DAILY NEWS TRAVEL
IL GIORNALE PER VIAGGIARE
“Canvas at War” ad Ottawa 4
Il Viaggio del Papa, anche su Internet 2
World Water Day 22 marzo 2
Apertura americana verso l’Iran 3
EUROPE
QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE TURISTICA Nr. 39
Spedizione in abbonamento postale 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Roma
MERCOLEDÌ 22 MARZO 2000
Editors: Domenico Cilenti email: nicocilenti@gmail.com/Joan Nickles email: joannickles@gmail.com
Taj Mahal, meraviglia dell’India
Viaggio di Clinton in India L’ALBA COLORA DI ROSSO IL MAUSOLEO DI TAJ MAHAL, ad Agra, nel nord dell’India. Taj Mahal venne costruito dall’imperatore Shah Jahan nel 1631 in memoria della sua adorata moglie, che morì dando alla luce l’erede. L’imponente monumento è una tappa del viaggio in India del presidente Clinton.
Il presidente americano si trova nel paese asiatico per siglare degli accordi
Il mausoleo indiano, eretto dall’imperatore Shah Jahan nel 1631 come dimora eterna per la sua giovane moglie, rischia di soccombere allo smog e al traffico
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l presidente americano Clinton, in visita oggi al Taj Mahal, resterà affascinato dall’antico monumento in marmo bianco, decorato con intarsi di pietre semi preziose e iscrizioni arabe. Ma visto da lontano, il mausoleo del 1600 non appare così bello. Il più celebrato monumento indiano si erge sulle sponde di un fiume stagnante, avvolto dalla polvere e dallo smog. Gli ambientalisti e il governo, preoccupati che il marmo bianco di Taj Mahal possa diventare nero, hanno preso delle misure per salvare il monumento. Delle restrizioni sono state imposte al traffico e alle industrie vicine per pulire l’aria intorno alla città di Agra. Gli esperti dei trasporti hanno suggerito di promuovere un maggiore utilizzo del risciò. “È un mezzo economico, non inquinante, che permette di girare per i vicoli intorno a Taj Mahal, dove l’uso dei veicoli a motore è vietato. Rendendolo più confortevole per i passeggeri, crediamo che più persone lo utilizzeranno”, dice Mehta dell’Asian Institute of Transport Development (AITD), una delle organizzazioni non
governative impegnate nel progetto. I risciò a pedali hanno subito delle piccole modifiche negli ultimi 50 anni. La maggior parte sono intelaiature improvvisate su biciclette, alle quali vengono attaccati pesanti sedili di legno o acciaio. L’AITD, in collaborazione con l’Institute for Transportation and Development Policy, ha ideato un nuovo modello di risciò usando 100.000 dollari concessi dalla statunitense Agenzia per lo Sviluppo Internazionale. “Il risciò convenzionale pesa circa 80-90 kg ma noi abbiamo utilizzato tubi anche per i sedili e questo ha ridotto il peso a 58 kg”, dice Prabhu, designer industriale. Sessanta dei nuovi veicoli portano i turisti in giro per la città dallo scorso ottobre e quest’anno ne sono stati aggiunti altri 300. La prossima fase del progetto è di persuadere gli artigiani a fabbricare i risciò con sedili più grandi e organizzare sussidi perché più gente possa produrli. “Quando ce ne sarà un numero considerevole sulle strade, la domanda crescerà perchè chi lo guida vuole guadagnare di più”,
dice Mehta. Il piano dei risciò è solo uno dei tanti progetti intrapresi per salvare Taj Mahal, costruito dall’imperatore Shah Jahan nel 1631 per la sua adorata moglie, che morì dando alla luce l’erede. Nell’area intorno al mausoleo, il livello di sostanze inquinanti è notevolmente diminuito negli ultimi due anni, ma in altre zone della città l’inquinamento continua a crescere. Lo stato ha avviato un progetto ambientale per un trattamento depurante del fiume Yamuna, che riceve le acque di scarico di Agra, mentre il traffico delle superstrade è tenuto fuori dei confini cittadini. Ogni giorno, le case, i negozi e le industrie di Agra sono lasciate senza elettricità per ore, costringendole ad utilizzare generatori a kerosene. Fornendo energia elettrica ininterrottamente, il governo intende scoraggiare l’uso dei generatori, che producono fumi inquinanti. Si sta anche cercando di persuadere le fabbriche delle città vicine ad utilizzare il gas invece della coke nelle loro fornaci.
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a visita di Bill Clinton in India è la prima di un capo di stato americano negli ultimi 22 anni. Obiettivo del viaggio è la firma di tre accordi tra l’India e gli Stati Uniti, che confermano il rafforzarsi delle relazioni tra i due stati. Gli accordi riguarderanno la scienza, la tecnologia e la cooperazione nel settore dell’energia e dell’ambiente. La visita di Clinton è iniziata lunedì dal Bangladesh ed è proseguita poi per l’India. Venerdì, il presidente sarà a Hyderabad, centro dell’industria del software utilizzata come base per le società americane del settore. Sabato Clinton si recherà in Pakistan, prima di partire alla volta degli Stati Uniti. Per accogliere il leader americano, Nuova Delhi è stata ripulita, le sue fontane hanno ripreso a zampillare e le bandiere a stelle e strisce sventolano per le strade. Ma non tutti sono favorevoli alla visita del presidente. Gli attivisti di sinistra hanno organizzato delle manifestazioni per protestare contro quello che viene definito un neo colonialismo economico degli Stati Uniti, ma sono stati frenati dalle forze dell’ordine. Anche i tibetani hanno fatto sentire la loro voce con una di-
mostrazione, per attirare l’attenzione di Clinton sul dominio cinese in Tibet. La disputa tra l’India e il Pakistan sul Kashmir sarà un argomento cruciale per Clinton, insieme alla questione del disarmo nucleare. L’India ha realizzato test nucleari nel 1998 e sta resistendo alle pressioni degli Stati Uniti per firmare un trattato che li probibisce. Un altro punto d’attrito è il rifiuto, da parte dell’India, di ogni intervento internazionale per porre fine alla cinquantenaria disputa sul territorio del Kashmir. L’India vorrebbe assicurarsi il sostegno di Washington nella lotta contro i cosiddetti “terroristi islamici” finanziati dal Pakistan, che combattono per sottrarre la regione a predominanza musulmana dal controllo dell’India. Intanto, anche il Pakistan ha cercato di attirare l’attenzione degli Stati Uniti, minacciando la possibilità di una guerra nucleare. Clinton ha insistito che il suo viaggio non ha lo scopo di una mediazione nella disputa sul Kashmir, ma fonti vicine alla Casa Bianca dicono che il presidente è costretto ad affrontare l’argomento e a rinnovare la sua offerta di buoni uffici.
