESTER � SYLVIA � SUONI SINCOPATI � SINTETIZZATORI

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TALBOT, BILLY � TALBOT, ELLEN � TALKING HEADS � TALKING NEW YORK � TALKING SAILOR � TALKIN’ HUGH BROWN � TAMERLANO � TAMLA MOTOWN RECORDS � TARLTON, JIMMIE � TAYLOR, JAMES � TAYLOR, JASPER � T.B. BLUES �RODGERS� � T�B BLUES �SPIVEY� � T.B. MOAN � TECHNO � TELEVISION � TELEVISIONE � TELSTAR � TEMPO � TENNESSEE JUBILEE � TENNESSEE NEWSBOY � TENNEVA RAMBLERS � TERRY, SONNY � TESTAMENT RECORDS � TEXAS DRIFTER’S WARNING, THE � THAT’S ALL RIGHT � THAT SILVER�HAIRED DADDY OF MINE � TEATRALITÀ � MUSICA TERAPEUTICA � THERE’S A RIOT GOIN’ON � NON SI UCCIDONO COSÌ ANCHE I CAVALLI? � THINGS WE SAID TODAY � TERZO MONDO � 33 1/3 REVOLUTIONS PER MONKEE � THIS HEART OF MINE � THOMAS, DAVID � THOMAS, HENRY � THOMPSON, ERNEST � THOMPSON, UNCLE JIMMY � THRASH METAL � TRE ACCORDI � TIME � TIME FADES AWAY � TIME WARNER � TINARIWEN � TIN PAN ALLEY � TIRED EYES � TITON, JEFF TODD � TOMORROW NEVER KNOWS � TONIGHT’S THE NIGHT � TOPANGA CANYON � TORK, PETER � TORNADO � SCENA FOLK DI TORONTO � TOSCHES, NICK � TOSTI, DON � TOURE, ALI FARKA � TOWN HALL � MUSICA TRADIZIONALE � TRANCE � TRANS�EUROPE EXPRESS � TRAPPED IN THE CLOSET � TRAVELLIN’ BLUES � TRAVOLTA, JOHN � TRIP HOP � TRUE, ANDREA � TROMBA � TUBERCOLOSI � TUCKER, BESSIE � TUCKER, STEPHAN � TURKEY IN THE STRAW � TURNER, IKE E TINA � TURNER, JOE � YOU SHOULD BE DANCING �SHAPIRO� � TWAIN, MARK � TWEET � DODICI POLLICI � TWO VIRGINS � TAIPI �MELVILLE� UBANGI STOMP � UNDERTONES � UNIVERSAL RECORDS � UNIVERSAL ROBOT BAND � USHER � U2 VANEIGEM, RAOUL � VANGUARD RECORDS � PIATTI A VELOCITÀ VARIABILE � VASELINES � VARIETÀ � VAUGHAN, SARAH � VEDDER, EDDIE � VEGANO � VELVET UNDERGROUND � VERLAINE, PAUL � VH1 � VIBRATO � VICIOUS, SID � VICTOR RECORDS � GUERRA DEL VIETNAM � VILLAGE PEOPLE � VILLAGE VOICE � VINCENT, GENE � VIOLINO � VIRGINIA MINSTRELS � VIRGINIA REEL � VIRGIN RECORDS � VOCALION RECORDS � STILE VOCALE WAHL, GEORGE � WAINWRIGHT, LOUDEN, III � WAITING FOR A TRAIN � WALD, ELIJAH � WALKER, FRANK � WALKER, T�BONE � WALKIN’ AND TALKIN’ � WALK ON BY � WALL OF SOUND � VALZER � WAM BAM HOT ZIGGETY ZAM � WARNER BROS � WARREN CAPLINGER’S CUMBERLAND MOUNTAIN ENTERTAINERS � WASHINGTON, DINAH � WATERGATE � WATERS, MUDDY � WATERS, ROGER � WEAVERS � WE CAN WORK IT OUT � WEISBARD, ERIC � WELFARE MOTHERS � WELL WELL WELL � WENDERS, WIM � WEST, MAE � WEST COAST SOUND � WESTERBERG, PAUL � OCCIDENTALIZZAZIONE � INDIE OCCIDENTALI � WESTWOOD, VIVIENNE � WE WILL ROCK YOU � WHAT’S GOING ON � WHAT TIME IS LOVE � WHEN A MAN LOVES A WOMAN � WHEN CAN I CHANGE MY CLOTHES � WHEN THE LEVEE BREAKS � WHERE DEAD VOICES GATHER �TOSCHES� � WHERE DID YOU SLEEP LAST NIGHT? � WHISNANT, DAVID � WHITE, BARRY � WHITE, BOOKER, � WHITE ALBUM, THE � PUBBLICO BIANCO � �INFLUENZA BIANCA� � WHITE LABEL � WHITE RIOT � ROCK BIANCO � WHITE TOP FOLK FESTIVAL � WHITLOCK, BILLY � WHITMAN, WALT � WHITTEN, DANNY � WHO � WHOLE LOTTA SHAKIN’ GOIN’ON � WHORE JUST LIKE THE REST, A, �MELTZER� � WHY DID YOU GO? � WIDMARK, RICHARD � WILBURN BROTHERS � IL SELVAGGIO � WILKINS, ROBERT � WILLIAMS, BERT � WILLIAMS, BILL � WILLIAMS, CLARENCE � WILLIAMS, HANK � WILLIAMS, LUCINDA � WILLIAMS, MAYO � WILL YOU LOVE ME TOMORROW � WILSON, JACKIE � WINDING SHEET, THE � WINGS � WINNER TAKES IT ALL, THE � WOBBLE, JAH � WOLFE, CHARLES � WOLF RECORDS � WOMAN IS THE NIGGER OF THE WORLD � CANTANTI DONNE � WONDER, STEVIE � WONDERIN’ AND WONDERIN’ � WONDRICH � DAVID � CLASSE OPERAIA � WORKING CLASS � WORKING CLASS HERO � CANTI DI LAVORO � WORLD MUSIC � �POLIZIA DELLA WORLD MUSIC� � WORLD ON A STRING � WORST ROCK�AND�ROLL RECORDS OF ALL TIME, THE �GUTERMAN E O’DONNELL� � WRAY, LINK � WRIGHT, RICHARD � WRITING PAPER BLUES � WSB RADIO � WSM RADIO � WYNETTE, TAMMY X�RAY SPEX YAGODA, BEN � YAKETY YAK � YARBROUGH, CAMILLE � YARROW, PETER � YESTER� DAY � YESTERDAY WHEN I WAS YOUNG � JODEL � YOU CAN’T DO THAT � YOU DON’T HAVE TO SAY YOU LOVE ME � YOU MAKE ME FEEL �MIGHTY REAL� � YOUNG, NEIL ZIEGFELD FOLLIES � ZOOROPA � ZUMA

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MINISTRI/DAVI min

2 I Ministri arrivano da Milano e sono destinati a diventare una delle realtà rock più importanti del nostro paese. Il segreto? Musica diretta ed essenziale che può colpire allo stomaco grazie a lucidi testi sulla nostra Italietta (La faccia di Briatore, Ballata del Lavoro Interinale). Per adesso solo due album all’attivo, compreso il nuovissimo e convincente Tempi Bui (Universal). Ora i Ministri partiranno per un lungo tour e vi invitiamo a cercare, intanto, di beccare un loro concerto, ne vale la pena. Per adesso godetevi le risposte di Davide “Davi” Autelitano, cantante/bassista della band milanese. myspace.com/ministri RODEO Il disco che hai ascoltato di più ultimamente? DaVI Le dimensioni del mio Caos Caparezza R Il primo che hai comprato D Greatest Hits II Queen R La colonna sonora dei primi baci D Staring at the Sun U2 R Chi ti piaceva quando avevi 15 anni? D Oasis, Blur, Nirvana e Green Day R E adesso D Tiziano Ferro, White Stripes, Rammstein… R Il cantante più sexy D Mick Jagger… o Jonathan Davis dei Korn R La cantante D Antony (o Britney) R Una colonna sonora per fare l’amore D Scatman John Scatman R Per prepararti a uscire D Disco 2000 Pulp R La domenica mattina D Everyday Is Like Sunday Morrissey R La Rodeo M aga zi n e MARZO

canzone che fischietti più spesso D I temi di Super Mario e X Files R Il programma radiofonico preferito D Il tempo della preghierina di Radio Maria R Se dovessi salvare solo un disco D Thriller Michael Jackson R Una canzone D My Way versione Sid Vicious R Una canzone italiana D Centro di Gravità Permanente Franco Battiato R Copertina preferita D Il Black Album dei Metallica R Cover version preferita D Warpigs versione Faith No More R Il concerto più bello che hai visto D The Hives all’ex Propaganda R Una passione inconfessabile D Another Level R Qualcuno che proprio non sopporti D Povia.


musica/61

EMPIRE OF THE SUN M’illumino di Pop La fine di questa prima decade del nuovo millennio è segnata da una nuova onda di artisti capaci di rimescolare coraggiosamente la storia musicale e iconografica del rock pop: MGMT, Animal Collective, Chairlift… E adesso Empire Of The Sun, che noi abbiamo già definito “il fenomeno” del 2009. Appena prima dell’arrivo del loro omonimo album di debutto, conosciamo meglio questo duo austrialiano, chiacchierando a ruota libera con la mente artistica degli Empire, Luke Steele.

