Sulle tracce dei borbone: curiosità

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Sulle tracce dei Borbone Passioni e curiositĂ


La goccia di.. sugo sul piatto della Regina Ogni volta che la Regina Amalia doveva partorire , tutti nel palazzo reale, servitori compresi , si dovevano preparare in alta uniforme, poichè subito dopo il parto ci sarebbe stato il battesimo. Le avvisaglie per la vestizione erano le urla della partoriente. La voce passava di bocca in bocca e tutti correvano a prepararsi. Ora avvenne che una volta, durante un pranzo ,un servo poco accorto servi' alla Regina un piatto con ai bordi delle gocce di sugo.


La goccia di.. sugo sul piatto della Regina La cosa non passo' inosservata , tanto che la regnante comincio' ad urlare come un ossesso per ‘’l'oltraggio’’ subito. A questo punto il servo, preso da improvvisa frenesia, comincio' a correre quasi travolgendo gli astanti. Interrogato dal re per quel suo strano atteggiamento, rispose che stava andando ad indossare l'uniforme poichè credeva che la regina fosse in procinto di partorire. Il re Carlo si sbellico' dalle risate e riprese sarcasticamente la moglie.


I cani dei Borbone I Borbone di Napoli erano amanti della caccia e questa passione era così forte che lo stesso rapporto dei sovrani con i “fedelissimi cani “era viscerale; infatti non solo troviamo nelle loro dimore quadri che li rappresentano, ma possiamo trovare anche delle “lapidi” in onore degli amici a quattro zampe deceduti in una battuta di di caccia di cinghiali.


I cani dei Borbone Queste lapidi le troviamo anche nel quartiere della “Vaccheria” che si trova sopra il quartiere di San Leucio. Recita così una lapide: ” Di Calvi (riferimento fatto al demanio di Calvi di Sparanise) nel più fosco impenetrabil bosco dal Fiero dente d’un cinghiale trafitta, Malacera famosa esangue qui si riposa. Geme Diana afflitta, sulla funesta sorte, della più fida sua ministra e forte cagna che per le selve, fue terror delle belve: cagna che al regio piede mille condusse fuggitive prede,intrepida così che ancor estinta la vedi morta e non la credi vinta”. Fu un gesto d’amore di Ferdinando IV verso i suoi fedeli amici.


A caccia di …..gatti! Carlo III aveva una passione che dominava tutte le altre, la caccia che induriva il suo cuore ed oscurava il suo spirito. Egli aveva destinato l'isola di Procida ad essere il suo vivaio di fagiani e dove faceva i suoi allevamenti che poi trasportava nei castelli reali. Siccome i gatti erano i nemici naturali dei fagiani grossi o piccoli, egli ordinò l'estirpazione della razza felina in tutta l'isola di Procida. Non essendo più là i gatti per distruggere i sorci ed i topi, questi pullulavano e divennero audaci tanto che un bambino nella culla fu divorato da essi.


A caccia di …..gatti! Questo fatto che aveva già contribuito ad esasperare gli abitanti di Procida, coincise con un altro che non era tale da poterli calmare . Un uomo, il quale malgrado l’ editto del re aveva conservato il suo gatto, sia per affezione a quello sia per odio ai sorci, fu denunciato, imprigionato e condannato alla frusta per mano del carnefice; fu fatto andare per l'isola col suo gatto appeso al collo e venne mandato poi alla galera. A questa crudeltà che rassomigliava a demenza, gli abitanti di Procida furiosi presero le armi e, riuniti in corpo dichiararono che, se l'editto non fosse stato revocato, essi avrebbero chiesto asilo alle potenze barbaresche, meno crudeli secondo loro, di un re che lasciava mangiare i loro figli dai topi, piuttosto che correre il rischio di veder mangiato dai gatti uno dei suoi fagiani. Il Re capì quanto era tirannico questo decreto e l'annullò immediatamente.


Che indecenza era questa? Quando fu dato l’annuncio ufficiale della prima gravidanza di Maria Amalia di Sassonia, il popolo napoletano esplose in manifestazioni di giubilo, le quali però al momento del parto subirono una pausa di arresto. Infatti perplessità e disapprovazione si diffusero nell‘apprendere che la regina sarebbe stata assistita da un chirurgo, né il fatto che si trattasse del chirurgo della regina di Francia attenuò questa la penosa impressione. Ma che indecenza era questa? E quando mai in tutto il reame una signora, una donna pudica, avrebbe permesso a un uomo, fosse pure un chirurgo, di violare la sua intimità in una cosi delicata circostanza?