2 CRONACA POLITICA OPINIONE
22 MARZO 2000
Il viaggio del Papa, anche su Internet Giovanni Paolo II continua il suo pellegrinaggio in Terra Santa, sulle tracce di Cristo LE BANDIERE DEL VATICANO E DELLA PALESTINA sventolano UNA GIOVANE DONNA TRASPORTA DELL'ACQUA A KIBERA, NELLA PARTE PIÙ POVERA DI NAIROBI, IN KENYA. Mentre il mondo celebra
di fronte ad un minareto di Betlemme, per onorare la visita del Papa in Terra Santa.
oggi il “Water Day”, l'acqua potabile e pulita è ancora un miraggio per i due milioni di persone che abitano a Nairobi e negli altri paesi poveri del pianeta. IL PAPA IN PIAZZA SAN PIETRO DURANTE LA MESSA CHE HA CELEBRATO LA FESTA DI SAN GIUSEPPE.
Mubarak a WashingtonIl
Il Papa ha chiesto ai fedeli di pregare per il successo della sua visita in Medio Oriente, il suo 91° viaggio all'estero ed ha ricordato che il suo pellegrinaggio è ispirato solo dalla religione.
Incontro del presidente egiziano con Clinton e Gore Il presidente egiziano Hosni Mubarak visiterà Washington il 28 marzo per discutere del processo di pace in Medio Oriente e di altre questioni con il presidente Clinton. “La visita fornisce un’opportunità per rafforzare la cooperazione tra l’Egitto e gli Stati Uniti su questioni bilaterali e internazionali”, ha detto la Casa Bianca. Mubarak incontrerà anche il vice presidente Al Gore.
Gli uccelli perdono la bussola Il Concorde sarebbe il responsabile della perdita dell’orientamento durante le migrazioni A causa del supersonico jet Concorde, migliaia di piccioni potrebbero perdersi nel loro viaggio di ritorno verso casa. Uno scienziato californiano sostiene che le onde dell’apparecchio potrebbero impedire agli uccelli di sentire i suoni a bassa frequenza che li aiutano a volare. “I piccioni hanno una bussola interna che permette loro di navigare, usando il campo magnetico della Terra e la posizione del sole”, scrive la rivista “New Scientist”. “Ma per arrivare a destinazione, gli uccelli hanno anche bisogno di una mappa, una carta mentale che lega il punto di partenza a quello di destinazione, così sanno che strada fare”. Lo studioso Hagstrum crede che gli infrasuoni avvertiti dagli uccelli potrebbero essere la chiave del loro senso d’orientamento. L’esperto sospetta che il Concorde interrompa queste frequenze e che abbia già causato la perdita della giusta direzione a migliaia di uccelli in viaggio tra la Francia e l’Inghilterra nel 1997.
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el suo primo giorno in Terra Santa, il pontefice ha visitato il Monte Nebo. Dalle sue cime si gode una vista suggestiva del Mar Morto, del West Bank, del fiume Giordano e, in giorni limpidi, di Betlemme e Gerusalemme. La Bibbia narra che sul Monte Nebo Mosé vide per la prima volta la Terra Promessa e fu lì che morì, dopo aver guidato il popolo ebraico fuori dall’Egitto. Il monte ospita un’antica chiesa cristiana del IV secolo d.C. Il 21 marzo, Giovanni Paolo II è stato in Giordania, la regione ad est del Giordano, identificata da alcuni come il luogo in cui Cristo fu battezzato. Per questa attribuzione, la Giordania è in competizione con Qsar el Yahud che si trova sulla sponda occidentale ed è sotto il dominio d’Israele. Oggi, il Papa si recherà a Qasr el Yahud, nei pressi di Gerico. Secondo la tradizione ebraica, è il punto da cui il popolo d’Israele approdò nella Terra Promessa, dopo i quarant’anni trascorsi nel deserto. Il pontefice visiterà anche la Chiesa della Natività, a Betlemme. La chiesa greca ortodossa risale al IV secolo d.C. ed è stata eretta su di una grotta, indicata come il luogo in cui nacque Cristo. Nella Piazza della Mangiatoia, davanti all’adiacente chiesa cattolica di S. Caterina, il Papa celebrerà la Messa per 20.000 pellegrini. Domani, Giovanni Paolo II sarà a Gerusalemme, nella Cappella del Coenaculum, parte di un edificio crociato eretto nel 1100 sul Monte Sion. Nella cappella, il Vangelo dice che Cristo celebrò l’ultima cena con i suoi discepoli. La cerimonia che raccoglierà un numero maggiore di fedeli sarà quella di Korazim, prevista per il 24 marzo, a cui prenderanno parte circa 100.000 persone. La Messa verrà celebrata
dal Papa in uno spazio aperto con una vista splendida sul Monte delle Beatitudini e sul Mare di Galilea. Il mondo intero potrà seguire questa cerimonia, collegandosi ai siti Internet www.net2gether.com e www.xosoft.com, che aggiornano continuamente i fedeli sugli spostamenti del pontefice in Terra Santa. Il Vangelo menziona Korazim come il luogo in cui Gesù pregò e, più tardi, maledì quando i suoi abitanti rifiutarono i suoi insegnamenti. Il Monte dove Cristo enunciò le beatitudini è stato santificato con una chiesa italiana costruita nel 1937 ed è coperto di giardini che scendono verso il lago, un tempo il mare di Galilea. Il Papa incontrerà il primo ministro Ehud Barak in un ricovero gestito da suore francescane. Dopo, si recherà a Tabgha, sulle sponde del lago, dove si racconta che Gesù compì il miracolo dei pani e dei pesci. Lì, in una chiesa gestita da monaci benedettini, si trova la pietra dove sarebbe avvenuto il miracolo. Tabgha conserva anche la “Mensa Cristi”. Il Vangelo narra che Gesù apparve ai suoi discepoli mentre pescavano nelle acque del lago, per la terza volta dopo la sua resurrezione. Cristo cucinò per loro del pesce su di una roccia, identificata come la lastra di basalto nero conservata in una piccola chiesa locale. In questa densa giornata di visita, Giovanni Paolo II vedrà anche quella che viene riconosciuta come la casa del discepolo Pietro, nell’antico villaggio di Capernaum. Tra l’altro, il Papa visiterà le rovine di un edificio cristiano del I secolo d.C. e di una sinagoga del III secolo. Il 25 marzo, il pontefice sarà a Nazareth, la più grande città araba d’Israele, con una popolazione a maggioranza musulmana. Questa tap-