Intervista TOMMASO TOMA

myspace.com/

empireofthesunsound

— Nella vostra biografia c’è scritto che un momento importante per la nascita della band è stato vedere il film La Montagna Sacra di Alejandro Jodorowsky, interessante… ma è vero o è stata una trovata pubblicitaria? Vero! Amo quel film, l’ho visto più volte e mi colpisce sempre la ricchezza visiva, le idee che il regista ha avuto! O “si era fatto” qualcosa di buono oppure è stato Dio a dargli tutta quella creatività! Quel film mi ha anche fatto innamorare del Messico, vorrei comprare casa lì e lo farò! Aggiungo che sono profondamente affascinato dalla pittura e adoro l’arte contemporanea. In particolare ora sto studiando le opere di Francis Bacon, trovo molto attuale il suo modo di interpretare i volti e la realtà: trasmette allo spettatore una strana sensazione di fascino e disagio, cosa che effettivamente capita anche a chi osserva le opere visive di Alejandro Jordorowsky… — Il fascino e contemporaneamente il disagio non sono però esattamente quello che vogliono suscitare gli Empire Of The Sun? Noi siamo nati per intrattenere il pubblico facendolo ogni tanto pensare al mondo che ci circonda, alla sua continua evoluzione ma anche alle tradizioni che la civiltà contemporanea sta distruggendo. Ed è per questo motivo che abbiamo bisogno di creare un mondo visivo oltre a quello musicale intorno al nostro progetto. Per il video di Walking On A Dream abbiamo scelto Shanghai perchè rappresenta esattamente questo: il nuovo e il vecchio che si incrociano, si scontrano creando un mix visivo davvero inedito. Pensa ai templi sacri e alle ardite architetture di oggi, spesso realizzate grazie a un progetto nato dalla mente di un europeo

o di un architetto americano: questo è il vero scontro tra le civiltà! Affascinante, senza sapere dove ci condurrà! — Pare importantissima la presenza di una effervescenza visiva nel progetto Empire of the Sun... Sì, oggi in generale tutta la musica è supportata dalle immagini, non penso solo ai videoclip, ma il fatto stessso che oggi esista Myspace dove metti brani, foto, video, fa diventare la musica qualcosa di più complesso. Le nuove generazioni sono cresciute con una particolare attenzione al visivo. Noi abbiamo un look forte per essere ricordati da chi ascolta la nostra musica. Immagino un ragazzo che dica: “ah! bella la musica degli Empire, sono quelli con il look troppo cool” (ride, ndr). Insomma, è un modo per restare impressi nella memoria della gente. Comunque chi veramente ha ispirato la scelta estetica degli Empire Of The Sun sono stati i Kraftwerk, nonostante abbia letto in giro un sacco di accostamenti improbabili… Sono rimasto sempre affascinato dalla loro capacità di “nascondersi”, di far apparire la band come se fosse costituita da alieni! Fantastico. — Mi pare di capire che ti piace molto il cinema. Influenza la nostra strada, il nostro divenire. Empire Of The Sun realizzeranno un road movie iperbolico, spero ancora di avere qualche illuminazione alla Jodorowsky! Dobbiamo vedere ancora molti posti e paesi prima di completare il film. Ci piacerebbe portarlo a un festival cinematografico, chissà se ci vogliono... — Parliamo delle canzoni di questo stupendo disco. Walking On A Dream è una love song? Adoro le canzoni d’amore. E quando le scrivi Rodeo M aga zi n e MARZO

nascono spesso da sentimenti che provi tu direttamente, la cosa fantastica è che ognuno può farla diventare la “sua” canzone d’amore. Per questo ho scritto un testo semplice e diretto che uno può memorizzare e cantare al suo matrimonio, prima della cerimonia. Prima che si penta del grande passo (ride, ndr)! — Swordfish Hotkiss Night è il brano più strano del disco, rispetto a tutto il resto suona r’n’b. Pare una classica produzione alla Timbaland... Si! Una canzone che davvero non c’entra niente con il resto del disco. Io non vado pazzo per l’ r’n’b però apprezzo molto le produzioni di Kayne West, che mi piace più di Timbaland. Forse ho preso ispirazione dall’ultimo disco di Kayne mentre scrivevo Swordfish Hotkiss Night, infatti non facevo altro che ascoltare il brano che canta in coppia con Chris Martin dei Coldplay (e qui, vi assicuro, show di Luke: comincia a cantare al telefono quasi l’intera canzone, non è male, bravo!, ndr). — In Tiger By My Side tu canti: “Making music in my mind - I’m blending colours for the blind”. Sembra un manifesto di quello che vogliono suscitare gli Empire, sei d’accordo? Hai letto i testi? Sei il primo giornalista non inglese che mi cita uno stralcio delle nostre liriche! E poi mi piace che tu abbia colto questa frase, davvero molto Empire Of The Sun! Questo è un brano “difficile”, non so se piacerà a tutti. Comunque io ci sono molto affezionato. — Un’ultima cosa. Sono curioso di sapere come saranno i vostri concerti. Ovviamente sarà uno spettacolo grande e complesso, sto cercando di organizzare tutti gli aspetti, non è facile perchè vorremmo essere il più possibile originali. Siamo solo agli inizi, ne vedrete delle belle! •


62 /musica

RöYKsOPP Schegge di Felicità Nordica Venti caldi soffiano dal circolo polare artico. Intendiamoci, nessun problema connesso con il buco dell’ozono ma solo una svelta metafora per definire il sound del duo Röyksopp, Sven e Torbjørn da Tromsø, Norvegia. Molti di voi si ricorderanno di Eple, Poor Leno, What Else Is There?, autentici scaldapista del nuovo millennio. I Röyksopp non sono una band molto prolifica e da ben 4 anni aspettiamo il seguito di The Understanding. Adesso è arrivato e si intitola Junior (Wall Of sound/EMI): 11 tracce effervescenti, decisamente electro nell’impostazione e pieno di ottime voci femminili. Incontriamo Torbjørn per saperne di più sul disco e sulla sua interessante visione del futuro prossimo per l’intera umanità. Intervista TOMMASO TOMA

royksopp.com

— Perché aspettate così tanto tempo per pubblicare un disco nuovo? Prima di tutto penso che sia la vita stessa che ci condiziona, non pensiamo solo alla nostra carriera ma anche a vivere. Questo significa dare attenzione ai nostri amici più cari, viaggiare per conoscere il mondo che ci circonda senza pensare ad essere solo dei turisti ma cercando di capire le abitudini di un popolo, di un luogo lontano dal nostro. Così le settimane passano e solo dopo aver accumulato un po’ più di esperienze e conoscenza della vita ci mettiamo al lavoro come musicisti seri. Non facciamo niente di particolare, cerchiamo solo di trovare il giusto equilibrio tra vita professionale e vita privata. E poi, è bene ricordare che abbiamo speso molto tempo in tour e come dj nei club. — Bravi, vi invidio. Ma c’è un’altra cosa importante che ancora non sanno in molti…. — Ovvero? Non abbiamo dedicato il nostro tempo solo alla realizzazione di questo disco. In realtà abbiamo registrato due album interi. Junior sarà seguito a distanza da Senior. — Curiosità, Senior sarà una sorta di continuazione di questo disco appena uscito? Non posso parlarti di Senior perché adesso siamo concentrati sulla promozione di Junior, ma posso confidarti che se Junior è un disco di musica dance effervescente, brillante e ottimista, Senior sarà caratterizzato da un sound più rilassato, d’atmosfera, con molti strumentali. — Torniamo a Junior. Sono le donne a essere protagoniste del vostro disco: Anneli Dreker, Robyn, Karin Dreijer Andersson (alias Fever Ray nonché cantante dei The Knife, ndr) e Lykke Li. Tutte artiste dalla forte personalità. Quanto i Röyksopp si sono fatti influenzare dalla sensibilità artistica di queste voci? Un’ottima domanda… Non abbiamo voluto queste artiste solo per le loro qualità vocali ma anche perché sono persone speciali che sono riuscite a imporsi grazie al loro gusto. Vero, tutte loro hanno una fortissima personalità, perché sanno gestire da sole la propria carriera di musiciste e le abbiamo ospitate perché potessero portare idee utili al nostro progetto.

— Ho letto che avete definito con una parola la traccia Miss It So Much cantata da Lykke Li: “retrosexual”. Perché? Giusto un gioco. Innanzitutto questa parola è divertente e contemporanea, per questo l’abbiamo utilizzata. Definisce questa canzone che nasce da stimoli musicali molto lontani dal nostro territorio abituale. Miss It So Much voleva essere un brano romantico. In generale quando ci si pone in una situazione romantica noi tutti utilizziamo la forma del ricordo per amplificare le nostre emozioni. Ed è per questo motivo che la traccia si ispira al passato, al mondo analogico. È un brano dal gusto fine Anni 50 / inizio Anni 60. La classe e la voce sexy di Lykke Li ben si adattavano a questa nostra richiesta. Lykke ha giocato con il brano, anzi… ha flirtato e la cosa è riuscita benissimo.

Rodeo M aga zi n e MARZO


musica/63

— La voce di Lykke Li in questo brano mi fa ricordare tanto la sensualità di Brigitte Bardot quando incideva dischi. Che ne pensi? Hmm… direi che in generale il brano sia molto francese nel sound. Noi amiamo il pop d’autore francese, da Serge Gainsbourg in poi! — In Silver Cruiser parlate di un mondo prossimo dominato dalla tecnologia resa quasi invisibile dal progresso. Ma non siamo già in uno scenario da voi profetizzato? Questo è un discorso molto complesso… in generale non sono d’accordo con la tua affermazione, la tecnologia è certamente ovunque e con questo intendo, per esempio, nell’architettura, nella produzione delle auto, nella telefonia, i computer… Ma in tanti stanno cominciando a pensare, soprattutto in Scandinavia, a un futuro molto distante dove la tecnologia è incorporata nei nostri organismi o nascosta, che so, per esempio negli alberi. La struttura della nostra società dovrà essere molto più semplice e nello stesso tempo più sensibile all’ambiente. Un ritorno alle cose sane dove il progresso tecnologico sia davvero nascosto e integrato: è questo che intendo per “tecnologia invisibile”… Comunque in generale noi non vogliamo trasmettere messaggi con la nostra musica; se qualcuno ascolta Silver Cruiser e si immagina un uomo finlandese che si fa la sauna e si frusta con un mazzo di rami dietro la schiena… è libero di farlo! — Parliamo di This Must Be It dove canta la bravissima Karin dei The Knife, altra grande band scandinava. Per me è uno dei brani più riusciti del disco. Oh, questo brano ha una storia davvero strana… dopo aver compiuto un lungo viaggio in barca siamo giunti in Albania e sbarcando nei pressi di un piccolo paese ci siamo accorti che il posto era pieno di religiosi che stavano salmodiando e noi non avevamo a disposizione nessun mezzo per uscire da lì! Abbiamo preso un taxi e l’autista albanese di ottant’anni conosceva la nostra musica. Ci ha detto che dovevamo fare una canzone dove ci fosse la frase “It Must Be It” perché questo è quello che pensa quando ascolta i Röyksopp! E ci stava dicendo cosa fare della nostra carriera in Albania! Avevamo già un’idea di melodia e così cantandogliela il tassista ci ha messo il suo testo. Dopo, al nostro ritorno a casa abbiamo raccontato a Karin l’avventura in Albania ed ha voluto assolutamente cantare nel pezzo. — Tricky Tricky è uno dei brani più “scuri” del disco… Parzialmente, la canzone è divisa in due parti molto distinte: il finale è dominato da un senso di rilassatezza, di desiderio di riposo dopo tutta quella tensione ritmica che si sente all’inizio. Abbiamo costruito la canzone come si realizza un racconto. — Anneli Dreker è da sempre con voi, possiamo ritenerla a tutti gli effetti un membro stabile? No, ovviamente i Röyksopp siamo io e Sven. Anneli proviene da Tromsø ed è stata con noi sin dai tempi di Melody A.M. Lei adesso ha la sua carriera da solista, ma quando ha voglia (ride, ndr) viene in studio da noi. Speriamo

Abbiamo preso un taxi e l’autista albanese di ottant’anni conosceva la nostra musica. ci ha detto che dovevamo fare una canzone dove ci fosse la frase “It Must Be It” perché questo è quello che pensa quando ascolta i RÖyksopp!

