Strategie web per artigiani tecnologici

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GUIDA STRATEGIE WEB PER ARTIGIANI TECNOLOGICI

INTRODUZIONE

STRATEGIE WEB PER ARTIGIANI TECNOLOGICI Questa breve guida, indirizzata all’Artigiano Tecnologico, ha lo scopo di offrire un volumetto agile e veloce di consultazione unitamente a delle azioni da poter fare subito per aumentare la visibilità della propria azienda sul web. Il cosiddetto web marketing. Non solo la visibilità. Azioni appropriate permettono di potenziare la promozione della propria azienda, dei prodotti e dei servizi offerti. Il tutto è organizzato in una serie di paragrafi che hanno lo scopo di chiarire i concetti base nell’uso del web e della promozione della propria attività sulla rete anche (anzi soprattutto) per i non esperti. Ovviamente la guida non ha scopo di esaustività ma, conoscendo i tempi veloci dell’imprenditore, permette di scegliere l’argomento, comprenderne le basi e poi rimandare a ulteriori approfondimenti.


GUIDA STRATEGIE WEB PER ARTIGIANI TECNOLOGICI

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INDICE

INDICE

1 MARKETING & WEB 4 4 4 5 5

WEB MARKETING, QUESTO SCONOSCIUTO.

Le domande che ci poniamo Prima di tutto, un pò di marketing (ma breve!). Che c’entra il web con il nostro marketing Quali sono i nuovi media e quali i tradizionali

2 SEARCH ENGINE MARKETING 6 6 6 6 7 7 7

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SEM

Motore di ricerca L’importanza di numeri e statistiche Ma tu ci sei sulla SERP di Google? Come effettua la ricerca Google? Pay per click, keyword advertising e posizionamento naturale. Riassumendo

LE KEYWORD

Keyword, parole chiave e query Caratteristiche delle keyword Ora che abbiamo stilato le keyword, cosa facciamo? Andiamo per ordine

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LA GRAFICA DEL TESTO

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La pagina web si guarda, non si legge. Dare un ritmo visivo al testo Una dimostrazione Conclusione

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LA LEGGIBILITÀ

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Perché dovrebbero leggere quello che scrivi? Scrivi semplice e comunicherai meglio La brevità aiuta la comprensione Indice di Leggibilità. L’Indice Gulpease. Il vocabolario di base della lingua italiana Ordinare i concetti per punti Il contesto del testo Rileggere Leggere

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Come creare la pagina Azienda Come cancellare una pagina Azienda Crea una pagina Vetrina Come cancellare una pagina Vetrina

GOOGLE+. LA TUA IDENTITÀ È ONLINE: SEI PRESENTABILE?

+ Identità + Autore + Contenuto + Selezione + Condivisione Cerca e Trova. Siamo presentabili? Iniziamo

GOOGLE+: GUIDA PRATICA.

Crea un Account e opzione Lingua Profilo Strumenti e informazioni utili Menu

5 ON E OFF LINE 27 27 27 27 28 28

L’ARTIGIANO TECNOLOGICO È CROSS-MEDIALE

Definizione di Crossmedialità La Crossmedialità funziona se c’è coerenza Dal punto del vista cliente. Un esempio. La Crossmedialità rispetta la specificità del mezzo Crossmedialità è integrare online e offline

6 ONE TO ONE DIGITALE 29 29 30 30

E-MAIL MARKETING, COMUNICAZIONE SU MISURA.

E-mail marketing, marketing diretto Come inviare? Cosa inviare

7 DIGITAL PR 31 31 31 32

ARTICLE MARKETING: PUBBLICHE RELAZIONI DIGITALI

Articolo o Comunicato Stampa? Diffusione nel web Qual è il vantaggio di pubblicare il proprio articolo nei siti degli altri?

4 SOCIAL MEDIA MARKETING

8 PROXIMITY MARKETING

14 L’IMPORTANZA DI ESSERE UN ARTIGIANO TECNOLOGICO SU FB

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Perché avviare una strategia di web marketing su Facebook? Il clienti “soliti”danno e ricevono sicurezza Come affiliare clienti? Anche con FB e grazie a FB. Abbiamo TUTTI un account Facebook Perché anche l’azienda dovrebbe avere un profilo FB o una pagina FAN? Nota bene

GOOGLE TI HA CERCATO SU LINKEDIN, DOV’ERI?

La pagina aziendale La pagina Vetrina Conclusione: se Google ci cerca, perché sfuggirgli? Ricapitoliamo N.B.

LINKEDIN: GUIDA PRATICA.

Iscrizione Si può cambiare lingua? Certo!

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UN ARTIGIANO TECNOLOGICO SEMPRE PIÙ VICINO

Esempio: lo vivi solo se ci sei Attrarre dal vivo con una comunicazione interattiva Esempio: Bluetooth. QR-Code: cos’è e come funziona. Esempio: QR-Code.

9 WEB E DIRITTI D’AUTORE 35 35 35 36

L’ALTERNATIVA AL COPYRIGHT: LE CREATIVE COMMONS.

Cosa sono le licenze Creative Commons? Per chi sono le licenze CC? Quali sono le licenze Creative Commons?

10 GLOSSARIO


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1 • MARKETING & WEB

MARKETING & WEB WEB MARKETING, QUESTO SCONOSCIUTO. << Ho pensato che il web marketing potesse fare al caso mio e così sono stato da una web agency. Mi hanno risposto che per aver più ROI avrei dovuto potenziare il SEM, attraverso un lavoro specifico di SEO su tag e keyword, assecondare gli spider, aggiungere una campagna PPC e un’attività di mailing profilata… beh, non ho capito nulla. >> Niente panico! Il web è solo un ulteriore canale dove promuoversi, informarsi, trovare clienti. Quindi vediamo di “smitizzare” alcune cose e cercare di capire come possiamo approfittarne. SEO, ROI, PPC… sono solo sigle. Le definizioni di attività e campagne pubblicitarie sono per lo più straniere. Noi italiani le importiamo dal linguaggio anglo-americano così come sono senza tradurle. Gli spagnoli per esempio non lo fanno. Loro traducono tutto. Il mouse continuano a chiamarlo ratón (topo) e il computer ordenador, che altro non è se non il corrispettivo del nostro calcolatore. Ma noi abbiamo deciso di importare computer, mouse ecc… il resto è il continuum di questa scelta linguistica. Prendiamo SEM, è l’acronimo di search engine marketing ovvero “marketing sui motori di ricerca”. Ecco, detto così capiamo già che avremo a che fare con Google, no? Basta tergiversare e andiamo dritti al sodo.

LE DOMANDE CHE CI PONIAMO

Partiamo dalle domande che frullano nella testa di ogni Artigiano Tecnologico che ha a cuore la sua presenza nel web. • Domanda: Ho un sito, come posso aumentare le visite? • Risposta: Usare il Search Engine Marketing. • Domanda: Avevo un cliente ma l’ho smarrito, non voglio che accada di nuovo. • Risposta: Usare un sistema di E-mail Marketing. • Domanda: Il mio investimento sul web ha fruttato? • Risposta: Usare un software per la Web Analytics. • Domanda: Prima l’Enterprise 2.0 ora Facebook, ma sto web marketing non sarà mica una c….? • Risposta: Una cosa alla volta e tutto sarà chiaro!

PRIMA DI TUTTO, UN PÒ DI MARKETING (MA BREVE!).

Fare marketing significa semplicemente pensare a come poter vendere meglio. è necessario però focalizzare bene chi vende cosa, a chi. Questo significa conoscere il venditore (cioè noi stessi e come siamo), il prodotto che proponiamo, il cliente e le sue esigenze. Fatto questo, dobbiamo decidere come, quando e dove comunicare. Poi come, quando, dove vendere. Sembra banale ma fare focus per capire se stiamo vendendo la cosa giusta alle persone giuste, è la base per costruire una strategia efficace. Fare marketing è capire quale sia il modo migliore per comunicare efficacemente e se lo facciamo con intelligenza, le vendite aumenteranno.


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1 • MARKETING & WEB

CHE C’ENTRA IL WEB CON IL NOSTRO MARKETING

Il web è, semplicemente, un nuovo canale di comunicazione. Si “parla” direttamente al nostro potenziale cliente, il quale “risponde” al nostro messaggio. Abbiamo quindi il riscontro sulla nostra azione di comunicazione e quali risultati ha dato. Di più, possiamo intervenire in tempi rapidi e cambiare strategia al volo. È essenziale però che l’azienda che vuole comunicare sul web ne capisca le modalità e le dinamiche. Il web è definito un nuovo media, che dà vita a comunicazioni “non tradizionali”. La differenza essenziale rispetto alle comunicazioni classiche è che, nel web, il dialogo avviene tra l’azienda e l’utente in maniera bidirezionale. Nella comunicazione classica invece, l’azienda parla e solitamente il cliente subisce “passivamente” il messaggio.

QUALI SONO I NUOVI MEDIA E QUALI I TRADIZIONALI

Quando parliamo di nuovi media, intendiamo solitamente quelli che viaggiano sul web nelle sue molteplici forme come blog, e-mail, forum, Facebook, Twitter ecc. Per media tradizionali invece intendiamo la stampa, la radio e la televisione. Solitamente poi, se si parla di web, si parla anche di comunicazione “non convenzionale” o “non tradizionale”. Detto questo, quello che è veramente differente è il fatto che con il web si può costruire una relazione con la propria utenza. Un dialogo diretto che genera una relazione. Se gestita bene, è fonte di arricchimento per l’azienda e per il cliente. Per riassumere possiamo dire che i nuovi media sono quelli che consentono il dialogo e lo scambio d’informazioni. I tradizionali sono quelli che comunicano in maniera unidirezionale: io parlo e tu, se vuoi, ascolti.

LO SCALPELLO DI MICHELANGELO

http://goo.gl/w44Kiw


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2 • SEARCH ENGINE MARKETING

SEARCH ENGINE MARKETING SEM Partiamo dalla definizione di SEM, acronimo di Search Engine Marketing, in italiano “marketing sui motori di ricerca”.

MOTORE DI RICERCA

L’IMPORTANZA DI NUMERI MA TU CI SEI SULLA SERP E STATISTICHE DI GOOGLE?

Banale ma non scontato, meglio definire cos’è un motore di ricerca. Google è un motore di ricerca. Yahoo è un motore di ricerca. Una qualsiasi casella Cerca si appoggia solitamente a un motore di ricerca. Quando cerchiamo qualcosa desideriamo che questa spunti subito e in prima pagina. Ora, se un potenziale cliente ci cerca, è fondamentale essere tra i primi risultati, perché raramente si va oltre quelli. Vediamo come si può essere notati dai “ricercatori”, ovvero come fare per essere trovati dai clienti che consultano un motore di ricerca.

Quanti hanno un sito, si saranno sempre posti le fatidiche domande: quante visite ho? Come posso aumentarle? Domande assolutamente non banali. Partiamo quindi da come possiamo rilevare le visite al nostro sito. Prima di tutto occorre installare un contatore di visite. Consigliamo Google Analytics, uno strumento gratuito, intuitivo ed efficiente. Una volta creato l’account (basta cercare Google Analytics e iscriversi) si riceve un codice da inserire all’interno della struttura del sito. In questo modo Google può monitorare ciò che accade nel nostro sito: quanti utenti accedono, quali pagine vengono visitate, il tempo di permanenza nel sito, da dove vengono, se usano dispositivi mobili e molto altro. Google Analytics offre anche dei report statistici che invia comodamente via mail. Dedicando un po’ di tempo a leggere i numeri, è possibile comprendere quali azioni abbiano avuto successo, quali debbano essere migliorate e quali sospese. Ad esempio, un buon testo scritto bene ci porta delle visite mirate. Scrivere “stampa digitale su cartelli per eventi in Milano” è sicuramente meglio che scrivere nel nostro sito “stampa digitale a colori”. Il perché lo capiremo quando affronteremo le Keyword.

Nuova parolaccia per i non addetti ai lavori: SERP. Vediamo cos’è con un esempio. Per ritrovare un contenuto in un libro o in una rivista, basta consultare l’indice. Vi è indicato il titolo del capitolo o dell’articolo, e la pagina dove poterlo leggere. Nel web, invece, non ci sono indici. Per trovare dei contenuti occorre compiere una query, in altre parole occorre interrogare il motore di ricerca. Si digitano le parole chiave che rappresentano il succo di ciò che stiamo cercando (es. “stampa digitale”), e il motore di ricerca ci restituisce una lista di pagine (siti) pertinenti. Questa lista è detta SERP, acronimo di Search Engine Page Results, in italiano “la pagina dei risultati del motore di ricerca”. La questione è: se io ho un sito, come faccio a essere trovato dal motore di ricerca e quindi a comparire nella SERP possibilmente ai primi posti? Eh sì! Perché il problema non è solo essere trovati, ma comparire prima degli altri. Dobbiamo allora capire come ragiona un motore di ricerca.