pa prevede la visita della basilica costruita nel 1969 sul luogo dove la Vergine ricevette l’annunciazione della nascita di Cristo dall’arcangelo Gabriele. La grotta sottostante si dice fosse la casa di Maria e Giuseppe. Nella basilica, il Papa celebrerà la Messa. Ai piedi del Monte degli Olivi, nella parte araba di Gerusalemme, c’è il giardino del Gethsemani, dove Gesù si ritirò con i suoi discepoli per pregare, la notte in cui venne arrestato. Il giardino contiene otto antichi alberi d’olivo, che alcuni attribuiscono al tempo di Cristo. Sulla pietra dove Gesù pregò prima di essere arrestato, sono state erette la Chiesa dell’Agonia e la Chiesa di Tutte le Nazioni. Gethsemani, in ebraico significa “frantoio”. Il vasto altopiano di Al Haram Al Sharif, nei pressi di Gerusalemme, è un luogo sacro sia agli ebrei che ai musulmani e si estende sul Monte Moriah, dove Abramo stava per sacrificare suo figlio Isacco. Sul monte sorgono il Duomo della Roccia del 691 d.C. e la moschea di al-Aqsa, il terzo santuario dell’Islam. In quel luogo si ergeva il primo tempio ebraico del 950 a.C. e il secondo tempio, distrutto dai romani nel 70 d.C. Lì il Papa incontrerà Sabri, il Grand Mufti di Gerusalemme, membro dell’OLP. Dopo, si recherà al muro del Pianto, il muro occidentale del secondo tempio costruito da Erode. Gli ebrei pregano qui, in sezioni separate per gli uomini e per le donne e inseriscono foglietti con le loro preghiere tra le sue antiche pietre. Ultima tappa del pontefice sarà la Chiesa del Santo Sepolcro del IV secolo. L’edificio bizantino racchiude il Golgota, dove Gesù fu crocifisso, e la tomba da cui risorse. Nella sezione cattolica della Chiesa, il Papa celebrerà la Messa.
“Fastskin”, per nuotare come uno squalo Tra critiche e perplessità, la FINA ha approvato il nuovo costume per le prossime Olmpiadi
È
stato lanciato un nuovo costume da competizione che imita la pelle dello squalo e si dice migliori i tempi di un atleta del 3%. La Speedo ha presentato il nuovo modello “Fastskin” all’apertura dei campionati del mondo di nuoto in vasca corta. Il giorno prima, il presidente della Commissione Olimpica Australiana, John Coates, ha rivelato di aver scritto per due volte alla FINA, l’organismo che regola lo sport a livello mondiale, per chiedere chiarimenti sulle regole da applicare. Ma il segretario onorario della FINA, Gunnar Werner ha risposto che la federazione non ha ragione per non approvare il nuovo costume e ha rinunciato ad intervenire nella questione. La FINA ha approvato i costumi prodotti dalla Speedo e dall’Adidas lo scorso ottobre, dopo che il coach australiano Don Talbot aveva chiesto di stabilire la loro legalità, preoccupato che potessero dare una spinta idrostatica extra. Il presidente della Speedo, Joe Fields, ha detto che il nuovo costume, testato dagli atleti, ha mostrato il 7,5% di riduzione nel tempo di scivolata, contribuendo ad un miglioramento complessivo del 3%. Il costume ha cuciture elastiche per adattarsi ai muscoli e sarà venduto al dettaglio per 315 dollari dal prossimo settembre. Per le Olimpia-
di di quest’anno dovrebbero esserne prodotti circa 6.000 pezzi. Coates si è detto preoccupato che un atleta con questo costume potrebbe essere privato della medaglia se un concorrente protestasse con la Corte d’Arbitrato dello Sport. Ma Werner sostiene: “Non abbiamo ragione di credere che questi costumi valorizzino slealmente il nuotatore”. La FINA considera fuori normativa espedienti come le pinne, ma il nuovo costume Speedo è molto simile al suo predecessore, l’Aquablade, anche se il materiale è un po’ diverso e maniche e gambe sono più lunghe. Per evitare future incomprensioni, la FINA ha approvato la nuova tecnologia applicata ai costumi, in accordo con le sue regole. La federazione ha dichiarato: “I costumi non possono essere considerati un espediente. Spetta ad ogni comitato olimpionico nazionale o alla federazione nazionale di decidere l’equipaggiamento che i loro atleti indosseranno nei campionati olimpici”. La Speedo dice che il suo nuovo costume aderisce al corpo come una seconda pelle: “Il segreto del Fastskin è il suo imitare la pelle dello squalo. La forma dell’animale non è molto idrodinamica e potrebbe rallentarlo in acqua, ma in milioni di anni la natura gli ha permesso di sviluppare delle increspature sulla pelle che
spostano l’acqua e lo rendono più veloce”. Fields rifiuta le critiche e dice: “È una truffa? Assolutamente no, è evoluzione. Questo costume è stato approvato dalla FINA sei mesi fa. Noi continueremo a spingerci oltre i limiti per aiutare gli atleti a nuotare più veloci”. Il campione del mondo Michael Klim ha provato il nuovo costume e gli è piaciuto. Ma il suo coach, il russo Touretsky dice che non si può attribuire troppa importanza all’equipaggiamento. “Credo che il costume LA NUOTATRICE AUSTRALIANA Susie O'Niel prova un nuovo non nuoti da so- costume rivoluzionario creato dalla Speedo, che dovrebbe lo. Ci vuole sem- migliorare i tempi di nuoto del 3%. Dopo varie controversie, il pre un atleta al Fastskin è stato approvato dalla FINA e potrà essere utilizzato suo interno”. dagli atleti nelle prossime olimpiadi.
