Rrose SĂŠlavy
magazine n. 25 agosto 2011
OSVALDO PIERONI
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magazine n 25 agosto 2011
Solo l’arte, l’amore e l’immaginazione,
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magazine n 25 agosto 2011
un’altra immaginazione, salveranno il mondo che sta crollando.
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magazine n 25 agosto 2011
La meraviglia del raccontare attraverso la fotografia credo stia proprio nella doppia visione (il mio e il tuo occhio sullo stesso viso): chi fotografa e chi osserva la foto già fatta. Il fotografo patteggia con l’inquadratura e la luce. Noi patteggiamo con il già dato, però non finisce lì, il già diventa qualcos’altro: dei rimandi, delle aggiunte. La doppia visione vale anche per la pittura, la scrittura, la musica, il cinema. Per la comunicazione, in genere. Per il dare qualcosa a qualcun altro. Per il prendere qualcosa da qualcun altro. Osvaldo Pieroni, come i bravi fotografi, non inquadra per togliere una porzione di immagine alla scena osservata, nel senso che non ne fa un particolare, un dettaglio, e basta, ma coglie attraverso il limite del riquadro ciò che farà poi scattare altre inquadrature. Questo significa raccontare. E Osvaldo sa farlo bene. Di più: magnificamente.
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magazine n 25 agosto 2011
RS Il fatto che io lo conosca da una quarantina di anni (accidenti, il tempo!) non mi rende spudoratamente di parte. La macchina fotografica concede delle possibilità (non solo a chi la usa). Osvaldo sa anche disegnare e scrivere bene. So chi è, conosco la persona, il personaggio, l’amico, il professore universitario, l’impegnato socialmente (avrei detto, anni fa, impegnato politicamente, ma il “socialmente” ha più emozioni, così credo). Ecco perché posso azzardare delle interpretazioni solo guardando, osservando, fissando le sue foto. Senza cioè la mediazione delle intenzioni, dei suoi perché. Osvaldo che quasi appoggia il viso al finestrino del treno, con il riflesso a specchio, è sì un intenso autoritratto (ho pensato ai volti di Caravaggio) però è anche un paesaggio che noi vediamo attraverso il suo sguardo che buca il cristallo, è anche una partenza, una destinazione. E pensieri, considerazioni, ragionamenti. Che emozionano. È un effetto che si ritrova in altri viaggiatori fotografati in varie situazioni: la lettura di un giornale, il guardare fuori dal finestrino, l’attesa della partenza. Osvaldo inquadra, seleziona la luce, scatta; siccome non sottrae ma aggiunge, ecco che si fa strada (quasi un intramontabile on the road) il racconto: le nuvole che la distanza non fa scomparire con la corsa del treno; il paesaggio che raggiunge l’uomo che legge il giornale nelle proiezioni delle ombre; la ragazza che aspetta il treno in una vera scenografia pop simile a certi luoghi di frontiera latino-americani (e invece è proprio sotto casa, anche se, comunque, siamo noi ad essere sempre “gli altri”, a sembrare chissà chi, a stare chissà dove).
magazine n 25 agosto 2011
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magazine n 25 agosto 2011
Gli still life di Osvaldo non hanno gli ammiccamenti degli still life della pubblicità, non invitano all’acquisto ma solo allo sguardo, non se-ducono ma con-ducono alla bellezza delle cose, che diventano più coinvolgenti se c’è uno sguardo luminoso (cromatico?). Osvaldo avrà pensato a Cézanne per dare quel rosso alle “Tre pere” fotografate in primo piano? Non importa. Quel rosso è lì.
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magazine n 25 agosto 2011
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magazine n 25 agosto 2011
Non è stato facile scegliere “qualche foto” nell’album di Osvaldo. Sono tutte interessanti, fatte bene, coinvolgenti. Il piacere di una foto si accavalla allo scontento di doverne scartare un’altra, per ovvii motivi di spazio, in questo quaderno, che si allargherà ugualmente nei link, nel suo sito personale, nelle molte sue pubblicazioni disseminate nell’internet. Non è stato facile. La scelta è sempre brutale, cinica, costringe a lasciare indietro qualcos’altro. Scegliere crea subito un rammarico, è inevitabile, e quindi va bene lo stesso. Ho scelto solo due foto di una città che non finisce mai, New York. In una si vede, sullo sfondo, il ponte di Brooklyn: di solito ingombrante, qui è didascalico, serve a dirci in quale città ci troviamo, il soggetto delle foto è un abbraccio, sulla banchina del porto. Nell’altra foto c’è una sorta di cornice nell’aria, svettante in parallelo con gli spigoli dei grattacieli che le stanno attorno; il cielo, di un blu denso, fa da sfondo e quindi si mette in verticale. Sai che è New York e così continui a raccontartela come vuoi tu, con Osvaldo che suggerisce.