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2 • SEARCH ENGINE MARKETING

COME EFFETTUA LA RICERCA GOOGLE? Tra i motori di ricerca, quello più usato è Google che vanta l’80% circa di utenza. Per questo quando si parla di motori di ricerca si parla, sostanzialmente, di Google. Attenzione, l’algoritmo con cui Google cerca e propone i contenuti è segreto. Perciò, il modo in cui opera è sostanzialmente ipotizzato per deduzioni. Per comparire nella SERP occorre, primo, capire come Google esegue le ricerche e, secondo, assecondarlo. Questo lavoro è chiamato SEO, Search Engine Optimization, ovvero “ottimizzazione (del sito) per il motore di ricerca”. Di seguito alcuni consigli utili da applicare al nostro sito per essere trovati da Google e comparire nella mitica SERP. Accessibilità agli spider I motori di ricerca hanno degli spider (ragni) che entrano nel sito e visitano le loro pagine. Il nostro sito dovrà essere rivisto, o rielaborato, in termini di codice di programmazione e struttura tecnica per agevolare, o almeno non ostacolare, il lavoro del motore di ricerca: lasciamo libero il passaggio agli spider che vengono a conoscere il nostro sito. Contenuti interessanti I motori prediligono i siti che contengono informazioni utili per l’utente. Gli spider rilevano i testi del sito (che siano articoli, titoli, link testuali, nome delle immagini…) e si “fanno un’idea” dell’argomento trattato, considerandolo più o meno pertinente con la query (richiesta) dell’utente. Scrivere la famosa frase “siamo un’azienda giovane e dinamica” non ci aiuterà nella ricerca. Scrivere invece “realizzazione di t-shirt con materiali termotrasferibili su abbigliamento” risulterà più appetibile per il motore di ricerca, nonché per l’utente. Keyword – Parola chiave Le keyword o “parole chiave” sono quelle parole che l’utente digita quando cerca qualcosa (query). La domanda è: con quali parole voglio essere trovato? Quali parole, rispetto ad altre, meglio identificano la mia pagina web? Le scelgo e le inserirò nei punti strategici del sito (all’interno degli articoli, title, tag ecc.), cosi ché tutte le volte che un utente fa una ricerca con quelle parole, il mio sito viene preso in considerazione. Il motore di ricerca, infatti, controlla la pertinenza tra le parole digitate dall’utente e quelle presenti nel sito. Se la pertinenza è alta, il sito ha maggiori possibilità di occupare buone posizioni. E ciò avviene quando il motore di ricerca “considera” che il sito risponde alle esigenze espresse dall’utente. Link popularity Un altro fattore, che il motore di ricerca tiene in considerazione, è la popolarità del sito. Google e gli altri fanno questo ragionamento: se sei molto gettonato, evidentemente gli utenti ti considerano molto utile, quindi sei utile anche per noi e meriti di posizionarti in alto per essere trovato anche dagli altri utenti. Questa popolarità il motore la calcola sulla quantità e qualità dei link in entrata. Meglio detto: una pagina web (A) è popolare se tanti siti (B1, B2, Bn…) hanno un link che rimandano ad essa. E più il sito (B) che rimanda alla pagina web (A) è autorevole, e pertinente, più quel “contatto”, quel link, aumenta la popolarità del sito (A). Questo è ciò che, nel gergo del marketing, chiamano Link Popularity. Vi chiederete allora: “Come fare per essere molto gettonati?”. Risposta: il nostro sito deve includere molti contenuti utili. Da dimenticare la pubblicità fine a sé stessa. Il consumatore è un utente che vuole informarsi, se non gli è data la possibilità di farlo, ignorerà noi, il nostro sito e i nostri prodotti.

PAY PER CLICK, KEYWORD ADVERTISING E POSIZIONAMENTO NATURALE. I metodi finora descritti danno risultati puri, ovvero, permettono di raggiungere un posizionamento naturale (o organico). Ma se non siete ancora soddisfatti dei risultati, potete avviare una campagna di keyword advertising per promuovere la vostra pagina web. Questo, però, è un servizio a pagamento di Google. Vediamo come funziona. Google mette a disposizione degli spazi per annunci sponsorizzati (AdWords). Quando si fanno le ricerche compare una lista di siti scelti da Google (o dal motore di ricerca usato in quel momento) e quello è il posizionamento naturale (abbiamo visto poc’anzi come sia possibile migliorarlo attraverso l’ottimizzazione del sito, SEO). Insieme a questa lista, ne compare un’altra: quella degli annunci sponsorizzati. Qui si esce in base alle keyword scelte per l’annuncio, ma se per primi o per secondi lo decreta un algoritmo che prende in considerazione, in linea generale, sia l’offerta massima che si è disposti a spendere, sia la pertinenza dell’annuncio con la pagina che si promuove e la query dell’utente. Per questo si chiama Keyword (parola chiave) Advertising (inserzione). Ma paghi solo quando qualcuno clicca l’inserzione e visita il tuo sito, pay per click (pagare per un click). È possibile, inoltre, scegliere in quale fascia oraria comparire e a quale area geografica rivolgersi. RIASSUMENDO Per SEM e SEO si intendono tutte le attività sopra descritte. Per la precisione la sigla SEM (Search Engine Marketing) racchiude tutte le attività che aumentano la visibilità sui motori di ricerca e parte di queste riguardano il posizionamento naturale. SEO (Search Engine Optimization) indica l’insieme delle attività relative solo al posizionamento naturale. Quindi: SEM = SEO + pay per click.


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2 • SEARCH ENGINE MARKETING

LE KEYWORD Le keyword sono una o più parole (es. “stampa” / “stampa digitale”) utilizzate dall’utente per effettuare ricerche in internet. Più parole sono scelte (es. “stampa poster roma”) e più la ricerca è mirata. Se la ricerca è mirata, l’utente ha serie intenzioni di compiere un’azione, come per esempio comprare il prodotto. Vale la pena quindi soffermarci su questo aspetto delle attività di SEO (Search Marketing Optimization): le keyword, ovvero le parole chiave.

KEYWORD, PAROLE CHIAVE E QUERY. L’utente, per trovare contenuti online, interpella il motore di ricerca. Digita una o più parole che meglio rappresentano ciò che sta cercando e aspetta che il motore gli restituisca una lista quanto più pertinente alla sua ricerca. In gergo si dice che l’utente effettua una query. Se abbiamo un sito, la domanda che dobbiamo porci è: con quali parole (keyword) digitate dall’utente vogliamo essere trovati? Con quali parole vogliamo comparire nella lista dei motori di ricerca? Pensiamo al nostro sito, al nostro business e stiliamo delle keyword. Le keyword devono essere pertinenti, competitive, specifiche. Vediamo queste caratteristiche nello specifico.

CARATTERISTICHE DELLE KEYWORD

Pertinenza Le parole che sceglieremo come keyword saranno semanticamente pertinenti con i contenuti del sito. Non possiamo scegliere la keyword “vino” se vendiamo scarpe. Ovvio! Se approdiamo su un sito di scarpe, ma quello che cerchiamo è vino, non solo ce ne andremo immediatamente, ma saremo anche infastiditi. Può accadere che leghiamo quel senso di fastidio al marchio di scarpe in questione, e ciò è controproducente. È vero anche che ci sono parole molto digitate e quindi capaci di generare più traffico di altre. Ma non è una motivazione valida per usarle per il nostro sito. Il punto da chiarire è: qual è l’obiettivo? Ricevere molte visite? O ricevere anche solo una singola visita ma mirata? Meglio poche visite ma da parte di utenti interessati realmente ai nostri prodotti. È importante che l’utente approdi su una pagina che corrisponda alle sue aspettative di ricerca. Quindi keyword e pagina web devono avere una certa corrispondenza.

Competitività (Analisi competitor) Prima di scegliere le parole chiave, è buona pratica controllare come sono posizionati i siti concorrenti. Si va a verificare, tra le keyword possibili, quali sono le più usate e quali meno. Se è vero che quelle più digitate generano più traffico, è vero anche che siti già ben posizionati con quelle parole esistono già. A volte, tentare di fronteggiare una concorrenza troppo forte è un’inutile perdita di risorse, meglio cercare strade alternative. Per esempio puntare su altre keyword, meno digitate ma prive di concorrenza. L’obiettivo è quello di trasformare utenti in clienti e non quello di avere tanti utenti e nessun cliente.

Specificità È aumentata la percentuale di chi effettua ricerche digitando più parole, come, ad esempio “stampa digitale corso di formazione milano”. Perché? Perché gli utenti sanno quello che vogliono e desiderano andare dritti al sodo: trovare immediatamente quello che cercano. Un utente, che sa quello che vuole, compie un’azione, come ad esempio iscriversi a un corso. Un utente indeciso vaga, gira, si fa un’idea e non compie nessuna azione. Quale utente stiamo cercando?


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2 • SEARCH ENGINE MARKETING

ORA CHE ABBIAMO STILATO LE KEYWORD, COSA FACCIAMO? Ottimizziamo le nostre pagine web con queste keyword pertinenti, competitive e specifiche. Inseriamo le keyword nei testi del sito. I testi non riguardano solo i contenuti testuali del sito, ma tutti i testi che compaiono e partecipano alla costruzione della pagina web: dalla url al nome delle immagini, passando per i tag e descrizioni testuali di video e foto. Risposta: il nostro sito deve includere molti contenuti utili. Da dimenticare la pubblicità fine a sé stessa. Il consumatore è un utente che vuole informarsi, se non gli è data la possibilità di farlo, ignorerà noi, il nostro sito e i nostri prodotti.

ANDIAMO PER ORDINE Il motore di ricerca “bruca” la pagina web e la “legge”, ricordate gli spider? Solo attraverso la “lettura” può capire di cosa tratta un sito, perché il motore di ricerca non vede le immagini, non guarda i video, non ascolta la musica e non riconosce loghi. Il motore di ricerca può solo decodificare codici: numeri e caratteri alfabetici. Andiamo a vedere nel dettaglio quali sono i testi che compongono una pagina web. I meta tag (tag title, tag description… ) riguardano il codice HTML con il quale sono descritte le pagine del sito. Occorre precisare che la tendenza comune dei motori di ricerca è quella di dare sempre meno importanza ai meta tag, e più ai contenuti scritti presenti nel sito. La URL del sito è uno dei primi testi che il motore di ricerca prendere in considerazione. Scegliete per il vostro sito, o per le pagine interne, un nome che contenga keyword rilevanti. Se inserite immagini, video e audio nelle pagine web, nominate questi file con parole pertinenti (keyword). S’incappa spesso nell’errore di caricare file nominati con stringhe di lettere e numeri insignificanti. Assegnate un nome ai vostri file e affiancate loro didascalie, titolo e breve descrizione. Ovviamente anche i testi del sito (presentazione azienda, articoli di approfondimento, comunicati stampa, descrizioni prodotti ecc.) dovrebbero contenere parole chiave e semanticamente pertinenti. Se viene svolto un buon lavoro, costante nel tempo, le parole che emergeranno saranno proprio le keyword scelte da noi e il motore di ricerca le prenderà in considerazione quando dovrà indicizzare la nostra pagina web.

CASE HISTORY

http://goo.gl/DUpC2I


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3 • WEB WRITING

WEB WRITING LA GRAFICA DEL TESTO Una buona strategia di web marketing dovrebbe includere anche una sezione dedicata al web writing, ovvero alla stesura di testi per il web. Abbiamo già precisato come sia importante ottimizzare i testi di un sito affinché contengano le keyword giuste per l’indicizzazione. A volte è sufficiente dividere il testo in paragrafi, titoli, grassetti, elenchi puntati: “aggiustare” lo spazio perché possa accogliere i contenuti anche, e soprattutto, a livello visivo. Di seguito una possibile formattazione, forse eccessiva, ma necessaria per lasciare un esempio tangibile e lanciare qualche suggerimento.

LA PAGINA WEB SI GUARDA, NON SI LEGGE. • Non copiare un testo cartaceo. • È difficile leggere sul monitor. > Prima di tutto occorre distinguere i testi cartacei da quelli per il web. È sconsigliato e controproducente copiare e incollare sul web i testi di un libro, di una rivista, di una relazione aziendale. > Leggere sul monitor non è la stessa cosa che leggere sulla carta. Ci sono delle limitazioni fisiche. Lo schermo emana fasci luminosi che compromettono la concentrazione del lettore. Sul web la concentrazione di lettura cala del 25% - 30%. Comprendere un testo, leggendo sul monitor, è più difficile. È consigliabile semplificare la comprensione del testo con accorgimenti grafici.

DARE UN RITMO VISIVO AL TESTO • Il testo è come un’immagine. • Organizzate il testo con: paragrafi, titoli, grassetto, immagini. • Preparate la versione stampabile. • Il mouse è peggio di un telecomando. > La pagina web è innanzitutto un’immagine. Il testo è percepito come una figura. Quindi immaginiamo di collocare il testo in uno spazio e dategli un ritmo visivo. > Quando accede ad una pagina web, l’utente non legge. Piuttosto scansiona la pagina in cerca di punti di approdo. Saltella da un punto all’altro del testo cercando di capire sommariamente di che parla. Quindi, diamogli questi elementi sui cui saltellare. Suddividiamo il testo in paragrafi tematici. Un concetto alla volta. Diamo loro un titolo e un sottotitolo. Grassettate le parti fondamentali. In questo modo l’utente potrà cogliere l’argomento a colpo d’occhio. Se interessato, approfondisce. Ricordate: comprendere senza fatica è gratificante. È un’esperienza che attrae. > Leggendo il grassettato si dovrebbe avere un sunto dell’articolo. Se l’utente lo trova interessante deciderà di approfondire e… perché no, anche di stamparlo. Quindi è bene curare anche la versione stampabile. Sulla carta lo spazio ha un altro valore. Fate in modo che l’utente, stampando, non debba usare troppa carta. Eliminate, dalla versione stampabile, elementi e spazi superflui. > Attenzione! La concorrenza nel web è altissima. L’offerta è illimitata e l’utente poco intenzionato a concentrarsi. Quindi, rendete accessibili i contenuti. Il mouse è peggio di un telecomando.