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che questa abitudine duri a lungo perché ci piace lavorare con Anneli, la sua voce è “avventurosa”. — Nel testo di Happy Up Here sembra che vogliate esorcizzare con un sorriso la crescente crisi finanziaria che sta colpendo il mondo intero... Vero, ma se fai attenzione al nostro passato noterai che abbiamo già profetizzato l’arrivo di una crisi del sistema e del mercato. Infatti il nostro precedente disco The Understanding si concludeva con una breve canzone intitolata Tristesse Globale. — È vero! Già! Così, visto che noi lo sapevamo da tanto tempo, ci siamo mossi in borsa per fare i giusti investimenti (ride, ndr)! E adesso ce ne stiamo seduti qua a ridere della sfortuna altrui! No… ovviamente sto scherzando. La nostra musica si trova in un “suo” universo. In generale i Röyksopp cercano di raggiungere un obbiettivo semplice: riuscire a dare anche solo un pizzico di felicità alla gente mentre ci ascolta. — E tu cosa hai ascoltato durante la registrazione di Junior? Molta musica svedese, in particolare soft & heavy rock degli Anni 80 e 90! •


64 /musica

MR PHARMACIST Playlist terapeutica di Saturnino Never, Never Gonna Give You Up di Cake ALBUM B-Sides And Rarities (2007) GENERE Funk Rock

Happy di Max Sedgley ALBUM Happy Ep (2007) GENERE Electro

You Really Got Me di The Kinks Singles Collection (1964 / 2004) GENERE Rock

ALBUM The

Cinnamon Girl di Neil Young & Crazy Horse Knows This Is Nowhere (1969) GENERE Rock

ALBUM Everybody

Groove Holmes di Beastie Boys ALBUM The In Sound From Way Out! (1996) GENErE Jazz/Funk, Instrumental rock

Miura di Metro Area ALBUM Metro Area (2002) GENERE Electrofunk

The Changeling di The Doors ALBUM L.A. Woman (1971) GENERE Rock

Move On Up di Curtis Mayfield Shock Remastered (1970 / 2007) GENERE R&B

ALBUM Future

The Message di Grandmaster Flash & The Furious Five ALBUM The Sugar Hill Records Story (1982 / 1997) GENERE Rap

Boney M Down di Lindstrøm & Prins Thomas ALBUM Lindstrøm & Prins Thomas (2005) GENERE Space disco

Chicago Falcon di The Budos Band ALBUM The Budos Band II (2007) GENERE Afro-beat

Around The World di Daft Punk ALBUM Homework (1997) GENERE Electro-disco

Supermodel Sandwich W/Cheese di Terence Trent D’arby ALBUM Vibrator (1995) GENERE Funk

Rodeo M aga zi n e MARZO

Missione: raggiungere lo stato di motivazione necessario per affrontare una serata in un club quando ci si trova in giro per il mondo. Si consiglia l’ascolto un paio d’ore prima di uscire dall’hotel! Mood di partenza: fiacco/calmo Mood di arrivo: curioso/galvanizzato


65/dischi

Solo per voi, ogni mese, una selezione di dischi, i migliori, che muovono aere (e sederi) qui a Rodeo.

FEVER RAY FEVER RAY

Rabid Records/Self

Intestataria insieme al fratello Olof della premiata electro-ditta The Knife (tre album e meritato clamore nella natìa Svezia) nonché vocal guest dei Röyksopp nell’hit What Else Is There? (2005), la bionda Karin Dreijer Andersson azzarda oggi, e con risultati notevoli, la sortita solitaria sotto lo pseudonimo di Fever Ray. Visionaria, sciamanica e oscura fino a quasi sembrare una versione sepolcrale dei Massive Attack (con vaghe inflessioni orientali à la Japan dei primordi), la musica di Fever Ray vive delle invenzioni sintetiche (addizionate di chitarre e congas) e del trasformismo vocale, tutto “tecnoassistito”, di Karin. É un album che traghetta l’elettronica nordeuropea verso nuovi lidi. Un sonno profondo –citando le parole della protagonista- che spazia per terre e oceani infiniti. feverray.com Leo Mansueto

THE WHITEST BOY ALIVE RULES

Bubbles/Family Affair

Uno studio in Messico di fronte all’Oceano, quattro musicisti che registrano le nuove canzoni senza ritoccarle o aggiungere niente di più. Erlend Øye è l’istrione di questo progetto di sofisticatissima dance indie pop. Dopo il primo episodio berlinese Dreams (2006), Øye ci riprova e mette a segno un disco dove la rilassatezza della sua voce, le armonie jazzy del piano Fender Rhodes e le sporadiche accelerazioni ritmiche in stile house si amalgamano elegantemente in tutte le 11 composizioni di Rules. In più, una buona dose di ironia nei testi. Un gioiellino di intelligente leggerezza per prepararsi alla prossima primavera. whitestboyalive.com Tommaso Toma

VIALE KENNEDY SOUVENIRS

Lingua Records/Family Affair

Viale Kennedy è Diego Ragnini, musicista barese, qui al debutto nella canzone d’autore dopo un passato da bassista nella formazione post-punk The Skizo e poi, da polistrumentista, in esperimenti vari, dalla etno degli Al-Daravish all’elettronica di Edmondo. Souvenirs suona come un modernissimo contributo al songwriting, un mix di tradizione melodica della canzone leggera italiana e atmosfere più esotiche, con incursioni nell’indie pop e nel reggae. Ironiche e taglienti, le liriche,

gettano uno sguardo forestiero sull’Italia di oggi (l’autore vive a Parigi). Tra Gaber e Morgan, tra Sergio Caputo e Amerigo Verardi, con riprese –vedi la cover di Let’s Tango in Paris dagli Stranglers– dai travisati Eighties. myspace.com/ vialekennedy Enzo Mansueto

THE PRODIGY INVADERS MUST DIE Cooking Vinyl/Edel

Ancora loro? Ma non erano caduti in disgrazia?! Scetticismo legittimo, dopo un ultimo album da dimenticare (Always Outnumbered, Never Outgunned, 2004) e un Best of con relativo tour che sapeva di epitaffio. Poi però, leggi le note di copertina e realizzi che la line-up è quella “storica” (Liam Howlett, Keith Flint, Maxim), quella insomma dell’epocale Music For The Jilted Generation (1994). La diffidenza lascia il posto alla curiosità. Che si fa sorpresa quando Invaders Must Die finisce nel lettore. Perché i redivivi eroi della rave generation, a costo di sembrare anacronistici, sono tornati a fare ciò che sanno fare meglio: colpire allo stomaco con riff epilettici e breakbeat al tritolo. Per 46 fulminanti minuti di quello che loro definiscono horrorcore e noi, più banalmente, un “prodigioso” ritorno alle origini. theprodigy.com Leo Mansueto

CHARLIE WINSTON HOBO

Atmospheriques

Non ci capita spesso di innamorarci di dischi definiti adult oriented, succede però con convinzione ascoltando lo spaventoso talento di questo trentenne inglese che in Francia sta suscitando enorme interesse. Si parte con In Your Hands dall’impatto teatrale, in cui Charlie mostra tutte le sue doti vocali (qui si avvicina a Seal), e poi si viaggia tra folk-rock e jazz senza creare confusione. Generation Spent ci fa ricordare gli Arcade Fire mentre Tongue Tied è puro pop dal groove soul che Zucchero si sognerebbe di raggiungere e I Love Your Smile pare rubata dall’infinita libreria musicale di Nina Simone. Un vero talento. charliewinston.com Tommaso Toma

JOE BARBIERI

MAISON MARAVILHA Microcosmo Dischi/IRD

Le coordinate della musica di Joe Barbieri vanno ricercate in una struggente miscela di jazz, bossa e chanson francese, in cui una filìa Rodeo M aga zi n e MARZO

per la classica melodia all’italiana fa da collante trasversale. In realtà, il punto di vantaggio di questo suo quinto album è in una voluta semplicità di idee che se da un lato ricalcano l’esistenzialismo di certo songwriting nordoccidentale -qui citato in una dedica a Paolo Conte (Wanda) e Henri Salvador (La muraille de chine)– dall’altro godono di un elegante e sotterraneo lirismo. E allora la saudade di Omara Portuondo, il flicorno di Gianfranco Campagnoli, l’orecchiabilità di Fa’ conto non sono altro che il naturale corollario alla malinconica espressività dello chansonnier napoletano. joebarbieri.com Nicola Gaeta

HENRIK SCHWARTZ/ÂME/ DIXON The Grandfather Paradox: An Imprudent Journey Through 50 Years Of Minimalistic Music BBE/Audioglobe Senza alcun timore reverenziale i tre dj tedeschi miscelano pezzi di storia musicale passando attraverso il minimalismo di Steve Reich, il white funk dei Liquid Liquid, i primi sperimentalismi di elettronica (Rymond Scott, Conrad Schnizler), le progressioni Anni 60 di Patrik Moraz, gli ascetismi jazz di Yusef Latef e le geometrie tecno di I:Cube. Ispirati dalla lettura del bellissimo racconto Le Voyageur Imprudent di Rene Barjavel, i tre legano generi ed epoche solo seguendo i beats e le tonalità dei brani. Proprio come fanno i bravi dj. In più c’è un bonus cd con le tracce non mixate e altre piccole sorprese (Can, Young Marble Giants, Arthur Russell). Didattico e coraggioso. bbemusic.com Tommaso Toma

ALELA DIANE TO BE STILL

Fargo/Self

La dolcissima cantante americana Alela Diane Melig continua il suo viaggio nei territori del folk e dopo essersi presentata con un disco dall’anima vagabonda e melanconica (The Pirate’s Gospel) ci propone un altro piccolo tesoro di morbide melodie. Nell’era del revival della folk music è difficile orientarsi e saper scegliere i dischi giusti ma in questo caso non potete sbagliare: una voce sottile ma dinamica, e arrangiamenti intelligenti, quasi invisibili, che ci riportano indietro nel tempo (a Karen Dalton e ai primi dischi di Neil Young). Alela Diane è pura gentilezza che non ti aspetti di questi tempi e cantrice di amori cristallini (Every Path). Canzoni da appartamento, con le finestre aperte verso la luce del giorno. aleladiane.com Tommaso Toma