Che indecenza era questa? Allora il povero dottor Peyrat se ne sentĂŹ dire di tutti i colori, anche che, per darsi importanza, aveva spaventato la regina con tutti i suoi strumenti chirurgici e che per giustificare la sua presenza aveva inventato delle complicazioni in un parto normalissimo. In questa atmosfera di scandalo, il 6 settembre 1740 ,venne al mondo una principessina. Per evitare altri malumori ,una semplice levatrice del luogo avrebbe assistito la regina Maria Amalia nelle seguenti sue maternitĂ .


“I Borbone avevano il bidet, anche se Napoli non aveva le fogne” I Borbone di Napoli avevano un concetto avanzato della

pulizia. Quando nel 1860 il Piemonte invase il Regno delle Due Sicilie, depredando le ricchezze, i danari e le fabbriche del Sud per arricchire il Nord, i Savoia si impossessarono dei siti reali napoletani e fecero l’inventario di tutte le cose esistenti, di cui molte a loro sconosciute. Fu nella Reggia di Caserta che videro per la prima volta un bidet, e nell’inventario lo definirono ‘oggetto sconosciuto a forma di chitarra'”.


Ferdinando , re poco….. colto Durante la sua vita il Re Nasone non aprì mai un libro e non lesse mai una memoria. Quando fu maggiorenne lasciò regnare il suo ministro prima e quando fu sposato lasciò regnare sua moglie. Non poteva,però fare a meno di assistere ai Consigli di Stato , per cui aveva proibito che comparisse un solo calamaio per timore che dovesse scrivere. Rimaneva la firma che non poteva fare a meno di dare una volta al giorno. Ma mentre Napoleone aveva ridotto la sua prima a 5 , poi a 3 lettere ed infine alla sola iniziale , Re Nasone fece di meglio: apponeva solo il timbro.


Un re che si… traveste! Ferdinando era venuto su spensierato, superficiale, scellerato ed ignorante a causa di una educazione poco raffinata e …..Di lui si scrive: «Insidia continuamente serve e servitori, ama giocare al lotto, a carte. Ama bere il vino; ma la passione maggiore è per la caccia e per la pesca. Le sue riserve sono nei dintorni di Napoli ed a Portici». Il suo gioco preferito è travestirsi da pescatore e vendere il pesce che lui stesso ha pescato, truffando sul prezzo ed accompagnando la sua frode con gesti e parole da trivio: “Lleru,lleru t’aggio arrubato, lleru lleru t’aggio arrubato e lu citrulo s’è fatto arrobbà!”


Re Ferdinando non era proprio …una bellezza! Per Maria Carolina ,aristocratica ragazza cresciuta negli agi e nel lusso della corte austriaca, partire per sposare, su commissione, il re di Napoli fu un trauma enorme: Ferdinando, con tutta la sua corte, era un sovrano molto “sui generis”, rustico e ben lontano dal concetto di nobiltà che circolava in tutta Europa. Non a caso la prima impressione di Carolina sul marito, scritta dalla stessa in una lettera alla sua ex governante di Vienna, fu: “Mio marito è ripugnante”


Intimità…… reale Tuttavia, nonostante la diversità, i rapporti intimi fra i due erano più che intensi: la regina rimase incinta ben diciotto volte. Non che Carolina apprezzasse la maternità, anzi, odiava gli impedimenti fisici che quello stato le procurava e con disinvoltura affibbiava i figli a serve e nutrici una volta partoriti. Ma solo pochi bambini sopravvissero al parto e alla prima infanzia, cosa che traumatizzò profondamente la donna.


Intimità…… reale In una lettera al padre Carlo, Ferdinando mostrò tutto il suo sconcerto per la reazione violenta della moglie alla scoperta di essere nuovamente incinta dopo soli tre mesi dall’ultimo parto: “Diventò una furia, mi saltò come un cane sopra e mi prese anco una mano in bocca per cui ne porto ancora i segni…a tavola fece ancora peggio, chiamando tutte le cameriste che sono zitelle, le quali altro non potevano vedere che lei gridava come un’aquila con termini anco niente decenti e io col capo calato stavo sentendo quei complimenti senza nemmeno aprire bocca”.


E una regina un po’… « osè» Si riporta la notizia di una vittoria della duchessa di San Clemente su Maria Carolina d'Austria, in relazione ad una scommessa tra la sovrana, moglie di Ferdinando IV di Borbone, e tale duchessa su chi avesse guadagnato di più in una nottata nel postribolo di San Camillo a Napoli. Secondo quanto riportato dagli storici che hanno approfondito la vicenda, in realtà la scommessa fu vinta dalla moglie del Borbone.


E una regina un po’… « osè» Maria Carolina vinse per diciotto ducati contro i quattordici guadagnati dalla duchessa di San Clemente. La regina quella notte portò con sé non solo quel guadagno,ma anche un anello con diamanti come trofeo della scommessa vinta per le sue note abilità amatorie di cui si mostrava spesso molto fiera.


GRAZIE PER L’ATTENZIONE


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