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3 • WEB WRITING

UNA DIMOSTRAZIONE • Quello che segue è il testo che avete appena letto, ma privo di impaginazione. > La grafica del testo La pagina web si guarda, non si legge. Non copiare un testo cartaceo. È difficile leggere sul monitor. Prima di tutto occorre distinguere i testi cartacei da quelli per il web. È sconsigliato e controproducente copiare e incollare sul web i testi di un libro, di una rivista, di una relazione aziendale. Leggere sul monitor non è la stessa cosa che leggere sulla carta. Ci sono delle limitazioni fisiche. Lo schermo emana fasci luminosi che compromettono la concentrazione del lettore. Sul web la concentrazione di lettura cala del 25% – 30%. Comprendere un testo, leggendo sul monitor, è più difficile. È consigliabile semplificare la comprensione del testo con accorgimenti grafici. Dare un ritmo visivo al testo. Il testo è come un’immagine. Organizzate il testo con: paragrafi, titoli, grassetto, immagini. Preparate la versione stampabile. Il mouse è peggio di un telecomando. La pagina web è innanzitutto un’immagine. Il testo è percepito come una figura. Quindi immaginiamo di collocare il testo in uno spazio e dategli un ritmo visivo. Quando accede ad una pagina web, l’utente non legge. Piuttosto scansiona la pagina in cerca di punti di approdo. Saltella da un punto all’altro del testo cercando di capire sommariamente di che parla. Quindi, diamogli questi elementi sui cui saltellare. Suddividiamo il testo in paragrafi tematici. Un concetto alla volta. Diamo loro un titolo e un sottotitolo. Grassettate le parti fondamentali. In questo modo l’utente potrà cogliere l’argomento a colpo d’occhio. Se interessato, approfondisce. Ricordate: comprendere senza fatica è gratificante. È un’esperienza che attrae. Leggendo il grassettato si dovrebbe avere un sunto dell’articolo. Se l’utente lo trova interessante deciderà di approfondire e… perché no, anche di stamparlo. Quindi è bene curare anche la versione stampabile. Sulla carta lo spazio ha un altro valore. Fate in modo che l’utente, stampando, non debba usare troppa carta. Eliminate, dalla versione stampabile, elementi e spazi superflui. Attenzione! La concorrenza nel web è altissima. L’offerta è illimitata e l’utente poco intenzionato a concentrarsi. Quindi, rendete accessibili i contenuti. Il mouse è peggio di un telecomando.

CONCLUSIONE Come possiamo vedere, non è allettante come il precedente. Un testo serrato, che occupa tutto lo spazio e non respira, non fa respirare neanche il lettore che, scoraggiato, passerà ad altro. Peccato! Perché ciò che avevamo scritto era davvero di qualità e molto interessante!


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3 • WEB WRITING

LA LEGGIBILITÀ Vediamo ora qual è la modalità con cui editare i contenuti web per far in modo che risultino più chiari e fluidi possibili. Non dobbiamo dimenticare che se scriviamo è perché abbiamo qualcosa da dire. Rendere leggibile il messaggio avrà, quindi, un doppio effetto: gli utenti leggeranno effettivamente il nostro articolo e saranno contenti di averlo fatto!

PERCHÉ DOVREBBERO LEGGERE QUELLO CHE SCRIVI? In genere si scrive quando si ha qualcosa da dire. Ma ci siamo mai chiesti se quello che abbiamo da dire può interessare qualcuno? Ricordiamo che non stiamo facendo letteratura ma comunicazione. Non dobbiamo, infatti, dimostrare di essere eccellenti scrittori. Semplicemente stiamo scrivendo perché abbiamo bisogno di comunicare con il nostro utente/cliente. Qual è la nostra priorità? Vincere un premio letterario per le nostre doti di narratore o arrivare dritto e secco al nostro utente/cliente?

SCRIVI SEMPLICE E COMUNICHERAI MEGLIO Soggetto + verbo + complemento. Punto. Questa è la formula più elementare e più chiara. Frasi brevi che esprimono un concetto alla volta. Danno il tempo al lettore di apprendere e al cervello di respirare. Di capire senza fatica. Un passetto alla volta. È meglio evitare frasi con molte subordinate, gerundi, verbi al passivo e periodi contorti. È consigliabile invece concatenare i pensieri in più frasi principali.

LA BREVITÀ AIUTA LA COMPRENSIONE Frasi brevi sono più comprensibili. Parole con meno sillabe sono più leggibili di quelle con più sillabe. Ricordiamoci di queste semplici regole anche quando componiamo un titolo. La brevità non è solo una questione di spazio, ma anche di leggibilità.

INDICE DI LEGGIBILITÀ. L’INDICE GULPEASE. L’indice Gulpease è una formula che, in base al numero di frasi, parole e lettere, calcola la leggibilità di un testo. Ovvero indica il grado di istruzione necessario per comprendere appieno quanto scritto. L’indice Gulpease è forse il più usato ma ne esistono altri. Non è la legge, ma è interessante testare i nostri scritti per avere un metro di paragone e correggere il tiro. La scala di leggibilità va da 0 a 100. 0 = non è leggibile, 100 = è leggibile. Più precisamente: 80 – 100 > leggibile con licenza elementare 60 – 80 > leggibile con licenza media 40 – 60 > leggibile con licenza superiore 0 – 40 > di difficile comprensione


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3 • WEB WRITING

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IL VOCABOLARIO DI BASE DELLA LINGUA ITALIANA Tullio De Mauro, linguista, ha racchiuso in un dizionario le parole di uso più frequente. Ne sono circa 7000. Per intenderci: lo Zingarelli 2013 conta 143.000 voci. La lingua italiana offre un vasto ventaglio terminologico, ma il nostro linguaggio corrente sfrutta solo una minima parte dei lessemi che la lingua italiana mette a disposizione. Per farsi capire occorrerebbe rifarsi a questo ristretto vocabolario. Questo non significa rinunciare alle parole, ai loro significati e sfumature. I significati sono importanti e per esprimerli adeguatamente vanno scelte e selezionate le parole giuste. Se le parole selezionate rimangono fuori dalla portata dei più, semplicemente le si spiegano. Anche i concetti più complessi possono essere compresi. Non serve semplificarli rischiando di banalizzarli o impoverirli. Basta spiegarli con semplicità.

ORDINARE I CONCETTI PER PUNTI Strutturiamo il discorso in più punti. Così non rischiamo di ripeterci e creare confusione nel lettore. Ogni punto è come un micro contenuto. Separiamo ogni micro contenuto dall’altro con degli spazi e un titoletto (ritmo visivo). Dando un titolo ad ogni capoverso non solo forniamo un riassunto al lettore ma abbiamo anche la possibilità di rafforzare le keyword. In questo modo, inoltre, il lettore ha chiaro il percorso logico del discorso. Non è costretto a leggere tutto per conoscere il contenuto intero dell’articolo e può saltare da un punto all’altro secondo le sue curiosità e priorità. Un utente gratificato è un utente felice. Un utente felice è un utente che tornerà più volentieri sulla nostra pagina web.

IL CONTESTO DEL TESTO Prima di scrivere teniamo conto di dove sarà pubblicato il nostro articolo. Se lo spazio di destinazione è uno spazio caotico ricco di altri contenuti o se è uno spazio più “silenzioso”. Pubblichiamo il testo nel tuo blog? Pubblichiamo il testo in un sito ricco di altri contenuti? Pubblichiamo il tuo post su FB? C’è concorrenza? Attira l’attenzione del lettore! Dobbiamo tener conto della concorrenza, del chiasso della pagina web, dello spazio visivo che ci viene concesso. A seconda del “luogo” di pubblicazione cambia anche la propensione dell’utente alla lettura. Se viene a casa nostra, per esempio, entra nel nostro blog, è molto probabile che voglia leggere i nostri contenuti. Se è “a passeggio” in un luogo pubblico, per esempio, in un sito aggregatore di contenuti, allora saremo costretti a fare uno sforzo in più per essere notato e scelto. Ecco che allora giocheranno un ruolo molto importante l’immagine, il titolo e le prime righe dell’articolo.

RILEGGERE

LEGGERE

Prima di pubblicare, leggiamo molte volte l’articolo per correggere eventuali errori di battitura o refusi.

Per scrivere comprensibile è consigliabile leggere molto, sia testi semplici che testi complessi. I testi semplici ci forniscono spunti per scrivere leggibile. I testi complessi tengono il nostro cervello e il nostro vocabolario in allenamento.

SLIDE SCRIVERE PER IL WEB http://goo.gl/MYBesN


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

SOCIAL MEDIA MARKETING L’IMPORTANZA DI ESSERE UN ARTIGIANO TECNOLOGICO SU FACEBOOK Oltre ad essere Tecnologico, l’Artigiano deve necessariamente essere anche Social. Le strategie di marketing più efficaci oggi passano attraverso il web 2.0. Ora vi spieghiamo il motivo e come essere presenti nella maniera più efficace possibile.

PERCHÉ AVVIARE UNA STRATEGIA DI WEB MARKETING SU FACEBOOK? Per creare una COMUNITÀ attorno al brand o prodotto. Per conoscere, DAVVERO, chi sono i nostri utenti. In una parola sola: affiliazione. Con FB si crea affiliazione. Perché è tanto importante l’affiliazione per un’azienda? Perché crea un rapporto continuo tra azienda e consumatori. La certezza di avere SEMPRE un nutrito gruppo già targettizzato al quale rivolgersi.

IL CLIENTI “SOLITI” DANNO E RICEVONO SICUREZZA Immaginiamo di dover personalizzare una t-shirt e di trovarci davanti a due negozi che offrono lo stesso servizio. Uno lo conosciamo da sempre, l’altro no. A chi affidiamo il lavoro? A volte, soprattutto quando non si conosce nessuno, si tende un pò a sperimentare, ma poi si va sempre dal solito fornitore. Per amicizia, perché ci offre un servizio migliore, perché ci si fida. O semplicemente per abitudine. Quel cliente lì, quello che torna, è un cliente affiliato. È uno dei “soliti” clienti. Più clienti di fiducia si hanno, meglio sta l’azienda.

COME AFFILIARE CLIENTI? ANCHE CON FB E GRAZIE A FB. Facebook dà l’opportunità di creare un ambiente dove “circoscrivere” e “crescere” un cospicuo numero di utenti profilati. Una comunità. Questi utenti o sono dei consumatori che già mi conoscono e restano in contatto con me grazie a FB, o sono utenti che non mi conoscevano, che non sono mai stati miei clienti, ma che hanno tutte le carte in regola per diventarlo. Il segreto non è nell’avere tanti utenti, ma nell’intrattenerli sul nostro FB.

ABBIAMO TUTTI UN ACCOUNT FACEBOOK Prima di tutto c’è da dire che FB ha avuto la capacità di portare on-line persone che non avrebbero mai pensato di iscriversi ad un social network, che forse snobbavano le comunità virtuali o addirittura non hanno mai familiarizzato con il computer stesso, considerato uno strumento per solo uso lavorativo. Facebook non è percepito come una comunità virtuale. È più un mezzo come il telefono per tenersi in contatto. Non si usano nickname o falsi profili. La veridicità dei dati personali lasciati non è ingenuità ma necessità. Per essere trovati, per trovare e quindi rimanere in contatto con tutti. Le relazioni sociali create su FB sono percepite quasi (forse anche senza quasi) come quelle reali. Se qualcuno ci toglie l’amicizia, ci si dispiace. Se qualcuno ci chiede l’amicizia, è un punto in più per il nostro status symbol. Tra FB e vita vissuta c’è un rimpallo continuo: “ci sentiamo su FB”, “ho visto le foto su FB”, “l’ho letto su FB che venivi alla festa”. Su FB si chiacchiera, ci si danno appuntamenti, si condividono foto, pensieri, passioni, idee. Tutto! E soprattutto è sempre accessibile, 24/7.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

PERCHÉ ANCHE L’AZIENDA DOVREBBE AVERE UN PROFILO FB O UNA PAGINA FAN? Per esserci. FB è come una piazza dove la gente s’incontra per chiacchierare, per stringere relazioni sociali. Vogliamo lasciare questi potenziali utenti/consumatori ai nostri concorrenti? O vogliamo andare lì, parlarci e presentargli prima degli altri i nostri prodotti? O meglio ancora, far sì che la nostra piazza, con il nostro nome, sia la loro piazza, il loro punto di ritrovo? Diamo vita ad un piazza, diamogli il nostro nome, riempiamola di attrattive e facciamo accomodare quanta più gente possibile. Creiamo un profilo pubblico su FB, diamogli il nostro nome e facciamo in modo che i nostri fan possano ritrovarsi lì per divertirsi, chiacchierare fra di loro. L’argomento? Ovvio, lo scegliamo noi: postiamo in bacheca le nostre ultime creazioni, lanciamo discussioni e argomenti interessanti quali, per esempio, eventi o applicazioni innovative.

NOTA BENE Se sei una persona fisica, dovrai aprire un Account Personale. Se sei un’azienda, dovrai invece creare una Pagina Fan. Cosa ci guadagni? Tanti utenti/consumatori intorno a te e a portata di mano, sempre e costantemente.