Bouchard in Francia ad Aprile Il leader del movimento separatista del Quebec cerca l’appoggio della Francia nelle sue aspirazioni indipendentiste Il premier separatista del Quebec, Lucien Bouchard, visiterà la Francia dal 5 al 7 aprile. Le autorità del Quebec e della Francia si incontrano ogni anno. Quest’anno l’incontro con il presidente Chirac verterà su questioni politiche ma anche sulle diversità culturali, tema principale nei colloqui del WTO. Bouchard riceverà un laurea ad honorem all’Università di Lione. Il premier ha annunciato che in Francia parlerà contro una legislazione del governo canadese che stabilisce regole per un referendum del Quebec sulla secessione. La legge, che dovrebbe essere approvata in questi giorni, stabilisce delle leggi severe su come la provincia del Quebec potrebbe andare alla ricerca della sua indipendenza se una maggioranza votasse la separazione dal Canada in un referendum. Il Quebec ha già votato per restare parte del Canada in due referendum negli ultimi 20 anni. Inoltre, i sondaggi indicano che i suoi abitanti non vogliono un altro referendum e che solo il 39% è per la secessione. La Francia è stata, in passato, un alleata del movimento separatista, ma ora mantiene una politica di “Non indifferenza e non interferenza” sulla questione. Bouchard aveva chiesto un referendum entro il 2003 ma, recentemente, ha detto che la separazione dal Canada non è una priorità a breve termine.
La Virgin crea dirigibili anti-mina Gli apparecchi saranno dotati di un nuovo radar per facilitare la ricerca delle mine sepolte Richard Branson, presidente del gruppo Virgin, ha stretto un accordo con il Ministero della Difesa inglese per usare i dirigibili attrezzati con un nuovo equipaggiamento radar, al fine di scovare le mine sotto terra. “Il nostro progetto è di sviluppare dirigibili speciali in tutto il mondo. Il volo dei dirigibili è basso e lento, perfetto per questo tipo di ricerca”, ha detto Mike Kendrick, capo esecutivo delle operazioni del gruppo Lighthouse, di proprietà Virgin. Il prototipo radar è stato ideato per disegnare una mappa delle zone minate ed ispezionare 100 metri quadrati al secondo, evitando le ricerche manuali, pericolose e lente. L’idea potrebbe contribuire ad eliminare le mine più velocemente e ad identificare le terre agricole in paesi poveri come il Mozambico, l’Angola, l’Afghanistan e i Balcani. La Virgin chiederà alle organizzazioni umanitarie ed agli sponsor commerciali di finanziare il progetto. Secondo le Nazioni Unite, ci sono almeno 60-70 milioni di mine in tutto il mondo e circa 25.000 sono le persone che rimangono ferite o uccise ogni anno a causa di una mina.
UNA RAGAZZA NOMADE DELLA BULGARIA sorride mentre attende di
essere scelta come sposa nella città di Stara Zagora, al centro del paese. Ogni anno i nomadi bulgari tengono una sorta di mercato per le spose tra i 13 e i 18 anni, il cui prezzo varia tra i 2000 e i 2500 dollari.
Fondato nel 1998 direttore responsabile domenico cilenti coordinamento editoriale joan nickles Mangiafoglio: Sapori e tradizioni culinarie nel mondo Reportage: Approfondimenti, aggiornamenti e avvenimenti The Traveller: Viaggi a 360 gradi Fashion: La moda in vacanza Businesstravel: Approfondimenti economici Agenzie & T.O.: Argomenti per tour operator, travel agents editore romaprint s.r.l. redazione - pubblicità via di san francesco a ripa 49 00153 roma tel 0039 - 06 5896852 email: nicocilenti@gmail.com email: joannickles@gmail.com stampato dalla romaprint s.r.l. anno 3, nr. 39 autorizzazione del tribunale di roma n. 397/98 rilasciata in data 6 agosto 1998 Tutto il materiale inviato non verrà restituito e resterà di proprietà dell’editore. Gli articoli impegnano solo la responsabilità degli autori e la pubblicità solo quella degli inserzionisti. Ai sensi della legge 175/96 per la tutela dei dati personali l’editore garantisce la riservatezza dei dati degli abbonati. La cancellazione e gli aggiornamenti potranno essere richiesti all’editore. Spedizione in abbonamento postale 45% Art.2 legge 549/95
BUSINESS
22 MARZO 2000
Open Skies Accordo USA-Ghana per l’apertura di reciproci servizi aerei senza limitazioni Il Dipartimento di Stato americano, ha reso noto che gli USA e il Ghana hanno raggiunto un accordo, che permetta collegamenti aerei senza limitazioni tra i due paesi, nell’ambito del quarto trattato americano “Open Skies” con uno stato africano. Gli accordi Open Skies consentono servizi senza restrizioni tra e per altri territori, senza limitazioni di voli, tipo di aerei usati e prezzi dei biglietti. Ghana Airways attuamente vola tra Accra e New York, mentre Egan, un’aerolinea con base nel Minnesota, serve il Ghana via Amsterdam, in collaborazione con il suo partner, KML Royal Dutch Airlines. L’accordo è stato siglato a Washington dal vice assistente del segretario di stato americano Thomas White e dall’ambasciatore Kobina Koomson dopo tre giorni di colloqui. In Africa gli USA hanno stretto accordi con Tanzania,Namibia e Burkina Faso. Nel mondo, il patto con il Ghana ha portato a 44 il numero dei paesi con cui gli USA hanno concluso accordi Open Skies.
Apertura americana verso l’Iran IL MANIFESTO PUBBLICITARIO DI UNA BANCA DI AUCKLAND, IN NUOVA ZELANDA. Si ha
l’impressione che il muro di un edificio in Victoria Street sia crollato, rivelando le persone che lavorano al suo interno.
Spagnoli tradizionalisti Ai maschi spagnoli non piace fare la spesa
Piano del governo tedesco contro l’energia nucleare I verdi fanno sentire la propria voce e ottengono importanti risultati per l’ambiente
UNA DONNA IRANIANA OSSERVA DEI TAPPETI IN UN NEGOZIO DI TEHERAN, IN IRAN. Il segretario di stato americano Madeleine Albright cercherà di promuovere le
relazioni degli Stati Uniti con l’Iran al Consiglio di Washington. Intanto, si dice che toglierà il divieto dal commercio dei tappeti persiani, del caviale e dei pistacchi.