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magazine n 25 agosto 2011
La foto delle due giovani con i cappelli in testa mette in scena la città, senza vederla (è ancora New York, ma può non esserlo). Cappello bianco in stile amish, cappello nero in stile folk. Abbigliamento teatralmetropolitano, là dove il fashion è un mestiere prima ancora di essere una moda. La giovane con il cappello nero guarda verso l’alto: sta accadendo qualcosa? Ecco il raccontare, e basta un gesto.
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magazine n 25 agosto 2011
Tre giovanissimi manifestanti si mettono in posa, per ricordare quella giornata di protesta, sia pure festosa. “No ‘ndrangheta”. Il sorriso delle due ragazze sa di speranza, di belle giornate. E noi gridiamo con loro un immenso “NO”. Anche in questa foto immaginiamo (e possiamo vederlo) il racconto: il corteo, gli striscioni e le bandiere, gli slogan urlati e cantati, il viaggio in pullman. Nel sito di Osvaldo ci sono le foto delle manifestazioni contro la costruzione del ponte sullo stretto di Messina. Il “No ponte” è un altro urlo che faccio mio.
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magazine n 25 agosto 2011
Le due foto in bianco e nero hanno il respiro di un nodo alla gola, mostrano momenti di una giornata “un po’ speciale”: persone che riabilitano il proprio corpo, un corpo che ha bisogno di forza (e di farsi forza, dentro). Questa foto è costruita sull’inquadratura, che spinge ancora
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magazine n 25 agosto 2011
di più sullo sfondo la prospettiva della scena: esercizi fisici, fisioterapia. Qui le parole non servono. La foto è struggente. Una donna è distesa, accanto a lei un uomo (l’aiuta negli esercizi di riabilitazione?). Una foto bellissima, niente altro (che poi è tutto).
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magazine n 25 agosto 2010
Poiché la fotografia è anche luce, cogliamo il divertimento creato con una pila dal figlio di Osvaldo, che scrive con il gesto la parola “Love”. La foto è stata scattata al buio, con otto secondi di esposizione. Ci sarebbe da farne un manifesto. Con le foto di Osvaldo si potrebbero fare un sacco di cose. Massimo De Nardo
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magazine n 25 agosto 2010
Le mostre più recenti: 2008 Visual Arts Contest. Party Exhibition. Premio Giuria Esperti SmileTrainItalia, Roma 2008 Altri sguardi, altri mondi. FILOBUS Percorsi nell’Arte Contemporanea. CAMS Università della Calabria (personale) 2009 Rural Landscapes. Altomonte (CS) (personale) 2009 Fotografi per i 100 anni del Futurismo. Roma (collettiva) 2010 I AM DESIGNPOSITIVE. Mostra e Premio Giuria Esperti Triennale Bovisa, Milano 2010 Sesta Rassegna Fotografia di mare. Finale Ligure (SV) (collettiva) 2011 Dal virtuale al reale – 40 fotografi per un obiettivo. Photoshow, Milano (collettiva) 2011 I passi della solidarietà, Tapis roulant di Via Giudecca, Reggio di Calabria (personale - 60 foto per la Corrireggio di Legambiente) Legambiente ha scritto che: “Osvaldo Pieroni, nella sua unicità, è tante cose assieme: sociologo, fotografo, pittore, scrittore. È soprattutto uno degli esponenti di punta del movimento ambientalista e pacifista meridionale, protagonista di innumerevoli lotte in difesa dell’ambiente, per la valorizzazione delle risorse dei territori e la riscoperta del senso dei luoghi, contro tutte le mafie o ingiustizie e per la pace. Nato a Macerata (1949), vive, da oltre trent’anni, in Calabria. Unisce l’impegno militante a quello accademico come professore ordinario di sociologia dell’ambiente presso l’Università della Calabria. Osvaldo Pieroni è anche un attento osservatore che racconta persone, storie, esperienze e luoghi, attraverso la fotografia. L’attività di fotoreporter professionista gli ha procurato numerosi riconoscimenti anche di carattere internazionale”.
www.flickr.com/photos/osvaldo_zoom/ http://osvaldopieroni.circolofotografico.eu/
I’m an italian non-professional photographer but I’ve done some professional work for magazines, brochures and cover books. I’ve done many slide shows for parties, educational aims and during a certain period for a rock&roll band performances. I take photos since I was a teenager. I’ve been travelling and working for cooperation (ngo)or study in Africa, South America, India, Nepal, ecc. I lived in B’Klyn NYC for a couple of years during the ’80s.