DOWNLOAD 6 REGOLE PER IL MARKETING SU FB http://goo.gl/2UI7y3


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

GOOGLE TI HA CERCATO SU LINKEDIN, DOV’ERI? Che differenza c’è tra una pagina personale, una pagina aziendale e una pagina Vetrina? E soprattutto, perché dovremmo aprire un profilo su Linkedin? Linkedin è il social network che mette in contatto professionisti e aziende. I professionisti pubblicano il proprio percorso formativo e lavorativo (il curriculum), prendono visione delle offerte di lavoro e, se lo desiderano, si propongono all’azienda. Le aziende pubblicano un proprio profilo (settore di competenza, prodotti, servizi ecc.), offerte di lavoro e aggiornamenti. Se siamo un professionista, oltre a cercare lavoro, troveremo molto interessante entrare in contatto con altri professionisti del nostro settore, discutere con loro di argomenti a noi affini partecipando ai Gruppi, vedere chi ha visitato il nostro profilo, seguire le aziende che ci interessano (come su Twitter). Se abbiamo un’azienda, pubblicare la propria pagina su Linkedin non è solo un modo per esplorare un ampio ventaglio di curricula che potrebbero arricchire il nostro staff, ma rappresenta un’importante occasione di visibilità. Le pagine Linkedin sono indicizzate da Google e finisco nelle prime posizioni della SERP (pagina dei risultati). Inoltre, le pagine aziendali di Linkedin sono comprensive di logo, descrizione prodotti, info e link al sito. E, dettaglio non trascurabile, la visibilità è data anche dai singoli professionisti che lavorano per la nostra azienda e sono presenti su Linkedin con il loro profilo personale. L’immagine dell’azienda trova espansione nei suoi dipendenti, nelle loro professionalità e curriculum. Non ti sei ancora convinto? Vediamo qualche esempio.

LA PAGINA AZIENDALE Nell’immagine possiamo vedere la home di una Pagina Aziendale. Come si compone?

Logo. In alto a sinistra, è la prima cosa che si nota. Segui. In alto a destra, per avere followers. Immagine. È importante scegliere un’immagine d’impatto, bella e rappresentativa. Descrizione. Info sull’azienda: descrizione, settore di competenza, link al sito ecc. Aggiornamenti. L’elenco degli aggiornamenti pubblicati dall’azienda (post del blog, portfolio, annunci ecc.). Sono comprensivi di Testo, Immagine, Link, toolbar per la condivisione. Dipendenti. A destra (a fianco dell’immagine), il numero dei dipendenti presenti su Linkedin. Dà subito l’idea della grandezza dell’azienda e delle risorse umane a sua disposizione: a conduzione familiare o multinazionale? È possibile approfondire il curriculum di ciascuno, che è un pò come passare ai raggi per ogni singola “skill” (abilità) in possesso dell’azienda.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

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LA PAGINA VETRINA Ogni pagina aziendale può avere più pagine Vetrina. Che cosa sono le pagine Vetrina? Se un’azienda, magari molto grande, ha intenzione di dare più rilievo ad alcuni settori/ divisioni/prodotti può farlo con la pagina Vetrina. Ognuna di queste pagine viaggia per conto proprio: ha i suoi followers, i suoi aggiornamenti, una visibilità a parte e distinta. Tutte le pagine Vetrina di un’azienda sono elencate in un box a destra.

Ecco l’esempio della pagina Vetrina. La pagina Vetrina è molto simile ad una pagina FAN di Facebook. Immagine orizzontale. Logo, in alto a sinistra. Segui, in alto a destra. Informazioni, sotto al logo. Link al sito. Aggiornamenti organizzati su 2 colonne, e link per la condivisione. È possibile seguire la pagina Vetrina senza per questo seguire la pagina aziendale (e viceversa), e ricevere gli aggiornamenti solo di una e non dell’altra.

CONCLUSIONE: SE GOOGLE CI CERCA, PERCHÉ SFUGGIRGLI? Bastano questi pochi, ma decisivi, passi su Linkedin per conferire al nostro brand o alla nostra attività “una buona dose” di visibilità. In caso ti fossi perso tra pagine personale, aziendale e vetrina… ecco due righe di riassunto.

RICAPITOLIAMO • Se siamo un professionista, iscriviamoci a Linkedin per pubblicare il nostro curriculum, vedere offerte di lavoro, seguire aziende, entrare in contatto con professionisti del nostro settore. • Se abbiamo un’azienda, pubblichiamo la nostra pagina aziendale per aumentare la visibilità del nostro brand. • Se abbiamo un’azienda molto grande e abbiamo necessità di mettere in rilievo alcuni settori sfruttiamo le pagina Vetrina.

NOTA BENE Il profilo personale > apre la pagina aziendale. La pagina aziendale > apre la pagina Vetrina. Per cancellare la pagina Aziendale e quelle Vetrina occorre interpellare Linkedin.

Tutto chiaro ma non sai come farlo? Leggi il prossimo capitolo.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

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LINKEDIN: GUIDA PRATICA. Di seguito, suggerimenti operativi accompagnati da immagini per muovere i primi, ma importanti e decisivi, passi su Linkedin.

ISCRIZIONE Per iscriversi a Linkedin basta cliccare qui: https://www.linkedin.com/reg/join?trk=hb_join E inserire nome, e-mail e password. Ecco, ora abbiamo una pagina personale su Linkedin.

SI PUÒ CAMBIARE LINGUA? CERTO! Clicchiamo sull’icona del nostro profilo in alto a destra, e poi su -Lingue, quindi, -Cambia.

Ora seguiamo le indicazioni di Linkedin e inseriamo i dati sul nostro lavoro (attuale e passato) e formazione. Cerchiamo le aziende da seguire e qualche “amico” con il quale abbiamo delle professionalità in comune. È più che sufficiente per cominciare, il resto verrà da sé.

COME CREARE LA PAGINA AZIENDA Dal nostro Profilo Personale, clicchiamo su -Interessi e poi su -Aziende. Poi clicchiamo, a destra, su –Crea.

Inseriamo nell’ordine Nome Azienda e indirizzo e-mail. Il nome può essere modificato in seguito se lo si desidera.L’indirizzo e-mail deve essere aziendale e non può corrispondere all’indirizzo e-mail utilizzato per aprire la pagina personale. Un esempio. Sì: AAA@nomeazienda.it No: AAA@gmail.com, AAA@libero.it ecc.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

COME CANCELLARE UNA PAGINA AZIENDA Capita magari di dover cancellare, per qualsivoglia motivo, la pagina aziendale. Per farlo, occorre chiedere l’autorizzazione a Linkedin: http://guida.linkedin.com/app/answers/detail/a_id/9276

CREA UNA PAGINA VETRINA Una pagina Vetrina può essere creata solo da una pagina aziendale. Se siamo l’amministratore di una pagina aziendale (una pagina aziendale può avere più amministratori: chi l’ha creata, più altri a scelta), entriamo nella nostra pagina aziendale e posizioniamo il cursore sulla freccetta affianco a -Modifica in alto a destra, e clicchiamo su -Crea una pagina Vetrina. Inseriamo il nome e, se vogliamo, scegliamo altri amministratori.

COME CANCELLARE UNA PAGINA VETRINA Per cancellare una pagina Vetrina non più attuale, occorre chiedere l’autorizzazione a Linkedin: http://guida.linkedin.com/app/answers/detail/a_id/45777


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

GOOGLE+. LA TUA IDENTITÀ È ONLINE: SEI PRESENTABILE? Ora impareremo a conoscere Google+ (Google Plus) e cercheremo di capire come può migliorare la nostra visibilità online. La guida non vuole essere esaustiva, ma solo dare i primi rudimenti e proporre qualche spunto sul quale crediamo valga la pena riflettere.

+ IDENTITÀ Se abbiamo attivato un servizio Google (Gmail, YouTube, Business Page ecc.) abbiamo un account Google. Se abbiamo un account Google ad un certo punto ci siamo ritrovati con un profilo Google Plus. Google+ non è, solo, il social network di casa Google. Google+ è una piattaforma sociale. Una dashboard, una console con la quale cercare, editare e condividere contenuti: post, recensioni, immagini, video, link. Questi contenuti, di cui siamo autori, contribuiscono a creare la nostra identità. Tutto quello che postiamo, infatti, porta il nostro nome che è legato ad un’immagine, quella del nostro profilo, che è legata ad un sito internet, se l’abbiamo e lo abbiamo debitamente inserito nelle informazioni che ci riguardano. Per Google+ la nostra identità è così riassunta: nome, immagine profilo, sito internet.

+ AUTORE I contenuti condivisi su Google+ vengono indicizzati da Google ed entrano nella SERP (pagina dei risultati). Se loggato su Google, un utente che interroga il Motore di Ricerca troverà tra i risultati anche i contributi pubblici provenienti da Google Plus (post, recensioni, link…) inevitabilmente legati al proprio autore. Un esempio. La query “fabbro porto san giorgio” ha generato una serie di risultati, tra i quali Officina Art & Craft. Questa ditta ha una recensione che l’autore ha reso pubblica e quindi visibile a tutti. La recensione porta il nome e l’immagine del suo autore perché creata con un profilo Google+. Due considerazioni. La prima. Ricevere recensioni aiuta l’azienda a promuoversi, ad uscire dal mucchio. Quindi è buona prassi far parte della rete Google. La seconda. Pubblicare recensioni ci rende autori. Aumentiamo la nostra visibilità e contribuiamo a creare la nostra identità. Con Google e Google+ si crea una rete di collegamenti che aumentano la VISIBILITÀ e l’IDENTITÀ di ciascuno.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

+ CONTENUTO Se con Facebook possiamo rintracciare i vecchi amici di scuola o sapere cosa combina il prozio emigrato in Argentina, in Google+ entriamo in contatto con persone e realtà che non conoscevamo ma con le quali abbiamo interessi comuni, e con le quali saremo fortemente motivati a condividere saperi, conoscenze e risorse. A differenza di Facebook, Google+ è meno tarato sulla sfera personale e più sul business, sulle competenze e sui contenuti. Così come in Twitter “l’amicizia” non è bidirezionale. Possiamo seguire chi vogliamo ed essere seguiti anche senza il nostro consenso. I post non hanno un limite di 140 caratteri (come in Twitter) ed anzi è possibile effettuare un editing base sui post. Possiamo modificare le immagini: correzione automatica, inserimento testo, rotazione. Possiamo formattare il testo aggiungendo il grassetto, il corsivo, il barrato. Come? Così: grassetto, *grassetto* | corsivo, _corsivo_ | barrato, -barrato-

+ SELEZIONE + CONDIVISIONE Per salvaguardare la propria privacy e per non generare fenomeni di spam è possibile “etichettare” i propri contatti dividendoli in cerchie e scegliere di rendere il post pubblico o visibile solo ad una o più cerchie. Sapendo che possiamo scegliere a chi mostrare i nostri contenuti saremo motivati a condividere di più. Fatta questa fugace, ma essenziale e non esaustiva panoramica, entriamo in un profilo Google+ per riflettere sulla casella Cerca.

CERCA E TROVA. SIAMO PRESENTABILI? In alto al centro, troviamo la casella Cerca persone, pagine o post.

È il motore di ricerca interno a Google+. Digitando un argomento, per esempio “stampa digitale”, il motore di ricerca restituisce una serie di pagine che non necessariamente fanno parte delle nostre cerchie. Due riflessioni. La prima. Con una ricerca del genere entriamo in contatto con realtà nuove che magari non conoscevamo e accediamo immediatamente ai loro profili. È uno strumento utile, per esempio, per cercare partner o analizzare i competitor. La seconda. Anche il nostro profilo, ovviamente, è indicizzato e potremmo uscire nelle ricerche di altri utenti. Cerchiamo di fare bella figura e non farci trovare impreparati, come è accaduto a molti qui di seguito. Ecco l’esempio.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

Con la query “stampa digitale”, Google+ propone dei profili e anche una Community. Di questi profili solo uno è completo di nome, immagine e sito internet. Dovendo sceglierne uno, su quale cliccheremmo? Da notare che Google+ dà immediatamente 3 informazioni: nome, logo e sito internet. L’essenza della nostra identità è in questi dati. Facciamo attenzione, ora, ai click che ci separano da un possibile cliente. Un click per accedere al profilo. Un secondo click per accedere al sito internet. Un click per approfondire una sezione del sito. In 3 click potremmo far conoscere ad un utente, potenziale cliente, un nostro prodotto o un’offerta speciale.

INIZIAMO Detto ciò, è ora di entrare in Google+ e, se non l’abbiamo ancora fatto, mettere in ordine il nostro profilo. Nel successivo capitolo una guida con immagini per muovere i primi passi.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

GOOGLE+: GUIDA PRATICA. Entriamo ora nella dashboard di Google+ per un primo approccio al social network. Verremo supportati da immagini e suggerimenti operativi.

CREA UN ACCOUNT E OPZIONE LINGUA Se non hai ancora un profilo su Google+, clicca qui: https://plus.google.com/ e poi su -Crea un account. La prima cosa da fare è scegliere una lingua a noi famigliare. Clicchiamo in alto destra sull’icona del nostro profilo, e poi su -Account:

Si aprirà una nuova finestra, con un menu orizzontale. Clicchiamo su -Lingua, e poi su -Seleziona lingue. Quindi, scegliamo la nostra preferita.