Ridotto l’embargo rimangono le sanzioni sul settore petrolifero, ma potrebbe essere un primo passo verso la nascita di un mercato turistico UN UOMO TRAVESTITO COME UN “MOSTRO GENETICO” protesta contro
gli alimenti geneticamente modificati durante la convention del partito dei verdi a Karlsruhe, in Germania. Il partito dei verdi tedeschi ha omaggiato con una standing ovation il Ministro dell’Ambiente Juergen Trittin per aver difeso il piano trentennale del governo per l’abolizione dell’energia nucleare. “Non ci sono obiettivi contraddittori. Il nostro obiettivo è la fine dell’energia nucleare. Ma per raggiungerlo con il 7% dei voti, dobbiamo lavorare per costruire una maggioranza che la vede come noi”, ha detto Trittin alla conferenza di Karlsruhe, in Germania. Il partito dei verdi ha le proprie radici nelle proteste anti-nucleari degli anni ‘70 e ora sta sperimentando per la prima volta la partecipazione al potere. I verdi hanno votato per bloccare la vendita dei carri armati tedeschi alla Turchia e agli Emirati Arabi Uniti, ma hanno bocciato una mozione che chiedeva ai ministri verdi di dimettersi dalla coalizione di governo se le esportazioni continueranno. Joschka Fischer, ministro per gli Esteri e membro del Partito dei verdi, ha insistito che una possibile esportazione di 1.000 carri armati ad Ankara potrebbe avvenire solo che la Turchia mostrasse dei progressi nel rispetto dei diritti umani. I verdi hanno espresso irritazione per l’offerta del governo di vendere piani nucleari alla Cina, alla Lituania e all’Argentina. Fischer ha ammesso l’errore, ma ha insistito che i compromessi con i social democratici sono inevitabili.
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e dichiarazioni rilasciate dal segretario di stato americano Madeleine Albright, in merito all’intenzione statunitense di rimuovere l’embargo su alcuni prodotti iraniani, ha dato il via ad una serie di considerazioni e commenti diversi. Ma prima occorre ripercorrere brevemente le tappe di quanto accaduto finora: alla fine degli anni ‘70 lo Scià veniva deposto dalla rivoluzione religiosa ispirata dall’ayatollah Khomeini, che prendeva la guida del paese e intraprendeva alcune azioni che portarono alla rottura dei rapporti diplomatici con la Casa Bianca. Una delle quali fu il sequestro di 52 addetti diplomatici, che furono trattenuti per 444 giorni, per essere poi rilasciati nel 1981 il giorno dell’insediamento del presidente Reagan. Nel 1980 inizia la guerra Iraq-Iran, che durerà fino al 1988 e in cui gli USA appoggeranno lo stato iracheno. Nel 1987 l’America impone l’embargo sui prodotti alimentari e artigianali iraniani. Nel 1989 muore Khomeini e nel 1995, Clinton impone alle società americane di non investire nel settore petrolifero in Iran, proibendo alle compagnie statunitensi e alle loro filiali estere, di intrattenere rapporti commerciali con il paese arabo. Una decisione legata sulla convinzione che l’Iran sostenga il terrorismo internazionale. Nel 1997 sale al potere il riformatore Mohammad Khatami e due anni più tardi gli USA autorizzano la vendita all’Iran di parti di ricambio per gli aerei in precedenza acquistati. Nello stesso anno, il 1999, gli americani stilano un elenco di paesi cui vengono ridotte le restrizioni per la fornitura di generi alimentari e prodotti medicinali, l’Iran è fra questi. Il 18 febbraio 2000 i Riformatori vincono le elezioni parlamentari in Iran e un mese dopo gli USA annun-
ciano la riduzione delle restrizioni sulle esportazioni irachene di beni non petroliferi, ovvero tappeti e alcuni prodotti alimentari. Nell’ambito di questa dichiarazione, il segretario di stato americano ha anche detto che gli Stati Uniti cercheranno il modo di rimuovere gli ostacoli alla crescita dei contatti fra studiosi, professionisti, artisti, atleti e organizzazioni non governative americani e iraniani. Una posizione che, se portata avanti, non potrà far altro che migliorare i rapporti internazionali del paese arabo, mettendolo in condizione di aprire definitivamente le proprie frontiere al turismo. Inoltre, ha aggiunto la Albright, gli USA si stanno preparando ad aumentare gli sforzi per studiare ed eventualmente concludere, con l’Iran, un accordo globale per esportazioni legali fra i due paesi. Una prima reazione è giunta da Mohammad Mahallati, ambasciatore iraniano all’ONU dal 1987 al 1989, che ha sostenuto che il governo e il popolo iraniano dovrebbero apprezzare quello che lui chiama “l’importante passo morale” che ha fatto l’America, riconoscendo gli errori del passato. Ha continuato dicendo che i tappeti e le altre esportazioni iraniane non hanno una grande valore commerciale, ma hanno un valore simbolico, come espressione dell’arte e della cultura iraniana. In tutto questo, però, non va dimenticato che la Albright non ha ritirato le accuse americane di sostenere il terrorismo internazionale e di cercare di ottenere un armamento nucleare, oltre che altri strumenti di distruzione di massa. “Fino a quando queste posizioni politiche non cambieranno, non potranno esserci rapporti diplomatici completi fra i nostri paesi - ha detto il segretario di stato - e conseguentemente permarranno le nostre sanzioni sul settore petroli-
Linea elettrica dal Venezuela verso il Brasile Il tracciato passa attraverso il parco nazionale di Canaima, una delle principali attrazioni turistiche del Venezuela, per arrivare alla cascata Salto dell’Angelo
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li indios della parte venezuelana dell’Amazzonia hanno respinto una richiesta personale del presidente Hugo Chavez di permettere il completamento di una linea ad alta tensione verso il vicino Brasile. Dopo circa tre ore di discussione alla periferia della città di El Dorado, circa 700 km a sud est di Caracas, i rappresentanti della popolazione indigena hanno detto al presidente di non essere d’accordo a dare la loro approvazione al progetto. “Me ne vado, mi sento defraudato, ma tornerò molto presto”, ha detto Chavez, vestito con la sua tipica uniforme militare da lavoro e berretto da parà. L’opera è stata interrotta lo scorso anno, a 750 km di linea elettrica, dopo che gli indios Pemon avevano abbattuto diversi piloni in protesta, con-
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tro quello che loro hanno definito come un danno al territorio della loro tribù. A sole due settimane dal meeting del 6 aprile con il presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso, per il quale probabilmente la linea elettrica occupa un posto di estrema rilevanza nei suoi programmi, ha sollecitato gli indios a raggiungere un rapido compromesso. “Non voglio aspettare molto a lungo per dare una risposta definitiva ai nostri amici brasiliani”, ha detto il presidente venezuelano, ammonendo che il paese potrebbe perdere di credibilità, se non rispetterà i suoi impegni internazionali. Chavez, che intende fornire le società nord brasiliane con l’energia idroelettrica del Venezuela, vorrebbe portare benefici economici a tutta la popolazione del Venezuela, compresi gli in-
digeni. La linea ad alta tensione, già completata nel settore brasiliano, corre attraverso il Canaima National Park, una delle principali attrazioni turistiche del Venezuela, per arrivare al Salto dell’Angelo, la cascata più alta del mondo con i suoi 975 metri. Gli ambientalisti sostengono che verrà danneggiato un fragile ecosistema e disturbate le comunità indigene. Il governo risponde che la linea elettrica porterà energia ai villaggi più lontani e aiuterà le compagnie minerarie che operano nel nord del Venezuela. Il vice presidente del Venezuela, Isaias Rodriguez ha rivelato che un “tacito accordo” è stato raggiunto con gli indios per un nuovo giro di colloqui nei prossimi giorni.