66 /leggere

ALESSANDRO ZACCURI GRAZIE DEI FIORI, MA SENZA PIETà! Si svolge in un futuro prossimo, parallelo e realissimo il nuovo romanzo di Alessandro Zaccuri, Infinita notte (Mondadori, pp. 280, euro 18.50): Festival di Sanremo, ipotetica sessantesima edizione. Freschi ancora della sbornia mediatica dello scorso mese, leggiamo queste pagine, catturati dalla capacità dell’autore – conduttore e osservatore dei fatti televisivi, tra l’altro – di rendere narrativamente i meccanismi occulti della kermesse nostrana per eccellenza, tra tanti personaggi e storie che si incastrano nella settimana videoliturgica. Come dire: Nashville in formato Magnolia col timbro di Maria De Filippi. Funzionari, produttori, autori, cantanti, starlette di contorno, fan, dietro le quinte: un’orda disumana, un po’ porno, che tanto ci somiglia, folgorata dall’aura elettrica ed elettrizzante del grande evento. Una celebrazione del vuoto. Una sintonia impeccabile. ilgrandetalk.sat2000.it

Wu Ming, New Italian Epic (Einaudi, pp. 210, euro 14,50). Traghettata dalla rete alla carta stampata, in versione 3.0, la riflessione del collettivo Wu Ming sulla nuova narrativa italiana non cessa di alimentare il dibattito, anche con secchiate di vetriolo sulla critica paludata. Fine del postmoderno, oggetti narrativi non identificati, nuova epica, pop culture, prodotti transmediali. Ce n’è per tutti. Propaganda o mutazione (del) reale? It’s only Rock’n’Roll… but We like it! Yoko Ogawa, Una perfetta stanza d’ospedale (Adelphi, pp. 128, euro 10). Due racconti che valorizzano al meglio la scrittura-coltello, affilata, delicata, devastante, della scrittrice di Okayama. Spazi chiusi, asettici – la stanza d’ospedale in cui muore, troppo giovane, il fratello della protagonista e la stanza di casa, dopo che la nonna convivente è stata rinchiusa in una casa di riposo – per una riflessione su «interno» ed «esterno», isolamento e folla, minacciosa e illuminante. AA.VV., Sono come tu mi vuoi (Laterza, pp. 162, euro 10). Coordinati da Carola Susani, venti narratori, da Antonio Pascale a Tommaso Pincio, da Nicola Lagioia ad Alessandro Leogrande, da Sara Ventroni a Elena Stancanelli, fanno il punto sul binomio «letteratura e lavoro» in epoca di precariato avanzato. Racconti molto differenti, situazioni e voci diverse, ma affratellate dalla perdita del lavoro come identità e vocazione. (Enzo Mansueto)

— Come mai, da Fiona di Covacich a Troppi Paradisi di Siti a L’Italia spensierata di Piccolo, nelle nuove narrazioni appare urgente il racconto del «reale» televisivo? La televisione, ormai, fa parte del reale. E nel momento in cui ho deciso di ambientare un libro a Sanremo nella settimana del Festival, non potevo fare a meno di considerare una presenza tanto ingombrante. Mi piace pensare storie su cui incomba una sovrastruttura innaturale: nel mio romanzo precedente, Il signor figlio, era l’erudizione, in Infinita notte è il connubio tra musica leggera e tv. — A proposito de Il signor figlio, anche qui domina il tema del rapporto padri-figli, e sembra una costante di tanta narrativa d’oggi. Perché? Perché è un tema originario. La stranezza sarebbe una narrazione che non ne tenesse conto, specie in un momento come questo, in cui il rapporto tra generazioni è diventato così conflittuale e complesso. — Il gap generazionale è marcato dalla mutazione dei supporti mediatici, dalla Polaroid a You Tube, con la TV, però, a fare da imperituro collante. Arcaismo tutto italiano o sintomo di una nuova contemporaneità del Bel Paese? Forse nella contemporaneità c’è più arcaismo di quanto pensiamo, e non è il variare degli strumenti o dei supporti a cambiare la sostanza del reale. La centralità del linguaggio televisivo, del resto, è un fatto ormai accettato anche nel contesto dei new media, anche se si tratta di una tv frammentaria, contratta. — Lo schema narrativo da «tutto in una notte», ma Rodeo M aga zi n e MARZO

innaturalmente dilatato, fagocita la frammentazione di storie a mosaico: è forse una metafora dell’invasivo flusso TV? No, succede lo stesso nella percezione della quotidianità. Mentre lo viviamo, non sappiamo mai se un certo episodio sarà decisivo per la nostra vita oppure se si consumerà in se stesso. Il vecchio Tolstoj era entusiasta del cinema, perché gli sembrava che la pratica del montaggio consentisse di moltiplicare i piani narrativi e i punti di vista. Dal punto di vista strettamente tecnico, la televisione ha migliorato il procedimento. — Più che uno sguardo antropologico sulla società, sembra agire nella tua narrazione l’analista dei dati auditel: questo si merita un popolo disumanizzato? La società mi interessa fino a un certo punto e il continuo ricorso al criterio degli «ascolti» è un espediente narrativo, un modo per accentuare l’effetto di realtà. Infinita notte non è un romanzo moralista, qui non c’è qualcuno che si merita qualcosa. Al contrario, c’è un’attenzione continua all’umanità dei personaggi. L’idea è che, perfino nella situazione più finta, a ciascuno di noi possa accadere qualcosa di vero. Enzo Mansueto

Fotografia: Nicola De Rosa

Intervista ENZO MANSUETO


leggere/67 Nel Bronx, durante i primi Anni 70, le gang stipularono una tregua. Nelle zone liberate del ghetto i giovani iniziarono a sfidarsi inventando uno stile nuovo nella danza, nella musica e nella spray art che pose le premesse per la nascita e la diffusione della cultura hip-hop nel mondo. Renegades of Funk (Edizioni Agenzia X, pp. 237 + cd allegato, 20 euro) è l’appassionato saggio scritto da u.net, ricercatore di storia e cultura afro-americana. Il libro possiede un’inaspettata forza vitale grazie alle testimonianze, i ricordi e le riflessioni di coloro che sancirono la nascita dell’hip-hop. Qui un breve estratto in esclusiva per Rodeo. agenziax.it

RENEGADES OF FUNK Il Bronx e le radici dell’hip-hop di u.net

Sul finire degli anni sessanta a NYC si stava uscendo da un periodo di crisi, c’era molto caos e negatività. Le gang proliferavano ovunque e non avevano pietà per nessuno. L’unica cosa positiva per me fu trovare un modo per esprimere le mie frustrazioni. Vidi un treno e ci feci una tag e, prima che me ne accorgessi, avevo iniziato un movimento di massa. Libertà d’espressione, ecco di cosa parliamo: della possibilità di dire ciò che pensavamo e accadeva nella strade. Lo scrivevamo sui treni così chiunque poteva leggerlo! Avevamo trovato la forma d’espressione più adatta a noi e alla situazione in cui vivevamo. Per la prima volta potevano dire ciò che pensavamo e non leggere solamente quella stupida propaganda che arrivava da televisioni e telegiornali. I graffiti nacquero per sfuggire alla disperazione della vita quotidiana. All’epoca, non potevi azzardarti a uscire dalla tua zona, se lo facevi e tornavi a casa vivo potevi considerarti fortunato. L’espressione artistica fu importantissima per noi poiché quando crei un pezzo non sono tanto importanti i colori con cui stai dipingendo quanto quello che stai realizzando. I pezzi e la qualità della loro realizzazione diventarono più importanti dell’appartenenza a una determinata gang. Ogni artista portava nelle sue opere il proprio background e stile. È una forma d’espressione artistica davvero incredibile, capace di infrangere tutte le barriere; siamo tutti uniti in un’unica cultura grazie a questa caratteristica peculiare. Credo proprio che la nostra arte sia riuscita a far diventare il mondo un posto migliore e sono felice d’esser parte di questo movimento artistico. Riflettendoci è incredibile, non ci avrei mai scommesso sopra... Andavo in giro con un amico e facevamo tag. Non c’erano ancora i pezzi sui treni all’epoca, neanche tag sull’esterno. Un giorno feci una tag pensando che non l’avrei rivista mai più... quella stessa sera per pura coincidenza rividi quello stesso treno con la mia firma. Whoa! C’era qualcun altro che aveva aggiunto la sua proprio accanto alla mia. Quel che accadde da quel momento in poi è ormai storia. Iniziai a farne altre, più grandi, più belle, più colorate. Prima di rendermene conto stavo dipingendo interi vagoni. In questo modo, però, dando visibilità ai pezzi sull’esterno delle

carrozze, avevamo gli sbirri alle calcagna. Ormai sapevano che andavamo nei depositi e sulle sopraelevate per dipingere. Nonostante la repressione, almeno all’inizio i nostri lavori non vennero cancellati e così girarono per la città come esposizioni itineranti. I pezzi iniziarono a evolvere velocemente – due, tre colori, interi vagoni e poi treni. Non c’era limite alla creatività. Poi iniziarono a complicarsi le lettere e le forme. Era meraviglioso. Una bomba adrenalinica. Per quanto mi riguarda non c’era nessuno a cui ispirarsi, perché sono tra i pionieri di questa forma d’arte. Capisci cosa voglio dire? Quando ho iniziato non c’era nessuno. Sono sempre stato il migliore, non scherzo. Ho sempre spaccato il culo a chiunque. Sono stato un precursore e sono sempre rimasto avanti. Il wild style è ciò che vivo e respiro – la mia arte. La mia arte rappresenta il mio modo di vivere, una tecnica selvaggia. Devi trovare un proposito nella vita e una volta trovato cerchi di svilupparlo al massimo. Intendo dire dedicarsi a qualcosa per ore senza la minima fatica. Ho trovato la mia vita nell’arte. Quando trovi la tua via, puoi restituire qualcosa alla comunità da cui provieni. Proprio perché ami ciò che fai e lo vivi. Il wild style è un modo di vita per chiunque, che tu sia un ciclista, uno skater o anche solo un postino: vuol dire esser il migliore sempre, qualsiasi cosa tu faccia.