Bene. Ora chiudiamo la finestra e torniamo nel nostro Profilo.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

PROFILO Come vediamo, sembra molto simile ad una pagina Facebook. Sembra…

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Blocco 1

A sinistra, Immagine del profilo e Nome. A destra, un’immagine di presentazione. Scegliamola bella ed evocativa. Per poter modificare il nome e sostituire l’immagine, è sufficiente portarvi sopra il cursore del mouse.

Blocco 2

Un breve menu orizzontale che il visitatore potrà consultare una volta arrivato sulla nostra pagina: • informazioni su di noi • post che abbiamo scritto o condiviso • foto e video che abbiamo caricato o condiviso • +1 che abbiamo messo (una sorta di “mi piace”) sui contenuti degli altri • recensioni, ovvero i nostri commenti su attività e servizi geolocalizzati, per esempio pizzerie, ristoranti, negozi ecc.

Blocco 3

I post divisi in colonne. A sinistra, come da immagine, l’invito a postare. A destra suggerimenti di chi potremmo conoscere e le nostre cerchie.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

STRUMENTI E INFORMAZIONI UTILI Andiamo ad analizzare la barra di menu in alto a destra per i link rapidi. Cosa sono e a cosa servono.

• Da +MioNome si accede alla home. Qui sono visualizzati tutti i post dei nostri contatti. Una visione generale di quello che accade nel “mondo” di Google+. • Applicazioni. Si accede ai servizi messi a disposizione da Google: Gmail, Maps, Calender, YouTube ecc. • Notifiche. Es.: chi ci ha aggiunto alle proprie cerchie. Possiamo scegliere quali notifiche ricevere. • Il “+” è un comando rapido per postare e condividere foto, link, video, eventi. • Dall’immagine del profilo possiamo accedere ad -Account (Info personali, Sicurezza, Lingua, Strumenti dati, Guida), e -Privacy. • Hangouts. Per avviare video chiamate con componenti delle nostre cerchie. • Aggiungi Persone per allargare le mie cerchie.

MENU In alto a sinistra, troviamo il menu dove sono raggruppate e ordinate le diverse funzioni della dashboard, console, di Google+.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

HOME

Qui visualizziamo lo stream dei post di tutti i nostri contatti, le persone che seguiamo. È possibile filtrarlo selezionando le cerchie.

PROFILO

Tutto ciò che ci riguarda: informazioni, immagini, video, post.

PERSONE

I nostri contatti: chi ci ha aggiunto, suggerimenti e cerchie. Possiamo modificare e creare nuove cerchie (Amici, Famiglia, Lavoro, Calcetto ecc.) dove inserire e spostare i nostri contatti.

FOTO

Sezione dedicata alle foto che abbiamo caricato e condiviso. Possiamo intervenire sulle immagini modificandole con un programma dedicato al fotoritocco, intuitivo e semplice da usare.

HANGOUTS

Possiamo avviare video chiamate con i nostri contatti o partecipare a video chiamate aperte e on air.

COMMUNITY

Gruppi di discussione tematici a cui partecipiamo o potremmo partecipare.

PAGINE

Qui accediamo alle pagine che abbiamo creato. Ovviamente, possiamo crearne di nuove.

EVENTI

Elenco di eventi a cui siamo stati invitati, a cui parteciperemo e cronologia di quelli passati. Possiamo crearne anche di nuovi.

LOCAL

Elenco di attività e servizi geolocalizzati, possiamo commentarli e scrivere recensioni.

TEMI CALDI

Post che non fanno parte delle nostre cerchie ma, poiché ricchi di consensi, sono stati inclusi nello stream perché potrebbero suscitare anche il nostro interesse. Questa funzione è molto importante. Anche un nostro post, se riceve molti consensi, può essere visualizzato anche da utenti fuori dalle nostre cerchie.


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5 • ON E OFF LINE

ON E OFF LINE L’ARTIGIANO TECNOLOGICO È CROSS-MEDIALE Dal bigliettino da visita al sito. Dalla brochure al coupon da scaricare. L’online s’integra con l’offline, e viceversa. Se la comunicazione attraversa più mezzi, allora è crossmediale. Ma, per funzionare, ha bisogno di coerenza e specificità. Vediamo come e perché.

DEFINIZIONE DI CROSSMEDIALITÀ È una comunicazione crossmediale una comunicazione che viaggia, e si completa, sfruttando più media. Alcuni esempi. • È crossmediale un depliant che rimanda al sito per ulteriori informazioni. • È crossmediale una pubblicità alla radio che invita a connettersi al sito per scaricare un coupon gratis. • È crossmediale un QR code: si trova su supporto fisico (depliant, cartellone pubblicitario, totem) ma apre ad uno spazio virtuale. Quante volte ci è capitato di fotografare con il cellulare un QR code? Un attimo dopo eravamo già lì che sfogliavamo una galleria di immagini online.

LA CROSSMEDIALITÀ FUNZIONA SE C’È COERENZA Probabilmente, come artigiani tecnologici abbiamo un logo, un bigliettino da visita, il depliant, un sito, un cartellone 50 x 70 attaccato alla vetrina del negozio. L’elenco non è esaustivo ma serve a rendere l’idea. Tutti questi elementi costruiscono la nostra immagine. Ma fra loro c’è continuità? Più forte sarà la coerenza tra le comunicazioni dei diversi mezzi, tanto più forte sarà l’immagine che ne scaturisce. Alcuni elementi base come logo, font, colori primari e slogan dovrebbero combaciare e ripetersi. In questo modo si rafforzano, e l’immagine dell’azienda sarà immediatamente riconoscibile. Se al contrario ogni singola comunicazione apparirà, ogni volta, secondo uno stile proprio, si crea rottura e quindi spaesamento. A fatica il cliente potrà ricollegare a noi il depliant, il cartellone, il sito ecc… Una bella emorragia di risorse, non trovi?

DAL PUNTO DI VISTA DEL CLIENTE. UN ESEMPIO. Immaginiamo di essere un cliente, quale potrebbe essere il nostro comportamento? Passiamo davanti al negozio e vediamo un cartello rosso con una scritta bianca che declama “Stampa a novembre, contento per sempre!”, l’immagine di un sorriso, in basso il logo aziendale e la url al sito: www.stampadigitale.it. Siamo incuriositi, ma scegliamo di non entrare a chiedere informazioni: potremmo rimanere incastrati ed essere costretti a comprare qualcosa che non vogliamo. Meglio andare online e visitare il sito. Se l’azienda avrà messo in homepage la stessa frase, con gli stessi colori e la stessa immagine del cartellone, aprendo il sito ci troveremo davanti a qualcosa di famigliare e capiamo subito di essere nel posto giusto. Navighiamo il sito, ma non ci accontentiamo. Vogliamo qualche info in più, magari meno istituzionale. E allora andiamo su FB. Perché nel sito ci sarà senz’altro un link diretto. Approdati alla pagina FAN, riconosciamo il logo aziendale (usato come immagine per il profilo) e il famoso slogan. Repetita iuvant! Leggiamo i commenti dei fan, magari chiediamo informazioni in chat e, alla fine, ci convinciamo e ci rechiamo in negozio per la stampa. In questo esempio i diversi mezzi di comunicazione (stampa, sito, social network) hanno mantenuto coerenza. Ognuno aggiungeva qualcosa di nuovo ed erano ben collegati fra di loro. Via via che si passava da uno all’altro, il messaggio si andava rafforzando e completando.


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4 • SOCIAL MEDIA MARKETING

LA CROSSMEDIALITÀ RISPETTA LA SPECIFICITÀ DEL MEZZO Ogni comunicazione, sebbene caratterizzata da elementi fissi, dovrebbe essere declinata secondo il mezzo. Ogni mezzo ha regole specifiche e vanno perciò rispettate. I testi di una brochure, per esempio, non vanno bene per le pagine del sito: rispondono a regole diverse di lettura e attenzione (ricordi quanto detto poc’anzi sulla grafica del testo?). Oppure, l’indirizzo dell’azienda stampato nero su bianco sul bigliettino da visita diventa, nel sito, una mappa interattiva implementata con Google Maps. Per esempio su FB possiamo usare le emoticon (le faccine), sulla brochure risulterebbero fuori luogo. Ogni mezzo va sfruttato per le potenzialità che ha.

CROSSMEDIALITÀ È INTEGRARE ONLINE E OFFLINE Per il bene del nostro business, facciamoci riconoscere. Integriamo la comunicazione offline (brochure, volantini, radio…) con quella online (pagine web, banner, e-mail ecc.) Risultati assicurati!

CASE HISTORY

http://goo.gl/RdAG7G


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6 • ONE TO ONE DIGITALE

ONE TO ONE DIGITALE E-MAIL MARKETING, COMUNICAZIONE SU MISURA. Quando si ha un prodotto, un servizio, una consulenza da proporre alla clientela, è fondamentale che il messaggio sia indirizzato alla persona giusta, che lo possa recepire correttamente o che gli solletichi un’esigenza, evidente o latente. Una comunicazione, appunto, su misura. Inviare comunicazioni a pioggia e sperare di trovare qualcuno interessato è uno spreco di energie che è meglio evitare. Infatti, anche noi, reagiamo negativamente alle tante e-mail che ci arrivano e che magari ci fanno solo perdere tempo ed intasano la nostra casella mail. L’ideale sarebbe comunicare solo con le persone giuste. Andare direttamente da una persona, che ha bisogno proprio di quel prodotto, e venderglielo. Questo è il nostro ideale. L’e-mail marketing è uno strumento che ci permette di profilare la nostra comunicazione, differenziarla e inviarla alle persone effettivamente interessate. Utilizza il sistema delle mail come mezzo di comunicazione diretta. Professionalmente le chiamano DEM: Direct E-mail Marketing. Detto con parole un po’ più semplici: ricerche di mercato e strategie di vendita attraverso le e-mail. Quello che ci occorre per fare e-mail marketing è un database e un sistema d’invio mail. Oltre che, ovviamente, il giusto contenuto. Vediamo meglio questi aspetti.

E-MAIL MARKETING, MARKETING DIRETTO. Il punto iniziale della nostra strategia comunicativa con l’e-mail marketing è quello di disporre di un database di indirizzi di persone o aziende che pensiamo essere interessate a quello che facciamo. Se lavoriamo nel campo dell’interior design o della decorazione, sarà necessario aver un elenco di architetti, designer e vetrinisti della nostra zona. Se la nostra specialità è decorare automezzi, potrebbe essere interessante avere sottomano l’elenco dei carrozzieri, negozi di tuning e autosaloni. I database sono il tesoro della nostra azienda. Sono i clienti che serviamo, quelli che ci hanno contattato magari per un’informazione o un preventivo, oppure persone che abbiamo conosciuto in qualche attività che abbiamo fatto sul territorio. I database si possono anche acquistare, se ne siamo sprovvisti. Altro consiglio è quello di prendere un piccolo software di gestione clientela, chiamato in gergo CRM, per la gestione dei nostri nominativi. Nella rete ce ne sono diversi, anche gratuiti e comunque a misura della nostra azienda. Il database va curato, aggiornato e pulito, per evitare di portarci dietro dati inutili e obsoleti. Le azioni di contatto via mail ci permettono di vedere se i nostri nominativi sono ancora attivi oppure non più validi.


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6 • ONE TO ONE DIGITALE

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COME INVIARE?

COSA INVIARE

Esistono principalmente tre metodi per la gestione delle nostre mailing.

Possiamo inviare una semplice mail di testo, un’immagine, un mix delle due cose. L’importante è far sì che il nostro invio generi un’azione da parte del ricevente e quindi un contatto. Ecco perché è molto importante inviare il messaggio giusto e realmente utile alle persone cui vogliamo rivolgerci. Facciamo in modo che i nostri contatti lascino un recapito o chiedano di essere ricontattati, in modo da poterli poi richiamare senza disturbare. Di solito, s’invia la prima e-mail, poi la seconda e via di questo passo. Per ogni invio si misurano le reazioni del ricevente. Oggi si hanno strumenti statistici che consentono di verificare il comportamento di chi riceve il nostro messaggio: se lo apre, quanto tempo rimane su quella pagina, su quali link clicca ecc. In base a queste misurazioni, si corregge il messaggio (grafica, testo, link) e il nostro database viene di volta in volta scremato e aggiornato. In questo modo è possibile conoscere gli utenti e inviargli un messaggio ad hoc, chiaro e preciso: “So che hai bisogno di questo prodotto, eccolo!”. Per questo la prima fase di studio e ricerca occupa molto tempo, ma è ripagata poi da un risultato quasi esatto. La costruzione del messaggio è un aspetto in cui vale la pena investire molto. Identificato il nostro pubblico di riferimento, costruiamo il messaggio mettendoci dal punto di vista di chi riceve e non dal nostro. Rimanendo nell’esempio della decorazione automezzi, inutile scrivere “uso di vinile cast con laminazione” ma meglio “materiali di qualità con protezione antigraffio” e via di questo passo.

Il primo è di avere noi una piattaforma d’invio mailing, tipo Mail Up o Mail Chimp. Da qui possiamo gestire sia il messaggio, la composizione grafica e caricare il nostro database per l’invio, gestendo poi i ritorni, le mail non valide, gli indirizzi errati, le cancellazioni e le statistiche. Il secondo è quello di chiedere ad aziende strutturate per questo servizio, come Bussinessfinder o Addressvitt, che mettono a disposizione il loro database e competenze. Questo servizio è interessante quando non si hanno nominativi oppure si vuole comunicare ad un pubblico diverso da quello standard. Tutta la parte di gestione dei risultati è demandata a loro, che solitamente danno a fine invio un report con tutti i dati e le loro considerazioni. Il terzo è quello di lavorare con un’agenzia web di nostra fiducia, che gestisce la grafica, il messaggio (o ci aiuta a linearizzarlo), l’invio, le cancellazioni e vi da il report. In questo caso, avremmo la massima flessibilità perché possiamo costruire il servizio in base alle nostre esigenze.