fero”. Come si può vedere gli USA hanno messo sì fine a quei provvedimenti che duravano ormai da 13 anni, ma solo su un ristretto ambito di prodotti e le reazioni degli economisti iraniani non si sono fatte attendere. “La nostra maggiore preoccupazione è incentivare le esportazioni industriali, non quelle di cibi e manufatti. Raccogliere qualche dollaro in più dalle esportazioni di tappeti e caviale non è ciò a cui puntiamo”, ha dichiarato l’economista Jamshid Pajuyan. “L’argomento principale è il petrolio e il gas. L’Iran deve essere messo in condizione di attirare capitali occidentali e di avvantaggiarsi della sua UNA MANCIATA DI posizione strategica PISTACCHI venduti sulle vie di transito in un negozio di dei flussi energeti- specialità locali a ci”, ha continuato Teheran, in Iran. un altro economista, Ali Rashidi. Una dichiarazione comprensibile, se si pensa che gli USA hanno tentato di estromettere l’Iran dalle rotte strategiche per l’esportazione dei prodotti petroliferi dall’Asia Centrale e dal Caucaso verso l’Occidente.
Secondo un’indagine europea pubblicata su un quotidiano spagnolo, solo il 6% dei maschi spagnoli va a fare la spesa, rispetto al 42% dei loro omologhi svedesi. L’inchiesta “Where People Shop 2000” condotta dalla società di consulenza Healey & Baker, ha mostrato come gli spagnoli di età fra i 45 e i 65 anni siano i più restii a portare le borse della spesa - solo l’1% farebbe regolarmente acquisti, ha rivelato il quotidiano El Mundo. L’inchiesta, svolta in 12 paesi dalla Polonia al Portogallo, ha svelato che una media del 25% degli uomini va a fare la spesa. Gli spagnoli sono tradizionalisti anche quando si tratta di acquisti online: solo l’1% acquista via internet, contro una media europea del 3% e inoltre sono i più convinti difensori degli interessi nazionali, infatti l’81% di loro preferisce acquistare prodotti nazionali, paragonato al 67% della media europea.
Le balene si possono cacciare Un programma della IWC dice quanti cetacei si possono catturare senza minacciare la specie Secondo un nuovo programma computerizzato sviluppato dalla International Whaling Commission (IWC), le balene possono essere cacciate senza minacciarne l’estinzione. Questo quanto riportato da Joji Morishita, vice direttore della Far Seas Fisheries Division dell’industria ittica nazionale, che ha poi aggiunto come il Giappone voglia cacciare solo le specie di balene che sono in gran numero. Il programma, realizzato dalla IWC, infatti, permetterebbe di conoscere il numero di esemplari che potrebbero essere abbattuti senza minacciare la sopravvivenza della specie. Ma John Frizell, coordinatore della campagna internazionale per le balene promossa da Greenpeace, risponde che le argomentazioni giaponesi non lo convincono, finche la storia continuerà a mostrare che la caccia alle balene si risolve in un disastro. Frizell e Morishita hanno partecipato ad un dibattito al Foreign Correspondents’ Club of Japan, dove il baleniere giapponese è stato sottoposto ad un fuoco di fila di domande da parte di Greenpeace e di altri ambientalisti. In gennaio la Nuova Zelanda ha respinto le spiegazioni di Tokyo in cui si diceva che la caccia avviene per motivi scientifici, aggiungendo di avere l’intenzione di far modificare il programma giapponese in occasione della prossima riunione del IWC che si terrà a luglio. Dal 1987, quando il Giappone ha smesso di praticare la caccia alle balene per scopi commerciali per ottemperare alla moratoria internazionale, i giapponesi sono stati costretti a cacciare un numero limitato di cetacei solo a scopi scientifici. Ma è ancora possibile trovare in commercio la carne di balena.
I Paperoni britannici Cambi di posizione fra i ricchi della GB, ma gli americani restano irraggiungibili
I
l miliardario Sir Richard Branson, proprietario di Virgin Atlantic, è diventato il terzo britannico più ricco, con un patrimonio stimato di 2,4 miliardi di sterline, secondo una ricerca del Sunday Times. Branson, che in un calcolo del 1999 era al decimo posto, ha moltiplicato la propria ricchezza attraverso la vendita del 49% di Virgin Atlantic a Singapore Airlines. L’industriale svedese con base in Gran Bretagna Hans Rausing, che è impegnato con la fabbrica di prodotti per il confezionamento Tetra Laval, rimane la persona più ricca, con un patrimonio arrivato quest’anno a 4 miliardi di sterline rispetto ai 3,4 miliardi dell’anno scorso. Il Duca di Westminster ha superato Lord Sainsbury al secondo posto, grazie al vertiginoso aumento di valore delle sue proprietà nel centro di Londra. La ricchezza del Duca è stimata in 3,75 miliardi di sterline, rispetto all’1,75
miliardi del ‘99. Il patrimonio di Sainsbury, invece, è sceso a 2,2 miliardi, a fronte dei 3,1 miliardi dello scorso anno, a causa della caduta azionaria della catena di supermercati che portano il nome della sua famiglia. Eppure, anche se Branson riuscisse a diventare il più ricco del Regno Unito, grazie ad una licenza per internet mobile, la sua ricchezza impallidirebbe paragonata a quella dei miliardari americani. Gli americani contano 27 delle 50 persone più ricche del mondo, con Bill Gates e i suoi 53 miliardi di sterline in cima alla lista e nessun britannico è fra le 50 persone più ricche del mondo. La “nuova economia” ha avuto un forte impatto sulla ricchezza in America, con 6 dei dieci più ricchi collegati in qualche modo a internet, alle telecomunicazioni e ai computer.