RENEGADES OF FUNK Il bronx e le radici dell’hip-hop di u.net — Agenzia X

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pp. 240 / euro 20 / agenziax.it


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Las Aventuras de Guille y Belinda y el enigmatico significado de sus sue単os. By Alessandra Sanguinetti

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Q&A:

Alessandra Sanguinetti

Alessandra Sanguinetti è nata nel 1968 negli Stati Uniti e ha vissuto a Buenos Aires dal 1970 al 2003. Ora vive a New York e i suoi lavori fanno parte delle collezioni permanenti del MoMA e dell’International Centre of Photography a New York, del Museo de Arte Moderno di Buenos Aires e di altri musei a Boston, Houston e in Francia. Negli anni Novanta, mentre stava scattando le immagini per il progetto On The Sixth Day (Nazraeli Press, 2006), ha conosciuto Guille e Belinda, cugine dell’età di sette anni. Affascinata dalle loro conversazioni e dal modo in cui si occupano l’una dell’altra, decide di “farle diventare le star delle loro vite”. Qualche anno dopo hanno dieci anni, fisicità opposte, si interrogano sul loro futuro. Alessandra le studia, con discrezione complice, in un lavoro che diventa subito fluido, e che crea un rapporto indissolubile tra l’artista e le protagoniste del progetto Las Aventuras de Guille y Belinda y el enigmatico significado de sus sueños. Abbiamo chiesto alla fotografa di raccontarci soprattutto il valore dell’intimità percepibile nell’essenza dei suoi scatti. Alessandra Sanguinetti è rappresentata da Galerìa Ruth Benzacar a Buenos Aires e da Yossi Milo a New York.

Intervista PIER MARIO SIMULA

— Nel tuo lavoro indaghi le vite di Guille e Belinda, tra sogno e realtà. Come riesci a non invadere il loro campo e la loro intimità? Come in tutte le relazioni, esiste un tacito accordo sui propri confini, e ognuno dovrebbe rispettare gli spazi intimi altrui. — Traspare un senso del tempo molto evidente. Come hai colto gli attimi per te perfetti? Non esistono i momenti perfetti. Ognuno di noi attribuisce al tempo e alle situazioni un’importanza ed un significato diversi. — Tu diventi testimone partecipe dei loro momenti importanti. Quanto ti ha coinvolto umanamente questo lavoro? Il progetto con Guille e Belinda è diventato parte integrante della mia vita. Conoscerle ed essere stata accettata nei loro mondi è un privilegio che ha arricchito il mio. — Due fisicità molto diverse: è un messaggio che nasconde qualcosa oltre il senso estetico contrastante? Non imposto mai un messaggio da trasmettere, perché non penso mai ad un pubblico quando lavoro, non cerco di arrivare ad un punto conclusivo. Solitamente, non conosco le mie sensazioni fino al momento in cui scatto. È una scoperta continua. — Il piccolo villaggio non sembra uno sfondo, ma uno scenario imprescindibile del tuo progetto. Secondo te è pensabile realizzare un lavoro come questo in un altro luogo, lontano dall’Argentina? Esistono storie da raccontare in tutto il mondo. Non ha senso replicare un progetto visto che ogni storia è a sé stante, così come ogni narratore è unico, nel suo spazio e nel suo tempo • alessandrasanguinetti.com

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Moda/Fuori Dal

Guscio. Fotografia Simon Harris, Moda Georgia Ashdown

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Qui: Costume Azollini. Collana Alexis Bittar. Scarpe da Charlotte Olympia. A sinistra: Costume intero beyond retro. Collana e bracciali alexis bittar

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Qui: Giacca vintage in denim Levi’s e costume intero da Beyond Retro. Bracciali in pelle da Alexis Bittar. A destra: Top di perle Kaviar Gauche. Gonna Maria Francesca Pepe.

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Giacca vintage in denim Levi’s e costume intero da Beyond Retro. Bracciali in pelle da Alexis Bittar Hair&Make-up Daniel Kolaric. Assistente moda Lauren Intarmah. Assistente fotografo Robert McnicholOutch. Modella Fanny Francois/Next London. Grazie Lucy/Image Remedy.

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Bomber grigio costume national. Camicia a righe d&g. Shorts Neri comme des garรงons. Jeans sotto gli shorts Diesel. Leggings grigi american apparel. Stivali tim hamilton.

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Moda/Hollow Hills

Fotografia Paul Maffi, Moda Vanessa Chow.

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Qui: Felpa con cappuccio vintage adidas. Giacca nera juun.j. Maglia termica nera, calzoni lunghi neri e stivali tim hamilton. Canotta bianca boris bidjan saberi. Pantaloni neri juun.j A sinistra: Bomber con stampe bianco e nero e canotta nera dior. Shorts e calzoni lunghi tim hamilton. Leggings con stampe bianco e nero american apparel.

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Gilet Coming soon. Camicia con borchie costume national. Pantaloni c.p company. Cintura in pelle nera y’s yohji yamamoto. Leggings grigi american apparel. Stivali tim hamilton. A destra: Bomber stampato bianco e nero e canotta dior. Shorts e calzoni tim hamilton. Leggings stampati bianco e nero american apparel. Stivali neri by y’s yohji yamamoto.

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Qui: Giacca nera con applicazioni yohji yamamoto. T-shirt calvin klein. A destra: Cardigan con zip a strisce blu e crema mcq. Camicia dolce & gabbana. Pantaloni marroni converse per john varvatos. Cintura vintage in pelle marrone da what goes around comes around. Leggings grigio scuro sotto i pantaloni american apparel. Stivali patchwork in pelle comme des garรงons.

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Michael indossa Giacca crema e gilet kenzo. Camicia bianca tim hamilton. Shorts bianchi kiminori morishita. Cintura vintage da what comes around goes around. Leggings grigi american apparel. Stivali tim hamilton. Dylan indossa Giacca g-star. Canottiera lunga in pelle Demoo parkchoonmoo. Camicia dsquared. Pantaloni neri e cintura Y’s yohji yamamoto. Leggings neri comme des garçons. Stivali patchwork in pelle commes des garçons.

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Qui: Giacca g-star. Canottiera lunga in pelle demoo parkchoonmoo. Camicia dsquared. Pantaloni neri e cintura Y’s yohji yamamoto. Leggings neri comme des garçons. Stivali patchwork in pelle commes des garçons. A destra: Giacca nera song zio. Camicia bianca dsquared.

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Modelli Dylan Fosberg e Michael Whitaker/DNA. Assistente stylist Sara Alviti. Assistenti fotografo Maciek Jasik / Sam Crawford. Digital Tech Eric Luc/Exposure Capture. Hair Laura de Leon/ Joe management. Grazie a Ross e Mark/KM Tribeca

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96 /religione “Non credo alla dottrina professata dalla chiesa ebraica, né da quella cattolica, né da quella ortodossa, né da quella protestante, né da qualunque altra chiesa di mia conoscenza. La mia mente é la mia chiesa. Tutte le istituzioni religiose mi appaiono come nient’altro che organizzazioni create per terrorizzare l’umanità, ridurla in schiavitù, e monopolizzare potere e profitto”. L’autore di queste frasi chiaramente non ha molti problemi a dire quello che pensa. A rendere queste opinioni ancora più radicali è il fatto che venivano pronunciate oltre 200 anni fa, in un’epoca in cui criticare apertamente le istituzioni religiose non era di moda né faceva bene alla salute. Forse è per questo che oggi è difficile trovare autori che mettano in discussione la religione organizzata senza fare riferimento al loro precursore iconoclasta per eccellenza, il primo paladino della spiritualità “disorganizzata” i cui scritti rimangono ancora avanti sui tempi, più di due secoli dopo esser stati pubblicati.

La spiritualità disorganizzata di daniele bolelli

L’ometto di cui stiamo parlando è Thomas Paine, e la storia della sua vita fa impallidire la fantasia di registi e romanzieri. Tra i suoi amici conta poeti visionari come William Blake, e padri fondatori degli Stati Uniti quali Benjamin Franklin. Napoleone dorme con i suoi scritti sotto il cuscino (ammirazione, però non ricambiata da Paine, che di Napoleone odia le tendenze dittatoriali). L’inventore Thomas Edison lo considera una fra le menti più brillanti mai esistite. Paine scrive uno fra i libri più popolari del diciottesimo secolo (Common Sense, il primo vero manifesto della democrazia moderna) e uno fra i più odiati (The Age of Reason, un attacco senza quartiere contro la religione organizzata). Partecipa a due rivoluzioni (quella americana e quella francese), e viene cacciato dalla natia Inghilterra, dove i suoi libri sono bruciati in piazza. Durante la rivoluzione americana, George Washington fa

leggere le sue parole alle truppe per ispirarle e ricordar loro perché stessero combattendo. In Francia, viene adottato dai rivoluzionari che lo accettano tra i loro ranghi. Ma il suo amore per la libertà non conosce compromessi e lo rende allergico al totalitarismo “rivoluzionario” tanto quanto a quello monarchico. Robespierre, Saint-Just e altri protofascisti lo fanno arrestare e condannare a morte. Paine però sfugge alla ghigliottina per miracolo e viene salvato dal futuro presidente americano James Monroe. Un altro presidente, Thomas Jefferson, si attira le ire dei conservatori quando gli offre asilo politico. Ma per quanto divertente sia, non è per parlare della sua movimentatissima vita che siamo qui. Il motivo per cui Paine rimane oggi più attuale che mai è per il suo libro “maledetto”, The Age of Reason. Se non l’avesse mai scritto, Paine sarebbe probabilmente più famoso e più

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religione/97 riverito come uno fra i padri fondatori degli Stati Uniti. Ma lui non scrive per vincere una gara di popolarità. Poco gli importa di offendere il comune senso del pudore. Il fatto che le stesse persone che lo avevano amato per Common Sense lo detestassero dopo aver letto The Age of Reason non gli fa né caldo né freddo. Dopotutto, sono loro a non capire che si tratta di due facce della stessa medaglia. Come Common Sense era un inno alla libertà contro la tirannia politica, The Age of Reason è un inno alla libertà contro la tirannia religiosa. Per lui nemici dichiarati come il Re d’Inghilterra e Robespierre, il Papa e Martin Lutero, non sono che diversi volti ideologici della stessa malattia. Che si chiamino monarchici o rivoluzionari, cattolici o protestanti, che siano armati di inquisizioni o di ghigliottina, poco importa visto che sono tutti ugualmente drogati di totalitarismo, fanatici disposti a qualunque cosa pur di imporre le proprie idee al resto del mondo. Laddove questi vedono la molteplicità di idee come una minaccia alle loro dottrine, Paine la difende a spada tratta. Come lui stesso scrive: “Ho sempre difeso strenuamente il diritto di ogni uomo alla sua opinione, non importa quanto questa differisse dalla mia. Chi nega agli altri questo diritto, si rende schiavo delle proprie opinioni, visto che si preclude il diritto di cambiarla”. The Age of Reason quindi è una dichiarazione di guerra contro il fascismo religioso che per secoli ha soppresso la libertà di pensiero e di scelta degli individui. La ricerca della verità, libera da dogmi e pregiudizi, è per Paine un diritto essenziale e un dovere sacro. Nella sua visione delle cose, buona parte delle religioni organizzate sono ostili alla ricerca individuale perchè temono di perdere il monopolio sulle coscienze collettive. Come scrive causticamente: “La chiave del paradiso non va trovata nelle regole di una qualunque setta, e quindi non sta a nessuna setta ostacolare il nostro cammino”. Nel suo attacco al dogma, Paine è calcolato e impeccabile. La prima cosa che mette in discussione è su che cosa si basi il diritto di certi signori di arrogarsi il ruolo di portavoci di Dio. In un lontano passato, Paine racconta, qualcuno sostiene di aver udito la voce di Dio rivelargli la sua volontà. Questi messaggi vengono poi raccolti sotto forma di testi sacri ed è così che nascono molte religioni organizzate. Ma, secondo Paine, questo concetto di verità rivelata fa acqua da tutte le parti. Per prima cosa, si tratta di verità di seconda mano. Perchè qualcuno che non abbia

