Rrose SĂŠlavy
magazine n. 28 gennaio 2012
PAOLO BINI
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magazine n 27 gennaio 2012
Sul Danubio 2010 Acrilico e fusaggine su carta abrasiva 61x100 cm
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magazine n 27 gennaio 2012
Da: gianmatteo funicelli Oggetto: panoramiche emozionali #2 Data: 24 ottobre 2011 10:05 A: paolo bini
Ciao Paolo, l’altro ieri ho avuto modo di vedere Lefkada (2011), il tuo progetto per la 54esima Biennale di Venezia. Impressione suscitata d’acchito? Un frastuono di demoni tra un coro di angeli. Tutto qui. Al di là dell’offuscato “paesaggismo” attraverso il quale costruisci scenari (quasi) possibili, la materia reale come visione salvifica è angosciosamente lontana. Irraggiungibile isola che con affanno ti lascia spietatamente naufrago nel mare dell’astratto. Sui percorsi bianchi dello spazio espositivo tutto era lì, asettico, placido e monotono, mentre sulla tua tela presagivo qualcosa di toccante e, finalmente, di nuovo. Mi hanno rapito dei colori poco rassicuranti che con astuzia convergono al centro della tela. Un’ampia tramatura inquietante travasata dagli sgoccioli di un incubo rimasto impregnato nel tuo materiale mentale. Al di là del momento estetico, ho notato che il tuo semi-astrattismo ha una linea teorica non casuale, ma percorre una direzione specifica: ogni identità/segno, campitura, ogni singola pennellata, ogni guizzo colorato riporta nel travaglio esecutivo parte del tuo temperamento, visibile traccia del tuo essere tale. Come se queste opere rispecchiassero precisi segmenti della tua linea vitale. Ti dipingi prima e ci precedi poi nell’anticamera della tua vita. Ribadisco con l’includere la tua prassi artistica nella sfera di chi scruta il proprio “io”. Lontana dagli “ismi”, da movimenti teorici, la tua pittura è puro manifesto emotivo. Un lascito di emozioni talvolta chiare, a volte oscure, fatte di sostanze cromatiche evocanti grumi di vita. Biopsie esistenziali in metri quadri dipinti. Ancora una volta la tua produzione mi ha sconvolto. Altrimenti non sarei qui a ricordartelo, a ricordarmelo.
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Lefkada 2011 Acrilico e mica su tela 140 x 200 cm
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Da: gianmatteo funicelli Oggetto: risonanze/reminiscenze Data: 28 ottobre 2011 16:35 A: paolo bini Ciao Paolo, grazie per le immagini delle tue installazioni. Spero di rivederti presto, magari ad una tua prossima esposizione. In questo lasso lavorativo monotono, mi farebbe piacere occuparmi della tua pittura e di come essa sia in grado di affermarsi sul campo. Lo sai, non è cosa facile stupirmi, ma tu ci riesci sempre!. Ti contatto perché ho proposto al mio direttore l’ennesima riverente recensione su di te firmata a nome mio. Cosa ho presentato in redazione (di tuo) per il prossimo numero? il ciclo delle Risonanze. Che ne pensi? ricordo che all’epoca dell’esposizione, sulle mura della Galleria Gallerati di Roma (dic. 2009), la raccolta suscitò molto interesse nel pubblico e soprattutto tra le menti della critica contemporanea. In quegli anni curavo una rubrica sull’arte antica in una famosa testata lucana ma ti seguivo assiduamente tra comunicati stampa e su diversi social. Ricordo il forte rapporto simbiotico nato tra te e i luoghi mediterranei, soprattutto la Grecia, che visitavi di continuo. Allora capii che le tue risonanze erano elaborazioni di un vissuto, di quel “visto” che hai raffinato e tradotto in minimi termini cromatici per trasporlo su carta. È eccezionale come tu abbia desunto, tramite una raccolta esperienziale di memorie di viaggio, di forme, di pigmenti naturali, la preziosità di una terra così eterna, così divina. Mi riferisco soprattutto a Risonanza mediterranea 4 (2009) e della sua capacità di includere in un unico registro linguistico le proprietà cardini del discorso in atto. Un postulato artistico-formale completo, chiuso, discusso in un reso pittorico ricco di segni direzionali pulsanti, dove violenze tonali incrociano pressanti segni parlanti. Su quest’opera vi è in atto una rivelazione: al suo interno pullulano reminiscenze sedimentate su carta,“ritorni” nostalgici che sopraggiungono all’occhio dello spettatore tramite una eloquente segnaletica pittorica. Questa tua esigenza di registrazione intima mi ha colpito sempre. Ma mi colpisce oltremodo che il tuo diario trascriva una parlata che tutto utilizza, ad eccezione del discorso verbale. Dialoghi sinestetici tra materia, luce, colori e memorie. Ah!, il direttore si complimenta con il tuo lavoro e mi ha dato conferma: ti pubblicherò tra due settimane!.