4 ARTE E CULTURA
22 MARZO 2000
DAILY NEWS TRAVEL
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IL SOVRANO JUAN CARLOS DI SPAGNA CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CARLO AZEGLIO CIAMPI E IL MINISTRO DELLA CULTURA GIOVANNA MELANDRI, durante la cerimonia di apertura della
Il nuovo quotidiano del turismo
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mostra “Goya” a Palazzo Barberini di Roma. La mostra rimarrà aperta fino al 18 giugno. Per ulteriori informazioni, tel. 06 4814591.
Grande successo per la mostra di Dalì nel New England
Arte di guerra Esposti ad Ottawa i lavori degli artisti che raffigurarono, partecipandovi, le due guerre mondiali
Più di 40.000 persone in meno di tre mesi sono accorse nella cittadina di Hartford, per ammirare le opere del pittore surrealista
UN’IMMAGINE DI “REINFORCEMENTS MOVING UP THE ORTONA SALIENT” dipinto nel 1946 dall’artista canadese Lawren Harris. L’opera è
esposta al Canadian Museum of Civilization, nella mostra “Canvas at War” ad Ottawa, in Canada.
U
n terrorizzato marinaio boccheggia mentre la sua testa comincia ad andare sotto la superficie di un'acqua verde. La marcia della morte affianco alla vita attraverso un panorama sconvolto. Lavoratori che fondono il metallo giorno e notte in una fabbrica d'armi. Dopo decenni di abbandono fra la spazzatura e nelle cantine, alcuni dei più potenti e sconcertanti dipinti degli artisti di guerra sono nuovamente visibili. “Canvas of War”, 72 fra dipinti schizzi e sculture delle centinaia raccolti dal Museo di Guerra di Ottawa, sono in mostra presso il Museo della Civiltà. La prima cosa che colpisce i visitatori è che, mentre molti dipinti sono praticamente dei capolavori, altri al massimo sono fatti bene. La curatrice del museo, Laura Brandon, che ha impiegato un anno a raccogliere il materiale, dice che “Canvas of War” non è una mostra ordinaria, riflette, invece, la natura del contributo del Canada alle due guerre mondiali. “È importante non vederla come grande espressione artistica. Ha molti aspetti, è una raccolta d'arte, un documentario ed è anche una memoria”, commenta la Brandon. La dolente Terza Sinfonia del compositore polacco Henryk Gorecki, in parte ispirata dalle miserie della guerra, è continuamente diffusa nelle sale dell'esposizione e una scatola di fazzoletti è a disposizione del pubblico che risponde emotivamente alle opere esposte. Le lacrime sono un indice della forza dei lavori e la Brandon è ancora colpita da come un gruppo di artisti senza alcuna esperienza, sia riuscita a rappresentare la guerra in questo modo. “Erano ragazzi incredibilmente giovani. Molti erano appena ventenni, ma hanno prodotto dei lavori di incredibile maturità”. Quello che “Canvas of War” fa molto chiaramente, è mostrare come l'iniziale concetto di arte di guerra sia rapidamente passato dalla rappresentazione eroica di uomini in battaglia, ad opere più futuristiche e che apertamente trattano il significato del conflitto. Artisti di varie nazioni erano inizialmente incaricati di raffigurare le truppe canadesi durante la I Guerra Mondiale, i quali spesso optavano per affascinanti raffigurazioni piene d'azione. Gli artisti canadesi non erano stati inviati per rappresentare la guerra fino al 1917, ma i loro lavori più arditi hanno catapultato il paese un una
IL DIPINTO DI DALÌ “Apparizione di un volto e piatto di frutta sulla spiaggia”. L’opera è parte di un’esposizione di quadri del pittore spagnolo allestita nel museo di Hartford, nel New England. Dallo scorso gennaio, la mostra ha ottenuto un grande successo con 40.000 visitatori provenienti da ogni parte degli Stati Uniti.
P
otrà sembrare irreale, ma un inusuale esposizione di lavori di Salvador Dalì sta attirando folle da record ad un museo di Hartford, una piccola città del New England, meglio conosciuta per la sua industria assicurativa. Sin dall’apertura nel gennaio scorso, più di 40.000 persone da 28 stati si sono recate nella capitale del Connecticut per dare un’occhiata alle alternativamente spaventose, comiche e scioccanti immagini di “Illusioni ottiche di Salvador Dalì”. La mostra, che raccoglie 73 lavori del surrealista spagnolo provenienti da musei e collezioni private negli Stati Uniti e all’estero, è la prima retrospettiva americana del suo lavoro a partire dal 1942. Organizzata da Dawn Ades, un’esperta di Dalì che insegna alla England’s University of Essex, la mostra cerca di strappare a Dalì la sua immagine tradizionale di mago e principe dei clown per ripresentarlo come un pittore di talento dotato di una tecnica sorprendentemente raffinata. Il pubblico sembra rispondere al messaggio - a tal punto che il Wadsworth Atheneum Museum of Art ha istituito l’accesso a tempo determinato (ogni 30 minuti) per tenere sotto controllo la folla, cosa mai accaduta in 160 anni di storia del museo. La mostra di Dalì rischia di diventare la più frequentata manifestazione di sempre, superando la controversa esposizione del fotografo americano
il tempo
Robert Mapplethorpe, tenutasi nel 1989 con un’affluenza di circa 70.000 visitatori. Se può sembrare assurdo che questa città di 130.000 abitanti celebri l’estroso artista spagnolo morto nel 1989, i responsabili del museo ricordano che Hartford è stata un “covo” di surrealisti. “Noi siano stati il primo museo ad acquistare un dipinto di Dalì e lui ha trascorso un periodo importante della sua carriera ad Hartford” ha ricordato Elizabeth Kornhauser, direttrice del più vecchio museo d’arte americano. L’Atheneum ha contribuito con tre dei suoi dipinti all’esposizione che terminerà il 26 marzo prima di trasferirsi a Washington e poi ad Edinburgo. Con la mostra del 1931 “Newer Super-Realism”, l’Atheneum è stato il primo museo americano a mostrare le opere surrealiste, che cercano di ritrarre l’universo dell’inconscio umano attraverso l’immaginario del sogno e inattese sovrapposizioni. Il museo è stato anche il primo negli Stati Uniti ad acquistare opere di Caravaggio, di Mirò, di Mondrian e di Ernst e conta 50.000 pezzi nella sua collezione permanente. In omaggio Dalì sono esposte anche delle foto scattate nel 1939 nella sua casa di Farmington, nel Connecticut. Dopo questa esposizione, verranno allestite mostre degli impressionisti francesi, di Gauguin e di Picasso.