udito direttamente la voce di Dio dovrebbe credere a ciò che trova scritto nei “libri sacri”? Questi, dopo tutto, sono pessimi candidati come fonti di comunicazioni divine. La voce di Dio deve passare per il filtro di un profeta umano e dei suoi discepoli che solo parecchi anni dopo trascrivono il messaggio. Anche nel caso in cui una rivelazione sia basata su un’esperienza autentica, è tutto da vedere che cosa ne rimanga dopo essere stata passata al setaccio delle percezioni, memoria e linguaggio umani. Complichiamo il puzzle ulteriormente buttando dentro i problemi di traduzione dal linguaggio in cui il testo sacro viene scritto per la prima volta in tutti gli altri linguaggi. E, già che ci siamo, aggiungiamo anche gli errori dei copisti e le alterazioni fatte intenzionalmente da autorità religiose e politiche interessate a “migliorare” i messaggi divini secondo il loro comodo. Secondo Paine, se dopo tutto questo un testo sacro contenesse anche solo una scintilla di messaggio divino, sarebbe davvero un miracolo. Tutti questi problemi convincono Paine che una qualunque rivelazione che sia stata ritoccata da così tante mani umane non possa essere considerata come “la parola di Dio”. Ma (e qui arriva la sorpresa) Paine non è per niente ateo. É un deista convinto che crede in Dio, ma proprio per questo si oppone alle religioni organizzate. Dio, secondo Paine, è più grande di qualunque dogma e qualunque dottrina. Dio non è una specie di Babbo Natale antropomorfico ma una forza oltre le nostre capacità di comprensione (un po’ come il Tao dei cinesi). Laddove secondo Paine i libri sacri non sono che una collezione di speranza e paranoie umane proiettate su Dio, la natura è il luogo dove trovare Dio per davvero. Tutto il creato è la bibbia di Paine. Lo studio della natura è la vera teologia, visto che lì sono nascosti i segreti su cui si fonda l’universo. Ma questa spiritualità anti-autoritaria, chiaramente, era troppo radicale per il mondo del diciottesimo secolo. Se è per quello, è troppo radicale anche per la maggioranza dell’umanità oggi. Ma Paine non ha fretta. Ed è assai probabile che un’epoca in cui molte forme tradizionali di autorità stanno crollando una dopo l’altra sia molto vicina a celebrare l’unione di scienze e spiritualità, e a riscoprire le idee del profeta di un nuovo modo di rapportarsi alla religione •

CRISTOPHER HITCHENS / THOMAS PAINE Tra gli scrittori contemporanei che più citano Paine e lo amano spicca Christopher Hitchens, l’autore del bestseller Dio non è grande. Ma nonostante alcune somiglianze, è bene ricordare che Paine difficilmente si riconoscerebbe negli scritti di Hitchens. Hitchens, infatti, è un ateo militante. La sua critica alla religione organizzata è brillante e divertentissima, ma alla fine non fa che sparare a zero su tutto e tutti. Paine invece attacca la religione organizzata ma celebra una spiritualità gioiosa e una visione positiva. Paine distrugge per poter creare, mentre Hitchens distrugge per il gusto di distruggere: differenza decisamente non da poco. Daniele Bolelli Rodeo M aga zi n e MARZO


98 /attualità

L’AMORE INDISPENSABILE di JACOPO FO

Quando avevo 20 anni pensavo già che l’amore fosse essenziale nella vita. L’amore in generale e in particolare quello sensuale. L’amore per una donna. La mia idea dell’amore era legata al desiderio di vivere una vita appassionante e avventurosa. Che senso ha vivere e affrontare enormi pericoli (mal di denti, incidenti stradali…) se non c’è un po’ di suspence, di storie travolgenti, di sentimenti esplosivi, di desideri incommensurabili? Temevo la noia più della morte. Un modo di pensare che ha i suoi lati positivi. Mi ha spinto a buttarmi nella vita, cogliere le occasioni. Ad esempio, vivevo la ricerca della donna giusta per me come una grande impresa mistica. Una cosa che aveva le sue regole. Ad esempio, non ci provavo con una ragazza se il nostro sguardo non si incrociava nei primi secondi dell’incontro. Se lei guardava da un’altra parte rinunciavo subito. Per contro ero disposto a passare ore ogni giorno, per mesi, seduto ai tavolini di un bar che si trovava nella piazza dove avevo incrociato una ragazza meravigliosa che era passata di lì. Bellissima, con una bombetta marrone chiaro in testa, un poncho a righe rosse, arancioni e gialle, pantaloni alla zuava grigi e stivali di pelle cuciti tipo calzolaio indiano. In spalla aveva una custodia di pelle, sempre cucita stile apache, con dentro una specie di chitarra-arpa medioevale. Ma cosa ci fosse dentro la custodia quando l’avevo incontrata non lo sapevo. Si vedeva solo che la custodia aveva una forma strana, come se contenesse un violino con due braccia invece di una. Negli anni mi sono accorto che il mio sistema di vita funzionava alla grande. Mi ero messo in mezzo alla corrente del Grande Fiume e la mia vita era piena di colpi di scena. Poi mi resi conto che stavo vivendo con l’acceleratore tirato al massimo. Se ti innamori di una donna bellissima che gira nel 1978 a Roma vestita da pazza e puta caso poi realmente vi innamorate per via che scopri che un tuo amico la conosce, poi, poco poi, ti accorgi che vivere con lei è veramente scioccante perché te ne combina di tutti i colori e forse puoi anche sospettare che te la sei cercata, che se era una ragazza tranquilla non affrontava lo stress di girare per Roma vestita in modo da manifestare il suo totale disprezzo per tutte le convenzioni, i canoni estetici, eccetera… Intendiamoci: amarla mi ha fatto benissimo, è stata meravigliosa, mi ha insegnato molto, ha preso la mia anima legnosa e burocratica e l’ha trasformata in coriandoli, mi ha permesso di dar fuori di testa, quando mi ha piantato per un altro. E credo che il disastro della solitudine depressiva nella quale sono poi caduto sia stato effettivamente salutare. Poi ho dovuto rincominciare tutto da zero. Chiedermi che cosa volessi veramente per la mia vita e perché. Domande alle quali, per ritirarmi in piedi, dovevo rispondere senza usare soluzioni preconfezionate.

Ma, una volta che hai trovato una Santa Folle che ti apre il barattolo di latta che racchiude il tuo cuore, poi ti chiedi: ho voglia di essere frullato un’altra volta? Così la donna successiva la guardi con un poco di attenzione e non ti chiedi soltanto se con lei sarà avventuroso ma anche se lei ti può abbracciare morbidamente facendoti assaporare i vertici del piacere estatico della tranquillità. La società vigente ci propone l’amore come avventura o come ostentazione. Ostentazione nel senso che molti cercano una persona solo BELLA, sportiva, dinamica, di successo. Una persona stando vicino alla quale ti senti vitale e vincente. Ma solo con l’avventura e la bellezza non si costruiscono storie lunghe, si consumano intrecci. Ma chemmenefrega di una storia lunga? Vince chi timbra più ragazze e quelle con il sedere altissimo valgono il doppio dei punti. Molti sono convinti che il vero eroe è il bagnino di Cesenatico o l’attore di Londra che hanno fatto l’amore con tremila donne almeno. Ma non è vero anche che la prima volta che fai l’amore con una donna non è un granché? Tutti impacciati, non sai cosa vuole lei, lei non sa cosa piace a te, c’è poca intimità, comunicazione, conoscenza! Allora chi fa sesso una sola volta (o due se è un esagerato) con 3000 donne è veramente più paraculo di uno che fa sesso 3000 volte con una donna sola? Chi gode realmente, fisicamente di più? Qualcuno dirà: “Ma vuoi mettere la soddisfazione di essertene fatte 3000? Ti senti Superman! Tutti ti invidiano.” Ma essere invidiati dagli stupidi è un valore? Preferisci apparire paraculo o aver goduto come un matto. Ma c’è un’altra questione. Abbiamo bisogno degli altri non solo per trastullarci. Nella vita ogni tanto si incontrano momenti difficili. A volte molto difficili. In quei momenti beato chi ha intorno a sé persone che lo amano e lo sostengono. Non è solo utilitarismo. È che l’amore e l’amicizia sono un miracolo. L’affinità sincera tra due persone crea una sorta di telepatiaempatia che permette agli esseri con i quali sei in contatto amoroso-amicale di esserti vicini. Ma questo succede solo se nell’amore e nell’amicizia non hai cercato la forma e il vantaggio ma hai assaporato profondamente anche la sostanza, fragile, fragrante esperienza di raggiungere con un altro essere umano l’estasi tranquilla della condivisione dell’aria e delle parole. Roba di lusso. Roba che non si trova nei negozi qualsiasi. Te la danno gratis se rispondi in modo giusto alla domanda: “cosa voglio fare della mia vita”. Gerry Scotti questa volta non conosce prima la risposta giusta. La sai solo te.