COME CREARSI UN DATABASE DI INDIRIZZI E-MAIL?

http://goo.gl/Pfsz9x


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7 • DIGITAL PR

DIGITAL PR ARTICLE MARKETING: PUBBLICHE RELAZIONI DIGITALI. L’article marketing, letteralmente “marketing attraverso gli articoli” è un’attività che consiste nel redigere testi e diffonderli nel web in siti dedicati, a tema o d’informazione. L’obiettivo è quello di aumentare ulteriormente la visibilità del nostro sito nonché del brand. L’Article Marketing è solo una delle attività da includere nel lavoro del Digital PR che ha il compito di allacciare contatti con gli influencer e veicolare quindi i contenuti appositamente realizzati in accordo con il cliente: articoli, immagini, video, infografiche. È bene ricordare che il contenuto non deve solo informare ma portare un valore aggiunto tanto forte da spingere l’utente alla condivisione e quindi alla sua “fortuna” nella rete. Fatto questo breve, brevissimo, excursus torniamo all’Article Marketing di base.

ARTICOLO O COMUNICATO STAMPA?

DIFFUSIONE NEL WEB

Ci sono due tipi di testi: l’Articolo e il Comunicato Stampa. Il Comunicato Stampa è un testo autoreferenziale, è la voce dell’azienda che parla di sé: attività, prodotti, servizi e news. È un testo che contiene tutte le informazioni necessarie per scrivere un articolo. Nell’editoria cartacea, infatti, è diffuso tra gli organi di stampa affinché possano trarne una notizia. Nel web è sufficiente pubblicarlo nei siti che raccolgono i comunicati stampa, portali di riferimento degli utenti interessati. L’articolo, invece, è un testo meno formale. Non deve necessariamente rispettare i canoni del comunicato stampa. Può avere un linguaggio più fluido e amichevole, spaziare su diversi argomenti, commentare notizie ed eventi. L’esempio più comune di articolo è il post del blog. Per realizzare un comunicato stampa o un articolo, possiamo far riferimento a un’apposita agenzia di comunicazione o provare a fare da soli. Tantissime poi sono le fonti sul web cui rivolgersi oppure libri sull’argomento.

Ora occorre fare un ulteriore distinguo: siti di Comunicati Stampa e siti di Editoria Sociale (social bookmarking). I primi si avvalgono di una Redazione specializzata che valutano i CS (Comunicati stampa) proposti dall’utente. Possono accettarli o, qualora non li ritenessero validi, rifiutarli. Il testo è sempre pubblicato integralmente e in calce sono sempre presenti sia l’autore sia un link diretto alla fonte (il CS originale). L’editoria sociale, invece, è diffondere una notizia nella maniera del web 2.0, condividendola sui social network (Facebook, Twitter ecc…) e nei siti di Social Bookmarking. I social bookmarking sono “social network” dedicati all’informazione. Gli utenti si registrano e inseriscono con il proprio account non l’articolo ma un bookmark, un segnalibro. Un segnalibro segnala il link della notizia. È composto da titolo, abstract (ma non sempre), tag e link. Chi lo ritenesse interessante clicca e va a leggersi la notizia direttamente nel sito dell’autore. Non c’è una redazione che seleziona gli articoli. Sono gli altri utenti registrati che votano e decretano l’utilità della notizia. Qualsiasi utente può collegarsi e consultare questi elenchi di segnalibri divisi in categorie e rintracciabili grazie ad un motore di ricerca interno.


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7 • DIGITAL PR

QUAL È IL VANTAGGIO DI PUBBLICARE IL PROPRIO ARTICOLO NEI SITI DEGLI ALTRI?

A

MIGLIORARE LA LINK POPULARITY.

Per ogni articolo pubblicato vi è un link di ritorno al proprio sito. Questo aiuta la link popularity e quindi il posizionamento nella SERP. Attenzione, alcuni siti linkano indicando il no follow: in questo modo quel link c’è ma non apporta valore per il PageRank (posizionamento della nostra pagina nei motori di ricerca).

B

AUMENTARE IL TRAFFICO AL SITO.

Le possibilità che gli utenti leggano il nostro articolo sono maggiori. In genere i siti specializzati in Article Marketing hanno un buon posizionamento, migliore del nostro, e ciò favorisce anche l’indicizzazione da parte del motore di ricerca.

C

RAFFORZARE IL BRAND.

L’articolo che pubblichiamo, si trascina dietro un box con le informazioni sull’autore. Questo rafforza la presenza del nostro brand online. Più diffusione ha l’articolo, più diffuso sarà il nostro marchio.

D

CONTRIBUIRE ALLA REPUTAZIONE ON-LINE.

Pubblicando e promuovendo articoli sull’azienda, contribuiamo alla costruzione della sua reputation online, in altre parole “ciò che il web riferisce su di noi”. Così, quando un utente cerca informazioni sul nostro brand o prodotto troverà molte fonti ufficiali che contrastano quelle dei competitor e diminuiscono il rischio di voci discordanti con la linea dell’azienda.


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8 • PROXIMITY MARKETING

PROXIMITY MARKETING UN ARTIGIANO TECNOLOGICO SEMPRE PIÙ VICINO Il Proximity Marketing, o marketing di prossimità, è un marketing circoscritto ad un luogo fisico. Si presenta come un’innovazione del marketing relazionale e mira a coinvolgere gli utenti “nel posto giusto al momento giusto”. Ha un raggio d’azione limitato: solo gli utenti presenti nell’area prossima al punto di diffusione della comunicazione sono coinvolti. È un marketing che cerca un contatto diretto ed esclusivo con il cliente. Non bisogna considerare la vendita come scopo primario, piuttosto è necessario creare un’esperienza d’acquisto che riesca a prendere per mano il consumatore e lo accompagni verso il nostro punto vendita. Come? È concesso tutto (o quasi)!

ESEMPIO: LO VIVI SOLO SE CI SEI. È estate e fa caldo. Passeggiamo per le vie del centro quando, passando davanti ad un bar, d’improvviso siamo refrigerati da aria nebulizzata. La cosa ci colpisce piacevolmente. Alziamo lo sguardo e notiamo una scritta: “Nuova bibita FrescoSoda: 0 calorie, 10 gusti. Entra e provala!”. E lo farete sicuramente!

ATTRARRE DAL VIVO CON UNA COMUNICAZIONE INTERATTIVA Centri commerciali, stazioni ferroviarie, aeroporti, luoghi e piazze pedonali possono essere luoghi stimolanti per un Artigiano Tecnologico. Sono luoghi, infatti, dove si affollano persone, dove la gente tende più che mai a essere sensibile ad iniziative speciali e novità. Realizzare e collocare un totem o un cartellone interattivo all’interno di queste aree può avere un duplice valore: un efficace strumento promozionale, ma anche una forma di entertainment, di divertente interazione tra cliente e azienda. Attraverso il totem, il visitatore può ricevere direttamente sul suo smartphone in maniera gratuita qualsiasi tipo di contenuto multimediale: suonerie, video e news sugli eventi connessi alla location prescelta, etc. In che modo? La tecnologia è in continua evoluzione, ma l’ultimo esempio in fatto di marketing di prossimità è il Digital Signage: una forma di comunicazione su supporti digitali come sistemi bluetooth, pannelli video, totem e QR- Code.

ESEMPIO: BLUETOOTH. È quasi Natale. Giriamo in un centro commerciale, sconfortati, in cerca di un regalino per i colleghi di lavoro. Ci arriva un messaggio via bluetooth: “Personalizziamo accendini, cinture, posate… Scegli la frase o il nome e vieni da Art-Stampa. Ci trovi nel corridoio centrale.” È una bella idea, o forse no, ma visto che siamo già qui perché non fare un salto al banchetto di Art-Stampa?


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8 • PROXIMITY MARKETING

QR-CODE: COS’È E COME FUNZIONA. Il QR-Code è un codice a barre bidimensionale composto da moduli neri disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Il suo scopo è di memorizzare informazioni che saranno poi lette tramite la fotocamera di un telefono cellulare o uno smartphone. Le informazioni contenute nel QR Code saranno immediatamente visualizzate sul telefonino: testo, immagini, link ed altro. Come funziona? È innanzitutto necessario fare il download di una apposita applicazione che permetta alla nostra fotocamera di saper “interpretare” il QR Code. Il procedimento è molto semplice: un oggetto viene “taggato” , l’utente/cliente rileva la tag con un cellulare e tramite la rete vengono recuperate ulteriori informazioni riguardanti l’oggetto in questione. Il QR Code è spesso utilizzato poiché può essere modellato per qualsiasi tipo di utilizzo legato al proximity marketing: volantini, banner da vetrina, cartelloni pubblicitari, biglietti da visita, libri e riviste, ma possono essere sistemati in tantissime altre aree stampabili. Gli obiettivi che si ottengono con il marketing di prossimità sono molteplici. Esso permette di: incuriosire, attrarre, trasferire valore, collezionare dati e informazioni (abbiamo un contatto diretto con il cliente), vendere, seguire e supportare l’esperienza del cliente.

ESEMPIO: QR-CODE. Ci troviamo ad una esposizione di macchine sportive. Probabilmente la fiera sarà frequentata anche da appassionati di car wrapping. Sono loro il nostro target. Posizioniamo un totem con una scritta tipo: “E tu? Come la vuoi?”. E sotto un QR-Code. Fotografando il QR-Code con il cellulare si apre la pagina web del nostro sito dedicato al car wrapping. Una volta nel sito l’utente potrà accedere a diverse iniziative tipo sconti, offerte speciali, eventi, applicazioni. Immaginiamo di avere un servizio online di personalizzazione oggetti: è sufficiente compilare una form, inviare la foto e scegliere l’oggetto (magliette, cappellini…) da personalizzare. Potremmo piazzare un totem in un aeroporto d’estate. Una scritta “Portati le vacanze a casa!” e sotto un QR-Code. Fotografandolo l’utente approderebbe alla nostra pagina web, dove si accede al servizio. Le foto le ha già nel telefonino, potrebbe usufruire del servizio anche subito mentre aspetta di tornare a casa.

APPROFONDISCI

http://goo.gl/skEiQU


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9 • WEB E DIRITTI D’AUTORE

WEB E DIRITTI D’AUTORE L’ALTERNATIVA AL COPYRIGHT: LE CREATIVE COMMONS. Per un Artigiano Tecnologico la sua creazione è nulla se non può essere condivisa liberamente. Tuttavia l’autore deve poter tutelare la sua opera creativa, ma dovrebbe farlo senza troppi ostacoli e passaggi intermedi macchinosi. Una soluzione sono le Creative Commons, vediamo insieme di cosa si tratta.

COSA SONO LE LICENZE CREATIVE COMMONS? Le licenze Creative Commons sono l’alternativa al Copyright (tutti i diritti riservati) e al Pubblico Dominio (nessun diritto riservato). Su ogni opera d’ingegno vigono dei diritti. La legge permette al titolare dei diritti (l’autore dell’opera) di disporne liberamente. Ma quando un’opera è coperta da Copyright ogni diritto su quell’opera, è riservato. Ciò ostacola la diffusione dell’opera stessa, poiché per mostrarla, riproporla al pubblico ecc., occorre prima chiedere il permesso all’autore. E questo è un passaggio assai complesso. Le Creative Commons intervengono per eliminare i passaggi intermedi. L’autore dell’opera decide quali diritti riservarsi e quali concedere, e lo dichiara scegliendo una delle Licenze Creative Commons. Chi volesse usufruire dell’opera sa già in che termini. Le Creative Commons nascono per aiutare le opere di ingegno a circolare. Il Copyright, se da una parte tutela il detentore dei diritti, dall’altra vincola eccessivamente l’autore nel concedere la sua opera per diffonderla. A rimetterci sono soprattutto i giovani autori con scarse risorse. Il web e i CC (Creative Commons) rimuovono tali ostacoli e favoriscono la circolazione libera e tutelata delle opere creative.

PER CHI SONO LE LICENZE CC? Per musicisti, disegnatori, fotografi, videomaker, scrittori, blogger, insegnanti … e ovviamente per tutti gli Artigiani Tecnologici!


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9 • WEB E DIRITTI D’AUTORE

QUALI SONO LE LICENZE CREATIVE COMMONS? Le licenze Creative Commons si articolano in 4 principi, che l’autore può scegliere di combinare. Le combinazioni possibili sono 6. In tutte si deve sempre dichiarare chi sia l’autore dell’opera originaria.

ATTRIBUZIONE Sei libero di riprodurre l’opera, di modificarla, di usarla per scopi commerciali, a patto di dichiarare l’autore dell’opera originaria.

ATTRIBUZIONE - NON COMMERCIALE Sei libero di riprodurre l’opera, di modificarla, a patto di dichiarare l’autore dell’opera originaria e senza fini commerciali.

ATTRIBUZIONE - NON COMMERCIALE – NON OPERE DERIVATE Sei libero di riprodurre l’opera ma non di modificarla. Non devi avere fini commerciali e devi dichiarare l’autore dell’opera originaria.