accademia e personalmente ritengo sia troppo spaventoso per essere descritto. La nostra reputazione sarà infangata presso le generazioni future se non saranno selezionati gli artisti migliori”, aveva ammonito McCurry. Colville produsse più di 400 lavori durante la guerra ed ora è considerato uno dei migliori artisti del Canada. Altri trovarono troppo duro sopportare quello sforzo. Secondo tutte le descrizioni, il pittore dell'aviazione Miller Britain ritornò in Canada ridotto poco più che un vegetale. Britain, che prestò servizio per due anni come puntatore sui bombardieri prima di rivolgersi all'arte, ha prodotto “Night Target, Germany”, una piccola, cupa, intensa tela, che rappresenta un raid aereo in un cielo attraversato dai traccianti e illuminato dai lampi della contraerea. “Una città sotto le bombe appare spesso come un cofanetto di gioielli di qualche film di Walt Disney. Era terribile, era immorale, ma con una sua bellezza. Si dice che dipingo in modo realista, infatti, al momento, mi sento come se ci fossi dentro”, aveva scritto. Alcuni artisti sono andati vicino all'azione che avevano studiato. Bruno Bobak una volta aveva dovuto buttarsi in una trincea per evitare di essere colpito da un aereo nemico che stava mitragliando a bassa quota. “Mentre cadevo ho visto che stavo finendo su un soldato morto, e quando ci sono finito sopra ha fatto “splat”, ma avevo troppa paura per togliermi di lì”, ha ricordato Bobak. È stato dopo la II Guerra Mondiale che il Canadian Council ha stabilito di istituire un fondo permanente per le arti. “La II Guerra Mondiale ha aiutato l'arte in Canada e le ha dato sufficienti contenuti per essere sostenuta dal governo”, ha affermato Brandon. Ma la seconda parte dell'arte di guerra si è spenta nella memoria del pubblico dopo una sola esposizione. Alcuni pezzi sono stati portati per le basi militari dal 1962 al 1971 prima di essere spediti in cantina per almeno 30 anni. “I dipinti erano sporchi e rovinati, come bambini abbandonati”, ha detto la Brandon e molti hanno avuto bisogno di una accurata pulizia. La mostra può anche essere visitata via internet presso il sito www.warmuseum.ca e sarà esposta in varie città del Canada a partire dal prossimo gennaio.
grande dimensione artistica, grazie soprattutto ad artisti come A.Y. Jackson, Frederick Varley, Frank Johnston, Arthur Lismer ed Eric Kennington. “Per noi sarebbe meglio dimenticare (la guerra) e non possiamo farlo”, ha scritto Varley, il cui dipinto “For what?” mostra un becchino in piedi dietro un mucchio di cadaveri. Più indigesto per le autorità “The Victims” di Kennington, un dipinto futurista su lastra d'acciaio, che mostra soldati vivi e morti che camminano sui cadaveri. Il dipinto è poi stato ribattezzato “The Conquerors”. “Sono molto incerto riguardo ad Eric Kennington - aveva scritto il novelliere e futuro governatore generale canadese John Buchan. Il suo stile di lavoro è estremamente distante e non descrive il fronte occidentale, e non serve per proporre un ricordo”. Jackson, Varley, Johnston e Lismer diventarono parte del Gruppo dei Sette, guidando i pittori canadesi i cui cupi panorami dell'Ontario settentrionale sono stati chiaramente influenzati dalla guerra. “Non voglio dipingere nulla che sia sereno. Voglio dipingere cose mandate in frantumi, spezzate”, dice Jackson. I lavori sono stati esposti per la prima volta nel 1919 per acclamare e sottolineare l'entrata dell'arte canadese nell'ambito mondiale. “L'arte canadese prima della guerra era poca cosa, dopo la guerra è esplosa, diventando improvvisamente conosciuta e apprezzata. Senza la guerra i progressi sarebbero stati molto più lenti”, ha detto la Brandon. A dispetto dell'iniziale entusiasmo, l'arte è rapidamente ritornata nell'oscurità, per una sorta di volontà collettiva di dimenticare una guerra che aveva coinvolto un canadese su undici, causando la morte di 60.000. Ma in breve il mondo entrò di nuovo in guerra e una nuova generazione di artisti si mise al lavoro, meno interessati alle immagini eroiche e più concentrati a mostrare il vero volto della guerra che loro vedevano. Il gruppo che decise quali artisti dovevano andare in guerra, includeva Harry McCurry, un burocrate alle dipendenze della National Gallery, nonostante la sua scarsa esperienza artistica e non era soddisfatto che fosse stato scelto l'allora poco conosciuto pittore Alex Colville. “C'è un lavoro di Colville esposto in questa
UN ESEMPLARE DELLA “NUVOLA ALFA ROMEO”, IN MOSTRA ALL’ESPOSIZIONE RDS DI DUBLINO, IN IRLANDA. La manifestazione è stata inaugurata il giorno di San Patrizio e
vanta una delle più grandi collezioni di Alfa Romeo storiche e moderne, presenti fuori dell’Italia. DUE MODELLE POSANO SU DI UN ALFA ROMEO 159, UN TEMPO GUIDATA DAL CAMPIONE DEL MONDO JUAN MANUEL FANGIO.
L’auto è in mostra alla RDS di Dublino, in Irlanda.
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