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Les Printemps de Bourges BOURGES, FRANCIA 21 / 26 Aprile

Bourges è nel cuore della Francia e accoglie dal 1977 questo sublime ed alcolico festival. Un evento che celebra la nuova musica (sopratutto francese, bien sur!) e il pieno risveglio della primavera. Qui, tra i vistosi segni celtici e medievali e le distese infinite di piccolissimi bar zeppi di vino, cognac, birra e Pastis 51, hanno suonato per la prima volta Mano Negra, Zebda, Négresses Vertes, Cesaria Evora, Dyonisos… Quest’anno, dal 21 al 26 aprile, di tutto il calendario complesso e fittissimo segnaliamo due eventi perfetti per rendere memorabile la vostra trasferta vacanziera: il ritorno live di Laurent Garnier che presenterà il suo nuovo disco Tales Of A Kleptomaniac e l’ambizioso concerto dove si incontrano una direttrice d’orchestra (Laurence Equilibey, popolarissima in Francia), le musiche di Bach, Purcell, Monterverdi e le console di Murcof, Emile Simon, Para One, Marc Collin… Da vedere, ascoltare, odorare e sorseggiare. printemps-bourges.com Tommaso Toma L’immagine raffigura i 5 artisti coinvolti nel progetto Private Domain che sarà presentato al festival: Iko (Laurence Equilibey), Emile Simon, Marc Collin, Para One e Murcof. Il disco sarà disponibile da Aprile. myspace.com/privatedomainofficial

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Sono ancora pochi i nomi degli stilisti del nord Europa che ci vengono in mente, specialmente se ci spostiamo più a nord del Belgio, e anche del Regno Unito. Eppure stanno proliferando marchi di interessante qualità, riuniti spesso da un senso di minimalismo che va oltre il bianco e nero per posarsi su mani sapienti che ritornano ad una sartorialità impeccabile. Con l’idea di portarli nelle vetrine di Roma, il geniale Marco Piemonte, con un biglietto A/R sempre in tasca per Londra, dove tutte le settimane insegna all’Istituto Marangoni, apre Styler Store, che non troppo velatamente trae spunto da quel tempio che è diventato il BStore di Londra. Sono nomi principalmente scandinavi le punte

di successo della boutique, come Sarah Tornqvist, che viene dall’Accademia di Stoccolma, o Alice&Sens, svedesi che, dopo un passato dedicato al design, hanno iniziato a progettare abiti utilizzando esclusivamente materiali organici. Da Styler anche le collezioni uomo della coreana Wooyoungmi, che si è sempre dedicata ad una visione architettonica della moda, e Open Ceremony, dove matite e pantoni sono da qualche tempo affidati a Chloë Sevigny.

Harold Barberini

Metti caso che ti piace lo stile e l’eleganza. Che sei “business” e non “economy”. Ancora: ti trovi a Roma per affari e vuoi andare in un posto che non sia “classico”, ma neanche “normale”. Dove vai? Una soluzione potrebbe essere l’Hotel Pulitzer. Ha aperto da meno di un anno e fa parte di una catena di altri Pulitzer a Barcellona e Parigi. Il design è curato dallo spagnolo Lazaro Rosa-Violan e camminando un po’ per l’hotel la sensazione è quella di leggerezza: nelle sedute, nei tappeti, negli accessori, nell’arredamento. I colori in varie tonalità sono sempre quelli del marrone del bianco e del nero. Le stanze comode e con tutti i comfort: dal Wi-Fi all’LCD. Al -1 c’è anche una palestra, per chi vuole tenersi in forma. Bar e ristorante e tutto quello che non può mancare in un hotel di questo tipo. Prezzi? Non certo da b&b, tra 100 e 300 più o meno. E dove si trova? A qualche passo dalla fermata della metro Marconi sulla linea blu, uno dei centri del commercio della città. Più comodo di così?

Iki Cafè CATANIA Viale Santa Filomena, 45 T 095 315471

Ci sono posti che rivivono acquisendo fascino ad ogni nuova vita. Iki Cafè è uno di questi per duplici motivi: da “Tendenze”, negozietto di vestiti sfiziosi e oggetti di design pop a spazio per tè, infusi e cibi curiosi: straccetti alla cubana, insalata di arance con finocchio e miele, etc. Ma non è solo l’anima ad essere coinvolta: nella trasformazione ha inglobato la bottega adiacente che nel tempo è stata varie cose, ma anni fa era soprattutto uno dei primi posti “border-line” dedicati agli interni e agli oggetti, talvolta di artisti/studenti locali, talvolta più “industriali”. Il tutto in pieno centro in quella viuzza Santa Filomena divisa tra botteghe artigianali e dimore del cibo. Di fuori dei grossi pallini colorati, quasi ad essere una casetta ludica, dentro un caloroso quadrilatero irregolare con pareti nere e bianche e tranci di carta da parati introvabile. Ai lampadari dei secchi bianchi capovolti per un tocco, che non è l’unico, di estraniante. Per dire: le maniglie del bagno sono delle “cazzuole”.

Rocco Rossitto

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104 /calendario VENERDI Tomás Maldonado. Fino al 5/04 alla Triennale, Milano.

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• CINEMA / Esce Oggi Il Film VERSO L’EDEN Di Constantin Costa-Gavras, con Riccardo Scamarcio, Eric Caravaca E Anny Duperey medusa.it • CINEMA / Esce Oggi LA PANTERA ROSA 2 Di Harald Zwart sonypictures.it/cinema • USCIRE / Incontro con CORY DOCTOROW Giornalista, Scrittore E Attivista Web per Il Ciclo “Meet The Media Guru”, Milano, Mediateca Santa Teresa meetthemediaguru.org • USCIRE / Ultimo Giorno per RIVERJUMP La Terza Edizione dello Snowboard Contest. Livigno, Luoghi Vari, in Corso dal 4 riverjump.it SABATO

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• ARTE / PICTURING AMERICA “Photorealism in The 1970s” Trentadue Dipinti in Una Grande Mostra Dedicata al Fotorealismo negli Ultimi Trent’Anni. Berlino, Deutsche Guggenheim, Fino al 10/05 deutsche-guggenheimberlin.de • ARTE / Ha Appena Inaugurato MARTINA DONATI: PASSAGGI DI TEMPO Personale di Acqueforti. Roma, Centro per Le Arti e Le Culture Mocobo mocobo.com • PERFORMANCE / DON QUICHOTTE Balletto in Un Prologo E Tre Atti Tratto dal Romanzo di Miguel De Cervantes, Libretto di Marius Petipa, Coreografia di Nanette Glushak. Vicenza, Teatro Comunale, H 21. Anche Domani, H 16 tcvi.it

DOMENICA

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• ARTE / JOHN F. SIMON JR: OUTSIDE IN “Ten Years Of Software Art” Prima Mostra in Italia dell’Artista Americano Che Esplora Un Percorso Decennale di Ricerca Intrapreso nella Software Art. Reggio Emilia, Collezione Maramotti, Fino al 3/05 collezionemaramotti.org • DESIGN / Continua TOMÁS MALDONADO Per La Prima Volta in Italia Una Mostra Che Illustra l’Attività del Pittore, Disegnatore e Filosofo Argentino. Milano, Triennale, Fino al 5/04 triennaledesignmuseum.it

MARTEDI

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• MUSICA / THE PRODIGY Live. Milano, Datch Forum myspace.com/theprodigy • MUSICA / THE SISTERS OF MERCY Live. Milano, Alcatraz. Anche il 10 a Bologna (Estragon) the-sister-of-mercy.com • USCIRE / FESTIVAL DELLA

MATEMATICA Terza Edizione, con il Tema “Salvare il Mondo con I Numeri”. Una Serie di Incontri in Linguaggio Matematico a New York E Roma con Studiosi E Premi Nobel. New York, Italian Academy (Columbia University), Anche Domani. Anche a Roma, Auditorium Parco della Musica, 19-22/03

festivaldellamatematica.it

GIOVEDI

12

VENERDI

• CINEMA / Esce Oggi NEMICO PUBBLICO N. 1 “L’Istinto Di Morte” di Jean François Richet, con Vincent Cassel, Cécile De France e Gérard Depardieu eaglepictures.com • MUSICA / ROSES KINGS CASTLES Live. Torino, Spazio211. Anche il 13 a Prato (Siddharta) E il 15 a Roma (Piper) roseskingscastles.com

• ARTE / O’A.I.R. ARTISTI IN RESIDENZA 2009 Presentazione Pubblica dei Lavori dell’Americana Liz Glynn e della Tedesca Beatrice Minda a Cura di Gaia Pasi. Milano, O’, Fino al 31/03 o-artoteca.org • MUSICA / BUZZCOCKS Live. Roma, Blackout. Anche il 13 a Milano (Music Drome) E il 14 a Foligno (Feedback) myspace.com/buzzcocksofficial • ARTE / Continua La Mostra RODOLFO VALENTINO: LA SEDUZIONE DEL MITO Torino, Museo Nazionale del Cinema, Mole Antonelliana, Fino al 24/05 museocinema.it

SABATO

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• ARTE / GIACOMO SALIZZONI Fotografie, Video E Site Specific del Fotografo Bolognese. Firenze, For Gallery, Fino al 14/04 forgallery.it • USCIRE / TASTE. IN VIAGGIO CON LE DIVERSITÀ DEL GUSTO Salone di Cultura, Eventi e Assaggi Legati al Gusto. Firenze, Stazione Leopolda, Fino al 16 pittimmagine.com • MUSICA / ANIMAL COLLECTIVE Live. Milano, Rolling Stone myspace.com/animalcollectivetheband • ARTE / Continua L’Antologica su HSIAO CHIN (immagine a lato). Milano, Triennale Bovisa, Fino al 5/04 triennalebovisa.it

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MARTEDI

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• FESTIVAL / PIANORAMA Quinta Edizione del 
Festival Internazionale di Pianoforte, con la Direzione Artistica di Martin Münch. Firenze, Istituto Francese, Fino al 22 france-italia.it • MUSICA / IAMX Live. Per La Prima Volta in Italia. Roma, Circolo Degli Artisti. Anche il 16 a Milano (Magnolia) E il 18 a Torino (Barrumba) myspace.com/iamx • arte / Continua la Mostra ERICAILCANE: GUERRA CIVILE Creature Antropomorfe Come Allegorie delle Debolezze Umane in 20 Nuovi Disegni, Stampe, Incisioni, Un Video e Tre Installazioni Site Specific. Milano, Galleria Patricia Armocida, Fino al 24/04 galleriapatriciaarmocida.com

Rodeo M aga zi n e MARZO


105 Il da fare a MARZo/APRILE.

MERCOLEDI

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VENERDI

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• arte / ANTHONY MCCALL: BREATH [THE VERTICAL WORKS] Personale • MUSICA / THE DAMNED Live. Roma, Black Out Rock Club. Anche il 12 a Milano (Circolo Magnolia), il 13 a Bologna (Estragon) e il 14 a Recanati (Extra Alternative Club) officialdamned.com • ARTE / Continua La Mostra FUTURISMO 1909-2009. VELOCITÀ+ARTE+AZIONE Milano, Palazzo Reale, Fino al 7/06 futurismo.milano.it • ARTE / Continua MAGRITTE: IL MISTERO DELLA NATURA Milano, Palazzo Reale, Fino al 29/03 mostramagritte.it