ATTRIBUZIONE – NON OPERE DERIVATE Sei libero di riprodurre l’opera, di usarla per scopi commerciali ma non puoi modificarla. Devi dichiarare l’autore dell’opera originaria.

ATTRIBUZIONE – CONDIVIDI ALLO STESSO MODO Sei libero di riprodurre l’opera, di modificarla, di usarla per scopi commerciali, a patto di dichiarare l’autore dell’opera originaria e di lasciare all’opera la stessa licenza (es. i software open source).

ATTRIBUZIONE – NON COMMERCIALE- CONDIVIDI ALLO STESSO MODO Puoi diffondere l’opera senza scopi commerciali, puoi modificarla, devi lasciare che altri la usino con la stessa licenza e devi dichiarare l’autore dell’opera originaria.

VAI ALLE LICENZE CREATIVE COMMONS

http://goo.gl/qXnyYJ


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10 • GLOSSARIO

GLOSSARIO A • Advertisement - Dall’inglese “annuncio”, “inserzione”. Usato anche nella forma abbreviata Ad. • Advertising - Termine inglese, tradotto significa “pubblicità”. • Article marketing - Azione di web marketing che si realizza nella pubblicazione e diffusione di articoli e comunicati stampa in siti specializzati. L’obiettivo dell’Article Marketing è migliorare la link popularity, aumentare il traffico al sito, rafforzare il brand, contribuire alla reputazione online.

B • Banner - Letteralmente “striscione”. È una forma pubblicitaria molto usata in internet. Si tratta di un annuncio promozionale, può contenere immagini, animazioni, testo e ha la funzione di attirare l’attenzione dell’utente. È linkato ad una pagina di approfondimento sul prodotto sponsorizzato, il suo scopo infatti è essere cliccato dall’utente. Quanto costa inserire un banner? In genere, a differenza delle affissioni tradizionali (manifesti, striscioni, cartelloni), non si paga lo spazio occupato, ma i click through. Più raramente si paga ad impression. • Barra di navigazione - È lo spazio dove inserire l’URL (l’indirizzo) del dominio che si vuole visitare. È messo a disposizione dell’utente dall’interfaccia del browser.. • Blog - Abbreviazione di web log. Un blog è un diario pubblicato sul web. Tenere un blog significa avere una pagina web personalizzata dove annotare periodicamente, anche giornalmente, pensieri, fatti, eventi. Molte aziende aprono un blog per allacciare un rapporto univoco con i propri clienti. • Bluetooth Advertising - Marketing di prossimità nel quale i messaggi promozionali vengono veicolati da dispositivi con tecnologia bluetooth. Ci si riferisce al Bluetooth Advertising anche con la dicitura digital proximity marketing. • Browser - Programmi che decodificano le informazioni che viaggiano in internet permettendoci di visualizzare sugli schermi dei nostri computer testi, immagini, video, suoni. Brevemente detto: il browser è il software che ci permette di navigare il web. • Buzz marketing - Il buzz è il mormorio del passaparola. Il chiacchiericcio nel web si diffonde attraverso i social network, dove gli utenti si scambiano pareri anche sui prodotti da comprare. Ma il vero buzz scatta quando c’è una notizia eclatante di cui discutere. Un’azione di marketing non convenzionale particolarmente piaciuta inizia a rimbalzare da un blog all’altro. Gli utenti, proprio perché entusiasti, iniziano a passarsi i link di video e foto, veicolando, involontariamente, anche il marchio o il prodotto reclamizzato. Vedi anche: viral marketing e guerilla marketing.

C • Call to action - Letteralmente “chiamata all’azione”. Si realizza in quegli elementi, di un testo o una pagina web, che spingono il visitatore a compiere un’azione. L’obiettivo potrebbe essere quello di indurre l’utente a iscriversi alla newsletter, compilare una form, comprare un prodotto, lasciare un commento, cliccare, visitare una pagina web, ecc. In alcuni casi sono solo elementi testuali: frasi dirette, sintetiche e ripetute (per es.: Vuoi iscriverti? Clicca qui; Clicca per iscriverti; Non ti sei ancora iscritto? Contattaci ora). Altre volte gli elementi sono grafici: frasi che lampeggiano, immagini che si spostano per colpire l’attenzione e via dicendo. • Campagne advertising - “Campagne pubblicitarie”. • Click - Premendo il dito sul pulsante del mouse, si sentirà un rumorino: click! Se posizioniamo il cursore su un link e diamo un click, passiamo da una pagina web all’altra. Questo è “navigare” il web. • Click rate - Calcola il rapporto tra le impression e i click through. Ovvero: su tutti gli utenti che hanno visto il banner (impression) quanti di questi hanno poi cliccato per approfondire (click through)? In altre parole, calcola la percentuale dei click sul numero delle impression. Conoscere il click rate è importante per comprendere l’efficacia reale della pubblicità. • Click through - Click dell’utente sul banner. • Conversion Rate (CR) - CR = Totale utenza / (fratto) utenza convertita. Letteralmente “tasso di conversione”. È la percentuale dei visitatori che si è convertita in “compratori”. Più precisamente è la percentuale dei visitatori che ha risposto positivamente alla nostra richiesta, che non necessariamente era quella di comprare un prodotto, ma anche, semplicemente, di visitare il sito o lasciare un commento. Quando si avvia un’azione pubblicitaria sul web è perché si vuole portare l’utente a compiere una determinata azione (call to action), per esempio comprare il prodotto sponsorizzato, o sottoscrivere l’abbonamento, o iscriversi alla newsletter, o visitare il sito ecc. Quanti degli utenti sottoposti alla stimolazione (perché hanno ricevuto un e-mail, o visto il banner, o letto l’annuncio ecc.) hanno poi compiuto l’azione desiderata? Ce lo dice il Conversion Rate. • Creative Commons - Licenze per opere di ingegno. A differenza del Copyright -tutti i diritti riservati-, si basano sul principio -alcuni diritti riservati-. Agevolano la riproduzione, circolazione, diffusione delle opere di ingegno. • CRM - Acronimo di Customer Relationship Management. • Crossmedia - Si parla di crossmedialità quando la comunicazione viaggia attraversando diversi media. L’informazione si completa grazie all’uso incrociato dei mezzi di comunicazione. È crossmediale una trasmissione televisiva che interagisce con il pubblico usando il blog e leggendo in diretta i commenti del pubblico da casa. È crossmediale l’annuncio radiofonico che rimanda al sito internet per approfondire l’informazione e scaricare dati. • Customer Relationship Management (CRM) - Programma per la gestione delle relazioni tra l’azienda e i clienti. È un supporto elettronico usato nelle attività di fidelizzazione della clientela. Un CRM dà la possibilità di gestire un database con i dati dei clienti, quindi di aggiornarlo, di dividerlo per categorie, di stilare profili e selezionare elenchi ad hoc per l’attività di mailing.


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10 • GLOSSARIO

D • Database - O “banca dati”, è un archivio di dati organizzato in maniera tale da facilitarne la gestione. In genere un database permette l’inserimento, l’aggiunta, la modifica e la cancellazione delle informazioni. • DEM - Acronimo di Direct E-mail Marketing. • Digital Proximity Marketing - Vedi Bluetooth advertising e Proximity marketing. • Directory - È un database dove vengono catalogate le pagine web. Sono divisi in categorie e sottocategorie. La differenza con i motori di ricerca è che la catalogazione, ovvero la visione del sito e sua rispettiva indicizzazione, avviene per opera di persona umana e non, come nel caso del motore di ricerca, da sistemi automatici (spider). DMOZ è una delle directory più consultata, anche dagli stessi motori di ricerca. • Direct E-mail Marketing (DEM) - Letteralmente “Marketing diretto attraverso le e-mail”, vedi E-mail marketing.

E • Editoria Sociale - Diffondere articoli condividendoli sui social network e nei siti di social bookmarking. • E-mail - Abbreviazione di Electronic-Mail, in italiano “posta elettronica”. È un messaggio scambiato tramite una rete di computer. • E-mail Marketing - Instaurare una corrispondenza con il cliente attraverso le e-mail. Il fine ultimo dell’e-mail marketing non è inviare messaggi promozionali ma fidelizzare il cliente allacciando con lui un dialogo continuativo, un rapporto che duri nel tempo, grazie ad un approccio one to one. • Enterprise 2.0 - L’impresa incontra il web 2.0. Ovvero, quando l’impresa adotta un modo nuovo di rapportarsi con il cliente, con due conseguenze. La prima, il cliente smette di essere un consumatore e diventa un utente. La seconda, l’impresa apre con lui un dialogo e lo fa sfruttando gli strumenti messi a disposizione dal web: Blog, Wiki, Social Network ecc. L’Enterprise 2.0 si riflette anche nell’organizzazione interna dell’azienda: la condivisione dei contenuti è tale da favorire la collaborazione e il lavoro di gruppo, poiché abbatte gerarchie di ruoli e limiti dovuti a distanze geografiche.

F • Fidelizzazione - Fidelizzare un cliente significa istaurare con lui un rapporto duraturo. Come fare? Occorre innanzitutto conoscere il consumatore, capire quali sono le sue esigenze e quindi accontentarlo. L’attività di fidelizzazione va oltre la vendita del prodotto, entra in gioco il valore del brand e l’atteggiamento che l’azienda tiene nei confronti dei suoi clienti. Per questo si ricorre al web, per allacciare un dialogo con il consumatore che passi per il blog aziendale, il forum dove i consumatori esprimono liberamente le proprie opinioni, l’attività di mailing e i profili social. È meno dispendioso fidelizzare un cliente che già ci conosce, che trovarne di nuovi. • File di Log - Vedi Log file.

G • Googla - Voce del verbo googlare: io googlo, tu googli, egli googla... • Googlare - Italianizzazione del verbo: to google. Il verbo googlare indica l’azione di cercare informazioni sul web attraverso i motori di ricerca. Il neologismo googlare ha origine da Google, nome del motore di ricerca, attualmente, più usato. • Guerrilla marketing - Rientra nel così detto marketing non convenzionale (o non tradizionale). Sono azioni al limite del legale, ma non per questo nocive, che aumentano la popolarità (di un brand, di un’impresa, di un prodotto) perché molto creative, e la genialità, come sappiamo, è molto apprezzata dagli utenti web. Anche qui può scattare il passaparola. (Vedi anche viral marketing e buzz marketing).

I • Impression - Ogni volta che un utente apre la pagina web, nella quale è inserito il banner, si conta un’impression. Ovvero, quando il banner si mostra all’utente, e questo accade quando l’utente apre la pagina web dove abbiamo deciso di pubblicare l’annuncio. Attenzione, il numero di impression ci dice le volte che l’utente ha aperto la pagina, non che abbia anche preso visione del banner. Come posso sapere se il mio banner ha colpito o no? Con il click through. • Indicizzazione - Processo per il quale le pagine di un sito sono presenti nel database di un motore di ricerca o di una directory. • Internet - L’origine del termine è anglosassone e nasce dalla fusione delle parole “interconnected” (interconnesso) e “network” (rete): inter-net, ovvero, “connesso in rete”. Con l’iniziale maiuscola è il nome proprio della prima rete di computer con accesso pubblico. Con il termine internet si intende, infatti, l’infrastruttura che mette in connessione i computer di tutto il mondo creando una rete di comunicazione seconda solo a quella telefonica. Con la differenza, però, che con internet è possibile scambiare una gran quantità di informazioni di diversi formati: testi, immagini, video, audio. Come vengono scambiate tante informazioni? Attraverso i servizi che internet mette a disposizione: World Wide Web, la posta elettronica ecc.


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GUIDA STRATEGIE WEB PER ARTIGIANI TECNOLOGICI

10 • GLOSSARIO

K • Keyword - In italiano “parola chiave”. Le keyword sono le parole con le quali l’utente e la pagina web si incontrano. Da una parte, c’è l’utente che interpella il motore di ricerca, digitando le parole chiave che spiegano quello che cerca. Dall’altra parte, c’è la pagina web che sarà stata posizionata e indicizzata con determinate keyword, parole chiave, pertinenti con i suoi contenuti. La scelta delle keyword è al centro della pianificazione di una campagna SEM (Search Engine Marketing). • Keyword density - Percentuale di presenza di una keyword calcolata sul numero totale di parole contenute nel testo. Un esempio: in una pagina web la parola “scarpe” compare 3 volte, frequenza; se le parole del testo in tutto sono 6, la densità sarà del 50%. È consigliabile che il valore di keyword density si aggiri tra 2 e 5. Come misurare la keyword density e la keyword frequency? In internet esistono diverse soluzioni gratuite. Alcuni browser mettono a disposizione strumenti per il SEO. Uno di questi è proprio quello del conteggio delle parole, della sua frequenza e densità, per es. SeoQuake di Firefox. • Keyword frequency - Frequenza con la quale le parole compaiono in un testo, o nella pagina di un sito. Quante volte viene usata questa parola? In riferimento a ciò, si stila una graduatoria di keyword dalla più frequente alla meno frequente. Es. la parola scarpe compare 12 volte; tacco, 10 volte; spillo, 6 volte ecc.