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Risonanza mediterranea 4 2009 Mista su carta 47 x 50 cm
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Da: gianmatteo funicelli Oggetto: universali visioni pungenti Data: 18 novembre 2011 20:12 A: paolo bini Ciao Paolo, qui dell’estate non ricordo neanche i mesi. Salerno è avvolta da un gelo pungente che ha ghiacciato piazze, strade e monumenti. La stazione, stamattina, era una gabbia di vetro sotto un grigio vortice di pioggia e vento. Con le mani solcate dal freddo frugavo incessantemente nella borsa. Non trovavo il biglietto di ritorno ma nella mischia di penne, taccuini e fazzoletti, salta fuori un cartoncino patinato, una brossure. Sopra c’è il tuo nome e vagamente il catalogo mi ricorda quell’incontro nel tuo atelier, l’altra settimana, ricordi?. Volevo assolutamente vederlo!. Per la fretta di partire, ti ho riposto in borsa, ho trovato il biglietto, ricontrollato l’orario, attraversato il sottopassaggio e raggiunto il mio binario. Una volta sul treno, smette di piovere, ti riprendo nuovamente e ti leggo, anzi ti osservo. Oltre il finestrone, il freddo assoluto. Sulla brossure salta all’occhio White Light 0017 (2010), un lavoro in acrilico tra i più caratteristici della tua produzione, dove quella sorta di craquelure, quello squarcio materico, segna quasi un lungo passo del tempo. L’essenza di un prima e un dopo in continuo sviluppo si incamminano su questa tela attraverso un catartico letargismo. Un lavoro legato all’oscura eternità del mondo e alla sua tanto attesa purificazione. Ma anche una tela che mi lega stranamente a questo periodo. Quando la osservo avverto su di me una gelida caligine, simile alla foschia di questo freddo oscuro. Il mutare del tempo, e in esso anche dei suoi periodi climatici, della sua essenza, della sua eterna sostanza mi ricorda il tuo recente progetto per il chiostro di Palazzo Bianco a Genova (maggio 2010), nel quale White light 0017 è parte integrante. La mostra, curata da Massimo Bignardi, se non sbaglio, trattava del rapporto tra luce e superficie e come in questo ambito la tua pittura sia un catalizzatore di dati emozionali. Interessante è stato anche lo studio espositivo: una composizione multipartita assemblata da una ricca orditura cromatica che con genialità assoluta si adattava perfettamente allo spazio interno del chiostro. Il bianco del colonnato quattrocentesco e il fondo centrale in laterizio rosso a spina di pesce, dialogavano con le grandi tele distese segnando nel contesto una ratio universale. La luce chiara collimava il discorso cromatico ai motivi delle terre chiare e scure delle opere che, come miracolose coloriture di Madre Terra, vacillavano nei grandi rettangoli fissando un “principio” percepibile: un’idea mistica di Inizio. Il Creato e con esso tutti i suoi valori erano disposti su un’unica linea spazio-temporale, che si estende dal telaio rinascimentale dello spazio aperto giungendo alla modernità della tua pittura, ultimo anello di questa catena perenne. Un progetto totale.
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White light 0017 2010 Acrilico, terra e sabbia su tela 100 x 250 cm
Assenza di colore in sospensione / 2010 24 tele dipinte con acrilico, mica, terra, sabbia e resina Installazione realizzata a Museo Palazzo Bianco, Genova, maggio 2010
PAOLO BINI
www.paolobini.it
Rrose SĂŠlavy
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