DOMENICA

dell’Artista con Sculture di “Luce Solida”. Milano, Hangar Bicocca, Fino al 21/06 hangarbicocca.it • MUSICA / VIC CHESNUTT + ELF POWER Live. Torino, Spazio211. Anche il 21 a Ravenna (Bronson) , il 22 a Roma (Circolo degli Artisti) E il 23 a Milano (Magnolia) myspace.com/vicchesnutt • MUSICA / KAKI KING Live. Carpi, Kalinka. Anche il 13 a Roma (Circolo degli Artisti), il 14 a Napoli (Rising Mutiny), il 15 a Potenza Picena (Groove), il 17 a Milano (La Casa 139), il 18 a Bologna (Wolf), il 19 a Settimo Torinese (La Suoneria) kakiking.it

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MARTEDI

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• MUSICA / JAMES YUILL Live. Milano, Atomic Bar myspace.com/jamesyuill • FOTOGRAFIA / Continua BILL OWENS: America Fast Forward A Cura di Claudia Zanfi. Prima Personale in Olanda Dedicata a Bill Owens, Autore della Famosa Serie “Suburbia”. Amsterdam, New Reflex Gallery, in Corso dal 28/02 e Fino al 14/04 reflex-art.nl • MODA / Continua CONTEMPORARY FASHION Una Vetrina per Venti tra I Più Promettenti Designer di Moda Emergenti Ed Internazionali. Milano, Spazio Lattuada, Fino al 29/03

• ARTE / Continuano le Due Personali di STEVEN CLAYDON e KELLEY

WALKER Il Primo Propone Oltre Dieci Sculture e Un Intervento Site Specific, Mentre Walker Realizza Muri con Collage in Cartongesso o Tela Che Racchiudono Estratti di Giornali Internazionali. Milano, Galleria Massimo De Carlo, in Corso dal 26/02 E Fino al 28/03 massimodecarlo.it

spaziolattuada.com

SABATO

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• MUSICA / ANTONY AND THE JOHNSONS Live. Ancona, Teatro delle Muse. Anche il 29 a Roma (Auditorium Parco della Musica), il 31 a Prato (Teatro Politeama), l’1/04 a Milano (Sala Verdi Conservatorio) antonyandthejohnsons.com

GIOVEDI

DOMENICA

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• MUSICA / Imperdibili FRANZ FERDINAND Live. Presentano il Nuovo Album Tonight: Franz Ferdinand. Bologna, Estragon. Anche il 30 a Milano (Palasharp) myspace.com/franzferdinand • arte / Ultimo Giorno per DIRITTO ROVESCIO Il Filo Come Metafora della Società E Mezzo di Partecipazione alla Creatività. Milano, Triennale, Fino al 29/03 triennaledesignmuseum.it

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• arte / MIRKO BARICCHI: MEDITERRANEO Dipinti e Sculture in Ferro Arricchiti con Scritte ed Incisioni in Un Percorso Intimo dell’Artista. Milano, Studio Forni, Fino al 2/05. Inaugurazione H 18 galleriaforni.it • arte / Apre ARTO’ ARTFAIR IN OPENCITY Fiera di Arte Moderna E Contemporanea, Che Prevede Una Serie di Incontri ed Eventi. Roma, Palazzo dei Congressi, Fino al 5. Inaugurazione H 21.30 art-o.org • arte / ARTURO HERRERA Personale dell’Artista Venezuelano Crossover. Torino, Galleria Franco Noero, Fino al 16/05 franconoero.com

MERCOLEDI

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• MODA / Ultimo Giorno per La Mostra 12 ABITI PER MILANO Dodici Stilisti Spagnoli Dialogano con La Letteratura. Milano, Instituto Cervantes, Fino al 8/04 milan.cervantes.es • MUSICA / MORGAN Live. Concerto per Piano Solo. Bologna, Arena del Sole. Anche il 20/03 a Bari (Demodé Disco Club) marcomorgan.it • arte / Continua la Collettiva COSTANTI DEL CLASSICO NELL’ARTE DEL XX E XXI SECOLO Che Si Interroga sul Quesito “Cosa C’è di Classico nell’Arte Contemporanea?” E Inaugura l’Attività della Fondazione Puglisi Cosentino. A Cura di Bruno Corà. Catania, Fino al 29/06 fondazionepuglisicosentino.it

Rodolfo Valentino: La Seduzione del Mito. Fino al 24/05 al Museo Nazionale del Cinema, Torino.

Rodeo M aga zi n e MARZO


106/l’oroscopo 106

L’unica scienza esatta, indagata ogni mese per voi. Di Franca Mazzei. MARZO 2009 Il mese. Sole, Mercurio, Marte e Urano navigheranno tutti in Pesci in opposizione a Saturno nella Vergine: una configurazione planetaria che lascia presagire momenti critici per la crisi occupazionale, gli scontri sociali e la difesa della laicità, ma anche una probabile ripresa sul fronte della creatività, dell’arte e della ricerca medico-scientifica.

Capricorno —

Bilancia — Ariete — Gli obiettivi che si stagliano nitidi e luminosi all’orizzonte, cominceranno pian piano a sfocare dal 16 in poi, lasciando spazio a strani interrogativi sul senso profondo della vita: salutare pausa di riflessione?.. Amore. Venere in Ariete è lo sponsor più potente che ci sia sul mercato per conquiste, riconquiste e altre inenarrabili meraviglie: ragazzi, se neppure lei dovesse funzionare… uccidetevi! Denaro. Davvero l’ultimo dei vostri pensieri.

Toro — Dunque c’è una giustizia a questo mondo se è vero, com’è vero, che marzo vi risarcisce con gli interessi dei danni subiti nel difficile febbraio: specie dopo il 15 sarete una fucina di nuove idee, socievoli, vitali e sicuri di voi! Provare per credere. Amore. Romantico ma non soffocante, equilibrato eppure fuori dai soliti schemi, in una parola: speciale. Denaro. Raggiunto il fondo non comincerete a scavare: dal 9 la risalita sarà tangibile!

Gemelli — In verità sappiate: non sarà un mese esaltante. Ma chissà che non siano proprio i piccoli/grandi impedimenti che specie dal 16 incontrerete sul “radioso cammino” a darvi la misura della vostra intima convinzione rispetto ai traguardi da raggiungere (suona troppo consolatorio ?). Amore. Un baricentro stabile e come non mai imprescindibile! Soddisfatti o rimborsati. Denaro. Transitori intoppi da non drammatizzare: non finirete certo sul lastrico!.

Cancro — Bando alla mamma, alla minestrina calda, alla solita cuccia e a tutti i sotterranei timori che spesso v’impediscono di osare: la primavera irrompe a cavallo di uno scintillante trigono di Marte che specie da metà mese vi sospingerà verso mete ardite! Amore. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo (e con un buon numero di modifiche urgenti...). Denaro. Tempo d’investimenti rischiosi ma vincenti (rassicurate il vostro commercialista).

Leone — Il peggio (opposizione di Marte) volge ormai al termine, il nemico batte in ritirata e voi potete cominciare, armi e bagagli, ad abbandonare la trincea: l’armistizio col mondo è fissato per il 15 (non prendete altri impegni, mi raccomando!). Amore. A partire dal 16 il passo da travolgente a tenebroso potrebbe essere breve…Wow! Denaro. Timidi, commoventi, ritempranti segnali di ripresa da curare come teneri virgulti.

Vergine — Le opposizioni di Sole, Mercurio, Urano e (dal 16) anche Marte promettono di creare un gran soqquadro (l’unica e temibile parola italiana che si scrive con due “q”) nelle vostre organizzatissime vite: ma un po’ di sano imprevisto non potrà che giovarvi! No? Amore. Da metà mese in poi si salvi chi può! Ottimo periodo per rottamare una relazione pericolante. Denaro. Da quando in qua vi piace interpretare il ruolo dell’allegra cicala?

Frizzi e lazzi assicurati fino al 15 (trigono di Marte dalla 5a Casa), poi vi converrà rassegnarvi ad un mese in sordina, in bianco e nero, senza picchi né baratri, perfetto per rivalutare le mezze misure, le mezze stagioni, le mezze porzioni e le mezze verità. Che palle! Amore. L’unico settore in cui potrebbero profilarsi repentini e inattesi cambiamenti di rotta (Povia docet). Denaro. Solidità a prova d’inflazione (almeno fino al 25).

Scorpione — La vita è qui e ora, e nient’altro conta: sarà questo il vostro mantra quotidiano in un marzo in cui l’invidiabile stellium planetario in 5a Casa vi riconcilia con l’edonismo, le energie creative, la voglia di osare e forse persino quella di procreare. Auguri! Amore. E se invece parlassimo di sesso? Sesso. Dal 16 scatta l’era della riscossa!! Avvertite i vicini. Denaro. Belle sorprese in arrivo (alla faccia di Giove negativo).

Sagittario — Pronto..? Rispondete..? C’è vita sul vostro pianeta..? Sarete mica entrati in letargo a causa degli squilibri climatici?.. No? E allora smettetela di starvene muti e corrucciati in un cantuccio: ostacoli e contrarietà sono del tutto transitori e molto meno irrisolvibili di quanto non vi appaiano! Amore. Ancora grande e forte, sia pur con una lieve virata dal rosso fuoco all’arancio a partire dal 16. Denaro. Momentaneamente non pervenuto.

Rodeo M aga zi n e MARZO

Ringiovaniti di quei sei-sette anni ve ne andrete in giro col naso in su a caccia di nuovi stimoli, più dinamici, intraprendenti e curiosi che mai: bella la vita quando tutto sembra nuovo e a portata di mano! Sponsor ufficiali: sestili di Sole, Mercurio, Urano e (dal 16) anche Marte. Amore. A questo giro, credetemi, molto meglio gli amici e/o gli amanti. Denaro. Ma che gran senso degli affari! Bando a inutili cautele, per favore.

Acquario — Primavera nell’aria e nel cuore: sapori sensuali, profumi inebrianti, tempi lenti, e nessuna fretta di andare incontro al successo, tanto è già qui, proprio ad un tiro di schioppo dal vostro morbidissimo cuscino… Amore. Complice il frizzante sestile di Venere vi rotolerete nudi, irresistibili e gaudenti come ninfe e fauni sui pendii erbosi. Beati! Denaro. Inedito e voluttuoso senso del risparmio (a quando il deposito di Paperone?).

Pesci — Meraviglie della scienza e della tecnica: Sole, Mercurio, Urano e (dal 16) pure Marte entrano nel vostro cielo per regalarvi uno dei compleanni più indimenticabili delle ultime due reincarnazioni! Bando a sogni impossibili e timide speranze: se è il sole che volete, allora accendetelo. Amore. Sarete così fascinosi che urge l’acquisto di una nuova scheda per gestire il traffico telefonico dei vostri molteplici fan... Denaro. Ma che periodo beato il ciel vi ha dato!


WWW.MEMINEITALIA.IT


Consumi: da 4,2 a 6,3 l/100 km (ciclo combinato). Emissioni CO2: da 110 a 149 g/km


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