L • Landing page - O “pagina di approdo”. Dopo aver cliccato su un link (di un banner, un’inserzione pubblicitaria, un risultato del motore di ricerca) l’utente anziché accedere direttamente al sito atterra qui, nella landing page. È una pagina (che linka al sito ma non viceversa) costruita ad hoc per svolgere determinate funzioni. Può essere pensata per stimolare l’utente a compiere delle azioni, call to action, come sottoscrivere un abbonamento, iscriversi alle newsletter ecc.; oppure per approfondire gli argomenti accennati dal banner e poi rimandare ad una sezione specifica del sito. Facciamo un esempio. Abbiamo un negozio di scarpe e un sito dove mostrare le collezioni. Pubblichiamo online questa inserzione: “scarpe invernali, sconti di fine stagione”. A quale pagina del sito la linkiamo? Alla home-page? L’utente dovrà navigare un po’, prima di trovare le scarpe. Direttamente alla pagina delle scarpe? Molte saranno state vendute, quelle che rimangono non avranno tutte lo stesso sconto. Come può l’utente capirlo? A questo punto costruiamo una pagina nuova, ad hoc per questa occasione, magari con una grafica diversa ma similare al sito. Scriviamo: “Grandi sconti! Ultime occasioni”. A seguire le foto delle scarpe con i prezzi scontati, ben segnati in rosso. Aggiungiamo le indicazioni stradali per raggiungere il negozio e infine un link “chi siamo” che rimanda al sito, dove saranno pubblicate altre informazioni: la collezione invernale, quella primaverile ecc. Quella che abbiamo creato è una landing page. Non fa parte del sito, ma accoglie l’utente e lo guida nel suo percorso che va dall’inserzione pubblicitaria al compiere un’azione: comprare un paio di scarpe / compilare una form / iscriversi alla newsletter. • Link Popularity (LP - Decreta, in base al numero dei link in entrata, la popolarità di un sito. Se molti siti linkano la nostra pagina web, significa che è molto conosciuta e stimata. • Log - In inglese la parola log significa “tronco di legno”. Nel linguaggio nautico log era il pezzo di legno che veniva legato ad un corda, che presentava nodi ad equa distanza l’uno d’altro, con la quale i marinai, gettandola in mare, calcolavano approssimativamente la velocità della nave. Con la parola logbook si indicava il “diario di bordo” della nave sulla quale si registravano tutte le informazioni utili alla navigazione, dalla velocità alla rotta, fino ad eventi particolari e di una certa rilevanza. Internet, che ha mutuato il gergo nautico, ha fatto suo anche il termine log associandolo al concetto di “registrazione”. • Log file (o file di log) - Ogni volta che un indirizzo IP accede ad una pagina web il server lo registra sul file. Il file di log traccia tutto quello che avviene in un server. Questi dati divengono elementi molto importanti durante la pianificazione di strategie di web marketing. • LP - Acronimo di Link Popularity.

M • Mailing - Invio per corrispondenza di materiale informativo e/o commerciale. Nel web marketing l’invio avviene digitalmente. • Marketing diretto - Forma di marketing che parla direttamente al cliente. In genere si realizza attraverso posta cartacea, posta elettronica (e-mail marketing), sms (telefonia mobile), telemarketing (comunicazioni telefoniche). I messaggi del marketing diretto sono personalizzati e mirati. Gli obiettivi, oltre a quello di comunicare offerte commerciali, sono conoscere, profilare e fidelizzare il cliente. • Marketing di prossimità - Vedi Proximity marketing. • Mash Up - Indica la mescolanza di elementi provenienti da fonti diverse. Nel web indica un’applicazione nella quale convergono risorse provenienti da altre applicazioni o siti. • Mass media - Termine inglese il primo, termine latino il secondo, insieme significano “mezzi di comunicazione di massa”. • Media - Tradotto letteralmente significa “mezzi di comunicazione”. È un termine latino, plurale di medium (mezzo di comunicazione). • Motore di ricerca (o search engine) - Sistema automatico che raccoglie le informazioni presenti nel web e le registra in un database. Detto con altre parole: indicizza pagine web. Permette all’utente di effettuare ricerche sulla base di parole chiave.

N • Newsgroup - Gruppo di discussione, ognuno può lasciare un commento sull’argomento trattato che sarà letto dal gruppo. • Newsletter - Sorta di notiziario: informazioni riguardanti un argomento specifico vengono periodicamente inviate per e-mail a chi si iscrive. È una delle attività di fidelizzazione del cliente.


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GUIDA STRATEGIE WEB PER ARTIGIANI TECNOLOGICI

10 • GLOSSARIO

O • One to One - Scritto anche 1to1 o 121, letteralmente “uno a uno”. Per Marketing one to one si intendono quelle strategie di vendita personalizzate sul cliente. One to one: trattare clienti diversi in modo diverso. Es. E-mail Marketing. • Ottimizzazione - Ottimizzare un sito significa favorire l’indicizzazione del sito nei motori di ricerca, quindi migliorare il suo posizionamento naturale. Per farlo lo si rende accessibile agli spider dei motori di ricerca; si inseriscono contenuti pertinenti con le keyword; si avviano attività per aumentare la link popularity. Sono fasi che rientrano nella pianificazione di strategie di Search Engine Optimization - SEO.

P • PageRank (PR) - Valore numerico che Google assegna alle pagine web per indicarne la popolarità e l’autorevolezza. Si distingue dalla link popularity perché l’algoritmo utilizzato per calcolare il PageRank è stato sviluppato da Larry Page, fondatore di Google, infatti porta il suo nome, Page, al quale è stato aggiunto Rank, dall’inglese “rango”. L’algoritmo di Google non si limita a “contare” i link in entrata (come accade per la link popularity), ma tiene presente anche di altri parametri quali: l’importanza del sito da cui proviene il link, il suo PR, la sua pertinenza con il sito linkato ecc. Un PR alto aumenta la possibilità di ottenere un buon posizionamento. “PageRank”, scritto esattamente così, è un marchio registrato Google. • Parola chiave - Vedi Keyword. • Pay per click (PPC) - Forma di pagamento per un’inserzione pubblicitaria sul web. Si paga per ogni click effettuato dall’utente sull’annuncio (click through). • Post - Articolo pubblicato in un ambiente informale del web come social network, blog, forum. Altri utenti potranno leggerlo, commentarlo e condividerlo. • PPC - Acronimo di Pay Per Click. • PR - Abbreviazione di PageRank. • Proximity marketing - O marketing di prossimità, è un marketing che fa leva sulla vicinanza fisica del target rispetto alla fonte di emissione del messaggio.

Q • Query - Richiesta con la quale si interroga un database. Compongono una query, per esempio, le parole (keyword) digitate nella casella -Cerca del motore di ricerca.

R • Ranking - Dall’inglese “classifica”. Riguarda la posizione che un sito occupa nella lista dei motori di ricerca. • Reporting - Vengono costantemente redatti dei report sull’attività di marketing svolta, per misurarne l’andamento e verificarne l’efficacia. • ROI - Acronimo di Return On Investment, “ritorno sugli investimenti”.

S • Search engine Vedi Motore di ricerca. • Search engine list - Lista di indirizzi web che il motore di ricerca (search engine) compila in seguito alla richiesta dell’utente (query). • Search Engine Marketing (SEM) - Tradotto in italiano significa “marketing sui motori di ricerca”. Ovvero avviare una serie di strategie che permettono ad un sito di essere immediatamente trovato dall’utente, migliorando il posizionamento naturale (Search Engine Optimization - SEO) e dando inizio a campagne promozionali come il pay per click. • Search Engine Optimization (SEO) - Detto in italiano “ottimizzazione (di una pagina web) per i motori di ricerca”. • SEM - Acronimo di Search Engine Marketing. • SEO - Acronimo di Search Engine Optimization. • SERP - Acronimo di Search Engine Results Page. Dall’inglese “pagina dei risultati del motore di ricerca”. • Social Media Optimization (SMO) - L’ottimizzazione di un sito internet attraverso una strategia sui social network, che diventano un’opportunità per portare traffico al sito e aumentarne, quindi, la visibilità. • Social Bookmarking - Segnalare una notizia postando un bookmark, un segnalibro, nei siti di Social Bookmarking dove i segnalibri vengono ordinati in categorie tematiche e l’utente può votare e commentare le notizie. • Social media press release - Comunicato stampa digitale diffuso attraverso il web e i social media. • Spam - È diventato sinonimo di immondizia invadente. Con il termine spam in genere ci si riferisce ad un e-mail indesiderata inviataci da indirizzi pressoché sconosciuti, spesso a scopo commerciale. Tutto ha inizio con lo sketch comico dei Monty Python sulla carne in scatola Spam, talmente pubblicizzata da essere ossessivamente ovunque. Lo sketch infatti è ambientato in un ristorante dove ogni singolo piatto proposto è a base di carne Spam (uova con spam, salsicce con spam ecc.). Lo Spam è ovunque, tanto da suscitare un senso di disgusto per l’eccessiva presenza nonché invadenza. • Spamming - Invio massiccio di comunicazioni indesiderate. Genericamente usato per riferirsi all’invio di e-mail che intasano la casella di posta elettronica con annunci commerciali. • Spider - Dall’inglese “ragno”. Software automatico che scandaglia il web, registrando, negli indici del motore di ricerca, il testo rilevato.


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GUIDA STRATEGIE WEB PER ARTIGIANI TECNOLOGICI

10 • GLOSSARIO

T • Target - Dall’inglese “bersaglio”. Campione rappresentativo dei clienti possibili. In base al target si definiscono le strategie di vendita. • Tools - Dall’inglese “strumenti”. Spesso usato in sostituzione del termine italiano strumento. • Tracking - Dall’inglese “monitoraggio”. Il servizio di tracking, offerto da una web agency, consiste nell’analizzare i dati pervenuti da speciali software capaci di tracciare, e registrare, il comportamento dell’utente che accede ad una pagina web.

U • Unique visitor - Vedi Visitatore unico. • URL - Acronimo di Uniform Resource Locator. Indirizzo che identifica univocamente una pagina web. Si compone del tipo di protocollo (http, ftp ...), nome della pagina web e sigla del dominio (it=italia, uk=inghilterra, com=commerciale, org=organizzazione).

V • Viral marketing - Azioni che fanno parte del così detto marketing “non convenzionale” (o non tradizionale). Sono pubblicità talmente geniali (spesso ironiche) che spingono gli utenti a parlarne. È il così detto buzz, il classico passaparola, anzi un vero e proprio contagio. E più il video, la foto, l’installazione ecc. è intelligentemente sorprendente e più gli utenti si divertono a condividerla con gli amici. • Virtual press office - Letteralmente “Ufficio stampa virtuale”. Ha il compito di pubblicare online le “Social media press release”. • Virtual tour - Ricostruisce, virtualmente, un luogo fisico nelle sue tre dimensioni, altezza, larghezza, profondità. Da un computer, l’utente può esplorare un luogo a 360 gradi, decidendo di muoversi al suo interno: destra sinistra, sopra sotto, avanti indietro, avvicinarsi, allontanarsi, zoommare. • Visitatore unico - O unique visitor. Il singolo individuo che interagisce attivamente con la pagina web di riferimento. Per capire, occorre fare un passo indietro. Un visitatore è un utente che accede alla pagina web. Quindi 10 accessi, 10 visitatori? No. Un unico individuo può essere uscito ed entrato nella stessa pagina più volte. È possibile che ci siano 5 accessi ma da parte dello stesso visitatore. Ora, è a discrezione del software, che calcola le statistiche, segnalare 1 visitatore per 5 accessi o 5 visitatori per 5 accessi. I software più sofisticati riconosco l’indirizzo IP del computer dal quale proviene la visita, e se questo indirizzo IP ha effettuato, per esempio, 5 accessi nell’arco di breve tempo, per esempio 20 minuti, il software calcolerà 1 visitatore per 5 accessi e non 5 visitatori per 5 accessi. È compito della web agecy leggere le statistiche e interpretare il comportamento dell’utente.

W • Web - In italiano “rete”. La ragnatela che circonda il mondo. • World Wide Web - Tradotto letteralmente dall’inglese significa “la vasta rete del mondo”. Attraverso internet ognuno di noi è in contatto con una o più persone. Questo sistema crea una rete di connessioni, un reticolato che avvolge il mondo. Nella barra di navigazione lo troviamo abbreviato con “www” (es. www.norz.it). Nel linguaggio comune si usa la sola parola web, per questo i termini internet e web vengono spesso usati come sinonimi. In realtà, tecnicamente parlando, il primo è l’infrastruttura e il secondo un servizio che l’infrastruttura mette a disposizione dell’utente. In cosa consiste il servizio? Nel concedere spazio: uno spazio digitale dove pubblicare testi, immagini, video, audio (contenuti multi-media). Lo spazio è sempre online e tutti possono visitarlo. Per rintracciare il sito è sufficiente conoscerne l’indirizzo (es. www.norzwebmarketing.it) e digitarlo nella barra di navigazione e grazie al browser si visualizzerà sullo schermo del nostro terminale sotto forma di pagina web. Se non conosciamo l’URL possiamo interpellare il motore di ricerca ed effettuare una query.


I CONTENUTI DI QUESTA GUIDA SONO STATI REALIZZATI DA: ROLAND DG IN COLLABORAZIONE CON NORZ WEB MARKETING Testi a cura di: Francesca Ripa Norz web content specialist

Norz guida l’azienda verso obiettivi di business. Supporta e consolida la presenza online di brand, prodotti e servizi con strategie di marketing e comunicazione. Sviluppa applicazioni ad hoc per web e mobile. Offre servizi di consulenza e formazione. Norz Web Marketing info@norz.it | www.norz.it

Guida aggiornata a Maggio 2014. Seguici per aggiornamenti.


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